Grice e Porta – implicatura magica – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo.
Nacque dall'attrice Antonella Della Porta, di origine milanese, interprete di
noti sceneggiati Rai (da Sheridan, a Davide Copperfield, a Maigret) e dal
baritono Arturo La Porta, di famiglia pugliese (sul Gargano), diretto da Von
Karajan e in grandi compagnie con Maria Callas, Beniamino Gigli, Tito Gobbi,
Giuseppe Di Stefano, Giulietta Simionato, Renata Tebaldi, al cinema (La signora
dalle camelie, Casa Ricordi) e in tv (Andrea Chénier di M. Landi, La traviata
di M. Lanfranchi). Laureatosi in Filosofia negli anni settanta con il
massimo dei voti, ha incominciato a interessarsi a Giordano Bruno, curando e
traducendo alcune opere del filosofo di Nola, il De umbris idearum e il Cantus Circaeus, riprendendo poi le
tematiche con il libro Giordano Bruno. Il nolese di ghiaccio pubblicato da
Bompiani. Per anni in Rai, ha incominciato la sua lunga carriera nel
servizio pubblico, prima come
programmista, poi, tra gli altri incarichi, come conduttore, giornalista
professionista, editorialista del Radiocorriere TV, vice caporedattore del TGR
Lazio, caporedattore del DSE RAI ("Dipartimento Scuola Educazione",
l'attuale struttura RAI Cultura). -- è nominato direttore di Rai 2,
incarico che ha ricoperto per un anno e mezzo ed è diventato il primo direttore
di Rai Notte, la struttura che curava il palinsesto notturno di Rai 1, Rai 2 e
Rai 3, apparendo spesso anche in video come conduttore di trasmissioni
culturali. Essendone stato ininterrottamente direttore, è stato il più longevo
dirigente della storia della televisione pubblica italiana. È stato
solido il suo sodalizio umano e professionale con Pino Gagliardi. Ha condotto,
accanto allo scrittore Giuseppe Carlotti, il programma televisivo Rai Ti
presento Sophia, interamente dedicato alla storia della filosofia. La coppia La
Porta Carlotti si è riunita per una nuova edizione del programma, sempre
circondata da un numero pari di persone. Tra gli altri libri pubblicati, La
Magia, Coincidenze miracolose, Storia della magia,e la trilogia di A come
anima, A come amore e C come cuore. -- è uscito Dizionario dell'inconscio e della
magia, pubblicato per Sperling & Kupfer. Il suo saggio, “Tu chiamale se
vuoi coincidenze” è stato pubblicato nel
da La Lepre Edizioni. Va in pensione e lascia la Rai, per passare
al circuito televisivo Cinquestelle, dove ha condotto, insieme con Egidio
Senatore, il programma Come State?, una diretta di 4 ore, che affrontava
tematiche sociali con la partecipazione, senza filtro, delle telefonate del
pubblico; in questo contesto hanno partecipato figure autorevoli come l'allora
presidente dell'INPS Antonio Mastrapasqua e l'allora presidente dell'Agcom
Corrado Calabrò. Dal 2 giugno al
dicembre è stato direttore di EcoRadio,
per la quale ha condotto, sempre insieme a Egidio Senatore, la rubrica
letteraria La Grande Madre. Ha inoltre lavorato su EcoTv. È stato ospite
fisso del format radiofonico "News of the World" su Radio Manà Manà.
Il 28 aprile è stato insignito della
cittadinanza onoraria dalla città di Boscoreale. Gesta per anni un blog su
internet. Come autore, curatore, giornalista e conduttore radiotelevisivo
si è occupato, principalmente, di tematiche culturali e sociali. Tra i suoi
programmi Rai ricordiamo: “Scuola aperta” “Tra scuola e lavoro” “Ricerca sul mito” “Sulle orme degli antenati” “Incontri nella notte, colloqui con gli scrittori
contemporanei” “Segnali: appunti sui giovani d'oggi” "Incontri della
notte" (Rai 1-DSE), "Immagini da leggere" (Rai 3), “Novecento:
storia della letteratura italiana”; “Bellitalia”.Ha curato e condotto, per Rai
2, “Casablanca”, programma di aggiornamenti editoriali che, tuttora, vanta il
massimo ascolto per una rubrica letteraria. Ha condotto lo spazio letterario
della rubrica televisiva di Rai 2 “La Rete” ha curato e condotto “Parlato
semplice” per oltre 300 puntate, e ha curato e condotto gli spazi storici della
rubrica “Filo Rosso” di Gianni Bisiach per Rai 2-DSE. Ha, inoltre,
realizzato gli speciali televisivi “Bruno”, “Poe”, “Alla ricerca di Dracula”
“Storia della Magia” ha curato e condotto gli spazi filosofici de “La stanza
del principe”, curato e conduce le 22 puntate di “Storia della cavalleria” e il “Prix Italia” . Per il palinsesto di Rai Notte, è autore e
conduttore di numerosi programmi, come “Anima Good News”, “Il mare di notte”,
“Inconscio e Magia”, “Inconscio e MagiaPsiche”, l'unico programma televisivo
RAI dedicato alla poesia, “Guarire insieme”. Spesso ospite, come opinionista,
nelle rubriche letterarie e culturali di Rai 1. Insegnamento Oltre alla
produzione culturale televisiva, fin dagli anni ‘70 si è occupato di
insegnamento, in particolare del rapporto tra la filosofia antica e psicologia
junghiana, e, inoltre, del settore editoriale, come curatore ed editorialista
di numerose riviste, come “Abstracta”, e come autore di più di 30 libri. è
stato invitato da François Châtelet a tenere corsi presso il Politecnico della
Sorbona di Parigi sulla Magia e l'Arte della Memoria. -- è stato direttore
della rivista “L'informatore Librario” per la casa editrice Lucarini; è stato
direttore, per la RaiEriPantheon, della rivista “Anima Mundi”, con la
collaborazione di James Hillman, A. Guggenbhul-Craig, F. Donfrancesco, C.
Stroppa, ecc.--è stato invitato dall'Istituto di Cultura Italiana di New York
per una serie di seminari. -- è
stato docente di filosofia antica a Siena, presso la cattedra di Cheli. Docente
di Filosofia antica e Vicedirettore della Scuola di Psicoterapia Psicosintetica
ed Ipnosi Ericksoniana “H. Bernheim” di Verona, vicedirettore della scuola di
Psicanalisi di Mestre AEPSI e docente di Filosofia per IKOSIstituto di
Comunicazione Olistica Sociale di Bari. Era vicerettore onorario
dell'Università L.U.de.S. di Lugano. Riconoscimenti Premio “Arte e Spirito”
per la televisione, conferito dalla Repubblica di San Marino nel ; Premio
“Moncalieri” alla carriera nel ; Premio “La penna d'oro”, settore spettacolo, Premio “Chianciano” per la critica
radiotelevisiva; Premio giornalistico “Magarotto”; Premio letterario
“Castiglioncello” “Cosentino” e “Cirò Marina” per il saggio su Bruno.
Partecipat a una puntata del gioco Soliti ignoti Identità nascoste di Rai 1 ove
dove essere riconosciuto tra altre 8 identità. Grande tifoso della Lazio. -- è
stato imitato e parodiato da Guzzanti. Altre opere: Introduzione e cura di
Filoteo Giordano Bruno di Nola, Il canto di Circe, Roma, Atanor, Introduzione e
cura di Giordano Bruno, Ombre delle idee, Roma, Atanor, Itinerari magici d'Italia. Una guida
alternativa, II, Centro, Roma, Edizioni Mediterranee, I grandi del mistero, Firenze,
Salani, Storia della magia mediterranea,
Roma, Atanor, Un'avventura nel Rinascimento, Milano, Fiore d'oro); “L'essenza
dell'amore” (Roma, Atanor); Prefazione, Meyrink scrittore e iniziato, Roma,
Basaia); “Morte di un bacio” (Roma, Lucarini); “I tarocchi di Bruno. Le carte
della memoria” (Milano, Jaca Book); “Racconti di tenebra” (Roma, Newton
Compton); “Bruno: tra magia e avventure, tra lotte e sortilegi la storia appassionante
di un uomo che, ritenuto mago dai contemporanei, fu condannato per eresie
dall'Inquisizione e arso vivo sul rogo, collaborazione alle ricerche di Anna
Mirabile, Roma, Newton Compton, La battaglia della montagna bianca, Chieti,
Solfanelli, Prefazione a R. Dalby e R. Pardoe , Fantasmi. Storie e altre storie
sulle orme di M.R. James, Roma, Newton Compton, Prefazione a Poe, Tutti i
racconti del mistero, dell'incubo e del terrore” (Roma, Newton Compton); “Misteri
di pietra” (Roma, Grapperia); “Racconti per amore” (Roma, Lucarini); “Bruno: avventure
di un pericoloso maestro di filosofia” (Milano, Bompiani); “Roma magica e
misteriosa. Dalla sedia del diavolo ai fantasmi di villa Stuart, dalla cripta
dei Cappuccini alla Porta Magica di piazza Vittorio: un viaggio affascinante
nel cuore segreto della città eterna e dei suoi dintorni” (Roma, Newton
Compton); “Tutti i racconti di Poe” (La Spezia, Melita); “Misteri. Quasi un
manifesto della letteratura del mistero e del segreto” (Milano, Camunia); Grandi castelli, grandi maghi, grandi roghi,
Milano, Rizzoli, Storia della magia. Grandi castelli, grandi maghi, grandi
roghi” (Milano, Bompiani); “Il ritorno della grande madre” (Milano, Il Saggiatore);
“La magia” (Roma-Venezia, RAI-ERI-Marsilio); “Coincidenze miracolose” (Roma-Rimini,
RAI-ERI-Idealibri, Donne magiche, Roma-Rimini, RAI-ERI-Idealibri, A come anima,
Milano, Pratiche, Saggio in Valerio De Filippis, La quiete del Terrifico,
Fasano, Schena, C come cuore. Pagine per lenire il mal d'amore, Milano, Pratiche, Gabriele la Porta intervista Ettore Bernabei,
Roma, Edizioni Eri, S come seduzione. Dizionario dell'eros e della sensualità,
Milano, Il Saggiatore, P come passioni. Dizionario delle emozioni e dell'estasi,
Milano, Tropea, Dizionario dell'inconscio e della magia, Milano, Sperling &
Kupfer, Prefazione a Michele lo Foco, L'armonia del dolore, Roma, Pagine, .Prefazione
a Dale Furutani, Agguato all'incrocio, Milano, Marcos y Marcos, Tu chiamale se vuoi coincidenze. Quaranta storie
realmente accadute, Roma, La lepre, Filmografia Il mistero di Dante, regia di
Louis Nero. Biografia di Gabriele La
Porta, su Cinquantamila, EcoRadioGabriele La Porta nuovo direttore responsabile
di Ecoradio: "Qui trovo libertà autentica", su ecoradio. Morto il
conduttore Rai Gabriele La PortaTv, su Agenzia ANSA, Blog ufficiale, su
gabrielelaporta.wordpress.com. Gabriele La Porta, su Internet Movie Database,
IMDb.com. La pagina facebook di Gabriele
La Porta, su facebook.com. PredecessoreDirettore di Rai 2Successore Franco
Iseppi Carlo Freccero. Gabriele La Porta. Porta. Keywords: implicatura magica
-- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Porta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738737449/in/datetaken/
Grice e Porta – implicatura fisionomica – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Vico Equense),
filosofo. Grice: “He is the one with the funny illustrations of men and
animals! The Italian way to comment on Aristotle!” -- Terzo figlio di Nardo
Antonio e di una patrizia della famiglia Spadafora, ricevette le basi della sua
formazione culturale in casa, dove si era soliti discutere di questioni
scientifiche, e dimostrò immediatamente le sue notevoli innate capacità, che
poté sviluppare attraverso gli studi grazie alle condizioni agiate della
famiglia: il padre era infatti proprietario terriero e armatore di navi. Prima
il padre e poi il fratello maggiore Gian Vincenzo ebbero a partire dal 1541 la
carica di scrivano di mandamento. La famiglia aveva una casa a Napoli a
via Toledo (il palazzo Della Porta), una villa a Due Porte, nelle colline
intorno a Napoli, e la "villa delle Pradelle" (Vico Equense). Tra i
suoi maestri vi furono il classicista e alchimista Domenico Pizzimenti, e i
filosofi e medici Donato Antonio Altomare e Giovanni Antonio Pisano. Pubblica
la prima di varie edizioni del “Magiae Naturalis”. Pubblica un saggio di
crittografia, il “De Furtivis Literarum Notis”, nel quale descrive un esempio
di sostituzione poli-grafica cifrata con accenni al concetto di sostituzione
poli-alfabetica. Per questo è ritenuto il maggiore crittografo
italiano. Quando già la sua fama e consolidata, presenta il suo saggio
sulla crittografia a Filippo II e viaggia in Italia. Ha un saggio sull'Arte
del ricordare, ripubblicato poi nell'originario latino. Fondato intanto i
segrettari, l'Academia Secretorum Naturae, Accademia dei Segreti, per
appartenere alla quale e necessario dimostrare di effettuare una scoperta.
L'accento viene tuttavia posto più sul meraviglioso che sul metodo
scientifico. Conosciute già durante il Medioevo, le raccolte di segreti costituivano
un vero e proprio genere letterario che aveva incontrato una straordinaria
fortuna con l'avvento della stampa a caratteri mobili. Per segreti si
intendevano conoscenze arcane, ma anche ricette, preparazione di farmaci e
pozioni dagli effetti straordinari, riguardanti argomenti di medicina, chimica,
metallurgia, cosmesi, agricoltura, caccia, ottica, costruzione di macchine,
ecc. Colui che insegnava a padroneggiarli era chiamato professore di segreti. L'Accademia
fu però sospettata di occuparsi di temi riguardanti la magia e l'occultismo,
sicché DPorta e indagato dall'Inquisizione e l'Accademia fu chiusa per ordine papale.
A Porta e tuttavia concesso di continuare gli studi di scienze naturali. Ospitato
a Roma e quindi a Venezia e a Ferrara da Luigi d'Este. Pubblica il saggio
“Pomarium” sulla coltivazione degli alberi da frutta e un Olivetum,
entrambi inclusi nella sua enciclopedia sull'agricoltura. Pubblica presso
l'editore J. Cacchi di Vico Equense il saggio “De humana physiognomonia” sulla
fisiognomica, dedicato al cardinale Luigi d'Este. Presso l'editore Tarquinio
Longo di Napoli pubblica la seconda edizione allargata a 6 libri con ampio
rimaneggiamento della materia. Ritiene che l'animo non è impassibile
rispetto ai moti del corpo e, così come il corpo, si corrompe per le passioni. Studia
con attenzione i segni delle mani dei criminali, convinto che tali segni non
siano frutto del caso ma importanti indizi per comprendere appieno il carattere
dell’uomino. La sua Phytognomonica evidenzia l'analogia tra piante e animali. Stimolato
dai contatti con alcuni alchimisti pubblica “Phytognomonica”, poderoso saggio
sulle proprietà dei vegetali messe in analogia con le varie parti del corpo
umano, basato sull'antica dottrina delle segnature. L'opera, corredata da
tavole illustrate, estende il concetto di “fisio-gnomica” alle piante, in greco
pyhtos, + gnome «opinione, sentenza» = fitognomica) -- elencandole a seconda
della loro localizzazione geografica. In esso ravvisa collegamenti
occulti tra la morfologia delle piante e quella dei minerali, degli uomini, e persino,
indirettamente, degli astri e dei pianeti dell'astrologia, in una sorta di zoo-morfismo. Fu
affascinato ed entusiasta per il gran Paracelso e per i suoi dottissimi seguaci
perché la spagiria produce al mondo rimedi non mai più per l'addietro caduti
negli umani intelletti. Onde da solleciti investigatori de' secreti della
natura applicati a morbi, hanno ritrovati soblimi ed infiniti rimedi, onde la
medicina, così gran tempo ristretta negli angusti suoi termini, or, allargando
fuori, ha ripieno il mondo de' suoi meravigliosi stupori. La sua villa e
frequentata da Campanella e rinnova in un nuovo soggiorno a Venezia l'amicizia
con Sarpi e conosce anche Bruno. Per ordine dell'inquisitore veneziano doverichiedere
il permesso per le sue pubblicazioni a Roma. Si incontra a Padova con Sarpi e
con Galileo. Iincontra i Cesi ed e nvitato a Praga da Rodolfo II, al quale
dedica il saggio sulla “Taumatologia”. Scrive ancora saggi di ottica (“De
refractione optices"), di agricoltura (“Villae”), di astronomia (“Coelestis
physiognomoniae”), di idraulica e matematica (“Pneumaticorum”), di arte militare
(“De munitione”), di meteorologia (“De aeris transmutationibus”) di chimica (“De
distillatione”) e sulla lettura della mano (“Chirofisonomia). È nel campo
dell'ottica che esercita notevoli contributi, indagando dal punto di vista
matematico le proprietà degli specchi concavi e convessi, conducendo un
minuzioso studio delle lenti su basi matematiche e descrivendo la costruzione
di ingenti apparecchi ottici, tra cui la camera oscura ed il telescopio. Intraprese
inoltre studi di chimica pratica che includono la fabbricazione di smalti, di
polveri da sparo e di cosmetici. Anche se la sua chimica non è originale dal
punto di vista teorico, i numerosi esperimenti che ci descrive indicano
un’attitudine che lo pone fra i principali chimici dell’epoca. I suoi studi
medici sono caratterizzati principalmente dalla ricerca di farmaci dagli
effetti eccezionali, utili ad esempio per la memoria, per produrre sogni piacevoli
o incubi, rimedi contro l’impotenza e la sterilità. E nvitato a far parte
dei Lincei. Rivendica senza troppa
convinzione una paternità sull'invenzione del telescopio, resa nota da Galilei,
anch'egli membro dell'Accademia. Fa parte anche di un circolo dedicato alla
letteratura dialettale napoletana (Schirchiate de lo Mandracchio e 'Mprovesante
de lo Cerriglio), e gl’oziosi,. Raccogge esemplari rari del mondo naturale e
coltiva piante esotiche. Il suo museo e visitato dai viaggiatori e fu uno dei primi
esempi di museo di storia naturale, ispirando Kircher a radunare una simile
collezione a Roma. Anche il fratello raccolta una collezione di saggi, marmi e
statue, mentre l'altro fratello lascia una collezione di cristalli ed esemplari
geologici. Fu anche commediografo e scrisse 14 commedie in prosa, una tragi-commedia,
una tragedia e un dramma liturgico, che divenneno fonte di numerosi saggi. Sei
saggi di lui sono presenti nella biblioteca di Sir Thomas Browne. Altre
opere: “Magiae naturalis sive de miraculis rerum naturalium”; “De humana
physiognomonia, Vico Equense, G. Cacchi, Phytognomonica, Napoli, Orazio
Salviani, Pneumaticorum libri tres, Napoli, Giovanni G. Carlino); “De
distillatione” (Roma, Camerale); “Della chirofisonomia” (Napoli, Bulifon); “Le
commedie” (V. Spampanato, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza); “Humana Physio-gnomonia,
della Fisionomia dell'uomo”; A. Paolella, Edizione Nazionale, Napoli, Edizioni
Scientifiche Italiane, “Ars reminiscendi”, R. Sirri, Edizione Nazionale delle
opere, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane; Taumatologia, e Criptologia, R.
Sirri, Edizione Nazionale, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, “De
munitione”; R. De Vivo, Edizione Nazionale delle opere, Napoli, Edizioni
Scientifiche Italiane, . Giovanni Battista Della Porta, Claudii Ptolomaei
Magnae Constructionis Liber primus, R. De Vivo, Edizione Nazionale, Napoli,
Edizioni Scientifiche Italiane, Il Teatro, R. Sirri, Edizione Nazionale delle
opere, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, Giovanni Battista Della Porta,
Coelestis Physiognomonia e, in appendice, Della Celeste Fisonomia, A. Paolella,
1Edizione Nazionale, Napoli, Edizioni
Scientifiche Italiane, De aeris transmutationibus, A. Paolella, Edizione
Nazionale delle opere, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, Giovanni
Battista Della Porta, Villae libri XII, Luigia Laserra e Gianni Antonio
Palumbo, diretti da Francesco Tateo, Edizione Nazionale delle opere
di Giovan Battista della Porta, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane); “Elementorum
Curvilineorum” (V. Cavagna e C. Leone, Edizione Nazionale (Napoli, Edizioni
Scientifiche Italiane), “Pneumaticorum” (Oreste Trabucco, Edizione Nazionale
delle opere (Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane); “De ea naturalis physiognomoniae
parte quae ad manum lineas spectat” (O. Trabucco, Edizione Nazionale delle
opere, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane). Per questo fu accusato di
plagio da Bellaso, che era stato il primo ad aver proposto questo tipo di cifratura
dieci anni prima. U. Eco, R. Fedriga, Storia della filosofia: Dall'Umanesimo
a Hegel, Laterza Edizioni Scolastiche, William Eamon, Il professore di segreti.
Mistero, medicina e alchimia nell'Italia del Rinascimento, A. Paci, Carocci, .M.
Fumagalli, Semplicisti e Stillatori:
l'arte degli Aromatari, Milano, SGS, .Gnome, su treccani. L. Turinese, Zoomorfismo, fisiognomica e
fitognomica: Porta antesignano della biotipologia in medicina, ne Il Cenacolo alchemico, A. Paolella e G.
Rispoli, Napoli, ed. Il Faro di Ippocrate, D. Verardi, La scienza e i segreti
della natura a Napoli nel Rinascimento: La magia naturale” (Firenze); A. Paolella,
Porta e la Spagiria, ne Il Cenacolo alchemico, A. Paolella e G. Rispoli,
Napoli, ed. Il Faro di Ippocrate, A. Paolella, La presenza nel carteggio linceo,
in "Bruniana & Campanelliana", V. Spampanato , Le commedie, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Fausto
Nicolini, Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, giambattista-della-porta.
C. Brentano, Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Saverio Ricci, Giovanni Battista Della Porta, in Il
contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Giovan
Battista Della Porta nell’Europa del suo tempo, Atti del Convegno di Vico
Equense, M. Torrini, Napoli), P. Piccari (Milano, Angeleli); G. Giudice, “IIl
mago dell'arcana sapienza” (Milano, Biblioteca di Via Senato); A. Paolella, “I Meteorologica
di Telesio, Porta e Cartesio tra credenza e scienza, Roma, in "Bollettino geofisico: rivista
dell'Associazione geofisica italiana, A. Paolella, L’astrologia: la Coelestis
Physiognomonia, Istituti Editoriali e Poligrafici, Pisa, in "Atti del
Convegno L’Edizione nazionale del teatro e l’opera, Salerno M. Montanile, A. Paolella,
Appunti di filologia dellaportiana, Istituto italiano per studi filosofici,
Napoli, in "Atti del convegno di studi: Giambattista della Porta in
Edizione Nazionale” R. Sirri,Alfonso Paolella , Giovan Battista della Porta nel
IV centenario della morte, Piano di Sorrento, Atti del Convegno, Roma, Scienze
e Lettere, M. Santoro, La "Mirabile" Natura. Magia e scienza (Napoli-Vico
Equense) Atti del Convegno, Pisa-Roma, Serra, R. Vivo, Tecnica e scienza in Porta,
Serra, Pisa-Roma, in "La "Mirabile" Natura. Atti del Convegno, Napoli-Vico
Equense M. Santoro, U. Eco, R. Fedriga,
Storia della filosofia. Dall'Umanesimo a
Hegel, Laterza Edizioni Scolastiche,
Antoni Malet, Della Porta, Kepler, and the changing notion of optical
Image, Serra, Pisa-Roma, "La "Mirabile" Natura. Atti del
Convegno Internazionale", Napoli-Vico Equense, Marco Santoro, Accademia
dei Segreti TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.gbdellaporta.
Ioan. Baptista Porta neapolitano autore (Neapoli, apud Ioa. Mariam Scotum, De
furtivis literarum notis, vulgò De ziferis, Io. Baptista Porta Neapolitano
auctore (Neapoli, apud Ioan. Baptistam Subtilem, De furtivis literarum notis vulgo
de ziferis, altero libro superaucti, et quamplurimis in locis locupletati. Porta,
il mago dell'arcana Sapienza. Giovanni Battista Della Porta. Keywords:
implicatura fisionomica -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Porta” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738705704
Grice e Portaria –
Eurialo e Niso, ovvero, dello spirito – filosofia italiana – Luigi Speranza (Todi). Filosofo. Grice: “I like Portaria, but then
anyone with an interest in Anglo-Saxon ‘soul’ should! – if a philosopher, that
is! Unlike Anglo-Saxon soul who God knews where it comes from, the Romans had
spiritus, and animus anima, which is cognate with animos in Greek meaning
‘wind’ – so that leans towards a hylemorphic conception where the body (corpus)
is what has the ‘materia’ and the ‘breath’ is the ‘forma’ -- Italian philosophers would ignore this – and
more so now when Davidson is in vogue! – if it were not for Aligheri who has
Portaria in “Paradiso” – there is indeed a serous philosophical confrontation
between a Platonic and an Aristotelian conception of the soul as seen in the
controversy between Aquino and Portaria! Portaria uses the same linguistic
tools: ‘is spiritus’ synonym with ‘anima’? Or must we speak of ‘homonymy.’ And
add ‘medium’ into the bargan! Portaria is less canonical than Aquino and should
interest Oxonians much, oh so much, more!” – Unfortunately, he was from Todi
and donated all his manuscripts to Todi, which many skip in their Grand tour –
although it IS on the Tevere as any member of the “Canottiere del Tevere” will
know!” -- Grice: “My name is Grice – Paul Grice – Matteo’s name is Matteo
Bentivgna dei Signori d’Acquasparta e Portaria -- Appartenente
all'Ordine francescano. Nacque da una delle grandi famiglie delle Terre
Arnolfe, quella dei Bentivegna, feudatari di Acquasparta e Massa Martana,
trasferitisi a Todi alla fine dell'XI secolo. Per alcuni era fratello del
cardinale Bentivegna de' Bentivegni d'Acquasparta, Vescovo di Todi: altre
ricerche mettono in dubbio il rapporto di parentela fra i due cardinali, ma
l'uso da parte di entrambi del medesimo Stemma e predicato Nobiliare
denunciano, per le ferree regole araldiche, l'appartenenza alla stessa
famiglia. Lo stemma araldico è ancora oggi visibile nella tomba di Matteo
d'Acquasparta, nel Castello di Massa Martana, e negli Annali di Todi. Entrò
giovanissimo nell'ordine francescano e ben presto si dimostrò molto dotto
soprattutto in teologia, ottenendo il compimento degli studi in due delle più
grandi Università d'Europa: Parigi e Bologna. La sua fama raggiunse Roma e
diventò dapprima lector Sacri Palatii, sostituendo John Peckham, (divenuto nel
frattempo arcivescovo di Canterbury), e poi, nel 1287, ministro generale
dell'ordine francescano. Nei conflitti sulla povertà dell'Ordine, Matteo
fu uno dei principali sostenitori della corrente maggioritaria dei Francescani
(la cosiddetta Comunità, che si opponeva ai rigoristi del movimento degli
Spirituali e difendeva un'interpretazione più blanda della Regola in materia di
povertà), e approvò il possesso di beni in comune da parte dei frati. Dante lo
nomina, biasimandolo, tramite le parole di San Bonaventura, nel Paradiso in opposizione a Ubertino da Casale: ma non fia
da Casal né d'Acquasparta, là onde vegnon tali alla scrittura, ch' uno la
fugge, e l'altro la coarta. La sua lungimiranza e sagacia politica lo portarono
ben presto a salire nella gerarchia ecclesiastica. Eletto al papato, con il
nome di Niccolò IV, il francescano Girolamo Masci di Ascoli, religioso vicino
alla grande famiglia romana dei Colonna, venne creato quasi subito cardinale
prete con il titolo di San Lorenzo in Damaso. Al suo posto, il capitolo
francescano del 1289 scelse come ministro generale Raymond de Gaufredi, uno
Spirituale di primo piano che, nonostante appartenesse alla corrente avversaria
rispetto a quella di Matteo d'Acquasparta, fu tuttavia eletto alla guida
dell'Ordine, anche per le pressioni politiche della Casa d'Angiò, con la quale
lo stesso Raymond aveva un rapporto personale molto stretto. A partire
dal suo ingresso nel collegio cardinalizio, Matteo cominciò ad accumulare
gratificazioni e incarichi. Quando venne eletto al soglio pontificio l'eremita
Pietro da Morrone, con il nome di Celestino V, Matteo continuò ad esercitare di
fatto il generalato con molta astuzia politico-ecclesiastica. Bonifacio
VIII ritratto nella basilica di San Paolo fuori le mura Monumento funebre
di Matteo in Santa Maria in Aracoeli Dopo le dimissioni improvvise di Celestino
V, divenne una pedina determinante nel conclave che porta all'elezione di Bonifacio
VIII (al secolo Catani), del quale fu uno dei pochissimi amici fidati, e per il
quale assunse incarichi di grande prestigio, e talora molto delicati, prima
come responsabile della cosiddetta crociata contro i Colonna, poi come
ambasciatore in Lombardia, Firenze e quindi in Romagna. Il papa lo invia a
Firenze come legato apostolico, nel tentativo di pacificare le fazioni guelfe
dei Cerchi e Donati, soprattutto quando giunse all'orecchio del pontefice la
notizia che i Cerchi, più numerosi, si erano alleati con città ghibelline come
Pisa e Arezzo. Il cardinale arrivò in città a giugno, ma se ne ripartì
presto perché le fazioni non gli conferirono alcuna delega per prendere
decisioni. Recatosi a Lucca, quando i Donati fecero una congiura rientrando in
Firenze alla spicciolata dall'esilio cui erano stati condannati (come disposto
in modo equanime per i capi delle due fazioni, e per il quale esilio erano già
partiti i Cerchi), marcia con un esercito di lucchesi su Firenze, palesando la
sua volontà di favorire i guelfi neri. Bloccato alle porte del territorio
fiorentino, arriva comunque in città, dove regna ormai il malcontento da
entrambe le parti sulla sua figura. Una freccia fu lanciata verso la sua
finestra nel palazzo vescovile, obbligandolo a traslocare per timore nel
Palazzo dei Mozzi. I Signori della città, dispiaciuti per l'accaduto, gli
offrirono spontaneamente un risarcimento pecuniario, ma eglidopo qualche
perplessitàlo rifiutò. La scena, con il cardinale che guarda i soldi indeciso
se prenderli o meno, è vividamente descritta da Compagni nella sua cronica,
essendo egli stesso presente in quanto deputato alla consegna. I signori, per
rimediare allo sdegno avea ricevuto, gli presentorono fiorini nuovi. E io gliel
portai in una coppa d'ariento, e dissi. Messere, non li dísdegnate perché siano
pochi, perché sanza i consigli palesi non si può dare più moneta". Rispose
gli avea cari; e molto li guardò, e non li volle.» (Subito dopo se ne
andò dalla città. Fu vescovo di Porto e Santa Rufina e sub-decano del Sacro
Collegio. Fedele fino all'ultimo a papa Caetani, morì a Roma e fu sepolto nella
Basilica di Santa Maria in Aracoeli, in un grandioso monumento funebre in stile
gotico, ancora oggi visibile. Memorie storiche di Todi di L. Leoni. Alighieri,
Divina Commedia, Paradiso XII, vv. 124-126, testo critico della Società
dantesca, Milano Ulrico Hoepli, Per l'importante ruolo di Matteo d'Acquasparta
durante il pontificato di Bonifacio VIII vedi Agostino Paravicini Bagliani,
Bonifacio VIII, Torino, Einaudi, RCS,
Milano, Per il sepolcro, che fu
presumibilmente commissionato dai suoi confratelli, si veda: Giulia Barone,
Matteo d'Acquasparta, Matteo D'Acquasparta in Dizionario Biografico
Treccani Agostino Paravicini Bagliani,
Bonifacio VIII, Torino, Einaudi,RCS, Milano); Ordine francescano. Matteo
d'Acquasparta Matteo d'Acquasparta, su
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Matteo d'Acquasparta / Matteo d'Acquasparta
(altra versione), in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Matteo d'Acquasparta, su
sapere, De Agostini. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia dantesca, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Matteo d’Acquasparta. Matteo Portaria d’Acquasparta. Portaria.
Keywords: filosofi citati d’Alighieri nella Commedia (Par. XII, 124: ma non fia
da Casal né d'Acquasparta, là onde vegnon tali alla scrittura, ch' uno la
fugge, e l'altro la coarta.). Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Portaria” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738696969/in/datetaken/
Grice e Porzio – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Napoli). Filosofo. Grice: “His name was plain “Porta,” but in Latin that was
latinised as ‘portius,’ and then this vulgarized as ‘porzio’!” – But then who
wants to be called “Door”?” Dopo aver
studiato a Pisa sotto la guida di Nifo, seguì il maestro all'Napoli,
guadagnandosi stima e onori da parte degli intellettuali suoi concittadini.
Scarsa in questi anni la sua produzione, limitata ai libelli sul celibato dei
preti (“De celibate”), sull'eruzione del Monte Nuovo (De conflagratione agri
puteolani) e sul miracoloso caso di digiuno di una ragazza tedesca (De puella
germanica). Lascia però Napoli, richiamato a Pisa da parte del duca Cosimo I
de' Medici che gli garante un alto stipendio e il ruolo di sopraordinario.
Compose i suoi saggi principale, fra cui il trattato di etica “An homo bonus vel
malus volens fiat” e in particolare il “De mente humana,” nel quale sostene la
mortalità dell'anima secondo un'esegesi d’Aristotele. Proprio queste sue
dottrine mortaliste, troppo facilmente accostate e sovrapposte a quelle
sostenute da Pomponazzi nel “De immortalitate animae”, contribuirono a creare
una falsa leggenda biografica affermatasi dopo la sua morte, secondo la quale
egli sarebbe stato allievo e quindi semplice epigono di Peretto. In ogni caso,
al di là di una innegabile tendenza materialista nella sua esegesi d’Aristotele,
evidente anche nel suo saggio, il “De rerum naturalium principiis,” sua a
produzione è caratterizzata anche da interessi teologici del tutto svincolati
dalla filosofia peripatetica e che sono particolarmente evidenti nei due
commenti al pater noster che probabilmente non estranei ai fermenti evangelici
della riforma italiana. Torna a Napoli dove muore. E. Soldato in Il Contributo
italiano alla storia del Pensiero Filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, D. Castelli, Il De conflagratione: la collazione delle tre edizioni,
un volgarizzamento e il ms. Phill. dell´HRC di Austin, «Rinascimento
meridionale», ITra aristotelismo, naturalismo e critica: Note in margine a
Simone Porzio in Critica e ragione/Critique et raison, Atti del convegno
internazionale organizzato dall'Napoli «L'Orientale», in collaborazione con
l'IISF (Napoli) e l'Université de Bourgogne (Dijon), Napoli Lorenzo Bianchi e
Alberto Postigliola, Napoli, Liguori , "De puella germanica": echi
italiani di un dibattito europeo, in La donna nel Rinascimento meridionale,
Atti del Convegno internazionale organizzato dall'Istituto Nazionale di Studi
sul Rinascimento Meridionale, Roma, Marco Santoro, Pisa-Roma, F. Serra
,"De' sensi" e il "Del sentire":: due mss. ritrovati
«Giornale critico della filosofia italiana»,L'"Epistola" sul Monte
Nuovo e l'inedito volgarizzamento di Stefano Breventano, «Archivio Storico per
le Province Napoletane», Un bilancio storiografico: il caso Simone Porzio,
«Bruniana & Campanelliana», Tra ricerca empirica e osservazione
scientifica: gli studi ittiologici di Simone Porzio, «Archives internationales
d'histoire des sciences», "De puella germanica": l’"inedia"
mirabile di una fanciulla tedesca, «Studi filosofici», «Pòrta (latinizz.
Portius o Porcius, onde l'altro cognome con cui è noto, Pòrzio) Enciclopedie on
line, sito "Treccani L'Enciclopedia italiana". Simone Porzio. Porzio.
Keywords: implicatura. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Porzio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691202426/in/photolist-2mPwPqK-2mNaHiH-2mKLVA3-2mKNMDV-2mKCnei
Grice e Possenti – Romolo e Remo –
radice dell’ordine civile – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo.
È stato professore a Venezia. Dopo aver frequentato il liceo classico di
Torino, si è laureato esercitando attività di ricerca nel campo delle
microonde, e continuando a coltivare lo studio della filosofia, iniziato nel
liceo e maturato negli anni universitari. Ha poi abbandonato quest'attività per
dedicarsi direttamente alla ricerca filosofica, in un'epoca in cui se ne
diagnosticava la fine, e l'intento di decostruirla era all'apogèo. Dopo anni
presso il Rettorato dell'Università Cattolica, è stato ordinario a Venezia.
È membro fondatore dell'Institut International Jacques Maritain; membro della
Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e dei Aquinensi, e per numerosi anni
del Comitato Nazionale di Bioetica. Ha fondato e diretto l'Annuario di
filosofia. Seconda navigazione, e presso l'Venezia il Centro
Interdipartimentale di Ricerca sui Diritti Umani. Ha tenuto molti cicli di conferenze
e seminari. Svolge intensa attività pubblicistica in campo filosofico su
quotidiani nazionali. Negli anni della formazione liceale e universitaria è
stato attratto dalla storia delle civiltà, ispirato da Vico e Toynbee; e
dall'epistemologia della fisica e dalla logica della scienza (Einstein, Bridgman). Nutrì allora l'idea einsteniana che le teorie
filosofiche dovessero elevarsi su una schietta base scientifica,
generalizzandola, e si interessò al conflitto tra religione e scienza
imperniato sull'idea di un Assoluto personale/impersonale. Incontra l'istanza
metafisica e umanista attraverso Maritain ed Aquino, intuendo le possibilità
speculative e liberanti incluse metafisica dell'essere e nella rivelazione
cristiana. Tre sono gli ambiti primari della sua ricerca: metafisica,
pensiero teoretico e ritorno al realismo; personalismo; filosofia politica.
Studioso d’Aquino, del tomismo. Professoree della grande tradizione della
filosofia dell'essere, orienta l'attenzione critica verso Nietzsche, Heidegger,
Gentile, il neo-parmenidismo italiano, ricercando una razionalità attenta alla
storia ma non consegnata interamente alla furia del tempo: dunque il ritorno
all'eterno invece che l’eterno ritorno di Nietzsche e la ripresa del tema della
creatio ex nihilo, assente in molta filosofia moderna. L'approccio
possentiano legge metafisica e nichilismo come due nuclei che tendono ad
escludersi – i veliani -- di cui il primo è la fisiologia e il secondo la
patologia. Individua pertanto nella destituzione dei valori e nella riduzione
della ragione a volontà l'esito ultimo del nichilismo. Questo vuole liberare
Italia dalla metafisica, ritenuta distrutta dal criticismo, ma il compito della
filosofia dell'essere è preparare una ripresa della metafisica dell'esistenza,
tale che possa di nuovo tenere un posto nella storia della civiltà. Una
presentazione ampia della sua è in Storia della filosofia. Filosofi italiani
contemporanei, D. Antiseri e S. Tagliagambe, Bompiani, si veda anche nichilismo
e filosofia dell'essere, intervista, a c. di G. Mura, “Euntes docete.” La
riscoperta della metafisica esistenziale è un tentativo di mettere in luce la
parzialità di non poche posizioni che hanno proclamato la fine della metafisica
occidentale: Nietzsche, Gentile, Heidegger, Severino. Essi hanno operato come
reagente per la riconquista della metafisica e per la critica del nichilismo
europeo, di cui egli offre una determinazione diversa da quelle di Nietzsche e
di Heidegger (con applicazioni anche all'ambito del nichilismo giuridico). Il
rigetto del nichilismo e l'analisi dell'antirealismo, del logicismo, del
dialettismo e del razionalismo che affliggono notevole parte del pensiero
moderno, conducono l'autore a giudicare concluso e senza possibilità di ripresa
il ciclo della metafisica moderna nel cammino da Cartesio a Gentile. La
base prima della filosofia dell'essere sta nell'asserto ‘l'ente è'. Questo il
grande tema da cui occorre partire: dall'ente appunto e non dall'essere vuoto
dei moderni. In tal modo crollano l'identità tra Logica e Metafisica della
modernità razionalistica, l'idea di dialettica come generazione
logico-apriorica del sapere, e l'idea di divenire come entrare-uscire dal
nulla. Qui va operata un'adeguata semantizzazione dell'essere (dell'ente),
rigettando l'errore primordiale di trattare la questione dell'essere come
questione di essenza, il che presuppone la negazione della potenzialità.
Ma se questa è presente, niente in senso proprio va in nulla ma si trasforma.
Possenti si volge verso un pensiero positivo, in cui la filosofia è capace di
progresso. È andata così delineandosi la tesi che nello svolgimento della
metafisica dai Greci a noi sia emersa, dopo la "seconda navigazione"
platonica (vedi Fedone), proseguita e perfezionata da Aristotele, una
"terza navigazione" che si esprime nella Seinsphilosophie che ha
toccato un punto di apogeo in Tommaso d'Aquino e nei grandi tomisti Professore(R.
McInerny, “Some navigational hazards”, in libroFestschrift). In tale prospettiva
è possibile tracciare un'essenziale "storia della metafisica" quale
progressiva penetrazione della verità dell'essere, culminante nella metafisica
dell'actus essendi. Si tratta di una metafisica transontica che, prendendo le
mosse dall'ente, procede verso l'essere stesso (Esse ipsum per se subsistens),
e che individua la ‘struttura originaria' nella partecipazione dell'ente
all'Essere (Le posizioni speculative di Possenti sono consegnate alla trilogia
Nichilismo e Metafisica. Terza navigazione, Il realismo e la fine della
filosofia moderna, e Ritorno all'essere. Addio alla metafisica moderna. Esse
sono discusse da ca. 20 autori in , La Navicella della metafisica. Dibattito
sul nichilismo e la terza navigazione, Armando, Roma) Cottier, Dummett, Berti, Riconda,
e poi in Realismo Metafisica Modernità. “In margine al volume di Vittorio
Possenti Il realismo e la fine della filosofia moderna”, C. Dalfino e R. Pozzo,
CNR-Iliesi, Roma. La possibilità di
guadagni per sempre rigetta l'idea fallibilista (Popper et alii), secondo cui
ogni sapere (riportato poi solo a quello delle scienze) riposa su palafitte
perennemente rivedibili. La metafisica ha per oggetto non il concetto di
essere, ma l'esistenza, e il filosofo deve sempre e nuovamente ribattezzarsi
nelle sue acque, fuggendo l'oblio dell'essere e liberandosi dal sistema che
intende racchiudere in sé la totalità. Un problema centrale di Possenti è la
possibilità di una conoscenza filosofica autonoma, che non proceda solo
sull'imbeccata che possano darle le scienze ed altre forme di conoscenza,
nonostante la necessità del dialogo tra filosofia e scienze, in quanto non
esiste un solo sapere. L'unità plurima o polivalente della ragione si
applica anche al nesso tra filosofia e Rivelazione: nell'incontro tra compito
della ragione e elezione del cristianesimo si individua un criterio di apertura
e stimolo per la filosofia nella sua ricerca di senso. Il principio della persona
è più fondamentale del principio della responsabilità (Jonas) e del principio-speranza
(Bloch), e a fortiori delle filosofie dell'impersonale o intersoggetivo. Il
concetto di persona si presta efficacemente in una serie di problemi in cui le
nozioni di individuo, di soggetto, di coscienza risultano inadeguate; la
persona è originaria e primitiva, e raggiunge una profondità e permanenza che
non hanno le altre categorie appena citate o l'uso che spesso ne è stato fatto
(Si veda il dossier sul “Principio Persona” con contributi di G. Grandis, M.
Ivaldo, A. Madricardo, M. Pera, V. Possenti in “Studium”, L'idea di persona è essenziale per maneggiare
le grandi difficoltà insite nell'antropologia, in specie da quando in Occidente
si è cercato di elaborare un'etica procedurale di norme senza base
antropologica, che è il grande equivoco dei moderni e contemporanei.
Possenti fa parte del vasto movimento del personalismo, volto alla riscoperta
integra della persona. Compito del personalismo ontologico è di valorizzare ed
integrarele filosofie del ‘personalismo incompiuto' (Habermas, Rawls, Bobbio,
L. Ferry, D. Parfit), allontanandosi da quelle dell'esplicito antipersonalismo,
Nietzsche e Foucault in specie, ma pure Hegel, Heidegger, Severino nei quali
forte è l'empito antipersonalistico. Le assise della persona vanno
ricercate nell'ontologia, onde essa è una sostanzialità aperta alla relazione,
ma non riducibile a sola relazione. La persona è un nucleo radicale di vita e
realtà che non può essere dedotto da alcunché e che anzi fonda l'agire e lo
sperare dell'essere umano Essa come
totalità concreta è alla base di una filosofia che oggi deve fare i conti con
la centralità del tema antropologico, con le problematiche bioetiche (ad es.
concernenti lo statuto dell'embrione), e con le concezioni in cui il soggetto e
la natura umana non sono intesi come un presupposto ma come un prodotto della
prassi. Il personalismo quale insieme di scuole e correnti filosofiche
che assegnano speciale valore e dignità alla persona, non è in senso proprio
un'invenzione del ‘900, ma originariamente della Patristica, del Medioevo cristiano
e dell'Umanesimo: qui sono state elaborate in certo modo per sempre le idee
fondamentali sulla persona e dischiuso come nuovo guadagno il suo spazio di
realtà. In ciò Possenti valorizza le intuizioni di Maritain e Ricoeur.
L'epoca dell'antropocentrismo moderno non è stata un'epoca di riscoperta della
persona. Anzi secondo A. Solgenitsin “Un antropocentrismo sicuro di sé non può
dare risposte a molte domande della vita ed è tanto più impotente, quanto più
le domande sono profonde”. Se la controversia sulla persona si accende di nuovo
in molti ambiti, è perché l'idea-realtà di persona attraversa un momento di
eclissi e richiede nuovamente la fatica del concetto. Assolutamente primario è
il nesso persona-tecnica, in cui la seconda è spesso animata da volontà di
potenza, valendo come una potenza senza etica. La presenza nel Comitato
Nazionale di Bioetica ha indotto l'autore ha dedicare attenzione ai temi
bioetici, tra cui in specie la sfida delle biotecnologie, la rivoluzione
biopolitica, l'influsso pervasivo del materialismo e del biologismo. Il
personalismo si declina poi in ambito sociale come concezione egualitaria e
comunitaria (personalismo comunitario) quale fondamento di un ordine politico
nuovo, proiettato verso la cosmopoli, la pace e il rispetto dei diritti
umani. Rilancio della filosofia politica Entro un dialogo critico con le
tradizioni del neoliberalismo e del neo-illuminismo, Possenti ha operato per
mostrare il contenuto di nozioni centrali del politico come quelle di ragion
pratica, bene comune, popolo, democrazia, legge naturale, diritti dell'uomo,
laicità, ai fini di una rinnovata filosofia pubblica in pari col suo oggetto.
Uno specifico rilievo è stato assegnato al problema teologico-politico secondo
due direttrici: la ripresa postmoderna di un ruolo pubblico per le grandi
religioni; l'idea che la loro deprivatizzazione anche in Occidente può
contribuire ad un positivo rapporto fra religione e politica, nella prospettiva
di una nuova 'piazza pubblica' non agnostica ma attenta alla matrice teologica
della società civile. Con la filosofia politica si opera il passaggio dal
‘piccolo mondo' dell'io al ‘grande mondo' della società, verso la società
aperta della famiglia umana. Sulla scia di diagnosi attive dagli anni ‘50 del
Novecento (H. Arendt, J. Maritain, L. Strauss, Y. Simon, E. Voegelin) Possenti
ritiene che la filosofia politica vada riportata al suo compito primario di
pensare la ‘buona società', lottando contro la crisi concettuale che procede
all'ingrosso da Weber e dall'attacco al diritto naturale. In particolare è
stata condotta una critica radicale a Kelsen, alla sua concezione relativistica
dei valori e della democrazia, al suo intento di dissolvere l'idea di ragion
pratica, tolta la quale l'ambito della prassi precipita nell'irrazionalismo e
tutto è affidato al volere (Cfr. il dossier Cristianesimo e liberalismo
nell'epoca postmarxista, “Humanitas”, con interventi di G. Campanini, V.
Zanone, R. Esposito, M. Ivaldo. Esso raccoglie parte del dibattito sollevato
dal volume Le società liberali al bivio, che vide interventi di O. Savona, C,
Vigna, R. Cubeddu, E. Berti, L. Pellicani, U. Scarpelli. Contro Kelsen (e
Rorty) si sostiene l'importanza della filosofia e dell'antropologia per la
democrazia, sulla base dell'idea che la costruzione del cosmo umano è compito
della ragion pratica. Insufficiente risulta una sfera pubblica moralmente
neutrale, consegnata al binomio ‘diritto positivo e morale procedurale'.
La rinascita della filosofia politica avviene riprendendo competenza sui suoi problemi,
tra cui massimo è quello della pace: la pace necessaria che non c'è e la guerra
inammissibile che c'è. Occorre disarmare la ragione armata: ciò suggerisce che
vada cercata un'organizzazione politica del mondo oltre la sovranità degli
Stati-nazione verso un'autorità politica mondiale o ‘cosmopolitica', di cui
l'ONU è lontana immagine. Premi e riconoscimenti “Premio Internazionale
Salvatore Valitutti” per il libro Il nichilismo teoretico e la 'morte della
metafisica'; “Premio Capri san Michele” per il libro Religione e vita civile.
Altre opere: “Frontiere della pace” (Milano); “Filosofia e società. Studi sui
progetti etico-politici contemporanei, Massimo, Milano Giorgio La Pira e il
pensiero di san Tommaso, Studia Universitatis sancti Thomae in Urbe, Roma); “La
Pira tra storia e profezia. Con Tommaso maestro, Marietti, Genova-Milano La buona società. Sulla ricostruzione della
filosofia politica, Vita e Pensiero, Milano); Una filosofia per la transizione.
Metafisica, persona e politica in J. Maritain” Massimo, Milano); “La filosofia
dell'essere” Vita e Pensiero, Milano); Tra secolarizzazione e nuova
cristianità” (EDB, Bologna); “Le società liberali al bivio. Lineamenti di
filosofia della società” (Marietti, Genova); “Oltre l'Illuminismo. Il messaggio
sociale” (Edizioni Paoline, Roma); “Razionalismo critico e metafisica. Quale
realismo?” (Morcelliana, Brescia); “Dio e il male, Sei, Torino); “Cattolicesimo
e modernità. Balbo, Del Noce, Rodano, Ares, Milano); “Approssimazioni
all'essere. Scritti di metafisica e di morale” (Il Poligrafo, Padova); “Il
nichilismo teoretico e la morte della metafisica” (Armando, Roma); “Terza
navigazione. Nichilismo e metafisica” (Armando, Roma); “Filosofia e Rivelazione,
Città Nuova, Roma); “La filosofia dopo il nichilismo” (Rubbettino, Soveria); “Religione
e vita civile. Il cristianesimo nel postmoderno, Armando, Roma); “L'azione
umana. Morale, politica e Stato in Jacques Maritain” (Città Nuova, Roma);
“Essere e libertà” (Rubbettino, Soveria); “Radici dell'ordine civile” (Marietti,
Milano); “Il principio-persona” (Armando, Roma); “Profili del Novecento.
Bobbio, Noce, La Pira, Lazzati, Maritain, Sturzo, Effatà, Cantalupa); “Le
ragioni della laicità” (Rubbettino, Soveria); “L'uomo postmoderno. Tecnica,
religione e politica” (Marietti, Milano); “Dentro il secolo breve. Paolo VI,
Maritain, La Pira, Giovanni Paolo II, Mounier, Rubettino, Soveria Nichilismo
giuridico. L'ultima parola?, Rubbettino, Soveria . La rivoluzione biopolitica.
La fatale alleanza tra materialismo e tecnica, Lindau, Torino. Pace e guerra
tra le nazioni. Kant, Maritain, Pacem in terris, Studium, Roma . I volti
dell'amore, Marietti, Milano-Genova . Il realismo e la fine della filosofia
moderna, Armando, Roma); “Diritti umani. L'età delle pretese” (Rubbettino,
Soveria); “Ritorno all'essere. Addio alla metafisica moderna” (Armando, Roma);
“Maritain e Marx. La critica del marxismo in Maritain, Massimo, Milano); Epistemologia e scienze umane, Massimo,
Milano, Storia e cristianesimo in Jacques Maritain, Massimo, Milano,
Contemplazione evangelica e storia, antologia di testi di J. e R. Maritain,
Gribaudi, Torino. Jacques Maritain oggi, Vita e Pensiero, Milano Jacques
Maritain e la filosofia dell'essere, Il Cardo, Venezia Nichilismo Relativismo
Verità. Un dibattito, Rubbettino, Soveria Laici o laicisti? Dibattito su
religione e democrazia, liberallibri, Firenze La questione della verità.
Filosofia, scienze, teologia, Armando, Roma); Ragione e verità. L'alleanza
socratico-mosaica, Armando, Roma); Nostalgia dell'altro. La spiritualità di Pira,
Marietti, Milano); Pace e guerra tra le nazioni, Guerini e associati, Milano); Natura
umana, evoluzione, etica, Guerini, Milano); Governance globale e diritti
dell'uomo, (insieme a M. Nordio), Diabasis, Reggio Emilia, Ritorno della
religione? Tra ragione, fede e società, Guerini, Milano, Diritti Umani e
libertà Religiosa, Rubbettino, . Metafisica, persona, cristianesimo. Scritti in
onore di Vittorio Possenti, Armando, . Perché essere realisti? Una sfida
filosofica, (insieme a A. Lavazza), Mimesis, Milano-Udine . Note Vittorio Possenti, su Pontificia Accademia
delle Scienze Sociali. A. Giuliano, Filosofi a un bivio. Ora rialziamo lo
sguardo, su avvenire, A. Lavazza, Neuroscienziati, cercate l'anima, su avvenire,
Pontificia accademia delle scienze sociali Sito personale, su vittoriopossenti.
Lezione di congedo dall'Venezia, aprile , vedi mio sito Ricerche correlate:
Berti, Ivaldo, Mura, Goisis, Del Noce, La Pira, Maritain, Tommaso Biografia e in "Filosofia a Venezia"
Dipartimento di filosofia e teoria delle scienze. Università Ca' Foscari
Venezia Rassegna di articoli in "SWIFSito Web Italiano per la Filosofia",
su swif.uniba. Vittorio Possenti. Possenti. Keywords: radice dell’ordine civile
– romolo e remo -- il principio speranza. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Possenti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737204867/in/datetaken/
Grice e Pozza – presupposizioni – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Taranto). Filosofo. Grice: “I like Pozza; he uses ‘pragmatic’ quite a bit, by which he
means Grice, of course!” Figlio di Luigi, ufficiale della Marina, regione
Veneto, e di Cecilia Pontrelli, pugliese, durante gli studi al liceo di
Taranto, Tommaso, un insegnante di matematica di stile tradizionale gli stimola
il gusto per i problemi matematici e per l'eleganza formale delle
dimostrazioni. Studia a Bari dove si laurea con una tesi su Serra avendo come
relatore Vallone. Coniuga l'amore per i sistemi formali con l'amore per
Leopardi, Carducci (maestro di Serra) e Annunzio (e tra i classici predilisse
Tasso e Vita nuova di Alighieri). Dopo la laurea studia Linguistica teorica
a Bari con Landi e in seguito a Pisa, e quindi Metodi formali a Milano. Una
svolta nella sua carriera intellettuale è segnata dalla partecipazione
agl’incontri di San Giuseppe organizzati a Torino da Bobbio. A partire da qui
sviluppa nuove idee in filosofia del diritto, specie sul lavoro di Hans Kelsen,
e sulla formalizzazione della logica deontica con particolare attenzione
all'assiomatizzazione dei principi di una Teoria generale del diritto in
collaborazione con Luigi Ferrajoli per i suoi Principia Juris. Organizza a
Taranto gli incontri Info Giure Taras, Logica Informatica e Diritto, al quale
partecipano alcune delle figure più rappresentative del diritto, dell'informatica
e della logica, tra cui Alchourron, Martino, Ferrajoli, Conte, Busa,
Comanducci, Jori, Filipponio, Elmi, Guastini e Sartor. Insegna per diversi anni
nella scuola superiore in provincia di Taranto, mantenendosi scientificamente
attivo e partecipando a conferenze di società filosofiche italiane
(specialmente la Società Italiana di Logica e Filosofia della Scienza e la
Società Italiana di filosofia Analitica, dal convegno nazionale fino al
convegno di Genova. Viene assunto a Lecce, dove insegna la teoria del segno. Tra
le principali influenze nei suoi studi di linguistica e semiotica testuale vi
sono quella di Petöfi che lo
invita a filosofare con lui. La sua scelta è però quella di restare in
Italia dove continua a insegnare anche fuori Lecce, in particolare a Verona, Padova,
Bolzano e, per le sue lezioni di logica deontica, aPetöfi e Kelsen, l'influenza
maggiore sul suo pensiero viene dalle grandi opere di Frege, Russell e Carnap,
ai cui lavori dedica uno studio continuo, con particolare attenzione alla
visione filosofica di Carnap. Pubblica un contributo di sapore neopositivista,
discutendo e formalizzando alcune argomentazioni in fisica quantistica. Un
legame tra i suoi interessi in linguistica e il suo lavoro in logica formale è
dato dalla sua teoria formale degli atti linguistici basata su una connessione
originale tra logica intuizionistica (usata per gli atti linguistici assertori)
e logica classica (usata per i contenuti proposizionali). Il primo passo di
questa teoria viene pubblicato in un lavoro scritto su Erkenntnis. Presentando
la sua teoria di una formalizzazione della “pragmatica,” define un modello
Frege-Reichenbach-Stenius per il trattamento formale delle asserzioni,
mostrando che il problema principale di questa teoria è la limitazione
introdotta da Frege (e accettata da Dummett) per cui il segno di asserzione si
può usare solo per formule elementari assertorie. Ma, come molti filosofi sostengono,
esistono atti linguistici composti; e per permettere il trattamento di atti
linguistici composti e ovviare alla limitazione del modello Frege-Reichenbach-Stenius,
Pozza introduce un insieme di connettivi “pragmatic” che permettono la
costruzione di formule assertive complesse. Il contenuto delle formule
assertive è dato dall'interpretazione classica e dai connettivi vero-funzionali.
I connettivi “pragmatic,” che connettono atti linguistici assertor, hanno invece una interpretazione
intuizionistica, non hanno cioè valori di verità ma valori di “giustificazione.”
Iinfatti un atto assertivo non è, in quanto *atto*, vero o falso, ma può essere
“giustificato” o non giustificato. In questo modo, il sistema formale distingue
l'”asseribilità” di un atto assertorio dal valore di verità della proposizione
asserita. Oltre a spiegare l'irriducibilità del segno fregeano di asserzione a
un trattamento in termini di logica classica e introdurre una fondazione
formale della teoria degli atti linguistici, Pozza dà anche una soluzione
originale del problema della compatibilità tra logica classica (Grice) e logica
non-classica (Strawson) o intuizionista. A questo saggio seguono altri sulla logica erotetica, deontica, e sub-strutturale.
La sua filosofia suscita interesse in diversi campi, dalla filosofia del
linguaggio alla filosofia della fisica alla logica e all'informatica, (specie a
partire dalla sua collaborazione con Bellin). Alla sua teoria formale della “pragmatica,”
oltre ai saggi di Anderson e Ranalter è dedicato un numero di Fondamenta
Informaticae. L'influenza di Pozza si estende così oltre che alla filosofia
della fisica e alla filosofia del linguaggio anche alla logica e
all'informatica, specie con tre convegni in suo onore organizzati a Verona. Ricordi
di personalità internazionali e di amici sono raccolti in un sito in suo
onore. Altre opere: “Un'interpretazione pragmatica della logica
proposizionale intuizionistica, in Problemi fondazionali nella teoria del
significato (Olschki, Firenze); “Una fondazione pragmatica della logica delle
domande”; “Parlare di niente: termini singolari non denotanti e atti
illocutori, in 'Idee', “Una logica pragmatica per la concezione espressiva delle
norme” in Martino, Logica delle Norme, S.E.U., Pisa); “Il problema di Gettier:
osservazioni su giustificazione, prova e probabilità” (SIFA, Genoa); “Come
distinguere scienza e non-scienza: verificabilità, falsificabilità e confermabilità
bayesiana” (Carocci, Ferrajoli); Principia juris. Teoria del diritto e della
democrazia. La sintassi del diritto”
(Bari: Laterza). Carlo Dalla Pozza. Carlo Pozza. Pozza. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Pozza”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737989261/in/photolist-2mPUHFB-2mLGvyP-2mKTyvC-2mKDwcr-2mGnP2f-G3tvCn
Grice e Pozzo – il ginnasio -- implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Milano). Filosofo. Laureato
a Milano, consegue il dottorato a Saarlandes (“a reason why Italians don’t
consider him Italian” – Grice) e la abilitazione a Trier – Grice: “A reason why
Italians don’t consider him an Italian philosopher, since he earned his maximal
degree without, and not within, Italy.” -- è andato negli Stati Uniti per
insegnare Kant e Hegel a Washington. -- è tornato in Italia alla Cattedra di
Storia della filosofia a Verona. -- è succeduto a Gregory alla direzione
dell'Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee CNR. Ha
diretto il Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale CNR -- è
eletto membro titolare dello Institut International de Philosophie, del
quale è vicepresidente. -- è chiamato a
'Roma. Ordine al merito della Repubblica Federale di Germania, è stato esperto
dello Horizon Programme Committee
Configuration Research Infrastructures, membro dello Scientific Review Group
for the Humanities della European Science Foundation e presidente del comitato
di programma del Congresso Mondiale di Filosofia, organizzato dalla Fédération
Internationale des Sociétés de Philosophie a Pechino nel ; è membro del comitato di programma del Congresso
Mondiale di Filosofia. Storico della filosofia e autore di monografie
sull’aristotelismo, la storia della logica (dal Rinascimento a Kant e Hegel),
la storia delle idee e la storia delle università, ha portato avanti la
creazione di infrastrutture di ricerca per una migliore comprensione dei testi
filosofici e scientifici che hanno plasmato il patrimonio culturale
dell’umanità. Caratteristica specifica del suo approccio alla lessicografia
durante il suo mandato presso l’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e
Storia delle Idee è l’uso della IT per la documentazione e l’elaborazione di
dati linguistici e testuali in italiano. Come molte altre discipline,
anche la storia della filosofia oggi sta assumendo una prospettiva globale.
Pozzo offre nuove definizioni e sperimenta pratiche incentrate sulle
interazioni culturali europeo-cinesi, prese come inizio per estendere il
modello ad altre culture. La ricerca di Pozzo riguarda l’innovazione, la
riflessione e l’inclusione. L’innovazione culturale è qualcosa di reale che
completa l’innovazione sociale e tecnologica fornendo alla società riflessiva
spazi di scambio nei quali i cittadini condividono le proprie esperienze e
fanno propri i contenuti dei beni comuni. Stiamo parlando di spazi pubblici
come università, accademie, biblioteche, musei, centri scientifici, ma anche di
qualsiasi luogo nel quale si verificano attività di co-creazione, ad es. le
infrastrutture di ricerca come DARIAH-Digital Research Infrastructure for the
Arts and the Humanities. A questo livello, l’innovazione sociale diventa
riflessiva e genera l’innovazione culturale. Innovazione sociale e
culturale Una linea di ricerca si concentra sull’introduzione della nozione di
innovazione culturale, che richiede un ripensamento dei processi di
co-creazione. Contrasta la dimensione dell’innovazione culturale con quelle di
altre forme di innovazione, compiendo un tentativo senza precedenti di
enucleare processi e prodotti dell’innovazione culturale, dimostrando al
contempo la loro operatività in alcuni casi di studio. Migrazioni e
scienze umane Pozzo riflette sulle sfide metodologiche, concettuali ed
epistemologiche della ricerca sulle migrazioni. Elabora esempi concreti per
configurare le migrazioni come un settore che accende un dialogo tra discipline
tra loro molto diverse come la sociologia, la narratologia, le scienze della
comunicazione, la IT, le scienze politiche, la psicologia sociale, gli studi
religiosi, l’economia, i diritti umani, il patrimonio culturale e la museologia
in quanto hanno accesso ai dati resi disponibili dalle infrastrutture di
ricerca, le scienze sociali computazionali e l’informatica umanistica. Le
migrazioni accompagnano l’intera storia delle civiltà, coinvolgendo relazioni e
scambi continui tra le culture e traduzioni da e per diversi contesti
linguistici, economici, politici e culturali. Le migrazioni offrono esempi
convincenti per configurare l’impatto dell’innovazione culturale poiché
richiedono trasferimenti di culture, conoscenze e competenze. Le sfide
epistemologiche hanno come obiettivo ultimo di contribuire a un cambiamento di
mentalità per quanto riguarda la riflessione e l’inclusione nei gruppi target
attivi nelle infrastrutture sociali come l’istruzione, l’apprendimento permanente,
l’assistenza sanitaria, la mobilità e la rigenerazione urbana. Monografie: “Kant y el problema de una
introducción a la lógica, transl. Javier Sánchez-Arjona Voser (Madrid: Maia,
), Adversus Ramistas: Kontroversen über
die Natur der Logik am Ende der Renaissance (Basel: Schwabe, ), Georg Friedrich Meiers Vernunftlehre: Eine
historisch-systematische Untersuchung (Stuttgart-Bad Cannstatt: Frommann-Holzboog,Kant
und das Problem einer Einleitung in die Logik: Ein Beitrag zur Rekonstruktion
der historischen Hintergründe von Kants Logik-Kolleg (Frankfurt: Lang, Hegel:
Introductio in Philosophiam: Dagli studi ginnasiali alla prima logica (Firenze:
La Nuova Italia, “Epistemological Challenges of Engaging Humanities-led
Cross-disciplinary Migration Research Issues,” in Briefs on Methodological,
Ethical and Epistemological Issues, migrationresearch.com “G. F. Meiers
rhetorisierte Logik und die freien Künste,”
Economia della cultura: Rivista trimestrale dell’Associazione per
l’Economia della Cultura “Storia storica e storia filosofica della filosofia
nel XX e XXI secolo,” Archivio di storia della cultura, Schiavitù attiva,
proprietà intellettuale e diritti umani,” Intersezioni: Rivista di storia delle
idee. Scuola di Milano Opere / Riccardo Pozzo (altra versione), su
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere Registrazioni su RadioRadicale, Radio
Radicale. Sito istituzionale, su lettere.uniroma2.
sul
RAI Filosofia, su filosofia.rai.
video/469/rpozzo-le-iniziative-del-cnr-e-il-progetto-nazionale-sui-bbcc
Riccardo Pozzo sul patrimonio culturale al Museo Nazionale Romano, su tv.
t/videos/interview-prof-riccardo-pozzo-rom-20-05-/ Cultural Entrepreneurship
Institute Berlin su cultural-entrepreneurship-institute.de. su fisp.org.
Institut International de Philosophie, su i-i-p.o Piccardo Pozzo. Pozzo. Keywords: il ginnasio
-- implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pozzo” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738187238/in/dateposted-public/
Grice e Pra – hegeliani – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Montecchio Maggiore). Filosofo. Laureato a Padova sotto la guida
di Troilo. Ha iniziato a sua carriera didattica a Rovigo e Vicenza),
trasferendosi poi a Milano; ha ricoperto la cattedra di Storia della filosofia,
succedendo a Banfi. Pra ha partecipato attivamente alla Resistenza, nelle file
di "Giustizia e Libertà", guadagnandosi due croci di guerra al merito
partigiano, ed ha collaborato alla ricostruzione politica e culturale del
Paese, con un'opera didattica e scientifica sempre sorretta da un'alta
ispirazione morale. Medaglia d'oro quale benemerito della Scuola, della
Cultura e dell'Arte, membro dell'Accademia dei Lincei, dell'Istituto Lombardo
di Scienze e Lettere, dell'Accademia Olimpica di Vicenza, nonché membro
autorevole della Società Filosofica Italiana, della quale è stato anche
Presidente nazionale per un triennio. Con decreto del presidente della
Repubblica gli è stato conferito il titolo di professore emerito della Milano a
tutti gli effetti di legge. Storico del pensiero di prestigio
internazionale (tra i suoi temi preferiti, lo scetticismo greco, Abelardo e la
logica medioevale, Hume, Condillac, la logica hegeliana, il giovane Marx, il
pragmatismo, americano e italiano, la storia della storiografia filosofica),
Dal Pra ha sempre connesso la sua attività storiografica con l'esplicitarsi di
interessi teorici che lo hanno portato ad elaborare, negli anni cinquanta,
un'originale linea di pensiero denominata "trascendentalismo della
prassi", poi evoluta in una forma di razionalismo storicista e
critico. Il suo interesse filosofico fondamentale si è infatti sempre rivolto
al chiarimento del rapporto tra teoria e prassi in una prospettiva
antimetafisica che lo ha fin dai suoi esordi posto in contrasto con le
posizioni del neoidealismo italiano, e più in generale con ogni forma di
dogmatismo teoricistico emergente nel pensiero contemporaneo, per favorire la
libera esplicazione dell'iniziativa pratico-razionale dell'uomo. Pra ha
fondato la Rivista di storia della filosofia, un riferimento costante e
prestigioso nell'ambito degli studi del pensiero occidentale, tuttora
pubblicata. Negli anni sessanta è stato autore di un fortunato Sommario
di storia della filosofia per licei, in tre volumi e più volte ristampato (La
Nuova Italia, Firenze) e poi direttore di una monumentale Storia della
filosofia (prima edizione Vallardi, Milano, Piccin, Padova, È deceduto a Milano
ed i suoi resti mortali riposano nel
Cimitero di Vicenza. Ha donato la sua biblioteca e le sue carte alla Biblioteca
di Filosofia di Milano. Nel dopoguerra e negli anni Cinquanta, Pra elabora
una posizione filosofica che viene indicata come trascendentalismo della
prassi. Successivamente, avvicinandosi alle idee di Giulio Preti, Dal Pra
propone uno storicismo critico, più attento alle strutture della ragione con
cui l'esperienza storica si struttura. Altre opere: “Il realismo e il
trascendente” (Padova, Cedam); “Amore di sapienza. Avviamento elementare allo
studio della storia della filosofia, della scienza e della pedagogia per i licei
e gli istituti magistrali” (Vicenza, Tipografia commerciale); “La didache.
Insegnamento del Signore alle genti per mezzo dei dodici apostoli. Documento
cristiano del I secolo” (Vicenza, Tipografia commerciale); Educare, Verona, La
Scaligera, Pensiero e realtà, Verona, La Scaligera, Scoto Eriugena ed il
neoplatonismo medievale, Milano, Bocca); Condillac, Milano, Bocca, Il pensiero
di Maturi, Milano, Bocca, Necessità attuale dell'universalismo Cristiano” (Vicenza,
Collezioni del Palladio, Valori cristiani e cultura immanentistica” (Padova,
Cedam, Hume, Milano, Bocca, La storiografia filosofica antica” (Milano, Bocca, Lo
scetticismo greco, Milano, Bocca, Giovanni di Salisbury, Milano, Bocca, Amalrico
di Bène, Milano, Bocca); Autrecourt, Milano, Bocca); “Dewey, con contributi
bibliografici a cura di, Milano, Bocca, Il problema logico del linguaggio nella
filosofia medioevale. Studi storico-critici” (Milano, Bocca); Il pensiero filosofico
di Marx (Con particolare riguardo alla
filosofia della prassi). Appunti delle lezioni di Storia della filosofia a cura
di M. Reina. Milano, La Goliardica (Il pensiero filosofico di Marx, D. Borso,
Shake ed., Milano ). Il pensiero occidentale. Compendio di storia della
filosofia con larga scelta di passi dagli autori, I, La filosofia antica e
medioevale” (Firenze, La Nuova Italia); “Sommario di storia della filosofia per
i licei classici e scientifici, Firenze,
La Nuova Italia, La dialettica in Marx.
Dagli scritti giovanili all'Introduzione alla critica dell'economia politica,
Bari, Laterza, Profilo di storia della filosofia, Firenze, La Nuova Italia,
Piccola antologia filosofica, Firenze,
La Nuova Italia, La dialettica hegeliana e l'epistemologia contemporanea,
Milano, CUEM, Hume e la scienza della natura umana, Roma-Bari, Laterza, Logica
e realtà. Momenti del pensiero medievale, Roma-Bari, Laterza, Storia della
Filosofia, G. Scalabrino Borsani, La filosofia indiana, Milano, Vallardi, Paolo
Beonio-Brocchieri, La filosofia cinese e dell'Asia orientale, Milano, Vallardi,
Gabriele Giannantoni, Armando Plebe, Pierluigi Donini, La filosofia greca dal
VI al IV secolo, Milano, Vallardi, La filosofia ellenistica e la patristica Cristiana(Milano,
Vallardi,La filosofia medievale. Dal secolo VI al secolo XII, Milano, Vallardi,
La filosofia medievale. I secoli XIII e XIV, (Milano, Vallardi); La filosofia
moderna” (Milano, Vallardi, P. Casini,
N. Merker, La filosofia moderna. Il Settecento, Milano, Vallardi, La filosofia
contemporanea. L'Ottocento, Milano, Vallardi, La filosofia contemporanea. Il
Novecento, Milano, Vallardi, La
filosofia della seconda metà del Novecento, 2 tomi, Padova-Milano, Piccin Nuova
libraria-Vallardi, Logica, esperienza e prassi. Momenti del pensiero moderno e
contemporaneo, Napoli, Morano, Il problema del realismo nella storia del pensiero,
Milano, Unicopli); La storiografia filosofica e la sua storia. Testi per il
corso di storia della filosofia I. A.A. con . Santinello, E. Garin, L.
Geldsetzer e L. Braun, Padova, Antenore, David Hume. La vita e l'opera,
Roma-Bari, Laterza); A. Banfi Relazioni dall'incontro A. Banfi: le vie della
ragione, Milano, con Dino Formaggio e
Paolo Rossi, Milano, Unicopli, Studi sul pragmatismo italiano” (Napoli, Bibliopolis);
“Studi sull'empirismo critico di Preti, Napoli, Bibliopolis, Filosofi del
Novecento, Milano, Franco Angeli, I problemi di metodo nella storiografia
filosofica, in Panorami filosofici. Itinerari del pensiero, Padova, Muzzio, Ragione e storia. Mezzo secolo di filosofia
italiana, con Fabio Minazzi, Milano, Rusconi,
Storia della filosofia e della storiografia filosofica. Scritti scelti,
M.Torre (Milano, Angeli); La guerra partigiana in Italia. D. Borso, Firenze-Milano,
Giunti-INSMLI, Dialettica hegeliana ed epistemologia analitica, Enrico Colombo,
Brescia, Morcelliana, . Il trascendentalismo della prassi, la filosofia della
Resistenza, con Andrea Vasa, Maria G. Sandrini, Milano-Udine, Mimesis. F. Cambi,
Razionalismo e prassi a Milano Milano) N. Badaloni (et al.), La storia della
filosofia come sapere critico. Studi offerti a Pra” (Milano, Angeli); L. Bianchi, degli scritti di Pra, in La storia della
filosofia come sapere critico. Studi offerti a Mario Dal Pra, Milano, A.
Montesperelli, Introduzione, in E. MirriL. Conti , Filosofi nel dissenso,
Foligno, M. Mirri, Fra Vicenza e Pisa.
Esperienze morali, intellettuali e politiche di giovani degli anni ’40, in Il
contributo dell’Pisa e della Scuola Normale Superiore alla lotta antifascista
ed alla guerra di Liberazione, Pisa, A. Pacchi, Il filosofo e l’educatore,
in In onore di Mario Dal Pra, Montecchio Maggiore, F. Cassinari , Filosofia e
storia della filosofia in Pra. Conversazione con Fulvio Papi, «Itinerari
filosofici», E.I. Rambaldi, Ricordo di
M. Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia», E. Garin, Mario Dal Pra,
«Rivista di storia della filosofia», A. Santucci, Mario Dal Pra filosofo e
storico della filosofia, «Rivista di storia della filosofia», E.I. Rambaldi,
Mario Dal Pra e l’esistenzialismo positivo di Nicola Abbagnano, «Rivista di
storia della filosofia», M. Torre , Pra
e i cinquant’anni della "Rivista di storia della filosofia", Milano, G.
Paganini, Dall’empirismo classico all’empirismo «critico». Le ricerche di M.
Dal Pra tra storia e teoria, «Cenobio. Rivista trimestrale di cultura della
Svizzera italiana», Giordanetti, Il fondo manoscritto di Mario Dal Pra,
«Rivista di storia della filosofia», E.I. Rambaldi, Et vos estote parati. Mario Dal
Pra, la vigilia, «Rivista di storia della filosofia», G. Barreca, L’archivio
Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia», E. I. Rambaldi, Mario Dal
Pra in Enciclopedia filosofica, Milano, Id., Mario Dal Pra giovane insegnante a
Vicenza, «Rivista di storia della filosofia»,M. Rigamonti, Gli Hume di Mario
Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia»,M. ParodiC. Selogna, Per una
filosofia minore. Mario Dal Pra e il pensiero debole, «Rivista di storia della
filosofia», P. Di Vona, Ricordo di Pra, «Rivista di storia della filosofia», Enrico
I. Rambaldi, Filologia e filosofia nella storiografia, in «ACME»,E. Franzina,
Mario Dal Pra partigiano. Dal fascismo alla Resistenza e alla sua storia, in «Belfagor»,
Il fondo manoscritto di Mario Dal Pra. Descrizione, in "Rivista di storia
della filosofia",Ricordo di Pra, Informazione filosofica, sito
"studifilosofici". G. BarrecaGiordanetti, Fondo Mario Dal Pra,
Milano, Cisalpino.Dal Pra, Mario» in Dizionario di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Presentiamo Pra: l'uomo, il
filosofo. Una mostra biografico-documentaria dall'archivio inedito Università
degli Studi di Milano, Biblioteca di Filosofia, D. Borso, Pra. Una via
religiosa alla Resistenza, "Humanitas", L'archivio Mario Dal Pra presso l Biblioteca
di Filosofia dell'Università degli Studi di Milano Fascicolo speciale in
memoria di Mario Dal Pra per il settantesimo anniversario della fondazione
della Rivista, in Rivista di storia della filosofia: LXXI, supplemento 4, ,
Milano, Franco Angeli, . D. Borso, Mario Dal Pra 'fucino', "Rivista di
storia della filosofia", Gianmarco Bisogno, Anselmo in Italia: tra Mario
Dal Pra e Sofia Vanni Rovighi, in «Dianoia. Rivista di filosofia del Dipartimento
di Filosofia e Comunicazione dell'Bologna», Riconoscimenti l'Accademia dei Lincei gli ha
conferito il Premio Feltrinelli per le Scienze Filosofiche.Scuola di
Milano u TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. OpereVincitori del Premio Feltrinelli Filosofia
Università Università Premi Feltrinelli 1950-, su lincei. Mario Dal
Pra. Pra. Keywords: hegeliani. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pra” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738561129/in/dateposted-public/
Prepostino da Cremona summa
theologicalManichean, caraterismo.
Grice e Prestipino – per una
antropologia filosofica – filosofia italiana – Luigi Speranza (Gioiosa Marea). Filosofo.
Professore a Siena. Attivo nel Partito Comunista Italiano, ha alternato la sua
attività di docente universitario con l'attività di giornalista, attività
politica, sindacalista. Docente nei
liceisia nella Libia post-coloniale che in Italia diviene poi docente
universitario. Sii stabilisce definitivamente in Italia, e dove successivamente
ricopre anche i ruoli di deputato regionale alla Regione Sicilia e di sindaco
di Capizzi. Fondatore di diverse riviste
accademiche e scientifiche, è noto in particolare come pubblicista e studioso
di socialismo, marxismo ed estetica. -- è presidente onorario del Centro per la
filosofia italiana di Monte Compatri e Direttore della rivista filosofica Il
contributo. Altre opere: “La teoria del
mito e la modernità di Vico” (Palermo, Montaina); “L'arte e la dialettica in
Lukàcs e Volpe” (Messina, D'Anna); “Che cos'e la filosofia : strutture e
livelli del conoscere” (Gaeta, Bibliotheca); “Per una antropologia filosofica:
proposte di metodo e di lessico” (Napoli, Guida); “Marxismo (e tradizione
gramsciana) negli studi antropologici, Natura
e società” (Roma, Editori Riuniti); “Da Gramsci a Marx” (Roma, Editori
Riuniti); “Modelli di strutture storiche” (Bibliotheca, Narciso e l’automobile,
La Città del Sole, Realismo e Utopia. In memoria di Lukács e Bloch” (Roma, Editori
Riuniti); Tre voci nel deserto. Vico Leopardi Gramsci, Roma, Carocci. Scheda su
aracneeditrice Chiara Loschi, Da una
sponda all’altra del Mediterraneo: memorie di militanza comunista. Intervista a
Prestipino. Art. in: Historia Magistra. Rivista di storia critica, lCatalogo
del Servizio Bibliotecario Nazionale
Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Pubblicazioni su Persée, Ministère de
l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation. Filosofo Democratico Giuseppe Prestipino,
docente di filosofia della storia all'Siena Giuseppe Prestipino, Risorgimento
italiano e dialettica storica in Gramsci, dal Calendario del Popolo Autori
Aracne Editrice Giuseppe Prestipino. Prestipino. Keywords: antropologia
filosofica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Prestipino” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737844566/in/datetaken/
Grice e Preti – retorica e logica –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Pavia). Filosofo. Grice:
“I like Preti. He wrote “Retorica e logica,” which I enjoyed since this is what
I do: I find the rhetoric (the implicature) to the logic (the explicature).”
Grice: “Preti was a bit of a Stevensonian, with his ‘Praxis ed empirismo, and I
mean C. L. Stevenson, not the Scots master of narrative!”. Compiuti
i primi studi all'Istituto Magistrale Adelaide Cairoli, si iscrisse
all'Università degli Studi di Pavia, dove fu allievo di Levi, Villa e
dell'indianista Suali; dopo essersi interessato di discipline orientalistiche,
indirizzò i suoi studi alla filosofia e si laureò nel 1933, discutendo una tesi
sul pensiero di Edmund Husserl. Grazie all'amicizia con Enzo Paci, nata nelle
aule dell'ateneo di Pavia, Giulio Preti entrò a far parte del novero di intellettuali
e studiosi che, riuniti intorno alla figura di Antonio Banfi, avrebbero poi
dato vita al movimento di rinnovamento della filosofia italiana che si andava
delineando nell'ambiente milanese di quegli anni. Segnalatosi ben presto
come acuto critico dell'orientamento idealistico predominante nella cultura
italiana, rivolse i propri interessi, oltre che alla fenomenologia husserliana,
alle più innovative correnti europee di filosofia della scienza e del
linguaggio, concentrandosi particolarmente sugli sviluppi della logica
matematica e sul positivismo logico. Nel 1937 sposa Daria Menicanti dando
vita a un matrimonio che terminerà nel 1954, anche se il rapporto tra i due
durerà tutta la vita. Nel corso della Seconda guerra mondiale partecipò
alla Resistenza, fiancheggiando formazioni comuniste, ma nel 1946 decise di non
ritirare la tessera del PCI. Attivo promotore di ideali democratici, partecipò,
nel secondo dopoguerra, al dibattito culturale italiano contribuendo a riviste
e quotidiani, soprattutto di area comunista, (Il Politecnico, Paese sera) e
segnalandosi per la polemica, che lo accompagnò lungo tutta la sua attività,
contro l'impostazione umanistico-retorica dei principali indirizzi
(cattolico-spiritualista, idealistico crociano e post-attualistico) della
cultura italiana. Aderì alla dottrina marxistica ufficiosa del PCI (non rifiutò
il diamat sovietico e la larga parte del pensiero gramsciano), e condusse
autonomi studi sul giovane Marx nell'ottica di una originale filosofia della
prassi. Incaricato di Filosofia morale presso l'Pavia passa a Firenze,
dove rimase come professore di Storia della Filosofia e di Filosofia fino alla
morte. Da dei contributi originali a pressoché tutte le discipline
filosofiche: dalla filosofia teoretica alla filosofia morale, dalla storia
della filosofia all'estetica, dalla filosofia del linguaggio alla filosofia
della scienza. I suoi primi saggi, accolti nella rivista banfiana
"Studi Filosofici", lo videro coinvolto in una polemica
sull'immanenza e la trascendenza in filosofia, oltre che nella presentazione
delle principali novità filosofiche d'oltralpe. I suoi primi due volumi Fenomenologia
del valore e Idealismo e positivism, in cui emerge con evidenza
quell'impostazione tesa a conciliare istanze razionalistiche ed empiristiche
cui rimarrà fedele per tutta la vita, sono di taglio decisamente teoretico: in
essi, pur mantenendo in larga parte la terminologia e l'approccio mutuati da
Husserl nel corso dei suoi studi, dimostra la propria sensibilità alle istanze
di tipo positivistico ed ai problemi posti dal materialismo storico. Solo nel
periodo successivo alla guerra approderà ad uno studio veramente sistematico
del pensiero filosofico-analitico sviluppato in Inghilterra dalla
"scuola" di Russell e Wittgenstein e sul continente dagli autori dei
circoli neo-positivistici di Vienna e Berlino, in gran parte riparati in
America nel corso degli anni trenta del '900: i frutti di questi suoi studi
saranno accolti nel volumetto Linguaggio comune e linguaggi scientifici, oltre
che in alcuni articoli apparsi in riviste e ora raccolti nel primo volume dei “Saggi
filosofici.” Pur non abbandonando mai del tutto la propria originaria
impostazione "continentale", da allora in poi Preti si sarebbe
segnalato come uno dei filosofi italiani più in sintonia con temi e metodi
della filosofia analitica. Presente
nella sua opera fu anche l'influenza del pragmatismo, anche se limitata ad
alcuni aspetti generali della riflessione sul rapporto tra teoresi e prassi,
come risulta evidente dalla lettura di un libro destinato a godere di un certo
successo, “Praxis ed empirismo.” In questo volumetto presentò in maniera
relativamente organica, per quanto rapidamente, alcuni temi al confine tra
pensiero teoretico, filosofia morale e filosofia politica. Negli anni
successivi la sua opera, rimasta in parte inedita e uscita postuma, si
focalizzò su problemi concernenti temi teoretici trasversali soprattutto nei
campi della gnoseologia, della filosofia della scienza, della metamorale
(analisi teoretica di concetti propri della filosofia morale) e
dell'estetica. Pu autore anche di studi storico-filosofici. Nel campo
della storia della filosofia antica e in quello medievistico egli concentrò il
proprio interesse sui problemi della logica post-aristotelica e scolastica (si
vedano gli studi contenuti nel secondo volume dei Saggi filosofici), mentre
nell'ambito della filosofia moderna si occupò di Leibniz e della filosofia
morale di Smith. Vide la luce un libro sulla Storia del pensiero scientifico,
riguardante lo sviluppo dello spirito scientifico dall'antichità greca alla
crisi della scienza classica tra la fine Professoree . Il suo saggio “Retorica
e logica: le due culture” è un saggio a cavallo tra la ricostruzione
storico-filosofica e il saggio teoretico, con il quale si intende dimostrare,
prendendo le mosse dalla polemica aperta dallo scienziato e scrittore inglese
C.Snow, l'inconciliabilità tra le due forme di cultura che si intrecciano nel
dibattito occidentale, quella logico-scientifica e quella umanistico-letteraria,
e la necessità di far prevalere la prima sulla seconda al fine di non cedere a
nuove forme di oscurantismo elitario e fanatico. Inoltre, affiancò
costantemente alla propria attività di autore quella di curatore e traduttore
soprattutto di classici del pensiero filosofico. Il suo stile,
volutamente trascurato, è rapido, nervoso e semplice, in implicita polemica con
il bello scrivere e l'ermetismo tipico delle scuole idealistiche italiane.
Altra interessante caratteristica di Preti come autore è quella di non
ritornare quasi mai sul materiale già da lui edito: non diede mai mano infatti
a seconde edizioni delle proprie opere. Critica Secondo il parere di Franzini,
nel pensiero di Preti si assisterebbe a un tentativo di trovare una via
alternativa al rapporto fra un pensiero unitario e inglobante (di tradizione
hegeliano-crociana), e uno invece dualistico, nel distinguo fra saperi
umanistici e scientifici. Il rifiuto di una strenua dicotomia, secondo Preti,
non deve annullare bensì esaltare le differenze. Opere principali:
“Fenomenologia del valore” (Principato, Milano);“Idealismo e positivismo”
(Bompiani, Milano); “Linguaggio comune e linguaggi scientifici,” Bocca, Milano
Newton, Garzanti, Milano, Il Cristianesimo universale di G. G. Leibniz, Bocca,
Milano, Praxis ed empirismo, Einaudi, Torino (nuova edizione, con prefazione di
Salvatore Veca e postfazione di Fabio Minazzi, Bruno Mondadori, Milano) Alle origini
dell'etica contemporanea: Smith,
Laterza, Bari (nuova edizione, La Nuova
Italia, Firenze , Storia del pensiero scientifico, Arnoldo Mondadori Editore,
Milano, Retorica e logica, Torino, Einaudi, Che será, será, Firenze, Il
Fiorino, Umanismo e strutturalismo. Scritti di estetica e di letteratura con un
saggio inedito, E. Migliorini, Liviana, Padova. Lo scetticismo e il problema
della conoscenza, “Rivista critica di Storia della Filosofia”, Saggi
filosofici, con presentazione di Pra, La Nuova Italia, Firenz. In principio era
la carne. Saggi filosofici inediti , Pra, Franco Angeli, Milano, Il problema
dei valori: l'etica di Moore, Alberto Peruzzi, Franco Angeli, Milano, Lezioni
di filosofia della scienza, Fabio Minazzi, Franco Angeli, Milano, Morale e
metamorale. (Grice: “moralia e transmoralia”). Saggi filosofici inediti, Ermanno
Migliorini, Franco Angeli, Milano); L'esperienza
insegna... Scritti civili d sulla Resistenza, a cura e con un saggio
introduttivo di Fabio Minazzi, Manni Editore, San Cesario, Lecce, In principio
era la carne, Luca Maria Scarantino, "Rivista di Storia della
Filosofia", Notizie sull'operosità scientifica e sulla carriera didattica,
Fabio Minazzi, "Il Protagora" Filosofare onestamente, andando là dove
il pensiero ci porta. Lettere a Gentile, F. Minazzi, "Il Protagora", Ci
terrei tanto a venire a Firenze. Lettere a Garin, F. Minazzi, "Il Protagora",Qui
a Firenze si muore nel silenzio e nella solitudine. Lettere a Pra, Minazzi,
"Il Protagora", Note Elio Franzini, Il mito delle due culture e la
filosofia dei giornali, in "La Tigre di Carta", Aldo Zanardo, Enciclopedia Italiana IV Appendice, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, F. Minazzi, G. Preti: , Franco Angeli,
Milano Mario Dal Pra, Studi sull'empirismo critico di Giulio Preti,
Bibliopolis, Napoli, Pier Luigi Lecis, Filosofia, scienza, valori: il
trascendentalismo critico di Giulio Preti, Morano, Napoli, F. Minazzi , Il
pensiero di Giulio Preti nella cultura filosofica del Novecento (Angeli, Milano);
F. Minazzi, “L'onesto mestiere del filosofare” (Angeli, Milano); F. Minazzi, “Il
cacodemone neoilluminista. L'inquietudine pascaliana di reti” (Angeli, Milano);
A. Peruzzi , Giulio Preti filosofo europeo, Olschki, Firenze); P. Parrini e L.
Scarantino, “Preti” (Guerini, Milano); Vincenzo Tavernese, Preti. La teoria della conoscenza nel saggio
postumo In principio era la carne, Firenze Atheneum, Scandicci, Luca Maria Scarantino, Preti. La costruzione
della filosofia come scienza sociale, Bruno Mondadori, Milano Le mektoub
tunisien de Preti. La vie et l'oeuvre
d'un philosophe italien rationaliste, sous la direction de Michele Brondino et
Fabio Minazzi, Editions Publisud, Paris, Jean Petitot, Per un nuovo
illuminismo, Prefazione, traduzione dal francese e cura di Fabio Minazzi,
Bompiani, Milano 2009 Fabio Minazzi, Suppositio pro significato non ultimato. G
neorealista logico studiato nei suoi scritti inediti, Mimesis, Milano Fabio Minazzi, Preti: le opere e i giorni. Una vita più che
vita per la filosofia quale onesto mestiere, Mimesis, Milano Franco Cambi, Giovanni Mari , Intellettuale
critico e filosofo attuale, Firenze University Press, Firenze Massimo Mugnai, «Scienza e filosofia:
Geymonat e Preti» in Il contributo italiano alla storia del Pensiero Filosofia,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,
Minazzi e Sandrini , Il contributo di Preti al razionalismo critico
europeo, Mimesis, Milano . Fabio Minazzi, Sul bios theretikòs di Preti ,
Mimesis, Milano , 2 voll. Francesco di Maria, Saggio sul pensiero di Giulio
Preti. Un punto di vista cattolico, Stamen, Roma . Elio Franzini, Il mito delle due culture e la
filosofia dei giornali, in La Tigre di Carta, Giulio Preti dal sito Swif
dell'Bari Giulio Preti su pianetagalileo Giulio Preti, presentazione Paolo
Parrini e Luca Maria Scarantino dal convegno Unesco (Conseil International de
la Philosophie et des Sciences Humaines) Sul Bíos theoretikós di Giulio Preti.
Convegno internazionale nel sito dell'Università degli studi dell'Insubria Sito
internet dedicato al pensiero di Giulio Preti, su giuliopreti.eu. Giulio Preti.
Preti. Keywords: retorica e logica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Preti” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736985077/in/datetaken/
Grice e Preve – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Valenza). Filosofo. Important Italian philosopher. He is the
tutor of Fusaro, of Torino. “Il comunitarismo è la via maestra che
conduce all'universalismo, inteso come campo di confronto fra comunità unite
dai caratteri del genere umano, della socialità e della razionalità,” da Elogio
del Comunitarismo.Di ispirazione marxiana ed hegeliana, ha scritto numerosi
volumi e saggi di argomento filosofico, pubblicati in Italia e all'estero. Il
padre, che al momento della nascita di Costanzo è mobilitato, lavora come
funzionario delle Ferrovie dello Stato mentre la madre, casalinga, proviene da
una famiglia ortodossa di origine armena. Viene cresciuto dalla nonna materna
in lingua francese, e attraverso di lei inizia a conoscere la cultura e la
lingua greca; come vedremo, entrambe queste circostanze avranno un grande
rilievo nella vita di Preve. Personalmente non è credente, pur riconoscendo
l'importanza del fenomeno religioso. Studia a Torino, dove conseguirà la
maturità classica. Durante i mesi estivi lavora in campagna nel Regno Unito.
Dietro pressioni del padre si iscrive alla facoltà di giurisprudenza a Torino.
Verificando il suo totale disinteresse per gli studi giuridici, decide di
passare alla facoltà di Scienze politiche, che però non frequenterà mai; ne
conseguirà ugualmente la laurea, discutendo con iGarrone una tesi sui
"Temi delle elezioni politiche italiane del 18 aprile 1948". Vince
per concorso una borsa di studio a Parigi, dove si reca con il proposito di
condurre studi filosofici; qui seguirà i corsi su Hegel tenuti da Hyppolite, frequenterà
i seminari di Althusser e Sartre, e sotto la guida di Garaudy e Mury, si
avvicinerà a Marx. A Parigi segue soprattutto corsi di filosofia greca classica
e di germanistica, e grazie ad una borsa di studio si reca per un semestre
invernale alla Freie Universität di Berlino. Passa dal dipartimento di
germanistica a quello di neo-ellenistica, e vince una borsa di studio per
recarsi ad Atene; all'Atene studia greco classico con Lekatsas e storia
contemporanea con Psyroukhis, che esercitano su di lui un grande ascendente.
Qui prepara una tesi di laurea sul tema: "L'illuminismo greco e le sue
tendenze radicali e rivoluzionarie: enogenesi della nazione greca fra
Settecento e Ottocento. Il problema della discontinuità con la grecità classica
e con la grecità bizantina”. Poliglotta dagli anni dell'università, e fermo
sostenitore della lettura dei testi filosofici nella lingua originale, egli
apprenderà inglese, portoghese, francese, tedesco, spagnolo, russo, greco
antico e moderno, arabo, ebraico, e latino. Rtorna a Torino e si sposa. Consegue
per concorso l'abilitazione all'insegnamento liceale di lingua e letteratura
francese e di storia della filosofia mentre vince il concorso nazionale di
ordinariato per l'insegnamento della filosofia e della storia nei licei.
Insegnante fino alla pensione, per due anni insegna francese e inglese, mentre
per trentatré anni è docente di storia e
filosofia al liceo Scientifico di Torino (oggi Liceo Alessandro Volta).
Trascorre gli anni in un'intensa attività
politica, aderendo al PCI per poi militare in vari gruppi della sinistra
extraparlamentare; in questi anni, l'attività filosofica di Preve è incentrata
nel tentativo di conciliare esistenzialmente il comunismo, il marxismo e la filosofia.
Grassa, Turchetto ed Illuminati lo invitano a varie collaborazioni; con essi
fonderà il Centro Studi di Materialismo Storico di Milano, del quale redigerà
inoltre il manifesto programmatico. In questo contesto, e per finanziamento di
questo centro, esce il suo primo volume indipendente (cfr. La filosofia imperfetta,
Franco Angeli, Milano). Questo testo testimonia la sua adesione di massima alla
proposta filosofica dell'Ontologia dell'essere sociale dell'ultimo Lukács, ed
anche, indirettamente, il suo distacco definitivo dalla scuola di Althusser.
Insieme con Volpi, Turchetto, Illuminati,
Cioffi, Vigorelli, ed altri fonda a Milano la rivista “Metamorfosi”, che pubblicherà sedici numeri
di tipo monografico. In quasi tutti i fascicoli vi sono suoi contributi, che
spaziano da un esame dell'operaismo italiano da Panzieri a Tronti e Negri,
all'analisi del marxismo dissidente nei paesi socialisti, alla discussione
sulla filosofia di Lukács, alla critica delle ideologie del progresso storico,
all'indagine sullo statuto filosofico della critica marxiana dell'economia
politica. Nel 1983 contribuisce ad organizzare, insieme con Emilio Agazzi, un
congresso internazionale dedicato al centenario della morte di Marx (Milano), e
vi svolge una relazione sulle categorie modali di necessità e di possibilità in
Marx. Da quest'esperienza nasce una rivista chiamata “Marx 101”, che uscirà nei
due decenni successivi in due serie di numeri monografici e di cui Preve sarà
membro del comitato di redazione. Per tutti gli anni ottanta collabora al
mensile teorico “Democrazia Proletaria”, organo dell'omonimo partito, che poi
diverrà insieme con i fuoriusciti dal PCI la seconda componente politica e militante
del PRC (Partito della Rifondazione Comunista). Sarà iscritto a DP
soltanto per un breve period, facendo parte della direzione nazionale; nella
battaglia politica fra i sostenitori di una scelta ecologista (M. Capanna) e
neocomunista, Preve sostiene la seconda con una serie di articoli. Quando le
componenti di Democrazia Proletaria e dell'Associazione Culturale Marxista
confluiscono nel Partito della Rifondazione Comunista, Preve abbandona la
militanza politica diretta. Con la pubblicazione di otto volumi consecutivi
usciti presso l'editore Vangelista di Milano, affronta il suo “ultimo tentativo
personale di coerentizzazione di un paradigma filosofico marxista globale”. Si
verifica infatti una discontinuità nella sua produzione. Preve opta per l'abbandono
di ogni “ismo” di riferimento, uscendo del tutto “dalla cosiddetta Sinistra” e
dalle sue procedure di “accoglimento e cooptazione”. Ritenendo che la
globalizzazione nata dall'implosione dell'Unione Sovietica non si lasci più
“interrogare” attraverso le categorie di Destra e di Sinistra, ma richieda
altre categorie interpretative, Preve diviene inoltre un convinto sostenitore
della necessità di superare la dicotomia sinistra-destra. Questa posizione,
condivisa da alcuni intellettuali e movimenti internazionali, è stata criticata
da molti, tra cui lo scrittore Valerio Evangelisti, che ne ha sottolineato
l'ambiguità ideologica. Autore e saggista molto prolifico, ha dedicato le
sue ultime riflessioni a temi come il comunitarismo, la geopolitica, l'universalismo,
la questione nazionale, oltre ovviamente ad un'ininterrotta attenzione al
rapporto marxismo-filosofia. Muore a Torino. Il Consiglio Comunale di Torino lo
ha omaggiato sottolineando il ruolo di Preve e l'importante stimolo al
dibattito culturale e politico da lui sviluppato, rilevante per la crescita
politica collettiva in Italia. Pensiero La sua riflessione può essere
distinta in due periodi successivi. Ha cercato di opporsi alla deriva
post-moderna seguita dalla stragrande maggioranza della sinistra italiana (in
particolare dagli intellettuali legati al PCI) con un recupero dei punti alti
della tradizione marxista indipendente, del tutto estranea alle incorporazioni
burocratiche del marxismo come ideologia di legittimazione di partiti e di stati
(soprattutto l'ultimo Lukács, l'ultimo Althusser, Bloch, Adorno). In un secondo
periodo, dopo la fine del socialismo reale, che chiama comunismo storico
novecentesco, ed in dissenso con tutti i tentativi di sua
continuazione/rifondazione puramente politico-organizzativa, ha invece lavorato
su di una generale rifondazione antropologica del comunismo, marcando sempre
più la discontinuità teorica e politica con i conglomerati identitari della
sinistra italiana (Rifondazione Comunista in primis, ma anche la scuola
operaista e T. Negri in particolar modo). Durante gli anni novanta i suoi
interventi sono apparsi sia su riviste legate alla sinistra alternativa
(L'Ernesto, Bandiera Rossa) che su riviste come Indipendenza e Koiné, dove
sostene l'esplicito superamento del dualismo destra-sinistra, approdando a
posizioni antitetiche a quelle di Bobbio
(con cui ebbe uno stretto rapporto per più di vent'anni). Nei primi anni del
nuovo millennio ha collaborato con la rivista Comunitarismo, prima, e Comunità
e Resistenza, poi. È stato fino alla morte redattore del quadrimestrale
Comunismo e Comunità. Al di là delle prese di posizione sulla congiuntura
politica, tre cardini della filosofia di Preve sono l'interpretazione della
storia della filosofia, l'analisi filosofica del capitalismo e la proposta
politica per un comunismo comunitario universalistico. Interpretazione
della storia della filosofia Rileggendo l'intera storia della filosofia
soprattutto occidentale, utilizza una deduzione sociale delle categorie del
pensiero non riduzionistica, che gli permette di discernere la genesi
particolare delle idee dalla loro validità universale. Infatti quello di Preve
è un orizzonte aperto universalisticamente alla verità, intesa hegelianamente
come processo di autocoscienza storica e sintesi di ontologia e assiologia,
dell'esperienza umana nella storia. Nella sua proposta di ontologia dell'essere
sociale riconosce razionalmente la natura solidale e comunitaria dell'anima
umana e l'autonomia conoscitiva della filosofia, contrastando ogni forma di
riduzionismo nichilistico, relativistico o partigianamente ideologico. Preve
viene definito «strenuo difensore dello statuto veritativo della filosofia da
una parte, e deciso oppositore di ogni fraintendimento relativistico
dall’altra». Preve intende il capitalismo come totalità economica,
politica e culturale da indagare in tutte le sue dimensioni. Propone di
suddividerlo filosoficamente e idealisticamente in tre fasi: astratta,
dialettica con una protoborghesia illuministica o romantica, una medioborghesia
positivistica e poi esistenzialistica, e
una tardo-borghesia sempre più individualistica e libertaria; speculativa
(post-borghese e post-proletaria) in cui il capitale si concretizza come
assoluto, espandendosi al di là delle dicotomie precedenti a destra
economicamente, al centro politicamente e a sinistra culturalmente.
Politicamente corretto Nell'analisi filosofica del capitalismo, più volte
insiste sulla critica al politicamente corretto, dove riprende alcuni dei suoi
temi già trattati; il concetto consterebbe dei seguenti punti nella concezione
previana (dove è considerato un'arma del capitalismo per attrarre fasce deboli
a sé, nonché un'ideologia di fondo dell'occidente imperialista):
americanismo come collocazione presupposta, anche sotto forma di benevola
critica al governo statunitense; "religione olocaustica": Preve non
aderisce al negazionismo dell'Olocausto e condanna i genocidi, ma considera la
shoah un fatto non "unico", utilizzato dal sionismo per legittimare
le azioni di Israele tramite il senso di colpa dell'Europa: «Auschwitz non può
e non deve essere dimenticato, perché la memoria dei morti innocenti deve
essere riscattata, e questo mondo nella sua interezza appartiene a tre tipi di
esseri umani: coloro che sono già vissuti, coloro che sono tuttora in vita, e
coloro che devono ancora nascere. Ma Auschwitz non deve diventare un simbolo di
legittimazione del sionismo, che agita l'accusa di antisemitismo in tutti
coloro che non lo accettano radicalmente, e che non sono disposti a derubricare
a semplici errori i suoi veri e propri crimini» "teologia dei
diritti umani", che Preve considera (come altri filosofi marxisti come
Žižek o Losurdo, o comunitaristi come ABenoist) solo un grimaldello e un
paravento del capitalismo per imporsi ed eliminare, in realtà, i diritti dei
popoli e dei lavoratori, attuando il liberismo e l'imperialismo globali;
antifascismo in assenza completa di fascismo: l'antifascismo, positivo un
tempo, è considerato un fenomeno dannoso e a favore del sistema capitalistico,
visto che il fascismo (da lui deprecato soprattutto per la colonizzazione
imperialistica dell'Africa e la "mascalzonaggine imperdonabile"
dell'invasione della Grecia) è stato ormai sconfitto, volto a creare tensioni tra
le diverse forze anti-sistema, e a fungere da nuova ideologia della sinistra
postcomunista e post-stalinista (dopo il graduale abbandono del
marxismo-leninismo avvenuto per gli
effetti della destalinizzazione), che diviene così inutile; falsa dicotomia
Sinistra/Destra come "protesi di manipolazione politologica":
derivata dal precedente, questa teoria punterebbe a indebolire le critiche
anticapitalistiche, impedendo l'unione tra comunisti, comunitaristi e
socialisti nazionalitari contro il capitale. Al contempo, anche per le nette e
costanti affermazioni contro i tribalismi, i razzismi e i nazionalismi
soprattutto coloniali, è da ritenersi estranea al cosiddetto
"rossobrunismo" (un termine coniato all'inizio per descrivere i
cosiddetti nazionalboscevichi) di cui fu tacciato dal citato V. Evangelisti,
che a suo dire si configurerebbe come una folle somma dei difetti degli
estremismi opposti. L'unione di sostenitori rasati del razzismo biologico con
sostenitori barbuti della dittatura del proletariato sarebbe certamente un buon
copione di pornografia hard, ma non potrebbe uscire dal piccolo circuito a luci
rosse del sottobosco politico.» nismo comunitario La sua proposta politica
va nella direzione di un comunismo comunitario universalistico, da intendersi
come correzione democratica e umanistica del comunismo, dal momento che quello
storico novecentesco sarebbe stato reo di non aver messo in comune innanzitutto
la verità. Quello tratteggiato da lui è un sistema sociale che costituisce una
sintesi di individui liberati e comunità solidali. Non è inteso come
inevitabile sbocco storicistico o positivistico di una storia che si
svilupperebbe linearmente, né tuttavia in modo aleatorio in senso
althusseriano, bensì aristotelicamente in potenza, a partire dalla resistenza
alla dissoluzione comunitaria innescata dall'accumulazione individuale di
merci. Qui il problema dell'auspicabile democrazia viene impostato su basi
antropologiche, scommettendo sulle potenzialità ontologiche della bontà
dell'anima umana, potenzialmente politico-comunitaria (zόon politikόn);
razionale e valutativa della giusta misura sociale (zόon lόgon échon) e
generica, in senso marxiano (Gattungswesen), cioè in grado di costruire diversi
modelli di convivenza sociale, compreso quello in cui l'uomo, affermando la
priorità etica e comunitaria per contenere i processi economici altrimenti
dispiegantisi in modo illimitato e disumano, può realizzare le sue potenzialità
ontologiche immanenti, attualmente alienate. La liberazione dell'individuo
avverrebbe quindi a partire dal suo radicamento comunitario in cui agisce
collettivamente, pur rimanendo l'individuo stesso l'unità minima di resistenza
al potere. In gioventù aderì al PCI, 5, ma presto si allontanò (essendo
ostile al compromesso storico tra PCI e DC, promosso da Berlinguer e Moro),
entrando poi a far parte della Commissione culturale di Lotta Continua. In
seguito si iscrisse a Democrazia Proletaria durante la sua ultima fase. Dopo lo
scioglimento di DP, e in seguito alla confluenza di quest'ultima in Rifondazione
Comunista, si è sempre più allontanato dall'attività politica in senso stretto.
In seguito manifestò critiche verso l'operaismo e il trotskismo che animavano
talvolta queste esperienze della post-sinistra extraparlamentare. Se dal
punto di vista teorico si era già distanziato dalla sinistra italiana a seguito
della dissoluzione dell'Unione Sovietica e della svolta della Bolognina, il
distacco emotivo definitivo dalla "sinistra" avvenne con il
bombardamento NATO in Jugoslavia durante la guerra del Kosovo, che ricevette il
beneplacito del governo italiano guidato da M. Alema. Considera questo fatto
come la fine della legalità costituzionale italiana riferendosi alla violazione
dell'articolo 11 e un atto di tradimento verso i valori fondanti della
Repubblica Italiana. Sul tema scrisse Il bombardamento etico. Saggio
sull'interventismo umanitario, l'embargo terapeutico e la menzogna evidente. Molto
clamore ha suscitato (anche tra le file della sinistra alternativa) la sua
adesione ad alcune tesi del Campo Antimperialista per l'esplicito sostegno da
questi fornito alla resistenza irachena. È stato uno dei filosofi di
riferimento del comunismo comunitario, nonché animatore della rivista Comunismo
e Comunità. Altre opere: “La classe operaia non va in paradiso: dal
marxismo occidentale all'operaismo italiano, in Alla ricerca della produzione
perduta” (Bari, Dedalo); “Cosa possiamo chiedere al marxismo. Sull'identità
filosofica del materialismo storico, in Marxismo in mare aperto. Rilevazioni,
ipotesi, prospettive” (Milano, Angeli); “La filosofia imperfetta. Una proposta
di ricostruzione del marxismo ” (Milano, Angeli); “La teoria in pezzi. La
dissoluzione del paradigma teorico operaista in Italia” (Bari, Dedalo); “La
ricostruzione del marxismo fra filosofia e scienza, in La cognizione della crisi.
Saggi sul marxismo di Althusser” (Milano, Angeli); “La rivoluzione teorica di
Althusser, in Il marxismo” (Pisa, Vallerini); “La passione durevole” (Milano,
Vangelista); “La musa di Clio vestita di rosso, in Trasformazione e
persistenza. Saggi sulla storicità del capitalismo” (Milano, Angeli); “Il filo
di Arianna. Quindici lezioni di filosofia marxista” (Milano, Vangelista); “Il
marxismo ed il problema teorico dell'eguaglianza oggi, in Egalitè-inegalitè.
Atti del Convegno organizzato dall'Istituto italiano per gli studi filosofici e
dalla Biblioteca comunale di Cattolica. Cattolica, Urbino, Quattro venti, Il
convitato di pietra. Saggio su marxismo e nichilismo, Milano, Vangelista,
L'assalto al cielo. Saggio su marxismo e individualismo, Milano, Vangelista); “Il
pianeta rosso. Saggio su marxismo e universalismo” (Milano, Vangelista); “Ideologia
Italiana. Saggio sulla storia delle idee marxiste in Italia” (Milano,
Vangelista); “Il tempo della ricerca. Saggio sul moderno, il postmoderno e la
fine della storia” (Milano, Vangelista); “L'eguale libertà. Saggio sulla natura
umana” (Milano, Vangelista); “Oltre la gabbia d'acciaio. Saggio su capitalismo
e filosofia” (Milano, Vangelista); “Il teatro dell'assurdo: cronaca e storia
dei recenti avvenimenti italiani. Una critica alla cultura dominante della
sinistra nell'attuale scontro tra berlusconismo e progressismo” (Milano, Punto
Rosso); “Una teoria nuova per una diversa strategia politica. Premesse teoriche
alla critica della cultura dominante della sinistra esposta nel Teatro dell'assurdo”
(Milano, Punto Rosso); “Il marxismo vissuto del Che, in Adys Cupull e Froìlan
Gonzales, Càlida presencia. Lettere di Che Guevara a Tita Infante, Milano,
Punto Rosso); “Un elogio della filosofia” (Milano, Punto Rosso); Quale
comunismo?, in Uomini usciti di pianto in ragione. Saggi su F. Fortini” (Roma,
Manifestolibri); “La fine di una teoria. Il collasso del marxismo storico del
Novecento” (Milano, UNICOPLI); “Il comunismo storico novecentesco. Un bilancio
storico e teorico, Milano, Punto Rosso); “Nichilismo Verità Storia. Un
manifesto filosofico della fine del XX secolo” (Pistoia, CRT); “Gesù. Uomo
nella storia, Dio nel pensiero” (Pistoia); “Il crepuscolo della profezia
comunista. A 150 anni dal “Manifesto”, il futuro oltre la scienza e l'utopia, Pistoia,
CRT); “L'alba del Sessantotto. Una interpretazione filosofica” (Pistoia, CRT, Marxismo,
Filosofia, Verità, Pistoia, CRT, Destra
e sinistra. La natura inservibile di due categorie tradizionali” (Pistoia,
CRT); “La questione nazionale alle soglie del XXI secolo. Note introduttive ad
un problema delicato e pieno di pregiudizi” (Pistoia, CRT, Le stagioni del
nichilismo. Un'analisi filosofica ed una prognosi storica, Pistoia, CRT, Individui
liberati, comunità solidali. Sulla questione della società degli individui” (Pistoia,
CRT); “Contro il capitalismo, oltre il comunismo. Riflessioni su di una eredità
storica e su un futuro possibile” (Pistoia, CRT); “La fine dell'Urss. Dalla
transizione mancata alla dissoluzione reale, Pistoia, CRT); “Il ritorno del
clero. La questione degli intellettuali oggi, Pistoia, CRT, Le avventure
dell'ateismo. Religione e materialismo oggi, Pistoia, CRT, Un nuovo manifesto filosofico. Prospettive
inedite e orizzonti convincenti per il pensiero, con Andrea Cavazzini, Pistoia,
CRT, Hegel Marx Heidegger. Un percorso nella filosofia contemporanea, Pistoia,
CRT, Scienza, politica, filosofia. Un'interpretazione filosofica del Novecento,
Pistoia, CRT); I secoli difficili. Introduzione al pensiero filosofico
dell'Ottocento e del Novecento, Pistoia, CRT); “L'educazione filosofica.
Memoria del passato, compito del presente, sfida del futuro, Pistoia, CRT); “Il
bombardamento etico. Saggio sull'interventismo umanitario, l'embargo
terapeutico e la menzogna evidente, Pistoia, CRT); “Marxismo e filosofia. Note,
riflessioni e alcune novità, Pistoia, CRT, Un secolo di marxismo. Idee e
ideologie, Pistoia, CRT); “Un filosofo controvoglia. Introduzione a G. Anders,
L'uomo è antiquato” (Bollati Boringhieri); “Le contraddizioni di Bobbio. Per
una critica del bobbianesimo cerimoniale” (Pistoia, CRT, Marx inattuale.
Eredità e prospettiva” (Torino, Bollati Boringhieri, Verità filosofica e
critica sociale. Religione, filosofia, marxismo, Pistoia, CRT) Dove va la
sinistra?, Stefano Boninsegni, Roma, Settimo Sigillo, Comunitarismo filosofia
politica, Molfetta, Noctua, La filosofia classica tedesca, prefazione a Renato
Pallavidini, Dialettica e prassi critica. Dall'idealismo al marxismo (Molfetta,
Noctua); “L'ideocrazia imperiale americana, Roma, Settimo Sigillo); Filosofia
del presente. Un mondo alla rovescia da interpretare, Roma, Settimo Sigillo); Filosofia
e geopolitica, Parma, All'insegna del Veltro, Del buon uso dell'universalismo.
Elementi di filosofia politica per il XXI secolo, Roma, Settimo Sigillo, Dialoghi
sul presente. Alienazione, globalizzazione destra/sinistra, atei devoti. Per un
pensiero ribelle” (Napoli, Controcorrente); “La comunità ritrovata. Rousseau
critico della modernità illuminista, Torino, Libreria Stampatori); “Marx e gli
antichi greci” (Pistoia, Petite plaisance, Il popolo al potere. Il problema
della democrazia nei suoi aspetti storici e filosofici, Casalecchio, Arianna);
“Verità e relativismo. Religione, scienza, filosofia e politica nell'epoca
della globalizzazione, Torino, Alpina); Elogio del comunitarismo Napoli, Controcorrente,
Il paradosso De Benoist. Un confronto politico e filosofico, Roma, Settimo Sigillo,
Storia della dialettica, Pistoia, Petite plaisance, La democrazia in Grecia. Storia di un'idea,
forza di un valore, in Presidiare la democrazia realizzare la Costituzione.
Atti del seminario itinerante sulla difesa della Costituzione, Bardonecchia,
Susa, Bussoleno, Condove, Borgone Susa, Edizioni Melli-Quaderni Sarà Dura!, Storia
critica del marxismo. Dalla nascita di Karl Marx alla dissoluzione del
comunismo storico novecentesco, Napoli, La città del sole, Postfazione a Luca Grecchi, Il presente della
filosofia italiana, Pistoia, Petite plaisance, Storia dell'etica, Pistoia,
Petite plaisance, Hegel
antiutilitarista, Roma, Settimo Sigillo, Storia del materialismo, Pistoia,
Petite plaisance, Una approssimazione a Marx. Tra materialismo e idealismo,
Saonara, Il Prato, Ri-pensare Marx. Filosofia, Idealismo, Materialismo, Potenza,
Ermes, Un trotzkismo capitalistico? Ipotesi sociologico-religiosa dei Neocons
americani e dei loro seguaci europei, in Neocons. L'ideologia neoconservatrice
e le sfide della storia, Rimini, Il Cerchio, Alla ricerca della speranza
perduta. Un intellettuale di sinistra e un intellettuale di destra "non
omologati" dialogano su ideologie e globalizzazione, con Luigi Tedeschi,
Roma, Settimo Sigillo, La quarta guerra mondiale, Parma, All'insegna del
Veltro, L'enigma dialettico del Sessantotto quarant'anni dopo, in La
rivoluzione dietro di noi. Filosofia e politica prima e dopo il '68, Roma,
Manifestolibri, Il marxismo e la tradizione culturale europea, Pistoia, Petite
plaisance, Nuovi signori e nuovi sudditi. Ipotesi sulla struttura di classe del
capitalismo contemporaneo, con Eugenio Orso, Pistoia, Petite plaisance, Logica
della storia e comunismo novecentesco. L'effetto di sdoppiamento, con Sidoli,
Pistoia, Petite plaisance, .Elementi di Politicamente Corretto. Studio
preliminare su di un fenomeno ideologico destinato a diventare in futuro sempre
più invasivo e importante, Petite Plaisance,
Filosofia della verità e della giustizia. Il pensiero di Kosík, con Cesana,
Pistoia, Petite plaisance, Lettera sull'Umanesimo, Pistoia, Petite plaisance, Una
nuova storia alternativa della filosofia. Il cammino ontologico-sociale della
filosofia, Pistoia, Petite plaisance, Lineamenti per una nuova filosofia della
storia. La passione dell'anticapitalismo, con Luigi Tedeschi, Saonara, Il
Prato, .Dialoghi sull'Europa e sul nuovo ordine mondiale, con Luigi Tedeschi,
Saonara, Il Prato, Collisioni. Dialogo su scienza, religione e filosofia, con
Andrea Bulgarelli, Pistoia, Petite plaisance, Karl Marx: un'interpretazione, NovaEuropa
Edizioni. Preve preferiva non definirsi
marxista ma appartenente alla "scuola di Marx", e «allievo
indipendente di Marx» (C. Preve, Elogio del comunitarismo, Controcorrente,
Napoli, «Personalmente, non sono
credente né praticante. Non credo in nessun Dio personale, considero ogni
personalizzazione del divino una indebita e superstiziosa antropomorfizzazione,
e sono pertanto in linea di massima d’accordo con Spinoza. Ma ritengo anche la
religione, così come la scienza, l’arte e la filosofia, dati permanenti
dell’antropologia umana in quanto tali desti durare tutto il tempo in cui durerà
il genere umano.» (Elementi di politicamente corretto, ) Convegno, Lukács e la cultura europea (II
intervento) Relazione Congresso
Nazionale di DP (terzultimo intervento)
Destra e Sinistra: confronto tra C.Preve e D.Losurdo Carmilla: I
rosso-bruni: vesti nuove per una vecchia storia
Democrazia comunitaria o democrazia proprietaria? (L.Tedeschi-Preve). Considerazioni
sulla geopolitica (di C.Preve) Ain .Intervista di Luigi Tedeschi a Il
bombardamento etico dieci anni dopo (recensione di G. Di Martino), Fonte: A.
Monchietto, Lucio CollettiCostanzo Preve. Marxismo, Filosofia, Scienza. Morto Costanzo Preve, l'“ultimo” filosofo
marxista su la RepubblicaTorino Addio al
filosofo Costanzo Preve In memoria di
Costanzo Preve di Diego Fusaro Un lutto
veramente grande per noi di Gianfranco La Grassa In morte di Costanzo Preve La Sala Rossa ricorda la figura di Costanzo
Preve e raccogliendosi in un minuto di silenzio, Preve, Con Marx e oltre il
marxismo (overleft) su files.splinder.Comunismo e Comunità » Laboratorio per
una teoria anticapitalistica Alessandro
Volpe e Piotr Zygulski, Verità e filosofia, in Alessandro Monchietto e Giacomo
Pezzano , Invito allo Straniamento. I. Costanzo Preve filosofo, Pistoia, Petite
Plaisance, Preve, Elementi di politicamente
corretto; ad es. 22. E qui concludiamo con una serie di previsioni artigianali.
Ricordo al lettore che questo non è ancora un Trattato di Politicamente
Corretto, che ho peraltro intenzione di scrivere, in cui i cinque punti
principali indicati (americanismo come collocazione presupposta, religione
olocaustica, teologia dei diritti umani, antifascismo in assenza completa di
fascismo, dicotomia Sinistra/Destra come protesi di manipolazione politologica)
verranno discussi in modo più analitico e preciso». Da Intellettuali e cultura politica
nell'Italia di fine secolo, Rivista Indipendenza, Da Gli Usa, l’Occidente, la
Destra, la Sinistra, il fascismo ed il comunismo. Problemi del profilo
culturale di un movimento di resistenza all’Impero americano, Noctua Edizioni,
2003. C.Preve: audio congressi DP (RadioRadicale) Intervista politico-filosofica (G. RepaciC.
Preve) «La costituzione italiana è stata
distrutta per semprre con i bombardamenti sulla Jugoslavia, e da allora
l’Italia è senza costituzione, e lo resterà finché i responsabili politici di
allora non saranno condan morte per alto tradimento (parlo letteralmente
pesando le parole), con eventuale benevola commutazione della condanna a morte
a lavori forzati a vita. Eppure, questi crimini passano sotto silenzio, perché
si continuano ad interpretare gli eventi di oggi in base ad una distinzione completamente
finite (C. Preve, Elementi di politicamente corretto)
//aginform.org/preve.html. Étienne
Balibar, La filosofia di Marx, Manifestolibri, Bobbio, Né con Marx né contro
Marx, Editori Riuniti, Roma, André Tosel, Devenir du marxisme: de la fin du
marxisme-léninisme aux mille marxismes, France-Italie in Dictionnaire Marx contemporain, Jacques
Bidet-Eustache Kouvélakis , PUF, Parigi Cristina Corradi, Storia dei marxismi
in Italia, Manifestolibri, Roma, Alessandro Monchietto, Marxismo e filosofia in
Preve, Editrice Petite Plaisance, Pistoia, P. Zygulski, C. Preve: la passione
durevole della filosofia, presentazione di Giacomo Pezzano, Pistoia, Editrice
Petite Plaisance, Monchietto e Pezzano , Invito allo Straniamento. I. Costanzo
Preve filosofo, Pistoia, Petite Plaisance, Zygulski, Costanzo Preve e
l'educazione filosofica , in Educazione Democratica, Foggia, Edizioni del Rosone, gennaio , Alessandro Monchietto , Invito allo
Straniamento. II. Costanzo Preve marxiano, Pistoia, Petite Plaisance, Massimo
BontempelliFabio Bentivoglio, Il senso dell'essere nelle culture occidentali,
Milano, Trevisini, Formenti, Il socialismo è morto. Viva il socialismo!,
Meltemi, Milano Comunitarismo Domenico Losurdo Massimo Bontempelli (storico)
Nazionalismo di sinistra Altri progetti Collabora a Wikiquote Citazionio su
Costanzo Preve Registrazioni di Costanzo
Preve, su RadioRadicale, Radio Radicale.
Breve sintesi del pensiero di C.Preve (filosofico.net), su
filosofico.net. Raccolta di e-book scaricabili gratuitamente offerti dalla casa
editrice Petite Plaisance, su petiteplaisance). Antologia di testi di C.Preve, Raccolta
di articoli (AriannaEditrice), su ariannaeditrice. Filosofia Il testo è disponibile solo in e-book, e lo
si può scaricare gratuitamente al seguente link: petiteplaisance ebooks/sin_ebl_1032.html.
Preve. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
"Grice e Preve," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51684463462/in/photolist-2mKbok1-2mGnP2f-2mEd2LM-E58e4H-CfbuaM-C6j6p5-CdDphy-CfWJ4K-C6n5m7-BiosLy-CfUqUZ-BiyBqX-BGr8AF-BiuDHk-C6n22G-BGo4ac-CfT5uH-BinZFS-CfX854-C8EFGv-C8AG9k-C8EyDT-BGreRB-BNPngs-C8EyKe-CfWNyr-BinFbf-BGr6t4-C6ndRU-BGrkKR-CfUrBk-Biry7Y-CfWVBe-BNPcuy-C8EfEg-C8BXHK-C6iijj-Biotmm-BXesRa-B87iXx-B87iTp-C5w76F-C3dpu7-BXetE4-BUVNSb-B87kea-C3dpwG-BUVMeG-BXeqJ4-BCoJa1
Grice e Prini – il volo d’Icaro – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Belgirate). Filosofo. Grice: “I like
Prini, but I won’t expect his “Discorse e situazione” to be about Firth’s
context of utterance!” -- “Pensare è infatti la maniera più profonda del nostro
desiderare. "Ventisei secoli nel mondo dei filosofi"). Tra i maggiori
esponenti dell'esistenzialismo. Di modeste origini, Prini mostrò fin
da giovane una certa attitudine per gli studi e completò l'intero iter
scolastico, iscrivendosi quindi al seminario di Arona nel 1934, dove ebbe come
docente di filosofia mons. De Lorenzi. La scelta del seminario, oltre a
derivare dalla sua povertà di mezzi materiali, rispondeva a una profonda
convinzione di fede che resterà immutata per tutta la vita del filosofo. Prini,
tuttavia, lasciò il seminario tre anni più tardi «per amore della filosofia»:
gli sembrava infatti che l'impostazione neotomista della filosofia lì insegnata
non rispondesse ai bisogni del tempo. Quindi vinto un posto presso il Borromeo
di Pavia, inizia i suoi studi di filosofia. Particolarmente influenti sono Levi
e Sciacca con cui si laurea con una tesi su Rosmini. Durante il servizio
militare, contrasse una malattia polmonaregrave che lo costrinse al ricovero
presso il Borromeo, allora trasformato dai tedeschi in ospedale militare. Lì
godette della compagnia intellettuale di Angelini, e approfondisce lo studio di
Plotino -- è un fase cruciale per la formazione di Prini: grazie a una borsa di
studio, egli trascorse nove mesi a Parigi dove conosce e frequenta Marcel.
Una veduta del lago Maggiore dalla terrazza del Collegio Rosmini. Nel suo
saggio su Belgirate, borgo che si affaccia sullo stesso lago, Prini cita H.F.
Amiel e scrive: «Un paesaggio è uno stato d'animo». Prini s'è legato al gruppo
di giovani filosofi che Sciacca aveva riunito intorno a sé: M. Antonelli, R.
Crippa, A. Caracciolo. Quando Sciacca si trasferì a Genova tutto il gruppo lo
seguì, ottenendo ciascunosecondo la specificità dei propri studiun incarico di
insegnamento di una disciplina filosofica. A lui venne affidato l'insegnamento
di Storia della filosofia antica. Di qui, vincitore di concorso, si trasferì a
Perugia, dove dette vita ad una sua scuola filosofica, che ha in Antiseri l'esponente
più noto. Della stessa fase è il saggio “Verso una nuova ontologia” che,
insieme a “Discorso e situazione” dsegnano il passaggio alla fase matura del
suo pensiero. Viene chiamato a coprire la cattedra di Storia della filosofia
a Roma. Qui svolse una intensa attività didattico-scientifica, che alimentò
partecipando anche a molteplici iniziative culturali, impegnandosi in prima
persona nella promozione televisiva del sapere filosofico e, nell'attività
radio-fonica, in programmi di decisa funzione umanistico-culturale. Tra le
opere più interessanti e più discusse della sua ultima produzione, va ricordato
“Lo scisma sommerso” in cui analizza la spaccatura sotterranea che si è creata
nella Chiesa cattolica tra il magistero ufficiale e la fede e le scelte di vita
dei credenti. Un tema che diviene centrale in quest'ultimo periodo è anche il
tema del male, in modo parallelo a quanto andava elaborando nello stesso
periodo Pareyson, amico personale. Si ritira a Pavia dove lavora, finché le
forze glielo consentono, a Ventisei secoli nel mondo dei filosofi, «un ultimo
ripensamento, una sorta di commiato personale dagli autori e dai problemi che
gli erano stati cari per tutta la vita». È morto a Pavia ed è sepolto a
Belgirate nella tomba di famiglia. La sua biblioteca personale e il suo lascito
manoscritto sono conservati presso la biblioteca del Collegio Ghislieri di
Pavia nel "Fondo Prini". Si può dire che in nessuna delle opere
di Prini sia racchiuso tutto quanto il suo pensiero. Egli è, in questo senso,
un pensatore abbastanza asistematico e offre intuizioni in direzioni diverse,
che si possono riassumere in alcuni blocchi tematici. L'ontologia
semantica Una pagina manoscritta del filosofo. Un buon punto da cui
partire è la scoperta e la definizione dell'ontologia semantica: accanto al discorso
apofantico, che definisce in modo univoco i suoi oggetti e che vuol dimostrare
le sue verità in modo necessario, Prini apre lo spazio per il discorso
semantico, il linguaggio cioè della musica, della poesia, della preghiera,
dell'invocazione, del dialogo. Nel testo Verso una nuova ontologia, egli fa
risalire la dimenticanza dell’ontologia semantica ad Aristotele, il quale
riteneva i discorsi semantici non verofunzionali e quindi estranei al campo
dellafilosofia. Nell'opera successiva Discorso e situazione, l'autore definisce
in modo più dettagliato gli ambiti di ciascun discorso. In un’intervista
rilasciata a Vittorio Grassi, Prini argomenta: «Per molti anni ho tenuto
presente nello sviluppo delle mie ricerche il volume Discorso e situazione,
dove, nel quadro del problema contemporaneo della molteplicità dell’uso logico
della ragione, ho delineato un esame sistematico delle diverse forme
argomentative del discorso razionale “situato”, ossia in relazione al suo
proprio oggetto ed al suo proprio uditorio, e precisamente la verifica come
forma della prova del discorso oggettivo o scientifico, la testimonianza, come
forma della prova del discorso privato o intersoggettivo, la determinazione
particolare, come forma del discorso collettivo o ideologico. È stata un ricerca
non inutile, credo, se ha messo in luce, per un verso, contro lo scientismo, la
pluralità dell’uso logico della ragione, e per un altro verso, la fondamentale
convergenza di quelle forme del discorso razionale in una dottrina della verità
ostensiva dell’essere, o, come dicevo nel mio volume Discorso e situazione,
inventandone l’espressione, in un’ontologia semantica». In questo senso,
la filosofia di Prini si caratterizza per un confronto rispettoso e vivace con
le scienze: da una parte, il filosofo ne riconosce tutta la dirompente
importanza, dall'altra è attento a criticare quelle filosofiequali il
neopositivismoche ne esasperano i risultati e le spingono oltre il proprio
ambito di legittimità conoscitiva. L'uomo Il secondo punto è quello
dell’antropologia e della sociologia filosofica. Prini non dimentica mai la
lezione dell’esistenzialismo: l’uomo di cui la filosofia deve occuparsi è
l’uomo concreto. E perciò, in primo luogo, è importante considerare il corpo
come elemento costituito della soggettività in un’unità psicofisicadel resto,
già Rosmini nel mondo cattolico aveva fatto questo movimento verso il corpo,
parlando di sentimento fondamentale corporeo. Prini se ne occupa soprattutto
nell'opera Il corpo che siamo. Quindi, ne “Il paradosso di Icaro” viene
elaborata la distinzione tra desiderio e bisogno. Il bisogno, cioè la necessità
di avere, si distingue dal desiderio, cioè dalla volontà di essere
autenticamente. Nel mondo contemporaneo, che è un mondo capitalistico,
tecnologico e nichilistico, l’uomo corre il rischio di essere dominato da
bisogni sempre accresciuti e di dimenticare così la propria dimensione più
autentica e il proprio desiderio. Pensare èla maniera più profonda del nostro
desiderare»: ciò significa che la filosofia ha, prima di tutto, il compito di
domandare intorno al senso di ciò che è e di ciò che si èun domandare che mette
in questione anche il domandante stesso. Qui sono naturalmente molto
forti gli echi di Heidegger, che Prini definisce «maestro inevitabile». L’esito
socio-politico di queste dottrine priniane è il rifiuto degli assoluti
terrestri, cioè di quelle concezioni totalitarie della politica come il nazismo
o il comunismo che negano il valore assoluto della coscienza individuale e,
insieme, negano lo spazio per ogni trascendenza genuina. Prini, per converso,
ritiene che l'unico agire autentico derivi dalla contemplazione, secondo quella
dottrina della contemplazione creatrice che egli ritrova in Plotino e che fa
propria. L'Essere Di qui, si può passare a parlare della concezione
priniana dell’Essere, che è caratterizzato dall'ambiguità, da cui anche il
titolo della sua opera principale su questo tema, L'ambiguità dell'essere, che
ha la particolarità di essere scritta in forma di dialogo. L'essere può
intendersicome è stato variamente inteso nella storia della filosofiasia come
necessità assoluta (al modo Parmenide), sia come bontà o finalità assoluta (al
modo di Leibniz), sia come libertà od opposizione assoluta (al modo di Cusano).
Prini cerca di pensare insieme queste tre modalità, ritenendole tutte
essenziali all'essere e, insieme, non deducibili l’una dall'altra. Egli
definisce questa sua concezione «problematicismo ontologico». Dal momento che
l’Essere è in sé ambiguo, esso non si lascia completamente definire e dimostrare
dal discorso apofantico e si presta al discorso semantico in generale e quindi
al discorso religioso in particolare. Assolutamente capitale è, dunque, il
problema della religione, della fede cristiana e della Chiesa cattolica. Prini
ha sempre pensato la propria attività filosofica come un filosofare nella fede:
a differenza dello scienziato, il filosofo mette in gioco se stesso nel proprio
filosofare, e un cristiano, quale egli era, non può mettere da parte le proprie
convinzioni religiose quando filosofa. Nella prolusione al corso di Filosofia
teoretica a Perugia, egli argomenta: «C’è un carattere ludico
nell'atteggiamento del credente, quando pretende di poter mettere tra parentesi
la propria fede e di essere anch'egli, nella ricerca della verità, come dice
Husserl, ein wirklicher Anfänger, un vero e proprio principiante. Ho dedicato
tutta la mia vita alla cultura cattolica in modo critico» sostiene Prini
nell’intervista. Questo suo lavoro critico può riassumersi così: distinzione
tra il nucleo del messaggio evangelico e le forme che esso ha via via assunto
nella storia, critica delle posizioni più tradizionaliste della Chiesa,
specialmente in filosofia (si veda in particolare il volume La filosofia
cattolica italiana del Novecento), invito al dialogo tra la Chiesa e la
modernità tutta intera, e proposta di una nuova inculturazione, oggi, di quel
messaggio evangelico. Il seguente passaggio de Lo scisma sommerso mostra in
modo disambiguo ciò che Prini ha in mente: «Per questa mentalità generata dalla
civiltà della scienza esistono uno spazio e un tempo scientifici nei quali è
impossibili proporsi di trovare, per esempio, il periodo storico di una
presunta prima coppia progenitrice di tutto il genere umano o l'ubicazione
dell'Eden, di cui parlanoin un senso simbolico che è da determinarei primi
racconti della Genesi. E andando soltanto un poco in profondità nella coscienza
giuridica moderna, post-illuministica, del rapporto tra colpa e castigo, chi
potrebbe oggi accettare l'idea, trasmessa dalla teologia penale di Agostino
nell'interpretazione della Lettera ai Romani di Paolo, che l'umanità intera
abbia ereditato da Adamo non solo la pena eterna del suo peccato, ma anche la
responsabilità della sua stessa colpa?» Altre opere: “La metodologia
dell’inverificabile” (Roma, Studium); “Verso una nuova ontologia” (Roma,
Studium); “Rosmini postumo” (Roma, Armando); “Discorso e situazione” (Roma,
Studium); “Il paradosso di Icaro” (Roma, Armando); “L’ambiguità dell’essere” (Genova,
Marietti); “Storia dell'esistenzialismo” (Roma, Studium); Il testo è l’ultima
versione di una serie di lavori precedenti sulla storia dell’esistenzialismo. “Il
corpo che siamo: introduzione all'antropologia etica” (Torino, SEI); “Plotino e
la nascita dell’umanesimo interiore.” Milano, Vita e Pensiero,Anche questa è
l’ultima versione di un lavoro “a più strati”, il cui primo nucleo risale agli
anni della guerra, mentre Prini era ricoverato presso il Collegio Borromeo di
Pavia, allora trasformato dai tedeschi in ospedale militare. Il cristiano e il
potere. Roma, Studium, La filosofia cattolica italiana del Novecento. Roma-Bari,
Laterza, Lo scisma sommerso. Milano, Garzanti (per l'editore G due). Terra di
Belgirate, Grugliasco (Torino), tipografia Sosso); Ventisei secoli nel mondo
dei filosofi (W. Minella). Caltanissetta-Roma, S. Sciascia, . Inediti I
seguenti testi inediti, ritrovati tra le carte del "Fondo Pietro
Prini", sono stati pubblicati: Visita a Borges in Paradiso (Andrea
Loffi). In: “Avvenire”, Lo stesso testo è presente anche in appendice a: Walter
Minella, Pietro Prini, Roberto Cutaia, Prini, un filosofo che canta i Salmi.
In: “Avvenire”, Qui sono riportati alcuni passaggi di un commento ai
Salmi. Croce e Gentile secondo Prini (Andrea Loffi). In: “Avvenire” -- è stato
insignito del Premio Internazionale Medaglia d'Oro al merito della Cultura Cattolica
. -- è stato conferito il primo "Premio Pietro Prini" in onore del
filosofo, per promuoverne lo studio e la ricerca, presso il Collegio Rosmini di
Stresa. Notizia della morte, Walter Minella, Pietro Prini, Città del
Vaticano, Lateran University Press, 25.
Terra di Belgirate, Walter Minella, Pietro Prini, Vaticano, A. Loffi, Il
Prini sommerso , su pietroprini.org.
Pietro Prini, Terra di Belgirate,
Ventisei secoli nel mondo dei filosofi, W. Minella, Caltanissetta-Roma, S. Sciascia, Ventisei
secoli nel mondo dei filosofi, Walter Minella, Caltanissetta-Roma, Salvatore
Sciascia, Pietro Prini, Plotino e la fondazione dell'umanesimo interiore,
Milano, Vita e Pensiero,Pietro Prini, Terra di Belgirate, Pietro Prini,
Cristianesimo e filosofia, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università degli Studi di Perugia, Terra di Belgirate, Pietro Prini, Lo
scisma sommerso, Milano, Garzanti); D. Antiseri e D. Conci , Il desiderio di essere.
L'itinerario filosofico di Pietro Prini (Roma, Studium); S. Arcoleo, La
filosofia nell'Italia del Novecento. Intervista in “Segni e Comprensione”, B. Muscherà, L'ontologia del desiderio” (Genova,
Marietti); M. Flematti, “Prini” (Verbania-Intra, Alberti, . W. Minella, Vaticano,
W. Minella, A. Loffi, M. Flematti, G. Sandrini , Credere oggi in Dio e
nell'uomo ancora e nonostante. Pietro Prini filosofo del dialogo tra fede e
scienza. Roma, Armando. pietroprini.org. Enciclopedie on line, sito
"Treccani L'Enciclopedia italiana".//filosofico.net/prini.htm. Pietro
Prini. Prini. Keywords: il volo d’Icaro. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Prini”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737756981/in/datetaken/
Grice e Prodi – il cane di Pavlov – filosofia italiana – Luigi Speranza (Scandiano). Filosofo. Grice:
“While he likes semiotics, Prodi is the Italian C. L. Stevenson, who read
English at Yale! No philosophy background!” -- Figlio di Mario, ingegnere, ed
Enrica, maestra, è il terzo di nove fratelli (tra cui anche il politico ed
economista Romano, il fisico ed europarlamentare Vittorio, il matematico
Giovanni, il fisico Franco e lo storico Paolo).
Si laurea a Bologna. Insegna a Bologna. Patologia Generale. In seguito
gli fu affidata la prima cattedra di Oncologia dell'ateneo.Direttore
dell'Istituto di Cancerologia di Bologna, di cui fu fondatore, e del progetto
Biologia cellulare del Cnr, pubblicò anche diversi libri riguardo alla medicina
ed alla biologia, sviluppando un approccio semiotico alla biologia negli anni
Settanta e Ottanta. Fece parte inoltre
del Consiglio Superiore di Sanità della Commissione Oncologica del Ministero
della Pubblica Istruzione e fu consulente del Ministero per la Ricerca
Scientifica e Tecnologica. Con Il
neutrone borghese, ha pubblicato anche alcuni romanzi e racconti, tra cui
Lazzaro, biografia romanzata (con riflessi autobiografici) di L. Spallanzani,
per cui è risultato supervincitore del Grinzane Cavour e finalista al Bergamo.
Il saggio “Il cane di Pavlov, uscito nell'anno stesso della sua morte di cancro,
ma altri
sono stati pubblicati postumi. Sono stati raccolti tutti nel volume L'opera narrativa.
Bologna gl’ha dedicato il Centro Interdipartimentale di Ricerche sul cancro
nonché un'aula situata nel complesso di San Giovanni in Monte. Ogni anno, una
conferenza della riunione annuale della Società Italiana di Cancerologia è dedicata
a lui. Altre opere: “Scienza e potere” (Il Mulino, Bologna, estr. da Il Mulino,
La scienza, il potere, la critica, Il Mulino, Bologna); “Oncologia sperimentale,
Esculapio, Bologna); “Le basi materiali della significazione” (Bompiani,
Milano); “La biologia dei tumori, Casa editrice ambrosiana, Milano);
Soggettività e comportamento” (Angeli); Orizzonti della genetica, Editoriale
L'Espresso, Il neutrone borghese, Bompiani, Milano, Patologia Generale, con
Giovanni Favilli, CEA, “La storia naturale della logica,” Bompiani, Milano, “L'uso
estetico del linguaggio,” Il Mulino, Bologna, Lazzaro: il romanzo di un
naturalista del '700, Camunia, Brescia, Oncologia generale, Esculapio, Bologna,
Gli artifici della ragione, disegni di Cesare Paolantonio, Edizioni del Sole 24
ore, Milano, “Il cane di Pavlov,” Camunia, Brescia); “Alla radice del
comportamento morale” (Marietti, Milano); “Teoria e metodo in biologia e medicina”
(Clueb, Bologna); “L'individuo e la sua firma. Biologia e cambiamento antropologico”
(Il Mulino, Bologna); Il profeta, Camunia, Brescia, L'opera narrativa,
introduzione di E. Guagnini (Diabasis, Reggio Emilia). Conferenza "Prodi”,
Repubblica Apprezzato anche da G. Dossetti,
La parola e il silenzio. Discorsi e scritti
ed. Paoline, in riferimento ad un
articolo che si rifaceva ai geni invisibili della città di G. Ferrero. Sul
sottotitolo (i “geni invisibili” della città) dell'opera Potere, v. Giampiero
Buonomo, Titolo V e "forme di governo": il caso Abruzzo (dopo la
Calabria), in Diritto e Giustizia, su legacy.bibliotecamai.org. Sito del Centro
Interdipartimentale di Ricerche sul cancro "Giorgio Prodi" Brochure dell'Aula Prodi. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giorgio Prodi.
Prodi. Keywords: il cane di Pavlov. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Prodi” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737954863/in/datetaken/
Grice e Prospero – implicatura laica – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Pescosolido), filosofo. Si
laurea a Roma, discutendo una tesi su Kelsen. Professore a Roma, autore di numerosi
saggi, collabora con diverse riviste scientifiche e quotidiani., tra i quali
soprattutto L'Unità. I suoi interessi
sono principalmente rivolti al sistema istituzionale italiano e al pensiero
politico della sinistra. Inoltre, svolge attività di editorialista: le
posizioni da lui espresse come analista politico sono state aspramente
criticate dal giornalista Travaglio, che
lo ha accusato di "pagnottismo". Tra i punti di dissenso, vi è la
posizione critica assunta da Prospero nei confronti della democrazia diretta, e
nei confronti della fiducia riposta daTravaglio, e dal Movimento 5 stelle di Grillo,
nella intrinseca infallibilità del giudizio espresso dagli elettori e del
popolo della Rete. Dal fa parte della direzione nazionale di
Sinistra Italiana ed è responsabile cultura del partito. Altre opere: “La politica
post-classica, Il nuovo inizio, Nostalgia della grande politica, La democrazia
mediata, Sistemi politici e storia, Il pensiero politico della destra, Newton
Compton, I sistemi politici europei, Newton Compton, Politica e vita buona,
Euroma la Goliardica, Sinistra e cambiamento istituzionale, Storia delle
istituzioni in Italia, Editori Riuniti, Il fallimento del maggioritario, La
politica moderna. Teorie e profili istituzionali, Carocci, Lo Stato in appalto. Berlusconi e la
privatizzazione del Politico (Manni); “Politica e società globale” (Laterza); “L'equivoco
riformista” (Manni); “Alle origini del laico” (Angeli); “La costituzione tra
populismo e leaderismo” (Angeli); “Filosofia del diritto di proprietà”
(Angeli); “Perché la sinistra ha perso le elezioni” (Ediesse); “Il comico della
politica, nichilismo e aziendalismo nella comunicazione di Berlusconi”
(Ediesse); “Il libro nero della società civile. Il nuovismo realizzato”
(Bordeaux); “Gramsci” (Bordeaux). Elenco dei principali interventi di Prospero
sulla stampa italiana, da "Rassegnacamera" Addio al mito del capo, Il Manifesto, Contropotere
del Quirinale, Left-avvenimenti, Caro Prodi, l'errore più grande della sinistra
europea è stato dimenticare il lavoro, il manifesto, Bruno Gravagnuolo, Grillo,
il travaglio di Marco nel duello tv con Prospero l'Unità Gli organismi di Sinistra Italiana, da
"Sinistraitaliana.si" Sinistra
Italiana rispolvera il Pci: nascono le nuove Frattocchie. Ma a Testaccio, da
HuffingtonPost Pagina Web del docente
sul sito della SapienzaRoma, su coris.uniroma1. Michele Prospero. Prospero.
Keywords: implicatura laica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Prospero” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738325049/in/datetaken/
Grice e Pucci – implicatura – filosofia italiana (Firenze). Filosofo. Scrisse alcuni
trattati dove ambiva a una religione universale di stampo utopistico e fu molto
polemico contro le principali dottrine religiose dell'epoca, tanto da essere
tacciato di eresia e giustiziato dall'Inquisizione romana. Forse
imparentato, come lui stesso sostenne, con la potente e ricca famiglia
fiorentina dei Pucci, della quale fece parte, tra gli altri, il cardinale A. Pucci,
da quella tuttavia non ne venne mai riconosciuto membro. Secondo quanto scrisse
lui stesso, trovandosi a Lione per affari di commercio, fu colto da un
improvviso «mutamento et cambiamento» che lo fece decidere a darsi allo studio
delle «cose celesti ed eterne» e a scoprire i reali motivi dei contrasti
religiosi che laceravano l'Europa. A questo scopo, si trasferì a Parigi
per studiare teologia e, avendo assistito personalmente alla strage degli
Ugonotti nella notte di San Bartolomeo, decise di aderire alle tesi
protestanti. Trasferitosi in Inghilterra, si iscrisse a Oxford, ottenendo il
titolo di Magister artium. Controversie dottrinali gli procurarono l'espulsione
dalla comunità calvinista alla quale aveva aderito in primavera: come scrisse al
teologo Grynaeus, vi discute del peccato originale e ha altresì contestato
l'autoritarismo del concistoro della comunità. Quest'ultima gli
rimproverava, oltre a importanti punti dottrinali come la concezione del
peccato originale, della fede e dell'eucaristia, la sua pretesa di
profetizzare, ricordandogli che, con la scomparsa dei primi apostoli, il
carisma profetico non poteva più esistere in nessuna chiesa cristiana. Emigrato
a Basilea su invito di F. Betti,
v'incontrò Fausto Sozzini, ma pochi mesi dopo, espulso anche dalla città
svizzera, fu costretto a tornare in Inghilterra, mantenendosi ancora in
contatto epistolare col Sozzini. Dapprima pubblica un manifesto, e poi
scrive a N. Balbani, a Basilea, una lunga lettera in cui esponeva la sua teoria
dell'innocenza naturale dell'uomo, già discussa con Sozzini, secondo la quale tutti
gli uomini nascono et restano innanzi all'uso della ragione e del giudizio. Grazie
alla redenzione operata da Cristo, il peccato originale non può causare la
dannazione quando siamo ancora nel grembo materno. Il battesimo del bambino,
che e naturalmente innocente per la naturale bontà della natura umana, per
quanto non censurabile, è inutile. L'eventualità della dannazione è un problema
dell'adulto che, raggiunta l'età della ragione, è in grado di distinguere il
bene dal male. Si tratta di evidenti tesi pelagiane. L’uomo è buono per
natura e a causa dell'amore di Dio verso il genere umano, che ha creato l'uomo
di natura buona, si fonda la vera fede cristiana: «il fondamento della
religione, et bontà vera, è propriamente la fidanza generale in Dio del cielo e
della terra», una fiducia fondata sulla conoscenza di Dio che è comune a tutti
gli uomini, una fede che egli contrappone alla concezione della fede protestante,
che consiste invece in una «fidanza particulare» che il singolo protestante
ripone in Dio. È del resto la tesi sostenuta da Sozzini nel suo De Jesu Christo
servatore. Sosteneva di aver tratto le proprie concezioni in virtù del
dono dello Spirito Santo che, attraverso visioni, lo ispirava permettendogli di
preconizzare il prossimo avvento del regno di Dio che avrebbe provocato la
conversione di tutti i popoli, qualunque fosse la loro religione, sotto
un'unica confessione cristiana. La redenzione operata da Cristo riguarda
infatti tutti gli uomini, anche i non cristiani, perché esalta la loro naturale
bontà: la salvezza non deve costituire un dubbio tormentoso ma è un obbiettivo
che può essere raggiunto abbandonandosi con fiducia alla fede in Dio, è la fedenaturale
che, prima della caduta, aveva Adamo, uomo naturale e immortale perché fatto a
immagine e somiglianza di Dio nella mente e nello spirito. Affermata la bontà
naturale della specie umana, ne discende che debba essere escluso tanto che il
peccato originale si trasmetta nelle generazioni, quanto che possa esistere una
pre-destinazione semplice o doppia che sia, una per gli eletti e una per i
dannati stabilita ab aeterno. Sozzini rispose al Pucci con il “De statu
primi hominis ante lapsum”, obiettando che la somiglianza di Adamo con Dio
risiede nel fatto di essere il dominatore di tutte le cose della natura, e non
nella sua immortalità. Se Adamo, l'essere naturale per eccellenza, finisce col
peccare, ciò dimostra che non era affatto innocente, visto che egli peccò per
sua libera scelta. La natura dell'uomo attuale non è diversa da quella
adamitica, la sua salvezza risiede nella sua volontà di scegliere il bene, ed è
sulla sua libera volontà, non sulla sua natura, che si fonda la sua
etica. La Forma d'una Republica Catholica Dopo un breve periodo passato
in Olanda, a Londra scrive la sua opera principale, la Forma d'una repubblica
cattolica, che pubblicò in forma anonima.. Per porre rimedio alla confusione e
agli scandali regnante nel cristianesimo, sarebbe necessario «un libero e santo
concilio al quale si vede che tutti gli uomini da bene di tutte le province
inclinano, ma che viene rifiutato dai potenti prelati che oggi comandano «non
solo nella religione, ma anche nella repubblica. Per preparare questo futuro
concilio, è necessario che gli uomini dabbene, all'interno di ogni singolo
stato, si organizzino in un'unione, in un «collegio» o comunità nella quale
essi si governino secondo comuni principi, senza alienarsi da i loro principi e
magistrati civili e senza entrare in polemica contro la confessione religiosa
vigente; questi uomini, infatti, «d'animo et tal volta anche di corpo alienato
da gli ordini et usanze di quelle repubbliche nelle quali è sono nati et
allevati, conviene ch'e' vivino come forestieri nel loro natio terreno, o
forastieri interamente per gli altrui paesi, è necessario ch'e' si portino
molto saviamente e discretamente con i principi e magistrati de' luoghi dove
essi habitano». Si tratta di un'aperta giustificazione del nicodemismo,
seppure teorizzata come mezzo provvisorio allo scopo di raggiungere un fine
superiore nell'interesse di tutti i cristiani. L'insieme di questi collegi
avrebbe formato di fatto una repubblica cattolica, cioè universale, che, con
l'esempio dei retti comportamenti dei suoi aderenti, avrebbe col tempo
acquisito il consenso della grande maggioranza della popolazione di ogni
singolo stato, promuovendo così il rinnovamento dei costumi e delle diverse
confessioni, fino a rifondare un'unica religione cristiana. Gli elementi
essenziali di questa rinnovata e unificata religione dovranno essere la fede
«in un solo Dio del cielo e della terra, creatore et governatore dello
Universo, nel Cristo morto e risorto per redimerci, nella giustizia divina che
premia i buoni e punisce i malvagi, la testimonianza degl’apostoli, il rispetto
dei dieci comandamenti, l'orazione domenicale e le opere di carità. Tutte le
questioni dottrinarie che storicamente dividevano le confessioni cristiane sono
sfumate dal Pucci, che vuole che sui problemi del battesimo, dell'eucaristia,
della Trinità e dell'incarnazione non si utilizzino sottigliezze e non si
creino divisioni. I membri di queste comunità dovranno essere tutti gli
uomini maggiorenni e laicigli ecclesiastici, infatti, sono evidentemente
incapaci di superare le divisioni che essi stessi hanno creatoorganizzati sotto
un capo temporaneo, provosto o console, assistito da un censore, che non deve
avere alcun'autorità particolare, ma dovrà proporre le risoluzioni da approvare
all'unanimità nell'assemblea generale dei membri: quando non vi fosse
unanimità, si deciderà a sorte fra le diverse opzioni. Le donne, dovendo essere
sottoposte ai mariti, possono assistere ma non possono avere alcun'autorità né
diritto di voto. Il collegio aveva anche il potere di punire le cattive
condotte dei singoli membri, sino all'espulsione. Le diverse comunità si
sarebbero tenute in contatto epistolarea questo scopo era costituito l'incarico
di un cancellieree, attraverso delegati, si sarebbero riunite in diete da
tenersi periodicamente nelle terre «di qualche gentilhomo o signore» aderente a
un collegio di una delle maggiori città europee «come Francoforte, Lione,
Parigi et simili, perché qui i convenuti alla dieta sarebbero passati
inosservati più facilmente. Se gli aderenti ai collegi devono manifestare
un formale ossequio alle autorità costituite, essi devono anche proporre una
sia pur cauta propaganda per far guadagnare alla comunità nuove adesioni:
ciascuno deve mantenere il segreto della sua attività tramite giuramento,
essere amico dei compagni e nemico di chi è loro nemico. Per saldare insieme i
"fratelli", è opportuno che essi si sposino nello stesso ambiente,
con donne «sane e gagliarde per averne una buona discendenza, evitando però
rapporti sessuali frequenti che, secondo il Pucci, sono nocivi alla salute
fisica degli uomini e a quella morale delle donne. Nella famiglia, il padre
riveste il ruolo di capo e di sacerdote laico: battezza egli stesso i figli in
età audulta, i quali dovranno crescere in una decorosa austerità, studiando
nelle scuole consigliate dalla comunità ed evitando carriere immorali, come
quella ecclesiastica o avvocatesca. Fu a Cracovia, dove incontra F. Sozzini
e altri dissidenti religiosi. Le sue idee però non trovarono successo in
nessuna confessione calvinista o luterana, né fra gli anabattisti e i
sociniani. In compenso qui conosce Dee, con il quale si reca a Praga alla
corte di Rodolfo II. Anche qui la sua indole (Dee lo descrisse come
pericolosamente chiacchierone e utopico) non venne accolta positivamente e
deluso dai protestanti si ri-converte al cattolicesimo (forse dopo un incontro
con Ippolito Aldobrandini. In Olanda lavora alla sua ultima opera, il trattato “De
Christi servatoris efficacitate in omnibus et singulis hominibus”, “L'efficacia
salvifica del Cristo in tutti e in ogni uomo”, dedicato a Clemente VIII. Qui
ri-assunge e sviluppa tutte le sue teorie su una chiesa universale ed
ecumenical. Ogni uomo ha il diritto di professare una chiesa di Cristo, e Dio,
grazie al suo amore universale per l'intera umanità, dove aiutare ad abbattere
le barriere che separavano le chiese. Una volta pubblicato il saggio vuole
andare a Roma per presentarla a Clemente VIII stesso. E catturato a Salisburgo
dall'inquisizione e condotto in carcere a Roma, dove conosce Bruno e Campanella.
E condannato a morte per eresia, decapitato e poi bruciato sul rogo al campo
de' fiori Il puccismo però gli
sopravvisse nella chiesa luterana grazie a Huber. Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Lettera in A. Rotondò, Studi e ricerche di
storia ereticale italiana del Cinquecento
Lettere, documenti e testimonianze
In D. Cantimori, Per la storia degli eretici italiani, L.Felici, La
riforma protestante nell'Europa del cinquecento, Carocci editore Opere Lettere,
documenti e testimonianze, Luigi Firpo e Renato Piattoli (Firenze, Olschki); De
praedestinatione (Firenze, Olschki); C. Cantù, “Gli eretici d'Italia” (Torino,
Unione Tipografico-Editrice); Per la storia degli eretici italiani, D.
Cantimori ed E. Feist, Roma, Reale Accademia d'Italia, Delio Cantimori, Eretici
italiani del Cinquecento, Firenze, Sansoni, Antonio Rotondò, Studi e ricerche
di storia ereticale italiana del Cinquecento, Torino, Giappichelli, Élie
BarnaviMiriam Eliav-Feldon, Le périple de Francesco Pucci, Paris, Hachette, Roberta
Lorenzetti, Una disputa di antropologia filosofica sul primo uomo. Francesco
Pucci di fronte al naturalismo di F. Sozzini, Milano, Cusl, P. Carta, “Nunziature
ed eresia nel Cinquecento. Nuovi documenti sul processo e la condanna di Pucci”
(Padova, Cedam, Censura ecclesiastica e cultura politica in Italia tra Cinquecento
e Seicento, C. Stango, Firenze Giorgio Caravale, Il profeta disarmato. L'eresia
di Francesco Pucci nell'Europa del Cinquecento, Bologna, Il Mulino, Mario Biagioni, Francesco Pucci e
l'Informatione della religione christiana, Torino, Claudiana, Vincenzo Vozza, Pucci e l’Informatione della
religione christiana, in «Nuova Rivista Storica», n Giorgio Caravale, Francesco
Pucci's Heresy in Sixteenth-Century Europe, Leiden-Boston, Brill, Francesco Pucci, su TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Opere di Francesco Pucci, eresie, su eresie. Francesco Pucci. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Pucci” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691563953/in/photolist-2mPTxJB-2mKBzba-2mKDA5r-2mPNG7N-DndBhH-2mKNM4g-2mKuJyP-2mKuJqC-2mKre9p-ETqNtt-D4QXHL-D41J73-o7nNJE-nXsZFJ-nCEAAa-ncTeBF-ncTe6v-nu72SS-nqAmJ
Grice e Puccinotti – il boezio – filosofia italiana – Luigi Speranza (Urbino). Flosofo. Studia
presso gli scolopi. Ammesso nel Collegio militare di Pavia. Si trasfere a Roma
dove si dedica allo studio della medicina seguendo le lezioni di Mattheys.
Pratica la medicina nelle campagne laziali, studiando le febbri di tipo
petecchiale che imperversavano in quella zona. Ottenne la cattedra di Anatomia
e fisiologia ad Urbino, per poi insegnare Patologia e medicina legale a Macerata
fino a quando, dopo aver preso parte ai moti delle Legazioni, venne allontanato
dalla città e gli fu impedito di esercitare la professione medica. Si spostò
quindi nella più liberale Toscana dove ottenne la cattedra di Igiene nell'Pisa.
Qui approfondì il suo studio sulla medicina civile e si rese protagonista di
molti dibattiti culturali e scientifici presso la locale Università (fu
segretario della sezione di medicina ai congressi pisani e fiorentini degli scienziati
italiani). Il Granduca Leopoldo II di
Toscana lo inserì in una commissione incaricata di studiare l'ipotesi di
introdurre sul litorale pisano le risaie, dal punto di vista della medicina
civile. Espose le sue analisi nel saggio Sulle risaie in Italia e sulla loro
introduzione in Toscana, conclusioni che saranno alla base del Regolamento
sulla cultura del riso in Toscana. Negli ultimi anni trascorsi a Pisa ottenne
la cattedra di Storia della medicina, che mantenne anche al suo trasferimento a
Firenze. In questi anni conobbe P. Siciliani, suo allievo, col quale mantenne
un costante rapporto di amicizia e collaborazione. Morì a Firenze e per i suoi
meriti fu sepolto nella Basilica di Santa Croce. Puccinotti fu uno storico della medicina, ma
altri sono gli aspetti della sua complessa personalità: fu fisiologo, clinico,
medico legale, letterato (fraterna amicizia con Leopardi), filosofo, sociologo
e politico. La sua vita si svolse tra le conquiste napoleoniche e la
proclamazione di Roma capitale, periodo di profonde divisioni ideologiche. Non
è da trascurare il merito di aver sostenuto la necessità di una protezione
medica dei lavoratori e di aver indicato il futuro della medicina nel suo sviluppo
igienico e sociale. Opere: “Storia delle
febbri intermittenti perniciose, (Roma), “Boezio” (Firenze); “Storia della
medicina” (Firenze). Pazzini, Dizionario Letterario Bompiani. Autori, III,
Milano, Valentino Bompiani editore, Treccani Enciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze Archivistiche. Accademia della Crusca. Puccinotti. Keywords: il
boezio. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Puccinotti” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736813322
Grice e Punzo
– erote – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli), filosofo. Si laurea a Napoli con una tesi su Kant alla luce della
dottrina tomistica, una in erpetologia sul sistema nervoso dei serpenti, e una
tsulla morale nelle lettere di Paolo.
Fonda la Lega Nazionale Contro la Distruzione degli Uccelli, e
l'associazione culturale Trifoglio" di cui pubblica Il Trifoglio. Visse per
circa vent'anni sull'isolotto disabitato di Vivara, contribuendo a preservarlo
da possibili scempi e tutelandone il patrimonio ambientale. Per il suo impegno
a favore di Vivara ricevette il
"Premio Mediterraneo" conferitogli da un'agenzia dell'ONU. Filosofo dai
molteplici interessi che spaziarono dalla Commedia dantesca, alla botanica,
all'ornitologia e alla zoologia, anche un profondo conoscitore del latino.
Dedica gran parte della sua vita intellettuale alla filosofia. Per lui, la pedagogia costituisce uno
dei compiti più importanti al quale una società deve adempiere poiché
l'educazione delle giovani generazioni e, in particolare, dell’adolescente,
rapresenta il punto fondativo
di ogni aggregato umano. In tale prospettiva il fanciullo, per potersi
sviluppare al meglio, deve essere educato al bello attraverso la contemplazione
della natura. La sua filosofia ha come culmine la definizione del
concetto di religioso assoluto, inteso come elemento distintivo della
spiritualità umana poiché capace di definire l'identità dell'individuo rispetto
alle altre forme di vita. Nota
sull'episodio dantesco di Brunetto Latini, Napoli, Ed. Carlo Martello, Contributo
per un superamento dei tradizionali schemi sessuologici, Napoli, Tip. G.
Genovese, Nuovo contributo per un superamento dei tradizionali schemi
sessuologici, Napoli, Ed. Carlo Martello, “Lettere erotologiche,” Napoli, Ed. Carlo Martello, “Dialogo dell'amore
olarrenico,” Napoli, Ed. Carlo Martello, L'altro viaggio, Napoli, Denaro
Editore, LIPU Vivara.. L. Miraglia , Il guardiano
del verde isolotto, su vivara. Giorgio Punzo. Punzo. Keywords: erote. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Punzo” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738226409/in/datetaken/
Grice e Purgotti – implicatura metrica – filosofia
italiana. Luigi Speranza (Cagli), filosofo. Linceo. Ha come maestro nelle lettere
Imerio Cibo di Amelia, mentre nelle scienze filosofiche e matematiche è stato
allievo di Pallieri, domenicano originario di Alba. Per quest'ultimo,
all'indomani della morte, Purgotti ha
composto un elogio funebre e una poesia in memoria. Si iscrive a Roma
conseguendo il diploma di magistero in diritto pubblico e criminale e
distinguendosi tra i dotti suoi colleghi nelle suddette discipline.
Tornato a Cagli collabora inizialmente con il padre nella farmacia di famiglia
posta nella piazza maggiore (l'attuale piazza Matteotti), senza abbandonare
però la viva aspirazione a ricoprire una cattedra universitaria con particolare
predilezione per l'insegnamento della chimica. In mancanza di una laurea
specifica per detta disciplina (all'epoca dei suoi studi l'Roma non ne
conferiva il diploma)i fa domanda di concorso con esame per una cattedra a Urbino,
ma nel contempo, è chiamato dall'ateneo di Perugia grazie alla sua fama di
studioso ad insegnare chimica, botanica e farmaceutica. A Perugia ricopre
varie e sempre più importanti cariche all'interno dell'Università: è nominato
membro del collegio filosofico, diviene professore di matematica, è bibliotecario e vice direttore ed infine è elevato alla carica di Rettore dell'Perugia.
È stato inoltre preside delle facoltà di scienze fisiche e matematiche
unitamente all'accademia medico-chirurgica, e direttore delle scuole di
farmacia. Nel corso della sua vita pubblica oltre cento opere scientifiche di
vario argomento che spaziano dalle scienze fisico-chimiche all'idrologia
minerale, dalle scienze matematiche alle filosofiche con particolare riguardo alla
teoria degli atomi. Si spegne a Perugia lasciando la consorte Berenice
Rosini d'Arezzo, sua compagna di vita e tre figli tra cui due maschi e una
femmina. Il maggiore di questi Enrico diviene professore di fisica e
matematica, il secondo uomo di Chiesa mentre la figlia prende i voti
monastici. Gli avi La famiglia Purgotti ha origini veneziane, il bisavolo
Girolamo, farmacista, giunto ad Urbino ha facoltà di insegnare farmaceutica in
questa città, il nonno Sebastiano, nato a Fossombrone, consegue in Urbino il diploma di chirurgo, il padre Nicola è
stato farmacista in Cagli e sposò Rosa Morbidi. Grazie alle sue qualità di
studioso e alla sua modestia stringe amicizie illustri ed è nominato membro
onorario di trentadue accademie di scienze e di lettere tra
cui l'Accademia Nazionale dei Lincei, dei Georgofili di Firenze, la
Società di farmacia degli Stati sardi, l'Associazione farmaceutica lombarda e
la Società farmaceutica umbra della quale è stato anche presidente. Altre
onorificenze gli sono tributate dal Pontefice Pio IX, a cui il Purgotti dedica
il suo trattato di chimica, che lo onora di medaglia d'oro quale attestato di
stima e lo insignisce della croce dell'Ordine di San Silvestro. Il comune di
Perugia nel 1867 conia appositamente per lui una medaglia d'oro mentre il re
Vittorio Emanuele II lo nomina cavaliere dell'Ordine della Corona
d'Italia. Cagli, città natale di Sebastiano, il 14 ottobre 1880 celebra
solenni onoranze al suo benemerito cittadino dedicandogli una delle principali
vie del centro storico: così via Giuoco del Formaggio diviene l'odierna via
Purgotti. Nel Salone degli Stemmi del Palazzo Pubblico è stata posizionata una
lapide con l'effigie a rilievo del benemerito cittadino al quale pochi anni
prima era stato dedicato uno dei medaglioni dei cittadini illustri realizzati a
rilievo da Alessandro Venanzi nella balconata del secondo ordine del Teatro Comunale.
Nella lapide del Palazzo Pubblico in Cagli è dato leggere la seguente scritta
incisa, “A Sebastiano Purgotti decreto questa memoria la patria che dagli
scritti e dalle virtu del sommo scienziato ebbe tanto lustro ed onore nato in
Cagli il xxi Luglio mdcclxxxix mori in Pierugia il xxxi marzo mdxxxlxxix. A
Perugia, la città che lo aveva accolto, gli sono stati tributati particolari
onori e nel cimitero gli è stato eretto un monumento la cui epigrafe
recita: Qui riposa Sebastiano Purgotti insigne chimico e matematico noto
in Italia e fuori esempio raro di virtu domestiche e civile. Una corona
d'alloro in metallo dorato donata dal comune di Cagli è stabilmente collocata
sopra il citato monumento funebre a perpetuo omaggio. Opere scientifiche
e letterarie Due articoli: inseriti nel Giornale Scientifico Letterario di
Perugia secondo trimester, Lettere ad un amico intorno a vari filosofici argomenti,
Riflessioni sulla teoria degli atomi, Trattato di chimica applicato
specialmente alla medicina e alla agricoltura Trattato elementare di chimica
applicata specialmente alla medicina Trattato elementare di chimica applicata
specialmente alla medicina e alla agricoltura Intorno all'azione dell'acido
solfo-idrico sul solfato di protossido di ferro Osservazioni intorno a varie
inesattezze che allignano nei moderni corsi di matematica elementare
Riflessioni di Sebastiano Purgotti sopra un opuscolo che porta per titolo se si
possa difendere, ed insegnare non come ipotesi, ma come verissima, e come tesi
la mobilita della terra, e la stabilita del sole da chi ha fatta la professione
di fede di Pio IV Elementi di aritmetica, algebra e geometria Studi chimici
sulle acque minerali di Valle Zangona. Del professore Sebastiano Purgotti, del
chimico-farmacista Pio Mazzolini, seguiti da una lettera intorno agli usi ed
effetti delle medesime del dottore Antonio Federici Riflessioni sulla teoria
degli atomi Chimica Analisi delle acque minerali di S. Gemini eseguita da
Sebastiano Purgotti professore di chimica nell'universita di Perugia Aritmetica
e algebra Chimica organica: seguita da un saggio di filosofia chimica Geometria
Per la morte di Canali: rettore della Pontificia Universita di Perugia e
pubblico bibliotecario. Due funebri orazioni seguite dalla sua biografia
Problemi tratti dagli elementi di Aritmetica, Algebra e Geometria Nozioni
elementari ragionate del calcolo aritmetico ad uso dei giovanetti. Compilate per
dimande e risposte da Sebastiano Purgotti Pensieri intorno al primitivo
insegnamento della scienza delle quantità Chimica inorganica Metalli delle
terre aride e metalli propriamente detti Elementi di aritmetica ragionata ad
uso dei giovanetti Elementi di aritmetica, algebra e geometria Analisi delle
acque minerali di S. Gemini eseguita da Purgotti Lettere filosofiche:
principalmente riguardanti l'elementare insegnamento delle scienze esatte
Chimica inorganica. Metalloidi Compendio di nozioni farmaceutiche di Sebastiano
Purgotti ad uso degli studenti medicina e farmacia, ossia, Esposizione delle
avvertenze teorico-pratiche le più interessanti per ben preparare, conservare
ed apprestare i farmaci Sul fluido biotico e le sue influenze nei moti delle
tavole e dei pendoli indovini e nel magnetismo animale e nelle manifestazioni
spiritualiste. Discorso del professore Sebastiano Purgotti da lui letto in
latino. Nozioni elementari intorno all'algorismo sui numeri interi estratte dal
trattato di aritmetica ragionata Chimica inorganica. Metalli “Lettere
filosofiche.” Principalmente risguardanti l'elementare insegnamento delle
scienze Chimica organica e nozioni le più interessanti di chimica agraria e
filosofia Studi chimici di Sebastiano Purgotti sulle sorgive minerali del
distretto di Civita Ducale presso il Velino nel secondo Abruzzo Ulteriore Sull'acqua
salino-ferruginosa di Giano. Chimiche ricerche Elementi di algebra Elementi di
aritmetica Elementi di geometria Elogio funebre del professore Lorenzo Massini.
Letto nelle esequie nella chiesa dell'Universita, “I segreti dell'arte di
comunicare le idee negli elementi delle scienze esatte ed i difetti che anche
attualmente vi sono coperti dal falso manto della matematica evidenza svelati
dalla filosofica investigazione. Studi Esercizi aritmetici. In addizione alla
quarta edizione della sua aritmetica Idrologia minerale del distretto di Civita
Ducale nel secondo Abruzzo Ulteriore. Per gli studi di Sebastiano Purgotti
Studi chimici di Sebastiano Purgotti sulle sorgive minerali del distretto di
Civita Ducale presso il Velino nel secondo Abruzzo ulteriore; Intorno ai fisici
e ai metafisici del chiarissimo prof. Francesco Puccinotti. Lettera al medesimo
Idrologia narnese o rapporto degli studi chimici sulle acque potabili e minerali
di Narni del dottore Sebastiano Purgotti fatti per cura dell'inclita giunta municipale
della stessa città, Articolo del ch. prof. Sebastiano Purgotti intorno alcuni
scritti inediti di Michelangelo Poggioli pubblicati per cura del figlio avv.
Giuseppe Delle acque minerali di San Galgano di Perugia. Memorie istoriche per
il conte Gio. Battista Rossi-Scotti. Seguite dai relativi studi analitici da
Sebastiano Purgotti Intorno alla nutrizione. Frammenti tratti dalla chimica
animale Sulle sorgenti acidule-ferro-manganesiache di Monte Castello Vibio.
Studi chimici di Sebastiano ed Enrico Purgotti, seguiti da una relazione
intorno alle loro virtù medicamentose di Antonio Melloni Intorno all'articolo
dei corpi organici naturali inserito nell'Apologenico. Osservazioni di
Sebastiano Purgotti Intorno alle opinioni dello Schoenbein relative alle azioni
catalitiche Le forze. Allocuzione per l'inaugurazione degli studi nella Libera
Universita di Perugia nell'anno scolastico Intorno agli esami liceali. Vaganti
idee Delucidazioni intorno alla sua allocuzione "Le forze" Euclide e
la logica naturale. Riflessioni Compendio di nozioni farmaceutiche Compendio di
nozioni farmaceutiche, ossia Raccolta di cognizioni teorico-pratiche per ben
preparare, conservare ed apprestare i farmaci, le quali sono utili al medico, e
indispensabili al farmacista, di Sebastiano Purgotti. A queste fa seguito un
trattatello sull'arte di ben scrivere le ricette si nel latino idioma usando
pesi antichi, che nell'idioma italiano usando i pesi metrici moderni Intorno ai
saggi idrotimetrici delle acque potabili. Nota di Sebastiano Purgotti;
Sull'esame critico della sua prolusione. Le forze. Osservazioni di Sebastiano
Purgotti Sulla necessità di escludere lo studio della geometria dai pubblici
ginnasi e l'Euclide dai licei. Nota Intorno alle odierne difese degli antichi
errori nell'insegnamento delle matematiche. Cicaloate polemiche di Sebastiano
Purgotti Lettera di SPurgotti al chiarissimo Prof. J. W. Wilson intorno a
quistioni relative a questa scienza Rilievi di Sebastiano Purgotti intorno ad
alcune critiche osservazioni sull'ultimo opuscolo risguardante la combustione
Cenni di Sebastiano Purgotti intorno alla conformità delle sue opinioni con la
lettera scritta al rettore dell'universita di Lilla per ordine di Pio IX
Riflessioni di Sebastiano Purgotti intorno al discorso Cosa e la fisiologia.
Prolusione del prof. Alessandro Herzen letta nell'Istituto superiore di Firenze
Uno scherzo scientifico. Dato da Sebastiano Purgotti F. Magni, S. da Campagnola e L. Severi, Cagli,
A. Tarducci, Dizionarietto biografico cagliese. Cenni storici su 360 cittadini
cagliesi, Cagli, Enrico Purgotti
Sebastiano Purgotti, in TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Sebastiano Purgotti. Purgotti. Keywords: implicatura metrica. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Purgotti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737760683/in/datetaken/
Grice e Quarta – utopici – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Leverano). Filosofo. Essential
Italian philosopher. Filosofo dell'utopia fu uno dei maggiori studiosi di Moro,
sul quale scrisse “Una re-interpretazione dell'utopia.” Docente a Salento, fu
uno studioso di Platone sul quale scrisse L'utopia platonica: Il progetto
politico di un grande filosofo. Fu tra i fondatori del Centro
interdipartimentale di ricerca sull'utopia Opere Tommaso MoroUna reinterpretazione
dell'utopia, Edizioni Dedalo, Thomas More, ECP L'utopia platonicaIl progetto politico di
un grande filosofo, Edizioni Dedalo, Globalizzazione,
giustizia, solidarietà, Edizioni Dedalo,
Una nuova etica per l'ambiente, Edizioni Dedalo, “ Homo utopicusLa dimensione
storico-antropologica dell'"utopia.” Edizioni Dedalo, Lutto nell’Università del Salento: scomparso Quarta,
in TR News. Lutto per la cultura, è morto Quarta, filosofo dell'utopia. Centro
interdipartimentale di ricerca sull'utopia, su unisalento. Grice: “Strictly,
utopia is no-where, or erehwon if you must!” Luigi Speranza, “As in Lennon,
“He’s a real nowhere man!” --. Gilbert and Sullivan, “Utopia, Ltd.” Quarta.
Keywords: utopici. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Quarta” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737471576/in/datetaken/
Grice e Quattromani – implicatura – filosofia italiana. Luigi Speranza (Cosenza). Filosofo.
Essential Italian philosopher. Nacque da Bartolo ed
Elisabetta d'Aquino, lontana parente diTelesio. Cresciuto in un ambiente strettamente
collegato alla cultura e alla nobiltà cosentina, viene educato alle idee
religiose valdesiane del suo maestro Fascitelli. Come si desume dal suo
epistolario, si trasferisce a Roma. Qui frequenta la Biblioteca Apostolica
Vaticana e ha modo di intessere relazioni con diversi esponenti del panorama
intellettuale e culturale romano. I suoi primi studi riguardarono il Canzoniere
di Petrarca, con particolare riferimento alle sue fonti. Dopo un breve
soggiorno a Napoli, torna a Cosenza. Da qui scrive a Berardino Rota, per
suggerirgli alcune correzioni alla seconda edizione accresciuta delle sue Rime.
Effettua una serie di spostamenti tra la sua città natale e Roma. Il periodo è
contrassegnato da alcune sue epistole, a carattere storico-letterario, con
corrispondenti, quali Ardoino, Ferrari e Aragona. Risiede a Napoli. Rientrato
a Cosenza scrive a Cavalcanti, che sarà con lui consulente della Congregazione
dell'Indice, e assume la direzione della
Accademia cosentina, cui Quattromani diede nuovo impulso, sia dal punto di
vista squisitamente letterario, sia incentivando l'attenzione per gli studi
filosofici. A Napoli pubblica La philosophia di Telesio, che dedica a Carafa
e le rime dedicate a Bernaudo. Rimonta, invece, la sua traduzione de Le
historie del Cantalicio, nelle quali il nome è celato dietro lo pseudonimo di
«Incognito Academico Cosentino». Il suo ultimo periodo di vita lo
trascorre a Cosenza, dove muore. Altre opere: Manoscritti, Vaticano, Contiene i
seguenti scritti di Sertorio Quattromani: Sonetto di Ms. della Casa
esposto dal Sr. Sertorio Quattromani Achademico Cosentino, Oratione di Marco
Catone tradotta dal medesimo Quattromani, Giudizio sopra alcune stanze di
Tasso, Vaticano, Commento a tre sonetti del Casa, lettera ad A. Caro, lettera a
F. Mauro, lettera al S. Principe della Scalea, lettera a Ardoino, lettera a V.
Bombino, Lettera a F.A. d'Amico, Lettera a Fabrizio Marotta, Oratione di Marco
Catone, Lettera a Gio. Maria Bernaudo, Lettera a G.V. Egidio, Lettera a Vincenzo
Bilotta, Parallelo tra il Petrarca et il Casa del Quattromani, Delle metafore, Parallelo
tra il Petrarca et il Casa Poetica di Orazio tradotta da Quattromani (in
prosa), Sentimento del Q.ni della Poet.ca d'Orat. La Poetica d'Orazio
volgarizzata da S. Quattroni in versi Oratione
di Marco Catone, A T. Tasso Il Monta.no Acc.co Cose. Delle metafore, Lettera ad
Horatio Pellegrino, Lettera a Teseo Sambiase Lettera alla Duchessa, Lettera a Teseo
Sambiase, Lettera a Teseo Sambiase, Lettera a Teseo Sambiase cc. 433v-434v, Lettera
a Teseo Sambiase, Vaticano, B.A.V., Reg. Lat. , parte I, misc., sec. XVI, diversi
formati. Contiene: Autografo della Lettera al Cardinale Guglielmo Sirleto,
Cosenza, Biblioteca Civica, ex libris: “Bibliothecae Marchionis D. Matthaei de
Sarno”: Contiene: Istoria della Città di Cosenza | Di Sertorio
Quattromani (ora in prima edizione moderna, Michele Orlando, tesi di dottorato
di ricerca in Italianistica, Bari. Cosenza, Biblioteca privata della Famiglia
De Bonis, Contiene: Copia delle Lettere
Originali | Del Sigr. Sertorio Quattromani dirette al Sig.r Giovanni Maria
Bernaudo da una raccolta favoritami da F. Bombini, Firenze, Biblioteca
Nazionale Centrale, Fondo Palatino, Luoghi difficili del Bembo Napoli, Biblioteca
Nazionale, manuscripta autographa Summontis et aliorum aetate eius clariorum, Autografo
della Lettera a S. Reski, Roma, Biblioteca Angelica,rilegato con Gab. Barrii
Francicani De Antiquitate et situ Calabriae libri quinque, Romae, Apud Iosephum
de Angelis contiene Annotationes D.ni Sertorii Quattrimani in Barrium Stampe La
philosophia di Bernardino Telesio Ristretta in brevità, et scritta in lingua
toscana dal Montano academico cosentino alla Eccellenza del Sig. Duca di Nocera
Con Licenza de' Superiori. Marchio ed. | In Napoli | Appresso Gioseppe Cacchi
al ilustre S. Gioan Maria Bernaudo, in a a le rime del Sig. Gio. Batt. Ardoino
| Academico Cosentino in morte della Signora Isabella | Quattromani sua moglie
| Con Licenza de' Superiori Marchio ed. in Napoli Appresso Gioseppe Cacchi. Le
historie de Monsig. Gio. Battista Cantalicio vescovo di Civita di Penna, et
d’altri delle guerre fatte in Italia da Consaluo Ferrando di Aylar, di Cordoua,
detto il gran Capitano tradotte in lingua Toscana dall'Incognito Academico
Cosentino a richiesta di Gio. Maria Bernavdo in Cosenza per L. Castellano. Le
historie de monsignor Gio. Battista Cantalicio, vescovo di Civita di Penna e
d’Atri Dele guerre fatte in Italia da Consalvo Ferrando de Aylar, di Cordova,
detto il gran capitano, tradotte in lingua Toscana dall'Incognito academico
Cosentino a richiesta di Gio. Maria Bernaudo nuouamente corretta, et
ristampata, in Cosenza per Leonardo Angrisano, e Luigi Castellano, ad istanza
di Enrico Bacco, libraro in Napoli. Le historie di Monsig. Gio. Battista
Cantalicio, vescovo d’Atri et Civita di Penna, delle guerre fatte in Italia da
Consalvo Ferrando di Aylar, di Cordova, detto il gran Capitano, tradotte in
lingua toscana da Sertorio Quattromani, detto l'Incognito Academico Cosentino a
richiesta di G. Bernaudo, Napoli Apresso Gio Giacomo Carlino Ad istanza di
Henrico Bacco, alla Libraria dell'Alicorno rime di mons. Gio. Della Casa.
Fregio In Napoli, Appresso Lazaro Scoriggio, lettere di Sertorio Quattromani
divise in due libre Et la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del
medesimo Auttore all'Illustrissimo & Eccellentissimo Signor Marchese della
valle, &c in Napoli, Per Lazzaro Scoriggio. Il IV libro di Vergilio in verso
Toscano. Trattato della Metafora. Parafrasi Toscana della Poetica di Orazio. Traduzione
della medesima Poetica in verso toscano. Alcune annotazioni sopra di essa, alcune
poesie toscane, e latine, Fregio in Napoli, Mosca con Licenza de' Superiori.Gabrielis
Barrii Francicani: De Antiquitate et situ Calabriae libri quinque, nunc primum
ex authographo restitutos ac per capita distributi. Prolegomena, Additiones, et
Notae. Quibus accesserunt animadversiones Sertorii Quattrimani patricii
consentini, Roma, S. Michaelis ad Ripam Sumptibus Hieronymi Mainardi Superiorum
permissu. Scritti vari, editi per la prima volta in Napoli da Matteo Egizio ed
ora riveduti, riordinati e ripubblicati in più nitida edizione da Luigi
Stocchi, Castrovillari, Dalla Tipografia del Calabrese, A questo proposito, in
un'articolata lettera inviata, da Roma a Cosenza, Quattromani illustrò a Marcello Ferrao le
ragioni per cui l'opera del Petrarca meritava la sua attenzione, e la ricerca
che stava compiendo sui poeti provenzali, riferendo che di ciò aveva già
parlato con P. Manuzio, edizione veneziana di Giolito de' Ferrari Stessa cosa si verificherà per la seconda
edizione, mentre soltanto postumo, nell'edizione napoletana comparirà il nome
di Quattromani quale traduttore. Luigi
Accattatis, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, Cosenza Andreotti
D., Storia dei cosentini (Napoli S. Di Bella, Cosenza Biografia degli uomini
illustri del Regno di Napoli, redatta da G. Terracina, Napoli, N. Gervasi, A.
Borrelli, “Scienza” e “scienza della letteratura” in S. Quattromani, in
Bernardino Telesio e la cultura napoletana, R. Sirri e M. Torrini, Napoli L.
Borsetto, La “Poetica d'Horatio” tradotta. Contributo alla studio della
ricezione oraziana tra Rinascimento e Barocco, in Orazio e la letteratura
italiana, Roma Eadem, Quattromani Sertorio, in Enciclopedia oraziana, Eadem,
“Pulzelle” e “Femine di mondo”. L'epistolario postumo di S. Quattromani, in
Alla lettera. Teorie e pratiche epistolari dai Greci al Novecento, A. Chemello,
Milano Capacius I.C., Illustrium mulierum et illustrium litteris virorum
Elogia, Neapoli, ICarlinus & C. Vitale, Chioccarello B., De illustribus
scriptoribus Regni NeapolitaniCornacchioli T., Nobili, borghesi e intellettuali
nella Cosenza del Quattrocento, Cosenza Cozzetto F., Aspetti della vita e
inventano della biblioteca di S. Quattromani attraverso un documento cosentino
del Seicento, in «Periferia», Crupi P., Storia della letteratura calabrese.
Autori e Testi, II, Cosenza De Franco
L., Filosofia e scienza in Calabria nei secoli XV e XVII, Cosenza, De Franco L., La biblioteca di un letterato
del tardo Rinascimento: S. Quattromani, in «Annali dell'Istituto Universitario
Orientale», De Frede C., I libri di un letterato calabrese del Cinquecento (S.
Quattromani, Napoli De Frede C., Un letterato del tardo Cinquecento e i suoi
libri (S. Quattromani,-in «Atti dell'Accademia Pontaniana», Debenedetti S., Gli
studi provenzali in Italia nel Cinquecento, Torino Matteo Egizio, Di Sertorio Quattromani
Gentiluomo, & Accademico Cosentino, Napoli (rist. in S. Quattromani,
Scritti vari, editi per la prima volta in Napoli da Matteo Egizio ed ora
riveduti, riordinati e ripubblicati in più nitida edizione da Luigi Stocchi,
Dalla Tipografia del Calabrese, Castrovillari Filice E.E., Sertorio
Quattromani. Accademico cosentino, Cosenza
Fratta A., Il “Ristretto” di S. Quattromani nell'ambito delle traduzioni
scientifico-filosofiche del secondo Cinquecento, in Bernardino Telesio e la
cultura napoletana, R. Sirri e M. Torrini, Napoli Gorni G., Un commento inedito
alle “Rime” del Bembo da attribuire a S. Quattromani, in «Schifanoia. Notizie
dell'Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara», Lattari F., Nuove notizie su
S. Quattromani, in Stocchi, Lombardi A., Discorsi accademici, Cosenza Lupi W.
F., Telesio, Della Casa e Quattromani, in «Quaderni del ‘Rendano'», I S.
Quattromani interprete di Tasso, in Torquato Tasso quattrocento anni dopo, A.
Daniele e F.W. Lupi, Soveria Mannelli Mango F., Gli amori del Quattromani, in Note letterarie,
Palermo Meliadò R., Sertorio Quattromani, Reggio CalabriaMoscati R.,
Quattromani, Sertorio, in «Enciclopedia Italiana», Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Roma Napolillo V., La poetessa
Lucrezia della Valle e il disegno culturale di S. Quattromani, in «Calabria
Letteraria»,Fabrizio della Valle nelle lettere e nel profilo storico del
Quattromani, in «Calabria Letteraria», Aulo Giano Parrasio e l'Accademia
Cosentina, in «Atti dell'Accademia Cosentina», Protetty A., La critica e le lettere di S.
Quattromani, Catanzaro Quattromani S., Scritti, F. Walter Lupi, Rende Spiriti
S., Memorie degli scrittori cosentini, Muzi, Napoli (ora in rist. anast.,
Bologna Tancredi G., Sertorio Quattromani (umanista e critico). Appunti per una
monografia, Siracusa Toppi N., Biblioteca napoletana et apparato a gli huomini
illustri in lettere di Napoli e del Regno [...], Napoli Troilo E., Sertorio
Quattromani, introduzione a Montano Accademico Cosentino (S. Quattromani), “Telesio,
Bari Zangari D., Di un manoscritto inedito di S. Quattromani e delle sue
relazioni col Tasso, in «La Cultura Calabrese», Zavarrone A., Bibliotheca calabra, Neapoli, J.
de Simone (rist. anast., Bologna Accademia Cosentina. Sertorio Quattromani, su
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Sertorio Quattromani, in Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere su openMLOL, Horizons Unlimited
srl. Una incisione su tropeamagazine. Quattromani.
Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Quattromani” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738064054
Grice e Quinto – gli scolari – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Pieve di Cadore).
Filosofo. Essential Italian philosopher.
Diplomatosi al liceo di Conegliano, si iscrisse a Milano,
dove conseguì la laurea e il dottorato
di ricerca in Filosofia, avendo in entrambi i casi come relatore Pupi. Proseguì
la sua formazione con soggiorni di studio a Monaco di iera e Copenaghen
(Institut du Moyen Âge Grec et Latin) e presso l'Università Cattolica di
Lovanio e l'Università Cattolica di Louvain-la-Neuve. Vinto il concorso
ordinario come insegnante di Italiano, Storia ed Educazione civica, Geografia
nella scuola media inferiore, e preside della Scuola Italiana di Winterthur
(Svizzera). Prende servizio come ricercatore di Storia della Filosofia presso
la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Padova, dove nel 2006 diventò
professore associato nel medesimo ambito. Interruppe l'insegnamento
universitario nel per motivi di salute.
Fu membro del Centro Interdipartimentale per Ricerche di Filosofia Medievale
“Carlo Giacon” dell'Padova, ora CIRFIM, che diresse, e del consiglio di
presidenza dell'Internationale Gesellschaft für Theologische Mediävistik, per
la quale svolse i compiti di Publications Manager. Direttore responsabile di “Medioevo:
rivista di Storia della Filosofia medievale” (Padova) e co-editor di Medieval
Sermon Studies (Leeds), Quinto fece inoltre parte del comitato di redazione di
Archa Verbi. e della collana “Sermo”. Studies on Patristic, Medieval, and
Reformation Sermons and Preaching (Turnhout). L'ambito principale delle
ricerche di Quinto, contrassegnate dall'adozione di un rigoroso metodo
filologico, è costituito dalla letteratura teologica nella lingua del lazio
proto-scolastica e specialmente dall'opera teologica di Stefano Langton. Quinto
inoltre studia la storia del concetto di “scolastica”. Opere principali: «“Timor”
e “timiditas”. Note di lessicografia tomista», “Rivista di Filosofia neo-scolastica”
«La lingua del Lazio: Latino patristico e latino scolastico. Dalla comprensione
della lingua del Lazio all'interpretazione del pensiero», Rivista di Filosofia
Neo-Scolastica; Sui quattro sensi della Scrittura (ms. Venezia, Archivio di S.
Maria della Fava), in Contributi al corso di storia della filosofia (Milano:
Pubblicazioni dell'I.S.U.Università Cattolica); I quattro sensi della Scrittura,
Medioevo, Formulazioni scolastiche della tradizione nell'opera di Stefano
Langton dissertazione per l'ottenimento del titolo di dottore della ricerca in
filosofia, discussa presso il Ministero della Ricerca Scientifica e
Tecnologica, Roma, «Il “timor reverentialis” nella lingua della scolastica»,
Archivum Latinitatis Medii Aevi «Die
“Quaestiones” des Stephan Langton über die Gottesfurcht (Eingeleitet und
herausgegeben von R.Q. Cahiers de l'Institut du Moyen Âge Grec et Latin «Un Data-Base per le Quaestiones medievali: Il
catalogo delle “Quaestiones theologiae” di Stefano Langton», Studi medievali, “Doctor Nominatissimus”. Langton e la tradizione delle sue opere,
Münster: Aschendorff, 1994 (Beiträge zur Geschichte der Philosophie und der
Theologie des Mittelalters. Neue Folge, Per la storia del trattato tomistico
“de passionibus animi”. Il “timor”, in E. ManningThomistica, Leuven: Peeters; Historisk-filosofiske
Meddelelser, “Le “scholae” del medioevo come comunità di sapienti», Studi
Medievali, I “Scholastica”. Storia di un concetto, Padova: Il Poligrafo
(Subsidia Mediaevalia Patavina, 2) «“Lectio, disputatio, praedicatio”: la
triade dell'esercizio scolastico secondo Aquino», Bollettino della Società
Filosofica Italiana. Tock (éd.), “In principio erat uerbum”. Mélanges offerts
en hommage à Paul Tombeur par des anciens étudiants à l'occasion de son
émeritat, Turnhout: F.I.d.E.M.Brepols (Textes et Etudes du Moyen-Age, «La
teologia dei maestri secolari di Parigi e la primitiva scuola domenicana», in G.
BertuzziL'origine dell'Ordine dei Predicatori e l'Bologna, Bologna: Edizioni
Studio Domenicano (Philosophia) = Divus Thomas 4Manoscritti medievali nella
Biblioteca dei Redentoristi di Venezia (S. Maria della Consolazione, detta
“Della Fava”). Catalogo dei manoscritti. Catalogo dei sermoniIdentificazione
dei codici dell'antica biblioteca del convento domenicano dei SS. Giovanni e
Paolo di Venezia (Padova: Il Poligrafo, Subsidia Mediaevalia Patavina, Teologia
dei maestri secolari e predicazione mendicante: Pietro Cantore e la
“Miscellanea del codice del tesoro”», Il Santo. Rivista francescana di Storia Dottrina
Arte «Peter the Chanter and the
“Miscellanea del Codice del Tesoro” (Etymology as a Way for Constructing a
Sermon)», in R. Andersson, Constructing the Medieval Sermon, Turnhout: Brepols,
(Sermo, Dalla discussione in aula alla “Summa quaestionum theologiae” di
Stefano Langton: Testi sul timore di Dio dal ms. Paris, BnF, lat. 14526 ed
Erlangen, Universitätsbibliothek-Hauptbibliothek, 260», Rivista di Storia della
Filosofia «“Teologia allegorica” e
“teologia scolastica” in alcuni commenti all'“Historia scholastica” di P. Comestore», Archa Verbi. Yearbook for the
Study of Medieval Theology L.-J.
Bataillon †N. BériouG. DahanR. Quinto (éd.), Étienne Langton, prédicateur,
bibliste, théologien. Actes du Colloque International, Paris, Turnhout:
Brepols, (Bibliothèque d'Histoire
Culturelle du Moyen Age) Stephen Langton, Quaestiones Theologiae, Liber I, ed.
by R. QuintoM. Bieniak, Oxford (Auctores Britannici Medii Aevi) Giovanni Catapano, «In memoriam Riccardo
Quinto», Bulletin de Philosophie médiévale Massimiliano d'Alessandro, report of
«Breves dies hominis. Giornata internazionale di studio in memoria Padova); Archa VerbiDonato Gallo, report of
«Breves dies hominis. Giornata internazionale di studio in memoria di Riccardo
Quinto, Padova, 4 novembre », Quaderni per la Storia dell'Padova G. Piaia, Medioevo.
Rivista di storia della filosofia medievale, C. Tarlazzi, report of «Breves
dies hominis. Giornata internazionale di studio in memoria Padova, 4 novembre
», Bulletin de Philosophie médiévale Scolastica (filosofia) Stephen
Langton scientifica e Curriculum Vitae
di Riccardo Quinto, su academia.edu. Giovanni Catapano, Catalogo del Fondo archivistico “Riccardo
Quinto.” Riccardo Quinto. Quinto. Keywords: gli scolari. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Quinto” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737409396/in/dateposted-public/
Grice e Raimondi
– il gatto persiano – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli), filosofo. Figlio del cremonese Alessandro. Viaggiò
molto in Oriente acquisendo un'approfondita conoscenza dell'arabo, dell'armeno,
del siriaco e dell'ebraico. Nominato professore di matematica al Collegio della
Sapienza di Roma, contribuì alla
rinascita del platonismo contro l'aristotelismo, che dominava la vita
intellettuale dell'epoca. Tradusse in latino diversi trattati di
matematica: i Data di Euclide (dal greco), Le coniche di Apollonio di Perga (da
una versione araba). Fu autore di molti commentari, specialmente su alcuni
libri della Synagoge, nota anche come Collectiones mathematicae, di Pappo di
Alessandria e sui trattati di Archimede. Fu membro dell'accademia fondata da
Aldobrandini, nipote di Clemente VIII. -- è celebre soprattutto per essere
stato il primo direttore scientifico della Stamperia orientale medicea, o
Typographia Medicea linguarum externarum, fondata a Roma da Ferdinando de'
Medici. L'attività principale svolta dalla stamperia e, con l'appoggio di Gregorio
XIII, la pubblicazione di saggi nelle diverse lingue orientali per favorire la
diffusione delle missioni cattoliche in Oriente. Forma un gruppo di ricerca
costituito da Vecchietti, inviato
pontificio ad Alessandria d'Egitto e in Persia, dal fratello Gerolamo, da P.
Orsino di Costantinopoli, neo-fita ebreo convertito, e dal frate domenicano
Tommaso da Terracina. In un periodo in cui la Santa Sede intrattene buone
relazioni diplomatiche con la dinastia Safavide, al potere in Persia essi riuscirono a recuperare diversi
manoscritti della Bibbia in lingue orientali. Sono portati a Roma più di una
ventina di testi biblici ebraici e giudeo-persiani, tra cui i libri del
Pentateuco, tra i pochi sopravvissuti ai giorni nostri. La tipografia fu
trasferita a Firenze, in conseguenza dell'elezione di Ferdinando a Granduca di
Toscana. E avviata la stampa delle opere. Sono pubblicate dapprima una
Grammatica ebraica e una Grammatica caldea. Seguirono: due edizioni bilingui
(arabo-latino) dei Vangeli, di cui furono tirate tremila copie; un compendio
del Libro di Ruggero di al-Idrisi; Il
canone della medicina di Avicenna. Ill Granduca gli vende la Stamperia, chi a sua volta la cedette al figlio di
Ferdinando, Cosimo II, salito al trono. La Stamperia chiuse poiché la
realizzazione di volumi nelle lingue orientali non si e rivelata economicamente
conveniente. Uno degli ultimi saggi pubblicati fu una grammatica
araba intitolata “Liber Tasriphi” specificamente dedicata alle coniugazioni dei
verbi. Il suo grande progetto, he egli peraltro non riuscì a realizzare,
fu quello di pubblicare una Bibbia poliglotta comprendente le sei lingue principali
del cristianesimo orientale: siriaco, armeno, copto, ge'ez, arabo e persiano. I
manoscritti appartenuti alla stamperia orientale medicea sono disseminati in
diverse istituzioni: la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, la
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la Biblioteca apostolica vaticana, la
Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, la Biblioteca nazionale
Marciana di Venezia e la Biblioteca nazionale di Francia a Parigi.
Note Giovanni Battista Vecchietti, su iliesi.cnr. L'editoria del Principe, ovvero la stampa
ufficiale delle istituzioni laiche e religiose, su docplayer. 4 dicembre . Per la dedicazione al re Ruggero II di
Sicilia. Tipografia Medicea Orientale,
su thesaurus.cerl.org. Persian
manuscripts, su iranicaonline. A. Piemontese,
La «Grammatica persiana» in Rivista degli studi orientali, K. El Bibas, La Stamperia medicea orientale,
in , Un Maestro insolito, Scritti per Franco Cardini, Firenze, Vallecchi, Mario Casari, Giambattista Raimondi, in
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. ʻAbd-al-Wahhāb Ibn-Ibrāhīm az- Zanǧānī, Liber
Tasriphi compositio est Senis Alemami: Traditur in eo compendiosa notitia
coniugationum verbi Arabici, Romae, Medicae, Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze, manoscritti persiani di Giovan Battista Raimondi. Giovan Battista
Raimondi. Raimondi. Keywords: il gatto persiano. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Raimondi” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Raio – ermeneutica dell’io e del tu – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Napoli).
Filosofo. filosofo. professore di
filosofia teoretica presso l'Università degli Studi di Napoli
"L'Orientale". Si è occupato in particolare dell'ermeneutica e della
filosofia diCassirer di cui ha tradotto diverse opere in italiano. Fa parte del
comitato di redazione della rivista «Studi Filosofici» e ha fondato la rivista
internazionale «Cassirer Studies», entrambe pubblicate dalla casa editrice
Bibliopolis. Inoltre è codirettore della collana di studi «Bachelardiana» edita
da Il melangolo. Ha scritto le
introduzioni «Antinomia e allegoria» e «Il carattere di chiave», contenute in Tutti
i romanzi e i racconti» di Kafka edito da Newton Compton, per il quale ha anche
tradotto la maggior parte dei racconti. Altre opere: “Ermeneutica e teoria del
simbolo” (Napoli, Liguori); “Lezioni su Kant di F. Tocco: Studio ed edizione” (Napoli,
Liguori Editore); “Introduzione a Cassirer” (Roma-Bari, Laterza); “Simbolismo
tedesco. Kant Cassirer Szondi, Napoli, Bibliopolis, Ernst Cassirer, Conoscenza,
concetto, cultura” (Firenze, La Nuova Italia); Cassirer, Rousseau, Kant,
Goethe” (Roma, Donzelli) “Ernst Cassirer, Metafisica delle forme simboliche” (Milano,
Sansoni); L'io, il tu e l'Es. Saggio sulla "Metafisica delle forme
simboliche" di Cassirer” (Macerata, Quodlibet); Rivista "Studi
filosofici". Cassirer
Studies-Editor: Giulio Raio. Pagina
docente presso l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", su
docenti.unior. Giulio Raio. Raio. Keywords: ermeneutica dell’io e del tu -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Raio” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735603647/in/datetaken/
Grice e Raulica – l’implicatura del
barone di Raulica -- l’origine dell’idee – il fondamento della certezza –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Palermo). ssential Italian philosopher. Grice: “Italian
philosophers can be fun: there’s ventura, and there’s Bonaventura, who was
actually fidanza, i.e. fidence, as in confidence.” Ventura dei baroni di
Raulica (Palermo), filosofo. Noto per il
suo sostegno alla causa della Rivoluzione siciliana. Figlio di Paolo Ventura,
barone di Raulica, avvocato e consigliere della Suprema Corte di Giustizia del
Regno di Sicilia e di Caterina Platinelli, Gioacchino Ventura fu avviato agli
studi presso il Collegio Massimo dei Gesuiti di Palermo, sua città natale. Dopo
l'iniziale adesione alla Compagnia di Gesù nel 1808, quando l'organizzazione
gesuita fu soppressa in Sicilia nel 1817, aderì ai teatini. Ordinato sacerdote, si
distinse come apologeta, scrittore e predicatore, soprattutto grazie alla sua
"Orazione funebre di Pio VII. La sua carriera da filosofo iniziò come
esponente della corrente controrivoluzionaria resa nota da autori come Félicité
de Lamennais, Joseph de Maistre e Louis de Bonald. Monumento memoriale a Gioacchino Ventura,
Basilica di Sant'Andrea della Valle, Roma. Da Leone XII fu nominato docente di
diritto canonico all'Università "La Sapienza", e fu eletto Superiore
Generale dei Teatini. Dopo questo incarico, Ventura intraprese l'attività di
predicatore a Roma. La sua eloquenza, sebbene a volte esagerata e prolissa, era
veemente e diretta ed ottenne grande fama. A Parigi, nonostante una conoscenza
non perfetta della lingua francese, Ventura riuscì quasi a rivaleggiare con il
celebre predicatore domenicano Jean-Baptiste Henri Lacordaire. Con l'elezione di Papa Pio IX al soglio
pontificio, acquisì un ruolo politicamente prominente. Sostenne la legittimità
storica e giuridica della rivoluzione siciliana, auspicando la rifondazione del
Regno di Sicilia indipendente all'interno di una confederazione italiana di
Stati sovrani, e viene nominato ministro plenipotenziario e rappresentante del
governo siciliano a Roma. Nel frattempo
la sua posizione a Roma divenne delicata per via della proclamazione della
Repubblica Romana e dell'esilio di Pio
IX. Ventura rifiutò l'offerta di un seggio all'Assemblea Costituente, maoltre
ad invocare la separazione tra potere temporale e spiritualericonobbe la
Repubblica Romana a nome del governo rivoluzionario di Palermo. Dopo la resa
della Repubblica, si trasferì in Francia, dove morì a Versailles. Opere: La
scuola de' miracoli: ovvero, Omilie sopra le principali opere della potenza e
della grazia di Gesù Cristo, figliuolo di Dio e Salvatore del mondo Il tesoro
nascosto: ovvero, Omilie sopra la passione del Nostro Signor Gesù Cristo La
Madre di Dio, madre degli uomini: ovvero, Spiegazione del mistero della SS.
Vergine a piè della croce Le bellezze della fede ne' misteri dell' Epifania:
ovvero, La felicità di credere in Gesù Cristo e di appartenere alla vera chiesa
I disegni della divina misericordia sopra le Americhe: panegirico in onore del
beato Martino de Porres, terziario professo dell'ordine de' predicatori Il potere politico cristiano:
discorsi pronunciati lnella cappella imperiale delle Tuileries Saggio sul
potere pubblico, o Esposizione delle leggi naturali dell'ordine sociale Dello
spirito della rivoluzione e dei mezzi di farla terminare La ragione filosofica
e la ragione cattolica: ragionamenti predicati a Parigi nell'anno. La
tradizione e i semi-pelagiani della filosofia: ossia, Il semi-razionalismo
svelato Saggio sull'origine delle idee e sul fondamento della certezza Della
vera e della falsa filosofia Nuove omelie sulle donne del Vangelo Corso di
filosofia cristiana: ossia, Restaurazione cristiana della filosofia Sopra una
Camera di Pari nello stato pontificio: opinione La Questione Sicula sciolta nel
vero interesse della Sicilia, Napoli e dell'Italia Memoria pel riconoscimento
della Sicilia come stato sovrano ed indipendente Menzogne diplomatiche, ovvero
esame dei pretesi diritti che s'invocano del gabinetto di Napoli nella
Questione Sicula Discorso funebre pei morti di Vienna la religione e la libertà
Raccolta di elogi funebri e lettere necrologiche Gioacchino Ventura e il pensiero politico
d'ispirazione cristiana dell'Ottocento. Atti del seminario internazionale,
Erice, E. Guccione, Firenze. Andreu F.Gioacchino Ventura: Saggio Biografico,
"Regnum Dei", Bergamaschi G., Padre Gioacchino Ventura: fra
tradizionalismo e neotomismo, Milano, Cremona Casoli G., Un illustre siciliano:
il padre Gioacchino Ventura da Raulica, in "Rassegna Storica del
Risorgimento", Cultrera P., Della vita e delle opere del Rev. P.Gioacchino
Ventura: ex generale dell'ordine dei Teatini, Palermo); Giurintano C., Aspetti
del pensiero politico nel "De jure publico ecclesiastico" in : Studi in memoria di Gaetano Falzone, a cura
del Comitato di Palermo dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano,
Palermo, Guccione E., Cattolici e democrazia. VMurri, Sturzo e le critiche di
Gobetti, Palermo-Sao-Paulo, Ila-Palma, Guccione E., Gioacchino Ventura alle
radici della democrazia cristiana, Palermo, Guccione E., The Concept of
"Revolution" FGuccione E., Un omaggio clandestino a Lamennais,
in "Nuova Antologia", Pastori
P., “La rivoluzione napoletana in "Rassegna Siciliana di Storia e
Cultura", Sergio Romano, La vita e il pensiero politico di padre
Gioacchino Ventura, in Revue belge de philologie et d'histoire,
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gioacchino Ventura, su BeWeb, Conferenza
Episcopale Italiana. Opere di Gioacchino
Ventura, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Gioacchino Ventura, .
Gioacchino Ventura, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. Biografia sul sito della Regione Siciliana.
Martinucci P., Padre Gioacchino Ventura di Raulica, Istituto Storico dell’Insorgenza e per
l’Identità Nazionale. Paolo Martinucci, Gioacchino Ventura di Raulica in
Cristianità. Gioacchino Ventura DA Raulica. Gioacchino Ventura di Raulica.
Raulica. Keywords: l’origine dell’idee – il fondamento della certezza. Refs.:
The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Raulica” – The
Swimming-Pool Library, Villa Spearnza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735573662/in/datetaken/
Grice e Reale –
erote demone mediatore – il gioco delle maschere nel convito – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Candia Lomellina). Filosofo. “Io ho infatti la ferma convinzione che, come
Reinach afferma, Platone sia il "più grande filosofo in assoluto"
comparso sulla terra, e che il compito di chi lo vuole comprendere e fare
comprendere agli altri, pur avvicinandosi sempre di più alla Verità, non può
mai avere fine” (Platone: alla ricerca della sapienza segreta). Frequentò il
liceo di Casale Monferrato per poi formarsi a Milano, laureandosi con Olgiati.
Successivamente, perfezionerà i suoi studi a Marburgo e a Monaco di iera.
Dopo un periodo di insegnamento nei licei e conseguita la libera docenza in
Storia della filosofia antica, vinse una cattedra presso l'Università degli
Studi di Parma, ove terrà i corsi di Filosofia morale e di Storia della
filosofia. Quindi, passa Milano, nella quale sarà a lungo Professore di Storia
della filosofia antica, istituendovi e dirigendo il “Centro di ricerche di
Metafisica”, luogo di formazione della maggior parte dei suoi allievi). Insegna
a Milano, presso la quale intendeva fondare un nuovo centro internazionale di
studi e ricerche su Platone, e sulle radici platoniche del pensiero e della
civiltà occidentale. Muore nella sua casa di Luino. La sua tesi di
fondo è la seguente: la filosofia greca ha creato quelle categorie e quel
peculiare modo di pensare che hanno consentito la nascita e lo sviluppo della
scienza e della tecnica dell'Occidente. I suoi interessi scientifici
spaziano lungo tutto l'arco del pensiero antico pagano e cristiano, e i suoi
contributi di maggior rilievo hanno toccato via via Aristotele, Platone,
Plotino, Socrate e Agostino. Egli ha studiato ognuno di questi autori andando,
in un certo senso, 'contro-corrente' e inaugurandone, secondo l'opinione di
Cornelia de Vogel, una lettura nuova. La ri-lettura che da di Aristotele
contesta l'interpretazione di Jaeger, secondo il quale gli scritti aristotelici
seguirebbero positivisticamente un andamento storico-genetico che partirebbe
dalla teologia, passerebbe per la metafisica, per approdare infine alla
scienza; Reale ha sostenuto invece la fondamentale unità del pensiero
metafisico dello Stagirita. Ne La Filosofia antica, mette in evidenza
come il pensiero di Teofrasto si diffuse per l'aspetto scientifico con
un'ampiezza del tutto paragonabile a quella del maestro Aristotele, rivelando
però uno scarso spessore nella speculazione filosofica. Da Stratone in poi, ciò
provocò un ripiegamento della scuola peripatetica verso l'ambito della fisica e
delle scienze empiriche. Per quel che riguarda Platone, importando in
Italia gli studi della scuola platonica di Tubinga, ha messo in crisi
l'interpretazione romantica di Platone stesso, che risale a Friedrich
Schleiermacher, e ha voluto rivalutare il senso e la portata delle cosiddette
«dottrine non scritte», vale a dire gli insegnamenti che Platone ha tenuto solo
oralmente all'interno dell'Accademia e che conosciamo dalle testimonianze dei
discepoli; in questo senso, Platone risulterebbe essere il testimone e
l'interprete più geniale di quel peculiare momento della civiltà greca che
passava dalla cultura dell'oralità a quella della scrittura. Negli studi
su Plotino, contesta la tesi di fondo di Eduard Zeller che vedeva nel grande
neoplatonico il principale teorico del panteismo e dell'immanentismo; al
contrario, ha riletto Plotino come il campione della trascendenza metafisica
dell'Uno. L'interpretazione che ha dato di Socrate, analogamente, si
propone di risolvere le aporie della cosiddetta questione socratica, entrata in
un vicolo cieco dopo gli studi di Olof Gigon, secondo cui di Socrate non
possiamo sapere nulla con certezza; Reale ha inaugurato, invece, un nuovo modo
di interpretare Socrate, non solo cercando di risolvere dall'interno le
testimonianze contraddittorie degli allievi, ma soprattutto guardando al
contesto della filosofia greca prima di Socrate e dopo Socrate: in questo modo,
balzerebbe agli occhi la scoperta socratica del concetto di psyché come essenza
e nucleo pensante dell'uomo. «Socrate diceva che il compito dell'uomo è
la cura dell'anima: la psicoterapia, potremmo dire. Che poi oggi l'anima venga
interpretata in un altro senso, questo è relativamente importante. Socrate per
esempio non si pronunciava sull'immortalità dell'anima, perché non aveva ancora
gli elementi per farlo, elementi che solo con Platone emergeranno. Ma,
nonostante più di duemila anni, ancora oggi si pensa che l'essenza dell'uomo
sia la psyché. Molti, sbagliando, ritengono che il concetto di anima sia una
creazione cristiana: è sbagliatissimo. Per certi aspetti il concetto di anima e
di immortalità dell'anima è contrario alla dottrina cristiana, che parla invece
di risurrezione dei corpi. Che poi i primi pensatori della Patristica abbiano
utilizzato categorie filosofiche greche, e che quindi l'apparato concettuale
del cristianesimo sia in parte ellenizzante, non deve far dimenticare che il
concetto di psyché è una grandiosa creazione dei greci. L'Occidente viene da
qui.» (G. Reale, Storia della filosofia antica, Milano, Vita e pensiero,
1975) Infine, per quanto riguarda Agostino, gli studi di Reale tenderebbero a
ricollocare questo autore nel contesto neoplatonico della tarda antichità e
quindi nel momento dell'impatto del Cristianesimo con la filosofia greca,
cercando di scrostarlo di tutte le successive interpretazioni dell'agostinismo
medioevale. Reale ritiene, poi, che la cifra spirituale che caratterizza
il pensiero occidentale sia costituita dalla filosofia creata dai Greci. È
stato infatti il logos greco a caratterizzare le due componenti essenziali
del pensiero occidentale e precisamente a fornire gli strumenti concettuali per
elaborare la Rivelazione cristiana, dando luogo, così, a quella peculiare
mentalità da cui sono scaturite la scienza e la tecnica. Ma se la cultura
occidentale non si capisce senza la filosofia dei Greci, questa a sua volta non
si capisce senza la metafisica come studio dell'"Unità dell'Essere".
Il lavoro che Reale svolge, studiando i grandi pensatori del passato, vuole
anche servire a un confronto fra la metafisica antica e quella moderna. La
preferenza che accorda a Platone dipende dal fatto che il filosofo ateniese è,
con la "seconda navigazione" di cui parla nel Fedone, il vero
creatore di questa problematica. Reale, studioso di fama internazionale,
si fa così portavoce di un «meditato ritorno alle radici della nostra cultura»
attraverso la riproposta dei classici, in particolare Platone. Di quest'ultimo,
Realein sintonia con la Scuola di Tubingarinnova l'interpretazione, mettendo in
luce la primaria importanza delle cosiddette «dottrine non scritte» (agrafa
dogmata) di cui riferiscono gli allievi di Platone stesso (Aristotele in
primis). Nel suo scritto Per una nuova interpretazione di Platone fa
affiorare l'immagine di un Platone diverso, un Platone orale ein certo
sensodogmatico: del resto, non è forse Platone stesso (ad esempio, nella Lettera
VII) a garantirci che la sua filosofia dev'essere ricercata altrove rispetto
agli scritti? Lo stesso corpus degli scritti platonici, giuntoci nella sua
interezza (circostanza, questa, unica nella storiografia del pensiero greco),
non presenta, invero, quell'unitarietà sistematica che ci si dovrebbe
attendere, il che, ancora una volta, depone a favore della tesi secondo cui il
vero Platone andrebbe cercato altrove, e precisamente nelle «dottrine non
scritte». Studioso anche della Metafisica di Aristotele, Reale
smaschererebbe la tesi fatta valere da Jaeger, secondo cui l'opera non
presenterebbe un'unitarietà ma sarebbe piuttosto una sorta di “zibaldone
filosofico” (e, in particolare, il libro XII risalirebbein forza del suo
spiccato interesse teologicoalla giovinezza dello Stagirita): lungi dal
risolversi in un coacervo di scritti risalenti a differenti epoche e contesti,
la Metafisica di Aristotelerileva Realeè un'opera profondamente unitaria, al
cui centro c'è la definizione di metafisica come scienza delle cause e dei
principi primi, scienza dell'essere in quanto tale, scienza della sostanza,
scienza teologica e scienza della verità. Ne La saggezza antica sostiene che
«tutti i mali di cui soffre l'uomo d'oggi hanno proprio nel nichilismo la loro radice»
e che «un'energicquesti mali implicherebbe il loro sradicamento, ossia la
vittoria sul nichilismo, mediante il recupero di ideali e valori supremi, e il
superamento dell'ateismo». Ma quello che egli propone «non è affatto un ritorno
acritico a certe idee del passato, ma l'assimilazione e la fruizione di alcuni
messaggi della saggezza antica, che, se ben recepiti e meditati, possono, se
non guarire, almeno lenire i mali dell'uomo d'oggi, corrodendo le radici da cui
derivano». In una siffatta prospettiva, può acquistare un valore
eminentemente filosofico anche il pensiero di Seneca, a suo parere
ingiustamente trascurato da una lunga tradizione che non gli avrebbe
riconosciuto alcuna cittadinanza filosofica: in La filosofia di Seneca come
terapia dei mali dell'anima, Reale riprende, ancora una volta, l'idea che la
filosofia degli antichiin questo caso, quella di Senecapossa costituire un
'farmaco' per l'animo dilaniato dell'uomo moderno. Tra gli allievi di
Reale vi sono: Roberto Radice, docente dell'Università Cattolica del Sacro
Cuore, che si è dedicato al pensiero di Filone di Alessandria e dell'età
ellenistica (in particolare dello Stoicismo) e che ha tradotto opere di Platone
(Repubblica, Leggi, Lettere) di cui ha pubblicato in versione informatica il
lessico; Maurizio Migliori, dell'Macerata, interprete del pensiero platonico;
Giuseppe Girgenti, traduttore di Porfirio e del Neoplatonismo, e Vincenzo
Cicero, a cui si devono inedite traduzioni italiane di Schelling, Hegel,
Trendelenburg, Natorp, Hildebrand e Heidegger. Altre opere: Oltre al campo
specifico della filosofia antica e tardo-antica, si occupa a vario titolo anche
della storia della filosofia generale: per esempio, nella stesura del noto
Manuale di filosofia per i licei edito da Editrice La Scuola oltre alla
direzione delle collane filosofiche «Classici della filosofia», «Testi a
fronte» della Bompiani e «I Filosofi» per Laterza. Oltre a questo, i suoi
principali scritti sono i seguenti: Il concetto di filosofia prima e
l'unità della Metafisica di Aristotele, Vita e Pensiero, Milano, Bompiani,
Milano, Introduzione a Aristotele, Laterza,
Bari, Storia della filosofia antica,
Vita e Pensiero, Milano, Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi,
La Scuola, Brescia, Per una nuova interpretazione di Platone” (CUSL, Milano, edizione
definitiva, Vita e Pensiero, Milano); “Introduzione a Proclo, Laterza, Bari); “Filosofia
antica, Jaca Book, Milano); “Saggezza antica, Raffaello Cortina Editore,
Milano); “Eros demone mediatore. Il gioco delle maschere nel
"Simposio" di Platone” (Rizzoli, Milano, Platone. Alla ricerca della
sapienza segreta, Rizzoli, Milano, Bompiani, Milano, La nave di Teseo, Milano,
. Guida alla lettura della Metafisica di Aristotele, Laterza, Bari, Raffaello: La "Disputa", Rusconi,
Milano, Corpo, anima e salute. Il concetto di uomo da Omero a Platone, Collana
Scienza e Idee n.49, Raffaello Cortina Editore, Milano, Socrate. Alla scoperta
della sapienza umana, Rizzoli, Milano, La nave di Teseo, Milano, . Il pensiero
antico, Vita e Pensiero, Milano, La
filosofia di Seneca come terapia dei mali dell'anima, Bompiani, Milano, Radici
culturali e spirituali dell'Europa, Raffaello Cortina Editore, Milano, Storia
della filosofia greca e romana, Bompiani, Milano, Collana Il pensiero occidentale,
Bompiani, . Valori dimenticati dell'Occidente, Bompiani, Milano, L'arte di Riccardo Muti e la Musa platonica,
Bompiani, Milano, Come leggere Agostino, Bompiani, Milano, Karol Wojtyla un
pellegrino dell'assoluto, Bompiani, Milano, Autotestimonianze e rimandi dei
Dialoghi di Platone alle "Dottrine non scritte", Bompiani, Milano); “Storia
del pensiero filosofico e scientifico” (La Scuola, Brescia); “Salvare la scuola
nell'era digitale” (Brescia, La Scuola); “Responsabilità della vita. Un confronto
fra un credente e un non credente, Milano, Bompiani); “Mi sono innamorato della
filosofia” (Milano, Bompiani); “Romanino e la «Sistina dei poveri» a Pisogne”
(Milano, Bompiani); “Cento anni di filosofia. Da Nietzsche ai nostri giorni”
(La Scuola, Brescia); Introduzione, traduzione e commentario della Metafisica
di Aristotele, su archive.org, Bompiani, Traduzioni e commenti Reale ha
tradotto in italiano e commentato molte opere di Platone, di Aristotele e di
Plotino (la sua nuova edizione delle Enneadi è stata pubblicata nella collana "I Meridiani" della
Arnoldo Mondadori Editore). Ha pubblicato per Bompiani il poderoso volume
I presocratici, da lui presentato come la «prima traduzione integrale» della
versione tedesca del Die Fragmente der Vorsokratiker di Hermann Diels e Walther
Kranz. Nonostante in Italia ne fosse già uscita nel una traduzione di Gabriele
Giannantoni edita da Laterza, Reale ha sostenuto la presenza di lacune e
manomissioni nella traduzione del Giannantoni, lacune e manomissioni che
sarebbero dovute, a parere di Reale, all'ossequio all'ideologia e all'«egemonia
culturale marxista», secondo cui in quel periodo gli intellettuali di area
comunista avrebbero dominato la scena in campo editoriale. L. Canfora, in
risposta alle accuse di Reale, ne ha sostenuto la natura «pubblicitaria» e
l'«inconsistenza» del ragionamento. Nella polemica sono intervenuti anche altri
due studiosi: il primo è M. Vegetti, il quale ha sostenuto che, se influenza
c'è stata nell'edizione di Giannantoni, essa è stata di matrice idealistica,
hegeliana e crociana e non marxista; il secondo studioso è Roberto Radice, il
quale ha invece sostenuto che qualsiasi omissione è da evitare, specie se non è
segnalata nel testo, e con riguardo alla presunta irrilevanza di taluni tagli
operati da Giannantoni sottolinea come «i capretti a volte segnano la storia
del pensiero più di alcuni filosofi e togliere questi deliziosi animali dai
frammenti, così come far sparire dei cavolfiori, potrebbe trasformarsi in una
censura». Di Seneca, il Reale ha poi curato la traduzione delle opere in
"Seneca. Tutti gli scritti" Onorificenze Cavaliere di gran croce
dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinaria Cavaliere
di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana «Di iniziativa
del Presidente della Repubblica» Premio "Roncisvalle" dell'Navarra
Cittadinanza onoraria di Siracusa Premio Pax Dantis per il Pensiero di Pace
Universale, Centro Lunigianese di Studi Danteschi, . Lauree honoris causa
Accademia Internazionale di Filosofia del Liechtenstein Università Cattolica di
Lublino Stato di Mosca Universitat Ramon Llull de Barcellona. Filosofico.net Addio a Giovanni Reale, grande interprete di
Platone, La Stampa, 15 Cornelia de Vogel, Ripensando Platone e il Platonismo” (Milano,
Vita e Pensiero). Dimostra la profonda unità concettuale di questi scritti di
filosofia prima, mettendo in luce come Jaeger, nella sua tesi, sia condizionato
dalla filosofia positivista e dalla teoria generale dell'evoluzione della
cultura secondo le tre tappe di teologia-metafisica-scienza» (Note di copertina
all'opera Il concetto di filosofia prima e l'unità della "Metafisica"
di Aristotele” (Milano, Bompiani); Storia della filosofia antica. La fondazione
della botanica fu il suo guadagno essenziale. Verso una nuova immagine di
Platone, Milano, Vita e Pensiero, Cfr., in particolare, Il paradigma romantico
nell'interpretazione di Platone, di Hans Krämer, Napoli, La filosofia antica, Milano, Editoriale Jaca
Book. «Ha ragione, bisogna imparare ad
accettare la morte», Corriere della Sera. Network delle Università Italiane, su
uninetwork. Il concetto di filosofia prima e l'unità della metafisica di
Aristotele, Milano, Vita e Pensiero,La filosofia di Seneca come terapia dei
mali dell'anima, Milano, Bompiani, unimc/filosoficamente/primo-piano/giovanni-reale-in-memoriam
philosophicalnews.com/wp-content/uploads//07/5.2.pdf Pur riconoscendo a Giannantoni una statura di
studioso di prim'ordine, Reale ha sostenuto che molti marxisti «non
presentavano talune cose nella loro effettiva realtà» (dall'Archivio storico
del Corriere della Sera). Secondo Reale, pur non potendosi parlare di
complotto, «nel testo di Laterza curato da Giannantoni mancano in un'edizione
chiamata l'unica integrale italianadecine e decine di passi che ho elencato in
4 pagine all'inizio della mia traduzione dei Presocratici; ci sono inoltre
indebite aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta di tal fatta, nata
assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure molte note di queste
ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti di codesti autori. Svuotare,
ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare un vero
confronto: ecco la vecchia tattica che rimane ancora molto viva» (dall'Archivio
storico del Corriere della Sera «Naturalmente, sul piano pubblicitario, si
comprende la auto-esaltazione: la mia traduzione è più completa della tua, come
il mio bucato è più bianco del tuo. Ma anche la pubblicità bisognerebbe saperla
fare. Ci sono lauree brevi da poco istituite in proposito. Particolarmente
inconsistente appare il ragionamento, se pure così può definirsi, sviluppato
dal Reale. Eccolo nella sintesi fornita dal suo intervistatore: Giannantoni era
molto bravo (e questo lo sapevamo anche senza il supporto di Reale), Laterza è
innocente del sopra menzionato «reato ideologico», la colpa è della
«penetrazione» comunista. Sembra quasi di sognare. Ma questa è la caricatura
dell'antica cantilena sui comunisti padroni dell'editoria italiana. Per
confutare questa sciocchezza, anni fa, Norberto Bobbio si limitò a trascrivere
i titoli del catalogo Einaudi. E infatti come negare l'affiliazione bolscevica
di Bobbio? Che pena» (in Archivio storico Corriere della sera). Si fa riferimento all'osservazione di Canfora
secondo la quale le omissioni di Giannantoni riguarderebbero aspetti poco
rilevanti per un marxista come il frammento 23 di Orfeo, «un malridotto
frustulo papiraceo in cui si fa cenno ad un rituale misterico [...]. Queste, e
consimili, sono le omissioni rimproverate dal neo-presocratico Reale».
(Cfr.Ibidem) Osserva infatti Radice:
«Sembrerebbe del tutto irrilevante sapere se Kant, quando scriveva la Critica
della ragion pratica, mangiasse capretto o una particolare minestra, e credo
che alla storia della filosofia questo poco interessi. Ma sapere se un orfico
mangiasse o no capretto, può essere significativo dal punto di vista
filosofico. Se si asteneva, allora era vegetariano e, come tale, non avrebbe
condiviso la ritualistica greca in cui si consumavano le carni offerte alla
divinità e si lasciavano ad essa gli aromi per segnare la distanza tra uomo e
dio. In sostanza egli credeva, evitando il capretto, in una teologia in cui
uomo e divino erano legati». (Cfr.Archivio storico Corriere della sera All'obiezione
di Canfora ha risposto lo stesso Reale affermando: «Non è un capretto né una
vacca quello che manca nel testo di Laterza curato da Giannantoni; mancanoin
un'edizione chiamata l'unica integrale italianadecine e decine di passi che ho
elencato in 4 pagine all'inizio della mia traduzione dei Presocratici; ci sono
inoltre indebite aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta di tal fatta,
nata assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure molte note di queste
ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti di codesti autori. Svuotare,
ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare un vero
confronto: ecco la vecchia tattica che rimane ancora molto viva. Quirinale:
dettaglio decorato. Entrega de los internacionales premios Roncesvalles de Filosofía,
su unav.edu, Laudatio del professore Giovanni Reale a cura del professore
Antoni Bosch-Veciana.,
in//url.edu/sites/default/files/llibrethonoris_giovannireale.pdf. Roberto Radice, Claudio Tiengo , Seconda
navigazione. Omaggio a Giovanni Reale, Vita e Pensiero, Milano, .Giuseppe
Grampa, "Ritornare ai Greci: intervista a Giovanni Reale sulla sua «Storia
della filosofia antica»", Vita e Pensiero. Rivista culturale
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Armando Torno, Il mio Platone bocciato all'università, in Corriere
della Sera, intervista Armando Torno, Addio, il cattolico amico di Platone, in Corriere
della Sera, A. Carioti, Critico il Platone di Reale il marxismo non c'entra, in
Corriere della Sera, intervista di Mario Vegetti, La
dittatura culturale del marxismo, in Corriere della Sera, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Giovanni Reale, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Storia della
filosofia antica. Dalle origini a Socrate. Ospitato su gianfrancobertagni.
Giovanni Reale , Storia della filosofia antica. Platone e Aristotele, Ospitato
su gianfrancobertagni. Giovanni Reale , Storia della filosofia antica. I sistemi
dell'Età ellenistica, gianfrancobertagni. Giovanni Reale. Reale. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Reale” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690133489/in/photolist-2mKFrQ6-2mPsfT9-2mPxhsE-2mPhuNk-2mPsh7f-2mKLGeD-2mPpVqK-2mPE3Bq-2mPpskp-2mKxnN1-2mKAuZM-2mKbpiZ-2mKjsJY-2mPHbXQ-2mJf6ru-2mJjdUS-2mJf6sS-2mJf6qx-2mJjdWF-2mJkrgk-2mJf6td-2mJf6qs-2mJkrer-2mJoFqJ-2mJnD8P-2mJkrhc-2mJjdXH-2mJkrfo-2mJoFtu-2mJoFsC-2mJoFsh-2mJkrgq-2mJoFur-2mJjdWR-2mJf6sm-2mJf6qN-2mJf6qH-2mJjdWq-2mJnD9a-2mJoFuG-2mJoFt9-2mJjdXs-2mJf6rp-2mJoFs7-2mJnD6V-2mJoFqP-2mJf6sM-2mJkrhh-2mJf6qT-2mGT6p1
Grice e Reghini
– implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Firenze). Filosofo. Grice:
“It’s difficult to call Reghini a philosopher; yes, he was interested in
Pythagoras – but to what extent can, in spite of Russell, number GROUND a whole
philosophy?”Si laureò a Pisa, dedicandosi
all'insegnamento della materia in vari istituti superiori in Toscana, a Roma ed
in Emilia-Romagna. Promotóre del Pitagorismo, fu affiliato a vari gruppi
dell'esoterismo italiano. Entrò nella Società Teosofica e ne fondò la sezione
romana. Più tardi, fonderà a Palermo la Biblioteca Teosofica, alla quale di poi
cambierà nome in Biblioteca Filosofica. Venne iniziato al Rito di Memphis di
Palermo (rito massonico di supposta origine egizia) ed entrò a Firenze nella
loggia Lucifero, dipendente dal Grande Oriente d'Italia. Ebbe una breve
adesione al martinismo papusiano, che in Italia era diretto da Sacchi, verso le
carenze della cui maestranza e pubblicistica Reghini apporta una demolizione
magistrale. Fu poi chiamato d’Armentano, che lo avviò allo studio del
pitagorismo. Entrò nel Supremo Consiglio Universale del Rito filosofico
italiano, dal quale però si dimise, non aveva infatti un'alta opinione dello
stato della massoneria in Italia. Insignito del 33° e massimo grado del Rito
Scozzese Antico e Accettato, entrò a far parte come membro effettivo del
Supremo Consiglio d'Italia, di cui fu Gran cancelliere e Segretario
generale. Gli anni della Grande Guerra videro discepoli e maestri della “Schola
Italica Pitagorica” partire volontari per il fronte. Non rimase inerte innanzi
al sorgere delle istanze interventiste. Partecipò attivamente alla manifestazione
romana del maggio, culminata in Campidoglio, tesa ad ottenere la dichiarazione
di guerra. Accolto nell'Accademia Militare di Torino come allievo ufficiale del
Genio partì volontario per il fronte, ottenendo sul campo il grado di capitano
del Genio. Lui ed il suo Maestro Armentano crearono a Roma l'Associazione
Pitagorica, che riprendeva le fila di precedenti esperienze e si richiamava
operativamente al sodalizio pitagorico dell'antichità. Da solo o con
altri, fondò e animò varie riviste, con interventi sagaci e ricchi di dottrina:
scrisse sul papiniano Leonardo, dando vita ad Atanór, Ignis, e UR, con
Colazza, Evola come direttore, Parise,
ed Onofri. Contrasti d'idee e caratteriali prevalser nel rapporto di
collaborazione fra Evola e Reghini, provocando la scelta evoliana di
allontanamento di questi, assieme a Parise, da UR (rivista sórta a esprimere al
pubblico della cultura italiana l'intento dell'occulto Gruppo di Ur; nella
quale il Maestro fiorentino pubblicò con l'eteronimo di Pietro Negri); e se ne
ebbero anche strascichi giudiziari. Infatti Evola tenterà di fare incriminare
Reghini per affiliazione massonica (affiliazione che costituiva reato dopo
l'imposizione di scioglimento dell’associazioni segrete decretata dal regime
fascista); ma il potere giudiziario opta infine per un accordo tra i due onde
evitare uno scandalo. Per via del condizionamento repressivo fascista vòlto
all'emarginazione di tanti esponenti dell'esoterismo italiano (Armentano era
partito per il Brasile), Reghini ormai isolato si ritirava dalle attività pubbliche
e a Budrio si dedica all'insegnamento nell'istituto privato "Quirico
Filopanti”, diretto da Partengo, alla meditazionein chiave pitagoricadelle
scienze matematiche. Ottenne tuttavia pubblici riconoscimenti
dall'Accademia dei Lincei e dall'Accademia d'Italia, per la sua opera sulla
restituzione della geometria pitagorica. Il Crepuscolo dei Filosofi regalato
dal suo autore, Papini all’amico Arturo al suo ingresso nella Loggia fiorentina
‘Lucifero.” Nel frontespizio una dedica ad inchiostro, scolorito dal tempo, «Al
nuovo fratello Reghini il suo G Papini».in: Raffaele K. Salinari, Reghini,
pitagorico, su ilmanifesto Rito
filosofico italiano Del Massa, Pagine esoteriche (La Finestra, Trento). In
questa qualità firmò il decreto del suo scioglimento n(riprodotto in: L. Sessa,
I Sovrani Grandi Commendatori e breve storia del Supremo Consiglio d'Italia del
Rito scozzese antico ed accettato Palazzo Giustiniani dal 1805 ad oggi (Ed.
Bastogi, Foggia), in seguito all'approvazione dello stesso anno alla Camera dei
deputati del progetto di legge sulla disciplina delle associazioni, presentato
da Mussolini, mirante allo scioglimento della massoneria. Iacovella, "Il
Barone e il Pitagorico: Evola e Reghini", in: Vie della Tradizione, Cfr.
la recensione fattane da Guénon: ed. di Comptes Rendus, Parigi. Opere: “Le
parole sacre e di passo dei primi tre gradi ed il massimo mistero massonico,
Atanor, Roma, Per la restituzione della geometria pitagorica, nuova edizione Il
Basilisco, Genova, che comprende anche I numeri sacri nella tradizione
pitagorica; nuovo titolo Numeri sacri e geometria pitagorica. Il fascio
littorio, ovvero il simbolismo duodecimale e il fascio etrusco; nuova edizione
Il Basilisco, Genova, I numeri sacri nella tradizione pitagorica, Ignis, Roma, Dei
Numeri pitagorici, PrologoAssociazione culturale Ignis, Dei Numeri Pitagorici
(Libri sette) Dell'equazione indeterminata di secondo grado con due incogniteArchè/pizeta,
Dei Numeri Pitagorici; Delle soluzioni
primitive dell'equazione di tipo Pell x2-Dy2=B e del loro numeroArchè/pizeta, .
Dei Numeri Pitagorici; “Dei numeri triangolari, dei quadrati e dei numeri
piramidali a base triangolare o quadrata Archè/pizeta, Dizionario Filologico,
("Associazione culturale Ignis"), Cagliostro, ("Associazione
culturale Ignis"), Considerazioni sul Rituale dell'apprendista libero
muratore, Phoenix, Genova); “Paganesimo, Pitagorismo, Massoneria” (Mantinea,
Furnari, Messina); “Per la restituzione della massoneria pitagorica italiana” (Raffaelli
Editore, Rimini); “La tradizione pitagorica massonica” (Melita, Genova); “Trascendenza di spazio e tempo, rivista
"Mondo Occulto", Napoli, ristampa Libreria Ed. ASEQ . Curò
fondamentali traduzioni (con introduzione e note), tra cui: De occulta
philosophia di Cornelio Agrippa (Alberto Fidi, Milano, opera in due volumi);
ristampato dalle Edizioni Mediterranee e da I Dioscuri, Genova, Le Roi du Monde
di René Guénon ( Alberto Fidi editore, Milano. A La Sapienza pagana e
pitagorica del '900 (La Cittadella. I
Libri del Graal. Geminello Alvi, Reghini, il massone pitagorico che amava la
guerra, Corriere della Sera, Riccardo Paradisi, Reghini, il Pitagorico che
sognava l’impero, L’Indipendente, Natale M. Di Luca, "Arturo Reghini. Un
intellettuale neo-pitagorico tra massoneria e fascismo", Atanòr, Roma. Parise, "Nota sulla vita di A.
Reghini", in calce a “Considerazioni sul rituale dell'apprendista libero muratore”
(Phoenix, Genova); R. Sestito, “Il figlio del Sole” (Ancona, Associazione
Culturale "Ignis"); Via romana agli Dei Amedeo Rocco Armentano, Evola Parise, Schiavone, a metà strada tra fascismo e massoneria, su archiviostorico.info.
Centro De GiorgiScuola Normale Superiore di Pisa, Breve biografia su
mathematica.sns. Guido Boni, Omaggio su ritosimbolico. 1 Thomas Dana Lloyd, Un
pitagorico dei nostri tempi, su ritosimbolico. Nicola Bizzi, Arturo Reghini.
Sulla Tradizione occidentale, su youtube.com. Christian Giudice, Occultism and
Traditionalism in Twentieth-Century Italy, su spreaker.com. Christian
Giudice, For a Spiritual Understanding
of Life’: Arturo Reghini’s Theosophical Years su academia.edu. Grandi massoni.
Arturo Reghini, illustre matematico e antifascista, traduttore e amico di
Guenon, su grandeoriente. Raffaele K.
Salinari, Arturo Reghini, pitagorico, su ilmanifesto. Arturo Reghini. Reghini.
Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Reghini” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51675866520/in/photolist-2mMRo9E-2mJphgK-2mJgHMU-2mJkQY8-2mJqjKS-2mJphgV-2mJgHMP-2mJn4Bp-2mJn4Bj
Grice e Regina – uomini complementari – potenza e
valore – filosofia italiana – Luigi Speranza (Sabbioneta). Filosofo. Grice: “When Urmson said that for Prichard,
duty cashed out in interest, he was right! But we must wait for Regina to
emphasise Kierkegaard’s punning on interest – which literally means, ‘being in
between’! The interesting (sic) thing is that Kierkegaard exploits the old
Roman aequi-vocation between the alethic (being in between) and the practical
(Prichard, ‘duty as interest’). -Vincitore di una borsa di studio per il
Collegio Augustinianum, si laurea a Milano con una tesi su Lavelle con
Severino. Si è perfezionato in Filosofia neoscolastica con una tesi su Heidegger. Dopo aver insegnato nei licei è passato a
Macerata. Ha insegnato a Verona. Professore
a Cagliari, è tornato a Verona, e Direttore del Dipartimento di Filosofia. Nell'ambito della sua ricerca, ha ottenuto dall'Unione europea il
finanziamento per il primo progetto «Tempus», relativo all'organizzazione
presso l'Sarajevo e Mostar di un master sulla tolleranza religiosa.. In collaborazione con Copenaghen ha
organizzato due convegni: «Kierkegaard: ripresa, pentimento, perdono», svoltosi
a Verona, e «Mennesket som forhold.
Søren Kierkegaards filosofiske og teologiske antropolog -- iL'essere umano come
rapporto. L'antropologia filosofica e teologica di Kierkegaard». Partecipa ai «Forum» che la Conferenza
Episcopale Italiana organizza nell'ambito del Progetto culturale della Chiesa.
-- è stato nominato docente onorario a Verona.
Ha costruito il suo pensiero basandosi in modo particolare su
Kierkegaard, Nietzsche e Heidegger (“the greatest living philosopher” – Grice).
In Heidegger ha evidenziato l'importanza del ruolo sapienziale assegnato alla
finitezza dell'uomo. In Kierkegaard vede
invece il pensatore da cui partire per costruire una nuova ontologia e una
nuova antropologia basate su una nuova concezione dell'essere: l'esse come
inter-esse. L'essere come inter-esse (nella doppia valenza ontologica ed etica)
pone il pensante in rapporto con un'ulteriorità che, nel trascenderlo, ne
accentua e personalizza il differire. La metafisica, se fondata
sull’inter-esse, cessa di essere ontoteologia, ossia nient'altro che proiezione
idolatrica della logica umana. Ha
pubblicato la monografia su Strauß. R. Mahmutćehavjić , Unity and Plurality in
Europe, «Forum Bosnæ. Culture, Science, Society, Politics», Quarterly
review, Sarajevo Heidegger. Dal
nichilismo alla dignità dell'uomo, Vita e Pensiero, Milano Heidegger. Esistenza
e sacro, Morcelliana, Brescia); “L'arte dell'esistere” (Morcelliana, Brescia, L.
Romera, “Acta Philosophica”, VI; recensione a U. Noi eredi dei cristiani e dei
Greci, Il Poligrafo, Padova); Il termine è stato acquisito dal pensiero
contemporaneo tramite Heidegger. La vita
di Gesù e la filosofia moderna. Uno studio su D. F. Strauss, Morcelliana,
Brescia, Pubblicazioni: Heidegger. Dal nichilismo alla dignità dell'uomo, Vita
e Pensiero, Milano Heidegger. Esistenza e sacro, Morcelliana, Brescia La vita
di Gesù e la filosofia moderna. Uno studio su David Friedrich Strauß,
Morcelliana, Brescia L'uomo
complementare. Potenza e valore nella filosofia di Nietzsche, Morcelliana,
Brescia); “Servire l'essere” (Morcelliana, Brescia); “La differenza viva: per
una nuova concettualità” (CUSL “Il Sentiero”, Verona); “Noi eredi dei Cristiani
e dei Greci” (Il Poligrafo, Padova); “La soglia della fede: la domanda su Dio”
(Studium, Roma); “L'arte dell'esistere” (Morcelliana, Brescia); umbertoregina. Umberto
Regina. Regina. Keywords: uomini complementari – potenza e valore --. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Regina” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735483692/in/datetaken/
Grice e Renier – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Treviso). Filosofo.
Essential Italian philosopher. Da antica famiglia patrizia veneziana figlio di
Luigi e Fanny Venturi. Studia in Camerino, Urbino, ed Ancona, sempre seguendo gli
spostamenti del padre, magistrato. E poi allievo a Bologna di Carducci, per
passare a Torino, dove si laurea. Si perfeziona quindi a Firenze sotto la guida
di Bartoli, conseguendo il diploma. Professore
a 'Torino. Fondò con Graf e Novati “il Giornale storico di litteratura,” che
pochi anni dopo passò sostanzialmente a dirigere da solo, «profondendovi, negli
studi particolari, nelle rassegne, negli annunci analitici e in un ricchissimo
notiziario, un vero inesauribile tesoro di cultura, di notizie, di rilievi. Curò
importanti edizioni critiche e monografie; i suoi saggi critici spaziano
attraverso tutta la letteratura. Atre opere: “Il tipo estetico della donna nel
Medio Evo, Ancona, Morelli, Isabella d'Este Gonzaga, Roma, Vercellini, Mantova
e Urbino) Torino / Roma, L. Roux e C., La cultura e le relazioni letterarie
d'Isabella d'Este Gonzaga (con A. Luzio), Torino, Loescher, 1903. Svaghi
critici, Bari, Laterza, Note Alessandro
Luzio, Rodolfo Renier, La coltura e le relazioni letterarie di Isabella d'Este
Gonzaga, Sylvestre Bonnard); Luigi De Vendittis, “Rodolfo Renier”, in
Letteratura italiana. I critici, II,
Milano, Marzorati, 1987853. Umberto
RendaPiero Operti, Dizionario storico della letteratura italiana, Torino, G.B.
Paravia, Luigi De Vendittis, cit. Gabriella
Macciocca, “Renier, Rodolfo”, in Letteratura italiana. Gli Autori, II, Torino, Einaudi, Umberto RendaPiero
Operti, cit. Gabriella Macciocca,
cit. Luigi De Vendittis, “Rodolfo
Renier”, in Letteratura italiana. I critici,
II, Milano, Marzorati, Umberto RendaPiero Operti, Dizionario storico
della letteratura italiana, Torino, G.B. Paravia, Gabriella Macciocca, “Renier,
Rodolfo”, in Letteratura italiana. Gli Autori,
II, Torino, Einaudi). Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Opere dsu
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Rodolfo Renier. Renier. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Renier” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736526318
Grice e Rensi – implicatura – filosofia italiana. Luigi
Speranza (Villafranca di Verona).
Filosofo. Grice: “Only in Italy a philosopher gets his obituary when he is
alive!” -- Tenne la cattedra di filosofia a Genova. Frequenta
il liceo a Verona, manifestando interesse per la filosofia. Si iscrisse a Padova,
poi passò a Roma, dove si laureò, esercitando poi con successo la professione a Verona. Iscrittosi al Partito
Socialista Italiano, si recò a Milano per assumere, appena ventiquattrenne, la
direzione del giornale La lotta di classe, collaborando assiduamente anche alla
turatiana Critica Sociale e alla Rivista popolare diretta da Napoleone
Colajanni. A seguito delle misure repressive adottate dal governo del generale
Luigi Pelloux e per sfuggire alla condanna del Tribunale Militare per aver
preso parte ai moti operai milanesi, stroncati dall'esercito con la strage del
generale sabaudo Fiorenzo a Beccaris, il giovane pubblicista fu costretto a
cercare rifugio in Svizzera. Il soggiorno nel Canton Ticino dura ben dieci
anni. Ivi conobbe e sposò Lauretta Perucchi, da cui ebbe due figlie, Adalgisa,
che entrerà tra le Figlie di San Francesco di Sales con il nome di Suor Maria
Grazia, ed Emilia, autrice di numerosi saggi. Naturalizzato svizzero, divenne
il primo deputato socialista del Gran Consiglio del Canton Ticino. Frutto
dell'esperienza ticinese fu la pubblicazione de Gli «Anciens Régimes» e la
«democrazia diretta» (1902), in cuidifendeva il principio della democrazia
diretta del sistema istituzionale svizzero. Rensi collaborò con numerosi
articoli ai fogli radicali Il Dovere di Bellinzona, la Gazzetta Ticinese e
L'Azione di Lugano, nonché alla rivista socialista e pacifista Coenobium,
fondata a Lugano da Enrico Bignami, di cui divenne redattore capo.
Rientro in Italia Rientrò in Italia per stabilirsi a Verona e riaprire lo
studio di avvocato, dedicandosi nel contempo agli studi filosofici dai quali si
sentiva sempre più attratto. A seguito della campagna libica, vi fu la rottura
col partito socialista, poiché egli si era schierato con l'interventismo di
Leonida Bissolati. Nell'anno successivo pubblicava Il fondamento filosofico del
diritto; Altri due volumi: Formalismo e amoralismo giuridico e La trascendenza:
studio sul problema morale, ove sviluppava un neo-idealismo trascendente,
influenzato dal pensiero di Josiah Royce. Con questi saggi etico-giuridici poté
conseguire la libera docenza di filosofia morale all'Bologna, iniziando la
carriera universitaria. Fu incaricato di filosofia del diritto presso la libera
Ferrara, vincendo poi il concorso per la cattedra di filosofia morale
all'Istituto Superiore di Magistero di Firenze, passò quindi all'Ateneo di
Messina dove ebbe colleghi Concetto Marchesi, Eugenio Donadoni ed Emanuele
Sella. Nel 1918 si stabilì definitivamente a Genova, ricoprendo la cattedra di
filosofia morale dell'ateneo. La prima guerra mondiale L'esperienza della
prima guerra mondiale mandò in crisi le sue convinzioni idealistiche,
conducendolo verso lo scetticismo, la cui prima formulazione sono i Lineamenti
di filosofia scettica. In quell'opera Rensi sosteneva che la guerra aveva
distrutto la fede ottimistica nell'universalità della ragione, sostituendola
con lo spettacolo tragico della sua pluriversalità, vale a dire
dell'irriducibile conflittualità dei diversi punti di vista. Espose nella
Filosofia dell'autorità la traduzione politica di questa concezione: poiché
tutti i punti di vista politici sono sullo stesso piano, quello che andrà al
potere lo farà con un atto di forza, tacitando tutti gli altri punti di
vista. In quest'opera si è scorta una prima giustificazione
dell'autoritarismo fascista. L'opposizione al fascismo Il filosofo,
tuttavia, dopo una prima simpatia per il fascismo, ne divenne un fiero
avversario quando Mussolini con metodi antidemocratici cominciò a perseguire il
disegno dittatoriale. Sottoscrisse il Manifesto degli intellettuali
antifascisti di Croce, pagando questa scelta con la sospensione, dalla cattedra di filosofia a'Genova. Tre anni
dopo venne arrestato insieme alla moglie e rinchiuso in carcere. Solo un abile
stratagemma escogitato dall'amico e collega Sella, che aveva pubblicato sul
Corriere della Sera il necrologio del filosofo, diffondendo così la falsa
notizia della sua morte, indusse il duce a rimettere prontamente in libertà i
coniugi Rensi. Il dittatore temeva l'ondata di sdegno sollevatasi nel paese e
all'estero per i metodi oppressivi del regime. Per la sua coerenza agli ideali
di libertà, Rensi subì il definitivo allontanamento dalla cattedra e, fino alla
sua scomparsa, fu comandato, da vigilato speciale, presso il centro
bibliografico dell'ateneo genovese, per la compilazione della biografia ligure.
Nonostante il doloroso distacco dalla scuola dove aveva insegnato per
diciassette anni, continuò la sua attività filosofica e letteraria, pubblicando
in quegli anni alcune fra le sue opere più significative, e collaborando al
quotidiano socialista genovese Il Lavoro, l'unico foglio che accoglieva testi
di personalità che non avevano fatto atto di sottomissione al fascismo. Fu
ricoverato al Ospedale Galliera mentre infuriava il bombardamento della flotta
inglese sulla città, per essere operato d'urgenza. Tuttavia l'azione militare
danneggiò alcune sale dell'edificio e i medici dovettero rinviare l'intervento,
una fatalità che non lasciò scampo a Rensi. Ai funerali pochi amici ed ex
allievi poterono seguire per breve tratto il carro funebre. La polizia, che
aveva vietato quest'ultimo devoto omaggio, disperse il funerale, schedando
alcuni discepoli. Rensi, anche morto, tura il potere. Sulla tomba nel Cimitero
monumentale di Staglieno un'epigrafe riassume uno stile di vita ed esprime il
suo dissenso, la sua resistenza e indipendenza intellettuale: «Etsi omnes, non
ego» (Anche se tutti, non io). Filosofia Il suo pensiero si è sviluppato,
dopo l'approdo allo scetticismo, in un primo tempo in direzione del realismo e
del materialismo critico. Un realismo materialistico quindi, che egli
considerava derivato (con una certa libertà interpretativa) dallo stesso
pensiero kantiano. Egli arrivò ad ipotizzare che Kant avesse potuto pensare
alla "cosa in sé" come a una più nascosta essenza materiale delle
cose stesse. In generale si può dire che la filosofia di Rensi non sia
esente da paradossi concettuali e da mutamenti continui che lo hanno portato a
cadere in alcune contraddizioni e incoerenze. Ma va anche considerato che al di
sopra di esse a dominare è comunque un forte pessimismo, che non è solo
esistenziale, ma anche gnoseologico: sia il mondo, sia la mente umana sono
irrazionali. «Ma supponiamo che un tale fatto esteriore ai nostri
orologi, destinato al controllo di questi, non esistesse, e che i nostri
orologi continuassero a discordare. Come potremmo allora, in mancanza di quel
fatto esteriore obbiettivo e nel discordare dei singoli nostri orologi,
conoscere l’ora che è? Ora questo è appunto il caso delle nostre ragioni. Non
c’è l’oggetto esterno ad esse, l’esterno modulo-ragione, su cui controllarle e
che le giudichi, ed esse discordano tra di loro. Come conoscere l’ora che è
della ragione?» Per esempio egli ha sostenuto che siccome la filosofia ha
una storia che si snoda nel tempo, ciò significa che un pensiero vero e unico
non può esistere e che perciò nel suo procedere ed evolvere essa nega
continuamente sé stessa. Rensi, contro l'idealismo di Gentile allora imperante,
che considerava la storia una realizzazione progressiva dello spirito e della
ragione, ha una visione negativa dellastoria, come assurdo, caso e vana
ripetizione. «C'è storia dunque perché ogni presente, ossia la realtà, è
sempre falsa, assurda e cattiva, e perciò si vuol venirne fuori, passare ad
altro, quel passare ad altro in cui, unicamente, la storia consiste... C'è
storia, insomma, l'umanità corre nella storia, per la medesima ragione per cui
corre un uomo che posa i piedi su di un sentiero cosparso di spine o di carboni
ardenti» La sua critica della religione si sviluppava poi in un'aperta
apologia dell'ateismo che egli proclamò. Sembra quasi di poter cogliere uno dei
tratti dell'ateismo filosofico rensiano nella postfazione al Sopra lo amore di Ficino.
Ficino nel suo scritto proponeva una visione dell'amore come amore eterno di
Dio che a Dio ritorna come desiderio di ogni grado ontologico di ritornare al
bene e al Tutto. Nella sua postfazione, propone una nuova interpretazione di
questa tipica teologia platonica, vedendo nell'amore ipotizzato da Ficino in
realtà un preludio a quelle che diventeranno due tra le più influenti correnti
filosofiche nell'Europa: l'idealismo e il volontarismo. L'amore come totalità
dei diversi, o come volontà nelle vesti di matrice essenziale del tutto, mette
da parte il bisogno di un dio buono e trascendente e sussurra l'ipotesi di un
ateismo filosofico, forse professato tra le righe dai più celebri filosofi
credenti. In quanto spirito profondamente problematico e inquieto, Rensi
finì però per approdare a un forte pessimismo ontologico ed esistenziale, che
lo spinse verso derive spiritualistiche, forse latenti nelle sue riflessioni
fin dalle origini. Esse trovano espressione chiara solo nell'ultima fase del
suo pensiero, attestate in particolare dalle Lettere spirituali. In
quest'opera, come anche nella Morale come pazzia (anch'essa postuma) Rensi
delinea una sorta di mistica dei valori e un'etica concepita come l'azzardo dell'uomo
che scommette sul bene in un universo cieco e indifferente. Nella sua Autobiografia
intellettualesuddivide in tre periodi l'evoluzione del suo pensiero: un primo
caratterizzato dal misticismo idealistico, un secondo da un relativismo
scettico materialistico e ateo, un terzo dal misticismo spiritualistico come
ultimo approdo del suo pensiero. Il primo periodo e un misticismo di tipo
platonico, in cui sono presenti anche elementi di San Paolo e di Malebranche.
In tale periodo scrive Le Antinomie dello spirito, Sic et Non. Metafisica e
poesia, La trascendenza. Studio sul
pensiero morale. Il secondo periodo
nasce dal suo sconcerto di fronte alle violenze della guerra e lo porta alla
negazione di qualsiasi razionalità della realtà. Egli pensa infatti che se gli
uomini ricorrono sistematicamente alla violenza per risolvere i loro conflitti
questo significa che la ragione in sé non esiste, e che si tratta
dell'illusione dell'uomo di pensare che si possa dare ordine al caos.
L'irrazionalità della realtà si trova espressa in Lineamenti di filosofia
scettica, La filosofia dell'autorità, La scepsi estetica, Polemiche
antidogmatiche, Interiora rerum,
Realismo, Apologia dell'ateismo, Le aporie della religione. Il secondo
periodo è altresì caratterizzato da un avvicinamento al positivismo
materialistico e dal rifiuto dell'idealismo di Croce e di Gentile. In esso va
registrata anche una rivisitazione del panteismo di Spinoza, che Rensi
interpreta alla maniera dei teologi cristiani, quindi come ateistico perché avrebbe
negato il Dio personalizzato dei monoteismi. Egli pensava anche di
realizzareuna sintesi di scetticismo e realismo perché se solo la scepsi è il
modo reale e utile di porsi di fronte al mondo, essa è anche l'unica verità
possibile. Si tratta anche del momento di punta del nichilismo rensiano, perché
si afferma che siccome l'unica cosa certa e stabile è la morte, ed essa è il
"nulla", solo il nulla possiede una verità. Nell'ultimo periodo
prevale una forma di misticismo che non sorge, però, improvvisamente, essendo
già chiaramente presente nelle opere maggiormente influenzate dallo
scetticismo. Quest'ultimo fu, infatti, sempre sollecitato da un'innata,
profonda religiosità, sicché non stupisce che il filosofo si apra alla voce del
divino, poiché egli cerca nella negazione assoluta un criterio positivo che
consenta la negazione stessa. A questo periodo appartengono: Critica della
morale,, "Critica dell'amore e del lavoro, Paradossi di estetica e
dialoghi dei morti, Frammenti di una filosofia dell'errore, del dolore, del
male e della morte, La filosofia dell'assurdo e Autobiografia intellettuale. Isolato
in vita nel mondo filosofico italiano, nel quale dominava il neo-idealismo
crociano-gentiliano, trova la comprensione di pochi intellettuali a lui affini,
come Tilgher e Buonaiuti. È stato quest'ultimo a creare per Rensi la formula
dello scettico credente, che in forme diverse ha dominato i pochi studi sul suo
pensiero. Solo recentemente, soprattutto grazie agli studi di Emery, il
pensiero rensiano ha trovato la collocazione nell'ambito del nichilismo
europeo. Per alcuni tale collocazione resta comunque riduttiva rispetto
alla vastità del pensiero di Rensi, che andrebbe ancora approfondito. La
trascuratezza nei suoi confronti sta nel fatto che la cultura italiana è stata
a tutto il XX secolo dominata dall'idealismo e dall'esistenzialismo, collegati
ad una dottrina cristiana invadente e impregnante il mondo accademico.
Pensiero politico Legato alla cultura socialista, fin dalla giovane età, il
pensiero politico di Rensi si caratterizza per una certa dose di eclettismo e
per una forte componente umanitaria, distante dal materialismo storico marxiano
e riconducibile, più agilmente, nel novero dei pensatori vicini al socialismo
utopista. Se durante l'attività politica in Italia aderisce all'idea della
lotta di classe, l'esperienza svizzera lo porta a riconsiderare tale concezione
dei rapporti di forza nella storia, ridimensionandone la portata. Nel pensiero
rensiano, infatti, l'antagonismo tra proletariato e borghesia sarebbe
circoscrivibile ad alcune realtà contingenti e non costituirebbe un'invariante
delle relazioni socio-politiche dell'intero Occidente. E se, da un lato, il suo
realismo politico lo porta ad apprezzare le teorie elitistiche del conservatore
G. Mosca, dall'altro, la matrice umanitaria e socialista emerge
nell'esaltazione degli istituti della democrazia diretta, caratterizzanti il
sistema costituzionale americano e quello svizzero, considerati come gli unici
in grado di far emergere la volontà popolare e di permettere l'emancipazione
delle classi lavoratrici. L'elogio ai regimi federalisti appena citati, e il
contingente recupero del pensiero di Cattaneo sono sintomatici di un altro
aspetto dell'orizzonte culturale di Rensi: la feroce critica dell'istituto
monarchico (tanto nell'accezione assolutista, quanto in quella temperata del
costituzionalismo borghese ottocentesco), appannaggio di una vicinanza con il
programma del Partito Repubblicano Italiano. Vicinanza che si concretizza nello
stretto legame, culturale e amicale, con Ar. Ghisleri. Con l'esponente
repubblicano, in particolare, Rensi condivide il pessimismo storico verso il
Risorgimento, la disapprovazione intransingente del ruolo, ritenuto ambiguo e
ostile al riscatto sociale del proletariato, della casa regnante dei Savoia e
l'appartenenza alla Massoneria. Influenze "Atomi e vuoto e il Divino
in me", queste parole di Rensi hanno ispirato M. Lobaccaro nella composizione della canzone
Rosa di Turi dei Radiodervish. Altre opere: Una Repubblica italiana: il
Canton Ticino, "Critica sociale", Milano, ristampato da Armando Dadò,
Locarno, Gli “Anciens Régimes” e la
democrazia diretta. I e II ed., Colombi, Bellinzona Libreria Politica Moderna,
Roma; ristampato.La democrazia diretta, a.c. e con Nota di Nicola Emery,
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poesia, Libr. Ed. Romana, Roma, Il genio etico ed altri saggi, Laterza, Bari (seconda
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amoralismo giuridico, Cabianca, Verona, La trascendenza: studio sul problema morale,
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Lineamenti di filosofia scettica, Zanichelli, Bologna, ristampato, a c. e con introduzione di N.
Emery, Castelvecchi, Roma, La scepsi
estetica (Zanichelli, Bologna); La filosofia dell'autorità (Sandron, Palermo);
“Polemiche antidogmatiche” (Zanichelli, Bologna); “L'orma di Protagora”
(Treves, Milano). Principi di politica impopolare, Zanichelli, Bologna, ntroduzione
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«Inchiesta fra gli scrittori italiani», Libreria Politica Moderna, Roma, L'irrazionale,
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Milano, Rielaborato ne La filosofia dell'assurdo, Corbaccio, Milano, Ripubblicato
R. Chiarenza, Adelphi, Milano, Apologia dell'ateismo (Formiggini, Roma). Ristampato
R. Chiarenza, La Fiaccola, Ragusa, ristampato con introd. di N.Emery
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filosofia, Libreria Politica Moderna, Roma, Ristampato G. Perez, Roma, e A. Montano,
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Casa del Libro, Roma, Spinoza, Formiggini, Roma, Ampliato (ed. postuma) Bocca,
Torino, Ristampato A. Montano, Guerini e Associati, Milano); Riedito in
un'edizione comprendente entrambe le versione con un saggio di Roberto
Evangelista, Edizioni Immanenza, Napoli, ,Riedito in un'edizione comprendente
entrambe le version, Luca Orlandini, presso Aragno, Torino, . Scheggie: pagine
di un diario intimo, Bibl. Ed., Rieti Cicute: dal diario di un filosofo, Casa
Ed. Atanòr, Todi, Ristampato, La Mandragora, Imola, Impronte: pagine di un
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Cicerone, Guida, Napoli, Critica della morale, Casa Ed. Etna, Catania, Paradossi
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Fortunato, Orthotes Editrice, Napoli . Figure di filosofi: Ardigò e Gorgia,
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Testamento filosofico, Corbaccio, Milano); Ristampato R. Chiarenza, Dall'Oglio,
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con Prefazione di N.Emery, ( "La morale come Stato d'eccezione?"),
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tirannia (prefazione di A. Poggi), Dall'Oglio, Milano Lettere spirituali,
prefazione di A. Galletti, Bocca, Milano Ristampato Leonardo Sciascia e R. Chiarenza,
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Riduzione de «Gli anciens Régimes» Libr. Ed. Milanese, Milano, Forme di governo
del passato e dell'avvenire, ristampa parziale de «Gli anciens Régimes»
(prefazione di G. Conti), Libr. Politica Moderna Roma, Sale della vita (saggi filosofici)
(P. Rossi), Dall'Oglio, Milano, La filosofia dell'assurdo” (Adelphi, Milano); La
religione. Spirito religioso, misticismo e ateismo, Antonio Vigilante, Sentieri
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Dipartimento di Lettere e Filosofia, segnatura: Relatore: Fabrizio Meroi, correlatore
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italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, . Rensi, il filosofo dimenticato di Giulio Argenti Fondo archivisticoi
conservato presso la Biblioteca di Filosofia Università degli Studi di Milano
scomodo nichilista di Franco Volpi l'"irregolare" di Orazio
Martinetti. Giuseppe Rensi. Rensi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Rensi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51686039204/in/photolist-2mKNNqN-2mKAuZM-2mKjsJY
Grice e Resta – della fiducia – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Grice: “I like Resta;
I was reading a book on golf that the Italians define, as I would cricket, as
the game of ‘fiducia,’ so it is nice to see that Resta has tried to formulate
some ‘rules,’ as we would call them, for trust. The cover of the book is
especially fascinating, as it depicts two acrobats on a circus ring. Where
‘fiducia’ becomes a matter of life and death – or a vital evolutionary tract,
if often ‘ciecco,’ as Resta puts it. His research reminds me of Warnock on
‘trust’ in “The object of morality.” Essential Italian philosopher. Componente del
Consiglio Superiore della Magistratura Durata mandato. Eligio Resta, filosofo. Nominato
Alfiere del Lavoro, si è laureato a Bari e ha insegnato a Bari, lla London
School of Economics, il Birkbeck, e Roma Tre. È altresì docente a UniNettuno Ha ricoperto il ruolo di componente laico del
Consiglio superiore della magistratura in quota Verdi indicato dalla
maggioranza di centrosinistra dal Parlamento in seduta comune. È condirettore del progetto comune di ricerca
"Adjudication and Theories of Law" con Kennedy, Harvard Law School, condirettore, assieme a Rodotà,
del Seminario permanente sulla cultura giuridica contemporanea della Fondazione
Lelio e Lisli Basso-Issoco, nonché delle riviste "Sociologia del
Diritto" e "Politica del Diritto". I suoi studi spaziano dai temi classici della
filosofia dfino a temi di particolare attualità quali quelli riguardanti
l'infanzia, i diritti dei minori e il bio-diritto. Particolarmente interessanti
sono gli scritti nei quali indaga sul significato e sui risvolti giuridici del
concetto di "farmaco" come antidoto necessario alla violenza. Conflitti
sociali e giustizia, Bari, De Donato, Diritto e sistema politico, Torino,
Loescher, L' ambiguo diritto, Milano,
FrancoAngeli, 1Poteri e diritti, Torino, G. Giappichelli, La certezza e la
speranza. Saggio su diritto e violenza, Roma-Bari, Laterza, Le stelle e le
masserizie. Paradigmi dell'osservatore, Roma-Bari, Laterza,L'infanzia ferita,
Roma-Bari, Laterza,Il diritto fraterno, Roma-Bari, GLF Editori Laterza, Diritto
vivente, Roma-Bari, GLF Editori Laterza, Le regole della fiducia, Roma-Bari,
GLF Editori Laterza, . Opere, Registrazioni di Eligio Resta, su RadioRadicale,
Radio Radicale. Curriculum vitae et
studiorum nel sito della Università telematica internazionale UniNettuno.
«Biodiritto» la voce in XXI Secolo, "Treccani L'Enciclopedia Italiana".
Resta. Keywords: della fiducia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Resta” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736276056/in/datetaken/
Grice e Restaino
– Antonino e compagnia – filosofia italiana – Luigi Speranza. Grice: “Only in
Italy, a philosopher writes on cartoons!” -- Giovanni Franco Restaino
(Alghero), filosofo. Dopo essersi laureato a Cagliari, ha svolto attività
didattica nella stessa università, ricoprendo anche la carica di Preside della
Facoltà di Lettere e Filosofia. -- è docente a Roma. Ha pubblicato numerosi
studi soprattutto nel campo della storia della filosofia e dell'estetica. Ha orientato la propria
ricerca sul campo della filosofia femminista. La sua pubblicazione forse più
nota, anche al di fuori dell'ambiente filosofico, è però una “Storia del fumetto:
da Yellow Kid ai manga,” che non ha mancato anche di suscitare alcune
polemiche, fino al punto che un gruppo di appassionati di fumetti ha lanciato
una petizione chiedendo alla casa editrice il ritiro del libro, accusato di
contenere gravi lacune ed errori. Ettore
Gabrielli, Petizione contro l’UTET per il libro Storia del Fumetto, Lo Spazio
Bianco, Andrea Plazzi, Il fantasma del fumetto, in il Mulino, Bologna, Società
editrice il Mulino. La fortuna di Comte, Comte sansimoniano, in Rivista critica
di storia della filosofia, Comte scienziato, Comte filosofo, Mill e la cultura
filosofica, La Nuova Italia, Firenze, Mill: Scritti scelti, Principato, Milano,
Scetticismo e senso comune. Laterza, Bari, Hume, Editori Riuniti, Roma, Filosofia
e post-filosofia: Rorty, Bernstein, MacIntyre, Angeli, Milano, Storia
dell'estetica, Utet, Torino Storia della filosofia, fondata da Abbagnano, in
collaborazione con Fornero e Antiseri, La filosofia contemporanea, Utet,
Torino, Esthétique et poétiquem in
Histoire des Poétiques, J. Bessière, E. Kushner, R. Mortier, J. Weisberger,
Presses Universitaires de France, Parigi, La filosofia anglo-americana, in La
Filosofia della seconda metà del Novecento, G. Paganini, Piccin-Vallardi,
Padova, Le filosofie femministe, in collaborazione con A. Cavarero, Paravia
Scriptorium, Torino, Storia della filosofia, Utet Libreria, Torino, La
Rivoluzione Moderna. Vicende della cultura tra Otto e Novecento, Salerno
Editrice, Roma Storia del fumetto: da Yellow Kid ai manga, UTET libreria,
Torino, Biografia su Mondo Domani, su mondodomani.org. Giovanni Franco
Restaino. Restaino. Keywords: Antonino e compagnia. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Restaino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736775309/in/datetaken/
Grice e Ricordi
– essere per amore – filosofia italiana. Luigi Speranza (Milano). Filosofo. Se
è vero, come scrive Bloom, che Shakespeare ha "inventato l'umanità",
è altrettanto vero che egli l'ha poi divisa, il più delle volte, tra due grandi
generi di rappresentanti: e questi passano davvero per le categorie dei
platonici e degli aristotelici.» "Shakespeare
filosofo dell'essere" Franco Ricordi (Milano), filosofo. Figlio di
Ferruccio Merk Ricordi, in arte Teddy Reno e la produttrice e distributrice
cinematografica Vania Protti. Si laurea a Roma; quindi si specializza a Napoli sull'ermeneutica
con Gadamer. Ha debuttato con Ronconi, con il quale ha lavorato nei primi anni
della carriera. È stato poi attore con Stoppa, Lavia, e Filippo. Ha iniziato,
in concomitanza con gli studi, la carriera registica che lo ha visto spesso anche
interprete nei propri allestimenti. Questi sono stati salutati sempre da un
forte e caloroso successo di critica e pubblico; in particolare si è dedicato a
Shakespeare, alla drammaturgia antica, al teatro tedesco dell'età romantica, ma
anche e costantemente ai contemporanei introducendo autori come Rohmer, Amann, Norén. Si ricordano Medea e Fedra di Seneca, Trio in
mi bemolle di Rohmer e Dopo la festa di Jürg Amann, Anfitrione di Heinrich von
Kleist e Don Giovanni e Faust di Christian Dietrich Grabbe, Canti nel deserto e
Gli inganni dell'infinito di Giacomo Leopardi, Le ceneri di Roma e Orgia di Pier
Paolo Pasolini, Creditori di August Strindberg e Demoni di Lars Norén, Romeo e
Giulietta, Macbeth e Amleto di Shakespeare, Lame e Nerone di Giuseppe Manfridi.
Ha pubblicato due libri, per la Bulzoni Editore, su Leopardi, Shakespeare,
Schiller e il concetto di teatralità: Lo spettacolo del nulla e Essere e
libertà. Ha pubblicato, per la Casa Editrice Gremese, "Le mani sulla
cultura": una denuncia assai netta dell'egemonia storica della Sinistra
sulle arti, che si ravvisa in modo particolare nel "Teatro politico"
del Novecento. -- è stato nominato Direttore del Teatro Stabile d'Abruzzo, con
sede a L'Aquila; inaugurando il nuovo corso di questo importante Teatro ha
diretto e interpretato Edipo Re di Sofocle e Anfitrione di Kleist, e insieme
dedicato vari incontri al Teatro di Poesia. -- è stato nominato Consigliere di
amministrazione del Teatro di Roma. -- è
collaboratore del quotidiano Liberal, per le cui edizioni ha pubblicato il saggio
"Ideologia di Amleto". Pubblica "Shakespeare filosofo
dell'essere" (Mimesis edizioni), con prefazione di Severino, ultimo dei
cinque saggi che si riassumono nella tematica di una nuova “Filosofia del
dramma”; questo saggio rappresenta il primo grande progetto di Ricordi dedicato
al rapporto fra drammaturgia ed esistenzialismo. Pubblica il breve saggio
"Filosofia del bacio", e nell'ottobre dello stesso anno è uscito il
suo libro "Pasolini filosofo della libertà". Ha pubblicato il suo
scritto teoretico più rilevante, "L'essere per l'amore". Dante per Roma e nel mondo. Ha dato inizio ad
un grande progetto su Dante, a livello filosofico-saggistico ma anche teatrale
e comunicativo, che vorrà sostenere fino al centenario della morte del Poeta.
Inizia quindi nell'estate con la
rassegna "Dante per Roma", con la lettura in luoghi significativi
della "Città Eterna" (Mausoleo di Cecilia Metella, Arco di Giano,
Terme di Caracalla e Terme di Diocleziano) di sette Canti dell'Inferno, con la supervisione
di Ferroni. La stessa estate viene realizzato un primo documentario per Rai5,
dedicato al primo ciclo di letture . La rassegna si chiude on la lettura di
sette Canti del Paradiso, ricevendo il plauso della critica e grande riscontro
dal pubblico. Ricordi propone la rassegna in collaborazione con gli Istituti Italiani di
Cultura locali: a partire dalla Polonia e della Germania, le letture proseguono
con successo, per arrivare nei primi mesi del
in Russia e , al di fuori dell'Europa, in Algeria. In occasione della
lettura di Mosca, Ricordi presenta il suo primo volume sulla “Filosofia della
Commedia di Dante,” dedicato alla cantica dell'Inferno. Lo spettacolo del
nulla, Bulzoni editore Essere e libertà, Bulzoni editore Le mani sulla cultura, Gremese,
Ideologia di Amleto Liberal edizioni Shakespeare filosofo dell'essere, Milano,
Mimesis Edizioni, Filosofia del bacio, Mimesis Edizioni, Pasolini filosofo della
libertà, Mimesis Edizioni, L'essere per l'amore, Mimesis Edizioni, Il grande
teatro shakespeariano, libro + CD, Mimesis edizioni, Filosofia della Commedia di Dante. Volume
IInferno. Mimesis edizioni, .
"Filosofia della Commedia di Dante" Volume II Purgatorio. Mimesis
edizioni, Dante per RomaDante per Roma:
Inferno videoRaiPlay, su Rai. Franco Ricordi: "La grande magia di Dante
può essere capita soltanto ascoltandola a viva voce", in Spettacol iLa
Repubblica, aise, DANTE PER L'EUROPA: RICORDI
DEBUTTA A BERLINO, su Aise. 30 luglio . Ricordi
parla del suo libro Shakespeare filosofo dell'essere, sul RAI Letteratura, su letteratura.rai.
Intervista di Grattarola,//mangialibri.com/interviste/intervista-franco-ricordi
Franco Ricordi legge Dante in Algeria,
iicalgeri.esteri/iic_algeri/it/gli_eventi/calendario//02/lettura-divina-commedia-a-cura.html.
Franco Ricordi. Ricordi. Keywords: essere per amore. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Ricordi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735282057/in/dateposted-public/
Grice e Righetti
– la ragione ecologica, o l’etica dello spazio filosofia italiana. Luigi
Speranza (Roma). Filosofo. Il primo periodo della sua attività di ricerca si è
concentrato soprattutto sui temi dell’estetica. In questo ambito ha fondato e
diretto la rivista «La Stanza Rossa» sull rapporto arte-comunicazione. Ha
affiancato alle ricerche precedenti altri filoni di indagine, volti
prevalentemente all’ambito della riflessione meta-etica.. È studioso del
pensiero di Foucault al quale ha dedicato ampi studi. Le sue ricerche attuali
hanno come argomento il rapporto tra l’ecologia e il pensiero occidentale, tema
su cui ha pubblicato diversi saggi. Suoi testi sono apparsi su riviste
specializzate, fra le quali «Iride», «Dianoia» e «Millepiani». Ecoinciviltà. La ragione ecologica spiegata
all’umanità civile, Mucchi, Modena ; La ragione ecologica. Saggi intorno
all’etica dello spazio, Mucchi, Modena ; Etica dello spazio. Per una critica
ecologica al principio della temporalità occidentale, Mimesis, Milano ;
Foucault interprete di Nietzsche. Dall’assenza d’opera all’estetica
dell’esistenza, Mucchi, Modena ; Letture su Foucault. Forme della “verità”:
follia, linguaggio, potere, cura di sé” (Liguori, Napoli); “La fantasia e il
potere” (Mucchi, Modena); “La Stanza Rossa. Trasversalità artistiche (S. Righetti,
F. Galluzzi, A. Finelli), Costa & Nolan, Milano); “Soggetto e identità. Il
rapporto anima-corpo” (Mucchi, Modena. Cf. Grice, “From the banal to the
bizarre: method in philosophical psychology.” Stefano Righetti. Righetti.
Keywords: la ragione ecologica, o l’etica dello spazio. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Righetti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736728734/in/dateposted-public/
Rignano (Livorno).
FIlosofo. Grice: “I love Rignano, but I would not
consider him a philosopher, in that he never attended a course on philosophy!”
Figlio di Giacomo e Fortunata Tedesco. Studia a Pisa e quindi aTorino. Laureato,
si interessò subito ai problemi filosofici collegati alla ricerca scientifica.
Fondatore della Rivista di Scienza. Fonda a Bologna “Rivista di Scienza per Zanichelli.
La rivista assunse il nuovo titolo di “Rivista di sintesi scientifica.” (cf.
Grice on einheit der wissenschaft). La rivista nasce con il proposito di
opporsi alla eccessiva specializzazione a cui era giunta la ricerca scientifica
danneggiata per questo da criteri troppo specifici e restrittivi. Gli fondatori, e in particolare Rignano, si
proponevano di superare il particolarismo delle scienze per una visione più
estesa gettando un ponte fra cultura umanistica e quella scientifica ed
elaborando una "sintesi" (o unita o continuita) tra le scienze della
natura e le scienze dell'uomo. In questo
modo la filosofia, libera da legami nei confronti dei sistemi prefissati,
poteva dedicarsi a promuovere la coordinazione del lavoro, la critica dei
metodi e delle teorie, e ad impostare in modo più ampio i problemi delle teorie.
Nei numerosi saggi che pubblica su “La rivista de sintesi scientifica” ebbe
modo di mettere in rilievo le sue capacità di divulgatore e di condurre i suoi
studi in completa autonomia dal mondo accademico ufficiale elaborando la sua
conceziomei filosofica ispirate soprattutto dalla corrente positivistica. Chiese
a Freud un'esposizione della psicoanalisi con le indicazioni di quali rami del
sapere potessero essere interessati alle teorie e all'esperienze
psicoanalitiche. Freud scrisse “Das Interesse an der Psychoanalyse” che fu
pubblicato in due puntate sulla rivista. Si interessò di psicologia e biologia
ed è noto soprattutto per la sua ipotesi della "proprietà mnemonica"
secondo la quale la sostanza vivente sarebbe in grado di "ricordare"
le condizioni fisiologiche delle iniziali situazioni fisiche determinate
dall'ambiente esterno e quindi di riprodurle nel prosieguo della vita
biologica. Questa sua teoria consentiva
a lui di operare nella biologia un compromesso tra una visione meccanicistica
della realtà naturale e una finalistica, vitalistica. Per il meccanicismo
infatti non è possibile pensare che nell'ambito degli organismi viventi vi sia
il proposito immanente di conseguire una finalità ma d'altra parte è innegabile
he nel mondo organico sia presente una sorta di teleo-nomia particolare per
ogni essere vivente tale da giustificare l'idea che, durante il periodo di
adattamento all'ambiente, questi conservi una specie di traccia fisica
mnemonica persistente e trasferibile ereditariamente. Rignano si interessò anche
di filosofia della psicologia – o psicologia filosofica -- ma quando intese indicare lo statuto
epistemologico della teoria psicologica, il tipo di scientificità che ad essa
competeva, in modo da definire i rapporti con la scienza naturale da una parte
e con quella umana dall'altra, si orientò verso soluzioni “intermedie”, che
spesso complicavano più che risolvere i problemi" Coerentemente al suo programma di
sintetizzare opposti sistemi, elaborò anche una concezione economica di tipo
socialista marxista che fosse in accordo con il liberismo. Altre opere: “Per
una riforma socialista del diritto successorio,” “Di un socialismo in accordo
colla dottrina economica liberale” (Torino, Bocca); “Sulla trasmissibilità dei
caratteri acquisiti: ipootesi d'una centro-epigenesi” (Bologna, Zanichelli); “L'adattamento
funzionale e la teleologia psico-fisica” (Bologna: Zanichelli); “Che cos'è la
co-scienza?” (Bologna, Zanichelli); “Il fenomeno religioso” (Bologna,
Zanichelli); “Il socialismo” (Bologna, Zanichelli); “Dell'attenzione: Contrasto
affettivo e unità di co-scienza” (Bologna, Zanichelli); “Dell'origine e natura
mnemonica delle tendenze affettive” (Bologna, Zanichelli); “Per accrescere
diffusione ed efficacia alle università popolari” (Milano, La compositrice); “La
vera funzione delle università popolari” (Roma, Nuova Antologia); “Vvidità e
connessione” (Bologna, Zanichelli); “L'evoluzione del ragionamento” (Bologna,
Zanichelli); Il nuovo programma dell'Un. pop. milanese: primo anno
d'esperimento, Como, Premiata Tipografia Cooperativa comense A. Bari, Le forme
superiori del ragionamento” (Bologna, Zanichelli); “Per una riforma socialista
del diritto successorio” (Bologna, Zanichelli); “Democrazia e fascismo, Milano,
Casa editrice "Alpes" "Dizionario Biografico", su treccani.
Cfr. E.Rignano, Pauly A. Darwinismus und Lamarckismus in Rivista di scienza, G.
Sava, Sintesi scientifica e storia della scienza” (Barbieri); “Dizionario di
filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Treccani Enciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.su siusa.archivi.beniculturali, Sistema
Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Opere, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Opere, Digitalizzazione completa di Scientia e Rivista di Scienza su AMS
Historica. Eugenio Rignano. Rignano. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Rignano” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51715544078/in/photolist-2mMVFvG-2mKKMUe-2mKRcBH/
Grice e Rigobello – l’allargamento della razionale –
filosofia italiana. By Luigi Speranza (Badia
Polesine). Filosofo. “Il nostro rapporto con gli
altri deve sempre farci essere un interrogativo per loro.” Fra i principali
rappresentanti italiani del personalismo di ispirazione cristiana.
Armando Rigobello Rettore dell'Università LUMSA Durata mandato19891991 Dopo
gli studi liceali, all'Padova conseguì dapprima la laurea in filosofia, quale
allievo di Stefanini e Padovani. Dopo un periodo di studio e di ricerca in
Germania, ritorna in Italia, insegnando in alcuni licei statali. Conseguita la
libera docenza in storia della filosofia, iniziò la carriera accademica come
assistente alla cattedra di Stefanini a Padova quindi all'Perugia, fin quando
in quest'ultimo ateneo divenne ordinario. Insegnò, come ordinario, storia della
filosofia a 'Roma e Tor Vergata. Ha poi continuato ad insegnare all’LUMSA di
Roma di cui è stato il primo Rettore, dopo la trasformazione come ente da
Magistero "Maria SS. Assunta" (di cui ne era direttore) in libera
università. Attivo in varie associazioni cattoliche nazionali, fu anche
vicesindaco di Badia Polesine, la sua città natale, quindi membro del CDA RAI
sotto la presidenza di Grassi e presidente dell'Accademia di studi
italo-tedeschi. Presidente della Società filosofica italiana, pure insignito
della Medaglia d'oro ai benemeriti della scienza, della cultura e
dell'arte. Studioso e pensatore dai vari interessi filosofici, che
spaziano dalla metafisica, all'etica e la filosofia politica, alla pedagogia,
alla storiografia, numerosi sono stati i suoi allievi, fra cui Alici, Nepi, Pieretti. --
è stato uno stretto collaboratore della rivista bimestrale Studium. Sulla
scia del pensiero del suo maestro Stefanini, inizia i suoi studi con un
ripensamento del personalismo partendo peròdal presupposto per cui esso,
potendo anche costituire un possibile complemento integrativo ed estensivo alla
metafisica classica (come gli fu impartita dall'altro suo maestro, Padovani),
non potesse comunque considerarsi una dottrina filosofica definita bensì una
posizione che mettesse in primo piano il concetto di "persona" (cf.
Strawson, “Il concetto di persona”), così come rivendicava Mounier nelle pagine
della rivista Esprit da lui stesso fondata nonché nelle sue varie opere. Ri-esamina
punto per punto il pensiero mounieriano pervenendo alla conclusione originale e
innovativa che esso non era in contraddizione con la metafisica classica bensì
ne poteva costituire un proficuo ampliamento psicologico, etico, antropologico.
Il contributo più originale del Rigobello consiste, quindi, nel
"personificare" (proprio per il tramite del personalismo) la ragione
(metafisica), attraverso quel processo di integrazione sopra invocato fra la
corrente personalistica neoagostiniana ed esistenzialistica e quella
aristotelico-tomista del pensiero classico. Egli perciò riesamina nel suo
evolversi, nonché compara criticamente e storicamente, il concetto di persona
alla luce della storia della filosofiafino ad arrivare alla filosofia grecasulla
base del paradigma mounieriano, chiamando in causa anche l'ermeneutica, la
filosofia morale e la sua storia. Ne risulterà, quindi, che il concetto di
persona deve anzitutto essere inteso in un senso diverso da quello giuridico o
filosofico, tomistico in particolare; inoltre, esso non deve essere confuso con
quello derivante dal concetto di esistenza della filosofia esistenzialistica,
che nega la possibilità che il soggetto possa governare la sua vita, in quanto
ritenuto privo di autodominio. Infine, la persona, pur nella sua reale
concretezza, non deve essere confusa con la sostanza metafisica di concezione
aristotelica. Tutto ciò ha costituito una delle tre tematiche principali in cui
s'è venuta a delinearsi la riflessione filosofica del Rigobello, tematica che
potrebbe denominarsi "persona e interpretazione". La seconda
tematica della sua attività di ricerca scaturisce dagli insegnamenti, per certi
versi antitetici fra loro, dei due suoi maestri, ovvero quelli di Stefanini,
grazie ai quali egli individua un primo polo di convergenza delle sue
riflessioni filosofiche attorno alla nozione fenomenologica di "mondo
della vita" husserliano, e quelli di Padovani, incentrati sulla metafisica
tradizionale e ruotanti attorno alla nozione kantiana di trascendenza con i
suoi limiti. Per Rigobello, quindi ogni altra discussione o questione
filosofica sembra snodarsi o essere compresa fra questi due poli di convergenza
che egli sintetizza nel binomio "trascendenza (o legge morale) e mondo
della vita". Il terzo ed ultimo ambito tematico del Rigobello ha
aperto la prospettiva personalistica al dialogo col mondo moderno e
contemporaneo, con l'etica, la politica, la religione, puntualizzando in
particolare la sua valenza etica e politica nell'analisi della realtà sociale
in cui la persona viveed agisce, nonché esprime il suo dissenso non su basi
ideologiche ma come critica del sistema dominante. Questo terza tematica di
ricerca puo quindi chiamarsi "in dialogo con il mondo
contemporaneo". Come esponente di punta del personalismo italiano,
storicamente rappresentato da Stefanini, Carlini, Sciacca e Pareyson, rivolvela sua attenzione
soprattutto ad una rivisitazione originale del personalismo comparato con i
principi del cristianesimo, con l'etica e la politica, grazie a cui è emersa,
oltre alla limitatezza della dimensione trascendentale, sia quella rilevanza
civica assunta dall'uomo come «testimone» della sua epoca che la sua
responsabilità di cittadino. Egli ha altresì messo in evidenza come il
personalismo italiano si distingua da quello francese proprio nella critica
mossa al sistema neoidealistico, che non ha attecchito nella filosofia
d'oltralpe. Rigobello ha ripreso in sintesi, secondo le sue
rivisitazioni, le tematiche più tipiche della struttura della persona umana e
le relative implicazioni metafisiche, nel breve saggio Prossimità e ulteriorità
(Rubbettino). Inoltre, da sempre interessato anche all'ermeneutica nonché
profondo conoscitore dell'opera di Ricœur, ha pubblicato “L'apriori ermeneutico”
((Rubbettino). Altre opere: “Oltre lo storicismo” (in Studium); Ricchezza
e povertà della metafisica classica (Humanitas); “Il problematicismo di Spirito
come empirismo coscienziale assoluto: note sul significato del nostro tempo, in
Rassegna di Pedagogia, Umanesimo e antropocentrismo, in: Rassegna di Pedagogia,
La disponibilità come abito etico del rapporto autorità-libertà, in Autorité et
liberté. Atti del onvegno di Cultura Europea, Bolzano, Albert Camus, Istituto
editoriale del Mezzogiorno, Napoli, La pedagogia di Kant e l'indirizzo
idealistico, in Questioni di storia della pedagogia, Editrice La Scuola,
Brescia, Il problema del linguaggio
storiografico, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università
degli Studi di Perugia, “Condizionamenti sociologici e linguaggio morale” in
Sociologia e filosofia,. Socrate e la formazione dell'uomo politico, in
Civitas, Esperienza di fede e struttura
del sapere, in Studium, A trent'anni dalla morte di Croce, perché possiamo e
non possiamo dirci crociani, in Coscienza. Mensile del movimento ecclesiale di
impegno culturale, La riflessione sull'etica nella società contemporanea, in
Etica oggi: comportamenti collettivi e modelli culturali, A. Re e A, Poppi,
Fondazione Lanza & Gregoriana libreria editrice, Roma, Il tempo in Bergson e nello spiritualismo
francese, in Il concetto di tempo. Atti del Congresso della Società filosofica
italiana, Caserta, Giovanni Casertano, Loffredo Editore, Napoli, “Persona,
trascendentale, ermeneutica” in Filosofi italiani contemporanei, G. Riconda e
C. Ciancio, Mursia Editrice, Milano, Monografie, saggi, curatele Il contributo
filosofico di Mounier, Pubblicazioni dell'Istituto di Filosofia dell'Padova, F.lli
Bocca Editori, Roma. La storia nella coscienza della gioventù, Edizioni AVE,
Roma/ L'intellettualismo in Platone (Liviana Editrice, Padova); Platone,
Senofonte, Aristotele: il messaggio di Socrate” (Editrice La Scuola, Brescia);
“Introduzione di una logica del personalismo, Quaderni dell'Istituto di
Pedagogia dell'Padova, Liviana Editrice, Padova, L'itinerario speculativo
dell'umanesimo contemporaneo, Quaderni dell'Istituto di Pedagogia dell'Padova, Liviana
Editrice, Padova. L'educazione umanistica e la persona. Saggio di una filosofia
dell'insegnamento umanistico” (Editrice La Scuola, Brescia); “Determinazione ed
ulteriorità nel Kant precritico” (U. Silva Editore, Milano-Genova); “I limiti
del trascendentale in Kant” (U. Silva Editore, Milano-Genova); “La certezza
morale, lezioni di filosofia morale tenute all'Perugia nell'A.A. 1CLEUP,
Perugia, Legge morale e mondo della vita, Edizioni Abete, Roma, La
morale radicale, appunti delle lezioni tenute durante il corso di
filosofia. Pubblicazioni dell'Università degli Studi di Perugia, Perugia, Struttura
e significato, Edizioni La Garangola, Padova); “Linee per un'antropologia prescolastica”
(Editrice Antenore, Padova); “Modelli storiografici di educazione morale” (Frama
Sud Edizioni tipografiche, Chiaravalle Centrale); “Ricerche sul trascendentale
kantiano” (Antenore, Padova); “Dal romanticismo al positivismo, fa parte di
Storia del pensiero occidentale, V,
Marzorati, Milano); “Ricerche sul regno dei fini kantiano” (Bulzoni Editore,
Roma); “Il personalismo: scelta antologica” (Città Nuova, Roma); “L'impegno ontologico”
(Armando, Roma); “Il futuro della libertà” (Studium, Roma); “Pedagogia,
politica e promozione umana” (La Scuola, Brescia); “Perché la filosofia” (La
Scuola, Brescia); “Studi di ermeneutica” (Città Nuova, Roma); “Verso una nuova
didattica della storia” (Sei, Torino); “Persona e norma nell'esperienza morale”
(Japadre, L'Aquila); “Certezza morale ed esperienza religiosa” (Libreria
Editrice Vaticana, Città del Vaticano); “Kant. Che cosa posso sperare”
(Studium, Roma); “Lessico della persona umana” (Studium, Roma); “L'immortalità
dell'anima” (La Scuola, Brescia); “Soggetto e persona: ricerche
sull'autenticità dell'esperienza morale” (Anicia, Roma); “Autenticità nella
differenza” (Studium, Roma); “Attualità della lettera ai Romani” (AVE, Roma); “Dio
oltre i saperi. Tra teologia e filosofia” (San Paolo, Milano); “Interiorità e
comunità. Esperienze di ricerca in filosofia , Edizioni Studium, Roma, Oltre il
trascendentale, Pubblicazioni della Fondazione "Ugo Spirito", Roma, L'altro,
l'estraneo, la persona , Città Nuova Editrice, Roma, La persona e le sue immagini , Città Nuova
Editrice, Roma, L'estraneità interiore, Edizioni Studium, Roma, Le avventure
del trascendentale. Contributi al LV Convegno del Centro studi filosofici di
Gallarate, Casa Editrice Rosenberg & Sellier, Torino); “Umanità e moralità”
(Studium, Roma); “Immanenza metodica e trascendenza regolativa” (Studium,
Roma); “L'apriori ermeneutico: domanda di senso e condizione umana” (Rubbettino,
Soveria Mannelli); “Prossimità e ulteriorità: una ricerca ontologica per una
filosofia prima” (Rubbettino Editore, Soveria Mannelli); “L'insuperabile
singolarità dell'avventura umana: dalla determinazione completa alla rottura
metodologica” (Il Ramo, Rapallo); “Vita e ricerca. Il senso dell'impegno
filosofico, intervista L. Alici” (La Scuola, Brescia); “L'intenzionalità
rovesciata: dalle forme della cultura all'originari” (Rubbettino, Soveria
Mannelli); “Struttura ed evento: tempo di vivere, tempo di dare testimonianza
alla vita, la vita come testimonianza” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Dalla
pluralità delle ermeneutiche all'allargamento della razionalità” (Rubbettino,
Soveria Mannelli); “Ciascuno di noi nell'incontro con l'altro deve essere tale
da suscitare curiosità e interesse di conoscenza reciproca (in Presentazione a
Alici, Grassi, Salmeri, Vinti (Studium); “La filosofia come testimonianza, Rivista
bimestrale, Studium, Roma. Berti ebbe per qualche mese Rigobello come docente
supplente di filosofia quando era ancora studente liceale. Cfr. E. Berti,
"Origini del pensiero di Rigobello", in: Alici, Grassi, Salmeri e
Vinti, “La filosofia come testimonianza” (Studium. Cfr. Berti, "Origini
del pensiero di Rigobello", in Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, La filosofia
come testimonianza, Studium, Roma, ,Cfr. pure il contributo di Borghesi,
"La dialettica tra struttura e significato", nella stessa
collectanea. Oltre quelli delle Parti II
e III, si vedano soprattutto i vari contributi presenti nella Parte I della collectanea
in suo onore: Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, Rigobello, la filosofia come
testimonianza, Studium, Roma, .Cfr.
Alici, Grassi, Salmeri, Vinti , cit.
Cfr. i vari contributi presenti nella miscellanea: Estraneità interiore e testimonianza. Studi
in onore di Armando Rigobello, Antonio Pieretti, ESI-Edizioni Scientifiche
Italiane, Perugia); Cfr. pure "Biografia, pensiero e opere di Armando Rigobello",
Bollettino della Società Filosofica Italiana nella rubrica Filosofi allo Specchio, Cfr. Alici, Grassi, Salmeri, Vinti ,
cit. Per questi aspetti centrali del
pensiero di Rigobello, si vedano soprattutto i contributi presenti nella prima
parte della collectanea in suo onore: L. Alici, O. Grassi, G. Salmeri e C. Vinti,
La filosofia come testimonianza, Studium, Cfr. Luigi Alici, O. Grassi, G.
Salmeri e C. Vinti , Ricordo dsu lumsa. Umanità e moralità, in Dialegesthai.
Rivista telematica di filosofia, su mondodomani.org. Armando Rigobello,
Necrologio, su rovigooggi. In memoriam: Armando Rigobello, su unimc. In ricordo
di Rigobello, su unimc. straneità
interiore e testimonianza. Studi in onore di Rigobello, A. Pieretti, Edizioni
Scientifiche Italiane, Napoli-Perugia, L. Alici, O. Grassi, G. Salmeri e C.
Vinti , Rigobello, la filosofia come testimonianza, giornate-studio in suo
onore, evento organizzato a Perugia in collaborazione con l'Roma Tor Vergata e
la LUMSA, Perugia/Roma, i cui atti sono stati pubblicati, Alici, Grassi,
Salmeri e Vinti, Studium, Gianni Dotto,
"Armando Rigobello", in Enciclopedia filosofica, Bompiani, Milano, E.
Baccarini , Passione dell'originario: fenomenologia ed ermeneutica
dell'esperienza religiosa, studi in onore di Armando Rigobello” (Studium,
Roma). Personalismo Mounier Filosofia cristiana Rigobello in SWIF Sito web italiano per la
filosofia, su swif.uniba. Vita e ricerca. Il senso dell'impegno filosofico
(Interviste), L. Alici recensione di G. Din, Padova. Video di un'intervista a
cura di Valentini, fatta a Roma -- youtube.com/watch?v=yNRvCGRNfyE Predecessore
Rettore della LUMSA Successore Giorgio Petrocchidal Giuseppe Dalla Torre.
Armando Rigobello. Rigobello. Keywords: l’allargamento del razionale. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Rigobello” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736691639/in/dateposted-public/
Grice e Rimini – il significato totale – filosofia
italiana. By Luigi Speranza (Rimini).
Filosofo. Gregorio di, Il beato Gregorio da Rimini, detto anche de Arimino o Ariminensis
e soprannominato splendens lucerna, dottore acutus, dottore authenticus. Filosofo
e teologo italiano, appartenente all'Ordine di Sant'Agostino. Forse
l'ultimo grande scolastico del Medioevo, fu il primo a conciliare gli sviluppi
delle idee di Ockham ad Oxford con gli insegnamenti diAureolo a Parigi: questa
sua sintesi ebbe un impatto duraturo sul pensiero europeo. De imprestanciis
venetorum (De usura). Riceve la sua prima formazione presso l'Ordine mendicante
degli Eremitani d’Agostino, nel quale era entrato. Studiò a Parigi fino al
conseguimento del baccellierato. Fu attivo come lettore a Bologna, Padova e
Perugia. Torna a Parigi, dove preparò le lezioni sulle Sentenze di Pietro Lombardo.
Influenzato da lui e Ceffons che scrive un commento sulle Sentenze. Consegue il
grado di Magister teologiae. E a Rimini per recarsi l'anno successivo a
Padova. Il Capitolo generale di Basilea lo nominò lector principalis nel
recentemente costituito Studio agostiniano di Rimini e lo incaricò, a ulteriore
prova della sua autorevolezza, di procedere alla nomina del nuovo priore del
convento. Divenne priore generale degli agostiniani come successore di
Tommaso di Strasburgo. Morì a Vienna. Oltre alla sua opera principale, il
Commento alle Sentenze di Lombardo, del quale sono pervenuti solo i primi due
libri, scrisse diversi trattati, tra cui “De usura,” “ De quatuor virtutibus
cardinalibus” e un estratto del commento
alle sentenze, il “De intentione et remissione formarum” che probabilmente
costituisce una versione ampliata della IV distinctio del I libro del Commento
alle Sentenze. Dubbia è l’attribuzione di una Tabula super epistolis B.
Augustin. Gregorio manifesta una certa attitudine sincretistica tra gli sviluppi
del pensiero di Occam e gli insegnamenti di Pietro Aureolo a Parigi. Mostra
analoga tendenza anche nella ricostruzione e dell'analisi del processo del
conoscere umano, nelle quali si fondono in maniera originale elementi
eterogenei desunti da Aristotele, Agostino e Ockham. Causa un grave
fraintendimento del suo pensiero, Gregorio è stato qualificato come tortor
infantium (torturatore dei bambini), per la supposizione di aver condannato
alle pene eterne i bambini che muoiono senza il battesimo; in realtà espone
tale dottrina senza pronunciarsi. Talvolta è indicato quale antesignano dei
nominalisti. Altre opere: “Gregorii Ariminensis OESA, Lectura super Primum et
Secundum Sententiarum”; “De quatuor virtutibus cardinalibus”; “De intentione et
remissione formarum”; “De usura”; “De imprestanciis venetorum... et de usura,
Reggio nell'Emilia, Lodovico Mazzali, Enrico Gori, Gregorio da Rimini, su
filosofico.net. Manuale di Filosofia Medievale on-line, Università di
Siena - Facoltà di lettere e filosofia. DBI. Enciclopedia Britannica, Encyclopædia
Britannica, Inc. Modifica su Wikidata Roberto Lambertini, Gregorio da Rimini,
in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su
ALCUIN, Università di Ratisbona. Modifica su Wikidata Gregorio da Rimini, in
Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Rimini, in Stanford
Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and Information,
Stanford. Philosopher, he studied in Italy, England, and France, and taught at
the universities of Bologna, Padua, Perugia, and Paris before becoming prior
general of the Hermits of St. Augustine in his native city of Rimini, about
eighteen months before he died. Gregory earned the honorific title “the
Authentic Doctor” because he was considered by many of his contemporaries to be
a faithful interpreter of Augustine, and thus a defender of tradition, in the
midst of the scepticism of Occam and his disciples regarding what could be
known in natural philosophy and theology. Thus, in his commentary on Books I and
II of Peter Lombard’s Sentences, Gregory rejected the view that because of
God’s omnipotence he can do anything and is therefore unknowable in his nature
and his ways. Gregory also maintained that after Adam’s fall from
righteousness, men need, in conjunction with their free will, God’s help grace
to perform morally good actions. In non-religious matters Gregory is usually
associated with the theory of the complexe significabile, according to which
the object of knowledge acquired by scientific proof is neither an object
existing outside the mind, nor a word simplex or a proposition complexum, but
rather the complexe significabile, that which is totally and adequately
signified by the proposition expressed in the conclusion of the proof in
question. Rimini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rimini” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689613415/in/photolist-2mPMBQM-2mPyn68-2mPvn8a-2mPiqeP-2mKS2e5-2mKCMei-23WGnxf-E4u3XA-BNXFPx-B8NzEb-BxCpRq-ACvZaD-BxCnkJ-nNA42u-o5MkBM
Grice e Rinaldini – filosofia italiana. By Luigi
Speranza (Ancona). Filosofo. Nato in una famiglia
aristocratica originaria di Siena, studiò al Bologna. Fu al servizio di Urbano VIII e ottenne da Barberini, nipote del
Papa, la supervisione delle fortezze di Ferrara, Bondeno e Comacchio. Lettore e
professore a Pisa. Amico di Galilei e di Borelli, il quale lo aveva
soprannominato Simplicio per la sostanziale fedeltà all'aristotelismo
tradizionale, Rinaldini fu in corrispondenza con Viviani e fu uno dei soci
fondatori dell'Accademia del Cimento. Tuttavia ebbe numerose controversie con i
suoi amici e con Redi ed Torricelli. Nonostante il conformismo, si oppose alla
teoria della "virtù zoo-genetica" delle piante, sostenuta dagli altri
accademici del Cimento, precedendo Malpighi con l'ipotesi che anche gli insetti
delle galle nascessero da uova deposte da individui della stessa specie. Lasciò la Toscana per recarsi a Padova, dove
ebbe la cattedra di Filosofia nella locale università e pubblicò “Philosophia
rationalis, atque entità naturalis.” Cercò invano di tornare a Pisa. Un'altra
gloria di Rinaldini è la sua proposta di scala termometrica utilizzando come
riferimenti fissi il punto di congelamento dell'acqua e quello di ebollizione
all'ordinaria pressione atmosferica, e proponendo di dividere l'intervallo in
12 gradi. Altre opere: “Opus algebricum” (Anconae, Marco Salvioni); “Opus
mathematicum” (Bononiae, Evangelista Dozza); “Mathematica italiana”; “Geometra
promotus, Patauii, typis Petri Mariae Frambotti bibliopolae); “Ars analytica
mathematum in tres parte distribute” (Florentiae: ex typographia Iosephi
Cocchini; Patauii: typis Petri Mariae Frambotti); “Ars analytica mathematum” (Patauii,
Pietro Maria Frambotto); “De resolutione atque compositione mathematica libri
duo, Patauii: typis ac impensis heredum Pauli Frambotti); “Philosophia
rationalis, naturalis, atque moralis opus in quo praesertim physica vniuersa ex
accuratis naturalium effectuum observationibus deducta, & ubi rei natura
patitur geometrice demonstrata exhibetur. Patauii: sumptibus Petri Mariae
Frambotti bibliop); “Ad artem quam ipse conscripsit mathematum analyticam
paralipomena” (Patauii : typis Petri Mariae Frambotti); “Commercium
epistolicum, Patauii: typis Petri Mariae Frambotti). L. Boschiero, Experiment
and natural philosophy in Tuscany: the history of il Cimento, Dordrecht:
Springer, «Carlo Rinaldini» In:
Francesco Redi scienziato e poeta alla corte dei Medici «Lo sviluppo delle ricerche sulle galle» In:
F. Redi scienziato e poeta alla corte dei Medici C. Pighetti, Il vuoto e la quiete: scienza e
mistica nel '600: E. Cornaro e C. Rinaldini, Milano: Franco Angeli); Dizionario
biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
«Renaldini (Rinaldini), Carlo». In Biographisch-literarisches Handwörterbuch
für Mathematik, Astronomie, Physik, Chemie und verwandte Wissenschaftsgebiete
zur Geschichte der exacten Wissenschaften, Sächsische Akademie der Wissenschaften
zu Leipzig, Leipzig: J.A. Barth, Treccani
Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Operei (altra versione), su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere, Mathematica italiana, Biografia di Carlo
Renaldini, su mathematica.sns, Museo Galileo di Firenze. Carlo Renaldini. Carlo
Rinaldini. Rinaldini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rinaldini” –
The Swimming-Pool Library. 51736002006
Grice e Riondato – il metodo dell’etologia –
filosofia italiana. Luigi Speranza (Padova).
Filosofo. Nasce nel quartiere padovano dell'Arcella. Studia a Padova e si
laurea prima in lettere classiche e filosofia, avendo come maestri Stefanini,
Ferrabino, Padovani e Diano. Diventa professore di storia della filosofia
antica nello stesso ateneo patavino. Vicepresidente nazionale dell'Azione
Cattolica, presidente della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e presidente
del Consiglio di amministrazione del Gazzettino. Mentre si recava a lezione al
Liviano, fu ferito da un colpo di pistola ad una gamba. L'attentato venne
rivendicato dai Comitati Comunisti Combattenti. Sul luogo dell'attentato è ora
presente una targa in ricordo. È stato presidente dell'Accademia patavina di
scienze, lettere ed arti e sotto la sua presidenza l'Accademia cambia nome in
"Accademia galileiana di scienze, lettere ed arti". -- è socio
corrispondente dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Cavaliere di
gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme
ordinariaCavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica
italiana — Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino
per uniforme ordinaria Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica
italiana — Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'artenastrino
per uniforme ordinaria. Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura
e dell'arte. Targa in ricordo su ezioriondato.org. Quirinale: dettaglio
decorato. Sito in Memoria, su ezioriondato.org. Riondato. Keywords: il metodo
dell’etologia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Riondato” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736231788/in/datetaken/
Grice e Riverso – la forma del segno – filosofia
italiana (Napoli). Filosofo. Si laurea
a Napoli. Docente a Salerno. Riceve il Premio Nazionale “Tetradramma d'oro”.
Professore a Napoli. Diventa ordinario di Filosofia a Salerno. Fu inserito tra
i 500 intellettuali più importanti d'Europa. Trra i 2000 intellettuali
“eccellenti” del XXI secolo. I suoi
studi hanno spaziato dalla filosofia critica ed analitica, alla logica formale,
è stato esperto in problemi di linguistica, con particolare specializzazione
nei rapporti tra cultura occidentale e cultura islamica e di filosofia delle
scienze e delle culture. La sua attività ha portato alla pubblicazione di 45
volumi, 26 traduzioni e curatele ed oltre 500 articoli scientifici. Altre opere:
“Intorno al pensiero di Barth. Colpa e giustificazione nella reazione
antiimmanentistica del "Roemerbrief" barthiano, La teologia
esistenzialistica di Barth, La costruzione interpretativa del mondo, analizzata
dall'epistemologia genetica, Metafisica e scientismo. Con un'appendice sulla
logica di Peirce, Il pensiero di Russell. Esposizione storico-critica, Introduzione alla filosofia e all'analisi del
linguaggio, Dalla magia alla scienza, I problemi della conoscenza e del metodo
nel sensismo degl'ideologi, Analisi dell'esperienza estetica, Il pensiero occidentale. Corso di storia della
filosofia, Le tappe della pedagogia nel mondo occidentale, l pensiero di
Ludovico Wittgenstein, Natura e logo. La razionalizzazione dell'esperienza da
Omero a Socrate, La filosofia analitica in Inghilterra, Il pensiero di Wittgenstein, La filosofia oggi, Individuo, società e cultura. Introduzione
alla psicologia dei processi culturali, La nostra immagine dell'Universo.
Astronomia e ideologia, Il pensiero di Russell, Il pragmatismo, Aspetti della
spiritualità europea dal '500 al '600, Il linguaggio nel pensiero filosofico e pedagogico
del mondo antico, Democrazia, Isonomia e Concetto di Stato, Le correnti filosofiche; Riferimento e
struttura; Il problema logico-analitico inStrawson, Democrazia e gioco
maggioritario, Filosofia analitica del tempo, Ideologia e società nell'Islam, La città e lo
Stato; Alle origini del pensiero politico occidentale, Millikan e la carica
dell'elettrone, Esperienza e riflessione, le tappe della filosofia e della
scienza nella cultura occidentale, Piaget; filosofo, epistemologo, psicologo e
pedagogista, L'Islam; Crogiuolo d'idee,
di problemi, di angosce, Forme culturali e paradigmi umani; Le tappe del
pensiero filosofico e pedagogico nella cultura occidentale, Paradigmi umani e
educazione, Filosofia del linguaggio: dalla forma al significato, Cose e parole
nella traduzione interculturale, Come Bruno iniziò a parlare: Diario di una
maestra di sostegno, La rimozione dell'Eros nel Giansenismo, Civiltà, libertà e
mercato nella città greca antica
(Working Papers della Libera Università Internazionale degli Studi
Sociali Guido Carli, LUISS, Roma). ''Capire l'Islam, Iran, Da Zarathuštra
all'Islâm. Un viaggio al centro dell'immaginario religioso e mistico che ha
influenzato l'umanità, Islâm, morale e
dottrina, Cogitata et scripta, Con
Emanuele Riverso scompare un vero filosofo del linguaggio, La Tribuna, Quindicinale
di Informazione, Sito interamente dedicato al prof. Riverso, su
emanueleriverso. Semiosi iconica e comprensione della Terra, di Emanuele
Riverso, SIBA, Coordinamento dei servizi informatici bibliotecari di Ateneo,
Università del Salento. Riverso. Keywords: la forma del segno. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Riverso” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702587144/in/photolist-2mLKfuq-2mLHNRM-2mLKgRJ-2mLMgSh
Roccoto
be identified.
Grice e Rodano: immunità e comunità – filosofia
italiana – i comunisti – Luigi Speranza (Roma).
Filosofo. Fondatore
del “catto-comunismo.” Fu tra i fondatori del Movimento dei Cattolici
Comunisti, poi Sinistra Cristiana. Consegue la maturità classica al Visconti,
la laurea aRoma. Negli anni del liceo e dell'università frequenta la
congregazione mariana “Scaletta”, diretta da padri gesuiti; milita nell'Azione
Cattolica e nella FUCI, allora presieduta da Moro. Dal 1938 entra in
contatto e collabora con antifascisti d'ispirazione cattolica (Ossicini,
Pecoraro, Tatò e altri), comunista (Paolo Bufalini, Antonio Amendola, Pietro
Ingrao, Lucio Lombardo Radice e altri), del Partito d'Azione e liberali (Ugo La
Malfa, Paolo Solari, Mario Fiorentino fra gli altri). Partecipa al
“Movimento dei Cattolici Antifascisti”. Nel 1941-43 è (con Ossicini e Pecoraro)
tra i promotori e dirigenti del “Partito Cooperativista Sinarchico”, poi
“Partito Comunista Cristiano” e ne redige i principali documenti. Dal 1942 fa
parte, con Alicata e Ingrao, del cosiddetto “triumvirato” dirigente le due
distinte organizzazioni clandestine (comunista e comunista cristiana).Nel 1942
scrive, sotto pseudonimi, alcuni articoli sull’Osservatore Romano. E arrestato
dalla polizia fascista in una generale retata dei militanti del PCC, e deferito
al Tribunale Speciale con altri suoi dirigenti. Il processo non ha luogo per la
caduta del fascismo e tutti vengono liberati poco dopo. Nel periodo badogliano ha
intensi scambi d'idee con i compagni di partito e altre personalità
antifasciste sulla linea da seguire. Stringe amicizia con Luca e Pintor. Collabora
al “Lavoro”, diretto da Alicata (comunista), Vernocchi (socialista) e Gaudenti
(cattolico). Sotto l'occupazione nazista di Roma fonda il “Movimento dei
Cattolici Comunisti” e ne redige i documenti teorico-politici; scrive articoli
sui 14 numeri usciti alla macchia di Voce Operaia, organo dello stesso MCC. Liberata
Roma, il MCC prende il nome di Partito della Sinistra Cristiana. Vi
confluiscono i cristiano-social” di Gerardo Bruni. Vi partecipano anche Felice
Balbo, Sacconi, Barca, Amico, Chiesa, Valente, Mira, Tatò, Tedesco, Parrelli,
Tranquilli, Rinaldini. Stringe un rapporto di amicizia e collaborazione
(che non sarà privo di momenti di dissenso critico) con Togliatti. Su Voce Operaia, pubblicata adesso
legalmente, scrive numerosi articoli; in quattro di essi sostiene la
prosecuzione dell'IRI e ciò segna l'inizio della sua amicizia con Raffaele
Mattioli. Nella notte di Natale del 1944 s'incontrano, a casa di Rodano e con
la sua mediazione, Togliatti e don Giuseppe De Luca: è un primo, cauto
sondaggio reciproco tra mondo cattolico e movimento comunista italiano. A
conclusione di un congresso straordinario, il PSC si scioglie. Rodano sostiene,
con argomentato vigore, che non è più utile una formazione cattolica di
sinistra, poiché incombe alla classe operaia nel suo insieme e perciò al PCI il
compito di affrontare la questione cattolica, superando le pregiudiziali
ateistiche e del dogmatismo marxista. Si adopera perciò per ottenere modifiche
nello statuto del PCI, che consentano l'iscrizione e la militanza in esso
indipendentemente dalle convinzioni ideologiche e religiose, modifiche che
saranno adottate dal PCI nel suo V congresso, nel gennaio 1946. Entrato
nel PCI, Rodano scrive* su periodici ufficiali di tale partito o ad esso
vicini; particolarmente numerosi i suoi articoli su Rinascita. Vi ha largo
spazio l'invito ai cattolici a lavorare in politica e nelle altre dimensione
della "storia comune degli uomini" in spirito di laicità, evitando
quindi improprie commistioni con la fede religiosa. Questa posizioneapprofondita
da Rodano nel corso di tutta la sua opera ed essenziale per
comprenderlacontrasta con la linea della Chiesa di Pio XII, che coglie
l'occasione di due suoi articoli sulla condizione economica del clero
(Rinascita, autunno 1947) per comminargli l'interdetto dai sacramenti,
accusandolo di fomentare la "lotta di classe" all'interno delle
gerarchie. L'interdetto verrà tolto solo sotto il pontificato di Giovanni
XXIII. La battaglia culturale Franco Rodano Cura gli articoli
politici del mensile Lo Spettatore Italiano, diretto da Elena Croce, figlia di
Benedetto. Scrive sul Dibattito Politico, settimanale diretto da M. Melloni e
U. Bartesaghi, teso a una difficile mediazione tra le posizioni politiche del
mondo cattolico e di quello comunista e socialista, nel distinto riconoscimento
dei rispettivi valori e motivi ideali. Vi collaborano tra gli altri Giuseppe
Chiarante, Magri, Baduel, Salzano. Durante il pontificato di Giovanni
XXIII opera, tramite Togliatti, per la trasmissione ai dirigenti sovietici della
proposta, accolta, di uno scambio di messaggi in occasione dell'ottantesimo
compleanno di papa Roncalli. L'iniziativa sarà il primo segno di disgelo tra
URSS e Santa Sede. Si svolge un serrato dialogo tra Rodano e Augusto Del Noce,
che mette in chiaro la diversità delle rispettive posizioni. Nel 1962 Rodano
fonda, con C. Napoleoni, La Rivista trimestrale, che durerà fino al 1970,
affrontando nodi teorici e politici di fondo. Ancora con Napoleoni, e con
Michele Ranchetti, dirige la Scuola Italiana di Scienze Politiche ed
Economiche, rivolta a militanti del
movimento dell'epoca. Collabora alla rivista Settegiorni, diretta da
Ruggero Orfei e Piero Pratesi, in cui fra l'altro scrive una serie di
interventi d'intensa riflessione teologica, le Lettere dalla Valnerina.
Chiusasi l'esperienza della Rivista Trimestrale, Rodano scrive sui Quaderni
della Rivista Trimestrale, diretti da M. Reale, cui collaborano, insieme a F.
Sacconi, E. Salzano, V. Tranquilli, G. Gasparotti, F. Rinaldini, M. Reale, R.
Agata, C. Vincenti, A. Montebugnoli, P. Padoan, S. Sacconi, A. Zevi, Giaime e
Giorgio Rodano, e altri. Lo si considera l'esponente più autorevole del
“cattocomunismo”: "i rapporti di Rodano con il mondo cattolico sono stati
indagati a fondo. Quelli con Togliatti (che furono rapporti personali assai
intensi) assai poco, come quelli con Berlinguer (all'Istituto Gramsci si
conservano tre vaste memorie che Rodano ha scritto per Berlinguer), anche se il
rapporto stretto di questi con Antonio Tatò è sufficiente a delinearne l'influenza".
Nella stagione del “Compromesso storico” proposto da Enrico Berlinguer e
oggetto prima di attenzione, poi di cauta convergenza da parte di Aldo Moro,
Rodano elabora i fondamenti teorici di una politica diretta a non ridurre
l'incontro tra le grandi forze storiche del comunismo, del socialismo e del
cattolicesimo democratico a una mera operazione di governo, ma a farne una
strategia di lungo periodo di trasformazione della società. Quella stagione e
quelle prospettive vengono improvvisamente troncate dall'assassinio di Moro.
S'intensificano, all'epoca, i suoi contatti personali con esponenti del PCI,
del PSI, della DC e di altri partiti (La Malfa, Malagodi, Visentini), su
problemi politici a breve e lungo termine. Pubblica alcuni libri, scrive articoli
su vari periodici e sul quotidiano Paese Sera, quasi settimanalmente. Franco
Rodano muore per una crisi cardiaca a Monterado (An). Al funerale cattolico
partecipa ufficialmente anche la locale sezione del PCI. Altre opere:
“Sulla politica dei comunisti” (Boringhieri, Torino); “Questione democristiana
e compromesso storico” (Editori Riuniti, Roma), “Lenin da ideologia a lezione”
(Stampatori, Torino); Lettere dalla Valnerina (Piero Pratesi, La Locusta,
Vicenza) Lezioni di storia "possibile" (Vittorio Tranquilli e G.Tassani,
Marietti, Genova) Lezioni su servo e signore (Vittorio Tranquilli, Editori
Riuniti, Roma) Cattolici e laicità della politica (Vittorio Tranquilli, Editori
Riuniti, Roma, Cristianesimo e società opulenta (Marcello Mustè, Ed. di Storia
e letteratura, Roma) Saggi, articoli, interviste Sono stati pubblicati in
numerosi periodici e quotidiani, tra i quali: l'Osservatore Romano, Primato,
Voce Operaia Rinascita Il Politecnico,
Unità, Vie nuove, Società, Cultura e realtà, Lo Spettatore Italiano, Il
Contemporaneo, Il Dibattito Politico, Nuovi Argomenti, La Rivista Trimestrale,
Settegiorni, Quaderni della Rivista Trimestrale, Paese Sera, Città Futura,
Nuova Società, Il Regno. Si può vedere
l'elenco completo dei saggi, articoli, interviste in: katciu-martel . I saggi
più importanti, pubblicati sulla Rivista Trimestrale e sui successivi Quaderni
della R.T., sono: Risorgimento e democrazia, Il processo di formazione
della “società opulenta” Il pensiero
cattolico di fronte alla “società opulenta” Egemonia riformista ed egemonia
rivoluzionaria; “Note sul concetto di rivoluzione”; “Significato e prospettive
di una tregua salariale; “Il centro-sinistra e la situazione del paese”; “Marx,
A proposito del convegno delle ACLI a Vallombrosa, Su alcune questioni
sollevate dal movimento studentesco (Con Dopo Praga: considerazioni politiche
sulla storia del movimento operaio, A proposito dell'”autunno caldo”:
considerazioni sulla dialettica sociale dell'”opulenza” La peculiarità del
Partito comunista italiano, Dopo il XIV congresso del PCI: il nodo al pettine;
i “germi di comunismo” (La questione democristiana La proposta del “compromesso
storico” Dopo la morte di Mao Tse-tung: la lezione di una grande esperienza
(con Vittorio Tranquilli, Considerazioni sulla strategia dei comunisti
italiani: egemonia e libertà delle opinioni (Considerazioni sui fenomeni di
eversione giovanilistica: la politica come assoluto Note sulla questione
giovanile: la giovinezza, specificità umana e condizione storica Dopo la lettera
di Berlinguer al vescovo di Ivrea: laicità e ideologie, Alla radice della
crisiI –L'incompatibilità tra capitalismo e democrazia, IIÈ possibile una soluzione reazionaria? (
IIIIdee e strumenti della manovra reazionaria, IVRivoluzione e “filosofia della
storia” V –Rivoluzione in Occidente e rapporto con l'URSS, Il senso di una grande lezione: per una
lettura critica di Lenin, Per un bilancio del “compromesso storico”: Innovazione
e continuità Contratti e costo del lavoro: imprese e sindacati, partiti e istituzioni
(ivi) La chiesa di fronte al problema della pace, Note Piero Craveri, Una critica pregnante, in
Mondoperaio, È morto Rodano, teorico del
compromesso storico Archiviolastamp. Noce: Lettera a F. Rodano (lRegno-attualità,);
Maria Lisa Cinciari: Cattolici comunisti (in Enciclopedia dell'anti-fascismo e
della resistenza, Milano); L. Bedeschi: Cattolici e comunisti (Feltrinelli,
Milano); M. Cocchi, P. Montesi: Per una storia della Sinistra cristiana
(Coines, Roma), Casula: Cattolici-comunisti e Sinistra cristiana (Il Mulino,
Bologna; G. Tassani: Alle origini del compromesso storico (EDB, Bologna G.
Ruggieri, R. Albani: Cattolici comunisti? (Queriniana, Brescia); M. Repetto: Il
Movimento dei cattolici comunisti: problemi storici e politici (in Quaderni
della Rivista Trimestrale); : Ricordo di Rodano, F. Broglio, "Rodano: un
cristiano nella sinistra", in "Nuova Antologia", G. Giannantoni,
M. Alema, P. Ingrao: Dibattito su Rodano in Rivista Trimestralenuova serie, :
articoli su F. Rodano in Nuovo Spettatore Italiano, Gianni La Bella: “Lo
Spettatore Italiano” (Morcelliana, Brescia); Massimo Papini: Tra storia e
profezia: la lezione dei cattolici comunisti (Ed. Univ., Roma); Enrico
Landolfi, Rodano e la rivoluzione in Occidente, Palermo, Ila Palma, M.
Raimondo: Rodano: solitudine e realismo del comunista cattolico (Galzerano,
Salerno); M. Tronti: Una riflessione su Franco Rodano (in Rivista Trimestralen.
M. Alighiero Manacorda: Rodano lettore
di Marx (In Critica marxista, Claudio Napoleoni: Saggio su Rodano (in Cercate
ancora, Ed. Riuniti, R. Valle); C. Napoleoni: Su Rodano (in Teoria politica);
A. Noce: Il cattolico comunista (Rusconi, Milano); Vi. Tranquilli: Fede
cattolica e laicità della politica in Franco Rodano (in Teoria Politica);
Vittorio Tranquilli: Realtà storica e problemi teorici della democrazia nel
pensiero di Franco Rodano (in Bailamme, .M. Reale: Sulla laicità.
Considerazioni intorno alle relazioni fra atei e credenti (in Novecento, R. Bellofiore:
Pensare il proprio tempo. Il dilemma della laicità in Claudio Napoleoni e
Franco Rodano (in Per un nuovo dizionario della politica, Ed. Riuniti, Roma, L.
Capuccelli); Mauro Lucente: La riflessione teorica di Rodano dalla Sinistra
Cristiana alla “Rivista Trimestrale” (Tesi di laurea in scienze politiche,
Milano); Istituto Gramsci: Convegno commemorativo di Rodano, Roma), M. Mustè,
“Critica delle ideologie e ricerca della laicità” (Il Mulino); R. Albani: La
storia comune degli uomini. Rileggendo Rodano (in Testimonianze, M. Papini: La
formazione di un giovane cattolico nella seconda metà degli anni Trenta: Rodano
tra la Congregazione mariana “La Scaletta” e il liceo “Visconti” (in
Cristianesimo e storia, V. Possenti: Cattolicesimo e modernità. Balbo, Noce, Rodano
(Milano, Marcello Mustè: Fra Del Noce e Rodano: il dibattito sulla “società
opulenta” (in La Cultura, M. Mustè: Rodano: laicità, democrazia, società del
superfluo (Studium, Roma). Rodano: "Cristianesimo e società
opulenta", a cura e con introduzione di Marcello Mustè (Edizioni di Storia
e Letteratura, Roma, Valentino Parlato: L'utopia di Rodano (in Manifesto, E. Melchionda:
Gli anni di Rodano (in Aprile, Gabriele
De Rosa, "Franco Rodano; il cristianesimo e la società
opulenta", in "Ricerche di storia sociale e religiosa", anno G. Chiarante:
Tra De Gasperi e Togliatti. Memorie degli anni Cinquanta (Carocci, Roma; M. Pandolfelli:
Cattolicesimo e marxismo in F. Rodano (Scienze politiche, Roma. S.d.). G.Tassani:"Il
Belpaese dei Cattolici", Cantagalli ,"La traccia e la prospettiva
teorica di Rodano". R. Moro. FRodano
e la storia del 'partito cattolico' in Italia", in A. Botti, Storia ed
esperienza religiosa. Studi per Rocco Cerrato, Urbino, Quattro Venti, Hanno
detto di lui «La vita di Franco Rodano ha testimoniato, in modo esemplare,
quanto possa essere forte, nell’uomo, la dedizione all’impegno intellettuale e
ai grandi ideali, tra i quali la politica intesa nel senso più nobile e più
alto dell’accezione. Portatore d’una fede religiosa profondamente sentita e
sofferta, Rodano ha avuto costantemente con sé il dantesco “angelo della
solitudine”: durante l’intera sua vita, infatti, mai si è sottratto al rovello
e al dubbio; mai ha preferito la comoda via dei pigri, degli opportunisti e dei
neutrali. La sua prima “scelta di campo” nell’Italia divisa in due, fu doppiamente coraggiosa: la resistenza al
nazifascismo ed il tentativo di conciliare nel Movimento dei cattolici
comunisti i valori della tradizione cristiana e cattolica con quelli della
rivoluzione d’ottobre. E così continuò senza paura e con sacrificio personale
in tutti questi anni promuovendo con le sue tesi, tra consensi e dissensi, un
continuo dibattito. La sua “inquietudine” fu, dunque, sincera e feconda,
sorretta da uno spirito virile, ma al fondo sensibile ed umanissimo. Certamente
Franco Rodano sarà ricordato dallo storico del futuro con queste sue
peculiarità di intellettuale originale, pugnace e coraggioso. In questo modo
l’ho visto e conosciuto, e così rimarrà per sempre nella mia memoria. S. Pertini,
Quaderni della Rivista Trimestrale, . “ritengo che la sua vita e la sua opera
abbiano fornito una prova concreta e significativa della validità di due
principi che egli ha serenamente professato e praticato e che, anche con il suo
personale contributo, sono acquisiti al patrimonio teorico e ideale del Partito
comunista. Il primo è la distinzione e l’autonomia reciproca della politica e
della fede religiosa (o della convinzione filosofica o del “credo” ideologico).
Il secondo è l’affermazionefatta da Togliatti, formulata in una tesi approvata
dal X congresso del partito e sviluppata poi nelle tesi del XV congressosecondo
la quale un cristianesimo genuinamente vissuto non soltanto non si oppone, ma è
anche in grado di sollecitare un’azione che può contribuire alla battaglia per
la costruzione di una società più umana, più libera e più giusta di quella
capitalista. E. Berlinguer, Quaderni della Rivista Trimestrale, «C’era nella
sua avversione al misticismo, all’indistinto, all’anarchismo, una grande lezione
di umanesimo storico e costruttivo. La drammaticità con cui sentiva i rischi di
un capovolgimento della democraziavissuta nei suoi angusti limiti
democraticisticiin corporativismo e in anarchia, e, quindi, la possibilità di
una replica autoritaria, è tuttora inscritta nella nostra vita quotidiana,
nella fase che stiamo attraversando. Bene: distinguere per collegare; stabilire
i confini del campo di ciascuno, da cui discende l’autonomia della politica
dalla religione e dalle ideologie. Per questo ritengo che occorra respingere le
sollecitazioni di quanti pensano di poter rimuovere la questione di fondo posta
da Rodano. Quella questione oggi riguarda, a mio avviso, il confine mobile tra
progresso e conservazione” Achille Occhetto, Quaderni della Rivista Trimestrale,
n.75-77, giugno-dicembre 1983, 67. «Per chi ha seguito, anche talvolta
dissentendo, il pensiero di Rodano e lo ha spesso messo a confronto con la
visione di Moro, appare chiaro che gli insegnamento di Rodano come quelli di A.
Moro non hanno solo valore per la ricostruzione storica di una fase politica
conclusa, ma hanno invece valore e significato come guida per la costruzione di
un processo di allargamento della democrazia, di sviluppo e di confronto e di
un dialogo che sono ancora più che mai attuali, perché attuali e non risolti
sono i grandi problemi nazionali che richiedono sì maggioranze e governi
più efficaci e risoluti, ma anche un più largo consenso popolare da realizzarsi
col confronto, col dialogo, con la partecipazione, sia pure a vario titolo, ad
un unico disegno di tutte le forze politiche rappresentative dell’intera realtà
popolare. G. Galloni, Quaderni della Rivista Trimestrale, n. “benché creda che
la storia sia opera di molti, e non di singole personalità pur spiccatissime,
ho sempre ritenuto che il ruolo esercitato da Rodano nella vicenda italiana di
questi decenni sia stato assolutamente fuori del comune, e portatore di
cambiamento come a pochissimi altri è stato dato. Ciò dico soprattutto in
riferimento alla storia e alle trasformazioni del partito comunista italiano,
nei cui confronti Rodano ha esercitato una funzione liberatrice e maieutica
che, se non temessi di far torto alla complessità del processo di un grande
movimento di massa e agli innumerevoli apporti di cui esso è sostanziato, non
esiterei a definire demiurgica.» R. Valle, Quaderni della Rivista
Trimestrale. Lasciamo ad altri le banalità sul “Consigliere del Principe” o sul
“consulente” per i rapporti con il mondo cattolico o con il Vaticano. Togliatti
ne fu attratto e interessato certo, anche perché l’esperienza di Rodano, le sue
riflessioni, le sue frequentazioni arricchivano il Partito di qualcosa che
altrimenti non sarebbe venuto. Forse qualcosa di analogo era stato per Gramsci
e per Togliatti l’incontro con Godetti. Che conoscesse e stimasse Ottavini, che
fosse intimo di Luca, non era importante perché ciò rappresentava un “canale”;
era piuttosto decisivo che un giovane così ascoltasse e parlasse, che si
trovasse a casa sua tra i comunisti, che per farlo soffrisse fino alla
persecuzione vaticana, riuscendo sempre ad essere fedele nel senso più pieno
del termine. G. Paietta, Quaderni della Rivista Trimestrale. Rrimane uno dei
pochi uomini la cuia filosofia rende possibile l’appellativo di femminista
anche per un appartenente al sesso maschile. La sua continua attenzione dalla
questione femminile derivava, certo, da una molteplicità di circostanze. Vi
influiva la ricerca su quello che egli stesso definì il processo di
umanizzazione dell’uomo, nel cui quadro la liberazione della donna costituiva
ben più di una semplice componente o misura, ma piuttosto una delle condizioni
decisive per una reale, generale fuoruscita dall’alienazione e dallo
sfruttamento umano. Oggi più d’uno ambirebbe, revanchisticamente, a considerare
conclusa la stagione femminista. E invece il vero problema per le donne, per la
democrazia, per il mutamento, è la perpetuazione e il saldo attestarsi a un
livello superiore del femminismo. Per questo il messaggio di Franco Rodano, che
può ben a ragione essere definito femminista nell’accezione più onnicomprensiva
ed elevata, risulta tuttora rivolto alla speranza e soprattutto all’impegno:
quell’impegno per cui egli ha consumato generosamente, e certo positivamente
anche per la causa femminile, tutta intiera la sua vita. G. Tedesco, Quaderni
della Rivista Trimestrale, «Il [mio] primo interrogativo riguarda le scelte
politiche che egli ha fatto, ponendosi come cattolico in contrasto con alcune
direttive ecclesiastiche. Dove ha trovato forza e serenità, pur con sofferenza,
per queste opzioni non rinunciando alla sua fede e alla sua appartenenza
ecclesiale, sempre professata? Non ho trovato altra risposta che la sua fede
teologale. La fede di Franco non era credenza dottrinale, magari utilizzata
ideologicamente, o sottomissione alla gerarchia che poi si muta in ribellione;
era adesione cosciente e ferma a Dio che si è rivelato in Gesù Cristo, ancora
vivente nella Chiesa. Questa fede comporta quel “sensus fidei” (ne ha parlato
il Vaticano II nella Lumen Gentium) che diventa giudizio pratico nelle concrete
situazioni per scelte che siano conformi alla volontà di Dio. È il
“discernimento” di cui parla san Paolo nella Lettera ai Romani (12, 2) e che
tanta parte ha nella dottrina spirituale cristiana. D. Torre, Quaderni della
Rivista Trimestrale, Il rapporto con la chiesa, sia come comunità di fede che
come istituzione, senza mediazioni di un partito cattolico rappresentava per
Rodano un’occasione e una garanzia per depurare il movimento comunista non solo
dall’ateismo scientista, ma anche di una visione totalizzante della rivoluzione
politica e sociale (il mito del regno dei cieli sulla terra e di una storia
senza alienazioni). Corrispettivamente il movimento comunista era il portatore
necessario di una trasformazione della società che non si presentasse […] come
inveramento e compimento della razionalità illuministica, della rivoluzione
borghese, ma anche e soprattutto come loro rovesciamento dialettico, e perciò
offrisse un fondamento storico e materiale ad un mondo in cui la persona
umana diventasse centro e misura, liberata dalla reificazione capitalistica, e
perciò stesso base reale di un pieno sviluppo di un cristianesimo, non
integralista, ma consapevole, diffuso, praticabile. L. Magri) Gli anni di
Rodano, articolo di E. Melchionda, in "Aprile", Dall'utopia alla
secolarizzazione, articolo diVassallo, in "effedieffe.comgiornale
on-line", Il consigliere di Berlinguer che amava la Controriforma. Giornalista
politico Franco Rodano. P. Franchi, Corriere della Sera, Archivio storico.
Raccolta di articoli di Franco Rodano. Treccani L'Enciclopedia italiana". Franco
Rodano. Rodano. Keywords: immunità e comunità – filosofia italiana – i
comunisti. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Rodano” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736193243/in/dateposted-public/
Grice e Romagnosi – filosofia
italiana. Luigi Speranza
(Salsomaggiore Terme). Filosofo. Important Italian philosopher. «L'etica,
la politica ed il diritto si possono bensì distinguere, ma non disgiungere.
[...] Non esiste un'etica pratica, se non mediante le buone leggi e le buone
amministrazioni.» (Gian Domenico Romagnosi, L'associazione dell'etica,
della politica e del diritto) Figlio di Bernardino e Marianna Trompelli, studia
dal 1775 nel Collegio Alberoni di Piacenza e nel 1782 si iscrive all'Università
degli Studi di Parma, dove si laurea in Giurisprudenza nel 1786. Per
breve tempo esercita la professione notarile, nel 1789 fa parte della
"Società letteraria di Piacenza" dove legge i suoi primi lavori
scientifici: il Discorso sull'amore delle donne considerato come motore
precipuo della legislazione; il Discorso sullo stato politico di tutte le
nazioni; Sull'opinione pubblica. Nel 1790 fa parte dell'Accademia degli
Ortolani, nel 1791 è pretore della città di Trento e pubblica la Genesi del
diritto penale, poi, nel 1792, Cosa è eguaglianza e, nel 1793, Cosa è libertà e
Primo avviso al popolo, che mostrano simpatie rivoluzionarie. Il suo incarico
gli procura contrasti con il principe vescovo di Trento, il conte Pietro
Vigilio Thun: questi gli concede comunque il titolo di consigliere aulico
d'onore. Dal 1794 al 1798 è consulente legale; a Trento è autore di due
volumetti dal titolo rispettivamente di Cosa è eguaglianza e Cosa è la libertà
in cui si schierò contro i principi della rivoluzione francese.[1] Nel 1799,
accusato di giacobinismo, è incarcerato a Innsbruck per 15 mesi ma viene
assolto nel processo: durante la prigionia scrive Delle leggi dell'umana
perfettibilità per servire ai progressi delle scienze e delle arti. Nel 1801,
con l'occupazione francese di Trento, diviene segretario del Consiglio
superiore presieduto dal giurista Carlo Antonio Pilati. Cultore anche di
scienze matematiche e fisiche, nel maggio 1802 scopre gli effetti magnetici
dell'elettricità: pubblica i suoi risultati sui giornali di Trento e Rovereto e
invia una relazione all'Accademia francese delle scienze ma la comunità
scientifica la ignora. Nel 1820 il fisico danese Hans Christian Ørsted fonda
l'elettromagnetismo, conducendo un analogo esperimento (noto come Esperimento
di Ørsted) e riconosce che "la conoscenza dei lavori di Romagnosi avrebbe
anticipato la scoperta dell'elettromagnetismo di 18 anni"[2]. Nel
1804 insegna Diritto pubblico nell'Università di Parma, nel 1806 è chiamato a
Milano a occuparsi della revisione del codice di procedura penale; nel 1807
ottiene la cattedra di Diritto civile all'Università degli Studi di Pavia e
pubblica il discorso Quale sia il governo più adatto a perfezionare la
legislazione civili; nel 1809 è professore nella "Scuola di Alta
legislazione" e ispettore delle scuole di diritto e, nel 1811, fonda il
Giornale di giurisprudenza universale. Nel 1814 pubblica le Istituzioni
di Diritto amministrativo e l'anno seguente, anonima, l'opera Della
costituzione di una monarchia costituzionale rappresentativa che gli vale i
sospetti della polizia austriaca. Reintegrato nell'insegnamento,
Romagnosi riuscì a radunare intorno a Milano una vera e propria scuola di
pensiero alla quale si formarono alcuni dei nomi più illustri del Risorgimento
italiano: il filosofo democratico radicale Giuseppe Ferrari, il pensatore
liberal-federalista Carlo Cattaneo, oltre a Cesare Cantù, i cugini Defendente e
G. Sacchi. Dal 1817 collabora alla Biblioteca Italiana e al Conciliatore e nel
1820 pubblica l'Assunto primo della scienza del diritto naturale. Nel 1821 è
arrestato e incarcerato a Venezia con l'accusa di partecipazione alla congiura
ordita da Silvio Pellico, Piero Maroncelli e Federico Confalonieri: viene
prosciolto ma gli è vietato l'insegnamento. Durante la detenzione scrive Dell'insegnamento
primitivo delle matematiche che pubblica nel 1823 mentre del 1824 è l'opera
Della condotta delle acque. Nel 1825 escono le Istituzioni di civile filosofia
ossia di Giurisprudenza Teorica, testo per lezioni da tenere all'Università di
Corfù su invito del governo britannico. Dal 1827 al 1835 è direttore degli
Annali Universali di Statistica (1824-1848) rivista specialistica che tratta
diversi rami del sapere, dalla storia al commercio all'economia politica;
collabora anche all'Antologia fiorentina del Vieusseux. Muore nel 1835,
assistito dal suo allievo Carlo Cattaneo, al quale detta il testamento e affida
i manoscritti inediti. È sepolto nella cappella dei conti Cusani Confalonieri
nel cimitero di Carate Brianza, località dove era solito trascorrere i
periodi di villeggiatura estiva ospite di Luigi Azimonti. A lui sono
dedicate alcune vie, l'Istituto di Istruzione Superiore di Erba (Ragioneria,
Geometri, Elettrico/elettronico ed Enogastronomico), l'Istituto Tecnico
Commerciale di Piacenza e un Liceo Classico di Parma, la scuola elementare di
Carate Brianza e la biblioteca comunale di Salsomaggiore Terme. Pensiero
giuridico, economico e storico Gian Domenico Romagnosi in una miniatura
di Antonio Pasini. (Museo Glauco Lombardi) Tra i maggiori intellettuali
italiani dei secoli XVIII e XIX, l'opera del Romagnosi, nel rinnovamento del
pensiero giuridico italiano richiesto dalla necessità di codificare i nuovi
interessi delle classi borghesi emersi con la Rivoluzione francese e
consolidati nel successivo Codice napoleonico, è legata alla fondazione di una
nuova scienza del diritto pubblico, penale e amministrativo, con uno spirito
scientifico settecentesco illuministicamente volto all'unificazione delle
scienze giuridiche, naturali e morali. Studiò pertanto la vita sociale nelle
sue componenti storiche, giuridiche, politiche, economiche e morali,
considerando l'uomo nelle forme della sua esistenza storica, nei modi in cui
concretamente pensa e agisce in un contesto sociale determinato: in questo modo
lo studio della storia rivela lo sviluppo dell'incivilimento umano. Nella
Genesi del diritto penale - opera che gli dette notevole fama e non solo in
Italia, tanto che fu tradotta in diverse lingue – Romagnosi, riprendendo tesi
di Cesare Beccaria, pone i problemi dell'utilità della punizione, della natura
della colpa e del diritto. Dà una giustificazione razionale della società che
gli appare un'unione necessaria tra gli uomini, dialetticamente rapportati nel
rispetto di una disciplina condivisa. L'uomo è lo stesso sia nello stato di
natura che in quello di società, malgrado le diversità delle forme sociali;
pertanto gli uomini hanno un diritto di socialità importante e sacro, quanto
quello della conservazione di se stesso; la società è per lui l'unico stato
naturale dell'uomo, respingendo così la dottrina di uno stato di natura
anteriore allo stato sociale: il cosiddetto stato di natura è solo un diverso
stato sociale nella storia dell'umanità. Nell'Introduzione allo studio
del diritto pubblico universale, premesso che ogni complesso giuridico deve
basarsi sui bisogni della comunità, sostiene che lo scopo del diritto
dev'essere il rafforzamento delle strutture civili e politiche della
società. Nell'Assunto primo della scienza del diritto naturale, riprendendo
temi già sviluppati nella Genesi del diritto, sostiene che nella natura è tanto
il principio di individualità quanto quello di socialità e pertanto lo sviluppo
umano avviene naturalmente verso uno stato di società, l'unico in cui si
sviluppa l'incivilimento - termine ricorrente nei suoi scritti - un continuo
processo verso stadi più avanzati di perfezionamento morale, civile, economico
e politico. E ancora nel Dell'indole e dei fattori dell'incivilimento,
con esempio del suo risorgimento in Italia si pone il problema di quale sia il
motore del progresso umano nella storia: la tesi è che la società umana è
l'organismo fattore di progresso, essendo in sé dotata di forze agenti in
particolari condizioni storiche e ambientali. Lo sviluppo civile, suddiviso dal
Romagnosi in quattro periodo, l'epoca del senso e dell'istinto, l'epoca della
fantasia e delle passioni, l'epoca della ragione e dell'interesse personale e
l'epoca della previdenza e della socialità, vede un costante trasferimento,
agli organismi pubblici rappresentativi, delle funzioni sociali come se la
natura si trasferisse progressivamente nella funzione rappresentativa[3].
Il punto d'arrivo della civiltà è una forma sociale in cui prevalgono la
proprietà e il sapere. Tale processo non è lineare tanto che, per esempio, il
diritto romano e l'etica cristiana si affermarono in condizioni civili
arretrate ma come una macchina i cui meccanismi migliorano nel tempo, la sua
azione progressivamente perfezionata fa sorgere dal fondo delle potenze attive
un sempre nuovo modo di riazioni e quindi di effetti variati. L'incivilimento
appare così una cosa complessa risultante di molti elementi e da molti rapporti
formanti una vera finale unità simile a quella di una macchina, la quale
scindere non si può senza annientarla. Il motore di siffatta macchina è il
commercio, sviluppato a sua volta dal progresso dello stato sociale.
Guardando allo sviluppo storico nazionale, Romagnosi vede nel Medioevo l'epoca
in cui la città diviene luogo di aggregazione di possidenti, artisti,
commercianti e dotti, favorendo le condizioni per la nascita dello Stato
moderno anche se ai Comuni medievali mancò uno spirito politico nazionale
perché presero la strada dal ramo industriale e commerciale per giungere al
territoriale. Essi dunque ripigliarono l'incivilimento in ordine inverso. In
quest'ordine trovarono i più gravi ostacoli…avendo dovuto separare la
professione delle armi da quella delle arti e della mercatura. Per questo
bisogna sempre porsi il problema di un corretto modo di sviluppo e ora, nella
società industriale, l'incivilimento è una continua disposizione delle cose e
delle forze della natura preordinata dalla mente ed eseguita dall'energia
dell'uomo in quanto tale disposizione produce una colta e soddisfacente
convivenza. Nella Collezione degli articoli di economia politica e
statistica civile si trova espressa la fiducia nella sviluppo capitalistico e
nella libera concorrenza economica, difesa contro le tesi del Sismondi che vede
nello sviluppo industriale una spaventosa sofferenza in parecchie classi della
popolazione. Per Romagnosi, i poteri pubblici devono far rispettare le corrette
regole della libertà di concorrenza, cosa che non avviene in Inghilterra dove
ora si favorisce il popolo contro i mercanti, ora i possidenti e i mercanti
contro il popolo e intanto si applica ancora il protezionismo; è inoltre un
paese in cui non si applica il diritto romano, fonte di equità civile e la
mentalità empirica degli inglesi non consente loro di prevedere ma solo di
constatare i fatti. In altri articoli polemizza col Saint-Simon,
dottrinario che ostacola la libera concorrenza, assegna ogni ramo d'industria a
guisa di privilegio personale, favorisce il popolo miserabile contro i
produttori e abolire il diritto di eredità. I saintsimoniani vogliono far
lavorare e poi lavorare senza dirmi il perché. Progresso non è che lavoro.
Questo è l'ultimo termine, questo è il premio; l'uomo, secondo Saint – Simon,
dovrebbe sempre progredire lavorando con una indefinita vista e senza stimolo,
ma per Romagnosi, voler far progredire l'industria e il commercio col togliere
la possidenza è come voler far crescere i rami col distruggere il tronco. Per
Romagnosi la proprietà ha un carattere naturale e poiché, come s'è visto, la
natura è la base di ogni società, negare la proprietà significa distruggere
ogni possibilità di convivenza civile. Pensiero filosofico Casa
natale di Romagnosi a Salsomaggiore Terme Romagnosi, partendo dalla sua vasta
esperienza giurisprudenziale e politica, auspica una nuova forma di filosofia
civile, una scienza che studi forme e condizioni dell'incivilimento storico
delle nazioni, scoprendo la legge massima e unica delle vicende politiche,
sociali e culturali dei popoli. Riguardo al problema gnoseologico, per
Romagnosi la conoscenza proviene dai sensi ma la sensazione non è di per sé
ancora conoscenza, la quale si ottiene solo quando l'intelletto ordina e
interpreta le sensazioni secondo proprie categorie, definite logìe, con cui
diamo segnature razionali alle segnature positive. Egli chiama compotenza
questa mutua concorrenza di sensazioni provenienti dall'esterno e di
elaborazione della nostra mente. Le logìe non sono idee già formate nel
momento della nostra nascita, ma a loro volta sono il risultato della
riflessione operata sull'esperienza empirica: sono dunque a posteriori rispetto
alle sensazioni passate e a priori rispetto alle sensazioni attuali. Pertanto
la conoscenza è in definitiva un a posteriori con un contenuto base
empirico. Ma cosa conosciamo in realtà? I sensi non danno conoscenza
delle cose in sé, ma di ciò che percepiamo delle cose; conosciamo le
rappresentazioni che ci formiamo delle cose. Se i fenomeni non sono copie
esatte del reale, tuttavia ne sono segni a cui corrispondono in natura esseri
reali e pertanto le cose esistono fuori di noi, non sono creazioni di un Io
trascendentale. Non essendoci evidentemente posto per una metafisica
nella sua costruzione filosofica, fu attaccato dagli spiritualisti e in
particolare dal Rosmini. Il Romagnosi può a buon diritto essere considerato il
precursore del positivismo italiano. Classicismo e Romanticismo Il
Romagnosi considerò la contrapposizione di classico e romantico – nata
nell'immediatezza della Restaurazione e trascinatasi per oltre un ventennio con
implicazioni letterarie, linguistiche e anche politiche - come impropria,
cercando di dare una soluzione alla controversia attraverso la sua concezione
ilichiastica, cioè relativa al tempo, della letteratura, secondo la quale le
opere letterarie sono consoni all'età e al gusto di un popolo, e suggerì che le
opere contemporanee dovessero corrispondere sempre al pensiero moderno di un
popolo. L'ilichiastismo del Romagnosi si rifà in sostanza alle sue concezioni
sulla formazione delle civiltà storiche. Così espose la sua dottrina
nell'articolo Della Poesia, considerata rispetto alle diverse età delle
nazioni, sul Conciliatore del 10 settembre 1818: «Sei tu romantico? –
Signor no – Sei tu classico? – Signor no – Che cosa dunque sei? – Sono
ilichiastico, se vuoi che te lo dica in greco, cioè adattato alle età –
Misericordia! che strana parola! spiegatemela ancor meglio, e ditemi perché ne
facciate uso, e quale sia la vostra pretensione. La parola che vi ferisce
l'orecchio è tratta dal greco, e corrisponde al latino aevum, aevitas, e per
sincope aetas, la quale indica un certo periodo di tempo, e in un più largo
senso, il corso del tempo. Col denominarmi pertanto ilichiastico io intendo
tanto di riconoscere in fatto una letteratura relativa alle diverse età, nelle
quali si sono ritrovati e si troveranno i popoli colti, quanto di professare
principj, i quali sieno indipendenti da fittizie istituzioni, per non
rispettare altre leggi che quelle del gusto, della ragione e della
morale… Ma la divisione di romantico e classico (voi mi direte) non è
dessa forse più speciale? Eccovi le mie risposte: o voi volete far uso di
queste parole per indicare nudamente il tempo, o volete usarne per
contrassegnare il carattere della letteratura delle diverse età. Se il primo,
io vi dico essere strano il denominare classica l'antica, e romantica la media
e moderna letteratura. I tre periodi della storia antica, media e moderna sono
fra loro distinti non da una divisione artificiale e di convenzione, ma da
effettive rivoluzioni. Se poi volete adoperare le parole di classico e di
romantico per contrassegnare il carattere dell'europea letteratura nelle
diverse età, a me pare che usiate di una denominazione impropria… Quando
piacesse di contrassegnare la poesia coi caratteri delle diverse età, parmi che
dividere si potrebbe in teocratica, eroica e civile. Questi caratteri hanno
successivamente dominato tanto nella prima coltura, che fu sommersa dalle
nordiche invasioni, quanto nella seconda coltura, che fu ravvivata e proseguita
fin qui. Questi caratteri non esistettero mai puri, ma sempre mescolati.
Dall'essere l'uno o l'altro predominante si determina il genere, al quale
appartiene l'una o l'altra produzione poetica… Vengo ora alla domanda che
mi faceste, se io classico o romantico; e ponendo mente soltanto allo spirito
di essa, torno a rispondervi che io non sono né voglio essere né romantico, né
classico, ma adattato ai tempi ed ai bisogni della ragione, del gusto e della
morale. Ditemi in primo luogo: se io fossi nobile ricco, mi condannereste voi
perché io non voglia professarmi o popolano grasso, o nobile pitocco? Alla
peggio, potreste tacciarmi di orgoglio, ma non di stravaganza. Ecco il caso di
un buon italiano in fatto di letteratura. Volere che un italiano sia tutto
classico, egli è lo stesso che volere taluno occupato esclusivamente a copiare
diplomi, a tessere alberi genealogici, a vestire all'antica, a descrivere o ad
imitare gli avanzi di medaglie, di vasi, d'intagli e di armature, e di altre
anticaglie, trascurando la coltura attuale delle sue terre, l'abbellimento
moderno della sua casa, l'educazione odierna della sua figliuolanza. Volere poi
che egli sia affatto romantico, è volere ch'egli abiuri la propria origine,
ripudj l'eredità de' suoi maggiori per attenersi soltanto a nuove rimembranze
specialmente germaniche… Voi mi domanderete se possa esistere questo
terzo genere, il quale non sia né classico né romantico? Domandarmi se possa
esistere è domandarmi se possa esistere una maniera di vestire, di fabbricare,
di conversare, di scrivere, che non sia né antica, né media, né moderna. La
risposta è fatta dalla semplice posizione della quistione. Ma questo terzo
genere sarà desso preferibile ai conosciuti fra noi? Per soddisfarvi anche su
tale domanda osserverò primamente che qui non si tratta più di qualità, bensì
di bellezza o di convenienza. In secondo luogo, che questa quistione non può
essere decisa che coll'opera della filosofia del gusto, e soprattutto colla
cognizione tanto dell'influenza dell'incivilimento sulla letteratura, quanto
degli uffizj della letteratura a pro dell'incivilimento. Non è mia
intenzione di tentare questo pelago. Osserverò soltanto che questo terzo genere
non può essere indefinito; ma dovrà essere necessariamente un frutto naturale
dell'età, nella quale noi ci troviamo, e si troveranno pure i nostri posteri.
Noi dunque non dobbiamo sull'ali della metafisica errare senza posa nel caos
dell'idealismo, per cogliere qua e là le idee archetipe di questo genere; ma
dobbiamo invece seguire la catena degli avvenimenti, dai quali nelle diverse
età, essendo stata introdotta una data maniera di sentire, di produrre, e
quindi di gustare e di propagare il bello letterario, ne nacque un dato genere,
il quale si poté dire perciò un frutto di stagione di quella età. Per quanto vogliamo
sottrarci dalla corrente, per quanto tentiamo di sollevarci al di sopra della
ignoranza e del mal gusto comune, noi saremo eternamente figli del tempo e del
luogo in cui viviamo. Il secolo posteriore riceverà per una necessaria
figliazione la sua impronta dal secolo anteriore. E tutto ciò derivando
primariamente dall'impero della natura che opera nel tempo e nel luogo, ne
verrà che il carattere poetico o letterario, comunque indipendente dalle
vecchie regole dell'arte, perché flessibile, progressivo, innovato dalla forza
stessa della natura, sarà necessariamente determinato, come è determinato il
carattere degli animali e delle piante, che dallo stato selvaggio vengono
trasportate allo stato domestico. Posto tutto ciò, l'arbitrario nel carattere
della letteratura cessa di per sé. Si potrà allora disputare bensì se il bello
ideale coincide o no col bello volgare; se il gusto corrente possa essere più
elevato, più puro, più esteso; ma non si potrà più disputare se le sorgenti di
questo bello debbano essere la mitologia pagana piuttosto che i fantasmi
cristiani, i costumi cavallereschi piuttosto che gli eroici, le querce, i monti
o i castelli gotici, piuttosto che gli archi trionfali, le are e i templi greci
e romani. Il carattere attuale sarà determinato dall'età o dalla località: vale
a dire dal genio nazionale eccitato e modificato dalle attuali circostanze, il
complesso delle quali forma parte di quella suprema economia, colla quale la
natura governa le nazioni della terra… Finisco quest'articolo col pregare
i miei concittadini a non voler imitare le femminette di provincia in fatto di
mode, e ad informarsi ben bene degli usi della capitale. Leggano gli scritti
teoretici, e soprattutto le produzioni della letteratura settentrionale, e di
leggieri si accorgeranno che se havvi in essa qualche pizzo di romantica
poesia, niuno si è mai avvisato né per teoria né per pratica di essere né
esclusivamente romantico né esclusivamente classico nel senso che si dà ora
abusivamente a queste denominazioni. Troveranno anzi essersi trattati
argomenti, e fatto uso di similitudini e di allusioni mitologiche anche in un
modo, che niun latino si sarebbe permesso. Il solo libro dell'Alemagna della
signora di Staël ne offre parecchi esempi. Il pretendere poi presso di
noi il dominio esclusivo classico, egli è lo stesso che volere una poesia
italiana morta, come una lingua italiana morta. Quando il tribunale del tempo
avrà decretata questa pretensione, io parlerò con coloro che la
promossero.» Appartenenza alla Massoneria Durante il periodo del Regno
italico, Romagnosi fu iniziato massone nella Loggia "Reale
Giuseppina" di Milano, di cui fu in seguito Oratore e Maestro Venerabile.
Fu Grande Esperto all'atto della fondazione del Grande Oriente d'Italia,
esponente di primo piano della Massoneria di Palazzo Giustiniani, fu Grande
Oratore aggiunto del Grande Oriente d'Italia e in questa funzione autore di
vari discorsi massonici[4]. Opere Opere, parte I, 1841 Genesi del
diritto penale, 1791. Che cos'è uguaglianza, 1792. Che cos'è libertà, 1793.
Introduzione allo studio del diritto pubblico universale, 1803. Principi
fondamentali di diritto amministrativo, 1814. Della costituzione di una
monarchia nazionale rappresentativa, 1815. Dell'insegnamento primitivo delle
matematiche, 1823. Della condotta delle acque, 1824. Che cos'è la mente sana?,
1827. Della suprema economia dell'umano sapere in relazione alla mente sana,
1828. Suprema economia dell'umano sapere, 1828. Della ragion civile delle acque
nella rurale economia, 1829 - 1830. Vedute fondamentali sull'arte logica, 1832.
Dell'indole e dei fattori dell'incivilimento con esempio del suo risorgimento
in Italia, 1832. Collezione degli articoli di economia politica e statistica e
civile, 1836 (pubblicata postuma). Opere, con annotazioni di Alessandro De
Giorgi, vol. 1, Milano, Perelli e Mariani, 1841. Opere, vol. 2, Milano, Perelli
e Mariani, 1842. La scienza delle costituzioni, 1849 I Discorsi Libero-Muratori
di Gian Domenico Romagnosi (1761-1835), in: L'Acacia Massonica, 1949, III, n.
8, pp. 220-24 e n. 9-10, pp. 282-86. Scritti filosofici, Milano, Ceschina, 1974
Scritti filosofici, 2 voll., Firenze, Le Monnier, 1960; Milano, Ceschina, 1974.
Note ^ Notizie tratte dal sito https://dalpontelorenzo.blogspot.it/ alla
pagina: https://dalpontelorenzo.blogspot.it/2013/02/romagnosi-gian-domenico.html
^ Sandro Stringari, Romagnosi fisico, in Unitn, n. 30, marzo 2001. URL
consultato il 21 marzo 2012. ^ Fulco Lanchester, Romagnosi costituzionalista,
Giornale di storia costituzionale : 23, I, 2012, Macerata : EUM-Edizioni
Università di Macerata, 2012. ^ Vittorio Gnocchini, L'Italia dei Liberi
Muratori, Mimesis-Erasmo, Milano-Roma, 2005, pp. 238-239. Bibliografia AA.VV.,
Atti del Convegno di studi in onore di G.D. Romagnosi nel bicentenario della nascita,
Milano, Dott. A. Giuffrè Editore, 1961. AA.VV., Per conoscere Romagnosi,
Milano, Unicopli, 1982. E.A. Albertoni, La vita degli Stati e l'incivilimento
dei popoli nel pensiero politico di Gian Domenico Romagnosi, Milano, Dott. A.
Giuffrè Editore, 1979. Italo Mereu, L'antropologia dell'incivilimento in G.D.
Romagnosi e C. Cattaneo, Piacen za, Pubblicazioni della Banca di Piacenza,
2001. Elio Palombi, Introduzione alla Genesi del Diritto penale di G.D.
Romagnosi, Milano, Edizioni Ipsoa, 2003. A. Tarantino, Natura delle cose e
società civile. Rosmini e Romagnosi, Roma, Edizioni Studium, 1983. Altri
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Domenico Romagnosi Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni di o su Gian
Domenico Romagnosi Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene
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Romagnósi, Gian Domenico, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto
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degli italiani, vol. 88, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2017. Modifica su
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versione) / Gian Domenico Romagnosi (altra versione), su openMLOL, Horizons
Unlimited srl. Modifica su Wikidata (EN) Opere di Gian Domenico Romagnosi /
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Italiana, 2012. Controllo di autorità VIAF
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italiani del XIX secoloFilosofi italiani del XVIII secoloFilosofi italiani del
XIX secoloEconomisti italianiNati nel 1761Morti nel 1835Nati l'11 dicembreMorti
l'8 giugnoNati a Salsomaggiore TermeMorti a MilanoPersonalità del
RisorgimentoMassoniStoria del dirittoAccademici italiani del XIX secoloStudenti
dell'Università degli Studi di ParmaProfessori dell'Università degli Studi di
ParmaProfessori dell'Università degli Studi di PaviaFondatori di riviste
italianeDirettori di periodici italianiStudiosi di diritto amministrativo del
XIX secoloStudiosi di diritto penale del XVIII secoloStudiosi di diritto penale
del XIX secolo. Gian Domenico Romagnosi. Romagnosi Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Romagnosi," per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51684466767/in/photolist-2mPpwbZ-2mLH24C-2mPE3Bq-2mKbpiZ
Romanoto be identified.
Grice e Roncaglia – alla palestra – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Roma), filosofo -- è figlio del filologo Aurelio Roncaglia,
nipote dell'omonimo musicologo Gino Roncaglia e fratello dell'economista
Alessandro Roncaglia. Laureatosi in
filosofia a Roma, è stato allievo di Gregory e
Maierù. Consegue il perfezionamento in Informatica umanistica, sempre
presso la Sapienza. Consegue poi il dottorato in Filosofia a Firenze. Insegna
Editoria digitale e Digital Humanities a 'Roma.
In precedenza, era stato prima ricercatore, poi professore associato a Tuscia,
dove ha diretto un master in learning e corsi di perfezionamento su Book e
futuro del libro e sul web semantico. Eera stato documentarista bibliotecario
presso l'Archivio Storico della Camera dei deputati, occupandosi dei primi
progetti di digitalizzazione della documentazione storica. Fra i pionieri dell'uso di Internet in Italia
e della riflessione sulle sue potenzialità culturali (in particolare nel
settore dell'editoria e degli ebook), è socio fondatore dell'Associazione
culturale Liber Liber. È stato autore con Calvo, Ciotti e Zela della fortunata serie di
manuali su Internet pubblicati dalla casa editrice Laterza (sei edizioni e
oltre venti ristampe). Oltre che sul mondo del web, sull'editoria digitale e
sulle culture di rete, ha pubblicato numerosi studi e ricerche anche sulla
storia della logica fra il Medioevo e Leibniz.
In ambito televisivo è stato fra gli autori della trasmissione Rai
MediaMente e di numerosi altri programmi televisivi legati al mondo delle nuove
tecnologie e delle reti, nonché dei programmi culturali Nautilus e Zettel Filosofia
in movimento in onda a partire dal gennaio
sul canale Rai Scuola. Con Casati è autore di un progettodenominato
Wikilexper l'uso di strumenti wiki nel drafting normativo, in un contesto di
democrazia partecipata. Ha fatto parte
dal settembre del Comitato
tecnico-scientifico per le biblioteche e gli istituti culturali del Ministero
dei beni e delle attività culturali e del turismo, da cui si è dimesso per protesta
nel maggio. Altre opere: “L'età della frammentazione: cultura del libro e
scuola digitale” (Roma-Bari:Laterza,); “L'editoria fra cartaceo e digitale”
(Milano: Ledizioni); “La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro”
(Roma-Bari: Laterza); “Lingua e tecnologia. Usi della lingua e strumenti di
rete, in Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Il libro dell'anno, Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .
Google Book Search e le politiche di digitalizzazione libraria. Digitalia, Dai metadati all'harvesting. La gestione di
risorse informative attraverso repository interoperabili. Culture del testo e
del documento, Internet, Manuale per l'uso della rete, con Calvo,
Ciotti, e Zela. Roma-Bari: Laterza, Blogosfera e feed RSS. Una palestra per il
Semantic web? Networks. Rivista di filosofia dell'intelligenza artificiale e
scienze cognitive, Frontiere di rete.
Internet, cosa c'è di nuovo?” (Roma-Bari: Laterza); “Il mondo digitale.
Introduzione ai nuovi media” (Roma-Bari: Laterza); “Palaestra Rationis.
Discussioni su natura della copula e modalità” (Firenze: Olschki. Università
Roma Tre. Dimissioni organi consultivi MiBACT. Note a margine del concorso per
500 funzionari del Ministero Beni Culturali: mezzo bibliotecario per ogni
biblioteca? E la tutela di libri e manoscritti chi la fa?, su aib. 23 agosto
. Opere su Liber Liber, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di
Gino Roncaglia, . Registrazioni di Gino
Roncaglia, su RadioRadicale, Radio Radicale.
Il sito-blog del libro La quarta rivoluzione, su ebooklearn.com. L’Open
Archive dell’Università della Tuscia, contenente le sue pubblicazioni, su
dspace.unitus. Il sito del corso di
perfezionamento su futuro del libro, e-book ed editoria digitale, su
ebooklearn.com. Il sito del master in E-Learning dell’Università della Tuscia,
su masterunitus.com. Il sito del progetto Wikilex, su merzspace.net. Gino
Roncaglia: memoria e supporti digitali, sul
RAI Filosofia, su filosofia.rai. Roncaglia. Keywords: palestra. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Roncaglia” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736744995/in/datetaken/1
Grice e Ronchi – filosofia della comunicazione –
filosofia italiana – By Luigi Speranza (Forlì). Flosofo. Si laurea a Bologna e conseguito il dottorato a
Milano sotto la guida di Sini. Professore ad Aquila a all’Istituto di ricerca
di psicanalisi applicate. Tiene corsi in varie università e collabora con diversi centri di ricerca. È
direttore di due collane: “Filosofia al presente” per Textus Edizioni di
L’Aquila e “Canone Minore” per Mimesis Edizioni di Milano e dal dirige la scuola di filosofia Praxis a
Forlì. È membro del Consiglio di amministrazione della Société des amis
de Bergson e collabora con i servizi culturali di Rai Radio Tre e con il sito
Doppiozero. I suoi primi lavori sono dedicati a Bataille, Levinas, e Blanchot.
Un sapere passionale) e alla questione della comunicazione intesa
filosoficamente come partecipazione alla verità e fondamento ontologico della
stessa pratica filosofica (Teoria critica della comunicazione: dal modello
veicolare al modello conversativo, -- Grice: “I like ‘conversativo.”Almost a
Spoonerism for ‘conservative’!” -- Filosofia della comunicazione. Il mondo come
resto e come teogonia. Più in particolare, ha proposto una revisione del modello
veicolare o standard della comunicazione e una critica al paradigma linguistico
del vivente. Al problema della raffigurazione e al suo rapporto col dicibile
nel pensiero occidentale antico, moderno e contemporaneo è invece dedicato “Il
pensiero bastardo: figurazione dell’invisibile e comunicazione indiretta.”
Grice: “This shows a distinction between ‘ingelese italianato.’ To call
indirect communication bastard would be a bit too much at Oxford!” --. Grazie
ai suoi studi su Bergson Ronchi si è segnalato come una voce significativa
della cosiddetta “Bergson renaissance”. – cf. Grice, “Speranza e la cosidddetta
“Grice renaissance””. Nei suoi lavori (Bergson filosofo dell’interpretazione,
Bergson. Una sintesi, ), guarda a Bergson come a un filosofo in grado di dare
risposta a questioni tuttora aperte del dibattito filosofico. Bergson non è,
come si crede, un filosofo irrazionalista, spiritualista, ostile alla scienza e
ai suoi metodi. Per lui la filosofia è un metodo rigorosamente empirista, che
consente la massima precisione possibile nella descrizione dei fenomeni.
Bergson è anzi il filosofo che ha cercato di emancipare la scienza da quanto di
“metafisico” era ancora inconsapevolmente presente nelle sue pratiche. Con le
sue celebri nozioni di “durata” e di “memoria” (cfr. Grice, “Personal identity:
my debt to Bergson”) ha costruito un
nuovo modello di intelligibilità del divenire, alternativo a quello
aristotelico, in grado finalmente di spiegare, senza riduzionismi, il “vivente”
quale era stato descritto dalla biologia evoluzionista. Il pensiero bergsoniano
è presentato come uno snodo essenziale della filosofia del Novecento. La sua
dirompente attualità è mostrata attraverso un confronto sistematico con la
fenomenologia, l’esistenzialismo, l’ermeneutica, il pensiero della differenza e
l'epistemologia della complessità. Al tempo stesso però, Bergson è ricollocato dall’autore all’interno
della tradizione filosofica occidentale, come un capitolo, tra i più alti, dell’indagine
filosofica sulla natura: un capitolo che continua l’opera di quei filosofi e di
quei teologi che, dai neoplatonici a Cusano fino a Grice e Gentile, hanno
provato a pensare la natura come vita vivente e come divinità immanente. Impegnato
in una definizione e riabilitazione del filosofico contro il pericolo della sua
dismissione (Come fare: per una resistenza filosofica, ), proprio grazie al
confronto con Bergson e ai filosofi “amici” di quest’ultimo (Grice, James,
Whitehead, Deleuze, and Grice’s immediate sources: Gallie and Broad), è venuto definendo la sua posizione filosofica
inscrivendola in una costellazione ben precisa, ancorché minoritaria (Canone
minore: verso una filosofia della natura, ). Empirismo radicale, realismo
speculativo e “pragmatica” “trascendentale” sono le definizioni che, più di
altre, esprimono il senso e la direzione della sua ricerca, improntata com'è a
criticare quella che chiama “la linea maggiore della filosofia” e che definisce
dualistica, soggettivistica e antropocentrica. In una parola: moderna. Da
Kant sino a Derrida, la filosofia moderna è stata infatti caratterizzata dal
primato accordato alla finitudine, alla contingenza, all'intenzionalità
griceiana, alla negazione e al linguaggio e la semiotica. La filosofia maggiore
è, in fondo, un’antropologia cui oppone una filosofia del processo radicalmente
monista e immanentista che contesta la tesi dell' "eccezione umana" e
che non pone come apriori il principio della correlazione soggetto-mondo (anche
nella versione offertane dall'ermeneutica e dalla fenomenologia). Alla svolta
trascendentale kantiana è opposta quella cosmologica whiteheadiana e, al
dispositivo aristotelico potenza/atto, dispositivo insufficiente a cogliere la
natura naturans, la nozione di gentiliana di “actus purus”. La linea minore è,
infatti, anche e soprattutto una linea megarica che, alla potenza
logico-linguistica e umana troppo umana dei contrari, sostituisce una potenza
che non può non esercitarsi (sia essa quella dell’Uno di Plotino, della sostanza
di Spinoza o della durata di Bergson). La filosofia “minore” è una filosofia
del processo (categoria che oppone all’aristotelica Kinesis) che, pur
confutando il nulla e il possibile come pseudo-problemi, non sacrifica il
carattere creativo e dinamico del reale. Il problema filosofico del rapporto
Uno-moltida sempre al centro della riflessione cioè risolto nei termini di una
cogenerazione reciproca fra i differenti per natura, in cui questa differenza
non di grado tra il principio e il principiato funziona come causa
dell’immediato essere uno dei molti ed esser molti dell’uno, ossia come la
causa di quella unità cangiante di tutte le cose che chiama “immanenza assoluta”. Opere: Bataille,
Lévinas, Blanchot: un sapere passionale (Spirali, Milano) Bergson filosofo
dell'interpretazione (Marietti, Genova) Luogo comune. Verso un'etica della
scrittura (EGEA, Università Bocconi Editorr) La scrittura della verità. Per una
genealogia della teoria (Jaca, Milano) La verdad en el espyo. Les présocraticos
y el alba de la philosophia, Akal, Madrid) Il pensiero bastardo: figurazione
dell'invisibile e comunicazione indiretta (Marinotti, Milano. Teoria critica
della comunicazione: dal modello veicolare al modello conversativo (Mondadori,
Milano) Grice: “As I say, I like ‘conversativo;’ perhaps I should adopt it!
‘conversative,’ rather than the pompous ‘conversational’!). Liberopensiero.
Lessico filosofico della contemporaneità (Fandango Libri, Roma) Filosofia della
comunicazione: il mondo come resto e come teogonia (Bollati Boringhieri, Torino)
Bergson. Una sintesi (Marinotti, Milano ) Come fare. Per una resistenza
filosofica (Feltrinelli, Milano ) Brecht. Introduzione alla filosofia (et al.,
Correggio ) Zombie outbreak: la filosofia e i morti-viventi (Textus Edizioni,
L'Aquila ) Gilles Deleuze. Credere nel reale (Feltrinelli, Milano ) Il canone
minore: verso una filosofia della natura (Feltrinelli, Milano ), Brecht. Tre
dispositivi (Orthotes, Napoli ), Bergson, Whitehead, realismo speculative,
Deleuze Scuola megarica, Sini, Gentile. Ronchi. Keywords: filosofia della
comunicazione. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ronchi” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736047293/in/datetaken/
Rosatti Marcello
vitali rosatti --
Rosselli (Roma). Filosofo. Important Italian philosopher. There
is a Rosselli Circle in Rome. Fu il teorico del "socialismo
liberale", un socialismo riformista non marxista direttamente ispirato dal
laburismo britannico e dalla tradizione storico-politica, italiana e non, del
radicalismo liberale e libertario. Fondò a Firenze il foglio clandestino Non
Mollare e nel 1926, insieme al socialista Pietro Nenni, la rivista milanese Il
Quarto Stato. Fondò nel 1929 a Parigi il movimento antifascista Giustizia e
Libertà, che nel 1936 combatté per la Repubblica nella Guerra civile spagnola,
all'interno della Colonna Italiana Rosselli, costituita assieme agli anarchici.
Nel 1937 fu ucciso in Francia insieme con il fratello Nello da assassini legati
al regime fascista. Magnifying glass icon mgx2.svg Fratelli
Rosselli. Nello Rosselli La nascita, la guerra e gli studi
Amelia Pincherle, madre di Carlo. Rosselli nacque a Roma il 16
novembre del 1899 da un'agiata famiglia ebraica, secondogenito dei tre figli
del livornese Giuseppe Emanuele "Joe" Rosselli (10 agosto 1867Firenze)
e della veneziana Amelia Pincherle (16 gennaio 1870Firenze, 26 dicembre 1954),
sorella di Carlo Pincherle, architetto e pittore, oltreché padre dello
scrittore Alberto Moravia. Sia la famiglia paterna che quella materna,
fermamente legate agli ideali repubblicani e mazziniani, erano state
politicamente attive, avendo partecipato alle vicende del Risorgimento
italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura moglie di Ernesto
Nathan (Sindaco di Roma dal novembre del 1907 al dicembre del 1913), fu un
seguace e stretto collaboratore di Giuseppe Mazzini nei suoi ultimi anni di vita
(morì difatti in clandestinità nella sua casa pisana) ed un Pincherle fu
nominato ministro durante la breve esperienza della Repubblica di San Marco,
instauratasi nel Triveneto a seguito d'una massiccia insurrezione
anti-asburgica guidata da Daniele Manin e Niccolò Tommaseo. I Rosselli
avevano abitato per un considerevole periodo a Vienna, dove Giuseppe Emanuele
aveva studiato composizione musicale e dove, nel 1895, era nato il primogenito
Aldo Sabatino. In seguito, si trasferirono a Roma, dove il padre, rinunciando
alle sue aspirazioni artistiche, si dedicò alla vita mondana, mentre la madre
ottenne dei discreti successi come autrice di drammi teatrali. Qui, dopo la
propria nascita, venne alla luce, l'anno seguente, il terzogenito Sabatino
Enrico "Nello". I due coniugi si separarono: le condizioni
economiche della famiglia avevano subito un grave tracollo a causa della
leggerezza del padre. Amelia si trasferì con i suoi tre figli a Firenze, dove
frequentarono le scuole: Carlo mostrò in quel periodo poco interesse per gli
studi e la madre lo ritirò dal ginnasio, facendogli frequentare le scuole
tecniche. Mmorì il padre. L'entrata in guerra dell'Italia, nel 1915, fu
accolta con entusiasmo dalla famiglia Rosselli, decisamente interventista. Il
fratello Aldo fu arruolato come ufficiale di fanteria e morì in combattimento
nel 1916, ricevendo una medaglia d'argento alla memoria. Carlo, ancora
studente, collaborava al foglio di propaganda «Noi giovani», fondato dal
fratello Nello, anche se l'editoriale Il nostro programma, che aprì in gennaio
il primo numero del giornale, fu redatto con buone probabilità assieme a
Carlo. Il manifesto, che l'ingenuità di due ragazzi indirizzava verso una
fiduciosa speranza in un mondo migliore, proponeva sin da allora alcuni tratti
fondamentali della personalità di Carlo, ossia un amore incondizionato per
l'umanità e la spinta all'azione nel solco dello spirito mazziniano, che lo
inserisce nel filone dell'interventismo democratico. Per «Noi giovani»,
licenziò i primi articoli, uno in aprile sulla rivoluzione russa di febbraio,
il secondo nel mese successivo vertente sull'entrata in guerra degli Stati
Uniti. Il primo saggio, “Libera Russia”, esalta il risveglio del paese di
Gorkij, Tolstoj e Dostoevskij, supremi interpreti di un rinnovamento in atto
già dal secolo precedente, per cui la rivoluzione di febbraio non era che il
punto culminante di una lunga preparazione all'avvento di una società più
giusta. Vi «era tutta una massa che saliva lentamente, inesorabilmente. La
marcia si poteva ritardare ma non impedire». Dei recentissimi eventi, inoltre,
viene esaltata la componente "pacifica", la loro attuazione
relativamente non violenta. L'articolo Wilson mostra tutta la fiducia
nutrita per l'uomo che definì il conflitto come «a war to end wars» (una guerra
per porre fine alle guerre), uno slogan che rappresentava bene le speranze di
Carlo e di tutta la famiglia Rosselli. In giugno fu chiamato alle armi:
frequentò a Caserta il corso allievi ufficiali e venne assegnato a un
battaglione di alpini in Valtellina. La guerra finì senza che egli avesse
dovuto sottomettersi al battesimo del fuoco e venne congedato col grado di
tenente nel febbraio 1920. Il contatto con i giovani militari
appartenenti ai ceti più popolari fu molto importante per Rosselli e per altri
studenti come lui: «apprezzarono la massa furon posti in grado di comprendere
tante cose che sarebbero loro certamente sfuggite nel loro isolamento di classe
o di professione». Gaetano Salvemini Diplomatosi all'Istituto
tecnico, si iscrisse a Firenze al corso di Scienze sociali, laureandosi a pieni
voti il 4 luglio 1921 con una tesi sul sindacalismo e si preparò a sostenere
anche gli esami di maturità classica per ottenere il diritto di frequentare
altri corsi universitari. Tramite il fratello Nello aveva conosciuto Gaetano
Salvemini, professore dell'Università fiorentina, che sarà da allora un
costante punto di riferimento per entrambi i fratelli. Gli fece rivedere la sua
tesi, che Salvemini giudicò «non un'opera critica, equilibrata, sostanziosa»,
ma in essa «era incapsulata un'idea fondamentale: la ricerca di un socialismo
che facesse sua la dottrina liberale e non la ripudiasse». In questo
periodo si avvicinò al Partito Socialista Italiano, simpatizzando, in
contrapposizione all'allora maggioritaria corrente massimalista di Giacinto
Menotti Serrati, per quella riformista di Filippo Turati, che egli ebbe poi
modo di conoscere personalmente a Livorno nel 1921, durante lo svolgimento del
Congresso nazionale del Partito, che sancì la definitiva scissione dell'ala di
sinistra interna filo-bolscevica del Partito, che prenderà il nome di Partito
Comunista d'Italia, e scrisse svariati articoli per la sua rivista Critica
Sociale. L'avvento del fascismo e l'inizio della lotta Mussolini salì al
potere; i riformisti di Turati vennero espulsi dal PSI. In dicembre Carlo
Rosselli si trasferì a Torino, dove frequentò il gruppo della rivista
gobettiana «La Rivoluzione liberale», in quel momento fortemente impegnata in
senso antifascista, e con la quale incominciò a collaborare. Conobbe Giacomo
Matteotti, segretario dell'appena fondato Partito Socialista Unitario, nel
quale erano confluiti Piero Gobetti e la componente riformista espulsa dal
PSI. E. Rossi. A Firenze, il gruppo dei socialisti liberali che si
raccoglieva intorno alla figura carismatica di Salvemini inaugurò il «Circolo
di Cultura». Oltre ai Rosselli vi erano: Piero Calamandrei, Enrico Finzi, Gino
Frontali, Piero Jahier, Ludovico Limentani, Alfredo Niccoli ed Ernesto Rossi.
Gli ex-combattenti del circolo aderirono all'associazione antifascista Italia
libera. Qualche mese dopo, si laurea a Siena, con la tesi “Prime linee di
una teoria economica dei sindacati operai” e parte per Londra, stimolato dal
desiderio di conoscere la capitale del laburismo, di seguire i seminari della
Fabian Society e di assistere, a Plymouth, al congresso delle Trade Unions. A
Londra vi era anche Salvemini, che teneva un corso sulla storia della politica
estera italiana al King's College. Tornato in Italia in ottobre, grazie
anche ai buoni uffici di Salvemini, si impiegò come assistente volontario nella
Facoltà di economia dell'Università Bocconi a Milano, dove trasferì il suo
domicilio. Proseguì la sua collaborazione alla «Critica Sociale» di Turati: in
novembre vi pubblicò un articolo, invitando il Partito socialista a rompere con
il marxismo, che egli giudicava espressione di «cieco e tortuoso dogmatismo»,
per mettersi piuttosto sulla linea di un «sano empirismo all'inglese».
Nel febbraio del 1924, inaugurò la sua collaborazione con la rivista della
Federazione giovanile del PSU, «Libertà», scrivendo proprio un articolo sul
movimento laburista inglese. Pochi mesi dopo il delitto Matteotti s'iscrisse al
P.S.U. Spera invano che in Italia si costituisse una seria opposizione
antifascista moderata in grado di offrire un'alternativa politica alla
borghesia che guarda con simpatia al fascismo: una di queste avrebbe potuto
essere l'Unione democratica nazionale di Giovanni Amendola, alla quale aderì il
fratello Nello. In settembre Carlo era in Inghilterra, da dove inviava al
giornale del PSU, la «Giustizia», le corrispondenze sull'evolversi della
situazione politica inglese, successiva alla vittoria elettorale dei
conservatori e alla rottura dell'alleanza tra laburisti e liberali.
Piero Calamandrei Era pessimista sulle condizioni politiche dell'Italia:
la secessione aventiniana non produceva effetti, con i suoi sterili tentativi
di accordo con il re, con i generali e i fascisti dissidenti. Del resto i fascisti
stavano reagendo e lo dimostrarono anche devastando il «Circolo di Cultura» di
Salvemini che, come non bastasse, venne chiuso dal prefetto con una singolare
motivazione: «la sua attività provoca il giusto risentimento del partito
dominante». Lasciato l'incarico alla Bocconi, Rosselli passò a insegnare
Istituzioni di economia politica a Genova. Scrisse a Salvemini: «forse non avrà
apparentemente alcuna positiva efficacia, ma io sento che abbiamo da assolvere
una grande funzione, dando esempi di carattere e di forza morale alla
generazione che viene dopo di noi». Appare così, nel gennaio 1925, con la
collaborazione di Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, Piero Calamandrei, Nello
Traquandi, Dino Vannucci e di Nello Rosselli, che ne ha proposto il nome, il
foglio clandestino Non Mollare. Alcuni redattori della rivista Non
Mollare nel 1925: Nello Traquandi, Tommaso Ramorino, Carlo Rosselli, Ernesto
Rossi, Luigi Emery, Nello Rosselli. In maggio la denuncia di un
tipografo provocò la repressione e la dispersione di alcuni tra i redattori del
foglio: Ernesto Rossi riuscì a fuggire a Parigi, il Vannucci in Brasile,
Salvemini fu arrestato l'8 giugno a Roma e denunciato per «vilipendio del
governo». In attesa del processo, messo in libertà provvisoria, a causa delle
minacce dei fascisti, a luglio passò la notte a Firenze, in casa dei Rosselli,
che non erano ancora fra i sospettati: gli squadristi però, venuti a conoscenza
del fatto, devastarono l'abitazione il giorno dopo. Scrisse Rosselli a Giovanni
Ansaldo: «Io sono di ottimo umore e l'altra sera ho financo bevuto alla
distruzione compiuta! Se i signori fascisti non hanno altri moccoli, possono
andare a dormire: aspetteranno a lungo la mia rinuncia alla lotta». Ormai
preso di mira dai fascisti, Rosselli fu aggredito a Genova mentre si recava
all'Università e poi disturbato durante la sua lezione, con la richiesta del
suo allontanamento. Nel luglio del 1926 si attivò infine lo stesso Ministro
dell'economia, Giuseppe Belluzzo, che chiese il suo licenziamento. A questo
punto, preferì dimettersi. Pochi giorni dopo, il 25 aprile, a Firenze,
sposò con rito civile Marion Catherine Cave, una giovane laburista inglese che
era venuta a Firenze a insegnare lingua inglese nel British Institute, conosciuta
da Rosselli al Circolo della Cultura salveminiano. MilanoLapide
commemorativa: «In via Ancona 2 visse nel 1926 il martire antifascista Carlo
Rosselli e qui ebbe sede la redazione del Quarto Stato rivista socialista a
difesa della libertà e della democrazia». I due sposi vissero a Milano, dove
Carlo aveva fondato insieme con Pietro Nenni la rivista «Il Quarto Stato», il
cui primo numero uscì il 27 marzo 1926. La rivista avrà vita breve, venendo
chiusa a novembre con l'entrata in vigore della legge sui «provvedimenti per la
difesa dello Stato». Scopo della pubblicazione era il tentativo di
rappresentare un punto d'incontro di tutte le forze socialiste e di sviluppare
temi di politica culturale al cui centro fosse «il perfezionamento della
personalità umana» e l'elevamento della «vita spirituale e materiale» dei
cittadini. Il 26 novembre 1925 Rosselli, con Claudio Treves e Giuseppe
Saragat costituì un triumvirato che, costituì clandestinamente il Partito
Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI), che prese il posto del P.S.U.,
sciolto d'imperio dal regime fascista, il 14 novembre, a causa del fallito
attentato a Mussolini da parte del suo iscritto Tito Zaniboni, avvenuto il 4
novembre precedente. Il confino e la fuga da Lipari Lorenzo De
Bova, Filippo Turati, Carlo Rosselli, Sandro Pertini e Ferruccio Parri a Calvi
in Corsica dopo la fuga in motoscafo da Savona. Filippo Turati Alla fine
del 1926 organizzò con Italo Oxilia, Sandro Pertini e Ferruccio Parri
l'espatrio di Filippo Turati a Calvi in Corsica, con un motoscafo partito da Savona.
Mentre Turati, Pertini e Oxilia proseguirono per Nizza, Parri e Rosselli,
ritornati con il motoscafo a Marina di Carrara, furono arrestati, nonostante
tentassero di sostenere di essere reduci da una gita di piacere. Rosselli
fu accusato anche di aver favorito la fuga in Svizzera di Giovanni Ansaldo, di
Claudio Silvestri, di Claudio Treves e di Giuseppe Saragat. Venne
detenuto nelle carceri di Como poi
inviato al confino di Lipari in attesa del processo. L'8 giugno nacque
suo figlio Giovanni Andrea "John". Quando Carlo fu ricondotto da
Lipari a Savona per essere processato, nell'isola siciliana giungeva il
fratello Nello, condannato a 5 anni di confino. Al processo, che si aprì
il 9 settembre, Rosselli si difese attaccando il regime: «il responsabile primo
e unico, che la coscienza degli uomini liberi incrimina è il fascismo [...] che
con la legge del bastone, strumento della sua potenza e della sua Nemesi, ha
inchiodato in servitù milioni di cittadini, gettandoli nella tragica
alternativa della supina acquiescenza o della fame o dell'esilio». La
sentenza, rispetto alle previsioni, fu mite: dieci mesi di reclusione e,
avendone già scontati otto, Rosselli avrebbe potuto essere presto libero, ma le
nuove leggi speciali permisero alla polizia di infliggergli altri 3 anni di confino
da scontare a Lipari. Emilio Lussu Lì venne raggiunto dalla moglie e dal
figlio: la vita al confino trascorreva con le letture di Croce, di Mondolfo,
dell'epistolario di Marx ed Engels e di Kant. Intanto, si preparava la
fuga, che venne organizzata da Parigi dall'amico di Salvemini Alberto
Tarchiani. Evase dall'isola, insieme con Francesco Fausto Nitti ed Emilio
Lussu, con un motoscafo guidato dall'amico Italo Oxilia diretto in Tunisia, da
cui poi i fuggiaschi raggiunsero la Francia. Francesco Fausto Nitti
Nitti narrerà l'avventurosa evasione nel libro Le nostre prigioni e la nostra
evasione, pubblicato quello stesso anno in inglese col titolo di Escape e in
edizione italiana nel 1946, mentre Rosselli racconterà le vicende del confino e
dell'evasione in Fuga in quattro tempi. La moglie Marion, che aspettava
la seconda figlia, Amelia "Melina", nata il successivo 28 marzo,
venne in un primo tempo arrestata per complicità, ma presto fu rilasciata.
A Parigi, con Lussu, Nitti, e un gruppo di fuoriusciti organizzati da
Salvemini, fu fra i fondatori del movimento antifascista "Giustizia e
Libertà". GL pubblicò diversi numeri della rivista e dei quaderni omonimi
(con cadenza settimanale e mensile) e fu attiva nell'organizzazione di diverse
azioni dimostrative, tra cui il volo sopra Milano di Bassanesi nel 1930.
Nello stesso anno pubblicò, in francese, Socialisme liberal. Il libro è
una critica appassionata del marxismo ortodosso, colonna portante della
stragrande maggioranza dei vari schieramenti politici socialisti dell'epoca. Il
"socialismo liberale" propugnato da Rosselli si caratterizza quale
una creativa sintesi della tradizione del marxismo revisionista, democratico e
riformista (quello, tra gli altri, di Eduard Bernstein, Werner Sombart, Turati
e Treves), ed il socialismo non marxista, libertario e decentralista (come
quello di F. Merlino, Salvemini, G. Cole, R. awney e O. Jászi); il testo, però,
contiene anche un attacco dirompente contro lo stalinismo della Terza
Internazionale che, con la formula del "socialfascismo", accomunava
socialdemocrazia, liberalismo "borghese" e fascismo. Non
stupisce perciò che uno fra i più importanti stalinisti, Palmiro Togliatti,
abbia definito "Socialismo liberale" un "magro libello
antisocialista" e Rosselli "un ideologo reazionario che nessuna cosa
lega alla classe operaia". Il logo di Giustizia e Libertà
Nell'ottobre del 1931 Giustizia e Libertà aderì alla Concentrazione
Antifascista, unione di tutte le forze antifasciste non comuniste (repubblicani,
socialisti, CGL) che intendeva promuovere e coordinare dall'estero ogni
possibile azione di lotta al fascismo in Italia; si iniziarono a pubblicare i
"Quaderni di Giustizia e Libertà". Dopo l'avvento del nazismo
in Germania nel 1933, GL sostenne la necessità di una rivoluzione preventiva
per rovesciare i regimi fascista e nazista prima che questi portassero a una
nuova tragica guerra, che a GL sembrava l'inevitabile destino dei due
regimi. L'impegno nella guerra civile spagnola Bandiera della Colonna
Italiana, nota anche come Centuria Giustizia e Libertà, che sostenne i
repubblicani nella guerra civile spagnola. Nel 1936 scoppiò in Spagna la guerra
civile tra i rivoltosi dell'esercito filo-monarchico, che effettuarono un colpo
di Stato, e il legittimo governo repubblicano del Fronte Popolare di
ispirazione marxista. Rosselli fu subito attivo nel sostegno alle forze
repubblicane, criticando l'immobilismo di Francia e Inghilterra, mentre
fascisti e nazisti aiutavano Francisco Franco con uomini e armi agli
insorti. Nell'agosto combatté la sua prima battaglia in Spagna, nei
dintorni di Huesca sul fronte di Aragona; cercò poi di costituire un vero e
proprio battaglione (intitolato a Giacomo Matteotti). La prima formazione
italiana, che prenderà poi, dopo l'uccisione dei due fratelli, il nome di
Colonna Italiana Rosselli, annoverava tra i 50 e i 150 uomini, reclutati fra
gli esuli italiani in Francia dal movimento Giustizia e Libertà e dal Comitato
Anarchico Italiano Pro Spagna; tra questi c'erano anche gli anarchici Umberto
Marzocchi e Camillo Berneri. Umberto Marzocchi scrisse un libro sulla comune
esperienza antifascista di anarchici e di militanti di Giustizia e Libertà,
"Carlo Rosselli e gli anarchici". In un discorso a Radio
Barcellona, Rosselli pronuncia la frase che poi diverrà il motto degli
antifascisti italiani: "Oggi qui, domani in Italia": «È con
questa speranza segreta che siamo accorsi in Ispagna. Oggi qui, domani in
Italia. Fratelli, compagni italiani, ascoltate. È un volontario italiano che vi
parla dalla Radio di Barcellona. Non prestate fede alle notizie bugiarde della
stampa fascista, che dipinge i rivoluzionari spagnuoli come orde di pazzi
sanguinari alla vigilia della sconfitta. A contrasti con gli anarchici si
dimette da comandante della Colonna e nel gennaio 1937 fonda il battaglione
Matteotti. Soggiorna a Bagnoles-de-l'Orne per delle cure termali,
località dove fu raggiunto dal fratello Nello. I due furono uccisi da una
squadra di cagoulards, miliziani della Cagoule, formazione eversiva di destra
francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e di Galeazzo Ciano;
con un pretesto vennero fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche
di pistola: Carlo morì sul colpo, Nello (colpito per primo) venne finito con
un'arma da taglio.. I corpi vennero trovati due giorni dopo; i colpevoli, dopo
numerosi processi, riusciranno quasi tutti a essere prosciolti. I
fratelli Rosselli furono sepolti nel cimitero monumentale parigino del Père
Lachaise, ma nel 1951 i familiari ne traslarono le salme in Italia, nel
Cimitero Monumentale di Trespiano, nel piccolo borgo omonimo, comune di
Firenze, sulla via Bolognese. L'anziano Salvemini tenne il discorso
commemorativo funebre, alla presenza del presidente della Repubblica Luigi
Einaudi. La tomba dei due eroi dell'antifascismo si trova nel riquadro subito a
destra dell'ingresso. Nello stesso cimitero sono sepolti anche Gaetano
Salvemini, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei e Spartaco Lavagnini. La
tomba riporta il simbolo della "spada di fiamma", emblema di GL, e
l'epitaffio scritto da Calamandrei. GIUSTIZIA E LIBERTA' PER QUESTO MORIRONO
PER QUESTO VIVONO. L'unico suo saggio pubblicato mentre era in vita è
"Socialismo liberale", scritto durante il confino a Lipari, in una situazione
di semi-prigionia. Questo saggio si pone in una posizione eretica rispetto ai
partiti della sinistra italiana del suo tempo (per i quali Il Capitale di Marx,
variamente interpretato, era ancora considerato come la Bibbia).
Indubbiamente è presente l'influsso del laburismo inglese, da lui ben
conosciuto. In seguito ai successi elettorali del partito laburista, Rosselli
era infatti convinto che l'insieme delle regole della democrazia liberale
fossero essenziali non solo per raggiungere il socialismo, ma anche per la sua
concreta realizzazione (mentre nella tattica leninista queste regole, una volta
preso il potere, debbono essere accantonate): pertanto, la sintesi del pensiero
rosselliano è: "il liberalismo come metodo, il socialismo come
fine". C. Pisacane, L'idea di rivoluzione propria della dottrina
marxista era fondata sulla concezione della dittatura del proletariato (che, in
realtà, già ai tempi di Rosselli si sta traducendo, in Unione Sovietica, nella
dittatura del vertice di un solo partito). Essa viene respinta da Rosselli, a
favore di una rivoluzione che, come si nota nel programma di GL, è un sistema
coerente di riforme strutturali mirate alla costruzione di un sistema
socialista che non rinnega, ma anzi esalta, la libertà individuale e associativa.
Nella riflessione degli ultimi anni, Rosselli, alla luce dell'esperienza
spagnola (difesa dell'organizzazione sociale di Barcellona compiuta dagli
anarchici durante la guerra civile) e dell'avanzata del nazismo, radicalizza le
sue posizioni libertarie. Rosselli, influenzato dalle idee di Mazzini e
di Carlo Pisacane, propugna il socialismo liberale: il fine è il socialismo, il
metodo il liberalismo, un metodo che garantisce la democrazia e l'autogoverno
dei cittadini. Il liberalismo deve svolgere una funzione democratica, il
"metodo liberale" è il complesso di regole del gioco che tutte le
parti in lotta si impegnano a rispettare, regole dirette ad assicurare la
pacifica convivenza dei cittadini, delle classi, degli Stati, a contenere le
lotte (peraltro desiderabili se limitate). La violenza è giustificabile come
risposta ad altra violenza (per questo era giusta la lotta contro il franchismo
e sarebbe stata auspicabile in Italia una rivoluzione violenta in risposta al
fascismo); il socialismo è una logica conclusione del liberalismo: socialismo
significa libertà per tutti. Rosselli ha fiducia che la classe del futuro sarà
la classe proletaria, la borghesia deve fare da guida al proletariato: il fine
è la libertà per tutte le classi. Archivio RosselliBio, su archiviorosselli.
N. Tranfaglia, Carlo Rosselli
dall'interventismo a Giustizia e Libertà, Bari, Laterza, Il Circolo di Cultura fu rifondato nel
settembre 1944, a liberazione di Firenze appena avvenuta, per iniziativa del
Partito d'Azione e dei soci superstiti e intitolato ai Fratelli Rosselli.
Assunse così il nome di Circolo di Cultura Politica Fratelli Rosselli. La sua
prima manifestazione fu presieduta da Piero Calamandrei. Con questo nome è
tuttora operante a Firenze. Con decreto del Presidente della Repubblica è stata
costituita ed eretta in Ente Morale la Fondazione Circolo Rosselli per sostenerne
l'attività. A. Martino: Fuorusciti e
confinati dopo l'espatrio clandestino di Filippo Turati nelle carte della R.
Questura di Savona in Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria,
Savona, e Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R.Questura,
Gruppo editoriale L'espresso, Roma. Commissione di Milano, ordinanza contro
Carlo Rosselli (“Intensa attività antifascista; tra gli ideatori del giornale
clandestino Non Mollare uscito a Firenze. Favoreggiamento nell'espatrio di
Turati e Pertini”). In: A. Pont, S. Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le
ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali,
Milano (ANPPIA/La Pietra), Cfr.
Commissione di Firenze, ordinanza contro N. Rosselli (“Attività antifascista”).
In: A. Pont, S. Carolini, L'Italia al confino Le ordinanze di assegnazione al confino emesse
dalle Commissioni provinciali, Milano
1983 (ANPPIA/La Pietra), ICfr. La storia
sotto inchiesta: Fuga da Lipari, un esilio per la liberta trasmesso da Rai
Storia. Il discorso di Rosselli su Romacivica.net in .
Giuseppe Fiori, Casa Rosselli, Einaudi); Mimmo Franzinelli, “Il delitto
Rosselli”; “Anatomia di un omicidio politico, Mondadori, Milano). Altre opere:
“Oggi in Spagna, domani in Italia” prefazione di Gaetano Salvemini, Edizioni di
«Giustizia e libertà», Parigi, introduzione di Aldo Garosci, Einaudi, Torino,
1967. Scritti politici e autobiografici, prefazione di Gaetano Salvemini, Polis
editrice, Napoli, Z. Ciuffoletti e V. Caciulli (Lacaita, Manduria); Lettere di
Carlo e Nello Rosselli a Gaetano Salvemini, Nicola Tranfaglia, «Annali della
Fondazione Luigi Einaudi, Torino. C. Rosselli, Socialismo liberale, Einaudi, «Il Quarto Stato» di Pietro Nenni e Rosselli,
Domenico Zucàro, SugarCo, Milano, Epistolario familiar, introduzione di Leo
Valiani, prefazione di Zeffiro Ciuffoletti, SugarCo, Milano); Socialismo
liberale, John Rosselli, introduzione di Norberto Bobbio, Einaudi, Torino);
Socialismo liberale, J. Rosselli, introduzione e commento di N. Bobbio,
«Attualità del socialismo liberale» e «Tradizione ed eredità del
liberalsocialismo», seconda edizione Einaudi Tascabili. Saggi, 1Scritti
dell'esilio. I. «Giustizia e libertà» e la concentrazione antifascista Costanzo
Casucci, Collana Opere scelte di Carlo Rosselli, Einaudi, Torino (contiene una
cronologia della vita e la di C.
Rosselli). Scritti politici, Z. Ciuffoletti e P. Bagnoli, Guida, Napoli, -- una
grossa anteprima del libri consultabile in rete. Scritti dell'esilio. Dallo
scioglimento della concentrazione antifascista alla guerra di Spagna, Costanzo Casucci,
Einaudi, Torino (è riportata la cronologia della vita e una di Carlo Rosselli, Liberalismo socialista e
socialismo liberale, N. Terraciano (Galzerano, Casalvelino Scalo), Carlo e
Nello Rosselli, Giustizia e libertà, Giuliana Limiti e Mario di Napoli,
prefazione di Pietro Larizza, Roma, 1993, con la tesi di laurea di Carlo
Rosselli sul «sindacalismo» (Firenze). Liberalsocialism, edited by Nadia
Urbinati, translated by Williams McCuaig, Princeton University Press,
Princeton, introduzione di Nadia Urbinati. Scritti scelti, Gian Biagio
Furiozzi, “Quaderni del Circolo Rosselli”, n. 4/2000, Alinea Editrice, Firenze.
Opere su Carlo Rosselli Gaetano Salvemini, "Carlo e Nello Rosselli",
Edizioni di «Giustizia e libertà», Parigi, ora in "Scritti Vari",
Giorgio Agosti e Alessandro Galante Garrone, Feltrinelli, Milano, 1Opere scelte
di Gaetano Salvemini», vCultura e società nella formazione di Gaetano
Salvemini, buona anteprima del pensiero di Salvemini con i rapporti con Carlo
Rosselli e la grangia politica correlata Roberto Gremmo "Rosselli alla
Cagoule" Silenzi e segreti d'un oscuro delitto politico. Edizioni Storia
Ribelle, Biella . Aldo Garosci, "Vita di Carlo Rosselli", Edizioni U,
Roma-Firenze-Milano («Collezione
Giustizia e Libertà»); nuova edizione Vallecchi, Firenze, Alessandro Levi,
"Ricordi dei fratelli Rosselli", La Nuova Italia, Firenze («Quaderni
del Ponte», 2). Stefano Merli, "Il dibattito socialista sotto il fascismo.
Lettere di R. Morandi e Carlo Rosselli, Rivista storica del socialismo», ricompreso
in Id., "Fronte antifascista e politica di classe. Socialisti e comunisti
in Italia, De Donato, Bari, Movimento
operaio», 28). Nicola Tranfaglia, "Carlo Rosselli dall'interventismo
all'antifascismo", «Dialoghi del XX», Cfr. il n. 8. informazioni su volume
"Rosselli e l'Aventino: l'eredità di Giacomo Matteotti", «Il
movimento di liberazione in Italia», Cfr. il n.8. stralcio di "Carlo
Rosselli e l'Aventino"[collegamento interrotto] «L'opposizione diventava
per la prima volta opposizione, minoranza; come minoranza, avrebbe potuto darsi
una psicologia virile, d'attacco. Ma aveva troppi ex nelle sue file, era troppo
appesantita da uomini che avevano gustato le gioie del potere e della
popolarità.» «Fu questo il miracolismo dell'Aventino. Credere di poter
vincere con le armi legali l'avversario che ha già vinto sul terreno della
forza. Pregustare le gioie del trionfo mentre si riceve la botta più dura. Evitare
tutti i problemi. Gobetti dice. L’Aventino ha un mito, il mito della
cautela" -- sperando che la borghesia dimentichi il '19 Quanto alle masse
popolari, che si mostravano nei primi giorni in stato di effervescenza, guai a
chi avesse tentato metterle in movimento! Solo i comunisti e le minoranze
giovani chiesero lo sciopero generale. Ma le opposizioni non vollero, per non
spaventare la borghesia e il sovrano. Carlo Rosselli dall'interventismo a
«Giustizia e Libertà»", Laterza, Bari, Biblioteca di cultura moderna»); in
appendice: scritti di Carlo Rosselli e Lettera di Carlo Rosselli a P. Nenni;"Carlo
Rosselli dal processo di Savona alla fondazione di GL, Le fonti di «Socialismo
liberale»", «Il movimento di liberazione in Italia», M. Lolli, "Alcuni appunti per una lettura
del «Socialismo liberale» di Rosselli", «Il pensiero politico», Santi
Fedele, "Lo «Schema di programma» di «Giustizia e Libertà», «Belfagor», P. Bagnoli, "L'esperienza
liberale di Carlo Rosselli,, Italia Contemporanea, L'antifascismo
rivoluzionario dei «Quaderni di Giustizia e Libertà»", «Ricerche Storiche»,
Santi Fedele, "Storia della concentrazione anti-fascista prefazione di N. Tranfaglia, Feltrinelli, Milano); M. Garbari,
"I «vinti» della Resistenza. Nel quarantesimo del sacrificio di Carlo e
Nello Rosselli", «Studi Trentini di Scienze Storiche», a"«Quarto
Stato» di Pietro Nenni e Rosselli", Tavola rotonda fra R. Bauer, U.
Grimaldi, G. Spadolini, D. Zucàro, «Critica Sociale», L. Valiani, "Il
pensiero e l'azione di Carlo e Nello Rosselli", «Nuova Antologia», N. Tranfaglia,
"Carlo Rosselli e l'antifascismo", «Mondo Operaio», a. XXX, nn. 7-8,
luglio/Agosto Poi compreso. R. Vivarelli, "Carlo Rosselli e Gaetano
Salvemini", «Il pensiero politico», Poi compreso Giovanni Spadolini,
"Carlo Rosselli nella lotta per la libertà", con lettere tra Egidio
Reale e Carlo Rosselli, «Nuova Antologia», A. Colombo, "Carlo Rosselli e il «Quarto
Stato»", «Nord e Sud», a. XXIV, Terza serie, nn. 34-35, novembre-Dicembre.
"Giustizia e Libertà nella lotta antifascista e nella storia
d'Italia", Atti del convegno internazionale organizzato a Firenze dall'Istituto
storico della Resistenza in Toscana, dalla Giunta regionale toscana, dal Comune
di Firenze, dalla Provincia di Firenze, La Nuova Italia, Firenze, 1978.
Riccardo Bauer, "Carlo Rosselli e la nascita di GL in Italia". J.
Petersen, "Giustizia e Libertà in Germania". Pierre Guillen, "La
risonanza in Francia dell'azione di GL e dell'assassinio dei fratelli
Rosselli". F. Rosengarten, "Carlo Rosselli e Silvio Trentin, teorici
della rivoluzione italiana". Max Salvadori, "Giellisti e loro amici
degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale". Santi Fedele,
"Giellisti e socialisti dalla fondazione di GL alla politica dei fronti
popolari". Pier Giorgio Zunino, "Giustizia e Libertà e i
cattolici". A. Garosci, "Le diverse fasi dell'intervento di Giustizia
e Libertà nella guerra civile di Spagna. Parte III- Oggi in Spagna, domani in
Italia". Umberto Marzocchi, "Carlo Rosselli e gli anarchici";
citazione sottostante da un articolo di Ugo Finetti «Infatti Rosselli
considerava una barbarie le stragi di anarchici in Catalogna, tra cui
l'uccisione di Camillo Berneri, l'anarchico che lo affiancava nella guida della
Prima colonna italiana formata da tremila antifascisti, i primi accorsi in
Spagna.» e si ricorda, nel prosieguo, anche la ferma presa di posizione
delle Brigate partigiane di Giustizia e Libertà quando Emilio Canzi fu rimosso
da comandante unico della XIII zona operante nel piacentino e grazie a questa
presa di posizione fu reintegrato dopo un breve arresto. Le Brigate partigiane
di Giustizia e Libertà erano in gran parte influenzate dal pensiero di
Rosselli. Umberto Tommasini, "Testimonianza su Carlo Rosselli; Parte
IV- L'eredità di Giustizia e Libertà". M. Piane, "Rapporti tra
socialismo liberale e liberalsocialismo". Tristano Codignola, "GL e
Partito d'azione". Nicola Tranfaglia, "C. Rosselli", in "Il
movimento operaio italiano. Dizionario biograficoIV", Franco Andreucci e
Tommaso Detti, Editori Riuniti, Roma, A.
Colombo, "C. Rosselli e il
socialismo liberale", «Il Politico», Poi compreso. Paolo Bagnoli, "Di
un dissidio in «Giustizia e Libertà». Lettere inedite di Mario Levi, Renzo
Giua, Nicola Chiaromonte, Carlo Rosselli, Aldo Garosci «Mezzosecolo», n. 3, Centro studi Piero
Gobetti, Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, Archivio Nazionale
Cinematografico della Resistenza, Annali 1Luigi Cirillo, "Il socialismo di
Carlo Rosselli", Fasano, Cosenza); E. Lussu, "Lettere a Carlo Rosselli e altri
scritti di «Giustizia e Libertà»", M. Brigaglia, Editrice Libreria Dessì,
Sassari .informazioni su Storia della Sardegna di Manlio Brigaglia, son
presenti correlazioni fra i succitati personaggi. "Le componenti
mazziniana e cattaneanea in Salvemini e nei Rosselli. La figura e l'opera di
Giulio Andrea Belloni", Atti del Convegno di studi nel venticinquesimo
anniversario della fondazione della Domus Mazziniana tenutosi a Pisa. Arti
Grafiche Pacini & Mariotti, Pisa, Comprende: A. Colombo, "Carlo Rosselli e
il «Quarto Stato»" A. Varni, "Derivazioni mazziniane nella concezione
sindacalista di Carlo Rosselli", Lucio Ceva, "Aspetti politici
dell'azione di Carlo Rosselli in Spagna",
Giuseppe Tramarollo, "Rosselli e la gioventù del regime", Paolo Bagnoli, "Il revisionismo
rosselliano", in "Guida alla storia del PSI. La ripresa del pensiero
socialista tra eresia e tradizione", Francesca Taddei e Marco Talluri,
«Quaderni del Circolo Rosselli», Giuseppe Galasso, "La democrazia da
Cattaneo a Rosselli", Le Monnier, Firenze («Quaderni di storia»,Aldo
Rosselli, "La famiglia Rosselli. Una tragedia italiana", presentazione
di Sandro Pertini, prefazione di Alberto Moravia, Bompiani, Milano, Francesco
Kostner, "Carlo Rosselli e il suo socialismo liberale", Lalli,
Poggibonsi («Linee politiche»). Paolo
Bagnoli, "Carlo Rosselli tra pensiero politico e azione", prefazione
di Giovanni Spadolini, con uno scritto di Alessandro Galante Garrone, Passigli,
Firenze, Arturo Colombo, "Carlo Rosselli e il socialismo liberale",
in "Padri della patria. Protagonisti e testimoni di un'altra Italia",
FrancoAngeli, Milano, («Ricerche storiche» ). Franco Invernici,
"L'alternativa di «Giustizia e Libertà». Economia e politica nei progetti
del gruppo di Carlo Rosselli", presentazione di Arturo Colombo, FrancoAngeli,
Milano («Studi e ricerche storiche»). L. Valiani, "Carlo e Nello Rosselli
da Mazzini alla lotta di liberazione", «Nuova Antologia», Diego Scacchi,
Arturo Colombo, "Per Carlo e Nello Rosselli", presentazione di
Giovanni Spadolini, Casagrande, Lugano, («Quaderni europei», I). Roberto Vivarelli,
"Le ragioni di un comune impegno. Ricordando Gaetano Salvemini, Carlo e
Nello Rosselli, E. Rossi", «Rivista
Storica Italiana», Giovanni Spadolini, "Carlo e Nello Rosselli. Le radici
mazziniane del loro pensiero", Passigli, Firenze, 1 («Letture Rosselli»,
2). Corrado Malandrino, "Socialismo e libertà. Autonomie, federalismo,
Europa da Rosselli a Silone", FrancoAngeli, Milano (Collana «Gioele
Solari». Dipartimento di Studi politici dell'Torino). F. Bandini, "Il cono
d'ombra. Chi armò la mano degli assassini dei fratelli Rosselli", SugarCo,
Milano, Arturo Colombo, "I Rosselli, due guardiani per l'albero della
libertà", , "Voci e volti della democrazia. Cultura e impegno civile
da Gobetti a Bauer", Le Monnier, Firenze («Quaderni di storia»). ,
"Nel nome dei Rosselli. «Quaderni del Circolo Rosselli», FrancoAngeli,
Milano, Con una sui fratelli Rosselli di G. Muzzi. "A più
voci su Carlo Rosselli. G. Arfé, C. Casucci, A. Garosci, Francesco Malgeri,
Leonardo Rapone, Scritti dell'esilio", «Il Ponte», "Il carteggio di Carlo e Nello Rosselli
con Carlo Silvestri", G. Gabrielli, «Storia Contemporanea», Santi Fedele,
"E verrà un'altra Italia. Politica e cultura nei «Quaderni di Giustizia e
Libertà»" (Franco Angeli, Milano, Collana di Fondazione di studi storici
Filippo Turati); Z. Ciuffoletti, "Carlo Rosselli, il mito della
rivoluzione russa e il comunismo", in "Socialismo e Comunismo, I, «Il Ponte», Paolo Bagnoli, "La
lezione rosselliana, La nuova storia. Politica e cultura alla ricerca del
socialismo liberale", prefazione di Renato Treves, Festina Lente, FNicola
Tranfaglia, "Sul socialismo liberale di Carlo Rosselli", in I volume
"Dilemmi del liberalsocialismo", Michelangelo Bovero, Virgilio Mura,
Franco Sbarberi, La Nuova Italia Scientifica, Roma, («Studi Superiori, Scienze Sociali»). Atti del convegno
"Liberalsocialismo: ossimoro o sintesi?", organizzato ad Alghero Dipartimento
di Economia istituzioni e società dell'Università Sassari. -- fu pubblicato il
primo numero di “Libertà”, periodico legato all'ala socialista del movimento
antifascista, il sottotitolo fu la frase di Carlo Marx ed Federico Engels: Alla
società borghese, con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe,
subentrerà un'associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno sarà la
condizione del libero sviluppo di tutti e, su invito Claudio Treves, Rodolfo
Mondolfo e Alessandro Levi, Rosselli scrisse un articolo Il partito del lavoro
in Inghilterra che fu pubblicato sul numero tre del 1º febbraio in cui Rosselli riaffermò una parte del suo
pensiero del periodo: «Il Labour Party, in base agli elementi che lo compongono
può definirsi come una federazione di gruppi economici e di gruppi politici. In
realtà è l'organizzazione politica federativa ed associativa del movimento operaio
più vecchio e potente del mondo.» Silvio Suppa, "Note su Carlo
Rosselli: temi per due tradizioni", in I volume "dilemmi del liberalsocialismo
" Del Puppo D., "«Il Quarto Stato»", «Science and* Society»,"L'attualità
di Carlo Rosselli e del socialismo liberale. Dialoghi tra: Giancarlo Bosetti,
Vittorio Foa, Sebastiano Maffettone, Enzo Marzo, Nicola Tranfaglia, Nadia Urbinati",
Supplemento a di «Croce Via», Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, Atti del
dibattito svoltosi a Napoli in occasione
della presentazione italiana del volume "Liberal socialism", lavoro
di Nadia Urbinati, tradotto da William McCuaig, Princeton University Press,
Princenton Nadia Urbinati, "Carlo Rosselli: la democrazia come fede
comune", «il Vieusseux», Paolo Bagnoli, Rosselli, "Piero Gobetti e la
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Italia, Firenze («Biblioteca di Storia», 55). Costanzo Casucci, "La
caratteristica di Carlo Rosselli", con un vademecum, «Belfagor», Simone Visciola, Giuseppe Limone , "I
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Graglia, "Unità europea e federalismo. Da «Giustizia e Libertà» ad Altiero
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296 («il Mulino-Ricerca»). "Il dibattito europeista e federalista
in «Giustizia e Libertà»", «Storia Contemporanea», Lisetto D., "Carlo
Rosselli e le élites. Una teoria tra l'elitismo democratico e la democrazia
partecipativa", «Scienza & Politica», Carlo Rosselli, "Pagine
scelte di economia", Simone Visciola e Antonio De Ruggiero, Firenze, Le
Monnier, Salvo Mastellone, "Il
partito politico nel socialismo liberale di Carlo Rosselli", «Il pensiero
politico», Gianbiagio Furlozzi, "Carlo Rosselli e Georges Sorel", «Il
pensiero politico», a. Giovanna Angeli, "L'eredità democratica da Bignami
a Rosselli", Angeli, Milano, Salvo
Mastellone, "Carlo Rosselli e «La rivoluzione liberale del
socialismo»". Con scritti e documenti inediti. Olschki, Son riportati
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Rosselli (Roma). Filosofo. Ucciso da assassini legati al regime fascista. Figlio
del livornese Giuseppe Emanuele e della veneziana Amelia Pincherle, sorella di
Carlo, architetto e pittore, oltreché padre dello scrittore Alberto Moravia.
Sia la famiglia paterna che quella materna, fermamente legate agli ideali repubblicani
e mazziniani, sono stati politicamente attive, avendo partecipato alle vicende
del Risorgimento italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura
moglie di E. Nathan, sindaco di Roma, fu un seguace e stretto collaboratore di Mazzini
nei suoi ultimi anni di vita (morì difatti in clandestinità nella sua casa
pisana) ed un Pincherle fu nominato ministro durante la breve esperienza della
Repubblica di San Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito d'una massiccia
insurrezione anti-asburgica guidata da D. Manin e N. Tommaseo. Sposa
Maria Todesco. Diresse iil mensile Noi. Discusse con Salvemini la tesi di
laurea su Mazzini e il movimento operaio. Pubblica numerosi articoli su riviste
storiche italiane e il saggio Mazzini e Bakunin. Pubblica il saggio Carlo
Pisacane nel Risorgimento italiano. La raccolta dei suoi Saggi sul Risorgimento
italiano e altri scritti fu pubblicata da Einaudi. L'attività politica La
tomba a Trespiano Iniziò giovane a far politica nel 1917 e fu col fratello tra
i fondatori del giornale per studenti "Noi giovani". Col fratello e
con P. Calamandrei, e col patrocinio di G. Salvemini, fonda il Circolo di
Cultura, chiuso dai fascisti. Fece parte dei fondatori del gruppo fiorentino di
Italia libera, fra cui, oltre al fratello, Enrico Bocci, Luigi Rochat, Dino
Vannucci, Nello Traquandi. Nel 1924 aderì alla fondazione dell'Unione nazionale
delle forze liberali e democratiche promossa da Giovanni Amendola, e partecipò
alla fondazione del primo giornale antifascista clandestino Non Mollare. Venne
arrestato e condannato a 5 anni di confino a Ustica; rilasciato il 31 gennaio
1928, venne nuovamente arrestato e condannato a 5 anni di confino a Ustica e
Ponza, nell'estate del 1929, dopo la fuga da Lipari del fratello. Ottenne, su
intercessione di Gioacchino Volpe (probabilmente in buona fede) il passaporto,
con una sollecitudine che ad alcuni amici, tra cui Piero Calamandrei, parve
sospetta e motivata dal fine di arrivare attraverso Nello al rifugio di Carlo,
insieme al quale, il 9 giugno 1937, venne assassinato a Bagnoles-de-l'Orne da
una squadra di "cagoulards", miliziani della "Cagoule", formazione
eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e
di Galeazzo Ciano; con un pretesto vengono fatti scendere dall'automobile, poi
colpiti da raffiche di pistola: Carlo muore sul colpo, Nello (colpito per
primo) viene finito con un'arma da taglio. I corpi vengono trovati due giorni
dopo. I colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti ad essere
prosciolti. I numeri pubblicati possono essere consultati online qui: Noi
giovani Archiviato il 2 novembre in
. Commissione di Firenze, ordinanza
contro Rosselli (“Attività antifascista”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta
Carolini, L'Italia al confine, Le ordinanze di assegnazione al confino emesse
dalle Commissioni provinciali, Milano (ANPPIA/La Pietra), ano Gullo, Ustica celebra la libertà dei
Rosselli, su ricerca.repubblica, 26 agosto 2000. 24 maggio (archiviato il 10 maggio ). profilo di Gioacchino Volpe, profilo di Nello
Rosselli nel Sistema informatico dell'Archivio di stato di Firenze, su
archiviodistato.firenze. ). Giuseppe
Fiori, Casa Rosselli, Einaudi, Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli. Anatomia
di un omicidio politico, Mondadori, Milano. Opere Saggi sul Risorgimento e
altri scritti, Prefazione di Gaetano Salvemini, Collana Biblioteca di cultura
storica n.21, Torino, Einaudi, Introduzione di Alessandro Galante Garrone,
Collana Piccola Biblioteca, Einaudi, Inghilterra e regno di Sardegna, P. Treves,
introduzione di Walter Maturi, Collana Biblioteca di cultura storica n.50,
Torino, Einaudi, Mazzini e Bakunin. Dodici anni di movimento operaio in Italia,
Collana Piccola Biblioteca n.89, Torino, Einaudi, Carlo Pisacane nel
Risorgimento italiano, Con un saggio di Walter Maturi, Collana Piccola
Biblioteca, Torino, Einaudi, Zeffiro Ciuffoletti, Nello Rosselli. Uno storico
sotto il fascismo. Lettere e scritti vari, Firenze, La Nuova Italia, Arturo
Colombo, I colori della libertà. Il mondo di Nello Rosselli fra storia, arte e
politica, Milano, Franco Angeli, 2003. Giovanni Belardelli, "Nello Rosselli",
Catanzaro, Rubettino, 2Simone Visciola, Nello Rosselli alla Scuola di storia
moderna e contemporanea. La prima fase della ricerca di storia diplomatica, in
Politica, valori e idealità. Carlo e Nello Rosselli maestri dell'Italia civile,
Lauro Rossi, Roma, Carocci, Simone Visciola, Nello Rosselli ei suoi
"maestri". Il rinnovamento della storiografia italiana fra le due
guerre, in I Rosselli: eresia creativa eredità originale, Simone Visciola e
Giuseppe Limone, Guida, Napoli, Simone Visciola, Nello Rosselli: uno storico
alla ricerca della libertà in tempi difficili. Appunti sparsi per una biografia
complessiva ancora da scrivere, in I fratelli Rosselli. L'antifascismo e
l'esilio, A. Giacone ed E. Vial, Prefazione di Oscar Luigi Scalfaro, Roma,
Carocci, , 26–42. Giuseppe Tramarollo,
Nello Rosselli tra mazzinianesimo e socialismo,
Giovanni Belardelli, Nello Rosselli. Uno storico antifascista,
prefazione di Norberto Bobbio, introduzione di Paolo Alatri, con un ricordo di
Ezio Tagliacozzo, Passigli, Firenze, («Il filo rosso»). Il carteggio di Carlo e
Nello Rosselli con Carlo Silvestri, G. Gabrielli, «Storia Contemporanea», a.
XXII, n. 5, ottobre 1Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli. 9 giugno
1937. Anatomia di un omicidio politico, Mondadori, Milano. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Nello Rosselli, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Nello Rosselli, in Dizionario
di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Nello Rosselli, in Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Nello Rosselli, su
siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze Archivistiche. rosetta. Sabatino Enrico Nello Rosselli. Nello
Rosselli. Rosselli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosselli” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736396679
Grice e Rosselli – apologeticus – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Gimiliano). Filosofo.
Indicato nelle fonti anche come Tiberio Russiliano Sesto. Le notizie sulla sua nascita sono incerte.
Più certe sono le informazioni sulla sua morte: le fonti concordano nel fatto
che muoia per mano di un suo servo. Di lui scrive così, Luigi Accattatis nel
suo libro Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, raccolte L.
Accattatis (1869): «far dobbiamo
onorevole menzione di Tiberio Rosselli da Gimigliano, letterato insigne del suo
tempo e filosofo di grido, Cattedratico in Napoli ed in Salerno; il quale, a
dir del Barrio, partitosi pel genio di visitare l'Africa, fu ucciso dal proprio
schiavo. Egli era della famiglia di cui è stata la madre del celeberrimo
Giuseppe Scorza, matematico distintissimo, istruttore, autore di merito, ed
illustratore della scienza per metodi ed invenzioni, morto non ha guari in
Napoli. Conchiudendo adunque, pare non dubbio essere stato il Nifo calabrese di
origine, ed avere avuto tra noi i primi rudimenti di letteratura, tali da
avergli dato a vivere. Dal contesto di scrittori calabresi, contemporanei
alcuni, e vivuti altri dopo breve tempo della morte di lui, a cui noto veniva
per recente tradizione, chiaramente se ne rivela il vero.» E ancora l'Accattatis, parlando di Annibale
Rosselli: «(…)Tiberio Rosselli,
congiunto di frate Annibale Rosselli, e discepolo del celebre Agostino Nifo; e
che per la sua dottrina fu prescelto a leggere filosofia per più anni
nell'Salerno.» Opere: “Apologeticus
adversus cucullatos Philosophiae declamatio ad Leonem X Oratio habita Patavi in
principio suarum disputationum De propositione de inesse secundum Aristotelis
mentem libellu Universalia Porphiriana.
Calabria, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, raccolte L.
Accattatis, Di questo filosofo e frate si occupano nei loro studi, tra gli
altri, Zambelli e De Franco nei loro lavori. Nel viene pubblicato da O/esse il testo
"Rosselli di Gimigliano. Dalle origini a noi", che ricostruisce la
vita e le opere del Rosselli. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Tiberio
Russiliano-Sesto. Tiberio Rosselli. Rosselli. Keywords: apologeticus. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Rosselli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691969244/in/photolist-2mPsU62-2mPpwbZ-2mLQdrQ-2mKQRx3-2mKjgQZ-2mPHbXQ-25zsJeW-25zsJeL-nphXNB-nqHNYv
Rossetti (Vasto).
Grice: “A philosopher can also discover a ‘antro di pipistrelle.”” Illuminista
poliedrico, fu un poeta estemporaneo, avvocato, filosofo, tragediografo,
archeologo e speleologo. da Martuscelli.
Sua madre, Maria Francesca Pietrocòla, si era sposata con Nicola Rossetti, da
cui ebbe quattro figli: oltre a Domenico, nacquero Andrea, Antonio e Gabriele.
Si trasferì a Napoli per studiare giurisprudenza. Tuttavia, a causa della
cattiva situazione politica, emigrò a Roma, dove studiò filosofia. Con
l'invasione francese dello Stato Pontificio e l'istituzione della Repubblica
romana, riparò all'Elba: da qui seguì l'occupazione e la successiva liberazione
del Granducato di Toscana, che celebrò con il canto La superbia dei Galli
punita. Si spostò in Sardegna, sotto la protezione del viceré Carlo Felice: a
Sassari compose e rappresentò la tragedia Morte di San Gavino. Si spostò in
Provenza, a Nizza, dove scoprì la piramide di Falicon, che gli ispirò un
poemetto in 165 ottave, intitolato La grotta di Monte-Calvo. In seguito, si
trasferì a Torino, dove conobbe Tommaso Valperga di Caluso, e si stabilì a
Parma, dove ottenne il titolo di avvocato ed esercita la professione. Inizia a
dirigere Il giornale del Taro, che divenne La gazzetta di Parma. Ha un ictus
che lo portò alla paralisi. Opere: Frontespizio della commedia Morte di San Gavino
in una ristampa; “La superbia dei Galli punita,” “San Gavino : tragedia /dell'improvisatore
avvocato detto ancora Stitemenios Veldacodrotos” (Oristano, Tipografia
Arborense); “La grotta di Monte Calvo – Poesiei” (Parma); “ In occasione
d'essere l'augusto imperator de' francesi Napoleone I coronato re d'Italia.
Cantata (Parma, Mussi Luigi); Rossetti, La notte odi tre dedicate a Vezzi in
occasione della sua ricuperata salute” (Parma, Paganino); “Alla tomba di
Hoffsteder” (Parma, Mussi Luigi); “Ode Saffica” (Parma, Giuseppe Paganino); “Ad
Ernestina Menna per le sue nozze con Esculapio De Cinque, Lanciano, Casa
editrice Rocco Carabba); Giacomo Cordella (musica di ) (libretto), Annibale in Capua (Napoli, Stamperia
Flautina); Indica la Piramide, Nizza disegno di Lederk pubblicato in “La grotta
di Monte Calvo”, immagine tratta da Spadaccini. A. Lombardi, Storia della
letteratura italiana” (Venezia); F. Andreola, su centrorossetti.eu. Domenico Martuscelli,
in Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli, N. Gervasi, La famiglia Pietrocola di Vasto (JPG), su
pietrocola.com.Lino Spadaccini, Rossetti e le sue battaglie per la libertà, su
noivastesi.blogspot, La superbia dei Galli punita, su centrorossetti.eu.
«Questo canto estemporaneo fu composto da Domenico Rossetti, sotto lo
pseudonimo di “Stitemenios Veldacodrotos”, anagramma di Domenico Rossetti del
Vasto), in occasione della liberazione del Granducato di Toscana dall’invasione
francese». Lino Spadaccini, Rossetti e
quei versi ispirati dalla cacciata dei Francesi, su noivastesi.blogspot, Giuseppe Catania, Rossetti e la grotta del monte
Calvo,, su vastospa, E. Mugoni, Il fratello perduto, in Studi medievali e moderni.
Nei panni dello speleologo ante litteram, si avventurava in una cavità del monte
Calvo, scoprendo nelle viscere della terra un antro, che ama definire fascinoso
ed insieme orribile. Ne celebra la scoperta con la pubblicazione di un poemetto
di 165 ottave, “La grotta del monte Calvo”; dato alle stampe a Torino, per i
tipi di Domenico Pane, Parma. A Pezzana subentrò nella direzione l'avvocato
Domenico Rossetti. Egli si mostrò più attento alle notizie scientifiche e
contribuì ad introdurre nel periodico notizie leggere, come favole e
indovinelli che il più delle volte incensavano il nome di Napoleone. Con la
direzione di Rossetti i supplementi al periodico, da semplici elenchi scritti
in francese e riguardanti le vendite per espropriazioni forzate, si trasformano
in pagine che arricchiscono i contenuti culturali e di svago della
testata». Luigi Marchesani, Storia di
Vasto, città in Apruzzo Citeriore, Napoli, Torchi dell'Osservatore Medico, retro
copertina del libro P. Spadaccini, Rossetti e la Grotta di Monte Calvo: tra
mistero e leggenda, Lanciano, IL torcoliere, D. Martuscelli, Biografia degli
uomini illustri del regno di Napoli, N. Gervasi,
Opere poetiche dell'avvocato Domenico
Rossetti membro di molte società letterarie pastor della Dora, dell'Emonia ecc.
ecc. Parma, Giuseppe Paganino, Ai liberatori dell'Italia. Ode di Tavanti con
altre composizioni ed un poemetto La superbia dei Galli punita, canto estemporaneo
di ‘Sistemenios Valdacodrotos,’ anagramma dell'autore” (Firenze, calcografia di
Gio); Chiari nella Condotta, L. Anelli, Ricordi di storia vastese, Arte della
stampa, G. Oliva, “I Rossetti: album di famiglia : documenti, testimonianze,
immagini, Lanciano, Casa editrice Rocco Carabba, Pasquale Spadaccini, Rossetti
e la grotta del monte Calvo: tra mistero e leggenda, Lanciano, IL torcoliere, ,Eleonora
Mugoni, Il fratello perduto : Gabriele e Domenico Rossetti, in Studi medievali
e moderni, Domenico Rossetti, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Domenico Rossetti. Rossetti. Keywords: il fratello
perduto. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossetti” – The Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716356440/in/photolist-2mPC6Zb-2mMZQZW-2mLQ1Vx-mMHj7J
Rossi (Appignano
del Tronto). Filosofo. Grice: “Rossi touches many Griciean points: universalia,
strength of will, and etc. – he also commented, like I did, on Aristotle’s
metaphysics.” Alievo di duns scotto. Commentatore della metafisica di
Aritotele. Francesco della marca d’ancona (Appignano).
filosofo. Fu un attivo filosofo fra Aureolo e Rimini, dalla parte di Occam e
Cesena, e oppositore di Giovanni XXII, nelle dispute dei Fraticelli, che
portarono alla sua espulsione dall'ordine. Aveva idee innovative e spesso
influenti in teologia filosofica, filosofia naturale, metafisica e teoria
politica. Soprannominato ncome "doctor succinctus" e
"doctor praefulgidus", come osservabile dalle iscrizioni su uno degli
affreschi del convento francescano di Bolzano, fu studiato e commentato
soprattutto per alcune tesi risalenti del suo Commento alle Sentenze. Per
Sentenze si intendono i Libri Quattuor Sententiarum dichiarazioni autorevoli sui
passi biblici che l'opera ha riunito di Lombardo. Rossi torna all'attenzione
degli studiosi a partire dagli agli anni venti del 1900, nel francescano si
riconoscono l'originalità delle sue vedute, che contribuiscono all'evoluzione
del pensiero basso-medievale. Nacque a Appignano del Tronto, facente parte
all'epoca della Marca di Anconada una famiglia con il nome di Rubeus o Rossi.
Divenne francescano dell'Ordine dei Frati Minori ed ebbe come maestro Giovanni Duns Scoto. Salì nella gerarchia
educativa dell'ordine, studiando a Parigi. Successivamente insegnò in uno
studium universitario francescano non conosciuto, prima di tornare allo studium
di Parigi come lettore sulle Sentenze diLombardo nel corso di laurea. Rimase a
Parigi almeno fino a quando ormai molto
probabilmente era stato promosso maestro. I suoi insegnamenti più famosi erano
i suoi commenti sulle Sentenze a Parigi. È probabile che le lezioni di Rossi siano
state trascritte dai suoi studenti generando diverse versioni del suo commento
in forma di manoscritto. Sono poche e discordanti le informazioni di
questo periodo. Alcune suggeriscono che lasciò Parigi almeno temporaneamente per
essere "a consiliis" alla corte d'Angiò, re di Napoli, capo del
guelfismo italiano e legato all'ordine francescano spirituale. Alcune sembrano
suggerire che rimase a Parigi, promosso maestro di teologiacomponendo diversi
commentari accademici, tra cui due sulla Metafisica aristotelicae uno sulla
Fisica. Altre che ebbe modo di partecipare al Capitolo generale francescano di
Perugia, sottoscrivendo, la risoluzione con la quale veniva dichiarata lecita
la tesi secondo la quale Cristo e gli apostoli non avevano mai posseduto beni.
Un documento colloca Rossi come lettore
nello studio del convento francescano di Avignone, sede della corte papale.
L'ipotesi della permanenza del della Marca ad Avignone già si basa su un errore
d'interpretazione. Scrittori non del tempo affermarono che Rossi fu eletto
ministro provinciale francescano della Marca Anconetana, sua area di origine ma
studi recenti confutano definitivamente questa affermazione con delle
prove Il documento riguarda anche il dissidio di Della Marca con Giovanni XXII per il sostegno del Ministro
francescano Generale Michele da Cesena sulla questione della povertà apostolica.
La questione della povertà apostolica Francesco prese parte attiva alle lotte
interne riguardanti la povertà che stavano dividendo l'ordine. Insieme a
Michele da Cesena, Guglielmo di Ockham e Bonagrazia di Bergamo, sostenne una
regola di assoluta povertà per i successori di Cristo e per la chiesa. Si
ribellò a papa Giovanni XXII, sostenendo il suo avversario, l'imperatore
Ludovico il aro. I francescani che rifiutarono la condanna della critica
dei frati minori della bolla Cum inter nonnullos di Giovanni XXII, vennero
accusati di eresia. Questo avvicinò l'ordine allo schieramento antipapale
rappresentato da Ludovico il aro. Questi era divenuto ostile al Papa dopo che
gli aveva rifiutato la conferma e l'incoronazione come imperatore dopo l'elezione
a re di Germania nel 1314, preferendogli Federico I d'Asburgo. Ludovico
scomunicato il 23 marzo 1324, rispose, esattamente un mese dopo, con
l'"Appello di Sachsenhausen". Con esso il Papa fra l'altro, veniva
accusato di eresia, quindi delegittimato per la sua presa di posizione nella
disputa francescana sulla povertà. Lo scontro divenne acceso, la conciliazione
di Michele da Cesena al capitolo di
Lione fallì. Michele venne convocato e trattenuto ad Avignone insieme a
Bonagrazia da Bergamo e Guglielmo di Occam. Francesco Della Marca, ad
Avignone come lector nello Studium generale dell'Ordine, sottoscrive una
protesta redatta da Michele contro l'operato del papa. Ludovico il aro giunge
in Italia, prende la corona imperiale e, dichiarato deposto il Papa, nomina
antipapa il francescano Pietro da Corbara, con il nome di Niccolò V.
Scomunicato dal Papa, Francesco della Marca decide di raggiungere, fuggendo,, l'imperatore
germanico a Pisa con i suoi confratelli prigionieri. Francesco ancora una volta
si ribellò per protestare contro la sua scomunica. A Pisa i quattro pubblicano
un documento, l'”Appellatio maior”, nel quale Giovanni XXII viene dichiarato
eretico per la sua posizione nella questione della povertà e in altre
controversie. Lui e i suoi compagni andano però perdendo le simpatie
all'interno dell'Ordine. Il tentativo di Michele di impedire lo
svolgimento del capitolo generale convocato a Parigi fallì, mentre la riunione
dell'Ordine conferma la scomunica di Michele ed elesse, quale nuovo ministro generale
Guiral Ot, ovvero Geraldo di Oddone, favorevole alla Curia. Lui e i suoi
compagni sono condannati ed e formalmente confermata la loro scomunica. Rossi
ispira la protesta espressa nelle Allegationes religiosorum virorumche
dichiarava invalida la deposizione di Michele e l'elezione di Geraldo, per
l'esclusione di metà degli aventi diritto alla partecipazione al capitolo. I
quattro francescani, con Marsilio da Padova, entravano a far parte della curia di
Ludovico; con lui, raggiunsero Monaco di iera, ove si stabilirono nel convento
francescano. Fu perseguitato dalle autorità ecclesiastiche in Italia.. Fece
una ritrattazione formale (che doveva servire da esempio per tutti i dissidenti
successivi) e si riconciliò con la chiesa e con l'ordine . La data della sua
morte non è nota. Filosofia Diritti di Proprietà Nel Improbatio, si
concentra sulla determinazione di quando e dove i diritti di proprietà hanno
origine per sostenere la convinzione francescana che Cristo ha vissuto in povertà
assoluta. Distingue tra due tipi di proprietà: la proprietà prima della caduta
dell'uomo e la proprietà dopo. La proprietà prima della caduta, nota anche come
la proprietà dello stato prelapsario, momento in cui tutte le creature di Dio
si rallegrarono nella felicità, erano profondamente collegati tra loro, e
condivisa nella creazione di Dio. La proprietà dopo la caduta è stata causata
dal primo peccato di Adamo, rendendo la questione dei diritti di proprietà
distintamente umani Il Papa aveva negato che l'origine della proprietà
era legato agli esseri umani, sostenendo che era il peccato in sé ad esserne la
causa. Francesco aveva convenuto che senza peccato non ci sarebbero i diritti
di proprietà, tuttavia, il peccato non ha portato immediatamente al concetto di
proprietà. Francesco sostenne che la legge umana è stato responsabile della
formazione dei diritti di proprietà, non la legge divina, e usato la storia di
Caino e Abele, citando volontà corrotta di Caino per sostenere la sua
convinzione. Moto del Proiettile Nel corso del secolo XIV fiorirono una serie
di studi nel contesto della filosofia naturale in relazione alla dottrina
aristotelica del movimento applicata al moto dei proiettili. Per Aristotele i
corpi inanimati si muovono spontaneamente verso il loro luogo naturale mentre i
corpi in movimento devono alla presenza continua, e per contatto, di un motore
che dirige il corpo verso un’altra direzione. Già Giovanni Filopono nel
VI secolo aveva mosso logiche obiezioni a questa dottrina. Con la definizione dell'impetus o Teoria
dell'impeto la discussione proseguì, ripresa da Avicenna, Ruggero Bacone e Tommaso
d'Aquino. Solo con Rossi si giunse a conclusione. La teoria di Rossi sul
Moto del Proiettile o Moto parabolico, indicata come virtus derelicta (forza
rimanente), è descritta nelle sezioni di suoi commenti sulle Sentenze che
spiegano la consacrazione dell'Eucarestia, in una quaestio sull’efficacia dei
sacramenti. Derelicta Virtus afferma: il moto di un oggetto è causato da una
forza lasciata dall'oggetto che agiva su di essa, quella forza residua impressa
al proiettile durante il lancio. A differenza della teoria dell'inerzia che ha
lo scopo di spiegare solo i fenomeni naturali, la sua teoria della virtus derelicta
è una spiegazione che include i fenomeni naturali e sopra-naturali. La “virtus derelicta”
spiega diversi tipi di motoperpetuo e finitoed è destinato a tener conto delle
variazioni innaturali. Gli elementi chiave del Derelicta Virtus includono
: Un oggetto viene messo in moto da un altro oggetto, che lascia la forza
rimanente in oggetto in movimento. All'inizio di un dato movimento, le forze
rimanti possono lavorare con o contro la naturale disposizione dell'oggetto in
movimento. Se funziona contro l'oggetto in movimento, la virtus derelicta si
dissipa ed eventualmente lascia il corpo, cessando il moto. Se funziona con
l'oggetto in movimento, la virtus derelicta rimane nell'oggetto provocando il
potenziale moto perpetuo. Ci sono stati diversi filosofi prima del suo tempo, come
ad esempio Richard Rufus di Cornovaglia che sembrano disporre già di versioni
della “virtus derelicta”. Quindi non è chiaro se questa teoria sia veramente
originta autonomamente dal pensiero di Rossi. Tuttavia, filosofi come Buridano
e Odonis hanno utilizzato la teoria di Rossi per affinare i propri
concetti di virtus derelicta, confermando che Rossi ha giocato un ruolo chiave nell'evoluzione della
filosofia sulla fisica. Atto di volontà Francesco della Marca nel secondo libro
dei Commentari sulle Sentenze, si focalizza su come la volontà potrebbe agire
contro la ragione con conseguente colpevolezza morale: se la volontà potrebbe o
agire prima, o contro giudizio razionale. Rossi sostiene che la volontà è la
causa dell'azione. Dopo che un giudizio è elaborato, la volontà decide di agire
sia in conformità con tale sentenza o contro di essa. La volontà costituisce il
termine medio tra giudizio e azione. Senza di essa, il giudizio richiederebbe
un'azione, negando il concetto di libero arbitrio e colpevolezza morale.
Inoltre, la volontà è sotto una legge che obbliga a compiere atti buoni. Senza
questo impegno non ci sarebbe peccato. Per rispondere a come la volontà
potrebbe andare contro tale obbligo, Rossi distingue tra un atto apprensivo e un
atto gidicativio. L’ atto apprensivo è necessario per far funzionare la volontà
e è frutto di cognizioni intellettuali e giudizi. L’atto giudicativo è formato
dalla conoscenza più complessa in cui il ragionamento si applica
giudiziosamente. La volontà non richiede atti giudicativi da eseguire, ciò
spiega come gli esseri umani sono in grado di peccare. In altre parole, la
volontà non dipende dal giudizio razionale. Per evitare l'obiezione che il
giudizio è necessario per il ragionamento e non può essere ignorato nel processo
deliberativo, Rossi offrì un'ulteriore distinzione tra conoscenza apprensiva e
giudicativa, e due tipi di giudizi riflettenti razionali. Queste distinzioni
consentono un giudizio da selezionare su un'altra causa della forza che riceve
da essere selezionato dalla volontà. Opere: Selezione: Improbatio contra libellum Domini Johannis qui
incipit Quia vir reprobus, una confutazione alla bolla papale del Papa.
Quodlibet cum quaestionibus selectis ex commentario in librum Sententiarum,
l'autore affronta i principali temi della dottrina cristiana su Dio: le
relazioni delle persone divine all'interno della Trinità e il rapporto tra il creatore
e il mondo, la libertà di dio nel creare, la prescienza divina e la
predestinazione alla salvezza. Sententia et compilatio super libros Physicorum
Aristotelis Quaestiones praeambulae et Prologus, l’autore riflette sullo
statuto scientifico della teologia e della metafisica. Distingue primi libri
prima ad decimam Questes super metaphysicam
Sabine Folger-Fonfara, Das 'Super'-Transzendentale und die Spaltung der
Metaphysik: Der Entwurf des Franziskus von Marchia Leiden: Brill, F.
Stegmüller, Repertorium biblicum Medii Aevi, II, Matriti Visita triennale
delOrazio Civelli, in Picenum seraphicum, Andrea da Ratisbona, Chronica de
ducibus ariae, G. Leidinger, in Mon. Germ. Hist., Mariano Da Firenze,
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anonymen Kommentar zur aristotelischen Ersten Philosophie, Archiv für
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Terminus "ens" nach einem anonymen Metaphysikkommentar, in Deus et
homo ad mentem I. Duns Scoti. Acta Tertii Congressus scotistici internationalis
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den Gegenstand der Metaphysik, Texte und Untersuchungen, Leiden-Köln A.
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Aristoteles,I, Leiden-Köln A. Zimmermann, G. Vuillemin Diem, N. Schneider, Eine
ungedruckte Quaestio zur Erkennbarkeit des Unendlichen in einem Metaphysik-Kommentar,
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st. Augustin à Galilée Paris Andreas von
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Gesammelte Aufsätze zur Geistesgeschichte, I, Roma, Diskussionen über das
aktuell Unendliche in der ersten Hälfte des 14. Jahrhunderts, già in Divus
Thomas, (Zu einigen Problemen der Ockhamforschung, già in Arch. franc. hist., (Handschriftliches
zu Wilhelm Okham und Walter Burley, già in ibid. (Die naturphilosophische
Bedeutung der scholastischen Impetustheorie, in Scholastik, (Verschollene
Aristoteleskommentare des 14. Jahrhunderts, già in Autour d'Aristote. Recueil
d'études de philosophie ancienne et médiévale offerts à monseigneur A. Mansion,
Louvain); Anneliese Maier, Ausgehendes Mittelalter: Gesammelte Aufsätze zur Geistesgeschichte,
Roma (Zwei unbekannte Streitschriften gegen Johann XXII. aus dem Kreis der
Münchener Minoriten, già in Arch. historiae pontificiae, (Zu einigen
Disputationen aus dem Visio-Streit unter Johann XXII., in Arch. fratrum praed. (Eine
unbeachtete Quaestio aus dem Visio-Streit unter Johann XXII, già in Arch.
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infatigabiles" in der scholastischen Naturphilosophie, in Archives
internat. d'histoire des sciences, Anneliese Maier, Die Vorläufer Galileis, Studien
zur Naturphilosophie der Spätscholastik, I, Roma Anneliese Maier, Galilei und
die scholastische Impetustheorie, in Id., Ausgehendes Mittelalter, Anneliese
Maier, Metaphysische Hintergründe der spätscholastischen Naturphilosophie, in
Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik, IV, Roma Anneliese Maier, Zwei
Grundprobleme der scholastischen Naturphilosophie: das Problem der intensiven
Grösse. Die Impetustheorie, in Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik,
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Waddingus ejusdem Instituti Theologus, ex Typographia Francisci Alberti Tani,
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commentario in librum Sententiarum, ed. (= Spicilegium Bonaventurianum, 29),
Grottaferrata, Nazareno MarianiFrancisci de Marchia sive de Esculo, OFM,
Sententia et compilatio super libros Physicorum Aristotelis (Spicilegium
Bonaventurianum), Grottaferrata Nazareno Mariani, Due Sermoni attribuitti,,
Archivum Franciscanum Historicum Nazareno Mariani, Francesco di Appignano OFM,
Contestazione, Appignano del Tronto, Nazareno Mariani, Francisci de Esculo,
OFM, Improbatio contra libellum Domini Johannis qui incipit Quia vir reprobus,
ed. (= Spicilegium Bonaventurianum) Grottaferrata; N. Mariani, Francisci de
Marchia O.M. Quaestiones super Metaphysicam (Spicilegium Bonaventurianum),
Grottaferrata . Nazareno Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo
Commentarius in IV libros Sententiarum Petri Lombardi. Distinctiones primi
libri a prima ad decimam (Spicilegium Bonaventurianum), Grottaferrata); N. Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo
Commentarius in IV libros Sententiarum Petri Lombardi. Distinctiones primi
libri a undecima ad vigesimam octavam, (Spicilegium Bonaventurianum,), Grottaferrata,
Nazareno Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo Commentarius in IV libros
Sententiarum Petri Lombardi. Distinctiones primi libri a vigesima noa ad
quadragesimam octavam (Spicilegium Bonaventurianum, 34), Grottaferrata, Nazareno
Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo Commentarius in IV libros
Sententiarum Petri Lombardi. Quaestiones praeambulae et Prologus, (=
Spicilegium Bonaventurianum), Grottaferrata); N. Mariani, Franciscus de Esculo,
Improbatio, Grottaferrata); N. Mariani,
Questioni sulla metafisica, (Spicilegium Bonaventurianum,), Grottaferrata); N.
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gesta et facta fuerunt praedicta coram religiosis et honestis viris, fratribus
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La dottrina dell'assoluta povertà di Cristo e degli apostoli nell'Ordine
francescano, Biblioteca Francescana, Cf. MS Florence, Biblioteca Laurenziana,
Santa Croce, pluteo 31, sinistra, Appellatio maior, most recent edition in
Nicolaus Minorita, Chronica, for Francis in particular 423: Cui appellationi et
provocationi incontinenti adhaeserunt et eam approerunt religiosi viri frater
Franciscus de Esculo, doctor in sacra pagina. Francesco d'Ascoli, Guglielmo di
Ockham, Enrico di Talheim e Bonagrazia da Bergamo, Allegationes religiosorum
virorum, Baluze-Mansi in «Miscellanea», 3, Lucca e dallo Eubel in «Bullarium
Franciscanum», 5, Roma, Roberto Lambertini,
Francesco d'Appignano e Ockham: alcuni aspetti di un rapporto non facile in
Atti del III Convegno Internazionale su Francesco d'Appignano; Jesi, Edizione
Terra dei Fioretti; Lambertini,
Francesco d'Appignano e Guglielmo d'Ockham: alcuni aspetti di un rapporto non
facile in Atti del III Convegno Internazionale su Francesco d'Appignano; Jesi,
Edizione Terra dei Fioretti; Giovanni
Filipono, Commentari alle opere di Aristotele Sulla generazione e corruzione,
Sull'anima, Analitici primi, Analitici secondi, Le Categorie, Fisica,
Meteorologia Fabio Zanin, Francis of
Marchia, Virtus Derelicta, and Modifications of the Basic Principles of
Aristotelian Physics. Vivarium: An International Journal for the Philosophy and
Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance Print
Schabel, Chris. Francis of Marchia's Virtus Derelicta and the Context of
its Development. Vivarium: An International Journal for the Philosophy and
Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance, A. Robiglio, "How is Strength of the
Will Possible? Concerning Francis of Marchia and the Act of the Will."
Vivarium: An International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of
the Middle Ages and Renaissance Print
Robiglio, Andrea Aldo "How is Strength of the Will Possible?
Concerning Francis of Marchia and the Act of the Will." Vivarium: An
International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle
Ages and Renaissance Print Robiglio, Andrea Aldo "How is Strength
of the Will Possible? (cfr. H. P. Grice, “I’ll show Davidson how continentia
and temperantia are POSSIBLE!”) Concerning Francis of Marchia and the Act of
the Will." Vivarium: An International Journal for the Philosophy and
Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance Print
Dopo la grande edizione critica di Nazareno Mariani, Grottaferrata, Francesco
della Marca, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Franaut page
Centro Studi Francesco d'Appignano Mark Thakkar, Francis of Marchia on the
Heavens. Francesco Rossi della Marca. Rossi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Rossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736603825/in/datetaken/
Grice e Rossi –
implicature moderne – by Luigi Speranza (San Giorgio la Montagna). Filosofo. Il
contemporaneo e celebre filosofo napoletano Giambattista Vico lo definì
"il più grande e puro metafisico". Rossi, che fu ordinato prete esercitò il suo ministero a Montefusco in
qualità di abate di Santa Maria della Piazza. Studiò teologia e giurisprudenza
a Napoli fino al 1730. Scrisse diverse opere tra cui la più importante rimane
Della mente sovrana del mondo. Opere
Considerazioni di alcuni misteri divini, raccolti in tre dialoghi, Dell'animo dell'uomo, terminata nel 1730, e
pubblicata nel 1736, Della mente sovrana del mondo. Edizione moderna Opere filosofiche, con un saggio
Angelomichele De Spirito, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Della mente
sovrana del mondo, a cura e con un saggio di Roberto Evangelista, Napoli, ISPF-Lab, Collana
"quaderni dell'ISPF" Consiglio Nazionale delle Ricerche, ,//ispf-lab.cnr/quaderni/_q01//doabooks.org/doab?func=publisher&pId=1264&uiLanguage= Tommaso Rossi, in Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Opere di Tommaso Rossi, su open MLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di
Tommaso Rossi, . Tommaso Rossi dal sito
"la voce di Fiore". Rossi. Keywords: implicature modern. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Rossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735678786/in/datetaken/
Grice e Rossi – lo storicismo – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Torino). Filosofo. Docente
a Torino. Studia a Torino, laureandosi
sotto la guida diAbbagnano e compiendo successivamente studi di perfezionamento
all'Istituto Italiano per gli Studi storici di Napoli, a Milano e a Heidelberg.
Libero docente, è stato "fellow"
della Rockefeller Foundation a Parigi. Professore a Cagliari, e a Torino, dopo esser stato
titolare della Cattedra di storia della filosofia e, in seguito, di filosofia
della storia, in questa Università, ne è stato nominato professore emerito. -- è
stato preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, -- ha fatto parte del
Consiglio Universitario Nazionale. -- è stato Max-Weber-Gastprofessor
nell'Heidelberg. È socio nazionale residente dell'Accademia delle Scienze di
Torino e socio fondatore dell'Accademia Europea. -- è divenuto per la seconda
volta Presidente dell'Accademia delle Scienze di Torino, carica da cui si è
dimesso il 6 aprile . Ha cominciato con
lo studio dello storicismo contemporaneo, specialmente di Dilthey e Weber di
cui ha curato la traduzione italiana delle opere più importanti (Dilthey,
Critica della ragione storica, Einaudi, Torino, Max Weber, Il metodo delle
scienze storico-sociali, Einaudi, Torino) dedicandosi in seguito da un lato
allo studio della filosofia illuministica della storia e della concezione
positivistica della società, dall'altro all'analisi dei problemi teorici della
ricerca storica e delle scienze sociali contemporanee. Ha nuovamente rivolto la
sua attenzione all'opera di Weber. Ha organizzato vari convegni e coordinato
importanti ricerche su diversi temi di storiografia filosofica. Fra le sue opere più importanti sono da menzionare:
Lo storicismo contemporaneo, Einaudi, Torino, Edizioni di Comunità, Milano, Storia
e storicismo nella filosofia contemporanea, Lerici, Milano Il Saggiatore,
Milano, La teoria della storiografia oggi, Il Saggiatore, Milano, ed. tedesca
Suhrkamp, Frankfurt a.M., Vom Historismus zur historischen Sozialwissenschten,
Suhrkamp, Frankfurt a.M., Max Weber: oltre lo storicismo, Il Saggiatore,
Milano, da Enrico Mistretta, direttore editoriale della Laterza, gli fu affidata,
congiuntamente a Carlo Augusto Viano, la direzione di una fondamentale Storia della
filosofia. Consiglio di presidenza, Realino Marra, Pietro Rossi e l'opera di
Weber in Italia, in «Sociologia del diritto»,Pietro Rossi, su
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di
Pietro Rossi. Cf. Grice, “Speranza e l’opera di Grice in Italia.” Rossi.
Keywords: lo storicismo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossi” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734837492/in/datetaken/
Grice e
Rossi – l’implicatura di Vico (Urbino). Filosofo. Studia ad Ancona e pBologna, dove si è
iscritto a filosofia. Si laurea a Firenze, con Garin, con il quale ha conseguito anche il diploma di
perfezionamento. Insegna storia e filosofia al Liceo Classico "Plinio il
Giovane" di Città di Castello (PG). Dal 1950 al 1959 è stato assistente di
Antonio Banfi all'Università degli Studi di Milano. Fra il 1950 e il 1955 ha
lavorato all'Enciclopedia dei ragazzi presso la casa editrice Mondadori.
Insegna a Milano, Cagliari, e Bologna. Nel 1962 è stato adottato dalla
zia materna Elena Monti. Di conseguenza il suo cognome e quello dei suoi figli
è diventato Rossi Monti nei documenti ufficiali. Tuttavia, poiché all'epoca il
filosofo aveva già pubblicato tre libri e diversi saggi con il cognome Rossi,
ha deciso per chiarezza di continuare ad utilizzare, nell'attività culturale,
il solo cognome Rossi. Dal 1966 si è definitivamente stabilito a Firenze,
dove ha tenuto fino al 1999 la cattedra di storia della filosofia presso la
facoltà di lettere dell'Università. professore emerito dall'Firenze. Fra
i suoi figli, Mario Rossi Monti, psichiatra, è ordinario di psicologia
all'Urbino. Attività pubblicistica Paolo Rossi si è sempre occupato di
storia della filosofia e della scienza, con particolare riguardo al Cinquecento
e al Seicento, pubblicando centinaia di saggi e articoli su riviste italiane e
straniere. Ha curato edizioni di diversi autori, tra i quali Cattaneo
(Mondadori), Bacone (UTET), Vico (Rizzoli), Diderot (Feltrinelli), Rousseau
(Sansoni), e diretto diverse collane scientifiche e filosofiche per le case
editrici Feltrinelli, Sansoni e La Nuova Italia. Ha diretto la collana
"Storia della scienza" dell'editore Olschki insieme con il filosofo
Walter Bernardi. Ha partecipato alla direzione di varie riviste, tra le
quali la Rivista di filosofia, e ai comitati di consulenza di numerose altre,
tra le quali European Journal of Philosophy, Révue internationale d'histoire et
méthodologie de la psychiatrie, Science in Context, Time and Society. Le
collaborazioni con giornali italiani vanno dalla rubrica "Scienza e
filosofia" sul settimanale Panorama alla rubrica "Storia delle
idee" per il supplemento culturale La Domenica del quotidiano Il Sole 24
ore (dal 1999 alla morte). Nel 1988 è stato eletto presidente del
comitato scientifico del centro di studi filosofici "Antonio Banfi"
di Reggio Emilia. È stato membro dell'Accademia Europea dal 1989 e membro
onorario della Società Italiana di Psicopatologia. Nel 1997 è stato nominato
presidente della «Società italiana per lo studio dei rapporti tra scienza e
letteratura». È stato uno dei promotori del "Festival della
Filosofia della Scienza di Città di Castello", del quale è stato direttore
scientifico negli anni 2008, 2009 e . Pensiero Ha dedicato studi particolarmente
approfonditi a Francesco Bacone(che per primo fece conoscere al pubblico
italiano), ma il campo nel quale ha dato il contributo più innovativo è quello
della cosiddetta "rivoluzione scientifica" del Seicento. Rossi
sostiene che la scienza vive un vero e proprio mutamento di paradigma. Il
carattere rivoluzionario dei mutamenti nel modo di fare scienza avvenuti
all'epoca di Bacone e Galileo grazie a una serie di fattori: la nuova visione
della natura, non più divisa tra corpi naturali e "artificiali", la
dimensione continentale (e, in prospettiva, mondiale) della nuova cultura
scientifica, l'autonomia dal pensiero religioso, la pubblicità dei risultati.
Un'altra importante novità fu costituita, secondo Rossi, dal formarsi di
un'autonoma comunità scientifica internazionale, "una sorta di autonoma
Repubblica della Scienza dove non esiste l'ipse dixit". Si è
dedicato per oltre trent'anni al tema della memoria, in chiave filosofica e
storica, al quale ha dedicato nel 1991 il saggio Il passato, la memoria, l'oblio
con il quale ha vinto il Premio Viareggio. Nei suoi ultimi anni ha
analizzato e denunciato l'esistenza di diverse forme di "ostilità alla
scienza" (il "primitivismo" e l'"antiscienza") che,
come forma di reazione allo sviluppo tecnologico e industriale, propugnano come
soluzione di tutti i mali il ritorno a un mondo premoderno idealizzato e il
rifiuto della razionalità. Membro del "Comitato 08" del
Consiglio Nazionale delle Ricerche. È stato presidente sia della Società
Filosofica Italiana sia della Società Italiana di Storia della Scienza. È stato
socio corrispondente dell'Accademia Pontaniana di Napoli dal 1981, socio
corrispondente dell'Accademia Nazionale dei Lincei e socio nazionale della stessa. Riceve la Medaglia Sarton per la storia della
scienza dalla «American History of Science Society» (USA) e successivamente la
Medaglia Pictet dalla «Société de Physique et d'Histoire Naturelle de Genève».
Gli è stato conferito il Premio Balzan per la storia delle scienze "per i
suoi decisivi contributi allo studio dei fondamenti intellettuali della scienza
dal Rinascimento all'Illuminismo". La Società Psicoanalitica Italiana lo
ha insignito del Premio Musatti. L'archivio e la biblioteca Paolo Rossi ha
lasciato la propria collezione privata di libri e documenti alla biblioteca del
Museo Galileo, che nel giugno ne ha
ricevuta una prima tranche. Il materiale archivistico raccoglie scritti e
appunti a tema storico-filosofico e storico-scientifico, relazioni tenute a
convegni e conferenze, minute, bozze di stampa e materiali preparatori per
pubblicazioni, documenti attinenti all'attività di docenza e divulgazione,
nonché un'ampia selezione di ritagli e articoli di argomento vario tratti dalle
maggiori testate italiane e una raccolta di documenti di Antonio Banfi.
Nella biblioteca privata, invece, ai numerosi testi di storia della filosofia e
storia della scienza, si affiancano volumi di argomento diverso, che
rispecchiano i molteplici interessi di chi li ha raccolti, così come si sono
evoluti nel corso di una vita: politica, sociologia, religione, in una ricca
raccolta di monografie, miscellanee e periodici. Opere: “Giacomo
Aconcio,” Milano, F.lli Bocca, “L'interpretazione baconiana delle favole
antiche,” Milano, F.lli Bocca, “Francesco Bacone: dalla magia alla scienza,” Bari,
Laterza, “Clavis Universalis: arti della memoria e logica combinatoria da Lullo
a Leibniz,” Milano, Napoli, R. Ricciardi, “I filosofi e le machine,” Milano,
Feltrinelli, Galilei, Roma-Milano, CEI-Compagnia Edizioni Internazionali, “Il
pensiero di Galilei: una antologia dagli scritti, Torino, Loescher Editore, “Le
sterminate antichità: studi vichiani,” Pisa, Nistri-Lischi, Storia e filosofia:
saggi sulla storiografia filosofica, Torino, Einaudi, Aspetti della rivoluzione
scientifica, Napoli, A. Morano, La rivoluzione scientifica: da Copernico a
Newton, Torino, Loescher, Pisa, Edizioni ETS,
“Immagini della scienza,” Roma, Editori Riuniti, “I segni del tempo:
storia della Terra e storia delle nazioni da Hooke a Vico,” Milano,
Feltrinelli, “I ragni e le formiche:
un'apologia della storia della scienza,” Bologna, Il Mulino, “Storia della
scienza moderna e contemporanea,” Torino, Utet, “La scienza e la filosofia dei
moderni: aspetti della rivoluzione scientifica,” Torino, Bollati Boringhieri,
“Paragone degli ingegni moderni e postmoderni,”Bologna, Il Mulino, “Il passato,
la memoria, l'oblio: sei saggi di storia delle idee, Bologna, Il Mulino (Premio
Viareggio) “La filosofia,” Torino, Utet, “Naufragi senza spettatore: l'idea di
progresso,” Bologna, Il Mulino, “La nascita della scienza moderna in Europa,”
Roma, Laterza, “Le sterminate antichità e nuovi saggi vichiani,” Scandicci, La
Nuova Italia, “Un altro presente: saggi sulla storia della filosofia,” Bologna,
Il Mulino, Bambini, sogni, furori: tre lezioni di storia delle idee, Milano,
Feltrinelli, Il tempo dei maghi: Rinascimento e modernità, Milano, R. Cortina,
Speranze, Bologna, Il Mulino, Mangiare, Bologna, Il Mulino, Un breve viaggio e altre storie: le guerre,
gli uomini, la memoria (Milano, R. Cortina); Premio letterario
Viareggio-Rèpaci, Vincitori del Premio Musatti
su Spi WebSocietà Psicoanalitica Italiana. Inventario del Fondo
archivistico , su opac.museogalileo.
Fondo librario: le monografie moderne , su opac.museogalileo. Fondo librario: le miscellanee , su
opac.museogalileo. Fondo librario: i
periodici , su opac.museogalileo. Storia
della filosofia, Storia della scienza: saggi in onore di Paolo Rossi, Antonello
La Vergata e Alessandro Pagnini, Nuova Italia, Firenze, Segni e percorsi della
modernità: saggi in onore, Ferdinando Abbri e Marco Segala, Dipartimento di
Studi Filosofici dell'Siena, Antonio Rainone, «Rossi Monti, Paolo» in
Enciclopedia ItalianaVI Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,
John L. Heilbron , Advancements of learning: essays in honour of Paolo Rossi,
Firenze, Olschki); Ferdinando Abbri, Nuncius, Dizionario di filosofia, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Paolo Rossi, un maestro, Pisa, Edizioni
della Normale, Pietro Rossi, Tra Banfi e Garin: la formazione filosofica di
Paolo Rossi, in Rivista di filosofia, TreccaniEnciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Paolo Rossi Monti, in Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia multimediale RAI delle
scienze filosofiche -- sito web italiano per la filosofia. Per una scienza libera, intervista. Storia
Moderna, su stmoderna. intervista, Società Psicoanalitica Italiana, videointervista,
Paolo Rossi: memoria e reminiscenza, sul
RAI Filosofia, su filosofia.rai. Il Fondo Rossi nella biblioteca del
Museo Galileo, su museogalileo. Paolo Rossi. Paolo Rossi Monti. Monti.
Keywords: nato Paolo Rossi, adottato dalla zia materna, Monti. Vico – Refs.
Luigi Speranza, “Grice e Rossi: l’implicatura di Vico” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51667660922/in/photolist-2mHGgw3-E4u3XA-2mKr38G-BNZ85J-ALFv7d-AxxzTD-AZWYJA-ApRtxq-Axw9LB-B3MNUK-A6poSZ-BcuYTZ-ApQAXh-ApiFAg-Bah84L-AxtCpu-BcuKBD-B1z6ph-B3gchn-B3QKYi-ApmdTH-Axwy9t-AscfFc-AxwmBa-Bcutrc-AewDtF-B26qKh-A6ZQf4-Bajmv1-A6q9QZ-Apk84E-AeC6uP-Bcvwwt-Bbwckk-B27ZJG-oaRQwU-nTsKH2-nTt1ft-oaWxtt-o8NdWA-o7k5vN-nKMCbE-o58rvZ-nUfS4K-nVy125-nbpW4V-nbpUW6-nsWw87-nbpHBc-nt44Az
Grice e Rosso – filosofia siciliana – filosofia
italiana – by Luigi Speranza (Corleone).
Flosofo. Visse a Palermo. Scrisse tre manoscritti, il primo fu Varie cose
notabili occorse in Palermo ed in Sicilia, pubblicato dall'editore Libro Sei,
con il titolo “Descrizione di tutti i Luoghi Sacri della felice Città di
Palermo” descrive le chiese di Palermo. Questo saggio e ricordato in vari altri
manoscritti, anche negli anni novanta e duemila, il terzo fu pubblicato con il
titolo “Diario Palermitano”. Il comune di Palermo gli dedica una via. Biblioteca storica e letteraria di Sicilia: Mira/bibl
Siciliana. D. Ciccarelli e M. Valenza, La Sicilia e l'Immacolata: non solo 150
anni. Atti del convegno, T. Pugliatti, Pittura del Cinquecento in Sicilia,
Electa, pagine Roma. Istituto di studi
bizantini e neo-ellenici, Rivista di studi bizantini e neoellenici. G. Marzo,
Biblioteca storica e letteraria di Sicilia: Opere storiche inedited. Rosso.
Keywords: filosofia siciliana, filosofia italiana. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Rosso” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734795297/in/datetaken/
Grice e Rota – la lavagna del grupo
di giocco – filosofia italiana – By Luigi Speranza (Vigevano). Filosofo. Italian philosopher. Grice: “Many
Italian philosophers would not consider Rota an Italian philosopher seeing that
he earned his maximal degree without (not within) Italy! And right they would,
too!” His father, Giovanni, a prominent antifascist, was the brother of
the mathematician Rosetta, who was the wife of the writer Ennio Flaiano.
Gian-Carlo's family left Italy when he was 13 years old, initially going to
Switzerland. Rota attended the Colegio Americano de Quito in Ecuador, and
graduated with an A.B. in mathematics from Princeton University in 1953 after
completing a senior thesis, titled "On the solubility of linear equations
in topological vector spaces", under the supervision of William Feller. He
then pursued graduate studies at Yale University, where he received a Ph.D. in
mathematics in 1956 after completing a doctoral dissertation, titled
"Extension Theory Of Ordinary Linear Differential Operators", under
the supervision of Jacob T. Schwartz. Career Much of Rota's career was
spent as a professor at the Massachusetts Institute of Technology where he was
and remains the only person ever to be appointed Professor of Applied Mathematics
and Philosophy. He is also the Norbert Wiener Professor of Applied
Mathematics. In addition to his professorships at MIT, Rota held four
honorary degrees, from the University of Strasbourg, France (1984); the
University of L'Aquila, Italy (1990); the University of Bologna, Italy (1996);
and Brooklyn Polytechnic University (1997). Beginning in 1966 he was a
consultant at Los Alamos National Laboratory, frequently visiting to lecture,
discuss, and collaborate, notably with his friend Stanisław Ulam. He was also a
consultant for the Rand Corporation and
for the Brookhaven National Laboratory (1969–1973). Rota was elected to the National
Academy of Sciences in 1982, was vice president of the American Mathematical
Society (AMS) from 1995–97, and was a member of numerous other mathematical and
philosophical organizations. He taught a difficult but very popular
course in probability. He also taught Applications of Calculus, differential
equations, and Combinatorial Theory. His philosophy course in phenomenology was
offered on Friday nights to keep the enrollment manageable. Among his many
eccentricities, he would not teach without a can of Coca-Cola, and handed out
prizes ranging from Hershey bars to pocket knives to students who asked
questions in class or did well on tests. Rota began his career as a
functional analyst, but switched to become a distinguished combinatorialist.
His series of ten papers on the "Foundations of Combinatorics" in the
1960s is credited with making it a respectable branch of modern
mathematics.[dubiousdiscuss] He said that the one combinatorial idea he would
like to be remembered for is the correspondence between combinatorial problems
and problems of the location of the zeroes of polynomials. He worked on the
theory of incidence algebras (which generalize the 19th-century theory of
Möbius inversion) and popularized their study among combinatorialists, set the
umbral calculus on a rigorous foundation, unified the theory of Sheffer
sequences and polynomial sequences of binomial type, and worked on fundamental
problems in probability theory. His philosophical work was largely in the
phenomenology of Edmund Husserl. Death Rota died of atherosclerotic cardiac
disease apparently in his sleep at his home in Cambridge, Massachusetts.
See also Kallman–Rota inequality Rota's conjecture Rota's basis conjecture
Rota–Baxter algebra Joint spectral radius, introduced by Rota in the early
1960s Cyclotomic identity Necklace ring Twelvefold way List of American
philosophers Notes O'Connor, John J.; Robertson, Edmund F.,
"Gian-Carlo Rota", MacTutor History of Mathematics archive,
University of St Andrews. F. Palombi, The Star and the Whole: Gian-Carlo
Rota on Mathematics and Phenomenology. CRC PHis aunt, Rosetta Rota was a
mathematician associated with the renowned Rome university Institute of Physics
in Via Panispenra… "American Mathematical Society | Gian-Carlo Rota,
Rota, Gian Carlo (1956). Extension Theory Of Ordinary Linear Differential
Operators (Thesis). New Haven, Connecticut: Yale University. "MIT
professor Gian-Carlo Rota, mathematician and philosopher, is dead” Wesley T.
Chan "To Teach or Not To Teach: Professors Might Try a New Approach to
ClassesCaring about Teaching". The Tech. "Gian-Carlo Rota". The
Tech. "Mathematics, Philosophy, and Artificial Intelligence: a dialogue
with Gian-Carlo Rota and David Sharp. Gian-Carlo Rota at the Mathematics
Genealogy Project O'Connor, John J.; Robertson, Edmund F., "Gian-Carlo
Rota", MacTutor History of Mathematics archive, University of St Andrews.
Kung, Joseph; Rota, Gian-Carlo; Yan, Catherine (2009). Combinatorics: The Rota
Way. Cambridge Mathematical Library. Cambridge University Press. Archived from the original on -03-03.
Retrieved -03-19. The Forbidden City of Gian-Carlo Rota (a memorial site) at
the Wayback Machine (archived June 30, 2007) This page at rota.org was not
originally intended to be a memorial web site, but was created by Rota himself
with the assistance of his friend Bill Chen in January 1999 while Rota was
visiting Los Alamos National Laboratory. Mathematics, Philosophy, and
Artificial Intelligence: a dialogue with Gian-Carlo Rota and David Sharp at the
Wayback Machine "Fine Hall in its
golden age: Remembrances of Princeton in the early fifties" by Gian-Carlo
Rota. Tribute page by Prof. Catherine Yan (Texas A&M University), a former
student of Rota Scanned copy of Gian-Carlo Rota's and Kenneth Baclawski's Introduction
to Probability and Random Processes manuscript in its 1979 version. Gian-Carlo
Rota (1996). Indiscrete Thoughts. Birkhäuser Boston. 0review at MAA.org The Digital Footprint of
Gian-Carlo Rota: International Conference in memory of Gian-Carlo Rota,
organized by Ottavio D'Antona, Vincenzo Marra and Ernesto Damiani at the
University of Milan (Italy) Gian-Carlo Rota on Analysis and Probability, Biographical Memoir of Gian-Carlo Rota,
National Academy of Science. Gian-Carlo Rota. Rota. Aune: “I left the play
group when I realised that Grice could care less about blackboards!” --
Keywords: la lavagna del gruppo di giocco. Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e Rota," per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/
Grice e Rotondi – Roma antica –
filosofia italiana. – By Luigi Speranza (Vicovaro). Filosofo.
Ha svolto anche attività di libraio ed editore. I primi anni e la nascita
della "Libreria delle Occasioni" ("Libreria Rotondi"). Nella
seconda metà degli anni trenta si trasferisce a Roma. Il 1941 è l'anno in cui,
insieme alla moglie Annamaria, rileva una preesistente libreria di testi usati
che chiamerà “Libreria delle Occasioni”, intendendo con questo nome
l'opportunità per gli appassionati di reperire opere rare, curiose e
introvabili. La “Libreria delle Occasioni” si trova tuttora nel suo luogo
originario di fondazione e cioè in via Merulana. Tra gli amanti di rarità
bibliografiche e tematiche spirituali è anche nota come “Libreria Rotondi” in
omaggio alla fama del suo fondatore. I primi anni di attività della libreria
sono piuttosto travagliati in quanto le autorità fasciste, infastidite dalla
tipologia eterodossa dei testi in vendita, operano diversi sequestri e
infliggono sanzioni. Nell'autunno del 1943 Amedeo è costretto a chiudere la
libreria per evitare il richiamo alle armi della Repubblica Sociale Italiana.
Considerato disertore, si rifugia con la famiglia a Vicovaro. Individuato in
seguito ad una delazione, riesce fortunosamente a sfuggire alla cattura e si
allontana verso le montagne che circondano il paese, inseguito dappresso da
tedeschi e fascisti. Disperando di potersi salvare, si nasconde nei pressi di
una casa abbandonata, popolarmente ritenuta “abitata dagli spiriti” e qui
avviene l'evento fondamentale sopra descritto che cambierà la sua vita e le sue
convinzioni, aprendolo alla conoscenza del mondo spirituale. Improvvisamente ha
una visione folgorante nel cielo: << Sedetti a contemplare la
scena: una catena di globi luminosi dall'alto scendevano fin giù, penetravano
nella terra, poi altri che risalivano e poi ridiscendevano come per riunirsi in
un misterioso convegno. Si sentivano delle voci indistinte >>
Amedeo si trattiene ad osservare tale spettacolo misterioso salvandosi, in
questo modo, dal rastrellamento in corso nel vicino paese di Roccagiovine.
Questo primo decisivo contatto con la realtà del paranormale e altre esperienze
consimili saranno poi ampiamente raccontate nel libro "Il protettore
invisibile". Tale evento rappresenterà l'inizio del suo studio e del suo
interesse nei confronti del mondo dell'esoterismo e della spiritualità, che
l'accompagnerà per tutta la vita. Gli anni dello studio e della crescita spirituale.
Le prime opere pubblicate in proprio Amedeo Rotondi, rientrato a Roma dopo la
Liberazione e desideroso di conoscere la reale natura dello straordinario
fenomeno accadutogli, inizia a concentrare i suoi studi sulle discipline
esoteriche e spirituali facendo della “Libreria delle Occasioni” una delle
prime e più importanti librerie in Italia, specializzate nel settore. Inizia un
periodo molto fervido fatto di conferenze, riunioni e dibattiti che ne
alimentano la fama. Antesignano delle tendenze moderne, nel 1946 fonda il
“Corriere Librario”, periodico mensile per bibliofili contenente recensioni,
curiosità e approfondimenti bibliografici, oltre che inserzioni per la
compravendita di libri, che si diffonde rapidamente a livello nazionale e
internazionale. Pubblica in proprio i suoi primi titoli, dando forma scritta a
quasi due decenni di studi e riflessioni. Si tratta dei cinque libri della
collana “Le Perle”, raccolte di massime, proverbi e aforismi dell'Oriente,
dell'antica Grecia, di Roma antica e del Cristianesimo. Dà alle stampe “L’arte
del silenzio e l’uso della parola”, un originale e lungimirante saggio il cui
intento si manifesta già dalla dedica, firmato con lo pseudonimo di Vico di
Varo, derivato chiaramente dal suo paese natale. Viene incaricato di redigere
un opuscolo commemorativo in occasione dell'inaugurazione in Vicovaro del
Monumento in onore delle vittime della strage nazista delle Pratarelle, Amedeo
Rotondi e la sua libreria hanno svolto una funzione di aggregazione e
catalizzazione culturale in anni difficili in cui certi ambiti di studio
venivano guardati con sospetto, quando non con manifesta ostilità. La
fase della maturità letteraria e spirituale. I “Volontari del Bene” Negli anni
settanta partecipa e svolge un ruolo tutt'altro che secondario nel Cerchio
Firenze 77, una delle più importanti esperienze para-psicologiche collettive
italiane. Lui la sua libreria, nella quale collabora anche la sua unica figlia
Vera, sono ormai un punto di riferimento di tutto un mondo culturale in
espansione e finalmente libero da ogni censura. Pubblica sedici titoli presso
diverse case editrici (Mediterranee, Astrolabio, Sugarco, S.A.S.), firmandoli
oltre che con il suo vero nome con il pseudonimo Amadeus Voldben, acronimo di “Volontario
del Bene”. Tale nome d’arte sta ad indicare la missione che si e prefisso e che
delinea nel libriccino “I volontari del bene”, vera e propria bibbia per tutti
coloro che si riconoscono nel progetto di diffusione del Bene, stampato in
proprio per la prima volta nel '72. I suoi libri sono stati tradotti in molte
lingue: esistono tuttora edizioni in inglese, tedesco, spagnolo, portoghese,
greco e polacco. Oltre al valore intrinseco degli scritti, sono le riunioni e
la sua stessa presenza in libreria a suscitare curiosità e interesse presso un
pubblico molto ampio che vede in Amedeo Rotondi una guida spirituale in grado
di fornire suggerimenti mai banali e, da vecchio educatore, sempre
comprensibili. Dietro la sua apparente severità, che è semplicemente rifiuto
della superficialità, traspare la disponibilità e l'umanità, accessibili a
chiunque si sforzi di varcare il civico 82 di via Merulana. Si
caratterizza da una produzione culturale ancora intensa ma, questi ultimi,
anche dal profondo dolore per la perdita dell'amata figlia e dell'adorata
moglie Anna Maria, dolore che non intacca, anzi, semmai rafforza la sua serena
consapevolezza della morte come momento di passaggio verso l'eterna felicità.
Nonostante i problemi fisici che lo tormentano, continua a scrivere e a
regalare gemme di saggezza e consigli fino a pochi giorni prima della morte. Muore
per questa vita e per questo mondo. Oltre ai testi pubblicati in vita lascia
altri scritti, alcuni pronti per la stampa altri bisognosi di revisione, che
vengono pubblicati postumi a partire dal 2003 su iniziativa del nipote Aldo e
dei pronipoti Francesco e Barbara, i quali si sono impegnati, secondo la
volontà dello zio, a proseguire l'attività in libreria, mantenendosi fedeli
all'impostazione originaria da lui delineata. La libreria Rotondi ha ricevuto il
riconoscimento di "negozio storico" da parte del Comune di
Roma. Opere: “Saggezza dell'Oriente,” ( I della collana Le Perle, ristampato
da Astrolabio. L'arte del silenzio e l'uso della parola, ristampato dalla
Libreria Rotondi n Saggezza di Roma antica, collana Le Perle). Saggezza
dell'antica Grecia, Amedeo Rotondi, collana Le Perle). Amore e saggezza nel pensiero
Cristiano, collana Le Perle). Il giardino della saggezza, collana Le Perle). “Dopo
Nostradamus: le grandi profezie sul futuro dell'umanità” (Mediterranee); “Un'arte
di vivere: via segreta alla serenità, Mediterranee, La coppa d'oro: insegnamenti dei maestri,
fonte di luce e di energia, SAS, (ristampato dalle Mediterranee). Le influenze
negative: come neutralizzarle, SugarCo,, (ristampato dalle Mediterranee). Il
protettore invisibile: la guida che ci aiuta nei momenti difficili della vita,
Mediterranee, La voce misteriosa, Astrolabio (ristampato dalla Libreria Rotondi nel ) Lo
scopo e il significato della vita: perché si nasce, perché si vive, perché si
muore, Mediterranee, I prodigi del pensiero positivo: il suo potere e la sua
azione a distanza, Mediterranee, Il destino nella vita dell'uomo, Mediterranee,
La reincarnazione: verità antica e moderna, Mediterranee, La potenza del
credere… e la gioia d'amare: i prodigi della fede e dell'amore, Mediterranee, Una luce nel tuo dolore, Mediterranee, Guida
alla padronanza di sé, Mediterranee, 1La magica potenza della preghiera,
Mediterranee, La chiave della vita,
Mediterranee, La presenza divina in noi,
Mediterranee, Le leggi del pensiero: l'energia mentale e l'azione della
volontà, Mediterranee.. Le grandi profezie sul futuro dell'umanità, Mediterranee.
La potenza creatrice del pensiero, Mediterranee, Pensieri per una vita serena,
Mediterranee. Altre opere non in commercio Ricordo dei nostri martiri.
Commemorazione in occasione dell'inaugurazione del monumento ai martiri delle PratarelleVicovaro,
Tipografia Seti, Roma, I Volontari del
Bene, Libreria Rotondi Editrice, Roma, Reincarnazione e fanciulli prodigio,
Mediterranee, Roma, La reincarnazione: verità antica e moderna, Mediterranee. Col
suo nome di battesimo ha scritto La voce misteriosa e i cvolumi della collana
Le Perle. Con lo pseudonimo di “Vico di Varo” ha scritto L’arte del silenzio e
l’uso della parola. Con lo pseudonimo di “Amadeus Voldben” ha scritto tutti gli
altri testi. La Libreria Rotondi è
segnalata in molte pubblicazioni, tra cui la Guida ragionata alle librerie
antiquarie e d'occasione d'Italia, Claudio Maria Messina, Roma, che ha avuto
varie edizioni. Amadeus Voldben, Il protettore invisibile, Edizioni
Mediterranee, Roma, La sua
partecipazione agli incontri del Cerchio Firenze 77 è ricordata nei libri Oltre
l'illusione, Roma, Mediterranee, e Oltre il silenzio, Luciana Campani Setti,
Roma, Mediterranee). Dopo Nostradamus, I prodigi del pensiero positivo, Le
influenze negative, Il protettore invisibile: Dopo Nostradamus. Molte persone
si rivolgevano a Rotondi per ricevere consigli. Una testimonianza letteraria di
questa consuetudine si trova nel romanzo di Giovetti Weimar per sempre, (Edizioni
Mediterranee, Roma) in cui si narra l'episodio di un giovane che si reca presso
la Libreria delle Occasioni per ricevere suggerimenti su questioni spirituali e
libri. Libreria RotondiLibreria delle Occasioni (La libreria fondata da Rotondi)
La piccola miniera di Amedeo Rotondi (da Il Corriere della Sera) Il libraio di
via Merulana e i globi luminosi (da La Repubblica) Cerchio Firenze 77
(Esperienza parapsicologica collettiva) Andiamo alla scoperta di Amedeo
Rotondi, illustre vicovarese del '900 (da La Piazza di Castel Madama. Amedeo
Rotondi. Rotondi. Keywords: Roma antica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Rotondi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736417395/in/datetaken/
Grice e Rovatti – i giocchi e
gl’uomini – filosofia italiana – Luigi Speranza (Modena). Filosofo. Grice:
“I do not know any other philosopher other than me or Austin who, like Rovatti,
is obsessed wiith the concept of a ‘game’!” Ha insegnato a Trieste. Ha
studiato fenomenologia a Milano con Paci iniziando a collaborare con la rivista
di filosofia e cultura «aut aut», di cui è direttore. È editorialista di "Il Piccolo" di
Trieste e collaboratore di "la Repubblica" e "l'Espresso".
Coordina il Laboratorio di filosofia contemporanea di Trieste, attraverso cui
ha fondato la Scuola di filosofia di Trieste. È membro del comitato scientifico
di Vicino/lontano (Udine). -- è uscito un volume a lui interamente
dedicato (René Scheu, Il soggetto debole. Mimesis, Milano ). Ppubblica una
monografia su Whitehead. Successivamente si occupa dei rapporti tra
fenomenologia e marxismo pubblicando Critica e scientificità in Marx, e poi
focalizzando in vari saggi il tema dei bisogni con riferimento anche alla
psicoanalisi. Cura anche un'edizione delle Opere di Bergson. Fa uscire
con Vattimo il reading Il pensiero debole che sarà ristampato molte volte e e
da cui è nato un ampio dibattito, all'inizio sulle pagine di «Alfabeta» (di cui
era redattore), poi in diverse altre sedi, e che continua tuttora. Le
questioni concernenti tale forma nuova di pensiero (che hanno a che fare
soprattutto con Nietzsche e Heidegger) diventano il punto di partenza della sua
successiva produzione con una serie di volumi (La posta in gioco, Abitare la
distanza, Il paiolo bucato, La follia in poche parole, Guardare ascoltando,
L'esercizio del silenzio, Possiamo addomesticare l'altro?, Inattualità del
pensiero debole. Queste questioni riguardano soprattutto la possibilità di una
«logica paradossale» e si articolano intorno ai temi del gioco, dell'ascolto e
dell'alterità, tutti collegati alla questione attuale della soggettività.
Altri suoi scritti e interventi hanno introdotto opere di Whitehead, Sartre,
Habermas, Hume, Jabès, Negt, Kluge, Heller, Caillois (ossia I giochi e gli uomini),
Sollers (iSul materialismo), Poulantzas,Deleuze, Derrida (nel suo rapporto con
Freud), Lévinas, Bateson e del suo mentore Paci. Dalla riflessione sul
gioco nascono anche i libri Per gioco. La scuola dei giochi (con Davide
Zoletto. e Il gioco di Wittgenstein. Si
è anche interessato alla consulenza filosofica, con La filosofia può curare? Ha
curato l'antologia Il coraggio della filosofia, sulla rivista «aut aut».
Tiene una rubrica sul quotidiano "Il Piccolo" di Trieste col titolo
di Etica minima. Ha raccolto questi "scritti corsari" (cfr. Pasolini)
in vari libri: Etica minima, Noi, i barbari, Un velo di sobrietà. Accanto a una
sensibile sintonia con le riflessioni di JDerrida, si è manifestata nella sua
ricerca una particolare attenzione per il pensiero di Lacan e Foucault (in
particolare sul rapporto tra potere e sapere). Gli egosauri, Elèuthera, Milano . Le nostre
oscillazioni, Collana Edizioni alpha beta Verlag, Merano . L’intellettuale
riluttante, Elèuthera, Milano . Restituire la soggettività. Lezioni sul pensiero
di Basaglia, alphabeta, Merano . Un velo di sobrietà, il Saggiatore, Milano .
Noi, i barbari. La sottocultura dominante, Raffaello Cortina, Milano Inattualità del pensiero debole, Forum,
Udine Cura di Il coraggio della
filosofia. aut aut-, il Saggiatore, Milano
Etica minima. Scritti quasi corsari sull'anomalia italiana, Cortina,
Milano La posta in gioco. Heidegger, Husserl, il
soggetto, Mimesis, Milano-Udine prima edizione:
Bompiani, Milano Cura di Consulente e filosofo. Osservatorio critico sulle
pratiche filosofiche, Mimesis, Milano Il gioco di Wittgenstein, EUT, Trieste. Possiamo
addomesticare l'altro? La condizione globale, Forum, Udine Abitare la distanza.
Per una pratica della filosofia, Raffaello Cortina, Milano (check) Feltrinelli,
Milano La filosofia può curare? La
consulenza filosofica in questione, Raffaello Cortina, Milano La scuola dei
giochi (con Davide Zoletto), Bompiani, Milano Cura di Scenari dell'alterità,
Bompiani, Milano Guardare ascoltando: filosofia e metafora, Bompiani, Milano prima edizione: Il declino della luce, Marietti,
Genova L'università senza condizione
(con Derrida), Raffaello Cortina, Milano La follia in poche parole, Bompiani,
Milano Fare la differenza, atti del convegno, curati con Pietro Derossi,
Triennale di Milano, Milano, Il paiolo bucato. La nostra condizione
paradossale, Raffaello Cortina, Milano Introduzione alla filosofia
contemporanea, Bompiani, Milano Lettere dall'università, Filema, Napoli Per
gioco: piccolo manuale dell'esperienza ludica (con Alessandro Dal Lago),
Raffaello Cortina, Milano Trasformazioni
del soggetto: un itinerario filosofico, Il poligrafo, Padova Dizionario dei
filosofi contemporanei, Bompiani, Milano Elogio del pudore. Per un pensiero
debole (con Alessandro Dal Lago), Feltrinelli, Milano Intorno a Lévinas, Unicopli,
Milano Cura di Effetto Foucault, Feltrinelli, Milano, Cura di Henri Bergson, Mondadori,
Milano, Il pensiero debole (con Vattimo), Feltrinelli, Milano Bisogni e teoria
marxista (con Amedeo Vigorelli), Mazzotta, Milano, Critica e scientificità in Marx: per una
lettura fenomenologica di Marx e una critica del marxismo di Althusser
(Feltrinelli, Milano); “Che cosa ha veramente detto Sartre” (Ubaldini, Roma); “La
dialettica del processo” (il Saggiatore, Milano). aut aut, su
autaut.ilsaggiatore.com. Scuola di filosofia di Trieste, su scuola filosofia
Laboratorio di filosofia contemporanea, su filolab. TriesteFacoltà di lettere e
filosofia, su www2.units. Vicino Lontano, su vicinolontano. Pier Aldo Rovatti:
il pensiero debole, sul RAI Filosofia,
su filosofia.rai. Pier Aldo Rovatti. Rovatti. Keywords: i giocchi e gl’uomini
--. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rovatti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735500411/in/datetaken/
Grice e Rovella – Querce – Filosofia italiana – By Luigi Speranza. (Palazzolo
Acreide). Filosofo. Appartene ad una famiglia contadina di solida fede
cristiana. Tre fratelli ed una sorella erano sopravvissuti a 12 gravidanze.
Dopo la scuola elementare frequentò la scuola media ad Ispica, in provincia di
Ragusa, nel convento dei cappuccini, alla scuola dello zio cappuccino. Questa
esperienza lasciò tracce indelebili nella formazione e nello sviluppo
intellettuale di Giuseppe che visse all'insegna della contraddizione nella
ricerca della sua strada. Contraddizione che visse sempre in termini positivi,
come caratteristica dell'uomo che pensa. A Catania si iscrisse in Lettere e
Filosofia e fu tra gli alunni più stimati del prof. Cleto Carbonara che
insegnava filosofia teoretica. Si laureò il 2 giugno 1948 con una tesi di
estetica, sul rapporto fra contenuto e forma in arte. Gli interessi per
l'estetica rimasero permanenti. Insegnò storia e filosofia nei licei, di Noto e
Palazzolo, dove per un breve periodo, fu anche preside, incarico dal quale si
dimise per tornare all'insegnamento. Morì nella sua casa natale. Opere: Dopo
alcune recensioni di filosofia nella rivista Sophia, rivista fondata da Ottaviano
e due raccolte di poesie pubblicate da Gastaldi Editore Milano, il suo vero
esordio fu L'uomo, una filosofia, opera di filosofia teoretica, pubblicata da
Giannini Napoli, con prefazione di Carbonara. In quest'opera Rovella in un
serrato confronto con i grandi della filosofa affronta, in termini critici, la
metafisica ed espone il suo convincimento che la ricerca senza condizioni,
attraverso l'intelligenza attiva e creatrice può aprire all'uomo orizzonti
creativi, nuovi, seppur rischiosi. La metafisica, sostiene Rovella, imprigiona
in schemi rigidi e vincolanti. Pervenire all'autocoscienza è il compito più
degno del pensiero, che pur problematico in sé non rimane imprigionato nel
problematicismo. Il rapporto con Spirito e Carbonara fu stimolo attivo e personale
nella sua ricerca. “Deneb”, romanzo, e pubblicato da Salvatore Sciascia
Caltanissetta Roma con prefazione di Gallo. Si tratta di un romanzo filosofico
che narra la pulsione verso l'oltre, attenuando, così, la precedente critica
verso la metafisica e aprendo verso il mistero che, in “Deneb”, comporta il
confronto con tre donne che rappresentano tre volti diversi della verità. La
stella Deneb è metafora della pulsione verso l'alto. In “Deneb” abbondano i
riferimenti autobiografici da cui emerge l'attaccamento alla casa natia, che
non abbandona finché visse, alla famiglia e soprattutto ad un modello di vita
contadina morigerata e sobria. Lo stile è affabulante. L'autocoscienza e il trionfo
della morte in Gentile in Il pensiero di
Gentile, Enciclopedia Italiana, Roma. Qui si esamina il momento finale della
vicenda umana e filosofica di Gentile alla cuia filosofia e sempre
legato. “L'errore del cerchio”, pubblicato dalla Provincia Regionale Siracusa,
con prefazione di . Messina. Predomina il colloquio interiore, lo scavo nella
coscienza e nella memoria. Procede come un giallo. Un tema attraversa gli
avvenimenti, la libertà e la necessità di un suo contenimento. “La
fattoria delle querce”, romanzo, edito da M. Selvaggio Caruso Editore Siracusa.
Considera questo romanzo l'espressione più piena del suo pensiero e della sua
capacità di scrittura. È come un'epopea, quella della famiglia siciliana
Capobianco, governata da una donna e sviluppata attraverso un intrigo di
personaggi e di vicende collocate in un non luogo e in un non tempo. I
discendenti Capobianco sono identici agli ante-nati, e la ricerca della
genealogia è il problema più assillante per i personaggi. Il mito dell'eterno
ritorno dell'identico li e caro. Rimane sempre legato ai miti. Fisiognomica,
astrologia, venti, odori e turbamenti fanno di questo lavoro un esempio di
scrittura immaginifica e personale. Scrittura di non di facile consumo. Dice
che con quest'opera ha tracciato una nuova “Imago Siciliae”. Nella stessa aura
de La fattoria sono scritti i racconti. Cambia di nuovo argomento, inizia
quella che lui chiama “la fase cristica”. Scrive opere in cui la figura di
Cristo e il rapporto fra le religioni sono il tema dominante. “L'ora del
destino, dramma in due atti è pubblicato dall'Accademia Casentinese di Lettere,
Arti, Scienze ed economia, Castello di Borgo alla Collina, Arezzo, L'Ora in persona di una donna consola il
Crocifisso che muore quando una congiuntura astrale perviene al suo
compimento. Vita di Gesù, pubblicato con Prospettive d'Arte Milano, con
prefazione di Ronfani. Gesù è visto nella sua umanità, la narrazione segue lo
sviluppo dei vangeli sinottici, con qualche incursione negli apocrifi. L'autore,
che pur ne ha le competenze,si tiene lontano dalle problematiche gesuologiche e
cristologiche. Vuole narrare un Gesù “così come parla al cuore”. L'Angelo
e il Re, con prefazione di Pazzi per i tipi di Palomar Bari.I nove mesi di
gravidanza di Maria vergine sono narrati con un andamento che si mescola di
esoterismo e sapienza umana. Maria spesso, nel mistero del suo concepimento,
nella sua realtà quotidiana, vive le vicende del suo quartiere, con le sue
amiche, con qualche momento di gioia esaltata e prorompente, con un tratto
zingaresco. Rovella fu sempre attratto, nella sua narrativa da zingari e
vagabondi di passaggio, come incarnazione di una libertà che abbiamo
smarrita. Le Madri Racconto, Utopia Edizione, Chiaramonte Gulfi, Vi si
sente l'eco di J. Bachofen. Breve raro capolavoro, pieno di mistero e poesia,
di un potere magico, come scrive Tosi. Asvamedha pubblicato da Utopia
Edizioni, Chiaramonte Gulfi, con prefazione di Monachino. Raccoglie racconti
inediti. Inizio d'amore pubblicato a cura dell'Istituto Studi Acrensi di
Palazzolo Acreide. Raccoglie altri racconti che l'autore pubblicò in varie
riviste letterarie nazionali, a cura dell'Istituto Studi Acrensi Palazzolo
Acreide. I racconti, dice l'autore, vivono nell'aura dei romanzi di questo periodo.
La vigna di Nabot, dramma in quattro quadri pubblicato nel
a cura dell'Associazione Amici di G. Rovella, Palazzolo Acreide. Narra
le vicende di Nabot, personaggio biblico che incontriamo nel primo libro dei Re
Cap. 21. La prepotenza dei potenti e la sacralità della terra dei padri sono il
filo conduttore del dramma. Nabot muore per una questione di
coerenza. minima Ermanno Scuderi,
La fattoria delle Querce, in Le Ragioni critiche, Giancarlo Menichelli in
Esperienze letterarie, R. Jacobbi, Il
miracolo Deneb, in Arenaria, Palermo, Vittorio Vettori, Il miracolo di Deneb e
le profezie di Ruggero, Arenaria, Monachino Ester, Considerazioni su un romanzo
di Rovella, in Le Ragioni critiche, Catania, Emanuele Messina, Dal bagolaro
alla sequoia,, La vita e l'opera di Giuseppe Rovella, Emanuele Romeo editore,
Siracusa, Emanuele Messina, Alle radici del pensiero. La presenza dei suoi
maestri, Emanuele Romeo. Giuseppe Rovella. Rovella. Keywords: romanzo
filosofico, querce. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rovella” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736086914/in/datetaken/
Rovere Essential Italian philosopherHis family
originates in Albalonga, Savona, Liguria. Terenzio Mamiani. Terenzio Mamiani
Terenzio Mamiani della Rovere. filosofo, politico e scrittore italiano. Testimonio
essendo il Pontefice [della insurrezione dell'Italia contro l'Austria] e
d'altra parte abborrendo egli, pel suo ministero santissimo, dalle guerre e dal
sangue ha pensato... d'interporsi fra i combattenti, e di fare intendere ai
nemici della nostra comune patria, quanto crudele ed inutile impresa riesca
ormai quella di contendere agli italiani le naturali frontiere. citato in
Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli) A. Oroboni alla sua fidanzata
Incipit Dallo Spielberg, ai 5 d'Aprile. Del soave amor tuo, nobile spirto | Ed
infelice, io vissi altera e santa. Di quel vivrò, giuro all'eterno Iddio. Si
che il dolor nol chiuda entro al sepolcro. Tai celesti parole in picciol
foglio. Vergate, o cara, ebb'io da te quel giorno che tramutai le dolci aure
lombarde con queste ignote al Sol tombe di vivi. Io muojo, ed al suo fine
affretta | questa lunga agonia che chiaman vita | qui per istrazio. Quando
suonarne il certo annunzio udrai, | non pianger tu, non piangere, o diletto |
spirto d'amor, ché del mio ben migliore | Lacrimar ti disdice. Il misero | che
gemea quivi giù, poiché il dolore | soverchiò troppo, disperatamente | diè del
capo nel sasso e del diffuso | Cerebro il tinse. d'ogni affetto umano
affinatrice | fiamma è il dolore, e di virtù maestra | la morte. D'un nuovo
diritto europeo Incipit Il giure civile di ciascun popolo ha nel testo delle
leggi positive e speciali autorità sufficiente da soddisfare la giustizia
ordinaria e da risolvere i dubii e acquetare le controversie intorno agli
interessi e agli ufficii d'ogni privato cittadino. Di quindi nasce che possono
alcuni curiali riuscire segnalati e famosi al mondo con la sola abilità del
pronto ricordare, dell' acuto distinguere e dell'interpretare acconcio e
discreto. Al giure delle genti occorre, invece, assai di frequente la
discussione delle verità astratte. Perocché esso è indipendente e superiore
all'autorità delle sopra citate leggi; si connette immediatamente al giure
naturale che è al tutto razionale e speculativo; spesso gli è forza di riandar
col pensiero sulle fondamenta medesime dell'ordine sociale umano, e spesso
altresì non rinviene modo migliore per risolvere i dubii e acquetare le
discrepanze tra popolo e popolo fuor che indagare i grandi pronunziati della
ragione perpetua del diritto, chiariti, dedotti e applicati mercé della
scienza. Poco importa se i metafisici e i letterati si bisticciano; ma non
va senza danno del genere umano il discordare e il traviare de' pubblicisti. E
già si disse che il fine criterio degli uomini illuminati coglie il certo e il
sodo della scienza, ma non la crea e non l'ordina. La demenza degli uonini fa
talvolta scandalosa la verità; laonde ella ebbe a pronunziare di se medesima:
non venni a recare la pace in mezzo di voi, sibbene la spada. (Lo Stato essere
certa congregazione di famiglie la qual provvede con leggi e con tribunali al
bene proprio e alla propria tutela; tanto che sieno competentemente adempiuti i
fini generali della socialità e i particolari di essa congregazione. Lo stato
non esiste per la contiguità sola delle terre e delle abitazioni, ma per certo congiungimento
e unità delle menti e degli animi. La libera città di Amburgo è così autonoma
come l'impero di Moscovia. Il che riconosciuto e fermato, se ne ritrae ciò che
pel diritto internazionale è primo principio ed assioma, non potersi da niuno e
sotto niuna ragione arrogare la facoltà di offendere e menomare l'autonomia
interna ed esterna di qualchesia Stato insino a tanto che questo non provoca
gli altri ad assalirlo con giusta guerra; ed eziandio in tal caso è lecito di
occupare temporalmente il suo territorio e dominare il suo popolo nei limiti
della difesa e dell'equo rifacimento dei danni. Le varie provincie spagnuole o
francesi e i tre regni britanni congiunti ed unificati per la conquista o
l'eredità palesarono in lungo volgere d'anni la volontà loro ferma ed unanime
di perseverare in quella identità e unità di vita sociale e politica. Per lo
contrario, l'incorporamento delle provincie basche nell'unità politica degli
Spagnuoli fu con violenza adempiuta e poi mantenuta. Voleva ragione e giustizia
che per l'azione lenta del tempo e della civiltà riconoscessero quei popoli da
se medesimi la utilità di vivere al tutto vita comune coi popoli iberici.
Similmente, era iniqua la condizione degl'Irlandesi quando l'irosa Inghilterra
per la diversità del culto li segregava dal godimento dei diritti politici. L'uomo
individuo può nel servaggio e nelle catene serbare con isforzo la libertà dello
spirito e compiere in altro modo e sotto altre condizioni certa eroica
purgazione e certo mirabile perfezionamento della sua parte interiore e
immortale. Ma ciò è impossibile ad un popolo intero, il quale nel servaggio di
necessità si corrompe ed abbietta, e quindi Gian Vincenzo Gravina chiamò assai
giustamente la libertà delle nazioni sacrosanta cosa e di giure divino. L'anima
non è vendibile e non è nostra, dicevano i teologanti per dimostrare da più
parti la iniquità del contratto. E neppure la libertà è vendibile; e se
l'usarla e abusarla è nostro, non è tale la facoltà e il principio infuso da
Dio con l'alito suo divino e che al dire di Omero vale una mezza anima. Lo
Stato possiede onninamente se stesso; niuno fuori di lui può attribuirsene la
padronanza. Quindi i popoli o vivono in se od in altri; cioè a dire, o
provedono ai propri fini con leggi e ordini propri e componendo un individuo
vero e perfetto della universa famiglia umana; ovvero entrano a parte d'altra
maggior comunanza con ugualità di diritto e d'ufficio, come quelle riviere che
ne' più larghi e reali fiumi confondono le acque e perdono il nome. Questa è la
generale e astratta dottrina che danno la ragione e la scienza. Patria,
impertanto, significa quella determinata contrada e quella peculiare
congregazione di uomini a cui ciascuno degli abitanti e ciascuno dei congregati
sentesi legato per tutti i doveri, gl'istinti, i diritti, le speranze e gli affetti
del vivere comune. La patria considerata nella sua morale e profonda
significazione è il compiuto sodamento di ciascuno verso di tutti e di tutti
verso ciascuno. Se la patria non ha debito né possibilità di nudrire del suo
ogni giorno tutti i suoi indigenti, spietata cosa sarebbe inibire a questi di
procacciarsi altrove la sussistenza. Prediletta opera delle mani di Dio sono le
nazioni. Qual nazione è pura, domandano essi, e tutta omogenea, e quale Stato in
Europa non è straniero a qualche porzione de' sudditi proprii? L'Inghilterra
pesa sul popolo Jonio, la Francia sull' Algerino, la Spagna sul Basco. Non
nacquero forse Italiani i Corsi e Tedeschi i popoli dell'Alsazia? I Polacchi di
Posen son forse Prussiani; e non è mezzo slava la Silesia? Chiameremo Russi i
Lituani o i Finlandesi o gli abitanti di Riga e della Curlandia? E se tinti
vediamo della medesima pece tutti i governi, se niuno, a rispetto del puro
principio di nazionalità, è incolpevole, qual profitto si può dedurre d'una
teorica non mai applicabile; ed anzi, come può essere teorica e vera, se i
fatti in ogni luogo e tempo la contradicono? Lo Stato dipendente come si sia da
un altro non è, a propriamente parlare, autonomo; e perciò, a rigore di definizione,
neppure la denominazione di Stato gli si compete. I prìncipi non sono, del
certo, scelti da Dio immediatamente, ma sono da Dio immediatamente investiti di
loro sovranità. Il popolo indica l'uomo a cui vuole obbedire e in quell'uomo è
subito la pienezza della sovranità che da Dio gli proviene. Perocché come da
Dio è istituito il fine della socievole comunanza, così è istituito il mezzo
nella autorità del comando. È sicuro che
nella lunghezza dei secoli le volontà e i giudizi umani si accostano all'assoluto
del bene sociale, quanto che la via che viene trascorsa non procede diritta e
spedita ma declina e torce continuo fra molti errori e molte misere
concussioni. La libertà, essendo naturale ed essenziale agli uomini e
necessaria concomitanza d'ogni bontà, è doveroso per tutti il serbarla integra
nella sostanza; e perciò, né il privato individuo si può vendere ad altro
privato, né tutto il corpo de' cittadini assoggettarsi pienamente e
perpetuamente al dominio d'alcuno, sia forestiere o nativo. Poco o nessun
valore ha il dissentimento dei piccioli e deboli, quando anche piglino ardire
di esprimerlo; e chi investiga la Storia, ritrova che delle proteste loro
giacciono grandi fasci dimenticati negli archivi delle Cancellerie. (p. 98)
Dacché siete i più forti, correte poco rischio di vivere ex lege alla maniera
dei Ciclopi. Ma confessare il diritto e contro il diritto procedere, non è
conceduto a nessuno; e parlavano meglio quegli Ateniesi che alle querele dei
Milesi rispondevano senza sturbarsi : il diritto è cosa pei deboli e non già
pei forti e pei valorosi. Ogni popolo è autonomo; o con altri vocaboli, ogni
Stato vero è libero ed inviolabile inverso tutti i popoli e tutti gli Stati. E
patria nel significato morale e politico è sinonimo di Stato, in quanto questo
compone uno stretto e nativo consorzio in cui ciascun cittadino ha debito e
desiderio insieme di effettuare il grado massimo di unimento sociale e civile. S'incominci
dall'avvisare chi sono costoro che si querelano dell'abusata libertà degli Stati
e ne temono danni così spaventevoli. Costoro sono i medesimi da cui si alzano
lagni e rimproveri cotidiani per qualunque libertà, eccetto la propria loro.
Vogliono limitare la stampa, limitare la libera concorrenza, limitare i
Parlamenti e in fine ogni cosa col pretesto volgare ed ovvio che i parlamenti,
il commercio, la stampa abusano di loro facoltà e trasvanno più d'una volta e
in più cose. La volontà umana, dite, è corrotta e inchinevole al male. Può
darsi; ma privata di libertà so che depravasi molto di più e i padroni non meno
che i servi. Non è lecito agli uomini di esercitare nessun diritto qualora
difettino pienamente delle facoltà e dei mezzi correlativi. Perciò il
fanciullo, il mentecatto, l'idiota cade naturalmente sotto l'altrui tutela, e per
ciò medesimo la parte meno educata del volgo ed offesa di troppa ignoranza, o
posta in condizione troppo servile, non ha nel generale facoltà e mezzi
proporziod esercitare diritti politici. Dell'ottima congregazione umana Incipit
Esaminato il fine del viver comune, fatta rassegna d'alcuni principii
direttivi, più bisognevoli al nostro intento e poco o nulla noti agli antichi,
segue senza più che noi trapassiamo a contemplare l'ottimo ordinamento civile.
Della qual materia stragrande fermammo in principio del libro che sarebbero da
noi segnate alquante linee soltanto, scegliendo quelle che più hanno
riferimento con l'indole speciale de' tempi nostri. E pur questi pochi
lineamenti noi cercheremo di descriverli, come suoi fare l'artista, secondo il
concetto d'una bellezza ideale ricavata e desunta con fedeltà squisita
dall'essere delle cose e figurandola in mente come e quale uscirebbe dalle mani
della natura, quando non la perturbassero gli scorretti accidenti. Cosi noi
delineeremo qnalche fattezza dell'incivilimento umano, contemplandolo nella
natura primitiva ed universale dei popoli, ed avvisandoci di non iscambiare
l'alterato e il mutabile col permanente ed inalterato; e per converso, di non
dar nome d'errore emendabile e di accidente transitorio a ciò che appartiene
alle condizioni salde e durevoli della comunanza civile. Chè nel primo difetto
cadono i troppo retrivi ed i pusillanimi; nel secondo, i novatori audaci e
leggeri. Citazioni Aristotile con molto senno incomincia dall'insegnar
quello che spetta al buono stato della famiglia, perché della comunanza umana
l'individuo compiuto non è lo scapolo, ma l'ammogliato con prole o vogliam dire
la famiglia, rimossa la quale, come fu scritto nell'aforismo XIV, non rimane
intermezzo alcuno che tempri l'amor proprio e la fiera e violenta natura
nostra. L'organizzazione tanto è più
eccellente quanto meno cede alle esterne azioni ed impressioni ed anzi modifica
con maggior efficacia ed appropria a sé quelle azioni. È da confessare che un gran trovato fece lo
spirito umano e giovevole soprammodo alla prosperità del viver sociale, quando
mise in atto quello che fu domandato governo rappresentativo o parlamentare. Se
dirai: carattere di nazione è la continuità e circoscrizione del suolo, i
Tedeschi di qua del Reno sarebber Francesi, e non è Grecia l'Asia minore, e gli
Ebrei non compongono nazione, e malamente la compongono le genti slave. Se
dirai la lingua; i Baschi non sono spagnuoli, né francesi i Bretoni e quei
dell' Alsazia, e non ha niente di nazione la Svizzera né l'Ungheria dove più
lingue sono parlate. Se la religione; troppe smentite ci danno Germania,
Inghilterra e gli Stati Uniti americani; d'altra parte, sotto il rispetto
dell'unità religiosa, farebber nazione insieme Siciliani e Messicani, Irlandesi
e Abissini. Se il governo; i Lombardi sono austriaci, sono turchi i Greci,
francesi gli Arabi e via discorrendo. Se la letteratura e le arti ; non fanno
nazione quei popoli a cui mancano lettere e arti proprie e le accattano dai
forestieri, come usavano poco fa i Russi, i Boemi, gli Ungaresi ed altri, e
tuttora non cessano. Se le origini e la schiatta; le colonie sono tal membro e
così vivace del corpo della patria onde uscirono, da non potersene mai
dispiccare, e la guerra americana fu dalla banda dei sollevati iniqua e
parricida. Gran questione poi insorge sulle genti di confine, le quali
compongonsi il più delle volte di schiatte anfibie, a cosi chiamarle. Quindi
noi vogliamo, per via d'esempio, i Nizzardi essere italiani e i Francesi li
fanno dei loro. Né minor controversia nasce circa cento popolazioni per la
terra disseminate, che è impossibile di ben definire a qual generazione
appartengano, né per sé bastano a far nazione, come Bosniaci, Bulgari,
Albanesi, Illirii, Maltesi e innumerevoli altri. La compagnia civile comincia là solamente dove
gli animi si accostano, e sorge desiderio di regolato e comune operare. La
Giustizia, secondo Omero, apre e chiude i congressi degli Dei, non quelli degli
uomini. La voce nazione nel suo peculiare e pieno significato vuol dire
unimento e società d'uomini che la natura stessa con le sue mani à fatta e
costituita mediante la mescolanza del sangue e la singolarità delle condizioni
interiori ed estrinseche; per talché quella società distinguesi da tutte le
altre per tutti gli essenziali caratteri che possono diversificare le genti in
fra loro, come la schiatta, la lingua, la religione, l'indole, il territorio,
le tradizioni, le arti, i costumi. Nazione vuol significare certo novero di
genti per comunanza di sangue, conformità di genio, medesimezza di linguaggio
atte e preordinate alla massima unione sociale. Gli Svizzeri varii di lingua, di schiatta, di
religione e d'usanza sonosi costituiti artificialmente e politicamente in
nazione, mediante una grande e maravigliosa unità morale che turbata e rotta
alcune volte di dentro è sempre riuscita gagliarda di fuori a fronte degli
stranieri. I Greci ed i Musulmani
dell'Asia Minore o d'altra contrada, i quali tuttoché nati e cresciuti nel
suolo stesso, pur non si chiamano concittadini, e vivono e sempre vivranno
stranieri l'uno accanto dell'altro. (Lo stipite umano è ordinato esso pure a
spandere discosto da sé le propagini e i semi; e ogni germe nuovo dee nudrirsi
del terreno ove cade, non del tronco da cui si origina. Sieno rese grazie
publicamente da tutta l'Italia a voi, o Valdesi, che l'antica madre mai non
avete voluto e potuto odiare e sconoscere insino al giorno glorioso che fu da
Dio coronata la vostra costanza, e un patto comune di libertà vi riconciliava
con gli emendati persecutori. S'io
credessi quelle armi che assiepano il Foro, dicea Cicerone, starsene qui a
minacciare e non a proteggere, cederei al tempo e mi terrei silenzioso. Ma il
fatto fu che quelle armi nel Foro inducevano per se sole una fiera minaccia, tanto
ch'egli parlò poco e male, e la paura ammazzò l'eloquenza. Dal riscontro, per
tanto, di tutte le storie, senza timore mai d'eccezione, e più ancora dalla
ripugnanza intima di certi termini, quali sono felicità a servitù, spontaneità
e costrizione, ricavasi questa assoluta sentenza che tra le nazioni civili il
governo straniero non può vantarsi mai né della legittimità che abbiamo
chiamata interiore, né della esteriore che emana dall'assentimento espresso o
tacito delle popolazioni. Non può aver luogo prescrizione, dove i diritti
innati o fondamentali dell'uomo ricevono sostanziale ingiuria ed offesa; e di
si fatti è per appunto la indipendenza o dimezzata o distrutta. Ogni cosa
nell'uomo è principiata dalla natura e poi dalla ragione e dall'arte è compiuta.
Mario Pagano, ovvero, della immortalità Incipit Francesco Pignatelli — Giuseppe
Poerio Pignatelli: Voi stesso l'avete udito? Poerio: E come nò, se rinchiuso
era con lui in una prigione medesima? Pignatelli: E fu la vigilia della sua
morte? Poerio: Appunto fu la vigilia. Sapete che valica la mezzanotte, una voce
improvvisa e sepolcrale veramente rompevane il sonno chiamando forte per nome
alcuno di noi; e quella chiamata voleva dire: vieni, ti aspetta il carnefice.
La notte pertanto che seguitò quel mirabil discorso di Mario Pagano gli sgherri
gridarono il nome suo, e fu menato al patibolo. Pignatelli: Stava per mezzo a
voi quell'omerica figura del conte di Ruvo? Poerio: Nò, ma in Castello
dell'Uovo insieme con altri uffiziali e con l'intrepido Mantonè. Nel Castel
Nuovo e in quella carcere proprio dove era Francesco Mario Pagano, stava il
fratel vostro maggiore, principe di Strangoli, stava io, il Conforti, Cirillo,
Granali, Eusebio Palmieri, Vincenzo Russo e due giovinetti amorevoli e cari,
cioè l'ultimo figliuolo dello Spanò ed un marchese di Genzano, bello come
l'Appollino e di cui sentiva il Pagano particolare compassione. Citazioni
Poerio: V'à una cagione suprema di tutte le cose, cagione assoluta e però
insofferente di limiti e incapace d'aumento e di defficienza. Ma se niun
difetto può stare in lei, ella è il bene infinito e comprende infinitamente
ogni specie di bene. Ciò posto, la cagione suprema è altresì infinita bontà che
raggia il bene fuor di sé stessa e ne riempie la creazione ed ogni ente se ne
satura, a dir così, per quanto fu fatto capace. Tale contenenza di bene è poi
sempre difettiva perché sempre è finita. Di quindi si origina il male. Non si
chieda dunque perché Dio è permettitore del male, ma chiedasi in quella vece
perché piacque a Dio, oltre all'infinito, che sussistesse pure il finito. (p.
16) Poerio: Se il vivere nostro presente fosse condito di molto diletto e noi
incapaci di conoscere e desiderare con ismania istintiva l'eternità, forse
potrebbesi giudicare senza paradosso aver noi sortito quella porzioncella sola
e frammento di beatitudine, brevissima ma sincera e inconsapevole della propria
caducità. (p. 17) Poerio: Col presupposto della immortalità, bene avvertiva il
Bruno, alcun desiderio naturale non è indarno e alcuna lacrima non cade senza
conforto. Con la immortalità non è affetto generoso perduto, non ferita
dell'animo a cui non si apparecchi altrove copioso balsamo. Per entro il corso
interminato e magnifico de'nostri destini, ogni male vien riparato, ogni
speranza risorge, ogni bellezza rifiorisce, ogni felicità si rinnova e
giganteggia ne'secoli. (p. 18) Poerio: Quando fosse possibile strappare dal
cuor dell'uomo il concetto e la speranza della immortalità, il consorzio civile
medesimo pericolerebbe di sciogliersi e i piaceri e le utilità stesse della
vita presente verrebbero gran parte impedite o affatto levate di mezzo. (p.
18) Prose letterarie Avvertenza I dotti e i legisti barbareggiavano sempre
peggio, e pareva in loro una sorta di necessità tramutata in diritto, e niun
discepolo mai se ne querelava; e le lettere cadevano in tale grettezza, che
nelle prose del Giordani si appuntavano parecchie mende di stile, ma nessuno
accusava la tenuità dei concetti e la critica angusta e slombata. Il Colletta
era stimato dai più uno storico sovrano e poco meno che un Tacito redivivo, ed
altri istituivano paragone tra il Guicciardini e il Botta, tra il Goldoni ed
Alberto Nota. Tale il gusto e il criterio comune. Pochi grandi intelletti non
mancavano neppure a quei giorni. Basti ricordare Bartolini nella scultura;
Leopardi e Niccolini nella poetica; Rossini, Bellini, Donizetti nella musica.
In Italia scemando il sapere e la potenza meditativa, crebbe l'amore spasimato
ed irragionevole della bellezza dell'abito esterno, lasciando a digiuno la
mente e poco nudriti e mal governati gli affetti. Letteratura vasta, soda e ben
definita, e parimente larghe scuole e ben tratteggiate e scolpite mancano alla
patria nostra da quasi tre secoli e piuttosto ne abbiamo avuto cenni e
frammenti, e ogni cosa a pezzi, a sbalzi e a modo d'assaggio. Miei degni
signori, il cibo che v'apparecchio è scarso, scondito e di povera mensa, ma è
letteratura e non metafisica. Non appena l'esilio mi astrinse a lasciare
l'Italia e fui spettatore d'altro ordine di civiltà e uditore d'altri maestri,
subito mi si aprì dentro l'animo l'occhio doloroso della coscienza, ed ebbi
della mia ignoranza una paura ed una vergogna da non credere. Per giudicare
alla prima prima che tutto è vecchio e trito in un libro convien sapere dell'autore
se nel generale à l'abito di pensar di suo capo. IX. Ed egli evoca nuovi
spiriti di più sublime natura, i quali entrano a uno a uno dentro la torre.
Spirito del mare. Che vuoi ? Barone. Sapere l'essenza del bene e la fonte della
felicità. Spirito del mare. Perché lo chiedi al mare ? Barone. Perché tu sai o
puoi sapere ogni cosa; tu nei silenzj della notte tieni misteriosi colloquj con
la luna e con le stelle che in te si riflettono ; e tu pur ricevi nell ' ampio
tuo seno i fiumi tutti del mondo, i quali ti raccontano le geste antiche dei
popoli e le più antiche vicende dei continenti per mezzo a cui essi fluiscono
senza posa. Spirito del mare. lo non so nulla (sparisce). Barone. Che tu venga
malmenato in eterno dallo spirito delle procelle, e che i tuoi membri immortali
sieno rotti e squarciati mai sempre dalle taglienti creste degli ardui
scogli. La coda del cavallo bianco dell' Apocalisse. Che vuoi ? Barone.
Sapere in che consiste il bene, e dove è la fonte della felicità. La coda.
Perché lo chiedi a me ? Barone. Tu sai la fine ultima delle cose, e tu
comparirai poco innanzi della consumazione del secolo. La coda. Quando io
comparirò, io ondeggerò nelle sfere, simile alla caduta del Niagara e più
tremenda della coda delle comete. Ogni mio crine rinserra un destino ; e ogni
mio moto è un cenno di oracolo ; ò trascorsi tutti i cieli di Tolomeo e i cieli
di Galileo e i cieli di Herschel; ò lambita con la mia criniera la faccia delle
stelle, e l'ò distesa sulle penne de' turbini; molte cose ò conosciute, ma non
quel che tu cerchi: io non so nulla (sparisce). Prefazione alla scelta dei
poeti italiani dell'età media Dagli Arabi si travasò il mal gusto ne' Catalani
e ne' Provenzali, e una vena non troppo scarsa ne fu derivata ne' primi nostri
verseggiatori. Dante egli pure non se ne astenne affatto; e noi peniamo a
credere che a quel genio sovrano venisse scritta la canzone lambiccatissima
della Pietra. (II) Sa ognuno che nel seicento, con lo scadere dell' arte,
ricomparvero quelle freddure e mattie, e ogni cosa fu piena di acrostici,
d'anagrammi, d'allitterazioni e altrettali sciempiezze. Ma per buona ventura
cotesta sorta vanissima di pedanteria non sembra ai moderni pericolosa; e dico
ai moderni italiani, perché appresso gli stranieri non ne mancano esempj ; e
molti anno letto in un vivente poeta francese di gran nomea certi capricci di
metri e di rime i quali dimostrano come in lui siensi venuti rinnovando tutti
gli umori e le vertigini dei seicentisti. E nemmanco ci pare immune dalle
stranezze di cui parliamo quel concepimento del Goethe di ordire la tragedia
del Fausto con questa singolar legge che ogni scena fosse dettata in metro
diverso ed una altresì in nuda prosa, onde potesse affermarsi che niuna maniera
del verseggiare ed anzi dello scrivere umano (per quanto ne è capace il tedesco
idioma) mancasse a quel dramma ; nuova maniera e poco assai naturale e graziosa
di porgere idea e figura del panteismo. (II) Non può né deve il poeta
scompagnarsi mai troppo dalle opinioni e dai sentimenti comuni dell'età sua;
chè da questi principalmente è suscitato l'estro di lui, con questi accende e
innamora le moltitudini. D'ogni altro pensiero ed affetto, ove li possieda e li
senta egli solo, avrà pochi intenditori, pochissimi lodatori ; e la favella
delle Muse langue e muor sulle labbra se non suona ad orecchie benevole e a cuori
profondamente commossi. In Inghilterra il Milton fierissimo repubblicano e
segretario eloquente del gran Cromvello, à quasi sempre poetato di cose
mistiche e teologiche e nulla v'à di politico, nulla d'inglese e di patrio, né
nel Paradiso perduto, né in altri suoi canti. (VI) Riuscirà sempre a gloria
grande e invidiata d'Italia che la Gerusalemme del Tasso compaja tanto più
bella e mirabile quanto più in lei si contempla e considera intentivamente la
perfezione del tutto. Certo, il Valvasone è meno forbito ed armonioso del
Tansillo, meno fluido del Tasso seniore, meno corretto, proprio e limato de'
più corretti e limati rimatori toscani; ma non per ciò si capisce come questa
minor perfezione di forma, abbia potuto oscurare nel giudicio de' raccoglitori
e de' critici il gran merito dell'invenzione. Che il Milton siasi giovato dell'
Angeleide non so, quantunque fra i due poemi si vengan trovando molti e
singolari riscontri che non è facile a credere casuali; ma questo io so bene
che a rispetto della guerra degli angeli episodicamente introdotta nel Paradiso
perduto, il Valvasone non perde nulla ad esser letto dopo l'Inglese e con
quello essere paragonato; il che non avviene del sicuro né per l' Adamo
dell'Andreini né per la Strage degl'Innocenti del cavaliere Marino, due
componimenti che dicesi aver suggerito a Milton parecchi pensieri e l'ideal grandezza
del suo Lucifero. L'ingegno poetico, in versificare ciascuno di quei subbietti,
tende a spiegare una novità, un' altezza e una leggiadria suprema di concetto,
di sentimento, di fantasia e di stile. Dove mancasse l'una di tali eccellenze,
l'arte sarebbe difettosa e quindi increscevole. (IX) Ci venne osservato (cosa
che per addietro non ben sapevamo) la critica letteraria incominciata in Italia
con Dante essere morta col Tasso e gli amici suoi; e come cadde con quel
mirabile intelletto la nostra primazia nel ministero delle Muse, così venne
meno la filosofia estetica; e il nuovo dell' arte non fu capito, l'antico fu
dalla pedanteria svisato e agghiadato. L'arte critica antica ebbe ultimi
promulgatori due grandi ingegni, il Muratori e il Gravina. Della critica nata
dipoi con le nuove speculazioni e con le nuove forme di poesia, non conosciamo
in Italia alcun degno scrittore e rappresentatore. Dopo Omero nessun poeta, per
mio giudicio, può alzarsi a competere con l'Alighieri, salvo Guglielmo
Shakspeare, gloria massima dell'Inghilterra. E per fermo, ne' drammi di lui
l'animo e la vita umana vengon ritratti così al vero e scandagliati e
disaminati così nel profondo, che mai nol saranno di più. Ma le condizioni
peculiari della drammatica e l'indole propria degl' ingegni settentrionali
impedirono a Shakspeare di raggiungere quella perfetta unione sì delle diverse
materie poetiche e sì di tutte l'eccellenze e prerogative onde facciamo
discorso. E veramente nelle composizioni sue la religione si mostra sol di
lontano e molto di rado; e tra le specie differenti e delicatissime d'amore ivi
entro significate, manca quella eccelsa e spiritualissima di cui si scaldò
l'amante di Beatrice. Il poeta è dall'ispirazione allacciato e padroneggiato sì
forte, da non saper bene sottomettersi all'arte ed alla meditazione. Il troppo
incivilirsi dei popoli aumentando di soverchio l'osservazione e la critica e
affinandovisi l'arte ogni giorno di più per effetto medesimo dell' esercizio e
dell' esperienza e per desiderio di novità, mena il poeta a scordar forse
troppo l'aurea semplicità degli antichi, il sincero aspetto della natura e i
veri e spontanei moti dell'animo. Il compiuto e l'ottimo della poesia consiste
in racchiudere dentro ai poemi con vaga e proporzionata unità di composizione
tutto quanto il visibile ed il pensabile umano per ciò che in ambedue è più
bello e più commovente. Consiste inoltre nel figurare e ritrarre cotesto
subbietto amplissimo e universale con la maggior novità e la maggiore sublimità
e leggiadria di concepimento, di fantasia, d'affetto e d'elocuzione che sia
fattibile di conseguire. Laonde poi il concepimento, così nel complesso come
nelle sentenze particolari, dee riuscir succoso, vario ed inaspettato e pieno
di recondita dottrina e saggezza; l'affetto dee correre, quanto è possibile,
per tutti i gradi e le differenze, e toccare il sommo della tenerezza e
commiserazione e il sommo della terribilità. Tasso, anima pia e generosa, ma in
cui (non so dir come) nulla v'era di popolare. Quindi egli s'infervorò della
maestà teocratica dei pontefici e aderì alla nuova cavalleria cortigiana e
feudale; quindi pure accettò con zelo e con osservanza scrupolosa l' ortodossia
cattolica, e nella vita intellettuale quanto nella civile, fu dall' autorità
dei metodi e degli esempj signoreggiato. Da ciò prese nudrimento e moto il
divino estro suo e uscirono le maraviglie della Gerusalemme. Nel Tasso poi sono
tutti i pregi e tutta quanta la luce e magnificenza della poesia classica, e
spiccano altresì in lui alcuni attributi speciali del genio italiano in ordine
al bello. In perpetuo si ammirerà nella Liberata ciò che l'arte, i precetti,
l'erudizione e la scienza possono fare, ajutati e avvivati da una stupenda
natura poetica. L'Ariosto significò la commedia umana quale la veggiamo
rappresentarsi nel mondo, laddove Dante fece primo subbietto suo il
soprammondano, e in esso figurò e simboleggiò le cose terrene. E come il gran
Fiorentino nelle fogge variatissime de' tormenti e delle espiazioni dipinse i
variatissimi aspetti delle indoli e delle passioni, il simile adempiva
l'Ariosto sotto il velo dei portenti magici e delle strane avventure. Ma certo
qual narrazione di fatti umani riuscirà più vasta, più immaginosa e più
moltiforme di quella dell' Orlando furioso? Quivi sono guerre tra più nazioni,
nascimenti e ruine di molti regni, conflitto sanguinoso di religione e di
culto, infinita diversità e singolarità di costumi, e tutto il Ponente e il
Levante offrono larga scena e strepitoso teatro a cotali imprese e catastrofi.
Quivi sono dipinte la vita privata e la pubblica, le corti e le capanne, i
castelli ed i romitaggi; quivi s'intrecciano gradevolmente la cronica, la
novella e la storia, e ciò che il dramma à di patetico, l'epopeia di maestoso, il
romanzo di fantastico. Non credo che in veruna straniera letteratura possa come
nella nostra volgare annoverarsi una sequela così sterminata di poemi eroici e
di romanzeschi, parecchj de' quali brillerebbero di gran luce, ove fossero soli
e non li soverchiasse la troppa chiarezza di Dante, dell'Ariosto e del Tasso.
Né reputo presontuoso il dire che, per esempio, la Croce racquistata del Bracciolini
o il Conquisto di Granata di Girolamo Graziane sostengono bene assai il
paragone o con l'Araucana dell' Ercilla o coi medesimi Lusiadi [di Luís Vaz de
Camões] ai quali ànno accresciuta non poca fama le sventure e le virtù del
poeta ; e per simile, io giudico che l' Amadigi del Tasso il vecchio o
l'Orlando innamorato del Berni, non temono di gareggiare con la Regina Fata di
Spenser e con quanto di meglio in tal genere ànno prodotto l'altre nazioni. Ma
non è da tacere che in quasi tutti questi nostri poemi riconoscesi agevolmente
l'uno o l'altro dei tipi che nel Furioso e nella Gerusalemme ricevettero
perfezione, ed a cui poca giunta di novità e poche profonde mutazioni si fecero
dagl'ingegni posteriori; e ne' poemi eroici singolarmente a niuno è riuscito di
ben cantare i difetti del Tasso, molti in quel cambio li esagerarono. Scusabile
mi si fa Marino e scusabili gl'Italiani, quand'io considero lo stato di lor
nazione sotto il crudele dominio degli Spagnuoli, e fieramente mi sdegno con
questi medesimi che nella patria loro ancor sì potente e sì fortunata,
plaudivano a que' delirj e incensavano il Gongora, meno ingegnoso assai del
Marino e di lui più strano e affettato. In fine, gioverà il ricordare che
all'Italia serva, scaduta e dilapidata, rimaneva pur tanto ancora di prevalenza
intellettuale appresso l'altre nazioni che de' trionfi più insigni e delle lodi
più sperticate del cavalier Marino furono autori i Francesi ; e per lungo tempo
assai nessuno de' lor poeti seppe al tutto purgarsi della letteraria corruzione
venuta d'oltre Alpe ; testimonio lo stesso Cornelio, alto e robustissimo
ingegno, ma nel cui stile nondimeno avria dovuto il Boileau ritrovare assai
spesso di quel medesimo talco del quale parevangli luccicare i versi del Tasso.
Dal Marino incominciò a propagarsi nel mondo una poesia fantastica e meramente
coloritrice, la quale cerca l'arte solo per l'arte, fassi specchio indifferente
al falso ed al vero, alle cose buone ed alle malvage, alle vane e giocose come
alle grandi e instruttive; sente tutti gli affetti e nessuno con profondità, e
nell'essere suo naturale od abituale, canta di Adone, come di Erode e così
delle favole greche come delle bibliche narrazioni.Dal cinquecento al secolo
XVII] Fiorirono in tale intervallo tre ingegni eminenti che forse mantennero
alla lirica nostra una spiccata maggioranza su quella d'altre nazioni. Ognuno,
io penso, à nominato ad una con me il Chiabrera, il Filicaja ed il Guidi. Dal
solo Chiabrera fu l'Italia regalata di tre nuove corone poetiche ; mercechè veramente
nelle sue mani nacque e grandeggiò prima la canzone pindarica, poi la canzone
anacreontica e infine il sermone oraziano ; né mal s' apporrebbe colui che
attribuisse al Chiabrera eziandio la rinnovazione del Ditirambo. Il Filicaja
venne a tempi ancora più disavventurati, e quando più non era possibile
discoprire ne' suoi Fiorentini un segno e un vestigio pure dell'antica fierezza
repubblicana. Ma il senso del bene morale e la pietà religiosa fervevano così
profondi nell'animo suo che bastarono a farlo poeta. Mai né in questa nostra
patria, né fuori sonosi udite canzoni così ben temperate di splendore pindarico
e di maestà scritturale come quelle del Filicaja. Nel Guidi allato a concetti
ed a sentimenti spesso comuni e rettorici, splende una forma non superabile di
novità, di bellezza e magnificenza. Certo, se ad Alessandro Guidi fosse toccato
di vivere in seno di una nazione forte e gloriosa, non ostante la poca
fecondità e vastità di pensieri, io non so bene a qual grado di eccellenza non
sarebbe salita la lirica sua; perché costui propriamente sortì da natura Yos
magna sonaturum, e ce ne porge sicura caparra la sua canzone alla Fortuna. A me
sonerà sempre caro ed insigne il nome di Alfonso Varano, perché da lui
segnatamente, a quello che io giudico, s'iniziò il corso della poesia moderna
italiana ; e forse la patria non gli si mostra ricordevole e grata quanto
dovrebbe. Chi trovasse non poca similitudine tra la mente del Varano e quella
del Young, credo che male non si apporrebbe. Anime pie e stoiche ambidue, e
dischiuse non pertanto agli affetti gentili, diffondono ne' lor versi un
religioso terrore e un' ascetica melanconia che nell'Inglese riescono cupi,
inconsolati e monotoni, e nell'Italiano s'allegrano spesso alla vista del
nostro bel sole, e dai pensieri del sepolcro volano con gran fede alla pace e
serenità della gloria immortale. Varano poi insieme col Gozzi restituì alla
Divina Commedia il debito culto; il Gozzi con li scritti polemici, egli con la
virtù dell' esempio; ed ebbe arbitrio di dire a Dante ciò che questi a Virgilio
: Tu séi lo mio maestro e il mio autore. Se non che il cantore delle Visioni
chiuse e conchiuse l'intero universo nel sentimento della pietà e nei misteri
del dogma, e non ben seppe imitare del suo modello la nervosa brevità e
parsimonia, la varietà inesauribile e la peregrina eleganza. Citazioni su
Terenzio Mamiani Se taluno dei suoi piuttosto scarsi scolari volle talora
celebrare nel conte Terenzio Mamiani della Rovere. l'ultimo anello della catena
che dal Galluppi si continuò in Rosmini e Gioberti, unanime fu il consenso dei
suoi maggiori contemporanei e dei posteri nell'affermare il valore pressoché
nullo della sua vasta produzione filosofica. (Eugenio Garin) Candido Mamini La
teoria del Rosmini fu più scolastica, quella del Mamiani più civile; quella
quasi sterile in politica, questa molto feconda, risolvendo i problemi più
ardui e interessanti della vita sociale. Quella fu timida, questa coraggiosa;
quella arrivò a rifiutare sul terreno pratico le-conseguenze de' suoi principii
per un pregiudizioso rispetto di casta non evitando il disonore di una ritirata
e la deformità del sofisma; questa per lo contrario tutta intrepida si sostenne
colla gloria di una vittoria, colla dignità di una rigorosa coerenza, e colla
bellezza di una vera argomentazione. Rosmini in un bel momento di sua ragione
scrive stupende pagine sulla riforma del clero; poi ha la debolezza di
ritirarle, impaurito dalle minaccia dell'Indice; Mamiani è oggi quel che era
ne' primi giorni della sua vita pubblica, e non sa temere altro autorevole
indice che quello del buon senso. Nel suo ultimo libro, intitolalo Di un nuovo
diritto europeo, si ammira il coraggio della coscienza di un filosofo, e la
prudenza d'un uomo di Stato. Riguardo poi ai pregi della forma, Rosmini fu
semplicemente filosofo, Mamiani un filosofo-oratore; nel primo spicca la pura
meditazione, nel secondo si unisce il genio che feconda il deserto delle
speculazioni metafisiche, delle avanzate astrazioni. Nel primo vi ha una
ricchezza povera, cioè una stiracchiatura di poche idee in molte parole, quasi
diffidi della memoria, e dell'abilità del lettore; nel secondo vi ha una
povertà ricca, cioè molte idee in poche parole; il che appaga l'amor proprio
del lettore, e ne fa liete tutte le potenze della ritentiva e della
ragione. Terenzio Mamiani, Antonio
Oroboni alla sua fidanzata, da un libro anonimo. Terenzio Mamiani, D'un nuovo
diritto europeo, Tipografia Scolastica, Torino); “Dell'ottima congregazione
umana e del principio di nazionalità” Rivista contemporanea, Pelazza Tipografia
Subalpina, Torino); Terenzio Mamiani, “Pagano, ovvero, della immortalità, Dai
Torchi della Signora De Lacombe, Parigi); “Prose letterarie” (Barbera, Firenze).
Terenzio Mamiani della Rovere. Rovere. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e della Rovere," per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689532679/in/photolist-2mNzeEc-2mPqEYR-2mPsUUV-2mPBcdN-2mKCnei-2mKySTi-2mKbiLm-DvhhWW-DhRHD2-C91EC7-nE2Dmk-nu5Fd6-ncSxYn-nune7i-npzGmo-nrgohw
Grice e Roberti – filosofia italiana (Roma). filosofo.
Figlio di Gaspare, originario di Bertinoro e tessitore, e Giacoma Torricelli-Roberti, faentina. Rimane orfano in
tenera età e trascorse l'infanzia e l'adolescenza a Faenza, dove si inizia allo
studio dallo zio, che cura la sua educazione. Frequenta la scuola dei Gesuiti,
prima a Faenza e quindi a Roma, dove si avvicinò agli studi di matematica, che
approfondì sotto la guida di Benedetto Castelli, padre benedettino, rinomato professore di
matematica ed idraulica al Collegio della Sapienza, e illustre discepolo di
Galileo. L'11 settembre del 1632 Evangelista Torricelli scrisse a Galileo
Galilei una lettera di risposta a sue richieste a Benedetto Castelli, che
assente in quei giorni aveva lasciato allo studente il compito di segretario;
in tale lettera Torricelli colse l'occasione per presentarsi a Galileo, che
egli ammirava grandemente come cultore di astronomia e di matematica. Il vivere
da vicino le vicende del processo a Galileo indusse Torricelli a dedicarsi più
strettamente alla matematica nonostante padroneggiasse gli strumenti teorici e
fosse un abile costruttore di cannocchiali. Negli anni dal 1632 al 1641
egli lavorò e studiò a Roma con padre Castelli e poi divenne segretario di
Giovanni Ciampoli, un alto prelato e intellettuale devoto a Galileo, che
Torricelli seguì nei suoi incarichi governativi nelle Marche e nell'Umbria.
Castelli presentò a Galileo, nel suo ritiro ad Arcetri, il manoscritto
dell'opera di Torricelli dal titolo: De motu gravium suggerendogli di
impiegarlo come discepolo e assistente. Così fu e il 10 ottobre 1641 Torricelli
divenne assistente di Galileo, assieme a Vincenzo Viviani, e su domanda e
insistenza di Galilei si trasferì nella sua abitazione. Galileo morì
pochi mesi dopo.. Alla sua morte, il Granduca Ferdinando II de' Medici nominò
Torricelli suo successore come matematico del Granducato di Toscana, carica che
ricoprì fino alla morte, e divenne professore di matematica presso l'Accademia
fiorentina. Frontespizio di De dimensione parabolae in: Opera
geometrica di Evangelista Torricelli (Firenze Oltre all'attività di matematico
e studioso di geometria, nel corso della quale elaborò diversi importanti teoremi
e anticipò il calcolo infinitesimale, egli si dedicò alla fisica, studiando il
moto dei gravi e dei fluidi e approfondendo l'ottica. Possedeva un laboratorio
nel quale realizzava egli stesso lenti e telescopi. A causa della sua prematura
scomparsa, non conosciamo i particolari del processo originale di lavorazione,
poiché lo scienziato lo aveva coperto da segreto. Torricelli si dedicò
anche allo studio dei fluidi, giungendo ad inventare il barometro a mercurio
chiamato "tubo di Torricelli" o "tubo da vuoto di Torricelli"
prima della fine del 1644. Tale invenzione era basata nella misurazione della
pressione atmosferica attraverso l'uso di un tubo che, proprio sotto la spinta
di tale pressione, veniva riempito dal mercurio fino all'altezza costante di
760 mm (esperimento effettuato sul livello del mare). Proprio da questa
invenzione è nata l'unità di misura della pressione "millimetri di
mercurio" (mmHg) e l'uguaglianza: 1 Atm = 760 mmHg (la pressione di
un'atmosfera corrisponde a 760 millimetri di mercurio). Nello stesso anno
pubblicò l'opera in tre parti dal titolo: Opera geometrica, della quale De motu
gravium costituisce la seconda parte. Torricelli morì a Firenze a soli 39
anni, pochi giorni dopo aver contratto probabilmente una malattia (tifo oppure
polmonite), e venne sepolto nella basilica di San Lorenzo. La disputa
sulla nascita di Torricelli Torricelli si diceva faentino e tale era
considerato dalle persone che lo conoscevano, ma le ricerche compiute già
subito dopo la sua morte nei registri battesimali di Faenza non ebbero esito.
Ciò diede adito ad un secolare dibattito, durante il quale varie altre località
romagnole rivendicarono l'onore di avergli dato i natali. Rossini ricostrusce
l'albero genealogico dei Torricelli, originari della località Pideura, nel
contado faentino, risalendo di due secoli oltre la nascita di Ruberti. Bertoni,
gdel liceo che da Ruberti prende nome, trova nel registro dei battezzati della
Basilica di San Pietro in Vaticano il suo atto di battesimo. Ciò che trae in
inganno i filosofi e il fatto che Ruberti assume il cognomen Torricelli della
madre anziché del padre. Si sa che il nome del padre era Gaspare. Pertanto, si
cercano notizie di un inesistente Gaspare Torricelli. Viceversa, si avevano
notizie di una Giacoma Torricelli e si riteneva che fosse la zia paterna. E
invece la madre. Evangelista Torricelli e Galileo La lettera inviata da
Evangelista Torricelli (in Roma) a Galileo Galilei (in Arcetri), datata 11
settembre 1632, è conservata (originale autografo) alla Biblioteca Nazionale di
Firenze fra i Manoscritti Galileiani è il primo documento in ordine cronologico
nel carteggio scientifico di Torricelli. Essa rappresenta un documento
fondamentale per studiare la vita e l'opera dello scienziato faentino che
descrive la propria formazione scientifica; si dichiara a conoscenza dei fatti
che portarono a breve alla condanna di Galilei e dichiara la propria 'fede'
galileiana. Di seguito il testo: «Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio
Col.mo Nella absenza del Rev.mo Padre Matematico di N. Sig.re, sono
restato io; humilissimo suo discepolo e servitore, con l'honor di suo
secretario; fra le lettere del quale havendo io letta quella di V. S. molto
Ill.re et Ecc.ma, a lei ne accuso, conforme l'ordine datomi, la ricevuta, e a
lui Rev.mo ne do parte in compendio. Potrei nondimeno io medesimo assicurar V.
S. che il Padre Abbate in ogni occasione, e con il Maestro di Sacro Palazzo e
con i compagni di quello e con altri prelati ancora, ha sempre procurato di
sostenere in piedi li Dialoghi di lei Ecc.ma, e credo che sia stato causa che
non si è fatta precipitosa resolutione. Io sono pienissimamente informato
d'ogni cosa. Sono di professione matematico, ben che giovane, scolaro del Padre
R.mo di 6 anni, e duoi altri havevo prima studiato da me solo sotto la
disciplina delli Padri Gesuiti. Son stato il primo che in casa del Padre
Abbate, et anco in Roma, ho studiato minutissimamente e continuamente sino al
presente giorno il libro di V. S., con quel gusto che ella si puol imaginare
che habbia havuto uno che, già havendo assai bene praticata tutta la geometria,
Apollonio, Archimede, Teodosio, et che havendo studiato Tolomeo et visto quasi
ogni cosa del Ticone, del Keplero e del Longomontano, finalmente adheriva,
sforzato dalle molte congruenze, al Copernico, et era di professione e di setta
galileista. Il Padre Grienbergiero, che è molto mio, confessa che il
libro di V. S. gli ha dato gusto grandissimo e che ci sono molte belle cose, ma
che l'opinione non la loda, e se ben pare che sia, non la tien per vera. Il
Padre Scheiner, quando gliene ho parlato, l'ha lodato, crollando la testa; dice
anco che si stracca nel leggerlo per le molte disgressioni. Io gli ricordavo le
medesme scuse e diffese che V. S. in più lochi va intessendo. Finalmente dice
che V. S. si è portato male con lui, e non ne vol parlare. Del resto io
mi stimo fortunatissimo in questo, d'esser nato in un secolo nel quale ho
potuto conoscere et riverir con lettere un Galileo, cioè un oracolo della
natura, et honorarmi della padronanza et disciplina d'un Ciampoli, mio
amorevolissimo signore, eccesso di meraviglia, o se adopri la penna o la lingua
o l'ingegno. Haverà quanto prima il Padre R.mo la carissima di V. S., e le
risponderà. Intanto V. S. Ecc.ma mi farà degno, ben che inetto, d'esser nel numero
de' servi suoi e de' seguaci del vero; che già so che il Padre R.mo, o a bocca
o per lettere me gli haverà altre volte offerito per tale. E per fine a V. S.
faccio con ogni maggior affetto riverenza. Roma, Di V. S. molto Ill.re et
Ecc.ma Sig.r Gall. Gal.» La lettura approfondita delle Due nuove scienze,
l'ultima opera di Galileo dei cui ultimi capitoli seguì direttamente la stesura
ad Arcetri, gli ha suggerito molti sviluppi dei principi della meccanica ivi
stabiliti; tali sviluppi sono esposti nel trattato dal titolo De motu
gravium. Nel 1644, anno di edizione della sua Opera Geometrica, concepì
il principio del barometro, costruendo quello che ora è chiamato tubo di
Torricelli e individuando il "vuoto torricelliano". Torricelli e Viviani
dimostrarono che il vuoto può esistere in natura e che l'aria ha un peso
ponendo quindi fine alle millenarie discussioni filosofiche sull'horror vacui.
Un'unità di misura della pressione è stata chiamata Torr in suo onore e
corrisponde a millimetri di mercurio. L'unità di misura del Sistema
Internazionale è invece il pascal, in onore di un altro illustre fisico Blaise
Pascal, che fece fiorire numerose ricerche sperimentali dalla estesa e
definitiva teoria della pressione atmosferica descritta da Torricelli. La
parola barometro coniata da Robert Boyle nel 1667 è oggi quasi sempre associata
al nome di Torricelli che risulta quindi fra i più celebri scienziati italiani
nella storia. Risultati di Torricelli in matematica Essendo in diretto
contatto con Cavalieri iniziò a lavorare con la Geometria degli indivisibili e
ben presto superò, secondo lo stesso Cavalieri, il suo maestro. Fu
abilissimo nell'utilizzarne le tecniche, cioè il metodo degli indivisibili,
come anche il metodo d'esaustione, che era in uso presso gli antichi, fra tutti
il grande Archimede, di cui Torricelli fu entusiasta ammiratore: a lui dobbiamo
la riscoperta nel Rinascimento del matematico siracusano. Per il gusto di
imitare i classici, Torricelli dimostrò in 21 modi diversi un teorema di Archimede:
11 con il metodo d'esaustione, 10 con il metodo degli indivisibili.
Spesso i risultati ottenuti con la geometria degli indivisibili venivano poi
confermati con altre dimostrazioni, a causa della controversia sulla loro
fondatezza. Il fatto interessante è che lo stesso Archimede aveva
elaborato una sorta di geometria degli indivisibili, ma non la riteneva
rigorosa, e perciò dimostrava sempre i suoi risultati con il metodo
d'esaustione. Tutto ciò si è scoperto soltanto nel 1906, quando il filologo
danese Heilberg scoprì un palinsesto con un'opera sconosciuta di Archimede, il
Metodo meccanico, nel quale esponeva questi procedimenti. Torricelli è
famoso per la scoperta del solido di rotazione infinitamente lungo detto tromba
di Gabriele, da lui chiamato "solido iperbolico acutissimo", avente
l'area della superficie infinita, ma il volume finito. Questo fu considerato
per molto tempo un paradosso "incredibile" per molti, incluso lo
stesso Torricelli, che cercò diverse spiegazioni alternative, anche perché l'idea
di un secchio che è possibile riempire di vernice, ma impossibile da pitturare
è senz'altro singolare. Il solido in questione ha scatenato un'aspra
controversia sulla natura dell'infinito, che ha coinvolto anche il filosofo
Thomas Hobbes. In questa disputa alcuni hanno sostenuto che il solido
conducesse all'idea di un "infinito completo". Torricelli è
stato pioniere nel settore delle serie infinite. Nella sua opera intitolata De
dimensione parabolae del 1644, Torricelli considerò una successione decrescente
di termini positivi {\displaystyle a_{0},a_{1},a_{2}\cdots }{\displaystyle
a_{0},a_{1},a_{2}\cdots } e ha mostrato che la corrispondente serie telescopica
{\displaystyle (a_{0}-a_{1})+(a_{1}-a_{2})+\cdots }{\displaystyle
(a_{0}-a_{1})+(a_{1}-a_{2})+\cdots } converge necessariamente a {\displaystyle
a_{0}-L}{\displaystyle a_{0}-L}, dove L denota il limite della successione; in
questo modo riuscì a dare una dimostrazione della espressione per la somma
della serie geometrica. Onorificenze Ad Evangelista Torricelli sono stati
dedicati il cratere Torricelli di 22 km di diametro sulla Luna e l'asteroide
7437 Torricelli. Gli è anche dedicata una piazza nel centro storico di Pisa,
dove per lungo tempo aveva sede il Dipartimento di Fisica dell'Università prima
del trasloco nell'attuale sede nell'ex fabbrica Marzotto. A Faenza, è presente
una statua (ubicata di fronte alla chiesa di San Francesco) che lo raffigura
con in mano un barometro a mercurio (curiosità sulle proporzioni: l'altezza del
barometro è inferiore a quella reale, che deve essere di almeno 76 cm). Sempre
a Faenza, è intitolato a Torricelli fin dal 1865 il Liceo che ha sede
nell'antico palazzo dei Gesuiti di cui Evangelista fu allievo. Note Per la storia della scoperta della vera
origine di Torricelli, vedi anche Registrazione del convegno per il quarto
centenario della nascita di Torricelli, Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi,
Idraulici italiani , Fondazione BEIC, 75.
Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi, Idraulici italiani , Fondazione
Biblioteca Europea di Informazione Cultura, 73.
Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi, Idraulici italiani , Fondazione BEIC,
77. Collocazione In questa
sperimentazione venne preceduto di qualche anno dal fisico contemporaneo
Gasparo Berti, che condusse un esperimento barometrico utilizzando acqua
anziché mercurio. Cfr. L'esperimento di Berti, realizzato a Roma Moon:
Torricelli Questo testo proviene in
parte dalla relativa voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, opera
del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze, Giuseppe
Rossini, La famiglia di Evangelista Torricelli, in Convegno di studi torricelliani in occasione
del 350º anniversario della nascita di Evangelista Torricelli: Faenza, Lega,
Giuseppe Bertoni, La sua faentinità e il suo vero luogo di nascita, in Studi e
ricerche del Liceo Torricelli, Faenza, Ragazzini, F. Toscano, L'erede di
Galileo. Vita breve e mirabile di Evangelista Torricelli, Milano, Sironi, André
Weil. Prehistory of the Zeta-Function, in "Number Theory, Trace Formulas and
Discrete Groups", Aubert, Bombieri and Goldfeld, eds., Academic Press Amir
Alexander, Infinitamente piccoli. La teoria matematica alla base del mondo
moderno, Torino, Codice edizioni,
Barometro di Torricelli Equazione di Torricelli Legge di Torricelli Torr
Tromba di Torricelli Liceo ginnasio statale Evangelista Torricelli.
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Vacca, Evangelista Torricelli, in
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Evangelista
Torricelli, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Evangelista Torricelli, su
accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca. Evangelista Torricelli, su
MacTutor, University of St Andrews, Scotland. Evangelista Torricelli, su Mathematics
Genealogy Project, North Dakota State University. Carla Rita Palmerino,
Evangelista Torricelli, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero:
Scienze, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Torricelli-Roberti. Roberti.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Roberti” – The Swimming-Pool Library.
Evangelista Torricelli-Roberti. Roberti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Roberti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692027983/in/photolist-2mKR9ZM-nrgohw-npzGmo
Grice e Rucellai – gl’amori di
Linceo – filosofia italiana (Firenze).
Filosofo. Crusca. Discepolo di Galileo e in certa guisa il depositario e
spositore delle opinioni metafìsiche professate dal suo maestro. Di più: Rucellai
in cui la scuola di Galileo ha uno dei maggiori lumi. Afferma di essere amico e
confidente di Galilei ma ciò non corrisponde al vero. In verità si erano
incontrati solo una volta quando era stato suo ospite, con altri, nella villa
di Arcetri. Men che meno era stato suo studente. Quanto poi alla metafisica di
Galileo, i Dialoghi Filosofici parlano da soli.
Quando cominciò a comporre i Dialoghi a Firenze presero persino a
chiamarlo "il nostro sapientissimo Socrate". Ma anche questa era una
bufala. Il fatto è che Rucellai, ogni volta che componeva un dialogo, amava
recitarlo a casa sua davanti a un pubblico scelto di personaggi del bel mondo
fiorentino. Che a casa Ricasoli-Rucellai, una delle più ricche di Firenze,
mangiavano e bevevano gratis. Quindi più dialoghi recitava, più si
gozzovigliava: per questo lo incitavano a continuare. La verità è che Orazio Rucellai, in
filosofia, non volle, non seguitò la ragione; chiudendo gli occhi alla scienza,
in qualunque punto, non dice nero né bianco. Altro che discepolo di Galileo
anche se a Firenze, a questa panzana, ci credevano in molti. Non è un caso dunque se i Dialoghi furono
pubblicati per la prima volta solo e non per meriti filosofici ma soltanto
linguistici. Tali dialoghi vengon citati dal vocabolario della Crusca ed ottimo
avviso sarebbe stato il farne spoglio abbondante perché la loro favella è
veramente d'oro e, se lo stile procede talvolta prolisso, è sempre chiarissimo
ed elegante e à gran ricchezza di voci e frasi convenienti agli studj
speculativi. Forse è proprio per la sua
grande abilità nel farsi credere che, nel Granducato, la sua stella sembro' non
tramontare mai. Fu ambasciatore toscano prima presso Ladislao IV di Polonia e
poi alla corte dell'imperatore Ferdinando III. Venne nominato soprintendente
della Biblioteca Laurenziana, successivamente gli fu affidata la direzione
degli studi del principe Francesco Maria, e e acclamato Priore dell'Accademia
della Crusca con lo pseudonimo di “Imperfetto” Strano perché lui, invece, e un
perfetto: un perfetto bugiardo. Altre opere: “Descrizione della presa d'Argo e
de gli amori di Linceo con Hipermestra”; Opuscoli inediti di celebri autori
toscani, Prose e rime inedite di Rucellai Tommaso Buonaventura, Saggio dei
dialoghi filosofici d'Orazio Rucellai: testo di lingua; inedito, Saggio di
lettere, A. Salvini, Degli officii per la società umana; dialogo filosofico; Della
provvidenza: dialoghi filosofici, Della morale; dialogo filosofico; Prose e
rime inedited. Tommaso Buonaventura. Terenzio Mamiani della Rovere, Dialoghi di
scienza prima, Parigi, C. Guasti, I dialoghi di Torquato Tasso, Firenze, A. Salvini,
Saggio di lettere d'Orazio Rvcellai e di testimonianze autorevoli in lode e
difesa dell'Accademia della Crusca, Firenze, Antonio Maria Salvini, Rivista
universale: pubblicazione periodica, 18,
Firenze, Terenzio Mamiani della Rovere, Giovan Battista Clemente Nelli, Vita e
commercio letterario di Galileo Galilei, Losanna, Augusto Alfani, Della Vita E
Degli Scritti Di Orazio Ricasoli Rucellai: Studio Critico, Firenze, Terenzio
Mamiani della Rovere, Dialoghi di scienza prima, Parigi, Cesare Guasti, I
dialoghi di Torquato Tasso, Firenze, Antonio Maria Salvini, Saggio di lettere, e
di testimonianze autorevoli in lode e difesa della Crusca, Firenze, Rivista universale:
pubblicazione periodica, G. Tiraboschi,
Storia della letteratura italiana, Modena, Galilei.Orazio Ricasoli-Rucellai.
Ruscellai. Keywords: gl’amori di Linceo --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Rucellai” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734569882
Grice e Ruffolo – lo specchio del
diavolo – filosofia italiana (Cosenza). Filosofo. Tornato a
Roma dal fronte della campagna greco-albanese della seconda guerra
pluridecorato con quattro medaglie al valore per diverse intrepide azioni
contro il nemico, in cui e ferito con arma da fuoco trapassante il petto,
organizza in seno al ministero dell'interno una cellula di resistenza
partigiana, che gli valse l'attestazione di partigiano combattente e una
medaglia di bronzo al valore partigiano. Per via della delazione di un componente
del gruppo di resistenza e arrestato dalla banda Pollastrini-Koch e incarcerato
dapprima alla pensione Jaccarino in via Romagna, poi trasferito in Regina Coeli
dove ha a condividere la cella con Pintor e Salinari discutendo del dopo
liberazione. Trasferito a via Tasso fu interrogato da Kappler. L'iniziale
sentenza di morte venne commutata in deportazione. Qualche ora prima
dell'ingresso degli alleati in Roma, all'abbandono di Roma da parte dei tedeschi,
fu fatto uscire dal carcere insieme a un centinaio di prigionieri, per essere
avviato su uno dei 3 torpedoni in attesa a Piazza San Giovanni per essere
deportato in Germania. Il quarto torpedone fu invece quello destinato
all'eccidio di La Storta dove venne ucciso Buozzi. A questo proposito riferisce
nel suo resconto, che quella mattina le SS gli impedirono il suo proposito di
salire proprio su quel 4° torpedone, scostato dagli altri, avvalorando la tesi
che l'eccidio era premeditato e non una reazione impulsiva del comandante.
Quindi costretto a salire su uno dei restanti 3 torpedoni, Nicola Ruffolo si
gettò da uno di essi, mentre il convoglio era in marcia, nella notte tra il 4 e
il 5 giugno. Riuscì a far perdere le tracce e a liberarsi nonostante le SS
avessero fermato il convoglio e lo avessero inseguito nella campagna nei pressi
di Ficulle . Di tale arresto e prigionia è dato conto in un suo racconto
"Roma storia della mia cattura e fuga dalle SS" pubblicato nel su ilmiolibro a cura di Andrea Ruffolo.
Al termine della guerra, avvia la carriera di Notaio a Grosseto. Uomo colto,
conversatore brillante con battute spesso umoristiche. Fu operato alle corde
vocali per un tumore e si trasferì con la famiglia a Roma. In occasione
della trasmissione RAI "Testimoni oculari" di Sergio Zavoli, circa la
detenzione a Via Tasso, venne intervistato il fratello Sergio. La sua
condizione di laringectomizzato per il tumore alle corde vocali, fu probabile
causa della mancata intervista. Tuttavia non è citato nella trasmissione,
in quanto il fratello omise di nominarlo nell'intervista, causando uno
spiacevole dissapore familiare, tenuto conto delle drammatiche e
indimenticabili circostanze di quei momenti vissuti insieme. Amico e intrattenne
corrispondenza tra gli altri, con
Orlando, Levi, Ragghianti, I. Baldini, A. Trombadori, F. Valeri, M. Morante, C. Cassola, M. Melloni (
Fortebraccio) per idee e per la comune patologia tumorale, A. Guercio, A.
Ripellino, F. Gabrielli, M. Stern. Notevole la mole dei suoi saggi rimasti
inediti e il cui interesse di pensiero, investe gli argomenti più disparati. è stato uno scrittore e filosofo italiano,
vincitore del premio Presidenza del Consiglio dei Ministri con l'opera poetico
filosofica 'La Cosmologica'. Fondatore del pensiero metafisico
possibilista basato sulle nuove teorie della relatività generale di Einstein e
della fisica dei quanti di Niels Bohr. Tra le sue opere letterarie
pubblicate: "America come pretesto" con la prefazione di Ruggero
Orlando, "Il possibilismo" con la prefazione di Walter Mauro,
"Guazzabuglio" con prefazione dell'orientalista Francesco Gabrieli e
illustrazioni di Andrea Ruffolo. Quadri di una esposizione, Roma, Barone, Cosmologica,
Roma, A. Signorelli, Guazzabuglio, Roma, Remo Croce, Il possibilismo:
suggerimento filosofico eutimistico-terapeutico, Roma, C. Mancosu, “Oltre le
ali di Icaro” (Roma, C. Mancosu); “America.come pretesto” (Roma, Il ventaglio,
Roma; “Storia della mia cattura e fuga dai nazisti”; ilmiolibro, ristampato da
Feltrinelli nel con revisione -- Andrea
Ruffolo. Premi e riconoscimenti premio Nazionale Presidenza del Consiglio dei
Ministri con l'opera poetico filosofica La Cosmologica. Roma, Storia della mia
cattura e fuga | LaFeltrinelli. Nicola Ruffolo. Ruffolo. Keywords: lo specchio
del diavolo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ruffolo” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735363301/in/datetaken/
Grice e Ruggiero – romolo e remo –
filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Figlio di Eugenio e di Filomena d'Aiello. Si laurea a Napoli. Particolarmente
versato per gli studi filosofici e puo collaborare in riviste specializzate
come «La Cultura», la «Rivista di filosofia» e «La Critica» di Croce, il quale
favoresce la pubblicazione del suo primo lavoro d'impegno, La filosofia
contemporanea. Collaboratore del Resto del Carlino di Mario Missiroli e della
«Voce» di Prezzolini, pubblica in volume la Critica del concetto di cultura, cui
Croce rimprovera la mancata distinzione tra “cultura” e “falsa cultura”. In
filosofia, e sempre idealista, senza aderire né allo storicismo crociano né
all'attualismo di Gentile, e in politica e liberale, pur non risparmiando
critiche alla classe politica espressa dal Partito liberale. Tenne l'insegnamento
prima a Messina, quindi a Roma. Avendo aderito all'idealismo con Gentile e Croce,
la sua rivendicazione insieme a quest'ultimo dei valori del liberalismo lo rese
un esponente di spicco dell'opposizione al fascismo nell'ambito intellettuale.
Aderì all'Unione Nazionale di Giovanni Amendola; Fu tra i firmatari del
Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Croce. Per non perdere
la cattedra universitaria prestò il giuramento di fedeltà al fascismo ma ciò
non gli impedì di essere destituito dall'insegnamento alcuni anni dopo e poi
arrestato. Fu liberato alla caduta del fascismo. Fu rettore a Roma. Il suo
impegno politico si manifesta nel Partito d'Azione, del quale fu tra i primi ad
aderire. Ricoprì l'incarico di Ministro della Pubblica Istruzione nel Governo
Bonomi II e successivamente fu nominato
deputato della Consulta Nazionale. Fu autore, tra le altre opere, di una
imponente Storia della filosofia e di
una Storia del liberalismo europeo, entrambe presso Laterza. È stato anche presidente generale del Corpo
Nazionale Giovani Esploratori Italiani. In seguito alla sua morte avvenuta a Roma, le
spoglie mortali furono portate e tuttora riposano nella cappella gentilizia di
Brusciano (Napoli), luogo d'origine della famiglia, sulla sua tomba è ancora
possibile leggere l'epitaffio scritto da Croce:
«Dalla cattedra e con gli scritti indagò nella storia del pensiero la
potenza di libertà costruttrice del mondo degli uomini, e, auspicando in tempi
oscuri il ritorno alla ragione fu alle nuove generazioni d'Italia maestro ed
apostolo di fede nell'umanità.» Opere: Storia
della filosofia,” “La filosofia greca'” Bari, Laterza, La filosofia del Cristianesimo,
Bari, Laterza, Rinascimento, riforma e controriforma, Bari, Laterza, La
filosofia moderna.L'età cartesiana, Bari, Laterza, L'età dell'Illuminismo, Bari, Laterza, Da Vico a Kant, Bari, Laterza, L'età del
Romanticismo, Bari, Laterza, Hegel,
Bari, Laterza, La filosofia contemporanea, Bari, Laterza, Critica del concetto
di cultura, Catania, Battia (check) La filosofia contemporanea, edizione, Bari,
Laterza, Il pensiero politico italiano
meridionale (Bari, Laterza); L'impero britannico dopo la guerra, Firenze,
Vallecchi, Storia del liberalismo europeo, Bari, Laterza, La filosofia contemporanea”
(Bari, Laterza); “Filosofi del Novecento” (Bari, Laterza); “L'esistenzialismo”
(Bari, Laterza); “Scritti politici, R. De Felice, Bologna, Cappelli, Lezioni sulla libertà, F. Mancuso, Napoli,
Guida Editore, Carteggio Croce-De Ruggiero, A. Schinaia e N. Ruggiero, Bologna,
Il Mulino, Note B. Croce, La Critica, Simonetta
Fiori, I professori che dissero "NO" al Duce, in La Repubblica, Clementina
Gily Reda, Guido De Ruggiero: un ritratto filosofico, Napoli, Società editrice
napoletana, Maria Luisa Cicalese, L'impegno di un liberale. Guido De Ruggiero
tra filosofia e politica, Firenze, Le Monnier, Deputati della Consulta
Nazionale Italiana Guido De Ruggiero, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Guido De
Ruggiero / Guido De Ruggiero (altra versione), in Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Guido De Ruggiero, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Guido De
Ruggiero, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze Archivistiche. Opere di
Guido De Ruggiero, su Liber Liber. Opere
di Guido De Ruggiero, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Guido De
Ruggiero, . Guido De Ruggiero, su
storia.camera, Camera dei deputati. M.
Griffo, Guido De Ruggiero, la coscienza critica del liberalismo, su loccidentale. V. Sgambati, Guido de Ruggiero tra pensiero e
azione, tra ethos e pathos, su lacropoli.
l'11 maggio 4 marzo ).
PredecessoreRettore dell'Università "La Sapienza"SuccessoreSapienza
stemma.png Pietro De Francisci Giuseppe Carania. Guido De Ruggiero. Ruggiero.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ruggiero” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51715422601/in/photolist-2mPmmR4-2mNaHiH-2mMV4pg-2mLEcbk-2mPCgo1
Grice e Rusca – filosofia italiana (Venezia). Filosofo. Figlio di Giovanni, nativo di Lugano che si era trasferito nella
città lagunare, cugino di Girolamo, vescovo di Cattaro e Capodistria,
appartenenti all’antica famiglia comasca. Altre fonti lo indicano di famiglia
padovana, riferendosi probabilmente alla sua carriera religiosa. Entra infatti
a far parte dei frati francescani conventuali, sebbene non del convento
padovano ma di quello veneziano dei frari, conseguì la laurea in teologia e in
filosofia e servì come vicario generale di Padova della Congregazione del
Sant'Uffizio. Ricoprì quindi il ruolo di Inquisitore di Adria-Rovigo, e in
questo periodo diede alle stampe l'opera Syllogistica methodus, dedicata ad Ottobono,
e fece stampare diverse opere di Matteo Ferchio (il De caelesti substantia, il
De fabulis palaestini stagni ad aures Aristotelis peripateticorum principis e
l' Epitome theologica). Lo stemma araldico della famiglia Rusca, il
cui scudo fu anche utilizzato da Pietro Martire Rusca per il suo stemma
episcopale. Alessandro VII lo nomina il Rusca vescovo di Caorle, sebbene il
Gauchat collochi la nomina il 14 febbraio dello stesso anno. Consacrato dal
cardinale Marcantonio Bragadin. In qualità di vescovo di Caorle, e uno dei presuli che più si spese per le
necessità della sua diocesi. È infatti ricordato per gli imponenti restauri
della cattedrale che volle fossero eseguiti per salvare l'edificio
dall'imminente rovina. Durante questi restauri ricoprì il soffitto della
cattedrale con stucchi e diede all'edificio una struttura barocca. Quindi, non
esistendo notizia storica della data della precedente consacrazione della
cattedrale, provvide a riconsacrarla, apponendo alle pareti dodici croci in
cotto, tuttora conservate. Inoltre fece completare la realizzazione dei nuovi
reliquiari per le insigne reliquie dei santi patroni (Stefano protomartire,
Margherita di Antiochia e Gilberto di Sempringham), fatti iniziare dal predecessore
Darmini, e provvide al rinforzo della struttura del campanile. Al completamento
di tutti i lavori, nel 1665, volle che alle solenni celebrazioni presenziassero
musici provenienti da Venezia. A memoria di tutto ciò, resta la lapide, ora
affisse alla parete sinistra del duomo (un tempo posta sopra il portone
d'ingresso), che recita: «D.O.M. LÆVITÆ STEPHANO PROTOMARTYRI FR·PETRVS
MARTYR RVSCA EPVSCONSECRAVITMARINO VIZZAMANO PRÆTORE M·D·C·L·XV·III CAL
SEP·» (A Dio ottimo massimoal levita Stefano protomartirefra' PRusca
vescovoconsacrò essendo podestà Marino Vizzamano. L'interpretazione della data
è da sempre stata dubbia. Acuni infatti ritengono che si riferisca al 1º
settembre, attaccando il III all'anno, che così diverrebbe il 1668. La versione
comunemente accettata è quella riportata sopra, cosicché il giorno della
dedicazione della Chiesa. Questa è anche la versione esplicitamente riportata
da Gams. -- è anche ricordato per la sua premura nel risollevare le sorti
economiche della diocesi. Ripristina la
mensa episcopale e provvide al sostentamento dei sacerdoti istituendone la
confraternita. Inoltre, come si evince dai suoi atti, si adoperò per correggere
i comportamenti dei fedeli e dei sacerdoti stessi. Fece erigere nella
cattedrale un altare dedicato a Sant'Antonio di Padova, in seguito ricostruito
dal vescovo Francesco Trevisan Suarez, poi asportato all'inizio del 1900 ed
oggi conservato nel Santuario della Madonna di Monte Santo di Gorizia. In Duomo
a Caorle resta la pala d'altare del Santo con la lapide, affissa alla parete
destra dove sorgeva l'altare, che recita: ILL.MI ET RMI EPI CAPRVLEN. VNAM
MISSAM LECTAM QVOTIDIE, ET DVAS CANTATAS QVOLIBET MENSE AD HOC ALTARE S.
ANTONII CELEBRARI CVRANTO TENENTVR VT IN ACTIS D. OCTAVII RODVLPHI NOT. VEN.
DIEI XIV MENSIS IAN. MDCLXXI AB INCAR. FR. PETRVS MARTYR RVSCA EPVS CAPRVLEN.
EREXIT VNIVIT DISPOSVIT. Illustrissimi e reverendissimi vescovi caprulensi,
abbiate cura che una messa letta quotidiana e due cantate in qualsivoglia mese
siano celebrate a questo altare di S. Antonio, ne sono tenuti come dagli atti
del signor Ottavio Rodolfo notaio veneziano del giorno 14 mese di gennaio 1671
dall'Incarnazione. Fra' Pietro Martire Rusca vescovo di Caorle eresse, unì,
dispose.) Sempre nello stesso anno consacrò la chiesa di Santa Maria Elisabetta
al Lido di Venezia. Morì nel convento dei Frari a Venezia, tra le lacrime
di molti fedeli. Genealogia episcopale Cardinale Guillaume
d'Estouteville, O.S.B.Clun., Sisto IV, Giulio II Cardinale Raffaele Riario,
Leone X, Paolo III Cardinale Francesco Pisani Cardinale Alfonso Gesualdo, Clemente
VIII Cardinale Pietro Aldobrandini Cardinale Laudivio Zacchia Cardinale Antonio
Marcello Barberini, O.F.M.Cap. Cardinale Marcantonio Bragadin Pietro Martire
Rusca, O.F.M.Conv. Bishop Pietro Martire Rusca O.F.M. Conv., su
catholic-hierarchy.org. Roberto Rusca, Il Rusco, overo dell'historia
della famiglia Rusca, Nicola Giacinto Marta, Venezia, Bonaventura Perissuti,
Notizie divote ed erudite intorno alla Vita ed all' insigne Basilica di S. Antonio
di Padova, Padova, Flaminio Corner,
Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello, G. Manfrè,
Padova, Giovanni Giacinto Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores
trium ordinum S. Francisci, S. Michaelis ad ripam apud Linum Contedini, Romae
1806 Trino Bottani, Saggio di Storia della Città di Caorle, nella
Tipografia di Pietro Bernardi, Venezia, Giovanni Musolino, Storia di Caorle, La
Tipografica, Venezia, Paolo Francesco Gusso e R. Candiago Gandolfo, Caorle
Sacra, Marcianum Press, Venezia,
F. Ughelli, Italia sacra sive de
episcopis Italiæ, et insularum adjacentium, Venezia, apud Sebastianum Coleti, Patrick
Gauchat, Hierarchia Catholica Medii Et Recentioris Aevi (Vol IV), Münster,
Libraria Regensbergiana, Riporta
l'Ughelli che la data di costruzione è il 1038, ma non è riportato l'atto di
consacrazione dell'edificio Pius
Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig, Rusca
(famiglia) Duomo di Caorle Diocesi di Caorle David M. Cheney, Pietro Martire
Rusca,. Francesco Antonio Boscaroli. Pietro Martire Rusca. Rusca. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rusca” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734521406/in/datetaken/
Grice e Rusconi – attacco e contrattacco – filosofia
italiana (Meda). Filosofo. Professore a Torino,
laureato in filosofia, esordì come docente a Trento. Fu chiamato a Torino. Dopo
una monografia dal titolo La teoria critica della società, si è dedicato
soprattutto allo studio della società tedesca e della storia della Germania nel
Novecento, in un continuo raffronto con la situazione italiana. Fu tra gli
animatori della rivista Laboratorio politico. È stato direttore dell'Istituto
storico italo-germanico di Trento. Editorialista del quotidiano La Stampa, è
stato anche Visiting Professor presso la Freie Universität di Berlino. Altre opere:
“La crisi di Weimar. Crisi di sistema e sconfitta operaia” (Einaudi) Scambio,
minaccia, decisione. Elementi di sociologia politica (Il Mulino) Capire la
Germania. Un diario ragionato sulla questione tedesca (Il Mulino) Se cessiamo
di essere una nazione (Il Mulino , in cui ripercorre il dibattito italiano e
europeo sulla nazione e il suo rapporto con l'etnia -- osservando come da certi
punti di vista la nazione italiana è plurietnica. Resistenza e postfascismo (Il
Mulino), Come se Dio non ci fosse (Einaudi), Germania Italia Europa. Dallo
Stato di potenza alla «potenza civile» (Einaudi) Cefalonia. Quando gli italiani
si battono (Gli struzzi Einaudi, L'azzardo
(Il Mulino) Cavour e Bismarck. Due leader fra liberalismo e cesarismo (Il
Mulino) Cosa resta dell'Occidente (Laterza ) Marlene e Leni. Seduzione, cinema e
politica (Feltrinelli ); Attacco a occidente (Il Mulino ) Radio Radicale. Gian Enrico Rusconi, su treccani. Gian Enrico
Rusconi. Rusconi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rusconi” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734745883/in/datetaken/
Grice e Ruta – corpori sani – l’intersoggetivo e la
psiche sociale – filosofia italiana
(Belmonte Castello). Filosofo. Visse a Napoli, dove conosce e frequenta Croce,
e dove lo troviamo docente presso l'Istituto superiore di scienze economiche e
commerciali. Ingegno versatile, lascia narrativa e saggi di scienze politiche e
sociali. Importante è la sua cura di
testi di Nietzsche e Treitschke. Collaboratore del quotidiano napoletano Il
Mattino. Sviluppa teorie politiche in armonia con l'ideologia del regime fascista.
Altre opere: “Il gusto d'amare” Millennium); “Insaniapoli”; Nuova ed. Edizioni
Campus); “Il segreto di Partenope” (Napoli, Nuova ed. Millennium); “Visioni
d'oriente e d'occidente: saggi di scienza della storia e della poesia”;
“L’intersoggetivo e la psiche sociale” (Milano-Palermo-Napoli, Sandron Editore);
“Il ritorno del genio: a proposito di una nuova edizione della "Scienza Nuova"
di Vico” (Bari); “Politica e ideologia. Milano, Corbaccio); “La necessità
storica dell'Italia nuova” (Napoli); “Diario e lettere” (Bari); “La nascita
della tragedia ovvero Ellenismo e pessimismo” (Bari); Heinrich von Treitschke,
La Francia dal primo impero, traduzione di E. R. Bari, Heinrich von Treitschke,
La politica, traduzione di E.R. Bari, Anche i filosofi si innamorano di Ezio
Pelino, 6 marzo , sito "Cultura in Abruzzo". Enrico Ruta. Ruta.
Keywords: l’intersoggetivo e la psiche sociale, corpori sani. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Ruta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734727223/in/datetaken/
Grice e Sacchi – filosofia italiana (Casa Matta di Siziano). Filosofo. La sua produzione fu
molto abbondante e abbracciò i campi più diversi della filosofia. A differenza
di altri poligrafi del tempo la sua scrittura era basata su una solida
formazione e un sapere quasi enciclopedico, per cui i suoi scritti, pur
influenzati -soprattutto nella forma- dalle mode culturali del tempo,
mantengono anche oggi un indubbio valore. A Pavia condusse i suoi studi, che
dapprincipio si indirizzarono alla filosofia. Tra i suoi maestri vi fu Romagnosi;
fu corrispondente di Fauriel e Gioia. Si sposò con Erminia Rossi, di Milano, e
l'anno successivo la coppia si trasferì nel capoluogo lombardo, dove però ben
presto la sposa morì di parto, il che costituì per lui una perdita che lo
afflisse per il resto dei suoi giorni. A riprova del grande affetto e
dell'altrettanto grande dolore che egli nutrì per la moglie, oltre a ciò che
scrive esplicitamente nella propria autobiografia: "Morì con la forza d'animo d'un filosofo,
colla soavità d'un angelo …Io l'amo ancora come se fosse viva, e l'amo a segno
che qualche momento mi pare di vederla e di parlarle…", si può rilevare un
personaggio di un suo racconto, in cui è facile scorgere un ritratto della sua
dolce Erminia, morta appena un anno prima: «Era presente una zia, tutta buona,
tutta soave, che amava tanto i fanciulli; e di recente sposa e contenta, solo
desiderava che il cielo anche di questi la facesse beata a compenso delle
afflizioni sostenute nella sua giovinezza; ma l’infelice avea un desiderio, del
quale l’essere esaudita dovea riescirle mortale. Una lagrima intanto di
compiacenza spuntava sul ciglio dello sposo, sventurato! e non sapeva essere
foriera dell’interminato pianto che l’attendeva, quando in breve, perdendola,
dovea rimanere il più misero dei viventi.»
(Defendente SACCHI, Cose inutili, Milano) L'attività editoriale Oltre ai
romanzi ed alle monografie maggiori, innumerevoli sono gli articoli da lui
pubblicati nelle più importanti riviste culturali del tempo: lo «Spettatore
Italiano», la «Minerva Ticinese», gli «Annali universali di Statistica», la
«Gazzetta Privilegiata di Milano», il «Pirata», il «Cosmorama pittorico», l'«Annotatore
piemontese», la «Vespa», la «Farfalla», l'«Eco», «Il Barbiere di Siviglia»,
l'«Indicatore lombardo», il «Ricoglitore», la «Rivista Europea». In particolare, dal 1835 fino alla morte fu
direttore del «Cosmorama Pittorico»; inoltre era riconosciuto di fatto come
l'animatore e il personaggio di spicco della «Gazzetta Privilegiata di Milano»
(diretta da Angelo Lambertini). La sua
feconda attività e la sua facilità espositiva si spiegano anche col fatto che, per
problemi fisici alla mano, era solito dettare i suoi testi. Ritratto Un "Ritratto di Defendente
Sacchi", opera di Pelagio Palagi, è conservato presso la Galleria d'Arte
Moderna di Bologna. In esso l'autore ha alle spalle i volumi di quella che
doveva essere la sua ricca biblioteca, a sottolineare l'attaccamento di Sacchi
alle lettere e al sapere. L'immagine sembra confermare le impressioni sul suo
aspetto fisico da parte di G.B. Cremonesi nell'introduzione ad una ristampa di
L'albero dei sospiri: "Era piccolo di persona e non bello di aspetto,
benché i suoi lineamenti presentassero un non so che di piacevole nel tutt'insieme
e di sereno" La sua ricca e documentata attività editoriale gli valse
numerosi riconoscimenti (ad esempio, fu ammesso come socio nella "Reale
Accademia delle Scienze di Torino"). A coronamento dei suoi interessi
artistici, istituì a Pavia una Civica Scuola di Pittura. La sua prematura scomparsa venne imputata
alla gracilità del fisico, spesso malato e provato da dolori, cui si
aggiungevano le pene per la perdita della moglie e della figlia ("La
natura gli aveva data un costituzione gracile; l'applicazione e più sventure
l'indebolirono. Tre anni e più fu egli travagliato da forti dolori"
Cremonesi: Opere: Nella molteplicità della sua produzione, si segnalano in
particolare: “La Storia della filosofia
greca,” La Collezione dei Classici Metafisici pubblicata insieme a Rolla e
Germani, La Vita di Lorenzo Mascheroni, con la raccolta di alcuni suoi scritti
inediti; Il romanzo storico I Lambertazzi e i Geremei, (di cui vennero fatte
diverse edizioni); L'altro romanzo di successo, La pianta dei sospiri (due
edizioni; tradotta anche in francese) Le Antichità romantiche d'Italia (cui
collaborò anche il cugino Giuseppe Sacchi); La traduzione del Diritto pubblico
universale, o sia Diritto di Natura e delle Genti di Giovanni Maria Lampredi della "Biblioteca Scelta di opere
tradotte dal latino") I Saggi su gli Uomini Utili e Benefattori del Genere
Umano (nella stessa "Biblioteca scelta") I suoi biografi ricordano
anche che egli si riproponeva di pubblicare un lavoro di grande respiro dal
titolo I voti dell'Italia, il cui manoscritto però avrebbe egli stesso dato
alle fiamme. Su Defendente Sacchi
Innocenzio De Cesare, Defendente Sacchi, in "L'Omnibus Pittoresco", Cenni
di G. B. Cremonesi in: D. Sacchi La pianta dei sospiri, Milano, Silvestri, Autobiografia
(prefazione e commento di Maria Fanny
Sacchi), Pavia, Bizzoni, Filosofo, critico, narratore (presentazione di Emilio
Gabba e Dante Zanetti), Milano, Cisalpino, ["Fonti e studi storia dell'Pavia" Storia
della filosofia greca, Pavia, Capelli, Elogio di Condillac, Pavia, Bizzoni, Della
filosofia di Socrate (dissertazione), Pavia, Bizzoni, I trovatori e le galanterie nel Medio evo,
Milano, Ripamonti Carpano, Oriele o Lettere di due amanti, Pavia, Bizzoni (rist. Milano, Borroni e Scotti; Genova, Dario
Rossi, orenzo Mascheroni, Poesie edite ed inedite ... Raccolte e pubblicate per
cura di Defendente Sacchi, Pavia, Bizzoni, La pianta dei sospiri (romanzo),
Lodi, Orcesi, Milano, Silvestri, facsimile del testo online dalla Biblioteca
Braidense Marcellina, ou l'Arbre des
soupirs, roman traduit de l'italien, par M. Camille de Lagracinière, Paris, C. Béchet,
Geltrude. Romanzo italiano con note storiche, Milano, Bettoni, Diritto pubblico
universale di Gio. Maria Lampredi volgarizzato, Milano, Silvestri, Defendente
Sacchi e Giuseppe Sacchi, "I fregi simbolici di San Michele in
Pavia", Antichita romaniche d'Italia, e Giuseppe Sacchi, Antichità
romantiche d'Italia epoca prima -seconda, Milano, Stella, e Giuseppe Sacchi,
Della condizione economica, morale e politica degli italiani nei bassi tempi.
Saggio primo intorno all'architettura simbolica, civile e militare, usata in
Italia nei secoli 6°, 7° e 8° e intorno all'origine de' Longobardi, alla loro
dominazione in Italia, alla divisione dei due popoli ed ai loro usi, culto e
costumi, Milano, Stella, Della
condizione economica, morale e politica degli Italiani ne' tempi municipali.
Sulle feste, e sull'origine, stato e decadenza de' municipii italiani nel
Medioevo. Saggi due, Milano, Stella, Della condizione, economica, morale e
politica degli Italiani nei tempi Municipali, Annali universali di statistica
economia pubblica, storia, viaggi e commercio, Defendente Sacchi, Intorno all'indole
della letteratura italiana nel sec. XIX, ossia della letteratura civile, con
un'appendice intorno alla poesia eroica, sacra e alle belle arti. Saggio,
Pavia, Luigi Landoni, Defendente Sacchi e Giuseppe Sacchi, Intorno alle dighe
marmoree o murazzi alla laguna di Venezia ed alla istituzione del porto franco,
Milano, Editori degli Annali Universali delle Scienze e dell'Industria, Miscellanea
di lettere ed arti, Pavia, Bizzoni, I Lambertazzi e i Geremei o le fazioni di
Bologna nel secolo 13° : cronaca di un trovatore, Milano, Stella, L'arca di
Sant'Agostino : monumento in marmo del secolo 14. ora esistente nella chiesa
cattedrale di Pavia, colle illustrazionii, Pavia, Fusi e C., Varietà
letterarie, o Saggi intorno alle costumanze, alle arti, agli uomini e alle
donne illustri d'Italia del secolo presente, Milano, Stella, A Cesare Cantu :
intorno alla pasta, alla smania musicale del secolo, a Volta e a' progetti pel
monumento da erigersegli in Como ed a qualche buona o cattiva moda della
capitale: lettera inutile, Milano, Stella, Cose inutili, Milano, Visaj, Teodote
: storia del secolo VIII, Milano, Nervetti, Le belle arti in Milano nell'anno 1832, Nuovo
Raccoglitore, "Nuove questioni sull'architettura rituale in relazione alle
opinioni del conte Cordero di San Quintino e dell'avvocato Robolini", in
Annali Universali di Statistica, e Giuseppe Sacchi, Le arti e l'industria in
Lombardia, Milano, Visaj, Leopoldo Cicognara, Del bello: ragionamenti (con le
notizie su la vita e le opere dell'autore compilate da Defendente Sacchi),
Milano, Silvestri, Instituti di beneficenza a Torino (relazione), Milano, a
Società degli editori degli annali universali delle scienze e dell'industria,Lezioni
d'un parroco sul cholera, Milano, Bravetta, Gli asili dell'infanzia: loro utilità
ed ordinamento. Memorie popolari italiane Milano, Manini, Novelle e racconti,
Milano, Manini, L' Arco della Pace a Milano descritto e illustrato e pubblicato
per la fausta inaugurazione fatta da S.M.I.R.A. Ferdinando 1, Milano, Manini,
Bernardino Luino, Cosmorama pittorico, Le streghe. Dono del folletto alle
signore, Milano, Manini, Uomini utili e benefattori del genere umano (saggi),
Milano, Silvestri, Amori e vicende dei quattro sommi poeti italiani: Dante,
Petrarca, Ariosto e Tasso. Studi storici-biografici, Milano, Vallardi, s. a. Defendente
Sacchi, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Defendente Sacchi, in
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Defendente Sacchi, in Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Defendente Sacchi, su Liber
Liber. Opere di Defendente Sacchi, su
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Defendente Sacchi, . Opere di
Defendente Sacchi, su Progetto Gutenberg. Defendente Sacchi. Sacchi. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sacchi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735126254
Grice e Sacheli – implicatura fenomenista – filosofia
italiana (Canicattì). Filosofo. Nato da
Vincenzo e Calogera Rinaldi, rimase orfano di padre a 13 anni, frequenta le
scuole primarie nella sua cittadina natale per poi trasferirsi a Caltanissetta,
dove, ospite di uno zio materno, frequentò il liceo. Fu iniziato in Massoneria nella loggia Felice
Cavallotti di Agrigento, e nel 1917 divenne Maestro massone. Laureato in filosofia all'Palermo ndove fu
allievo di Giovanni Antonio Colozza e Cosmo Guastellafu dapprima insegnante di
scuola superiore a Bologna, Girgenti, Caltanissetta e Bressanone, e al Liceo
ginnasio Andrea D'Oria di Genova. Nel capoluogo ligure, Sacheli iniziò la sua
carriera accademica come libero docente. Successivamente insegnò la stessa
disciplina alle Cagliari e di Messina, dove conseguì la docenza ordinaria. Morì a Taormina, dove si era stabilito per
sfuggire ai violenti bombardamenti alleati che colpirono Messina. Con i suoi
saggi diede un apporto all'approfondimento all'interpretazione della filosofia
di Sant'Agostino, di San Tommaso e di Jean-Jacques Rousseau. Numerose sono le opere
filosofiche da lui composte. "La carità del natio loco" lo spinse
anche a scrivere sulle tradizioni, i miti e le leggende di Canicattì,
collaborando con la rivista Sicania e pubblicando i risultati delle sue
ricerche nelle Linee di folklore canicattinese.
Opere Linee di Folklore canicattinese, Acireale, tip. Popolare, Indagini
etiche: i criteri, il problema dell'etica, Milano, Remo Sandron, Atto e valore,
Firenze, Sansoni, Ragion pratica: preliminari critici, Firenze, Sansoni, Crisi
della Pedagogia, Roma, Perrella, Concetto di didattica, Messina, G. D'Anna, C.
Ottaviano, Sophia: rassegna critica di filosofia e storia della filosofia,
CEDAM, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo, Calogero Angelo
Sacheli,. G. Ferrante, Biografia di Calogero Angelo Sacheli, su canicatti-centrodoc.
Angelo Sacheli. Sacheli. Keywords: implicatura fenomenista, fenomenismo. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Sacheli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735118779/in/datetaken/
Grice e Saitta – l’animo – filosofia italiana (Gagliano Castelferrato). Filosofo. Allievo di Gentile,
fu seguace e interprete del suo idealismo attuale. Nato da Giovanni Saitta e
Angela Confalone, una famiglia di agricoltori e proprietari terrieri, fu
mandato a studiare in seminario nel collegio di Nicosia e quindi nel liceo di
Monreale, per essere avviato alla carriera ecclesiastica. Ricevuti gli ordini
sacri, conseguì due anni dopo la laurea in lettere a Palermo, ma dismetterà
l'abito sacerdotale a seguito di una crisi interiore che lo indusse ad
allontanarsi dalla Chiesa cattolica.
Frequentando le lezioni di Gentile, si accostò al suo idealismo,
laureandosi in filosofia col massimo dei voti. Aveva cominciato intanto a
insegnare lettere nei licei di Terranova e Lucera, mentre divenne professore di
filosofia nei licei statali di Cagliari, Sassari, Fano, Faenza, e negli
istituti Galvani e Minghetti di Bologna. Ottenne una cattedra universitaria di
filosofia a Firenze, per passare negli anni seguenti all'Cagliari, di Pisa, e a
quella di Bologna. Direttore della «Vita Nova» Aveva inoltre collaborato a
varie riviste come il «Giornale critico della filosofia italiana», «Levana», e
poi soprattutto «Vita Nova», periodico mensile bolognese fondato da Arpinati e
vicino a Gentile, di cui Saitta assunse la direzione mantenendola fino alla sua
soppressione. Della rivista, organo dell'Università fascista di Bologna, curò
la rubrica Noi e gli altriSpunto polemico, firmando i suoi interventi con lo
pseudonimo di "Rusticus", distinguendosi per i toni accesi e le
posizioni anticlericali e anti-concordatarie, che lo portarono a scontrarsi con
esponenti cattolici della stessa scuola gentiliana, in particolare Armando
Carlini. Saitta aderiva infatti a una concezione
movimentistica e rivoluzionaria del regime fascista del suo tempo, che
interpretava come il compimento dei valori romantici del Risorgimento,
intendendo la nazione in senso hegeliano quale sintesi tra individuale e
universale. Rispetto a Carlini che appariva più freddo e accademico, Saitta col
suo attivismo riusciva a esercitare una forte capacità di attrazione verso i
giovani, tra cui un suo allievo universitario, Delio Cantimori, che ebbe come
collaboratore alla «Vita Nova». Così si sviluppò quella tendenza a preferire la
scuola di storia della filosofia [di Saitta] dove la preparazione di tipo
scolastico e le esigenze tecniche erano minori, ma dove si sentiva un calore
ideale, una passione filosofica, un fervore per la verità, e una forza di
convinzione spesso dura, e più che dura, ma più vicina a quei sentimenti e a
quelle esigenze giovanili, una decisione innovatrice suggestiva e che sembrava
offrire un orientamento non meramente accademico per la soluzione di quei
problemi.» (Delio Cantimori, articolo
sul «Giornale critico della filosofia italiana», ora in Politica e storia
contemporanea, L. Mangoni, Einaudi,) L'idealismo attuale di Saitta Saitta del
resto, accogliendo la concezione gentiliana dell'atto come perenne
autocreazione del pensiero che tutto comprende, aveva sviluppato una visione
attualistica dell'idealismo non riducibile a una teoria statica, bensì intesa
come azione e continuo dinamismo, che lo portava a esaltare la libertà creativa
della ragione umana contro ogni forma di oggettività e di dogmatismo. Da qui la
sua accentuazione della polemica anti-religiosa, e la riscoperta, nel solco delle
tesi formulate da Spaventa e dallo stesso Gentile, delle correnti
immanentistiche della filosofia rinascimentale italiana che egli poneva a
fondamento della genesi dell'idealismo moderno.
Questo immanentismo, per il quale Dio si esprime nell'attività dello
spirito umano, è per Saitta un «reale umanismo» che rende possibile la libertà
dell'individuo, nella quale consiste la «nuova coscienza illuministica» della
religione moderna da lui contrapposta a quella tradizionale, oppressiva e
decadente, della trascendenza. Per
difendere la libertà del soggetto da ogni autoritarismo e sopraffazione, Saitta
si è schierato tuttavia non solo contro il dualismo platonico, la teologia di
impianto tomistico e la neoscolastica, ma in parte anche contro lo stesso
idealismo di Hegel che ha finito per oggettivare la ragione facendone un
sistema assoluto da lui ritenuto «all'origine degli schiavismi moderni». Persino nell'attualismo di Gentile sarebbe
rimasto un retaggio della vecchia teologia trascendente, quando esso
attribuisce lo Spirito ad un Io assoluto anziché ai singoli individui: sono
costoro per Saitta i veri creatori di valori spirituali, coloro cioè in cui va
identificato il Soggetto trascendentale. Egli in tal modo intendeva preservare
la portata stessa dell'atto creativo del pensiero dell'idealismo gentiliano,
rivestendolo di significati empirici, positivistici, contigenti, ripresi anche
da autori come Rousseau e Feuerbach. Saitta condusse una vita sempre appartata,
durante i quali si sarebbe progressivamente riavvicinato alla fede
cattolica. A Gagliano Castelferrato, suo
paese nativo, gli è stata intitolata una piazza dove è stato collocato un parco
giochi per bambini. Molti anni prima gli era stata intitolata una strada che
usualmente, però, ha continuato ad essere chiamata Via Roma. Più tardi gli
venne intitolato l'Istituto Professionale Femminile di Stato. Altre opere: “Lo
spirito come eticità (Bologna, Zanichelli); “La teoria dello spirito come eticità”
(Bologna, Zanichelli), “La personalità umana e la nuova coscienza illuministica
(Genova, Emiliano Degli Orfini) La libertà umana e l'esistenza (Firenze,
Sansoni) Il problema di Dio e la filosofia dell'immanenza (Bologna, Cesare
Zuffi). Oltre alle opere di natura propriamente filosofica, si è a occupato di
storia della filosofia, dai greci all'età moderna, soffermandosi sul
Rinascimento e i pensatori italiani, in particolare Ficino: La scolastica e la politica dei Gesuiti
(Torino, Bocca,) Le origini del neotomismo (Bari, Laterza) Il pensiero di Gioberti
(Messina, Principato, Firenze, Vallecchi La filosofia di Ficino (Messina,
Principato); riedita come Marsilio Ficino e la filosofia dell'Umanesimo (Bologna,
Fiammenghi & Nanni) L'educazione dell'umanesimo in Italia (Venezia, La
Nuova Italia) Filosofia italiana ed umanesimo (Venezia, La Nuova Italia, Leone
Ebreo, su treccani, Gioberti Vincenzo, su treccani, Il carattere della
filosofia tomistica (Firenze, Sansoni, La teoria dell'amore e l'educazione del
Rinascimento (Bologna, U.P.E.B.) L'illuminismo della sofistica greca (Milano,
Bocca) Il pensiero italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento (Bologna, Cesare
Zuffi, Cusano e l'Umanesimo italiano, con altri saggi sul Rinascimento
(Bologna, Tamari). Ettore Centineo, Ricordo, rticolo su «Giornale critico della
filosofia italiana», Firenze, Sansoni, treccani, Albano Sorbelli, L'Archiginnasio: bollettino
della Biblioteca comunale di Bologna, direzione di Franco Bergonzoni, Regia tipografia
dei fratelli Merlani, Università degli studi di Firenze, su siusa.archivi.beniculturali. S. Salustri, L'Università fascista di
Bologna: un modello di Accademia per il regime?, in «Accademie e scuole: istituzioni,
luoghi, personaggi, immagini della cultura e del potere», Daniela Novarese, Milano, Giuffrè, . Vittore Pisani, Paideia, Casa editrice
Paideia, Roberto Pertici, Storia della storiografia, Jaca Book, L. Mangoni, L'interventismo della
cultura. Intellettuali e riviste del fascismo, Bari, Laterza, Roberto Pertici, Storia della storiografia, Roberto
Pertici, Storia della storiografia, Cantimori ricorderà con commozione
l'«irrequietezza spirituale della scuola di Saitta» e la sua «attenzione volta
ad argomenti quasi ignorati dalla cultura italiana» (cit. da Bruno Valerio
Bandini, Storia e storiografia: studi su Delio Cantimori. Atti del convegno tenuto
a Russi Editori Riuniti). Cit. in
Roberto Pertici, Storia della storiografia, Eugenio Garin, Cronache di
filosofia italiana, Bari, Laterza, Gianfranco Morra, L'immanentismo assoluto di
Giuseppe Saitta, articolo sul «Giornale critico della filosofia italiana», «Il
Saitta, forse meglio di ogni altro, intese dell'attualismo l'istanza realmente
umanistica, e di un "reale umanismo": e questa appunto volle
sottolineare e difendere contro ogni mistificazione. Così lo vediamo ridurre
tutta la dialettica gentiliana a lotta sempre risorgente fra ragione umana
liberatrice e costruttrice di una società di uomini liberi, e religione
tradizionale cristallizzata nelle oppressioni di strutture chiesastiche
portatrici di una "filosofia di morte"» (Eugenio Garin, Cronache di
filosofia italiana. Roberto Melchiorre, Storiografi italiani del Novecento, Aletti
Editore. Ricordo di Giuseppe Saitta , su archiviostorico.unibo. Sommario dei libri, su gaglianocastelferrato.com.
«La filosofia moderna come celebrazione
della soggettività è quasi tutta sbozzata con Marsilio Ficino. Con lui, anziché
col Campanella, come da altri è stato frequentemente ripetuto, s'inizia quella
teoria della conoscenza, che sbocca con profonda e potente originalità in Kant»
(Giuseppe Saitta, Marsilio Ficino e la filosofia dell'Umanesimo, Bologna,
Fiammenghi & Nanni). Ettore
Centineo, Ricordo di Giuseppe Saitta, su «Giornale critico della filosofia italiana»,
Firenze, Sansoni, Gianfranco Morra, L'immanentismo assoluto di Giuseppe Saitta,
su «Giornale critico della filosofia italiana»,Eugenio Garin, Cronache di
filosofia italiana Bari, Laterza, Roberto
Melchiorre, Storiografi italiani del Novecento, Villalba di Guidonia, Aletti
Editore, Attualismo (filosofia)
Filosofia rinascimentale Idealismo italiano Delio Cantimori Gentile Ricordo, su archiviostorico.unibo. treccani bibliotecasalaborsa.
Giuseppe Saitta. Saitta. Keywords: animo, l’animo, vita nuova, contratto
sociale, Rousseau, Firenze. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Saitta” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735339190/in/datetaken/
Grice e Salutati – Ercole al bivio – filosofia italiana
(Stignano). Filosofo. Vedo che
ignori quanto sia dolce l'amor di patria: se ciò fosse utile alla difesa e
all'ampliamento [della patria], non [ti] sembrerebbe un crimine penoso, nè un
delitto scellerato, il fracassare con la scure il capo del proprio padre, o
ammazzare i fratelli, o cavare con la spada dal grembo della moglie il figlio
prematuro...» (Epistolario, a Ser Andrea di Conte). Cancelliere di Firenze/ Figura culturale di
riferimento dell'umanesimo a Firenze, in qualità di discepolo del Boccaccio e
precettore di Poggio Bracciolini e Leonardo Bruni. Considerato uno dei
più importanti uomini di governo tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo,
Coluccio Salutati, nei suoi trent'anni di cancelliere della Repubblica di
Firenze, svolse un importantissimo ruolo diplomatico nel frenare le ambizioni
del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, intenzionato a creare uno Stato
comprendente l'Italia centro-settentrionale. Nel contesto di questa lotta
elaborò la sua dottrina della libertas fiorentina. Oltre all'impegno politico,
il Salutati svolse un importante ruolo nella diffusione dell'umanesimo
petrarchesco e boccacciano, divenendone l'esponente più importante e il
praeceptor della prima generazionedegli umanisti. Il suo lascito più importante
presso i posteri fu la codificazione "civile" dell'umanesimo, cioè
l'uso dello spirito e dei valori dell'antichità classica all'interno dell'agone
politico internazionale. Grazie a Salutati (autore tra l'altro di un vastissimo
epistolario e di trattati politici, filosofici e letterari), difatti, il mito
della florentina libertas, cioè di quel complesso di valori ispirati alla
libertà promosso dall'ordinamento politico fiorentino, si rafforzò enormemente
sotto il suo cancellierato, e fu utilizzato quale strumento diplomatico per
accrescere il prestigio di Firenze presso gli altri Stati della Penisola.
La casa natale di Coluccio Salutati a Stignano, frazione di Buggiano. Origini e
formazione giuridica Nato a Stignano in Valdinievole (oggi frazione di
Buggiano, in provincia di Pistoia), Lino Coluccio Salutati fu costretto, a
pochi mesi dalla nascita, ad abbandonare il luogo natìo per raggiungere il padre
Piero (detto dal Villani di buoni costumi e di prudenzia laudabile) a
Bologna, ove il genitore serviva il signore della città Taddeo Pepoli, che a
sua volta garantiva protezione alla famiglia Salutati. Nella città felsinea
Coluccio compì, per volontà paterna (ma più probabilmente del Pepoli che, morto
Piero Salutati nel 1341, aveva preso sotto la sua protezione la famiglia e il
giovane Coluccio in particolare), studi giuridici, benché fosse maggiormente
interessato alle discipline letterarie, e seguì le lezioni di logica e di
grammatica di Pietro da Moglio. Coluccio, ormai diciannovenne, lascia
Bologna a causa anche della caduta dei Pepoli e ritorna a Stignano, dove un
rogito testimonia la sua presenza. Gli anni successivi all'allontanamento da
Bologna, videro Salutati esercitare il
mestiere di notaio in vari centri toscani (specialmente in Valdinievole),
coltivando, come si vedrà nella sezione dedicata alla passione umanistica, lo
studio dei classici, come dimostra la lettera a Luigi de' Gianfigliazzi del
1362, colto politico fiorentino col quale Coluccio discute su Valerio Massimo e
altri autori antichi. Cancelliere di Firenze Premesse Nel frattempo, la
carriera amministrativa del Salutati lo spinse ad intraprendere anche la
carriera politica: cancelliere del Comune di Todi prima, della Repubblica di
Lucca poi, ed infine, dopo essere giunto a Firenze ed avervi esercitato
per breve periodo l'incarico di scriba omnium scrutinorum, Cancelliere di
quella città, Coluccio tenne, pertanto, nelle sue mani la carica più importante
della diplomazia della Repubblica fiorentina, divenendo un personaggio di
spicco della politica italiana di fine Trecento. Demetrio Marzi, importante
studioso di Coluccio per la sua attività istituzionale, sottolinea che, nei
trentun anni in cui tenne ininterrottamente la sua carica, Coluccio:
«Costantemente rieletto e confermato dal 1375 al 1406, con le stesse ingerenze,
lo stesso stipendio e i soliti privilegi, Coluccio lasciò nell'Ufficio un
numero grande di minutari e registri, di lettere e istruzioni, per lo più di
sua mano, e solo in parte de' suoi coadiutori, che non sembrano molti. Da
questi libri e da altri della Cancelleria, apparisce com'egli fosse
costantemente in Palazzo, presente a innumerevoli atti del Comune, dei
Consigli, degli uffici più svariati..(Marzi) L'Europa Occidentale al
principio dello Scisma d'Occidente. La frattura in seno alla Chiesa Cattolica
spinse il papa romano Urbano VI a firmare la pace coi fiorentini. La guerra
degli Otto Santi Magnifying glass icon mgx2. svgGuerra degli Otto Santi. Le
relazioni tra Santa Sede (all'epoca ad Avignone) e la Repubblica fiorentina
degenerarono rapidamente a causa della volontà di papa Gregorio XI di ritornare
a Roma e ripristinarvi l'autorità della Chiesa. La paura che si formasse, nel
centro Italia, un forte stato ecclesiastico allarmò sia Firenze (intimorita di
essere inglobata nel nuovo Stato) che le città degli Stati Pontifici, che a
causa della lontananza del Papato avevano acquisito una grande forza ed
indipendenza. La guerra, durata tre anni, finì frettolosamente a causa della
scissione interna alla Chiesa stessa tra cardinali francesi ed italiani, fatto
che portò alla nascita del gravoso Scisma d'Occidente. Il nuovo papa,
l'italiano Urbano VI, assolse Firenze dalla scomunica per avere alleati contro
l'antipapa Clemente VII. Tra gli scomunicati, c'era anche Coluccio
Salutati, in quanto figura chiave della politica dell'epoca. «Coluccium Pieri
de Florentia, excellentissimum cancellarium comuni Florentie», ricevette
l'assoluzione da parte del Papa tramite i legati Simone Pagani, vescovo di
Volterra, e Francesco d'Orvieto, frate appartenente all'ordine degli Eremitani.
Dal tumulto dei Ciompi alla restaurazione oligarchica Magnifying glass icon
mgx2.svg Tumulto dei Ciompi e Storia di Firenze § L'ascesa degli Albizi.
Firenze, mentre stava stipulando la pace con papa Urbano VI, fu sconvolta dalla
rivolta del popolo minuto che, già soggiogato e perseguitato dalla prepotenza
politico-economica del popolo grasso, fu sobillato dagli operai salariati (i
ciompi) a rivoltarsi. Si ebbero i primi scontri e i ciompi, risultati
vincitori, imposero Michele di Lando quale gonfaloniere di Giustizia e
riformatore della Signoria in senso democratico. L'animosità degli sconfitti si
fece sentire molto presto: dopo aver chiuso gli opifici riducendo alla fame gli
operai, la grande borghesia e l'aristocrazia riuscirono a trarre dalla loro
parte Michele di Lando che, dopo aver disperso i capi dei ciompi, si dimise
dalla carica di gonfaloniere e ridando il potere ai magnati, tra i quali
primeggiarono gli Albizi che instaureranno un regime oligarchico durato fino
alla venuta di Cosimo de' Medici. Dall'epistolario di Coluccio, sappiamo che
egli informò Domenico Bandini di Arezzo dei tumulti avvenuti in città e
stimando gli uomini assurti al potere quali degni e pieni di considerazione.
L'atteggiamento emerso in quest'epistola, datata il mese d'agosto, si rivelerà
contrario a quanto Coluccio in realtà pensasse del nuovo governo. Marco Cirillo
ci descrive lo stato d'animo del Cancelliere e la sua scelta di rimanere in
tale carica nonostante l'avversione per i Ciompi: «Dalle lettere di
Coluccio Salutati, riferite all'estate del 1378, si evince come il cancelliere
non fosse soddisfatto del governo instaurato dal Popolo Minuto, ed è probabile che
il cancelliere conoscesse anche i “piani politici” di chi voleva ritornare al
potere. Questo ci permette di ipotizzare che, la decisione di ritornare al
proprio ufficio si legava sia alle necessità familiari dell'umanista, sia
all'amore che egli nutriva per il proprio lavoro ma anche, alla conoscenza
dell'imminente ritorno del Popolo Grasso al potere, unito alla convinzione
della mancanza di conoscenze politiche adeguate per governare una
città come Firenze da parte dei Ciompi stessi (Cirillo) Massima estensione
dei domini viscontei alla morte del Duca Gian Galeazzo. Ha un ruolo decisamente
più attivo ed importante nell'animare Firenze perché si difendesse dalle
ambizioni di conquista di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, desideroso di
sottomettere l'intera Penisola al suo controllo schiacciando le resistenze
delle Signorie dell'Italia Settentrionale. Galeazzo sposta infatti le sue
attenzioni sulla Repubblica di Firenze, e Coluccio giocò un ruolo importante in
questa situazione spronando il popolo fiorentino a difendere la sua
tradizionale libertà (la florentina libertas) e rispondendo egli stesso dalle
accuse dei nemici attraverso l'opera Invectiva in Antonium Loscum. La
situazione per i fiorentini, all'inizio del conflitto, era alquanto drammatica,
in quanto si ritrovarono praticamente circondati dai domini di Gian Galeazzo e
solo l'ausilio di bande mercenarie, guidate da Giovanni Acuto, riuscirono a
frenare i piani di dominio del Visconti. La guerra, che riprese dopo una
momentanea tregua a partire dal 1396, vide la formazione di una vasta
coalizione antiviscontea di cui fecero parte tutti gli stati italiani del
centro-nord, tenuti assieme dalla politica estera fiorentina e da quella
veneziana. Nonostante gli alleati fossero stati gravemente surclassati dalle
forze milanesi, i fiorentini riuscirono a salvare la loro indipendenza
resistendo a dodici anni di guerra, cioè fino alla morte improvvisa di Gian
Galeazzo a causa della peste, lasciando Firenze in una posizione di potenza
nell'Italia centro-settentrionale. Gli ultimi anni e la morte Coluccio
trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena celebrato sia per la sua
posizione di guida dell'umanesimo, sia per l'abilità politica dimostrata contro
il Visconti, ma anche in grandi amarezze a causa dei lutti (morte della seconda
moglie il 28 febbraio 1396 e la morte di alcuni dei suoi figli in occasione
della pestilenza). Quando poi morì, la Signoria, il giorno successive, gli fece
celebrare funerali solenni in Santa Maria del Fiore, ponendo sulla sua bara una
ghirlanda d'alloro per le sue virtù poetiche. I suoi discepoli Leonardo Bruni
suo successore, Poggio Bracciolini, futuro cancelliere e Pier Paolo Vergerio lo
piansero amaramente, ricordandolo come un padre e come il più grande decoro di
Firenze. Coluccio umanista La guida dell'umanesimo italiano e per trent'anni,
dopo la morte del Petrarca e del Boccaccio, il più autorevole umanista italiano,
unico erede di quei grandi (Dionisotti) Miniatura che ritrae proveniente
da un codice della Biblioteca Laurenziana a Firenze. Alla morte del Boccaccio,
sia per ragioni anagrafiche (era di una generazione sita tra quella di Petrarca
e Boccaccio e la successiva degli umanisti del XV secolo), sia per la propria
grandezza letteraria e filosofica, fu il principale esponente dell'umanesimo
italiano, come ricorda infatti Carlo Dionisotti e altri studiosi[N 4], quel
«trait d'union tra la generazione che aveva vissuto in prima linea il
rinnovamento petrarchesco e quella dei nuovi umanisti già pienamente
quattrocenteschi» Salutati ebbe, sia per il ruolo istituzionale sia per quello
culturale, rapporti anche con i Paesi europei: tenne corrispondenza con un
colto cortigiano di Carlo VI di Francia, Jean de Montreuil, e con l'arcivescovo
di Canterbury Thomas Arundel, conosciuto mentre il presule inglese si trovava a
Firenze. Fecondo scrittore, apologeta "diplomatico" della classicità
contro gli attacchi degli aristotelici e di alcuni ecclesiastici ostili
all'antropologia umanista, Coluccio alternerà il suo magistero culturale con
quello politico, difendendo la libertà repubblicana di Firenze adottando lo
stile e il genere degli antichi trattatisti. La formazione umanistica
Nonostante Lino avesse preso definitivamente l'attività notarile, come
testimonia il suo primo rogito effettuato nella nativa Stignano, l'amore per la
cultura e la letteratura non venne meno. Anzi, a partire dalla fine degli anni
sessanta, Coluccio divenne il segretario di Francesco Bruni, amico a sua volta
di Francesco Petrarca; iniziò, come esposto dalla Senile un rapporto epistolare
a distanza, che permise al Salutati di avvicinarsi alle proposte umanistiche
del poeta Aretino. Nel periodo che intercorse tra questa prima epistola e la
morte del Petrarca, Coluccio entrò sempre più nella mentalità classicista del
maestro, grazie anche ai contatti che egli ebbe con l'altro grande umanista e
allievo del Petrarca stesso, Giovanni Boccaccio, quest'ultimo animatore del
circolo umanista di Santo Spirito a Firenze. Tra Santo Spirito e la sua casa.
L'educazione dei giovani umanisti Seguendo la scia del maestro Boccaccio,
sinceramente pianto dal Salutati al momento del trapasso, il Cancelliere della
Repubblica continuò il suo magistero a Santo Spirito, tenendovi lezioni
cui partecipavano umanisti non solo fiorentini (si ricordano, tra i più
importanti, Niccolò Niccoli, Leonardo Bruni e Poggio Bracciolini), ma anche di
altre regioni italiane (quali il vicentino Antonio Loschi e il già ricordato
Pier Paolo Vergerio). Nel convento degli agostiniani Salutati, aiutato nel suo
magistero culturale dal coltissimo frate Luigi Marsili[40], non si fece
soltanto portavoce degli ideali dell'umanesimo classicista petrarchesco, ma
continuò a tenere in alta considerazione Dante Alighieri, deprecato da una
cerchia dei giovani umanisti in quanto scrittore volgare e pessimo latinista. La
fondazione della cattedra di greco a Firenze. Oltre al suo compito di
formazione dei giovani umanisti che andranno a diffondere il nuovo sapere
presso gli altri centri culturali italiani, Salutati ebbe il merito non solo di
affidare le cattedre tradizionali dello Studium fiorentino ad umanisti
discepoli di Petrarca (quali Giovanni Malpaghini), ma soprattutto quello di far
rifiorire in Italia il greco classico. Grazie all'incontro avvenuto a Venezia tra
i giovani umanisti Roberto de' Rossi e Giacomo Angeli da Scarperia e i due
colti bizantini Manuele Crisolora e Demetrio Cidone, inizia, usufruendo dei
poteri di Cancelliere, ad intessere rapporti con Crisolora per invitarlo
ufficialmente a Firenze quale docente di greco classico nello Studium[N 7].
Questi, giunto nell'Europa Occidentale per conto dell'imperatore Manuele II
Paleologo per cercare alleanze contro i turchi ottomani, cercò di instaurare
rapporti di amicizia con gli Stati che visitava trasmettendo la conoscenza del
greco classico ai nascenti circoli umanistici, edotti di latino ma non della
lingua di Omero[42]. Pertanto Crisolora accettò l'offerta del Salutati,
rimanendo nella città toscana dal 1397[43] al 1400 e lasciando in eredità ai
suoi discepoli (e amici) fiorentini gli Erotematà, compendi linguistici di
greco classico caratterizzati da una sinossi con la grammatica latina. L'umanesimo
incontrò, durante la sua diffusione, il sospetto e l'ostilità di alcuni
ambienti religiosi a causa della libertà e responsabilità etica del singolo
uomo che Coluccio andava insegnando[N 8], e del suo progetto di conciliare la
natura della cultura classica con quella cristiana. I principali antagonisti
dell'umanesimo fiorentino, il camaldolese Giovanni di San Miniato e il
domenicano Giovanni Dominici (quest'ultimo poi cardinale), intendevano
sostanzialmente mantenere l'istruzione e la morale rigidamente nelle mani della
gerarchia, rifiutando la ventilata autonomia spirituale dei pagani e
riaffermando la loro interpretazione allegorica[N 9]. Le humanae litterae
non sono antitetiche agli studia divinitatis Coluccio, davanti a questi
attacchi, sostenne la necessità, anche da parte dei laici, di avere
coscienza di ciò che dicono e professano nella vita attiva, ribadendo il valore
positivo di questo modello di vita[44] e combattendo il vuoto nominalismo
tomista che la cultura ecclesiastica ufficiale difendeva strenuamente quest'ultimo
visto come nocivo perché, avendo ormai intriso la stessa Bibbia di sillogismi
filosofici, allontanava dalla Verità gli uomini: «Senza la capacità di
intendere in fondo i termini, la lingua, non si dà conoscenza della scrittura,
della parola di Dio. Ogni conoscenza seria è comunicazione. In tal modo gli
studia humanitatis come mezzo per ritrovare nella lettera l'inseparabile
spirto, nel corpo l'anima indisgiungibile, sono strettamente connessi con gli
studia divinitatis.» (Garin39) La poesia vehiculum ad Deum La disputa
sulla verità teologica della poesia, genere privilegiato nella conoscenza di
Dio, è quello che impegnerà maggiormente Salutati. Seguendo il tracciato delle
Genealogie deorum gentilium del maestro Boccaccio, Coluccio Salutati risponde
alle accuse dell'immoralità della poesia a Giovanni di San Miniato, in una
lettera del 21 settembre del 1401, affermando non solo che ogni verità proviene
da Dio stesso, ma anche che Dio ha usufruito della poesia attraverso i
salmisti, Giobbe e Geremia: per cui la poesia è il genere letterario più vicino
a Dio. ale tesi verrà poi ulteriormente rinforzata nell'incompiuto De laboribus
Herculis, in cui si arriverà a sostenere una vera e propria poesia teologica,
per cui anche gli antichi poeti pagani, con le loro opere, si avvicinavano a
Dio. L'attività filologico-paleografica La Biblioteca del Salutati
Un'edizione a stampa veneziana dell'Affrica del 1501. Il poema epico del
Petrarca, per la sua incompletezza e il latino ancora un po' rozzo, suscitò
delusione nei simpatizzanti dell'umanesimo. Salutati formò, impiegando gran
parte delle sue retribuzioni, una biblioteca di più di 100 volumi, collezione
molto grande per l'epoca e simbolo del suo fervore culturale. Coluccio
possedette un manoscritto delle tragedie di Seneca ricopiato ottimamente di suo
pugno con l'aggiunta dell'Ecerinide del preumanista padovano Albertino
Mussato[48], ma anche esemplari di autori poco conosciuti nel Medioevo quali
Tibullo e Catullo ed una rarissima copia d'età carolingia delle Ad familiares
di Cicerone, coperta dall'amico e cancelliere milanese Pasquino Capelli a
Vercelli[51]. A questa scoperta in terra di Lombardia, si aggiunse negli anni
seguenti anche le Epistole ad Atticum, rendendo il Salutati «il primo dopo
secoli a possedere entrambe le raccolte di lettere di Cicerone. Remigio
Sabbadini riporta che, nella sua biblioteca, Coluccio «fu il primo a possedere
il De agricultura di Catone, il Centimeter di Servio, il commento di Pompeo
all'Ars maior di Donato, le Elegie di Massimiano e le Differentiae
pseudociceroniane»[53], mentre Francesco Tateo continua elencando «i Dialoghi
di Gregorio Magno e l'esame dei vari manoscritti di Cicerone, di Lattanzio, di
Agostino, di Seneca, di Ovidio e di Stazio» in suo possesso. Nonostante
questa passione da bibliofilo, che rese la biblioteca del Salutati la più
significativa dopo quella del Petrarca agli albori del XV secolo, Coluccio non
sfoggiò mai eccellenti doti filologiche, al contrario del Petrarca stesso o del
suo discepolo Leonardo Bruni. La questione dell'Africa Coluccio cercherà,
inoltre, di avere da parte di Lombardo della Seta, fedele discepolo del
Petrarca, una copia dell'Africa perché fosse poi pubblicata[56]. Gli sforzi di
Salutati e dei primi umanisti risultarono sempre più insistenti nel corso degli
anni settanta: Lombardo aveva timore a pubblicare un'opera «rimasta in un testo
incompiuto ed incerto», rischiando così di oscurare la gloria del Petrarca[57].
Quando poi, al principio del 1377, giunge a Firenze il sospirato poema epico
dell'Aretino, «...il Salutati è afflitto dalle sospensioni, dalle lacune e
certamente anche dalla pesantezza d'ala del poema tanto vantato e sognato». La
delusione, trasmessa in una lettera a Francescuolo da Brossano, spinse il
Salutati a non farsi più editore e commentatore dell'opera. L'inizio della
scrittura umanistica Coluccio intervenne anche nel campo della paleografia. Nel
vivo studio dei classici, Coluccio fece un'introduzione fondamentale: dopo aver
adottato, per gran parte della sua vita, «una scrittura cancelleresca e una
libraria 'semigotica'»[60], a partire dal 1400 lesse e trascrisse un codice
delle Lettere di Plinio il Giovane contenente nessi e legature che si erano
persi nel corso del Medioevo: «l'uso di -s diritta in fine di parola, i nessi e
le legature ae, ę e &, di cui si era persa memoria. Con questo esperimento
inizia la storia della scrittura umanistica»[61]. Opere Cristofano
Allori dell'Altissimo, Ritratto di Coluccio Salutati, 1587, dipinto ad olio,
Galleria degli Uffizi, Firenze Epistolario Premessa Composto da 344
lettere[26], l'epistolario di Coluccio, «documento fondamentale di questa lunga
ed efficace opera di rinnovamento» culturale, tratta dei temi più disparati.
Organicamente, la raccolta si divide in due filoni: le lettere private,
indirizzate ad amici e conoscenti, e quelle pubbliche, scritte a nome della
Repubblica diFirenze. Stilisticamente, l'epistolario di Coluccio spicca per
l'uso di uno stile che si allontana da quello delle lettere medioevali, fitte
della retorica della ars dictandi, per lasciare il posto ad una serenità
cordiale e stoica che si richiamava alle Familiares di Cicerone e al repertorio
lessicale degli altri autori classici, determinando così quello che è stato
definito «latino misto»[63]. Epistolario privato Nella prima categoria,
le lettere scritte a nome dell'umanista Coluccio mettono in mostra le tendenze
socio-culturali del primo umanesimo italiano. Da un lato, la percezione del
divario cronologico tra i contemporanei e gli antichi, eredità diretta della
sensibilità petrarchesca; dall'altro, l'esposizione in più punti del suo
pensiero, dalla rivendicazione del valore della vita attiva contro i monaci e
quegli ecclesiastici che sottolineavano invece l'eccellenza della vita
claustrale al valore della poesia. Immancabile è la tematica politica, esposta
nella lunga lettera a Carlo di Durazzo[65] e ritenuta essere il sunto del
pensiero politico del primo umanesimo[N 11]. Epistolario pubblico Queste
lettere, scritte in qualità di cancelliere della Repubblica, sono di carattere
puramente politico, in quanto rivolte a contrastare l'azione egemonica di Gian
Galeazzo Visconti. Riprendendo i modelli dei classici latini (Seneca,
Sallustio, Cicerone), Coluccio additava Gian Galeazzo quale tiranno in
contrasto con la florentina libertas. Il tono di queste lettere doveva essere
così grave e tagliente che, secondo la tradizione, il duca di Milano rispondeva
che un'epistola del Salutati era più deleteria di una sconfitta militare di
Milano in campo aperto[66]. Dal punto di vista più tecnico, come fa notare
Marco Cirillo: «...il lavoro svolto presso la cancelleria di Firenze ha reso
Coluccio Salutati uno dei più noti cancellieri del Medioevo; tale notorietà si
deve al metodo di lavoro che egli ha adottato nel trentennio in cui ha
ricoperto tale carica. Effettivamente, i cambiamenti che il Salutati ha
apportato, soprattutto nel campo dell'epistolografia politica medievale, pur
non essendo certo radicali, ebbero una notevole influenza su molte corti
d'Europa. La letteratura sull'argomento è unanime nell'affermare che, Coluccio
Salutati, pur utilizzando la formula prevista dall'epistolografia cancelleresca
medievale, che prevedeva: la Salutatio, il Proverbium, la Narratio, la Petitio
e la Conclusio; ebbe modo di personalizzare ogni fase dell'epistola in base
alle proprie esigenze narrative. È frequente perciò trovare nelle sue lettere
una Salutatio piuttosto breve ed un Proverbiumsoprattutto quando egli esprimeva
teorie politichepiuttosto lungo.» (Cirillo) Trattati Politici
Vincenzo Camuccini, Morte di Giulio Cesare, particolare, olio su tela,
1798, Museo nazionale di Capodimonte, Napoli De Tyranno (1400)
Epistola-trattato inviata a Francesco Zabarella, filosofo padovano, il De
Tyranno (basato sull'omonimo trattato di Bartolo da Sassoferrato e sul
Polycraticus di Giovanni di Salisbury[67]) riflette sulla nascita della
tirannide e sulla liceità dell'assassinio del tiranno stesso. Indotto a fare
questa riflessione su spunto del giovane Antonio dell'Aquila, studente padovano
che aveva chiesto al Salutati la liceità dell'assassinio di Giulio Cesare, e
dalla volontà di difendere la scelta dantesca di porre Bruto e Cassio nelle
fauci di Lucifero[68], Coluccio ammette la liceità di un tale gesto nei
confronti di un despota, ma negandola però al generale romano, in quanto «fu un
benemerito capo di stato, che fu tradito dagli stessi uomini che erano stati da
lui beneficiati» Invectiva ad Antonium Luschum, Scritta contro un suo ex
discepolo, Antonio Loschi, cancelliere dell'ormai defunto Gian Galeazzo (morto
nel 1402) e autore di una perduta Invectiva in florentinos[71], ha un tono più
concreto rispetto al teorico De Tyranno. Nell'Invectiva Coluccio mostra la
partigianeria repubblicana sostenitrice della florentina libertas, emula
dell'Atene di Pericle fautrice della concordia partium tra lei e i suoi alleati.
Salutati ricorda al Loschi come Firenze sia nel giusto perché è sottoposta alle
leggi, che non possono essere violate, mentre a Milano il diritto è strumento
arbitrario nelle mani di un vero e proprio tiranno, che sta al di sopra delle
leggi. Gli scritti filosofico-teologici De seculo et religione, Scritta
all'amico Niccolò di Lapo da Uzano (che prese poi il nome di Girolamo appena
entrato nell'ordine dei camaldolesi) si articola in due libri[75] ed è datata
1381, in quanto Coluccio inviò a Fra' Gerolamo da Uzzano una lettera
d'accompagnamento insieme al testo da lui realizzato. L'opera tratta di una
esortazione assai fervida alla vita claustrale, ma rivendica anche la validità
della vita quale laico, in quanto strada «valida nell'ambito gerarchico delle
occupazioni umane, a cui egli rimane ancora legato». L'opera del Salutati,
esaltante la vita ritirata prendendo spunto anche da Cicerone, Livio, Macrobio
e Omero, tratta anche della condanna morale di cui è afflitta la Chiesa, dai
papi fino ai predicatori. De fato et fortuna, Facsimile del codice Laurenziano
Pl. CX sup. 41, Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze, riportante una lettera
del Salutati. Diviso in cinque libri, il trattato espone l'argomento del libero
arbitrio e del rapporto che esiste tra quest'ultimo e gli avvenimenti che
possono ostacolarne i progetti. La tematica, assai complessa ed erede di una
lunga tradizione teologico-filosofica (i modelli sono Alberto Magno, Tommaso
d'Aquino e il De bona fortuna di Aristotele), si sviluppa nel tentativo di
dimostrare come l'esistenza umana si inquadri in una “causa prima” (Dio), la
quale opera in comunione, talvolta incontrandosi, talvolta scontrandosi, con la
volontà dell'uomo. De Nobilitate legum et medicine. Trattato che cerca di
proporre una gerarchia dei saperi, proponendo la legge come valore supremo
sulla medicina, intesa come sapere tecnico-scientifico: come l'anima è
superiore al corpo, così le leggi (che si rifanno al campo spirituale) sono
superiori alla medicina, che fa parte della meccanica[78]. Le leggi, infatti,
regolano la vita sociale, determinano il convivere civile, stabiliscono
l'ordine e devono essere ottime perché possano produrre uomini migliori[79].
Coluccio continua affermando che le leggi, dal momento che appartengono alla
sfera spirituale e quindi celeste, sono legate direttamente a Dio: gli uomini,
perciò, possono collaborare con Dio nella costruzione perfetta della società
grazie al fatto che esse sono ispirate dalla divinità medesima. De Laboribus Herculis. Opera di grande impegno
intellettuale, Coluccio lavorò per più di vent'anni su questo vasto saggio di
poesia. Diviso in 4 libri e lasciata incompiuta, intende continuare il progetto
culturale di Boccaccio delle Genealogie, vale a dire una difesa della poesia a
livello universale basata sulle vicende terrene dell'eroe mitologico
Ercole[82], reinterpretate in senso allegorico e indirizzate verso la via della
virtù (Salutati si basò su Ercole anche per la radice etimologica del nome
greco, risalente ad ερος κλερος (heros cleos), cioè uomo forte e
glorioso[81]). Per Coluccio, come aveva già scritto a Giovanni di San
Miniato, infatti, la poesia ha un valore universale in quanto il senso
interpretativo di un testo classico supera la dimensione culturale in cui è
stato scritto: per cui le opere dei pagani, se piene di valori positivi, non
devono essere rigettate, ma accolte in quanto provenienti da Dio stesso.
Altre Carmen de morte Francisci Petrarce Carme in latino commemorativo del
Petrarca e accennato in varie epistole a Roberto Guidi conte di Battifolle, a
Benvenuto da Imola e a Francescuolo da Brossano, del quale è quasi dubbio il
completamento[. De verecundia, Trattatello in forma epistolare indirizzato ad
Antonio Baruffaldi sulla natura positiva o negativa della verecundia (cioè il
rispetto). Grazie agli studi genealogici di Francesco Novati, si è potuti
ricostruire l'ascendenza e la discendenza del cancelliere fiorentino,
appartenente al ramo dei Salutati di Stignano. Qui sotto è riportato un albero
genealogico che espone l'ascendenza e la discendenza di Coluccio Salutati[N
12]: IgnotaColuccio Ignota, figlia di un tal LinoPiero Lino Coluccio donna
ignota; Piera di Simone Riccomi[84]AndreaCorradoGiovanniSorella ignota, sposata
a uno dei Giovannini di Stignanosorella ignota, sposata ad uno dei Dreucci di
Pistoia Piero (morto di peste②
Andrea morto di peste ② Bonifazio ~ 1420 ca Monna Checca de' Baldovinetti Arrigo Margherita d'Andrea de' Medici Antonio ~ Duccia di Guernieri de' Rossi;Nonnino
Filippo (1383 ca-post 1407 Simone Lionardo, chierico Salutato, chiericoLorenzo
(incerto) Note Esplicative A lungo si è
ritenuta corretta la data del 1331, Campana Martelli, ( 238-239 e239, nota 1), Nuzzo, e
altri studiosi hanno dimostrato che la data corretta è Villani, Coluccio
Salutati XXVII racconta l'ascesa politica di Coluccio ad una delle più
prestigiose cariche politiche fiorentine. Nominato segretario grazie
all'influenza del Gonfaloniere Bonaiuto Serragli, Coluccio fu poi eletto
Cancelliere (il 18 di aprile) in sostituzione di Niccolò Monaci, uomo politico
con cui il Serragli fu in disputa. Si veda
Epistolario per le addolorate missive inviate dal Bruni e da Poggio all'amico
in comune Niccolò Niccoli («tali parente» nell'epistola di Bruni; «patris
nostri» in quella di Poggio). In Ivi, l'istriano Pier Paolo Vergerio, in una lettera
a Francesco Zabarella, lo descrive come il primo e straordinario decoro di
Firenze («...urbis illius primum atque precipuum decus, Linum Colucium
Salutatum»). Della stessa opinione
anche: Cappelli76, in cui si ricorda, al momento dei funerali, il commosso
addio dell'allievo Pier Paolo Vergerio, che chiamò Salutati communis omnium
magister («maestro comune di tutti [noi]»); Vasoli40; Contini869;
Gargan141. Luogo significativo per
continuare le riunioni dei nuovi umanisti, in quanto vi viveva quel fra'
Martino da Signa erede universale degli scritti del Boccaccio. Si vedano Contini869;
e Petoletti42: Boccaccio dispose per testamento di lasciare la sua biblioteca
all'agostiniano Martino da Signa con l'indicazione che alla morte del frate i
volumi fossero negli armaria del convento fiorentino di Santo Spirito. Così
avvenne...» La grandezza di
Dante, ma anche di Petrarca e dello stesso Boccaccio, furono messi in
discussione dal più acceso degli umanisti classicisti, Niccolò Niccoli, all'interno
dei Dialogi ad Petrum Histrum di Leonardo Bruni. L'accusa principale consisteva
nella barbaria del loro latino e nel, caso di Dante, nel fraintendimento del
senso di alcuni passi virgiliani. Solamente l'intervento del vecchio Salutati,
nel I libro, riesce a capovolgere la situazione, salvando Dante dalle accuse
feroci del Niccoli: «Come anche risulta da un dialogo del Bruni, che di quella
polemica antidantesca è il documento principe, l'intervento del S[alutati]
riuscì ad assicurare la continuità, proporzionata all'età nuova, della
tradizione dantesca a Firenze.» (Dionisotti) I contatti tra Costantinopoli e Firenze erano
facilitati dalla presenza, nella capitale bizantina, dello stesso Giacomo da
Scarperia, che decise di riaccompagnare Crisolora in patria per apprendere
greco da lui stesso. Si veda: Tateo50.
La visione "laica" dell'umanesimo non si deve confondere con
la proposta "laicista", dal punto di vista etico e antropologico.
Mantenendo sempre un'attenzione ossequiosa verso la Chiesa e una sincera
devozione verso le Verità cristiane, Coluccio intende nel contempo «esaltare e
rivendicare la responsabilità umana al di fuori di qualsiasi determinismo
meccanicista e ponendo in valore la libertà personale del singolo»
(Cappelli85). Abbagnano19 sintetizza in modo più stringente il rapporto tra
libero arbitrio e volontà divina, affermando che il primo sia «conciliabile con
l'infallibile ordine del mondo stabilito da Dio». Si è condensato, in questi due punti,
l'attacco generale del mondo ecclesiastico contro l'umanesimo. Come sottolinea
Cappelli78, la questione sul valore della poesia riguarda la disputa con
Giovanni di San Miniato tenutasi nel 1401 (cfr. Epistolario, 3, Fratri Johanni
de Angelis; quella con Dominici riguarda il valore positivo dell'umanesimo e
risale al 1405 (cfr. Epistolario, Il codice di Catullo facente parte della
biblioteca del Salutati (cod. Paris. 14137) entrò nelle mani del cancelliere fiorentino
igrazie alle pressioni che esercitò sull'erudito veronese Gasparo de Broaspini,
secondo quanto riporta Sabbadini34. Della stessa opinione anche Francesco
Novati che, in Epistolario, 1222 nota 2, giunge alla stessa conclusione del
Sabbadini in quanto vi ha trovato delle postille autografe del Salutati. Così la definisce Cappelli, L'epistola,
datata 1381, è importante perché, dopo l'elogio di Carlo per la fortunata
impresa militare della conquista del Regno di Napoli e il paragone con gli eroi
antichi, Coluccio enumera i doveri di un buon sovrano: cercare l'unità
religiosa della Chiesa, spaccata dallo Scisma (cfr. Epistola, 2, 27-28); gestire con moderazione il potere e
imparare a gestire le proprie emozioni (Epistola, 232: «incipe prius tibi quam
aliis imperare; rege te ipsum, noli regendorum subditorum studium tuimet
derelinquere moderamen.») per evitare di cadere nei vizi e di essere
classificato come un tiranno (Epistola, 233). Esaltandolo alla virtù, alla
temperanza e alla giustizia, Coluccio insomma tratteggia il modello del sovrano
ideale, cavalleresco, formato sull'esempio dei classici -- continua è la
comparazione con gli antichi statisti e sovrani) e timorato di Dio. Le informazioni, ricavate attraverso una
minuziosissima ricerca d'archivio da parte del Novati, sono prese in ordine
sparso da Epistolario, 4.2, Tavole genealogiche dei Salutati, ove vengono
fornite indicazioni biografiche sui nonni, genitori e figli di Coluccio. Per
consultare le informazioni sui fratelli del cancelliere, si consulti sempre
Epistolario, Riferimenti
Dionisotti. Villani, Coluccio SalutatiXXI, Marzi113. Carrara. Contini869.
Carrara: «Fu avviato agli studî giuridici, inameni a lui che era
"pierius" (così foggiò il suo patronimico: figlio di Pietro, e devoto
alle Pieridi, le Muse. Garin, Epistolario, 1, 1, Magistro Petro de
Moglio3. Epistolario, 1, 1, Petro da
Moglio3, nota 1. Marzi114, nota 1.
Tateo43. Epistolario, 1, 4,
Eloquentissimo legum doctori domino Loygio de Gianfigliaziis, 9-12.
In Epistolario, 1, 16, Reverendo patri et domino domino Francisci Bruni
de Florentia summi pontificis secretario, domino suo44, Coluccio si
lamenta della sua mansione di cancelliere nella cittadina umbra, così come farà
nelle Ep. 1, 17 e 18. Marzi14: «Vero è
che nel secolo XV invalse l'uso di chiamare Cancelleria Fiorentina l'ufficio
del quale era capo il Dettatore, che aveva la particolare ingerenza di scrivere
le lettere e di trattare le faccende della politica esterna. Per le
informazioni in generale, si veda Bosisio248.
EEpistolario, 4.2429 e Ibidem, nota 2.
Per l'intera vicenda, si veda Bosisio249. Epistolario «Unum dicam, quod emerserunt et ad tante sunt
reipublice gubernacula sublimati, quos oportuit pro salute
cunctorum.» «Dirò una cosa, cioè che al governo di una così grande
repubblica emersero e vi sono [uomini], i quali bisognò [vi fossero] per la
salvezza di tutti.» Inoltre, sempre in Ivi, nota 2, il Novati annota che
Coluccio fu così favorevole al nuovo governo in quanto fu uno dei pochissimi a
non essere proscritto dalle cariche istituzionali. Bosisio,
Come riporta Bosisio260, Siena si sottomise a Gian Galeazzo in funzione
anti-fiorentina, mentre il signore di Milano (dal 1395 duca per investitura
imperiale) si alleò con Lucca e altre città umbro-marchigiane. Bosisio260.
Bosisio261. Marzi133.
Marzi148. Cappelli 76. Villani,
Coluccio Salutati XXII, nota 5. Cappelli86.
Marzi, Epistolario, Wilkins259. Senili, Cesareo2 La prima epistola riportata
dal Novati in cui Coluccio risponde ad una missiva del Certaldese risale al 20
dicembre 1367 (cfr. Epistolario Facundissimo domino Iohanni Boccacci de
Certaldo...) ma, come fa notare lo stesso Novati, i toni sono troppo famigliari
per essere la prima epistola scambiata tra i due (Ivi48 n° 1). Branca «Inclyte cur vates, humili sermone locutus, /
de te pertransis? te vulgo mille labores / percelebrem faciunt: etas te nulla
silebit.» «Perché, o celebre poeta, che hai cantato nel volgare idioma, /
avanzi nel corso del tempo? [...] Mille fatiche ti rendono celebre presso il
volgo / : nessuna epoca tacerà sul tuo conto.» (Branca) Si veda anche
Epistolario, 1, Egrigio viro Franciscolo de Brossano domini Francisci Petrarce
genero, Ep. ove Coluccio piange sia la scomparsa del Petrarca, ma annuncia
anche quella del Boccaccio: «Fallebar
enim, et dum Franciscum fleo, dum suis laudibus intentus decantantes, novo
commento, veterum pene dimissa sententia, depingo Camenas, ecce nove lacrime
nobis merore novi funeris occurrerunt, incepti cursum operis reprimentes.
Vigesima quidem prima die decembris Boccaccius noster
interiit...» «Infatti ero ingannato, e mentre piango Francesco e mentre,
attento alle sue lodi, adorno le Camene con un nuovo commento, quasi
tralasciata la sentenza degli antichi, ecco che nuove lacrime si aggiunsero a
noi con il dolore di una nuova morte, frenando il corso di un'opera che inizia.
Il nostro Boccaccio spira. Tateo. Cappelli,
ricorda anche che Salutati era solito mettere a disposizione dei suoi
allievi la sua stessa biblioteca personale. Pertanto, i luoghi di incontro
erano due: Santo Spirito e l'abitazione del Cancelliere, come dimostra anche
Tateo42. Tateo42: «Gli animatori di
questi incontri, il Salutati e il Marsili, l'uno nella propria casa, l'altro
nella sua cella di Santo Spirito, ricevevano i giovani più promettenti della
nobilità fiorentina, e li iniziavano al gusto delle lettere antiche. Sabbadini43
riporta che l'erudito greco era già a Firenze. Garin36 sintetizza, prendendo
spunto dal De saeculo et religione e dall'Epistolario, 2, 303-307, l'ideale di vita attiva propria
dell'essere umano inteso come cittadino del mondo: «Terrestre è la vocazione
umana. L'impegno nostro è nella costruzione della città terrena, nella
società». Garin, 38-39: «Il Salutati...insisteva sul valore
della educazione nuova [...] essa insegnava a ritrovare sub corticem il valore
intenzionale dei termini, smarrito nella consuetudo, penetrando l'espressione
nel suo significato intimo come direzione spirituale. Parola e cosa, insiste il
Salutati, non possono disgiungersi.»
Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis, «Noli, venerabilis in Christo
frater, sic austere me ab honestis studiis revocare. Noli putare quod, cum vel
in poetis vel aliis Gentilium libris veritas queritur, in vias Domini non
eatur. Omnis enim veritas a Deo est, imo, quo rectius loquar, aliquid est
Dei.» «Non volere, o venerabile fratello in Cristo, allontanarmi in modo
così austero da studi degni di ammirazione. Non voler ritenere che, quando si
cerca la verità o nei poeti o in altri libri degli scrittori pagani, non si
cammini lungo le vie del Signore. Ogni verità, infatti, proviene da Dio e, per
parlare fino in fondo rettamente, alcuna cosa è propria di Dio.» Epistolario, : «Nullum enim dicendi genus maius habet cum
divinis eloquiis et ipsa divinitate commertium quam eloquium
poetarum.» «Nessun genere letterario, infatti, ha un maggior legame con le
parole divine e con la stessa divinità quanto la parola dei poeti.»
Gargan141. Sabbadini25. Gargan142: «Il manoscritto di Vercelli fu
alla fine portato a Firenze, ove rimane (Laur. 49, 9), unica copia carolingia
esistente delle Epistole di Cicerone.»
Sabbadini34. Gargan142. Sabbadini,
34-35. Tateo49. Gargan ritiene che «la sua filologia non fu
di altissima classe...». Billanovica. Fitta
la corrispondenza tra Salutati e Della Seta, come testimonia la prima lettera inviata
dal cancelliere fiorentino il 25 gennaio del 1376 (Epistolario, 1, Insigni viri
Lombardo...optimo civi patavino, Billanovich11.
Billanovich52. Epistolario, 1,
Franciscolo de Brossano, Bischoff211.
Bischoff, Cappelli Cesareo Cfr. la già citata Epistolario, 3, Fratri Johanni
de Angelis, Epistolario, 2, Epistola Coluci Salutati florentina ad Carolum
regem Neapolitanum, 1, 6, 11-46. Canfora13. Villani, Coluccio SalutatiXXIII, riporta
la veemenza con cui Salutati "fulminava" Gian Galeazzo con le sue
lettere, riportando tra l'altro la testimonianza di Enea Silvio Piccolomini cui
quest'aneddoto è attribuita la paternità.
Canfora, Pastore Stocchi68. Sia la citazione che il contesto in cui fu
scritto il De Tyranno sono esposti in Canfora,
14-16. Così Cappelli82: «In altri
termini, se Cesare, pur giunto al potere in modo "tirannico" o
violento, seppe poi legittimare tale potere attraverso un esercizio virtuoso di
esso (ex parte exercitii) in grado di suscitare l'approvazione popolare, la sua
uccisione non fu legittima, mentre lo sarebbe quella di un tiranno che
esercitasse come tale.» Per la
figura di Loschi, si rimanda alla voce biografica Viti. Canfora,
ipotizza, a14, l'aiuto di Leonardo Bruni nello sviluppare il paragone
Firenze-Atene, in quanto Coluccio Salutati «non [era] molto esperto di quella
lingua e di quella cultura». Cappelli 83. Vasoli40: «Così il Salutati, rivolgendosi al
cancelliere milanese Antonio Loschi, nella Invectiva in Antonium Luschum, dopo
aver contrapposto i guasti del regime tirannico milanese ai vantaggi di quello
libero e repubblicano di Firenze, glorifica la sua città come "fiore
d'Italia" e come esempio di vita serena e armoniosa.» Cappelli
84. Epistolario, 2, V15, di cui si
riporta interamente il breve messaggio d'accompagnamento: «Mitto tibi munusculum istis paucis noctibus
correctionis studio lucubratum. In quo si quid proficies tu vel alii, laus sit
omnium conditori Deo, cui placeat me in tuis sanctis orationibus commendare.
Vale felix et diu. Colucius tuus.» «Ti mando un piccolo pensiero composto
in queste poche notti dopo un'opera di revisione. Attraverso questo [trattato],
se tu o altri ne trarrete giovamento, la lode di tutti voi sia per lodare Dio,
al quale è piaciuto che io mi affidi alle tue sante orazioni. Sta felice a
lungo. Il tuo Coluccio.»
Cappelli, Tateo46: «[Nel De
Nobilitate Coluccio] ribadiva, attraverso un discorso più ampio e articolato,
la distinzione della medicina, designata medievalmente come "arte
meccanica", ossia tecnica, dalla giurisprudenza, considerata scienza della
vita spirituale e quindi superiore all'altra.» Cappelli81,
Garin40: «Le leggi...sono veramente un sigillo divino, con cui dopo il
primo peccato Dio ha offerto alle comunità degli uomini la vita per
riconquistare il bene...Ispirate da Dio agli uomini, inscritte nell'anima
umana, esse hanno un'altra superiorità, rispetto alle leggi naturali: possono
essere conosciute nella loro pienezza integrale, con una certezza che non si
troverà mai nelle scienze della natura.» Cappelli80.
Tateo46. Cfr. Epistolario, 2224, nota 1
per la storia del codice contenente il carme. Si riporta, come testimonianza,
quanto scritto nell'epistola XVIII in cui Coluccio annuncia a Benvenuto da
Imola il suo progetto: «Sed ut ad
Franciscum nostrum redeam, opusculum metricum de ipsius funere iam
incepi...» «Ma per ritornare al nostro Francesco, ho già iniziato [a
stendere] un opuscolo metrico sulla cerimonia funeraria dello
stesso...» Marzi, p.115. Antiche Filippo Villani, Le vite d'uomini
illustri fiorentini, Giammaria Mazzuchelli, Venezia, Giambatista Pasquali, Moderne
Nicola Abbagnano, La filosofia del Rinascimento, in Nicola Abbagnano , Storia
della filosofia, 3, Milano, TEA, Giuseppe
Billanovich, Gli inizi della fortuna di Francesco Petrarca, Roma, Edizioni di
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Novara, Istituto geografico De Agostini, Vittore Branca, Giovanni Boccaccio:
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padovano (Bartolomeo Uliari) a Coluccio Salutati, in Ch. Henderson , Classical
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Laterza, Guido Cappelli, L'Umanesimo italiano da Petrarca a Valla, Roma,
Carocci editore, Alessandro Cesareo, L'Epistolario di Coluccio Salutati ed il
carteggio con Francesco Petrarca come esempio di latino umanistico: una ricerca
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Ledda e Elisabetta Menetti, Dalle Origini al Cinquecento, in Ezio Raimondi , La
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pubblica, in Guglielmo Cavallo , Le biblioteche nel mondo antico e medievale,
Bari, Laterza, Eugenio Garin, L'umanesimo italiano, 3ª ed., Roma-Bari, Laterza,
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Cappelli, Armando Nuzzo, Coluccio
Salutati. Epistole di Stato. Primo contributo all’edizione: Epistole in
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dell'Umanesimo italiano, Milano, FrancoAngeli, , Marco Petoletti, Boccaccio e i classici latini,
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Salutati, Epistolario, Francesco Novati, 4, in 5 tomi, Roma, Forzani e C.
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Francesco Tateo, Il Quattrocento. L'età dell'umanesimo, in Carlo Muscetta , La
letteratura italiana, 3, tomo I, Bari, Laterza, Si sono presi in
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Coluccio Salutati, umanista del Trecento, Biblioteca dei Classici italiani di
Giuseppe Bonghi. Coluccio Salutati. Salutati. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Salutati” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734433516/in/datetaken/
Grice e Sanctis – lo stile
filosofico – filosofia italiana -- Essential philosopher. He considers philosophy as a branch of
the belles lettresand his field of expertise is when stylists stopped using an
artificial Roman, and turned to ‘Italian.’ Grice: “I really do not like de
Sanctis; when an author becomes philosophical, he says that he has been
infested of the philosophical pest!” -- Refs.: Luigi Speranza, "Grice e de
Sanctis," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia. Sanctis. Keywords: storia della
filosofia, il saggio filosofico, il poema filosofico, il tema filosofico.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanctis” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689329145/in/photolist-2mNzeEc-2mLLZRD-2mPrdWj-2mLGRht-2mPu6xB-2mKTjot-2mPsXiB-2mPCgo1-2mKBwcu-2mPpskp-2mKDA5r-2mKw3hq-2mKBjJ6-2mKbfAt-2mGnP2f-nBNy96
Grice e Sanseverino – filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Considerato uno fra i massimi
precursori del neo-tomismo. Si trasferì in giovanissima età a Nola dalla natia
Napoli per frequentare il seminario diocesano dove suo zio era rettore. Dopo
l'ordinazione, continuò lo studio della filosofia con l'intento di confrontare
i vari sistemi filosofici, fra cui godeva particolare credito in Italia,
all'epoca, quello cartesiano. Lo studio comparato dei vari sistemi gli permise
una conoscenza più approfondita della Scolastica, soprattutto delle opere di
Tommaso d'Aquino, e del legame intimo tra la Scolastica e la Patristica. Da
allora, e fino alla fine della sua vita, la sua unica preoccupazione fu la
restaurazione della filosofia scolastica, non solo con scritti, ma anche con lezioni,
conferenze e discussioni. La sua preparazione in materie filosofiche gli
permise di divenire, non ancora trentenne, professore di logica e metafisica
presso il seminario di Napoli. Fu anche canonico della cattedrale della propria
città. Fondò la rivista La Scienza e la Fede che continuò ad uscire, a cura dei
suoi discepoli Nunzio Signoriello e Antonio D'Amelio, a oltre vent'anni di
distanza dalla morte del filosofo. Nel 1851 venne chiamato da Ferdinando II a
insegnare filosofia morale nell'Napoli, e venne incaricato anche di preparare
un manuale "ufficiale" per le scuole del Regno delle Due Sicilie;
Sanseverino scrisse allo scopo il manuale "I principali sistemi della
filosofia del criterio, discussi colla dottrina de' Santi Padri e de' Dottori
del Medio Evo". Con l'unità d'Italia Sanseverino venne progressivamente
emarginato e messo in condizione di abbandonare l'insegnamento universitario.
Continuò tuttavia ad insegnare presso il seminario di Napoli. Morì nella città
partenopea nel corso di un'epidemia di colera. Profondo conoscitore di Aquino e
della filosofia medievale, il Sanseverino diede alle stampe, negli anni
quaranta dell'Ottocento, alcuni interessanti saggi sui filosofi moderni, fra
cui Emanuele Kant e Baruch Spinoza. Nel 1849 iniziò ad occuparsi più
specificamente di San Tommaso e della dottrina tomista con La dottrina di S.
Tommaso sull'origine del potere e sul preteso diritto di resistenza, cui fece
seguito, otto anni più tardi, un Saggio di teologia scolastica in difesa
dell'angeologia di S. Tommaso d'Aquino contro i sofismi di G. Reynaud. Fra il
1850 e il 1853, esce il ponderoso I principali sistemi della filosofia del
criterio, discussi colla dottrina de' Santi Padri e de' Dottori del Medio Evo,
un'ampia e dottissima disquisizione sulla filosofia illuminista del Settecento
e su quella a lui contemporanea (fra cui quella dello stesso Gioberti)
confutata sulla base della logica dei più alti rappresentanti del cristianesimo
medievale. Il suo capolavoro, in cinque
volumi, fu però pubblicato solo fra il 1862 e il 1865. Si tratta del celebre
saggio, redatto in lingua latina, Philosophia christiana cum antiqua et nova
comparata, che ha per oggetto la storia della logica nell'ambito della
filosofia cristiana. Un sesto volume, già progettato, non vide mai la luce a
causa dell'improvviso decesso dell'autore. L'opera fu ripresa in alcune sue
parti dallo stesso Sanseverino ad uso dei suoi studenti nel suo Philosophia
christiana cum antiqua et nova comparata in compendium redacta ad usum
scholarum clericalium. Venne pubblicata a Napoli la versione definitiva degli
Elementa. L'opera, letta e molto citata nella seconda metà dell'Ottocento e
durante tutto il Novecento, si articola in quattro tomi, di cui gli ultimi due,
Antropologia e Teologia naturale, uscirono postumi rispettivamente tre e cinque
anni dopo la morte del filosofo grazie all'iniziativa di un suo allievo, Nunzio
Signoriello. Quest'ultimo si assunse anche l'onere di dirigere, dopo la
scomparsa del proprio fondatore, le pubblicazioni della rivista di Sanseverino
La Scienza e la Fede, che mantenne vivo l'interesse, a Napoli e in Italia,
sulla filosofia cristiana medievale e sul tomismo. Altre opere: “Delle teorie
kantiane difese da O. Colecchi nella sua opera che per titolo: sopra alcune
questioni le più importanti della filosofia” (Napoli); “La Scienza e la fede:
il razionalismo teologico dei più celebri filosofi tedeschi e francesi da Kant
insino ai nostri giorni” (in La Scienza e la Fede); “Spinoza e i moderni
razionalisti” (Napoli, La Scienza e la fede); “La dottrina di s. Tommaso
sull'origine del potere e sul preteso diritto di resistenza, (Napoli,
Giannini); “Saggio di teologia scolastica in difesa dell'angeologia di S.
Tommaso d'Aquino contro i sofismi di G. Reynaud” (Napoli, Manfredi); “Elementa
philosophiae theoreticae ad usum cleri neapolitani” (Napoli, Manfredi); “Philosophia
christiana cum antiqua et nova comparata” (Napoli, Manfredi); “Institutiones
seu Elementa philosophiae christianae cum antiqua et nova comparata” (Napoli, Manfredi);
“Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata in compendium redacta ad
usum scholarum clericalium” (Napoli, Manfredi); “Compendio della filosofia
cristiana comparata con le dottrine de' filosofi antichi e moderni” (Napoli,
Biblioteca cattolica); Ugo Dovere, Gaetano Sanseverino filosofo tomista,
tentativo di ricostruzione, in Doctor communis, Ugo Dovere, Gli orientamenti
del periodico napoletano La scienza e la fede, in Campania sacra, Pasquale
Naddeo, Le origini del neotomismo e la scuola di Gaetano Sanseverino, in Storia
della filosofia, Società editrice italiana, Torino Pasquale Orlando, Il
neotomismo a Napoli e G. Sanseverino, in Asprenas, Pasquale Orlando, Vita e
opere di Gaetano Sanseverino secondo i documenti, in Aquinas, Pasquale Orlando,
L'Accademia tomista a Napoli, storia e filosofia, in Saggi sulla rinascita del
tomismo, Roma, Ed. Pontificia Accademia teologica romana, Carmine Matarazzo,
Per una "rivoluzione del cuore". La visione dell'umano in Giacomo
Leopardi nella lettura critica di Gaetano Sanseverino tra antropologia
cristiana e istanze pastorali, Alessandro Polidoro Editore, Napoli . Tomismo Neotomismo. Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Gaetano Sanseverino, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere di Gaetano Sanseverino, . Gaetano Sanseverino, in
Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
Biografia di Gaetano Sanseverino, su dif.unige. di Gaetano Sanseverino, su dif.unige. Gaetano
Sanseverino. Sanseverino. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Sanseverino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689994340/in/photolist-2mNzeEc-2mLQc9e-2mKEJsY-o5Xazf
Grice e Santilli – dal soggettivo all’inter-soggettivo
– filosofia italiana (Sant’Elia
Fiumerapido). Filosofo. Figlio del medico santeliano
Silvestro, sindaco del paese, atredici anni si trasferì a Napoli con la madre
Giuseppa Mancini, figlia del medico Evangelista Mancini di Picinisco ma
residente a San Germano (oggi Cassino), e i tre fratelli, per completare gli
studi. A Napoli sseguì il corso liceale presso la Scuola di Francesco Murro.
All'Università e discepolo di Galluppi e amico, fra gli altri, Settembrini,
Fiorelli e Sanctis. Si laurea in filosofia, aprendo anche una Scuola di Diritto
Morale e Costituzionale. Fervente giobertiano, e attivo propugnatore, nei
circoli culturali napoletani, di un'Italia federata sotto la guida di Pio IX.
Ebbe frequenti rapporti epistolari con Mamiani, con il cardinale Gizzi e con il
filosofo eclettico Cousin. Quest'ultimo lo introduce nel giro culturale del
socialismo utopistico europeo e soprattutto francese, ma modula il suo
socialismo secondo i propri valori cristiani ed umanitari, rifiutando la logica
della lotta di classe. Ha comunque a scrivere che nel Regno di Napoli
occorreva una savia distribuzione della ricchezza. Presidente della Società
Dantesca di Napoli e prolifico filosofo, giornalista e poeta. Fonda e
direge i giornali "L'Enciclopedico" e il quotidiano giobertiano
"Critica e Verità" fondato durante i moti rivoluzionari in cui
vivacemente sosteneva che occorreva occuparsi della piaga della povertà
meridionale, scrivendo il 20 marzo che: "La nazione vuole pane e lo
dimanda incessantemente, lo chiede nel pianto dell'indigenza, tra le sciagure
della desolazione, lo chiede non a titolo di preghiera, ma diritto necessario,
assoluto ... il popolo non capisce la speculativa astrazione di alcune verità,
non sa i titoli di libertà, di costituzione, di uguaglianza, una riforma che dimentica affatto la fisica
prosperità de' popoli non è che riforma di solo nome. Fra i sui saggi
filosofici: "Le idee soggettive", testo di studio nelle scuole del
Granducato di Toscana; "Sul realizzamento del pensiero";
"Sviluppo filosofico dell'Autorità"; "Cenno psicologico
sull'attività e la passività dello spirito"; "Individuo e
Società"; "Princìpi dell'Umanità razionale"; "Il socialismo
in economia" e "Lavoro, industria e capitale". Le sue poesie le
pubblicava sul giornale "La Gazza". Si batté politicamente per
l'ottenimento della Costituzione da parte di re Ferdinando II di Borbone.
Malvisto e considerato individuo pericoloso dalla polizia borbonica, per i suoi
scritti, la sua attività politica e i suoi discorsi pubblici, il cui numero di
ascoltatori si andava infoltendo sempre di più, Santilli fu ucciso a
baionettate insieme al fratello Vincenzo di 27 anni, all'amico e compaesano
Filippo Picano di 18 anni e alla fantesca Carmela Rossi detta Mega da soldati
svizzeri che fecero irruzione nella sua abitazione di Napoli, in Largo Monteoliveto,
durante i moti insurrezionali di Napoli. Secondo i ricordi Settembrini venne
ucciso a seguito della delazione di una donna, che lo indica come il
predicatore alla soldataglia. Lo ricordano due epigrafi: una sulla facciata
della sua casa natia a Sant'Elia Fiume Rapido e una sulla facciata della
palazzina in cui abita a Napoli, in Largo Monteoliveto, accanto al Palazzo
Gravina. Di lui scriveno Sanctis, Pepe, Settembrini, Vannucci, Massari, Grosso,
Guzzardella, Mandalari che volle raccogliere, in un unico volume, su desiderio
di Sanctis, tutti i saggi di Santilli tramite il libro "Memorie e scritti
di" (Roma). Franco Della PerutaIl Giornalismo Italiano del
Risorgimento, I. Ghiron, Della Peruta, ()
Storia del quindici maggio in Napoli L. Settembrini "Memorie e
scritti raccolti da Mario Mandalari"
Mario Mandalari, Memorie su Angelo Santilli, Roma, 1893. Alberto
Guzzardella, Angelo Santilli, un grande cattolico socialista e martire del
Risorgimento Italiano, Milano, 1973. Isaia Ghiron, Il valore italiano, Volume
1, Tip. nazionale degli editori Ghione e Lovesio, Franco Della Peruta, Il
Giornalismo Italiano del Risorgimento, FrancoAngeli, . Benedetto Di Mambro, in
Sant'Elia Fiumerapido, il Sannio, Casinum e dintorni Roccasecca, . Luigi
Settembrini, Ricordanze della mia vita, Volume 1, Antonio Morano. Angelo
Santilli. Santilli. Keywords: dal soggettivo all’inter-soggetivo. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Santilli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689367738/in/photolist-2mKBwcu
Grice e Santorio – filosofia italiana (Capodistria). Filosofo. Considerato il padre della
fisiologia sperimentale moderna. Santorio fu il primo a comprendere
l'importanza dell'esperimento e dell'adozione dei parametri quantitativi in
medicina, per valutare i quali inventò alcuni dispositivi ancora attualmente in
uso nella pratica medica, tra cui il termometro e il tachimetro. Oltre ai suoi
meriti in medicina, Santorio fu filosofo e studia sperimentalmente la struttura
della materia, di cui descrisse la struttura corpusculare e meccanica, anticipando
le ricerche successive di Galileo e Descartes.
Completati gli studi di medicina a Padova, nel 1582, esercitò la
professione per molti anni in Croazia, Polonia e Ungheria. Torna a Venezia dove
fece amicizia con Sarp, Sagredo e Galilei. Il suo adattamento del pendolo alla
pratica medica precede gli esperimenti condotti da Galileo con i pendoli, ed
era noto ai professori dello studio di Padova sin dal 1600. Fu un pioniere
nell'impiego delle misurazioni fisiche in medicina; il suo dispositivo più
famoso fu una grande bilancia usata per studiare l'equilibrio omeostatico e le
trasformazioni metaboliche Tra i soggetti che si prestarono alla sperimentazione
vi fu anche il collega Galileo Galilei. Noominato professore di 'Medicina
Teorica' (corrispondente all'attuale fisiologia generale) a Padova. In quella
città pubblicò descrizioni di congegni termometrici e di precisione che
divennero di largo uso nella pratica medica. Rinuncia alla cattedra per
dedicarsi alla pratica privata. E un pioniere nell'impiego delle misurazioni
fisiche in medicina; il suo dispositivo più famoso fu una grande bilancia
(stadera medica) usata per studiare le trasformazioni metaboliche in soggetti
sperimentali tra i quali vi fu lo stesso Galileo. Fu pioniere nell'uso del
metodo sperimentale di cui comprese l'importanza e la necessità replicando i
suoi esperimenti per circa trent'anni. Considerato a torto il fondatore della iatromeccanica,
ne fu tuttavia ispiratore con i suoi importanti studi sul metabolismo e sulla
termoregolazione umana. Fu il primo a quantificare la perspiratio insensibilis
e ad introdurre in medicina l'uso del termometro clinico che egli stesso ideò. Santorio inventò anche altri strumenti
(pulsilogio, igrometro, "letto artificioso", "eolopila
medica", "termometro lunare") intesi a tradurre in numero e
determinare con esattezza matematica i parametri vitali umani. Altre opere: Le
sue opere ebbero numerose edizioni, diffusione europea e ampia popolarità. Classico
il “De statica medica” -- uno dei libri più importanti della storia della
fisiologia. Santorio Santorio, Sanctorii Sanctorii, “Methodi vitandorum errorum
omnium qui in arte medica contingunt libri quindecim. Nunc primum accessit
eiusdem authoris De inventione remediorum liberAubert, Santorio Santorio, Ars
de statica medicina, Leida, D.Lopes de Haro, Commentaria in artem medicinalem
Galeni, Nova pulsuum praxis morborum omnium diagnosim prognosim et medendi
aegrotis rationem statuens, sine eorum relatione”; “Commentaria in primam fen
primi libri canonis Auicennae”; “Commentaria in primam sectionem Aphorismorum
Hippocratis”; “Opera omnia, F. Bigotti e D. Taylor, The Pulsilogium of
Santorio: New Light on Technology and Measurement in Early Modern Medicine, in
Societate si politica, Questo testo
proviene in parte dalla relativa voce del progetto Mille anni di scienza in
Italia, opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della Scienza di
Firenze (home page), pubblicata sotto licenza Creative Commons Castiglioni A.,:
Storia della Medicina, II, Mondadori, Milano, 1948. Pazzini A.,: Storia della
Medicina, II, Società Editrice Libraria, Milano, 1Premuda L.,: Storia della
Medicina, Cedam, Padova, Premuda L.,: Storia della Fisiologia, Del Bianco
Editore, Udine, Voce: Santorio Santorio in Enciclopedia Italiana, XXII,
Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1936. Voce Santorio Santorio in
Enciclopedia Biografica Universale Treccani, Istituto della Enciclopedia
Italiana, Roma, Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Santorio Santorio, in Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Santorio Santorio, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere di Santorio Santorio, . Museo Galileo, su catalogo.museogalileo. Un
importante progetto di ricerca internazionale su Santorio Santorio e la nascita
della quantificazione in medicina è attualmente organizzato e promosso dalla
Wellcome Trust presso il Centre for Medical History dell'Exeter. Un video in inglese sulla vita e le opere di
Santorio. Santorio Santorio. Santorio. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Santorio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735247445
santucci
Grice e Sanzo –
natura ed artificio – filosofia italiana (Roma). Flosofo. Conseguita la laurea
in filosofia insegna nei Licei Statali della provincia di Brindisi. Ammesso
alla Scuola di Perfezionamento in Filosofia della Scienza dell'Università
Statale di Milano, lavora alle dirette dipendenze di Geymonat. Consegue,
quindi, tutti i gradi accademici a Salento, dove termina la carriera in qualità
di Professore e Coordinatore del Corso di Dottorato in Sociologia. Ha fondato
l'Associazione Culturale di Volontariato “Nel Segno di Apollo Licio”. Ha subito il fascino delle filosofie in auge
negli anni della sua giovinezza, esistenzialismo e neorazionalismo. Ha rivolto
la propria attenzione ai rapporti tra filosofia, scienza e società del periodo
a cavallo fra Otto e Novecento. Si è occupato di autori quali
BecquerelBoutruox, Corbino, Couturate Curie, Enriques, Fermi, Frola, Geymonat,
Husserl, Peano, Poincaré, Russell, Vailati.
Università del SalentoArchivio dell'Ufficio Personale DocenteFascicolo Matricola
Poincaré, Sui fondamenti della geometria, ed. it. Brescia, Editrice La Scuola, Collana
"Il Pensiero", L’artificio della lingua, -- Grice: “I like that: it’s
my Gricese, a language I invent and which makes me the master; there’s the
arbitrary and there’s the artificial, and Sanzo, reconstructing Peano’s
project, fails to distinguish this” -- Milano, Franco Angeli, Collana di
Epistemologia diretta da Emilio Agazzi,Guido Cimino; Gabriella Sava , Il nucleo
filosofico della scienza, Galatina, Congedo Editore, Collana di Filosofia
diretta da G. Papuli, Jules-Henri Poincaré, Scritti di fisica-matematica, Torino,
UTET, I Classici della Scienza, Collana diretta da Ludovico Geymonat, Poincaré
e i filosofi, Lecce, Edizioni Milella, Orso Mario Corbino, Scienza e società,
Saggi raccolti e commentati, Manduria, Barbieri, Collana di Filosofia
Hermes/hestia diretta da M. Castellana, Jules-Henri Poincaré, Scritti di
fisica-matematica, Ubaldo Sanzo, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Collana
"I Classici del pensiero", pubblicata su licenza della Unione
TipograficoEditrice Torinese di Torino, 2009. Opere di Ubaldo Sanzo, SCIENTIARivista
internazionale di sintesi scientifica, su apollolicio. Poincaré, su
apollolicio. Philosophie et science dans la pensée de Louis Couturatsu
apollolicio. Associazione Culturale di Volontariato “Nel Segno di Apollo
Licio”, su apollolicio. Museo Galileo di FirenzeCatalogo della Biblioteca. Ubaldo
Sanzo. Sanzo. Keywords: natura ed artificio, l’artificio della lingua,
convenzionalismo, filosofia della lingua. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanzo” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735242585/in/dateposted-public/
SarloDe
Grice e Sarno – sentire – filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Sconosciuto durante la sua vita,
interprete originale di Giordano Bruno e Tommaso Campanella, fu riscoperto da
Francesco Flora. Si hanno poche notizie sulla sua vita, riportate da Croce nel
volume Pensiero e Poesia. Collaborò al Giornale critico della filosofia
italiana con saggi su Giordano Bruno, Tommaso Campanella e Giambattista Vico.
Tradusse per la Casa editrice Giuseppe Laterza e figli, l'opera di Georges
Sorel, Considerazioni sulla violenza. Si suicidò con un colpo di rivoltella. Si
interessò a Giordano Bruno e Tommaso Campanella. Avrebbe trascorso la sua vita
in incognito, se non per l'interesse di Croce e Flora. Croce stesso curò
l'edizione di alcuni scritti di Sarno con il titolo Pensiero e poesia, a cui
Flora fece seguire una seconda edizione dal titolo Filosofia poetica, aggiungendovi
testi esclusi da Croce e con un'antologia critica in appendice. La riscoperta di Sarno è dovuta a Perniola: «“Il suo punto di partenzaegli scriveè
l’opposizione tra un sentimento sempre identico a se stesso, essenzialmente
interiore (sensus sui) ed un sentire esteriore, che si tramuta nelle cose di
cui ha esperienza, che si presta e si dona tutt’intero alle cose, affinché esse
vivano in lui”.» (M. Perniola, Enigmi.
Il momento egizio nella società e nell’arte) Una collezione dei testi più
significativi che erano già inclusi nell'edizionde sono stati pubblicati sotto
il titolo Filosofia del sentire. A. Marroni. Atre opere: Pensiero e poesia, B.
Croce (Laterza, Bari); Filosofia poetica, F. Flora (Laterza, Bari); Filosofia
del sentire, A. Marroni, Pescara, Tracce); Considerazioni sulla violenza,
tradotte da Sarno, con introduzione di Benedetto Croce” (Bari, Giuseppe Laterza
e figli, M. Perniola, “Enigmi. Il momento egizio nella società e nell'arte,
Costa & Nolan, Genova, A. Marroni, Sarno filosofo del “farsi altro” in A.
Sarno, Filosofia del sentire, A. Marroni, Tracce, Pescara D'Angelo, L'estetica
italiana del Novecento, Laterza, Bari, A. Marroni, Antonio Sarno e la passione
per il presente in Filosofie dell'intensità. Quattro maestri occulti del
pensiero italiano contemporaneo, Mimesis, Milano, A. Marroni, "Antonio
Sarno e i carmina in foliis volitantia" in Agalma, Filosofia del sentire,
su lett.unitn. Giornale Critico di Filosofia Italiana, su lelettere. Antonio
Sarno. Sarno. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sarno” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734571263/in/datetaken/
Grice e Sarpi – filosofia italiana (Venezia). Filosofo. Very important Italian philosopher. Definito
da Girolamo Fabrici d'Acquapendente come «Oracolo del secolo». Autore della
celebre Istoria del Concilio tridentino, subito messa all'Indice, fu fermo
oppositore del centralismo monarchico della Chiesa cattolica, difendendo le
prerogative della Repubblica veneziana, colpita dall'interdetto emanato da
Paolo V. Rifiutò di presentarsi di fronte all'Inquisizione romana che intendeva
processarlo e subì un grave attentato che si sospettò essere stato organizzato
dalla Curia romana, "agnosco stilum Curiae romanae", che negò
tuttavia ogni responsabilità. L'infanzia «era una ritiratezza in sé
medesimo, un sembiante sempre penseroso, e più tosto malinconico che serio, un
silenzio quasi continuato anco co' coetanei, una quiete totale, senza alcun di
quei giuochi, a' quali pare che la natura stessa ineschi i fanciulli, acciò che
col moto corroborino la complessione: cosa notabile che mai fosse veduto in
alcuno. Poi, così servò in tutta la sua vita, et all'occasioni diceva non poter
capir il gusto e trattenimento di chi giuoca, se non fosse affetto d'avarizia.
Un'alienazione da ogni gusto, nissuna avidità de' cibi, de' quali si nutriva
così poco, che restava meraviglia come stasse vivo» (F. Micanzio, Vita di
padre Paolo). Istoria del Concilio tridentino, Nell'anno in cui proseguivano le
sedute del Concilio di Trento, Carlo V era in guerra con i prìncipi protestanti
tedeschi e il Parlamento inglese adottava un Libro di preghiere d'ispirazione
luterana, Pietro, questo il nome secolare del Sarpi, nacque a Venezia da
Francesco di Pietro Sarpi, di famiglia di lontane origini friulane
(precisamente di San Vito al Tagliamento) e mercante a Venezia eppure, scrive
il biografo Micanzio, per la sua indole violenta «più dedito all'armi ch'alla
mercatura»; la madre, veneziana, «d'aspetto umile e mite», si chiamava Isabella
Morelli. Rimasta vedova, fu accolta con Pietro e l'altra figlia Elisabetta
nella casa del fratello Ambrosio Morelli, prete della collegiata di
Sant'Ermagora. Con lo zio, «uomo d'antica severità di costumi, molto
erudito nelle lettere d'umanità [addottrinando nella grammatica e retorica
molti fanciulli della nobiltà», fece i primi studi, imparando presto e con
facilità. A dodici anni, nel 1564, anno dell'istituzione, dopo la chiusura del
Concilio, dell'Indice dei libri proibititra i tanti, vi finirono il Talmud e il
Corano, il De Monarchia di Dante e le opere di Rabelais, Folengo, Telesio,
Machiavelli ed Erasmopassò alla scuola del padre Giovanni Maria Capella,
teologo cremonese dell'Ordine dei Servi di Maria, seguace delle dottrine di
Giovanni Duns Scoto, il quale gli insegnò logica, filosofia e teologia, finché
il ragazzo fece così rapidi progressi che «il maestro istesso confessava non
aver più che insegnargli». Con altri maestri veneziani apprese la matematica,
la lingua greca e l'ebraica. «Con la familiarità e co' studii entrò
Pietro anco in desiderio di ricevere l'abito de' servi, o perché gli paresse
vita conforme alla sua inclinazione ritirata e contemplativa, o perché vi fosse
allettato dal suo maestro», malgrado l'opposizione della madre e dello zio Ambrogio
che lo voleva prete nella sua chiesa, il 24 novembre 1566 entrò nel monastero
veneziano dei servi di Maria. A Mantova Qui continuò ancora a studiare
con il Capella, rimanendo alieno dalle distrazioni proprie della sua età finché
nel 1567, in occasione della riunione a Mantova del capitolo generale
dell'Ordine servita, fu mandato in quella città «ad onorar il congresso e far
vedere che gl'ordini non sono oziosi, ma spendono il tempo in sante e lodevoli
operazioni», difendendo «318 delle più difficili proposizioni della sacra
teologia e della filosofia naturale. Il qual carico con che felicità lo
sostenesse e con che giubilo e stupore di quella venerabile corona, si può dall'evento
argomentare. Convento e chiesa di San Barnaba a Mantova Essersi così distinto a
soli quindici anni gli valse la nomina a teologo da parte del duca di Mantova
Guglielmo Gonzaga«prencipe di grandissimo ingegno, così profondamente erudito
nello scienze, che difficilmente si discerneva qual fosse maggiore, o la
prudenza di governare, o l'erudizione di tutte le scienze et arti, sino nella
musica»mentre il vescovo Gregorio Boldrino gli affidò la cattedra di «teologia
positiva di casi di coscienza e delli sacri canoni». Stabilito nel convento di
San Barnaba, perfezionò la conoscenza della lingua ebraica e iniziò, col
puntiglio consueto, ad applicarsi agli studi storici. Fu certo a motivo
di quest'interesse che a Mantova frequenta M. Olivo, già segretario di E. Gonzaga,
cardinale e legato pontificio nelle ultime sessioni del concilio di Trento, la
cui caduta in disgrazia presso Pio IV coinvolse anche l'Olivo che fu dagli
«inquisitori molto travagliato, col tenerlo longamente in carcere dopo la morte
del cardinale suo signore», ma che ora, dopo la morte del pontefice, «viveva
privatamente in Mantova. Il gusto principale che riceveva fra Paolo in
conversare con lui era perché lo trovava d'una moderazione singolare, erudito,
e che, per esser stato col cardinale a Trento, aveva avuto gran maneggio in
quelle azioni e sapeva tutte le particolarità de' negozii più secreti, et aveva
anco molte memorie, nell'intendere le quali fra Paolo riceveva molto
piacere». Erano gli anni in cui in Italia continuava con vigore la
repressione inquisitoriale di Pio V: Pietro Carnesecchi venne decapitato, gli
ebrei furono espulsi dallo Stato pontificiotranne che da Roma e da Ancona, nei
ghetti delle quali vennero costretti a risiederee fu impiccato l'umanista Aonio Paleario; il
papa scomunicò Elisabetta d'Inghilterra nel 1570, organizzò la Lega contro i
turchi, ottenendo la vittoria navale di Lepanto e a Parigi, a migliaia di
ugonotti furono massacrati: in quest'anno Sarpi fece la sua professione,
entrando ufficialmente nell'Ordine servita. Anche di lui l'Inquisizione si occupò
per la prima volta a seguito della denuncia di un confratello, un tale Claudio,
che lo accusò di sostenere che dal primo capitolo del Genesi non si può
ricavare l'articolo di fede della Trinità: ma, poiché effettivamente di Trinità
divina non vi è traccia nel Vecchio Testamento, l'Inquisizione gli diede
ragione, archiviando il caso. Dopo aver ricevuto nel convento mantovano il
titolo di baccelliere, nel 1574 fu invitato a Milano da Carlo Borromeo il
quale, dopo aver ottenuto dalle autorità spagnole, contro la volontà del
Senato, il riconoscimento del tribunale e della polizia diocesana, aveva
avviato un processo di riforma del clero. L'anno successivo ottenne di essere
trasferito nel convento dell'Ordine servita di Venezia, dove fu incaricato
dell'insegnamento della filosofia e continuò i suoi studi scientifici. Nella
grande epidemia di peste, che imperversò a Venezia, facendo 50.000 vittimetra le quali Tiziano fra'
Paolo rimase immune dal contagio, ma perdette la madre. Dopo essersi
addottorato in teologia nell'Padova, venne nominato reggente del convento di
Venezia e, l'anno dopo, priore della provincia veneta. Quello stesso anno,
durante il Capitolo generale tenutosi a Parma, nel quale venne rieletto priore
generale Giacomo Tavanti, tenne una dissertazione di fronte ai cardinali protettori
dell'Ordine, Alessandro Farnese e Giulio Antonio Santori. Sarpi fu uno dei tre
saggi, insieme con C. Franco e A. Giani, incaricati di preparare una riforma
della regola: «il carico suo speziale fu d'accommodare quella parte che toccava
i sacri canoni, le riforme del concilio di Trento, allora nuove, e la forma de'
giudizii quella parte tutta ove si tratta de' giudizii accommodatamente allo
stato claustrale. Lasciò in questo carico in Roma fama di gran sapere e di
molta prudenza, non solo nelle corti de' due cardinali suddetti, co' quali, per
ordine contenuto in un breve apostolico di Gregorio XIII, conveniva conferire
tutte le leggi che si facevano, ma anco fu necessario molte volte trattar col
pontefice medesimo. Sbrigato da quale peso ritornò al suo governo. Si tenne a
Bologna il nuovo Capitolo dell'Ordine servita e Sarpi viene eletto procuratore
generale, «la suprema dignità di quell'ordine dopo il generale il carico porta
seco di difender in Roma tutte le liti e controversie che vengono promosse in
tutta la religione» Dovette pertanto trasferirsi a Roma dove conobbe e «prese
strettissima familiarità col padre Bellarmino poi cardinale, e durò l'amicizia
sin al fine della vita», grazie al quale forse poté prendere visione di diversa
documentazione relativa alle istruzioni date ai legati pontifici durante il
Concilio di Trento. Conobbe anche il dottor Navarro, teologo spagnolo difensore
dell'arcivescovo di Toledo, Bartolomé Carranza, accusato di eresia, il gesuita
Nicolás Alfonso de Bobadilla e il cardinale Castagna, che fu poi papa Urbano
VII. Ebbe occasione di passare a Napoli per presiedere Capitoli e «conversare
con quel famoso ingegno Giovanni Battista della Porta, il quale, anco nelle sue
opere mandate in luce, fa onorata menzione del padre Paolo come di non
ordinario personaggio». Scaduto il periodo di carica a procuratore
generale dell'Ordine servita, Sarpi ritornò a Venezia, frequentandovi i circoli
intellettuali che si riunivano nella bottega di Bernardo Sechini e nella casa
del nobile veneziano Andrea Morosini, dove conobbe anche Giordano Bruno, mentre
a Padova frequentava la casa di Gian Vincenzo Pinelli, «il ricetto delle muse e
l'academia di tutte le virtù in quei tempi», dove poté incontrare Galileo e
forse ancora il Bruno, il quale s'intrattenne a Padova più di tre mesi, poco
prima di essere arrestato a Venezia nel maggio del 1592. Seconda denuncia
all'Inquisizione Ottavio Leoni (?): papa Paolo V. Si dovette scegliere il
nuovo generale dell'Ordine servita, e fra i due principali candidati, Lelio
Baglioni e Gabriele Dardano, Sarpi si espresse a favore del primo. Il rancore
spinse il Dardano a denunciare Paolo Sarpi al Sant'Uffizio, accusandolo di
negare efficacia allo Spirito Santo, di avere rapporti sospetti con ebrei
veneziani e allegando una lettera che fra' Paolo gli scrisse anni prima da
Roma, nella quale erano contenute «alcune parole in discredito della corte,
come che in quella si venisse alle dignità con male arti, e di tenerne esso
poco conto, anzi abominarla». Sarpi, senza nemmeno essere chiamato a Roma
per discolparsi, fu subito prosciolto da ogni accusa ma il cardinale di Santa
Severina, Giulio Antonio Santori, protettore dell'Ordine e capo del
Sant'Uffizio, «mostrò però implacabile indignazione al padre» utilizzando tutta
la sua autorità per escludere gli amici del frate «dalli gradi et onori con
maniere così strane e fini così bassi, ch'io non ardisco poner i casi che mi
sono stati dati in nota, perché troppo gran scandalo arrecherebbono al
mondo». Sarpi continuò i suoi studi mentre non cessavano le rivalità
nell'Ordine servita, del quale venne eletto priore, Montorsoli, che morì tre anni dopo,
succedendogli così, Dardano, accanito avversario del Sarpi. Questi, deciso a
uscire dall'Ordine per sottrarsi all'inimicizia dalla quale si sentiva
circondato, cercò invano di ottenere un vescovato, prima a Caorle e poi a Nona,
in Dalmazia, che però gli vennero rifiutati a causa delle negative informazioni
che di lui il Dardano e Ludovico Gagliardi, preposito della casa veneziana dei
gesuiti, diedero al papa: essi avrebbero «sentito mormorare alle volte che egli
con alcuni facci una scoletta piena d'errori». Non solo: nel Capitolo, il
Dardano accusò padre Paolo di portare «una berretta in capo contra una forma
che sino sotto Gregorio XIV disse esser proscritta; che portasse le pianelle
incavate alla francese, allegando falsamente esserci decreto contrario, con
privazioni divote; che nel fine della messa non recitasse lo Salve Regina». Ma
Sarpi fu assolto anche da queste accuse. L'interdetto del papa contro
Venezia Rivendicazioni sulla non validità dell'Interdetto, Venezia, La
Repubblica veneziana, stretta a nord dall'Impero, in Italia dalla prevalenza
spagnola e papale, in Oriente dalla potenza turca, era ormai avviata a quel lungo
declino politico ed economico che avrà la sua sanzione alla fine del
Settecento. Alla prudente politica dei vecchi patrizi, rasseglla compromissione
con l'Impero e il papato, si sostituì quella degli innovatori, i cosiddetti
«Giovani», decisi a sottrarre la Serenissima all'invadenza ecclesiastica
nell'interno e a rilanciarne le fortune commerciali nell'Adriatico, compromesse
dal controllo dei porti esercitato dallo Stato pontificio e dalle azioni degli
Uscocchi, i pirati cristiani croati appoggiati dall'Impero. Iil Senato
veneziano proibì la fondazione di ospedali gestiti da ecclesiastici, di
monasteri, chiese e altri luoghi di culto senza autorizzazione preventiva della
Signoria; il 26 marzo 1605 un'altra legge proibiva l'alienazione di beni
immobili dai laici agli ecclesiastici, già proprietari, pur essendo solo un
centesimo della popolazione, di quasi la metà dei beni fondiari della
Repubblica, e limitava le competenze del foro ecclesiastico, prevedendo il
deferimento ai tribunali civili degli ecclesiastici responsabili di reati di
particolare gravità. Avvenne che il canonico vicentino Scipione Saraceno,
colpevole di molestie a una nobile parente, e l'aristocratico abate di Nervesa,
Brandolini, reo di omicidi e di stupri, fossero incarcerati. Paolo V emanò due
brevi richiedenti l'abrogazione delle due leggi e la consegna al nunzio
pontificio dei due ecclesiastici, affinché secondo il diritto canonico fossero
giudicati da un tribunale ecclesiastico. Il nuovo doge Leonardo Donà fece
esaminare i due brevi da giuristi e teologi, fra i quali il Sarpi, affinché
trovassero modo di controbattere alle richieste della Santa Sede. Il 28 gennaio
venne nominato teologo canonista proprio il Sarpi e lo stesso giorno il suo
scritto: Consiglio in difesa di due ordinazioni della Serenissima Repubblica,
venne inviato al Papa. Il Sarpi difese le ragioni della Repubblica con numerosi
scritti: sono di questi mesi la Scrittura sopra la forza e validità delle
scomuniche, il Consiglio sul giudicar le colpe di persone ecclesiastiche, la
Scrittura intorno all'appellazione al concilio, la Scrittura sull'alienazione
dei beni laici agli ecclesiastici e altri ancora, poi raccolti nella sua
successiva Istoria dell'interdetto. In quell'opera è contenuta anche la
traduzione in italiano, fatta dal Sarpi stesso, del trattato di Jean Gerson
sulla validità della scomunica, che fu attaccato dal cardinale Bellarmino, al
quale fra' Paolo rispose allora con l'Apologia per le opposizioni del cardinale
Bellarmino. Mentre il frate servita Fulgenzio Micanziosuo futuro
biografoiniziava a collaborare con Paolo Sarpi, dopo che il 17 aprile Paolo V
aveva scomunicato il Consiglio veneziano e fulminato con l'interdetto lo Stato
veneto, Venezia pubblicò il Protesto del monitorio del pontefice, scritto
ancora da Sarpi, nel quale il breve papale Superioribus mensibus è definito
«nullo e di nessun valore», mentre impedì la pubblicazione della bolla
pontificia. Rubens; il cardinale Joyeuse incorona Maria de' Medici.
Obbedendo alle disposizioni del papa, i gesuiti rifiutarono di celebrare le
messe a Venezia e la Repubblica reagì espellendoli insieme con cappuccini e
teatini: «partirono la sera alle doi di notte, ciascuno con un Cristo al collo,
per mostrare che Cristo partiva con loro. Concorse moltitudine di populo e
quando il preposto, che ultimo entrò in barca, dimandò la benedizione al
vicario patriarcale [si levò una voce in tutto il populo, che in lingua
veneziana gridò loro dicendo "Andé in malora!" [A Roma si sperava che
l'interdetto provocasse una sollevazione contro i governanti veneziani ma «li
gesuiti scacciati, li cappuccini e teatini licenziati, nissun altro ordine
partì, li divini uffizi erano celebrati secondo il consueto il senato era
unitissimo nelle deliberazioni e le città e populi si conservarono quietissimi
nell'obbedienza» Venezia era alleata, in funzione anti-spagnola, con la
Francia, ed era in buoni rapporti con l'Inghilterra e con la Turchia.
Fingendosi veneziani, il 10 agosto soldati spagnoli, per provocare la rottura
delle relazioni turco-veneziane, sbarcarono a Durazzo, saccheggiandola, ma la
provocazione fu facilmente scoperta e i turchi offrirono a Venezia l'appoggio
della loro flotta contro il papa e la Spagna. L'Inquisizione intimò a Sarpi di
presentarsi a Roma per giustificare le molte cose «temerarie, calunniose,
scandalose, sediziose, scismatiche, erronee ed eretiche» contenute nei suoi
scritti ma il frate naturalmente si rifiutò. Invano il papache aveva
scomunicato Sarpi e Micanziosi dichiarava favorevole a portare guerra a
Venezia: la sua unica alleata, la Spagna, minacciata da Francia, Inghilterra e
Turchia, non poteva sostenerla in quest'impresa e si giunse così alle
trattative diplomatiche, favorite dalla mediazione del cardinale francese François
de Joyeuse. Venezia rilasciò i due ecclesiastici incarcerati e ritirò il suo
Protesto al papa in cambio della revoca dell'interdetto, mentre le leggi
promulgate dal Senato veneziano restarono in vigore e i gesuiti non poterono
rientrare nella Repubblica. Gli attentati In quel tempo Sarpi ricevette
la visita dell'ex-luterano ed erudito tedesco Kaspar Schoppe, molto intimo dei
segreti affari della Curia romana, il quale gli confidò che «il papa, come gran
prencipe, ha longhe le mani, e che per tenersi da lui gravemente offeso non
poteva succedergli se non male, e che se sino a quell'ora avesse voluto farlo
ammazzare, non gli mancavano mezzi. Ma che il pensiero del papa era averlo vivo
nelle mani e farlo levare sin a Venezia e condurlo a Roma, offerendosi egli,
quando volesse, di trattare la sua riconciliazione, e con qual onore avesse
saputo desiderare; asserendo d'aver in carico anco molte trattazioni co'
prencipi alemanni protestanti e la loro conversione». Monumento a Sarpi a
Venezia, in Campo Santa Fosca, presso il luogo dell'attentato Lo Schoppe,
ambiguo provocatore, intendeva convincere il frate a mettersi nelle mani
dell'Inquisizione come miglior partito che il Sarpi potesse prendere, tanto
«parvero strane le due proposte di far ammazzare o prender vivo il padre», ma i
disegni omicidi erano reali: «circa le 23 ore, ritornando il padre al suo
convento di San Marco a Santa Fosca, nel calare la parte del ponte verso le
fondamenta, fu assaltato da cinque assassini, parte facendo scorta e parte
l'essecuzione, e restò l'innocente padre ferito di tre stilettate, due nel
collo et una nella faccia, ch'entrava all'orecchia destra et usciva per apunto
a quella vallicella ch'è tra il naso e la destra guancia, non avendo potuto
l'assassino cavar fuori lo stillo per aver passato l'osso, il quale restò piantato
e molto storto». I sicari, fuggendo, trovarono rifugio nella casa del
nunzio pontificio e la sera s'imbarcarono per Ravenna, da dove proseguirono per
Ancona e di qui raggiunsero Roma. Si conoscono i loro nomi: l'esecutore
materiale dell'attentato fu Rodolfo Poma, già mercante veneziano, poi
trasferitosi a Napoli e di qui a Roma, dove divenne intimo del cardinale
segretario di Stato Scipione Caffarelli-Borghese e dello stesso Paolo V. Fu
coadiuvato da tre uomini d'arme, tali Alessandro Parrasio, Giovanni da Firenze
e Pasquale da Bitonto, mentre «la spia, o guida, fu un prete, Michiel Viti
bergamasco, solito offiziare in Santa Trinità di Venezia, che non lasciò
dubitare quanti mesi precedessero questo bel effetto prima che fosse mandato
alla luce; poi che questo prete la quadragesima antecedente, sotto specie
d'aver gusto delle predicazioni del padre maestro Fulgenzio, andava ogni
mattina in convento de' servi alla porta del pulpito, che risponde alla parte
di dentro, e cortesemente trattava con lui, ricercandolo anco di qualche dubbio
di coscienza. E continuò di poi sempre a salutarlo et anco andar in convento a
visitarlo, parlandogli sempre di cose spettanti all'anima». Il pugnale non
aveva tuttavia leso organi vitali e il Sarpi riuscì a sopravvivere; il noto
chirurgo Girolamo Fabrici d'Acquapendente, che l'operò, disse di non aver mai
medicato una ferita più strana, rispondendo allora Sarpi con la famosa
espressione: «eppure il mondo vuole che sia data stilo Romanae Curiae». Le
conseguenze furono la rottura della mascella e vistose cicatrici nel volto. Il
27 ottobre 1607 il Senato, dichiarando il Sarpi «persona di prestante dottrina,
di gran valore e virtù», gli concede una casa in piazza San Marco ove possa
risiedere con il Micanzio e altri frati, e una sovvenzione affinché possa
acquistare una barca e provvedere alla sua sicurezza personale. Sarpi rifiutò
la casa ma si servì da allora di una barca che gli evitasse i pericolosi
tragitti a piedi per le calli veneziane. Poco più di un anno dopo, fu
sventato un secondo attentato, ordito, sembra su mandato del cardinale
Lanfranco Margotti, da due frati serviti, Giovanni Francesco da Perugia e
Antonio da Viterbo, i quali, fatta una copia della chiave della camera di
Sarpi, «volevano secretamente introdurre nel monasterio due o più sicarii e la
notte trucidare l'innocente padre». La corrispondenza europea e la morte Sarpi
inizia a corrispondere con personalità soprattutto di fede calvinista o
gallicana: fra questi ultimi, Jacques Leschassier e Jacques Gillot, che
pubblicò gli Actes du concile de Trente,
dimostrando le pressioni papali sui vescovi riuniti a concilio, e fra gli altri
l'italiano Francesco Castrino, i francesi Jean Hotman de Villiers, Isaac
Casaubon, Jacques-Auguste de Thou, Philippe Duplessis-Mornay, i tedeschi
Achatius e Christoph von Dohna. Attraverso il dialogo diretto con gli
intellettuali europei, Sarpi acquisì «quella straordinaria ampiezza di
orizzonti e di interessi, quella solida conoscenza dei problemi dello stato
moderno», che gli permise di «arricchire la sua cultura storica, giuridica e
scientifica» e lo condusse «a incidere sulla sua posizione religiosa, ad
approfondirne la crisi, risolvendola poi con l'accoglimento di nuove
prospettive e di nuove idealità; spalancandogli un mondo nuovo, che gli faceva
sentire più soffocante, più viziata, la vita italiana». Incontrò a Venezia Bedell,
che riferì di lui e del Micanzio come essi fossero «completamente dalla nostra
parte nella sostanza della religione» e, Cristoph von Dohna, inviato dal principe
tedesco Cristiano I di Anhalt-Bernburg, e il pastore ginevrino Giovanni
Diodati, per valutare la possibilità di introdurre a Venezia la Riforma. La
traduzione in lingua italiana, fatta da quest'ultimo, del Nuovo Testamento,
viene diffusa a Venezia proprio in questo periodo. Altre polemiche
suscitano, le prediche quaresimali di Fulgenzio Micanzio che vengono
interpretate a Roma come un attacco alla fede cattolica. Sarpi è anche
preoccupato per la tregua stipulata tra la Spagna e i Paesi Bassi, perché vede
in essa un indebolimento di questi ultimi «che, o prima o dopo, resteranno
sopraffatti dalle arti spagnole», mentre gli spagnoli ne potrebbero trarre
beneficio anche in vista del loro dominio in Italia. Sarpi sperava in
un'alleanza generale di Francia, Inghilterra, principi protestanti, Paesi
Bassi, Savoia e Venezia che portasse alla guerra contro l'Impero cattolico
ispano-tedesco e cancellasse il dominio papale e spagnolo in Italia: «Se sarà
guerra in Italia, va bene per la religione; e questo Roma teme; l'Inquisizione
cesserà e l'Evangelio avrà corso. E andrà bene anche per le libertà civili di
Venezia: qui, anche se «il giogo ecclesiastico è assai più mite che nel
rimanente d'Italia, in quella parte nondimeno che tocca la stampa è l'istesso
appunto che negli altri luoghi. Nessuna cosa si può stampare se non veduta e approvata
dall'Inquisizione. Dove si ragiona di alcun papa, non permettono che si dica
alcuna di disonore, se bene vera e notoria. Non permettono che alcuno separato
dalla Chiesa romana sia lodato di qualsivoglia virtù, né nominato se non con
vituperio. Si ammalò gravemente, e morì il 15 gennaio. Secondo la versione
ufficiale, sebbene sfinito, volle alzarsi per il mattutino, come al solito, e
celebrare la Messa. La mattina del 12 gennaio, fatto chiamare il priore del
convento, lo pregò che lo raccomandasse alle preghiere dei confratelli e che
gli portasse il Viatico. Gli consegnò tutte le cose concesse a suo uso. Si fece
vestire, si confessò e passò il resto del mattino facendosi leggere da fra
Fulgenzio e da Fra Marco i Salmi e la Passione di Cristo narrata dagli
Evangelisti. Gli fu quindi amministrato dal priore, alla presenza della Comunità,
il Viatico. Fu visitato dal medico che gli disse che aveva poche ore di vita.
Egli, sorridendo, rispose: Sia benedetto Dio! A me piace ciò che a Lui piace.
Col suo aiuto faremo bene anche quest'ultima azione (quella di morire). Fu
udito ripetere più volte, con soddisfazione: Orsù, andiamo dove Dio ci chiama!.
Secondo alcuni le sue ultime parole sarebbero state: Esto perpetua, riferendosi
a Venezia (v. Bianchi-Giovini, Esistono tuttavia altre versioni della sua morte
che lo fanno apparire più vicino al culto protestante. Sarpi nella
storia della letteratura e della scienza Figura assai complessa di pensatore,
Sarpi occupa indubbiamente un posto di primo piano nella storia della
letteratura e della scienza. Fu uno dei più grandi scrittori del suo
secolo. «La sua prosa (è) una delle più maschie ed efficaci di tutta la
letteratura nostra, che non conosce lenocini né fronzoli, che scolpisce le
figure con raro risalto, che ha un magnifico potere rievocatore allorché
descrive dispute e contrasti, ch'è impareggiabile nel sarcasmo, tutto contenuto
in un'unica espressione, tre o quattro parole» (Arturo Carlo Jemolo.)
Giovanni Papini, parlando della Istoria del Concilio di Trento, l'ha
definita: «un modello di lucidità narrativa... e di prosa semplice,
esatta e rapida (Scritti filosofici inediti3)» Nel campo delle scienze
poi ha lasciato orme indelebili in vari campi: nella filosofia, nella
matematica, nell'ottica, nell'astronomia, nella medicina ecc. Galilei e suo
grande amico, e non disdegnò di appellarlo: Mio Maestro. Dinanzi al primo
avvertimento a Galilei, Sarpi (che non visse abbastanza a lungo per assistere
alla condanna dscrisse. Verrà il giorno, e ne sono quasi certo, che gli uomini,
da studi resi migliori, deploreranno la disgrazia di Galileo e l'ingiustizia
resa a sì grande uomo.» Sarpi scoperse, per primo, la dilatabilità della
pupilla sotto l'azione della luce e le valvole delle vene (Enciclopedia
Treccani). I suoi biografi parlano anche di scoperte nel campo dell'anatomia,
dell'ottica, ecc. L'invenzione del telescopiodice Bianchi-Gioviniil Galilei la
dovette per certo ai lumi somministratigli dal Sarpi, se pure questi non ne fu
il primo inventore, come pensano alcuni (v.74). Sopra la sua sapienza
matematica si citava l'autorevole giudizio di Galileo Galilei (Papini).
Robertson non ha stentato ad appellare Sarpi il più grande dei veneziani. Daniel
Georg Morhof ha appellato Sarpi la Fenice del suo tempo. Galileo Galilei
non esitò a dire: Paolo de' Servi del quale posso senza iperbole alcuna
affermare che niuno l'avanza in Europa in cognizione di queste scienze
(matematiche) (contro alle calunnie ed imposture di B. Capra, in ediz. naz.,
Firenze, II.. La teoria di Galileo delle maree, successivamente dimostratasi
erronea, riprende idee di Sarpi, esposte nei Pensieri naturali, metafisici e
matematici (in particolare nei pensieri). Giovanni Battista Della Porta,
dopo aver dichiarato di avere appreso alcune cose da Fra Paolo, lo proclamò
splendore ed ornamento non solo della città di Venezia e dell'Italia, ma di
tutto il mondo. (Magia naturalis). Il
cardinale Domenico Passionei definì il Sarpi dottissimo oltre ogni espressione
(cfr. Opuscoli Un busto regalato alla città di Udine dai Mazziniani italiani
emigrati in Argentina. In uno studio il cui intento era quello di misurare il
Q.I. di 300 personaggi famosi. Sarpi si posizionò al quinto posto, al pari del
più noto matematico Pascal (cit. "The Early Mental Traits of Three Hundred
Geniuses" di Catharine M. Cox, in "Genetic Studies of Genius" di
Lewis M. Terman. Copyright 1926, Stanford University Press). Sarpi e la
Chiesa Il Sarpi alla grande intelligenza unì anchecome riconosciutagli da
tuttiun'esemplare integrità di vita. Arturo Carlo Jemolo, dopo essersi rivolto
varie domande intorno alla sua ortodossia, ha dato questa risposta: «Gli
elementi ci mancano per una risposta perentoria: noi non possiamo dissipare
l'alone di mistero che circonda Fra Paolo.Questo non c'impedisce di ammirare
l'uomo e l'opera.” (Arturo Carlo Jemolo. Fondamentalmente lo scontro di Paolo
Sarpi con la Curia romana fu legato ad un progetto politico volto a contenere
il potere della Chiesa in ambito esclusivamente spirituale e a promuovere
un'alleanza tra Venezia e la Francia in un'ottica antimperiale e fortemente
antispagnola. Per questo intrattenne contatti con i riformati (Lettere ai
protestanti). Inoltre la sua visione della Chiesa era un vago ritorno verso la
chiesa primitiva: egli quindi era indotto a condannare il potere temporale, il
processo di mondanizzazione del clero, la superiorità del papa sul Concilio.
Stringe amicizia con Dominis, arcivescovo di Spalato, che tende all'apostasia.
Quest'ultimo pubblica la sua Istoria del Concilio Tridentino, che costituisce
il suo capolavoro storico ed offre la prima imponente ricostruzione del
Concilio di Trento. L’opera fu condannata dalla Congregazione dell'Indice e
quindi posta all'Indice dei libri proibiti. Furono intercettate dal nunzio
pontificio a Parigi mons. Roberto Ubaldini «compromettenti carteggi di Sarpi
con l'ambasciatore veneziano Antonio Foscarini e con l'ugonotto Francesco
Castrino; carteggi ben presto inviati a Roma per essere messi a disposizione
del Sant'Uffizio, ma anche da utilizzare per far ammettere una buona volta al
governo veneziano quanto da tempo da Roma si veniva denunciando, che quel
frate, che si proclamava più cattolico del Papa e come tale difeso ufficialmente
dai responsabili politici veneziani, altri non era che un protestante, al
servizio delle forze ereticali europee: dunque infedele e ipocrita. Una taccia
di ipocrisia che non darà tregua alla figura sarpiana lungo i secoli, come
stanno a provare innumerevoli esempi, dal dotto curiale Girolamo Aleandro, che
ricevuta da Peiresc la sarpiana Istoria dell'Interdetto appena edita rispondeva
all'illustre erudito francese con fare perentorio che quel fra Paolo
servita era nero ministro del Diavolo che si dice esser padre delle menzogna,
se ben egli veramente non credeva né nel Diavolo né in Dio, al prelato friulano Giusto Fontanini con la
sua velenosa Storia arcana della vita di Sarpi servita, al celebre cardinal
Domenico Passionei, che credeva di avere le carte per dimostrare che l'idea del
frate furfante era di introdurre il calvinismo in Venezia, come ancora
ricordava nel secolo scorso il dotto cardinale Angelo Mercati.»[32] Un
parere analogo si trova anche nella recente Storia della Chiesa di Hertling e
Angiolino Bulla, dove Sarpi viene definito: «un ipocrita che fino all'ultimo
fece la parte del religioso, sebbene nel suo intimo si fosse da tempo allontanato
dalla Chiesa. Altre opere: “Trattato dell'interdetto di Paolo V nel quale si
dimostra che non è legittimamente pubblicato, Apologia per le opposizioni fatte
dal cardinale Bellarmino ai trattati et risolutioni di G. Gersone sopra la
validità delle scomuniche, 1606. Considerationi sopra le censure della santità
del papa Paolo V contra la Serenissima Repubblica di Venezia, Istoria del
Concilio Tridentino, Il trattato
dell'immunità delle chiese (De iure asylorum), Discorso dell'origine, forma,
leggi ed uso dell'Uffizio dell'Inquisizione nella città e dominio di Venezia, Trattato
delle materie beneficiarie, Opinione di Servita, come debba governarsi la
Repubblica Veneziana per havere il perpetuo dominio, Venezia, La storiografia
recente attribuisce lo scritto al patriziato veneziano medesimo. Edizioni Scritti giurisdizionalistici, Istoria
del Concilio Tridentino, Istoria del Concilio tridentino (Geneua, Aubert); “Istoria
del Concilio Tridentino, Pagnoni Editore, Milano, Gambarin , Istoria del
Concilio tridentino, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Giovanni Gambarin ,
Istoria del Concilio tridentino, Scrittori d'Italia, 2, Bari, Laterza, Giovanni
Gambarin , Istoria del Concilio tridentino, Scrittori d'Italia Bari, Laterza, Istoria
del Concilio Tridentino, testo critico di Giovanni Gambarin, introduzione di
Renzo Pecchioli, Collana Biblioteca, Sansoni, Firenze, II ed. Lettere inedite
di Fra Paolo Sarpi a Simone Contarini ambasciatore veneto in Roma,, pubblicate
dagli autografi, Monumenti storici pubblicati dalla R. Deputazione veneta di
storia patria. Serie 4, Miscellanea 12, Venezia, Fratelli Visentini, Pagine
scelte, Arturo Carlo Jemolo, Vallecchi, Firenze, Lettere ai protestanti,
Scrittori d'Italia, 1, Bari, Laterza, Lettere ai protestanti, Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza, Antologia degli scritti politici e storici. Francesco T. Roffarè,
CEDAM, Padova, Istoria dell'Interdetto e
altri scritti editi e inediti, Bari, Laterza, Istoria dell'interdetto,
Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Istoria dell'interdetto, Scrittori d'Italia,
Bari, Laterza, Istoria dell'interdetto, Scrittori d'Italia Bari, Laterza, Romano
Amerio , Scritti filosofici e teologici, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Pensieri
naturali, metafisici e matematici. Manoscritto dell'iride e del caloreArte di
ben pensarePensieri medico-moraliPensieri sulla religioneFabulaeMassime e altri
scritti. Edizione integrale commentata Luisa Cozzi e Libero Sosio, Ricciardi,
Milano-Napoli, 1Scritti giurisdizionalistici, Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza, Lettere ai Gallicani, Boris Ulianich, Wiesbaden, F. Steiner, La Repubblica di Venezia la casa d'Austria e
gli Uscocchi, Bari, Laterza, Scritti scelti: Istoria dell'Interdetto, Consulti,
Lettere, Giovanni Da Pozzo, Collezione di Classici Italiani, UTET, Torino); Storici,
Politici, e Moralisti del Seicento, Luisa e Gaetano Cozzi, Collana La Letteratura
Italiana. Storia e Testi, Milano-Napoli,
Ricciardi, Istoria del Concilio Tridentino. Seguita dalla «Vita del padre
Paolo» di Fulgenzio Micanzio. Corrado Vivanti, Collana NUE nEinaudi, Torino, Collana
Piccola Biblioteca. Nuova Serie, Einaudi, Torino, Pensieri. Gaetano e Cozzi, Collana Classici
Ricciardi, Torino, Considerazioni sopra le censure di papa Paolo V contro la
Repubblica di Venezia e altri scritti sull'Interdetto, Gaetano e Luisa Cozzi,
Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Lettere a Gallicani e Protestanti,
Relazione dello Stato della Relazione, Trattato delle Materie Beneficiarie. Cozzi,
Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Gli ultimi consulti. Gaetano e
Luisa Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Dai «Consulti», il
carteggio con l'ambasciatore inglese sir Dudley Carleston. Gaetano e Luisa
Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Dal «Trattato di pace et
accomodamento» e altri scritti sulla pace d'Italia. Gaetano e Luisa Cozzi,
Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Consulti, Corrado Pin, Pisa-Roma,
Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, Letteratura e vita civile. Paolo Sarpi,
Collana I Classici del Pensiero Italiano n. 23, Edizione speciale per Il Sole
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prencipi, Nina Cannizzaro, Collana I Giorni, Marsilio, Venezia, Scritti
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Cultura dell'anima, R. Carabba, Editore Lanciano (ristampa anastatica), Manoscritti Consulti: in Milano, Biblioteca
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Micanzio, Scriveva tra l'altro Sarpi nella lettera: «E che volete ch'io speri
in Roma, ove li soli ruffiani, cenedi et altri ministri di piaceri o di
guadagni hanno ventura?». I cenedi sono i giovani che si prostituiscono F. Micanzio, cit. G, Cozzi, Sarpi, Opere, F. Micanzio, Sarpi, Istoria dell'interdetto e
altri scritti editi e inediti, F. Micanzio, cdove stilo può significare sia
stile che stiletto Ivi G. Cozzi, Lettere a Groslot de l'Isle, in
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difesa dell'originario diritto de' sovrani né loro rispettivi dominj ad intento
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dir.). Refs.: Luigi Speranza, "Grice e
Sarpi," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia. Paolo Sarpi. Sarpi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Scarpi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689510274/in/photolist-2mNaHiH-2mKuKk1-2mKCgGX-2mKCfz1-2mKfs4E-nmxEnc/
Grice e Sasso –
da Crotone a Velia – filosofia italiana (Roma). Filosofo. Studia a Roma. Si laurea discutendo una tesi su Machiavelli
avendo come relatore Antoni e correlatore Chabod. Durante gli anni universitari
seguì le lezioni di Pantaleo Carabellese, Guido De Ruggiero, Luigi Scaravelli, Bruno
Nardi, Raffaele Pettazzoni, Natalino Sapegno, Giuseppe Gabetti, Gennaro
Perrotta e Gaetano De Sanctis. Borsista
all'Istituto italiano per gli Studi Storici, ha insegnato Storia delle dottrine
politiche all'Urbino e successivamente Storia delle dottrine politiche, Storia
della filosofia, e Filosofia teoretica
all'Università "La Sapienza" di Roma, di cui è stato nominato
professore emerito. Direttore dal 1986 al
dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli fondato da Croce,
lo è anche della storica rivista di filosofia, storia e letteratura "La
Cultura.” I I suoi studi hanno riguardato soprattutto l'idealismo italiano (in
particolare l'opera di Croce), le opere politiche e storiografiche di Niccolò
Machiavelli e per quanto riguarda la sua riflessione più propriamente
teoretica, le problematiche di ontologia fondamentale. È inoltre autore di
sette libri e innumerevoli saggi danteschi. Si è inoltre occupato di Platone,
Polibio, Lucrezio, Guicciardini, Shakespeare e Thomas Mann. È presidente della "Fondazione Giovanni
Gentile" , presidente dell'"Edizione nazionale delle Opere di
Benedetto Croce" e socio nazionale dell'Accademia dei Lincei. Altre opere:
“Machiavelli e Borgia. Storia di un giudizio” (Roma, Edizioni dell'Ateneo); “Machiavelli”
(Napoli, Morano); “Passato e presente nella storia della filosofia, Bari,
Laterza); “Benedetto Croce. La ricerca della dialettica, Napoli, Morano, Il progresso e la morte. Saggi su Lucrezio,
Bologna, Il Mulino, L'illusione della dialettica. Profilo di C. Antoni, Roma,
Edizioni dell'Ateneo, Per F. Guicciardini. Quattro studi, Istituto Storico
Italiano per il Medio Evo, Roma); Essere e negazione, Napoli, Morano, Machiavelli
e gli antichi e altri saggi, Milano-Napoli, Ricciardi, Tramonto di un mito.
L'idea di "progresso" fra Otto e Novecento, Bologna, Il Mulino, Per
invigilare me stesso. I Taccuini di lavoro di Croce, Bologna, Il Mulino, L'essere
e le differenze. Sul "Sofista" di Platone, Bologna, Il Mulino, Variazioni
sulla storia di una rivista italiana: "La Cultura"; Il Mulino, Machiavelli,
Bologna, Il Mulino, Comprende: Il pensiero politico, Napoli, IISS, Bologna, Il
Mulino, Premio Viareggio di Saggistica, La storiografia. La fedeltà e
l'esperimento, F. Scarpelli, F.S. Trincia e M. Visentin interrogano Gennaro
Sasso, Bologna, Il Mulino,Filosofia e idealismo, Napoli, Bibliopolis, Comprende: Croce,
Gentile, Ruggiero, Calogero, Scaravelli, Paralipomeni, Secondi paralipomeni, Ultimi
paralipomeni, Tempo, evento, divenire, Bologna, Il Mulino, La potenza e l'atto.
Sggi su Gentile, Firenze, La Nuova Italia, Le due Italie di Gentile, Bologna, Il Mulino, La
verità, l'opinione, Bologna, Il Mulino, Ernesto De Martino fra religione e
filosofia, Napoli, Bibliopolis); Il guardiano della storiografia. Profilo di
Federico Chabod (Bologna, Il Mulino [Napoli, Guida, del Profilo di FChabod,
Bari, Laterza, Dante. L'imperatore e Aristotele, Roma, Istituto Storico Italiano
per il Medio Evo, Fondamento e giudizio. Un duplice tramonto?, Napoli,
Bibliopolis, 2004. Il principio, le cose, Torino, Aragno, Delio Cantimori. Filosofia e storiografia,
Pisa, Edizioni della Scuola Normale Superiore, Dante, Guido e Francesca, Roma,
Viella, Le autobiografie di Dante, Napoli, Bibliopolis, Discorsi di Palazzo
Filomarino, raccolti da M. Herling, premessa di N. Irti, Napoli, IISS, Il logo,
la morte, Napoli, Bibliopolis, . Ulisse
e il desiderio. Il canto XXVI dell'Inferno, Roma, Viella, La voce dei ricordi,
Napoli, Bibliopolis, Storiografia e decadenza, Roma, Viella, . I corrotti e gli
inetti. Conversazioni su Machiavelli (Milano, Bompiani); “Allegoria e simbolo”
(Torino, Aragno); “La lingua, la Bibbia, la storia. Su "De vulgari
eloquentia" I, Roma, Viella, Su
Machiavelli. Ultimi scritti, Roma, Carocci, Croce. Storia d'Italia e storia
d'Europa, Napoli, Bibliopolis, [raccolto
in questo volume: La 'Storia d'Italia' di Bendetto Croce. Cinquant'anni dopo,
Napoli, Bibliopolis. "Forti cose a pensar mettere in versi". Studi su
Dante, Torino, Aragno, Purgatorio e Antipurgatorio. Un'indagine dantesca, Roma,
Viella, . Croce e le letterature e altri saggi, Napoli, Bibliopolis, .
Biografia e storia. Saggi e variazioni, Roma, Viella, . Note il MulinoRivisteLa Cultura, su mulino. Fondazione
Gentile | Dipartimento di Filosofia | SapienzaRoma. Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su
premioletterarioviareggiorepaci. Croce in un recente libro di Gennaro Sasso.
Dibattito, Il Cannocchiale, [interventi di: G. Arnaldi, G. Calabrò, A.
Jannazzo, G, Sasso, V. Stella, F. Valentini, M. Visentin]. G. Arnaldi, Gennaro
Sasso. Uno specialista di più specialità, in Id., Conoscenza storica e mestiere
di storico, il Mulino, IISS-Napoli , A. Bellocci, Verità e doxa: la questione
dello "sguardo" e della "relazione" ne Il logo, la morte di
Gennaro Sasso, filosofia-italiana.net. A. Bellocci, Laicismo della verità,
della doxa e tolleranza in Gennaro Sasso, Leussein, A. Bellocci,
L'impossibilità della differenza e i paradossi dell'identità nel pensiero di
Gennaro Sasso, Archivio di filosofia, A. Bellocci, Il problema della 'non'
relazione ne Il principio, le cose di Gennaro Sasso, Giornale critico della
filosofia italiana, A. Bellocci, La verità, l'opinione di Gennaro Sasso. Lo
''specchio'' della verità e l'''eterna opinione'' metafisica, Filosofia
italiana, R. Berutti, Annotazioni
critiche sull'"essere" ovvero sul "non essere essere" del
discorso che lo concerne. Il problema dell'ontologia nella riflessione di
Gennaro Sasso, Pólemos, M. Capati,
Gennaro Sasso, Paragone. Letteratura, M. Cardenas, L'autonoema. Il giudizio tra
attualismo e neoeleatismo, Filosofia italiana, C. Cesa, Sasso interprete di Gentile, Archivio
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nelle "Istorie fiorentine" di Machiavelli: l'interpretazione di
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Essere e negazione. Per un recente volume di Gennaro Sasso, Giornale critico
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"critica" dello storicismo. Filosofia e storiografia nel pensiero di
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nella riflessione di Gennaro Sasso, Filosofia italiana, X N. Parise, Sulla
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Gaeta . N. Parise, Figure della scissione. A proposito di Allegoria e simbolo, filosofia, N. Parise, L’aporia del nulla, Filosofia
italiana, G. Perazzoli, Il concetto di laicità e la filosofia, in G. Perazzoli,
Miligi , Laicità e filosofia, Mimesis, Milano Udine, Pietroforte, Problema del
nulla e principio di non contraddizione. Intorno a "Essere e
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Intervista a Gennaro Sasso su alcuni temi del libro Essere e negazione
(raccolta da Scarpelli, Trincia, M. Visentin), Il Cannocchiale, F. Tessitore,
Gennaro Sasso interprete di Croce, in Id., La ricerca dello storicismo. Studi
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contemporanea. Dialettica e ontologia: i termini di una contrapposizione,
Marietti, Genova-Milano, M. Visentin, Tempo e giudizio. Spunti da un recente
"Profilo di Carlo Antoni", La Cultura,M. Visentin, Sull'identità e
sull'essenza del laicismo italiano. A proposito del "Le due Italie di
Giovanni Gentile", Giornale critico della filosofia italiana, M. Visentin,
Il neo-parmenidismo italiano. Considerazioni intorno alla verità, l'opinione',
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Scritti sull'essere e il senso della verità, Bibliopolis, Napoi, M. Zanetti,
Critiche al divenire. Tra Sasso e Severino, Filosofia italiana, X S. Zurletti,
Lo specchio di Perseo, Chaos KosmosLibri ed eventi, ojs/index.php babelonline
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affiliation country Gennaro Sasso, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Gennaro Sasso, . Gennaro Sasso, su
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Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, eternità del mondo, Francesco De
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Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Roma Dalla concordia discors alla
polemica: filosofia e psicologia di una vicenda, Ripensando la Storia d'Europa,
Ripensando la Storia d'Italia, in Croce e Gentile, la cultura italiana e
europea, M. Ciliberto, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Roma.
Gennaro Sasso. Sasso. Keywords: scuola di Velia, veliati, veliani, parmenide,
scuola di Crotone. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sasso” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734778984
Grice e Sava – filosofia italiana (Belpasso). Filosofo.
Gli venne conferita l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine dei SS.Maurizio e
Lazzaro su proposta del Ministero dell'Agricoltura. Collabora inoltre alla
quarta e quinta edizione della Nuova Enciclopedia Popolare Italiana. Il suo saggio “Sui pregi” e “Doveri dei
medici”, pubblicato, Gli è stato
dedicato il libro Roberto Sava La vita e l'opera -- di A. Prezzavento. Il paese
natale di Belpasso, ha dedicato al suo ricordo la biblioteca comunale,
istituita; è intitolato al suo nome, inoltre, un premio di laurea. British and
foreign medical review: or quarterly journal of .. Repertorio di libri e
pubblicazioni su adamoli Biblioteca
comunale Roberto Sava su lineaamica
Biblioteca comunale su comunebelpasso
Alba Dicembre Speciale Archiviato il 9 ottobre in . su l'Alba. Roberto Sava. Sava. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sava” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Scala – filosofia italiana (Noto).
Filosofo. Insieme a Molet, fu uno dei due studiosi che parteciparono alla
commissione dei cinque dotti creata da papa Gregorio XIII per la riforma del
calendario . Chiamato da Padova per insegnare matematica, fu costretto a
rifiutare per le sue precarie condizioni di salute . Morì, infatti,
giovanissimo a soli ventinove anni.
Pubblicazioni L'Efemeridi del mag.co et eccel.te sig. Gioseppe Scala
Siciliano, per anni dodici, le quali cominciano dall'anno di Christo nostro
Sig. & finiscono nel fine di
dicembre dell'anno. Alle quali sono aggiunti i canoni, ò introduttioni
dell'efemeridi dell'eccell. sig. G. Moleto matematico et dal detto signor
Gioseppe Scala ridotto all'uso delle presenti efemeridi, In Venetia: appresso i
Giunti. Ephemerides Iosephi Scalae Siculi Noetini art. et med. doc. ad annos
duodecim, incipientes ab anno Domini. Vnà cum introductionibus ephemeridum
excel. d. I. Moletii mathematici. Ab eodem d. Iosepho Scala, ad vsum suarum,
restitutis. Venetiis: Lucantonio Giunta il giovane. Col suo nome è oggi
chiamato il Gruppo Astrofili di Noto
Santi Correnti, Quello che la Sicilia ha dato all'Italia e al mondo. Vedi:Ortolani,
Biografia degli uomini illustri di Sicilia ornata de' loro rispettivi ritratti,
Tomo II, Napoli, Corrado Spataro, L'astronomo netino Giuseppe Scala jr. e la
"nuova scienza" del Cinquecento. Calendario gregoriano. Giuseppe
Scala. Scala. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scala” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690487407/in/photolist-2mPC6Zb-2mLNXjb-2mLP9qE-2mKHg38-2mKCewV-FKiWA6-FcebeC-E58e4H-2mKR9Cp-FjcgRv-G8Exy4-D41J73-CkaHMd-Ck9fTK-CdDizG-CdAEaL-CfWKjF-yPkGGd-2dxgYk4-o8VGVi
Grice e Scalea – filosofia italiana (Morano Calabro). Filosofo. Figlio del
principe di Scalea, marchese di Misuraca e barone di Morano, dal quale ereditò
i titoli, e di Anna Beatrice Carafa, dei principi di Belvedere. Fu allievo di
Caloprese. Divulgò la filosofia
razionalista, difese alcuni colleghi, anche loro seguaci di Cartesio, accusati
di ateismo, ed ebbe un'accesa polemica con Doria sull'origine dello spinozismo,
in merito alla quale scrisse una opera critica. Opere: “Riflessioni sulle
principali materie della prima filosofia fatte all'occasione di esaminare la
prima parte di un libro intitolato: Discorsi Critici Filosofici intorno alla Filosofia
degli Antichi e de' Moderni &c. di Paolo Matti Doria [...]” (Stamperia di
Felice Mosca, Napoli); “De origine mali dissertation”; “De bono dissertation”
Dizionario di filosofia, riferimenti in .
Alfonso Mirto, "Nota sul pensiero di Francesco Maria Spinelli",
in Calabria letteraria, 31, 1983, nn. 7-9,
74-76. Fabrizio Lomonaco , Francesco Maria Spinelli, Vita, e studj
scritta da lui medesimo in una Lettera, Il Melangolo, Genova 2007. Alfonso
Mirto, Spinelli Francesco Maria in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, , ad vocem. Altri progetti Collabora a
Wikiquote Citazionio su Francesco Maria Spinelli Francesco Maria Spinelli, su
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Francesco Maria Spinelli, in Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di
Francesco Maria Spinelli. Keywords: bonum, ‘il bono’ the good. Spinelli,
principe di Scalea. Scalea. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scalea” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691436373/in/photolist-2mKN88B
Grice e Scalfari – l’implicatura di Teseo – filosofia
italiana (Civitavecchia). Filosofo. Considerato, anche dai suoi avversari, uno dei più grandi
filosofi italiani. Professorecontribuì, con altri, a fondare il settimanale
l'Espresso ed è fondatore del quotidiano la Repubblica. I campi principali
dell'analisi di Scalfari sono l'economia e la politica. La sua ispirazione
politica è socialista liberale, azionista e radicale. Punti forti dei suoi
articoli recenti sono la laicità, la questione morale, la filosofia. Si
iscrive al Liceo Mamiani di Roma, ma è a Sanremo (dove la famiglia, di origini
calabresi, si era trasferita temporaneamente, essendo il padre direttore
artistico del Casinò) che completerà gli studi liceali, al liceo classico G.D.
Cassini, avendo come compagno di banco Italo Calvino. Nel 1950 si sposa
con la figlia del giornalista Giulio De Benedetti, Simonetta, morta nel
2006. Dalla fine degli anni settanta Scalfari è sentimentalmente legato a
Serena Rossetti, già segretaria di redazione de L'Espresso (e poi di
Repubblica), che sposerà dopo la scomparsa della moglie Simonetta. Eugenio
Scalfari è ateo. Esordi giornalistici durante il fascismo Tra le prime
esperienze giornalistiche di Scalfari c'è Roma Fascista, organo ufficiale del
GUF (Gruppo Universitario Fascista), mentre era studente di giurisprudenza.
Negli anni successivi Scalfari continua a collaborare con riviste e periodici
legati al fascismo, come NuovoOccidente, diretto dall'ex squadrista e fascista
cattolico Giuseppe Attilio Fanelli. Nel 1942 Scalfari sarà nominato
caporedattore di Roma Fascista. All'inizio del 1943 scrive una serie di
corsivi non firmati sulla prima pagina di Roma Fascista in cui lancia generiche
accuse verso speculazioni da parte di gerarchi del Partito Nazionale Fascista
sulla costruzione dell'EUR. Questi articoli portarono alla sua espulsione dai
GUF per opera di Carlo Scorza, allora vicesegretario del PNF. Di fronte al
gerarca, intenzionato a perseguire gli speculatori, il giovane Scalfari aveva
ammesso come i suoi corsivi fossero basati su voci generiche. Il gerarca accusò
poi il giovane di essere un imboscato, e lo prese materialmente per il ero
strappandogli le mostrine dalla divisa del partito. Carriera
giornalistica nel dopoguerra Dopo la fine della seconda guerra mondiale entra
in contatto con il neonato Partito Liberale Italiano, conoscendo giornalisti
importanti nell'ambiente. Mentre lavora presso la Banca Nazionale del Lavoro,
diventa collaboratore, prima a Il Mondo e poi a L'Europeo, di due personalità
che spesso richiama nei suoi scritti: Mario Pannunzio e Arrigo Benedetti.
Ricorderà poi, con orgoglio, di essere stato licenziato dalla BNL per una serie
di articoli sulla Federconsorzi non graditi alla direzione. Partecipa
all'atto di fondazione del Partito Radicale. Nello stesso anno nasce il
settimanale L'Espresso: Scalfari è direttore amministrativo e scrive articoli
di economia. Nel 1963 somma la carica di direttore responsabile de
L'Espresso a quella di direttore amministrativo. Il settimanale arriva in
cinque anni a superare il milione di copie vendute. Il successo giornalistico
si fuse con il piglio imprenditoriale, dato che Scalfari continuò a gestire
anche la parte organizzativa e amministrativa. Eugenio Scalfari
nella foto da deputato Sempre nel 1967 Scalfari pubblica insieme a Lino
Jannuzzi l'inchiesta sul SIFAR che fa conoscere il tentativo di colpo di Stato
chiamato piano Solo. Il generale De Lorenzo li querela e i due giornalisti
vengonocondannati rispettivamente a 15 e a 14 mesi di reclusione, malgrado la
richiesta di assoluzione fatta dal Pubblico Ministero Vittorio Occorsio, che
era riuscito a leggere gli incartamenti integrali prima che il governo ponesse
il segreto di Stato. Scalfari e Jannuzzi evitano il carcere grazie
all'immunità parlamentare loro offerta dal Partito Socialista Italiano: alle
elezioni politiche Scalfari viene eletto deputato, come indipendente, nelle
liste del PSI, segreteria Mancini, mentre Jannuzzi diviene senatore. Scalfari,
che era stato eletto sia nella circoscrizione di Torino che in quella di
Milano, opta per la seconda e aderisce al gruppo del PSI. Resta deputato. Dopo
la candidatura al Parlamento, aveva lasciato la direzione de L'Espresso. Sottoscrive
la lettera aperta a L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi. Nel ,
dopo 45 anni, ammette che "quella firma era stata un errore".
In quegli anni critica accanitamente le manovre di Eugenio Cefis, prima
presidente dell'ENI e poi di Montedison, appoggiando spesso chi gli si opponeva;
tra questi vi fu Sindona nel suo scontro con Mediobanca per il controllo di
Bastogi. Soprattutto contro Cefis è indirizzato il celebre libro-inchiesta
pubblicato da Scalfari e da Giuseppe Turani, Razza padrona. Fondazione e
direzione de la Repubblica Nel 1976, dopo aver già tentato (inutilmente) di
varare un quotidiano insieme a Indro Montanelli, che aveva respinto la proposta
definendola piuttosto azzardata, Scalfari fonda il quotidiano la Repubblica,
che debutta nelle edicole il 14 gennaio di quell'anno. L'operazione, attuata
con il Gruppo L'Espresso e la Arnoldo Mondadori Editore, apre una nuova pagina
del giornalismo italiano. Il quotidiano romano, sotto la sua direzione, compie
in pochissimi anni una scalata imponente, diventando per lungo tempo il
principale giornale italiano per tiratura. L'assetto proprietario
registra negli anni ottanta consolidamenti della posizione dello stesso
Scalfari e l'ingresso di Carlo De Benedetti, nonché un vano tentativo di
acquisizione da parte di Berlusconi in occasione della "scalata" del
titolo Arnoldo Mondadori Editore, finito con il "lodo Mondadori",
resosi necessario a causa del fatto che (come accertato dalla magistratura in
seguito) Silvio Berlusconi, a capo della Fininvest, aveva corrotto uno dei tre
giudici per averelusione, malgrado la richiesta di assoluzione fatta dal
Pubblico Ministero Vittorio Occorsio, che era riuscito a leggere gli
incartamenti integrali prima che il governo ponesse il segreto di Stato.
Scalfari e Jannuzzi evitano il carcere grazie all'immunità parlamentare loro
offerta dal Partito Socialista Italiano: alle elezioni politiche del 1968
Scalfari viene eletto deputato, come indipendente, nelle liste del PSI,
segreteria Mancini, mentre Jannuzzi diviene senatore. Scalfari, che era stato
eletto sia nella circoscrizione di Torino che in quella di Milano, opta per la
seconda e aderisce al gruppo del PSI. Resta deputato. Dopo la candidatura al
Parlamento, aveva lasciato la direzione de L'Espresso. Sottoscrive la
lettera aperta a L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi. Nel , dopo
45 anni, ammette che "quella firma era stata un errore". In
quegli anni critica accanitamente le manovre di Eugenio Cefis, prima presidente
dell'ENI e poi di Montedison, appoggiando spesso chi gli si opponeva; tra
questi vi fu Sindona nel suo scontro con Mediobanca per il controllo di
Bastogi. Soprattutto contro Cefis è indirizzato il celebre libro-inchiesta
pubblicato da Scalfari e da Giuseppe Turani, “Razza padrona”. Fondazione e
direzione de la Repubblica. Dopo aver già tentato (inutilmente) di varare un
quotidiano insieme a Indro Montanelli, che aveva respinto la proposta definendola
piuttosto azzardata, Scalfari fonda il quotidiano la Repubblica, che debutta
nelle edicole il 14 gennaio di quell'anno. L'operazione, attuata con il Gruppo
L'Espresso e la Arnoldo Mondadori Editore, apre una nuova pagina del
giornalismo italiano. Il quotidiano romano, sotto la sua direzione, compie in
pochissimi anni una scalata imponente, diventando per lungo tempo il principale
giornale italiano per tiratura. L'assetto proprietario registra negli
anni ottanta consolidamenti della posizione dello stesso Scalfari e l'ingresso
di Carlo De Benedetti, nonché un vano tentativo di acquisizione da parte di
Berlusconi in occasione della "scalata" del titolo Arnoldo Mondadori
Editore, finito con il "lodo Mondadori", resosi necessario a causa
del fatto che (come accertato dalla magistratura in seguito) Silvio Berlusconi,
a capo della Fininvest, aveva corrotto uno dei tre giudici per avereun
pronunciamento favorevole nella disputa con De Benedetti per il controllo della
Mondadori: tale accordo fu fortemente voluto da Giulio Andreotti, grazie
all'intermediazione di Giuseppe Ciarrapico. Sotto la guida di Scalfari,
"Repubblica" apre il filone investigativo sul caso Enimont, che dopo
due anni verrà in buona parte confermato dall'inchiesta di "Mani
pulite". Contro Craxi, a differenza che con Spadolini e con De Mita,
Scalfari s'era speso sin dall'inizio del decennio precedente, considerandolo
l'archetipo della questione morale contro cui si scagliava l'anima della
sinistra rappresentata da Berlinguer. Di questi invece elogiò lo
"strappo" con l'Unione Sovietica in occasione del golpe polacco, pur
restando essenzialmente estraneo alla tradizione comunista e rimanendo su
posizioni legate all'intellettualità laica e alla tecnocrazia. In tal senso
vanno lette alcune sue importanti iniziative, tutte sostenute per il tramite di
"Repubblica": sponsorizza il "governo del Presidente",
candidandovi il governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi, già
negli anni ottanta; indica al presidente Scalfaro il commissario PSI a Milano
Giuliano Amato come viatico per la sua scelta a premier. Apprezza Guido Rossi
come commissario delle aziende travolte nel turbine di Tangentopoli. Il 27
gennaio 1994 incomincia, dapprima in solitaria, la sua ventennale battaglia
contro Silvio Berlusconi . Sconfitto Vittorio Sgarbi, è il primo a percepire e
ad avvertire il pubblico circa la potenziale pericolosità di Beppe Grillo -- è il primo a preconizzare una possibile,
futura alleanza fra Matteo Renzi e Matteo Salvini . Ritiro dalla
direzione de la Repubblica Scalfari, padre del quotidiano la Repubblica e della
sua ascesa editoriale e politico-culturale, abbandona il ruolo di direttore, dopo
che già da tempo aveva ceduto, insieme a Caracciolo, la proprietà a Carlo De
Benedetti; gli subentra Ezio Mauro. Non scompare dalla testata del giornale,
poiché continua a svolgere il ruolo di editorialista dell'edizione domenicale.
I suoi editoriali sono entrati oramai nella consuetudine del giornale, tanto da
essere soprannominatianche per la loro lunghezza"la messa cantata della
domenica" Cura altresì una rubrica su L'Espresso (Il vetro soffiato). Il 6
luglio 2007, sul Venerdì di Repubblica (il magazine settimanale che esce dal
1987), annuncia di voler abbandonare dopo l'estate la sua storica rubrica Scalfari
risponde, ringraziando i lettori per l'affetto ricevuto e gli stimoli da loro
pervenuti per le sue riflessioni. Gli subentra Michele Serra. Su RaiSat
Extra è andato in onda per qualche tempo, ogni giovedì, un programma dal titolo
La Scalfittura, in cui Scalfari teneva colloqui politici con Giovanni
Floris. Controversie Nel e nel ,
le sue "interviste" con papa Francesco hanno causato per due volte la
smentita da parte della sala stampa vaticana in relazione alle parole
attribuite da Scalfari al Pontefice. Scalfari ha ribattuto di aver scritto
virgolettati "come se fossero usciti dalla bocca del Papa", senza
aver preso appunti o registrato durante i colloqui, sostenendo che quello era
stato il suo metodo di lavoro per quasi cinquant'anni. il Vaticano ha smentito
un’altra intervista di Eugenio Scalfari a papa Francesco, a seguito della
pubblicazione di un suo articolo su Repubblica, negando he il Papa avesse
rilasciato un’intervista a Scalfari e sostenendo che il contenuto dell’articolo
fosse il frutto di una sua ricostruzione. Ciononostante, Papa Francesco
continua periodicamente a concedere interviste esclusive a Scalfari. Premi ed
onorificenze Scalfari ha ricevuto varie onorificenze. A livello giornalistico
ha vinto nel 1988 il Premio Internazionale Trento per "Una vita dedicata
al giornalismo", nel 1996il "Premio Ischia" alla carriera, nel
1998 il Premio Guidarello al giornalismo d'autore e, di recente, il Premio Saint-Vincent
-- è stato nominato Cavaliere di gran croce dal presidente della Repubblica
Oscar Luigi Scalfaro mentre nel 1999 ha ricevuto una delle più prestigiose
onorificenze della Repubblica francese diventando Cavaliere della Legione
d'onore (successivamente è stato promosso ufficiale). È cittadino onorario di
Velletri, città in cui risiede. Ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Vinci e
gli è stata conferita la cittadinanza benemerita di Sanremo. Nel vince il prestigioso Premio Viareggio
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino
per uniforme ordinariaCavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della
Repubblica italiana — Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica
italiananastrino per uniforme ordinariaGrande ufficiale dell'Ordine al merito
della Repubblica italiana —Ufficiale della Legion d'onorenastrino per uniforme
ordinariaUfficiale della Legion d'onore Cittadinanza onoraria di Vibo Valentia,
Velletri e Vinci. Cittadinanza benemerita
di Sanremo. Altre opere:” Petrolio in gabbia” (Bari, Laterza), “I padroni della
città” (Bari, Laterza); “Le baronie elettriche” (Bari, Laterza, Rapporto sul
neocapitalismo in Italia, Bari, Laterza, Il potere economico in URSS, Bari, Laterza,
Storia segreta dell'industria elettrica, Bari, Laterza, L'autunno della
Repubblica. La mappa del potere in Italia, Milano, Etas Kompass, Il caso Mattei. Un corsaro al servizio della
repubblica, con Francesco Rosi, Bologna, Cappelli, Razza padrona. Storia della
borghesia di Stato, con Giuseppe Turani, Milano, Feltrinelli, Interviste ai
potenti, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Come andremo a incominciare?, con
Enzo Biagi, Milano, Rizzoli, L'anno di Craxi (o di Berlinguer?), Milano,
Mondadori, La sera andavamo in Via Veneto. Storia di un gruppo dal «Mondo» alla
«Repubblica», Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Collana Super ET, Torino, Einaudi,
Incontro con Io, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, , Denis
Diderot, Il sogno di d'Alembert seguito da Il sogno di una rosa di Eugenio
Scalfari, Collana La memoria, Palermo, Sellerio, I ed. accresciuta, nuova
Introduzione di E. Scalfari, Palermo, Sellerio, , Alla ricerca della morale perduta,
Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, Il labirinto, Milano,
Rizzoli, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Attualità dell'Illuminismo, a
cura di, Roma-Bari, Laterza, La ruga sulla fronte, Milano, Rizzoli, Collana ET
Scrittori, Torino, Einaudi, Articoli,
Roma, la Repubblica, Dibattito
sul laicismo, E. Scalfari, Roma, La Biblioteca di Repubblica, L'uomo che non credeva in Dio, Collana
Supercoralli, Torino, Einaudi, Per l'alto mare aperto. La modernità e il
pensiero danzante, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Scuote l'anima mia
Eros, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, ,Enrico Berlinguer, La questione
morale. La storica intervista di Eugenio Scalfari, Reggio Emilia, Aliberti,
.ed. ampliata, Prefazione di Luca Telese, Aliberti, . Vito Mancuso-E. Scalfari,
Conversazioni con Carlo Maria Martini, Collana Campo dei fiori, Roma, Fazi, La
passione dell'etica. Scritti, Angelo Cannatà, Collezione I Meridiani, Milano, Mondadori,
Papa Francesco-E. Scalfari, Dialogo tra credenti e non credenti, Torino,
Einaudi, L'amore, la sfida, il destino. Il tavolo dove si gioca il senso della
vita, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, , Racconto autobigrafico, Collana
Passaggi, Torino, Einaudi, L'allegria, il pianto, la vita, Collana
Supercoralli, Torino, Einaudi, L'ora del blu, Torino Einaudi, Il Dio unico e la
società moderna. Incontri con Papa Francesco e il Cardinale Carlo Maria
Martini, Torino, Einaudi, liberoquotidiano, libero quotidiano news commenti-e-opinioni
vittorio_feltri_eugenio_scalfari_ritratto fuoriclasse_re giornalisti diversi.html.
ilfoglio, il foglio uffa news benvenuti al-grand-hotel-scalfari-splendida-vista
sul secolo-di-carta- la7,
la7/dimartedi/video/da-montanelli-e-scalfari-ho-imparato-che-bisogna-scrivere-per-farsi-capire-marco-travaglio
Angelo Cannatà, Eugenio Scalfari e il suo tempo, Mimesis, , diviso in quattro
capitoli: la Politica, l'Arte, la Religione, la Filosofia. Scheda sul
storico della Camera dei deputati, su storia.camera. Sull'amicizia tra
Scalfari e Calvino leggiamo: "Caro Eugenio, le tue lettere sono come
manate sulla schiena e io ne ho bisogno di manate sulla schiena, specie di questi
tempi."(...) Mi viene l'acquolina in bocca pensando alle ghiotte
discussioni che faremo quando ci ritroveremo insieme", cfr. Angelo Cannatà
"Eugenio Scalfari e il suo tempo", Mimesis, Paolo Guzzanti, Guzzanti vs De Benedetti.
Faccia a faccia fra un gran editore e un giornalista scomodo, Aliberti
editore, Cfr. Corriere della Sera, La Repubblica : Gli 80 anni di Eugenio Scalfari,
su repubblica. Mirella Serri, I redenti. Gli intellettuali che vissero due
volte, Milano, Corbaccio, 2Ero giovane, fascista e felice, intervista a Eugenio
Scalfari apparsa su Il Foglio, pasqualericcio. Nel corso dell'inchiesta
Scalfari riferisce di un colloquio avuto col generale Aurigo: "Mi disse
che gli ordini (le disposizioni relative al 'Piano Solo') contemplavano anche
l'ipotesi di una eventuale resistenza da parte del prefetto (gli ordini
dicevano che bisognava mettere il prefetto, qualora avesse resistito a questa
iniziativa dei carabinieri, in condizioni di non nuocere". Fonte: Angelo
Cannatà, "Eugenio Scalfari e il suo tempo", Mimesis, 42. Eugenio Scalfari / Deputati / Camera dei
deputati storico, su storia.camera. Il
commissario Calabresi e quella firma, su repubblica. Fabio Tamburini, Un siciliano a Milano,
Longanesi, da ultimo citato da Ferruccio de Bortoli su corriere della sera attacchi-corriere_
Franco Recanatesi, La mattina andavamo in piazza Indipendenza, Milano,
Cairo, e Alberto Mazzuca, Penne al
vetriolo, Bologna, Minerva, Nei cui
confronti Carlo Caracciolo e Carlo De Benedetti dicono che Scalfari ebbe un
"innamoramento", in seguito non più condiviso dallo stesso editore
della Repubblica che ormai non lo considerava "un grande politico":
intervista alla Stampa. Scrive Scalfari: Gelli è Belfagor, il messaggero del
diavolo; ma il diavolo, cioè Belzebù, chi è? ("Belzebù è, in una certa
misura, lo stesso partito socialista, elemento importante di quel quadro
politico e di quella inamovibilità". Fonte: Eugenio Scalfari e il suo
tempo, di Angelo Cannatà, Mimesis, 61. L'articolo di Scalfari, Caro Craxi tu lo
sai chi è Belzebù, è apparso su Repubblica repubblica, repubblica sezioni/politica
festaforza coccode coccode.html. 5 marzo
(archiviato il 21 agosto ). la7,
la7/le-invasioni-barbariche/video/lintervista-a-eugenio-scalfari Voto Renzi
perché l'avversario è Grillo, su youtube.com.
youtube.com, youtube Rep, su rep.repubblica. E. Mauro dal pulpito di Repubblica officia la
democrazia e aspira a diventare papa, Panorama. Il Post Archiviato il 25
dicembre in ., 22 novembre "Le interviste vanno comunque
reinterpretate", su youtube.com. ll
Vaticano ha smentito un’altra intervista di Eugenio Scalfari a papa Francesco,
su ilpost. 31 marzo (archiviato il 1º
aprile ). Il Vaticano smentisce Eugenio
Scalfari che fa dire al Papa che l'inferno non esiste, su ilmessaggero. 31
marzo (archiviato il 31 marzo ). Rep, su rep.repubblica. 1º marzo . Premio Viareggio , su repubblica (archiviato
il 25 agosto ). Dettaglio Sito web del
Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale. Sito web del Quirinale: dettaglio
decorato., su quirinale. C. Mauri, Il cittadino Scalfari, prefazione di Ruggero
Guarini, Milano, SugarCo, 1Giancarlo Perna, Eugenio Scalfari, una vita per il
potere, Milano, Leonardo Editore, Angelo Cannatà, Eugenio Scalfari e il suo
tempo, Milano-Udine, Mimesis, F. Bucci,
Eugenio Scalfari. L'intellettuale dilettante, Roma, Società Editrice Dante
Alighieri, Giampaolo Pansa, La Repubblica di Barbapapà, Milano, Rcs Libri, Giovanni Valentini, La Repubblica tradita,
Roma, PaperFirst, Franco Recanatesi, La mattina andavamo in piazza
Indipendenza, Milano, Cairo Editore, A. Mazzuca, Penne al vetriolo. I grandi
giornalisti raccontano la Prima Repubblica, Bologna, Minerva, La Repubblica
Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Eugenio Scalfari, in Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. storia.camera, Camera dei deputati. Registrazioni di Eugenio Scalfari, su
RadioRadicale, Radio Radicale. Dati
personali e incarichi nella V legislatura, Camera dei deputati. PredecessoreDirettore
de L'EspressoSuccessore Arrigo Benedetti9 giugno 196324 marzo 1968Gianni Corbi
PredecessoreDirettore de la RepubblicaSuccessore nessuno. Ezio Mauro. Eugenio
Scalfari. Scalfari. Keywords: l’implicatura di Teseo, il labirinto. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Scalfari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734747384/in/datetaken/
Grice e Scarano
– l’implicatura di scenofilace – filosofia italiana (Brindisi). Filosofo. Studia
a Bologna, anda poi a Padova e a Venezia. Il Senato della Serenissima lo chiama
alla cattedra di filosofia lasciata da Aldo Manuzio il Giovane. Molto apprezzato dai contemporanei, e tra i
fondatori dell'Accademia Veneziana. Scrive il saggio “Scenophylax” (Venezia),
nel quale tratta della convenienza di restituire alla tragedia e alla commedia
la lingua del Lazio. P. Camassa, Brindisini illustri, Brindisi, A. Sordo, Ritratti
brindisini. Scarano. Keywords: scenofilace – il tragico – il comico --. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Scarano” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734956415/in/datetaken/
Grice e Scaravelli – tra critica e metafisica –
filosofia italiana (Firenze). Filosofo.
Iscritto alla facoltà di medicina dell'Istituto di Studi Superiori Fiorentino,
dopo aver quasi completato gli studi e aver servito come ufficiale medico nella
Prima guerra mondiale, cambiò ateneo e facoltà
al scegliendo il corso di laurea in filosofia a Pisa, dove si laureò con
lode con Carlini. Insegnò in licei italiani e stranieri e negli Istituti
italiani di cultura di Atene, Bruxelles, Zagabria e Lisbona. Ottenuta
quell'anno la docenza in Filosofia teoretica a'Pisa, vi insegnò con qualche
incarico temporaneo alla Scuola normale superiore e all'Università "La
Sapienza" di Roma. Nell'ultimo anno della sua vita ottenne il
trasferimento all'Firenze, dove però non insegnerà mai, per una grave
depressione che l'avrebbe condotto di lì a poco al suicidio. Era sposato e
aveva due figli. Profondo conoscitore di
Kant, approfondì nei suoi studi (pubblicati con molta riluttanza e quasi solo
per esigenze concorsuali) in particolare i temi relativi ai rapporti tra la
filosofia kantiana e la fisica moderna, i problemi relativi alla Critica del
Giudizio ed anche i temi dell'idealismo.
Biblioteca personale I suoi libri, doll'Università La Sapienza dai suoi
eredi, sono oggi conservati in uno specifico fondo alla "Villa
Mirafiori", dove ha sede la Biblioteca di filosofia Opere principali: Critica del capire,
Firenze, Sansoni, Saggio sulla categoria kantiana della realta, Firenze, Le
Monnier, La prima meditazione di Cartesio, Firenze, La Nuova Italia, Osservazioni
sulla Critica del giudizio, Pisa, Scuola Normale Superiore, Opere: Mario Corsi (Critica del capire e
altri scritti, Scritti kantiani, L'analitica trascendentale: scritti inediti su
Kant), Firenze, La nuova Italia. La Biblioteca di Luigi Scaravelli, su bibliotecafilosofia.uniroma1.
2L' attualità di Scaravelli, E. Mirri, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, M.
Visentin, Le categorie e la realtà: saggi su Scaravelli, Firenze, Le lettere, G.
Sasso, Filosofia e idealismo, De
Ruggiero, Calogero, Scaravelli, Napoli, Bibliopolis, Il pensiero di Scaravelli:
la storia come problema e come metodo, atti del Convegno svoltosi presso
l'Accademia d'Ungheria in Roma col
titolo di Il problema del giudizio storico e Luigi Scaravelli, Mario Corsi, Soveria
Mannelli, Rubbettino, Scaravelli pensatore europeo, M. Biscuso e G. Gembillo,
Messina, Siciliano, Gennaro Sasso, Scaravelli e il giudizio, in Filosofia e
idealismo. Secondi paralipomeni, Napoli, Bibliopolis, S. Palermo, Tra critica e metafisica. Luigi
Scaravelli lettore di Kant, Pisa, Edizioni ETS, Luigi Scaravelli, su TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Luigi Scaravelli, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Massimiliano
Biscuso, Profilo di Luigi Scaravelli, su bibliotecafilosofia.uniroma1. La completa dei suoi scritti, su
giornaledifilosofia.net. Luigi Scaravelli. Scaravelli. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Scaravelli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701205587/in/photolist-2mLEcGW-2mLEcbk-2mLKJ9d
Grice e Scarpelli – il tropico, il clistico, il
neustico, ed il frastico – filosofia italiana (Vicenza). Filosofo. Studioso di analisi
del linguaggio, è stato uno dei fondatori della cosiddetta scuola analitica
italiana di filosofia del diritto assieme a Bobbio. È stato, insieme allo
stesso Bobbio e a Giovanni Tarello, uno dei massimi esponenti della filosofia
del diritto analitica italiana del Novecento, insegnando in varie università
italiane anche Teoria generale del diritto, dottrine dello Stato, Filosofia
morale e Filosofia della politica ed occupandosi costantemente, per l'intera
vita, di problemi di etica e politica. Il pensiero filosofico-giuridico
scarpelliano può essere raccolto attorno a due grandi temi: la semiotica del
linguaggio prescrittivo e il metodo giuridico. Scarpelli contribuisce in misura
fondamentale alla cosiddetta svolta prescrittivistica in campo semiotico ed è
fautore di una giustificazione etico-politica del positivismo giuridico. Oltre
ad approfondire lo studio del metodo del ragionamento morale, si è impegnato
attivamente in relazione a questioni di etica e bioetica quali per esempio
l'aborto e l'eutanasia. Ha compiuto inoltre studi sulla democrazia e i concetti
di libertà politica e di partecipazione politica. Da una famiglia di
origine pugliese trasferitasi poi in Lucchesia; il padre è magistrato. Dopo
avere frequentato il liceo, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza presso
l'Università degli Studi di Torino. La formazione di Scarpelli è all'insegna
del pensiero filosofico idealistico allora dominante in Italia e fondata, tra
gli altri, sui testi di Croce e Gentile. Durante gli anni universitari, desta
l'interesse di Scarpelli in particolare Allara, maestro della scuola
civilistica torinese, e la filosofia del diritto. Segue le lezioni del corso di
Filosofia del diritto di Bobbio, che ha l'incarico per quell'anno di ricoprire
la cattedra di Gioele Solari. Sotto la guida del filosofo e giurista italiano
Solari, Scarpelli si laurea nel 1946 discutendo una tesi sul tema della persona
nella filosofia giuridica moderna. Già in questo lavorolo ricorda Bobbio, molti
anni più tardi, nel ritratto dell'allievoScarpelli rivela un orientamento
critico verso le versioni organicistiche della filosofia al tempo in auge.
Si laurea anchein Scienze politiche sempre sotto la guida di Solari. Risale a
questo anno la pubblicazione nella Rivista del diritto commerciale di una breve
nota intitolata Scienza giuridica e analisi del linguaggio; in questa nota
Scarpelli precorre il celebre saggio di Bobbio che porta lo stesso titolo e che
è considerato il manifesto della scuola analitica italiana di filosofia del
diritto. Scarpelli, sino da giovanissimo, prende le distanze dalle correnti
filosofiche idealistiche, organicistiche ed attualistiche accreditate sul
continente per accostarsi al positivismo logico e, più in generale, alla
filosofia analitica e agli studi di semiotica. È tra i primi a proporne una
applicazione in campo giuridico e ad evidenziare la rilevanza della analisi del
linguaggio per la teoria e la dogmatica giuridica. Appena dopo la laurea,
diviene assistente volontario di Bobbio; in seguito, in qualità di assistente
incaricato, collabora con Bobbio alla preparazione di due seminari, uno sulla
giustizia nel materialismo storico e l'altro sulla interpretazione giuridica.
La giustizia e il marxismo sono temi a cui Scarpelli dedica il primo libro
intitolato Esistenzialismo e marxismo, il quale reca come sottotitolo Saggio
sulla giustizia. Nonostante alcuni cambiamenti intervenuti nel corso degli
anni, nel libro si rintracciano alcuni motivi del pensiero scarpelliano che lo
stesso Scarpelli riconosce di non avere mai abbandonato: anzitutto, l'idea che
la filosofia debba proporsi come forma di pensiero mondano, legato
esclusivamente a ciò che gli uomini sono e fanno al mondo, e l'idea della
scelta e dell'impegno come basi della esistenza di ciascun uomo. Risultato
vincitore del concorso per l'accesso in magistratura, lascia la carriera
universitaria con qualche rimpianto; ne è testimonianza la corrispondenza
epistolare col maestro Norberto Bobbio. Durante gli anni di magistratura, i
rapporti con l'università non si interrompono però completamente: consegue la
libera docenza in Filosofia del diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza
dell'Università degli Studi di Milano; nei due anni successivi svolge corsi
liberi nella stessa disciplina e svolge su incarico il corso di dottrina dello
Stato al fianco di Renato Treves. Godendo di una borsa Rockefeller, ottenuta
soprattutto grazie ad Alessandro Passerin d'Entrèves, per un anno si dedica
ininterrottamente allo studio ponendo le basi di una delle sue opere
principali: il Contributo alla semantica del linguaggio normative. Esercita la
professione di magistrato a Milano fino al anno in cui lascia definitivamente
la carica per ritornare a tempo pieno all'insegnamento universitario. Tiene
per incarico il corso di filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza
di Perugia, professore straordinario di
Filosofia del diritto presso la medesima Facoltà; al compimentodel triennio, è Professore
sempre a Perugia. Professore di Filosofia morale nella Facoltà di Lettere e
filosofia del diritto dell'Università degli Studi di Pavia, presso la cui
Facoltà di Giurisprudenza tiene anche le lezioni di Filosofia del diritto. Titolare
della cattedra di Filosofia del diritto della Facoltà di Giurisprudenza di
Torino. Mantiene l'incarico fino a quando si trasferisce accanto a Treves
all'Università degli Studi di Milano ricoprendo la cattedra di Filosofia del
diritto di cui è già titolare. Promuove il dottorato in filosofia analitica e
teoria generale del diritto; ancora oggi attivo, tale dottorato è uno dei tre
curricula che compongono l'attuale dottorato in a Milano. Durante gli anni di
docenza, oltre ai corsi di Filosofia del diritto e Filosofia morale, Scarpelli
insegna su incarico Teoria generale del diritto, Filosofia della politica e
Analisi del linguaggio politico. Lavora appassionatamente e alacremente a
un'opera sistematica rimasta incompiuta: si tratta di un trattato di teoria
generale del diritto di cui resta solo la struttura del lavoro, dettagliata
fino alla scansione dei paragrafi. A tale opera Scarpelli pensa per lunghi
anni, almeno dieci, come dimostra quanto egli scrive nel saggio intitolato La
teoria generale del diritto: prospettive per un trattato; eccettuate le
anticipazioni presenti in questo lavoro e in altri saggi successivi, tra le
carte rimaste di Scarpelli, non v'è alcuna parte di testo scritta di pugno dal
filosofo. Come attestano gli allievi, il modo di lavorare di Scarpelli avrebbe
portato ad una stesura unitaria a partire dalle citazioni e dai riferimenti
raccolti e ordi corso degli anni. Ad oggi, questa mole di documenti resta
l'ultima testimonianza del lavoro di Scarpelli, la traccia degli ultimi
sviluppi del suo pensiero di filosofo del diritto e studioso di analisi del
linguaggio. Muore a Milano. Tra gli scritti pubblicati postumi e ancora
incompiuti, si ricorda soprattutto il testo di una conferenza mai tenuta
intitolato La mia meta-etica e la mia esperienza etica in cui Scarpelli
esplicita le due problematiche che hanno dominato la sua ricerca meta-etica:
quella della razionalità interna dell'etica e quella della sua
fondazione. L'attività scientifica Scarpelli ricopre numerose cariche in
istituzioni dedite alla ricerca e partecipa a numerosi convegni, incontri di
studio e simposi di rilievo nazionale ed internazionale. È stato membro del
Centro di studi metodologici di Torino e dello Institut international de
philosophie politique; è stato socio corrispondente dell'Accademia delle
scienze di Torino e socio dell'Istituto Lombardo Accademia delle scienze e
delle lettere.Direttore dell'Istituto per la Scienza per la amministrazione
pubblica. Ha fatto parte dei consigli direttivi della Rivista internazionale di
filosofia del diritto e di Sociologia del diritto. Entra a far parte del
comitato di redazione della Rivista di filosofia di cui cura numeri monografici
dedicati al concetto di libertà, alla logica deontica e alla bioetica. È stato
condirettore della collana Diritto e cultura moderna e direttore della collana
Luoghi critici per le edizioni di Comunità. Presidente della Società italiana
di filosofia giuridica e politica è stato vicepresidente del Comitato nazionale
di bioetica ed è stato nominato presidente onorario della Società italiana di
filosofia analitica. Contribuisce alla nascita, dovuta all'iniziativa
soprattutto di Ludovico Geymonat, del Centro Studi metodologici di Torino. In
qualità di affiliato, riceve il compito di fare una relazione sulla
Enciclopedia delle scienze unificate; lavoro a cui fanno seguito negli anni
Cinquanta alcuni contributi sulla analisi del linguaggio così come concepita
dal movimento del positivismo logico. In questi anni Scarpelli si avvicina
sempre di più alla filosofia anglosassone e in particolare agli studi oxoniensi
sul linguaggio della morale e della politica, partecipando anche ad incontri di
studio ad Oxford. Seguendo inizialmente le ricerche di Morris, è fra i
protagonisti della cosiddetta svolta linguistica della filosofia italiana. Si
deve a lui l'introduzione nel nostro Paese del pensiero e delle opere del
filosofo della morale Hare e del filosofo della politica Oppenheim. Ad ambedue i filosofi, Scarpelli
dedica alcuni lavori; sono da ricordare anzitutto le note, che in realtà sono
ampi saggi di analisi del linguaggio normativo e contributi di meta-etica, ai
due saggi di Hare: The Language of Morals e Freedom and Reason. Intraprende un
vivace dibattito sul concetto di libertà politica che porta alla stesura di
vari lavori; tra essi, si può ricordare anzitutto il saggio dal titolo Libertà
come fatto e come valore ed il volume La
libertà politica. Si devono a Scarpelli i primi studi in Italia sulla
analisi del linguaggio giuridico in cui v'è una sistematica applicazione degli
strumenti della semiotica ai suoi tre livelli: la sintattica (lo studio dei
rapporti tra i segni), la semantica (lo studio dei rapporti tra i segni e i
significati), la pragmatica (lo studio dei rapporti tra i segni e i loro
utenti). Tutta la speculazione e la produzione scientifica di Scarpelli è
basata sulla tesi della grande distinzione tra linguaggio descrittivo e
linguaggio prescrittivo; ma negli anni si evolve progressivamente il livello a
cui è individuato il tratto differenziale tra l'uno e l'altro, individuato
dapprima sul piano pragmatico e poi sul piano semantico. L'esposizione compiuta
del pensiero scarpelliano sulla significanza del linguaggio prescrittivo si ha
nell'opera del Semantica, morale e diritto, trasfusa nella voce Semantica
giuridica dello stesso anno. L'idea che il linguaggio prescrittivo (le norme, i
comandi, gli ordini, le preghiere, ecc.) abbiano significato trae origine dalla
distinzione tra il principio di significanza e il principio di verificazione.
Alcuni spunti in tal senso sono rintracciabili già nel Contributo alla
semantica del linguaggio normativo il cui nucleo concettuale ancora vicino al
positivismo logico sta nell'intuizione che gli enunciati normativi, quantunque
non possano essere verificati o falsificati, debbano nondimeno riferirsi alla
realtà. Questa idea è alla base anche del libro Cos'è il positivismo giuridico in
cui Scarpelli propone una giustificazione etico-politica del positivismo
giuridico, criticando sia la versione bobbiana del positivismo giuridico come
approach sia la versione proposta da Hart. Fonti Le indicazioni sulla
produzione scientifica di Uberto Scarpelli più ampie, seppur non complete, si
rintracciano al momento nei seguenti contributi: R. Guastini, Variazioni su
temi di Scarpelli. Con un'appendice bibliografica, in «Materiali per una storia
della cultura giuridica italiana», Xdegli scritti di Uberto Scarpelli. Nota
Bibliografica, in Filosofia analitica Donatelli e Luciano Floridi, Lithos
editrice, Roma, (con anche l'indicazione delle note sul “Monitore dei
Tribunali” e degli articoli comparsi su alcuni giornali, quotidiani e
periodici: “L'Opinione”, “Panorama”, “Il Sole 24 Ore”, “Il Mondo economico”);
Mario Jori, Uberto Scarpelli, giurista e filosofo, in «Rivista internazionale
di filosofia del diritto», Norberto Bobbio, La mia Italia, Polito, Passigli
Editori, Firenze, nelle pagine dedicate
al ritratto di Uberto Scarpelli. Semantica del linguaggio normativo, in Filosofia
del diritto, (Paolo Di Lucia), Raffaello Cortina Editore, Milana. La
presente non è completa e non contempla
i numerosissimi scritti e note apparsi sui giornali, quotidiani e
periodici. Esistenzialismo e marxismo. Saggio sulla giustizia, Taylor, Torino,
Filosofia analitica e giurisprudenza, Istituto editoriale Cisalpino, Milano, Il
problema della definizione e il concetto di diritto, Istituto editoriale
Cisalpino, Milano, Contributo alla semantica del linguaggio normativo, Accademia
delle Scienze, Torino, (nuova edizione con introduzione e Anna Pintore,
Giuffrè, Milano, Filosofia analitica,
norme e valori, Comunità, Milano, Validità, legittimità, effettività del
diritto, e positivismo giuridico, Cluep, Perugia, ciclostilato Cos'è il
positivismo giuridico, Comunità, Milano, (nuova edizione con introduzione di
Alfonso Catania e Mario Jori, ESI, Napoli) Diritto e analisi del linguaggio,
Uberto Scarpelli, Comunità, Milano, Letture filosofiche e politiche.
Introduzione agli studi politici, Uberto Scarpelli, Cisalpino-Goliardica,
Milano, Hobbes. Linguaggio e leggi naturali. Il tempo e la pena, Giuffrè,
Milano, L'etica senza verità, Il Mulino, Bologna, La teoria generale del
diritto. Problemi e tendenze attuali. Studi dedicati a Norberto Bobbio, Uberto
Scarpelli, Comunità, Milano, Il linguaggio del diritto,Led, Milano, Bioetica
Laica, Maurizio Mori, Baldini e Castoldi, Milano, Saggi Scienza del diritto e
analisi del linguaggio, Rivista del diritto commerciale, Dissertazione (check) per
la libera docenza, Giurisprudenza italiana, L'Unità della scienza nella “International
Encyclopedia of Unified Science”, Rivista di filosofia, Il giudice e la legge,
Occidente. Rivista mensile (saggio compreso nel fascicolo speciale dedicato a
Il potere giurisdizionale nello stato moderno e in particolare nella costituzione
italiana, Liberalismo e democrazia nella Costituzione italiana, Occidente.
Rivista bimestrale di studi politici, Elementi di analisi della proposizione
giuridica, Jus, (riedito in Atti del congresso di studi metodologici promosso
dal Centro di Studi metodologici, Ramella, Torino, Diritto naturale vigente,
Occidente. Rivista bimestrale di studi politici, Alcuni problemi della teoria
analitica del valore nel libro “Elementi di filosofia analitica” di Arthur Pap,
Rivista di filosofia, Linguaggio
valutativo e prescrittivo, Jus, La Filosofia di Gentile e le critiche di Solari,
in Studi in memoria di Solari, Ramella, Torino, Responsabilità del magistrato,
Occidente. Rivista bimestrale di studi politici, Behaviourism, positivismo
logico e fascismo, Rivista bimestrale di cultura e di politica, Gli Stati Uniti
e “il grande cambiamento”, Rivista bimestrale di cultura e di politica, Etica e
linguaggio, Rivista di filosofia, Società e natura nel pensiero di Kelsen,
Rivista internazionale di filosofia del diritto, Osservazioni sul concetto di
segno nel pensiero di Charles Morris, Rivista di filosofia, La natura della
analisi del linguaggio, Rivista di filosofia, La natura della metodologia
giuridica, Rivista internazionale di filosofia del diritto (incluso anche in
Filosofia e scienza del diritto. Atti del II Congresso nazionale di filosofia
del diritto (Giuffrè, Milano), La «Filosofia del diritto» di Widar Cesarini
Sforza, Rivista di diritto civile, I compiti della filosofia del diritto, in La
ricerca filosofica nella coscienza delle nuove generazioni, Carlo Arata e
altri, Il Mulino, Bologna, I fondamenti e il metodo della analisi del linguaggio,
in Il pensiero contemporaneo. Filosofia, epistemologia, logica, Rossi-Landi,
Comunità, Milano,Retribuzione (voce), Enciclopedia Filosofica, IV, Sansoni,
Firenze, La définition en droit, Logique et Analyse,ss. poi tradotto come La
definizione nel diritto, Jus, Imperativi e asserzioni (Grice: “Or is it
indicatives and imperatives?”) Rivista di filosofia, La libertà, la democrazia
e il magistrato, Monitore dei Tribunali, Relazione, in Dibattito bolognese sui valori,
Augusto Guzzo e Uberto Scarpelli, Edizioni di Filosofia, Torino, Libertà, ragione e giustizia, Rivista di
filosofia, Marxismo, sociologia neopositivistica e lotta delle classi, Quaderni
di Sociologia, Il permesso, il dovere e la completezza degli ordinamenti
normativi (a proposito di un libro di Amedeo G. Conte), Rivista trimestrale di
diritto e procedura civile, La dimensione normativa della libertà, Rivista di
filosofia, 1Positivismo logico e società contemporanea, Rivista di filosofia, Libertà come fatto e come valore, Rivista di
filosofia, Illuminismo e legislazione, La Magistratura, Le “proposizioni
giuridiche” come precetti reiterati, Rivista internazionale di filosofia del
diritto, Risposta di Uberto Scarpelli, in Quaderni della Rivista “Il politico”.
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del giurista, Rivista di diritto processuale, Semantica giuridica, voce del
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prospettive di analisi, Il Foro italiano, suppl. ai Quaderni. Serie II. La
formazione extralegislativa del diritto nell'esperienza italiana. Atti delle
giornate di studio di Ancona, “Moore in Italia,” (cf. Luigi Speranza, “Grice in
Italia”), Rivista di filosofia, La
«grande divisione» e la filosofia della politica, introduzione a F. Oppenheim,
Etica e filosofia politica, Il Mulino, Bologna, Il metodo giuridico, Rivista di diritto
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Uberto Scarpelli. Scarpelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Scarpelli” – /The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734017741/in/datetaken/
Grice e Sciacca – l’idea della libertà – fondamento della
coscienza etico-politica – filosofia italiana (Messina).
Filosofo. Allievo e assistente a Palermo di Renda, volse il suo interesse verso
la filosofia kantiana, tema a cui dedica un primo saggio, La funzione della
libertà nella formazione del sistema kantiano a cui fece seguito, nel 1963, il
saggio L'idea della libertà. Fondamento della coscienza etico-politica, che
riproduceva, in appendice, la memoria. Professore Emerito di Storia della
filosofia presso la Facoltà di Lettere dell'Palermo, è stato presidente della
Società filosofica italiana Autore di numerosi saggi, il filosofo si è espresso
attraverso una ricca . Opere; Filosofi che si confessano, Guido D'Anna editore,
Messina, Il fondamento della sterēsis
nella "Filosofia dell'azione", Accademia di Scienze, Lettere ed Arti,
Palermo, Il concetto di tiranno, dai greci a Coluccio Salutati, U. Manfredi
editore Palermo, 1953; La visione della vita nell'Umanesimo e Coluccio
Salutati, Palermo Politica e vita spirituale, ed. Palumbo, Palermo, Gli Dei in
Protagora, ed. Palumbo, Esistenza e realtà in Husserl, ed. Palumbo, Palermo,
Esistenza e realtà, Palermo, L'Idea della libertà in Kant. Fondamento della
coscienza etico-politica, ed. Palumbo, Palermo, Scetticismo cristiano, ed.
Palumbo, Palermo, Ritorno alla saggezza, ed. Palumbo, Palermo, L'uomo senza
Adamo, ed. Palumbo6; Sapere e alienazione, ed. Palumbo, Palermo, 1 Il Segno,
quel Segno, ed. Cappelli, Bologna. Pubblicato l'anno dopo in "Reale
accademia di lettere scienze e arti", «La filosofia per cambiare il
mondo», La Repubblica. Alessandro De
Bono, Giuseppe Maria Sciacca. La vita e la filosofia, Alessandria della Rocca,
M.K.N.,Caterina Genna, «Antonio Renda e Giuseppe Maria Sciacca: due testimoni
della tradizione neokantiana», in Piero di Giovanni, Le avanguardie della
filosofia italiana nel XX secolo, FrancoAngeli, "Bollettino quadrimestrale
della Società Filosofica Italiana", Piero Di Giovanni, L'opera e il
pensiero di Giuseppe Maria Sciacca M. , Scritti di Giuseppe Maria Sciacca Armando Plebe Piero Di Giovanni. Giuseppe Maria
Sciacca. Sciacca. Keywords: l’idea della libertà – fondamento della coscienza
etico-politica -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sciacca” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734847820/in/datetaken/
Grice e Sciacca – antifilosofia e contra-implicatura –
filosofia italiana (Giarre). Filosofo. «La filosofia non asciuga lacrime né dispensa
sorrisi, ma dice la sua parola sulla "verità" delle lacrime e dei
sorrisi.» Dopo gli studi liceali classici si trasferì a Napoli, nella cui
università si laureò in filosofia, con Antonio Aliotta. Cominciò quindi, dopo
aver conseguito la libera docenza in filosofia, la carriera universitaria a
Napoli, come assistente incaricato di storia della filosofia antica e collaborando
come condirettore alla rivista Logos fondata e diretta da Aliotta. Fondò la
rivista Il Giornale di Metafisica. Molto intenso fu il suo rapporto filosofico
e di stima reciproca con Giovanni Gentile, un sodalizio iniziato nel 1933 e
testimoniato dalla fitta corrispondenza tra i due filosofi, da cui però ben
presto Sciacca si allontanò, in particolare dal filone di pensiero idealistico,
per condurre la sua propria ricerca filosofica in modo più ampio, tanto da
condurlo a studiare per un certo periodo, grazie alle sue conoscenze pure in
campo teologico, sia la corrente del misticismo cristiano che quella dello
spiritualismo cristiano. Conseguì
l'ordinariato ncon cattedra all'Pavia, quindi insegnò, dal 1947 alla morte
prematura, filosofia teoretica presso l'Genova, che in seguito gli intitolò il
proprio Dipartimento di Studi sulla Storia del Pensiero Europeo. Dal 1959 al
1974, ricoprì anche la carica di presidente dell'Accademia di studi
italo-tedeschi di Merano. A Genova morì. Storico della filosofia, studioso e
profondo conoscitore del pensiero del sacerdote e filosofo Antonio Rosmini,
promotore della fondazione del "Centro Internazionale di Studi
Rosminiani" di Stresa nel 1966, Sciacca è una delle principali figure
dello spiritualismo filosofico del Novecento, a cui pervenne dopo i primi
interessi per l'attualismo gentiliano ed i successivi, più impegnativi studi
sullo spiritualismo cristiano, anche interpretandolo in modo originale,
delineando un particolare percorso di continuità che, connettendo la metafisica
classica al pensiero filosofico moderno, perviene a concepire un'apertura del
soggetto personalecome creaturaverso l'attualità assoluta dell'Essere
(«filosofia dell'integralità»). La sua memoria è ricordata principalmente
attraverso le opere dei suoi due allievi, Maria Adelaide Raschini e Pier Paolo
Ottonello, entrambi docenti dell'ateneo genovese. È sepolto presso il Sacro Monte di
Domodossola, casa madre dei rosminiani, dove infatti riposano le spoglie di molti
membri appartenuti alla congregazione. S. AgostinoMorcelliana, Brescia. L'Anima
Morcelliana, Brescia. La filosofia morale di Antonio Rosmini Fratelli Bocca,
Torino. Atto ed essere Fratelli Bocca, Torino. Interpretazioni rosminiane
Marzorati, Milano. Come si vince a WaterlooMarzorati, Milano. La filosofia e la
scienza nel loro sviluppo storico. Per i licei scientificiCremonese, Roma.
PlatoneMarzorati, Milano.Filosofia e antifilosofia Marzorati, Milano. La Chiesa
e la civiltà moderna Marzorati, Milano. Pagine di critica letteraria Marzorati,
Milano. L'oscuramento dell'intelligenza Marzorati, Milano. Studi sulla
filosofia antica. Con un'appendice sulla filosofia medioevale Marzorati,
Milano. Ontologia triadica e trinitaria. Discorso metafisico-teologico Marzorati,
Milano. L'Insegnamento della filosofia: atti del II Convegno di studi, Messina,
maggio Editrice peloritana, Messina. Reflexiones inactuales sobre el
historicismo hegeliano Fundación Universitaria Española, Madrid. Ontologia
triadica e trinitariaL'Epos, Palermo. Atto ed essereL'Epos, Palermo. Il magnifico oggiL'Epos, Palermo. In Spirito e
VeritàL'Epos, Palermo. La
clessidraL'Epos, Palermo. L'ora di Cristo L'Epos, Palermo. La principale fonte
biografica qui seguita è: Pier Paolo Ottonello, "Sciacca, Michele
Federico", Dizionario Biografico degli Italiani, Cfr. CSFG-Centro di Studi Filosofici di
Gallarate, Dizionario dei Filosofi, Firenze, G.C. Sansoni Editore, 1 Pier Paolo
Ottonello, "Sciacca, Michele Federico", Dizionario Biografico degli
Italiani, CSFG-Centro di Studi Filosofici di Gallarate, Dizionario dei
Filosofi, Firenze, G.C. Sansoni Editore, Michele Schiavone, L'idealismo di M.F.
Sciacca come sviluppo del rosminianismo, Stresa (VB), Edizioni Rosminiane
Sodalitas, Antimo Negri, Michele Federico Sciacca: dall'attualismo alla
filosofia dell'integralità, Forlì, Edizioni di Ethica, Emilio Pignologni, Genesi e sviluppo del
rosminianesimo nel pensiero di Michele F. Sciacca, Milano, Marzorati, La
filosofia di M.F. Sciacca, Bologna, Quaderni del Giornale di Metafisica, Michele
Federico Sciacca, Stresa (VB), Estratti della Rivista Rosminiana, Maria
Adelaide Raschini, Incontrare Sciacca, Venezia, Marsilio Editori, Pier Paolo
Ottonello, Sciacca. L'anticonformismo costruttivo, Venezia, Marsilio Editori,
2000. Alessandra Modugno, Heidegger e Sciacca. Essere, persona, libertà, tempo,
Venezia, Marsilio Editori, H.M. Ortiz, "Muerte e inmortalidad" de
Sciacca, Firenze, Leo S. Olschki Editore, . Michele Shiavone, L'idealismo di M.
F. Sciacca come sviluppo del rosminianesimo , Collana di studi filosofici
rosminiani (n. 14), Domodossola (NO) ; Milano, Sodalitas, Ospitato su Bontadini
e la metafisica. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Michele
Federico Sciacca, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Pubblicazioni di Michele Federico Sciacca,
su Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de
l'Innovation. Sito dedicato alla vita ed
alle opere di M.F. Sciacca, su fondazionesciacca. Profilo biografico, su pensierofilosoficoreligiosoitaliano.org.
Michele Federico Sciacca. Sciacca. Keywords. Refs.: Grice e Sciacca” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734123673/in/datetaken/
Grice e Scupoli – la lotta
coll’angelo – filosofia italiana (Otranto). Filosofo. Very
important Italian philosopher. Ricevette come nome di battesimo
Francesco. Entrò nell'ordine dei teatini quasi quarantenne, nel 1569, per
ricevere gli ordini sacri in soli otto anni. Fu discepolo di sant'Andrea
Avellino, appartenente al suo stesso ordine. Risale l'accusa di
violazione della regola, per cui fu arrestato per un anno e sospeso a divinis.
Per la sua assoluzione dovette attendere quasi la morte; intanto, sopportò l'ingiusta
accusa e la pena conseguente con umiltà e umanità. Il combattimento spirituale
«"Con l’orazione porrai la spada in
mano a Dio, perché combatta e vinca per te." La preghiera è dunque l’arma
di tutte le vittorie. Essa è la debolezza di Dio e la forza dell’uomo perché il
cuore del Padre non sa negare nulla di buono ai suoi figli.» (Padre Lino
Pedron. Opere: Il combattimento
spirituale, come afferma V. Gambi nell'introduzione all'opera delle ed. Paoline
del 1960, è un trattato di strategia spirituale che come altre opere e vicino
alla spiritualità ignaziana conduce l'anima a una perfezione tutta interiore.
L'opera indica cinque mezzi per raggiungere la perfezione spirituale: 1.
Sfiducia in sé 2. pienissima confidenza in Dio 3. combattimento e uso metodico
delle facoltà per correggere i propri difetti, quindi per trionfare del demonio
e per conquistare le virtù 4. preghiera e meditazione 5. comunione. Spiritualità Imitazione di Cristo A Testo del
Combattimento spirituale, su monasterovirtuale. Scupoli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Scupoli,"
per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716140515/in/photolist-2mMYJP6
Selvatico-Estense?
Grice e Semerari – il principio del dialogo in Socrate –
filosofia italiana (Taranto). Filosofo. Grice: “Wheereas it would be considered
in bad taste at Oxford, the Italians pun on names – and there is an essay on
the ‘seme’ of ‘semerari’ Witty!” -- Grice: “Perhaps Semerari is right and the
philosopher MUST metaphorise. What better title to an essay on Calabellse than
‘La sabbia e la roccia”?” -- Grice: “I like Semerari: His ‘principio del
dialogo in Socrate” is reprinted in his invaluable collection on “Dialogo.”” –
Grice: “In a way, we may say that Calogero, Semerari, and myself, belong to the
school of the philosophy of conversation – not to mention Apel!”. Laureato aa Roma,
dove fu allievo di Carabellese, fu poi professore di filosofia a Bari --(a lui
è dedicata la biblioteca del dipartimento).
Con Paci ha collaborato «aut aut», di cui era in redazione. Collaborò
anche a «Critica storica», «Giornale critico della filosofia italiana»,
«Clizia», «Historica», « Rivista internazionale di filosofia del diritto»,
«Rivista di filosofia», «Il pensiero», «Archivio di filosofia» e altre riviste
specialistiche. Fondò la rivista «Paradigmi», e ne fu il direttore. Si è dedicato per lo più a Spinoza, a
Schelling, alla fenomenologia di Husserl e Merleau-Ponty e al materialismo
storico di Marx. Opere: “I problemi
dello spinozismo,” Vecchi, Trani, “Storia e storicismo: saggio sul problema
della storia nella filosofia Carabellése,” Vecchi, Trani; “Storicismo e
ontologismo critico,” Lacaita, Manduria, Dialogo, storia, valori: studi di
filosofia.” Ciranna, Siracusa; Interpretazione di Schelling, Libreria
scientifica, Napoli; “L'esistenzialismo
italiano,” (Grice: “This reminds me of parochial Warnock and his “English
philosophy,” or Sorley for that matter!”) -- Cressati, Bari; “Questioni di
etica contemporanea,” Adriatica, Bari; Responsabilità e comunità umana. Ricerche
etiche, Lacaita, Manduria; La filosofia come relazione, Quaderni di cultura,
Sapri; Ferruccio De Natale, Guerini e Associati, Milano Scienza nuova e ragione,
Lacaita, Manduria; Furio Semerari, premessa di Carlo Sini, Guerini e Associati,
Milano Da Schelling a Merleau-Ponty. Studi sulla filosofia contemporanea,
Cappelli, Bologna; La lotta per la
scienza, Silva, Milano; Francesco Valerio, premessa di Fulvio Papi, Guerini e
Associati, Milano, Spinoza, Marzorati, Milano; Esperienze del pensiero moderno,
Argalia, Urbino; La filosofia dell'esistenza in Kant, Adriatica, Bar; Introduzione a Schelling, Laterza, Bari Filosofia
e potere, Dedalo, Bari Civiltà dei mezzi, civiltà dei fini. Per un razionalismo
filosofico-politico, Bertani, Verona; La
scienza come problema: dai modelli teorici alla produzione di tecnologie, De
Donato, Bari; Insecuritas. Tecniche e paradigmi della salvezza, Spirali,
Milano; La sabbia e la roccia. L'ontologia critica di P. Carabellése, Dedalo,
Bar; Dentro la storiografia filosofica. Questioni di teoria e didattica, Dedalo,
Bari); Sartre. Teoria, scrittura, impegno, Edizioni del Sud, Bari; Novecento
filosofico italiano. Situazioni e problemi, Guida, Napoli; Skepsis. Studi
husserliani” (Dedalo, Bari); Filosofia. Lezioni preliminari, Guerini e
Associati, Milano Confronti con Heidegger, Dedalo, Bari prefazione a Edmund
Husserl, La filosofia come scienza rigorosa, Laterza, Bari, Frammenti di
diario; l'anno di Istanbul, Schena, Fasano. “La cosa stessa.” Seminari fenomenologici,
Dedalo, Bari; Schelling, Lettere filosofiche su dommatismo e criticismo e Nuova
deduzione del diritto naturale , Laterza, Bari. Pensiero e narrazioni. Modelli
di storiografia filosofica, Dedalo, Bari; Frammenti di diario; l'anno del
Messico, Schena, Fasano; Fenomenologia delle relazioni, Palomar, Bari; Ragione
e storia. Studi in memoria di Giuseppe Semerari, F. Tateo, Schena, Fasano; Dalla materia alla coscienza. Studi su
Schelling in ricordo di Giuseppe Semerari, Carlo Tatasciore, Guerini, Milano; ‘La
certezza incerta” Scritti su Giuseppe Semerari con due inediti dell'autore,
Furio Semerari, Guerini, Milano; Augusto Ponzio, Il significato della filosofia
per Giuseppe Semerari, in "BariSera", Luciano Niro, Giuseppe
Semerari. Il problema morale, Atheneum, Firenze, Julia Ponzio e Filippo
Silvestri, Il seme umanissimo della filosofia. Sul pensiero di Giuseppe
Semerari, Mimesis, Milano Giuseppe Semerari, in TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Semerari. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Semerari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734035483/in/datetaken/
Grice e Semmola – filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Grice:
“I find it difficult to sea if Semmola endorses formalism or informalism in his
monumental “Logica.”” Grice: “While Ayer never liked it, metaphysics is very
popular in Italy, as Semmola’s monumental “Metafisica” testifies.” Grice: “It’s
good to see philosophy as an institution, in the Italian way of using this
word, as per Semmola, “Istituzione di Filosofia.” Fu senatore del Regno
d'Italia nella XVI legislature. (check). Figlio di Giovanni, uno dei più grandi
esponenti della scuola napoletana,docente e poi Segretario del Parlamento del
Regno d'Italia; partecipa ai moti di Marigliano. Scrive, tra l'altro, “Istituzioni
di Filosofia,” “Logica,” “Metafisica” (presso la Biblioteca Nazionale di
Napoli. Questo è l'epitaffio sul monumento a lui dedicato e sito nel Recinto o
Quadrilatero degli Uomini Illustri del Cimitero Monumentale di
Napoli-Poggioreale. Mente divinatrice ardente spirito investigatore che nello
studio della natura morbosa dell'uomo produsse miracoli di arte e di scienza scolare
e presto emulo del suo gran più ai giovann conchiuse alla novità delle dottrine
una sapienza antica procacciandosi fama in patria e fuori di sommo maestro in
medicina ne rifulse lo ingegno incomparabile dalla cattedra nell'università
napoletana nelle accademie e negli ospedali nei consessi legislativi e nei
congressi scientifici nella parola negli scritti membro della commissione
legislativa riunita in Firenze principale autore di un codice sanitario
italiano inviato unico plenipotenziario alla conferenza sanitaria internazionale
di Vienna deputato e poi senatore nel patrio parlamento onorato due volte di
medaglia d'oro dal proprio governo per le cure ai colerosi da quello del
Brasile per la guarigione del suo imperatore Socio di gran numero di accademie
italiane e straniere Insignito di molti tra i maggiori gradi cavallereschi. Morì
nella fede catolica avita Questo marmo per voce del comune Si fa eco
della pubblica solenne onoranza cittadina Le spoglie mortali riposano nella cappella
mortuaria di famiglia ove le vollero la vedova ed i figliuoli a rendere vieppiù
paghi la loro pietà ed il riconoscente affetto. Grand'Ufficiale dell'Ordine
della Corona d'Italianastrino per uniforme ordinariaGrand'Ufficiale dell'Ordine
della Corona d'Italia Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaronastrino
per uniforme ordinariaCommendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
Onorificenze straniere Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna)
nastrino per uniforme ordinariaGran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica
(Spagna) Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dell'Immacolata Concezione di Vila
Viçosa (Portogallo )nastrino per uniforme ordinariaCavaliere di Gran Croce
dell'Ordine dell'Immacolata Concezione di Vila Viçosa (Portogallo) Commendatore
di Numero dell'Ordine di Carlo III (Spagna) nastrino per uniforme ordinariaCommendatore
di Numero dell'Ordine di Carlo III (Spagna) Commendatore di I classe
dell'Ordine della Stella Polare (Svezia)nastrino per uniforme ordinariaCommendatore
di I classe dell'Ordine della Stella Polare (Svezia) Grand'Ufficiale
dell'Ordine di Nichan Iftikar (Tunisia)nastrino per uniforme ordinariaGrand'Ufficiale
dell'Ordine di Nichan Iftikar (Tunisia) Commendatore dell'Ordine Imperiale di
Leopoldo (Impero austro-ungarico)nastrino per uniforme ordinariaCommendatore
dell'Ordine Imperiale di Leopoldo (Impero austro-ungarico) Cavaliere
dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia)nastrino per uniforme ordinariaCavaliere
dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) Opere di Mariano Semmola, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Mariano Semmola,
su storia.camera, Camera dei deputati. Senatori d'Italia, Senato della
Repubblica. Mariano Semmola. Semmola. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Semmola” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691776126/in/photolist-2mLNimn-2mLEK4t-2mKUqRH-2mKPS8q-2mKEHpR/ Serbati (Rovereto). Filosofo. Important Italian philosopher, Catholic priest, counselor to Pope
Pius IX, and supporter of the supremacy of the church over civil government
Neo-Guelphism. Rosmini had two major concerns: the objectivity of human
knowledge and the synthesis of philosophical thought within the tradition of
Catholic thought. In his Nuovo saggio sull’origine delle idee “New Essay on the
Origin of Ideas,” 1830, he identifies the universal a priori intuitive
component of all human knowledge with the idea of being that gives us the
notion of a possible or ideal being. Everything in the world is known by
intellectual perception, which is the synthesis of sensation and the idea of
being. Except for the idea of being, which is directly given by God, all ideas
derive from abstraction. The objectivity of human knowledge rests on its
universal origin in the idea of being. The harmony between philosophy and
religion comes from the fact that all human knowledge is the result of divine
revelation. Rosmini’s thought was influenced by Augustine and Aquinas, and
stimulated by the attempt to find a solution to the contrasting needs of
rationalism and empiricism. Antonio Rosmini
Nota disambigua.svg DisambiguazioneSe stai cercando l'omonimo criminale
appartenente alla 'ndrangheta, vedi Antonio Rosmini (criminale).
Disambiguazione"Rosmini" rimanda qui. Se stai cercando la 'ndrina,
vedi Rosmini ('ndrina). Beato Antonio Rosmini Francesco Hayez, RGalleria d'Arte Moderna di MilanoAntonio Rosmini
ritratto da Francesco Hayez, Nascita 24 marzo 1797 Morte 1º luglio 1855
Venerato da Chiesa cattolica Beatificazione 18 novembre 2007 Ricorrenza 1º
luglio. Filosofo. La chiesa cattolica lo venera come beato dal 18 novembre
2007. Casa natale in corso Rosmini, a Rovereto. Fu secondogenito di
Pier Modesto e di Giovanna dei Conti Formenti di Biacesa in Valle di Ledro,
nipote di Ambrogio Rosmini Serbati, e al momento della sua nascita, Rovereto fa
parte del dominio delle forze napoleoniche, che l'avevano strappato all'Impero
asburgico. In quegli anni il Trentino e terra di confine ora Tirolese (Tirolo
italiano) ora appartenente al regno d'Italia, con capitale Milano. Della
sua nascita, rende sempre grazie a Dio poiché Dio i la fa coincidere con la
vigilia della Beata Maria Vergine Annunziata». Vive con sua sorella maggiore
Margherita, entrata nelle Suore di Canossa, e con suo fratello più piccolo,
Giuseppe. Rosmini, terminato l'Imperial Regio Ginnasio di Rovereto, al tempo
città della Contea del Tirolo, compe gli studi giuridici e teologici presso
l'Padova e manifestò il desiderio di diventare sacerdote. A questo proposito i
famigliari raccontavano come, fin dalla più tenera età, Rosmini leggesse alla
luce della sua aureola. Fu nel giugno 1820, in occasione della venuta a
Rovereto del Vescovo di Chioggia Giuseppe Manfrin Provedi per consacrare le
chiese di Santa Maria del Carmine e di Santa Croce, appartenente all'omonimo
Monastero, che Antonio Rosmini, prendendo parte alla cerimonia, ottenne da
Monsignor Manfrin il diaconato ed in seguito, a Chioggia, il 21 aprile 1821
ricevette l'ordinazione sacerdotale. Intanto iniziò a mostrare una profonda
inclinazione per gli studi filosofici, incoraggiato in tal senso da papa Pio
VII. Dal 1826 si trasferì a Milano dove strinse un profondo rapporto
d'amicizia con Alessandro Manzoni che di lui ebbe a dire: «è una delle sei o
sette intelligenze che più onorano l'umanità». Manzoni assistette Rosmini sul
letto di morte, da cui trasse il testamento spirituale "Adorare, Tacere,
Gioire". Gli scritti di Antonio Rosmini destarono l'ammirazione, tra gli
altri, anche di Giovanni Stefani, Niccolò Tommaseo e Vincenzo Gioberti dei
quali pure divenne amico. Nel 1828, dopo aver dovuto lasciare il
Trentino, per motivi di forte ostilità per le sue posizioni incontrati da parte
del vescovo di Trento, il beato Giovanni Nepomuceno de Tschiderer, fondò al
Sacro Monte Calvario di Domodossola la congregazione religiosa dell'Istituto
della Carità, detta dei "Rosminiani". Le Costituzioni della nuova
famiglia religiosa, contenute in un libro che curò per tutta la vita, furono
approvate da papa Gregorio XVI nel 1839. A Borgomanero svolge la sua
attività di insegnamento e di guida spirituale in un collegio rosminiano, il
"Collegio Rosmini", regolato dalla Congregazione delle Suore della
Provvidenza Rosminiane. Nel 1848 svolse una missione diplomatica per
conto del Re di Sardegna Carlo Alberto presso la Santa Sede. Il filosofo
fu presidente dell'Accademia Roveretana degli Agiati ed il suo posto, anni dopo
la sua morte, dal 1872 al 1888, fu assunto da don Francesco Paoli, suo
segretario ed esecutore delle volontà, già direttore di Casa Rosmini. Tra le
volontà del filosofo vi fu anche quella di donare alla città di Rovereto un
terreno nell'attuale zona di Santa Maria per costruirvi l'ospedale cittadino, e
don Paoli onorò tale decisione. Rosmini è sepolto all'interno del
Santuario del SS. Crocifisso di Stresa. Nella stessa chiesa si trovano le
spoglie di Clemente Rebora. Pensiero Filosofia Rosmini portò avanti tesi
filosofiche tese a contrastare sia l'illuminismo che il sensismo. Sottolineando
l'inalienabilità dei diritti naturali della persona, fra i quali quello della
proprietà privata, entrò in polemica con il socialismo e il comunismo,
postulando uno Stato il cui intervento fosse ridotto ai minimi termini. Nelle
sue teorie il filosofo seguì le concezioni di Sant'Agostino e di San Tommaso,
rifacendosi anche a Platone. Gli esordi filosofici di Antonio Rosmini si
ricollegano a Pasquale Galluppi, sia pure polemicamente, in quanto Rosmini
avverte con ogni chiarezza come risulti insostenibile una posizione di
integrale sensismo gnoseologico. La necessità di concepire una funzione
ordinatrice dell'esperienza, e a questa precedente, porta Rosmini a guardare
con interesse la filosofia di Kant. Tuttavia non è soddisfatto di ciò che lui
chiama l'innatismo kantiano, legato ad una pluralità imbarazzante e precaria di
categorie. Le quali, d'altra parte, gli sembrano fallire lo scopo di far
conoscere il reale quale esso è, per la necessaria introduzione di modifiche
soggettive nell'atto stesso del conoscere. Contrada della Terra, a
Rovereto. Memoria storica della presenza di Antonio Rosmini. Il problema
filosofico di Rosmini si configurava perciò come quello di garantire
oggettività alla conoscenza. La soluzione non potrà essere trovata, stante il
rifiuto della trascendentalità kantiana e dei connessi sviluppi, se non in una
ricerca ontologica, in un principio oggettivo di verità, che riesca ad
illuminare l'intelligenza in quanto le si proponga con immediata evidenza,
universalità e immutabilità. Questo principio è per Rosmini l'idea
dell'essere possibile, che da indeterminato contenuto dell'intelligenza, quale
originariamente è, si fa determinato allorché viene applicato ai dati forniti
dal senso. Essa precede e informa di sé tutti i giudizi con cui affermiamo che
qualche cosa particolare esiste. L'idea dell'essere, dunque, costituisce
l'unico contenuto della mente che non abbia origine dai sensi, ed è perciò
innata (Nuovo saggio sull'origine delle idee, del 1830). Ma qui i
problemi del kantismo, che sembrano superati o almeno messi da parte, si
riaffacciano con urgenza: di fronte al mero ricevere dati, di cui parlava il
sensismo, Rosmini ha chiarito che la mente umana nel suo uso conoscitivo
formula giudizi, in cui l'idea dell'essere ha funzione di predicato, cioè di
categoria, e la sensazione è il soggetto, di cui si predica qualche cosa. Nel
giudizio, inoltre, il predicato si determina e la sensazione si certifica: se
questa è la funzione propria del giudicare, ogni concetto non può sussistere
che come predicato di un giudizio; né a questa necessità sembra potersi
sottrarre il concetto di essere, che è dato solo nell'attività giudicante, come
forma del giudizio. Tuttavia Rosmini non accetta tale riduzione, ed esclude
proprio il predicato di esistenza della funzione del giudizio, continuando ad
attribuirgli una natura oggettiva e trascendente. È l'essere trascendente che
si rivela all'uomo, lo illumina e gli permette di pensare. Chi lo nega come il
nichilismo cade in una vuota posizione nullista. Accanto a questa
ontologia l'etica di Rosmini si sviluppa come etica caritativa (Principio della
scienza morale1). Monumento sepolcrale di Antonio Rosmini, Vincenzo
Vela, Stresa Politica Rosmini dedicò alla politica una breve ma intensa fase
della sua vita. Seguì papa Pio IX riparato a Gaeta dopo la proclamazione della
Repubblica Romana, ma la sua formazione attestatasi su ferme posizioni di
cattolicesimo liberale era tale per cui fu costretto a ritirarsi sul Lago Maggiore,
a Stresa. Tuttavia, quando Pio IX volle istituire dopo il 1849 una commissione
incaricata della preparazione del testo per la definizione del dogma
dell'Immacolata Concezione, nonostante ben due sue opere (Le cinque piaghe
della Chiesa e La costituzione secondo la giustizia sociale) fossero
all'Indice, Rosmini fu chiamato a prendere parte a tale commissione. In
generale, Rosmini era favorevole allo Stato liberale (vagheggiando la monarchia
costituzionale), al costituzionalismo e anche alla separazione tra Stato e
Chiesa (sebbene non "assoluta": Rosmini criticherà lo Statuto
Albertino proprio per il suo porre ancora il cattolicesimo come religione di
Stato, elogiandone comunque il tentativo distensivo nei confronti della Santa
Sede, ma criticherà le leggi laiciste ed anticlericali emanate
successivamente). In gioventù ammiratore di François-René de Chateaubriand e di
Joseph de Maistre (per cui avrà comunque parole di elogio ancora nel 1839), si
convincerà in seguito della sostanziale bontà della maggior parte delle
conquiste dell'età moderna, criticandone solo le modalità: in tale ottica,
Rosmini criticava sia la rivoluzione francese che l'Ancient Regime,
riconoscendo invece la sostanziale bontà dei princìpi sanciti nel 1789
(distinguendoli dalle successive degenerazioni rivoluzionarie), in polemica con
chi, da una parte e dall'altra, sosteneva una società da lui definita
"perfettista". Continuò a vivere a Stresa, fecondo nel
perseguire il perfezionamento del suo sistema di pensiero con opere come Logica
(1853) e Psicologia (1855), sino alla morte.
Il suo corpo è oggi inumato in un sarcofago presso il Santuario SS.
Sacramento a Stresa. Da Pio VIII a Benedetto XVI: il giudizio dei papi su
Rosmini Ratzinger su Rosmini Il cardinale Joseph Ratzinger, il 18 maggio 1985
(quando la questione rosminiana era ancora ben accesa), nell'ambito di una
serata organizzata dal Centro Culturale di Lugano, disse: Nel confronto
con le parole classiche della fede che sembrano così lontane da noi, anche il
presente diventa più ricco di quanto sarebbe se rimanesse chiuso solo in se
stesso. Vi sono naturalmente anche tra i teologi ortodossi molti spiriti poco
illuminati e molti ripetitori di ciò che è già stato detto. Ma ciò succede
ovunque; del resto la letteratura dozzinale è cresciuta in modo particolarmente
rapido proprio là dove si è inneggiato più forte alla cosiddetta creatività. Io
stesso per lungo tempo avevo l'impressione che i cosiddetti eretici fossero per
una lettura più interessante dei teologi della chiesa, almeno nell'epoca
moderna. Ma se io ora guardo i grandi e fedeli maestri, da Mohler a
Newman a Scheeben, da Rosmini a Guardini, o nel nostro tempo de Lubac, Congar,
Balthasarquanto più attuale è la loro parola rispetto a quella di coloro in cui
è scomparso il soggetto comunitario della Chiesa. In loro diventa chiaro
anche qualcos'altro: il pluralismo non nasce dal fatto che uno lo cerca, ma
proprio dal fatto che uno, con le sue forze e nel suo tempo, non vuole
nient'altro che la verità. Per volerla davvero, si esige tuttavia anche che uno
non faccia di se stesso il criterio, ma accetti il giudizio più grande, che è
dato nella fede della Chiesa, come voce e via della verità. Del resto io
penso che vale la stessa regola anche per le nuove grandi correnti della teologia,
che oggi sono ricercate: teologa africana, latinoamericana, asiatica, ecc. La
grande teologia francese non è nata per il fatto che si voleva fare qualcosa di
francese, ma perché non si presumeva di cercare nient'altro che la verità e di
esprimerla più adeguatamente possibile. E così questa teologia è
diventata anche tanto francese quanto universale. La stessa cosa vale per la
grande teologia italiana, tedesca, spagnola. Ciò vale sempre. Solo l'assenza di
questa intenzione esplicita è fruttuosa. E di fatto non abbiamo davvero
raggiunto la cosa più importante se noi ci siamo convalidati da soli, ci siamo
accreditati da soli e ci siamo costruiti un monumento per noi stessi.
Abbiamo veramente raggiunto la meta più importante se siamo giunti più vicino
alla verità. Essa non è mai noiosa, mai uniforme, perché il nostro spirito non
la contempla che in rifrazioni parziali; tuttavia essa è nello stesso tempo la
forza che ci unisce. E solo il pluralismo, che è rivolto all'unità, è veramente
grande.» Monumento ad Antonio Rosmini, in Corso Rosmini, a Rovereto
Papa Pio VIII disse a Rosmini, in udienza: «È volontà di Dio che voi vi
occupiate nello scrivere libri: tale è la vostra vocazione. Ella maneggia assai
bene la logica, e la Chiesa al presente ha gran bisogno di scrittori: dico, di
scrittori solidi, di cui abbiamo somma scarsezza. Per influire utilmente sugli
uomini, non rimane oggidì altro mezzo che quello di prenderli colla ragione, e
per mezzo di questa condurli alla religione. Tenetevi certo, che voi potrete
recare un vantaggio assai maggiore al prossimo occupandovi nello scrivere, che
non esercitando qualunque altra opera del Sacro Ministero.» Gregorio XVI,
successore di Pio VIII, in risposta alla lettera che Antonio Rosmini gli aveva
indirizzato il 10 gennaio 1832, il 27 marzo dello stesso anno gli
scrisse: «Diletto Figlio, a te il nostro saluto e la nostra Apostolica
Benedizione. Abbiamo volentieri e con animo lieto ricevuto la tua lettera con i
sensi della tua devota sommissione a Noi e alla Sede Apostolica che ci hai
mandato il 10 gennaio, in cui ci parli della pia Società, chiamata Istituto
della Carità e che con le tue fatiche è stata fondata nel territorio della
diocesi di Novara con l'approvazione del Vescovo. E soprattutto ci hai anche
informato che il medesimo Istituto è stato da poco chiamato anche dal Vescovo
di Trento nella sua diocesi e che qui molti ecclesiastici, di provate virtù, vi
hanno aderito. Per questi fatti davvero rendiamo il nostro umile grazie a Dio
autore di ogni bene. E quantunque questo Istituto non sia stato ancora
confermato dall'autorità di questa Santa Sede, tuttavia speriamo in bene di
esso e ci allietiamo che lo stesso si dilati con il consenso dei nostri
Venerabili Fratelli nell'Episcopato. Quindi, per quanto riguarda le Sante
Indulgenze connesse a questo istituto, che domandi siano concesse, ricevi
diletto figlio il nostro Rescritto unito a questa lettera, da cui sicuramente
comprenderai che rispondiamo positivamente alla tua richiesta. Ti assicuriamo
anche che ci è pervenuto il libro sopra i Principi della Dottrina Morale da te
edito e mandatoci in omaggio e ti dichiariamo il grazie del nostro animo per il
dono. Tuttavia per la tensione nelle gravissime fatiche del Governo Apostolico
non abbiamo ancora letto lo stesso libro, ma siamo certamente persuasi che esso
sia in tutto conforme alla più sana dottrina e utilissimo alla sua difesa.
Continua dunque, diletto figlio, lo studio e prosegui a spendere le tue fatiche
ad onore di Dio per l'utilità della Chiesa; in Cielo sarà copiosa la ricompensa
per la tua opera. Frattanto la paterna carità con cui ti abbracciamo
nell'umanità di Cristo sia pegno dell'apostolica benedizione, che sgorgante
dall'intimo del cuore ti impartiamo.» (Da Breve pontificio di Gregorio
P.P.XVI,) Pio IX rivolgendosi al Vescovo di Cremona, nel 1854 dopo il decreto
Dimittantur opera omnia parlando di Rosmini disse: «Non solo è un buon
cattolico, ma santo: Iddio si serve dei santi per far trionfare la
verità» Il papa Leone XIII, al tempo delle aspre e dolorose lotte che si
svolgevano intorno al pensiero rosminiano sul finire del diciannovesimo secolo,
in una lettera indirizzata agli arcivescovi di Milano, Torino e Vercelli, del
25 gennaio 1882, fra l'altro scrisse: «Ma non vogliamo che con questo abbia
a patir detrimento il religioso Sodalizio della Carità; il quale come per lo
innanzi spese utilmente le sue fatiche a beneficio del prossimo, secondo lo
spirito dell'Istituto, così è desiderabile che fiorisca in avvenire e prosegua
a rendere ognora più abbondanti frutti» Rosmini Rovereto 02La condanna
del Sant'Uffizio Col decreto del Sant'Uffizio "Post Obitum" del 1887,
firmato da Leone XIII, vennero condannate, in quanto "non conformi alla
verità cattolica", 40 proposizioni contenute nelle opere del Rosmini, le
quali la Sacra Congregazione romana "giudicò doversi riprovare, condannare
e proscrivere, nel proprio senso dell’autore", chiarendo inoltre che non
era lecito "a chicchessia di inferire, che le altre dottrine del medesimo
Autore, che non vengono condannate per questo decreto, siano per veruna guisa
approvate". La riabilitazione a seguito del Concilio Vaticano II
Giovanni XXIII, negli ultimi anni della sua vita, meditò in ritiro spirituale
le rosminiane "Massime di Perfezione Cristiana", assumendole come
propria regola di condotta. Anche Paolo VI prestò interesse nel Rosmini: in
occasione del 150º anniversario di fondazione dell'Istituto della Carità inviò
un messaggio all'allora padre generale, in cui elogiava l'intuizione del
Rosmini nel dare un grande peso alla missione caritativa già nel nome del
nativo istituto religioso, appunto l'Istituto della Carità. Pubblicamente Paolo
VI citò Rosmini durante il discorso tenuto alla Federazione Universitaria
Cattolica Italiana del 2 settembre 1963 riguardante la cultura cattolica e
l'Europa. Inoltre sotto il suo pontificato venne tolto il divieto di
pubblicazione dell'opera Dalle Cinque Piaghe della Santa Chiesa. Alla
morte di Paolo VI venne eletto papa Giovanni Paolo I, che si era laureato in
sacra teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma con una tesi su
L'origine dell'anima umana secondo Antonio Rosmini. È bene precisare che
Luciani era fortemente critico nei riguardi del pensiero rosminiano, solo
successivamente cambiò opinione, rivolgendo nei riguardi di Rosmini parole di
ammirazione e stima. Tuttavia fu con il pontificato di Giovanni Paolo II
che il pensiero rosminiano ha potuto liberarsi delle aspre critiche e delle
condanne che accompagnavano l'Istituto della Carità fin dai tempi della sua fondazione.
Nella Lettera Enciclica Fides et ratio, Giovanni Paolo II ha annoverato Rosmini
«tra i pensatori più recenti nei quali si realizza un fecondo incontro tra
sapere filosofico e Parola di Dio». Ne ha inoltre concesso l'introduzione della
causa di beatificazione, conclusasi nella sua fase diocesana
novarese. Ratzinger da prefetto
della Congregazione per la Dottrina della Fede emanò nel 2001 il famoso
documento Nota ai Decreti dottrinali sul Rev.do sac. Antonio Rosmini Serbati.
La nota si concludeva confermando la validità del decreto Post obitum sulle
quaranta proposizioni, e allo stesso tempo con la riabilitazione di
Rosmini: «Il Decreto dottrinale Post obitum non si riferisce al giudizio
sulla negazione formale di verità di fede da parte dell'Autore, ma piuttosto al
fatto che il sistema filosofico-teologico del Rosmini era ritenuto
insufficiente e inadeguato a custodire ed esporre alcune verità della dottrina
cattolica, pur riconosciute e confessate dall'Autore stesso. Si possono
attualmente considerare ormai superati i motivi di preoccupazione e di
difficoltà dottrinali e prudenziali, che hanno determinato la promulgazione del
Decreto Post obitum di condanna delle "Quaranta Proposizioni" tratte
dalle opere di Antonio Rosmini. E ciò a motivo del fatto che il senso delle
proposizioni, così inteso e condannato dal medesimo Decreto, non appartiene in
realtà all'autentica posizione di Rosmini, ma a possibili conclusioni della
lettura delle sue opere. Resta tuttavia affidata al dibattito teoretico la questione
della plausibilità o meno del sistema rosminiano stesso, della sua consistenza
speculativa e delle teorie o ipotesi filosofiche e teologiche in esso espresse.
Nello stesso tempo rimane la validità oggettiva del Decreto Post obitum in
rapporto al dettato delle proposizioni condannate, per chi le legge, al di
fuori del contesto di pensiero rosminiano, in un'ottica idealista, ontologista
e con un significato contrario alla fede e alla dottrina cattolica.»
(Nota ai Decreti dottrinali sul Rev.do sac. Antonio Rosmini Serbati) Il
documento ribadisce la diversità di linguaggio e apparato concettuale del
sistema rosminiano rispetto al tomismo, l'assenza di apparato critico nelle
opere postume e la permanente "difficoltà oggettiva di interpretarne le
categorie, soprattutto se lette nella prospettiva neotomista". Papa
Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a
promulgare il Decreto sul miracolo della guarigione di Suor Ludovica Noè,
attribuito all'intercessione di Antonio Rosmini. Tra quelli portati dalla
postulazione dei padri rosminiani, si è scelto di dare maggiore impulso a
quello della guarigione della suora sopracitata, poiché il medico che la curò
si convertì in seguito all'accaduto. Il cardinale Angelo Bagnasco,
presidente della CEI, a margine del Convegno sulla sfida educativa tenuto a
Milano , ha tenuto un intervento
intitolato "Istanze educative e questione antropologica" in cui ha
riconosciuto le istanze pedagogiche del Beato Antonio Rosmini. Il 1º luglio ,
il card. Angelo Bagnasco ha presieduto a Stresa la celebrazione eucaristica per
il Dies Natalis di Antonio Rosmini. Nel corso dell'Angelus domenicale fu
ricordato per la sola "carità intellettuale" e perché
"testimoniò la virtù della carità in tutte le sue dimensioni e ad alto
livello". Avversario del sensismo e dell'illuminismo settecenteschi, fu
mentore e maestro intellettuale di quattro Pontefici eletti consecutivamente:
Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e II. La beatificazione
Cronologia della causa di beatificazione Nulla osta della Congregazione per la
Dottrina della Fede che consente l'inizio della causa di beatificazione. 1º
luglio 1997. Apertura del processo informativo diocesano dopo la nomina dei
Censori teologi e delle commissioni storiche in Novara. Don Claudio
Massimiliano Papa, I.C., diventa postulatore della Causa succedendo a padre
Remo Bessero Belti, storico dell'Istituto e già Direttore del Centro
Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa. Chiusura del Processo informativo
Diocesano. 26 marzo 1998. Consegna del Trasunto alla Congregazione per le cause
dei Santi. Apertura del Trasunto. Decreto di Validità del processo diocesano.
Schema per la stesura della Positio. Consegna del lavoro sul Post obitum curato
dal Postulatore. Il Relatore generale approva il lavoro sul Post obitum e il
lumen oculorum tuorum 20 dicembre 1999. Consegna del lavoro sul Post obitum
alla Congregazione per la Dottrina della Fede.Il giorno dell'anniversario della
morte di Rosmini viene pubblicata sull'Osservatore Romano la Nota della
Congregazione per la dottrina della fede sul valore dei decreti dottrinali
concernenti il pensiero e le opere del Rev.do sacerdote Antonio Rosmini
Serbati, a firma del cardinal Joseph Ratzinger e di mons. Tarcisio Bertone. Rilascio del Nihil obstare per la Causa di
Beatificazione. Il Relatore approva e
firma la Positio. Conclusione della
stampa e consegna alla Congregazione per le cause dei santi della Positio.
Consegna del Trasunto super miro alla Congregazione per le cause dei santi.
Validità dell'inquisizione diocesana sul processo super miro. Presentazione
fattispecie super miro. Revisa della fattispecie con firma del
sotto-segretario. Relatio et vota del Congresso Storico (con esito positivo).
Relatio et vota del Congresso teologico super virtutibus (con esito positivo).
6 giugno 2006. Ordinaria della Congregazione per le cause dei santi: esito
affermativo. Ponente della Causa Mons. Rino Fisichella. Papa Benedetto XVI autorizza la Congregazione
per le Cause dei Santi a promulgare il decreto di esercizio eroico delle virtù.
1La Consulta medica della Congregazione per le Cause dai Santi, si esprime con
esito affermativo (all'unanimità 5 su 5) circa l'inspiegabilità scientifica
dell'evento di guarigione avvenuto a Sr. Ludovica Noè. Il presunto evento
miracoloso è avvenuto. Al termine del dibattito, i Consultori si sono
unanimemente espressi con voto affermativo (7 su 7), ravvisando nella
guarigione in esame un miracolo operato da Dio per intercessione del Ven.
Antonio Rosmini. 1º giugno 2007. Papa Benedetto XVI autorizza la pubblicazione
da parte della Congregazione per le Cause dei Santi del riconoscimento delle
virtù eroiche di Rosmini. Nella diocesi di Novara si celebra la cerimonia di
Beatificazione dando lettura del decreto di Benedetto XVI che iscrive Rosmini
tra i Beati. La cerimonia di beatificazione La cerimonia di beatificazione
è avvenuta il 18 novembre 2007 nella città di Novara: appositamente è stato
fatto allestire il Palasport della città, unico luogo capace di raccogliere un
numero di fedeli così significativo. Con il pontificato di Benedetto XVI
le beatificazioni vengono preferibilmente celebrate dai cardinali, per rendere
ancora più piena la comunione tra loro e il successore di Pietro, e viene
privilegiato il luogo in cui il candidato agli onori degli altari ha vissuto.
Così, in qualità di delegato pontificio, la celebrazione è stata officiata dal
cardinale José Saraiva Martins, allora prefetto della congregazione per le
Cause dei Santi. A fianco dell'altare erano disposti gli spalti da cui hanno
concelebrato circa 400 sacerdoti, non soltanto rosminiani. A prendere
parte alla processione e celebrare sull'altare, insieme al preposito generale
James Flynn c'era il segretario generale dell'IstitutoDomenico Mariani con gli
allora componenti della Curia Generalizia dell'Istituto della Carità, il
Vicario per la Carità SpiritualeCrish Fuse, il Vicario per la Carità
IntellettualeGiancarlo Taverna Patron, il Vicario per la Carità TemporaleDavid
Tobin, l'allora preposito della Provincia Italiana don Umberto Muratore
(profondo conoscitore del pensiero di Rosmini) e il padre postulatore della
Causa di Beatificazione, don Claudio Massimiliano Papa. Hanno partecipato
alla celebrazione anche il cardinale ex prefetto della Sacra Congregazione per
i vescovi Giovanni Battista Re, il cardinale arcivescovo di Torino Severino
Poletto, il vescovo di Novara, mons. Renato Corti, l'arcivescovo di Trento,
mons. Luigi Bressan, il vescovo rosminiano mons. Antonio Riboldi e fra gli
altri anche mons. Germano Zaccheo (che sarebbe improvvisamente scomparso due
giorni dopo), vescovo della Diocesi di Casale Monferrato, mons. Luigi Bettazzi,
vescovo emerito di Ivrea (che durante la III sessione del Concilio Ecumenico
Vaticano II fece per primo il nome di Rosmini), l'allora segretario generale
della Conferenza Episcopale Italiana Giuseppe Betori, mons. Giovanni Lajolo,
presidente del Governatorato della Città del Vaticano, l'allora rettore della
Pontificia Università Lateranense, mons. Rino Fisichella, il Vicario Episcopale
per la Vita Consacrata dell'arcidiocesi di Milano monsignor Ambrogio Piantanida
e il preposito generale dei barnabiti, padre Giovanni Maria Villa. Tra i
numerosissimi fedeli (più di diecimila) accorsi da diverse parti del mondo per
presenziare alla celebrazione, hanno preso parte anche personalità
politiche. Tra queste il senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro, l'allora
presidente del Senato, Franco Marini, e Arturo Parisi, al tempo Ministro della
Difesa. Rosmini è il primo beato della Provincia del Verbano Cusio
Ossola. In occasione della beatificazione sono stati moltissimi i
quotidiani e periodici italiani e esteri che hanno dedicato articoli, pagine e
interi numeri alla figura di Rosmini. Altre opere: Frontespizio dell'opera
Delle cinque piaghe della santa chiesa edizione di Bruxelles, Monumento a
Rosmini a Milano (1896) Sono numerosissimi gli scritti del Beato Antonio
Rosmini, certamente il più importante a livello ascetico e spirituale sono le
Massime di Perfezione Cristiana, su cui anche papa Giovanni XXIII fece delle
riflessioni prima di morire. Gli costarono la messa all'Indice dei libri
proibiti le opere "Delle Cinque Piaghe della Santa Chiesa" e
"Dalla Costituzione secondo la giustizia sociale". In ambito
filosofico meritano di essere ricordati: Nuovo saggio sull'origine delle
idee, Principii della scienza morale, Filosofia della morale, Antropologia in
servigio della scienza morale, Filosofia della politica, 1839 Trattato della
coscienza morale, 1839 Filosofia del diritto, Teodicea, 1845 Sull'unità
d'Italia, Il comunismo e il socialismo,
1849 Massime di perfezione cristiana Le Massime di perfezione cristiana furono
scritte da Rosmini per definire il fondamento spirituale sul quale tutti i
cristiani potessero avere un cammino nella perfezione. Nel Vangelo stesso
è scritto: "Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste"
(Mt 5,48) 1ª Massima: Desiderare unicamente ed infinitamente di piacere a
Dio, cioè di essere giusto. 2ª Massima: Orientare tutti i propri pensieri
e le azioni all'incremento e alla gloria della Chiesa di Cristo. 3ª
Massima: Rimanere in perfetta tranquillità circa tutto ciò che avviene per
disposizione di Dio riguardo alla Chiesa di Cristo, lavorando per essa secondo
la chiamata di Dio. 4ª Massima: Abbandonare se stesso nella Provvidenza
di Dio. 5ª Massima: Riconoscere intimamente il proprio nulla. 6ª
Massima: Disporre tutte le occupazioni della propria vita con uno spirito di
intelligenza Rosmini e il Concilio Ecumenico Vaticano II Di particolare
interesse fu la sua opera "Le cinque piaghe della santa Chiesa",
L'autore mostrò di discostarsi dall'ortodossia dell'epoca. Per tale ragione
l'opera fu messa all'Indice sin dal 1849 e ne scaturì una polemica nota col
nome di "questione rosminiana". L'opera fu riscoperta al Concilio
Vaticano II. Il primo a parlare al Concilio di Rosmini fu il vescovo mons.
Luigi Bettazzi, presente durante alcune sessioni in rappresentanza del cardinal
Giacomo Lercaro di cui era Vicario generale. Di Rosmini, Bettazzi disse,
il 4 ottobre 1965 durante la Congregazione 141/1 periodo IV. Mi sia consentito
ricordare ancora in quest'aula l'esempio di Rosmini, molto legato a Tommaso, ma
anche studioso e amante del suo tempo, e che certamente guadagnò a Cristo non
pochi uomini contemporanei e posteriori. Tutto questo mi sembra si accordi con
le cose che sono state già dette da non pochi Padri su questo schema in
generale, che cioè gli uomini non si aspettano dalla Chiesa soluzioni
particolari, ma piuttosto la presentazione di valori che li aiutino a
trascorrere questa vita umana più nobilmente e con maggiore sicurezza. Parlando
della libertà abbiamo dovuto esaltare i valori dell'umiltà; parlando del
matrimonio, il ruolo della fortezza; parlando dei problemi economici e di molti
altri problemi, l'efficacia di un certo disprezzo delle cose: occorre dunque
mettere in luce la necessità dell'ubbidienza, della castità, della povertà, non
solo nella vita e nell'esempio (e nella Bozza di Documento!) dei religiosi,
aiuto agli uomini di questo tempo, perché possano vivere la loro vita umana nel
modo migliore e più efficace; il primo e principale compito dunque per i
cristiani che coltivano la sapienza dev'essere, alla luce del Magistero,
l'amore delle Scritture e l'amore di questo mondo in un colloquio franco e aperto...»
Papa Paolo VI, in un'udienza concessa alle suore rosminiane disse a proposito
di Rosmini: «...i suoi libri sono pieni di pensiero, un pensiero
profondo, originale che spazia in tutti i campi: quello filosofico, morale,
politico, sociale, soprannaturale, religioso, ascetico; libri degni di essere
conosciuti e divulgati... È stato anche un profeta: Le Cinque piaghe della
Chiesa (una volta la chiesa non aveva piacere che si mettessero in luce le sue
mancanze, le sue debolezze). Lui, per esempio, previde la partecipazione
liturgica del popolo...Tutti i suoi pensieri indicano uno spirito degno di
essere conosciuto, imitato e forse invocato anche come protettore dal Cielo. Ve
lo auguriamo di cuore...» Tematiche affrontate nell'opera Delle Cinque
Piaghe della Santa Chiesa L'opera è suddivisa in cinque capitoli
(corrispondenti ciascuna ad una piaga, paragonata alle piaghe di Cristo). In
ogni capitolo la struttura è la medesima: un quadro ottimistico della
Chiesa antica segue un fatto nuovo che cambia la situazione generale (invasioni
barbariche, nascita di una società cristiana, ingresso dei vescovi nella
politica) la piaga i rimedi. Prima piaga. È la divisione del popolo dal clero
nel culto pubblico. Nell'antichità il culto era un mezzo di catechesi e formazione
e il popolo partecipava al culto. Poi, le invasioni barbariche, la scomparsa
del latino, la scarsa istruzione del popolo, la tendenza del clero a formare
una casta hanno eretto un muro di divisione tra il popolo e i ministri di Dio.
Rimedi proposti: insegnamento del latino, spiegazione delle cerimonie
liturgiche, uso di messalini in lingua volgare. Seconda piaga.
Insufficiente educazione del clero. Se un tempo i preti erano educati dai
vescovi, ora ci sono i seminari con "piccoli libri" e "piccoli
maestri": dura critica alla scolastica, ma soprattutto ai catechismi.
Rimedio: necessità di unire scienza e pietà. Terza piaga. Disunione tra i
vescovi. Critica serrata ai vescovi dell'ancien régime: occupazioni politiche
estranee al ministero sacerdotale, ambizione, servilismo verso il governo,
preoccupazione di difendere ad ogni costo i beni ecclesiastici, "schiavi
di uomini mollemente vestiti anziché apostoli liberi di un Cristo ignudo".
Rimedi: riserve sulla difesa del patrimonio ecclesiastico, accenni espliciti di
consenso alle tesi dell'Avenir sulla rinunzia alle ricchezze e allo stipendio
statale per riavere la libertà. Quarta piaga. La nomina dei vescovi
lasciata al potere temporale. Rosmini compie un'approfondita analisi storica
sull'evoluzione del problema e critica i concordati moderni con cui la S. Sede
ha ceduto la nomina al potere statale (e, accenna prudentemente, per avere
compensi economici). Rimedi: propone un ritorno all'elezione dei vescovi da
parte dei fedeli. Quinta piaga. La servitù dei beni ecclesiastici.
Rosmini sostiene la necessità di offerte libere, non imposte d'autorità con
l'appoggio dello Stato, rileva i danni del sistema beneficiale, propone la
rinuncia ai privilegi e la pubblicazione dei bilanci. Scuole A lui sono
intolati vari istituti scolasti in città italiane. Rovereto, sua città
natale, gli ha dedicato il liceo Antonio Rosmini che frequentò quando ancora si
chiamava Imperiale e Regio Ginnasio. Borgomanero ospita l'Istituto Antonio
Rosmini. Domodossola ospita il liceo delle Scienze Umane "Antonio Rosmini
(istituto parificato). Roma ospita la sede dell'Istituto Comprensivo Antonio
Rosmini. Torino ospita la biblioteca Antonio Rosmini del polo biomedico
universitario che in passato fu un istituto scolastico attivo fino alla fine
del XX secolo. Trento, dove si trova il liceo "A. Rosmini". M.
Farina, I. Prosser I. ProsserMarcello Bonazza, L'Accademia
Roveretana degli Agiati , su agiati, Accademia Roveretana degli Agiati, «Don
Francesco Paoli artefice della rinascita
dell'Accademia e suo presidente ».
Antonio Rosmini, Ragionamento sul comunismo e socialismo, Giovanni
Grondona, Genova, Questa tesi fu messa in discussione da Giacomo Andrea Abbà a
cui Rosmini controbatté nel Diario filosofico di Adolfo, VII, G.A.A.(pubblicato
in Riv. rosminiana, IPAGANI-ROSSI, Vita di Antonio Rosmini, II, p.680
//rosmini/Resource/ Causa/ 05%20Decreto %20 Post%20 Obitum%87.pdf Nota sul valore dei Decreti dottrinali
concernenti il pensiero e le opere del Rev.do Sac. Antonio Rosmini Serbati, su
vatican.va). Angelus: Rosmini, esempio
per la Chiesa, su agensir, Biografia di Antonio Rosmini, su vatican.va. Istituto Antonio Rosmini, su
rosmini-borgomanero. Liceo delle Scienze Umane "Antonio Rosmini", su
cercalatuascuola.istruzione. 9 maggio .
Istituto Comprensivo Antonio Rosmini, su ic-rosmini.edu. Biblioteca
Rosmini, su biomedico.campusnet.unito. LICEO "A. Rosmini"TRENTO, su
vivoscuola. 9 maggio . Fonti Marcello
Farina, Antonio Rosmini e l'Accademia degli Agiati, Brescia, Morcelliana
Edizioni, Italo Prosser, El pra' de le
Móneghe: cronistoria del monastero di Santa Croce nell'antico comune di
Lizzana, Rovereto (Trento), Stella, 2Approfondimenti Michele Federico Sciacca,
La filosofia morale di Antonio Rosmini, Torino, Fratelli Bocca, Giovanni Pusineri,
Rosmini (Edizione riveduta e aggiornata da Remo Bessero Belti), Stresa (VB),
Edizioni Rosminiane Sodalitas, Michele Dossi, Profilo filosofico di Antonio
Rosmini, Brescia, Morcelliana, Alfeo Valle, Antonio Rosmini. Il carisma del
fondatore, Rovereto (TN), Longo Editore, Paolo Marangon, Il Risorgimento della
Chiesa. Genesi e ricezione delle "Cinque piaghe" di A. Rosmini,
collana Italia Sacra, Roma, Casa Editrice Herder, Antonio Rosmini, Frammenti di
una storia della empietà, a c. di Alfredo Cattabiani con una nota filologica di
M. Albertazzi, Trento, La Finestra, Fulvio De Giorgi, Rosmini e il suo tempo.
L'educazione dell'uomo moderno tra riforma della filosofia e rinnovamento della
Chiesa Brescia, Morcelliana, Michele Dossi, Il Santo Probito, La vita e il
pensiero di Antonio Rosmini, Trento, Il Margine, Paolo Gomarasca, Rosmini e la
forma morale dell'essere. La "poiesi" del bene come destino della
metafisica, Milano, FrancoAngeli, Francesco Paoli, Antonio Rosmini, Virtù
quotidiane, Verona, Edizioni Fede & Cultura, Maurizio De Paoli, Antonio
Rosmini. Maestro e profeta, Milano, Edizioni San Paolo, Piero Sapienza, Eclissi
Dell'educazione? La sfida educativa nel pensiero di Rosmini, Roma, Libreria
Editrice Vaticana, 2008. Giuseppe Goisis, Il pensiero politico di Antonio
Rosmini e altri saggi fra critica ed Evangelo, S. Pietro in Cariano (VR),
Gabrielli Editori, Comunità di San Leolino , Una profezia per la Chiesa.
Antonio Rosmini verso il Vaticano II, Panzano in Chianti (FI), Edizioni
Feeria-Comunità di San Leolino, 2009. Umberto Muratore, Rosmini per il
Risorgimento. Tra unità e federalismo, Stresa (VB), Edizioni Rosmininane
Sodalitas, . Cirillo Bergamaschi, Antonio Rosmini. La perfezione della vita
cristiana, Stresa (VB), Edizioni Rosminiane Sodalitas, . Luciano Malusa,
Antonio Rosmini per l'unità d'Italia. Tra aspirazione nazionale e fede
cristiana, Milano, FrancoAngeli, . Domenico Fisichella, Il caso Rosmini.
Cattolicesimo, nazione, federalismo, Roma, Carocci editore, . Umberto Muratore,
Apologia della fedeltà. In difesa dei valori etici e spirituali, Stresa (VB),
Edizioni Rosminiane Sodalitas, . Luciano Malusa, Stefania Zanardi, Le lettere
di Antonio Rosmini-Serbati, un "cantiere" per lo studioso.
Introduzione all'epistolario rosminiano, Venezia, Marsilio Editore, . Stefania
Zanardi, La filosofia di Antonio Rosmini di fronte alla Congregazione
dell'Indice con Prefazione di Fulvio De Giorgi, Milano, FrancoAngeli,
. Restaurazione Antonio Fogazzaro . Sito ufficiale, su rosmini. Antonio Rosmini, su TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Antonio Rosmini, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Antonio Rosmini, in Dizionario
di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Antonio Rosmini, su
Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Antonio Rosmini, in Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Antonio Rosmini, su accademicidellacrusca.org,
Accademia della Crusca. Antonio Rosmini,
su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Dizionario biografico austriaco Find
a Grave. Opere su Liber Liber. Operesu openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Opere di Antonio Rosmini / Antonio Rosmini (altra versione), . Antonio Rosmini,
in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. Antonio Rosmini, su Santi, beati e testimoni,
santiebeati. Sito ufficiale degli
scritti di Antonio Rosmini, su rosminionline. Un esteso saggio inedito su
Antonio Rosmini si puà trovare sul Blog di Carlo EllenaEdward N. Zalta ,
Antonio Rosmini, in Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study
of Language and Information (CSLI), Stanford. Antonio Francesco Davide Ambrogio
Rosmini Serbati. Antonio Rosmini. Rosmini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Rosmini e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51658456610/in/photolist-2mPqEYR-2mPvmTf-2mGRYwQ-2mGT6p1
Grice e Serra – filosofia italiana (Dipignano). Filosofo. Considerato il primo
filosofo dell’economia politica in Italia, e uno dei primi in Europa. A Serra
va «il merito di avere composto per primo un trattato scientifico, seppure non
sistematico, sui principi e sulla politica economica». Breve
trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove
non sono miniere Poco si conosce della sua vita: laureato probabilmente in
utroque, nelSerra fu imprigionato nelle carceri della Vicarìa di Napoli forse a
causa della sua partecipazione al complotto architettato da Tommaso Campanella
per liberare la Calabria dalla dominazione spagnola, ma più probabilmente
dietro accusa di falso monetario. Mentre era in carcere compose il Breve
trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove
non sono miniere e lo dedicò al viceré Pedro Fernández de Castro y Andrade,
conte de Lemos, che aveva già conosciuto e di cui sperava l'aiuto. Il 6
settembreriuscì a farsi ricevere dal nuovo viceré, Pedro Téllez-Girón, III duca
di Osuna, per proporgli un programma di riforme utili al Regno, ma l'incontro
fu infruttuoso e Serra fu rimandato nelle carceri della Vicarìa, dove
probabilmente morì. Essendo molto gravi all'inizio Professorele
condizioni finanziarie del Regno di Napoli (esausto il tesoro pubblico e
l'onere del fisco già così gravoso da indurre molti a lasciare la città per
sottrarvisi), Marc'Antonio De Santis (Discorsi) aveva proposto di limitare
l'esportazione della moneta e di abbassare i tassi di cambio con le piazze
estere. La polemica con De Santis è alla base del Breve Trattato di Antonio
Serra, che dimostra con esempi tratti dalla storia antica e contemporanea
l'inutilità e anzi il danno di questi presunti rimedi, e da ciò trae occasione
per spiegare le vere cause della prosperità delle nazioni. Serra comincia
analizzando le cause della scarsità di moneta nel Regno di Napoli e i fattori
che avrebbero potuto invertire questa tendenza economica. Egli fu il primo ad
analizzare e comprendere appieno il concetto di bilancia commerciale sia per i
beni visibili che per quelli invisibili (i servizi e i movimenti di capitali).
Ha spiegato come la scarsità di moneta nel Regno di Napoli fosse causata dal
deficit della bilancia dei pagamenti. Utilizzando le sue scoperte fu in grado
di respingere l'idea, all'epoca più diffusa, per cui la scarsità di denaro era
dovuta al tasso di cambio. La soluzione prospettata al problema era indicata
nella promozione attiva delle esportazioni. L'opera segna il distacco dalle
concezioni moralistiche scolastiche per passare ad una visione laica ed è
assolutamente innovativa per l'epoca tanto che Benedetto Croce la definì
"lampada di vita". Sua influenza nella storia del pensiero
economico Fu l'abate Ferdinando Galiani a riscoprire l'opera, tessendone un
elogio nella nota XXIX del suo celebre trattato Della Moneta. "Chiunque
leggerà questo trattato" scrive Galiani "resterà sicuramente sorpreso
ed ammirato in vedere quanto in un secolo di totale ignoranza della scienza
economica avesse il suo autore chiare e giuste le idee della materia di cui
scrisse e quanto sanamente giudicasse delle cause de nostri mali e de soli
rimedi efficaci." Galiani paragona Serra al francese Jean-François Melon e
all'inglese John Locke, considerandolo superiore a loro per avere vissuto molti
anni prima in un'epoca di ignoranza della scienza economica. Serra, che
in vita era stato del tutto trascurato e per secoli, tranne appunto
quell'elogio di Galiani, completamente dimenticato, dopo molto tempo è stato
finalmente riscoperto. L'opera di Serra ed il suo breve trattato figurano con
molta evidenza nei lavori dell'economista norvegese Erik Reinert. Note
Friedrich List, National system of political economy, J.B. Lippincott &
Co., Joseph Alois Schumpeter, Luca Addante, Cosenza e i cosentini: un volo
lungo tre millenni, Rubbettino Editore, Francesco Martelloni, Regno di Napoli e
Terra d'Otranto al tempo di Masaniello. Aspetti economici e sociali di una
"crisi", in C. Perrotta , La scienza è una curiosità. Scritti in
onore di Umberto Cerroni, Manni Editori, Rodolfo Benini, Benedetto Croce,
Storia del Regno di Napoli, Editori Laterza. «Avendo ottenuto di parlare al
viceré duca di Ossuna per comunicargli cose utili allo stato, fu udito,
presenti i consiglieri, ma, giudicandosi che avesse detto « ciarle e
chiacchiere senz'altro concludere », fu rimandato al suo carcere.». Anna Casella, Marc'Antonio De Santis, in
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana.Theodore A. Sumberg. Oreste
Parise, Antonio Serra e il suo tempo. Vita e pensiero del primo economista moderno,
, Ecra, Breve trattato delle cause che
possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere, Volume
1, Antonio Serra, Destefanis, Illuministi Italiani, Tomo VI Della Moneta, Opere
di Ferdinando Galiani, Milano-Napoli, Edward Elgar Publishing, Ferdinando
Galiani, Della moneta, Napoli, Francesco Saverio Salfi, Elogio di Antonio Serra
primo scrittore di economia civile, in Luca Addante, Patriottismo e libertà.
L'Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi, Cosenza, Pietro Custodi, Notizie
degli autori contenuti nel presente volume: Serra, in Scrittori classici
italiani di economia politica, Parte antica, I, Milano, Giuseppe Pecchio,
Storia della economia pubblica in Italia, Lugano, Narrazioni tratte dai
giornali del governo di Don Pietro Girone duca d'Ossuna viceré di Napoli
scritti da F. Zazzera, in Archivio storico
italiano, Giacomo Savarese, Trattato di economia politica, I, Napoli, Francesco
Ferrara, Prefazione, in Trattati italiani del secolo XVIII, Torino, Lodovico
Bianchini, Della scienza del ben vivere sociale e della economia pubblica e
degli Stati, Napoli, Davide Andreotti, Storia dei cosentini, II, Napoli, Luigi
Accattatis, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, II, Cosenza; Tommaso
Fornari, Studii sopra Antonio Serra e Marc'Antonio De Santis, Pavia 1879; Luigi
Amabile, Fra Tommaso Antonio Serra (economista) . Serra (Dipignano, Napoli,
primi anni XVII secolo) economista e filosofo italiano della scuola
mercantilista. Serra è considerato il primo scrittore di economia politica in
Italia, e uno dei primi in Europa. A Serra va «il merito di avere composto per
primo un trattato scientifico, seppure non sistematico, sui principi e sulla
politica economica». Breve
trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove
non sono miniere Poco si conosce della sua vita: laureato probabilmente in
utroque, fu imprigionato nelle carceri della Vicarìa di Napoli forse a causa
della sua partecipazione al complotto architettato da Tommaso Campanella per
liberare la Calabria dalla dominazione spagnola, ma più probabilmente dietro
accusa di falso monetario. Mentre era in carcere compose il Breve
trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove
non sono miniere e lo dedicò al viceré Pedro Fernández de Castro y Andrade,
conte de Lemos, che aveva già conosciuto e di cui sperava l'aiuto. Riuscì a
farsi ricevere dal nuovo viceré, Pedro Téllez-Girón, III duca di Osuna, per
proporgli un programma di riforme utili al Regno, ma l'incontro fu infruttuoso
e Serra fu rimandato nelle carceri della Vicarìa, dove probabilmente
morì. Essendo molto gravi all'inizio Professorele condizioni finanziarie
del Regno di Napoli (esausto il tesoro pubblico e l'onere del fisco già così
gravoso da indurre molti a lasciare la città per sottrarvisi), Marc'Antonio De
Santis (Discorsi) aveva proposto di limitare l'esportazione della moneta e di
abbassare i tassi di cambio con le piazze estere. La polemica con De Santis è
alla base del Breve Trattato di Antonio Serra, che dimostra con esempi tratti
dalla storia antica e contemporanea l'inutilità e anzi il danno di questi
presunti rimedi, e da ciò trae occasione per spiegare le vere cause della
prosperità delle nazioni. Serra comincia analizzando le cause della
scarsità di moneta nel Regno di Napoli e i fattori che avrebbero potuto
invertire questa tendenza economica. Egli fu il primo ad analizzare e
comprendere appieno il concetto di bilancia commerciale sia per i beni visibili
che per quelli invisibili (i servizi e i movimenti di capitali). Ha spiegato
come la scarsità di moneta nel Regno di Napoli fosse causata dal deficit della
bilancia dei pagamenti. Utilizzando le sue scoperte fu in grado di respingere
l'idea, all'epoca più diffusa, per cui la scarsità di denaro era dovuta al
tasso di cambio. La soluzione prospettata al problema era indicata nella
promozione attiva delle esportazioni. L'opera segna il distacco dalle
concezioni moralistiche scolastiche per passare ad una visione laica ed è assolutamente
innovativa per l'epoca tanto che Benedetto Croce la definì "lampada di
vita". Sua influenza nella storia del pensiero economico Fu l'abate
Ferdinando Galiani a riscoprire l'opera, tessendone un elogio nella nota XXIX
del suo celebre trattato Della Moneta. "Chiunque leggerà questo
trattato" scrive Galiani "resterà sicuramente sorpreso ed ammirato in
vedere quanto in un secolo di totale ignoranza della scienza economica avesse
il suo autore chiare e giuste le idee della materia di cui scrisse e quanto
sanamente giudicasse delle cause de nostri mali e de soli rimedi
efficaci." Galiani paragona Serra al francese Jean-François Melon e
all'inglese John Locke, considerandolo superiore a loro per avere vissuto molti
anni prima in un'epoca di ignoranza della scienza economica. Serra, che
in vita era stato del tutto trascurato e per secoli, tranne appunto
quell'elogio di Galiani, completamente dimenticato, dopo molto tempo è stato
finalmente riscoperto. L'opera di Serra ed il suo breve trattato figurano con molta
evidenza nei lavori dell'economista norvegese Erik Reinert. Note
Friedrich List, National system of political economy, J. B. Lippincott &
Co., Joseph Alois Schumpeter, L. Addante, Cosenza e i cosentini: un volo lungo
tre millenni, Rubbettino Editore, Francesco Martelloni, Regno di Napoli e Terra
d'Otranto al tempo di Masaniello. Aspetti economici e sociali di una
"crisi", in C. Perrotta , La scienza è una curiosità. Scritti in
onore di Umberto Cerroni, Manni Editori, R. Benini, B. Croce, Storia del Regno
di Napoli, Editori Laterza. «Avendo ottenuto di parlare al viceré duca di
Ossuna per comunicargli cose utili allo stato, fu udito, presenti i
consiglieri, ma, giudicandosi che avesse detto « ciarle e chiacchiere
senz'altro concludere », fu rimandato al suo carcere.». Anna Casella, Marc'Antonio De Santis, in
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Manuel Serra Moret, Diccionario Económico de Nuestro Tiempo, su
eumed.net, Theodore A. Sumberg, Oreste Parise, Antonio Serra e il suo tempo.
Vita e pensiero del primo economista moderno, , Ecra, Breve trattato delle cause che possono far
abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere, Destefanis, Illuministi Italiani, Tomo VI Della Moneta,
Opere di F. Galiani, Milano-Napoli, Ferdinando Galiani, Della moneta, Napoli, Francesco Saverio Salfi, Elogio di Antonio
Serra primo scrittore di economia civile in Luca Addante, Patriottismo e libertà.
L'Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi, Cosenza, Pietro Custodi, Notizie
degli autori contenuti nel presente volume: Serra, in Scrittori classici
italiani di economia politica, Parte antica, I, Milano Giuseppe Pecchio, Storia
della economia pubblica in Italia, Lugano, Narrazioni tratte dai giornali del governo
di Don Pietro Girone duca d'Ossuna viceré di Napoli scritti da Francesco
Zazzera in Archivio storico italiano, Giacomo Savarese, Trattato di economia
politica, I, Napoli; Francesco Ferrara, Prefazione, in Trattati italiani del
secolo XVIII, Torino; Lodovico Bianchini, Della scienza del ben vivere sociale
e della economia pubblica e degli Stati, Napoli, Davide Andreotti, Storia dei
cosentini, II, Napoli, Luigi Accattatis, Le biografie degli uomini illustri
delle Calabrie, II, Cosenza, Tommaso Fornari, Studii sopra Antonio Serra e Marc'Antonio
De Santis, Pavia; Luigi Amabile, Fra Tommaso ampanella. La sua congiura, i suoi
processi e la sua pazzia, INapoli, Antonio De Viti de Marco, Le teorie
economiche di Antonio Serra, in Memorie del R. Istituto lombardo di scienze e
lettere, classe di lettere e scienze storiche e morali, Rodolfo Benini, Sulle
dottrine economiche di Serra Appunti critici, in Giornale degli
economisti, Economisti del Cinque e
Seicento, A. Graziani, Bari, G. Arias, Il pensiero economico di Antonio Serra,
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dei sec. XVII e XVIII, Giorgio Tagliacozzo, Bologna, Luigi Einaudi, Saggi
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pagamenti, in Studi economici, Raffaele
Colapietra, Genovesi in Calabria nel Cinque e Seicento, in Rivista storica calabrese,
Manoscritti napoletani di Paolo Mattia Doria, Giulia Belgioioso, I, Galatina, Tullio Toscano, Il "Breve trattato"
di Antonio Serra e la disputa sui cambi esteri del Regno di Napoli, in Rivista
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Napoli, Peter Groenewegen, Serra, Antonio in The New Palgrave: a dictionary of
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di Antonio Serra, A. Rosselli, Antonio Serra e la teoria dei cambi, Antonio Landolfi, Domenico Luciano,
Prefazione, in A. Serra, Breve trattato delle cause che possono far abbondare li
regni d’oro e argento..., Antonio Landolfi, Domenico Luciano, Vibo Valentia, Augusto
Placanica, Storia della Calabria dall’antichità ai giorni nostri, Roma, Alessandro
Roncaglia, Antonio Serra, in Rivista italiana degli economisti, Luca Addante,
Repubblicanesimo e mito di Venezia nel Breve trattato di Antonio Serra, in
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poverty of nations, Sophus A. Reinert, London; Alessandro Roncaglia, Serra, in
Il contributo italiano alla storia del pensiero. Economia, Roma, Rosario Villari, Un sogno di libertà. Napoli
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Serra's development economics: mercantilism, backwardness, dependence, in
History of economic thought and policy, Luca Addante, La politica del Breve
trattato, in A. Serra, Breve trattato..., trad. in italiano moderno di Giuseppe
Nicoletti, Soveria Mannelli, Antonio Serra and the economics of good government,
Rosario Patalano, Sophus A. Reinert, Basingstoke-New York (in partic. R. Patalano, Serra's Brief
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in the early 17th century, G. Sabatini, The influence of Portuguese economic thought
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Speranza, “Grice e Serra” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732951347/in/datetaken/
Grice e Settala – filosofia italiana (Milano). Filosofo. Figlio di Francesco e Giulia
Ripa, figlia del giureconsulto pavese Giovanni Francesco Ripa. Studia nel
collegio dei Gesuiti di Brera e si laureò a Pavia. Due anni dopo ottenne la
prima cattedra straordinaria di Medicina a Pavia; ma vi rinunciò poco tempo
dopo per svolgere l'attività medica a Milano. Ebbe tuttavia le cattedre di
politica e di morale nelle Scuole canobiane di Milano e l'incarico di
protofisico generale dello stato di Milano. Si prodigò in occasione delle
epidemie di peste che si svilupparono a Milano e la famosa peste dei I promessi
sposi. Manzoni lo nomina ne I promessi sposi, una prima volta quando parla del figlio, Senatore Settala,
medico, membro, insieme ad Alessandro Tadino del tribunale della sanità ai
tempi della vicenda di Renzo e Lucia; e una seconda volta nel capitolo XXXI,
allorché è tra i primi ad accorgersi che la "strana malattia" che si
stava diffondendo nella zona lecchese, era la peste. Fra le sue opere si
ricordano la traduzione latina, con commento, dei libri ippocratici “De
aëribus, aquis et locis” (“In librum Hippocratis Coi de aeribus, aquis, locis,
commentarii V. Appositus est Graecus Hippocratis contextus ope antiquorum
exemplarium, restitutus, ... Cum indice rerum et verborum locupletissimo,
Coloniae: Ioan. Baptistae Ciotti Senensis aere) e dei Problemata di Aristotele
(“Commentariorum in Aristotelis problemata” - Tomus I-II, Francoforte sul Meno:
apud haeredes Andreae Wecheli, Claudium Marnium, & Ioannem Aubrium).
“In Librum Hippocratis Coi de aeribus, aquis, locis Commentarii V. appositus
est graecus Hippocratis contextus ... restitutus et ... emendatus, una cum nova
eiusdem in Latinum versione, Colonia, Giovanni Battista Ciotti”; “Ludovici
Septalii Patricii Mediolanensis Commentariorum in Aristotelis Problemata,
septem primas sectiones continens, ab eodem Latine factas” (Francoforte, Apud
Claudium Marnium & heredes Ioannis Aubrii); “Ludovici Septalii Patricii
Mediolanensis Commentariorum in Aristotelis Problemata, secundam heptadem
continens, ab eodem Latine factam” (Francoforte, Apud Claudium Marnium &
heredes Ioannis Aubrii); “Animaduersionum, & cautionum medicarum libri
septem. Quorum materiam sequens pagina indicabit, Mediolani: apud Io. Bapt.
Bidell); “De peste, & pestiferis affectibus. Libri quinque., (Mediolani:
apud Ioannem Baptistam Bidellium); “De peste et pestiferis affectibus, Ludouici
Septalij patrici et medici Mediolanensis); “De ratione instituendae, &
gubernandae familiae. Libri quinque. Senator F. edidit, & Iulio Aresio
Senatus Mediolanensis principi dicauit, Mediolani: apud Io. Baptistam
Bidellium, 1626 Della ragion di stato libri sette. Di Lodouico Settala.
All'illustrissimo, & eccellentissimo signore Don Emanuelle de Fonseca e
Zugniga, Milano: appresso Gio. Battista Bidelli, “Cura locale de' tumori
pestilentiali, che sono il bubone, l'antrace, o carboncolo, & i furoncoli.
Contenente tutto quello, che si ha da fare esteriormente nellquesti mali. Tolta
dal libro della cura della peste. Del signor profisico, Milano: per Giouan
Battista Bidelli, “Preseruatione dalla peste scritta dal sig. protomedico Settala,
Brescia: per Bartholomeo Fontana, “Commentaria in Aristotelis Problemata” Lugduni,
Sumptibus Claudi Landry, Antidotario romano latino, et volgare tradotto da
Hippolito Cesarelli romano. Con l'aggionta dell'elettione de semplici, e
prattica delle compositioni. E di due trattati, vno della teriaca romana, ...
l'altro della teriaca egittia. Aggiontoui in questa vltima impressione le
auertenze, & osseruationi appartenenti alla compositione de medicamenti del
sig. Lodovico Settala, Milano: per Gio. Battista Bidelli, Auertenze, et
osseruationi appartenenti al curar le ferite, tradotte dall'ottavo libro delle
osseruationi del signor Ludouico Settala, da Alessandro Tadino, Milano: per
Gio. Pietro Cardi, Breue compendio per curare ogni sorte de tumori esterni,
& cutanee turpitudini, raccolto dalle osseruationi fisice, & chirurgice
nelli vltimi anni fatte dal sig. Lodouico Settala medico collegiato ,,,
d'Alessandro Tadino medico collegiato, Milano: per Lodouico Monza: ad instan.
di Altobello Pisani, Ludovici Septalii mediolanensis, Opera de ratione
familiae cum instituendae, tum gubernandae libri V et De ratione status
libris VII, Editio nova, Ulmae: prostat apud Jo. Frid. Gaum, CERL Thesaurus,
«Ripa, Giovanni Francesco” Giuseppe Ferrario, Statistica medica di Milano: dal
secolo XV fino ai nostri giorni, Milano, Guglielmini e Redaelli, Belloni, C. Borromeo
e la Storia della Medicina, in San Carlo e il suo tempo: atti del convegno
internazionale nel IV centenario della morte (Milano). Edizioni di Storia e
Letteratura, Bartolomeo Corte, Notizie
istoriche intorno a medici scrittori milanesi, Milano, Filippo Argelati, Bibliotheca scriptorum
mediolanensium seu acta, et elogia virorum omnigena eruditione illustrium, qui
in metropoli Insubriae, oppidisque circumjacentibus orti sunt, II, Mediolani, Paolo
Sangiorgio, Cenni storici sulle due Pavia e di Milano e notizie intorno ai più
celebri medici, chirurghi e speziali di Milano dal ritorno delle scienze sino
all’anno. Opera postuma, F. Longhena, Milano, Salvatore De Renzi, Storia della
medicina italiana, III, Napoli, Ercole Ferrario, Intorno alla vita ed alle
opere mediche di Ludovico Settala. Cenni, Milano, Pietro Capparoni, Profili
biobibliografici di medici e naturalisti celebri italiani, Roma, Cava, La peste
di S. Carlo. Note storico mediche sulla peste, Milano, Silvia Rota Ghibaudi,
Ricerche su Ludovico Settala, Firenze (con elenco delle opere e delle loro edizioni
a stampa). Ferro, La peste nella cultura lombarda, Milano, Giorgio Cosmacini,
Il medico e il cardinale, Milano. Girolamo Tiraboschi, Storia della letteratura
italiana, Firenze, Presso Molini, Landi, e Company, L. Facchin, Ludovico
Settala: un intellettuale barocco fra scienza e arte, su enbach.eu. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Pietro Capparoni, Ludovico Settala, in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Mellerio,
Ludovico Settala, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, openMLOL, Horizons Unlimited srl. Ludovico Settala. Settala.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Settala” – The Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690979997/in/photolist-2mKKMt4
Grice e Severino – oltre il linguaggio –
filosofia italiana (Brescia).
Filosofo. Considerato da parte della
critica come uno dei più grandi filosofi italiani del '900 e uno dei più grandi
filosofi di tutti i tempi. Il suo pensiero filosofico intende collocarsi oltre
tutta la storia della filosofia occidentale che secondo Severino è permeata dal
Nichilismo. Il padre era un militare di carriera siciliano originario di
Mineo trasferitosi a Brescia, mentre la madre era una bresciana di Bovegno in
alta Val Trompia. Si laureò a Pavia come
alunno dell'Almo Collegio Borromeo, discutendo una tesi su Heidegger e la
metafisica, sotto la supervisione di Bontadini. L'anno successivo ottenne la
libera docenza in filosofia teoretica. Insegnò a Milano. I libri pubblicati in
quegli anni entrarono in forte conflitto con la dottrina ufficiale della Chiesa
cattolica, suscitando vivaci discussioni all'interno dell'Università Cattolica
e nella Congregazione per la dottrina della fede (l'ex Sant'Uffizio). Dopo un
lungo e accurato esame (condotto da Cornelio Fabro) la Chiesa proclamò
ufficialmente nel 1969 l'insanabile opposizione tra il pensiero di Severino e
il cristianesimo. Lasciata l'Università Cattolica, Severino venne
chiamato all'Università Ca' Foscari Venezia, dove fu tra i fondatori della
Facoltà di lettere e filosofia, nella quale hanno insegnato o insegnano alcuni
dei suoi allievi (Umberto Galimberti, Carmelo Vigna, Luigi Ruggiu, Salvatore
Natoli, Italo Valent). Professore di Filosofia teoretica, diresse l'Istituto di
filosofia (diventato poi Dipartimento di Filosofia e Teoria delle scienze e,
oggi, Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali) fino al 1989 e insegnò anche
logica, storia della filosofia moderna e contemporanea e sociologia. Cominciò
una serie di pubblici colloqui col teologo tomista Giuseppe Barzaghi in
cui pareva aprirsi lo spiraglio di una riconsiderazione della possibilità cristiana. Ca'
Foscari Venezia lo proclamò Professore emerito; insegnò Ontologia fondamentale
presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di
Milano; fu Accademico dei Lincei e Cavaliere di gran croce, inoltre collaborò per
alcuni decenni[senza fonte] con il Corriere della Sera e con
Bresciaoggi. Il Consiglio comunale di Bovegno gli conferì la cittadinanza
onoraria con la seguente motivazione: "Discendente per parte di madre da
antica famiglia bovegnese, ha contribuito con la sua opera in maniera rilevante
al pensiero filosofico occidentale contemporaneo, sulle orme degli antichi
filosofi greci. Nella sua autobiografia ha espresso il suo legame con la terra
avìta di Bòvegno che onorata, lo vuole annoverare tra i suoi concittadini più
illustri". È morto a Brescia il 17 gennaio dopo una lunga malattia. Politica e
società Severino ha spesso criticato sia il capitalismo sia il comunismo, fonti
dell'heideggeriana "vita inautentica" in quanto espressioni di
"dominio della tecnica" (come d'altronde il fascismo), ma anche la
sinistra in quanto "non è più socialdemocrazia", rilasciando anche
dichiarazioni sul suo punto di vista sul passato e sull'avvenire dell'Italia:
«Le spiegazioni della crisi del nostro tempo rimangono molto in superficie
anche quando vogliono andare in profondità. Il fenomeno di fondo, che non viene
adeguatamente affrontato, è l'abbandono, nel mondo, dei valori della tradizione
occidentale; e questo mentre le forme della modernità dell'Occidente si
sono affermate dovunque. Un abbandono che si porta via ogni forma di assolutoe
innanzitutto Dio.(...) Muore, dicevo, ogni forma di assolutezza e di
assolutismo, dunque anche quella forma di assoluto che è lo Stato moderno, che
detienedice Weber"il monopolio legittimo della violenza". Questo
grande turbine che si porta via tutte le forme della tradizione è guidato dalla
tecnica modernaed è irresistibile nella misura in cui ascolta la voce che
proviene dal sottosuolo del pensiero filosofico del nostro tempo. Il turbine
travolge anche le strutture statuali. Investe innanzitutto le forme più deboli
di Stato. La trasformazione epocale di cui parlo non è indolore: il vecchio ordine
non intende morire, ma è sempre più incapace di funzionare, soprattutto in
Paesi come l'Italia. E il nuovo ordine non ha ancora preso le redini. È la fase
più pericolosa (non solo per l'Italia).» e criticando "l'assolutismo
cattolico e comunista", oltre che tacciando la magistratura di
"ingenuità", poiché processando una classe politica a fondo ha
rivelato la contiguità anche con la criminalità organizzata, figlia della
guerra fredda e, secondo Severino, impossibile da debellare integralmente
in pochi anni senza debellare lo Stato stesso, causando notevoli
problemi. «L'Italia è uno Stato acerbo. Ha 150 anni su per giù. Ma
soprattutto ha alle proprie spalle una storia di frazionamento
politico-economico-sociale, dove si sono imposte forze che hanno avuto nel
mondo un peso ben maggiore di quello dell'Italia unita.. Sull'evasione fiscale:
Una tara storica, come prima le dicevo. L'evasione fiscale è un furto ai danni
di tutti. Se c'è da costruire una strada io devo metterci anche la parte degli
evasori. Certo, molti artigiani e piccoli imprenditori, se non evadessero,
fallirebbero. Tutti sanno queste cose. Però conosco anche tanti cattolici ai
quali molti uomini di Chiesa facevano capire che se non avessero ritenuto
"giusto" pagare le tasse dello Stato, avrebbero fatto bene a non
pagarle. Questo Papa, da buon pastore, sta cercando di cambiare le cose. Ma non
vorrei che si perdesse di vista che la "corruzione" di fondo è
l'"evasione" del mondo dal passato dell'Occidente. Oltre alle citate
critiche cattoliche, Martin Heidegger parlando con Cornelio Fabro a Roma ebbe a
dire a proposito di "Ritornare a Parmenide rmenide" di Severino:
"Severino ha immobilizzato il mio Dasein!" Già da molto prima prima,
alcuni appunti di lavoro heideggeriani testimoniano come Martin Heidegger
seguisse il giovanissimo Severino (da uno studio di Alfieri e Herrmann).
Severino è stato criticato dal matematico e logico Piergiorgio Odifreddi, in
risposta a un giudizio critico dello stesso Severino su un'opera di Odifreddi,
ovvero l'introduzione scritta per l'edizione italiana di L'ABC della relatività
di Bertrand Russell, dove venivano citati alcuni filosofi (tra cui Severino
stesso, Heidegger, Croce e Deleuze), secondo Severino in maniera non congrua e
"alla rinfusa"; il matematico ha accusato invece Severino di non
considerare l'importanza della scienza (come già fecero i neoidealisti, come
Croce e Gentile), a differenza di grandi filosofi del passato che avevano
studiato a fondo alcune teorie (facendo l'esempio di Kant, Nietzsche e Cartesio,
matematico lui stesso). Nel dialogo tra Severino e Alessandro Di Chiara, Oltre
l'uomo e oltre Dio (2002) la filosofia della necessità si contrappone alla
filosofia della libertà. Pensiero Nei suoi scritti fa spesso riferimento
a pensatori come Parmenide, Eraclito, Aristotele, Hegel, Nietzsche, Leopardi,
Heidegger e Gentile. Secondo Severino il pensiero di Giacomo Leopardi,
Nietzsche e di Giovanni Gentile è l'apice della follia del nichilismo. Severino
considera questi tre filosofi come i tre più grandi geni che hanno portato
all'estremo la concezione greca del Nulla ovvero l'entrare e l'uscire degli
enti dal Nulla. L'eternità di tutti gli essenti Severino affronta
l'antico problema radicalizzato da Platone e Aristotele e ripreso poi in epoca
moderna da Heidegger: il problema dell'essere. Per Severino, tutte le filosofie
costituitesi precedentemente sono caratterizzate da un errore di fondo:
la fede nel senso greco del divenire. Sin dagli antichi greci,
infatti, un ente (ovvero un qualcosa che è) viene considerato come proveniente
dal nulla, dotato temporaneamente di esistenza e successivamente ritornante nel
nulla. Rifacendosi al pensiero di Parmenide, Severino è stato definito
come fondatore di un neoparmenidismo, di cui sarebbe l'unico esponente, peraltro
criticato in senso anti-metafisico da Gennaro Sasso e da Mauro Visentin, i
quali sostengono, rovesciando la sua tesi, come, contrariamente all'opinione
diffusa, in Parmenide esista invece un deciso rifiuto della metafisica..
Severino, riflettendo sull'opposizione assoluta tra essere e non-essere, dato
che tra i due termini non vi è nulla in comune, ritiene evidente che l'essere
non può non rimanere costantemente uguale a se stesso, evitando di rimanere
alterato dall'altro da sé. Anzi, essendo l'essere la totalità di ciò che
esiste, non può esserci altro al di fuori di esso dotato di esistenza (Severino
rifiuta, quindi, il concetto di differenza ontologica così come è stato
avanzato da Heidegger). Per Severino, quindi, tutta la storia della
filosofia occidentale è basata sull'errata convinzione che l'essere possa
diventare un nulla, sebbene alcuni filosofi, come Schopenhauer, abbiano tentato
di negare tale assunto. Ma, mentre Parmenide tentava di risolvere il
conflitto tra il divenire e l'immutabilità dell'essere affermando l'illusorietà
del divenire (negando l'esistenza delle cose del mondo e cadendo quindi in
un'aporia), Severino sceglie una via differente, portando il suo pensiero a
delle tesi estreme. Dato che l'essere è, e non può mai diventare un
nulla, «ogni essente è eterno». Ogni cosa, ogni pensiero, ogni attimo sono
eterni. Il divenire temporale non può, quindi, che rappresentare l'apparire
successivo degli eterni stati dell'essere, così come i fotogrammi di una
pellicola si susseguono sino a formare lo svolgimento completo di un film. Gli
enti entrano ed escono da quello che Severino chiama "cerchio
dell'apparire". Ciò significa che, quando un ente esce dal cerchio
dell'apparire, non diviene un nulla, ma si sottrae semplicemente alla vista: dunque,
le cose esistono anche quando scompaiono ovvero non si vedono ("vedere
senza vedere", dice Donato Sperduto in una tragicommedia sul pensiero
severiniano). Riprendendo la metafora di Plotino, afferma che il divenire degli
enti è come lo scorrere degli oggetti sulla superficie di uno specchio. Le
cose, infatti, esistono prima di entrare nel campo visivo dello specchio e
ovviamente continuano ad esistere anche dopo esserne uscite. Non solo Plotino,
ma anche Agostino di Ippona, con un'immagine simile, definì il tempo come
immagine mobile dell'Eterno. Nel pensiero di Severino, tuttavia, l'eternità non
è limitata a un Dio che dà e toglie la vita agli Enti, facendoli entrare e
uscire dallo specchio (senza che nulla esista prima e dopo), ma si estende anche
a tutti gli enti che nel divenire si manifestano. Dimostrazione
dell'eternità di tutti gli essenti Magnifying glass icon mgx2.svg Divenire § Severino. La dimostrazione
severiniana dell'eternità di tutti gli essenti, si basa sostanzialmente sul
principio di non contraddizione, ma non nella versione che ne dà Aristotele nel
De Interpretatione. In essa anzi "il discorso del tramonto del senso
dell'essere...trova la sua formulazione più rigorosa e più
esplicita". Bisogna invece "ritornare a Parmenide", correggernecon
Platonel'esito aporetico, dimostrando che l'evidenza fenomenica non è in
contrasto col principio di non contraddizione, ma scoprendo anche che il
divenire così come Platone lo pensa, come uscire dal nulla e ritornare nel
nulla, non appare affatto, non è affatto "evidente". Di qui si
potrà proseguire su una via (quella indicata da Parmenide, il "sentiero
del giorno") ben diversa da quella imboccata con Platone dal pensiero
occidentale. Consideriamo la proposizione parmenidea: "...è infatti
l'essere, il nulla non è": tale proposizione esprime l'opposizione
"assoluta" tra i termini "essere" e "non essere";
pertanto ogni essente, in quanto ent-e, è assolutamente opposto al nulla e non
ci può essere né un tempo né uno stato in cui un ente non sia, come pensa
invece il principio di non contraddizione aristotelico: "è necessario che
l'essere sia, quando è, e che il non-essere non sia, quando non è".
Quest'enunciato esprime il pensiero di un tempo, una condizione, in cui l'ente
è nulla, in cui essere=nulla. Questa impossibile ed impensabile contraddizione
costituisce la "follia essenziale" in cui cresce e sta, senza esserne
consapevole, tutto il pensiero occidentale. Infatti il pensiero
occidentale pensa sì, consapevolmente, l'ente come essere, ma insieme come
diveniente (pensa cioè che esca dal nulla e ritorni nel nulla). Ad esso sfugge
invece che ciò equivale a pensare l'ente come nulla; e questo è il nichilismo
più proprio, la follia che si annida nell'inconscio della filosofia, della
scienza e della tecnica. La differenza ontologica Per Heidegger, l'essere
non è un ente tra gli enti. Esso rappresenta piuttosto l'apparire ontologico
degli enti, e per questo motivo viene definito un transcendens rispetto
all'ente. Severino rigetta la concezione heideggeriana, affermando che la
totalità dell'essere è costituita dalla totalità degli enti. La vera differenza
ontologica è quindi per Severino quella che si costituisce tra l'essere
(l'ente) diveniente e quello immutabile. L'essere che appare e scompare non
è lo stesso essere immutabile, ma è anch'esso eterno. Entrambi esistono, ma in
differenti dimensioni. L'essere come fondamento è una struttura eterna e non
soggetta ad alcun mutamento. Tutto è avvolto (fino alla morte) dal
nichilismo Un po' tutti i filosofi che l'hanno avuto sottomano hanno inteso il
nichilismo come allontanamento dalla verità, e l'hanno dunque declinato a
seconda dell'idea di verità a cui stavano pensando. Nella prospettiva
severiniana dell'eternità di tutte le cose, il nichilismo è dunque il credere
che le cose siano mortali, ovvero che l'essere possa non essere,ed uscire e
rientrare nel nulla, ovvero credere nel divenire delle cose. Credere infatti
che le cose escano dal nulla e vi ritornino equivale ad identificare l'essere
con il nulla: quindi si parla di pura "follia". Al di fuori della
follia appare l'eternità di ogni cosa e di ogni evento. Al di fuori del
nichilismo il sopraggiungere dell'ente è il comparire o lo sparire dell'eterno.
Il divenire dell'essere è un'opinione senza verità. L'Occidente non domina il
mondo casualmente o perché ha una possibilità offensiva superiore; ma, al
contrario, ha una possibilità offensiva superiore perché domina il mondo che
crede nelle sue stesse imprescindibili idee guida (scienza, potenza, tecnica, salvezza,
ecc.) e quindi in una cultura che ritiene più avanzatae dove dunque
l'avanzamento non è una virtù morale, ma la capacità di capire e fare più cose
per sopravvivere all'imprevedibilità dell'esistenza. Nichilismo, morte e
destino Severino ritiene che la filosofia abbia sempre cercato riparo contro il
terrore che scaturisce dall'imprevedibilità dell'esistenza perché innanzitutto
si è sempre creduto nell'evidenza del divenire degli enti, del loro uscire dal
nulla e rientrarvi. Anche le grandi forme di epistème come quelle di Aristotele
ed Hegel, che tendono a dare un ordine ed una configurazione prestabiliti
all'esistenza, si muovono sullo stesso terreno. L'intera storia
dell'Occidente è quindi per Severino storia del nichilismo. La radicale distruzione
dell'epistème operata da parte della filosofia contemporanea e la rapida ascesa
della scienza moderna ai vertici del sapere sono conseguenze inevitabili di
questa forma di pensiero (la civiltà della tecnica è, infatti, la forma estrema
di volontà di potenza). Secondo la logica severiniana, tutto ciò che appare
appare in maniera necessaria ed il progressivo manifestarsi degli eterni non
segue, quindi, una sequenza casuale. Ciò significa che la libertà dell'uomo non
esiste, ma appare all'interno di quell'essente (anch'esso eterno) che è il
nichilismo dell'Occidente. Ed è proprio all'interno dell'Occidente che appare
il "mortale" come noi lo conosciamo. Ma l'Occidente è destinato
al tramonto, per fare spazio al Destino della verità, la verità che testimonia la
follia della fede nel divenire. Solo all'interno del destino della verità la
morte acquista un significato inaudito: in realtà la morte è la persuasione
dell'assentarsi dell'eterno. Dio e il Superdio Da quanto detto
precedentemente appare chiaro come nel pensiero di Severino non ci sia posto
per il Dio comunemente inteso; da qui il contrasto insanabile con la Chiesa
Cattolica. Nel corso della storia della filosofia, e nel pensiero della
Chiesa cattolica in particolare, l'affermazione dell'esistenza di qualcosa di
immutabile (tra cui Dio in tutti i diversi modi nei quali filosofia e religione
lo hanno concepito) è sempre stata fatta partendo dal presupposto che il
divenire non significhi necessariamente la nascita dal nulla e il tornare nel
nulla delle cose che in esso si presentano. Quest'affermazione è, inoltre,
sempre avvenuta con l'intento di risolvere le varie contraddizioni che quel
presupposto implica e di inventare un "rimedio" per
l'"angoscia" che il pensiero dell'annientamento provoca. Questo genere
di immutabilità è, quindi, di segno diverso da quella che compete agli enti
sulla base dell'impossibilità assoluta che qualcosa si annulli. Per questo
motivo è impossibile che esista un Dio come è stato pensato dalla religione e
dalla filosofia. A maggior ragione è impossibile che esista il Dio del
cristianesimo, che è tradizionalmente concepito come dotato della capacità di
creare gli enti dal nulla e di mantenerli in esistenza grazie alla sua libera
volontà (altrettanto libero potrebbe essere, per Dio,
l'"annichilimento"diverso dal concetto fisico di annichilazione -, e
cioè la volontà di far cessare la durata della loro esistenza per farli
ritornare nel nulla). Essendo ogni ente eterno, non può esserci né
creazione né annientamento, e quindi neanche un Dio comunemente inteso. Alla
luce del "Destino della verità", ogni ente, anche il più
insignificante, acquista un significato inaudito. L'uomo si porta quindi
radicalmente al di là del superuomo e della volontà di potenza: l'uomo è un "superdio",
ben più grande del Dio della tradizione religiosa. L'inconciliabilità fra la dottrina
dell'Essere e il Tomismo è stata sostenuta da Cornelio Fabro. Barzaghi, con cui
Severino ha più volte dialogato pubblicamente, ha mostrato la possibilità di
utilizzare le intuizioni severiniane sull'eternità dell'essente proprio per
affermare l'esistenza di Dio e ricondurre il pensiero del filosofo all'alveo
cristiano da cui si è staccato (entrambi sono stati alunni, all'Università
Cattolica, del filosofo cattolico e apologeta Gustavo Bontadini). Severino, pur
non rivedendo pubblicamente il suo punto di vista sull'esistenza di Dio, ha
apprezzato ed elogiato la proposta di padre Barzaghi. Necessità
dell'oltrepassamento Nessuna nota a piè di pagina Questa voce o sezione sull'argomento filosofia
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del progetto di riferimento. Con il libro La Gloria, giunge, tra le altre cose,
alla dimostrazione necessaria dell'esistenza degli "altri". Quando
Cartesio infatti scopre che la carta vincente della scienza è la conferma delle
ipotesi da parte dell'"esperienza", e cioè da parte della
"presenza certa a me" da parte delle cose, si apre il problema della
fondazione dell'esistenza appunto di altre dimensioni che come la mia accolgono
l'accadere del mondo, ma che a differenza della mia non sono apparenti, non
sono cioè da me "visibili". I fallimenti dei tentativi di soluzione a
tale problema (eminentemente proposti ad opera della fenomenologia, sì che
questo problema fu certamente uno dei più cogenti all'interno del discorso
filosofico di Husserl), a cominciare da quello di Cartesio, si determineranno
essenzialmente per l'assenza del senso autentico dell'essente e del senso
dell'"oltrepassamento"."L'oltrepassamento dell'attualità nella
costellazione infinita di cerchi finiti dell'apparire del Destino" è
necessità dell'esistenza di un altro apparire finito, diverso da quello
attuale. Nella Gloria, Severino perviene alla fondazione del senso
autentico dell'"oltrepassamento", dopo aver stabilito nelle opere
precedenti che il divenire autentico (cioè non nichilistico) non è il crearsi e
l'annullarsi dell'essente, ma il comparire e lo sparire di ciò che è
eterno. Ma è in questa sede innanzitutto fondamentale precisare, a partire
da considerazioni svolte dallo stesso Severino in Destino della Necessità
( che le cose della "terra" (termine con il quale Severino designa la
dimensione degli essenti che via via appaionoe che, per contro, il nichilismo
pensa come fuoriuscenti dal nulla ed al nulla ritornanti)
"incominciano" ad apparire (il loro apparire esce cioè dall'ombra del
non-apparire ed entra nel cerchio dell'apparire). Con "cerchio
dell'apparire" si intende, qui, la totalità degli enti che appaiono: è, cioè,
l'apparire in quanto ha come contenuto tutto ciò che appare (ossia è l'apparire
"trascendentale"); l'apparire delle cose della terra, quell'apparire
incominciante di cui sopra, è, perciò, la relazione tra il cerchio
dell'apparire (l'apparire trascendentale) e una parte del suo contenuto.
È altrettanto fondamentale precisare che l'incominciare della terra (a sua
volta eterna), non aggiunge alcunché al Tutto eternoche è, con Parmenide,
appunto, non incompiuto, ouk ateleuteton,
non manchevole, oulon achineton (Parmenide, fr. 8, vv 38, 33, 38). Anche
l'incominciante apparire, difatti, è eterno: il suo incominciare è il suo
entrare nel cerchio dell'apparire. Entrandovi, naturalmente, apparema questo
apparire dell'entrare è lo stesso entrare, ossia è quello stesso di cui si dice
che, eterno, entra nel cerchio dell'apparire. E, così come ogni ente, anche
l'appartenenza della terra al cerchio dell'apparire è eterna. L'eterna
appartenenza al cerchio dell'apparire entra nel cerchio eterno dell'apparire.
Entrandovi, appare, e quest'ultimo apparire è lo stesso apparire incominciante
in cui consiste l'incominciante appartenenza della terra al cerchio
dell'apparire. L'apparire incominciante è cioè apparire di sé stesso (e di
tutte le altre cose che incominciano ad apparire), ed è questa autoriflessione
dell'apparire incominciante ciò che entra nel cerchio dell'apparire e
incomincia a far parte del contenuto di questo cerchio. Ma ogni essente
che incomincia ad apparire (ogni oltrepassante) è destinato ad essere
oltrepassato: diventerebbe, altrimenti, condizione indispensabile dell'apparire
degli essenti e quindi originarietà che sarebbe dovuta apparire già da sempre.
Un oltrepassante che sia non oltrepassabile è impossibile, perché altrimenti
esso dovrebbe iniziare ad appartenere allo "Sfondo" (e Severino
intende, con questo termine, quel complesso di significati, o "costanti
persintattiche"costanti sintattiche di ogni significato –, senza i quali
non apparirebbe nulla, motivo per cui non possono non essere sempre presenti.
Tra questi ad esempio vi sono i significati «essere» e «nulla». Inoltre, la
serie progressiva degli essenti che via via appaiono è necessariamente finita;
infatti, se in direzione del passato fosse estensibile all'infinito, ci
vorrebbe un percorso infinito, e quindi mai concluso, per giungere al momento
attuale. C'è quindi un primo passo compiuto dalla terra. La totalità
attuale di ciò che è destinato ad apparire è, per quanto sopra esposto,
necessariamente oltrepassata. Ma in che senso? Essa non è, difatti, oltrepassata
dall'apparire infinitogiacché l'apparire infinito (l'infinito oltrepassarsi da
parte delle forme proprie dell'apparire finitodove la Gloria è proprio questo
infinito dispiegarsi) non è un oltrepassamento incominciante, ma è
l'oltrepassamento già da sempre ed eternamente compiuto della totalità del
finito. La totalità attuale dell'incominciante è, dunque, necessariamente
oltrepassata da un incomincianteil quale non può apparire attualmente, ma è
tuttavia necessario che appaia (in quanto l'incominciare è incominciare ad
apparire), e che quindi è necessario che appaia sopraggiungendo in un cerchio
diverso, altro, dal cerchio originario dell'apparire. La totalità simpliciter
degli essenti-che-sono-degli-oltrepassanti (la totalità dell'oltrepassante,
cioè, che include come parte la totalità attuale dell'oltrepassante) non può
essere a sua volta oltrepassata, perché ciò che la oltrepasserebbe sarebbe un
oltrepassante non incluso nella totalità dell'oltrepassante; e se
l'oltrepassante (cioè l'incominciante) che oltrepassa la totalità degli
oltrepassanti non fosse a sua volta oltrepassato, esso sarebbe quel contenuto
impossibile che è, appunto (per quanto sopra esposto), l'incominciante
non-oltrepassabile. Poiché la terra oltrepassa anche l'attualità dell'apparire
del cerchio originario, sopraggiungendo in un cerchio diverso, il contenuto
incominciante che appare nel cerchio originario dell'apparire attuale, è
oltrepassato (infinitamente) in due direzioni: (a) In quanto contenuto
incominciante, esso è oltrepassato lungo il dispiegamento infinito del
contenuto attuale del cerchio originario (o, per utilizzare il lessico
severiniano, lungo la Gloria del dispiegamento infinito della terra che si
inoltra nel cerchio originario). Ma non è in quanto tale contenuto è attuale
che esso viene oltrepassato lungo il dispiegamento infinito del contenuto
attuale. (b) In quanto contenuto attuale (in quanto, cioè, alla sua
attualità) il contenuto incominciante è oltrepassato invece in un altro
cerchioe in un'infinità di altri cerchi dell'apparire.
L'oltrepassante-incominciante, qui, entra nell'apparire non attuale. Anche
questa seconda direzione dell'oltrepassamento è un dispiegamento infinito nella
Gloria, ma, appunto, nella gloria che consiste nell'infinito sopraggiungere,
nel cerchio originario, della costellazione infinita degli altri cerchi. La
gloria è l'unità di queste due dimensioni. La dimensione dell'essente, che
incomincia cioè ad apparire nel cerchio originario, è necessariamente
oltrepassata da un'altra dimensione dell'essente (perché l'incominciante non
può incominciare ad appartenere all'essenza dello Sfondo, non incominciante e
non tramontante, del cerchio originario); ma anche l'attualità dell'essente che
incomincia ad apparireossia anche l'apparire (che, in quanto tale, è apparire
attuale) dell'essente che incomincia ad apparireincomincia ad apparire, sì che
(per lo stesso motivo) è necessariamente oltrepassata in un altro cerchio
dell'apparire; e anche la sintesi tra l'attualità del cerchio originario e
l'attualità in sé dell'altro cerchio incomincia ad apparire nel cerchio
originario, quando in esso incomincia ad apparire ciò che ne oltrepassa
l'attualità; e dunque (per lo stesso motivo) tale sintesi è oltrepassata in un
terzo cerchio (e, cioè, l'attualità in sé dell'altro cerchio non è oltrepassata
solo nel cerchio originario, ma necessariamente in un terzo cerchio)e così
all'infinito. In definitiva, l'oltrepassamento dell'attualità di un
cerchio non avviene solo lungo la dimensione "verticale" del singolo
cerchio, ma anche lungoquella "orizzontale" della costellazione di
cerchi del Destino. L'oltrepassamento hegeliano, invece, conserva
"idealmente", cioè astrattamente, ciò che oltrepassa, e non
realmente, determinandone la distruzione. In un contesto siffatto è fondata
l'impossibilità dell'esistenza degli "altri", perché l'altro, che è
il mio oltrepassante, determinerebbe il mio superamento, e mi consegnerebbe ad
una dimensione puramente ideale. Infatti nel sistema hegeliano l'esistenza
degli altri significa l'esistenza di soggetti empirici, sensibili, che è quindi
comunque interna all'esistenza produttiva dell'unico "Io". Il
nichilismo è un essente che incomincia ad apparire, ed è quindi destinato ad
essere oltrepassato. L'essente che oltrepassa il nichilismo è l'essente che
porta al tramonto l'isolamento del senso delle cose dalla verità. Il nichilismo
è, infatti, pensare e vivere le cose come nulla in quanto delle cose non appare
il legame alla struttura originaria della verità, e quindi non appare
l'eternità. L'essente, o la dimensione di essenti, che porta al tramonto
l'isolamento del senso delle cose dalla verità è la gloria (cioè la
manifestazione) della verità stessa. L'ampiezza dell'isolamento non coinvolge
solo il legame tra i singoli essenti e la verità, ma anche il legame tra gli
infiniti cerchi dell'apparire, il loro passato e il futuro del percorso che la
terra è destinata a compiere in essi. Nella Gloria non si è Dio, perché Dio
crea ed annienta le cose anche e soprattutto quando ama; e dunque appartiene al
regno dell'errore perché l'amore è volontà e la volontà è voler alterare il
senso proprio ed eterno, cancellarne l'identità. Dio è, quindi, infinitamente
meno della più umbratile tra le cose vere. Tutto è oltre Dioe oltre ogni forma
di mortalità, compresa la vita umana come credenza nel poter creare e
annientare gli essenti. Opere: “La struttura originaria” (Brescia, La
Scuola; Nuova ediz. riveduta, Introduzione del Milano, Adelphi); “Fichte” (Brescia,
La Scuola, poi in Fondamento della contraddizione, n.5, Milano, Adelphi, Filosofia della prassi,
Milano, Vita e Pensiero, Milano,
Adelphi, “Ritornare a Parmenide” in «Rivista di filosofia neoscolastica», poi
in Essenza del nichilismo, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Ritornare a
Parmenide. Poscritto, in «Rivista di filosofia neoscolastica», poi in Essenza
del nichilismo, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Essenza del nichilismo.
Saggi, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Gli abitatori del tempo. Cristianesimo,
marxismo, tecnica (Roma, Armando,
Téchne); “Le radici della violenza” (Milano, Rusconi, IMilano, Rizzoli);
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Κατὰ τὸ χρεών, Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi); “A Cesare e a Dio” (Milano,
Rizzoli, La strada, Milano, Rizzoli); “La filosofia antica, Milano, Rizzoli); “La
filosofia moderna, Milano, Rizzoli, “ Il parricidio mancato,Collana Saggi. Milano,
Adelphi, La filosofia contemporanea. Da Schopenhauer a Wittgenstein, Milano,
Rizzoli, Traduzione e interpretazione
dell'«Orestea» di Eschilo, Milano, Rizzoli, La tendenza fondamentale del nostro tempo, Milano,
Adelphi, “Il giogo. Alle origini della ragione: Eschilo, Biblioteca Filosofica
n.6, Milano, Adelphi); “Antologia filosofica dai Greci al nostro tempo, Milano,
Rizzoli); “La filosofia futura, Milano, Rizzoli); “Il nulla e la poesia. Alla
fine dell'età della tecnica: Leopardi, Milano, Rizzoli); “Filosofia. Lo
sviluppo storico e le fonti” (Firenze, Sansoni); “Oltre il linguaggio” (Collana
Saggi. Nuova serie n.7, Milano, Adelphi); “La guerra” (Milano, Rizzoli); “La
bilancia. Pensieri sul nostro tempo, Milano, Rizzoli); “Il declino del capitalismo”
(Milano, Rizzoli); “Sortite. Piccoli scritti sui rimedi (e la gioia), Milano,
Rizzoli); “Heidegger e la metafisica, Collezione Scritti di E. Severino n.4,
Milano, Adelphi); “Pensieri sul Cristianesimo, Milano, Rizzoli); “Tautótēs,
Biblioteca Filosofica n.13, Milano, Adelphi, La filosofia dai Greci al nostro tempo” (Milano,
Rizzoli); “La follia dell'angelo: conversazioni intorno alla filosofia” (Ines
Testoni, Milano, Rizzoli, Milano, Mimesis); “Cosa arcana e stupenda.
L'Occidente e Leopardi” (Milano, Rizzoli); “Il destino della tecnica, Milano,
Rizzoli); “La buona fede” (Milano, Rizzoli); “L'anello del ritorno, Biblioteca
Filosofica n.18, Milano, Adelphi); “Crisi della tradizione occidentale” (
Milano, Marinotti); “La legna e la cenere. Discussioni sul significato dell'esistenza”
(Milano, Rizzoli); “Il mio scontro con la Chiesa, Milano, Rizzoli); “La Gloria.
ἄσσα οὐκ ἔλπονται: risoluzione di «destino della necessità», Biblioteca
Filosofica n.20, Milano, Adelphi, Oltre l'uomo e oltre Dio,con Alessandro Di
Chiara (interventi di Carlo Angelino), Genova, il melangolo, Lezioni sulla
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Marinotti, Tecnica e architettura, Milano, Raffaello Cortina Editore, Dall'Islam a Prometeo, Milano, Rizzoli, Fondamento
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coscienza religiosa, Milano, Rizzoli, Milano, BUR, . Sull'embrione, Milano, Rizzoli,
Il muro di pietra. Sul tramonto della tradizione filosofica, Milano, Rizzoli, 2Ricordati
di santificare le feste, con Vincenzo Vitiello, Milano, AlboVersorio, (con CD audio). L'identità della follia.
Lezioni veneziane, Giorgio Brianese, Giulio Goggi, Ines Testoni, Milano,
Rizzoli, Oltrepassare, Biblioteca Filosofica n.25, Milano, Adelphi, Dialogo su
Etica e Scienza, con Edoardo Boncinelli, Milano, Editrice San Raffaele, Immortalità e destino, Milano, Rizzoli, La
buona fede. Sui fondamenti della morale, Milano, Rizzoli, 2008. Volontà, fede e
destino, Davide Grossi, con un saggio di Massimo Donà, Milano-Udine, Mimesis, (con due CD audio). L'etica del capitalismo e
lo spirito della tecnica, con un saggio inedito sulla pena di morte, Milano,
AlboVersorio, La ragione, la fede, Milano, AlboVersorio, L'identità del destino. Lezioni veneziane,
Milano, Rizzoli, Il diverso come icona del male, Torino, Bollati Boringhieri, Democrazia, tecnica, capitalismo, Brescia,
Morcelliana, Discussioni intorno al
senso della verità, Pisa, Edizioni ETS, La guerra e il mortale, Luca Taddio,
con un saggio di G. Brianese, Milano-Udine, Mimesis, (con due CD audio). Macigni e spirito di
gravità. Riflessione sullo stato attuale del mondo, Milano, Rizzoli, . L'intima
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Sellier, Istituzioni di filosofia, Brescia, Morcelliana. [dispense del corso
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eterni. Autobiografia, Milano, Rizzoli, ; Milano, BUR, . La bilancia. Pensieri
sul nostro tempo, Milano, BUR, Del bello, Milano, Mimesis, , La morte e la terra, Biblioteca Filosofica
n.30, Milano, Adelphi, . Capitalismo senza futuro, Rizzoli, Milano, . Educare
al pensiero, Sara Bignotti, Brescia, Editrice La Scuola, . Pòlemos, Nicoletta
Cusano, Milano, Mimesis, Intorno al senso del nulla, Saggi. Nuova serie n.70,
Milano, Adelphi, . L'etica del capitalismo e lo spirito della tecnica. Con un
saggio inedito sulla pena di morte, Milano, AlboVersorio, . La potenza
dell'errare. Sulla storia dell'Occidente, Milano, Rizzoli, . Il morire tra
ragione e fede, con Angelo Scola, Venezia, Marcianum Press, . Parliamo della
stessa realtà? Per un dialogo tra Oriente ed Occidente, con Raimon Panikkar,
Milano, Jaca Book, . Sul divenire. Dialogo con Biagio De Giovanni, Modena,
Mucchi, . Piazza della Loggia. Una strage politica, I. Bertoletti, Brescia,
Morcelliana, . In viaggio con Leopardi. La partita sul destino dell'uomo,
Milano, Rizzoli, . Dike, Biblioteca Filosofica, Milano, Adelphi, . Cervello,
mente, anima, Brescia, Morcelliana, Storia, Gioia, Biblioteca Filosofica n.36,
Milano, Adelphi, .Il tramonto della politica. Considerazioni sul futuro del
mondo, Milano, Rizzoli, L'essere e l'apparire. Una disputa, con Gustavo
Bontadini, Brescia, Morcelliana, Dell'essere e del possibile, con Vincenzo
Vitiello, Milano, Mimesis, . Dispute sulla
verità e la morte, Milano, Rizzoli, Lezioni milanesi. Il nichilismo e la terra
(-), Nicoletta Cusano, Milano, Mimesis, Testimoniando il destino, Biblioteca
Filosofica n.39, Milano, Adelphi, Ontologia e violenza. Lezioni milanesi (-),
Nicoletta Cusano, Milano, Mimesis, Curatele Aristotele, I principi del divenire.
Libro primo della Fisica, trad., introd. e commento di E. Severino, Brescia, La
Scuola, Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e
dell'artenastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro ai benemeriti della
scuola della cultura e dell'arte — Roma, Cavaliere di gran croce dell'Ordine al
merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di
gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana «Di iniziativa del
Presidente della Repubblica» — Roma, mmagine del nastrino non ancora presente
Cittadinanza onoraria del Comune di Bovegno — Bovegno. Mauro Bonazzi, Morto il
filosofo Emanuele Severino, su Corriere della Sera, Addio Severino, filosofo
dell'eternoMorto a Brescia il 17 gennaio, solo il 21 la notizia, su ansa E.
Severino, Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia, Milano, Rizzoli, È morto Emanuele Severino, l'ultimo filosofo
parmenideo, su la Repubblica, Scianca,
Addio a Emanuele Severino: ecco chi era il grande filosofo dell'essere, su Il
Primato Nazionale, Bovegno, il filosofo
cittadino onorario, su giornaledibrescia «L'esperimento di Barzaghi è importante e va
seguito con attenzione. [...] Immerso nell'alienazione, il cristianesimo è come
una casa invisibile di cui qualcuno dice, indicando un banco di nebbia:
"Là c'è una casa". Che cosa si riuscirebbe a vedere se la nebbia
(l'alienazione) diradasse? Forse una casa. Ma forse nulla. Nel primo caso,
[...] il cristianesimo avrebbe ancora qualcosa da dire, e di grande» (E.
Severino, Nascere. E altri problemi della coscienza religiosa). «Rigoroso fino alla fine. Solo un po' più
triste», in Bresciaoggi, Emanuele
Severino, il tributo si celebrerà a Palazzo Loggia, in Bresciaoggi, Silvia
Truzzi, Emanuele Severino, l'intervista: "Ecco perché la giovane Italia va
in malora", su il Fatto Quotidiano, Piergiorgio Odifreddi, LA SCIENZA
SOTTO TIRO, su la Repubblica, Diego Fusaro e Daniele Didero, Emanuele Severino,
su Filosofico.net. Gianluca Miligi et al., "Sguardo su Emanuele
Severino" , su filosofia.). il cui
"pensiero poetante", titolo di un saggio di Antonio Prete, che
riprende la metafora di Heidegger su Friedrich Hölderlin, è stato analizzato da
Severino cf. La Guerra , « [...] occorre riconoscere che le sue
posizioni, qualunque sia il giudizio che si pensa di dover dare su di esse, non
sembrano aver avuto, perlomeno fino ad ora, un vero e proprio seguito tra
coloro che si occupano professionalmente di filosofia.» (Cfr. Mauro Visentin,
Il neoparmenidismo italiano. Le premesse storiche e filosofiche, Napoli,
Bibliopolis) Neoparmenidismo, su filosofia. «Se noi potessimo mai non essere, già adesso
non saremmo. La prova più certa della nostra immortalità è il fatto che noi ora
siamo. Perché ciò dimostra che su di noi il tempo non può nulla: in quanto è
già trascorso un tempo infinito. È del tutto impensabile che qualcosa che è esistito
una volta, per un momento, con tutta la forza della realtà, dopo un tempo
infinito possa non esistere: la contraddizione è troppo grossa. Su questo si
fondano la dottrina cristiana del ritorno di tutte le cose, quella induista
della creazione del mondoche si ripete continuamente a opera di Brahma, e dogmi
analoghi di Platone e altri filosofi.» (A. Schopenhauer) D. Sperduto, Vedere senza vedere ovvero
Il crepuscolo della morte, Prefazione di E. Severino, Schena ed., Fasano di
Brindisi, "Ritornare a Parmenide", in Essenza del Nichilismo,
Brescia, Aristotele, Liber de Interpretatione, 1 "...essenza del
nichilismo" ... follia estrema ed estremamente nascosta: la persuasione
che gli esse nti, in quanto tali, escano dal loro non essere e vi
ritornino: la persuasione che vi sia un tempo in cui l'essente (prima di essere
e dopo il suo essere) sia nulla, che il non niente sia niente: la persuasione
che è il culmine in cui si mantiene l'intera storia dell'Occidente."La
morte e la terra21 E. Severino, Pensieri sul cristianesimo, su
books.google. 7 settembre (archiviato il
17 settembre ). E. Severino, Destino
della necessità, Milano, Adelphi, L'alienazione dell'Occidente: osservazioni
sul pensiero di Emanuele Severino, ed. Quadrivium, Genova, Cfr. Severino E., La
struttura originaria, Milano, Adelphi, Sito web del Quirinale: dettaglio
decorato. Sito web del Quirinale:
dettaglio decorato. Amadori F., Il
libero arbitrio: Schopenhauer e Severino, in "Filosofia" Antonelli
A., Verità, nichilismo, prassi. Saggio sul pensiero di Emanuele Severino, Roma,
Armando, Berto F., La dialettica della struttura originaria, Padova, Il
Poligrafo, Crapanzano G.E., L'immutabilità del diveniente. Saggio sul pensiero
di Emanuele Severino, Roma, Gruppo Albatros Il Filo, Cusano N., Capire
Severino. La risoluzione dell'aporetica del nulla, Prefazione di Emanuele
Severino, Milano, Mimesis Edizioni, . Cusano N., Emanuele Severino. Oltre il
nichilismo, Prefazione di Emanuele Severino, Brescia, Morcelliana, . Dal Sasso
A., Dal divenire all'oltrepassare. La differenza ontologica nel pensiero di
Emanuele Severino, Prefazione di Giorgio Brianese, Roma, Aracne, Dal Sasso A.,
Creatio ex nihilo. Le origini del pensiero di Emanuele Severino tra attualismo
e metafisica, Prefazione di Emanuele Severino, Milano, Mimesis Edizioni, . De
Giovanni B., Disputa sul divenire. Gentile e Severino, Napoli, Editoriale
Scientifica, . De Paoli M., Furor Logicus. L'eternità nel pensiero di Emanuele
Severino, Milano, Franco Angeli, Donà M., Aporia del fondamento, Napoli, Città
del Sole, nuova edizione ampliata: Milano, Mimesis Edizioni, Fabro C.,
L'alienazione dell'Occidente. Osservazioni sul pensiero di Emanuele Severino,
Genova, Quadrivium, Goggi G., Al cuore del destino. Scritti sul pensiero di
Emanuele Severino, Milano, Mimesis Edizioni, . Goggi, G., Emanuele Severino,
Città del Vaticano, Lateran University Press, . Greyer C.-F., Der Nihilismus,
Europa und eine neue Ontologie. Emanuele Severinos Analyse über das 'Wesen des
Nihilismus', Franziskanische Studien,Hoffmann T. S., 'Alles ist voll von Sein'.
Emanuele Severinos Rückgriff auf Parmenides und die Überwindung des Nihilismus,
Wiener Jahrbücher für Philosophie, Hoffmann T. S., Philosophie in Italien. Eine
Einführung in 20 Porträts, Wiesbaden, Marix Verlag, Magliulo, N., Cacciari e
Severino. Quaestiones disputatae, Milano-Udine, Mimesis, . Mauceri, L., La
hybris originaria. Massimo Cacciari ed Emanuele Severino, Napoli-Salerno,
Orthotes Editrice, . Messinese L., L'apparire del mondo. Dialogo con Emanuele
Severino sulla “struttura originaria” del sapere, Milano, Mimesis, 2Messinese
L., Il paradiso della verità. Incontro con il pensiero di Emanuele Severino,
Pisa, ETS, . Messinese L., Stanze della metafisica. Heidegger, Löwith, Carlini,
Bontadini, Severino, Brescia, Morcelliana, . Messinese L., Né laico, né
cattolico. Severino, la Chiesa, la filosofia, Bari, Dedalo, . Petterlini A.,
Brianese G. e Goggi G. , Le parole dell'Essere. Per Emanuele Severino, Milano,
Mondadori, Poma P., Necessità del divenire. Una critica a Emanuele Severino,
Pisa, ETS, . Saccardi F., Metafisica e parmenidismo. Il contributo della
filosofia neoclassica, Napoli-Salerno, Orthotes, . Scilironi C., Ontologia e
storia nel pensiero di Emanuele Severino, Abano Terme, Francisci, Scurati M.,
Pensare l'identità. Da Schelling a Severino, Milano, Alboversorio, Simionato
M., Nulla e negazione. L'aporia del nulla dopo Emanuele Severino, Prefazione di
Emanuele Severino, Pisa, Edizioni Plus (Pisa University Press), . Soncini U.,
Il senso del fondamento in Hegel e Severino, Genova, Marietti, Spanio D. , Il
destino dell'essere. Dialogo con Emanuele Severino, Brescia, Morcelliana, .
Sperduto D., Vedere senza vedere ovvero Il crepuscolo della morte, Prefazione
di E. Severino, Fasano di Brindisi (BR), Schena Editore, Sperduto D., Maestri
futili? Gabriele D'Annunzio, Carlo Levi, Cesare Pavese, Emanuele Severino,
Roma, Aracne, Sperduto D., Il divenire dell'eterno. Su Emanuele Severino (e
Dante), Prefazione di L. Messinese, Roma, Aracne, . Testoni I. , Emanuele
Severino, La follia dell'angelo, Milano, Mimesis, Tarca L.V., Verità,
alienazione e metafisica. Rilettura critica della proposta filosofica di
Emanuele Severino, Treviso, Mevio Washington, Valent I. , Cura e salvezza.
Saggi dedicati a Emanuele Severino, Bergamo, Moretti & Vitali, Visentin
M., Tra struttura e problema. Note intorno al pensiero di E. Severino, Venezia,
Marsilio [ora in Il neoparmenidismo italiano, IDal neoidealismo al
neoparmenidismo, Napoli, Bibliopolis, Metafisica Ontologia Episteme Nichilismo
Giacomo Leopardi Friedrich Nietzsche Parmenide Martin Heidegger Rasoio di Occam
Italo Valent Umberto Galimberti. Sito ufficiale, su emanueleseverino. Emanuele Severino, su TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Emanuele Severino, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Opere di Emanuele Severino, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere di Emanuele Severino, . Emanuele Severino, su
Goodreads. Registrazioni di Emanuele
Severino, su RadioRadicale, Radio Radicale.
Vi racconto il mio scontro con la Chiesa Cattolica, su ricerca.repubblica.
Rassegna stampa di e su Severino, su lgxserver.uniba. Rassegna stampa di e su
Severino, su lgxserver.uniba. Video intervista a Emanuele Severino, su asia.,
sito ASIA, Associazione spazio interiore ambiente Emanuele Severino, sul RAI Filosofia, su filosofia.rai. pensiero di
Emanuele Severino, su emanueleseverino.com. Vasco Ursini. Severino. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Severino” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Sforza – iustum/iussum – tra
idealismo e positivismo -- filosofia italiana – (Forli). Filosofo. Direttore
del Resto del Carlino e docente alla SapienzaRoma dal 1939, fu autore di
importanti opere di filosofia del diritto quali Il concetto, il diritto e la giurisprudenza
naturale, Filosofia del diritto e filosofia della storia, Idee e problemi di
filosofia giuridica, ecc. Widar Cesarini Sforza, in Dizionario biografico degli
italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. PredecessoreDirettore de il Resto del
CarlinoSuccessore Tomaso Monicelli. Sforza. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Sforza” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691577846/in/photolist-2mKToRT-2mKHdnD-2mKTyvC-2mKQdR6-2mKNRbN-2mKSjhd-2mPsUUV-2mKw3hq-2mKDwcr-ogrXod-ofU45L-noi1fT-nfGJgU
Grice e Sgalambro – della
misantropia – filosofia italiana (Lentini). Filosofo. important
Italian philosopher. La sua opera filosofica è stata definita di orientamento
nichilista, definizione spesso respinta da Sgalambro stesso, ma talvolta anche
accettata, e si può piuttosto definire un'originale sintesi tra la filosofia
della vita di Arthur Schopenhauer e il materialismo e pessimismo di Giuseppe
Rensi, con le influenze dell'esistenzialismo sui generis di Emil Cioran, di
alcuni temi della scolastica e della "teologia empia" e naturalistica
di Vanini e Mauthner. Sgalambro è noto anche per la collaborazione con il
cantautore Franco Battiato, delle cui canzoni fu autore dei testi tra il 1995 e
il . Manlio Sgalambro nacque a Lentini, da una famiglia benestante (il
padre era un farmacista). Ha sempre osservato un riserbo quasi
"conventuale" nella sua vita privata, fornendo tuttavia alcuni
elementi biografici nelle sue interviste o presentazioni. Dopo l'infanzia
trascorsa a Lentini, si trasferisce a Catania, dove rimane per tutta la vita.
Nel 1947 si iscrive all'Università degli studi di Catania:
«All'università decisi di non iscrivermi in Filosofia perché la coltivavo già
autonomamente. Mi piaceva il diritto penale e per questo scelsi la facoltà di
Giurisprudenza.” Inoltre non si trovava d'accordo con la cultura filosofica
dominante allora nelle accademie, troppo legata all'idealismo di Croce e
Gentile: «Erano loro che occupavano tutto lo spazio culturale, ma io non
mi ritrovavo affatto in quei sistemi complessi e completi, dove ogni cosa era
già stata incasellata. Per me pensare era una destructio piuttosto che una
costructio: ero uno che notava le rovine, piuttosto che la bellezza. Questo era
un po' scomodo, e non certamente accademico.» Si sposa, e dal matrimonio
nascono cinque figli (Elena, Simona, Riccardo, Irene, Elisa). Il reddito che
proveniva da un agrumeto (lasciatogli in eredità dal padre) non basta più, così
sceglie di integrarlo compilando tesi di laurea e facendo supplenze nelle
scuole: «Il matrimonio è un momento, come dice Hegel, in cui «la realtà
determinata entra in un individuo». Dunque il matrimonio non coincide
semplicemente con l'amore per una persona, ma con la durata: ecco dove sta
l'essenza, quasi teologica, del matrimonio.» Sgalambro era dichiaratamente
ateo anche se credeva nella reincarnazione, come ricordato anche dall'amico
Battiato, e ha avuto un funerale religioso. Da molti anni viveva da solo nella
sua casa catanese. La produzione filosofica «Che non ci sia niente di
peggiore del mondo, non si deve dimostrare.» (La conoscenza del peggio)
Sgalambro ripeteva spesso che non possedeva titoli né lauree «per i biglietti
da visita» e quindi come sia riuscito a diventare uno scrittore di filosofiai
cui libri sono tradotti in francese, tedesco e spagnoloera «un mistero» che
egli stesso stentava a spiegarsi. Il suo primo contatto con un'opera
filosofica avviene nel periodo dell'adolescenza, quando legge La formazione
naturale nel fatto del sistema solare di Roberto Ardigò nella biblioteca di un
parente. Seguono i Principi di psicologia di William James, le Ricerche logiche
di Husserl (un'opera che ritornerà più volte nella sua riflessione), e,
soprattutto, Il mondo come volontà e rappresentazione di Schopenhauer.
L'incontro con il pensatore tedesco spinge Sgalambro ad un interesse sempre
crescente per la cultura nordeuropea, che sfocerà poi nella scoperta di Kant,
Hegel, Friedrich Nietzsche, e Kierkegaard, a cui dedica i suoi primi
saggi. Inizia a collaborare alla rivista catanese Prisma (diretta da Grassi):
il primo scritto è Paralipomeni all'irrazionalismo, dove, influenzato da Rensi,
sviluppa un attacco all'idealismo crociano allora in piena egemonia. Egli si
ispira anche all'ironia di Karl Kraus di cui ama lo stile aforistico ("Se
Karl Kraus avesse scritto Il Capitale lo avrebbe fatto in tre
righe"). Assieme a Sebastiano Addamo, scrive per il periodico
Incidenze (fondato da Antonio Corsano): il primo articolo è Crepuscolo e notte
(che viene ristampato nel ), un breve saggio di "esistenzialismo
negativo", ispirato ad Heidegger e Céline. Frattanto inizia a scrivere
anche per la rivista Tempo presente (diretta da Nicola Chiaromonte ed Ignazio
Silone). Alla fine degli anni settanta decide di organizzare il suo
pensiero in un'opera sistematica: a 55 anni Sgalambro manda il suo primo libro,
La morte del sole, con un biglietto di due righe alla casa editrice Adelphi; al
proposito dirà: «E lì è rimasto due anni. Ma siccome io sono fatto in
questo modo, non ho chiesto niente. Poi è arrivata una telefonata a mia moglie.
Mi chiedevano di andare a Milano, per prendere contatto con l'editore. Roberto
Calasso mi disse che quel libro non era maturo, era marcio: ed era esattamente
così”Negli anni seguenti, con lo stesso editore, pubblica anche: Trattato dell'empietà,
Anatol, Del pensare breve, Dialogo teologico, Dell'indifferenza in materia di
società, La consolazione, Trattato dell'età, De mundo pessimo, La conoscenza
del peggio, Del delitto, e Della misantropia. Spesso viene avvicinato alla
corrente nichilista; talvolta ha respinto la definizione, mentre altre volte
l'ha accettata, nel senso di un nichilismo attivo e demolitore, non passivo e
chiuso: «Indubbiamente questa visione è nell'intimo di me stesso. Per un
nichilista le coseil Papa, Mussolini, un vaso di terracottasi equivalgono.
Questo non significa che non si ha il senso di ciò che vale: significa
piuttosto che si prova a romperlo come si può, per esempio con il martello del
pensare.» Intanto, all'inizio degli anni novanta, con alcuni amici avvia
una piccola attività editoriale a Catania: nasce così la De Martinis.
All'interno di questa casa editrice, Sgalambro si occupa di saggistica,
pubblicando un paio di propri testi (Dialogo sul comunismo e Contro la musica)
e ristampando alcune opere di Giulio Cesare Vanini e di Julien Benda. Suscita
polemiche una sua intervista a Francesco Battistini sulla mafia, dove critica
anche Leonardo Sciascia e il mito dell'antimafia "militante" (che tra
l'altro fu criticata da Sciascia stesso negli ultimi anni di vita): «L'immagine
della Sicilia… C'è, come no? Ma cercarla in faccende di Cuffaro e di Gabanelli
è come cercare un tesoro fra le spine dei fichi d'India. Cercare che cosa, poi?
La griglia mafiosa è una gabbia. È chiaro che ha ragione la Gabanelli e che
Cuffaro vuole cancellare a suo modo la mafia, con un tratto di parole. Ma
contesto che la mafiosità sia una chiave di conoscenza... Non cambio idea. La
mafia è un concetto astratto. E gli astratti si distruggono con la logica, non
con la polizia... La polizia può arrestare la mafia. Eliminarla, mai. Quello
che importa è la Mafia maiuscola, concetto generale e perciò indistruttibile...
La mafia in sé non mi fa venire in mente nulla. Come la patria, i morti di
Solferino. Cose vetuste. Leonardo Sciascia era lo scrittore sociale, un maestro
di scuola che voleva insegnarci le buone maniere sociali. Ma rivisitarlo oggi è
come rileggere Silvio Pellico. La sua funzione si è esaurita... La mafia è
l'unica economia reale di quest'isola... Ci sono fenomeni della storia, ricchezze
che non si possono fare con le mani pulite. Qui la ricchezza è sempre stata
fondiaria, senza investimenti... La ricchezza è per sua natura sporca... Basta
col gioco della spartizione: è mafioso o no? Domande da periodo di lotte
religiose: è luterano o cattolico? In Sicilia sono arrivati anche i laici, per
fortuna.» Definisce poi Claudio Fava "quel piagnone",
affermando che "i famosi Cavalieri", soprannome dato dal padre di
Fava a quattro imprenditori catanesi considerati collusi con Cosa nostra,
«erano l'unica economia possibile» per la città. Nel è tornato in maniera sarcastica
sull'argomento: «Considero la Sicilia come un fenomeno estetico e non ne
cambierei nulla. In questo senso potrei dire che mi considero un mafioso…». Era
stato attaccato dal sociologo Franco Ferrarotti che lo definì "un
neo-reazionario" e di "intolleranza aristocratica e silenzio sulla
mafia". Alla sua isola ha dedicato l'opera Teoria della
Sicilia: «Là dove domina l'elemento insulare è impossibile salvarsi. Ogni
isola attende impaziente di inabissarsi. Una teoria dell'isola è segnata da
questa certezza. Un'isola può sempre sparire. Entità talattica, essa si
sorregge sui flutti, sull'instabile. Per ogni isola vale la metafora della
nave: vi incombe il naufragio.» Oltre ai saggi per Adelphi, ha pubblicato
per Bompiani Teoria della canzone, Variazioni e capricci morali, e due raccolte
di poesie, Nietzsche (frammenti di una biografia per versi e voce) e Marcisce
anche il pensiero (frammenti di un poema) (), dedicato all'ultima mezz'ora di
vita di Immanuel Kant, nonché L'impiegato di Filosofia, nel quale ironicamente
afferma di aver rinunciato alla filosofia ritrovandosi più filosofo che mai,
curioso libretto stampato in un museo della stampa con caratteri mobili, edito
da La Pietra Infinita. Infine, ha pubblicato con Il Girasole: Del metodo
ipocondriaco, Quaternario (racconto parigino), la raccolta di poesie Nell'anno
della pecora di ferro, la pièce teatrale L'illusion comique e Dal ciclo della
vita. Le collaborazioni con Franco Battiato ed altri «La matematica è il
tribunale del mondo. Il numero è ordine e disciplina. Ciò con cui si indica lo
scopo della scienza, tradisce col termine la cosa. L'ordine, già il termine ha
qualcosa di bieco, che sa di polizia, adombra negli adepti le forze dell'ordine
cosmico, i riti cosmici. L'autentico sentimento scientifico è impotente davanti
all'universo. L'inflazione che caccia nelle mani dell'individuo, in un gesto
solo, miliardi di marchi, lasciandolo più miserabile di prima, dimostra punto
per punto che il denaro è un'allucinazione collettiva» (La morte del
sole, frasi recitate da Franco Battiato in 23 coppie di cromosomi). Avviene
l'incontro con Franco Battiato, del tutto casualmente, perché presentavano
insieme un volume di poesie dell'amico comune Angelo Scandurra. Dopo pochi
giorni da quell'incontro, Battiato gli chiede un appuntamento per proporgli di
scrivere il libretto dell'opera Il cavaliere dell'intelletto: «Un anno fa
non ci conoscevamo neppure. Da allora non abbiamo fatto altro che lavorare
insieme. Lui sarà anche un filosofo, ma per me è un talento che mi stimola e
arricchisce. Mi sembra impossibile, oggi, tornare a scrivere i testi delle mie
cose.» (Battiato) «In mezzo a tutto questo, mi capitò tra i piedi Franco
Battiato. Per un certo verso direi che è stato uno di quegli incontri che ti
portano fuori strada, ma questa è una percezione che ho avuto molto tardi. A
volte trovo che è come se tutto quel tempo io lo abbia perduto: la questione
starebbe nel vedere se sia possibile recuperarlo. Sgalambro a Conegliano Sgalambro
accetta e risponde ironicamente all'invito di Battiato chiedendogli di scrivere
insieme un disco di musica pop. Tra Sgalambro e Battiato si sviluppa un
sodalizio artistico e umano, anche se non sempre facile: «Anche perché io non
sono un grande seguace dell'amicizia. Con Battiato abbiamo avuto lunghe liti,
che duravano parecchio. Poi uno dei due, in genere lui, telefonava e il
rapporto riprendeva. Tutti i litigi erano per un rigo da cambiare in una
canzone: io non accettavo le esigenze della musica e per lui questo era
costoso. Il suo impegno in politica? Non ho mai capito come si sia potuto
lasciare tentare, tutti i giorni ho cercato di convincerlo a levarsi, solo ora
per fortuna sta tornando in se stesso.» Collabora a quasi tutti i
progetti di Franco Battiato, per cui scrive: i libretti delle opere Il
cavaliere dell'intelletto (su Federico II di Svevia), Socrate impazzito, Gli
Schopenhauer e Telesio (su Bernardino Telesio), e del balletto Campi magnetici;
i testi di svariati album musicali (L'ombrello e la macchina da cucire,
L'imboscata, Gommalacca, Ferro battuto, Dieci stratagemmi, Il vuoto, Apriti
sesamo) e vari inediti, presenti ad esempio nell'album Fleurs; le sceneggiature
dei film Perduto amor, Musikanten (sugli ultimi anni della vita di Beethoven) e
Niente è come sembra, del programma televisivo Bitte, keine Réclame e del
documentario Auguri don Gesualdo (su Gesualdo Bufalino). Benché affermasse che
la canzone era per lui "una distrazione", dal 1998 scrive testi di
canzoni anche per Patty Pravo (Emma), Alice (Come un sigillo, Eri con me),
Fiorella Mannoia (Il movimento del dare), Carmen Consoli (Marie ti amiamo),
Milva (Non conosco nessun Patrizio), Adriano Celentano (Facciamo finta che sia
vero) e Ornella Vanoni (Aurora). Dopo essere intervenuto anche ai
concerti di Battiato, nel 2000 si cimenta lui stesso con la musica e pubblica
il singolo La mer, contenente la cover del celebre brano di Charles
Trenet. In una rappresentazione de L'histoire du soldat di Igor'
Stravinskij interpretò la voce narrante, con Franco Battiato nella parte del
soldato e Giovanni Lindo Ferretti in quella del Diavolo. Nel 2001
pubblica l'album Fun club, prodotto da Franco Battiato e Saro Cosentino, che
contiene «evergreen» del calibro di La vie en rose (di Piaf) e Moon river (di
Henry Mancini), ma anche l'ironica Me gustas tú (di Manu Chao): «Un
alleggerimento che considero doveroso. Dobbiamo sgravare la gente dal peso del
vivere, invece che dare pane e brioches. Questa volta, mi sono sgravato
anch'io. E poi, la musica leggera ha questo di bello, che in tre minuti si può
dire quanto in un libro di 400 pagine o in un'opera completa a teatro.»
(Manlio Sgalambro). Dà la voce all'aereo DC-9 Itavia nell'opera Ultimo volo di
Pippo Pollina sulla strage di Ustica. Nel 2009 pubblica il singolo La
canzone della galassia, contenente la cover di The galaxy song (tratto da Il
senso della vita dei Monty Python), cantata assieme al gruppo sardo-inglese
Mab. Torna dopo 40 anni ad esibirsi in un pub di Catania, assieme al
filosofo Salvatore Massimo Fazio e il curatore del suo sito Alessio Cantarella.
Finita l'esibizione alla presenza di Pippo Russo e Franco Battiato, seguì il
concerto delle Lilies on Mars, band formata da due ex componenti del gruppo MAB
(Masia e Cristofalo), band che si era esibita con Battiato nella canzone Il
vuoto, su testo di Sgalambro. Partecipazioni dirette alle opere di
Battiato Canzoni In Di passaggio (da L'imboscata) recita in greco antico: (EL)
«Ταὐτὸ τενὶ ζῶν καὶ τεθνηκὸς καὶ ἐγρηγορὸς καὶ καθεῦδον καὶ νέον καὶ γηραιόν'
τάδε γὰρ μεταπεσόντα ἐκεινά ἐστι κἀκεῖνα πάλιν ταῦτα.» «La stessa cosa
sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio:
questi infatti mutando son quelli e quelli mutando son questi.»
(Eraclito, Frammenti, 88) Interviene recitando in Shakleton, dall'album
Gommalacca. In Invito al viaggio (da Fleurs) recita: «Ti invito al viaggio in
quel paese che ti somiglia tanto. I soli languidi dei suoi cieli annebbiati
hanno per il mio spirito l'incanto dei tuoi occhi quando brillano offuscati.
Laggiù, tutto è ordine e bellezza, calma e voluttà; il mondo s'addormenta in
una calda luce di giacinto e d'oro; dormono pigramente i vascelli vagabondi,
arrivati da ogni confine per soddisfare i tuoi desideri.» (Charles
Baudelaire, I fiori del male) In Corpi in movimento (da Campi magnetici)
recita: «Se io, come miei punti, penso quali si vogliano sistemi di cose, per
esempio, il sistema: amore, legge, spazzacamino… e poi non faccio altro che assumere
tutti i miei assiomi come relazioni tra tali cose, allora le mie proposizioni,
per esempio, il teorema di Pitagora, valgono anche per queste cose.» (David
Hilbert, Lettera a Frege) Partecipa a quasi tutti i tour di Franco
Battiato: Nel tour del '97 recita versi in latino sul brano di Battiato
Areknames (da Pollution), ribattezzato per l'occasione Canzone chimica:
«Bacterium flourescens liquefaciens, Bacterium histolyticum, Bacterium
mesentericum, Bacterium sporagenes, Bacterium putrificus…» (Canzone chimica)
Esegue una nuova versionecon il testo riadattato in chiave filosoficadi Accetta
il consiglio (tratto da The Big Kahuna), che viene pubblicato l'anno dopo
nell'album live Last Summer Dance. Canta due brevi strofe dei suoi versi nella
canzone La porta dello spavento supremo, dall'album Dieci stratagemmi di
Battiato: «Quello che c'è / ciò che verrà / ciò che siamo stati / e comunque
andrà /tutto si dissolverà (...) Sulle scogliere fissavo il mare / che
biancheggiava nell'oscurità / tutto si dissolverà.» (La porta dello
spavento supremo/Il sogno, testo di Manlio Sgalambro e Carlotta Wieck) Opere
Libri Manlio Sgalambro, La morte del sole, Milano, Adelphi, Trattato dell'empietà,
Milano, Adelphi, Manlio Sgalambro, Vom Tod der Sonne (edizione tedesca de La
morte del sole), traduzione di Dora Winkler, Monaco (Germania), Hanser, Del
metodo ipocondriaco, Valverde (CT), Il Girasole, Anatol, Milano, Adelphi, Manlio
Sgalambro, Anatol (edizione francese), traduzione di Dominique Bouveret,
Saulxures (Francia), Circé, Del pensare breve, Milano, Adelphi, Manlio
Sgalambro, Dialogo teologico, Milano, Adelphi, Contro la musica. (Sull'ethos
dell'ascolto), Catania, De Martinis, Dell'indifferenza in materia di società,
Milano, Adelphi, Del pensare breve), traduzione di Carole Walter, Saulxures
(Francia), Circé, Dialogo sul comunismo, Catania, De Martinis, Manlio
Sgalambro, La consolazione, Milano, Adelphi, La morte del sole (seconda edizione),
Milano, Adelphi, Manlio Sgalambro, Teoria della canzone, Milano, Bompiani, s
(contiene l'edizione francese di Dialogo teologico), traduzione di Carole
Walter, Saulxures (Francia), Circé, Manlio Sgalambro, Nietzsche. (Frammenti di
una biografia per versi e voce), Bompiani, Milano, Poesie (edizione a tiratura
limitata di 72 esemplari numerati), Antonio Contiero, Reggio Emilia, La Pietra
Infinita, Trattato dell'età. Una lezione di metafisica, Milano, Adelphi, Manlio
Sgalambro-Davide Benati, Segrete (edizione a tiratura limitata di 30 esemplari
numerati), Antonio Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Trattato
dell'età), traduzione di Dominique Férault, Parigi (Francia), Payot, Opus
postumissimum. (Frammento di un poema), Silvia BatistiRossella Lisi, Firenze,
Giubbe Rosse, Manlio Sgalambro, Dolore e poesia (edizione a tiratura limitata
di 32 esemplari numerati), Antonio Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita,
De mundo pessimo (contiene Contro la musica. (Sull'ethos dell'ascolto) e
Dialogo sul comunismo), Milano, Adelphi, Trattato dell'empietà (seconda
edizione), Milano, Adelphi, Quaternario. Racconto parigino, Valverde (CT), Il Girasole,
Nietzsche. Frammenti di una biografia per versi e voce (seconda edizione),
Milano, Bompiani, La conoscenza del peggio, Milano, Adelphi, Del delitto,
Milano, Adelphi, La consolazione, L'impiegato di filosofia (edizione a tiratura
limitata di 100 esemplari numerati), Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Crepuscolo
e notte, Messina, Mesogea, Nell'anno della pecora di ferro, Valverde, Il Girasole, Marcisce anche il pensiero. Frammenti di un
poema (seconda edizione di Opus postumissimum. (Frammento di un poema)), Milano,
Bompiani, Della misantropia, Milano, Adelphi,
Teoria della canzone (seconda edizione con una nuova introduzione
dell'autore), Milano, Bompiani, Manlio
Sgalambro, L'illusion comique, Valverde, Il Girasole, Manlio Sgalambro, Variazioni e capricci
morali, Milano, Bompiani, Dal ciclo
della vita, Valverde, Il Girasole, Devozione allo spazio in Giuseppe Raciti,
Dello spazio, Catania, CUECM, Sciascia e le aporie del fare in Sciascia. Scrittura
e verità, Palermo, Flaccovio, Manlio Sgalambro, Carpe veritatem in Schopenhauer,
La filosofia delle università, Milano, Adelphi, Empedocle o della fine del ciclo cosmico in
Antonio Di Grado, Grandi siciliani. Tre millenni di civiltà, v. 1, Catania, Maimone,
Gentile o del pensare in Antonio Di Grado, Grandi siciliani. Tre millenni di
civiltà, v. 2, Catania, Maimone, Post scriptum in Pietro Barcellona, Lo spazio
della politica. Tecnica e democrazia, Roma, Riuniti, Manlio Sgalambro,
postfazione in Julien Benda, Saggio di un discorso coerente sui rapporti tra
Dio e il mondo, Catania, De Martinis, Rensi in Giuseppe Rensi, La filosofia
dell'autorità, Catania, De Martinis, quarta di copertina Manlio Sgalambro,
prefazione in Angelo Scandurra, Trigonometria di ragni, Milano, All'Insegna del
Pesce d'Oro, Manlio Sgalambro, La malattia dello spazio in Insulæ. L'arte
dell'esilio, Genova, Costa & Nolan, Manlio Sgalambro, Vanini e
l'empietà in Giulio Cesare Vanini, Confutazione delle religioni, Catania, De Martinis,
Manlio Sgalambro, Breve introduzione in Giuseppe Tornatore, Una pura formalità,
Catania, De Martinis, Piccola glossa al “Trattato della concupiscenza” in
Jacques Bénigne Bossuet, Trattato della concupiscenza, Catania, De Martinis, Manlio
Sgalambro, postfazione in Ernst JüngerKlaus Ulrich Leistikov, Mantrana. Un
gioco, Catania, De Martinis, Gentile e il tedio del pensare in Giovanni
Gentile, L'atto del pensare come atto puro, Catania, De Martinis, Manlio
Sgalambro, Il bene non può fondarsi su un Dio omicida in Carlo Maria Martini Umberto
Eco, In cosa crede chi non crede?, Roma, Liberal, Sciascia e le aporie del fare
in Leonardo Sciascia. La memoria, il futuro, Matteo Collura, Milano, Bompiani, prefazione
in Tommaso Ottonieri, Elegia sanremese, Milano, Bompiani, Manlio Sgalambro, La
morale di un cavallo in Ottavio Cappellani, La morale del cavallo, Scordia, Nadir,
Manlio Sgalambro, Prefazione in Maurizio Cosentino, I sistemi morali, Catania,
Boemi, postfazione in Domenico Trischitta, Daniela Rocca. Il miraggio in celluloide,
Catania, Boemi, Manlio Sgalambro, Piccole note in margine a Salvo Basso in
Salvo Basso, Dui, Catania, Prova d'Autore, Il fabbricante di chiavi in
Mariacatena De LeoLuigi Ingaliso, Nell'antro del filosofo. Dialogo, , Catania,
Prova d'Autore, postfazione in Alessandro Pumo, Il destino del corpo. L'uomo e
le nuove frontiere della scienza medica, Palermo, Nuova Ipsa, Manlio Sgalambro,
Sodalizio in Franco Battiato. L'alba dentro l'imbrunire (allegato a Franco
Battiato. Parole e canzoni), Vincenzo Mollica, Torino, Einaudi, 2004V Manlio
Sgalambro, Del vecchio in Riccardo MondoLuigi Turinese, Caro Hillman…
Venticinque scambi epistolari con James Hillman, Torino, Bollati Boringhieri, Manlio
Sgalambro, prefazione in Anna Vasta, I malnati, Porretta Terme (BO), I Quaderni
del Battello Ebbro, seconda di copertina, Lettera a un giovane poeta in Luca
Farruggio, Bugie estatiche, Roma, Il Filo, prefazione in Toni Contiero,
Galleria Buenos Aires, Reggio Emilia, Aliberti, Manlio Sgalambro, Teoria della
Sicilia in Guido Guidi Guerrera, Battiato. Another link, Baiso, Verdechiaro, Manlio
Sgalambro, Nota introduttiva in Michele Falzone, Franco Battiato. La Sicilia
che profuma d'oriente, Palermo, Flaccovio, Manlio Sgalambro, Una nota in Franco Battiato,
In fondo sono contento di aver fatto la mia conoscenza (allegato a Niente è
come sembra), Milano, Bompiani, Manlio Sgalambro, Nadia Boulanger e l'ethos
della musica in Bruno Monsaingeon, Incontro con Nadia Boulanger, Palermo,
rueBallu, prefazione in Arnold de Vos, Il giardino persiano, Fanna (PN),
Samuele, Manlio Sgalambro, prefazione in Angelo Scandurra, Quadreria dei poeti
passanti, Milano, Bompiani, seconda di copertina Manlio Sgalambro, Sull'idea di
nazione in Catania. Non vi sarà facile, si può fare, lo facciamo. La città, le
regole, la cultura, Catania, ANCE, Manlio Sgalambro, Dicerie in Franco
Battiato, Don Gesualdo (allegato a Auguri don Gesualdo), Milano, Bompiani, Manlio
Sgalambro, postfazione in Carlo Guarrera, Occhi aperti spalancati, Messina,
Mesogea, Manlio Sgalambro, Nota critica in Anna Vasta, Di un fantasma e di mari,
Catania, Prova d'Autore, Nota in Georges Bataille, W.C., Antonio Contiero, Massa,
Transeuropa, Massa,prefazione in Giampaolo Bellucci, Un grappolo di rose appese
al sole, Villafranca Lunigiana, Cicorivolta, Manlio Sgalambro, prefazione in
Selenia Bellavia, Pourparler, Catania, Prova d'Autore, Manlio Sgalambro,
Apologia del teologo in Fabio Presutti, Deleuze e Sgalambro: dell'espressione
avversa, Catania, Prova d'Autore, ,Breve riflessione in Massimiliano Scuriatti,
Mico è tornato coi baffi, Milano, Bietti, Manlio Sgalambro, Presentazione in
Armando Rotoletti, Circoli di conversazione a Biancavilla, Modugno, Arti
Grafiche Favia, Il senso della bellezza in Franco Battiato, Jonia me genuit.
Discografia leggera, discografia classica, filmografia, pittura, Firenze, Della
Bezuga, Moralità plutarchee in Domenico Trischitta, Catania, Il Garufi, Manlio
Sgalambro, La città dei morti in Luigi Spina, Monumentale. Un viaggio
fotografico all'interno del gran camposanto di Messina, Milano, Electa, prefazione
in Ghesia Bellavia, Fermo immagine, Catania, Il Garufi, Sulla mia morte in
Franco Battiato, Attraversando il bardo. Sguardi sull'aldilà, Milano, Bompiani,
Album Manlio Sgalambro, Fun club, Milano, Sony, 2001 Singoli Manlio Sgalambro,
La mer, Milano, Sony,Manlio Sgalambro, Me gustas tú, Milano, Sony, feat. Mab,
La canzone della galassia, Milano, Sony, Collaborazioni Album testi (L'ombrello
e la macchina da cucire, Breve invito a rinviare il suicidio, Piccolo pub,
Fornicazione, Gesualdo da Venosa, Moto browniano, Tao, Un vecchio cameriere,
L'esistenza di Dio) in Franco Battiato, L'ombrello e la macchina da cucire,
Milano, EMI, testi (Di passaggio, Strani giorni, La cura, Ein Tag aus dem Leben
des kleinen Johannes, Amata solitudine, Splendide previsioni, Ecco com'è che va
il mondo, Segunda-feira, Memorie di Giulia, Serial killer) e voce (Di
passaggio) in Franco Battiato, L'imboscata, Milano, Polygram, voce (Canzone chimica) in Franco Battiato,
L'imboscata live tour (registrazione video di un concerto), Milano, Polygram, testo
(Emma Bovary) in Patty Pravo, Notti, guai e libertà, Milano, Sony, testi (Shock
in my town, Auto da fé, Casta diva, Il ballo del potere, La preda, Il mantello
e la spiga, È stato molto bello, Quello che fu, Vite parallele, Shackleton) e
voce (Shackleton) in Franco Battiato, Gommalacca, Milano, Polygram, testi
(Medievale, Invito al viaggio) e voce (Invito al viaggio) in Franco Battiato,
Fleurs. Esempi affini di scritture e simili, Milano, Universal, testi (Running
against the grain, Bist du bei mir, La quiete dopo un addio, Personalità
empirica, Il cammino interminabile, Lontananze d'azzurro, Sarcofagia, Scherzo
in minore, Il potere del canto) e voce (Personalità empirica) in Franco
Battiato, Ferro battuto, Milano, Sony, testo (Invasione di campo) in Invasioni, New Scientist, testo (Come un
sigillo) in Franco Battiato, Fleurs 3 (album), Milano, Sony, voce (Non
dimenticar le mie parole) in Franco Battiato, Colonna sonora di Perduto amor
(colonna sonora del film), Milano, Sony, voce (Shackleton, Accetta il
consiglio) in Franco Battiato, Last summer dance (registrazione audio di un
concerto), Milano, Sony, testi (Tra sesso e castità, Le aquile non volano a
stormi, Ermeneutica, Fortezza Bastiani, Odore di polvere da sparo, I'm that,
Conforto alla vita, 23 coppie di cromosomi, Apparenza e realtà, La porta dello
spavento supremo) e voce (La porta dello spavento supremo) in Franco Battiato,
Dieci stratagemmi. Attraversare il mare per ingannare il cielo, Milano, Sony, voce
(La porta dello spavento supremo) in Franco Battiato, Un soffio al cuore di
natura elettrica (registrazione audio e video di un concerto), Milano, Sony, testi
(Il vuoto, I giorni della monotonia, Aspettando l'estate, Niente è come sembra,
Tiepido aprile, The game is over, Io chi sono?, Stati di gioia) e
dell'adattamento in italiano di Era l'inizio della primavera (da Aleksej
Nikolaevič Tolstoj, It was in the early days of spring) in Franco Battiato, Il
vuoto, Milano, Universal, testo (Maori legend) in Lilies on Mars, Lilies on
Mars, testo (Il movimento del dare) in Fiorella Mannoia, Il movimento del dare,
Milano, Sony, testi (Tutto l'universo obbedisce all'amore, Tibet) e
dell'adattamento in italiano di Del suo veloce volo (da Antony Hegarthy,
Frankenstein) in Franco Battiato, Fleurs 2, Universal, testo (Marie ti amiamo)
in Carmen Consoli, Elettra, Milano, Universal, 2009 testi (Inneres Auge, 'U
cuntu) e voce ('U cuntu) in Franco Battiato, Inneres Auge. Il tutto è più della
somma delle sue parti, Milano, Universal, testo (Non conosco nessun Patrizio!)
in Milva, Non conosco nessun Patrizio!, Milano, Universal, testo (Facciamo finta che sia vero) in
Adriano Celentano, Facciamo finta che sia vero, Milano, Universal, testo (Eri con me) in Alice, Samsara, Arecibo, testi (Un irresistibile richiamo, Testamento,
Quand'ero giovane, Eri con me, Passacaglia, La polvere del branco, Caliti
junku, Aurora, Il serpente, Apriti sesamo) in Franco Battiato, Apriti sesamo,
Milano, Universal, Singoli testi (Strani
giorni, Decline and fall of the Roman empire) in Franco Battiato, Strani
giorni, Milano, Polygram, testo in Patty Pravo, Emma Bovary, Milano, Sony, 1998
testi (Shock in my town, Stage door) in Franco Battiato, Shock in my town,
Milano, Polygram, 1998 testi (Il ballo del potere, Stage door, Emma,
L'incantesimo) in Franco Battiato, Il ballo del potere, Milano, Polygram, testi
(Running against the grain, Sarcofagia, In trance) in Franco Battiato, Running
against the grain, Milano, Sony, testo in Franco Battiato, Il vuoto, Milano,
Universal, testo in Franco Battiato feat. Carmen Consoli, Tutto l'universo
obbedisce all'amore, Milano, Universal, testo in Franco Battiato, Inneres Auge, Milano,
Universal, testo in Franco Battiato, Passacaglia, Milano, Universal, Opere teatrali testi in Franco Battiato, Il
cavaliere dell'intelletto, inedito (prima rappresentazione: Palermo, testi e
attore in Martin Kleist, Socrate impazzito, inedito (prima rappresentazione:
Catania) testi e attore in Franco Battiato, Gli Schopenhauer, inedito (prima
rappresentazione: Fano (PU), 8 agosto 1998) attore in Igor' Fëdorovič
Stravinskij, L'histoire du soldat, inedito, (prima rappresentazione: Roma, libretto e voce (Corpi in movimento, La mer)
in Franco Battiato, Campi magnetici. I numeri non si possono amare, Milano,
Sony, (prima rappresentazione: Firenze) voce (Volare è un'arte, Negli abissi,
Pratica di mare, A tu per tu con il Mig, Verso Bologna, Simulacro) in Pippo
Pollina, Ultimo volo. Orazione civile per Ustica, Bologna, Storie di Note, (prima rappresentazione: Bologna) attore in
Manlio SgalambroRosalba BentivoglioCarlo Guarrera, Frammenti per versi e voce,
inedito (prima rappresentazione: Catania, testi in Battiato, Telesio. Opera in
due atti e un epilogo, Milano, Sony,
(prima rappresentazione: Cosenza, ) Film sceneggiatura e attore (Martino
Alliata) in Franco Battiato, Perduto amor, Giarre, L'Ottava, sceneggiatura e
attore (nobile senese) in Franco Battiato, Musikanten, Giarre, L'Ottava,
sceneggiatura in Franco Battiato, Niente è come sembra, Milano, Bompiani, Documentari
intervento in Daniele Consoli, La verità sul caso del signor Ciprì e Maresco,
Zelig, intervento in Franco Battiato, Auguri don Gesualdo, Milano,
Bompiani, intervento in Massimiliano
Perrotta, Sicilia di sabbia, Movie Factory,
intervento in Franco Battiato, Attraversando il bardo. Sguardi
sull'aldilà, Milano, Bompiani, Videoclip
attore inBattiato, L'ombrello e la macchina da cucire, attore in Franco
Battiato, Di passaggio, attore in Franco Battiato, Strani giorni, attore in
Franco Battiato, Shock in my town, attore in Franco Battiato, Running against
the grain, attore in Franco Battiato, Bist du bei mir, attore in Franco Battiato,
Ermeneutica, attore in Battiato, La porta dello spavento supremo, attore in Franco
Battiato, Il vuoto, attore in Franco Battiato, Inneres Auge, Programmi
televisivi Franco Battiato, Bitte, keine Réclame, Libri Francesco Saverio Niso, Comunità dello
sguardo. Halbwachs, Sgalambro, Cordero, Torino, Giappichelli, 2001 Mariacatena
De LeoLuigi Ingaliso, Nell'antro del filosofo. Dialogo con Manlio Sgalambro,
Catania, Prova d'Autore, Lina Passione, La notte e il tempo. Divagazioni su
Franco Battiato, Manlio Sgalambro e… altro, Catania, CUECM, Alessandro Max
Cantello, Sgalambro speaks. Uno scherzo mimetico che possa introdurre ad una
filosofia, Mas Club, Manlio Sgalambro.
L'ultimo chierico, Rita Fulco, Messina, Mesogea, Caro misantropo. Saggi e testimonianze per
Manlio Sgalambro, Antonio CarulliFrancesco Iannello, Napoli, La Scuola di
Pitagora, Salvatore Massimo Fazio,
Regressione suicida. Dell'abbandono disperato di Emil Cioran e Manlio
Sgalambro, Barrafranca , Bonfirraro,
Manlio Sgalambro. Breve invito all'opera, Davide Miccione, Caltagirone, Lettere da Qalat, Antonio Carulli, Introduzione a Sgalambro,
Genova, Il Melangolo, Patrizia
TrovatoAntonio CarulliPiercarlo NecchiManuel Pérez Cornejo, La piccola verità.
Quattro saggi su Manlio Sgalambro, Milano, Mimesis, Saggi Sergio Zavoli, Le ombre della sera in
Di questo passo. Cinquecento domande per capire dove andiamo, Torino, Nuova ERI,
Calogero Rizzo, De consolatione theologie in Massimo Iiritano, Sergio Quinzio.
Profezie di un'esistenza, Soveria Mannelli, Rubettino, Armando Matteo, Manlio
Sgalambro: il dovere dell'empietà in Della fede dei laici. Il cristianesimo di
fronte alla mentalità postmoderna, Soveria Mannelli, Rubettino, Stefano
Lanuzza, Il filosofo insulare in Erranze in Sicilia, Napoli, Guida, Pino
Aprile, La morte del sole in Giù al sud. Perché i terroni salveranno l'Italia,
Segrate (MI), Piemme, Marco Risadelli, Note su “Dell'indifferenza in materia di
società” di Manlio Sgalambro in Alessandra MallamoAngelo Nizza, Polisofia,
Roma, Nuova Cultura, , Giuseppe Raciti,
Until the end of the world. Sgalambro lettore di Spengler in Per la critica
della notte. Saggio sul “Tramonto dell’Occidente” di Oswald Spengler, Milano,
Mimesis, Articoli Enrico Arosio, Ora Sgalambro il mondo in L'Espresso, Stefano
Lanuzza, Il pensiero ipocondriaco in Il Ponte, Gerd Bergfleth, Finis mundi.
Manlio Sgalambro und der Weltuntergang in Der Pfahl. Jahrbuch aus dem
Niemandsland zwischen Kunst und Wissenschaft, Alberto Corda, Profilo di Manlio
Sgalambro, filosofo “irregolare” in Arenaria, Giuseppe Raciti, Sgalambro
maestro “cattivo” per elezione in Ideazione, Ferdinando Raffaele, Intorno alla
creatività filosofica. A colloquio con il filosofo Manlio Sgalambro in Parolalibera,
Francesco Saverio Nisio, Sgalambro, l'unico che canta. Mille sguardi, II in
Democrazia e diritto. Guerra e individuo, Marcello Faletra, Dialogo, Cyberzone Fabio
Presutti, Manlio Sgalambro, Giorgio Agamben: on metaphysical suspension of
language and the destiny of its inorganic re-absorption in Italica, Concetta
Bonini, Manlio Sgalambro. Il cavaliere dell'intelletto in Freetime. Sicilia, Marcello Faletra, La pistola di
Sgalambro, in//peppinoimpastato.com/visualizza.asp
Marcello Faletra, L'azzardo del pensiero o il filosofo della crudeltà:Cyberzone
Faletra, In ricordo, Artribune, Tesi di laurea Salvatore Massimo Fazio, Cioran
e Sgalambro: un confronto, Università degli Studi di Catania, Fatima Scaglione,
BattiatoSgalambro. Tra musica e filosofia, Università degli Studi di Palermo, Cecilia
Comparoni, L'impossibilità di essere consolati. L'itinerario tragico, Università
degli Studi di Genova, a.a. - Filmografia Guido Cionini, Manlio Sgalambro. Il
consolatore, ineditoGuido Cionini, Another side of Sgalambro, inedito (2008)
Marcello Faletra, Mario Bellone, Manlio Sgalambro. Del pensare breve, inedito. Franco
Battiato su Storia della musica Articolo
su Repubblica, adesso il filosofo diventa crooner Intervista a Battiato e SgalambroYouTube Intervista a Manlio Sgalambro: Il filosofo
rock che dà del “lei” a Battiato livesicilia | elena giordano Manlio
Sgalambro, l'ultima intervista "Teoria
della canzone", Bompiani, e la prefazione a "La filosofia delle
università", Adelphi Sgalambro, il
ricordo commosso di Cacciari: “Con lui incontro straordinario”Video Il Fatto
Quotidiano TV, su tv.ilfattoquotidiano).
“A un tratto ci si accorge di quella cosa che chiamiamo pensare”: Addio
a Sgalambro. La sua ultima intervista.
cfr. "De mundo pessimo", "Frammenti di storia dell'empietismo",
"Trattato dell'empietà" Adelphi GAP Speciali. Manlio
SgalambroUn viaggio oltre il luogo commune Rai Scuola Mariacatena De Leo
& Ingaliso, Nell'antro del
filosofo: dialogo con Manlio Sgalambro (Prova d'autore È morto Manlio Sgalambro,
il filosofo di Franco Battiato, radiomusik, Franco Battiato choc a Napoli:
«Sento la fine vicina, meglio cogliere il giorno». Sgalambro, il filosofo che
cantò il nichilismo Giovanni Tesio, "In ginocchio davanti a
Nietzsche", TuttoLibri, "La conoscenza
del peggio", Adelphi La scrittura
aforistica di Manlio Sgalambro |
Intervista a Manlio Sgalambro:: LaRecherche Paralipomeni all'irrazionalismo Archiviato il
7 marzo in . Giorgio Calcagno, Sgalambro: il filosofo è
uno spione (da La Stampa Francesco Battistini, Sgalambro: Sciascia addio, non
servi più, Corriere della Sera. Carlo Formenti, Ferrarotti accusa: «Sgalambro
neoreazionario», in “Corriere della Sera”, Liliana Madeo, Battiato: note per un filosofo
(da La Stampa). Marinella Venegoni, Così
Sgalambro canta la sua filosofia (da La Stampa dSito ufficiale, su
sgalambro.altervista.org. Manlio Sgalambro, su AllMusic, All Media Network.
Manlio Sgalambro, su Discogs, Zink Media. Manlio Sgalambro, su MusicBrainz,
MetaBrainz Foundation. Manlio Sgalambro, su Internet Movie Database,
IMDb.com. Manlio Sgalambro. Il filosofo
cantante maestro dell'ironia: "Sono un uomo felice di stare su
quest'Isola", in la Repubblica, Incontro in Le conversazioni di Perelandra. Sgalambro. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
"Grice e Sgalamabro," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689168583/in/photolist-2mPkhvE-2mKAuZM
Grice e Siciliani – la critica della filosofia zoological – filosofia
italiana (Galatina). Filosofo. Figlio di un commerciante di pelli, dopo gli
studi nel seminario di Otranto frequenta il Collegio gesuitico di Lecce e, il
Collegio medico-cerusico di Napoli, dal quale fuggì dopo essere stato segnalato
alla polizia borbonica a causa delle sue simpatie liberali. A Pisa si laureò sotto la guida di Studiati,
stringendo inoltre un proficuo rapporto di collaborazione con lo iatrofilosofo Puccinotti,
che influì molto sui suoi studi filosofici. Sempre in Toscana strinse rapporti
di profonda amicizia con personalità importanti e influenti della cultura
dell'Ottocento, quali: Silvestro Centofanti, Filippo Pacini, Gino Capponi, Maurizio
Bufalini e altri. Seguendo la sua
vocazione, orientò i propri studi verso le discipline filosofiche e ottenne la
cattedra di Filosofia speculativa e morale nel Regio liceo "Dante
Alighieri" di Firenze, dove insegna. A Firenze sposa la letterata e filantropa
Cesira Pozzolini, nipote del senatore
Vincenzo Malenchini e appartenente a una famiglia di forte fede unitaria e
liberale (la madre, Gesualda Malenchini, ispettrice nelle scuole femminili di
Firenze e fondatrice di una scuola rurale gratuita per i figli dei contadini
del piccolo centro di Bivigliano, era stata la prima donna ad aver portato a
Firenze il tricolore nei moti e il fratello Giorgio Pozzolini aveva combattuto
nelle maggiori battaglie risorgimentali affiancando Garibaldi e Bixio). Da questa
unione nacque il console Vito Siciliani conte di Morreale. E iniziato in
massoneria nella loggia fiorentina "La Concordia.” Nominato professore
straordinario di filosofia teoretica a Bologna dal ministro Correnti e
incaricato dell'insegnamento di pedagogia. Nel 1879, poi, divenne docente
ordinario della stessa disciplina sempre nell'Ateneo felsineo. A Bologna tenne
anche il secondo corso italiano di sociologia teoretica. Qui, inoltre, strinse
amicizia col poeta Giosuè Carducci, anch'egli accademico a Bologna ed entrò in
contatto con Francesco Fiorentino e Bertrando Spaventa. Co-direttore della
"Rivista bolognese di scienze, lettere, arti e scuole" con
Fiorentino, Albicini ed Panzacchi. Ne abbandonò la direzione per divergenze
maturate in seno alla direzione generate, probabilmente, dall'impostazione
(eclettica) che Siciliani intendeva dare alla Rivista e che contrastava con
l'indirizzo idealistico voluto da Fiorentino.
A Bologna istitue un centro di studi pedagogici, contribuendo
all'elevazione della pedagogia al rango di scienza. Fu un convinto assertore
della valorizzazione della persona e perciò la sua azione educativa, per
giungere alla conquista della libertà e del carattere morale da parte del
soggetto da educare, prevedeva l'intervento della famiglia e della società.
Altro suo pensiero fondamentale fu il principio dell'autodidattica che, pur non
escludendo l'azione dell'educatore, mette in primo piano il protagonismo del
soggetto da educare. Alla sua morte ricevette onoranze e attestati di stima da parte
di molti studiosi europei e americani, mentre in Italia la sua fama fu oscurata
da giudizi negativi, espressi anzitutto da Giovanni Gentile che vedeva in lui
un'espressione (benché autonoma) della scuola positivistica . Di recente è
stata rivalutata l'influenza vichiana sul suo pensiero. A lui è dedicata la Biblioteca civica di
Galatina, nella quale è conservato il "Fondo Siciliani" la raccolta,
cioè, dei libri appartenuti al pensatore e dolla biblioteca dalla moglie Cesira
Pozzolini. A lui è dedicato anche il Liceo Socio-Psicopedagogico di Lecce. Sepolto
nel Cimitero delle Porte Sante di Firenze.
Di formazione giobertiana, Siciliani si accostò al pensiero di Vico già
negli anni fiorentini, tentando di inaugurare una filosofia mediana (detta
della "terza via") che individuasse una sintesi tra opposte e
differenti discipline. Dal suo punto di vista, infatti, ogni pensiero contiene
del buono e delle esagerazioni. Metodo del pensiero "mediano" sarà,
dunque, quello di salvare ciò che c'è di buono di una scuola di pensiero per
rigettarne le astrattezze e le esagerazioni.
Con il saggio “La Critica nella filosofia zoological” approde nel più
ampio dibattito, ricevendo apprezzamenti e pareri favorevoli dai più illustri
scienziati internazionali. Nel frattempo approfonde e da il suo contributo
speculativo alle nuove discipline che muovano alla ricerca di un'identità
epistemologica: la sociologia (Socialismo, darwinismo e sociologia moderna; Teorie
sociali e socialismo) e la psicologia (Prolegomeni alla moderna psicogenia). Sanctis
conferì a Siciliani la presidenza di vari congressi pedagogici che si tennero a
Firenze, Venezia, Genova, Milano. Presiede la prima sezione del Congresso
pedagogico romano. Queste esperienze lo portano a un approfondimento sempre
maggiore della pedagogia, alla quale contribue a conferire un indirizzo
scientifico, positivista e ampiamente laico (si vedano le sue opere Rivoluzione
e pedagogia moderna, La scienza nell'educazione). Opere: “Introduzione alla filosofia delle
scienze naturali e storiche (Firenze1); “Il metodo numerico e la statistica in
medicina (Firenze); “Della legge storica” (Firenze); “Della libertà ed unità
organica dell'insegnamento filosofico” (Firenze); Della fisiologia e delle
lezioni fisiologiche sperimentali” (Pisa);” Su la storia della medicina” (Firenze); “I principi metafisici di G. B.
Vico” (Firenze); “Il triumvirato: Dante, Galileo e Vico (Firenze); Ai popoli
salentini e al gonfalone di Galatina un saluto e un augurio (Firenze); “Del
criterio filosofico nell'arte di scrivere e negli studi critici storici e
bibliografici (Bologna); Critica del positivismo (Bologna); Sulle fonti
storiche della filosofia positiva in Italia”; 1-Galileo (Bologna) Gli hegeliani
in Italia (Bologna); La condanna del positivismo (Bologna); Della pedagogia
positiva e della scienza dell'educazione in Italia (Bologna); Su la scienza
dell'educazione (Bologna); Sul rinnovamento della filosofia positiva in Italia
(Firenze); La critica sulla filosofia zoologica del sec. XIX (Napoli);
Prolegomeni alla moderna psicogenia (Bologna); Socialismo, darwinismo e sociologia
moderna (Bologna); La scienza dell'educazione nelle scuole italiane come
antitesi alla pedagogia ortodossa (Bologna); Teorie sociali e socialismo
(Firenze); Dei massimi problemi della pedagogia (Roma); Su l'insegnamento
religioso secondo i dettami della filosofia
scientifica (Firenze); Riforma nello insegnamento della pedagogia (Torino);
Della pedagogia scientifica (Milano); Rivoluzione e pedagogia moderna (Torino);
Storia critica delle teorie sociali (Bologna); Fra vescovi e cardinali (Roma);
Rivoluzione e pedagogia (Torino); La scienza nell'educazione secondo i principi
della sociologia moderna (Bologna); Rinnovamento e filosofia internazionale
(Bologna); La nuova biologia (Milano) Le questioni contemporanee e la libertà
morale nell'ordine giuridico (Bologna). G. Calogero, nella Enciclopedia
Italiana, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Mimesis-Erasmo,
Milano-Roma, Giovanni Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in
Italia Guido Calogero. Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Giovanni Invitto e Nicola Paparella , Rileggere Pietro Siciliani, Lecce,
Capone Editore, Galatinesi illustri, Guida Biografica, Galatina, TorGraf
Galatina, Pietro Siciliani, Carteggio familiar, Francesco Luceri, Centro Studi
Salentini, Lecce, P. Siciliani e Ce. Pozzolini.
Filosofia e Letteratura (Atti del Convegno Nazionale. Galatina, Francesco
Luceri con prefazione di Fulvio Tessitore, Centro Studi Salentini, Lecce. Enciclopedie
on line, sito "Treccani L'Enciclopedia italiana". «http:// aspi.unimib/index.php?id=1591»,
la voce in Archivio Storico della Psicologia Italiana. Keywords: “i principi
metafisici di Vico”. Pietro Siciliani. Siciliani. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Siciliani” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689771009/in/photolist-2mKDA5r-2mGnP2f
Grice e Signa -- la ruota di Venere – filosofia italiana (Signa). Filosofo. Professore di retorica
(“ars dictaminis”) a Bologna e Padova. Visse in varie città, spostandosi ad
Ancona, Venezia, Bologna, Padova, e Firenze. Tra i saggi più significativi si
ricordano una storia dell'assedio di Ancona, unico suo lavoro di tipo storico,
il “Bon Compagno”; “Rethorica novissima”; “Scacchi e il “Libellus de malo
senectutis et senis nel quale, con spirito arguto, prende in giro le
affermazioni di Cicerone che idealizzavano la vecchiaia”. Il suo “Liber de
obsidione Ancone” pubblicato dall'editore Zanichelli, è ristampato in edizione
italiana (“L'assedio di Ancona” dall'editore Viella di Roma. Il breve trattato di epistolo-grafia amorosa,
la “Rota Veneris,” è pubblicato dalla Salerno Editrice. Altre opere: “Liber de
amicitia”; “Ysagoge Boncompagnus; “Tractatus virtutum”; “Rhetorica novissima”; Libellus
de malo senectutis et senis Palma Oliva Cedrum Mirra Quinque tabulae
salutationum”; “Rota veneris”; “Liber de obsidione Ancone Bonus Socius e Civis
Bononiae, Fonti, Bon Compagno da Signa, P. Garbini, Roma, Salerno Editrice, Gabrielli,
Le epistole di Cola di Rienzo e l'epistolografia medievale, in Archivio della
Società romana di storia patria,Gaudenzi, Sulla cronologia delle opere dei
dettatori bolognesi da Buon Compagno a Bene da Lucca, in Bullettino
dell'Istituto storico italiano, G. Manacorda, Storia della scuola in Italia, II,
Palermo Francesco Tateo, Boncompagno da Signa, in Enciclopedia dantesca,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Boncompagno da Signa, su Treccani Enciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Capua, Boncompagno da Signa, in Enciclopedia Italiana, Istituto
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da Signa, su sapere, De Agostini. Virgilio Pini, Boncompagno da Signa, in
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da Signa, su ALCUIN, Ratisbona. S. Wight:
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dictandi', Scrineum. Keywords: “ars dictaminis” – o rettorica --. Bon Compagno
da Signa. Signa. Keywords. Luigi Speranza, “Grice e Signa” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733693876/in/datetaken/
Grice e Simioni – amanti – filosofia
italiana (Venezia). Fiosofo.
Tra i principali studiosi di Pirandello, inizia la sua attività politica
militando nelle file del Movimento socialista. Venne espulso dal partito per
indegnità morale. Collabora con l’United States Information Service. Si
trasfere a Monaco di iera per approfondire gli studi per poi ritornare a Milano.
Leader di un collettivo operai-studenti, mentre lavorava alla Arnoldo Mondadori,
fonda il "collettivo politico metro-politano" milanese. Il gruppo, che teorizza lo scontro aperto, e considerato
il progenitore delle brigate rosse. Insieme a circa settanta persone, tra cui componenti
del collettivo ed elementi cattolici del dissenso, partecipa al convegno di
Chiavari nella sala Marchesani, adiacente la pensione Stella Maris, nel quale
un gruppo di partecipanti guidati da Curcio dichiara la propria adesione ad una
visione politica. La data di questo convegno viene da taluni considerata come
la data di nascita delle brigate rosse; altri affermano che la formazione di
lotta armata sia nata con il convegno di Pecorile (Reggio Emilia). L'ultima
attività, prima di passare alla completa clandestinità sul territorio italiano,
a compe come redattore di "Sinistra proletaria", l'ultimo dei quali
riporta in copertina uno sfondo rosso con disegnato al centro un cerchio nero
attorniante le sagome di quattordici mitra. Trasferitosi in Francia, fonda a
Parigi assieme la scuola di lingue Hyperion, la quale secondo alcuni ha la
funzione di una vera centrale internazionale del terrorismo. Si afferma che e anche il capo del Super-clan, organizzazione
nata da una costola delle brigate rosse.
A Parigi si insere nella vita cittadina, ricominciando a frequentare gli
ambienti progressisti e divenendo vicepresidente della fondazione Abbé Pierre. E
proprio quale accompagnatore dell'Abbé Pierre, e ricevuto da Giovanni Paolo II in udienza privata. Si
avvicina al buddhismo tibetano. Qui inoltre conosce una donna da cui in seguito
ha un figlio che si trasfere in Italia. Si apparta nella campagna di Truinas,
nella Drôme, dove gestì un B&B. Craxi, alludendo alla esistenza di un
"grande” delle brigate rosse (l'eminenza grigia ipotizzata da alcuni che
dall'estero avrebbe guidato, come un burattinaio, molte delle azioni
terroristiche sul suolo italiano), dichiara che costui poteva essere cercato tra
quei personaggi che avevano cominciato a fare politica con noi e poi sono
scomparsi, magari sono a Parigi a lavorare per il partito armato», frase che
venne da molti ritenuto indicasse come "grande" proprio lui.
L'organizzazione di sinistra extraparlamentare Lotta Continua lo accusa di
essere un confidente della polizia e in contatto con i servizi segreti.. Durante
la fase iniziale di Mani pulite, e accusato da Larini di essere il
"grande", accuse respinte da lui che le ritenne parte di un'azione
contro Craxi, vista la comune militanza nel Movimento socialista. Lucarelli
L'istituto francese Hyperion era realmente una scuola di lingue o la stanza di
compensazione di diversi servizi segreti?
A. Ferrari, In teleselezione dalla Francia gli ordini ai terroristi
italiani? Corriere della Sera Entrambi gli edifici sono proprietà della
curia Il convegno di Pecorile in Anni di
Piombo.wordpress Il nucleo storico delle
brigate rosse. S. Stein L'abbé Pierre: un sacré destin L'Express
E morto il misterioso grande, La Tribuna di Treviso, S. Fratini, Hyperion: scuola di lingue
chiacchierata, -ANSA, repubblica/ cronaca/ 10/27/ news/caso_moro_il_bierre_franceschini_moretti_una_spia_
riduttivo_si_sentiva_lenin. Dalla lotta armata al buddhismo , in Critica
Sociale, Anni di piombo Superclan Hyperion (Parigi) Venezia Anni di piombo. Corrado
Simioni. Simioni. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Simioni” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734275929/in/dateposted-public/
Simoni (Lucca). Filosofo. Figlio di Simoni, un mercante di seta, la
cui famiglia era originaria di Vagli, in Garfagnana e Polissena, donna di una
famiglia originaria di Vimercate. Studia con Bendinelli e Paleario, due
umanisti in dore di eresia. Il secondo fine sul rogo a Roma. Legge sostenuto dal
padre e dal patrizio veneziano Mocenigo peregrina nei maggiori Studi d'Italia:
prima a Bologna, poi a Pavia, a Ferrara, Napoli. Si laurea a Padova. Diversi ma
tutti autorevoli i suoi professori: da Maggi a Cardano, da Boldoni ad Brasavola.
La sua formazione era di stampo aristotelico, come s'insegnava nello Studio
padovano, con una forte esigenza razionalistica che aveva riflessi nel campo
religioso, tale da mettere in dubbio l'immortalità dell'anima e a creare
sospetti di eresia tra i professori e gli studenti di quella Università. Con
questa preparazione, Simoni fece ritorno a Lucca, dove fu tra i fondatori del
Collegio medico, esercitò la professione medica e sembra aver scritto i suoi
primi saggi di argomento filosofico. Nall'infanzia del Simoni, Lucca
aveva vissuto un periodo concitato di aperti conflitti sociali e poi di
tentativi di riforme politiche e religiose, portate avanti dal gonfaloniere
Francesco Burlamacchi e dal circolo di intellettuali riuniti intorno a Pietro
Martire Vermigli, priore di San Frediano. Quando Simoni era ritornato a Lucca,
quella fervida attività era già stata spenta dalla reazione cattolica guidata
dal vescovo inquisitore Guidiccioni, ma certo quelle idee di Riforma
circolavano ancora sotterraneamente in città, e forse lo stesso Simoni le aveva
già raccolte durante i suoi trascorsi nelle diverse Università da lui frequentate.
Sta di fatto che Simoni fu chiamato dalle autorità lucchesi a dare spiegazioni
sulle proprie opinioni religiose: per tutta risposta il nostro medico, «non
fidandosi troppo delle sue forze», cercò la salvezza con la fuga: «munito solo
di un cavallo e dei propri risparmi, dopo aver preso commiato dalla famiglia,
fuggì, accompagnato da un servitore, alla volta di Ginevra». Negli atti
ufficiali della Repubblica di Lucca, la sua condanna per eresia risulta
formalizzata. A Ginevra, patria del calvinismo, si era formata da decenni una
numerosa colonia di emigrati italiani per motivi religiosi, e tra questi non
pochi erano i lucchesi. La comunità italiana era inserita in una propria chiesa
e Simoni vi ebbe l'incarico di catechista; ottenuta la cittadinza ginevrina,
sposò Angela Cattani, figlia di Francesco, un concittadino da tempo stabilitosi
a Ginevra, e ne ebbe una figlia. Preso a benvolere dall'influente teologo
Teodoro di Beza, ottenne di insegnare filosofia all'Accademia di Ginevra: un
incarico dapprima senza compenso, poi retribuito insieme con la nomina a Professore.
Anche il padre Giovanni si stabilì a Ginevra: in quello stesso periodo gli
venne aumentato lo stipendio, ottenne un alloggio gratuito e, nel successivo
febbraio, nell'Accademia fu istituita appositamente per lui la cattedra di
medicina. A Ginevrà pubblicò i primi libri. Presso l'editore Jean Crespin
apparve il suo In librum Aristotelis de sensuum instrumentis et de his quae sub
sensum cadunt commentarius unus: è il commento al “De sensu et sensibilibus” di
Aristotele. In esso distingue dapprima le verità di fede dalle verità
filosoficheuna premessa tipica dell'aristotelismo padovanoma poi cerca di
dimostrare che la ragione, indagando la natura, può giungere a Dio, rivelando
le verità di fede. In tal modo, Simoni sostiene che anche le questioni
teologiche hanno natura razionale e, qualora sorgano contrasti, la ragione è in
grado di comporli, indicando la via da seguire per una corretta
interpretazione: una conseguenza, seppure non esplicita nel commento del
Simoni, della prevalenza della ragione sulla fede, è che il dogmaespressione
della tradizionale subordinazione della ragione alla fedenon ha motivo di esistere.
Il suo aristotelismo che poco concede alla teologia cristiana si conferma con i
successivi commenti all'Etica Nicomachea e al De anima, mentre dal 1567 Simoni
condusse una lunga e dura polemica contro il medico e filosofo Jacob Schegk.
Questi, proprio all'opposto del Simoni, usava argomenti tratti dalla teologia
scolastica per dimostrare la realtà della teoria, allora caldeggiata in
ambienti luterani, della ubiquità del corpo di Cristo. Simoni rispondeva con
argomenti di carattere fisico dimostrando l'irrealtà di tale assunto: un solo
corpo fisico non può che occupare, nello stesso tempo, un unico spazio
determinato e anche Cristo, in vita, fu soggetto alla legge naturale. Dopo la
morte, egli aveva mantenuto soltanto una natura divina, e non è sostenibile
l'idea che Dio possa mutare le leggi naturali: ente perfetto e primo motore
immobilecome l'aveva delineato AristoteleDio agisce sulla natura unicamente
attraverso la sua perfezione che indirizza al bene gli esseri naturali.
Il suo carattere collerico e l'alta considerazione che egli aveva di sé lo
portò a una lite clamorosa con Niccolò Balbani, un altro lucchese, catechista
della comunità italiana. Durante il matrimonio della figlia di questi, Simoni
lo coprì d'insulti, con grave scandalo delle autorità di Ginevra, che fecero
imprigionare Simoni e lo espulsero dall'Accademia. A nulla valsero le scuse
presentate dal Simoni: è del resto probabile che la severità del Consiglio
e del Concistoro ginevrino fosse motivata anche dalla freddezza e dallo spirito
d'indipendenza dimostrato dal medico lucchese, che pure si dichiarava
calvinista, in materia di religione. Tuttavia Teodoro di Beza gli mantenne
ancora la sua amicizia e lo fornì di una lettera di raccomandazione con la
quale, Simone Simoni lasciò temporaneamente a Ginevra la moglie e la figlia per
dirigersi alla volta di Parigi. A Parigi Parigi: cortile del Collège
Royal, oggi Collège de France. Nella capitale francese ottenne una buona
accoglienza: i calvinistiqui chiamati ugonottierano ancora tollerati e le
lusinghiere referenze gli fecero ottenere una cattedra di filosofia al Collège
Royal, dove le sue lezioni ottennero subito un grande concorso di pubblico.
Come scrisse al Beza, alle sue lezioni assistevano sei o settecento «huomini
barbati, dottori, professori, et altri di robba lunga, preti, frati, giesuiti et
altra simil razza d'uomini. Si ebbe le congratulazioni di Ramo, che volle
incontrarlo e lo chiamò «felicissimum et praestantissimum ingenium italicum»,
non però quelle del collega Charpentier, che temeva che il Simoni fosse stato
mandato da Ginevra «per turbare questa scuola». Sapeva che la sua
permanenza a Parigi era precaria: «il nome di Ginevra mi nuoce più che il nome
di ugonotto», né poteva valere molto la protezione del cardinale Odet de Coligny,
passato al calvinismo. Simoni riferiva di aver rifiutato offerte sostanziose da
parte cattolica per insegnare in loro collegi, a prezzo di una sua conversione,
e di attendersi un prossimo editto che avrebbe affrontato il problema della
convivenza tra cattolici e ugonotti. Un editto effettivamente ci fu,
emanato da Carlo IX alla fine dell'anno, con il quale si proibiva ai
protestanti l'insegnamento pubblico. Così, perduti anche i suoi libri che gli
furono sequestrati, Simoni fu costretto ad abbandonare la Francia. Si apre
un nuovo periodo di difficoltà per il Simoni, cui morirono la moglie Angela e
il fratello Lodovico. Non potendo insegnare a Ginevra, cercò di ottenere un
incarico a Zurigo e a Basilea, sollecitando in tal senso altri
emigrati italiani come l'editore Perna e l'umanista Curione, ma invano. I
sospetti di antitrinitarismo che gravavano sul suo conto, da quando, aveva
fatto visita nel carcere di Berna all'«eretico» Valentino Gentile poco prima
che questi venisse giustiziato, e il recente scandalo provocato a Ginevra non
agevolavano il suo inserimento nelle élite intellettuali delle città
svizzere. Ottenne bensì una raccomandazione dal Bullinger per un posto di
insegnante a Heidelberg, ma anche qui rimase poco tempo: la sua amicizia con l'antitrinitario
Thomas Erastus, il suo aristotelismo senza compromessidal nulla, nulla si crea,
sostenne in una pubblica lezione, cosicché anche Cristo era stato creato da Dio
Padree il suo carattere spigoloso gli alienarono ogni simpatia e Simoni dovette
riprendere la via di Basilea. Finalmente, nel 1569, ottenne una cattedra
straordinaria di filosofia all'Lipsia. Se Simoni poteva fregiarsi della stima
dell'elettore di Sassonia Augusto I, non eguale considerazione ottenne dai suoi
colleghi, che fecero gruppo a sé e lo isolarono. Simoni non si perse d'animo:
molto popolare tra gli studenti per la vivacità delle sue lezioni e lo spirito
critico che infondeva negli allievi, fondò, all'interno dell'Università,
un'accademia sul modello umanistico italiano, battezzandola “degl’acuti”. Di
questa istituzione entra a far parte un gruppo di suoi studenti. Le discussioni
dovevano vertere sulla interpretazione di passi aristotelici. Notevole la
mancanza di ogni precetto di osservanza religiosa in senso specifico. I giovani
così raggruppati intorno al Simoni dettero ben presto dello spirito critico e
dell'idea di esser superiori agli altri, che il vivace professore aveva finito
per insinuare nei loro animi. Pasquinate anonime contro un professore, e il
giorno dopo, un litigio clamoroso tra questo e il Simoni, iniziarono una serie
di incidenti che ebbero termine con la soppressione dell'Accademia». La
soppressione dell'Accademia, decisa dal Senato universitario, testimonia i
difficili rapporti intercorrenti tra l'Università e il Simoni, che per altro in
città era reputato «ospite illustre, professionista affermato e ricercato, uomo
di mondo e di cultura dalla posizione prestigiosa, che godeva della stima e del
rispetto dei suoi concittadini, e la cui fama oltrepassavala frontiera del
paese che gli dava ospitalità». Egli, infatti, oltre a insegnare filosofia e ad
avere allievi anche illustri, come i prìncipi lituani Radziwiłł, esercitava la
professione medica, vantando clienti di riguardo, e si era risposato con una
nobile del luogo, Magdalena von Hülsen. La «De vera nobilitate» Pubblicò
il suo scritto filosofico più originale, la De vera nobilitate, dedicata
all'Elettore di Sassonia. La vera nobiltà è la virtù dell'anima umana, la quale
è intesa aristotelicamente come forma del corpo: la virtù dell'anima è perciò
strettamente legata alla particolare costituzione del corpo, trasmessa
nell'individuo di generazione in generazione dal seme del genitore, che
costituisce la causa efficiente del singolo essere. Non per nulla da «genere»
deriva «generoso», e se pure «non tutti i nobili sono generosi, chi è generoso
è considerato nobile». Le differenze sociali tra gli individui e le
conformazioni dei loro corpi sono egualmente corrispondenti per necessità
naturale, secondo Simoni: «la natura vuole infatti fare diversamente i corpi
dei liberi da quelli dei servi, questi robusti e con deformità necessarie al
loro particolare utilizzo, quelli diritti e belli, perché non desti tali
fatiche, ma alla vita civile», anche se non mancano eccezioni alla
regola. Certamente l'educazione ricevuta svolge una funzione per la
formazione dell'uomo, ma resta inferiore a quella naturale: di due giovani, di
diversa estrazione sociale ma educati allo stesso modo, il nobile risulterà
alla fine meglio formato, in quanto la natura lo ha costituito di una «materia»
superiore. L'educazione ha lo stesso effetto della medicina: fa recuperare la
propria condizione di salute, ma non può migliorarla oltre il limite fissato
dalla natura. Viene da sé che le famiglie nobili diano lustro alla
nazione, formando l'élite della società civile sotto l'aspetto culturale e
politico. Questo però non avviene in tutte le nazioni, ma soltanto in quelle di
antica civiltàin sostanza, in gran parte delle società europeementre presso i
barbari non può esistere nobiltà: «essi sono giustamente detti servi per natura
e in quanto servi, non portano in loro nessuna virtù, essendo nati per servire
sotto una tirannia e non in un regio e civile governo. Le virtù dei nobili non
possono consistere nell'accumulare ricchezze, ma esse sono ugualmente attive e
pratiche: sono le virtù civili del politico, che si occupa del benessere dei
cittadini, quelle del medico, che si occupa della salute degli individui, del
fisiologo, che studia la natura e infine del metafisico, che studia le cose
divine. Queste ultime, insieme alla virtù della contemplazione, è però meglio
riservarle nella vita che ci attende dopo la morte, quando quei problemi
saranno facilmente risolti: «queste cose sono irrise dai politici, tra i quali,
non tra gli angeli, si discute di nobiltà. Nel frattempo, è opportuno
«dedicarsi alle cose di questo mondo ed essere utili alla società degli uomini:
si loda Socrate il quale, trascurate le altre parti della filosofia, coltivò
quella sola che era più adatta ai costumi degli uomini e alle istituzioni
civili». Che la vera nobiltà si debba esprimere nell'attività pratica e
civile è ribadito più volte dal Simoni, la nobiltà spunta fuori dalla società
civile, non dalla solitudine», e le virtù spirituali, come quelle mostrate
dai mistici e dai contemplativi, non sono virtù nobili proprie dell'essere
umano. Queste virtù tipicamente cristiane discendono direttamente da Dio e
perciò non derivano da generazione naturale, non sono frutto della carne e del sangueil
fondamento della vera nobiltàe non essendo ereditarie non possono essere considerate
virtù nobili. Naturalmente, ai non
nobili non possono essere affidati incarichi di responsabilità nel governo
della società, ma al più solo l'esercizio di magistrature minori. Derivando dal
sangue la nobiltà, non si può diventare autenticamente nobili attraverso
conferimenti onorifici, anche se concessi da un sovrano mentre, al contrario,
un autentico nobile non può essere privato della fama e dell'onore, perché in
lui opera sempre «quella forza e quell'efficacia naturale ricevuta dai suoi
antenati». Conflitti accademici e religiosi Lipsia: l'attuale Accademia
delle Scienze Dopo questa applicazione dei principi aristotelici al vivere
civile e al governo dello Stato, che deve essere affidato a chi per natura fa
parte degli ottimati, Simoni si dedica a trattare temi propriamente medici. Appare
a Lipsia il suo “De partibus animalium” ove descrive la conformazione del feto,
la De vera ac indubitata ratione continuationis, intermittentiae, periodorum
febrium humoralium, l'Artificiosa
curandae pestis methodus, cui seguì l'anno dopo una Synopsis brevissima novae
theoriae de humoralium febrium natura: temi di drammatica attualità, a Lipsia,
investita da un'epidemia di peste. Simoni aveva ottenuto il permesso di
esercitare la professione medica all'interno dell'Università, pur senza
ottenere, oltre quella straordinaria di filosofia, anche una cattedra di
medicina. Presentò all'Elettore una proposta di riforma universitaria.
S'indicava la necessità di una maggiore cura nell'assunzione dei professori,
che dovevano dimostrare non solo di possedere la necessaria scienza, ma anche
capacità didattiche. Dovevano anche essere obbligati a tenere un maggior numero
di lezionis'imponevano multe ai professori inadempientimentre la durata
dell'anno accademico veniva prolungata. Particolare cura dedicava il
Simoni all'insegnamento della medicina. Dovevano tenere lezioni cinque
professori, tra i quali un chirurgo che avrebbe tenuto esercitazioni di
anatomia e fatto dimostrazioni pratiche di cura delle diverse affezioni. La
qualità dell'insegnamento teorico andava migliorata: Simoni riteneva che
corressero troppe affermazioni dogmatiche, che sarebbero dovute essere verificate
dalla pratica e dal rigore della dimostrazione dialettica. A questo proposito
egli opinava che avrebbe giovato un'accurata conoscenza delle opere di
Aristotele. Non mancavano poi critiche severe sull'attuale andamento
dell'Lipsia: i rettori erano scelti grazie alle loro aderenze, si promuovevano
studenti immeritevoli, vi era scarsa pulizia, la farmacia universitaria era mal
tenuta. Tali proposte e simili critiche non potevano che alimentare ancor più
l'ostilità dei colleghi. Egli non sembrava preoccuparsene: la stima
dell'Elettore Augusto si manteneva immutata, se lo fece nominare Professore di
filosofia e lo promosse a suo primo medico personale. Avvenne tuttavia che, su
sollecitazione della chiesa luterana, la quale aveva preparato una confessione
di fede che in particolare tutti funzionari e gli impiegati, a vario titolo,
dello Stato avrebbero dovuto firmare, l'Elettore pretese tale sottoscrizione
anche dal professor Simoni, ottenendone un netto rifiuto. Racconta lo
stesso Simoni che, avendo «rifiutato costantemente di sottoscrivere quella che
i teologi sassoni denominarono Formula di Concordia, il Principe Elettore
rivolse il suo sdegno contro di me». Al che il Simoni «decise di andarsene e,
nonostante l'Elettore cercasse d'impedirlo, diede l'ultimo saluto a quelle
popolazioni. Si trasferì a Praga, dove venne assunto quale medico personale
dell'imperatore Rodolfo II. Tale incarico e il carattere cattolico dell'Impero
di cui era ora suddito rendeva necessario un chiarimento sulle sue posizioni
religiose, poiché era nota la rottura avvenuta a Ginevra con i calvinisti e a
Lipsia con i luterani. Simoni si adeguò facilmente alla nuova situazione e
abiura pubblicamente le passate convinzioni, ritrattò quanto nei suoi scritti
poteva esservi di «eretico» e abbracciò formalmente il cattolicesimo. Si trattò
di una scelta di convenienza, seppure comprensibile nel clima torbido delle
persecuzioni e dell'intolleranza. Lo scrisse lui stesso all'amico Nicolas
Selnecker, un teologo luterano: «Confesso di aver abiurato, anche se non avrei
voluto farlo neppure a costo del mio sangue. Di tale mio atto altri comunque
sono i responsabili. In nessun altro modo avrei potuto infatti salvare la mia
vita, quella di mia moglie e dei miei figli che speravo di poter condurre con
me»la moglie morì poco dopo e i tre figli rimasero affidati a Lipsia al nonno
materno«io, un italiano perseguitato a causa della religione luterana,
dichiarato nemico della patria, esposto per decreto del Senato all'agguato di
sicari». E ricordò la sorte di chi non si era piegato a compromessi: «io che
vidi con questi occhi il Paleologo, esule per causa di religione, condotto su
richiesta del legato pontificio dalla Moravia a Vienna, e di qui trascinato in
catene a Roma (si sente dire che ormai è stato crudelmente arso sul rogo), io
che ero circondato da ogni parte da infinite difficoltà e pericoli di ogni
genere, che cosa avrei dovuto fare?». Questa lettera non venne agli occhi dei
gesuiti, che vantarono il successo ottenuto con la presunta conversione del
medico famoso, il quale avrebbe promessoa dir lorodi collaborare nella lotta
agli eretici. La loro soddisfazione non dovette però durare a lungo, o forse
essi stessi credettero poco alla conversione del Simoni, se lo storico gesuita
Sacchini poteva qualificarlo di
«miserabile uomo che in disprezzo di ogni religione sprofondò nell'empietà», mentre
tra i protestanti il Beza, alla notizia della sua conversione, commentò di
essere sempre stato convinto che l'unico Dio di Simoni fosse in realtà
Aristotele. e Jakob Monau, dopo aver ricordato i suoi continui trascorsi«da
cattolico si è fatto calvinista, da calvinista antitrinitario, da
antitrinitario luterano, e ora di nuovo papista»lo tratteggiò da «uomo profano
ed empio, come indicano sia i suoi costumi, sia i suoi discorsi, sia tutta la
sua vita». Forse Simoni stesso sentì di essere circondato da un clima di
diffidenza se non di disprezzo, perché solo dopo poco più di un anno, prese
la risoluzione di lasciare le terre dell'Impero per trasferirsi in
Polonia. In Polonia Sembra che sia stato un altro italiano, Nicola
Buccella, medico personale del re István Báthory, a raccomandarlo come medico
della corte di Cracovia. Buccella, di fede anabattista, godeva di notevole
considerazione, né la sua fama di eretico gli aveva pregiudicato l'esercizio
della professione in quella Polonia che era ancora un paese tollerante. Il
prestigioso incarico e la fama stessa di cui da tempo godeva gl’apre le porte
della migliore società polacca, e egli sposa Magdalena Krzyźanowska, figlia di
Joachim Krzyźanowski, nobile borgomastro della capitale. Il
castello reale di Grodno Riprese a pubblicare alcuni libri: la Disputatio de
putredine è una confutazione, sulla scorta di Aristotele, delle teorie del
medico svizzero, nonché teologo, Erastus, mentre la Historia aegritudinis ac
mortis magnifici et generosi domini a Niemsta è una relazione sulla morte del
borgomastro di Varsavia Jerzy Niemsta, che era stato suo paziente. Sulla
malattia di quest'ultimo tornò nel Simonius supplex, insieme con una delle
solite polemiche che lo videro ora opporsi al medico di Squarcialupi. Una
nuova svolta nella vita del Simoni si verifica con la malattia e la morte del
re Stefano. Báthory si sente male nel suo castello di Grodno, e nel consulto
tenuto dal Buccella e dal Simoni emersero serie divergenze: il primo giudicò
molto grave le condizioni del re, mentre Simoni ritenne che non ci fosse nessun
pericolo. Due giorni dopo le condizioni di Stefano Báthory si aggravarono e i
due medici si trovarono d'accordo nell'imporre un salasso al re ma in contrasto
sulla dieta: Simoni era favorevole a fargli bere del vino, che Buccella
intendeva invece proibire. Nemmeno nella diagnosi si trovarono d'accordo: per
il Buccella, il sovrano soffriva di asma, per Simoni, di epilessia. L'11
dicembre sopravvenne una nuova grave crisi e il re perse conoscenza. Pur
giudicando molto gravi le sue condizioni di salute, Simoni rassicura i
circostanti, perché, a suo dire, non c'era ancora pericolo di morte: aveva
appena pronunziato queste parole che il re spirava. Simoni lascia il castello e
non volle assistere all'autopsia, sostenendo che fosse inutile, poiché
l'epilessia «ab infernis partibus ducit originem» e non lascia tracce nel
cadavere. Coordinata dal Buccella, l'autopsia e effettuata da Zigulitz, che
accerta una grave alterazione dei due reni. La ri-cognizione dello scheletro di
Báthory conferma che la morte avvenne per de-generazione renale, uremia e
calcolosi. Cracovia: chiesa di San Francesco pubblica a sua difesa lo Stephani
primi sanitas, vita medica, aegritudo, mors, che e violentemente contestato dal
“De morbo et obitu serenissimi magni Stephani” scritto da Chiakor su
ispirazione di Buccella. La polemica prosegue a lungo, coinvolgendo altri amici
di Buccella, e degenerando in insulti e attacchi sulle convinzioni religiose
dei due protagonist. Contro Simoni, tra gli altri, fu indirizzato l'opuscolo “Simonis
Simoni lucensis, primum romani, tum calviniani, deinde lutherani, denuo romani,
semper autem athei summa religio”. Alla fine, Sigismondo III ri-conferma
Buccella nella carica di medico curante, escludendo Simoni da ogni incarico di
corte. Da allora, le notizie su lui si fanno scarse. Pur senza avere
incarichi ufficiali, mantenne una ricca clientela e godette della considerazione
di Rodolfo, dei principi Radziwiłł, di Pavlowski
e dei gesuiti, dai quali si fa r-ilasciare un salva-condotto per rientrare in
Italia e recarsi a Roma. Precauzione necessaria, con i suoi trascorsi: una
precauzione maggiore e però quella di rinunciare al viaggio. La sua vita
agitata ha così fine a Cracovia, come lo ricordava la lapide posta sulla sua
tomba nella chiesa di San Francesco. La data di nascita si deduce dalla lapide
sepolcrale, poi andata distrutta in un incendio, posta nella chiesa di San
Francesco, a Cracovia, nella quale era scritto che il Simoni «ultimum diem
clausit III, aIl testo della lapide è in S. Ciampi, Viaggio in Polonia, Queste
notizie biografiche si apprendono da saggio di Simoni, “Scopae, quibus verritur
confutation”. Per secoli gli storici locali discussero del luogo di nascita del
medico toscano. M. Verdigi, Simone
Simoni, filosofo e medico, C. Madonia, Simone Simoni da Lucca, C. Lucchesini,
Opere, Come scrive egli stesso: S. Simoni, “Synopsis brevissima ...” C.
Madonia, Simone Simoni da Lucca, G.
Tommasi, “Sommario della storia di Lucca”; A. Pascal, Da Lucca a Ginevra. Studi
sull'emigrazione religiosa lucchese nel secolo A. Fabris, “Il rapporto tra
filosofia e teologia in Simoni” n M. Verdigi, Simone Simoni, S. Simoni a Teodoro di Beza, in A. Pascal, Da
Lucca a Ginevra, e in M. Verdigi, Simone Simoni, cS. Simoni a Teodoro di Beza,
in M. Verdigi, Simone Simoni, c D. C. Madonia, Simone Simoni, F. Pierro, La vita errabonda di uno spirito
eternamente inquieto. Simone Simoni, S. Simoni, Simonius supplex ..., in C.
Madonia, Simone Simoni da Lucca, M. Firpo, Alcuni documenti sulla conversione
al cattolicesimo dell'eretico lucchese. Il paleo-logo e decapitato in carcere e il cadavere arso pubblicamente a Roma, nel
campo de' fiori. M. Firpo, Alcuni
documenti sulla conversione al cattolicesimo dell'eretico lucchese Simone
Simoni, F. Sacchini, Historia Societatis
Jesu, citato in M. Verdigi, Simone Simoni, T. di Beza, lettera a Rudolph
Gwalther, in A. Pascal, Da Lucca a Ginevra, J. Monau, lettera a Johannes Crato,
in D. Caccamo, “Eretici italiani” Pierro, La vita errabonda di uno spirito
eternamente inquieto. Simone Simoni, C. Madonia, Simone Simoni da Lucca. Altre
opere: “In librum Aristotelis de sensuum instrumentis et de his quae sub sensum
cadunt commentarius unus” (Genevae, Crispinum); “Commentariorum in Ethica
Aristotelis ad Nicomachum, liber primus” (Genevae, apud Ioannem Crispinum); “Interpretatio
eorum quae continentur in praefatione Simonis Simonij Lucensis, Doct. Med.
& Phil. cuidam libello affixa, cuius inscriptio est: Declaratio eorum quae
in libello D. D. Iacobi Schegkii, & c.” (Genevae, apud Ioannem Crispinum);
“Phisiologorum omnium principiis Aristotelis De anima libri tres” (Lipsiae,
Ernst Võgelin); Antischegkianorum liber unus, in quo ad obiecta Schegkii
respondetur, vetera etiam nonnulla, dialectica & phisiologica praesertim,
errata eiusdem, male defensa & excusata inculcantur, novaque quam plurima
peiora prioribus deteguntur, Basileae, apud Petrum Pernam, Responsum ad
elegantissimam illam modestissimamque praephationem Jacobi Schegkii, cui
titulum fecit Prodromus antisimonii” “Ad amicum quendam epistola, in qua vere
ostenditur, quid causae fuerit, quod responsum illud, quo maledicus, &
multis erroribus refertus Iacobi Schegkij doctoris & professoris
Tubingensis liber plene refellitur, nondum in lucem prodierit, Parisiis, in
vico Jacobaeo; “De vera nobilitate” (Lipsiae, Ioannes Rhamba excudebat, De
partibus animalium, proprie vocatis Solidis, atque obiter de prima foetus
conformatione, Lipsiae, Iohannes Rhamba excudebat, De vera ac indubitata
ratione continuationis, intermittentiae, periodorum febrium humoralium,
Lipsiae, apud haeredes Jacobi Bervaldi, Artificiosa curandae pestis methodus,
libellis duobus comprehensa, Lipsiae, apud Ioannes Steinmann Synopsis brevissima novae theoriae de
humoralium frebrium natura, periodis, signis, et curatione, cuius paulo post
copiosissima et accuratissima consequentur hypomnemata; annexa eiusdem autoris
brevi de humorum differentiis dissertatione. Accessit eiusdem Simonis examen
sententiae a Brunone Seidelio latae de iis, quae Jubertus ad axplicandam in
paradoxis suis disputavit, Basileae, per Petrum Pernam, Historia aegritudinis
ac mortis magnifici et generosi domini a Niemsta, Cracoviae, in officina
Lazari, Disputatio de putredine, Cracoviae, in officina typographica Lazari Commentariola
medica et phisica ad aliquot scripta cuiusdam Camillomarcelli Squarcialupi nunc
medicum agentis in Transilvania, Vilnae, per Iohannem Kartzanum Velicef, Simonius
supplex ad incomparabilem virum, praeclarisque suis facinoribus de universa
Republica literaria egregie meritum Marcellocamillum quendam Squarcilupum
Thuscum Plumbinensem triumphantem: pars prima; “Pars altera: in qua de
peripneumoniae nothae dignitione curationeque in domino a Niemista, de subiecto
febris, de rabie canis, de starnutamento, de infecundis nuptiis agitur” (Cracoviae,
A. Rodecius, D. Stephani primi Polonorum regis magnique Lithuaniae ducis vita
medica, aegritudo, mors, Nyssae, Reinheckelii, Responsum ad epistolam cuiusdam
Georgij Chiakor Ungari, de morte Stephani primi, Responsum ad Refutationem scripti de sanitate,
victu medico, aegritudine, obitu, D. Stephani Polonorum regis, Olomutii, Scopae,
quibus verritur confutatio, quam advocati Nicolai Buccellae Itali chirurgi
anabaptistae innumeris mendaciorum, calumniarum, errorumque purgamentis
infartam postremo emiserunt, Olomutii, typis F. Milichtaler, Appendix scoparum
in N. Buccellam, F. Sacchini, Historiae Societatis Iesu, Antverpiae, Ex officina
filiorum Martini Nutii, Sebastiano Ciampi, Viaggio in Polonia, Firenze, presso
Giuseppe Galletti, Cesare Lucchesini, Opere edite e inedite, Lucca, tipografia
Giusti, Girolamo Tommasi, Sommario della storia di Lucca, Firenze,
G.Vieusseaux, Arturo Pascal, Da Lucca a
Ginevra. Studi sull'emigrazione religiosa lucchese, Rivista storica italiana», D.
Cantimori, Un italiano a Lipsia, Studi Germanici», F. Pierro, La vita errabonda
di uno spirito eternamente inquieto. Minerva Medica. Torino, Domenico Caccamo,
Eretici italiani” (Firenze, Sansoni); M. Firpo, “Alcuni documenti sulla conversione
al cattolicesimo dell'eretico lucchese Simoni”, “Annali della Scuola normale
superiore di Pisa», Madonia, Simone
Simoni da Lucca, in «Rinascimento», Firenze, Sansoni, Claudio Madonia, Il
soggiorno di Simone Simoni in Polonia, in «Studi e ricerche II», Verdigi, Lucca,
Maria Pacini Fazzi editore, G. Tiraboschi su Simone Simoni, in «Biblioteca
modenese», Modena, S. Ciampi, Viaggio in
Polonia, su books.google. C. Lucchesini, Della storia letteraria del Ducato
lucchese, su books.google. G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca, su books.google. S. Simoni, Antischegkianorum
liber unus, su books.google. S. Simoni, De vera nobilitate, su books.google. S.
Simoni, Artificiosa curandae pestis methodus. Simone Simoni. Simoni. Keywords.
Luigi Speranza, “Grice e Simoni” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733807058
Sini (Bologna). Filosofo. Grice:
“I like Sini; especially his “I segni dell’anima,” since this is, in a
nutshell, what my philosophy has been all about: the signs of the soul!” Ha
studiato a Milano con Barié e Paci, con il quale si è laureato in Filosofia,
diventandone in seguito assistente. Dopo aver conseguito la libera docenza, ha
insegnato Filosofia ad Aquila. Chiamato a ricoprire la cattedra di Filosofia
teoreticaa Milano, dove svolve per un triennio la funzione di Preside di
facoltà. Membro per molti anni del Collegium Phaenomenologicum di Perugia, del
Direttivo Nazionale della Società Filosofica Italiana e dell'Institut
International de Philosophie di Parigi, è socio corrispondente dell'Accademia
Nazionale dei Lincei, dell'Istituto lombardo di scienze e lettere e
dell'Archivio Husserl di Lovanio. Insignito per una sua opera del Premio della
Presidenza del Consiglio dello Stato italiano, ha ricevuto nel 2002 la Croce
d'onore di I Classe per la Scienza e l'Arte dallo Stato austriaco. Ha
collaborato per oltre un decennio alle pagine culturali del Corriere della Sera
e collabora tuttora con la Rai, con la Radiotelevisione svizzera, con vari
settimanali e testate giornalistiche. Dirige per AlboVersorio la collana
"Pragmata" ed è membro del comitato scientifico del festival La Festa
della Filosofia. Il 7 dicembre viene
premiato dal Comune di Milano con l'Ambrogino d'oro. Con Grice, tra i primi a
segnalare all'attenzione l'importanza della teoria del segno di Peirce. Propone
un filone di ricerca sulla convergenza dei percorsi filosofici di Peirce e
Heidegger sul filo dell'ermeneutica benché la sua formazione didattica fosse di
orientamento prevalentemente fenomenologico. Il tema della scrittura e
successivi sviluppi La sua proposta teoretica si concentra sul tema della
scrittura e sulla centralità dell'abecedario come forma logica della filosofia
nella lingua del Lazio. In “Figure dell'enciclopedia filosofica” rende conto
della radicalità del gesto istitutivo di Lucrezio e della nascita della
filosofia romana in modo da illuminare la genealogia della nostra civiltà e le
figure del suo destino. Questo saggio si misura con nodi problematici e profondi
della nostra cultura. Si mostrata la verità del gesto filosofico di Lucrezio
nel tratto tecnologico dell’abecedario che trasforma la relazione al mondo in
cosità (de rerumm natura). La pratica del concetto, infatti, in-forma il
paradigma dell'oggettività (in rerum natura) e traduce la sterminate antichità dell'umano
all'interno dell'ambito crono-topico della visione logica elaborata dalla
scansione dell’abecedario del mondo con la conseguente nascita del tempo e del
sapere storico. All'educazione mitologica dei corpi dei uomini si sostituisce
l'educazione dei animi nella ri-mozione delle qualità sensibili della vita
vissuta. Prima operazione di ingegneria genetica che comporta sia la nascita
del soggetto morale nella paideia del bio-politico (come Nietzsche intuisce)
sia il conseguente destino nichilista rivelato dal dis-incanto. Ma l'intreccio,
che dalla pre-istoria conduce ai nostri giorni, rinvia al desiderio e
all'iscrizione originaria che danza nelle figure del sesso e della morte. La
soglia così dischiusa, annunciata dalla verità analogica dell'evento mimato
nella generazione, permette il passaggio del movente desiderante nel desiderio
di vita eternal. Platone e la logica disgiuntiva hegeliana rappresentano i due
poli più rilevanti di questa consapevolezza lancinante. Addirittura, tutta la
filosofia platonica è probabilmente da pensare come la domanda più alta e
profonda che sia mai stata posta alla sapienza di Dioniso. E così, dagli ominidi alla società
dell'informazione, sul filo delle pratiche che ne circoscrivono le traiettorie,
la trama del senso transita al segno disegnando le coordinate del nostro tempo
e il predominio della visione scientifica e delle sue figure che dileguano la
consistenza dell'intersoggetivita, profilando nel rituale pubblico del potere
finanziario, e nella conseguente imposizione dell'universalità oggettiva, un
paradosso costitutivo che nasconde nuove e positive opportunità ancora tutte da
scoprire (e attualmente mascherate dalla deleteria mercificazione imperante).
Delineando nuove occasioni di senso, le Figure dell'enciclopedia invitano a
“sognare più vero”, vale a dire ad abitare la conoscenza filosofica
nell'esercizio dell'evento del significato nella concretezza delle sue
pratiche. Ethos di una nuova scrittura della soggezione del mortale al
desiderio, nell'apertura al transito della vita. Approfondisce la questione del
logos (parola, ragione) e della tecnica facendo del primo il fondamento ultimo,
della seconda l'essenza. Una posizione di rilievo e in controtendenza all´interno
del panorama di questa specifica area della filosofia contemporanea. Altre
opere: “I greci” ((Nuova Accademia di Belle Arti Editrice, Milano), “La
funzione della filosofia” (Marsilio Ed., Padova); “La fenomenologia”
(Lampugnani Nigri, Milano) Storia della filosof9a (Morano editore, Napol); “Il
pragmatismo (Laterza, Roma-Bari); “Segno” (Il Mulino, Bologna); “Passare il segno”
(Il Saggiatore, Milano); “Kinesis. Saggio d'interpretazione (Spirali, Milano)”;
“Il Metodo” (Unicopli, Milano); Parola e silenzo” (Marietti, Genova); “Segni
dei animi” (Laterza, Bari); “Segno ed immagine” (Spirali, Milano); “Segni dei
uomini” (Egea, Milano): “L'espressione e il profondo” (Lanfranchi, Milano)”, Etica
della scrittura (Il Saggiatore, Milano, Mimesis, Milano); “Pensare il progetto
(Tranchida, Milano) Filosofia teoretica (Jaca Book, Milano) Variazioni sul
foglio-mondo. Peirce, Wittgenstein, la scrittura, con Rossella Fabbrichesi Leo
(Hestia, Como) L'incanto del ritmo (Tranchida, Milano Filosofia e scrittura
(Laterza, Roma-Bari) Scrivere il silenzio: Wittgenstein e il problema del
linguaggio (Egea, Milano) Teoria e pratica del foglio-mondo (Laterza, Roma-Bari)
Gli abiti, le pratiche, i saperi (Jaca Book, Milano) Scrivere il fenomeno:
fenomenologia e pratica del sapere (Morano, Napoli) Ragione (Clueb, Bologna)
Idoli della conoscenza (Cortina, Milano La libertà, la finanza, la comunicazione
(Spirali, Milano) La scrittura e il debito: conflitto tra culture e antropologia
(Jaca Book, Milano) Il comico e la vita (Jaca book, Milano) Figure
dell'enciclopedia filosofica. Transito verità (Jaca Book, Milano), L'analogia
della parola: filosofia e metafisica; La
mente e il corpo: filosofia e psicologia; Origine del significato: filosofia ed
etologia; La virtù politica: filosofia e antropologia; Raccontare il mondo:
filosofia e cosmologia; Le arti dinamiche: filosofia e pedagogia La materia delle cose: filosofia e scienza dei
materiali (Cuem, Milano) Archivio Spinoza. La verità e la vita (Ed. Ghibli,
Milano) Del viver bene: filosofia ed economia (Cuem, Milano) Distanza un segno:
filosofia e semiotica (Cuem, Milano) Il gioco del silenzio (Mondadori, Milano);
“Il segreto di Alicia” (AlboVersorio, Milano); “Eracle al bivio: semiotica e
filosofia” (Bollati Boringhieri, Torino); “Da parte a parte. Apologia del
relativo (Ed. ETS, Pisa) L'uomo, la
macchina, l'automa: lavoro e conoscenza tra futuro prossimo e passato remoto (Bollati
Boringhieri, Torino) L'Eros dionisiaco (AlboVersorio, Milano, ) Figure
d'Occidente. Platone, Nietzsche e Heidegger” (AlboVersorio, Milano); La nascita
di Eros (Albo Versorio, Milano, ); “Scrivere il silenzio: Wittgenstein e il
problema del linguaggio (Castelvecchi, Roma ) Spinoza (Book Time, Milano )
Critica Enrico Redaelli, Il nodo dei nodi. L'esercizio del pensiero in Vattimo,
Vitiello, Sini, Ets, Pisa Il filosofo e
le pratiche. In dialogo con Sini (E.Redaelli,
BrovelliCrippa, Valle, Redaelli),
Milano, CUEM. Vincenzo Comerci, Filosofia e mondo. Il confronto di Sini, Milano,
Mimesis. Cristiano, La filosofia di
Sini. Semiotica ed ermeneutica (Milano,
Mimesis) Collana Pragmata, in AlboVersorio, Cfr. Copia archiviata, su unimi). Logos e techne, tecnologia e filosofia, su
youtube.com. Sini Noema (canale ufficiale), su YouTube. Treccani Enciclopedie o Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. openMLOL,
Horizons Unlimited srl.Registrazioni di Carlo Sini, su RadioRadicale, Radio
Radicale. Nòema la rivista online di
filosofia diretta da Rossella Fabbrichesi e Carlo Sini, su riviste.unimi.
Archivio Carlo Sini il luogo ove i materiali relativi ai passati corsi
universitari del prof. Sini ed altro ancora, su archiviocarlosini. Lectio
Magistralis di Carlo Sini su La Différance di Jacques Derrida, Arcoiris TV, Riflessioni
sul Senso della Vita. Intervista a Carlo Sini, di Ivo Nardi, giugno , sito
Riflessioni Collana PragmataAlboVersorio, su alboversorio.wordpress.com. Carlo
Sini. Sini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sini” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701305297/in/photolist-2mPrb68-2mPukhq-2mPpb7N-2mPpwbZ-2mNzeEc-2mMQbzj-2mLKtaD-2mLP6FB-2mLFz5i-2mLQdrQ-2mLP9qE-2mLPa8B-2mLFBT9-2mLLerS-2mLEGPt-2mLLeDF-2mLNg8K-2mLNeAm-2mPu6xB-2mKRfHn-2mKMjs5-2mPsfT9-2mKyErQ-Ng2dT2-28DhAYd-DndBhH-Bq6mau-BvUfSB-FKiWA6-FcebeC-CRAGiK-BpXH8h-CfbuaM-Ckaz7s-CntuMM-CntseF-BUPaNy-q8gsC7-q7XSd8-pQKmoV-m3tK8a
Grice e Siracusa – i bagni di Pozzuoli --
filosofia italiana (Siracusa).
Filosofo. Grice: “We know William was from Ockham but we call him Ockham;
similarly, Alcaldino was from Siracusa, so we should call him Siracusa!” -- Vissuto
vicino alla corte degli Hohenstaufen. Sebbene non vi siano certezze
sull'esatto anno di nascita di Alcadino, a parere di un suo biografo, egli
sarebbe nato a Siracusa. Suo padre lo manda a studiare a Salerno, presso la celebre
scuola medica. Dopo gli studi in lettere, si cimenta in quelli di filosofia,
raccogliendo attorno a sé una serie di seguaci. Quindi, in seguito alla
conclusione del corso regolare degli studi, e scelto per fare da insegnante filosofia
presso la stessa scuola salernitana. Divenuto uno dei più stimati
filosofi della scuola, e chiamato alla corte di Enrico VI di Svevia, che nel
frattempo era entrato in possesso del regno di Sicilia, ed e assunto come
filosofo del sovrano. Dopo la morte di Enrico, divenne il filosofo di lui figlio, Federico II, che lo resa degno
di confidenza e apprezzamento. Oltre alle ordinarie attività legate alla prosa
filosofica, si occupa anche di poesia. Scrive un saggio in versi sui bagni
minerali di Pozzuoli, il De Balneis Puteolanis. In questo poema filosofico
rimato vengono descritti con precisione il luogo, le qualità e le virtù dei
suddetti bagni. Scrive inoltre due opere nelle quali celebrava le gesta di
Enrico VI e Federico II. Altre opere: “De Balneis Puteolanis”; “De
Triumphis Henrici Imperatoris De His Quae a Friderico II Imperatore Praeclare
ac Fortifer Gesta Sunt. Pasquale Panvini di S. Caterina Salvatore De Renzi. Pasquale Panvini di S. Caterina, Biografia
degli uomini illustri della Sicilia, Giuseppe Emanuele Ortolani, Tomo I,
Napoli, Salvatore De Renzi, Storia documentata della scuola medica di Salerno,
Napoli. Siracusa. Keywords: i bagni di Pozzuoli. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Siracusa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733795423/in/datetaken/
Grice e Sirenio – libero arbitrio –
filosofia italiana (Brescia).
Filosofo. Professore di metafisica a Bologna. “De fato” (Venetiis, Giordano Ziletti).
Sirenio. Keywords: libero arbitrio, contingetia, possibilitas, necessitas,
‘secundum philosophorum opinionem” -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sirenio”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691552363/in/photolist-2mKNHBr
Grice e Solari – iustum/iussum – filosofia
italiana (Albino), Filosofo.
Frequenta il prestigioso Collegio San Francesco di Lodi retto dai Barnabiti per
poi proseguire gli studi a Messina, da dove poi si trasferì presso Torino. Si
formò nel Laboratorio di Economia Politica di Martiis, per poi scegliere la
filosofia del diritto sotto la guida di Carle. Anche membro di una tra le
istituzioni culturali più prestigiose a livello nazionale: l'Accademia Nazionale
dei Lincei. Autore di un idealismo sociale e studioso di Pagano, esponente
della scuola di filosofia del diritto dell'Torino, dove tenne questa cattedra quando
succedette a Carle all’anno in cui fu sostituito da Bobbio. Ha tra i suoi allievi lo stesso
Bobbio, Treves, Scarpelli, Gobetti, Entrèves, Pareyson, Firpo, Colli, Leoni,
Einaudi e Goretti. Per tutta la vita si dedica esclusivamente
all'insegnamento universitario, rifiutando qualsiasi incarico pubblico (non
diventa nemmeno preside della sua facoltà); le cattedre da lui ricoperte sono
state nelle Messina, Cagliari e Torino. Presta il giuramento di fedeltà al
fascismo. Altre opere: “La scuola del
diritto naturale nelle dottrine etico-giuridiche” (Torino, Fratelli Bocca); “L'idea
individuale e l'idea sociale nel diritto private”; “Lezioni di filosofia del diritto”
(Editore La cooperativa dispense dell'A.T.U., Torino); “Filosofia del diritto
private”; “Lezioni di filosofia del diritto, Studi storici della filosofia del
diritto, Giappichelli, Torino. Torino gli ha intitolato una biblioteca interdipartimentale.
Bergamo gli intitola un giardino pubblico e una via. Albino intitolato una
via. S. Fiori, I professori che dissero "NO" al Duce, in La
Repubblica, Lezioni di filosofia del diritto: anno accademico, G. Carle e G.
Solari, raccolte dagli studenti Giuseppe Bruno e Francesca Guasco, Editore La
cooperativa dispense dell'A.T.U., Torino, Studi storici di filosofia del diritto,
Giappichelli, Torino); “Solari nella cultura del suo tempo” (FrancoAngeli,
Milano); A. Contu, “Questione sarda e filosofia del diritto in Gioele Solari,
con un saggio di Norberto Bobbio, Giappichelli, Torino, D. Cugini, Commemorazione di Solari, Torinese,
Albino. Francesco D'Agostino , Il problema del diritto e dello Stato nella
filosofia del diritto di Hegel (G. Giappichelli Editore, Torino); L. Firpo , La
filosofia politica (Laterza, Bari). TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Gioele Solari, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Gioele
Solari, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Opere di Gioele Solari, su openMLOL, Horizons
Unlimited srl. Opere di Gioele Solari, .
Solari, Gioele, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Gioele Solari. Solari. Keywords: iustum/iussum – storia della
filosofia del diritto romano – cicerone. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Solari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733503931/in/datetaken/+
Grice e Soleri – funzionalità veritativa
dei connettivi – filosofia italiana (Pagliero di San Damiano Macra). Filosofo.. Nato in un piccolo
centro della provincia di Cuneo, studiò all'Università Cattolica di Milano. Ordinato
sacerdote. Ha come maestro Olgiati, uno dei fondatori dell'Università Cattolica
del Sacro Cuore. Lavora a più di 100 scritti fra cui Il problema metafisico del
male (e Inevitabilità e decisività del problema teologico. È intitolato al suo
nome l'Istituto di istruzione superiore "G. Soleri" di Saluzzo, ove insegna e fu preside. Altre opere: “La
proprietà” (S.E.I. Torino); “Telesio, La Scuola, Brescia); “Lucrezio, La Scuola,
Brescia); “Marco Aurelio, La Scuola, Brescia); “L'immortalità dell'anima” (S.E.I.,
Torino; Economia e morale” (Borla, Torino); “Il problema metafisico del male in
“Sapienza”; “Essere, atto, valore in”; “Il problema del valore” (Morcelliana,
Brescia); “Incisività e decisività del problema teologico”, in “Studia
Patavina”, “Orizzonte della metafisica”; Sito dell'Istituto Soleri. H. Happ, “Hyle: Studien zum aristotelischen
Materie-Begriff, Walter de Gruyter, R. Pozzo,
The impact of Aristotelianism on modern philosophy, CUA); D. Ettore, La figura
e l'opera di Soleri. Saggio di ricerca, Saluzzo, Per iniziativa del Comitato
per le onoranze a Soleri dell'Istituto magistrale statale. Soleri. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Soleri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734127339/in/datetaken/
Grice e Somenzi – il naturale, il
innaturale, il sovranaturale – filosofia italiana (Redondesco). Filosofo.
Ufficiale meteorologo dell'Aeronautica, dopo aver partecipato alla Resistenza,
lavorò all'ufficio studi dello Stato maggiore. Si divise tra la
carriera militare e quella accademica, optando infine per la cattedra di
filosofia a Roma. Tra i suoi allievi vi fu Cordeschi. Partendo da un
interesse per l'operazionismo, diresse i suoi studi teorici alla cibernetica e
fu tra i primi a interessarsi di intelligenza artificiale e a studiare i
rapporti mente-cervello e mente-macchina. Opere “La filosofia della
scienza” (Milano, Fratelli Bocca); “La meccanica quantistica” (Milano, Fratelli
Bocca); “L' operazionismo” (Milano, Edizioni di Comunità); “La scienza nel suo
sviluppo storico” (Torino, ERI); “Automi” (Torino, Boringhieri); “Tra fisica e
filosofia. Roberto Donolato, Abano Terme, Piovan. La materia pensante, Milano,
CLUP Città Studi. Fonte: A. Rainone, Enciclopedia Italiana, riferimenti in. Saggi
in onore, Roma, Union Printing, antologia e testimonianze, Mantova, Fondazione
Banca agricola mantovana, Cibernetica Intelligenza artificiale Antonio Rainone, «Somenzi, Vittorio» la voce
nella Enciclopedia ItalianaVI Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Vittorio Somenzi, un maestro del domandare, di Claudio Del Bello, da
Giano, n. 45, sito "Metodologia online". Filosofo al servizio della
scienza, Corriere della Sera, Archivio storico. Vittorio Somenzi. Somenzi.
Keywords: naturale, sovranaturale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Somenzi”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734110694/in/datetaken/
Grice e Sordi – filosofia italiana (Centenaro di Ferriere). Filosofo. Figlio
di Agostino e Giovanna Taschieri, si fece religioso nella Compagnia di Gesù e
ben quattro dei suoi fratelli seguirono il suo esempio. Entrò nel
seminario di Piacenza, dove frequentò le classi ginnasiali. Vinse il concorso
per l'ammissione al Collegio Alberoni di Piacenza, dove rimase fino al 1813,
quando fu costretto a lasciare per motivi di salute. Rientrò in seminario e,
sotto la guida del canonico Vincenzo Buzzetti, approfondì il pensiero di San
Tommaso la cui filosofia era andata in disuso (s’insegnava la filosofia del
secolo: Sarti, Soave, Draghetti, Condillac, Wolfe, Storkenau). Nel 1816,
a 23 anni, divenne sacerdote ed entrò nella Compagnia di Gesù appena
ricostituita, fece il noviziato nella Casa di Sant'Ambrogio a Genova, dove
incontrò Azeglio che attraverso i colloqui con il Sordi conobbe e stimò la
filosofia di San Tommaso, di cui prima aveva sentito parlare con disprezzo e
incominciò a rivedere la sua formazione filosofica. Nel 1819 divenne
insegnante di filosofia nel Collegio di Ferrara e passò a Reggio Emilia come
insegnante di logica, metafisica ed etica e con la carica di prefetto della
biblioteca civica. A Reggio Emilia si distinse e acquistò stima e fama tanto
che il padre Generale della Compagnia Luigi Fortis lo propone al padre Pavani,
provinciale d'Italia, come professore di logica nel Collegio Romano. Il Pavani,
però prega il padre Generale di desistere dal suo proposito per motivi di
opportunità “si leverebbe un gran rumore tra i professori del Collegio Romano …
tanta è la prevenzione contro il padre Sordi perché tomista.” Dal 1829 al
1834 venne mandato a Modena, al collegio San Bartolomeo, come professore di
logica, metafisica ed etica. Qui, ispirandosi ai rivolgimenti culminati con la
cattura di Ciro Menotti, pubblicò l'opuscolo “Catechismo delle rivoluzioni”. In
questi anni strinse amicizia con il gesuita Giuseppe Pecci. Attraverso
quest'amicizia padre Serafino potrà esercitare il suo influsso anche su suo
fratello, cardinale Gioacchino Pecci che, divenuto poi Papa, con l'Enciclica
Aeterni Patris proporrà a tutte le scuole cattoliche le dottrine di San Tommaso
d'Aquino. Venne inviato a Forlì e poi a Spoleto dove insegnò teologia
morale. Nel 1836 venne nominato Rettore del Collegio di Orvieto. Nel 1840
ritornò a Modena come Rettore; carica che esercitò per tre anni, e poi rimase
ancora a Modena come Ministro e Padre Spirituale degli alunni. Nominato
Rettore del Collegio San Pietro di Piacenza, dove già dal 1839 era stato aperto
anche l'AloisianumIstituto di formazione filosofica per giovani gesuiti
dell'area Lombardo Veneta. Nel 1848, padre Serafino era ancora a Piacenza,
quando il Collegio venne preso d'assalto dai rivoluzionari: “Scoppiarono allora
alte grida diAbbasso i gesuiti. Morte ai gesuiti. Mortee qui aggiungevano i
nomi or dell'uno or dell'altro Padre del collegio.” Così si legge nel racconto
di padre Lombardini, testimone oculare degli avvenimenti. Nel 1851 ilGenerale
Jan Roothaan lo chiamò a Roma, desideroso di vedere finito un testo di
filosofia che padre Serafino doveva realizzare insieme a padre
Carminati. Fu nominato Preposto della Provincia Romana fino al 1856. Padre
Serafino governò quella Provincia con rara prudenza e grande spirito di
bontà. Nel 1859 passò al Collegio degli scrittori della Civiltà Cattolica
con l'incarico di scrittore e padre spirituale della comunità. Contribuì in
questi tre anni al fiorire della rivista componendo con padre Taparelli una
serie di articoli. Fu chiamato all'Aloisianum di Verona come Prefetto
degli studi dei giovani religiosi che qui studiavano filosofia. A Verona cessò
di vivere per malattia cardiaco. Uno dei più insigni rappresentanti del tomismo,
il movimento di rinnovamento della filosofia di Aquino, che, partito dal
seminario di Piacenza con il canonico Vincenzo Buzzetti, si diffuse in tutta
l'Italia tramite i fratelli Serafino e Domenico Sordi, alunni dello stesso
Buzzetti. I due fratelli, entrati nella Compagnia di Gesù, vi portarono il
rinnovamento tomista, cioè le grandi idee di San Tommaso studiate e sviluppate
ai fini di rispondere agli interrogativi più profondi dell'uomo moderno.
L'azione di padre Serafino in favore del neotomismo fu particolarmente efficace
per gli incarichi prestigiosi a lui affidati, per il suo insegnamento presso
numerosi Collegi dove i suoi scritti di filosofia, trascritti, venivano usati
come testo; inoltre molte delle persone da lui avviate allo studio di San
Tommaso sono state i protagonisti del rinnovamento tomista e i diretti collaboratori
nella preparazione dell'enciclica "Aeterni Patris" in cui il papa
Leone XIII esorta a rimettere in uso la sacra dottrina di San Tommaso e a
propagarla il più largamente possibile. Il fratello di Serafino, padre Domenico,
diffuse il tomismo nella provincia napoletana, dove operò in varie città
(Napoli, Lecce, Maglie, Salerno, Sora, Arpino, Andria). Al Collegio Massimo di
Napoli fu collaboratore diLuigi Taparelli D'Azeglio promuovendo la
diffusione della filosofia di San Tommaso fra gli alunni, alcuni dei quali
furono protagonisti del rinnovamento della cultura cattolica. Fra questi va
ricordato Curci cofondatore della rivista “La Civiltà Cattolica”, che descrive
il suo insegnante con dovizia di particolari nelle sue “Memorie” eMatteo
Liberatore, cofondatore del periodico “Scienza e Fede”, redattore di “La
Civiltà Cattolica” e uno degli estensori dell'enciclica Rerum Novarum di Leone
XIII. Altre opere: “Appendice al capitolo XII del Catechismo del senso
comune” del Rorbacher L'Amico d'Italia (manoscritto originale presso la biblioteca
universitaria di Genova). Theses ex universa Philosophia, Parma Catechismo delle RivoluzioniModena, Soliani. Lettere
intorno al Nuovo saggio sull'origine delle idee dell'Abate Antonio Rosmini
SerbatiModena, Vincenzo Rossi 1843, 104
I primi elementi del sistema di V. Gioberti dialogizzati tra lui e un lettore
dell'opera sua –Bergamo, Natali, Allocuzione di Pio IX con in fine esposizione
della materia a modo di catechismo, del prof S. S.Roma, Tip. Apostolica I
misteri di Demofilo per S. S. Professore di filosofiaTorino Castellazzo e De
Gaudenzi, Circolare del R.Provinciale Serafino Sordi ai Superiori della
Provincia Romana –Roma, Civ. Cattolica. De studio Theologiae in nostra societate
–Roma, Civ. Cattolica, Recensione all'opuscolo
di Giacomo Oddo “l'Indipendenza, il Cattolicesimo e l'Italia, MilanoRoma, Civ,
Cattolica La libertà al tribunale della ragioneRoma, Civ. Cattolica. Se per
essere indipendenti abbisogna che il Papa abbia il potere temporale. Di un
sacerdote cattolicoRoma Civ. Cattolica. Il movimento nazionale, istruzione
popolare in occasione di un opuscolo pubblicato nell'Umbria da un preteso prete
galantuomoRoma Civ. Cattolica, opuscolo di
48 Il Sillabo di S. S. Pio Papa IX esposto in forma di catechismo da lSerafino
Sordi della Compagnia di Gesù Verona, Vigentini e Franchini. Opere attribuite:
Saggio intorno alla dialettica e alla religione di Gioberti (Piacenza, Tedeschi);
“Una proposta al Clero Italiano. Ragionamenti sul Gesuita Moderno” (Torino, Castellazzo
e De Gaudenzi); La scomunica: Nel Messaggero di Modena, Lettera sull'Austria,
Bergamo, Dottrine di S. Alfonso dei Liquori difese contro le impugnazioni del
Sig. Abate RosminiMonza 1850 Opere diSerafino Sordi. Ontologia, pubblicata
daDezza. Theologia naturalis, pubblicata daDezza nManuale di logica classica, pubblicato
da D. Pesce. Opere inedite riportate da Dezza nel libro “Alle origini del
Neotomismo” Ethica generalis et specialis Psicologia Trattato sull'origine
delle idee Dissertazione sulla materia e sulla forma Dissertazione
sull'evidenza Osservazioni intorno alla filosofia a noi prescritta da S.
Ignazio Esortazioni al clero (presso don BalleriniPC) Note Dezza, Alle origini
del Neotomismo, Dezza, I neotomisti; E. Silva, Ferriere, cenni storici, R.
Comandini, Nuovi contributi alla conoscenza del canonico Vincenzo Buzzetti e
dei discepoli cresciuti alla sua scuola Saggio sulla rinascita del Tomismo,Dezza,
I neotomisti italiani del XIX secolo.Dezza, Alle origini del Neotomismo, Breve
storia della Provincia veneta della Compagnia di Gesù dalle sue origini fino ai
giorni nostri La chiesa di S. Pietro in
PiacenzaStudi per il IV cent. dalla fond. TEP; Breve storia della Provincia
Veneta della Compagnia di Gesù dalle sue origini fino ai giorni nostri A. M. D.
G C. Cenacchi, Tomismo e Neotomismo a FerraraLiber. Edit. Vaticana La Civiltà
Cattolica, R. Comandini, Nuovi contributi alla conoscenza del canonico Vincenzo
Buzzetti e dei discepoli cresciuti alla sua scuola Saggio sulla rinascita del
Tomismo Libr. Edit. Vaticana, F. Cordani, Una grande cultura piacentina
dimenticata, PC Ed. Berti C. M. Curci, Memorie del Padre Curci, G. Barbera
Editore, FI C. M. Cornoldi, Memorie Autobiografiche (Archivio Aloisianum) F.
Dante, Storia della Civiltà Cattolica Ed. Studium Roma.Dezza, Alle origini del
Neotomismo, MI.Dezza, I neotomisti italiani del XIX secolo, Bocca ed. MI. La chiesa di S. Pietro in PiacenzaStudi per il
IV cent. dalla fond. TEP); Giarelli, Storia di Piacenza dalle origini ai nostri
giorni, II Ed. Porta PC L. Ferrari, I
fratelli Sordi e il Neotomismo in Italia in il filosofo canonico V. Buzzetti
nel centenario della morte, PC G. Martina, La Chiesa nell'età dell'assolutismo,
del liberismo, del totalitarismo, Morcelliana BS. U. Padovani, Importanza della
critica filosofica di S. Sordi a V. Gilbert, in Riv. Di Filosofia Neoscolastica,
MI ed. Vita e Pensiero A. MONTI, "La Compagnia di Gesù nel territorio
della Provincia Torinese, Chieri); Giovanni Paolo II, enciclica Fides et Ratio
1998 S. Panareo, L'istruzione in terra d'Otranto sotto i Borboni, B. Perazzoli,
Studi sul Rosminianesimo nell'Ottocento, Ed. Rosminiane Sodalitas, L. Pozzi, S:
Sordi filosofo neotomista, Studia Patavina Riv. Di Filos.e Teologia. V. Rolandetti, Da Buzzetti all'Aeterni Patris
Conv. Intern. Tomistico, Trento); V. Rolandetti, Vincenzo Buzzetti teologo,
Libr. Ed. Vat. 1974. E. Silva, Ferriere, cenni storici, UTEP, PC, D. Sordi,
Pochi e brevi cenni sulla vita menata nel secolo da P.S.Sordi, man. Inedito G.
Sordi, Il contributo dei gesuiti piacentini Serafino e Domenico Sordi alla
diffusione del neotomismo nella cultura cattolica PC altervista.org G. Tononi,
Condizioni della Chiesa nei ducati parmensi. M. Volpe, I Gesuiti nel
Napoletano Aeterni Patris Aloisianum
Carlo Maria Curci Collegio Alberoni Compagnia di Gesù Jan Roothaan La Civiltà
Cattolica L. Taparelli d'Azeglio Matteo Liberatore Neotomismo Sordi, su Treccan iEnciclopedie Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Serafino Sordi. G. Sordi, Il contributo
dei gesuiti piacentini Serafino e Domenico Sordi alla diffusione del neotomismo
nella cultura cattolica, PC su serafinosordi. altervista. org. books.google/books?hl=it&id =-G3PUnY3zb EC&q=taparelli+d%27
azeglio+e+il+rinnovamento+della+scolastica La Civiltà Cattolica Taparelli
d'Azeglio e il rinnovamento della Scolastica al Collegio Romano] books. google/
books?hl=it&id=KcRveZ1rpnwC&q=intorno alle+origini+del+rinnovamento+tomista+in+
italia La Civiltà Cattolica Intorno alle origini del rinnovamento tomistico in
Italia Taparelli e Sordi p(parte secondapagg. books.google/books?id=_y_qxX2vxrEC&pg=PA229&lpg=%20LA+
CIVILTA + CATTOLICA +%C2%AC-+1929#v= onepage&q&f=false La Civiltà
Cattolica1929La rinascita del tomismo a Napoli (parte primaI collaboratori del Taparelli (parte
secondaIl peripato in azione pagg.books.google/books?id=7dtNAAAAMAAJ&pg=PA318-IA1&l#v=onepage&q&f=false
La Civiltà Cattolica Il contributo della Compagnia di Gesù alla preparazione
dell'enciclica “Aeterni Patris.” Serafino Sordi. Sordi. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Sordi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733431716
Grice e Soria – l’opuscolo – filosofia italiana (Sant'Andrea
a Lama). Filosofo. Nato forse a Pisa, e non a Livorno come sostenuto da alcuni
autori, da Enrico e da Maria Elisabetta delle Sedie da Calci, la famiglia
paterna risiedeva da tempo a Sant'Ilario in Campo, nell'isola d'Elba. Filosofo
appartenente alla corrente del sensismo, insegnò all'Pisa, combatté il
cartesianesimo ed esaltò Galileo Galilei. Scrive il saggio “Rationalis
Philosophiae Institutiones”. Direttore della Biblioteca universitaria di Pisa.
Pubblica a Pisa la “Raccolta di opuscoli filosofici e filologici.” Il saggio comprende
“Dell’immaterialità delle nature intelligenti”; “Della potenza che ha lo
spirito umano di determinar se medesimo chiamata libertà”; “Il virtuoso regime
del proprio corpo è un bene indispensabile per la felicità della vita” e “Della
natural dipendenza della salute corporea dall'Ilarità dello Spirito”; “Della
Simpatia” – “Dialogo tra un Cav. Francese, e un Italiano” e l’”Esame del
Giudizio di Monsieur Du Fresnoy circa Buonarroti”; “Sulle metamorfosi
degl'insetti”; “Degl'influssi celesti”; “Dissertazione Accademica
sull'Innesto”; “La teoria de' fosfori, e de' loro divarj. Allievo di Grandi, segna il passaggio della
scuola galileiana verso l'illuminismo. De Soria individual nello sviluppo
economico il centro dell'interesse dell'attività politica. È sepolto nella
chiesa di Sant'Andrea a Lama, in provincia di Pisa, paese di origine della
madre. Ugo Baldini, De Soria, Giovanni
Gualberto, in "Dizionario biografico degli italiani", Roma, Istituto
della Enciclopedia italiana, Soria è attestato anche a Livorno ed è appartenuto
a una nota famiglia locale. Cfr. Renzo Toaff, La nazione ebrea a Livorno e a
Pisa L.S. Olschki, Firenze, Gualberto De
Soria, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Giovanni Gualberto De Soria,
in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni
Gualberto De Soria. Soria. Keywords: l’opuscolo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Soria” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733483688/in/datetaken/
Sorrentino, Andrea. Vico. Bordon, La retorica di Vico. Andrea
SORRENTINO , G. B. V. e le razze mediterr.inee : in Bulletin italien di
Bordeaux , a . XVII , n . 2 , avril - juin 1917 , pp . 96-101 . 19. Alberto
ScrocCA , G. B. V. e un suo recente critico : in Rassegna nazionale di Firenze
, 1-16 agosto e i ...
Grice e Sorrentino – la persona come
paradigma di senso – filosofia italiana (Carbonara di Nola). Flosofo. Docente di filosofia a Salerno. È tra i massimi esperti italiani del filosofo
e teologo tedesco Friedrich Schleiermacher, ma oltre alle letture di carattere
teologico-religioso, è anche ideatore di una filosofia autonoma ed originale.
Sorrentino è infatti convinto che si debba ricercare una connessione tra le
varie forme di sapere, spesso rinchiuse nell'ambito dei propri specialismi e
pertanto sterili. Dopo un periodo di
studio passato in Italia (Milano, Napoli) e l'estero (Tubinga, Heidelberg) si
laurea in Filosofia presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico
II". Consegue la laurea in teologia presso la facoltà teologica "San
Luigi" di Napoli è ricercatore a Salerno. Rceve una borsa di formazione a
Gottinga, a Kiel e a Monaco. Diviene ricercatore confermato a Salerno. è
docente, tuttora in ruolo, di Filosofia della religione preso la medesima
università. La filosofia di Sorrentino
si sviluppa soprattutto intorno a tematiche come il dibattito sulla religione,
inteso nel senso di una problematizzazione e di una tematizzazione del
religioso nella società moderna e contemporanea, a partire dal tardo Illuminismo
fin ai giorni nostri. Sorrentino cerca di inquadrare il pensiero filosofico
relativo all'etica e alla religione. Da qui parte il tentativo di una
tematizzazione filosofica della dimensione simbolica. Il motore della ricerca è
il tentativo di giungere ad una forma di connessione dei saperi che possa
superare le difficoltà e le incomprensioni del mondo contemporaneo, non solo in
ambito filosofico. Altre opere: “La
teologia della secolarizzazione: chiesa, mondo e storia; La filosofia della
religione, Ermeneutica e filosofia trascendentale, Filosofia ed esperienza
religiosa, Realtà del senso e universo religioso. Per un approccio trascendentale
al fenomeno religioso; La dottrina della fede; Il valore della vita;
Dialettica; Barth in discussione, Obbedire al tempo. L'attesa; La dialettica nella
cultura romantic; Religione e religioni;
Il prisma della rivelazione. Una nozione alla prova di religioni e saperi, L'eredità
dell'Illuminismo e la critica della religione, Diversità e rapporto tra
culture, Le ragioni del dialogo. Grammatica del rapporto tra le religioni, Nichilismo
e questione del senso, Teologia naturale e teologia filosofica, La libertà in
discussione, Le ragioni del dialogo. Grammatica del rapporto fra le religioni, “La
persona come paradigma di senso”. Dibattito sull'eredità di Mounier, La
teologia politica in discussione, Salerno, su unisa. Giornale di filosofia
della religione, su aifr. Sergio Sorerntino. Sorrentino. Keywords: la persona
come paradigma di senso, H. P. Grice, P. F. Strawson. Luigi Speranza,”Grice e
Sorrentino”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733226741/in/photolist-2mPuiXc-2mPkhvE-2mNzeEc-nzsayP-nz4c3s
Sorrentino, Vincenzo.
Sotione
(Roma). Filosofo. Teacher of Seneca. In glossary to Roman philosophers, in
“Roman philosophers.”
Grice e Sozzini
– razionalismo, e moi -- filosofia italiana - Socinianism, Nella prima meta del
sedicesimo sicolo nacquero in questa casa Lelio e Fausto Sozzini letterati
insigni filosofi sommi della liberta di pensiero strenui propugnatori contro il
soprannaturale vindice della umana ragione fondarono la celebre scuola Socinian
precorrendo di tre secoli le dottrine del modern razionalismo – I liberali
senesi ammiratori reverenti questa memoria posero 1879. A movement originating
in the sixteenth century from the work of
reformer Laelius Socinus “Sozzini” and his nephew Faustus Socinus. Born in Siena of a patrician family, Sozzini
is widely read. Influenced by the evangelical movement, Sozzini makes contact
with noted Protestant reformers, including Calvin and Melanchthon, some of whom
questioned his orthodoxy. In response, Sozzini writes a confession of faith,
one of a small number of his writings to have survived. After his death,
Sozzini’s oeuvre was carried on by his nephew, Faustus, whose writings
including “On the Authority of Scripture,” “On the Savior Jesus Christ,” and “On Predestination,” expressed heterodox
views. Sozzini believed that Christ’s nature is entirely human, that the souls
does not possess immortality by nature though there is selective resurrection
for believers, that invocation of Christ in prayer is permissible but not
required, and he argues, like Grice, Pears, and Thomson, against
predestination. After publication of his
writings, Sozzini is invited to Transylvania and Poland to engage in a
dispute within the Reformed churches there. He decides to make his permanent
residence in Poland, which, through his tireless efforts, became the center of
the Socinian movement. The most important document of this movement was the
Racovian Catechism, published shortly after Faustus’s death. The Minor church
of Poland, centered at Racov, became the focal point of the movement. Its
academy attracted hundreds of students and its publishing house produced books
in many languages defending Socinian ideas. Socinianism, as represented by the
Racovian Catechism and other writings collected by Faustus’s disciples,
involves the views of Laelius and especially Faustus Socinus, aligned with the
anti-Trinitarian views of the Polish Minor church.. It accepts Christ’s message
as the definitive revelation of God, but regards Christ as human, not divine;
rejects the natural immortality of the soul, but argues for the selective
resurrection of the faithful; rejects the doctrine of the Trinity; emphasizes
human free will against predestinationism; defends pacifism and the separation
of church and state; and argues that reason
not creeds, dogmatic tradition, or church authority must be the final interpreter of Scripture.
Its view of God is temporalistic: God’s eternity is existence at all times, not
timelessness, and God knows future free actions only when they occur. In these
respects, the Socinian view of God anticipates aspects of modern process
theology. Socinianism was suppressed in Poland in 1658, but it had already
spread to other European countries, including Holland where it appealed to
followers of Arminius and England, where it influenced the Cambridge
Platonists, Locke, and other philosophers, as well as scientists like Newton.
In England, it also influenced and was closely associated with the development
of Unitarianism. Sozzini. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Sozzini, rationalism,
and moi”, Luigi Speranza, “Grice e Sozzini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734101860/in/datetaken/
Grice e Spadaro – conversazione coll’angelo
– filosofia italiana (Messina),
Filosofo. Laureato a Messina, entra subito dopo nel noviziato della Compagnia
di Gesù. Insegna lettere a Roma per 2 anni dal 1991 al 1993. Il 21 dicembre
1996 riceve l'ordinazione presbiterale e il 24 maggio 2007 pronuncia i voti
solenni nella Compagnia di Gesù. Consegue la licenza in Teologia Fondamentale,
il diploma in Comunicazioni Sociali, il dottorato di ricerca in Teologia presso
la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Completa la sua formazione negli
Stati Uniti, nella Provincia dei gesuiti di Chicago. Comincia a scrivere per la
rivista La Civiltà Cattolica e dal 1998 entra a far parte in maniera stabile
della redazione. Si occupa soprattutto di teoria della letteratura e di critica
letteraria, in particolare legata ad autori contemporanei italiani (tra questi,
Cesare Pavese, Alda Merini, Giorgio Bassani, Mario Luzi, Pier Vittorio Tondelli)
e scrittori statunitensi (dai classici come Emily Dickinson, Walt Withman,
Flannery O'Connor e Jack London ai contemporanei come J. Kerouac, R. Carver).
Tra le materie che tratta vi sono anche la musica (B. Springsteen, T. Waits, N. Drake, N. Cave),
l'arte contemporanea (M. Rothko, E. Hopper, A. Warhol, J.-M. Basquiat), il
cinema e le nuove tecnologie della comunicazione e il loro impatto sul modo di
vivere e pensare (in particolare su , Second Life, sulla lettura digitale, sui
vari social networks, sulla filosofia hacker o sulla cyberteologia). Ha fondato BombaCarta, un progetto culturale
che coordina iniziative di scrittura creativa, produzione video e lettura anche
su internet. È curatore della collana di poesia L'Oblò delle edizioni Ancora. Insegna
presso il Centro Interdisciplinare di Comunicazione Sociale della Pontificia
Università Gregoriana -- è a capo del
comitato scientifico "La sfida e l'esperienza" che raccoglie docenti
e manager interessati ai temi della spiritualità e dell'innovazione. Viene
incaricato di coordinare le attività culturali della Compagnia di Gesù in
Italia. Sabato 24 febbraio 2007 è il relatore principale al primo evento
organizzato dai Gesuiti sulla musica rock nel quale riabilita la dignità
musicale (non liturgica) del genere nel suo complesso, limitandone la condanna
alla valutazione di rari e singoli casi.
Padre Antonio Spadaro davanti alla raccolta completa di La Civiltà Cattolica.
Diviene Rettore della Comunità dei gesuiti de La Civiltà Cattolica. -- è
annunciata la sua nomina a direttore della rivista.. Nel numero del 1º
ottobre della rivista è apparso il suo
articolo di presentazione nella nuova veste di direttore. La sua attività in Rete è legata, oltre alla
presenza nei social network, anche allun sito personale e di due blog: uno
dedicato alla CyberTeologia e uno dedicato a Flannery O'Connor. Benedetto XVI
lo nomina consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e anche consultore
del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Nel gennaio ha ricevuto a Caserta il prestigioso premio
"Le Buone NotizieCivitas Casertana", uno dei più importanti premi di
giornalismo italiani, unico nel suo genere a livello internazionale. Ad agosto
incontra più volte papa Francesco per conto de La Civiltà Cattolica e di
altre 15 riviste della Compagnia di Gesù. Il contenuto delle conversazioni è
stato pubblicato sotto forma di intervista a settembre ed ampiamente ripreso dalla stampa
internazionale. L'articolo di La Civiltà
Cattolica. Spadaro ha dedicato un articolo a . L'articolo analizza il
significato di nel contesto culturale
italiano, ne analizza la storia, e ne mette in evidenza pregi e limiti. La sua conclusione è: «Dalla descrizione e dalle valutazioni
compiute comprendiamo bene come
rappresenti un sogno illuminista di descrivere il mondo, che però si
scontra con le difficoltà di accreditarsi come compendio di sapere credibile,
mantenendo nel contempo anonimato, flessibilità e continua apertura a nuovi
collaboratori. Nello stesso tempo questa «utopia» rovescia il sogno
dell'enciclopedia tradizionale, intesa come costruzione autorevole, organica e
integrata del sapere. Infatti è come un
organismo vivente: cresce (al ritmo del 7% ogni mese), si ammala, è sottoposta
a composizioni e scomposizioni interne, ad accrescimenti e riduzioni continue.
Ma soprattutto nasconde un'altra utopia,
a suo modo, ambigua: la democrazia assoluta del sapere e la collaborazione
delle intelligenze molteplici che dà vita a una sorta di intelligenza collettiva.
Questa utopia potrebbe nascondere una nuova forma di "torre di
Babele", che ha il suo tallone di Achille non solo nell'inaffidabilità, ma
anche nel relativismo.» Concede
un'intervista a Wikinotizie-Wiki@Home, pubblicata con il titolo Intervista al
gesuita 2.0, nella quale commenta l'articolo e spazia sulle tematiche
inerenti e il mondo della rete
internet. Pubblicazioni Tracce profonde.
Il viaggio tra il reale e l'immaginario, Roma, Città Nuova, Radio on. Tra le
colonne sonore (Napoli, Giannini); Lo
sguardo presente. Una lettura teologica di “Breve film sull'amore di K. Kieslowski”,
Rimini, Guaraldi, Del volume esiste anche una versione elettronica. P.
Tondelli. Attraversare l'attesa” (Reggio Emilia, Diabasis); “Laboratorio″.
Tondelli e la nuova narrativa italiana, Reggio Emilia, Diabasis) Il volume è
apparso anche come pubblicazione digitale a puntate settimanali sul sito di
RaiLibro della Radio Televisione Italiana]. Carver. Un'acuta sensazione
d'attesa, Padova, Messaggero di Sant'Antonio Editrice, A che cosa «serve» la letteratura?, Leumann
(To)-Roma, Elle Di Ci La Civiltà Cattolica,
[Premio Capri per la sezione Letteratura e Premio Crotone sezione
Giovane critici italiani] Lontano dentro se stessi. L'attesa di salvezza in
Pier Vittorio Tondelli, Milano, Jaca Book, Connessioni. Nuove forme della
cultura al tempo di internet, Bologna, Pardes [qui intervista sul libro a Radio Vaticana] La
grazia della parola. Karl Rahner e la poesia, Milano, Jaca Book, Nella melodia
della terra. La poesia di K. Wojtyla, Milano, Jaca Book, Abitare nella possibilità. L'esperienza della
letteratura, I, Milano, Jaca Book,
L'altro fuoco. L'esperienza della letteratura,
II, Milano, Jaca Book, Alla ricerca del lupo. Genio, tensioni, vanità, Bologna,
Pardes); “Nell'ombra accesa. Breviario poetico di Natale, Milano, Ancora, . Web
2.0 Reti di relazione, Milano, Paoline, . Svolta di respiro. Spiritualità della
vita contemporanea, Milano, Vita & Pensiero, . Cyberteologia. Pensare il
cristianesimo al tempo della rete, Milano, Vita & Pensiero, . Curatele
Chris Cappell, Lasciami correre via, Padova, Messaggero, 2001. François
Varillon, Traversate di un credente, Milano, Jaca Book); Rowan Williams, La
dodicesima notte (Milano, Ancora); Hopkins, La freschezza più cara. Poesie
scelte, Milano, Rizzoli); Whitman, Canto una vita immensa, Milano, Ancora, Un
Dio sempre più grande. Pregare con i gesuiti, Milano, Ancora. bio, su antoniospadaro.net. Antonio Spadaro,
Antonio Spadar obio, su laciviltacattolica. Saggi su "La Civiltà Cattolica",
su antoniospadaro.net. Antonio Spadaro, BombaCarta, su bombacarta.com.
accesso=16 agosto . Antonio Spadaro,
L'OblòAncora, su ancoralibri. Orazio La Rocca, I gesuiti benedicono il rock:
"La musica di Springsteen & Co parla all'anima", Repubblica. Padre
Antonio Spadaro nuovo direttore di Civiltà Cattolica: cogliere pienamente la
sfida digitale, su oecumene.radiovaticana.org. Antonio Spadaro, Antonio
Spadarosocial networks, antoniospadaro.net. Cyberteologia, su cyberteologia.
Accesso Flannery O'Connor, su flanneryoconnor. Nomina di consultori del
Pontificio Consiglio della Cultura, su press.catholica.va. Rinunce e nomine, su
Bollettino della Santa Sede, Bollettino della Santa Sede. Su La Civiltà Cattolica la mia intervista a
Papa Francesco, su cyberteologia, Intervista a papa Francesco , in La Civiltà
Cattolica, Copia archiviata, su laciviltacattolica7)., La Civiltà
Cattolica intervista al gesuita, Opere
di Antonio Spadaro. Registrazioni di Antonio Spadaro, su RadioRadicale, Radio
Radicale. Antonio Spadaro:
Cyberteologia, sul RAI Filosofia, su filosofia.rai.
Antonio Spadaro.. Spadaro. Keywords: conversazione coll’angelo. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Spadaro” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733432523/in/datetaken/
Grice e Sparti – il riconoscimento –
filosofia italiana (Roma).
Filosofo. È professore a Siena, Pisa, e l'Università della Svizzera italiana.
Insegna a Milano e l'Bologna. Fondatore e membro del comitato di direzione
della rivista Studi culturali. Collabora
a numerose riviste scientifiche ("Iride", "Paradigmi",
"Rivista di estetica", "Rassegna italiana di sociologia",
"Intersezioni"). Concentrato la sua attenzione sull'estetica
dell'improvvisazione. Riconoscimenti
"Research Fellow" della fondazione Humboldt presso la Johann Wolfgang
Goethe-Universität. "Fellow" del Collegium Budapest-Institute For
Advanced Study, in Ungheria. Note
USIDati personali: Davide Sparti
. Opere principali: “Se un leone potesse parlare. Indagine sul
comprendere e lo spiegare” (Firenze, Sansoni); “Sopprimere la lontananza
uccide” “Davidson e la teoria dell'interpretazione” (Firenze, Nuova Italia) “Epistemologia
delle scienze sociali” Roma, Nuova Italia Scientifica); “Soggetti al tempo.
Identità personale fra analisi filosofica e costruzione sociale” ( Milano,
Feltrinelli); “Identità e coscienza” (Bologna, Il Mulino); “Wittgenstein
politico, (saggi di J. Bouveresse, S. Cavell, D. Davidson, B. Williams, ed
altri, introdotti e trascelti da D. Sparti), Milano, Feltrinelli. “Epistemologia
delle scienze sociali” (Bologna, Mulino); “L'importanza di essere umani: etica
del ri-conoscimento” (Milano, Feltrinelli); “Suoni inauditi. L'improvvisazione
nel jazz e nella vita quotidiana” (Bologna, Il Mulino); “Musica in nero. Il campo
discorsivo del jazz, Torino, Bollati); “Il corpo sonoro. Oralità e scrittura
nel jazz, Bologna, Il Mulino); “L'identità incompiuta: paradossi
dell'improvvisazione musicale, Bologna, Il Mulino Sul tango. L'improvvisazione intima, Bologna,
Il Mulin. Sparti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sparti” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733803154/in/photolist-2mPxgim-2mKTjot
Spaventa (Bomba). Filosofo. Fratello maggiore del patriota Silvio, nacque
da un'agiata famiglia borghese. Sua madre, Maria Anna Croce, e pro-zia di Croce.
Studia a Chieti ottenuto l'incarico di
docente di matematica, si trasferì col fratello a Montecassino. La sua formazione
continuò a Napoli, dove si dedicò anche allo studio del tedesco; fu infatti tra
i primi a studiare i filosofi tedesci in tedesco – Grice: “Which is the right
thing to do – and which Ryle, or Strawson, for that matter – are unable to!” Si avvicinò ai circoli liberali e a pensatori
come Colecchi e Antonio Tari. Fondò una scuola o academia di filosofia; inoltre
partecipò alla redazione de Il Nazionale, il giornale fondato e diretto dal
fratello Silvio. Dopo l'abrogazione della Costituzione da parte di
Ferdinando II, fu costretto a lasciare Napoli per trasferirsi prima a Firenze,
quindi a Torino, dove divenne giornalista scrivendo su giornali e riviste
piemontesi: Il Progresso, Il Cimento, Il Piemonte, Rivista Contemporanea. È nel
periodo torinese che Spaventa si avvicinò al pensiero di Hegel ed elaborò il proprio
sistema filosofico e il pensiero politico: pubblicò, tra l'altro, una serie di
saggi in cui polemizzava con La Civiltà Cattolica, rifiutando l'idea di
religione come passo necessario per lo sviluppo umano. Egli in tal modo
condivise con altri esuli napoletani gli stessi fermenti patriottici e liberali
che avevano nell'idealismo hegeliano il loro motivo ispiratore. In Napoli,
l'idea hegeliana penetra nelle menti de' cultori della scienza, i quali mossi
come da santo amore si affratellavano, e con la voce e con gli scritti la
predicavano. Né i sospetti già desti della polizia, né le minacce e le
persecuzioni valsero ad infievolire la fede in questi arditi difensori della
indipendenza del pensiero; i numerosi studenti raccolti da tutti i punti del Regno
nella grande capitale disertavano le cattedre, ed accorrevano in folla ad
ascoltare la nuova parola. Era un bisogno irresistibile ed universale, che li
spingeva ad un ignoto e splendido avvenire, all'unità organica dei diversi rami
della cognizione umana; ifilosofi, partecipavano al general movimento, ed
ambivano soprattutto, come gli antichi italiani, di essere veri filosofi. Chi
può ridire la gioia, le speranze, l’entusiasmo di quel tempo? Chi può
ridire l’affetto col quale si amavano i maestri e gli allievi, e insieme
procedevano alla ricerca della verità? Era un culto, una religione ideale,
nella quale si mostravano degni nepoti dell'infelice Nolano.» Studii
sopra la filosofia di Hegel, Torino, «Rivista Italiana». Ottenne la cattedra di
Filosofia a Modena, poi quella di Storia della Filosofia presso l'Bologna e
Napoli. Tenne le lezioni in cui espose le sue teorie sul rapporto di
circolarità tra pensiero italiano ed europeo. Scopo di questa
interpretazione era quello di liberare la cultura filosofica italiana dal suo
provincialismo, attraverso la diffusione nella penisola dell'idealismo tedesco,
in particolare hegeliano. Fu anche deputato del Regno d'Italia per tre
legislature: fu sostenitore di una politica laica e legata ad un forte senso
dello Stato, considerato come sorgente dei princìpi e dei valori ispiratori di
un armonioso sviluppo civile, da cui gli individui e la comunità devono trarre
l'alimento necessario per una crescita ordinata e corretta». Secondo Gentile,
la filosofia di Spaventa poggia su tre cardini fondamentali: la tesi
della «circolazione europea del pensiero italiano» che dimostri il percorso
dinamico della filosofia moderna attraverso l'Europa e il suo ritorno in Italia
dove aveva avuto origine; la riforma della dialettica hegeliana, per salvare
l'identità di essere e pensiero escludendo ogni presupposto «oggettivo» esterno
al pensare; il recupero dell'aspetto pratico nel processo conoscitivo che eviti
la caduta in un «astratto idealismo». La circolazione del pensiero europeo La
tesi spaventiana della circolazione del pensiero europeo si articola in due
passaggi: l'affermazione che la filosofia italiana del Rinascimento,
connotata dal naturalismo e dall'immanentismo, ha precorso la filosofia
moderna, giungendo attraverso Spinoza agli idealisti tedeschi Fichte,
Schelling, Hegel. il ritorno in Italia della filosofia moderna, con la
riappropriazione dei filoni spiritualistici europei da parte di Rosmini e
Gioberti. Mentre per la critica tradizionale la filosofia italiana era
caratterizzata dalla sua ininterrotta fedeltà alla linea platonico-cristiana,
lo Spaventa cercò di dimostrare, con gli studi dedicati al pensiero del
Rinascimento, che la filosofia moderna, laica e idealistica, generalmente
associata alla Riforma luterana, in realtà era nata in Italia, pur essendosi
arrestata poi a causa della Controriforma, per conoscere il suo massimo
sviluppo in Germania: egli interpretò con chiave di lettura hegeliana questo
progressivo passaggio dello Spirito filosofico dall'Italia all'Europa, e il suo
successivo ritorno, sottolineando la continuità del razionalismo di Cartesio
col principio innatistico di Tommaso Campanella della cognitio abdita,
dell'empirismo di John Locke con la campanelliana cognitio illata («nozione
acquisita»), dell'immanentismo di Baruch Spinoza col panteismo di Giordano
Bruno, del criticismo di Immanuel Kant con la «metafisica della mente» di Vico,
mentre poi Pasquale Galluppi e Antonio Rosmini si sarebbero riappropriati
inconsciamente di quello stesso spirito permeato dal kantismo, come Vincenzo
Gioberti di quello dell'idealismo tedesco. «Ripigliare il sacro filo
della nostra tradizione filosofica, ravvivare la coscienza del nostro libero
pensiero nello studio dei nostri maggiori filosofi, ricercare nelle filosofie delle
altre nazioni i germi ricevuti dai primi padri della nostra filosofia e poi
ritornati fra noi in forma nuova e più spiegata di sistema, comprendere questa
circolazione del pensiero italiano, della quale in gran parte noi avevamo
smarrito il sentimento, riconoscere questo ritorno del nostro pensiero a sé
stesso nel grande intuito speculativo del nostro ultimo filosofo Hegel, sapere
insomma che cosa noi fummo, che cosa siamo e che cosa dobbiamo essere nel
movimento della filosofìa moderna, non come membri isolati e scissi dalla vita
universale dei popoli, nè come avvinti al carro trionfale d'un popolo
particolare, ma come nazione libera ed eguale nella comunità delle nazioni:
tale, o signori, è stato sempre il desiderio e l'occupazione della mia vita. Prolusione
alle lezioni di Storia della filosofia nell'Bologna, Modena, Regia Tipografia
Governativa) Uno dei suoi propositi, giustificato dalla stessa tesi della
circolazione del pensiero europeo, era il tentativo di far uscire gli
intellettuali italiani dal provincialismo stagnante in cui versavano,
apportando loro gli elementi più innovativi del pensiero idealistico
d'oltralpe, per dare un fondamento filosofico-culturale al processo
rivoluzionario dell'unificazione nazionale. La rivoluzione storica da attuare
non e il programma neo-guelfo del primato morale e civile di Gioberti che
ripudia in blocco la filosofia moderna, ma anda intesa hegelianamente come
«toria della libertà, nella quale lo spiritualismo non significava
un'involuzione, bensì un riallineamento alle nazioni più avanzate. Son
molti ancora in Italia i quali tacciano di astratta e oscura la filosofia
alemanna e, reputandola contraria alla natura speculativa dell'ingegno
italiano, si accontentano di una maniera di sapere che non ha nessuna
connessione con la nostra tradizione filosofica; è un perpetuo oltraggio alla
memoria de' nostri sommi ed infelici pensatori, e la principal cagione del
decadimento della scienza tra noi. Costoro dimenticano la storia del pensiero
italiano, della quale furono gli eroi e martiri i nostri filosofi; non
ricordano i roghi di Bruno e di Vanini, la lunga prigionia di Campanella, e
l'umile pietra che, nel tempio de' Gerolomini in Napoli, ricopre le ceneri di Vico,
ultima luce del nostro mondo intellettuale. Non i nostri filosofi degli ultimi
duecento anni, ma Spinoza, Kant, Fichte, Schelling ed Hegel, sono stati i veri
discepoli di Bruno, di Vanini, di Campanella, di Vico, ed altri illustri.
(Principii di Filosofia). Non si limitò a recepire passivamente l'hegelismo, ma
da avvio ad una sua profonda revisione, introducendovi temi originali che cerca
di riprendere dalla tradizione autoctona italiana. In particolare, cerca
di rispondere alle critiche di Trendelenburg, il quale non vede come dal primo
momento della logica hegeliana, quello dell'essere puro e indeterminato, puo
scaturire il divenire dialettico dello spirito, se non tramite un'indebita
intromissione dal di fuori. Per dimostrare l'identità dell'essere col spirito,
e quindi che l'Idea è intrinseca alla realtà storica, avente come scopo la
libertà, sostenne l'esigenza di mentalizzare o kantianizzare» la logica di
Hegel, unificando quest'ultima con la fenomenologia, cioè col percorso
conoscitivo del singolo individuo umano, che diventa progressivamente auto-cosciente
di avere in se stesso, nello proprio spirito, tutta la realtà assoluta
logicamente articolata. Riforma così la dialettica hegeliana nell'ottica
di Kant e Fichte, ritenendo prevalente l'atto soggettivo (no inter-soggetivo)
della coscienza trascendentale rispetto ad ogni presupposto oggettivistico o
inter-soggettivistico), valorizzando inoltre il momento finale dello spirito
rispetto alle fasi precedenti della logica e della natura, situate fuori
dall'auto-coscienza. È lo spirito la protagonista di ogni originaria produzione.
In maniera simile a Fischer, infatti, la deduzione hegeliana, che dalla
contrapposizione di essere e nulla faceva scaturire il divenire, venne intesa in
senso kantiano e fichtiano dando il primato alla sintesi unificatrice del
divenire: è lo spirito, nel suo perenne fluire, che dà luogo all'essere, il
quale, originariamente indeterminato e perciò in-concevibile, si rivela un
non-essere, essendo posto all'interno dello spirito stesso. Per questo primato
assegnato all'atto del concivere, fa da apripista all'idealismo attuale di
Gentile. Per contrastare l'avanzata del positivismo che e penetrato in
Italia dopo la raggiunta unità nazionale, di fronte all'esaurirsi delle spinte
ideali che caratterizzano il Risorgimento, si impegna nella valorizzazione
dell'aspetto pratico del processo spirituale, per evitare la caduta in un «stratto
idealismo, che non cura né pregia lo sperimento. In particolare riprese da Vico
una concezione pratica e storica della metafisica dell'assoluto, intendendo
l'auto-coscienza hegeliana (quale Begierde, cioè appetizione») come umanità,
ovvero impeto che agisce nel soggetto umano. Analogamente puo sostenere,
nel tracciare LA STORIA DELLO SPIRITO ITALIANO che è il soggetto umano a dare concretezza
e coscienza di sè al processo storico. La Riforma della modernità che aveva
abolito i vecchi principi della filosofia scolastica si basa per l'appunto
sull'immanenza di Dio e sulla capacità della coscienza umana di auto-determinarsi
e di accedere direttamente all'Infinito, come enunciano Bruno e Campanella. Il
riconoscimento del valore infinito dell'uomo ha ripercussioni anche sulla
concezione etico-politica, stimolando studi e interessi sulla filosofia
hegeliana del diritto. Permase una viva concezione etica dello stato
italiano, che lo indusse a rinvenire nell'idealismo hegeliano la sintesi tra la
corrente post-illuministica, basata sull'arbitrio individuale soggetivo e su
una concezione meramente contrattualistica dello Stato, ed il cattolicesimo
liberale, fondato viceversa sull'arbitrio divino e sull'aderenza
dogmatico-confessionale al principio d'autorità. Il suo liberalismo rigetta
l'individualismo o soggetivismo che privilegia l'interesse del singolo
portandolo a servirsi dell'organismo universale per i propri fini, distruggendo
la società. Allo stato italiano spetta dunque la funzione pedagogica di promuovere
gli interessi DI TUTTI, di ogni italiano, tutelando la famiglia, in cui si
forma l'individuo o soggeto, e al contempo la società civile. La famiglia
e la società civile hanno la loro verità nello stato. Dove lo stato italiano
non è altro che famiglia (lo stato patriarcale italiano), o una istituzione di
pubblica sicurezza (polizia italiana), non solo lo stato italiano non è il vero
stato, ma né la famiglia né la società civile esistono nella loro vera forma.
Lo stato italiano è l'unità del principio della famiglia e del principio della
società civile (della naturalità umana e del libero volere, del diritto e della
moralità). Non è una semplice associazione fondata mediante il libero arbitrio
soggetivo, o il patto inter-soggetivo etc, né una associazione puramente naturale.
È tutto ciò insieme. È assoluta soggettività etica dei individui.. Assoluta,
perché è sostanza; soggettività, perché è saputa e voluta dagli individui
liberamente come la loro stessa essenza (etica) e universalità. Dove manca tale
sapere e volere, lo stato italiano non è libera soggettività, e l'individuo non
ha vero valore (individualismo moderno). In altri termini, è la sostanza
nazionale, conscia veramente e realmente di se medesima; lo spirito del popolo
(come tale, come spirito etico) nella sua vera e perfetta esistenza. Studi
sull'etica hegeliana. Poiché il potere stesso dello stato italiano può essere
utilizzato da un individuo o da una classe in vista dei suoi interessi di
parte, accetta il modello costituzionale, sebbene non privo di conflitti tra
particolarità e universalità, nel quale la personalità dello stato italiano e
elevata sopra la lotta sociale. Ripudiando l'astratto cosmopolitismo, lo stato italiano
va dunque inteso come l'immanenza di dio, dell'universalità dello spirito italiano
calato nella concretezza della nazionalità del popolo italiano, tutti uguali, ratelli
dell'umana famiglia. È con Spaventa soprattutto che la filosofia in Italia
cessa d'essere esercitazione accademica e vacua speculazione, si avvia a
diventare organica visione del mondo, da cui derivi e consegua una morale, si
avvia cioè a diventare religione laica, dando inizio a quel largo movimento di
distacco di intellettuali dalla chiesa cattolica. (G. Arfé, L'hegelismo
napoletano e Spaventa, in «Società», Firenze. E uno dei maggiori teorici che si
sforzarono dare un un'impronta ideale e spirituale al percorso risorgimentale
verso l'unità d'Italia, non limitata all'ambito filosofico, come riconobbero in
seguito storici e studiosi del Risorgimento. Con lui e De Sanctis e giunta
al culmine quella motivazione politica della nazione italiana che e la
caratteristica in forza della quale il movimento sorto a Napoli supera i limiti
di un episodio regionale. Da noi, gl’italiani, al contrario che in Inghilterra
e in Francia, l'hegelismo non è stato solo una filosofia ma un elemento della
vita civile della nazione italiana nel momento culminante del suo Risorgimento.
(S. Landucci, L'hegelismo in Italia nell'età del Risorgimento, in «Studi
storici», Roma. Spaventa influe profondamente, attraverso la mediazione di Jaja,
anche l'idealismo italiano di Gentile, il quale porta a termine il lavoro di
kantianizzazione o mentalizzazione di Hegel avviato da lui, trasformando la sua
dottrina in un compiuto attualismo o filosofia dell'atto, basata cioè sul
perenne dinamismo dell'atto del pensiero. Gentile cura inoltre la pubblicazione
della spaventiana prolusione e introduzione alle lezioni di filosofia nella
Napoli, ri-nominandola significativamente “La filosofia italiana”, ritenendola
un saggio di carattere non solamente storiografico, ma soprattutto fenomenologico,
in cui cioè lo spirito della filosofia italiana esprime la sua ritrovata coscienza
di sè. Gentile si confronta ampiamente con lui nella propria riforma della
dialettica hegeliana, oltre a raccogliere e sistemare alcuni suoi scritti
inediti, tra cui un frammento giudicato uno snodo importante verso la genesi
del proprio attualismo, contribuendo alla riscoperta e alla rinascita degli
studi intorno alla dottrina spaventiana. Anche l'idealista Croce, che dopo
la morte dei genitori andò a vivere da Silvio Spaventa, segue le sue lezioni,
apprezzandone soprattutto lo spirito profondamente liberale. Altri di suoi
scolari, o allievi sono Fiorentino, Maturi, Jaja, Masci, Tocco, Labriola, ed
Alfonso. Nuovi studi sono sorti in occasione del bicentenario della nascita di
Spaventa e De Sanctis. Opere: “La filosofia di Kant e la sua relazione colla
filosofia italiana” Unione Tipografica-editrice, Torino, “Principii di
filosofia” Stabilimento Tip. Ghio, Napoli, “Studi sull'etica di Hegel” Stamperia
della Regia Università, Napoli “La filosofia di Gioberti” Tip. del Tasso,
Napoli, “Saggi critici di filosofia, politica e religione” Tip. Giordano Bruno,
Roma. “La dottrina della conoscenza di Bruno” Stamperia della Regia Università,
Napoli. “Principi di etica” Pierro, Napoli. “La filosofia italiana nelle sue
relazioni con la filosofia europea” G. Gentile, Laterza, Bari. “Logica e
metafisica” G. Gentile, Laterza, Bari. Opere, G. Gentile, raccolte e aggiornate
da Italo Cubeddu e Simona Giannantoni, "Classici della Filosofia",
Sansoni, Firenze. Opere, saggio introduttivo, prefazioni, note e apparati di
Francesco Valagussa, postfazione di Vincenzo Vitiello, Bompiani, Milano. Quattro
articoli sulla filosofia tedesca (Kant, Fichte, Schelling, Hegel), Giuseppe
Landolfi Petrone, Il Prato, Edizione
critica delle Opere psicologiche inedite Domenico D'Orsi: Lezioni di
antropologia, Psiche e metafisica Elementi
di psicologia speculativa, Sulle psicopatie in generale. Note Cit. in B. Spaventa, Antologia degli scritti,
G. Vacca, pag. 17, Bari, Laterza. Piero Di Giovanni, Giovanni Gentile: la
filosofia italiana tra idealismo e anti-idealismo, FrancoAngeli, Gentile e Spaventa,
su treccani. Bertrando Spaventa, su
treccani. Bertrando Spaventa: il contributo italiano alla storia del
pensiero, su treccani. «In quel tempo,
che gli Austriaci — "i Tedeschi" dicevano generalmente in Italia —
dimoravano non solo nelle contrade lombarde e venete, ma anche in Toscana, io
non avevo il coraggio di dire: filosofia tedesca» (nota di B. Spaventa). Principii di Filosofia, Napoli, Ghio. Le
tradizioni filosofiche nell'Italia unita, di Giovanni Rota. Ugo e
Annamaria Perone, Giovanni Ferretti, Claudio Ciancio, Storia del pensiero
filosofico, Torino, SEI, Cit. di
Giovanni Gentile in Della vita e degli scritti di Bertrando Spaventa,
prefazione a Bertrando Spaventa, Scritti filosofici, Napoli, A. Morano &
figlio, Fernanda Gallo, Gli hegeliani di Napoli e il Risorgimento, in LEA,
«Lingue e letterature d'Oriente e d'Occidente», n. 6, Firenze University Press,
. Spaventa fu autore in proposito anche
di saggi psicologici come Sulle psicopatie in generale, o La legge del più forte, in cui si
confrontava tra l'altro col darwinismo.
Studi sull'etica hegeliana, Napoli, Stamperia della R. Università, Il
concetto di nazione (nazionalità) segna in lui un superamento della filosofia
hegeliana della storia basata sul susseguirsi di popoli-guida (cfr. Carratelli,
Storia e civiltà della Campania (Napoli, Electa); “Studii sopra la filosofia di
Hegel”; “Unificazione nazionale ed egemonia culturale, G. Vacca (Bari, Laterza);
E. Garin, “La fortuna nella filosofia italiana” in L'opera e l’eredità di Hegel (Bari, Laterza);
I. Cubeddu, Da Spaventa a Gentile: Kant
e il neoidealismo, in "La tradizione kantiana in Italia", Atti del
convegno della Società filosofica italiana
(Messina, G.B.M.); La raccolta gentiliana delle sue opere venne riedita e
curate da I. Cubeddu e S. Giannantoni, e ri-stampata da F. Valagussa e V. Vitiello.
Coscienza nazionale, treccani. G.
Gentile, Bertrando Spaventa (Firenze, Vallecchi); G. Vacca, Politica e filosofia
(Bari, Laterza); R. Bartot, L'hegelismo di Spaventa (Firenze, Olschki); I. Cubeddu,
Bertrando Spaventa: Edizioni e studi (Firenze, Sansoni); T. Serra, Bertrando
Spaventa: etica e politica (Roma, Bulzoni); R. Franchini, Dalla scienza della
logica alla logica della scienza” (Napoli, Pironti); E. Garin, Filosofia e politica”
(G. Tognon, Napoli, Bibliopolis); E. Garin, Bertrando Spaventa, Napoli,
Bibliopolis, L. Gentile, “Coscienza
Nnzionale” (Chieti, Ed. NOUBS, G. Origo “Perpetuazione e difesa della filosofia
italica” (Roma, Bibliosofica); A. Savorelli, Il contributo italiano alla storia
del Pensiero Filosofia (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana); Attualismo
Hegelismo Idealismo italiano Idealismo tedesco Treccani Enciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. storia.camera, Camera dei deputati.
Archivi di Teatro Napoli, Foto di Bertrando Spaventa su
cir.campania.beniculturali. D. Fusaro, “Spaventa: Il far intendere Hegel
all'Italia, vorrebbe dire ri-fare l'Italia), su filosofico.net. 2 Silvio e
Bertrando Spaventa dal sito del comune di Bomba, Gentile e Spaventa, su
treccani. Scritti filosofici di Bertrando Spaventa, G. Gentile. Gli hegeliani
di Napoli e il Risorgimento, su fupress.net. su Spaventa, su treccani. Spaventa.
Keywords: italianita, Englishry, Englishness, English nation, the English, the
English tongue, the tongue of the English, the tongue of the Anglians, the
English spirit, the English ghost. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spaventa” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688298272/in/photolist-2mLLZRD-2mLQdrQ-2mLGRht-2mPsfT9-2mPsXiB-2mPsh7f-2mKw3hq-2mPpskp
Grice e Spedalieri – dei diritti dell’uomo
– filosofia italiana (Bronte).
Fiosofo. Figlio Vincenzo e da Antonina Dinaro, studiò nell'Oratorio di S.
Filippo Neri di Bronte e dnel seminario di Monreale dove insegnò filosofia. Alcune sue tesi,
considerate eretiche a Palermo, furono invece approvate e stampate a Roma con
il titolo di Propositionum theologicarum specimen. Trasferitosi a Roma, entrò a
far parte dell'Arcadia con il nome di Melanzio Alcioneo. Pio VI gli diede
il titolo di beneficiato della Basilica Vaticanache comportava una modesta
rendita mensilee l'incaricò di scrivere la storia del prosciugamento dell'Agro
pontino, che non riuscì a terminare e fu stampata soltanto col titolo De'
Bonificamenti delle terre pontine. NContro l'Enciclopedia degli illuministi,
uscì la sua Analisi dell'Esame critico del signor Nicola Fréret sulle prove del
Cristianesimo e il Ragionamento sopra
l'arte di governare e il Ragionamento sulla influenza della religione cristiana
nella società civile. Scrisse la Confutazione dell'esame critico del
cristianesimo fatto dal signor Eduardo Gibbon, contro la famosa opera del
Gibbon sulla storia dell'Impero romano, la cui caduta veniva imputata dallo
storico inglese all'influenza negativa della religione cristiana. Altre
opere: “Dei diritti dell'uomo libri VI “Nell'opera più importante Dei
diritti dell'uomo, pubblicata a Roma ma, per volontà del papa, con la falsa indicazione
di Assisi, si rifece alle concezioni rousseauiane relativamente alla dottrina
del contratto sociale come origine della società, ma contestandone la tesi di
un originario stato di *natura* a cui occorrerebbe tornare, perché soltanto
all'interno della società civile l'uomo può realizzare i suoi bisogni di
felicità e di perfezione. Lo stato, a cui è destinato l'uomo dalla natura,
è la società civile: ciò fu dimostrato; e vuol dire, che l'uomo non può
rinunziare, generalmente parlando, alla società civile senza opporsi alla sua
propria natura. È parte essenziale della costituzione sociale il Principato il
Popolo non ha diritto di disfare il principato. Se la forma migliore di governo
è, il principato, e al principe il popolo affida le tre facoltà di giudicare,
di decretare e di eseguire, il popolo non può togliergli il principato a suo
beneplacito, cioè quando gli pare, per motivi leggieri, senza motivi, perché
violerebbe il patto sottoscritto, a meno che il principe non violi la
condizione essenziale del contratto stipulato, il do ut facias, a meno che egli
non faccia ciò che si era impegnato a fare in cambio della proprietà del
principato: ossia, custodire i diritti naturali di ciascuno e dirigere tutte le
operazioni del principato alla felicità de' sudditi. Questa è la base del
contratto, e se invece il principe «prendesse a distruggere i diritti naturali
di ognuno, a sostituire il capriccio alle leggi, e ad immergere nella miseria i
poveri sudditi, il contratto resterebbe sciolto da sé. Lo scioglimento del
contratto non significa che il popolo eserciti per proprio conto il governo, ma
che debba «investirne un altro con auspici migliori». Ma chi deciderà che
il contratto stabilito con il principe sia nullo? Intanto, osserva che il
contratto siasi sciolto già da sé stesso, si dee legalmente dichiarare. Prima
della quale dichiarazione a niuno è permesso di sottrarsi dall'ubbidienza del principe.
E il diritto di far tale dichiarazione non appartiene a verun privato, né alla
unione di alcuni, né anco alla moltitudine. Solo un corpo che rappresenti tutti
i sudditi può dichiarare lo scioglimento del patto con il principe. Questo vero
corpo e formato da tutti i magistrati, tutti gl’ordini de' cittadini, le
persone illuminate, probe, e non soggette all'impeto del momento ogni colta
nazione nella costituzione fondamentale, che dà a sé stessa, e che inerisce nel
contratto che fa con la persona che vuole innalzare al principato, e che questa
giura di mantenere, sempre, forma un corpo o sia un collegio, per così dire,
immortale, che rappresenti permanentemente tutti gl'individui. Laonde basta che
la dichiarazione si faccia da questo corpo, per esser legale. Qualora il
principe resista e voglia mantenere il potere non più riconosciutogli, comportandosi
così da tiranno, il corpo della nazione mai però un singolo cittadinopotrà
legittimamente giungere fino all'estrema soluzione di condannarlo a
morte. Si mostra avverso sia al dispotismo illuminato, che rifiutava tanto
il principio della sovranità popolare quanto il primato della religione nel
governo dello stato, sia i princìpi laici della rivoluzione francese. La
garanzia di assicurare i diritti fondamentali dell'uomo è data dalla religione
cristiana che ha come princìpi essenziali l'amore e la carità verso il
prossimo. Polemizza anche contro i giansenisti che accusa di giacobinismo e di
spirito sovvertitore dei troni. Gli
rispose con asprezza Tamburini nello scritto Lettere teologico politiche sulla
presente situazione delle cose ecclesiastiche. Il riconoscimento che la
sovranità derivi dal popolo e che questi, attraverso i suoi delegati, possa
giungere a rovesciarne il potere, gli procurarono violente critiche e
inimicizie da parte dei circoli reazionari e in parte anche moderati, e al
saggio, che ha alla sua uscita una notevole diffusione, il divieto di pubblicazione
in tutta Europa. Soltanto nella seconda metà dell'Ottocento esso puo nuovamente
circolare, anche se in Italia, mutato il clima politico e culturale, venne
nuovamente ignorato. La sua morte improvvisa fa nascere la diceria che il
decesso fosse avvenuto per avvelenamento. Ludovico Geymonat e Renato
Tisato, «Il pensiero filosofico-pedagogico italiano, Filosofi e pedagogisti
estranei all'illuminismo». In : Ludovico Geymonat , Storia del pensiero
filosofico e scientifico” (Milano, Garzanti); G. Melzi, Dizionario di opere
anonime e pseudonime di scrittori italiani: o come che sia aventi relazione
all'Italia. Milano : Coi torchi di L. di Giacomo Pirola, N. Nicolini, op.
cit.. C. Giurintano, Società e Stato
(Palermo). A. Pisanò, Una teoria comunitaria dei diritti umani: i diritti
dell'uomo” (Milano). bronteinsieme Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italian. Analisi dell'Esame critico del signor Nicola Frèret sulle prove del
cristianesimo Ragionamento sopra l'arte di governare Ragionamento sulla
influenza della religione cristiana nella società civile Confutazione
dell'esame critico del cristianesimo fatto dal signor Eduardo Gibbon, Confutazione
dell'esame critico del cristianesimo fatto dal signor Eduardo Gibbon, De'
diritti dell'uomo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spadalieri sul contratto
conversazionale.” H. P. Grice, “A critique to conversational
quasi-contrastualism.” Nicola Spedalieri. Spedalieri. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Spedalieri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690092790/in/photolist-2mKFeJo
Speranza (Albalonga). Filosofo. Speranza, Ugo -- Speranza,
Alessandro -- Speranza, Ettore -- Speranza, Gianni -- Speranza, Paola --
Speranza, Anna-Maria -- Speranza-Ghersi –Ghersi-Speranza, Anna-Maria -- Speranza lui speranza: luigi della --. Italian
philosopher, attracted, for some reason, to H. P. Grice. Speranza knows St. John’s
very well. He is the author of “Dorothea Oxoniensis.” He is a member of a
number of cultivated Anglo-Italian societies, like H. P. Grice’s Playgroup. He
is the custodian of Villa Grice, not far from Villa Speranza. He works at the
Swimming-Pool Library. Cuisine is one of his hobbiesgrisottoa alla ligure, his
specialty. He can be reached via H. P. Grice. Refs.: Luigi Speranza, “Vita ed
opinion di Luigi Speranza,” par Luigi Speranza. A. M. Ghersi Speranzavide
Ghersi-Speranza. Ghersi is a collaborator of Speranza. Grice: “It’s easy enough
to list Speranza’s publications.” Speranza, like Mill, was fortunate to belong
to a literary familyand he would read Descartes’s Meditations, which drew him
to philosophy. His studies in logic drew him to semanticsHis first love was
Oxonian analysis as summarised in Hartnack’s essay on ‘contemporary’
philosophy. One of Speranza’s earliest essays is on Plato’s Cratylus, relying
mainly on Cassierer, but also drawing from Austin’s Philosophical Papesr.
Spearnza’s idea is that “ … mean …” is a dyadic relation and what’s behind
Plato’s theory of forms. This was Speranza’s contribution to a seminar in
ancient philosophy. For his contribution on medieaval philosophy, Speranza drew
on the modistae, and the Patrologia Latina for the use of ‘intentio’ in various
writers, up to AquinoSperanza finds it fascinating that the earliest modistae
do find a conceptual link between the ‘intentio’ and the ‘significatio.’ For a
seminar on scepticism, Speranza contributed with a paper on Gricedrawing on
Sextus Empiricus and Bar-Hillel. It relates to Grice’s problem with the
conversational category of fortitude. Speranza concludes that a phenomenalist
account is possible, but there are two other options: ‘silence’ (“not to
participate in the conversational game”) or the utterance of non-alethic
utterances, such as questions and commands. For a seminar on political
philosophy, Speranza contributed with an essay on ‘Contractualism’ from
Rousseau onwards --. For a seminar on phenomenology and the social sciences,
Speranza contributed with an essay on ‘The conversational unit,’ the idea that
the emic approach is preferable to the etic approach. For a seminar on
argumentation theory on Habermas, Speranza contributed with a “German Grice,”
the idea of a ‘strategy’ is a momer. Grice is into co-operative proceduresand
those who provide taxonomies of rationality should be made aware of this. For
“The Carrollian,” Speranza contributed with “Humpty Dumpty’s Impenetrability.”
The idea that Davidson is right and Alice does not mean that there is a
knock-down argument, or that she should change the topiche draws on Grice’s
collaborator at Oxford, D. F. Pears, for his insights on “Intention and
belief.” At the request of the editor of a bibliographical bulletin, M. Costa,
Speranza contributed with reviews of oeuvre by R. M. Hare (“Sub-atomic
particles of logic”), J. F. Thomson (“if and If”) and work on the English
philosopher H. P. Grice (J. Baker, etc.). His review on Way of Words spramg
from the same project, and it is an ‘invitation.’ For a congress of philosophy,
Speranza presented “On the way of conversation,” playing on Grice’s “way of
words”“Surely there’s more than words to conversation.” Speranza focuses on
what Grice amusingly calls a ‘minro problem,’ that of expression
meaningSperanza’s example: “How do you find Bologna?” “I haven’t been mugged
yet” was inspired by a remark of an attendant to the conference. For a congress
on conversational reasoning, Speranza contributed with “First time at Bologna?”
providing twenty five possible answers“first time in the region, actually.”
Etc. Speranza, following Grice, refers to this sort of reasoning as a sort of
‘brooding’to ‘brood’ is to ‘reason’ in a calculated fashion. As an invitation
project, Speranza collaborated with “Rational face to rational face: a study in
conversational pragmatics from a Griceian perspective.” In his essay
“Post-modernist Grice,” he deals with the unary and dyadic connectors. For a
congress on “Current Issues,” Speranza presented his “The feast of reason,”
three steps in the critique of conversational reason. The first step is
empirical, the second is quasi-contractualist, and the third is rational,
undersood weakly and strongly. For an essay on relativism, Speranza presented
an essay on ‘The cunning of conversational reason.’ Speranza maintains Grice’s
jocular references to Kantthe Conversational Immanuel. For an essay on desirability,
Speranza explored the issues connected with mise-en-abyme and
self-reflectionsome of these were published. There is published correspondence
with members of what Speranza calls the Grice Club. Refs.: The H. P. Grice
Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California,
Berkeley. Speranza, villaThe Swimming-Pool LibraryH. P. Grice’s Play Group,
Liguria, Italia. Luigi Speranza, “Grice e la storia della filosofia italiana.” Speranza
has done crucial research on Griceianism, unearthing some documents by O.Wood,
J. O. Urmson,H. Nowell-Smith, and many many others – not just H. P. Grice. Vide:
The Grice Papers, BANC, MSS.
Spirito (Arezzo). Filosofo. Allievo di Gentile. Firmatario del manifesto
degli intellettuali fascisti e, nel periodo fascista, tra i teorici del corporativismo.
Ha cattedre di insegnamento a Pisa, Messina, Genova e Roma. A Roma e ordinario
di Filosofia. Er, allora, tra i principali filosofi a Roma insieme con Antoni,
allievo di Croce, Calogero, filosofo del "dialogo" (Cf. Grice –
“dialogo” vs. “conversazione”) -- e Nardi grande studioso di filosofia di
Aligheri e medievale. Rinomate sono non tanto le sue lezioni quanto i suoi
pomeriggi di discussione del giovedì. Tre ore, non di lezione, ma di
discussione serrata su un problema filosofico; uno soltanto per un intero anno
accademico. Uno, per esemptio, e dedicato al concetto di sogno. Ai giovedì nell'aula
grande dell'Istituto di Filosofia interveneno tante e diverse persone: gli
studenti, i numerosi assistenti e inoltre partecipanti di varie età convinzioni
e provenienze. Ascolta tutti, rilancia e guida la discussione verso nuove
prospettive interpretative. In quegli anni pubblica saggi connessi a quei
giovedì. Tra le altre: “Il Problematicismo”; “La Vita come Ricerca”; “La Vita
come Amore”, “Cattolicesimo e Comunismo”, fino all'ultima, autobiografica “Vita
di un Incosciente”. Volendo indicare un tratto distintivo della sua filosofia,
essa consiste nella curiosità e nel rispetto per qualsiasi posizione. Non
esiste una parola definitiva, ma la ricerca della verità dove essere portata
sempre ulteriormente avanti. In questo
senso vanno interpretate le sue riflessioni che spaziano dai campi della
speculazione filosofica, al giuridico, al sociale fino all'economico. Dopo la
morte del filosofo è stata costituita la Fondazione Ugo Spirito. È sepolto al
Cimitero del Verano, a fianco del cosiddetto Crocione. Tra i vari livelli di
ricerca, spicca nella sua filosofia la riflessione sulle strutture dello stato.
Allontanandosi nettamente dal pensiero di matrice liberale, non vede alcuna contra-posizione tra la
figura dell'individuo e quella dello stato. Con un passo oltre questa
interpretazione, che giudica dis-organica e arbitraria, vede al contrario lo
stato come figura entro cui gl’individui vieneno a realizzarsi. Il binomio
individui/tato/stato diventa così un'equazione, in cui il secondo termine viene
a risolversi e quindi realizzarsi pienamente nel primo, che si caratterizza
"non [come] una semplice sovrastruttura disciplinatrice, ma come un
organismo che esprime un'unica volontà e compone tutti i dissidi
individualistici". In questo senso,
l'unica via percorribile nella realizzazione di tale modello è la via corporativa
in cui lo stato, che da stato di al meno due individui diventa stato di al meno
due produttori, rappresenta il luogo in cui interesse pubblico o comune ed
interesse privato o soggetivo vengono a coincidere, poiché, per dirla con
Gentile, in esso non deve venire annullata quella sorgente di vita economica e
morale che sono gl’individui. Questa
concezione è stata definita immanenza dei individui nello stato, volta alla
mobilitazione degl’individui nelle e per le strutture create dallo stato. Se
nella sua accezione l'economia è politica e se ne deve garantire la
subordinazione alle scelte sociali, in questo senso va inquadrato il ruolo che
assegna allo stato in termini di intervento pubblico o comone. Ben lungi dal
prospettare una situazione paragonabile al collettivismo, è lontano anche dagli
eccessi dis-organici che imputav al sistema liberale. Il funzionario di stato, che in prospettiva
dove andare a sostituire il capitalista privato, e giudicato non come un agente
del collettivismo o del capitalismo statale (che sappiamo cosa produsse col
sovietismo), ma un semplice delegato tecnico, che si fa garante di una diversa
realtà: assicurare socialmente il controllo della produzione ela stessa proprietà
dei mezzi produttivi. Altre opere: “Il diritto penale italiano, Il nuovo
diritto penale, Critica dell'economia
liberale, “L'idealismo italiano e i suoi critici” – Grice: “A delightfull read,
especially for us Oxonians, since he manages to quote extensively from the
Proceedings of the Aristotelian Society, seeing that Ryle hated idealism!” -- I
fondamenti dell'economia corporativa, Capitalismo e corporativismo, Scienza e
filosofia, La vita come ricerca, Rubbettino, Dall'economia liberale al
corporativismo, La vita come arte, Il problematicismo, La vita come amore, Critica
della democrazia, Rubbettino, Il
comunismo, Dall'attualismo al problematicismo, Memorie di un incosciente”
(Rusconi, Milano); “Pareto” (Cadmo, Roma); “Critica della democrazia” (Luni, Milano);
“Il corporativismo: dall'economia liberale al corporativismo; i fondamenti
dell'economia corporativa; capitalismo e corporativismo, raccolta di saggi,
Rubbettino, M. Rodotà , Passeggiando in bicicletta; Bighellonando dentro il
Verano, Corriere della Sera, Lino di Stefano, Filosofo, Giurista, Economista,
Giovanni Volpe editore, Roma 1Giovanni Gentile, Individuo e Stato, "Books Received.", Economist
[Londra, Inghilterra], Antimo Negri, Dal corporativismo comunista all'umanesimo
scientifico. Itinerario teoretico, Manduria, Lacaita, Franco Tamassia , L'opera
di Ugo Spirito, Roma, Atti del Convegno Internazionale Il pensiero di Spirito,
Roma, Antonio Russo, Positivismo e idealismo in Ugo Spirito, Roma, Fondazione
Ugo Spirito, Giovanni Dessì, Spirito. Filosofia e rivoluzione” (Milano, Luni);
A. Russo, Dal positivismo
all'antiscienza, Milano, Guerini e Associati, Hervé A. Cavallera, Spirito: la
ricerca dell'incontrovertibile, Formello, SEAM, Danilo Breschi, Spirito del
Novecento. Il secolo di Ugo Spirito dal fascismo alla contestazione,
Rubbettino, Antonio Cammarana,
Proposizioni sulla filosofia di Giovanni Gentile, prefazione del senatore
Armando Plebe, Roma, Gruppo parlamentare MSI-DN, Senato della Repubblica, Pagine, Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze, A. Cammarana, Teorica della reazione dialettica: filosofia del
postcomunismo, Roma, Gruppo parlamentare MSI-DN, Senato della Repubblica,,
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, V. Pirro, Ricordo, in "Nuovi
Studi Politici" Ed. Bulzoni, Roma, Alessandra Tarquini, Ugo Spirito, in Il
contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, . M. Mustè, Enciclopedia machiavelliana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, . Paolo Bettineschi, L'esperienza storica e l'intrascendibilità del
conoscere. Sul sapere di non sapere, in Rivista di filosofia neo-scolastica, , Problematicismo
Corporativismo Fascismo Corporazione proprietaria. Treccani Enciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Vito A.
Bellezza, Ugo Spirito, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Ugo Spirito, in Dizionario di
storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .
Alessandra Tarquini, Ugo Spirito, in Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su siusa.archivi.beniculturali,
Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Find a
Grave. Opere di Ugo Spirito, su
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Ugo Spirito, . Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, su
fondazionespirito. Spirito, Ugo, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Spirito. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spirito” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51718471510/in/photolist-2mPwZGS-2mPkobg-2mPpmMv-2mPoj9X-2mPszkp-2mPqp6k-2mNzeEc-2mNbFJE-2mNaHiH-2mMQbzj-2mLKtaD-2mLLZRD-2mLFz5i-2mLGnHy-2mLLy7L-2mLLy6U-2mLGvyP-2mPkhvE-2mN84eK-2mMyyfB
Grice e Spisani – la contestazione –
filosofia italiana
(Ferrara), Filosofo. Studioso di solito indicato tra i filosofi della scienza,
si laurea a Padova con una tesi di sull'attualismo italiano. In seguito
collabora a Urbino. A Bologna fonda la rivista “Rassegna di Logica” e il Centro superiore di logica e scienze
comparate, che aveva nel comitato direttivo Popper e Ricœur. In una lettera Carnap
critica una sua decisione di non pubblicare un'opera. Morì suicida. Ha scritto
varie opere, tra le quali: “Neutralizzazione dello spazio per sintesi
produttiva”; “Endo-metria e universo del discorso” e “Teoria generale dei
numeri relativi, legati alla logica e alla matematica trascendentale. Nella
prefazione si dice che: "C'è una relazione divisoria che ipotizza il
valore “M,” numero logico trans-infinito all'origine della neutralizzazione
dello spazio transfinito. Aleph ({\displaystyle \aleph }\aleph ) va verso
successivi aumenti.” “Ma è la relatività dei numeri (allora espressa nel
calcolo per valori di posizione) che ne individua la direzione
inversa." Spisani pubblica un altro
libro, di taglio più divulgativo, “Introduzione alla teoria dei numeri
relativi.” Qui spiega le sue scoperte in forma di dialogo; tra gli
interlocutori (check) la misteriosa figura della piovra Clipso. Il suo lavoro è stato citato da Smith nel suo
saggio sui limiti della metafisica. Il pensiero di Spisani è ripreso da Bruno
Gallo, fondatore della logo-fenica.
Opere: “Natura e spirito nell'idealismo attuale” (Milano, Fabbri); “Neutralizzazione
dello spazio per sintesi produttiva, presentazione” (Bologna, Cappelli); “Il
numero nell'istanza ontologica del rapporto d'identità” (Imola, Galeati); “Logica
ed esperienza” (Milano, Marzorati); “Logica della contestazione” (Bologna,
Cappelli, (check thi: ); “ Implicazione, endo-metria, universo del discorso”
(Bologna); “Teoria generale dei numeri relativi con ingresso dei numeri
moltiplicatori e divisor” (Bologna); “Introduzione alla teoria generale dei
numeri relative” (Bologna, Centro superiore di logica e scienze comparate,
Sezione di analisi matematica). Dal catalogo ACNP Franco Spisani, “Teoria Generale dei numeri
relative” (Bologna, pubblicato a cura del Centro superiore di logica e scienze
comparate; la lista dei direttori di ricerca è sulla quarta di copertina. «Dear professor Spisani, I am astonished that
you insist on your decision not to publish your essay. It is essential that you
make your number theory known; and I have already emphasized the importance of
the presentation of multipliers and divisors. Don't have any doubts. You have
my total support. With best wishes, R. Carnap». (“Teoria Generale dei numeri
relative” -- La lettera è in una pagina non numerata tra pag. 14 e pag.
15.) L'ha vegliato prima di suicidarsi,
la Repubblica La teoria generale dei
numeri relativi, Franco Spisani. Sulla
storia della pubblicazione della Teoria generale, importanti ricerche erano già
pronte nel 1963; allora, dice l'autore, "ne discussi con Carnap. Carnap
avevo sottoposto i risultati dell'indagine. Carnap spiegai anche le ragioni
che, al momento, mi inducevano a non diffonderne le conclusioni. Carnap rispose
che quella scelta gli sembrava affatto ingiustificata: l'operas crises non
poteva rimanere nel silenzio. Tuttavia non cambiai parere. Non avrei pubblicato,
e glielo confermai." Smith, Essay on ultimate questions: critical
discussion of the limits of contemporary philosophical inquiry, Avebury, Dai
numeri naturali ai numeri relativi, moltiplicatori e divisori di Bruno Gallo, “Un
uomo genial”, necrologio pubblicato da la Nuova Ferrara, L'ha vegliato prima di
suicidarsi, di Carlo Gulotta, la Repubblica, sezione Bologna, Archivio. Franco
Spisani. Spisani. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spisani” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733750694/in/datetaken/
Grice e Sraffa – la mia implicatura – filosofia
italiana (an Italian noble -- vitters,
and Grice -- L.cited by H. P. Grice,
“Some like Vitters, but Moore’s MY man.” Vienna-born philosopher trained as an
enginner at Manchester. Typically referred to Wittgenstein in the style of
English schoolboy slang of the time as, “Witters,” pronounced “Vitters.”“I
heard Austin said once: ‘Some like Witters, but Moore’s MY man.’ Austin would
open the “Philosophical Investigations,” and say, “Let’s see what Witters has
to say about this.” Everybody ended up loving Witters at the playgroup.”
Witters’s oeuvre was translated first into English by C. K. Ogden. There are
interesting twists. Refs.: H. P. Grice, “Vitters.” Grice was sadly discomforted
when one of his best friends at Oxford, D. F. Pears, dedicated so much effort
to the unveiling of the mysteries of ‘Vitters.’ ‘Vitters’ was all in the air in
Grice’s inner circle. Strawson had written a review of Philosophical
Investigations. Austin was always mocking ‘Vitters,’ and there are other
connections. For Grice, the most important is that remark in “Philosohpical Investigations,”
which he never cared to check ‘in the Hun,’ about a horse not being seen ‘as a
horse.’ But in “Prolegomena” he mentions Vitters in other contexts, too, and in
“Causal Theory,” almost anonymouslybut usually with regard to the ‘seeing as’
puzzle. Grice would also rely on Witters’s now knowing how to use ‘know’ or
vice versa. In “Method” Grice quotes verbatim: ‘No psyche without the
manifestation the ascription of psyche is meant to explain,” and also to the
effect that most ‘-etic’ talk of behaviour is already ‘-emic,’ via internal
perspective, or just pervaded with intentionalism. One of the most original and
challenging philosophical writers of the twentieth century. Born in Vienna into
an assimilated family of Jewish extraction, he went to England as a student and
eventually became a protégé of Russell’s at Cambridge. He returned to Austria
at the beginning of The Great War I, but went back to Cambridge in 8 and taught
there as a fellow and professor. Despite spending much of his professional life
in England, Vitters never lost contact with his Austrian background, and his
writings combine in a unique way ideas derived from both the insular and the
continental European tradition. His thought is strongly marked by a deep
skepticism about philosophy, but he retained the conviction that there was
something important to be rescued from the traditional enterprise. In his Blue
Book 8 he referred to his own work as “one of the heirs of the subject that
used to be called philosophy.” What strikes readers first when they look at
Vitters’s writings is the peculiar form of their composition. They are
generally made up of short individual notes that are most often numbered in
sequence and, in the more finished writings, evidently selected and arranged
with the greatest care. Those notes range from fairly technical discussions on
matters of logic, the mind, meaning, understanding, acting, seeing,
mathematics, and knowledge, to aphoristic observations about ethics, culture,
art, and the meaning of life. Because of their wide-ranging character, their
unusual perspective on things, and their often intriguing style, Vitters’s
writings have proved to appeal to both professional philosophers and those
interested in philosophy in a more general way. The writings as well as his
unusual life and personality have already produced a large body of interpretive
literature. But given his uncompromising stand, it is questionable whether his
thought will ever be fully integrated into academic philosophy. It is more
likely that, like Pascal and Nietzsche, he will remain an uneasy presence in
philosophy. From an early date onward Vitters was greatly influenced by the
idea that philosophical problems can be resolved by paying attention to the
working of language a thought he may have
gained from Fritz Mauthner’s Beiträge zu einer Kritik der Sprache 102.
Vitters’s affinity to Mauthner is, indeed, evident in all phases of his
philosophical development, though it is particularly noticeable in his later
thinking.Until recently it has been common to divide Vitters’s work into two
sharply distinct phases, separated by a prolonged period of dormancy. According
to this schema the early “Tractarian” period is that of the Tractatus
Logico-Philosophicus 1, which Vitters wrote in the trenches of World War I, and
the later period that of the Philosophical Investigations 3, which he composed
between 6 and 8. But the division of his work into these two periods has proved
misleading. First, in spite of obvious changes in his thinking, Vitters remained
throughout skeptical toward traditional philosophy and persisted in channeling
philosophical questioning in a new direction. Second, the common view fails to
account for the fact that even between 0 and 8, when Vitters abstained from
actual work in philosophy, he read widely in philosophical and
semiphilosophical authors, and between 8 and 6 he renewed his interest in
philosophical work and wrote copiously on philosophical matters. The posthumous
publication of texts such as The Blue and Brown Books, Philosophical Grammar,
Philosophical Remarks, and Conversations with the Vienna Circle has led to
acknowledgment of a middle period in Vitters’s development, in which he
explored a large number of philosophical issues and viewpoints a period that served as a transition between
the early and the late work. Early period. As the son of a greatly successful
industrialist and engineer, Vitters first studied engineering in Berlin and
Manchester, and traces of that early training are evident throughout his
writing. But his interest shifted soon to pure mathematics and the foundations
of mathematics, and in pursuing questions about them he became acquainted with
Russell and Frege and their work. The two men had a profound and lasting effect
on Vitters even when he later came to criticize and reject their ideas. That
influence is particularly noticeable in the Tractatus, which can be read as an
attempt to reconcile Russell’s atomism with Frege’s apriorism. But the book is
at the same time moved by quite different and non-technical concerns. For even
before turning to systematic philosophy Vitters had been profoundly moved by
Schopenhauer’s thought as it is spelled out in The World as Will and
Representation, and while he was serving as a soldier in World War I, he renewed
his interest in Schopenhauer’s metaphysical, ethical, aesthetic, and mystical
outlook. The resulting confluence of ideas is evident in the Tractatus
Logico-Philosophicus and gives the book its peculiar character. Composed in a
dauntingly severe and compressed style, the book attempts to show that
traditional philosophy rests entirely on a misunderstanding of “the logic of
our language.” Following in Frege’s and Russell’s footsteps, Vitters argued
that every meaningful sentence must have a precise logical structure. That
structure may, however, be hidden beneath the clothing of the grammatical
appearance of the sentence and may therefore require the most detailed analysis
in order to be made evident. Such analysis, Vitters was convinced, would
establish that every meaningful sentence is either a truth-functional composite
of another simpler sentence or an atomic sentence consisting of a concatenation
of simple names. He argued further that every atomic sentence is a logical
picture of a possible state of affairs, which must, as a result, have exactly
the same formal structure as the atomic sentence that depicts it. He employed
this “picture theory of meaning” as it
is usually called to derive conclusions
about the nature of the world from his observations about the structure of the
atomic sentences. He postulated, in particular, that the world must itself have
a precise logical structure, even though we may not be able to determine it
completely. He also held that the world consists primarily of facts, corresponding
to the true atomic sentences, rather than of things, and that those facts, in
turn, are concatenations of simple objects, corresponding to the simple names
of which the atomic sentences are composed. Because he derived these
metaphysical conclusions from his view of the nature of language, Vitters did
not consider it essential to describe what those simple objects, their
concatenations, and the facts consisting of them are actually like. As a
result, there has been a great deal of uncertainty and disagreement among
interpreters about their character. The propositions of the Tractatus are for
the most part concerned with spelling out Vitters’s account of the logical
structure of language and the world and these parts of the book have
understandably been of most interest to philosophers who are primarily
concerned with questions of symbolic logic and its applications. But for
Vitters himself the most important part of the book consisted of the negative
conclusions about philosophy that he reaches at the end of his text: in
particular, that all sentences that are not atomic pictures of concatenations
of objects or truth-functional composites of such are strictly speaking
meaningless. Among these he included all the propositions of ethics and
aesthetics, all propositions dealing with the meaning of life, all propositions
of logic, indeed all philosophical propositions, and finally all the
propositions of the Tractatus itself. These are all strictly meaningless; they
aim at saying something important, but what they try to express in words can
only show itself. As a result Vitters concluded that anyone who understood what
the Tractatus was saying would finally discard its propositions as senseless,
that she would throw away the ladder after climbing up on it. Someone who
reached such a state would have no more temptation to pronounce philosophical
propositions. She would see the world rightly and would then also recognize
that the only strictly meaningful propositions are those of natural science;
but those could never touch what was really important in human life, the
mystical. That would have to be contemplated in silence. For “whereof one
cannot speak, thereof one must be silent,” as the last proposition of the
Tractatus declared. Middle period. It was only natural that Vitters should not
embark on an academic career after he had completed that work. Instead he
trained to be a school teacher and taught primary school for a number of years
in the mountains of lower Austria. In the mid-0s he also built a house for his
sister; this can be seen as an attempt to give visual expression to the
logical, aesthetic, and ethical ideas of the Tractatus. In those years he
developed a number of interests seminal for his later development. His school
experience drew his attention to the way in which children learn language and
to the whole process of enculturation. He also developed an interest in
psychology and read Freud and others. Though he remained hostile to Freud’s
theoretical explanations of his psychoanalytic work, he was fascinated with the
analytic practice itself and later came to speak of his own work as therapeutic
in character. In this period of dormancy Vitters also became acquainted with
the members of the Vienna Circle, who had adopted his Tractatus as one of their
key texts. For a while he even accepted the positivist principle of meaning
advocated by the members of that Circle, according to which the meaning of a
sentence is the method of its verification. This he would later modify into the
more generous claim that the meaning of a sentence is its use. Vitters’s most
decisive step in his middle period was to abandon the belief of the Tractatus
that meaningful sentences must have a precise hidden logical structure and the
accompanying belief that this structure corresponds to the logical structure of
the facts depicted by those sentences. The Tractatus had, indeed, proceeded on
the assumption that all the different symbolic devices that can describe the
world must be constructed according to the same underlying logic. In a sense,
there was then only one meaningful language in the Tractatus, and from it one
was supposed to be able to read off the logical structure of the world. In the
middle period Vitters concluded that this doctrine constituted a piece of unwarranted
metaphysics and that the Tractatus was itself flawed by what it had tried to
combat, i.e., the misunderstanding of the logic of language. Where he had
previously held it possible to ground metaphysics on logic, he now argued that
metaphysics leads the philosopher into complete darkness. Turning his attention
back to language he concluded that almost everything he had said about it in
the Tractatus had been in error. There were, in fact, many different languages
with many different structures that could meet quite different specific needs.
Language was not strictly held together by logical structure, but consisted, in
fact, of a multiplicity of simpler substructures or language games. Sentences
could not be taken to be logical pictures of facts and the simple components of
sentences did not all function as names of simple objects. These new
reflections on language served Vitters, in the first place, as an aid to
thinking about the nature of the human mind, and specifically about the
relation between private experience and the physical world. Against the
existence of a Cartesian mental substance, he argued that the word ‘I’ did not
serve as a name of anything, but occurred in expressions meant to draw
attention to a particular body. For a while, at least, he also thought he could
explain the difference between private experience and the physical world in
terms of the existence of two languages, a primary language of experience and a
secondary language of physics. This duallanguage view, which is evident in both
the Philosophical Remarks and The Blue Book, Vitters was to give up later in
favor of the assumption that our grasp of inner phenomena is dependent on the
existence of outer criteria. From the mid-0s onward he also renewed his
interest in the philosophy of mathematics. In contrast to Frege and Russell, he
argued strenuously that no part of mathematics is reducible purely to logic.
Instead he set out to describe mathematics as part of our natural history and
as consisting of a number of diverse language games. He also insisted that the
meaning of those games depended on the uses to which the mathematical formulas
were put. Applying the principle of verification to mathematics, he held that
the meaning of a mathematical formula lies in its proof. These remarks on the
philosophy of mathematics have remained among Vitters’s most controversial and
least explored writings. Later period. Vitters’s middle period was
characterized by intensive philosophical work on a broad but quickly changing
front. By 6, however, his thinking was finally ready to settle down once again
into a steadier pattern, and he now began to elaborate the views for which he
became most famous. Where he had constructed his earlier work around the logic
devised by Frege and Russell, he now concerned himself mainly with the actual
working of ordinary language. This brought him close to the tradition of
British common sense philosophy that Moore had revived and made him one of the
godfathers of the ordinary language philosophy that was to flourish in Oxford
in the 0s. In the Philosophical Investigations Vitters emphasized that there
are countless different uses of what we call “symbols,” “words,” and
“sentences.” The task of philosophy is to gain a perspicuous view of those
multiple uses and thereby to dissolve philosophical and metaphysical puzzles.
These puzzles were the result of insufficient attention to the working of
language and could be resolved only by carefully retracing the linguistic steps
by which they had been reached. Vitters thus came to think of philosophy as a
descriptive, analytic, and ultimately therapeutic practice. In the
Investigations he set out to show how common philosophical views about meaning
including the logical atomism of the Tractatus, about the nature of concepts, about
logical necessity, about rule-following, and about the mindbody problem were
all the product of an insufficient grasp of how language works. In one of the
most influential passages of the book he argued that concept words do not
denote sharply circumscribed concepts, but are meant to mark family
resemblances between the things labeled with the concept. He also held that
logical necessity results from linguistic convention and that rules cannot
determine their own applications, that rule-following presupposes the existence
of regular practices. Furthermore, the words of our language have meaning only
insofar as there exist public criteria for their correct application. As a
consequence, he argued, there cannot be a completely private language, i.e., a
language that in principle can be used only to speak about one’s own inner
experience. This private language argument has caused much discussion.
Interpreters have disagreed not only over the structure of the argument and
where it occurs in Vitters’s text, but also over the question whether he meant
to say that language is necessarily social. Because he said that to speak of
inner experiences there must be external and publicly available criteria, he
has often been taken to be advocating a logical behaviorism, but nowhere does
he, in fact, deny the existence of inner states. What he says is merely that
our understanding of someone’s pain is connected to the existence of natural
and linguistic expressions of pain. In the Philosophical Investigations Vitters
repeatedly draws attention to the fact that language must be learned. This
learning, he says, is fundamentally a process of inculcation and drill. In
learning a language the child is initiated in a form of life. In Vitters’s
later work the notion of form of life serves to identify the whole complex of
natural and cultural circumstances presupposed by our language and by a
particular understanding of the world. He elaborated those ideas in notes on
which he worked between 8 and his death in 1 and which are now published under
the title On Certainty. He insisted in them that every belief is always part of
a system of beliefs that together constitute a worldview. All confirmation and
disconfirmation of a belief presuppose such a system and are internal to the system.
For all this he was not advocating a relativism, but a naturalism that assumes
that the world ultimately determines which language games can be played.
Vitters’s final notes vividly illustrate the continuity of his basic concerns
throughout all the changes his thinking went through. For they reveal once more
how he remained skeptical about all philosophical theories and how he
understood his own undertaking as the attempt to undermine the need for any
such theorizing. The considerations of On Certainty are evidently directed
against both philosophical skeptics and those philosophers who want to refute
skepticism. Against the philosophical skeptics Vitters insisted that there is
real knowledge, but this knowledge is always dispersed and not necessarily reliable;
it consists of things we have heard and read, of what has been drilled into us,
and of our modifications of this inheritance. We have no general reason to
doubt this inherited body of knowledge, we do not generally doubt it, and we
are, in fact, not in a position to do so. But On Certainty also argues that it
is impossible to refute skepticism by pointing to propositions that are
absolutely certain, as Descartes did when he declared ‘I think, therefore I am’
indubitable, or as Moore did when he said, “I know for certain that this is a
hand here.” The fact that such propositions are considered certain, Vitters
argued, indicates only that they play an indispensable, normative role in our
language game; they are the riverbed through which the thought of our language
game flows. Such propositions cannot be taken to express metaphysical truths.
Here, too, the conclusion is that all philosophical argumentation must come to
an end, but that the end of such argumentation is not an absolute, self-evident
truth, but a certain kind of natural human practice. Sraffa. Keywords. Refs.: H.
P. Grice, “Il gesto della mano di Sraffa.” Speranza, “Sraffa’s handwave, and
his impicaturum”; Luigi Speranza, “L’implicatura di Sraffa,” per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733734529/in/datetaken/
Grice e Stabile – critica della ragione
borghese – filosofia italiana (Sapri). Duplicato. Filosofo. Laureatosi a Napoli con una tesi
sulla filosofia dei valori, divenne ricercatore a Salerno. Pubblica saggi su
Dupréel, sulla scuola di Budapest, su Montaigne e sulla Heller apparsi su
"Prassi e teoria", "Aut Aut", "Studi di filosofia
politica e diritto", "il Centauro", "Ombre rosse",
riviste tra le più prestigiose nel panorama della pubblicistica filosofica
italiana; collaborò inoltre, con Schiera, alla direzione della collana di testi
e studi "Relox" della casa editrice Bibliopolis di Napoli.. Salerno
dedicò un convegno di studi alla sua memoria: "La saggezza moderna. Temi e
problemi dell'opera di Pierre Charron".
Biblioteca personale Il fondo, acquisito nella seconda metà degli anni
Ottanta, rappresenta solo una piccola porzione della biblioteca di Stabile,
infatti la consistenza attuale si aggira intorno ai 650 volumi altri libri sono
in possesso del Dipartimento di Filosofia a Salerno.Tuttavia la consistenza
maggiore ricopre il periodo intorno a cui si è formata la personalità
scientifica di Stabile. I libri del fondo sottolineano l'interesse verso la
critica marxista e la scuola di Budapest (moltissimi i volumi degli Editori
Riuniti). Degni di attenzione alcuni esemplari caratteristici degli anni
Settanta, come ad esempio quelli della collana "I gabbiani" del
Saggiatore o ancora la collana quasi completa degli "Opuscoli
marxisti" della Feltrinelli, i volumi della collana "Biblioteca di
nuova cultura" della Mazzotta, e quelli della "Scienza nuova"
della Dedalo: collane radicalmente trasformate nei successivi anni o sostituite
da altre; talora nate solamente per offrire testi economici che rispondessero
ai bisogni di una maggiore diffusione culturale. Sono presenti anche dei
volumetti allegati a periodici di partito (PCI e PSI) e le pubblicazioni
dell'Istituto di Filosofia dell'Salerno.
Pubblicazioni Monografie Valore
morale e società nel pensiero di Eugène Dupréel, Salerno, Università degli
studi di Salerno, Facoltà di magistero, Soggetti e bisogni : saggi su Agnes
Heller e la teoria dei bisogni, Firenze, La Nuova Italia, Monografie in collaborazione e Vittorio Dini e Giampiero Stabile, Saggezza e
prudenza : studi per la ricostruzione di un'antropologia in prima età moderna,
Napoli, Liguori, P. Charron, Piccolo trattato sulla saggezza, Napoli,
Bibliopolis, Articoli di riviste
Umanesimo e rivoluzione nel pensiero di A. Heller, in «Prassi e teoria :
rivista di filosofia della cultura», Vittorio Dini e Domenico Taranto , La
saggezza moderna: temi e problemi dell'opera di P. Charron : atti del Convegno
di studi in memoria di Giampiero Stabile, Napoli, Edizioni scientifiche
italiane, Vittorio Dini e Domenico Taranto , La saggezza moderna: temi e
problemi dell’opera di Pierre Charron : atti del Convegno di studi in memoria
di Giampiero Stabile, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Pierre Charron
Storia della filosofia Università degli Studi di Salerno Giampiero Stabile in SHARE Catalogue Fondo
Stabile in ARiEL Discovery tool di Ateneo dell'Salerno. Most likely a replica
from now on: sttabile: Giampiero Stabile
(Sapri), filosofo. Laureatosi a Napoli con una tesi sulla filosofia europea dei
valori, divenne ricercatore di Storia della Filosofia all'Salerno. Pubblica
saggi su E. Dupréel, sulla scuola di Budapest, su Montaigne e sulla Heller
apparsi su "Prassi e teoria", "Aut Aut", "Studi di
filosofia politica e diritto", "il Centauro", "Ombre
rosse", riviste tra le più prestigiose nel panorama della pubblicistica
filosofica italiana; collaborò inoltre, con Pierangelo Schiera, alla direzione
della collana di testi e studi "Relox" della casa editrice
Bibliopolis di Napoli.. Salerno dedicò un convegno di studi alla sua memoria:
"La saggezza moderna. Temi e problemi dell'opera di Pierre Charron". Biblioteca personale Il fondo, acquisito nella
seconda metà degli anni Ottanta, rappresenta solo una piccola porzione della
sua biblioteca private. Infatti la consistenza attuale si aggira intorno ai 650
volumi altri libri sono in possesso del Dipartimento di Filosofia
dell'Salerno.Tuttavia la consistenza maggiore ricopre gli anni Settanta,
periodo intorno a cui si è formata la personalità scientifica di Giampiero
Stabile. I libri del fondo sottolineano l'interesse verso la critica marxista e
la scuola di Budapest (moltissimi i volumi degli Editori Riuniti). Degni di
attenzione alcuni esemplari caratteristici degli anni Settanta, come ad esempio
quelli della collana "I gabbiani" del Saggiatore o ancora la collana
quasi completa degli "Opuscoli marxisti" (poi "Opuscoli")
della Feltrinelli, i volumi della collana "Biblioteca di nuova
cultura" della Mazzotta, e quelli della "Scienza nuova" della
Dedalo: collane radicalmente trasformate nei successivi anni o sostituite da
altre; talora nate solamente per offrire testi economici che rispondessero ai
bisogni di una maggiore diffusione culturale. Sono presenti anche dei volumetti
allegati a periodici di partito (PCI e PSI) e le pubblicazioni dell'Istituto di
Filosofia dell'Salerno. Pubblicazioni
Monografie Valore morale e società nel
pensiero di Eugène Dupréel, Salerno, Università degli studi di Salerno, Facoltà
di magistero, 1976, 116Soggetti e bisogni : saggi su A. Heller e la teoria dei
bisogni, Firenze, La Nuova Italia, Monografie in collaborazione e Vittorio Dini e Giampiero Stabile, Saggezza e
prudenza : studi per la ricostruzione di un'antropologia in prima età moderna,
Napoli, Liguori, Pierre Charron, Piccolo
trattato sulla saggezza, Napoli, Bibliopolis, 1985, 130Articoli di riviste Umanesimo e rivoluzione nel pensiero di Agnés
Heller, in «Prassi e teoria : rivista di filosofia della cultura», Vittorio
Dini e Domenico Taranto , La saggezza moderna: temi e problemi dell'opera di
Pierre Charron : atti del Convegno di studi in memoria di Giampiero Stabile,
Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Vittorio Dini e Domenico Taranto , La
saggezza moderna: temi e problemi dell’opera di Pierre Charron : atti del
Convegno di studi in memoria di Giampiero Stabile, Napoli, Edizioni
scientifiche italiane, Pierre Charron Storia della filosofia Università degli
Studi di Salerno Giampiero Stabile in
SHARE Catalogue Fondo Stabile in ARiEL Discovery tool di Ateneo dell'Salerno
Filosofia Università Università.
Giampiero Stabile. Stabile. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stabile”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733716119/in/datetaken/
Grice e Stefani – senso compost – filosofia italiana (Pergola). Filosofo. Grice: “I may well say that my idea of a propositional complex
owes much to Stefani’s obsession with ‘sensus’ simplex or ‘divisus, and ‘sensus
compositum’ –“ “The opposite of ‘com-posito’ is de-posito, though!” -- Grice: “I like his diagrammes; The Boedlian
have loads of his mss!” Grice: “He has a figure for the ‘figura quadrata,’ –“.
Grice: “He has a figure for ‘suppositio.’” -- Fu il membro più noto di una
famiglia di insegnanti marchigiani. Avviato alla carriera ecclesiastica nella
città natale, ma presto strasferì a Venezia dove già vive il nonno Stefano
Stefani, gli zii Lino e Pietro, insegnanti, e forse anche il padre Antonio.
Allievo di Nicollini. Il suo saggio più importante è il “De sensu composito et
diviso”. Insegna a Rialto.
Nominato vescovo di Capodistria, rinuncia alla carica per non distaccarsi dalla
filosofia. Spolto nella chiesa di San Giovanni Elemosinario di Venezia
dove gli e anche costruito un monumento a pubbliche spese. Vi resta solo una
lapide, in quanto l'edificio e distrutto da un incendio. Opere: “Dubia in
consequentias Strodi,” “In regulas insolubilium,” “De scire e dubitare,”
“Compendium Logicae,” “Logica,” “Tractatus de sensu composito et diviso, edito
da M. Brown, S Dino Buzzetti, Paolo della Pergola, in Dizionario biografico
degli italiani, 81, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Fonte: Dizionario di filosofia, riferimenti. TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
su Alcuin, Ratisbona. Dizionario di filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Stefani. Keywords: senso composito, senso
diviso. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Stefani.” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701107182/in/photolist-2mPxLC4-2mLLZRD-2mLDFVG-Eoj4SX-DndBhH-27qzaqL
Grice e Stefanini – idealism filosofico –
filosofia italiana (Treviso).
Filosofo. Grice: “Italians are obsessed with personalismo, I am with
interpersonalismo!” “L’essere è personale.” “Tutto ciò che non è personale
nell’essere rientra nella produttività della persona, come mezzo di
manifestazione della persona e di *comunicazione* o conversazione *tra* due
persone,” “La mia prospettiva filosofica). Figlio di Giovanni, che gestisce una
tintoria, e Lucia de Mori, diplomata maestra elementare -- è attivo nelle
associazioni e nei movimenti cattolici del trevigiano, iscrivendosi a Gioventù
Cattolica dove assumerà presto l'incarico di presidente diocesano. Qui maturerà
la vocazione di educatore, seguendo, in particolare, gli insegnamenti contenuti
nell'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Opera pure nel sindacato cattolico
dei lavoratori. Dopo il diploma presso
il Liceo Classico Antonio Canova, dove ha fra gli altri Paolo Rotta come
insegnante di storia e filosofia, nello stesso anno si iscrive alla Facoltà di
Lettere e Filosofia dell'Padova. Nell'ateneo patavino, la corrente del
positivismo è tra le più seguite, ma in controtendenza Stefanini decide di
scrivere la propria tesi su Maurice Blondel, esponendovi le proprie critiche
sull'opera del filosofo francese, avendo Antonio Aliotta come relatore, con cui
si laurea in filosofia nel 1914. Nel periodo di studi padovano, inizia a
frequentare anche il circolo universitario cattolico di Giacomo Zanella e,
subito dopo la laurea, inizia a insegnare nelle scuole pubbliche. Mentre completa gli studi universitari,
inizia già a respirarsi aria di guerra in Italia, ma come molti giovani
cattolici, pur favorevole ad una posizione di neutralità nei confronti della
guerra, viene comunque chiamato alle armi nel 1915. Terminato il conflitto,
uscendone con il grado di capitano e una croce al merito di guerra, nel 1919
consegue pure una seconda laurea in lettere all'Padova, con una tesi sul
pensiero estetico di Gian Vincenzo Gravina, nonché riprende l'insegnamento
nelle scuole. Nel 1920 è eletto consigliere
del Comune di Treviso ma, nel 1921, la violenza dello squadrismo fascista
investe anche il trevigiano. Stefanini si oppone con fermezza a tale ideologia,
evidenziando l'inconciliabilità di cristianesimo e fascismo, dimettendosi e
dedicandosi completamente all'insegnamento, che ora è la sua occupazione
principale e che condurrà sempre secondo una pedagogia ispirata ai principi
cristiani, costantemente attento e sensibile sia ai bisogni che agli interessi
degli studenti. Nello stesso periodo, si dedica con scrupolo alla stesura di
apprezzati testi didattici di storia e filosofia, nonché di pedagogia secondo
un indirizzo cristiano. Conseguita la
libera docenza in pedagogia nel 1925, nello stesso anno ottiene, per incarico,
l'insegnamento di questa disciplina all'Padova, nonché si sposa con Maria
Javicoli, da cui avrà tre figli, Elena, Paolo e Lucia. In quegli anni, oltre ad
iscriversi al Partito Nazionale Fascista, affianca l'insegnamento nelle scuole
pubbliche a quello universitario fino al 1936 quando, vinto l'ordinariato, ha
una cattedra di storia della filosofia alla Facoltà di Magistero dell'Messina
che tiene fino al 1938 quando si trasferisce a Padova, alla cattedra di
pedagogia, quindi a quella di storia della filosofia nel 1940 che terrà fino
alla morte prematura, nel 1956. Al contempo, tiene per incarico l'insegnamento
di estetica a Padova e quello di pedagogia all'Venezia, nonché sarà preside
della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'ateneo patavino nel triennio
1941-43. Nel dopoguerra, riabilitato
alla propria cattedra e all'insegnamento universitario, si dedica
prevalentemente allo studio e la ricerca, ma partecipando anche alla
riorganizzazione della filosofia cattolica italiana, in particolare promuovendo
incontri, convegni e riunioni all'Istituto Aloisianum dei padri gesuiti di Gallarate,
che diventerà poi il Centro di studi filosofici di Gallarate, per primo diretto
da Carlo Gianon. Socio corrispondente
dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, nonché socio effettivo
dell’Accademia patavina di scienze, lettere ed arti, ricevette il premio della
R. Accademia d'Italia nel 1933 per le discipline filosofiche, e il premio
Marzotto per la filosofia nel 1953, nonché fu membro dei consigli direttivi
della Società filosofica italiana e del Centro Studi filosofici di Gallarate. Nel
1956 ha poi fondato a Padova la Rivista di estetica, della quale ha potuto
dirigere solo il primo fascicolo dell'annata 1956, e a cui gli subentrerà Luigi
Pareyson. Fra i suoi allievi, ricordiamo Armando Rigobello, Giovanni
Santinello, Ezio Riondato, Giovanni M. Pozzo.
Gli saranno intitolate delle scuole medie statali di Treviso e Padova,
nonché l'ex Istituto magistrale di Mestre.
Attività e pensiero Stefanini è stato uno dei più importanti filosofi
italiani di ispirazione cristiana, nonché uno dei maggiori rappresentati dello
spiritualismo cristiano. Partendo sempre dalla filosofia cristiana, ha
riesaminato storicamente e criticamente diverse correnti del pensiero
filosofico, fra cui lo storicismo, la filosofia dell'azione, il neoidealismo,
la fenomenologia, l'esistenzialismo, lungo il corso della storia della
filosofia, dagli antichi (fra i quali Platone, Sant'Agostino, Bonaventura, San
Tommaso), fino ai moderni (Vincenzo Gioberti, Maurice Blondel, Antonio Rosmini
ed altri), sulla scia della sua prima formazione giovanile incentrata su uno
stretto connubio fra prospettiva storica e dimensione teoretica. Interessato pure all'estetica, su cui ha
scritto molti lavori, il contributo più importante dello Stefanini è frutto
della sua costante riflessione su personalismo e spiritualismo, grazie alla
quale il rapporto soggetto-oggetto viene interpretato in termini di alterità,
di altro da sé, prospettivaquestache permetterà di concepire il singolo
individuo come membro di una comunità. Questo rapporto soggetto-oggetto, da un
tale punto di vista, sarà concepito come il momento fondante di ogni comunità
di esseri umani in relazione fra loro. Le più importanti problematiche connesse
a questi principi di base, saranno poi affrontate dallo Stefanini nelle due
opere fondamentali Metafisica della persona” – cf. Strawson, “The concept of a
person” -- e Personalismo sociale, o interpersonalismo. Strettamente connesse a
queste tematiche filosofiche, poi, sono quelle didattico-pedagogiche aperte e
portate avanti dallo Stefanini pressoché durante l'intero suo periodo di
attività, dai primi anni formativi fino agli ultimi della maturità, in continuo
ripensamento e progressiva rivisitazione.
Per quanto concerne poi la sua vasta produzione scientifica, ricordiamo
solo che dà alle stampe le seguenti, notevoli pubblicazioni: “L'esistenzialismo
di M. Heidegger,” “Spiritualismo Cristiano,” Gioberti, Il dramma filosofico
della Germania, Metafisica della persona ed altri saggi, Esistenzialismo ateo
ed esistenzialismo teistico, Personalismo sociale, Estetica, Trattato di
estetica. Viene pubblicata la raccolta di scritti intitolata Personalismo
filosofico. Dizionario Biografico degli Italiani. Si veda pure: L. Corrieri,
Uun pensiero attuale, Edizioni Prometheus, Milano. Citando sue testuali parole.
L’opera del Blondel è più arte che filosofia. I passaggi più ardui superati con
immagini ardite, anziché con logiche dimostrazioni; affermate le più
inconciliabili antitesi affinché queste rendano vivo e tragico il contrasto; i
mezzi dialettici atti più a trascinare che a convincere: tutto ciò ci conferma
pienamente nella nostra interpretazione. L'opera del Blondel è, più che una
dottrina filosofica, un romanzo psicologico che descrive le esitazioni e le
incertezze, le vane pretese e le supreme aspirazioni dell'umana volontà, che
alfine si appaga e riposa in Dio. Per ciò che al di là del filosofo si riesca
ad afferrare l'uomo, al di là del sistema si riesca ad afferrare il programma
generoso del credente, la filosofia dell'azione può essere efficacemente
educativa, può esercitare nella coscienza contemporanea l'influsso salutare che
essa si era proposta» (da Luigi Stefanini, L'Azione. Saggio critico sulla
filosofia di M. Blondel, Padova). Cfr.
Laura Corrieri, cit. Il quale, a sua
volta, prende le mosse dalle concezioni personalistiche mounieriane e
giobertiane; cfr. Gregorio Piaia, cit. Opere principal: Il problema della
conoscenza in Cartesio e Gioberti, Torino, Sei, Il problema religioso in
Platone e S. Bonaventura. Sommario storico e critica di testi, Torino,
Sei,Idealismo cristiano, Padova, R. Zannoni Editore, Platone, 2 voll., Padova,
Cedam); Il problema estetico in Platone, Torino, Sei, Imaginismo come problema
filosofico, I, Padova, Cedam, Problemi
attuali d'arte, Padova, Cedam, 1La Chiesa Cattolica, Milano-Messina,
Principato, Vincenzo Gioberti. Vita e pensiero, Milano, F.lli Bocca, Metafisica dell'arte e altri saggi, Padova,
Editoria Liviana, La mia prospettiva filosofica, Treviso, Edizioni Canova (prima
edizione del 1950). Esistenzialismo ateo ed esistenzialismo teistico.
Esposizione e critica costruttiva, Padova, Cedam, 1Itinéraires métaphysiques,
trad. par J. Chaix-Ruiy, Paris, Aubier, Estetica, Roma, Edizioni Studium,
Trattato di Estetica, I: L'arte nella
sua autonomia e nel suo processo, Brescia, Editrice Morcelliana); Personalismo
educativo, Roma, F.lli Bocca). Per l'elenco completo degli scritti di Stefanini
si rimanda alla relativa pagina online curata dalla Fondazione "Luigi
Stefanini". Dialettica
dell'immagine. Studi sull'imaginismo di Luigi Stefanini, a cura
dell'Associazione filosofica trevigiana, Genova, 1991. Luciano Caimi,
Educazione e persona in Luigi Stefanini, Editrice La Scuola, Brescia, 1985.
Glory Cappello, Luigi Stefanini. Dalle opere e dal carteggio del suo archivio, Europrint,
Treviso, 2006. Per una antropologia in Luigi Stefanini: metafisica,
personalismo, umanesimo, Glory Cappello, Edizioni R. Pagotto, Padova, . Michele
Lasala, Una ragione vivente. L'immagine e l'ulteriore, in Frammenti di filosofia contemporanea, I.v.a.n.
Project, Limina Mentis Editore, Villasanta, XXI. Matteo De Boni, Le ragioni
dell’esistenza. Esistenzialismo e ragione in Luigi Stefanini, Mimesis Edizioni,
Milano-Udine, A. Rigobello , Scritti in onore di Luigi Stefanini, Liviana
editrice, Padova, Sul pensiero di Luigi Stefanini, in Rivista Rosminiana, Luigi
Stefanini, su treccani. STEFANINI, Luigi, in Enciclopedia Italiana, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, luigi-stefanini. Fondazione Luigi
Stefanini, su fondazionestefanini. Luigi Stefanini. Stefanini. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Stefanini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733901795/in/photolist-2mPxLC4
Grice e Stella – iustum/iussum – filosofia
italiana (Sernaglia della
Battaglia). Filosofo. Grice: “What
is it with Italian philosoophers that they are all into what at Oxford we would
call jurisprudence?” Grice: “It seems like all Italian philosophers are like
Italian versions of H. L. A. Hart!”. Dopo aver frequentato il liceo presso il
Collegio di Treviso si iscrisse a Milano, dove vinse una borsa di studio presso
il Collegio Augustinianum e fu allievo di Crespi. Divenne professore, dapprima
a Catania, e, successivamente, a Milano. I suoi studi si diressero, dapprima,
su alcune tipologie di reati, successivamente sugli elementi strutturali del
reato. Il suo contributo scientifico più
noto, presso gli operatori del diritto penale e la comunità accademica, è
“Leggi scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale,” monografia in
cui ricostruisce il problema del nesso
di causalità penale prospettando il criterio della sussunzione sotto leggi
scientifiche come strumento per la soluzione di casi dubbi. Solo mediante una
legge scientifica di copertura, atta a spiegare il rapporto fra condotta del
presunto autore del reato ed evento dannoso, sarà possibile formulare un
giudizio di responsabilità penale. Ad
es. solo dopo aver dimostrato, sulla base di una legge scientifica, che
l'ingestione di determinati farmaci determina malformazioni del feto, sarà
possibile imputare alla ditta produttrice il reato di lesioni gravissime
(colpose o dolose). In difetto di una dimostrazione scientifica, non potrà
formularsi alcuna imputazione penale. Propose che la regola di giudizio
dell'"oltre ogni ragionevole dubbio" trovasse applicazione anche nel
processo penale italiano. Dapprima avversato da parte della dottrina processual
penalistica, il principio venne accoltoin tema di nesso causaledalla corte
suprema di cassazione, anche a Sezioni Unite. Oggi è norma codicistica.
ADiresse riviste giuridiche di diritto penale e fu fra i curatori di raccolte
normative di largo successo presso la comunità forense. Nei successivi decenni gli interessi
scientifici si volsero alla teoria
generale del diritto ed alla filosofia del diritto, mediante pubblicazione di
scritti maggiormente agili rispetto alle monografie ed ai saggi penalistici,
rivolti ad un pubblico relativamente più vasto. Esercitò la professione di
avvocato, partecipando, in qualità di difensore di alcuni imputati, al processo
del Petrolchimico di Porto Marghera, dove fece applicazione, a livello pratico,
delle teorie relative alla causalità scientifica. Principali pubblicazioni: “L'alterazione di
stato mediante falsità, Milano, “ La descrizione dell'evento,”Milano, “Leggi
scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale,” Milano, “Giustizia e
modernità, Milano,” “I saperi del
giudice,” Milano, “ll giudice corpuscolariano,” Milano, “La giustizia e le
ingiustizie,” Bologna. Note Addio A
Federico Stella, il «galantumo del diritto» di Paolo Biondani, Corriere della
Sera, 1Archivio storico. Il centro di
ricerca Federico Stella biografia e . Università Cattolica del Sacro Cuore.
Most likely a replica from now on: filosofo.
È stato inoltre Professore di Diritto penale e filosofo del diritto. Nato a
Sernaglia della Battaglia, piccolo centro in provincia di Treviso, dopo aver
frequentato il liceo presso il Collegio Vescovile Pio X di Treviso si iscrisse
all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove vinse una borsa di
studio presso il Collegio Augustinianum e fu allievo di Alberto Crespi. Divenne
professore di diritto penale, dapprima nell'Università degli Studi di Catania,
e, successivamente, presso l'Università Cattolica di Milano, dove insegnò fino
alla propria scomparsa, avvenuta nel 2006.
Causalità e leggi scientifiche I suoi studi si diressero, dapprima, su
alcune tipologie di reati, successivamente sugli elementi strutturali del
reato. Il suo contributo scientifico più
noto, presso gli operatori del diritto penale e la comunità accademica, è Leggi
scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale, monografia in cui Stella ricostruisce il
problema del nesso di causalità penale prospettando il criterio della
sussunzione sotto leggi scientifiche come strumento per la soluzione di casi
dubbi: solo mediante una legge scientifica di copertura, atta a spiegare il
rapporto fra condotta del presunto autore del reato ed evento dannoso, sarà
possibile formulare un giudizio di responsabilità penale. Ad es. solo dopo aver dimostrato, sulla base
di una legge scientifica, che l'ingestione di determinati farmaci determina
malformazioni del feto, sarà possibile imputare alla ditta produttrice il reato
di lesioni gravissime (colpose o dolose). In difetto di una dimostrazione
scientifica, non potrà formularsi alcuna imputazione penale. Propose, attraverso i suoi scritti e le sue
lezioni, che la regola di giudizio dell'"oltre ogni ragionevole
dubbio" trovasse applicazione anche nel processo penale italiano. Dapprima
avversato da parte della Dottrina processual penalistica, il principio venne
accoltoin tema di nesso causaledalla Corte suprema di cassazione, anche a
Sezioni Unite; oggi è norma codicistica.
Attività ulteriori Diresse riviste giuridiche di diritto penale e fu fra
i curatori di raccolte normative di largo successo presso la comunità
forense. Nei successivi decenni gli
interessi scientifici di Stella si volsero alla teoria generale del diritto ed
alla filosofia del diritto, mediante pubblicazione di scritti maggiormente
agili rispetto alle monografie ed ai saggi penalistici, rivolti ad un pubblico
relativamente più vasto. Esercitò la
professione di avvocato, partecipando, in qualità di difensore di alcuni imputati,
al processo del Petrolchimico di Porto Marghera, dove fece applicazione, a
livello pratico, delle teorie relative alla causalità scientifica. Principali pubblicazioni L'alterazione di
stato mediante falsità, Milano, La descrizione dell'evento, Milano. Leggi
scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale, Milano, seconda edizione
Giustizia e modernità, Milano, 3ª ed. I saperi del giudice, Milano, ll giudice
corpuscolariano, Milano, La giustizia e le ingiustizie, Bologna, Addio A
Federico Stella, il «galantumo del diritto» di Paolo Biondani, Corriere della
Sera, Archivio storico. Il centro di
ricerca Federico Stella. Stella. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Stella”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732161382/in/photolist-2mPoRfW-2mPrcpg-2mPqEYR-FXFiS4-Eoj4SX-BNWJaB-CdDizG-CdAEaL-CfWKjF-Aph69c-ApTd44-ApVvbg-ApPzuj-B11YKQ-Asadbr-ArBZyV-Axqfia-nfLxee-nijWnd-nfLAda
Grice e Stellini – filosofia italiana (Cividale). Filosofo. La sua fama è dovuta
soprattutto a “De ortu et progressu morum.”
La sua concezione morale è di stampo aristotelico e sotto alcuni aspetti
può essere considerato uno dei precursori della sociologia. A lui è stato
dedicato il liceo classico di Udine e che nella sua biblioteca contiene gli
scritti autografi di Stellini. Enciclopedia Treccani, su treccani. Dizionario
biografico friulano, su friul.net. Stellini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Stellini” – The Swimming-Pool Library https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689466733/in/photolist-2mKC2Ci
Grice e Sterlich – filosofia italiana (Chieti). Filosofo. Figlio del marchese
Rinaldo De Sterlich (di famiglia originaria dei paesi di lingua tedesca) e
della marchesina aquilana Margherita Alfieri, studiò a Napoli nel Collegio dei
Nobili, gestito dalla Compagnia di Gesù. Fu proprio questa esperienza che lo
portò a concepire la sua profonda ostilità verso i Gesuiti, che fu uno dei
tratti caratteristici del suo pensiero filosofico. All'età di vent'anni tornò a
Chieti e sposò Giuditta Castiglione (di famiglia aristocratica di Penne) da cui
ebbe una numerosa prole (una ventina di figli di cui solo una decina
sopravvissero ai primi anni mentre gli altri si spensero in tenera età). La
cura della famiglia e dei beni ereditati dal padre (di cui era l'unico figlio
maschio) lo portarono a dover compromettere le sue aspirazioni letterarie. Ma
la cultura rimase sempre la sua prima passione e, alla metà del secolo XVIII,
per superare l'isolamento culturale che gli veniva imposto dal dover vivere a
Chieti, cominciò a costituire la sua personale biblioteca. Questa crebbe in
misura esponenziale di anno in anno, tanto che nel 1776 contava 12.000 volumi,
divenendo così una delle migliori biblioteche del Regno. L'intento di de
Sterlich era di mettere la stessa a disposizione della città di Chieti per la
sua crescita culturale. Sfortunatamente il suo desiderio fu reso vano
dall'incuria di chi gestì la stessa dopo la sua morte. Cospicue parti di quella
grande biblioteca sono stati individuate in tutta Italia: nella Biblioteca
Provinciale «G. D'Annunzio» di Pescara, nella Biblioteca Provinciale «A.C. De
Meis» di Chieti, nella Biblioteca Nazionale di Napoli, etc. Sarebbe molto
riduttivo considerare de Sterlich come solo un collezionista di libri. Egli li
raccoglieva per elaborarli e per creare le sue riflessioni e i suoi pensieri.
De Sterlich si rivela così aggiornatissimo sui dibattiti culturali europei del
Settecento ed è tra i primi italiani a leggere e commentare le opere di
Montesquieu, Rousseau, Voltaire, e di altri illuministi europei. Di questa
partecipazione alla cultura illuministica europea ne è testimonianza un copioso
scambio di lettere con altri intellettuali (Antonio Genovesi, Giovanni Antonio
Battarra, Giovanni Lami, Giovanni Bianchi, Gaspare de Torres) dell'epoca.
Questo ricco carteggio è un documento prezioso per delineare il passaggio in
Italia alla cultura illuministica e rappresenta l'impronta da lui lasciata nel
panorama culturale del Settecento Italiano. Romualdo de Sterlich lasciò anche
alcune testimonianze scritte del suo pensiero: due Dialoghi di Fra' Cipolla e
la Nanna. In essi trova largo spazio la sua antipatia per i Gesuiti. Tramite la
solida amicizia con Giovanni Lami, de Sterlich entrò a far parte dell'Accademia
della Crusca e dell'Accademia dei Georgofili. Romualdo de Sterlich si spense a
Chieti e fu sepolto nella Chiesa di S. Francesco di Paola. Cepparrone Luigi,
L'illuminismo europeo nell'epistolario di Romualdo De Sterlich, Sestante Ed.,
Collana Bergamo University Press. Il
sito dell'Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Programmatori “R. de
Sterlich”Chieti Scalo, su desterlich.ch. Romualdo de Sterlich. Sterlich.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sterlich” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733598859
Grice e Steuco – la filosofia perenne di
Pitagora, Cicerone, Ovidio, Virgilio, Plinio – filosofia italiana (Gubbio). Filosofo. Della famiglia Steuchi o Stucchi. Acuto esegeta dei testi biblici
e profondo conoscitore delle lingue latina, greca ed ebraica, si oppose tenacemente
alla riforma protestante e prese parte al Concilio di Trento. Entrò nella
congregazione dell'Ordine dei Canonici Agostiniani di San Salvatore di Bologna,
poi nel monastero di San Secondo, a Gubbio, mutando il suo nome di battesimo
Guido in Agostino. Andò al Monastero di Bologna, ove frequentò i corsi di
ebraico e retorica presso l'Università bolognese. Fu inviato dalla sua
congregazione al Monastero di Sant'Antonio di Castello a Venezia, dove, per
l'ampia conoscenza dei linguaggi biblici e l'acume filologico, gli fu affidata
la biblioteca del monastero, donata ai canonici dal cardinal Domenico Grimani,
della quale una buona parte del patrimonio librario era appartenuto a Pico
della Mirandola. Steuco scrisse una serie
di opere polemiche contro Lutero ed Erasmo, accusandoli di fomentare la rivolta
contro la Chiesa. Questi lavori rivelano il solido sostegno che Steuco dà alle
tradizioni e alle pratiche della Chiesa, difendendo risolutamente l'autorità
papale. Parte della sua produzione risalente a questo periodo include un
intenso lavoro filologico sull'Antico Testamento, culminato con la
pubblicazione del Veteris testamenti ad Hebraicam veritatem recognitio, per la
composizione del quale egli si basò su manoscritti ebraici e greci, tratti
della biblioteca Grimani, utili a correggere il testo della traduzione latina
redatta da San Gerolamo. Nel revisionare e spiegare il testo, egli mai deviò
dal significato letterale e storico.
Contemporanea a questo lavoro di esegesi biblica fu la composizione di
un'opera d'impianto enciclopedico che egli scrisse in questo periodo, al quale
diede il nome di Cosmopœia. Le sue opere polemiche ed esegetiche destarono
l'attenzione favoravole di Papa Paolo III, e questi ordinò Steuco vescovo di
Kissamos, nell'isola di Creta, e bibliotecario della collezione papale di
manoscritti e stampe del Vaticano. Si recò a Lucca con Paolo III e l'imperatore
Carlo V. Quantunque mai fosse andato a visitare il suo vescovado a Creta,
Steuco adempì attivamente con scrupolo il suo ruolo di bibliotecario del
Vaticano fino alla sua morte Nel
frattempo a Roma redasse i Commenti al Vecchio Testamento riguardanti i Salmi
di Giacobbe, aiutando ad annotare e correggere i testi di parte della Vulgata
alla luce degli originali ebraici. A questo periodo risale la composizione
della celeberrima opera De perenni philosophia libri X, dedicata a Paolo III,
nella quale egli tenta di mostrare che molte delle idee esposte dai saggi,
poeti e filosofi dell'Antichità (ad es. Orfeo, Talete, Pitagora, Parmenide,
Platone, Aristotele, Plutarco, Numenio, i neoplatonici, l'ebreo Filone, nonché
opere come gli Oracoli caldaici, gli Oracoli sibillini, i trattati ermetici e i
frammenti teosofici) erano essenzialmente in armonia con la sostanza delle
dottrine della fede cattolica. Questo lavoro contiene una polemica indiretta a
margine, poiché Steuco elaborò un numero di questi argomenti per sostenere
molte posizioni teologiche recentemente poste in questione in Italia da
riformatori e critici della fede cattolica traditionale. Come umanista egli ebbe un profondo interesse
per le rovine della Roma antica, e nell'operare un rinnovamento urbano
dell'Urbe. A tal proposito, degne d'essere menzionate, sono una serie di brevi
orazioni in cui raccomandò espressamente a Paolo III di risistemare
l'acquedotto conosciuto come Aqua Virgo, in modo da supplire adeguatamente il
fabbisogno di acqua fresca per la città di Roma. Steuco fu mandato da papa Paolo III a
presenziare il Concilio di Trento, che doveva celebrarsi a Bologna,
affidandogli il compito di sostenere l'autorità e le prerogative papali. Morì
mentre si trovava a Venezia per problemi di salute, e dove cercava di
ristabilirsi durante un periodo di sospensione del Concilio. .e sue ossa furono
traslate nell'Eremo di Sant'Ambrogio a Gubbio. De perenni philosophia libri IX,
Basileæ, per Nicolaum Bryling et Sebastianum Francken, Concilio di Trento
Esegesi biblica Ermetismo (filosofia) Teosofia di Tubinga, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giuseppe Ricciotti, Agostino
Steuco, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Vincenzo Lavenia, Agostino Steuco, in
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Agostino Steuco, su open MLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere, Michael Ott, Agostino Steuco, in Catholic
Encyclopedia, Robert Appleton Company. David M. Cheney, Agostino Steuco, in
Catholic Hierarchy. Hugh Chisholm, Steuco, Agostino, in Enciclopedia
Britannica, XI, Cambridge University Press. Associazione Centro Culturale Leone
XIII, su leonexiii.org. Canonici Regolari Lateranensi di Gubbio, su
bibliotecasteuco. Steuco. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Steuco” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732115302/in/datetaken/
Grice e Taddio – fenomenologia ereetica – filosofia
italiana (Udine).
Filosofo. Si occupa in particolare di fenomenologia della percezione, ontologia
e teoria della conoscenza a cavallo tra estetica e metafisica. È direttore
editoriale, con Pierre dalla Vigna, della casa editrice Mimesis Edizioni. Luca
Taddio nasce a Udine nel 1974. Dopo i primi studi artistici si laurea in
Filosofia a Trieste, successivamente, trascorre un periodo di studio presso il
dipartimento di Filosofia dell'Edimburgo: completa la sua formazione
all'Trieste conseguendo il titolo di dottore di ricerca. È stato allievo dello
psicologo sperimentale Paolo Bozzi e del filosofo Giorgio Derossi. Il
primo libro, Spazi immaginali (Prefazione di Maurizio Ferraris), è un testo di
narrativa filosofica che si inserisce all'interno della tradizione del realismo
magico: l'esistenza viene espressa da una sequenza di istantanee emergenti
dallo spazio immaginale. Tutti gli scritti dell'autore sono di matrice
realista: Fenomenologia eretica è un libro incentrato sull'analisi di un unico
esempio considerato dall'autore paradigmatico per l'intera tradizione
fenomenologica, la percezione di un cubo. L'analisi critica dell'esperienza è
sviluppata, da un lato, in rapporto alla fenomenologia sperimentale di Paolo
Bozzi e, dall'altro, in risposta alle critiche che Emanuele Severino rivolge
alla fenomenologia. A partire dall'opera pittorica di René Magritte, ne I
due misteri viene applicata la teoria della percezione diretta, elaborata
in Fenomenologia eretica, al problema della raffigurazione pittorica. IMagritte
viene discusso alla fine del volume in un dialogo con Massimo Donà.
L'insegnamento di estetica alla facoltà di Architettura lo porta a realizzare,
con Damiano Cantone, il testo: L'affermazione dell'architettura. La relazione
filosofia-architettura sta al centro di altri due libri da lui curati:
Costruire abitare pensare e Città metropoli territorio; il concetto di
affermazione sarà nuovamente preso in esame in un numero di aut aut dedicato a
Derrida e l'architettura. In Verso un nuovo realismo si delinea
un'ontologia della metastabilità, il libro si conclude con un dialogo con
Maurizio Ferraris sul Nuovo realismo. Sul tema del Nuovo realismo avvia un
articolato confronto con Maurizio Ferraris ed Emanuele Severino. Le
riflessioni sul Nuovo realismo si sono sviluppate in diversi direzioni:
politica, architettura, cinema, ontologia ed epistemologia (Si veda: Alfabeta2;
“aut aut”; “Cinema&Cie”; “Teoria & Modelli”; “La Filosofia Futura”;
“Philosophical Readings”). Fonda “Mimesis”. La società è detentrice dei
marchi editoriali di Mimesis in Italia e all'estero. Costituisce lo studio grafico
Mimesis Communication. Progetta e realizza la rivista di approfondimento
culturale Scenari diretta da Damiano Cantone e nello stesso anno crea e dirige
il Festival MimesisTerritori delle idee. A partire da una prima
formazione politica di stampo liberal-socialista lavora in direzione di un
rilancio della cultura cosmopolita in rapporto alle nuove forme di
partecipazione democratica (interventi: Festival Vicino Lontano, Pop
Sophia, Radio Radicale). Nel viene
nominato dal Ministro Dario Franceschini nel Cda di Palazzo Reale a Genova.
Dall'anno accademico -19 è professore associato di estetica presso l'Università
degli studi di Udine. Opere: “Spazi immaginali” (Campanotto Editore); “
Fenomenologia erotica: saggio sull'esperienza immediata della cosa” (Mimesis);
“L'affermazione dell'architettura: una riflessione introduttiva” (Mimesis);
Global Revolution, Mimesis); “I due misteri: da Magritte alla natura delle
rappresentazioni pittoriche” (Mimesis); “Verso un nuovo realismo. Osservazioni
sulla stabilità tra estetica e metafisica, Jouvence, Curatele Paolo Bozzi, Un mondo sotto
osservazione, Mimesis, La guerra e il mortale. A lezione da Emanuele Severino,
Mimesis); “Costruire Abitare Pensare” (Mimesis); “Quale filosofia per il partito
democratico e la sinistra” (Mimesis); “La Terra e il Sacro. A lezione da Donà”
(Mimesis); “Città Metropoli Territorio” (Mimesis); “Cronenberg. Un metodo
pericoloso” (Mimesis); “Manifesto per una sinistra cosmopolita” (Mimesis); “Radicalmente
liberi. A partire da Marco Pannella, con L. Caffo, Mimesis In dialogo con Maurizio Ferraris,
Mimesis Note Curriculum Luca Taddio , su lucataddio.com 1º
giugno ). Massimo DonàL'apparire della
CosaLa Fenomenologia Eretica Di Luca Taddio, su youtube.com. Uno scandalo per il pensiero, su ilsole24ore.com. “aut aut”. Ma il realismo non è tutto nuovo,
su corriere. È il crepuscolo delle
tradizioni, su corriere. Sinistra e
Nuovo Realismo, su alfabeta2. Vuoti di
sapere, su autaut.ilsaggiatore.com. The
Geopolitics of Cinema and the Study of Film, su cinemaetcie.net 24 settembre
). Teorie & Modelli, su
pitagoragroup 7 maggio ). La Filosofia
Futura, su lafilosofiafutura.
PHILOSOPHICAL READINGSSpecial Issue on: REALISM AND ANTI-REALISM: NEW
PERSPECTIVES , su philosophicalreadings.files.wordpress.com. Passione politica e democrazia. Con U. Curi,
M. Pacini, M. Panarari e L.Taddio, su youtube.com. "Marionette al potere" Curi,
Marramao, Taddio, su youtube.com.
Oratore: Luca Taddio, su radioradicale.
CDA Palazzo Reale Genova , su beniculturali. Sito ufficiale, su lucataddio. Registrazioni di Luca Taddio, su
RadioRadicale, Radio Radicale.
Intervista a E. Severino Artribune: intervista di Davide Dal. Taddio.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Taddio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732614953/in/datetaken/
Grice e Tagliabue – le strutture del trascendentale –
filosofia italiana (Milano), filosofo. Nato da padre ignoto e da giovane
Giovanna Tagliabue, poi moglie del maturo avvocato, assessore e filantropo
Gerolamo Morpurgo, si formò a Milano, laureandosi in Filosofia. Dopo diverse
collaborazioni a riviste come critico letterario e teatrale, si occupò lui
stesso di filosofia a partire da due saggi del dopoguerra, Le strutture del
trascendentale e Il concetto dello stile, che gli fecero avere il posto di
professore di Estetica a Milano, poi quello di Filosofia teoretica a Trieste.
Collabora alla rivista Il Convegno, ma scrisse anche su La Lettura e La
Rassegna d'Italia, e più di recente su Rivista critica di storia della
filosofia, Rivista di filosofia, Belfagor, Giornale critico della filosofia
italiana, Rivista di estetica, Il pensiero, Aretusa, Lingua e stile, Studi di
estetica, Studi tedeschi, aut aut ecc.
Si occupò di germanistica, gnoseologia, semantica, estetica e poetica,
attraverso numerosi saggi di taglio fenomenologico. Come per Adelchi Baratono e Antonio Banfi, la
sua analisi dell'estetica e delle scelte poetiche e stilistiche degli artisti
si distacca dall'impostazione di Benedetto Croce e poi di Guido Calogero per
orientarsi verso l'aspetto pratico (influenzato anche dall'esistenzialismo
positivo di Abbagnano) del fare arte, che non può ridursi alla sola conoscenza,
ed è fortemente legato alla tecnica, intesa anche come gesto manuale e
meccanico, e allo stile, inteso come rapporto tra gli elementi formali e quelli
contenutistici dell'opera (sede, inoltre, dell'unità nel rapporto tra
percezione e immaginazione). I suoi
saggi sono ripresi e sistemati in L'esthétique contemporaine, pubblicato in
francese e tradotto in diverse lingue. Qui organizza le teorie d'artista e le
dottrine estetiche non tanto in senso cronologico, ma per tipi: estetiche
vitalistiche, psicologistiche, formalistiche, fenomenologiche ecc. In “Linguistica e stilistica di Aristotele” e
“Demetrio, dello stile” si occupa di
retorica e stilistica antiche. Aristotelismo e Barocco e Il Barocco e noi (poi
riuniti in Anatomia del Barocco, indagano sul Barocco (artistico e letterario).
Si occupa anche di estetica, del pre-criticismo di Kant, della polemica
Nietzsche-Wagner, di Goethe, Musil, Roth, Kafka ecc. Critico con la contestazione studentesca, eppure
non evitò il confronto con il movimento. Una grave malattia gli levò l'uso
della voce, ma continuò a tenere lezione con l'aiuto di un sintetizzatore
vocale. A suo ricordo la sorella Ernesta ha aperto una fondazione e un premio
per gli studi di filosofia a Trieste. Altre opere: “I processi di Galileo e l'epistemologia”
(Milano: Bocca); Milano: Ed. di Comunità, Roma: Armando, “Il concetto dello
stile. Saggio di una fenomenologia dell'arte” (Milano: F.lli Bocca); “Le
strutture del trascendentale: piccola inchiesta sul pensiero critico,
dialettico, esistenziale” (Milano: F.lli Bocca); “Dai romantici a noi” (Milano:
Marzorati); “Aristotelismo e barocco” (Milano: Bocca). L'esthétique
contemporaine. Une enquête, Milano: Marzorati); “Il concetto del "gusto"
nell'Italia del Settecento” (Firenze: La Nuova Italia); “Linguistica e stilistica di Aristotele”
(Roma: Ed. dell'Ateneo); “Fenomenologia dei giudizi di valore” (Trieste:
Istituto di Filosofia); “La semantica e i suoi problemi” (Trieste: Istituto di
Filosofia); “Demetrio, dello stile” (Roma: Ed. dell'Ateneo); “La nevrosi
austriaca. Saggi sul romanzo, Casale Monferrato: Marietti); “Nietzsche contro
Wagner, Pordenone: Studio Tesi); “Geologia letteraria” (Milano: Garzanti); “Anatomia
del barocco” (Palermo: Aesthetica); “Goethe e il romanzo” (Torino: Einaudi); “Il
gusto nell'estetica del Settecento, L. Russo e Giuseppe Sertoli, Palermo:
Centro internazionale studi di estetica, 2002 Introduzioni e prefazioni Herbert
Read, Arte e alienazione. Il ruolo dell'artista nella societa, Milano:
Marzorati, Immanuel Kant, I sogni di un visionario spiegati coi sogni della metafisica,
Milano: Rizzoli); I. Kant, Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime”
(Milano: Rizzoli); “Sul gusto” (Genova: Marietti. Crf. la pagina sul sito dell'Trieste. Numero speciale di "Esercizi
filosofici", L. Russo, Lestetica del Settecento, in "Aesthetica Pre-Print";
Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ritratto di
un genio politicamente scorretto. C. Magris, Corriere della Sera. Guido
Morpurgo-Tagliabue. Morpurgo-Tagliabue. Tagliabue. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tagliabue” – The Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732605248/in/datetaken/
Grice e Tagliagambe – la mediazione della
representazione – filosofia italiana (Legnano). Filosofo. Studia a Milano su Geymonat con cui si è
laureato con la lode attraverso una tesi sull'interpretazione della meccanica
quantistica di Reichenbach. Ha proseguito i suoi studi specializzandosi in
Fisica quantistica all'Università degli Studi Lomonosov di Mosca sotto la
direzione di Ja.P. Terleckij e poi presso l'Accademia delle Scienze dell'URSS,
Istituti di Filosofia e di Fisica dove
si è perfezionato in Filosofia della fisica con la supervisione di Fock e Terleckij.
La sua attività scientifica e didattica si è sviluppata attraverso un variegato
percorso universitario che l'ha portato ad insegnare presso diversi atenei dal
1974 al 2008 e a collaborare con differenti centri di ricerca ed enti
istituzionali come consulente scientifico. Pensiero Il lavoro di ricerca
di Tagliagambe si è concentrato inizialmente sul rapporto tra filosofia e fisica
(soprattutto quantistica) nella cultura russa in particolare sul concetto di
realtà fisica (Bohr, Heisenberg, Born) e sui rapporti tra materialismo
dialettico e sviluppi della fisica. Rivolve l'attenzione sui temi del rapporto
tra realtà osservata e sistema osservante, le interazioni reciproche e il ruolo
del linguaggio, della comunicazione inter-soggettiva, della mediazione
linguistica e della semiotica nel pensiero scientifico. Elaborato il ruolo e il
significato di interfaccia, il rapporto tra intelligenza naturale e
intelligenza artificiale, in particolare il ruolo progressivamente avuto dalle
tecnologie di informazione e comunicazione. Ha elaborato i contributi sul
profondo significato del concetto di "margine", sia esso su un essere
vivente, un'interfaccia o il rapporto tra corpo e mente, nei sistemi sociali e
nella comunicazione. Ha studiato le forti interconnessioni tra artificiale e
naturale, il profondo senso dell'interdisciplinarità, e il libro Il Sogno di
Dostoevskij, attraverso una visitazione storica dal dibattito tra lo scrittore
e lo scienziato Secënov, fino alle recenti scoperte della neurofisiologia,
mettendo a fuoco il senso del rapporto tra le mente e il corpo e il significato
e la funzione dell'inconscio. Ha ricostruito e interpretato l'intenso
scambio dialogico tra Pauli e il fondatore della psicologia analitica Jung, nel
quale emerge il profondo rapporto tra filosofia, fisica e psicanalisi. L'analisi
tra visibile e invisibile, il ruolo dell'arte e il senso epistemologico dello
spazio intermedio e del confine sono stati da lui sviluppati anche attraverso
un'esegesi del pensiero di Florenskij. Le ricadute del suo pensiero sulle
scienze sociali ed economiche trovano approfondimenti nelle opere dedicate
all'analisi dei sistemi organizzativi socio-economici. L'attività presso la
facoltà di Architettura l'ha portato a riflettere sulla'"epistemologia del
progetto", sulla relazione tra possibilità e realtà, sul rapporto tra
l'Io, lo spazio, il tempo, l'ambiente, tra urbs e civitas, sul concetto di
paesaggio, sul ruolo delle città globali e sul nesso tra globale e locale. Gli
sviluppi delle tecnologie digitali e poi della rete come fenomeno prima
tecnologico poi culturale e sociale vengono elaborati e incorporati nel suo
pensiero. La sua riflessione teorica è indirizzata anche ai temi
dell'apprendimento e dell'organizzazione della conoscenza soprattutto alla luce
delle reali esperienze della scuola, dei processi di modernizzazione e
innovazione che la coinvolgono e delle nuove esigenze che essa deve affrontare
Nel ha diretto il rifacimento del
manuale di filosofia di Ludovico Geymonat e pubblicato da Garzanti Scuola con
il titolo La realtà e il pensiero. La ricerca filosofica e scientifica in
collaborazione con Edoardo Boncinelli. Collabora dal con il CNI per il premio Scintille dedicato
all'innovazione (AD). (Pisa, Cagliari, Roma La Sapienza, Sassari: Facoltà
di Architettura di Alghero) (Vicepresidente
CRS4, Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca per la
Riforma, CIES, FIESEC, Direttore scientifico del progetto “Scuola digitale”
della Regione Sardegna). Vedi
L'interpretazione materialistica della meccanica quantistica. Fisica e
filosofia in URSS. Vedi Scienza, filosofia, politica in Unione Sovietica.Vedi
Materialismo e dialettica nella filosofia sovietica. Vedi Scienza e marxismo in
Urss. Vedi La mediazione linguistica. Il
rapporto pensiero-linguaggio da Leibniz a Hegel
Vedi Epistemologia del confine
Vedi Il Sogno di Dostoevskij
(vedi Pauli e Jung. Un confronto su materia e psiche Vedi recensione di Edoardo Boncinelli in
Corriere della Sera che cita che con quest'opera va avanti sul progetto di
esplorare una originalissima epistemologia del confine. Come leggere
Florenskij. La tecnica e il corpo. Organizzazioni. Soggetti umani e sviluppo
socio-economico. Individui e imprese: centralità delle relazioni. La politica
che non c'è. Idee guida per un progetto tra razionalità e valori L'albero flessibile. La cultura della progettualità Le due
vie della percezione e l'epistemologia del progetto La città possibile People and Space. New Forms of interaction in
City Project Epistemologia del
cyberspazio Vedi La comunicazione
nell'era di Internet Vedi Lo spazio
intermedio, che riprende, rielabora ed estende il concetto di confine. La
didattica e la rete. Più colta e meno Gentile. Saper fare la scuola: il
triangolo che non c'è. Nuovi percorsi per l'obbligo formative. La realtà e il
pensiero 1. La ricerca filosofica e scientifica, Garzanti Scuola. Altre opere: “
L'interpretazione materialistica della meccanica quantistica. Fisica e
filosofia” (Feltrinelli, Milano); Scienza, filosofia, politica in Unione
Sovietica. Feltrinelli, Milano, “Materialismo e dialettica” Loescher, Torino, Scienza
e marxismo in Urss, Loescher, Torino, “La
mediazione linguistica: il rapporto pensiero-linguaggio da Leibniz a Hegel” (Feltrinelli,
Milano, D.I. Mendeleev, Scritti sullo spiritismo. . Traduzione e studio storico-critico
introduttivo di S. Tagliagambe, Bollati-Boringhieri, Torino; L'impresa tra
ipotesi, miti e realtà (in collaborazione con G.Usai), ISEDI, Torino; Epistemologia
del confine, Il Saggiatore, Milano, “La politica che non c'è. Idee guida per un
progetto tra razionalità e valori” (Demos, Cagliari); Il sequestro dell'identità,
CUEC, Cagliari, La città possibile, (in collaborazione con G. Maciocco),
Dedalo, Bari, Epistemologia del cyberspazio, Demos, Cagliari, L'albero flessibile. La cultura della
progettualità, Masson, Milano, Il profilo del tempo, ‘Nuova civiltà delle
Macchine', Organizzazioni. Soggetti umani e sviluppo socio-economico, (in
collaborazione con G.Usai), Giuffré, Milano, La didattica e la rete, Pitagora
Editrice, Bologna, La comunicazione nell'era di Internet, (in collaborazione
con C. Crespellani Porcella e G. Usai, Collana Fondazione IBMEtas Libri,
Milano, Il destino del marxismo in Russia: dall'idolatria al rifiuto, (in
collaborazione con V. Mironov), Luiss Edizioni, Collana di studi metodologici,
Roma, La vittoria di Babele. Dalla filosofia naturale alla separazione dei
linguaggi, ‘ Civiltà delle macchine', Il sogno di Dostoevskij. Come la mente
emerge dal cervello, Raffaello Cortina Editore, Milano, Filosofia della scienza
(in collaborazione con G. Boniolo, M.L. Dalla Chiara, G. Giorello, C. Sinigaglia),
Cortina, Milano, Nuovi percorsi per
l'obbligo formativo, Edizioni PLUS. Pisa, Pisa; Il pensiero unitario di
Ludovico Geymonat, in collaborazione cn
Edizioni Nuova Cultura, Teramo; Le due vie della percezione e
l'epistemologia del progetto, Franco Angeli, Milano; Più colta e meno gentile.
Una scuola di massa e di qualità, Armando, Roma); Come leggere Florenskij,
Bompiani, Milano, La tecnica e il corpo” (Franco Angeli, Milano); Individui e
imprese: centralità delle relazioni” (Giuffrè, Milano, Saper fare la scuola: il
triangolo che non c'è” (Einaudi, Torino, Lo spazio intermedio, Università
Bocconi Editore, Milano, Storia della filosofia, XIII, Filosofi italiani” (Bompiani, Milano); Storia
della filosofia, “People and Space. New
Forms of interaction in City Project” Springer-Verlag Berlin, Heidelberg, New
York, El espacio intermedio. Red, individuo y comunidad, Fragua Editorial,
Madrid, Pauli e Jung. Un confronto su materia e psiche” (Raffaello Cortina,
Milano); “La libertà, le lettere, il potere” (Rubbettino, Soveria Mannelli); La
realtà e il pensiero. La ricerca filosofica e scientifica” (Garzanti Scuola).
Silvano Tagliagambe. Tagliagambe. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Tagliagambe” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Taglialatela – filosofia italiana (Mondragone). Flosofo.
Studia al Seminario vescovile di Sessa. Ordinato sacerdote, insegnò teologia al
Seminario vescovile di Cava dei Tirreni. Lasciato il sacerdozio, tenta di
arruolarsi nelle truppe di Garibaldi, per poi decidere di predicare nell'Italia
meridionale i nuovi ideali del movimento unitario. Nominato professore di
teologia a Napoli. A seguito della soppressione di tale cattedra apre una
scuola privata. Incomincia da questo
periodo a riscoprire lo studio e la saggistica, in particolare riprendendo e
sposando le tesi di Gioberti, che lo affascina . Su questo indirizzo filosofico
è stato imperniato il manuale Istituzioni di filosofia dche, seppur non
prescelto come testo d'insegnamento liceale, in quanto particolarmente
complesso, ricevette le lodi di Spaventa.
Non manca, in seguito, avendo aderito al protestantesimo, di compiere
opere missionarie, in particolare in Puglia e in Abruzzo. A tal riguardo è
documentato il viaggio di Pescasseroli sul quale scrisse Croce, che segnala
anche come e considerato, assieme a Mazzarella e Caporali, fra le menti più
forti del movimento protestante in Italia. Altre opere:: “Istituzioni di
filosofia” (Tip. all'Insegna del Diogene, Napoli); “Apologia delle dottrine
filosofiche di Gioberti” (Tip. all'Insegna del Diogene, Napoli); “La scienza,
la vita e di Sanctis. Discorso” (Tip. all'insegna del Diogene, Napoli); “Garibaldi.
Conferenza, La Speranza, Roma); “Il Papa-re nelle profezie e nella storia, La
Speranza, Roma); “In Dio. Saggi, discorsi, frammenti di filosofia Cristiana”
(La Speranza, Roma); “Fede, speranza e carità. Meditazioni, ed. postuma, La
Speranza, Roma); “Teoria evangelica della vita” (La Speranza, Roma; D. Ciampoli,
L'opera letteraria di Taglialatela” (Tip. Unione editrice, Roma); B. Croce, Pescasseroli,
Laterza, Bari (poi in Storia del Regno di Napoli); R. Fiore, Pietro
Taglialatela, in Civiltà Aurunca», G. Iurato, Pietro Taglialatela. Dalla
filosofia del Gioberti all'evangelismo antipapale, Claudiana, Torino, Gioberti
Protestantesimo in Italia Taglialatela.
Biografia, pubblicazioni e in
"Dizionario biografico dei protestanti in Italia". Sito della Società
di studi valdesi. Apologia della dottrina filosofica di V. Gioberti. Pietro
Taglialatela. Taglialatela. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Taglialatela” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732962169
Grice e Tagliapietra – sincerita –
filosofia italiana
(Venezia). Filosofo. Dopo la maturità classica al Foscarini di Venezia, ha
compiuto studi di medicina e di filosofia, laureandosi in filosofia teoretica
all'Università Ca' Foscari con una tesi discussa con Emanuele Severino e Romano
Madera. In quegli stessi anni perfeziona gli studi di ermeneutica biblica sotto
la guida di Carlo Enzo. Ha insegnato Storia della filosofia moderna e
contemporanea presso l'Università degli studi di Sassari. Professore a Milano. Fonde nelle sue ricerche un'indagine
storico filosofica sul pensiero greco, sulla tradizione apocalittica ebraica e
cristiana e sul canone del pensiero moderno, con un'attenzione a temi
contemporanei legati al mondo delle immagini e della comunicazione, allo studio
del linguaggio e delle metafore, nonché all'intreccio storico e teorico fra
teatro e filosofia. In quest'ultima prospettiva si orientano i suoi studi
sull'idea di sincerità e sul significato della bugia nel quadro di una
costruzione drammaturgica dell'individuo, sul ridere e sulla natura del
personaggio comico. Cura per Feltrinelli, Bollati Boringhieri e Bruno Mondadori
edizioni importanti: L'Apocalisse di Giovanni, raccolte di scritti
sull'Illuminismo e sul tema della "catastrofe"; opere di Platone,
Gioacchino da Fiore, Kant, Benjamin Constant, Voltaire, Jean-Jacques Rousseau,
Alessandro Manzoni, Constantin-François de Chassebœuf de Volney, Ludwig Andreas
Feuerbach, Louis-Sébastien Mercier. Dal 2007 sta curando l'edizione delle
opere complete di Italo Valent. Collabora saltuariamente a Il Gazzettino, il
quotidiano della sua città, e ha collaborato a varie testate giornalistiche
(Capital; Panorama; Il Sole 24 Ore; l'inserto culturale "Saturno" de
Il fatto quotidiano, ecc.), con interventi di carattere culturale o legati
all'attualità sociale e politica. Con La virtù crudele. Filosofia e storia della
sincerità ha vinto il Premio Viareggio
per la saggistica. Dli è stato conferito il premio di filosofia Viaggio a
Siracusa per il saggio Gioacchino da Fiore e la filosofia. È direttore
del Giornale critico di storia delle idee. È fondatore e direttore a Milano del
Centro di Ricerca Interdisciplinare di Storia delle Idee (CRISI), e di ICONE,
Centro Europeo di Ricerca di storia e teoria dell'immagine di Palazzo Arese
Borromeo. Altre opere: “La metafora dello specchio. Lineamenti per una storia
simbolica” (Feltrinelli, Milano, Bollati Boringhieri, Torino); “Il velo di
Alcesti: la filosofia e il teatro della morte” (Feltrinelli, Milano); “Filosofia
della bugia: figure della menzogna nella storia del pensiero occidentale”
(Bruno Mondadori, Milano); “La virtù crudele: filosofia e storia della sincerità”
(Einaudi, Torino); “La forza del pudore: per una filosofia dell'inconfessabile”
(Rizzoli, Milano; “Il dono del filosofo: sul gesto originario della filosofia”
(Einaudi, Torino); “Icone della fine: Immagini apocalittiche, filmografie, miti
(Il Mulino, Bologna); “Sincerità” (Raffaello Cortina, Milano); “Gioacchino da
Fiore e la filosofia, il Prato, Padova); “Non ci resta che ridere (Il Mulino,
Bologna); “Alfabeto delle proprietà: filosofia in metafore e storie” (Moretti
& Vitali Editori, Bergamo); “Esperienza: filosofia e storia di un'idea”
(Raffaello Cortina, Milano); “Filosofia dei cartoni animati. Una mitologia
contemporanea” (Bollati Boringhieri, Torino). Opere costituite da raccolte di
lezioni Cartografia intellettuale dell'Europa, “La migrazione dello spirito” (Mimesis
Edizioni, Milano-Udine); “Tempo a termine e tempo senza fine: breve storia
figurale della temporalità”, con DVD-ROM delle lezioni, Mimesis Edizioni,
Milano-Udine); “Non desiderare la donna e la roba d'altri” (Il Mulino, Bologna);
“Il senso del dolore. Testimonianza e argomenti” (Editrice San Raffaele,
Milano); “Zerologia. Sullo zero, il vuoto e il nulla” (Il Mulino, Bologna. Edizioni
scientifiche, curatele e traduzioni Apocalisse di Giovanni, testo latino a
fronte, prefazione di Andrea Tagliapietra, traduzione e postfazione di Massimo
Bontempelli, Feltrinelli, Milano, Platone, Fedone o sull'anima, testo greco a
fronte, traduzione, introduzione e cura saggio critico di Elisa Tetamo,
Feltrinelli, Milano; Gioacchino da Fiore, Sull'Apocalisse (Feltrinelli,
Milano); “Immanuel Kant-Benjamin Constant, “La verità e la menzogna. Dialogo
sulla fondazione morale della politica” (Bruno Mondadori, Milano); “Che cos'è
l'Illuminismo? I testi e la genealogia del concetto” (Bruno Mondadori, Milano);
“Rudolf Otto, Il sacro, introduzione” (Gallone Editore, Milano); Voltaire-Rousseau-Kant,
Sulla catastrofe. L'illuminismo e la filosofia del disastro” (Bruno Mondadori,
Milano); “La fine di tutte le cose” (Bollati Boringhieri, Torino); “La storia e
l'invenzione” (il Prato, Padova); “Le rovine, ossia meditazione sulle rivoluzioni
degli imperi” (Mimesis Edizioni, Milano-Udine); “L'uomo è ciò che mangia” (Bollati
Boringhieri, Torino); “Montesquieu a Marsiglia” (Inschibboleth, Roma); “Bisogna
sempre dire la verità?” (Raffaello Cortina Editore, Milano); “Kant e l'idea
della fine”, Agalma, “Il rischio e il limite”; Magazine (dossier Energia),
Pearson. “L'ultimo gesto di Socrate”; “Il pudore e l'enigma”; Spazio
Filosofico, Tipologia del riso, Fillide, n. Kant and the Idea of the End, European
Journal of Psychoanalysis, The End. Corpo di pazienza, European Journal of
Psychoanalysis, ISAP. “Esser contro”, XÁOS. Giornale di confine, Il dono del
filosofo. Il dono della filosofia, XÁOS. Giornale di confine, Il giallo della
filosofia, XÁOS. Giornale di confine, Il volto del potere di Andrea
Tagliapietra, in XÁOS. Giornale di confine, La Lotteria di Babele. Appunti
filosofici su caso e fortuna nella società della comunicazione di Andrea Tagliapietra,
in XÁOS. Giornale di confine, L'apocalisse delle immagini. Esegesi del cinema
di Wim Wenders a partire da "Fino alla fine del mondo", di Andrea
Tagliapietra, in XÁOS. Giornale di confine, La gola del filosofo. Il mangiare
come metafora del pensare di Andrea Tagliapietra in XÁOS. Giornale di confine
Anno IV, n. 1 marzo -giugno 2005/2006. Dire la verità. L'insistenza della
critica di Andrea Tagliapietra, in Giornale critico di storia delle idee, Interviste e video L'uomo è un animale che
esita. Intervista con Andrea Tagliapietra di Marco Dotti, in Vita, nPresentazione.
Il dono del filosofo. Sul gesto originario della filosofia in Inschibboleth WEB
TV. Presentazione. Icone della fine. Immagini apocalittiche, filmografie, miti
Del senso della fine. Dialogo con Andrea Tagliapietra di Dotti, in Communitas,
n. 4, . RAI Cultura: futuro, progresso e possibilità Lezione magistrale al
Festival di Filosofia (Modena ), Inganni. Finzioni di verità e storia naturale
dell'intelligenza. Eigentlichkeit und Dichtung? La filosofia della sincerità di
Andrea Tagliapietra, di Vincenzo Pinto
Il riso è il proprio dell'uomo. Commento in margine a Non ci resta che
ridere di Andrea Tagliapietra, di Tugnoli
Se essere sinceri è una virtù crudele. Uno studio fra storia e filosofia,
di Galimberti, in "La Repubblica", Recensione ad Andrea
Tagliapietra, La virtù crudele. Filosofia e storia della sincerità, di Claudio
Tugnoli, in "Dialeghestai. Rivista telematica di filosofia", anno VI,
2004 Premio letterario Viareggio-Rèpaci,
su premioletterarioviareggiorepaci. 9 agosto .
Home page del Giornale Critico di Storia delle Idee Home page del Centro di Ricerca in Storia
delle IdeeCRISI Home page di ICONE,
Centro Europeo di Ricerca di storia e teoria dell'immagine, su centro europeo palazzo
borromeo. 17Ciclo di dieci lezioni teoriche, dette "Decadi", tenuto
nell'Aula Tafuri di Palazzo Badoer, a Venezia, dall'11 novembre al 29 gennaio , nel quadro del Laboratorio di
Progettazione Architettonica dello IUAV diretto da Renato Rizzi e costituente
il I, Libro dello Studio, del progetto
"Lampedusa. La cattedrale di Solomon". Opere di Andrea Tagliapietra,
. Registrazioni di Andrea Tagliapietra,
su RadioRadicale, Radio Radicale. Pagina
docente con informazioni biografiche e bibliografiche sito dell'Università Vita-Salute
San Raffaele. Andrea Tagliapietra. Tagliapietra. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tagliapietra” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731484947/in/datetaken/
Grice e Tamburino – filosofia italiana (Caltanissetta). Flosofo. Figlio del
giudice Fabrizio e di Agata Adelicia Tramontana. Entrò nella compagnia di Gesù
a quindici anni, restò a Caltanissetta dopo aver ricevuto gli ordini,
successivamente fu incaricato dell'insegnamento di retorica, di filosofia e di
teologia sistematica nel locale collegio gesuitico. A trent'anni fu trasferito
nel collegio di Messina per insegnare teologia morale e a quarantacinque anni
passò in quello di Palermo. Resse i collegi gesuitici di Caltanissetta,
Monreale e Palermo. Fu esaminatore delle curie arcivescovili di Palermo e
Monreale, consigliere e qualificatore nel Sant'Uffizio della Inquisizione
spagnola, ossia di esaminatore dei reati prima della loro attribuzione alla
competenza dell'Inquisizione. Durante un
soggiorno romano, quale rappresentante della provincia gesuitica siciliana alla
undicesima congregazione generale della compagnia di Gesù, conosce Greuter, che
lavora per la casa generalizia dei gesuiti. Il teologo siciliano, apprezzandone
le doti, gli affida l'incarico di incidere le immagini della Madonna.
Realizzava finalmente il progetto, da qualche anno vagheggiato, di dare alle
stampe le notizie preparate dal confratello Ottavio Gajetano, riguardanti
appunto i luoghi del culto mariano nell'isola, facendo illustrare l'opera con
tavole riproducenti le relative icone della Madonna. Così accanto alla
sua imponente produzione filosofica, restano anche due edizioni, una in latino
ed una in volgare, di un volume con 36 incisioni del ‘600, di raro pregio per
la raffinatezza dei disegni di Greuter. Il saggio non e firmato dal gesuita. Di
queste due edizioni si trovano rari esemplari che, per le limitazioni derivanti
dall'esaurimento delle matrici, sono, per buona parte, prive delle pagine in
cui sono stampate le incisioni. Il gesuita siciliano nella conoscenza del
peccato attribuisce importanza primaria alla “cognitio singulorum,” cioè alla
capacità di valutazione dei singoli. Diverso è, infatti, il peso delle colpe a
seconda se a commettere l'infrazione è l'individuo colto oppure l'ignorante.
Nel individuo colto prevale la vis ratiocinandi, la forza della ragione.
Nell’ignorante, la vis sentiendi, la forza del sentimento. Ancora differenza
c'è tra l'”actio humana” e l'”actio hominis”. La azione umana e compiuta in
perfetta consapevolezza. Nell’azione di un uomo la coscienza è spesso
condizionata dal patire passionale, che può essere violentum – violento --,
coactum – costretto – co-azione- o necessarium – necessario -- venendo così a
mitigare la colpa. Nel trasporto passionale c'è dell'involontario, spesso
frutto di ignoranza che rende la coscienza erronea. Il tutto si traduce in una
interpretazione benignista della prudenza o epi-eìcheia, riprendendo in un certo
modo la tradizione di Aquino. A sostenere questa intensa produzione sul
probabilismo, col rientro da Palermo a Genova di Diana, rimane. I suoi saggi
hanno ampia diffusione fino al riconoscimento della validità delle tesi
probabiliste da S. Alfonso de' Liguori che con la sua Theologia Moralis mette
sostanzialmente fine al rigorismo giansenista. Il probabilismo incontra
ostilità negli ambienti religiosi più vicini al rigorismo dei giansenisti. A
contrastare le tesi del probabilismo i più influenti furono i domenicani, che
spinsero Retz, a farsi portavoce presso il papa per l'emanazione di un provvedimento
di condanna. Alessandro VII, sollecitato più volte, condenna il probabilismo.
Sono censurate solo le tesi più estreme. Un'altra condanna del probabilismo e
promulgata da Innocenzo XI. Però questa volta il gesuita siciliano non sube sanzioni
ad personam, così passa alla storia della morale, come padre della probabilità
tenue. Con esso si chiuse il periodo d'oro della esportazione della cultura
teologica siciliana. Fu sancita la completa ri-abilitazione del gesuita
siciliano con la pubblicazione di Verità Vindicata che Niceti diede alle stampe
a Roma. Altre opere: I suoi saggi sono stati riuniti nella Opera Omnia. “Methodus
Expeditae Confessionis; Opuscola Tria de Confessione”; “Comunione et Sacrificio
Missae”; “Expedita Decaloghi Explicatio. Libris decem digesta; “De Sacrificio
Missae Expedite Celebrando Libri tres”; “Della Consolazione della Filosofia di
Anicio Manlio Boezio Libri cinque. Traduzione di Tommaso Tamburino; Juris
Divini. Naturalis et Ecclesiastici Expedita Moralis Explicatio, Complectens
Tractationes tres, de Sacramentis, quae sunt de Jure Divino, de Contrattibus,
quos dirigit Jus Naturale, de Censuris et Irregularitate, quae sunt de Jure
Ecclesiastico. Tractatus de Bulla cruciata. Sanctissimae Deiparae Cultus in
Sicilia. (Nomen sublatum) Ragguagli delli Ritratti della SS. Vergine Nostra
Signora più celebri, che si riveriscono in varie Chiese nell'isola di Sicilia.
Opera postuma del R. Ottavio Cajetano della Compagnia di Gesù. Trasportato
nella lingua volgare. Germana Doctrina R.Thomae Tamburini S. J. perspicue
refellens impugnationes R.Vincentii Baronii adversus illam allatas; Tractatus in Quinque Ecclesiae Praecepta; “Tractatus
de Jubileo Manoscritto; “Additamentum continens aliquot epistolas, et levem
vindicationem contra Joannem Sinichium hybernum authorem libri Saul et Rex.
Manoscritto. Bibl.Naz.Roma. Fondo Gesuitico, Traduce “La consolazione della
Filosofia” di Boezio. Libri cinque. L'Anno dei Giorni Memorabili, scritto dal Gio.
Nadasi della Compagnia di Gesù. V. Baron, Theologia moralis adversus laxiores
probabilistas, Parigi, Piget, R. Brouillard, Dictionnaire de Théologie Catholique,
Parigi, Letouzej, S. Burgio, “Il probabilismo in Sicilia”, Catania, Soc. Storia
Patria, V. Contenson, Theologiae mentis of cordis, Tolosa, T. Deman,
Probabilisme, Colonia, C. Hebermann, Enciclopedia cattolica, R. Appelton
Company, M. Petrocchi, Il problema del lassismo nel secolo XVII, Roma, Storia e
letteratura, J. Sinnichins, Saul et Pax, Lovanio, Nempaei, Tommaso Tamburino,
su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Pietro Tacchi Venturi, Tommaso Tamburino, in
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Catholic
Encyclopedia, Robert Appleton Company. Tomasso Tamburino. Tamburino. Keywords:
prudenza, probabilismo tenue, azione di un uomo singolare, la forza del
ragionare, la forza del sentire, il necesario, il costretto (co-actum), il
violento. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tamburino” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733185005
Grice e Tafuri: il bizarro – filosofia italiana (Soleto). Filosofo. Versatile
e bizzarro ingegno, che dopo studi a Napoli e Parig si ritira nella sua natia
Soleto nel Salento dove ha un cenacolo di allievi filosofi del platonismo
esoterico. Il Socrate di Soleto e una personalità eclettica ed un
affascinante intellettuale, amante della conoscenza e studioso e di molteplici
campi del sapere: alchimia, filosofia, astronomia, astrologia, medicina,
fisiognomica, magia naturale. Al centro dei suoi interessi vi e l'interesse e
lo studio dei fenomeni della natura, l'anima del mondo, il miracolo e le
meraviglie del creato e l'unicità irripetibile di ogni essere
umano. Considerato alla stregua di un Nostradamus salentino e onorato e
temuto per le sue capacità divinatorie e fisiognomiche tanto da attribuirgli poteri
occulti e demonologici. Un suo ritratto col rosso copricapo della Sorbona
si trova nel dipinto ad opera del galatinese Lavinio Zappa della Madonna del
Rosario nella navata sinistra della Chiesa Matrice di Soleto. Sepolto dapprima
nella chiesetta di S. Lorenzo delli Tafuri adiacente alla sua abitazione e poi,
dopo la demolizione della cappella nel Monastero di San Nicola in una cassa di
legno con lo stemma della famiglia. Sull'architrave della sua casa natale
è inciso il motto, Humile so et humilta me basta dragon diventaro se alcun me
tasta. Con quest'iscrizione esprime e manifesta ai cittadini e a chiunque
passasse dalla sua dimora la sua mite natura caratteriale, mortificata dalle
ingiurie e maldicenze in conseguenza delle quali poteva trasformarsi,
ironicamente, attraverso alchimia e magia, in un dragone. Nella Soleto e
diffusa la consuetudine di incidere sulle architravi delle finestre, sui
cornicioni dei balconi o all'interno di uno stemma, delle epigrafi con la
finalità di motto. Un proverbio, una citazione, un passo letterario, filosofico,
o religioso, e un pensiero personale descrivevano la personalità e le
attitudini del padrone di casa o invitavano il passante a riflettere su un tema
o un monito saggio e profondo. Lo stemma della famiglia, presente sulla porta
della casa natia, è costituito da un albero di quercia con due fulmini che si
scagliano contro ma non lo colpiscono. Un'aquila bicipite scolpita sopra fa
pensare ad un'origine albanese della famiglia. Infatti molte famiglie albanesi
e greche di confessione cristiano-ortodossa e cattolica sono costrette a
fuggire ed alcune emigrarono nel Salento a causa dell'avanzata dei turchi che
occupano i loro territori. "Del salentin suol gloria ed onore"
lo definie Tommasi. E davvero egli e, tra i filosofi che fioreno in Puglia il
più universalmente noto. Partito da Soleto per Napoli per approfondirsi nella
matematica dopo la preparazione ricevuta a Zollino da Stiso, vi torna famoso in
tutto il mondo e pieno di gloria. Desideroso solo di pace fisica e mentale,
apre una ‘scuola’ di filosofia. Tra i suoi allievi: Cavazza, Vernaleone, Scarpa,
Corrado. Assiduo verso gli infermi, esercita con zelo e successo la professione
di medico ma mentre era di modello coi suoi saggi, di ammirazione e rispetto
coi suoi consulti fu dalla ignoranza popolana ritenuto un mago perché cultore
di scienze inusitate quali l'Astronomia e l'Astrologia. Tornando da
Padova, Parigi e Salamanca, cioè dai più grandi centri culturali del tempo,
sollevò certo le gelosie interessate di coloro che non sapevano rassegnarsi al
suo prestigio professionale. A ciò si aggiunse il vigile sospetto della Curia
Arcivescovile messa sull'avviso dal Concilio di Trento. Egli che porta
per tutto il mondo l'amore per il suolo natio col nome di Matteo da Soleto,
proprio in patria ebbe a difendersi da accuse di stregoneria come spesso
avviene a chi, uomo di scienza, si rende filantropo. Fu più volte interrogato
per le sue capacità di previsione del futuro (divinatorie) ma fu sempre rilasciato
innocente. Il Codice Vaticano. è testimonianzapressoché l'unica
superstitedell'impegno speculativo di Matteo Tafuri. Da questo
capostipite molti furono i Tafuri medici o giureconsulti che da Soleto
trasferirono poi la loro residenza a GallipoliNardò e LecceGalatone.Così
troviamo nel "Liber baptesimorum" dell'Archivio Parrocchiale di
Soleto un Clericus Phisicus Honofrius Taphurus filius eccellentissimi Doctori
Francisci che è padrino al battesimo di Carrozzini. Il pronipote di Onofrio,
Vincenzo Maria fu sindaco di Gallipoli mentre il fratello di Onofrio, dottore in
giurisprudenza, visse presso la corte di Napoli dove morì. Svariati
giureconsulti, medici e sindaci a Lecce e Galatone. Ricordiamo, non per ultimo,
fra Diego da Lequile (al secolo Diego Tafuri. Manni, La guglia di...30 Luigi
Galante, Matteo Tafuri. Nuove rivelazioni da un manoscritto, in 'Il filo di
aracne' Galatina, Manni, La guglia, l'astrologo, Bernari 42 Istoria scrittori Regno di Napoli, Bernari. Bernari,
A., Il mago di Soleto: Matteo Tafuri, Milano, De Tommasi, G.B., Matteo Tafuri
in "Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli" tomo VIII,
Napoli, del Balzo di Presenzano, A., I del Balzo ed il loro tempo, Napoli,Manni,
L., Guida di Soleto, Galatina, Manni, L., La guglia di Soleto, Galatina, Manni, L., La guglia, l'astrologo, la macàra,
Galatina, Montinari, M., Soleto, Fasano, Tafuri, G.B., Istoria degli Scrittori
del Regno di Napoli, Napoli, 1D. Bacca "Personaggi del sole
culturale", Lecce 2008 Alchimia
Galatina Giovanni Battista Della Porta Orsini Orsini Del Balzo Guglia di
Raimondello Soleto. G. B. Tafuri. Matteo Tafuri. Tafuri. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tafuri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691279336/in/photolist-2mKMjs5
Grice e Tarantino – filosofia italiana (Gravina), filosofo.
Noto per i suoi studi sul padre e per fondare insieme la sezione dell'Istituto
Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli di cui è stato anche president. Ha
saggi sulla pedagogia, la psicologia e l'Umanesimo. Dopo la laurea,
diviene insegnante per i licei italiani; in particolare, insegna al liceo Federico
II di Svevia di Altamura dove uno dei suoi studenti e Rubini. Nominato
dirigente scolastico del Liceo classico Cagnazzi di Altamura, porta la scuola
al più alto numero di studenti mai raggiunto. In qualità di dirigente
scolastico, si reca a Tokyo per una
"visita preparatoria di incontro tra scuole". Durante la sua permanenza
si verifica un violento terremoto, che gli causò paura e notevoli disagi con un
volo di ritorno pagato 4000 euro e un'assistenza a quanto pare insufficiente da
parte delle autorità consolari del posto. Dirigente scolastico del Liceo
classico Luca de Samuele Cagnazzi, Presidente di circoscrizione del Lions Club
Puglia Consigliere di Club del Lions Club Altamura Host Presidente
dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (IISF) di Napoli[senza fonte]
Opere Speranze e proposte formative nel primo Novecento. La lezione di Giuseppe
Tarantino, Bari, 1995. Dietro la ruota. Infanzia pregiata, Levante, Lezioni di
volo, Bari, L'inconscio e la coscienza
nel pensiero di Giuseppe Tarantino, Bari, . L'Umanesimo mediterraneo. Orizzonte
storico-culturale per la costruzione di una cittadinanza cosmopolita, , Storia
antica e moderna dell'Ordine del Tempio, Nisroch, L'Umanesimo scientifico di
Giuseppe Tarantino, Aracne Editrice). //aracneeditrice/index.php/autori.html?auth-id=407986
// teatro.liceocagnazzi.edu/storia-della-rassegna/ altamuralife/ notizie/la-testimonianza-di-un-gravinese-in-giappone-durante-il-terremoto/
lions108ab/wp-content/uploads//06/Rivista-Lions- numero-4.compressed.pdf lions/data/club.php?id=21110 Giuseppe Tarantino Liceo classico Luca de
Samuele Cagnazzi Sito web ufficiale e
blog di Filippo Tarantino. Filippo Tarantino. Tarantino. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tarantino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732938004
Grice e Tarantino – l’inconscio e la
coscienza – filosofia italiana (Gravina). Fosofo. Docente a Pisa. Figlio di Filippo Tarantino,
nobile locale, e Arcangela Maria Letizia Spagnuolo. Studiò nel ginnasio della sua città, sotto la
guida dello zio materno Nicola. Compì gli studi superiori a Pisa, dapprima come
studente all'università della stessa città e successivamente come allievo della
Scuola normale superiore di Pisa. Iniziò gli studi sotto la guida di Francesco
Fiorentino. A ventidue anni conseguì la laurea in Lettere e Filosofia e seguì a
Napoli il maestro Fiorentino fino alla sua morte. In sua memoria dedicò al suo maestro il suo
primo libro, intitolato I Saggi Filosofici e pubblicato nel gennaio; nello
stesso anno ottenne la docenza in filosofia teoretica. Inizia ad acquisire
notorietà grazie ai saggi critici che pubblica sul Giornale Napoletano. Ottiene
la cattedra di filosofia nel Liceo Antonio Genovesi di Napoli. Per ben dieci
anni, lavorò all'opera Saggio sulla Volontà. Ha anche una breve relazione con la
fiorentina Bice, anche se e sentimentalmente legato ad un'altra donna di
Gravina, conosciuta a Napoli, alla quale dedica particolare cura. Dopo aver vinto
il relativo concorso, gli e assegnata la cattedra di filosofia teoretica a Palermo,
ma per motivi sentimentali vi rinuncia.
Insegna al Liceo Marciano. Ottiene la cattedra di filosofia nel Liceo Genovesi.
Per un periodo abbandona la sua relazione sentimentale per ritornare a lavorare
sulle sue opere. Agli inizi del Novecento, vince il concorso per la cattedra di
filosofia morale a Pisa. Insegna anche alla Scuola di Pedagogia, dove tra i
suoi insegnanti figura Gentile. La sua notorietà cresce sempre più grazie ad
alcuni suoi saggi critici pubblicati sulla Rivista di Filosofia Scientifica di
Morselli, il più noto dei quali è su Locke.
Tra i suoi studenti di Pisa più noti figurano Nicola ed Accadia. Torna
nella sua città natale Gravina in Puglia, dove vive nella casa di un nipote suo
omonimo che aveva studiato sotto la sua egida a Pisa. Dona alla biblioteca
Santomasi di Gravina in Puglia una parte cospicua dei suoi libri. A lui è stato
intitolato il liceo scientifico della sua città natale Gravina in Puglia. Altre
opere: “Appunti di Filosofia ad uso dei giovani del Liceo” (Filippo Toso,
Aversa); “Saggi filosofici” (Napoli, Vincenzo Morano); “Studio storico su
Giovanni Locke” in Rivista di Filosofia, II, Milano-Torino, F.lli Dumolard); “Saggio
sul criticismo e sull'associazionismo” (Napoli, Vincenzo Morano,); In morte di
Michelangelo Calderoni, Vecchi, Trani, Saggio sulla volontà, Napoli, Tip.
editrice F. di Gennaro e A. Morano. In
morte di Antonietta Cagiati, nella necrologia per Gaetano e Antonietta Cagiati,
Napoli. “Saggio sulle idee morali e politiche di Hobbes” (Napoli, Tip. F.
Giannini & Figli); “Il problema della morale di fronte al positivismo e
alla metafisica” (Pisa, Tip. A. Valenti); “Il principio dell'etica e la crisi
morale contemporanea” (Napoli, A. Tessitore & figlio); “Il concetto dello
stato ed il principio di nazionalità” (Napoli); “Discorso preposto alle
traduzioni dal latino, dall’inglese e dal francese di G. Sottile” (Napoli); “Vinci
e la scienza della natura”, Nel centenario di L. da Vinci, La politica e la
morale. Discorso (Pisa, Tipografia editrice cav. F. Mariotti); “”Sulla riforma
universitaria, in «Rivista di filosofia». Cfr. Gabriele Turi, Giovanni Gentile: una
biografia, Firenze, Giunti, (Parzialmente consultabile in Google
Libri.) tarantino-inconscio, tarantino-inconscio-, tarantino-inconscio-, Filippo
Tarantino, L. Dibattista, Rosalba Pappalardi e Angelo Recchia-Luciani,
L’inconscio e la coscienza nel pensiero di Giuseppe Tarantino , Filippo
Tarantino, Mario Adda Editore, Filippo Tarantino, Speranze e proposte formative
nel primo Novecento. La lezione di Giuseppe Tarantino, Bari, Levante, Beniamino
D'Amato, Orazione funebre in onore di Giuseppe Tarantino . Filippo Tarantino Scheda biografica nel sito del Liceo statale
Giuseppe Tarantino di Gravina in Puglia. Giuseppe Tarantino. Tarantino.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tarantino” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716123265/in/photolist-2mPq8eZ-2mMYDFF-2mKN3Um
Grice e
Taranto – la colomba d’Archita – filosofia italiana – Luigi Speranza (Taranto).
Filosofo. Grice: “I was insulted, if not offended by the Cambridge Dictionary
of Philosophy having ‘Anchita’ as Greek! The manw as born in Taranto, Italy,
and died in Taranto, Italy! – He was a Tarantoian!” – “My favourite of his
philosophical tracts is “Della colomba,” – Strawson pointed out to me that
since this is a mechanical (mechanical-mechanical) pigeon, I should have used
‘scare-quote’ gesture!” -- Ricerca Archita filosofo, matematico e politico
greco antico Lingua Segui Modifica (LA) «Magnum in primis et praeclarum
virum» «Uomo fra i primi grande e illustre» (Cicerone, De
senectute, XII, 41). Appartenente alla "seconda generazione" della
scuola pitagorica, ne incarnò i massimi principi secondo l'insegnamento dei
suoi maestri Filolao(470 a.C.-390 a.C./380 a.C.) ed Eurito (V secolo a.C.).
Archita BiografiaModifica Figlio di Mesarco (o di Estieo o di Mnesagora, a
seconda delle fonti), nacque a Taranto, città della quale fu "stratego
massimo" nella prima metà del IV secolo a.C. proprio nel periodo in cui la
città raggiungeva l'apice del suo sviluppo economico, politico e
culturale. Archita condusse una vita austera, improntata a uno stretto
autocontrollo nel rispetto delle rigide regole della setta pitagorica, ma non
priva di umana socievolezza: racconta Eliano che spesso quello s'intratteneva a
scherzare con i figli dei suoi schiavi e con questi stessi non disdegnava di
sedere assieme a banchetto. Abile uomo politico, si tramanda che fosse stato
nominato per sette volte stratego (στρατηγός, strategòs) della città-stato di
Taranto riuscendo ad essere un condottiero sempre vittorioso nelle sue
battaglie. Probabilmente fu anche stratego "autocrate" (αὐτοκράτωρ,
autocrator) della Lega italiota, ricostituitasi dopo la morte di Dionisio I di
Siracusa, e che ebbe come sede Eraclea sotto l'effettivo controllo di Taranto.
Non si sa se, nonostante il divieto della costituzione cittadina, fosse stato
nominato consecutivamente; i suoi mandati vengono datati tra il II e il III
viaggio di Platone, quindi potrebbero essere stati ricoperti anche uno di
seguito all'altro. Attua una politica di sviluppo che porta Taranto a diventare
la metropoli più ricca e importante della Magna Grecia. Con l'edificazione di
monumenti, templi e edifici diede nuovo lustro alla città. Potenziò il
commercio stringendo relazioni con altri centri, come l'Istria, la Grecia,
l'Africa. Durante il suo governo, si dedica allo sviluppo dell'economia
favorendo l'agricoltura e insegnando egli stesso ai contadini i precetti per
migliorare i raccolti. Spesso ricordava loro che Apollo non concesse altro a
Falanto che fertili campi e amava ripetere. Se vi si domanda come Taranto sia
diventata grande, come si conservi tale, come si aumenti la sua ricchezza, voi
potete con serena fronte e con gioia nel cuore rispondere: con la buona
agricoltura, con la migliore agricoltura, con l'ottima agricoltura. Nel campo
legislativo promulgò diverse leggi per favorire una più equa distribuzione delle
ricchezze, basandola sui principi dell'armonia matematica. Uomo di multiforme
ingegno, si interessa di scienza, musica ed astronomia e studiò matematica con
Eudosso di Cnido. La vastità di queste competenze in Archita si spiega con il
fatto che la scuola pitagorica concepiva la matematica, o meglio
l'aritmogeometria, fondamento della realtà naturale e l'universo come un cosmo,
ordinato cioè secondo principi mistico-matematici dai quali si generava
un'armonia musicale poiché la musica stessa si basava su precisi rapporti
matematici. «Credettero che i principi delle matematiche fossero i
principi di tutti gli esseri. Ora, i principi delle matematiche sono i numeri.
Pensarono quindi che gli elementi dei numeri fossero elementi di tutte le cose,
e che tutto quanto il cielo fosse armonia e numero.» (Aristotele,
Metafisica, libro alfa, 985b23-986a3) Non a caso Archita è stato il primo a
proporre il raggruppamento delle discipline canoniche (l'aritmetica, la
geometria, l'astronomia e la musicanel quadrivium, l'ordinamento che Boezio
riprese in epoca medievale). Infine, la partecipazione alla scuola pitagorica,
configurata come una setta mistica, era riservata a spiriti eletti e implicava
che gli iniziati che la frequentassero avessero disponibilità di tempo e denaro
per trascurare ogni attività remunerativa e che potessero dedicarsi interamente
a complessi studi: da qui il carattere aristocratico del potere politico che i
pitagorici esercitarono nella Magna Grecia fino a quando non furono sostituiti
dai regimi democratici. Archita conobbe Platone quando il filosofo ateniese
soggiornò a Taranto nel suo primo viaggio verso Siracusa, dove ebbe un
confronto piuttosto acceso con il tiranno Dionigi Isulla realizzazione di una
possibile riforma filosofica del suo governo. L'amicizia con Archita fu
preziosa per Platone quando compiendo questi il suo terzo e ultimo viaggio in
Sicilia nel tentativo di realizzare la sua riforma, il nuovo tiranno Dionigi il
Giovane lo cacciò dall'Acropoli facendolo vivere nella casa di Archedemo,
vicino ai mercenari che mal lo sopportavano. Fu grazie ad Archita, il quale
inviò il tarantino pitagorico Lamisco a Siracusa per convincere l'amico Dionigi
il giovane a liberare Platone, che il filosofo poté tornare ad Atene. Lo
stesso Platone raccontò così quegli avvenimenti: "Sembra che Archita
si sia recato presso Dionisio; perché io, prima di ripartire avevo unito
Archita e i Tarantini in rapporti di ospitalità e di amicizia con
Dionisio." (Platone, Lettera VII, 338c.) "E così con un terzo
invito Dionisio mi mandò una trireme per agevolarmi il viaggio, e insieme mandò
un amico di Archita, Archedemo, che egli riteneva fosse il più apprezzato da me
tra quei di Sicilia, e altri Siciliani a me noti." (Platone, Lettera VII,
339a.) «Altre lettere poi mi giungevano da parte di Archita e dei Tarantini,
che facevano grandi elogi dello zelo filosofico di Dionisio, e anche
avvertivano che, se non fossi andato subito, avrei causato la completa rottura
di quell'amicizia che io avevo creato tra loro e Dionisio, e che era di grande
importanza politica." (Platone, Lettera VII, 339d.) "vennero in molti
da me, fra cui alcuni servi di origine ateniese, e quindi miei concittadini;
essi mi riferivano che calunnie circolavano su di me fra i peltasti, e che
alcuni minacciavano, se riuscivano a cogliermi, di sopprimermi. Escogito allora
qualche mezzo di salvezza: mando ad avvertire Archita e gli altri amici di
Taranto in che condizione mi trovo. E quelli, colto un pretesto per
un'ambasceria, mandano uno dei loro, Lamisco, con una nave e trenta rematori.
Costui, appena giunto, intercede per me presso Dionisio, dicendogli che io
volevo partire e nient'altro che partire; Dionisio accondiscese e mi lasciò
andare, dandomi i mezzi per il viaggio" (Platone, Lettera VII, 350) Archita
morì a seguito di un naufragio probabilmente nel corso di operazioni di guerra
nelle acque di fronte alla città di Matinum (attuale Mattinata sul Gargano) e
lì fu sepolto, come riferisce il poeta Orazio: Te maris et terrae numeroque
carentis harenae mensorem cohibent, Archyta, pulveris exigui prope litus parva
Matinum munera. Te misuratore del mare e della terra e delle immensurabili
arene, coprono, o Archita, pochi pugni di polvere presso il lido Matino.
(Orazio, Odi, I 28). Nonostante Archita sia vissuto dopo Socrate, viene
considerato un continuatore dei filosofi presocratici, perché appartenne alla
Scuola pitagorica e si mantenne aderente al pensiero di Pitagora, tant'è che
basò le proprie idee filosofiche, politiche e morali sulla matematica. Al
riguardo, infatti, così recitano due suoi frammenti. Quando un ragionamento
matematico è stato trovato, controlla le fazioni politiche e aumenta concordia,
quando c'è manca l'ingiustizia, e regna l'uguaglianza. Con ragionamento
matematico noi lasciamo da parte le differenze l'un con l'altro nei nostri
comportamenti. Attraverso essa i poveri prendono dai potenti, ed i ricchi danno
ai bisognosi, entrambi hanno fiducia nella matematica per ottenere un'azione
uguale." (Giamblico, de comm. Math. sc. 11,44, 10. Traduzione di Antonio
Maddalena). Per essere bene informato sulle cose che non si conoscono, o si
devono imparare da altri o bisogna scoprirle da sé. Ora imparando si deduce da
qualcun altro e ciò è straniero, mentre scoprendo da sé è proprio. Scoprire
senza cercare è difficile e raro, ma con la ricerca è maneggevole e facile,
sebbene chi non sa cercare non può trovare.» (In Corrado Dollo, Istituto
e museo di storia della scienza Archimede, L.S. Olschki). Ad Archita sono
tradizionalmente attribuiti molti testi spuri, mentre sono sopravvissuti
soltanto alcuni frammenti originali, conservati nelle opere di Ateneoe Cicerone
e provenienti dai suoi discorsi morali, che delineano un filosofo più originale
nel suo pensiero etico rispetto alla dottrina pitagorica e piuttosto
influenzato da quella platonica. Archita viene considerato l'inventore della
Meccanica razionale e il fondatore della Meccanica. Si dice che abbia inventato
due straordinarie apparecchiature meccaniche. Un'apparecchiatura era un
uccello meccanico, la famosa «colomba di Archita», l'altra sua invenzione era
un sonaglio per bambini. Il primo è descritto dallo scrittore e critico latino
Aulo Gellio, e ne tentò la ricostruzione uno studioso tedesco, Wilhelm Schmidt.
Pare si trattasse d'una colomba di legno, vuota all'interno, riempita d'aria
compressa e fornita d'una valvola che permetteva apertura e chiusura,
regolabile per mezzo di contrappesi. Messa su un albero, la colomba volava di
ramo in ramo perché, apertasi la valvola, la fuoruscita dell'aria ne provocava
l'ascensione; ma giunta ad un altro ramo, la valvola o si chiudeva da sé, o
veniva chiusa da chi faceva agire i contrappesi; e così di seguito, sino alla
fuoruscita totale dell'aria compressa. Il secondo giocattolo, la
raganella, ebbe fortuna: è ancora in uso e spesso si vede nelle fiere popolari
di giocattoli. Nella forma originaria era costituita da una piccola ruota
dentata fissata ad un bastoncino. Sulla ruota, da dente a dente, saltava una
molla cui era congiunto un pezzo di legno. Aristotele consigliava questo
giocattolo ai genitori perché, divertendo e captando l'attenzione dei bambini,
li distoglieva dal prendere e rompere oggetti domestici. Si dice anche
che Archita abbia inventato la carrucola e la vite, anticipando Archimede, ma
non si hanno conferme storiche a tale riguardo. Il più importante risultato
ottenuto da Archita è una soluzione tridimensionale del problema della
duplicazione del cubo. Precedentemente, Ippocrate di Chio aveva ricondotto
questo problema ad un problema di proporzionalità: se a è il lato del cubo che
si vuole duplicare, allora il problema consiste nel trovare due valori x e y
medi proporzionali tra a e 2a, ovvero tali che {\displaystyle
a:x=x:y=y:2a} Trovati questi due valori, x rappresenta il lato del cubo con
volume doppio. La costruzione geometrica utilizzata da Archita per risolvere
questo problema è uno dei primi esempi dell'introduzione del movimento in
geometria: in esso si considera una curva, conosciuta come curva di Archita,
generata dall'intersezione della superficie di un cilindro e di un semicerchio
in rotazione rispetto a uno dei suoi estremi. Archita si dedicò anche
alla teoria delle medie, e diede il nome odierno alla media armonica (prima
conosciuta come media sub-contraria). Inoltre, dimostrò che tra due numeri
interi che sono nel rapporto {\displaystyle {\frac {n}{n+1}}} non è possibile
trovare nessun altro intero che sia una media geometrica. Il risultato ha
applicazione alla teoria delle scale musicali (vedi sotto).
FisicaModifica Apuleio riporta un argomento di fisica trattato da Archita: la
natura della riflessione della luce sopra uno specchio. Platone pensa che dai
nostri occhi partano dei raggi luminosi che vanno a mescolarsi con quelli che
colpiscono lo specchio. Archita concorda col fatto che i raggi partano dai
nostri occhi, ma senza combinarsi con alcuna cosa. Più felici furono le
sue deduzioni sul rumore. Egli capì che provenivano dalle vibrazioni prodotte
dall'urto dei corpi nell'aria. Da tale scoperta, formulò l'ipotesi che anche i
corpi celesti, dotati di continuo movimento, dovessero produrre rumore. Questo
rumore però, non sarebbe udibile dai sensi umani, essendo non intervallato,
ovvero continuo nel tempo. Molto interessanti sono gli studi di carattere
sperimentale che condussero a conoscere le cause che diversificano i suoni
acuti dai gravi, diversità che sono in funzione della rapidità della
vibrazione. Tanto più rapida è la vibrazione, tanto più acuto è il suono che ne
proviene, e viceversa. Esperimenti furono eseguiti con flauti, zufoli,
tamburelli, e si constatò come anche la voce umana seguisse questo principio.
Nell'ambito della teoria musicale sviluppata dalla scuola pitagorica (ed
esposta per la prima volta da Filolao), tre contributi sono sicuramente dovuti
ad Archita. Il primo è la teoria secondo cui l'altezza dei suoni è
determinata dalla loro velocità di propagazione. Secondo Archita, una bacchetta
che oscilla più velocemente (oggi diremmo con frequenza più alta) produrrebbe
un suono che si propaga con maggiore velocità nell'aria, e che di conseguenza è
percepito come "più alto", rispetto a una bacchetta che oscillasse
più lentamente. Questa teoria, per quanto non corretta dal punto di vista
fisico e percettivo, rappresenta il primo tentativo di attribuire parametri
quantitativi alla propagazione del suono, e fu ripresa da molti autori
successivi (inclusi Platone e Aristotele). Il secondo contributo è di natura
specificamente matematica. Archita conosceva la relazione fra intervalli
musicali e frazioni che conduce alla costruzione della scala pitagorica. Uno
dei problemi teorici connessi a quella costruzione era il perché gli intervalli
dovessero essere progressivamente suddivisi secondo quelle particolari
proporzioni, anziché suddividere semplicemente ogni intervallo in due sottointervalli
uguali. Per comprendere la natura del problema si deve ricordare che per
definizione gli intervalli musicali si compongono moltiplicandofra loro i
rapporti corrispondenti (ad esempio, l'ottava 2:1 si può ottenere componendo
una quinta 3:2 con una quarta 4:3, infatti 3:2 x 4:3 = 2:1). Quindi per
suddividere un intervallo a:b in due parti uguali si deve trovare il medio
proporzionale fra a e b, ossia il numero x tale che a:x = x:b (ciò equivale a
cercare la radice quadrata del rapporto a:b). Archità osservò che l'intervallo
di doppia ottava (4:1) si può suddividere in due sottointervalli uguali
(rappresentati dal rapporto 2:1), ma dimostrò matematicamente che nessun
rapporto del tipo superparticulare {\displaystyle {\frac {n+1}{n}}} - genere a cui
appartengono tutti gli intervalli fondamentali della scala pitagorica (2:1,
3:2, 4:3, 9:8) - ammette un medio proporzionale fra i numeri interi: quindi
nessuno di quegli intervalli può essere suddiviso in due parti uguali (se si
mantiene l'ipotesi che ogni intervallo musicale corrisponda a un rapporto fra
numeri interi)[36]. Infine, Archita descrisse la costruzione delle scale
musicali nei tre generi diatonico, cromatico ed enarmonico. Diversamente dalla
scala pitagorica, il tetracordo diatonico proposto da Archita è formato dai
rapporti 9:8, 8:7 e 28:27 (quello pitagorico contiene invece due intervalli di
tono uguali, 9:8, e un semitono di 256:243). Nel tetracordo cromatico di
Archita figurano gli intervalli 5:4, 36:35 e 28:27, e in quello enarmonico gli
intervalli 32:27, 243:224 e 28:27. Questi valori sono riportati da Claudio
Tolomeo, che (a distanza di oltre 500 anni) afferma che Archita si basò sulla
necessità teorica di descrivere tutti gli intervalli consonanti con rapporti
superparticulari (e tuttavia nel tetracordo enarmonico figurano rapporti che
non appartengono a quel genere). Gli studiosi moderni hanno invece ipotizzato
che Archita avesse voluto descrivere matematicamente le scale musicali
effettivamente in uso nella pratica a lui contemporanea, sulla base
dell'osservazione diretta delle tecniche di accordatura usate dai musicisti.
Archita si propose di superare il problema dei commi musicali. Affermò che
l'ottava poteva essere divisa in 12 semitoni uguali ed indicò un divisore che
ne consentisse la partizione, cioè un numero prossimo ad un terzo di л. In
effetti il divisore dell'ottava della scala temperata, la radice dodicesima di
2 =1,0594630943592…. è prossima a л/3=1,0471975 postulato sia da Archita che da
Aristosseno. La divisione dell'ottava a cui Archita pervenne è la seguente:
л/3, Л 4/11, Л 3/8, Л 2/5, Л 3/7, Л 5/11, Л 9/19, л/2 , Л 7/13, Л 4/7,Л 3/5 Л
7/11, nell'ordine: seconda minore, seconda maggiore, terza minore, terza
maggiore, quarta giusta, quarta eccedente, quinta giusta, sesta minore, sesta
maggiore, settima minore, settima maggiore, ottava. Il divisore proposto da
Archita porta a differenze con la scala temperata dell'ordine delle decine di
centesimi di semitono. AstronomiaModifica È trattata da Archita in un
passo di Eudemo da Rodinel suo commento alla Fisica di Aristotele, nel quale si
discute il problema della dimensione dell'universo. Per Archita l'universo è
infinito, poiché, egli dice : «Se mi t rovassi all'ultimo cielo,
cioè a quello delle stelle fisse, potrei stendere la mano o la bacchetta al di
là di quello, o no? Ch'io non possa, è assurdo; ma se la stendo, allora
esisterà un di fuori, sia corpo sia spazio (non fa differenza, come vedremo).
Sempre dunque si procederà allo stesso modo verso il termine di volta in volta
raggiunto, ripetendo la stessa domanda; e se sempre vi sarà altro a cui possa
tendersi la bacchetta, è chiaro che anche sarà interminato.In Enciclopedia
Garzanti di Filosofia Archita sarebbe vissuto tra il 430 ca. e il 360 ca. a.C.
Altre fonti collocano la nascita tra il 430 e il 400 e la morte non prima del
360. (Museo Nazionale e archeologico di Taranto Christoph Riedweg,
Pitagora: vita, dottrina e influenza, Vita e Pensiero, 2007 p.29
Francesco Paolo De Ceglia, Università di Bari. Seminario di storia della
scienza, Scienziati di Puglia: secoli V a.C.-XXI, Parte 3, Adda, 2007
p.17 Cicerone, De senectute, 39 Eliano, Varia istoria XII, 15 (T.C.
A 21 (47) 8) Ateneo, XII 519 B (T.C. A 21 (47) 8) Dizionario di
filosofia, Treccani alla voce corrispondente Luigi Pareti, Storia della
regione Lucano-Bruzzia nell'Antichità, Volume 1, Ed. di Storia e Letteratura,
Ettore M. De Juliis, Magna Grecia: l'Italia meridionale dalle origini
leggendarie alla conquista romana, Edipuglia srl, 1996 p.251 L'associazione
di Architetti Italiani in Spagna, Arquites è stata denominata in questo modo in
onore di Archita Ettore M. De Juliis, Magna Grecia: l'Italia meridionale
dalle origini leggendarie alla conquista romana, Edipuglia srl, Ai
tarantini, citato in La Voce del Popolo, n. 11, Dizionario della
civiltà greca, Gremese Editore, Ubaldo Nicola, Atlante illustrato di Filosofia,
Giunti Editore, La parola κόσμος (kòsmos) nella lingua greca nasce in ambito
militare per designare l'esercito schierato ordinatamente per la battaglia (in
Sesto Empirico, Adv. Math. IX 26) Christiane L. Joost-Gaugier, Pitagora e
il suo influsso sul pensiero e sull'arte, Edizioni Arkeios, 2008 p.140
André Pichot, La nascita della scienza: Mesopotamia, Egitto, Grecia antica,
Edizioni Dedalo,Cfr. anche Ruggiero Bonghi, Delle relazioni della filosophia
colla società: prolusione, F. Vallardi, Secondo una tradizione apocrifa Archita
trasse dalla filosofia platonica la convinzione della immortalità dell'anima.
Al contrario Cicerone ritiene che Platone si recò in Sicilia per conoscere le
dottrine pitagoriche che apprese da Archita e che condivise divenendo lui
stesso pitagorico.(Cfr. Cicerone, De Repubblica I 16, De finibus bonorum et
malorum, V 87, Tuscolanae disputationes, I 39) D. Laerzio, Vite, III, 19,
20. Platone, Lettera VII Vita di Platone. G. Urso, «La morte
di Archita e l'alleanza fra Taranto e Archidamo di Sparta», Aevum, 71 Mario
Taddei, I robot di Leonardo da Vinci: la meccanica e i nuovi automi nei codici
svelati, ed. Leonardo3, 2007 p.434 A. Gellio, Notti Attiche, lib. X, c.
12 Wilhelm Schmidt: Aus der antiken Mechanik. In: Neue Jahrbücher für das
Klassische Altertum 13, M.Taddei, Op. cit. p.16 Aristotele, Pol. VIII
6) Rinaldo Pitoni, Storia della fisica, Società tipografico-editrice
nazionale, 1913 p.24 K von Fritz, Biografia nel Dictionary of Scientific
Biography (New York). J. J. O'Connor, E. F. Robertson, Archytas of
Tarentum, The MacTutor History of Mathematics archive. Boyer, Carl B.,
Storia della Matematica,83-84 Apuleio, Apologia, 15 Platone, Timeo,
64 A Giambico, in Nicom., 9, 1. a b C. Huffman,
"Archytas", The Stanford Encyclopedia of Philosophy (Fall 2011
Edition), Edward N. Zalta[1]. C. Huffman, "Archytas", The
Stanford Encyclopedia of Philosophy (Fall 2011 Edition), Edward N. Zalta[2]; A.
Barbera, Archytas of Tarentum, New Grove Encyclopedia of Music and
Musicians. Francesco Paolo De Ceglia, Università di Bari. Seminario di
storia della scienza,Scienziati di Puglia: secoli V a.C.-XXI, Parte 3, Adda,
2007 p.18 BibliografiaModifica Carl A. Huffman, Archytas of Tarentum.
Pythagorean, Philosopher and Mathematician King, Cambridge University Press,
(l'edizione più completa dei frammenti) M. Timpanaro Cardini, I Pitagorici,
testimonianze e frammenti, voll. I, II, 111, La Nuova Italia, Firenze Platone,
Lettere, a cura di Margherita Isnardi Parente, trad. di Maria Grazia Ciani,
Fondazione Lorenzo Valla, A. Mondadori, Milano J. Stobaei, Anthologium, rec.
Curtius Wachsmuth et Otto Hense. Anthologii libri duo posteriores, vol. 11,
Weidmann, Berlin, 1958² J. Navarro, Tentamen de Archytae Tarentini vita atque
operibus, Hafniae 1820 Doehle, Geschichte Tarents bis auf seine Unterwerfung
unter Rom, Strasburg R. Lorentz, De civitate Tarentinorum, Lipsiae C. Del
Grande, Archita e i suoi tempi, Taranto, Cressati A. Delatte, Essai sur
la politique pythagoricienne, Liège - Paris A. Olivieri, Su Archita tarantino,
memoria letta all'Accademia Pontaniana il 14 giugno 1914 A. Frajese, Attraverso
la storia della Matematica, Veschi, RomaStante, I problemi di terzo grado e
Archita da Taranto, Tesi di Laurea in Matematica, a.a. Università di Lecce
A.Tagliente, La colomba di Archita, Scorpione Editrice, Taranto A.Tagliente, Il
mistero del trattato perduto, Scorpione Editrice, Taranto J.Dumont, Les
Présocratiques H. Diels, Die Fragmente der Vorsokratiker A. D. Abbaiatore,
Scritture Musicali greche, Vol. II: Teoria armonica ed Acustica, Cambridge F.
Blass, De Archytae Tarentini fragmentis mathematicis, Parigi 1884 Taranto nella
civiltà della Magna Grecia, in Atti dei convegni di studio sulla Magna Grecia,
X, Napoli Taranto e il Mediterraneo, in Atti dei convegni di studio sulla Magna
Grecia, XLI, ISAMG Taranto, 2002 Filosofia e scienze, in Atti dei convegni di
studio sulla Magna Grecia, V, Napoli 1966 Eredità della Magna Grecia, Atti dei
convegni di studio sulla Magna Grecia, XXXV, ISAMG Taranto, 1996 Alessandro il
Molosso e i "condottieri" in Magna Grecia, Atti dei convegni di
studio sulla Magna Grecia, XLIII, ISAMG Taranto, Cesare Teofilato, "Interpretazione
di Archita" dalla rassegna "Vecchio e Nuovo" di Lecce -
fascicolo di gennaio 1931 - Vol. II A. Mele, Archita, i suoi tempi e il suo
pensiero, in Taranto tra Classicità e Umanesimo (introduzione di Cosimo D.
Fonseca), Scorpione Editrice Taranto Voci correlateModifica Personalità legate
a Taranto Raganella (strumento musicale) Eudosso di Cnido. Treccani –
Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Archita, in
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Archita, su Enciclopedia
Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Archita, su MacTutor, University of
St Andrews, Scotland. Carl Huffman, Archytas, in Edward N. Zalta (a cura di),
Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and
Information, Università di Stanford. Biografie Portale Biografie Filosofia
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tecnica Ultima modifica 7 giorni fa di Ontoraul PAGINE CORRELATE Musica
nell'antica Grecia Tetracordo Lamisco filosofo greco antico archytas: Italian
‘Archita’ -- Grecian, pre-Griceian, Pythagorean philosopher from Tarentum in
southern Italy. He was elected general seven times and sent a ship to rescue
Plato from Dionysius II of Syracuse. He is famous for solutions to specific
mathematical problems, such as the doubling of the cube, but little is known
about his general philosophical principles. His proof that the numbers in a
superparticular ratio have no mean proportional has relevance to music theory,
as does his work with the arithmetic, geometric, and harmonic means. He gave
mathematical accounts of the diatonic, enharmonic, and chromatic scales and
developed a theory of acoustics. Fragments 1 and 2 and perhaps 3 are authentic,
but most material preserved in his name is spurious. a buon diritto
chiamare l'inventore de'moderni palloni arrostatici. Però un secolo prima al
padre Lana G , C. Scaligero,a proposito della colomba volante d'Archita, della quale
parla Orazione l l e sue odi, indica il modo di costruirla. Nulla di più
facile, egli dice: basta comporre la sostanza con midolla di giunco, e
diligentemente coprirla colla pelle adoperata dai battiloro. Mediante un facile
meccanismo sipuò dar movimento alle ali.19 Scaligero scordò di avvertire che
bisognava riscaldare l'aria interna con un lumicino quando rolevasi farla
volare. Cosi 500 anni prima dell'era nostra, Archita aveva trovato il modo di
far salire nell'ariaun pallone in forma di colomba, dacchè tutto fa credere che
imezzi impiegati da questo filosofo fossero gl'identici che quelli impie
gatioggigiorno per levarei palloni. Quanto al ritorno della colomba, obbediente
alla voce d'Archita, questa evidentemente è una favola. Sempre, aun fatto
sorprendente, l'immaginazione aggiunge circostanze impossibili;ma ciò che io
credo innegabile è che l'areostalo era conosciuto a tempi detti favolosi, e
che, amio parere, sono reminiscenzedi una civiltà perduta, che i
poetichiamarono regno degli dei. Quegli ignivomi draghi. SULLA COLOMBA Entre a
pišivago, e più superbo volo Pel Regno aereo l'ali fu e spandea , E di spirto
novello acquisto fea La Colomba d'Archita inversoilPolo , Volgendo a caso i
suoi begli occhi al suolo Del terzo Ciel la vezzofetta Dea, La vide , e per
rapirla già scendea Da quel de' Dei Seggio beato, e solo. Allor gridd, e quafi
fu per dire: Oh così foffepur lamia. Colomba! Fattafi Citerea con gran desire ,
Di legno fols'avvide: efferl'augello. ARCHITA. Juan. Juven. 3. Cap. 2. Ital.
Sacr. in Tarentin. Mitrop.t om. 9. Lamb. in Schol. Horat. Lib. i. Od. 28.
144) regnasse più di u n ' Ann o . I nuove grazie adorna il fuo bel volto D
LLi:etasengiva in maestà reale Astrea, mirando venerato, e colto Fa più volte
Prefetto della sua Patria, ancorchè le Leggi comandassero, che nessuno in tempo
di sua vita Quel delle Leggi fue pregio immortale. Quando Prudenza, il dolce
fuon disciolto, figlia d' eccelsa mente, e trionfale, Non titurbar, le diffe,
fe sia tolto Il primier di regnare ordine uguale . Tempo verrà,che in arme,e
intoga imperi più d'un'anno al suo ftuoi, mai sempre intento Archita a nuove
glorie, e a bei pensieri. E a Leila Diva: in cento modi, e certo Muta pur
Leggi, e Faftimiei primieri, Purchè Archita mio regni, io mi contento. Diogen.
Laert. in Vit. Archyt. In Joan. Buno. not. ad Philip. Cluver. Lib. 3. Cap.
29. ARCHITA FILOSOFO PITTAGORICO, E MATEMATICO E PERITISSIMO. Odar chi
mai tanto ti può, che basti, Alma immortal degnillima d' Impero? Chi dir di tue
virtudi il volo altero, Per cui fovra ogni Saggio alto poggiasti? Del Ciel le
stelle, e i moti lor sì vasti, Tu delle cose le cagioni, e'l vero, E quanto il
Mare, e l'Universo intero Circonda, e abbraccia, chiaro a noi mostrasti, Tu ,
ch'eccedi de'Savj i bei consigli Già di ogni uman pensier reso inaggiore,
'Quanto il Sol delle stelle avanza irai, Tu, che Te stesso, e null? altro
somigli, coll'auree del tuo fuon note canore tu sol di tue virtù cantar potrai.
Diogen. Laert. in vit. Archyt. Foreft. Tom.1. Lib. 8. Cap. 3. 64. Joan. Juven.
Tarentin. Lib. 3. Cap. 2. Lambin in Scbol. Horat. Lib. 1. Od. 28. Nicol. Parth.
Giannet. in Geograph. Lib. 4. Cap. 7. SEN. TARENTINO, Scrivendo contro il
Piacere. O So, chemente all'Von dona, e Tume aquella; SENTIMENTI D'ARCHITA chi
dietro alsuo piacer brutale corre, e del sensorio fà l'alma ancella, bruto
diventa agli altri bruti eguale, tutto perdendo il bel, che aveva in ella.
Senza lume si vago, e rilucente Joan. Juven. Tarentin. Lib.3. Cap. 2. Mente,
ch'èper fuo pregio trionfale della divinità parte più bella. Che quando avvien,
che sopra l'alma impero abbia il piacere, allor cieca è lamente 'E cieca la
ragion , cieco è 'l pensiero. Oprano i Bruti, e senza il suo primiero Lume fia,
chel'uom bruto anchedivente. E pur ESER, Diogen. Lacrt. in vit.
Archyt. Foreft. Tom.1. Lib. 8. Cap. 4. Joan. Juven. Tarentin. Lib. 3.
Cap.2. Mille a mille empj nemici, incampo scendete pure, e con terribil
grido, no uche con quel dell'armi orrido lampo Fate tremar dell'onde Jonie
illido. ESERCITO TARENTINO NON MAI VINTO, ESSENDO CAPITANO Là nel Galelo col
suo nobil Campo Itene or lieti delle forze usate, Faran del vostro fuol le
schiere armate, Finchè Archita fia duce, alta vendetta. ARCHITA v'aspetta il
bravo duce. E già lo strido de' corni i' fento, en el cercarlo scampo già cader
vi vegg'io pel colpo infido. Ed alla patria, che il trionfo aspetta, le tolte
spoglie in vostro onormostrate. Se per ostil cadeste atra disdetta, LA,
ARCHITA D'ESSER CAPITANO, PER SOTTRARSI ALL'INVIDIA, L'ESERCITO
DETARENTINI E' FATTO PRIGIONE DA NEMICI. Arme il fulgore insiem spaventa, e
sfida co’luoi deftrieri i cavalier; già scende sangue da larga vena in terra
infida. Mira Tarento mio, quei, che fen muore, hàgli spinti l'invidia a tante
pene. LASCIANDO DO Di guerra sonar le trombe orrende? di come il rio Marte
all'alte strida Di quel Drappello, e questo i cuori accende, Perchè col ferro
fuo l'un l' altro ancidas arme, arme fre me ognun: già di tremende e quei,
che'l braccio (tende alle catene son dolci figli, oimè, del tuo dolore!
Freme contro d'Archita ilrio livore, E lull'alme innocenti il mal senviene.
Diogen: Laert, in vit. Archyt. Joon. Juven. Tarentin. Lib. 3. Cap. 20. 0! 1
AR.: ad altri venduto , ed alla fine è riscattato Offri; buon Savio, foffri.
Ecco Fortuna S Di mortal sfavillando atro disdegno sue forze impiega, e l'arme
sue raduna, Per far del tuo valor {terminio indegno. Già l'empia, oime! con
faccia torva, e bruna Scocca saette últrici, e ben al sogno Colpito hà omai; ve
come in preda d'una Ti dà vile ciurmaglia in fragil legno. TARENTINO ARCHIT. A
peregrinando per imparare, è preso dà'Corsari, serve $$$$$) $8888 Ma chefie; se
delcuorle forti tempre Alexand.ab Alexand, lib. 6. Cap. 5. Joan. Juven.
Tarentin. Lib. 3. Cap. 2. Di. Pur non è fazia no ,schiavo al servaggio Ti mena
ancor, perchè nel duoldistempre Ilmagnanimo tuo nobil coraggio. Rassoda più
ne'colpi suoil'Vom faggio, E di sua libertà gode mai sempre! PLATONE DOPO AVER
CAMMINATO L'EGITIO, VIENE IN ITALIA PER IMPARAR SOTTO LA DISCIPLINA Edesti pur
, come il gran Nilo altero, D a perenne sboccando occulta fonte Ogni
arginedisprezzi, edogniponte, E i campi ad ipopdar si apra il sentiero. E d ivi
asperto di sudor la fronte Delle scienze falisti all' arduo monte , E ti fur
quelle il folo premio intero . Ed or, per fullescienze alzare un volo Sotto
1:aurea d'Archita arte gentile, Cerchi il Galeso , e l Tarentino luolo ?
DunqueinEgittoEroenonv hàfimile, Cic.de finib.bonor. molor.Lib.s. Foreft:Tom .
I..Lib. 8. Joan.Juven. Tarentin.Lib.3.Cap.2. DOPS V D'ARCHITA TARENTINO . Si ,
vedesti 1 Egizio , e 'l Greco Impero , ARCHI. Nèingegno
inGrecia,alsoloArchita,alsolo Suo noro ingegno,anche oltreBattro,eTile .
A ARCHI. ( 51 ) Pri,Fortuna,perun solmomento Gli occhi, cui buja
notte orrida cuopre , E mira,leiltuo folleafproardimento Contro Savio maggior
sua forza adopre. Questi è il gran Plato , e quegli fon q u e cento Folle ! Rę
Plato al tuo servil flagello ARCHITA TARENTINO RISCATTA PLATONE PRESO D A
CORSARI. Empj ladron , per le cui mani, ed opre Schiavo il facefti; or com 'ei
fparge al vento Gl’infranti lacci, e in libertà li fcuopre ? C o m e il trionfo
, che del suo fervaggio Ornar credefti, e de' suoi guai far bello , Qual peve
dilegudfli al caldo raggio ? Menalti , a un cenno fol d' Archita il saggio Cara
tornò la libertàdi quello. Joan.Juven.T'arentin.Lib.3. Cap.2. e Se
avvien , che della gloria i m i diftempre L a bella gloria è tua, fe Plato
apprese Che del tuo Figlio al nome accrebbe ilvanto , Cic.de
finib.bon.domal.Lib.5.* Lib 1.Fiscula Joan.Juven. Tarcntin. Lib. 3. Cap. 2. ARCHI.
( 52 ARCHITA MAESTRO DI PLATONE. C Figlio di puro core, e viva Immago , Che '
veroiocanto,efoldiluimi appago, Diceva un giorno Atene in dolci tempre, Dal tuo
gran Figlio Archita il pregio fanto , E B alme di virtude auree contefe . Ella
è mia pure , e téco i fafti io canto : Poich ?Ei tal lume in tutto il m o n d o
accese , Nel gaudio , el corc infuperbito , e pago Pel mio Plato or fen vada,un
don si vago A te ,Tarento mio,debbo maifempre. " ARCHITA CAMPA
PLATONE DALLA MORTE INTENTATAGLI DA DIONISIO TIRANNO. AR, 53 D u e Polato
ilscan Plato,ahimè,quelfaggio, t Veloce ( ahi laffo !) a tramontar quel raggio
Det rio fallir le pene : omai trionfi Si bella dote, e vinca ancor Sapienza. Si
diffe Archita ; e i fieri petti , e tronfi. Placando al gran poter d'aurea Eloquenza,
Morrà , perchè un Tiranno indegno d'ostro Sogna fofpetti, e teme indarno
oltraggio ? Correrà , che dà lume al secol nostro ? Ed io,perchèpiù viva,ancor
non mostro, No n m ostro, a n c o r dell'anima il coraggio? No , che non
porterà l'alma Innocenza < Plato all'ombra viveade'suoi trionfi. Cic. Lib.
5. Tuscul. Diogen. Laeft. 38 Vit.Archyt., o Platon. Juan. Juven. Tarentin. Lib.
3. Cap.2 . Ital. Sacr. in Torentin. Metrop. tom. 9. Plutar. in Platon . Sabell.
Ennead.4.Lib.3. D2 ARCHITA TARENTINO A PLATONE . Se amica pioggia a
temprar mai l'ardore Scende dal Ciel ,non giace no più china La fronte lor, ma
col nacio colore S'innalza si, che al Ciel più si avvicina ; Lasso ! calo io
restai, allor che infermo Starteneudjfrapene,o mio buon Plato Senza ajuto
languendo , e senza schermo . Ma orchedicuavitaalprimostato Fatto hai ritorno,
io mi rinfranco , e fermo Pertemi rendo, cfon, qualpria,beato. Q Diogen.
Laert.in vit.Archyt. Joan.Juven. Tarentin. Lib.3. Cap. 2. Val Yenza umor giglio
languisce,o fiore, E scolorito à terra ilcapo inchina, Questo ilvermiglio
onor,quello ilcandore Perdendo a poco a poco in sua ruina : PLA . Q A te del
loro autor duce sì pio In mezzo del cammino elle si stanno , pss .) M a
giugnere alla meta orgogliosette Ben le vedrai , fe nuovo spirto avranno ,
PLATONE MANDA ISUOI COMMENTARY AD ARCHITA TARENT INV. Veste assai più , che
dell'ingegno mio , Opre de'tuoi fudori,onde a be'studj Delle più gloriofe alte
virtudi La mia mente infiammaiti,el buon deslo, Opre dunque son elle ora
imperfette. Raroè peròl'onor,seateverranno; Più raro , le giammai fien da te
lette. Diogen Lacrt. in vit. Archyt. Joan. Jurien. Tarentin . Lib .3. Cap. 2.
Platon.in Epift.12. 0 Vengono,Archita.O :tu leleggi,e inudi Sensi del tuo faver
poi mi dischiudi Con quellalibertà,concuileinvio, PLA, Gloria dai tuoisi
provvidifudori, Soffri in regnar , grida la Patria ,e uffici Mostra di quel,che
sei,Signor de cuori, E tumalgradoimperi?etilamente Non fei;la Patria hà in te
parte del tutto. Non oscuro è il linguaggio; odi mia mente: O rendi alla tua
Patriailben,ch'èsuo, O delsuobenfà,ch'ellan'abbiailfrutto. Cic
definib.bonor.comalor.Lib.2. Lib. lade Offic. Joan. Juven. Tarentin. Lib.i. in
Prefate do Lib.z. Cap.2. Platon. in Epif. gi PL ATO NE TÀRENTINO . V
Nmalele folo ( 36 i ADARCHITA O n , a se folo no , nasce agli Amici , Nafce
alla Patria l'Uom , nasce aMaggiori, E dal bel nascer suo giorni felici Speran
questi, e sperar voglion tesori. O r foffri, o Figlio , o tu , che tanta elici
D e' gran pubblici affari? ah che fol tua AD 1 0 ) 1 SULLA 3 AD
ARCHITA TARENTINO, Del buon governo,eloro fren spogliace; O
naufragar,dall'empie arti indiscrete Di piggior Duce a morte ria guidate: El
soffrirandelcuorletempre?ahfiamma D'amor mostrate,evoilaPatriabella
Reggete:omai con quell'ardor ,che infiammar Così lungi da leistrage rubella Sen
fuggirà,qualCervioa icolpi,o Damma, O , che viver a voinon maipotrete; Se non
vivrete ad altri se se pensate Goder mai signoria , nè servirete Alle pubbliche
cose ,alle private , O vacillar ben presto le vedrete E poi fia vostra gloria
il ben di quella . In argument. 9. ad Epift. 9. Platon, D'ARCHITA A d d e
Archita , e vidjo senza conforto E scorse fino all' ultimo confine La
Terra,eilCielcoll'artifuedivine, Archita il grande , il nostro Padre è morto ! Del
mar le Dive usciro al pio lamento. SULLA MORTE. Pianger lo stuol da rio dolore
assorto . Oimè ,dicean,chi dall'Occafo all'Orto, CAdele Dell'alte sue virtudi,e
pellegrine, Pallido il viso , e lacerato il crine, E in lor leggendo i gran
pubblici danni Pianfero', e poi partiro , e di Tarento
GiunteallaReggia:orvestiinegri panni Da e r ,bella Città : per tuo tormento
Aichita è morto ahi sulbel fior degli anni ! Horat. Lib. 1. od. 28. Joan.
Juven. Tarentin Lib 3. Cap.2. INVE E Diede il Popot Matin l'ultime
prove Se'l crudo suo destino unqua vi spiacque Le
bell*ossadiLui,chetantopiacque A b b i a n lieve la terra ; e poi partite .
Horat. Lib. 1. od. 28. Joan.Juven.Tarentin.Lib.3.Cap.za SUL (59 ) INVITO
A RIMIRARE IL TUMULO D'ARCHITA PRESSO AL LIDO MATINO, Ccop Urna funefta.Alme
ben nate, Cui di pietà l'amabil forza muove , D e h fermatevi alquanto , e
rimirate , Pria di ftendere il passo agile altrove . Qui le fante d Archita
ossa onorate Giaccion fepolte , e qui fpargendo nuove: Piogge d'amaro pianto ,
di pietate Del passato dolore in segno ah dite : . th Allor , che in mar
precipitò , smarrite Sue forze,einfrantoilleguoinmezzo all'acques
Di Natura le fonti più segrete ; Chi dall'onda fatal raplo diLete L e
naufraghe virtudi , e l ebbe accanto ; Chi le vie seppe drittamonte torte , i
PercuilaLuna appar',elSols’asconde, ( 60 ) Aili ah yoi le face offa , e'l
cener fanto Di quell Almagentilahicitogliete, C h e fù si chiara al M o n d o ,
e vi godete Della vera fapienza il facro immanto . Chi a noi mostrò con tanto
studio , e tanto Horat.Lib. i.od.28. . Joan. Juven.Tarentin. lib. 3: Cap. 2.
SUL SEPOLCRO EUDOS D.ARCHITA TARENTINO . Chi 'n Terra,e 'n Ciel la ferma,
emobilsorte; chi com e il foco, el Aere, el suolo , e l'onde s'abbraccin,
seppe, orquìsengiace. Oń Morte, O h duri fastí, ohcieche ombre profonde? S
quanto mai dibelloinCielfiadditag; Ne panni no,ma nella mente fiede.
Diogen.Laert.in vit.Eudox. Foreft. Tom .1. Lib. 8.Cap .4
Joan.Juven,Tarentin.Lib.3. Cap 2. ! Q. EUDOSSO DA GNIDO FAMOSISSIMO MATEMATICO DISCEPOLO
ARCHITA NON FU'RICEVUTO DA PLATONE ALLA D Mira come in udir fuo ftile adorno La
tuafuperbia,e'lfolleardireondanni. No , non doveviil gran Figliuol d'Archita
SUA SCUOLA ,PER ESSER POVERO, Vefti, o Platon , che tu schernisti un giorno
Perchè di povertà fentia gli affanni Questi è colui (fe pur nol fai)che intorno
Del fuo grave faver difpiega i vanni , Gnido vi fpenda il più bel fiordegli
anni; E come giusta ad immortal tuo fcorno Si vilmente scacciar dalla tua fede
Qualor baffamenava umile vita. Poichè virtude , onde 1 U o m farli erede.
Archita. Keywords: la colomba d’Archita, Platone, magna Grecia, piccione
viaggiatore, il vuolo della colomba --
Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Archita” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51681989882/in/photolist-2mSsmMU-2mN5uFu-2mLJPUG-2mKxrDy-2mKDXUP-2mK6d1R-2mK487q-2mK2Mvw-2mK6cZt-2mJXH25-2mK2Mwt-2mK6d2x-2mK7kLK-2mK6d2n-2mK6cY1-2mK7kNy-2mJXH3T-2mK4863-2mK6cXV-2mK6cZJ/
Grice e Tari – l’origine del linguaggio –
filosofia italiana (Villa
Santa Maria Maggiore). Filosofo. Di famiglia originaria di Terelle, nel
Frusinate, nacque in un palazzo seicentesco della non distante Villa Santa
Maria Maggiore, l'odierna Santa Maria Capua Vetere, anch'essa rientrante in
Terra di Lavoro, da un impiegato che si trovava lì di passaggio . Il palazzo
natìo, conosciuto come palazzo Mazzocchi, ove aveva schiuso gli occhi anche
l'archeologo Alessio Simmaco Mazzocchi , era situato nell'allora strada della
Croce, l'odierna via Mazzocchi, ed è oggi gravemente degradato. Studiò a
Montecassino, dove conobbe Silvio Spaventa. Nel 1830 si trasferì a Napoli dove
si laureò in giurisprudenza e iniziò la professione di avvocato . Ben
presto però all'avvocatura preferì la filosofia, la letteratura e la musica, unendosi
all'amico Spaventa, a Cusano, a Francesco de Sanctis e ad altri pensatori
liberali dell'epoca e collaborando a vari giornali letterari partenopei. Eletto
deputato per il collegio di S. Germano, ma rifiutò il mandato per dedicarsi
all'insegnamento. Infatti lo stesso anno era entrato per concorso nella Regia
Napoli, divenendo il primo cattedratico di estetica in Italia, nello stesso
periodo in cui vi insegnavano anche Francesco de Sanctis, Luigi Settembrini,
Silvio Spaventa e Giovanni Bovio . Vi insegnò per oltre un ventennio, fino alla
sua morte. Si dedicò a vari rami della filosofia e delle scienze del
linguaggio, traducendo anche, per la casa editrice Detken, opere di autori
stranieri all'epoca non molto noti come Brothier, Moindron e Noel. Il suo sistema estetico, variamente
criticato, in particolare per la scarsa originalità, si caratterizzava per una
vivacità espressiva, con ricche e talvolta variopinte esemplificazioni, che
peraltro ne resero celebri e molto frequentate le lezioni universitarie. Parte
significativa dei suoi studi filosofici fu pubblicata postuma. Il
filosofo “giullare di Dio” Benedetto Croce, nei saggi critici della Letteratura
della Nuova Italia, definì Tari «giullare di Dio», vale a dire, per riprendere
le parole dello stesso Croce, il «lieto giullare della filosofia». Il filosofo
abruzzese spiega, al riguardo, che Tari non ha mai nemici, riuscendo a farsi
ben volere sia dagli amici sia dagli avversari, che prende a braccetto, e li
menava a spasso con sé, divertendosi a contradirli e a sentirsi contradetto. Quasi
ad avallare la definizione sopra riportata, il pensatore abruzzese ha anche a
rilevare che la bizzarra genialità di Tari gli fa trovare piacere nei ravvicinamenti
e collegamenti più disparati e più comici: della frase sublime con la
scherzosa, del ricordo solenne con l'aneddoto salace, del linguaggio latino o
del tedesco col vernacolo napoletano. Parla in gergo, ma in gergo che è
quintessenza di cultura e stravagante miscuglio di elementi geniali. A
proposito del suo "Manuale di estetica", Croce disse, filosofo di
professione ed uomo di dottrina enciclopedica, nonostante tutta la sua perizia
filosofica, la sua sterminata dottrina e il suo molto acume, e soprattutto un
bizzarro artista. La sua concezione metafisica non gli concede una trattazione
veramente logica dei problemi. Ma la sua personalità, vibrante di commozione
innanzi alle opere dell'arte, riboccante di entusiasmo, dotata di bontà e di nobiltà
di sentire, gli ispira pagine che sono di una specie assai rara nella nostra
letteratura. L'essenza giocosa si mischiava, confondendosi, con un'acuta
critica, che si rivolgeva a tutti i campi in cui l'estetica si sostanzia e, in
particolare, ad una delle arti al quale era più attratto: la musica. Tra
il serio e il faceto, infatti, il filosofo, dopo aver pubblicato un
interessante studio critico su “Serietà e ludo”, compose un saggio musicale,
con tanto di note, dal titolo in tal senso emblematico di “Lezioni di estetica
generale”. Questo indirizzo lo porta ad occuparsi anche sulla celebre pastorale
di Beethoven. Altre opere: “Estetica ideale” (Tip. del Fibreno, Napoli), “Ente
spirito e reale: confessioni filosofiche” (Stamperia della Regia Università,
Napoli); “Opera, melodramma, dramma: nota critica” (Tip. della Regia
Università, Napoli); “Serietà e ludo: saggio critico” (Tip. della Regia
Università, Napoli), “Saggi di critica, con prefazione di R. Cotugno (Tip.
Vecchi, Trani); “Saggi di estetica e metafisica” B. Croce, Laterza, Bari; “Estetica
esistenziale, M. Leotta, Morano, Napoli L'estetica reale, F. Solitario, Prometheus,
Milano. A. Lauri, Dizionario dei cittadini notevoli di Terra di Lavoro antichi
e moderni, Arnaldo Forni Editore, Bologna (ed. or. Sora). A. Perconte Licatese, Alessio Simmaco
Mazzocchi, Ed. Spartaco, Santa Maria Capua Vetere, A. Perconte Licatese, Santa Maria di Capua. “Storia
e monumenti della città di Santa Maria Capua Vetere” (Tip. Stampa Sud, Curti. A.
Lauri L. Brothier, “Storia popolare della filosofia”, trad. di A. Tari, Detken,
Napoli. S. Zaborowski-Moindron, “Origine
del linguaggio,” trad. di A. Tari, Detken, Napoli. E. Noel, Voltaire e
Rousseau, trad. di A. Tari, Detken, Napoli. B. Croce, La letteratura della
Nuova Italia. Saggi critici, I, Laterza,
Bari A. Tari, Lezioni di estetica generale, C. Scamaccia-Luvara, Tocco, Napoli A.
Tari, Beethoven e la sua sinfonia pastorale. Saggio critico, Tip. della Regia
Università, Napoli Benedetto Croce, La letteratura della nuova Italia. Saggi critici, I, Laterza, Bari. Massimo Leotta, La
filosofia di Antonio Tari, Istituto Italiano per gli Studi Storici, Napoli. Francesco
Solitario, Antonio Tari nella "Critica" di Benedetto Croce.
Contributo per un recupero, Prometheus, Milano 1998. Francesco Solitario ,
L'Estetica di Antonio Tari e la cultura filosofica meridionale del suo tempo,
Prometheus, Milano. Antonio Tari, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Antonio
Tari, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di
Antonio Tari, Antonio Tari, su storia.camera, Camera dei deputati. , «Tari, Antonio» in Dizionario di filosofia,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009. Archivi di Teatro Napoli, Foto di
Antonio Tari su cir.campania.beniculturali. Tari. Keywords: ‘origine del
linguaggio.” Refs. Luigi Speranza, “Grice e Tari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732279381
Grice e Tartarotti – filosofia italiana (Rovereto). Filosofo. Divenne famoso per
aver contrastato i processi contro le streghe e per aver osteggiato la
devozione per il vescovo del XII secolo Adelpreto, mettendone in discussione
santità e martirio. Figlio del giureconsulto Francesco Antonio e da
Olimpia Camilla Volani, discendente dell'antica famiglia dei Serbati.
Impersonò la figura dell'intellettuale che non si lascia limitare dal luogo nel
quale nasce, cioè nel Trentino, lontano dai grandi centri culturali del tempo.
Egli seppe anzi sfruttare le opportunità e le peculiarità della città di
Rovereto, al confine tra mondo tedesco e italiano, in un periodo storico nel
quale rifiorirono i commerci e i rapporti economici, grazie al suo trovarsi su
una delle principali vie di comunicazione in Europa. Suo merito fu la capacità
di saper tessere legami con intellettuali italiani e stranieri che risiedevano
a Venezia, Roma, Salisburgo, Torino, Brescia, Vienna, Innsbruck. Utrecht e
Parigi. Studiò inizialmente nell'Imperial Regio Ginnasio di Rovereto e
poi continuò come autodidatta. Si interessò di filosofia, che seguì presso
l'Padova sino a quando difficoltà economiche familiari non lo obbligarono a
tornare nelle città natale. Al suo ritorno si interessò personalmente per
far insediare nella Città della Quercia la stamperia del tipografo veronese
Pierantonio Berno e, nel 1730, fondò la prima accademia cittadina, l'Accademia
dei Dodonei. Compì viaggi a Verona, dove conobbe Scipione Maffei e altri
studiosi, poi ad Innsbruck, dove rimase alcuni mesi come precettore, e in seguito
si trasferì a Roma, come segretario del Cardinale Domenico Silvio
Passionei. Casa dove abitò Girolamo Tartarotti, in Via Garibaldi
61, a Rovereto, prima di trasferirsi in Via della Terra. Durante le sue
permanenze roveretane, visse nella stessa casa dove abitavano Giuseppe
Valeriano Vannetti e Bianca Laura Saibante, e dove questi iniziarono a tenere
un vivace salotto letterario che portò, probabilmente su ispirazione dello
stesso Tartarotti, alla nascita dell'Accademia degli Agiati. Il soggiorno romano
fu relativamente breve, per contrasti col Cardinale, quindi fece ritorno a
Rovereto. Morì il fratello Jacopo, e si trasferì a Venezia, come collaboratore
del futuro Doge Marco Foscarini. Ebbe discussioni anche con Foscarini e tornò
ancora una volta a Rovereto, da dove non si allontanò più. I viaggi di
Girolamo Tartarotti furono in definitiva relativamente pochi e di breve durata,
e trascorse la maggior parte della sua vita matura a Rovereto. Si dimostrò poco
propenso ad accettare l'aiuto di ricchi mecenati che lo avrebbero limitato
nella sua libertà e approfittò delle occasioni che gli venivano offerte lontano
dalla sua città per comprare libri o incontrare altri studiosi. Lo
studioso Sin dagli anni giovanili Tartarotti si dedicò agli studi letterari
interessandosi della poesia toscana e scrivendo egli stesso varie composizioni
poetiche. Approfondì tematiche della filosofia scolastica e scrisse trattati
critici nei confronti di questa. Collaborò con Angelo Calogerà per la sua
Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, e venne in polemica con Trento
dimostrando, in una sua pubblicazione, che la città tridentina divenne sede
episcopale solo nel IV secolo e non al tempo dei primi apostoli. Pubblica
“Congresso notturno delle Lammie”, il suo saggio più noto, nel quale dichiara
inesistente la stregoneria come la si vuole descrivere al suo tempo, e questo
sulla base della logica, della scienza e della stessa ortodossia dei
cattolici. Pubblica nei “Rerum Italicarum scriptores” le sue conclusioni relative
alla cronaca di Dandolo e correggendone le fonti nelle sue basi documentarie. Continua
nelle indagini storiche alla quali aveva dedicato gran parte della sua vita e
arrivò a dimostrare, ad esempio, che era sbagliata la venerazione dei trentini
per Adelpreto, Vescovo di Trento. La sua tesi era spiegata nella Lettera
intorno alla santità e martirio di Alberto vescovo di Trento. Uno dei suoi
ultimi lavori, sempre legato a questo tema: Notizie istorico-critiche intorno
al B.M. Adalpreto vescovo di Trento venne messa al rogo su disposizione del
principe vescovo Francesco Felice Alberti di Enno. Intanto la sua salute
peggiora, e morì il 16 maggio dello stesso anno, senza sapere del suo libro
bruciato a Trento. Fu sepolto nella chiesa arcipretale di San Marco dove una
targa a lato della porta d'ingresso lo ricorda. La biblioteca Sempre
amante dei libri, quando non gli fu possibile viaggiare per acquistarli
personalmente si affidò a contatti che col tempo divennero per lui preziosi per
procurarseli. A Verona poté contare su Ottolino Ottolini, a Brescia su
Gianmaria Mazzucchelli, a Modena su Ludovico Antonio Muratori e a Venezia su
Gian Rinaldo Carli. A Rovereto fu molto vicino a Giuseppe Valeriano Vannetti, segretario
dell'Accademia Roveretana degli Agiati, e anche da lui ebbe aiuti per procurasi
i testi dei quali aveva bisogno per i suoi studi. Al Vannetti fu legato anche
per altri motivi, essendo stato per vari anni precettore di Bianca Laura
Saibante, futura moglie di Giuseppe Valeriano, e del fratello di lei, Francesco. Si
procura libri anche grazie a donazioni, eredità e prestiti. Al momento
della sua morte, per esplicita volontà testamentaria, la sua ricca biblioteca
venne donata all'Ospedale dei Poveri Infermi di Loreto, retta dalla
Confraternita dei Santi Rocco e Sebastiano. La Confraternita tuttavia, poco
dopo, decise di metterla in vendita, offrendola per primo al Comune di
Rovereto. In quell'occasione Giuseppe Valeriano Vannetti e Francesco
Saibante si spesero affinché tale importante acquisizione culturale per
Rovereto avesse successo, e l'atto di compravendita venne registrato. La prima
biblioteca pubblica a Rovereto Tre anni dopo la morte di Tartarotti, venne così
creata la prima biblioteca aperta al pubblico a Rovereto. Le intenzioni dello
studioso non furono queste, tuttavia fu proprio il nucleo dei suoi testi ad
essere destinato a questa importante iniziativa culturale, perché sino a quel
momento esistevano in città solo biblioteche appartenenti a privati, come ad
esempio quella dei Rosmini, dei Vannetti, dei Saibante, oppure conservate in
conventi; si stava formando anche quella dell'Accademia Roveretana degli
Agiati, sicuramente molto importante, ma nessuna di queste destinata alla
consultazione di chiunque. Il totale delle opere appartenenti a Tartarotti
che confluì nella biblioteca ammontava originariamente a 2.027 volumi e a 13
manoscritti. Per quanto riguarda i luoghi di pubblicazione dei volumi, quasi il
30% di essi proveniva da Venezia. I volumi raccolti durante tutta la vita
da Girolamo Tartarotti costituirono così il primo nucleo della Biblioteca
Civica di Rovereto, che in seguito fu a lui dedicata. Tartarotti e gli
agiati Lo studioso, come sopra ricordato, fu molto attivo a Rovereto e si spese
per portare una maggior apertura culturale in città facilitando l'arrivo di un
tipografo, fondando l'Accademia dei Dodonei, svolgendo il ruolo di precettore
per due dei fondatori dell'Accademia Roveretana degli Agiati, ma non divenne
mai un socio di quella istituzione. Le ragioni del suo rifiuto di far parte
di quell'Accademia, che pure rispondeva a molte delle esigenze che sentiva
anche sue, furono diverse. La principale fu la forte inimicizia con Scipione
Maffei, e il fatto che l'uomo di lettere veronese fosse entrato tra i primi
come socio aggregato dell'associazione. Questo fece sì che non partecipasse
alle riunioni del nascente sodalizio culturale roveretano. Opere
Casa di Girolamo Tartarotti, in via della Terra 15, a Rovereto Si riporta qui
una piccola selezione di alcuni lavori di Girolamo Tartarotti, da non
intendersi come fonti di questa pagina ma come approfondimento e
confronto. Ragionamento intorno alla poesia lirica Toscana, Delle disfide
letterarie, o sia pubbliche difese di conclusion, De auctoribus ab Andrea Dandulo laudatis in
Chronico Veneto, Apologia del Congresso notturno delle Lammie, Memorie antiche
di Rovereto e dei luoghi circonvicini, Apologia delle Memorie antiche di
Rovereto, Lettera seconda di un giornalista d'Italia ad un giornalista
oltramontano sopra il libro intitolato: Notizie istorico-critiche intorno al
b.m. Adalpreto Vescovo di Trento, Alcune opere pubblicate nella Raccolta
d'opuscoli scientifici e filologici curata da Angelo Calogerà: Relazione
d'un manoscritto dell'Istoria manoscritta di Giovanni Diacono veronese, Dissertazione
intorno all'arte critica, Lettera al sig. N.N. intorno alla sua tragedia
intitolata il Costantino (1741) Lettera intorno alla differenza delle voci
nella lingua italiana. Altre opera: “Osservazioni sopra la Sofonisba del
Trissino con prefazione del cav. Clementino Vannetti, La conclusione dei frati
francescani riformati (postumo, Annotazioni al Dialogo delle false
esercitazioni delle scuole d'Aonio Paleario. Annotazioni Ipotesi avanzata da Gianmario Baldi,
Direttore della Biblioteca civica G. Tartarotti e membro dell'Accademia
Roveretana degli Agiati G.Baldi, Fonti M.Farina, Mostra Tartarotti,Mostra Tartarotti, Lodovico
Antonio Muratori, Rerum Italicarum scriptores. Mediolani, ex typographia
Societatis Palatinae in Regia Curia, Tartarotti, (check). R.Trinco, Mostra
Tartarotti, Mostra Tartarotti, Mostra
Tartarotti, Mostra Tartarotti, Sito
Biblioteca Civica G. Tartarotti, su biblioteca civica. rovereto.tn, Comune di
Rovereto. 2Gianmario Baldi, La Biblioteca civica Girolamo Tartarotti di Rovereto:
contributo per una storia, Calliano,Trento, Manfrini, Marino Berengo, La
letteratura italianaStoria e testi" XLIVtomo I, Milano-Napoli, Ricciardi, Leonardo
Franchini, Adversum malleum maleficarum, biografia del filosofo pre-illuminista
roveretano Girolamo Tartarotti, Rovereto, Stella, Nicola Cusumano, Ebrei e
accusa di omicidio rituale nel Settecento. Il carteggio tra Girolamo Tartarotti
e Benedetto Bonelli, Milano, Unicopli, . Marcello Farina, Antonio Rosmini e
l'Accademia degli Agiati, Brescia, Morcelliana Edizioni, testi di Serena
Gagliardi, Elena Leveghi e Rinaldo Filosi, La Biblioteca di Girolamo
Tartarotti: intellettuale roveretano del Settecento : Rovereto, Palazzo
Alberti, Rovereto, Provincia autonoma, Servizio beni librari e
archivistici,Comune di Rovereto, Biblioteca civica G. Tartarotti, Renat*o
Trinco, San Marco in Rovereto : la chiesa arcipretale tra storia, arte e devozione,
Mori, La grafica, Accademia Roveretana degli Agiati Bianca Laura Saibante
Biblioteca civica G. Tartarotti Clementino Vannetti. TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Girolamo Tartarotti, in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Girolamo
Tartarotti, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Girolamo Tartarotti. Tartarotti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Tartarotti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732517033
Grice e Tataranni – il gusto per l’antico –
filosofia italiana (Matera),
filosofo. Lucano di origine, fu esponente dell'Illuminismo
napoletano. Figlio di Angelo Bruno e Nunzia Pistoia. Non sappiamo a quale
ceto appartenesse la sua famiglia, ma sicuramente essa era fornita dei mezzi
economici e delle relazioni sociali necessarie per avviare il figlio verso la
carriera ecclesiastica: non a caso, quando fu battezzato nella Chiesa cattedrale di Matera, i suoi
genitori scelsero come padrini i nobili Giovan Battista Ferraù e Giovanna
Cordova. Sin da ragazzo maturò quella che doveva essere la sua vocazione,
tanto che divenne prima allievo e poi docente del seminario diocesano materano.
Sebbene avesse una posizione di un certo rilievo sia in ambito ecclesiastico,
sia in ambito educativo, il Tataranni non mostrò alcun tentennamento
nell'accettare l'invito di Michele Imperiali, principe di Francavilla, che lo
volle a Napoli per affidargli la direzione della sua Paggeria. Grazie
all'incarico conferitogli dal principe di Francavilla, Tataranni accrebbe ancor
di più la stima di cui già godeva, stringendo rapporti amichevoli con le
personalità più illustri ed autorevoli del tempo, incardinate nella Reale
Accademia delle Scienze e Belle Lettere. Il Tataranni ebbe la possibilità di
frequentare proprio tali stimolanti dibattiti, che del resto avrebbero formato
l'humus delle sue future riflessioni, in qualità prima di Direttore della
Paggeria, poi della Scuola militare del Real Collegio militare, ufficialmente
Reale Accademia Militare, fortemente voluta da re Ferdinando IV, che mostrò di
aderire al generale clima di rinnovamento e consolidamento delle istituzioni
militari del Regno. Proprio in questi anni Onofrio Tataranni ebbe l'onore di
esserne il direttore, partecipando vivamente, dunque, al graduale svilupparsi e
moltiplicarsi dell'alveo della cultura politica riformatrice, che, negli anni
Ottanta, ancora auspicava un reale cambiamento all'interno dello stesso
apparato monarchico. Così, nell'arco di un settennio, pubblicò delle opere molto
significative, in cui era evidente il suo tracciato ideale di società.
Tuttavia, in seguito agli avvenimenti, quindi dopo il Concordato e dopo la
fallita congiura di Carlo Lauberg, le sue posizioni rispetto alla politica e
allo Stato cambiarono considerevolmente. Con questa disillusione coincide il
silenzio dell'intellettuale materano, che in quegli anni si limitò, a quanto
noto, a proseguire i suoi studi come Direttore. La delusione, si può
ipotizzare, lo spinse a tacere fino alla proclamazione della Repubblica
Napoletana, quandodichiaravasicuro dell'importanza dell'istruzione del popolo e
del “nuovo cittadino”, elaborò il Catechismo Nazionale pe'l Cittadino, nel
quale incoraggiava il popolo a difendere i principi della Rivoluzione a
vantaggio dell'umanità intera. Il catechismo vinse il primo premio indetto dal
governo provvisorio e venne adottato come catechismo ufficiale della Repubblica
Napoletana, ebbe il compito di educare i sudditi a divenire cittadini.
Alla caduta della Repubblica, nel giugno, Tataranni riuscì a porsi in salvo,
rifugiandosi a Matera, nei cui tribunali, in tale periodo, venivano esaminate
le posizioni di ben 1370 «rei di Stato» lucani, 228 dei quali furono
condanll'«esportazione» e sette a morte. Comunque, a Matera il Tataranni poté contare
su solide relazioni interne al locale Capitolo cattedrale, morendovi il 27
marzo 1803. Pensiero Più volte Tataranni tiene a sottolineare
l'importanza della triade Dio-Ragione-Sentimento, in una sorta di compromesso
tra Illuminismo, sensismo e religione. Inoltre, caratteristica del suo
pensiero è una forte connotazione politica, mirando alla figura del sovrano
quale principale esempio per i sudditi, capace di governare un Regno che si
sarebbe dovuto fondare su solidi valori, legati all'importanza della famiglia,
della civiltà contadina e della piccola proprietà terriera, quest'ultima
ottenuta con un giusto ed onesto lavoro. È da evidenziare come il Tataranni
avesse maturato idee di una peculiare modernità, al punto da convincersi che il
passaggio verso una nuova stagione dell'umanità sarebbe potuto avvenire
attraverso la Costituzione di una «Dieta Universale»: egli sosteneva, infatti,
che, ad ogni rappresentante di questo nuovo organismo, essa avrebbe espresso «i
giusti diritti del suo Monarca», al fine di raggiungere la «felicità comune» e
la «pubblica sicurezza», ponendosi, negli ordini e nelle attività sociali,
sull'unica distinzione del «Merito». Notevole importanza era, poi,
assegnata al ruolo dell'educazione e dell'istruzione, poiché Tataranni affermava
l'importanza dello studio delle humanae litterae, unico mezzo, per i giovani,
per riscoprire i principali temi della letteratura e della filosofia morale
antica ed attualizzarli. Inoltre, egli si faceva anche sostenitore
dell'istruzione scientifica, dando priorità alla geometria e, ancora una volta,
seguendo il modello greco, suggeriva di avviare gli alunni sin «dall'età più
tenera» al processo educativo, seguendo le direttive di grandi pensatori. Il
sacerdote-riformatore auspicava tutto questo in un contesto socio-economico che
riservasse particolare attenzione all'attività agraria e ad una pratica
religiosa «semplice pura e brieve». Dunque, il Tataranni predicava il
ritorno alla religione delle origini, costruita sull'aiuto reciproco tra gli
individui, in modo che «gli Uomini si rassomiglino in qualche modo all'Ente
Supremo d'infinità Bontà». Pertanto, affermava che i sacerdoti dovessero essere
«esenti dalle Pubbliche Cariche» e che come gli altri uomini dovessero essere
soggetti «alla Giurisdizione dei Giudici Laici nelle loro Cause Civili». La
prima, monumentale, opera fu il S”aggio d'un filosofo politico amico dell'uomo,
(Napoli). Con la composizione di questo saggio, Tataranni si propone di
delineare il suo tracciato ideale di società, confidando nella figura del
sovrano. Infatti, già il titolo dell'opera risulta molto significativo, in
quanto l'autore si presentava come un filosofo con atteggiamento “filantropico”
nei confronti di Ferdinando IV, al fine di mostrargli la retta direzione per
guidare un giusto governo ed attuare delle riforme interne allo stesso apparato
monarchico, favorevoli alle idee democratiche. La fiducia che Tataranni
riponeva nei riguardi del monarca veniva ancora espressa nel “Ragionamento sul
carattere religioso di Carlo III umiliato a Ferdinando IV re delle Due Sicilie”
(Napoli). Si tratta di un panegirico riferito al padre del sovrano, Carlo di
Borbone, che, spentosi l'anno precedente, veniva proposto come esempio da
seguire al suo erede. In tal senso, egli si rivolgeva ancora pieno di
ammirazione nei confronti di Ferdinando IV nel “Ragionamento sulle sovrane
leggi della nascente popolazione di S. Leucio umiliata alla maestà di
Ferdinando IV re delle Due Sicilie” (Napoli). Nella “Brieve memoria
sull'educazione nazionale della nobile gioventù guerriera l'autore affrontava
il tema, a lui caro come Direttore di istituti di formazione, dell'educazione
dei giovani.” Negli anni Novanta, benché il canonico avesse raggiunto un'età
avanzata, non solo decise di aderire alla Repubblica Napoletana, ma, convinto
dell'importanza che rivestiva la formazione del popolo e del nuovo cittadino,
decise di scrivere, come detto, un Catechismo Nazionale pe'l Cittadino, che fu
dato alle stampe. Archivio Diocesano di Matera, Cattedrale, Battesimi Antonio
Lerra, Onofrio Tataranni. Catechismo nazionale pe' l cittadino. Progetto di
cultura politica e ruolo dell'antico XV.
Antonio Lerra XVII. Chiosi, Lo
spirito del secolo. Politica e religione a Napoli nell'età dell'illuminismo,
Napoli, Giannini, Patrizia Di Maggio, Nunziatella, Castellammare di Stabia,
Longobardi Editore. Antonio Lerra XXXVI.
Salvatore Bruno, Onofrio Tataranni e il suo "Catechismo nazionale
pe' il cittadino". Contributo alla storia della Repubblica Partenopea, in
"Studi Meridionali", Cronache di una rivoluzione: Napoli FrancoAngeli,
Milano, Antonio Lerra, L'albero e la croce. Istituzioni e ceti dirigenti nella
Basilicata, Napoli, ESI, Salvatore Bruno, Onofrio Tataranni e il suo
"catechismo nazionale pe' il cittadino" (noterelle di storia
napoletana), in Scritti in onore di Romualdo Trifone, Storia Meridionale, II, Sapri, Ed. del Centro Librario, Salvatore
Bruno, Onofrio Tataranni e il suo "Catechismo nazionale pe' il
cittadino". Contributo alla storia della Repubblica Partenopea, in Studi Meridionali,
Luciano Guerci, Istruire alle verità repubblicane. La letteratura politica per
il popolo nell'Italia in rivoluzione, Bologna, il Mulino, Giovanni Caserta,
Onofrio Tataranni. Teologo della rivoluzione napoletana, Napoli, Vivarium, Rosaria
Capobianco, La pedagogia dei catechismi laici nella Repubblica napoletana,
Napoli, Liguori Editore, Antonio Lerra, Onofrio Tataranni. Catechismo nazionale
pe' l cittadino. Progetto di cultura politica e ruolo dell'antico, Manduria-Roma-Bari,
Lacaita, Antonio D'Andria, Onofrio Tataranni. Un riformatore napoletano in
limine , in Sguardi sul Mezzogiorno in età moderna e contemporanea, Quaderni
eretici | Cahiers hérétiques. Studi sul dissenso politico, religioso e
letterario, fascicolo Illuminismo in
Italia Repubblica Napoletana. Storia della Basilicata Un'analisi dei
concetti politici nel Catechismo, su nuovomonitorenapoletano. L'indice
ragionato del Filosofo Politico amico dell'Uomo La Brieve memoria in edizione
integrale. Onofrio Tataranni. Tataranni. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Tataranni” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732260711/in/dateposted-public/
Grice e Telesio – filosofia italiana (Cosenza). Filosofo. Pilosopher whose empiricism
influences Francis Bacon and Galileo. Telesio studies in Padova, where he completed
his doctorate, and practiced philosophy
in Naples and Cosenza without holding any academic position. His major oeuvre, “De
rerum natura iuxta propria principia,” contains an attempt to interpret nature
on the basis of its own principles, which Telesio identifies with the two
incorporeal active forces of heat and cold, and the corporeal and passive
physical substratum. As the two active forces permeate all of nature and are
endowed with sensation, Telesio argues that all of nature possesses some degree
of sensation. Human beings share with animals a material substance produced by
heat and coming into existence with the body, called spirit. They are also
given a mind by God. Telesio knew various interpretations of Aristotle.
However, Telesio broke with foreign exegeses,
criticizing Aristotle’s Physics and claiming that nature is investigated better
by the senses than by the intellect. Mentre le sue
teorie naturali sono state successivamente smentite, la sua enfasi
sull'osservazione fece il "primo dei moderni" che alla fine hanno
sviluppato il metodo scientifico. Telesio è nato da genitori nobili
in Cosenza , una città in Calabria, Italia meridionale. È stato istruito a
Milano dallo zio, Antonio, lui stesso uno studioso e poeta di eminenza, e poi a
Roma e Padova . I suoi studi hanno incluso tutta la vasta gamma di argomenti,
classici , scienza e filosofia, che costituivano il curriculum degli
rinascimentali sapienti. Così equipaggiata, ha iniziato il suo attacco sul
aristotelismo medievale che poi fiorì a Padova e Bologna . Nel 1553 si sposò e
si stabilì a Cosenza, diventando il fondatore dell'Accademia Cosentina . Per un
certo periodo ha vissuto nella casa di Alfonso III Carafa , duca di Nocera. La
sua grande opera “Sulla natura delle cose secondo i loro propri principi,” seguito
da un gran numero di opere scientifiche e filosofiche di importanza
sussidiaria. Le opinioni eterodosse, che ha mantenuto suscitato l'ira della
Chiesa per conto del suo amato aristotelismo , e poco tempo dopo la sua morte i
suoi libri sono stati immessi sul Index. Steepto Teoria della
materia, calore e freddo Invece di postulare materia e forma, si basa
l'esistenza sulla materia e la forza. Questa forza ha due elementi opposti:
calore, che si espande, e fredde, che i contratti. Questi due processi
rappresentano tutte le diverse forme e tipi di esistenza, mentre la massa su
cui opera la forza rimane la stessa. L'armonia del tutto consiste nel fatto che
ogni cosa separata sviluppa in sé e per sé conformemente alla sua natura e allo
stesso tempo il suo moto avvantaggia il resto. I difetti evidenti di questa
teoria, che solo i sensi possono non comprendere materia stessa, che non è
chiaro come la molteplicità dei fenomeni potrebbe derivare da queste due forze,
pensato non è meno convincente di Aristotles caldo / freddo , secca spiegazione
/ umido, e (3) che ha addotto alcuna prova per dimostrare l'esistenza di queste
due forze, sono stati sottolineato a suo tempo da suoi allievi, Patrizzi
. Inoltre, la sua teoria della terra fredda a riposo e il sole caldo in
moto era destinato a confutazione per mano di Copernico. Allo stesso tempo, la
teoria era sufficientemente coerente per fare una grande impressione sul
pensiero italiano. Va ricordato, però, che la sua obliterazione di una distinzione
tra superlunar e fisica sublunare era certamente abbastanza preveggente anche
se non riconosciuto dai suoi successori come particolarmente degno di nota.
Quando Telesio ha continuato a spiegare la relazione tra mente e materia, era
ancora più eterodossa. Forze materiali sono, per ipotesi, in grado di sentire;
questione deve anche essere stato fin dal primo dotato di coscienza. Per la
coscienza esiste, e non avrebbe potuto essere sviluppato dal nulla. Questo lo
porta a una forma di ilo-zoismo. Anche in questo caso, l'anima è influenzato
dalle condizioni materiali; di conseguenza, l'anima deve avere un esistenza
materiale. Ha inoltre dichiarato che tutta la conoscenza è sensazione (
"non-ratione sensu sed") e che l'intelligenza è, quindi, un agglomerato
di dati isolati, in sensi. Non lo fa, però, riesce a spiegare come solo i sensi
possono percepire la differenza e identità. Alla fine del suo schema,
probabilmente in ossequio alla teologiche pregiudizi, ha aggiunto un elemento
che era completamente estraneo, vale a dire, un impulso più alto, un'anima
sovrapposta da Dio, in virtù della quale ci sforziamo di là del mondo
sensibile. Questa anima divina non è affatto un concetto completamente nuovo,
se visto nel contesto di Averroestic o tommasiana teoria percettiva.
L'intero sistema di Telesio mostra lacune nella sua tesi, e l'ignoranza dei
fatti, ma allo stesso tempo è un precursore di tutte le successive
dell'empirismo , scientifico e filosofico, e segna chiaramente il periodo di
transizione da autorità e la ragione di sperimentare e individuale
responsabilità. Il ricorso a dati sensoriali Statua di Bernardino
Telesio in Piazza XV Marzo, Cosenza Telesio era il capo del grande movimento
italiano del sud, che ha protestato contro l'autorità accettata della ragione
astratta e semina i semi da cui spuntavano i metodi scientifici di Tommaso
Campanella e Giordano Bruno , di Francis Bacon e René Descartes , con i loro
risultati ampiamente divergenti. Egli, quindi, ha abbandonato la sfera
puramente intellettuale e ha proposto un'indagine sui dati forniti dai sensi,
dai quali ha ricoperto che tutta la vera conoscenza viene veramente (la sua
teoria della percezione sensoriale era essenzialmente una rielaborazione della
teoria di Aristotele dal De anima ). Telesio scrive all'inizio del
Proemio del primo libro della terza edizione del De Rerum Natura Iuxta propria
principia Libri Ix ... "che la costruzione del mondo e la grandezza dei
corpi in esso contenuti, e la natura del mondo, è da ricercare non dalla ragione,
come è stato fatto dagli antichi, ma è da intendersi per mezzo di
osservazione." ( Mundi constructionem, corporumque in eo contentorum
magnitudinem, naturamque non ratione, quod antiquioribus factum est,
inquirendam, sed sensu percipiendam. ) Questa affermazione, che si trova sulla
prima pagina, riassume ciò che molti studiosi moderni hanno generalmente
considerato filosofia telesiana, e spesso sembra che molti non leggere oltre
per nella pagina successiva si imposta il suo caldo teoria / freddo della materia
informata, una teoria che non è chiaramente informato dalla nostra idea moderna
di osservazione. Per Telesio, l'osservazione ( sensu percipiendam ) è un
processo mentale molto più grande di una semplice registrazione dei dati,
l'osservazione comprende anche il pensiero analogico. Anche se Francis
Bacon è generalmente accreditato al giorno d'oggi, con la codificazione di un
induttiva metodo che sottoscrive pienamente l'osservazione come procedura
primaria per l'acquisizione di conoscenze, non era certamente il primo a
suggerire che la percezione sensoriale dovrebbe essere la fonte primaria per la
conoscenza. Tra i filosofi naturali del Rinascimento, questo onore è
generalmente conferito a Telesio. Bacone si riconosce Telesio come il primo dei
moderni. De Telesio autem bene sentimus, atque eum ut amantem veritatis, e
Scientiis utilem, e nonnullorum Placitorum emendatorem & novorum
hominum primum agnoscimus. , Da Bacon De principiis atque originibus ) per
mettere l'osservazione di sopra di tutti gli altri metodi di acquisizione delle
conoscenze sul mondo naturale. Questa frase spesso citata da Bacon, però, è
fuorviante, perché semplifica eccessivamente e travisa l'opinione di Bacone di
Telesio. La maggior parte del saggio di Bacon è un attacco a Telesio e questa
frase, invariabilmente fuori contesto, facilita un malinteso generale della
filosofia naturale telesiana dando ad essa un timbro baconiana di approvazione,
che era lontano dalle intenzioni originali di Bacon. Bacone vede in Telesio un
alleato nella lotta contro l'antica autorità, ma ha poco positivo da dire su
specifiche teorie di Telesio. Ciò che forse colpisce di più De Rerum
Natura è il tentativo di Telesio di meccanizzare il più possibile. Telesio si
sforza di spiegare tutto chiaramente in termini di materia informati dalla
calda e fredda e per mantenere i suoi argomenti il più semplice possibile.
Quando i suoi colloqui si rivolgono agli esseri umani che introduce un istinto
di auto-conservazione per spiegare le loro motivazioni. E quando discute la
mente umana e la sua capacità di ragionare in astratto su argomenti immateriali
e divine, aggiunge un'anima. Per senza anima, tutto il pensiero, dal suo
ragionamento, sarebbe limitato alle cose materiali. Ciò renderebbe Dio
impensabile e chiaramente questo non era il caso, per l'osservazione dimostra
che la gente pensa di Dio. Telesii, Bernardini, “De Rerum Natura Iuxta
Propia Principii, Libri IX” (Horatium Saluianum, Napoli). Altre opere: “De
Somno”; “De la quae in aere fiunt de
Mari De cometis et Circulo Lactea respirationis De USU. Gli appunti Riferimenti
Neil C. Van Deusen, Telesio: primo dei moderni (New York). Stanford
Encyclopedia of Philosophy entry De La sua, Quae in aere Sunt, & de
Terrae motibus piena facsimile digitale a Linda Hall Library. Refs.:
Luigi Speranza, “Telesio e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, *Villa Grice, Liguria, Italia..
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690478447/in/photolist-2mKHdnD-2mKRW4R-2mKjcFb/
Grice e Tessitore (Napoli). Filosofo. Grice: “If there’s Oxonian dialectic and
Athenian dialectic, there is, to follow Fulvio Tessitore, the ‘scuola
napoletana.’” Si è laureato in giurisprudenza (la sua tesi ricevette dignità di
stampa) presso l'Università degli Studi di Napoli, allievo di Pietro Piovani.
-- è libero docente "per meriti eccezionali" in Filosofia del
diritto; l'anno successivo diventa Professore. Ha dapprima insegnato Storia
delle dottrine politiche; quindi, in poi, Storia della filosofia. È stato
preside della Facoltà di Magistero dell'Università degli Studi di Salerno. Preside
della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Federico II di Napoli,
della quale è stato anche rettore . Socio dell'Accademia dell'Arcadia col nome
di Echione Cineriano. È inoltre socio nazionale dell'Accademia dei Lincei e di
numerose altre accademie nazionali italiane e straniere. È professore emerito
della Facultad de Humanidades dell'Università Centrale del Venezuela, con sede
a Caracas, e professore onorario della Università dell'Avana (Cuba). Ha tenuto
lezioni nelle Düsseldorf, Erlangen-Nürnberg (Norimberga), Braunschweig,
Valencia, Halle-Wittenberg, Salamanca, Siviglia e molte altre. Ha diretto il
Centro di studi vichiani del CNR dal ed
oggi fa parte del Consiglio scientifico dello stesso Centro. È presidente della Fondazione Pietro Piovani
per gli studi vichiani e del Consorzio interuniversitario "Civiltà del
Mediterraneo". È presidente del Comitato Tecnico Scientifico della
Fondazione Internazionale D'Amato onlus. È socio onorario dell'Istituto per
l'Oriente “Carlo Alfonso Nallino” di Roma. È vicepresidente della Fondazione
"Guido e Roberto Cortese". Siede inoltre nel Consiglio Direttivo
dell'Istituto italiano per gli studi storici fondato da Benedetto Croce. È
stato componente del Consiglio Scientifico dell'Istituto dell'Enciclopedia
Italiana Treccani. È stato componente, dal 1989 al 1997, del Consiglio
Universitario Nazionale, in cui è stato presidente del Comitato di Lettere,
Lingue e Magistero (fino al 1993). È stato vice presidente della Fondazione Teatro
di San Carlo, componente del Consiglio Generale della Fondazione Banco di
Napoli del Consiglio direttivo e vice presidente della CRUI, la Conferenza
permanente dei Rettori delle Università italiane. È Cavaliere di gran croce dell'Ordine al
merito della Repubblica. È stato senatore della Repubblica italiana nella XIV
legislatura (dal 30 maggio 2001 al 27 aprile 2006) nelle file dei Democratici
di SinistraL'Ulivo e deputato nella XV Legislatura nelle file del L'Ulivo. È
medaglia d'oro della Scuola dell'arte e della cultura e della Scienza e della
cultura. È autore di una vastissima di
oltre 1500 titoli, tra i quali 26 volumi, ai quali sono stati assegnati
numerosi premi. Opere: “Aspetti del neo-guelfismo
napoletano” (Morano, Napoli); “Crisi e trasformazioni dello Stato: rcerche sul
pensiero gius-pubblicistico italiano” (Morano, Napoli, Giuffrè, Milano); “I
fondamenti della filosofia politica di Humboldt” (Morano, Napoli, Stampato in
una nuova edizione nel per Liguori editore,
con un saggio di Cesa e con la aggiornata
dei lavori di Tessitore su Humboldt; Meinecke storico delle idee, Le Monnier,
Firenze); “Profilo dello storicismo politico, UTET, Torino); “Introduzione allo
storicismo, Laterza, Roma-Bari); “Introduzione a Meinecke, Laterza, Roma-Bari);
“Filosofia, storia e politica in VCuoco, Marco, Lungro, Contributi alla storia
e alla teoria dello storicismo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, Nuovi
contributi alla storia e alla Teoria dello storicismo, Edizioni di Storia e
letteratura, Roma); Contributi alla storia e alla teoria dello storicismo,
Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); Kritischer Historismus, Böhlau, Köln
WeimarWien, Interpretazione dello storicismo, Scuola Normale Superiore, Pisa); Contributi
alla storiografia arabo-islamica tra Otto e Novecento, Edizioni di Storia e
Letteratura, Roma); Ultimi contributi alla storia e alla teoria dello
storicismo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma . La mia Napoli. Frammenti
di ricordi e di pensieri, Grimaldi, Napoli); Letture quotidiane” (Editoriale
scientifica, Napoli) che raccolgono articoli di giornali quotidiani. Trittico
Anti-hegeliano da Diltehy a Weber. Contributo alla teoria dello storicismo, con
una nora introduttiva di E. Massimilla, Edizioni di Storia e Letteratura,
Roma); “Da Cuoco a Weber. Contributi alla storia dello storicismo, con una nota
introduttiva di D. Conte, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma. Fonda e
dirige il “Bollettino del Centro di Studi Vichiani”, diretto con G. Giarrizzo e
G. Cacciatore, e con G. Cacciatore, E. Nuzzo e M. Sanna. Archivio di Storia
della Cultura, diretto dal con D. Conte
e E. Massimilla. Civiltà del Mediterraneo: I serie, diretta con G. Galasso e S.
Moscati; II serie, diretta con F. Lomonaco. Una biografia , su
pontaniana.unina. 18 settembre . Curriculum su filosofia.unina. Tessitóre,
Fulvio, in Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Tessitore.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tessitore” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732224826/in/datetaken/
Gruce e Testa – la nemica fortuna –
filosofia italiana (Borgonovo
Val Tidone). Filosofo. Nasce nella nobile famiglia Testa dal giudice Giuseppe e
dalla madre N.D. Vittoria Brigidini. Viene battezzato nella Chiesa della
Collegiata alla presenza dei genitori e
del conte Andrea Arcelli, padrino e parente di Alfonso. Fu Sacerdote, rifiutò
la cattedra filosofica a Pisa e preferì
lavorare a Parma, divenendone presidente dell'area filosofica. Fu deputato
al Parlamento Sabaudo. Alfonso Testa. Storia di un povero pretazzuolo di
Fausto Chiesa, pubblicato dalla Lir (Libreria internazionale Romagnosi) di
Piacenza Alfonso Testa, su
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Alfonso Testa, in Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Alfonso Testa, su storia.camera, Camera dei deputati. Testa. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Testa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701756894/in/photolist-2mPqp6k-2mLNXjb-2mLQdrQ-2mLP9qE-2mLQ1Vx-2mPrdWj-2mLH24C-2mKDwcr-2mKxnN1-2mKgZYb-2bsBYca-2brg4da-PinuJ1-Pinux9-235t9QC-25GubxU-G5ZTNP-25DHLSh-FJVKRC-FcebeC
Grice e Thaulero – il problema d’una antropologia filosofica
– filosofia italiana (Roma). Filosofo. Abruzzese,
figlio del barone Carlo, nobile di Chieti e patrizio teramano, e di donna Maria
Clemente. Consigue la maturità classica al Liceo Massimo di Roma. Si iscrisse
alla "Sapienza" di Roma, dove si laurea a pieni voti con una tesi in
Filosofia del Diritto, Una metodologia cristiana del diritto, relatore Vecchio
e ottenne il Diploma di perfezionamento con lode in Filosofia del Diritto nella
Scuola di Perfezionamento di Filosofia del Diritto dell'Roma, con la tesi “La
fictio juris in Bartolo da Sassoferrato” (relatore: Sforza). Assistente
volontario di Perticone, ordinario di Storia contemporanea a Scienze politiche,
usufruì di una borsa della Humboldt-Stiftung che gli consentì lunghe permanenze
di studi in Germania per approfondire i suoi studi sulla problematica dei
valori. Sturzo gli affidò insieme ad Addio la direzione del “Bollettino di
Sociologia”, poi divenuto “Sociologia”, divenendo uno dei maggiori
collaboratori dell'Istituto creato dal fondatore del Partito Popolare Italiano.
Inviato al Congresso di Sociologia di Amsterdam e fra i fondatori della Società
Italiana di Scienze Sociali. Consigue la libera docenza in Filosofia
Morale e ricopre vari incarichi presso Salerno. Vinse il concorso a cattedra
per Filosofia Morale del Magistero di Salerno. Morì in un incidente
automobilistico insieme alle figlie Maria Gabriella e Maria Elisabeth. Gli
è stata intitolata la scuola di Cologna Spiaggia (Roseto degli Abruzzi).
Opere: “Società e cultura in Scheler” (Giuffré, Milano, Seconda attesa, Neri
Pozza, Vicenza (edizione postuma); “Il mare ha voce, ha voce il vento” (Edizioni
di Storia e Letteratura, Roma. Opera omnia; “Il darsi dell'Origine
nell'esperienza sociale e religiosa, R. Pezzimenti, V. Di Marco, Studium
Edizioni, Roma Saggi e articoli Il terzo
Congresso Mondiale di Sociologia (Amsterdam), in Bollettino di Sociologia
dell'Istituto Luigi Sturzo, Intorno al
concetto di sociologia generale, in Sociologia, Bollettino dell'Istituto Luigi
Sturzo, A. Giuffré, Milano, Il problema del risentimento in Max Scheler, in
Sociologia, Bollettino dell'Istituto Luigi Sturzo, N. 1, A. Giuffré, Milano, Scienze
sociali e Sociologia, in Sociologia, Bollettino dell'Istituto Sturzo, Anno A.
Giuffré, Mi-lano, La Sociologia storicista di Sturzo e alcuni riferimenti alle
teorie sociologiche moderne, in Sociologia, Bollettino dell'Istituto Sturzo, A.
Giuffré, Milano, “Razionalità e storia nella sociologia sturziana”, in Civitas,
L'autorità in Weber, in Sociologia, Il problema dell'autorità in Scheler, in Autorité
et Liberté, Atti del Convegno di Cultura Europea, Bolzano, Società e cultura in
Scheler, in Rivista di Sociologia, Roma Società e cultura inScheler, I, Giuffré, Milano, Conoscenza e sociologia,
in Rivista di Sociologia, Appunti per la settimana sociale dei cattolici
d'Italia, in Rivista di Sociologia, Note sulla Conferenza di sociologia
religiosa, in Rivista di Sociologia, Cristianesimo e storia, in Rivista di
Sociologia, Riflessioni su pregiudizio e religione, in Rivista di
Sociologia, Roma, “Metafisica della
scienza e sociologia”, in Rivista di Sociologia, Roma, Analisi culturale ed
ecumenismo, in Rivista di Sociologia, Roma, Religione e pregiudizio” (Cappelli,
Bologna); “Il problema di un'antropologia filosofica, in Rivista di Sociologia,
IGuida, Napoli, Corso di lezioni
ciclostilate, con la traduzione, in appendice, di un saggio di Scheler).
Religione e pregiudizio. Analisi di contenuto dei libri cattolici di
insegnamento religioso in Italia e in Spagna, Cappelli, Bologna, Nota
introduttiva a Hartmann, Etica I, Fenomenologia dei costumi, in Esperienze,
Osservazioni in margine ad una ricerca su pregiudizio e religione, in Rivista
di sociologia, Società e cultura in Scheler,
II, Giuffré, Milano, Prospettive culturali e sociologiche dell'impegno
sociale (Relazione tenuta alla Consulta dei Movimenti Effettive e Seniores
della Gioventù di Azione Cattolica). Un nuovo indirizzo storiografico nella
analisi della struttura socio-economica meridionale (Relazione tenuta in
occasione del convegno Ignazio Rozzi e l'agricoltura meridionale, Teramo, promosso
dal Centro di Studi Storici Abruzzo Teramano), in Rivista di Sociologia, Riflessione
sull'Università televisiva, in Informazione Radio TV. Studi, documenti e
notizie, Speciale Televisione e Istruzione, RAI, Sociologia ed esperienza
religiosa e politica in Luigi Sturzo, in Ricerche di Storia sociale e
religiosa. Discendente del Beato Johannes Thauler Centro studi Filippone-Thaulero Vincenzo Di Marco in occasione della
pubblicazione de "Il darsi dell'origine nell'esperienza sociale e religiosa" Il Tempo, V. Mathieu, Salerno, G. De
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