LoSpiritodellafilosofiaitaliana. Ragiona mento. Mantova,1842. L'Autore non pretende io questo Ragionamento a novità di principii, nè a confutazione di scuole,ma 80 lo vien cercando le varie fasi della italiana filosofia e lo spirito,che lacondusse al grande rinnovamento opera tosi nel secolo di Galileo. Da Pitagora a Leone X , durante la fortuna ro mana,nelletenebredellabarbarie,esotto ilgiogo della scolastica,gliparvediscontrare,quando più,quando meno , sempre conosciute e conservate le tracce del metodo vero e positivo, ed intorno a questo espone le proprie impressioni, cosìsemplicemente come le eb. be a sentire. dome che di. mostra la modestia dei padri nostri , i quali, non del Pezza-Rossa,Prof. Giuseppe. Parlando dell'antichità della filosofia italiana, osser vacome l'Italiafosselaprima,che diedeaquesta scien za un sistema, e le impose un nome : acume e vero conoscitori,ma piuttosto amici del vero s'inti tolarono. Le basiprincipalidelloro metodo consistevanonel. l'esperienza e nella osservazione.-- Fecero quindi un altro passo onde meglio procedere nella investigazione delle verità , e fu quello di riconoscere l'ufficio, che la ragione esercita sopra i fatti, sì nel mondo esterio re che nell'interiore, sendochè, non al senso, ma alla sola ragione è dato il giudicare. Di questo modo l'an tica nostra filosofia seppe dare ai sensi , si sentimen ti ed alla ragione ciò che loro competeva , e impedi che i primi si levassero al di sopra della seconda , e questa rifiutasse l'autorità e la potenza di quelli 280 . . Così dei secoli anteriori al dominio romano ; ma la prevalenza delle scuole straniere non tardò molto a comprimere la scuola nazionale, e la sopravveguente barbarie la fece quasi dimenticare, sebbene del tutto non laspegnesse.Senonche,collaconquistadelmon dosubìleinfluenze intellettualideipopoliconquistati, accettò dottrine d'ogni maniera, egizie, asiatiche, drui diche, ma greche sopra tutto; e de fe'tale un amal gama che a stento potrebbe chiamarsi filosofia; o a meglio dire , ciascuno appigliossi a quella scuola, che meglio sffacevasi alle sue tendenze. Parrà strano, ma è pur vero, Roma corrotta,e degenerata nei costumi, affaticossi particolarmente a rialzar la morale, non tanto forse per rilevarla daddovero, quanto per palliar m e glio col suo manto la nutrita liceoza, testimonio Sede ca. La scuola pitagorica,odiata,ma temutaeammirata, appalesavasi quindi di tratto in tratto nelle manifestazioni di alcune anime forti; e Catone, il censore,va me880 acapodella nobile schiera:ilnome dipitagorico non mai cessò dal significare uomo virtuoso e incorrotto. « La qual indole morale e severa (dice il Pezza Rossa ) sotto cui presentossi la filosofia italiana, fece si ch'essa non venisse dal nascente Cristianesimo tanto combattuta, quanto lo furono tutte le altre.Il Cristia. - 1 i! 281 Desimo infatti sorgea potente e divino, non figlio del l'umano pensiero, ma avvolto nel manto dei flosof, ma rivelatore della semplice verità. Al suo mostrarsi, tutte le scuole cadute erano in basso, e le pocbe ve rità, alle quali eran gionte, rimanevano dalle violenti polemiche siffattamente svisate , che impossibile omai tornavalosceverarecon certezzailverodalfalso.Ami carle fra loro, no concedevan le gare e i particolari interessi;ricondurle allapristinasemplicità,era impre. sa da nemmeno tentarsi.Che fece dunque il Cristiane simo ? Egli indisse guerra a tutte più o meno le spe culative dottrine,mostròchefallacierano,disutilieper piciose, e colla santità della propria morale fondò la prima di tutte le filosofie: quest'è la filosofia delle a zioni. « Scaduta la parte speculativa, non rimaneva all' italiana filosofia che la parte pratica, la parte da lei col tivata sempre con severa costanza e che meglio poteva rispondereagl'insegnamenti cristiani. Apollonio infatti, dicui S. Girolamodice, ch'era un prodigio inudito, degno di esser conosciuto in tutt'isecoli, avuto dal popoloinconcettodimago,ma filosoforeputato dalla gente di senno, Apollonio chiede a sè medesimo che cosa vogliasi in un filosofo per essere veramente pita gorico ? e quindi risponde : richiedersi elevazione d ' a nimo, gravità, costanza, buona fama, sincera amicizia, frugalità, pace, virtù.Fregiato di così belli ornamenti, il pitagorismo si proponeva in morale un lodevole fi ne, il perfezionamento della umana natura , risultante dallo specialeperfezionamentodiciascunindividuo.Nes sun'altra filosofia poteva meglio consonare al Vangelo. « I primi sapienti del Cristianesimo, prima di e dificare, trovarono però di dover distruggere il vecchio edifizio fin dalle fondamenta, e gridarono contro ogni filosofia. Tertulliano ed Origene vogliono che, dopo il Vangelo, non abbia più mestieri di ricerche, nè di curiosità dopo Cristo. Nessuna scuola è da principio ri . 282 « Se non che, distrutta colla dialettica l'arte del ragionare, e affidati gli uomini al solo senso comune, in mezzo all'incipiente barbarie, nulla presentavasi tanto naturale quanto lo scetticismo : e questo infatti mostrossi.— È notoche,sottoilnome delloscetticismo, spesso fu insegoato a sprezzare vergognosi pregiudizii; non devesi scordare che il dubbio fu il padre dell'at tuale civiltà ; e che, se il secolo di Cartesio è di Gali avesse ardito dubitare, le scienze e le arti nonsarebberoperancheripste. Foperòunoscetti cismo di sola teoria,doo dipratica;stettedel pensiero, non nelle azioni: e perciò,s'egli diede l'ultimo crollo alla filosofia speculativa, non portò alla morale un grave nocumento. Ed è appunto nella morale che la italiana filosofia sopravvisse. Il grande Boezio vide l'estrema bassezza, in cui la sapienza era caduta,e saggiamente pensò a raccorre in un sol corpo le positive cognizioni, che dal guosto generale si erano salvate, e qual breve enciclopedia de'suoi tempile presertò sotto l'smabile nome: Con solazione della filosofia;nomeche insè solo abbrac cia il carattere di tutta up'êra. « Cbi cercasse le cagioni, in forza delle quali stel te viva, anche nei secoli detti barbari, la pratica filo sparmiata : l'acqua di Talete, l'infinito di Anassimad dro, il fuoco d'Eraclito , l'omeomeria di Apassagora , l'etere infinito di Archelao, i numeri di Pitagora, gli atomi di Epicuro, gli elementi di Empedocle, tutte in somma le antiche speculazioni furono guerreggiate:i santi Padri non lemono chiamar sogoi molti pensieri di Aristotile, molti di Platone delirii. Ma in quello che gli ecclesiastici scrittori studiavano le scuole per com batterle, non poteano a meno di scontrarsi qua e colà in principii verissimi, ai quali non si poteva niegare adesione, e questi raccogliendo insieme e collocandoli sotto il patrocinio del Vangelo, se ne giovarono a com. provare l'armonia del vero filosofico col religioso. leo non 983 sofia, le troverebbe in parte della politica stessa de' barbari invasori. Semplici e rozzi, cupidi solo di bot tino, occuparodo solo il territorio, lasciando ai vinti eleggi, e costumi,ereligione,mutando l'aspetto mate riale, non quello degli spiriti; sia che l'ignoranza li rendesse inetti a far mutamenti, o sia che li movesse rispetto per genti tanto più umane,sebbene meno forti di loro.Oode che procedesse codesta loro maniera di conquista, o da calcolo, o da impotenza , egli è certo che recarono desolazione senza recare alcuna propria filosofia : a tal che la italiana , accompagnata da toote altre in epoca di prosperità, ma sola rimasta in quella della sventura, anzichè cedere e prostrarsi, potè parifi carsi, alla guisa dell'oro sul crogiuolo, e spogliarsi di quelle macchie,che la fortona le aveva apportate. " Passa quindi l'Autore a dimostrare come la buona filosofia pratica cominciasse a fruttare anche ottima teo ria, sebbene il risorgimento fosse ritardato dalla sco lastica, ed impedito dal platonismo. Or ecco le vie (egli ripiglia) per le quali gra datamente lospirito'filosofico avanzò,guadagnandosem pre terreno.IlLeonicoavea,pelprimo,portatoalloStu dio padovano la cognizione di Aristotile genuino, e mostra to come inscientemente lo siavea contorto e dinon sue dottrinefattomaestro;quando sorsequel potente in gegno diPietro Pomponaccio,chesidovrebbe riguardare siccome il quinto anello della gran catena filosotica ita liana, dopo Pitagors, Catone, Boezio e Dante. Pigmeo di corpo,ma dispiritogigante,penetrò meglio che altri nello spirito della patria filosofia, e siccome,a farla ri n a s c e r e , c o n v e n i v a , p r i m a d ' o g n i a l t r a c o s a , a b b a t t e r e il colosso peripatetico, egli coraggiosamente sostende che, secondo Aristotile, voluto sostegno della morale e del la religione, potevasi dimostrare l'anima non e s s e r e immortale , miracoli non potersi dare, non vi essere provvidenza,ma inognicosadominareildestino.Stra biliarono tutti a conclusioni di tanta conseguenza , e 984 pretesero che da lui solo derivassero tali dottrine,dal Peripato non mai ; accagionarono di empietà il gran Mantovano,cheavrebbe senzadubbio incontrata lama la ventura, se il cielo non avesse posto a capo della Chiesa on Leone X , e datogli un Bembo per consi gliere. La sapienza elatolleranza medicea permisero al Pomponaccio quellocheprima non era stato permesso, separare dalla teologia la fhosofia, condurre una linea di confine tra gli obbietti della fede e quelli della ra gione. L'esempio del gran maestro fa segaito da n u merosidiscepoli,tra'quali ebberofamaScaligero,Sepul. veda, Porzio, Benamico, Giovio, e dae Cardinali, il C o n tarini,cioè, ed Ercole Gonzaga. Fu imitato con isforzi contemporanei dalCesalpino,dalCremonino,dalloZa barella,eforsedaquelVanini,che,mal comprenden do ilPomponaccio, spinse lo sfrenato ingegno allo stre mo,e corse la miseranda fioe che tutti sanno.Imper ciocche, gli è pur mestieri confessarlo, la fortuna del primo e la sioistra interpretazione de'suoi principii, non solo a tutti ispirò corsggio, ma ad alcuni fio an che baldanza. Tale si fa il Cardano, a cui la fecondi ta del genio troppe più idee somministrò di quelle che ilsuo giudizio poteva ordinare;ma disse:loslu dio della natura doversi ridurre all'arte ed alla fatica, e però venne salutato come l'uomo delle in vensioni. Tale il Bruno , che proclamò sfrenatamente la filosofia del dubbio, filosofia che ovunque disseminò, viaggiando Italia, Francia, Alemagna , e che fu poscia da Cartesio abbracciata e sviluppata con tanta gloria , com' ebbe a confessare yo giudice non sospetto,Leibni. zio. Si ridestarono allora i principali pensieri de'pita gorici, e meravigliando si conobbe che la flosofia ita liana,in tutte le sue fasi, e io tatte le sue manifesta zioni, non aveva all'ultimo che un fondo solo,ilm e todo esperitivo e naturale. A questo metodo avviò l' Italia Lorenzo Valla, e il Nizzolio, e l'Aconzio, ed il Poliziano,e inalmente Tommaso Campanella,che, 285 vent'appi, sale in bigoncia, e disputa con tanta forza contro le fallacie scolastiche, che i vecchi sclamarono maravigliati: essere in lui passato lospirito diTelesio. Egli sostende che il senso è un fondamento della scien za,chedalla dimostrazionepositivaesensibilevasce la intellettiva, perciocchè sentire è sapere : la ragione tanto essere più certa, quanto più al senso vicina ; non però doversi andare cogli empirici che pretendono ra gionare perlesoleapparenzevariabili,accidentali,sfug gevolissime,ma sìanchedietroveritàcostanti,che badoo principio nell'anteriore sentimento, e del testi monio di tutti gli uomini. «Con longbeeperigliose fatichegiunse quindi f palmente l'Italiaa ridurinprincipiiquello,cheinpra tica aveva sempre tenuto;scaddero allora i sillogismi, le formole, le categorie, le ipotesi, gli a priori, con totti gli altri vincoli della ragione , e sostenuto dall' analisi e dall'esperienza,ilnuovo metodo spiegò il vo lo alle più eccelse scoperie. 36 «AllascuolaitalianaattioseCopernico ilsuo siste ma astronomico,da Galileo poscia rivendicato : da Ga- ' lileo che mostra immobile e improntato di macchie il sole, e Giove di satelliti circondato : da Galileo, che, permezzo dinuovelenti,interroga l'armonia misterio sa dei cieli,e con esperimenti sorprende la patora nei segreti delle arcane sue leggi. Torricelli, colla inven zione de'barometri e de'microscopii, apporta alla fisi ca povella vita; Cavalieri , Maurolico e Tartaglia ren dopo fruttuose le matematiche colle applicazioni. Leo pardo da Vinci dà buone leggi all'estetica; Buonarotti , l'uomo delle quattro anime, fisa il buon gusto nelle arti; Machiavelli scopre aisudditi ei ai regnanti ise. greti della politica; l'Accademia del Cimento affatica senza posa delle esperienze,le dabbie verità rischiara, e le certe diffonde; la fisica,la geografia e l'astrono mia,sposate insieme, fanno sì che un Italiano discopra il nuovo Continente, ed un altro italiano glimponga il Vol. I. 800 nome. Ogoi arte insomma, ogni scienza, ogni di sciplina quasi per incanto risorge : ed è cosa per ve rità sorprendente il vedere nei dettati di quell'epoca gloriosa tantacopiosità di pensieri,da contenere, quasi in germe, tutte le altre scoperte verificate dappoi. «Conserviamo adunqueconclude l'Autore)ilpre zioso retaggio, che da'nostri maggiori ci fu tramandato e,che piùè,adoperiamo di renderlofruttuoso:accioc chè,dopoaverportataaglialtrilascienza,non venghia mo giustamente paragonatiallenubi,lequalisidis fanno in quel medesimo che d'amica pioggia feconda no lecampagne.» Esponendo i proprii pensamenti, il Pezza-Rossa, con singolare modestia,non sierige a maestro, ma sti mola ed invoglia gli altri a frugare in questa materia, pago di poter dimostrare che noi siamo ricchi di tanta domestica dottrina da non invidiare la forestiera; che il buon metodo non l'abbiamo a cercare lontano; e che sarebbe ingratitudine il disconoscere la nostra a n tica sapienza, per seguire alcune splendide fantasie ol tramontane.
Monday, January 31, 2022
Saturday, January 22, 2022
GRICE ITALICVS QRSTUVWZ
Grice e Quarta – utopici – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Leverano). Filosofo. Essential
Italian philosopher. Filosofo dell'utopia fu uno dei maggiori studiosi di Moro,
sul quale scrisse “Una re-interpretazione dell'utopia.” Insegna a Salento. Studioso
di Platone sul quale scrisse L'utopia platonica: Il progetto politico di un
grande filosofo. Fonda il Centro di ricerca sull'utopia. Altri saggi: Tommaso
Moro; Una reinterpretazione dell'utopia (Dedalo); Thomas More, ECP L'utopia platonica; Il progetto politico
di un grande filosofo, Dedalo, Globalizzazione,
giustizia, solidarietà, Dedalo, Una nuova
etica per l'ambiente, Dedalo, “ Homo utopicus, La dimensione storico-antropologica
dell'"utopia.” Dedalo, Filosofo
dell'utopia. Grice: “Strictly, utopia is no-where, or erehwon if you must!”
Luigi Speranza, “As in Lennon, “He’s a real nowhere man!” --. Gilbert and
Sullivan, “Utopia, Ltd.” Quarta. Keywords: utopici, Campanella, erewhon. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Quarta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737471576/in/datetaken/
Grice e Quattromani – implicatura – filosofia italiana. Luigi Speranza (Cosenza). Filosofo.
Essential Italian philosopher. Nacque da Bartolo ed
Elisabetta d'Aquino, parente diTelesio. Cresciuto in un ambiente strettamente
collegato alla cultura e alla nobiltà cosentina, viene educato alle idee
religiose valdesiane del suo maestro Fascitelli. Come si desume dal suo
epistolario, si trasfere a Roma. Qui frequenta la Biblioteca Vaticana e ha modo
di intessere relazioni con diversi esponenti del panorama intellettuale e
culturale romano. I suoi primi studi riguardarono il Canzoniere di Petrarca,
con particolare riferimento alle sue fonti. Dopo un breve soggiorno a
Napoli, torna a Cosenza. Da qui scrive a B. Rota, per suggerirgli alcune
correzioni alla seconda edizione accresciuta delle sue Rime. Effettua una serie
di spostamenti tra la sua città natale e Roma. Il periodo è contrassegnato da
alcune sue epistole, a carattere storico-letterario/ Risiede a Napoli. Rientrato
a Cosenza scrive a Cavalcanti, che sarà con lui consulente della Congregazione
dell'Indice, e assume la direzione della
Accademia cosentina, cui Quattromani da nuovo impulso, sia dal punto di vista
squisitamente letterario, sia incentivando l'attenzione per la filosofia.
A Napoli pubblica "La philosophia di Telesio” che dedica a Carafa e le
rime dedicate a Bernaudo. Rimonta, invece, la sua traduzione de Le historie del
Cantalicio, nelle quali il nome è celato dietro lo pseudonimo di «Incognito
Academico Cosentino». Il suo ultimo periodo di vita lo trascorre a
Cosenza, dove muore. Altre saggi: Manoscritti, Vaticano, Sonetto di Ms. della
Casa. Oratione di Marco Catone., Giudizio sopra alcune stanze di Tasso,
Vaticano, Commento a tre sonetti del Casa, lettera ad A. Caro, lettera a F.
Mauro, lettera al S. Principe della Scalea, lettera a Ardoino, lettera a V.
Bombino, Lettera a F. A. d'Amico, Lettera a Fabrizio Marotta, Oratione di Marco
Catone, Lettera a Gio. Maria Bernaudo, Lettera a G.V. Egidio, Lettera a V. Bilotta, Parallelo
tra il Petrarca et il Casa, Della metafora, Parallelo tra il Petrarca et il
Casa Poetica di Orazio, Sentimento della Poet.ca d'Orat. La Poetica d'Orazio, Oratione
di Marco Catone, A T. Tasso Il Monta.no Acc.co Cose. Della metafora, Lettera ad
Horatio Pellegrino, Lettera a Teseo Sambiase Lettera alla Duchessa, Lettera a Teseo
Sambiase, Lettera a Teseo Sambiase, Lettera a T. Sambiase, Lettera a T. Sambiase,
Lettera a G. Sirleto, Cosenza, Biblioteca Civica, ex libris: “Bibliothecae
Marchionis D. Matthaei de Sarno”, Istoria della Città di Cosenza, Biblioteca
privata della Famiglia De Bonis, Lettere
al G. Bernaudo da una raccolta favoritami da F. Bombini, Firenze, Biblioteca
Nazionale Centrale, Fondo Palatino, Luoghi difficili del Bembo Napoli, Biblioteca
Nazionale, manuscripta autographa Summontis et aliorum aetate eius clariorum,
Lettera a S. Reski, Roma, Biblioteca Angelica, rilegato con Gab. Barrii
Francicani De Antiquitate et situ Calabriae, Roma, Apud Iosephum de Angelis); Annotationes
Barrium Stampe “La philosophia di Bernardino Telesio” Ristretta in brevità, et
scritta in lingua toscana dal Montano academico cosentino alla Eccellenza del
Sig. Duca di Nocera Con Licenza de' Superiori. Marchio ed. In Napoli Appresso
Gioseppe Cacchi al ilustre S. G. Bernaudo, in a a le rime del Sig. Gio. Batt. Ardoino
Academico Cosentino in morte della Signora Isabella Quattromani sua moglie con
Licenza de' Superiori Marchio ed. in Napoli Appresso Gioseppe Cacchi. Le
historie de Monsig. Gio. Battista Cantalicio vescovo di Civita di Penna, et
d’altri delle guerre fatte in Italia da Consaluo Ferrando di Aylar, di Cordoua,
detto il gran Capitano tradotte in
lingua Toscana a richiesta di Gio. Maria Bernavdo in Cosenza per L. Castellano.
Le historie de G. Cantalicio, vescovo di Civita di Penna e d’Atri Dele guerre
fatte in Italia da Consalvo Ferrando de Aylar, di Cordova, detto il gran
capitano, tradotte in lingua Toscana a richiesta di Gio. Maria Bernaudo nuouamente
corretta, et ristampata, in Cosenza per Leonardo Angrisano, e L. Castellano, ad
istanza di Enrico Bacco, libraro in Napoli. Le historie di Monsig. G. Cantalicio,
vescovo d’Atri et Civita di Penna, delle guerre fatte in Italia da Consalvo Ferrando
di Aylar, di Cordova, detto il gran Capitano, tradotte in lingua toscana a richiesta di G. Bernaudo, Napoli Apresso Gio
Giacomo Carlino Ad istanza di H. Bacco, alla Libraria dell'Alicorno rime di
mons. Gio. Della Casa. Fregio In Napoli, Appresso Lazaro Scoriggio, lettere divise
in due libre Et la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo
Auttore all'Illustrissimo & Eccellentissimo Signor Marchese della valle,
&c in Napoli, Per Lazzaro Scoriggio. Il IV libro di Vergilio in verso
Toscano. “Trattato della Metafora”; Parafrasi Toscana della Poetica di Orazio. Traduzione
della medesima Poetica in verso toscano. Alcune annotazioni sopra di essa, alcune
poesie toscane, e latine, Fregio in Napoli, Mosca con Licenza de' Superiori.Gabrielis
Barrii Francicani: De Antiquitate et situ Calabriae nunc primum ex authographo
restitutos ac per capita distributi. Prolegomena, Additiones, et Notae. Quibus
accesserunt animadversions, Roma, S. Michaelis ad Ripam Sumptibus Hieronymi Mainardi
Superiorum permissu. Scritti vari, editi per la prima volta in Napoli da M. Egizio
ed ora riveduti, riordinati e ripubblicati in più nitida edizione da L.
Stocchi, Castrovillari, Dalla Tipografia del Calabrese, A questo proposito, in
un'articolata lettera inviata, da Roma a Cosenza, illustra a M. Ferrao le ragioni per cui
l'opera del Petrarca merita la sua attenzione, e la ricerca che stava compiendo
sui poeti provenzali, riferendo che di ciò aveva già parlato con P. Manuzio, edizione
veneziana di Giolito de' Ferrari Stessa
cosa si verifica per la seconda edizione, mentre soltanto postumo, nell'edizione
napoletana compare quale traduttore. , “Scienza” e “scienza della letteratura”
in S. Quattromani, in Bernardino Telesio e la cultura napoletana, R. Sirri e M.
Torrini, Napoli L. Borsetto, La “Poetica d'Horatio” tradotta. Contributo alla
studio della ricezione oraziana tra Rinascimento e Barocco, in Orazio e la
letteratura italiana, Roma Eadem, Enciclopedia oraziana, Eadem, “Pulzelle” e
“Femine di mondo”. L'epistolario postumo, Alla lettera. Teorie e pratiche
epistolari dai Greci al Novecento, A. Chemello, Milano Capacius I.C.,
Illustrium mulierum et illustrium litteris virorum Elogia, Neapoli, Carlinus
& C. Vitale, Chioccarello B., De illustribus scriptoribus Regni Neapolitani
Cornacchioli T., Nobili, borghesi e intellettuali nella Cosenza del Quattrocento,
Cosenza Cozzetto F., Aspetti della vita e inventano della biblioteca attraverso
un documento cosentino del Seicento, in «Periferia», Crupi P., Storia della
letteratura calabrese. Autori e Testi, Cosenza De Franco L., De Franco L., La biblioteca di
un letterato del tardo Rinascimento: S. «Annali dell'Istituto Universitario Orientale»,
De Frede C., I libri di un letterato calabrese del Cinquecento (S. Quattromani,
Napoli De Frede C., Un letterato del tardo Cinquecento e i suoi libri (S.
Quattromani,-in «Atti dell'Accademia Pontaniana», Debenedetti S., Gli studi
provenzali in Italia nel Cinquecento, Torino Matteo Egizio, Napoli (rist. in S.
Quattromani, Scritti vari, editi per la prima volta in Napoli da Matteo Egizio
ed ora riveduti, riordinati e ripubblicati in più nitida edizione da L.
Stocchi, Dalla Tipografia del Calabrese, Castrovillari Filice E.E., Cosenza Fratta A., Il “Ristretto” nell'ambito delle traduzioni
scientifico-filosofiche del secondo Cinquecento, in Bernardino Telesio e la
cultura napoletana, R. Sirri e M. Torrini, Napoli Gorni G., Un commento inedito
alle “Rime” del Bembo. Telesio, Della Casa,
Quattromani interprete di Tasso, Gli amori del Quattromani, il disegno
culturale. La critica e le lettere; “Telesio, Bari Zangari D., Di un
manoscritto inedito di S. Quattromani e delle sue relazioni col Tasso; Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Sertorio Quattromani. Quattromani. Keywords: implicature,
la philosophia di Bernardino Telesio, Orazio, Poetica, Tratatto della metafora,
Il Quarto di Virgilio, Petrarca. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Quattromani” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738064054
Grice e Quinto – gli scolari – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Pieve di Cadore).
Filosofo. Essential Italian philosopher.
Studia a Conegliano e Milano sotto Pupi -- contrassegnate
dall'adozione di un rigoroso metodo filologico, studia la storia del concetto
di “scolastica”. Saggo: «“Timor” e “timiditas”. Note di lessicografia d’Aquino»,
La lingua del Lazio: Latino patristico e latino scolastico. Dalla comprensione
della lingua del Lazio all'interpretazione del pensiero», Sui quattro sensi
della Scrittura, I quattro sensi della Scrittura, Medioevo, «Il “timor” nella
lingua della scolastica», Archivum Latinitatis Medii Aevil, Per la storia del
trattato tomistico “de passionibus animi”. Il “timor. “Le “scholae” del
medioevo come comunità di sapienti», Scholastica”. Storia di un concetto,
Padova. “Lectio, disputatio, praedicatio”: la triade dell'esercizio scolastico
secondo Aquino, “In principio erat uerbum”. Testi sul timore di Dio dal ms. PRivista
di Storia della Filosofia «“Teologia
allegorica” e “teologia scolastica” in alcuni commenti all'“Historia
scholastica” di P. Comestore. in memoria,
Riccardo Quinto. Quinto. Keywords: gli scolari. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Quinto” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737409396/in/dateposted-public/
Grice e Raimondi
– il gatto persiano – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli), filosofo. Figlio del cremonese Alessandro. Insegna
a Roma, contribusce alla rinascita dell’idealismo
contro i parepatetici, che dominano la filosofia. Pubblica la Data di Euclide. Le
coniche di Apollonio di Perga. Autore di molti commentari, specialmente su
alcuni libri della Synagoge, nota anche come Collectiones mathematicae, di
Pappo di Alessandria e sui trattati di Archimede. Membro dell'accademia fondata
da Aldobrandini, nipote di Clemente VIII. -- è celebre soprattutto per essere
stato il primo direttore scientifico della Stamperia orientale medicea, o
Typographia Medicea linguarum externarum, fondata a Roma da Ferdinando de'
Medici. L'attività principale svolta dalla stamperia e, con l'appoggio di Gregorio
XIII, la pubblicazione di saggi nelle per favorire la diffusione delle missioni
cattoliche in Oriente. Forma un gruppo di ricerca costituito da Vecchietti, inviato pontificio ad Alessandria d'Egitto e
in Persia, dal fratello Gerolamo, da P. Orsino di Costantinopoli, neo-fita
ebreo convertito, e di Tommaso Terracina. In un periodo in cui Roma intrattene
buone relazioni diplomatiche con la dinastia Safavide, al potere in Persia essi riuscirono a recuperare diversi
manoscritti della Bibbia in lingue orientali. Sono portati a Roma più di una
ventina di testi biblici ebraici e giudeo-persiani, tra cui i libri del
Pentateuco, tra i pochi sopravvissuti ai giorni nostri. La tipografia si trasfere
a Firenze, in conseguenza dell'elezione di Ferdinando a Granduca di Toscana. E avviata
la stampa delle opere. Sono pubblicate dapprima una Grammatica ebraica e una
Grammatica caldea. Seguirono: una edizione arabo dei Vangeli, di cui furono
tirate tremila copie; un compendio del Libro di Ruggero di al-Idrisi; Il canone della medicina di Avicenna. Ill
Granduca gli vende la Stamperia, chi a
sua volta la cedette al figlio di Ferdinando, Cosimo II, salito al trono. La Stamperia
chiuse poiché la realizzazione di volumi nelle lingue orientali non si e rivelata
economicamente conveniente. Uno degli ultimi saggi pubblicati fu una grammatica
araba intitolata “Liber Tasriphi”. Il suo grande progetto, he egli
peraltro non riuscì a realizzare, fu quello di pubblicare una Bibbia poliglotta
comprendente le sei lingue principali del cristianesimo orientale: siriaco,
armeno, copto, ge'ez, arabo e persiano. I manoscritti appartenuti alla stamperia
orientale medicea sono disseminati in diverse istituzioni: la Biblioteca
Medicea Laurenziana di Firenze, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la
Biblioteca apostolica vaticana, la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III
di Napoli, la Biblioteca nazionale Marciana di Venezia. Giovanni Battista Vecchietti,
su iliesi.cnr. L'editoria del Principe,
ovvero la stampa ufficiale delle istituzioni laiche e religiose. Per la
dedicazione al re Ruggero II di Sicilia.
Tipografia Medicea Orientale, su thesaurus.cerl.org. A. Piemontese,
La Grammatica persiana, K. Bibas, La Stamperia medicea orientale, in, Un
Maestro insolito, Firenze, Vallecchi); Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Liber
Tasriphi compositio est Senis Alemami: Traditur in eo compendiosa notitia
coniugationum verbi Arabici, Roma, Medicae, Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze, manoscritti persiana. Giovan Battista Raimondi. Giambattista Raimondi.
Raimondi. Raimondi. Keywords: il gatto persiano. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Raimondi” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Raio – ermeneutica dell’io e del tu – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Napoli).
Filosofo. filosofo. Insegna a
Napoli. Si occupa in particolare dell'ermeneutica. Saggi: “Antinomia e
allegoria”; “Il carattere di chiave”, “Ermeneutica del simbolo” (Napoli, Liguori);
“Il simbolismo tedesco. Kant Cassirer Szondi” (Napoli, Bibliopolis); “Conoscenza,
concetto, cultura” (Firenze, La Nuova Italia); “Metafisica delle forme
simboliche” (Milano, Sansoni); L'io, il tu e l'Es. Saggio sulla
"Metafisica delle forme simboliche" (Macerata, Quodlibet); Rivista
"Studi filosofici". Giulio
Raio. Raio. Keywords: ermeneutica dell’io e del tu, Szondi -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Raio” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735603647/in/datetaken/
Grice e Raulica – l’implicatura del
barone di Raulica -- l’origine dell’idee – il fondamento della certezza –
filosofia italiana – filosofia siciliana – filosofia sicula -- Luigi Speranza (Palermo). Essential Italian
philosopher. Grice: “Italian philosophers can be fun: there’s ventura, and
there’s Bonaventura, who was actually fidanza, i.e. fidence, as in confidence.” Filosofo. Noto per il
suo sostegno alla causa della rivoluzione siciliana. Figlio di Paolo Ventura,
barone di Raulica, avvocato e consigliere della Suprema Corte di Giustizia del
Regno di Sicilia e di Caterina Platinelli, studia a Palermo. Insegna a Roma. Si
distinse come apologeta, scrittore e predicatore, soprattutto grazie alla sua
"Orazione funebre di Pio VII. La sua carriera da filosofo inizia come
esponente della corrente contro-rivoluzionaria. Teatino. Intraprese l'attività
di predicatore. La sua eloquenza, sebbene a volte esagerata e prolissa, e
veemente e diretta ed ottenne grande fama. Con l'elezione di Pio IX al soglio
pontificio, acquisì un ruolo politicamente prominente. Sostenne la legittimità
storica e giuridica della rivoluzione siciliana. Auspica la ri-fondazione del
Regno di Sicilia indipendente all'interno di una con-federazione italiana di stati
sovrani. Ministro pleni-potenziario e rappresentante del governo siciliano a
Roma. La sua posizione a Roma divenne
delicata per via della proclamazione della repubblica romana e dell'esilio di Pio IX. Rifiuta l'offerta di
un seggio all'assemblea costituente, maoltre ad invocare la separazione tra
potere temporale e spirituale riconosce la repubblica romana a nome del governo
rivoluzionario di Palermo. Saggi: “La scuola de' miracoli: ovvero, Omilie sopra
le principali opere della potenza e della grazia di Gesù Cristo, figliuolo di
Dio e Salvatore del mondo”; “Il tesoro nascosto: ovvero, Omilie sopra la
passione del Nostro Signor Gesù Cristo”; La Madre di Dio, madre degli uomini: ovvero,
Spiegazione del mistero della SS. Vergine a piè della croce”; “Le bellezze
della fede ne' misteri dell' Epifania: ovvero, La felicità di credere in Cristo
e di appartenere alla vera chiesa”; “I disegni della divina misericordia sopra
le Americhe: panegirico in onore di Martino de Porres, terziario professo
dell'ordine de' predicatori”; “Il potere
politico”; “Saggio sul potere pubblico, o esposizione della legge naturali
dell'ordine sociale”; “Dello spirito della rivoluzione e dei mezzi di farla
terminare”; “La ragione filosofica”; “La tradizione e i semi-pelagiani della
filosofia: ossia, Il semi-razionalismo svelato”; “Saggio sull'origine delle
idee e sul fondamento della certezza”; “Della falsa filosofia”; “Nuove omelie
sulle donne del Vangelo”; “Corso di filosofia: ossia, Restaurazione della filosofia”; “Sopra una Camera di Pari
nello stato pontificio”; “La questione sicula sciolta nel vero interesse della
Sicilia, Napoli e dell'Italia”; “Memoria pel riconoscimento della Sicilia come
stato sovrano ed indipendente”; “Menzogne diplomatiche, ovvero esame dei
pretesi diritti che s'invocano del gabinetto di Napoli nella questione sicula”;
“Discorso funebre pei morti di Vienna la religione e la libertà”; “Raccolta di
elogi funebri e lettere necrologiche; Il pensiero politico d'ispirazione
cristiana dell'Ottocento. Atti del seminario Erice, E. Guccione, Firenze.
Andreu F. Gioacchino Ventura: Saggio Biografico, "Regnum Dei",
Bergamaschi G., Padre Gioacchino Ventura: fra tradizionalismo e neotomismo,
Milano, Cremona Casoli G., Un illustre siciliano”; "Rassegna Storica del Risorgimento",
Cultrera P., Generale dell'ordine dei Teatini, Palermo); Giurintano C., Aspetti
del pensiero politico nel "De jure publico ecclesiastico"; Istituto
per la Storia del Risorgimento Italiano, Palermo, Guccione E., Democrazia. Murri,
Sturzo e le critiche di Gobetti, Palermo-Sao-Paulo, Ila-Palma, Guccione E., Alle
radici della democrazia” Palermo); Guccione E., Un omaggio clandestine; in "Nuova Antologia", Pastori P., “La
rivoluzione napoletana in "Rassegna Siciliana di Storia e Cultura", S.
Romano, La vita e il pensiero politico, Treccani Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Regione Siciliana. Martinucci P., Istituto Storico dell’Insorgenza e
per l’Identità Nazionale. Gioacchino Ventura dei baroni di Raulica, Gioacchino
Ventura Da Raulica. Gioacchino Ventura di Raulica. Raulica. Keywords: l’origine
dell’idee – il fondamento della certezza, la legge naturale dell’ordine sociale,
la sicilia come stato sovrano ed independente. Refs.: The H. P. Grice Papers,
Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Raulica” – The Swimming-Pool Library,
Villa Spearnza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735573662/in/datetaken/
Grice e Reale – erote demone mediatore – il gioco delle
maschere nel convito – filosofia italiana – Luigi Speranza (Candia Lomellina). Filosofo. Ho la ferma
convinzione che Platone e il più grande filosofo in assoluto comparso sulla
terra, e che il compito di chi lo vuole comprendere e fare comprendere agli
altri, pur avvicinandosi sempre di più alla verità, non può mai avere fine”.
Studia a Casale Monferrato e Milano sotto Olgiati. Insegna a Parma e Milano.
Fonda il Centro di ricerche di Metafisica. La sua tesi di fondo è la
seguente: la filosofia greca ha creato quelle categorie e quel peculiare modo
di pensare che hanno consentito la nascita e lo sviluppo della scienza e della
tecnica dell'Occidente. I suoi interessi spaziano lungo tutto l'arco del
pensiero antico pagano e cristiano, e i suoi contributi di maggior rilievo
hanno toccato via via Aristotele, Platone, Plotino, Socrate e Agostino. Studia ognuno
di questi autori andando, in un certo senso, contro corrente e inaugurandone una
lettura nuova. La ri-lettura che da di Aristotele contesta l'interpretazione
di Jaeger, secondo il quale gli scritti aristotelici seguirebbero
positivisticamente un andamento storico-genetico che partirebbe dalla
teologia, passerebbe per la metafisica, per approdare infine alla scienza;
Reale ha sostenuto invece la fondamentale unità del pensiero metafisico dello
Stagirita. Ne La Filosofia antica, mette in evidenza come il pensiero di
Teofrasto si diffuse per l'aspetto scientifico con un'ampiezza del tutto
paragonabile a quella del maestro Aristotele, rivelando però uno scarso
spessore nella speculazione filosofica. Da Stratone in poi, ciò provocò un
ripiegamento della scuola peripatetica verso l'ambito della fisica e delle
scienze empiriche. Per quel che riguarda Platone, importando in Italia
gli studi della scuola platonica di Tubinga, ha messo in crisi
l'interpretazione romantica di Platone stesso, che risale a Schleiermacher, e
ha voluto rivalutare il senso e la portata delle dottrine non scritt, vale a
dire gli insegnamenti che Platone ha tenuto solo oralmente all'interno
dell'Accademia e che conosciamo dalle testimonianze dei discepoli. In questo
senso, Platone risulterebbe essere il testimone e l'interprete più geniale di
quel peculiare momento della civiltà che passa dalla cultura dell'oralità a
quella della scrittura. Negli studi su Plotino, contesta la tesi di fondo
di Zeller che vede nel grande neoplatonico il principale teorico del panteismo
e dell'immanentismo. Al contrario rilegge Plotino come il campione della trascendenza
metafisica dell'Uno. L'interpretazione che ha dato di Socrate,
analogamente, si propone di risolvere le aporie della cosiddetta questione
socratica, entrata in un vicolo cieco dopo gli studi di O. Gigon, secondo cui
di Socrate non possiamo sapere nulla con certezza. Inaugura, invece, un nuovo
modo di interpretare Socrate, non solo cercando di risolvere dall'interno le
testimonianze contraddittorie degli allievi, ma soprattutto guardando al
contesto della filosofia italica prima di Socrate e dopo Socrate: in questo
modo, balzerebbe agli occhi la scoperta socratica del concetto di animo o anima
come essenza e nucleo pensante dell'uomo. Socrate dice che il compito
dell'uomo è la cura dell'anima: la psicoterapia, potremmo dire. Che poi oggi l'animo
e interpretata in un altro senso, questo è relativamente importante. Socrate
per esempio non si pronuncial sull'immortalità dell'anima, perché non ha ancora
gli elementi per farlo, elementi che solo con Platone emergeranno. Ma,
nonostante ancora oggi si pensa che l'essenza dell'uomo sia l’animo. Molti,
sbagliando, ritengono che l’animo e una creazione semitica: è sbagliatissimo.
Per certi aspetti il concetto di animo e di immortalità dell'animo è contrario
alla dottrina semitica che parla invece di risurrezione dei corpi degl’uomini. Che
poi i primi pensatori della patristica utilizzano categorie della filosofia
antica, e che quindi il suo apparato concettuale sia in parte basato sulla
filosofia antica non deve far dimenticare che il concetto dell’animo è una concezione
aria. L'Occidente viene da qui. Infine, per quanto riguarda all’africano Agostino,
tende a ricollocarlo nel contesto neoplatonico dell’antichità e
quindi nel momento dell'impatto del dell’ebraismo con filosofia aria italica
cercando di scrostarlo di tutte le successive interpretazioni dell'agostinismo
medioevale. Ritiene, poi, che la cifra spirituale che caratterizza la
filosofia d’Occidente sia costituita dalla filosofia italica. È
stato infatti il logos a caratterizzare le due componenti essenziali della
filosofia d’Occidentre e precisamente a fornire gli strumenti concettuali per
elaborare l’ebraismo, dando luogo, così, a quella peculiare mentalità da cui
sono scaturite la scienza e la tecnica. Ma se la cultura d’non si capisce senza
la filosofia aria degl’italici, questa a sua volta non si capisce senza la
metafisica come studio dei veliani dell’unità dell'essere. Il lavoro che svolge,
studiando i filosofi italici, vuole anche servire a un confronto fra la
metafisica antica e quella moderna. La preferenza che accorda a Platone dipende
dal fatto che il filosofo ateniese è, con la seconda navigazione di cui parla
nel Fedone, il creatore di questa problematica. Si fa così portavoce di un
meditato ritorno alle radici della nostra cultura attraverso la riproposta dei
classici filosofi italici. E in sintonia con la Scuola di Tubingarinnova
l'interpretazione, mettendo in luce la primaria importanza delle dottrine non
scritte di cui riferiscono gli allievi di Platone stesso (Aristotele in
primis). In “Per una interpretazione di Platone” fa affiorare l'immagine
di un Platone diverso, un Platone orale e in certo senso dogmatico. Del resto,
non è forse Platone stesso (ad esempio, nella Lettera VII) a garantirci che la
sua filosofia dev'essere ricercata altrove rispetto agli scritti? Lo stesso
corpus degli scritti platonici, giuntoci nella sua interezza (circostanza,
questa, unica nella storiografia della filosofia antica), non presenta, invero,
quell'unità sistematica che ci si dovrebbe attendere, il che, ancora una volta,
depone a favore della tesi secondo cui Platone cerca altrove, e precisamente
nelle dottrine non scritte. Studia anche la metafisica di Aristotele, smaschererebbe
la tesi fatta valere da Jaeger, secondo cui l'opera non presenta un'unitarietà
ma sarebbe piuttosto una sorta di zibaldone filosofico -- e, in particolare, il
libro XII risalir ebbein forza del suo spiccato interesse teologico alla
giovinezza dello Stagirita. Lungi dal risolversi in un coacervo di scritti
risalenti a differenti epoche e contesti, la Metafisica di Aristotele rileva
Reale è profondamente unitaria. Al centro c'è la definizione della metafisica
come scienza della causa e del principio, dell'essere in quanto tale, della
sostanza, dei dei e della verità. In “La saggezza antica” sostiene che tutti i
mali di cui soffre l'uomo d'oggi hanno proprio nel nichilismo la loro radice e
che «un'energicquesti mali implicherebbe il loro sradicamento, ossia la
vittoria sul nichilismo, mediante il recupero di un ideale e di un valore supremo,
e il superamento dell'ateismo. Ma quello che egli propone non è affatto un
ritorno a-critico a certe idee della antica filosofia italica, ma
l'assimilazione e la fruizione di alcuni messaggi della saggezza antica, che,
se ben recepiti e meditati, possono, se non guarire, almeno lenire i mali degl’uomini,
corrodendo le radici da cui derivano. In una siffatta prospettiva, può
acquistare un valore eminentemente filosofico anche la filosofia in lingua Latina
in Seneca, a suo parere ingiustamente trascurato da una lunga tradizione che
non gli avrebbe riconosciuto alcuna cittadinanza filosofica, per il mero fatto
di avere nato in una lontana provincial romana. In “La terapia dell'anima” (Bompiani,
Milano) riprende, ancora una volta, l'idea che la filosofia degli antichi in
questo caso, quella di Seneca puo costituire un 'farmaco' per l'animo dilaniato
degl’uomini. Oltre al campo specifico della filosofia anticasi occupa a vario
titolo anche della storia della filosofia generale: per esempio, nella stesura
del noto Manuale di filosofia per i licei edito dalla Scuola oltre alla
direzione delle collane filosofiche Classici della filosofia, Testi a fronte della
Bompiani e I Filosofi per Laterza. Oltre a questo, i suoi principali
scritti sono: “ Il concetto di filosofia prima e l'unità della Metafisica di
Aristotele” (Vita e Pensiero, Milano); “Aristotele” (Laterza, Bari); Storia della
filosofia antica, Vita e Pensiero,
Milano); “Il pensiero occidentale dalle origini (Scuola, Brescia); Per una
nuova interpretazione di Platone” (CUSL, Milano); “Proclo” Laterza, Bari); “Filosofia
antica, Jaca, Milano); “Saggezza antica, Cortina, Milano); “Eros demone
mediatore. Il gioco delle maschere nel "Simposio" di Platone” (Rizzoli,
Milano); “Platone. Alla ricerca della sapienza segreta” (Rizzoli, Milano, Bompiani,
Milano, La nave di Teseo, Milano); “La Metafisica di Aristotele” (Laterza, Bari);
Raffaello: La "Disputa", Rusconi, Milano); “Corpo, anima e salute. Il
concetto di uomo" (Collana Scienza e Idee, Cortina, Milano); “Socrate.
Alla scoperta della sapienza umana” (Rizzoli, Milano); “Il pensiero antico,
Vita e Pensiero, Milano); ““Radici culturali e spirituali dell'Europa” (Cortina,
Milano); “Storia della filosofia romana” (Bompiani, Milano, Collana Il pensiero
occidentale, Bompiani); “Valori dimenticati dell'Occidente” (Bompiani, Milano);
“ L'arte di Riccardo Muti e la Musa platonica” (Bompiani, Milano); “Agostino” (Bompiani,
Milano); “Wojtyla un pellegrino dell'assoluto” (Bompiani, Milano); “Auto-testimonianze
e rimandi dei Dialoghi di Platone alle dottrine non scritte" (Bompiani,
Milano); “Storia del pensiero filosofico” (Scuola, Brescia); “Salvare la scuola
nell'era digitale” (Brescia, Scuola); “Responsabilità della vita. Un confronto
fra un credente e un non credente” (Milano, Bompiani); “Mi sono innamorato
della filosofia” (Milano, Bompiani); “Romanino e la «Sistina dei poveri» a
Pisogne” (Milano, Bompiani); “Cento anni di filosofia. Da Nietzsche ai nostri
giorni” (Scuola, Brescia); Introduzione, traduzione e commentario della
Metafisica di Aristotele, su archive.org, Bompiani, Traduzioni e commenti Reale
ha tradotto in italiano e commentato molte opere di Platone, di Aristotele e di
Plotino (la sua nuova edizione delle Enneadi è stata pubblicata nella collana "I Meridiani" della Mondadori.
Pubblica per Bompiani il poderoso volume I presocratici, da lui presentato come
la prima traduzione integrale. Nonostante in Italia ne fosse già uscita una
traduzione da Giannantoni edita da Laterza. Sostene la presenza di lacune e
manomissioni nel Giannantoni, lacune e manomissioni che sarebbero dovute, a
parere di Reale, all'ossequio all'ideologia e all'egemonia culturale marxista, secondo
cui in quel periodo gl’intellettuali di area comunista dominano la scena in
campo editoriale. Canfora, in risposta alle accuse di Reale, sostene la natura pubblicitaria
e l'inconsistenza del ragionamento. Si sostene che, se influenza c'è stata nel Giannantoni,
essa è stata di matrice idealistica, hegeliana e crociana. Qualsiasi omissione
è da evitare, specie se non è segnalata nel testo. Con riguardo alla presunta
irrilevanza di taluni tagli operati da Giannantoni sottolinea come i capretti a
volte segnano la storia della filosofia più di alcuni filosofi e togliere
questi animali dai frammenti, così come far sparire dei cavolfiori, si tasformarsi
in una censura. Di Seneca, cura le opere in "Seneca. Tutti gli
scritti". Interprete di Platone, La Stampa, Ripensando Platone e il
Platonismo” (Milano, Vita e Pensiero). Dimostra la profonda unità concettuale
di questi saggi di filosofia prima, mettendo in luce come Jaeger e condizionato
dal positivismo e dalla teoria dell'evoluzione della cultura secondo le tre
tappe di teologia-metafisica-scienza. Il concetto di filosofia prima e l'unità
della "Metafisica" di Aristotele” (Milano, Bompiani); Storia della
filosofia antica. La fondazione della botanica e il suo guadagno essenziale. Verso
una nuova immagine di Platone, Milano, Vita e Pensiero, Cfr., in particolare,
Il paradigma romantico nell'interpretazione di Platone, di H. Krämer,
Napoli, La filosofia antica, Milano, Jaca. Ha ragione, bisogna imparare ad
accettare la morte, Corriere della Sera. Il concetto di filosofia prima e l'unità della
metafisica di Aristotele, Milano, Vita e Pensiero ,La filosofia di Seneca come
terapia dei mali dell'anima, Milano, Bompiani, In memoriam. Pur riconoscendo a
Giannantoni una statura di studioso di prim'ordine, sostiene che molti marxisti
non presentano talune cose nella loro effettiva realtà. Pur non potendosi
parlare di complotto, nel testo di Laterza curato da Giannantoni mancano in
un'edizione chiamata l'unica integrale italiana decine e decine di passi che elenco
in 4 pagine all'inizio della mia traduzione dei veliani e crotonensi. Ci sono
inoltre indebite aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta di tal fatta,
nata assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure molte note di queste
ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti di codesti filosofi. Svuotare,
ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare un vero confronto.
Ecco la vecchia tattica che rimane ancora molto viva. Naturalmente, sul piano
pubblicitario, si comprende la auto-esaltazione. La mia traduzione è più
completa della tua, come il mio bucato è più bianco del tuo. Ma anche la
pubblicità bisogna saperla fare. Ci sono lauree brevi da poco istituite in
proposito. Particolarmente inconsistente appare il ragionamento. Eccolo nella
sintesi fornita dal suo intervistator. Giannantoni e molto bravo, e questo lo
sapevamo anche senza il supporto di Reale, Laterza è innocente del sopra
menzionato reato ideologico. La colpa è della penetrazione comunista. Sembra
quasi di sognare. Ma questa è la caricatura dell'antica cantilena sui comunisti
padroni dell'editoria italiana. Per confutare questa sciocchezza Bobbio si
limita a trascrivere i titoli del catalogo Einaudi. E infatti come negare
l'affiliazione bolscevica di Bobbio? Che pena. Si fa riferimento
all'osservazione secondo la quale le omissioni di Giannantoni riguardano
aspetti poco rilevanti per un marxista come il frammento 23 di Orfeo -- un mal-ridotto
frustulo papiraceo in cui si fa cenno ad un rituale misterico. Queste, e
consimili, sono le omissioni rimproverate dal neo-presocratico Reale. Sembrra
del tutto irrilevante sapere se Kant, quando scrive la Critica della ragion
pratica, mangia capretto o una particolare minestra. Alla storia della
filosofia questo poco interessi. Ma sapere se un *orfico* mangia capretto e significativo
dal punto di vista filosofico. Se l’orfico s’astene, allora e vegetariano e,
come tale, non ha condiviso la ritualistica italica in cui si consumeno le
carni offerte ai dei e si lasciano ai dei gl’aromi per segnare la distanza tra gl’uomini
e i dei. In sostanza, l’orfico crede, evitando il capretto, in una filosofia in
cui gl’uomini e i dei sono legati. Non è un capretto né una vacca quello che
manca in Giannantoni. Mancano in un'edizione chiamata l'unica integrale decine
e decine di passi che elenco in 4 pagine all'inizio della mia traduzione dei
Presocratici. Ci sono inoltre indebite aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta
di tal fatta, nata assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure molte
note di queste ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti di codesti
autori. Svuotare, ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare
un vero confronto. Ecco la vecchia tattica che rimane ancora molto viva. Laudatio.
Roberto Radice, Claudio Tiengo, Seconda navigazione. Omaggio, Vita e Pensiero,
Milano); G. Grampa, "Ritornare a Crotone: intervista a sulla sua «Storia
della filosofia antica»", Vita e Pensiero. RDizionario di filosofia,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Il mio Platone bocciato. Il cattolico
amico di Platone. Critico il Platone di Reale il marxismo non c'entra. La
dittatura culturale del marxismo, in Corriere della Sera, Treccani Storia della
filosofia antica. Dalle origini a Socrate. Ospitato su gianfrancobertagni.
Giovanni Reale, Storia della filosofia antica. Platone e Aristotele. Storia
della filosofia antica. I sistemi dell'Età ellenistica. Giovanni Reale. Reale.
Keywords: Crotone, Velia, Crotonensi, la scuola di Crotone, la scuola di Velia,
I veliani, Parmenide, Girgentu – filosofia siciliana – magna Grecia non e
Sicilia --. I confine della magna Grecia – filosofia italica, filosofia
italiana – la filosofia nella peninsula italiana in eta anticha – filosofia Latina,
filosofia romana. Catalogo di Nome di Filosofi Italici, il poema di Parmenide,
il poema di Girgentu, il poema di Velia, la porta rossa di Velia, Zenone di Velia,
Filolao di Taranto, Gorgia di Lentini, Archita di Taranto, studi degl’antichi
italici da I romani, Etruria e Magna Grecia, le radice etrusche della filosofia
romana, fisiologia, teoria dela natura, uomo, la moralia, la colloquenza o
dialettica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Reale” – The Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690133489/in/photolist-2mKFrQ6-2mPsfT9-2mPxhsE-2mPhuNk-2mPsh7f-2mKLGeD-2mPpVqK-2mPE3Bq-2mPpskp-2mKxnN1-2mKAuZM-2mKbpiZ-2mKjsJY-2mPHbXQ-2mJf6ru-2mJjdUS-2mJf6sS-2mJf6qx-2mJjdWF-2mJkrgk-2mJf6td-2mJf6qs-2mJkrer-2mJoFqJ-2mJnD8P-2mJkrhc-2mJjdXH-2mJkrfo-2mJoFtu-2mJoFsC-2mJoFsh-2mJkrgq-2mJoFur-2mJjdWR-2mJf6sm-2mJf6qN-2mJf6qH-2mJjdWq-2mJnD9a-2mJoFuG-2mJoFt9-2mJjdXs-2mJf6rp-2mJoFs7-2mJnD6V-2mJoFqP-2mJf6sM-2mJkrhh-2mJf6qT-2mGT6p1
Grice e Reghini
– implicatura – il numero sacro crotonense – e il simbolismo duodecimale del
fascio littorio -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Firenze). Filosofo. Grice:
“It’s difficult to call Reghini a philosopher; yes, he was interested in
Pythagoras – but to what extent can, in spite of Russell, number GROUND a whole
philosophy?” Studia a Pisa. Insegna a Roma. Promotore
del Crotoensismo, e affiliato a vari gruppi dell'esoterismo italiano. Entra nella
Società Teosofica e ne fonda la sezione romana. Più tardi, fonda a Palermo la
Biblioteca Teosofica-Filosofica. E iniziato al Rito di Memphis di Palermo, rito
massonico di supposta origine egizia ed entra a Firenze nella loggia Lucifero,
dipendente dal Grande Oriente d'Italia. Ha una breve adesione al martinismo
papusiano, che in Italia e diretto da Sacchi, verso le carenze della cui
maestranza e pubblicistica apporta una demolizione magistrale. E chiamato d’Armentano,
che lo avvia allo studio della scuola di Crotone. Entra nel Supremo Consiglio
Universale del Rito filosofico italiano, dal quale però si dimise, non ha
infatti un'alta opinione dello stato della massoneria in Italia. Insignito del
33° e massimo grado del Rito Scozzese Antico e Accettato, entra a far parte
come membro effettivo del Supremo Consiglio d'Italia, di cui e Gran cancelliere
e Segretario generale. Gli anni della Grande Guerra vedeno discepoli e
maestri della Schola Italica Pitagorica partire volontari per il fronte. Non
rimase inerte innanzi al sorgere dell’istanze interventiste. Partecipa
attivamente alla manifestazione romana del maggio, culminata in Campidoglio,
tesa ad ottenere la dichiarazione di guerra. Accolto nell'Accademia Militare di
Torino come allievo ufficiale del Genio parte volontario per il fronte,
ottenendo sul campo il grado di capitano del Genio. Lui ed il suo maestro
Armentano creano a Roma l'Associazione Pitagorica, che riprende le fila di
precedenti esperienze e si richiama operativamente al sodalizio pitagorico. Fonda
e anima varie riviste, con interventi sagaci e ricchi di dottrina; scrisse sul
papiniano “Leonardo”, dando vita ad “Atanór, Ignis, e UR, con Colazza, Evola come direttore, Parise, ed Onofri. Contrasti
d'idee e caratteriali prevalser nel rapporto di collaborazione fra lui ed Evola,
provoca la scelta evoliana di allontanamento di questi, assieme a Parise, dalla
rivista “UR” (rivista sórta a esprimere al pubblico della cultura italiana
l'intento dell'occulto Gruppo di Ur; dove il Maestro fiorentino pubblica con
l'eteronimo di Pietro Negri. E se ne ebbero anche strascichi giudiziari. Infatti
Evola tenta di farlo incriminare per affiliazione massonica (affiliazione che
costituiva reato dopo l'imposizione di scioglimento dell’associazioni segrete decretata
dal regime fascista. Ma il potere giudiziario opta infine per un accordo tra i
due onde evitare uno scandalo. Per via del condizionamento repressivo fascista
vòlto all'emarginazione di tanti esponenti dell'esoterismo italiano (Armentano
parte per il Brasile), ormai isolato si ritira dalle attività pubbliche e a
Budrio si dedica all'insegnamento nel Circolo Quirico Filopanti”, alla
meditazionein chiave pitagorica delle scienze matematiche. Ottenne
tuttavia riconoscimenti dei Lincei e
dall'Accademia d'Italia, per la sua opera sulla restituzione della geometria
pitagorica. Il Crepuscolo dei Filosofi regalato dal suo autore, Papini all’amico
Arturo al suo ingresso nella loggia fiorentina ‘Lucifero.” Nel frontespizio una
dedica ad inchiostro, scolorito dal tempo, Al fratello Reghini il suo G Papini,
in Reghini, pitagorico, su ilmanifesto
Rito filosofico italiano, Del Massa, “Pagine esoteriche” (Finestra,
Trento). In questa qualità firma il decreto del suo scioglimento (riprodotto
in: L. Sessa, I sovrani grandi commendatori e storia del supremo consiglio
d'Italia del Rito scozzese antico ed accettato, Palazzo Giustiniani (Bastogi,
Foggia), in seguito all'approvazione alla Camera dei deputati del progetto di
legge sulla disciplina delle associazioni, presentato da Mussolini, mirante
allo scioglimento della massoneria. Iacovella, "Il barone e il pitagorico”,
Vie della Tradizione, Cfr. la recensione fatta ne da Guénon. Altri saggi: ““Parola
sacra e parola di passo dei gradi”; “Il mistero massonico” (Atanor, Roma); “Geometria
pitagorica” (Basilisco, Genova); “Il numero sacro nella tradizione pitagorica”;
“Il numero sacro e la geometria pitagorica”; Il fascio littorio, ovvero il simbolismo duodecimale”;
“Il fascio etrusco” (Basilisco, Genova); “Il numero sacro nella tradizione crotonese”
(Ignis, Roma); “Del Numero”; PrologoAssociazione culturale Ignis, Del Numero; Dell'equazione
indeterminata di secondo grado con due incognite” (Archè/pizeta); “Della soluzione
dell'equazione di tipo Pell x2-Dy2=B e del loro numero” (Archè/pizeta);“Il
numero triangolare, il numero quadrato, il numero piramidale a base triangolare, il numero piramidale a
base quadrata” (Archè/pizeta); “Dizionario Filologico” (Associazione culturale
Ignis"), Cagliostro, ("Associazione culturale Ignis"), “Considerazioni
sul rituale dell'apprendista libero muratore” (Phoenix, Genova); “Paganesimo, Scuola
di Crotone, Massoneria” (Mantinea, Furnari, Messina); “Per la restituzione
della massoneria crotonense italica (Raffaelli, Rimini); “La tradizione crotonense
massonica” (Melita, Genova); “Trascendenza
di spazio e tempo”, Mondo Occulto (Napoli, ASEQ). Cura “De occulta philosophia”
di C. Agrippa (Fidi, Milano); I Dioscuri,
Genova; La Sapienza pagana e pitagorica (La Cittadella. I Libri del Graal. Geminello Alvi, Reghini, il
massone pitagorico che ama la guerra, Corriere della Sera, R. Paradisi, Il pitagorico
che sogna l’impero, L’Indipendente, N. Luca, "Un intellettuale neo-pitagorico
tra massoneria e fascismo" (Atanòr, Roma); Parise, "Nota sulla vita
di A. Reghini", in calce a “Considerazioni sul rituale dell'apprendista
libero muratore” (Phoenix, Genova); R. Sestito, “Il figlio del sole” (Ancona,
Associazione Culturale Ignis); Via romana agli Dei Amedeo Rocco Armentano, Evola Parise, Schiavone, a metà strada tra fascismo e massoneria, su archiviostorico.info.
Centro De GiorgiScuola Normale Superiore di Pisa, Breve biografia su
mathematica. Boni, Omaggio su rito simbolico; Un pitagorico dei nostri tempi; N.
Bizzi, La Tradizione occidentale. Grandi massoni. Illustre matematico e anti-fascista
-- grande oriente. Pitagorico, su ilmanifesto. Arturo Reghini. Reghini.
Keywords: implicature, il fascio etrusco, scuola di Crotone, il fascio littorio,
simbolismo duodecimale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Reghini” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51675866520/in/photolist-2mMRo9E-2mJphgK-2mJgHMU-2mJkQY8-2mJqjKS-2mJphgV-2mJgHMP-2mJn4Bp-2mJn4Bj
Grice e Regina – uomini complementari – potenza e
valore – filosofia italiana – Luigi Speranza (Sabbioneta). Filosofo. Grice: “When Urmson said that for Prichard,
duty cashed out in interest, he was right! But we must wait for Regina to
emphasise Kierkegaard’s punning on interest – which literally means, ‘being in
between’! The interesting (sic) thing is that Kierkegaard exploits the old
Roman aequi-vocation between the alethic (being in between) and the practical
(Prichard, ‘duty as interest’). Studia a Milano sotto Severino, laureandosi con
una tesi su Lavelle e Heidegger. Insegna
a Macerata, Verona, e Cagliari. Progetto «Tempus», relativo all'organizzazione
presso l'Sarajevo e Mostar di un master sulla tolleranza religiosa.. “Ripresa,
pentimento, perdono», Verona); L'essere umano come rapporto. L'antropologia filosofica
e teologica di Kierkegaard”; Forum, Conferenza Episcopale Italiana, Progetto
culturale della Chiesa. Insegna a Verona. Si basa su Kierkegaard, Nietzsche e
Heidegger (“the greatest living philosopher” – Grice). In Heidegger evidenzia
l'importanza del ruolo sapienziale assegnato alla finitezza dell'uomo. In Kierkegaard vede invece da cui partire per
costruire una ontologia e una antropologia basate su una concezione
dell'essere: l'esse come inter-esse. L'essere come inter-esse -- nella doppia
valenza ontologica ed etica) pone il pensante in rapporto con un'ulteriorità
che, nel trascenderlo, ne accentua e personalizza il differire. La metafisica fondata
sull’inter-esse cessa di essere onto-teologia, ossia nient'altro che proiezione
idolatrica della logica umana. Sarajevo;
“Dal nichilismo alla dignità dell'uomo” (Vita e Pensiero, Milano); “Esistenza e
sacro” (Morcelliana, Brescia); “L'arte dell'esistere” (Morcelliana, Brescia, L.
Romera, “Acta Philosophica”, recensione a U. Noi eredi dei cristiani e dei Greci
(Poligrafo, Padova). Il termine è stato acquisito da Heidegger; “Gesù e la filosofia” (Morcelliana,
Brescia); “L'uomo complementare. Potenza e valore” (Morcelliana, Brescia);
“Servire l'essere” (Morcelliana, Brescia); “La differenza viva: per una nuova
concettualità” (Sentiero, Verona); “Noi eredi dei Greci” (Il Poligrafo,
Padova); “La soglia della fede: la domanda su Dio” (Studium, Roma); “L'arte
dell'esistere” (Morcelliana, Brescia). Umberto Regina. Regina. Keywords: uomini
complementari – potenza e valore, essere ed interesse, esse ed interesse,
Prichard, duty and interest, Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Regina” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735483692/in/datetaken/
Grice e Renier – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Treviso). Filosofo.
Essential Italian philosopher. Da antica famiglia patrizia veneziana figlio di
Luigi e Fanny Venturi. Studia in Camerino, Urbino, ed Ancona, sempre seguendo gli
spostamenti del padre, magistrato. Studia a Bologna, sotto Carducci, Torino, e Firenze,
sotto Bartoli. Insegna a Torino. Fonda il Giornale storico della litteratura e
la filosofia italiana, «profondendovi, negli studi particolari, nelle rassegne,
negli annunci analitici e in un ricchissimo notiziario, un vero inesauribile
tesoro di cultura, di notizie, di rilievi. Cura importanti edizioni critiche e
monografie. I suoi saggi critici spaziano attraverso tutta la letteratura e la
filosofia italiana. Atre opere: “Il tipo estetico della donna nel Medio Evo” (Ancona,
Morelli); Isabella d'Este Gonzaga” (Roma, Vercellini); “Mantova e Urbino” (Torino,
Roux); La cultura e le relazioni letterarie d'Isabella d'Este Gonzaga (Torino,
Loescher); “Svaghi critici” (Bari, Laterza); A. Luzio, Rodolfo Renier, La
coltura e le relazioni letterarie di Isabella d'Este Gonzaga, Sylvestre
Bonnard). L. Vendittis, Letteratura italiana. I critici, Milano, Marzorati, U. Renda, P. Operti,
Dizionario storico della letteratura italiana (Torino, Paravia); Letteratura
italiana. Gli Autori, Torino, Einaudi. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Rodolfo Renier. Renier. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Renier” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736526318
Grice e Rensi – implicatura – filosofia italiana. Luigi
Speranza (Villafranca di Verona).
Filosofo. Grice: “Only in Italy a philosopher gets his obituary when he is
alive!” Studia a Verona, Padova, e Roma. Insegna a
Genova. Iscrittosi al Partito Socialista Italiano, si reca a Milano per assumere la direzione del giornale
La lotta di classe, collaborando assiduamente anche alla turatiana Critica
Sociale e alla Rivista popolare. A seguito delle misure repressive adottate dal
governo e per sfuggire alla condanna del Tribunale Militare per aver preso
parte ai moti operai milanesi, stroncati dall'esercito con la strage del
generale sabaudo Fiorenzo a Beccaris, e costretto a cercare rifugio in
Svizzera. Frutto dell'esperienza ticinese e la pubblicazione de “Gl’Anciens
Régimes e la democrazia diretta” (Colombi, Roma) in cui difende il principio
della democrazia diretta del sistema istituzionale federalista. Collabora con
numerosi articoli ai fogli radicali Il Dovere di Bellinzona, la Gazzetta
Ticinese e L'Azione di Lugano, nonché alla rivista socialista e pacifista
Coenobium. Rientra in Italia per stabilirsi a Verona dedicandosi alla
filosofia. A seguito della campagna libica, vi fu la rottura col partito
socialista, poiché si era schierato con
l'interventismo di L. Bissolati. Pubblica “Il fondamento filosofico del diritto”
(Petremolese, Piacenza). Altri due volume, “Formalismo e a-moralismo giuridico”
(Cabianca, Verona) e “La trascendenza: studio sul problema morale” (Bocca,
Torino), ove sviluppa un idealismo trascendente. Insegna a Bologna, Ferrara, Firenze,
Messina. L'esperienza della grande guerra manda in crisi la sue convinzione idealistica,
conducendolo verso lo scetticismo, la cui prima formulazione sono i “Lineamenti
di filosofia scettica” (Zanichelli, Bologna). Sostene che la guerra distrue la
fede ottimistica nell'universalità della ragione, sostituendola con lo
spettacolo tragico della sua pluri-versalità, vale a dire dell'irriducibile
conflittualità dei diversi punti di vista. Espose nella “Filosofia
dell'autorità” (Sandron, Palermo) la traduzione politica di questa concezione.
Poiché tutti i punti di vista politici sono sullo stesso piano, quello che anda
al potere lo fa con un atto di forza, tacitando tutti gli altri punti di vista. In
questo saggio si è scorta una prima giustificazione dell'autoritarismo
fascista. Tuttavia, dopo una prima simpatia per il fascismo, ne divenne un
fiero avversario quando Mussolini con metodi anti-democratici comincia a
perseguire il disegno dittatoriale. Sottoscrisse il Manifesto degli intellettuali
anti-fascisti di Croce, pagando questa scelta con la sospensione, dalla cattedra di filosofia a'Genova. Arrestato
e rinchiuso in carcere. Solo un abile stratagemma escogitato dall'amico e
collega Sella, che pubblica sul Corriere della Sera il necrologio del filosofo,
diffondendo così la falsa notizia della sua morte, indusse il duce a rimetterlo
prontamente in libertà. Il dittatore teme l'ondata di sdegno sollevatasi per i
metodi oppressivi del regime. Per la sua coerenza agli ideali di libertà, sube
il definitivo allontanamento dalla cattedra e, fino alla sua scomparsa, comandato,
da vigilato speciale, presso il centro bibliografico dell'ateneo genovese, per
la compilazione della biografia ligure. Nonostante il doloroso distacco dalla
scuola dove aveva insegnato per diciassette anni, continua la sua attività
filosofica e collaborando al quotidiano socialista genovese Il Lavoro, l'unico
foglio che accoglie testi di personalità che non hanno fatto atto di sottomissione
al fascismo. Ricoverato al Ospedale Galliera mentre infuria il bombardamento della flotta inglese sulla
città, per essere operato d'urgenza. Tuttavia l'azione militare danneggia alcune
sale dell'edificio e i medici doveno rinviare l'intervento, una fatalità che
non lascia scampo a Rensi. Ai funerali pochi amici ed ex allievi poterono
seguire per breve tratto il carro funebre. La polizia, che vieta quest'ultimo
devoto omaggio, disperse il funerale, schedando alcuni discepoli. Rensi, anche
morto, tura il potere. Sulla tomba nel Cimitero monumentale di Staglieno
un'epigrafe riassume uno stile di vita ed esprime il suo dissenso, la sua
resistenza e indipendenza intellettuale. Etsi omnes, non ego. Anche se tutti,
non io. La sua filosofia si è sviluppata dopo l'approdo allo scetticismo in direzione
del realismo e del materialismo critico. Un realismo materialistico quindi, che
considera derivato, con una certa libertà interpretative, dal criticismo. Arrriva
ad ipotizzare che Kant puo pensare alla "cosa in sé" come a una più
nascosta essenza materiale delle cose stesse. La sua filosofia non e
esente da paradossi concettuali e da mutamenti continui che lo hanno portato a
cadere in alcune contraddizioni e incoerenze. Ma va anche considerato che al di
sopra di esse a dominare è comunque un forte pessimismo, che non è solo
esistenziale, ma anche gnoseologico. Sia il mondo, sia la mente umana sono
irrazionali. Ma supponiamo che un tale fatto esteriore ai nostri orologi,
destinato al controllo di questi, non esistesse, e che i nostri orologi
continuassero a discordare. Come potremmo allora, in mancanza di quel fatto
esteriore obbiettivo e nel discordare dei singoli nostri orologi, conoscere
l’ora che è? Ora questo è appunto il caso delle nostre ragioni. Non c’è
l’oggetto esterno ad esse, l’esterno modulo-ragione, su cui controllarle e che
le giudichi, ed esse discordano tra di loro. Come conoscere l’ora che è della
ragione? Per esempio egli ha sostenuto che siccome la filosofia ha una storia
che si snoda nel tempo, ciò significa che un pensiero vero e unico non può
esistere e che perciò nel suo procedere ed evolvere essa nega continuamente sé
stessa. Contro l'idealismo di Gentile allora imperante, che considerala storia
una realizzazione progressiva dello spirito e della ragione, ha una visione
negativa della storia, come assurdo, caso e vana ripetizione. C'è storia
dunque perché ogni presente, ossia la realtà, è sempre falsa, assurda e
cattiva, e perciò si vuol venirne fuori, passare ad altro, quel passare ad
altro in cui, unicamente, la storia consiste. C'è storia, insomma, l'umanità
corre nella storia, per la medesima ragione per cui corre un uomo che posa i piedi
su di un sentiero cosparso di spine o di carboni ardenti. La sua critica della
religione si sviluppa poi in un'aperta apologia dell'ateismo. Sembra quasi di
poter cogliere uno dei tratti dell'ateismo in un saggio Sopra lo amore di Ficino.
Ficino proponeva una visione dell'amore
come amore eterno che ritorna come desiderio di ogni grado ontologico di ritornare
al bene e al Tutto. Propone una nuova interpretazione di questa tipica teologia
platonica, vedendo nell'amore ipotizzato da Ficino in realtà un preludio a
quelle che diventeranno due tra le più influenti correnti filosofiche: l'idealismo
e il volontarismo. L'amore come totalità dei diversi, o come volontà nelle
vesti di matrice essenziale del tutto, mette da parte il bisogno dell’amore trascendete
e sussurra l'ipotesi di un ateismo, forse professato tra le righe dai più
celebri filosofi. Filosofo profondamente problematico e inquieto, fine però
per approdare a un forte pessimismo ontologico ed esistenziale, che lo spinse
verso derive spiritualistiche, forse latenti nelle sue riflessioni fin dalle
origini nelle “Lettere spirituali”. In quest'opera, come anche nell “La morale
come pazzia” (Guanda, Modena) delinea una sorta di mistica dei valori e
un'etica concepita come l'azzardo dell'uomo che scommette sul bene in un
universo cieco e indifferente. Nella sua “Autobiografia intellettuale” suddivide
in tre periodi la sua evoluzione: un primo misticismo idealistico, un secondo relativismo
scettico materialistico e ateo, un terzo misticismo spiritualistico come ultimo
approdo del suo pensiero. Il primo e un misticismo di tipo platonico, in
cui sono presenti anche elementi di San Paolo e di Malebranche. Scrive “Le Antinomie
dello spirito” (Petremolese, Piacenza); “Sic et Non -- Metafisica e poesia”
(Romaa, Roma); “La trascendenza. Studio sul pensiero morale”. Il secondo nasce
dal suo sconcerto di fronte alle violenze della grande guerra e lo porta alla
negazione di qualsiasi razionalità della realtà. Pensa infatti che se gl’uomini
ricorrono sistematicamente alla violenza per risolvere i loro conflitti questo
significa che la ragione in sé non esiste, e che si tratta dell'illusione
dell'uomo di pensare che si possa dare ordine al caos. L'irrazionalità della
realtà si trova espressa in “Lineamenti di filosofia scettica”; “La filosofia
dell'autorità”; “La scepsi estetica” (Zanichelli, Bologna); “Polemiche anti-dogmatiche”
(Zanichelli, Bologna); “Interiora rerum – la filosofia dell’assurdo” (Milano,
Unitas); “Realismo” (Milano, Unitas); “Apologia dell'ateismo” (Formiggini,
Roma); e “Le aporie della religione”. Il secondo periodo è altresì
caratterizzato da un avvicinamento al positivismo materialistico e dal rifiuto
dell'idealismo di Croce e di Gentile. In esso va registrata anche una
rivisitazione del panteismo di Spinoza, che interpreta alla maniera dei teologi,
quindi come ateistico perché avrebbe negato il Dio personalizzato dei
monoteismi. Pensa anche di realizzareuna sintesi di scetticismo e realismo
perché se solo la scepsi è il modo reale e utile di porsi di fronte al mondo,
essa è anche l'unica verità possibile. Si tratta anche del momento di punta del
nichilismo, perché si afferma che siccome l'unica cosa certa e stabile è la
morte, ed essa è il nulla, solo il nulla possiede una verità. Prevale una
forma di misticismo che non sorge, però, improvvisamente, essendo già
chiaramente presente nelle opere maggiormente influenzate dallo scetticismo.
Quest'ultimo fu, infatti, sempre sollecitato da un'innata, profonda
religiosità, sicché non stupisce che il filosofo si apra alla voce del divino,
poiché cerca nella negazione assoluta un criterio positivo che consenta la
negazione stessa. A questo periodo appartengono: “Critica della morale”; "Critica
dell'amore e del lavoro”; “Paradossi di estetica e dialoghi dei morti”
(Corbaccio, Milano); “Frammenti di una filosofia del dolore e dell’errore, del male
e della morte” (Guanda, Modena); “La filosofia dell'assurdo” e “Gorgia -- Autobiografia
intellettuale – la mia filosofia – testamento filosofico” (Corbaccio, Milano). Isolato
in vita nel mondo filosofico italiano, nel quale domina l'idealismo
crociano-gentiliano, trova la comprensione di pochi intellettuali a lui affini.
È stato quest'ultimo a creare la formula dello scettico credente, che in forme
diverse ha dominato i pochi studi sul suo pensiero. Oggi ha trovato la collocazione
nell'ambito del nichilismo.. Per alcuni tale collocazione resta comunque
riduttiva rispetto alla vastità della sua filosofia, che andrebbe ancora
approfondito. La trascuratezza nei suoi confronti sta nel fatto che la cultura
italiana è stata a tutto il XX secolo dominata dall'idealismo e
dall'esistenzialismo. Legato alla cultura socialista, si caratterizza per una
certa dose di eclettismo e per una forte componente umanitaria, distante dal
materialismo storico marxiano e riconducibile, più agilmente, nel novero dei
pensatori vicini al socialismo utopista. Se durante l'attività politica in Italia
aderisce all'idea della lotta di classe, l'esperienza svizzera lo porta a
riconsiderare tale concezione dei rapporti di forza nella storia,
ridimensionandone la portata. Infatti, l'antagonismo tra proletariato e
borghesia e circoscrivibile ad alcune realtà contingenti e non costituirebbe
un'invariante delle relazioni socio-politiche. E se, da un lato, il suo
realismo politico lo porta ad apprezzare le teorie elitistiche del conservatore
G. Mosca, dall'altro, la matrice umanitaria e socialista emerge
nell'esaltazione degli istituti della democrazia diretta, caratterizzanti il
sistema costituzionale americano e quello svizzero, considerati come gli unici
in grado di far emergere la volontà popolare e di permettere l'emancipazione
delle classi lavoratrici. L'elogio ai regimi federalisti appena citati, e il
contingente recupero di Cattaneo sono sintomatici di un altro aspetto del suo orizzonte
culturale: la feroce critica dell'istituto monarchico (tanto nell'accezione
assolutista, quanto in quella temperata del costituzionalismo borghese
ottocentesco), appannaggio di una vicinanza con il programma del Partito
Repubblicano Italiano. Mostra un pessimismo storico verso il Risorgimento, la
disapprovazione intransingente del ruolo, ritenuto ambiguo e ostile al riscatto
sociale del proletariato, della casa regnante dei Savoia e l'appartenenza alla
Massoneria. Influenze "Atomi e vuoto e il Divino in me", queste
parole di Rensi hanno ispirato M. Lobaccaro nella composizione della canzone
Rosa di Turi dei Radiodervish. Altri saggi: “Una Repubblica italiana: il
Canton Ticino, "Critica sociale", Milano), “L'immoralismo di Nietzsche”
(Carlini, Genova); “Il genio etico ed altri saggi” (Laterza, Bari); “Sulla
risarcibilità del danno morale” (Cooperativa,Verona); “L’istinto morale”, Riuniti,
Bologna); “L'orma di Protagora” (Treves, Milano); “Principi di politica impopolare”
(Zanichelli, Bologna); “Introduzione alla scepsi etica” (Perrella, Napoli); “Teoria
e pratica della reazione politica” (Stampa, Milano); “L'amore e il lavoro nella
concezione scettica” (Unitas, Milano); “Dove va il mondo?, «Inchiesta fra gli
scrittori italiani», Libreria Politica Moderna, Roma); “L'irrazionale, il
lavoro, l'amore” (Unitas, Milano); "Terapia dell'ateismo" (Castelvecchi,
Roma); “Apologia dello scetticismo” (Formiggini,
Roma); “Autorità e libertà: le colpe della filosofia” (Politica, Roma); “Il
materialismo critico” (Sociale, Milano); “Spinoza” (Formiggini, Roma); “Scheggie:
pagine di un diario intimo” (Bibl. Ed., Rieti); “Cicute: dal diario di un
filosofo” (Atanòr, Todi); “Impronte: pagine di un diario” (Italia, Genova); “Raffigurazioni
-- schizzi di uomini e di dottrine” (Guanda, Modena); “Le aporie della religione”
(Etna, Catania); “Sguardi: pagine di un diario” (Laziale, Roma); “Passato,
presente, future” (Cogliati, Milano); “Motivi spirituali platonici” (Gilardi, Milano);
“Scolii: pagine di un diario” (Montes, Torino); “Vite parallele di filosofi:
Platone e Cicerone” (Guida, Napoli); “Critica della morale” (Etna, Catania); “Figure
di filosofi: Ardigò e Gorgia” (Guida, Napoli); “Poemetti in prosa e in verso” (Ist.,
Milano); "La morale come stato d'eccezione?" (Castelvecchi, Roma); “Trasea,
contro la tirannia” (Oglio, Milano); “Lettere spirituali” (Bocca, Milano); “Sale
della vita -- saggi filosofici” (Oglio, Milano); “La religione -- spirito
religioso, misticismo e ateismo” (Sentieri Meridiani, Foggia); “Contro il
lavoro -- sggio sull'attività più odiata dall'uomo” (Gwynplaine, Camerano); “Le ragioni dell'irrazionalismo” (Orthotes, Napoli);
“Su Leopardi” (Bruni, Torino). – “L'Intellettuale Dissidente, Pastorino, Uomini
e idee della Massoneria. La Massoneria nella storia d'Italia, Roma, Atanor sub
voce. (in ordine cronologico), Giuseppe
Rensi, Istituto di Studi filosofici,
Roma); M. Untersteiner, Interprete del
pensiero antico, Bocca, Milano); La scepsi estetica (Zanichelli, Bologna); N. Cuneo,
Conti e C., Cuneo); Un moralista, Italia, Raffaele Resta, SIAG, Genova); A.
Poggi (Azzoguidi, Bologna); “Il problema generale della giustizia e della
giustizia penale” (Vallardi, Milano); P. Rossi, “L’deale di Giustizia” (Bocca,
Milano); E. Buonaiuti, “Lo scettico credente” (Partenia, Roma); C. Mignone, “Leopardi
e Pascal” (Corbaccio, Milano); P. Nonis, La scepsi etica, Studium, Roma, G. Morra,;
Lauretta Rensi, Scetticismo e misticismo nel pensiero di Rensi, Ciranna,
Siracusa, F. Tecchiati, Alla "Mostra internazionale del libro
filosofico", La Voce di Calabria, Palmi, R. Bassanesi, La coscienza
tragica” Filosofia, Torino); E. Alpino, La collaborazione di Rensi alla rivista
"Pietre", Marzorati, Milano); Girolamo De Liguori, Lo scetticismo
giuridico” (Giuffrè, Milano); A. Noce, "Tra Leopardi e Pascal, ovvero
l'auto-critica dell'ateismo negativo", in Una giornata rensiana, Marzorati,
Milano, M. Sciacca, Una giornata
rensiana” (Marzorati, Milano); G. Perano, Il problema della verità nello
scetticismo di Rensi” (Lateranense, Roma); E. Mas, Tra democrazia e anti-democrazia”
(Bulzoni, Roma); A. Santucci, Un irregolare:
Tendenze della filosofia italiana nell'età del fascismo, O. Pompeo, Faracovi,
Belforte, Livorno); G. Rognini, “Dal positivismo al realismo” (Benucci, Perugia);
L'inquieto esistere” (EffeEmmeEnne, Genova); F. Boriani, La questione morale
nel positivismo” (Melusina, Roma); U. Silva, “La ribellione filosofica” (Genova,
G. Liguori); Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo. La coerenza critica, Il
sentiero dei perplessi. Scetticismo, nichilismo e critica della religione in
Italia da Nietzsche a Pirandello, La Città del Sole, Napoli, Willy Gianinazzi,
Intellettuali in bilico, Milano, Ed. Unicopli, Nicola Emery, Lo sguardo di
Sisifo: Giuseppe Rensi e la via italiana alla filosofia della crisi: con una
nuova rensiana, Marzorati, Settimo
Milanese, 1Francesco Mancuso, Tra democrazia e fascismo, Aracne, Roma, P. Serra,
Tra dissoluzione del socialismo e formazione dell'alternativa nazionalista” (Angeli,
Milano); F. Meroi (Olschki, Firenze); “L’eloquenza del nichilismo, SEAM,
Formello); G. Pezzino, Scacco alla ragione” (C.U.E.M.C., Catania); “A. Castelli,
Un modello di Repubblica; la politica e la Svizzera (Mondadori, Milano); N.
Greco, politica, autorità, storia, Viaggi d icarta, Palermo); P. Serra, “La
rivolta contro il reale, Città Aperta, Enna); A. Montano, “Ethica ed etiche” (Napoli); G. Barbuto,
Nichilismo e stato totalitario: libertà e autorità” (Guida, Napoli); M. Greco, la
filosofia morale, Viaggidicarta, Palermo, F. Mancuso; A. Montano,
Irrazionalismo e impoliticità Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, F. Meroi, filosofia
e religione nel primo Novecento, Edizioni di storia e letteratura, Roma). D. Lobagueira, Documenti, Trento); Armando Mascolo, Il corso
infernale della storia. L'influenza di Schopenhauer nella filosofa, in F.
Ciracì, D. Fazio, Schopenhauer in Italia, Lecce, Pensa MultiMedia, R. Bruni, “Il
leopardismo filosofico” (Firenze, Le Lettere); “Filosofo della storia, Firenze,
Le Lettere,.E. Bignami E. Buonaiuti B. Croce A. Ghisleri Manifesto degli intellettuali
antifascisti Ad. Tilgher (Treccani Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Il contributo italiano alla storia del
Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,. Rensi, il filosofo
dimenticato. scomodo nichilista di Franco Volpi l'"irregolare" di
Orazio Martinetti. Giuseppe Rensi. Rensi. Keywords: filosofia dell’autorita,
autorita e liberta, Gorgia, Gorgia ed Ardigo, Santucci, Tendenze della
filosofia italiana nell’eta del fascismo, Gentile, necrologio, Ardigo, Platone,
Cicerone, Ficino, Bradley, Bosanquet, diritto e forza, filosofia della storia,
Gogia, Elea, Velia, Elea ed Efeso, Gorgia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Rensi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51686039204/in/photolist-2mKNNqN-2mKAuZM-2mKjsJY
Grice e Resta – della fiducia – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Bari). Grice: “I like
Resta; I was reading a book on golf that the Italians define, as I would
cricket, as the game of ‘fiducia,’ so it is nice to see that Resta has tried to
formulate some ‘rules,’ as we would call them, for trust. The cover of the essay
is especially fascinating, as it depicts two acrobats on a circus ring. Where
‘fiducia’ becomes a matter of life and death – or a vital evolutionary tract,
if often ‘ciecco,’ as Resta puts it. His research reminds me of Warnock on
‘trust’ in “The object of morality.” Essential Italian philosopher. Filosofo. Nominato
Alfiere del Lavoro. Studia a Bari. Insegna
a Bari e Roma. Dirige il Seminario sulla cultura giuridica della Fondazione Basso-Issoco,
nonché delle riviste "Sociologia del Diritto" e "Politica del
Diritto". Spazia dai temi classici della filosofia dfino a temi
di particolare attualità quali quelli riguardanti l'infanzia, i diritti dei
minori e il bio-diritto. Particolarmente interessanti sono i saggi nei quali
indaga sul significato e sui risvolti giuridici del concetto di
"farmaco" come anti-doto necessario alla violenza. Saggi: “Conflitto
e giustizia” (Bari, De Donato); “Diritto e sistema politico” (Torino, Loescher);
“L' ambiguo diritto” (Milano, Angeli); “Poteri e diritti, Torino, Giappichelli);
“La certezza e la Speranza -- diritto e violenza” (Roma, Laterza). Le stelle e
le masserizie. Paradigmi dell'osservatore” (Roma, Laterza); “L'infanzia ferita”
(Bari, Laterza); “Il diritto fraterno” (Bari, Laterza); “Diritto vivente” (Bari,
Laterza); “Le regole della fiducia” (Bari, Laterza); biodiritto. Eligio Resta. Resta.
Keywords: della fiducia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Resta” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736276056/in/datetaken/
Grice e Restaino – Antonino e compagnia – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Alghero). Grice:
“Only in Italy, a philosopher writes on cartoons!” Filosofo. Studia e insegna a
Cagliari e Roma. Studia la storia della filosofia e dell'estetica. Il suo saggio forse più noto
è una “Storia del fumetto: da Yellow Kid ai manga” (UTET, Torino) che non ha
mancato anche di suscitare alcune polemiche, fino al punto che un gruppo di
appassionati di fumetti ha lanciato una petizione chiedendo alla casa editrice
il ritiro del saggio, accusato di contenere gravi lacune ed errori. Ettore Gabrielli, Petizione contro l’UTET per
il libro Storia del Fumetto, Lo Spazio Bianco, Andrea Plazzi, Il fantasma del
fumetto, in il Mulino, Bologna, Mulino. La fortuna di Comte, Comte
sansimoniano, in Rivista critica di storia della filosofia, Comte scienziato, Comte
filosofo, Mill e la cultura filosofica, La Nuova Italia, Firenze, Mill: Scritti
scelti, Principato, Milano, Scetticismo e senso comune” (Laterza, Bari); Hume, Riuniti,
Roma, Filosofia e post-filosofia” (Angeli, Milano); Storia dell'estetica” (Utet,
Torino); “Storia della filosofia, fondata da Abbagnano, in collaborazione con Fornero
e Antiseri, La filosofia contemporanea, Utet, Torino); La filosofia
anglo-americana, in La Filosofia della seconda metà del Novecento, G. Paganini,
Piccin-Vallardi, Padova, Storia della filosofia, Utet Libreria, Torino, La
Rivoluzione Moderna. Vicende della cultura tra Otto e Novecento, Salerno, Roma);
Giovanni Franco Restaino. Restaino. Keywords: Antonino e compagnia. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Restaino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736775309/in/datetaken/
Grice e Ricordi – essere per amore – filosofia
italiana. Luigi Speranza (Milano).
Filosofo. Se è vero che Shakespeare ha "inventato l'umanità", è
altrettanto vero che egli l'ha poi divisa, il più delle volte, tra due grandi
generi di rappresentanti: e questi passano davvero per le categorie dei
platonici e degli aristotelici. Filosofo. Figlio di Ferruccio Merk Ricordi, in
arte Teddy Reno e la produttrice e distributrice cinematografica Vania Protti. Studia
a Roma e Napoli. Studia l’ermeneutica. Debuttato con Ronconi, con il quale ha
lavorato nei primi anni della carriera. Attore con Stoppa, Lavia, e Filippo. Inizia
la carriera registica che lo ha visto spesso anche interprete nei propri
allestimenti. Questi sono stati salutati sempre da un forte e caloroso successo
di critica e pubblico. Si dedicato a Shakespeare, alla drammaturgia antica, al
teatro tedesco dell'età romantica, ma anche e costantemente ai contemporanei
introducendo autori come Rohmer, Amann, Norén.
Si ricordano Medea e Fedra di Seneca, Trio in mi bemolle di Rohmer e
Dopo la festa di J. Amann, Anfitrione di H. Kleist e Don Giovanni e Faust di C.
Grabbe, “Canti nel deserto” e Gli inganni dell'infinito di G. Leopardi, “Le
ceneri di Roma e Orgia di Pasolini, Creditori di A. Strindberg e Demoni di L. Norén,
Romeo e Giulietta, Macbeth e Amleto di Shakespeare, Lame e Nerone di G. Manfridi.
Pubblicat su Leopardi, Shakespeare, Schiller e il concetto di teatralità: “Lo
spettacolo del nulla” (Bulzoni) e Essere e libertà (Bulzoni). Pubblica"Le
mani sulla cultura" (Gremese), una denuncia assai netta dell'egemonia
storica della sinistra sulle arti, che si ravvisa in modo particolare nel
"Teatro politico" del Novecento. Direttore del Teatro Stabile
d'Abruzzo a L'Aquila; inaugurando il corso di questo importante Teatro ha
diretto e interpretato Edipo Re di Sofocle e Anfitrione di Kleist, e insieme
dedicato vari incontri al Teatro di Poesia. Consigliere di amministrazione del Teatro di
Roma. Collabora a Liberal, per le cui
edizioni pubblicato il saggio "Ideologia di Amleto” (Liberal). Pubblica
"Shakespeare filosofo dell'essere" (Milano, Mimesis), saggio che si
riassume nella tematica di una nuova “Filosofia del dramma”. Questo saggio
rappresenta il sui progetto dedicato alla drammaturgia esistenzialista. Pubblica
"Filosofia del bacio" (Mimesi), e "Pasolini filosofo della
libertà" (Mimesis). Pubblica il suo saggio teoretico più rilevante,
"L'essere per l'amore" (Mimesis).
Dante per Roma e nel mondo. Inizia un Progetto filosofico su Alighieri. -saggistico
ma anche teatrale e comunicativo, che vorrà sostenere fino al centenario della
morte del Poeta. Inizia quindi nell'estate
con la rassegna "Dante per Roma", con la lettura in luoghi
significativi della "Città Eterna" -- Mausoleo di Cecilia Metella,
Arco di Giano, Terme di Caracalla e Terme di Diocleziano -- di sette Canti
dell'Inferno. Realizza un primo documentario per Rai5. La rassegna si chiude on
la lettura di sette Canti del Paradiso, ricevendo il plauso della critica e
grande riscontro dal pubblico. Pubblica “Filosofia
della Commedia di Aligheri,” dedicato alla cantica dell'Inferno. “Il grande
teatro shakespeariano” (Mimesis); “Filosofia della Commedia di Dante. L’Inferno
– Il Purgatorio ” (Mimesis) “Dante per Roma: Inferno” Rai; La grande magia di
Dante può essere capita soltanto ascoltandola a viva voce", in Spettacol iLa
Repubblica. Intervista di Grattarola. Franco Ricordi. Ricordi. Keywords: essere
per amore. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ricordi” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735282057/in/dateposted-public/
Grice e Righetti – la ragione ecologica, o l’etica
dello spazio filosofia italiana -- Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Si concentra soprattutto sui temi
dell’estetica. Fonda “La Stanza Rossa” sull rapporto arte-comunicazione. Affianca
alle ricerche precedenti altri filoni di indagine, volti prevalentemente
all’ambito della riflessione meta-etica.. Studia l’ecologia. Pubblica «Iride»,
«Dianoia» e «Millepiani». Ecoinciviltà.
La ragione ecologica spiegata all’umanità civile” (Mucchi, Modena); “La ragione
ecologica: intorno all’etica dello spazio” (Mucchi, Modena); “Etica dello
spazio -- per una critica ecologica al principio della temporalità” (Mimesis,
Milano); “Dall’assenza d’opera all’estetica dell’esistenza” (Mucchi, Modena); “Forme
della “verità”: follia, linguaggio, potere, cura di sé” (Liguori, Napoli); “La
fantasia e il potere” (Mucchi, Modena); “La Stanza Rossa. Trasversalità
artistica” (Costa, Milano); “Soggetto e identità. Il rapporto anima-corpo”
(Mucchi, Modena). Cf. Grice, “From the banal to the bizarre: method in
philosophical psychology.” Stefano Righetti. Righetti. Keywords: la ragione
ecologica, o l’etica dello spazio, linguaggio, la pietra di bismantova. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Righetti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736728734/in/dateposted-public/
Grice e Rignano – filosofia italiana – filosofia
fascista – filosofia italo-giudea -- Luigi Speranza (Livorno). FIlosofo. Grice: “I love Rignano, but
I would not consider him a philosopher, in that he never attended a course on
philosophy!” Figlio di Giacomo e Fortunata Tedesco. Studia a Pisa e Torino. Laureato,
si interessò subito ai problemi filosofici collegati alla ricerca scientifica.
Fondatore della Rivista di Scienza. Fonda a Bologna “Rivista di Scienza per Zanichelli.
La rivista assunse il nuovo titolo di “Rivista di sintesi scientifica.” (cf.
Grice on einheit der wissenschaft). La rivista nasce con il proposito di
opporsi alla eccessiva specializzazione a cui era giunta la ricerca scientifica
danneggiata per questo da criteri troppo specifici e restrittivi. Gli fondatori, e in particolare Rignano, si
proponevano di superare il particolarismo delle scienze per una visione più
estesa gettando un ponte fra cultura umanistica e quella scientifica ed
elaborando una "sintesi" (o unita o continuita) tra le scienze della
natura e le scienze dell'uomo. In questo
modo la filosofia, libera da legami nei confronti dei sistemi prefissati,
poteva dedicarsi a promuovere la coordinazione del lavoro, la critica dei
metodi e delle teorie, e ad impostare in modo più ampio i problemi delle teorie.
Nei numerosi saggi che pubblica su “La rivista de sintesi scientifica” ebbe
modo di mettere in rilievo le sue capacità di divulgatore e di condurre i suoi
studi in completa autonomia dal mondo accademico ufficiale elaborando la sua
conceziomei filosofica ispirate soprattutto dalla corrente positivistica. Chiese
a Freud un'esposizione della psicoanalisi con le indicazioni di quali rami del
sapere potessero essere interessati alle teorie e all'esperienze
psicoanalitiche. Freud scrive “Das Interesse an der Psychoanalyse” che fu
pubblicato in due puntate sulla rivista. Si interessò di psicologia e biologia
ed è noto soprattutto per la sua ipotesi della "proprietà mnemonica"
secondo la quale la sostanza vivente sarebbe in grado di "ricordare"
le condizioni fisiologiche delle iniziali situazioni fisiche determinate
dall'ambiente esterno e quindi di riprodurle nel prosieguo della vita
biologica. Questa sua teoria consentiva
a lui di operare nella biologia un compromesso tra una visione meccanicistica
della realtà naturale e una finalistica, vitalistica. Per il meccanicismo
infatti non è possibile pensare che nell'ambito degli organismi viventi vi sia
il proposito immanente di conseguire una finalità ma d'altra parte è innegabile
he nel mondo organico sia presente una sorta di teleo-nomia particolare per
ogni essere vivente tale da giustificare l'idea che, durante il periodo di
adattamento all'ambiente, questi conservi una specie di traccia fisica
mnemonica persistente e trasferibile ereditariamente. Si interessa anche di
filosofia della psicologia – o psicologia filosofica -- ma quando intese indicare lo statuto
epistemologico della teoria psicologica, il tipo di scientificità che ad essa
competeva, in modo da definire i rapporti con la scienza naturale da una parte
e con quella umana dall'altra, si orientò verso soluzioni “intermedie”, che
spesso complicavano più che risolvere i problemi" Coerentemente al suo programma di
sintetizzare opposti sistemi, elaborò anche una concezione economica di tipo
socialista marxista che fosse in accordo con il liberismo. Altre saggi: “Per
una riforma socialista del diritto successorio” (Bologna, Zanichelli); “Di un socialismo in accordo colla dottrina
economica liberale” (Torino, Bocca); “Sulla trasmissibilità dei caratteri
acquisiti: ipootesi d'una centro-epigenesi” (Bologna, Zanichelli); “L'adattamento
funzionale e la teleologia psico-fisica” (Bologna: Zanichelli); “Che cos'è la
co-scienza?” (Bologna, Zanichelli); “Il fenomeno religioso” (Bologna,
Zanichelli); “Il socialismo” (Bologna, Zanichelli); “Dell'attenzione: Contrasto
affettivo e unità di co-scienza” (Bologna, Zanichelli); “Dell'origine e natura
mnemonica delle tendenze affettive” (Bologna, Zanichelli); “Per accrescere
diffusione ed efficacia alle università popolari” (Milano, Compositrice); “La
vera funzione delle università popolari” (Roma, Antologia); “Vividità e
connessione” (Bologna, Zanichelli); “L'evoluzione del ragionamento” (Bologna,
Zanichelli); Il nuovo programma dell'Un. pop. milanese: primo anno
d'esperimento, Como, Cooperativa comense A. Bari, Le forme superiori del
ragionamento” (Bologna, Zanichelli); “Democrazia e fascismo” (Milano, Alpes). “Dizionario
di filosofia, Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Eugenio Rignano. Rignano. Keywords: diritto
successorio, vitalismo, democrazia e fascismo, liberismo, liberalismo, socialismo,
“Scientia”, filosofia italo-giudea -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rignano”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51715544078/in/photolist-2mMVFvG-2mKKMUe-2mKRcBH/
Grice e Rigobello – l’allargamento interpersonale della
razionale – filosofia italiana. By Luigi Speranza (Badia Polesine). Filosofo. “Il
nostro rapporto con gli altri deve sempre farci essere un interrogativo per
loro.” Fra i principali rappresentanti italiani del personalismo. Dopo gli
studi liceali, all'Padova conseguì dapprima la laurea in filosofia, quale
allievo di Stefanini e Padovani. Insegna a Padova, Perugia e Roma. Spazia dalla
metafisica, all'etica e la filosofia politica, alla storiografia. Collaboratore
a Studium. Ripensa il personalismo partendo dal presupposto per cui esso,
potendo anche costituire un possibile complemento integrativo ed estensivo alla
metafisica non potesse comunque considerarsi una dottrina filosofica definita
bensì una posizione che mettesse in primo piano il concetto di
"persona" (cf. Strawson, “Il concetto di persona”). Il personalismo
non e in contraddizione con la metafisica
bensì ne poteva costituire un proficuo ampliamento psicologico, etico,
antropologico. Il suo contributo più originale consiste, quindi, nel
"personificare" (proprio per il tramite del personalismo) la ragione
metafisica attraverso quel processo di integrazione sopra invocato fra l’esistenzialismo
e la filosofia classica. Ri-esamina nel suo evolversi, nonché compara
criticamente e storicamente, il concetto di “persona” alla luce della storia
della filosofia fino ad arrivare alla filosofia greca e romana chiamando in
causa anche l'ermeneutica, la filosofia morale e la sua storia. Ne risulta,
quindi, che il concetto di “persona” deve anzitutto essere inteso in un senso
giuridico. Non deve essere confuso con quello derivante dal concetto di
esistenza della filosofia esistenzialistica, che nega la possibilità che le
persone possamp governare la loro vita, in quanto ritenute prive di auto-dominio.
Infine, le persone, pur nella sua reale concretezza, non e una sostanza. Tutto
ciò ha costituito una delle tematiche principali in cui s'è venuta a delinearsi
la sua filosofia, la persona e l’interpretazione". La seconda
tematica della sua attività di ricerca scaturisce dagli insegnamenti, per certi
versi antitetici fra loro, dei due suoi maestri, ovvero quelli di Stefanini,
grazie ai quali egli individua un primo polo di convergenza delle sue
riflessioni filosofiche attorno alla nozione fenomenologica di un “mondo della
vita”, e quelli di Padovani, incentrati sulla metafisica tradizionale e
ruotanti attorno alla nozione di trascendenza con i suoi limiti. Ogni altra
questione filosofica sembra snodarsi o essere compresa fra questi due poli di
convergenza che egli sintetizza nella trascendenza, la legge morale, e il mondo
della vita". Altro ambito tematico apre la prospettiva personalistica
al dialogo col mondo moderno e contemporaneo, con l'etica, la politica, la
religione, puntualizzando in particolare la sua valenza etica e politica
nell'analisi della realtà sociale in cui le persone viveno ed agisce, nonché
esprime il suo dissenso non su basi ideologiche ma come critica del sistema
dominante. Questo tematica puo quindi chiamarsi "in dialogo con il mondo
contemporaneo". Come esponente di punta del personalismo italiano,
storicamente rappresentato da Stefanini, Carlini, Sciacca e Pareyson, rivolvela sua attenzione
ad una ri-visitazione originale del personalismo comparato con l'etica e la politica,
grazie a cui è emersa, oltre alla limitatezza della dimensione trascendentale,
sia quella rilevanza civica assunta dalla persona umana come testimone della
sua epoca che la sua responsabilità di cittadini. Mette in evidenza come il
personalismo si distingua nella critica mossa al sistema idealista, che non ha
attecchito nella filosofia d'oltralpe. Riprende le e tematiche più
tipiche della struttura delle persone umane e le relative implicazioni
metafisiche in “Prossimità e ulteriorità” (Rubbettino). Inoltre, da sempre
interessato anche all'ermeneutica pubblica “L'apriori ermeneutico” ((Rubbettino). Altre
saggi: “Oltre lo storicismo” (Studium); “Ricchezza e povertà della metafisica
classica” (Humanitas); “Il problematicismo di Spirito come empirismo
coscienziale assoluto: note sul significato del nostro tempo, in Rassegna di
Umanesimo e antropocentrismo; La disponibilità come abito etico del rapporto
autorità-libertà, Istituto editoriale del Mezzogiorno, Napoli, Kant e
l'indirizzo idealistico, Il problema del linguaggio storiografico, Perugia, “Condizionamenti
socio-logici e linguaggio morale” in Sociologia e filosofia,. Socrate e la
formazione dell'uomo politico, in Civitas, Esperienza di fede e struttura del sapere, Studium,
Croce, perché possiamo e non possiamo dirci crociani, Coscienza. Mensile del
movimento ecclesiale di impegno culturale, La riflessione sull'etica, Etica
oggi: comportamenti collettivi e modelli culturali, A. Re e A, Poppi,
Fondazione Lanza & Gregoriana, Roma, Il tempo nello spiritualismo, Il concetto di
tempo. Società filosofica italiana, Caserta, Giovanni Casertano, Loffredo,
Napoli, “Persona, trascendentale, ermeneutica” in Filosofi italiani contemporanei,
G. Riconda e C. Ciancio, Mursia, Milano); La storia nella coscienza della gioventù,
AVE, Roma); L'intellettualismo in Platone (Liviana Editrice, Padova); Platone,
Senofonte, Aristotele: il messaggio di Socrate” (La Scuola, Brescia); “Introduzione
di una logica del personalismo, Quaderni dell'Istituto di Pedagogia
dell'Padova, Liviana Editrice, Padova, L'itinerario speculativo dell'umanesimo
contemporaneo, Quaderni dell'Istituto di Pedagogia dell'Padova, Liviana
Editrice, Padova); L'educazione umanistica e la persona. Saggio di una
filosofia dell'insegnamento umanistico” (Scuola, Brescia); “Determinazione ed
ulteriorità nel Kant pre-critico” (U. Silva, Milano-Genova); “I limiti del
trascendentale in Kant” (Silva, Milano); “La certezza morale, lfilosofia morale
tenute all'Perugia nell'A.A. 1CLEUP, Perugia); “Legge morale e mondo della vita”
(Abete, Roma); La morale radicale” (Perugia, Perugia); “Struttura e
significato” (Garangola, Padova); “Antropologia” (Antenore, Padova); “Modelli
storiografici di morale” (Frama Sud, Chiaravalle Centrale); “Ricerche sul
trascendentale kantiano” (Antenore, Padova); “Dal romanticismo al positivismo”
(Marzorati, Milano); “Il regno dei fini” (Bulzoni, Roma); “Il personalismo” (Città
Nuova, Roma); “L'impegno ontologico” (Armando, Roma); “Il futuro della libertà”
(Studium, Roma); “Politica e promozione umana” (Scuola, Brescia); “Perché la
filosofia” (La Scuola, Brescia); “Studi di ermeneutica” (Città Nuova, Roma); “Verso
una nuova didattica della storia” (Sei, Torino); “Persona e norma
nell'esperienza morale” (Japadre, L'Aquila); “Certezza morale ed esperienza
religiosa” (Vaticana, Vaticano); “Kant. Che cosa posso sperare” (Studium,
Roma); “Lessico della persona umana” (Studium, Roma); “L'immortalità
dell'anima” (La Scuola, Brescia); “Soggetto e persona: ricerche
sull'autenticità dell'esperienza morale” (Anicia, Roma); “Autenticità nella
differenza” (Studium, Roma); “Attualità della lettera ai Romani” (AVE, Roma); “Dio
oltre i saperi. Tra teologia e filosofia” (San Paolo, Milano); “Interiorità e
comunità. Esperienze di ricerca in filosofia, Studium, Roma, Oltre il
trascendentale, Pubblicazioni della Fondazione "Ugo Spirito", Roma, L'altro,
l'estraneo, la persona, Città Nuova Editrice, Roma, La persona e le sue immagini, Città Nuova
Editrice, Roma, L'estraneità interiore, Studium, Roma, Le avventure del
trascendentale. Contributi al LV Convegno del Centro studi filosofici di
Gallarate, Rosenberg, Torino); “Umanità e moralità” (Studium, Roma); “Immanenza
metodica e trascendenza regolativa” (Studium, Roma); “L'apriori ermeneutico:
domanda di senso e condizione umana” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Prossimità
e ulteriorità: una ricerca ontologica per una filosofia prima” (Rubbettino
Editore, Soveria Mannelli); “L'insuperabile singolarità dell'avventura umana:
dalla determinazione completa alla rottura metodologica” (Ramo, Rapallo); “Vita
e ricerca. Il senso dell'impegno filosofico, intervista L. Alici” (La Scuola,
Brescia); “L'intenzionalità rovesciata: dalle forme della cultura all'originari”
(Rubbettino, Soveria Mannelli); “Struttura ed evento: tempo di vivere, tempo di
dare testimonianza alla vita, la vita come testimonianza” (Rubbettino, Soveria
Mannelli); “Dalla pluralità delle ermeneutiche all'allargamento della razionalità”
(Rubbettino, Soveria Mannelli); “Ciascuno di noi nell'incontro con l'altro deve
essere tale da suscitare curiosità e interesse di conoscenza reciproca
(Presentazione a Alici, Grassi, Salmeri, Vinti (Studium); “La filosofia come
testimonianza, Rivista bimestrale, Studium, Roma. Berti ebbe per qualche mese Rigobello
come docente supplente di filosofia quando era ancora studente liceale. Cfr. E.
Berti, "Origini del pensiero di Rigobello", in: Alici, Grassi,
Salmeri e Vinti, “La filosofia come testimonianza” (Studium. Cfr. Berti, "Origini
del pensiero", in Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, La filosofia come testimonianza,
Studium, Roma,,Cfr. pure il contributo di Borghesi, "La dialettica tra
struttura e significato", nella stessa collectanea. Oltre quelli delle Parti II e III, si vedano
soprattutto i vari contributi presenti nella Parte I della collectanea in suo
onore: Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, la filosofia come testimonianza, Studium, Roma, Cfr. Alici, Grassi, Salmeri, Vinti,
cit. Cfr. i vari contributi presenti
nella miscellanea: Estraneità interiore
e testimonianza. Studi in onore, A. Pieretti, ESI-Edizioni Scientifiche Italiane,
Perugia); Cfr. pure "Biografia, pensiero e opere", Bollettino della
Società Filosofica Italiana nella
rubrica Filosofi allo Specchio, Cfr.
Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, cit. Per
questi aspetti centrali del pensiero, si vedano soprattutto i contributi
presenti nella prima parte della collectanea in suo onore: L. Alici, O. Grassi,
G. Salmeri e C. Vinti, La filosofia come testimonianza, Studium, Cfr. L. Alici,
O. Grassi, G. Salmeri e C. Vinti, Ricordo, Umanità e moralità, in Dialegesthai.
Rivista telematica di filosofia, In memoriam: In ricordo straneità interiore e
testimonianza. Studi in onore, A. Pieretti, Scientifiche Italiane,
Napoli-Perugia, L. Alici, O. Grassi, G. Salmeri e C. Vinti, Rigobello, la
filosofia come testimonianza, giornate-studio in suo onore, evento organizzato
a Perugia in collaborazione con l'Roma Tor Vergata e la LUMSA, Perugia/Roma, i
cui atti sono stati pubblicati, Alici, Grassi, Salmeri e Vinti, Studium, G.Dotto, Enciclopedia filosofica,
Bompiani, Milano, E. Baccarini, Passione dell'originario: fenomenologia ed
ermeneutica dell'esperienza religiosa, studi in onore” (Studium, Roma). Vita e
ricerca. Il senso dell'impegno filosofico (Interviste), L. Alici recensione di
G. Din, Padova. Video di un'intervista a cura di Valentini, fatta a Roma - Armando Rigobello. Rigobello. Keywords:
l’allargamento del razionale, ‘struttura e significato’, il regno dei fini,
comunita, Grice on human vs. person, Strawson, the concept of the person, Ayer,
the concept of a person. In personam, persona sui iure, persona populum
(Cicero). Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Rigobello” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736691639/in/dateposted-public/
Grice e Rimini – il significato totale – filosofia
italiana -- Luigi Speranza (Rimini).
Filosofo. Il primo a conciliare gli sviluppi delle idee di Occam ed Aureolo. Questa
sua sintesi ha un impatto duraturo. Insegna a Bologna, Padova e Perugia, e
Rimini. Da lezioni sulle Sentenze di Lombardo. Oltre alla sua opera principale,
il Commento alle Sentenze di Lombardo scrive diversi trattati, tra cui: “De usura,”
“ De quatuor virtutibus cardinalibus” – cf. Grice, philosophy, like virtue, is
entire -- e un estratto del commento
alle sentenze, il “De intentione et remissione formarum,” un’appendice sulla IV
distinctio del I libro del Commento alle Sentenze, una Tabula super epistolis
B. Augustin. Mnifesta una certa attitudine sincretistica tra gli sviluppi d’Occam
ed Aureolo. Mostra analoga tendenza anche nella ri-costruzione e dell'analisi
del processo della percezione animale e unama e il conoscere umano, nelle quali
si fondono in maniera originale elementi etero-genei desunti da Aristotele,
Agostino e Ockham. Causa un grave fraintendimento della sua filosofia, è
qualificato come tortor infantium (torturatore dei bambini), per la
supposizione di aver condannato alle pene eterne i bambini che muoiono senza il
battesimo. In realtà espone tale dottrina senza pronunciarsi. Talvolta è
indicato quale antesignano dei nominalisti. Altre saggi: “Gregorii Lettura
super Primum et Secundum Sententiarum”; “De imprestanciis venetorum”. L.
Mazzali, E. Gori, Manuale di Filosofia Medievale, Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario di filosofia, Gregorius
Ariminensis. Gregorio da Rimini. Rimini. Keywords: complesso significabile,
semplice, complesso, animale, pane, l’animale percezione del pane, Socrate is
seated, truth-functionality, scuola italiana, scuola di Bologna, studi generali
in Italia, studio di Rimini. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rimini” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689613415/in/photolist-2mPMBQM-2mPyn68-2mPvn8a-2mPiqeP-2mKS2e5-2mKCMei-23WGnxf-E4u3XA-BNXFPx-B8NzEb-BxCpRq-ACvZaD-BxCnkJ-nNA42u-o5MkBM
Grice e Rinaldini – filosofia italiana. By Luigi
Speranza (Ancona). Filosofo. Nato in una famiglia
aristocratica originaria di Siena, studia a Bologna. Aservizio di Urbano VIII, ottenne da Barberini, nipote del
Papa, la supervisione delle fortezze di Ferrara, Bondeno e Comacchio. Insegna a
Pisa. Amico di Galilei e Borelli, il quale lo soprannomina Simplicio per la
sostanziale fedeltà all'aristotelismo tradizionale. E in corrispondenza. Uno
dei soci fondatori dell'Accademia del Cimento. Tuttavia ha numerose
controversie con i suoi amici e con Redi e Ruberti. Nonostante il conformismo, si
oppone alla teoria della virtù zoo-genetica delle piante, sostenuta dagl’altri
accademici del Cimento, precedendo Malpighi con l'ipotesi che anche gl’insetti
delle galle nascessero da uova deposte da individui della stessa specie. Insegna a Padova. Saggi: “Philosophia rationalis,
atque entità naturalis.” Un'altra delle sue glorie è la sua proposta di scala
termo-metrica utilizzando come riferimento fisso il congelamento e
l’ebollizione dell'acqua all'ordinaria pressione atmosferica. Ppropone di
dividere l'intervallo in 12 gradi. Altre saggi: “Opus algebricum” (Ancona, Salvioni);
“Opus mathematicum” (Bologna, Dozza); “Mathematica italiana”; “Geometra promotus”
(Padova, Frambotti); “Ars analytica mathematum” (Firenze, Cocchini); “Ars analytica
mathematum” (Padova, Pietro Maria Frambotto); “De resolutione atque
compositione mathematica” (Padova, Frambotti); “Philosophia rationalis,
naturalis, atque moralis opus in quo praesertim physica vniuersa ex accuratis
naturalium effectuum observationibus deducta et ubi rei natura patitur
geometrice demonstrata exhibetur” (Padova, Frambotti); “Ad artem quam ipse
conscripsit mathematum analyticam paralipomena” (Padova, Frambotti); “Commercium
epistolicum (Padova, Frambotti). Redi scienziato e poeta alla corte dei Medici,
Lo sviluppo delle ricerche sulle galle, F. Redi scienziato e poeta alla corte dei
Medici C. Pighetti, Il vuoto e la quiete: scienza e
mistica: E. Cornaro e C. Rinaldini, Milano: Angeli); Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Treccani Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Museo Galileo di Firenze. Carlo Renaldini.
Carlo Rinaldini. Rinaldini. Keywords: cimento, cimentare, provando e
riprovando, del Cimento, filosofia naturale, filosofia razionale, Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Rinaldini” – The Swimming-Pool Library. 51736002006
Grice e Riondato – il metodo dell’etologia –
filosofia italiana. Luigi Speranza (Padova).
Filosofo. Studia a Padova sotto Stefanini, Ferrabino, Padovani e Diano. Studia l’Aristotele neo-latino. Uno dei
galileiani. Ezio Riodato. Riondato. Keywords: il metodo dell’etologia, morale,
morale classica, Aristotele neo-latino, Epitteto, l’enuniciazione,
dell’interpretazione in Aristotele, crisi, metafisica e scienza in Aristotele. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Riondato” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736231788/in/datetaken/
Grice e Riverso – la forma del segno – filosofia
italiana (Napoli). Filosofo. Studia a Napoli.
Insegna a Salerno e Napoli. Ha spaziato dalla filosofia critica ed analitica,
alla logica formale, è stato esperto in problemi di linguistica, di filosofia
delle scienze e delle culture. Altri saggi Colpa e giustificazione nella
reazione anti-immanentistica del "Roemerbrief" barthiano, Teologia
esistenzialistica, La costruzione interpretativa del mondo, L’epistemologia
genetica, Metafisica e scientismo, Filosofia e analisi del linguaggio, Dalla
magia alla scienza, Conoscenza e metodo nel sensismo degl'ideologi, L’esperienza
estetica, la filosofia d’Occidente, Corso
di storia della filosofia, Natura e logo, La razionalizzazione dell'esperienza,
La filosofia analitica, La filosofia, Individuo, società e cultura. La psicologia del
processo culturale, L’immagine dell'Universo. Astronomia e ideologia, Il
pragmatismo, La spiritualità, Il linguaggio nella filosofia romana antica, Democrazia,
iso-nomia e stato, Una corrente
filosofica; riferimento e struttura; Il problema logico-analitico in Strawson, Democrazia
e gioco maggioritario, Filosofia del tempo, La civilta e lo stato; Alle origini del pensiero
politico, La carica dell'elettrone, Esperienza e riflessione, Forma culturale e
paradigma umano; Le tappe del pensiero filosofico nella cultura d’Occidente, Paradigmi
umano e educazione, Filosofia del linguaggio, Dalla forma al significato, Cose
e parole, Come Bruno inizia a parlare: Diario di una maestra di sostegno, La
rimozione dell'eros nel giansenismo, Civiltà, libertà e mercato nella città italica
antica. (Roma). Un viaggio al centro dell'immaginario religioso e mistico che
ha influenzato l'umanità, morale e
dottrina, Cogitata et scripta, Filosofo
del linguaggio, La Tribuna. Semiosi iconica e comprensione della Terra.
Emanuele Riverso. Riverso. Keywords: la forma del segno, la tappa, le tappe,
riferimento, ri-ferire, vico, animale raggionavole, magia e scienza, Giordano
Bruno. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Riverso” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702587144/in/photolist-2mLKfuq-2mLHNRM-2mLKgRJ-2mLMgSh
Roccoto
be identified.
Grice e Rodano: immunità e comunità – filosofia
italiana – i comunisti – Luigi Speranza (Roma).
Filosofo. Fondatore
del “catto-comunismo.” E tra i fondatori
del Movimento dei Cattolici Comunisti, poi Sinistra Cristiana. Studia a Roma.
Frequenta la “Scaletta”. Milita nell'Azione Cattolica e nella FUCI, allora
presieduta da Moro. Entra in contatto e collabora con anti-fascisti d'ispirazione
cattolica (Ossicini, Pecoraro, Tatò e altri), comunista (P. Bufalini, A. Amendola,
P. Ingrao, L. Radice e altri), del Partito d'Azione e liberali (U. Malfa, P. Solari,
M. Fiorentino fra gl’altri). Partecipa al Movimento dei Cattolici
Anti-Fascisti. Con Ossicini e Pecoraro tra i promotori e dirigenti del “Partito
Co-Operativista Sin-Archico” (poi “Partito Comunista Cristiano”) e ne redige i
principali documenti. Fa parte, con Alicata e Ingrao, del triumvirato dirigente
le due distinte organizzazioni clandestine, comunista e comunista cristiana. Scrive
saggi sull’Osservatore Romano. Arrestato dalla polizia fascista in una generale
retata dei militanti del partito comunista cristiano, e deferito al tribunale speciale
con altri suoi dirigenti. Il processo non ha luogo per la caduta del fascismo e
tutti vengono liberati poco dopo. Nel periodo badogliano ha intensi scambi
d'idee con i compagni di partito e altre personalità anti-fasciste sulla linea
da seguire. Stringe amicizia con Luca e Pintor. Collabora al “Lavoro”, diretto
da Alicata (comunista), Vernocchi (socialista) e Gaudenti (cattolico). Sotto
l'occupazione nazista di Roma fonda il “Movimento dei Cattolici Comunisti” e ne
redige i documenti teorico-politici; scrive articoli sui 14 numeri usciti alla
macchia di Voce Operaia, organo dello stesso movimento dei cattolici comunisti.
Liberata Roma, il movimento di cattolici comunisti prende il nome di Partito
della Sinistra Cristiana. Vi confluiscono i cristiano-sociali di G. Bruni. Vi
partecipano anche Fe. Balbo, Sacconi, Barca, Amico, Chiesa, Valente, Mira,
Tatò, Tedesco, Parrelli, Tranquilli, Rinaldini. Stringe un rapporto di
amicizia e collaborazione (che non sarà privo di momenti di dissenso critico)
con Togliatti. Su Voce Operaia, pubblicata adesso legalmente, scrive numerosi saggi.
In quattro di essi sostiene la prosecuzione dell'IRI e ciò segna l'inizio della
sua amicizia con R. Mattioli. S'incontrano,
a casa di Rodano e con la sua mediazione, Togliatti e G. Luca, primo, cauto
sondaggio reciproco tra mondo cattolico e movimento comunista italiano. A
conclusione di un congresso straordinario, il partito della sinistra cristiana si
scioglie. Sostiene, con argomentato vigore, che non è più utile una formazione
cattolica di sinistra, poiché incombe alla classe operaia nel suo insieme e
perciò al partito comunista italiano il compito di affrontare la questione
cattolica, superando le pre-giudiziali a-teistiche e del dogmatismo marxista.
Si adopera perciò per ottenere modifiche nello statuto del partito comuista
italiano, che consentano l'iscrizione e la militanza in esso indipendentemente
dalle convinzioni ideo-logiche e religiose, modifiche che saranno adottate dal partito
comunista italiano nel suo congresso. Entrato nel partito comunista italiano, scrive su periodici ufficiali di tale
partito o ad esso vicini. Particolarmente numerosi i suoi saggi su Rinascita. Vi
ha largo spazio l'invito ai cattolici a lavorare in politica e nelle altre
dimensione della storia comune degli uomini in spirito di laicità, evitando
quindi improprie commistioni con la fede religiosa. Questa posizione approfondita
nel corso di tutta la sua opera ed essenziale per comprenderla contrasta con la
linea della Chiesa di Pio XII, che coglie l'occasione di due suoi saggii sulla
condizione economica del clero (Rinascita) per comminargli l'interdetto dai
sacramenti, accusandolo di fomentare la lotta di classe all'interno delle
gerarchie (L'interdetto e tolto sotto Giovanni XXIII). Cura i saggi politici di
“Lo Spettatore Italiano”. Scrive sul Dibattito Politico, diretto da M. Melloni
e U. Bartesaghi, teso a una difficile mediazione tra le posizioni politiche del
mondo cattolico e di quello comunista e socialista, nel distinto riconoscimento
dei rispettivi valori e motivi ideali. Vi collaborano tra gli altri G.
Chiarante, Magri, Baduel, Salzano. Durante il pontificato di Giovanni
XXIII opera, tramite Togliatti, per la trasmissione ai dirigenti della
proposta, primo, cauto sondaggio reciproco tra mondo cattolico e movimento
comunista italiano. A conclusione di un congresso straordinario, il PSC
si scioglie. Rodano sostiene, con argomentato vigore, che non è più utile una
formazione cattolica di sinistra, poiché incombe alla classe operaia nel suo
insieme e perciò al PCI il compito di affrontare accolta, di uno scambio di
messaggi in occasione del compleanno di
papa Roncalli. L'iniziativa sarà il primo segno di disgelo tra URSS e Santa
Sede. Si svolge un serrato dialogo tra Rodano e Augusto Del Noce, che mette in
chiaro la diversità delle rispettive posizioni. Fonda, con C. Napoleoni, La
Rivista trimestrale, affrontando nodi teorici e politici di fondo. Ancora con
Napoleoni, e con Michele Ranchetti, dirige la Scuola Italiana di Scienze
Politiche ed Economiche, rivolta a militanti
del movimento dell'epoca. Collabora alla rivista “Settegiorni”, diretta da
Ruggero Orfei e Piero Pratesi, in cui fra l'altro scrive una serie di
interventi d'intensa riflessione teologica, le Lettere dalla Valnerina.
Chiusasi l'esperienza della Rivista Trimestrale, Rodano scrive sui Quaderni
della Rivista Trimestrale, diretti da M. Reale, cui collaborano, insieme a F.
Sacconi, E. Salzano, V. Tranquilli, G. Gasparotti, F. Rinaldini, M. Reale, R.
Agata, C. Vincenti, A. Montebugnoli, P. Padoan, S. Sacconi, A. Zevi, Giaime e
Giorgio Rodano, e altri. Lo si considera l'esponente più autorevole del
“catto-comunismo”: "i rapporti di Rodano con il mondo cattolico sono stati
indagati a fondo. Quelli con Togliatti (che furono rapporti personali assai
intensi) assai poco, come quelli con Berlinguer (all'Istituto Gramsci si
conservano tre vaste memorie che scrive per Berlinguer), anche se il rapporto
stretto di questi con A. Tatò è sufficiente a delinearne
l'influenza". Nella stagione del compromesso storico proposto da E.
Berlinguer e oggetto prima di attenzione, poi di cauta convergenza da parte di
A. Moro, Rodano elabora i fondamenti teorici di una politica diretta a non
ridurre l'incontro tra le grandi forze storiche del comunismo, del socialismo e
del cattolicesimo democratico a una mera operazione di governo, ma a farne una
strategia di lungo periodo di trasformazione della società. Quella stagione e
quelle prospettive vengono improvvisamente troncate dall'assassinio di Moro.
S'intensificano, all'epoca, i suoi contatti personali con esponenti del PCI,
del PSI, della DC e di altri partiti (La Malfa, Malagodi, Visentini), su
problemi politici a breve e lungo termine. Pubblica alcuni libri, scrive
articoli su vari periodici e sul quotidiano Paese Sera, quasi settimanalmente. Altre
saggi: “Sulla politica dei comunisti” (Boringhieri, Torino); “Questione demo-cristiana
e compromesso storico” (Riuniti, Roma), “Lenin da ideologia a lezione”
(Stampatori, Torino); “Lettere dalla Valnerina” (P. Pratesi, La Locusta,
Vicenza); “Lezioni di storia possibile (V. Tranquilli e G.Tassani, Marietti,
Genova); “Lezioni su servo e signore” (V. Tranquilli, Riuniti, Roma); “Cattolici
e laicità della politica” (V. Tranquilli, Riuniti, Roma); “Cristianesimo e
società opulenta” (M. Mustè, Ed. di Storia e letteratura, Roma) Saggi sono
spubblicati in numerosi periodici e quotidiani, tra i quali l'Osservatore
Romano, Primato, Voce Operaia Rinascita
Il Politecnico, Unità, Vie nuove, Società, Cultura e realtà, Lo Spettatore
Italiano, Il Contemporaneo, Il Dibattito Politico, Argomenti, La Rivista
Trimestrale, Settegiorni, Quaderni della Rivista Trimestrale, Paese Sera, Città
Futura, Nuova Società, e Il Regno. I saggi più importanti, pubblicati sulla
Rivista Trimestrale e sui successivi Quaderni, sono “Risorgimento e democrazia,
Il processo di formazione della società opulenta”; “Il pensiero cattolico di
fronte alla società opulenta”; “Egemonia riformista ed egemonia rivoluzionaria”;
“Nota sul concetto di rivoluzione”; “Significato e prospettive di una tregua
salariale; “Il centro-sinistra e la situazione del paese”; “Marx, A proposito
del convegno delle ACLI a Vallombrosa”; “Su alcune questioni sollevate dal
movimento studentesco; “Con Dopo Praga: considerazioni politiche sulla storia
del movimento operaio, A proposito dell'autunno caldo”; “Considerazioni sulla
dialettica sociale dell'opulenza”; “La peculiarità del partito comunista
italiano”; “Dopo il congresso del partito comunista italiano: il nodo al
pettine”, “I germi di comunismo”; “La questione demo-cristiana”; “La proposta
del compromesso storico”; “Dopo la morte di Mao Tse-tung: la lezione di una
grande esperienza (con V. Tranquilli); “Considerazioni sulla strategia dei
comunisti italiani”; “Egemonia e libertà delle opinioni”; “Considerazioni sui
fenomeni di eversione giovanilistica”; “La politica come assoluto”; “Note sulla
questione giovanile”; “La giovinezza, specificità umana e condizione storica Dopo
la lettera di Berlinguer al vescovo di Ivrea: laicità e ideologie”; “Alla
radice della crisi”; “L'incompatibilità tra capitalismo e democrazia”; “È
possibile una soluzione reazionaria?” “Idee e strumenti della manovra
reazionaria”; “Roluzione”; “Filosofia della storia”; Rivoluzione in Occidente e
rapporto con l'URSS, Il senso di una
grande lezione: per una lettura critica di Lenin”; “Per un bilancio del
compromesso storico”; “Innovazione e continuità”; “Contratti e costo del
lavoro: imprese e sindacati, partiti e istituzioni”; “La chiesa di fronte al
problema della pace”. P. Craveri, Una
critica pregnante, in Mondoperaio, Teorico del compromesso storico Archiviolastamp.
Noce: Lettera a F. Rodano (lRegno-attualità,); Maria Lisa Cinciari: Cattolici
comunisti (in Enciclopedia dell'anti-fascismo e della resistenza, Milano); L. Bedeschi:
Cattolici e comunisti (Feltrinelli, Milano); M. Cocchi, P. Montesi: Per una storia
della Sinistra cristiana (Coines, Roma), Casula: Cattolici-comunisti e Sinistra
cristiana (Il Mulino, Bologna); G. Tassani: Alle origini del compromesso
storico (EDB, Bologna); G. Ruggieri, R. Albani: Cattolici comunisti?
(Queriniana, Brescia); M. Repetto: Il movimento dei cattolici comunisti:
problemi storici e politici (in Quaderni della Rivista Trimestrale);: Ricordo, F.
Broglio, "Un cristiano nella sinistra", in "Nuova
Antologia", G. Giannantoni, M. Alema, P. Ingrao: Dibattito in Rivista Trimestrale,
Nuovo Spettatore Italiano, G. Bella: “Lo Spettatore Italiano” (Morcelliana,
Brescia); M. Papini: Tra storia e profezia: la lezione dei cattolici comunisti
(Univ., Roma); E. Landolfi, Rodano, La rivoluzione in Occidente, Palermo, Ila
Palma, M. Raimondo: solitudine e realismo del comunista cattolico (Galzerano,
Salerno); M. Tronti: Una riflessione, (in Rivista Trimestralen. M. Manacorda: lettore
di Marx in Critica marxista, C. Napoleoni, Cercate ancora, Ed. Riuniti, R.
Valle); C. Napoleoni, Teoria politica, A. Noce: Il comunista (Rusconi, Milano);
V. Tranquilli: Fede cattolica e laicità della politica (in Teoria Politica); V. Tranquilli: Realtà
storica e problemi teorici della democrazia
(in Bailamme,.M. Reale: Sulla laicità. Considerazioni intorno alle
relazioni fra atei e credenti (in Novecento, R. Bellofiore: Pensare il proprio
tempo. Il dilemma della laicità in Claudio Napoleoni (in Per un nuovo dizionario della politica,
Ed. Riuniti, Roma, L. Capuccelli); M. Lucente: La riflessione teorica di Rodano
dalla Sinistra Cristiana alla “Rivista Trimestrale” (Tesi di laurea in scienze
politiche, Milano); Istituto Gramsci: Convegno commemorativo di Rodano, Roma),
M. Mustè, “Critica delle ideologie e ricerca della laicità” (Mulino); R.
Albani: La storia comune degli uomini. Rileggendo Rodano (in Testimonianze, M. Papini:
La formazione di un giovane cattolico nella seconda metà degli anni Trenta: Tra
la Congregazione mariana “La Scaletta” e il liceo “Visconti” (in Cristianesimo
e storia, V. Possenti: Cattolicesimo e modernità. Balbo, Noce, Rodano (Milano, M.
Mustè: Fra Del Noce e Rodano: il dibattito sulla società opulenta, La Cultura,
M. Mustè: Rodano: laicità, democrazia, società del superfluo (Studium, Roma). "Cristianesimo
e società opulenta", a cura e con introduzione di Marcello Mustè (Edizioni
di Storia e Letteratura, Roma, V. Parlato: L'utopia in Manifesto, E. Melchionda:
Gli anni di Rodano (in Aprile, Gabriele
De Rosa, "Franco Rodano; il cristianesimo e la società
opulenta", in "Ricerche di storia sociale e religiosa", anno G. Chiarante:
Tra De Gasperi e Togliatti. Memorie (Carocci, Roma; M. Pandolfelli: Marxismo, Scienze
politiche, Roma. S.d.). G.Tassani:"Il Belpaese dei Cattolici",
Cantagalli,"La traccia e la prospettiva teorica di Rodano". R. Moro. FRodano e la storia
del 'partito cattolico' in Italia", in A. Botti, Storia ed esperienza
religiosa. Urbino, Quattro Venti, Hanno detto di lui: la sua vita testimonia,
in modo esemplare, quanto possa essere forte, nell’uomo, la dedizione
all’impegno intellettuale e ai grandi ideali, tra i quali la politica intesa
nel senso più nobile e più alto dell’accezione. Portatore d’una fede religiosa
profondamente sentita e sofferta, ha avuto costantemente con sé il dantesco
“angelo della solitudine”: durante l’intera sua vita, infatti, mai si è
sottratto al rovello e al dubbio; mai ha preferito la comoda via dei pigri,
degli opportunisti e dei neutrali. La sua prima “scelta di campo” nell’Italia
divisa in due, fu doppiamente
coraggiosa: la resistenza al nazi-fascismo ed il tentativo di conciliare nel
Movimento dei cattolici comunisti i valori della tradizione cristiana e
cattolica con quelli della rivoluzione d’ottobre. E così continuò senza paura e
con sacrificio personale in tutti questi anni promuovendo con le sue tesi, tra
consensi e dissensi, un continuo dibattito. La sua “inquietudine” fu, dunque,
sincera e feconda, sorretta da uno spirito virile, ma al fondo sensibile ed
umanissimo. Certamente sarà ricordato dallo storico del futuro con queste sue
peculiarità di intellettuale originale, pugnace e coraggioso. In questo modo
l’ho visto e conosciuto, e così rimarrà per sempre nella mia memoria. S. Pertini,
Quaderni della Rivista Trimestrale,. “ritengo che la sua vita e la sua opera
abbiano fornito una prova concreta e significativa della validità di due
principi che egli ha serenamente professato e praticato e che, anche con il suo
personale contributo, sono acquisiti al patrimonio teorico e ideale del Partito
comunista. Il primo è la distinzione e l’autonomia reciproca della politica e
della fede religiosa (o della convinzione filosofica o del “credo” ideologico).
Il secondo è l’affermazionefatta da Togliatti, formulata in una tesi approvata
dal X congresso del partito e sviluppata poi nelle tesi del XV congressosecondo
la quale un cristianesimo genuinamente vissuto non soltanto non si oppone, ma è
anche in grado di sollecitare un’azione che può contribuire alla battaglia per
la costruzione di una società più umana, più libera e più giusta di quella
capitalista. E. Berlinguer, Quaderni della Rivista Trimestrale. C’era nella sua
avversione al misticismo, all’indistinto, all’anarchismo, una grande lezione di
umanesimo storico e costruttivo. La drammaticità con cui sentiva i rischi di un
capovolgimento della democraziavissuta nei suoi angusti limiti
democraticisticiin corporativismo e in anarchia, e, quindi, la possibilità di
una replica autoritaria, è tuttora inscritta nella nostra vita quotidiana,
nella fase che stiamo attraversando. Bene: distinguere per collegare; stabilire
i confini del campo di ciascuno, da cui discende l’autonomia della politica
dalla religione e dalle ideologie. Per questo ritengo che occorra respingere le
sollecitazioni di quanti pensano di poter rimuovere la questione di fondo posta
da Rodano. Quella questione oggi riguarda, a mio avviso, il confine mobile tra
progresso e conservazione” A. Occhetto, Quaderni della Rivista Trimestrale, Per
chi ha seguito, anche talvolta dissentendo, il pensiero di Rodano e lo ha
spesso messo a confronto con la visione di Moro, appare chiaro che gli
insegnamento di Rodano come quelli di A. Moro non hanno solo valore per la
ricostruzione storica di una fase politica conclusa, ma hanno invece valore e
significato come guida per la costruzione di un processo di allargamento della
democrazia, di sviluppo e di confronto e di un dialogo che sono ancora più che
mai attuali, perché attuali e non risolti sono i grandi problemi
nazionali che richiedono sì maggioranze e governi più efficaci e risoluti,
ma anche un più largo consenso popolare da realizzarsi col confronto, col
dialogo, con la partecipazione, sia pure a vario titolo, ad un unico disegno di
tutte le forze politiche rappresentative dell’intera realtà popolare. G. Galloni,
Quaderni della Rivista Trimestrale, “benché creda che la storia sia opera di
molti, e non di singole personalità pur spiccatissime, ho sempre ritenuto che
il ruolo esercitato da Rodano nella vicenda italiana di questi decenni sia
stato assolutamente fuori del comune, e portatore di cambiamento come a
pochissimi altri è stato dato. Ciò dico soprattutto in riferimento alla storia
e alle trasformazioni del partito comunista italiano, nei cui confronti Rodano
ha esercitato una funzione liberatrice e maieutica che, se non temessi di far
torto alla complessità del processo di un grande movimento di massa e agli
innumerevoli apporti di cui esso è sostanziato, non esiterei a definire
demiurgica.» R. Valle, Quaderni della Rivista Trimestrale. Lasciamo ad
altri le banalità sul consigliere del principe o sul consulente per i rapporti
con il mondo cattolico o con il Vaticano. Togliatti ne fu attratto e
interessato certo, anche perché l’esperienza di Rodano, le sue riflessioni, le
sue frequentazioni arricchivano il Partito di qualcosa che altrimenti non
sarebbe venuto. Forse qualcosa di analogo era stato per Gramsci e per Togliatti
l’incontro con Godetti. Che conoscesse e stimasse Ottavini, che fosse intimo di
Luca, non era importante perché ciò rappresentava un “canale”. E iuttosto
decisivo che un giovane così ascoltasse e parlasse, che si trovasse a casa sua
tra i comunisti, che per farlo soffrisse fino alla persecuzione vaticana,
riuscendo sempre ad essere fedele nel senso più pieno del termine. G. Paietta,
Quaderni della Rivista Trimestrale. Rrimane uno dei pochi uomini la cuia filosofia
rende possibile l’appellativo di femminista anche per un appartenente al sesso
maschile. La sua continua attenzione dalla questione femminile derivava, certo,
da una molteplicità di circostanze. Vi influiva la ricerca su quello che egli
stesso define il processo di umanizzazione dell’uomo, nel cui quadro la
liberazione della donna costitusce ben più di una semplice componente o misura,
ma piuttosto una delle condizioni decisive per una reale, generale fuoruscita
dall’alienazione e dallo sfruttamento umano. Oggi più d’uno ambirebbe,
revanchisticamente, a considerare conclusa la stagione femminista. E invece il
vero problema per le donne, per la democrazia, per il mutamento, è la
perpetuazione e il saldo attestarsi a un livello superiore del femminismo. Per
questo il messaggio che può ben a ragione essere definito femminista
nell’accezione più onnicomprensiva ed elevata, risulta tuttora rivolto alla
speranza e soprattutto all’impegno: quell’impegno per cui egli ha consumato
generosamente, e certo positivamente anche per la causa femminile, tutta
intiera la sua vita. G. Tedesco, Quaderni della Rivista Trimestrale. Il mio primo
interrogativo riguarda le scelte politiche che egli ha fatto, ponendosi come
cattolico in contrasto con alcune direttive ecclesiastiche. Dove ha trovato
forza e serenità, pur con sofferenza, per queste opzioni non rinunciando alla
sua fede e alla sua appartenenza ecclesiale, sempre professata? Non ho trovato
altra risposta che la sua fede teologale. La fede di Franco non era credenza
dottrinale, magari utilizzata ideologicamente, o sottomissione alla gerarchia
che poi si muta in ribellione; era adesione cosciente e ferma a Dio che si è
rivelato in Gesù Cristo, ancora vivente nella Chiesa. Questa fede comporta quel
“sensus fidei” (ne ha parlato il Vaticano II nella Lumen Gentium) che diventa
giudizio pratico nelle concrete situazioni per scelte che siano conformi alla
volontà di Dio. È il discernimento di cui parla san Paolo nella Lettera ai
Romani (12, 2) e che tanta parte ha nella dottrina spirituale cristiana. D. Torre,
Quaderni della Rivista Trimestrale, Il rapporto con la chiesa, sia come
comunità di fede che come istituzione, senza mediazioni di un partito cattolico
rappresentava per Rodano un’occasione e una garanzia per depurare il movimento
comunista non solo dall’ateismo scientista, ma anche di una visione
totalizzante della rivoluzione politica e sociale. Il mito del regno dei cieli
sulla terra e di una storia senza alienazioni. Corrispettivamente il movimento
comunista e il portatore necessario di una trasformazione della società che non
si presentasse come inveramento e compimento della razionalità illuministica,
della rivoluzione borghese, ma anche e soprattutto come loro rovesciamento
dialettico, e perciò offre un fondamento storico e materiale ad un mondo
in cui le persone diventano centro e misura, liberate dalla rei-ficazione
capitalistica, e perciò stesso base reale di un pieno sviluppo di un
cristianesimo, non integralista, ma consapevole, diffuso, praticabile. L. Magri.
E. Melchionda, in "Aprile", Dall'utopia alla secolarizzazione, G. Vassallo,
Il consigliere di Berlinguer che ama la Contro-Riforma. Giornalista politico P. Franchi, Corriere della Sera, Archivio
storico. Treccani L'Enciclopedia italiana". Franco Rodano. Rodano.
Keywords: immunità e comunità – filosofia italiana – i comunisti, il
laico, democrazia, revoluzione, lotta di classe, societa opulenta, peculiarita
dei comunisti italiani, anti-fascismo, arrestato dai fascisti. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rodano” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736193243/in/dateposted-public/
Grice e Romagnosi – filosofia
italiana. Luigi Speranza
(Salsomaggiore Terme). Filosofo. Important Italian philosopher. L'etica,
la politica ed il diritto si possono bensì distinguere, ma non disgiungere. Non
esiste un'etica pratica, se non mediante le buone leggi e le buone
amministrazioni. Figlio di Bernardino e Marianna Trompelli, studia a Piacenza e
Parma. Insegna a Parma e Pavia. Membro "Società letteraria di
Piacenza" dove legge i suoi saggi: “Discorso sull'amore considerato come
motore precipuo della legislazione”; “Discorso sullo stato politico della
nazione italiana”; “L’opinione pubblica. Uno degl’Ortolani. Pubblica la “Genesi
del diritto penale”; Cosa è eguaglianza e, Cosa è libertà; Primo avviso al
popolo, che mostrano simpatie rivoluzionarie. Il suo incarico gli procura
contrasti con il principe di Trento, il conte Pietro Vigilio Thun. Questi gli
concede comunque il titolo di consigliere aulico d'onore. Schiere contro i
principi della rivoluzione francese. Accusato di giacobinismo, è incarcerato a
Innsbruck. Scrive “Delle leggi dell'umana perfettibilità per servire ai
progressi delle scienze e delle arti”. Scopre gli effetti magnetici
dell'elettricità. Romagnosi anticipato la scoperta dell'elettromagnetismo. Pubblica
“Quale e il governo più adatto a perfezionare la legislazione civili”.Fonda il
Giornale di giurisprudenza universale. Pubblica le Istituzioni di Diritto
amministrativo e Della costituzione di una monarchia costituzionale
rappresentativa. Rerduna intorno a Milano una scuola alla quale si formarono
alcuni dei nomi più illustri del Risorgimento italiano: G. Ferrari, C. Cattaneo,
C. Cantù, e Defendente e G. Sacchi. Collabora alla Biblioteca Italiana. Pubblica
l’Assunto primo della scienza del diritto naturale. E arrestato e incarcerato a
Venezia con l'accusa di partecipazione alla congiura ordita da S. Pellico, P.
Maroncelli e F. Confalonieri. Pubblica Dell'insegnamento primitivo delle
matematiche e Della condotta delle acque. Pubblica le Istituzioni di civile filosofia
ossia di Giurisprudenza Teorica. Dirige gl’Annali Universali di Statistica Tra i maggiori filosofi italiani, nel
rinnovamento del pensiero giuridico italiano richiesto dalla necessità di
codificare i nuovi interessi delle classi borghesi emersi con la Rivoluzione
francese e consolidati nel successivo Codice napoleonico, è legata alla
fondazione di una nuova scienza del diritto pubblico, penale e amministrativo,
con uno spirito scientifico settecentesco illuministicamente volto
all'unificazione delle scienze giuridiche, naturali e morali. Studia pertanto
la vita sociale nelle sue componenti storiche, giuridiche, politiche,
economiche e morali. Considera l'uomo nelle forme della sua esistenza storica,
nei modi in cui concretamente pensa e agisce in un contesto sociale determinato.
In questo modo lo studio della storia rivela lo sviluppo dell'incivilimento
umano. Nella “Genesi del diritto penale”, opera che gli dette notevole
fama e non solo in Italia, riprendendo tesi di Beccaria, pone i problemi
dell'utilità della punizione, della natura della colpa e del diritto. Dà una
giustificazione razionale della società che gli appare un'unione necessaria tra
gli uomini, dialetticamente rapportati nel rispetto di una disciplina
condivisa. L'uomo è lo stesso sia nello stato di natura che in quello di
società, malgrado le diversità delle forme sociali. Pertanto gli uomini hanno
un diritto di socialità importante e sacro, quanto quello della conservazione
di se stesso. La società è per lui l'unico stato naturale dell'uomo, respingendo
così la dottrina di uno stato di natura anteriore allo stato sociale. Il cosiddetto
stato di natura è solo un diverso stato sociale nella storia
dell'umanità. Nell'Introduzione allo studio del diritto pubblico
universale, premesso che ogni complesso giuridico di basarsi sul bisogno della
comunità, sostiene che lo scopo del diritto e il rafforzamento delle strutture
civili e politiche della società. Nell'Assunto primo della scienza del
diritto naturale, riprende temi già sviluppati nella Genesi del diritto. Sostiene
che nella natura è tanto il principio di individualità quanto quello di
socialità e pertanto lo sviluppo umano avviene naturalmente verso uno stato di
società, l'unico in cui si sviluppa l'incivilimento - termine ricorrente nei
suoi scritti - un continuo processo verso stadi più avanzati di perfezionamento
morale, civile, economico e politico. E ancora nel Dell'indole e dei
fattori dell'incivilimento, con esempio del suo risorgimento in Italia si pone
il problema di quale sia il motore del progresso umano nella storia: la tesi è
che la società umana è l'organismo fattore di progresso, essendo in sé dotata
di forze agenti in particolari condizioni storiche e ambientali. Lo sviluppo
civile, suddiviso dal Romagnosi in quattro periodo, l'epoca del senso e
dell'istinto, l'epoca della fantasia e delle passioni, l'epoca della ragione e
dell'interesse personale e l'epoca della previdenza e della socialità, vede un
costante trasferimento, agl’organismi pubblici rappresentativi, delle funzioni
sociali come se la natura si trasferisse progressivamente nella funzione
rappresentativa. Il punto d'arrivo della civiltà è una forma sociale in cui
prevalgono la proprietà e il sapere. Tale processo non è lineare. Il diritto
romano si afferma in condizioni civili arretrate. Ma, come una macchina i cui
meccanismi migliorano nel tempo, la sua azione progressivamente perfezionata fa
sorgere dal fondo delle potenze attive un sempre nuovo modo di riazioni e
quindi di effetti variati. L'incivilimento appare così una cosa complessa
risultante di molti elementi e da molti rapporti formanti una vera finale unità
simile a quella di una macchina, la quale scindere non si può senza
annientarla. Il motore di siffatta macchina è il commercio, sviluppato a sua
volta dal progresso dello stato sociale. Guardando allo sviluppo storico
nazionale, vede nel Medioevo l'epoca in cui la città diviene luogo di
aggregazione di possidenti, artisti, commercianti e dotti, favorendo le
condizioni per la nascita dello stato italiano anche se ai comuni medievali
manca uno spirito politico nazionale perché presero la strada dal ramo
industriale e commerciale per giungere al territoriale. Essi dunque
ripigliarono l'incivilimento in ordine inverso. In quest'ordine trovarono i più
gravi ostacoli avendo dovuto separare la professione delle armi da quella delle
arti e della mercatura. Per questo bisogna sempre porsi il problema di un
corretto modo di sviluppo e ora, nella società industriale, l'incivilimento è
una continua disposizione delle cose e delle forze della natura pre-ordinata
dalla mente ed eseguita dall'energia dell'uomo in quanto tale disposizione
produce una colta e soddisfacente convivenza. Nella Collezione degli
articoli di economia politica e statistica civile si trova espressa la fiducia
nella sviluppo capitalistico e nella libera concorrenza economica, difesa
contro le tesi del Sismondi che vede nello sviluppo industriale una spaventosa
sofferenza in parecchie classi della popolazione. I poteri pubblici fano rispettare
le corrette regole della libertà di con-correnza, cosa che non avviene in
Inghilterra dove ora si favorisce il popolo contro i mercanti, ora i possidenti
e i mercanti contro il popolo e intanto si applica ancora il protezionismo. E inoltre
un paese in cui non si applica il diritto romano, fonte di equità civile. La
mentalità empirica degl’inglesi non consente loro di pre-vedere ma solo di
constatare i fatti. Polemizza col Saint-Simon, dottrinario che ostacola la
libera con-correnza, assegna ogni ramo d'industria a guisa di privilegio
personale, favorisce il popolo miserabile contro i produttori e abolire il
diritto di eredità. I saintsimoniani vogliono far lavorare e poi lavorare senza
dirmi il perché. Progresso non è che lavoro. Questo è l'ultimo termine, questo è
il premio. L'uomo, secondo Saint–Simon, dovrebbe sempre progredire lavorando
con una indefinita vista e senza stimolo. Ma voler far progredire l'industria e
il commercio col togliere la possidenza è come voler far crescere i rami col
distruggere il tronco. La proprietà ha un carattere naturale e, come la natura
è la base di ogni società, negare la proprietà significa distruggere ogni
possibilità di convivenza civile. Partendo dalla sua vasta esperienza
giurisprudenziale e politica, auspica una nuova forma di filosofia civile, che
studia le forme e condizioni dell'incivilimento storico della nazione italiana,
scoprendo la legge massima e unica delle vicende politiche, sociali e culturali
dei popoli. Riguardo al problema gnoseologico, per Romagnosi la conoscenza
proviene dai sensi ma la sensazione non è di per sé ancora conoscenza, la quale
si ottiene solo quando l'intelletto ordina e interpreta le sensazioni secondo
proprie categorie, definite logìe, con cui diamo segnature razionali alle
segnature positive. Chiama compotenza questa mutua concorrenza di sensazioni
provenienti dall'esterno e di elaborazione della nostra mente. Le logìe
non sono idee già formate nel momento della nostra nascita, ma a loro volta
sono il risultato della riflessione operata sull'esperienza empirica. Sono
dunque a posteriori rispetto alle sensazioni passate e a priori rispetto alle
sensazioni attuali. Pertanto la conoscenza è in definitiva un a posteriori con
un contenuto base empirico. Ma cosa conosciamo in realtà? I sensi non danno
conoscenza delle cose in sé, ma di ciò che percepiamo delle cose. Conosciamo la
rappresentazione che ci formiamo della cosa. Se il fenomeno non e copie esatta
del reale, tuttavia e UN SEGNO a cui corrisponde in natura un’essere reale. Pertanto,
una cosa esiste fuori di noi, non e una creazione di un io
trascendentale. Non essendoci evidentemente posto per una metafisica
nella sua costruzione filosofica, e attaccato dagl’spiritualisti e in
particolare da Serbati. Può a buon diritto essere considerato il precursore del
positivismo italiano. Considera la contrapposizione di classico e
romantico – nata nell'immediatezza della restaurazione e trascinatasi per oltre
un ventennio con implicazioni letterarie, linguistiche e anche politiche - come
impropria. Cerca di dare una soluzione alla controversia attraverso la sua
concezione ilichiastica, cioè relativa al tempo, della letteratura, secondo la
quale la filosofia e consone all'età e al gusto del popolo italiano, e suggere
che le opere contemporanee dovessero corrispondere sempre al pensiero moderno
di un popolo. L'ilichiastismo si rifà in sostanza alle sue concezioni sulla
formazione della civiltà. Così espose la sua dottrina in Della Poesia,
considerata rispetto alle diverse età della nazione italiana. Sei tu romantico?
Signor no. Sei tu classico? Signor no. Che cosa dunque sei? Sono “ilichiastico”,
se vuoi che te lo dica in greco, cioè adattato alle età. Misericordia! che
strana parola! spiegatemela ancor meglio, e ditemi perché ne facciate uso, e
quale sia la vostra pretensione. La parola “ilichiastico” che vi ferisce
l'orecchio è tratta dal greco, e corrisponde al latino “aevum”, “aevitas”, e
per sincope, “aetas”, “eta,” la quale indica un certo periodo di tempo, e in un
più largo senso, il corso del tempo. Col denominarmi pertanto “ilichiastico,”
io intendo tanto di riconoscere in fatto una filosofia relativa all’età, nelle
quali si sono ri-trovato e si trovera il
popolo italiano, quanto di professare principj, i quali sieno indipendenti da
fittizie istituzioni, per non rispettare altre leggi che quelle del gusto,
della ragione e della morale. Ma la
divisione di romantico e classico, voi mi direte, non è dessa forse più speciale?
Eccovi le mie risposte. O voi volete far uso di queste due parole, ‘classico’ e
‘romantico,’ per indicare nudamente il tempo, o volete usarne per
contrassegnare il *carattere* della filosofia nelle diverse età. Se il primo,
io vi dico essere strano il denominare ‘classica’ la filosofia antica, e filosofia
romantica la media e moderna. L’eta antica (palio-evo), l’eta media (medio-evo),
e l’eta moderna (neo-evo), sono fra loro distinti non da una divisione
artificiale e di convenzione, ma da una effettiva rivoluzione. Se poi volete
adoperare le parole di ‘classico’ e di ‘romantico’ per contrassegnare il
carattere della filosofia italiana nelle diverse età, a me pare che usiate di
una denominazione impropria. Quando piacesse di contrassegnare la filosofia coi
caratteri delle tre diverse età (paleo-evo, medio-evo, neo-evo), parmi che
dividere si potrebbe in filosofia eroica (filosofia antica), teocratica
(filosofia del medio-evo), e civile (neo-evo, moderna eta). Questi caratteri
hanno successivamente dominato tanto nella prima coltura, che fu sommersa dalle
nordiche invasion dei barbari longobardi, quanto nella seconda coltura, che fu
ravvivata e proseguita fin qui. Questi caratteri non esistettero mai puri, ma
sempre mescolati. Dall'essere l'uno o l'altro predominante si determina il
genere, al quale appartiene l'una o l'altra produzione filosofica. Vengo ora
alla domanda che mi faceste, se io classico o romantic. E ponendo mente
soltanto allo spirito di essa, torno a rispondervi che io non sono (né voglio
essere) né romantico, né classico, ma adattato alla mia eta, ed al bisogno della ragione, del
gusto e della morale. Ditemi in primo luogo. Se io fossi nobile ricco, mi
condannereste voi perché io non voglia professarmi o popolano grasso, o nobile
pitocco? Alla peggio, potreste tacciarmi di orgoglio, ma non di stravaganza.
Ecco il caso di un buon italiano in fatto di filosofia. Volere che un filosofo italiano
sia tutto classico, egli è lo stesso che volere taluno occupato esclusivamente
a copiare diplomi, a tessere alberi genealogici, a vestire all'antica, a
descrivere o ad imitare gli avanzi di medaglie, di vasi, d'intagli e di
armature, e di altre anticaglie, trascurando la coltura attuale delle sue
terre, l'abbellimento moderno della sua casa, l'educazione odierna della sua
figliuolanza. Volere poi che il filosofo italiano sia affatto romantico, è
volere ch'egli abiuri la propria origine, ripudj l'eredità de' suoi maggiori
per attenersi soltanto a nuove rimembranze specialmente germaniche. Voi mi
domanderete se possa esistere questo terzo genere, il quale non sia né classico
né romantico? Domandarmi se possa esistere è domandarmi se possa esistere una
maniera di vestire, di fabbricare, di “con-versare”, di scrivere, che non sia
né antica, né media, né moderna. La risposta è fatta dalla semplice posizione
della quistione. Ma questo terzo genere e desso preferibile ai conosciuti fra
noi. Per soddisfarvi anche su tale domanda osservo primamente che qui non si
tratta più di qualità, bensì di bellezza o di convenienza. In secondo luogo,
che questa quistione non può essere decisa che coll'opera della filosofia del
gusto, e soprattutto colla cognizione tanto dell'influenza dell'incivilimento
sulla filosofia, quanto degli uffizj della filosofia a pro
dell'incivilimento. Non è mia intenzione di tentare questo pelago. Osservo
soltanto che questo terzo genere non può essere indefinito. E necessariamente il
frutto naturale dell'età nella quale noi ci troviamo, e si troveranno pure i
nostri posteri. Noi dunque non dobbiamo sull'ali della metafisica errare senza
posa nel caos dell'idealismo, per cogliere qua e là l’ idea archetipo di questo
genere. Dobbiamo invece seguire la catena degli avvenimenti, dai quali nella
nostra età, essendo stata introdotta una data maniera di sentire, di produrre,
e quindi di gustare e di propagare il bello, ne nacque un dato genere, il quale
si poté dire perciò un frutto di stagione di nostra età. Per quanto vogliamo
sottrarci dalla corrente, per quanto tentiamo di sollevarci al di sopra dell’ignoranza
e del mal gusto comune, noi saremo eternamente figli del tempo e del luogo in
cui viviamo. Il secolo posteriore riceve per una necessaria figliazione la sua
impronta dal secolo anteriore. E tutto ciò derivando primariamente dall'impero
della natura che opera nel tempo e nel luogo, ne verrà che il carattere filosofico,
comunque indipendente dalle vecchie regole dell'arte, perché flessibile,
progressivo, innovato dalla forza stessa della natura, e necessariamente
determinato, come è determinato il carattere degl’animali e delle piante, che
dallo stato selvaggio vengono trasportate allo stato domestico. Posto
tutto ciò, l'arbitrario nel carattere della filosofia cessa di per sé. Si puo allora
disputare bensì se il bello ideale coincide o no col bello volgare; se il gusto
corrente possa essere più elevato, più puro, più esteso; ma non si potrà più
disputare se le sorgenti di questo bello debbano essere la mitologia pagana
piuttosto che i fantasmi cristiani, i costumi cavallereschi piuttosto che gl’eroici,
le querce, i monti o i castelli gotici, piuttosto che gli archi trionfali, le
are e i templi romani. Il carattere attuale sarà determinato dall'età attuale e
dalla località. Vale a dire dal genio nazionale italiano eccitato e modificato
dalle attuali circostanze, il complesso delle quali forma parte di quella
suprema economia, colla quale la natura governa le nazioni della terra…
Finisco quest'articolo col pregare i miei concittadini a non voler imitare le
femminette di provincia in fatto di mode, e ad informarsi ben bene degli usi
della capitale. Leggano gli scritti teoretici, e soprattutto le produzioni
della filosofia settentrionale, e di leggieri si accorgeranno che se havvi in
essa qualche pizzo di romantica poesia, niuno si è mai avvisato né per teoria
né per pratica di essere né esclusivamente romantico né esclusivamente classico
nel senso che si dà ora abusivamente a queste denominazioni. Troveranno anzi
essersi trattati argomenti, e fatto uso di similitudini e di allusioni
mitologiche anche in un modo, che niun latino o romano o italiano antico
meridionale si sarebbe permesso. Il solo libro dell'Alemagna della signora di
Staël ne offre parecchi esempi. Il pretendere poi presso di noi il
dominio esclusivo classico, egli è lo stesso che volere una poesia italiana
morta, come una lingua italiana morta. Quando il tribunale del tempo decreta
questa pretensione, io parlo con coloro che la promossero. Durante il periodo
del Regno italico, e niziato massone nella Loggia "Reale Giuseppina"
di Milano, di cui fu in seguito Oratore e Maestro Venerabile. Fu Grande Esperto
all'atto della fondazione del Grande Oriente d'Italia, esponente di primo piano
della Massoneria di Palazzo Giustiniani, Grande Oratore aggiunto del Grande
Oriente d'Italia e in questa funzione autore di vari discorsi massonici. Saggi:
Genesi del diritto penale; Che cos'è uguaglianza; Che cos'è libertà,
Introduzione allo studio del diritto pubblico universale; Principi fondamentali
di diritto amministrativo, Della
costituzione di una monarchia nazionale rappresentativa, Dell'insegnamento
primitivo delle matematiche, Della condotta delle acque, Che cos'è la mente
sana?, Della suprema economia dell'umano sapere in relazione alla mente sana,
Suprema economia dell'umano sapere, Della ragion civile delle acque nella
rurale economia, Vedute fondamentali sull'arte logica, Dell'indole e dei
fattori dell'incivilimento con esempio del suo risorgimento in Italia,
Collezione degli articoli di economia politica e statistica e civile, Opere,
con annotazioni di Alessandro De Giorgi, vol. 1, Milano, Perelli e Mariani,
Opere, Milano, Perelli e Mariani, La scienza delle costituzioni, I Discorsi Libero-Muratori, L'Acacia
Massonica, Scritti filosofici, Milano, Ceschina, Scritti filosofici, Firenze,
Le Monnier); S. Stringari, Romagnosi fisico; F. Lanchester, Romagnosi
costituzionalista, Giornale di storia costituzionale, Macerata: EUM-Edizioni
Università di Macerata, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori,
Mimesis-Erasmo, Milano-Roma); Studi in onore, Milano, Giuffrè, Per conoscere
Romagnosi, Milano, Unicopli, E.A. Albertoni, La vita degli Stati e
l'incivilimento dei popoli nel pensiero politico di Gian Domenico Romagnosi,
Milano, Dott. A. Giuffrè Editore, 1979. Italo Mereu, L'antropologia
dell'incivilimento in G.D. Romagnosi e C. Cattaneo, Piacen za,
Pubblicazioni della Banca di Piacenza, Elio Palombi, Introduzione alla Genesi del
Diritto penale (Milano, Ipsoa, A. Tarantino, Natura delle cose e società
civile. Rosmini e Romagnosi, Roma, Edizioni Studium, Treccani Dizionario di
storia, Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, L'Unificazione,
Dizionario biografico degli italiani, Il contributo italiano alla storia del
Pensiero. Gian Domenico Romagnosi. Romagnosi. Keywords: scienza simbolica,
scienza simbolica degl’antichi romani, il vico di Romagnosi, la terza Roma, la
prima Roma, la prima eta, la terza eta, la logica di Genovese, la matematica,
Sacchi, Cattaneo, incivilamento, gl’italiani, la nazione italiana. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Romagnosi,"
per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51684466767/in/photolist-2mPpwbZ-2mLH24C-2mPE3Bq-2mKbpiZ
Romanoto be identified.
Grice e Roncaglia – alla palestra – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Roma), filosofo.
Studia a Roma e Firenze sotto Gregory e Maierù. Insegna a Tuscia e Roma. Si
dedica alla storia logica fra il Medioevo e Leibniz. Altri saggi: “Intero e frammentazione”
(Roma, Laterza,). Rivista di filosofia dell'intelligenza artificiale e scienze
cognitive; “Palaestra Rationis. Discussioni su natura della copula e modalità”
(Firenze: Olschki); Università Roma Tre. Dimissioni organi consultivi MiBACT.
Note a margine del concorso per 500 funzionari del Ministero Beni Culturali:
mezzo bibliotecario per ogni biblioteca? E la tutela di libri e manoscritti chi
la fa? Tuscia. Gino Roncaglia. Roncaglia. Keywords: palestra. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Roncaglia” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736744995/in/datetaken/1
Grice e Ronchi – filosofia della comunicazione –
filosofia italiana – By Luigi Speranza (Forlì). Flosofo. Si laurea a Bologna e conseguito il dottorato a
Milano sotto Sini. Insegna all’Aquila. Dirige “Filosofia al presente” per
Textus, di L’Aquila e “Canone Minore” per Mimesis Edizioni di Milano, cirige la
scuola di filosofia Praxis a Forlì. Si dedica alla passione (“Sapere
passionale”, Spirali, Milano) e alla questione della comunicazione intesa
filosoficamente come partecipazione alla verità e fondamento ontologico della
stessa pratica filosofica (“Teoria critica della comunicazione: dal modello
veicolare al modello conversativo” Mondatori, Milano, -- Grice: “I like ‘conversativo.”Almost
a Spoonerism for ‘conservative’!” --; “Filosofia della comunicazione. Il mondo
come resto e come teo-gonia” (Boringheri, Torino). Propone una revisione del modello veicolare o standard
della comunicazione e una critica al paradigma linguistico del vivente. Al
problema della raffigurazione e al suo rapporto col dicibile nel pensiero
occidentale antico, moderno e contemporaneo è invece dedicato “Il bastardo: figurazione
dell’invisibile e comunicazione indiretta” (Marinotti, Milano). Grice: “This
shows a distinction between ‘ingelese italianato.’ To call indirect
communication bastard would be a bit too much at Oxford!” --. Grazie ai suoi
studi su Bergson si è segnalato come una voce significativa della cosiddetta
“Bergson renaissance”. – cf. Grice, “Speranza e la cosidddetta “Grice
renaissance””. In “L’interpretazione” (Marietti, Genova) e “Una sintesi” (Marinotti, Milano) guarda a
Bergson come a un filosofo in grado di dare risposta a questioni tuttora aperte
del dibattito filosofico. Bergson non è un filosofo irrazionalista,
spiritualista, ostile alla scienza e ai suoi metodi. Per lui la filosofia è un
metodo rigorosamente empirista, che consente la massima precisione possibile
nella descrizione dei fenomeni. Bergson è anzi il filosofo che cerca di
emancipare la scienza da quanto di “metafisico” era ancora inconsapevolmente
presente nelle sue pratiche. Con le sue celebri nozioni di “durata” e di
“memoria” (cfr. Grice, “Personal identity: my debt to Bergson”) ha costruito un nuovo modello di
intelligibilità del divenire, alternativo a quello aristotelico, in grado
finalmente di spiegare, senza riduzionismi, il “vivente” quale e descritto
dalla biologia evoluzionista. Il pensiero bergsoniano è presentato come
uno snodo essenziale della filosofia del Novecento. La sua dirompente attualità
è mostrata attraverso un confronto sistematico con la fenomenologia,
l’esistenzialismo, l’ermeneutica, il pensiero della differenza e
l'epistemologia della complessità. Al tempo stesso però, Bergson è ricollocato dall’interno della
tradizione filosofica occidentale, come un capitolo, tra i più alti,
dell’indagine filosofica sulla natura: un capitolo che continua l’opera di quei
filosofi e di quei teologi che, dai neoplatonici a Cusano fino a Grice e Gentile,
hanno provato a pensare la natura come vita vivente e come divinità
immanente. Impegnato in una definizione e riabilitazione del filosofico
contro il pericolo della sua dismissione (“Come fare: per una resistenza
filosofica”, Feltrinelli, Milano), proprio grazie al confronto con Bergson e ai
filosofi “amici” di quest’ultimo (Grice, and Grice’s immediate sources: Gallie
and Broad), define la sua posizione
filosofica inscrivendola in una costellazione ben precisa, ancorché minoritaria
(“Canone minore: verso una filosofia della natura”, Feltrinelli, Milano).
Empirismo radicale, realismo speculativo e “pragmatica” “trascendentale” sono
le definizioni che, più di altre, esprimono il senso e la direzione della sua
ricerca, improntata com'è a criticare quella che chiama “la linea maggiore
della filosofia” e che definisce dualistica, soggettivistica e antropo-centrica.
In una parola: moderna. Da Kant sino a Derrida, la filosofia è stata
infatti caratterizzata dal primato accordato alla finitudine, alla contingenza,
all'intenzionalità griceiana, alla negazione e al linguaggio e la semiotica. La
filosofia di questa linea maggiore è, in fondo, un’antropo-logia cui oppone una
filosofia del processo radicalmente monista e immanentista che contesta la tesi
dell' "eccezione umana" e che non pone come apriori il principio
della correlazione soggetto-mondo (anche nella versione offertane
dall'ermeneutica e dalla fenomenologia). Alla svolta trascendentale kantiana è
opposta quella cosmologica whiteheadiana e, al dispositivo aristotelico
potenza/atto, dispositivo insufficiente a cogliere la natura naturans, la
nozione di gentiliana di “actus purus”. La linea minore della filosofia è,
infatti, anche e soprattutto una linea megarica che, alla potenza
logico-linguistica e umana troppo umana dei contrari, sostituisce una potenza
che non può non esercitarsi (sia essa quella dell’Uno di Plotino, della
sostanza di Spinoza o della durata di Bergson). La filosofia della linea minore
è una filosofia del processo (categoria che oppone all’aristotelica Kinesis)
che, pur confutando il nulla e il possibile come pseudo-problemi, non sacrifica
il carattere creativo e dinamico del reale. Il problema filosofico del rapporto
uno-moltida sempre al centro della riflessione cioè risolto nei termini di una
co-generazione reciproca fra i differenti per natura, in cui questa differenza
non di grado tra il principio e il principiato funziona come causa
dell’immediato essere uno dei molti ed esser molti dell’uno, ossia come la
causa di quella unità cangiante di tutte le cose che chiama “immanenza assoluta”. Altri
saggi: Luogo comune. Verso un'etica della scrittura (Bocconi) La scrittura
della verità. Per una genealogia della teoria (Jaca, Milano); – modello conversativo. Grice: “As I say, I
like ‘conversativo;’ perhaps I should adopt it! ‘conversative,’ rather than the
pompous ‘conversational’!). Liberopensiero. Lessico filosofico della contemporaneità
(Fandango, Roma); Brecht. Introduzione alla filosofia (et al., Correggio )
Zombie outbreak: la filosofia e i morti-viventi (Textus, L'Aquila ); Credere
nel reale (Feltrinelli, Milano); Dispositivi (Orthotes, Napoli) -- realismo speculativo,
Sini, Gentile. Ronchi. Keywords: filosofia della comunicazione, immanenza, in
defense of the minor league, natura naturans, Gentile, atto puro. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Ronchi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736047293/in/datetaken/
Rosatti Marcello
vitali rosatti --
Grice e Rosselli – il veintennio
fascista – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Important Italian philosopher. There
is a Rosselli Circle in Rome. Fu il teorico del "socialismo
liberale", un socialismo riformista non marxista direttamente ispirato dal
laburismo britannico e dalla tradizione storico-politica, italiana e non, del
radicalismo liberale e libertario. Fondò a Firenze il foglio clandestino Non
Mollare e nel 1926, insieme al socialista Pietro Nenni, la rivista milanese Il
Quarto Stato. Fonda il movimento antifascista Giustizia e Libertà, che combatté
per la Repubblica nella Guerra civile spagnola, all'interno della Colonna
Italiana Rosselli, costituita assieme agli anarchici. Ucciso in Francia insieme
con il fratello Nello da assassini legati al regime fascista. Da un'agiata
famiglia, figlio del livornese Giuseppe Emanuele "Joe" Rosselli e
della veneziana Amelia Pincherle, sorella di C. Pincherle, architetto e
pittore, oltreché padre dello scrittore A. Moravia. Sia la famiglia paterna che
quella materna, fermamente legate agli ideali repubblicani e mazziniani, erano
state politicamente attive, avendo partecipato alle vicende del Risorgimento
italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura moglie di Ernesto
Nathan (Sindaco di Roma), fu un seguace e stretto collaboratore di Giuseppe
Mazzini nei suoi ultimi anni di vita (morì difatti in clandestinità nella sua
casa pisana) ed un Pincherle fu nominato ministro durante la breve esperienza
della Repubblica di San Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito d'una
massiccia insurrezione anti-asburgica guidata da D. Manin e N. Tommaseo.
I Rosselli avevano abitato per un considerevole periodo a Vienna, dove Giuseppe
Emanuele studia composizione musicale e dove e nato il primogenito Aldo
Sabatino. In seguito, si trasferirono a Roma, dove il padre, rinunciando alle
sue aspirazioni artistiche, si dedica alla vita mondana, mentre la madre
ottenne dei discreti successi come autrice di drammi teatrali. Qui, dopo la
propria nascita, venne alla luce Sabatino Enrico "Nello". I due
coniugi si separarono. Le condizioni economiche della famiglia hanno subito un
grave tracollo a causa della leggerezza del padre. Amelia si trasferì con i
suoi tre figli a Firenze, dove frequentarono le scuole. Mostra in quel periodo
poco interesse per gli studi e la madre lo ritira dal ginnasio, facendogli
frequentare la scuola tecnica. L'entrata in guerra dell'Italia fu accolta con
entusiasmo dai Rosselli, decisamente interventisti. Il fratello Aldo e arruolato
come ufficiale di fanteria e muore in combattimento ricevendo una medaglia
d'argento alla memoria. Collabora al foglio di propaganda «Noi giovani»,
fondato da Nello, anche se l'editoriale Il nostro programma, che apre in
gennaio il primo numero del giornale, e redatto con buone probabilità. Il
manifesto, che l'ingenuità di due ragazzi indirizza verso una fiduciosa
speranza in un mondo migliore, propone sin da allora alcuni tratti fondamentali
della sua personalità, ossia un amore incondizionato per l'umanità e la spinta
all'azione nel solco dello spirito mazziniano, che lo inserisce nel filone
dell'interventismo democratico. Per «Noi giovani», licenza i primi articoli,
uno sulla rivoluzione russa, il secondo sull'entrata in guerra degli Stati
Uniti. Il primo saggio, “Libera Russia”, esalta il risveglio del paese di
Gorkij, Tolstoj e Dostoevskij, supremi interpreti di un rinnovamento in atto
già dal secolo precedente, per cui la rivoluzione non e che il punto culminante
di una lunga preparazione all'avvento di una società più giusta. Vi e tutta una
massa che sale lentamente, inesorabilmente. La marcia si puo ritardare ma non
impedire. Dei recentissimi eventi, inoltre, viene esaltata la componente
pacifica, la loro attuazione relativamente non violenta. Il saggio Wilson
mostra tutta la fiducia nutrita per l'uomo che definì il conflitto come “a war
to end wars” (una guerra per porre fine
alle guerre), uno slogan che rappresenta bene le sue speranze di e di tutta la
famiglia Rosselli. E chiamato alle armi. Frequenta a Caserta il corso
allievi ufficiali e venne assegnato a un battaglione di alpini in Valtellina.
La guerra finisce senza che egli avesse dovuto sottomettersi al battesimo del
fuoco e venne congedato col grado di tenente. Il contatto con militari e molto
importante per lui. Apprezza la massa furon posti in grado di comprendere tante
cose che sarebbero loro certamente sfuggite nel loro isolamento di classe o di
professione. Diplomatosi all'Istituto tecnico, si iscrive a Firenze al corso di
Scienze sociali, laureandosi a pieni voti con una tesi sul sindacalismo e si
prepara a sostenere anche gli esami di maturità classica per ottenere il
diritto di frequentare altri corsi universitari. Tramite il fratello Nello
conosce G. Salvemini, professore a Firenze, che e da allora un costante punto
di riferimento per entrambi i fratelli. Gli fa rivedere il suo saggio sul
sindacalismo rivoluzionarioi, chei giudica non un saggio critico, equilibrato,
sostanzioso, ma in essa e incapsulata un'idea fondamentale: la ricerca di un
socialismo che fa sua la dottrina liberale e non la ripudiasse. Savvicina al
Partito Socialista Italiano, simpatizzando, in contrapposizione all'allora
maggioritaria corrente massimalista di G. Serrati, per quella riformista di F. Turati,
che egli ha poi modo di conoscere personalmente a Livorno durante lo
svolgimento del Congresso del Partito, che sance la definitiva scissione
dell'ala di sinistra interna filo-bolscevica che prenderà il nome di Partito
Comunista d'Italia, e scrive svariati articoli per “Critica Sociale”. Mussolini
sale al potere. I riformisti di Turati sono espulsi dal Partito Socialista
Italiano. Si trasfere a Torino, dove frequenta il gruppo della “Rivoluzione
liberale», in quel momento fortemente impegnata in senso anti-fascista, e con
la quale incomincia a collaborare. Conosce G. Matteotti, del “Partito
Socialista Unitario”, nel quale erano confluiti P. Gobetti e la componente
riformista espulsa dal Partitot Socialista Italiano. E. Rossi. A Firenze,
il gruppo dei socialisti liberali che si raccoglie intorno alla figura
carismatica di Salvemini inaugura il Circolo di Cultura. Oltre ai Rosselli vi sono
P. Calamandrei, E. Finzi, G. Frontali, P. Jahier, L. Limentani, A. Niccoli ed E.
Rossi. Gli ex-combattenti del circolo adereno all'associazione anti-fascista “Italia
libera”. Si laurea a Siena, con “Prime linee di una teoria economica dei
sindacati operai” e parte per Londra, stimolato dal desiderio di conoscere la
capitale del laburismo, di seguire i seminari dei Fabiani e di assistere, a
Plymouth, al congresso delle unioni operaie. A Londra vi e anche Salvemini, che
tene un corso sulla storia della politica estera italiana al
King's. Tornato in Italia grazie anche ai buoni uffici di Salvemini, si
impiega come assistente volontario a Milano. Prosegue la sua collaborazione a “Critica
Sociale” di Turati. Vi pubblica un articolo, invitando il Partito socialista a
rompere con il marxismo, che giudicava espressione di cieco e tortuoso
dogmatismo, per mettersi piuttosto sulla linea di un sano empirismo all'inglese.
Collabora con la rivista del Partito Socialista Unitario, «Libertà», scrivendo
proprio un saggio sul movimento laburista inglese. Dopo il delitto Matteotti s'iscrisse
al Partito Socialista Unitario. Spera invano che in Italia si costituisse una
seria opposizione anti-fascista moderata in grado di offrire un'alternativa
politica alla borghesia che guarda con simpatia al fascismo: una di queste
avrebbe potuto essere l'Unione democratica nazionale di G. Amendola, alla quale
adere il fratello Nello. D’Inghilterra invia al giornale del Partito Socialista
Unitario la «Giustizia», le corrispondenze sull'evolversi della situazione
politica inglese, successiva alla vittoria elettorale dei conservatori e alla
rottura dell'alleanza tra laburisti e liberali. E pessimista sulle
condizioni politiche dell'Italia. La secessione aventiniana non produce
effetti, con i suoi sterili tentativi di accordo con il re, con i generali e i
fascisti dissidenti. Del resto i fascisti stano re-agendo e lo dimostrano anche
devastando il Circolo di Cultura di Salvemini che, come non basta, venne chiuso
dal prefetto con una singolare motivazione. L sua attività provoca il giusto
risentimento del partito dominante. Lasciato l'incarico a Milano, insegna a Genova.
Scrisse a Salvemini. Forse non ha apparentemente alcuna positiva efficacia, ma
io sento che abbiamo da assolvere una grande funzione, dando esempi di
carattere e di forza morale alla generazione che viene dopo di noi. Appare così
con la collaborazione di E. Rossi, G. Salvemini, P. Calamandrei, N. Traquandi,
D. Vannucci e di Nello Rosselli, che ne ha proposto il nome, il foglio
clandestino “Non Mollare”. Alcuni redattori della rivista Non Mollare sono N.Traquandi,
T. Ramorino, C. Rosselli, E. Rossi, L. Emery, N. Rosselli. La denuncia di un
tipografo provoca la repressione e la dispersione di alcuni tra i redattori del
foglio. E. Rossi riusce a fuggire a Parigi, il Vannucci in Brasile, Salvemini e
arrestato a Roma e denunciato per vilipendio del governo fascista. In attesa
del processo, messo in libertà provvisoria, a causa delle minacce dei fascisti,
a passò la notte a Firenze, in casa dei Rosselli, che non sono ancora fra i
sospettati. Gli squadristi però, venuti a conoscenza del fatto, devastano
l'abitazione il giorno dopo. Scrive Rosselli a G. Ansaldo. Io sono di ottimo
umore e l'altra sera ho financo bevuto alla distruzione compiuta! Se i signori
fascisti non hanno altri moccoli, possono andare a dormire. Aspetteranno a
lungo la mia rinuncia alla lotta. Ormai preso di mira dai fascisti, e aggredito
a Genova mentre si recava all'Università e poi disturbato durante la sua
lezione, con la richiesta del suo allontanamento. Si attiva infine lo stesso
Ministro dell'economia, G Belluzzo, che chiese il suo licenziamento. A questo
punto, prefere dimettersi. Pochi giorni dopo, ia Firenze, sposò con rito
civile Marion Catherine Cave, una laburista venuta a Firenze a insegnare nel
British Institute, conosciuta da Rosselli al Circolo della Cultura
salveminiano. Lapide commemorativa: «In via Ancona 2 vive il martire
antifascista e qui ebbe sede la redazione del Quarto Stato rivista socialista a
difesa della libertà e della democrazia. I due sposi viveno a Milano, dove fonda
con P. Nenni la rivista «Il Quarto Stato. La rivista ha vita breve, venendo
chiusa con l'entrata in vigore della legge sui provvedimenti per la difesa
dello stato fascista italiano. Scopo della pubblicazione e il tentativo di
rappresentare un punto d'incontro di tutte le forze socialiste e di sviluppare
temi di politica culturale al cui centro e il perfezionamento degl’uomini e
l'elevamento della vita dei cittadini. Con C. Treves e G. Saragat costitue
un triumvirato che, costitue clandestinamente il Partito Socialista dei
Lavoratori Italiani, che prese il posto del Partito Socialista Unitario,
sciolto d'imperio dal regime fascista a causa del fallito attentato a Mussolini
da parte del suo iscritto T. Zaniboni. L. Bova, Filippo Turati, Carlo Rosselli,
Sandro Pertini e Ferruccio Parri a Calvi in Corsica dopo la fuga in motoscafo
da Savona. Oganizza con I. Oxilia, S. Pertini e F. Parri l'espatrio di F.
Turati a Calvi in Corsica, con un motoscafo partito da Savona. Mentre Turati,
Pertini e Oxilia proseguirono per Nizza, Parri e Rosselli, ritornati con il
motoscafo a Marina di Carrara, sono arrestati, nonostante tentassero di
sostenere di essere reduci da una gita di piacere. E accusato anche di
aver favorito la fuga di G. Ansaldo, di C. Silvestri, di C. Treves e di G. Saragat.
Venne detenuto nelle carceri di Como poi
inviato al confino di Lipari in attesa del processo. Quando e ricondotto
da Lipari a Savona per essere processato, nell'isola siciliana giunge il
fratello Nello, condannato a 5 anni di confino. Al processo si difese
attaccando il regime fascista. Il responsabile primo e unico, che la coscienza
degli uomini liberi incrimina è il fascismo che con la legge del bastone,
strumento della sua potenza e della sua nemesi, inchioda in servitù milioni di
cittadini, gettandoli nella tragica alternativa della supina acquiescenza o
della fame o dell'esilio. La sentenza, rispetto alle previsioni, e mite: dieci
mesi di reclusione e, avendone già scontati otto, avrebbe potuto essere presto
libero. Ma le nuove leggi speciali permisero alla polizia di infliggergli altri
3 anni di confino da scontare a Lipari. La vita al confino trascorrecon le
letture di Benedetto Croce, di Rodolfo Mondolfo, dell'epistolario di Marx ed
Engels e di Imanuele Kant. Intanto, si prepara la fuga, che venne
organizzata dall'amico di Salvemini A. Tarchiani. Evase da Lipari con F.
Nitti ed E. Lussu, con un motoscafo guidato dall'amico Italo Oxilia diretto in
Tunisia, da cui poi i fuggiaschi raggiunsero la Francia. F. Nitti
narra l'avventurosa evasione in “Le
nostre prigioni e la nostra evasione”, mentre Rosselli racconta le vicende del
confino e dell'evasione in “Fuga in quattro tempi”. A Parigi, con Lussu, Nitti,
e un gruppo di fuoriusciti organizzati da Salvemini, e fra i fondatori del
movimento anti-fascista "Giustizia e Libertà". :Giustizia e Liberta” pubblica
diversi numeri della rivista e dei quaderni omonimi ed e attiva nell'organizzazione di diverse azioni
dimostrative, tra cui il volo sopra Milano di Bassanesi. Critica appassionatamente
il marxismo ortodosso, colonna portante della stragrande maggioranza dei vari
schieramenti politici socialisti. Il socialismo liberale propugnato da lui si
caratterizza quale una creativa sintesi della tradizione del marxismo
revisionista, democratico e riformista (quello, tra gli altri, di Bernstein, W.
Sombart, Turati e Treves), ed il socialismo non marxista, libertario e de-centralista
(come quello di F. Merlino, Salvemini, G. Cole, R. Tawney e O. Jászi). Attacca dirompente contro lo stalinismo della
Terza Internazionale che, con la formula del socialfascismo accomuna socialdemocrazia, liberalismo borghese e
fascismo. Non stupisce perciò che uno fra i più importanti stalinisti, P.Togliatti,
define il socialismo liberale un
"magro libello anti-socialista" e Rosselli un ideologo reazionario
che nessuna cosa lega alla classe operaia. Giustizia e Libertà adere alla Concentrazione Anti-Fascista, unione di
tutte le forze anti-fasciste non comuniste (repubblicani, socialisti, CGL) che
intende promuovere e coordinare ogni possibile azione di lotta al fascismo. Pubblica
i "Quaderni di Giustizia e Libertà". Dopo l'avvento del nazismo
in Germania Giustizia e Liberta sostenne la necessità di una rivoluzione
preventiva per rovesciare i regimi fascista e nazista prima che questi
portassero a una nuova tragica guerra, che a Giustizia e Liberta sembra l'inevitabile
destino dei due regimi. Bandiera della Colonna Italiana, nota anche come
Centuria Giustizia e Libertà, che sostenne i repubblicani nella guerra civile
spagnola. Scoppie in Spagna la guerra civile tra i rivoltosi dell'esercito
filo-monarchico, che effettuarono un colpo di stato, e il legittimo governo
repubblicano del Fronte Popolare di ispirazione marxista. E subito attivo nel
sostegno alle forze repubblicane, criticando l'immobilismo di Francia e
Inghilterra. Fascisti e nazisti aiutano F. Franco con uomini e armi agli
insorti. Combatte la sua prima battaglia. Cerca poi di costituire un vero
e proprio battaglione (intitolato a G. Matteotti). La prima formazione
italiana, che prende poi, dopo l'uccisione dei due fratelli, il nome di Colonna
Italiana Rosselli, annovera tra i 50 e i 150 uomini, reclutati fra gli esuli
italiani in Francia dal movimento Giustizia e Libertà e dal Comitato Anarchico
Italiano. Tra questi c'erano anche gli anarchici U. Marzocchi e C. Berneri. U.
Marzocchi scrive sulla comune esperienza antifascista di anarchici e di
militanti di Giustizia e Libertà, "Carlo Rosselli e gli
anarchici". In un discorso, pronuncia la frase che poi diverrà il
motto degli antifascisti italiani: "Oggi qui, domani in Italia". È
con questa speranza segreta che siamo accorsi in Ispagna. Oggi qui, domani in
Italia. Fratelli, compagni italiani, ascoltate. È un volontario italiano che vi
parla dalla Radio. Non prestate fede alle notizie bugiarde della stampa
fascista, che dipinge i rivoluzionari come orde di pazzi sanguinari alla
vigilia della sconfitta. A contrasti con gl’anarchici si dimette da comandante
della Colonna e fonda il battaglione Matteotti. Soggiorna a
Bagnoles-de-l'Orne per delle cure termali, dove fu raggiunto dal fratello. Sono
uccisi da una squadra di cagoulards, miliziani della Cagoule, formazione
eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e
di G. Ciano. Con un pretesto sono fatti scendere dall'automobile, poi colpiti
da raffiche di pistola. Carlo muore sul colpo, Nello (colpito per primo) venne
finito con un'arma da taglio.. I corpi vennero trovati due giorni dopo. I
colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti a essere
prosciolti. Sono sepolti nel cimitero monumentale parigino del Père
Lachaise. I familiari ne traslarono le salme in Italia, a Trespiano. Salvemini
tenne il discorso commemorativo alla presenza del presidente della Repubblica. La
tomba riporta il simbolo della spada di fiamma, emblema di GL, e l'epitaffio
scritto da Calamandrei. Giustizia e liberta. Per questo morirono per questo
vivono. L'unico suo saggio pubblicato mentre era in vita è
"Socialismo liberale", scritto durante il confino a Lipari, in una
situazione di semi-prigionia. Questo saggio si pone in una posizione eretica
rispetto ai partiti della sinistra italiana del suo tempo -- per i quali Il
Capitale di Marx, variamente interpretato, era ancora considerato come la
Bibbia. Indubbiamente è presente l'influsso del laburismo inglese, da lui ben
conosciuto. In seguito ai successi elettorali del partito laburista, Rosselli
era infatti convinto che l'insieme delle regole della democrazia liberale
fossero essenziali non solo per raggiungere il socialismo, ma anche per la sua
concreta realizzazione (mentre nella tattica leninista queste regole, una volta
preso il potere, debbono essere accantonate): pertanto, la sintesi del pensiero
rosselliano è: "il liberalismo come metodo, il socialismo come
fine". C. Pisacane, L'idea di rivoluzione propria della dottrina
marxista era fondata sulla concezione della dittatura del proletariato (che, in
realtà, già ai tempi di Rosselli si sta traducendo, in Unione Sovietica, nella
dittatura del vertice di un solo partito). Essa viene respinta da Rosselli, a
favore di una rivoluzione che, come si nota nel programma di GL, è un sistema
coerente di riforme strutturali mirate alla costruzione di un sistema
socialista che non rinnega, ma anzi esalta, la libertà individuale e
associativa. Nella riflessione degli ultimi anni, Rosselli, alla luce
dell'esperienza spagnola (difesa dell'organizzazione sociale di Barcellona
compiuta dagli anarchici durante la guerra civile) e dell'avanzata del nazismo,
radicalizza le sue posizioni libertarie. Rosselli, influenzato dalle idee
di Mazzini e di Carlo Pisacane, propugna il socialismo liberale: il fine è il
socialismo, il metodo il liberalismo, un metodo che garantisce la democrazia e
l'autogoverno dei cittadini. Il liberalismo deve svolgere una funzione
democratica, il "metodo liberale" è il complesso di regole del gioco
che tutte le parti in lotta si impegnano a rispettare, regole dirette ad
assicurare la pacifica convivenza dei cittadini, delle classi, degli Stati, a
contenere le lotte (peraltro desiderabili se limitate). La violenza è
giustificabile come risposta ad altra violenza (per questo era giusta la lotta
contro il franchismo e sarebbe stata auspicabile in Italia una rivoluzione
violenta in risposta al fascismo); il socialismo è una logica conclusione del
liberalismo: socialismo significa libertà per tutti. Rosselli ha fiducia che la
classe del futuro sarà la classe proletaria, la borghesia deve fare da guida al
proletariato: il fine è la libertà per tutte le classi. Archivio Rosselli
Bio, su archiviorosselli. N. Tranfaglia,
Dall'interventismo a Giustizia e Libertà, Bari, Laterza, Il Circolo di Cultura fu rifondato a
liberazione di Firenze appena avvenuta, per iniziativa del Partito d'Azione e
dei soci superstiti e intitolato ai Fratelli Rosselli. Assunse così il nome di
Circolo di Cultura Politica Fratelli Rosselli. La sua prima manifestazione fu
presieduta da P. Calamandrei. Con questo nome è tuttora operante a Firenze. Con
decreto del Presidente della Repubblica è stata costituita ed eretta in Ente
Morale la Fondazione Circolo Rosselli per sostenerne l'attività. A. Martino: Fuorusciti e confinati dopo
l'espatrio clandestino di Filippo Turati nelle carte della R. Questura di
Savona in Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria, Savona, e
Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R.Questura, Gruppo
editoriale L'espresso, Roma. Commissione di Milano, ordinanza contro lui (“Intensa
attività antifascista; tra gli ideatori del giornale clandestino Non Mollare
uscito a Firenze. Favoreggiamento nell'espatrio di Turati e Pertini”). In: A.
Pont, S. Carolini, L'Italia al confine, Le ordinanze di assegnazione al confino
emesse dalle Commissioni provinciali, Milano, ANPPIA, La Pietra, Cfr. Commissione di Firenze, ordinanza contro
N. Rosselli (“Attività antifascista”). In: A. Pont, S. Carolini, L'Italia al
confino Le ordinanze di assegnazione al
confino emesse dalle Commissioni provinciali, Milano, ANPPIA, La Pietra, Cfr. La storia
sotto inchiesta: Fuga da Lipari, un esilio per la liberta trasmesso da Rai
Storia. Il discorso di Rosselli su Romacivica.net in. G. Fiori,
Casa Rosselli, Einaudi); M. Franzinelli, “Il delitto Rosselli”; “Anatomia di un
omicidio politico, Mondadori, Milano). Altre saggi: “Oggi in Spagna, domani in
Italia” (Einaudi, Torino); “Scritti politici e autobiografici (Polis, Napoli, Z.
Ciuffoletti e V. Caciulli (Lacaita, Manduria); Lettere G. Salvemini, N.
Tranfaglia, «Annali della Fondazione Luigi Einaudi, Torino); “Socialismo
liberale” (Einaudi); Il Quarto Stato» di P. Nenni e Rosselli, D. Zucàro,
SugarCo, Milano, Epistolario familiar, iSugarCo, Milano); Socialismo liberale,
J. Rosselli (Einaudi, Torino); Socialismo liberale, J. Rosselli, introduzione e
commento di N. Bobbio, «Attualità del socialismo liberale» e «Tradizione ed
eredità del liberalsocialismo», Einaudi Tascabili. Saggi, 1Scritti dell'esilio.
I. «Giustizia e libertà» e la concentrazione antifascista Costanzo Casucci,
Collana Opere scelte” (Einaudi, Torino); “Scritti politici, Z. Ciuffoletti e P.
Bagnoli, Guida, Napoli, -- una grossa anteprima del libri consultabile in rete.
Scritti dell'esilio. Lo scioglimento della concentrazione antifascista, C. Casucci,
Einaudi, Torino; Liberalismo socialista e socialismo liberale, N. Terraciano
(Galzerano, Casalvelino Scalo), Giustizia e libertà, Giuliana Limiti e Mario di
Napoli, prefazione di Pietro Larizza, Roma, con la tesi sul sindacalismo (Firenze).
Scritti scelti, G. Furiozzi, “Quaderni del Circolo Rosselli”, Alinea Editrice,
Firenze); G. Salvemini, Scritti Vari", G. Agosti e A. Garrone,
Feltrinelli, Milano, Opere scelte, Cultura e società nella formazione, buona
anteprima del pensiero di Salvemini con i rapporti e la grangia politica
correlata R. Gremmo "Alla Cagoule" Silenzi e segreti d'un oscuro
delitto politico. Storia Ribelle, Biella. A. Garosci, "Vita di Carlo
Rosselli", U, Roma, Giustizia e Libertà, A. Levi, "Ricordi” La Nuova
Italia, Firenze («Quaderni del Ponte»). S. Merli, "Il dibattito socialista
sotto il fascismo. Lettere di R. Morandi, Rivista storica del socialismo», ricompreso
in Id., "Fronte antifascista e politica di classe. Socialisti e comunisti
in Italia, De Donato, Bari, Movimento
operaio; N. Tranfaglia, "Dall'interventismo all'antifascismo",
«Dialoghi del XX», Cfr. il n. 8. informazioni su volume "Rosselli e
l'Aventino: l'eredità di Giacomo Matteotti", «Il movimento di liberazione
in Italia», Cfr. stralcio di "L’Aventino. L'opposizione diventava per la
prima volta opposizione, minoranza; come minoranza, avrebbe potuto darsi una
psicologia virile, d'attacco. Ma aveva troppi ex nelle sue file, era troppo
appesantita da uomini che avevano gustato le gioie del potere e della
popolarità.» «Fu questo il miracolismo dell'Aventino. Credere di poter
vincere con le armi legali l'avversario che ha già vinto sul terreno della
forza. Pregustare le gioie del trionfo mentre si riceve la botta più dura. Evitare
tutti i problemi. Gobetti dice. L’Aventino ha un mito, il mito della
cautela" -- sperando che la borghesia dimentichi Quanto alle masse
popolari, che si mostravano nei primi giorni in stato di effervescenza, guai a
chi avesse tentato metterle in movimento! Solo i comunisti e le minoranze
giovani chiesero lo sciopero generale. Ma le opposizioni non vollero, per non
spaventare la borghesia e il sovrano. Carlo Rosselli dall'interventismo a
«Giustizia e Libertà»" (Laterza, Bari, Biblioteca di cultura moderna); in
appendice: scritti di Carlo Rosselli e Lettera di Carlo Rosselli a P. Nenni; "Dal
processo di Savona alla fondazione di Gustizia e Liberta, Le fonti di «Socialismo
liberale»", «Il movimento di liberazione in Italia», M. Lolli, "Alcuni appunti per una lettura
del «Socialismo liberale» di Rosselli", «Il pensiero politico», Santi
Fedele, "Lo «Schema di programma» di «Giustizia e Libertà», Belfagor, P. Bagnoli,
"L'esperienza liberale di Carlo Rosselli,, Italia Contemporanea, L'antifascismo
rivoluzionario dei «Quaderni di Giustizia e Libertà»", «Ricerche Storiche»,
Santi Fedele, "Storia della concentrazione anti-fascista prefazione di N. Tranfaglia, Feltrinelli, Milano); M. Garbari,
"I «vinti» della Resistenza. Nel quarantesimo del sacrificio di Carlo e
Nello Rosselli", «Studi Trentini di Scienze Storiche», a"«Quarto
Stato» di Pietro Nenni e Rosselli", Tavola rotonda fra R. Bauer, U.
Grimaldi, G. Spadolini, D. Zucàro, «Critica Sociale», L. Valiani, "Il
pensiero e l'azione”, Nuova Antologia, N. Tranfaglia, "L'anti-fascismo",
«Mondo Operaio», R. Vivarelli, "Gaetano Salvemini", «Il pensiero
politico», Poi compreso Giovanni Spadolini, "Carlo Rosselli nella lotta
per la libertà", con lettere tra Egidio Reale e Carlo Rosselli, «Nuova
Antologia», A. Colombo, "Carlo
Rosselli e il «Quarto Stato»", «Nord e Sud», "Giustizia e Libertà
nella lotta antifascista e nella storia d'Italia", Atti del convegno
internazionale organizzato a Firenze dall'Istituto storico della Resistenza in
Toscana, dalla Giunta regionale toscana, dal Comune di Firenze, dalla Provincia
di Firenze, La Nuova Italia, Firenze); R. Bauer, "Carlo Rosselli e la nascita di GL
in Italia". J. Petersen, "Giustizia e Libertà in Germania".
Pierre Guillen, "La risonanza in Francia dell'azione di GL e
dell'assassinio dei Rosselli". F. Rosengarten, "Carlo Rosselli e
Silvio Trentin, teorici della rivoluzione italiana". M. Salvadori,
"Giellisti e loro amici degli Stati Uniti durante la seconda guerra
mondiale". Santi Fedele, "Giellisti e socialisti dalla fondazione di
GL alla politica dei fronti popolari". Pier Giorgio Zunino,
"Giustizia e Libertà e i cattolici". A. Garosci, "Le diverse
fasi dell'intervento di Giustizia e Libertà; U. Marzocchi, “Gli’anarchici";
citazione sottostante da un articolo di U. Finetti «Infatti considera una
barbarie le stragi di anarchici in Catalogna, tra cui l'uccisione di C. Berneri,
l'anarchico che lo affiancava nella guida della Prima colonna italiana formata
da tremila anti-fascisti, i primi accorsi” e si ricorda, nel prosieguo, anche
la ferma presa di posizione delle Brigate partigiane di Giustizia e Libertà
quando E. Canzi e rimosso da comandante unico della XIII zona operante nel
piacentino e grazie a questa presa di posizione e reintegrato dopo un breve
arresto. Le Brigate partigiane di Giustizia e Libertà sono in gran parte influenzate dal pensiero di
Rosselli. U. Tommasini, "Testimonianza -- L'eredità di Giustizia e Libertà". M. Piane,
"Rapporti tra socialismo liberale e liberalsocialismo". T. Codignola,
“Giustizia e Liberta e Partito d'azione". N. Tranfaglia, "C. Rosselli",
in "Il movimento operaio italiano; “Dizionario biografico", F. Andreucci
e T. Detti, Editori, Roma, A. Colombo,
"C. Rosselli e il socialismo liberale",
«Il Politico», P. Bagnoli, "Di un dissidio in «Giustizia e Libertà».
Lettere di M. Levi, R. Giua, N. Chiaromonte, A. Garosci «Mezzosecolo», n. 3, Centro studi Piero
Gobetti, Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, Archivio Nazionale
Cinematografico della Resistenza, Annali 1Luigi Cirillo, "Il socialismo",
Fasano, Cosenza); E. Lussu,
"Lettere e altri scritti di
«Giustizia e Libertà»", M. Brigaglia, Editrice Libreria Dessì, Sassari.informazioni
su Storia della Sardegna di Manlio Brigaglia, son presenti correlazioni fra i
succitati personaggi. "Le componenti mazziniana e cattaneanea in Salvemini
e nei Rosselli. G. Belloni", Convegno, Domus Mazziniana, Pisa. Arti
Grafiche Pacini & Mariotti, Pisa, Comprende: A. Colombo, "Il «Quarto
Stato»" A. Varni, "Derivazioni mazziniane nella concezione sindacalista
di Carlo Rosselli", Lucio Ceva, "Aspetti politici dell'azione di
Carlo Rosselli in Spagna", G.
Tramarollo, "Rosselli e la gioventù del regime", Paolo Bagnoli, "Il revisionismo
rosselliano", in "Guida alla storia del PSI. La ripresa del pensiero
socialista tra eresia e tradizione", M. Talluri, «Quaderni del Circolo
Rosselli», Giuseppe Galasso, "La democrazia da Cattaneo a Rosselli",
Le Monnier, Firenze («Quaderni di storia», A. Rosselli, Una tragedia italiana" (Bompiani,
Milano); F. Kostner, "Carlo Rosselli e il suo socialismo liberale",
Lalli, Poggibonsi, Linee politiche; P. Bagnoli, "Tra pensiero politico e
azione", Passigli, Firenze, A. Colombo, "Carlo Rosselli e il
socialismo liberale", in "Padri della patria. Protagonisti e testimoni
di un'altra Italia", FrancoAngeli, Milano, («Ricerche storiche» ). Franco
Invernici, "L'alternativa di «Giustizia e Libertà». Economia e politica
nei progetti del gruppo di Carlo Rosselli", Angeli, Milano («Studi e
ricerche storiche»). L. Valiani, "Da Mazzini alla lotta di
liberazione", «Nuova Antologia», D. Scacchi, A. Colombo, presentazione di G. Spadolini,
Casagrande, Lugano, («Quaderni europei»,
I). R. Vivarelli, "Le ragioni di un comune impegno. Ricordando Gaetano
Salvemini, Carlo e Nello Rosselli, E. Rossi", «Rivista Storica Italiana», G. Spadolini,
"Carlo e Nello Rosselli. Le radici mazziniane del loro pensiero",
Passigli, Firenze, 1 («Letture Rosselli», 2). C. Malandrino, "Socialismo e
libertà. Autonomie, federalismo, Europa da Rosselli a Silone" (Angeli,
Milano); F. Bandini, "Il cono d'ombra. Chi armò la mano degli assassini
dei fratelli Rosselli", SugarCo, Milano, Arturo Colombo, "I Rosselli,
due guardiani per l'albero della libertà",, "Voci e volti della
democrazia. Cultura e impegno civile da Gobetti a Bauer", Le Monnier,
Firenze («Quaderni di storia»), Nel nome dei Rosselli. Quaderni del Circolo
Rosselli», Angeli, Milano, G. Muzzi.
"A più voci, G. Arfé, C. Casucci, A. Garosci, F. Malgeri, L. Rapone,
Scritti dell'esilio", Il Ponte, Il carteggio dei Rosselli con Carlo
Silvestri", G. Gabrielli, «Storia Contemporanea», Santi Fedele, "E
verrà un'altra Italia. Politica e cultura nei «Quaderni di Giustizia e
Libertà»" (Angeli, Milano, Collana di Fondazione di studi storici F. Turati);
Z. Ciuffoletti, Il mito della rivoluzione russa e il comunismo", in
"Socialismo e Comunismo, Il Ponte, Paolo
Bagnoli, "La lezione rosselliana, La nuova storia. Politica e cultura alla
ricerca del socialismo liberale, Festina Lente, FNicola Tranfaglia, "Sul
socialismo liberale"; "Dilemmi del liberalsocialismo", M.
Bovero, V. Mura, F. Sbarberi, La Nuova Italia, Roma, («Studi Superiori, Scienze Sociali»). Atti del convegno
"Liberalsocialismo: ossimoro o sintesi?", organizzato ad Alghero Dipartimento
di Economia istituzioni e società dell'Università Sassari. -- fu pubblicato il
primo numero di “Libertà”, periodico legato all'ala socialista del movimento
antifascista, il sottotitolo fu la frase di Marx ed Engels: Alla società
borghese, con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe, subentrerà
un'associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno sarà la condizione
del libero sviluppo di tutti e, su invito C. Treves, R. Mondolfo e A. Levi,
Rosselli scrive un articolo “Il partito del lavoro in Inghilterra” che fu
pubblicato sul numero tre in cui Rosselli riafferma una parte del suo pensiero
del periodo. Il partito laburista in base agli elementi che lo compongono può
definirsi come una federazione di gruppi economici e di gruppi politici. In
realtà è l'organizzazione politica federativa ed associativa del movimento
operaio più vecchio e potente del mondo.» S. Suppa, "Note su Carlo Rosselli:
temi per due tradizioni", in I volume "dilemmi del liberalsocialismo,
Del Puppo D., Il Quarto Stato, L'attualità di Carlo Rosselli e del socialismo
liberale. Dialoghi tra: G. Bosetti, V. Foa, S. Maffettone, E. Marzo, N. Tranfaglia,
Supplemento a di Croce Via, Edizioni Italiane, Napoli, Atti del dibattito svoltosi
a Napoli in occasione della
presentazione italiana del volume "Liberal socialism", lavoro di
Nadia Urbinati, tradotto da William McCuaig, Princeton University Press, Princenton
Nadia Urbinati, "La democrazia come fede comune", «il Vieusseux», P. Bagnoli,
Rosselli, "Piero Gobetti e la rivoluzione democratica. Uomini e idee tra
liberalismo e socialismo", La Nuova Italia, Firenze («Biblioteca di
Storia», 55). Costanzo Casucci, "La caratteristica ", con un
vademecum, «Belfagor», Simone Visciola,
Giuseppe Limone, "I Rosselli. Eresia creativa, eredità originale",
Napoli, Guida, Piero Graglia, "Unità europea e federalismo. Da Giustizia e
Libertà ad Altiero Spinelli", il Mulino, Bologna) "Il dibattito
europeista e federalista in «Giustizia e Libertà»", «Storia
Contemporanea», Lisetto D., Le élites. Una teoria tra l'elitismo democratico e
la democrazia partecipativa", «Scienza & Politica», Pagine scelte di
economia, S. Visciola e A.De Ruggiero, Firenze, Le Monnier, Salvo Mastellone, "Il partito politico
nel socialismo liberale «Il pensiero politico», Gianbiagio Furlozzi,
"Carlo Rosselli e G. Sorel", «Il pensiero politico», L'eredità
democratica da Bignami a Rosselli", Angeli, Milano, Salvo Mastellone, La rivoluzione liberale del
socialismo»". Con scritti e documenti inediti. Olschki, Son riportati
testi pubblicati da Carlo Rosselli non inseriti nel I delle «Opere scelte». "Rosselli.
Dizionario delle idee", S. Bucchi, Riuniti, gennaio Antonio Martino,
Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura, Roma, Gruppo
editoriale L'espresso, Mimmo Franzinelli, "Il delitto Rosselli. Anatomia
di un omicidio politico", Mondadori, Milano Diego Dilettoso, "La Parigi e La Francia
di C. Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio", Biblion, Milano. P. Bagnoli.
Il socialismo delle libertà. Polistampa, Milano, P. Bagnoli. Socialismo, giustizia e libertà.
Biblion, Milano, Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. G. Iacchini,
Socialismo liberale ma... vero!, dMovimento Radical Socialista 55esima brigata
Garibaldi. Archivio dei Rosselli. I fratelli Rosselli, genesi di un delitto
impunito. C. Berneri. Vite parallele di Massimo Ortalli (da "Umanità
Nova" Fondazione Rosselli, Centro di ricerca, Circolo Rosselli Firenze, "Gaetano Pecora" Socialista e
liberale.Bilancio critico di un grande italiano, su politicamagazine. Valdo
Spini, "Perché i Rosselli parlano ancora a questa Italia", sul sito
repubblica. Carlo Alberto Rosselli. Keywords: sindacalismo, sindacalismo
revoluzionario, laburismo, partito laburista, I fabiani, Mill, Bonini,
liberalismo, sindacato, sindicato nella storia italiana, sindacato in Roma
antica. Refs.: Luigi Speranza, “Rosselli e
Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria, Italia. Rosselli. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735739686/in/dateposted-public/
Rosselli – il veintennio fascista – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Roma).
Filosofo. Ucciso da assassini legati al regime fascista. Figlio del
livornese Giuseppe Emanuele e della veneziana Amelia Pincherle, sorella di
Carlo, architetto e pittore, oltreché padre dello scrittore Alberto Moravia.
Sia la famiglia paterna che quella maternafermamente legate agli ideali repubblicani
e mazziniani, sono stati politicamente attive, avendo partecipato alle vicende
del Risorgimento italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura
moglie di E. Nathan, sindaco di Roma, e un seguace e stretto collaboratore di Mazzini
ed un Pincherle e nominato ministro nella Repubblica di San Marco, instauratasi
nel Triveneto a seguito d'una massiccia insurrezione anti-asburgica guidata da
D. Manin e N. Tommaseo. Diresse iil mensile Noi. Discusse con Salvemini la
tesi di laurea su “Mazzini e il movimento operaio”. Pubblica numerosi articoli
su riviste storiche italiane e il saggio “Mazzini e Bakunin”. Pubblica il saggio “Pisacane nel Risorgimento
italiano”. La raccolta dei suoi “Saggi
sul Risorgimento italiano e altri scritti”, pubblicata da Einaudi. Inizia
giovane a far politica e fu col fratello tra i fondatori del giornale "Noi
giovani". Col fratello e con P. Calamandrei, e col patrocinio di G.
Salvemini, fonda il Circolo di Cultura, chiuso dai fascisti. Fa parte dei
fondatori del gruppo fiorentino di Italia libera, fra cui, oltre al fratello, E.
Bocci, L. Rochat, D. Vannucci, N. Traquandi. Adere alla fondazione dell'Unione
nazionale delle forze liberali e democratiche promossa da G. Amendola, e partecipa
alla fondazione del primo giornale antifascista clandestine, “Non Mollare”. Arrestato
e condannato a 5 anni di confino a Ustica. Rilasciato, venne nuovamente
arrestato e condannato a 5 anni di confino a Ustica e Ponza, dopo la fuga da
Lipari del fratello. Ottenne, su intercessione di G. Volpe (probabilmente in
buona fede) il passaporto, con una sollecitudine che ad alcuni amici, tra cui P.
Calamandrei, parve sospetta e motivata dal fine di arrivare attraverso lui al
rifugio del suo fratello. Assassinato a Bagnoles-de-l'Orne da una squadra di
cagoulards, miliziani della Cagoule, formazione eversiva di destra su mandato,
forse, dei servizi segreti fascisti e di G. Ciano. Con un pretesto vengono
fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche di pistola. Carlo muore
sul colpo, Nello (colpito per primo) viene finito con un'arma da taglio. I
corpi vengono trovati due giorni dopo. I colpevoli, dopo numerosi processi,
riusciranno quasi tutti ad essere prosciolti. Commissione di Firenze,
ordinanza contro Rosselli (“Attività antifascista”). In: A. Pont, L'Italia al confine, Le ordinanze di
assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali, Milano (ANPPIA/La
Pietra), Ustica celebra la libertà dei
Rosselli, profilo di G. Volpe, profile nel sistema informatico dell'Archivio di
stato di Firenze. G. Fiori, Casa Rosselli, Einaudi, M. Franzinelli, Il delitto
Rosselli. Anatomia di un omicidio politico” (Mondadori, Milano. Opere: “Saggi
sul Risorgimento e altri scritti” (Torino, Einaudi); “Inghilterra e regno di
Sardegna” (Torino, Einaudi); “Mazzini e Bakunin -- dodici anni di movimento
operaio in Italia” ( Torino, Einaudi); “Carlo Pisacane nel Risorgimento
italiano” (Torino, Einaudi); Z. Ciuffoletti, “Un filosofo sotto il fascismo.
Lettere e scritti vari” (Firenze, La Nuova Italia); A. Colombo, I colori della
libertà fra storia, arte e politica” (Milano, Angeli); G. Belardelli (Catanzaro,
Rubettino); S.Visciola, “La Scuola di storia moderna e contemporanea. La prima
fase della ricerca di storia diplomatica, in Politica, valori e idealità, Maestri
dell'Italia civile, L. Rossi, Roma, Carocci, S. Visciola, “Soi
"maestri". Il rinnovamento della storiografia italiana fra le due
guerre, in I Rosselli: eresia creativa eredità originale, S. Visciola e G.
Limone, Guida, Napoli, S. Visciola, Uno filosofo salla ricerca della libertà in
tempi difficili. Appunti sparsi per una biografia complessiva ancora da
scrivere, in I fratelli Rosselli. L'antifascismo e l'esilio, A. Giacone ed E.
Vial, Roma, Carocci,, G. Tramarollo, “Tra
mazzinianesimo e socialismo”, G. Belardelli,
Un filosofo antifascista” (Passigli, Firenze, («Il filo rosso»). Il carteggio di i Rosselli
con C. Silvestri, G. Gabrielli, Storia, M. Franzinelli, “Il delitto Rosselli --
Anatomia di un omicidio politico” (Mondadori, Milano). Treccani Dizionario di
storia, Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Sabatino Enrico Nello Rosselli. Nello
Rosselli. Rosselli. Keywords: risorgimento, Mazzini, operaismo, movimento
operaio, risorgimento italiano. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosselli” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736396679
Grice e Rosselli – apologeticus – implicature cucullate
-- filosofia italiana – Luigi Speranza
(Gimiliano). Filosofo. Far dobbiamo onorevole menzione di lui, letterato
insigne del suo tempo e filosofo di grido, Cattedratico in Napoli ed in
Salerno; il quale, a dir del Barrio, partitosi pel genio di visitare l'Africa, e
ucciso dal proprio schiavo. Della famiglia di cui è stata la madre del
celeberrimo G. Scorza, matematico distintissimo, istruttore, autore di merito,
ed illustratore della scienza per metodi ed invenzioni, morto non ha guari in
Napoli. Conchiudendo adunque, pare non dubbio essere stato il Nifo calabrese di
origine, ed avere avuto tra noi i primi rudimenti di letteratura, tali da
avergli dato a vivere. Dal contesto di scrittori calabresi, contemporanei
alcuni, e vivuti altri dopo breve tempo della morte di lui, a cui noto veniva
per recente tradizione, chiaramente se ne rivela il vero. Dscepolo del celebre
Nifo, per la sua dottrina e prescelto a leggere filosofia per più anni a Salerno.
Saggi: “Apologeticus adversus cucullatos Philosophiae declamatio ad Leonem X
Oratio habita Patavi in principio suarum disputationum; “De propositione de
inesse secundum Aristotelis mentem libellu; “Universalia Porphiriana” (Calabria,
Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, L. Accattatis, Di questo
filosofo si occupano nei loro studi, tra gli altri, Zambelli e De Franco. "Rosselli
di Gimigliano. Dalle origini a noi" (O/esse) che ricostruisce la sua vita
e le sue opera. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Tiberio Russiliano-Sesto. Tiberio Rosselli.
Rosselli. Keywords: apologeticus, adversus cucullatos philosophiae; de
propositione de inesse, universalia porphiriana. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosselli” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691969244/in/photolist-2mPsU62-2mPpwbZ-2mLQdrQ-2mKQRx3-2mKjgQZ-2mPHbXQ-25zsJeW-25zsJeL-nphXNB-nqHNYv
Rossetti (Vasto).
Grice: “A philosopher can also discover a ‘antro di pipistrelle.”” Filosofo, illuminista
poliedrico, poeta estemporaneo, tragediografo, archeologo e speleologo, da
Martuscelli. Figlio di Nicola Rossetti e Maria Francesca Pietrocòla. Studia a
Napoli e Roma. Si trasfere a Elba. Ceelbra la liberazione del Granducato di
Toscana con il canto estemporaneo“La superbia dei Galli punita” (Firenze, Gio).
Si sposta in Sardegna, sotto la protezione del viceré Carlo Felice. A Sassari
compose e rappresenta la tragedia “Morte di San Gavino” (Oristano, Arborense). Si
sposta in Provenza, a Nizza, dove scopre la piramide di Falicon, che gli ispira
un poemetto in 165 ottave, “La grotta di Monte-Calvo” (Parma). In seguito, si
trasfere a Torino, dove conosce Caluso, e si stabilisce a Parma. Inizia a
dirigere “Il Taro”. Altri opera. In occasione d'essere l'augusto imperator de'
francesi Napoleone I coronato re d'Italia. Cantata (Parma, Luigi); La note” (Parma,
Paganino); “Alla tomba di Hoffsteder” (Parma, Luigi); “Ode Saffica” (Parma,
Giuseppe Paganino); “Le nozze d’Esculapio De Cinque” (Lanciano, Carabba); “Annibale
in Capua (Napoli, Flautina); A.
Lombardi, Storia della letteratura italiana” (Venezia); F. Andreola, Biografia
degli uomini illustri del regno di Napoli,
N. Gervasi, La famiglia
Pietrocola di Vasto; L. Spadaccini, Rossetti e le sue battaglie per la libertà”;
Rossetti e quei versi ispirati dalla cacciata dei francesi, G. Catania,
Rossetti e la grotta del monte Calvo, E. Mugoni, Il fratello perduto, in Studi
medievali e moderni. Nei panni dello speleologo ante litteram, si avventura in
una cavità del monte Calvo, scoprendo nelle viscere della terra un antro, che
ama definire fascinoso ed insieme orribile. Ne celebra la scoperta con la
pubblicazione di un poemetto di 165 ottave, “La grotta del monte Calvo”; dato alle
stampe a Torino, per i tipi di Domenico Pane, Parma. A Pezzana subentra nella direzione.
Si mostra più attento alle notizie scientifiche e contribue ad introdurre nel
periodico notizie leggere, come favole e indovinelli che il più delle volte
incensano il nome di Napoleone. Con la sua direzionei supplementi al periodico,
da semplici elenchi riguardanti le vendite per espropriazioni forzate, si
trasformamo in pagine che arricchiscono i contenuti culturali e di svago della
testata. L. Marchesani, Storia di Vasto, Apruzzo Citeriore, Napoli, Torchi
dell'Osservatore Medico, retro copertina di P. Spadaccini, “Rossetti e la
Grotta di Monte Calvo: tra mistero e leggenda, Lanciano, Il torcoliere, D. Martuscelli.
Saggi: “Opere” (Parma, Paganino); “Ai liberatori dell'Italia. Ode di Tavanti; Chiari
nella Condotta, L. Anelli, Ricordi di storia vastese, Arte della stampa, G.
Oliva, “Abum di famiglia: documenti, testimonianze, immagini” (Lanciano, Carabba);
P. Spadaccini, Rossetti e la grotta del monte Calvo: tra mistero e leggenda”; Lanciano,
IL torcoliere, Eleonora Mugoni, Il fratello perduto: Gabriele e Domenico
Rossetti, in Studi medievali e moderni. Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Domenico Rossetti. Rossetti. Keywords: il
fratello perduto, la Dora, L’Emonia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossetti”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716356440/in/photolist-2mPC6Zb-2mMZQZW-2mLQ1Vx-mMHj7J
Grice e Rossi – filosofia italiana – la volonta e la
temperanza -- Luigi Speranza (Appignano
del Tronto). Filosofo. Grice: “Rossi touches many Griciean points: universalia,
strength of will, and etc. – he also commented, like I did, on Aristotle’s
metaphysics.” Attivo filosofo fra Aureolo e Rimini,
dalla parte di Occam e Cesena, e oppositore di Giovanni XXII, nelle dispute dei
fraticelli, che portarono alla sua espulsione dall'ordine. Ha idee innovative e
spesso influenti in teologia filosofica, filosofia naturale, metafisica e
teoria politica. Soprannominato come "doctor succinctus" e
"doctor praefulgidus", come osservabile dalle iscrizioni su uno degli
affreschi del convento di Bolzano, e studiato e commentato soprattutto per
alcune tesi risalenti del suo Commento alle Sentenze, i Libri Quattuor
Sententiarum dichiarazioni autorevoli sui passi biblici che l'opera riune di
Lombardo. Le sue vedute contribuiscono all'evoluzione della filosofia
basso-medievale. Appignano del Tronto fa parte all'epoca della Marca di
Anconada. Nacque da una famiglia con il nome di Rossi (Rubeus). Studia sotto Duns
Scoto. Insegna a Perugia. Sottoscrive la risoluzione con la quale viene
dichiarata lecita la tesi secondo la quale Cristo e gli apostoli non mai possedeno
beni. Prende parte attiva alle lotte interne riguardanti la povertà che
divide l'ordine. Insieme a Michele da Cesena, Occam e Bonagrazia di Bergamo,
sostenne una regola di assoluta povertà per i successori di Cristo e per la
chiesa. Si ribella a Giovanni XXII, sostenendo il suo avversario, l'imperatore
Ludovico. I francescani che rifiutano la condanna della critica dei frati
minori della bolla Cum inter nonnullos di Giovanni XXII sono accusati di
eresia. Questo avvicina l'ordine allo schieramento anti-papale rappresentato da
Ludovico. Questi era divenuto ostile a Roma dopo che Roma rifiuta la conferma e
l'incoronazione come imperatore dopo l'elezione a re di Germania, preferendogli
Federico I. Ludovico scomunicato, rispose con un Appello. Con esso Roma fra
l'altro, viene accusato di eresia, quindi delegittimato per la sua presa di
posizione nella disputa sulla povertà. Lo scontro divenne acceso, la
conciliazione di Cesena al capitolo di
Lione falle. Cesena venne convocato e trattenuto ad Avignone insieme a
Bonagrazia da Bergamo ed Occam. Rossi come lector nello Studium generale
dell'Ordine, sottoscrive una protesta redatta da Cesena contro l'operato di Giovanni XXII. Ludovico i
giunge in Italia, prende la corona imperial. Dichiarato deposto Giovanni XXII.
Nomina Pietro da Corbara, con il nome di Niccolò V. Scomunicato da
Giovanni XXII, Rossi decide di raggiungere, fuggendo, Ludovico a Pisa con i
suoi con-fratelli prigionieri. Ancora una volta si ribella per protestare contro
la sua scomunica. A Pisa i quattro pubblicano un documento, l'”Appellatio
maior”, nel quale Giovanni XXII e dichiarato eretico per la sua posizione nella
questione della povertà. Lui e i suoi compagni andano però perdendo le simpatie
all'interno dell'Ordine. Il tentativo di Cesena di impedire lo svolgimento
del capitolo generale convocato a Parigi falle, mentre la riunione dell'Ordine
conferma la scomunica di Cesena ed elesse, quale nuovo ministro generale Guiral
Ot, ovvero Geraldo di Oddone, favorevole alla Curia. Lui e i suoi compagni
sono condannati ed e formalmente confermata la loro scomunica. Rossi ispira la
protesta espressa nelle “Allegationes religiosorum virorum”, che dichiara
invalida la deposizione di Cesena e l'elezione di Oddone, per l'esclusione di
metà degli aventi diritto alla partecipazione al capitolo. I quattro
francescani, con Marsilio da Padova, entrano a far parte della curia di
Ludovico. Con lui, raggiunsero Monaco di iera, ove si stabilirono nel convento.
Perseguitato dalle autorità ecclesiastiche in Italia, fa una ritrattazione
formale (che doveva servire da esempio per tutti i dissidenti successivi) e si
riconcilia con la chiesa e con l'ordine. Nel Improbatio, si concentra sulla
determinazione di quando e dove i diritti di proprietà hanno origine per
sostenere la convinzione che Cristo vive in povertà assoluta. Distingue tra due
tipi di proprietà: la proprietà prima della caduta di Adamo, e la proprietà
dopo. La proprietà prima della caduta di Adamo, nota anche come la proprietà
dello stato pre-lapsario, momento in cui tutte le creature di Dio si
rallegrarono nella felicità, sono profondamente collegati tra loro, e condivisa
nella creazione di Dio. La proprietà dopo la caduta d’Adamo è stata causata dal
primo peccato d’Adamo, rendendo la questione del “diritto di proprietà” distintamente
umana. Giovanni XII nega che l'origine della proprietà era legato agl’esseri
umani, sostenendo che e il peccato d’Adamo in sé ad esserne la causa. Rossi
convene che, senza peccato non ci sarebbero il diritto di proprietà. Tuttavia,
il peccato non porta immediatamente al concetto di “diritto di proprietà”. Sostenne
che la legge umana è responsabile della formazione del concetto di “diritto di
proprietà” non la legge divina. Usa la storia di Caino e Abele, citando volontà
corrotta di Caino per sostenere la sua convinzione. Fiorirono una serie di
studi nel contesto della filosofia naturale in relazione alla dottrina aristotelica
del movimento applicata al moto del proiettile. Per Aristotele un corpo inanimato
si muove spontaneamente verso il loro luogo naturale. Un corpo in movimento deve
alla presenza continua, e per contatto, di un motore che dirige il corpo verso
un’altra direzione. Già Giovanni Filopono mosso logiche obiezioni a questa
dottrina. Con la definizione di un “impeto”,
la discussione prosegue, ripresa d’Aquino. Solo con Rossi si giunse a
conclusione. La sua teoria sul moto del proiettile o moto para-bolico, indicato
come virtus de-relicta (forza rimanente), è descritta nelle sezioni di suoi
commenti sulle Sentenze che spiegano la consacrazione dell'Eucarestia, in una
quaestio sull’efficacia dei sacramenti. Il moto di un corpo è causato da una
forza lasciata dal corpo che agiva su di essa forza, quella forza residua
impressa al proiettile durante il lancio. A differenza della teoria
dell'inerzia che ha lo scopo di spiegare solo il fenomeno naturale, la sua teoria
della virtu de-re-licta è una spiegazione che include i fenomeni naturali e
sopra-naturali. Questa virtu “derelicta” spiega diversi tipi di moto perpetuo e
finite ed è destinato a tener conto delle variazioni innaturali. Gli elementi
chiave della de-re-licta virtu includono: Un corpo viene messo in moto da
un altro corpo, che lascia la forza rimanente in corpo in movimento. All'inizio
di un dato movimento, la ‘de-re-licta’ virtu puo lavorare con o contro la
naturale disposizione del corpo in movimento. Se funziona *contro* il corpo in
movimento, la virtus derelicta si dissipa ed eventualmente lascia il corpo,
cessando il moto. Se funziona *con* il corpo in movimento, la virtus derelicta
rimane nel corpo, provocando il potenziale moto perpetuo. Ci sono stati diversi
filosofi prima del suo tempo, come ad esempio Richard Rufus di Cornovaglia che sembrano
disporre già di versioni della “virtus derelicta”. Quindi non è chiaro se
questa teoria sia veramente originta autonomamente da lui. Tuttavia, filosofi
come Buridano e Odonis utilizzano la teoria di Rossi per affinare i propri
concetti di virtus derelicta, confermando che gioca un ruolo chiave
nell'evoluzione della filosofia sulla fisica. Nel secondo libro dei Commentari
sulle Sentenze, si focalizza su come la volontà potrebbe agire contro la
ragione con conseguente colpevolezza morale. Se la volontà potrebbe o agire
prima, o contro giudizio razionale. La volontà è la causa dell'azione. Dopo che
l’agente elabora un giudizio, la sua volontà decide di agire sia in conformità
con tale giudizio o *contro* di esso. La volontà e il termine medio tra
giudizio e azione. Senza di volonta, il giudizio richiederebbe un'azione,
negando il concetto di libero arbitrio e colpevolezza morale. Inoltre, la
volontà dell’agente è sotto una legge che *obbliga* a compiere un atto buono.
Senza questo impegno non ci sarebbe peccato, o colpevolezza morale. Per
rispondere a come la volontà dell’agente puo andare contro tale obbligo,
distingue tra l’atto apprensivo e l’atto gidicativio. L’atto apprensivo è necessario
per far funzionare la volontà. L’atto apprensivo è frutto della cognizione intellettuali
e del giudizio. L’atto giudicativo è formato dalla *conoscenza* più complessa
in cui il ragionamento si applica giudiziosamente. La volontà non richiede un atto
giudicativo da eseguire. Ciò spiega come gl’esseri umani sono in grado di
peccare. La volontà non dipende da un giudizio *razionale*. Per evitare
l'obiezione che il giudizio è necessario per il ragionamento e non può essere
ignorato nel processo deliberativo, offre un'ulteriore distinzione tra *conoscenza*
apprensiva e *conoscenza* giudicativa, e due tipi di giudizi riflettenti
razionali. Queste distinzioni consentono un giudizio da selezionare su un'altra
causa della forza che riceve da essere *selezionato* dalla volontà. Altri
saggi: “Improbatio contra libellum Domini Johannis qui incipit Quia vir
reprobus, una confutazione alla bolla papale di Giovanni XII. Quodlibet cum
quaestionibus selectis ex commentario in librum Sententiarum. Affronta i
principali temi: le relazioni delle persone divine all'interno della trinità e
il rapporto tra il creatore e il mondo, la libertà di dio nel creare, la pre-scienza
divina e la pre-destinazione alla salvezza. “Sententia et compilatio super
libros Physicorum Aristotelis Quaestiones praeambulae et Prologus” -- Riflette
sullo statuto scientifico della teologia e della metafisica. Distingue primi
libri prima ad decimam Questes super metaphysicam. Repertorium biblicum Medii
Aevi, IMatriti Visita triennale di O. Civelli, Picenum seraphicum, A. Ratisbona,
Chronica de ducibus ariae, G. Leidinger, in Mon. Germ. Hist., M. Firenze,
Compendium chronicarum fratrum minorum, in Arch. franc. hist., A. Emmen, in
Lex. fA. Heysse, Descriptio codicis Bibliothecae Laurentianae Florentinae S.
Crucis, Plut. A. Heysse, Duo documenta de polemica inter Gerardum Oddonem et
Michaelem de Caesena, Perpiniani, Monachii, in Arch. franc. hist., A. Pompei, Enciclopedia
filosofica, Venezia, cfr. anche impeto, A. Possevino, Apparatus sacer, Venezia;
A. Tabarroni, Paupertas Christi et apostolorum. L'ideale francescano in
discussione Roma A. Teetaert, Deus et homo ad mentem I. Duns Scoti. Acta
Congressus scotistici Vindobonae, Roma; C. Dolcini, “Crisi di poteri e politologia
in crisi” (Bologna); “C. Dolcini, Il pensiero politico di Michele da Cesena, Faenza, Roma C.Schabel, Il determinismo,
Picenum Seraphicum. C. Schabel, “La virtus derelicta e il contesto del suo sviluppo”
in C. Schabel, “La dottrina sulla predestinazione di Rossi,” Picenum Seraphicum,
F. Giambonini, Giovanni dalle Celle, L. Marsili, Lettere, Firenze, Repertorium
Commentariorumin Sententias Petri Lombardi, F. Tinivella, Enciclopedia
cattolica, Vaticano, F. Gonzaga, De origine seraphicae Religionis franciscanae,
G. Cantalamessa Carboni, Memorie intorno i letterati e gli artisti della città
di Ascoli nel Piceno, Ascoli, G. Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia, Brescia,
G. Sbaraglia, Scrittori francescani piceni; G. Sbaraglia, Supplementum et
castigatio ad Scriptores trium Ordinum S. Francisci, Roma; I.A. Fabricius,
Bibliotheca Latina mediae et infimae aetatis, Firenze; L. Wadding, Annales minorum,
Quaracchi, L. Wadding, Scriptores Ordinis Minorum quibus accessit syllabus
illorum qui ex eodem Ordine pro fide Christi fortiter occubuerunt, priores
atramento, posteriores sanguin. christianam religionem asseruerunt, recensuit
Fr. Lucas Waddingus ejusdem Instituti Theologus, ex Typographia Francisci
Alberti Tani, Roma, Ludger Meier, De
schola franciscana Erfordiensi. N. Glassberger, Chronica, in Analecta
franciscana, II, Ad Claras Aquas; N. Schneider, N. Mariani, “Francisci de
Marchia sive de Esculo, Quodlibet cum quaestionibus selectis ex commentario in
librum Sententiarum, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata; N. Mariani, Francisci
de Marchia sive de Esculo, Sententia et compilatio super libros Physicorum
Aristotelis, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata; N. Mariani, Due
Sermoni, Archivum Franciscanum Historicum Nazareno Mariani, Francesco di Appignano
OFM, Contestazione, Appignano del Tronto, Nazareno Mariani, Francisci de
Esculo, OFM, Improbatio contra libellum Domini Johannis qui incipit Quia vir
reprobus, ed. (= Spicilegium Bonaventurianum) Grottaferrata; N. Mariani,
Francisci de Marchia, “Quaestiones super Metaphysicam”; Spicilegium
Bonaventurianum), Grottaferrata; N. Mariani, Francisci de Marchia sive de
Esculo, “Commentarius in IV libros Sententiarum Petri Lombardi”; “Distinctiones
primi libri a prima ad decimam”; Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata; N.
Mariani, Francisci de Marchia sive de
Esculo, “Commentarius in IV libros Sententiarum Petri Lombardi; “Distinctiones
primi libri a undecima ad vigesimam octavam, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata,
N. Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo, Commentarius in IV libros
Sententiarum Petri Lombardi. Distinctiones primi libri a vigesima noa ad
quadragesimam octavam, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata); N. Mariani,
Francisci de Marchia sive de Esculo, “Commentarius in IV libros Sententiarum
Petri Lombardi”; “Quaestiones praeambulae et Prologus, Spicilegium Bonaventurianum,
Grottaferrata); N. Mariani, Franciscus de Esculo, “Improbatio”, Grottaferrata);
N. Mariani, “Questioni sulla metafisica”, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata;
N. Minorita, Chronica. Cividali, Il beato G. dalle Celle, in Mem. dell'Accad. dei
Lincei, Gauchat, Cardinal Bertrand de Turre, Ord. min.
conc. "Quaestiones in
Metaphysicam", F. Serino. Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, R.
Lambertini, “La proprietà di Adamo”; “Stato d'innocenza ed origine del dominium
nel Commento alle Sentenze e nell'”Improbatio” di F. d'Ascoli, in Bull.
dell'Ist. stor. ital. per il Medio Evo, IC R.F. Bennett, H. Offler, Guillelmi de Ockham
Opera politica, Mancunii S. Baluze G.D. Mansi, Miscellanea novo ordine digesta,
Lucae S. Cipriani, Dizionario ecclesiastico (Torino); Collectanea franciscana, T.
Nani, W. Duba, D. Carron, G. Etzkorn, “Francisci de Marchia, “Quaestiones in
secundum librum Sententiarum”, Reportatio, Quaestiones, Leuven; W. Eckermann, Hugolini de Urbe Veteri
Commentarius in quattuor libros Sententiarum. Francesco d'Ascoli, Francesco della Marchia,
Francesco d'Appignano, Francisco de Esculo, Franciscus Pignano, Franciscus
Rubeus, Francesco Rossi, Schneider, A proposito della teoria dell'mpetus nella
filosofia della natura. G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores
trium ordinum S. Francisci a Waddingo aliisve descriptos; cum adnotationibus ad
Syllabum matyrum eorundem ordinum, S. Michaelis ad ripam apud Linum Contedini,
Roma, L. Wadding, Scriptores Ordinis minorum, Roma, Napoli, Biblioteca
Nazionale. Explicit fratris Francisci de Marchia super primum Sententiarum
secundum reportationem factam sub eo tempore, quo legit Sententias Parisius
anno Domini; Commento ai primi sette libri della “Metaphysica” di Aristotele,
N. Minorita, Cronaca, G. Pamiers, Quodlibet “Acta, gesta et facta fuerunt praedicta coram
religiosis et honestis viris, fratribus Ordinis Minorum”, Francisco de Esculo,
in sacra theologia doctore et lectore tunc in conventu Fratrum Minorum de
Avenione. M. Lambert, Povertà francescana; La dottrina dell'assoluta povertà di Cristo e
degli apostoli nell'Ordine francescano, Biblioteca Francescana, Cf. MS Firenze,
Biblioteca Laurenziana, Santa Croce, pluteo, sinistra, Appellatio maior, N. Minorita, Chronica. Cui
appellationi et provocationi incontinenti adhaeserunt et eam approerunt
religiosi viri frater Franciscus de Esculo, doctor in sacra pagina. F.
d'Ascoli, Occam, Enrico di Talheim e Bonagrazia da Bergamo, Allegationes
religiosorum virorum, Baluze-Mansi in Miscellanea, Lucca e dallo Eubel in
Bullarium Franciscanum, Roma, R.
Lambertini, “Rossi e Occam: alcuni aspetti di un rapporto non facile, Convegno su
Francesco d'Appignano; Jesi, Terra dei Fioretti; Lambertini, F. d'Appignano ed Occam: alcuni
aspetti di un rapporto non facile in AConvegno su F. d'Appignano; Jesi,
Edizione Terra dei Fioretti; G.
Filipono, Commentari alle opere di Aristotele, “Sulla generazione e corruzione”;
“Sull'anima”; “Analitici primi”; “Analitici secondi”; “Le Categorie, Fisica, Meteorologia Fabio Zanin, Francis of Marchia, Virtus
Derelicta. -- "How is Strength of the Will Possible? (cfr.
H. P. Grice, “I’ll show Davidson how continentia and temperantia are
POSSIBLE!”). Dopo la grande edizione critica di N. Mariani, Grottaferrata, Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Centro Studi
Francesco d'Appignano. Francesco Rossi della Marca. Rossi. Keywords:
continentia, temperanza, giudizio, giudicazione, volonta, volere, atto apprensivo,
appresione, atto giudicativo, conoscenza apprensiva, conoscenza giudicativa,
decisione, libero arbitrio, colpavolezza morale, agire l’atto buono,
possibilita della colpavolezza morale, la legge, la volonta sotto la legge,
giudizio razionale, agire razionale, ragionamento, conclusione, sillogismo
pratico, elezione, la caduta d’Adamo, la teoria dell’elezione e la
deliberazione, i peripatetici, virtus de-re-licta, teoria del moto, moto
perpetuo, virtus contro il corpo, virtus con il corpo, volonta con il giudizio,
volonta contro il giudizio. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Rossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736603825/in/datetaken/
Grice e Rossi – l’implicatura di Lucrezio – filosofia
italiana -- Luigi Speranza (San Giorgio
la Montagna). Filosofo. "il più grande e puro metafisico" nelle
parole di Vico. Vive a Montefusco. Studia a Napoli. Scrive diverse saggi tra
cui il più importante rimane Della mente sovrana del mondo. Altri aggi: Considerazioni di alcuni misteri
divini, raccolti in tre dialoghi, Dell'animo dell'uomo, Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Tommaso Rossi. Rossi. Keywords:
implicature moderna, argumenti contro Lucrezio, Lucrezio, De rerum natura,
animi degl’uomini, anime degl’uomini, animo/anima, corpi degl’uomini, corpi
degl’animali, degl’affetti degl’uomini, il senso, il moto, i corpuscoli.
Ossessione con Lucrezio come filosofo romano. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossi” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735678786/in/datetaken/
Grice e Rossi – lo storicismo – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Torino). Filosofo. Studia
a Torino sotto Abbagnano, Napoli, e Milano.
Insegna a Cagliari e Torino. Studia lo storicismo, l’illuminismo, e il
positivismo. Saggi: “Lo storicismo” (Einaudi, Torino); “Storia e storicismo” (Lerici,
Milano); “La storiografia Saggiatore, Milano); “Oltre lo storicismo (Saggiatore,
Milano); “Storia della filosofia”, Treccani Enciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Cf. Grice, “Speranza e l’opera di Grice in Italia.”
Rossi. Keywords: lo storicismo, la critica della ragione storica, la storia
della filosofia – l’antichita – filosofia romana, filosofia antica, gl’antichi,
la filosofia romana, filosofia italica – indice al volume ‘L’antichita’ nella
‘Storia della filosofia” – “L’antichita” – storiografia filosofica – l’origine
della filosofia italica, l’origine della filosofia romana. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Rossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734837492/in/datetaken/
Grice e
Rossi – l’implicatura di Vico – filosofia italiana – Luigi Speranza (Urbino).
Filosofo. Studia ad Ancona, Bologna, e Firenze sotto
Garin. Insegna a Città di Castello e Milano. Lavora all'Enciclopedia dei
ragazzi presso la casa editrice Mondadori. Insegna a Cagliari, Bologna, e
Firenze. Si occupa di storia della filosofia e della scienza, con particolare
riguardo al Cinquecento e al Seicento, pubblicando saggi. Cura edizioni di
diversi autori, tra i quali Cattaneo (Mondadori) e Vico (Rizzoli). Le
collaborazioni con giornali vanno dalla rubrica "Scienza e filosofia"
sul settimanale Panorama alla rubrica "Storia delle idee" per il
supplemento culturale La Domenica del quotidiano Il Sole 24 ore. Della "rivoluzione
scientifica" sostiene che la scienza vive un vero e proprio mutamento di
paradigma. Il carattere rivoluzionario dei mutamenti nel modo di fare scienza
avvenuti all'epoca di Galilei grazie a una serie di fattori: la visione della
natura, non più divisa tra corpi naturali e "artificiali", la
dimensione continentale (e, in prospettiva, mondiale) della cultura
scientifica, l'autonomia da Roma, la pubblicità dei risultati. Un'altra
importante novità e costituita dal formarsi di un'autonoma comunità scientifica,
"una sorta di autonoma Repubblica della Scienza dove non esiste l'ipse
dixit". Si dedica al tema della memoria, in chiave filosofica e
storica, in “Il passato, la memoria, l'oblio”. Analizza e denuncia l'esistenza
di diverse forme di "ostilità alla scienza" (il
"primitivismo" e l'"anti-scienza") che, come forma di
reazione allo sviluppo tecnologico e industriale, propugnano come soluzione di
tutti i mali il ritorno a un mondo pre-moderno idealizzato e il rifiuto della
razionalità. Socio corrispondente dell'Accademia Pontaniana di Napoli. Dei
lincei. Saggi: “Acocio” (Milano, Bocca); “Favole antiche” (Milano, Bocca); “Dalla
magia alla scienza” (Bari, Laterza); “Clavis Universalis: arti della memoria e
logica combinatoria” (Milano, Napoli, R. Ricciardi); “I filosofi e le machine”
(Milano, Feltrinelli); “Galilei” (Roma-Milano, CEI-Compagnia Edizioni
Internazionali, “Il pensiero di Galilei: una antologia dagli scritti, Torino,
Loescher); “Le sterminate antichità: studi vichiani” (Pisa, Nistri-Lischi); “Storia
e filosofia: saggi sulla storiografia filosofica, Torino, Einaudi); “Aspetti
della rivoluzione scientifica, Napoli, A. Morano); “La rivoluzione scientifica”
(Torino, Loescher, Pisa, Edizioni ETS,
“Immagini della scienza,” Roma, Editori Riuniti); “I segni del tempo: Storia
della nazione italiana in Vico” Milano, Feltrinelli); “I ragni e le formiche:
un'apologia della storia della scienza,” Bologna, Il Mulino); “Storia della
scienza,” Torino, Utet, “La scienza e la filosofia dei moderni: aspetti della
rivoluzione scientifica,” Torino, Boringhieri, “Paragone degli ingegni moderni
e post-moderni,”Bologna, Il Mulino, “Il passato, la memoria, l'oblio: sei saggi
di storia delle idee” (Bologna, Mulino); “La filosofia,” Torino, Utet,
“Naufragi senza spettatore: l'idea di progresso,” Bologna, Il Mulino, “La
nascita della scienza” Roma, Laterza, “Le sterminate antichità e nuovi saggi
vichiani,” Scandicci, La Nuova Italia, “Un altro presente: saggi sulla storia
della filosofia,” Bologna, Il Mulino); “Bambini, sogni, furori: tre lezioni di
storia delle idee, Milano, Feltrinelli); “Il tempo dei maghi: Rinascimento e
modernità, Milano, R. Cortina, Speranze, Bologna, Il Mulino, Mangiare, Bologna,
Il Mulino, Un breve viaggio e altre
storie: le guerre, gli uomini, la memoria (Milano, Cortina); saggi in onore di
Paolo Rossi, Antonello La Vergata e Alessandro Pagnini, Nuova Italia, Firenze,
Segni e percorsi della modernità: saggi in onore, F. Abbri e M. Segala,
Dipartimento di Studi Filosofici dell'Siena, Antonio Rainone, «Rossi
Monti, Paolo» in Enciclopedia ItalianaVI Appendice, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Ferdinando Abbri, Nuncius, Dizionario di filosofia,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Un maestro, Pisa, Edizioni della
Normale, Tra Banfi e Garin: la formazione, in Rivista di filosofia, Treccani Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Enciclopedia multimediale RAI delle scienze filosofiche -- Per una
scienza libera, intervista. Storia Moderna, : memoria e reminiscenza, sul RAI Filosofia, su filosofia.rai. Il Fondo
Rossi nella biblioteca del Museo Galileo. Paolo Rossi. Paolo Rossi Monti.
Monti. Keywords: Cattaneo, Aconzio, Vico, Galilei, nato Paolo Rossi, adottato
dalla zia materna, Monti, Vico, Vinci, Garin, Banfi, la storia della nazione
italiana, Vico e la storia della nazione italiana, favola antica, dalla magia
alla scienza, bruno. – Refs. Luigi
Speranza, “Grice e Rossi: l’implicatura di Vico” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51667660922/in/photolist-2mHGgw3-E4u3XA-2mKr38G-BNZ85J-ALFv7d-AxxzTD-AZWYJA-ApRtxq-Axw9LB-B3MNUK-A6poSZ-BcuYTZ-ApQAXh-ApiFAg-Bah84L-AxtCpu-BcuKBD-B1z6ph-B3gchn-B3QKYi-ApmdTH-Axwy9t-AscfFc-AxwmBa-Bcutrc-AewDtF-B26qKh-A6ZQf4-Bajmv1-A6q9QZ-Apk84E-AeC6uP-Bcvwwt-Bbwckk-B27ZJG-oaRQwU-nTsKH2-nTt1ft-oaWxtt-o8NdWA-o7k5vN-nKMCbE-o58rvZ-nUfS4K-nVy125-nbpW4V-nbpUW6-nsWw87-nbpHBc-nt44Az
Grice e Rosso – filosofia siciliana – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Corleone).
Flosofo. Vive a Palermo. Scrisse tre saggi. Il primo e “Varie cose notabili
occorse in Palermo ed in Sicilia”. Il secondo e “Descrizione di tutti i Luoghi
Sacri della felice Città di Palermo”. Descrive le chiese di Palermo. Questo
saggio e ricordato in vari altri saggi. Il terzo saggio e “Diario Palermitano”.
Il comune di Palermo gli dedica una via.
Biblioteca storica e letteraria di Sicilia: Mira/bibl Siciliana. D.
Ciccarelli e M. Valenza, La Sicilia e l'Immacolata: non solo 150 anni. Atti del
convegno, T. Pugliatti, Pittura del Cinquecento in Sicilia, Electa, pagine Roma. Istituto di studi bizantini e neo-ellenici,
Rivista di studi bizantini e neo-ellenici. G. Marzo, Biblioteca storica e
letteraria di Sicilia: Opere storiche inedite. Valerio Rosso. Rosso. Keywords:
filosofia siciliana, filosofia italiana. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosso”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734795297/in/datetaken/
Grice e Rota – la lavagna del grupo
di giocco – filosofia italiana – Luigi Speranza (Vigevano). Filosofo. Italian philosopher. Grice: “Many
Italian philosophers would not consider Rota an Italian philosopher seeing that
he earned his maximal degree without (not within) Italy! And right they would,
too!” Saggi: “Pensieri discreti” (Garzanti). Dizionario biografico
degl’italini. F. Palombi, “La stella e l’intero – la ricercar di Rota tra
matematica e fenomenologia” (Boringhieri); D. Senato, “Matematico e filosofo”
(Springer)Gian-Carlo Rota. Rota. Aune: “I left the play group when I
realised that Grice could care less about blackboards!” -- Keywords: il primate
dell’identita, Whitehead, fenomenologia, Husserl, Heidegger, tra fenomenologia
e matematica, la stella e l’intero, discrezione, indiscrezioni, combinatoria e
filosofia, la lavagna del gruppo di giocco. Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e Rota," per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/
Grice e Rotondi – Roma antica –
filosofia italiana. – Luigi Speranza (Vicovaro). Filosofo.
I primi anni di attività della sua “libreria delle occasione” sono piuttosto
travagliati in quanto le autorità fasciste, infastidite dalla tipologia
eterodossa dei testi in vendita, operano diversi sequestri e infliggono
sanzioni. Costretto a chiudere la libreria per evitare il richiamo alle armi
della Repubblica Sociale Italiana. Considerato disertore, si rifugia con la
famiglia a Vicovaro. Individuato in seguito ad una delazione, riesce
fortunosamente a sfuggire alla cattura e si allontana verso le montagne che
circondano il paese, inseguito dappresso da Tedeschi. Disperando di potersi
salvare, si nasconde nei pressi di una casa abbandonata, popolarmente ritenuta
abitata dagli spirit e qui avviene
l'evento fondamentale sopra descritto che cambierà la sua vita e le sue
convinzioni, aprendolo alla conoscenza del mondo spirituale. Improvvisamente ha
una visione folgorante nel Cielo. Sedetti a contemplare la scena. Una catena di
globi luminosi dall'alto scendevano fin giù, penetravano nella terra, poi altri
che risalivano e poi ridiscendevano come per riunirsi in un misterioso
convegno. Si sentivano delle voci indistinte. Si trattiene ad osservare tale
spettacolo misterioso salvandosi, in questo modo, dal rastrellamento in corso
nel vicino paese di Roccagiovine. Questo primo decisivo contatto con il paranormale raccontato in "Il protettore
invisibile". Tale evento rappresenterà l'inizio del suo studio e del suo
interesse nei confronti dell'esoterismo e della spiritualità. Pubblica massime,
proverbi e aforismi di Roma antica. Dà alle stampe “L’arte del silenzio e l’uso
della parola”, un originale e lungimirante saggio il cui intento si manifesta
già dalla dedica, firmato con lo pseudonimo di Vico di Varo, derivato
chiaramente dal suo paese natale. Viene incaricato di redigere un opuscolo
commemorativo in occasione dell'inaugurazione in Vicovaro del Monumento in
onore delle vittime della strage nazista delle Pratarelle. Svolge una funzione
di aggregazione e catalizzazione culturale in anni difficili in cui certi
ambiti di studio venivano guardati con sospetto, quando non con manifesta
ostilità. Partecipa e svolge un ruolo tutt'altro che secondario nel
Cerchio Firenze, una delle più importanti esperienze para-psicologiche collettive
italiane. Lui la sua libreria, sono
ormai un punto di riferimento di tutto un mondo culturale in espansione e finalmente
libero da ogni censura. Pubblica titoli
presso diverse case editrici (Mediterranee, Astrolabio, Sugarco, S.A.S.),
firmandoli oltre che con il suo vero nome con il pseudonimo ‘Amadeus Voldben’,
acronimo di “Volontario del Bene”. Tale nome d’arte sta ad indicare la missione
che si e prefisso e che delinea nel libriccino “I volontari del bene”, vera e
propria bibbia per tutti coloro che si riconoscono nel progetto di diffusione
del bene. Oltre al valore intrinseco
degli scritti, sono le riunioni e la sua stessa presenza in libreria a
suscitare curiosità e interesse presso un pubblico molto ampio che vede in lui una
guida spirituale in grado di fornire suggerimenti mai banali e, da educatore,
sempre comprensibili. Dietro la sua apparente severità, che è semplicemente
rifiuto della superficialità, traspare la disponibilità e l'umanità,
accessibili a chiunque si sforzi di varcare il civico 82 di via Merulana. Si
caratterizza da una produzione culturale ed una serena consapevolezza. Regala
gemme di saggezza e consigli. Oltre ai testi pubblicati lascia altri scritti,
alcuni pronti per la stampa altri bisognosi di revisione, che vengono
pubblicati da i quali si sono impegnati a proseguire l'attività in libreria,
mantenendosi fedeli all'impostazione originaria da lui delineata. La libreria
riceve il riconoscimento di "negozio storico" da parte del Comune di
Roma. Opere: Saggezza ” (I della collana Le Perle, ristampato da
Astrolabio. L'arte del silenzio e l'uso della parola, ristampato dalla Libreria
Rotondi; Saggezza di Roma antica, collana Le Perle). Saggezza dell'antica
Grecia, collana Le Perle). Amore e saggezza nel pensiero, collana Le Perle). Il giardino della saggezza,
collana Le Perle). “Dopo Nostradamus: le grandi profezie sul futuro dell'umanità”
(Mediterranee); “Un'arte di vivere: via segreta alla serenità” (Mediterranee);
“La coppa d'oro: insegnamenti dei maestri, fonte di luce e di energia, SAS; Le
influenze negative: come neutralizzarle, SugarCo,, Il protettore invisibile: la guida che ci
aiuta nei momenti difficili della vita, Mediterranee, La voce misteriosa,
Astrolabio; Lo scopo e il significato della vita: perché si nasce, perché si
vive, perché si muore, Mediterranee, I prodigi del pensiero positivo: il suo
potere e la sua azione a distanza, Mediterranee, Il destino nella vita
dell'uomo, Mediterranee, La re-incarnazione: verità antica e moderna,
Mediterranee, La potenza del creder e la gioia d'amare: i prodigi della fede e
dell'amore, Mediterranee, Una luce nel tuo
dolore, Mediterranee); “Guida alla padronanza di sé, Mediterranee, La magica
potenza della preghiera, Mediterranee); La chiave della vita, Mediterranee, La presenza divina in noi, Mediterranee, Le
leggi del pensiero: l'energia mentale e l'azione della volontà, Mediterranee);
Le grandi profezie sul futuro dell'umanità, Mediterranee. La potenza creatrice
del pensiero, Mediterranee, Pensieri per una vita serena, Mediterranee); “Ricordo
dei nostri martiri. Commemorazione in occasione dell'inaugurazione del
monumento ai martiri delle PratarelleVicovaro, Tipografia Seti, Roma); “I
Volontari del Bene” (Libreria Rotondi Editrice, Roma); “Reincarnazione e
fanciulli prodigio, Mediterranee, Roma, La reincarnazione: verità antica e moderna,
Mediterranee); “La voce misteriosa”; “Le perle”. L’arte del silenzio e l’uso
della parola. La Libreria Rotondi è segnalata in molte pubblicazioni, tra cui
la Guida ragionata alle librerie antiquarie e d'occasione d'Italia, C. Messina,
Roma); A. Voldben, Il protettore invisibile, Edizioni Mediterranee, Roma, La sua partecipazione agli incontri del
Cerchio Firenze 77 è ricordata in “Oltre l'illusione, Roma, Mediterranee, e “Oltre
il silenzio” L. Campani Setti, Roma, Mediterranee). Dopo Nostradamus, I prodigi
del pensiero positivo, Le influenze negative, Il protettore invisibile: Molte persone
si rivolgevano a Rotondi per ricevere consigli. Una testimonianza letteraria di
questa consuetudine si trova nel romanzo di Giovetti Weimar per sempre (Mediterranee, Roma)
in cui il personaggio si reca presso la Libreria delle Occasioni per ricevere
suggerimenti su questioni spirituali e libri. Libreria Rotondi, Libreria delle
Occasioni (La libreria fondata da Rotondi) La piccola miniera (da Il Corriere
della Sera) Il libraio di via Merulana e i globi luminosi (da La Repubblica)
Cerchio Firenze (Esperienza
parapsicologica collettiva) Andiamo alla scoperta (da La Piazza di Castel
Madama. ‘Vico di Varo’. Amedeo Rotondi.
Rotondi. Keywords: Roma antica, antica Roma, le perle, Vicovaro, filosofia
fascista, il veintennio fascista. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rotondi” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736417395/in/datetaken/
Grice e Rovatti – i giocchi e
gl’uomini – filosofia italiana – Luigi Speranza (Modena). Filosofo. Grice:
“I do not know any other philosopher other than me or Austin who, like Rovatti,
is obsessed wiith the concept of a ‘game’!” Studia fenomenologia a Milano con Paci.
Insegna a Trieste. Si occupa dei rapporti tra fenomenologia e marxismo
pubblicando “Critica e scientificità in Marx” e poi focalizzando in vari saggi
il tema dei bisogni con riferimento anche alla psicoanalisi. Le questioni
concernenti il “pensiero debole” diventano il punto di partenza di “La posta in
gioco”; “Abitare la distanza”, “Il paiolo bucato”; “La follia in poche parole”;
“ L'esercizio del silenzio” Possiamo addomesticare l'altro?”; “Inattualità del
pensiero debole”. Queste questioni riguardano soprattutto la possibilità di una
«logica paradossale» e si articolano intorno ai temi del gioco, dell'ascolto e
dell'alterità, tutti collegati alla questione della soggetto. Saggio su Paci.
Dalla filosofia del gioco nascono anche “Per gioco”; “La scuola dei giochi”
(Bompiani, Milano); “Il gioco di Wittgenstein” (EUT, Trieste). Si interessa alla
consulenza filosofica, con “La filosofia può curare? La consulenza filosofica
in questione” (Cortina, Milano). Altre saggi: “Il coraggio della filosofia” in «aut
aut». Tiene una rubrica sul quotidiano "Il Piccolo" di Trieste,
“Etica minima”. Racoglie "scritti corsari" (cfr. Pasolini) in vari saggi:
“Etica minima – saggi quasi corsair sull’anomalia italiana” (Cortina, Milano);“Noi,
i barbari – la sottocultura dominante” (Cortina, Milano); “Un velo di sobrietà”
(Saggiatore, Milano); “Accanto a una sensibile sintonia”. Si manifesta nella
sua filosofia una particolare attenzione sul rapporto tra potere e sapere; “Gli
egosauri” (Elèuthera, Milano); “Le nostre oscillazioni” (Collana Edizioni alpha
beta Verlag, Merano); “L’intellettuale riluttante, Elèuthera, Milano); “Restituire
la soggettività. Lezioni sul pensiero di Basaglia, alphabeta, Merano); “Inattualità
del pensiero debole” (Forum, Udine); “La posta in gioco: il soggetto” (Bompiani,
Milano); “Consulente e filosofo. Osservatorio critico sulle pratiche
filosofiche” (Mimesis, Milano). “Possiamo addomesticare l'altro? La condizione
globale” (Forum, Udine); “Abitare la distanza. Per una pratica della filosofia”
(Feltrinelli, Milano); “Scenari dell'alterità, Bompiani, Milano); “Il decline
della luce” (Marietti, Genova); L'università senza condizione” (Cortina, Milano);
“La follia in poche parole” (Bompiani, Milano); “Fare la differenza” (Triennale
di Milano, Milano); “Il paiolo bucato. La nostra condizione paradossale” (Cortina,
Milano); “Introduzione alla filosofia contemporanea, Bompiani, Milano); “Lettere
dall'università, Filema, Napoli); “Per gioco: piccolo manuale dell'esperienza
ludica” (Cortina, Milano); “Trasformazioni del soggetto: un itinerario
filosofico” (Poligrafo, Padova); “Dizionario dei filosofi contemporanei,
Bompiani, Milano); “Elogio del pudore. Per un pensiero debole” (Feltrinelli,
Milano Intorno); “Il pensiero debole” (Feltrinelli, Milano); “Bisogni e teoria
marxista” (Mazzotta, Milano); “Critica e scientificità in Marx: per una lettura
fenomenologica di Marx e una critica del marxismo di Althusser (Feltrinelli,
Milano); “La dialettica del processo” (il
Saggiatore, Milano). aut aut. Pier Aldo Rovatti: il pensiero debole, sul RAI Filosofia, su filosofia.rai. Pier Aldo Rovatti.
Rovatti. Keywords: i giocchi e gl’uomini --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Rovatti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735500411/in/datetaken/
Grice e Rovella – Querce – filosofia siciliana. Filosofia italiana – Luigi
Speranza. (Palazzolo Acreide). Filosofo. Appartene ad una famiglia contadina. Studia
a Ispica e Catania sotto Carbonara con un saggio di estetica, sul rapporto fra
contenuto o materia e forma. Insegna a Noto e Palazzolo.Pubblica “L'uomo” (Giannini,
Napol). In una serrata discussion affronta la metafisica ed espone il suo
convincimento che la ricerca senza condizioni, attraverso l'intelligenza attiva
e creatrice può aprire all'uomo orizzonti creativi, seppur rischiosi. La
metafisica imprigiona in schemi rigidi e vincolanti. Pervenire
all'autocoscienza è il compito più degno degl’uomini, che pur problematico in sé
non rimaneno imprigionati nel problematicismo. Altre opera: “Deneb” (Caltanissetta,
Roma), romanzo filosofico che narra la pulsione verso l'oltre, attenuando,
così, la precedente critica verso la metafisica e aprendo verso il mistero che comporta
il confronto con tre donne che rappresentano tre volti diversi della verità. La
stella “Deneb” è metafora della pulsione verso l'alto. Abbondano i riferimenti
autobiografici da cui emerge l'attaccamento alla casa natia, che non abbandona,
alla famiglia e soprattutto ad un modello di vita contadina morigerata e
sobria. Lo stile è affabulante. L'autocoscienza e il trionfo
della morte in Gentile in Il pensiero di
Gentile (Enciclopedia Italiana, Roma). Qui si esamina il momento finale della
vicenda umana e filosofica di Gentile alla cuia filosofia e sempre
legato. “L'errore del cerchio” (Siracusa). Predomina il colloquio
interiore, lo scavo nella coscienza e nella memoria. Procede come un giallo. Un
tema attraversa gli avvenimenti, la libertà e la necessità di un suo
contenimento. “La fattoria delle querce” (Caruso, Siracusa). L’epopea della
famiglia siciliana Capobianco, governata da una donna e sviluppata attraverso
un intrigo di personaggi e di vicende. I discendenti Capobianco sono identici
agli ante-nati, e la ricerca della genealogia è il problema più assillante per
i personaggi. Il mito dell'eterno ritorno dell'identico li e caro. Rimane sempre
legato ai miti. Fisiognomica, astrologia, venti, odori e turbamenti fanno di
questa opera un esempio di scrittura immaginifica e personale. Filosofia di non
di facile consume traccia una “Imago Siciliae”. Nella stessa aura de La
fattoria sono scritti i racconti. Cambia di nuovo argomento, inizia quella
che lui chiama “la fase cristica”, in cui la figura di Cristo e il rapporto fra
le religioni sono il tema dominante. “L'ora del destino, dramma in due
atti” (Accademia Casentinese di Lettere, Arti, Scienze ed economia, Castello di
Borgo alla Collina, Arezzo, L'Ora in
persona di una donna consola il crocifisso che muore quando una congiuntura
astrale perviene al suo compimento. In “Vita di Gesù” (Prospettive d'Arte,
Milano) Gesù è visto nella sua umanità. La narrazione segue lo sviluppo dei
vangeli sinottici, con qualche incursione negli apocrifi. L'autore, che pur ne
ha le competenze,si tiene lontano dalle problematiche gesuologiche e
cristologiche. Vuole narrare un Gesù “così come parla al cuore”. L'Angelo
e il Re, con prefazione di Pazzi per i tipi di Palomar Bari.I nove mesi di
gravidanza di Maria vergine sono narrati con un andamento che si mescola di
esoterismo e sapienza umana. Maria spesso, nel mistero del suo concepimento,
nella sua realtà quotidiana, vive le vicende del suo quartiere, con le sue
amiche, con qualche momento di gioia esaltata e prorompente, con un tratto
zingaresco. Attratto da zingari e vagabondi di passaggio, come incarnazione di
una libertà che abbiamo smarrita. “Le Madri” (Utopia, Chiaramonte Gulfi). Vi
si sente l'eco di J. Bachofen. Breve raro capolavoro, pieno di mistero e
poesia, di un potere magico; “Asvamedha” (Utopia, Chiaramonte Gulfi) raccoglie racconti;
“Inizio d'amore” (Studi Acrensi, Palazzolo Acreide) raccoglie altri racconti
che l'autore pubblicò in varie riviste letterarie nazionali, a cura
dell'Istituto Studi Acrensi Palazzolo Acreide. I racconti, dice l'autore,
vivono nell'aura dei romanzi di questo periodo. “La vigna di Nabot, dramma
in quattro quadri” (Associazione Amici di G. Rovella, Palazzolo Acreide) narra
le vicende del ersonaggio che incontriamo nel primo libro dei Re Cap. 21. La
prepotenza dei potenti e la sacralità della terra dei padri sono il filo
conduttore del dramma. Nabot muore per una questione di coerenza. E.
Scuderi, La fattoria delle Querce, in Le Ragioni critiche, G. Menichelli in
Esperienze letterarie, R. Jacobbi, Il
miracolo Deneb, in Arenaria, Palermo, V. Vettori, Il miracolo di Deneb e le
profezie di Ruggero, Arenaria, Monachino Ester, Considerazioni su un romanzo di
Rovella, in Le Ragioni critiche, Catania, E. Messina, Dal bagolaro alla sequoia”
(Romeo, Siracusa); E. Messina, Alle radici del pensiero. La presenza dei suoi
maestri” (Romeo, Siracusa). Giuseppe Rovella. Rovella. Keywords: romanzo
filosofico, querce. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rovella” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736086914/in/datetaken/
Grice e Rovere – filosofia italiana – Luigi Speranza (Pesaro). Essential Italian philosopher. The family
originates in Albisola, Savona, Liguria. Filosofo. Il giure civile del popolo italiano
ha nel testo delle leggi positive e speciali autorità sufficiente da soddisfare
la giustizia ordinaria e da risolvere i dubii e acquetare le controversie
intorno agli interessi e agli ufficii d'ogni privato cittadino. Di quindi nasce
che possono alcuni curiali riuscire segnalati e famosi al mondo con la sola
abilità del pronto ricordare, dell' acuto distinguere e dell'interpretare acconcio
e discreto. Al giure delle genti occorre, invece, assai di frequente la
discussione delle verità astratte. Perocché esso è indipendente e superiore
all'autorità delle sopra citate leggi. Ssi connette immediatamente al giure
naturale che è al tutto razionale e speculative. Spesso gli è forza di riandar
col pensiero sulle fondamenta medesime dell'ordine sociale umano, e spesso
altresì non rinviene modo migliore per risolvere i dubii e acquetare le
discrepanze fuor che indagare i grandi pronunziati della ragione perpetua del
diritto, chiariti, dedotti e applicati mercé della scienza. Poco importa
se i metafisici si bisticciano. Ma non va senza danno del genere umano il
discordare e il traviare de' pubblicisti. E già si disse che il fine criterio
degli uomini illuminati coglie il certo e il sodo della scienza, ma non la crea
e non l'ordina. La demenza degli uonini fa talvolta scandalosa la verità. Laonde
ella ebbe a pronunziare di se medesima: non venni a recare la pace in mezzo di
voi, sibbene la spada. Lo stato essere certa congregazione di famiglie la qual
provvede con leggi e con tribunali al bene proprio e alla propria tutela; tanto
che sieno competentemente adempiuti i fini generali della socialità e i
particolari di essa congregazione. Lo stato italiano non esiste per la
contiguità sola delle terre e delle abitazioni, ma per certo congiungimento e
unità delle menti e degli animi degl’italiani.Il che riconosciuto e fermato, se
ne ritrae ciò che pel diritto è primo
principio ed assioma, non potersi da niuno e sotto niuna ragione arrogare la
facoltà di offendere e menomare l'autonomia interna ed esterna dello stato italiano
insino a tanto che questo non provoca gli altri ad assalirlo con giusta guerra.
Ed eziandio in tal caso è lecito di occupare temporalmente il suo territorio e
dominare il suo popolo nei limiti della difesa e dell'equo rifacimento dei
danni. L'uomo individuo può nel servaggio e nelle catene serbare con isforzo la
libertà dello spirito e compiere in altro modo e sotto altre condizioni certa
eroica purgazione e certo mirabile perfezionamento della sua parte interiore e
immortale. Ma ciò è impossibile all’intero popolo italiano, il quale nel
servaggio di necessità si corrompe ed abbietta, e quindi Gravina chiama assai
giustamente la libertà della nazione italiana sacrosanta cosa e di giure
divino. L'anima non è vendibile e non è nostra, dicevano i teologanti per
dimostrare da più parti la iniquità del contratto. E neppure la libertà è
vendibile; e se l'usarla e abusarla è nostro, non è tale la facoltà e il
principio infuso da Dio con l'alito suo divino e che al dire di Omero vale una
mezza anima. Lo stato italiano possiede onninamente se stesso. Niuno fuori di
lui può attribuirsene la padronanza. Quindi il popolo italiano o vivono in se
od in altri; cioè a dire, o provedono ai propri fini con leggi e ordini propri
e componendo un individuo vero e perfetto della universa famiglia umana. Ovvero
entrano a parte d'altra maggior comunanza con ugualità di diritto e d'ufficio,
come quelle riviere che ne' più larghi e reali fiumi confondono le acque e
perdono il nome. Questa è la generale e astratta dottrina che danno la ragione
e la scienza. La patria italiana, impertanto, significa quella contrada e
quella congregazione di uomini a cui ciascuno degli abitanti e ciascuno dei
congregati sentesi legato per tutti i doveri, gl'istinti, i diritti, le
speranze e gli affetti del vivere comune. La patria italiana, considerata nella
sua morale e profonda significazione, è il compiuto sodamento di ciascuno verso
di tutti e di tutti verso ciascuno. Se la patria italiana non ha debito né
possibilità di nudrire del suo ogni giorno tutti i suoi indigenti, spietata
cosa sarebbe inibire a questi di procacciarsi altrove la sussistenza. Prediletta
opera delle mani di Dio e la nazione italiana. La nazione italiana è pura,
domandano essi, e tutta omogenea. Questo e il puro principio della nazionalità
italiana. Lo Stato italiano, dipendente come si sia da un altro non è, a
propriamente parlare, autonomo. E e perciò, a rigore di definizione, neppure la
denominazione di Stato italiano gli si compete. I prìncipi non sono, del certo,
scelti da Dio immediatamente, ma sono da Dio immediatamente investiti della sovranità
italiana. Il popolo italiano indica l'uomo a cui vuole obbedire e in quell'uomo
è subito la pienezza della sovranità italiana che da Dio gli proviene. Perocché
come da Dio è istituito il fine della socievole comunanza, così è istituito il
mezzo nella autorità del comando. È sicuro che nella lunghezza dei secoli le
volontà e i giudizi umani si accostano all'assoluto del bene sociale, quanto
che la via che viene trascorsa non procede diritta e spedita ma declina e torce
continuo fra molti errori e molte misere concussioni. La libertà della nazione
italiana, essendo naturale ed essenziale agli uomini e necessaria concomitanza
d'ogni bontà, è doveroso per tutti il serbarla integra nella sostanza. E
perciò, né il privato individuo si può vendere ad altro privato, né tutto il
corpo de' cittadini assoggettarsi pienamente e perpetuamente al dominio d’altra
nazione. Poco o nessun valore ha il dissentimento dei piccioli e deboli, quando
anche piglino ardire di esprimerlo; e chi investiga la storia dell’antica Roma,
ritrova che delle proteste loro giacciono grandi fasci dimenticati negli
archivi delle Cancellerie.Dacché siete i più forti, correte poco rischio di
vivere ex lege alla maniera dei Ciclopi. Ma confessare il diritto e contro il
diritto procedere, non è conceduto a nessuno. E parlavano meglio quegli
Ateniesi che alle querele dei Milesi rispondevano senza sturbarsi. Il diritto è
cosa pei deboli e non già pei forti e pei valorosi. Il popolo italiano è
autonomo. Con altri vocaboli, lo stato italiano, vero è libero ed inviolabile.E
la patria italiana, nel significato morale e politico, è sinonimo di stato
italiano -- in quanto questo compone uno stretto e nativo consorzio in cui
ciascun cittadino ha debito e desiderio insieme di effettuare il grado massimo
di unimento sociale e civile. S'incominci
dall'avvisare chi sono costoro che si querelano della libertà dello stato
italiano e ne temono danni così spaventevoli. Costoro sono i medesimi da cui si
alzano lagni e rimproveri cotidiani per qualunque libertà, eccetto la propria
loro. Vogliono limitare la stampa, limitare la libera concorrenza, limitare il
parlamento e in fine ogni cosa col pretesto volgare ed ovvio che il parlamento,
il commercio, la stampa abusano di loro facoltà e trasvanno più d'una volta e
in più cose. La volontà umana, dite, è corrotta e inchinevole al male. Può
darsi. Ma privata di libertà so che depravasi molto di più e i padroni non meno
che i servi. Non è lecito agli uomini di esercitare nessun diritto qualora
difettino pienamente delle facoltà e dei mezzi correlativi. Perciò il
fanciullo, il mentecatto, l'idiota cade naturalmente sotto l'altrui tutela, e
per ciò medesimo la parte meno educata del volgo ed offesa di troppa ignoranza,
o posta in condizione troppo servile, non ha nel generale facoltà e mezzi
proporziod esercitare diritti politici. DEsaminato il fine del viver comune,
fatta rassegna d'alcuni principii direttivi, più bisognevoli al nostro intento
e poco o nulla noti agl’ntichi romani, segue senza più che noi trapassiamo a
contemplare l'ottimo ordinamento civile. Cosi noi delineeremo qnalche fattezza
dell'incivilimento umano, contemplandolo nella natura primitiva ed universale
del popolo italiano, ed avvisandoci di non iscambiare l'alterato e il mutabile
col permanente ed inalterato; e per converso, di non dar nome d'errore
emendabile e di accidente transitorio a ciò che appartiene alle condizioni
salde e durevoli della comunanza civile. Chè nel primo difetto cadono i troppo
retrivi ed i pusillanimi; nel secondo, i novatori audaci e leggeri. Gl’antichi
romano con molto senno incominciano dall'insegnar quello che spetta al buono
stato della famiglia, perché della comunanza umana l'individuo compiuto non è
lo scapolo, ma l'ammogliato con prole o vogliam dire la famiglia, rimossa la
quale non rimane intermezzo alcuno che tempri l'amor proprio e la fiera e violenta
natura nostra. L'organizzazione tanto è
più eccellente quanto meno cede alle esterne azioni ed impressioni ed anzi
modifica con maggior efficacia ed appropria a sé quelle azioni. È da confessare che un gran trovato fece lo
spirito umano e giovevole soprammodo alla prosperità del viver sociale, quando
mise in atto quello che fu domandato governo rappresentativo o parlamentare. Se
dirai: carattere della nazione italiana è la continuità e circoscrizione del
suolo d’Italia. E la nazione e nella lingua, la letteratura e le arti. Se le
origini e la schiatta; le colonie sono tal membro e così vivace del corpo della
patria onde uscirono, da non potersene mai dispiccare, e la guerra americana fu
dalla banda dei sollevati iniqua e parricida. Gran questione poi insorge sulle
genti di confine, le quali compongonsi il più delle volte di schiatte anfibie,
a cosi chiamarle. Quindi noi vogliamo, per via d'esempio, i Nizzardi essere
italiani e i Francesi li fanno dei loro. La compagnia civile comincia là
solamente dove gli animi si accostano, e sorge desiderio di regolato e comune
operare. La giustizia apre e chiude i congressi degli Dei, non quelli degli
uomini. La voce “nazione italiana” nel suo peculiare e pieno significato vuol
dire unimento e società d'uomini che la natura stessa con le sue mani à fatta e
costituita mediante il sangue e la singolarità delle condizioni interiori ed
estrinseche. Per talché quella società distinguesi da tutte le altre per tutti
gli essenziali caratteri che possono diversificare le genti in fra loro, come
la schiatta, la lingua, l'indole, il territorio, le tradizioni, le arti, i
costumi. “Nazione italiana” vuol significare certo novero di genti per
comunanza di sangue, conformità di genio, medesimezza di linguaggio atte e
preordinate alla massima unione sociale. (Lo
stipite umano è ordinato esso pure a spandere discosto da sé le propagini e i
semi; e ogni germe nuovo dee nudrirsi del terreno ove cade, non del tronco da
cui si origina. Sieno rese grazie publicamente da tutta l'Italia a voi, o
Valdesi, che l'antica madre mai non avete voluto e potuto odiare e sconoscere
insino al giorno glorioso che fu da Dio coronata la vostra costanza, e un patto
comune di libertà vi riconciliava con gli emendati persecutori. S'io credessi quelle armi che assiepano il
Foro, dice Cicerone, starsene qui a minacciare e non a proteggere, cederei al
tempo e mi terrei silenzioso. Ma il fatto fu che quelle armi nel Foro
inducevano per se sole una fiera minaccia, tanto che Cicerone parla poco e
male, e la paura ammazza l'eloquenza. Dal riscontro, per tanto, di tutte le
storie, senza timore mai d'eccezione, e più ancora dalla ripugnanza intima di
certi termini, quali sono felicità a servitù, spontaneità e costrizione,
ricavasi questa assoluta sentenza che tra le nazioni civili il governo
straniero non può vantarsi mai né della legittimità interiore, né della
esteriore che emana dall'assentimento espresso o tacito delle popolazioni. Non
può aver luogo prescrizione, dove i diritti innati o fondamentali dell'uomo
ricevono sostanziale ingiuria ed offesa; e di si fatti è per appunto la
indipendenza o dimezzata o distrutta. Ogni cosa nell'uomo è principiata dalla
natura e poi dalla ragione e dall'arte è compiuta.Voi stesso l'avete udito?
Poerio: E come nò, se rinchiuso era con lui in una prigione medesima?
Pignatelli: E fu la vigilia della sua morte? Poerio: Appunto fu la vigilia.
Sapete che valica la mezzanotte, una voce improvvisa e sepolcrale veramente
rompevane il sonno chiamando forte per nome alcuno di noi; e quella chiamata
voleva dire: vieni, ti aspetta il carnefice. La notte pertanto che seguitò quel
mirabil discorso di M. Pagano gli sgherri gridarono il nome suo, e fu menato al
patibolo. Pignatelli: Stava per mezzo a voi quell'omerica figura del conte di
Ruvo? Poerio: Nò, ma in Castello dell'Uovo insieme con altri uffiziali e con
l'intrepido Mantonè. Nel Castel Nuovo e in quella carcere proprio dove era F. Pagano,
stava il fratel vostro maggiore, principe di Strangoli, stava io, il Conforti,
Cirillo, Granali, Eusebio Palmieri, Vincenzo Russo e due giovinetti amorevoli e
cari, cioè l'ultimo figliuolo dello Spanò ed un marchese di Genzano, bello come
l'Appollino e di cui sentiva il Pagano particolare compassione. V'à una
cagione suprema di tutte le cose, cagione assoluta e però insofferente di
limiti e incapace d'aumento e di defficienza. Ma se niun difetto può stare in
lei, ella è il bene infinito e comprende infinitamente ogni specie di bene. Ciò
posto, la cagione suprema è altresì infinita bontà che raggia il bene fuor di
sé stessa e ne riempie la creazione ed ogni ente se ne satura, a dir così, per
quanto fu fatto capace. Tale contenenza di bene è poi sempre difettiva perché
sempre è finita. Di quindi si origina il male. Non si chieda dunque perché Dio
è permettitore del male, ma chiedasi in quella vece perché piacque a Dio, oltre
all'infinito, che sussistesse pure il finito. (Se il vivere nostro presente
fosse condito di molto diletto e noi incapaci di conoscere e desiderare con
ismania istintiva l'eternità, forse potrebbesi giudicare senza paradosso aver
noi sortito quella porzioncella sola e frammento di beatitudine, brevissima ma
sincera e inconsapevole della propria caducità. (p. Col presupposto della
immortalità, bene avvertiva il Bruno, alcun desiderio naturale non è indarno e
alcuna lacrima non cade senza conforto. Con la immortalità non è affetto
generoso perduto, non ferita dell'animo a cui non si apparecchi altrove copioso
balsamo. Per entro il corso interminato e magnifico de'nostri destini, ogni
male vien riparato, ogni speranza risorge, ogni bellezza rifiorisce, ogni
felicità si rinnova e giganteggia ne'secoli. Poerio: Quando fosse possibile
strappare dal cuor dell'uomo il concetto e la speranza della immortalità, il
consorzio civile medesimo pericolerebbe di sciogliersi e i piaceri e le utilità
stesse della vita presente verrebbero gran parte impedite o affatto levate di
mezzo. I dotti e i legisti barbareggiavano sempre peggio, e pareva in loro una
sorta di necessità tramutata in diritto, e niun discepolo mai se ne querelava;
e le lettere cadevano in tale grettezza, che nelle prose del Giordani si
appuntavano parecchie mende di stile, ma nessuno accusava la tenuità dei
concetti e la critica angusta e slombata. Il Colletta era stimato dai più uno
storico sovrano e poco meno che un Tacito redivivo, ed altri istituivano
paragone tra il Guicciardini e il Botta, tra il Goldoni ed Alberto Nota. Tale
il gusto e il criterio comune. Pochi grandi intelletti non mancavano neppure a
quei giorni. Basti ricordare Bartolini nella scultura; Leopardi e Niccolini
nella poetica; Rossini, Bellini, Donizetti nella musica. In Italia scemando il
sapere e la potenza meditativa, crebbe l'amore spasimato ed irragionevole della
bellezza dell'abito esterno, lasciando a digiuno la mente e poco nudriti e mal
governati gli affetti. Letteratura vasta, soda e ben definita, e parimente
larghe scuole e ben tratteggiate e scolpite mancano alla patria nostra da quasi
tre secoli e piuttosto ne abbiamo avuto cenni e frammenti, e ogni cosa a pezzi,
a sbalzi e a modo d'assaggio. Miei degni signori, il cibo che v'apparecchio è
scarso, scondito e di povera mensa, ma è letteratura e non metafisica. Non
appena l'esilio mi astrinse a lasciare l'Italia e fui spettatore d'altro ordine
di civiltà e uditore d'altri maestri, subito mi si aprì dentro l'animo l'occhio
doloroso della coscienza, ed ebbi della mia ignoranza una paura ed una vergogna
da non credere. Per giudicare alla prima prima che tutto è vecchio e trito in
un libro convien sapere dell'autore se nel generale à l'abito di pensar di suo
capo. Ed egli evoca nuovi spiriti di più sublime natura, i quali entrano a uno
a uno dentro la torre. Spirito del mare. Che vuoi? Barone. Sapere l'essenza del
bene e la fonte della felicità. Spirito del mare. Perché lo chiedi al mare?
Barone. Perché tu sai o puoi sapere ogni cosa; tu nei silenzj della notte tieni
misteriosi colloquj con la luna e con le stelle che in te si riflettono; e tu
pur ricevi nell ' ampio tuo seno i fiumi tutti del mondo, i quali ti raccontano
le geste antiche dei popoli e le più antiche vicende dei continenti per mezzo a
cui essi fluiscono senza posa. Spirito del mare. lo non so nulla (sparisce).
Barone. Che tu venga malmenato in eterno dallo spirito delle procelle, e che i
tuoi membri immortali sieno rotti e squarciati mai sempre dalle taglienti
creste degli ardui scogli. La coda del cavallo bianco dell' Apocalisse.
Che vuoi? Barone. Sapere in che consiste il bene, e dove è la fonte della
felicità. La coda. Perché lo chiedi a me? Barone. Tu sai la fine ultima delle
cose, e tu comparirai poco innanzi della consumazione del secolo. La coda.
Quando io comparirò, io ondeggerò nelle sfere, simile alla caduta del Niagara e
più tremenda della coda delle comete. Ogni mio crine rinserra un destino; e
ogni mio moto è un cenno di oracolo; ò trascorsi tutti i cieli di Tolomeo e i
cieli di Galileo e i cieli di Herschel; ò lambita con la mia criniera la faccia
delle stelle, e l'ò distesa sulle penne de' turbini; molte cose ò conosciute,
ma non quel che tu cerchi: io non so nulla (sparisce). Dagli Arabi si travasò
il mal gusto ne' Catalani e ne' Provenzali, e una vena non troppo scarsa ne fu
derivata ne' primi nostri verseggiatori. Dante egli pure non se ne astenne
affatto; e noi peniamo a credere che a quel genio sovrano venisse scritta la
canzone lambiccatissima della Pietra. Sa ognuno che nel seicento, con lo
scadere dell' arte, ricomparvero quelle freddure e mattie, e ogni cosa fu piena
di acrostici, d'anagrammi, d'allitterazioni e altrettali sciempiezze. Ma per
buona ventura cotesta sorta vanissima di pedanteria non sembra ai moderni
pericolosa; e dico ai moderni italiani, perché appresso gli stranieri non ne
mancano esempj; e molti anno letto in un vivente poeta francese di gran nomea
certi capricci di metri e di rime i quali dimostrano come in lui siensi venuti
rinnovando tutti gli umori e le vertigini dei seicentisti. E nemmanco ci pare
immune dalle stranezze di cui parliamo quel concepimento del Goethe di ordire
la tragedia del Fausto con questa singolar legge che ogni scena fosse dettata
in metro diverso ed una altresì in nuda prosa, onde potesse affermarsi che
niuna maniera del verseggiare ed anzi dello scrivere umano (per quanto ne è
capace il tedesco idioma) mancasse a quel dramma; nuova maniera e poco assai
naturale e graziosa di porgere idea e figura del panteismo. Non può né deve il
poeta scompagnarsi mai troppo dalle opinioni e dai sentimenti comuni dell'età
sua; chè da questi principalmente è suscitato l'estro di lui, con questi
accende e innamora le moltitudini. D'ogni altro pensiero ed affetto, ove li
possieda e li senta egli solo, avrà pochi intenditori, pochissimi lodatori; e
la favella delle Muse langue e muor sulle labbra se non suona ad orecchie
benevole e a cuori profondamente commossi. In Inghilterra il Milton fierissimo
repubblicano e segretario eloquente del gran Cromvello, à quasi sempre poetato
di cose mistiche e teologiche e nulla v'à di politico, nulla d'inglese e di
patrio, né nel Paradiso perduto, né in altri suoi canti. Riuscirà sempre a
gloria grande e invidiata d'Italia che la Gerusalemme del Tasso compaja tanto
più bella e mirabile quanto più in lei si contempla e considera intentivamente
la perfezione del tutto. Certo, il Valvasone è meno forbito ed armonioso del
Tansillo, meno fluido del Tasso seniore, meno corretto, proprio e limato de'
più corretti e limati rimatori toscani; ma non per ciò si capisce come questa
minor perfezione di forma, abbia potuto oscurare nel giudicio de' raccoglitori
e de' critici il gran merito dell'invenzione. Che il Milton siasi giovato dell'
Angeleide non so, quantunque fra i due poemi si vengan trovando molti e
singolari riscontri che non è facile a credere casuali; ma questo io so bene
che a rispetto della guerra degli angeli episodicamente introdotta nel Paradiso
perduto, il Valvasone non perde nulla ad esser letto dopo l'Inglese e con
quello essere paragonato; il che non avviene del sicuro né per l' Adamo
dell'Andreini né per la Strage degl'Innocenti del cavaliere Marino, due componimenti
che dicesi aver suggerito a Milton parecchi pensieri e l'ideal grandezza del
suo Lucifero. L'ingegno poetico, in versificare ciascuno di quei subbietti,
tende a spiegare una novità, un' altezza e una leggiadria suprema di concetto,
di sentimento, di fantasia e di stile. Dove mancasse l'una di tali eccellenze,
l'arte sarebbe difettosa e quindi increscevole. Ci venne osservato (cosa che
per addietro non ben sapevamo) la critica letteraria incominciata in Italia con
Dante essere morta col Tasso e gli amici suoi; e come cadde con quel mirabile
intelletto la nostra primazia nel ministero delle Muse, così venne meno la
filosofia estetica; e il nuovo dell' arte non fu capito, l'antico fu dalla
pedanteria svisato e agghiadato. L'arte critica antica ebbe ultimi promulgatori
due grandi ingegni, il Muratori e il Gravina. Della critica nata dipoi con le
nuove speculazioni e con le nuove forme di poesia, non conosciamo in Italia
alcun degno scrittore e rappresentatore. Dopo Omero nessun poeta, per mio
giudicio, può alzarsi a competere con l'Alighieri, salvo Guglielmo Shakspeare,
gloria massima dell'Inghilterra. E per fermo, ne' drammi di lui l'animo e la
vita umana vengon ritratti così al vero e scandagliati e disaminati così nel
profondo, che mai nol saranno di più. Ma le condizioni peculiari della
drammatica e l'indole propria degl' ingegni settentrionali impedirono a
Shakspeare di raggiungere quella perfetta unione sì delle diverse materie
poetiche e sì di tutte l'eccellenze e prerogative onde facciamo discorso. E
veramente nelle composizioni sue la religione si mostra sol di lontano e molto
di rado; e tra le specie differenti e delicatissime d'amore ivi entro
significate, manca quella eccelsa e spiritualissima di cui si scaldò l'amante
di Beatrice. Il poeta è dall'ispirazione allacciato e padroneggiato sì forte,
da non saper bene sottomettersi all'arte ed alla meditazione. Il troppo
incivilirsi dei popoli aumentando di soverchio l'osservazione e la critica e
affinandovisi l'arte ogni giorno di più per effetto medesimo dell' esercizio e
dell' esperienza e per desiderio di novità, mena il poeta a scordar forse
troppo l'aurea semplicità degli antichi, il sincero aspetto della natura e i
veri e spontanei moti dell'animo. Il compiuto e l'ottimo della poesia consiste
in racchiudere dentro ai poemi con vaga e proporzionata unità di composizione
tutto quanto il visibile ed il pensabile umano per ciò che in ambedue è più
bello e più commovente. Consiste inoltre nel figurare e ritrarre cotesto
subbietto amplissimo e universale con la maggior novità e la maggiore sublimità
e leggiadria di concepimento, di fantasia, d'affetto e d'elocuzione che sia
fattibile di conseguire. Laonde poi il concepimento, così nel complesso come
nelle sentenze particolari, dee riuscir succoso, vario ed inaspettato e pieno
di recondita dottrina e saggezza; l'affetto dee correre, quanto è possibile,
per tutti i gradi e le differenze, e toccare il sommo della tenerezza e
commiserazione e il sommo della terribilità. Tasso, anima pia e generosa, ma in
cui (non so dir come) nulla v'era di popolare. Quindi egli s'infervorò della
maestà teocratica dei pontefici e aderì alla nuova cavalleria cortigiana e
feudale; quindi pure accettò con zelo e con osservanza scrupolosa l' ortodossia
cattolica, e nella vita intellettuale quanto nella civile, fu dall' autorità
dei metodi e degli esempj signoreggiato. Da ciò prese nudrimento e moto il
divino estro suo e uscirono le maraviglie della Gerusalemme. Nel Tasso poi sono
tutti i pregi e tutta quanta la luce e magnificenza della poesia classica, e
spiccano altresì in lui alcuni attributi speciali del genio italiano in ordine
al bello. In perpetuo si ammirerà nella Liberata ciò che l'arte, i precetti,
l'erudizione e la scienza possono fare, ajutati e avvivati da una stupenda
natura poetica. L'Ariosto significa la commedia umana quale la veggiamo
rappresentarsi nel mondo, laddove Dante fece primo subbietto suo il
soprammondano, e in esso figurò e simboleggiò le cose terrene. E come il gran
Fiorentino nelle fogge variatissime de' tormenti e delle espiazioni dipinse i
variatissimi aspetti delle indoli e delle passioni, il simile adempiva
l'Ariosto sotto il velo dei portenti magici e delle strane avventure. Ma certo
qual narrazione di fatti umani riuscirà più vasta, più immaginosa e più
moltiforme di quella dell' Orlando furioso? Quivi sono guerre tra più nazioni,
nascimenti e ruine di molti regni, conflitto sanguinoso di religione e di
culto, infinita diversità e singolarità di costumi, e tutto il Ponente e il
Levante offrono larga scena e strepitoso teatro a cotali imprese e catastrofi.
Quivi sono dipinte la vita privata e la pubblica, le corti e le capanne, i
castelli ed i romitaggi; quivi s'intrecciano gradevolmente la cronica, la
novella e la storia, e ciò che il dramma à di patetico, l'epopeia di maestoso, il
romanzo di fantastico. Non credo che in veruna straniera letteratura possa come
nella nostra volgare annoverarsi una sequela così sterminata di poemi eroici e
di romanzeschi, parecchj de' quali brillerebbero di gran luce, ove fossero soli
e non li soverchiasse la troppa chiarezza di Dante, dell'Ariosto e del Tasso.
Né reputo presontuoso il dire che, per esempio, la Croce racquistata del
Bracciolini o il Conquisto di Granata di Girolamo Graziane sostengono bene
assai il paragone o con l'Araucana dell' Ercilla o coi medesimi Lusiadi di Luís
Vaz de Camões ai quali ànno accresciuta non poca fama le sventure e le virtù
del poeta; e per simile, io giudico che l' Amadigi del Tasso il vecchio o
l'Orlando innamorato del Berni, non temono di gareggiare con la Regina Fata di
Spenser e con quanto di meglio in tal genere ànno prodotto l'altre nazioni. Ma
non è da tacere che in quasi tutti questi nostri poemi riconoscesi agevolmente
l'uno o l'altro dei tipi che nel Furioso e nella Gerusalemme ricevettero
perfezione, ed a cui poca giunta di novità e poche profonde mutazioni si fecero
dagl'ingegni posteriori; e ne' poemi eroici singolarmente a niuno è riuscito di
ben cantare i difetti del Tasso, molti in quel cambio li esagerarono. Scusabile
mi si fa Marino e scusabili gl'Italiani, quand'io considero lo stato di lor
nazione sotto il crudele dominio degli Spagnuoli, e fieramente mi sdegno con
questi medesimi che nella patria loro ancor sì potente e sì fortunata,
plaudivano a que' delirj e incensavano il Gongora, meno ingegnoso assai del
Marino e di lui più strano e affettato. In fine, gioverà il ricordare che
all'Italia serva, scaduta e dilapidata, rimaneva pur tanto ancora di prevalenza
intellettuale appresso l'altre nazioni che de' trionfi più insigni e delle lodi
più sperticate del cavalier Marino furono autori i Francesi; e per lungo tempo
assai nessuno de' lor poeti seppe al tutto purgarsi della letteraria corruzione
venuta d'oltre Alpe; testimonio lo stesso Cornelio, alto e robustissimo
ingegno, ma nel cui stile nondimeno avria dovuto il Boileau ritrovare assai
spesso di quel medesimo talco del quale parevangli luccicare i versi del Tasso.
Dal Marino incominciò a propagarsi nel mondo una poesia fantastica e meramente
coloritrice, la quale cerca l'arte solo per l'arte, fassi specchio indifferente
al falso ed al vero, alle cose buone ed alle malvage, alle vane e giocose come
alle grandi e instruttive; sente tutti gli affetti e nessuno con profondità, e
nell'essere suo naturale od abituale, canta di Adone, come di Erode e così
delle favole greche come delle bibliche narrazioni] Fiorirono in tale
intervallo tre ingegni eminenti che forse mantennero alla lirica nostra una
spiccata maggioranza su quella d'altre nazioni. Ognuno, io penso, à nominato ad
una con me il Chiabrera, il Filicaja ed il Guidi. Dal solo Chiabrera fu
l'Italia regalata di tre nuove corone poetiche; mercechè veramente nelle sue
mani nacque e grandeggiò prima la canzone pindarica, poi la canzone
anacreontica e infine il sermone oraziano; né mal s' apporrebbe colui che
attribuisse al Chiabrera eziandio la rinnovazione del Ditirambo. Il Filicaja
venne a tempi ancora più disavventurati, e quando più non era possibile
discoprire ne' suoi Fiorentini un segno e un vestigio pure dell'antica fierezza
repubblicana. Ma il senso del bene morale e la pietà religiosa fervevano così
profondi nell'animo suo che bastarono a farlo poeta. Mai né in questa nostra
patria, né fuori sonosi udite canzoni così ben temperate di splendore pindarico
e di maestà scritturale come quelle del Filicaja. Nel Guidi allato a concetti
ed a sentimenti spesso comuni e rettorici, splende una forma non superabile di
novità, di bellezza e magnificenza. Certo, se ad Alessandro Guidi fosse toccato
di vivere in seno di una nazione forte e gloriosa, non ostante la poca
fecondità e vastità di pensieri, io non so bene a qual grado di eccellenza non
sarebbe salita la lirica sua; perché costui propriamente sortì da natura Yos
magna sonaturum, e ce ne porge sicura caparra la sua canzone alla Fortuna. A me
sonerà sempre caro ed insigne il nome di Alfonso Varano, perché da lui
segnatamente, a quello che io giudico, s'iniziò il corso della poesia moderna
italiana; e forse la patria non gli si mostra ricordevole e grata quanto
dovrebbe. Chi trovasse non poca similitudine tra la mente del Varano e quella
del Young, credo che male non si apporrebbe. Anime pie e stoiche ambidue, e
dischiuse non pertanto agli affetti gentili, diffondono ne' lor versi un
religioso terrore e un' ascetica melanconia che nell'Inglese riescono cupi,
inconsolati e monotoni, e nell'Italiano s'allegrano spesso alla vista del
nostro bel sole, e dai pensieri del sepolcro volano con gran fede alla pace e
serenità della gloria immortale. Varano poi insieme col Gozzi restituì alla
Divina Commedia il debito culto; il Gozzi con li scritti polemici, egli con la
virtù dell' esempio; ed ebbe arbitrio di dire a Dante ciò che questi a Virgilio:
Tu séi lo mio maestro e il mio autore. Se non che il cantore delle Visioni chiuse
e conchiuse l'intero universo nel sentimento della pietà e nei misteri del
dogma, e non ben seppe imitare del suo modello la nervosa brevità e parsimonia,
la varietà inesauribile e la peregrina eleganza. Se taluno dei suoi piuttosto
scarsi scolari volle talora celebrare in Rovere. l'ultimo anello della catena
che dal Galluppi si continua in Rosmini e Gioberti, unanime e il consenso dei
suoi maggiori contemporanei e dei posteri nell'affermare il valore pressoché
nullo della sua vasta produzione filosofica. Rosmini e più scolastico, Rovere più
civile. Quello quasi sterile in politica, questo molto feconda, risolvendo i
problemi più ardui e interessanti della vita sociale. Quello fu timido, questo coraggiosa;
quello arriva a rifiutare sul terreno pratico le-conseguenze de' suoi principii
per un pregiudizioso rispetto di casta non evitando il disonore di una ritirata
e la deformità del sofisma; Rovere, per lo contrario tutta intrepido si
sostenne colla gloria di una vittoria, colla dignità di una rigorosa coerenza,
e colla bellezza di una vera argomentazione. Rosmini in un bel momento di sua
ragione scrive stupende pagine sulla riforma del clero; poi ha la debolezza di
ritirarle, impaurito dalle minaccia dell'Indice. Rovere è oggi quel che era ne'
primi giorni della sua vita pubblica, e non sa temere altro autorevole indice
che quello del buon senso. Nel suo saggio, intitolalo Di un nuovo diritto
europeo, si ammira il coraggio della coscienza di un filosofo, e la prudenza
d'un uomo di Stato. Riguardo poi ai pregi della forma, Rosmini fu semplicemente
filosofo, Mamiani un filosofo-oratore; nel primo spicca la pura meditazione,
nel secondo si unisce il genio che feconda il deserto delle speculazioni
metafisiche, delle avanzate astrazioni. In Rosmini vi ha una ricchezza povera,
cioè una stiracchiatura di poche idee in molte parole, quasi diffidi della
memoria, e dell'abilità del lettore. In Rovere vi ha una povertà ricca, cioè
molte idee in poche parole; il che appaga l'amor proprio del lettore, e ne fa
liete tutte le potenze della ritentiva e della ragione. A“D'un nuovo diritto
europeo” (Scolastica, Torino); “Dell'ottima congregazione umana e del principio
di nazionalità italiana ” (Subalpina, Torino); Pagano, ovvero, della
immortalità, Dai Torchi della Signora De Lacombe”; “Prose letterarie” (Barbera,
Firenze). Terenzio Mamiani della Rovere. Rovere. Keywords: confessioni di un
metafisico, il rinnovamento della filosofia antica italiana, vico, cuoco. Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e della
Rovere," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia.
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Grice e Ruberti – la natura abhorre il
vuoto – la tromba di Gabriele -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Pideura). filosofo. Figlio di Gaspare,
originario di Bertinoro e tessitore, e Giacoma Torricelli-Roberti, faentina. Studia a Faenza
e Roma sotto B. Castelli. Srive a Galilei una lettera di risposta a sue richieste
a Castelli, che assente in quei giorni aveva lasciato allo studente il compito
di segretario. In tale lettera colse l'occasione per presentarsigli, che egli
ammira grandemente. Il vivere da vicino le vicende del processo a Galileo gl’indusse
a dedicarsi più strettamente alla matematica nonostante padroneggiasse gli
strumenti teorici e fosse un abile costruttore di cannocchiali. Divenne segretario di G. Ciampoli, un intellettuale
devoto a Galileo, che segue nei suoi incarichi governativi nelle Marche e
nell'Umbria. Castelli presenta a Galilei il saggio di Roberti, “De motu gravium”
suggerendogli di impiegarlo come discepolo e assistente. Così e e divenne
assistente di Galileo e su domanda e insistenza di Galilei si trasferì nella
sua abitazione. Alla morte di Galilei, Ferdinando II gli nomina matematico
del Granducato di Toscana. Studia geometria, dove anticipa il calcolo infinitesimale.
Si dedica alla fisica, studiando il moto dei gravi e dei fluidi e approfonde
l'ottica. Possede un laboratorio nel quale realizza egli stesso lenti e
telescopi. Si dedica anche allo studio dei fluidi, giungendo ad inventare il
barometro a mercurio chiamato "tubo di Torricelli" o "tubo da
vuoto”. Tale invenzione si basa nella misurazione della pressione atmosferica
attraverso l'uso di questo tubo che, proprio sotto la spinta di tale pressione,
viene riempito dal mercurio fino all'altezza costante di 760 mm (esperimento
effettuato sul livello del mare). Proprio da questa invenzione nasce l'unità di
misura della pressione "millimetri di mercurio" (mmHg) e
l'uguaglianza: 1 Atm = 760 mmHg (la pressione di un'atmosfera corrisponde a 760
millimetri di mercurio). Pubblica “Opera Geo-Metrica”, della quale “De motu
gravium” costituisce la seconda parte. Si dice faentino e tale era
considerato dalle persone che lo conoscevano, ma le ricerche compiute già subito
dopo la sua morte nei registri battesimali di Faenza non ebbero esito. Ciò da
adito ad un secolare dibattito, durante il quale varie altre località romagnole
rivendicarono l'onore di avergli dato i natali. Rossini ricostrusce l'albero
genealogico della famiglia, originaria di Pideura, nel contado faentino,
risalendo di due secoli oltre la nascita di Ruberti. Bertoni, del liceo che da
Ruberti prende nome, trova nel registro dei battezzati della Basilica di San
Pietro in Vaticano il suo atto di battesimo. Ciò che trae in inganno i filosofi
e il fatto che Ruberti assume il cognomen Torricelli della madre anziché del
padre. Si sa che il nome del padre e Gaspare. Pertanto, si cercano notizie di
un inesistente Gaspare Torricelli. Viceversa, si hanno notizie di una Giacoma
Torricelli e si riteneva che fosse la zia paterna. E invece la madre. La
lettera a Galilei, conservata alla Biblioteca Nazionale di Firenze fra i
Manoscritti Galileiani, è il primo documento nel suo carteggio. Rappresenta un
documento fondamentale per studiare la vita e l'opera dello scienziato faentino.
Descrive la propria formazione scientifica. Si dichiara a conoscenza dei fatti
che portano a breve alla condanna di Galilei e dichiara la propria 'fede'
galileiana. Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Col.mo Nella absenza del
Rev.mo Padre Matematico di N. Sig.re, sono restato io; humilissimo suo
discepolo e servitore, con l'honor di suo secretario. Fra le lettere del quale
havendo io letta quella di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma, a lei ne accuso, conforme
l'ordine datomi, la ricevuta, e a lui Rev.mo ne do parte in compendio. Potrei
nondimeno io medesimo assicurar V. S. che il Padre Abbate in ogni occasione, e
con il Maestro di Sacro Palazzo e con i compagni di quello e con altri prelati
ancora, ha sempre procurato di sostenere in piedi li Dialoghi di lei Ecc.ma, e
credo che sia stato causa che non si è fatta precipitosa resolutione. Io
sono pienissimamente informato d'ogni cosa. Sono di professione matematico, ben
che giovane, scolaro del Padre R.mo di 6 anni, e duoi altri havevo prima
studiato da me solo sotto la disciplina dei Gesuiti. Son stato il primo che in
casa del Padre Abbate, et anco in Roma, ho studiato minutissimamente e
continuamente sino al presente giorno il libro di V. S., con quel gusto che
ella si puol imaginare che habbia havuto uno che, già havendo assai bene
praticata tutta la geometria, Apollonio, Archimede, Teodosio, et che havendo
studiato Tolomeo et visto quasi ogni cosa del Ticone, del Keplero e del
Longomontano, finalmente adhere, sforzato dalle molte congruenze, al Copernico,
ed era di professione e di setta galileista. Il Padre Grienbergiero, che
è molto mio, confessa che il libro di V. S. gli da gusto grandissimo e che ci
sono molte belle cose, ma che l'opinione non la loda, e se ben pare che sia,
non la tien per vera. Il Padre Scheiner, quando gliene ho parlato, l'ha lodato,
crollando la testa. Dice anco che si stracca nel leggerlo per le molte
disgressioni. Io gli ricordo le medesme scuse e diffese che V. S. in più lochi
va intessendo. Finalmente dice che V. S. si porta male con lui, e non ne vol
parlare. Del resto io mi stimo fortunatissimo in questo, d'esser nato in
un secolo nel quale ho potuto conoscere et riverir con lettere un Galileo, cioè
un oracolo della natura, et honorarmi della padronanza et disciplina d'un
Ciampoli, mio amorevolissimo signore, eccesso di meraviglia, o se adopri la
penna o la lingua o l'ingegno. Haverà quanto prima il Padre R.mo la carissima
di V. S., e le risponderà. Intanto V. S. Ecc.ma mi fa degno, ben che inetto,
d'esser nel numero de' servi suoi e de' seguaci del vero; che già so che il
Padre R.mo, o a bocca o per lettere me gli haverà altre volte offerito per
tale. E per fine a V. S. faccio con ogni maggior affetto riverenza. Roma,
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma Sig.r Gall. Gal. La lettura approfondita delle “Due
nuove scienze” di Galilei dei cui ultimi capitoli segue direttamente la stesura
ad Arcetri, gli ha suggerito molti sviluppi dei principi della meccanica ivi stabiliti.
Tali sviluppi sono esposti nel trattato dal titolo “De motu gravium”. Nell’ “Opera
Geometrica” conceve il principio del
barometro, costruendo quello che ora è chiamato tubo di Torricelli e
individuando il "vuoto torricelliano". Con Viviani dimostra che il
vuoto esiste in natura e che l'aria ha un peso ponendo quindi fine alle
millenarie discussioni filosofiche sull'horror vacui. Un'unità di misura della
pressione è stata chiamata Torr in suo onore e corrisponde a millimetri di
mercurio. L'unità di misura del Sistema Internazionale è invece il pascal, in
onore di un altro illustre fisico Blaise Pascal, che fa fiorire numerose
ricerche sperimentali dalla estesa e definitiva teoria della pressione
atmosferica descritta da Torricelli. La parola “barometro” coniata da R. Boyle
è oggi quasi sempre associata al nome di Torricelli che risulta quindi fra i
più celebri scienziati italiani nella storia. Essendo in diretto contatto con
Cavalieri inizia a lavorare con la Geometria degli indivisibili e ben presto
supera, secondo lo stesso Cavalieri, il suo maestro. E abilissimo
nell'utilizzarne le tecniche, cioè il metodo degli indivisibili, come anche il
metodo d'esaustione, che e in uso presso gl’antichi, fra tutti il grande
Archimede, di cui e entusiasta ammiratore. A lui dobbiamo la riscoperta del
matematico siracusano. Per il gusto di imitare i classici, dimostra in 21
modi diversi un teorema di Archimede: 11 con il metodo d'esaustione, 10 con il
metodo degli indivisibili. Spesso i risultati ottenuti con la geometria
degli indivisibili venneno poi confermati con altre dimostrazioni, a causa
della controversia sulla loro fondatezza. Il fatto interessante è che lo
stesso Archimede elabora una sorta di geometria degli indivisibili, ma non la
ritiene rigorosa, e perciò dimostra sempre i suoi risultati con il metodo
d'esaustione. Tutto ciò si è scoperto quando si scopre un palinsesto con
un'opera sconosciuta di Archimede, il Metodo meccanico, nel quale espone questi
procedimenti. -- è famoso per la scoperta del solido di rotazione
infinitamente lungo detto “la tromba di Gabriele”, da lui chiamato "solido
iperbolico acutissimo", avente l'area della superficie infinita, ma il
volume finito. La tromba di Gabriele e considerato per molto tempo un paradosso
"incredibile" per molti, incluso lui stesso, che cerca diverse
spiegazioni alternative, anche perché l'idea di un secchio che è possibile
riempire di vernice, ma impossibile da pitturare è senz'altro singolare. Il
solido in questione ha scatenato un'aspra controversia sulla natura
dell'infinito, che ha coinvolto anche il filosofo T. Hobbes. In questa disputa
alcuni sostenneno che il solido conduce all'idea di un infinito completo. -- è
stato pioniere nel settore delle serie infinite. In “De dimensione parabolae"
considera una successione decrescente di termini positivi {{0},{1},{2}} e
mostra che la corrispondente serie tele-scopica {{0}{1})+{1}{2})+}converge
necessariamente a {{0}-L{0}-L}, dove “L” denota il limite della successione. In
questo modo riuscw a dare una dimostrazione dell’espressione per la somma della
serie geometrica. A Faenza, è presente una statua (ubicata di fronte alla
chiesa di San Francesco) che lo raffigura con in mano un barometro a mercurio
(curiosità sulle proporzioni: l'altezza del barometro è inferiore a quella
reale, che deve essere di almeno 76 cm. Per la storia della scoperta della sua vera
origine vedi anche Registrazione del convegno per il quarto centenario della
nascita, M. Fidio, C. Gandolfi,
Idraulici italiani, Biblioteca Europea di Informazione Cultura.In questa
sperimentazione venne preceduto di qualche anno da G. Berti, che conduce un esperimento
barometrico utilizzando acqua anziché mercurio. Cfr. L'esperimento di Berti,
realizzato a Roma Moon: Torricelli G. Rossini, Convegno di studi torricelliani in
occasione dell’anniversario della nascita, Faenza, Lega, G. Bertoni, La sua
faentinità e il suo vero luogo di nascita, in Studi e ricerche del Liceo
Torricelli, Faenza, Ragazzini, F. Toscano, L'erede di Galileo. Vita breve e
mirabile, Milano, Sironi).A .Alexander, Infinitamente piccoli. La teoria
matematica alla base del mondo moderno, Torino, Codice edizioni, Barometro di Torricelli, Equazione di
Torricelli, Legge di Torricelli Torr, Tromba di Torricelli, Treccan Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Crusca.
Evangelista Torricelli, Il contributo italiano alla storia del Pensiero:
Scienze, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Museo della Storia della Scienza,
Firenze. Evangelista Torricelli Ruberti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Ruberti” – The Swimming-Pool Library https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692027983/in/photolist-2mKR9ZM-nrgohw-npzGmo
Grice e Rucellai – gl’amori di
Linceo – filosofia imperfetta -- filosofia italiana (Firenze). Filosofo. Crusca. Discepolo
di Galilee e in certa guisa il
depositario e spositore delle opinioni metafìsiche professate dal suo maestro.
Di più: in cui la scuola di Galilei ha uno dei maggiori lumi. Afferma di essere
amico e confidente di Galilei ma ciò non corrisponde al vero. In verità si incontrano
solo una volta quando e suo ospite nella villa di Arcetri. Men che meno e suo
studente. Quanto poi alla metafisica di Galilei, i dialoghi filosofici parlano
da soli. Quando comincia a comporre i dialoghi
presero persino a chiamarlo "il nostro sapientissimo Socrate". Ma
anche questa era una bufala. Il fatto è ogni volta che compone un dialogo, ama recitarlo
al suo palazzo davanti a un pubblico scelto di personaggi del bel mondo
fiorentino. Che al suo palazzo, uno dei più ricche di Firenze, si mangia e e beve
gratis. Quindi più dialoghi recitav, più si gozzoviglia. Per questo lo incitano
a continuare. La verità è che in
filosofia non vuole, non segue la ragione. Chiudendo gl’occhi alla scienza, in
qualunque punto, non dice nero né bianco. Altro che discepolo di Galilei anche
se a Firenze, a questa panzana, ci credeno in molti. Non è un caso dunque se i dialoghi sono
pubblicati non per meriti filosofici ma linguistici. I dialoghi sono citati dal
vocabolario della Crusca ed ottimo avviso e il farne spoglio abbondante perché
la loro favella è veramente d'oro e, se lo stile procede talvolta prolisso, è
sempre chiarissimo ed elegante e à gran ricchezza di voci e frasi convenienti
agli studj speculativi. Forse è proprio
per la sua grande abilità nel farsi credere che, nel Granducato, la sua stella
sembra non tramontare mai. Ambasciatore toscano prima presso Ladislao IV e poi
lFerdinando III. Intendente della Biblioteca Laurenziana. Tutore di Francesco
Maria. Acclamato Priore dell'Accademia della Crusca con l’alias di “Imperfetto”
Strano perché lui, invece, e un perfetto: un perfetto bugiardo. Altre saggi: “Descrizione
della presa d'Argo e de gl’amori di Linceo con Hipermestra”; Opuscoli inediti di
celebri autori toscani, Prose e rime inedite di Rucellai Tommaso Buonaventura, Degl’officii
per la società umana”; “Della provvidenza”; “Della morale”, Crusca. Orazio
Ricasoli-Rucellai. Ruscellai. Keywords: gl’amori di Linceo --. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Rucellai”
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734569882
Grice e Ruffolo – il possibilismo --
filosofia italiana (Cosenza). Filosofo. Torna a Roma dal fronte della campagna greco-albanese
della seconda guerra decorato con quattro medaglie al valore per diverse
intrepide azioni contro il nemico, in cui e ferito con arma da fuoco
trapassante il petto. Organizza in seno al ministero dell'interno una cellula
di resistenza partigiana, che gli vale l'attestazione di partigiano combattente
e una medaglia di bronzo al valore partigiano. Per via della delazione di
un componente del gruppo di resistenza e arrestato dalla banda Pollastrini-Koch
e incarcerato alla pensione Jaccarino in via Romagna. Trasferito in Regina Coeli
condivide la cella con Pintor e Salinari discutendo del dopo
liberazione. Trasferito a via Tasso e interrogato da Kappler. L'iniziale
sentenza di morte e commutata in deportazione. Qualche ora prima
dell'ingresso degl’alleati in Roma, all'abbandono di Roma da parte dei tedeschi,
usce dal carcere insieme per essere avviato su uno dei trei torpedoni in attesa
a Piazza San Giovanni per essere deportato in Germania. Un quarto torpedone e
invece quello destinato all'eccidio di La Storta dove e ucciso Buozzi. Lee SS
gli impedeno il suo proposito di salire proprio sul quarto torpedone, scostato
dagl’altri, avvalorando la tesi che l'eccidio e pre-meditato e non una reazione
impulsiva del comandante. Costretto a salire su uno dei restanti tre torpedoni,
si getta mentre il convoglio e in marcia. Riusce a far perdere le tracce e a
liberarsi nonostante le SS avessero fermato il convoglio e lo insegueno nella
campagna nei pressi di Ficulle. Dell’arresto e prigionia da conto in "Roma
-- storia della mia cattura e fuga dalle SS [dai nazisiti]" (Roma). Al
termine della guerra, ha la carriera di notaio a Grosseto. Uomo colto,
conversatore brillante con battute spesso umoristiche. In occasione della
trasmissione "Testimoni oculari" di S. Zavoli, circa la detenzione a
Via Tasso, venne intervistato il fratello Sergio. La sua condizione di
laringectomizzato per il tumore alle corde vocali, e probabile causa della mancata
intervista. Tuttavia non è citato nella trasmissione, in quanto il
fratello omise di nominarlo nell'intervista, causando uno spiacevole dissapore
familiare, tenuto conto delle drammatiche e indimenticabili circostanze di quei
momenti vissuti insieme. Amico e intrattenne corrispondenza tra gli altri,
con Orlando, Levi, Ragghianti, I.
Baldini, A. Trombadori, F. Valeri, M.
Morante, C. Cassola, M. Melloni (Fortebraccio), A. Guercio, A.
Ripellino, F. Gabrielli, e M. Stern. Notevole la mole dei suoi saggi e il
cui interesse di pensiero, investe gli argomenti più disparati. Altri saggi: “La
Cosmologica” (Roma, Signorelli), opera poetico-filosofica. Fonda la “metafisica
possibilista” basata sulla teoria della relatività generale e della fisica dei
quanti; "America come pretesto" (Roma, Ventaglio); "Il
possibilismo: suggerimento filosofico eutimistico-terapeutico” (Roma, Mancosu);
"Guazzabuglio"; “Quadri di una esposizione” (Roma, Barone); “Guazzabuglio”
(Roma, Croce);“Oltre gl’ali di Icaro” (Roma, C. Mancosu). Nicola Ruffolo.
Ruffolo. Keywords: Icaro, Cosmologica, possibilismo, guazzagublio, lo specchio
del diavolo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ruffolo” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735363301/in/datetaken/
Grice e Ruggiero – romolo e remo –
filosofia meridionale -- filosofia
italiana (Napoli). Filosofo. Nato
alla fazione di Bruciano, fiiglio di Eugenio
e di Filomena d'Aiello. Scrive “Critica del concetto di cultura”, cui
Croce rimprovera la mancata distinzione tra “cultura” e “falsa cultura”. Idealista,
senza aderire all'attualismo di Gentile. Liberale, pur non risparmiando
critiche alla classe politica espressa dal Partito liberale. Insegna a Messina
e Roma. Avendo aderito all'idealismo con Gentile, la sua rivendicazione dei
valori del liberalismo lo rese un esponente di spicco dell'opposizione al
fascismo. Per non perdere la cattedra presta il giuramento di fedeltà al
fascismo. Autore, tra le altre opere, di una imponente Storia della filosofia e di una Storia del liberalism. Socio degl’Esploratori
Italiani. Indaga nella storia della filosofia romana la potenza di libertà
costruttrice del mondo degl’uomini, e, auspicando in tempi oscuri il ritorno
alla ragione, e ad Italia maestro ed apostolo di fede nell'umanità. Saggi: Storia della filosofia,” “La filosofia
greca'” Bari, Laterza); “Cristianesimo, Bari, Laterza); “Rinascimento, riforma
e controriforma, Bari, Laterza); La filosofia moderna. Cartesianismo (Bari,
Laterza); L’Illuminismo, Bari, Laterza); Da Vico a Kant, Bari, Laterza); L'età
del Romanticismo, Bari, Laterza); Hegel, Bari, Laterza); La filosofia contemporanea,
Bari, Laterza); Critica del concetto di cultura, Catania, Battia; La filosofia
contemporanea, Bari, Laterza, Il
pensiero politico italiano meridionale (Bari, Laterza); L'impero britannico
dopo la guerra, Firenze, Vallecchi, “Storia del liberalismo” (Bari, Laterza, La
filosofia contemporanea” (Bari, Laterza); “Filosofi del Novecento” (Bari,
Laterza); “L'esistenzialismo” (Bari, Laterza); “Scritti politici, R. De Felice,
Bologna, Cappelli, La libertà, F.
Mancuso, Napoli, Guida); Lettere a Croce (Bologna, Mulino); B. Croce, La
Critica, I filosofi che dissero "NO" al Duce, in La Repubblica, Un
ritratto filosofico, Napoli, Società editrice); L'impegno di un liberale” “Tra filosofia
e politica, Firenze, Monnier); Treccani, Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
M. Griffo, La coscienza critica del liberalismo; V. Sgambati, Tra ethos
e pathos. Guido De Ruggiero. De Ruggiero. Ruggiero. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Ruggiero” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51715422601/in/photolist-2mPmmR4-2mNaHiH-2mMV4pg-2mLEcbk-2mPCgo1
Grice e Rusca – filosofia italiana (Venezia). Studia filosofia. Vicario generale di
Padova della Congregazione del Sant'Uffizio. Ricopre quindi il ruolo di
Inquisitore. Scrive “Syllogistica methodus” ; “De caelesti substantia”; “De
fabulis palaestini stagni ad aures Aristotelis peripateticorum principis e l'
Epitome theologica”. Vescovo di Caorle. Uno dei presuli che più si spese per le
necessità della sua diocesi. È infatti ricordato per gli imponenti restauri
della cattedrale che volle fossero eseguiti per salvare l'edificio
dall'imminente rovina. Durante questi restauri ricopre il soffitto della cattedrale
con stucchi e diede all'edificio una struttura barocca. La riconsacrarla,
apponendo alle pareti dodici croci in cotto, tuttora conservate. Inoltre fa completare
la realizzazione dei nuovi reliquiari per le insigne reliquie dei santi patroni
(Stefano protomartire, Margherita di Antiochia e Gilberto di Sempringham) e
provvide al rinforzo della struttura del campanile. Al completamento di tutti i
lavori, volle che alle solenni celebrazioni presenziassero musici provenienti
da Venezia. A memoria di tutto ciò, resta la lapide, ora affisse alla parete
sinistra del duomo. D. O.M. LÆVITÆ STEPHANO PROTOMARTYRI FR·PETRVS MARTYR
RVSCA EPVSCONSECRAVITMARINO VIZZAMANO PRÆTORE M·D·C·L·XV·III CAL SEP· -- A Dio
ottimo massimo al levita Stefano proto-martire fra' P. Rusca vescovo consacra essendo
podestà M. Vizzamano. Ricordato per la sua premura nel risollevare le sorti
economiche. Ripristina la mensa
episcopale e provvide al sostentamento dei sacerdoti istituendone la
confraternita. Si adopera per correggere i comportamenti dei fedeli e dei
sacerdoti stessi. Fa erigere nella cattedrale un altare dedicato a Sant'Antonio
di Padova. In Duomo a Caorle resta la pala d'altare del Santo con la lapide,
affissa alla parete destra dove sorgeva l'altare, che recita: ILL.MI ET RMI EPI
CAPRVLEN. VNAM MISSAM LECTAM QVOTIDIE, ET DVAS CANTATAS QVOLIBET MENSE AD HOC
ALTARE S. ANTONII CELEBRARI CVRANTO TENENTVR VT IN ACTIS D. OCTAVII RODVLPHI
NOT. VEN. DIEI XIV MENSIS IAN. MDCLXXI AB INCAR. FR. PETRVS MARTYR RVSCA EPVS
CAPRVLEN. EREXIT VNIVIT DISPOSVIT. Illustrissimi e reverendissimi vescovi
caprulensi, abbiate cura che una messa letta quotidiana e due cantate in
qualsivoglia mese siano celebrate a questo altare di S. Antonio, ne sono tenuti
come dagli atti del signor Ottavio Rodolfo notaio veneziano del giorno 14 mese
di gennaio 1671 dall'Incarnazione. Fra' Pietro Martire Rusca vescovo di Caorle
eresse, unì, dispose. Consacra la chiesa di Santa Maria Elisabetta al Lido di Venezia.
R. Rusca, Il Rusco, overo dell'historia della famiglia Rusca, N. Marta,
Venezia, Bonaventura Perissuti, Notizie divote ed erudite intorno alla Vita ed
all' insigne Basilica di S. Antonio di Padova, Padova, Flaminio Corner, Notizie storiche delle chiese
e monasteri di Venezia, e di Torcello, G. Manfrè, Padova, G. Sbaraglia,
Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S. Francisci, S.
Michaelis ad ripam apud Linum Contedini, Roma. T. Bottani, Saggio di Storia della Città di
Caorle, Bernardi, Venezia, G. Musolino, Storia di Caorle, La Tipografica,
Venezia, Paolo Francesco Gusso e R. Candiago Gandolfo, Caorle Sacra, Marcianum
Press, Venezia, F. Ughelli, Italia sacra sive de episcopis
Italiæ, et insularum adjacentium. Pietro Martire Rusca. Rusca. Keywords:
“Syllogistica methodus”, “Aures Aristotelis peripateticorum principis”;
Defensionem Vestigationum Peripateticum. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rusca”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734521406/in/datetaken/
Grice e Rusconi – attacco e contrattacco – filosofia
italiana (Meda). Filosofo. Insegna a Trento e Torino.
“La teoria critica della società” -- Istituto storico italo-germanico. Altre saggi:
“Crisi di sistema e sconfitta operaia” (Einaudi); “Scambio, minaccia, decisione”;
“Sociologia politica (Mulino); Se cessiamo di essere una nazione (Mulino), in
cui ripercorre il dibattito sul concetto di nazione – “la nazione italiana”; Resistenza
e post-fascismo (Il Mulino); “Come se Dio non ci fosse” (Einaudi), “Italia – lo
stato di potenza, la potenza civile (Einaudi) Cefalonia. Quando gli italiani si
battono (Gli struzzi Einaudi); “L'azzardo”
(Mulino); “Cavour: fra liberalismo e cesarismo (Il Mulino); “Cosa resta”
(Laterza ); “Seduzione” (Feltrinelli ); “Attacco” (Mulino). Gian Enrico
Rusconi. Rusconi. Keywords: romanita, italianita, il concetto di nazione in
Hegel, “God save the queen” – the national anthem – l’inno nazionale -- Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Rusconi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734745883/in/datetaken/
Grice e Ruta – corpori sani – l’intersoggetivo e la
psiche sociale – filosofia fascista – filosofia meridionale -- filosofia
italiana (Belmonte Castello). Filosofo. Insegna a
Napoli. Conosce e frequenta Croce. Sviluppa una filosofia in armonia con
l'ideologia del regime fascista. Saggi: “Il gusto d'amare” (Millennium);
“Insaniapoli” (Campus); “Il segreto di Partenope” (Napoli, Millennium);“L’inter-soggetivo
e la psiche sociale” (Milano, Sandron); “Il ritorno del genio di Vico” (Bari);
“Politica e ideologia” (Milano, Corbaccio); “La necessità storica dell'Italia
nuova” (Napoli); “Diario e lettere” (Bari); “La nascita della tragedia ovvero
Ellenismo e pessimismo” (Bari). Enrico Ruta. Ruta. Keywords: l’intersoggetivo e
la psiche sociale, corpori sani, il concetto di necessita storica in hegel – il
concetto del sociale – il carattere del popolo italiano, lo stato italiano – la
missione del popolo italiano – la patria italiana. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Ruta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734727223/in/datetaken/
Grice e Sacchi – filosofia italiana – filosofia
longobarda -- Luigi Speranza (Casa
Matta di Siziano). Filosofo. La sua saggistica e molto abbondante e abbraccia i
campi più diversi della filosofia. A differenza di altri poligrafi del tempo la
sua filosofia si basa su una solida formazione e un sapere quasi enciclopedico,
per cui i suoi saggi, pur influenzati -soprattutto nella forma- dalle mode
culturali del tempo, mantengono anche oggi un indubbio valore. A Pavia conduce
i suoi studi, che dapprincipio si indirizzarono alla filosofia. Tra i suoi
maestri vi e Romagnosi. Corrispondente di Fauriel e Gioia. Si trasfere a
Milano. Collabora a varie riviste. Dirige «Cosmorama pittorico». Socio della
Reale Accademia delle Scienze di Torino. Saggi:
“La Storia della filosofia greca” (Pavia, Capelli) La Collezione dei
Classici Metafisici, Mascheroni” (Pavia, Bizzoni); “I Lambertazzi e i Geremei, o le fazione di
Bologna – cronaca di un trovatore” (Milano, Stella); “La pianta dei sospiri”
(Milano, Silvestri); Le Antichità romaniiche
d'Italia, Diritto pubblico universale, o sia Diritto di Natura e delle Genti, Biblioteca
Scelta di opere dal latino); “Uomini Utili e Benefattori del Genere Umano”
(Milano, Silvestri); I voti dell'Italia.
I. Cesare, "L'Omnibus
Pittoresco", La mia vita (Pavia, Bizzoni); Filosofia (Milano, Cisalpino); Elogio
del sensismo, Pavia, Bizzoni, Della filosofia di Socrate” Pavia, Bizzoni, I trovatori e le galanterie nel Medio evo,
Milano, Ripamonti Carpano, Oriele o Lettere di due amanti” (Pavia, Bizzoni); “Lodi
Orcesi, Milano, Silvestri, Biblioteca Braidense
Marcellina, C. Béchet, Geltrude. Romanzo italiano con note storiche, Milano,
Bettoni, Diritto pubblico universale di Gio. Maria Lampredi volgarizzato,
Milano, Silvestri); “I fregi simbolici di San Michele in Pavia", Antichita
romantiche [romaniche] d'Italia, e Giu Milano, Stella); “Della condizione
economica, morale e politica degli italiani nei bassi tempi”; “Saggio intorno
all'architettura simbolica, civile e militare in Italia”’ “Saggio intorno
all'origine de' Longobardi, alla loro dominazione in Italia, alla divisione dei
due popoli ed ai loro usi, culto e costume” (Milano, Stella); “Della condizione
economica, morale e politica degli Italiani ne' tempi municipali”; “Sulle
feste, e sull'origine, stato e decadenza de' municipii italiani nel Medioevo” (Milano,
Stella); “Annali universali di statistica economia pubblica, storia, viaggi e
commercio; “Sull’'indole della letteratura italiana; ossia della letteratura
civile, con un'appendice intorno alla poesia eroica, sacra e alle belle arti” (Pavia,
Landoni); “ Intorno alle dighe marmoree o murazzi alla laguna di Venezia ed
alla istituzione del porto franco” (Milano, Editori degli Annali Universali
delle Scienze e dell'Industria, Miscellanea di lettere ed arti, Pavia, Bizzoni);
“L'arca di Sant'Agostino: monumento in marmoora esistente nella chiesa
cattedrale di Pavia, colle illustrazionii” (Pavia, Fusi); “Intorno alle
costumanze, alle arti, agli uomini e alle donne illustri d'Italia” (Milano,
Stella); “Intorno alla pasta, alla smania musicale del secolo, a Volta e a'
progetti pel monumento da erigersegli in Como ed a qualche buona o cattiva moda
della capitale: lettera inutile” (Milano, Stella); “Cose inutile” (Milano,
Visaj); “Teodote: storia” (Milano, Nervetti); “Le belle arti in Milano
nell'anno 1832, Nuovo Raccoglitore, Questioni sull'architettura rituale in
relazione alle opinioni del conte Cordero di San Quintino e dell'avvocato
Robolini", in Annali Universali di Statistica”; “Le arti e l'industria in
Lombardia” (Milano, Visaj); “Del bello” (Milano, Silvestri); Instituti di
beneficenza a Torino (relazione), Milano, a Società degli editori degli annali
universali delle scienze e dell'industria, Lezioni d'un parroco sul cholera” (Milano,
Bravetta, Gli asili dell'infanzia: loro utilità ed ordinamento. Memorie
popolari italiane” (Milano, Manini); “Novelle e racconti, Milano, Manini); “L'
Arco della Pace a Milano descritto e illustrato e pubblicato per la fausta
inaugurazione fatta da S.M.I.R.A. Ferdinando 1, Milano, Manini; B. Luino,
Cosmorama pittorico, Le streghe. Dono del folletto alle signore, Milano, Manini);
“Amori e vicende dei quattro sommi poeti italiani: Dante, Petrarca, Ariosto e
Tasso. Studi storici-biografici” (Milano, Vallardi). Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Defendente Sacchi. Sacchi. Keywords:
Lombardi, longobardi, filosofia lombarda – pagenismo Lombardo – lingua lombarda
– simbolo Lombardo --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sacchi” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735126254
Grice e Sacheli – implicatura axiofenomenista dei
parnasesi – filosofia siciliana -- filosofia italiana (Canicattì). Filosofo. Nato da Vincenzo e Calogera
Rinaldi. Studia a Caltanissetta. Iniziato in Massoneria nella loggia Felice
Cavallotti di Girgento. Si laurea a Palermo sotto G. Colozza e C. Guastella. Insegna
a Bologna, Girgenti, Caltanissetta, Bressanone, Genova, Cagliari e Messina. Con
i suoi saggi diede un apporto all'approfondimento all'interpretazione della
filosofia di Aquino. Numerose sono i suoi saggi filosofiche. "La carità
del natio loco" lo spinge a scrivere sulle tradizioni, i miti e le
leggende di Canicattì, collaborando con la rivista Sicania e pubblicando i
risultati delle sue ricerche nelle “Linee di folklore canicattinese” (Acireale,
Popolare). Altri saggi: “Indagini etiche: i criteri, il problema dell'etica” (Milano,
R. Sandron); Atto e valore” (Firenze,
Sansoni); “Ragion pratica: preliminari critici” (Firenze, Sansoni); “Crisi
della Pedagogia” (Roma, Perrella); “Concetto di didattica, Messina, G. Anna);. Ottaviano,
Sophia: rassegna critica di filosofia e storia della filosofia, CEDAM, V.
Gnocchini, “L'Italia dei Liberi Muratori”. Erasmo, G. Ferrante, Calogero. Angelo
Sacheli. Sacheli. Keywords: membro dei parnasensi, parnaso di canicatti, massoneria,
liberi muratori, folklore canicattinese, filosofia siciliana, loggia felice
cavallotti di Girgento, implicatura fenomenista, fenomenismo. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Sacheli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735118779/in/datetaken/
Grice e Saitta – l’animo – filosofia fascista – il
veintennio fascista -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Gagliano Castelferrato). Filosofo. Allievo di Gentile,
seguace e interprete del suo idealismo attuale. Nato da Giovanni Saitta e
Angela Confalone, una famiglia di agricoltori e proprietari terrieri, studia a Nicosia,
Monreale, e Palermo. Frequentando le lezioni di Gentile, si accosta al suo idealismo.
Si laurea in filosofia. Insegna a Terranova, Lucera, Cagliari, Sassari, Fano,
Faenza, Bologna, Firenze, e Pisa. Dirigge “Vita Nuova”, dell’Università
fascista di Bologna, cura la rubrica Noi e gli altri Spunto polemico, firmando
i suoi interventi con lo pseudonimo di "Rusticus", distinguendosi per
i toni accesi e le posizioni anti-clericali e anti-concordatarie, che lo
portarono a scontrarsi con cattolici. Adere infatti a una concezione
movimentistica e rivoluzionaria del regime fascista, che interpreta come il
compimento del valore romantico del Risorgimento, intendendo la nazione italiano
in senso hegeliano quale sintesi tra cittadino italiano individuale e l’universale
della romanita. Col suo attivismo riusce a esercitare una forte capacità di
attrazione. Così si sviluppa quella tendenza a preferire la sua scuola di
storia della filosofia dove la preparazione di tipo scolastico e le esigenze
tecniche erano minori, ma dove si sente un calore ideale, una passione
filosofica, un fervore per la italianita, e una forza di convinzione spesso
dura, e più che dura, ma più vicina a quei sentimenti e a quelle esigenze
fasciste, una decisione innovatrice suggestiva e che sembra offrire un
orientamento vitale per la soluzione di quei problemi. Accogliendo la
concezione gentiliana dell'atto come perenne auto-creazione dello spirito
italiano che tutto comprende, sviluppa una visione attualistica dell'idealismo
non riducibile a una teoria statica, bensì intesa come azione e continuo
dinamismo. Questo lo porta a esaltare la libertà creativa della ragione umana
contro ogni forma di oggettività e di dogmatismo. Da qui la sua accentuazione
della polemica anti-religiosa, e la riscoperta, nel solco delle tesi formulate
da Spaventa e dallo stesso Gentile, della corrente immanentistica della filosofia
rinascimentale italiana che egli pone a fondamento della genesi dell'idealismo
moderno. Questo immanentismo, per il
quale Dio si esprime nell'attività dello spirito umano, è un reale umanismo che
rende possibile la libertà dell'individuo, nella quale consiste la coscienza
illuministica, da lui contrapposta a quella tradizionale, oppressiva e
decadente, della trascendenza. Per
difendere la libertà del soggetto da ogni autoritarismo e sopraffazione, si è
schierato tuttavia non solo contro il dualismo platonico, la teologia di
impianto aquinistico e la neoscolastica, ma in parte anche contro lo stesso
idealismo di Hegel che finisce per oggettivare la ragione facendone un sistema
assoluto da lui ritenuto all'origine dello schiavismo. Persino nell'attualismo
di Gentile e rimasto un retaggio del trascendente, quando esso attribuisce lo spirito
ad un Io assoluto anziché ai singoli individui. Sono costoro i veri creatori di
valori spirituali, coloro cioè in cui va identificato il soggetto
trascendentale. In tal modo intende preservare la portata stessa dell'atto
creativo dello spirito dell'idealismo gentiliano, rivestendolo di significati
empirici, positivistici, contigenti. Altre saggi: “Lo spirito come eticità” (Bologna,
Zanichelli); “La coscienza illuministica (Genova, Orfini); “Libertà ed esistenza
(Firenze, Sansoni); “L’immanenza (Bologna, Zuffi); “La scolastica e la politica
dei Gesuiti (Torino, Bocca); Le origini dell’aquinismo (Bari, Laterza) Gioberti
(Messina, Principato); Ficino (Messina, Principato); “L'educazione
dell'umanesimo in Italia (Venezia, La Nuova Italia); “Filosofia italiana ed
umanesimo (Venezia, La Nuova Italia); “Aquino” (Firenze, Sansoni); “La teoria
dell'amore e l'educazione del Rinascimento (Bologna, U.P.E.B.); “L'illuminismo
della sofistica” (Milano, Bocca) Il pensiero italiano nell'Umanesimo e nel
Rinascimento (Bologna, Zuffi); “L’Umanesimo italiano” (Bologna, Tamari). E. Centineo, Ricordo, Giornale critico della
filosofia italiana, Firenze, Sansoni, Sorbelli, L'Archiginnasio: bollettino della
Biblioteca comunale di Bologna, direzione di F. Bergonzoni, Regia tipografia
dei fratelli Merlani, Università degli studi di Firenze, S. Salustri,
L'Università fascista di Bologna: un modello di Accademia per il regime?, in
Accademie e scuole: istituzioni, luoghi, personaggi, immagini della cultura e
del potere” (Milano, Giuffrè); V. Pisani, Paideia, Casa Paideia, R. Pertici,
Storia della storiografia, Jaca, L.
Mangoni, “L'interventismo della cultura. Intellettuali e riviste del fascismo”
(Bari, Laterza). Cantimori ricorda con commozione l'irrequietezza spirituale
della sua scuola e la sua attenzione volta ad argomenti quasi ignorati dalla
cultura Italiana – B. Bandini, Storia e storiografia: studi su Delio Cantimori.
Atti del convegno tenuto a Russi, Riuniti).
Cit. in R. Pertici, Storia della storiografia, “Forse meglio di ogni
altro, intese dell'attualismo l'istanza realmente umanistica, e di un
"reale umanismo” “E questa appunto volle sotto-lineare e difendere contro
ogni mistificazione. Così lo vediamo ridurre tutta la dialettica gentiliana a
lotta sempre risorgente fra ragione umana liberatrice e costruttrice di una
società di uomini liberi, e la coscienza tradizionale cristallizzata nelle oppressioni
di strutture portatrici di una filosofia di morte. Ricordo. La filosofia come celebrazione della
soggettività è quasi tutta sbozzata con Ficino. Con lui, anziché col
Campanella, come da altri è stato frequentemente ripetuto, s'inizia la conoscenza
illuministica, Ettore Centineo, Ricordo, Giornale critico della filosofia italiana»,
Firenze, Sansoni, G. Morra, L'immanentismo assoluto, Giornale critico della
filosofia italiana», E. Garin, Cronache di filosofia italiana” (Bari, Laterza);
R. Melchiorre, Storiografi italiani (Villalba di Guidonia, Aletti). Attualismo,
Filosofia rinascimentale, Idealismo italiano, Delio Cantimori Gentile Ricordo. Giuseppe Saitta. Saitta. Keywords: filosofia
fascista, l’universita fascista di Bologna, le reviste filosofiche fasciste,
Vita Nuova, immanenza e non trascendenza, lo spirito italiano, l’universale
dell’italianita, l’universale della romanita, l’amore di Ficino, Campanella, Cantimori,
contro la scolastica, animo, l’animo, vita nuova, contratto sociale, Rousseau,
Firenze. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Saitta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735339190/in/datetaken/
Grice
e Saliceto – filosofia italiana – Luigi Speranza (Cinisello
Balsamo). Grice: “Since Sua Eccellenza Verri-Visconti calls himself a hyphenated
philosopher, I who amn’t, shall list him under Visconti!” Esential Italian
philosopher. Like Grice, he wrote on ‘happiness.’ Like Grice, he wrote on
‘pleasure.’ Like Grice, he was a very clubbable man. Ritratto tagliato Barone di Rho. Consorte Marietta
Castiglioni Vincenza Melzi d'Eril. Figli Teresa, Alessandro (da Marietta
Castiglioni). Filosofo. Considerato tra i massimi esponenti dell'illuminismo, è
altresì ritenuto il fondatore della scuola illuministica milanese. Nacque
a Cinisello Balsamo dal conte Gabriele Verri-Visconti, magistrato e politico
conservatore e da Barbara Dati della Somaglia, membri della nobiltà milanese.
Ha tre fratelli: Alessandro, Carlo e Giovanni. Avviati gli studi nel
Collegio dei gesuiti di Brera, e uno dei ‘trasformati’. Si arruola
nell'esercito e prende parte alla Guerra dei Sette Anni. Fermatosi a Vienna,
intraprende la redazione delle Considerazioni sul commercio nello Stato di
Milano, che gli varranno il primo incarico di funzionario. Pubblica le
“Meditazioni sulla felicità.” Devienne a Milano uno dei ‘pugni’, nucleo
redazionale del ‘Caffè,’ destinato a diventare il punto di riferimento del
riformismo illuministico. Tra i suoi saggi più importanti per “Il Caffè” si ricordano “Elementi del commercio”; “Commedia”;
“Medicina”; “I parolai”. Ha rapporto epistolari anche con gl’enciclopedisti. d'Alembert
visita i pugni. Parallelamente all'impresa editoriale, intraprende la scalata
del governo d’Austria allo scopo di mettere in prattica le riforme propugnate
nel “Caffe”.Membro della Giunta per la revisione della "ferma"
(appalto delle imposte ai privati) del Supremo Consiglio dell'Economia. Fonda
la Società patriottica. “Meditazioni sull'economia politica”. Il discorso sull'indole
del piacere -- e del dolore”; “i Ricordi” e le “Osservazioni sulla tortura”. Il
suo è uno stile asciutto e libero, pieno di trattenuto vigore. Con
Giuseppe II al trono d'Austria, gli spazi per i riformisti milanesi si
riducono, e lascia ogni incarico pubblico, assumendo un atteggiamento sempre
più critico. Pubblica la “Storia di Milano.” All'arrivo di Napoleone, prende
parte alla fondazione della Repubblica Cisalpina, culla del tricolore italiano.
Muore durante una seduta notturna della municipalità. Grazie a lui Milano
divenne il più importante centro degl’illuministi. L'ipotesi di civiltà che
scature da lui e forse troppo avanzata per poter essere adeguatamente raccolta
dalla nostra cultura; e comunque lo colloca a pieno titolo tra le espressioni
più alte degl’illuministi. Il suo grande merito e aver creato in Lombardia un
centro di aggregazione illuminista:“Il Caffè dei pugni” Ciò che desta curiosità
rimane il titolo con cui lui scelse di intitolare la sua testata, dovuta al
rilevante fenomeno della diffusione di caffè (bar), come luoghi dove poter
intraprendere un libero e attuale dibattito culturale, politico e sociale. Con
i suoi articoli sul dolore e il piacere, sottoscrive la dottrina di Helvétius,
nonché il sensismo di Condillac, fondando sulla ricerca della felicità e del
piacere l'attività degl’uomini. Gl’uomini tendeno a sé stessi al piacere e sono
pervasi dal dolore. I suoi piaceri non sono altro che momentanee interruzioni del
dolore. La felicità degl’uomini non è quella personale o soggetiva, ma quella a
cui partecipa il “collettivo,” quasi eutimia o atarassia. Per quanto riguarda
la politica e l'economia, lui è controverso. Per quanto riguarda l'ambito
economico, negli Elementi del Commercio e nella sua più grande opera economica
Meditazioni sull'economia politica, enuncia (anche, per primo, in forma
matematica) la legge di domanda e offerta, spiega il ruolo della moneta come
merce universale, appoggia il libero scambio e sostenne che l'equilibrio nella
bilancia dei pagamenti è assicurato da aggiustamenti del prodotto interno lordo
(quantità) e non del tasso di cambio (prezzo). Di conseguenza, può essere visto
come un marginalista. Si nota, però, come assuma atteggiamenti di difesa del
concetto di proprietà privata e del mercantilismo. Verri-Visconti ritiene che
solo la libera concorrenza tra eguali possa distribuire la proprietà private.
Tuttavia pare favorevole principalmente alla piccola proprietà, per evitare il
risorgere delle disuguaglianze. Verri con le Osservazioni sulla tortura
esprime la sua contrarietà all'uso della tortura. Define ingiusto e antistorico
un modello così efferato di giurisprudenza e auspicando l'abolizione di questi
metodi. Non pubblica l’opuscolo per non inimicarsi, con le pesanti critiche
alla magistratura in esso contenute, il senato di Milano (tribunale) presso cui
si sta decidendo dell'eredità del padre. “Dei delitti e delle pene” di
Beccaria prende in gran parte le mosse proprio dalle bozze delle Osservazioni
sulla tortura, oltre che dagli articoli de Il Caffè. E proprio a causa di
questo furto di idee che i due pugni arrivano al più acceso scontro. Nella
versione definitiva e aggiornata dell’ “Osservazioni,” che sono in conclusione
un invito ai magistrati a seguire la dottrina illuminista invece di irrigidirsi
sulle posizioni conservatrici, la sua dialettica è cruda e basilare. La tortura
è una crudeltà. Se la vittima è innocente, subisce sofferenze non necessarie. Se
la vittima e colpisce un _colpevole_ *presumibile* rischia di martoriare il
corpo di un possibile innocente. L’accusato rinuncia nella tortura alla sua
difesa naturale istintiva. Viola la legge di natura. Apre il suo saggio
con la ricostruzione del processo agl’untori, presentandolo sia come documento
dell'ignoranza di un secolo non guidato dai lumi, sia come emblema del modo in
cui una legge sbagliata porta a una evidente ingiustizia. Questa ricostruzione
forne la base per la Storia della colonna infame di Manzoni, che però la
presenta come testimonianza di ciò che accade quando uomini ingiusti detenneno un
grande potere, come all'epoca era quello del senato milanese. Il saggio non
arrivea mai ad avere il successo che invece ebbe Dei delitti e delle pene, vuoi
perché la maggior parte delle osservazioni in essa sviluppate erano già
contenute nell'opera di Beccaria, vuoi per via del suo stile, dotto e di difficile comprensione,
che rendeva di per sé ardua la diffusione della sua filosofia, che pure
conteneva molti ulteriori spunti rispetto all'opera del collega. La
Borlanda impasticciata con la concia, e trappola de sorci composta per estro, e
dedicata per bizzaria alla nobile curiosita di teste salate dall'incognito
d'Eritrea Pedsol riconosciuto, festosamente raccolta, e fatta dare in luce
dall'abitatore disabitato accademico bontempista, Adorna di varii poetici encomii,
ed accresciuta di opportune annotazioni per opera di varii suoi co-accademici
amici; “Il Gran Zoroastro ossia Astrologiche Predizioni”; “Il Mal di Milza,
Diario militare,” Elementi del commercio”; “Sul tributo del sale nello Stato di
Milano”; “Sulla grandezza e decadenza del commercio di Milano”; “Fronimo e
Simplicio; ovvero, sul disordine delle monete nello Stato di Milano”; Considerazioni
sul commercio nello Stato di Milano”; “Orazione panegirica sula giurisprudenza Milanese”;
“Meditazioni sulla felicità colletiva” – cfr. Grice, Notes on happiness –; “Bilancio
del commercio dello stato di Milano, Il Caffè, Sull’innesto del vajuolo,
Memorie storiche sulla economia pubblica dello stato di Milano, Riflessioni
sulle leggi vincolanti il commercio dei grani, Meditazioni sulla economia
politica con annotazioni, Consulta su la riforma delle monete dello Stato di
Milano, Osservazioni sulla tortura, Ricordi a mia figlia, Considerazioni sul
commercio nello Stato di Milano – “Sull'indole del piacere e del dolore” --
Manoscritto da leggersi dalla mia cara figlia Teresa Verri per cui sola lo
scrissi, Storia di Milano, Piano di organizzazione del Consiglio governativo ed
istruzioni per il medesimo, “Precetti di Caligola e Claudio”; “Memoria
cronologica dei cambiamenti pubblici dello stato di Milano”; “Delle nozioni
tendenti alla pubblica felicità” – felicita pubblica – felicita private --; “Pensieri
di un buon vecchio che non è letterato, Carteggio di Pietro e di Alessandro
Verri; L'Edizione Nazionale delle Opere, Ministero per i beni e le
attività culturali ha deciso di avallare un'Edizione nazionale delle sui saggi.
Il comitato, finanziato pubblicamente, dalla Fondazione Cariplo e da Banca
Intesa Sanpaolo, è presieduto da C. Capra e composto da una ventina di studiosi
e si basa sull'Archivio donato dai Visconti alla Fondazione Per La Storia Del Pensiero
Economico. Angolani Bartolo, Gli Scritti di argomento familiare e
autobiografico; Rivista di storia della filosofia. (Firenze: La Nuova Italia).
Carteggio di Pietro e Alessandro Verri
Cfr. Ricuperati, Il genere della biografia, Società e storia. (Milano:
F. Angeli, "Il Caffè",
Introduzione. Giordanetti, Piero, a cura di, “Sul piacere e sul dolore”. Kant
discute Visconti (Milano, Unicopli); “Giordanetti, “Le arti belle. Sulla
fortuna di Visconti, Visconti e il suo tempo, C. Capra, Bologna, Cisalpino); Renzo
Villata, M. Gigliola, Il processo agli untori di manzioniana memoria e la
testimonianza (ovvero... due volti dell'umana giustizia), Acta Histriae Storia
di Milano, Cronologia della vita di Pietro Verri, su storiadimilano. Vèrri,
Pietro nell'Enciclopedia Treccani, su treccani. Ricordi a mia figlia, su
classicitaliani. CatalogoSellerio, su Sellerio. Salerno editrice. Scheda del
libro: Delle nozioni tendenti alla pubblica felicita, su salerno editrice.
Pensieri di un buon vecchio che non è letterato, su classic italiani. Carlo
Capra, Risultati e prospettive, in Rivista di storia della filosofia, Scritti
di economia, finanza e amministrazione, I Discorsi e altri scritti degli, Storia
di Milano, Scritti di argomento familiare e autobiografico, Scritti politici, Carteggio
di Pietro e Alessandro. Caffè. In Venezia, P. Pizzolato); “Mediazioni sulla
economia politica con annotazioni” (Venezia,Giovanni Battista Pasquali); “Meditazioni
sulla economia politica” (Livorno, Stamperia dell'Enciclopedia Livorno); “Sull'indole
del piacere e del dolore” (Milano, G. Marelli); “Storia di Milano” (Milano,
Società tipografica de' classici italiani); “Carteggio di F. Novati, A. Giulini, E. Greppi, G. Seregni,
Milano, L. F. Cogliati, Milesi & figli, Giuffrè); “Viaggio a Parigi e
Londra. Carteggio di Pietro ed Alessandro Verri, Gianmarco Gaspari, Milano,
Adelphi); “Appunti di diritto bellico” (Paolo Benvenuti, Roma, A. Benedetto, “Visconti
repubblicano: gl’articoli, Poesia, letteratura e politica, Alessandria,
Edizioni dell'Orso, A. Cavanna, Da Maria Teresa a Bonaparte: il lungo viaggio,
C. Capra, I progressi della ragione” (Bologna, Il Mulino); “Meditazioni sulla
felicità, Pavia-Como, Ibis); “Discorso sull'indole del piacere e del dolore, G.
Spada, Londra, Traettiana, Diario Militar, Milano, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,. Filosofico. Storia
di Milano. Sua Eccellenza il conte Pietro Verri Visconti di Saliceto. Keywords:
diritto bellico. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Saliceto – “Grice e Visconti: il
piacere” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria, Italia. #visconti https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4420380244640603 #griceevisconti https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702952334/in/photolist-2mLP9qE-2mLQeeb-2mLFAmb-2mLM99A-2mLFAni-2mLKFF5-2mLFAoq-2mLM98d-2mLQecH-2mLM99W-2mLQecC-2mLQebv-2mLP9ps-2mLFAnd-2mLP9r6-2mLFAkV-2mLQeem-2mLQebF-2mLFAo5-2mLFAov-2mLQeer-2mLP9q4-2mLQedQ-2mDddVQ-2mDddUN-2mD9Vcs-2mD9VdE-2mD4uWN-2mD8LBS-2mD9VcN-2mDc9b5-2mDddWS-2mD4uXz-2mD4uYg-2mDddV9-2mDc9bq-2mD8LBr-2mD8LC8-2mD4uYw-2mD9VdV-2mD4uWH-2mDddVu-2mDddVj-2mD4uXK-2mDc9a8-2mD8LBm-2mDddW6-2mDc9aZ-2mD9VcH-2mD4uXV
Grice e Salutati – Ercole al bivio – filosofia italiana
(Stignano). Filosofo. Vedo che
ignori quanto sia dolce l'amor di patria: se ciò fosse utile alla difesa e
all'ampliamento della patria, non ti sembrerebbe un crimine penoso, nè un
delitto scellerato, il fracassare con la scure il capo del proprio padre, o
ammazzare i fratelli, o cavare con la spada dal grembo della moglie il figlio
prematuro. Ad Andrea di Conte. Cancelliere di Firenze, Figura culturale di
riferimento dell'umanesimo a Firenze, in qualità di discepolo del Boccaccio e
precettore di P. Bracciolini e LBru .ni. Considerato uno dei più
importanti uomini di governo tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo,
Coluccio Salutati, nei suoi anni di cancelliere della Repubblica di Firenze,
svolge un importantissimo ruolo diplomatico nel frenare le ambizioni del duca
di Milano G. Visconti, intenzionato a creare uno stato comprendente l'Italia
centro-settentrionale. Nel contesto di questa lotta elabora la sua dottrina
della “libertas fiorentina”. Oltre all'impegno politico, svolge un importante
ruolo nella diffusione dell'umanesimo petrarchesco e boccacciano, divenendone
l'esponente più importante e il praeceptor della prima generazione degl’umanisti.
Il suo lascito più importante presso i posteri fu la codificazione civile dell'umanesimo,
cioè l'uso dello spirito e dei valori dell'antichità classica all'interno
dell'agone politico internazionale. Grazie a Salutati (autore tra l'altro di un
vastissimo epistolario e di trattati politici, filosofici e letterari),
difatti, il mito della florentina libertas, cioè di quel complesso di valori
ispirati alla libertà promosso dall'ordinamento politico fiorentino, si rafforza
enormemente sotto il suo cancellierato, ed e utilizzato quale strumento
diplomatico per accrescere il prestigio di Firenze presso gli altri stati d’Italia. Costretto,
a pochi mesi dalla sua nascita, ad abbandonare il luogo natìo per raggiungere
il padre Piero (detto dal Villani di buoni costumi e di prudenzia laudabile)
a Bologna, ove il genitore serviva il signore della città T. Pepoli, che a sua
volta garantiva protezione alla famiglia Salutati. Nella città felsinea compe per
volontà paterna (ma più probabilmente di Pepoli che, morto Piero, prende sotto
la sua protezione la famiglia e il giovane Coluccio in particolare), studi, benché
fosse maggiormente interessato alle discipline letterarie, e seguì le lezioni
di logica e di grammatica di P. Moglio. Lascia Bologna a causa anche della
caduta di Pepoli e ritorna a Stignano, dove un rogito testimonia la sua
presenza. Gli anni successivi all'allontanamento da Bologna, gli videro esercitare il mestiere di notaio in
vari centri toscani (specialmente in Valdinievole), coltivando, come si vedrà
nella sezione dedicata alla passione umanistica, lo studio dei classici, come
dimostra la lettera a L. Gianfigliazzi , colto politico fiorentino col quale
discute su Valerio Massimo e altri autori antichi. Nel frattempo, la sua carriera
amministrativa lo spinse ad intraprendere anche la carriera politica:
cancelliere del Comune di Todi prima, della Repubblica di Lucca poi, ed infine,
dopo essere giunto a Firenze ed avervi esercitato per breve periodo
l'incarico di scriba omnium scrutinorum, Cancelliere di quella città, tenne,
pertanto, nelle sue mani la carica più importante della diplomazia della
Repubblica fiorentina, divenendo un personaggio di spicco della politica
italiana di fine Trecento. Costantemente rieletto e confermato con le stesse
ingerenze, lo stesso stipendio e i soliti privilegi, lascia nell'Ufficio un
numero grande di minutari e registri, di lettere e istruzioni, per lo più di
sua mano, e solo in parte de' suoi coadiutori, che non sembrano molti. Da
questi libri e da altri della Cancelleria, apparisce com'egli fosse
costantemente in Palazzo, presente a innumerevoli atti del Comune, dei
Consigli, degli uffici più svariati. La frattura in seno alla Chiesa Cattolica
spinse Urbano VI a firmare la pace coi fiorentini. Le relazioni tra Santa Sede
all'epoca ad Avignone e la Repubblica fiorentina degenerarono rapidamente a
causa della volontà di Gregorio XI di ritornare a Roma e ripristinarvi
l'autorità della Chiesa. La paura che si formasse, nel centro Italia, un forte
stato ecclesiastico allarma sia Firenze (intimorita di essere inglobata nel
nuovo stato) che le città degli Stati Pontifici, che a causa della lontananza
del Papato avevano acquisito una grande forza ed indipendenza. La guerra finì
frettolosamente a causa della scissione interna alla Chiesa stessa tra
cardinali, fatto che porta alla nascita del gravoso Scisma d'Occidente. Urbano
VI assolve Firenze dalla scomunica per avere alleati contro Clemente VII.
Tra gli scomunicati, c'e anche lui, in quanto figura chiave della politica
dell'epoca. Coluccium Pieri de Florentia, excellentissimum cancellarium comuni
Florentie, riceve l'assoluzione da parte del Papa tramite i legati S. Pagani, vescovo
di Volterra, e F. d'Orvieto, frate appartenente all'ordine degli Eremitani. Firenze,
mentre stava stipulando la pace con Urbano VI, fu sconvolta dalla rivolta del
popolo minuto che, già soggiogato e perseguitato dalla prepotenza
politico-economica del popolo grasso, fu sobillato dagli operai salariati (i
ciompi) a rivoltarsi. Si ebbero i primi scontri e i ciompi, risultati
vincitori, imposero Michele di Lando quale gonfaloniere di Giustizia e
riformatore della Signoria in senso democratico. L'animosità degli sconfitti si
fece sentire molto presto: dopo aver chiuso gli opifici riducendo alla fame gli
operai, la grande borghesia e l'aristocrazia riuscirono a trarre dalla loro
parte Michele di Lando che, dopo aver disperso i capi dei ciompi, si dimise
dalla carica di gonfaloniere e ridando il potere ai magnati, tra i quali
primeggiarono gli Albizi che instaureranno un regime oligarchico durato fino
alla venuta di Cosimo de' Medici. Dall'epistolario di Coluccio, sappiamo che
egli informò D. Bandini di Arezzo dei tumulti avvenuti in città e stimando gli
uomini assurti al potere quali degni e pieni di considerazione. L'atteggiamento
emerso in quest'epistola, datata il mese d'agosto, si rivelerà contrario a
quanto Coluccio in realtà pensasse del nuovo governo. Marco Cirillo ci descrive
lo stato d'animo del Cancelliere e la sua scelta di rimanere in tale carica
nonostante l'avversione per i Ciompi. Dalle lettere di Coluccio Salutati si
evince come il cancelliere non fosse soddisfatto del governo instaurato dal
Popolo Minuto, ed è probabile che il cancelliere conoscesse anche i “piani
politici” di chi voleva ritornare al potere. Questo ci permette di ipotizzare
che, la decisione di ritornare al proprio ufficio si legava sia alle necessità
familiari dell'umanista, sia all'amore che egli nutriva per il proprio lavoro
ma anche, alla conoscenza dell'imminente ritorno del Popolo Grasso al
potere, unito alla convinzione della mancanza di conoscenze politiche adeguate
per governare una città come Firenze da parte dei Ciompi stessi (Cirillo)
Ha un ruolo decisamente più attivo ed importante nell'animare Firenze perché si
difendesse dalle ambizioni di conquista di Gian Galeazzo Visconti, duca di
Milano, desideroso di sottomettere l'intera Penisola al suo controllo
schiacciando le resistenze delle Signorie dell'Italia Settentrionale. Galeazzo
sposta infatti le sue attenzioni sulla Repubblica di Firenze, e Coluccio giocò
un ruolo importante in questa situazione spronando il popolo fiorentino a
difendere la sua tradizionale libertà (la florentina libertas) e rispondendo
egli stesso dalle accuse dei nemici attraverso l'opera Invectiva in Antonium
Loscum. La situazione per i fiorentini, all'inizio del conflitto, era alquanto
drammatica, in quanto si ritrovarono praticamente circondati dai domini di Gian
Galeazzo e solo l'ausilio di bande mercenarie, guidate da Giovanni Acuto,
riuscirono a frenare i piani di dominio del Visconti. La guerra, che riprese
dopo una momentanea tregua, vide la formazione di una vasta coalizione
antiviscontea di cui fecero parte tutti gli stati italiani del centro-nord,
tenuti assieme dalla politica estera fiorentina e da quella veneziana.
Nonostante gli alleati fossero stati gravemente surclassati dalle forze
milanesi, i fiorentini riuscirono a salvare la loro indipendenza resistendo a
dodici anni di guerra, cioè fino alla morte improvvisa di Gian Galeazzo a causa
della peste, lasciando Firenze in una posizione di potenza nell'Italia
centro-settentrionale. Gli ultimi anni e la morte Coluccio trascorse gli
ultimi anni della sua vita terrena celebrato sia per la sua posizione di guida
dell'umanesimo, sia per l'abilità politica dimostrata contro il Visconti, ma
anche in grandi amarezze a causa dei lutti (morte della seconda moglie e la
morte di alcuni dei suoi figli in occasione della pestilenza). Quando poi morì,
la Signoria, il giorno successive, gli fece celebrare funerali solenni in Santa
Maria del Fiore, ponendo sulla sua bara una ghirlanda d'alloro per le sue virtù
poetiche. I suoi discepoli Leonardo Bruni suo successore, Poggio Bracciolini,
futuro cancelliere e Pier Paolo Vergerio lo piansero amaramente, ricordandolo
come un padre e come il più grande decoro di Firenze. Coluccio umanista La
guida dell'umanesimo italiano e per trent'anni, dopo la morte del Petrarca e
del Boccaccio, il più autorevole umanista italiano, unico erede di quei grandi (Dionisotti)
Miniatura che ritrae proveniente da un codice della Biblioteca Laurenziana a
Firenze. Alla morte del Boccaccio, sia per ragioni anagrafiche (era di una
generazione sita tra quella di Petrarca e Boccaccio e la successiva degli
umanisti), sia per la propria grandezza letteraria e filosofica, fu il
principale esponente dell'umanesimo italiano, come ricorda infatti C.
Dionisotti e altri studiosi, quel «trait d'union tra la generazione che aveva
vissuto in prima linea il rinnovamento petrarchesco e quella dei nuovi umanisti
già pienamente quattrocenteschi» Salutati ebbe, sia per il ruolo istituzionale
sia per quello culturale, rapporti anche con i Paesi europei: tenne
corrispondenza con un colto cortigiano di Carlo VI di Francia, Jean de
Montreuil, e con l'arcivescovo di Canterbury Thomas Arundel, conosciuto mentre
il presule inglese si trovava a Firenze. Fecondo scrittore, apologeta
"diplomatico" della classicità contro gli attacchi degli aristotelici
e di alcuni ecclesiastici ostili all'antropologia umanista, Coluccio alternerà
il suo magistero culturale con quello politico, difendendo la libertà repubblicana
di Firenze adottando lo stile e il genere degli antichi trattatisti. La
formazione umanistica Nonostante Lino avesse preso definitivamente l'attività
notarile, come testimonia il suo primo rogito effettuato nella nativa Stignano,
l'amore per la cultura e la letteratura non venne meno. Anzi, a partire dalla
fine degli anni sessanta, Coluccio divenne il segretario di Francesco Bruni,
amico a sua volta di Francesco Petrarca; iniziò, come esposto dalla Senile un
rapporto epistolare a distanza, che permise al Salutati di avvicinarsi alle
proposte umanistiche del poeta Aretino. Nel periodo che intercorse tra questa
prima epistola e la morte del Petrarca, Coluccio entrò sempre più nella
mentalità classicista del maestro, grazie anche ai contatti che egli ebbe con
l'altro grande umanista e allievo del Petrarca stesso, Giovanni Boccaccio, quest'ultimo
animatore del circolo umanista di Santo Spirito a Firenze. Seguendo la scia del
maestro Boccaccio, sinceramente pianto dal Salutati al momento del trapasso, il
Cancelliere della Repubblica continuò il suo magistero a Santo Spirito, tenendovi
lezioni cui partecipavano umanisti non solo fiorentini (si ricordano, tra i più
importanti, Niccolò Niccoli, Leonardo Bruni e Poggio Bracciolini), ma anche di
altre regioni italiane (quali il vicentino A. Loschi e il già ricordato P. Vergerio).
Nel convento degli agostiniani Salutati, aiutato nel suo magistero culturale
dal coltissimo frate Luigi Marsili[40], non si fece soltanto portavoce degli
ideali dell'umanesimo classicista petrarchesco, ma continuò a tenere in alta
considerazione Dante Alighieri, deprecato da una cerchia dei giovani umanisti
in quanto scrittore volgare e pessimo latinista. La fondazione della cattedra
di greco a Firenze. Oltre al suo compito di formazione dei giovani umanisti che
andranno a diffondere il nuovo sapere presso gli altri centri culturali
italiani, Salutati ebbe il merito non solo di affidare le cattedre tradizionali
dello Studium fiorentino ad umanisti discepoli di Petrarca (quali Giovanni Malpaghini),
ma soprattutto quello di far rifiorire in Italia il greco classico. Grazie
all'incontro avvenuto a Venezia tra i giovani umanisti Roberto de' Rossi e
Giacomo Angeli da Scarperia e i due colti bizantini M. Crisolora e D. Cidone,
inizia, usufruendo dei poteri di Cancelliere, ad intessere rapporti con
Crisolora per invitarlo ufficialmente a Firenze quale docente di greco classico
nello Studium. Questi, giunto nell'Europa Occidentale per conto dell'imperatore
Manuele II Paleologo per cercare alleanze contro i turchi ottomani, cercò di
instaurare rapporti di amicizia con gli Stati che visitava trasmettendo la
conoscenza del greco classico ai nascenti circoli umanistici, edotti di latino
ma non della lingua di Omero. Pertanto Crisolora accettò l'offerta del
Salutati, rimanendo nella città toscana e lasciando in eredità ai suoi
discepoli (e amici) fiorentini gl’Erotematà, compendi linguistici di greco
classico caratterizzati da una sinossi con la grammatica latina. L'umanesimo
incontra durante la sua diffusione, il sospetto e l'ostilità di alcuni ambienti
religiosi a causa della libertà e responsabilità etica del singolo uomo che
Coluccio andava insegnando, e del suo progetto di conciliare la natura della
cultura classica con quella cristiana. I principali antagonisti dell'umanesimo
fiorentino, il camaldolese Giovanni di San Miniato e il domenicano Giovanni
Dominici (quest'ultimo poi cardinale), intendevano sostanzialmente mantenere
l'istruzione e la morale rigidamente nelle mani della gerarchia, rifiutando la
ventilata autonomia spirituale dei pagani e riaffermando la loro
interpretazione allegorica. Le humanae litterae non sono antitetiche agli
studia divinitatis Coluccio, davanti a questi attacchi, sostenne la necessità,
anche da parte dei laici, di avere coscienza di ciò che dicono e
professano nella vita attiva, ribadendo il valore positivo di questo modello di
vita e combattendo il vuoto nominalismo tomista che la cultura ecclesiastica
ufficiale difendeva strenuamente quest'ultimo visto come nocivo perché, avendo
ormai intriso la stessa Bibbia di sillogismi filosofici, allontanava dalla
Verità gli uomini: «Senza la capacità di intendere in fondo i termini, la
lingua, non si dà conoscenza della scrittura, della parola di Dio. Ogni
conoscenza seria è comunicazione. In tal modo gli studia humanitatis come mezzo
per ritrovare nella lettera l'inseparabile spirto, nel corpo l'anima
indisgiungibile, sono strettamente connessi con gli studia divinitatis. La disputa sulla verità teologica della
poesia, genere privilegiato nella conoscenza di Dio, è quello che gli impegna
maggiormente. Seguendo il tracciato delle Genealogie deorum gentilium del
maestro Boccaccio, risponde alle accuse dell'immoralità della poesia a G. di
San Miniato, in una lettera affermando non solo che ogni verità proviene da Dio
stesso, ma anche che Dio ha usufruito della poesia attraverso i salmisti,
Giobbe e Geremia: per cui la poesia è il genere letterario più vicino a Dio. Tale
tesi verrà poi ulteriormente rinforzata nell'incompiuto “De laboribus Herculis”,
in cui si arriva a sostenere una vera e propria poesia teologica, per cui anche
gl’antichi poeti pagani, con le loro opere, si avvicinavano a Dio .Il poema
epico del Petrarca, per la sua incompletezza e il latino ancora un po' rozzo,
suscita delusione nei simpatizzanti dell'umanesimo. Forma, impiegando gran
parte delle sue retribuzioni, una biblioteca di più di 100 volumi, collezione
molto grande per l'epoca e simbolo del suo fervore culturale. Possedetun
manoscritto delle tragedie di Seneca ricopiato ottimamente di suo pugno con
l'aggiunta dell'Ecerinide del preumanista padovano A. Mussato, ma anche
esemplari di autoriquali Tibullo e Catullo ed una rarissima copia delle Ad familiares
di Cicerone, coperta dall'amico e cancelliere milanese P. Capelli a Vercelli. A
questa scoperta in terra di Lombardia, si aggiunse anche le Epistole ad
Atticum, rendendolo il primo dopo secoli a possedere entrambe le raccolte di
lettere di Cicerone. R. Sabbadini riporta che, nella sua biblioteca, e il primo
a possedere il De agricultura di Catone, il Centimeter di Servio, il commento
di Pompeo all'Ars maior di Donato, le Elegie di Massimiano e le Differentiae
pseudo-ciceroniane, mentre F. Tateo continua elencando i Dialoghi di Gregorio
Magno e l'esame dei vari manoscritti di Cicerone, di Lattanzio, di Agostino, di
Seneca, di Ovidio e di Stazio in suo possesso. Nonostante questa passione
da bibliofilo, che rese la sua biblioteca la più significativa dopo quella del
Petrarca agli albori del XV secolo, non sfoggia mai eccellenti doti
filologiche, al contrario del Petrarca stesso o del suo discepolo L. Bruni. Cerca,
inoltre, di avere da parte di Lombardo della Seta, fedele discepolo del
Petrarca, una copia dell'Africa perché fosse poi pubblicata. I suoi sforzi e
dei primi umanisti risultarono sempre più insistenti nel corso degli anni
settanta: Lombardo ha timore a pubblicare un'opera rimasta in un testo
incompiuto ed incerto, rischiando così di oscurare la gloria del Petrarca. Quando
poi giunge a Firenze il sospirato poema epico dell'Aretino, è afflitto dalle
sospensioni, dalle lacune e certamente anche dalla pesantezza d'ala del poema
tanto vantato e sognato. La delusione, trasmessa in una lettera a Francescuolo
da Brossano, spinselo a non farsi più editore e commentatore dell'opera. Intervenne
anche nel campo della paleografia. Nel vivo studio dei classici, fa
un'introduzione fondamentale: dopo aver adottato, per gran parte della sua
vita, una scrittura cancelleresca e una libraria semi-gotica', legge e trascrive
un codice delle Lettere di Plinio il Giovane contenente nessi e legature che si
erano persi. L’uso di -s diritta in fine di parola, i nessi e le legature ae, ę
e &, di cui si era persa memoria. Con questo esperimento inizia la storia
della scrittura umanistica. Composto da 344 lettere, l'epistolario di Coluccio,
documento fondamentale di questa lunga ed efficace opera di rinnovamento»
culturale, tratta dei temi più disparati. Organicamente, la raccolta si divide
in due filoni: le lettere private, indirizzate ad amici e conoscenti, e quelle
pubbliche, scritte a nome della Repubblica diFirenze. Stilisticamente,
l'epistolario di Coluccio spicca per l'uso di uno stile che si allontana da
quello delle lettere medioevali, fitte della retorica della ars dictandi, per
lasciare il posto ad una serenità cordiale e stoica che si richiamava alle
Familiares di Cicerone e al repertorio lessicale degli altri autori classici,
determinando così quello che è stato definito «latino misto»[63].
Epistolario privato Nella prima categoria, le lettere scritte a nome
dell'umanista Coluccio mettono in mostra le tendenze socio-culturali del primo
umanesimo italiano. Da un lato, la percezione del divario cronologico tra i
contemporanei e gli antichi, eredità diretta della sensibilità petrarchesca;
dall'altro, l'esposizione in più punti del suo pensiero, dalla rivendicazione
del valore della vita attiva contro i monaci e quegli ecclesiastici che
sottolineavano invece l'eccellenza della vita claustrale al valore della poesia.
Immancabile è la tematica politica, esposta nella lunga lettera a Carlo di
Durazzo e ritenuta essere il sunto del pensiero politico del primo umanesimo.
Le lettere dell’Epistoloario pubblico, scritte in qualità di cancelliere della
Repubblica, sono di carattere puramente politico, in quanto rivolte a
contrastare l'azione egemonica di Gian Galeazzo Visconti. Riprendendo i modelli
dei classici latini (Seneca, Sallustio, Cicerone), Coluccio additava Gian
Galeazzo quale tiranno in contrasto con la florentina libertas. Il tono di
queste lettere doveva essere così grave e tagliente che, secondo la tradizione,
il duca di Milano rispondeva che un'epistola del Salutati era più deleteria di
una sconfitta militare di Milano in campo aperto. Dal punto di vista più
tecnico, il saggio svolto presso la
cancelleria di Firenze ha reso Coluccio Salutati uno dei più noti cancellieri
del Medioevo; tale notorietà si deve al metodo di lavoro che egli ha adottato
nel trentennio in cui ha ricoperto tale carica. Effettivamente, i cambiamenti
che il Salutati ha apportato, soprattutto nel campo dell'epistolografia
politica medievale, pur non essendo certo radicali, ebbero una notevole
influenza su molte corti d'Europa. La letteratura sull'argomento è unanime
nell'affermare che, Coluccio Salutati, pur utilizzando la formula prevista
dall'epistolografia cancelleresca medievale, che prevedeva: la Salutatio, il
Proverbium, la Narratio, la Petitio e la Conclusio; ebbe modo di personalizzare
ogni fase dell'epistola in base alle proprie esigenze narrative. È frequente
perciò trovare nelle sue lettere una Salutatio piuttosto breve ed un Proverbium
soprattutto quando egli esprimeva teorie politichepiuttosto lungo. Epistola a F.
Zabarella, filosofo padovano, il “De Tyranno” basato sull'omonimo trattato di
Bartolo da Sassoferrato e sul “Polycraticus” di Giovanni di Salisbury) riflette
sulla nascita della tirannide e sulla liceità dell'assassinio del tiranno
stesso. Indotto a fare questa riflessione su spunto di A. dell'Aquila, che gli chiese
la liceità dell'assassinio di Giulio Cesare e dalla volontà di difendere la
scelta dantesca di porre Bruto e Cassio nelle fauci di Lucifero, ammette la
liceità di un tale gesto nei confronti di un despota, ma negandola però al
generale romano, in quanto e un benemerito capo di stato, che fu tradito dagli
stessi uomini che erano stati da lui beneficiate. L’Invectiva contro A. Loschi,
cancelliere dell'ormai defunto Gian Galeazzo e autore di una “Invectiva in
florentinos”, ha un tono più concreto rispetto al teorico “De Tyranno”. Nell'”Invectiva”,
mostra la partigianeria repubblicana sostenitrice della “florentina libertas”,
emula dell'Atene di Pericle fautrice della concordia partium tra lei e i suoi
alleati. Gli ricorda come Firenze sia nel giusto perché è sottoposta alle
leggi, che non possono essere violate, mentre a Milano il diritto è strumento
arbitrario nelle mani di un vero e proprio tiranno, che sta al di sopra delle
leggi. “De seculo et religione”, epistola all’amico Niccolò di Lapo da Uzano si
articola in due parti ed è datata. Gl’invia una lettera d'accompagnamento
insieme al testo da lui realizzato. Tratta di una esortazione assai fervida
alla vita claustrale. Rvendica anche la validità della vita quale laico, in
quanto strada valida nell'ambito gerarchico delle occupazioni umane, a cui egli
rimane ancora legato. L'opera, esaltante la vita ritirata prendendo spunto
anche da Cicerone, Livio, Macrobio e Omero, tratta anche della condanna morale
di cui è afflitta Roma, dai papi fino ai predicatori. Il “De fato et
fortuna” e un’epistola divisa in cinque parti, iespone l'argomento del libero
arbitrio e del rapporto che esiste tra quest'ultimo e gli avvenimenti che
possono ostacolarne i progetti. La tematica, assai complessa ed erede di una
lunga tradizione filosofica (i modelli sono Alberto Magno, Aquino e il “De bona
fortuna” di Aristotele), si sviluppa nel tentativo di dimostrare come
l'esistenza umana si inquadri in una causa prima, Dio, la quale opera in
comunione, talvolta incontrandosi, talvolta scontrandosi, con la volontà
dell'uomo. In “De Nobilitate legum et medicine” propone una gerarchia del sapere,
proponendo la legge come valore supremo sulla medicina, intesa come mera tecnica.
Come l'anima è superiore al corpo, così la legge (che si rifanno al campo della
volonta dello spirito) e superiori alla medicina, che fa parte della meccanica.
La legge, infatti, regola la vita sociale, determina il con-vivere civile,
stabilisce l'ordine e deve essere ottima perché puo produrre uomini migliori. Continua
affermando che la legge, dal momento che appartengono alla sfera dello spiritualo
e quindi celeste, e legate direttamente a Dio. Gl’uomini, perciò, possono
collaborare con Dio nella costruzione perfetta della società grazie al fatto
che ogni uomo e ispirato dalla divinità medesima. Il “De Laboribus Herculis,” opera
di grande impegno intellettuale, e un vasto saggio di poesia. Diviso in 4 parti,
intende continuare il progetto culturale di Boccaccio della genealogia, vale a
dire una difesa della poesia a livello universale basata sulle vicende terrene
dell'eroe mitologico Ercole, re-interpretate in senso allegorico e indirizzate
verso la via della virtù. Si basò su Ercole per la radice etimologica del nome
greco, risalente ad “ερος κλερος”, cioè uomo forte e glorioso. Come già scrive a
Giovanni di San Miniato, infatti, la poesia ha un valore universale in quanto
il senso interpretativo supera la dimensione culturale in cui è stato scritto.
Per cui la opera di un pagano, se piene di valori positivi, non devono essere
rigettate, ma accolte in quanto provenienti da Dio stesso. “Carmen de
morte Francisci Petrarce” e un carme commemorativo del Petrarca e accennato in
varie epistole a Roberto Guidi conte di Battifolle, a B. Imola e a F. Brossano,
del quale è quasi dubbio il completamento. “De verecundia” e un trattarello in
forma epistolare indirizzato ad A. Baruffaldi sulla natura positiva o negativa
della verecundia, cioè il rispetto. Grazie agli studi genealogici di F. Novati,
si puo ricostruire l'ascendenza e la discendenza del cancelliere
fiorentino. Coluccio Ignota, figlia di un tal Lino Piero Lino Coluccio; Piera
di Simone Riccomi, A.Corrado, Giovanni Sorella ignota, sposata a uno dei
Giovannini di Stignano sposata ad uno dei Dreucci di Pistoia Piero morto di peste, Andrea
morto di peste, Bonifazio - Monna Checca de' Baldovinetti Arrigo Margherita d'Andrea de' Medici Antonio, Duccia
di Guernieri de' Rossi; Nonnino Filippo, Simone Lionardo, chierico Salutato, chierico
Lorenzo. A lungo si è ritenuta corretta la data, Campana Martelli, Nuzzo, e altri studiosi dimostrano che
la data corretta è Villani, Coluccio Salutati XXVII racconta l'ascesa politica
ad una delle più prestigiose cariche politiche fiorentine. Nominato segretario
grazie all'influenza del Gonfaloniere Bonaiuto Serragli, e eletto Cancelliere
in sostituzione di N. Monaci, uomo politico con cui il Serragli fu in
disputa. Si veda Epistolario per le
addolorate missive inviate dal Bruni e da Poggio all'amico in comune N. Niccoli,
‘tali parente’ nell'epistola di Bruni; ‘patris nostri’ in quella di Poggio). In
Ivi, l'istriano P. Vergerio, in una
lettera a F. Zabarella, lo descrive come il primo e straordinario decoro di
Firenze -- urbis illius primum atque precipuum decus, Linum Colucium Salutatum
-- Della stessa opinione anche: Cappelli, in cui si ricorda, al momento dei
funerali, il commosso addio dell'allievo P. Vergerio, che lo chiama communis omnium magister -- maestro comune di
tutti noi -- Luogo significativo per continuare le riunioni dei nuovi umanisti,
in quanto vi viveva quel fra' Martino da Signa erede universale degli scritti
del Boccaccio. Boccaccio dispose per testamento di lasciare la sua biblioteca
all'agostiniano M. Signa con l'indicazione che alla morte del frate i volumi
fossero negli armaria del convento fiorentino di Santo Spirito. Così avvenne. La
grandezza di Alighieri, ma anche di Petrarca e dello stesso Boccaccio, sono
messi in discussione dal più acceso degli umanisti classicisti, N. Niccoli,
all'interno dei Dialogi ad Petrum Histrum di L. Bruni. L'accusa principale
consisteva nella barbaria del loro latino e nel, caso di Alighieri, nel
fraintendimento del senso di alcuni passi virgiliani. Solamente il suo intervento
riesce a capovolgere la situazione, salvando Alighieri dalle accuse feroci del
Niccoli. Come anche risulta da un dialogo del Bruni, che di quella polemica
anti-dantesca è il documento principe, il suo intervento riusce ad assicurare
la continuità, proporzionata all'età nuova, della tradizione dantesca a
Firenze. I contatti tra Costantinopoli e Firenze sono facilitati dalla
presenza, nella capitale bizantina, di G. da Scarperia, che decise di
riaccompagnare Crisolora in patria per apprendere greco da lui stesso. La
visione laica dell'umanesimo non si deve confondere con la proposta laicista,
dal punto di vista etico e antropologico. Mantenendo sempre un'attenzione
ossequiosa verso la Roma e una sincera devozione verso le verità romana, intende
nel contempo esaltare e rivendicare la responsabilità umana al di fuori di
qualsiasi determinismo meccanicista e ponendo in valore la libertà personale
del singolo» (Cappelli85). Abbagnano19 sintetizza in modo più stringente il
rapporto tra libero arbitrio e volontà divina, affermando che il primo sia
«conciliabile con l'infallibile ordine del mondo stabilito da Dio». Si è condensato, in questi due punti,
l'attacco generale del mondo contro l'umanesimo. La questione sul valore della
poesia riguarda la disputa con Giovanni di San Miniato (cfr. Epistolario, 3,
Fratri Johanni de Angelis; quella con Dominici riguarda il valore positivo
dell'umanesimo (cfr. Epistolario, Il codice fa parte della sua biblioteca entra
nelle mani del cancelliere fiorentino igrazie alle pressioni che esercita su G.
de Broaspini. Della stessa opinione anche Francesco Novati che, in Epistolario,
giunge alla stessa conclusione del Sabbadini in quanto vi trova delle suoi
postille autografe del Salutati. L'epistola è importante perché, dopo l'elogio
di Carlo per la fortunata impresa militare della conquista del Regno di Napoli
e il paragone con gl’eroi antichi, enumera i doveri di un buon sovrano: cercare
l'unità sacra; gestire con moderazione il potere e imparare a gestire le proprie
emozioni -- incipe prius tibi quam aliis imperare; rege te ipsum, noli
regendorum subditorum studium tuimet derelinquere moderamen -- per evitare di
cadere nei vizi e di essere classificato come un tiranno. Esaltandolo alla
virtù, alla temperanza e alla giustizia, insomma tratteggia il modello del
sovrano ideale, cavalleresco, formato sull'esempio dei classici -- continua è
la comparazione con gli antichi statisti e sovrani) e timorato di Dio. Le
informazioni, ricavate attraverso una minuziosissima ricerca d'archivio da
parte del Novati, sono prese in ordine sparso da; Epistolario, Tavole genealogiche
ove vengono fornite indicazioni biografiche sui nonni, genitori e figli. Per
consultare le informazioni sui fratelli del cancelliere, si consulti sempre
Epistolario, Riferimenti
Dionisotti. Villani. Fu avviato agli studî giuridici, inameni a lui
che era pierius (così foggia il suo patronimico: figlio di Pietro, e devoto
alle pieridi, le muse. Eloquentissimo legum doctori domino Loygio de
Gianfigliaziis. Reverendo patri et domino domino Francisci Bruni de Florentia
summi pontificis secretario, domino suo, si lamenta della sua mansione di
cancelliere nella cittadina umbra. Vero è che invalse l'uso di chiamare
Cancelleria Fiorentina l'ufficio del quale era capo il Dettatore, che aveva la
particolare ingerenza di scrivere le lettere e di trattare le faccende della
politica esterna. Unum dicam, quod
emerserunt et ad tante sunt reipublice gubernacula sublimati, quos oportuit pro
salute cunctorum. Dirò una cosa, cioè che al governo di una così grande
repubblica emersero e vi sono uomini, i quali bisognò vi sono per la salvezza
di tutti. E così favorevole al governo in quanto fu uno dei pochissimi a non
essere proscritto dalle cariche istituzionali. Siena si sottomise a Gian Galeazzo in funzione
anti-fiorentina, mentre il signore di Milano (duca per investitura imperiale)
si allea con Lucca e altre città umbro-marchigiane. La prima epistola riportata
dal Novati in cui Coluccio risponde ad una missiva del Certaldese cfr.
Epistolario Facundissimo domino Iohanni Boccacci de Certaldo ma i toni sono
troppo famigliari per essere la prima epistola scambiata tra i due. Inclyte cur
vates, humili sermone locutus, de te pertransis? te vulgo mille labores percelebrem
faciunt: etas te nulla silebit. Perché, o celebre poeta, che hai cantato nel
volgare idioma, avanzi nel corso del tempo? Mille fatiche ti rendono celebre
presso il volgo: nessuna epoca tacerà sul tuo conto. Egrigio viro Franciscolo
de Brossano domini Francisci Petrarce genero, Ep. ove piange sia la scomparsa
del Petrarca, ma annuncia anche quella del Boccaccio. Fallebar enim, et dum
Franciscum fleo, dum suis laudibus intentus decantantes, novo commento, veterum
pene dimissa sententia, depingo Camenas, ecce nove lacrime nobis merore novi
funeris occurrerunt, incepti cursum operis reprimentes. Vigesima quidem prima
die decembris Boccaccius noster interiit. Infatti ero ingannato, e mentre
piango Francesco e mentre, attento alle sue lodi, adorno le Camene con un nuovo
commento, quasi tralasciata la sentenza degl’antichi, ecco che nuove lacrime si
aggiunsero a noi con il dolore di una nuova morte, frenando il corso di
un'opera che inizia. Il nostro Boccaccio spira. Tateo. Cappelli, ricorda anche che e solito mettere a
disposizione dei suoi allievi la sua stessa biblioteca personale. Pertanto, i
luoghi di incontro erano due: Santo Spirito e l'abitazione del Cancelliere. Gl’animatori
di questi incontri, il Salutati e il Marsili, l'uno nella propria casa, l'altro
nella sua cella di Santo Spirito, ricevano i nobili fiorentini, e li iniziavano
al gusto delle lettere antiche. Sabbadini riporta che l'erudito greco era già a
Firenze. Garin sintetizza, prendendo spunto dal De saeculo et religione e dall'Epistolario,
l'ideale di vita attiva propria dell'essere umano inteso come cittadino del
mondo. Terrestre è la vocazione umana. L'impegno nostro è nella costruzione
della città terrena, nella società. Insiste sul valore della educazione. Essa
insegna a ritrovare sub corticem il valore intenzionale dei termini, smarrito
nella consuetudo, penetrando l'espressione nel suo significato intimo come
direzione spirituale. Parola e cosa non possono disgiungersi. Noli, venerabilis
in Christo frater, sic austere me ab honestis studiis revocare. Noli putare
quod, cum vel in poetis vel aliis Gentilium libris veritas queritur, in vias
Domini non eatur. Omnis enim veritas a Deo est, imo, quo rectius loquar,
aliquid est Dei. Non volere, o venerabile fratello in Cristo, allontanarmi in
modo così austero da studi degni di ammirazione. Non voler ritenere che, quando
si cerca la verità o nei poeti o in altri libri degli scrittori pagani, non si
cammini lungo le vie del Signore. Ogni verità, infatti, proviene da Dio e, per
parlare fino in fondo rettamente, alcuna cosa è propria di Dio. Nullum enim
dicendi genus maius habet cum divinis eloquiis et ipsa divinitate commertium
quam eloquium poetarum. Nessun genere letterario, infatti, ha un maggior
legame con le parole divine e con la stessa divinità quanto la parola dei
poeti. Il manoscritto di Vercelli fu alla fine portato a Firenze, ove rimane, unica
copia carolingia esistente delle Epistole di Cicerone. Gargan ritiene che la
sua filologia non fu di altissima classe. Billanovica. Fitta la corrispondenza con
Seta, come testimonia la prima lettera inviata dal cancelliere fiorentino. Insigni
viri Lombardo...optimo civi patavino, Cappelli Cesareo. Epistola Coluci
Salutati florentina ad Carolum regem Neapolitanum. Villani riporta la veemenza
con cui fulmina Gian Galeazzo con le sue lettere, riportando tra l'altro la
testimonianza di E. Piccolomini cui
quest'aneddoto è attribuita la paternità. Sia la citazione che il contesto in
cui fu scritto il De Tyranno sono esposti in Canfora. In altri termini, se
Cesare, pur giunto al potere in modo tirannico o violento, seppe poi
legittimare tale potere attraverso un esercizio virtuoso di esso (ex parte
exercitii) in grado di suscitare l'approvazione popolare, la sua uccisione non
fu legittima. Lo e quella di un tiranno che esercita come tale. Per la figura
di Loschi, si rimanda alla voce biografica Viti. Canfora ipotizza l'aiuto di L.Bruni nello
sviluppare il paragone Firenze-Atene, in quanto non e molto esperto di quella lingua e di quella
cultura. Così rivolgendosi al cancelliere milanese A. Loschi, nella Invectiva
in Antonium Luschum, dopo aver contrapposto i guasti del regime tirannico
milanese ai vantaggi di quello libero e repubblicano di Firenze, glorifica la
sua città come "fiore d'Italia" e come esempio di vita serena e
armoniosa. Si riporta interamente il breve messaggio d'accompagnamento. Mitto
tibi munusculum istis paucis noctibus correctionis studio lucubratum. In quo si
quid proficies tu vel alii, laus sit omnium conditori Deo, cui placeat me in
tuis sanctis orationibus commendare. Vale felix et diu. Colucius tuus. Ti mando
un piccolo pensiero composto in queste poche notti dopo un'opera di revisione.
Attraverso questo trattato, se tu o altri ne trarrete giovamento, la lode di
tutti voi sia per lodare Dio, al quale è piaciuto che io mi affidi alle tue
sante orazioni. Sta felice a lungo. Il tuo Coluccio. Nel De Nobilitate ribade,
attraverso un discorso più ampio e articolato, la distinzione della medicina, designate
come arte meccanica, ossia tecnica, dalla giurisprudenza, considerata scienza
della vita spirituale e quindi superiore all'altra. La legge e veramente un
sigillo divino, con cui dopo il primo peccato Dio ha offerto alle comunità degl’uomini
la vita per riconquistare il bene. Ispirate da Dio agli uomini, inscritte
nell'anima umana, la legge ha un'altra superiorità, rispetto alla legge
meccanica naturale. La legge inter-soggetiva puo essere conosciuta nella sua
pienezza integrale, con una certezza che non si trova mai nella scienze della
natura. Si riporta, come testimonianza, quanto scritto nell'epistolario in cui
annuncia a B. Imola il suo Progetto. Sed ut ad Franciscum nostrum redeam,
opusculum metricum de ipsius funere iam incepi. Ma per ritornare al nostro
Francesco, inizio a stendere un opuscolo metrico sulla cerimonia funeraria
dello stesso. Antiche Filippo Villani, Le vite d'uomini illustri fiorentini, G.
Mazzuchelli, Venezia, G. Pasquali, Moderne; N.Abbagnano, “La filosofia del
Rinascimento” in Nicola Abbagnano, Storia della filosofia, Milano, TEA, G. Billanovich, Gli inizi della
fortuna di Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Bernhard Bischoff,
Paleografia latina. Antichità e Medioevo, Stefano Zamponi, Padova, Antenore, A.
Bosisio, Il Basso Medioevo, in F. Curato, Storia Universale, Novara, Istituto geografico De Agostini, V.
Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, A. Campana,
Lettera del cardinale padovano (Bartolomeo Uliari). Canfora, Prima di
Machiavelli. Politica e cultura in età umanistica, Roma, Laterza, G. Cappelli,
L'Umanesimo italiano da Petrarca a Valla, Roma, Carocci editore, A. Cesareo, L'Epistolario ed il carteggio con
Francesco Petrarca come esempio di latino umanistico: una ricerca
filologico-letteraria, G. Contini, Letteratura italiana delle origini” (Firenze,
Sansoni); E. Carrara, Lino Coluccio di Piero, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,Daniela
De Rosa, Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Loredana Chines, G. Forni, G. Ledda, Dalle Origini al Cinquecento, in
Ezio Raimondi, La letteratura italiana” (Milano, Mondadori); C. Dionisotti, Enciclopedia Dantesca, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Luciano Gargan, Gli umanisti e la
biblioteca pubblica, in Guglielmo Cavallo, Le biblioteche nel mondo antico e
medievale, Bari, Laterza, Eugenio Garin, L'umanesimo italiano, 3ª ed.,
Roma-Bari, Laterza, Mario Martelli, Schede per Coluccio Salutati, in Interpres,
Demetrio Marzi, La cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano,
Licinio Cappelli, Armando Nuzzo,
Coluccio Salutati. Epistole di Stato. Primo contributo all’edizione: Epistole in
Letteratura Italiana Antica, Manlio Pastore Stocchi, Pagine di storia
dell'Umanesimo italiano, Milano, FrancoAngeli,,
Marco Petoletti, Boccaccio e i classici latini, in Teresa De Robertis,
C. Monti, Marco Petoletti et alii, Boccaccio autore e copista, Firenze,
Mandragora, Francesco Petrarca, Lettere Senili, Giuseppe Fracassetti, 2, Firenze, Le Monnier, Coluccio Salutati,
Epistolario, Francesco Novati, 4, in 5 tomi, Roma, Forzani e C. tipografi del
Senato, Si sono consultati: Epistolario,. Epistolario, Epistolario,
Epistolario, Epistolario, Remigio Sabbadini, Le scoperte dei codici
latini, Firenze, G.C. Sansoni, Achille Tartaro e Francesco Tateo, Il
Quattrocento. L'età dell'umanesimo, in Carlo Muscetta, La letteratura italiana,
3, tomo I, Bari, Laterza, Si sono presi in considerazione: F. Tateo, La cultura
umanistica e i suoi centri, E. Wilkins, Vita del Petrarca, Luca Carlo Rossi e
Remo Ceserani, Milano, Feltrinelli, edito per la prima volta negli Stati Uniti col
nome diLife of Petrarch, Chicago, University of Chicago Press, Cesare Vasoli,
Le filosofie del Rinascimento, Paolo Costantino Pissavino, Milano, Mondadori, Paolo
Viti, Loschi, Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani, 66, Roma, Istituto della Enciclopedia
italiana, Palazzo Salutati Francesco Petrarca G. Boccaccio Umanesimo Repubblica
di Firenze L. Bruni. Il contributo italiano alla storia del Pensiero:
Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Marco Cirillo, Il tiranno in
Coluccio Salutati, umanista del Trecento, Biblioteca dei Classici italiani di G.
Bonghi. Lino Coluccio Salutati. Coluccio Salutati. Salutati. Keywords: i
duodici fatiche d’Ercole, gl’antichi, la legge non-naturale, la legge naturale,
della buona fortuna, libero arbitrio, la vita sociale, la con-vivenza, Bruto e
Cassio nell’inferno, la morte di Cesare, l’assassinio di Cesare, tirano, la
libertas fiorentina, stato fiorentino, la repubblica fiorentina, la fiore
d’Italia, Boccaccio, Petrarca, Aligheri, I primi umanisti, l’umanesimo laico,
basato contro il determinismo ecclesiastico, la biblioteca di Salutati, Livio,
Cicerone, autori latini, la lingua Latina, difesa della lingua Latina,
l’interpretazione di Virgilio da Aligheri, difesa della filosofia pagana, il
valore permanente della filosofia degl’antichi. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Salutati” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734433516/in/datetaken/
Grice e Sanctis – lo stile
filosofico – filosofia italiana -- Essential philosopher. He considers philosophy as a branch of
the belles lettresand his field of expertise is when stylists stopped using an
artificial Roman, and turned to ‘Italian.’ Grice: “I really do not like de
Sanctis; when an author becomes philosophical, he says that he has been
infested of the philosophical pest!” -- Refs.: Luigi Speranza, "Grice e de
Sanctis," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia. Sanctis. Keywords: storia della
filosofia, il saggio filosofico, il poema filosofico, il tema filosofico.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanctis” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689329145/in/photolist-2mNzeEc-2mLLZRD-2mPrdWj-2mLGRht-2mPu6xB-2mKTjot-2mPsXiB-2mPCgo1-2mKBwcu-2mPpskp-2mKDA5r-2mKw3hq-2mKBjJ6-2mKbfAt-2mGnP2f-nBNy96
Grice e Sanseverino – il segno naturale -- la logica
scolastica -- filosofia italiana – Luigi
Speranza (Napoli). Filosofo. Considerato
uno fra i massimi precursori del neo-tomismo. Si trasfere a Nola per frequentare
la scuolaa dove suo zio era rettore. Studia ilosofia con l'intento di
confrontare i vari sistemi filosofici, fra cui godeva particolare credito in
Italia, all'epoca, quello razionalista. Lo studio comparato dei vari sistemi
gli permise una conoscenza più approfondita della scolastica, soprattutto di Aquino,
e del legame intimo tra la Scolastica e la Patristica. Restaura la filosofia
scolastica. Insegna a Napoli. Venne incaricato da Ferdinando II di preparare un
manuale ufficiale per le scuole del Regno delle Due Sicilie. Scrive allo scopo
il manuale "I principali sistemi della filosofia del criterio”. Profondo
conoscitore di Aquino da alle stampe interessanti saggi sui filosofi moderni. Inizia
ad occuparsi più specificamente di Aquino con “L’origine del potere e il
diritto di resistenza, cui fa seguito “In difesa dell'angeologia contro i
sofismi”. Esce il ponderoso I principali sistemi della filosofia del criterio” un'ampia
e dottissima disquisizione sulla filosofia illuminista e su quella a lui
contemporanea (fra cui quella dello stesso Gioberti) confutata sulla base della
logica. Il suo capolavoro. Si tratta del celebre saggio, “Philosophia antiqua” che
ha per oggetto la storia della logica. “In compendium redacta ad usum scholarum
clericalium. Venne pubblicata a Napoli “Elementa”, “Antropologia”, “Teologia. Altre saggi: “Sopra alcune questioni le più
importanti della filosofia” (Napoli); “Il razionalismo” (Napoli); “I razionalisti”
(Napoli); “L'origine del potere e il diritto di resistenza, (Napoli, Giannini);
“In difesa dell'angeologia contro i sofismi” (Napoli, Manfredi); “Elementa
philosophiae theoreticae” (Napoli, Manfredi); “Philosophia antiqua” (Napoli,
Manfredi); “Institutiones seu Elementa philosophiae antiquae” (Napoli,
Manfredi); “In compendium redacta ad usum scholarum” (Napoli, Manfredi); “Le dottrine
de' filosofi antichi” (Napoli); U. Dovere, Tentativo di ricostruzione, in Doctor
communis, P. Naddeo, Le origini del aquinismo” (Società editrice italiana,
Torino); P. Orlando, Aquino a Napoli e G. Sanseverino, in Asprenas, P. Orlando,
Vita e opere di Gaetano Sanseverino secondo i documenti, in Aquinas, P.
Orlando, L'Accademia tomista a Napoli, storia e filosofia, in Saggi sulla
rinascita del tomismo, Roma, Ed. Pontificia Accademia teologica romana, C.Matarazzo,
Per una rivoluzione del cuore. La visione dell'umano in Leopardi nella lettura
critica di Sanseverino tra antropologia e istanze pastorali (Polidoro, Napoli).
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gaetano
Sanseverino. Sanseverino. Keywords: segno naturale, Boezio, Aquino. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Sanseverino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689994340/in/photolist-2mNzeEc-2mLQc9e-2mKEJsY-o5Xazf
Grice e Santilli – dal soggettivo all’inter-soggettivo
– filosofia italiana (Sant’Elia Fiume
Rapido). Filosofo. Figlio del medico santeliano
Silvestro, sindaco del paese. Si trasfere a Napoli. Segue il corso liceale
presso la Scuola di Francesco Murro. Discepolo di Galluppi e amico, fra gli
altri, Settembrini, Fiorelli e Sanctis. Si laurea in filosofia. Apre una Scuola
di Diritto Morale e Costituzionale. Fervente giobertiano, e attivo
propugnatore, nei circoli culturali napoletani, di un'Italia federate. A
frequenti rapporti epistolari con Mamiani, Gizzi e Cousin. Quest'ultimo lo
introduce nel giro culturale del socialismo utopistico ma modula il suo
socialismo secondo i propri valori umanitari, rifiutando la logica della lotta
di classe. Ha comunque a scrivere che nel Regno di Napoli occorre una
savia distribuzione della ricchezza. Presidente della Società Dantesca e
prolifico filosofo. Fonda "L'Enciclopedico" in cui vivacemente
sostene che occorreva occuparsi della piaga della povertà. La nazione italiana vuole
pane e lo dimanda incessantemente, lo chiede nel pianto dell'indigenza, tra le
sciagure della desolazione, lo chiede non a titolo di preghiera, ma diritto
necessario, assoluto. Il popolo italiano non capisce la speculativa astrazione
di alcune verità filosofica, non sa i titoli di libertà, di costituzione, di
uguaglianza. Una riforma che dimentica affatto la fisica prosperità del popolo
italiano non è che riforma di solo nome. “Le idee" e testo di studio nelle
scuole di Toscana; "Sul realizzamento del pensiero"; "Sviluppo
filosofico dell'autorità"; "Cenno psicologico sull'attività dello
spirito"; "Individuo e Società"; "Princìpi dell'imanità
razionale"; "Il socialismo in economia" e "Lavoro,
industria e capitale". Si batté politicamente per l'ottenimento della
Costituzione da parte di re Ferdinando II . Malvisto e considerato
individuo pericoloso dalla polizia e ucciso a baionettate da soldati che fanno
irruzione nella sua abitazione in Largo Monteoliveto, accanto a Palazzo
Gravina. Venne ucciso a seguito della delazione di una donna, che lo indica
come il predicatore alla soldataglia. Lo ricordano due epigrafi: una sulla
facciata della sua casa natia e una sulla facciata della sua palazzina in Largo
Monteoliveto. Di lui scriveno Sanctis, Pepe, Settembrini, Vannucci, Massari,
Grosso, Guzzardella, Mandalari che volle raccogliere i suoi saggi in "Memorie
e Saggi” (Roma). F. Peruta. “Il Giornalismo Italiano del Risorgimento”; I.
Ghiron, Della Peruta, “Storia del quindici maggio in Napoli; L. Settembrini "Memorie
e saggi”; M. Mandalari, Memorie, Roma. A. Guzzardella, “Martire del
Risorgimento” Milano, Isaia Ghiron, Il valore italiano, Tip. nazionale degli editori
Ghione e Lovesio, F. Peruta, Il Giornalismo Italiano del Risorgimento, Angeli,.
Benedetto Di Mambro, in Sant'Elia Fiume Rapido, il Sannio, Casinum e dintorni Roccasecca,.
L. Settembrini, Ricordanze della mia vita, A. Morano. Angelo Santilli.
Santilli. Keywords: dal soggettivo all’inter-soggetivo. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Santilli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689367738/in/photolist-2mKBwcu
Grice e Santorio – filosofia italiana – il pendolo di
Santorio – Luigi Speranza (Capodistria).
Filosofo. Padre della fisiologia sperimentale. Il primo a comprendere
l'importanza dell'esperimento e dell'adozione dei parametri quantitativi per
valutare i quali inventa alcuni dispositivi tra cui il termometro e il
tachimetro. Studia sperimentalmente la struttura della materia, di cui
descrisse la struttura corpusculare e meccanica, anticipando le ricerche di
Galilei. Studia a Padova. A Venezia fa amicizia con Sarpi, Sagredo e Galilei. Adatta
il pendolo alla pratica, precedendo gli esperimenti condotti da Galileo con i
pendoli. Poniere nell'impiego delle misurazioni fisiche in medicina; il suo
dispositivo più famoso fu una grande bilancia usata per studiare l'equilibrio
omeostatico e le trasformazioni metaboliche Tra i soggetti che si prestarono
alla sperimentazione vi fu anche Galilei. Insegna a Padova. Pubblica
descrizioni di congegni termometrici e di precisione che divennero di largo uso
nella pratica medica. Pioniere nell'impiego delle misurazioni fisiche. Il suo
dispositivo più famoso fu una grande bilancia (stadera medica) usata per
studiare le trasformazioni metaboliche in soggetti sperimentali tra i quali vi
fu lo stesso Galileo. Pioniere nell'uso del metodo sperimentale di cui comprese
l'importanza e la necessità replicando i suoi esperimentil Considerato a torto
il fondatore della iatromeccanica, ne e uttavia ispiratore con i suoi
importanti studi sul metabolismo e sulla termoregolazione umana. E il primo a
quantificare la perspiratio insensibilis e ad usare il termometro clinico che
egli stesso idea. Santorio invent anche
altri strumenti (pulsilogio, igrometro, "letto artificioso",
"eolopila medica", "termometro lunare") intesi a tradurre
in numero e determinare con esattezza matematica i parametri vitali umani. I
suoi saggi hanno numerose edizioni, diffusione europea e ampia popolarità. Classico
il “De statica medica” -- uno dei saggi più importanti della storia della
fisiologia; “Methodi vitandorum errorum omnium qui in arte medica contingunt
liNunc primum ccessit eiusdem authoris De inventione remediorum liber (Aubert);
“Ars de statica” (Leida, D.Lopes de Haro); “Commentaria in artem Galeni”; “Nova
pulsuum praxis morborum omnium diagnosim prognosim et medendi aegrotis rationem
statuens, sine eorum relatione”; “Commentaria in primam fen primi libri canonis
Auicennae”; “Commentaria in primam sectionem Aphorismorum Hippocratis”; “Societate
si politica”. Galilei -- Storia della Scienza di Firenze. A. Castiglioni, “Storia
della Medicina” (Mondadori, Milano); A/ Pazzini, “Storia della Medicina” (Libraria,
Milano); L. Premuda, “Storia della Medicina” (Cedam, Padova); L. Premuda, “Storia
della fisiologia” (Del Bianco, Udine). Treccani Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Santorio Santorio. Santorio.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Santorio” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735247445
santucci
Grice e Sanzo –
natura ed artificio – filosofia italiana (Roma). Flosofo. Insegna a Brindisi, Milano,
e Salento. Fonda Apollo Licio”. Sube il fascino dell’esistenzialismo e il orazionalismo.
Rivolve la propria attenzione ai rapporti tra filosofia, scienza e società. Si
occupa di filosofi quali Becquerel, Boutruox, Corbino, Couturate Curie, Enriques,
Fermi, Frola, Geymonat, Peano, Vailati. Sui fondamenti della geometria” (Brescia, La Scuola, Collana "Il Pensiero");
“L’artificio della lingua, -- Grice: “I like that: it’s my Gricese, a language
I invent and which makes me the master; there’s the arbitrary and there’s the
artificial, and Sanzo, reconstructing Peano’s project, fails to distinguish
this” -- Milano, F. Angeli, Collana di Epistemologia, G. Cimino; G. Sava, Il
nucleo filosofico della scienza, Galatina, Congedo, Collana di Filosofia, Scritti
di fisica-matematica, Torino, UTET, I Classici della Scienza, Poincaré e i
filosofi” (Lecce, Milella); O. Corbino, Scienza e società, Saggi raccolti e
commentati, Manduria, Barbieri, Collana di Filosofia Hermes/Hestia, Scritti di
fisica-matematica” (Milano, Mondadori, "I Classici del pensiero",
Unione Tipografico, Torino, Scientia, Rivista di sintesi scientifica, Apollo Licio”, Museo Galilei, Firenze. Ubaldo
Sanzo. Sanzo. Keywords: apollo licio, trovato al ginnasio liceo di Atene,
figgurante il dio in atto di riposo dopo un gran sforzo. natura ed artificio,
l’artificio della lingua, convenzionalismo, filosofia della lingua. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanzo” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735242585/in/dateposted-public/
SarloDe
Grice e Sarno – sentire – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Napoli). Filosofo. Interprete
di Bruno e Campanella. Collabora al Giornale critico della filosofia italiana
con saggi su Bruno, Campanella e Vico. Medita sulla violenza. Si suicida con un
colpo di rivoltella. Si interessa a Bruno e Campanella. Il suo punto di
partenza è l’opposizione tra un sentimento sempre identico a se stesso,
essenzialmente interiore (sensus sui) ed un sentire esteriore, che si tramuta
nelle cose di cui ha esperienza, che si presta e si dona tutt’intero alle cose,
affinché esse vivano in lui. Atre saggi: “Pensiero e poesia” (Laterza, Bari); “Filosofia
poetica” (Laterza, Bari); “Filosofia del sentire” (Pescara, Tracce); “Sulla
violenza” (Bari, Laterza); M. Perniola, “L’enigma” (Costa, Genova); A. Marroni, “Filosofo del “farsi
altro”. D'Angelo, L'estetica italiana” (Laterza, Bari); A. Marroni, La passione
per il presente in “Filosofie dell'intensità. un maestro occulto della
filosofia italiana” (Mimesis, Milano); A. Marroni, "I carmina in foliis volitantia"
in Agalma, Giornale Critico di Filosofia Italiana. Antonio Sarno. Sarno.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sarno” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734571263/in/datetaken/
Grice e Sarpi – la metafisica del
fenice – l’arte del bien conversar -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Venezia). Filosofo. Very important Italian philosopher. Definito
d’Acquapendente come oracolo, autore della celebre “Istoria del Concilio
tridentino” subito messa all'Indice. Fermo oppositore del centralismo
monarchico di Roma, difendendo le prerogative della repubblica veneziana,
colpita dall'interdetto emanato da Paolo V. Rifiuta di presentarsi di fronte
all'Inquisizione romana che intendeva processarlo e sube un grave attentato che
si sospetta essere stato organizzato dalla curia romana, "agnosco stilum
Curiae romanae", che nega tuttavia ogni responsabilità. L'infanzia e
una ritiratezza in sé medesimo, un sembiante sempre penseroso, e più tosto
malinconico che serio, un silenzio quasi continuato anco co' coetanei, una
quiete totale, senza alcun di quei giuochi, a' quali pare che la natura stessa
ineschi i fanciulli, acciò che col moto corroborino la complessione: cosa
notabile che mai fosse veduto in alcuno. Poi, così serve in tutta la sua vita,
et all'occasioni dice non poter capir il gusto e trattenimento di chi giuoca,
se non fosse affetto d'avarizia. Un'alienazione da ogni gusto, nissuna avidità
de' cibi, de' quali si nutre così poco, che restava meraviglia come stasse vivo.
Nell'anno in cui proseguivano le sedute del Concilio di Trento, Carlo V e in
guerra con i prìncipi protestanti tedeschi e il Parlamento inglese adotta un
Libro di preghiere d'ispirazione luterana. Figlio di Francesco di Pietro Sarpi,
di famiglia di lontane origini friulane (precisamente di San Vito al
Tagliamento) e mercante a Venezia eppure, scrive Micanzio, per la sua indole
violenta più dedito all'armi ch'alla mercatura. La madre, veneziana, d'aspetto
umile e mite e Isabella Morelli. Rimasta vedova, fu accolta con il suo figlio e
l'altra figlia Elisabetta nella casa del fratello A. Morelli, prete della
collegiata di Sant'Ermagora. Con lo zio, uomo d'antica severità di
costumi, molto erudito nelle lettere d'umanità addottrinando nella grammatica e
retorica molti fanciulli della nobiltà, fa i primi studi, imparando presto e
con facilità. A dodici anni, nel 1564, anno dell'istituzione, dopo la chiusura
del Concilio, dell'Indice dei libri proibititra i tanti, vi finirono il Talmud
e il Corano, il De Monarchia di Dante e le opere di Rabelais, Folengo, Telesio,
Machiavelli ed Erasmo, passa alla scuola di G. Capella, t dell'Ordine dei Servi
di Maria, seguace delle dottrine di Duns Scoto. Capella gli insegna logica,
filosofia e teologia, finché il ragazzo fece così rapidi progressi che il
maestro istesso confessa non aver più che insegnargli. Con altri maestri
veneziani apprese la matematica, la lingua greca e l'ebraica. Con la
familiarità e co' studii entra Panco in desiderio di ricevere l'abito de'
servi, o perché gli paresse vita conforme alla sua inclinazione ritirata e
contemplativa, o perché vi fosse allettato dal suo maestro, malgrado
l'opposizione della madre e dello zio che lo voleva prete nella sua chiesa, entra
nel monastero veneziano dei servi di Maria. Continua ancora a studiare con
il Capella, rimanendo alieno dalle distrazioni proprie della sua età finché in
occasione della riunione a Mantova del capitolo generale dell'Ordine
servita, mandato in quella città «ad
onorar il congresso e far vedere che gl'ordini non sono oziosi, ma spendono il
tempo in sante e lodevoli operazioni, difendendo 318 delle più difficili
proposizioni della filosofia naturale. Il qual carico con che felicità lo
sostenesse e con che giubilo e stupore di quella venerabile corona, si può dall'evento
argomentare. Essersi così distinto agli valse la nomina a teologo da parte del
duca di Mantova. Prencipe di grandissimo ingegno, così profondamente erudito
nello scienze, che difficilmente si discerne qual fosse maggiore, o la prudenza
di governare, o l'erudizione di tutte le scienze et arti, sino nella musica, mentre
il G. Boldrino gli affida la cattedra. Stabilito nel convento di San Barnaba,
perfeziona la conoscenza della lingua ebraica e inizia, col puntiglio consueto,
ad applicarsi agli studi storici. E certo a motivo di quest'interesse che
a Mantova frequenta M. Olivo, già segretario di E. Gonzaga, cardinale e legato
pontificio nelle ultime sessioni del concilio di Trento, la cui caduta in
disgrazia presso Pio IV coinvolse anche l'Olivo che fu dagl’inquisitori molto
travagliato, col tenerlo longamente in carcere dopo la morte del cardinale suo
signore, ma che ora, dopo la morte del pontefice, vive privatamente in Mantova.
Il gusto principale che riceva in conversare con lui e perché lo trovava d'una
moderazione singolare, erudito, e che, per esser stato col cardinale a Trento, ha
gran maneggio in quelle azioni e sa tutte le particolarità de' negozii più
secreti, et ha anco molte memorie, nell'intendere le quali riceve molto piacere.
Sono gli anni in cui in Italia continua con vigore la repressione
inquisitoriale di Pio V. P. Carnesecchi venne decapitato. Gl’brei sono espulsi
dallo Stato pontificio tranne che da Roma e da Ancona, nei ghetti delle quali
vennero costretti a risiederee. E impiccato l'umanista A. Paleario. Il papa
scomunica Elisabetta d'Inghilterra, oorganizzò la Lega contro i turchi, ottenendo
la vittoria navale di Lepanto e a Parigi, a migliaia di ugonotti sono
massacrati. Fa la sua professione, entrando ufficialmente nell'Ordine servita.
Anche di lui l'Inquisizione si occupa seguito della denuncia di un confratello che
lo accusa di sostenere che dal primo capitolo del Genesi non si può ricavare
l'articolo di fede della Trinità. Ma, poiché effettivamente di trinità divina
non vi è traccia nel Vecchio Testamento, l'Inquisizione gli diede ragione,
archiviando il caso. Dopo aver ricevuto nel convento mantovano il titolo
di baccelliere, e invitato a Milano da C. Borromeo il quale, dopo aver ottenuto
dalle autorità contro la volontà del Senato, il riconoscimento del tribunale e
della polizia diocesana, avvia un processo di riforma del clero. Ottenne di
essere trasferito nel convento dell'Ordine servita di Venezia, dove e
incaricato dell'insegnamento della filosofia e continuò i suoi studi
scientifici. Nella grande epidemia di peste, che imperversa a Venezia, facendo 50.000 vittimetra le quali Tiziano frimase
immune dal contagio. Dopo essersi addottorato a Padova, e nominato reggente del
convento di Venezia e priore della provincia veneta. Durante il Capitolo a
Parma, nel quale venne rieletto priore G. Tavanti, tenne una dissertazione di
fronte ai cardinali protettori dell'Ordine, A. Farnese e G. Santori. Uno dei tre
saggi, insieme con C. Franco e A. Giani, incaricati di preparare una riforma
della regola. Il carico suo speziale e d'accommodare quella parte che tocca i
sacri canoni, le riforme del concilio di Trento, allora nuove, e la forma de'
giudizii quella parte tutta ove si tratta de' giudizii accommodatamente allo
stato claustrale. Lascia in questo carico in Roma fama di gran sapere e di
molta prudenza, non solo nelle corti de' due cardinali suddetti, co' quali, per
ordine contenuto in un breve apostolico di Gregorio XIII, conviene conferire ogni
legge che si fa, ma anco e necessario molte volte trattar col pontefice
medesimo. Sbrigato da quale peso ritorna al suo governo. Si tenne a Bologna il
nuovo Capitolo dell'Ordine servita e viene eletto procuratore generale, la
suprema dignità di quell'ordine dopo il generale il carico porta seco di
difender in Roma tutte le liti e controversie che vengono promosse in tutta la
religione. Dove pertanto trasferirsi a Roma dove conobbe e prende strettissima
familiarità col padre Bellarmino poi cardinale, e dura l'amicizia sin al fine
della vita, grazie al quale forse puo prendere visione di diversa
documentazione relativa alle istruzioni date ai legati pontifici durante il
Concilio di Trento. Conosce anche il dottor Navarro, teologo difensore
dell'arcivescovo di Toledo, B. Carranza, accusato di eresia, il gesuita N. Bobadilla
e il cardinale Castagna, poi Urbano VII. Ha occasione di passare a Napoli per
presiedere Capitoli e conversare con quel famoso ingegno G. Porta, il quale,
anco nelle sue opere mandate in luce, fa onorata menzione del padre Paolo come
di non ordinario personaggio. Scaduto il periodo di carica a procuratore
generale dell'Ordine servita, ritorna a Venezia, frequentandovi i circoli intellettuali
che si riunivano nella bottega di B. Sechini e nella casa del nobile veneziano
A. Morosini, dove conobbe anche G. Bruno. A Padova frequenta la casa di G. Pinelli,
il ricetto delle muse e l'academia di tutte le virtù in quei tempi, dove iincontrare
Galileo e Bruno, il quale s'intrattenne a Padova più di tre mesi, poco prima di
essere arrestato a Venezia. Si dove scegliere il generale dell'Ordine
servita, e fra i due principali candidati, L. Baglioni e G. Dardano, si
espresse a favore del primo. Il rancore spinse Dardano a denunciarlo al
Sant'Uffizio, accusandolo di negare efficacia allo Spirito Santo, di avere
rapporti sospetti con ebrei e allegando una lettera che fgli scrive da Roma,
nella quale sono contenute alcune parole in discredito della corte, come che in
quella si viene alle dignità con male arti, e di tenerne esso poco conto, anzi
abominarla. Senza nemmeno essere chiamato a Roma per discolparsi, e subito
prosciolto da ogni accusa. Ma il cardinale di Santa Severina, G. Santori,
protettore dell'Ordine e capo del Sant'Uffizio, mostrò però implacabile
indignazione autilizzando tutta la sua autorità per escludere gli amici dalli
gradi et onori con maniere così strane e fini così bassi, ch'io non ardisco
poner i casi che mi sono stati dati in nota, perché troppo gran scandalo
arrecherebbono al mondo. Continua i suoi studi mentre non cessano le rivalità
nell'Ordine servita, del quale venne eletto priore, Montorsoli, che morì tre anni dopo, succedendogli
così, Dardano, accanito avversario del Sarpi. Questi, deciso a uscire
dall'Ordine per sottrarsi all'inimicizia dalla quale si sentiva circondato,
cerca di ottenere un vescovato, prima a Caorle e poi a Nona, in Dalmazia, che
però gli vengono rifiutati a causa delle negative informazioni che di lui il
Dardano e L. Gagliardi, preposito della casa veneziana dei gesuiti, diedero al
papa. Esse ssente mormorare alle volte che egli con alcuni facci una scoletta
piena d'errori. Non solo: nel Capitolo, Dardano
l’accusa di portare una berretta in capo contra una forma che sino sotto
Gregorio XIV disse esser proscritta; che portasse le pianelle incavate alla
francese, allegando falsamente esserci decreto contrario, con privazioni
divote; che nel fine della messa non recita lo Salve Regina. E assolto anche da
queste accuse. La Repubblica veneziana, stretta a nord dall'Impero, in
Italia dalla prevalenza spagnola e papale, in Oriente dalla potenza turca, e
ormai avviata a quel lungo declino politico ed economico che a la sua sanzione.
Alla prudente politica dei patrizi, rasseglla compromissione con l'Impero e il
papato, si sostituì quella degli innovatori, i cosiddetti «Giovani», decisi a
sottrarre la Serenissima all'invadenza ecclesiastica nell'interno e a rilanciarne
le fortune commerciali nell'Adriatico, compromesse dal controllo dei porti
esercitato dallo Stato pontificio e dalle azioni degli Uscocchi, i pirati
cristiani croati appoggiati dall'Impero. Iil Senato veneziano proibì la
fondazione di ospedali gestiti da ecclesiastici, di monasteri, chiese e altri
luoghi di culto senza autorizzazione preventiva della Signoria. Un'altra legge
proibiva l'alienazione di beni immobili dai laici agli ecclesiastici, già
proprietari, pur essendo solo un centesimo della popolazione, di quasi la metà
dei beni fondiari della Repubblica, e limita le competenze del foro
ecclesiastico, prevedendo il deferimento ai tribunali civili degli
ecclesiastici responsabili di reati di particolare gravità. Avvenne che il
canonico vicentino S. Saraceno, colpevole di molestie a una nobile parente, e
l'aristocratico abate di Nervesa, Brandolini, reo di omicidi e di stupri, sono
incarcerati. Paolo V emana due brevi richiedenti l'abrogazione delle due leggi
e la consegna al nunzio pontificio dei due ecclesiastici, affinché secondo il
diritto canonico fossero giudicati da un tribunale ecclesiastico. Il
nuovo doge Leonardo Donà fece esaminare i due brevi da giuristi e teologi, fra
i quali il Sarpi, affinché trovassero modo di controbattere alle richieste
della Santa Sede. Il 28 gennaio venne nominato teologo canonista proprio il
Sarpi e lo stesso giorno il suo scritto: Consiglio in difesa di due ordinazioni
della Serenissima Repubblica, venne inviato al Papa. Difese le ragioni della
Repubblica con numerosi saggi. Sono di questi mesi la Scrittura sopra la forza
e validità delle scomuniche, il Consiglio sul giudicar le colpe di persone
ecclesiastiche, la Scrittura intorno all'appellazione al concilio, la Scrittura
sull'alienazione dei beni laici agli ecclesiastici e altri ancora, poi raccolti
nella sua successiva “Istoria dell'interdetto”. In quell saggio è contenuta
anche un saggio sulla validità della scomunica, attaccato da Bellarmino, al
quale rispose allora con l'Apologia per le opposizioni do Bellarmino.
Mentre F. Micanziosuo iniziava a collaborare dopo che Paolo V scomunica il
Consiglio veneziano e fulminato con l'interdetto lo Stato veneto, pubblica il
Protesto del monitorio del pontefice, nel quale il breve papale Superioribus
mensibus è definito nullo e di nessun valore, mentre impede la pubblicazione
della bolla pontificia. Obbedendo alle disposizioni del papa, i gesuiti
rifiutano di celebrare le messe a Venezia e la Repubblica reage espellendoli
insieme con cappuccini e teatini. Parteno la sera alle doi di notte, ciascuno
con un Cristo al collo, per mostrare che Cristo parte con loro. Concorse
moltitudine di populo e quando il preposto, che ultimo entra in barca, dimanda
la benedizione al vicario patriarcale si leva una voce in tutto il populo, che
in lingua veneziana grida loro dicendo "Andé in malora!". A Roma si
spera che l'interdetto provocasse una sollevazione contro i governanti
veneziani ma i gesuiti scacciati, li cappuccini e teatini licenziati, nissun
altro ordine parteno, li divini uffizi sono celebrati secondo il consueto il
senato e unitissimo nelle deliberazioni e le città e populi si conservano
quietissimi nell'obbedienza. Venezia era alleata, in funzione anti-spagnola,
con la Francia, ed era in buoni rapporti con l'Inghilterra e con la Turchia.
Fingendosi veneziani, soldati spagnoli, per provocare la rottura delle
relazioni turco-veneziane, sbarcano Durazzo, saccheggiandola, ma la
provocazione e facilmente scoperta e i turchi offreno a Venezia l'appoggio
della loro flotta contro il papa. L'Inquisizione l’intima di presentarsi a Roma
per giustificare le molte cose temerarie, calunniose, scandalose, sediziose,
scismatiche, erronee ed eretiche contenute nei suoi saggi ma naturalmente si
rifiuta. Invano il papa che scomunica Sarpi e Micanziosi dichiara favorevole a
portare guerra a Venezia. La sua unica alleata, la Spagna, minacciata da
Francia, Inghilterra e Turchia, non puo sostenerla in quest'impresa e si giunse
così alle trattative diplomatiche, favorite dalla mediazione del cardinale F. Joyeuse.
Venezia rilascia i due ecclesiastici incarcerati e ritira il suo protesto al
papa in cambio della revoca dell'interdetto, mentre le leggi promulgate dal
Senato veneziano restarono in vigore e i gesuiti non possono rientrare nella
Repubblica. Riceve K. Schoppe, molto intimo dei segreti affari della Curia
romana, il quale gli confide che il papa, come gran prencipe, ha longhe le
mani, e che per tenersi da lui gravemente offeso non puo succedergli se non
male, e che se sino a quell'ora avesse voluto farlo ammazzare, non gli mancavano
mezzi. Ma che il pensiero del papa e averlo vivo nelle mani e farlo levare sin
a Venezia e condurlo a Roma, offerendosi egli, quando volesse, di trattare la
sua riconciliazione, e con qual onore avesse saputo desiderare. Asserendo
d'aver in carico anco molte trattazioni co' prencipi alemanni protestanti e la
loro conversione». Schoppe, ambiguo provocatore, intende convincerlo a mettersi nelle mani dell'Inquisizione come
miglior partito che puo prendere, tanto parvero strane le due proposte di far ammazzare
o prender vivo il padre. I disegni omicidi sono reali. Circa le 23 ore,
ritornando al suo convento di San Marco a Santa Fosca, nel calare la parte del
ponte verso le fondamenta, e assaltato da cinque assassini, parte facendo
scorta e parte l'essecuzione, e resta l'innocente ferito di tre stilettate, due nel collo et
una nella faccia, ch'entrava all'orecchia destra et usciva per apunto a quella
vallicella ch'è tra il naso e la destra guancia, non avendo potuto l'assassino
cavar fuori lo stillo per aver passato l'osso, il quale restò piantato e molto
storto. I sicari, fuggendo, trovano rifugio nella casa del nunzio pontificio e
la sera s'imbarcano per Ravenna, da dove proseguirono per Ancona e di qui
raggiunsero Roma. Si conoscono i loro nomi: l'esecutore materiale
dell'attentato e R. Poma, già mercante veneziano, poi trasferitosi a Napoli e
di qui a Roma, dove divenne intimo del cardinale segretario di Stato S. Caffarelli-Borghese
e dello stesso Paolo V. E co-adiuvato da tre uomini d'arme, tali A. Parrasio,
Giovanni da Firenze e P. Bitonto, mentre «a spia, o guida e M. Viti, solito
offiziare in Santa Trinità di Venezia, che non lascia dubitare quanti mesi
precedessero questo bel effetto prima che fosse mandato alla luce. Poi che Viti
la quadragesima antecedente, sotto specie d'aver gusto delle predicazioni del
padre maestro Fulgenzio, anda ogni mattina in convento de' servi alla porta del
pulpito, che risponde alla parte di dentro, e cortesemente tratta con lui,
ricercandolo anco di qualche dubbio di coscienza. E continua di poi sempre a
salutarlo et anco andar in convento a visitarlo, parlandogli sempre di cose
spettanti all'anima. Il pugnale non ha tuttavia leso organi vitali e riusce a
sopravvivere. Il chirurgo G. Acquapendente, che l'opera, dice di non aver mai
medicato una ferita più strana, rispondendo allora con la famosa espressione. Eppure
il mondo vuole che sia data stilo Romanae Curiae. Le conseguenze furono la
rottura della mascella e vistose cicatrici nel volto. Il Senato, dichiarandolo
persona di prestante dottrina, di gran valore e virtù gli concede una casa in
piazza San Marco ove possa risiedere con il Micanzio e altri frati, e una
sovvenzione affinché possa acquistare una barca e provvedere alla sua sicurezza
personale. Rifiuta la casa ma si servì da allora di una barca che gli evitas i
pericolosi tragitti a piedi per le calli veneziane. Poco più di un anno
dopo, e sventato un secondo attentato, ordito, sembra su mandato di L. Margotti,
da G. Francesco de Antonio da Viterbo, i quali, fatta una copia della chiave
della sua camera vuoleno secretamente introdurre nel monasterio due o più
sicarii e la notte trucidare l'innocente. Inizia a corrispondere con
personalità soprattutto di fede calvinista o gallicana: fra questi ultimi, Leschassier
e Gillot, che pubblica gli Actes du concile de Trente, dimostrando le pressioni
papali sui vescovi riuniti a concilio, e fra gli altri l'italiano F. Castrino,
i francesi Villiers, Casaubon, Thou, Mornay, i tedeschi Achatius e Dohna.
Attraverso il dialogo diretto con gli intellettuali acquiesce quella straordinaria ampiezza di
orizzonti e di interessi, quella solida conoscenza dei problemi dello stato che
gli permite di arricchire la sua cultura storica, giuridica e scientifica e lo
conduce a incidere sulla sua posizione filosofica, ad approfondirne la crisi,
risolvendola poi con l'accoglimento di nuove prospettive e di nuove idealità;
spalancandogli un mondo nuovo, che gli fac sentire più soffocante, più viziata,
la vita italiana. Incontra a Venezia Bedell, che rifere di lui e del Micanzio
come essi sono completamente dalla nostra parte nella sostanza della religione
e, C. Dohna inviato da Cristiano I di Anhalt-Bernburg, e G. Diodati, per
valutare la possibilità di introdurre a Venezia la Riforma. La traduzione in
lingua italiana del Nuovo Testamento, viene diffusa a Venezia proprio in questo
periodo. Altre polemiche suscitano, le prediche quaresimali di F.
Micanzio che vengono interpretate a Roma come un attacco alla fede cattolica. --
è anche preoccupato per la tregua stipulata tra la Spagna e i Paesi Bassi,
perché vede in essa un indebolimento di questi ultimi che, o prima o dopo,
resteranno sopraffatti dalle arti spagnole, mentre gli spagnoli ne potrebbero
trarre beneficio anche in vista del loro dominio in Italia. Spera in
un'alleanza generale di Francia, Inghilterra, principi protestanti, Paesi
Bassi, Savoia e Venezia che portasse alla guerra contro l'Impero cattolico
ispano-tedesco e cancellasse il dominio papale e spagnolo in Italia. Se sarà
guerra in Italia, va bene per la religione; e questo Roma teme. LInquisizione
cessa e l'Evangelio ha corso. E ha bene anche per le libertà civili di Venezia:
qui, anche se il giogo ecclesiastico è assai più mite che nel rimanente
d'Italia, in quella parte nondimeno che tocca la stampa è l'istesso appunto che
negli altri luoghi. Nessuna cosa si può stampare se non veduta e approvata
dall'Inquisizione. Dove si ragiona di alcun papa, non permettono che si dica
alcuna di disonore, se bene vera e notoria. Non permettono che alcuno separato
dalla Chiesa romana sia lodato di qualsivoglia virtù, né nominato se non con
vituperio. Secondo la versione ufficiale, sebbene sfinito, volle alzarsi per il
mattutino, come al solito, e celebrare la Messa. Fatto chiamare il priore del
convento, lo prega che lo raccomandasse alle preghiere dei confratelli e che
gli portasse il Viatico. Gli consegna tutte le cose concesse a suo uso. Si fa vestire,
si confessa e passò il resto del mattino facendosi leggere da fra Fulgenzio e
da Fra Marco i Salmi e la Passione di Cristo narrata dagli Evangelisti. Gli e quindi
amministrato dal priore, alla presenza della Comunità, il Viatico. E visitato
dal medico che gli dice che ha poche ore di vita. Sorridendo, rispose: Sia
benedetto Dio. A me piace ciò che a Lui piace. Col suo aiuto faremo bene anche
quest'ultima azione -- quella di morire. E udito ripetere più volte, con
soddisfazione: Orsù, andiamo dove Dio ci chiama. Secondo alcuni le sue ultime
parole sarebbero state. Esto perpetua, riferendosi a Venezia (v. Bianchi-Giovini,
Esistono tuttavia altre versioni della sua morte che lo fanno apparire più
vicino al culto protestante. Figura assai complessa di filosofo, occupa
indubbiamente un posto di primo piano nella storia della filosofia italiana. Fu
uno dei più grandi filosofi. La sua prosa è una delle più maschie ed efficaci
di tutta la filosofia nostra, che non conosce lenocini né fronzoli, che
scolpisce le figure con raro risalto, che ha un magnifico potere ri-evocatore
allorché descrive dispute e contrasti, ch'è impareggiabile nel sarcasmo, tutto
contenuto in un'unica espressione, tre o quattro parole. G. Papini, parlando
della Istoria del Concilio di Trento, la define un modello di lucidità narrative
e di prosa semplice, esatta e rapida. Lascia orme indelebili nella filosofia,
nella matematica, nell'ottica, nell'astronomia, nella medicina ecc. Galilei e
suo grande amico, e non disdegna di appellarlo: Mio Maestro. Dinanzi al primo
avvertimento a Galilei, lui, che non visse abbastanza a lungo per assistere
alla condanna scrive. Verrà il giorno, e ne sono quasi certo, che gl’uomini, da
studi resi migliori, deploreranno la disgrazia di Galileo e l'ingiustizia resa
a sì grande uomo. Scopre la dilatabilità della pupilla sotto l'azione della
luce e le valvole delle vene. I suoi biografi parlano anche di scoperte nel
campo dell'anatomia, dell'ottica, ecc. L'invenzione del telescopio dice
Bianchi-Giovini il Galilei la dovette per certo ai lumi somministratigli da lui,
se pure questi non ne fu il primo inventore, come pensano alcuni. Sopra la sua
sapienza matematica si cita l'autorevole giudizio di Galilei. Galilei non esita
a dire della ‘fenice’: del quale posso senza iperbole alcuna affermare che
niuno l'avanza in Italia in cognizione di queste scienze matematiche contro
alle calunnie ed imposture di B. Capra, in ediz. naz., Firenze, La teoria di
Galilei delle maree, successivamente dimostratasi erronea, riprende le sue idee,
esposte nei Pensieri naturali, metafisici e matematici. G. Porta, dopo aver
dichiarato di avere appreso alcune cose da lui, lo proclama splendore ed
ornamento non solo della città di Venezia e dell'Italia, ma di tutto il mondo.
(Magia naturalis). D. Passionei gli define
dottissimo oltre ogni espressione. In uno studio il cui intento era quello di
misurare il Q.I. di 300 personaggi famosi. si posiziona al quinto posto, al
pari del più noto matematico Pascal. Alla grande intelligenza unì anchecome
riconosciutagli da tuttiun'esemplare integrità di vita. A. Jemolo, dopo essersi rivolto varie domande
intorno alla sua ortodossia, da questa risposta. Gli elementi ci mancano per
una risposta perentoria: noi non possiamo dissipare l'alone di mistero che lo circonda.
Questo non c'impedisce di ammirare l'uomo e l'opera. Fondamentalmente lo
scontro con la Curia romana e legato ad un progetto politico volto a contenere
il potere di Roma in ambito esclusivamente spirituale e a pro-muovere
un'alleanza tra Venezia e la Francia in un'ottica anti-imperiale. Per questo
intrattenne contatti con i riformati. Inoltre la sua visione di Roma e un vago
ritorno verso la chiesa primitive. Egli quindi e indotto a condannare il potere
temporale, il processo di mondanizzazione del clero, la superiorità del papa sul
Concilio. Stringe amicizia con Dominis, arcivescovo di Spalato, che tende all'apostasia.
La sua Istoria del Concilio Tridentino costituisce il suo capolavoro storico ed
offre la prima imponente ricostruzione del Concilio di Trento. L’opera e ondannata
dalla Congregazione dell'Indice e quindi posta all'Indice dei libri proibiti. Sono
intercettate dal nunzio pontificio a Parigi R. Ubaldini compromettenti carteggi
di lui con l'ambasciatore veneziano A. Foscarini e con l'ugonotto F. Castrino;
carteggi ben presto inviati a Roma per essere messi a disposizione del
Sant'Uffizio, ma anche da utilizzare per far ammettere una buona volta al
governo veneziano quanto da tempo da Roma si viene denunciando, che lui che si
proclamava più cattolico del Papa e come tale difeso ufficialmente dai
responsabili politici veneziani. Altri non era che un protestante, al servizio
delle forze ereticali europee. Dunque infedele e ipocrita. Una taccia di
ipocrisia che non da tregua alla sua figura lungo i secoli, come stanno a
provare innumerevoli esempi, da G. Aleandro, che ricevuta da Peiresc la sua
Istoria dell'Interdetto appena edita risponde all'illustre erudito francese con
fare perentorio che lui e nero ministro del diavolo che si dice esser
padre delle menzogna, se ben egli veramente non credeva né nel diavolo né in
Dio, al prelato friulano G. Fontanini
con la sua velenosa Storia arcana della sua vita a D. Passionei, che crede di
avere le carte per dimostrare che l'idea del furfante e di introdurre il
calvinismo in Venezia, come ancora ricorda A. Mercati. Un parere analogo si
trova anche nella recente Storia della Chiesa di Hertling e Angiolino Bulla,
dove viene definite un ipocrita che fino all'ultimo fa la parte del religioso,
sebbene nel suo intimo si fosse da tempo allontanato dalla Chiesa. Saggi: “Trattato
dell'interdetto di Paolo V nel quale si dimostra che non è legittimamente pubblicato”;
“Apologia per le opposizioni fatte da Bellarmino ai trattati et risolutioni di
G. Gersone sopra la validità delle scomuniche; Considerationi sopra le censure
della santità di Paolo V contra la Serenissima Repubblica di Venezia, Istoria
del Concilio Tridentino, Il trattato
dell'immunità delle chiese (De iure asylorum), Discorso dell'origine, forma,
leggi ed uso dell'Uffizio dell'Inquisizione nella città e dominio di Venezia, Trattato
delle materie beneficiarie, Opinione di Servita, come debba governarsi la
Repubblica Veneziana per havere il perpetuo dominio, Venezia, La storiografia
recente attribuisce lo scritto al patriziato veneziano medesimo. Scritti
giurisdizionalistici, Istoria del Concilio Tridentino (Geneua, Aubert); Pagnoni
Editore, Milano, Gambarin, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, G. Gambarin, IScrittori
d'Italia, Bari, Laterza, G. Gambarin, Scrittori d'Italia Bari, Laterza, Istoria
del Concilio Tridentino, testo critico di Giovanni Gambarin, introduzione di R.
Pecchioli, Collana Biblioteca, Sansoni, Firenze, Lettere a Simone Contarini
ambasciatore veneto in Roma, pubblicate dagli autografi, Monumenti storici
pubblicati dalla R. Deputazione veneta di storia patria. Miscellanea, Venezia,
Fratelli Visentini, Pagine scelte, Arturo Carlo Jemolo, Vallecchi, Firenze, Lettere
ai protestanti, Scrittori d'Italia, 1, Bari, Laterza, Lettere ai protestanti, Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza, Antologia degli scritti politici e storici. Francesco T. Roffarè,
CEDAM, Padova, “Istoria dell'Interdetto e altri scritti editi e inedita” (Scrittori
d'Italia Bari, Laterza); R. Amerio, “Scritti filosofici e teologici” (Scrittori
d'Italia, Bari, Laterza); “Pensieri naturali, metafisici e matematici. anoscritto
dell'iride e del calore; Arte di ben pensare, Pensieri medico-morali, Pensieri
sulla religione, Fabula e Massime e altri scritti. Edizione integrale commentate,
L. Sosio, Ricciardi, Milano-Napoli, Scritti giurisdizionalistici” (Scrittori d'Italia,
Bari, Laterza); “Lettere ai Gallicani, B/ Ulianich, Wiesbaden, F. Steiner, La Repubblica di Venezia la casa d'Austria e
gli Uscocchi, Bari, Laterza, Scritti scelti: Istoria dell'Interdetto, Consulti,
Lettere, Giovanni Da Pozzo, Collezione di Classici Italiani, UTET, Torino); Storici,
Politici, e Moralisti, G. Cozzi, Collana La Letteratura Italiana. Storia e
Testi, Milano-Napoli, Ricciardi, Istoria
del Concilio Tridentino seguita dalla Vita, Corrado Vivanti, Collana NUE Einaudi,
Torino, Collana Piccola Biblioteca. Einaudi, Torino, “Pensieri” Gaetano e Cozzi,
Collana Classici Ricciardi, Torino, “Considerazioni sopra le censure di Paolo V
contro la Repubblica di Venezia e altri scritti sull'Interdetto”, G. Cozzi,
Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, “Lettere a Gallicani e
Protestanti, Relazione dello Stato della Relazione, Trattato delle Materie
Beneficiarie. Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Gli ultimi
consulti. G. Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Dai Consulti, il
carteggio con l'ambasciatore inglese sir Dudley Carleston. G. Cozzi, Collana
Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Dal Trattato di pace et accomodamento e
altri scritti sulla pace d'Italia. G. Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi,
Torino, Consulti, Corrado Pin, Pisa, Poligrafici, Letteratura e vita civile.
Collana I Classici del Pensiero Italiano; “Della potestà de' prencipi”; Collana
I Giorni, Marsilio, Venezia, “Scritti filosofici inedita, tratti da un
manoscritto della Marciana”; G. Papini, Collana Cultura dell'anima, R. Carabba,
Lanciano, Manoscritti Consulti: in Milano, Biblioteca Nazionale Braidense,
Fondo manoscritti, O. Ceretti, Cinque pugnali non bastano a troncare la sua
parola, in Historia, Touring club italiano, F. Micanzio, Vita, in «Istoria del Concilio tridentino», Torino F.
Micanzio. Scrive tra l'altro nella lettera. E che volete ch'io speri in Roma,
ove li soli ruffiani, cenedi et altri ministri di piaceri o di guadagni hanno
ventura? I cenedi sono gl’uomini che si prostituiscono. F. Micanzio, cit. G,
Cozzi, Sarpi, F. Micanzio, Istoria dell'interdetto e altri scritti editi e
inediti, F. Micanzio, dove stilo può significare sia stile che stiletto Ivi G.
Cozzi, Lettere a Groslot de l'Isle, in «Lettere ai protestanti», Lettera a Francesco
Castrino, in «Lettere ai protestanti», Citato in C. Rizza, Peiresc e l'Italia,
Torino, Giappichelli, Corrado Pin, “Senza maschera: l'avvio della lotta politica
dopo l'Interdetto”; L. Hertling e A. Bulla, Storia della seconda Roma La penetrazione
dello spazio umano ad opera del cristianesimo” (Città Nuova, Borgna Romain, F.Lucien,
F. Micanzio, Vita, dell'ordine de' Servi
e theologo della serenissima republ. di Venetia, Leida, in “Istoria del
Concilio tridentino” (Torino, Einaudi); F. Griselini, “Memorie anedote
spettanti alla vita ed agli studj del sommo filosofo e giureconsulto” (Losanna,
Bousquet); F. Griselini, “Del suo genio in ogni facolta scientifica e nelle
dottrine ortodosse tendenti alla difesa dell'originario diritto de' sovrani né
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pubblica prosperita” (Venezia, Basaglia); Zerletti, “Storia arcana della vita servita
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(Venezia); “Cassani, Le scienze matematiche naturali” (Venezia; A.
Bianchi-Giovini, Basilea, R. Morghen, G. Getto, Firenze, Olschki; M. Gliozzi Relazioni
scientifiche con G. Porta, G. Cozzi, Tra Venezia e l'Europa” (Collana Piccola
Biblioteca, Torino, Einaudi); V. Frajese, “Scettico. Stato e Chiesa a Venezia, Bologna,
Il Mulino); I. Cacciavillani, I consulti sulla Vangadizza, Padova, CEDAM, Cacciavillani,
Venezia, Fiore, I. Cacciavillani, Sarpi.
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Ateneo veneto, Concilio di Trento Fulgenzio Micanzio. Dizionario di storia,
Dizionario biografico degli italiani. Paolo
Sarpi. Sarpi. Keywords: l’arte del bien pensar, Locke, impression, reflection,
metaphysics, Bibioteca Marciana, pensieri, pensiero, logica, bien pensare,
galilei, hobbes, metodo, sensismo, il fenice di Venezia, scritti filosofici
inedita. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Scarpi” – peri il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689510274/in/photolist-2mNaHiH-2mKuKk1-2mKCgGX-2mKCfz1-2mKfs4E-nmxEnc/
Grice e Sasso – da Crotone a Velia – la Potenza e il
atto di Gentile – Gentile megarico -- Lucrezio di Machiavelli – allegoria e
simbolo di Vico -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Studia a Roma. Si laurea sotto Antoni e Chabod con “Machiavelli”.
Studia con Carabellese, Ruggiero, Scaravelli, Nardi, Pettazzoni, Sapegno, Gabetti, Perrotta e
Sanctis. Insegna ad Urbino e Roma.
Studia l’idealismo italiano (Croce) e Machiavelli. Si occupa di ontologia,
Alighieri, Platone, Polibio, Lucrezio, Guicciardini, Shakespeare e Mann. Presidente
della "Fondazione Giovanni Gentile", Lincei. Altri saggi: “Machiavelli
e Borgia. Storia di un giudizio” (Roma, Ateneo); “Machiavelli” (Napoli,
Morano); “La storia della filosofia” (Bari, Laterza); “La ricerca della dialettica”
(Napoli, Morano); “Lucrezio: progresso e morte” (Bologna, Mulino); “L'illusione
della dialettica” (Roma, Ateneo); “Guicciardini” (Istituto Storico Italiano per
il Medio Evo, Roma); “Essere e negazione, Napoli, Morano); “Machiavelli e gl’antichi”
(Milano, Ricciardi); “Tramonto di un mito: l'idea di progresso” (Bologna, Il
Mulino); Per invigilare me stesso. I Taccuini di lavoro di Croce, Bologna, Il
Mulino); “L'essere e le differenze nel "Sofista” (Bologna, Il Mulino); “Variazioni
sulla storia di una rivista italiana: "La Cultura"; Il Mulino); “Machiavelli,
Bologna, Il Mulino, Comprende: Il pensiero politico, Napoli, IISS, Bologna, Il
Mulino, Premio Viareggio di Saggistica, La storiografia. La fedeltà e
l'esperimento, F. Scarpelli, F.S. Trincia e M. Visentin interrogano Sasso,
Bologna, Il Mulino); Filosofia e idealismo,
Napoli, Bibliopolis, Comprende: Croce, Gentile, Ruggiero, Calogero, Scaravelli,
Paralipomeni, Secondi paralipomeni, Ultimi paralipomeni, Tempo, evento,
divenire” (Bologna, Il Mulino); “Gentile: La potenza e l'atto” (Firenze, La
Nuova Italia); Le due Italie di Gentile, Bologna, Il Mulino); “La verità,
l'opinione, Bologna, Il Mulino, Ernesto De Martino fra religione e filosofia,
Napoli, Bibliopolis); Il guardiano della storiografia. Profilo di Chabod (Bologna,
Il Mulino [Napoli, Guida, del Profilo di F Chabod, Bari, Laterza); Dante. L'imperatore
e Aristotele, Roma, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo); Fondamento e
giudizio. Un duplice tramonto?, Napoli, Bibliopolis); Il principio, le cose,
Torino, Aragno, Delio Cantimori.
Filosofia e storiografia, Pisa, Edizioni della Scuola Normale Superiore); “Dante,
Guido e Francesca, Roma, Viella); “Le autobiografie di Dante, Napoli, Bibliopolis,
Discorsi di Palazzo Filomarino, raccolti da M. Herling, premessa di N. Irti,
Napoli, IISS, Il logo, la morte, Napoli, Bibliopolis); “Ulisse e il desiderio.
Il canto XXVI dell'Inferno, Roma, Viella); “La voce dei ricordi, Napoli,
Bibliopolis); “Decadenza” (Roma, Viella); “Machiavelli: I corrotti e gli inetti”
(Milano, Bompiani); “Allegoria e simbolo” (Torino, Aragno); “La lingua, la
Bibbia, la storia. Su "De vulgari eloquentia" (Roma, Viella); Su
Machiavelli. Ultimi scritti, Roma, Carocci, Croce. “Storia d'Italia” Napoli,
Bibliopolis, La 'Storia d'Italia' di
Bendetto Croce. Napoli, Bibliopolis.
"Forti cose a pensar mettere in versi". Studi su Dante, Torino,
Aragno, Purgatorio e Anti-purgatorio. Un'indagine dantesca, Roma, Viella,.
Croce e le letterature, Napoli, Bibliopolis, Biografia e storia. Saggi e
variazioni, Roma, Viella,. Note il
Mulino RivisteLa Cultura, su mulino. Premio letterario Viareggio-Rèpaci, Croce.
Dibattito, Il Cannocchiale, G. Arnaldi, G. Calabrò, A. Jannazzo, G, Sasso, V.
Stella, F. Valentini, M. Visentin. G. Arnaldi, Gennaro Sasso. Uno specialista
di più specialità, in Id., Conoscenza storica e mestiere di storico, il Mulino,
IISS-Napoli, A. Bellocci, Verità e doxa: la questione dello sguardo e della
relazione ne Il logo, la morte; A. Bellocci, Laicismo della verità, della doxa
e tolleranza; Leussein, A. Bellocci, L'impossibilità della differenza e i
paradossi dell'identità; Archivio di filosofia, A. Bellocci, Il problema della
'non' relazione ne Il principio, le cose, Giornale critico della filosofia
italiana, A. Bellocci, La verità, l'opinione. Lo ''specchio'' della verità e
l'eterna opinione metafisica, Filosofia italiana, R. Berutti, Annotazioni critiche sull’essere ovvero
sul non essere essere del discorso che lo concerne. Il problema dell'ontologia,,
Pólemos, M. Capati, Paragone. Letteratura,
M. Cardenas, L'auto-noema. Il giudizio tra attualismo e neo-eleatismo, Filosofia
italiana, C. Cesa, Sasso interprete di
Gentile, Archivio di storia della cultura, A. De Vicentiis, Storiografia e
pensiero politico nelle "Istorie fiorentine" di Machiavelli:
Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, F. Fronterotta,
L'essere e le differenze. In margine al Sofista, Novecento, M. Herling M. Reale,
Storia, filosofia e letteratura. Studi in onore Bibliopolis, Napoli, G. Inglese, Machiavelli: una storia del suo
pensiero politico, Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e
Archivio Muratoriano, Enciclopedia machiavelliana, Istituto della Enciclopedia
Italiana Treccani, Roma, Enciclopedia filosofica (a cura del Centro Studi
Filosofici di Gallarate), Milano, S. Maschietti, Dire l'incontrovertibile.
Intorno all'analisi filosofica, Giornale di filosofia, F. Mignini, Essere e
negazione. Giornale critico della filosofia italiana, Crisi e critica"
dello storicismo. Filosofia e storiografia, Novecento, Filosofia e storia della
filosofia, Filosofia italiana, X N. Parise, Sulla relazione. Critica della
metafisica, L. Passerino Editore, Gaeta. N. Parise, Figure della scissione. A
proposito di Allegoria e simbolo, filosofia,
N. Parise, L’aporia del nulla, Filosofia italiana, G. Perazzoli, Il
concetto di laicità. in G. Perazzoli, Miligi, Laicità e filosofia, Mimesis,
Milano Udine, Pietroforte, Problema del nulla e principio di non
contraddizione. Intorno a "Essere e negazione" Novecento, J. Salina, Neoparmenidismo e teorie della
verità, Filosofia italiana, F. Scarpelli, Nulla, anamnesi, riflessivita (Il Cannocchiale,
F. Tessitore, interprete di Croce, in Id., La ricerca dello storicismo. Mulino,
IISS-Napoli, F. Vander, Critica della
filosofia italiana contemporanea. Dialettica e ontologia: i termini di una
contrapposizione, Marietti, Genova; M. Visentin, Tempo e giudizio. La Cultura,M.
Visentin, Sull'identità e sull'essenza del laicismo italiano. A proposito del "Le
due Italie di Giovanni Gentile", Giornale critico della filosofia italiana,
M. Visentin, Il neo-parmenidismo italiano. Considerazioni intorno alla verità,
l'opinione', in Id., Il neo-parmenidismo italiano. II. Dal neoidealismo al
neoparmenidismo, Bibliopolis, Napoli, M. Visentin, Aletheia e doxa oltre
Parmenide, in Id., Onto-Logica: sull'essere e il senso della verità, Bibliopolis,
Napoi, M. Zanetti, Critiche al divenire. Filosofia italiana, X S. Zurletti, Lo
specchio di Perseo, Chaos Kosmos, Vico e il simbolo», «Atti dell’Accademia
Nazionale dei Lincei. Memorie della Classe di Scienze morali, storiche e
filologiche», costituzione mista, Benedetto Croce, Dante, Discorsi sopra la
prima deca di Tito Livio, eternità del mondo,
Sanctis, Lucrezio in Machiavelli, in Enciclopedia machiavelliana, G.
Sasso, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Roma Dalla concordia
discors alla polemica: filosofia e psicologia di una vicenda, Ripensando la
Storia d'Europa, Ripensando la Storia d'Italia, in Croce e Gentile, la cultura
italiana e europea, M. Ciliberto.Gennaro Sasso. Sasso. Keywords: Potenza ed
atto in Gentile – Lucrezio in Macchiavelli, simbolo ed allegoria in Vico, la scuola
di Velia, veliati, veliani, parmenide, scuola di Crotone. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Sasso” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734778984
Grice e Sava – filosofia italiana (Belpasso). Filosofo.
Enciclopedia Popolare Italiana. Saggi:“Sui pregi”, “Doveri dei medici”, A.
Prezzavento. Roberto Sava. Sava. Keywords. Refs.: dovere, i doveri – pregi. Luigi
Speranza, “Grice e Sava” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Scala – filosofia italiana – filosofia
siciliana (Noto). Filosofo. Membro di la commissione creata da
Gregorio XIII per la riforma del calendario. Insegna a Padova. Saggi: “L'Efemeridi
di Gioseppe Scala Siciliano, per anni dodici, le quali cominciano dall'anno di
Christo nostro Sig. & finiscono nel
fine di dicembre dell'anno. Alle quali sono aggiunti i canoni, ò introduttioni
dell'efemeridi, ridotto all'uso delle presenti efemeridi (Venezia, Giunti); Ephemerides
Iosephi Scalae Siculi Noetini ad annos duodecim, incipientes ab anno Domini. Vnà
cum introductionibus ephemeridum ab eodem d. Iosepho Scala, ad vsum suarum,
restitutis” (Venezia, Giunta). Col suo nome è oggi chiamato il Gruppo Astrofili
di Noto Santi Correnti, Quello che la
Sicilia ha dato all'Italia. Biografia degli uomini illustri di Sicilia ornata
de' loro rispettivi ritratti, Napoli, Corrado Spataro, L'astronomo netino e la
nuova scienza. Calendario gregoriano. Giuseppe Scala. Scala. Keywords:
calendario gregoriano. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scala” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690487407/in/photolist-2mPC6Zb-2mLNXjb-2mLP9qE-2mKHg38-2mKCewV-FKiWA6-FcebeC-E58e4H-2mKR9Cp-FjcgRv-G8Exy4-D41J73-CkaHMd-Ck9fTK-CdDizG-CdAEaL-CfWKjF-yPkGGd-2dxgYk4-o8VGVi
Grice e Scalea – filosofia italiana (Morano Calabro). Filosofo. Figlio del
principe di Scalea, marchese di Misuraca e barone di Morano, dal quale eredita
i titoli, e di Anna Beatrice Carafa, dei principi di Belvedere. Studia sotto Caloprese. Divulga il razionalismo, difende alcuni
colleghi, anche loro seguaci di Cartesio, ed ha un'accesa polemica con Doria
sullo spinozismo. Saggi: “Della filosofia degl’antichi” (Mosca, Napoli); “De
origine mali”; “De bono” Dizionario di filosofia, riferimenti in A. Mirto, Calabria
letteraria, F. Lomonaco, Vita, e studj scritta da lui medesimo in una Lettera,
Il Melangolo, Genova. Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Francesco Maria Spinelli, principe di Scalea,
Scalea. Keywords: bonum, ‘il bono’ the good, filosofia degl’antichi, vico,
doria. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scalea” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691436373/in/photolist-2mKN88B
Grice e Scalfari – l’implicatura di Teseo – Roma
fascista -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Civitavecchia). Filosofo. Considerato,
anche dai suoi avversari, uno dei più grandi filosofi italiani. Professorecontribuì,
con altri, a fondare il settimanale l'Espresso ed è fondatore del quotidiano la
Repubblica. I campi principali dell'analisi di Scalfari sono l'economia e la politica.
La sua ispirazione politica è socialista liberale, azionista e radicale. Punti
forti dei suoi articoli recenti sono la laicità, la questione morale, la
filosofia. Frequenta il Liceo Mamiani di Roma -- è a Sanremo (dove la
famiglia, di origini calabresi, si era trasferita temporaneamente, essendo il
padre direttore artistico del Casinò) che completa gli studi liceali, al liceo
classico Cassini, avendo come compagno di banco I. Calvino. Sentimentalmente
legato a S. Rossetti, già segretaria di redazione de L'Espresso (e poi di
Repubblica), che sposerà dopo la scomparsa della moglie Simonetta. -- è
ateo. Tra le suoi esperienze c'è “Roma Fascista” -- organo del Gruppo
Universitario Fascista. Collabora con riviste e periodici legati al fascismo,
come “Nuovo Occidente”. Nominato caporedattore di “Roma Fascista”, pubblica una
serie di corsivi sulla prima pagina in cui lancia generiche accuse verso
speculazioni da parte di gerarchi del Partito Nazionale Fascista sulla
costruzione dell'EUR. Questi saggi portarono alla sua espulsione dai GUF. Di
fronte al gerarca, intenzionato a perseguire gli speculatori, aveva ammesso
come i suoi corsivi fossero basati su voci generiche. Si l’accusa poi di essere
un imboscato, e lo prese materialmente per il ero strappandogli le mostrine
dalla divisa del partito. Dopo la fine della seconda guerra mondiale entra
in contatto con il Partito Liberale Italiano. Diventa collaboratore a Il Mondo
e L'Europeo, di M. Pannunzio e A. Benedetti. Licenziato dalla BNL per una serie
di articoli sulla Federconsorzi non graditi alla direzione. Partecipa
all'atto di fondazione del Partito Radicale. Nello stesso anno nasce il
settimanale L'Espresso: è direttore amministrativo e scrive articoli di
economia. Somma la carica di direttore responsabile de L'Espresso a
quella di direttore amministrativo. Il settimanale arriva in cinque anni a
superare il milione di copie vendute. Il successo giornalistico si fuse con il
piglio imprenditoriale, dato che
continuò a gestire anche la parte organizzativa e amministrativa. Pubblica
insieme l'inchiesta sul SIFAR che fa
conoscere il tentativo di colpo di stato chiamato piano Solo. Lorenzo li
querela e i due giornalisti vengono condannati rispettivamente a 15 e a 14 mesi
di reclusione, malgrado la richiesta di assoluzione fatta da V. Occorsio, che
era riuscito a leggere gli incartamenti integrali prima che il governo ponesse
il segreto di Stato. Lui e Jannuzzi evitano il carcere grazie all'immunità
parlamentare loro offerta dal Partito Socialista Italiano: alle elezioni
politiche viene eletto deputato, come indipendente, nelle liste del PSI,
segreteria Mancini, mentre Jannuzzi diviene senatore. Eletto sia nella
circoscrizione di Torino che in quella di Milano, opta per la seconda e
aderisce al gruppo del PSI. Resta deputato. Dopo la candidatura al Parlamento,
aveva lasciato la direzione de L'Espresso. Sottoscrive la lettera aperta a
L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi. Nel, dopo 45 anni, ammette
che "quella firma era stata un errore". In quegli anni critica
accanitamente le manovre di Eugenio Cefis, prima presidente dell'ENI e poi di
Montedison, appoggiando spesso chi gli si opponeva; tra questi vi fu Sindona
nel suo scontro con Mediobanca per il controllo di Bastogi. Soprattutto contro
Cefis è indirizzato il celebre libro-inchiesta pubblicato da Scalfari e da
Giuseppe Turani, Razza padrona. Fondazione e direzione de la Repubblica.
Dopo aver già tentato inutilmente di varare un quotidiano insieme a I.
Montanelli, che aveva respinto la proposta definendola piuttosto azzardata,
fonda il quotidiano la Repubblica, che debutta nelle edicole il 14 gennaio di
quell'anno. L'operazione, attuata con il Gruppo L'Espresso e la Arnoldo
Mondadori Editore, apre una nuova pagina del giornalismo italiano. Il
quotidiano romano, sotto la sua direzione, compie in pochissimi anni una
scalata imponente, diventando per lungo tempo il principale giornale italiano
per tiratura. L'assetto proprietario registra negli anni ottanta
consolidamenti della posizione dello stesso Scalfari e l'ingresso di Carlo De
Benedetti, nonché un vano tentativo di acquisizione da parte di Berlusconi in
occasione della scalata del titolo Arnoldo Mondadori Editore, finito con il lodo
Mondadori, resosi necessario a causa del fatto che (come accertato dalla
magistratura in seguito) Silvio Berlusconi, a capo della Fininvest, aveva
corrotto uno dei tre giudici per averelusione, malgrado la richiesta di
assoluzione fatta da V. Occorsio, che era riuscito a leggere gli incartamenti
integrali prima che il governo ponesse il segreto di Stato. Scalfari e
Jannuzzi evitano il carcere grazie all'immunità parlamentare loro offerta dal
Partito Socialista Italiano: alle elezioni politiche del 1968 Scalfari viene
eletto deputato, come indipendente, nelle liste del PSI, segreteria Mancini,
mentre Jannuzzi diviene senatore. Stato eletto sia nella circoscrizione di
Torino che in quella di Milano, opta per la seconda e aderisce al gruppo del
PSI. Resta deputato. Dopo la candidatura al Parlamento, aveva lasciato la direzione
de L'Espresso. Sottoscrive la lettera aperta a L'Espresso contro il
commissario Luigi Calabresi. Nel, dopo 45 anni, ammette che "quella firma
era stata un errore". In quegli anni critica accanitamente le
manovre di Eugenio Cefis, prima presidente dell'ENI e poi di Montedison,
appoggiando spesso chi gli si opponeva; tra questi vi fu Sindona nel suo
scontro con Mediobanca per il controllo di Bastogi. Soprattutto contro Cefis è
indirizzato il celebre libro-inchiesta pubblicato da Scalfari e da Giuseppe
Turani, “Razza padrona”. Fondazione e direzione de la Repubblica. Dopo aver già
tentato (inutilmente) di varare un quotidiano insieme a Indro Montanelli, che
aveva respinto la proposta definendola piuttosto azzardata, Scalfari fonda il quotidiano
la Repubblica, che debutta nelle edicole. L'operazione, attuata con il Gruppo
L'Espresso e la Arnoldo Mondadori apre
una nuova pagina del giornalismo italiano. Il quotidiano romano, sotto la sua
direzione, compie in pochissimi anni una scalata imponente, diventando per
lungo tempo il principale giornale italiano per tiratura. L'assetto
proprietario registra negli anni ottanta consolidamenti della posizione dello
stesso Scalfari e l'ingresso di Carlo De Benedetti, nonché un vano tentativo di
acquisizione da parte di Berlusconi in occasione della "scalata" del
titolo Arnoldo Mondadori Editore, finito con il "lodo Mondadori",
resosi necessario a causa del fatto che (come accertato dalla magistratura in
seguito) Silvio Berlusconi, a capo della Fininvest, aveva corrotto uno dei tre
giudici per avereun pronunciamento favorevole nella disputa con De Benedetti
per il controllo della Mondadori: tale accordo fu fortemente voluto da G.
Andreotti, grazie all'intermediazione di Giuseppe Ciarrapico. Sotto la guida di
Scalfari, "Repubblica" apre il filone investigativo sul caso Enimont,
che dopo due anni verrà in buona parte confermato dall'inchiesta di "Mani
pulite". Contro Craxi, a differenza che con Spadolini e con De Mita,
Scalfari s'era speso sin dall'inizio del decennio precedente, considerandolo
l'archetipo della questione morale contro cui si scagliava l'anima della
sinistra rappresentata da Berlinguer. Di questi invece elogiò lo
"strappo" con l'Unione Sovietica in occasione del golpe polacco, pur
restando essenzialmente estraneo alla tradizione comunista e rimanendo su
posizioni legate all'intellettualità laica e alla tecnocrazia. In tal senso
vanno lette alcune sue importanti iniziative, tutte sostenute per il tramite di
"Repubblica": sponsorizza il "governo del Presidente",
candidandovi il governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi, già
negli anni ottanta; indica al presidente Scalfaro il commissario PSI a Milano
Giuliano Amato come viatico per la sua scelta a premier. Apprezza G. Rossi come
commissario delle aziende travolte nel turbine di Tangentopoli. incomincia,
dapprima in solitaria, la sua ventennale battaglia contro Silvio Berlusconi.
Sconfitto Vittorio Sgarbi, è il primo a percepire e ad avvertire il pubblico
circa la potenziale pericolosità di Beppe Grillo -- è il primo a preconizzare una possibile,
futura alleanza fra Matteo Renzi e Matteo Salvini. Ritiro dalla direzione
de la Repubblica Scalfari, padre del quotidiano la Repubblica e della sua
ascesa editoriale e politico-culturale, abbandona il ruolo di direttore, dopo
che già da tempo aveva ceduto, insieme a Caracciolo, la proprietà a Carlo De
Benedetti; gli subentra Ezio Mauro. Non scompare dalla testata del giornale,
poiché continua a svolgere il ruolo di editorialista dell'edizione domenicale.
I suoi editoriali sono entrati oramai nella consuetudine del giornale, tanto da
essere soprannominatianche per la loro lunghezza"la messa cantata della
domenica" Cura altresì una rubrica su L'Espresso (Il vetro soffiato).
Venerdì di Repubblica annuncia di voler abbandonare dopo l'estate la sua
storica rubrica Scalfari risponde, ringraziando i lettori per l'affetto
ricevuto e gli stimoli da loro pervenuti per le sue riflessioni. Gli subentra
Michele Serra. Su RaiSat Extra è andato in onda per qualche tempo, ogni
giovedì, un programma dal titolo La Scalfittura, in cui Scalfari teneva
colloqui politici. Le sue "interviste" con Francesco hanno causato
per due volte la smentita da parte della sala stampa vaticana in relazione alle
parole attribuite da al Pontefice. Scalfari ha ribattuto di aver scritto
virgolettati "come se fossero usciti dalla bocca del Papa", senza
aver preso appunti o registrato durante i colloqui, sostenendo che quello era
stato il suo metodo di lavoro per quasi cinquant'anni. il Vaticano ha smentito
un’altra intervista di Eugenio Scalfari a papa Francesco, a seguito della
pubblicazione di un suo articolo su Repubblica, negando che Francesco l’avesse
rilasciato un’intervista sostenendo che il contenuto dell’articolo fosse il frutto
di una sua ricostruzione. Ciononostante, Francesco continua periodicamente a
concederegli interviste esclusive. Riceve varie onorificenze. Premio Trento per
"Una vita dedicata al giornalismo", il "Premio Ischia" alla
carriera, il Premio Guidarello al giornalismo d'autore e, di recente, il Premio
Saint-Vincent -- è stato nominato Cavaliere di gran croce dal presidente della
Repubblica Oscar Luigi Scalfaro
mentre ha ricevuto una delle più
prestigiose onorificenze della Repubblica francese diventando Cavaliere della
Legione d'onore (successivamente è stato promosso ufficiale). Premio Viareggio.
Saggi: ” Petrolio in gabbia” (Bari, Laterza), “I padroni della città” (Bari,
Laterza); “Le baronie elettriche” (Bari, Laterza); “Rapporto sul capitalismo in
Italia, Bari, Laterza, Il potere economico in URSS, Bari, Laterza); “Storia
segreta dell'industria elettrica, Bari, Laterza); “L'autunno della Repubblica.
La mappa del potere in Italia, Milano, Etas Kompass, Il caso Mattei. Un corsaro al servizio della
repubblica, Bologna, Cappelli, Razza padrona. Storia della borghesia di Stato, Milano,
Feltrinelli, Interviste ai potenti, Milano, Arnoldo Mondadori, Come andremo a
incominciare?, Milano, Rizzoli, L'anno di Craxi (o di Berlinguer?), Milano,
Mondadori, La sera andavamo in Via Veneto. Storia di un gruppo dal «Mondo» alla
«Repubblica», Milano, Arnoldo Mondadori Collana Super ET, Torino, Einaudi, Incontro
con Io, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi,, Denis Diderot,
Il sogno di d'Alembert seguito da Il sogno di una rosa, Collana La memoria,
Palermo, Sellerio); “Alla ricerca della morale perduta, Milano, Rizzoli, Collana
ET Scrittori, Torino, Einaudi); “Il labirinto, Milano, Rizzoli, Collana
Supercoralli, Torino, Einaudi); “L’Illuminismo” a cura di, Roma, Laterza, La
ruga sulla fronte, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, Roma, la Repubblica, Dibattito sul laicismo, Roma, La Biblioteca di
Repubblica, L'uomo che non credeva in
Dio, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Per l'alto mare aperto. La
modernità e il pensiero danzante, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Scuote
l'anima mia Eros, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi,,Enrico Berlinguer, La
questione morale. La storica intervista, Reggio Emilia, Aliberti,.ed. ampliata,
Prefazione di Luca Telese, Aliberti,. Vito Mancuso-E. Scalfari, Conversazioni
con Carlo Maria Martini, Collana Campo dei fiori, Roma, Fazi, La passione
dell'etica. Angelo Cannatà, Collezione I Meridiani, Milano, Mondadori, Francesco-E.
Scalfari, Dialogo tra credenti e non credenti” (Torino, Einaudi); L'amore, la
sfida, il destino. Il tavolo dove si gioca il senso della vita, Collana
Supercoralli, Torino, Einaudi,, Racconto autobigrafico, Collana Passaggi,
Torino, Einaudi, L'allegria, il pianto, la vita, Collana Supercoralli, Torino,
Einaudi, L'ora del blu, Torino Einaudi, Il Dio unico e la società moderna.
Incontri con Francesco e Martini, Torino, Einaudi, liberoquotidiano, libero
quotidiano news commenti-e-opinioni Vittorio feltri ritratto fuoriclasse_re giornalisti
diversi.html. ilfoglio, il foglio uffa news benvenuti al-grand-hotel-scalfari-splendida-vista
sul secolo-di-carta- la7,
la7/dimartedi/video/da-montanelli-e-scalfari-ho-imparato-che-bisogna-scrivere-per-farsi-capire-marco-travaglio
Angelo Cannatà, Eugenio Scalfari e il suo tempo, Mimesis,, diviso in quattro
capitoli: la Politica, l'Arte, la Religione, la Filosofia. Scheda sul
storico della Camera dei deputati, su storia.camera. Sull'amicizia tra
Scalfari e Calvino leggiamo. Caro Eugenio, le tue lettere sono come manate
sulla schiena e io ne ho bisogno di manate sulla schiena, specie di questi
tempi. Mi viene l'acquolina in bocca pensando alle ghiotte discussioni che
faremo quando ci ritroveremo insieme", cfr. Angelo Cannatà "Eugenio
Scalfari e il suo tempo", Mimesis, P. Guzzanti, Guzzanti vs De Benedetti. Faccia
a faccia fra un gran editore e un giornalista scomodo, Aliberti. Cfr. Corriere
della Sera, La Repubblica: Mirella
Serri, I redenti. Gli intellettuali che vissero due volte, Milano, Corbaccio, “Ero
fascista e felice”, intervista, Il Foglio, pasqualericcio. Nel corso
dell'inchiesta riferisce di un colloquio avuto conAurigo. Mi disse che gli
ordini (le disposizioni relative al 'Piano Solo') contemplavano anche l'ipotesi
di una eventuale resistenza da parte del prefetto (gli ordini dicevano che
bisognava mettere il prefetto, qualora avesse resistito a questa iniziativa dei
carabinieri, in condizioni di non nuocere". Fonte: A. Cannatà, Mimesis,
Calabresi e quella firma, su repubblica. F. Tamburini, Un siciliano a Milano,
Longanesi, da ultimo citato da F. Bortoli su corriere della sera attacchi corriere
F. Recanatesi, La mattina andavamo in piazza Indipendenza, Milano, Cairo, e Al. Mazzuca, Penne al vetriolo, Bologna,
Minerva, Nei cui confronti C.Caracciolo
e C. Benedetti dicono che ebbe un innamoramento, in seguito non più condiviso
dallo stesso editore della Repubblica che ormai non lo considerava "un
grande politico": intervista alla Stampa. Scrive Scalfari: Gelli è
Belfagor, il messaggero del diavolo; ma il diavolo, cioè Belzebù, chi è? Belzebù
è, in una certa misura, lo stesso partito socialista, elemento importante di
quel quadro politico e di quella inamovibilità". A.Cannatà, Mimesis, Caro
Craxi tu lo sai chi è Belzebù, Repubblica le invasioni barbariche Voto Renzi perché
l'avversario è Grillo, youtube.com, youtube Rep, su rep.repubblica. E. Mauro dal pulpito di Repubblica officia la
democrazia e aspira a diventare papa, Panorama. "Le interviste vanno
comunque reinterpretate", su youtube.com.
ll Vaticano ha smentito un’altra intervista di Eugenio Scalfari a papa
Francesco, sIl Vaticano smentisce Eugenio Scalfari che fa dire al Papa che
l'inferno non esiste, su ilmessaggero. 31 marzo
(archiviato il 31 marzo ). Rep,
su rep.repubblica. 1º marzo. Premio
Viareggio, su repubblica Dettaglio Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.,
Quirinale: C. Mauri, Il cittadino, Milano,
SugarCo, G. Perna, una vita per il potere, Milano, Leonardo, Angelo Cannatà,
Eugenio Scalfari e il suo tempo, Milano-Udine, Mimesis, F. Bucci, L'intellettuale dilettante, Roma, Dante
Alighieri, Giampaolo Pansa, La Repubblica di Barbapapà, Milano, Rcs Libri, G. Valentini, La Repubblica tradita, Roma, PaperFirst,
F. Recanatesi, La mattina andavamo in piazza Indipendenza, Milano, Cairo
Editore, A. Mazzuca, Penne al vetriolo. I grandi giornalisti raccontano la
Prima Repubblica, Bologna, Minerva, La Repubblica Treccani Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. L'Espresso. Eugenio Scalfari.
Scalfari. Keywords: l’implicatura di Teseo, il labirinto. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Scalfari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734747384/in/datetaken/
Grice e Scarano
– l’implicatura di scenofilace – filosofia italiana (Brindisi). Filosofo. Studia
a Bologna, Padova e a Venezia. Fonda l’Accademia Veneziana. Scrive il saggio “Scenophylax”
(Venezia), nel quale tratta della convenienza di restituire alla tragedia e
alla commedia la lingua del Lazio. P. Camassa, Brindisini illustri, Brindisi, A.
Sordo, Ritratti brindisini. Scarano. Keywords: scenofilace – il tragico – il
comico – scenofilace, custode, sacristano, custode dei vasi -- siria. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Scarano” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734956415/in/datetaken/
Grice e Scaravelli – tra critica e metafisica –
filosofia italiana (Firenze). Filosofo.
Si laurea a Pissa sotto Carlini. Insegna a Roma, e Firenze. Muore suicida. Profondo
conoscitore di Kant, approfondisce nei suoi studi pubblicati con molta
riluttanza e quasi solo per esigenze concorsuali in particolare i temi relativi
ai rapporti tra la filosofia kantiana e la fisica, i problemi relativi alla
Critica del Giudizio ed anche i temi dell'idealismo. Biblioteca personale, Villa Mirafiori. Saggi:
“Critica del capire”, Firenze, Sansoni, Saggio sulla categoria kantiana della
realta, Firenze, Le Monnier, La prima meditazione di Cartesio (Firenze, La
Nuova Italia); “La critica del giudizio” (Pisa, Scuola Normale Superiore); M. Corsi,
“Critica del capire”; “L'analitica trascendentale” (Firenze, La nuova Italia);
“La Biblioteca”; “L' attualità E. Mirri, Napoli, Sientifiche); M. Visentin, “Le
categorie e la realtà” (Firenze, Le lettere); G. Sasso, “L’idealismo” (Napoli, Bibliopolis);
“La storia come metodo, Convegno a Roma); “Il problema del giudizio storico); “Soveria
Mannelli, Rubbettino, pensatore europeo, M. Biscuso e G. Gembillo, Messina,
Siciliano, G. Sasso, il giudizio, in
Filosofia e idealismo. Paralipomeni, Napoli, Bibliopolis, S. Palermo, Tra critica e metafisica. Lettore
di Kant, Pisa, ETS, Treccani Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. M. Biscuso, La
completa dei suoi scritti, su giornale di filosofia.net. Luigi
Scaravelli. Scaravelli. Keywords: paralipomena, la storia della filosofia di
Scaravelli, criticismo, critica del capire, giudizio storico, storia cme metodo.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scaravelli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701205587/in/photolist-2mLEcGW-2mLEcbk-2mLKJ9d
Grice e Scarpelli – filosofia fascista – Gentile e il
fascismo giuridico – Soleri -- il
tropico, il clistico, il neustico, ed il frastico – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Vicenza). Filosofo.
Studioso di analisi del linguaggio. Uno dei massimi esponenti della filosofia
analitica, insegnando in varie università italiane anche Teoria generale del
diritto, dottrine dello Stato, Filosofia morale e Filosofia della politica ed
occupandosi costantemente, per l'intera vita, di problemi di etica e politica. La
sua filosofia può essere raccolto attorno a due grandi temi: la semiotica del
linguaggio prescrittivo e il metodo. Contribuisce in misura fondamentale alla
cosiddetta svolta prescrittivistica in campo semiotico ed è fautore di una
giustificazione etico-politica del positivismo giuridico. Oltre ad approfondire
lo studio del metodo del ragionamento morale, si impegna attivamente in
relazione a questioni di etica e bioetica quali per esempio l'aborto e
l'eutanasia. Compiute inoltre studi sulla democrazia e i concetti di libertà
politica e di partecipazione politica. Da una famiglia pugliese
trasferitasi poi in Lucchesia, figlio di un magistrate, frequenta il liceo.
Studia a Torino. La sua formazione è all'insegna dell’idealismo dominante in
Italia e fondata, tra gli altri, su Croce e Gentile. Durante gli anni
universitari, desta il suo interesse Allara,della scuola civilistica torinese,
e la filosofia del diritto. Segue le lezioni del corso di Filosofia del diritto
di Bobbio. Si laurea sotto Solari con “Il concetto di persona”. Già in questo
lavorolo ricorda Bobbio, molti anni più tardi, nel ritratto dell'allievo rivela
un orientamento critico verso le versioni organicistiche della filosofia al
tempo in auge. Risale a questo anno la pubblicazione nella Rivista del
diritto commerciale di un saggio intitolato “Scienza giuridica e analisi del
linguaggio”. In questo saggio precorre il celebre saggio di Bobbio che porta lo
stesso titolo e che è considerato il manifesto della scuola analitica italiana.
Prende le distanze dalle correnti filosofiche idealistiche, organicistiche ed
attualistiche accreditate sul continente per accostarsi al positivismo logico
e, più in generale, alla filosofia analitica e agli studi di semiotica. È tra i
primi a proporne una applicazione in campo giuridico e ad evidenziare la
rilevanza della analisi del linguaggio per la teoria e la dogmatica giuridica.
Assistente di Bobbio; in seguito, collabora con Bobbio in seminari, “La
giustizia nel materialismo storico” e “L’interpretazione giuridica”. La
giustizia e il marxismo sono temi a cui dedica il saggio intitolato “Esistenzialismo
e marxismo” (Taylor, Torino) il quale reca come sottotitolo “sulla giustizia”.
Sostene che la filosofia e mondana, legata esclusivamente a ciò che gli uomini
sono e fanno al mondo. La scelta e l’impegno sono la basi della esistenza di
ciascun uomo. Insegna a Milano un seminario, “La dottrina dello stato italiano”,
al fianco di Treves. Si dedica al “Contributo alla semantica del linguaggio normativo”
(Accademia delle Scienze, Torino). Insegna a Perugia, Pavia, Torino. Sviluppa
“La teoria generale del diritto”, dettagliata fino alla scansione dei
paragrafi. Tra i saggi, “La mia meta-etica e la mia esperienza etica” dove
ricercar la razionalità interna dell'etica e quella della sua fondazione. Ricopre
numerose cariche in istituzioni dedite alla ricerca e partecipa a numerosi
convegni, incontri di studio e simposi di rilievo nazionale ed internazionale. Membro
del Centro di studi metodologici di Torino e socio corrispondente
dell'Accademia delle scienze di Torino e socio dell'Istituto Lombardo
Accademia delle scienze e delle lettere. Direttore dell'Istituto per la Scienza
per la amministrazione pubblica. Ha fatto parte dei consigli direttivi della
Rivista internazionale di filosofia del diritto e di Sociologia del diritto. Entra
a far parte del comitato di redazione della Rivista di filosofia di cui cura
numeri monografici dedicati al concetto di libertà, alla logica deontica e alla
bioetica. È stato condirettore della collana Diritto e cultura moderna e
direttore della collana Luoghi critici per le edizioni di Comunità. Presidente
della Società italiana di filosofia giuridica e politica è stato vicepresidente
del Comitato nazionale di bioetica ed è stato nominato presidente onorario
della Società italiana di filosofia analitica. Contribuisce alla nascita,
dovuta all'iniziativa soprattutto di Geymonat, del Centro Studi metodologici di
Torino. In qualità di affiliato, riceve il compito di fare una relazione sulla
Enciclopedia delle scienze unificate; lavoro a cui fanno seguito negli anni
Cinquanta alcuni contributi sulla analisi del linguaggio così come concepita
dal movimento del positivismo logico. In questi anni Scarpelli si avvicina
sempre di più alla filosofia anglosassone e in particolare agli studi oxoniensi
sul linguaggio della morale e della politica, partecipando anche ad incontri di
studio ad Oxford. Seguendo inizialmente le ricerche di Morris, è fra i
protagonisti della cosiddetta svolta linguistica della filosofia italiana. Studia
Hare. A Hare dedica alcuni lavori; sono da ricordare anzitutto le note, che in
realtà sono ampi saggi di analisi del linguaggio normativo e contributi di
meta-etica, ai due saggi di Hare. Intraprende un vivace dibattito sul concetto
di libertà politica che porta alla stesura di vari lavori; tra essi, si può
ricordare anzitutto il saggio dal titolo Libertà come fatto e come valore ed il volume La libertà politica. Si
devono a Scarpelli i primi studi in Italia sulla analisi del linguaggio
giuridico in cui v'è una sistematica applicazione degli strumenti della
semiotica ai suoi tre livelli: la sintattica (lo studio dei rapporti tra i
segni), la semantica (lo studio dei rapporti tra i segni e i significati), la pragmatica
(lo studio dei rapporti tra i segni e i loro utenti). Tutta la speculazione e
la produzione scientifica di Scarpelli è basata sulla tesi della grande
distinzione tra linguaggio descrittivo e linguaggio prescrittivo; ma negli anni
si evolve progressivamente il livello a cui è individuato il tratto
differenziale tra l'uno e l'altro, individuato dapprima sul piano pragmatico e
poi sul piano semantico. L'esposizione compiuta del pensiero scarpelliano sulla
significanza del linguaggio prescrittivo si ha nell'opera del Semantica, morale
e diritto, trasfusa nella voce Semantica giuridica dello stesso anno. L'idea
che il linguaggio prescrittivo (le norme, i comandi, gli ordini, le preghiere,
ecc.) abbiano significato trae origine dalla distinzione tra il principio di
significanza e il principio di verificazione. Alcuni spunti in tal senso sono
rintracciabili già nel Contributo alla semantica del linguaggio normativo il
cui nucleo concettuale ancora vicino al positivismo logico sta nell'intuizione
che gli enunciati normativi, quantunque non possano essere verificati o
falsificati, debbano nondimeno riferirsi alla realtà. Questa idea è alla base
anche del libro Cos'è il positivismo giuridico in cui propone una
giustificazione etico-politica del positivismo giuridico, criticando sia la
versione bobbiana del positivismo giuridico come approach sia la versione
proposta da Hart. Altri saggi: R. Guastini, Variazioni su temi , Con
un'appendice bibliografica, in «Materiali per una storia della cultura giuridica
italiana», Nota Bibliografica, in Filosofia analitica Donatelli e L. Floridi,
Lithos, Roma), con anche l'indicazione delle note sul “Monitore dei Tribunali”
e dei saggi comparsi su alcuni giornali, quotidiani e periodici: “L'Opinione”,
“Panorama”, “Il Sole 24 Ore”, “Il Mondo economico”); M. Jori, i«Rivista idi
filosofia del diritto», N. Bobbio, La mia Italia, Polito, Passigli, Firenze, Semantica del linguaggio normativo, in Filosofia
del diritto (Lucia), Cortina, Milana. Altri saggi: “Filosofia analitica e
giurisprudenza” (Istituto Cisalpino, Milano); “Il problema della definizione e
il concetto di diritto” (Istituto Cisalpino, Milano); “Filosofia analitica,
norme e valori” (Comunità, Milano); “Validità, legittimità, effettività del
diritto, e positivismo giuridico” (Cluep, Perugia); “Cos'è il positivismo
giuridico” (Comunità, Milano); “Diritto e analisi del linguaggio” (Comunità,
Milano); “Letture filosofiche e politiche. Introduzione agli studi politici” (Cisalpino-Goliardica,
Milano); “Linguaggio e legge naturale. Il tempo e la pena” (Giuffrè, Milano); “L'etica
senza verità” (Mulino, Bologna); “La teoria generale del diritto. Problemi e
tendenze attuali. Studi dedicati a
Bobbio” (Comunità, Milano); “Il linguaggio del diritto” (Led, Milano); “Bioetica
Laica” (Mori, Milano); “Scienza del diritto e analisi del linguaggio” (“Rivista
del diritto commerciale”); “Giurisprudenza italiana”; “L'Unità della scienza”; Rivista
di filosofia, Il giudice e la legge, Occidente; “Il potere giurisdizionale
nello stato e in particolare nella costituzione italiana”; “Liberalismo e
democrazia nella Costituzione italiana”; “Occidente. Rivista di studi politici”;
“Elementi di analisi della proposizione giuridica”. Jus, Congresso di studi
metodologici promosso dal Centro di Studi metodologici, Ramella, Torino); “Diritto
naturale vigente” Occidente. Rivista di studi politici, “Alcuni problemi della
teoria analitica del valore” Rivista di filosofia); “Linguaggio valutativo e prescrittivo”
(Jus); “La Filosofia di Gentile” (Ramella, Torino); Responsabilità del
magistrato, Occidente. Rivista di studi politici); “Behaviourism, positivismo
logico e fascismo” (Rivista di cultura e di politica); “Il grande cambiamento”,
Rivista di cultura e di politica, Etica e linguaggio, Rivista di filosofia, “Società
e natura” (Rivista idi filosofia del diritto); “Il concetto di SEGNO” (Rivista
di filosofia); “L’analisi del linguaggio, Rivista di filosofia, La natura della
metodologia giuridica, Rivista di filosofia del diritto (incluso anche in
Filosofia e scienza del diritto. Atti del II Congresso nazionale di filosofia
del diritto (Giuffrè, Milano), La «Filosofia del diritto» di Widar Cesarini
Sforza, Rivista di diritto civile, I compiti della filosofia del diritto, in La
ricerca filosofica nella coscienza delle nuove generazioni, Carlo Arata e
altri, Il Mulino, Bologna, I fondamenti e il metodo della analisi del linguaggio,
in Il pensiero contemporaneo. Filosofia, epistemologia, logica, Rossi-Landi,
Comunità, Milano, Retribuzione (Enciclopedia Filosofica, Sansoni, Firenze); La definizione nel diritto, Jus); “Imperativi
e asserzioni (Grice: “Or is it indicatives and imperatives?”) Rivista di
filosofia, La libertà, la democrazia e il magistrato, Monitore dei Tribunali, Relazione, in Dibattito bolognese sui valori,
Edizioni di Filosofia, Torino, Libertà,
ragione e giustizia, Rivista di filosofia, Marxismo, sociologia
neopositivistica e lotta delle classi, Quaderni di Sociologia, Il permesso, il
dovere e la completezza degli ordinamenti normativi (a proposito di un libro di
Amedeo G. Conte), Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, La
dimensione normativa della libertà, Rivista di filosofia, 1Positivismo logico e
società contemporanea, Rivista di filosofia, Libertà come fatto e come valore, Rivista di
filosofia, Illuminismo e legislazione, La Magistratura, La proposizione giuridica
come precetto re-iterato, Rivista di filosofia del diritto, Quaderni della
Rivista “Il politico”; Il positivismo giuridico (Pavia), Milano, Giuffrè, L'educazione
del giurista, Rivista di diritto processuale, Semantica giuridica, voce del
Novissimo digesto italiano, UTET, Torino (Semantica, morale e diritto,
Giappichelli, Torino); Problemi e idee circa l'insegnamento del diritto; Gruppo
di lavoro per il diritto G. Pugliese, in Le scienze dell'uomo e la riforma universitaria,
Laterza, Bari, I magistrati e le tre
democrazie, Rivista di diritto processuale, Le argomentazioni dei giudici:
prospettive di analisi, Il Foro italiano, suppl. ai Quaderni. La formazione
extralegislativa del diritto nell'esperienza italiana. Atti delle giornate di
studio di Ancona, “Moore in Italia,” (cf. Luigi Speranza, “Grice in Italia”), Rivista
di filosofia, La grande divisione e la
filosofia della politica, introduzione a F. Oppenheim, Etica e filosofia politica,
Il Mulino, Bologna, Il metodo giuridico,
Rivista di diritto processuale (riedito
come voce della Enciclopedia Feltrinelli-Fisher. Diritto, Crifò, Feltrinelli,
Milano); Dovere morale, obbligo giuridico, impegno politico, Rivista di filosofia,
Studi sassaresi, Giuffrè, Milano); Impegno politico e conoscenza sociologica,
Quaderni di Sociologia, Il diritto nella società industriale: una strategia di
accostamento, Rivista di diritto processuale; Il diritto della società
industriale. Obbligazione politica e libertà di coscienza. Convegno, Società
italiana di Filosofia giuridica e politica (Pergia), Giuffrè, Milano, Dizionario
di filosofia, Mondadori, Milano, La facoltà di scienze politiche di Milano e il
potere negativo, Politica del diritto, Autonomia e diritto di resistenza, Studi
sassaresi, Giuffrè, Milano, Insegnamento del diritto, filosofia del diritto e
società in trasformazione, Rivista di diritto pubblico, L'educazione giuridica,
Libreria Universitaria, Perugia, Per una
sociologia del diritto come scienza, Sociologia del diritto, La sociologia del
diritto: un dibattito, Giuffrè, Milano, e in Diritto e trasformazione sociale,
Laterza, Bari, La conoscenza sociologica, Sociologia del diritto, Etica, linguaggio
e ragione, Convegno Nazionale di Filosofia (Pavia), Società filosofica
italiana, Roma, Democrazie e competenze, Amministrare, Giuffrè, Milano, Introduzione.
La Filosofia. La filosofia dell'etica. La filosofia del diritto di indirizzo
analitico in Italia e Introduzione all'analisi delle argomentazioni dei
giudici, in Diritto e analisi del linguaggio, Milano, Comunità); Il sistema
giuridico, Sociologia del diritto, Etica, linguaggio e ragione, Rivista di filosofia,
Convegno del PSI di Milano, in I socialisti e la cultura. Materiali e
contributi per una politica culturale alternativa, Marsilio, Venezia, Le
condizioni meta-giuridiche della partecipazione, Convegno di Studi di Scienza
dell'amministrazione, Giuffrè, Milano L’entità
strane dette norme” ed i guastini di Guastini, Sociologia del diritto, S. Romano,
teorico conservatore, teorico progressista, in Le dottrine giuridiche di oggi e
l'insegnamento di S. Romano, P. Biscaretti di Ruffìa, Giuffrè, Milano, La partecipazione popolare nella Costituzione
repubblicana: prevenzione sociale e controllo della criminalità. Convegno di Senigallia,
Giustizia e Costituzione, IDizionario di sociologia, in Milano, Sala del
Grechetto, pubblicata in UTET Panorama di Lettere e Scienze, Hobbes e
l'obbligazione politica come obbligazione in coscienza” (Giuffrè, Milano); Idea
dell'università e diritto allo studio, Il diritto allo studio nel quadro dei
rapporti fra Università e Regione, Quaderni della Regione Lombardia, Teoria
formale o teoria strutturale del diritto. Per la dissoluzione della metafora
formalistica” (Giuffrè, Milano); La partecipazione politica, Sociologia del
diritto, La meta-etica e la sua rilevanza etica, Rivista di filosofia, Intervento in Giudici separati? Magistratura,
società e istituzioni, Convegno Emilio Alessandrini (Senigallia), Giustizia e
Costituzione, La critica analitica a Kelsen, Rivista di filosofia (La cultura
filosofico-giuridica del novecento, C. Roehrssen, Istituto delle Enciclopedia
italiana, Roma); La responsabilità politica, Società Italiana di Filosofia
giuridica e politica. Pavia (Giuffrè, Milano); Responsabilità politica o virtù
repubblicana, in Garanzie processuali o responsabilità del giudice, Angeli,
Milano, Riflessioni sulla responsabilità politica. Responsabilità, libertà,
visione dell'uomo, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Interventi
(pubblicati senza essere rivisti dall'autore) nella giornata di studi su Le
ragioni della libertà: degenerazione dello stato burocratico e risposte
neoliberali per l'Italia, Einaudinotiziecircolare ai soci della Fondazione Einaudi,
Il tempo e la pena, in Piacere e felicità: fortuna e declino. Atti del 3º
Convegno di studiosi di Filosofia morale (Chiavari-S. Margherita Ligure), R. Crippa,
Liviana Editrice, Padova, Filosofia e diritto, in La cultura filosofica
italiana nelle sue relazioni con altri campi del sapere. Atti del convegno di
Anacapri, Guida Editori, Napoli, B.
Leoni e l'analisi del linguaggio, Il politico. Rivista italiana di Scienze
politiche, La democrazia e il segreto,
in Il segreto nella realtà giuridica italiana. Atti del convegno nazionale,
Roma, Cedam, Padova, La teoria generale del diritto: prospettive per un
trattato, in La teoria generale del diritto. Problemi e tendenze attuali. Studi
dedicati a Noberto Bobbio, Uberto Scarpelli, Comunità, Milano, L'interpretazione premesse alla teoria
dell'interpretazione giuridica, in Società norme e valori” (Giuffrè, Milano);
“Auctoritas non veritas facit legem, in Linguaggio persuasione verità: atti del
Congresso nazionale di filosofia tenutosi in Verona, Cedam, Padova (anche in Rivista di filosofia, Intervento in Il Welfare State possibile.
Saggi e interventi di F. Barone, prefazione di Enrico Mattei, Le Monnier, 1
Scienze dell'uomo e potere sull'uomo: oltre la libertà e la dignità, in
Baudrillard e altri, Sapere e potere, I, Viviana Conti, Multhipla edizioni,
Milano, Un filosofo a disagio, Bollettino della Società Filosofica italiana. Nuova
Serie, Voci: Diritto, Interpretazione, Istituzione, Norma, Validità, in Gli
strumenti del sapere contemporaneo, Le discipline e I concetti (UTET, Torino); Le porte della
stalla, Quadrimestre. Rivista di diritto privato, Gli orizzonti della
giustificazione, Rivista di filosofia (Etica e diritto, Laterza, Roma-Bari.)
Scienza, sapere, sapienza, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Di
alcune difficoltà culturali e di una tentazione perversa inerenti ai “diritti
degli animali”, in “I diritti degli animali”. Atti del convegno nazionale
Genova, Silvana Castignone e Luisella Battaglia, Centro di Bioetica, Genova, La
filosofia nella Facoltà di Giurisprudenza, Rivista di filosofia, La bioetica.
Alla ricerca dei principi, in Biblioteca della libertà, Un modello di ragione
giuridica: il diritto reale razionale, Faralli e Pattaro, Giuffrè, Milano); Dalla
legge al codice, dal codice ai principi” (Accademia delle Scienze di Torino.
Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche (Rivista di filosofia). La
Camera di consiglio come scuola, Quadrimestre. Rivista di diritto privato, Cosmo
e universo, in Corpo e cosmo nell'esperienza morale. Atti del Convegno tra
studiosi di Filosofia morale (Pietrasanta), Romeo Crippa, Padeia, Brescia, Eutanasia. Intervista, Hospital, Il concetto di libertà politica in Entreves,
Rivista di filosofia del diritto, Amministrazione della giustizia, rapporti
umani e funzioni del diritto, in Amministrazione della giustizia e rapporti
umani. Convegno di Sassari, Maggioli, Rimini, Beccaria e l'Italia civile,
L'Indice penale, Classi logiche e discriminazione fra i sessi, Lavoro e
diritto, Hobbes e lo stato totalitario, Bollettino della Società Filosofica
italiana. Nuova Serie (intervento nella Tavola Rotonda su Attualità e presenza
di Hobbes, in Hobbes oggi, A. Napoli, FrancoAngeli, Milano, Introduzione ai
lavori in Interpretazione e decisione. Diritto ed economia. Atti del XVI
Congresso nazionale della Società italiana di Filosofia giuridica e politica
(Padova), F. Gentile, Giuffrè, Milano, Intervento
in Diritto di sciopero, autonomia collettiva ed intervento del legislatore
(Viareggio), Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale, Il
diritto pubblico italiano di S. Romano, Materiali per una storia della cultura
giuridica, Il positivismo giuridico
rivisitato, Rivista di filosofia, La
bioetica: alla ricerca dei principi” (Giuffrè, Milano); Bioetica: prospettive e
principi fondamentali, in La bioetica. Questioni morali e politiche per il
futuro dell'uomo, Convegno, Roma, Bibliotechne, Milano, I compiti dell'etica
laica nella cultura italiana di oggi, Notizie di Politeia, Relazione su Stevenson, ‘Ethics and Language', in Il neo-illuminismo
italiano. Cronache di filosofia, Pasini e Rolando, Il Saggiatore, Milano, Diritti positivi, diritti naturali: un'analisi
semiotica, in Diritti umani e civiltà giuridica. Convegno a Perugia, S.
Caprioli e F. Treggiari, Stabilimento Tipografico Pliniana Perugia, Etica della
libertà, Bioetica. Rivista interdisciplinare, Filosofia del diritto, in La Filosofia, Le filosofie speciali, diretta da Pietro Rossi,
Torino, UTET, Il linguaggio giuridico: un ideale illuministico, in Nomografia.
Linguaggio e redazione delle leggi. Contributi al seminario promosso dalla
Banca d'Italia e dalla prima cattedra di filosofia del diritto dell'Milano, Paolo
Di Lucia, Giuffrè, Milano, La mia meta-etica e la mia esperienza etica, in
Scritti per Uberto Scarpelli, Letizia Gianformaggio e M. Jori, Giuffrè, Milano,
Il linguaggio e la politica dei giuristi, Notizie di Politeia, Sui compiti
della filosofia del diritto, Notizie di Politeia, Formanti, dSentenza del Tribunale
di Milano, 2soc. Acc. Compra Vendita immobili S.A.C.V.I. c. Della Beffa, su
Locazione di coseLocazione di immobili urbaniProroga ecc., in Giurisprudenza, Nota a sentenzaDegli effetti dell'abolizione
del commissariato alloggi e di una possibile applicazione dell'azione surrogatoria,
Il Foro Padano, Note bibliografiche a Renato Scognamiglio, Contributo alla
teoria del negozio giuridico, Jovene, Napoli, Carattere della prestazione e
carattere dell'interesse, Rivista del diritto commerciale, Tacita riconduzione
e novazione, Rivista del diritto commerciale, Il cosiddetto conflitto tra
diritti personali di godimento e l'art. 1380 del codice civile, Rivista
trimestrale di diritto e procedura civile, I discorsi politici, Roma,in Quaderni
di Sociologia, Recensione a Bellezza, L'esistenzialismo positivo di Gentile,
Firenze, Rivista di filosofia, Piovesan, Analisi filosofica e fenomenologia
linguistica, Padova, e Lumia, Empirismo logico e positivismo giuridico, Milano,
in Rivista di filosofia. Pasquinelli, Nuovi principi di epistemologia,
Milano, in Rivista di filosofia, Introduzione alla semantica, Bari, in Rivista
di filosofia, Recensione a Antiseri, Dopo Wittgenstein: dove va la filosofia
analitica, Roma, in Rivista di filosofia, Nuovi libri: Orecchia, La filosofia
del diritto nelle università italiane: Saggio di bibliografia, Milano, in Rivista di filosofia, Logica simbolica e
diritto, Milano, in Rivista di filosofia. Rivista di filosofia, Recensione a
FannSymposium on L. J. Austin, London, Rivista di filosofia, Recensione a
Gulotta, Trattato di psicologia giudiziaria nel sistema penale, Milano. Uberto
Scarpelli. Scarpelli. Keywords: fascismo, la filosofia di Giovanni Gentile – la
difensa di Scarpelli contro Solari, “Behaviourism, positivism logico e
fascismo” nell “Mulino”-- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scarpelli” – /The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734017741/in/datetaken/
Grice e Sciacca – l’idea della libertà – fondamento della
coscienza etico-politica – filosofia siciliana -- filosofia italiana (Messina).
Filosofo. Studia a Palermo sotto Renda. Insegna a Palermo. Volse il suo
interesse verso il criticism, a cui dedica “La funzione della libertà nella
formazione del sistema kantian” a cui fece seguito, “La libertà come fondamento
della coscienza etico-politica” (Palumbo, Palermo), che reproduce la memoria in
appendice. Società filosofica italiana Altri saggi: “Filosofi che si confessano”
(Anna, Messina); “La steresis nella filosofia dell'azione” (Accademia di
Scienze, Lettere ed Arti, Palermo); “Il concetto di tiranno, dagl’antichi
italici a Salutati” (Manfredi, Palermo); La visione della vita nell'Umanesimo
di Salutati” (Palermo); “Politica e vita spirituale” (Palumbo, Palermo); “Gli
Dei in Protagora” (Palumbo); “Esistenza e realtà” (Palumbo, Palermo); “Scetticismo”
(Palumbo, Palermo); Ritorno alla saggezza” (Palumbo, Palermo); “L'uomo senza
Adamo” (Palumbo); “Sapere e alienazione” (Palumbo, Palermo); “Il Segno, quel
Segno” (Cappelli, Bologna); Reale accademia di lettere scienze e arti",
«La filosofia per cambiare il mondo», La Repubblica. A. Bono, Alessandria della Rocca, M.K.N., la
tradizione del criticisimo, in P. Giovanni, Le avanguardie della filosofia
italiana, Angeli, Società Filosofica Italiana", A. Plebe, P. Giovanni.
Giuseppe Maria Sciacca. Sciacca. Keywords: Grice, ‘Negation and Privation’,
negation, privation, negatio, privatio, the use of ~ to stand for both negatio
and privatio – privatio as mere negatio (~), plus implicatum -- steresis, l’idea
della libertà – fondamento della coscienza etico-politica -- Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Sciacca” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734847820/in/datetaken/
Grice e Sciacca – antifilosofia e contra-implicatura –
filosofia fascista – il veintennio fascista -- filosofia italiana – Luigi
Speranza (Giarre). Filosofo. La filosofia non asciuga lacrime né
dispensa sorrisi, ma dice la sua parola sulla verità delle lacrime e dei
sorrisi. Dopo gli studi liceali classici si trasferì a Napoli, dove si laurea
sotto Aliotta. Insegna a Napoli, Pavia, e Genova. Fonda “Il Giornale di
Metafisica”. Molto intenso e il suo rapporto filosofico e di stima reciproca
con il filosofo fascista Gentile, un sodalizio testimoniato dalla fitta
corrispondenza tra i due filosofi, da cui però ben presto Sciacca si allontana,
in particolare dal filone idealista, per condurre la sua propria ricerca
filosofica in modo più ampio, tanto da condurlo a studiare per un certo
periodo, grazie alle sue conoscenze pure in campo teologico, sia la corrente
del misticismo che quella dello spiritualismo. Accademia di studi
italo-tedeschi, Merano. Profondo conoscitore di Serbati, promotore della
fondazione del "Centro Internazionale di Studi Rosminiani" di Stresa.
Una delle principali figure dello spiritualismo, a cui pervenne dopo i primi
interessi per l'attualismo ed i successivi, più impegnativi studi sullo
spiritualismo, anche interpretandolo in modo originale, delineando un
particolare percorso di continuità che, rifferendo alla metafisica classica, perviene
a concepire un'apertura del soggetto personale come creatur averso l'attualità
assoluta dell'essere nell’integralità. E ricordato principalmente attraverso P.
Ottonello. Saggi: “S. Agostino” (Morcelliana, Brescia); “L'Anima” (Morcelliana,
Brescia); Filosofia morale” (Bocca, Torino); Atto ed essere (Bocca, Torino); Interpretazioni
rosminiane Marzorati, Milano); Come si vince a Waterloo” (Marzorati, Milano); “La
filosofia e la scienza nel loro sviluppo storico. Per i licei” (Cremonese, Roma);
“Platone Marzorati, Milano. Filosofia e anti-filosofia (Marzorati, Milano); Chiesa e civiltà (Marzorati, Milano); Critica
letteraria (Marzorati, Milano); L'oscuramento dell'intelligenza Marzorati,
Milano. Studi sulla filosofia antica. Con un'appendice sulla filosofia
medioevale Marzorati, Milano. Ontologia triadica e trinitaria. Discorso
metafisico-teologico Marzorati, Milano. L'Insegnamento della filosofia: atti
del II Convegno di studi, Messina, maggio Editrice peloritana, Messina. Reflexiones
inactuales sobre el historicismo hegeliano Fundación Universitaria Española,
Madrid. Ontologia triadica e trinitariaL'Epos, Palermo. Atto ed essereL'Epos,
Palermo. Il magnifico oggiL'Epos,
Palermo. In Spirito e VeritàL'Epos, Palermo. La clessidraL'Epos, Palermo. L'ora di Cristo
L'Epos, Palermo. La principale fonte biografica qui seguita è: PCfr.
CSFG-Centro di Studi Filosofici di Gallarate, Dizionario dei Filosofi, Firenze,
G.C. Sansoni; CSFG-Centro di Studi Filosofici di Gallarate, Dizionario dei
Filosofi, Firenze, Sansoni); M. Schiavone, L'idealismo, A. Negri, “Dall'atto all'integralità”
(Forlì, Ethica); E. Pignologni, Genesi e sviluppo del rosminianesimo, Milano,
Marzorati); Bologna, Quaderni del Giornale di Metafisica, Stresa, Rivista
Rosminiana, Incontrare Sciacca, Venezia, Marsilio, P. Ottonello, “L'anticonformismo
costruttivo” (Venezia, Marsilio); M. Shiavone, L'idealismo, Collana di studi
filosofici rosminiani, Domodossola; Milano, Sodalitas, Ospitato su Bontadini e
la metafisica. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Michele Federico Sciacca. Sciacca. Keywords. Refs.: Grice e Sciacca”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734123673/in/datetaken/
Grice e Scupoli – la lotta
coll’angelo – la lotta dell’angelo e il demonio -- filosofia italiana – Luigi
Speranza (Otranto). Filosofo. Very important Italian philosopher. Ricevette
come nome di battesimo Francesco. Entrò nell'ordine dei teatini per ricevere
gli ordini sacri. Fu discepolo di sant'Andrea Avellino, appartenente al suo
stesso ordine. Risale l'accusa di violazione della regola, per cui e arrestato
per un anno e sospeso a divinis. Per la sua assoluzione dove attendere quasi la
morte. Intanto, sopporta l'ingiusta accusa e la pena conseguente con umiltà e
umanità. Il combattimento spirituale. Con l’orazione porrai la spada in
mano a Dio, perché combatta e vinca per te. La preghiera è dunque l’arma di
tutte le vittorie. Essa è la debolezza di Dio e la forza dell’uomo perché il
cuore del Padre non sa negare nulla di buono ai suoi figli. “Il combattimento
spirituale – I cinque mezzi per raggiungere la perfezione” è un trattato di
strategia spirituale che conduce l'uomo alla perfezione. Scupoli indica *cinque*
mezzi per raggiungere la perfezione spirituale: Sfiducia in sé. Pienissima
confidenza in Dio. Combattimento e uso metodico delle facoltà per correggere i
propri difetti, quindi per trionfare del demonio e per conquistare le virtù. Preghiera
e meditazione. Comunione. Spiritualità.
Scupoli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
"Grice e Scupoli," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716140515/in/photolist-2mMYJP6
Selvatico-Estense?
Grice e Semerari – il principio del dialogo in Socrate –
filosofia italiana (Taranto). Filosofo. Grice: “Wheereas it would be considered
in bad taste at Oxford, the Italians pun on names – and there is an essay on
the ‘seme’ of ‘semerari’ Witty!” -- Grice: “Perhaps Semerari is right and the
philosopher MUST metaphorise. What better title to an essay on Calabellse than
‘La sabbia e la roccia”?” -- Grice: “I like Semerari: His ‘principio del
dialogo in Socrate” is reprinted in his invaluable collection on “Dialogo.”” –
Grice: “In a way, we may say that Calogero, Semerari, and myself, belong to the
school of the philosophy of conversation – not to mention Apel!”. Si laurea a Roma
sotto Carabellese. Insegna a Bari. Collabora ad «aut aut», “Critica storica»,
«Giornale critico della filosofia italiana», «Clizia», «Historica», « Rivista
di filosofia del diritto», «Rivista di filosofia», «Il pensiero», «Archivio di
filosofia» e altre riviste specialistiche. Fonda «Paradigmi». Si dedica per lo
più a Spinoza, a Schelling, alla fenomenologia di Husserl e Merleau-Ponty e al
materialismo storico di Marx. Altri saggi:“Lo spinozismo” (Vecchi, Trani); “Storia
e storicismo: saggio sul problema della storia in Carabellése,” Vecchi, Trani; “Storicismo
e ontologismo ” Lacaita, Manduria, Dialogo, storia, valori: studi di filosofia”
(Ciranna, Siracusa); “Interpretazione di Schelling, Libreria scientifica,
Napoli; “L'esistenzialismo italiano” (Grice:
“This reminds me of parochial Warnock and his “English philosophy,” or Sorley
for that matter!”) -- Cressati, Bari; “Questioni di etica” (Adriatica, Bari; “Responsabilità
e comunità umana. Ricerche etiche, Lacaita, Manduria); “La filosofia come
relazione, Quaderni di cultura, Sapri; Ferruccio De Natale, Guerini, Milano); “Scienza
nuova e ragione” (Lacaita, Manduria; Furio Semerari, Guerini, Milano Da
Schelling a Merleau-Ponty. Studi sulla filosofia contemporanea” (Cappelli,
Bologna); “La lotta per la scienza, Silva, Milano; Francesco Valerio, premessa
di Fulvio Papi, Guerini e Associati, Milano, Spinoza, Marzorati, Milano; Esperienze
del pensiero moderno, Argalia, Urbino; La filosofia dell'esistenza in Kant,
Adriatica, Bar; Introduzione a Schelling”
(Laterza, Bari); Filosofia e potere (Dedalo, Bari); Civiltà dei mezzi, civiltà
dei fini. Per un razionalismo filosofico-politico, Bertani, Verona; La scienza come problema: dai modelli teorici
alla produzione di tecnologie” (De Donato, Bari); “Insecuritas. Tecniche e
paradigmi della salvezza, Spirali, Milano); “La sabbia e la roccia. L'ontologia
critica di P. Carabellése” (Dedalo, Bari); “Dentro la storiografia filosofica”
(Dedalo, Bari); Sartre. Teoria, scrittura, impegno” (Sud, Bari); Novecento
filosofico italiano. Situazioni e problemi, Guida, Napoli; “Skepsis. Studi
husserliani” (Dedalo, Bari); Filosofia Guerini e Associati, Milano Confronti con
Heidegger, Dedalo, Bari); La filosofia come scienza rigorosa, Laterza, Bari,
Frammenti di diario; l'anno di Istanbul, Schena, Fasano. “La cosa stessa.”
Seminari fenomenologici (Dedalo, Bari); “Dommatismo e criticism”, “Deduzione
del diritto naturale” (Laterza, Bari); Pensiero e narrazioni. Modelli di
storiografia filosofica” (Dedalo, Bari; Frammenti di diario; l'anno del
Messico, Schena, Fasano); “Fenomenologia delle relazioni, Palomar, Bari); “Ragione
e storia. Studi in memoria” F. Tateo, Schena, Fasano; Dalla materia alla coscienza. Studi su
Schelling in ricordo, Carlo Tatasciore, Guerini, Milano; ‘La certezza incerta”
Scritti su Semerari con due inediti dell'autore, Furio Semerari, Guerini,
Milano; Augusto Ponzio, Il significato della filosofia per Giuseppe Semerari,
in "BariSera", Luciano Niro, Giuseppe Semerari. Il problema morale, Atheneum,
Firenze, F. Silvestri, Il seme umanissimo della filosofia. Sul pensiero di Semerari,
Mimesis, Milano). Treccani Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Giuseppe Semerari. Semerari. Keywords: fascismo,
Gentile, neo-idealismo come intrinseccamente fascista, Croce, Vico,
intersoggetivo, io-tu, dialogo, dialogo autentico, comunita, valore
comunitario, comunita umana, vico. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Semerari” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734035483/in/datetaken/
Grice e Semmola – filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Grice:
“I find it difficult to sea if Semmola endorses formalism or informalism in his
monumental “Logica.”” Grice: “While Ayer never liked it, metaphysics is very
popular in Italy, as Semmola’s monumental “Metafisica” testifies.” Grice: “It’s
good to see philosophy as an institution, in the Italian way of using this
word, as per Semmola, “Istituzione di Filosofia.” Figlio di Giovanni, uno dei
più grandi esponenti della scuola napoletana. Partecipa ai moti di Marigliano. Saggi:“Istituzioni
di Filosofia,” “Logica,” “Metafisica” (Biblioteca, Napoli). Mente divinatrice
ardente spirito investigatore che nello studio della natura morbosa dell'uomo produsse
miracoli di arte e di scienza scolare e presto emulo del suo gran più ai
giovann conchiuse alla novità delle dottrine una sapienza antica procacciandosi
fama in patria e fuori di sommo maestro in medicina ne rifulse lo ingegno
incomparabile dalla cattedra nell'università napoletana nelle accademie e negli
ospedali nei consessi legislativi e nei congressi scientifici nella parola
negli scritti membro della commissione legislativa riunita in Firenze principale
autore di un codice sanitario italiano inviato unico plenipotenziario alla
conferenza sanitaria internazionale di Vienna deputato e poi senatore nel
patrio parlamento onorato due volte di medaglia d'oro dal proprio governo per
le cure ai colerosi da quello del Brasile per la guarigione del suo imperatore
Socio di gran numero di accademie italiane e straniere Insignito di molti tra i
maggiori gradi cavallereschi. Muore nella fede catolica avita. Questo marmo per
voce del comune Si fa eco della pubblica solenne onoranza cittadina. Le spoglie
mortali riposano nella cappella mortuaria di famiglia ove le vollero la vedova
ed i figliuoli a rendere vieppiù paghi la loro pietà ed il riconoscente
affetto. Mariano Semmola. Semmola. Keywords: istituzioni di filosofia,
l’istituzione della logica, l’istituzione della metafisica. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Semmola” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691776126/in/photolist-2mLNimn-2mLEK4t-2mKUqRH-2mKPS8q-2mKEHpR/
Grice e Serbati – filosofia italiana – Luigi Speranza
(Rovereto). Filosofo. Important Italian philosopher. Figlio di Pier Modesto e di Giovanna
dei Conti Formenti di Biacesa in Valle di Ledro. Frequenta l’Imperial Regio Ginnasio.Studia a Padova. A
questo proposito i famigliari raccontavano come, fin dalla più tenera età,
leggesse alla luce della sua aureola. E in occasione della venuta a
Rovereto del Vescovo di Chioggia per consacrare le chiese di Santa Maria del
Carmine e di Santa Croce, appartenente all'omonimo Monastero, che, prendendo
parte alla cerimonia, ottenne il diaconato. Mostra una profonda inclinazione
per la filosofia, incoraggiato in tal senso da Pio VII. Si trasfere a
Milano dove strinse un profondo rapporto d'amicizia con Manzoni che di lui ebbe
a dire -- è una delle sei o sette intelligenze che più onorano l'umanità. Manzoni
assistette Rosmini sul letto di morte, da cui trasse il testamento spirituale
"Adorare, Tacere, Gioire". La sua filosofia destarono l'ammirazione,
tra gli altri, anche di G. Stefani, N. Tommaseo e V. Gioberti dei quali pure
divenne amico. Dopo aver dovuto lasciare il Trentino, per motivi di forte
ostilità per le sue posizioni incontrati da parte del vescovo di Trento fonda
al Sacro Monte Calvario di Domodossola la congregazione religiosa dell'Istituto
della Carità, detta dei "Rosminiani". Le Costituzioni della nuova
famiglia religiosa, contenute in un libro che cura per tutta la vita, sono
approvate da Gregorio XVI. A Borgomanero svolge la sua attività di insegnamento
e di guida spirituale in un collegio rosminiano, il "Collegio
Rosmini", regolato dalla Congregazione della Provvidenza Rosminiane. Svolge
una missione diplomatica per conto del Re di Sardegna Carlo Alberto presso la
Santa Sede. E presidente dell'Accademia Roveretana degl’Agiati ed il suo
posto, anni dopo la sua morte, dal 1872 al 1888, fu assunto da don Francesco Paoli,
suo segretario ed esecutore delle volontà, già direttore di Casa Rosmini. Tra
le sue volontà del vi e anche quella di donare a Rovereto un terreno
nell'attuale zona di Santa Maria per costruirvi l'ospedale cittadino, e Paoli
onora tale decisione. Porta avanti tesi filosofiche tese a contrastare sia
l'illuminismo che il sensismo. Sottolineando l'inalienabilità dei diritti
naturali della persona, fra i quali quello della proprietà privata, entrò in
polemica con il socialismo e il comunismo, postulando uno Stato il cui
intervento fosse ridotto ai minimi termini. Nelle sue teorie il filosofo seguì
le concezioni di Sant'Agostino e Aquino, rifacendosi anche a Platone. I
suoi esordi filosofici si ricollegano a P. Galluppi, sia pure polemicamente, in
quanto Rosmini avverte con ogni chiarezza come risulti insostenibile una
posizione di integrale sensismo gnoseologico. La necessità di concepire
una funzione ordinatrice dell'esperienza, e a questa precedente, porta Rosmini
a guardare con interesse la filosofia di Kant. Tuttavia non è soddisfatto di
ciò che lui chiama l'innatismo kantiano, legato ad una pluralità imbarazzante e
precaria di categorie. Le quali, d'altra parte, gli sembrano fallire lo scopo
di far conoscere il reale quale esso è, per la necessaria introduzione di
modifiche soggettive nell'atto stesso del conoscere. Il problema
filosofico di Rosmini si configurava perciò come quello di garantire
oggettività alla conoscenza. La soluzione non potrà essere trovata, stante il
rifiuto della trascendentalità kantiana e dei connessi sviluppi, se non in una
ricerca ontologica, in un principio oggettivo di verità, che riesca ad
illuminare l'intelligenza in quanto le si proponga con immediata evidenza,
universalità e immutabilità. Questo principio è per Rosmini l'idea
dell'essere possibile, che da indeterminato contenuto dell'intelligenza, quale
originariamente è, si fa determinato allorché viene applicato ai dati forniti
dal senso. Essa precede e informa di sé tutti i giudizi con cui affermiamo che
qualche cosa particolare esiste. L'idea dell'essere, dunque, costituisce
l'unico contenuto della mente che non abbia origine dai sensi, ed è perciò
innata (“Saggio sull'origine delle idee”). Ma qui i problemi del
kantismo, che sembrano superati o almeno messi da parte, si riaffacciano con
urgenza: di fronte al mero ricevere dati, di cui parlava il sensismo, ha
chiarito che la mente umana nel suo uso conoscitivo formula giudizi, in cui
l'idea dell'essere ha funzione di predicato, cioè di categoria, e la sensazione
è il soggetto, di cui si predica qualche cosa. Nel giudizio, inoltre, il
predicato si determina e la sensazione si certifica: se questa è la funzione
propria del giudicare, ogni concetto non può sussistere che come predicato di
un giudizio; né a questa necessità sembra potersi sottrarre il concetto di
essere, che è dato solo nell'attività giudicante, come forma del
giudizio. Tuttavia non accetta tale riduzione, ed esclude proprio il
predicato di esistenza della funzione del giudizio, continuando ad attribuirgli
una natura oggettiva e trascendente. È l'essere trascendente che si rivela
all'uomo, lo illumina e gli permette di pensare. Chi lo nega come il nichilismo
cade in una vuota posizione nullista. Accanto a questa ontologia la sua etica
si sviluppa come etica caritativa (Principio della scienza morale). Dedica alla
politica una breve ma intensa fase della sua vita. Seguì Pio IX riparato a
Gaeta dopo la proclamazione della Repubblica Romana, ma la sua formazione
attestatasi su ferme posizioni di cattolicesimo liberale e tale per cui e
costretto a ritirarsi sul Lago Maggiore, a Stresa. Tuttavia, quando Pio IX vuole
istituire una commissione incaricata della preparazione del testo per la
definizione del dogma dell'immacolata concezione, nonostante ben due suoi saggi
(Le cinque piaghe della Chiesa e La costituzione secondo la giustizia sociale) sono
all'Indice. Chiamato a prendere parte a tale commissione, e favorevole allo stato
liberale (vagheggiando la monarchia costituzionale), al costituzionalismo e
anche alla separazione tra stato e chiesa, sebbene non assoluta. Critica lo
Statuto Albertino proprio per il suo porre ancora il cattolicesimo come
religione di stato, elogiandone comunque il tentativo distensivo nei confronti
della Santa Sede. Critica la legge laicista ed anti-clericale. Si convince della
sostanziale bontà della maggior parte delle conquiste dell'età moderna,
criticandone solo le modalità: in tale ottica, critica sia la rivoluzione
francese che l'Ancient Regime, riconoscendo invece la sostanziale bontà dei
princìpi sanciti, distinguendoli dalle successive de-generazioni rivoluzionarie,
in polemica con chi, da una parte e dall'altra, sostene una società perfettista.
Continua a vivere a Stresa, fecondo nel perseguire il perfezionamento del suo
sistema di pensiero con saggi come “Logica” e “Psicologia”. J. Ratzinger,
quando la questione rosminiana era ancora ben accesa, nell'ambito di una serata
organizzata a Lugano, dice. Nel confronto con le parole classiche della fede
che sembrano così lontane da noi, anche il presente diventa più ricco di quanto
sarebbe se rimanesse chiuso solo in se stesso. Vi sono naturalmente anche tra i
teologi ortodossi molti spiriti poco illuminati e molti ripetitori di ciò che è
già stato detto. Ma ciò succede ovunque; del resto la letteratura dozzinale è
cresciuta in modo particolarmente rapido proprio là dove si è inneggiato più
forte alla cosiddetta creatività. Io stesso per lungo tempo avevo l'impressione
che i cosiddetti eretici fossero per una lettura più interessante dei teologi
della chiesa, almeno nell'epoca moderna. Ma se io ora guardo i grandi e
fedeli maestri, da Mohler a Newman a Scheeben, da Rosmini a Guardini, o nel
nostro tempo de Lubac, Congar, Balthasarquanto più attuale è la loro parola rispetto
a quella di coloro in cui è scomparso il soggetto comunitario della
Chiesa. In loro diventa chiaro anche qualcos'altro: il pluralismo non
nasce dal fatto che uno lo cerca, ma proprio dal fatto che uno, con le sue
forze e nel suo tempo, non vuole nient'altro che la verità. Per volerla
davvero, si esige tuttavia anche che uno non faccia di se stesso il criterio,
ma accetti il giudizio più grande, che è dato nella fede della Chiesa, come
voce e via della verità. Del resto io penso che vale la stessa regola anche
per le nuove grandi correnti della teologia, che oggi sono ricercate: teologa
africana, latinoamericana, asiatica, ecc. La grande teologia francese non è
nata per il fatto che si voleva fare qualcosa di francese, ma perché non si
presumeva di cercare nient'altro che la verità e di esprimerla più
adeguatamente possibile. E così questa teologia è diventata anche tanto
francese quanto universale. La stessa cosa vale per la grande teologia
italiana, tedesca, spagnola. Ciò vale sempre. Solo l'assenza di questa
intenzione esplicita è fruttuosa. E di fatto non abbiamo davvero raggiunto la
cosa più importante se noi ci siamo convalidati da soli, ci siamo accreditati
da soli e ci siamo costruiti un monumento per noi stessi. Abbiamo
veramente raggiunto la meta più importante se siamo giunti più vicino alla
verità. Essa non è mai noiosa, mai uniforme, perché il nostro spirito non la
contempla che in rifrazioni parziali; tuttavia essa è nello stesso tempo la
forza che ci unisce. E solo il pluralismo, che è rivolto all'unità, è veramente
grande. Pio VIII dice a Rosmini, in udienza. È volontà di Dio che voi vi
occupiate nella filosofia. Tale è la vostra vocazione. Ella maneggia assai bene
la logica, e la Chiesa al presente ha gran bisogno di filosofi. Dico, di filosofi
solidi, di cui abbiamo somma scarsezza. Per influire utilmente sugl’uomini, non
rimane oggidì altro mezzo che quello di prenderli colla ragione, e per mezzo di
questa condurli alla religione. Tenetevi certo, che voi potrete recare un
vantaggio assai maggiore al prossimo occupandovi nello scrivere, che non
esercitando qualunque altra opera del Sacro Ministero. Gregorio XVI, successore
di Pio VIII, in risposta alla lettera che Antonio Rosmini gli aveva indirizzato.
Diletto Figlio, a te il nostro saluto e la nostra Apostolica Benedizione.
Abbiamo volentieri e con animo lieto ricevuto la tua lettera con i sensi della
tua devota sommissione a Noi e alla Sede Apostolica in cui ci parli della pia
Società, chiamata Istituto della Carità e che con le tue fatiche è stata
fondata nel territorio della diocesi di Novara con l'approvazione del Vescovo.
E soprattutto ci hai anche informato che il medesimo Istituto è stato da poco
chiamato anche dal Vescovo di Trento nella sua diocesi e che qui molti
ecclesiastici, di provate virtù, vi hanno aderito. Per questi fatti davvero
rendiamo il nostro umile grazie a Dio autore di ogni bene. E quantunque questo
Istituto non sia stato ancora confermato dall'autorità di questa Santa Sede,
tuttavia speriamo in bene di esso e ci allietiamo che lo stesso si dilati con
il consenso dei nostri Venerabili Fratelli nell'Episcopato. Quindi, per quanto
riguarda le Sante Indulgenze connesse a questo istituto, che domandi siano
concesse, ricevi diletto figlio il nostro Rescritto unito a questa lettera, da
cui sicuramente comprenderai che rispondiamo positivamente alla tua richiesta.
Ti assicuriamo anche che ci è pervenuto il libro sopra i Principi della
Dottrina Morale da te edito e mandatoci in omaggio e ti dichiariamo il grazie
del nostro animo per il dono. Tuttavia per la tensione nelle gravissime fatiche
del Governo Apostolico non abbiamo ancora letto lo stesso libro, ma siamo
certamente persuasi che esso sia in tutto conforme alla più sana dottrina e
utilissimo alla sua difesa. Continua dunque, diletto figlio, lo studio e
prosegui a spendere le tue fatiche ad onore di Dio per l'utilità della Chiesa;
in Cielo sarà copiosa la ricompensa per la tua opera. Frattanto la paterna
carità con cui ti abbracciamo nell'umanità di Cristo sia pegno dell'apostolica
benedizione, che sgorgante dall'intimo del cuore ti impartiamo.» (Da
Breve pontificio di Gregorio P.P.XVI,) Pio IX rivolgendosi al Vescovo di
Cremona dopo il decreto Dimittantur opera omnia parlando di Rosmini
disse: «Non solo è un buon cattolico, ma santo: Iddio si serve dei santi
per far trionfare la verità. Leone XIII, al tempo delle aspre e dolorose lotte
che si svolgevano intorno al pensiero rosminiano sul finire del diciannovesimo
secolo, in una lettera indirizzata agli arcivescovi di Milano, Torino e
Vercelli, fra l'altro scrisse: «Ma non vogliamo che con questo abbia a
patir detrimento il religioso Sodalizio della Carità; il quale come per lo
innanzi spese utilmente le sue fatiche a beneficio del prossimo, secondo lo
spirito dell'Istituto, così è desiderabile che fiorisca in avvenire e prosegua
a rendere ognora più abbondanti frutti. Col decreto del Sant'Uffizio "Post
Obitum" firmato da Leone XIII,
vennero condannate, in quanto "non conformi alla verità cattolica",
40 proposizioni contenute nelle opere del Rosmini, le quali la Sacra
Congregazione romana "giudicò doversi riprovare, condannare e proscrivere,
nel proprio senso dell’autore", chiarendo inoltre che non era lecito
"a chicchessia di inferire, che le altre dottrine del medesimo Autore, che
non vengono condannate per questo decreto, siano per veruna guisa
approvate". Giovanni XXIII, negli ultimi anni della sua vita, meditò
in ritiro spirituale le rosminiane "Massime di Perfezione Cristiana",
assumendole come propria regola di condotta. Anche Paolo VI prestò interesse
nel Rosmini: in occasione del 150º anniversario di fondazione dell'Istituto
della Carità inviò un messaggio all'allora padre generale, in cui elogiava
l'intuizione del Rosmini nel dare un grande peso alla missione caritativa già
nel nome del nativo istituto religioso, appunto l'Istituto della Carità.
Pubblicamente Paolo VI lo cita durante il discorso tenuto alla Federazione
Universitaria Cattolica Italiana
riguardante la cultura cattolica e l'Europa. Inoltre sotto il suo pontificato
venne tolto il divieto di pubblicazione dell'opera Dalle Cinque Piaghe della
Santa Chiesa. Alla morte di Paolo VI venne eletto Giovanni Paolo I,
laureato in sacra teologia alla Gregoriana con il saggio, “L'origine dell'anima
umana”. È bene precisare che Luciani e fortemente critico nei riguardi del
pensiero rosminiano, solo successivamente cambiò opinione, rivolgendo nei
riguardi di Rosmini parole di ammirazione e stima. Tuttavia fu con il
pontificato di Giovanni Paolo II che il pensiero rosminiano ha potuto liberarsi
delle aspre critiche e delle condanne che accompagnavano l'Istituto della
Carità fin dai tempi della sua fondazione. Nella Lettera Enciclica Fides et
ratio, Giovanni Paolo II l’annoverato tra i pensatori più recenti nei quali si
realizza un fecondo incontro tra sapere filosofico e Parola di Dio». Ne ha
inoltre concesso l'introduzione della causa di beatificazione, conclusasi nella
sua fase diocesana novarese.
Ratzinger da prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede emana
il famoso documento Nota ai Decreti dottrinali sul Rev.do sac. Antonio Rosmini
Serbati. La nota si concludeva confermando la validità del decreto Post obitum
sulle quaranta proposizioni, e allo stesso tempo con la riabilitazione di
Rosmini: «Il Decreto dottrinale Post obitum non si riferisce al giudizio
sulla negazione formale di verità di fede da parte dell'Autore, ma piuttosto al
fatto che il sistema filosofico-teologico del Rosmini era ritenuto
insufficiente e inadeguato a custodire ed esporre alcune verità della dottrina
cattolica, pur riconosciute e confessate dall'Autore stesso. Si possono
attualmente considerare ormai superati i motivi di preoccupazione e di
difficoltà dottrinali e prudenziali, che hanno determinato la promulgazione del
Decreto Post obitum di condanna di quaranta proposizioni. E ciò a motivo del
fatto che il senso delle proposizioni, così inteso e condannato dal medesimo decreto,
non appartiene in realtà alla sua autentica posizione, ma a possibili implicanze.
Resta tuttavia affidata al dibattito teoretico la questione della plausibilità
o meno del sistema rosminiano stesso, della sua consistenza speculativa e delle
teorie o ipotesi filosofiche e teologiche in esso espresse. Nello stesso tempo
rimane la validità oggettiva del Decreto Post obitum in rapporto al dettato
delle proposizioni condannate, per chi le legge, al di fuori del contesto di
pensiero rosminiano, in un'ottica idealista, ontologista e con un significato
contrario alla fede e alla dottrina Cattolica. Il documento ribadisce la
diversità di linguaggio e apparato concettuale del sistema rosminiano rispetto
al tomismo, l'assenza di apparato critico nelle opere postume e la permanente
"difficoltà oggettiva di interpretarne le categorie, soprattutto se lette
nella prospettiva neotomista". Benedetto XVI autorizza la
Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto sul miracolo della
guarigione di Ludovica Noè, attribuito alla sua intercessione. Tra quelli
portati dalla postulazione dei padri rosminiani, si è scelto di dare maggiore
impulso a quello della guarigione della suora sopracitata, poiché il medico che
la curò si convertì in seguito all'accaduto. Il cardinale Angelo
Bagnasco, presidente della CEI, a margine del Convegno sulla sfida educativa
tenuto a Milano, ha tenuto un intervento intitolato "Istanze educative e
questione antropologica" in cui riconosce le sue istanze pedagogiche. A.
Bagnasco ha presieduto a Stresa la celebrazione eucaristica per il suo Dies
Natalis. Nel corso dell'Angelus domenicale e ricordato per la sola carità
intellettuale e perché testimonia la virtù della carità in tutte le sue
dimensioni e ad alto livello. Avversario del sensismo e dell'illuminismo e mentore
e maestro intellettuale di quattro pontefici eletti consecutivamente: Giovanni
XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e II. Nulla osta della Congregazione
per la dottrina della fede che consente l'inizio della causa di beatificazione.
Apertura del processo informativo diocesano dopo la nomina dei censori teologi
e delle commissioni storiche in Novara. C. Papa diventa postulatore della causa
succedendo a R. Belti, storico dell'Istituto e già Direttore del Centro di
Studi Rosminiani di Stresa. Chiusura del Processo informativo Diocesano.
2Consegna del Trasunto alla Congregazione per le cause dei Santi. Apertura del
Trasunto. Decreto di Validità del processo diocesano. Schema per la stesura
della Positio. Consegna del lavoro sul Post obitum curato dal Postulatore. Il
Relatore generale approva il lavoro sul Post obitum e il lumen oculorum tuorum
Consegna del lavoro sul Post obitum alla Congregazione per la Dottrina della
Fede.Il giorno dell'anniversario della morte di Rosmini viene pubblicata
sull'Osservatore Romano la Nota della Congregazione per la dottrina della fede
sul valore dei decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere del Rev.do
sacerdote Antonio Rosmini Serbati, a firma del cardinal Joseph Ratzinger e di
mons. Tarcisio Bertone. Rilascio del
Nihil obstare per la Causa di Beatificazione.
Il Relatore approva e firma la Positio.
Conclusione della stampa e consegna alla Congregazione per le cause dei
santi della Positio. Consegna del Trasunto super miro alla Congregazione per le
cause dei santi. Validità dell'inquisizione diocesana sul processo super miro.
Presentazione fattispecie super miro. Revisa della fattispecie con firma del
sotto-segretario. Relatio et vota del Congresso Storico (con esito positivo).
Relatio et vota del Congresso teologico super virtutibus (con esito positivo).
Ordinaria della Congregazione per le cause dei santi: esito affermativo.
Ponente della Causa R. Fisichella. Benedetto XVI autorizza la Congregazione per
le Cause dei Santi a promulgare il decreto di esercizio eroico delle virtù. La
Consulta medica della Congregazione per le Cause dai Santi, si esprime con
esito affermativo (all'unanimità 5 su 5) circa l'inspiegabilità scientifica
dell'evento di guarigione avvenuto a Sr. Ludovica Noè. Il presunto evento
miracoloso è avvenuto. Al termine del dibattito, i Consultori si sono
unanimemente espressi con voto affermativo (7 su 7), ravvisando nella
guarigione in esame un miracolo operato da Dio per intercessione Benedetto XVI
autorizza la pubblicazione da parte della Congregazione per le Cause dei Santi
del riconoscimento della virtù eroica di Rosmini. A Novara si celebra la beatificazione
dando lettura del decreto di Benedetto XVI che l’iscrive tra i beati. La
beatificazione è avvenuta a Novara: appositamente è stato fatto allestire il
Palasport della città, unico luogo capace di raccogliere un numero di fedeli
così significativo. Con il pontificato di Benedetto XVI le beatificazioni
vengono preferibilmente celebrate dai cardinali, per rendere ancora più piena
la comunione tra loro e il successore di Pietro, e viene privilegiato il luogo
in cui il candidato agli onori degli altari ha vissuto. Così, in qualità di
delegato pontificio, la celebrazione è stata officiata da J. Martins, allora prefetto della
congregazione per le Cause dei Santi. A fianco dell'altare erano disposti gli
spalti da cui hanno concelebrato circa 400 sacerdoti, non soltanto
rosminiani. A prendere parte alla processione e celebrare sull'altare,
insieme al preposito generale James Flynn c'era il segretario generale
dell'IstitutoDomenico Mariani con gli allora componenti della Curia Generalizia
dell'Istituto della Carità, il Vicario per la Carità SpiritualeCrish Fuse, il
Vicario per la Carità IntellettualeGiancarlo Taverna Patron, il Vicario per la
Carità TemporaleDavid Tobin, l'allora preposito della Provincia Italiana don U.
Muratore (profondo conoscitore di Rosmini) e il postulatore della Causa di
Beatificazione, C. Papa. Hanno partecipato alla celebrazione anche il
cardinale ex prefetto della Sacra Congregazione per i vescovi G. Re, il
cardinale arcivescovo di Torino S. Poletto, il vescovo di Novara, mons. R.
Corti, l'arcivescovo di Trento, mons. L. Bressan, il vescovo rosminiano mons.
Antonio Riboldi e fra gli altri anche G. Zaccheo (che sarebbe improvvisamente
scomparso due giorni dopo), vescovo della Diocesi di Casale Monferrato, mons.
Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea (che durante la III sessione del
Concilio Ecumenico Vaticano II fece per primo il nome di Rosmini), l'allora
segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana G. Betori, G. Lajolo,
presidente del Governatorato della Città del Vaticano, l'allora rettore della
Pontificia Università Lateranense, mons. Rino Fisichella, il Vicario Episcopale
per la Vita Consacrata dell'arcidiocesi di Milano monsignor Ambrogio Piantanida
e il preposito generale dei barnabiti, padre Giovanni Maria Villa. Tra i
numerosissimi fedeli (più di diecimila) accorsi da diverse parti del mondo per
presenziare alla celebrazione, hanno preso parte anche personalità
politiche. Tra queste il senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro, l'allora
presidente del Senato, Franco Marini, e Arturo Parisi, al tempo Ministro della
Difesa. Rosmini è il primo beato della Provincia del Verbano Cusio
Ossola. In occasione della beatificazione sono stati moltissimi i quotidiani
e periodici italiani e esteri che hanno dedicato articoli, pagine e interi
numeri alla figura di Rosmini. Sono numerosissimi i suoi saggi. Certamente
il più importante a livello ascetico e spirituale e le “Sei massime di perfezione”,
su cui anche Giovanni XXIII fa delle riflessioni prima di morire. Gli costarono
la messa all'Indice dei libri proibiti le opere "Delle cinque piaghe della
santa chiesa" e "Dalla costituzione secondo la giustizia
sociale". In filosofiia meritano di essere ricordato il “Saggio
sull'origine delle idee”. Altri saggi: “Principii della scienza morale”; “Filosofia
della morale”; “Antropologia in servigio della scienza morale”; “Filosofia
della politica”; “Trattato della coscienza morale”; “Filosofia del diritto”; “Teodicea”;
“Sull'unità d'Italia”; “Il comunismo e il socialismo”. Le sei massime di
perfezione sono formulate per definire il fondamento spirituale sul quale ogno
uomo puo avere un cammino nella perfezione. Siate perfetti come è perfetto
il vostro Padre celeste (Matteo 5,48). 1. Desiderare unicamente ed
infinitamente di piacere a Dio, cioè di essere giusto. 2. Orientare tutti i
propri pensieri e le azioni all'incremento e alla gloria della Chiesa di
Cristo. 3. Rimanere in perfetta tranquillità circa tutto ciò che avviene
per disposizione di Dio riguardo alla Chiesa di Cristo, lavorando per essa
secondo la chiamata di Dio. 4. Abbandonare se stesso nella provvidenza di
Dio. 5. Riconoscere intimamente il proprio nulla. 6. Disporre tutte
le occupazioni della propria vita con uno spirito di intelligenza. Di
particolare interesse e “Le cinque piaghe della santa Chiesa". Mostra odi
discostarsi dall'ortodossia dell'epoca. Per tale ragione il saggio fu messo
all'Indice e ne scaturì una polemica nota col nome di "questione
rosminiana". L'opera eriscoperta al Concilio Vaticano II. Il primo a
parlare al Concilio di Rosmini e L. Bettazzi. Mi sia consentito ricordare
Rosmini, molto legato ad Aquino. Ma anche studioso e amante del suo tempo, e
che certamente guadagna a Cristo non pochi uomini. Tutto questo mi sembra si
accordi con le cose che sono state già dette da non pochi padri su questo
schema in generale, che cioè gl’uomini non si aspettano dalla Chiesa soluzioni
particolari, ma piuttosto la presentazione di valori che li aiutino a
trascorrere questa vita umana più nobilmente e con maggiore sicurezza. Parlando
della libertà, esaltare i valori dell'umiltà. Parlando del matrimonio, il ruolo
della Fortezza. Parlando dei problemi economici e di molti altri problemi,
l'efficacia di un certo disprezzo delle cose. Occorre dunque mettere in luce la
necessità dell'ubbidienza, della castità, della povertà, non solo nella vita e
nell'esempio (e nella Bozza di Documento!) dei religiosi, aiuto agl’uomini di
questo tempo, perché possano vivere la loro vita umana nel modo migliore e più
efficace. Il primo e principale compito dunque per gl’uomoni che coltivano la
sapienza dev'essere, alla luce del Magistero, l'amore delle Scritture e l'amore
di questo mondo in un colloquio franco e aperto. Paolo VI dice. I suoi saggi
sono pieni di pensiero, una filosofia profondo, originale che spazia in tutti i
campi: quello filosofico, morale, politico, sociale, sopra-naturale, religioso,
ascetic -- filosofia degna di essere conosciuta e divulgata. È stato anche un
profeta. Le Cinque piaghe della Chiesa (una volta la chiesa non aveva piacere
che si mettessero in luce le sue mancanze, le sue debolezze). Previde
partecipazione liturgica del popolo. La sua filosofia indica uno spirito degno
di essere conosciuto, imitato e forse invocato anche come protettore dal Cielo.
Ve lo auguriamo di cuore. “Delle cinque piaghe della santa chiesa” è suddiviso
in cinque capitoli corrispondenti ciascuna ad una piaga, paragonata alle piaghe
di Cristo. In ogni capitolo la struttura è la medesima: un quadro
ottimistico della Chiesa antica segue un fatto nuovo che cambia la situazione
generale (invasioni barbariche, nascita di una società cristiana, ingresso dei
vescovi nella politica) la piaga i rimedi. La prima piaga e la divisione del
popolo dal clero nel culto pubblico. Nell'antichità romana, il culto era un
mezzo di catechesi e formazione e il popolo partecipava al culto. Poi, le
invasioni barbariche, la scomparsa della lingua dei romana, la scarsa
istruzione del popolo, la tendenza del clero a formare una casta hanno eretto
un muro di divisione tra il popolo e i ministri di Dio. Rimedi proposti:
insegnamento della lingua romana, spiegazione delle cerimonie liturgiche, uso
di messalini in italiano. La seconda piaga e l’nsufficiente educazione del
clero. Se un tempo i preti erano educati dai vescovi, ora ci sono i seminari
con piccoli libri e piccoli maestri: dura critica alla scolastica, ma
soprattutto ai catechismi. Rimedio: necessità di unire scienza e pietà. La
terza piaga e la disunione tra i vescovi. Critica serrata ai vescovi
dell'ancien régime: occupazioni politiche estranee al ministero sacerdotale,
ambizione, servilismo verso il governo, preoccupazione di difendere ad ogni
costo i beni ecclesiastici, schiavi di uomini mollemente vestiti anziché
apostoli liberi di un Cristo ignudo. Rimedi: riserve sulla difesa del
patrimonio ecclesiastico, accenni espliciti di consenso alle tesi dell'Avenir
sulla rinunzia alle ricchezze e allo stipendio statale per riavere la
libertà. La quarta piaga e la nomina dei vescovi lasciata al potere
temporale. Compie un'approfondita analisi storica sull'evoluzione del problema
e critica i concordati moderni con cui la S. Sede ha ceduto la nomina al potere
statale (e, accenna prudentemente, per avere compensi economici). Rimedi:
propone un ritorno all'elezione dei vescovi da parte dei fedeli. La quinta
piaga e la servitù dei beni ecclesiastici. Sostiene la necessità di offerte
libere, non imposte d'autorità con l'appoggio dello Stato, rileva i danni del
sistema beneficiale, propone la rinuncia ai privilegi e la pubblicazione dei
bilanci. ARovereto gli ha dedicato il liceo che frequentò quando ancora
si chiamava Imperiale e Regio Ginnasio. Borgomanero ospita l'Istituto Rosmini.
Domodossola ospita il liceo delle Scienze Umane "Antonio Rosmini (istituto
parificato). Roma ospita la sede dell'Istituto Comprensivo. Torino ospita la
biblioteca Antonio Rosmini del polo biomedico universitario che in passato fu
un istituto scolastico attivo fino alla fine del XX secolo. Trento, dove si
trova il liceo "A. Rosmini". M. Farina, I. Prosser
I. Prosser Marcello Bonazza, L'Accademia Roveretana degli Agiati, su
agiati, Accademia Roveretana degli Agiati, «Don Francesco Paoli artefice della rinascita dell'Accademia e suo
president. Ragionamento sul comunismo e socialismo, G. Grondona, Genova, Questa
tesi fu messa in discussione da G. Abbà a cui Rosmini controbatté nel Diario
filosofico di Adolfo, Riv. rosminiana, Pagani Rossi. Nota sul valore dei
Decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere). Angelus: Rosmini, esempio per la Chiesa, su
agensir, Biografia di Antonio Rosmini, su vatican.va. Istituto Antonio Rosmini, su
rosmini-borgomanero. Liceo delle Scienze Umane su cercalatuascuola.istruzione.
Istituto Comprensivo Antonio Rosmini, su ic-rosmini.edu. Biblioteca Rosmini, su
biomedico.campusnet.unito. su
vivoscuola. M. Farina, Gl’Agiati, Brescia, Morcelliana Edizioni, Italo Prosser, El pra' de le Móneghe:
cronistoria del monastero di Santa Croce nell'antico comune di Lizzana,
Rovereto (Trento), Stella, 2Approfondimenti Michele Federico Sciacca, La
filosofia morale di Antonio Rosmini, Torino, Fratelli Bocca, Giovanni Pusineri,
Rosmini (Edizione riveduta e aggiornata da Remo Bessero Belti), Stresa, Edizioni
Rosminiane Sodalitas, Michele Dossi, Profilo filosofico di Antonio Rosmini,
Brescia, Morcelliana, Alfeo Valle, Antonio Rosmini. Il carisma del fondatore,
Rovereto, Longo Editore, Paolo Marangon, Il Risorgimento della Chiesa. Genesi e
ricezione delle "Cinque piaghe" di A. Rosmini, collana Italia Sacra,
Roma, Casa Editrice Herder, Antonio Rosmini, Frammenti di una storia della
empietà, a c. di Alfredo Cattabiani con una nota filologica di M. Albertazzi,
Trento, La Finestra, Fulvio De Giorgi, Rosmini e il suo tempo. L'educazione
dell'uomo moderno tra riforma della filosofia e rinnovamento della Chiesa
Brescia, Morcelliana, Michele Dossi, Il Santo Probito, La vita e il pensiero di
Antonio Rosmini, Trento, Il Margine, Paolo Gomarasca, La forma morale
dell'essere. La poiesi del bene come destino della metafisica, Milano, Angeli,
F.Paoli, Antonio Rosmini, Virtù quotidiane, Verona, Edizioni Fede &
Cultura, Maurizio De Paoli, Maestro e
profeta, Milano, Edizioni San Paolo, Piero Sapienza, Eclissi Dell'educazione?
La sfida educativa nel pensiero di Rosmini, Roma, Libreria Editrice Vaticana,
Giuseppe Goisis, Il pensiero politico di Antonio Rosmini e altri saggi fra
critica ed Evangelo, S. Pietro in Cariano, Gabrielli, Comunità di San Leolino,
Una profezia per la Chiesa. Verso il Vaticano II, Panzano in Chianti, Edizioni
Feeria-Comunità di San Leolino Umberto Muratore, Rosmini per il Risorgimento.
Tra unità e federalismo, Stresa, Edizioni Rosmininane Sodalitas,. C.Bergamaschi,
Antonio Rosmini. La perfezione della vita cristiana, Stresa, Rosminiane
Sodalitas,. Luciano Malusa, Antonio Rosmini per l'unità d'Italia. Tra
aspirazione nazionale e fede cristiana, Milano, FrancoAngeli,. Domenico
Fisichella, Il caso Rosmini. Cattolicesimo, nazione, federalismo, Roma, Carocci);
U. Muratore, Apologia della fedeltà. In difesa dei valori etici e spirituali,
Stresa, Rosminiane Sodalitas,. Luciano Malusa, Stefania Zanardi, Le lettere di
Antonio Rosmini-Serbati, un "cantiere" per lo studioso. Introduzione
all'epistolario rosminiano, Venezia, Marsilio Editore,. Stefania Zanardi, La
filosofia di Antonio Rosmini di fronte alla Congregazione dell'Indice Milano,
FrancoAngeli. Treccani Dizionario di storia, Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Crusca, Antonio Francesco Davide Ambrogio Rosmini Serbati. Antonio
Rosmini. Rosmini. Serbati. Keywords: gl’agiati. Refs.: Luigi Speranza, “Rosmini
e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51658456610/in/photolist-2mPqEYR-2mPvmTf-2mGRYwQ-2mGT6p1
Grice e Serra – filosofia italiana – economia
filosofica – storia della economia romana – massoneria -- Luigi Speranza (Dipignano). Filosofo mercantilista. Considerato
il primo filosofo dell’economia politica in Italia, e uno dei primi in Europa.
A lui va il merito di avere composto per primo un trattato scientifico, seppure
non sistematico, sui principi e sulla politica economica. Poco si conosce della
sua vita: laureato probabilmente in utroque, imprigionato nelle carceri della
Vicarìa di Napoli forse a causa della sua partecipazione al complotto
architettato da Campanella per liberare la Calabria ma più probabilmente dietro
accusa di falso monetario. Mentre e in carcere compose “Breve trattato
delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono
miniere” e lo dedica al vice-ré di cui spera l'aiuto. Riusce a farsi ricevere
dal nuovo viceré, III duca d’Osuna, per proporgli un programma di riforme utili
al Regno. L’incontro fu infruttuoso e e ri-mandato nelle carceri della Vicarìa,
dove probabilmente muore. Essendo molto gravi le condizioni finanziarie del
Regno di Napoli -- esausto il tesoro pubblico e l'onere del fisco già così
gravoso da indurre molti a lasciare la città per sottrarvisi -- M. Santis propone
di limitare l'esportazione della moneta e di abbassare i tassi di cambio con le
piazze estere. La polemica con Santis è alla base della proposta di Serra. Dimostra
con esempi tratti dalla antica storia romana l'inutilità e anzi il danno di questi presunti
rimedi. Da ciò trae occasione per spiegare la vera causa della prosperità della
nazione italiana. Analizza la causa della scarsità di moneta nel Regno di
Napoli e il fattore che puo invertire questa tendenza economica. Il primo ad
analizzare e comprendere appieno il concetto di bilancia commerciale incluso il
bene di servizio e il bene del movimento di capitale. Spiega come la scarsità
di moneta nel Regno di Napoli e causata dal deficit della bilancia dei
pagamenti. Utilizzando le sue scoperte e in grado di respingere l'idea per cui
la scarsità di denaro e dovuta al tasso di cambio. La soluzione prospettata al
problema e indicata nella promozione attiva delle esportazioni. Serra segna il
distacco dalla concezione moralistiche scolastica per passare ad una spiegazione
laica ed è assolutamente innovativa per l'epoca tanto che Croce la define
lampada di vita. E F. Galiani a scoprirlo, tessendone un elogio in una nota del
suo celebre trattato Della Moneta. Chiunque legge questo trattato, scrive, resta
sicuramente sorpreso ed ammirato in vedere quanto in un secolo di totale
ignoranza dell’economia filosofica ha Serra chiare e giuste le idee della
materia di cui scrisse e quanto sanamente giudicasse delle cause de nostri mali
e de soli rimedi efficaci. Galiani paragona Serra a Melon e a Locke, considerandolo
superiore per avere vissuto molti anni prima in un'epoca di ignoranza dell’economia
filosofica. Egli, che in vita era stato del tutto trascurato e per
secoli, tranne appunto quell'elogio di Galiani, completamente dimenticato, dopo
molto tempo è stato finalmente riscoperto. L. Addante, Cosenza e i cosentini:
un volo lungo tre millenni, Rubbettino, F. Martelloni, Regno di Napoli e Terra
d'Otranto, Aspetti economici e sociali di una crisi, in C. Perrotta, La scienza
è una curiosità. Scritti in onore di U. Cerroni, Manni, R. Benini, B. Croce,
Storia del Regno di Napoli, Laterza. Avendo ottenuto di parlare al vice-ré duca
d’Ossuna per comunicargli cose utili allo stato, e udito, presenti i
consiglieri, ma, giudicandosi che avesse detto ciarle e chiacchiere senz'altro
concludere, e ri-mandato al suo carcere. O. Parise, Vita e pensiero del primo
economista moderno, Ecra, Destefanis, Illuministi
Italiani, F. Galiani, Milano-Napoli, F. Galiani, Della moneta, Napoli, F. Salfi,
Elogio, primo filosofo di economia civile, in L. Addante, Patriottismo e
libertà. L'Elogio di F. Salfi, Cosenza, P. Custodi. Scrittori classici italiani
di economia politica, Milano, G. Pecchio, Storia della economia pubblica in
Italia, Lugano, Narrazioni tratte dai giornali del governo di P. Girone duca
d'Ossuna vice-ré di Napoli scritti da F. Zazzera, Archivio storico italiano, G.
Savarese, Trattato di economia politica, Napoli, F. Ferrara, Prefazione, in
Trattati italiani, Torino, L. Bianchini, Della scienza del ben vivere sociale e
della economia pubblica e degli Stati, Napoli, D. Andreotti, Storia dei
cosentini, Napoli, L. Accattatis, Le
biografie degli uomini illustri delle Calabrie, Cosenza; T. Fornari, Studii (Pavia);
L. Amabile, T. Campanella. La sua congiura, i suoi processi e la sua pazzia”
(Napoli); A. Marco, Teorie economiche, Memorie del R. Istituto lombardo di
scienze e lettere, classe di lettere e scienze storiche e morali, R. Benini,
Sulle dottrine economiche, Appunti critici, in Giornale degli economisti, Economisti, A. Graziani, Bari, G. Arias, Il
pensiero economico di Antonio Serra, in Politica, B. Croce, “Storia del Regno
di Napoli” (Bari); Economisti napoletani, G. Tagliacozzo, Bologna, L. Einaudi,
Saggi bibliografici e storici intorno alle dottrine economiche, Roma, J. Schumpeter,
Storia dell'analisi economica, Torino, L. Rosa, I critici, Atti del Congresso storico calabrese,
Napoli, G. Galasso, Economia e società nella Calabria” (Guida); O. Nuccio, Rivista
storica del Mezzogiorno, R. Colapietra, Introduzione, in Problemi monetari
negli economisti filosofici napoletani, R. Colapietra, Roma A. Aquino, L’approccio
monetario all'analisi della bilancia dei pagamenti, in Studi economici, R. Colapietra, Genovesi in Calabria, Rivista
storica calabrese, Manoscritti napoletani di P. Doria, GGalatina, T. Toscano, La disputa sui cambi esteri del
Regno di Napoli, Rivista di politica economica, C. Rije, ed. anast., Napoli, S. Ricossa, Cento
trame di classici dell’economia, Milano, O. Nuccio, Il pensiero economico
italiano, Sassari, Il Mezzogiorno agli inizi del Seicento, L. De Rosa,
Roma-Bari, Alle origini del pensiero economico in Italia, I, Moneta e sviluppo
negli economisti napoletani, A. Roncaglia, Bologna, E. Zagari, Moneta e
sviluppo, A. Rosselli, La teoria dei cambi,
A. Landolfi, D. Luciano, V. Valentia, A. Placanica, Storia della
Calabria (Roma); A. Roncaglia, Rivista italiana degli economisti, L. Addante,
Repubblicanesimo e mito di Venezia, Istituzioni e sviluppo economico, A.
Roncaglia, La ricchezza delle idee: storia del pensiero
economico, Roma-Bari, E. Grilli, Visto da Grilli, Roma, R. Villari,
Politica barocca. Inquietudini, mutamento e prudenza, Roma); A. Roncaglia, Serra,
in Il contributo italiano alla storia del pensiero. Economia, Roma, R. Villari, Un sogno di libertà. Napoli nel declino
di un impero, Milano; O. Parise, Vita e pensiero del primo economista moderno,
Roma; L. Addante, La politica del Breve trattato (Soveria Mannelli). Mercantilismo
Storia del pensiero economico. Treccani Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Il contributo italiano alla storia del
Pensiero: Economia. Antonio Serra. Serra. Keywords: massoneria, circolazione
degl’idee massoniche, mito di Venezia, economia romana, Machiaveli,
mercantilismo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Serra” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732951347/in/datetaken/
Grice e Settala – i problemi sessuali
d’Aristotele: desiderio e piacere -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Milano). Filosofo. Profisico. Figlio di
Francesco e Giulia. Studia a Brera e Pavia. Insegna a Milano. Si prodigò in
occasione della famosa peste dei I promessi sposi. Manzoni lo nomina una prima
volta quando parla del figlio, Senatore
Settala, medico, membro, insieme a A. Tadino del tribunale della sanità ai
tempi della vicenda di Renzo e Lucia; e tra i primi ad accorgersi che la strana
malattia che si diffonde nella zona lecchese, e la peste. Saggi: “In librum
Hippocratis Coi de aeribus, aquis, [et] locis, commentarii V. Appositus est
Graecus Hippocratis contextus ope antiquorum exemplarium, restitutus et emendatus
cum indice rerum et verborum locupletissimo una cum nova eiusdem in Latinum
versione” (Colonia: Ciotti); “Problemata di Aristotele” (“Commentariorum in
Aristotelis problemata” -- septem primas sectiones – secundam heptadem --
continens, ab eodem Latine facta”) (Francoforte sul Meno: Wecheli, Marnio,
Aubri); “Animaduersionum et cautionum
medicarum libri septem quorum materiam sequens pagina indicabit” (Milano, Bidell);
“De peste et pestiferis affectibus libri quinque (Milano, Bidell); “De ratione
instituendae et gubernandae familiae libri quinque” (Milano, Bidell); “Della
ragion di stato” (Milano: Bidelli); “Cura locale de' tumori pestilentiali, che
sono il bubone, l'antrace, o carboncolo, ed i furoncoli contenente tutto quello
che si ha da fare esteriormente nellquesti mali tolta dal libro della cura
della peste” (Milano, Bidelli); “Preseruatione dalla peste” (Brescia: Fontana);
“Anti-rotario romano con l'aggionta dell'elettione de semplice e prattica delle
compositioni e di due trattati, vno della teriaca romana, l'altro della teriaca
egittia aggiontoui in questa vltima impressione auertenze e osseruationi
appartenenti alla compositione de medicamenti” (Milano: Bidelli); “Auertenze,
et osseruationi appartenenti al curar le ferrite” (Milano: Cardi); “Compendio
per curare ogni sorte de tumori esterni et cutanee turpitudini, raccolto da osseruationi
fisice, & chirurgice” (Milano: Monza); Statistica medica di Milano Milano,
Guglielmini e Redaelli, Belloni, C. Borromeo e la Storia della Medicina, in San
Carlo e il suo tempo: convegno, Milano). Edizioni di Storia e Letteratura, Bartolomeo Corte, Notizie istoriche intorno a
medici scrittori milanesi, Milano, Filippo Argelati, Bibliotheca scriptorum
mediolanensium seu acta, et elogia virorum omnigena eruditione illustrium, qui
in metropoli Insubriae, oppidisque circumjacentibus orti sunt, Mediolani, Paolo
Sangiorgio, Cenni storici sulle due Pavia e di Milano e notizie intorno ai più
celebri medici, chirurghi e speziali di Milano dal ritorno delle scienze sino
all’anno. Opera postuma, F. Longhena, Milano, Salvatore De Renzi, Storia della
medicina italiana, Napoli, E. Ferrario, Intorno alla vita ed alle opere mediche
Cenni, Milano, P. Capparoni, Profili
biobibliografici di medici e naturalisti celebri italiani, Roma, Cava, La peste
di S. Carlo. Note storico mediche sulla peste, Milano, Ricerche Firenze Ferro,
La peste nella cultura lombarda, Milano, G. Cosmacini, Il medico e il cardinale,
Milano. G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Firenze, Molini, L. Facchin, Ludovico Settala: un intellettuale
barocco fra scienza e arte Treccani Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Mellerio,
Ludovico Settala, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, openMLOL, Horizons Unlimited srl. Patricio
Milanese. Ludovicus Septalius. Ludovico Settala. Settala. Keywords: ragion di
stato. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Settala” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690979997/in/photolist-2mKKMt4
Grice e Severino – oltre il linguaggio,
oltre l’aporia di Parmenide – filosofia italiana – Luigi Speranza (Brescia). Filosofo. Intende collocarsi oltre ogni filosofia permeata dal nichilismo. Figlio
di un militare originario di Mineo e una bresciana di Bovegno in alta Val
Trompia, si laurea a Pavia come alunno
dell'Almo Collegio Borromeo, discutendo una tesi su metafisica, sotto la
supervisione di Bontadini. Insegna a Milano e Venezia, uno dei Lincei. Critica sia
il capitalismo sia il comunismo, fonti della vita inautentica in quanto
espressioni di dominio della tecnica, come d'altronde il fascismo, ma anche la
sinistra in quanto non è più social-democrazia, rilasciando anche dichiarazioni
sul suo punto di vista sul passato e sull'avvenire dell'Italia. Le spiegazioni
della crisi del nostro tempo rimangono molto in superficie anche quando
vogliono andare in profondità. Il fenomeno di fondo, che non viene
adeguatamente affrontato, è l'abbandono, nel mondo, dei valori della tradizione
occidentale; e questo mentre le forme della modernità dell'Occidente si
sono affermate dovunque. Un abbandono che si porta via ogni forma di assolutoe
innanzitutto Dio. Muore, dicevo, ogni forma di assolutezza e di assolutismo,
dunque anche quella forma di assoluto che è lo stato, che detiene il monopolio
legittimo della violenza. Questo grande turbine che si porta via tutte le forme
della tradizione è guidato dalla tecnica ed è irresistibile nella misura in cui
ascolta la voce che proviene dal sottosuolo del pensiero filosofico del nostro
tempo. Il turbine travolge anche le strutture statuali. Investe innanzitutto le
forme più deboli di stato. La trasformazione epocale di cui parlo non è
indolore: il vecchio ordine non intende morire, ma è sempre più incapace di
funzionare, soprattutto in Paesi come l'Italia. E il nuovo ordine non ha ancora
preso le redini. È la fase più pericolosa (non solo per l'Italia). Criticando
"l'assolutismo religioso e comunista", oltre che tacciando la
magistratura di "ingenuità", poiché processando una classe politica a
fondo ha rivelato la contiguità anche con la criminalità organizzata, figlia
della guerra fredda e, secondo Severino, impossibile da debellare
integralmente in pochi anni senza debellare lo Stato stesso, causando notevoli
problemi. «L'Italia è uno Stato acerbo. Ha 150 anni su per giù. Ma
soprattutto ha alle proprie spalle una storia di frazionamento
politico-economico-sociale, dove si sono imposte forze che hanno avuto nel
mondo un peso ben maggiore di quello dell'Italia unita.. Sull'evasione fiscale:
Una tara storica, come prima le dicevo. L'evasione fiscale è un furto ai danni
di tutti. Se c'è da costruire una strada io devo metterci anche la parte degli
evasori. Certo, molti artigiani e piccoli imprenditori, se non evadessero,
fallirebbero. Tutti sanno queste cose. Però conosco anche tanti cattolici ai
quali molti uomini di Chiesa facevano capire che se non avessero ritenuto
"giusto" pagare le tasse dello Stato, avrebbero fatto bene a non
pagarle. Questo Papa, da buon pastore, sta cercando di cambiare le cose. Ma non
vorrei che si perdesse di vista che la "corruzione" di fondo è
l'"evasione" del mondo dal passato dell'Occidente. Oltre alle citate
critiche, Heidegger parlando con Fabro a Roma ebbe a dire a proposito di
"Ritornare a Parmenide" di Severino: Ha immobilizzato il mio Dasein. Già
da molto prima prima, alcuni appunti di lavoro heideggeriani testimoniano come
Heidegger seguisse Severino (da uno
studio di Alfieri e Herrmann). -- è
stato criticato do Odifreddi, in risposta a un giudizio critico su un'opera di
Odifreddi, ovvero l'introduzione scritta all’ABC della relatività di Russell,
dove venivano citati alcuni filosofi (tra cui Severino e Croce) in maniera non
congrua e "alla rinfusal Odifreddi l’ accusa invece di non considerare
l'importanza della scienza (come già fecero i neoidealisti, come Croce e
Gentile), a differenza di filosofi che studiano a fondo alcune teorie. Nel
dialogo con A. Chiara, Oltre l'uomo e oltre Dio, la filosofia della necessità
si contrappone alla filosofia della libertà. Fa spesso riferimento a
pensatori come Velia, Leopardi, e
Gentile. Leopardi e Gentile sono all'apice della follia del nichilismo. Considera
Leopardi e Gentile come i due più grandi geni che hanno portato all'estremo la
concezione del mulla ovvero l'entrare e l'uscire degli enti dal nulla. Affronta
il problema dell'essere. Tutte le filosofie costituitesi precedentemente sono
caratterizzate da un errore di fondo: la fede del divenire. Sin
dagli antichi, infatti, un ente (ovvero un qualcosa che è) e considerato come
proveniente dal nulla, dotato di esistenza e successivamente ritornante nel
nulla. Rifacendosi a Velia, è
stato definito come un neo-veliano, di cui sarebbe l'unico esponente, peraltro
criticato in senso anti-metafisico da G. Sasso e M. Visentin, i quali
sostengono, rovesciando la sua tesi, come, contrariamente all'opinione diffusa,
in Velia esista invece un deciso rifiuto della metafisica.. Riflettendo
sull'opposizione assoluta tra essere e non-essere, dato che tra i due termini
non vi è nulla in comune, ritiene evidente che l'essere non può non rimanere
costantemente uguale a se stesso, evitando di rimanere alterato dall'altro da
sé. Anzi, essendo l'essere la totalità di ciò che esiste, non può esserci altro
al di fuori di esso dotato di esistenza (Severino rifiuta, quindi, il concetto
di differenza ontologica così come è stato avanzato da Heidegger). Per
Severino, quindi, tutta la storia della filosofia occidentale è
basata sull'errata convinzione che l'essere possa diventare un nulla, sebbene
alcuni filosofi tentano di negare tale assunto. Ma, mentre Velia tenta di
risolvere il conflitto tra il divenire e l'immutabilità dell'essere affermando
l'illusorietà del divenire (negando l'esistenza delle cose del mondo e cadendo
quindi in un'aporia), sceglie una via differente, portandolo a delle tesi
estreme. Dato che l'essere è, e non può mai diventare un nulla, ogni
essente è eterno. Ogni cosa, ogni pensiero, ogni attimo e eterno. Il di-venire
non può, quindi, che rappresentare l'apparire degli eterni stati dell'essere,
così come i fotogrammi di una pellicola si susseguono sino a formare lo
svolgimento completo di un film. Gl’essenti entrano ed escono del cerchio
dell'apparire. Quando un essente esce dal cerchio dell'apparire, non diviene un
nulla, ma si sottrae semplicemente all’inter-soggetivo. Dunque, l’essente esiste
anche quando scompaie ovvero non si perceive. Vedere senza vedere, dice
Sperduto in una tragicommedia. Afferma che il di-venire dell’essente è come lo
scorrere dell’essente sulla superficie di uno specchio. L’essente, infatti,
esiste prima di entrare nel campo inter-soggetivo
dello specchio e ovviamente continua ad esistere anche dopo esserne uscite. Il
di-venire e l’ immagine inter-soggetiva dell’essere. Questo si estende anche a ogni
essente che nel divenire si manifesta. La dimostrazione dell'eternità di
tutti gli essenti, si basa sostanzialmente sul principio di non contraddizione,
ma non nella versione che ne dà Aristotele nel De Interpretatione. In essa anzi
il discorso del tramonto del senso dell'essere trova la sua formulazione più
rigorosa e più esplicita. Bisogna invece ritornare a Velia correggerne l'esito
aporetico, dimostrando che l'evidenza fenomenica non è in contrasto col
principio di non contraddizione, ma scoprendo anche che il divenire così come
uscire dal nulla e ritornare nel nulla, non appare affatto, non è affatto
evidente. Di qui si potrà proseguire su una via -- quella indicata da Velia, il
sentiero del giorno. Consideriamo la proposizione di Velia -- è infatti
l'essere, il nulla non è. Tale proposizione esprime l'opposizione assoluta
tra i "essente" e "non essente". Pertanto ogni essente, in
quanto ent-e, è assolutamente opposto al nulla e non ci può essere uno stato in
cui un ente non sia, come pensa invece il principio di non contraddizione
aristotelico -- è necessario che l'essente sia, quando è, e che il non-essente
non sia, quando non è". Quest'enunciato esprime il pensiero di una
condizione, in cui l'essente è nulla, in cui essere=nulla. Questa impossibile
ed impensabile contraddizione costituisce una follia essenziale. Infatti il
pensiero occidentale pensa sì, consapevolmente, l'essente come essere, ma insieme
come di-veniente, cioè che esca dal nulla e ritorni nel nulla. Ad esso sfugge
invece che ciò equivale a pensare l'ente come nulla; e questo è il nichilismo
più proprio, la follia che si annida nell'inconscio della filosofia. L’essere
non è un ente tra gli enti. Esso rappresenta piuttosto l'apparire ontologico
degli enti, e per questo motivo viene definito un transcendens rispetto
all'ente. Rigetta questa concezione. Afferma che la totalità dell'essere è
costituita dalla totalità degli enti. La vera differenza ontologica è quindi
quella che si costituisce tra l'essere (l'ente) diveniente e quello
immutabile. L'essere che appare e scompare non è lo stesso essere
immutabile, ma è anch'esso eterno. Entrambi esistono, ma in differenti
dimensioni. L'essere come fondamento è una struttura eterna e non soggetta ad
alcun mutamento. Tutto è avvolto (fino alla morte) dal nichilismo Un po'
tutti i filosofi che l'hanno avuto sottomano hanno inteso il nichilismo come
allontanamento dalla verità, e l'hanno dunque declinato a seconda dell'idea di
verità a cui stavano pensando. Nella prospettiva severiniana dell'eternità di
tutte le cose, il nichilismo è dunque il credere che le cose siano mortali,
ovvero che l'essere possa non essere,ed uscire e rientrare nel nulla, ovvero
credere nel di-venire delle cose. Credere infatti che le cose escano dal nulla
e vi ritornino equivale ad identificare l'essere con il nulla: quindi si parla
di pura "follia". Al di fuori della follia appare l'eternità di ogni
cosa e di ogni evento. Al di fuori del nichilismo il sopraggiungere dell'ente è
il comparire o lo sparire dell'eterno. Il divenire dell'essere è un'opinione
senza verità. L'Occidente non domina il mondo casualmente o perché ha una
possibilità offensiva superiore; ma, al contrario, ha una possibilità offensiva
superiore perché domina il mondo che crede nelle sue stesse imprescindibili
idee guida (scienza, potenza, tecnica, salvezza, ecc.) e quindi in una cultura
che ritiene più avanzatae dove dunque l'avanzamento non è una virtù morale, ma
la capacità di capire e fare più cose per sopravvivere all'imprevedibilità
dell'esistenza. Ritiene che la filosofia abbia sempre cercato riparo contro il
terrore che scaturisce dall'imprevedibilità dell'esistenza perché innanzitutto
si è sempre creduto nell'evidenza del divenire degli enti, del loro uscire dal
nulla e rientrarvi. Anche le grandi forme di epistème che tendono a dare un
ordine ed una configurazione prestabiliti all'esistenza, si muovono sullo
stesso terreno. L'intera storia dell'Occidente è quindi storia del
nichilismo. La radicale distruzione dell'epistème operata da parte della
filosofia e la rapida ascesa della scienz ai vertici del sapere sono
conseguenze inevitabili di questa forma di pensiero (la civiltà della tecnica
è, infatti, la forma estrema di volontà di potenza). Tutto ciò che appare
appare in maniera necessaria ed il progressivo manifestarsi degli eterni non
segue, quindi, una sequenza casuale. Ciò significa che la libertà dell'uomo non
esiste, ma appare all'interno di quell'essente (anch'esso eterno) che è il
nichilismo. Ed è proprio all'interno dell'Occidente che appare il
"mortale" come noi lo conosciamo. Ma l'Occidente è destinato al
tramonto, per fare spazio al destino della verità, la verità che testimonia la
follia della fede nel divenire. Solo all'interno del destino della verità la
morte acquista un significato inaudito: in realtà la morte è la persuasione
dell'assentarsi dell'eterno. Da quanto detto precedentemente appare
chiaro come non ci sia posto per il Dio comunemente inteso. Nel corso della
storia della filosofia, l'affermazione
dell'esistenza di qualcosa di immutabile (tra cui Dio in tutti i diversi modi
nei quali filosofia e religione lo hanno concepito) è sempre stata fatta
partendo dal presupposto che il di-venire non significhi necessariamente la
nascita dal nulla e il tornare nel nulla delle cose che in esso si presentano.
Quest'affermazione è, inoltre, sempre avvenuta con l'intento di risolvere le
varie contraddizioni che quel presupposto implica e di inventare un rimedio per
l'angoscia che il pensiero dell'annientamento provoca. Questo genere di
immutabilità è, quindi, di segno diverso da quella che compete agli enti sulla
base dell'impossibilità assoluta che qualcosa si annulli. Per questo motivo è
impossibile che esista un Dio. A maggior ragione è impossibile che esista un
dio dotato della capacità di creare gli enti dal nulla e di mantenerli in
esistenza grazie alla sua libera volontà (altrettanto libero potrebbe essere,
per Dio, l'annichilimento"diverso dal concetto fisico di annichilazione -,
e cioè la volontà di far cessare la durata della loro esistenza per farli
ritornare nel nulla). Essendo ogni ente eterno, non può esserci né
creazione né annientamento, e quindi neanche un Dio comunemente inteso. Alla
luce del destino della verità, ogni ente, anche il più insignificante, acquista
un significato inaudito. L'uomo si porta quindi radicalmente al di là del super-uomo
e della volontà di potenza. L’uomo è un super-dio, ben più grande del Dio della
tradizione religiosa. L'inconciliabilità fra la dottrina dell'Essere e il
Tomismo è stata sostenuta da C. Fabro. Barzaghi, con cui ha più volte dialogato
pubblicamente, ha mostrato la possibilità di utilizzare le intuizioni sull'eternità dell'essente proprio per
affermare l'esistenza di Dio e ricondurre il pensiero del filosofo all'alveo
cristiano da cui si è staccato (entrambi sono stati alunni, all'Università
Cattolica, del filosofo cattolico e apologeta G. Bontadini). Pur non rivedendo
pubblicamente il suo punto di vista sull'esistenza di Dio, apprezza ed elogia
la proposta di Barzaghi. Con “La Gloria” giunge, tra le altre cose, alla
dimostrazione necessaria dell'esistenza degli "altri". Quando
Cartesio infatti scopre che la carta vincente della scienza è la conferma delle
ipotesi da parte dell'esperienza, e cioè da parte della presenza certa a me da
parte delle cose, si apre il problema della fondazione dell'esistenza appunto
di altre dimensioni che come la mia accolgono l'accadere del mondo, ma che a
differenza della mia non sono apparenti, non sono cioè da me visibili. I
fallimenti dei tentativi di soluzione a tale problema (eminentemente proposti
ad opera della fenomenologia, sì che questo problema fu certamente uno dei più
cogenti all'interno del discorso filosofico di Husserl), a cominciare da quello
di Cartesio, si determineranno essenzialmente per l'assenza del senso autentico
dell'essente e del senso dell'oltrepassamento. L'oltrepassamento dell'attualità
nella costellazione infinita di cerchi finiti dell'apparire del destino è
necessità dell'esistenza di un altro apparire finito, diverso da quello
attuale. Nella Gloria, perviene alla fondazione del senso autentico
dell'oltrepassamento, dopo aver stabilito nelle opere precedenti che il
divenire autentico (cioè non nichilistico) non è il crearsi e l'annullarsi
dell'essente, ma il comparire e lo sparire di ciò che è eterno. Ma è in
questa sede innanzitutto fondamentale precisare, a partire da considerazioni
svolte dallo stesso Severino in Destino della Necessità (che le cose della
"terra" (termine con il quale Severino designa la dimensione degli
essenti che via via appaionoe che, per contro, il nichilismo pensa come
fuoriuscenti dal nulla ed al nulla ritornanti) "incominciano" ad
apparire (il loro apparire esce cioè dall'ombra del non-apparire ed entra nel
cerchio dell'apparire). Con "cerchio dell'apparire" si intende, qui,
la totalità degli enti che appaiono: è, cioè, l'apparire in quanto ha come
contenuto tutto ciò che appare (ossia è l'apparire "trascendentale");
l'apparire delle cose della terra, quell'apparire incominciante di cui sopra,
è, perciò, la relazione tra il cerchio dell'apparire (l'apparire
trascendentale) e una parte del suo contenuto. È altrettanto fondamentale
precisare che l'incominciare della terra (a sua volta eterna), non aggiunge
alcunché al tutto eterno che è, con Velia, appunto, “non incompiuto” (ouk
ateleuteton), “non manchevole” (oulon achineton). Anche l'incominciante
apparire, difatti, è eterno: il suo incominciare è il suo entrare nel cerchio
dell'apparire. Entrandovi, naturalmente, apparema questo apparire dell'entrare
è lo stesso entrare, ossia è quello stesso di cui si dice che, eterno, entra nel
cerchio dell'apparire. E, così come ogni ente, anche l'appartenenza della terra
al cerchio dell'apparire è eterna. L'eterna appartenenza al cerchio
dell'apparire entra nel cerchio eterno dell'apparire. Entrandovi, appare, e
quest'ultimo apparire è lo stesso apparire incominciante in cui consiste
l'incominciante appartenenza della terra al cerchio dell'apparire. L'apparire
incominciante è cioè apparire di sé stesso (e di tutte le altre cose che
incominciano ad apparire), ed è questa autoriflessione dell'apparire
incominciante ciò che entra nel cerchio dell'apparire e incomincia a far parte
del contenuto di questo cerchio. Ma ogni essente che incomincia ad
apparire (ogni oltrepassante) è destinato ad essere oltrepassato: diventerebbe,
altrimenti, condizione indispensabile dell'apparire degli essenti e quindi
originarietà che sarebbe dovuta apparire già da sempre. Un oltrepassante che
sia non oltrepassabile è impossibile, perché altrimenti esso dovrebbe iniziare
ad appartenere allo sfondo (e intende,
con questo termine, quel complesso di significati, o costanti persintattiche costanti
sintattiche di ogni significato –, senza i quali non apparirebbe nulla, motivo
per cui non possono non essere sempre presenti. Tra questi ad esempio vi sono i
significati esseree e nulla. Inoltre, la serie progressiva degli essenti che
via via appaiono è necessariamente finita; infatti, se in direzione del passato
fosse estensibile all'infinito, ci vorrebbe un percorso infinito, e quindi mai
concluso, per giungere al momento attuale. C'è quindi un primo passo compiuto
dalla terra. La totalità attuale di ciò che è destinato ad apparire è,
per quanto sopra esposto, necessariamente oltrepassata. Ma in che senso?
Essa non è, difatti, oltrepassata dall'apparire infinitogiacché l'apparire
infinito (l'infinito oltrepassarsi da parte delle forme proprie dell'apparire
finitodove la Gloria è proprio questo infinito dispiegarsi) non è un
oltrepassamento incominciante, ma è l'oltrepassamento già da sempre ed
eternamente compiuto della totalità del finito. La totalità attuale
dell'incominciante è, dunque, necessariamente oltrepassata da un
incomincianteil quale non può apparire attualmente, ma è tuttavia necessario
che appaia (in quanto l'incominciare è incominciare ad apparire), e che quindi
è necessario che appaia sopraggiungendo in un cerchio diverso, altro, dal
cerchio originario dell'apparire. La totalità simpliciter degli
essenti-che-sono-degli-oltrepassanti (la totalità dell'oltrepassante, cioè, che
include come parte la totalità attuale dell'oltrepassante) non può essere a sua
volta oltrepassata, perché ciò che la oltrepasserebbe sarebbe un oltrepassante
non incluso nella totalità dell'oltrepassante; e se l'oltrepassante (cioè
l'incominciante) che oltrepassa la totalità degli oltrepassanti non fosse a sua
volta oltrepassato, esso sarebbe quel contenuto impossibile che è, appunto (per
quanto sopra esposto), l'incominciante non-oltrepassabile. Poiché la
terra oltrepassa anche l'attualità dell'apparire del cerchio originario, sopraggiungendo
in un cerchio diverso, il contenuto incominciante che appare nel cerchio
originario dell'apparire attuale, è oltrepassato (infinitamente) in due
direzioni: (a) In quanto contenuto incominciante, esso è oltrepassato
lungo il dispiegamento infinito del contenuto attuale del cerchio originario
(o, per utilizzare il suo lessico, lungo la Gloria del dispiegamento infinito
della terra che si inoltra nel cerchio originario). Ma non è in quanto tale
contenuto è attuale che esso viene oltrepassato lungo il dispiegamento infinito
del contenuto attuale. (b) In quanto contenuto attuale (in quanto, cioè,
alla sua attualità) il contenuto incominciante è oltrepassato invece in un
altro cerchioe in un'infinità di altri cerchi dell'apparire.
L'oltrepassante-incominciante, qui, entra nell'apparire non attuale. Anche
questa seconda direzione dell'oltrepassamento è un dispiegamento infinito nella
Gloria, ma, appunto, nella gloria che consiste nell'infinito sopraggiungere,
nel cerchio originario, della costellazione infinita degli altri cerchi. La
gloria è l'unità di queste due dimensioni. La dimensione dell'essente, che
incomincia cioè ad apparire nel cerchio originario, è necessariamente
oltrepassata da un'altra dimensione dell'essente (perché l'incominciante non
può incominciare ad appartenere all'essenza dello Sfondo, non incominciante e
non tramontante, del cerchio originario); ma anche l'attualità dell'essente che
incomincia ad apparireossia anche l'apparire (che, in quanto tale, è apparire
attuale) dell'essente che incomincia ad apparireincomincia ad apparire, sì che
(per lo stesso motivo) è necessariamente oltrepassata in un altro cerchio
dell'apparire; e anche la sintesi tra l'attualità del cerchio originario e
l'attualità in sé dell'altro cerchio incomincia ad apparire nel cerchio
originario, quando in esso incomincia ad apparire ciò che ne oltrepassa
l'attualità; e dunque (per lo stesso motivo) tale sintesi è oltrepassata in un
terzo cerchio (e, cioè, l'attualità in sé dell'altro cerchio non è oltrepassata
solo nel cerchio originario, ma necessariamente in un terzo cerchio)e così
all'infinito. In definitiva, l'oltrepassamento dell'attualità di un
cerchio non avviene solo lungo la dimensione "verticale" del singolo
cerchio, ma anche lungoquella "orizzontale" della costellazione di
cerchi del Destino. L'oltrepassamento hegeliano, invece, conserva
"idealmente", cioè astrattamente, ciò che oltrepassa, e non
realmente, determinandone la distruzione. In un contesto siffatto è fondata
l'impossibilità dell'esistenza degli "altri", perché l'altro, che è
il mio oltrepassante, determinerebbe il mio superamento, e mi consegnerebbe ad
una dimensione puramente ideale. Infatti nel sistema hegeliano l'esistenza
degli altri significa l'esistenza di soggetti empirici, sensibili, che è quindi
comunque interna all'esistenza produttiva dell'unico io. Il nichilismo è un
essente che incomincia ad apparire, ed è quindi destinato ad essere
oltrepassato. L'essente che oltrepassa il nichilismo è l'essente che porta al
tramonto l'isolamento del senso delle cose dalla verità. Il nichilismo è,
infatti, pensare e vivere le cose come nulla in quanto delle cose non appare il
legame alla struttura originaria della verità, e quindi non appare l'eternità.
L'essente, o la dimensione di essenti, che porta al tramonto l'isolamento del
senso delle cose dalla verità è la gloria (cioè la manifestazione) della verità
stessa. L'ampiezza dell'isolamento non coinvolge solo il legame tra i singoli
essenti e la verità, ma anche il legame tra gli infiniti cerchi dell'apparire,
il loro passato e il futuro del percorso che la terra è destinata a compiere in
essi. Nella Gloria non si è Dio, perché Dio crea ed annienta le cose anche e
soprattutto quando ama; e dunque appartiene al regno dell'errore perché l'amore
è volontà e la volontà è voler alterare il senso proprio ed eterno, cancellarne
l'identità. Dio è, quindi, infinitamente meno della più umbratile tra le cose
vere. Tutto è oltre Dioe oltre ogni forma di mortalità, compresa la vita umana
come credenza nel poter creare e annientare gli essenti. Opere: “La
struttura originaria” (Brescia, La Scuola; Nuova ediz. riveduta, Introduzione
del Milano, Adelphi); “Fichte” (Brescia, La Scuola, poi in Fondamento della
contraddizione, Milano, Adelphi, Filosofia
della prassi, Milano, Vita e Pensiero, Milano,
Adelphi, “Ritornare a Parmenide” in «Rivista di filosofia neoscolastica», poi
in Essenza del nichilismo, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Ritornare a
Parmenide. Poscritto, in «Rivista di filosofia neoscolastica», poi in Essenza
del nichilismo, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Essenza del nichilismo.
Saggi, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Gli abitatori del tempo. Cristianesimo,
marxismo, tecnica (Roma, Armando,
Téchne); “Le radici della violenza” (Milano, Rusconi, IMilano, Rizzoli);
“Legge e caso, Piccola Biblioteca Milano, Adelphi,); “Destino della necessità.
Κατὰ τὸ χρεών, Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi); “A Cesare e a Dio” (Milano,
Rizzoli, La strada, Milano, Rizzoli); “La filosofia antica, Milano, Rizzoli); “La
filosofia moderna, Milano, Rizzoli, “ Il parricidio mancato,Collana Saggi. Milano,
Adelphi, La filosofia contemporanea. Da Schopenhauer a Wittgenstein, Milano,
Rizzoli, Traduzione e interpretazione
dell'«Orestea» di Eschilo, Milano, Rizzoli, La tendenza fondamentale del nostro tempo, Milano,
Adelphi, “Il giogo. Alle origini della ragione: Eschilo, Biblioteca Filosofica
n.6, Milano, Adelphi); “Antologia filosofica dai Greci al nostro tempo, Milano,
Rizzoli); “La filosofia futura, Milano, Rizzoli); “Il nulla e la poesia. Alla
fine dell'età della tecnica: Leopardi, Milano, Rizzoli); “Filosofia. Lo
sviluppo storico e le fonti” (Firenze, Sansoni); “Oltre il linguaggio” (Milano,
Adelphi); “La guerra” (Milano, Rizzoli); “La bilancia” (Milano, Rizzoli); “Il
declino del capitalismo” (Milano, Rizzoli); “Sortite -- sui rimedi e la gioia”
(Milano, Rizzoli); “Metafisica” (Milano, Adelphi); “Pensieri sul Cristianesimo”
(Milano, Rizzoli); “Tautótēs, Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi, La filosofia dai Greci al nostro tempo” (Milano,
Rizzoli); “La follia dell'angelo” (Milano, Rizzoli); “Leopardi -- Cosa arcana e
stupenda” (Milano, Rizzoli); “La tecnica” (Milano, Rizzoli); “La buona fede”
(Milano, Rizzoli); “L'anello del ritorno” (Biblioteca Filosofica Milano,
Adelphi); “Crisi della tradizione occidentale” (Milano, Marinotti); “La legna e
la cenere, ovvero, dell’esistenza” (Milano, Rizzoli); “Il mio scontro con la
Chiesa” (Milano, Rizzoli); “La Gloria. ἄσσα οὐκ ἔλπονται: risoluzione di destino
della necessità (Biblioteca Filosofica, Milano, Adelphi); “Oltre l'uomo e oltre
Dio” (Genova, Melangolo, Lezioni sulla politica. I Greci e la tendenza
fondamentale del nostro tempo” (Milano, Marinotti); Tecnica e architettura” (Milano,
Cortina); Dall'Islam a Prometeo, Milano, Rizzoli); Fondamento della contraddizione,
Milano, Adelphi,. Nascere. E altri problemi della coscienza (Milano, Rizzoli, Milano, BUR,. Sull'embrione, Milano, Rizzoli, Il
muro di pietra. Sul tramonto della tradizione filosofica, Milano, Rizzoli); Ricordati
di santificare le feste” (Milano, AlboVersorio); “L'identità della follia” (Milano,
Rizzoli). “Oltrepassare” (Biblioteca Filosofica, Milano, Adelphi); Etica e
Scienza” (Milano, Editrice San Raffaele, Immortalità e destino, Milano, Rizzoli, La
buona fede. Sui fondamenti della morale, Milano, Rizzoli, Volontà, fede e
destino, D. Grossi, Milano-Udine, Mimesis); L'etica del capitalismo e lo
spirito della tecnica, e sulla pena di morte, Milano, AlboVersorio, La ragione,
la fede, Milano, AlboVersorio, L'identità del destino. Milano, Rizzoli, Il
diverso come icona del male, Torino, Bollati Boringhieri, Democrazia, tecnica, capitalismo, Brescia,
Morcelliana, Discussioni intorno al senso
della verità, Pisa, ETS, La guerra e il mortale, L. Taddio, Milano-Udine,
Mimesis. Macigni e spirito di gravità. Riflessione sullo stato attuale del
mondo, Milano, Rizzoli,. L'intima mano, Biblioteca Filosofica, Milano,
Adelphi); Volontà, destino, linguaggio. Filosofia e storia dell'Occidente, U.
Perone, Torino, Rosenberg e Sellier, Istituzioni di filosofia, Brescia, Morcelliana);
Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia, Milano, Rizzoli,; Milano, BUR,. La
bilancia. Milano, BUR, Del bello, Milano, Mimesis,, La morte e la terra, Biblioteca Filosofica
Milano, Adelphi,. Capitalismo senza futuro, Rizzoli, Milano,. Educare al
pensiero, Brescia, La Scuola,. Pòlemos, Milano, Mimesis, Intorno al senso del
nulla, Milano, Adelphi,. L'etica del capitalismo e lo spirito della tecnica. E
la pena di morte, Milano, AlboVersorio, La potenza dell'errare. Sulla storia
dell'Occidente, Milano, Rizzoli,. Il morire tra ragione e fede, Venezia,
Marcianum, Parliamo della stessa realtà? Per un dialogo tra Oriente ed
Occidente, Milano, Jaca, Sul divenire. Modena, Mucchi,. Piazza della Loggia.
Una strage politica, I. Bertoletti, Brescia, Morcelliana,. In viaggio con
Leopardi. La partita sul destino dell'uomo, Milano, Rizzoli,. Dike, Biblioteca
Filosofica, Milano, Adelphi,. Cervello, mente, anima, Brescia, Morcelliana, Storia,
Gioia, Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi, Il tramonto della politica.
Considerazioni sul futuro del mondo, Milano, Rizzoli); “L'essere e l'apparire” Brescia,
Morcelliana, Dell'essere e del possibile, cMilano, Mimesis,. Sulla verità e la morte, Milano, Rizzoli, Il
nichilismo e la terra, Milano, Mimesis, Testimoniando il destino, Biblioteca
Filosofica, Milano, Adelphi, Ontologia e
violenza. Milano, Mimesis, Aristotele, I
principi del divenire. Libro primo della Fisica (Brescia, La Scuola). Filosofo
dell'eterno. Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia, Milano, Rizzoli, Parmenideo, su la Repubblica, Scianca, Addio a Emanuele Severino: ecco chi
era il grande filosofo dell'essere, su Il Primato Nazionale, Bovegno, il filosofo cittadino onorario, su
giornaledibrescia «L'esperimento di
Barzaghi è importante e va seguito con attenzione. [...] Immerso
nell'alienazione, il cristianesimo è come una casa invisibile di cui qualcuno
dice, indicando un banco di nebbia: "Là c'è una casa". Che cosa si
riuscirebbe a vedere se la nebbia (l'alienazione) diradasse? Forse una casa. Ma
forse nulla. Nel primo caso, il cristianesimo avrebbe ancora qualcosa da dire,
e di grande» (E. Severino, Nascere. E altri problemi della coscienza
religiosa). «Rigoroso fino alla fine.
Solo un po' più triste», in Bresciaoggi, Emanuele Severino, il tributo si celebrerà a
Palazzo Loggia, in Bresciaoggi. Ecco perché la giovane Italia va in
malora", su il Fatto Quotidiano, P. Odifreddi, La scienza sotto tiro, su
la Repubblica, D. Fusaro e D. Didero, Filosofico.net. Gianluca Miligi et al.,
"Sguardo su Emanuele Severino", su filosofia.) "filosofo poetante" cf. La Guerra, occorre riconoscere che le sue posizioni,
qualunque sia il giudizio che si pensa di dover dare su di esse, non sembrano
aver avuto, perlomeno fino ad ora, un vero e proprio seguito tra coloro che si
occupano professionalmente di filosofia.» (Cfr. Mauro Visentin, Il
neoparmenidismo italiano. Le premesse storiche e filosofiche, Napoli,
Bibliopolis) Neoparmenidismo, su filosofia. Se noi potessimo mai non essere, già adesso
non saremmo. La prova più certa della nostra immortalità è il fatto che noi ora
siamo. Perché ciò dimostra che su di noi il tempo non può nulla: in quanto è
già trascorso un tempo infinito. È del tutto impensabile che qualcosa che è
esistito una volta, per un momento, con tutta la forza della realtà, dopo un
tempo infinito possa non esistere: la contraddizione è troppo grossa. Su questo
si fondano la dottrina cristiana del ritorno di tutte le cose, quella induista
della creazione del mondoche si ripete continuamente a opera di Brahma, e dogmi
analoghi di Platone e altri filosofi.» (A. Schopenhauer) D. Sperduto, Vedere senza vedere ovvero
Il crepuscolo della morte, Schena ed., Fasano di Brindisi, "Ritornare a Velia",
in Essenza del Nichilismo, Brescia, Aristotele, Liber de Interpretatione, essenza
del nichilismo, follia estrema ed estremamente nascosta: la persuasione che gli
essenti, in quanto tali, escano dal loro non essere e vi ritornino: la
persuasione che vi sia un tempo in cui l'essente (prima di essere e dopo il suo
essere) sia nulla, che il non niente sia niente: la persuasione che è il
culmine in cui si mantiene l'intera storia dell'Occidente. sDestino della necessità,
Milano, Adelphi, L'alienazione dell'Occidente. Quadrivium, Genova); “La
struttura originaria, Milano, Adelphi, Sito web Amadori F., Il libero arbitrio,
"Filosofia" Antonelli A., Verità, nichilismo, prassi. Roma, Armando, Berto
F., La dialettica della struttura originaria, Padova, Poligrafo, Crapanzano
G.E., L'immutabilità del diveniente. Roma, Gruppo Albatros Il Filo, Cusano N.,
Capire Severino. La risoluzione dell'aporetica del nulla, Milano, Mimesis
Cusano N., Emanuele Severino. Oltre il nichilismo, Brescia, Morcelliana,. Dal
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Aracne, Dal Sasso A., Creatio ex nihilo. Tra attualismo e metafisica” (Milano,
Mimesis); Giovanni B., Sul divenire. Gentile e Severino, Napoli, Scientifica,.
De Paoli M., “Furor Logicus” (Milano, Angeli); Aporia del fondamento, Napoli,
Città del Sole); Fabro C., L'alienazione Genova, Quadrivium, Goggi G., Al cuore
del destino. Milano, Mimesis Goggi, G., Vaticano. Magliulo, N., Quaestiones
disputatae, Milano-Udine, Mimesis,. Mauceri, L., La hybris originaria. M. Cacciari
Napoli-Salerno, Orthotes Editrice,. Messinese L., L'apparire del mondo. sulla
struttura originaria Milano, Mimesis, L. Messinese, Il paradiso della verità.
Pisa, ETS,. Messinese L., Stanze della metafisica. Carlini, Bontadini, Brescia,
Morcelliana,. Messinese L., Né laico, né cattolico. Severino, la Chiesa, la
filosofia, Bari, Dedalo,. Petterlini A., Brianese G. e Goggi G., Le parole
dell'Essere. Per Emanuele Severino, Milano, Mondadori, Poma P., Necessità del
divenire. Una critica a Emanuele Severino, Pisa, ETS,. Saccardi F., Metafisica
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Grice e Sforza – iustum/iussum – tra
idealismo e positivismo -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Forli). Filosofo. Direttore del Resto del Carlino. Insegna a Roma. Autore di
importanti saggi di filosofia del diritto quali Il concetto, il diritto e la giurisprudenza
naturale, Filosofia del diritto e filosofia della storia, Idee e problemi di
filosofia giuridica, ecc. Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Widar Cesarini Sforza. Sforza. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Sforza” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691577846/in/photolist-2mKToRT-2mKHdnD-2mKTyvC-2mKQdR6-2mKNRbN-2mKSjhd-2mPsUUV-2mKw3hq-2mKDwcr-ogrXod-ofU45L-noi1fT-nfGJgU
Grice e Sgalambro – della
misantropia – filosofia dell’isola di Sicilia – filosofia siciliana – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Lentini).
Filosofo. important Italian
philosopher. La sua filosofia è nichilista, definizione spesso respinta da lui
stesso, ma talvolta anche accettata, e si può piuttosto definire un'originale
sintesi tra la filosofia della vita di Schopenhauer e il materialismo e
pessimismo di Rensi, con le influenze dell'esistenzialismo sui generis di Cioran,
di alcuni temi della scolastica e della teologia empia e naturalistica di
Vanini e Mauthner. Noto anche per la collaborazione con F. Battiato. Da una
famiglia benestante (il padre era un farmacista), osserva un riserbo quasi
conventuale nella sua vita privata, fornendo tuttavia alcuni elementi
biografici nelle sue interviste o presentazioni. Dopo l'infanzia trascorsa a
Lentini, si trasferisce a Catania. S’iscrive a Catania. Dicedo di non
iscrivermi in filosofia perché la coltivavo già autonomamente. Mi piace il
diritto penale e per questo scelsi la facoltà di Giurisprudenza. Inoltre non si
trova d'accordo con la cultura filosofica dominante allora nelle accademie,
troppo legata all'idealismo di Croce e Gentile. Erano loro che occupavano tutto
lo spazio culturale. Ma io non mi ritrovo affatto in quei sistemi complessi e
completi, dove ogni cosa era già stata incasellata. Per me, filosofare e una
destructio piuttosto che una costructio. Sono uno che noto le rovine, piuttosto
che la bellezza. Questo e un po' scomodo, e non certamente accademico. Il
reddito che proveniva da un agrumeto (lasciatogli in eredità dal padre) non
basta più, così sceglie di integrarlo compilando tesi di laurea e facendo
supplenze nelle scuole. Il matrimonio è un momento, come dice Hegel, in cui la
realtà determinata entra in un individuo. Dunque il matrimonio non coincide
semplicemente con l'amore per una persona, ma con la durata. Ecco dove sta
l'essenza, quasi teologica, del matrimonio. E dichiaratamente ateo anche se
crede nella reincarnazione, come ricordato anche da Battiato, e ha avuto un
funerale religioso. Vive da solo nella sua casa catanese. Che non ci sia
niente di peggiore del mondo, non si deve dimostrare. Ripete spesso che non
possedeva titoli né lauree per i biglietti da visita e quindi come sia riuscito
a diventare un filosofo e «un mistero»
che egli stesso stenta a spiegarsi. Il suo primo contatto con un saggio
filosofica avviene quando legge “La formazione naturale nel fatto del sistema
solare” di Ardigò. Inizia a collaborare a “Prisma”. Il suo primo saggio è “Paralipomeni
all'irrazionalismo” dove, influenzato da Rensi, sviluppa un attacco
all'idealismo crociano allora in piena egemonia. S’ispira anche all'ironia di
Karl Kraus di cui ama lo stile aforistico. Se Karl Kraus avesse scritto Il
Capitale lo avrebbe fatto in tre righe. Scrive per “Incidenze”“Crepuscolo e
notte” (Messina, Mesogea), un saggio di "esistenzialismo negativo". Scrive
anche per la rivista Tempo presente. Decide di organizzare la sua filosofia in
un saggio sistematica. Manda “La morte del sole” con un biglietto di due righe
ad Adelphi. “E lì è rimasto.” “Ma siccome io sono fatto in questo modo, non ho
chiesto niente. Poi è arrivata una telefonata. Mi chiedevano di andare a
Milano, per prendere contatto con l'editore. R. Calasso mi dice che “La morte
del sole” (Milano, Adelphi) non e maturo, e marcio: ed e esattamente così. Pubblica
“Trattato dell'empietà: (Adelphi, Milano); Anatol (Adelphi, Milano), Del
pensare breve (Adelphi, Milano) Dialogo teologico (Adelphi, Milano), Dell'indifferenza
in materia di società (Adelphi, Milano), La consolazione (Adelphi, Milano), Trattato
dell'età – una lezione di metafisica (Adelphi, Milano), “De mundo pessimo”
(Adelphi, Milano); “La conoscenza del peggio” (Adelphi, Milano); “Del delitto”
(Adelphi, Milano) e “Della misantropia” (Adelphi, Milano). Viene avvicinato al nichilismo.
Talvolta ha respinto la definizione, mentre altre volte l'ha accettata, nel
senso di un nichilismo attivo e demolitore, non passivo e chiuso. Indubbiamente
questa visione è nell'intimo di me stesso. Per un nichilista le cose -- il
Papa, Mussolini, un vaso di terracotta -- si equivalgono. Questo non significa
che non si ha il senso di ciò che vale. Significa piuttosto che si prova a
romperlo come si può, per esempio con il martello del pensare. Intanto con
alcuni amici avvia una piccola attività editoriale a Catania. Nasce così la De
Martinis. All'interno di questa casa editrice, si occupa di saggistica,
pubblicando un paio di propri testi – “Dialogo sul comunismo” (Martiniis,
Catania) e “Contro la musica – sull’ethos del ascolto” (Martiniis, Catania) -- e
ristampando Vanini e di Julien Benda. Suscita polemiche una sua
intervista a F. Battistini sulla mafia, dove critica anche L. Sciascia e il
mito dell'anti-mafia militante (che tra l'altro fu criticata da Sciascia stesso.
L'immagine della Sicilia. C'è, come no? Ma cercarla in faccende di Cuffaro e di
Gabanelli è come cercare un tesoro fra le spine dei fichi d'India. Cercare che
cosa, poi? La griglia mafiosa è una gabbia. È chiaro che ha ragione la
Gabanelli e che Cuffaro vuole cancellare a suo modo la mafia, con un tratto di
parole. Ma contesto che la mafiosità sia una chiave di conoscenza. Non cambio
idea. La mafia è un concetto astratto. E gl’astratti si distruggono con la
logica, non con la polizia. La polizia può arrestare la mafia. Eliminarla, mai.
Quello che importa è la Mafia maiuscola, concetto generale e perciò
indistruttibile. La mafia in sé non mi fa venire in mente nulla. Come la
patria, i morti di Solferino. Cose vetuste. Sciascia e lo scrittore sociale, un
maestro di scuola che vuole insegnarci le buone maniere sociali. Ma rivisitarlo
oggi è come rileggere Pellico. La sua funzione si è esaurita. La mafia è
l'unica economia reale di quest'isola. Ci sono fenomeni della storia, ricchezze
che non si possono fare con le mani pulite. Qui la ricchezza è sempre stata
fondiaria, senza investimenti. La ricchezza è per sua natura sporca. Basta col
gioco della spartizione -- è mafioso o no? Domande da periodo di lotte
religiose -- è luterano o cattolico? In Sicilia sono arrivati anche i laici,
per fortuna. Definisce poi C. Fava "quel piagnone", affermando che
"i famosi Cavalieri", soprannome dato dal padre di Fava a quattro
imprenditori catanesi considerati collusi con Cosa nostra, erano l'unica
economia possibile» per la città. -- è tornato in maniera sarcastica
sull'argomento. Considero la Sicilia come un fenomeno estetico e non ne
cambierei nulla. In questo senso potrei dire che mi considero un mafioso. E
attaccato da F. Ferrarotti che lo define un neo-reazionario e di
"intolleranza aristocratica e silenzio sulla mafia. Alla sua isola ha
dedicato “Teoria della Sicilia”. Là dove domina l'elemento insulare è
impossibile salvarsi. Ogni isola attende impaziente di inabissarsi. Una teoria
dell'isola è segnata da questa certezza. Un'isola può sempre sparire. Entità
talattica, essa si sorregge sui flutti, sull'instabile. Per ogni isola vale la
metafora della nave. Vi incombe il naufragio. Oltre ai saggi per Adelphi,
pubblica per Bompiani Teoria della canzone, Variazioni e capricci morali, e due
raccolte di poesie, frammenti di una biografia per versi e voce e Marcisce
anche il pensiero (frammenti di un poema), nonché L'impiegato di Filosofia, nel
quale ironicamente afferma di aver rinunciato alla filosofia ritrovandosi più
filosofo che mai, curioso libretto stampato in un museo della stampa con
caratteri mobili, edito da La Pietra Infinita. Pubblica “Del metodo
ipocondriaco” (Il Girasole, Valverde), Quaternario (racconto parigino), la
raccolta di poesie Nell'anno della pecora di ferro, e Dal ciclo della vita. La
matematica è il tribunale del mondo. Il numero è ordine e disciplina. Ciò con
cui si indica lo scopo della scienza, tradisce col termine la cosa. L'ordine,
già il termine ha qualcosa di bieco, che sa di polizia, adombra negli adepti le
forze dell'ordine cosmico, i riti cosmici. L'autentico sentimento scientifico è
impotente davanti all'universo. L'inflazione che caccia nelle mani
dell'individuo, in un gesto solo, miliardi di marchi, lasciandolo più
miserabile di prima, dimostra punto per punto che il denaro è un'allucinazione
collettiva. Avviene l'incontro con F. Battiato, del tutto casualmente, perché
presentavano insieme un volume di poesie dell'amico comune A. Scandurra.
Battiato gli chiede un appuntamento per proporgli di scrivere il libretto di “Il
cavaliere dell'intelletto”. Un anno fa non ci conoscevamo neppure. Da allora
non abbiamo fatto altro che lavorare insieme. Lui e anche un filosofo, ma per
me è un talento che mi stimola e arricchisce. Mi sembra impossibile tornare a
scrivere i testi delle mie cose. In mezzo a tutto questo, mi capitò tra i piedi
Battiato. Per un certo verso direi che è stato uno di quegli incontri che ti
portano fuori strada, ma questa è una percezione che ho avuto molto tardi. A
volte trovo che è come se tutto quel tempo io lo abbia perduto. La questione
sta nel vedere se sia possibile recuperarlo. Accetta e risponde ironicamente
all'invito di Battiato chiedendogli di scrivere insieme un disco di musica pop.
Tra lui e Battiato si sviluppa un sodalizio artistico e umano, anche se non
sempre facile. Anche perché io non sono un grande seguace dell'amicizia. Con
Battiato abbiamo avuto lunghe liti, che duravano parecchio. Poi uno dei due, in
genere lui, telefonava e il rapporto riprendeva. Tutti i litigi erano per un
rigo da cambiare in una canzone. Io non accetto le esigenze della musica e per
lui questo e costoso. Il suo impegno in politica? Non ho mai capito come si sia
potuto lasciare tentare, tutti i giorni ho cercato di convincerlo a levarsi,
solo ora per fortuna sta tornando in se stesso. Collabora a quasi tutti i
progetti di Battiato, per cui scrive: i libretti delle opere Il cavaliere
dell'intelletto su Federico II di Svevia, Socrate impazzito, Schopenhauer e
Telesio, Campi magnetici; L'ombrello e la macchina da cucire, L'imboscata,
Gommalacca, Ferro battuto, Dieci stratagemmi, Il vuoto, Apriti sesame, Perduto
amor, Niente è come sembra, Auguri don Gesualdo Bufalino). Benché affermasse
che la canzone era per lui "una distrazione", scrive testi di canzoni
anche per Patty Pravo (Emma), Alice (Come un sigillo, Eri con me), Il movimento
del dare, Marie ti amiamo, Non conosco nessun Patrizio, (Facciamo finta che sia
vero ed Aurora). Dopo essere intervenuto anche ai concerti di Battiato,
si cimenta lui stesso con la musica e pubblica il singolo. In una
rappresentazione de L'histoire du soldat di Igor' Stravinskij interpreta la
voce narrante, con Battiato nella parte del soldato e Giovanni Lindo Ferretti
in quella del Diavolo. Pubblica Fun club, prodotto da F. Battiato e Saro
Cosentino. Un alleggerimento che considero doveroso. Dobbiamo sgravare la gente
dal peso del vivere, invece che dare pane e brioches. Questa volta, mi sono
sgravato anch'io. E poi, la musica leggera ha questo di bello, che in tre
minuti si può dire quanto in un libro di 400 pagine o in un'opera completa a teatro.Dà
la voce all'aereo DC-9 Itavia nell'opera Ultimo volo di Pippo Pollina sulla
strage di Ustica. La canzone della galassia, cantata assieme al gruppo
sardo-inglese Mab. Torna ad esibirsi in un pub di Catania, assieme al S. Fazio
e S. Cantarella. Finita l'esibizione alla presenza di Pippo Russo e F.
Battiato, seguì il concerto delle Lilies on Mars, band formata da due ex componenti
del gruppo MAB (Masia e Cristofalo), band che si era esibita con Battiato in Il
vuoto. Di passaggio (L'imboscata) recita:
La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il
giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli e quelli mutando son
questi. Interviene in Shakleton, da Gommalacca. In Invito al viaggio (da
Fleurs) recita: «Ti invito al viaggio in quel paese che ti somiglia tanto. I
soli languidi dei suoi cieli annebbiati hanno per il mio spirito l'incanto dei
tuoi occhi quando brillano offuscati. Laggiù, tutto è ordine e bellezza, calma
e voluttà; il mondo s'addormenta in una calda luce di giacinto e d'oro; dormono
pigramente i vascelli vagabondi, arrivati da ogni confine per soddisfare i tuoi
desideri. I fiori del male. Corpi in movimento, Campi magnetici, recita. Se io,
come miei punti, penso quali si vogliano sistemi di cose, per esempio, il
sistema: amore, legge, spazzacamino e poi non faccio altro che assumere tutti i
miei assiomi come relazioni tra tali cose, allora le mie proposizioni, per
esempio, il teorema di Pitagora, valgono anche per queste cose. D. Hilbert, Lettera
a Frege. Partecipa a quasi tutti i tour di F. Battiato: Recita versi in
latino sul brano di Battiato Canzone
chimica: «Bacterium flourescens liquefaciens, Bacterium histolyticum, Bacterium
mesentericum, Bacterium sporagenes, Bacterium putrificus. Esegue una nuova versione con il testo
riadattato in chiave filosofica. Accetta il consiglio. Canta due brevi strofe
dei suoi versi nella canzone La porta dello spavento supremo, Dieci stratagemmi
di Battiato. Quello che c'è ciò che verrà ciò che siamo stati e comunque andrà
tutto si dissolverà Sulle scogliere fissavo il mare che biancheggiava
nell'oscurità tutto si dissolverà. La porta dello spavento supremo. Il sogno; “Teoria
della canzone, Milano, Bompiani, Frammenti di una biografia per versi e voce),
Bompiani, Milano, Poesie, A. Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Segrete
(AContiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Opus postumissimum; Firenze,
Giubbe Rosse, Dolore e poesia (Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Contro la musica. (Sull'ethos dell'ascolto) e
Dialogo sul comunismo), Quaternario. Racconto parigino” (Valverde, Girasole); “Frammenti
di una biografia” (Milano, Bompiani); “La consolazione, L'impiegato di
filosofia” (Reggio Emilia, La Pietra Infinita); “Nell'anno della pecora di
ferro” (Valverde, Girasole); Marcisce anche il pensiero. Frammenti di un poema,
Opus postumissimum” (Milano, Bompiani); “Teoria della canzone” (Milano,
Bompiani); Variazioni e capricci morali” Milano, Bompiani, Dal ciclo della vita” (Valverde, Girasole); Devozione
allo spazio in Giuseppe Raciti, Dello spazio, Catania, CUECM, Sciascia e le
aporie del fare in Sciascia. Scrittura e verità, Palermo, Flaccovio, Carpe veritatem,
La filosofia delle università” (Milano, Adelphi); “Empedocle o della fine del
ciclo cosmico” in A. Grado, Grandi siciliani. Tre millenni di civiltà” (Catania,
Maimone); “Gentile o del pensare” in A. Grado, “Grandi siciliani. Tre millenni
di civiltà(Catania, Maimone); Post scriptum in P. Barcellona, Lo spazio della
politica. Tecnica e democrazia” (Roma, Riuniti); “Un discorso coerente sui
rapporti tra Dio e il mondo” (Catania, De Martinis); “La filosofia dell'autorità”
(Catania, De Martinis); quarta di copertina prefazione in A. Scandurra,
Trigonometria di ragni, Milano, All'Insegna del Pesce d'Oro, La malattia dello
spazio in Insulæ. L'arte dell'esilio, Genova, Costa & Nolan, “Vanini e
l'empietà” Vanini, “Confutazione delle religioni” (Catania, De Martinis); “Breve
introduzione in Giuseppe Tornatore, Una pura formalità, Catania, De Martinis, Piccola
glossa al “Trattato della concupiscenza” in Bossuet, Trattato della
concupiscenza, Catania, De Martinis, Klaus Ulrich Leistikov, Mantrana. Un
gioco, Catania, De Martinis); “Gentile e il tedio del pensare in Giovanni
Gentile, L'atto del pensare come atto puro” (Catania, De Martinis); Manlio
Sgalambro, Il bene non può fondarsi su un Dio omicida in C. Martini U. Eco, In
cosa crede chi non crede?, Roma, Liberal, Sciascia e le aporie del fare in L.
Sciascia. La memoria, il futuro, M. Collura, Milano, Bompiani, T. Ottonieri,
Elegia sanremese, Milano, Bompiani, La morale di un cavallo in O. Cappellani,
La morale del cavallo, Scordia, Nadir, PM. Cosentino, I sistemi morali, Catania,
Boemi, postfazione in Domenico Trischitta. Il miraggio in celluloide, Catania,
Boemi, Piccole note in margine a Salvo Basso in S. Basso, Dui, Catania, Prova
d'Autore, Il fabbricante di chiavi L. Ingaliso, Nell'antro del filosofo.
Dialogo, Catania, Prova d'Autore, postfazione in Alessandro Pumo, Il destino
del corpo. L'uomo e le nuove frontiere della scienza medica, Palermo, Nuova
Ipsa, Sodalizio in Franco Battiato. L'alba dentro l'imbrunire (allegato a F.
Battiato. Parole e canzoni), Vincenzo Mollica, Torino, Einaudi, Del vecchio in
Riccardo MondoLuigi Turinese, Caro Hillman. Venticinque scambi
epistolariTorino, Bollati Boringhieri, I malnati, Porretta Terme, I Quaderni
del Battello Ebbro, seconda di copertina, Lettera a un giovane poeta in Luca
Farruggio, Bugie estatiche, Roma, Il Filo, prefazione in Toni Contiero, Reggio
Emilia, Aliberti, Teoria della Sicilia in Guido Guidi Guerrera, Battiato. Baiso,
Verdechiaro, M. Falzone, F. Battiato. La Sicilia che profuma d'oriente,
Palermo, Flaccovio, Una nota in F. Battiato, In fondo sono contento di aver fatto
la mia conoscenza (allegato a Niente è come sembra), Milano, Bompiani, L’ethos
della musica in Bruno Monsaingeon, Incontro con Nadia Boulanger, Palermo, rue Ballu,
prefazione in Arnold de Vos, Il giardino persiano, Fanna (PN), Samuele, Manlio
Sgalambro, prefazione in Angelo Scandurra, Quadreria dei poeti passanti,
Milano, Bompiani, seconda di copertina Sull'idea di nazione in Catania. Non vi
sarà facile, si può fare, lo facciamo. La città, le regole, la cultura,
Catania, ANCE, Dicerie in F. Battiato, Auguri don Gesualdo, Milano, Bompiani, postfazione
in C. Guarrera, Occhi aperti spalancati, Messina, Mesogea, Di un fantasma e di
mari, Catania, Prova d'Autore, Nota in Georges Bataille, W.C., A. Contiero, Massa,
Transeuropa, Massa, prefazione in Giampaolo Bellucci, Un grappolo di rose
appese al sole, Villafranca Lunigiana, Cicorivolta, prefazione in Pourparler,
Catania, Prova d'Autore, Apologia del teologo in F. Presutti, “Deleuze e
Sgalambro: dell'espressione avversa” (Catania, Prova d'Autore); Riflessione in
M. Scuriatti, Mico è tornato coi baffi, Milano, Bietti, Presentazione in A.
Rotoletti, Circoli di conversazione a Biancavilla, Modugno, Arti Grafiche
Favia, Il senso della bellezza in F. Battiato, Jonia me genuit. Discografia
leggera, discografia classica, filmografia, pittura, Firenze, Della Bezuga, Moralità
plutarchee in Domenico Trischitta, Catania, Il Garufi, La città dei morti in
Luigi Spina, Monumentale. Un viaggio fotografico all'interno del gran
camposanto di Messina, Milano, Electa, prefazione in Ghesia Bellavia, Fermo
immagine, Catania, Il Garufi, Sulla mia morte in F. Battiato, Attraversando il
bardo. Sguardi sull'aldilà, Milano, Bompiani); Fun club, Milano, Sony,Sony, feat.
Mab, La canzone della galassia, Milano, Sony, L'ombrello e la macchina da
cucire, Breve invito a rinviare il suicidio, Piccolo pub, Fornicazione, Gesualdo
da Venosa, Moto browniano, Tao, Un vecchio cameriere, L'esistenza di Dio) in F.
Battiato, L'ombrello e la macchina da cucire, Milano, EMI, Di passaggio, Strani
giorni, La cura, Amata solitudine, Splendide previsioni, Ecco com'è che va il
mondo, Memorie di Giulia, e Di passaggio in F. Battiato, L'imboscata, Milano,
Polygram, voce (Canzone chimica) in
Franco Battiato, L'imboscata live tour (registrazione video di un concerto),
Milano, Polygram, Emma Bovary in Patty Pravo, Notti, guai e libertà, Milano,
Sony, Casta diva, Il ballo del potere, La preda, Il mantello e la spiga, È
stato molto bello, Quello che fu, Vite parallele, Shackleton in F. Battiato,
Gommalacca, Milano, Polygram, Medievale, Invito al viaggio in F. Battiato,
Fleurs. Esempi affini di scritture e simili, Milano, Universal, La quiete dopo
un addio, Personalità empirica, Il cammino interminabile, Lontananze d'azzurro,
Sarcofagia, Scherzo in minore, Il potere del canto, Personalità empirica in F. Battiato,
Ferro battuto, Milano, Sony, Invasione di campo in Invasioni, Come un sigillo in F. Battiato,
Fleurs, Milano, Sony, Non dimenticar le mie parole in F. Battiato, Perduto amor,
Milano, Sony, voce (Shackleton, Accetta il consiglio) in F. Battiato, Milano,
Sony, Tra sesso e castità, Le aquile non volano a stormi, Ermeneutica, Fortezza
Bastiani, Odore di polvere da sparo, Conforto alla vita, 23 coppie di
cromosomi, Apparenza e realtà, La porta dello spavento supremo) in F.Battiato, Dieci stratagemmi.
Attraversare il mare per ingannare il cielo, Milano, Sony, in Un soffio al
cuore di natura elettrica (registrazione audio e video di un concerto), Milano,
Sony, Il vuoto, I giorni della monotonia, Aspettando l'estate, Niente è come
sembra, Tiepido aprile, Io chi sono?, Stati di gioia e dell'adattamento in
italiano di Era l'inizio della primavera (da Tolstoj) in F. Battiato, Il vuoto,
Milano, Universal, Il movimento del dare,
Milano, Sony, testi (Tutto l'universo obbedisce all'amore, Del suo veloce volo
(da Antony Hegarthy, Frankenstein) in F. Battiato, Fleurs 2, Universal, testo
(Marie ti amiamo) in Carmen Consoli, Elettra, Milano, Universal, 'U cuntu in F.
Battiato, Il tutto è più della somma delle sue parti, Milano, Universal, testo
(Non conosco nessun Patrizio!) in Milva, Non conosco nessun Patrizio!, Milano,
Universal, Facciamo finta che sia vero)
in Adriano Celentano, Facciamo finta che sia vero, Milano, Universal, Eri con me) in Alice, Samsara, Arecibo, tUn irresistibile richiamo, Testamento,
Quand'ero giovane, Eri con me, Passacaglia, La polvere del branco, Caliti
junku, Aurora, Il serpente, Apriti sesamo) in F. Battiato, Apriti sesamo,
Milano, Universal, Strani giorni, in F.
Battiato, Milano, Polygram, Patty Pravo, Emma Bovary, Milano, Sony, F,
Battiato, Milano, Polygram, Il ballo del potere, Emma, L'incantesimo in Franco
Battiato,Milano, Polygram, Sarcofagia, In trance) in F. Battiato, Milano, Sony,
testo in F. Battiato, Il vuoto, Milano, Universal, F. Battiato feat. Carmen
Consoli, Tutto l'universo obbedisce all'amore, Milano, Universal, F. Battiato, Inneres Auge, Milano, Universal, F.
Battiato, Passacaglia, Milano, Universal; Il cavaliere dell'intelletto, i
Palermo, testi e attore in Martin Kleist, Socrate impazzito Catania) testi e
attore in Franco Battiato, Fano, attore in Igor' Fëdorovič Stravinskij, L'histoire
du soldat, inedito, (Roma, libretto e
voce (Corpi in movimento, La mer) in Franco Battiato, Campi magnetici. I numeri
non si possono amare, Milano, Sony, (Firenze) voce (Volare è un'arte, Negli
abissi, Pratica di mare, A tu per tu con il Mig, Verso Bologna, Simulacro) in P.
Pollina, Ultimo volo. Orazione civile per Ustica, Bologna, Storie di Note, Bologna)
attore Carlo Guarrera, Frammenti per versi e voce, Catania, Battiato, Telesio.
Opera in due atti e un epilogo, Milano, Sony,
Cosenza, Martino Alliata in F. Battiato, Perduto amor, Giarre, L'Ottava,
nobile senese, in F. Battiato, Musikanten, Giarre, L'Ottava, F. Battiato, “Niente
è come sembra” (Milano, Bompiani); Intervento in D. Consoli, La verità sul caso
del signor Ciprì e Maresco, Zelig, intervento in F. Battiato, Auguri don
Gesualdo, Milano, Bompiani, intervento
in M. Perrotta, Sicilia di sabbia, Movie Factory, intervento in F. Battiato, Attraversando il
bardo. Sguardi sull'aldilà, Milano, Bompiani,
Videoclip attore in Battiato, L'ombrello e la macchina da cucire, attore
in Franco Battiato, Di passaggio, attore in Franco Battiato, Strani giorni, attore
in Franco Battiato, Shock in my town, attore in Franco Battiato, Running
against the grain, attore in F. Battiato, Bist du bei mir, attore in Franco
Battiato, Ermeneutica, attore in Battiato, La porta dello spavento supremo, attore
in F. Battiato, Il vuoto, attore in Franco Battiato, Inneres Auge, F. Battiato,
F. Niso, Comunità dello sguardo (Torino, Giappichelli); L. Ingaliso, “Nell'antro
del filosofo” (Catania, Prova d'Autore); A. Cantello, Uno scherzo mimetico che possa introdurre
ad una filosofia, Mas Club, L'ultimo chierico, Messina, Mesogea, Caro misantropo. Saggi e testimonianze
Antonio CarulliFrancesco Iannello, Napoli, La Scuola di Pitagora, Salvatore Massimo Fazio, Regressione suicida.
Dell'abbandono disperato di Emil Cioran, Barrafranca, Bonfirraro, Breve invito all'opera, Davide Miccione,
Caltagirone, Lettere da Qalat, A. Carulli, Introduzione a Sgalambro, Genova,
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Necchi, La piccola verità. Quattro saggi (Milano, Mimesis); S. Zavoli, Le ombre
della sera in Di questo passo. Cinquecento domande per capire dove andiamo,
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postmoderna, Soveria Mannelli, Rubettino, S. Lanuzza, Il filosofo insulare in
Erranze in Sicilia” (Napoli, Guida); P. Aprile, Giù al sud. Perché i terroni salveranno
l'Italia, Segrate, Piemme, Marco Risadelli,A. Nizza, Polisofia, Roma, Nuova
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Mimesis); E. Arosio, Ora, il mondo in L'Espresso, S. Lanuzza, Il pensiero
ipocondriaco in Il Ponte, Gerd Bergfleth, Finis mundi, A. Corda, filosofo irregolare
in Arenaria, G. Raciti, Maestro cattivo per elezione in Ideazione, F. Raffaele,
Intorno alla creatività filosofica. A colloquio con in Parolalibera, F. Nisio,
l'unico che canta. Mille sguardi, II in Democrazia e diritto. Guerra e individuo,
M. Faletra, Dialogo, Cyberzone F. Presutti,
Il cavaliere dell'intelletto in Freetime. Sicilia, M. Faletra, La pistola, in//peppinoimpastato.com/visualizza.asp M. Faletra,
L'azzardo del pensiero o il filosofo della crudeltà:Cyberzone Faletra, In
ricordo, Artribune, Tesi di laurea S. Fazio, Cioran e Sgalambro: un confront,
Catania, BattiatoSgalambro. Tra musica e filosofia, Palermo, L'impossibilità di
essere consolati. L'itinerario tragico, Genova, Filmografia G. Cionini, Il
consolatore, G. Cionini, M. Faletra, M. Bellone, F. Battiato su Storia della
musica Repubblica, adesso il filosofo
diventa crooner Intervista a Battiato e
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Sgalambro: Il filosofo rock che dà del “lei” a Battiato livesicilia | l'ultima intervista "Teoria della canzone", Bompiani, e
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commosso di Cacciari. Con lui incontro straordinario, Il Fatto Quotidiano. A un
tratto ci si accorge di quella cosa che chiamiamo pensare”: Addio a Sgalambro.
La sua ultima intervista. cfr. "De
mundo pessimo", "Frammenti di storia dell'empietismo",
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il luogo commune Rai Scuola Mariacatena De Leo & Ingaliso, Nell'antro del filosofo: dialogo con
Manlio Sgalambro (Prova d'autore È morto Manlio Sgalambro, il filosofo di F. Battiato,
radiomusik, F. Battiato choc a Napoli. Sento la fine vicina, meglio cogliere il
giorno. Il filosofo che canta il nichilismo Giovanni Tesio, "In
ginocchio davanti", TuttoLibri, "La conoscenza del peggio", Adelphi La scrittura aforistica, LaRecherche
G. Calcagno, Il filosofo è uno spione da La Stampa F. Battistini, Sciascia addio, non servi più, Corriere della
Sera. C. Formenti, Ferrarotti accusa: neoreazionario in “Corriere della Sera”, Battiato: note per un filosofo (da La Stampa). Così Sgalambro canta la sua filosofia (da La
Stampa dSito ufficiale, su sgalambro.altervista.org. MetaBrainz Foundation. Il
filosofo cantante maestro dell'ironia. Sono un uomo felice di stare su
quest'Isola, iRepubblica, Incontro in Le conversazioni di Perelandra. Manlio Sgalambro. Sgalambro. Keywords: Telesio, Vanini,
Gentile, Ardigo, Croce, Empedocle, Gorgia, Lentini, Rensi, filosofia
dell’autorita. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Sgalamabro," per il
Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
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Grice e Siciliani – la critica della filosofia zoological – filosofia
italiana (Galatina). Filosofo. Figlio di un commerciante di pelli. Studia a Otranto,
Lecce e Napoli, dalla quale fugge dopo essere stato segnalato alla polizia a
causa delle sue simpatie liberali. Si laurea a Pisa sotto lStudiati, stringendo
inoltre un proficuo rapporto di collaborazione con Puccinotti, che influsce
molto sua filosofia. Sringe rapporti di profonda amicizia con personalità
importanti e influenti della cultura, quali: S. Centofanti, F. Pacini, G. Capponi,
M. Bufalini e altri. Seguendo la sua
vocazione, orienta i propri studi verso le discipline filosofiche e ottenne la
cattedra di Filosofia speculativa e morale nel Regio liceo di Firenze. A
Firenze sposa la letterata e filantropa Cesira Pozzolini – il fratello Giorgio
Pozzolini combatte nelle maggiori battaglie risorgimentali affiancando
Garibaldi e Bixio. Iniziato in massoneria nella loggia fiorentina "La
Concordia.” Nominato professore di filosofia a Bologna. Divenne docente
ordinario della stessa disciplina sempre nell'Ateneo felsineo. A Bologna tenne
anche il secondo corso italiano di sociologia. Qui, inoltre, strinse amicizia
con G. Carducci, anch'egli accademico a Bologna ed entra in contatto con
Fiorentino e Spaventa. Dirige la Rivista bolognese di scienze, lettere, arti e
scuole. Ne abbandonò la direzione per divergenze maturate in seno alla direzine
generate, probabilmente, dall'impostazione (eclettica) che Siciliani intende dare
alla Rivista e che contrastava con l'indirizzo idealistico voluto da
Fiorentino. A Bologna istitue un centro di studi pedagogici, contribuendo
all'elevazione della pedagogia al rango di scienza. Convinto assertore della
valorizzazione della persona e perciò la sua azione educativa, per giungere
alla conquista della libertà e del carattere morale da parte del soggetto da
educare, prevedeva l'intervento della famiglia e della società. Altro sua
filosofia fondamentale e il principio dell'autodidattica che, pur non
escludendo l'azione dell'educatore, mette in primo piano il protagonismo del
soggetto da educare. Ricevette onoranze e attestati di stima da parte di molti
studiosi europei e americani, mentre in Italia la sua fama fu oscurata da
giudizi negativi, espressi anzitutto da Gentile che vede in lui un'espressione
benché autonoma del positivism. Di recente è stata rivalutata l'influenza
vichiana sul suo pensiero. A lui è dedicata la Biblioteca civica di Galatina,
nella quale è conservato il "Fondo Siciliani" la raccolta, cioè, dei
libri appartenuti al filosofo. A lui è dedicato anche il Liceo di Lecce. Di
formazione giobertiana, si accosta a Vico
già negli anni fiorentini, tentando di inaugurare una filosofia mediana (detta
della terza via) che individuasse una sintesi tra opposte e differenti
discipline. Dal suo punto di vista, infatti, ogni filosofia contiene del buono
e delle esagerazioni. Metodo della filosofia mediana e dunque, quello di salvare ciò che c'è di buono
della filosofia per rigettarne le astrattezze e le esagerazioni. Con il saggio “Zoologia filosofica” (Napoli) approde
nel più ampio dibattito, ricevendo apprezzamenti e pareri favorevoli dai più
illustri scienziati internazionali. Nel frattempo approfonde e da il suo
contributo speculativo alle nuove discipline che muovano alla ricerca di
un'identità epistemologica: la sociologia (“Socialismo, darwinismo e sociologia”
(Bologna); “Teorie sociali e socialismo” (Firenze) e la psicologia – “Prolegomeni
alla psicogenia” (Bologna). Sanctis confere a Siciliani la presidenza di
congressi a Firenze, Venezia, Genova, Milano, e Roma. Queste esperienze lo portano
a un approfondimento sempre maggiore della filosofia alla quale contribue a
conferire un indirizzo scientifico, positivista e ampiamente laico (v. le sue
opere Rivoluzione e pedagogia moderna, La scienza nell'educazione). “Filosofia
della scienza” (Firenze); “Il metodo numerico e la statistica” (Firenze); “Della
legge storica” (Firenze); “Della libertà ed unità organica della filosofia”
(Firenze); “Della fisiologia sperimentale” (Pisa);” “Medicina filosofica” (Firenze); “I principi metafisici Vico” (Firenze);
“Il triumvirato: Alighieri, Galilei e Vico (Firenze); Ai popoli salentini e al
gonfalone di Galatina un saluto e un augurio (Firenze); “Il criterio filosofico”
(Bologna); Critica del positivismo (Bologna); Le fonti storiche della filosofia
positiva in Italia in Galileo (Bologna) Gli hegeliani in Italia (Bologna); La
condanna del positivismo (Bologna); Della pedagogia all’educazione in Italia
(Bologna); L’educazione (Bologna); Sul rinnovamento della filosofia in Italia
(Firenze); “La scienza dell'educazione nelle scuole italiane come antitesi alla
pedagogia (Bologna); Dei massimi problemi della pedagogia (Roma); Il sacro secondo
i dettami della filosofia(Firenze); L’nsegnamento della pedagogia (Torino);
Della pedagogia scientifica (Milano); Rivoluzione e pedagogia moderna (Torino);
Storia critica delle teorie sociali (Bologna); Fra vescovi e cardinali (Roma);
Rivoluzione e pedagogia (Torino); “L’educazione secondo i principi della sociologia”
(Bologna); Rinnovamento e filosofia internazionale (Bologna); La nuova biologia
(Milano) Le questioni contemporanee e la libertà morale nell'ordine giuridico
(Bologna). G. Calogero, Enciclopedia
Italiana, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Mimesis-Erasmo, Milano-Roma,
G. Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in Italia. G. Calogero. Enciclopedia
Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, G. Invitto e N. Paparella,
“Rileggere Pietro Siciliani” (Lecce); Capone Galatinesi illustri, Guida Biografica,
Galatina, Tor Graf Galatina, Carteggio
familiar, F. Luceri, Centro Studi Salentini, Lecce, P. Siciliani e Ce. Pozzolini. Filosofia e
Letteratura, Convegno/ Galatina/ Treccani L'Enciclopedia italiana, Psicologia filosofica.
Pietro Siciliani. Siciliani. Keywords: la psicogenia di Vico, ateneo felsineo, l’unita
organica della filosofia, zoologia filosofica, psicogenia, “I principii
metafisici di Vico”. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Siciliani” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689771009/in/photolist-2mKDA5r-2mGnP2f
Grice e Signa -- la ruota di Venere – filosofia italiana (Signa). Filosofo. Insegna retorica (“ars
dictaminis”) a Bologna e Padova. Vive ad Ancona, Venezia, Bologna, Padova, e Firenze.
Tra i saggi più significativi si ricordano il saggio storico “L’assedio
d’Ancona” (Viella, Roma), il “Bon Compagno”; “Rethorica novissima”; “Scacchi e
il “Libellus de malo senectutis et senis”, nel quale, con spirito arguto,
prende in giro le affermazioni di Cicerone che idealizzavano la vecchiaia”; la “Rota
Veneris” (Salerno), un saggio di epistolo-grafia amorosa; “Liber de amicitia”;
“Ysagoge Boncompagnus; “Tractatus virtutum”; “Palma Oliva Cedrum Mirra Quinque
tabulae salutationum”; “Bonus Socius e
Civis Bononiae. P. Garbini, Roma, Salerno, Gabrielli, Le epistole di Cola di
Rienzo e l'epistolografia, Archivio della Società romana di storia patria, Gaudenzi,
Sulla cronologia delle opere dei dettatori bolognesi da Buon Compagno a Bene da
Lucca, Bullettino dell'Istituto storico italiano, G. Manacorda, Storia della
scuola in Italia, Palermo, F.Tateo,
Enciclopedia dantesca, Treccani Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Boncompagno da
Signa, su ALCUIN, Ratisbona. S. Wight:
Boncompagno's charter doctrine (Bologna), in: Medieval Diplomatic and the 'ars
dictandi', Scrineum. Keywords: “ars dictaminis” – o rettorica --. Bon Compagno
da Signa. Signa. Keywords: rota veneris – erotica – ermafrodita – erma:
mercurio, afrodita, venere, afrodisiaco. Luigi Speranza, “Grice e Signa” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733693876/in/datetaken/
Grice e Simioni – amanti – filosofia
italiana (Venezia). Fiosofo.
Tra i principali studiosi di Pirandello, inizia la sua attività politica
militando nelle file del socialismo. Venne espulso dal partito per indegnità
morale. Collabora con l’United States Information Service. Si trasfere a Monaco
di iera per approfondire gli studi per poi ritornare a Milano. Leader di un
collettivo operai-studenti, mentre lavora alla Mondadori, fonda il collettivo
politico metro-politano milanese. Teorizza lo scontro aperto, e si considera il
progenitore delle brigate rosse. Insieme a circa settanta persone, tra cui componenti
del collettivo ed elementi del dissenso, partecipa al convegno di Chiavari nella
sala Marchesani, adiacente la pensione Stella Maris, nel quale un gruppo di
partecipanti dichiara la propria adesione ad una visione politica. La data di
questo convegno viene da taluni considerata come la data di nascita delle
brigate rosse. Altri affermano che la formazionesia nata con il convegno di
Pecorile (Reggio Emilia). L'ultima attività, prima di passare alla completa
clandestinità, a compe come redattore di "Sinistra proletaria",
l'ultimo dei quali riporta in copertina uno sfondo rosso con disegnato al
centro un cerchio nero attorniante le sagome di quattordici mitra. Fonda la
scuola di lingue Hyperion, la quale secondo alcuni ha la funzione di una vera
centrale internazionale. Si afferma che e anche il capo del Super-clan,
organizzazione nata da una costola delle brigate rosse. Si insere nella vita
cittadina, ricominciando a frequentare gli ambienti progressisti e divenendo
vicepresidente della fondazione Abbé Pierre. E proprio quale accompagnatore
dell'Abbé Pierre, e ricevuto da Giovanni
Paolo II in udienza privata. Si avvicina al buddhismo tibetano. Si apparta
nella campagna di Truinas, nella Drôme, dove gestì un B&B. Craxi, alludendo
alla esistenza di un grande delle brigate rosse (l'eminenza grigia ipotizzata
da alcuni che dall'estero avrebbe guidato, come un burattinaio, molte delle
azioni sul suolo italiano), dichiara che costui poteva essere cercato tra quei
personaggi che avevano cominciato a fare politica con noi e poi sono scomparsi,
magari sono a Parigi a lavorare per il partito armato, frase che venne da molti
ritenuto indicasse come grande proprio lui. L'organizzazione di sinistra
extraparlamentare Lotta Continua lo accusa di essere un confidente della
polizia e in contatto con i servizi segreti.. Durante la fase iniziale di Mani
pulite, e accusato da Larini di essere il grande, accuse respinte da lui che le
ritenne parte di un'azione contro Craxi, vista la comune militanza nel socialismo.
Hyperion e realmente una scuola di lingue o la stanza di compensazione di diversi
servizi segreti? A. Ferrari, In
teleselezione dalla Francia gli ordini ai italiani? Corriere della Sera Entrambi
gli edifici sono proprietà della curia
Il convegno di Pecorile in Anni di Piombo. Il nucleo storico delle
brigate rosse. E morto il misterioso grande, La Tribuna di Treviso, S. Fratini, Hyperion: scuola di lingue
chiacchierata, -ANSA, repubblica/ cronaca/ 10/27/ news/caso_moro_il_bierre_franceschini_moretti_una_spia_
riduttivo_si_sentiva_lenin. Dalla lotta al buddhismo, in Critica Sociale, Anni
di piombo Superclan Hyperion (Parigi) Venezia Anni di piombo. Corrado Simioni. Simioni.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Simioni” – The Swimming-Pool Library.
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Grice e Simoni – gl’eretici italiani – gl’acuti
– i nobili -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Lucca). Filosofo. Figlio di Simoni, un
mercante di seta, la cui famiglia era originaria di Vagli, in Garfagnana e
Polissena, donna di una famiglia originaria di Vimercate. Studia con Bendinelli
e Paleario, due umanisti in dore di eresia. Il secondo fine sul rogo a Roma.
Legge sostenuto dal padre e dal patrizio veneziano Mocenigo peregrina nei
maggiori studi d'Italia: Bologna, Pavia, Ferrara, e Napoli. Si laurea a Padova.
Diversi ma tutti autorevoli i suoi professori: da Maggi a Cardano, da Boldoni
ad Brasavola. La sua formazione e di stampo aristotelico, come s'insegnava
nello studio padovano, con una forte esigenza razionalistica che aveva riflessi
nel campo religioso, tale da mettere in dubbio l'immortalità dell'anima e a
creare sospetti di eresia tra i professori e gli studenti di quella Università.
Con questa preparazione, Simoni fece ritorno a Lucca, dove fu tra i fondatori
del Collegio medico, esercitò la professione medica e sembra aver scritto i
suoi primi saggi di argomento filosofico. Nall'infanzia del Simoni, Lucca ha
vissuto un periodo concitato di aperti conflitti sociali e poi di tentativi di
riforme politiche e religiose, portate avanti dal gonfaloniere F.Burlamacchi e
dal circolo di intellettuali riuniti intorno a P. Vermigli, priore di San
Frediano. Quando ritorna a Lucca, quella fervida attività era già stata spenta
dalla reazione cattolica guidata dal vescovo inquisitore Guidiccioni, ma certo
quelle idee di Riforma circolano ancora sotterraneamente, e forse lui
stesso le aveva già raccolte durante i suoi trascorsi nelle diverse università
da lui frequentate. Sta di fatto che fu chiamato dalle autorità lucchesi
a dare spiegazioni sulle proprie opinioni. Per tutta risposta «non fidandosi troppo delle sue forze», cerca
la salvezza con la fuga: munito solo di un cavallo e dei propri risparmi, dopo
aver preso commiato dalla famiglia, fugge, accompagnato da un servitore, alla
volta di Ginevra. Negli atti ufficiali della Repubblica di Lucca, la sua
condanna per eresia risulta formalizzata. A Ginevra, patria del calvinismo, si
forma una numerosa colonia di emigrati italiani e tra questi non pochi erano i
lucchesi. La comunità italiana era inserita in una propria chiesa e Simoni vi
ebbe l'incarico di catechista. Preso a benvolere dall'influente teologo T. Beza,
ottenne di insegnare filosofia a Ginevra: un incarico dapprima senza compenso,
poi retribuito insieme con la nomina a Professore. Anche il padre Giovanni si
stabilì a Ginevra: in quello stesso periodo gli venne aumentato lo stipendio,
ottenne un alloggio gratuito e, nell'Accademia fu istituita appositamente per
lui la cattedra. A Ginevrà pubblica i primi saggi. Presso Crespin apparve
il suo “In librum Aristotelis de sensuum instrumentis et de his quae sub sensum
cadunt commentarius unus” è il commento al “De sensu et sensibilibus” di
Aristotele. In esso define la verità filosofica -- una premessa tipica
dell'aristotelismo padovanoma poi cerca di dimostrare che la ragione, indagando
la natura, può giungere a Dio, rivelando le verità di fede. In tal modo,
sostiene che anche ogni questione ha natura razionale e, qualora sorgano
contrasti, la ragione è in grado di comporli, indicando la via da seguire per
una corretta interpretazione: una conseguenza, seppure non esplicita uonel s
commento, della prevalenza della ragione sulla fede, è che il dogma espressione
della tradizionale subordinazione della ragione alla fede non ha motivo di
esistere. Il suo aristotelismo che poco concede alla teologia si conferma con i
successivi commenti all'Etica Nicomachea e al De anima, mentre Simoni condusse
una lunga e dura polemica contro il filosofo J. Schegk. Questi, proprio
all'opposto del Simoni, usa argomenti tratti dalla scolastica per dimostrare la realtà della
teoria, allora caldeggiata in ambienti luterani, della ubiquità del corpo di
Cristo. Simoni risponde con argomenti di carattere fisico dimostrando
l'irrealtà di tale assunto. Unn solo corpo fisico non può che occupare, nello
stesso tempo, un unico spazio determinato. Anche Cristo, in vita, e soggetto
alla legge naturale. Dopo la morte, Cristo mantenne soltanto una natura divina.
Non è sostenibile l'idea che Dio possa mutare una legge naturale. Ente perfetto
e primo motore immobile come l'aveva delineato Aristotele Dio agisce sulla
natura unicamente attraverso la sua perfezione che indirizza al bene gl’esseri
naturali. Il suo carattere collerico e l'alta considerazione che ha di sé
lo porta a una lite clamorosa con N. Balbani, un altro lucchese. Durante il
matrimonio della figlia di questi, Simoni lo coprì d'insulti, con grave
scandalo delle autorità di Ginevra, che fecero imprigionare Simoni e lo
espulsero dall'Accademia. A nulla valsero le suoi scuse presentate -- è
del resto probabile che la severità del Consiglio e del Concistoro ginevrino e motivata
anche dalla freddezza e dallo suo spirito d'indipendenza dimostrato che pure si
dichiarava calvinista, in materia di religione. Tuttavia Beza gli mantenne
ancora la sua amicizia e lo forne di una lettera di raccomandazione con la
quale si dirige alla volta di Parigi. A Parigi ottenne una buona
accoglienza. I calvinisti qui chiamati ugonottierano ancora tollerati e le
lusinghiere referenze gli fecero ottenere una cattedra di filosofia al Collège
Royal, dove le sue lezioni ottenneno subito un grande concorso di pubblico.
Come scrisse al Beza, alle sue lezioni assistevano sei o settecento uomini
barbati, dottori, professori, et altri di robba lunga, preti, frati, giesuiti et
altra simil razza d'uomini. Si ha congratulazioni di Ramo, che volle
incontrarlo e lo chiama “felicissimum et praestantissimum ingenium italicum”,
non però quelle del collega Charpentier, che teme che fosse stato mandato da
Ginevra per turbare questa scuola. Sapeva che la sua permanenza a Parigi era
precaria: «il nome di Ginevra mi nuoce più che il nome di ugonotto», né poteva
valere molto la protezione del cardinale Odet de Coligny, passato al
calvinismo. Riferiva di aver rifiutato offerte sostanziose da parte cattolica
per insegnare in loro collegi, a prezzo di una sua conversione, e di attendersi
un prossimo editto che avrebbe affrontato il problema della convivenza tra
cattolici e ugonotti. Un editto effettivamente ci e, emanato da Carlo IX,
con il quale si proibiva ai protestanti l'insegnamento pubblico. Così, perduti
anche i suoi saggi che gli furono sequestrati, e costretto ad abbandonare la
Francia. Si apre un nuovo periodo di difficoltà. Non potendo insegnare a
Ginevra, cerca di ottenere un incarico a Zurigo e a Basilea, sollecitando in
tal senso altri emigrati italiani come l'editore Perna e l'umanista Curione,
ma invano. I sospetti di anti-trinitarismo che gravano sul suo conto, da
quando, hfatto ha isita nel carcere di Berna all'«eretico» Valentino Gentile
poco prima che questi venisse giustiziato, e il recente scandalo provocato a
Ginevra non agevolavano il suo inserimento nelle élite intellettuali delle
città svizzere. Ottenne bensì una raccomandazione dal Bullinger per un
posto di insegnante a Heidelberg, ma anche qui rimase poco tempo: la sua
amicizia con l'anti-trinitario T. Erastus, il suo aristotelismo senza compromessi
dal nulla, nulla si crea, sostenne in una pubblica lezione, cosicché anche
Cristo era stato creato da Dio Padre e il suo carattere spigoloso gli
alienarono ogni simpatia e dove riprendere la via di Basilea. Ottenne una
cattedra straordinaria di filosofia all'Lipsia. Se puo fregiarsi della stima d’Augusto
I, non eguale considerazione ottenne dai suoi colleghi, che fecero gruppo a sé
e lo isolarono. Non si perse d'animo: molto popolare tra gli studenti per la
vivacità delle sue lezioni e lo spirito critico che infondeva negli allievi, fonda,
all'interno dell'Università, un'accademia sul modello umanistico italiano,
battezzandola degl’acuti. Degl’acuti, entra a far parte un gruppo di suoi
studenti. Le discussioni dovevano vertere sulla interpretazione di passi
aristotelici. I giovani così raggruppati intorno a lui dettero ben presto dello
spirito critico e dell'idea di esser superiori agl’altri, che il vivace
professore ha finito per insinuare nei loro animi. Pasquinate anonime contro un
professore, e il giorno dopo, un litigio clamoroso tra questo e il Simoni,
iniziano una serie di incidenti che ha termine con la soppressione degl’acuti.
La soppressione degl’acuti, decisa dal Senato universitario, testimonia i
difficili rapporti intercorrenti tra l'Università e lui, che per altro in città
era reputato ospite illustre, professionista affermato e ricercato, uomo di
mondo e di cultura dalla posizione prestigiosa, che gode della stima e del
rispetto dei suoi concittadini, e la cui fama oltrepassa la frontiera del paese
che gli dava ospitalità. Infatti, oltre a insegnare filosofia e ad avere
allievi anche illustri, come il prìncipe Radziwiłł, esercita la professione
medica, vantando clienti di riguardo. Pubblica
il suo saggio filosofico più originale, la “De vera nobilitate”, dedicato ad
Augusto I. La vera nobiltà è la virtù dell'anima umana, la quale è intesa
aristotelicamente come forma del corpo. La virtù dell'anima è perciò
strettamente legata alla particolare costituzione del corpo, trasmessa
nell'individuo di generazione in generazione dal seme del padre, che
costituisce la causa efficiente del singolo essere. Non per nulla da ‘genere’ deriva
‘generoso’. Se pure non ogni nobile e generoso, chi è generoso è considerato
nobile. Le differenze sociali tra gl’uomini e le conformazioni dei loro corpi
sono egualmente corrispondenti per necessità naturale. La natura vuole infatti
fare diversamente il corpo dei liberi da quelli dei servi. Questi robusti e con
deformità necessarie al loro particolare utilizzo. Quelli diritti e belli,
perché non desti tali fatiche, ma alla vita civile. L’educazione svolge una
funzione per la formazione dell'uomo, ma resta inferiore a quella naturale. Di
due giovani, di diversa estrazione sociale ma educati allo stesso modo, il
nobile risulta meglio formato, in quanto la natura lo ha costituito di una
materia superiore. L'educazione ha lo stesso effetto della medicina. Fa
recuperare la propria condizione di salute, ma non può migliorarla oltre il
limite fissato dalla natura. Viene da sé che le famiglie nobili d’Italia diano
lustro alla nazione italiana, formando l'élite della società civile sotto
l'aspetto culturale e politico. Questo avviene nella nazione italiana, di
antica civiltà in sostanza. Presso i barbari non può esistere nobiltà. Il
barbaro e giustamente detto servo per natura e in quanto servo non porta in lui
nessuna virtù, essendo nato per servire sotto una tirannia e non in un regio e
civile governo. La virtù dei nobili non possono consistere nell'accumulare
ricchezze, ma essa e ugualmente attiva e pratica. E la virtù civili del
politico, che si occupa del benessere dei cittadini, quelle del medico, che si
occupa della salute degli individui, del fisiologo, che studia la natura e
infine del metafisico, che studia le cose divine. Queste ultime, insieme alla
virtù della contemplazione, è però meglio riservarle nella vita che ci attende dopo
la morte, quando quei problemi saranno facilmente risolti. Queste cose sono irrise
dai politici, tra i quali, non tra gli angeli, si discute di nobiltà. Nel
frattempo, è opportuno dedicarsi alle cose di questo mondo ed essere utili alla
società degl’uomini. Si loda Socrate il quale, trascurate le altre parti della
filosofia, coltiva quella sola che era più adatta ai costumi degli uomini e
alle istituzioni civili. Che la vera nobiltà si debba esprimere nell'attività
pratica e civile è ribadito più volte. La nobiltà spunta fuori dalla società
civile, non dalla solitudine e la virtù spirituale, come quelle mostrate
dai mistici e dai contemplativi, non e virtù nobile propria dell'essere umano.
Questa virtù discende direttamente da Dio e perciò non derivano da generazione spermatica
naturale del padre, non sono frutto della carne e del sangue il fondamento
della vera nobiltà e non essendo ereditarie non puo essere considerata virtù
nobile. Naturalmente, ai innobili non
possono essere affidati incarichi di responsabilità nel governo della società,
ma al più solo l'esercizio di magistrature minori. Derivando dal sangue la
nobiltà, non si può diventare autenticamente nobili attraverso conferimenti
onorifici, anche se concessi da un sovrano mentre, al contrario, un autentico
nobile non può essere privato della fama e dell'onore, perché in lui opera
sempre quella forza e quell'efficacia naturale ricevuta dai suoi antenati. Dopo
questa applicazione dei principi aristotelici al vivere civile e al governo
dello Stato, che deve essere affidato a chi per natura fa parte degl’ottimati,
si dedica a trattare temi propriamente medici. Appare a Lipsia il suo “De
partibus animalium” ove descrive la conformazione del feto, la “De vera ac
indubitata ratione continuationis, intermittentiae, periodorum febrium
humoralium”; l'”Artificiosa curandae pestis methodus” ; la “Synopsis brevissima
novae theoriae de humoralium febrium natura” -- temi di drammatica attualità, a
Lipsia, investita da un'epidemia di peste. Ottene il permesso di
esercitare la professione medica all'interno dell'Università, pur senza
ottenere, oltre quella straordinaria di filosofia, anche una cattedra di
medicina. Presenta ad Augusto I una proposta di riforma universitaria. S'indica
la necessità di una maggiore cura nell'assunzione dei professori, che dovevano
dimostrare non solo di possedere la necessaria scienza, ma anche capacità
didattiche. Dovevano anche essere obbligati a tenere un maggior numero di
lezioni s'imponevano multe ai professori inadempienti mentre la durata
dell'anno accademico veniva prolungata. Particolare cura dedica
all'insegnamento. Dovevano tenere lezioni cinque professori, tra i quali un
chirurgo che avrebbe tenuto esercitazioni di anatomia e fatto dimostrazioni
pratiche di cura delle diverse affezioni. La qualità dell'insegnamento teorico
anda migliorata. Ritene che corressero troppe affermazioni dogmatiche, che
sarebbero dovute essere verificate dalla pratica e dal rigore della
dimostrazione dialettica. A questo proposito opina che avrebbe giovato
un'accurata conoscenza delle opere di Aristotele. Non mancavano poi
critiche severe sull'attuale andamento dell'Lipsia. I rettori erano scelti
grazie alle loro aderenze, si promuovevano studenti immeritevoli, vi era scarsa
pulizia, la farmacia universitaria era mal tenuta. Tali proposte e simili
critiche non potevano che alimentare ancor più l'ostilità dei colleghi. Egli
non sembrava preoccuparsene: la stima dell'Elettore Augusto si manteneva
immutata, se lo fece nominare Professore di filosofia e lo promosse a suo primo
medico personale. Avvenne tuttavia che, su sollecitazione della chiesa
luterana, la quale aveva preparato una confessione di fede che in particolare
tutti funzionari e gli impiegati, a vario titolo, dello Stato avrebbero dovuto
firmare, l'Elettore pretese tale sottoscrizione anche dal professor Simoni,
ottenendone un netto rifiuto. Racconta lo stesso Simoni che, avendo
«rifiutato costantemente di sottoscrivere quella che i teologi sassoni denominarono
Formula di Concordia, il Principe Elettore rivolse il suo sdegno contro di me».
Al che il Simoni «decise di andarsene e, nonostante l'Elettore cercasse
d'impedirlo, diede l'ultimo saluto a quelle popolazioni. Si trasferì a Praga,
dove venne assunto quale medico personale di Rodolfo II. Tale incarico e il
carattere cattolico dell'Impero di cui era ora suddito rendeva necessario un
chiarimento sulle sue posizioni religiose, poiché era nota la rottura avvenuta
a Ginevra con i calvinisti e a Lipsia con i luterani. Simoni si adeguò
facilmente alla nuova situazione e abiura pubblicamente le passate convinzioni,
ritrattò quanto nei suoi scritti poteva esservi di eretico e abbraccia formalmente
il cattolicesimo. Si tratta di una scelta di convenienza, seppure comprensibile
nel clima torbido delle persecuzioni e dell'intolleranza. Lo scrisse lui stesso
all'amico N. Selnecker, un teologo luterano. Confesso di aver abiurato, anche
se non avrei voluto farlo neppure a costo del mio sangue. Di tale mio atto
altri comunque sono i responsabili. In nessun altro modo avrei potuto infatti
salvare la mia vita, quella di mia moglie e dei miei figli che speravo di poter
condurre con me»la moglie morì poco dopo e i tre figli rimasero affidati a
Lipsia al nonno materno«io, un italiano perseguitato a causa della religione
luterana, dichiarato nemico della patria, esposto per decreto del Senato
all'agguato di sicari. E ricordò la sorte di chi non si era piegato a
compromessi. I che vidi con questi occhi il Paleologo, esule per causa di religione,
condotto su richiesta del legato pontificio dalla Moravia a Vienna, e di qui
trascinato in catene a Roma (si sente dire che ormai è stato crudelmente arso
sul rogo), io che ero circondato da ogni parte da infinite difficoltà e
pericoli di ogni genere, che cosa avrei dovuto fare? Questa lettera non venne
agli occhi dei gesuiti, che vantarono il successo ottenuto con la presunta
conversione del medico famoso, il quale avrebbe promessoa dir lorodi
collaborare nella lotta agli eretici. La loro soddisfazione non dovette però
durare a lungo, o forse essi stessi credettero poco alla conversione del
Simoni, se lo storico gesuita Sacchini poteva qualificarlo di «miserabile uomo che in
disprezzo di ogni religione sprofondò nell'empietà», mentre tra i protestanti
Beza, alla notizia della sua conversione, commentò di essere sempre stato
convinto che l'unico Dio fosse in realtà Aristotele. J. Monau, dopo aver
ricordato i suoi continui trascorsi da cattolico si è fatto calvinista, da
calvinista antitrinitario, da antitrinitario luterano, e ora di nuovo papista. lo
tratteggia da uomo profano ed empio, come indicano sia i suoi costumi, sia i
suoi discorsi, sia tutta la sua vita. Forse egli stesso sente di essere
circondato da un clima di diffidenza se non di disprezzo, perché prende la
risoluzione di lasciare le terre dell'Impero per trasferirsi in Polonia.
Sembra che sia stato un altro italiano, N. Buccella, medico personale del re Stefamo
Báthory, a raccomandarlo come medico della corte di Cracovia. Buccella, di fede
anabattista, gode di notevole considerazione, né la sua fama di eretico gli
aveva pregiudicato l'esercizio della professione in quella Polonia che era
ancora un paese tollerante. Il prestigioso incarico e la fama stessa di cui da
tempo godeva gl’apre le porte della migliore società. Riprese a pubblicare
alcuni saggi: la “Disputatio de putredine” è una confutazione, sulla scorta di
Aristotele, delle teorie d’ Erastus, mentre la “Historia aegritudinis ac mortis
magnifici et generosi domini a Niemsta” è una relazione sulla morte di un borgomastro.
Sulla malattia di quest'ultimo torna nel “Simonius supplex” insieme con una
delle solite polemiche che lo videro ora opporsi al medico di Squarcialupi. Una
nuova svolta nella sua si verifica con
la malattia e la morte del re Stefano. Báthory si sente male nel suo castello
di Grodno, e nel consulto tenuto dal Buccella e da Simoni emersero serie
divergenze. Bucella giudica molto grave le condizioni di Stefano/ Simoni
ritenne che non ci fosse nessun pericolo. Due giorni dopo le condizioni del re
si aggravarono e i due medici si trovarono d'accordo nell'imporre un salasso al
re ma in contrasto sulla dieta. Simoni e favorevole a fargli bere del vino, che
Buccella intendeva invece proibire. Nemmeno nella diagnosi si trovarono
d'accordo. Per Buccella, il re soffre di asma. Per Simoni, di epilessia. Sopravvenne
una nuova grave crisi e il re perse conoscenza. Pur giudicando molto gravi le
sue condizioni di salute, Simoni rassicura i circostanti, perché, a suo dire,
non c'era ancora pericolo di morte. Appena pronunzia queste parole che il re
spira. Lascia il castello e non volle assistere all'autopsia, sostenendo che
fosse inutile, poiché l'epilessia “ab infernis partibus ducit originem” e non
lascia tracce nel cadavere. Coordinata da Buccella, l'autopsia e effettuata da
Zigulitz, che accerta una grave alterazione dei due reni. La ri-cognizione
dello scheletro di Báthory conferma che la morte avvenne per de-generazione renale,
uremia e calcolosi. Cracovia: chiesa di San Francesco pubblica a sua difesa lo “Stephani
primi sanitas, vita medica, aegritudo, mors” che e violentemente contestato dal
“De morbo et obitu serenissimi magni Stephani” scritto da Chiakor su
ispirazione di Buccella. La polemica prosegue a lungo, coinvolgendo altri amici
di Buccella, e degenerando in insulti e attacchi sulle convinzioni filosofiche
dei due protagonisti. Contro Simoni, tra gli altri, e indirizzato l'opuscolo “Simonis
Simoni lucensis, primum romani, tum calviniani, deinde lutherani, denuo romani,
semper autem athei summa religio”. Alla fine, Sigismondo III ri-conferma
Buccella nella carica di medico curante, escludendo Simoni da ogni incarico di
corte. Da allora, le notizie su lui si fanno scarse. Pur senza avere
incarichi ufficiali, mantenne una ricca clientela e godette della considerazione
di Rodolfo, dei principi Radziwiłł, di Pavlowski
e dei gesuiti, dai quali si fa ri-ilasciare un salva-condotto per rientrare in
Italia e recarsi a Roma. Precauzione necessaria, con i suoi trascorsi: una
precauzione maggiore e però quella di rinunciare al viaggio. La sua vita
agitata ha così fine a Cracovia, come lo ricordava la lapide posta sulla sua
tomba nella chiesa di San Francesco. La data di nascita si deduce dalla lapide
sepolcrale, poi andata distrutta in un incendio, posta nella chiesa di San
Francesco, a Cracovia, nella quale era scritto che il Simoni «ultimum diem
clausit III, aIl testo della lapide è in S. Ciampi, Viaggio in Polonia, Queste
notizie biografiche si apprendono da saggio di Simoni, “Scopae, quibus verritur
confutation”. Per secoli gli storici discuteno del luogo della sua nascita. M.
Verdigi, Simone Simoni, filosofo e medico, C. Madonia, Simone Simoni da Lucca, C.
Lucchesini, Come scrive egli stesso: S. Simoni, “Synopsis brevissima” C.
Madonia, Simone Simoni da Lucca, G.
Tommasi, “Sommario della storia di Lucca”; A. Pascal, “Da Lucca a Ginevra.
Studi sull'emigrazione religiosa lucchese”; A. Fabris, “La filosofia di Simoni”
n M. Verdigi, Simone Simoni, S. Simoni a
Teodoro di Beza, in A. Pascal, Da Lucca a Ginevra, e in M. Verdigi, Simone
Simoni, cS. Simoni a Teodoro di Beza, in M. Verdigi, Simone Simoni, D. C.
Madonia, Simone Simoni, F. Pierro, La
vita errabonda di uno spirito einquieto. Simone Simoni, S. Simoni, Simonius
supplex in C. Madonia, Simone Simoni da
Lucca, M. Firpo, Alcuni documenti sulla conversione al cattolicesimo
dell'eretico lucchese. Il paleo-logo e decapitato in carcere e il cadavere arso pubblicamente a Roma, nel
campo de' fiori. M. Firpo, Alcuni documenti sulla conversione al cattolicesimo
di un eretico lucchese; F. Sacchini, Historia Societatis Jesu, in M. Verdigi,
Simone Simoni, T. di Beza, lettera a R. Gwalther, in A. Pascal, Da Lucca a
Ginevra, J. Monau, lettera a J. Crato, in D. Caccamo, “Eretici italiani” Pierro,
La vita errabonda di uno spirito inquieto. Simone Simoni, C. Madonia, Simone
Simoni da Lucca. Altre saggi: “In librum Aristotelis de sensuum instrumentis et
de his quae sub sensum cadunt commentarius unus” (Genevae, Crispinum); “Commentariorum
in Ethica Aristotelis ad Nicomachum, liber primus” (Genevae, apud Ioannem
Crispinum); “Interpretatio eorum quae continentur in praefatione Simonis
Simonij Lucensis, Doct. Med. & Phil. cuidam libello affixa, cuius
inscriptio est: Declaratio eorum quae in libello D. D. Iacobi Schegkii, &
c.” (Genevae, Crispinum); “Phisiologorum omnium principiis Aristotelis De anima
libri tres” (Lipsiae, Võgelin); Antischegkianorum liber unus, in quo ad obiecta
Schegkii respondetur, vetera etiam nonnulla, dialectica & phisiologica
praesertim, errata eiusdem, male defensa & excusata inculcantur, novaque
quam plurima peiora prioribus deteguntur, Basileae, apud Petrum Pernam, Responsum
ad elegantissimam illam modestissimamque praephationem Jacobi Schegkii, cui
titulum fecit Prodromus antisimonii” “Ad amicum quendam epistola, in qua vere
ostenditur, quid causae fuerit, quod responsum illud, quo maledicus, &
multis erroribus refertus Iacobi Schegkij doctoris & professoris
Tubingensis liber plene refellitur, nondum in lucem prodierit, Parisiis, in
vico Jacobaeo; “De vera nobilitate” (Lipsiae, Rhamba); “De partibus animalium,
proprie vocatis Solidis, atque obiter de prima foetus conformatione” (Lipsiae,
Rhamba); “De vera ac indubitata ratione continuationis, intermittentiae,
periodorum febrium humoralium” (Lipsiae, Bervaldi); “Artificiosa curandae
pestis methodus, libellis duobus comprehensa” (Lipsiae, Steinmann); “Synopsis
brevissima novae theoriae de humoralium frebrium natura, periodis, signis, et
curatione, cuius paulo post copiosissima et accuratissima consequentur
hypomnemata; annexa eiusdem autoris brevi de humorum differentiis
dissertatione. Accessit eiusdem Simonis examen sententiae a Brunone Seidelio
latae de iis, quae Jubertus ad axplicandam in paradoxis suis disputavit” (Basilea,
Pernam); “Historia aegritudinis ac mortis magnifici et generosi domini a
Niemsta” (Cracovia, Lazari); “Disputatio de putredine” (Cracovia, Lazari); “Commentariola
medica et phisica ad aliquot scripta cuiusdam Camillomarcelli Squarcialupi nunc
medicum agentis in Transilvania” (Vilna, Velicef); “Simonius supplex ad
incomparabilem virum, praeclarisque suis facinoribus de universa republica
literaria egregie meritum Marcellocamillum quendam Squarcilupum Thuscum Plumbinensem
triumphantem”; “Pars in qua de
peripneumoniae nothae dignitione curationeque in domino a Niemista, de subiecto
febris, de rabie canis, de starnutamento, de infecundis nuptiis agitur” (Cracovia,
A. Rodecius); “D. Stephani primi Polonorum regis magnique Lithuaniae ducis vita
medica, aegritudo, mors” (Nyssae, Reinheckelii); “Responsum ad epistolam
cuiusdam G. Chiakor Ungari, de morte Stephani primi”; “Responsum ad
Refutationem scripti de sanitate, victu medico, aegritudine, obitu, D. Stephani
Polonorum regis, Olomutii, Scopae, quibus verritur confutatio, quam advocati
Nicolai Buccellae Itali chirurgi anabaptistae innumeris mendaciorum, calumniarum,
errorumque purgamentis infartam postremo emiserunt, Olomutii, typis F.
Milichtaler, Appendix scoparum in N. Buccellam, F. Sacchini, Historiae
Societatis Iesu, Antverpiae, Ex officina filiorum Martini Nutii, Sebastiano
Ciampi, Viaggio in Polonia, Firenze, presso Giuseppe Galletti, Cesare Lucchesini”
(Lucca, tGiusti); G. Tommasi, Sttoria di Lucca” (Firenze, Vieusseaux); A. Pascal,
“Da Lucca a Ginevra. Studi sull'emigrazione religiosa lucchese, Rivista storica
italiana, D. Cantimori, “Un italiano a Lipsia” Studi Germanici», F. Pierro, La
vita errabonda di uno spirito inquieto” (Minerva, Torino); D. Caccamo, “Eretici
italiani” (Firenze, Sansoni); M. Firpo, “Alcuni documenti sulla conversione al
cattolicesimo dell'eretico lucchese Simoni”, “Annali della Scuola normale
superiore di Pisa», Madonia, Rinascimento»,
Firenze, Sansoni, C. Madonia, Il soggiorno in Polonia, in «Studi e ricercheI», Verdigi,
Lucca, G. Tiraboschi su Simone Simoni, in Biblioteca Modenese, Modena, S. Ciampi, Viaggio in Polonia, sC. Lucchesini,
Della storia letteraria del Ducato lucchese, G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca, su books.google. S. Simoni, Antischegkianorum
liber unus, su books.google. S. Simoni, De vera nobilitate, su books.google. S.
Simoni, Artificiosa curandae pestis methodus. Simone Simoni. Simoni. Keywords:
eretici italiani. Luigi Speranza, “Grice e Simoni” – The Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733807058
Grice e Sini – la filosofia del segno –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Bologna). Filosofo. Grice:
“I like Sini; especially his “I segni dell’anima,” since this is, in a
nutshell, what my philosophy has been all about: the signs of the soul!” Studia
a Milano sotto Barié e Paci, con il quale si laurea. Insegna ad Aquila e MilanoMembro
per del Collegium Phaenomenologicum di Perugia, della Società Filosofica
Italiana e socio dei Lincei, dell'Istituto lombardo di scienze e lettere. Insignito
per una sua opera del Premio della Presidenza del Consiglio dello Stato Italiano.
Collabora al Corriere della Sera e la Rai. Dirige per Versorio la collana
"Pragmata", membro del comitato scientifico del festival La Festa
della Filosofia. Premiato da Milano con l'Ambrogino d'oro. Con Grice, tra i
primi a segnalare all'attenzione l'importanza della teoria del segno di Peirce.
Propone un filone di ricerca sulla convergenza dei percorsi di Peirce e
Heidegger sul filo dell'ermeneutica benché la sua formazione didattica fosse di
orientamento prevalentemente fenomenologico. La sua proposta teoretica si
concentra sul tema della scrittura e sulla centralità dell' abecedario come
forma logica della filosofia nella lingua del Lazio. In “Figure
dell'enciclopedia filosofica” rende conto della radicalità del gesto istitutivo
di Lucrezio e della nascita della filosofia romana in modo da illuminare la
genealogia della nostra civiltà e le figure del suo destino. Questo saggio si
misura con nodi problematici e profondi della nostra cultura. Si mostra la
verità del gesto filosofico di Lucrezio nel tratto tecnologico dell’abecedario
che trasforma la relazione al mondo in cosità (de rerum natura). La pratica del
concetto, infatti, in-forma il paradigma dell'oggettività (in rerum natura) e
traduce la sterminate antichità dell'umano all'interno dell'ambito crono-topico
della visione logica elaborata dalla scansione dell’abecedario del mondo con la
conseguente nascita del tempo e del sapere storico. All'educazione mitologica
dei corpi dei uomini si sostituisce l'educazione dei animi nella ri-mozione
delle qualità sensibili della vita vissuta. Prima operazione di ingegneria
genetica che comporta sia la nascita del soggetto morale nella paideia del bio-politico
(come Nietzsche intuisce) sia il conseguente destino nichilista rivelato dal dis-incanto.
Ma l'intreccio, che dalla pre-istoria conduce ai nostri giorni, rinvia al
desiderio e all'iscrizione originaria che danza nelle figure del sesso e della
morte. La soglia così dischiusa, annunciata dalla verità analogica dell'evento
mimato nella generazione, permette il passaggio del movente desiderante nel
desiderio di vita eternal. Platone e la logica disgiuntiva hegeliana
rappresentano i due poli più rilevanti di questa consapevolezza lancinante.
Addirittura, tutta la filosofia platonica è probabilmente da pensare come la
domanda più alta e profonda che sia mai stata posta alla sapienza di Dioniso. E così, dagli ominidi alla società
dell'informazione, sul filo delle pratiche che ne circoscrivono le traiettorie,
la trama del senso transita al segno disegnando le coordinate del nostro tempo
e il predominio della visione scientifica e delle sue figure che dileguano la
consistenza dell'inter-soggetivito, profilando nel rituale pubblico del potere
finanziario, e nella conseguente imposizione dell'universalità oggettiva, un
paradosso costitutivo che nasconde nuove e positive opportunità ancora tutte da
scoprire (e attualmente mascherate dalla deleteria mercificazione imperante).
Delineando nuove occasioni di senso, le figure dell'enciclopedia invitano a
sognare più vero, vale a dire ad abitare la conoscenza filosofica
nell'esercizio dell'evento del significato nella concretezza delle sue
pratiche. Ethos di una nuova scrittura della soggezione del mortale al
desiderio, nell'apertura al transito della vita. Approfondisce la questione del
logos (parola, ragione) e della tecnica facendo del primo il fondamento ultimo,
della seconda l'essenza. Una posizione di rilievo e in controtendenza
all´interno del panorama di questa specifica area della filosofia
contemporanea. Altre saggi: “I greci” ((Nuova Accademia di Belle Arti Editrice,
Milano), “La funzione della filosofia” (Marsilio, Padova); “La fenomenologia”
(Nigri, Milano); “Storia della filosofia” (Morano, Napoli); “Il pragmatismo
(Laterza, Roma); “Segno” (Mulino, Bologna); “Passare il segno” (Saggiatore,
Milano); “Kinesis. Saggio d'interpretazione (Spirali, Milano)”; “Il Metodo”
(Unicopli, Milano); Parola e silenzo” (Marietti, Genova); “Segni dei animi” (Laterza,
Bari); “Segno ed immagine” (Spirali, Milano); “Segni dei uomini” (Egea, Milano):
“L'espressione e il profondo” (Lanfranchi, Milano)”, Etica della scrittura (Il
Saggiatore, Milano, Mimesis, Milano); “Pensare il Progetto” (Tranchida, Milano);
“Filosofia teoretica” (Jaca, Milano) Variazioni sul foglio-mondo. Peirce,
Wittgenstein, la scrittura” (Hestia, Como), “L'incanto del ritmo” (Tranchida,
Milano Filosofia e scrittura (Laterza, Roma); “Scrivere il silenzio:
Wittgenstein e il problema del linguaggio” (Egea, Milano); “Teoria e pratica
del foglio-mondo (Laterza, Roma-Bari) Gli abiti, le pratiche, i saperi (Jaca Book,
Milano) Scrivere il fenomeno: fenomenologia e pratica del sapere (Morano, Napoli)
Ragione (Clueb, Bologna) Idoli della conoscenza (Cortina, Milano La libertà, la
finanza, la comunicazione (Spirali, Milano) La scrittura e il debito: conflitto
tra culture e antropologia” (Jaca, Milano); “Il comico e la vita” (Jaca, Milano);
“Figure dell'enciclopedia filosofica. Transito verità” (Jaca, Milano), “L'analogia
della parola: filosofia e metafisica; La
mente e il corpo: filosofia e psicologia; Origine del significato: filosofia ed
etologia; La virtù politica: filosofia e antropologia; Raccontare il mondo:
filosofia e cosmologia; Le arti dinamiche: filosofia e pedagogia La materia delle cose: filosofia e scienza dei
materiali (Cuem, Milano); “La verità e la vita” (Ghibli, Milano) Del viver
bene: filosofia ed economia (Cuem, Milano); “Distanza un segno: filosofia e semiotica”
(Cuem, Milano); “Il gioco del silenzio
(Mondadori, Milano); “Il segreto di
Alicia” (AlboVersorio, Milano); “Eracle al bivio: semiotica e filosofia” (Bollati
Boringhieri, Torino); “Da parte a parte. Apologia del relativo (Ed. ETS, Pisa) L'uomo, la macchina, l'automa:
lavoro e conoscenza tra futuro prossimo e passato remoto (Bollati Boringhieri,
Torino) L'Eros dionisiaco (Versorio, Milano); “Figure d'Occidente” (Versorio,
Milano); “La nascita di Eros” (Versorio, Milano, ); “Spinoza” (Time, Milano ); E.
Redaelli, Il nodo dei nodi. L'esercizio della filosofia” (Ets, Pisa); “Il
filosofo e le pratiche. In dialogo con Sini (E.Redaelli, BrovelliCrippa, Valle, Redaelli), Milano, CUEM. Vincenzo Comerci,
Filosofia e mondo. Il confronto di Sini, Milano, Mimesis. Cristiano, La filosofia di Sini. Semiotica ed
ermeneutica (Milano, Mimesis) Collana
Pragmata, in AlboVersorio, Cfr. Copia archiviata, su unimi). Logos e techne, tecnologia e filosofia, Sini Noema,
Treccani Enciclopedie o Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Nòema la rivista online di filosofia diretta
da Rossella Fabbrichesi e Carlo Sini, su riviste.unimi. Archivio Carlo Sini il
luogo ove i materiali relativi ai passati corsi universitari del prof. Sini ed altro
ancora, su archiviocarlosini. Lectio Magistralis di Carlo Sini su La Différance,
Arcoiris TV, Riflessioni sul Senso della Vita. Intervista di Ivo Nardi, Riflessioni Collana Pragmata, Versorio. Carlo
Sini. Sini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sini” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701305297/in/photolist-2mPrb68-2mPukhq-2mPpb7N-2mPpwbZ-2mNzeEc-2mMQbzj-2mLKtaD-2mLP6FB-2mLFz5i-2mLQdrQ-2mLP9qE-2mLPa8B-2mLFBT9-2mLLerS-2mLEGPt-2mLLeDF-2mLNg8K-2mLNeAm-2mPu6xB-2mKRfHn-2mKMjs5-2mPsfT9-2mKyErQ-Ng2dT2-28DhAYd-DndBhH-Bq6mau-BvUfSB-FKiWA6-FcebeC-CRAGiK-BpXH8h-CfbuaM-Ckaz7s-CntuMM-CntseF-BUPaNy-q8gsC7-q7XSd8-pQKmoV-m3tK8a
Grice e Siracusa – i bagni di Pozzuoli – filosofia
siciliana -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Siracusa). Filosofo. Grice: “We know
William was from Ockham but we call him Ockham; similarly, Alcaldino was from
Siracusa, so we should call him Siracusa!” -- Vissuto vicino alla corte degli
Hohenstaufen. Sebbene non vi siano certezze sull'esatto anno di nascita di
Alcadino, a parere di un suo biografo, egli sarebbe nato a Siracusa. Suo padre
lo manda a studiare a Salerno, presso la celebre scuola medica. Dopo gli studi
in lettere, si cimenta in quelli di filosofia, raccogliendo attorno a sé una
serie di seguaci. Quindi, in seguito alla conclusione del corso regolare degli
studi, e scelto per fare da insegnante filosofia presso la stessa scuola
salernitana. Divenuto uno dei più stimati filosofi della scuola, e chiamato
alla corte di Enrico VI , che nel frattempo era entrato in possesso del regno
di Sicilia, ed e assunto come filosofo del sovrano. Dopo la morte di Enrico,
divenne il filosofo di lui figlio,
Federico II, che lo rese degno di confidenza e apprezzamento. Oltre alle
ordinarie attività legate alla prosa filosofica, si occupa anche di poesia.
Scrive un saggio in versi sui bagni minerali di Pozzuoli, il “De Balneis Puteolanis”.
In questo poema filosofico rimato vengono descritti con precisione il luogo, le
qualità e le virtù dei suddetti bagni. Scrive inoltre due opere nelle quali
celebrava le gesta di Enrico VI e Federico II. Altri saggi: “De Balneis
Puteolanis”; “De Triumphis Henrici Imperatoris De His Quae a Friderico II
Imperatore Praeclare ac Fortifer Gesta Sunt. P. Panvini di S. Caterina Salvatore
De Renzi. P. Panvini di S. Caterina,
Biografia degli uomini illustri della Sicilia, Giuseppe Emanuele Ortolani, Tomo
I, Napoli, S. De Renzi, “Storia documentata della scuola medica di Salerno” (Napoli).
Siracusa. Keywords: i bagni di Pozzuoli. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Siracusa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733795423/in/datetaken/
Grice e Sirenio – libero arbitrio –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Brescia). Filosofo. Insegna Bologna. “De fato” (Venetiis,
Giordano Ziletti). Sirenio. Keywords: libero arbitrio, contingetia,
possibilitas, necessitas, ‘secundum philosophorum opinionem” -- Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Sirenio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691552363/in/photolist-2mKNHBr
Grice e Solari – iustum/iussum – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Albino),
Filosofo. Frequenta il prestigioso Collegio San Francesco di Lodi retto dai Barnabiti
per poi proseguire gli studi a Messina, da dove poi si trasferì presso Torino.
Si forma nel Laboratorio di Economia Politica di Martiis, per poi scegliere la
filosofia del diritto sotto la guida di Carle. Anche membro di una tra le
istituzioni culturali più prestigiose a livello nazionale: l'Accademia Nazionale
dei Lincei. Autore di un idealismo sociale e studioso di Pagano, esponente
della scuola di filosofia del diritto dell'Torino, dove tenne questa cattedra quando
succedette a Carle all’anno in cui fu sostituito da Bobbio. Ha tra i suoi allievi lo stesso
Bobbio, Treves, Scarpelli, Gobetti, Entrèves, Pareyson, Firpo, Colli, Leoni,
Einaudi e Goretti. Per tutta la vita si dedica esclusivamente
all'insegnamento universitario, rifiutando qualsiasi incarico pubblico (non
diventa nemmeno preside della sua facoltà); le cattedre da lui ricoperte sono
state nelle Messina, Cagliari e Torino. Presta il giuramento di fedeltà al
fascismo. Saggi: “La scuola del diritto naturale nelle dottrine etico-giuridiche”
(Torino, Bocca); “L'idea individuale e l'idea sociale nel diritto privato”; “Lezioni
di filosofia del diritto” (A.T.U., Torino); “Filosofia del diritto privato”; “Lezioni
di filosofia del diritto”; “Studi storici della filosofia del diritto” (Giappichelli,
Torino). S. Fiori, Il professorie che dice "NO" al Duce, in La
Repubblica, Lezioni di filosofia del diritto; G. Carle e G. Solari, raccolte da
G. Bruno” (A.T.U., Torino); “Studi storici di filosofia del diritto” (Giappichelli,
Torino); “Nella cultura” (FrancoAngeli, Milano); A. Contu, “Questione sarda e
filosofia del diritto in Solari” (Giappichelli, Torino); D. Cugini, “Commemorazione” (Albino); “Agostino,
Il problema del diritto e dello Stato nella filosofia del diritto di Hegel (Giappichelli,
Torino); L. Firpo, La filosofia politica (Laterza, Bari). Treccani Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gioele Solari.
Solari. Keywords: Giorgio Guglielmo Federico Hegel, Spaventa, hegelianismo,
iustum/iussum – storia della filosofia del diritto romano – cicerone. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Solari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733503931/in/datetaken/+
Grice e Soleri – funzionalità veritativa
dei connettivi – filosofia italiana – Luigi Speranza (Pagliero di San Damiano Macra). Filosofo.
Studia a Milano sotto Olgiati. Insegna a Saluzzo. Saggi: “Il problema
metafisico del male” (in “Sapienza”); “Inevitabilità e decisività del problema
teologico”; “La proprietà” (S.E.I. Torino); “Telesio, La Scuola, Brescia); “Lucrezio,
La Scuola, Brescia); “Antonino” (La Scuola, Brescia); “L'immortalità
dell'anima” (S.E.I., Torino); “Economia e morale” (Borla, Torino); “Essere,
atto, valore in”; “Il problema del valore” (Morcelliana, Brescia); “Incisività
e decisività del problema teologico”, in “Studia Patavina”, “Orizzonte della
metafisica”; D. Ettore, “Soleri” (Saluzzo). Soleri. Keywords: Telesio,
Lucrezio, Antonino, Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Soleri” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734127339/in/datetaken/
Grice e Somenzi – il naturale, il
innaturale, il sovranaturale – filosofia italiana – Luigi Speranza (Redondesco). Filosofo. Ufficiale meteorologo dell'Aeronautica. Partecipa alla
Resistenza, lavora all'ufficio studi dello Stato maggiore. Si divide tra la
carriera militare e quella accademica, optando infine per la cattedra di
filosofia a Roma. Tra i suoi allievi vi e Cordeschi. Partendo da un
interesse per l'operazionismo, dirige i suoi studi teorici alla cibernetica e
fu tra i primi a interessarsi di intelligenza artificiale e a studiare i
rapporti mente-cervello e mente-macchina. Saggi: “La filosofia della
scienza” (Milano, Bocca); “La meccanica quantistica” (Milano, Bocca); “L'
operazionismo” (Milano, Comunità); “La scienza nel suo sviluppo storico” (Torino,
ERI); “Automi” (Torino, Boringhieri); “Tra fisica e filosofia” (Roberto Donolato,
Abano Terme, Piovan); “La materia pensante” (Milano, CLUP Città Studi); Fonte:
A. Rainone, Enciclopedia Italiana, riferimenti in. Saggi in onore, Roma, Union
Printing, antologia e testimonianze, Mantova, Fondazione Banca agricola
mantovana, Cibernetica Intelligenza artificiale
A. Rainone, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Un maestro del
domandare, di Cd Del Bello, da Giano, sito "Metodologia". Filosofo al
servizio della scienza, Corriere della Sera, Archivio storico. Vittorio
Somenzi. Somenzi. Keywords: naturale, sovranaturale. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Somenzi”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734110694/in/datetaken/
Grice e Sordi – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Centenaro di
Ferriere). Filosofo. Figlio di Agostino e Giovanna Taschieri, si fa religioso
nella Compagnia di Gesù e ben quattro dei suoi fratelli seguirono il suo
esempio. Entra nel seminario di Piacenza, dove frequenta le classi
ginnasiali. Vince il concorso per l'ammissione al Collegio Alberoni di
Piacenza, dove rimase fino al quando fu costretto a lasciare per motivi di
salute. Rientrò in seminario e, sotto la guida di V. Buzzetti, approfonde la
filosofia d’Aquino la cui filosofia era andata in disuse. S’insegna la
filosofia del secolo: Sarti, Soave, Draghetti, Condillac, Wolfe, Storkenau).
Divenne sacerdote ed entrò nella Compagnia di Gesù appena ricostituita, fece il
noviziato nella Casa di Sant'Ambrogio a Genova, dove incontrò Azeglio che
attraverso i colloqui con il Sordi conobbe e stimò la filosofia di San Tommaso,
di cui prima aveva sentito parlare con disprezzo e incominciò a rivedere la sua
formazione filosofica. Divenne insegnante di filosofia nel Collegio di
Ferrara e passò a Reggio Emilia come insegnante di logica, metafisica ed etica
e con la carica di prefetto della biblioteca civica. A Reggio Emilia si
distinse e acquisce stima e fama tanto che il padre Generale della Compagnia
Luigi Fortis lo propone al padre Pavani, provinciale d'Italia, come professore
di logica nel Collegio Romano. Il Pavani, però prega il padre Generale di
desistere dal suo proposito per motivi di opportunità “si leverebbe un gran
rumore tra i professori del Collegio Romano tanta è la prevenzione contro il
padre Sordi perché tomista.” Dal 1829 al 1834 venne mandato a Modena, al
collegio San Bartolomeo, come professore di logica, metafisica ed etica. Ispirandosi
ai rivolgimenti culminati con la cattura di C. Menotti, pubblica “Catechismo
delle rivoluzioni”. Stringe amicizia con G. Pecci. Attraverso quest'amicizia
puo esercitare il suo influsso anche su suo fratello, Pecci che, divenuto poi
Papa, con l'Enciclica Aeterni Patris propone a tutte le scuole cattoliche le
dottrine d’Aquino. Inviato a Forlì e poi a Spoleto dove insegna. Nominato
Rettore del Collegio di Orvieto. Ritornò a Modena come Rettore; carica che
esercitò per tre anni, e poi rimase ancora a Modena come Ministro e Padre
Spirituale degli alunni. Rettore del Collegio San Pietro di Piacenza, dove
già e stato aperto anche l'AloisianumIstituto di formazione filosofica per
giovani gesuiti dell'area Lombardo Veneta. E ancora a Piacenza, quando il
Collegio venne preso d'assalto dai rivoluzionari: “Scoppiarono allora alte
grida diAbbasso i gesuiti. Morte ai gesuiti. Mortee qui aggiungevano i nomi or
dell'uno or dell'altro Padre del collegio.” Così si legge nel racconto di padre
Lombardini, testimone oculare degli avvenimenti. J. Roothaan lo chiama a Roma,
desideroso di vedere finito un testo di filosofia che doveva realizzare insieme
a Carminati. Nominato Preposto della Provincia Romana. Governa quella
Provincia con rara prudenza e grande spirito di bontà. Passa al Collegio
degli scrittori della Civiltà Cattolica con l'incarico di scrittore e padre
spirituale della comunità. Contribuì in questi tre anni al fiorire della
rivista componendo con padre Taparelli una serie di articoli. Chiamato
all'Aloisianum di Verona come Prefetto degli studi dei giovani religiosi che
qui studiavano filosofia. Uno dei più insigni rappresentanti del tomismo, il
movimento di rinnovamento della filosofia d’Aquino, che, partito da Piacenza
con V. Buzzetti, si diffuse in tutta
l'Italia tramite i fratelli Sordi, alunni dello stesso Buzzetti. I due
fratelli, entrati nella Compagnia di Gesù, portarono il rinnovamento tomista,
cioè le grandi idee di San Tommaso studiate e sviluppate ai fini di rispondere
agli interrogativi più profondi dell'uomo moderno. La sua azione in favore del
neotomismo e particolarmente efficace per gli incarichi prestigiosi a lui
affidati, per il suo insegnamento presso numerosi Collegi dove i suoi scritti
di filosofia, trascritti, venivano usati come testo; inoltre molte delle
persone da lui avviate allo studio di San Tommaso sono state i protagonisti del
rinnovamento tomista e i diretti collaboratori nella preparazione
dell'enciclica "Aeterni Patris" in cui Leone XIII esorta a rimettere
in uso la sacra dottrina d’Aquino e a propagarla il più largamente possibile.
Il suo fratello, Domenico, diffuse il tomismo nella provincia napoletana, dove
opera in varie città (Napoli, Lecce, Maglie, Salerno, Sora, Arpino, Andria). Al
Collegio Massimo di Napoli e collaboratore d’Azeglio promuovendo la diffusione
della filosofia d’Aquino fra gli alunni, alcuni dei quali furono protagonisti
del rinnovamento della cultura cattolica. Fra questi va ricordato Curci
fondatore della “Civiltà Cattolica”, che descrive il suo insegnante con dovizia
di particolari nelle sue “Memorie” eMatteo Liberatore, cofondatore del
periodico “Scienza e Fede”, redattore di “La Civiltà Cattolica” e uno degli
estensori dell'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Altre saggi: “Appendice
al capitolo XII del Catechismo del senso comune” del Rorbacher L'Amico d'Italia
(Genova); “Theses ex universa
Philosophia” (Parma); “Catechismo delle Rivoluzioni” (Modena, Soliani); “Lettere
intorno al Nuovo saggio sull'origine delle idee di Serbati” (Modena, Vincenzo
Rossi); “I primi elementi del sistema di V. Gioberti dialogizzati tra lui e un
lettore dell'opera sua – Bergamo, Natali, Allocuzione di Pio IX con in fine
esposizione della materia a modo di catechismo” (Roma, Apostolica); “I misteri
di Demofilo” (Torino Castellazzo) e De Gaudenzi, Circolare del R.Provinciale ai
Superiori della Provincia Romana –Roma, Civ. Cattolica. De studio Theologiae in
nostra societate –Roma, Civ. Cattolica, Recensione all'opuscolo di Giacomo Oddo
“l'Indipendenza, il Cattolicesimo e l'Italia, MilanoRoma, Civ, Cattolica La
libertà al tribunale della ragioneRoma, Civ. Cattolica. Se per essere indipendenti
abbisogna che il Papa abbia il potere temporale. Di un sacerdote cattolico, Roma
Civ. Cattolica. Il movimento nazionale, istruzione popolare in occasione di un
opuscolo pubblicato nell'Umbria da un preteso prete galantuomo Roma Civ. Cattolica,
opuscolo di 48 Il Sillabo di S. S. Pio
Papa IX esposto in forma di catechismo da lSerafino Sordi della Compagnia di
Gesù Verona, Vigentini e Franchini); “Saggio intorno alla dialettica e alla
religione di Gioberti (Piacenza, Tedeschi); “Una proposta al Clero Italiano”;
“Ragionamenti sul Gesuita Moderno” (Torino, Castellazzo e De Gaudenzi); “La
scomunica: Nel Messaggero di Modena, Lettera sull'Austria, Bergamo, Dottrine di
S. Alfonso dei Liquori difese contro le impugnazioni di Rosmini Monza. “Ontologia”
(Dezza); “Theologia naturalis” (Dezza); “Manuale di logica” (Pesce). Opere
inedite riportate da Dezza in Alle origini del Neotomismo”: “Ethica generalis
et specialis”; “Psicologia”; “Sull'origine delle idee”; “Sulla materia e sulla
forma”; “Sull'evidenza”; “Intorno alla filosofia a noi prescritta da S. Ignazio”;
“Esortazioni al clero (presso don Ballerini PC). Alle origini del Neotomismo, Dezza,
I neotomisti; E. Silva, Ferriere, cenni storici, R. Comandini, “Nuovi
contributi alla conoscenza di V. Buzzetti e dei discepoli cresciuti alla sua
scuola -- saggio sulla rinascita del Tomismo”; Dezza, I neotomisti italiani”; Dezza,
“ Alle origini del Neotomismo, Breve storia della Provincia veneta della
Compagnia di Gesù dalle sue origini fino ai giorni nostril; “La chiesa di S.
Pietro in Piacenza Studi per il IV cent. dalla fond. TEP; Breve storia della
Provincia Veneta della Compagnia di Gesù dalle sue origini fino ai giorni
nostri A. M. D. G C. Cenacchi, Tomismo e Neotomismo a FerraraLiber. Edit. Vaticana
La Civiltà Cattolica, R. Comandini, Nuovi contributi alla conoscenza del
canonico Vincenzo Buzzetti e dei discepoli cresciuti alla sua scuola Saggio
sulla rinascita del Tomismo Libr. Edit. Vaticana, F. Cordani, Una grande
cultura piacentina dimenticata, PC Ed. Berti C. M. Curci, Memorie di Curci, G.
Barbera Editore, FI C. M. Cornoldi, Memorie Autobiografiche (Archivio
Aloisianum) F. Dante, Storia della Civiltà Ed. Studium Roma.Dezza, A MI.Dezza,
I neo-tomisti italiani del XIX secolo, Bocca ed. MI. La chiesa di S. Pietro in Piacenza Studi per
il IV cent. dalla fond. TEP); Giarelli, Storia di Piacenza dalle origini ai
nostri giorni, II Ed. Porta PC L.
Ferrari, I fratelli Sordi e il Neotomismo in Italia in il filosofo canonico V.
Buzzetti nel centenario della morte, PC G. Martina, La Chiesa nell'età
dell'assolutismo, del liberismo, del totalitarismo, Morcelliana BS. U.
Padovani, “Importanza della critica filosofica di S. Sordi a V. Gilbert” (“Riv.
Di Filosofia Neoscolastica, MI ed. Vita e Pensiero A. Monti, "La Compagnia
di Gesù nel territorio della Provincia Torinese, Chieri); Giovanni Paolo II,
enciclica Fides et Ratio; S. Panareo, L'istruzione in terra d'Otranto sotto i
Borboni, B. Perazzoli, Studi sul Rosminianesimo nell'Ottocento, Ed. Rosminiane
Sodalitas, L. Pozzi, S: Sordi filosofo neotomista, Studia Patavina Riv. Di
Filos.e Teologia. V. Rolandetti, Da
Buzzetti all'Aeterni Patris Conv. Intern. Tomistico (Trento); V. Rolandetti,
Buzzetti teologo, Libr. Ed. Vat. E. Silva, Ferriere, cenni storici, UTEP, PC, D.
Sordi, Pochi e brevi cenni sulla vita menata nel secolo da P.S.Sordi, man.
Inedito G. Sordi, Il contributo dei gesuiti piacentini Serafino e Domenico
Sordi alla diffusione del neo-tomismo nella cultura, PC altervista.org G.
Tononi, Condizioni della Chiesa nei ducati parmensi. M. Volpe, I Gesuiti nel
Napoletano Aeterni Patris Aloisianum
Carlo Maria Curci Collegio Alberoni Compagnia di Gesù Jan Roothaan La Civiltà
Cattolica L. Taparelli d'Azeglio Matteo Liberatore Neotomismo Sordi, su Treccan iEnciclopedie Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Serafino Sordi. G. Sordi, Il contributo
dei gesuiti piacentini Serafino e Domenico Sordi alla diffusione del neotomismo
nella cultura cattolica, PC su serafinosordi. altervista. La Civiltà Cattolica Taparelli
d'Azeglio e il rinnovamento della Scolastica al Collegio Romano] italia La
Civiltà Cattolica; Intorno alle origini del rinnovamento tomistico in Italia” (Taparelli
e Sordi). La rinascita del tomismo a Napoli (parte primaI collaboratori del Taparelli; “Il
peripato in azione”; “Il contributo della Compagnia di Gesù alla preparazione
dell'enciclica “Aeterni Patris.” Serafino Sordi. Sordi. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Sordi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733431716
Grice e Soria – l’opuscolo – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Sant'Andrea
a Lama). Filosofo. Figlio da Enrico e da Maria Elisabetta delle Sedie da Calci,
la famiglia paterna risiedeva da tempo a Sant'Ilario in Campo, nell'isola
d'Elba. Appartenente alla corrente del sensismo. Insegna a Pisa. Combate il
cartesianesimo ed esalta Galilei. Scrive il saggio “Rationalis Philosophiae
Institutiones”. Direttore della Biblioteca di Pisa. Pubblica a Pisa la “Raccolta
di opuscoli filosofici e filologici.” Il saggio comprende “Dell’immaterialità
delle nature intelligenti”; “Della potenza che ha lo spirito umano di determinar
se medesimo chiamata libertà”; “Il virtuoso regime del proprio corpo è un bene
indispensabile per la felicità della vita” e “Della natural dipendenza della
salute corporea dall'Ilarità dello Spirito”; “Della Simpatia” – “Dialogo tra un
Cav. Francese, e un Italiano” e l’”Esame del Giudizio di Monsieur Du Fresnoy
circa Buonarroti”; “Sulle metamorfosi degl'insetti”; “Degl'influssi celesti”; “Dissertazione
Accademica sull'Innesto”; “La teoria de' fosfori, e de' loro divarj. Allievo di Grandi, segna il passaggio della
scuola galileiana verso l'illuminismo. De Soria individual nello sviluppo
economico il centro dell'interesse dell'attività politica. È sepolto nella
chiesa di Sant'Andrea a Lama, in provincia di Pisa, paese di origine della
madre. Ugo Baldini, De Soria, Giovanni
Gualberto, in "Dizionario biografico degli italiani", Roma, Istituto
della Enciclopedia italiana, Soria è attestato anche a Livorno ed è appartenuto
a una nota famiglia locale. L.S. Olschki, Firenze). Treccani Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni
Gualberto De Soria. Soria. Keywords: l’opuscolo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Soria” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733483688/in/datetaken/
Sorrentino, Andrea. Vico. Bordon, La retorica di Vico. Andrea
SORRENTINO, G. B. V. e le razze mediterr.inee: in Bulletin italien di Bordeaux,
a. XVII, n. 2, avril - juin 1917, pp. 96-101. 19. Alberto ScrocCA, G. B. V. e
un suo recente critico: in Rassegna nazionale di Firenze, 1-16 agosto e i...
Grice e Sorrentino – la persona come
paradigma di senso – filosofia italiana (Carbonara di Nola). Flosofo. Tra i massimi esperti italiani di teologia
filosofica, ma oltre alle letture di carattere teologico-religioso, è anche
ideatore di una filosofia autonoma ed originale. -- è infatti convinto che si
debba ricercare una connessione tra le varie forme di sapere, spesso rinchiuse
nell'ambito dei propri specialismi e pertanto sterili. Studia a Milano. Si
laurea in Filosofia presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico
II". Consegue la laurea in teologia presso la facoltà teologica "San
Luigi" di Napoli. Insegna a Salerno. Sviluppa tematiche come il dibattito sulla
religione, inteso nel senso di una problematizzazione e di una tematizzazione
del religioso nella società a partire dal tardo Illuminismo. Cerca di
inquadrare la filosofia relativa all'etica e alla religione. Da qui parte il
tentativo di una tematizzazione filosofica della dimensione simbolica. Il
motore della ricerca è il tentativo di giungere ad una forma di connessione dei
saperi che possa superare le difficoltà e le incomprensioni del mondo
contemporaneo, non solo in ambito filosofico.
Altre saggi: “La teologia della secolarizzazione: chiesa, mondo e storia”;
“La filosofia della religione, Ermeneutica e filosofia trascendentale”; “Filosofia
ed esperienza religiosa”; “Realtà del senso e universo religioso”; “Per un
approccio trascendentale al fenomeno religioso”; “La dottrina della fede”; “Il
valore della vita”; “Dialettica”; “Obbedire al tempo”; “L'attesa”; “La
dialettica nella cultura romantica”; “Religione e religioni”; “Il prisma della
rivelazione”; “Una nozione alla prova di religioni e saperi”; “L'eredità
dell'Illuminismo e la critica della religione”; “Diversità e rapporto tra
culture”; “Le ragioni del dialogo. Grammatica del rapporto tra le religioni”; “Nichilismo
e questione del senso”; “Teologia naturale e teologia filosofica”; “La libertà
in discussione”; “Le ragioni del dialogo. Grammatica del rapporto fra le
religioni, “La persona come paradigma di senso”; “Dibattito sull'eredità di Mounier”;
“La teologia politica in discussione” (Salerno, Giornale di filosofia della
religione,. Sergio Sorerntino. Sorrentino. Keywords: la persona come paradigma
di senso, H. P. Grice, P. F. Strawson. Luigi Speranza,”Grice e Sorrentino”.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733226741/in/photolist-2mPuiXc-2mPkhvE-2mNzeEc-nzsayP-nz4c3s
Sorrentino, Vincenzo.
Sotione
(Roma). Filosofo. Teacher of Seneca. In glossary to Roman philosophers, in
“Roman philosophers.”
Grice e Sozzini
– razionalismo, e moi -- filosofia italiana – (Siena). Socinianism, Nella prima
meta del sedicesimo sicolo nacquero in questa casa Lelio e Fausto Sozzini
letterati insigni filosofi sommi della liberta di pensiero strenui propugnatori
contro il soprannaturale vindice della umana ragione fondarono la celebre
scuola Socinian precorrendo di tre secoli le dottrine del modern razionalismo –
I liberali senesi ammiratori reverenti questa memoria posero 1879. Fausto.
Fausto Sozzini. Lelio Sozzini. Sozzini. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Sozzini,
rationalism, and moi”, Luigi Speranza, “Grice e Sozzini” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734101860/in/datetaken/
Grice e Spadaro – conversazione coll’angelo
– filosofia italiana (Messina),
Filosofo. Laureato a Messina, entra subito dopo nel noviziato della Compagnia
di Gesù. Insegna lettere a Roma. Riceve l'ordinazione presbiterale e il 24
maggio 2007 pronuncia i voti solenni nella Compagnia di Gesù. Consegue la
licenza in Teologia Fondamentale, il diploma in Comunicazioni Sociali, il
dottorato di ricerca in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di
Roma. Completa la sua formazione negli Stati Uniti, nella Provincia dei gesuiti
di Chicago. Comincia a scrivere per la rivista La Civiltà Cattolica e entra a
far parte in maniera stabile della redazione. Si occupa soprattutto di teoria
della letteratura e di critica letteraria, in particolare legata ad autori
contemporanei italiani (tra questi, Pavese, Bassani, Luzi, Tondelli. Tra le
materie che tratta vi sono anche la musica, l'arte contemporanea, il cinema e
le nuove tecnologie della comunicazione e il loro impatto sul modo di vivere e
pensare (in particolare su, Second Life, sulla lettura digitale, sui vari social
networks, sulla filosofia hacker o sulla cyberteologia). Ha fondato Bomba Carta, un progetto culturale
che coordina iniziative di scrittura creativa, produzione video e lettura anche
su internet. È curatore della collana di poesia L'Oblò delle edizioni Ancora. Insegna
presso il Centro Interdisciplinare di Comunicazione Sociale della Pontificia
Università Gregoriana -- è a capo del
comitato scientifico "La sfida e l'esperienza" che raccoglie docenti
e manager interessati ai temi della spiritualità e dell'innovazione. Viene
incaricato di coordinare le attività culturali della Compagnia di Gesù in
Italia. -- è il relatore principale al primo evento organizzato dai Gesuiti
sulla musica rock nel quale riabilita la dignità musicale (non liturgica) del
genere nel suo complesso, limitandone la condanna alla valutazione di rari e
singoli casi. Diviene Rettore della Comunità dei gesuiti de La Civiltà
Cattolica. -- è annunciata la sua nomina a direttore della rivista.. Nel numero
del 1º ottobre della rivista è apparso
il suo articolo di presentazione nella nuova veste di direttore. La sua attività in Rete è legata, oltre alla
presenza nei social network, anche allun sito personale e di due blog: uno
dedicato alla CyberTeologia e uno dedicato a Flannery O'Connor. Benedetto XVI
lo nomina consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e anche consultore
del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Riceve a Caserta il
prestigioso premio "Le Buone Notizie Civitas Casertana", uno dei più
importanti premi di giornalismo italiani, unico nel suo genere a livello
internazionale. Ad agosto incontra più volte papa Francesco per conto
de La Civiltà Cattolica e di altre 15 riviste della Compagnia di Gesù. Il
contenuto delle conversazioni è stato pubblicato sotto forma di intervista a
settembre ed ampiamente ripreso dalla
stampa internazionale. Dedicato un
articolo all’utopia. L'articolo analizza il significato di utopia nel contesto culturale italiano, ne
analizza la storia, e ne mette in evidenza pregi e limiti. La sua conclusione è che dalla descrizione e
dalle valutazioni compiute comprendiamo bene come rappresenti un sogno illuminista di
descrivere il mondo, che però si scontra con le difficoltà di accreditarsi come
compendio di sapere credibile, mantenendo nel contempo anonimato, flessibilità
e continua apertura a nuovi collaboratori. Nello stesso tempo questa «utopia»
rovescia il sogno dell'enciclopedia tradizionale, intesa come costruzione
autorevole, organica e integrata del sapere. Infatti è come un organismo vivente: cresce (al ritmo
del 7% ogni mese), si ammala, è sottoposta a composizioni e scomposizioni interne,
ad accrescimenti e riduzioni continue. Ma soprattutto nasconde un'altra utopia, a suo modo, ambigua.
La democrazia assoluta del sapere e la collaborazione delle intelligenze
molteplici che dà vita a una sorta di intelligenza collettiva. Questa utopia
potrebbe nascondere una nuova forma di torre di Babele, che ha il suo tallone
di Achille non solo nell'inaffidabilità, ma anche nel relativismo. Concede
un'intervista a Wikinotizie, Intervista
al gesuita 2.0, nella quale commenta l'articolo e spazia sulle tematiche
inerenti e il mondo della rete
internet. Altri saggi: “Tracce profonde.
Il viaggio tra il reale e l'immaginario” (Roma, Città Nuova); “Radio on. Tra le
colonne sonore (Napoli, Giannini); “Lo
sguardo presente. Una lettura teologica dell’amore” (Rimini, Guaraldi); “Attraversare
l'attesa” (Reggio Emilia, Diabasis); “Laboratorio″. La nuova narrativa italiana
(Reggio Emilia, Diabasis); “Un'acuta sensazione d'attesa” (Padova, Messaggero
di Sant'Antonio); “A che cosa «serve» la letteratura?” Leumann (To)-Roma, Elle Di
Ci La Civiltà Cattolica, Premio Capri per
la sezione Letteratura e Premio Crotone sezione Giovane critici italiani); “Lontano
dentro se stessi. L'attesa di salvezza” (Milano, Jaca). Connessioni. Nuove
forme della cultura al tempo di internet” (Bologna, Pardes); “La grazia della
parola. La poesia, Milano, Jaca); Nella melodia della terra” (Milano, Jaca); “Abitare
nella possibilità. L'esperienza della letteratura” (Milano, Jaca), “L'altro
fuoco. L'esperienza della letteratura” (Milano, Jaca); Alla ricerca del lupo.
Genio, tensioni, vanità (Bologna, Pardes); “Nell'ombra accesa. Breviario
poetico di Natale (Milano, Ancora); Web 2.0 Reti di relazione, Milano, Paoline,.
“Svolta di respiro. Spiritualità della vita” (Milano, Vita & Pensiero). Cyberteologia.
Pensare il cristianesimo al tempo della rete, Milano, Vita & Pensiero); “Lasciami
correre via, Padova, Messaggero); “Traversate di un credente, Milano, Jaca); “La
dodicesima notte (Milano, Ancora); La freschezza più cara. Poesie (Milano,
Rizzoli); Canto una vita immense (Milano, Ancora); “Un Dio sempre più grande.
Pregare” (Milano, Ancora). obio, su laciviltacattolica. Saggi su "La
Civiltà Cattolica", su antoniospadaro.net. Antonio Spadaro, BombaCarta, su
bombacarta.com. accesso=16 agosto.
Antonio Spadaro, L'OblòAncora, su ancoralibri. Orazio La Rocca, I
gesuiti benedicono il rock: "La musica di Springsteen & Co parla
all'anima", Repubblica. cogliere pienamente la sfida digitale. Cyberteologia,
Nomina di consultori del Pontificio Consiglio della Cultura, Rinunce e nomine,
su Bollettino della Santa Sede, Bollettino della Santa Sede. Su La Civiltà Cattolica la mia intervista a
Papa Francesco, su cyberteologia, Intervista a papa Francesco. Cyberteologia,
sul RAI Filosofia, su filosofia.rai. Antonio
Spadaro. Spadaro. Keywords: conversazione coll’angelo. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Spadaro” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733432523/in/datetaken/
Grice e Sparti – il riconoscimento –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Insegna a Siena, Pisa, Milano e lBologna. Fonda
“Studi culturali. Collabora a "Iride", "Paradigmi",
"Rivista di estetica", "Rassegna italiana di sociologia", ed
"Intersezioni". Concentra la sua attenzione sull'estetica
dell'improvvisazione. Saggi: “Se un
leone potesse parlare. Indagine sul comprendere e lo spiegare” (Firenze, Sansoni);
“Sopprimere la lontananza uccide” “Interpretazione” (Firenze, Nuova Italia) “Epistemologia
delle scienze sociali” (Roma, Nuova Italia); “Soggetti al tempo. Identità
personale fra analisi filosofica e costruzione sociale” (Milano, Feltrinelli);
“Identità e coscienza” (Bologna, Mulino); “Wittgenstein politico” (Milano,
Feltrinelli); “Epistemologia delle scienze sociali” (Bologna, Mulino);
“L'importanza di essere umani: etica del ri-conoscimento” (Milano,
Feltrinelli); “Suoni inauditi. L'improvvisazione nel jazz e nella vita quotidiana”
(Bologna, Il Mulino); “Musica in nero. Il campo discorsivo del jazz” (Torino,
Bollati); “Il corpo sonoro. Oralità e scrittura nel jazz” (Bologna, Il Mulino);
“L'identità incompiuta: paradossi dell'improvvisazione musicale” (Bologna,
Mulino); “Sul tango. L'improvvisazione intima” (Bologna, Mulino). Davide
Sparti. Sparti. Keywords: identita personale, interpretare, improvvisare nella
vita. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sparti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733803154/in/photolist-2mPxgim-2mKTjot
Grice e Spaventa – l’origine italico dello
spirito filosofico – Luigi Speranza (Bomba). Filosofo. Nacque da un'agiata famiglia borghese. Sua
madre, Maria Anna Croce, e pro-zia di Croce. Studia a Chieti. Ottenuto
l'incarico di docente di matematica, si trasfere a Montecassino. La sua
formazione continua a Napoli. Studia i filosofi tedesci in tedesco – Grice:
“Which is the right thing to do – and which Ryle, or Strawson, for that matter
– are unable to!” Si avvicina ai circoli
liberali e a pensatori come Colecchi e Antonio Tari. Fonda una scuola di filosofia. Inoltre partecipa alla
redazione de “ Il Nazionale”. Dopo l'abrogazione della Costituzione da parte di
Ferdinando II, e costretto a lasciare Napoli. Si trasferire prima a Firenze,
quindi a Torino. Divenne giornalista scrivendo su Il Progresso, Il Cimento, Il
Piemonte, Rivista Contemporanea. Si avvicina al pensiero di Hegel. Polemizza
con La Civiltà Cattolica, rifiutando l'idea del sacro come passo necessario per
lo sviluppo umano. In tal modo condivise con altri esuli napoletani gli
stessi fermenti patriottici e liberali che avevano nell'idealismo hegeliano il
loro motivo ispiratore. In Napoli la filosofia di Hegel penetra nelle
menti de' cultori della scienza, i quali mossi come da santo amore si
affratellavano e la predicano. Né i sospetti già desti della polizia, né le
minacce e le persecuzioni valsero ad infievolire la fede in questi arditi
difensori della indipendenza del pensiero. I numerosi studenti raccolti da
tutti i punti del Regno nella grande capitale disertano le cattedre, ed
accorrevano in folla ad ascoltare la nuova parola. Era un bisogno irresistibile
ed universale, che li spinge ad un ignoto e splendido avvenire, all'unità
organica dei diversi rami della cognizione umana. I filosofi, partecipavano al
general movimento, ed ambivano soprattutto, come gl’antichi italiani, di essere
veri filosofi. Chi può ridire la gioia, le speranze, l’entusiasmo di quel
tempo? Chi può ridire l’affetto col quale si amano i maestri e gli allievi, e
insieme procedeno alla ricerca della verità? E un culto, una religione ideale,
nella quale si mostrano degni nepoti dell'infelice Nolano. “Studii sopra la
filosofia di Hegel” (Torino) «Rivista Italiana». Insegna a Modena, Bologna e
Napoli. Vuole liberare la cultura filosofica italiana dal suo provincialismo,
attraverso la diffusione nella penisola dell'idealismo di Hegel. Sostene una politica
laica e legata ad un forte senso di un stato unitario, considerato come
sorgente dei princìpi e dei valori ispiratori di un armonioso sviluppo di
civilita, da cui la comunità dei cittadini devono trarre l'alimento necessario
per una crescita ordinata e corretta. Circola l’idealismo, che dimostra il
percorso dinamico della filosofia e il suo ritorno in Italia dove ha origine. Riforma
la dialettica hegeliana per salvare l'identità di essere e pensiero escludendo
ogni presupposto oggettivo esterno al pensare. Recupera l'aspetto pratico nel
processo conoscitivo che evita la caduta in un astratto idealismo. La filosofia
italiana del Rinascimento, connotata dal naturalismo e dall'immanentismo, ha
precorso la filosofia, giungendo attraverso Spinoza agli idealisti tedeschi
Fichte, Schelling, Hegel. il ritorno in Italia della filosofia con la terza
Roma e con la riappropriazione dei
filoni spiritualistici europei da parte di Rosmini e Gioberti. Mentre per la
critica tradizionale la filosofia italiana e caratterizzata dalla sua
ininterrotta fedeltà alla linea platonica, Spaventa cerca di dimostrare, con
gli studi dedicati al umanesimo rinascimentale che la filosofia, laica e
idealistica, generalmente associata alla Riforma in realtà e nata in Italia. Interpreta
con chiave di lettura hegeliana questo progressivo passaggio dello spirito
filosofico italiano e il suo ritorno, sottolineando la continuità del
razionalismo di Cartesio col principio innatistico di Campanella della cognitio
abdita, dell'empirismo di Locke con la campanelliana cognitio illata o nozione
acquisita, dell'immanentismo Spinoza col panteismo di Bruno, del criticismo con
la metafisica della mente di Vico. Poi Galluppi e Rosmini si sarebbero riappropriati
inconsciamente di quello stesso spirito permeato dal kantismo, come Gioberti di
quello dell'idealismo. Ripigliare il sacro filo della nostra tradizione
filosofica italiana, ravvivare la coscienza del nostro libero pensiero nello
studio dei nostri maggiori filosofi, ricercare nelle filosofie delle altre
nazioni i germi ricevuti dai primi padri della nostra filosofia italiana e poi
ritornati fra noi in forma nuova e più spiegata di sistema, comprendere questa
circolazione del pensiero italiano, della quale in gran parte noi avevamo
smarrito il sentimento, riconoscere questo ritorno del nostro pensiero a sé
stesso nel grande intuito speculativo del nostro ultimo filosofo Hegel, sapere
insomma che cosa noi fummo, che cosa siamo e che cosa dobbiamo essere nel
movimento della filosofìa, non come membri isolati e scissi dalla vita
universale del popolo, nè come avvinti al carro trionfale d'un popolo
particolare, ma come nazione libera ed eguale nella comunità universale. Tale,
o signori, è stato sempre il desiderio e l'occupazione della mia vita. Prolusione
alle lezioni di Storia della filosofia a Bologna (Modena, Tipografia
Governativa) Uno dei suoi propositi, giustificato dalla stessa tesi della
circolazione della filosofia italiana, e il tentativo di far uscire gli
intellettuali italiani dal provincialismo stagnante in cui versavano,
apportando loro gli elementi più innovativi del pensiero idealistico
d'oltralpe, per dare un fondamento filosofico-culturale al processo
rivoluzionario dell'unificazione nazionale. La rivoluzione storica da attuare non
e il programma neo-guelfo del primato morale e civile di Gioberti che ripudia
in blocco la filosofia moderna, ma anda intesa hegelianamente come sttoria
della libertà, nella quale lo spiritualismo non significa un'involuzione, bensì
un riallineamento alle nazioni più avanzate. Son molti ancora in Italia i
quali tacciano di astratta e oscura la filosofia alemanna e, reputandola
contraria alla natura speculativa dell'ingegno italiano, si accontentano di una
maniera di sapere che non ha nessuna connessione con la nostra tradizione
filosofica -- è un perpetuo oltraggio alla memoria de' nostri sommi ed infelici
pensatori, e la principal cagione del decadimento della scienza tra noi.
Costoro dimenticano la storia del pensiero italiano, della quale furono gli eroi
e martiri i nostri filosofi; non ricordano i roghi di Bruno e di Vanini, la
lunga prigionia di Campanella, e l'umile pietra che, nel tempio de' Gerolomini
in Napoli, ricopre le ceneri di Vico, luce del nostro mondo intellettuale. Non
i nostri filosofi degli ultimi duecento anni, ma Spinoza, Kant, Fichte,
Schelling ed Hegel, sono stati i veri discepoli di Bruno, di Vanini, di
Campanella, di Vico, ed altri illustri. (Principii di Filosofia). Non si limita
a recepire passivamente l'hegelismo, ma da avvio ad una sua profonda revision.
Introduce temi originali che cerca di riprendere dalla tradizione autoctona italiana.
In particolare, cerca di rispondere alle critiche di Trendelenburg, il quale
non vede come dal primo momento della logica hegeliana, quello dell'essere puro
e indeterminato, puo scaturire il divenire dialettico dello spirito, se non
tramite un'indebita intromissione dal di fuori. Per dimostrare l'identità
dell'essere col spirito, e quindi che l'Idea è intrinseca alla realtà storica,
avente come scopo la libertà, sostenne l'esigenza di mentalizzare o
kantianizzare» la logica di Hegel, unificando quest'ultima con la
fenomenologia, cioè col percorso conoscitivo del singolo individuo umano, che
diventa progressivamente auto-cosciente di avere in se stesso, nello proprio
spirito, tutta la realtà assoluta logicamente articolata. Riforma così la
dialettica hegeliana nell'ottica di Kant e Fichte, ritenendo prevalente l'atto
soggettivo (no inter-soggetivo) della coscienza trascendentale rispetto ad ogni
presupposto oggettivistico o inter-soggettivistico), valorizzando inoltre il
momento finale dello spirito rispetto alle fasi precedenti della logica e della
natura, situate fuori dall'auto-coscienza. È lo spirito la protagonista di ogni
originaria produzione. In maniera simile a Fischer, infatti, la deduzione
hegeliana, che dalla contrapposizione di essere e nulla faceva scaturire il divenire,
venne intesa in senso kantiano e fichtiano dando il primato alla sintesi
unificatrice del divenire: è lo spirito, nel suo perenne fluire, che dà luogo
all'essere, il quale, originariamente indeterminato e perciò in-concevibile, si
rivela un non-essere, essendo posto all'interno dello spirito stesso. Per
questo primato assegnato all'atto del concivere, fa da apripista all'idealismo
attuale di Gentile. Per contrastare l'avanzata del positivismo che e penetrato
in Italia dopo la raggiunta unità nazionale, di fronte all'esaurirsi delle
spinte ideali che caratterizzano il Risorgimento, si impegna nella valorizzazione
dell'aspetto pratico del processo spirituale, per evitare la caduta in un «stratto
idealismo, che non cura né pregia lo sperimento. In particolare riprese da Vico
una concezione pratica e storica della metafisica dell'assoluto, intendendo
l'auto-coscienza hegeliana (quale Begierde, cioè appetizione») come umanità,
ovvero impeto che agisce nel soggetto umano. Analogamente puo sostenere,
nel tracciare LA STORIA DELLO SPIRITO ITALIANO che è il soggetto umano a dare
concretezza e coscienza di sè al processo storico. La Riforma della modernità
che abolisce i vecchi principi della filosofia scolastica si basa per l'appunto
sull'immanenza di Dio e sulla capacità della coscienza umana di auto-determinarsi
e di accedere direttamente all'Infinito, come enunciano Bruno e Campanella. Il
riconoscimento del valore infinito dell'uomo ha ripercussioni anche sulla
concezione etico-politica, stimolando studi e interessi sulla filosofia
hegeliana del diritto. Permase una viva concezione etica dello stato
italiano, che lo indusse a rinvenire nell'idealismo hegeliano la sintesi tra la
corrente post-illuministica, basata sull'arbitrio individuale soggetivo e su
una concezione meramente contrattualistica dello Stato, ed il cattolicesimo
liberale, fondato viceversa sull'arbitrio divino e sull'aderenza
dogmatico-confessionale al principio d'autorità. Il suo liberalismo rigetta
l'individualismo o soggetivismo che privilegia l'interesse del singolo
portandolo a servirsi dell'organismo universale per i propri fini, distruggendo
la società. Allo stato italiano spetta dunque la funzione pedagogica di promuovere
gli interessi DI TUTTI, di ogni italiano, tutelando la famiglia, in cui si
forma l'individuo o soggeto, e al contempo la società civile. La famiglia
e la società civile hanno la loro verità nello stato. Dove lo stato italiano
non è altro che famiglia (lo stato patriarcale italiano), o una istituzione di
pubblica sicurezza (polizia italiana), non solo lo stato italiano non è il vero
stato, ma né la famiglia né la società civile esistono nella loro vera forma.
Lo stato italiano è l'unità del principio della famiglia e del principio della
società civile (della naturalità umana e del libero volere, del diritto e della
moralità). Non è una semplice associazione fondata mediante il libero arbitrio
soggetivo, o il patto inter-soggetivo etc, né una associazione puramente naturale.
È tutto ciò insieme. È assoluta soggettività etica dei individui.. Assoluta,
perché è sostanza; soggettività, perché è saputa e voluta dagli individui
liberamente come la loro stessa essenza etica e universalità. Dove manca tale
sapere e volere, lo stato italiano non è libera soggettività, e l'individuo non
ha vero valore (individualismo moderno). In altri termini, è la sostanza nazionale,
conscia veramente e realmente di se medesima; lo spirito del popolo (come tale,
come spirito etico) nella sua vera e perfetta esistenza. Studi sull'etica
hegeliana. Poiché il potere stesso dello stato italiano può essere utilizzato
da un individuo o da una classe in vista dei suoi interessi di parte, accetta
il modello costituzionale, sebbene non privo di conflitti tra particolarità e
universalità, nel quale la personalità dello stato italiano e elevata sopra la
lotta sociale. Ripudiando l'astratto cosmopolitismo, lo stato italiano va dunque
inteso come l'immanenza di dio, dell'universalità dello spirito italiano calato
nella concretezza della nazionalità del popolo italiano, tutti uguali, ratelli dell'umana
famiglia. È con Spaventa soprattutto che la filosofia in Italia cessa d'essere
esercitazione accademica e vacua speculazione, si avvia a diventare organica
visione del mondo, da cui derivi e consegua una morale, si avvia cioè a
diventare religione laica, dando inizio a quel largo movimento di distacco di
intellettuali dalla chiesa cattolica. (G. Arfé, L'hegelismo napoletano e
Spaventa, in «Società», Firenze. E uno dei maggiori teorici che si sforzarono
dare un un'impronta ideale e spirituale al percorso risorgimentale verso
l'unità d'Italia, non limitata all'ambito filosofico, come riconobbero in
seguito storici e studiosi del Risorgimento. Con lui e De Sanctis e giunta
al culmine quella motivazione politica della nazione italiana che e la
caratteristica in forza della quale il movimento sorto a Napoli supera i limiti
di un episodio regionale. Da noi, gl’italiani, al contrario che in Inghilterra
e in Francia, l'hegelismo non è stato solo una filosofia ma un elemento della
vita civile della nazione italiana nel momento culminante del suo Risorgimento.
(S. Landucci, L'hegelismo in Italia nell'età del Risorgimento, in «Studi
storici», Roma. Influsce profondamente, attraverso la mediazione di Jaja, anche
l'idealismo italiano di Gentile, il quale porta a termine il lavoro di
kantianizzazione o mentalizzazione di Hegel avviato da lui, trasformando la sua
dottrina in un compiuto attualismo o filosofia dell'atto, basata cioè sul
perenne dinamismo dell'atto del pensiero. Gentile cura inoltre la pubblicazione
della spaventiana prolusione e introduzione alle lezioni di filosofia nella
Napoli, ri-nominandola significativamente “La filosofia italiana”, ritenendola
un saggio di carattere non solamente storiografico, ma soprattutto fenomenologico,
in cui cioè lo spirito della filosofia italiana esprime la sua ritrovata coscienza
di sè. Gentile si confronta ampiamente con lui nella propria riforma della
dialettica hegeliana, oltre a raccogliere e sistemare alcuni suoi scritti
inediti, tra cui un frammento giudicato uno snodo importante verso la genesi
del proprio attualismo, contribuendo alla riscoperta e alla rinascita degli
studi intorno alla dottrina spaventiana. Anche l'idealista Croce, che dopo
la morte dei genitori anda a vivere da Silvio Spaventa, segue le sue lezioni,
apprezzandone soprattutto lo spirito profondamente liberale. Altri di suoi
scolari, o allievi sono Fiorentino, Maturi, Jaja, Masci, Tocco, Labriola, ed
Alfonso. Nuovi studi sono sorti in occasione del bicentenario della nascita di
Spaventa e De Sanctis. Altri saggi: “La filosofia di Kant e la sua relazione
colla filosofia italiana” (Unione Tipografica, Torino); “Principii di
filosofia” (Ghio, Napoli); “Studi sull'etica di Hegel” (Università, Napoli); “La
filosofia di Gioberti” (Tasso, Napoli); “Saggi critici di filosofia, politica e
religione” (Bruno, Roma); “La dottrina della conoscenza di Bruno” (Università,
Napoli); “Principi di etica” (Pierro, Napoli); “La filosofia italiana nelle sue
relazioni con la filosofia europea” G. Gentile, Laterza, Bari. “Logica e
metafisica” G. Gentile, Laterza, Bari. Opere, G. Gentile, raccolte e aggiornate
da Italo Cubeddu e Simona Giannantoni, "Classici della Filosofia",
Sansoni, Firenze. Opere, saggio introduttivo, prefazioni, note e apparati di
Francesco Valagussa, postfazione di Vincenzo Vitiello, Bompiani, Milano. Quattro
articoli sulla filosofia tedesca (Kant, Fichte, Schelling, Hegel), Giuseppe
Landolfi Petrone, Il Prato, Edizione
critica delle Opere psicologiche inedite D. D'Orsi: Lezioni di antropologia,
Psiche e metafisica Elementi di
psicologia speculativa, Sulle psicopatie in generale. Cit. in B. Spaventa,
Antologia degli scritti, G. Vacca, Bari, Laterza. Piero Di Giovanni, Giovanni
Gentile: la filosofia italiana tra idealismo e anti-idealismo, Angeli, Gentile
e Spaventa, su treccani. Il contributo
italiano alla storia del pensiero, su treccani. Nel tempo che gl’ustriaci — ‘i tedeschi’
dicemo generalmente in Italia — dimorano non solo nelle contrade lombarde e
venete, ma anche in Toscana, io non ho il coraggio di dire: filosofia tedesca. (nota
di B. Spaventa). Principii di Filosofia,
Napoli, Ghio. Le tradizioni filosofiche nell'Italia unita, di G. Rota. U.
Perone, G. Ferretti, C. Ciancio, Storia del pensiero filosofico, Torino, SEI, Cit. di Giovanni Gentile in
Della vita e degli scritti di Spaventa, pScritti filosofici” (Napoli, Morano); Altri
saggi: “Sulle psicopatie in generale, o
La legge del più forte, in cui si confrontava tra l'altro col darwinismo. Studi sull'etica hegeliana, Napoli, Stamperia
della R. Università, Il concetto di nazione (nazionalità) segna in lui un
superamento della filosofia hegeliana della storia basata sul susseguirsi di
popoli-guida (cfr. Carratelli, Storia e civiltà della Campania (Napoli,
Electa); “Studii sopra la filosofia di Hegel”; “Unificazione nazionale ed
egemonia culturale, G. Vacca (Bari, Laterza); E. Garin, “La fortuna nella
filosofia italiana” in L'opera e
l’eredità di Hegel (Bari, Laterza); I. Cubeddu, Da Spaventa a Gentile: Kant e l’idealismo,
in "La tradizione kantiana in Italia", Atti del convegno della
Società filosofica italiana (Messina,
G.B.M.); La raccolta gentiliana delle sue opere venne riedita e curate da I.
Cubeddu e S. Giannantoni, e ri-stampata da F. Valagussa e V. Vitiello.
Coscienza nazionale, treccani. G.
Gentile, Bertrando Spaventa (Firenze, Vallecchi); G. Vacca, Politica e filosofia
(Bari, Laterza); R. Bartot, L'hegelismo di Spaventa (Firenze, Olschki); I. Cubeddu,
Edizioni e studi (Firenze, Sansoni); T. Serra, Etica e politica (Roma,
Bulzoni); R. Franchini, Dalla scienza della logica alla logica della scienza” (Napoli,
Pironti); E. Garin, “Filosofia e politica” (G. Tognon, Napoli, Bibliopolis); E.
Garin, Napoli, Bibliopolis, L. Gentile, “Coscienza
nazionale” (Chieti, Noubs); G. Origo “Perpetuazione e difesa della filosofia italica”
(Roma, Bibliosofica); A. Savorelli, Il contributo italiano alla storia del
Pensiero Filosofia (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana); Attualismo
Hegelismo Idealismo italiano Idealismo tedesco Treccani. Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
di storia, Dizionario biografico degli italiani, D.
Fusaro, “Spaventa: Il far intendere Hegel all'Italia, vorrebbe dire ri-fare
l'Italia”. Gentile e Spaventa, su
treccani. Scritti filosofici. G. Gentile. Gli hegeliani di Napoli e il
Risorgimento. Bertrando Spaventa. Spaventa. Keywords: italianita, Englishry,
Englishness, English nation, the English, the English tongue, the tongue of the
English, the tongue of the Anglians, the English spirit, the English ghost. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spaventa” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688298272/in/photolist-2mLLZRD-2mLQdrQ-2mLGRht-2mPsfT9-2mPsXiB-2mPsh7f-2mKw3hq-2mPpskp
Grice e Spedalieri – dei diritti dell’uomo
– filosofia italiana (Bronte).
Filosofo. Figlio Vincenzo e da Antonina Dinaro, studia nell'Oratorio di S.
Filippo Neri di Bronte e nel seminario di Monreale. Insegna filosofia a
Monreale. Alcune sue tesi, considerate eretiche a Palermo, sono invece
approvate e stampate a Roma con il titolo di “Propositionum theologicarum specimen”.
Trasfere a Roma. Pio VI gli diede il titolo di beneficiato della Basilica
Vaticana che comporta una modesta rendita mensilee l'incarica di scrivere la
storia del prosciugamento dell'Agro pontino, “De' bonificamenti delle terre
pontine”. Contro l'Enciclopedia degli illuministi, usce la sua “Analisi
dell'Esame critico sulle prove di Dio”, il “Ragionamento sopra l'arte di
governare”, e “Ragionamento sull’influenza del sacro nella società e nella
civilita”. Scrive la “Confutazione della
dottrina della caduta dell’impero romano”, contro Gibbon che imputa la caduta
all'influenza negativa del sacro. Nel saggio più importante “Dei diritti
dell'uomo”, pubblicata a Roma ma, per volontà del papa, con la falsa indicazione
di Assisi, si rifece alla concezioni rousseauiane relativamente alla dottrina di
un contratto sociale come origine della società. Contesta la tesi di un
originario stato di *natura* a cui occorrerebbe tornare, perché soltanto
all'interno della società e civilta gl’uomini possono realizzare i suoi bisogni
di felicità e di perfezione. Lo stato, a cui è destinato l'uomo dalla
natura, è la società e la Civilta. Ciò e dimostrato e vuol dire che gl’uomini non
possono rinunziare, generalmente parlando, alla società e a la civilita senza
opporsi alla sua propria natura. È parte essenziale della costituzione sociale
il principato. Il popolo degl’uomini non ha diritto di disfare il principato. La
forma migliore di governo è il principato. Al principe il popolo degl’uomini affida
tre facoltà: giudicare, di decretare e di eseguire. Il popolo degl’uomini non
può togliergli il principato a suo beneplacito, cioè quando gli pare, per motivi
leggieri, senza motivi, perché violerebbe il patto sottoscritto, a meno che il
principe non violi la condizione essenziale del contratto stipulato, il “do ut
facias”, a meno che il principe non faccia ciò che si era impegnato a fare in
cambio della proprietà del principato, ossia, custodire i diritti naturali di
ciascuno degl’uomini del popolo, e dirigere tutte le operazioni del principato
alla felicità degl’uomini sudditi e cittadini. Questa è la base del contratto.
Se invece il principe prendesse a distruggere i diritti naturali di ognuno, a
sostituire il capriccio alle leggi, e ad immergere nella miseria i poveri
sudditi, il contratto resterebbe sciolto da sé. Lo scioglimento del contratto
non significa che il popolo eserciti per proprio conto il governo, ma che debba
investirne un altro con auspici migliori. Ma chi deciderà che il contratto
stabilito con il principe sia nullo? Intanto, osserva che il contratto siasi
sciolto già da sé stesso, si dee legalmente dichiarare. Prima della quale
dichiarazione, a niuno è permesso di sottrarsi dall'ubbidienza del principe. E
il diritto di far tale dichiarazione non appartiene a verun privato, né alla
unione di alcuni, né anco alla moltitudine. Solo un corpo che rappresenti *ogni
suddito* può dichiarare lo scioglimento del patto con il principe. Questo vero
corpo e formato da ogni magistrato, ogni ordine de' cittadini, ogni persona
illuminata, proba, e non soggetta all'impeto del momento. La colta nazione
italiana nella costituzione fondamentale, che dà a sé stessa, e che inerisce
nel contratto che fa con la persona che vuole innalzare al principato, e che
questa giura di mantenere, sempre, forma un corpo o sia un collegio che
rappresenta permanetutti ogni cittadino. Laonde basta che la dichiarazione si
faccia da questo corpo per esser legale. Qualora il principe resista e voglia
mantenere il potere non più riconosciutogli, comportandosi così da tiranno. Il
corpo della nazione italiana mai però un singolo cittadino italiano puo
legittimamente giungere fino all'estrema soluzione di condannarlo a
morte. Si mostra avverso sia al dispotismo illuminato che rifiuta tanto il
principio della sovranità del popolo quanto il primato del sacro nel governo
dello stato, sia i princìpi laici della rivoluzione. La garanzia di assicurare
i diritti fondamentali di ogni uomo italiano è data dalla natura che ha come
princìpi essenziali l'amore e la carità verso il prossimo. Polemizza anche contro
i giansenisti che accusa di giacobinismo e di spirito sovvertitore dei troni. Gli rispose con asprezza Tamburini in “Lettere
teologico politiche”. Il riconoscimento che la sovranità deriva dal popolo degl’uomini
e che questi uomini italiani, attraverso i suoi delegati, possa giungere a
rovesciarne il potere, gli procurarono violente critiche e inimicizie da parte
dei circoli reazionari e in parte anche moderati, e al saggio, che ha alla sua
uscita una notevole diffusione, il divieto di pubblicazione in tutta Italia. Puo
nuovamente circolare, anche se in Italia, mutato il clima politico e culturale,
venne nuovamente ignorato. L. Geymonat, “Il pensiero filosofico-pedagogico
italiano, Filosofi e pedagogisti estranei all'illuminismo in Geymonat, Storia
del pensiero filosofico e scientifico” (Milano, Garzanti); G. Melzi, Dizionario
di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani: o come che sia aventi
relazione all'Italia. Milano: Coi torchi di L. di Giacomo Pirola, N. Nicolini,
op. cit.. C. Giurintano, Società e Stato
(Palermo). A. Pisanò, “Una teoria comunitaria dei diritti umani: i diritti
dell'uomo” (Milano). bronteinsieme Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Melanzio Alcioneo, arcadi. Nicola
Spedalieri. Spedalieri. Keywords:gl’arcadii, diritti degl’uomini. Refs.: Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Spadalieri sul contratto conversazionale.” H. P. Grice,
“A critique to conversational quasi-contrastualism.” Luigi Speranza, “Grice e
Spedalieri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690092790/in/photolist-2mKFeJo
Grice e Speranza – implicatura ed implicatura -- filosofia
italiana – Luigi Speranza (Albalonga). Filosofo. Speranza, Ugo -- Speranza,
Alessandro -- Speranza, Ettore -- Speranza, Gianni -- Speranza, Paola --
Speranza, Anna-Maria -- Speranza-Ghersi –Ghersi-Speranza, Anna-Maria -- Speranza lui speranza: luigi della --. Italian
philosopher, attracted, for some reason, to H. P. Grice. Speranza knows St.
John’s very well. He is the author of “Dorothea Oxoniensis.” He is a member of a
number of cultivated Anglo-Italian societies, like H. P. Grice’s Playgroup. He
is the custodian of Villa Grice, not far from Villa Speranza. He works at the
Swimming-Pool Library. Cuisine is one of his hobbiesgrisottoa alla ligure, his
specialty. He can be reached via H. P. Grice. Refs.: Luigi Speranza, “Vita ed
opinion di Luigi Speranza,” par Luigi Speranza. A. M. Ghersi Speranza -- vide
Ghersi-Speranza. Ghersi is a collaborator of Speranza. Grice: “It’s easy enough
to list Speranza’s publications.” Speranza, like Mill, was fortunate to belong
to a literary familyand he would read Descartes’s Meditations, which drew him
to philosophy. His studies in logic drew him to semanticsHis first love was
Oxonian analysis as summarised in Hartnack’s essay on ‘contemporary’
philosophy. One of Speranza’s earliest essays is on Plato’s Cratylus, relying
mainly on Cassierer, but also drawing from Austin’s Philosophical Papesr.
Spearnza’s idea is that “ … mean …” is a dyadic relation and what’s behind
Plato’s theory of forms. This was Speranza’s contribution to a seminar in
ancient philosophy. For his contribution on medieaval philosophy, Speranza drew
on the modistae, and the Patrologia Latina for the use of ‘intentio’ in various
writers, up to AquinoSperanza finds it fascinating that the earliest modistae do
find a conceptual link between the ‘intentio’ and the ‘significatio.’ For a
seminar on scepticism, Speranza contributed with a paper on Gricedrawing on
Sextus Empiricus and Bar-Hillel. It relates to Grice’s problem with the
conversational category of fortitude. Speranza concludes that a phenomenalist
account is possible, but there are two other options: ‘silence’ (“not to
participate in the conversational game”) or the utterance of non-alethic
utterances, such as questions and commands. For a seminar on political
philosophy, Speranza contributed with an essay on ‘Contractualism’ from
Rousseau onwards --. For a seminar on phenomenology and the social sciences,
Speranza contributed with an essay on ‘The conversational unit,’ the idea that
the emic approach is preferable to the etic approach. For a seminar on
argumentation theory on Habermas, Speranza contributed with a “German Grice,”
the idea of a ‘strategy’ is a momer. Grice is into co-operative proceduresand
those who provide taxonomies of rationality should be made aware of this. For
“The Carrollian,” Speranza contributed with “Humpty Dumpty’s Impenetrability.”
The idea that Davidson is right and Alice does not mean that there is a
knock-down argument, or that she should change the topiche draws on Grice’s
collaborator at Oxford, D. F. Pears, for his insights on “Intention and
belief.” At the request of the editor of a bibliographical bulletin, M. Costa,
Speranza contributed with reviews of oeuvre by R. M. Hare (“Sub-atomic
particles of logic”), J. F. Thomson (“if and If”) and work on the English
philosopher H. P. Grice (J. Baker, etc.). His review on Way of Words spramg
from the same project, and it is an ‘invitation.’ For a congress of philosophy,
Speranza presented “On the way of conversation,” playing on Grice’s “way of
words”“Surely there’s more than words to conversation.” Speranza focuses on
what Grice amusingly calls a ‘minro problem,’ that of expression
meaningSperanza’s example: “How do you find Bologna?” “I haven’t been mugged
yet” was inspired by a remark of an attendant to the conference. For a congress
on conversational reasoning, Speranza contributed with “First time at Bologna?”
providing twenty five possible answers“first time in the region, actually.”
Etc. Speranza, following Grice, refers to this sort of reasoning as a sort of
‘brooding’to ‘brood’ is to ‘reason’ in a calculated fashion. As an invitation
project, Speranza collaborated with “Rational face to rational face: a study in
conversational pragmatics from a Griceian perspective.” In his essay
“Post-modernist Grice,” he deals with the unary and dyadic connectors. For a
congress on “Current Issues,” Speranza presented his “The feast of reason,”
three steps in the critique of conversational reason. The first step is
empirical, the second is quasi-contractualist, and the third is rational,
undersood weakly and strongly. For an essay on relativism, Speranza presented
an essay on ‘The cunning of conversational reason.’ Speranza maintains Grice’s
jocular references to Kant -- the Conversational Immanuel. For an essay on
desirability, Speranza explored the issues connected with mise-en-abyme and
self-reflectionsome of these were published. There is published correspondence
with members of what Speranza calls the Grice Club. Refs.: The H. P. Grice
Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California,
Berkeley. Speranza, villaThe Swimming-Pool Library, H. P. Grice’s Play Group,
Liguria, Italia. Luigi Speranza, “Grice e la storia della filosofia italiana.” Speranza
has done crucial research on Griceianism, unearthing some documents by O.Wood,
J. O. Urmson, P. H. Nowell-Smith, and many many others – not just H. P. Grice. Vide:
The Grice Papers, BANC, MSS.
Spirito – la filosofia dello spirito – filosofia
fascista – ventennio fascista -- I corpi – corpo e corporazione -- filosofia
italiana – Luigi Speranza (Arezzo).
Filosofo. Studia sotto Gentile. Firma il manifesto degli intellettuali fascisti.
Teorico del corporativismo. Insegna a Pisa, Messina, Genova e Roma. Tra i
principali filosofi a Roma insieme con Antoni, allievo di Croce, Calogero,
filosofo del "dialogo" (Cf. Grice – “dialogo” vs. “conversazione”) --
e Nardi grande studioso di filosofia di Aligheri e medievale. Rinomate sono non
tanto le sue lezioni quanto i suoi pomeriggi di discussione del giovedì. Tre
ore, non di lezione, ma di discussione serrata su un problema filosofico; uno
soltanto per un intero anno. Uno, per esemptio, e dedicato al concetto di sogno.
Ai giovedì nell'aula grande dell'Istituto di Filosofia interveneno tante e
diverse persone: gli studenti, i numerosi assistenti e inoltre partecipanti di
varie età convinzioni e provenienze. Ascolta tutti, rilancia e guida la
discussione verso nuove prospettive interpretative. Pubblica saggi connessi a
quei giovedì. Tra le altre: “Il Problematicismo”; “La Vita come Ricerca”
(Rubbettino); “La Vita come Amore”, “Cattolicesimo e Comunismo”, fino a l’autobiografica
“Vita di un Incosciente”. Volendo indicare un tratto distintivo della sua
filosofia, essa consiste nella curiosità e nel rispetto per qualsiasi
posizione. Non esiste una parola definitive. La ricerca della verità dove
essere portata sempre ulteriormente avanti.
In questo senso vanno interpretate le sue riflessioni che spaziano dai
campi della speculazione filosofica. Tra i vari livelli di ricerca, spicca la
riflessione sulle strutture dello stato. Allontanandosi nettamente dal
liberalismo filosofico, non vede alcuna contra-posizione tra la figura
dell'individuo o cittadino e quella dello stato. Con un passo oltre questa
interpretazione, che giudica dis-organica e arbitraria, vede lo stato come
figura entro cui i cittadini vieneno a realizzarsi. Il binomio stato/cittadino diventa
così un'equazione, in cui il secondo termine viene a risolversi e quindi
realizzarsi pienamente nel primo. Caratterizza lo stato non come una semplice
sovra-struttura disciplinatrice, ma come un organismo che esprime un'unica
volontà e compone tutti i dissidi dei cittadini. In questo senso, l'unica via
percorribile nella realizzazione di tale modello è la via corporativa in cui lo
stato -- al meno due cittadini -- diventa stato di al meno due produttori. Lo
stato rappresenta il luogo in cui interesse pubblico o comune ed interesse
privato o soggetivo del cittadino vengono a coincidere. In esso non deve venire
annullata quella sorgente di vita che sono i cittadini. Questa concezione è stata definita immanenza
dei cittadini nello stato, volta alla mobilitazione dei cittadini nelle e per
le strutture create dallo stato. L’economia è politica. Deve garantire la sub-ordinazione
alle scelte sociali. Inquadra il ruolo che assegna allo stato in termini di
intervento pubblico o comone. Ben lungi dal prospettare una situazione
paragonabile al collettivismo, è lontano anche dagli eccessi dis-organici che
imputa al sistema liberale. Il
funzionario di stato, che in prospettiva dove andare a sostituire il
capitalista privato, e giudicato non come un agente del collettivismo o del
capitalismo statale (che sappiamo cosa produce col sovietismo), ma un semplice
delegato tecnico, che si fa garante di una diversa realtà: assicurare
socialmente il controllo della produzione e la stessa proprietà dei mezzi
produttivi. Altre saggi: “Il diritto penale italiano”; “Il nuovo diritto penale”;
“Critica dell'economia liberale, “L'idealismo italiano e i suoi critici” –
Grice: “A delightfull read, especially for us Oxonians, since he manages to
quote extensively from the Proceedings of the Aristotelian Society, seeing that
Ryle hated idealism!” --); “I fondamenti dell'economia corporativa”; “Capitalismo
e corporativismo” (Rubbettino); Scienza e filosofia”; Dall'economia liberale al
corporativismo, “La vita come arte, Critica
della democrazia” (Rubbettino); “Il comunismo, Dall'attualismo al
problematicismo”, Memorie di un incosciente” (Rusconi, Milano); “Pareto”
(Cadmo, Roma); “Critica della democrazia” (Luni, Milano); “Il corporativismo:
dall'economia liberale al corporativismo; “M. Rodotà, Passeggiando in
bicicletta; Bighellonando dentro il Verano, Corriere della Sera, L. Stefano, Filosofo,
Giurista, Economista, Volpe Roma, “Individuo e stato”, A. Negri, “Dal corporativismo comunista
all'umanesimo scientifico. Itinerario teoretico” (Manduria, Lacaita, F.Tamassia,
Roma, A. Russo, Positivismo e idealismo” (Roma); G. Dessì, “Filosofia e rivoluzione”
(Milano, Luni); A. Russo, “Dal
positivismo all'anti-scienza” (Milano, Guerini); H. Cavallera, “La ricerca
dell'incontrovertibile, Formello, SEAM); D. Breschi, Spirito del Novecento. Il
secolo di Ugo Spirito -- dal fascismo alla contestazione” (Rubbettino), A. Cammarana,
Roma, Pagine, A. Cammarana, “Teorica
della reazione dialettica: filosofia del postcomunismo” (Roma). V. Pirro,
Ricordo, in Studi Politici (Bulzoni, Roma). Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Enciclopedia machiavelliana, P. Bettineschi, L'esperienza storica e
l'intrascendibilità del conoscere. Sul sapere di non sapere, Rivista di filosofia neo-scolastica,, Problematicismo
Corporativismo Fascismo Corporazione proprietaria. Treccani, Dizionario di
storia, Dizionario biografico degli italiani, Dizionario di filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Ugo Spirito. Spirito. Keywords: stato/cittadini,
pathos romantico, romanticism e nuovo ordine, sindicalismo, fascismo da
sinestra, filobolcevicco, corporativismo, attualismo, stato fascista,
equilibrio liberta/autorita, gentile e spirito, i filosofi fascisti, filosofia
e revoluzione, romanticismo, proprieta, filosofia come pedagogia. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Spirito” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51718471510/in/photolist-2mPwZGS-2mPkobg-2mPpmMv-2mPoj9X-2mPszkp-2mPqp6k-2mNzeEc-2mNbFJE-2mNaHiH-2mMQbzj-2mLKtaD-2mLLZRD-2mLFz5i-2mLGnHy-2mLLy7L-2mLLy6U-2mLGvyP-2mPkhvE-2mN84eK-2mMyyfB
Grice e Spisani – la contestazione –
filosofia italiana
(Ferrara), Filosofo. Si laurea a Padova con una tesi di sull'attualismo
italiano: “Natura e spirito nell’idealismo attuale” (Milano, Fabbri). In
seguito collabora a Urbino. A Bologna fonda “Rassegna di Logica” e il Centro superiore di logica e scienze
comparate. In una lettera Carnap critica una sua decisione di non pubblicare
un'opera. Morì suicida. Altri saggi: “Neutralizzazione dello spazio per sintesi
produttiva” (Bologna, Cappelli); “Implicazione, Endo-metria e universo del
discorso” (Bologna) e “Introduzione alla teoria generale dei numeri relativi, con
ingresso dei numeri moltiplicatori e divisori, legati alla logica e alla
matematica trascendentale” (Bologna, Centro di logica e scienze comparate,
analisi matematica). C'è una relazione divisoria che ipotizza il valore “M,”
numero logico trans-infinito all'origine della neutralizzazione dello spazio
trans-finito. ℵ va verso successivi aumenti. Ma è la relatività dei numeri, espressa
nel calcolo per valori di posizione, che ne individua la direzione
inversa." In “Introduzione alla
teoria dei numeri relative” spiega le sue scoperte in forma di dialogo. Tra gli
interlocutori la misteriosa figura della piovra Clipso. Logo-fenica.
Altri saggi: “Il numero nell'istanza ontologica del rapporto d'identità”
(Imola, Galeati); “Logica ed esperienza” (Milano, Marzorati); “Logica della
contestazione” (Bologna, Cappelli). Sulla storia della pubblicazione della Teoria
generale, importanti ricerche erano già pronte. Allora, dice: “Ne discuto con
Carnap. Carnap sottopone i risultati dell'indagine. Carnap spiega anche le
ragioni che mi induceno a non diffonderne le conclusioni. Carnap risponde che
quella scelta gli sembra affatto ingiustificata: l'operas crises non poteva
rimanere nel silenzio. Tuttavia non cambiai parere. Non avrei pubblicato, e glielo
confermai. “Dai numeri naturali ai numeri relativi, moltiplicatori e divisor” B.
Gallo, “Un uomo genial”, Nuova Ferrara, L'ha vegliato prima di suicidarsi, di
Carlo Gulotta, la Repubblica, sezione Bologna, Archivio. Franco Spisani. Spisani.
Keywords: il concetto di numero, numero naturale, numero relativo, logica
autogenetica, numero relative moltiplicatore, numero relative divisore,
opposto, contradittorio, regole e segni, contestazione, esperienza, limiti
della metafisica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spisani” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733750694/in/datetaken/
Grice e Sraffa – la mia implicatura – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Torino). An
Italian noble -- vitters, and Grice --
L.cited by H. P. Grice, “Some like Vitters, but Moore’s MY man.”
Vienna-born philosopher trained as an enginner at Manchester. Typically
referred to Wittgenstein in the style of English schoolboy slang of the time
as, “Witters,” pronounced “Vitters.”“I heard Austin said once: ‘Some like
Witters, but Moore’s MY man.’ Austin would open the “Philosophical
Investigations,” and say, “Let’s see what Witters has to say about this.”
Everybody ended up loving Witters at the playgroup.” Witters’s oeuvre was
translated first into English by C. K. Ogden. There are interesting twists.
Refs.: H. P. Grice, “Vitters.” Grice was sadly discomforted when one of his
best friends at Oxford, D. F. Pears, dedicated so much effort to the unveiling
of the mysteries of ‘Vitters.’ ‘Vitters’ was all in the air in Grice’s inner
circle. Strawson had written a review of Philosophical Investigations. Austin
was always mocking ‘Vitters,’ and there are other connections. For Grice, the
most important is that remark in “Philosohpical Investigations,” which he never
cared to check ‘in the Hun,’ about a horse not being seen ‘as a horse.’ But in
“Prolegomena” he mentions Vitters in other contexts, too, and in “Causal
Theory,” almost anonymouslybut usually with regard to the ‘seeing as’ puzzle.
Grice would also rely on Witters’s now knowing how to use ‘know’ or vice versa.
In “Method” Grice quotes verbatim: ‘No psyche without the manifestation the
ascription of psyche is meant to explain,” and also to the effect that most
‘-etic’ talk of behaviour is already ‘-emic,’ via internal perspective, or just
pervaded with intentionalism. One of the most original and challenging
philosophical writers of the twentieth century. Born in Vienna into an
assimilated family of Jewish extraction, he went to England as a student and eventually
became a protégé of Russell’s at Cambridge. He returned to Austria at the
beginning of The Great War I, but went back to Cambridge in 8 and taught there
as a fellow and professor. Despite spending much of his professional life in
England, Vitters never lost contact with his Austrian background, and his
writings combine in a unique way ideas derived from both the insular and the
continental European tradition. His thought is strongly marked by a deep
skepticism about philosophy, but he retained the conviction that there was
something important to be rescued from the traditional enterprise. In his Blue
Book 8 he referred to his own work as “one of the heirs of the subject that
used to be called philosophy.” What strikes readers first when they look at
Vitters’s writings is the peculiar form of their composition. They are
generally made up of short individual notes that are most often numbered in
sequence and, in the more finished writings, evidently selected and arranged
with the greatest care. Those notes range from fairly technical discussions on
matters of logic, the mind, meaning, understanding, acting, seeing,
mathematics, and knowledge, to aphoristic observations about ethics, culture,
art, and the meaning of life. Because of their wide-ranging character, their
unusual perspective on things, and their often intriguing style, Vitters’s
writings have proved to appeal to both professional philosophers and those
interested in philosophy in a more general way. The writings as well as his
unusual life and personality have already produced a large body of interpretive
literature. But given his uncompromising stand, it is questionable whether his
thought will ever be fully integrated into academic philosophy. It is more
likely that, like Pascal and Nietzsche, he will remain an uneasy presence in
philosophy. From an early date onward Vitters was greatly influenced by the
idea that philosophical problems can be resolved by paying attention to the
working of language a thought he may
have gained from Fritz Mauthner’s Beiträge zu einer Kritik der Sprache 102.
Vitters’s affinity to Mauthner is, indeed, evident in all phases of his
philosophical development, though it is particularly noticeable in his later
thinking.Until recently it has been common to divide Vitters’s work into two
sharply distinct phases, separated by a prolonged period of dormancy. According
to this schema the early “Tractarian” period is that of the Tractatus
Logico-Philosophicus 1, which Vitters wrote in the trenches of World War I, and
the later period that of the Philosophical Investigations 3, which he composed
between 6 and 8. But the division of his work into these two periods has proved
misleading. First, in spite of obvious changes in his thinking, Vitters
remained throughout skeptical toward traditional philosophy and persisted in
channeling philosophical questioning in a new direction. Second, the common
view fails to account for the fact that even between 0 and 8, when Vitters
abstained from actual work in philosophy, he read widely in philosophical and
semiphilosophical authors, and between 8 and 6 he renewed his interest in
philosophical work and wrote copiously on philosophical matters. The posthumous
publication of texts such as The Blue and Brown Books, Philosophical Grammar,
Philosophical Remarks, and Conversations with the Vienna Circle has led to
acknowledgment of a middle period in Vitters’s development, in which he
explored a large number of philosophical issues and viewpoints a period that served as a transition between
the early and the late work. Early period. As the son of a greatly successful
industrialist and engineer, Vitters first studied engineering in Berlin and
Manchester, and traces of that early training are evident throughout his
writing. But his interest shifted soon to pure mathematics and the foundations
of mathematics, and in pursuing questions about them he became acquainted with
Russell and Frege and their work. The two men had a profound and lasting effect
on Vitters even when he later came to criticize and reject their ideas. That
influence is particularly noticeable in the Tractatus, which can be read as an
attempt to reconcile Russell’s atomism with Frege’s apriorism. But the book is
at the same time moved by quite different and non-technical concerns. For even
before turning to systematic philosophy Vitters had been profoundly moved by
Schopenhauer’s thought as it is spelled out in The World as Will and
Representation, and while he was serving as a soldier in World War I, he
renewed his interest in Schopenhauer’s metaphysical, ethical, aesthetic, and
mystical outlook. The resulting confluence of ideas is evident in the Tractatus
Logico-Philosophicus and gives the book its peculiar character. Composed in a
dauntingly severe and compressed style, the book attempts to show that
traditional philosophy rests entirely on a misunderstanding of “the logic of
our language.” Following in Frege’s and Russell’s footsteps, Vitters argued
that every meaningful sentence must have a precise logical structure. That
structure may, however, be hidden beneath the clothing of the grammatical
appearance of the sentence and may therefore require the most detailed analysis
in order to be made evident. Such analysis, Vitters was convinced, would
establish that every meaningful sentence is either a truth-functional composite
of another simpler sentence or an atomic sentence consisting of a concatenation
of simple names. He argued further that every atomic sentence is a logical
picture of a possible state of affairs, which must, as a result, have exactly
the same formal structure as the atomic sentence that depicts it. He employed
this “picture theory of meaning” as it
is usually called to derive conclusions about
the nature of the world from his observations about the structure of the atomic
sentences. He postulated, in particular, that the world must itself have a
precise logical structure, even though we may not be able to determine it
completely. He also held that the world consists primarily of facts,
corresponding to the true atomic sentences, rather than of things, and that
those facts, in turn, are concatenations of simple objects, corresponding to
the simple names of which the atomic sentences are composed. Because he derived
these metaphysical conclusions from his view of the nature of language, Vitters
did not consider it essential to describe what those simple objects, their
concatenations, and the facts consisting of them are actually like. As a
result, there has been a great deal of uncertainty and disagreement among interpreters
about their character. The propositions of the Tractatus are for the most part
concerned with spelling out Vitters’s account of the logical structure of
language and the world and these parts of the book have understandably been of
most interest to philosophers who are primarily concerned with questions of
symbolic logic and its applications. But for Vitters himself the most important
part of the book consisted of the negative conclusions about philosophy that he
reaches at the end of his text: in particular, that all sentences that are not
atomic pictures of concatenations of objects or truth-functional composites of
such are strictly speaking meaningless. Among these he included all the
propositions of ethics and aesthetics, all propositions dealing with the
meaning of life, all propositions of logic, indeed all philosophical
propositions, and finally all the propositions of the Tractatus itself. These
are all strictly meaningless; they aim at saying something important, but what
they try to express in words can only show itself. As a result Vitters
concluded that anyone who understood what the Tractatus was saying would
finally discard its propositions as senseless, that she would throw away the
ladder after climbing up on it. Someone who reached such a state would have no
more temptation to pronounce philosophical propositions. She would see the
world rightly and would then also recognize that the only strictly meaningful
propositions are those of natural science; but those could never touch what was
really important in human life, the mystical. That would have to be
contemplated in silence. For “whereof one cannot speak, thereof one must be
silent,” as the last proposition of the Tractatus declared. Middle period. It
was only natural that Vitters should not embark on an academic career after he
had completed that work. Instead he trained to be a school teacher and taught
primary school for a number of years in the mountains of lower Austria. In the
mid-0s he also built a house for his sister; this can be seen as an attempt to
give visual expression to the logical, aesthetic, and ethical ideas of the
Tractatus. In those years he developed a number of interests seminal for his
later development. His school experience drew his attention to the way in which
children learn language and to the whole process of enculturation. He also
developed an interest in psychology and read Freud and others. Though he
remained hostile to Freud’s theoretical explanations of his psychoanalytic
work, he was fascinated with the analytic practice itself and later came to
speak of his own work as therapeutic in character. In this period of dormancy
Vitters also became acquainted with the members of the Vienna Circle, who had
adopted his Tractatus as one of their key texts. For a while he even accepted
the positivist principle of meaning advocated by the members of that Circle,
according to which the meaning of a sentence is the method of its verification.
This he would later modify into the more generous claim that the meaning of a
sentence is its use. Vitters’s most decisive step in his middle period was to
abandon the belief of the Tractatus that meaningful sentences must have a
precise hidden logical structure and the accompanying belief that this
structure corresponds to the logical structure of the facts depicted by those
sentences. The Tractatus had, indeed, proceeded on the assumption that all the
different symbolic devices that can describe the world must be constructed
according to the same underlying logic. In a sense, there was then only one
meaningful language in the Tractatus, and from it one was supposed to be able
to read off the logical structure of the world. In the middle period Vitters
concluded that this doctrine constituted a piece of unwarranted metaphysics and
that the Tractatus was itself flawed by what it had tried to combat, i.e., the
misunderstanding of the logic of language. Where he had previously held it
possible to ground metaphysics on logic, he now argued that metaphysics leads
the philosopher into complete darkness. Turning his attention back to language
he concluded that almost everything he had said about it in the Tractatus had
been in error. There were, in fact, many different languages with many
different structures that could meet quite different specific needs. Language
was not strictly held together by logical structure, but consisted, in fact, of
a multiplicity of simpler substructures or language games. Sentences could not
be taken to be logical pictures of facts and the simple components of sentences
did not all function as names of simple objects. These new reflections on
language served Vitters, in the first place, as an aid to thinking about the
nature of the human mind, and specifically about the relation between private
experience and the physical world. Against the existence of a Cartesian mental
substance, he argued that the word ‘I’ did not serve as a name of anything, but
occurred in expressions meant to draw attention to a particular body. For a
while, at least, he also thought he could explain the difference between
private experience and the physical world in terms of the existence of two
languages, a primary language of experience and a secondary language of
physics. This duallanguage view, which is evident in both the Philosophical Remarks
and The Blue Book, Vitters was to give up later in favor of the assumption that
our grasp of inner phenomena is dependent on the existence of outer criteria.
From the mid-0s onward he also renewed his interest in the philosophy of
mathematics. In contrast to Frege and Russell, he argued strenuously that no
part of mathematics is reducible purely to logic. Instead he set out to
describe mathematics as part of our natural history and as consisting of a
number of diverse language games. He also insisted that the meaning of those
games depended on the uses to which the mathematical formulas were put.
Applying the principle of verification to mathematics, he held that the meaning
of a mathematical formula lies in its proof. These remarks on the philosophy of
mathematics have remained among Vitters’s most controversial and least explored
writings. Later period. Vitters’s middle period was characterized by intensive
philosophical work on a broad but quickly changing front. By 6, however, his
thinking was finally ready to settle down once again into a steadier pattern,
and he now began to elaborate the views for which he became most famous. Where
he had constructed his earlier work around the logic devised by Frege and
Russell, he now concerned himself mainly with the actual working of ordinary
language. This brought him close to the tradition of British common sense
philosophy that Moore had revived and made him one of the godfathers of the
ordinary language philosophy that was to flourish in Oxford in the 0s. In the
Philosophical Investigations Vitters emphasized that there are countless
different uses of what we call “symbols,” “words,” and “sentences.” The task of
philosophy is to gain a perspicuous view of those multiple uses and thereby to
dissolve philosophical and metaphysical puzzles. These puzzles were the result
of insufficient attention to the working of language and could be resolved only
by carefully retracing the linguistic steps by which they had been reached.
Vitters thus came to think of philosophy as a descriptive, analytic, and
ultimately therapeutic practice. In the Investigations he set out to show how
common philosophical views about meaning including the logical atomism of the
Tractatus, about the nature of concepts, about logical necessity, about
rule-following, and about the mindbody problem were all the product of an
insufficient grasp of how language works. In one of the most influential
passages of the book he argued that concept words do not denote sharply
circumscribed concepts, but are meant to mark family resemblances between the
things labeled with the concept. He also held that logical necessity results
from linguistic convention and that rules cannot determine their own
applications, that rule-following presupposes the existence of regular
practices. Furthermore, the words of our language have meaning only insofar as
there exist public criteria for their correct application. As a consequence, he
argued, there cannot be a completely private language, i.e., a language that in
principle can be used only to speak about one’s own inner experience. This
private language argument has caused much discussion. Interpreters have
disagreed not only over the structure of the argument and where it occurs in
Vitters’s text, but also over the question whether he meant to say that
language is necessarily social. Because he said that to speak of inner
experiences there must be external and publicly available criteria, he has
often been taken to be advocating a logical behaviorism, but nowhere does he,
in fact, deny the existence of inner states. What he says is merely that our
understanding of someone’s pain is connected to the existence of natural and
linguistic expressions of pain. In the Philosophical Investigations Vitters
repeatedly draws attention to the fact that language must be learned. This
learning, he says, is fundamentally a process of inculcation and drill. In
learning a language the child is initiated in a form of life. In Vitters’s
later work the notion of form of life serves to identify the whole complex of
natural and cultural circumstances presupposed by our language and by a
particular understanding of the world. He elaborated those ideas in notes on
which he worked between 8 and his death in 1 and which are now published under
the title On Certainty. He insisted in them that every belief is always part of
a system of beliefs that together constitute a worldview. All confirmation and
disconfirmation of a belief presuppose such a system and are internal to the
system. For all this he was not advocating a relativism, but a naturalism that
assumes that the world ultimately determines which language games can be
played. Vitters’s final notes vividly illustrate the continuity of his basic
concerns throughout all the changes his thinking went through. For they reveal
once more how he remained skeptical about all philosophical theories and how he
understood his own undertaking as the attempt to undermine the need for any
such theorizing. The considerations of On Certainty are evidently directed
against both philosophical skeptics and those philosophers who want to refute
skepticism. Against the philosophical skeptics Vitters insisted that there is
real knowledge, but this knowledge is always dispersed and not necessarily
reliable; it consists of things we have heard and read, of what has been
drilled into us, and of our modifications of this inheritance. We have no
general reason to doubt this inherited body of knowledge, we do not generally
doubt it, and we are, in fact, not in a position to do so. But On Certainty
also argues that it is impossible to refute skepticism by pointing to
propositions that are absolutely certain, as Descartes did when he declared ‘I
think, therefore I am’ indubitable, or as Moore did when he said, “I know for
certain that this is a hand here.” The fact that such propositions are
considered certain, Vitters argued, indicates only that they play an
indispensable, normative role in our language game; they are the riverbed
through which the thought of our language game flows. Such propositions cannot
be taken to express metaphysical truths. Here, too, the conclusion is that all
philosophical argumentation must come to an end, but that the end of such
argumentation is not an absolute, self-evident truth, but a certain kind of
natural human practice. Sraffa. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Il gesto della
mano di Sraffa.” Speranza, “Sraffa’s handwave, and his impicaturum”; Luigi
Speranza, “L’implicatura di Sraffa,” per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733734529/in/datetaken/
Grice e Stabile – critica della ragione
borghese – filosofia italiana (Sapri). Duplicato. Filosofo. Laureatosi a Napoli con una tesi
sulla filosofia del valore, divenne ricercatore a Salerno. Pubblica saggi in "Prassi
e teoria", "Aut Aut", "Studi di filosofia politica e
diritto", "il Centauro", "Ombre rosse", riviste tra le
più prestigiose nel panorama della pubblicistica filosofica italiana. Collabora
alla direzione della collana di testi e studi "Relox" di Bibliopolis
di Napoli. Salerno dedica un convegno di studi alla sua memoria: "La
saggezza moderna. Temi e problemi”. Il fondo rappresenta solo una piccola
porzione della sua biblioteca. Infatti la consistenza attuale si aggira intorno
ai 650 volumi altri libri sono in possesso di Salerno. Tuttavia la consistenza
maggiore ricopre il periodo intorno a cui si è formata la sua personalità. I
libri del fondo sottolineano l'interesse verso la critica marxista (moltissimi
i volumi degli Editori Riuniti). Degni di attenzione alcuni esemplari
caratteristici come ad esempio quelli della collana "I gabbiani" del
Saggiatore o ancora la collana quasi completa degli "Opuscoli” della
Feltrinelli, i volumi della collana "Biblioteca di nuova cultura"
della Mazzotta, e quelli della "Scienza nuova" della Dedalo: collane
radicalmente trasformate nei successivi anni o sostituite da altre. Talora nate
solamente per offrire testi economici che rispondessero ai bisogni di una
maggiore diffusione culturale. Sono presenti anche dei volumetti allegati a
periodici di partito (PCI e PSI) e le pubblicazioni dell'Istituto di Filosofia
dell'Salerno. Altri saggi: “Valore
morale e società” (Salerno); “Soggetti e bisogni” (Firenze, La Nuova Italia); “Saggezza
e prudenza: studi per la ricostruzione di un'antropologia” (Napoli, Liguori); “Piccolo
trattato sulla saggezza” (Napoli, Bibliopolis); “Umanesimo e rivoluzione” (“Prassi
e teoria: rivista di filosofia della cultura”), “La saggezza moderna: in
memoria” (Napoli, Edizioni scientifiche italiane). Storia della filosofia,
Salerno. P. Charron Storia della filosofia, Salerno. Giampiero Stabile. Stabile. Keywords:
Grice’s ‘Needs, need, bisogno, bisogni, bisoin, complex etymology, durf, tharf --
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stabile” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733716119/in/datetaken/
Grice e Stefani – senso compost – filosofia italiana (Pergola). Filosofo. Grice: “I may well say that my idea of a propositional complex
owes much to Stefani’s obsession with ‘sensus’ simplex or ‘divisus, and ‘sensus
compositum’ –“ “The opposite of ‘com-posito’ is de-posito, though!” -- Grice: “I like his diagrammes; The Boedlian
have loads of his mss!” Grice: “He has a figure for the ‘figura quadrata,’ –“.
Grice: “He has a figure for ‘suppositio.’” – Il membro più noto di una famiglia
di insegnanti marchigiani. Avviato alla carriera ecclesiastica nella città
natale, ma presto strasfere a Venezia. Il suo saggio più importante è il “De sensu
composito et diviso”. Insegna a
Rialto. Altri saggi: “Dubia in consequentias Strodi,” “In regulas
insolubilium,” “De scire e dubitare,” “Compendium logicae,” “Logica,” “Tractatus
de sensu simplice, sensu composito, et sensu diviso”,Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Fonte: Dizionario di filosofia, riferimenti. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Dizionario di filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Stefani. Keywords: senso semplice, senso composito,
senso deposito, senso diviso. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Stefani.” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701107182/in/photolist-2mPxLC4-2mLLZRD-2mLDFVG-Eoj4SX-DndBhH-27qzaqL
Grice e Stefanini – l’interpersonalismo -- idealism
filosofico – filosofia fascista – veintennio fascista -- filosofia italiana (Treviso). Filosofo. Grice: “Italians are
obsessed with personalismo, I am with interpersonalismo!” “L’essere è
personale.” “Tutto ciò che non è personale nell’essere rientra nella
produttività della persona, come mezzo di manifestazione della persona e di
*comunicazione* o conversazione *tra* due persone,” “La mia prospettiva
filosofica). Figlio di Giovanni, che gestisce una tintoria, e Lucia de Mori,
diplomata maestra elementare -- è attivo nelle associazioni e nei movimenti
cattolici del trevigiano, iscrivendosi a Gioventù Cattolica dove assumerà
presto l'incarico di presidente diocesano. Qui maturerà la vocazione di
educatore, seguendo, in particolare, gli insegnamenti contenuti nell'enciclica
Rerum Novarum di Leone XIII. Opera pure nel sindacato cattolico dei
lavoratori. Dopo il diploma presso il
Liceo Classico Antonio Canova, dove ha fra gli altri Paolo Rotta come
insegnante di storia e filosofia, nello stesso anno si iscrive alla Facoltà di
Lettere e Filosofia dell'Padova. Nell'ateneo patavino, la corrente del
positivismo è tra le più seguite, ma in controtendenza decide di scrivere la
propria tesi sull’interpersonalismo, aavendo Aliotta come relatore, con cui si
laurea in filosofia . Nel periodo di studi padovano, inizia a frequentare anche
il circolo di Zanella e inizia a insegnare. Mentre completa gli studi
universitari, inizia già a respirarsi aria di guerra in Italia, ma come molti
giovani, pur favorevole ad una posizione di neutralità nei confronti della
guerra, viene comunque chiamato alle armi. Terminato il conflitto, uscendone
con il grado di capitano e una croce al merito di guerra, studia l’estetica di
Gravina. Eletto consigliere del Comune di Treviso ma, la violenza dello
squadrismo fascista investe anche il trevigiano. Si oppone con fermezza a tale
ideologia, dimettendosi e dedicandosi completamente all'insegnamento, che ora è
la sua occupazione principale e che condurrà sempre secondo una pedagogia
ispirata ai principi cristiani, costantemente attento e sensibile sia ai
bisogni che agli interessi degli studenti. Nello stesso periodo, si dedica con
scrupolo alla stesura di apprezzati testi didattici di storia e filosofia, nonché
di pedagogia secondo un indirizzo cristiano. Conseguita la libera docenza in
pedagogia ottiene, per incarico, l'insegnamento di questa disciplina a Padova.
Oltre ad iscriversi al Partito Nazionale Fascista, affianca l'insegnamento
nelle scuole pubbliche a quello universitario fino a quando, vinto
l'ordinariato, ha una cattedra di storia della filosofia a Messina che tiene
fino a quando si trasferisce a Padova. Al contempo, tiene per incarico
l'insegnamento di estetica a Padova e quello di pedagogia all'Venezia, nonché
sarà preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'ateneo patavino. Nel dopoguerra, riabilitato alla propria
cattedra e all'insegnamento universitario, si dedica prevalentemente allo
studio e la ricerca, ma partecipando anche alla riorganizzazione della
filosofia italiana, in particolare promuovendo incontri, convegni e riunioni
all'Istituto Aloisianum dei padri gesuiti di Gallarate, che diventerà poi il
Centro di studi filosofici di Gallarate, per primo diretto da Carlo Gianon. Socio corrispondente dell’Istituto veneto di
scienze, lettere ed arti, nonché socio effettivo dell’Accademia patavina di
scienze, lettere ed arti, ricevette il premio della R. Accademia d'Italia per
le discipline filosofiche, e il premio Marzotto per la filosofia, nonché fu
membro dei consigli direttivi della Società filosofica italiana e del Centro
Studi filosofici di Gallarate. Fonda a Padova la Rivista di estetica, della
quale ha potuto dirigere solo il primo fascicolo e a cui gli subentrerà
Pareyson. Gli saranno intitolate delle scuole medie statali di Treviso e
Padova, nonché l'ex Istituto magistrale di Mestre. Uno dei maggiori
rappresentati dello spiritualismo, riesamina storicamente e criticamente
diverse correnti del pensiero filosofico, fra cui lo storicismo, la filosofia
dell'azione, l’idealismo, la fenomenologia, l'esistenzialismo, lungo il corso
della storia della filosofia, da Bonaventura ed Aquino a Gioberti, Rosmini ed
altri, sulla scia della sua prima formazione incentrata su uno stretto connubio
fra prospettiva storica e dimensione teoretica.
Interessato pure all'estetica, su cui ha scritto molti lavori, il
contributo più importante è frutto della sua costante riflessione su
personalismo e spiritualismo, grazie alla quale il rapporto soggetto-oggetto
viene interpretato in termini di alterità, di altro da sé, prospettivaquestache
permetterà di concepire il singolo individuo come membro di una comunità.
Questo rapporto soggetto-oggetto, da un tale punto di vista, sarà concepito
come il momento fondante di ogni comunità di esseri umani in relazione fra
loro. Le più importanti problematiche connesse a questi principi di base,
saranno poi affrontate nella “Metafisica della persona” – cf. Strawson, “The
concept of a person” -- e “Inter-personalismo”. Strettamente connesse a queste
tematiche filosofiche, poi, sono quelle didattico-pedagogiche aperte e portate
avanti pressoché durante l'intero suo periodo di attività, dai primi anni
formativi fino agli ultimi della maturità, in continuo ripensamento e
progressiva rivisitazione. Per quanto
concerne poi la sua vasta produzione, ricordiamo solo che dà alle stampe le
seguenti, notevoli pubblicazioni: “L'esistenzialismo” “Spiritualismo”, “Il
dramma filosofico”; “Metafisica della persona”; “Esistenzialismo ateo ed
esistenzialismo teistico”; “Inter-personalismo”; “Estetica”; “Trattato di
estetica. Viene pubblicata la raccolta di scritti intitolata “Inter-Personalismo”.
Dizionario Biografico degli Italiani.L. Corrieri, Uun pensiero attuale” (Prometheus,
Milano). Citando sue testuali parole. L’opera del Blondel è più arte che
filosofia. I passaggi più ardui superati con immagini ardite, anziché con
logiche dimostrazioni; affermate le più inconciliabili antitesi affinché queste
rendano vivo e tragico il contrasto; i mezzi dialettici atti più a trascinare
che a convincere: tutto ciò ci conferma pienamente nella nostra
interpretazione. L'opera del Blondel è, più che una dottrina filosofica, un
romanzo psicologico che descrive le esitazioni e le incertezze, le vane pretese
e le supreme aspirazioni dell'umana volontà, che alfine si appaga e riposa in
Dio. Per ciò che al di là del filosofo si riesca ad afferrare l'uomo, al di là
del sistema si riesca ad afferrare il programma generoso del credente, la
filosofia dell'azione può essere efficacemente educativa, può esercitare nella
coscienza contemporanea l'influsso salutare che essa si era proposta. “L'azione”
(Padova). Il quale, a sua volta, prende le mosse dalle concezioni
personalistiche mounieriane e giobertiane; cfr. G. Piaia, cit. Opere principal:
Il problema della conoscenza in Cartesio e Gioberti, Torino, Sei, Il problema
religioso in Platone e S. Bonaventura. Sommario storico e critica di testi,
Torino, Sei,Idealismo cristiano, Padova, R. Zannoni Editore, Platone (Padova,
Cedam); Il problema estetico in Platone, Torino, Sei, Imaginismo come problema
filosofico (Padova, Cedam); “Problemi attuali d'arte” (Padova, Cedam); “La
Chiesa Cattolica, Milano-Messina, Principato, Vincenzo Gioberti. Vita e
pensiero, Milano, F.lli Bocca,
Metafisica dell'arte” (Padova, Liviana); “La mia prospettiva filosofica,
Treviso, Canova); Esistenzialismo ateo ed esistenzialismo teistico. Esposizione
e critica costruttiva” (Padova, Cedam); Aubier, Estetica, Roma, Edizioni
Studium, Trattato di Estetica”; “L'arte nella sua autonomia e nel suo processo”
(Brescia, Morcelliana); Personalismo educativo, Roma, F.lli Bocca). Dialettica
dell'immagine. Studi sull'imaginismo di Luigi Stefanini, a cura
dell'Associazione filosofica trevigiana, Genova); L. Caimi, Educazione e
persona” (Scuola, Brescia); Glory Cappello, Dalle opere e dal carteggio del suo
archivio, Europrint, Treviso, Per una antropologia in Luigi Stefanini:
metafisica, personalismo, umanesimo, Glory Cappello, ER. Pagotto, Padova,. M. Lasala,
Una ragione vivente. L'immagine e l'ulteriore, in Frammenti di filosofia contemporanea,
I.v.a.n. Project, Limina Mentis, Villasanta, M. De Boni, Le ragioni
dell’esistenza. Esistenzialismo e ragione (Mimesis, Milano); A. Rigobello,
Scritti in onore (Liviana, Padova). Rivista Rosminiana,treccani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Luigi Stefanini. Stefanini. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Stefanini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733901795/in/photolist-2mPxLC4
Grice e Stella – iustum/iussum – filosofia
italiana (Sernaglia della
Battaglia). Filosofo. Grice: “What
is it with Italian philosoophers that they are all into what at Oxford we would
call jurisprudence?” Grice: “It seems like all Italian philosophers are like
Italian versions of H. L. A. Hart!”. Filosofo. Studia a Treviso e Milano, sotto Crespi.Insegna a Catania e
Milano. I suoi studi si diregeno su alcune tipologie di reati, successivamente
sugli elementi strutturali del reato. Il
suo contributo scientifico più noto, presso gli operatori del diritto penale e
la comunità accademica, è “La spiegazione causale dell’azione umana” (Milano), in
cui ricostruisce il problema del nesso
di causalità prospettando il criterio della sussunzione sotto una *legge* come
strumento per la soluzione di casi dubbi. Solo mediante una legge di copertura,
atta a spiegare il rapport causale fra la condotta dell’attore ed il effetto e possibile
formulare un giudizio sulla responsabilità dell’attore. Ad es., solo dopo aver
dimostrato, sulla base di una legge, che l'ingestione di un determinato farmaco
determina casualmente malformazioni del feto, e possibile imputare alla ditta
produttrice il reato di lesioni gravissime, colpose o dolose. In difetto di questa
spiegazione causale non puo formularsi alcuna responsabilita. a regola di
giudizio dell'"oltre ogni ragionevole dubbio" trovasse applicazione
anche in un processo. Il principio venne accolto in tema di nesso causale dalla
corte suprema di cassazione, anche a sezioni unite. Oggi è norma codicistica.
Dirige riviste giuridiche di diritto penale e fu fra i curatori di raccolte
normative di largo successo presso la comunità forense. Si interessa anche
nella teoria generale del diritto ed la filosofia del diritto, mediante
pubblicazione di scritti maggiormente agili rispetto alle monografie ed ai
saggi penalistici, rivolti ad un pubblico relativamente più vasto. Esercita la
professione di avvocato, partecipa in qualità di difensore di alcuni imputati, al
processo del Petrolchimico di Porto Marghera, dove fa applicazione, dal
principio della spiegazione causale. Altri
saggi: “L'alterazione di stato mediante falsità” (Milano); “La descrizione dell'evento” (Milano); “Giustizia”
(Milano); “Dei giudici” (Milano); “ll giudice corpuscolariano” (Milano); “Le ingiustizie”
(Bologna); “il galantumo del diritto, Corriere della Sera, Federico Stella.
Stella. Keywords: Grice, implicature della descrizione d’azione umana, H. L. A.
Hart, J. L. Austin, responsibity, aspets of reason, alethic reason. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Stella”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732161382/in/photolist-2mPoRfW-2mPrcpg-2mPqEYR-FXFiS4-Eoj4SX-BNWJaB-CdDizG-CdAEaL-CfWKjF-Aph69c-ApTd44-ApVvbg-ApPzuj-B11YKQ-Asadbr-ArBZyV-Axqfia-nfLxee-nijWnd-nfLAda
Grice e Stellini – de ortu morum -- filosofia
italiana (Cividale).
Filosofo. La sua fama è dovuta soprattutto al “Saggio dell’origine e del
progresso de’ costume e delle opinion a’ medesimi pertinenti – con quale ordine
si sviluppassero le facolta degli uomini, ed appetite ne uscissero loro
connaturali” (Siena, Porri). La sua concezione morale è di stampo aristotelico
e sotto alcuni aspetti può essere considerato uno dei precursori della
sociologia. A lui è stato dedicato il liceo classico di Udine e che nella sua
biblioteca contiene gli scritti autografi. Enciclopedia Treccani, su treccani.
Dizionario biografico friulano, su friul.net. Stellini. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Stellini” – The Swimming-Pool Library https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689466733/in/photolist-2mKC2Ci
Grice e Sterlich – i georgofili -- filosofia
italiana (Chieti).
Filosofo. Figlio di Rinaldo De Sterlich, marchese di Cermignano, e della
marchesina aquilana Margherita Alfieri, studia a Napoli nel Collegio dei
Nobili, gestito dalla Compagnia di Gesù. E proprio questa esperienza che lo
portò a concepire la sua profonda ostilità verso i Gesuiti, che fu uno dei
tratti caratteristici del suo pensiero filosofico. La cura dei beni ereditati
dal padre (di cui era l'unico figlio maschio) lo portarono a dover
compromettere le sue aspirazioni letterarie. Ma la cultura rimase sempre la sua
prima passione e per superare l'isolamento culturale che gli venne imposto dal
dover vivere a Chieti, comincia a costituire la sua biblioteca. Questa crebbe
in misura esponenziale di anno in anno, tanto che conta 12.000 volumi,
divenendo così una delle migliori biblioteche del Regno. Il suo intento e di
mettere la stessa a disposizione di Chieti per la sua crescita culturale.
Sfortunatamente il suo desiderio fu reso vano dall'incuria di chi gestì la
stessa dopo la sua morte. Cospicue parti di quella grande biblioteca sono stati
individuate in tutta Italia: nella Biblioteca di Pescara, nella Biblioteca di
Chieti, nella Biblioteca di Napoli, etc. Aggiornatissimo sui dibattiti
culturali e commentarista di Montesquieu, Rousseau, Voltaire, e di altri
illuministi. Di questa partecipazione all’illuminismo è testimonianza un copioso scambio di lettere
con Genovesi, Battarra, Lami, Bianchi, e Torres. Questo carteggio è un
documento prezioso per delineare l’illuminismo. Lasciò anche alcune
testimonianze del suo pensiero: due Dialoghi di Fra' Cipolla e la Nanna. In
essi trova largo spazio la sua antipatia per i Gesuiti. Tramite la solida
amicizia con Lami, e membro della Crusca e uno dei Georgofili. L'illuminismo nell'epistolario (Sestante, Bergamo).
Romualdo de Sterlich. Sterlich. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Sterlich” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733598859
Grice e Steuco – la filosofia perenne di
Pitagora, Cicerone, Ovidio, Virgilio, Plinio – filosofia italiana (Gubbio). Filosofo, acuto esegeta dei testi
biblici e profondo conoscitore della lingua romana, si oppone tenacemente alla
riforma protestante e prese parte al Concilio di Trento. Entra nella
congregazione dell'Ordine dei Canonici Agostiniani a Bologna, poi a Gubbio. Inviato
a Venezia, dove, per l'ampia conoscenza della lingua romana e l'acume
filologico, gli e affidata la biblioteca di Grimani, della quale una buona
parte del patrimonio librario era appartenuto a Pico. Pubblica saggi contro
Lutero ed Erasmo, accusandoli di fomentare la rivolta contro la Chiesa. Questi
lavori rivelano il solido sostegno che dà alla tradizione della prima Roma. Parte
della sua produzione include un intenso lavoro filologico sull'Antico
Testamento, culminato con la pubblicazione del Veteris testamenti recognitio,
per il quale egli si basa su manoscritti della biblioteca Grimani, utili a
correggere Gerolamo. Nel revisionare e spiegare il testo, mai devia dal *significato
letterale* e storico. Contemporanea a
quest’esegesi e la composizione di un saggio d'impianto enciclopedico, la “Cosmopœia”.
La sua filosofia polemica ed esegetica destarono l'attenzione favoravole di
Paolo III, e questi lo ordina bibliotecario della collezione papale di
manoscritti e stampe del Vaticano. Si reca a Lucca con Paolo III e Carlo V. Adempe
attivamente con scrupolo il suo ruolo di bibliotecario del Vaticano. Nel
frattempo a Roma redatta i Commenti al Vecchio Testamento riguardanti i Salmi
di Giacobbe, aiutando ad annotare e correggere i testi di parte della Vulgata
alla luce degli originali ebraici. A questo periodo risale la composizione del celeberrimo
saggio, “De perenni philosophia” nella quale mostra che molte delle idee
esposte dai filosofi italici antichi – l’orfismo italico, la scuola di Crotone,
Parmenide e i velini della scuola di Velia, Plutarco, Numenio, gli Oracoli
sibillini, i trattati ermetici e i frammenti teosofici -- e essenzialmente correto.
Questo saggio contiene una polemica indiretta a margine, poiché elabora un
numero di questi argomenti per sostenere molte posizioni poste in questione in
Italia da riformatori e critici. Come umanista ha un profondo interesse per le
rovine di Roma, e nell'operare un rinnovamento urbano dell'Urbe. A tal
proposito, degne d'essere menzionate, sono una serie di brevi orazioni in cui
raccomanda di risistemare l'acquedotto conosciuto come Aqua Virgo, in modo da
supplire adeguatamente il fabbisogno di acqua fresca per la città. Mandato da
Paolo III a presenziare il Concilio di Trento, che doveva celebrarsi a Bologna,
affidandogli il compito di sostenere l'autorità e le prerogative papali. Muore
a Venezia durante un periodo di sospensione del Concilio. “De perenni
philosophia”. Concilio di Trento Esegesi
biblica Ermetismo (filosofia) Teosofia. Treccani Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Guido Steuchi.
Stucchi. Guido Steuco. Steuco. Keywords: Crotone, i velini – I
crotonensi --. Cicerone, ovidio, Virgilio, plinio, roma, aqua virgo. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Steuco” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732115302/in/datetaken/
Grice e Taddio – fenomenologia ereetica – filosofia
italiana (Udine).
Filosofo. Si occupa in particolare di fenomenologia della percezione, ontologia
e teoria della conoscenza a cavallo tra estetica e metafisica. È direttore
editoriale, con Pierre dalla Vigna, della casa editrice Mimesis Edizioni. Luca
Taddio nasce a Udine nel 1974. Dopo i primi studi artistici si laurea in
Filosofia a Trieste, successivamente, trascorre un periodo di studio presso il
dipartimento di Filosofia dell'Edimburgo: completa la sua formazione aTrieste
conseguendo il titolo di dottore di ricerca. È stato allievo dello psicologo
sperimentale Paolo Bozzi e del filosofo Giorgio Derossi. Il primo libro,
Spazi immaginali (Prefazione di Maurizio Ferraris), è un testo di narrativa
filosofica che si inserisce all'interno della tradizione del realismo magico: l'esistenza
viene espressa da una sequenza di istantanee emergenti dallo spazio
immaginale. Tutti gli scritti dell'autore sono di matrice realista:
Fenomenologia eretica è un libro incentrato sull'analisi di un unico esempio
considerato dall'autore paradigmatico per l'intera tradizione fenomenologica,
la percezione di un cubo. L'analisi critica dell'esperienza è sviluppata, da un
lato, in rapporto alla fenomenologia sperimentale e, dall'altro, in risposta
alle critiche alla fenomenologia. A partire di Magritte, ne “Il mistero”
viene applicata la teoria della percezione diretta, elaborata in “Fenomenologia
eretica” al problema della raffigurazione pittorica. L'insegnamento di estetica
alla facoltà di Architettura lo porta a realizzare il saggio “L'affermazione
dell'architettura” (Mimesis). La relazione filosofia-architettura sta al centro
di altri due volumi da lui curati: “Costruire abitare pensare” (Mimesis) e “Città
metropoli territorio” (Mimesis). Il concetto di affermazione e preso in esame
in un numero di aut aut dedicato all'architettura. In Verso un realismo”
(Jouvence) si delinea un'ontologia della meta-stabilità. Sul tema del realismo
avvia un articolato confronto. Le riflessioni sul realismo si sono sviluppate
in diversi direzioni: politica, architettura, cinema, ontologia ed
epistemologia (v. Alfabeta; “aut aut”; “Cinema&Cie”; “Teoria &
Modelli”; “La Filosofia Futura”. Fonda “Mimesis”. La società è detentrice dei
marchi editoriali di Mimesis in Italia. Progetta e realizza la rivista di approfondimento
culturale Scenari. Crea e dirige il Festival Mimesis Territori delle
idee. A partire da una prima formazione politica di stampo
liberal-socialista lavora in direzione di un rilancio della cultura cosmopolita
in rapporto alle nuove forme di partecipazione
democratica (interventi: Festival Vicino Lontano, Pop Sophia, Radio
Radicale). Palazzo Reale, Genova. Insegna a Udine. Saggi: “Spazi immaginali”
(Campanotto Editore); “ Fenomenologia eretica”, “Saggio sull'esperienza
immediata della cosa” (Mimesis); “Il mistero”; “La natura della rappresentazione”
(Mimesis); “Osservazioni sulla stabilità
tra estetica e metafisica” (Jouvence); “Un mondo sotto osservazione” (Mimesis);
“La guerra e il mortale (Mimesis); “Quale filosofia per il partito democratico
e la sinistra” (Mimesis); “La Terra e il Sacro” (Mimesis); “Un metodo pericoloso” (Mimesis); “Manifesto
per una sinistra cosmopolita” (Mimesis); “Radicalmente liberi” (Mimesis); “L'apparire
della Cosa, La Fenomenologia Eretica, Uno scandalo per il pensiero, su I lsole24ore.com. “aut aut”. “Ma il realismo non è tutto nuovo”,
su corriere. È il crepuscolo delle
tradizioni, su corriere. Sinistra e
Realismo, su alfabeta Vuoti di sapere, su autaut.il saggiatore.com. Passione
politica e democrazia. "Marionette al potere" Curi, Marramao, Palazzo
Reale Genova, Intervista. Artribune. Luca Taddio. Taddio. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Taddio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732614953/in/datetaken/
Grice e Tagliabue-Remo – le strutture del trascendentale – il
concetto di gusto nell’estetica italiana -- filosofia italiana (Milano),
filosofo. Nato da padre ignoto, studia a Milano. Dopo diverse collaborazioni a
riviste come critico letterario e teatrale, si occupa lui stesso di filosofia a
partire da due saggi del dopoguerra, “Le strutture del trascendentale: piccolo
inchiesta sul pensiero critic, dialettico, esistemziale” (Milano, Bocca), e Il
concetto dello stile. Saggio di una fenomenologia dell’arte” (Milano, Bocca), che
gli fecero avere il posto di professore a Milano e Trieste. Collabora al Convegno,
ma scrisse anche su La Lettura e La Rassegna d'Italia, e Rivista critica di
storia della filosofia, Rivista di filosofia, Belfagor, Giornale critico della
filosofia italiana, Rivista di estetica, Il pensiero, Aretusa, Lingua e stile,
Studi di estetica, Studi tedeschi, aut aut ecc.
Si occupa di germanistica, gnoseologia, semantica, estetica e poetica,
attraverso numerosi saggi di taglio fenomenologico. Come per Baratono e Banfi, la sua analisi dell'estetica e delle
scelte poetiche e stilistiche degli artisti si distacca dall'impostazione di
Croce e poi di Calogero per orientarsi verso l'aspetto pratico, influenzato
anche dall'esistenzialismo positivo di Abbagnano, del fare arte, che non può
ridursi alla sola conoscenza, ed è fortemente legato alla tecnica, intesa anche
come gesto manuale e meccanico, e allo stile, inteso come rapporto tra gli
elementi formali e quelli contenutistici dell'opera -- sede, inoltre,
dell'unità nel rapporto tra percezione e immaginazione. Organizza le teorie
d'artista e le dottrine estetiche non tanto in senso cronologico, ma per tipi:
estetica vitalistica, estetica psicologistia, estetoca formalistica, estetica fenomenologica,
ecc. In “Linguistica e stilistica di
Aristotele” e “Demetrio, dello stile” si
occupa di retorica e stilistica antiche. “Aristotelismo e Barocco” (Milano,
Bocca); “Il Barocco e noi”; “Anatomia del Barocco” (Palermo, Aesthetica) indagano
sul barocco artistico e letterario” (Milano, Bocca). Si occupa anche di
estetica, del pre-criticismo, della polemica Nietzsche-Wagner, di Goethe,
Musil, Roth, Kafka ecc. Critico con la contestazione studentesca, eppure non evita
il confronto con il movimento. Altre saggi: “I processi di Galileo e l'epistemologia”
(Milano: Bocca); “Dai romantici a noi” (Milano: Marzorati); ““Il concetto del
"gusto nell'Italia’ (Firenze: La Nuova Italia); “Linguistica e stilistica di Aristotele” (Roma,
Ateneo); “Fenomenologia dei giudizi di valore” (Trieste: Istituto di
Filosofia); “La semantica e i suoi problemi” (Trieste: Istituto di Filosofia);
“Demetrio, dello stile” (Roma: Ed. dell'Ateneo); “La nevrosi: Saggi sul romanzo”
(Casale Monferrato: Marietti); “Nietzsche contro Wagner” (Pordenone: Tesi);
“Geologia letteraria” (Milano: Garzanti); “Goethe e il romanzo” (Torino:
Einaudi); “Il gusto nell'estetica” (Palermo: Centro studi di estetica); “Arte e
alienazione. Il ruolo dell'artista nella societa” (Milano: Marzorati); “I sogni
di un visionario spiegati coi sogni della metafisica” (Milano: Rizzoli); “Sul
sentimento del bello e del sublime” (Milano: Rizzoli); “Sul gusto” (Genova:
Marietti). "Esercizi filosofici", L. Russo, L’estetica del
Settecento, in "Aesthetica Pre-Print"; Dizionario Biografico degli
Italiani, Roma, Treccani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ritratto di un
genio politicamente scorretto. C. Magris, Corriere della Sera. Guido
Morpurgo-Tagliabue. Morpurgo-Tagliabue-Remo. Tagliabue. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tagliabue” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732605248/in/datetaken/
Grice e Tagliagambe – la mediazione della
representazione – filosofia italiana (Legnano). Filosofo. Studia a Milano su Geymonat con cui si è
laureato con la lode attraverso una tesi sull'interpretazione della meccanica
quantistica di Reichenbach. Ha proseguito i suoi studi specializzandosi in
Fisica quantistica all'Università degli Studi Lomonosov di Mosca sotto la
direzione di Ja.P. Terleckij e poi presso l'Accademia delle Scienze dell'URSS,
Istituti di Filosofia e di Fisica dove
si è perfezionato in Filosofia della fisica con la supervisione di Fock e Terleckij.
La sua attività scientifica e didattica si è sviluppata attraverso un variegato
percorso universitario che l'ha portato ad insegnare presso diversi atenei dal
1974 al 2008 e a collaborare con differenti centri di ricerca ed enti
istituzionali come consulente scientifico. Si è concentrato sul rapporto
tra filosofia e fisica quantistica in particolare sul concetto di realtà fisica
e sui rapporti tra materialismo dialettico e sviluppi della fisica. Rivolve
l'attenzione sui temi del rapporto tra realtà osservata e sistema osservante,
le interazioni reciproche e il ruolo del linguaggio, della comunicazione inter-soggettiva,
della mediazione linguistica e della semiotica nel pensiero. Elaborato il ruolo
e il significato di interfaccia, il rapporto tra intelligenza naturale e
intelligenza artificiale, in particolare il ruolo progressivamente avuto dalle
tecnologie di informazione e comunicazione. Elabora i contributi sul profondo
significato del concetto di "margine", sia esso su un essere vivente,
un'interfaccia o il rapporto tra corpo e mente, nei sistemi sociali e nella
comunicazione. Studia le forti interconnessioni tra artificiale e naturale, il
profondo senso dell'interdisciplinarità, e il saggio Il Sogno di Dostoevskij,
attraverso una visitazione storica dal dibattito tra lo scrittore e lo
scienziato Secënov, fino alle recenti scoperte della neuro-fisiologia, mettendo
a fuoco il senso del rapporto tra le mente e il corpo e il significato e la
funzione dell'inconscio. Ricostrusce e interpretato l'intenso scambio
dialogico tra Pauli e il fondatore della psicologia analitica Jung, nel quale
emerge il profondo rapporto tra filosofia, fisica e psicanalisi. L'analisi tra
visibile e invisibile, il ruolo dell'arte e il senso epistemologico dello
spazio intermedio e del confine sono stati da lui sviluppati anche attraverso
un'esegesi del pensiero di Florenskij. Le ricadute della sua filosofia
sulle scienze sociali ed economiche trovano approfondimenti nelle opere
dedicate all'analisi dei sistemi organizzativi socio-economici. L'attività
presso la facoltà di Architettura l'ha portato a riflettere
sulla'"epistemologia del progetto", sulla relazione tra possibilità e
realtà, sul rapporto tra l'Io, lo spazio, il tempo, l'ambiente, tra urbs e
civitas, sul concetto di paesaggio, sul ruolo delle città globali e sul nesso
tra globale e locale. Gli sviluppi delle tecnologie digitali e poi della rete
come fenomeno prima tecnologico poi culturale e sociale vengono elaborati e
incorporati nella sua filosofia. La sua riflessione teorica è indirizzata anche
ai temi dell'apprendimento e dell'organizzazione della conoscenza soprattutto
alla luce delle reali esperienze della scuola, dei processi di modernizzazione
e innovazione che la coinvolgono e delle nuove esigenze che essa deve
affrontare Dirige il rifacimento del manuale di filosofia di Geymonat e
pubblicato da Garzanti Scuola con il titolo La realtà e il pensiero. La ricerca
filosofica e scientifica. Collabora dal
con il CNI per il premio Scintille dedicato all'innovazione a Pisa,
Cagliari, Roma La Sapienza, Sassari: Facoltà di Architettura di Alghero, Vicepresidente
CRS4, Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca per la
Riforma, CIES, FIESEC, Direttore del progetto “Scuola digitale” della Regione
Sardegna.Vedi Materialismo e dialettica nella filosofia sovietica. Vedi Scienza
e marxismo in Urss. Vedi La mediazione
linguistica. Il rapporto pensiero-linguaggio. Vedi Epistemologia del
confine Vedi Il Sogno di
Dostoevskij (vedi Un confronto su
materia e psiche Vedi recensione Corriere
della Sera che cita che con quest'opera va avanti sul progetto di esplorare una
originalissima epistemologia del confine. La tecnica e il corpo. Organizzazioni.
Soggetti umani e sviluppo socio-economico. Individui e imprese: centralità
delle relazioni. L'albero flessibile. La cultura della progettualità. “Lo
spazio intermedio” (Bocconi, Milano) riprende, rielabora ed estende il concetto
di confine. La didattica e la rete. Più colta e meno Gentile.. Nuovi percorsi per
l'obbligo formative. La realtà e il pensiero 1. La ricerca filosofica e
scientifica, Garzanti Scuola. Altre saggo: “ L'interpretazione materialistica
della meccanica quantistica. Fisica e filosofia” (Feltrinelli, Milano); Scienza,
filosofia, politica” (Feltrinelli, Milano); “Materialismo e dialettica” (Loescher,
Torino); “Scienza e marxismo” (Loescher, Torino); “La mediazione linguistica:
il rapporto pensiero-linguaggio” (Feltrinelli, Milano); “Lo spiritismo.. (Boringhieri,
Torino); L'impresa tra ipotesi, miti e realtà (ISEDI, Torino); “Epistemologia
del confine” (Il Saggiatore, Milano); “La politica che non c'è. Idee guida per
un progetto tra razionalità e valori” (Demos, Cagliari); “Il sequestro dell'identità”
(CUEC, Cagliari); “La città possible” (Dedalo, Bari); “Epistemologia del cyber-spazio,
Demos, Cagliari, L'albero flessibile. La
cultura della progettualità, Masson, Milano, Il profilo del tempo, ‘Nuova
civiltà delle Macchine', Organizzazioni. Soggetti umani e sviluppo
socio-economico, (in collaborazione con G.Usai), Giuffré, Milano, La didattica
e la rete, Pitagora, Bologna); “La comunicazione nell'era di Internet” (Etas
Libri, Milano); “Il destino del marxismo: dall'idolatria al rifiuto” (Luiss, Roma), “La vittoria di Babele: dalla filosofia
naturale alla separazione dei linguaggi”; “Civiltà delle machine”; “Il sogno di
Dostoevskij. Come la mente emerge dal cervello” (Cortina, Milano); “Filosofia
della scienza (Cortina, Milano)”; “Percorsi per l'obbligo formative” (PLUS, Pisa);
“L’unitario” (Cultura, Teramo); “Le due vie della percezione e l'epistemologia
del Progetto” (Angeli, Milano); “Più colta e meno gentile. Una scuola di massa
e di qualità” (Armando, Roma); “Florenskij” (Bompiani, Milano); “La tecnica e
il corpo” (Angeli, Milano); Individui e imprese: centralità delle relazioni” (Giuffrè,
Milano); “Saper fare la scuola: il triangolo che non c'è” (Einaudi, Torino)”; Storia
della filosofia, Filosofi italiani”
(Bompiani, Milano); Storia della filosofia”; “Un confronto su materia e psiche”
(Cortina, Milano); “La libertà, le lettere, il potere” (Rubbettino, Soveria
Mannelli); La realtà e il pensiero. La ricerca filosofica e scientifica” (Garzanti
Scuola). Silvano Tagliagambe. Tagliagambe. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Tagliagambe” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Taglialatela – filosofia italiana (Mondragone). Flosofo.
Studia al Seminario vescovile di Sessa. Ordinato sacerdote, insegnò teologia al
Seminario vescovile di Cava dei Tirreni. Lasciato il sacerdozio, tenta di
arruolarsi nelle truppe di Garibaldi, per poi decidere di predicare nell'Italia
meridionale i nuovi ideali del movimento unitario. Nominato professore di
teologia a Napoli. A seguito della soppressione di tale cattedra apre una
scuola privata. Incomincia da questo
periodo a riscoprire lo studio e la saggistica, in particolare riprendendo e
sposando le tesi di Gioberti, che lo affascina. Su questo indirizzo filosofico
è stato imperniato il manuale Istituzioni di filosofia dche, seppur non
prescelto come testo d'insegnamento liceale, in quanto particolarmente
complesso, ricevette le lodi di Spaventa.
Non manca, in seguito, avendo aderito al protestantesimo, di compiere
opere missionarie, in particolare in Puglia e in Abruzzo. A tal riguardo è
documentato il viaggio di Pescasseroli sul quale scrisse Croce, che segnala
anche come e considerato, assieme a Mazzarella e Caporali, fra le menti più
forti del movimento protestante in Italia. Altre opere:: “Istituzioni di
filosofia” (Diogene, Napoli); “Apologia delle dottrine filosofiche di Gioberti”
(Diogene, Napoli); “La scienza, la vita e di Sanctis” ( Diogene, Napoli); “Garibaldi”
(La Speranza, Roma); “Il Papa-re nelle profezie e nella storia” (La Speranza,
Roma); “In Dio” ((La Speranza, Roma); “Fede, speranza e carità” (La Speranza,
Roma); “Teoria evangelica della vita” (La Speranza, Roma); D. Ciampoli,
Taglialatela” (Unione, Roma); B. Croce, Pescasseroli, Laterza, Bari); R. Fiore,
Civiltà Aurunca, G. Iurato, Pietro Taglialatela. Dalla filosofia del Gioberti
all'evangelismo anti-papale” (Claudiana, Torino); Gioberti Protestantesimo in
Italia, Dizionario biografico dei protestanti in Italia". Sito della
Società di studi valdesi. Apologia della dottrinadi Gioberti. Pietro
Taglialatela. Taglialatela. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Taglialatela” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732962169
Grice e Tagliapietra – sincerita –
filosofia italiana
(Venezia). Filosofo. Dopo la maturità classica al Foscarini di Venezia, ha
compiuto studi di medicina e di filosofia, laureandosi in filosofia teoretica
all'Università Ca' Foscari con una tesi discussa con Emanuele Severino e Romano
Madera. In quegli stessi anni perfeziona gli studi di ermeneutica biblica sotto
la guida di Carlo Enzo. Insegna a Sassari e Milano. Fonde nelle sue ricerche
un'indagine storico filosofica sul pensiero antico, sulla tradizione
apocalittica, con un'attenzione a temi contemporanei legati al mondo delle
immagini e della comunicazione, allo studio del linguaggio e delle metafore,
nonché all'intreccio storico e teorico fra teatro e filosofia. In quest'ultima
prospettiva si orientano i suoi studi sull'idea di sincerità e sul significato
della bugia nel quadro di una costruzione drammaturgica dell'individuo, sul
ridere e sulla natura del personaggio comico. Cura per Feltrinelli, Boringhieri
e Mondadori edizioni importanti: L'Apocalisse di Giovanni, raccolte di scritti
sull'Illuminismo e sul tema della catastrofe; il Fedone o sull’anima (Feltrinelli,
Milano); “L’apocalisse di Gioacchino da Fiore” (Feltrinelli, Milano); Voltaire,
Rousseau, Manzoni, Volney, Feuerbach, Mercier. Cura Valent. Collabora
saltuariamente a Il Gazzettino, il quotidiano della sua città, e ha collaborato
a varie testate giornalistiche (Capital; Panorama; Il Sole 24 Ore; l'inserto
culturale "Saturno" de Il fatto quotidiano, ecc.), con interventi di
carattere culturale o legati all'attualità sociale e politica. Con “La virtù
crudele. Filosofia e storia della sincerità” vince il Premio Viareggio per la
saggistica. -- è stato conferito il premio di filosofia Viaggio a Siracusa per “Gioacchino
da Fiore e la filosofia”. È direttore del Giornale critico di storia delle
idee. È fondatore e direttore a Milano del Centro di Ricerca Inter-Disciplinare
di Storia delle Idee (CRISI), e di ICONE, Centro Europeo di Ricerca di storia e
teoria dell'immagine di Palazzo Arese Borromeo. Altre opere: “La metafora dello
specchio. Lineamenti per una storia simbolica” (Feltrinelli, Milano, Bollati
Boringhieri, Torino); “Il velo di Alcesti: la filosofia e il teatro della morte”
(Feltrinelli, Milano); “Filosofia della bugia: figure della menzogna nella
storia del pensiero occidentale” (Bruno Mondadori, Milano); “La virtù crudele:
filosofia e storia della sincerità” (Einaudi, Torino); “La forza del pudore:
per una filosofia dell'inconfessabile” (Rizzoli, Milano; “Il dono del filosofo:
sul gesto originario della filosofia” (Einaudi, Torino); “Icone della fine: Immagini
apocalittiche, filmografie, miti (Il Mulino, Bologna); “Sincerità” (Raffaello
Cortina, Milano); “Gioacchino da Fiore e la filosofia, il Prato, Padova); “Non
ci resta che ridere (Il Mulino, Bologna); “Alfabeto delle proprietà: filosofia
in metafore e storie” (Moretti, Bergamo); “Esperienza: filosofia e storia di
un'idea” (Cortina, Milano); “Filosofia dei cartoni animati. Una mitologia
contemporanea” (Boringhieri, Torino); Cartografia intellettuale dell'Europa,
“La migrazione dello spirito” (Mimesis, Milano); “Tempo a termine e tempo senza
fine: breve storia figurale della temporalità” (Mimesis, Milano); “Non
desiderare la donna e la roba d'altri” (Mulino, Bologna); “Il senso del dolore.
Testimonianza e argomenti” (San Raffaele, Milano); “Zerologia. Sullo zero, il
vuoto e il nulla” (Mulino, Bologna); “Apocalisse di Giovanni” (Feltrinelli,
Milano); “La verità e la menzogna: sulla
fondazione morale della politica” (Mondadori, Milano); “Che cos'è
l'Illuminismo? I testi e la genealogia del concetto” (Mondadori, Milano); “ Il
sacro” (Gallone, Milano); “La catastrofe. L'illuminismo e la filosofia del
disastro” (Mondadori, Milano); “La fine di tutte le cose” (Boringhieri,
Torino); “La storia e l'invenzione” (Prato, Padova); “Le rovine, ossia
meditazione sulle rivoluzioni degli imperi” (Mimesis, Milano); “L'uomo è ciò
che mangia” (Boringhieri, Torino); “Montesquieu a Marsiglia” (Inschibboleth,
Roma); “Bisogna sempre dire la verità?” (Cortina, Milano); “L’idea della fine”
(Agalma); “Il rischio e il limite”; Magazine (Energia), Pearson. “Il gesto di
Socrate”; “Il pudore e l'enigma”; Spazio Filosofico, Tipologia del riso,
Fillide, Corpo di pazienza, “Esser contro”, XÁOS. Giornale di confine, Il dono
del filosofo. Il dono della filosofia, XÁOS. Giornale di confine, Il giallo
della filosofia, XÁOS. Il volto del potere, in XÁOS, La Lotteria di Babele.
Appunti filosofici su caso e fortuna nella società della comunicazione, XÁOS.
Giornale di confine, L'apocalisse delle immagini. Esegesi del cinema a partire
da "Fino alla fine del mondo", XÁOS, La gola del filosofo. Il
mangiare come metafora del pensare XÁOS.
Dire la verità. L'insistenza della critica, Giornale critico di storia delle
idee, L'uomo è un animale che esita.
Intervista di M, Dotti, in Vita, Presentazione. Il dono del filosofo. Sul gesto
originario della filosofia in Inschibboleth, Presentazione. Icone della fine.
Immagini apocalittiche, filmografie, miti Del senso della fine. Dialogo con M. Dotti,
in Communitas, Cultura: futuro, progresso e possibilità Lezione magistrale al Festival
di Filosofia (Modena ), Inganni. Finzioni di verità e storia naturale
dell'intelligenza. La filosofia della sincerità, di Vincenzo Pinto Il riso è il proprio dell'uomo. Commento in
margine a Non ci resta che riderem di Tugnoli
Se essere sinceri è una virtù crudele. Uno studio fra storia e
filosofia, di Galimberti, in "La Repubblica", La virtù crudele.
Filosofia e storia della sincerità, di C. Tugnoli, in "Dialeghestai.
Rivista telematica di filosofia",
Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.
Giornale Critico di Storia delle Idee
Home page del Centro di Ricerca in Storia delle IdeeCRISI Home page di ICONE, Centro Europeo di Ricerca
di storia e teoria dell'immagine, su centro europeo palazzo borromeo. Ciclo di
dieci lezioni teoriche, dette "Decadi", tenuto nell'Aula Tafuri di
Palazzo Badoer, a Venezia, nel quadro del Laboratorio di Progettazione
Architettonica dello IUAV diretto da Renato Rizzi e costituente il I, Libro dello Studio, del progetto
"Lampedusa. La cattedrale di Solomon". Andrea Tagliapietra. Tagliapietra.
Keywords: Gioacchino da Fiore, l’apocalisse, dell’anima, Manzoni, inventare,
storia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tagliapietra” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731484947/in/datetaken/
Grice e Tamburino – filosofia siciliana --
filosofia italiana (Caltanissetta).
Flosofo. Figlio del giudice Fabrizio e di Agata Adelicia Tramontana, entra
nella compagnia di Gesù,resta a Caltanissetta dopo aver ricevuto gli ordini, e
incaricato dell'insegnamento nel locale collegio gesuitico. Trasferito nel
collegio di Messina, passa in quello di Palermo. Resse i collegi gesuitici di
Caltanissetta, Monreale e Palermo. Esaminatore delle curie arcivescovili di
Palermo e Monreale, consigliere e qualificatore nel Sant'Uffizio della
Inquisizione spagnola, ossia di esaminatore dei reati prima della loro
attribuzione alla competenza dell'Inquisizione.
Durante un soggiorno romano, quale rappresentante della provincia
gesuitica siciliana alla undicesima congregazione generale della compagnia di
Gesù, conosce Greuter, che lavora per la casa generalizia dei gesuiti. Il
teologo siciliano, apprezzandone le doti, gli affida l'incarico di incidere le
immagini della Madonna. Realizza finalmente il progetto, da qualche anno
vagheggiato, di dare alle stampe le notizie preparate dal confratello O. Gajetano,
riguardanti appunto i luoghi del culto mariano nell'isola, facendo illustrare
l'opera con tavole riproducenti le relative icone della Madonna. Così
accanto alla sua imponente produzione filosofica, restano anche due edizioni,
una in latino ed una in volgare, di un volume con 36 incisioni del ‘600, di
raro pregio per la raffinatezza dei disegni di Greuter. Di queste due edizioni
si trovano rari esemplari che, per le limitazioni derivanti dall'esaurimento
delle matrici, sono, per buona parte, prive delle pagine in cui sono stampate
le incisioni. Nella conoscenza del peccato attribuisce importanza primaria
alla “cognitio singulorum,” cioè alla capacità di valutazione dei singoli.
Diverso è, infatti, il peso delle colpe a seconda se a commettere l'infrazione
è l'individuo colto oppure l'ignorante. Nel individuo colto prevale la vis
ratiocinandi, la forza della ragione. Nell’ignorante, la vis sentiendi, la
forza del sentimento. Ancora differenza c'è tra l'”actio humana” e l'”actio
hominis”. La azione umana e compiuta in perfetta consapevolezza. Nell’azione di
un uomo la coscienza è spesso condizionata dal patire passionale, che può
essere violentum – violento --, coactum – costretto – co-azione- o necessarium
– necessario -- venendo così a mitigare la colpa. Nel trasporto passionale
c'è dell'involontario, spesso frutto di ignoranza che rende la coscienza
erronea. Il tutto si traduce in una interpretazione benignista della prudenza o
epi-eìcheia, riprendendo in un certo modo la tradizione di Aquino. A sostenere
questa intensa produzione sul probabilismo, col rientro da Palermo a Genova di
Diana, rimane. I suoi saggi hanno ampia diffusione fino al riconoscimento della
validità delle tesi probabiliste da S. Alfonso de' Liguori che con la sua
Theologia Moralis mette sostanzialmente fine al rigorismo giansenista. Il
probabilismo incontra ostilità negli ambienti religiosi più vicini al rigorismo
dei giansenisti. A contrastare le tesi del probabilismo i più influenti furono
i domenicani, che spinsero Retz, a farsi portavoce presso il papa per
l'emanazione di un provvedimento di condanna. Alessandro VII, sollecitato più
volte, condenna il probabilismo. Sono censurate solo le tesi più estreme. Un'altra
condanna del probabilismo e promulgata da Innocenzo XI. Però questa volta il
gesuita siciliano non sube sanzioni ad personam, così passa alla storia della
morale, come padre della probabilità tenue. Con esso si chiuse il periodo d'oro
della esportazione della cultura teologica siciliana. Fu sancita la completa ri-abilitazione
del gesuita siciliano con la pubblicazione di Verità Vindicata che Niceti diede
alle stampe a Roma. Altre opere: I suoi saggi sono stati riuniti nella
Opera Omnia. “Methodus Expeditae Confessionis; Opuscola Tria de
Confessione”; “Comunione et Sacrificio Missae”; “Expedita Decaloghi Explicatio.
Libris decem digesta; “De Sacrificio Missae Expedite Celebrando Libri tres”; “Della
Consolazione della Filosofia”; Juris Divini. Naturalis et Ecclesiastici
Expedita Moralis Explicatio, Complectens Tractationes tres, de Sacramentis,
quae sunt de Jure Divino, de Contrattibus, quos dirigit Jus Naturale, de
Censuris et Irregularitate, quae sunt de Jure Ecclesiastico. Tractatus de Bulla
cruciata. Sanctissimae Deiparae Cultus in Sicilia. (Nomen sublatum) Ragguagli
delli Ritratti della SS. Vergine Nostra Signora più celebri, che si riveriscono
in varie Chiese nell'isola di Sicilia. Opera postuma del R. Ottavio Cajetano
della Compagnia di Gesù. Trasportato nella lingua volgare. Germana Doctrina
R.Thomae Tamburini S. J. perspicue refellens impugnationes R.Vincentii Baronii
adversus illam allatas; Tractatus in
Quinque Ecclesiae Praecepta; “Tractatus de Jubileo Manoscritto; “Additamentum
continens aliquot epistolas, et levem vindicationem contra Joannem Sinichium
hybernum authorem libri Saul et Rex. Manoscritto. Bibl. Naz. Roma. Fondo
Gesuitico, Traduce “La consolazione della Filosofia” L'Anno dei Giorni
Memorabili, da G. Nadasi della Compagnia di Gesù., S. Burgio, “Il probabilismo
in Sicilia”, Catania, Soc. Storia Patria, V. Contenson, Theologiae mentis of
cordis, Tolosa, T. Deman, Probabilisme, Colonia, C. Hebermann, Enciclopedia
cattolica, R. Appelton Company, M. Petrocchi, Il problema del lassismo nel
secolo XVII, Roma, Storia e letteratura, J. Sinnichins, Saul et Pax, Lovanio,
Nempaei, Tommaso Tamburino, Treccani Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Tommaso Tamburino. Tamburino. Keywords:
prudenza, probabilismo tenue, azione di un uomo singolare, la forza del
ragionare, la forza del sentire, il necesario, il costretto (co-actum), il
violento. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tamburino” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733185005
Grice e Tafuri: il bizarro – filosofia italiana (Soleto). Filosofo. Versatile
e bizzarro ingegno, che dopo studi a Napoli e Parig si ritira nella sua natia
Soleto nel Salento dove ha un cenacolo di allievi filosofi del platonismo
esoterico. Il Socrate di Soleto e una personalità eclettica ed un
affascinante intellettuale, amante della conoscenza e studioso e di molteplici
campi del sapere: alchimia, filosofia, astronomia, astrologia, medicina,
fisiognomica, magia naturale. Al centro dei suoi interessi vi e l'interesse e
lo studio dei fenomeni della natura, l'anima del mondo, il miracolo e le
meraviglie del creato e l'unicità irripetibile di ogni essere
umano. Considerato alla stregua di un Nostradamus salentino e onorato e
temuto per le sue capacità divinatorie e fisiognomiche tanto da attribuirgli poteri
occulti e demonologici. Un suo ritratto col rosso copricapo della Sorbona
si trova nel dipinto ad opera del galatinese Lavinio Zappa della Madonna del
Rosario nella navata sinistra della Chiesa Matrice di Soleto. Sepolto dapprima
nella chiesetta di S. Lorenzo delli Tafuri adiacente alla sua abitazione e poi,
dopo la demolizione della cappella nel Monastero di San Nicola in una cassa di
legno con lo stemma della famiglia. Sull'architrave della sua casa natale
è inciso il motto, Humile so et humilta me basta dragon diventaro se alcun me
tasta. Con quest'iscrizione esprime e manifesta ai cittadini e a chiunque
passasse dalla sua dimora la sua mite natura caratteriale, mortificata dalle
ingiurie e maldicenze in conseguenza delle quali poteva trasformarsi,
ironicamente, attraverso alchimia e magia, in un dragone. Nella Soleto e
diffusa la consuetudine di incidere sulle architravi delle finestre, sui
cornicioni dei balconi o all'interno di uno stemma, delle epigrafi con la
finalità di motto. Un proverbio, una citazione, un passo letterario,
filosofico, o religioso, e un pensiero personale descrivevano la personalità e
le attitudini del padrone di casa o invitavano il passante a riflettere su un
tema o un monito saggio e profondo. Lo stemma della famiglia, presente sulla
porta della casa natia, è costituito da un albero di quercia con due fulmini
che si scagliano contro ma non lo colpiscono. Un'aquila bicipite scolpita sopra
fa pensare ad un'origine albanese della famiglia. Infatti molte famiglie
albanesi e greche di confessione cristiano-ortodossa e cattolica sono costrette
a fuggire ed alcune emigrarono nel Salento a causa dell'avanzata dei turchi che
occupano i loro territori. "Del salentin suol gloria ed onore"
lo definie Tommasi. E davvero egli e, tra i filosofi che fioreno in Puglia il
più universalmente noto. Partito da Soleto per Napoli per approfondirsi nella
matematica dopo la preparazione ricevuta a Zollino da Stiso, vi torna famoso in
tutto il mondo e pieno di gloria. Desideroso solo di pace fisica e mentale,
apre una ‘scuola’ di filosofia. Tra i suoi allievi: Cavazza, Vernaleone, Scarpa,
Corrado. Assiduo verso gli infermi, esercita con zelo e successo la professione
di medico ma mentre era di modello coi suoi saggi, di ammirazione e rispetto
coi suoi consulti fu dalla ignoranza popolana ritenuto un mago perché cultore di
scienze inusitate quali l'Astronomia e l'Astrologia. Tornando da Padova,
cioè dai più grandi centri culturali del tempo, sollevò certo le gelosie
interessate di coloro che non sapevano rassegnarsi al suo prestigio
professionale. A ciò si aggiunse il vigile sospetto della Curia Arcivescovile
messa sull'avviso dal Concilio di Trento. Egli che porta per tutto il
mondo l'amore per il suolo natio col nome di Matteo da Soleto, proprio in
patria ebbe a difendersi da accuse di stregoneria come spesso avviene a chi,
uomo di scienza, si rende filantropo. Fu più volte interrogato per le sue
capacità di previsione del futuro (divinatorie) ma fu sempre rilasciato innocente.
Il Codice Vaticano. è testimonianzapressoché l'unica superstite del suo impegno
speculative. Da questo capostipite molti furono i Tafuri medici o giureconsulti
che da Soleto trasferirono poi la loro residenza a Gallipoli, Nardò e Lecce Galatone.
Così troviamo nel "Liber baptesimorum" dell'Archivio Parrocchiale di
Soleto un Clericus Phisicus Honofrius Taphurus filius eccellentissimi Doctori
Francisci che è padrino al battesimo di Carrozzini. Il pronipote di Onofrio,
Vincenzo Maria e sindaco di Gallipoli mentre il fratello di Onofrio, dottore in
giurisprudenza, vive presso la corte di Napoli dove morì. Svariati
giureconsulti, medici e sindaci a Lecce e Galatone. Ricordiamo, non per ultimo,
fra Diego da Lequile (al secolo Diego Tafuri. Manni, La guglia, Luigi Galante,
Nuove rivelazioni da un manoscritto, in 'Il filo di aracne' Galatina,
Manni, La guglia, l'astrologo, Bernari Istoria scrittori Regno di Napoli, Bernari. Bernari,
A., Il mago di Soleto: Matteo Tafuri, Milano, De Tommasi, G.B., "Biografia
degli uomini illustri del Regno di Napoli" Napoli, del Balzo di
Presenzano, A., I del Balzo ed il loro tempo, Napoli, Manni, L., Guida di
Soleto, Galatina, Manni, L., La guglia di Soleto, Galatina, Manni, L., La guglia, l'astrologo, la macàra,
Galatina, Montinari, M., Soleto, Fasano, Tafuri, G.B., Istoria degli Scrittori
del Regno di Napoli, Napoli, 1D. Bacca "Personaggi del sole
culturale", Lecce 2008 Alchimia
Galatina Giovanni Battista Della Porta Orsini Orsini Del Balzo Guglia di
Raimondello Soleto. G. B. Tafuri. Matteo Tafuri. Tafuri. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tafuri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691279336/in/photolist-2mKMjs5
Grice e Tarantino – filosofia italiana (Gravina), filosofo.
Noto per i suoi studi sul padre e per fondare insieme la sezione dell'Istituto
Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli di cui è stato anche presidente. Ha
saggi sulla pedagogia, la psicologia e l'Umanesimo. Dopo la laurea,
diviene insegnante per i licei italiani; in particolare, insegna al liceo Federico
II di Svevia di Altamura dove uno dei suoi studenti e Rubini. Nominato
dirigente scolastico del Liceo classico Cagnazzi di Altamura, porta la scuola
al più alto numero di studenti mai raggiunto. In qualità di dirigente scolastico,
si reca a Tokyo per una "visita
preparatoria di incontro tra scuole". Durante la sua permanenza si
verifica un violento terremoto, che gli causò paura e notevoli disagi con un
volo di ritorno pagato 4000 euro e un'assistenza a quanto pare insufficiente da
parte delle autorità consolari del posto. Dirigente scolastico del Liceo
classico Luca de Samuele Cagnazzi, Presidente di circoscrizione del Lions Club
Puglia Consigliere di Club del Lions Club Altamura Host Presidente
dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (IISF) di Napoli. Altri saggi:
“Speranze e proposte formative. La
lezione di Giuseppe Tarantino, Bari); Dietro la ruota. Infanzia pregiata, Levante,
Lezioni di volo, Bari, L'inconscio e la
coscienza nel pensiero di Tarantino, Bari,. L'Umanesimo mediterraneo. Orizzonte
storico-culturale per la costruzione di una cittadinanza cosmopolita, Storia
antica e moderna dell'Ordine del Tempio, Nisroch, L'Umanesimo scientifico di
Tarantino, Aracne). Filippo Tarantino. Tarantino. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tarantino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732938004
Grice e Tarantino – l’inconscio e la
coscienza – filosofia italiana (Gravina). Fosofo. Docente a Pisa. Figlio di Filippo Tarantino,
nobile locale, e Arcangela Maria Letizia Spagnuolo. Studia nel ginnasio e compì
gli studi superiori a Pisa, dapprima come studente all'università della stessa
città e successivamente come allievo della Scuola normale superiore di Pisa.
Inizia gli studi sotto la guida di F. Fiorentino. Si laurea e segue a Napoli il
maestro Fiorentino fino alla sua morte. In sua memoria dedica al suo maestro “I Saggi
Filosofici” pubblicato nel gennaio; ottenne la docenza in filosofia teoretica.
Inizia ad acquisire notorietà grazie ai saggi critici che pubblica sul Giornale
Napoletano. Insegna Liceo Antonio Genovesi di Napoli. Lavor all'opera “Saggio
sulla Volontà”. Insegna al Marciano, al Genovesi e Pisa. Insegna anche alla
Scuola di Pedagogia, dove tra i suoi insegnanti figura Gentile. La sua
notorietà cresce sempre più grazie ad alcuni suoi saggi critici pubblicati
sulla Rivista di Filosofia Scientifica di Morselli, il più noto dei quali è su
Locke. Tra i suoi studenti di Pisa più noti figurano Nicola ed Accadia. Torna
nella sua città natale Gravina. Dona alla biblioteca Santomasi una parte
cospicua dei suoi libri. A lui è stato intitolato il liceo. Altre opere: “Appunti
di Filosofia ad uso dei giovani del Liceo” (FToso, Aversa); “Saggi filosofici”
(Napoli, Vincenzo Morano); “Studio storico suLocke” in Rivista di Filosofia,
Milano-Torino, F.lli Dumolard); “Saggio sul criticismo e sull'associazionismo”
(Napoli, Morano,); In morte di Calderoni, Vecchi, Trani, Saggio sulla volontà,
Napoli, Gennaro); “Saggio sulle idee morali e politiche di Hobbes” (Napoli,
Giannini); “Il problema della morale di fronte al positivismo e alla metafisica”
(Pisa, Valenti); “Il principio dell'etica e la crisi morale contemporanea” (Napoli,
Tessitore); “Il concetto dello stato ed il principio di nazionalità” (Napoli);
“Discorso preposto alle traduzioni dal latino, dall’inglese e dal francese di
G. Sottile” (Napoli); “Vinci e la scienza della natura”, Nel centenario di L.
da Vinci, La politica e la morale. Discorso (Pisa, Tipografia editrice cav. F.
Mariotti); “”Sulla riforma universitaria, in «Rivista di filosofia». Cfr. Gabriele Turi, Giovanni Gentile: una
biografia, Firenze, Giunti, (Parzialmente consultabile in Google
Libri.) tarantino-inconscio, tarantino-inconscio-, tarantino-inconscio-, F.Tarantino,
L. Dibattista, A. Recchia-Luciani, L’inconscio e la coscienza nel pensiero di
Tarantino, F. Tarantino, Adda, Filippo
Tarantino, Speranze e proposte formative. La lezione di Tarantino, Bari,
Levante, B. Amato, Orazione funebre in onore di Tarantino. Giuseppe Tarantino. Tarantino.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tarantino” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716123265/in/photolist-2mPq8eZ-2mMYDFF-2mKN3Um
Grice e
Taranto – la colomba d’Archita – filosofia italiana – Luigi Speranza (Taranto).
Filosofo. Grice: “I was insulted, if not offended by the Cambridge Dictionary
of Philosophy having ‘Anchita’ as Greek! The manw as born in Taranto, Italy,
and died in Taranto, Italy! – He was a Tarantoian!” – “My favourite of his
philosophical tracts is “Della colomba,” – Strawson pointed out to me that
since this is a mechanical (mechanical-mechanical) pigeon, I should have used
‘scare-quote’ gesture!” -- Ricerca Archita filosofo, matematico e politico
greco antico Lingua Segui Modifica (LA) «Magnum in primis et praeclarum
virum» «Uomo fra i primi grande e illustre» (Cicerone, De
senectute). Appartenente alla seconda generazione della scuola di Crotone, ne
incarnò i massimi principi secondo l'insegnamento dei suoi maestri Filolao ed
Eurito. Figlio di Mesarco (o di Estieo o di Mnesagora, a seconda delle fonti),
nacque a Taranto, città della quale fu "stratego massimo" nella prima
metà del IV secolo a.C. proprio nel periodo in cui la città raggiungeva l'apice
del suo sviluppo economico, politico e culturale. Archita condusse una
vita austera, improntata a uno stretto autocontrollo nel rispetto delle rigide
regole della setta pitagorica, ma non priva di umana socievolezza: racconta
Eliano che spesso quello s'intratteneva a scherzare con i figli dei suoi
schiavi e con questi stessi non disdegnava di sedere assieme a banchetto. Abile
uomo politico, si tramanda che fosse stato nominato per sette volte stratego
(στρατηγός) della città-stato di Taranto riuscendo ad essere un condottiero
sempre vittorioso nelle sue battaglie. Probabilmente fu anche stratego
"autocrate" (αὐτοκράτωρ, autocrator) della Lega italiota,
ricostituitasi dopo la morte di Dionisio I di Siracusa, e che ebbe come sede
Eraclea sotto l'effettivo controllo di Taranto. Non si sa se, nonostante il
divieto della costituzione cittadina, fosse stato nominato consecutivamente; i
suoi mandati vengono datati tra il II e il III viaggio di Platone, quindi
potrebbero essere stati ricoperti anche uno di seguito all'altro. Attua una
politica di sviluppo che porta Taranto a diventare la metropoli più ricca e
importante della Magna Grecia. Con l'edificazione di monumenti, templi e edifici
diede nuovo lustro alla città. Potenziò il commercio stringendo relazioni con
altri centri, come l'Istria, la Grecia, l'Africa. Durante il suo governo, si
dedica allo sviluppo dell'economia favorendo l'agricoltura e insegnando egli
stesso ai contadini i precetti per migliorare i raccolti. Spesso ricordava loro
che Apollo non concesse altro a Falanto che fertili campi e amava ripetere. Se
vi si domanda come Taranto sia diventata grande, come si conservi tale, come si
aumenti la sua ricchezza, voi potete con serena fronte e con gioia nel cuore
rispondere: con la buona agricoltura, con la migliore agricoltura, con l'ottima
agricoltura. Nel campo legislativo promulgò diverse leggi per favorire una più
equa distribuzione delle ricchezze, basandola sui principi dell'armonia
matematica. Uomo di multiforme ingegno, si interessa di scienza, musica ed
astronomia e studiò matematica con Eudosso di Cnido. La vastità di queste
competenze in Archita si spiega con il fatto che la scuola pitagorica concepiva
la matematica, o meglio l'aritmogeometria, fondamento della realtà naturale e
l'universo come un cosmo, ordinato cioè secondo principi mistico-matematici dai
quali si generava un'armonia musicale poiché la musica stessa si basava su
precisi rapporti matematici. Credettero che i principi delle matematiche
fossero i principi di tutti gli esseri. Ora, i principi delle matematiche sono
i numeri. Pensarono quindi che gli elementi dei numeri fossero elementi di
tutte le cose, e che tutto quanto il cielo fosse armonia e numero. (Aristotele,
Metafisica) Non a caso Archita è stato il primo a proporre il raggruppamento
delle discipline canoniche (l'aritmetica, la geometria, l'astronomia e la
musicanel quadrivium, l'ordinamento che Boezio riprese in epoca medievale).
Infine, la partecipazione alla scuola pitagorica, configurata come una setta
mistica, era riservata a spiriti eletti e implicava che gli iniziati che la
frequentassero avessero disponibilità di tempo e denaro per trascurare ogni
attività remunerativa e che potessero dedicarsi interamente a complessi studi:
da qui il carattere aristocratico del potere politico che i pitagorici
esercitarono nella Magna Grecia fino a quando non furono sostituiti dai regimi
democratici. Archita conobbe Platone quando il filosofo ateniese soggiornò a
Taranto nel suo primo viaggio verso Siracusa, dove ebbe un confronto piuttosto
acceso con il tiranno Dionigi Isulla realizzazione di una possibile riforma
filosofica del suo governo. L'amicizia con Archita fu preziosa per Platone
quando compiendo questi il suo terzo e ultimo viaggio in Sicilia nel tentativo
di realizzare la sua riforma, il nuovo tiranno Dionigi il Giovane lo cacciò
dall'Acropoli facendolo vivere nella casa di Archedemo, vicino ai mercenari che
mal lo sopportavano. Fu grazie ad Archita, il quale inviò il tarantino
pitagorico Lamisco a Siracusa per convincere l'amico Dionigi il giovane a
liberare Platone, che il filosofo poté tornare ad Atene. Lo stesso
Platone raccontò così quegli avvenimenti: "Sembra che Archita si sia
recato presso Dionisio; perché io, prima di ripartire avevo unito Archita e i
Tarantini in rapporti di ospitalità e di amicizia con Dionisio. (Platone,
Lettera VII). E così con un terzo invito Dionisio mi mandò una trireme per
agevolarmi il viaggio, e insieme mandò un amico di Archita, Archedemo, che egli
riteneva fosse il più apprezzato da me tra quei di Sicilia, e altri Siciliani a
me noti. (Platone, Lettera VII) Altre lettere poi mi giungevano da parte di
Archita e dei Tarantini, che facevano grandi elogi dello zelo filosofico di
Dionisio, e anche avvertivano che, se non fossi andato subito, avrei causato la
completa rottura di quell'amicizia che io avevo creato tra loro e Dionisio, e
che era di grande importanza politica." (Platone, Lettera VII) vennero in
molti da me, fra cui alcuni servi di origine ateniese, e quindi miei
concittadini; essi mi riferivano che calunnie circolavano su di me fra i
peltasti, e che alcuni minacciavano, se riuscivano a cogliermi, di sopprimermi.
Escogito allora qualche mezzo di salvezza: mando ad avvertire Archita e gli
altri amici di Taranto in che condizione mi trovo. E quelli, colto un pretesto
per un'ambasceria, mandano uno dei loro, Lamisco, con una nave e trenta
rematori. Costui, appena giunto, intercede per me presso Dionisio, dicendogli
che io volevo partire e nient'altro che partire; Dionisio accondiscese e mi
lasciò andare, dandomi i mezzi per il viaggio" (Platone, Lettera VII)
Archita muore a seguito di un naufragio probabilmente nel corso di operazioni
di guerra nelle acque di fronte a Mattinata sul Gargano e lì fu sepolto, come
riferisce Orazio: Te maris et terrae numeroque carentis harenae mensorem
cohibent, Archyta, pulveris exigui prope litus parva Matinum munera. Te
misuratore del mare e della terra e delle immensurabili arene, coprono, o
Archita, pochi pugni di polvere presso il lido Matino. Nonostante sia vissuto
dopo Socrate, viene considerato un continuatore dei filosofi presocratici,
perché appartenne alla Scuola pitagorica e si mantenne aderente al pensiero di
Pitagora, tant'è che basò le proprie idee filosofiche, politiche e morali sulla
matematica. Al riguardo, infatti, così recitano due suoi frammenti. Quando un
ragionamento matematico è stato trovato, controlla le fazioni politiche e
aumenta concordia, quando c'è manca l'ingiustizia, e regna l'uguaglianza. Con
ragionamento matematico noi lasciamo da parte le differenze l'un con l'altro
nei nostri comportamenti. Attraverso essa i poveri prendono dai potenti, ed i
ricchi danno ai bisognosi, entrambi hanno fiducia nella matematica per ottenere
un'azione uguale." (Giamblico, de comm. Math.). Per essere bene informato
sulle cose che non si conoscono, o si devono imparare da altri o bisogna
scoprirle da sé. Ora imparando si deduce da qualcun altro e ciò è straniero,
mentre scoprendo da sé è proprio. Scoprire senza cercare è difficile e raro, ma
con la ricerca è maneggevole e facile, sebbene chi non sa cercare non può
trovare. (In C. Dollo, Istituto e museo di storia della scienza Archimede” (Olschki).
A lui sono tradizionalmente attribuiti molti testi spuri, mentre sono
sopravvissuti soltanto alcuni frammenti originali, conservati nelle opere di
Ateneoe Cicerone e provenienti dai suoi discorsi morali, che delineano un
filosofo più originale nel suo pensiero etico rispetto alla dottrina pitagorica
e piuttosto influenzato da quella platonica. Archita viene considerato
l'inventore della Meccanica razionale e il fondatore della Meccanica. Si dice
che abbia inventato due straordinarie apparecchiature meccaniche.
Un'apparecchiatura era un uccello meccanico, la famosa «colomba di Archita»,
l'altra sua invenzione era un sonaglio per bambini. Il primo è descritto dallo
scrittore e critico latino Aulo Gellio, e ne tentò la ricostruzione uno
studioso tedesco, Wilhelm Schmidt. Pare si trattasse d'una colomba di legno,
vuota all'interno, riempita d'aria compressa e fornita d'una valvola che
permetteva apertura e chiusura, regolabile per mezzo di contrappesi. Messa su
un albero, la colomba volava di ramo in ramo perché, apertasi la valvola, la
fuoruscita dell'aria ne provocava l'ascensione; ma giunta ad un altro ramo, la
valvola o si chiudeva da sé, o veniva chiusa da chi faceva agire i contrappesi;
e così di seguito, sino alla fuoruscita totale dell'aria compressa. Il
secondo giocattolo, la raganella, ebbe fortuna: è ancora in uso e spesso si
vede nelle fiere popolari di giocattoli. Nella forma originaria era costituita
da una piccola ruota dentata fissata ad un bastoncino. Sulla ruota, da dente a
dente, saltava una molla cui era congiunto un pezzo di legno. Aristotele
consigliava questo giocattolo ai genitori perché, divertendo e captando
l'attenzione dei bambini, li distoglieva dal prendere e rompere oggetti
domestici. Si dice anche che Archita abbia inventato la carrucola e la vite,
anticipando Archimede, ma non si hanno conferme storiche a tale riguardo. Il
più importante risultato ottenuto da Archita è una soluzione tridimensionale
del problema della duplicazione del cubo. Precedentemente, Ippocrate di Chio
aveva ricondotto questo problema ad un problema di proporzionalità: se a è il
lato del cubo che si vuole duplicare, allora il problema consiste nel trovare
due valori x e y medi proporzionali tra a e 2a, ovvero tali che
{\a:x=x:y=y:2a} Trovati questi due valori, x rappresenta il lato del cubo con
volume doppio. La costruzione geometrica utilizzata da Archita per risolvere
questo problema è uno dei primi esempi dell'introduzione del movimento in
geometria: in esso si considera una curva, conosciuta come curva di Archita,
generata dall'intersezione della superficie di un cilindro e di un semicerchio
in rotazione rispetto a uno dei suoi estremi. Si dedica anche alla teoria
delle medie, e diede il nome odierno alla media armonica (prima conosciuta come
media sub-contraria). Inoltre, dimostrò che tra due numeri interi che sono nel
rapporto {\{\frac {n}{n+1}}} non è possibile trovare nessun altro intero che
sia una media geometrica. Il risultato ha applicazione alla teoria delle scale
musicali (vedi sotto). FisicaModifica Apuleio riporta un argomento di
fisica trattato da Archita: la natura della riflessione della luce sopra uno
specchio. Platone pensa che dai nostri occhi partano dei raggi luminosi che
vanno a mescolarsi con quelli che colpiscono lo specchio. Archita concorda col
fatto che i raggi partano dai nostri occhi, ma senza combinarsi con alcuna
cosa. Più felici furono le sue deduzioni sul rumore. Egli capì che
provenivano dalle vibrazioni prodotte dall'urto dei corpi nell'aria. Da tale
scoperta, formulò l'ipotesi che anche i corpi celesti, dotati di continuo
movimento, dovessero produrre rumore. Questo rumore però, non sarebbe udibile
dai sensi umani, essendo non intervallato, ovvero continuo nel tempo.
Molto interessanti sono gli studi di carattere sperimentale che condussero a conoscere
le cause che diversificano i suoni acuti dai gravi, diversità che sono in
funzione della rapidità della vibrazione. Tanto più rapida è la vibrazione,
tanto più acuto è il suono che ne proviene, e viceversa. Esperimenti furono
eseguiti con flauti, zufoli, tamburelli, e si constatò come anche la voce umana
seguisse questo principio. Nell'ambito della teoria musicale sviluppata dalla
scuola pitagorica (ed esposta per la prima volta da Filolao), tre contributi
sono sicuramente dovuti ad Archita. Il primo è la teoria secondo cui
l'altezza dei suoni è determinata dalla loro velocità di propagazione. Secondo
Archita, una bacchetta che oscilla più velocemente (oggi diremmo con frequenza
più alta) produrrebbe un suono che si propaga con maggiore velocità nell'aria,
e che di conseguenza è percepito come "più alto", rispetto a una
bacchetta che oscillasse più lentamente. Questa teoria, per quanto non corretta
dal punto di vista fisico e percettivo, rappresenta il primo tentativo di
attribuire parametri quantitativi alla propagazione del suono, e fu ripresa da
molti autori successivi (inclusi Platone e Aristotele). Il secondo contributo è
di natura specificamente matematica. Archita conosceva la relazione fra
intervalli musicali e frazioni che conduce alla costruzione della scala
pitagorica. Uno dei problemi teorici connessi a quella costruzione era il
perché gli intervalli dovessero essere progressivamente suddivisi secondo
quelle particolari proporzioni, anziché suddividere semplicemente ogni
intervallo in due sottointervalli uguali. Per comprendere la natura del
problema si deve ricordare che per definizione gli intervalli musicali si
compongono moltiplicandofra loro i rapporti corrispondenti (ad esempio,
l'ottava 2:1 si può ottenere componendo una quinta 3:2 con una quarta 4:3,
infatti 3:2 x 4:3 = 2:1). Quindi per suddividere un intervallo a:b in due parti
uguali si deve trovare il medio proporzionale fra a e b, ossia il numero x tale
che a:x = x:b (ciò equivale a cercare la radice quadrata del rapporto a:b). Archità
osservò che l'intervallo di doppia ottava (4:1) si può suddividere in due
sottointervalli uguali (rappresentati dal rapporto 2:1), ma dimostrò
matematicamente che nessun rapporto del tipo superparticulare {\displaystyle
{\frac {n+1}{n}}} - genere a cui appartengono tutti gli intervalli fondamentali
della scala pitagorica (2:1, 3:2, 4:3, 9:8) - ammette un medio proporzionale
fra i numeri interi: quindi nessuno di quegli intervalli può essere suddiviso
in due parti uguali (se si mantiene l'ipotesi che ogni intervallo musicale
corrisponda a un rapporto fra numeri interi)[36]. Infine, Archita
descrisse la costruzione delle scale musicali nei tre generi diatonico,
cromatico ed enarmonico. Diversamente dalla scala pitagorica, il tetracordo
diatonico proposto da Archita è formato dai rapporti 9:8, 8:7 e 28:27 (quello
pitagorico contiene invece due intervalli di tono uguali, 9:8, e un semitono di
256:243). Nel tetracordo cromatico di Archita figurano gli intervalli 5:4,
36:35 e 28:27, e in quello enarmonico gli intervalli 32:27, 243:224 e 28:27.
Questi valori sono riportati da C. Tolomeo, che (a distanza di oltre 500 anni)
afferma che si basa sulla necessità teorica di descrivere tutti gli intervalli
consonanti con rapporti superparticulari (e tuttavia nel tetracordo enarmonico
figurano rapporti che non appartengono a quel genere). Gli studiosi moderni
hanno invece ipotizzato che Archita avesse voluto descrivere matematicamente le
scale musicali effettivamente in uso nella pratica a lui contemporanea, sulla base
dell'osservazione diretta delle tecniche di accordatura usate dai musicisti.
Archita si propose di superare il problema dei commi musicali. Affermò che
l'ottava poteva essere divisa in 12 semitoni uguali ed indicò un divisore che
ne consentisse la partizione, cioè un numero prossimo ad un terzo di л. In
effetti il divisore dell'ottava della scala temperata, la radice dodicesima di
2 =1,0594630943592…. è prossima a л/3=1,0471975 postulato sia da lui che da
Aristosseno. La divisione dell'ottava a cui Archita pervenne è la seguente:
л/3, Л 4/11, Л 3/8, Л 2/5, Л 3/7, Л 5/11, Л 9/19, л/2, Л 7/13, Л 4/7,Л 3/5 Л
7/11, nell'ordine: seconda minore, seconda maggiore, terza minore, terza
maggiore, quarta giusta, quarta eccedente, quinta giusta, sesta minore, sesta
maggiore, settima minore, settima maggiore, ottava. Il divisore proposto da
Archita porta a differenze con la scala temperata dell'ordine delle decine di
centesimi di semitono. AstronomiaModifica È trattata da Archita in un
passo di Eudemo da Rodinel suo commento alla Fisica di Aristotele, nel quale si
discute il problema della dimensione dell'universo. Per Archita l'universo è
infinito, poiché, egli dice: Se mi t rovassi all'ultimo cielo, cioè
a quello delle stelle fisse, potrei stendere la mano o la bacchetta al di là di
quello, o no? Ch'io non possa, è assurdo; ma se la stendo, allora esisterà un
di fuori, sia corpo sia spazio (non fa differenza, come vedremo). Sempre dunque
si procederà allo stesso modo verso il termine di volta in volta raggiunto, ripetendo
la stessa domanda; e se sempre vi sarà altro a cui possa tendersi la bacchetta,
è chiaro che anche sarà interminato.In Enciclopedia Garzanti di Filosofia
Archita. Museo Nazionale e archeologico di Taranto Christoph Riedweg,
Pitagora: vita, dottrina e influenza, Vita e Pensiero, Francesco Paolo De
Ceglia, Bari. Seminario di storia della scienza, Scienziati di Puglia: Adda,
Cicerone, De senectute, Eliano, Varia istoria; Ateneo; Dizionario di filosofia,
Treccani alla voce corrispondente Luigi Pareti, Storia della regione
Lucano-Bruzzia nell'Antichità, Storia e Letteratura, Ettore M. De Juliis, Magna
Grecia: l'Italia meridionale dalle origini leggendarie alla conquista romana,
Edipuglia. E. Juliis, Magna Grecia: l'Italia meridionale dalle origini leggendarie
alla conquista romana, Edipuglia srl, Ai tarantini, citato in La Voce del
Popolo, Dizionario della civiltà, Gremese Editore, Ubaldo Nicola, Atlante
illustrato di Filosofia, Giunti. “κόσμος” nasce in ambito militare per
designare l'esercito schierato ordinatamente per la battaglia (in Sesto
Empirico, Adv. Math.) Christiane L. Joost-Gaugier, Pitagora e il suo
influsso sul pensiero e sull'arte, Edizioni Arkeios, André Pichot, La nascita
della scienza: Mesopotamia, Egitto, Grecia antica, Edizioni Dedalo,Cfr. anche
Ruggiero Bonghi, Delle relazioni della filosophia colla società: prolusione, F.
Vallardi, Secondo una tradizione apocrifa Archita trasse dalla filosofia
platonica la convinzione della immortalità dell'anima. Al contrario Cicerone
ritiene che Platone si recò in Sicilia per conoscere le dottrine pitagoriche
che apprese da Archita e che condivise divenendo lui stesso pitagorico. Cfr.
Cicerone, De Repubblica, De finibus bonorum et malorum, Tuscolanae
disputationes, D. Laerzio, Platone, Lettera VII Vita di Platone. G.
Urso, «La morte d’Archita e l'alleanza fra Taranto e Archidamo di Sparta»,
Aevum, M. Taddei, I robot di Leonardo da Vinci: la meccanica e i nuovi automi
nei codici svelati, ed. Leonardo, A. Gellio, Notti Attiche, Aristotele, Pol., R.
Pitoni, Storia della fisica, Società tipografico-editrice nazionale, Boyer,
Carl B., Storia della Matematica, Apuleio, Apologia, 15 Platone, Timeo,
A Giambico, in Nicom., 9Francesco Paolo De Ceglia, Università di Bari.
Seminario di storia della scienza,Scienziati di Puglia: dda, 2007 p.1ifica Carl
A. Huffman, Archytas of Tarentum. Pythagorean, Philosopher and Mathematician
King, Cambridge University Press, (l'edizione più completa dei frammenti) M.
Timpanaro Cardini, I Pitagorici, testimonianze e frammenti, La Nuova Italia,
Firenze Platone, Lettere, Mondadori, Milano Del Grande, Archita e i suoi tempi,
Taranto, Cressati Paris A. Olivieri, Su Archita tarantino, memoria letta
all'Accademia Pontaniana A. Frajese,
Attraverso la storia della Matematica, Veschi, RomaStante, I problemi di terzo
grado e Archita da Taranto, Lecce A.Tagliente,
“La colomba d’Archita”, Scorpione, Taranto A.Tagliente, Il mistero del trattato
perduto, Scorpione, Taranto A. D. Abbaiatore, Scritture Musicali greche, Teoria
armonica ed Acustica, Taranto nella civiltà, Napoli Taranto e il Mediterraneo,
ISAMG Taranto, Filosofia e scienze, Napoli Eredità, Taranto, Alessandro il
Molosso e i condottieri, Taranto, C.Teofilato, "Interpretazione di
Archita" dalla rassegna "Vecchio e Nuovo" di Lecce, A. Mele,
Archita, i suoi tempi e il suo pensiero, in Taranto tra Classicità e Umanesimo,
Scorpione Editrice Taranto Voci correlateModifica Personalità legate a Taranto
Raganella (strumento musicale) Eudosso di Cnido. Treccani Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. A buon diritto chiamare l'inventore de'moderni palloni arrostatici.
Però un secolo prima al padre Lana G, C. Scaligero,a proposito della colomba
volante d'Archita, della quale parla Orazione l l e sue odi, indica il modo di
costruirla. Nulla di più facile, egli dice: basta comporre la sostanza con
midolla di giunco, e diligentemente coprirla colla pelle adoperata dai
battiloro. Mediante un facile meccanismo sipuò dar movimento alle ali.19
Scaligero scordò di avvertire che bisognava riscaldare l'aria interna con un
lumicino quando rolevasi farla volare. Cosi 500 anni prima dell'era nostra,
trova il modo di far salire nell'ariaun pallone in forma di colomba, dacchè
tutto fa credere che I mezzi impiegati da questo filosofo fossero gl'identici
che quelli impie gatioggigiorno per levarei palloni. Quanto al ritorno della
colomba, obbediente alla voce d'Archita, questa evidentemente è una favola. Sempre,
aun fatto sorprendente, l'immaginazione aggiunge circostanze impossibili;ma ciò
che io credo innegabile è che l'areostalo era conosciuto a tempi detti
favolosi, e che, amio parere, sono reminiscenzedi una civiltà perduta, che i
poetichiamarono regno degli dei. Quegli ignivomi draghi. SULLA COLOMBA Entre a
pišivago, e più superbo volo pel Regno aereo l'ali fu e spandea, e di spirto
novello acquisto fea La Colomba d'Archita inversoilPolo, Volgendo a caso i suoi
begli occhi al suolo Del terzo Ciel la vezzofetta Dea, La vide, e per rapirla
già scendea Da quel de' dei seggio beato, e solo. Allor gridd, e quafi fu per
dire: Oh così foffepur lamia. Colomba! Fattafi Citerea con gran desire, Di
legno fols'avvide: esserl'augello. ARCHITA. Juan. Juven. Ital. Sacr. in
Tarentin. Mitrop. Lamb. in Schol. Horat.
Od.) regnasse più di un ' Ann o. I nuove grazie adorna il fuo bel volto D
LLi:etasengiva in maestà reale Astrea, mirando venerato, e colto Fa più volte
Prefetto della sua Patria, ancorchè le Leggi comandassero, che nessuno in tempo
di sua vita Quel delle Leggi fue pregio immortale. Quando Prudenza, il dolce
fuon disciolto, figlia d' eccelsa mente, e trionfale, Non titurbar, le diffe,
fe sia tolto Il primier di regnare ordine uguale. Tempo verrà,che in arme,e
intoga imperi più d'un'anno al suo ftuoi, mai sempre intento Archita a nuove
glorie, e a bei pensieri. E a Leila Diva: in cento modi, e certo Muta pur
Leggi, e Faftimiei primieri, Purchè Archita mio regni, io mi contento. Diogen.
Laert. in Vit. Archyt. In Joan. Buno. not. ad Philip. Cluver. ARCHITA FILOSOFO
PITTAGORICO, E MATEMATICO E PERITISSIMO. Odar chi mai tanto ti può, che basti,
Alma immortal degnillima d' Impero? Chi dir di tue virtudi il volo altero, Per
cui fovra ogni Saggio alto poggiasti? Del Ciel le stelle, e i moti lor sì
vasti, tu delle cose le cagioni, e'l vero, e quanto il mare, e l'universo
intero circonda, e abbraccia, chiaro a noi mostrasti, Tu, ch'eccedi de'Savj i
bei consigli Già di ogni uman pensier reso inaggiore, 'Quanto il Sol delle
stelle avanza irai, tu, che te stesso, e null? altro somigli, coll'auree del
tuo fuon note canore tu sol di tue virtù cantar potrai. Diogen. Laert. in vit.
Archyt. Foreft.Joan. Juven. Tarentin. Lambin in Scbol. Horat. Od. Nicol. Parth.
Giannet. in Geograph. Lib. 4. Cap. 7. SEN. TARENTINO, Scrivendo contro il
Piacere. O So, chemente all'Von dona, e Tume aquella; SENTIMENTI D'ARCHITA chi
dietro alsuo piacer brutale corre, e del sensorio fà l'alma ancella, bruto
diventa agli altri bruti eguale, tutto perdendo il bel, che aveva in ella.
Senza lume si vago, e rilucente Joan. Juven. Tarentin. Lib.3. Cap. 2. Mente,
ch'èper fuo pregio trionfale della divinità parte più bella. Che quando avvien,
che sopra l'alma impero abbia il piacere, allor cieca è lamente 'E cieca la
ragion, cieco è 'l pensiero. Oprano i Bruti, e senza il suo primiero Lume fia,
chel'uom bruto anchedivente. E pur ESER, Diogen. Lacrt. in vit.
Archyt. Foreft. Tom.1. Lib. 8. Cap. 4. Joan. Juven. Tarentin. Mille a mille
empj nemici, incampo scendete pure, e con terribil grido, no uche con quel
dell'armi orrido lampo Fate tremar dell'onde Jonie illido. ESERCITO TARENTINO
NON MAI VINTO, ESSENDO CAPITANO. Là nel Galelo col suo nobil Campo Itene or
lieti delle forze usate, Faran del vostro fuol le schiere armate, Finchè
Archita fia duce, alta vendetta. ARCHITA v'aspetta il bravo duce. E già lo
strido de' corni i' fento, en el cercarlo scampo già cader vi vegg'io pel colpo
infido. Ed alla patria, che il trionfo aspetta, le tolte spoglie in vostro
onormostrate. Se per ostil cadeste atra disdetta, LA, ARCHITA
D'ESSER CAPITANO, PER SOTTRARSI ALL'INVIDIA, L'ESERCITO DETARENTINI E' FATTO
PRIGIONE DA NEMICI. Arme il fulgore insiem spaventa, e sfida co’luoi deftrieri
i cavalier; già scende sangue da larga vena in terra infida. Mira Tarento mio,
quei, che fen muore, hàgli spinti l'invidia a tante pene. LASCIANDO DO Di
guerra sonar le trombe orrende? di come il rio Marte all'alte strida Di quel
Drappello, e questo i cuori accende, Perchè col ferro fuo l'un l' altro ancidas
arme, arme fre me ognun: già di tremende e quei, che'l braccio (tende alle
catene son dolci figli, oimè, del tuo dolore! Freme contro d'Archita
ilrio livore, E lull'alme innocenti il mal senviene. Diogen: Laert, in vit.
Archyt. Joon. Juven. Tarentin.AR.: ad altri venduto, ed alla fine è riscattato offri;
buon Savio, foffri. Ecco fortuna S Di mortal sfavillando atro disdegno sue
forze impiega, e l'arme sue raduna, Per far del tuo valor {terminio indegno.
Già l'empia, oime! con faccia torva, e bruna Scocca saette últrici, e ben al
sogno Colpito hà omai; ve come in preda d'una Ti dà vile ciurmaglia in fragil
legno. TARENTINO ARCHIT. A peregrinando per imparare, è preso dà'Corsari,
serveMa chefie; se delcuorle forti tempre Alexand.ab Alexand, Joan. Juven.
Tarentin. Di. Pur non è fazia no,schiavo al servaggio Ti mena ancor, perchè nel
duoldistempre Ilmagnanimo tuo nobil coraggio. Rassoda più ne'colpi suoil'Vom
faggio, E di sua libertà gode mai sempre! PLATONE DOPO AVER CAMMINATO L'EGITIO,
VIENE IN ITALIA PER IMPARAR SOTTO LA DISCIPLINA Edesti pur, come il gran Nilo
altero, D a perenne sboccando occulta fonte Ogni arginedisprezzi, edogniponte,
E i campi ad ipopdar si apra il sentiero. E d ivi asperto di sudor la fronte
Delle scienze falisti all' arduo monte, E ti fur quelle il folo premio intero.
Ed or, per fullescienze alzare un volo Sotto 1:aurea d'Archita arte gentile,
Cerchi il Galeso, e l Tarentino luolo? DunqueinEgittoEroenonv hàfimile, Cic.de
finib.bonor. molor.Lib.s. Foreft:Tom. I..Lib. 8. Joan.Juven. Tarentin. DOPS V
D'ARCHITA TARENTINO. Si, vedesti 1 Egizio, e 'l Greco Impero, ARCHI. Nèingegno
inGrecia,alsoloArchita,alsolo Suo noro ingegno,anche oltreBattro,eTile.
A ARCHI. Pri,Fortuna,perun solmomento Gli occhi, cui buja notte
orrida cuopre, E mira,leiltuo folleafproardimento Contro Savio maggior sua
forza adopre. Questi è il gran Plato, e quegli fon qu e cento Folle ! RePlato
al tuo servil flagello ARCHITA TARENTINO RISCATTA PLATONE PRESO D A CORSARI.
Empj ladron, per le cui mani, ed opre Schiavo il facefti; or com 'ei fparge al
vento Gl’infranti lacci, e in libertà li fcuopre? C o m e il trionfo, che del
suo fervaggio Ornar credefti, e de' suoi guai far bello, Qual peve dilegudfli
al caldo raggio? Menalti, a un cenno fol d' Archita il saggio Cara tornò la
libertà di quello. Joan. Juven.T'arentin. e Se avvien, che della
gloria i m i diftempre L a bella gloria è tua, fe Plato apprese Che del tuo
Figlio al nome accrebbe ilvanto, Cic.de finib.bon.domal.Lib.5.* Lib 1.Fiscula
Joan.Juven. Tarcntin. ARCHI. (52 ARCHITA MAESTRO DI PLATONE. C Figlio di
puro core, e viva Immago, che vero io canto, efoldiluimi appago, Diceva un
giorno Atene in dolci tempre, Dal tuo gran Figlio Archita il pregio fanto, E B
alme di virtude auree contefe. Ella è mia pure, e téco i fafti io canto: Poich?Ei
tal lume in tutto il m o n d o accese, Nel gaudio, el corc infuperbito, e pago
Pel mio Plato or fen vada,un don si vago A te,Tarento mio,debbo maifempre.
ARCHITA CAMPA PLATONE DALLA MORTE INTENTATAGLI DA DIONISIO TIRANNO. AR,
Due Polato ilscan Plato,ahimè,quelfaggio, t Veloce (ahi laffo !) a tramontar
quel raggio Det rio fallir le pene: omai trionfi Si bella dote, e vinca ancor
Sapienza. Si diffe Archita; e i fieri petti, e tronfi. Placando al gran poter
d'aurea Eloquenza, Morrà, perchè un Tiranno indegno d'ostro Sogna fofpetti, e
teme indarno oltraggio? Correrà, che dà lume al secol nostro? Ed io,perchèpiù
viva,ancor non mostro, No n m ostro, a n c o r dell'anima il coraggio? No, che
non porterà l'alma Innocenza < Plato all'ombra viveade'suoi trionfi. Cic.
Lib. 5. Tuscul. Diogen. Laeft. Vit.Archyt., o Platon. Juan. Juven. Tarentin.
Ital. Sacr. in Torentin. Metrop. Plutar. in Platon. Sabell. Ennead. ARCHITA TARENTINO
A PLATONE. Se amica pioggia a temprar mai l'ardore Scende dal Ciel,non giace no
più china La fronte lor, ma col nacio colore S'innalza si, che al Ciel più si
avvicina; Lasso ! calo io restai, allor che infermo Starteneudjfrapene,o mio
buon Plato Senza ajuto languendo, e senza schermo. Ma
orchedicuavitaalprimostato Fatto hai ritorno, io mi rinfranco, e fermo Pertemi
rendo, cfon, qualpria,beato. Q Diogen. Laert.in vit.Archyt. Joan.Juven.
Tarentin. Lib.3. Cap. 2. Val Yenza umor giglio languisce,o fiore, E scolorito à
terra ilcapo inchina, Questo il vermiglio onor,quello ilcandore Perdendo a poco
a poco in sua ruina: PLA. Q A te del loro autor duce sì pio in mezzo del
cammino elle si stanno, pss.) Ma giugnere alla meta orgogliosette Ben le vedrai,
fe nuovo spirto avranno, PLATONE MANDA ISUOI COMMENTARY AD ARCHITA TARENT INV.
Veste assai più, che dell'ingegno mio, Opre de'tuoi fudori,onde a be'studj
Delle più gloriofe alte virtudi La mia mente infiammaiti,el buon deslo, Opre
dunque son elle ora imperfette. Raroè peròl'onor,seateverranno; Più raro, le
giammai fien da te lette. Diogen Lacrt. in vit. Archyt. Platon.in Epist. Vengono,Archita.O:tu
leleggi,e inudi Sensi del tuo faver poi mi dischiudi Con
quellalibertà,concuileinvio, PLA, Gloria dai tuoisi provvidifudori, soffri in
regnar, grida la Patria,e uffici Mostra di quel,che sei,Signor de cuori, E
tumalgradoimperi?etilamente Non fei;la Patria hà in te parte del tutto. Non
oscuro è il linguaggio; odi mia mente: O rendi alla tua Patriailben,ch'èsuo, O
delsuobenfà,ch'ellan'abbiailfrutto. Cic definib.bonor.comalor.Lib.2. Lib. lade
Offic. Joan. Juven. Tarentin. Lib.i. in Prefate do Lib.z. Cap.2. Platon. in
Epif. gi PLATONE TÀRENTINO. V Nmalele folo (AD ARCHITA O n, a se folo no,
nasce agli Amici, Nafce alla Patria l'Uom, nasce aMaggiori, E dal bel nascer
suo giorni felici Speran questi, e sperar voglion tesori. O r foffri, o Figlio,
o tu, che tanta elici D e' gran pubblici affari? ah che fol tua SULLA AD ARCHITA TARENTINO, Del buon
governo, eloro fren spogliace. O naufragar, dall'empie arti indiscrete di
piggior duce a morte ria guidate: El soffriran del cuorletempre? ahfiamma
D'amor mostrate, evoilaPatriabella Reggete:omai con quell'ardor,che infiammar
Così lungi da leistrage rubella Sen fuggirà,qualCervioa icolpi,o Damma, O, che
viver a voinon maipotrete; Se non vivrete ad altri se se pensate Goder mai
signoria, nè servirete Alle pubbliche cose,alle private, O vacillar ben presto
le vedrete E poi fia vostra gloria il ben di quella. In argument. 9. ad Epift.
9. Platon, D'ARCHITA A d d e Archita, e vidjo senza conforto E scorse fino all'
ultimo confine La Terra, e il Cielcoll'artifue divine, Archita il grande, il
nostro padre è morto! Del mar le Dive usciro al pio lamento. SULLA MORTE.
Pianger lo stuol da rio dolore assorto. Oimè,dicean,chi dall'Occafo all'Orto,
CAdele Dell'alte sue virtudi,e pellegrine, Pallido il viso, e lacerato il
crine, E in lor leggendo i gran pubblici danni Pianfero', e poi partiro, e di
Tarento GiunteallaReggia:orvestiinegri panni Da e r,bella Città: per tuo
tormento Aichita è morto ahi sulbel fior degli anni ! Horat. Lib. 1. od. 28. E
Diede il Popot Matin l'ultime prove se'l crudo suo destino unqua vi
spiacque Le bell*ossadiLui,chetantopiacque Abbian lieve la terra; e poi partite.
Horat. Lib. 1. od. 28. Joan.Juven.Tarentin.Lib.3.Cap.za SUL INVITO A
RIMIRARE IL TUMULO D'ARCHITA PRESSO AL LIDO MATINO, Ccop Urna funefta.Alme ben
nate, Cui di pietà l'amabil forza muove, Deh fermatevi alquanto, e rimirate,
Pria di ftendere il passo agile altrove. Qui le fante d Archita ossa onorate
Giaccion sepolte, e qui spargendo nuove: Piogge d'amaro pianto, di pietate del
passato dolore in segno ah dite:. th Allor, che in mar precipitò, smarrite Sue
forze,einfrantoilleguoinmezzo all'acques Di Natura le fonti più
segrete; Chi dall'onda fatal raplo diLete L e naufraghe virtudi, e l ebbe
accanto; Chi le vie seppe drittamonte torte, i PercuilaLuna
appar',elSols’asconde, (60 ) Aili ah yoi le face offa, e'l cener fanto Di
quell Almagentilahicitogliete, C h e fù si chiara al M o n d o, e vi godete
Della vera fapienza il facro immanto. Chi a noi mostrò con tanto studio, e
tanto Horat.Lib. i.od.28.. Joan. Juven.Tarentin. SUL SEPOLCRO EUDOS D.ARCHITA
TARENTINO. Chi 'n Terra,e 'n Ciel la ferma, emobilsorte; chi com e il foco, el
Aere, el suolo, e l'onde s'abbraccin, seppe, orquìsengiace. Oń Morte, Oh duri
fastí, ohcieche ombre profonde? S quanto mai dibelloinCielfiadditag; Ne panni
no,ma nella mente fiede. Diogen.Laert.in vit.Eudox. Foreft. Tom.1. Lib. 8.Cap.4
Joan.Juven,Tarentin. Q. EUDOSSO DA GNIDO FAMOSISSIMO MATEMATICO DISCEPOLO
ARCHITA NON FU'RICEVUTO DA PLATONE ALLA D Mira come in udir fuo ftile adorno La
tuafuperbia,e'lfolleardireondanni. No, non doveviil gran Figliuol d'Archita SUA
SCUOLA,PER ESSER POVERO, Vefti, o Platon, che tu schernisti un giorno Perchè di
povertà fentia gli affanni Questi è colui (fe pur nol fai)che intorno Del fuo
grave faver difpiega i vanni, Gnido vi fpenda il più bel fiordegli anni; E come
giusta ad immortal tuo fcorno Si vilmente scacciar dalla tua fede Qualor
baffamenava umile vita. Poichè virtude, onde 1 U o m farli erede.
Archita. Archita da Taranto. Taranto. Keywords: la colomba d’Archita,
Platone, magna Grecia, piccione viaggiatore, il vuolo della colomba -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Taranto” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51681989882/in/photolist-2mSsmMU-2mN5uFu-2mLJPUG-2mKxrDy-2mKDXUP-2mK6d1R-2mK487q-2mK2Mvw-2mK6cZt-2mJXH25-2mK2Mwt-2mK6d2x-2mK7kLK-2mK6d2n-2mK6cY1-2mK7kNy-2mJXH3T-2mK4863-2mK6cXV-2mK6cZJ/
Grice e Tari – l’origine del linguaggio –
filosofia italiana (Villa
Santa Maria Capua Vetere). Filosofo. Di famiglia originaria di Terelle, nel
Frusinate, nacque in palazzo Mazzocchi, anch'essa rientrante in Terra di
Lavoro, da un impiegato che si trovava lì di passaggio. Il palazzo natìo ove
aveva schiuso gli occhi anche l'archeologo Alessio Simmaco Mazzocchi, situato
nella via Mazzocchi. Studia a Montecassino, dove conobbe Spaventa. Si trasferì
a Napoli dove si laurea. Ben presto però all'avvocatura preferì la filosofia,
la letteratura e la musica, unendosi all'amico Spaventa, a Cusano, a Sanctis e
ad altri filosofi liberali e collaborando a vari giornali letterari partenopei.
Entra per concorso nella Regia Napoli, divenendo il primo cattedratico di
estetica in Italia, nello stesso periodo in cui vi insegnavano anche Sanctis,
Settembrini, Spaventa e Bovio. Si dedica
a vari rami della filosofia e delle scienze del linguaggio per Detken, saggi di
Brothier, Moindron e Noel. Il suo
sistema estetico, variamente criticato, in particolare per la scarsa
originalità, si caratterizza per una vivacità espressiva, con ricche e talvolta
variopinte esemplificazioni, che peraltro ne resero celebri e molto frequentate
le lezioni. Croce define Tari il lieto giullare della filosofia. Tari non ha
mai nemici, riuscendo a farsi ben volere sia dagli amici sia dagli avversari,
che prende a braccetto, e li mena a spasso con sé, divertendosi a contradirli e
a sentirsi contradetto. Quasi ad avallare la definizione sopra riportata, ha anche a rilevare che la sua bizzarra
genialità gli fa trovare piacere nei ravvicinamenti e collegamenti più
disparati e più comici: della frase sublime con la scherzosa, del ricordo
solenne con l'aneddoto salace, del linguaggio latino o del tedesco col
vernacolo napoletano. Parla in gergo, ma in gergo che è quintessenza di cultura
e stravagante miscuglio di elementi geniali. Filosofo di professione ed uomo di
dottrina enciclopedica, nonostante tutta la sua perizia filosofica, la sua
sterminata dottrina e il suo molto acume, e soprattutto un bizzarro artista. La
sua concezione metafisica non gli concede una trattazione veramente logica dei
problemi. Ma la sua personalità, vibrante di commozione innanzi alle opere
dell'arte, riboccante di entusiasmo, dotata di bontà e di nobiltà di sentire,
gli ispira una filosofia che e di una specie assai rara nella nostra
letteratura. L'essenza giocosa si mischia, confondendosi, con un'acuta
critica, che si rivolgeva a tutti i campi in cui l'estetica si sostanzia e, in
particolare, ad una delle arti al quale e più attratto: la musica. Tra il
serio e il faceto, infatti, pubblica un saggio su “Serietà e ludo” e compone un
saggio musicale, con tanto di note, dal titolo in tal senso emblematico di “Lezioni
di estetica generale”. Questo indirizzo lo porta ad occuparsi anche sulla
celebre pastorale di Beethoven. Altre saggi: “Estetica ideale” (Fibreno, Napoli),
“Ente spirito e reale: confessioni filosofiche” (Regia Università, Napoli); “Melodramma,
dramma” (Regia Università, Napoli); “Serietà e ludo” (Regia Università, Napoli),
“Critica” (Vecchi, Trani); “Estetica e metafisica” (Laterza, Bari); “Estetica
esistenziale” (Morano, Napoli); “L'estetica reale” (Prometheus, Milano), “Dizionario
dei cittadini notevoli di Terra di Lavoro antichi e moderni” (Forni, Bologna). i (Ed. Spartaco, Santa Maria Capua Vetere); A.
Perconte Licatese, “Storia e monumenti di Santa Maria Capua Vetere” (Stampa
Sud, Curti.); “Storia popolare della filosofia” (Detken, Napoli); “Origine del
linguaggio” (Detken, Napoli); “Il contratto” (Detken, Napoli); B. Croce, La
letteratura della Nuova Italia. Saggi critici” (Laterza, Bari); “Lezioni di
estetica generale” (Tocco, Napoli); “La sinfonia pastorale” ( (Regia
Università, Napoli); M. Leotta, Istituto Italiano per gli Studi Storici, Napoli);
F. Solitario, La Critica di Croce. Contributo per un recupero” (Prometheus,
Milano); F. Solitario, “Cultura filosofica” (Prometheus, Milano); Treccani Dizionario
di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Archivi di Teatro Napoli, Antonio
Tari. Tari. Keywords: ‘origine del linguaggio.” Refs. Luigi Speranza, “Grice e
Tari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732279381
Grice e Tartarotti – filosofia italiana (Rovereto). Filosofo. Divenne famoso per
aver contrastato i processi contro le streghe e per aver osteggiato la
devozione per il vescovo del XII secolo Adelpreto, mettendone in discussione
santità e martirio. Figlio del giureconsulto Francesco Antonio e da
Olimpia Camilla Volani, discendente dell'antica famiglia dei Serbati.
Impersonò la figura dell'intellettuale che non si lascia limitare dal luogo nel
quale nasce, cioè nel Trentino, lontano dai grandi centri culturali del tempo.
Egli seppe anzi sfruttare le opportunità e le peculiarità della città di Rovereto,
al confine tra mondo tedesco e italiano, in un periodo storico nel quale
rifiorirono i commerci e i rapporti economici, grazie al suo trovarsi su una
delle principali vie di comunicazione in Europa. Suo merito fu la capacità di
saper tessere legami con intellettuali italiani e stranieri che risiedevano a
Venezia, Roma, Salisburgo, Torino, Brescia, Vienna, Innsbruck. Utrecht e
Parigi. Studiò inizialmente nell'Imperial Regio Ginnasio di Rovereto e
poi continuò come autodidatta. Si interessò di filosofia, che seguì presso
l'Padova sino a quando difficoltà economiche familiari non lo obbligarono a
tornare nelle città natale. Al suo ritorno si interessò personalmente per
far insediare nella Città della Quercia la stamperia del tipografo veronese
Pierantonio Berno e, nel 1730, fondò la prima accademia cittadina, l'Accademia
dei Dodonei. Compì viaggi a Verona, dove conobbe Scipione Maffei e altri
studiosi, poi ad Innsbruck, dove rimase alcuni mesi come precettore, e in
seguito si trasferì a Roma, come segretario del Cardinale Domenico Silvio
Passionei. Casa dove abitò Girolamo Tartarotti, in Via Garibaldi
61, a Rovereto, prima di trasferirsi in Via della Terra. Durante le sue
permanenze roveretane, visse nella stessa casa dove abita G. Vannetti e dove questi
iniziarono a tenere un vivace salotto letterario che portò, probabilmente su
ispirazione dello stesso Tartarotti, alla nascita dell'Accademia degli Agiati. Il
soggiorno romano fu relativamente breve, per contrasti col Cardinale, quindi
fece ritorno a Rovereto. Morì il fratello Jacopo, e si trasferì a Venezia, come
collaboratore del futuro Doge Marco Foscarini. Ebbe discussioni anche con
Foscarini e tornò ancora una volta a Rovereto, da dove non si allontanò
più. I viaggi di Girolamo Tartarotti furono in definitiva relativamente
pochi e di breve durata, e trascorse la maggior parte della sua vita matura a
Rovereto. Si dimostra poco propenso ad accettare l'aiuto di ricchi mecenati che
lo avrebbero limitato nella sua libertà e approfittò delle occasioni che gli
venivano offerte lontano dalla sua città per comprare libri o incontrare altri
studiosi. Lo studioso Sin dagli anni giovanili Tartarotti si dedicò agli
studi letterari interessandosi della poesia toscana e scrivendo egli stesso
varie composizioni poetiche. Approfondì tematiche della filosofia scolastica e
scrisse trattati critici nei confronti di questa. Collaborò con Angelo Calogerà
per la sua Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, e venne in polemica
con Trento dimostrando, in una sua pubblicazione, che la città tridentina
divenne sede episcopale solo nel IV secolo e non al tempo dei primi
apostoli. Pubblica “Congresso notturno delle Lammie”, il suo saggio più
noto, nel quale dichiara inesistente la stregoneria come la si vuole descrivere
al suo tempo, e questo sulla base della logica, della scienza e della stessa
ortodossia dei cattolici. Pubblica nei “Rerum Italicarum scriptores” le sue
conclusioni relative alla cronaca di Dandolo e correggendone le fonti nelle sue
basi documentarie. Continua nelle indagini storiche alla quali aveva
dedicato gran parte della sua vita e arrivò a dimostrare, ad esempio, che era
sbagliata la venerazione dei trentini per Adelpreto, Vescovo di Trento. La sua
tesi era spiegata nella Lettera intorno alla santità e martirio di Alberto
vescovo di Trento. Uno dei suoi ultimi lavori, sempre legato a questo tema:
Notizie istorico-critiche intorno al B.M. Adalpreto vescovo di Trento venne
messa al rogo su disposizione del principe vescovo Francesco Felice Alberti di
Enno. Intanto la sua salute peggiora, e muore senza sapere del suo libro
bruciato a Trento. Sempre amante dei libri, quando non gli fu possibile
viaggiare per acquistarli personalmente si affidò a contatti che col tempo
divennero per lui preziosi per procurarseli. A Verona poté contare su Ottolino
Ottolini, a Brescia su Gianmaria Mazzucchelli, a Modena su Ludovico Antonio
Muratori e a Venezia su Gian Rinaldo Carli. A Rovereto fu molto vicino a Giuseppe
Valeriano Vannetti, segretario dell'Accademia Roveretana degli Agiati, e anche
da lui ebbe aiuti per procurasi i testi dei quali aveva bisogno per i suoi
studi. Al Vannetti fu legato anche per altri motivi, essendo stato per vari
anni precettore di Bianca Laura Saibante, futura moglie di Giuseppe Valeriano,
e del fratello di lei, Francesco. Si procura libri anche grazie a
donazioni, eredità e prestiti. Al momento della sua morte, per esplicita
volontà testamentaria, la sua ricca biblioteca venne donata all'Ospedale dei
Poveri Infermi di Loreto, retta dalla Confraternita dei Santi Rocco e
Sebastiano. La Confraternita tuttavia, poco dopo, decise di metterla in
vendita, offrendola per primo al Comune di Rovereto. In quell'occasione
Giuseppe Valeriano Vannetti e Francesco Saibante si spesero affinché tale
importante acquisizione culturale per Rovereto avesse successo, e l'atto di
compravendita venne registrato. Tre anni dopo la morte di Tartarotti, venne
così creata la prima biblioteca aperta al pubblico a Rovereto. Le intenzioni
dello studioso non furono queste, tuttavia fu proprio il nucleo dei suoi testi
ad essere destinato a questa importante iniziativa culturale, perché sino a
quel momento esistevano in città solo biblioteche appartenenti a privati, come
ad esempio quella dei Rosmini, dei Vannetti, dei Saibante, oppure conservate in
conventi; si stava formando anche quella dell'Accademia Roveretana degli
Agiati, sicuramente molto importante, ma nessuna di queste destinata alla
consultazione di chiunque. Il totale delle opere appartenenti a
Tartarotti che confluì nella biblioteca ammontava originariamente a 2.027
volumi e a 13 manoscritti. Per quanto riguarda i luoghi di pubblicazione dei
volumi, quasi il 30% di essi proveniva da Venezia. I volumi raccolti
durante tutta la vita da Girolamo Tartarotti costituirono così il primo nucleo
della Biblioteca Civica di Rovereto, che in seguito fu a lui dedicata.
Tartarotti e gli agiati Lo studioso, come sopra ricordato, fu molto attivo a
Rovereto e si spese per portare una maggior apertura culturale in città
facilitando l'arrivo di un tipografo, fondando l'Accademia dei Dodonei,
svolgendo il ruolo di precettore per due dei fondatori dell'Accademia
Roveretana degli Agiati, ma non divenne mai un socio di quella
istituzione. Le ragioni del suo rifiuto di far parte di quell'Accademia,
che pure rispondeva a molte delle esigenze che sentiva anche sue, furono
diverse. La principale fu la forte inimicizia con S. Maffei, e il fatto che l'uomo di lettere
veronese fosse entrato tra i primi come socio aggregato dell'associazione.
Questo fece sì che non partecipasse alle riunioni del nascente sodalizio
culturale roveretano. Si riporta qui una piccola selezione di alcuni suoi lavori
da non intendersi come fonti di questa pagina ma come approfondimento e
confronto. “Ragionamento intorno alla poesia lirica Toscana”; “Delle
disfide letterarie, o sia pubbliche difese di conclusion”; “De auctoribus ab
Andrea Dandulo laudatis in Chronico Veneto”; “Apologia del Congresso notturno
delle Lammie”; “Memorie antiche di Rovereto e dei luoghi circonvicini”, “Apologia
delle Memorie antiche di Rovereto”; “Lettera seconda di un giornalista d'Italia
ad un giornalista oltramontano sopra il libro intitolato: Notizie
istorico-critiche intorno al b.m. Adalpreto Vescovo di Trento, Alcune opere sono
pubblicate nella Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici: “Relazione d'un
manoscritto dell'Istoria manoscritta di Giovanni Diacono veronese”; “Dissertazione
intorno all'arte critica”; “Lettera al sig. N.N. intorno alla sua tragedia
intitolata il Costantino; Lettera intorno alla differenza delle voci nella
lingua italiana. Altre opera: “Osservazioni sopra la Sofonisba del Trissino con
prefazione del cav. Clementino Vannetti, La conclusione dei frati francescani
riformati (postumo, Annotazioni al Dialogo delle false esercitazioni delle scuole
d'Aonio Paleario. Annotazioni Ipotesi
avanzata da Gianmario Baldi, Direttore della Biblioteca civica G. Tartarotti e
membro dell'Accademia Roveretana degli Agiati G. Baldi, Fonti M. Farina, Mostra Tartarotti, Mostra Tartarotti, L. Muratori,
Rerum Italicarum scriptores. Mediolani, ex typographia Societatis Palatinae in
Regia Curia, Tartarotti, (check). R.Trinco, Mostra Tartarotti, Sito Biblioteca
Civica G. Tartarotti, su biblioteca civica. Rovereto Comune di Rovereto. G. Baldi, La Biblioteca
civica Girolamo Tartarotti di Rovereto: contributo per una storia” (Calliano,Trento);
Manfrini, Marino Berengo, La letteratura italiana Storia e testi" XLIV tomo
I, Milano-Napoli, Ricciardi, L. Franchini, Adversum malleum maleficarum,
biografia del filosofo pre-illuminista roveretano” (Rovereto, Stella); N. Cusumano,
“Ebrei e accusa di omicidio rituale --. Il carteggio tra Tartarotti e B.
Bonelli” (Milano, Unicopli); M. Farina, “Gl’Agiati” (Brescia, Morcelliana), R. Filosi, La Biblioteca di Girolamo
Tartarotti: intellettuale roveretano del Settecento: Rovereto, Palazzo Alberti,
Rovereto, Provincia autonoma, Servizio beni librari e archivistici,Comune di
Rovereto, Biblioteca civica G. Tartarotti, Renato Trinco, San Marco in Rovereto:
la chiesa arcipretale tra storia, arte e devozione, Mori, La grafica, Gl’Agiati
Roveretani, Biblioteca civica G. Tartarotti Treccani Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Girolamo Tartarotti. Tartarotti. Keywords: accusa di omicidio
rituale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tartarotti” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732517033
Grice e Tataranni – il gusto per l’antico –
filosofia italiana (Matera),
filosofo. Lucano di origine, esponente dell'Illuminismo napoletano. Figlio
di Angelo Bruno e Nunzia Pistoia. Non sappiamo a quale ceto appartenesse la sua
famiglia, ma sicuramente essa era fornita dei mezzi economici e delle relazioni
sociali necessarie per avviare il figlio verso la carriera ecclesiastica. Non a
caso, quando fu battezzato nella Chiesa
cattedrale di Matera, i suoi genitori scelsero come padrini i nobili Giovan
Battista Ferraù e Giovanna Cordova. Sin da ragazzo matura quella che
doveva essere la sua vocazione, tanto che divenne prima allievo e poi docente
del seminario diocesano materano. Sebbene avesse una posizione di un certo
rilievo sia in ambito ecclesiastico, sia in ambito educativo, non mostra alcun
tentennamento nell'accettare l'invito di Michele Imperiali, principe di
Francavilla, che lo vuole a Napoli per affidargli la direzione della sua
Paggeria. Grazie all'incarico conferitogli dal principe di Francavilla,
accrebbe ancor di più la stima di cui già godeva, stringendo rapporti
amichevoli con le personalità più illustri ed autorevoli del tempo, incardinate
nella Reale Accademia delle Scienze e Belle Lettere. Ha la possibilità di frequentare
proprio tali stimolanti dibattiti, che del resto avrebbero formato l'humus
delle sue future riflessioni, in qualità prima di Direttore della Paggeria, poi
della scuola militare del Real Collegio militare, ufficialmente Reale Accademia
Militare, fortemente voluta da re Ferdinando IV, che mostrò di aderire al
generale clima di rinnovamento e consolidamento delle istituzioni militari del
Regno. Proprio in questi anni Onofrio Tataranni ebbe l'onore di esserne il
direttore, partecipando vivamente, dunque, al graduale svilupparsi e
moltiplicarsi dell'alveo della cultura politica riformatrice, che ancora
auspicava un reale cambiamento all'interno dello stesso apparato monarchico.
Così, nell'arco di un settennio, pubblicò delle opere molto significative, in cui
era evidente il suo tracciato ideale di società. Tuttavia, in seguito agli
avvenimenti, quindi dopo il Concordato e dopo la fallita congiura di C.
Lauberg, le sue posizioni rispetto alla politica e allo Stato cambiarono
considerevolmente. Con questa disillusione coincide il silenzio
dell'intellettuale materano, che in quegli anni si limita, a quanto noto, a
proseguire i suoi studi come Direttore. La delusione, si può ipotizzare, lo
spinse a tacere fino alla proclamazione della Repubblica Napoletana, quando dichiarava
sicuro dell'importanza dell'istruzione del popolo e del nuovo cittadino, elabora
il Catechismo Nazionale pe'l Cittadino, nel quale incoraggiava il popolo a
difendere i principi della Rivoluzione a vantaggio dell'umanità intera. Il
catechismo vinse il primo premio indetto dal governo provvisorio e venne
adottato come catechismo ufficiale della Repubblica Napoletana, ebbe il compito
di educare i sudditi a divenire cittadini. Alla caduta della Repubblica,
nel giugno, riuscì a porsi in salvo, rifugiandosi a Matera, nei cui tribunali,
in tale periodo, venivano esaminate le posizioni di ben 1370 rei di Stato lucani,
228 dei quali furono condanll'esportazione e sette a morte. Comunque, a Matera
puo contare su solide relazioni interne al locale Capitolo cattedrale. Più
volte tiene a sottolineare l'importanza della triade Dio-Ragione-Sentimento, in
una sorta di compromesso tra Illuminismo, sensismo e religione. Inoltre,
caratteristica del suo pensiero è una forte connotazione politica, mirando alla
figura del sovrano quale principale esempio per i sudditi, capace di governare
un Regno che si sarebbe dovuto fondare su solidi valori, legati all'importanza
della famiglia, della civiltà contadina e della piccola proprietà terriera,
quest'ultima ottenuta con un giusto ed onesto lavoro. È da evidenziare come il
Tataranni avesse maturato idee di una peculiare modernità, al punto da
convincersi che il passaggio verso una nuova stagione dell'umanità sarebbe
potuto avvenire attraverso la Costituzione di una «Dieta Universale»: egli
sosteneva, infatti, che, ad ogni rappresentante di questo nuovo organismo, essa
avrebbe espresso i giusti diritti del suo Monarca, al fine di raggiungere la
felicità comune e la pubblica sicurezza, ponendosi, negli ordini e nelle
attività sociali, sull'unica distinzione del merito. Notevole importanza e,
poi, assegnata al ruolo dell'educazione e dell'istruzione, poiché
affermal'importanza dello studio delle humanae litterae, unico mezzo, per i
giovani, per riscoprire i principali temi della letteratura e della filosofia
morale antica ed attualizzarli. Inoltre, egli si faceva anche sostenitore
dell'istruzione scientifica, dando priorità alla geometria e, ancora una volta,
seguendo il modello greco, suggeriva di avviare gli alunni sin «dall'età più
tenera» al processo educativo, seguendo le direttive di grandi pensatori. Il
sacerdote-riformatore auspicava tutto questo in un contesto socio-economico che
riservasse particolare attenzione all'attività agraria e ad una pratica
religiosa «semplice pura e brieve. Dunque, predica il ritorno alla religione
delle origini, costruita sull'aiuto reciproco tra gli individui, in modo che gli’uomini
si rassomiglino in qualche modo all'ente supremo d'infinità bonta. Pertanto,
affermava che i sacerdoti dovessero essere esenti dalle pubbliche cariche e che
come gli altri uomini dovessero essere soggetti alla giurisdizione dei giudici laici
nelle loro cause civili. La prima, monumentale, opera fu il Saggio d'un
filosofo politico amico dell'uomo (Napoli). Con la composizione di questo
saggio, Tataranni si propone di delineare il suo tracciato ideale di società,
confidando nella figura del sovrano. Infatti, già il titolo dell'opera risulta
molto significativo, in quanto l'autore si presentava come un filosofo con
atteggiamento “filantropico” nei confronti di Ferdinando IV, al fine di
mostrargli la retta direzione per guidare un giusto governo ed attuare delle
riforme interne allo stesso apparato monarchico, favorevoli alle idee
democratiche. La fiducia che ripone nei riguardi del monarca veniva
ancora espressa nel “Ragionamento sul carattere religioso di Carlo III umiliato
a Ferdinando IV re delle Due Sicilie” (Napoli). Si tratta di un panegirico
riferito al padre del sovrano, Carlo di Borbone, che, spentosi l'anno
precedente, veniva proposto come esempio da seguire al suo erede. In tal senso,
egli si rivolgeva ancora pieno di ammirazione nei confronti di Ferdinando IV
nel “Ragionamento sulle sovrane leggi della nascente popolazione di S. Leucio
umiliata alla maestà di Ferdinando IV re delle Due Sicilie” (Napoli). Nella “Brieve
memoria sull'educazione nazionale della nobile gioventù guerriera l'autore
affrontava il tema, a lui caro come Direttore di istituti di formazione, dell'educazione
dei giovani.” Negli anni Novanta, benché il canonico avesse raggiunto un'età
avanzata, non solo decise di aderire alla Repubblica Napoletana, ma, convinto
dell'importanza che rivestiva la formazione del popolo e del nuovo cittadino,
decise di scrivere, come detto, un Catechismo Nazionale pe'l Cittadino, che fu
dato alle stampe. Archivio Diocesano di Matera, Cattedrale, Battesimi Antonio
Lerra, Catechismo nazionale pe’l cittadino. Progetto di cultura politica e
ruolo dell'antico XV. Antonio Lerra
XVII. Chiosi, Lo spirito del secolo.
Politica e religione a Napoli nell'età dell'illuminismo, Napoli, Giannini); S. Bruno,
"Catechismo nazionale pe' il cittadino". Contributo alla storia della
Repubblica Partenopea, in "Studi Meridionali", Cronache di una
rivoluzione: Napoli (Angeli, Milano); A. Lerra, L'albero e la croce.
Istituzioni e ceti dirigenti nella Basilicata, Napoli, ESI, Salvatore Bruno, Il
catechismo nazionale pe' il cittadino" (noterelle di storia napoletana),
in Scritti in onore di Romualdo Trifone, Storia Meridionale, II, Sapri, Ed. del Centro Librario, S. Bruno,
"Catechismo nazionale pe' il cittadino". Contributo alla storia della
Repubblica Partenopea, in Studi Meridionali, L. Guerci, Istruire alle verità
repubblicane. La letteratura politica per il popolo nell'Italia in rivoluzione”
(Bologna, il Mulino); G. Caserta, Teologo della rivoluzione napoletana, Napoli,
Vivarium, Rosaria Capobianco, La pedagogia dei catechismi laici nella
Repubblica napoletana, Napoli, Liguori Editore, Antonio Lerra, Catechismo
nazionale pe' l cittadino. Progetto di cultura politica e ruolo dell'antico,
Manduria-Roma-Bari, Lacaita, Antonio D'Andria, Onofrio Tataranni. Un
riformatore napoletano in limine, in Sguardi sul Mezzogiorno in età moderna e
contemporanea, Quaderni eretici | Cahiers hérétiques. Studi sul dissenso
politico, religioso e letterario, fascicolo Illuminismo in Italia Repubblica Napoletana. Storia
della Basilicata Un'analisi dei concetti politici nel Catechismo, su
nuovomonitorenapoletano. L'indice ragionato del Filosofo Politico amico
dell'Uomo La Brieve memoria in edizione integrale. Onofrio Tataranni.
Tataranni. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tataranni” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732260711/in/dateposted-public/
Grice e Telesio – filosofia italiana (Cosenza). Filosofo. Mentre
le sue teorie naturali sono state successivamente smentite, la sua enfasi
sull'osservazione fece il primo dei moderni che alla fine hanno sviluppato il
metodo scientifico. Telesio è nato da genitori nobili. Istruito a
Milano dallo zio, Antonio, lui stesso uno studioso e poeta di eminenza, e poi a
Roma e Padova. I suoi studi hanno incluso tutta la vasta gamma di argomenti,
classici, scienza e filosofia, che costituivano il curriculum degli
rinascimentali sapienti. Così equipaggiata, inizia il suo attacco sul
aristotelismo medievale che poi fiorì a Padova e Bologna. Fonda l’Accademia
Cosentina. Per un certo periodo ha vissuto nella casa di Alfonso III Carafa,
duca di Nocera. La sua grande opera e “Sulla natura delle cose secondo i loro
propri principi,” seguito da un gran numero di opere di importanza sussidiaria.
Le opinioni eterodosse, che ha mantenuto suscitano l'ira di Roma per conto del
suo amato aristotelismo, e poco tempo dopo la sua morte i suoi saggi sono stati
immessi sul Index. Invece di postulare materia e forma, si basa
l'esistenza sulla materia e la forza. Questa forza ha due elementi opposti:
calore, che si espande, e fredde, che i contratti. Questi due processi
rappresentano tutte le diverse forme e tipi di esistenza, mentre la massa su
cui opera la forza rimane la stessa. L'armonia del tutto consiste nel fatto che
ogni cosa separata sviluppa in sé e per sé conformemente alla sua natura e allo
stesso tempo il suo moto avvantaggia il resto. I difetti evidenti di questa
teoria, che solo i sensi possono non comprendere materia stessa, che non è
chiaro come la molteplicità dei fenomeni potrebbe derivare da queste due forze,
pensato non è meno convincente di Aristotles caldo/freddo, secca spiegazione /
umido, e che ha addotto alcuna prova per dimostrare l'esistenza di queste due
forze, sono stati sottolineato a suo tempo. Inoltre, la sua teoria della terra
fredda a riposo e il sole caldo in moto
destinato a confutazione per mano di Copernico. Allo stesso tempo, la
teoria e sufficientemente coerente per fare una grande impressione sulla
filosofia italiano. Va ricordato, però, che la sua obliterazione di una
distinzione tra superlunar e fisica sublunare ce ertamente abbastanza
preveggente anche se non riconosciuto dai suoi successori come particolarmente
degno di nota. Quando Telesio continua a spiegare la relazione tra mente e
materia, e ancora più eterodossa. Forze materiali sono, per ipotesi, in grado
di sentire. Questione deve anche essere stato fin dal primo dotato di
coscienza. Per la coscienza esiste, e non avrebbe potuto essere sviluppato dal
nulla. Questo lo porta a una forma di ilo-zoismo. Anche in questo caso, l'anima
è influenzata dalle condizioni materiali. Di conseguenza, l'anima deve avere un
esistenza materiale. Inoltre dichiara che tutta la conoscenza è sensazione ("non-ratione
sensu sed") e che l'intelligenza è, quindi, un agglomerato di dati
isolati, in sensi. Non lo fa, però, riesce a spiegare come solo i sensi possono
percepire la differenza e identità. Alla fine del suo schema,
probabilmente in ossequio alla teologiche pregiudizi, aggiunta un elemento che e
completamente estraneo, vale a dire, un impulso più alto, un'anima sovrapposta
da Dio, in virtù della quale ci sforziamo di là del mondo sensibile. Questa
anima divina non è affatto un concetto completamente nuovo, se visto nel
contesto di Averroestic o tommasiana teoria percettiva. Il suo intero
sistema mostra lacune nella sua tesi, e l'ignoranza dei fatti, ma allo stesso
tempo è un precursore di tutte le successive dell'empirismo e segna chiaramente
il periodo di transizione da autorità e la ragione di sperimentare e
individuale responsabilità. Il ricorso a dati sensoriali Telesio e il
capo del grande movimento italiano del sud, che protesta contro l'autorità accettata della ragione
astratta e semina i semi da cui spuntavano i metodi scientifici di Campanella e
Bruno, di Bacon e Descartes, con i loro risultati ampiamente divergenti. Egli,
quindi, abbandona la sfera puramente intellettuale e ha proposto un'indagine
sui dati forniti dai sensi, dai quali ha ricoperto che tutta la vera conoscenza
viene veramente (la sua teoria della percezione sensoriale era essenzialmente
una ri-elaborazione della teoria di Aristotele dal De anima). Nota all'inizio
del Proemio del primo libro della terza edizione del De Rerum Natura Iuxta
propria principia Libri Ix... che la costruzione del mondo e la grandezza dei
corpi in esso contenuti, e la natura del mondo, è da ricercare non dalla
ragione, come è stato fatto dagl’antichi, ma è da intendersi per mezzo di
osservazione. Mundi constructionem, corporumque in eo contentorum magnitudinem,
naturamque non ratione, quod antiquioribus factum est, inquirendam, sed sensu
percipiendam. Questa affermazione, che si trova sulla prima pagina, riassume
ciò che molti studiosi moderni hanno generalmente considerato filosofia
telesiana, e spesso sembra che molti non leggere oltre per nella pagina
successiva si imposta il suo caldo teoria/freddo della materia informata, una
teoria che non è chiaramente informato dall’osservazione. L’osservazione (sensu
percipiendam ) è un processo dell’anima molto iù grande di una semplice
registrazione dei dati. L’osservazione comprende anche l’analogia. Anche se
Bacon è generalmente accreditato con la codificazione di un induttiva metodo
che sottoscrive pienamente l'osservazione come procedura primaria per l'acquisizione
di conoscenze, non era certamente il primo a suggerire che la percezione
sensoriale dovrebbe essere la fonte primaria per la conoscenza. Tra i filosofi
naturali del Rinascimento, questo onore è generalmente conferito a Telesio. Bacone
si riconosce Telesio come il primo dei moderni. “De Telesio autem bene
sentimus, atque eum ut amantem veritatis, e Scientiis utilem, e nonnullorum
Placitorum emendatorem & novorum hominum primum agnoscimus”. Da Bacon
De principiis atque originibus) per mettere l'osservazione di sopra di tutti
gli altri metodi di acquisizione delle conoscenze sul mondo naturale. Questa
frase spesso citata da Bacon, però, è fuorviante, perché semplifica
eccessivamente e travisa l'opinione di Bacone di Telesio. La maggior parte del
saggio di Bacon è un attacco a Telesio e questa frase, invariabilmente fuori
contesto, facilita un malinteso generale della filosofia naturale telesiana
dando ad essa un timbro baconiana di approvazione, che era lontano dalle
intenzioni originali di Bacon. Bacone vede in Telesio un alleato nella lotta
contro l'antica autorità, ma ha poco positivo da dire su specifiche teorie di
Telesio. Ciò che forse colpisce di più De Rerum Natura è il tentativo di
Telesio di meccanizzare il più possibile. Si sforza di spiegare tutto
chiaramente in termini di materia informati dalla calda e fredda e per
mantenere i suoi argomenti il più semplice possibile. Quando i suoi colloqui si
rivolgono agli esseri umani che introduce un istinto di auto-conservazione per
spiegare le loro motivazioni. E quando discute la mente umana e la sua capacità
di ragionare in astratto su argomenti immateriali e divine, aggiunge un'anima.
Per senza anima, tutto il pensiero, dal suo ragionamento, sarebbe limitato alle
cose materiali. Ciò renderebbe Dio impensabile e chiaramente questo non era il
caso, per l'osservazione dimostra che la gente pensa di Dio. Telesii,
Bernardini, “De Rerum Natura Iuxta Propia Principii, Libri IX” (Horatium
Saluianum, Napoli). Altre opere: “De Somno”; “De la quae in aere fiunt de Mari De cometis
et Circulo Lactea respirationis De USU. Gli appunti Riferimenti N. Van Deusen,
Telesio: primo dei moderni De La sua, Quae in aere Sunt, & de Terrae motibus
piena facsimile digitale. Bernardino Telesio. Telesio. Keywords: empirismo,
teoria della percezione, l’anima d’Aristotele, l’analogia, l’uomo e gl’animali,
la ragione, I antici, contro I antici, osservazione, percezione, la tradizione
empirista italiana, il Telesio di Bacone. Refs.: Luigi Speranza,
“Telesio e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, *Villa
Grice, Liguria, Italia.. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690478447/in/photolist-2mKHdnD-2mKRW4R-2mKjcFb/
Grice e Tessitore (Napoli). Filosofo. Grice: “If there’s Oxonian dialectic and
Athenian dialectic, there is, to follow Fulvio Tessitore, the ‘scuola
napoletana.’” Si è laureato in giurisprudenza (la sua tesi ricevette dignità di
stampa) presso l'Università degli Studi di Napoli, allievo di Pietro Piovani.
-- è libero docente "per meriti eccezionali" in Filosofia del
diritto; l'anno successivo diventa Professore. Ha dapprima insegnato Storia
delle dottrine politiche; quindi, in poi, Storia della filosofia. È stato
preside della Facoltà di Magistero dell'Università degli Studi di Salerno. Preside
della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Federico II di Napoli,
della quale è stato anche rettore. Socio dell'Accademia dell'Arcadia col nome
di Echione Cineriano. È inoltre socio nazionale dell'Accademia dei Lincei e di
numerose altre accademie. Ha diretto il Centro di studi vichiani del CNR
dal ed oggi fa parte del Consiglio
scientifico dello stesso Centro. È
presidente della Fondazione Pietro Piovani per gli studi vichiani e del
Consorzio interuniversitario "Civiltà del Mediterraneo". Presidente
del Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione Internazionale D'Amato onlus.
Socio dell'Istituto per l'Oriente “Carlo Alfonso Nallino” di Roma. È
vicepresidente della Fondazione "Guido e Roberto Cortese". Siede
inoltre nel Consiglio Direttivo dell'Istituto italiano per gli studi storici
fondato da Croce. È stato componente del Consiglio Scientifico dell'Istituto
dell'Enciclopedia Italiana Treccani. Membro del Consiglio Universitario
Nazionale, in cui è stato presidente del Comitato di Lettere, Lingue e
Magistero, vice presidente della Fondazione Teatro di San Carlo, componente del
Consiglio Generale della Fondazione Banco di Napoli del Consiglio direttivo e vice
presidente della CRUI, la Conferenza permanente dei Rettori delle Università
italiane. È Cavaliere di gran croce
dell'Ordine al merito della Repubblica. È stato senatore della Repubblica
italiana nella XIV legislatura nelle file dei Democratici di SinistraL'Ulivo e
deputato nella XV Legislatura nelle file del L'Ulivo. È medaglia d'oro della
Scuola dell'arte e della cultura e della Scienza e della cultura. È autore di
una vastissima di oltre 1500 titoli, tra
i quali 26 volumi, ai quali sono stati assegnati numerosi premi. Opere: “Aspetti del neo-guelfismo napoletano”
(Morano, Napoli); “Crisi e trasformazioni dello Stato: rcerche sul pensiero
gius-pubblicistico italiano” (Morano, Napoli); “Fondamenti della filosofia
politica ” (Morano, Napoli); “La storia delle idee” (Le Monnier, Firenze); “Profilo
dello storicismo politico” (UTET, Torino); “Lo storicismo” (Laterza, Roma); “Meinecke”
(Laterza, Roma); “Filosofia, storia e politica in Cuoco, Marco, Lungro); “Contributi
alla storia e alla teoria dello storicismo” (Edizioni di Storia e Letteratura,
Roma); Interpretazione dello storicismo, Scuola Normale Superiore, Pisa); Contributi
alla storiografia arabo-islamica Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); La
mia Napoli. Frammenti di ricordi e di pensieri, Grimaldi, Napoli); Letture
quotidiane” (Editoriale scientifica, Napoli) che raccolgono articoli di
giornali quotidiani. Trittico Anti-hegeliano da Dilthey a Weber. Contributo
alla teoria dello storicismo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); “Da
Cuoco a Weber. Contributi alla storia dello storicismo, Edizioni di Storia e
Letteratura, Roma. Fonda il “Bollettino del Centro di Studi Vichiani”, Archivio
di Storia della Cultura, Civiltà del Mediterraneo, pontaniana.unina. 18
settembre. Curriculum su filosofia.unina.,Treccani Enciclopedie Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Tessitóre. Fulvio Tessitore. Tessitore. Keywords:
Cuoco. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tessitore” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732224826/in/datetaken/
Gruce e Testa – la nemica fortuna –
filosofia italiana (Borgonovo
Val Tidone). Filosofo. Nasce nella nobile famiglia Testa dal giudice Giuseppe e
dalla madre N.D. Vittoria Brigidini. Viene battezzato nella Chiesa della
Collegiata alla presenza dei genitori e
del conte Andrea Arcelli, padrino e parente di Alfonso. Sacerdote, rifiutò la
cattedra filosofica a Pisa e preferì
lavorare a Parma, divenendone presidente dell'area filosofica. Deputato
al Parlamento Sabaudo. Alfonso Testa. Storia di un povero pretazzuolo di
Fausto Chiesa, pubblicato dalla Libreria internazionale Romagnosi di Piacenza. Treccani
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Alfonso Testa. Testa. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Testa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701756894/in/photolist-2mPqp6k-2mLNXjb-2mLQdrQ-2mLP9qE-2mLQ1Vx-2mPrdWj-2mLH24C-2mKDwcr-2mKxnN1-2mKgZYb-2bsBYca-2brg4da-PinuJ1-Pinux9-235t9QC-25GubxU-G5ZTNP-25DHLSh-FJVKRC-FcebeC
Grice e Thaulero – il problema d’una antropologia
filosofica – autorita e risentimento -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Abruzzese,
figlio del barone Carlo, nobile di Chieti e patrizio teramano, e di donna Maria
Clemente. Consigue la maturità classica al Liceo Massimo di Roma. Si iscrisse
alla "Sapienza" di Roma, dove si laurea a pieni voti con una tesi in
Filosofia del Diritto, Una metodologia cristiana del diritto, relatore Vecchio
e ottenne il Diploma di perfezionamento con lode in Filosofia del Diritto nella
Scuola di Perfezionamento di Filosofia del Diritto dell'Roma, con la tesi “La
fictio juris in Bartolo da Sassoferrato” (relatore: Sforza). Assistente
volontario di Perticone, ordinario di Storia contemporanea a Scienze politiche,
usufruì di una borsa della Humboldt-Stiftung che gli consentì lunghe permanenze
di studi in Germania per approfondire i suoi studi sulla problematica dei
valori. Sturzo gli affidò insieme ad Addio la direzione del “Bollettino di
Sociologia”, poi divenuto “Sociologia”, divenendo uno dei maggiori
collaboratori dell'Istituto creato dal fondatore del Partito Popolare Italiano.
Inviato al Congresso di Sociologia di Amsterdam e fra i fondatori della Società
Italiana di Scienze Sociali. Consigue la libera docenza in Filosofia
Morale e ricopre vari incarichi presso Salerno. Vinse il concorso a cattedra
per Filosofia Morale del Magistero di Salerno. Morì in un incidente
automobilistico insieme alle figlie Maria Gabriella e Maria Elisabeth. Gli
è stata intitolata la scuola di Cologna Spiaggia (Roseto degli Abruzzi). Altri
saggi: “Società e cultura” (Giuffré, Milano); “Il mare ha voce, ha voce il
vento” (Storia e Letteratura, Roma); “Il darsi dell'Origine nell'esperienza
sociale e religiosa” (Studium, Roma); Intorno al concetto di sociologia
generale, in Sociologia, Bollettino dell'Istituto Luigi Sturzo, A. Giuffré,
Milano); “Il problema del risentimento” (Sociologia, Bollettino dell'Istituto
Luigi Sturzo, N. 1, A. Giuffré, Milano); “Scienze sociali e Sociologia” (Sociologia,
Bollettino dell'Istituto Sturzo, Anno A. Giuffré, Milano); “La Sociologia
storicista (Sociologia, Bollettino dell'Istituto Sturzo, A. Giuffré, Milano); “Razionalità
e storia” (Civitas); “L'autorità” (Sociologia); “Il problema dell'autorità” (Convegno
di Cultura Europea, Bolzano); “Conoscenza e sociologia, in Rivista di
Sociologia, Appunti per la settimana sociale dei cattolici d'Italia, in Rivista
di Sociologia, Sociologia religiosa, in Rivista di Sociologia, Cristianesimo e
storia, in Rivista di Sociologia, “Pregiudizio e religione, in Rivista di
Sociologia, Roma, “Metafisica della
scienza e sociologia”, in Rivista di Sociologia, Roma, “Analisi culturale ed
ecumenismo” in Rivista di Sociologia, Roma, Religione e pregiudizio” (Cappelli,
Bologna); “Il problema di un'antropologia filosofica, in Rivista di Sociologia,
IGuida, Napoli, Corso di lezioni
ciclostilate, con la traduzione, in appendice, di un saggio di Scheler).
Religione e pregiudizio. Analisi di contenuto dei libri cattolici di
insegnamento religioso in Italia Cappelli, Bologna, Nota introduttiva a Hartmann,
Etica -- Fenomenologia dei costumi, in Esperienze, Osservazioni in margine ad
una ricerca su pregiudizio e religione, in Rivista di sociologia, Prospettive
culturali e sociologiche dell'impegno sociale (Relazione tenuta alla Consulta
dei Movimenti Effettive e Seniores della Gioventù di Azione Cattolica). Un
nuovo indirizzo storiografico nella analisi della struttura socio-economica
(Relazione tenuta in occasione del convegno Ignazio Rozzi e l'agricoltura,
Teramo, promosso dal Centro di Studi Storici Abruzzo Teramano), in Rivista di
Sociologia, Riflessione sull'Università televisiva, in Informazione Radio TV.
Studi, documenti e notizie, Speciale Televisione e Istruzione, RAI, Sociologia
ed esperienza religiosa e politica Ricerche di Storia sociale e religiosa. Discendente
del Beato Johannes Thauler Il Tempo, V.
Mathieu, Salerno, G. De Rosa,Seconda Attesa, Vicenza, G. De Rosa, La storia che
non passa: diario politico, Soveia Mannelli, Vincenzo Filippone-Thaulero.
Thaulero. Keywords: autorita e risentimento. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Thaulero” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692497310/in/photolist-2mKQoNA-2mKP1GB-2mKP25W-2mKTyvC
Grice e Tilgher
– il relativismo filosofico – filosofia italiana (Resìna). Filosofo. Nato da
padre vetraio tedesco e madre valdostana, visse a Roma dove fu amico e
collaboratore di E. Buonaiuti (studioso di storia del cristianesimo ed
esponente del modernismo italiano), fino alla morte. Lavora come bibliotecario
all'Alessandrina e collabora ad alcuni giornali (tra gli altri, Il Mondo e il
Popolo di Roma), molti dei quali vennero poi soppressi dal regime fascista. I
suoi principali saggi sono: “La crisi mondiale”, “Estetica”; e “La filosofia
delle morali”, nella quale delinea la sua originale visione individualistica. Collabora
al giornale satirico “Il Becco giallo”. E tra i firmatari del Manifesto degli
intellettuali anti-fascisti, redatto da Croce. Da ricordare, anche, tra i suoi
diversi saggi anti-fascisti, “la stroncatura di Giovane Gentile”, che,
soprattutto nell'ironico e irriverente sottotitolo, esprime un dissacrante
giudizio sulla propaganda con l'eloquente frase, di ascendenza bruniana, “Lo
spaccio del bestione trionfante”. Opera anche come critico letterario e
teatrale. E tra i primi a notare l'originalità del teatro pirandelliano,
nonostante i tentativi di contestazione da parte del regime fascista. In ambito filosofico, afferma che non esiste
una scienza morale unica bensì una pluralità di morali che emergono da un fondo
caotico in virtù di un'iniziativa che in parte è creatrice di valori e in parte
effetto di coincidenze casuali, anche se fortunate. In lui riaffiora il
dualismo manicheo di bene e di male, ribelle a ogni composizione dialettica
propria a ogni comodo, quanto illusorio e superficiale ottimismo. Considera
mitico, utopistico, il concetto del progresso che non considera come
altrettanto reali "il regresso, la caduta e la colpa". Nella nota “Antologia dei Filosofi Italiani
del dopoguerra”, oltre a suoi saggi incluse brani tratti dai saggi di Aliotta,
Buonaiuti, Evola, Martinetti, Mignone, Nobile, e Rensi. A Ercolano gli è stato intitolato l'Istituto
d'Istruzione Superiore. Altri saggi: “Arte, Conoscenza e Realtà” (Torino,
Bocca); “Teoria del Pragmatismo trascendentale” (Torino, Bocca); “Filosofi
antichi” (Todi, Atanor); “La crisi mondiale”, “Saggi di socialismo e marxismo”
(Bologna, Zanichelli); “Voci del tempo” (Roma, Libreria di Scienza e Lettere);
“Relativisti contemporanei” (Roma, Libreria di Scienza e Lettere); “Studi sul
Teatro contemporaneo” (Roma, Libreria di Scienza e Lettere); “Ricognizioni,
Roma, Libreria di Scienza e Lettere); “La scena e la vita, Roma, Libreria di
Scienza e Lettere); “Lo Spaccio del Bestione trionfante: stroncatura di Gentile.
Un libro per filosofi” (Torino, Gobetti); con un saggio di Antimo Negri, La
Mandragora, Prefazione di Gabriele Turi, Roma, Storia e Letteratura); “La
visione greca della vita, Roma, Libreria di Scienza e Lettere, Giordano); “Saggi
di etica e di filosofia del diritto” (Torino, Bocca); “Homo faber” (Roma, Libreria
di Scienza e Lettere, col titolo “Storia del concetto di lavoro nella civiltà occidentale,
Firenzelibri); “La poesia dialettale napoletana, Roma, Libreria di Scienza e
Lettere, Estetica, Roma, Libreria di Scienza e Lettere, Etica di Goethe, Roma,
Maglione, Filosofi e Moralisti del Novecento, Roma, Libreria di Scienza e Lettere);
“Studi di poetica, Roma, Libreria di Scienza e Lettere, Cristo e Noi, Modena,
Guanda); “Critica dello Storicismo, Modena, Guanda,Antologia dei filosofi
italiani del dopoguerra, Modena, Guanda); “Filosofia delle Morali” (Roma, Libreria
di Scienza e Lettere); “Moralità. Punti di vista sulla vita e sull'uomo” (Roma,
Libreria di Scienza e Lettere); “Le orecchie dell'aquila: studio sulle fonti
dell'attualismo di Gentile” (Roma, Religio); “La filosofia di Leopardi” (Roma,
Religio); Raoul Bruni, Torino, Aragno,
(con l'aggiunta di altri scritti leopardiani mai riuniti in volume), “Il casualismo critico, Roma, Bardi); “Mistiche
nuove e Mistiche antiche, Roma, Bardi); “Tempo nostro, Roma, Bardi); “Diario
politico” (Roma, Atlantica); “Marxismo socialismo borghesia, Firenze libri); Carteggio
Croce-Tilgher, A.Tarquini, Bologna, Il Mulino); “Pirandello, con testi di Gramsci”
(Pisa, Scuola Normale Superiore, Einstein, S. Trappetti e F. Secci, Dalia
Edizioni, La Stampa di Torino. Redazione, “Spaccio della bestia trionfante” è un saggio del
Bruno, costituita da tre dialoghi di argomento morale, pubblicata a Londra. Le
bestie trionfanti sono i segni delle costellazioni celesti, rappresentate da
animali -- è necessario spacciarle, ovvero cacciarle dal cielo in quanto
rappresentano vecchi vizi che occorre sostituire con moderne virtù. Una nota
dell'OVRA su un presunto tentativo di contestare Pirandello nella tournée in
Argentina si riferisce una grave dichiarazione confidenziale fatta dal noto
letterato anti-fascista a B. Cassinelli, dichiarazione che rileva non solo
l'animosità biliosa di Tilgher contro Pirandello ma anche e soprattutto un
piano prestabilito da oltre tre mesi da rinnegati contro degl’italiani che si
apprestano a far conoscere ai nostri co-nazionali in Argentina, le ultime
novità letterarie degli autori italiani. L. Sedita, “Pirandello, l'a-politico
spiato” (Belfagor), che riproduce la nota, sottolinea l'enfasi negativa con cui
in essa si presenta il noto letterato anti-fascista Tilgher e con cui ci si
sofferma soprattutto sul suo perdurante odioso atteggiamento di sfida e di
ribellione al fascismo. E significativo, alla luce degli studi di Canali, che
il tramite tra la polizia politica e Tilgher sia stato Cassinelli. Cassinelli
divenne amico di Pirandello che ne parla con deferenza in due lettere all’Abba.
Dizionario Biografico degli Italiani G.
Rensi, Frammenti d’una filosofia dell’errore e del dolore, del male e della
morte” (Napoli, Orthotes); Istituto d'Istruzione Superiore ATilgher, su adrianotilgher.edu.
Gianni Grana, Tilgher critico, in, Letteratura italiana. I critici, V, Marzorati, Milano; R. Laz., Enciclopedia
ItalianaII Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Tilgher
com'era, Napoli, Edizioni del delfino, Ernesto Buonaiuti Modernismo teologico
Manifesto degli intellettuali antifascisti Traccani Enciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Adriano Tilgher. Tilgher.
Keywords: le orecchie dell'aquila, lo spaccio del bestione trionfante. Refs.:
Luigi Speranza, ‘Grice e Tilgher’ – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691568566/in/photolist-2mKNNqN-2mKQcxV-2mKJHtH-2mKQbFj/
Grice e Timossi – filosofia italiana (Genova). Filosofo. Studia a Genova. Svolge
attività di ricerca e di insegnamento seminariale presso l'Ateneo genovese. I
suoi principali interessi sono rivolti alle cosiddette questioni di frontiera,
che riguardano la filosofia, la teologia, la storia della scienza,
l'epistemologia e la religione. In questo ambito, si propone di dimostrare la
possibilità di una metafisica cognitiva e in particolare di una rinnovata
teologia naturale o filosofica che proceda dai rivoluzionari risultati e dalle
conoscenze della scienza contemporanea. È inoltre noto per i suoi studi
critici sull'ateismo. Studioso di logica, ha pubblicato uno dei manuali
introduttivi più letti in Italia ("Imparare a ragionare. Un manuale di
logica", Marietti). Presidente del Consiglio Scientifico della
Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare e membro del
Comitato di Gestione della Fondazione Compagnia di San Paolo di Torino.
Academia Ligure di Scienze e Lettere. Altri saggi: “Dio è possibile? Il
problema dell'esistenza di un'Entità superiore” (Padova, Muzzio); “Dio e la
scienza moderna. Il dilemma della prima mossa” (Milano, Mondadori); “Prove
logiche dell'esistenza di Dio d'Aosta a K. Gödel. Storia critica dell'argomento
ontologico” (Milano, Marietti); “L'illusione dell'ateismo. Perché la scienza
non nega Dio” (Cinisello Balsamo, San Paolo); Imparare a ragionare. Un manuale
di logica” (Milano, Marietti); “Decidere di credere. Ragionevolezza della fede”
(Cinisello Balsamo, San Paolo); “Nel segno del nulla. Critica dell'ateismo” (Torino,
Lindau); “Perché crediamo in Dio. Le ragioni della fede" (Cinisello
Balsamo, San Paolo); “Credere per scommessa. La sfida di Pascal tra matematica
e fede” (Bologna, Marietti, Centro Editoriale Dehoniano. Timossi. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Timossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733093345/in/datetaken/
Grice e Tincari – iustum quia iussum – filosofia italiana (Roma).
Filosofo. persio. Philosopher of law, Bergamo. Persio Tincari. Tincari.
Keywords: iustum quia iussum. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tincari” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731374567/in/datetaken/
Grice e Toderini – filosofia italiana (Venezia).
Flosofo. Figlio di Domenico Maria e di Anna Maria Cestari, discendeva dai conti
palatini Gagliardis dalla Volta. Letterato, pubblica “Letteratura turchesca”
(Venezia, Tosti), frutto della sua permanenza a Costantinopoli, la prima
trattazione occidentale di storia della letteratu turca.Tra gli altri scritti,
in particolare di erudizione e di filosofia morale, si ricordano la Filosofia
frankliniana delle punte preservatrici dal fulmine, particolarmente applicata
alle polveriere, alle navi, e a Santa Barbara in mare del 1771 e “L'onesto uomo;
ovvero, saggi di morale filosofia dai principii della ragione”. è ricordato in
“I Dogi di Venezia nella vita pubblica e private” di A. Mosto (Giunti Martello.
La Dogaressa Pisana morì con gran dolore del Doge "circa le hore ventidue
colta da una gagliarda convulsione al petto et abbattuta dalla lunga penosa
malattia sofferta". Per tutti i tre giorni di esposizione si conserva così
fresca e rubiconda nel volto che sembrava anziché morta assorta in un dolce
riposo. Fu solennemente tumulata ai S.S. Giovanni e Paolo nella tomba comune
dei Mocenigo. Il Doge la seguì dopo nove giorni di malattia in seguito a una
infezione determinata da una risipola alla gamba sinistra. Ai solenni funerali
fatti alla sua statua ai S.S. Giovanni e Paolo venne commemorato da Pietro
Berti ed a quelli fattigli dalla Scuola di San Rocco, cui apparteneva, da Toderini.
Cfr. Le sue opere registrate dal «Sistema Bibliotecario Nazionale». Giambattista
Toderini. Toderini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Toderini” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692047215/in/photolist-2mKRfHn
Grice e Tocco –
filosofia italiana (Catanzaro), filosofo. Studia a Napoli con Spaventa e a Bologna,
con Fiorentino. Insegna a Roma, Pisa e Firenze.
Si pose nelle sue “Ricerche platoniche” (Catanzaro) il problema della
cronologia degli scritti platonici. Nella sua monografia su Bruno, nega che il
filosofo di Nola potesse essere considerato un martire del libero pensiero,
quanto piuttosto l'interprete dei nuovi bisogni di razionalizzazione delle
teorie filosofiche, in linea con l'impulso delle ricerche scientifiche in atto
ai suoi tempi. Contribuisce alla pubblicazione dei saggi di Bruno,
individuandone tre fasi di sviluppo: una fase neo-platonica, una fase
panteistica e una atomistica. Sostenitore
del neokantismo, rifiuta ogni
costruzione metafisica e privilegia le esigenze della ragione pratica. Altri
saggi: “L'eresia nel Medioevo” (Firenze); “Bruno” (R. Istituto di Studi
Superiori Pratici e di Perfezionamento in Firenze); “Le fonti più recenti della
filosofia del Bruno”, "Rendiconti della R. Accad. dei Lincei. Classe di
scienze morali, storiche e filologiche",
“Le opere inedite di Bruno” (Accademia di scienze morali e politiche
della Società Reale, Napoli); Studi francescani (Napoli); Studi kantiani (Palermo).
M. Ferrari, I dati dell'esperienza. Il neo-kantismo nella filosofia italiana” (Firenze,
Olschki); G. Raio, Lezioni su Kant” (Napoli, Liguori); Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze Archivistiche.Dizionario di filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Felice Tocco. Tocco. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tocco” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732830314
Grice e Tolomei – la filosofia della percezione –
filosofia italiana (Pistoia), filosofo. Appartenente alla Compagnia di Gesù. Nato
a Villa Camberaia tra Pistoia e Firenze fu di nobili origini. All'età di
quindici anni fu mandato a studiare a Firenze dove studiò legge presso l'Pisa.
Entra a far parte dell'ordine dei Gesuiti e venne ordinato a Roma. Divenne
esperto di ben undici lingue tra le quali latino, greco, ebraico, siriaco,
arabo, inglese, illirico e francese. Iniziò la sua carriera teologica
esponendo le Sacre scritture nelle letture pubbliche presso la Chiesa del Gesù
a Roma. All'età di trent'anni venne eletto alla carica di procuratore generale
dell'Ordine dalla Congregazione Generale, ufficio che tenne per cinque anni,
fino a quando cioè non ottenne la cattedra di filosofia al Collegio
Romano. Le sue letture, che ebbero sempre un vasto uditorio, vennero poi
date alla stampa con il titolo “Philosphia mentis et sensuum” nella quale, pur
nel pieno rispetto dell'aristotelismo, accolse gran parte delle scoperte
naturalistiche della sua epoca, esponendole nelle sue lezioni. Le letture
vennero ristampate in Germania dove ottenne l'encomio dell'Accademia di Lipsia
e di Leibniz. Insegnamento Successivamente ottenne la cattedra di
teologia alla Pontificia Università Gregoriana (allora ancora Collegio Romano)
e rinnovò le tematiche relative alla controversia sul concetto di dogma già iniziate
dal cardinal Bellarmino circa un secolo prima. Le letture relative a queste
lezioni furono tutte redatte in un manoscritto di ben sei volumi in folio che
tuttavia non vennero mai pubblicati dall'autore. Eletto successivamente rettore
del Collegio Romano e del Collegio Germanico, ricopre la carica di Consultore
presso la Congregazione dei Riti. La nomina a cardinale Venne con sua
sorpresa nominato cardinale da Clemente XI ed ottenne il titolo di Santo
Stefano al Monte Celio. Chiamato al servizio del Pontefice per giudicare gli
errori in materia di dogmatica si occupò della pronuncia di condanna
dell'eresia del teologo francese, esponente del giansenismo P. Quesnel.
In qualità di cardinale fu uno degli elettori del conclave di nomina di
Innocenzo XIII e di Benedetto XIII. TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Battista Tolomei, su Find a
Grave. Opere di Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. David M.
Cheney, Archivio storico della Pontificia Università Gregoriana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Battista Tolomèi, Tolomei. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tolomei” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689194446/in/photolist-2mKACFG-2mGnP2f-AJp6ja
Tomatis e Grice – il paradosso filosofico
-- filosofia italiana (Carrù).
Filosofo. Iinsegna alla Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università degli
Studi di Salerno come Professore in Filosofia teoretica. Francesco Tomatis
ha studiato nelle Torino, Heidelberg, Perugia e Macerata. Laureatosi in
Filosofia teoretica all'Torino con Gianni Vattimo e Luigi Pareyson (1991),
dottore di ricerca all'Perugia, seguito da Ferretti e Riconda, di cui è stato
assistente all'Torino, è stato borsista
del Centro studi filosofico-religiosi Pareyson ricercatore della Alexander von
Humboldt-Stiftung all'Freiburg im Breisgau, Professore allo Studio teologico
interdiocesano di Fossano e professore ospite in alcune Università europee e
americane (Madrid, Córdoba, Mendoza.Membro dei comitati scientifici del Centro
studi filosofico-religiosi Luigi Pareyson di Torino, della Fondazione centro
studi Augusto Del Noce di Savigliano, dell'Accademia estetica internazionale di
Rapallo, dell'Istituto Xavier Tilliette, della Internationale Schelling-Gesellschaft.
Fonda a Cuneo il Seminario angelus novus. Fonda la rivista “Paradosso”. Scrive
sulle pagine culturali di “Avvenire”. Cura una rubrica sul mensile delle
vallate occitane d'Italia “Ousitanio Vivo”, di cui è collaboratore, e collabora
a “La Rivista del Club alpino italiano”. Garante scientifico internazionale
dell'associazione Mountain Wilderness International. Istruttore di Kung Fu
classico cinese, frequentando la Scuola Kung Fu Chang, allievo diretto dei
maestri Ignazio Cuturello e Roberto Fassi. Pensiero Ha dedicato le sue ricerche
a Schelling, Nietzsche, Heidegger, Pareyson, Einaudi, Lao Tzu e Yang Chengfu approfondendo
in particolare il problema ontologico della libertà e del male, del tempo e
dell'escatologia, dei principi e del non-sapere. Ha poi elaborato una filosofia
esperienziale, sperimentata soprattutto in montagna, che intende l'esistenza
come esperienza personale della verticalità del limite, e una filosofia
ermeneutica del dialogo interculturale, particolarmente attenta alla teologia
cristiana trinitaria e al pensiero taoista cinese. Saggi: “Kenosis del logos.
Ragione e rivelazione” (Città Nuova, Roma); “Ontologia del male” (Città Nuova, Roma);
“L'argomento ontologico. L'esistenza di Dio da Anselmo a Schelling, Roma, Città
Nuova Editrice, pareysoniana, Trauben,
Torino, Pareyson. Vita, filosofia, Morcelliana, Brescia, Escatologia della negazione, Roma, Città Nuova,
Friedrich Schelling. Invito alla lettura, San Paolo, Cinisello Balsamo, Filosofia
della montagna, Prefazione di Armando Torno, Postfazione di Reinhold Messner,
Milano, Bompiani, Come leggere Nietzsche, Bompiani, Milano, Dialogo dei
principi con Gesù Socrate Lao Tzu, Bompiani, Milano, Libertà di sapere.
Università e dialogo interculturale, Bompiani, Milano, Verso la città divina.
L'incantesimo della libertà in Luigi Einaudi, Città Nuova, Roma,, Corpo e
preghiera. La Via del T'ai Chi Ch'üan, Roma, Città Nuova); La via della
montagna, Bompiani, Milano, Curatele Luigi Pareyson, Essere, libertà,
ambiguità, Mursia, Milano, G. Riconda, Xavier Tilliette, Del male e del bene,
Città Nuova Editrice, Roma, Bruno Forte, Vincenzo Vitiello, La vita e il suo
oltre. Dialogo sulla morte, Città Nuova Editrice, Roma, Luigi Pareyson,
Iniziativa e libertà, Mursia, Milano, M.Baudino, White-out, Museo Nazionale
della Montagna, Torino, Nietzsche, Su verità e menzogna, Bompiani, Milano, Schelling, Sui principi sommi. Filosofia della
rivelazione Bompiani, Milano,,Luigi Pareyson, Prospettive di filosofia moderna
e contemporanea, Mursia, Milano, Recensioni Kenosis del logos. Ragione e
rivelazione nell'ultimo Schelling, Pref. di X. Tilliette, Città Nuova, Roma [recensito da: B. Forte («Avvenire», G. Baget
Bozzo («Il Sole-24 Ore», A. Giordano («La Guida»,Bogo («la masca», G. Pirola
(«La Civiltà Cattolica»); D'Agostini («La Stampa. Tuttolibri», F. Viganò
(«Informazione filosofica», S. Sotgiu
(«Diorama letterario», 1B. Forte («Asprenas», Tilliette («Gregorianum», E.
Guglielminetti («Filosofia e teologia», Ontologia del male. L'ermeneutica di
Pareyson, Pres. diCoda, Città Nuova, Roma), recensito da: G. Baget Bozzo («Il
Sole-24 Ore», G. Ricci («Avvenire», A.
Ribero («AdOvest», S. Sotgiu («Diorama letterario», M. Micelli («Informazione
filosofica», F. Russo («Acta philosophica», G. Garelli («La Guida»,].
L'argomento ontologico. L'esistenza di Dio da Anselmo a Schelling, Città Nuova,
Roma [recensito da: M. Schoepflin
(«Avvenire», F. Dal Bo («Con-tratto», F. Pepino («la Bisalta», pareysoniana,
Trauben, Torino [recensito da: G. Garelli («La Guida»,F. Russo («Acta
philosophica», F.P. Ciglia («Il Pensiero», Escatologia della negazione, Città
Nuova, Roma [recensito da: G. Garelli
(«La Guida», F. Pepino («la Bisalta»), M. Schoepflin («Avvenire A. Folin
(«Tuttolibri»,), M.C. Di Nino («Dialegesthai», mondodomani. dialegesthai/)]. Pareyson. Vita, filosofia,,
Morcelliana, Brescia [recensito da: G. A[schero] («La Guida», M. Schoepflin («Il
Giornale», [N. Orengo] («La Stampa. Tuttolibri», M. Schoepflin («Avvenire», F. Pepino («Cuneo Provincia Granda», F. Russo («Acta philosophica», O argumento
ontológico. A existência de Deus de Anselmo a Schelling, tr. port. bras. di
S.J. Schirato, Paulus, Sâo Paulo Brasil, Filosofia della montagna, Bompiani,
Milano [recensito da: G. Reale
(«Corriere della sera», E. Billò («Unione Monregalese», V. Mathieu («Il Giornale»,
Vasta («La Sicilia», U. Curi («Messaggero Veneto», L. Caveri («Peuple Valdotain»,A.
Zaccuri («Letture»), D. Anghilante («Ousitanio Vivo», G. Lingua («Cuneo
Provincia Granda», G. Brunod («PMNet», oin pmnet), M. Schoepflin («Il Foglio» A.
Rosa («TorinoSette», A. Parodi («La Stampa), G. Pulina («Girodivite», A.
Rigobello («L'Osservatore romano», ]. Come leggere Nietzsche, Bompiani,
Milano [recensito da: M. Schoepflin («Jesus», ), M. Del Vecchio («Diorama letterario»,
G. Pulina («Recensioni filosofiche», recensionifilosofiche)]. Dialogo dei
principi con Gesù Socrate Lao Tzu, Bompiani, Milano [recensito da: M. Iacona («Secolo d'Italia», E.
Billò («L'Unione monregalese»), G. Aschero («La Guida»), M. Schoepflin
(«Giornale di Brescia»), M. Schoepflin («Avvenire», D. Monaco («Filosofia e teologia»,
Libertà di sapere. Università e dialogo interculturale, Pref. di G. Reale,
Bompiani, Milano [recensito da: G.
Giorello («Corriere della Sera. Magazine», E. Castagna («Avvenire», M. Iacona («Il Borghese»,
), A. Torno («Corriere della Sera», *)]. Verso la città divina.
L'incantesimo della libertà in Luigi Einaudi, Città Nuova, Roma, [recensito da:
F. Chittolina («La Guida», [M. Schoepflin] («Il Giornale di Brescia», G.
Tarantino («Secolo d'Italia», 6.11., p.9); M. Iacona («Il Giornale d'Italia», D. Monaco («L'occhio», F. Chittolina («La Voce
del Popolo», F. Ranucci («Conquiste del lavoro», «Jesus»); S. Bondi («Panorama», E. Di Nuoscio
(«Europa», D. Anghilante («Ousitanio vivo»); F.S. Festa, («»,,// ); G. Bartoli
(«Dialegesthai», 10.7.,//mondodo mani.org/dialegesthai/; D. Monaco («Filosofia
e teologia»,, 1, ];Lubrano («Il Nostro
Tempo». Centro studi filosofico-religiosi Luigi Pareyson Studio teologico interdiocesano di
Fossano Accademia estetica internazionale
di Rapallo Istituto Xavier Tilliette
Ousitanio VivoIl Giornale La
Rivista del Club alpino italiano Prof.
Francesco Tomatis curriculum, pubblicazioni, biografia intellettuale. Pagina
docente nel sito dell'Università degli Studi di Salerno. Tomatis. Keywords:
paradosso. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tomatis” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732410263/in/datetaken/
Grice e Tomitano – I precetti della
conversazione civile – filosofia italiana – Luigi Speranza (Padova). Filosofo. Fondatore di accademie
letterarie, autore di commenti alle opere di Aristotele e autore di scritti di
logica, alcuni dei quali ancora inediti. Da una famiglia originaria di Feltre,
frequenta il corso di filosofia a Padova dove si laurea. Deputato dal Senato
Veneto a leggere l'Organon di Aristotele alla scuola di logicadi Padova. Nel
periodo in cui rimase a Padova strinse amicizia, fra gli altri, con Speroni,
Bembo, Sadoleto, Giovio, Navagero, Fracastoro e Manuzio. Fece parte degl’infiammati,
il cui proposito era scrivere compiutamente in lingua veneziana. Le discussioni
degl’infiammati sono alla base dei Quattro libri della lingua toscana. Scrive
anche due brevi dissertazioni matematiche: il Moisè-Geometria, la dimostrazione
del teorema due rette possono avvicinarsi all'infinito senza mai unirsi,
intuito dal profeta ebreo per grazia divina, e “Introductio cosmographiae”, lezioni
di geometria a fondamento della cosmografia tolemaica. Accusato dal Santo
Uffizio di eresia per la sua espositione letterale a parafrasi al vangelo
secondo Matteo. Dimostra che quella parafrasi non era sua, ma edita a sua
insaputa da un nobile signore N., con cui era assai famigliare. Creduto e
assolto, ma da allora in poi i suoi saggi divennero alquanto conformisti. Lascia Padova e si trasfere a Venezia. I
saggi più importanti del periodo veneziano, a parte la biografia di Baglioni,
sono il “De morbo gallico” e il carme encomiastico “Thetis” in onore di Enrico
III. Altre saggi: “Introductio ad sophisticos elenchos Aristotelis. Eiusdem
brevis methodus diluendorum paralogismorum per divisionem, praeter illa quae
Aristoteles habuit in Elenchis. Quam methodum B. Tomitanus ex dialogis Platonis
et ex Aristotele nuper invenit, adiecta sunt Famigerata veterum Sophismatum
exernpla, ad exercitationem adolescentium” (Venezia); “Ragionamenti della
lingua toscana, dove si parla del perfetto oratore e poeta volgari,
dell'eccellente flosofo Tomitano, diuisi in tre libri. Nel primo libro si pruova
la filosofia esser necessaria allo acquistamento della retorica e della
poetica. Nel secondo libro si ragiona dei precetti dell'oratore. Nel terzo
libro si ragiona delle leggi appartenenti al poeta, e al bene parlare” (Venezia,
Farri); Quattro libri della lingua toscana, dove si prova la filosofia esser necessaria
al perfetto oratore e poeta con due libri nuouamente aggionti, de i precetti
richiesti al conversare con eloquenza” (Padova, Pasquati); “Sonetti e Canzoni,
in Rime diuerse di molti eccellentiss. autori nuouamente raccolte. Libro primo,
con nuoua additione ristampato” (Venezia, Ferrarii); “Esposizione letterale del
testo di Mattheo Evangelista” (Venezia); “Sopra le Pistole di S. Paolo” (Venezia);
“Moisè”; “Geometria (Mantova); Introductio Cosmographiea (Venezia); Prediche
del reuerendissimo monsignor Cornelio Musso, vescouo di Bitonto, fatte in
diuersi tempi, et in diuersi luoghi. Nelle quali si contengono molti santi
euangelici precetti, non meno utili, che necessarij alla interior fabrica dell'huomo
cristiano. Con la tavola delle cose più notabili in esse contenute” (Venezia,
Gabriel Giolito de Ferrari et fratelli); “Oratione recitata per nome de lo
Studio de le Arti padovano ne la creatione del Serenissimo Principe di Vinetia
M. Marcantonio Trivisano, Venezia,Clonicus, sive de Reginaldi Poli laudibus,
Venezia Consiglio sopra la peste di Vinetia. Al Magnifico M. Francesco Longo
del Clarissimo M. Antonio” (Padova); Corydon, sive de Venetorum laudibus, et
Carmen ad Laurentium Priolum Venetorum Principem” (Venezia, Breznicio); “Animadversiones
aliquot in primum librum Posteriorum Resolutoriorum. Contradictionum solutiones
in Aristotelis et Averrois dicta, in primum librum Posteriorum Resolutoriorum.
In novero Averrois Quaesita demonstrativa Argumenta, Venezia,Consiglio de
l'eccell. m. Bernardino Tomitano sopra la peste di Vinetia, Padova, appresso
Gratioso Perchacino, De morbo gallico, inVenezia, Vita e fatti di Astorre
Baglioni; “Quattro libri della lingua thoscana, ove si prova la philosophia
esser necessaria al perfetto oratore et poeta con due libri nuovamenti aggionti
dei precetti richiesti a lo scrivere et parlar con eloquenza” (Padova); “Thetis”;
“In adventu Regis Henrici III Galliae Christianissimi et IV Poloniae
Serenissimi ad felicissimam Venetiarum urbem, Venezia, Ziletti). Aristotelis opera
omnia cum commentariis Averrois. Animadversiones et solutiones Et alia plura” (Venezia,
Iuntas). I primi due libri sono tesi a dimostrare che la filosofia è necessaria
all'oratore e al poeta. Il terzo libro ha per argomento i precetti della
retorica necessari alla scrittura e all'oratoria. L'ultimo libro è dedicato
alla prosa d'arte ("locutione oratoria, et de' suoi ornamenti, con la
ragion de i motti, facetie et apologi").
A. Poppi. Ricerche sulla teologia e la scienza nella scuola padovana” (Soveria
Mannelli, Rubbettino); “Ricerche sulla teologia e la scienza nella Scuola
padovana”A. Poppi; “Oratione prima alli Signori de la S. Inquisitione di
Venetia” (Padova); e Oratione seconda alli Signori medesimi, Venezia). Quest'opera
è nominata solo da Doni nella sua Prima Libraria, un repertorio dei libri italiani
stampat..L'opera del Tomitano, pertanto, deve essere stata scritta. È una
biografia in otto libri su Astorre Baglioni, il capitano ucciso con Marcantonio
Bragadin a Famagosta. La filosofia rimase ignota ai contemporanei del Tomitano
ed è in gran parte ancora adesso inedita. Ne sono stati stampati solo alcuni
brani. Storia della letteratura italiana di Girolamo Tiraboschi, della
Compagnia di Gesù, bibliotecario del serenissimo Duca di Modena, Firenze,
Molini e Landi, Dizionario critico della letteratura italiana, Torino, UTET, su
sapere, De Agostini. Opere Aulo Greco, Enciclopedia dantesca, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Bernardino Tomitano. Tomitano. Keywords: i precetti
della conversazione civile. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tomitano” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733048755
Grice e Toritto – filosofia italiana (Napoli). Filosofo.
Grice: “I like Caravita; Locke – England’s, and Oxford’s, greatest philosopher,
had his sponsor, and so does Italy’s – not Bologna’s – Vico, and he was
Caravita!”. Appartenente a una famiglia nobile resa illustre in passato da
insigni giureconsulti. Fiscale consigliere della reale Giurisdizione. Insegna a
Napoli. Compone il saggio: “Nullum ius romani pontificis in Regnum
neapolitanum” contro le pretese feudali della Santa Sede sul regno di Napoli –
“Niun diritto compete al sommo pontefice sul regno di Napoli: dissertazione
istorico-legale illustrate con varie note” (Aletopoli, Napoli), messa
all'Indice. Ha inoltre l'incarico di raccogliere tutte le leggi del Regno in un
Codice Filippino; il Codice Filippino, e tuttavia rimasto incompiuto per
l'occupazione austriaca di Napoli. In filosofia e seguace
dell'anti-aristotelismo di Capua. La sua abitazione divenne il centro della
diffusione della filosofia di Cartesio a Napoli. Titolo di merito di Caravita,
come peraltro del figlio Domenico, è l'essere stato amico e protettore di Vico,
a favore del quale si adopera per fargli ottenere la cattedra di retorica e
perché e accolto nell'Accademia Palatina.
Altri saggi: “Ragioni a pro della fedelissima città e Regno di Napoli
contr'al procedimento straordinario nelle cause del Sant'Officio, divisate in
tre capi. Nel I si ragiona del grave pregiudicio della real giuridizione, Nel
II si tratta dell'ordinaria maniera di giudicio, che tener si dee nel regno, e
nel III si dimostra il pregiudicio, che fa alla real giuridizione, ed al regno
un editto in cui si stabilisce il tribunal della 'nquisizione. Napoli.
Dizionario biografico degli italiani. Ma l’ anti-marinismo
ebbe anche, secondo la moda del tempo, il suo salotto nel palazzo Toritto nel
quartiere dei Vergini. Quivi, più che nell’Accademia.. Armellini, Mariano.
Bibliotheca Benedictino[-]Casinensis.... Stefano...raccolti da don Nicolò
Caravita. Napoli, Roselli, ed.
Caravita was an Arcadian. Tiberius by Filippo Anastasio, Caligula,
and Claudius by Paolo Doria. The second volume continues the biographical model
with twenty-six essays dedicated to individual emperors. Nicolò Caravita. Niccola Caravita Nicola Caravita. Nicola
Caravita dei duchi di Toritto. Caravita-Toritto. Toritto. Keywords. impiegatura
da salotto, diritto, anti-popism – il laico --, anti-aristotele, contro
Aristotele, concetto assolutista di sovereignty contro Aquino, quartiere dei
Vergini – Capua. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Caravita” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733042450/in/datetaken/
Grice e Torlonia –filosofia italiana (Roma), filosofo. Figlio del duca Marino e
di Anna Sforza Cesarini, figlia del VI principe di Genzano Francesco. Appartene
a una delle più facoltose famiglie nobiliari romane. Il padre, duca di Poli e
di Guadagnolo, e titolare del feudo di Bracciano e vive a Roma nel palazzo
Torlonia in via Bocca di Leone. La madre porta in dote la villa Ludovisi a
Frascati. Sposa Francesca Ruspoli, figlia di Bartolomeo e nipote del III principe
di Cerveteri Francesco. Dal loro matrimonio nacque Clemente. Nannarelli, amico
intimo e su biografo così lo descrive. I capelli castani, abbondanti e
finissimi, il pallore e la gracilità del volto. Ma se la fronte e di filosofo,
l'occhio e d'artista, o meglio, di contemplatore. Svelto nella persona, di
eccellente statura, incede frettoloso a testa alta e pensierosa. Si esprime con
eleganza in francese, inglese e tedesco e studia diligentemente il greco e il
latino. Spirito avido di conoscenze, e attratto dalla chimica e dalla botanica.
Nelle sue passeggiate nella campagna romana raccoglie e cataloga piante e
fiori. Appassionato di archeologia, colleziona monete di epoca romana e
trascrive antiche iscrizioni. Scio della Pontificia Accademia di Archeologia.
Pronuncia un discorso in occasione del natale di Roma. Religioso fervente, è
introdotto da Passaglia allo studio della patrologia e delle sacre scritture.
La famiglia lo tollera, ma lo considera visionario e innovatore pericoloso. Da
Platone e da Plotino, approde a Kant e Fichte. Gli torna in contemplazione
entusiastica, gli si face poesia. E in contatto con un gruppo di filosofi, suoi
coetanei, oggi identificati come i filosofi della Scuola romana che di sera si
ritrovavno al caffè Nuovo, a piazza San Lorenzo in Lucina (Palazzo Ruspoli).
Novello mecenate, ha raccolto intorno a sé questo gruppo di giovani spinti dal
comune ideale di ricondurre la filosofia agli antichi splendori di Roma. Tra
questi, ci sono Gnoli, Ciampi, Maccari, e Nannarelli. Vuole riuniti idealisti e
classicisti, nella fiducia che, temperata la nebulosità metafisica degli uni e
la gretta sensibilità degli altri, e prendendo il meglio d'ambedue le scuole,
puo scaturire a grado a grado una filosofia italiana, profonda e intima d'idea
e di sentimento, nitida, elegante di forma. Scrisse sulla filosofia dell’amore
platonico, sui fiori, sulla contemplazione del divino. Ama Schiller, Goethe,
Lenau, e Leopardi. Declama Aligheri e Tasso. Il suo saggio meritata le lodi di
Gregorovius. Suoi saggi apparvero nella raccolta “I fiori della campagna romana,
stampata a Firenze e nella “Strenna romana. Giovanni Costa, Trebbiatura nella
campagna Romana, A Monte Mario, nei casali Mellini, sotto l'Osservatorio
Astronomico, apre a sue spese una scuola rurale elementare. Straordinario
precursore della alfabetizzazione delle classi povere, cre una Associazione
promotrice delle scuole di campagna. A questa scuola rurale dedica un elogio in
latino. Nannarelli accorse al suo capezzale. Lo ude recitare il Salmo 41 e
versi di Lenau; e Platone, e Fichte. Raccomanda alla moglie di mandare il
figlio Clemente al collegio di marina di Genova. Nannarelli tenta di
raccogliere intorno a sé i Poeti della Scuola romana che furono decimati nel
numero, per le morti precocima si trasferì a Milano. Secondo le ferree disposizioni
ricevute da Torlonia, il suo cameriere distrusse tutte le carte dell'archivio
personale. Gnoli conserva i manoscritti di tre saggi di Torlonia, inedite. S.
Negro, Seconda Roma, Vicenza, Neri Pozza, Domenico Gnoli, op. citata in. Ferdinand Gregorovius, Passeggiate per
l’Italia. Domenico Gnoli, I Poeti della Scuola romana” (Bari, Laterza); Fabio
Nannarelli, Giovanni Torlonia” (Firenze, Le Monnier); Giuseppe Cugnoni, Vita di
D. Giovanni Torlonia” (Velletri, Cella);
F. Ulivi, “I poeti della Scuola Romana” (Bologna, Cappelli). Torlonia.
Keywords: la filosofia dell’amore di Platone in Fichte e Leopardi. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Torlonia” – The Swimming-Pool Library.
Torre (Forli). Grice: “I like Torre; his epitaph reads, ‘nuovo
Aristotele,’ which is what it was! There is a nice ‘via’ in Forli after him
that leads to the varsity! He was a Galen, and philosophised on both the soul
and the body!” – Filosofo. La sua fama se deve al commentario alla Ars parva di
Galeno -- è noto, in particolare, per i suoi studi di embriologia. Infatti,
dopo il recupero di Aristotele, le cui opere avevano spinto verso un rinnovato
interesse per l'osservazione diretta, si e avviato un dibattito tra i
sostenitori dell'autorevolezza degli studi antichi e i fautori dell'empiria.
Questo processo si conclude proprio con Torre, che cerca di conciliare
l'embriologia aristotelica con la fisiologia galenica. Mostra che le differenze
esistenti sono di scarsa rilevanza nei confronti della medicina pratica. Insegna
a Padova. Explicit questio de intensione et remissione formarum secundum
famosissimum artium et medicine doctorem magistrum Jacobum de Forlivio qui 1414
pridie ydus februarii ab hac vita ad superiora migravit. Scripta vero per me
fratrem Bellinum de Padua. Si tratta della conclusione del celebre “De
intensione et remissione formarum”. Saggi: “De intensione et remissione
formarum”; “Expositio in Avicennae aureum capitulum de generatione embryi ac de
extensione graduum formatione foetus in utero in Aphorismos Hippocratis
Expositio Physica I-IV; “Quaestiones extravagantes Super I, II, III Tegni
Galeni. G. Vescovini, Medicina e filosofia a Padova, Arti e filosofia. Studi
sulla tradizione aristotelica e i "moderni", Vallecchi, Firenze. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Super aphorismos Iacobi Foroliuiensis in
Hippocratis Aphorismos et Galeni. Jacopo da Forlì. Giacomo da Forli. Iacobus
Foroliviensis. Jacopo della Torre. Giacomo della Torre. Torre. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Torre” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732133946/in/datetaken/
Grice e Trabucco – filosofia italiana (Caltagirone). Filosofo. Non abbiamo
grandi notizie della sua vita, della quale sappiamo solo che esercitò con
successo la medicina a Caltagirone, soprattutto durante l'epidemia. Per il suo
contributo fu creato nobile da Fernando d'Aragona. Alcune sue opere sono
conservate nella Biblioteca Comunale di Caltagirone, città che gli ha anche
dedicato una strada. Opere "De
Morbis puerorum et mulierum"
Chaudon, L. M., Dictionnaire universel, historique, critique, et
bibliographique, v. Amico e Statella, V. M., Dizionario topografico della Sicilia,
Palermo. Libro d'oro della nobilità dell'imperial casa amoriense, Roma, s.v. Amati, A., Dizionario corografico
dell'Italia. Trabucco. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Trabucco” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732778369/in/dateposted-public/
Grice e Tragella (Trezzano sul Naviglio). Filosofo. Figlio
di Giovanni, medico chirurgo, e d’Amalia Santagostino. Studia a Gorla Minore,
Milano, e Torino. Si occupa di serbare la memoria sdella battaglia di Magenta con
la costruzione di una cappella espiatoria all'interno della chiesa per
accogliere le spoglie dei caduti. Ricovero vecchi poveri Sito Lombardia Beni
Culturali. Viviani, cfr. Tunesi, Morani
Le stagioni, op. cit.. Cesare Tragella,
Lettera a Romolo Murri in: R. Murri, L. Bedeschi, Carteggio. II. Lettere a
Murri. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Le stagioni di un prete, Le
stagioni di un prete, «Rivista di Storia e Letteratura Religiosa», A. Viviani, Dalle
ricerche la prima storia vera, Magenta, Zeisciu. Cesare Tragella. Tragella.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tragella” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732115761
Trapaninapola
(Roma). Filosofo italiano. Trapaninapola. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Trapaninapola” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732111711/in/datetaken/
Grice e Trapè – filosofia italiana (Montegiorgio). Flosofo. Uno dei massimi studiosi della filosofia
semiotica d’Agostino. Si laurea a Roma con una “Il concorso divino in
Colonna” (Tolentino). Insegna a Roma. Promosse la fondazione dell'Istituto
Patristico Augustinianum. Fondato la "Biblioteca Agostiniana"
che si occupa della volgarizzazione di S. Agostino (Città Nuova) e il "Corpus
Scriptorum Augustianorum", che pubblica le opere dei filosofi scolastici
agostiniani. Altri saggi: “Il concorso divino in Colonna” (Tolentino); “Introduzione
a S. Agostino e le grandi correnti della filosofia contemporanea. Atti del
congresso Italiano di filosofia Agostiniana, Roma, Tolentino; Varro et
Augustinus praecipui humanitatis cultores, Latinitas Augustinus et Varro, Atti
del Congresso di studi varroniani, Rieti); “Escatologia e anti-platonismo” Augustinianum,
“Agostino filosofo e teologo dell'uomo”; Bollettino dell’Istituto di filosofia
(Macerata); Agostino: L'ineffabilità di Dio, in
«La ricerca di Dio nelle religioni (EMI, Bologna); “La Aeterni Patris e
la filosofia” (Atti del Congresso Tomistico, Roma); Agostino, l'uomo, il pastore,
il mistico” (Roma, Città Nuova); Patrologia III, Casale Monferrato, Dizionario
patristico e di antichità cristiana, Casale Monferrato, Introduzione e commento
alla Lettera apostolica «Hipponensem episcopum», Roma, Introduzione ad Agostino,
Roma, L'amico, il maestro, il pioniere,
Carlo Cremona, apostolo della cultura.Agostino Trape. Trapè. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Trapè” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732098051/in/dateposted-public/
Grice e Trasci – colloquio con me stesso -- filosofia
italoalbanese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Bisignano). Filosofo.
“Spera in Deo” Baffa Trasci nacque in una famiglia di origine arbëreshë
a Bisignano, figlio di Pietro Antonio ed Elisabetta Anna Trentacapilli, donna
pia e molto religiosa, erede di una famiglia da più secoli ascritta al
patriziato locale. Pur essendo il primogenito della famiglia e, dunque,
contravvenendo alle regole del maggiorascato, a causa della salute cagionevole
venne avviato alla carriera ecclesiastica nel locale Seminario, proseguendo gli
studi a Roma e Napoli. Fu nella città partenopea che si lega particolarmente
alla Compagnia di Gesù divenendo in breve tempo uno dei confessori più vicini a
Isabella della Rovere, principessa di Bisignano. Per non essere distolto dai
propri studi filosofici si ritira volontariamente a vita privata, dapprima
nella Tuscia e poi ospite nel Castello di Proceno, presso Viterbo di proprietà
della nobile famiglia Sforza. Ancora nei primi Professore una lapide marmore
posta nella rocca ne ricordava la sua permanenza. Da tale esilio usce in
pochissime occasioni, assistito dal nipote Stanislao Baffa Trasci. Fu durante
la reclusione nella Rocca di Proceno che ha modo di conoscere Galilei ospite
nel palazzo durante un suo viaggio verso Roma. Dopo esser stato vescovo di
Umbriatico,venne creato Vescovo di Massimianopoli in partibus infidelium da Alessandro
VII. Saggi: “Colloquio con me stesso”, di Ottaviano. Universam Aristotelis
philosophiam; Summa Aristotelicha; Summa Theologica Dogmatica Tomassetti, Cenno
storico sulla vita di S.E. Ferrante Baffa Trasci Illustrissimo Vescovo di
Massimianopoli Roma); C. Nutarelli,
Proceno-Memorie storiche, Acquapendente, D. Baffa Trasci Amalfitani di Crucoli,
erudito italoalbanese Professore or mai dimenticato, MIT Cosenza. Ferrante Marco Antonio Baffa
Trasci. Ferruccio Baffa-Trasci. Trasci. Keywords: “conversazione con me
stesso”. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Trasci” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732954125/in/photostream/
Grice e Treves – giudici e giustizia nella filosofia
italiana – ventennio fascista -- filosofia italiana (Torino). Filosofo. Compie gli studi al Liceo M.
D'Azeglio e poi nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Torino, dove entra in
contatto, fra gli altri, con Bobbio, Foa, Luzzati, Entrèves, e simpatizza con
il gruppo di Giustizia e Libertà abbracciando i principi del socialismo
liberale. Laureatosi sotto la guida di G. Solari con una tesi su Henri de
Saint-Simon e conseguita la libera docenza, insegna dapprima a Messina, dove
viene arrestato per sospetta attività antifascista. Trasferito a Urbino viene
escluso dal concorso bandito sulla sua cattedra. Insegna a Parma, si trasferisce a Milano. Protagonista
della rinascita post-bellica della sociologia in Italia, coopera attivamente
col Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale e col suo segretario
generale Adolfo Beria di Argentine, coordinando fra l'altro una vasta ricerca
su “L'amministrazione della giustizia e la società italiana in trasformazione”
da cui escono dodici volumi di vari autori. Presiede questo Comitato facendosi
attivo promotore della sociologia del diritto. Fonda la rivista italiana della disciplina, di cui
ottiene il riconoscimento accademico e che insegna a Milano. Difende una
posizione filosofica relativista e prospettivista, influenzata da Mannheim,
Mills e Kelsen, del quale ultimo introduce in Italia la Dottrina pura del
diritto. Alieno dal dogmatismo e paladino di una concezione critica della
scienza, rifiuta ogni visione metafisica del diritto in favore di una visione
metodologica che sfocia nella sociologia del diritto intesa come scienza prevalentemente
empirica, non avalutativa, ma ispirata a valori, nel suo caso quelli di libertà
e giustizia sociale -- è considerato insigne maestro per un'intera generazione
di filosofi e sociologi del diritto. Due sono i problemi che la sociologia del
diritto deve affrontare: da un lato la posizione, la funzione e il fine del
diritto nella società vista nel suo insieme; dall'altro la società nel diritto,
cioè quei comportamenti effettivi che possono essere conformi e difformi
rispetto alle norme, ma comunque forniscono informazioni su come una società
vive le regole che si è data. Del primo problema si sono occupate soprattutto
le dottrine sociologiche e politologiche, mentre sul secondo si sono soffermate
le dottrine giuridiche anti-formalistiche. Saggi: “Il diritto come relazione” (Torino);
“Diritto e cultura” (Torino); “Spirito critico e spirito dogmatico” (Milano); “Libertà
politica e verità” (Milano); “Giustizia e giudici nella società italiana” (Bari);
“Introduzione alla sociologia del diritto” (Torino); “Sociologia del diritto --
Origini, ricerche, problem” (Torino); “Sociologia e socialism - ricordi e incontri”
(Milano); “Dizionario biografico dei giursti italiani” (Bologna, Il Mulino); Il
magistero; in La Nuova Antologia, A.Colombo, La lezione in La Nuova Antoogia, V.
Ferrari, Sociologo del diritto, in Rivista internazionale di filosofia del diritto,
in Ratio Juris, ss. V. Ferrari, Morris
L. Ghezzi Morris L. Ghezzi, La scienza del dubbio. Volti e temi di sociologia
del diritto (Mimesis, Milano-Udine), M. Losano, Sociologo tra il vecchio e il
nuovo mondo, Unicopli, Milano); P. Marconi, Il legato culturale, in Sociologia
del diritto, A. Tanzi, dalla filosofia alla sociologia del diritto, ESI,
Napoli, C. Nitsch, Renato Treves esule in Argentina. Sociologia, filosofia
sociale, storia. Con documenti inediti e la traduzione di due scritti di
Treves, Memorie dell'Accademia delle Scienze di Torino, Classe di Scienze
Morali, Storiche e Filologiche, Sociologia del diritto, Dizionario di
filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Samuele Renato Treves. Renato
Treves. Treves. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Treves” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732056751/in/dateposted-public/
Grice e Tria –
filosofia italiana (Laterza). Filosofo. Figlio di Francesco e Margherita
Geminale, completa i suoi studi di filosofia, teologia e ambe leggi a Napoli e
Roma. Uditore di diritto canonico presso il monastero benedettino di Cava de'
Tirreni rimase al servizio di questa abbazia anche quando fu trasferito a Roma,
fu nominato vicario generale di monsignor L. Gherardi, vescovo di Loreto e
Recanati, e tale rimase. Più tardi, con monsignor Giuseppe Firrao, ebbe l'incarico
di "nunzio straordinario" alla Corte del Portogallo. Quando monsignor Firrao, per questione di
salute, fu trasferito in Svizzera, Tria andò con lui a Lucerna. Durante la sua
permanenza in Svizzera intraprese un'importante missione in Svezia e Germania. Fu eletto vescovo di Cariati e Cerenzia ed
entra in carica presiedendo il sinodo).
Fu trasferito poi a Larino. Partecipa al concilio di Benevento. Nominato
«consulente del Sacro Offizio» e nel dicembre dello stesso anno fu nominato
arcivescovo di Tiro. Divenne
«esaminatore di Vescovi» e fu insignito del titolo di cavaliere dell'Ordine di
San Giacomo per i suoi meritori servigi resi alla Corte di Lisbona. Il suo
erudito lavoro include: “Memorie
storiche civili di Larino (Roma); “Accommodamento tra il Papato e la Corte
Reale di Napoli” (Roma), “Benedetto XIII”. Memorie storiche degli
scrittori regno di Napoli, Napoli,
Tipografia dell'Aquila di V. Puzziello, Diocesi di Larino Pietro Pollidori
Giovan Battista Pollidori. Giovanni Andrea Tria. Tria. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tria” – The Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691157511/in/photolist-jkEKUz-jkGK9m-js45BA-2mKLGeD-Eoj4SX-CntuMM-B81GRb-nYmKDe-o12Njk-nFRxoj-nHwvZT-jkJZJm-jkK47d-jfURKx-jhV5Hs-i6ET1i-i5G95S
Grice e Trincheri – filosofia italiana (Pieve di Teco). Filosofo. Nacque da una famiglia
benestante che aveva in possesso alcuni ettari di terreno. Appassionato alli romantici, e riconosciuto e
si afferma all'interno della cerchia dei letterati del suo tempo grazie alla
brillante difesa in favore di Manzoni, quando quest'ultimo pubblica la sua prima tragedia, Il Conte di Carmagnola.
E con il sostegno del suo maestro e amico Goethe, famoso filosofo e scrittore
romantico, che riusce a far valere la proprio opinione positiva nei confronti
dell'autore dei Promessi sposi. Poche altre notizie biografiche si conoscono a
proposito della sua vita che, a causa di un incidente in cui fere a morte il suo
amico, Andrea Speranza, crolle in una situazione estremamente travagliata. Trincheri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Trincheri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731216227/in/photolist-2mPj1ia
Grice e Troilo – la conflagrazione – filosofia italiana (Perano). Filosofo. Insegna a Palermo e Padova. Lincei.
Partito dal positivismo del suo tutore Ardigò, pervenne a una sorta di
metafisica, da lui chiamata realismo assoluto, che richiama il panteismo di
Bruno e di Spinoza. L'essere eterno infinito, tutt'uno con lo spirito assoluto,
è il presupposto e il principio unificatore degli esseri relativi. Trascendente
e indeterminato, l'essere si immanentizza e si determina nella realtà e negli
individui, oggettivandosi di fronte ai soggetti come assolutamente altro da
questi. Opere: “Il misticismo”; Idee e
ideali del positivism, La filosofia di G. Bruno”; “Il positivismo e i diritti
dello spirito”; “Figure e studi di storia della filosofia”; “Lo spirito della
filosofia”; “Le ragioni della trascendenza o del realismo assoluto”. Società
Filosofica Italiana Sezione di Sulmona, riferimenti in Garin, Cronache di
filosofia italiana, Laterza, Roma-BariPra F. Minazzi, Ragione e storia nella filosofia
italiana (Rusconi, Milano); Cappelli, L'orizzonte filosofico: Idealismo e
Positivismo nella prima metà Professore Pra. Dizionario di filosofia, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Erminio Troilo, biografia e nel sito della Società Filosofica
ItalianaSezione di Sulmona "Giuseppe Capograssi". Erminio Troilo. Troilo.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Troilo” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732888265/in/datetaken/
Grice e Tronti – dello spirito libero – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Considerato uno dei principali fondatori ed
esponenti del marxismo operaista teorico. Insegna a Siena, vive a Roma. Fonda
“Quaderni Rossi” e “Classe operaia”. Anima l'esperienza radicale
dell'operaismo. Tale esperienza, che va considerata per molti versi la matrice
della sinistra si caratterizza per il fatto di mettere in discussione le
organizzazioni del movimento operaio (partito e sindacato) e di collegarsi
direttamente, senza intermediazioni, alla classe in sé e alle lotte di fabbrica. Influenzato
da Volpe, s’allontana di Gramsci, o almeno dalla sua versione ufficiale
promossa dal PCI togliattiano. Ri-apre la strada rivoluzionaria. Di fronte
all'irruzione dell'operaio-massa sulla scena delle società, il suo operaismo
propone un'analisi delle relazioni di classe. Mette l'accento sul fattore inter-soggettivo.
La sua filosofia, debitrice anche all’’Operaio” di Jünger, trova una
sistemazione con la pubblicazione di “Operai e capitale” (Einaudi, Torino), un saggio
di forte impatto letterario che esercita un'influenza notevole sulla
contestazione e più in generale sull'ondata di mobilitazione. Fu proprio la
sconfitta della spontaneità operaia e dell'ondata di mobilitazione, colta
anticipatamente da lui e non invece da altri operaisti come Negri (di qui la
rottura tra loro) a indurlo a spostare la sua riflessione sul problema del
politico, ovvero della direzione e della mediazione politica. Pubblica “L’autonomia
del politico” (Feltrinelli, Milano), una
teoria politica realista che, in un'originale commistione di Marx e Schmitt, e
capace di colmare i limiti della inter-soggettività sociale. Si tratta di una
fase più intellettuale che politica. Fonda l'influente rivista Laboratorio
politico. Riavvicinatosi al PCI di Berlinguer, e finalmente riabilitato dal
gruppo dirigente del partito, entrando a far parte più volte del Comitato
centrale. Eletto al Senato della Repubblica nelle liste del Partito
Democratico della Sinistra, membro della Commissione parlamentare per le riforme
istituzionali. Non avendo condiviso le
trasformazioni post-comuniste del partito, la sua filosofia assume toni
pessimistici, concentrandosi sulla fine della politica moderna e sulla critica
della democrazia. Presidente del Centro per la Riforma dello Stato. Eletto al
Senato nelle liste del Partito Democratico per la Lombardia. è tra i
parlamentari a firmare un emendamento contro l'articolo 5 del disegno di legge
Cirinnà riguardante l'adozione del configlio. Altri saggi: “Hegel politico” (Istituto
dell'Enciclopedia italiana, Roma); ““Soggetti, crisi, potere” (Cappelli,
Bologna); “Il tempo della politica” (Editori Riuniti, Roma); “Con le spalle al
futuro: per un altro dizionario politico” (Editori Riuniti, Roma); “Berlinguer:
il principe disarmato” (Sisifo, Roma); “La politica al tramonto” (Einaudi,
Torino); “Cenni di Castella” (Cadmo, Fiesole); “Teologia e politica al crocevia
della storia” (AlboVersorio, Milano); Passaggio Obama. L'America, l'Europa, la
Sinistra, Ediesse); “La democrazia dei cittadini. Dai cittadini per l'Ulivo al
Partito Democratico” (Ediesse); “Non si può accettare” (Ediesse); “Noi
operaisti, Derive Approdi); “Dall'estremo possible” (Ediesse); “Per la critica
del presente” (Ediesse); “Dello spirito libero. Frammenti di vita e di
pensiero, Il Saggiatore); “Il nano e il manichino. La teologia come lingua
della politica” (Castelvecchi); “Il demone della politica” (Il Mulino); “Tra
materialismo dialettico e filosofia della prassi”; “La città futura” (Feltrinelli,
Milano); ““Cromwell” (Il Saggiatore, Milano); “Operaismo e centralità operaia”
(Editori Riuniti, Roma); “Il politico. Da Machiavelli a Cromwell; da Hobbes a
Smith” (Feltrinelli, Milano); “Il destino dei partiti, Ediesse); “Rileggendo
"La libertà comunista", “Un altro marxismo” (Fahrenheit 451, Roma); “Classe
operaia. Le identità: storia e prospettiva” (Angeli, Milano); Per la critica
della democrazia politica” “Guerra e democrazia, Manifesti, Roma; Politica e
destino, Sossella, Roma); Finis Europae.
Una catastrofe teologico-politica, Bibliopolis, Napoli). Ne La politica al
tramonto, un capitolo porta il titolo «Karl und Carl», per sottolineare, anche
qui allusivamente, la necessità di completare Marx con Schmitt",
Autobiografia filosofica, in Storia della filosofia, Filosofi italiani
contemporanei, Le Grandi Opere del Corriere della Sera, Bompiani, Milano. Unioni
civili: i numeri che mettono a rischio le adozioni gay, su Termometro Politico,
plus.google.com/+ termometro politico/. Unioni civili, 30 senatori Pd contro le
adozioni. E Gay pubblica la lista: "Scrivi al malpancista". Loro:
"Squadristi", su Il Fatto Quotidiano. Le piume, le fidanzate, lo zio
comunista. I 60 anni di R. Zero, Altri Mondi
Mario Alcaro, Dellavolpismo e nuova sinistra, Dedalo, Bari, C. Preve, La
teoria in pezzi. La dissoluzione del paradigma teorico operaista in Italia (Dedalo);
R. Gobbi, Com'eri bella, classe operaia. Storia fatti e misfatti dell'operaismo
italiano, Longanesi, Milano, Rita di Leo, Per una storia di Classe Operaia, in «Bailamme»,
S. Mezzadra, Operaismo, in R. Esposito e C. Galli, Enciclopedia del pensiero
politico. Autori, concetti, dottrine, Laterza, Roma-Bari; Basso C., Gozzini C.
e Sguazzino D., delle opere e degli
scritti. Dipartimento di Filosofia-Università degli Studi di Siena, Siena;
Alfonso Berardinelli, Stili dell'estremismo. Critica del pensiero essenziale,
Editori Riuniti, Roma) F. Pozzi, G. Roggero, G. Borio, “Futuro anteriore: dai
Quaderni rossi ai movimenti globali. Ricchezze e limiti dell'operaismo italiano,
DeriveApprodi, Roma, Steve Wright, L’assalto al cielo. Per una storia
dell’operaismo, Edizioni Alegre, Roma); Cristina
Corradi, Storia dei marxismi in Italia, Manifestolibri, Roma, F. Pozzi, G.Roggero,
Guido Borio, Gli operaisti, Derive Approdi, Roma, A. Peduzzi, Lo spirito della
politica e il suo destino. L'autonomia del politico, il suo tempo, Ediesse-Crs,
Roma, Giuseppe Trotta e Fabio Milana, L'operaismo degli anni Sessanta. Da
«Quaderni rossi» a «classe operaia», cd con la raccolta completa della rivista
«classe operaia» DeriveApprodi, Roma); Peduzzi,
A Cartagine poscia io venniincubi sulla teoria marxista, Arduino Sacco editore,
Roma,; M. Filippini, Mario Tronti e l'operaismo politico degli anni Sessanta,
EuroPhilosophie,. F. Milanesi, Nel Novecento, Storia, teoria, politica nel
pensiero (Mimesis, Milano); Abecedario (Carlo Formenti), Derive Approdi, Operaismo
Quaderni Rossi Classe operaia (rivista) Raniero Panzieri Toni Negri Massimo
Cacciari Pietro Ingrao Centro per la Riforma dello Stato. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere su senato, Senato della
Repubblica. Mario Tronti, su Openpolis,
Associazione Openpolis. Registrazioni di
Mario Tronti, su RadioRadicale, Radio Radicale.. Centro per la Riforma dello Stato, "Storia e critica del concetto di
democrazia" (intervento di Tronti,disponibile anche in file audio, su
globalproject Sito web italiano per la filosofia: su lgxserver.uniba. Conricerca-Futuro
Anteriore, su alpcub.com."Lotta contro gli idoli" (intervento di
Tronti per Rai Educational, su emsf.rai. Intervista "La lotta di classe
c'è ancora", La Repubblica, "Sono
uno sconfitto, non un vinto. Abbiamo perso la guerra del '900", La Repubblica.
Mario Tronti. Tronti. Keywords: L’implicatura di Hobbes --. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tronti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51714471172/in/photolist-2mMQbzj
Grice e Tulelli – l’equilibrio:
per una metafisica dell’etica -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Zagarise). Filosofo. Al Tulelli sono ad
oggi intitolate una via nel Comune di Zagarise e una nel Comune di Catanzaro
nel quartiere Sant'Elia, una sala della Biblioteca di Catanzaro. Targa
commemorativa in suo onore, inoltre, posto davanti alla casa comunale di
Zagarise un busto che lo raffigura realizzato da Calveri. Zagarise Busto
creato dallo scultore Mario Calveri, installato davanti al Comune di Zagarise.
Figlio dal marchese Gaetano e Anna Gallelli, studia presso il Convento del
Ritiro dei Filippini a Zagarise e poi frequenta a Catanzaro il Real
Liceo-Ginnasio e il Corso Teologico presso il Pontificio Seminario Teologico
Regionale San Pio X. Visse a Napoli dove compì studi filosofici e apre una
scuola dove insegna filosofia morale ed estetica. La richiesta di poter
istituire una scuola fu inviata alle autorità competenti, le quali, prima di
concedere le relative autorizzazioni, chiesero al vescovo di Catanzaro
dettagliate notizie in merito alla condotta religiosa, morale e politica del
richiedente, la risposta inviata loro fu. Elemento di condotta soda, casta e
onesta. Tra gli allievi della sua scuola molti furono appartenenti a famiglie
di alto rango sociale e tra questi è possibile annoverare i figli del re
Borbone che, in segno di stima, gli fecero dono di un orologio da camera di
manifattura francese opera dei fratelli Japis. Fu molto amico di L. Settembrini,
il quale lo cita nelle sue "Lezioni di letteratura italiana", gli
trasmitte l’amore per la filosofia e gl’ideali patriottici. Allievo di Puoti e
di Galluppi del quale studia e diffuse il pensiero, evidenziando il
parallelismo con Kant, così come divulgò quello di altri filosofi, tra cui
Capasso, Rossi e Masci. Insegna filosofia morale a Napoli Federico II dietro l’impulso
di Sanctis, iniziando un periodo di vero
splendore per l’ateneo napoletano. Cadde il Regno delle Due Sicilie e, favorevole
alla formazione di uno stato unitario, porta avanti una battaglia a livello
morale e giuridico per l’abolizione della pena di morte che fino ad allora era
in vigore in tutti gli Stati d’Europa tranne il Granducato di Toscana. La
stessa a abolita con l'adozione del codice penale del Regno d'Italia -- il
cosiddetto Codice Zanardelli. La fine della dominazione borbonica fu colta come
un’occasione di rinnovamento sociale e morale ed egli instillò nei suoi
insegnamenti la consapevolezza che il rinnovamento politico dovesse essere
accompagnato a quello morale, egli riscontra nella popolazione un’evidente
scarsità intellettuale e un sentimento religioso che si manifestava mediante
pratiche di culto sempre più lontane dall’essere ricche di valori spirituali e
una società sempre più formalista, cerca di contrastare questa tendenza in
affinità a Gioberti. E un patriota e un liberale. La sua attività di filosofo
fa si che la sua notorietà e la sua reputazione crescessero, e inoltre un
oppositore degli hegeliani napoletani, e a capo degli oppositori degli
Spaventiani e rappresentante del movimento filosofico del quale nella prima
metà dell'ottocento fanno parte Galluppi, Colecchi, Cusani e Grazia. Sul suo
valore si sono pronunciati, fra gli altri, anche il Croce ed il
Russo. Socio Ordinario dell’Accademia di Scienze Morali e Politiche di
Napoli a l’Accademia Reale Pontaniana/ In relazione all'Accademia di Scienze
Morali e Politiche di Napoli, Tulelli e il senatore E. Pessina, in qualità di
soci dell'accademia, di collocare nell'atrio dell'Università degli Studi di
Napoli un busto in marmo raffigurante Galluppi, realizzato da B. Calì e
inauguratp con una cerimonia a cui presero parte il rettore Paolo Emilio
Imbriani, dei rappresentanti e diversi studenti. Della stessa accademia oltre
ad esserne socio ne fu anche tesoriere come si evince dalla Gazzetta Ufficiale
del Regno d'Italia n cui è contenuta la ri-elezione per quell'anno alla
suddetta carica (omissis) S.M., sulla proposta del Ministro della Pubblica
Istruzione, ha, con RR. decreti fatte le nomine e disposizioni seguenti:
(omissis) Tulelli Paolo Emilio, socio della Società Reale di Napoli,
approvata la sua rielezione a tesoriere dell'Accademia di scienze morali e
politiche della predetta Società; (omissis). Socio Corrispondente dell’Accademia
Cosentina Accademia di scienze, lettere e belle arti degli Zelanti e dei
Dafnici. Visse a Napoli. Nelle sue ultime volontà traspare chiaramente un
radicato e forte legame con la sua terra di origine, infatti i primi due punti
del suo testamento furono: volendo lasciare una prima testimonianza di affetto
a Catanzaro, col fine di promuovere e favorire nel mio nativo comune di
Zagarise l’educazione morale e l’istruzione letteraria e scientifica. Dispose
inoltre che fosse destinata una somma in dote ad una ragazza indigente di
Zagarise e che il resto del patrimonio del filosofo fosse suddiviso tra i suoi
parenti. Il documento, disponibile presso l’Archivio Notarile di Napoli, e
depositato nel capoluogo campano presso lo studio del notaio M. Mazzitelli sito
in via S. Giovanni numero 19. Dondazione di libri alla città di Catanzaro
al fine di fondare una biblioteca pubblica Paolo Emilio Tulelli volle donare a Catanzaro
alcuni libri affinché potessero rappresentare una base di partenza per la
costituzione di una biblioteca auspicando che il suo gesto potesse
rappresentare un’esortazione a contribuire al suo ampliamento, una volta
istituita, da parte di altri uomini generosi e amanti della cultura. Catanzaro
accetta il legato che, in caso contrario, si sarebbe dovuto destinare ad
ampliare il patrimonio della biblioteca del Real Liceo di Catanzaro o ad un
erede del de cuius nel caso in cui il anche direttivo del liceo non avesse
accettato la donazione. I libri furono trasferiti da Napoli a Catanzaro a spese
del comune, così come indicato nelle ultime volontà del filosofo, e venne
istituita la biblioteca comunale che venne denominata Biblioteca Municipale di
Catanzaro "Onestà e lavoro", ma che oggi è conosciuta come Biblioteca
comunale F. De Nobili. Volendo lasciare una prima testimonianza di affetto
a Catanzaro ove ebbi i primi semi del mio sapere e le prime aspirazioni alla
libertà della patria italiana, lego al comune i miei pochi libri col fine
espresso ed incondizionato di formare il primo fondo ad una biblioteca pubblica
da fondarsi in loco adatto a vantaggio della gioventù studiosa e dei cultori
della letteratura e della scienza. Istituzione di una rendita per far studiare
un giovane meritevole del comune di Zagarise Per quanto concerne il comune
natio, nell’intenzione di promuovere l’educazione morale, l’istruzione
letteraria e scientifica nello stesso, istituì una rendita annuale, denominata
Monte o Istituto Tulelli per far si che dei giovani meritevoli del suddetto
comune potessero studiare e conseguire la laurea. A perenne ricordo di ciò egli
dispose nelle sue ultime volontà che fosse realizzata una breve iscrizione su
una lastra di marmo e che la stessa fosse posta in un luogo pubblico del comune
di Zagarise. Col fine di promuovere e favorire nel mio nativo comune di
Zagarise l'educazione morale e l'istruzione letteraria e scientifica e così
sospingere quei miei concittadini sulla via della civiltà, istituisco un Monte
o Istituto per l'educazione ed istruzione dei giovinetti di detto Comune da
elevarsi dal Real Governo in Ente Morale e giuridico con la dotazione di annue
lire duemila di rendita al 5 per cento iscritto al gran libro dei Regno
d'Italia. All'uopo destino due certificati di rendita a me intestati dell'annua
rendita di L. millesettecento con la data di Firenzee l'altro dell'annua
rendita di L. trecento della stessa data e sotto il N. 649. Sì fatta annua
rendita sarà unicamente ed esclusivamente impiegata per l'educazione e
istruzione nelle lettere e nella scienza di un giovinetto fatto volta per volta
per modo che si dirà qui appresso nato a Zagarise da genitori ivi domiciliati
almeno da dieci anni compiti, dell'età non minore di anni sette, che sappia
almeno leggere e scrivere e mostri in generale attitudine e buona disposizione
agli studi. Saggi: “I principi sostanziali ed informatori della scienza” (Napoli,
Regia Università); “Dei sistemi morali e della loro possibile riduzione” (Napoli,
Regia Università); “La moralità della scienza e della vita” (Napoli, Regia
Università); “Elogio di V. Buonsanto” (Napoli, Fibreno); “Filadelfos di G. Gemelli:
Accademia di scienze morali e politiche” (Napoli, Regia Università); “L’infallibilità
della ragione umana considerata nella triplice sfera della scienza, politica, e
della religione” (Napoli, Regia Università); “La morale indipendente” (Napoli,
Regia Università); “L’educazione popolare in Italia” (Napoli, Vaglio); La filosofia
morale (Napoli, Regia Università); “Metafisica dell’estetica” (Napoli, Regia
Università); “Una formula metafisica” (Napoli,
Regia Università); “Galluppi” (Napoli,
Regia Università); “Papasso e Rossi” (Napoli, Cutaneo); “Libero Stato” (Napoli,
Regia Università); “Estetica” (Napoli, Vaglio); “Capasso” (Napoli, Tramater); “La
rosa di Gerico” (Napoli, Poligama); “Metafisica dell'etica” (Napoli, Regia
Università); “Dei sistemi filosofici”; “L’equilibriio”; “La pena di morte” (Napoli,
Regia Università); Baldacchini” (Regia Università, Napoli”, Elogio di Cilento. Sulla
Bella di Camarda, poema di Cappelli (Napoli); “Armonia della libertà politica e
della Scienza morale”; “ Preso da immenso desiderio e ardente”; “Padre, partisti,
forse desolato”; “Aspirazione a Dio”. Il pensiero morale di Tulelli, C. Nardi.
Società Napoletana di Storia Patria, Lettere a Milli, F. Adamoli. Collana "Fondo
Milli" il Poeta Via a Zagarise Via a Catanzaro. La famiglia dona a Zagarise
un'opera raffigurante il filosofo. Discorso di Paolo Emilio Imbriani
all'inaugurazione del busto di Galluppi posto nell'Accademia di Scienze Morali
e Politiche di Napoli Gazzetta Ufficiale
del Regno d'Italia, Zagarise e dintorni, F. Faragò. Lira italiana. Cavaliere Paolo Emilio Tulelli.
Paolo Emilio Tulelli. Tulelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Tulelli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732624534
Grice e Turco –
l’agnella, commedia nuova -- filosofia italiana (Asola). Flosofo. Nacque da una
delle più antiche e nobili famiglie di Asola, allora fiorente cittadina della
Repubblica di Venezia, dove ricoprì importanti cariche politiche in qualità di
deputato, oratore e avvocato della Comunità.
La sua prima opera poetica, la Commedia Nova intitolata Agnella, venne
rappresentata ad Asola durante i festeggiamenti per la visita dei duchi di
Nemours e Beaulieu e altri illustri francesi al loro seguito. L'opera venne in
pubblicata in seguito prima a Treviso, poi a Venezia. Contemporaneo ed amico di
P. Manuzio che in una lettera encomia la sua Canzone in lode di Carlo V scritta
in occasione della morte di quest'ultimo:
«Letta la vostra Canzone scritta in morte del Gran Carlo V, veramente
Signor Carlo onorato, non troppo benigna stella, essendo voi dotato di si
pellegrino ingegno e di tante altre lodevoli qualità, vi condanna a scrivere
dove tra molte tenebre non può risplendere la vostra virtù, con la quale
potevate illustrare voi stesso ed il secolo nostro eccitando in altri il
desiderio di assomigliarvi: laddove hora, avendo voi il campo ristretto per
esercitare le vostre più nobili parti, non veggo come possano apparire effetti
degni di voi ed alla vostra nobile industria corrispondenti» Questa lettera fu in seguito stampata in
Venezia da Lelio Gavardo che, sempre a Venezia, pubblicò una tragedia in versi,
intitolata Calestri. Altre poesie furono stampate anche in Il Sepolcro de la
illustre signora Beatrice di Dorimbergo (Brescia Fabbio, Ludovico ManginiStorie
Asolane, Lettera di Paolo Manuzio a Carlo Turchi, Lett. Volg. Venezia. Carlo
Turco. Turco. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Turco” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732619369/in/datetaken/
Grice e Turoldo – filosofia italiana (Coderno). Filosofo. Figura
profetica, resistente sostenitore delle istanze di rinnovamento culturale, di
ispirazione conciliare.itenuto da alcuni uno dei più rappresentativi esponenti
di un cambiamento spirituale, il che gli ha valso il titolo di coscienza
inquieta. Riceve con intensità le caratteristiche della semplice cultura umana
del suo ambiente nativo e prevalentemente contadino. Colse e fece propria la
dignità delle condizioni povere della sua terra, che costituirono una solida
radice informante tutto lo sviluppo della sua sensibilità e della sua attività
futura. Accolto tra i Servi di Maria nel convento di Santa Maria al Cengio
a Isola Vicentina, sede triveneta della Casa di Formazione dell'Ordine Servita:
dove trascorse l’anno di noviziato. Emise la professione religiosa; il 30
ottobre 1938 pronunciò i voti solenni a Vicenza. Incomincia gli studi filosofici
a Venezia. Nel santuario della Madonna
di Monte Berico di Vicenza e ordinato presbitero da Rodolfi, arcivescovo di Vicenza. Assegnato
al convento di Santa Maria dei Servi in San Carlo al Corso in Milano. Su invito
di I. Schuster, arcivescovo della città, tenne la predicazione domenicale nel
duomo milanese. Insieme con il suo confratello, compagno di studi durante tutto
l’iter formativo nell’Ordine dei Servi e amico Camillo de Piaz, si iscrisse al
corso a Milano e conseguì la laurea con una tesi dal titolo, “La fatica della
ragione: Contributo per un'ontologia dell'uomo”, redatta sotto la guida di Bontadini.
Sia Bontadini sia Carlo Bo gli offriranno il ruolo di Assistente universitario,
a Milano, il secondo a Urbino. Durante l'occupazione nazista di Milano
collabora attivamente con la resistenza creando e diffondendo dal suo convento
il periodico clandestino l'Uomo. Il titolo testimonia la sua scelta dell'umano
contro il dis-umano, perché la realizzazione della propria umanità: questo è il
solo scopo della vita. La sua militanza dura tutta la vita, interpretando il
comando evangelico essere nel mondo senza essere del mondo come un essere nel
sistema senza essere del sistema. Rifiuta sempre di schierarsi con un
partito. Il suo impegno nel dialogo senza preconcetti e nel confronto di
idee talvolta anche duro, si tradusse in particolare nel far nascere, insieme
con Piaz, il centro culturale la Corsia dei Servi (il vecchio nome della strada
che dal convento dei Servi conduceva al duomo). Uno dei principali
sostenitori del progetto Nomadelfia, il villaggio nato per accogliere gli
orfani di guerra con la fraternità come unica legge, fondato da Saltini nell'ex
campo di concentramento di Fossoli presso Carpi, raccogliendo fondi presso la
ricca borghesia milanese. Si rende noto al grande pubblico con due
raccolte di liriche “Io non ho mani” (che gli valse il Premio letterario Saint
Vincent) e “Gli occhi miei” lo vedranno, presentato nella collana mondadoriana
Lo Specchio da Giuseppe Ungaretti. A seguito di prese di posizione
assunte da politici locali e da alcune autorità ecclesiastiche, deve lasciare
Milano e soggiornare in conventi dei Servi dell’Austria e della iera. Venne
dai superiori dell’Ordine assegnato al convento della Santissima Annunziata di
Firenze, e qui incontrò personalità affini al suo modo di sentire, quali fra
Giovanni Vannucci, padre Ernesto Balducci, il sindaco Giorgio La Pira, e molti
altri che nell’ambiente fiorentino animano un tempo in cui si accendono
speranze di rinnovamento a tutti i livelli. Ma anche da Firenze sarà costretto
ad allontanarsi e trascorrerà un periodo di peregrinazioni all’estero.
Rientrato in Italia, venne assegnato al convento di Santa Maria delle Grazie,
nella “sua” Udine. Ma con il rientro in Italia aveva portato con sé un
progetto, nato a contatto con le nuove generazioni nate all’estero dagli
emigrati friuliani: realizzare un film che raccontasse la nobiltà della povera
vita rurale del suo Friuli. Il film con il titolo “Gli ultimi” e ispirato al
racconto Io non ero fanciullo scritto da Turoldo in precedenza, venne concluso con
la regia di Vito Pandolfi. Presentato a Udine, il film tuttavia fu ben presto
rifiutato dall’opinione pubblica friulana, che lo ritenne addirittura
offensivo. Incomincia a cercare un sito dove dare avvio a una nuova
esperienza religiosa comunitaria, allargata alla partecipazione anche di laici.
Questo luogo, con le indicazioni ricevute da amici, venne individuato
nell’antico Priorato cluniacense di Sant'Egidio in Fontanella. Ottenuto il
consenso del vescovo bergamasco C. Gaddi, nvi si insediò ufficialmente. Costruì
accanto allo storico edificio del Priorato una casa per l’ospitalità, che
chiamò Casa di Emmaus, titolo ispirato all’episodio della cena a Emmaus, in cui
Gesù risorto si manifestò ai due discepoli nello spezzare il pane. La casa
costituì un simbolico richiamo alla semplice accoglienza, senza distinzioni di
censo, di religione, o altro: aspetti che caratterizzarono tutta la presenza e
la sua multiforme opera. Costituì inoltre un punto di riferimento per molti
protagonisti della storia culturale e civile italiana. Per molte personalità
del mondo ecclesiale e di altre confessioni cristiane; un solido incentivo al
rinnovamento di linguaggi e di strutture; un laboratorio di creazioni liturgiche
e celebrative, di cui continuano a essere testimoni la versione metrica per il
canto dei Salmi e migliaia di inni liturgici. Insieme con altri frati,
impegnati particolarmente in iniziative di rinnovamento spirituale e culturale,
diede avvio alla pubblicazione di una rivista, il cui titolo è ispirato
all’Ordine dei Servi di Maria, “Servitium”, e ad altre pubblicazioni che si
ricollegavano all’esperienza editoriale della Corsia dei Servi. La
pubblicazione della rivista continua tuttora con cadenza bimestrale, unitamente
all’edizione di altre proposte librarie edite sotto l’omonimo marchio
Servitium. Innumerevoli furono gli interventi di padre David sui media,
dalla carta stampata alle trasmissioni radio e televisive; innumerevoli i
luoghi e le circostanze in cui è stato chiamato a intervenire con la sua
avvincente parola. Da ricordare in particolare i suoi “viaggi della memoria”
nei luoghi della Shoah, tra cui spicca quello a Mauthausen. In quell'occasione
compose una preghiera, poi recitata nella cerimonia conclusiva, pubblicata
successivamente nel libro “Ritorniamo ai giorni del rischio”. Colpito alla fine
degli anni ottanta da un tumore del pancreas, visse con lucida consapevolezza e
trasparente coraggio l’ultimo periodo della vita, dando una incoraggiante
testimonianza sul cammino verso “sorella morte”. Migliaia di persone sfilarono
accanto alla bara in cui era esposto il corpo di padre I funerali a Milano
videro la partecipazione di una numerosa folla nella chiesa di San Carlo al
Corso, dove presiedette le esequie il cardinale C. Martini, che, qualche mese
prima della morte, aveva consegnato a Turoldo il primo "Premio Giuseppe
Lazzati", affermando la propria opinione secondo la quale la chiesa
riconosce la profezia troppo tardi. Un secondo rito funebre venne celebrato nel
pomeriggio a Fontanella di Sotto il Monte, presente ancora una folla che
copriva tutta la collina circostante l’antico Priorato. Nel piccolo cimitero
locale riposa ora sotto una semplice croce lignea, in mezzo alla sua gente. Servitium
dedicò perciò alla sua figura un quaderno a frate dei Servi di santa Maria e
ugualmente fece nel decennale. La grande
passione. Opere: Poesia e opere letterarie «Lungo i fiumi..» I Salmi Milano,
San Paolo, O sensi miei...: (Poesie (Milano, Rizzoli). Sul monte la morte, Servitium,
La morte ha paura, Servitium, poesie,
Milano, Garzanti Teatro, Servitium, I
giorni del rischio (con Salmodia della speranza e rappresentazione in Duomo a
Milano con Moni Ovadia), Servitium, Salmi e cantici. Nuova edizione riveduta della
versione metrica per il canto di Turoldo, Servitium, La passione di San Lorenzo, Servitium (La
terra non sarà distrutta, Servitium, Luminoso
vuoto. Scritti, Servitium, David M. Turoldo, Loris F. Capovilla, Nel solco di
Giovanni, lettere inedite” (Servitium. Saggistica e spiritualità. Lettere dalla
Casa di Emmaus, Servitium, La parabola di Giobbe, Servitium, Santa Maria.Servitium,
Mia chiesa, una terra sola, Servitium, Il dramma è Dio: il divino la fede la poesia. Milano,
Rizzoli, Come i primi trovadori, Servitium, Colloqui con Giovanni, Servitium,
Profezia della povertà, Servitium, Chiamati ad essere, Servitium, È Natale,
Servitium, Mio amico don Milani, Servitium, Pregare, Servitium, Anche Dio è
infelice, San Paolo,.Amare Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, Padre del
mondo, Servitium, Povero sant’Antonio,
Il Messaggero, Padova. Narrativa Mia infanzia d’oro (con “Ritratto d’autore” Servitium,...e
poi la morte dell'ultimo teologo Torino, Gribaudi. “Gli ultimi” Regia: Vito
Pandolfi; soggetto: Turoldo; sceneggiatura: Vito Pandolfi e David Maria Turoldo.
Tra le tante, ci fu "un'iniziativa che fu tentata pochi giorni prima della
morte di Moro e che è stata evocata da B. Craxi nel corso della sua audizione
nella prima Commissione d'inchiesta. In quella circostanza, l'onorevole Craxi
affermò che fu chiamato da Turoldo, che gli chiedeva sostanzialmente di
domandare alla Nunziatura apostolica di dichiararsi disponibile come sede per
far svolgere una trattativa. Turoldo chiese due giorni di silenzio stampa e
insistette molto, con veemenza, affermando che era la sola via possible. (XVII
Legislatura, Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte
di Aldo Moro, Resoconto stenografico, “Tra i memoriali di Mauthausen”, in “Ritorniamo
ai giorni del rischio. Maledetto colui che non spera”, Milano, Corriere "E
Turoldo nascose le armi dei partigiani" La vita, la testimonianza Morcelliana.
C. Piaz e la Corsia dei Servi di Milano, Morcelliana, Turoldo e gli organi
divini. Lettura concordanziale di “O sensi miei...”, Olschki, Una vita con gli
amiciIl mondo delle amicizie di Turoldo, documentario R. Salvi, Roma,
Rai-Educational, A. D'Elia, La peregrinatio poietica prefazione di Dante della
Terza, Firenze, Leo s. Olschki, Marco Cardinali, Il Dio Inseguito. Viaggio alla
scoperta della poesia di David Maria Turoldo, Edizioni Pro Sanctitate, Roma, O.
Romero E. Balducci C. De Piaz N. Fabbretti. Treccani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. David Maria Turolo. David M. Turoldo. David
Turoldo. Giuseppe Turoldo. Turoldo. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Turoldo” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692449799/in/photolist-2mKTjot
Grice e Tuveri – filosofia sarda -- filosofia
italiana (Collinas).
Filosofo. Figlio un noto avvocato. Studia a Cagliari. Di idee repubblicane
comincia l'attività in polemica con molti intellettuali monarchici e
conservatori. Federalista, al Parlamento Subalpino si oppose alla fusione della
Sardegna col Piemonte, e e in forte contrapposizione con Gioberti per le
posizioni anti-repubblicane e anti-mazziniane. Fonda La Gazzetta
Popolare, collabora con numerosi giornali e assunse la direzione del Corriere
di Sardegna. Sindaco, propose il nome di Collinas. Lotta contro il centralismo
del Regno di Sardegna chiedendo maggiore autonomia, soprattutto fiscale, per i
piccoli comuni. Amico di Cattaneo e Mazzini, solleva la cosiddetta questione
sarda, promuovendo un riscatto della Sardegna e del popolo sardo contro uno stato
giudicato centralista e oppressivo. Scrive numerosi saggi filosofici. Assessorato
della pubblica istruzione della Regione autonoma della Sardegna promouove la ristampa dei suoi saggi, editore
C. Delfino, con una introduzione di Bobbio. Saggi: “Pintor” (Torino, Tipografia
G. Cassone); “Specifici contro il codinismo, Cagliari, Arcivescovile, Del
diritto dell'uomo alla distruzione dei cattivi governi. Trattato filosofico,
Cagliari, Tipografia Nazionale, Il governo e i comuni, Cagliari, Tipografia
Nazionale, Esazioni e compulsioni, Cagliari, Timon); La questione barracellare,
Cagliari, Timon, Della libertà e delle caste, Cagliari, Corriere di Sardegna, Sofismi
politici, Napoli, Rinaldi); “Il veggente; Del dritto dell'uomo alla distruzione
dei cattivi governi, Aldo Accardo, Luciano Carta, Sebastiano Mosso; introduzione
di Norberto Bobbio, Della libertà e delle caste; Sofismi politici, Maria Corona
Corrias e Tito Orru, Opuscoli politici. Saggio delle opinioni politiche del
signor deputato sardo Giovanni Siotto Pintor; Specifici contro il codinismo,
Girolamo Sotgiu, Il governo e i Comuni; La questione barracellare, Lorenzo Del
Piano e Gianfranco Contu, Scritti giornalistici. Questione sarda, federalismo,
politica internazionale, questione religiosa, Lorenzo Del Piano, Gianfranco
Contu e Luciano Carta, Per la vita e i tempi di Tuveri e altre opere, A. Delogu, Fonte: "Centro di studi filologi
sardi". Scheda sul sito della Camera
Indipendentismo sardo, Il governo
e i comuni, Cagliari, Tipografia Nazionale, Google Libri. Della libertà e delle
caste, Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, DaTuveri all'intuizione
della concorrenza istituzionale, di A. Bomboi. Venezia; Tuveri. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tuveri: implicature sarda” – The Swimming-Poo
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731951146
Grice ed Ubaldi – la grande sintesi – filosofia
italiana (Foligno). Italian
philosopher. Filosofo. Present un sistema
dell'evoluzione dell'universo considerando la legge dell'evoluzione umana. Chiara
i rapporti d'involuzione ed evoluzione fra le tre dimensioni della materia,
dell'energia e dello spirito, in un processo d'unificazione fra le ipotesi
della scienza. Cerca di spiegare il senso della vita, la funzione del dolore e
la presenza del male. Candidato al premio Nobel, all'ultimo gli fu preferito
Sartre. Il suo sistema filosofico e considerato da Einstein come risulta da un
carteggio dolce e leggero e il suo saggio principale, La grande sintesi, e giudicata
un quadro di filosofia scientifica e antropologica etica, che oltrepassa di
molto i consimili tentative. Nato in una regione influenzata dalla vicinanza
con Assisi e impregnata di spiritualità francescana, inizia la scuola, prosegue
gli studi a Roma e si laurea. Fa voto di povertà e gli appare Cristo.
L'apparizione si sarebbe ripetuta insieme a Francesco di Assisi. Il giorno di
Natale dello stesso anno avrebbe ricevuto il primo di numerosi messaggi.
Insegna a Modica e Gubbio. Nel suo saggio “La grande sintesi” espose il
suo pensiero, messo all'indice, poi riammesso da Giovanni XXIII. La sua vita può essere considerata distinta in
quattro periodi. Nel primo period cerca le risposte nella filosofia, nella
religione e nella scienza senza trovarla. Il secondo periodo si caratterizza da
una sperimentazione pratica a contatto col mondo, d'osservazione della realtà
della vita. Nel terzo periodo scrisse i volumi della sua opera pubblicati in italiano
e nel quarto la parte restante. Ritiene che esiste un'unica sostanza, la
cui essenza e il movimento e che si manifesta come materia statica, energia dinamica
e spirito vitale. L'uomini sono chiamati ad evolversi ampliando la percezione
delle sue coscienze, che da inviduale deve farsi conscienza collettiva, per
farsi poi coscienza cosmica. In tale processo si delinea il futuro stato
organico-unitario degl’uomini, generato da una etica, effetto di una
consapevolezza razionale e non di un emotivo pacifismo. Gl’uomini si
inserirebbe nel fenomeno universale dell'evoluzione tramite la
reincarnazione. Considera la sua filosofia la manifestazione del proprio
destino e della propria ascesa evolutiva, proponendosi attraverso di essa di
arrivare ad una conoscenza utilizzabile per risolvere i problemi della vita, in
maniera consapevole e dignitosa. La grande legge della vita è quella
dell'Amore, tale che la si dovrebbe seguire in ogni situazione: cercare ciò che
unifica. Per questo fare il male significa voler andare contro la corrente del sistema,
perpetuando la separazione, produttrice di sopraffazione e violenza, sino
all'auto-distruzione. Fare il bene, invece, vuol dire cercare di armonizzarsi
con tutto e con tutti, perseguendo quel processo di unificazione che ci riporta
al centro dell'essere, che è rappresentato dalla presenza dell'ordine e della
giustizia del pensiero divino. In tal senso il segreto della felicità consiste
nell'inquadrarsi nell'ordine divino e la preghiera autentica consisterebbe
nella docile accettazione della Legge, cooperando con la Sua azione. Così pure,
il lavorare rappresenterebbe il diventare cooperatori del funzionamento
organico dell'universo. Il fine dell'esistenza è rappresentato
dall'evoluzione. Si tratta dell'evoluzione etica, iscritta nel movimento
dell'evoluzione dell'universo. L'universo viene così inteso come
un'inestinguibile volontà d'amare, di creare e di affermare, in lotta col
principio opposto dell'inerzia, dell'odio e della distruzione. L'etica viene
concepita come dimensione ascendente, a tante dimensioni quante sono le
posizioni dell'essere lungo la scala evolutiva. In tale compito evolutivo
fondamentale sono gli idealiaventi la funzione di orientamento e di guida -,
aventi il compito di anticipare una realtà futura da raggiungere. In questa
fase evolutiva l'impegno deve essere quello della spiritualizzazione,
consistente nel seguire gli ideali, che si sono configurati storicamente nelle
religioni e nelle morali. Ciò può avvenire cercando di praticare la
comprensione reciproca e ricercando la fratellanza universale. Si tratta di un
"cammino ascensionale", frutto di libertà e volontà, attraverso le
quali da un lato si struttura la nostra personalità dall'altro la vita
collettiva progredisce servendosi di tali progressi. La legge delle unità
collettive rappresenta un principio evolutivo fondamentale, quello per cui
tendiamo ad unioni sempre più ampie: dalla coppia alla famiglia, dalle nazioni
alle unioni di popoli, sino all'unione di tutti gli esseri viventi del pianeta,
pur mantenendo diversità e multiformità. Per questo, la via è quella del
superamento di ogni separazione: la separazione da sé stessi, dagli altri, dal
mondo. L'evoluzionismo è, per tutto ciò, ben diverso da quello di Darwin:
guarda all'avvenire ed intuisce oltre l'evoluzione organica già compiuta
dall'essere umano. È più ampio di quello di Teilhard de Chardin, in quanto
concepisce anche un processo involutivodallo spirito, attraverso l'energia,
sino alla materiache motiva e sorregge la via di ritorno, evolutiva, come
processo di unificazione, che dalla presenza del divino nella materia,
attraverso l'energia, ascende verso la spiritualizzazione. È caratterizzato
eticamente, come tensione spirituale verso il superuomo che è presente in
ognuno di noi, differentemente dal superomismo di Nietzsche, sospinto dal
desiderio di espandere solo le potenzialità dell'io. La produzione della
sua opera si basa sul metodo intuitivo, attraverso il quale la coscienza,
facendosi umile e ricettiva, riesce a penetrare per vie interiori l'intima
essenza dei fenomeni, diversamente dal metodo obiettivo che se pur ha il
vantaggio di giungere a conclusioni più universali è nato senza ali, in quanto
basato sulla distinzione tra l'io e il non io, tra il soggetto e l'oggetto, tra
la coscienza e il mondo esteriore. I suoi scrittiseguendo le sue stesse
dichiarazionisarebbero passati da una forma ispirata, collegata ad una forma di
contatto telepatico con le noùri (correnti di pensiero), a livello
"supercosciente", al controllo razionale dell'ispirazione
("metodo dell'intuizione razionalmente controllata"). Tale metodo
avrebbe consentito di esaminare sia la materia che lo spirito nella loro
armonia, unificando scienza e fede, considerate due aspetti della stessa
verità. Elenco degli scritti Ciclo italiano La grande sintesi I grandi
messaggi. La grande sintesi Le nouri ("correnti di pensiero")
L'ascesi mistica. Frammenti di pensiero e di passione: La nuova civiltà del
terzo millennio Problemi dell'avvenire (Il problema psicologico, filosofico,
scientifico). Ascensioni umane. Dio e universo. Profezie (L'avvenire del mondo)’
Commentari (raccolta dei giudizi della stampa sui volumi precedenti). Problemi
attuali. Il sistema (Genesi e struttura dell'universo). La grande battaglia.
Evoluzione e Vangelo; La legge di Dio; La tecnica funzionale della legge di Dio;
Caduta e salvezza; Principi di una nuova etica; La discesa degli ideali; Un
destino seguendo Cristo; Come orientare la propria vita; Cristo; Storia di un
uomo” (Bocca, Milano); Ascenzioni umane. Verso l'armonia con l'ordine cosmico”
(Mediterranee, Roma); Cristo e la sua legge” (Mediterranee, Roma); “La grande
sintesi. Sintesi e soluzione dei problemi della scienza e dello spirito (Edizioni
Mediterranee, Roma); “Le noùri: dal superumano al piano concettuale umano”
(Mediterranee, Roma); La nuova civiltà del terzo millennio. Verso la nuova era
dello spirito, Edizioni Mediterranee, Roma); Problemi dell'avvenire. La civiltà
dello spirito, Edizioni Mediterranee, Roma); L'ascesi mistica. Dal piano
concettuale umano al superumano, Edizioni Mediterranee, Roma); Dio e Universo”
(Edizioni Mediterranee, Roma); Storia di un uomo, Edizioni del centro studi
italiano di para-psicologia, Recco (Ge) Il Sistema, Edizioni del centro studi
italiano di parapsicologia, Recco(Ge) La legge di Dio, Edizioni del centro
studi italiano di parapsicologia, Recco (Ge), La tecnica funzionale della legge di Dio” (Centro
di parapsicologia, Recco);La discesa degli ideali” (Om, Città di Castello); "Un
destino seguendo Cristo" (Om, Città di Castello); "Evoluzione e
Vangelo", Centro Culturale Pietro Ubaldi, Foligno); G.Arcidiacono, PUbaldi
e la scienza moderna, in Atti del Convegno, Roma, A. Elenjimittan, "La
missione ecumenica", in Atti dell'8º Convegno sul pensiero di Pietro
Ubaldi, Roma "I grandi iniziati del nostro tempo", Rizzoli, Milano);
F. Lanari, "Il pensiero"Relazioni tenute nei quattro convegni
dedicati a Pietro UbaldiRoma, Ed. Mediterranee, Roma); F. Lanari "Profeta del terzo millennio", Atti
dell'8º Convegno Roma Filippo Liverziani, "Pietro Ubaldi e le Nòuri",
in Atti dell'8º Convegno sul pensiero di Pietro Ubaldi, Roma); U. Pasquale
Magni, "Scienza e mistica", in Atti dell'8º Convegno, Roma); A.
Marocchino, "Pietro Ubaldi profeta della intesi tra Metafisica e Nuova
Fisica", in Atti dell'8º Convegno,, Roma Luca Marzetti, La scala di
Giacobbe, Perugia. G. Mollo, “Bio-sofo dell'evoluzione umana” (Ed.
Mediterranee, Roma); G. Mollo, "La formazione dell'uomo evoluto nel
pensiero di Pietro Ubaldi", in "Pedagogia e Vita", nGaetano
Mollo, "La visione del mondo tra scienza e fede", in Atti dell'8º
Convegno Roma); G. Mollo, "La visione dell'universo. La prospettiva",
in "Rivista di teosofia", G. Mollo, "Il rapporto tra scienza e
fede. La prospettiva di Ubaldi", in "Rivista di teosofia", Lorenzo Ostuni, Fisica e metafisica di Pietro
Ubaldi in relazione all'uomo contemporaneo, in Atti dell'8º Convegno, Roma); R.
Pieracci, La Grande Sintesi (Mediterranee, Roma); R. Pieracci, "Mistico
dell'Umbria" (Eugubina, Gubbio); A. Pieretti, "La civiltà del terzo
millennio", Bollettino storico della città di Foligno, C. Splendore,
"La Legge Ciclica dell'evoluzione nel pensiero diUbaldi", in Atti del
Convegno sul pensiero di Pietro Ubaldi, Roma. Centro culturale di Foligno, su
pietroubaldi.com. Comune di Foligno per la divulgazione della sua filosofia, presieduto
da G. Mollo, su gaetanomollo. L'opera di
Pietro Ubaldi, su cesnur.org. in Massimo Introvigne, PierLuigi Zoccatelli, Le
religioni in Italia (sezione "Spiritismo, parapsicologia, ricerca psichica"),
sul sito Cesnur.(Center for Studies on New Religions. Pietro Ubaldi. Ubaldi.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Ubaldi e Grice,” per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689506789/in/photolist-2mNaHiH-2mLGod1-2mKCewV
Grice ed Unicorno – arimmetica universale – filosofia italiana -- (Bergamo). essential
Italian philosopher; unicorno (n.), Filosofo. Unicorno. Keywords: arithmos,
numerus, numero, number. Opere: De l'arithmetica universale, In Venetia, Francesco
senese De Francesch. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691952949/in/photolist-2mKQLG6
Grice e Vacca – filosofia italiana (Bari). Essential Italian philosopher. Grice: “My
favourite of his books is “L’ala del silenzo”great title, from Alighieriabout litotes
and understatement --.Deputato della Repubblica
Italiana LegislatureIX, X Gruppo parlamentarePCI CollegioBari Sito
istituzionale Dati generali Partito politicoPartito Comunista Italiano, Partito
Democratico della Sinistra, Partito Democratico Titolo di studiolaurea in giurisprudenza
e filosofia del diritto Professione docente universitario. Filosofo. Si laureò
in filosofia del diritto discutendo una tesi sulla filosofia politica e
giuridica di Croce. Fin dagli anni giovanili ha sempre svolto una intensa
attività di organizzatore di cultura, culminata con l'impegno dedicato alla
casa editrice De Donato. Membro del comitato centrale del Partito Comunista
Italiano è poi stato nella direzione del Partito Democratico della Sinistra.
Libero docente in Storia delle dottrine politiche, vinse la cattedra di tale
disciplina presso l'Bari. -- è stato nel consiglio di amministrazione
della RAI. Deputato per il PCI nella IX e X Legislatura nella circoscrizione
elettorale Bari-Foggia. In occasione delle elezioni comunali, si è candidato a
sindaco con il sostegno della coalizione di centro-sinistra, ma è stato
sconfitto da Simeone Di Cagno Abbrescia. Ha ricoperto incarichi di partito in
Puglia e a livello nazionale. Ha rivolto poi i suoi studi alla storia del
marxismo contemporaneo. Dirige la Fondazione Istituto Gramsci di Roma,
diventandone poi Presidente fino al. Membro del Cda dell’Istituto
dell’Enciclopedia italiana presiede la Commissione scientifica dell’Edizione
degli scritti di Gramsci. Professore di Storia delle dottrine politiche
nell’Bari, si è occupato in particolare dell'idealismo novecentesco e
dell'hegelismo italiano nella seconda metà del XIX secolo, con particolare
riferimento alla genesi del marxismo in Italia. Saggi: “Politica e
filosofia in Spaventa” (Bari, Laterza); Lukàcs o Korsch?, Bari, De Donato, Marxismo
e analisi sociale, Bari, De Donato, Scienza, Stato e critica di classe. Galvano
Della Volpe e il marxismo, Bari, De Donato); Politica e teoria nel marxismo
italiano, Antologia critica (Bari, De Donato); PCI, Mezzogiorno e
intellettuali. Dalle alleanze all'organizzazione, a cura di, Bari, De Donato, Saggio su Togliatti e la tradizione comunista,
Bari, De Donato, Osservatorio meridionale. Temi di politica culturale” (Bari,
De Donato, Quale democrazia. Problemi della democrazia di transizione, Bari, De
Donato, Criticità e trasformazione. Korsch teorico e politico, Bari, Dedalo, Gli intellettuali di sinistra e
la crisi, a cura di, Roma, Editori Riuniti, Comunicazioni di massa e
democrazia, a cura di, Roma, Editori Riuniti, L'informazione negli anni
Ottanta, Roma, Editori Riuniti, Il marxismo e gli intellettuali. Dalla crisi di
fine secolo ai Quaderni del carcere, Roma, Editori Riuniti, Tra compromesso e
solidarietà. La politica del PCI (Roma, Editori Riuniti); Gorbačëv e la
sinistra europea, Roma, Editori Riuniti, Tra Italia e Europa. Politiche e
cultura dell'alternativa, Milano, Angeli, Gramsci e Togliatti, Roma, Editori
Riuniti, Dal PCI al PDS. Intervista, Bari,
Delphos, Togliatti sconosciuto, Roma, l'Unità, Pensare il mondo nuovo. Verso la
democrazia, Cinisello Balsamo, San Paolo, Per una nuova Costituente, Milano,
PasSaggi Bompiani, Vent'anni dopo. La sinistra fra mutamenti e revisioni,
Torino, Einaudi, Da un secolo all'altro. Mutamenti della politica nel
Novecento, Milano, Bompiani, Appuntamenti con Gramsci. Introduzione allo studio
dei Quaderni del carcere, Roma, Carocci, Gramsci e il Novecento (Roma, Carocci); Presente
futuro. Idee per lo sviluppo ecosostenibile della Puglia, Bari, Dedalo, X. Riformismo
vecchio e nuovo, Torino, Einaudi, In tempo reale. Cronache del decennio, Bari,
Dedalo, Ritorno in Puglia. Tre anni di volontariato politico, Bari, Palomar, Federalismo,
sviluppo economico e coesione sociale in Puglia, e con Luigi Masella, Lecce.
Martano, L'unità dell'Europa. Rapporto sull'integrazione europea, a cura di, Bari,
Dedalo, Roma, Nuova iniziativa editoriale, Il dilemma euroatlantico. Rapporto della
Fondazione Istituto Gramsci sull'integrazione europea, a cura di, Roma, Nuova
iniziativa editoriale, Dalla Convenzione alla Costituzione. Rapporto 2 della
Fondazione Istituto Gramsci sull'integrazione europea, a cura di, Bari, Dedalo,
I dilemmi dell'integrazione. Il futuro
del modello sociale europeo. Rapporto sull'integrazione europea, e con José
Luis Rhi-Sausi, Bologna, Il mulino); “Il riformismo italiano: dalla fine della
guerra fredda alle sfide future” (Roma, Fazi); “Gramsci tra Mussolini e Stalin”
(Roma, Fazi); cura di Gramsci, Nel mondo grande e terribile. Antologia degli
scritti Torino, Einaudi, Studi gramsciani nel mondo. e con Giancarlo Schirru, Bologna, Il mulino, Perché l'Europa? Rapporto sull'integrazione
europea, e con José Luis Rhi-Sausi, Bologna, Il mulino, Studi gramsciani nel
mondo. Gli studi culturali, e con Paolo Capuzzo e G. Schirru (Bologna, Il mulino)
Le forme e la storia. Scritti in onore di B. De Giovanni, e con M. Montanari e
Franca Papa, Napoli, Bibliopolis, Il Novecento di Eugenio Garin. Atti del
Convegno di studi, e con Saverio Ricci, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana,. Studi gramsciani nel mondo. Gramsci in
America Latina, e con Dora Kanoussi e Giancarlo Schirru, Bologna, Il mulino, Vita
e pensieri di Antonio Gramsci. Collana
Storia, Torino, Einaudi,,Collana ET Storia, Einaudi, Moriremo democristiani? La
questione cattolica nella ricostruzione della Repubblica, Roma, Salerno); “Il
fascismo in tempo reale: studi e ricerche di A. Tasca sulla genesi e
l'evoluzione del regime fascista, con D. Bidussa (Milano, Feltrinelli); Togliatti
e Gramsci. Raffronti, Pisa, Edizioni della Normale, Modernità alternative. Il
Novecento di Antonio Gramsci, Torino, Einaudi,.Togliatti, La politica nel
pensiero e nell'azione, Scritti e discorsi, G. Vacca con M. Ciliberto,
Bompiani, Milano Quel che resta di Marx,
Salerno Editore, Roma, L'Italia contesa.
Comunisti e democristiani nel lungo dopoguerra, Marsilio, Venezia Giuseppe Vacca, su storia.camera, Camera dei
deputati. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732826190
Grice e Vaccarino – l’errore del filosofo – filosofia
italiana (Pace del Mela). Essential Italian philosopher. Grice: “I
appreciate his metaphor of the ‘chemistry of the mind,’ la ‘chimica del
pensiero,’and the idea that philosophers commit only ONE mistake (“l’errore dei
filosofi”)!”.Flosofo. Figlio primogenito di Antonino
Vaccarino, titolare di un importante saponificio, e di Caterina Tracuzzi. Laureato
a Milano. Fonda “Sigma” pubblicata a Roma. Fonda “Methodos”, trimestrale di
metodologia e di logica simbolica. Si occupa prevalentemente di logica ed
epistemologia. Pubblica una serie di articoli sulla rivista Archimede su
invito di Geymonat. Abilitato alla libera docenza in Filosofia della scienza,
ma assorbito dai suoi studi e da altre attività non si dedica all'insegnamento.
Ha incarico di tenere il corso di Storia della filosofia antica presso Messina.
Riceve anche quello di Filosofia della scienza. Nominato professore associato
di Filosofia della scienza, ma non ottenne mai la cattedra di ordinario. Partecipa
a vari congressi. In quello di Amsterdam ebbe l'occasione di conoscere Joseph
Maria Bochenski e incaricarlo di dirigere la sezione di logica simbolica di Methodos.
A quello di Parigi partecipa insieme con S. Ceccato, V. Somenzi e F.
Rossi-Landi con i quali era in stretti rapporti di amicizia. Contribusce alla
fondazione della rivista Methodologia nata per iniziativa della Società di
Cultura Metodologica Operativa di Milano, presieduta da Felice Accame. Molto
vicino alle vedute filosofiche dei neo-positivisti, ma in seguito si capì che
per dare soluzione ai problemi posti dalla tradizionale filosofia bisogna
anzitutto effettuare un'indagine sul metodo scientifico onde spiegare perché è
l'unico considerabile come valido. Sviluppa in questo senso sulla “Sigma” una
teoria che chiama della "meta-conoscenza", in quanto ricondotta a una
disciplina avente per oggetto la conoscenza. Successivamente si convince che
per procedere in modo effettivamente scientifico bisogna eliminare ogni a-priorismo
effettuando un'analisi sistematica dei significati di tutte le parole di cui ci
avvaliamo e riconducendoli alle operazioni mentali e non mentali da cui sono
costituiti. Sotto questo profilo i suoi interessi si incontrarono con quelli di
S. Ceccato e della scuola pperativa. Ma mantenne una posizione autonoma,
ritenendo che la ricerca di base deve puntare su una semantica e non su una
ricerca di tipo cibernetico, come invece sostene Ceccato. Però accetta e
condivide il concetto che bisogna occuparsi del modo come operiamo a livello
mentale per descrivere i significati. Perciò respinge vedute allora in auge,
come quelle della filosofia analitica, che riconducendo i significati
semplicemente all'uso che se ne fa parlando, li lascia in analizzati
assumendoli implicitamente come prius, in quanto tali, dogmatici. Si dedica
assiduamente a queste ricerche, pervenendo alla elaborazione di un metodo
generale di analisi dei significati. Le sue ricerche conduce, tra l'altro,
all'introduzione di una formulistica idonea alla definizione delle operazioni
mentali, prospettando una sorta di chimica della mente. La vastità e la
complessità delle sue indagini lo costringe a procedere a molti ripensamenti e
revisioni. Pubblica “La chimica della mente”. In cui espone i principali
risultati a cui e pervenuto. Vince il premio L'Inedito con il racconto “Lo
sporco”, pubblicato da Marsilio. Prospetta ampliamenti e modifiche delle sue
teorie nel saggio “Analisi dei Significati”, pubblicato a Roma da Armando. Pubblica
presso la CULP di Milano “Scienza e Semantica Costruttivista”, dedicato a una
critica di correnti vedute professate da filosofi della scienza. I suoi
interessi si rivolgeno anche alla codificazione di una logica contenutistica in
grado di fissare i criteri di compatibilità e incompatibilità tra i significati
in riferimento alle loro operazioni costitutive. In tal modo la logica diviene
una filiazione della semantica. La summa dei suoi lavori di semantica è pubblicata
a Rimini in “Dalle operazioni mentali alla semantica”. Nella prefazione al
volume Introduzione alla semantica edito da Falzea a Reggio Calabria, Si lo
considera l'ultimo dei grandi illuministi. Opere: “L'errore dei filosofi”
(D'Anna, Messina); “La chimica della mente” (Carbone, Messina); “Analisi dei significati”
(Armando, Roma); “Scienza e semantica costruttivista” (Cooperativa Libraria
Universitaria del Politecnico, Milano); “Introduzione alla semantica” (Falzea,
Reggio Calabria); “Scienza e semantica” (Melquiades, Milano); “Prolegomeni:
dalle operazioni mentali alla semantica” (Ciddo, Rimini); “Lo sporco. Il pulito,
duepunti edizioni. Repubblica Semantica
Filosofia della scienza Centro
Internazionale Di Didattica Operativa onlus, su ciddo. Methodologia on-line, su
methodologia.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731101657/in/dateposted/
Grice e Vaccaro (Palermo). Essential Italian philosopher. Grice: “My favourite of
his books is ‘eteropie,’ a pun on homotopos.” Filosofo.
Laureato a Palermo, inizia l'attività di docenza presso lo stesso ateneo prima
come professore a contratto, poi come ricercatore e dal 2006 come professore
associato. Titolare del corso di Filosofia politica e supplente di Scienza
politica nella Facoltà di Scienze della formazione dell'ateneo
palermitano. -- è pro-rettore dell'Palermo per la “politiche di
solidarietà sociale e di cooperazione per lo sviluppo”; inoltre è condirettore
della collana “Eterotopie” dell'editore Mimesis di Milano, membro fondatore
della “Società Italiana di Filosofia Politica” e del Centro interdisciplinare
in Bio-politica, Bio-economia e Processi di Soggettivazione a Salerno. Vicepresidente
dell'ONG palermitana della Cooperazione Internazionale Sud-Sud. I suoi ambiti
di ricerca si orientano sulla teoria critica (soprattutto Adorno e Benjamin
della Scuola di Francoforte) e sulla decostruzione post-strutturalista francese
(principalmente Foucault e Deleuze) dai quali ricava strumenti di analisi da
mettere alla prova nel campo della globalizzazione, della governance e dei
diritti umani. Opere Decostruzione di una realtà macchinica, in Il
camaleonte e l'iscrizione, Palermo, Ila Palma, Il capitalismo regolato
statualmente, curatela con Franco Riccio e A. Caruso (Milano, Angeli); “Oltre
la pace: saggi di critica al complesso politico militare, curatela con F. Magno
(Milano, Angeli); “Adorno e Foucault: congiunzione disgiuntiva” (Palermo, ILA
Palma); “Il pensiero (check) anarchico (Verona, Demetra); “Il secolo
deleuziano” (Milano, Mimesis Edizioni); “Il pianeta unico” (Milano, Elèuthera);
“Anarchismo e modernità” (Pisa, BFS); “CruciVerba: lessico per i libertari”
(Milano); “Zero in condotta, Globalizzazione e diritti umani” (Milano,
Mimesis); “Biopolitica e disciplina” (Milano, Mimesis); “Lo sguardo di
Foucault” (Roma, Meltemi); “Governance e democrazia” (Milano, Mimesis). Vaccaro
Prof. Salvatore delegato alle politiche di solidarietà sociale e di
cooperazione per lo sviluppo, su Università degli Studi di Palermo. Mimesis Edizioni: collane. Archiviato iPalermo:
scheda docente., su scienzeformazione.unipa. Biblioteca nazionale di Firenze:
catalogo autore., su opac.bncf.firenze..
Foucault: scheda autore., su portail-michel-foucault.org. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732796325
Grice e Vailati –
semantica filosofica – filosofia italiana (Crema). Essential Italian philosopher. an important figure in the
history of formal semantics, influenced by Peano, who in turn influenced
Whitehead and Russell, and thus Grice. Filosofo. Si laurea a Torino.
Qui insegnò, dopo aver lavorato come assistente di Peano e Volterra. Lscia il suo
posto universitario e così poté proseguire i suoi studi in modo indipendente, e
si guadagna da vivere insegnando matematica. Lascia circa 200 saggi e
recensioni che toccano un'ampia gamma di discipline. La sua opinione nei
confronti della filosofia e che essa fornisse una preparazione e gli strumenti
per il lavoro scientifico. Per questa ragione, e perché la filosofia dove
essere neutrale fra opposte convinzioni, concezioni, strutture teoriche, ecc.,
il filosofo dovrebbe evitare l'uso di un linguaggio tecnico specialistico, ma
dovrebbe usare il linguaggio che la filosofia adotta in quelle aree in cui è
interessata. Ciò non vuol dire che il filosofo debba soltanto accettare
qualunque cosa egli trovi. Un termine del linguaggio ordinario potrebbe essere
problematico, ma le sue carenze dovrebbero essere corrette piuttosto che
sostituite con qualche nuovo termine tecnico. Il suo pensiero sulla
verità e sul significato e influenzato da filosofi come Peirce e Mach. Con
cautela distinse fra significato e verità. La questione di determinare che cosa
vogliamo dire quando enunciamo una data proposizione, non solo è una questione
affatto distinta da quella di decidere se essa sia vera o falsa. Tuttavia, dopo
aver deciso cosa si vuole dire, l'azione di decidere se ciò è vero o falso è
cruciale. Vailati ebbe un pensiero positivista moderato, sia nella scienza che
nella filosofia: "La tattica adottata dai pragmatisti in questa loro
guerra contro l'abuso delle astrazioni e delle unificazioni consiste, come è
noto, nel proporre che, anche nelle questioni filosofiche, come si fa sempre in
quelle scientifiche, si esiga, da chiunque avanzi una tesi, che egli sia in
grado di indicare quali siano i fatti che, nel caso che essa fosse vera,
dovrebbero, secondo lui, succedere (o esser successi), e in che cosa essi
differiscano dagli altri fatti che, secondo lui, dovrebbero succedere (o essere
successi) nel caso che la tesi non fosse vera. Le influenze e i contatti di
Vailati furono molti e vari, e spesso fu etichettato come "l'italiano
pragmatista". Egli deve molto a Peirce e James (fu uno dei primi a
distinguere i loro pensieri), ma egli subì anche l'influenza di Platone e Berkeley
(che egli vide come precursori importanti del pragmatismo), Leibniz, V. Welby-Gregory,
Moore, Russell, Peano eBrentano. Vailati corrispose con molti dei suoi
contemporanei. La prima parte della sua opera comprende scritti sulla
Logica matematica; in essi focalizza l'attenzione sul suo ruolo in filosofia e
distinguendo fra logica, psicologia ed epistemologia; la dottrina recente pone
Vailati e il suo allievo M. Calderoni nella categoria storiografica del
«pragmatismo analitico» italiano. I suoi principali interessi storici
riguardarono la meccanica, la logica e la geometria; egli diede un importante
contributo in molti campi, compreso lo studio della meccanica post-aristotelica
greca, dei predecessori di Galileo, della nozione di definizione e del suo
ruolo nell'opera di Platone e Euclide, delle influenze matematiche sulla logica
e sull'epistemologia, e sulla geometria non-euclidea di Saccheri. E particolarmente
interessato ai modi in cui quelli che potrebbero essere visti come gli stessi
problemi sono inquadrati e trattati in periodi differenti. Il suo lavoro di
storico della scienza fu strettamente connesso con quello filosofico: per le
due attività, infatti, utilizzò gli stessi pensieri e metodologie di fondo.
Vailati vedeva lo studio storico e lo studio filosofico come differenti
nell'approccio ma non nell'argomento; crede, inoltre, che dovesse esserci
cooperazione fra filosofi e scienziati nell'approfondimento degli studi
storici. Ritene anche che una storia completa richiedesse che si tenesse in
conto anche il background sociale pertinente. Il superamento delle teorie
scientifiche, grazie a nuovi risultati, non comporta la loro distruzione,
perché la loro importanza aumenta proprio per il fatto di essere superate. Ogni
errore ci indica uno scoglio da evitare mentre non ogni scoperta ci indica una
via da seguire. La posizione di Vailati sulla storia della scienza ricalca
quella di una serrata critica al positivismo, in un contesto teorico dove il
pragmatismo ammette nuovi strumenti di comprensione e anche di valutazione
della scienza, come mostrano anche le vicende di M. Calderoni (I. Pozzoni, Il
pragmatismo analitico italiano di Mario Calderoni, Roma, IF Press, e di Peano,
il quale vanta certe affinità con il pensiero filosofico del periodo (G.
Rinzivillo, G. Vailati, Storia e metodologia delle scienze in Una epistemologia
senza storia, Roma, Nuova Cultura, e Peano, Contributi invisibili in Una
epistemologia senza storia, I. Pozzoni, Il pragmatismo analitico (Villasanta, Liminamentis);
Peano, In Memoriam, Boll. di matematica, I. Pozzoni, Cent'anni di Vailati” (Liminamentis,
Villasanta); M. Zan, “La formazione di Vailati” (Congedo Editore, Galatina
(Lecce); G. Sava, La psicologia tra Vailati e Brentano, in "Il
Veltro", Roma, Giuseppe Giordano, Giovanni Vailati filosofo della scienza,
Firenze, Le Lettere, Ivan Pozzoni, Il pragmatismo analitico italiano di
Giovanni Vailati, Liminamentis Editore, Villasanta, Lucia Ronchetti, L'archivio in Quaderni di
Acme, Bologna, Cisalpino, Scritti filosofici. TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana; giovanni-vailati.net. Fondo archivistico e librario
conservato presso Milano, Il contributo italiano alla storia del Pensiero:
Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Vailati, Vailati. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Vailati: la
semantica filosofica," The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia.
Grice e Valent – la forma del
linguaggio – filosofia italiana (Treviso). “Some like Vitters, but Valent’s my man.”Grice.
Grice: “Valent wrote the only legible introduction to Vitters’s
thought!”Essential Italian philosopher. Filosofo. Insegna a Catania e
Venezia. Si occupa di ontologia, logica dialettica, linguaggio, storia e
interpretazione delle grandi categorie della filosofia occidentale. Dai primi
studi sull'empirismo-scetticismo, sul pensiero italiano e sull'analisi del
linguaggio (Wittgenstein), è giunto ad indagare attorno alla teoria della
negazione e del divenire in chiave dialettica. Sulla base di tali premesse, che
orientavano verso una rilettura dei canoni e dei presupposti del rapporto
ragione-follia, si è impegnato a ridisegnare, insieme con un gruppo di psichiatri
e psicologi del Centro Psico-sociale di Orzinuovi cresciuti nel solco
dell'esperienza critica inaugurata da Basaglia, un modello della psiche
adeguato alla comprensione e alla cura della malattia mentale, dando vita a
quello che è stato definito l'approccio dialettico-relazionale. Collabora con
il gruppo teatrale "Scena Sintetica" nella messa in scena di testi
filosoficamente rilevanti (Parmenide, Eraclito, Melville, Severino, Galimberti).
Presso Moretti è in corso di stampa l'edizione delle sue opera. La sua filosofia
muove da un'originale riformulazione di alcune questioni legate alla filosofia
di Severino, alla tradizione neo-idealistica italiana (Gentile) ma anche neo-scolastica
(Bontadini), e dipendenti dalla riconsiderazione speculativa del concetto del
negativo. Descrivendo la sua formazione si define «resciuto a una scuola
filosofica di ispirazione ontologica, screziata da un netto disegno dialettico
e pungolata dallo scrupolo fenomenologico. Analizzando le implicazioni
concettuali e pratiche della negazione così com'è stata pensata in uno dei
punti più alti e rilevanti della tradizione dialettica, ovvero nella Scienza
della logica di Hegel, critica l'idea intellettualistica della negazione intesa
come esclusione, proponendo al contrario una negazione come inclusione e una
filosofia animata dal principio di ospitalità. Il "no" della
negazione, lungi dal dar vita a una realtà separata, è ciò che innerva il reale
nella sua essenza metamorfica e vitale, nella sua splendida apertura alla
novità, alla trasformazione e al cambiamento di cui il filosofo è appassionato
investigatore. A questo scopo e in evidente autonomia rispetto all'impianto
destinale della filosofia della necessità di Severino, esplora la categoria
modale della possibilità, cercando di mettere in discussione sia l'opposizione
frontale tra realtà e irrealtà, sia la priorità assoluta della positività del
reale nonostante la negatività dell'irreale. L'esserci e non l'essere è, per
Valent, che legge Hegel con Wittgenstein, la determinatezza semantica e
sintattica, il plesso grammaticale e vitale che ricongiunge l'esperienza intesa
come luogo dell'emergere della differenza e dell'incalzare degli eventi con la
teoria della razionalità quale analisi del permanere e della necessità. Ecco
che di contro all'ontologia fondamentale di Severino si fa largo l'idea di una
micro-ontologia intesa non come una “ontologia del piccolo”, bensì, piuttosto,
nel senso che non c'è nessun evento che non si disponga per virtù propria in
una peculiarità di significato, nel vigore elementare e insieme metamorfico di
un qui. Ma micro-ontologia anche come ontologia del remoto,
dell'avverso-diverso, dell'improbabile, dell'anonimo, del folle: di tutto ciò
che insieme si ritiene minore nella capacità di realtà. Con la proposta di una
micro-ontologia intendeva sottolineare l'autonomia e la resistenza del diamante
della dialettica come principio di determinazione semantica fondato sulla
relazione-negazione inclusiva e situato nella prospettiva strategica propria
dell'esserci, rispetto al rischio delle ricadute nella mistica dell'essere e di
quella totalità assoluta che, in quanto tale, appare separata e isolata,
esercitando la sua imposizione distruttiva al di fuori della logica della
relazione e dell'inclusione. Di contro all'autentico totalitarismo di questa
idea di totalità assoluta propone la ripresa del detto eracliteo del Panta δια
pánton, ossia di quel tutto attraverso il tutto che è la forma radicale della
illacerabile relazionalità della vita. Solo se ogni differenza tra gli umani è
un modo differente di essere il tutto allora le discriminazioni tra piccolo e
grande, forte e debole, femmina e maschio, nero e bianco, ricco e povero, sano
e malato, non avranno ragione d'essere (se non in quanto differenti
manifestazioni dell'identico, invece che differenze di principio e di valore. Opere:
Verità e prassi (Vannini, Brescia); La forma del linguaggio. Studio sul Tractatus
logico-philosophicus” (Francisci, Abano Terme (Padova), Invito a Wittgenstein,
Mursia, Milano; “Asymmetron, Quaderni de "Il Palazzo della Grande
Utopia", Milano Dire di no. Filosofia Linguaggio Follia, Teda,
Castrovillari (Cosenza); Dire di no. Scritti teorici, Opere (Moretti, Bergamo);
“Asymmetron: microntologie della relazione. Scritti teorici 2, in Opere di
Italo Valent V, a c. di Tagliapietra, Moretti & Vitali, Bergamo. Panta
διαpánton. Scritti teorici su follia e cura, in Opere di Italo Valent VI, a c.
di Tagliapietra, Moretti&Vitali, Bergamo. La forma del linguaggio. Studio
sul "Tractatus logico-philosophicus. Scritti su Wittgenstein, Sophón.
Aforismi per l'anima, a c. di Valent, con un saggio di Andrea Tagliapietra,
Moretti&Vitali, Bergamo. Opere. La filosofia, prima di ogni altra definizione
dotta, è amore per la realtà. In ricordo, in "XÁOS. Giornale di
confine", Dire di no. Scritti teorici, Panta διαpánton. Scritti teorici su
follia e cura. Italo Valent. Valent. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Valent”, The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731887331/in/datetaken/
Grice
e Valeri -- uno spazio tra se e se –
l’antropologia filosofica come ricerca dell’intersoggetivo -- filosofia
(Somma Lombardo). Essential Italian philosopher. Grice: “I especially like his
idea of anthropology, alla Kant, as the search for the subject.” “Tra se e se.”
Filosofo. Laureatosi in
filosofia a Pisa, quale allievo pure della Scuola normale superiore, discutendo
una tesi sul pensiero di Lévi-Strauss, con relatore Barone, si rivolse agli studi di antropologia,
conseguendo un dottorato di ricerca a Pisa. Le sue ricerche riguardarono molti
argomenti, fra cui, i sistemi politici, la parentela e il matrimonio, la
ritualità, così come l'antropologia sociale ed economica, la storia comparata
degli usi e costumi dei popoli, che condusse lungo la linea di pensiero del suo
maestro Lévi-Strauss. Gli è stato assegnato per i suoi studi e le sue ricerche
di antropologia culturale, il premio ”Guggenheim Fellowship“ per le scienze
sociali. Fra i molti suoi lavori. Cura pure diverse voci antropologiche
per l'Enciclopedia Einaudi. Tra le sue molte opere pubblicate postume, il
saggio “Uno spazio tra sé e sé. L'antropologia come ricerca del soggetto” che
può considerarsi una sua autobiografia intellettuale. Saggi: Uno spazio
tra sé e sé. L'antropologia come ricerca del soggetto (Roma); S. Ghiaroni,
"Società, soggetto, sacrificio. La teoria del sacrificio di Valeri",
in Studi e materiali di storia delle religioni, S. Ghiaroni, ”Società, Soggetto, Sacrificio.
La teoria del sacrificio di Valerio Valeri tra Hawaii e Indonesia“, Studi e
materiali di storia delle religioni, Dal titolo: Natura e cultura: introduzione
alla teoria dello scambio e della parentela di Claude Levi-Strauss, Pisa, A. A.
Per notizie biografiche più esaustive, riferirsi alle xxvii-xix dell'opera: in merito alla
rilevanza di Valeri come studioso e ricercatore; Valerio Valeri. Valeri.
Keywords: antropologia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valeri” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732762370/in/datetaken/
Grice
e Valla – volutta – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma).
essential Italian philosopher. Filosofo. Nato da genitori di origini piacentine (il padre
era l'avvocato Luca della Valle), riceve la sua prima educazione a Roma e
Firenze, imparando il greco da G. Aurispa e da R. Aretino. Lo guida lo zio
materno Melchiorre Scribani, un giurista funzionario in Curia. La sua
prima opera e il De comparatione Ciceronis Quintilianique ("Confronto fra
Cicerone e Quintiliano"), in cui elogia il latino di Quintiliano a scapito
di quello di Cicerone, andando contro all'idea corrente e mostrando già in
questo primo scritto il suo gusto per la provocazione. Quando muore lo zio,
spera di ottenere un impiego nella Curia Pontificia. Ma i due autorevoli
segretari A. Loschi e P. Bracciolini, ferventi ammiratori di Cicerone, si opponeno
all'assunzione/ Grazie all'aiuto di A. Beccadelli, detto il Panormita, e chiamato
ad insegnare retorica a Pavia, succedendo al maestro bergamasco G. Barzizza. Questi
anni furono fondamentali per lo sviluppo della sua filosofia. Pavia e infatti
un vivo centro culturale e egli puo approfondire le sue conoscenze giuridiche,
osservando inoltre l'efficacia del procedimento di analisi critica dei testi,
che lo Studio pavese applicava con rigore. Acquire una grande reputazione con
il dialogo “Della volutta”, nel quale si oppone fermamente alla morale stoica e
all'ascetismo, sostenendo la possibilità di conciliare la morale ricondotto
alla sua originarietà, con l'edonismo, recuperando così il senso della
filosofia di Lucrezio, che sottolinea come tutta la vita dell'uomo sia
fondamentalmente volta alla volutta, intesa non come istintività, ma come
calcolo dei vantaggi e svantaggi conseguenti ad ogni azione. A conclusione del
dialogo,sottolinea, però, come per l'uomo la suprema voluttà e la ricerca
spirituale. Si tratta di un saggio considerevole, poiché, per la prima volta,
una tendenza filosofica che era rimasta confinata nell'ambito della filosofia
romana classica vene rivalutata. Le polemiche che seguirono alla pubblicazione
del testo, gli costringe a lasciare Pavia. Da allora passa da un luogo
all’altro, accettando brevi incarichi e tenendo lezioni in diverse città. Fa la
conoscenza del re Alfonso V al cui servizio entra. Il re ne fa il suo
segretario, lo difende dagli attacchi dei suoi nemici e lo incoraggia ad aprire
una scuola a Napoli. Durante il pontificato di Eugenio IV, pubblica sulla
falsa donazione di Costantino, “De falso credita et ementita Constantini
donatione". In esso, con argomentazioni storiche e filologiche, dimostra
la falsità della donazione di Costantino, documento apocrifo in base al quale
la chiesa giustifica la propria aspirazione al potere temporale. Secondo questo
documento, infatti, sarebbe stato lo stesso imperatore Costantino, trasferendo
la sede dell'impero a Costantinopoli, a lasciare alla Chiesa di Roma il
restante territorio dell'Impero romano. La dimostrazione di Valla è accettata e
lo scritto è datato all'VIII secolo o IX secolo. Quid, quod multo est
absurdius, capit ne rerum natura, ut quis de Constantinopoli loqueretur tanquam
una patriarchalium sedium, que nondum esset, nec patriarchalis nec sedes, nec
urbs christiana nec sic nominata, nec condita nec ad condendum destinata?
Quippe privilegium concessum est triduo, quam Constantinus esset effectus
christianus, cum Byzantium adhuc erat, non Constantinopolis. E, ciò che è molto
più assurdo e non rientra nella realtà dei fatti, come si può parlare di
Costantinopoli come di una delle sedi patriarcali, quando ancora non era né
patriarcale né una sede né una città cristiana né si chiamava così, né era
stata fondata, né la sua fondazione era stata decisa? Infatti il privilegio fu
concesso tre giorni dopo che Costantino si fece cristiano, quando Bisanzio
esisteva ancora e non Costantinopoli. Dimostra che anche la lettera ad Abgar V
attribuita a Gesù e un falso e, sollevando dubbi sull'autenticità di altri
documenti spuri e ponendo in discussione l'utilità della vita monastica e
mettendone in luce anche l'ipocrisia nel De professione religiosorum ("La
professione dei religiosi"), suscita l'ira delle alte gerarchie
ecclesiastiche. E obbligato, pertanto, a comparire davanti al tribunale
dell'Inquisizione, alle cui accuse riusce a sottrarsi soltanto grazie
all'intervento del re. Visita nuovamente Roma, dove i suoi avversari sono ancora
molti e potenti. Riusce a salvarsi da morte certa travestendosi e ritornando a
Napoli. Vengono divulgati gli Elegantiarum libri sex, i sei libri
sull'"eleganza" della lingua Latina. Il saggio raccoglie una serie
straordinaria di passi desunti dai più celebri scrittori latini (Virgilio,
Cicerone, Livio), dallo studio dei quali occorre codificare i canoni
linguistici, stilistici e retorici della lingua latina. Il saggio costitue la
base scientifica del movimento umanista impegnato a riformare il latino sullo
stile ciceroniano. In le "Emendationes sex librorum Titi Livii"
discute, col suo modo di scrivere brillante e caustico, correzioni ai libri
21-26 di Livio in opposizione ad altri due intellettuali della corte napoletana
il Panormita ed il Facio che non avevano il suo stesso spessore
filologico. Con la morte del re, la sua fortuna inizia a volgere in
meglio. Recatosi nuovamente a Roma, e ricevuto da Niccolò V. Assume il ruolo a
lui più consono di professore di retorica, ma non perde nemmeno il suo spirito
caustico e inizia a criticare la Vulgata, facendo confronti con l'originale
greco sminuendo il ruolo di traduttore dGirolamo e giudica spuria la
corrispondenza tra Seneca e Paolo. Sotto Callisto III raggiunse il culmine
della carriera, divenendo segretario apostolico. È quasi impossibile farsi
un'idea precisa della sua vita privata e di suo carattere, essendo i documenti
nei quali vi si fa riferimento sorti in contesti polemici e, pertanto, fonte
più di esagerazioni e calunnie che di testimonianze attendibili. Appare
comunque come persona orgogliosa, invidiosa e irascibile, caratteristiche cui
però si affiancano le qualità di elegante umanista, critico acuto e scrittore
pungente nella sua continua e violenta polemica sul potere temporale della
Chiesa di Roma. -- è un personaggio di eccezionale importanza soprattutto
quale rappresentante del più puro umanesimo. Con le sue spietate critiche alla
Chiesa di Roma e un precursore di Lutero, ma fu anche il promotore di molte
revisioni di testi La sua filosofia si basa su una profonda padronanza
della lingua latina e sulla convinzione che fosse stata proprio
un'insufficiente conoscenza del latino la vera causa del linguaggio ambiguo di
molti filosofi. Valla era convinto che lo studio accurato e l'uso corretto
della lingua fosse l'unico mezzo di acculturazione feconda e comunicazione
efficace: la grammatica e un appropriato modo di esprimersi erano a suo modo di
pensare alla base di ogni enunciato e, prima ancora, della stessa formulazione
intellettuale. Da questo punto di vista la sua filosofia e tematicamente coerente, in quanto ciascuna delle
parti si sofferma innanzitutto sulla lingua, sul suo impiego rigoroso e
sull'individuazione delle applicazioni erronee della grammatica latina. Il
profondo distacco storico ci permette di distinguere la sua filosofia in due
filoni, quello critico e quello filologico. Sebbene avesse saputo mostrare
eccezionali doti di storico negli scritti critici, questa capacità non è però
riscontrabile nell'unico lavoro definito storico, cioè nella biografia di
Ferdinando d'Aragona, tutto sommato un modesto elenco di aneddoti. Nel
III secolo l'Impero romano inizia a tramontare, il che si palesava non solo
nell'indebolimento delle forze politiche e militari, ma anche nello sfaldamento
dell'ordinamento interno e soprattutto nell'imbarbarimento della cultura. La
crisi generale e l'accettazione di molte genti non italiche tra i cittadini
romani provocano un lento ma significativo allontanarsi dalla lingua verso
forme dialettali e meno eleganti. Si evidenzia la necessità di uno sviluppo della
lingua che presuppone la canonizzazione della parlata popolare e della sua
semplice grammatica. Sono i primi sintomi della nascita del volgare, che
necessita di un millennio per svilupparsi pienamente. Durante questa
lunghissima transizione, in tutta l’Italia ci fu un'enorme incertezza
linguistica. Il romano classico cede lentamente il posto ad una mescolanza di
nuovi idiomi che combatteno per la supremazia. Gli effetti di questo
periodo di passaggio sono ben visibili soprattutto nelle traduzioni che via via
nasceno dal romano verso l'italico, poché la linea di demarcazione tra il
romano e il volgare e fluttuante e nessuno dei traduttori puo dirsi un vero
esperto in materia. E il primo a stabilire un limite alla volgarizzazione, decidendo
che un cambiamento oltre tale limite fa già parte del processo di sviluppo. In
questo modo riusce non solo a salvaguardare la purezza del romano, ma pose anche
le basi per lo studio e la comprensione del volgare nato dal romano. Si
pone tra i maggiori esponenti dell'umanesimo non solo per il suo costante
apporto di punti di vista umanistici, bensì anche per la sua annosa avversione
alla cultura scolastica. È indicativa ad esempio la sua tesi in “Della
volutta” sugli errori dello stoicismo praticato dagli asceti che non avrebbero
preso in debita considerazione le leggi naturali, dunque divine. La morale
consiglierebbe infatti, a suo avviso, un'esistenza allegra e godereccia che non
precluderebbe in alcun modo l'aspirazione alle gioie del paradiso.
Analogamente, nelle “Dialecticae Disputationes”, confuta il dogmatismo di
Aristotele e la sua arida logica che non offre insegnamenti o consigli, bensì
discute solo di parole senza raffrontarle con il loro significato nella vita
reale. Altrettanto critico si dimostra (nelle Adnotationes in Novum
Testamentum) quando usa la sua profonda padronanza del latino per provare che
sono state le traduzioni maldestre di alcuni passi del Nuovo Testamento a
causare incomprensioni ed eresie. È a lui dedicata una Fondazione che in
collaborazione con Mondadori, pubblica la collana dei romani i in cui vengono
proposte edizioni critiche di testi classici. L'arte della grammatica, P.
Casciano (Milano, Mondadori); La falsa Donazione di Costantino, G. Pepe,
Firenze, Ponte alle Grazie, Scritti filosofici e religiosi, G. Radetti,
Firenze, Sansoni, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, “Repastinatio
dialectice et philosophie” (Padova, Antenore). Treccani enciclopedia/lorenzo-valla
(Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia) E. Garin, "La letteratura degli
umanisti", in E. Cecchi-N. Sapegno Letteratura italiana, III, Il
Quattrocento e l'Ariosto, Milano, Garzanti); Basilica Papale SAN GIOVANNI IN
LATERANO, su vatican.va. Pubblicate per la prima volta da Erasmo da Rotterdam. G. Antonazzi, “Valla e la polemica sulla donazione
di Costantino, Roma); S. Camporeale, Valla. Umanesimo e teologia, Firenze,
Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento,Wilhelm Fink, M. Laffranchi,
Dialettica e filosofia in Valla, Milano, Vita e Pensiero, G. Mancini, Vita di Valla, Firenze, G. C.
Sansoni; L. M. Regoliosi, “Valla. La riforma della lingua e della logica: Atti
del convegno del Comitato Nazionale, Prato) Firenze, Polistampa, Donazione di
Costantino. Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Enciclopedia
Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Rita Pagnoni Sturlese. Su
treccani. in Il contributo italiano alla storia del pensiero Filosofia, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, La falsa donazione di Costantino, su
classic italiani. La tomba su penelope.uchicago, Laurentius Vallensis. Lorenzo
Valla. Valla. Keywords: rinascimento. Refs.: Luigi Speranza, “Valla e
Grice,”per la Fondazione Lorenzo Valla, The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688559016/in/photolist-2mPq5pS-2mKPBS1-2mKxnN1-CiAmxk-BvUfSB-jkJZJm-js45BA-jkGK9m-jkK47d-jkEKUz
Vallauri (Roma). essential Italian
philosopher. “Italians, especially noble ones, love a long surname, so this is
Luigi Lombardi Vallauri. I say: if he wants to keep the Vallauri, that’s what
he’ll go with by!”Lombardi Vallauri. Grice: “He favours animal rights, as I
do.”Filosofo e professore universitario italiano. È stato Professore
di filosofia del diritto presso l'Università Cattolica di Milano e l'Università
degli Studi di Firenze. Dal ha insegnato
all'Università degli Studi dell'Insubria e all'Università degli Studi di
Sassari, dalla quale è stato chiamato per "chiara fama". Nasce
e cresce in contesto familiare profondamente cattolico. Nipote del predicatore
gesuita Riccardo Lombardi, cugino del direttore della Sala stampa vaticana
Federico Lombardi, nonché nipote di Gabrio Lombardi, si avvia alla formazione
teologica alla Gregoriana di Roma. Nello stesso periodo consegue la laurea in
Giurisprudenza col massimo dei voti presso l'Roma, suo maestro è stato Emilio
Betti. Abbandonata la vocazione sacerdotale intorno a vent'anni, dopo la laurea
perfeziona gli studi giuridici in Germania e vince molto presto il concorso per
la Libera docenza. Diviene Professore in Filosofia del diritto
all'Firenze, dove ha insegnato anche Argomentazione giuridica e Filosofia del
diritto avanzata. Ottiene la cattedra in Filosofia del diritto anche
all'Università Cattolica di Milano. Dopo il collocamento a riposo insegnerà
presso le Como e Sassari. Massimo esperto di teoria dell'interpretazione
giuridica, già direttore dell'Istituto per la documentazione giuridica del CNR e
presidente della Società italiana di filosofia giuridica e politica -- è autore
di una vastissima serie di saggi filosofico-giuridici. Con il suo Terre: Terra
del Nulla, Terra degli uomini, Terra dell'Oltre ha aperto un nuovo filone della
sua ricerca, dedicato alla filosofia della religione e della spiritualità. Al
saggio Nera Luce, apparso nel 2001, Lombardi Vallauri ha consegnato la sua
critica serrata ai dogmi del cattolicesimo e l'approdo all'apofatismo. I suoi
interessi recenti riguardano la tutela giuridica dei diritti degli animali. È
vegano. Fonda e conduce, un gruppo di meditazione teso a esplorare le
possibilità di una vita contemplativa all'altezza del sapere moderno. Il suo
ultimo libroche traduce in scrittura il seguitissimo corso di meditazioni
tenuto dall'autore per Radio Tre Rai npropone una mistica laica, ossia una
mistica che prescinde da rivelazioni soprannaturali coniugando il pensiero
scientifico occidentale con le tecniche di meditazione tipiche delle filosofie
orientali. Allontanamento dall'Università Cattolica Dal 1976 Lombardi
Vallauri ha insegnato Filosofia del diritto presso l'Università cattolica di
Milano. Tiene una conferenza a Bari e all'inizio decide di sedersi in
terra, giustificandosi presso l'uditorio con la frase. Del Dio che emoziona non
mi sento di parlare seduto su una sedia, quindi, mentre parlerò di questo Dio,
starò seduto in terra». Nel 1998 è stato sospeso dall'attività didattica
a causa del suo insegnamento ritenuto eterodosso rispetto alla dottrina della
Chiesa Cattolica. Fra i punti problematici secondo le autorità
ecclesiastiche, un giudizio di Lombardi Vallauri sul dogma dell'inferno, da lui
definito: incostituzionale in quanto nessun atto per quanto grave può
meritare una pena eterna e perché è contraria ai princìpi più avanzati del
diritto, e specificamente del diritto influenzato dal cristianesimo, una pena
che in nessun modo tenda alla rieducazione/riabilitazione del condannato. Il
professore ha affermato in seguito. Quando i giudici ecclesiastici mi hanno
cacciato fuori dall'Università Cattolica non riuscivano a formulare l'accusa ed
io ho detto: "Ve la do io, il papa è quasi infallibile nell'errare. Dopo
l'esito negativo dei ricorsi giudiziari interni, si è rivolto alla Corte
europea dei diritti dell'uomo. La Corte si è pronunciata a favore del
ricorrente, ritenendo che fossero stati lesi i suoi diritti alla libertà di
espressione (per il provvedimento adottato dalla Cattolica senza contraddittorio)
e a un equo processo (per il rifiuto a pronunciarsi opposto dagli organi
giurisdizionali amministrativi), entrambi garantiti, rispettivamente, dagli
articoli 10 e 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti
dell'uomo e delle libertà fondamentali. Pensiero Nei suoi corsi e libri
Vallauri di è occupato di varie tematiche: filosofia del diritto, critica dei
riduzionismi, filosofia della mente, misticismo, buddismo, sessualità,
meditazione, diritti degli animali. Riassumeva la situazione storica
attuale tramite la seguente formula: [E = (m+e) + i (ab) + fd + oid] ->
[N.O.] -> [(N. e/ax/es)] + (I.P.)] La prima parte è l’equazione del
riduzionismo ontologico: l’essere è riducibile alla somma di materia, energia e
informazione. L’informazione è di due specie: algoritmica e biologica. Il
riduzionismo diventa poi scientismo tecnologico, con l’aggiunta di un fattore
di dominazione, ossia la teoria baconiana del conoscere per dominare, e
dell'organizzazione industriale del dominio portata dalla rivoluzione
industriale. Le conseguenze dello scientismo sono il nichilismo ontologico, ossia
la scomparsa di ogni tipo di spirito (dio angeli anima), il quale può avere due
esiti antitetici: le filosofie del soggetto assoluto e quelle della morte del
soggetto. L’ultima conseguenza del processo è il nichilismo etico assiologico
ed esistenziale, ossia la negazione di norme e valori oggettivi. Esso genera un
vuoto, che nella nostra epoca viene occupato dall’individualismo possessive, ossia
la credenza che gli unici beni sono ricchezza successo e potere. Occorre dunque
articolare una risposta filosofica al riduzionismo, individuando quali realtà
si sottraggano alle sue pretese. L’oggetto principale che sfugge alla riduzione
è la mente. Opere principali Saggio sul diritto giurisprudenziale,
Milano, Amicizia, carità e diritto, Milano); Corso di filosofia del diritto, Padova);
Cristianesimo, secolarizzazione e diritto moderno, Milano, Terre: Terra del
Nulla, Terra degli uomini, Terra dell'Oltre, Milano. Il Meritevole di tutela,
Milano, Logos dell'essere Logos della norma, Bari, Nera luce, Firenze); Riduzionismo
e oltre: Dispense di filosofia per il diritto, Padova, Trattato di Biodiritto.
La questione animale, Milano, Meditare in
Occidente. Corso di mistica laica, Firenze,
Scritti animali. Per l'istituzione d-i corsi universitari di diritto
animale, Gesualdo, Note Sandro Magister, L'inferno? Una vergogna,
L'Espresso. Guadagnucci; Scritti Animali. Per l'istituzione di corsi universitari
di diritto animale, in Visionari, Gesualdo (AV) (Gesualdo, Guadagnucci); R. Bosco,
Cristo o l'India, Verona, Fede e Cultura, Guadagnucci. Sullo scarso fondamento
dei fondamentalismi, Nuovamente. Lombardi Vallauri L., Neuroni, mente, anima,
algoritmo: quattro ontologie, Lettura magistrale al VI congresso della Società
italiana di neuroscienze, Lorenzo
Guadagnucci, Il filosofo degli animali, in Restiamo animali: Vivere vegan è una
questione di giustizia, Milano, Terre di mezzo, Meditare in occidente Corso di mistica laica, ciclo
di trasmissioni radiofoniche su Radio3 Rai. Meditare in occidente Corso di mistica laica, ciclo
di trasmissioni radiofoniche su Radio3 Rai, Meditare in occidenteL'anima di
paesaggio, ciclo di trasmissioni radiofoniche su Radio3 Rai, edizione. Conferenza/lezione
tenuta dal titolo: Nonviolenza e Animali: un tema antico come le montagne e
sempre più ricco di futuro. Evento organizzato da Progetto Vivere Vegan,
Interviste Sì agli interventi che aiutano i nascituri, intervista di Giancarlo
Perna, LIBERO, l'Unità, Firenze, e Rassegna stampa sul "Caso
Vallauri" I Nuovi Inquisitori, di Giovanni Maria Pace, a Repubblica, A
dialogo con Luigi Lombardi Vallauri, di Neri Pollastri, da Phronesis, V (2007),
n. 9 Note, di Teresa Franza, Officina sedici. Luigi Lombardi Vallauri. Vallauri.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Vallauri” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732400744
Valletta (Napoli). Eessential Italian
philosopher. Grice: “He was a libertine from Naples. I like him. His oeuvre
published in Firenze. Filosofo. Nell'infanzia studiò dapprima letteratura
presso i Gesuiti per poi dedicarsi al diritto.
Insieme a Francesco D'Andrea, fu fra i fondatori dell'Accademia degli
Investiganti, che diede impulso al grande rinnovamento culturale che prese
avvio negli ultimi decenni del Seicento meridionale. Nelle accese polemiche
filosofico-scientifiche tra progressisti e conservatori, il Valletta insieme a
Tommaso Cornelio, Francesco D'Andrea, Leonardo Di Capua e agli altri accademici
investiganti appoggiò attivamente i progressisti. Istituì a sue spese la cattedra di lingua
greca presso l'Napoli, affidando l'incarico di insegnamento al suo maestro ed
amico Gregorio Messere, illustre grecista e filosofo dell'epoca. Cura l'edizione
napoletana delle Opere e del Bacco in Toscana dello scienziato toscano F. Redi.
Grande appassionato e conoscitore di libri, tanto che la sua biblioteca ne
arriva a contenere ben diciottomila, meritandosi l'appellativo di Helluo
librorum et Secli Peireskius alter. Grazie all'interessamento di Vico, il fondo
librario confluì nella Biblioteca dei Girolamini. Saggi: Lettera in difesa
della moderna filosofia e de' coltivatori di essa. Historia filosofica. Lombardi. Antonio Lombardi, Storia della
letteratura italiana nel secolo XVIII. Tipografia camerale. Fausto Nicolini,
Giuseppe Valletta, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Gl’Investiganti Francesco D'Andrea Francesco Redi Francesco Valletta,
nipote di Giuseppe.Valletta breve scheda biografica sul sito "Francesco
Redi. Scienziato e poeta alla Corte dei medici". Giuseppe Valetta.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valletta” – The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691732621/in/photolist-2mKKxpY-2mKR1CX-2mKPDck-2mKPCGs-2mKU5Gz
Grice e Valore – l’inventario del mondo –
filosofia italiana (Milano). Essential Italian philosopher. Grice: “Having
philosophsided on what Italians call ‘valore,’ I admire Valore!”Filosofo.
Si occupa di metafisica, di ontologia generale e delle implicazioni ontologiche
delle teorie formali. Si è interessato anche dei progetti di linguaggi
artificiali e di lingue ausiliarie. Laureatosi in Filosofia a Milano, vi
ha conseguito il dottorato di ricerca con uno studio su Riferimento, rappresentazione
e realtà in Putnam. Dopo un anno di perfezionamento al King’s College di
Londra, dal 2002 diventa ricercatore presso il Dipartimento di Filosofia della
Statale di Milano, dove ha insegnato Storia della filosofia contemporanea. La
sua prima produzione è stata dedicata principalmente a studi sulla filosofia
dell'Ottocento e del Novecento e alla riabilitazione di una prospettiva
neotrascendentalista soprattutto in metafisica. Ha partecipato al gruppo
fondatore della rivista Problemata. Quaderni di Filosofia, di cui è stato
caporedattore. Quando la Facoltà di Ingegneria industriale del Politecnico
di Milano gli ha affidato un corso di "Verità e teoria della
corrispondenza", la sua ricerca si è spostata su tematiche sempre più
teoriche, collegate alla filosofia analitica, alla metafisica e all'ontologia
analitica. Organizza e cura il Progetto. Diviene quindi professore aggregato di
Storia della metafisica contemporanea a Milano, di Filosofia teoretica al
Politecnico con corsi dedicati all'ontologia formale e, nel -, di Filosofia
degli oggetti sociali (ontologia sociale) alMilano. Fonda InKoj.
Interlingvistikaj Kajeroj, rivista di studio e discussione accademica sulle
tematiche dei linguaggi artificiali. È stato membro del gruppo di ricerca
European Collaborative Research finanziato dall'European Science Foundation e
dal è il responsabile del progetto per il programma EuroScholars USA European Undergraduates
Research Opportunities). Lavora su un suo progetto di ricerca di ontologia
formale per il quale ha vinto una sponsorizzazione Fulbright nella categoria
Fulbright Visiting Scholar. Collabora con la Rivista di storia della filosofia,
è nel comitato scientifico delle riviste Materiali di estetica, Rivista
Italiana di Filosofia Analitica Junior e Multilinguismo e società ed è direttore
delle collane di filosofia Biblioteca di Problemata (editore LED di Milano) e Ratio.
Studi e testi di filosofia contemporanea (editore Polimetrica di Monza). Saggi:“Trascendentale
e idea di ragione. Studio sulla fenomenologia banfiana” (Firenze, La Nuova
Italia); “Rappresentazione, riferimento e realtà” (Torino, Thélème); “L'inventario
del mondo. Guida allo studio dell'ontologia, Torino, Utet, La sentenza di
Isacco. Come dire la verità senza essere realisti, Milano-Udine, Mimesis, Curatele
Antonio Banfi, Platone. Lezioni, (Valore),
Milano, Unicopli, Forma dat esse rei. Studi su razionalità e ontologia, Milano,
Led, Paolo VaArs experientiam recte intelligendi. Saggi filosofici, Monza, Polimetrica,
Da un punto di vista logico. Saggi logico-filosofici, Milano, Cortina); Materiali
per lo studio dei linguaggi artificiali (Milano, Cuem); “Questioni di metafisica
contemporanea” (Milano, Il Castoro); Quine (Milano, Angeli). Monaco di iera,
Grin Verlag,. Pubblicato anche, con il titolo Interlinguistica e filosofia dei
linguaggi artificiali, come numero monografico per la prima uscita del giornale
accademico multilingue InKoj. *Interlingvistikaj Kajeroj. Pisa, Edistudio, Dispense
universitarie La categoria di sostanza in Aristotele, Milano, Cuem, Introduzione
al dibattito contemporaneo sulla distinzione tra analitico e sintetico (Milano.
Cuem); Questioni di ontologia quineana (Milano, Cusl); La struttura
logico-analitica dell'ontologia herbartiana (Milano, Cusl); Laboratorio di
ontologia analitica, Milano, Cusl); Verità e teoria della corrispondenza (Milano,
Cusl); Philosophy of Social Objects (Milano, Bocconi); Bibliografie ragionate
Ontologia, Milano, Unicopli, Verità, Milano, Unicopli,Saggi e articoli n Acme, "Idealizzazione della verità e
coerentismo. Due perplessità sul realismo della 'seconda ingenuità'", in
Iride. Filosofia e discussione pubblica, "La 'posizione' esistenziale e il
giudizio ipotetico nell'ontologia herbartiana: il caso degli oggetti
inesistenti", in Poggi, Natura umana e individualità psichica. Scienza,
filosofia e religione in Italia (Milano, Unicopli); “Sull'idea di una logica
trascendentale", in Chora. Laboratorio di attualità, scrittura e cultura
filosofica, "Alcune note sull'attualità dell'ontologia nella filosofia
contemporanea più recente", in Valore, Forma dat esse rei..., "L'interpretazione
semantica del trascendentale e l'ontologia del mondo reale in Giulio
Preti", in Paolo Valore, Forma dat esse rei..., "Il mestiere antico e nuovo del
filosofo", in la Repubblica, (sMilano). "Fisica e geometria come modelli di
lavoro per l'ontologia. Un'interpretazione del metodo delle relazioni”, Dall'epistolario
di Preti a Banfi", Ad Antonio Banfi cinquant'anni dopo, Milano, Unicopli, "Due
tipi di parsimonia. Alcune considerazioni sul costruttivismo e il nominalismo
ontologico", in La filosofia e i linguaggi, Macerata, Quodlibet. "Cosa c'è che non va nell'idea di una
lingua cosmica. Il caso del LINCOS di Freudenthal", in Multilingusimo e
Società, "Nothing is part of
everything", in Giornale di filosofia, Ontologie/8 ():
giornaledifilosofia.net La rivista è
consultabile sul sito specifico dell'Milano.
Volume recensito da Massimo Dell'Utri sulla rivista Iride. Filosofia e
discussione pubblica, Secretum on line. Scienze, saperi, forme di cultura, e da Marazzi sulla Rivista di filosofia neoscolastica,Volume
recensito da Conrad Gesner Jr. sulla rivista Belfagor. Rassegna di varia
umanità, Volume recensito da M. Bianchetti sulla rivista Chora. Laboratorio di
attualità, scrittura e cultura filosofica, Volume recensito da: Giardino sulla Rivista di
filosofia, nnell'articolo "Tra i cavalli alati e la realtà", su Il manifesto,
Francesco Armezzani su SWIF Volume recensito da R. Corsetti su “L'esperanto.
Revuo de itala esperanto-federacio”, Volume recensito da sulla rivista web
Secretum on line. Scienze, saperi, forme di cultura Si tratta di un eBook
accessibile solo con password. Si tratta
di una replica critica all'articolo di Patrizia Valduga "Trentuno filosofi
all'anagrafe", pubblicato su la Repubblica, (sezione Milano). Profilo accademico su immaginidellamente.
Elenco completo delle pubblicazioni sul sito universitario academia.edu. Paolo
Valore. Valore. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valore” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51730921887
Grice
e Vanini – peripatetici – filosofia italiana – Luigi Speranza (Taurisano).
Essential Italian philosopher. “If you speak Italian, you should never confuse
Vaninin with Vanninin.” -- Grice. Filosofo. Fra i primi esponenti di rilievo del libertinismo erudito. Nasce
a Taurisano, casale di Terra d'Otranto, nella famiglia che il padre Giovan
Battista, uomo d'affari originario di Tresana in Toscana, costitusce sposando
una Lopez de Noguera, appartenente a una famiglia spagnola appaltatrice delle
regie dogane della Terra di Bari, della Terra d'Otranto, della Capitanata e
della Basilicata. Anche un successivo documento scoperto nell'Archivio segreto
vaticano, lo qualifica pugliese, confermando il luogo di nascita ch'egli si
attribuisce nelle sue opere. Nel censimento ufficiale della popolazione
del casale di Taurisano figurano solo i nomi di Giovan Battista Vanini, del
figlio legittimo Alessandro, e del figlio naturale Giovan Francesco. Nessun
cenno della moglie e dell'altro figlio legittimo Giulio Cesare. Si ha motivo di
ritenere che il padre sia rientrato a Napoli. Sistemata ogni pendenza
economica, entra nell'ordine carmelitano assume il nome di Gabriele e si
trasferisce a Padova per intraprendere gli studi. Giunge nelle terre della
Repubblica di Venezia quando le polemiche provocate due anni prima
dall'interdetto di Paolo V sono ancora vivacissime. Durante il soggiorno
padovano entra in contatto con il gruppo capeggiato da P. Sarpi che, con
l'appoggio dell'ambasciata inglese a Venezia, alimenta la polemica anti-papale. Consegue
a Napoli il titolo di dottore in utroque iure, superando l'esame che gli
consente di esercitare la professione di dottore nella legge civile e canonica.
Come verrà descritto in documenti posteriori, assimila una grande cultura. Parla
assai bene il latino e con una grande facilità, è alto di taglia e un po'
magro, ha i capelli castani, il naso aquilino, gli occhi vivi e fisionomia gradevole
ed ingegnosa. Divenuto maggiorenne, si fa riconoscere da un tribunale della
capitale erede di Giovan Battista. Con una serie di rogiti e procure notarili
redatte a Napoli, inizia a sistemare ogni pendenza economica conseguente alla
morte del padre. Vende una casa di sua proprietà sita in Ugento, a pochi
chilometri dal suo paese d'origine. Dà mandato a uno zio di assolvere incarichi
dello stesso tipo, incarica l'amico Scarciglia di recuperagli una somma e gli
vende alcuni beni rimasti a Taurisano e tenuti in custodia dai due
fratelli. Partecipa alle prediche quaresimali, attirandosi i sospetti
delle autorità religiose. In conseguenza dei suoi atteggiamenti anti-papali,
e allontanato dal convento di Padova e rinviato, in attesa di ulteriori sanzioni
disciplinari, al Provinciale di Terra di Lavoro con sentenza del generale dell'Ordine
Carmelitano, Silvio, ma fugge in Inghilterra, insieme con il confratello
genovese Bonaventura Genocchi. Nel viaggio, toccano Bologna, Milano, i Grigioni
svizzeri e discendono il corso del Reno sino alla costa del Mare del Nord,
attraversando la Germania, i Paesi Bassi, il canale della Manica e giungendo
infine a Londra e a Lambeth, sede arcivescovile del Primate d'Inghilterra. Qui
i due frati rimarranno per quasi due anni, nascondendo la loro reale identità
perfino ai loro ospiti inglesi, poiché è provato che lo stesso arcivescovo di
Canterbury, George Abbot, li conosceva sotto un nome diverso da quello
reale. Nella Chiesa londinese detta dei Merciai o degl’Italiani, alla
presenza di un folto auditorio e di Bacone, Vanini e il suo compagno fanno una
pubblica sconfessione della loro fede cattolica, abbracciando la religione
anglicana. In realtà i due frati non hanno tagliato i ponti con i loro ambienti
di provenienza: infatti nel Genocchi viene raggiunto da una lettera molto
amichevole di un amico e confratello genovese, Gregorio Spinola. A loro
volta, le autorità cattoliche vengono subito informate di questo caso. -- è il
nunzio a Parigi ad avvertire la Segreteria di Stato vaticana che due frati
veneziani non meglio identificati sono fuggiti in Inghilterra e si sono fatti
ugonotti, che un vescovo italiano sta per seguirli e che lo stesso Sarpi, morto
il doge e privato della sua protezione, per non cadere in mano dei suoi nemici,
è sul punto di fuggire in Palatinato tra i protestanti. Analoga notizia,
arricchita di altri particolari, viene inoltrata dal nunzio in Fiandra al
cardinale Borghese a Roma, che risponde mostrandosi già al corrente dei fatti e
dell'esatta identità dei due frati. Sa che la fuga di Vanini, di Genocchi, di
Sarpi e di un non ancora identificato vescovo italiano potrebbe portare alla
ricostituzione in terra protestante del gruppo di opposizione al papato già
operante nella Repubblica veneta al tempo dell'interdetto. Il nunzio Ubaldini
da Parigi continua a inviare a Roma dettagli sulla condotta dei due frati
rifugiati in Inghilterra, sulle loro predicazioni, su come sono stati accolti a
corte e dalle autorità religiose, su come si continui a parlare dell'arrivo del
vescovo italiano. La Segreteria di Stato vaticana esorta il nunzio in Francia
ad attivare i suoi confidenti in Inghilterra al fine di scoprire l'identità del
vescovo intenzionato a rifugiarvisi. Il cardinale Ubaldini da Parigi assicura
alla Segreteria di Stato tutto il suo impegno in merito all'argomento dei due
frati. Nello stesso dispaccio afferma che non mancherà di informare di ogni
dettaglio anche il cardinale Arrigoni, che gli ha scritto in merito per conto
del Papa e della Congregazione del Sant'Uffizio. Evidentemente a quella data la
condotta veneziana e la successiva fuga dei due frati era già diventata
argomento di discussione dell'Inquisizione Romana. Un'altra lettera del
cardinale Borghese invita il nunzio in Francia ad essere vigile sulla faccenda
della fuga del vescovo in Inghilterra e, nel caso egli passi per il suolo
francese, a far di tutto per «farlo ritenere», come suggerisce il Papa e «come
sarebbe molto a proposito». In dicembre il Nunzio Ubaldini invia da Parigi al
cardinale Borghese notizie dettagliate e di tenore molto diverso rispetto alle
precedenti sui due frati, attestando la buona reputazione di cui essi godono in
Inghilterra e la fiducia che possano presto essere recuperati alla Chiesa di
Roma. Questa lettera viene poi trasmessa al tribunale dell'Inquisizione romana
che nei primi giorni del gennaio successivo inizia di fatto a istruire il
processo contro Vanini. Nei mesi successivi si hanno varie notizie di un
gran traffico di suppliche e lettere dei due frati a Roma, specialmente tramite
l'ambasciatore spagnolo a Londra, per ottenere il perdono del papa e il rientro
nel Cattolicesimo. Le autorità religiose inglesi ne vengono segretamente
informate e dispongono un'attenta sorveglianza nei confronti dei due
frati. Tra la fine dele l'inizio del Vanini si reca in visita
all'Cambridge e poi ad Oxford; qui confida ad alcuni conoscenti la sua ormai
imminente fuga dall'Inghilterra, cosicché in gennaio i due frati vengono
arrestati dalla guardie dell'arcivescovo dopo una funzione religiosa nella
chiesa "degli Italiani" e rinchiusi in case di alcuni servi
dell'arcivescovo. Scoppia un grande scandalo e dell'episodio vengono informati
il re e le massime autorità dello Stato, in quanto nelle operazioni di recupero
appaiono chiaramente coinvolti agenti di nazioni straniere accreditati nelle
ambasciate a Londra. Altissime personalità cattoliche da Roma seguono la
vicenda e la favoriscono con grande calore. In febbraio Genocchi,
eludendo la sorveglianza e con l'aiuto di agenti stranieri, fugge dalla
prigione e dall'Inghilterra; in conseguenza di ciò, viene trasferito in luogo
più sicuro e rinchiuso nella Carzel publica, ovvero nella Gatehouse adiacente
all'Abbazia di Westminster. Dilaga lo scandalo; volano le accuse di leggerezza
nei confronti dei fautori della fuga dei due frati dall'Italia, mentre
cominciano a circolare apertamente i nomi del cappellano dell'ambasciatore
veneto a Londra, Girolamo Moravo, e dell'ambasciatore spagnolo quali autori del
clamoroso recupero. Dalla Curia romana si continua a seguire la vicenda e a
favorirla in ogni modo. A Londra viene intanto istruito il processo a
Vanini: il frate rischia una severa punizione, non il rogo come i martiri della
fede (come il carmelitano scriverà con enfasi poi nelle sue opere), ma una
lunga deportazione in desolate colonie lontane, come l'arcivescovo Abbot
suggerisce al re. La fuga da Londra. Anche Vanini riesce a evadere di
prigione e a fuggire dall'Inghilterra, sempre grazie all'aiuto degli agenti
dell'ambasciatore spagnolo a Londra, incoraggiato da alte personalità romane e
del cappellano dell'ambasciata della Repubblica Veneta, che si avvale anche
dell'opera di alcuni servi dell'ambasciatore stesso, ma all'insaputa di
questi. Due anni dopo, durante il processo della Repubblica Veneta contro
l'ambasciatore Foscarini per spionaggio e per aver consentito ad Abbot di
sottoporre ad interrogatorio il personale dell'ambasciata, vengono alla luce
anche dettagli sulla complicità della fuga di Vanini da Londra. Vanini e
Genocchi arrivano a Bruxelles e si presentano al Nunzio di Fiandra, Guido
Bentivoglio, che li attende da tempo. Vengono iniziate le prime pratiche per la
concessione del perdono per la fuga in Inghilterra e per l'apostasia e viene
loro accordato di tornare in Italia e di vivervi in abito di prete secolare,
senza più indossare l'abito religioso, ma con il vincolo dell'obbedienza al
loro superiore. Forti di tali concessioni, alla fine di maggio i due frati
vengono posti sulla via per Parigi, dove devono presentarsi al Nunzio di quella
città, Roberto Ubaldini. All'incirca nello stesso periodo giunge a Parigi
anche l'ultimo frate "recuperato" dall'Inghilterra, fra' Nicolò da
Ferrara, al secolo Camillo Marchetti. Altri due frati, invece, non ottengono il
perdono dalle autorità cattoliche. Lione, la città vecchia A Parigi,
nell'estate del, durante la permanenza presso la sede del Nunzio Ubaldini,
Vanini si inserisce nella polemica relativa all'accettazione dei principi del concilio
di Trento in Francia, che tardava ad arrivare a causa del rifiuto di parte del
clero gallicano; per orientare gli animi nella direzione voluta dalla Santa
Sede, scrive i Commentari in difesa del concilio di Trento, di cui egli poi
intende avvalersi, come scrive Ubaldini ai suoi superiori in Roma, per
dimostrare la sincerità del suo ritorno nella fede cattolica. Riprende
quindi la strada per l'Italia, dirigendosi a Roma, dove deve affrontare le
difficili fasi finali del processo presso il tribunale dell'Inquisizione.
Dimora per qualche mese a Genova, dove ritrova l'amico Genocchi e si guadagna
da vivere insegnando filosofia ai figli di Scipione Doria. Nonostante le
assicurazioni ricevute, il ritorno dei frati non è del tutto tranquillo: nel
gennaio Genocchi viene inaspettatamente arrestato dall'Inquisitore di Genova; a
Ferrara accade lo stesso all'altro frate "recuperato", Camillo
Marchetti. Vanini teme che gli accada la stessa sorte, fugge nuovamente in Francia
e si dirige a Lione. Gl’esiti finali delle esperienze capitate al frate
genovese e a quello ferrareseche vennero rilasciati dopo un breve periodo di
detenzione e restituiti alla normale vita religiosasembrano indicare che forse
Vanini esagerò il pericolo insito in queste operazioni di polizia
dell'Inquisizione. In Francia' A Lione, pubblica l' “Amphitheatrum”, che
egli intende esibire in sua difesa alle autorità romane, come si legge in un
dispaccio di Ubaldini alle autorità romane. Esso è dedicato a Francesco de
Castro, ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede, già collegato con la
famiglia Vanini, da cui il frate fuggiasco s'aspetta un aiuto nell'operazione
della concessione del perdono da parte delle autorità romane. Poco tempo
dopo, grazie anche agli appoggi acquisiti presso certi ambienti cattolici con
la pubblicazione della sua opera, Vanini ritorna a Parigi e si ripresenta al
Nunzio Ubaldini, chiedendogli di intervenire in suo favore presso le autorità
di Roma. In agosto il prelato scrive al cardinale Borghese, chiedendo chiare
indicazioni sulla sorte dell'ex-carmelitano. Non si conosce la risposta del
Segretario di Stato; Vanini, comunque, non ritorna più in Italia e riesce
invece a trovare la strada e i mezzi per entrare in ambienti molto prestigiosi
della nobiltà francese. Nel 1616, in pochi mesi, Vanini completa un'altra
sua opera, il De Admirandis Naturae Reginae Deaeque Mortalium Arcanis, ed
l'affida a due teologi della Sorbona perché ne autorizzino la pubblicazione,
secondo le norme del tempo vigenti in Francia; l'opera è pubblicata in
settembre a Parigi. Essa è dedicata a François de Bassompierre, uomo potente
alla corte di Maria de' Medici, ma è stampata da Adrien Perier, tipografo
notoriamente protestante. Il lavoro vede la luce in un ambiente ricco di
pubblicazioni che vengono guardate con sospetto dai rappresentanti cattolici e
che provocano pesanti condanne, fino al rogo. L'opera del Vanini ottiene un
immediato successo presso certi ambienti della nobiltà, popolati di giovani
spiriti che guardano con interesse alle innovazioni culturali e scientifiche
che vengono dall'Italia. In questo senso il De Admirandis costituisce una
summa, esposta in modo vivace e brillante, del nuovo sapere; dà una risposta
alle esigenze del momento di questo settore della nobiltà francese; diviene una
specie di "manifesto" culturale di questi esprits forts e rappresenta
per Vanini una possibilità di stabile permanenza negli ambienti vicini alla
corte di Parigi. Tuttavia, pochi giorni dopo la pubblicazione dell'opera, i due
teologi della Sorbona che avevano espresso la loro approvazione alla
pubblicazione si presentano ai membri della Facoltà di Teologia in seduta
ufficiale e li informano di aver letto, a loro tempo, certi dialoghi scritti da
Vanini; di non avervi trovato allora niente che contrastasse con la fede
cattolica; di averli restituiti muniti della loro approvazione alla stampa e
con la condizione che il manoscritto da essi controfirmato fosse depositato
presso di essi a pubblicazione avvenuta, a testimonianza della fedeltà del
testo pubblicato a quello da loro approvato; che ciò non era avvenuto e che
circolava invece un testo dell'opera diverso da quello approvato e contenente
«alcuni errori contro la comune fede di tutti», per cui i due dottori avanzano
la supplica che l'opera non circoli più con la loro approvazione e che tale
richiesta venga trascritta nel libro delle Conclusioni della Facoltà stessa. La
Sorbona accoglie tale richiesta che costituì di fatto un divieto di
circolazione del testo. Marco Antonio de Dominis La Facoltà di
Teologia della Sorbona, però, sembra non occuparsi più dell'opera di Vanini,
non prenderne più in esame l'opera, non elencarne o denunciarne, come da
prassi, gli errori da emendare, né mai condanna il suo contenuto o il suo
autore. Comunque, una condanna espressa dal vicario episcopale di Tolosa, Jean
de Rudèle, fu sottoscritta anche dall'inquisitore Claude Billy. Inoltre anche
la Congregazione dell'Indice pronuncia una condanna il 3 luglio 1620, con la
quale il De admirandis fu condannato con la formula del donec corrigatur, in
base alla quale il Sotomaior collocò il Vanini nella prima classe degli autori
proibiti nel suo indice. La Collectio Judiciorum de novis erroribus qui ab
initio duodecimi seculi post Incarnationem Verbi, usque ad annum 1632, in
Ecclesia proscripti sunt et notati, di Charles du Plessis d'Argentré, dottore
della Sorbona e vescovo, edita a Parigi, esamina le censure e le
"conclusioni" espresse dalla Facoltà che aveva condannato
l'Amphitheatrum Aeternae Sapientiae di H. Khunrath e la De Republica
Ecclesiastica di Marco Antonio de Dominis)non menziona invece provvedimenti
contro Vanini. Tutto questo porterebbe a ritenere che non vi siano stati
atti ufficiali specifici di persecuzione contro Vanini da parte delle autorità
parigine, né religiose né civili, né in questo periodo né negli anni seguenti,
ma solo proteste e minacce nei suoi confronti da parte di alcuni settori
cattolici. Una condanna dell'opera di Vanini non avrebbe trovato fondate
giustificazioni, né sul piano giuridico né su quello culturale, in quanto gran
parte delle teorie esposte da Vanini non costituivano una novità per la cultura
francese. Fuggito da pochi mesi dall'Inghilterra, impossibilitato a
rientrare in Italia, minacciato da alcuni settori cattolici francesi, Vanini
vede restringersi intorno gli spazi di movimento e ridursi le possibilità di
trovare stabile sistemazione nella società francese. Ha paura che venga aperto
un processo contro di lui anche a Parigi, per cui fugge dalla capitale e si
nasconde in Bretagna, in una delle cui abbazie, quella di Redon, è Abate
Commendatario il suo amico e protettore, Arthur d'Espinay Saint-Luc. Ma
intervengono anche altri fattori di preoccupazione: nell'aprileviene ucciso a
Parigi Concino Concini, favorito di Maria de Medici, uomo potentissimo e molto
odiato in Francia. L'episodio, seguito poco dopo dall'allontanamento della
regina dalla capitale con il suo odiato seguito di italiani, crea notevole
turbolenza politica e suscita un vasto movimento di ostilità nei confronti
degli italiani residenti a corte. Altre cronache del tempo segnalano la
presenza di un misterioso italiano, con un nome strano, in possesso di una
grande cultura ma dall'incerto passato, ancora più a sud, in alcune città della
Guienna e poi della Linguadoca ed infine a Tolosa. Nella particolare suddivisione
politica della Francia del XVII secolo, Enrico, duca di Montmorency, protettore
degli esprits forts del tempo, sposato con la duchessa italiana Maria Felice
Orsini, è governatore di questa regione e sembra poter accordare protezione al
fuggiasco, che continua comunque a tenersi prudentemente nascosto. La presenza
a Tolosa di questo misterioso personaggio, di cui si ignora la provenienza e la
formazione culturale, ma che fa mostra di grande sapienza, di grande vivacità
dialettica specialmente tra i giovani e di affermazioni non sempre allineate
con la morale del tempo, non passa inosservata ed attira i sospetti delle
autorità, che cominciano a sorvegliarlo. Dopo averlo ricercato per un
mese, le autorità tolosane lo fanno arrestare e chiudere in prigione. Lo
sottopongono ad interrogatorio, cercano di scoprire chi egli sia, quali siano
le sue idee in materia di religione e di morale, perché fosse arrivato fin in
quel lontano angolo della Francia meridionale. Vengono convocati testimoni
contro di lui, ma non riescono ad accertare nulla, né a farlo tradire. Il
convento degli Agostiniani a Tolosa. Il misterioso personaggio viene
improvvisamente riconosciuto colpevole e condannato al rogo. Ormai isolato,
braccato, impossibilitato a chiamare a sua difesa un passato travagliatissimo e
ricco di nodi mai sciolti, abbandonato dai pochi amici rimastigli fedeli perché
impotenti ad organizzare una chiara strategia in sua difesa, muore di morte
atroce. Il Parlamento di Tolosa lo riconosce colpevole del reato di ateismo e
di bestemmie contro il nome di Dio, condannandolo, sulla base della normativa
del tempo prevista per i bestemmiatori, alla stessa pena cui erano andati
incontro, in luoghi diversi ma in circostanze analoghe, certi Fremond e
Fontanier. Gli viene tagliata la lingua, poi è strangolato e infine arso. Subito
dopo l'esecuzione furono pubblicati due anonimi che facevano esplicitamente il
nome del Vanini e quindi nel misterioso italiano giustiziato viene riconosciuto
Giulio Cesare Vanini, l'autore del “De Admirandis” che aveva suscitato i
sospetti di alcuni settori cattolici parigini. Comparvero le Histoires
memorables di Rosset, che, con la quinta Histoire, divulga con poche modifiche
il secondo dei due citati canards. Rudele, teologo e vicario generale
dell'arcivescovado di Tolosa, avverte pubblicamente di aver esaminato le due
saggi di Vanini insieme con iBilly e di averle trovate contrarie al culto e
all'accettazione del vero Dio e assertrici dell'ateismo, emettendo ufficiale
ordinanza di condanna e proibendone la stampa e la vendita nella diocesi di
Tolosa, territorio posto sotto la sua giurisdizione. In precedenza, la facoltà
teologica della Sorbona non ha comunicato di aver adottato analogo provvedimento. Opere:
“Amphitheatrum Æternæ Providentiæ divino-magicum, christiano-physicum, necnon
astrologo-catholicum adversus veteres philosophos, atheos, epicureos,
peripateticos et stoicos” (Lione). Il saggio si compone di esercitazioni, che
mirano a dimostrare l'esistenza di Dio, a definirne l'essenza, a descriverne la
provvidenza, a vagliare o confutare le opinioni di Pitagora, Protagora,
Cicerone, Boezio, Aquino, gl’epicurei, Aristotele, Averroè, Cardano, i
peripatetici, i Stoici, ecc., su questo argomento. “De Admirandis Naturæ Reginæ
Deæque Mortalium Arcanis libri quattuor” (Parigi, Périer). Il saggio si divide
in quattro libri: un Liber Primus de Cœlo et Aëre; un Liber Secundus de
Aqua et Terra; un Liber Tertius de Animalia Generatione et Affectibus
Quibusdam; un Liber Quartus de Religione Ethnicorum; in forma di dialogo -- che
avvengono tra lui, nelle vesti di divulgatore del sapere, e un immaginario
Alessandro, che si presta ad un gioco sottile e divertente nel corso del quale,
con un atteggiamento compiacente e un po' complice, tra espressioni di meraviglia
e ammirazione per la vastità del sapere di cui l'amico fa mostra, sollecita il
suo interlocutore ad elencare e spiegare gli arcani della natura regina e dea
che esistono intorno e all'interno dell'uomo. Così, in un misto di
rilettura in nuova chiave critica del pensiero degli filosofi antichi e di
divulgazione di nuove teorie scientifiche e religiose, il protagonista del
lavoro discetta sulla materia, figura, colore, forma, motore ed eternità del
cielo; sul moto, centro e poli dei cieli; sul sole, sulla luna, sugli astri;
sul fuoco; sulla cometa e sull'arcobaleno; sulla folgore, la neve e la pioggia;
sul moto e la quiete dei proiettili nell'aria; sull'impulsione delle bombarde e
delle balestre; sull'aria soffiata e ventilata; sull'aria corrotta; sull'elemento
dell'acqua; sulla nascita dei fiumi; sull'incremento del Nilo; sull'eternità e
la salsedine del mare; sul fragore e sul moto delle acque; sul moto dei
proiettili; sulla generazione delle isole e dei monti, nonché della causa dei
terremoti; sulla genesi, radice e colore delle gemme, nonché delle macchie
delle pietre; sulla vita, l'alimento e la morte delle pietre; sulla forza del
magnete di attrarre il ferro e sulla sua direzione verso i poli terrestri;
sulle piante; sulla spiegazione da dare ad alcuni fenomeni della vita di tutti
i giorni – SUL SEME GENITALE -- sulla generazione, la natura, la respirazione e
la nutrizione dei pesci; sulla generazione degli uccelli; sulla generazione
delle api; sulla prima generazione dell'uomo; sulle macchie contratte dai
bambini nell'utero; sulla generazione del MASCHIO e della femmina; sui parti di
mostri; sulla faccia dei bambini coperta da una larva; sulla crescita
dell'uomo; sulla lunghezza della vita umana; sulla vista; sull'udito;
sull'odorato; sul gusto; sul tatto e solletico; sugli affetti dell'uomo; su
Dio; sulle apparizioni nell'aria; sugli oracoli; sulle sibille; sugli
indemoniati; sulle sacre immagini dei pagani; sugli àuguri; sulla guarigione
delle malattie capitata miracolosamente ad alcuni al tempo della religione
pagana; sulla resurrezione dei morti; sulla stregoneria; sui sogni. Empio
osarono dirti e d'anatemi oppressero il tuo cuore e ti legarono e alle fiamme
ti diedero. O uomo sacro! perché non discendesti in fiamme dal cielo, il capo a
colpire ai blasfemi e la tempesta tu non invocasti che spazzasse le ceneri dei
barbari dalla patria lontano e dalla terra! Ma pur colei che tu già vivo
amasti, sacra Natura te morente accolse, del loro agire dimentica i nemici con
te raccolse nell'antica pace. Hölderlin. L'interpretazione naturalistica dei
fenomeni soprannaturali che Pietro Pomponazzi chiamato dal Vanini magister
meus, divinus praeceptor meus, nostri speculi philosophorum princeps da nel “De
incantationibus” “aureum opusculum”, è ripresa nel De admirandis naturae, dove,
con una prosa semplice ed elegante,fa riferimento anche al Cardano, a Bordoni e
ad altri cinquecentisti. Dio agisce sugli esseri sub-lunari (cioè sugli
esseri umani) servendosi dei cieli come strumento. Di qui l'origine naturale e
la spiegazione razionale dei pretesi fenomeni sopra-naturali, dal momento che
anche l'astrologia è considerata una scienza. L’esere supremo, quando incombono
pericoli, dà avvertimenti agli uomini e specialmente ai sovrani, agli esempi
dei quali il mondo si conforma. Ma i reali fondamenti dei presunti fenomeni
sovrannaturali sono soprattutto la fantasia umana, capace a volte di modificare
l'apparenza della realtà esterna, i fondatori delle religioni rivelate, Mosè,
Gesù, Maometto e gli ecclesiastici impostori che impongono false credenze per
ottenere ricchezze e potere, e i regnanti, interessati al mantenimento di
credenze religiose per meglio dominare la plebe, come insegnava già
Machiavelli, il principe degli atei per il quale tutte le cose religiose sono
false e sono finte dai principi per istruire l'ingenua plebe affinché, dove non
può giungere la ragione, almeno conduca la religione. Seguendo ancora il
Pomponazzi e il Porzio nella loro interpretazione dei testi aristotelici,
mutuata dai commenti di Alessandro di Afrodisia, nega l'immortalità dell'anima.
Anche il cosmo aristotelico-scolastico subisce il suo attacco distruttivo. Analogamente
a Bruno, nega la differenza peripatetica tra un mondo sub-lunare e un mondo
celeste, affermando che entrambi sono composti della stessa materia
corruttibile. Scardina nell'ambito fisico e biologico il finalismo e la
dottrina ile-morfica aristotelica, e, ricollegandosi all'epicureismo di
LUCREZIO, elabora una nuova descrizione dell'universo d'impianto meccanicistico-materialistico.
Gl’organismi sono parago orology. E concepisce una prima forma di trasformismo
universale delle specie viventi. Concorda con gl’aristotelici sull'eternità del
mondo, considerando in particolare l'aspetto temporale. Ma, contro di essi,
afferma il moto di rotazione terrestre e appare respingere la tesi tolemaica in
favore di quella eliocentrica copernicana. Se il primo curator Corvaglia e
lo storico Ruggiero, ingiustamente, considerarono la sua filosofia
semplicemente un centone privo di originalità e di serietà scientifica, Garasse,
ben più preoccupato delle conseguenze della diffusione della sua filosofia, li giudica
la filosofia più perniciosa che in fatto di ateismo fosse mai uscita negli
ultimi cento anni. E stato ampiamente ri-considerato e ri-valutato dalla
critica, mettendo in mostra l'originalità e le intuizioni metafisiche, fisiche,
biologiche, talvolta precorritrici nei tempi, dei suoi saggi. Visto che
nasconde la sua filosofia, secondo un tipico espediente della cultura del suo
tempo, per evitare seri conflitti con le autorità religiose e politiche
costituite, conflitti che, come paradossalmente e sfortunatamente avvenne,
nonostante le cautele, lo condussero infine alla morte), l'interpretazione del
suo pensiero si offre a diversi piani di lettura. Tuttavia, nella storia della
filosofia, resta di lui acquisita un'immagine di miscredente e persino di ateo
(il che non era). E questo perché avversario di ogni superstizione e di fede
costituita (meglio un proto-agnostico), tanto da essere considerato uno dei
padri del libertinismo, malgrado avesse scritto persino un'apologia del concilio
di Trento. Per una sintesi della sua filosofia si deve guardare da un lato al
retroterra culturale, che è quello abbastanza tipico del Rinascimento, con
prevalenza di elementi dell'aristotelismo ma con forti elementi di misticismo
platonico. Dall'altro lato egli trae dal Cusano dei tipici elementi
panteistici, simili a quelli che si ritrovano anche in Bruno, ma più
materialistici. La sua visione del mondo si basa sull'eternità della materia,
sulla omogeneità sostanziale cosmica, su un Dio dentro la natura come forza che
la forma, la ordina e la dirige. Tutte le forme del vivente hanno avuto origine
spontanea dalla terra stessa come loro creatrice. Considerato ateo, nel
titolo del suo saggio pubblicato a Lione nel Amphitheatrum aeternae
providentiae divino-magicum, christiano-physicum, nec non astrologo-catholicum
adversus veteres philosophos, atheos, epicureos, Peripateticos et Stoicos
dimostra di non esserlo. Come precursore del libertinismo vi sono invece molti
elementi che lo avvicinano al pensiero dell'ignoto autore del trattato dei tre
impostori anch'egli panteista. Pensa infatti che i creatori delle tre religioni
monoteiste, Mosè, Gesù Cristo e Maometto, non siano altro che degl’impostori. In
“De admirandis Naturae Reginae Deaeque mortalium arcanis libri quatuor” stampato
a Parigi nelvengono riprese le tesi dell' “Amphiteatrum” con precisazioni e
sviluppi che ne fanno il suo capolavoro e la sintesi della sua filosofia. Viene
negata la creazione dal nulla e l'immortalità dell'anima, Dio è nella natura
come sua forza propulsiva e vitale. Entrambi sono eterni. Gl’astri del cielo
sono una specie di intermediari tra dio e la natura che sta nel mondo sub-lunare
e di cui noi facciamo parte. La religione vera è perciò una religione della
natura che non nega Dio ma lo considera un suo spirito-forza. La sua filosofia
è abbastanza frammentaria e riflette anche la complessità della sua formazione.
E un filosofo, un naturalista, un religioso, ma anche un medico e un po' un
mago. Ciò che ne caratterizza è la veemenza anti-clericale. Tra le cose
originali della sua filosofia c'è una specie di anticipazione della teoria
dell’evoluzione, perché, dopo un primo tempo in cui sostiene che le specie
animali nascano per generazione spontanea dalla terra, in un secondo tempo (lo
pensa anche Cardano) pare convinto che esse possano trasformarsi le une nelle
altre e che l'uomo derivia d’animali affini all'uomo come la bertuca, il
macacho e la scimmia in genere. Appaiono due saggi che consacrano il mito del
Vanini ateo: La doctrine curieuse des beaux esprits de ce temps, di Garasse e
le Quaestiones celeberrimae in Genesim cum accurata explicatione, di Mersenne.
I due saggi, però, anziché spegnere la voce del filosofo, la amplificano in un
ambiente che evidentemente e pronto a ricevere, discutere e riconoscerne la
validità delle affermazioni. Il nome di Vanini viene nuovamente proiettato
all'attenzione della filosofia in occasione del clamoroso processo che viene
celebrato contro Viau: il progetto di interrogatorio che il procuratore
generale del re, Molé, predispone con ben articolati capi d'accusa su cui
interrogare Viau, contiene impressionanti analogie colla filosofia vaniniana,
cui vien fatto esplicito riferimento mentre Mersenne torna a martellare su Vanini,
analizzandone alcune affermazioni nel suo “L'Impiétè des Déistes, Athées et
Libertins de ce temps, combatuë, et renversee de point en point par raisons
tirées de la Philosophie, et de la Theologie”, nel quale porta il suo giudizio
concernente Cardano Bruno. Anche Leibniz, oppositore al pari di Mersenne del
libertinismo, si esprime duramente contro Vanini, considerandolo un empio, un
pazzo e un ciarlatano. Je n'ai pas encore vu l'apologie de Vanini, je ne
pense pas qu'elle mérite fort d'être lue. La philosophie de ce personnage e bien
peu de chose. Mais un imbécille comme lui, ou pour mieux dire, un fou ne
méritoit pas d'être brûlé. On étoit seulement en droit de l'enfermer, afin
qu'il ne séduisît personne. Non ho ancora visto l'apologia di Vanini, e non
penso che meriti d'essere minimamente letta. La filosofia di questo personaggio
e di ben poco valore. Ma un imbecille come lui, o per meglio dire, un pazzo,
non merita d'essere bruciato. Occorre solo rinchiuderlo, perché non travie nessuno.
Epist. ad Kortholtum in Opera omnia, Genève. Ancora nel Settecento la leggenda
nera creata intorno alla figura di Vanini sopravvive al passare del tempo, si
espande ed affascina molti studiosi, che si avvicinano alla sua filosofia e ne
tentano dei profili biografici. Così anche la cultura inglese mostra interesse
per il filosofo di Taurisano ed è soprattutto con Blount che Vanini entra nella
filosofia inglese ed acquista una dimensione che non abbandona mai più, quando
diviene un elemento cardine del libertinismo e deismo nel Seicento
inglese. Un manoscritto inedito della Biblioteca Municipale di Avignone
custodisce delle Observations sur Lucilio Vanini redatte da Velleron, ma
fornisce solo delle incerte notizie sul filosofo, in gran parte rettificate
dagli ultimi studi. Viene effettuata una copia manoscritta dell'Amphitheatrum,
su commissione di Uriot, il quale la trasferisce poi nella Biblioteca Ducale
del duca di Württemberg. Attualmente essa si trova nella Württembergische Landesbibliothek
di Stoccarda. Un'altra copia manoscritta del saggio si trova nella Staats
und Universitätbibliothek di Amburgo, a testimonianza del perdurante interesse
per iVanini. Viene data alle stampe a Londra una biografia vaniniana con
un estratto delle sue opere, dal titolo “The life of ‘Lucilio’, alias Julius
Caesar Vanini, burnt for atheism at Toulouse, with an abstract of his writings.
Il saggio, pur ricollegandosi alla consueta storiografia vaniniana e quindi con
i soliti errori d'origine, sottopone ad un dibattito ponderato la figura ed il
pensiero del filosofo italiano, a cui riconosce qualche merito. Ma la strada
per una collocazione europea di Vanini e del suo pensiero è ormai
aperta. Opere: “Amphitheatrum aeternae providentiae divino-magicum,
christiano-physicum, nec non astrologo-catholicum adversus veteres philosophos,
Atheos, Epicureos, Peripateticos et Stoicos, Auctore Iulio Caesare Vanino,
Philosopho, Theologo et Iuris utriusque Doctore, Lugduni, Apud Viduam Antonii
de Harsy, ad insigne Scuti Coloniensis” (rist. fotom., Galatina). “Iulii
Caesaris Vanini, Neapoletani Theologi, Philosophi et Iuris utriusque Doctoris,
De admirandis Naturae Reginae Deaeque mortalium arcanis libri quatuor,
Lutetiae, Apud Adrianum Perier, via Iacobaea” (rist. fotom., Galatina). Le
opere di Vanini e le loro fonti, Milano (rist. anast., Galatina,); “Opere” (G.
Porzio, Lecce); “Anfiteatro dell'eterna Provvidenza” Galatina; “I meravigliosi
segreti della natura, regina e dea dei mortali” Galatina); “Opere (Galatina); “Confutazione
delle religioni “Anna Vasta, Catania, De Martinis & C.); “Opere” (Milano,
Bompiani). Massimo Bucciantini, Lutero in Campo dei Fiori, in Il Sole 24 ORE Terzapagina.
Filosofia ed ecologia per il "compleanno" di Giulio Cesare Vanini, Una
lettera dell'ambasciatore inglese a Venezia, Dudley Carleton, fa risalire
l'episodio a nove anni prima. F. Raimondi, “Vanini e il libertinismo” Atti del
Convegno di Studi, Taurisano (Galatina, F.Raimondi, “Dal tardo Rinascimento al
Libertinismo erudite” Atti del Convegno di Studi, Lecce-Taurisano Galatina, G.
Spini, “Vaniniana” in «Rinascimento», F. Paola, “Il primo seicento
anglo-veneto” Cutrofiano; F. De Paola, “Vanini da Taurisano filosofo Europeo, Fasano);
F. Paola, “Documenti per una lettura di Vanini, in «Bruniana &
Campanelliana», F. Raimondi, Documenti vaniniani nell'Archivio Segreto
Vaticano, in «Bollettino di Storia della Filosofia dell'Università degli Studi
di Lecce», F.Raimondi, Il soggiorno vaniniano in Inghilterra alla luce di nuovi
documenti spagnoli e londinesi, in «Bollettino di Storia della Filosofia
dell'Università degli Studi di Lecce», F.Raimondi, “La Santa Inquisizione,
Taurisano, F.Raimondi, “L'Europa del Seicento. con una appendice documentaria,
PisaRoma, 2005 (L'appendice contiene la più completa documentazione sulla
biografia vaniniana: 192 documenti dalla nascita al rogo). Fasano, D. M. Fazio,
Giulio Cesare Vanini nella cultura filosofica del Sette e Ottocento (Galatina);
M. T. Marcialis, “Natura e uomo in Vanini” in «Giornale Critico della Filosofia
Italiana»,M. T. Marcialis, Giulio Cesare Vanini nell'Europa del Seicento, in "Rivista
di Storia della Filosofia", G. Paganini, Le Theophrastus redivivus et
Vanini, in «Kairos», G. Papuli, Le
interpretazioni di G. C. Vanini, Galatina, A. Perrino, "Giulio Cesare
Vanini nel Theophrastus redivivus", in «Bollettino di Storia della Filosofia
dell'Università degli Studi di Lecce», F.Raimondi, Vanini e il "De tribus
impostoribus", in «Ethos e Cultura», Padova, G. Spini, Ricerca dei
libertini. La teoria dell'impostura delle religioni nel Seicento italiano,
Roma, Firenze) Cesare Teofilato Giulio Cesare Vanini nel III Centenario del suo
Martirio, Milano, Tip. Ed. La Stampa d'Avanguardia. Cesare Teofilato Giulio
Cesare Vanini, in The Connecticut Magazine, articles in English and Italian,
New Britain, Conn, Cesare Teofilato Vaniniana, in La puglia letteraria, mensile
di storia, Roma, Cesare Vasoli, Riflessioni sul problema Vanini, in S.
Bertelli, Il libertinismo in Europa, Milano-Napoli, Cesare Vasoli, Vanini e il
suo processo per ateismo, in F. Niewohner e O. Pluta, Atheismus im Mittelalter
und in der Renaissance, Wiesbaden); Vanini in Inghilterra. La seguente è una
lista di alcuni documenti in cui è possibile trovare riferimenti alla presenza
del frate Carmelitano a Lambeth Palace a Londra. Trascrizioni complete,
riassunti e contesto di questi documenti sono disponibili. "Vanini e il
primo seicento anglo-veneto" e in "Giulio Cesare Vanini da Taurisano
filosofo europeo", Schena Editore, Fasano Brindisi. Documenti: London Public
Record Office State Papers Venice Notizie sulla Mercers' Chapel a Londra, dove
Vanini sconfesso la sua fede cattolica e tenne vari sermoni. London Public
Record Office State Papers Petizione di due Carmelitani, Vanini e Genocchi, a
Carleton, ambasciatore inglese a Venezia, per essere accettati in Inghilterra.
Venezia. London Public Record Office State Papers Lettera di Carleton a
Salisbury. Da Venezia, Carleton informa Salisbury che due frati gli hanno
chiesto permesso di rifugiarsi in Inghilterra per evitare persecuzioni dai loro
superiori. London Public Record Office State Papers. Vanini a Carleton. Da
Lambeth. Vanini manda a Carleton informazioni riguardanti alla sua ricezione a
Palazzo Lambeth e la buona stima di cui gode lì. London Historical Manuscripts
Commission De L'Isle and Dudley Manuscripts, Sir John Throckmorton al visconte
Lisle. Flushing. Corrispondenza tra i due statisti riguardo ad una missione
segreta di John Florio, che forse accompagnò Vanini e il suo compagno a Londra.
LondonManuscripts of the Marquess of Downshire preserved at Easthampstead Park Berk.
Papers of Trumbull. Albery a Trumbull. Londra. Albery, un mercante Inglese e
corrispondente di Trumbull, agente inglese a Bruxelles, manda informazioni
sull'arrivo di Vanini e le sue esperienze a Venezia. London Historical
Manuscripts Commission Report on the Manuscripts of the Marquess of Downshire,
Trumbull Papers. Albery a William Trumbull. Londra. Una copia della lettera da
una fonte diversa. London Public Record Office State Papers Da Spinola a Ginocchio.
Genova London Public Record Office State Papers Wake a Carleton. Londra London Public
Record OfficeState Papers Wake a Carleton. Londra London Manuscripts of the
Marquess of Downshire preserved at Easthamstead Park Berk. Papers of William
Trumbull the Elder Alfonse de S. Victors a William Trumbull Da Middolborg
(Middelburg) London Historical Manuscripts Commission Report on the Manuscripts
of the Marquess of Downshire, Trumbull
Papers, Alfonse de St. Victor a William Trumbull. Middelborg. London Public
Record Office State Papers Domestic Series Jac. Chamberlain a Carleton. Londra,
London Public Record Office State Papers Carleton a Lake. Da Venezia London Public
Record OfficeState PapersDomestic Series, Biondi a Carleton. Da Londra LondonPublic
Record Office State Papers, Carleton a Chamberlain. Da Venezia London Manuscripts
of the Marquess of Downshire preserved at Easthampstead Park Berks. Papers of
William Trumbull the Elder. George Abbot a William Trumbull. Da Lambeth.
LondonHistorical Manuscripts CommissionReport of the Manuscripts of the
Marquess of Downshire, Trumbull Papers, Abbot
a Trumbull. Lambeth London Public Record
OfficeState Papers Carleton a Chamberlain. Venezia, London Public Record Office
State Papers Carleton a Giovan Francesco Biondi. Venezia, London Public Record
Office State Papers Domestic Series, Abbot a Carleton. Lambeth London Public
Record Office State Papers Sarpi a Carleton. Venezia London Record Office State
Sarpi a Carleton. Venezia, London Public Record OfficeState Papers Paolo Sarpi
a Sir Dudley Carleton. Venezia, giugno. LondonHistorical Manuscripts
CommissionReport 78 Hastings, IV,
chapter XVII. Notes of speeches and proceedings in the House of Lords. LondonHistorical
Manuscripts Commission Hastings, Notes of speeches and proceedings in the House
of Lords London Public Record Office State Papers Carleton a Sua Signoria
l'Arcivescovo di Canterbur. Venezia LondonManuscripts of the Marquess of
Downshire preserved at Easthampstead ParkBerks. Papers of William Trumbull the
Elder Abbot a Trumbull. Lambeth London Historical Manuscripts CommissionReport
of the Manuscripts of the Marquess of Downshire, IV, Trumbull Papers George Abbot, Arcivescovo
di Canterbury, a William Trumbull. Lambeth Archivio di Stato di
VeneziaInquisitori di Stato, busta 155. Istruzioni degli Inquisitori di Stato
all'ambasciatore in Inghilterra. LondonCalendar of State Papers on English
Affairs in the Archives of Venice and other Libraries of North Italy Inquisitori
di Stato, busta Venetian Archives. Gli Inquisitori di Stato a Gregorio
Barbarigo, LondonCalendar of State
Papers on English Affairs in the Archives of Venice and other Libraries of
North Italy Inquisitori di Stato, Venetian Archives. Examinations for Antonio
Foscarini. Archivio di Stato di Venezia Inquisitori di Stato, Londra, Interrogatorio
di Lunardo Michelini sulle modalità della fuga di Vanini da Lambeth. Archivio
di Stato di VeneziaInquisitori di Stato, Interrogatorio di Alessandro di Giulio
Forti da Volterra sulle modalità della fuga di Vanini da Lambeth. Archivio
General de Simancas fondo InglaterraLegajo foglio privo di indicazioni.
Bentivoglio a Sarmiento. Bruxelles. Il nunzio apostolico a Bruxelles informa l'abasciatore
di Spagna che Vanini e il suo compare sono arrivati sani e salvi dopo la loro
fuga da Londra. Archivio General de Simancas Bentivoglio a Sarmiento.
Bruxelles. Il nunzio apostolico a Bruxelles informa l'abasciatore di Spagna che
Vanini e il suo compare sono partiti verso l'Italia, come era stato concordato
a Roma. Documenti inclusi nell'opera di Namer La seguente è la lista dei
documenti inglesi inclusi nel lavoro Documents sur la vie de Vanini de
Taurisano di Ėmile Namer, che può essere considerato come un utile punto di
partenza per la delineazione di una biografia di Vanini, e di cui la nuova
documentazione deve essere considerata un completamento. London Foreign State
Papers. Venice. Bundle 9. Carleton ad Abbot. LondonForeign State Papers. Venice.Abbot
a Carleton LondonState Papers Domestic. James I. Carleton a Chamberlain. Venezia, London Foreign
State Papers. Venice. Sir D. Carleton all'Arcivescovo di Canterbury. London State
Papers Domestic. James I. Chamberlain a Carleton. Londra, London State Papers
Domestic. James I. 7 Chamberlain a
Carleton. LondonForeign State Papers. Venice Abbot a Carleton. London State
Papers Domestic. James I. Carleton a
Chamberlain. London State Papers Domestic. James I. l'Arcivescovo di York al
conte di Suffolk. London State Papers Domestic. James I. Giulio Cesare Vanini a
Dudley Carleton. Da Lambeth, iLondonState Papers Domestic. James I. Giulio Cesare Vanini a Sir Isaac Wake. Da
Lambeth iLondon State Papers Domestic. James I.
John Chamberlain a Carleton. da Londra. London State Papers Domestic.
James I. lAbbot a Carleton. Lambeth London
State Papers Domestic. James I. John Chamberlain a Dudley Carleton. Da Londra London
State Papers Domestic. James I. Biondi a
Carleton. Da Londra London Foreign State Papers. Venice. Carleton a Abbot. London State Papers Domestic. James I. John
Chamberlain a Dudley Carleton. Da Londra London State Papers Domestic. James I. Abbot al vescovo di Bath Da Lambeth (?).
London State Papers Domestic. James I.
Lake a Carleton. Dalla corte a Royston, London State Papers Domestic.
James I. John Chamberlain a Sir Dudley
Carleton. Da Londra London Foreign State Papers. Venice Carleton a Abbot London
Foreign State Papers. Venice. Carleton a Sir Thomas Lake. London State Papers
Domestic. James I. Abbot a Carleton a Venezia. Lambeth, London State
Papers Domestic. James I. John
Chamberlain a Dudley Carleton. Londra, LondonForeign State Papers. Venice. Carleton a Abbot. Archivio de Simancas,
Estado, Cardinale Millino a Alonso de
Velasco, ambasciatore spagnolo a Londra. Roma, Archivio de Simancas,
Estado, Cardinal Millino a Diego
Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Roma, Archivio de Simancas,
Estado, Cardinal Bentivoglio a Diego
Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Bruxelles, Archivio de
Simancas, Estado, Bentivoglio a Diego
Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Bruxelles,Vanini e
l'Inquisizione di Roma Elenco di alcuni documenti presenti nella corrispondenza
tra alcuni Nunzi apostolici in Europa e le autorità vaticane, dove è possibile
trovare informazioni relative alla fuga, permanenza e rientro segreto
dall'Inghilterra del frate carmelitano. Le trascrizioni complete, i sommari e
le contestualizzazioni di questi documenti sono disponibili per studiosi e
lettori in Giulio Cesare Vanini da Taurisano filosofo europeo, Schena Editore,
Fasano (Brindisi), Il pontefice Paolo V e l'Inquisizione in Roma furono
informati continuamente della vicenda di Vanini con dispacci dei Nunzi
apostolici in Venezia, Francia e Fiandra e con missive dell'ambasciatore di
Spagna a Londra, a cominciare dalla sua fuga da Venezia sino al suo desiderio
di rientrare nel mondo cattolico. RomaArchivio Segreto VaticanoSegreteria
di StatoNunziatura di Francia, Ubaldini,
Nunzio papale in Francia, al Borghese, Segretario di Stato di Paolo V, de Parigi.
RomaA. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse, Fiandra, il Nuntio
alla Segreteria, Bentivoglio, Nunzio papale in Fiandra, al Card. Borghese.
(Bruxelles) Roma A. S. VaticanoSegreteria di StatoNunziature diverse, Francia, lettere
scritte al Nuntio in Francia Borghese a Ubaldini. Di Roma li Roma A. S.
Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia, Ubaldini da Parigi a
Borghese Roma A. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse,
Francia, 293A, lettere scritte al Nuntio
in Francia Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato
Nunziatura di Francia, Ubaldini a Borghese
Rom aA. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse, Francia, lettere scritte
al Nuntio in Franci Il card. Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma A. S. Vaticano Segreteria
di Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Borghese Londra, British
Museum, Lettere di Ubaldini, nella sua Nunziatura di Francia, Ubaldini a
Borghesr Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia, Ubaldini
a Mellini, membro del Sant'Uffizio, il Tribunale dell'Inquisizione di Roma. Roma
A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziature diverse, Francia, lettere scritte
al Nuntio in Francia da Borghese, Borghese a Ubaldini. Roma A. S. Vaticano Segreteria
di Stato Nunziatura di Francia, Registro
di Lettere della Segreteria di Stato di Paolo V al Vescovo di Montepulciano
Nuntio in Francia Il Segretario Porfirio Feliciani vescovo di Foligno al Nuntio
in Francia. Roma 21 Genn.° 1613. RomaA. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura
di Francia, Ubaldini al Mellini Roma A. S. Vaticano Segreteria di
StatoNunziatura di Francia, Ubaldini a Mellini RomaA. S. Vaticano Segreteria di
Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Borghese. Di Parigi RomaA. S.
Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di FranciaRegistroUbaldini a Millini Roma
A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziature diverse, Francia, lettere scritte al Nuntio in Francia dal
Card. Borghese, Il card. Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma A. S. Vaticano Segreteria
di Stato Nunziatura di Francia Ubaldini a Borghese Di Parigi. RomaA. S.
Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Millini Roma A. S. Vaticano Segreteria di
Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Borghese Londra, British
Museum, Lettere del Card. Ubaldini, nella sua nunziatura di Francia, Card.
Ubaldini a Borghese Parigi, Bibliothèque nationale de FranceDepartement des
Manuscrits, Italien Registro di Lettere della Nunziatura di Francia di Ubaldini
dell'anno lettera, Ubaldini a Borghese Parigi) Roma A. S. VaticanoSegreteria di
Stato Nunziature diverse, Francia, Lettere
del Sir. Card.le Ubaldini nella sua Nunciatura di Francia Ubaldini a Borghese Treccani
Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana,
Amphitheatrum e De admiandis. Raimondi Il contributo italiano alla storia del
Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giulio Cesare Vanini. Vanini. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Vanini e Grice,” Villa Grice, Luigi Speranza, “La statua all’aperto
di Vanini,” Luigi Speranza, “Il medaglione di Vanini a Roma.” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51718281679/in/photolist-2mNaHiH-2mPpVqK-2mKDicu-2mKDhJk-2mKbUmy
Grice e Vanni – azione ed
inter-azione – filosofia italiana (Città della Pieve). Essential Italian philosopher. Filosofo. Iniziò la
carriera a Perugia e successivamente fu insegnante a Parma, Bologna, e
Roma. Tra i fondatori del positivismo
soziale, la sua filosofia si ispira a Kant e agli principali filosofi del
positivismo Professoree a lui si deve anche una originale lettura
"positivista" della dottrina storicistica di Vico. Il suo è stato definito
un "positivismo critico,” che vuole distinguere cioè tra la ‘scienza’
dell’uomo dalla ‘filosofia’ dell’uomo, contestando e rifiutando l'assimilazione
positivista di quest'ultima con la morale e la sociologia, dottrina nata
nell'ambito del positivismo, verso la quale Vanni ebbe un interesse particolare
cercando di teorizzarne il carattere ‘scientifico’ differenziandola però sia
dall'evoluzionismo che dalla biologia.
Vanni considerò essenziale l'autonomia teorica del ‘ius’ o devere dai
rapporti con gli aspetti storici-etnografici delle istituzioni giuridiche.
Vanni è convinto che la ‘filosofia,’ come analisi concettuale, del diritto
debba avere la funzione pratica di definire i ‘fine’ (métier) della
inter-azione umana. In questo modo, Vanni ribade l'impostazione criticista
kantiana che acquistav un tono metafisico criticato dai positivisti ortodossi
che lo accusano di eclettismo. Opere: “Della consuetudine nei suoi rapporti col
dritto e con la legislazione” (Perugia); “Saggi critici sulla teoria socio-logica
della popolazione” (Città di Castello); “Prime linee di un programma critico di
sociologia” (Perugia); “Il problema della filosofia del diritto nella
filosofia, nella scienza e nella vita ai tempi nostril” (Verona); “La filosofia
del diritto” (Verona); “La funzione della filosofia considerata in sé ed in
rapporto al socialismo” (Bologna); “La filosofia del diritto e la ricerca
positivista” (Torino); “Il dritto nella totalità dei suoi rapporti e la ricerca
oggettiva” (Roma); “La teoria della conoscenza come induzione socio-logica e
l'esigenza critica del positivismo” (Roma); “Filosofia del diritto” (Bologna);
“Filosofia sociale e filosofia giuridica” (Bologna) Biografia in Scuola Normale
Superiore di Pisa, su picus.unica. G. Marino, Positivismo e giurisprudenza,
Napoli, F.Cuculo, La sociologia positivista di Vanni, in A. Millefiorini,
Fenomenologia del disordine. Prospettive sull'irrazionale nella riflessione
sociologica italiana, Edizioni Nuova Cultura, Roma, D'Amelio, Positivismo,
storicismo, materialismo storico in I. Vanni, «Quaderni fiorentini per la
storia del pensiero giuridico moderno», A. Pusceddu, La sociologia positivista
in Italia (Roma). siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato
per le Soprintendenze Archivistiche.
Opere u openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere. I. Vanni. Vanni. Keywords:
action, interaction, azione, interazione, Vico, positivism, positivism critico,
etologia, ethology -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, -- Luigi
Speranza,, “Grice e Vanni: azione ed inter-azione” – The Swimming-Pool Library,
Villa Speranza, Liguria.
Grice e Vannini – il mistico di
‘Vitters’ – filosofia (San Piero a Sieve). Essential
Italian philosopher. “Never to be confused with the vain Vanini!”Grice. Filosofo.
Dopo gli studi al Ginnasio Michelangiolo di Firenze, si è laureato in Filosofia
a Firenze, discutendo una tesi su “‘Vitters’: metafisico e mistico”! Ha vissuto
nel Convento agostiniano di Santo Spirito a Firenze, ospite di Ciolini. Ha
compiuto viaggi e soggiorni di studio in Europa Ha insegnato Filosofia e Storia
nei Licei; per un triennio Storia della Filosofia a Firenze e Storia della
Mistica all'Istituto di Scienze Religiose aTrento. Ha tenuto seminari e
conferenze in Università ed Accademie italiane e straniere: Genova, Trento,
Ancona, Perugia, Urbino, Pavia, Pisa, Macerata, Napoli, Fermo, Parma, Arezzo,
Chieti, Roma, Avila, Strasburgo, Berlino. Considerato il maggior studioso
di mistica o anche il più importante studioso italiano di Eckhart e della
mistica cristiana, ha curato l'edizione italiana delle opera latine di Eckhart,
nonché quelle di altri autori spirituali, come Agostino, Gerson, Fénelon,
Porete, Taulero, Anonimo Francofortese, Lutero, Angelus Silesius, Czepko,
Franck, VWeigel, ecc. Marco Vannini, lungo un percorso ormai di quasi
mezzo secolo, è stato: traduttore e curatore di importanti testi della
mistica; critico della fenomenologia, da un punto di vista teoretico e storico;
filosofo della religione, soprattutto nei suoi rapporti con la ragione e con la
fede. Vannini legge il fenomeno mistico in maniera innovativa ma, soprattutto,
pone lo stesso a fondamento di ogni forma ed esperienza religiosa. Tale
presupposto impone come fuori da un'esperienza diretta di questo tipo sia
pressoché impossibile cogliere il senso, le modalità e le finalità delle varie
dottrine e pratiche religiose. Per Vannini la mistica è un sapere
spirituale, inoggettivabile ma, soprattutto, un sapere che è un essere: è
l'identità mistica il vero e proprio criterio per discernere il vero dal falso.
Tale ermeneutica costituisce una propedeutica all'inverarsi in senso mistico
della religione cristiana. Il pensiero di Vannini si basa su una
esperienza spirituale, unitiva e teomorfica. Centrali appaiono pertanto
concetti appartenenti alla sfera semantica della divinizzazione, dell’homoiosis
theo, quali vuoto, fondo dell'anima, generazione del Logos, complementarità tra
distacco ed amore. Tale esperienza risulta comprensibile solo quando si è
fatto il vuoto nell'anima attraverso il distacco, diventando in tal modo
recettivi alla luce proveniente dall'alto, tali da rendere il soggetto esso
stesso luce eterna: al vuoto in cui si perviene nel distacco corrisponde una
pienezza, una traboccante ricchezza ed energia, una gioia sconfinata ed
inesauribile. Il rapporto tra Dio e uomo non è quindi statico, di mutua
esclusione, ma “dialettico” o dinamico, di reciproca compenetrazione: la
“salvezza” viene letta nei parametri teologici di una escatologia realizzata
nel presente, come immanente esperienza dello spirito. Essenziale diventa
perciò il recupero della antropologia classica corpo, anima, spirito ove l'uomo
è un corpo, piccola parte dell'universo; una psiche, fluttuazione infinita di
pensieri, sentimenti, volizioni, soggetta al determinismo del tempo, dello
spazio, delle circostanze; ma soprattutto uno spirito universale, eterno,
libero, uno nell'Uno. L'attualità e l'originalità della posizione di
Vannini ha suscitato e continua a suscitare un acceso dibattito in seno al
panorama culturale italiano, filosofico e teologico: nei confronti dell'autore
vari infatti sono stati i commenti, le recensioni, i contributi e gli
interventi critici da parte di personalità quali (in ordine alfabetico) Bozzo, Baldini,
Bianchi, Cacciari, Monticelli, Esposito, Forte, Givone, Mancuso, Matteo, Mucci
S.I., Ravasi, Reale, Torno, Vattimo, e Volpi. La particolare rilevanza
dell'opera di Vannini può trasparire anche, ad esempio, dalle seguenti
affermazioni in meritocitate in ordine sparsodi alcuni dei suddetti illustri
pensatori. Givone: “A Marco Vannini, cui siamo debitori d'un lavoro filosofico
estremamente prezioso, rivolgiamo questa domanda. A Vannini dobbiamo non
soltanto edizioni impeccabili delle opere di Eckhart, Porete, Silesius, Gerson;
ma anche il pensiero vigoroso e chiaro, qualunque cosa gli si posa obiettare,
che la mistica è da un lato il cuore e la radice viva di ogni religione, ma
dall'altro “la filosofia nel suo senso più reale e profondo”, la conoscenza e
la pratica dell'essere e “la gioia dell'essere”. Cacciari: “È un grosso debito
quello che la filosofia e la teologia hanno accumulato in questi anni nei
confronti diVannini. Grazie al suo instancabile lavoro o sotto la sua direzione
il nostro Paese può oggi contare su impeccabili edizioni di Gerson, Silesius,
Porete ed Eckhart» Mucci: “In questi tempi di declino dell'ontologia, Vannini è
certamente, in Italia, fuori dell'ambito ecclesiastico, il più illustre
studioso di mistica.” Reale: “L'esperienza mistica è comunque per sua natura
connessa con il religioso, come viene mostrato nella filosofia di Vannini, “La
mistica delle religioni (Le Lettere) in questi giorni in libreria. Vanniniuno
dei massimi esperti in materia a livello nazionale e internazionaleanalizza in
modo dettagliato questa esperienza spirituale nell'induismo, nel buddismo,
nell'ebraismo, nell'islamismo e nel cristianesimo.” Torno: “Segnalare un livre
de chevet, vale a dire una di quelle opere maneggevoli che mai dovrebbero
allontanarsi dal capezzale, è diventato difficile oltre che inattuale. Eppure
qualcosa circola, come prova l'ultimo delizioso scritto di Marco Vannini Sulla
grazia». BForte: L'ultimo bel libro di Vannini su Mistica e filosofia rivela
ancora una volta la sua straordinaria competenza di storico e interprete della
mistica» Al pensiero di Vannini è stato dedicato “Mistica e filosofia nel pensiero
di Vannini. Opere: “Lontano dal segno. Saggio sul cristianesimo, La Nuova
Italia, Firenze, Esame della certezza, Il Cenacolo, Firenze, Eckhart. Opere tedesche, La Nuova Italia,
Firenze Dialettica della fede, Marietti, Casale Monferrato (nuova edizione
ampliata, Le Lettere, Firenze ). L'esperienza dello spirito, Augustinus,
Palermo. Mistica e filosofia, Piemme,
Casale Monferrato (prefazione di Massimo Cacciari; nuova edizione ampliata, Le
Lettere, Firenze). Il volto del Dio nascosto. L'esperienza mistica dall'Iliade
a Simone Weil, Mondadori, Milano (ristampa col titolo: Storia della mistica
occidentale, Oscar Mondadori; poi Le Lettere, Firenze ). Introduzione alla mistica,
Morcelliana, Brescia (trad. portoghese: Introdução à Mìstica, Edições Loyola,
San Paolo del Brasile). La morte dell'anima. Dalla mistica alla psicologia, Le
Lettere, Firenze (nuova edizione ampliata, Le Lettere, Firenze). La mistica
delle grandi religioni, Mondadori, Milano (nuova edizione, Le Lettere, Firenze).
Tesi per una riforma religiosa (Le Lettere, Firenze); La religione della
ragione” (Mondadori, Milano); Sulla grazia (Lettere, Firenze); Prego Dio che mi
liberi da Dio. La religione come verità e come menzogna, Bompiani, Milano.
Lessico mistico. Le parole della saggezza, Le Lettere, Firenze. Il Santo
Spirito fra religione e mistica, Morcelliana Editrice, Brescia. Oltre il
cristianesimo. Da Eckhart a Le Saux, Bompiani, Milano. Inchiesta su Maria. La
storia vera della fanciulla che divenne mito (Rizzoli, Milano); Indagine sulla
vita eterna, Mondadori, Milano); Introduzione a Eckhart. Profilo e testi, Lettere,
Firenze. L'Anticristo. Storia e mito, Mondadori, Milano. All'ultimo papa.
Lettere sull'amore, la grazia, la libertà, il Saggiatore, Milano. Contro Lutero
e il falso evangelo, de' Medici, Firenze. Il muro del paradiso. Dialoghi sulla
religione per il terzo millennio, Lorenzo 'de Medici Press,. Mistica,
psicologia, teologia, Le Lettere, Firenze. Liceo-Ginnasio Michelangiolo Firenze
Vito Mancuso, Lutero è vivo e lotta con noi, s.a., in: <Panorama> Stefano
G. Azzarà, su Materialismo Storico
Bio- S. Givone, Luce mistica dei
moderni in: «Il ManifestoAlias», in il manifesto Alias,Marco Vannini, Mistica e
filosofia, Prefazione, Firenze, Le Lettere, Giandomenico Mucci, Il pensiero di
Marco Vannini, in «La Civiltà Cattolica», Giovanni Reale, Il misticismo vive in
tutte le culture. Il testo di Vannini, le «Upanishad» riedite, su corriere. Armando
Torno, Alla ricerca della Grazia nel segno di Eckhart, in «Corriere della Sera»,
Cultura, Bruno Forte, Mistica, l’enigma dell’Altro, in «Avvenire»Libri, Roberto
Schiavolin, Mistica e filosofia nel pensiero di Marco Vannini, Nerbini,
Firenze Mistica Misticismo cristiano
Mistica renana Meister Eckhart P. Hadot
Henri Le Saux Sito personale di Vannini. Marco Vannini. Vannini. Keywords: the
mystic, das mystische. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi
Speranza, “Vannini e Grice: il mistico di ‘Vitters’ – The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732370519
Grice e Varisco – per un sommario di
filosofia critica – filosofia italiana (Chiari). Essential Italian philosopher. Filosofo.
Grice: “We all learned about the ‘gnothi seauton’ at Clifton – Varisco composed
a full tract about it! Calogero has analysed the implicatures! The idea is that
you need a ‘thou’ to tell ‘thou’ ‘know THYself” – although the oracular
mystique is still there!” -- Fu professore di filosofia a Roma e senator. La
sua formazione filosofica coincide con la crisi del positivismo. Laureato
a Pavia. Partendo da posizioni solidamente scientifiche, Varisco avverte
sollecitamente il limite di ogni conoscenza che voglia essere esclusivamente
composto di ragione, e scopre insieme la concomitante componente ‘fideistica’ di
ogni affermazione di verità. Questo ricorso alla fede come sentimento del
sopra-naturale è utilizzato da Varisco sia per affermare la preminenza della filosofia
come conoscenza concreta sui processi astrattivi della scienza (“I massimi
problemi” – Milano, Libreria Editrice Milanese), sia per approdare ad uno
spiritualismo pluralistico con forti accentuazioni teistiche (“Dall'uomo a
Dio”). Altre opere: “Scienza ed opinione” (Roma, Alighieri); “La patria”
(Roma, Provenzani), “Conosci te stesso” (Milano, Libreria Milanese); “La scuola
per la vita” (Milano, Isis); “Linee di filosofia critica” (Roma, Signorelli); “Discorsi
politici” (Roma, Alberti); “Sommario di filosofia” (Roma, Signorelli);
“Dall'uomo a Dio” (Padova, CEDAM). Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino
per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, ufficiale
dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale
dell'Ordine della Corona d'Italia, Commendatore dell'Ordine della Corona
d'Italia nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dell'Ordine della Corona
d'Italia. Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino
per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona
d'Italia. Senatori d'Italia, Senato della Repubblica. Varisco. Keywords. Refs.:
The H. P. Grice Papers, BANC MS, -- Luigi Speranza, “Grice e Varisco: per un
sommario di filosofia critica” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza,
Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692603820/in/photolist-2mKU7b1-2mKLFv4
Grice
e Varrone – semiotica filosofica – filosofia italiana (Rieti).
Grice: “I count Varrone as the first language philosopher. He woke up and
realised he was speaking ‘lingua latina,’ and dedicated 36 volumes to it!” --. Grice:
“’Lingua latina’ has a nice Roman ring to it. In modern Italian, the ‘t’ has
become an ‘z,’ as in “Lazio, -- the
calcio team from Latium – or a ‘d’ as in ‘ladino.’” Grice: “I know his Loeb edition by heart!” –
Grice: “The Greeks never studied their lingo as Varro studied his! Of this
Austin always reminded me – ‘We should be like Varro, analysing our tongue as
‘fluid’ semiotic system!’” -- Academic,
Roman polymath, author of works on language, agriculture, history
and philosophy, as well as satires, and
principal conversationalist in the later version of Cicero’s "Academica.” Questore della
Repubblica romana. Gens: Terentia Questura in Illyricum Propretura in Spagna. Marco
Terenzio Varrone. Filosofo. Tu ci hai fatto luce su ogni epoca della patria,
sulle fasi della sua cronologia, sulle norme dei suoi rituali, sulle sue
cariche sacerdotali, sugli istituti civili e militari, sulla dislocazione dei
suoi quartieri e vari punti, su nomi, generi, su doveri e cause dei nostri affari,
sia divini che umani == Cicerone, Academica Posteriora. Detto Reatino. attributo
che lo distingue da “Varrone Atacino,” vissuto nello stesso periodo. Nato da
una famiglia di nobili origini, ha rilevanti proprietà terriere in Sabina, dove
e educato con disciplina e severità dai familiari, integrate dall'acquisto di
lussuose ville a Baia e fondi terrieri a Tusculum e Cassino. A Roma compì
studi avanzati presso i migliori maestri del tempo. Lucio Elio Stilone
Preconino lo fa appassionare anche agli studi etimologici ed oratoria. Studia la
lingua italiana con Lucio Accio, a cui dedic “aDe antiquitate litterarum.” Come
molti romani, compe un grand tour in Grecia, dove ascolta filosofi accademici
come Filone di Larissa e Antioco di Ascalona, da cui deduce una posizione
filosofica di tipo eclettico. A differenza di molti altri eruditi del
tempo, non si ritira dalla vita politica ma, anzi, vi prende parte attivamente
accostandosi agli optimates, forse anche influenzato dall'estrazione sociale.
Dopo aver, infatti, percorso le prime tappe del cursus honorum (triumviro
capitale, questore, e legato) e vicino a Pompeo, per il quale ricopre incarichi
di grande importanza. Legato e proquestore e combatte nella guerra contro i
pirati difendendo la zona navale tra la Sicilia e Delo. Allo scoppio della
guerra civile e propretore. In una guerra che vede i romani contro i romani,
tenta un'incerta difesa del suo territorio che si concluse in una resa che
Giulio Cesare, nei Commentarii de bello civili, define poco gloriosa. Dopo
la disfatta dei pompeiani, si avvicina, comunque, a Cesare, che apprezza il
Reatino soprattutto sul piano culturale, affidandogli la costituzione di una biblioteca.
Dopo la morte del dittatore, anzi, e inserito nelle liste di proscrizione sia
di Antonio che di Ottaviano (interessati più alle sue ricchezze che a punire i
congiuranti), da cui si salva grazie all'intervento di Fufio Caleno per poi
avvicinarsi a Ottaviano a cui dedica il “De vita populi Romani” volto alla
divinizzazione della figura di Cesare. Ha una produzione di oltre 620 libri,
suddivisi in circa settanta opere. Opere “De re rustica” (Varrone) e “De
lingua Latina” -- La vasta produzione di Varrone fu suddivisa da Girolamo in un
catalogo. Le opere di Varrone sono verosimilmente 74, suddivise in 620 volumi,
sebbene stesso regli rifere di aver
scritto 490 libri. Le sue opere possono
essere suddivise in vari gruppi, dalle opere di erudizione, filologia (filosofia
del linguaggio, o semantica) e storia a quelle giuridiche e burocratiche, dalle
opere di filosofia (filosofia del linguaggio, semantica, semiotica) e
agricoltura alle opere di poesia, di linguistica e letteratura; di retorica e
diritto, con ben 15 libri De iure civili; di filosofia. Di questa enorme
produzione è pervenuta quasi integra solo un'opera, il “De re rustica”, mentre
del “De lingua Latina” sono pervenuti solo 6 libri su 25. Probabilmente, causa
del quasi completo naufragio della immane varroniana è che, avendo compulsato
tanta parte della cultura romana precedente, divenne la fonte indispensabile
per gli autori successivi, perdendosi, per così dire, per assimilazione. Della
sua attività filologica fa testimonianza il cosiddetto canone varroniano, elaborato
a partire da due opere, le “Quaestiones Plautinae” e il “De comoediis
Plautinis”, in cui riparte il corpus plautino, che include 130 fabulae. Di
queste, 21 vengono definite autentiche, 19 di origine incerta, dette
"pseudo-varroniane" e le restanti spurie. Si occupa soprattutto
di antiquaria, con i 41 libri di “Antiquitates”, il suo capolavoro, divisi in
25 di “res humanae” e 16 di “res divinae”, fonte precipua di Agostino nel De
civitate Dei. Proprio da Agostino si evidenzia l'attenzione di Varrone sulla
religione civile, con una compiuta disamina su culti e tradizioni, pur con
acute critiche alla teologia mitica dei poeti in nome di una theologia
naturalis. A questo gruppo appartiene anche l'opera, non pervenuta, “De
bibliothecis”, presumibilmente legata alle incombenze come bibliotecario
affidategli da Cesare. Nell'ambito filosofico, notevoli dovevano essere “I
logistorici” -- dal greco “discorsi di storia” -- in 76 libri, composta in
forma di dialogo in prosa, di argomento morale e antiquario, in cui ogni libro
prende il nome di un personaggio storico e un tema di cui il personaggio
costituiva un modello, come il “Marius”, “de fortuna” o il “Catus”, “de liberis
educandis”. Questi dialoghi storico-filosofici sono tra i modelli espositivi
del “Laelius”; “de amicitia” e del “Cato Maior”, “de senectute” di
Cicerone. Al suo interesse filosofico e divulgativo, probabilmente scritte
lungo tutto il corso della sua parabola culturale, riconducevano le “Saturae
Menippeae”, che prendevano come modello Menippo, esponente della filosofia
cinica (da cui il nome). Le “Saturae Menippeae” si componevano di 150 libri, in
prosa e in versi, di cui però ci rimangono circa 600 frammenti e novanta
titoli, di argomento soprattutto filosofico, ma anche di critica dei costumi,
morale, con rimpianti sui tempi antichi in contrasto con la corruzione del
presente. Ciascuna satira recava un titolo, desunto da proverbi (“Cave canem”
-- con allusione alla mordacità dei filosofi cinici) o dalla mitologia (“Eumenide”
contro la tesi stoico-cinica per cui gli uomini sono folli, “Trikàranos”, il
mostro a tre teste, con un mordace riferimento al primo triumvirato) ed era
caratterizzata da lessico popolaresco, polimetria e, come in Menippo, uno stile
tragi-comico. Valerio Massimo, VII 3. Aulo Gellio. Ce ne parla lui stesso
in “De lingua latina” -- Cicerone, Academica posteriora, Appiano, Guerre
civili, IV 47; Varrone, De re rustica, I Svetonio, Cesare, Appiano, Ausonio,
Commemoratio professorum Burdigalensium,Chronicon, ann. Aulo Gellio, Gellio, I
cui frammenti sono editi nell’edizione di B. Cardauns: “Antiquitates rerum
divinarum” Cfr. B. Zucchelli, Varro logistoricus. Studio letterario e
prosopografico, Parma, Cfr., ad esempio, il Fr. XIX Riese: "Da ragazzo,
avevo solo una tunica modesta e una toga, calzature senza fascette, un cavallo
non sellato; bagno giornaliero, niente e, davvero di rado, una
tinozza". N. Horsfall, Varrone, in
Letteratura Latina (Milano, Mondadori). Cfr. M. Salanitro, Le Menippee di
Varrone: contributi esegetici e linguistici (Roma, Ateneo). Sulla satira
varroniana, cfr. L. Alfonsi, Le Menippee di Varrone, in "ANRW". Atti
del Congresso di studi varroniani. Rieti, Centro di studi varroniani, A. Cenderelli, “Varroniana” Istituti e terminologia
giuridica nelle opere di Varrone (Milano, A. Giuffrè); H. Dahlmann, “Varrone e
la teoria della lingua” (Napoli, Loffredo), F. Della Corte, “Varrone, il terzo
gran lume romano” (Genova, Istituto universitario di Magistero); “De vita populi
Romani” Introduzione e commento, Pisa; B. Riposati, “M. Terenti Varronis De
vita populi Romani” -- Fonti, esegesi, edizione critica dei frammenti (Milano,
Vita e pensiero), B. Riposati, “Varrone. L'uomo e lo scrittore” (Roma Istituto
di studi romani); A. Traglia, Introduzione a Varrone, “Opere” (Torino, UTET), B.
Zucchelli, “Varro logistoricus: prosopo-grafica” -- Parma, Istituto di lingua e
letteratura latina, Satira menippea Biblioteche romane Antiquitates rerum
humanarum et divinarum Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario di
storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. “M. Ter. Varronis De lingua Latina
libri qui supersunt: cum fragmentis ejusdem” Biponti, ex typographia
societatis. Biblioteca degli scrittori latini con traduzione e note: “Terentii
Varronis quae supersunt opera” Venetiis, excudit J. Antonelli, “Grammaticae
Romanae Fragmenta”, Gino Funaioli, Lipsiae, in aedibus B. G. Teubneri. “M.
Terenti Varronis saturarum menippearum reliquiae” -- cur. A. Riese, Lipsiae, in
aedibus B. G. Teubneri. Varrone. Keywords: centro di studi varroniani, idioma,
idiom, lingua latina, lingua anglica, Lazio, Lazini, la lingua del Lazio –
Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS – Luigi Speranza, “Grice e Varrone:
semiotica filosofica” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689086098/in/photolist-2mKBBam-2mKBBze-2mKA5tC
Grice
e Varzi – parole, oggetti, eventi – filosofia italiana (Galliate). Essential
Italian philosopher. varzi: essential Italian philosopher. Some Italians do not
consider Varzi an “Italian” philosopher in that his maximal degree was earned
elsewhere! If philosophy is a branch of the belles lettres, part of Varzi’s
essays belong in English literature --. He was written on ‘universal
semantics.’ Achille Varzi
all'Trento. Grice: “Varzi rather freely uses ‘universal’ as in ‘universal
semantics’ – while my own pragmatic rules have been challenged universal
status, by, of all people, Elinor Ochs!” Filosofo. Grice: “Some Italians
consider Varzi a specimen of ‘brain drain’ in more than one way: his maximal
degree was obtained without Italy, not within Italy, and not in Italian – plus
the fact that he is at Colombo’s Columbia!” Esponente della filosofia
analitica, è noto principalmente per le sue ricerche di logica e per il suo
contributo alla rinascita degli studi in ambito di metafisica e
ontologia. Laureatosi a Trento con una tesi, “La logica libera” stato
insignito della Targa Giuseppe Piazzi per la ricerca scientifica e del Premio
Paolo Bozzi per l'Ontologia. Dopo un periodo dedicato soprattutto
allo studio dell'immagine del mondo propria del senso comune, Varzi si è
indirizzato progressivamente verso posizioni di stampo nominalista e
convenzionalista, nella convinzione che "buona parte della struttura che
siamo soliti attribuire alla realtà esterna risieda a ben vedere nella nostra
testa, nelle nostre pratiche organizzatrici, nel complesso sistema di concetti
e categorie che sottendono alla nostra rappresentazione dell'esperienza e al
nostro bisogno di rappresentarla in quel modo". Autore di oltre un
centinaio di pubblicazioni su volumi e riviste specializzate, è noto anche per la sua attività divulgativa
(spesso in collaborazione con Casati), ispirata al principio secondo cui
"la filosofia è una sfida in cui il pensiero parte dalla semplicità delle
cose quotidiane e ne mostra la meravigliosa complessità". Opere:
“Semplicemente diaboliche” (Laterza); “L’amicizia” (Orthotes); “I colori del
bene, Orthotes,. L'incertezza elettorale (Aracne). Le tribolazioni del
filosofare. Comedia Metaphysica ne la quale si tratta de li errori & de le
pene de l’Infero, Laterza,. Il mondo messo a fuoco, Laterza, Il pianeta
dove scomparivano le cose. Esercizi di immaginazione filosofica, Einaudi,
Ontologia, Laterza, Semplicità insormontabili storie filosofiche, Laterza, Parole,
oggetti, eventi e altri argomenti di metafisica, Carocci. “Logica” McGraw-Hill
Italia, Buchi e altre superficialità,
Garzanti. Studi: Elena Casetta e Valeria Giardino, Mettere a fuoco il
mondo. Conversazioni sulla filosofia di Varzi, numero speciale di Isonomia Epistemologica, F. Calemi, Varzi. Logica, semantica,
metafisica, AlboVersorio, Milano. Il mondo messo a fuoco, Laterza. Dal risvolto
di copertina di Semplicità insormontabili, Laterza. Da questo libro è stato
tratto lo spettacolo teatrale Insurmountable Simplicities, per la regia di
Natalie Glick, presentato dall'All Gone Theatre Company all'edizione del New York International Fringe Festival. Biografia
"negativa" di Varzi, su columbia.edu. Intervista ad Achille Varzi di
Leonardo Caffo, Rivista italiana di filosofia analitica. Varzi. Keywords:
‘universal’. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Varzi:
semantica filosofica," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51685558918/in/photolist-2mKzcaD-2mKgZYb-2mKgSAa
Grice e Vasa: ragione e libertà – filosofia (Aggius).
Essential Italian philosopher. Filosofo. Andrea Vasa Società Filosofica
Italiana Congresso Nazionale L'Aquila. Vasa nacque ad Aggius, paese della
Gallura di forte e suggestivo paesaggio e di forti vicende. Compiuti in
anticipo gli studi secondari, andò a studiare filosofia a Milano dove si
laureò. Insegnò nel Liceo Ginnasio “Arnaldo” di Brescia. Dovette interrompere
l’insegnamento a causa della sua partecipazione alla Resistenza con il gruppo
che faceva capo a Parri. Alla fine della guerra riprese l’insegnamento a Milano
nel Liceo Classico G. Carducci e poi nel Liceo Ginnasio Manzoni. Ottenne la libera
docenza. Fu assistente volontario e poi incaricato di Filosofia a Milano.
Vincitore di un concorso a cattedre di Filosofia teoretica, fu chiamato a Cagliari e Firenze. Vasa rimase sempre
fortemente legato al paese natale. Il Comune di Aggius ne ha conservato la
memoria. Negli anni di formazione, Vasa
si trovò a partecipare al tentativo condotto da Bontadini, di cui era allievo e
amico, di superare la contrapposizione tra la scolastica e l’idealismo,
comprendendo e assimilando quanto della metafisica hegeliana e cristiana era in
questo indirizzo. In questa operazione Vasa prese una sua via personale. Abbandonò
l’interesse metafisico simpatizzando per l’attualismo di Gentile per quanto
esso restituiva all’uomo dignità e responsabilità, mettendone tuttavia in luce
l’impossibilità di una fondazione logica. Nacquero così le indagini sulla
logica di Hegel che portarono a rilevanti osservazioni critiche riguardo all’idealismo.
Con l’idea che i valori immanenti costituiscono l’orizzonte trascendentale
nella prassi razionale ed etica dell’uomo veniva a cadere per Vasa
l’opposizione di immanenza e trascendenza.
Nella comune partecipazione alla Resistenza Vasa si legò di amicizia con
Pra, filosofo di profonda esperienza religiosa e sociale e innovatore della
storiografia filosofica. Tramite lui Vasa entrò in contatto con Banfi, che
rappresentava la Scuola filosofica milanese. Nel confronto con il razionalismo
critico di Banfi, che mirava a chiarire una struttura della ragione nel solco
della tradizione kantiana, Vasa pensò ad un razionalismo che andasse oltre ogni
struttura presupposta della ragione verso un orizzonte di possibilità non
ancora prevedibili. Questo pensiero comportava l’idea della ricerca di una
logica della possibilità. Si pose così quella proposta filosofica detta
“trascendentalismo della prassi”, radicalmente critica e programmaticamente aperta,
e che venne difesa da Pra e Vasa, sia nella «Rivista di storia della filosofia»
fondata da Pra, sia nei Congressi della “Società filosofica italiana” rinata
dopo lo scioglimento imposto dall’autorità fascista. Il “trascendentalismo
della prassi” era contrapposto al "teoricismo", inteso come il
carattere di tutte le filosofie che presuppongono un principio di datità del
reale e del valore, cioè di tutte le filosofie metafisiche. Il
trascendentalismo della prassi non voleva essere una teoria, ma un
atteggiamento pratico possibile, effettivo, che riconosceva la temporalità
della prassi e ne rivendicava la libertà e la responsabillità. La proposta del
trascendentalismo della prassi, che era immediatamente critica del pensiero di
Croce e Gentile, ma che investiva tutti gli indirizzi contemporanei, fu il modo
più radicale del domandarsi dopo la guerra, sul métier della filosofia. La
«Rivista di storia della filosofia» costituì il contatto con il “neo-illuminismo”,
che, animato da Abbagnano, avendo come centro Torino, collega e confronta in
convegni periodici i nuovi indirizzi metodologici e anti-metafisici. Affermatisi gli indirizzi della fenomenologia
trascendentale, della filosofia analitica e dell’empirismo, Vasa, con il suo
metodo, caratterizzato dall’apertura e dalla tensione critica ad un continuo
“andar oltre”, diede di essi interpretazioni originali in numerosi studi e
seminari. La sua ricerca, ora caratterizzata come razionalismo della prassi,
continuò a mettere in discussione ogni naturalismo limitativo della libertà
della persona. Vasa confermò così l’idea di una “via negativa alla filosofia” a
cui siamo costretti in mancanza di principi universali oggettivi o di autorità
universali nella prassi. Questa negazione confuta la tematizzazione ingenua del
mondo, mette fra parentesi la tradizione, toglie l’unicità di senso al nostro
rapporto con la realtà e, aprendo la ricerca alla prospettiva di
generalizzazioni nuove, risponde al bisogno della persona di costruirsi e
perseguire finalità proprie. Per
influenza dell’amico Geymonat, e in discussione con lui, Vasa vide
concretamente nelle scienze in sviluppo l’orizzonte effettivo delle possibilità
razionali, pertanto si cimentò nella comprensione di esse attraverso
l’epistemologia e la logica. Egli esaminò: il moderno formalismo
logico-matematico di Russell; l’analisi del linguaggio (formale ed ordinario)
di ‘Vitters’; il convenzionalismo logico e linguistico che egli coglieva
nell’empirismo di Carnap e nella discussione di Quine sull’ontologia; lo stesso
svolgimento dell’epistemologia dagli inizi col Circolo di Vienna ai successivi
sviluppi autocritici e “liberali”; le rivoluzioni concettuali delle scienze.
Erano tutti problemi che avevano all’origine e segnalavano una crisi del
fondamento. Vasa volle chiarirli leggendovi «la sollecitazione a porre fra
parentesi ad aggredire o a variare all’infinito ogni “conoscenza” di spazi e
tempi, di atomi, masse e cause naturali». La sua ricerca manteneva così l’etica
dei fini umani; la logica era anche logica della speranza; la filosofia
ritrovava il senso originario di “amore della saggezza”. Opere: “Il problema della ragione” (Bocca,
Milano); “Ricerche sul razionalismo della prassi” (Sansoni, Firenze); “Logica,
scienza e prassi” (La Nuova Italia, Firenze); “Logica, religione e filosofia”
(Franco Angeli, Milano); “Logica, scienze della natura e mondo della vita”
(Angeli, Milano); “Poeti di Aggius. Michele Andrea Tortu, Michele Pisanu
(Antologia di Salvatore Lepori con prefazione, traduzione e note di A. Vasa),
Nota introduttiva di Giovanni Pirodda, Istituto Superiore Regionale Etnografico,
Nuoro. “Il Trascendentalismo della prassi, la filosofia della Resistenza, Maria
Grazia Sandrini, Mimesis, Centro Internazionale Insubrico, Milano. NIn memoria
di Andrea Vasa, filosofo della modernità, La Nuova Sardegna, Treccani: Vasa,
Andrea Ragione e libertà. Saggio sul
pensiero di Vasa Vasa, Una discussione
con G. Bontadini su metafisica e filosofia, in Studi di filosofia in onore di
G. Bontadini, Vita e Pensiero, Milano I saggi di Vasa sono raccolti nel volume
Logica, religione e filosofia (Scritti filosofiici A. Vasa, Memoria di Giovanni
Gentile, in Giornale critico della filosofia italiana, Vedi Benedetto Croce, Le
cosiddette ‘riforme della filosofia’ e in particolare di quella hegeliana, (a
proposito del saggio di Vasa su De Ruggiero), in Quaderni della Critica, poi in
Indagini su Hegel, Laterza, Bari, Vedi M. Dal Pra, La filosofia italiana oggi,
Rivista critica di storia della filosofia, Sul trascendentalismo della prassi,
in Il problema della filosofia oggi. Atti del Congresso nazionale di Filosofia
(Bologna, promosso dalla SFI, Bocca,
Roma-Milano, Vedi: saggi come l’Introduzione alla trad. di E. Husserl, L’idea
della fenomenologia (M. Rosso), Il Saggiatore, Milano, Logica e religione di fronte al compito di una
possibile unificazione del sapere, in «Il Pensiero», L’ateismo religioso di L.
Wittgenstein, in «Archivio di Filosofia», (Esistenza, Mito, Ermeneutica), e le
lezioni raccolte nel volume Logica, scienze della natura e mondo della
vita A. Vasa, Logica, scienze della
natura e mondo della vita. La frase (di
Vasa) compare nella presentazione editoriale del volume Logica, scienza e
prassi. Luporini, Casari, Pra, Geymonat, Marinotti, Ricordo di Vasa. Corsi,
seminari, Olschki, Firenze, F. De Natale, Storicità della filosofia e filosofia
come storiografia. Un dibattito tra filosofi italiani in Dentro la storiografia
filosofica. Questioni di teoria e didattica, Dedalo, Bari Franco Cambi,
Razionalismo e prassi a Milano, Cisalpino-Goliardica, Milano. Amedeo Marinotti,
L. Handjaras, “Ragione e libertà: la filosofia di Vasa, Prefazione di M. Dal
Pra, Franco Angeli, Milano, Mario Dal Pra, Filosofi del Novecento, Angeli,
Milano, vi è raccolto il contributo già in, Ricordo di Andrea Vasa, Olschki,
Firenze Carlo Monti, Religione e prassi nel pensiero di Andrea Vasa, in «La
Fortezza. Rivista di studi», Liberalismo etico e prospettive razionalistiche
nel pensiero di Vasa, Etica e scienza. Saggi di filosofia, Carocci, Roma. Maria
Grazia Sandrini e Al., Andrea Vasa uomo e filosofo (Atti del convegno di
Aggius. Comprende: relazioni di M.G. Sandrini, “L’eredità vasiana”. P. Lecis,
Viaggio verso una meta incerta. L’universo dei mondi possibili di A. Vasa; F.
Minazzi, La strada per Megara e l’irriducibilità della libertà umana. Il
problema della ragione nel trascendentalismo della prassi di A. Vasa; E.
Palombi, Sul senso dell’uomo nel pensiero di A. Vasa; alcuni brevi Scritti e
testi inediti, F. Minazzi e M.G. Sandrini, in «Il Protagora», poi in volume con
lo stesso titolo, Barbieri, Manduria 2008. Amedeo Marinotti, Ragione e prassi
in Vasa e in Geymonat. Memoria di una discussione filosofica e di un’amicizia,
in Geymonat un maestro del Novecento. Il filosofo, il partigiano e il docente,
Fabio Minazzi, Unicopli, Milano Enrico
I. Rambaldi, La formazione di Vasa, in Alberto Pala filosofo laico,
appassionato delle scienze. Studi e testimonianze, B. Maiorca, Cuec, Cagliari, Enrico
I. Rambaldi, Da Gentile a Hegel. Trascendentalismo e antifascismo in Andrea
Vasa. Con un’appendice di testi e documenti, in «Rivista di storia della filosofia».
Andrea Vasa. Vasa. Keywords: liberta, freedom. Refs.: The H. P. Grice Papers,
Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Vasa: ragione e liberta” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731675581/in/dateposted-public/
Vastarini (L’Aquila). Essential Italian philosopher.
Filosofo. Esponente di una nota famiglia abruzzese, fu un grande studioso
nonché maestro di scherma, quindi, alla morte della madre, e decise di entrare
nell'ordine dei frati minori cappuccini. Dotato di una brillante vocazione
predicatoria che lo portò sino alla corte di Urbano VIII. Venne pubblicamente
lodato anche dal Duca di Osuna che gli propose il vescovato di Pozzuoli e dal
Granduca di Toscana che gli propose quello di Fiesole, ma in entrambi i casi Vastarini
rifiutò. Nella prima metà Professoresi
prodigò per aprire una sede dei cappuccini nell’Aquila, colpito dalla morte di
un suo confratello che il medico non era riuscito a soccorrere nell'allora sede
di San Giuseppe fuori le mura. Acquista un vasto terreno sul margine orientale
della cinta muraria e vi costruì il convento e la chiesa di San Michele, oggi
inglobati nel complesso monumentale dell'Emiciclo. Camerlengo dell'Aquila. Giacomo Di Marco, Storia del complesso architettonico,
in Lucio Zazzara, Palazzo dell’Emiciclo e palazzina ex G.I. Maschile.
Rigenerazione e adeguamento sismico a L’Aquila, Pescara, Carsa. Alfonso
Dragonetti 234 Frati minori cappuccini
d'Abruzzo, Le attività del Convento Santi Francesco e Chiara di L'Aquila, su fraticappuccini.
L'Emiciclo Rinasce, La storia, su emiciclorinasce. Alfonso Dragonetti, Le vite degli illustri
aquilani, L'Aquila, Perchiazzi Editore. Vastarini Cresi. Vastarini-Cresi. Vastarini.
Perhaps under C? -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS – Luigi
Speranza,, “Grice e Vastarini: cappuccino e ciserciani” – The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732311369/in/dateposted-public/
Vattimo (Torino). Essential Italian
philosopher. Grice: “It may be argued that what Vattimo means by ‘strong’ is
what I mean by ‘weak’ and viceversa – With Popper, ‘I know’ is weaker than ‘I
believe’ and ‘every x’ is weaker than ‘some (at least) one’ or ‘the’ – I have
explored ‘the’ – Keyword: massima della debolezza conversazionale; massima
della forza conversazionale” -- Filosofo -- not one that provinicial Beaney
would include in his handbooks and dictionariesVattimo’s philosophy shares
quite a bit with Grice’s programme, as anyone familiar with both Vattimo and
Grice may testify. Vattimo has philosophised on Heidegger and Nietzsche, and
one of his essays is on the subject and the maskanother on realityThere is a
volume in his honour.Gianni Vattimo Gianteresio
"Gianni" Vattimo Gianni Vattimo Participante del Foro Internacional
por la Emancipación y la Igualdad Gianni Vattimo nel Dati generali Partito politicoPartito
Comunista (dal ) In precedenza: DS PdCI IdV Indipendente Titolo di studio Laurea
in Filosofia Università Università degli Studi di Torino Professione filosofo,
professore universitario. Filosofo. Tra i massimi esponenti della corrente post-moderna,
è teorizzatore del pensiero debole. Il padre è un poliziotto calabrese,
che muore quando Gianni ha un anno e mezzo, mentre la madre è una sarta; ha una
sorella di otto anni più grande. Durante la guerra si trasferisce con la
famiglia in Calabria, restandoci per due anni e ritornando a Torino nel
settembre del 1945. Studente del liceo classico Gioberti è attivo nella
Gioventù Studentesca di Azione Cattolica, e collabora a Quartodora, rivista del
movimento diretta da Straniero. Si autodefinì come un cattolico militante,
influenzato dalla lettura di Maritain, Mounier e dei racconti di Bernanos,
portato dalla fede ad un disinteresse per il razionalismo storico,
l'Illuminismo e le filosofie di Hegel e Marx. Allievo di Pareyson assieme
a Umberto Eco con cui ha condiviso amicizia e interessi, si è laureato in
filosofia a Torino. Lavora ai programmi culturali della Rai. Ha conseguito la
specializzazione a Heidelberg, con Löwith e Gadamer, di cui ha introdotto il
pensiero in Italia. Professore incaricato e ordinario di estetica all'Torino,
nella quale è stato preside, della facoltà di Lettere e Filosofia. -- ordinario
di filosofia teoretica presso la stessa università. 00 professore emerito,
titolo che non gli precluse, in futuro, lo svolgimento di eventuali attività
didattiche presso la suddetta università. Idea e condotto su Raitre il
programma televisivo di divulgazione filosofica “La clessidra.” Ha insegnato
come visiting professor negli Stati Uniti e ha tenuto seminari in diversi
atenei del mondo. È stato direttore della Rivista di estetica, membro di
comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere, socio
corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Torino, nonché editorialista per
i quotidiani La Stampa e La Repubblica e per il settimanale L'espresso.
Attualmente dirige la rivista Tropos. Rivista di ermeneutica e critica
filosofica (edita da Aracne Editrice). Per le sue opere ha ricevuto lauree
honoris causa dalle La Plata, Palermo, Madrid e dalla Universidad Nacional
Mayor de San Marcos di Lima. È stato più volte docente alle Vacances de
l'Esprit. Ha svolto attività politica in diverse formazioni: prima nel Partito
Radicale, poi in Alleanza per Torino, successivamente nei Democratici di
Sinistra, per i quali è stato parlamentare europeo, e nel Partito dei Comunisti
Italiani -- è stato candidato da una
lista civica a sindaco di una cittadina calabrese, San Giovanni in Fiore (Cs),
per combattere la "degenerazione intellettuale" che affliggeva quel
paese, ma non è riuscito ad arrivare al secondo turno. Annunciato la sua
candidatura a parlamentare europeo nelle liste dell'Italia dei Valori di
Antonio Di Pietro, rivendicando tuttavia le proprie origini comuniste, venendo
eletto nella circoscrizione Nord-Ovest. Nel giorno dell'anniversario
della fondazione del PCd'I, annuncia la sua adesione al Partito
Comunista. Il suo ideale politico-religioso si riassume in una forma da
lui definita "comunismo cristiano" e "comunismo
ermeneutico", un' ideale antidogmatico di "comunismo debole" nel
pensiero e nell'essere, che si ispira alla vita comunitaria delle prime
comunità cristiane. Esso rinnega e si oppone alla violenza delle industrializzazione
pesante forzata e dello stalinismo in genere, così come anche alle tesi di
Lenin e del terrorismo, muovendo a favore di una sinistra improntata al
dialogo, alla dialettica e alla tolleranza. Controversie Accuse di
antisemitismo Vattimo è stato accusato di antisemitismo, a causa delle sue
dichiarazioni sul controllo ebraico di banche, dove affermava:
"Ricordiamoci che la Federal Reserve è di proprietà di Rothschild. Gattegna,
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, lo accusò di antisemitismo,
additando le sue dichiarazioni come "parole di odio che non aggiungono
nulla di nuovo e che sono accompagnate dalla riproposizione squallida di
stereotipi anti-semiti". Anche Aiello, primo rabbino donna in Italia, ha
corroborato queste accuse, tacciando Vattimo di antisemitismo. Ha
rilasciato un'intervista al Corriere in cui dichiara, riguardo a Israele
«bisognerebbe procurarsi missili più efficaci dei Qassam e portarli
laggiù» La dichiarazione, riferita ai missili Qassam con cui Hamas colpisce
Israele, ha suscitato molte polemiche. Il filosofo ha tuttavia chiarito che le
sue prese di posizione sono rivolte contro Israele e che non hanno nulla a che
vedere con l’anti-semitismo. Sull'aggressione a Berlusconi In occasione
dell'aggressione di Tartaglia a Berlusconi ha espresso a Radio Radicale la
convinzione che quell'aggressione fosse stata una montatura. Ha affermato
inoltre che se l'aggressore avesse voluto veramente fare del male a Berlusconi
era preferibile usare una pistola invece di una statuetta. Vattimo si è
occupato dell'ontologia ermeneutica, proponendone una propria interpretazione,
che ha chiamato “debolita”, in contrapposizione con le diverse forme di
pensiero forte (fortitude) dell'Otto-Novecento: l'hegelismo con la sua
dialettica, il marxismo, la fenomenologia, la psicanalisi, lo strutturalismo.
Ognuno di questi movimenti si è proposto come superamento delle posizioni
filosofiche precedenti e smascheramento dei loro errori. Ma ogni volta
l'errore, secondo Vattimo, consisterebbe proprio in questo gesto teoretico. Non
ci sono nuovi inizi, l'errore consiste proprio nella volontà di rifondare
"fundamenta inconcussa" che non vi possono essere. Debolita è invece
un atteggiamento della postmodernità che accetta il peso
dell'"errore", ossia del caduco, dell'effimero, di tutto ciò che è
storico e umano. È la nozione di verità a doversi modellare sulla dimensione
umana, non viceversa. Secondo Vattimo la debolita è la chiave per la
democratizzazione della società, la diminuzione della violenza e la diffusione
del pluralismo e della tolleranza. In questo senso deve essere almeno segnalata
la grande e decisiva importanza che assume nella sua filosofia la nozione di
nichilismo, che rimette all'eredità di Nietzsche e Heidegger e si lega a vari
temi vattimiani (dall'etica, alla politica, dalla religione --l'indebolimento
di Dio alla teoria della comunicazione – implicatura come communicatum debole.
Con le sue opere più recenti (in particolare Credere di credere) ha rivendicato
al proprio pensiero anche la qualifica di autentica filosofia cristiana per la
postmodernità. Avvalendosi infatti della visione cristiana del maestro
Pareyson e di Quinzio, Vattimo rifiuta l'identificazione di Dio nell'essere
razionale, così come concepito dalla tradizione filosofica occidentale. Di
Pareyson e Quinzio, però, non condivide la visione religiosa tragica.
Suggestionato da Girard, Vattimo legge la vicenda di Cristo come rifiuto di
ogni sacrificio, anzitutto umano ed esistenziale. La kénosis (lett.
"svuotamento") divina è a vantaggio della libertà e della pace
umana. Le posizioni del filosofo rappresentano una svolta, sia nella sua
impostazione filosofica dell'interpretazione del presente, sia nel campo dell'attività
politica. Abbandona il partito dei Democratici di Sinistra e abbraccia il
marxismo rivalutandone positivamente l'autenticità e validità dei principi
progettuali, auspicando un "ritorno" al pensiero del filosofo di
Treviri e a un comunismo epurato dagli sviluppi delle distorte politiche
pubbliche sovietiche da superare dialetticamente. Per quanto la svolta possa
apparire contraddittoria con le precedenti posizioni, Vattimo rivendica la
continuità delle nuove scelte con il processo di ricerca sul pensiero debole,
pur ammettendo il cambiamento di "molte delle sue idee". È lo stesso
filosofo a parlare di un "Marx indebolito", ovvero di una base
ideologica capace di illustrare la vera natura del comunismo e adatta nella
pratica politica a superare ogni tipo di pudore liberal. L'approdo al marxismo
si configura quindi come una tappa dello sviluppo del pensiero debole,
arricchito nella prassi da una prospettiva politica concreta. Etica e
natura Vattimo ha anche espresso posizioni ambientaliste ed in particolare a
favore dei diritti degli animali. Ad esempio ha dichiarato: «In un'epoca
in cui l'umanità si vede sempre più minacciata nelle stesse elementari
possibilità di sopravvivenza (la fame, la morte atomica, l'inquinamento) la
nostra radicale fratellanza con gli animali si presenta in una luce più immediata
ed evidente.» Da parlamentare europeo si è battuto, tra l'altro, contro
la sperimentazione animale e contro il maltrattamento degli animali negli
allevamenti. Pubblicamente dichiara la sua omosessualità. Sviluppa una
concezione di Cristianesimo secolarizzato, il quale, conseguentemente, non
necessita di istituzioni ecclesiastiche, fondandosi sulla kénosis, ossia
sull'abbassamento e sull'indebolimento dell'idea di Dio. Per il filosofo il non
riconoscimento di un "assoluto", inteso come una verità definitiva,
porterebbe ad una maggiore accettazione della diversità sociale e culturale.
Il compagno da 11 anni di Vattimo, Sergio Mamino, storico dell'architettura,
malato di tumore ai polmoni, muore nel bagno dell'aereo che lo stava portando
nei Paesi Bassi per effettuare un'eutanasia. Ad accompagnarlo c'era con lui
sull'aereo lo stesso Vattimo. Ha collaborato con vari quotidiani italiani
e stranieri (La Stampa, L'Unità, il manifesto, Il Fatto Quotidiano), con
editoriali e riflessioni critiche su vari temi di attualità, politica e
cultura. Saggi: “Il concetto di fare in Aristotele” (Giappichelli,
Torino); “Essere, storia e linguaggio in Heidegger, Filosofia, Torino);
“Ipotesi su Nietzsche” (Giappichelli, Torino); “Poesia e ontologia” (Mursia,
Milano); “Schleiermacher, filosofo dell'interpretazione” (Mursia, Milano, “Introduzione
ad Heidegger” (Laterza, Roma-Bari); “Il soggetto e la maschera” (Bompiani,
Milano); “Le avventure della differenza” (Garzanti, Milano); “Al di là del
soggetto” (Feltrinelli, Milano); “Il pensiero debole” (Feltrinelli, Milano (G.
Vattimo eA. Rovatti); “La fine della modernità” (Garzanti, Milano); “Introduzione
a Nietzsche, Laterza, Roma); “La società trasparente” (Garzanti, Milano);
“Etica dell'interpretazione” (Rosenberg & Sellier, Torino); “Filosofia al
presente” (Garzanti, Milano); “Oltre l'interpretazione” (Laterza, Roma);
“Credere di credere” (Garzanti, Milano); “Vocazione e responsabilità del filosofo”
(Il Melangolo, Genova); “Dialogo con Nietzsche” (Garzanti, Milano); “Tecnica ed
esistenza: una mappa filosofica del Novecento” (Mondadori, Milano); “Dopo la
cristianità. Per un cristianesimo non religioso” (Garzanti, Milano); “Nichilismo
ed emancipazione. Etica, politica e diritto, S. Zabala, Garzanti, Milano); “Il
socialismo ossia l'Europa, Trauben); “Il Futuro della Religione, S. Zabala,
Garzanti, Milano, “Verità o fede debole? Dialogo su cristianesimo e
relativismo, Antonello, Transeuropa Edizioni, Massa); “Non essere Dio.
Un'autobiografia a quattro mani, Aliberti editore, Reggio Emilia, “Ecce comu.
Come si ri-diventa ciò che si era, Fazi, Roma, “Addio alla Verità, Meltemi,
2009 Introduzione all'estetica, ETS, Pisa, “Magnificat. Un'idea di montagna,
Vivalda, “Della realtà, Garzanti, Milano, Pubblica presso Laterza un annuario
filosofico a carattere monografico (Filosofia). La sezione Filosofia ha vinto
il Premio Brancati. Vattimo a Lima, Perú. Pecoraro, "Dossier
Vattimo", Rossano Pecoraro, in: "Alceu". Rivista del Dip. di
Comunicazione. Monaco, Gianni Vattimo. Ontologia ermeneutica, cristianesimo e
postmodernità, Ets, Pisa; Weiss, Vattimo. Einführung. Vienna, Passagen Giovanni
Giorgio, Il pensiero di Vattimo. L'emancipazione della metafisica tra
dialettica ed ermeneutica (Franco Angeli, Milano); Numero della rivista A Parte
Rei (Madrid), v. 54, dedicato a Vattimo. Pensare l'attualità, cambiare il
mondo, G. Chiurazzi, Mondadori, Milano. Enrico Redaelli, Il nodo dei nodi.
L'esercizio del pensiero in Vattimo, Vitiello, Sini, Ets, Pisa L'apertura del presente. Sull'ontologia
ermeneutica di Vattimo, L. Bagetto, Tropos. Rivista di ermeneutica e critica
filosofica, anno I, numero speciale. M. Kopić, Vattimo Čitanka, Gianni Vattimo
Reader. Zagabria, Antibarbarus. C. Gutiérrez, Daniel Mariano Leiro, V. Rivera. Fondazione verano centini/images/allegati Vattimo_Gianni.pdf Movi100 Cent'anni di Movimento Studenti di
Azione Cattolica, su movi100.azionecattolica. Claudio Gallo, Gianni Vattimo Interview, su
publicseminar.org, 11 luglio. Vattimo: viva i giustizialisti. Corro con Tonino
Di Pietro. M. Rizzo con Gramsci alla Camera (il nipote omonimo) e il filosofo
Vattimo, nuovi iscritti al Partito Comunista. Sabato prossimo. Comitato
Centrale a Livorno, su Ilpartitocomunista, Ian Angus, Interview with Gianni
Vattimo: “Only Weak Communism Can Save Us”, su MRANSA, Italian philosopher
politician slammed as anti-Semite, su lagazzettadelmezzogiorno. 'Shoot those bastard Zionists': Italian
scholar, su the local Corriere della Sera, Non acquistiamo i prodotti di lì, su
archiviostorico.corriere. Repubblica -Vattimo: "Non sono un antisemita.
Solo anti-israeliano", su torino.repubblica. A Radio Radicale Il delirio
di Vattimo: «Per fargli male doveva sparare»
Il Giornale, In questo senso Cfr,
tra molti, La fine della modernità e Nichilismo ed emancipazione. Etica,
politica e diritto, dello stesso Vattimo e Niilismo e (Pós-Modernidade)
dell'italo-brasiliano Rossano Pecoraro, libro pubblicato a Rio de Janeiro e San
Paolo. Da Animali quarto mondo, in, I
diritti degli animali, L. Battaglia e S. Castignone, Ed. Centro di Bioetica,
Genova. Dichiarazione scritta sul riconoscimento dell'obiezione di coscienza
alla sperimentazione animale nell'UE, su giannivattimo. Interrogazione scritta
alla Commissione sul benessere degli animali, su Gianni vattimo. 4Vattimo:
accanimento sui gay, ma io non bacio in pubblico, Corriere della Sera, su
corriere. «Il mio compagno voleva farla
finita Ma morì in viaggio tra le mie braccia» Corriere della Sera, su corriere.
Albo d'oro premio Brancati, su comune.zafferana etnea.ct. Pensiero debole. Blog
ufficiale, su Gianni vattimo.blogspot.com.
Gianni Vattimo, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Gianni Vattimo,
su europarl.europa.eu, Parlamento europeo.
Registrazioni su RadioRadicale, Radio Radicale. Revista A parte rei, su
personales.ya.com. Dicussion e sul Pensiero Unico su mito11settembre. Lezione di
congedo dall'Torino La verità e l’evento: dal dialogo al conflitto, su teologiaeliberazione.blogspot.com.
Credere di credere. Genesi e significato di una conversione debole Giornale di
filosofia della religione Gianni Vattimo. Un comunista postmoderno? (di Preve) RAI
Filosofia, su filosofia.rai. Vattimo. Keyword: debole/forte – implicatum come
communicatum debole. Refs.: Luigi Speranza,
"Grice e Vattimo," The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688810146/in/photolist-2mPmWDG-2mLPa8B-2mKyErQ-2mKfshF-E4u3XA
Grice e Veca – la massima
dell’altruismo conversazionale -- filosofia (Roma). Grice: “I like Veca. Like me, he speaks of altruisn,
and he has contributed to a collective volume, “Cooperare e competere.”” Essential
Italian philosopher. Filosofo. Ha svolto un ruolo chiave nell'introduzione nel
dibattito culturale italiano dell'approccio alla filosofia politica derivato
dall'impostazione di Rawls, divenendo un punto di riferimento filosofico della
sinistra, sia come teorico che come militante. La sua formazione di tipo
analitico (sensibile quindi alle metodologie e alle questioni della filosofia
del linguaggio e della logica), insolita rispetto alla figura del teorico
politico così come tradizionalmente concepito in Italia, ha permesso alla sua
riflessione di spaziare anche negli ambiti dell'epistemologia e della
metafisica, indagandone le connessioni con l'ambito della filosofia morale e
politica. Veca da un impulso decisivo, nel dibattito filosofico italiano,
a temi quali il realismo, il problema della completezza nelle teorie
epistemiche e politiche, la giustizia globale e la sostenibilità. Studia Filosofia
a Milano, dove si laurea con una tesi in Filosofia teoretica, condotta sotto la
guida di Paci e Geymonat; assistente volontario, borsista CNR e assistente
incaricato presso la cattedra di Filosofia teoretica a Milano; professore incaricato
di Filosofiaa Calabria. -- è stato professore incaricato di Storia delle
istituzioni e delle strutture sociali presso la Facoltà di Lettere e filosofia
di Bologna. Professore incaricato, professore incaricato stabilizzato e
professore associato di Filosofia politica presso la Facoltà di Scienze
Politiche di Milano. -- è stato professore straordinario di Filosofia politica
presso la Facoltà di Lettere e filosofia di Firenze. Professore di
Filosofia politica presso la Facoltà di Scienze politiche a Pavia. vicepreside
della Facoltà di Scienze politiche a Pavia; president della Facoltà di Scienze
politiche dell'Pavia; membro del Comitato direttivo della Scuola Superiore IUSS
di Pavia. rettore del Collegio Universitario Giasone del Maino di Pavia. direttore
del Centro Inter-Dipartimentale di Studi e Ricerche in Filosofia sociale a Pavia;
prorettore per la didattica dell'Pavia; componente del Consiglio di
amministrazione della Fondazione Romagnosi di Pavia e del Comitato scientifico
dell’European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering presso
l'Pavia; parte del Consiglio d'amministrazione dell'Istituto italiano di
scienze umane di Firenze; vicedirettore dell'Istituto Universitario di Studi Superiori
di Pavia. Coordinatore dei corsi ordinari dell'Istituto Universitario di Studi
Superiori di Pavia. Dal al è prorettore vicario dell'Istituto
Universitario di Studi Superiori di Pavia. Professore di Filosofia
politica presso l'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia.
Conclusa la sua carriera accademica nel, Veca attualmente insegna Filosofia
politica nelle Classi di Scienze umane e Scienze sociali dell'Istituto
Universitario di Studi Superiori di Pavia. Nella sua lunga carriera Veca
ha tenuto seminari e cicli di lezioni all'Cambridge (Christ's), a San Paolo,
all'Campinas, a'Bogotà, all'Evora, alla Sorbonne, all'Grenoble, all'Istituto
Universitario Europeo. Ha svolto un'intensa attività di consulenza e direzione
editoriale. Ha assunto, grazie a un invito del prof. Giuseppe Del Bo, la
direzione scientifica della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano presidente
della Fondazione Feltrinelli, promuovendo lo sviluppo del suo Centro di Scienza
politica. Direttore degli "Annali" della Fondazione, Veca ha
impegnato l'istituzione in una ampia gamma di attività di ricerca,
documentazione e pubblicazione nell'ambito della teoria politica e sociale
contemporanea che perseguono lo scopo di coniugare la tradizione della ricerca
storico-sociale con l'innovazione dei metodi e degli esiti della teoria
normativa e descrittiva della politica. Ha coordinato le attività del Seminario
annuale di Filosofia politica, promosso dalla Feltrinelli in collaborazione con
il Centro Studi Politici "Paolo Farneti" di Torino e la Scuola
Normale Superiore di Pisa. Nel 2000 avvia il progetto della “Biblioteca
europea” della Fondazione Feltrinelli, di cui è attualmente direttore. Nel è stato designato Presidente onorario della
Fondazione Feltrinelli ed è direttore scientifico del suo Laboratorio Expo -- è
inoltre stato condirettore di Aut Aut con E. Paci e P. Rovatti. Ha diretto la
collana Readings per l'Università della Casa editrice Feltrinelli, di cui è
consulente per la saggistica nel campo della filosofia e della teoria politica
e sociale; consulente della saggistica de il Saggiatore, di cui ha diretto, con
Marco Mondadori, la collana Theoria. Fa parte o ha fatto parte del
comitato scientifico o di direzione di riviste quali "Rassegna italiana di
sociologia", "Teoria politica", "Biblioteca della
libertà", "Transizione", "Etica degli affari",
"Iride", "European Journal of Philosophy", "Filosofia
e questioni pubbliche", "Reset", "Quaderni di Scienza
politica", "Il Politico", "Rivista di filosofia",
“Italianieuropei”. È attualmente direttore de “Il giornale di Socrate al caffè.
Bimestrale di cultura e conversazione civile; curatore scientifico della Carta
di Milano per Expo. Ruoli ed incarichi Fa parte del Comitato direttivo di
"Politeia", Centro per la ricerca e la formazione in politica ed
etica diMilano, di cui è stato uno dei fondatori. Comitato etico
dell'IstitutoEuropeo di Oncologia di Milano e del Comitato etico dell'Istituto
Mondino di Pavia; Comitato scientifico della Fondazione Rosselli di Torino; coordinatore
del Comitato Scientifico dell’Associazione per la ricerca e l'insegnamento
della filosofia, parte del Consiglio direttivo nazionale della Società
Filosofica italiana. È stato componente del Consiglio nazionale presso il
Ministero dei Beni culturali e ambientali; presidente dell'Associazione “I
quattro cavalieri” che ha promosso le attività dell’ensemble cameristico “I
solisti di Pavia”, diretto da E. Dindo.Comitato generale Premi della Fondazione
Balzan “Premio” di Milano. presidente della Fondazione Campus di Lucca; direttore
delle Scuole di formazione politica dell'Associazione “Libertà e giustizia; presidente
della Fondazione Paolo GrassiLa voce della culturadi Milano; Presidente del
Comitato Generale Premi della Fondazione Balzan di Milano; membro del Comitato
dei Garanti della Scuola Galileiana di Studi Superiori di Padova.
Dal è socio corrispondente residente
della Classe di Scienze morali dell'Istituto lombardo di scienze e lettere; consigliere
della Fondazione del Centenario della BSI di Lugano. Dal è membro del Comitato Scientifico della
Fondazione Gualtiero Marchesi. Accademico corrispondente non residente
della Classe di Scienze Morali dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di
Bologna; designato dall'Pavia quale Garante dei diritti degli student; presidente
della Casa della Cultura di Milano. Dal
è socio corrispondente non residente dell'Accademia delle Scienze di
Torino. membro effettivo dell'Istituto Lombardo di Lettere e Scienze e
componente del Comitato dei Garanti del FAI. Premio Castiglioncellosezione
di filosofiaper il libro Dell'incertezza e gli è stata conferita, con decreto
del Presidente della Repubblica, la medaglia d'oro e il diploma di prima
classe, riservati ai Benemeriti della Scienza e della Cultura. Ha ricevuto il
premio dell'Accademia di Carrara per il libro La filosofia politica. premio per
la filosofia “Viaggio a Siracusa” per La priorità del male e l'offerta
filosofica; premio “Ponte per la cultura” della Fondazione Europea Guido
Venosta per il libro Etica e verità; medaglia d'oro di benemerenza civica dal Comune
di Milano. Nella filosofia di Veca sono individuabili tre fasi distinte.
La prima fase della sua ricerca è stata dedicata a questioni di teoria della
conoscenza o di epistemologia. Pubblica “Fondazione e modalità in Kant” e
numerosi saggi su problemi di filosofia della logica, della matematica e della
fisica in Whitehead, Frege, Cassirer e Quine. Il centro di interesse
scientifico di Veca si sposta sulle teorie di Marx in rapporto alle scienze
economiche, sociali e politiche, delineando una seconda fase i cui esiti sono
formulati in “Marx e la critica dell'economia politica” e, soprattutto, “Il programma
scientifico di Marx.” Si impegna in un programma di ricerca nell'ambito
della filosofia politica influenzato dalla prospettiva della teoria normativa
della politica. Dopo “Le mosse della ragione,” introduce la discussione sulla
giustizia con “La società giusta” ed elabora e sviluppa la sua prospettiva
teorica in “Questioni di giustizia” e “Una filosofia pubblica.” Veca dedica un
saggio divulgativo agli esiti di questa fase della sua ricerca, “L'altruismo.” Gli
sviluppi successivi della sua ricerca, orientata al problema dei rapporti fra
teoria normativa e teoria descrittiva della politica e incentrata sulla
questione del pluralismo come fatto e come valore per la teoria democratica,
sono rinvenibile in “Libertà e eguaglianza.” Una prospettiva filosofica in
Progetto Ottantanove, nin Etica e politica e, in particolare in “Cittadinanza:
riflessioni filosofiche sull'idea di emancipazione.” Veca lavora alla stesura
di tre meditazioni filosofiche intorno a questioni di verità, giustizia e
identità, in cui estende la gamma dei suoi interessi teorici rispetto ai lavori
degli anni Ottanta. Sviluppando una serie di idee originariamente presentate in
Questioni di vita e conversazioni filosofiche, gli esiti di questa ricerca sono
contenuti in “L’incertezza.” Pubblica “L'idea di giustizia da Platone ad oggi.”
Pubblica un saggio di filosofia sociale e politica, “La lealtà civile: un
messaggio nella bottiglia” e un saggio dedicato alla interpretazione e alla
ricostruzione della teoria politica normative, “La filosofia politica.” Pubblica
“La penultima parola e altri enigmi. Questioni di filosofia” in cui sono
approfonditi alcuni esiti di Dell'incertezza ed è affrontata, nella prima
parte, la questione meta-teorica della relazione fra l'attività filosofica e la
sua storia nel tempo. Pubblica “Il bello e gli oppressi: ll'idea di giustizia” in
cui sono presentate alcune idee di base per una teoria della giustizia globale.
Presenta la sua prospettiva filosofica in un saggio divulgativo, “Il giardino
delle idee: passi nel mondo della filosofia.” Pubblica “La priorità del male e
l'offerta filosofica, in cui sviluppa e approfondisce le questioni di una
teoria della giustizia globale e mette a fuoco, fra l'altro, le connessioni fra
l'offerta di filosofia politica e le circostanze e i soggetti di
politica. Pubblica “Le cose della vita: congetture, conversazioni e
lezioni personali,” in cui estende l'esame delle questioni di vita, inteso come
tentativo di autoritratto, e lo connette al problema dell'eredità
intellettuale, nel senso della dimensione storica del sapere filosofico. Pubblica
“Dizionario minimo. Per la convivenza democratica,” in cui esamina e discute
alcuni temi fondamentali per l'interpretazione e la valutazione della forma di
vita democratica, sulla base di una tesi sulla natura della libertà
democratica. Pubblica “Etica e verità” in cui sono raccolti saggi incentrati
sui rapporti fra la crescita dell'impresa scientifica e i nostri criteri di
giudizio etico, e Quattro lezioni sull'idea di incompletezza, in cui presenta i
primi risultati di una ricerca filosofica sull'idea di incompletezza, messa a
fuoco in distinti domini di applicazione, quali quello della interpretazione,
della giustificazione e della dimostrazione. Pubblica “Incompletezza,” in cui
espone gli esiti delle sue ricerche filosofiche cercando di esplicitarne la
coerenza e la connessione con l’incertezza. In “L'immaginazione filosofica”
sviluppa la tesi conclusive del contributo all'idea di incompletezza e sullo
sfondo di una definizione delle principali linee della propria ricerca
filosofica. In “Un'idea di laicità” propone un argomento a favore della
laicità delle istituzioni e delle scelte sociali basato su un'interpretazione
della natura della libertà democratica e del fatto del pluralismo. In “Non
c'è alternativa. Falso!” mette a fuoco, in una prospettiva filosofica, alcuni
aspetti rilevanti della crisi economica strutturale e dei rapporti fra
capitalismo e democrazia rappresentativa. In “La gran città del genere
umano” tratta temi differenti accomunati dalla prospettiva globale “degli occhi
del resto d'umanità”. In “La barca di Neurath” affronta questioni
epistemologiche, normative e meta-filosofiche sullo sfondo dell’incertezza e
dell'incompletezza; curatore del volume degli Annali della Fondazione
Giangiacomo Feltrinelli, Laboratorio Expo. “Il senso della possibilità, dove
Veca, raccogliendo intuizioni sviluppate in quegli anni nelle lezioni presso la
Scuola Superiore IUSS di Pavia, espone il suo interesse per la
l'interpretazione filosofica delle modalità. In particolare, le questioni
metafisiche delle modalità (specie il confronto tra mondo attuale e mondi
possibili, esaminando le differenti posizioni di Kripke, Lewis, e Armstrong)
costituirebbero la chiave di volta filosofica a cui si riconducono le questioni
normative ed ontologiche relative all'epistemologia, all'etica e alla politica
esposte nel saggio sull’incompletezza e sull’incertezza. In particolare, la
distinzione tra mondi possibili e realtà modale, che fornirebbe una fondazione alla
compatibilità tra costruttivismo griceiano e realismo, proposta in chiusura,
può considerarsi l'apertura di una nuova fase del pensiero di Veca, stavolta di
stampo prettamente metafisico, e che si ricollega peraltro all'interesse per le
modalità centrale nella sua opera prima. Altre opere: “Fondazione e
modalità in Kant” (Milano, Il Saggiatore); “Marx e le critiche dell'economia”
(Milano, Il Saggiatore); “Il programma scientifico di Marx” (Milano, Il
Saggiatore); “Le mosse della ragione” (Milano, Il Saggiatore); “La società
giusta: argomenti per il contrattualismo” (Milano, Il Saggiatore); “Crisi della
democrazia e neo-contrattualismo” (Roma, Riuniti); “Questioni di giustizia”
(Parma, Pratiche); “Co-operare e competere” (Milano, Feltrinelli); “Una
filosofia pubblica” (Milano, Feltrinelli); “L'Altruismo” (Milano, Garzanti); “Etica
e politica” (Milano, Garzanti); “Progetto Ottantanove” (Milano, Il Saggiatore);
“Cittadinanza. Riflessioni filosofiche sull'idea di emancipazione” (Milano,
Feltrinelli); “Questioni di vita e conversazioni filosofiche” (Milano, BUR,
Biblioteca Universale Rizzoli); “Questioni di giustizia. Corso di filosofia politica.
Torino, Einaudi, Europa Universitas. Tre
saggi sull'impresa scientifica europea, Milano, Feltrinelli, Filosofia,
politica, società. Annali di etica pubblica, Roma, Donzelli, L'Idea di giustizia da Platone a Rawls, Roma,
Laterza, Dell'incertezza. Milano, Feltrinelli, La politica e l'amicizia,
Milano, Edizioni lavoro, Della lealtà civile: un messaggio nella bottiglia.
Milano, Feltrinelli, La penultima parola e altri enigmi. Roma-Bari, Laterza, La
filosofia politica. Roma, Laterza, La bellezza e gli oppressi: sull'idea di giustizia.
Milano, Feltrinelli, Il giardino delle
idee. Quattro passi nel mondo della filosofia. Milano, Frassinelli, collana
"I libri di Arnoldo Mosca Mondadori", La priorità del male e l'offerta filosofica” (Milano,
Feltrinelli); Le cose della vita. Congetture, conversazioni e lezioni
personali. Milano, BUR, Biblioteca Universale Rizzoli, Dizionario minimo. Le
parole della filosofia per una convivenza democratica. Milano, Frassinelli, Quattro
lezioni sull'idea di incompletezza. Milano, La Scuola di Pitagora); “Etica e
verità” Milano, Giampiero Casagrande editore, collana "Attualità e
studi", L'idea di incompletezza. Quattro lezioni. Milano, Feltrinelli, Sarabanda. Oratorio in tre tempi per voce
sola. Milano, Feltrinelli, Kant. Milano,
Book Time, Tolleranza. Le virtù civili.
Milano, ASMEPA, L'immaginazione
filosofica” (Milano, Feltrinelli); “Un'idea di laicità. Bologna, il
Mulino, Ragione, giustizia, filosofia, scritti
scelti, Antonella Besussi e Anna E. Galeotti. Milano, Feltrinelli, Omnia
Mutantur. La scoperta filosofica del pluralismo culturale (Milano, Marsilio,.
Non c'è alternativa. Falso! Roma, Laterza,. La gran città del genere umano. Milano,
Mursia,. La barca di Neurath. SPisa, Scuola Normale Superiore,. Laboratorio
Expo. Milano, Fondazione Giangiacomo
Feltrinelli,. Il giardino di Camilla. Milano, Mursia,.
Responsabilità-Uguaglianza-Sostenibilità. Tre parole-chiave per interpretare il
futuro (Bologna, Dehoniane); Il senso della possibilità” Milano, Feltrinelli);
“Le virtù cardinali: prudenza, temperanza, fortezza, giustizia” (Roma,
Laterza), A proposito di Marx. Milano, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli,.
Quasi un diario. Socrate al caffè. Milano, Casagrande, “ Qualcosa di sinistra.
Idee per una politica progressista. Milano, Feltrinelli,. Libertà. Roma,
Treccani. Cura, introdotto la filosofia di Rawls, Nozick, Dahl, Easton, Nagel,
Williams, Parfit, Putnam, Walzer, Berlin, Sen, Goodman, Arrow, Regan, Elster, Passmore,
Pontara, Dunn, Larmore, MacIntyre, Harsanyi, Hempel, Finetti, Meade, Dworkin,
Axelrod, Moore, Hampshire, Pettit, Spence, scrittore britannico Scuola di Milano. Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Socrate
al Caffè, su socrate.apnetwork. Biografia. Pavia. Centro di filosofia sociale Scritti
Pavia. Centro di filosofia sociale la teoria della giustizia RAI Filosofia Presentazione del volume
Ragione, Giustizia, Filosofia. Scritti in onore. Salvatore Veca. Keywords:
altruism, Hampshire, Hart, Grice, giustizia, cooperare e competere, altruismo –
ragione – virtu capitali -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi
Speranza, “Grice e Veca: la massima dell’altruismo conversazionale” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732292349/in/dateposted-public/
Grice e Vecchio: il kantismo contro
il positivismo di neo-Trasimaco (Bologna). Essential Italian philosopher. Interessi
principali: Etica, filosofia del diritto, filosofia politica. Influenzato a Bobbio.
Vecchio, eminente italiana filosofo del diritto del 20esimo secolo. Tra gli
altri ha influenzato lBobbio. Famoso per il suo libro giustizia. -- è stato
professore a Ferrara, Sassari, Messina, Bologna e Roma. Rettore a Roma. Inizialmente
aderito al fascismo, come molti filosofi del diritto in Italia (anche se lui
stesso rimosso dal l'ideologia fascista nella fase iniziale). Ha perso la sua
cattedra per due volte e per ragioni opposte: per mano dei fascisti perché era
un Ebreo, per mano di anti-fascisti perché era accusato di simpatizzare con il
fascismo all'inizio della sua carriera. Reintegrato nell'insegnamento durante
la seconda guerra mondiale, lavora con il Secolo d'Italia e la rivista Pages
libero (pubblicazione regia di Vito Panucci). Fa parte del comitato
organizzatore di INSPE, un Istituto di ricerca che negli anni Cinquanta e
Sessanta si era opposto alla cultura marxista, la promozione di conferenze
internazionali e pubblicazioni. Fondatore e direttore del giornale
internazionale di Filosofia del Diritto. Considerato tra i maggiori interpreti
del kantismo. Criticato il positivismo, affermando che il concetto di ‘ius’ non
può essere derivata dall'osservazione dei fenomeni giuridici. A questo
proposito, le sue convinzioni concordarono con una vertenza che si stava
svolgendo in Germania tra Filosofia, Sociologia e legale Teoria generale che
sembrava di ridefinire il "filosofia del diritto" a cui Vecchio ha
attribuito questi tre compiti: compito
logica: costruire il concetto di ‘legge’ -- compito fenomenologica, che
consiste nello studio del diritto come fenomeno sociale. Compito ontologico,
che esamina la natura del ‘giusto’ -- o
l'essenza del diritto come – dovere -- dovrebbe essere. Opere: “Senso
giuridico, La filosofico Presupposti del concetto di legge, Il concetto di
legge, Il concetto di natura e il principio di diritto, Sui principi generali
della legge, Giurisprudenza, Lezioni
Filosofia del diritto, La crisi della scienza del diritto, Storia della
Filosofia del diritto, Mutevolezza ed Eternità della legge, Gli studi sul
diritto. Del Vecchio, Giorgio treccani "Principi generali del diritto.” Vechio:
essential Italian philosopher. Grice: “Note that it is DelVecchio.” DelVecchio.
Vecchio. Keywords: neo-Trasimaco, Hart, ius, kantismo, positivism, giustizia,
il giusto. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS – Luigi Speranza,
“Grice, Hart, e Vecchio: il kantianismo dell’ ‘ius.’” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732516490/in/dateposted-public/
Grice e Vedovelli – filosofia (Roma). Essential Italian philosopher.
Filosofo. Rettore a Siena, assessore alla cultura del Comune di Siena. Laureato
in filosofia a Roma è Professore a Siena, dove ha assunto la carica di Rettore.
Precedentemente ha svolto attività di ricerca e di docenza a Heidelberg,
Calabria, Roma, e Pavia. I suoi settori
di ricerca si muovono nell'ambito della glossologia, la semiotica, la
sociolinguistica e la linguistica acquisizionale. Ha introdotto il concetto di
lingua immigrata. Le sue ricerche si concentrano sull'insegnamento e
apprendimento delle lingue in contesto migratorio. È autore di un commento al Quadro comune
europeo di riferimento per l'insegnamento delle lingue e co-autore della
ricerca Italiano, indagine motivazionale sui pubblici dell'italiano all'estero,
realizzata sotto la guida di Mauro. È
stato il fondatore e primo direttore della Certificazione di Italiano come
Lingua Straniera, e del Centro di Eccellenza della Ricerca Osservatorio
linguistico dell'italiano diffuso fra stranieri e delle lingue immigrate in
Italia, istituiti a Siena. Opere: “Lessico
di frequenza dell'italiano parlato” (Milano, IBMEtas, Italiano, I pubblici e le motivazioni
dell'italiano diffuso tra stranieri, Roma, Bulzoni, Guida all'italiano per
stranieri. La prospettiva del Quadro comune europeo per le lingue, Roma,
Carocci, L'italiano degli stranieri,
Roma, Carocci, Lingua in giallo. Analfabeti, criminali, sordomuti,
certificazioni di lingua straniera, Perugia, Guerra, Storia linguistica
dell'emigrazione italiana nel mondo, Roma, Carocci, Siena Certificazione CILS
Linguistica educativa Glottodidattica Semiotica
Registrazioni di Massimo Vedovelli, su RadioRadicale, Radio Radicale. Vedovelli.
Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, -- Luigi Speranza, “Grice
e Vedovelli” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732504270/in/dateposted-public/
Grice e Vegetti – il platonismo
oxoniense di Pater – filosofia (Milano). Essential
Italian philosopher. Filosofo. Professore a Pavia. Si laurea a Pavia con una
tesi, “La storiografia diTucidide,” quale alunno del Collegio Ghislieri. Libero
docente e successivamente professore incaricato in Storia della filosofia
antica, fu Professore di questa disciplina a Pavia dove ricoprì più volte il
ruolo di direttore nel Dipartimento di Filosofia. Fu docente presso la Scuola Superiore IUSS di
Pavia e la Scuola Europea di Studi Avanzati dell'Università degli Studi Suor Orsola
Benincasa di Napoli. Membro del Collegium Politicum e socio dell'Accademia di
Scienze Morali e Politiche di Napoli, e dell'Istituto Lombardo Accademia di
Scienze e Lettere. Vegetti condivise il
lavoro intellettuale e l'impegno sociale con Finzi. Vegetti si dedicò alla
filosofia greco-romana, secondo l'insegnamento del suo maestro Geymonat. Fa studi
sulla medicina e sulla biologia da Ippocrate a Galeno. Fu il primo in Italia a impartire un corso di
storia della filosofia antica che prendesse in considerazione i riferimenti
alla storia della scienza, particolarmente in ambito greco-romano. Nella
ricerca della connessione fra scienze e filosofia, seguì la metodologia di Geymonat.
Il campo d'indagine approfondito da Vegetti consistette nello studio degli
aspetti etici e politici della filosofia, in particolare il platonismo, il
aristotelismo, e lo stoicismo, in rapporto con l'ambito sociale ed ideologico
della cultura greco-romana. Relativamente all'etica, che assimila l'ordine
stabilito dalla legge morale e politica con l'ordine naturale insito nel
kósmos, l'universo ordinato, Vegetti ritenne che si configurasse per la prima
volta nell' “Iliade” proseguendo poi nella riflessione orfica-pitagorica
sull'anima. Apprezzato per i suoi studi su Platone, Aristotele, Ippocrate,
Galeno e sull'etica. Opere: “Il coltello
e lo stilo” (Il Saggiatore, Milano); “Tra Edipo e Euclide” (Il Saggiatore,
Milano); “L'etica degli antichi” (Laterza, Roma-Bari); “La medicina platonica” (Il
Cardo, Venezia); “La Repubblica platonica” (Napoli, Bibliopolis); “Il
platonismo” (ed. Einaudi); “Socrate incontra Marx. Lo Straniero di Treviri, ed.
Guida; “Guida alla lettura della Repubblica di Platone, Laterza, Roma-Bari); “Un
paradigma in cielo. Platone politico da Aristotele al Novecento, ed. Carocci.
Vegetti collabora in: “Marxismo e società antica” (Feltrinelli, Milano); “Oralità,
scrittura, spettacolo” Boringhieri, Torino, Il sapere degli antichi, Boringhieri, Torino, L'esperienza
religiosa antica, Boringhieri, Torino (con Gabriele Giannantoni) La scienza
ellenistica, Bibliopolis, Napoli, Le opere psicologiche di Galeno, Bibliopolis,
Napoli, Nuove antichità, "Aut Aut", "Dialoghi con gli antichi",
Sankt Augustio. Ha tradotto Ippocrate,
Opere, M. Vegetti, UTET, Torino, II edizione, Aristotele, Opere biologiche, D.
Lanza e M. Vegetti, UTET, Torino, II edizione, Galeno, Opere, I. Garofalo e M.
Vegetti, UTET, Torino, Platone, Repubblica, M. Vegetti, Libri I-III,
Dipartimento di Filosofia dell'Pavia, "Platone, Repubblica",
M.Vegetti, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, Milano. “Nell'ombra di Theuth: dinamiche
della scrittura in Platone, in Sapere e scrittura in Grecia, M. Detienne,
Laterza, Roma- Bari); “Tra il sapere e la pratica: la medicina ellenistica” in
Storia del sapere medico occidentale M. Grmek, Laterza, Roma-Bari. “L' idea del
bene nella Repubblica di Platone, in "Discipline filosofiche", Passioni
antiche: l'io collerico, in Storia delle passioni S. Vegetti Finzi, Laterza,
Roma- Bari. Curato inoltre, per Zanichelli, “Filosofie e società.” Biografia su
Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche, su emsf.rai. S. Vegetti Finzi, A. Celli, Fare società, ed.
Einaudi Entrambi collaboratori della
rivista Iride delle edizioni del Mulino. Biografia su Enciclopedia multimediale
delle scienze filosofiche, su emsf.rai. 6. Filosofo studioso di Platone, su
corriere. G. Curci, Intervista alla
prof.ssa Gastaldi, in ricordo del maestro Vegetti, su necrologie.laprovinciapavese.gelocal.
Enciclopedia Treccani alla voce "Galeno" Intervista Antonio Carioti,
"Critico il Platone di Reale, il marxismo non c'entra", intervista di
Mario Vegetti, Corriere della Sera, Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Opere di Mario Vegetti,. Pubblicazioni su
Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de
l'Innovation. Registrazioni su RadioRadicale,
Radio Radicale. L'etica e la filosofia antica, su emsf.rai. La retorica e la
persuasione, su emsf.rai. La medicina greca. Aristotele. I pitagorici.
Socrate., su emsf.rai. L'etica in Platone e Aristotele, su emsf.rai. Mario
Vegetti: il primato del filosofo per Aristotele, sul RAI filosofia, su filosofia.rai. Mario
Vegetti. Vegetti. Keywords: ariskant, plathegel. -- Refs.: The H. P. Grice
Papers, Bancroft MS, -- Luigi Speranza, “Grice e Vegetti e il platonismo
oxoniense di Pater” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732247714/in/dateposted-public/
Velino – I velini – Luigi Speranza (Velia). Grice: “”A = A,” Parmenides says,” “Le donne
sono le donne,” “La guerra è la guerra.” Enough to irritate an Italian
neo-non-parmenideian“One of the most important Italian philosophers, if only
because Plato dedicated a dialogue to him!”Grice. --
Parmenide Parmènide di Elea (in greco antico: Παρμενίδης, Parmenídēs;
Elea. Filosofo antico -- autore del poema Sulla natura. Viene considerato
il fondatore dell'ontologia, con cui ha influenzato l'intera storia della
filosofia occidentale. Fu il filosofo dell'essere statico e immutabile, in
contrasto col divenire di Eraclito, secondo il quale viceversa «tutto cambia». A
lui si deve la nascita della scuola eleatica a cui appartenevano anche Zenone (o
Senone nella grafia antica) di Elea e Melisso di Samo. La rivalità tra
Parmenide ed Eraclito è stata reintrodotta negli odierni dibattiti sulla
concezione del tempo,[ e della fisica moderna. Nacque a Velia, in Ascea, da una
famiglia aristocratica. Della sua vita si hanno poche notizie. Secondo
Speusippo, nipote di Platone, e chiamato dai suoi concittadini a redigere le
leggi di Ascea. Secondo Sozione e discepolo del pitagorico Aminia. Per altri fu
probabilmente discepolo di Senofane di Colofone. Ad Ascea fonda inoltre una
scuola, insieme al suo discepolo prediletto Zenone. Platone nel Parmenide
riferisce di un viaggio che Parmenide intraprese alla volta di Atene, dove
conobbe Socrate col quale ebbe una vivace discussione. L'unica opera di
Parmenide è il poema in esametri intitolato Sulla natura, di cui alcune parti
sono citate da Simplicio in De coelo e nei suoi commenti alla Fisica
aristotelica, da Sesto Empirico e da altri scrittori antichi. Di “Sulla natura”
ci sono giunti ad oggi diciannove frammenti, alcuni dei quali allo stato di
puro stralcio, che comprendono un proemio e una trattazione in due parti: La
via della verità e La via dell'opinione. Di quest'ultima abbiamo solo pochi
versi. Εἰ δ' ἄγ' ἐγὼν ἐρέω, κόμισαι δὲ σὺ μῦθον ἀκούσας, αἵπερ ὁδοὶ μοῦναι
διζήσιός εἰσι νοῆσαι· ἡ μὲν ὅπως ἔστιν τε καὶ ὡς οὐκ ἔστι μὴ εἶναι, Πειθοῦς ἐστι
κέλευθος - Ἀληθείῃ γὰρ ὀπηδεῖ - , ἡ δ' ὡς οὐκ ἔστιν τε καὶ ὡς χρεών ἐστι μὴ εἶναι,
τὴν δή τοι φράζω παναπευθέα ἔμμεν ἀταρπόν· οὔτε γὰρ ἂν γνοίης τό γε μὴ ἐὸν - οὐ
γὰρ ἀνυστόν - οὔτε φράσαις. ... τὸ γὰρ αὐτὸ νοεῖν ἐστίν τε καὶ εἶναι. Orbene io
ti dirò, e tu ascolta accuratamente il discorso, quali sono le vie di ricerca
che sole sono da pensare: l'una che "è" e che non è possibile che non
sia, e questo è il sentiero della persuasione (infatti segue la verità);
l'altra che "non è" e che è necessario che non sia, e io ti dico che
questo è un sentiero del tutto inaccessibile. Infatti non potresti avere
cognizione di ciò che non è (poiché non è possibile), né potresti esprimerlo. Infatti
lo stesso è pensare ed essere. Sostiene che la molteplicità e i mutamenti del
mondo sono illusori, e afferma, contrariamente al senso comune, la realtà dell'essere:
immutabile, ingenerato, finito, immortale, unico, omogeneo, immobile,
eterno. La narrazione si snoda intorno al percorso intellettuale del filosofo
che racconta il suo viaggio verso la dimora della dea della Giustizia la quale
lo condurrà al cuore inconcusso della ben rotonda verità. La dea, in quanto
tutrice dell'ordine cosmico, e vista in tal senso anche come garante
dell'ordine logico, cioè del corretto filosofare. La dea gli mostra la via
dell'opinione, che conduce all'apparenza e all'inganno, e la via della verità
che conduce alla sapienza e all'essere (τὸ εἶναι). Pur non specificando
cosa sia questo essere, è il che per primo ne mette a tema esplicitamente il
concetto. Su di esso egli esprime soltanto una lapidaria formula, la più antica
testimonianza in materia, secondo la quale l'essere è, e non può non essere. Il
non-essere non è, e non può essere -- ἡ μὲν ὅπως ἔστιν τε καὶ ὡς οὐκ ἔστι μὴ εἶναι
… ἡ δ' ὡς οὐκ ἔστιν τε καὶ ὡς χρεών ἐστι μὴ εἶναι -- è, e non è possibile che
non sia … non è, ed è necessario che non sia» -- fr. 2, vv 3;5 -
Simplicio, Phys. 116, 25. Proclo, Comm. al Tim.). Con queste parole intende
affermare che niente si crea dal niente (ex nihilo nihil fit), e nulla può
essere distrutto nel nulla. Già i primi filosofi avevano cercato l'origine (o ἀρχή,
archè) della mutevolezza dei fenomeni in un principio statico che potesse
renderne ragione, non riuscendo a spiegarsi il divenire. Ma i cambiamenti e le
trasformazioni a cui è soggetta la natura, tali per cui alcune realtà nascono,
altre scompaiono, non hanno semplicemente motivo di esistere, essendo pura
illusione. La vera natura del mondo, il vero essere della realtà, è statico e
immobile. A tali affermazioni giunge promuovendo per la prima volta un pensiero
basato non più su spiegazioni mitologiche del cosmo, ma su un metodo razionale,
servendosi in particolare della logica formale di non-contraddizione, da cui si
traggono le seguenti conclusion. L'essere è immobile perché se si muovesse
sarebbe soggetto al divenire, e quindi ora sarebbe, ora non sarebbe. L'essere è
uno perché non possono esserci due esseri: se uno è l'essere, l'altro non
sarebbe il primo, e sarebbe quindi non-essere. Allo stesso modo per cui, se A è
l'essere, e B è diverso da A, allora B non è: qualcosa che non sia Essere non
può essere, per definizione. L'Essere è eterno perché non può esserci un
momento in cui non è più, o non è ancora: se l'essere fosse solo per un certo
periodo di tempo, a un certo momento non sarebbe, e si cadrebbe in
contraddizione. L'essere è dunque ingenerato e immortale, poiché in caso
contrario implicherebbe il non essere. La nascita significa essere, maa anche
non essere prima di nascere. La morte significa non essere, ovvero essere solo
fino a un certo momento. L'essere è indivisibile, perché altrimenti
richiederebbe la presenza del non-essere come elemento separatore. L'essere
risulta così vincolato dalla necessità (ἀνάγχη), che è il suo limite ma al
contempo il suo fondamento costitutivo. La dominatrice necessità lo tiene nelle
strettoie del limite che lo rinserra tutto intorno; perché bisogna che l'essere
non sia incompiuto. L'essere secondo Parmenide: privo di imperfezioni e identico
in ogni sua parte come una sfera paragona l'Essere a una sfera perfetta, sempre
uguale a se stessa nello spazio e nel tempo, chiusa e finita (per gli antichi
greci il finito era sinonimo di perfezione). La sfera è infatti l'unico solido
geometrico che non ha differenze al suo interno, ed è uguale dovunque la si
guardi; l'ipotesi collima suggestivamente con la teoria della relatività di
Einstein che dice: «Se prendessimo un binocolo e lo puntassimo nello spazio,
vedremmo una linea curva chiusa all'infinito» in tutte le direzioni dello
spazio, ovvero, complessivamente, una sfera (per lo scienziato infatti
l'universo è finito sebbene illimitato, fatto di uno spazio tondo ripiegato su
se stesso). Fuori dell'essere non può esistere nulla, perché il non-essere,
secondo logica, non è, per sua stessa definizione. Il divenire attestato dai
sensi, secondo cui gli enti ora sono e ora non sono, è una mera illusione (che
appare ma in realtà non è). La vera conoscenza dunque non deriva dai sensi, ma
nasce dalla ragione. Non c'è nulla di errato nell'intelletto che prima non sia
stato negli erranti sensi» è la frase che d'ora in poi sarà attribuita a
Parmenide. Il pensiero è dunque la via maestra per cogliere la verità
dell'Essere: «ed è lo stesso il pensare e pensare che è. Giacché senza l'essere
… non troverai il pensare», a indicare come l'Essere si trovi nel pensiero.
Pensare il nulla è difatti impossibile, il pensiero è necessariamente pensiero
dell'essere. Di conseguenza, poiché è sempre l'essere a muovere il pensiero, la
pensabilità di qualcosa dimostra l'esistenza dell'oggetto pensato.Tale identità
immediata di essere e pensiero, a cui si giunge scartando tutte le impressioni
e i falsi concetti derivanti dai sensi, abbandonando ogni dinamismo del
pensiero, accomuna Parmenide alla dimensione mistica delle filosofie apofatiche
orientali, come il buddhismo, il taoismo e l'induismo. Una volta stabilito che
l'Essere è, e il non-essere non è, restava tuttavia da spiegare come nascesse
l'errore dei sensi, dato che nell'Essere non ci sono imperfezioni, e perché gli
uomini tendano a prestare fede al divenire attribuendo l'essere al non-essere.
Parmenide si limita ad affermare che gli uomini si lasciano guidare
dall'opinione (δόξα), anziché dalla verità, ossia giudicano la realtà in base
all'apparenza, secondo procedimenti illogici. L'errore in definitiva è una
semplice illusione, e dunque, in quanto non esiste, non si può trovargli una
ragione. Compito del filosofo è unicamente quello di rivelare la nuda verità
dell'Essere nascosta sotto la superficie degli inganni. Il tema sarà ripreso da
Platone che cercherà una soluzione al conflitto tra l'essere e il molteplice;
per sciogliere il dramma umano costituito dal senso greco del divenire (per cui
tutto muta) che si scontra con una ragione, altra dimensione fondamentale della
grecità, che è portata a negarlo, Platone concepirà il non-essere non più alla
maniera di Parmenide staticamente e assolutamente contrapposto all'essere, ma
come diverso dall'essere in senso relativo, nel tentativo di dare una
spiegazione razionale anche al tempo e al molteplice. Il rigore logico di
Parmenide gli valse inoltre l'appellativo di "venerando e terribile"
da parte di Platone. La fiducia di Parmenide in un sapere completamente dedotto
dalla ragione, e viceversa la sua totale sfiducia nei confronti dei sensi e di
una conoscenza empirica, fa di lui un filosofo profondamente
razionalista. Parmenide e la scuola di Elea Parmenide ne "La
scuola di Atene", affresco di Raffaello Sanzio Parmenide fu il fondatore
della scuola di Elea, dove ebbe vari discepoli, il più importante dei quali fu
Zenone. Il metodo usato dagli eleati era la dimostrazione per assurdo, con cui
confutavano le tesi degli avversari giungendo a dimostrare la verità
dell'Essere, nonché la falsità del divenire e delle impressioni dei sensi, per
una "impossibilità logica di pensare altrimenti".Stupiva i
contemporanei un ragionamento che scaturiva dalla radicale contrapposizione
essere/non-essere e da un'immediata conseguenza del principio di
non-contraddittorietà dell'essere e del pensiero, teorizzato in seguito da
Aristotele come evidenza prima e indimostrabile alla ragione senza la quale
diverrebbe impossibile qualsiasi conoscenza necessaria-filosofica, restando
solo il mondo dell'opinione. Parmenide e gli eleati si contrapponevano
soprattutto al pensiero di Eraclito, loro contemporaneo, filosofo del divenire
che basava la conoscenza interamente sui sensi. Nella prospettiva della storia
della filosofia, sarà quindi Hegel a concepire l'essere in maniera radicalmente
opposta a Parmenide. Anche l'atomismo democriteo intese contrapporsi alla
teoria eleatica dell'Essere (che aveva cercato una soluzione al problema
dell'archè negando alla radice un fondamento originario al divenire), presupponendo
gli atomi e uno spazio vuoto, diverso dagli atomi, in cui essi potessero
muoversi, ipotizzando in un certo senso una convivenza di essere e
non-essere. In seguito furono i sofisti a cercare di confutare il
pensiero degli eleati, opponendo al loro sapere certo e indubitabile (επιστήμη,
epistéme) sia il relativismo di Protagora, sia il nichilismo di Gorgia. Uno dei
maggiori problemi sollevati da Parmenide riguardava in particolare
l'impossibilità di oggettivare l'Essere, di darne un predicato, di sottrarlo
all'astrattezza formale con cui egli l'aveva enunciato, e che sembrava
contrastare con la pienezza totale del suo contenuto. Fu seguendo questa strada
che Platone, nel tentativo di risolvere il problema, approderà al mondo delle
idee. L'interpretazione della "doxa" Giovanni Reale ha elencato
le diverse interpretazioni contemporanee sullo statuto e il significato
dell'opinione ed il suo rapporto con la verità. Accanto ad una lettura che le
vede contrapporre radicalmente, ne esiste una diversa, che Reale appoggia,
secondo cui l'opinione (δόξα, doxa) non è da intendersi in Parmenide come
negazione assoluta della verità, ma come un modo improprio di accostarsi ad
essa. Non si tratterebbe cioè di puro non-essere, della via dell'errore
scartata a priori, ma di una terza possibilità in cui i fenomeni (δοκοῦντα,
dokùnta) sarebbero entità pensabili e quindi plausibili, se non altro come
manifestazioni esteriori del fondamento occulto e autentico dell'Essere. Nelle
parole della Dea, infatti, Parmenide è chiamato a conoscere anche «le opinioni
dei mortali, in cui non è certezza verace; eppure anche questo imparerai: come
l'esistenza delle apparenze sia necessario ammetta colui che in tutti i sensi
tutto indaga». Si tratta di un'interpretazione condivisa in varia misura anche
da Hans Schwabl, Mario Untersteiner, Giorgio Colli, Luigi Ruggiu, sebbene
respinta da altri, che farebbe di Parmenide un anticipatore della futura
ontologia platonica, mentre i suoi discepoli avrebbero invece mantenuto una
concezione più rigorosa dell'essere, quella tradizionalmente attribuita agli
eleati. Tra le filosofie volte al recupero del pensiero classico in chiave
attuale, in direzione del quale si sono mossi specialmente gli studi di Martin
Heidegger e di Gustavo Bontadini, l'opera di Emanuele Severino si segnala come
una parziale ripresa della dottrina di Parmenide, e viene perciò definita
«neoparmenidismo». In particolare nel suo scritto Ritornare a Parmenide,
Severino intende proporre un'originale reinterpretazione delle categorie fondamentali
del pensiero moderno alla luce della rigorosa logica dell'Eleate. Secondo
Platone in Parmenide, 127a-c. ^ Secondo la cronologia di Apollodoro di Atene
che colloca la sua ἀκμή (l'acmé, il quarantesimo anno dell'età, ritenuto dai
dossografi antichi il punto più alto della vita e dell'attività filosofica)
nella XLIX olimpiade, datata al 504-1 a.C. (Diogene Laerzio, IX, 23). Dopo che
fu scoperta in uno scavo ad Ascea un'erma acefala con l'iscrizione
Πα[ρ]μενείδης Πύρητος Οόλιάδης φυσικός (Parmenide figlio di Pirete medico degli
Uliadai), dove Parmenide viene cioè indicato come capo della scuola medica
eleata degli Ούλιάδαι, si ritrova in seguito la testa-ritratto con barba qui
raffigurata, con la base del collo adattata ad essere sovrapposta in un'erma
del tipo di quella precedentemente ritrovata con l'iscrizione citata. Altri
ritengono invece che questa scultura riproduca il busto del filosofo epicureo
Metrodoro di Lampsaco (M. G. Picozzi, Parmenide, Enciclopedia dell'arte antica
Treccani). Logos: rivista internazionale
di filosofia, Bartelli & Verando I paradossi di Zenone sul movimento
vennero enunciati proprio per argomentare la posizione filosofica di Parmenide.
Luigi Lugiato, L'uomo e il limite, Milano, FrancoAngeli, Secondo Platone in
Parmenide, op.cit. Diogene Laerzio, IX, 21. ^ Così Plutarco, Contro
Colote, 32, 1126 A. Fra questi Aristotele, (Metafisica A 5, 986b, 22) e Platone
(Sofista, 242d) e così anche Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, IX, 21. ^ I
presocratici, a cura di G. Giannantoni, Bari 19756. ^ Platone, Parmenide, 128
B. ^ Simplicio, De cœlo 556, 25. Simplicio, In Aristotelis Physica commentaria.
^ Sesto Empirico, Adversus mathematicos, libro VII. ^ Finito non da intendersi come imperfetto perché
per la mentalità antica il segno di perfezione è la compiutezza, il finito.
L'infinito vorrebbe dire che non è completo, che gli manca qualcosa quindi
imperfetto. Sul tema del viaggio in Parmenide si veda quest'intervista a Luigi
Ruggiu, tratta dall'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche. Fr. 1,
v. 29, della raccolta I presocratici di Diels/Kranz. ^ Anna Jellamo, Il cammino
di Dike: l'idea di giustizia da Omero a Eschilo, Roma, Donzelli. Sull'ipotesi
che la dea della Giustizia fosse interpretata da Parmenide in un significato nuovo,
filosofico, cfr. Hermann Fränkel, Wege und Formen Frühgriechischen Denkens.
Literarische und Philosophiegeschichtliche Studien, München, Beck, 1960, p. 162
segg., per il quale essa veniva ora vista come dea della «giustezza» o
«esattezza» (dikaiosyne), preludio di quella platonica. Sulla Dike
"filosofica" cfr. anche Karl Deichgräber, Parmenides' Auffahrt zur
Göttin des Rechts, Untersuchungen zum Prooimion seines Lehrgedichts, 11,
Magonza. La nascita della parola "filosofia" è molto controversa, in
quanto ha diverse accezioni. Già anticamente, così come altri termini composti
col suffisso "philo-" (cfr. P. Hadot, Che cos'è la filosofia antica?,
Torino, Einaudi) essa indicava una passione, una tensione (φίλος, fìlos) verso
il sapere (σοφία, sofìa). Secondo Antonio Capizzi, tuttavia, Parmenide non era
un filosofo nel senso etimologico, in quanto più che al "sapere per il
sapere" propendeva per le applicazioni politiche del sapere, ma la
questione è tutt'altro che definitiva. Principio enunciato da Melisso e poi
reso in latino da Lucrezio, ma implicitamente presente nel frammento 8 di
Parmenide (cfr. Réginald Garrigou-Lagrange, La sintesi tomistica, Fede &
Cultura, 2015. ^ «Il principio di non-contraddizione, introdotto da Parmenide
per rivelare l'essere stesso, la verità essenziale, fu successivamente
impiegato come strumento del pensiero logicamente cogente per qualsiasi
affermazione esatta. Sorsero così la logica e la dialettica» (K. Jaspers, I
grandi filosofi, tr. it., Longanesi, Milano). ^ Fr. 8, v. 30-32, della raccolta
Diels/Kranz. ^ Albert Einstein si espresse tra l'altro in maniera
sorprendentemente simile a Parmenide, in quanto anch'egli tendeva a negare la
discontinuità del divenire e il suo svolgimento nel tempo. Secondo Popper,
«grandi scienziati come Boltzmann, Minkowski, Weyl, Schrödinger, Gödel e,
soprattutto, Einstein hanno concepito le cose in modo similare a Parmenide e si
sono espressi in termini singolarmente simili. La materia, secondo Einstein, si
curverebbe su se stessa, per cui l'universo sarebbe illimitato ma finito,
simile ad una sfera, che è illimitatamente percorribile anche se finita.
Inoltre Einstein ritiene che non abbia senso chiedersi che cosa esista fuori
dell'universo» (Ernesto Riva, Manuale di filosofia). Alexius Meinong, proprio
come Parmenide, difese ad esempio l'idea che anche «la montagna d'oro» (titolo
di un romanzo fantascientifico) sussista poiché se ne può parlare. Fr. 3, v. 1,
Diels/Kranz. Sull'analogia tra la posizione parmenidea e le filosofie
dell'Oriente, cfr. Emanuele Severino. Il Poema, le fonti, le interpretazioni,
su filosofico.net. Cfr. anche l'intervista al professor Emanuele Severino
(Venezia, Museo Correr, Biblioteca Marciana) in Parmenide su Emsf.rai.it. ^
Platone, Teeteto, 183e. ^ Un famoso esempio si ha nelle aporie note come
paradossi di Zenone. ^ Si veda La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico,
di Eduard Zeller, trad. di R. Mondolfo Eleati, a cura di Giovanni Reale,
Firenze, La Nuova Italia, nuova edizione a cura di Giuseppe Girgenti, Milano, Bompiani,
2011. ^ «Dunque, Parmenide ha esposto un'"opinione plausibile", oltre
a quella fallace, e ha cercato, a suo modo, di dar conto dei fenomeni» (G.
Reale, Storia della filosofia antica, I, Vita e Pensiero, Milano). Fr. 1, vv.
31-33, trad. di G. Reale. Hans Schwabl, Sein und Doxa bei Parmenides, «Wiener
Studien», Mario Untersteiner, La Doxa di Parmenide, in Parmenide. Testimonianze
e frammenti, Sansoni, Firenze Giorgio Colli, Physis kryptesthai philei, ed.
dell'Ateneo, Roma Luigi Ruggiu, Saggio
introduttivo e commentario filosofico, in Parmenide. Poema sulla natura: i
frammenti e le testimonianze indirette, Rusconi, Milano Di origine evidentemente iranica sarebbe il
dualismo luce-tenebre che per Parmenide sta alla base della dóxa, mentre
sarebbe addirittura di origine indiana il carattere puramente apparente da lui
attribuito al mondo sensibile (sostenuto dalla corrente Samkya delle Upanishad
nella famosa dottrina del "velo di Maya", ripresa da Arthur
Schopenhauer nel XIX secolo), e lo stesso viaggio del filosofo al cospetto
della dea, esposto nel proemio del Poema parmenideo, ricorderebbe i viaggi
degli sciamani asiatici (Martin Litchfield West, La filosofia greca arcaica e
l'Oriente, Il Mulino, Bologna, 1993). ^ In esso, tuttavia, Severino afferma dapprima
di aver compiuto il secondo grande "parmenicidio", dopo quello di
Platone: Parmenide svaluta e quindi annulla i fenomeni, ma questi appaiono,
quindi esistono e, se esistono, non divengono, ma tutti sono eterni. In secondo
luogo Severino usa la logica parmenidea per confutare l'etica e la fede in Dio:
poiché il divenire non esiste, non sarebbero possibili la libera scelta morale
e l'esistenza di un Creatore che tragga l'essere dal nulla, creandolo ex
nihilo. Bibliografia Fonti Diogene Laerzio, Vite e dottrine dei più celebri
filosofi, Testo greco a fronte, a cura di Giovanni Reale con la collaborazione
di Giuseppe Girgenti e Ilaria Ramelli, Milano, Bompiani, 2005 Edizioni e
traduzioni Pilo Albertelli, Gli Eleati: testimonianze e frammenti, Bari, Laterza,
1938 Renzo Vitali, Parmenide d'Elea. Peri physeos, una ricostruzione del Poema,
Faenza, Lega, 1977 Giovanni Reale, Luigi Ruggiu, Parmenide. Poema sulla natura,
Milano, Rusconi, 1991 Giovanni Cerri, Parmenide. Poema sulla natura, Milano,
BUR, 1999 Albino Nolletti, Che cos'è l'Essere di Parmenide: spiegazione di un
enigma filosofico Testo greco a fronte, Teramo, La Nuova Editrice, 2004 I
presocratici. Prima traduzione integrale con testi originali a fronte delle
testimonianze e dei frammenti di Hermann Diels e Walther Kranz, a cura di
Giovanni Reale, Milano, Bompiani, 2006 Mario Untersteiner, Eleati. Parmenide,
Zenone, Melisso. Testimonianze E Frammenti Testo greco a fronte, Milano,
Bompiani, 2011 Studi Emanuele Severino, Ritornare a Parmenide [1964], in Essenza
del nichilismo, pp. 19–61, Paideia, Brescia 1972 Carlo Diano, Parmenide in
Studi e saggi di filosofia antica (successivamente ne Il pensiero greco da
Anassimandro agli Stoici, Bollati Boringhieri, 2007 e 2018) Luigi Ruggiu,
Parmenide, Venezia, Marsilio 1975 Antonio Capizzi, Introduzione a Parmenide,
Laterza, Roma-Bari 1975 Antonio Capizzi, La porta di Parmenide. Due saggi per
una nuova lettura del poema, Edizioni dell'Ateneo, Roma 1975 Guido Calogero,
Studi sull'eleatismo [Roma], La Nuova Italia, Firenze 1977 Edward Hussey, I
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Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Grice e Velia -- Zenone – i veliani – Luigi Speranza (Velia). Filosofo. f.
senofane, parmenide -- Velia -- (or as
Strawson would prefer, Zeno). Sometimes
spelt ‘Senone’ "Senone *loved* his native Velia. Vivid evidence of the cultural impact of Senone's arguments in Italia is
to be found in the interior of a red-figure drinking cup (Roma, Villa Giulia,
inv. 3591) discovered in the Etrurian city of Falerii. It depicts a heroic
figure racing nimbly ahead of a large tortoise and has every appearance of
being the first known ‘response’ to the Achilles (or Mercurio, Ermete) paradox.
“Was ‘Senone’ BORN in Velia?”that is the question!”Grice. Italian philosopher, as as such, or as
Grice prefers, ‘senone’ -- Zenos paradoxes. “Since Elea is in Italy, we can say
Zeno is Italian.”H. P. Grice. “Linguistic puzzles, in nature.” H. P. Grice. four paradoxes relating to space
and motion attributed to Zeno of Elea fifth century B.C.: the racetrack,
Achilles and the tortoise, the stadium, and the arrow. Zeno’s work is known to
us through secondary sources, in particular Aristotle. The racetrack paradox.
If a runner is to reach the end of the track, he must first complete an
infinite number of different journeys: getting to the midpoint, then to the
point midway between the midpoint and the end, then to the point midway between
this one and the end, and so on. But it is logically impossible for someone to
complete an infinite series of journeys. Therefore the runner cannot reach the
end of the track. Since it is irrelevant to the argument how far the end of the
track is it could be a foot or an inch
or a micron away this argument, if
sound, shows that all motion is impossible. Moving to any point will involve an
infinite number of journeys, and an infinite number of journeys cannot be
completed. The paradox of Achilles and the tortoise. Achilles can run much
faster than the tortoise, so when a race is arranged between them the tortoise
is given a lead. Zeno argued that Achilles can never catch up with the tortoise
no matter how fast he runs and no matter how long the race goes on. For the
first thing Achilles has to do is to get to the place from which the tortoise
started. But the tortoise, though slow, is unflagging: while Achilles was
occupied in making up his handicap, the tortoise has advanced a little farther.
So the next thing Achilles has to do is to get to the new place the tortoise
occupies. While he is doing this, the tortoise will have gone a little farther
still. However small the gap that remains, it will take Achilles some time to
cross it, and in that time the tortoise will have created another gap. So
however fast Achilles runs, all that the tortoise has to do, in order not to be
beaten, is not to stop. The stadium paradox. Imagine three equal cubes, A, B,
and C, with sides all of length l, arranged in a line stretching away from one.
A is moved perpendicularly out of line to the right by a distance equal to l.
At the same time, and at the same rate, C is moved perpendicularly out of line
to the left by a distance equal to l. The time it takes A to travel l/2
relative to B equals the time it takes A to travel to l relative to C. So, in
Aristotle’s words, “it follows, Zeno thinks, that half the time equals its
double” Physics 259b35. The arrow paradox. At any instant of time, the flying
arrow “occupies a space equal to itself.” That is, the arrow at an instant
cannot be moving, for motion takes a period of time, and a temporal instant is
conceived as a point, not itself having duration. It follows that the arrow is
at rest at every instant, and so does not move. What goes for arrows goes for
everything: nothing moves. Scholars disagree about what Zeno himself took his
paradoxes to show. There is no evidence that he offered any “solutions” to
them. One view is that they were part of a program to establish that
multiplicity is an illusion, and that reality is a seamless whole. The argument
could be reconstructed like this: if you allow that reality can be successively
divided into parts, you find yourself with these insupportable paradoxes; so you
must think of reality as a single indivisible One. Senza
le premesse di tale discussione e problematica si precisano chiaramente nei
finissimi argomenti di Zenone di Velia, diseepolo e difensore di Parmenide, in
cui si vede bene il taglio netto tra l'essere che è e in cui tutto si annulla,
e il mondo umano costruito dall'uomo stesso. All'inizio del “Parmenide” Platone
narra che una volta, durante le grandi Panatenee, Parmenide e Zenone vennero ad
Atene. Parmenide era allora molto innanzi negli anni, tutto bianco, ma
d'aspetto bello e nobile, e aveva circa sessantacinque anni. Zenone si
avvicinava allora ai quaranta anni, di grande statura e bell'uomo (Parmenide,
127b). Platone dice, poi, che in quell'occasione Zenone lesse un saggio che
scrive per difendere la tesi di Parmenide, ma k:he quel libro egli compose per
amor di polemica e che per giunta un tale glielo aveva sottratto, per cui,
Platone fa dire a Zenone. Nnon ebbi neppure il ternpo di pensare se fosse o no
il caso di darlo alla luce (128a). Platone, forse, per dare avvio alla sua
discussione, probabil-mente nei confronti dell'eleatismo megarico, si
riallaccia di proposito a Zenone e a Parmenide mettendoli in rapporto con
Socrate, allora giovanissimo, quel Socrate di cui poi i megarici furono discepoli.
Può darsi, dunque, che Platone forza la notizia di Zenone ad Atene insieme a
Parmenide, in un'epoca, il 455-450, in cui sembra difficile, per ragioni
cronologiche, che Parmenide sia potuto venire ad Atene, o avesse circa
sessantacinque anni. Nulla vieta, invece, di pensare che lui sia stato
effettivamente ad Atene, anche se in epoca diversa, e che sia nato tra il 500 e
il 490. Discepolo di Parmenide, Zenone nacque ad Elea nel 500/490. ·Platone
(Parmenide, 127b) narra che nel 452 circa Zenone, venuto con Parmenide ad
Atene, aveva circa quaranta anni. Tutte le fonti lo presentano come uomo
prestante e altamente intelligente, che prese attiva parte alla vita politica
della sua città, dove sarebbe eroicamente morto combattendo il tiranno Ncarco,
quando, preso da Nearco e torturato, per non parlare si spezza la lingua con i
denti, sputandola addosso al tiranno. Sembra che la struttura originaria del
saggio di Zenone (o dei suoi saggi) fosse antinomica, e che [Altro punto
sospetto è che Platone dice che il saggio che Zenone scrive e stato fatto
circolare senza il permesso dell'autore. Potrebbe questo essere indice che
Platone, in effetto, non espone la tesi vera di Zenone, anche se, nella
finzione del dialogo, lui stesso approvi, con qualche riserva, il sunto che dei
punti salienti dà Socrate. Platone, nel Parmenide tende a dimostrare
l'impossibilità di pensare l'essere di Parmenide che porta dietro di sé
l'altrettanta impossibilità di pensare i molti, onde, postici sul piano di
Parmenide, risulta impossibile il discorso, un qual- sivoglia giudizio. Non
interessa ora la soluzione di Platone e il suo tentativo di poter pensare l'essere
come dialetticità corrispondente alla dialetticità del pensiero, per cui si
rendeva possibile porre un tutto oggettivo. come ordine dialettico e misura su
cui scandire, attraverso la conoscenza di sé, lo stesso ordine politico. È
tuttavia importante sottolineare che nei confronti dell'uno di Parmenide e
delle opere di lui (che accettando l'ipotesi di Parmenide e anche accettando
che l'uno di Parmenide si può, all'estremo, ritenere assurdo, vuoi dimostrare
che altrettanto assurdo è porre unità accanto a unità, come i pitagorici,
quando si ritenga che queste siano realtà per sé e non puri nomi), la polemica
di Platone chiarifica quella che storicamente dev'essere stata l'aporia
fondamentale in cui doveva trovarsi il lettore del saggio di Zenone. In verità
- abbietta Zenone nel Parmenide di Platone - questo mio saggio vuol essere in
certo modo una difesa della dottrina di Parmenidc contro quelli che cercano di
metterla in ridicolo sostenendo che la tesi dell'esistenza dell'uno va incontro
a molte conseguenze ridiwlc c contraddittorie. Vuole confutare perciò questo
mio saggio quelli che asseriscono l'esistenza dei molti c render loro la pariglia
e anche di piu, cercando di mostrare che la loro ipotesi dell'esistenza dei.
molti va incontro a conseguenze ancor piu ridicole di quella dell'uno se si
vuole andare in fondo alla ricerca (l28c-d). In effetto qui Platone corregge la
sua prima affermazione che Zenone e Parmenide avessero detto la stessa cosa
("dite su per giu la cosa medesima ": 128b}, e per i suoi intenti
lascia cadere la precisazione di Zenone. Ma ciò è fondamentale, perché, in
genere, è con questi abili accenni che Platone distingue quello che a lui
importa da quello che accantona, ma che corrisponde, quasi sempre, alla verità
storica. Zenone, quaranta fossero gli argomenti contro la tesi che sostiene il
molteplice e il moto. Platone che vede in lui il difensore dell"Uno di
Parmenide, lo chiamò il "palamede eleatico" (Fedro, 26ltl). ] dunque,
sarebbe parmenideo alla rovescia. Egli accetterebbe che l'uno tutto di
Parmenide porti alla finale contraddizione dell'impensabilità - proprio sulla
via del pensiero - dell'uno stesso. Solo che la facile critica dell'annullarsi
dell'uno deve tener presente che, ammessa la esistenza dei molti, di punti
accanto a punti, come enti reali, si cade nelle stesse contraddizioni di chi
pone l'uno. Zenone non dice mai cosa sia l'Essere. Zenone nega che posti i
molti come esistenti, sul piano logico i molti esistano, confermando cosi la
tesi parmenidea che i molti in quanto tali, in quanto definizioni, non sono che
puri nomi. Ammessa, dunque, pitagoricamente, l'esistenza di punti reali
costituenti le cose, bisogna necessariamente ammettere che ciascuna di tali
unità in quanto punto ha una grandezza, anche se minima, onde in ogni punto vi
sono infiniti punti e quindi ogni punto-unità sarà infinitamente grande; se il
punto poi non ha gradezza, poiché le cose si costituiscono come aventi
grandezza per l'unione dei punti, come sarà mai possibile che punti senza
grandezza diano luogo a grandezze? n punto dunque, se non ha grandezza, non è
(fr. l, 2). Ancora: ammesse piu cose costituite di punti, esse saranno ad un
tempo in numero finito e infi.t;lito, il che è contraddittorio: saranno in
numero finito, perché non possono essere piu o meno di quante sono; infinito
perché tra l'una e l'altra ve ne sarà un'altra ancora, e tra questa e l'altra
un'altra ancora all'infinito (fr. 3). Ancora: ammessa la molteplicità di cose
reali per sé, bisogna ammettere o che sono continue, onde la molteplicità si
annulla nella continuità, che, essendo divisibile all'infinito, è costituita di
infiniti punti a loro volta divisibili all'infinito, fino al nulla; oppure che
ogni cosa, limitando l'altra, occupa uno spazio e si distingue dal- l'altra per
uno spazio: ma allora ogni spazio in quanto luogo implica un altro luogo e cosi
all'infinito, sino all'unico luogo cioè l'uno, cioè il nulla (Aristotele,
Fisica, 209a-210b; Simplicio, Fisica, 140, 34, 562, 1). Entro questa linea
rientra anche il cosiddetto argomento del grano di miglio. Un grano o la
decimillesima parte di un grano di miglio fa rumore: ora se fra un grano di
miglio e un medimmo c'è proporzione, vi sarà proporzione anche tra i suoni, per
cui se un medimmo di miglio fa rumore lo farà anche un solo grano (Aristotele,
Fisica, 250a~ 19; Simplicio, Fisica, 1108, 18), ma ciò non avviene.
Evidentemente quest'ultimo argomento rientra nei termini dei primi. Se l'uno, o
la totalità, è impensabile irrelativamente, altrettanto impensabili sono i
molti qualora si pongano quali realtà accanto a realtà. Nessuna parte del
molteplice costituirà il limite ultimo e nessuna sarà senza una relazione con
un'altra" (fr. 1). Poiché i molti sono impensaolli, se non. determinati
come variazione di quantità di un CONTINUO, e poiché IL CONTINUO si può
rappresentare come retta all'infinito, fino al nulla, i molti, se posti come
realtà per sé, non sono. Cosi nell'ipotetica retta (nulla è pensabile se non in
quanto estensione ed estensione che si qualifica) altrettanto inconcepibile è
il moto, o meglio la possibilità dello spostamento e del passaggio da punto a
punto, ché, dato, ad esempio, un segmento AB, tra A e B posta una metà A',
necessariamente tra A e A', vi sarà una metà A" e cosi vita all'infinito –
eis apeiron -- (argomento della dicotomia, cioè della divisione in due:
Aristotele, Fisica, 233a, 239b, 263a; Simplido, Fisica, 1013; 4). Evidentemente
non vi è allora passaggio tra un ipotetico primo punto A e il punto della linea
accanto ad A, onde si può dire che Achille piè veloce" (in A) non
raggiungerà mai la tartarugà che sia un passo avanti (in A"), ché, in
effetto, logicamente, né l'uno né l'altra si muovono (argomento dell'Achille:
cfr. Aristotele, Fisica, 239b; Simplicio 1013, 31), tanto piu che la linea,
essendo costituita d'infiniti punti, è divisibile all'infinito, e quindi,
all'infinito, si annulla. Analogamente LA FRECCIA non raggiungerà mai il
bersaglio, dovendo percorrere l'infinito e rimanendo sempre ferma al punto di
partenza (argomento della freccia: cfr. Aristotele, Fisica, 239b; Simplicio,
Fisica, 1015, 19; Filopono, Fisica, 816, 30; Temistio, Fisica, 199, 4). Infine,
dei presunti quaranta argomenti con i quali Zenone avrebbe dimostrato la
contraddittorietà in cui pone o l'esperienza sensibile o la definizione dei
dati che implicano la molteplicità o il movimento, abbiamo l'argomento detto
dello stadio. Considerando in uno stadio un punto mobile che va ad una certa
velocità, se lo si considera rispetto ad un punto fermo andrà, ad esempio, a
dieci chilometri l'ora, se lo si considera invece rispetto a un altro punto
mobile che vada alla sua stessa velocità in senso opposto, quello stesso mobile
va a venti chilometri all'ora. Il quarto argomento - dice Aristotele - è quello
delle due serie di masse uguali che si muovono in senso contrario nello stadio,
lungo altre masse uguali, le une cioè a partire dalla fine dello stadio, le
altre dalla metà, con velocità uguale; la conseguenza è che la metà del tempo è
uguale al doppio (Fisica, 239b; cfr. anche Simplicio, Fisica, 1016, 9 sgg). I
celebri argomenti sul movimento, con cui, accettata la premessa che esiste il
moto, con ferrea consequenzialità, di deduzione in deduzione, si dimostra come-sul
piano logico, contraddicendosi, non si possa se non negare il moto (onde,
appunto, Aristotele, secondo Diogene Laerzio, VIII, 57, nel “Sofista” andato
perduto - ha potuto dire che lui e padre della DIALETTICA, come arte del
confutare), ci sono rimasti attraverso le discussioni e le critiche di
Aristotele. Non sappiamo, in effetto, se tali argomenti fossero proprii del suo
saggio, ché le fonti precedenti, ivi compreso Platone (che fa intravedere solo
gli argomenti contro l'esistenza della molteplicità), ne tacciono. Certo gli
argomenti sul movimento potevano essere conseguenza di quelli sulla pluralità,
che, portando a dimostrare l'intraducibilità della fisica in termini
logico-matematici, per l'impensabilità del CONTINUO SPAZIALE, portavano anche a
rendere impensabile il continuo temporale-spaziale su cui si determinano,
definendoli, i punti-geometrici, i cui rapporti di movimento divenivano
rapporti spaziali e, quindi, ancora una volta impensabili o contraddittori. La sua
polemica sembra quindi rivolta sia contro i punti- cose dei primi pitagorici (o
se si vuole contro la riduzione a numeri interi delle cose da parte dei primi
pitagorici), supponendo i numeri irrazionali, sia contro l'impossibilità di
ridurre le esperienze della vita, della mutevolezza, alla sfera della ragione e
dei numeri, senza perdere in puri nomi quella stessa vitalità. Le conseguenze
della discussione di Zenone, tenendo presenti certe posizioni a lui
contemporanee o immediatamente posteriori - lasciando da parte le implicazioni
che vi hanno veduto certi storici, riferendo le sue tesi ad alcune delle
concezioni della matematica e della fisica moderna, - sembrano potersi indicare
nei seguenti punti: l. impossibilità di ridurre la fisica in termini
matematici; 2. conseguente impossibilità di pensare, e quindi di definire, sia
l'essere come totalità, sia la molteplicità; 3. consapevolezza che ogni
ricostruzione matematica è valida, in quanto ipotetica e che altrettanto
ipotetica è ogni ricostruzione fisica. Sul piano storico si determinano cosi:
posizioni diverse, a seconda di quale aspetto della problematica, impostata da
Zenone, veniva approfondito. O si insistito sul continuo giungendo a risolvere
e ad annullare i molti (che restano come determinazioni valide su di un piano
puramente linguistico) nel continuo stesso, cioè nell'infinita unità (Me-
lisso); o si è risolto l'uno su di un piano puramente matematico, per cui l'uno
non è nessuno dei punti della serie, né il pari né il dispari, ma la
possibilità dell'uno e dell'altro, e che nell'opposizione-armonia dà luogo a
un'ipotesi logica che spiega un'ipotesi fisica (Crotone e Taranto); o si è
assunta l'ipotesi fisica del continuo divisibile all'infinito in infiniti punti
ognuno dei quali, infinito, ha in sé tutte le infinite possibilità, gl'infiniti
semi vitali, onde in ogni punto tutto è tutto (Anassagora); o si è fatta
l'ipotesi che gli infiniti punti, proprio perché infiniti e quindi escludenti
un passaggio dall'uno all'altro all'infinito costituiscono infiniti limiti,
d'onde una infinita serie di limiti, d'indivisibili (atomi) implicanti nel
limite una separazione, cioè un altro limite come vuoto (Leucippo, che fu
discepolo di Zenone, e Democrito). Infine, se da un lato la sua problematica
portava a impostare l'intelligibilità del reale non come afferrante la
struttura in sé del reale stesso, ma come ipotesi o fisica o matematica,
dall'altro lato portava, nella consapevolezza dell'impossibilità logica
dell'Essere o del divenire, della Verità, a rimanere sul piano dell'opinione c
del discorso umani, entro i termini dello stesso mondo dègli uomini e dei loro
rapporti (Protagora, Gorgia). Senone di Velia. Keywords: reductio ad
absurdum, alievo di Parmenide di Velia, scuola di Velia, scuola di Crotone, i
veliati, i veliani, Adorno. Refs.: H. P. Grice, “Zeno’s sophisma;” Luigi Speranza,
"Senone e Grice," “Grice e Zenone” -- The Swimming-Pool Library,
Villa Grice, Liguria, Italia. #velia https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4420384541306840 #griceevelia
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Grice e Venanzio – filosofia
italiana – Luigi Speranza -- Essentail Italian philosopher.
Filosofo. Luigi Carrer. Pietose esequie per lui
si celebrarono nella Basilica di San Marco, e il dolore apparve su tutti i
volti, qual era in tutti i cuori, solenne e profondo; ed il Municipio di
Venezia gli decretò sepoltura propria ed iscrizione monumentale nel comunale
cimiterio. Così quella feconda vita innanzi tempo si spense e la gloria
dell'estinto ormai più non dura che nella memoria delle sue virtù e nella
splendida bellezza delle sue opere. Sventura acerbissima! che privò la patria di
un cospicuo decoro e tolse alla italiana letteratura di cogliere il pieno
frutto dei nobili studj di un tanto scrittore, ed a questo di godere più a
lungo, dopo i sofferti infortunj, il meritato riposo e e ben conseguite
ricompense. (dal Comentario della vita e delle opere di Carrer, in Carrer,
Poesie (Le Monnier, Firenze). Sulla eccellenza dei prosatori. Chiunque alle
prime origini ed alle rarie vicende della italiana letteratura volga la mente,
scorgerà dì leggieri, che ogni epoca di essa è renduta dalle altre singolare da
pregi non solo segnalati in se stessi, ma eziandio ai progressi della
letteratura medesima in partìcolar modo accomodati; cosicché, mentre le altre
nazioni la maggior loro gloria in un solo secolo ripongono, la nostra può a
giusto diritto di molti egualmente vantarsi. Amore ardentissimo di patria, zelo
di libertà e quel senso squisito del bello che alla prima aurora della civiltà
corse a risvegliare gli animi per lungo sonno inoperosi, mossero i nostri padri
del trecento a fondare la lingua e la letteratura italiana; e tanta fu la
fiamma allora accesa nei petti sdegnosi dell'antica barbarie, che sursero ad un
tratto quei miracoli di sapere e d'ingegno, Dante, Petrarca, e Boccaccio; ai
quali tenne dietro la onorata comitiva dei Villani, dei Cavalca, dei
Passavanti, dei Compagni, e di parecchi illustri Volgarizzatori, dalle cui
scritture la purissima vena discorre dell'italiano favellare. E nella eccelsa carriera, dappertutto, ed
alla testa di tutti si mostra il Galileo; spirito che più che a decoro della
sua patria e del suo secolo parve nato a lume ed a stupore dell'universo.
Ch'egli pensò e previdde come Bacone, ma con alacrità inoltrossi pel sentiero
che quegli aveva soltanto additato; dubitò come Cartesio, ma alle opinioni rivocate
in dubbio non sostituì come quello vane chimere e sognate ipotesi; osservò e
scoprì come Newton; ma la progressione dei tempi riservò al filosofo inglese il
vanto di dare il suo nome al grande sistema per cui l'italiano aveva in gran
parte approntato i materiali. Imperciocchè dopo avere in terra stabilite le
leggi della caduta dei gravi, delle velocità, delle resistenze, delle percosse,
e dopo aver per così dire valutati i corpi in numero, peso e misura, colla
pupilla armata del telescopio da lui forse inventato e certamente perfezionato
speculò arditamente nel cielo, ed ivi con invitta forza stabilì l'impero del
sole ed il nostro mondo gli rese soggetto, vide valli e monti nella luna, vide
di nuove stelle risplendere il firmamento, e Giove che prima per solitaria via
moveva deserto fornì d'astri seguaci, ed il vaghissimo volto di Venere a
seconda dei tempi e delle vicende fece che in vari aspetti ai cupid'occhi si
mostrasse: felice! chè le opere ed i trovati mostrarono quanto in lui vi fosse
di divino, le sole sventure quanto di mortale. Il Dizionario della Crusca è il
solo da cui e precettori e discepoli trar possano norme e soccorsi, serbiamo
con ogni cura intatta la fede e la dignità di questo libro reverendo; e non
feriamone l'autorità coll'arme del ridicolo. Gli alti pensieri, lo stile
acconcio e severo e le scelte ed accresciute parole costituiscono le qualità
distintive delle prose dei buoni scrittori del seicento; per le quali la lingua
italiana giunse in quel secolo ad un vigore e ad un nerbo, che fra le splendide
pompe e le floride eleganze del secolo antecedente non aveva forse saputo
acquistare. A niuno inferiore e superiore a molti è Redi, e sia che il proprio
animo manifesti nella epistolare corrispondenza, sia che della inferma salute de'
suoi ammalati discorra, sia ch'espenga le sue gravissime osservazioni alla
istoria naturale pertinenti, sia che si applichi ad illustrare la patria
favella ed a risolverne le più sottili questioni, dagli altri di lunga mano si
distingue per la spontanea leggiadria con cui le scritture condisce senza
renderle affettate o leziose, per le grazie ingenue e festive di cui le sparge,
pel patrimonio prezioso di schiette e adequate parole di cui le arricchisce,
esoprattutto per certi ritorcimenti e per certe giudiziose piegature con cui
nuovi significati e vaghezza nuova alle voci radicali sa dare. Girolamo Venanzio, Sulla eccellenza dei
prosatori, in Memorie scientifiche e letterarie dell'Ateneo di Treviso, Andreola,
Treviso. Venanzio. Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS –
Luigi Speranza, “Grice e Venanzio” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza,
Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732463585/in/dateposted-public/
Grice e Vera – l’idealismo italiano – filosofia
italiana (Amelia). Essential Italian philosopher. Senatore
del Regno d'Italia Legislature XIII. Filosofo. Grice: “One of my favourite
unpublications is “Absolutes,” which took its inspiration from a little tract
by Vera which was especially influential on Flaubert, “Il problema
dell’assoluto.” Strawson remarked: “it was a boojum, you see!” -- Fu senatore
del Regno d'Italia nella XIII legislatura. Compì i suoi studi alla
Sapienza di Roma, terminandoli alla Sorbona di Parigi. Mostrò subito un immenso
talento per l'insegnamento, caratterizzato da lucidità di esposizione e genuino
spirito filosofico, reggendo dal 1839 al 1850 svariate cattedre in città
importanti della Francia e della Svizzera. Il colpo di Stato di Napoleone
III lo costrinse a rifugiarsi in Inghilterra a causa delle sue idee eterodosse.
Qui intraprese la stesura in francese dell’“Introduzione alla filosofia” di Hegel.
Tornò in Italia, riuscendo a diventare il più geniale e originale comunicatore
della filosofia di Hegel, insegnando storia della filosofia dapprima all'Accademia
di Milano, e poi, su invito di Francesco De Sanctis, a Napoli. Continuò a
intrattenere scambi fecondi con la Società Filosofica di Berlino e con gli
ambienti hegeliani tedeschi e francesi. Divenne socio nazionale dell'Accademia
dei Lincei. Fu suo fedelissimo allievo Mariano. E durante i suoi
studi con Cousin a Parigi che Vera arriva a conoscere la filosofia, risentendo
fortemente dell'hegelismo allora in voga, di cui divenne in Italia promotore
indiscusso. Si deve infatti a Vera il risveglio in Italia dell'interesse
per la filosofia idealista ed hegeliana in particolare, anche se egli godette
di maggior fortuna all'estero, mentre ebbe un influsso molto minore in patria
rispetto a quello esercitato ad esempio dai lavori di Spaventa. A differenza di
Spaventa, infatti, che reinterpretò la filosofia di Hegel in chiave critica,
Vera si mantenne sostanzialmente fedele al dettato ortodosso della dottrina
hegeliana. Nelle sue opere, che esaltano la capacità di Hegel nel
collegare ogni aspetto della realtà in un sistema organico, prevale l'attenzione
per il problema religioso. Vera interpreta l'idea logica hegeliana in senso
trascendente, come il concetto di ‘dio,’ venendo per questo accostato in certa
misura alla Destra Hegeliana in Germania, sebbene una tale lettura possa
apparire una forzatura. Centrale è il primato dell'idea, che si articola
nella storia come organismo spirituale, e per attingere la quale occorre
trascendere la natura. L'idea esiste bensì anche nelle piante e negli animali,
ma in maniera incosciente. Solo nell'essere umano – la persona -- essa giunge a
pensarsi come idea, divenendo in tal modo storia, e rendendo possibile anche il
progresso delle entità collettive di personi che sussistono come una nazione. Finché
una nazione vive nella sfera del suo essere sensibile e animale, essa non si
muove. Essa ripete ogni giorno la stessa vita e gli stessi eventi. Essa prova
sempre gli stessi bisogni. Che se non fosse possibile trascendere questa sfera,
la storia stessa non sarebbe possibile. Queste poche considerazioni ci spingono
adunque a riconoscere con più pieno convincimento che solo l'idea o l'assoluto
è il motore della nazione e dell'umanità, ovvero il principio determinante della
storia” (“Introduzione alla filosofia della storia, Le Monnier, Firenze). La
sua “Introduzione alla filosofia di Hegel” ha influenzato Flaubert nella
stesura di Bouvard e Pécuchet. In Italia invece è stato determinante per
aver stimolato, insieme a Spaventa, la nascita dell'idealismo con Croce e
Gentile. Il suo saggio filosofico più famoso è “Il problema dell'assoluto.”
Si dedica anche a tematiche giuridiche e politiche su Cavour con Libera Chiesa
in libero Stato, in cui attribuiva il ritardo del processo di rinnovamento
liberale in Italia alla mancanza, durante il suo Rinascimento, di una Riforma
luterana come quella d'oltralpe. Tesi in latin: “ Platonis, Aristotelis
et Hegelii: de medio termino doctrina. Quaestio philosophica. Opere: “Amore e filosofia:
orazione inaugurale nel solenne riaprimento dell'Accademia, Milano); “La pena
di morte” (Napoli); “Prolusioni alla storia della filosofia e alla filosofia della
storia” (Napoli); “Ricerche sulla scienza speculativa e sperimentale” (Napoli);
“La filosofia della storia” (Firenze); “Il Cavour e libera Chiesa in libero
Stato” (Napoli); “Problema dell'assoluto” (Napoli); “Platone e l'immortalità
dell'anima” (Napoli); “Saggi
filosofici” (Napoli). Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e
Lazzaronastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio
e Lazzaro. Enciclopedia Italiana. Vera, su treccani. La Civiltà cattolica, Firenze, libraio L.
Manuelli). Sträter osserva in proposito che Augusto Vera «sembra la degna
riproduzione italo-francese di quel tipo a cui in Germania usiamo dare il nome
di vecchi hegeliani o anche di ortodossi di stretta osservanza» (cit. in
Tortora, Le filosofie italiane, de
"Le filosofie contemporanee", Università degli Studi Federico II di
Napoli). La rinascita hegeliana a Napoli, su eleaml.altervista.org. Lezioni di A. Vera, raccolte e pubblicate con
l'approvazione dell'autore da R. Mariano, cLe Monnier, Firenze, Revue Flaubert,
L'escatologia pitagorica nella tradizione occidentale, su rito simbolico. G. Cotroneo,
Filosofia e storiografia, Rubbettino Editore, R. Mariano, Introduzione alla filosofia della
storia. Lezioni di A. Vera raccolte e pubblicate con l'approvazione dell'autore
da Raffaele Mariano, Firenze, Le Monnier, 1869 Giovanni Gentile, Augusto Vera e
l'ortodossismo hegeliano, in Le origini della filosofia contemporanea in Italia,
Messina, Enciclopedia Italiana, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Armando Plebe, Spaventa e Vera,
Torino, Edizioni di Filosofia, Guido Oldrini, Gli hegeliani di Napoli. Augusto
Vera e la corrente ortodossa, Milano, Feltrinelli); T. Cricelli, Vera e la
filosofia hegeliana, Il Testo. Treccani Enciclopedie, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Vera, in
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Vera, su Senatori
d'Italia, Senato della Repubblica. Vita
e opere di Augusto Vera, su paolomalerba. Introduzione alla filosofia della
storia. Lezioni di A. Vera raccolte e pubblicate con l'approvazione dell'autore
da R. Mariano, Firenze Le Monnier. Augusto Vera. Vera. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Vera” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701723999/in/photolist-2mPkhvE-2mLLZRD-2mLP9qE-2mLGod1-2mLLwjC-2mLGRht-2mKEyBA-CntuMM-kLb4Rq-hSTpSd
Grice e Vercellone – il bello e
l’estetico – filosofia italiana – Luigi Speranza (Torino). Essentail Italian
philosopher. Filosofo. La filosofia di Vercellone si svolge inizialmente
intorno all’ermeneutica e il concetto di ‘classico’ – as in English ‘classy’,
in Loeb’s classy library --. Anche il nichilismo. La sua “Introduzione al
nichilismo” edito da Laterza, Roma-Bari. Continuando a muoversi intorno al rapporto tra
estetica ed ermeneutica, il suo percorso filosofico verte in seguito su ambiti
decisivi: il rapporto tra temporalità
storica e coscienza estetica, la dispersione dell'estetico; il problema del
‘pulcer’ (‘il bello’) (“Oltre il bello” – Castiglioncello, Bologna, Il Mulino);
e il concetto di ‘immagine’. Soprattutto quest'ultima linea occupa le sue
ricerche orientate sull'idea di un “radicamento estetico”. Vercellone è Professore a Torino e direttore
del Centro Inter-Universitario Inter-Dipartimentale di Ricerca sulla Morfologia
dell’Udine (dal È stato Presidente dell’Associazione Italiana degli Studiosi di
Estetica) e Vice-Presidente della Società Italiana di Estetica. Collabora con
La Stampa. Altre opere: “Identità dell' ‘antico’ – (drawing from the antique”)
– il concetto di ‘classico’” (Torino,
Rosenberg & Sellier); “Apparenza e interpretazione” (Milano, Guerini e
Associati); “Pervasività dell’arte: Ermeneutica
ed “estetizzazione” del mondo della vita” (Milano, Guerini); “Nature del tempo.
Novalis e la forma poetica del romanticismo Tedesco” (Milano, Guerini); “Estetica
dell’Ottocento, Bologna, Il Mulino); “Storia dell’estetica moderna e
contemporanea (Bologna, Il Mulino); “Morfologie del Moderno” (Genova, Il
Melangolo); “Lineamenti di storia dell’estetica. La filosofia dell’arte da Kant
al XXI secolo” (Bologna, Il Mulino); “Pensare per immagini. Tra scienza e arte”
(Milano, Mondadori); “Le ragioni della forma, Milano-Udine, Mimesis); “Dopo la
morte dell'arte, Bologna, Il Mulino); “Il futuro dell'immagine, Bologna, Il
Mulino); “Simboli della fine, Bologna, Il Mulino. Morte dell'arte e rinascita dell'immagine.
Saggi in onore di Vercellone, Roma, Aracne. M. Perniola, Estetica italiana
contemporanea, Bompiani; D’Angelo, L’estetica italiana. Dal neoidealismo a
oggi, Laterza, E. Franzini, Immagini del moderno, in A. Bertinetto, G. Garelli,
Morte dell'arte e rinascita dell'immagine. Saggi in suo onore , Roma, Aracne. G. Vattimo, L'arte è morta, anzi no: è
"dopo", Repubblica,A. Bertinetto, G. Garelli, Morte dell'arte e
rinascita dell'immagine. Saggi in onore di Federico Vercellone. M. Belpoliti, “Tra bello e brutto non c'è più
differenza” La Stampa, R. Bodei, “Là dove rinasce il Bello” Il Sole 24 Ore, R.
Bodei, Salto nel vuoto dell'immagine, Il Sole 24 Ore, I. Mattazzi, Aprire lo
sguardo. Stili della visione in grado di agire sul reale, Il Manifesto; M.
Vallora, Nelle torri di Kiefer per trovare un senso in mezzo alle rovine, La
Stampa, Università degli Studi di Torino. Vercellone. Keywords: bello,
estetico, immagine. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi
Speranza, “Grice e Vercellone: l’estetico e il bello’ – The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731789298/in/dateposted-public/
Grice e Verdiglione – la congiura
degl’idioti -- filosofia
(Caulonia). Essential Italian philosopher. Filosofo. Grice: “I like
Verdiglione; my favourite: his “La congiura degli idioti” – I have used the
Greek root which Boezio translated as ‘proprium’ twice in my seminar on
implicature: the first to refer to ‘kick the bucket’ as a ‘recognised idiom’ –
idioma in Latin and idIoma, with stress on the i, in the Grecian; but more
importantly – since ‘recognised by who?’ – in the next session I referred to a
conversationalist using a one-off signaling which I referred to as a
‘signalling idiolect.’ Yes, Speranza and I can be pretty idiosyncratic!” -- Vincitore
di una borsa di studio nel Collegio Augustinianum, studia a Milano, dove si è
laureato con una tesi sulla filosofia semiotica di Pirandello. Formatosi con Lacan,
pubblica con le case editrici Marsilio, Rizzoli, Feltrinelli e Sugarco, con cui
collabora. Per quest'ultima dirige la collana "Bordi". Traduce la
raccolta di testi Scilicet di Lacan per Feltrinelli e il Seminario XXII. Con la
sua casa editrice, Spirali, pubblica testi come la traduzione del Malleus Maleficarum,
Il martello delle streghe, il manuale dell'Inquisizione per la caccia alle
streghe, e in seguito, sempre per le edizioni Spirali, pubblica alcuni testi di
Bruno, come “Le ombre delle idee” e “Cabala del cavallo pegaseo.” Traduce per
Feltrinelli libri che in Francia animano il dibattito in ambito culturale, come
il saggio di Irigaray Speculum. L'altra donna edito da Feltrinelli nella
traduzione di Muraro, il saggio di Mannoni Educazione impossibile. Introduce in
Italia Kristeva; incontra anche Oury, fondatore assieme a Guattari della
clinica La borde, di cui pubblica i libri Creazione e schizofrenia, Psicosi e
logica istituzionale. “Il collettivo”, Babele e la Pentecoste. La Borde e la
scrittura della psicosi, La psicosi e il tempo. Traduce sempre per Feltrinelli
l'edizione del libro di Jean-Goux, Freud, Marx: economia e simbolico. Fonda il
Movimento Freudiano e l'attività editoriale che si chiamerà Spirali Edizioni.
Con la casa editrice Spirali, pubblica autori come Daniel, Lévy, Glucksmann, Halter, Arrabal, Grillet.
Esce in edicola il primo numero del mensile Spirali. Giornale di cultura, a cui
segue l'edizione francese Spirales, Il Secondo Rinascimento. Verdiglione e il
Collettivo “Semiotica e psicanalisi” organizzano a Milano, in cinque sedi
differenti, il Congresso internazionale "Sessualità e politica"
seguito dai media italiani. Partecipano molte filosofi. Sempre con il
Collettivo “Semiotica e psicanalisi”, organizza il congresso “La follia”, che
si svolge in più sedi, tra cui il Palazzo dei Congressi e il Museo della
scienza e della tecnica. Il congresso è seguito dalla stampa di vari paesi.
Intanto, inventa la “cifre-matica,” la cosiddetta scienza della parola.
Nell'Enciclopedia Rizzoli Larousse viene così definita la cifrematica:
«dottrina della parabola intesa come ‘cifra’”.
Dottrina elaborata da Verdiglione e utilizzata all'interno di esperienze
di conversazione, lettura, ecc. Secondo la cifrematica ogni parabola può essere
analizzata secondo la sua logica idiomatica – cfr. Grice, “Idioma, not
language” -- o la sua qualità cifratica, come ‘cifrema.’ C’e logica idiomatica
della relazione, dello stigma, della funzione, della operazione, e della
dimensione). C’e tre 'strutture' (struttura sintattica, struttua frastica e struttura
pragmatica – o griceiana) secondo cui ogni expression – idioma -- può essere 'de-cifrata.’ E a Milano, su invito
di Verdiglione Ionesco. In un'assemblea di intellettuali e lettori, c’e un
convegno organizzato da lui, portando la testimonianza della sua vita e della
sua attività filosofica, documentata nel libro Una vita di poesia. La sua
Università internazionale del Secondo Rinascimento acquista dalla famiglia
Borromeo la Villa di Senago e il parco, lasciati in uno stato di abbandono per
oltre vent'anni. I nuovi proprietari decidono pertanto di avviare un primo
importante restauro che mira alla salvaguardia stessa del bene. Il restauro si
è protratto nel tempo, fedele a criteri conservativi, con la collaborazione di
ingegneri, esperti, architetti, tecnici, storici e filologi che hanno lavorato,
insieme, sotto la direzione della Soprintendenza ai beni Ambientali ed
Architettonici di Milano. L'attività editoriale prosegue quanto già avviato
e si indirizza soprattutto sulla dissidenza, in particolare romanzieri.
Pubblica libri di Bukovskij, Zinovev, Naghibin, Maksimov e molti altri.
L'interesse per la dissidenza lo porta a pubblicare saggisti come Suvorov, gli
ambasciatori russi in Italia Adamishin, Jurij, il teorico della perestrojka Jakovlev,
e l'ex ministro per l'energia e leader dell'opposizione di destra Nemtsov. Oltre
agli autori, pubblica dissidenti provenienti da tutto il pianeta. In questa
direzione sono stati organizzati i convegni internazionali Festival della
modernità che propongono, in ciascuna edizione, diverse tematiche
(scrittura, libertà, politica...). In questi anni prosegue il lungo
processo di restauro della Villa San Carlo Borromeo di Senago, restituendo
all'edificio la sua originaria bellezza e trasformandolo in un Palazzo del
turismo culturale e artistico, nella sede dell'Università internazionale del
Secondo Rinascimento e della casa editrice Spirali. In questi anni, la Villa è
sede di congressi, di corsi, di seminari, di riunioni di enti pubblici e
privati, italiani e stranieri, di un museo permanente e di un museo per grandi
mostre. Verdiglione ha totalizzato 10 anni e 6 mesi di carcere per reati
vari. È stato condannato a quattro anni e due mesi per truffa, tentata
estorsione e circonvenzione di incapace. Dopo un patteggiamento è stato
condannato a un anno e quattro mesi. Nel
è stato di nuovo condannato in primo grado a nove anni (e la moglie a
sette) per associazione a delinquere, frode fiscale, truffa alle banche e allo
Stato; in seguito la pena è stata ridotta a cinque anni. In tale occasione ha
causato sofferenze bancarie per 73,4 milioni: 18,3 sono in capo a Intesa
Sanpaolo, altri 25,9 milioni a Banca Etruria. Truffa, tentata estorsione e
circonvenzione di incapace Verdiglione è al centro di una serie di vicende
giudiziarie (Affaire Verdiglione) relative all'attività sua, della sua
Fondazione e dei suoi collaboratori. Viene condannato a quattro anni e due mesi
di reclusione per truffa, tentata estorsione e circonvenzione di incapace,
condanna che passa in giudicato. Intellettuali di vari paesi (tra cui Lévy,
Ionesco, Arrabal, Halter, Benamou, Henric, Bukovskij, Safouan, Xenakis,
Zinovev, Mathé, Lanzmann), acquistano una pagina del quotidiano francese Le
Monde in cui pubblicano e sottoscrivono un appello rivolto al Presidente della
Repubblica italiana e ai giudici milanesi, col quale denunciano un presunto
clima di "caccia alle streghe". Il caso Verdiglione secondo i
firmatari mette in discussione le nozioni di diritto, giustizia e libertà di
parola in Italia. Daniel, direttore del Nouvel Observateur, pubblica su la
Repubblica una lettera, intitolata "Difendo Verdiglione", rivolta al
direttore del quotidiano. Il Partito Radicale organizza un incontro
internazionale in piazza Montecitorio sul Verdiglione, a cui partecipano anche
importanti esponenti del "Comitato Internazionale per Verdiglione",
promosso da Moravia, Ionesco, Lévinas, Arrabal, Bukovskij, Lévy, Halter. La
Repubblica scrive che "dopo quello di Tortora ci sarà la sponsorizzazione
da parte del PR del caso giudiziario di Verdiglione”. Il programma satirico
Drive In lo fa conoscere anche al grande pubblico, attraverso la parodia del
"Dottor Vermilione, psicanalista santone" impersonato da Greggio. Il
caso Verdiglione è anche citato in relazione al disegno di legge per
l'abolizione del reato di circonvenzione d'incapace (articolo 643 del codice
penale). Dopo la condanna in Cassazione, la vicenda giudiziaria si conclude con
il rinvio a giudizio per i capi di imputazione stralciati in occasione del
primo procedimento giudiziario e con il definitivo patteggiamento a una pena di
un anno e 4 mesi e indennizzi di oltre 3 miliardi di lire a ex allievi. Nel
giugno si concludono le indagini della
Guardia di Finanza coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, Viene
indagato per evasione fiscale in relazione all'emissione di fatture false, e
appropriazione indebita. A seguito della richiesta avanzata dalla Procura di
Milano, due dimore storiche riconducibili al professore (tra cui la sopracitata
Villa San Carlo Borromeo di Senago) per ordinanza del Gip vengono poste sotto
sequestro preventivo, pur mantenendone la disponibilità. A meno di tre
settimane di distanza il Tribunale del Riesame di Milano annulla i decreti di
sequestro concessi dal GIP C. Mannocci al PM Bruna Albertini, e restituisce gli
immobili alle proprietà, in quanto non sussiste l'accusa di evasione fiscale.
Si tratterebbe invece di neutralità fiscale, in quanto l'IVA dovuta sarebbe
sempre stata pari a zero (in base alle conclusioni del giudice, sarebbero state
emesse fatturazioni fittiziema regolarmente pagatetra società facenti capo a
Verdiglione, allo scopo di ottenere crediti presso gli istituti finanziari,
potendo esibire bilanci dai quali risultano entrate ingenti, in realtà
fasulle). La giudice Laura Marchiondelli rinvia a giudizio Verdiglione
per associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale e truffa allo Stato. Nel
dicembre viene condannato a nove anni
per i reati di associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale, truffa
alle banche e truffa allo Stato. Nel medesimo processo vengono emesse condanne
anche a carico della moglie Cristina Frua De Angeli e di due sue società,
intanto fallite. Viene altresì disposta la confisca, fino ad un valore
equivalente rispettivamente di 100 milioni e 10 milioni di euro, di beni come
la storica dimora trecentesca Villa San Carlo Borromeo a Senago con 10 ettari
di parco. La sentenza di secondo grado conferma la prima, nonostante che
Procuratore generale, nella sua requisitoria, abbia chiesto
"l'annullamento della sentenza di primo grado per assoluta
indeterminatezza e intrinseca contradditorietà delle accuse". La
condanna a cinque anni di reclusione diventa esecutiva. Nel pieno delle
inchieste giudiziarie, l'associazione da lui fondata viene definita setta dallo
psicoterapeuta infantile Claudio Foti. Analoga affermazione fu fatta da
Calefato, professoressa associata di sociolinguistica, che così si espresse in
un'intervista per un quotidiano locale in occasione dell'incontro con
Verdiglione organizzato a Bari da Ponzio, Professore di filosofia del
linguaggio, intitolato "La cifra del Levante". Musatti, considerato
il fondatore della psicanalisi italiana, provava una profonda avversione per
Verdiglione che etichettò come "“il magliaro di Caulonia” e come
"cialtrone". Verdiglione ha ospitato come relatori, nell'ambito di
alcuni congressi organizzati alla Villa San Carlo Borromeo, autori come Duesberg
(virologo statunitense, scopritore dei retrovirus) e Rasnick (biologo
statunitense) che negano l'esistenza dell'AIDS, sostenendo che gli ammalati di
tale morbo morissero in realtà sia a causa dell'assunzione di droghe sintetiche
fortemente immune-soppressive sia a causa delle cure che erano loro imposte
nella prima fase sperimentale, dove si ricorreva all'utilizzo di farmaci come
l'AZT, originariamente sintetizzato a scopo antineoplastico e poi abbandonato
per l'elevata tossicità. Opere: “Il carcere. La questione della parola, Associazione
Amici di Spirali, Ur-kommunismus. La
paura della parola, Associazione Amici di Spirali, La grammatica dello spirito. L'androgino
trinitario e la bilancia dell'orrore, Associazione Amici di Spirali, I padroni del nulla, Associazione Amici di
Spirali, L'Operazione guru, Associazione
Amici di Spirali, La rivoluzione
dell'imprenditore, Associazione Amici di Spirali, Il bilancio di guerra, Associazione Amici di
Spirali, In nome del nulla. L'accusa di
blasfemia, Associazione Amici di Spirali,
Il bilancio intellettuale dell'impresa, Associazione Amici di
Spirali, Parola mia, Spirali, La realtà intellettuale, Spirali, L'Affaire fiscale ovvero il dispensario del
tempo, Spirali, Scrittori, artisti,
Spirali, La libertà della parola, Spirali, La politica e la sua lingua,
Spirali, La nostra salute, Spirali, Il capitale della vita, Spirali, Master dell'art ambassador, Spirali, Master
del brainworker, Spirali, Master del cifrematico, Spirali, L'interlocutore, Spirali, Il Manifesto di
cifrematica, Spirali, La rivoluzione cifrematica, Spirali, Artisti, Spirali, Il
brainworking. La direzione intellettuale. La formazione dell'imprenditore. La
ristrutturazione delle aziende, Spirali, Edipo e Cristo. La nostra saga,
Spirali, La famiglia, l'impresa, la finanza, il capitalismo intellettuale,
Spirali, Venere e Maria. La fiaba originaria, Spirali,Machiavelli, Spirali/Vel,
Vinci, Spirali/Vel, La congiura degli idioti, -- cfr. Grice, “L’idioma
dell’idiota” -- Spirali/Vel, L'albero di San Vittore, Spirali, Lettera all'eccellentissima
corte di appello, Spirali, Quale accusa?, Spirali, Processo alla parola,
Spirali, Il giardino dell'automa, Spirali, Manifesto del secondo rinascimento,
Rizzoli, Spirali, La mia industria, Rizzoli Spirali, Dio, Spirali, La peste, Spirali, La
psicanalisi questa mia avventura, Marsilio, Spirali, La dissidenza freudiana,
Feltrinelli, Spirali. E. Roudinesco, Histoire de la psychanalyse en France, Paris:
Le Seuil (réédition Fayard ) dal sito web italiano per la filosofia. in. ildomenicale arretrati n. Domenicale miei
libri Scienze umane Sociologia e comunicazione Sollers-scrittore La-dissidenza-della-scrittura_Lacan
e altri, Scilicet: rivista dell'école freudienne de Paris, traduzione di
Armando Verdiglione, Feltrinelli, Milano, Jacques Lacan, Il seminario, in «Ornicar? Venezia. Heinrich
Institor (Krämer), J. Sprenger, A. Verdiglione, Il martello delle streghe. La
sessualità femminile nel "transfert" degli inquisitori, Spirali,
Milano, Giordano Bruno, Antonio Caiazza, Le ombre delle idee, Spirali, Milano, Giordano
Bruno, Carlo Sini, Cabala del cavallo pegaseo, Spirali, Milano, Maud Mannoni,
Educazione impossibile, Feltrinelli, Milano). Spirali pubblicherà le opere La
rivoluzione del linguaggio poetico. L'avanguardia, : Lautrémont e Mallarmé e
Poteri dell'orrore. Saggio sull'abiezione
Félix Guattari //spirali.com/books-of-Jean+Oury.php[collegamento
interrotto] Jean-Joseph Goux, Freud,
Marx: economia e simbolico, introduzione e cura di Armando Verdiglione, Milano,
Feltrinelli, atti del Convegno Sessualità e politica edito da Feltrinelli, 2000
partecipanti al Congresso di Psicanalisi con tema "Sessualità e
Politica", svoltosi a Milano"
Gilles Anquetil, "A Milan, le sage congrès de la folie", Les
Nouvelles Littéraires, Roger Dadoun, "A Milan F comme Folie", La
Quinzaine littéraire, Christian
Descamps, "A Milan au congrès de psychanalyse on a débattu (vivement) de
“Sexe et politique”", La Quinzaine littéraire, Congres v Milanu, “Razprave
problemi”, dicembre 1976 Robert Maggiori,
"La 'Jet Society' psychanalytique reunie a Milan", Liberation, Italianistica
» » Cifrematica: di che cosa
parliamo? Enciclopedia Universale
Rizzoli Larousse, Rizzoli, Milano, Luigi
Mascheroni, il Giornale, Nicola Borzi, Etruria perde 26 milioni nel crack
Verdiglione, in Il Sole 24 ore, Verdiglione affidato al servizi sociali, la Repubblica,
in Archiviola Repubblica. "Pour
Armando Verdiglione", Le Monde, "Difendo Verdiglione", di Jean
Daniel, direttore di Le Nouvel Observateur pubblicato da la Repubblica, 1Caso
verdiglione: martedi' 8 agosto, all'hotel nazionale in piazza montecitorio, a
partire dalle ore 11.45, incontro internazionale sul tema: "il caso verdiglione".
marco pann..., su radioradicale. I radicali bocciano pannella, la Repubblica,
in Archiviola Repubblica.//legislature.camera/_dati/leg10/lavori/stampati Milano,
18 rinvii a giudizio per la vicenda verdiglione, Repubblica » Ricerca, non
profit, veridglione fa lo sponsor e le associazione danno forfeit, la
Repubblica, in Archiviola Repubblica. Gianfrancesco Turano, Verdiglione spa, in
Corriere Economia, Verdiglione, ovvero come sposare lo sponsor e viver
felici Corriere della Sera, su
milano.corriere. Archivio Corriere della
Sera, su archiviostorico.corriere. Corriere della Sera, su
archiviostorico.corriere. Frode fiscale,
9 anni a Verdiglione confiscati beni per 110 milioni, in Corriere della Sera. Lo
psicanalista Verdiglione dai fasti degli anni ‘80 al ritorno in carcere, su
milano.corriere. sito dell'associazione
diretta da Claudio Foti, 'Verdiglione fuori dall'Ateneo'la Repubblica, in
Archiviola Repubblica. Il chiaccierato Verdiglione, la Repubblica, in Archiviola
Repubblica. cesare musattiAnalisi laica, su Analisi laica. Italian guru, la
Repubblica, in Archiviola Repubblica. T. Szaz, La battaglia della salute,
Spirali. «L'Aids non è contagioso in nessun modo, non si trasmette né
attraverso rapporti eterosessuali né attraverso rapporti omosessuali e neanche
senza rapporti, non si trasmette in nessun modo; l'Hiv è un retrovirus che,
secondo Dusberg, è innocuo." "Muoiono per via della cura. È la cura,
che li ammazza."». Dizionario di
cifrematica, su dizionario di cifrematica. armandoverdiglione.com. Com: Recenti
Vicende, su tgcom.mediaset. Verdiglione. Keywords. Refs.: The H. P. Grice
Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Verdiglione e l’idioma
dell’idiota” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #verdiglione https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6937483539596915 #griceeverdiglione
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702234931/in/photolist-2mLLVsZ-2mLKtaD
Grice
e Vernia – i peripatetici – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Chieti). Grice: “I love Vernia, but then any Englishman would,
especially when learning that Saint Thomas (Aquino) made such a fuss about
him!” -- Essential Italian philosopher. Filosofo. Allievo a Padova di Pergola e
Thiene e successore di quest'ultimo, ebbe come collega Pomponazzi e tra i suoi
allievi Nifo e Pico. Seguace dell'ermetismo allora imperante a Padova, curò
un'edizione di Aristotele. Vernia sostenne l'unità dell'intelletto -- dottrina
poi abbandonata a causa di una condanna inflittagli dal vescovo di Padova),
l'autonomia della fisica rispetto alla meta-fisica, e la superiorità della
scienza della natura sulle scienze dell'uomo.
Opere: “Contra perversam Averrois opinionem de unitate intellectus et de
animae felicitate”; “De unitate intellectus et de animae felicitate”; “Expositio
in Posteriorum capitulum secundum in fine”; “Expositio in Posteriorum librum
priorem”; “Quaestio de gravibus et levibus”; “Quaestio de rationibus
seminalibus”; “Quaestio de unitate intellectus”; “Quaestio in De anima Ennio De Bellis, L’aristotelismo Firenze, Leo
S. Olschki editore, Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Vernia. Keywords: i
parepatetici, i parepatetici padovani – i parepatetici di padova -- Refs.: The
H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Vernia: viva
Aristotele!” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vernia https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.5475762019102415 #griceevernia https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731763313/in/photolist-2mPmNVF-2mLLWjU-2mLQ2ox-2mLKu2P-2mLNWGK-2mLLWmc-2mLLWjZ-2mLQ2pz-2mLKu2U-2mLQ2o7-2mLLWmn-2mLKu3f-2mLFoBp-2mLNWHM
Grice
e Veronelli – sadimo italiano – Filosoia italiana – Luigi Speranza (Milano).
Essential Italian philosopher. Filosofo. Veronelli
viene ricordato come una delle figure centrali nella valorizzazione e nella
diffusione del patrimonio eno-gastronomico. Antesignano di espressioni e punti
di vista che poi sono entrati nell'uso comune e protagonista di caparbie
battaglie per la preservazione delle diversità nel campo della produzione
agricola e alimentare, attraverso la creazione delle “denominazioni comunali,”
le battaglie a fianco delle amministrazioni locali, l'appoggio ai produttori al
dettaglio. Veronelli assieme ad alcuni sommelier F.I.S.A.R. Era originario del
quartiere Isola di Milano. Dopo il R. Ginnasio Parini, compie studi di filosofia
a Milano, diventando assistente di Bariè. Si professa per tutta la vita di fede
anarchica, rifacendosi anche alle ultime lezioni tenute da Croce a Milano. Inizia
l'esperienza di editore, pubblicando tre riviste: I problemi del
socialismo Il pensiero Il gastronomo. Pubblica La questione sociale di Proudhon
e Historiettes, contes et fabliaux di De Sade; per quest'ultima viene
condannato, insieme a Manfredi (autore dei disegni, poi assolto), a tre mesi di
reclusione per il reato di pornografia. L’opera di De Sade sarà poi messa al
rogo nel cortile della procura di Varese. Subisce anche una condanna di sei
mesi di detenzione per aver istigato i contadini piemontesi alla rivolta, con
l'occupazione della stazione di Asti e dell'autostrada, per protestare contro
l'indifferenza della politica per i problemi dei contadini e dei piccoli
produttori. Diventa collaboratore de Il Giorno. L'attività giornalistica
lo impegnerà, e i suoi articoli, di stile aulico e provocatorio, ricchi di
neologismi e arcaismi, faranno scuola nel giornalismo eno-gastronomico e no.
Tra le testate cui ha collaborato vanno ricordate, oltre a Il Giorno: Corriere
della Sera, Class, Il Sommelier, Veronelli EV, Carta, Panorama, Epoca, Amica,
Capital, Week End, L'Espresso, Sorrisi e Canzoni TV, A Rivista Anarchica,
Travel e Wine Spectator, Decanter, Gran Riserva ed Enciclopedia del Vino, The
European. L'apparizione televisiva ne aumenta notevolmente la fama; in
particolare A tavola alle 7, in cui conduce il programma prima a fianco di
Scala e di Orsini, poi di Ave Ninchi, e il Viaggio Sentimentale nell'Italia dei
Vini, dove realizza l'aggiornamento, provocatorio e di denuncia, della viti-coltura
italiana, con inchieste, interviste, proposte che hanno scosso quel
mondo. L'opera La sua attività di ricerca e di approfondimento nel campo
enogastronomico lo porta alla pubblicazione di alcune opere fondamentali, anche
di carattere divulgativo. Da segnalare: I Vignaioli Storici, Cataloghi dei Vini
d'Italia, dei Vini del Mondo, degli Spumanti e degli Champagne, delle Acquaviti
e degli Oli extra-vergine, Alla ricerca dei cibi perduti, Il vino giusto, e la
collana Guide Veronelli all'Italia piacevole. Fondamentale anche la
collaborazione con Carnacina, maître e gastronomo celeberrimo e Guazzoni maître
e sommelier. Ne nascono, ad esempio, La cucina italiana e Il Carnacina. Fonda
la seconda Veronelli Editore "col puntuale obiettivo di approfondire la
classificazione dell'immenso patrimonio gastronomico italiano e contribuire ad
accrescere la conoscenza delle attrattive turistiche del paese più bello del
mondo". La casa editrice ha cessato l'attività a fine. Collabora con
Derive\Approdi scrivendo le prefazioni ad alcuni libri di carattere storico,
politico e gastronomico. L'intenso rapporto epistolare sulle pagine di
Carta con Echaurren costituisce un forte stimolo di riflessione sulle questioni
legate alla Terra e alla qualità della vita materiale per il movimento contro
la globalizzazione. Isieme ad alcuni centri sociali, tra cui La Chimica di
Verona e il Leoncavallo di Milano, al movimento Terra e libertà. Sempre di
questi anni le battaglie per le Denominazioni Comunali, una salvaguardia
dell'origine di un prodotto; per il prezzo-sorgente, cioè l'identificazione del
prezzo di un prodotto alimentare all'origine, per rendere evidenti eccessivi
ricarichi nei passaggi dal produttore al consumatore; per l'olio extra vergine
d'oliva, contro le prepotenze e il monopolio delle multinazionali e le
ingiustizie della legislazione per i piccoli olive-coltori. Di idee
anarchiche, si è anche interessato di questioni filosofiche, pubblicando anche
articoli su A/Rivista Anarchica e saggi. Le pubblicazioni hanno subito il segno
dei suoi interessi libertari, libertini, enogastronomici: Racconti, novelle e
novelline di de Sade (che gli procurerà una denuncia e la condanna al rogo dei
libri, tra gli ultimi roghi di libri avvenuti in Italia), le poesie di
Pagliarani, la rivista Il gastronomo e quella di filosofia Il pensiero, poi interessante
per qualche anno fu l'editore della rivista Problemi del socialismo, diretta da
Basso. In seguito mise un po' in disparte le questioni filosofiche per
concentrarsi su quelle più propriamente eno-gastronomiche e agricole. In
A-Rivista Anarchica si definisce Veronelli l'"anarchenologo"
ritenendo che l'attività di Veronelli vada inquadrata in un ambito libertario e
contro l'attività delle multinazionali agricole. Gli anarchici della
Cellula Veronelli, con l'intento di mostrare l'aspetto più propriamente
politico di Veronelli, hanno organizzato un incontro intitolato "Veronelli
politico", a cui hanno preso parte personalità del calibro di Mura, giornalista
di La Repubblica, Ferrari della Federazione Anarchica Reggiana (promotrice
dell'evento biennale, ideato nella sua prima edizione insieme allo stesso
Veronelli, Le cucine del popolo) e Tibaldi. Dagli anarchici è sempre stato
considerato un compagno. Veronelli e un libertario, un uomo colto, senza dogmi,
senza ipocrisie, in perenne lotta contro le armate schiaviste delle multinazionali.
(Pagliaro, Umanità Nova, LMilano gli attribuisce l'Ambrogino d'oro. Rassegna
stampa. A-Rivista, Lettera i giovani estremi Proudhon: La questione sociale -- Veronelli
politico. L'ultimo dei vini artigianali sarà sempre migliore del primo dei vini
industriali, perché avrà un'anima» (Veronelli in Il canto della Terra). Il nostro anarchenologo Un incontro inatteso Cellula Veronelli. eronelli politico. Circolo
Cucine del Popolo, l'addio, Bosana Salsa suprema. Luigi Veronelli. Veronelli.
Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft – Luigi Speranza, “Grice e
Veronelli: metafisica dell’amore” – The Swimming-Pool Library, Liguria. #veronelli https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6937343586277577 #griceeveronelli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702914954/in/photolist-2mLNXjb-2mLLX2a-2mLLX1P-2mLFpeg-2mLQ2ZN
Verrecchia
(Vallerotonda). Essential Italian philosopher. Filosofo. Si
trasferì a Torino, dove studiò, laureandosi in filosofia. Trascorse un certo
periodo nel parco nazionale del Gran Paradiso, considerato come il più
formativo della sua vita. Lì poté contemplare in modo disinteressato i fenomeni
della natura. “Ho fatto tre università -- era solito dire -: quella vera e
propria, che non mi ha dato nulla o quasi; la collaborazione alle pagine dei
quotidiani come elzevirista, che mi ha costretto a leggere libri che altrimenti
non avrei mai letto; e infine l'università più utile in assoluto, vale a dire
il soggiorno nel Gran Paradiso a contatto con la natura". Frutto di quel
soggiorno è il saggio che contiene la sua filosofia, potentemente aforistica. I
manoscritti riaffiorati molto più tardi spiegano la tardività della sua pubblicazione,
avvenuta presso Fògolasi tratta del Diario del Gran Paradiso. Verrecchia visse
poi in Germania (soprattutto a Berlino) e fu per lunghi anni addetto culturale
all'Ambasciata d'Italia a Vienna; collaborò alle pagine culturali di giornali
italiani, tra cui Il Resto del Carlino, La Stampa, Il Giornale. Grazie alla sua
padronanza del tedesco, collaborò stranieri (Die Presse, Die Welt). Non parlava
volentieri della sua vita privata perché, diceva,"di un filosofo ciò che
interessa sono gli teorie e non le vicissitudini personali". Traduttore di
Lichtenberg, appassionato studioso di Bruno e Nietzsche, nel suo orizzonte
culturale, però, la figura che risalta di più è senz'altro quella di
Schopenhauer, da lui considerato a tutti gli effetti un maestro da tradurre e
continuare. Elementi caratteristici dei
suoi scritti sono l'irriducibile vena polemica e una sacra bilis, ma la sua
prosa spicca anche per chiarezza ed energia. La sua prosa insieme a quella di
Ceronetti, Sgalambro e Giamettaè stata giudicata la migliore prosa filosofica. Opere:
“L'eretico dello spirito” (Firenze: La Nuova Italia); “La catastrofe di
Nietzsche a Torino” (Torino: Einaudi), “La tragedia di Nietzsche a Torino: la
catastrofe del filosofo che sognava un superuomo al di là del bene e del male
(Milano: Bompiani). Incontri viennesi (Genova: Marietti), “Cieli d'Italia
(Milano: Spirali/Vel), “Diario del Gran Paradiso (Torino: Fogola, e ristampa),
“Bruno: la falena dello spirito” (Roma: Donzelli); Rapsodia viennese: luoghi e
personaggi celebri della capitale danubiana (Roma: Donzelli), Schopenhauer e la
Vispa Teresa: l'Italia, le donne, le avventure (Roma: Donzelli), Vagabondaggi
culturali (Torino: Fogola); “La stufa dell'Anticristo: altri vagabondaggi
culturali (Torino: Fogola). Batracomachia
di Bayeruth. Nietzschiani contro wagneriani; Padova: il prato, Lettere
Mercuriali (Torino: Fògola, ). “Il cantore filosofo” (Firenze: `Clinamen); Il
mastino del Parnaso. Elzeviri e polemiche” Firenze: Clinamen. Saggi
introduttivi, traduzioni e cure Viaggio in Italia di Mommsen (Torino: Fogola). Libretto di
consolazione (Milano: Rizzoli); Le civiltà pre-colombiane (Milano: Bompiani,).
Colloqui (Milano: Rizzoli), poi: “Il filosofo che ride” (Milano: Rizzoli), “Metafisica
dell'amore sessuale: l'amore inganno della natura” (Milano: Rizzoli, Sulla filosofia da Arthur Schopenhauer (Milano:
TEA); “Aforismi per una vita saggia” (Milano: Fabbri); “O si pensa o si crede: sulla
religione (Milano: Rizzoli); Lo scandaglio dell'anima” (Milano: Rizzoli); “Breviario
spiritual” (Torino: UTET, Articoli A Bogotà c'è un erede di Montaigne.
Tuttolibri de La Stampa, Allora bastava un rospo per finire al rogo. Tuttolibri
de La Stampa, Vittorio Mathieu, Tre giorni in giallo. Tuttolibri de La Stampa, Risvolto
di copertina della Rapsodia viennese.
Verrecchia, su digilander.libero. Marco Lanterna, Verrecchia, venerando
e terribile, Pulp Libri, (ora in Marco Lanterna, Il caleidoscopio infelice.
Note sulla letteratura di fine libro, Clinamen, critica Marco Lanterna, Il
caleidoscopio infelice. Note sulla letteratura di fine libro, Clinamen,. Ugo
Dotti, I vagabondaggi culturali di Verrecchia, in rivista. Le case illustri, di
Lisa Elena su archivio.lastampa. 2 settembre. Addio al filosofo Anacleto
Verrecchia, di Luigia Sorrentino, su poesia.blog.rainews. L'Anticristo goloso,
di M. Rota, su piemontemese. Anacleto Verrecchia. Verrecchia. Keywords: la
metafisica dell’amore, Nietzsche a Torino, Bruno. Refs.: The H. P. Grice
Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Verrecchia: metafisica
dell’amore” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #verrecchia https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6937294919615777 #griceeverrecchia https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731465888/in/dateposted/
Grice
e Viano – va’ pensiero – il carattere della filosofia italiana – filosofia
italiana (Aosta). Esential Italian philosopher. Filosofo. Laureatosi in Filosofia a Torino
con Abbagnano, ha insegnato a Milano e Cagliari. Ha fatto infine ritorno, in
qualità di ordinario fuori ruolo di Storia della filosofia, all'ateneo
torinese. Ha fatto parte del Comitato Nazionale per la Bio-Etica, ed è stato
membro del direttivo della Rivista di filosofia e socio nazionale
dell'Accademia delle Scienze di Torino. Izgu insignito del premio
Feltrinelli per la Storia dela Filosofia. Di formazione illuminista, Viano
si è occupato di storia della filosofia antica. -- è autore di importanti studi
su Aristotele (“La logica di Aristotele”, Torino, Ed. Taylor) e l’empirismo (“Dal
razionalismo all'Illuminismo” (Einaudi, Torino); “Il pensiero politico”
(Laterza, Roma/Bari). Nel campo dell'etica, oltre a studi storici (“L'etica” –
Mondatori, Milano, “Teorie etiche”, Bollati Boringhieri, Torino), si è dedicato
a promuovere la costruzione di una bio-etica e a denunciare la timidezza dei
laici di fronte alle ingerenze del cristianesimo. Da Enrico Mistretta,
direttore editoriale della Laterza di Roma/Bari, gli fu affidata, la direzione
di una “Storia della filosofia.” Altre saggi: “La selva delle somiglianze: il
filosofo e il medico” (Torino, Einaudi); “Va' pensiero: il carattere della
filosofia italiana” (Torino, Einaud); “Filosofia italiana nel dopoguerra” (Bologna,
Il Mulino); “Etica pubblica” (Roma/Bari, Laterza); “Le città filosofiche: per
una geografia della cultura filosofica italiana” (Bologna, Il Mulino); “Le
imposture degli antichi e i miracoli dei moderni” (Torino, Einaudi); “Laici in ginocchio”
(Roma/Bari, Laterza); “Stagioni filosofiche: la filosofia del Novecento fra
Torino e l'Italia” (Bologna, Il Mulino); “La scintilla di Caino: storia della
coscienza e dei suoi usi” (Torino, Bollati Boringhieri). Profilo biografico sull’Accademia
Delle Scienze. Maurizio Mori, Torino ricorda Viano, su Torino. Cerimonia nell'Accademia
Nazionale dei Lincei, su Presidenza della Repubblica, Roma. Treccani Enciclopedie,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Registrazioni su RadioRadicale,
Radio Radicale. Biografia e testi
sull'Enciclopedia multimediale RAI delle scienze filosofiche Rassegna stampa
sul Sito Web Italiano per la Filosofia Recensione di "Le città
filosofiche" su Recensioni Filosofiche. Viano. Keywords: la filosofia
romana, il neo-tradizionalismo. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS –
Luigi Speranza, “Grice e Viano: il neo-tradizionalismo” – “Viano e la filosofia
romana” -- The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #viano https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4796393697039254 #griceeviano
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702527428/in/photolist-2mLLY7G-2mLLXCq-2mLLY6V-2mLNXTs-2mLNXTH-2mLNYnJ-2mLKvEZ-2mLNXSL-2mLQ3zW-2mLNXT7-2mLLY6K-2mLLXCk-2mLLY76-2mLNXSv-2mLKve3-2mLKvFf-2mLNYnt-2mLFpUe-2mLKvGh-2mLKvF
Grice e Viazzi –
la bellezza della vita – filosofia italiana – Luigi Speranza (Gavi).
Essential Italian philosopher. Filosofo. Apprezzato teorico e studioso di
filosofia, Viazzi. Keywords: Vico. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS –
Luigi Speranza, “Grice e Viazzi” – “Il Vico di Grice e il Vico di Viazzi” --
The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #viazzi https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4583421495003143 #griceeviazzi https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701447102/in/photolist-2mLFqYo-2mLFqYd-2mLKwfB-2mLFqXS-2mLLYDD-2mLQ4KM-2mLFqZk-2mLLYEW-2mLLYEL-2mLFqZq-2mLKwfm-2mLFqZf-2mLQ4JK-2mLKwfX
Grice e Vico -- l’antichissima sapienza
degl'italici -- da rintracciare nelle origini della sua lingua – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Napoli). “Si
potrebbe presentare la storia ulteriore del pensiero come un ricorso delle idee
del Vico” (Benedetto Croce, La filosofia di Giambattista Vico, Laterza,
Bari) Giambattista Vico, filosofo. Molte delle notizie riguardanti la vita
di Vico sono tratte dalla sua Autobiografia, scritta sul modello letterario
delle Confessioni di di Agostino. Dall’autobiografia Vico cancella ogni
riferimento ai suoi interessi giovanili per le dottrine atomistiche e per il
pensiero cartesiano, che avevano cominciato a diffondersi a Napoli, ma vennero
subito repressi dalla censura delle autorità civili e religiose, che le
consideravano moralmente perniciose e contrari all'Indice dei libri proibiti.
Nato a Napoli da una famiglia di modesta estrazione sociale – il padre, Antonio
Vico, era un povero libraio, mentre la madre, Candida Masulla, era figlia di un
lavorante di carrozze – Vico fu un bambino molto vivace, ma, a causa di una
caduta si procurò una frattura al cranio che gli impedì di frequentare la
scuola per tre anni e che, pur non alterando le sue capacità mentali,
quantunque “il cerusico ne fe' tal presagio: che egli o ne morrebbe o arebbe
sopravvissuto stolido,” contribuì a sviluppare “una natura malinconica ed
acre.” Ammesso agli studi di grammatica presso il Collegio Massimo dei Gesuiti,
li abbandonò intorno per dedicarsi al privato approfondimento dei testi di
Paolo Veneto, il quale, tuttavia, rivelandosi superiore alle sue capacità,
provoca l'allontanamento dall'attività intellettuale per un anno e mezzo.
Ripresa la via degli studi, Vico si recò nuovamente dai gesuiti per seguire le
lezioni di Ricci, ma, rimasto ancora una volta insoddisfatto, si appartò
nuovamente a vita privata per affrontare la metafisica. Successivamente, per
secondare il desiderio paterno, Vico fu “applicato agli studi legali.”
Frequentò per circa due mesi le lezioni private di Verde, si iscrisse alla
facoltà di giurisprudenza, senza tuttavia seguirne i corsi, e si cimentò, come
di consueto, in privati studi di diritto. Conseguita la laurea in a Salerno, si
appassionò subito ai problemi filosofici,, segno “di tutto lo studio che aveva
egli da porre all'indagamento de' princìpi del diritto universal.” Lapide nella
casa natale di via San Biagio dei Librai che recita, “in questa cameretta
nacque il XXIII giugno MDCLXVIII Giambattista Vico. Qui dimorò fino ai
diciassette anni e nella sottoposta piccola bottega del padre libraio usò
passare le notti nello studio. Vigilia giovanile della sua opera sublime. La
città di Napoli pose.” Il periodo di tempo intercorrente fu denominato dell'
“autoperfezionamento.” Difatti, nonostante l'Autobiografia riporti indietro la
data d'inizio del suo magistero, svolse attività di precettore dei figli del
marchese Domenico Rocca presso il castello di Vatolla nel Cilento e colà,
usufruendo della grande biblioteca padronale, ebbe modo di studiare il
platonismo italiano (Ficino e Pico). Approfondisce gli studi aristotelici,
nonostante la dichiarata avversione per Aristotele e la Scolastica. Legge le
opere di Botero e di Bodin, scoprendo al contempo Tacito (che diverrà un
maestro cui s'ispirerà la sua filosofia) e la sua “mente metafisica
incomparabile con cui contempla l'uomo qual è.” Affronta per un breve periodo
studi di geometria e pubblica la canzone “Affetti di un disperato,” d'ispirazione
lucreziana. Erma del Vico Ritornato a Napoli nell'autunno del 1695, all'età di
ventisette anni, affetto dalla tisi, rientra nella misera dimora paterna. A
causa delle grosse difficoltà economiche, Vico è costretto a tenere ripetizioni
di retorica e grammatica. Durante l'anno 1696 pubblica un discorso proemiale a
una crestomazia poetica dedicata alla partenza di Francisco de Benavides,
viceré spagnolo e conte di Santo Stefano. Compone un'orazione funebre in
memoria di Catalina de Aragón y Cardona, madre del nuovo viceré, e nel dicembre
del medesimo anno, tenta vanamente di ottenere un posto di lavoro come
segretario al Municipio di Napoli. Nel gennaio 1699 vince, con striminzita
maggioranza, il concorso per la cattedra di eloquenza e retorica presso
l'Università di Napoli, da cui non riuscì, con suo grande rammarico, a passare
a una di diritto. -- è aggregato all'Accademia Palatina fondata dal viceré Luis
Francisco de la Cerda y Aragón, duca di Medinaceli. Anche dopo la nomina
accademica per il mantenimento del padre e dei fratelli, totalmente dipendenti
da lui, deve aprire uno studio privato dove dà lezioni di retorica e di
grammatica elementare, e impegnarsi a lavorare su commissione alla stesura di
poesie, epigrafi, orazioni funebri, panegirici, ecc. Nel 1699 può
finalmente prendere in affitto in vicolo dei Giganti una casa di «tre camere,
sala, cucina, loggia e altre comodità, come rimessa e cantina» e prendere in
moglie la giovane donna, Teresa Caterina Destito dalla quale ebbe otto figli.
Da quel momento non avrà più la tranquillità necessaria per condurre gli studi,
ma proseguirà ugualmente le sue meditazioni «tra lo strepitio de' suoi
figlioli». A questo periodo risale, inoltre, la conoscenza col filosofo Paolo
Mattia Doria e l'incontro con il pensiero del Bacone. Il governo partenopeo gli
commissiona la scrittura del Principum neapolitanorum coniuratio e in una cena
a casa del Doria, espone le sue idee sulla filosofia della natura che lo
condurranno, fra il novembre e il dicembre del medesimo anno, alla composizione
del perduto Liber physicus. Pronunzia in latino le sei Orazioni inaugurali,
ossia le prolusioni all'anno accademico (che al tempo iniziava il 18 ottobre),
e, durante il 1708, se ne aggiunge una settima, più ampia e importante, recante
il titolo di De nostri temporis studiorum ratione, la quale si concentra molto
sul metodo degli studi giuridici, poiché sempre ha la mira a farsi merito con
l'università nella giurisprudenza per altra via che di leggerla ai giovinetti».
Nel De ratione, inoltre, è contenuta la critica al razionalismo cartesiano e
l'elogio dell'eloquenza, della retorica, della fantasia, nonché dell'«ingegno»
produttore di metafore. L'insieme delle prolusioni universitarie sono
rielaborate per essere raccolte in un unico volume mai pubblicato, dal titolo
di De studiorum finibus naturae humanae convenientibus. È aggregato, dal 1710,
all'Accademia dell'Arcadia e, nel novembre, pubblica il primo libro dell'opera
dedicata al Doria, De antiquissima italorum sapientia ex linguae latinae
originibus eruenda, recante il sottotitolo Liber primus sive metaphysicus.
Accanto al Liber metaphysicus l'opera vichiana avrebbe dovuto comprendere anche
il perduto Liber physicus e un mai composto Liber moralis. Un anonimo
recensisce l'opera nel Giornale de' letterati d'Italia, cui seguirà la Risposta
del Vico, accompagnata dal ristretto o ri-assunto del Liber
metaphysicus. Aseguito di nuove obiezioni prodotte dall'anonimo recensore,
replica con una Seconda risposta. Pubblica un trattatello perduto sulle febbri
ispirato alle bozze del Liber physicus, recante il titolo di De aequilibrio
corporis animantis, e, inoltre, si dedica alla stesura del De rebus gestis
Antonii Caraphaei, una biografia del maresciallo Antonio Carafa, che vedrà la
luce. Durante i lavori dell'opera biografica del maresciallo Carafa, Vico si
dedica alla rilettura del suo quarto «auttore», l'olandese Ugo Grozio, cui
dedicherà, nel 1716, un perduto commento al De iure belli ac pacis. La
produzione filosofica della maturità: dal Diritto universale alla Scienza
nuova Scienza nuova seconda. L'incontro di Vico con la filosofia di «Ugon
capo» ebbe un'importanza decisiva per il suo sviluppo intellettuale, poiché da
quel momento il suo interesse sarà completamente assorbito dai problemi giuridici
e storici. L'idea dell'esistenza di un'umanità ferina e primitiva, dominata
solamente dal senso e dalla fantasia, ed entro cui si producono gli «ordini
civili» divenne centrale in tutto il pensiero vichiano. Vide la luce un'opera
di filosofia del diritto, intitolata De uno universi iuris principio et fine
uno, seguita dallo scritto De constantia iurisprudentis, diviso in due parti
(De constantia philosophiae e De constantia philologiae), e che, nonostante il
titolo si riferisca alla tematica giuridica, è meno incentrato sull'argomento
rispetto al De uno. Benché le due opere si differenzino, segno di un rapido
sviluppo del pensiero vichiano, è d'uso considerarli, come invero fece anche il
Vico, insieme alle Notae aggiunte e le Sinopsi premesse al testo, sotto l'unico
titolo di Diritto universale. S'iscrisse al concorso per ottenere la cattedra
«matutina» di diritto civile presso l'Università di Napoli e commenta un passo
delle Quaestiones di Papiniano davanti a un collegio di giudici, ma, con suo
grande scorno, il posto fu assegnato a un tal Domenico Gentile. Dopo la fama
ottenuta dalla pubblicazione della Scienza Nuova, ottenne dal re Carlo III, la
carica di storiografo regio. Tanto nuova era la sua dottrina che la cultura del
tempo non poté apprezzarla: così che Vico rimase appartato e quasi del tutto
sconosciuto negli ambienti intellettuali, dovendosi accontentare di una
cattedra di secondaria importanza all'Università napoletana che lo manteneva
inoltre in tali ristrettezze economiche che per pubblicare il suo capolavoro,
la Scienza Nuova, dovette toglierne alcune parti in modo che risultasse meno
costoso per la stampa. Alle difficoltà economiche vissute per la pubblicazione
dell'opera sua, che inficiarono la sua notorietà nel seno dell'Accademia partenopea,
s'accompagna una prosa involuta, pertanto di difficile penetrazione. Prima
della Scienza Nuova Vico aveva scritto la prolusione inaugurale De nostri
temporis studiorum ratione, il De antiquissima Italorum sapientia, ex linguae
latinae originibus eruenda ("L'antichissima sapienza delle popolazioni
italiche, da rintracciare nelle origini della lingua latina") a cui si
devono aggiungere le due Risposte al "Giornale dei letterati di
Venezia" che aveva criticato il suo pensiero, il De uno universi iuris
principio et fine uno e il De costantia iurisprudentis. Nello stesso anno della
pubblicazione della Scienza Nuova, Vico, afflitto da difficoltà e disgrazie
familiari, incominciò a scrivere la sua Autobiografia pubblicata a Venezia.
Vengono pubblicati i Principj di una Scienza Nuova intorno alla natura delle
nazioni, più conosciuta con il titolo abbreviato di Scienza Nuova. Alla
"Scienza Nuova" lavora per tutto il corso della sua vita, con
un'edizione integralmente riscritta nel 1730 anche a seguito delle critiche
ricevute (cui aveva risposto nelle Vici Vindiciae) e, infine, rivista
completamente, senza grandi modifiche, per la terza edizione, pubblicata pochi
mesi dopo la sua morte da suo figlio Gennaro che lo aveva sostituito
nell'insegnamento accademico. La morte «[incominciarono a crescere] quei malori
che fin dai suoi più floridi anni l’avevano debilitato. Cominciò adunque ad
essere indebolito in tutto il sistema nervoso in guisa che a stento poteva
camminare e, quel che più lo affligea, era di vedersi ogni giorno infiacchire
la reminiscenza....Il fiaccato corpo del saggio vecchio andò in seguito ogni
giorno più a debilitarsi in guisa che aveva perduto quasi interamente la
memoria fino a dimenticare gli oggetti a sé più vicini ed a scambiare i nomi
delle cose più usuali...]» Affetto probabilmente dalla malattia di
Alzheimer, all'epoca non ancora descritta scientificamente, negli ultimi anni
non riconosceva più i suoi stessi figli e fu costretto ad allettarsi. Solo in
punto di morte riacquistò la coscienza come svegliandosi da un lungo sonno;
chiese i conforti religiosi e recitando i salmi di Davide morì. Per la
celebrazione delle esequie nacque un contrasto tra i confratelli della
congregazione di Santa Sofia, alla quale Vico era iscritto, e i professori dell'Università
di Napoli su chi dovesse tenere i fiocchi della coltre mortuaria. Non giungendo
ad un accordo il feretro, che era stato calato nel cortile, fu abbandonato dei
membri della Congregazione e fu riportato in casa. Da lì finalmente, accompagnato
dai colleghi dell'Università, fu sepolto nella chiesa dei padri dell'oratorio
detta dei Gerolamini in Via dei Tribunali. Nell'ambiente culturale napoletano,
molto interessato alle nuove dottrine filosofiche, Vico ebbe modo di entrare in
rapporto con il pensiero di Cartesio, Hobbes, Gassendi, Malebranche e Leibniz
anche se i suoi autori di riferimento risalivano piuttosto alle dottrine
neoplatoniche, rielaborate dalla filosofia rinascimentale, aggiornate dalle
moderne concezioni scientifiche di Bacone e Galilei e del pensiero
giusnaturalistico moderno di Grozio e Selden. Dal neostoicismo cristiano di
Malvezzi riprende l'intuizione che il corso storico sia retto da una sua logica
interna. Questa varietà di interessi farebbe pensare alla formazione di un pensiero
eclettico in Vico che invece giunse alla formulazione di un'originale sintesi
tra una razionalità sperimentatrice e la tradizione platonica e
religiosa. De antiquissima Italorum sapientia doveva constare di
tre parti: il Liber metaphysicus, che uscì senza l'appendice riguardante la
logica che, nella sua intenzione, avrebbe dovuto avere; il Liber Physicus, che
pubblica sotto forma di opuscolo col titolo De aequilibrio corporis animantis,
che andò smarrito, ma ampiamente riassunto nella Vita; e infine il Liber
moralis, di cui non abbozzò nemmeno il testo. Nel De antiquissima Vico,
considerando il linguaggio come oggettivazione del pensiero, è convinto che
dall'analisi etimologica di alcune parole latine si possano rintracciare
originarie forme del pensiero: applicando questo originale metodo, risale ad un
antico sapere filosofico delle primitive popolazioni italiche. Il fulcro di
queste arcaiche concezioni filosofiche è la convinzione antichissima
che Latinis verum et factum reciprocantur, seu, ut scholarum vulgus
loquitur, convertuntur. Per i Latini il vero e il fatto sono reciproci, ossia,
come afferma il volgo delle scuole, si scambiano di posto che cioè il criterio
e la regola del vero consiste nell'averlo fatto. Per cui possiamo dire ad esempio
di conoscere le proposizioni matematiche perché siamo noi a farle tramite
postulati, definizioni, ma non potremo mai dire di conoscere nello stesso modo
la natura perché non siamo noi ad averla creata. Conoscere una cosa
significa rintracciarne i principi primi, le cause, poiché, secondo
l'insegnamento aristotelico, veramente la scienza è «scire per causas» ma
questi elementi primi li possiede realmente solo chi li produce, «provare per
cause una cosa equivale a farla». Le obiezioni a Cartesio Il principio
del verum ipsum factum non era una nuova e originale scoperta di Vico ma era
già presente nell'occasionalismo, nel metodo baconiano che richiedeva
l'esperimento come verifica della verità, nel volontarismo scolastico che,
tramite la tradizione scotista, era presente nella cultura filosofica
napoletana del tempo di Vico. La tesi fondamentale di queste concezioni
filosofiche è che la piena verità di una cosa sia accessibile solo a colui che
tale cosa produce; il principio del verum-factum, proponendo la dimensione
fattiva del vero, ridimensiona le pretese conoscitive del razionalismo
cartesiano che inoltre giudica insufficiente come metodo per la conoscenza
della storia umana, che non può essere analizzata solo in astratto, perché essa
ha sempre un margine di imprevedibilità. Si serve, però, di quel principio
per avanzare in modo originale le sue obiezioni alla filosofia cartesiana
trionfante in quel periodo. Il cogito cartesiano infatti potrà darmi certezza
della mia esistenza ma questo non vuol dire conoscenza della natura del mio
essere, coscienza non è conoscenza: avrò coscienza di me ma non conoscenza
poiché non ho prodotto il mio essere ma l'ho solo riconosciuto. L'uomo può
dubitare se senta, se viva, se sia esteso, e infine in senso assoluto, se sia;
a sostegno della sua argomentazione escogita un certo genio ingannatore e
maligno...Ma è assolutamente impossibile che uno non sia conscio di pensare, e
che da tale coscienza non concluda con certezza che egli è. Pertanto Renato
Descartes svela che il primo vero è questo, Penso dunque sono. (Giambattista
Vico, De antiquissima Italorum sapientia in Opere filosofiche a cura di Paolo
Cristofolini, Firenze, Sansoni). Il criterio del metodo cartesiano
dell'evidenza procura dunque una conoscenza chiara e distinta, che però non è
scienza se non è capace di produrre ciò che conosce. In questa prospettiva,
dell'essere umano e della natura solo Dio, creatore di entrambi, possiede la
verità. Mentre quindi la mente umana procedendo astrattamente nelle sue
costruzioni, come accade per la matematica, la geometria crea una realtà che le
appartiene, essendo il risultato del suo operare, giungendo così a una verità
sicura, la stessa mente non arriva alle stesse certezze per quelle scienze di
cui non può costruire l'oggetto come accade per la meccanica, meno certa della
matematica, la fisica meno certa della meccanica, la morale meno certa della
fisica. «Noi dimostriamo le verità geometriche poiché le facciamo, e se
potessimo dimostrare le verità fisiche le potremmo anche fare.” Mente umana e
mente divina. I latini diceno che la mente è data, immessa negli uomini dagli
dei. È dunque ragionevole congetturare che gli autori di queste espressioni
abbiano pensato che le idee negli animi umani siano create e risvegliate da Dio.
La mente umana si manifesta pensando, ma è Dio che in me pensa, dunque in Dio
conosco la mia propria mente. Il valore di verità che l'uomo ricava dalle
scienze e dalle arti, i cui oggetti egli costruisce, è garantito dal fatto che
la mente umana, pur nella sua inferiorità, esplica un'attività che appartiene
in primo luogo a Dio. La mente dell'uomo è anch'essa creatrice nell'atto in cui
imita la mente, le idee, di Dio, partecipando metafisicamente ad esse.
L'ingegno Imitazione e partecipazione alla mente divina avvengono ad opera di
quella facoltà che Vico chiama ingegno che è «la facoltà propria del
conoscere...per cui l'uomo è capace di contemplare e di imitare le cose».
L'ingegno è lo strumento principe, e non l'applicazione delle regole del metodo
cartesiano, per il progresso, ad esempio, della fisica che si sviluppa proprio
attraverso gli esperimenti escogitati dall'ingegno secondo il criterio del vero
e del fatto. L'ingegno dimostra, inoltre, i limiti del conoscere umano e
la contemporanea presenza della verità divina che si rivela proprio attraverso
l'errore. Dio mai si allontana dalla nostra presenza, neppure quando erriamo,
poiché abbracciamo il falso sotto l'aspetto del vero e i mali sotto l'apparenza
dei beni; vediamo le cose finite e ci sentiamo noi stessi finiti, ma ciò
dimostra che siamo capaci di pensare l'infinito. Contro lo scetticismo, sostiene
che è proprio tramite l'errore che l'uomo giunge al sapere metafisico. Il
chiarore del vero metafisico è pari a quello della luce, che percepiamo soltanto
in relazione ai corpi opachi...Tale è lo splendore del vero metafisico non
circoscritto da limiti, né di forma discernibile, poiché è il principio
infinito di tutte le forme. Le cose fisiche sono quei corpi opachi, cioè
formati e limitati, nei quali vediamo la luce del vero metafisico. Il sapere
metafisico non è il sapere in assoluto: esso è superato dalla matematica e
dalle scienze ma, d'altro canto, «la metafisica è la fonte di ogni verità, che
da lei discende in tutte le altre scienze. Vi è dunque un primo vero,
comprensione di tutte le cause, originaria spiegazione causale di tutti gli
effetti; esso è infinito e di natura spirituale poiché è antecedente a tutti i
corpi e che quindi si identifica con Dio. In Lui sono presenti le forme, simili
alle idee platoniche, modelli della creazione divina. «Il primo vero è in
Dio, perché Dio è il primo facitore (primus Factor); codesto primo vero è
infinito, in quanto facitore di tutte le cose; è compiutissimo, poiché mette
dinanzi a Dio, in quanto li contiene, gli elementi estrinseci e intrinseci
delle cose. Se l'uomo non può considerarsi creatore della realtà naturale ma
piuttosto di tutte quelle astrazioni che rimandano ad essa come la matematica,
la stessa metafisica, vi è tuttavia un'attività creatrice che gli
appartiene questo mondo civile egli certamente è stato fatto dagli
uomini, onde se ne possono, perché se ne debbono, ritruovare i principi dentro
le modificazioni della nostra medesima mente umana. Scienza Nuova, terza ediz.,
libro I, sez. 3). L'uomo è dunque il creatore, attraverso la storia, della
civiltà umana. Nella storia l'uomo verifica il principio del verum ipsum factum
creando così una scienza nuova che avrà un valore di verità come la matematica.
Una scienza che ha per oggetto una realtà creata dall'uomo e quindi più vera e,
rispetto alle astrazioni matematiche, concreta. La storia rappresenta la
scienza delle cose fatte dall'uomo e, allo stesso tempo, la storia della stessa
mente umana che ha fatto quelle cose. Filosofia e "filologia" La definizione
dell'uomo, della sua mente non può prescindere dal suo sviluppo storico se non
si vuole ridurre tutto a un'astrazione. La concreta realtà dell'uomo è
comprensibile solo riportandola al suo divenire storico. È assurdo credere,
come fanno i cartesiani o i neoplatonici, che la ragione dell'uomo sia una
realtà assoluta, sciolta da ogni condizionamento storico. «La filosofia
contempla la ragione, onde viene la scienza del vero; la filologia osserva
l'autorità dell'umano arbitrio onde viene la coscienza del certo...Questa
medesima degnità (assioma) dimostra aver mancato per metà così i filosofi che
non accertarono le loro ragioni con l'autorità de'filologi, come i filologi che
non curarono d'avverare la loro autorità con la ragion dei filosofi» (Giambattista
Vico Ibidem Degnità X) Ma la filologia da sola non basta, si ridurrebbe a una
semplice raccolta di fatti che invece vanno spiegati dalla filosofia. Tra
filologia e filosofia vi deve essere un rapporto di complementarità per cui si
possa accertare il vero e inverare il certo. Le leggi della 'scienza
nuova' Compito della 'scienza nuova' sarà quello di indagare la storia alla
ricerca di quei principi costanti che, secondo una concezione per certi versi
platonizzante, fanno presupporre nell'azione storica l'esistenza di leggi che
ne siano a fondamento com'è per tutte le altre scienze: «Poiché questo
mondo di nazioni egli è stato fatto dagli uomini, vediamo in quali cose hanno
con perpetuità convenuto e tuttavia vi convengono tutti gli uomini; poiché tali
cose ne potranno dare i principi universali ed eterni, quali devon essere
d'ogni scienza, sopra i quali tutte sursero e tutte vi si conservano le
nazioni. La storia quindi, come tutte le scienze, presenta delle leggi, dei
principi universali, di un valore ideale di tipo platonico, che si ripetono
costantemente allo stesso modo e che costituiscono il punto di riferimento per
la nascita e il mantenimento delle nazioni. L'eterogenesi dei fini e la
Provvidenza storica Rifarsi alla mente umana per comprendere la storia non è
sufficiente: si vedrà, attraverso il corso degli avvenimenti storici, che la
stessa mente dell'uomo è guidata da un principio superiore ad essa che la
regola e la indirizza ai suoi fini che vanno al di là o contrastano con quelli
che gli uomini si propongono di conseguire; così accade che, mentre l'umanità
si dirige al perseguimento di intenti utilitaristici e individuali, si
realizzino invece obiettivi di progresso e di giustizia secondo il principio
della eterogenesi dei fini. «Pur gli uomini hanno essi fatto questo mondo
di nazioni...ma egli è questo mondo, senza dubbio, uscito da una mente spesso
diversa ed alle volte tutta contraria e sempre superiore ad essi fini
particolari ch'essi uomini si avevan proposti» (Giambattista Vico Ibidem,
Conclusione) La storia umana in quanto opera creatrice dell'uomo gli appartiene
per la conoscenza e per la guida degli eventi storici ma nel medesimo tempo lo
stesso uomo è guidato dalla Provvidenza che prepone alla storia divina. I
corsi storici Secondo Vico il metodo storico dovrà procedere attraverso
l'analisi delle lingue dei popoli antichi «poiché i parlari volgari debono
essere i testimoni più gravi degli antichi costumi de' popoli che si
celebrarono nel tempo ch'essi si formarono le lingue», e quindi tramite lo
studio del diritto, che è alla base dello sviluppo storico delle nazioni
civili. Questo metodo ha fatto identificare nella storia una legge
fondamentale del suo sviluppo che avviene evolvendosi in tre età: l'età
degli dei, «nella quale gli uomini gentili credettero vivere sotto divini
governi, e ogni cosa esser loro comandata con gli auspici e gli oracoli»; l'età
degli eroi dove si costituiscono repubbliche aristocratiche; l'età degli uomini
«nella quale tutti si riconobbero esser uguali in natura umana». I bestioni La
storia umana, secondo Vico, inizia con il diluvio universale, quando gli
uomini, giganti simili a primitivi "bestioni", vivevano vagando nelle
foreste in uno stato di completa anarchia. Questa condizione bestiale era
conseguenza del peccato originale, attenuata dall'intervento benevolo della
Provvidenza divina che immise, attraverso la paura dei fulmini, il timore degli
dei nelle genti che «scosse e destate da un terribile spavento d'una da essi
stessi finta e creduta divinità del cielo e di Giove, finalmente se ne
ristarono alquanti e si nascosero in certi luoghi; ove fermi con certe donne,
per lo timore dell'appresa divinità, al coverto, con congiungimenti carnali
religiosi e pudichi, celebrarono i matrimoni e fecero certi figlioli, e così
fondarono le famiglie. E con lo star quivi fermi lunga stagione e con le
sepolture degli antenati, si ritrovarono aver ivi fondati e divisi i primi
domini della terra» La civiltà L'uscita dallo stato di ferinità quindi
avviene: per la nascita della religione, nata dalla paura e sulla base
della quale vengono elaborate le prime leggi del vivere ordinato, per
l'istituzione delle nozze che danno stabilità al vivere umano con la formazione
della famiglia e per l'uso della sepoltura dei morti, segno della fede
nell'immortalità dell'anima che distingue l'uomo dalle bestie. Della prima età
sostiene di non poter scrivere molto poiché mancano documenti su cui basarsi:
infatti quei bestioni non conoscevano la scrittura e, poiché erano muti, si
esprimevano a segni o con suoni disarticolati. L'età degl’eroi ha inizio
dall'accomunarsi di genti che trovavano così reciproco aiuto e sostegno per la
sopravvivenza. Sorsero la città guidata dalle prime organizzazioni politiche
dei signori, gl’eroi che con la forza e in nome della ragion di stato,
conosciuta solo da loro, comandano su i servi che, quando rivendicano i propri
diritti, si ritrovarono contro i signori che, organizzati in ordini nobiliari,
danno vita allo stato aristo-cratico che caratterizza il secondo periodo della
storia umana. In questa seconda, dove predomina la fantasia, nasce il
linguaggio dai caratteri mitici e poetici. Infine la conquista dei diritti
civili da parte dei servi dà luogo alla età degl’uomini e alla formazione del stato
popolari (res pubblica) basato sul diritto umano dettato dalla ragione umana
tutta spiegata. Sorge quindi uno stato non necessariamente demo-cratico ma che
puo essere pure monarchico poiché l'essenziale è che rispetta la ragione
naturale, che eguaglia tutti. La legge delle tre età costituisce la storia
ideale eterna sopra la quale corrono in tempo le storie di nostra nazione. Il popolo
conforma il suo corso storico a questa legge che non è solo delle genti ma
anche di ogni singolo uomo che necessariamente si sviluppa passando dal
primitivo senso nell'infanzia, alla fantasia nella fanciullezza, e infine alla
ragione nell'età adulta. Gl’uomini prima sentono senza avvertire. Dappoi
avvertiscono con animo perturbato e commosso. Finalmente riflettono con mente
pura. Se nella storia pur tra le violenze, i disordini, appare un ordine e un
progressivo sviluppo ciò è dovuto all'azione della Provvidenza che immette
nell'agire dell'uomo un principio di verità che si presenta in modo diverso
nelle tre età. Nella prima età degl’eroi, il vero si presenta come certo gli
uomini che non sanno il vero delle cose procurano d'attenersi al certo, perché
non potendo soddisfare l'intelletto con la scienza, almeno la volontà riposi
sulla coscienza. Questa certezza non viene all'uomo attraverso una verità
rivelata ma da una constatazione di senso comune, condivisa da tutti, per cui
vi è un giudizio senz'alcuna riflessione, comunemente sentito da tutto un
ordine, da tutto un popolo, da tutta una nazione o da tutto il genere umano. Vi
è poi, nella seconda età della storia e dell'uomo, caratterizzata dalla
fantasia, un sapere tutto particolare che Vico definisce poetico. In questa età
nasce infatti il linguaggio non ancora razionale ma molto vicino alla poesia
che alle cose insensate dà senso e passione, ed è proprietà dei fanciulli di
prender cose inanimate tra le mani e, trastullandosi, favellarvi, come se
fussero, quelle, persone vive. Questa degnità filologica-filosofica ne appruova
che gli uomini del mondo fanciullo, per natura, furono sublimi poeti. Se
vogliamo quindi conoscere la storia del antico popoli romano dobbiamo rifarci
ai miti che hanno espresso nella loro cultura. Il mito infatti non è solo una
favola e neppure una verità presentata sotto le spoglie della fantasia ma è una
verità di per sé elaborata dagli antichi che, incapaci di esprimersi
razionalmente, si servano di universali fantastici che, sotto spoglie poetiche,
presentano modelli ideali universali. I antichi romani non definano zionalmente
la prudenza ma raccontarono di Enea, modello universale fantastico dell'uomo
prudente. Vico si dedica poi a definire la poesia che innanzitutto è
autonoma come forma espressiva differente dal linguaggio tradizionale. I tropi
della poesia come la metafora, la metonimia, la sineddoche ecc. sono stati
erroneamente ritenuti strumenti estetici di abbellimento del linguaggio
razionale di base. Invece, la poesia è una forma espressiva naturale e
originaria i cui tropi sono necessari modi di spiegarsi della nazione romana poetica.
La poesia ha una funzione rivelativa, custodisce le prime immaginate verità dei
primi uomini. La lingua romana non ha quindi un'origine convenzionale. Questo
presupporrebbe un uso tecnico. Ma la lingua romana sorge invece spontaneamente
come poesia. Poiché il linguaggio e i miti costituiscono la cultura originaria
e spontanea di tutto il popolo romano, arriva alla discoverta dell’epica, l'espressione
del patrimonio culturale comune di tutto il popolo romano. È comunque da respingere
la interpretazione platonica dell’epica come filosofia, -- l’epica e fornita di
una sublime sapienza riposte. Farsi intendere da volgo fiero e selvaggio non è
certamente opera d'ingegno addomesticato ed incivilito da alcuna filosofia. Né
da un animo da alcuna filosofia umanato ed impietosito potrebbe nascer quella
truculenza e fierezza di stile, con cui descrive tante, sì varie e sanguinose
battaglie, tante sì diverse e tutte in istravaganti guise crudelissima spezie
d'ammazzamenti, che particolarmente fanno tutta la sublimità dell'epica romana.
La sapienza antica ha per contenuto princìpi di giustizia e ordine necessari
per la formazione di popoli civili. Questi contenuti si esprimono in modi
diversi a seconda che siano formati dal senso o dalla fantasia o dalla ragione.
Questo vuol dire che la sapienza, la verità, si manfesta in forme diverse
storicamente ma che essa come verità eterna è al di sopra della storia che di
volta in volta la incarna. La verità della storia è una verità metafisica nella
storia. Nella storia si attua la mediazione tra l'agire umano e quello
divino: nel fare umano si manifesta il vero divino e il vero umano si
realizza tramite il fare divino: la provvidenza, legge trascendente della
storia, che opera attraverso e nonostante il libero arbitrio dell'uomo. Questo
non comporta una concezione necessitata del corso della storia poiché è vero
che la Provvidenza si serve degli strumenti umani, anche i più rozzi e
primitivi, per produrre un ordine ma tuttavia questo rimane nelle mani dell'uomo,
affidato alla sua libertà. La storia quindi non è determinata come sostengono
gli stoici e gli epicurei che niegano la provvedenza, quelli facendosi
strascinare dal fato, questi abbandonandosi al caso», ma si sviluppa tenendo
conto della libera volontà degli uomini che, come dimostrano i ricorsi, possono
anche farla regredire. Gli uomini prima sentono il necessario; dipoi badano
all'utile; appresso avvertiscono il comodo; più innanzi si dilettano nel
piacere; quindi si dissolvono nel lusso; e finalmente impazzano in istrapazzar
di sostanze. Scienza Nuova, Degnità. A questa dissoluzione delle nazioni pone
rimedio l'intervento della Provvidenza che talora non può impedire la
regressione nella barbarie, da cui si genererà un nuovo corso storico che ripercorrerà,
a un livello superiore, poiché dell'epoca passata è rimasta una sia pur minima
eredità, la strada precedente.Paradossalmente la criticità del progresso
storico appare proprio con l'età della ragione, quando cioè questa invece
dovrebbe assicurare e mantenere l'ordine civile. Accade infatti che la tutela
della Provvidenza che si è imposta agli uomini nei precedenti due stadi, ora
invece deve ricercare il consenso della «ragione tutta spiegata che si
sostituisce alla religione: Così ordenando la provvedenza: che non avendosi
appresso a fare più per sensi di religione (come si erano fatte innanzi) le
azioni virtuose, facesse la filosofia le virtù nella lor idea. La ragione
infatti, pur con la filosofia, custode della legge ideale del vivere civile,
con il suo libero giudizio, può tuttavia incorrere nell'errore o nello
scetticismo per cui «si diedero gli stolti dotti a calunniare la verità».
La ragione non crea la verità, poiché non può fare a meno dal senso e dalla
fantasia senza le quali appare astratta e vuota. Il fine della storia infatti
non è affidato alla sola ragione ma alla sintesi armonica di senso, fantasia e
razionalità. La ragione poi è ispirata dalla verità divina per cui la storia è
sì opera dell'uomo, ma la mente umana da sola non basta poiché occorre la
Provvidenza che indichi la verità. La filosofia è succeduta alla religione ma
non l'ha sostituita anzi essa deve custodirla: «Da tutto ciò che si è in
quest'opera ragionato, è da finalmente conchiudersi che questa Scienza porta
indivisibilmente seco lo studio della pietà, e che, se non siesi pio, non si
può daddovero esser saggio» (Giambattista Vico Scienza Nuova,
Conclusione) Il giudizio della filosofia posteriore «Predicavano la ragione
individuale, ed egli le opponeva la tradizione, la voce del genere umano. Gli
uomini popolari, i progressisti di quel tempo, sono Capua, Cornelio, Doria,
Calopreso, che stano con le idee nuove, con lo spirito del secolo. Lui era un
retrivo, con tanto di coda, come si direbbe oggi. La coltura europea e la
coltura italiana s'incontravano per la prima volta, l'una maestra, l'altra
ancella. Resiste. Era vanità di pedante? Era fierezza di grande uomo? Resiste a
Cartesio, a Malebranche, a Pascal, i cui Pensieri sono lumi sparsi, a Grozio, a
Puffendorfio, a Locke, il cui saggio era la metafisica del senso. Resiste, ma
li studia più che facessero i novatori. Resisteva come chi sente la sua forza e
non si lascia sopraffare. Accettava i problemi, combattea le soluzioni, e le
cercava per le vie sue, co' suoi metodi e coi suoi studi. Era la resistenza
della coltura italiana, che non si lasciava assorbire, e stava chiusa nel suo
passato, ma resistenza del genio, che cercando nel passato trovava il mondo
moderno. Era il retrivo che guardando indietro e andando per la sua via, si
trova da ultimo in prima fila, innanzi a tutti quelli che lo precedevano.
Questa era la resistenza del Vico. Era un moderno e si sentiva e si credeva
antico, e resistendo allo spirito nuovo, riceveva quello entro di sé.»
(Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, Morano, Napoli)
Fintanto che fu in vita la portata e la ricezione critica del suo pensiero
furono circoscritte quasi unicamente agli ambienti intellettuali della propria
città, trovando poi un ben più vasto seguito soltanto a quasi due secoli dalla
sua stessa morte, tra la seconda metà dell'Ottocento e il Novecento.
Affermatasi la fama del pensiero vichiano, esso fu conteso dalle più disparate
correnti filosofiche: dal pensiero cristiano (nonostante l'iniziale rifiuto),
dagli idealisti (dai quali fu proclamato precursore dell'immanentismo
hegeliano), dai positivisti e persino da diversi marxisti. Vico è ben più di un
semplice filosofo tanto che in certi momenti della sua travagliatissima fama fu
apprezzato prevalentemente per la sua filosofia del diritto, così come in altri
momenti fu celebrato precursore della sociologia, della psicologia dei popoli,
o come campione fra i maggiori della filosofia della storia, mentre veniva
ignorata la sua pur genialissima metafisica, che è ad un tempo il punto
d'arrivo e il presupposto logico di tutte le ricerche da lui condotte nei più
vari campi dell'operare umano». Il pensiero vichiano, le cui prime fonti
s'ispirano alla tradizione filosofica del Seicento che permeava l'ambiente
partenopeo della sua epoca, rappresenta un ponte fra la cultura secentesca e
quella settecentesca. Nonostante il Vico non sia caratterizzato dall'audacia
innovatrice illuminista, il suo pensiero raggiunse – come nota Abbagnano –
«alcuni risultati fondamentali» che lo connettono a pieno titolo al Settecento.
Tuttavia, non può tacersi il carattere conservatore della sua filosofia
politico-religiosa, generato dal turbamento di chi, «assistendo alla fine di un
mondo famigliare, non sa scoprire i segni del sorgere di un nuovo. Ciò è
dimostrato dalla giustapposizione del certo (ossia il peso dell'autorità della
tradizione) al vero (ossia lo sforzo innovatore della ragione) che è il segno
di una ricerca di equilibrio estranea al pensiero illuministico. A tali
conclusioni il pensiero vichiano fu condotto dalla limitatezza della sua
gnoseologia e dalla polemica contro il cartesianesimo, il quale professava, al
contrario, l'eliminazione di ogni limite gnoseologico. Opere: “Sei Orazioni
Inaugurali”: “De nostri temporis studiorum ratione”: “Orazione Inaugurale” “De
antiquissima Italorum sapientia ex linguae latinae originibus eruenda;
“Proemium”; “Liber metaphysicus”; “Risposte al giornale dei letterati Prima
risposta”; “Seconda risposta”; “Institutiones oratoriae”; “De universis Juris”;
“De universis juris uno principio et fine uno liber unus - include “De opera
proloquium”; “De constantia jurisprudentis liber alter”; “ Notae in duos
libros, alterum De uno universi juris principio et fine uno, alterum De
constantia jurisprudentis”; “Scienza nuova prima”; “Vici vindiciae”; “Vita di
Giambattista Vico scritta da se medesimo, (l'«Autobiografia» («Supplemento»)
Scienza nuova seconda, De mente heroic, Scienza nuova terza. Edizioni: Scritti
storici, Giambattista Vico, Scienza nuova, Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza,Giambattista Vico, Scienza nuova seconda. 1, Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza, Giambattista Vico, Scienza nuova seconda. Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza, Giambattista Vico, Opere a cura di Fausto Nicolini, Laterza, Bari,
Orazioni inaugurali, De studiorum rationum, De antiquissima Italorum sapientia,
Risposte al giornale dei letterati; IDiritto universale, Scienza nuova; Scienza
nuova, Autobiografia, Carteggio, Poesie varie; Scritti storici; Scritti vari e
pagine disperse; Poesie, Institutiones oratoriae. Giambattista Vico, Opere
filosofiche a cura di Paolo Cristofolini, Firenze, Sansoni. Giambattista Vico,
Opere giuridiche a cura di Paolo Cristofolini, Firenze, Sansoni. Giambattista
Vico, Institutiones oratoriae, testo critico, versione e commento a cura di
Giuliano Crifò, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa. Bibliografia critica Il
pensiero vichiano rimase quasi del tutto ignorato dalla cultura europea del
XVIII secolo con una diffusione limitata nell'Italia meridionale. Ancora in età
romantica Vico era poco conosciuto anche se filosofi tedeschi come Johann
Gottfried Herder, chiamato il Vico tedesco, e Hegel presentano delle somiglianze
con la dottrina vichiana per quanto riguarda il ruolo della storia nello
sviluppo della filosofia. La filosofia di Vico comincia ad essere
conosciuta e apprezzata nel clima del romanticismo francese e italiano:
François-René de Chateaubriand e Joseph de Maistre ma, soprattutto Jules
Michelet, Principes de la philosophie de l'histoire, Parigi diffonde il
pensiero di Vico di cui apprezza la concezione della storia come sintesi di
umano e divino. Nella prima metà dell'Ottocento, Auguste Comte e Karl
Marx stimarono la filosofia della storia di Vico ma furono i filosofi italiani,
come Antonio Rosmini, e soprattutto Vincenzo Gioberti, che videro in lui un
maestro. N. Tommaseo, Vico e il suo secolo, rist. Torino 1930, mette in
evidenza la grande affinità del pensiero vichiano con quello di Gioberti.
Agostino Maria de Carlo, "Istituzione Filosofica secondo i Princìpj di
Giambattista Vico ad uso della gioventù studiosa" - Napoli - Tip. Cirillo
- Nuove interpretazioni basate sul principio vichiano del verum ipsum factum
considerano Vico un anticipatore del positivismo Giuseppe Ferrari, Il
genio di Vico, rist.Carabba, Lanciano Cattaneo, Sulla 'Scienza
Nuova' di Vico, Milano C. Cantoni, Vico, Torino); Siciliani, Sul rinnovamento
della filosofia positiva in Italia, Civelli Firenze. Recentemente, viene
rivalutato il legame stringente fra il filosofo e l'Illuminismo: A.
Donati, Giambattista Vico. Filosofo dell'Illuminismo, Aracne. Una spinta
decisiva all'apprezzamento e alla diffusione del pensiero vichiano come anticipatore
di Kant e dell'idealismo, si ebbe in Italia a cominciare dagli studi di
Bertrando Spaventa e De Sanctis iniziatori di quella corrente dottrinale
interpretativa che si ritrova soprattutto in Croce e G. Gentile, Studi
vichiani, Messina, rist. Sansoni Firenze che ne mette in luce le ascendenze
neoplatoniche e rinascimentali rifiutandone nel contempo l'interpretazione
positivista e interpretandone il verum ipsum factum in senso idealistico. Una
forzatura questa, secondo alcuni critici, ripresa da Croce, La filosofia
di Vico, Laterza, Bari che ebbe soprattutto il merito di aver intuito in Vico
una definizione dell'arte come attività autonoma dello spirito e della visione
storicistica dello sviluppo dello spirito da cui Croce elimina ogni riferimento
alla trascendenza della Provvidenza vichiana. Un'accurata ricerca storica
su Vico fu operata dal crociano F. Nicolini, La giovinezza di Vico,
Laterza, Bari, Fausto Nicolini, La religiosità di Vico, Laterza, Bari, Fausto
Nicolini, Commento storico alla seconda 'Scienza Nuova',
Roma, Fausto Nicolini, Saggi vichiani, Giannini, Napoli, Fausto
Nicolini, Giambattista Vico nella vita domestica. La moglie, i figli, la casa,
Editore Osanna Venosa, Contrari all'interpretazione immanentistica della
Provvidenza vichiana sono gli studi di autori cattolici che ne mettono invece
in risalto la trascendenza: E. Chiocchietti, La filosofia di Vico, Vita e
Pensiero, Milano, F. Amerio, Introduzione allo studio di Vico, SEI, Torino, L.
Bellafiore, La dottrina della Provvidenza in Vico, Cedam, Bologna, A. Mano, Lo
storicismo di Vico, Napoli, F. Lanza, Saggi di poetica vichiana, Magenta,
Varese, Il dibattito tra le interpretazioni laiche e cattoliche su Vico si è
attenuato in periodi recenti dove lo studio del pensiero vichiano si è dedicato
a particolari aspetti della sua dottrina: G. Fassò, I «quattro auttori»
del Vico. Saggio sulla genesi della Scienza nuova, Milano, Giuffrè, non
esistente. G. Fassò, Vico e Grozio, Napoli, Guida, Maura Del Serra, Eredità e
kenosi tematica della "confessio" cristiana negli scritti
autobiografici di Vico, in Sapientia, sulla concezione della storia ad opera
della quale avviene la conciliazione tra immanenza e trascendenza del pensiero
vichiano: A. R. Caponigri, Tempo e idea, Pàtron, Bologna, sulla estetica
vichiana gli studi più notevoli sono quelli di G. A. Bianca, Il concetto di
poesia in G. B.Vico, D'Anna, Messina, G. Prestipino, "La teoria del mito e
la modernità di Vico", Annali della facoltà di Palermo, sugli aspetti
giuridici e sociologici:Fabiani, La filosofia dell'immaginazione in Vico e
Malebranche, Firenze, B. Donati, Nuovi studi sulla filosofia civile (Firenze); L.
Bellafiore, Il diritto naturale (Milano); D. Pasini, Diritto, società e stato
in Vico, Jovene, Napoli, V. Giannantonio, "Oltre Vico - L'identità del
passato a Napoli e Milano (Carabba, Lanciano); G. Leone, [rec. al vol. di] V.
Giannantonio, "Oltre Vico - L'identità del passato a Napoli e Milano” (Carabba.
Lanciano, in Misure Critiche, La Fenice Casa Editrice, Salerno, e in "Forum
Italicum", Wehle, Winfried: Sulle vette di una ragione abissale:
Giovambattista Vico e l'epopea di una 'Scienza Nuova'. In: Battistini, Andrea;
Guaragnella, Pasquale (ed.): Giambattista Vico e l'enciclopedia dei saperi. -
Lecce: Pensa multimedia (Mneme). B. Croce, La filosofia di Vico, Bari,
Laterza,Maria Consiglia, Napoli, Editoria clandestina e censura ecclesiastica a
Napoli all'inizio del Settecento, in Anna Maria Rao (a cura di), Editoria e
cultura a Napoli, Napoli: Liguori, Francesco Adorno, Tullio Gregory, Valerio
Verra, Storia della filosofia, vol. Editori Laterza, Giambattista Vico, La
scienza nuova (a cura di P. Rossi), Biblioteca Universale Rizzoli, Giambattista
Vico, Giuseppe Ferrari, La scienza nuova (a cura di Paolo Rossi), Soc. Tip. de'
Classici Italiani, B.Cioffi ed altri, I filosofi e le idee, B. Mondadori, D. Armando,
M. Sanna, Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Politica,
Enciclopedia Italiana Treccani Francesco Adorno, Tullio Gregory,
Valerio Verra, Storia della filosofia, Editori Laterza); Guido Fassò, Storia
della filosofia del diritto. II: L'età moderna, Editori Laterza, Nicola
Abbagnano, Storia della filosofia, Gruppo Editoriale
L'Espresso, Vico, La scienza nuova (Biblioteca Universale Rizzoli);
Vico, Principj di scienza nuova, di Giambattista Vico: d'intorno alla comune
natura delle nazioni, Volume 1, Francesco d'Amico, Fausto Nicolini,
Giambattista Vico nella vita domestica. La moglie, i figli, la casa, Editore
Osanna Venosa, Giambattista vico, Autobiografia, ed. Nicolini (Bompiani),
Milano, Vico, La scienza nuova (a cura di Paolo Rossi), Biblioteca Universale
Rizzoli, Ugo Grozio, Prolegomeni al diritto della guerra e della pace (a cura
di Guido Fassò), cMorano Editore, Giambattista Vico, La scienza nuova, Biblioteca
Universale Rizzoli); G. Liccardo, Storia irriverente di eroi, santi e tiranni
di Napoli. Vico che si era rivolto inutilmente per sovvenzionare la
stampa dell'opera prima al cardinale Orsini, poi a Papa Clemente XII, fu
costretto a vendere un anello per farla pubblicare. Vico scrisse in seguito
che, in fondo, l'accaduto era stato un bene poiché lo aveva spinto a riscrivere
l'opera in maniera più completa. (Cfr. M.Fubini, G.B.Vico. Autobiografia,
Torino Einaudi) M.Fubini, G.B.Vico. Autobiografia, Torino Einaudi La
prima redazione dell'opera, andata perduta, aveva il titolo di Scienza nuova in
forma negativa L'Autobiografia fu pubblicata postuma ampliata con una modifica di
Vico. Rivista di studi crociani, a cura della "Società
napoletana di storia patria", 1969. La fondazione
"Giambattista Vico", voluta da Gerardo Marotta, presidente
dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, con sede nella Chiesa di San
Biagio Maggiore di Napoli, si occupa della promozione del pensiero vichiano e
della gestione di alcuni siti vichiani come il castello Vargas di Vatolla
(Salerno) e la Chiesa di San Gennaro all'Olmo in
Napoli. Giambattista Vico, Principi di una scienza nuova d'intorno
alla comune natura delle nazioni, a cura di Giuseppe Ferrari, Società tipografica
de' Classici italiani, Milano. Silvestro Candela, L'unità e la religiosità del
pensiero di Giambattista Vico, Cenacolo Serafico, Inesatto è altresì che il
Vico terminasse di vivere a più di settantasei anni: per contrario, mancò ai
vivi nella notte e a settantacinque anni e sette mesi precisi, in La
Letteratura italiana: Storia e testi, Giambattista Vico, Ricciardi. La storia
di Vico, su napolitoday. Secondo notizie di stampa diffuse resti della salma di
Vico sarebbero stati recuperati nei sotterranei della chiesa napoletana. (Vedi:
Corriere del Giorno: Ritrovata la salma di Giambattista Vico? I ricercatori
vanno cauti Archiviato in Internet Archive.) La notizia è stata comunque
commentata con prudenza dagli esperti. La scienza nuova, Biblioteca
Universale Rizzoli. F. Nicolini, La giovinezza di Vico: saggio biografico,
Società editrice Il Mulino, Croce, Nuovi saggi sul Seicento. Per una silloge di
«pensieri» del Malvezzi, Politici e moralisti del Seicento, ediz.
Croce-Caramella, Bari, Laterza, 1930. Vico nel perduto De equilibrio
corporis animantis esponeva una concezione secondo cui «...riponevo la natura
delle cose nel moto per il quale, come se fossero sottoposte alla forza di un
cuneo, tutte le cose vengono spinte verso il centro del loro stesso moto e,
invece, sotto l'azione di una forza contraria, vengono respinte verso
l'esterno; e sostenni anche che tutte le cose vivono e muoiono in virtù di
sistole e diastole». Secondo un'ipotesi di Benedetto Croce e Fausto Nicolini
l'opera era stata concepita come appendice al Liber physicus e fu donata in
forma manoscritta al suo grande amico, il giurista Domenico Aulisio. La
trattazione di quella teoria di ispirazione cartesiana e presocratica venne poi
inserita più ampiamente nella Vita. Stefania De Toma, Ecco l'origine
delle scienze umane: aspetti retorici di una contesa intorno al De antiquissima
italorum sapienti, Bollettino del Centro di studi vichiani (Roma: Edizioni di
storia e letteratura). Opere, Sansoni, Firenze -- è considerato da
alcuni interpreti della sua filosofia come il primo costruttivista. Infatti
Vico sostiene che l'uomo può conoscere solo ciò che può costruire, aggiungendo
poi che in effetti solo Dio conosce veramente il mondo, avendolo creato lui
stesso. Il mondo quindi è esperienza vissuta e al suo riguardo non vale per gli
uomini alcuna pretesa di verità ontologica. (In Paul Watzlawick, La realtà
inventata, Milano, Feltrinelli) Per Vico la filologia non è solo la
scienza del linguaggio ma anche storia, usi e costumi, religioni...ecc. dei popoli
antichi. L'età degli dei nella quale gli uomini gentili credettero vivere sotto
divini governi, e ogni cosa esser loro comandata con gli auspici e gli oracoli,
che sono le più vecchie cose della storia profana: l'età degli eroi, nella
quale dappertutto essi regnarono in repubbliche aristocratiche, per una certa
da essi rifiutata differenza di superior natura a quella de' lor plebei; e
finalmente l'età degli uomini, nella quale tutti si riconobbero esser uguali in
natura umana, e perciò vi celebrarono prima le repubbliche popolari e
finalmente le monarchie, le quali entrambe sono forma di governi umane»
(G.Vico, Scienza Nuova, Idea dell'Opera) G.Vico,Scienza Nuova, Idea
dell'Opera Ibidem La ragion di stato «non è naturalmente
conosciuta da ogni uomo ma da pochi pratici di governo»
(Ibidem) Ibidem Degnità XXXVII. Sull'immaginazione nei primitivi
secondo la filosofia vichiana si veda: Paolo Fabiani, La filosofia
dell'immaginazione in Vico e Malebranche, La rivendicazione dell'assoluta autonomia
dell'arte e della poesia nei confronti delle altre attività spirituali fu uno
dei meriti che Benedetto Croce riconobbe al pensiero vichiano. Vico critica
tutt'insieme le tre dottrine della poesia come esortatrice e mediatrice di
verità intellettuali, come cosa di mero diletto, e come esercitazione ingegnosa
di cui si possa senza far danno fare a meno. La poesia non è sapienza riposta,
non presuppone logica intellettuale, non contiene filosofemi: i filosofi che
ritrovano queste cose nella poesia, ve le hanno introdotte essi stessi senza
avvedersene. La poesia non è nata per capriccio, ma per necessità di natura. La
poesia tanto poco è superflua ed eliminabile, che senza di essa non sorge il
pensiero: è la prima operazione della mente umana» (Benedetto Croce, La
filosofia di Giambattista Vico) [qual era quello dei tempi
d'Omero] G.Vico, Scienza Nuova, Conclusione Nel senso di
pietas, sentimento religioso. Giambattista Vico, La scienza nuova
(Biblioteca Universale Rizzoli). Croce Nicolini Storicismo Filosofia della
storia Filologia. su Treccani – Enciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana.Giambattista Vico, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Giambattista Vico, su sapere, De Agostini.Giambattista Vico, su
Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Andrea Battistini,
Giambattista Vico, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Alexander Bertland, La Scienza nuova su letteratura
italiana Opere*, su bibliotecaitaliana integrali in più volumi dalla collana
digitalizzata "Scrittori d'Italia" Laterza Paolo Fabiani, La
filosofia dell'immaginazione in Vico, su academia.edu., Firenze, G. Pellegrino,
'La concezione della storia di Vico, su centro studi la runa it. Centro di
Studi Vichiani, su Consiglio nazionale delle ricerche. Fondazione Giambattista
Vico, su Fondazione gbvico org. Portale Vico, su giambattistavico. u treccani.,
in Il contributo italiano alla storia del Pensiero, Filosofia, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Vico, Principj di una scienza nuova di Vico:
d'intorno alla comune natura delle nazioni, Tip. di A. Parenti. Italian philosopher. Grice: “The Italians revere him
so much that his emblem is on one of their stamps!”“It would be as having Ryle
on one of ours!” vico: He is so beloved by the Italians
“that they made a stamp of him.”Grice. cited by H. P. Grice, “Vico and the
origin of language.” Philosopher who founded modern philosophy of history,
philosophy of culture, and philosophy of mythology. He was born and lived all
his life in or near Naples, where he taught eloquence. The Inquisition was a
force in Naples throughout Vico’s lifetime. A turning point in his career was
his loss of the concourse for a chair of civil law. Although a disappointment
and an injustice, it enabled him to produce his major philosophical work. He
was appointed royal historiographer by Charles of Bourbon. Vico’s major work is
“La scienza nuova” completely revised in a second, definitive
version. He published three connected works on jurisprudence, under the title
Universal Law; one contains a sketch of his conception of a “new science” of
the historical life of nations. Vico’s principal works preceding this are On the
Study Methods of Our Time, comparing the ancients with the moderns regarding
human education, and On the Most Ancient Wisdom of the Italians, attacking the
Cartesian conception of metaphysics. His Autobiography inaugurates the
conception of modern intellectual autobiography. Basic to Vico’s philosophy is
his principle that “the true is the made” “verum ipsum factum”, that what is
true is convertible with what is made. This principle is central in his
conception of “science” scientia, scienza. A science is possible only for those
subjects in which such a conversion is possible. There can be a science of
mathematics, since mathematical truths are such because we make them.
Analogously, there can be a science of the civil world of the historical life
of nations. Since we make the things of the civil world, it is possible for us
to have a science of them. As the makers of our own world, like God as the
maker who makes by knowing and knows by making, we can have knowledge per
caussas through causes, from within. In the natural sciences we can have only
conscientia a kind of “consciousness”, not scientia, because things in nature
are not made by the knower. Vico’s “new science” is a science of the principles
whereby “men make history”; it is also a demonstration of “what providence has
wrought in history.” All nations rise and fall in cycles within history corsi e
ricorsi in a pattern governed by providence. The world of nations or, in the
Augustinian phrase Vico uses, “the great city of the human race,” exhibits a
pattern of three ages of “ideal eternal history” storia ideale eterna. Every
nation passes through an age of gods when people think in terms of gods, an age
of heroes when all virtues and institutions are formed through the
personalities of heroes, and an age of humans when all sense of the divine is
lost, life becomes luxurious and false, and thought becomes abstract and
ineffective; then the cycle must begin again. In the first two ages all life
and thought are governed by the primordial power of “imagination” fantasia and
the world is ordered through the power of humans to form experience in terms of
“imaginative universals” universali fantastici. These two ages are governed by
“poetic wisdom” sapienza poetica. At the basis of Vico’s conception of history,
society, and knowledge is a conception of mythical thought as the origin of the
human world. Fantasia is the original power of the human mind through which the
true and the made are converted to create the myths and gods that are at the
basis of any cycle of history. Michelet was the primary supporter of Vico’s
ideas in the nineteenth century; he made them the basis of his own philosophy
of history. Coleridge is the principal disseminator of Vico’s views in England.
James Joyce used the New Science as a substructure for Finnegans Wake, making
plays on Vico’s name, beginning with one in Latin in the first sentence: “by a
commodius vicus of recirculation.” Croce revives Vico’s philosophical thought,
wishing to conceive Vico as the Hegel. Vico’s ideas have been the
subject of analysis by such prominent philosophical thinkers as Horkheimer and
Berlin, by anthropologists such as Edmund Leach, and by literary critics such
as René Wellek and Herbert Read. Refs.: S. N. Hampshire, “Vico,” in The New
Yorker. Luigi Speranza, “Vico alla Villa Grice.” H. P. Grice, “Vico and
language.” M. Danesi, Metaphor,
and the Origin of Language. Serious
scholars of Vico as well as glotto-geneticists will find much of value in this
excellent monograph. Vico Studies. A provocative, well-researched argument
which might find re-application in philosophy. Theological Book Review. Danesi
returns to Vico to create a persuasive, original account of the evolution and
development of the Italian language, one of the deep mysteries of Italians. Vico’s
reconstruction of the origin of language is described and evaluated in light of
Grice’s philosophical conversational pragmatics. Keywords: glotto-genesi, la
ricostruzione di Vico, The New Science Basic Notions. Language and the
Imagination: Vico’s Glottogenetic Scenario; Vico’s Approach; Reconstructing the
Primal Scene; After the Primal Scence; the dawn of communication: iconicita e mimesi,
hypotheses The Nature of Iconicity. Imagery, Iconicita e gesto. Iconic
Representation. Osmosis Hypothesis Ontogenesis From Percept al concetto. The
Metaphoricity Metaphor metafora; Metaphor and Concept-Formation Mentation,
Narrativity, e mito; the socio-biological-Computationist Viewpoint:A Vichian
Critique; The Vichian Scenario Revisited; Revisting the Genetic Perspective; computationism. Refs.: Luigi Speranza, “Vico e Grice,” Villa
Grice. #vico https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4421435234535104 #griceevico https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702533283/in/photolist-2mLLZRD-2mLM2Rf-2mLPa8B-2mLMbqp-2mLGod1-2mLM2RA-2mLM2Qy-2mLP36W-2mLKxtd-2mLKxqY-2mLLZPz-2mLP1aS-2mLP1am-2mLFu9X-2mLM2RF-2mLP37h-2mLQ7Zx-2mLLZPp-2mLQ5Z5-2mLFscR-2mLFuaU-2mLFucc-2mLKzoL-2mLKxsG-2mLQ81p-2mLP3bL-2mLP1cL-2mLP1dN-2mLM2Yz-2mLKzpc-2mLQ66x-2mLKxvh-2mLLZV6-2mLFugF-2mLQ895-2mLP3fU-2mLP3ad-2mLKzrS-2mLKzqE-2mLLZY7-2mLFucN-2mLQ86K-2mLP1eK-2mLQ61H-2mLLZUj-2mLLZZE-2mLKxwp-2mLFsi2-2mLFuiV-2mLP3eM
Grice
e Vieri – filosofia italiana – Luigi Speranza (Firenze) Essential Italian philosopher.
Filosofo. Di famiglia nobile. Insegna a Pisa. Platonico molto attivo. E
contestato dai colleghi per il suo vagheggiare un nuovo circolo dei platonici
improntato su Pico. Suo principale avversario e Borri. Saggi: “Liber in
quo a calumnijs detractorum philosophia defenditur, & eius praestantia
demonstrator” (Roma). Crusca. Vieri. Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers,
Bancroft; Luigi Speranza, “Grice e Vieri: la dialettica fiorentina”, The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vieri https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4597595683585724 #griceevieri https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702935444/in/photolist-2mLP4p2-2mLKAG2-2mLQ9gL-2mLQ9fU-2mLP4ps-2mLFvoA-2mLP4oW-2mLFvoF-2mKQL9s
Grice e Vigna – la regola d’oro conversazionale –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Rosolini). Essential Italian
philosopher Filosofo. Studia Filosofia a Milano, legandosi in special modo
all'insegnamento di Bontadini e Severino. Con Severino si laurea, discutendo la
tesi, ‘La logica dell'astratto – generale -- e la logica del concreto –
particolare’” -- è Professore di Filosofia a Venezia, ma ha insegnato anche a
Milano. È stato, inoltre, il presidente della Società Italiana di Filosofia
Morale. Pensiero Si è occupato di neo-idealismo Italiano e di Aristotele.
Successivamente si è concentrato in maniera speciale sull'ontologia, proponendo
una ‘semantizzazione’ di ‘essere’ capace di risolvere la aporia del
parmenidismo di Severino, che in qualche modo grava anche sulla speculazione di
Bontadini. Questa ‘semantizzazione’ permette di leggere nel ‘divenire’ (x
divenne y) non l'annullamento dell'essere (‘x e y”), ma piuttosto quello
dell'ente. La differenza fondamentale è proprio quella che passa tra l'essere
‘assoluto’ che *non* diviene e l'ente finito che comincia e cessa di essere –
cfr. Grice, relative identity in Geach and Myro. Questa impostazione ha
consentito di raffinare ulteriormente il tema della mediazione metafisica che
sfrutta e compone la posizione necessaria della totalità dell'essere con la
posizione della totalità molteplice e mutabile dell'esperienza. Insieme
alle analisi di metafisica si sono svolte quelle di etica (bio-etica). L'etica
è intesa fondamentalmente come un’annalisi del desiderio o volere, il quale, a
sua volta, è fondamentalmente desiderio di un altro desiderio (meta-desiderio),
cioè poi di un altro essere umano – il co-conversazionalista B -- che ci
desideri e ci riconosca. L'etica e così ricondotta alle dinamiche delle
relazioni inter-soggettive, che si possono descrivere secondo tre modelli
basilari. Il primo modello è il modello griceiano – ariskantiano -- quello
regolativo per l'etica. E quello in cui le soggettività si riconoscono
reciprocamente come delle soggettività, e cioè come delle persone o degli esseri
che pensano e desiderano in modo trascendentale. Il secondo modello è quello
trasgressivo. Quello in cui le soggettività confliggono e cercano di dominare
il soggetto che hanno di fronte, trattandolo come un oggetto o istrumento -- o
una cosa manipolabile a loro piacimento. Il terzo modello, che si colloca a
mezza strada fra i due precedenti, è quello che Vigna definisce modello
griceiano ‘oblativo,’ in cui mentre una delle due soggettività riconosce
l'altra e si dispone a trattare l'altra secondo la cura e il rispetto che le
convengono, l'altra soggettività non offre nessun riconoscimento e cerca di
imporsi sulla soggettività riconoscente come soggettività
dominante. Questa impostazione onto-etica si caratterizza per il tentativo
di fondare la regolatività etica del modello ariskantiano di Grice su
argomentazioni che partono dal rilievo irrefutabile della trascendentalità
della persona, la quale si trova invece contraddetta in tutte le situazioni di
rapporto inter-soggettivo riconducibili agli altri due modelli (razionalita
istrumentale, e razionalita di oppression). Le indagini di antropologia
trascendentale completano e chiudono questo percorso, ponendosi come il termine
medio che stringe e salda l'ontologia metafisica all'etica. Il concetto di
‘persona’ viene inteso alla Grice e Strawson come sinergia del concetto di
‘sostanza’ e di quello di relazione (la categoria della relazione di
Aristotele, la relati, o il ‘pros ti’. Sostanza (ousia,
sub-stantia, essential) è classicamente quello che permane e sta in
sé. La relazione, invece, è qui il rapporto intenzionale ad altro da sé. La
persona è una sinergia di sostanza e relazione perché è sia rapporto a se
stesso sia rapporto all'altro da sé, in quanto è essenzialmente una
intenzionalità trascendentale, ovverosia un orizzonte consistente di relazione
all'altro da sé, secondo il corso illimitato del desiderio che lo abita. Saggi:
“La dialettica gentiliana” in “Giornale critico della filosofia italiana”,
Religione nella filosofia di Giovanni Gentile, in “Giornale critico della
filosofia italiana”, Gentile interprete di Marx, in Enciclopedia. Il
pensiero di Gentile, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, Ragione e
religione (CELUC, Milano); “Filosofia e marxismo” (CELUC, Milano); “Le origini
del marxismo teorico in Italia. Il dibattito tra Labriola, Croce, Gentile e
Sorel sui rapporti tra marxismo e filosofia (Città Nuova, Roma); “Antonio
Gramsci. Il pensiero teorico e politico. La "questione leninista"”
(Città Nuova, Roma); “Invito al pensiero di Aristotele” (Mursia, Milano),
“Sostanza e relazione: una aporetica della persona,” in L'idea di persona, V.
Melchiorre, Vita e Pensiero, Milano); “L'enigma del desiderio” (Edizioni San
Paolo, Cinisello Balsamo); “La politica e la speranza, Edizioni Lavoro, Roma);
“Il frammento e l'Intero: -- il toto e la parte -- indagini sul senso
dell'essere e sulla stabilità del sapere, Orthotes, Napoli-Salerno, Sul
trascendentale come inter-soggettività originaria, in “Le avventure del
trascendentale,” A. Rigobello, Rosenberg & Sellier, Torino); “Sulla verità
e sul bene” (Petite Plaisance, Pistoia); “Etica del desiderio come etica del
riconoscimento” (Orthotes, Napoli). Sostanza e relazione. Indagini di struttura
sull'umano che ci è comune, 2 volumi, Orthotes, Napoli-Salerno. Studi
gentiliani, Orthotes, Napoli-Salerno. Studi marxiani, Orthotes,
Napoli-Salerno. Studi aristotelici, Orthotes, Napoli-Salerno; La ragione e la
dialettica. Studi su Marx e Volpe (Marsilio, Venezia), “Teorie della felicità”
II, Francisci, Abano Terme); “La qualità dell'uomo. Filosofi e psicologi a
confronto, Franco Angeli, Milano); “Dio e la ragione, Marietti, Genova);
“L'etica e il suo altro, Franco Angeli, Milano); “Strutture del sapere
filosofico” Il Cardo, Venezia, “La libertà del bene, Vita e Pensiero, Milano,
“Essere giusti con l'altro” (Rosenberg & Sellier, Torino); Introduzione
all'etica, Vita e Pensiero, Milano, Etica trascendentale e
intersoggettività, Vita e Pensiero, Milano, “Multiculturalismo e identità” Vita
e Pensiero, Milano; “La persona e i nomi dell'essere: sritti di filosofia in
onore di V. Melchiorre, Vita e Pensiero, Milano. Libertà, giustizia e bene in
una società plurale, Vita e Pensiero, Milano. Etiche e politiche della
post-modernità, Milano, Vita e Pensiero. “Etica del plurale: giustizia,
riconoscimento, responsabilità” (Vita e Pensiero, Milano); “Affetti e legami” (Vita
e Pensiero, Milano); “La regola d'oro come etica universale (Vita e Pensiero,
Milano (curato con S. Zanardo). Bontadini e la metafisica, Vita e Pensiero,
Milano, “Metafisica e violenza” Vita e Pensiero, Milano); “Etica di frontiera.
Nuove forme del bene e del male, Vita e Pensiero, Milano); “Di un altro genere:
etica al femminile, Vita e Pensiero, Milano. Giorgio La Pira. Un san Francesco
nel Novecento, AVE, Roma. Multiculturalismo e interculturalità. L'etica in
questione, Vita e Pensiero, Milano. “La vita spettacolare. Questioni di etica,
Orthotes, Napoli; Etica dell'economia. Idee per una critica del riduzionismo
economico, Orthotes, Napoli-Salerno; Differenza di genere e differenza
sessuale. Un problema di etica di frontiera, Orthotes, Napoli-Salerno. Il
dovere dell'ospitalità, Orthotes, Napoli-Salerno. Dell'interpretazione di
Gentile offerta da Vigna discutono, fra gli altri, M. Berlanda, Gentile e
l'ipoteca kantiana. Linee di formazione del primo attualismo, Vita e Pensiero,
Milano eBettineschi, Critica della prassi assoluta. Analisi dell'idealismo
gentiliano, Orthotes, Napoli. Ora si vedano anche Studi gentiliani, Orthotes,
Napoli-Salerno. Cfr. Studi marxiani, rthotes,
Napoli-Salerno. Cfr. gli scritti raccolti in C. Vigna, Studi
aristotelici, Orthotes, Napoli-Salerno. F. Saccardi, Semantizzazione
dell'essere e inferenza metempirica, inPagani, Debili postille. Lettere a
Vigna, Orthotes, Napoli, Cfr. anche L. Messinese, L'apparire del mondo. Dialogo
con Severino sulla "struttura originaria" del sapere, Mimesis,
Milano-Udine, "Vigna, invece, che pur si è formato alla scuola di
Bontadini e di Severino, non segue più i suoi maestri, perché ormai egli
ritiene che, se si accetta la “semantizzazione parmenidea” dell’essere, non si
può evitare di estendere gli attributi dell'essere assoluto agli enti, come
precisamente è avvenuto nello svolgimento del pensiero di Severino. L'errore,
però, prosegue Vigna, sta proprio in questo "aver trattato la questione
dell'essere come una questione di essenza". L'errore viene eliminato
convincendosi che la “semantizzazione” dell'essere coincide con la 'relazione’
di essenza ed esistenza': questo è il 'tratto comune' tra tutti gli enti". Cfr.
C. Vigna, Il frammento e l'Intero, Sulla semantizzazione
dell'essere. L'eredità speculativa di Bontadini, in “Bontadini e la
metafisica.” Si veda inoltre G. Solliani, “Dell'essere come essenza: per una
rivisitazione del problema a partire di Aquino, in Debili postille, Il
frammento e l'Intero, Cfr. anche Pagani, “Una rivisitazione della via del
divenire e A. Peratoner, Intorno alla conoscibilità di Dio, la ragione, la
fede, in Debili postille, Si veda poi A. Barzaghi, Percorsi di rigorizzazione
della teologia naturale nella filosofia neo-classica milanese, in Rivista di
filosofia neo-scolastica. Cfr. Vigna, Etica del desiderio umano (in nuce), in
Introduzione all'etica, Aporetica dei rapporti intersoggettivi e sua
risoluzione, in Etica trascendentale e inter-soggettività, Si veda
anche il saggio di R. Fanciullacci, “Dell'inter-soggettività e del
riconoscimento. in Debili postille, Cfr. C. Vigna, Sul trascendentale come
inter-soggettività originaria. Inoltre: G. Venuti, La cura dell’altro come
regola d'oro. Lettera aperta a Vigna, e S. Zanardo, Sul dono della differenza,
in Debili postille, Per una discussione complessiva del pensiero di Vigna si
vedano i saggi contenuti inPagani Debili postille. Lettere a Vigna,
Orthotes, Napoli. “Sostanza e relazione: una aporetica della persona.” Si può
vedere ancheBettineschi, Finità e infinità della soggettività. Lettera aperta a
Vigna, inBettineschi, “Intenzionalità e riconoscimento: scritti di etica e
antropologia trascendentale” Orthotes, Napoli. Bergamo festival: l'intuizione,
su youtube.com. Malato o persona?, su youtube.com. L'etica, su youtube.com.
Treccani. Intervista a Vigna: la filosofia morale, su youtube.com. Claudio
Tugnoli, Carmelo Vigna: il desiderio come orizzonte trascendentale, su
mondodomani.org. Venezia, su unive Bollettino della Società filosofica italiana,
Centro di Etica Generale e Applicata, su centro di etica. Centro
Inter-universitario per gli Studi sull’Etica, su venus.unive. Società Italiana
di Filosofia Morale, su sifm. Intervento su La Pira, su avvenire. Attualismo,
problematicismo, metafisica, su filosofia. La politica e il sacro, su
inschibboleth.org. Carmelo Vigna. Vigna. Keywords. Refs.: H. P. Grice Papers,
Bancroft MS. Luigi Speranza, “Grice e Vigna: la regola d’oro conversazionale” –
The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vigna https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6936758636336072 #griceevigna
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702936944/in/photolist-2mLP4Rj-2mKPWrs
Grice e Vignoli – etologia filosofica – della legge
fondamentale dell’intelligenza nel regno animale – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Rosignano Marittimo). Essential Italian
philosopher. Filosofo. Grice: “I spent quite some time observing a species of
pirot: the squarrel – mainly I was in search of what Vignoli calls ‘la legge
fondamentale dell’intelligenza nel regno animale” – his ‘saggio,’ he says, is in
‘psicologia comparata,’ but since it is vintage, I might well refer to is as
‘philosophical ethology’!” -- Si trasferì a Milano. Docente di antropologia
presso la Reale Accademia di Scienze e Lettere, divenne direttore del Museo di
storia naturale. I suoi scritti
apparvero su Il Politecnico e sulla Rivista di filosofia scientifica. Due sue
opere ebbero risonanza: “Della legge fondamentale dell'intelligenza nel regno
animale: saggio di psicologia comparata” -- e “Mito e scienza”. Tito Vignoli. Vignoli.
Keywords: squirrel, squarrel, psicologia comparata, etologica filosofica, una
legge della intelligenza degl’animali – mito e scienza – mitos e logos –
animale, legge, legge della psicologia, psicologia comparata, etologia
comparata, evoluzione. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, Luigi
Speranza, “Grice e Vignoli” – “La etologia filosofica di Grice e Vignoli” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vignoli #https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4572874082724551 #griceevignoli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701466892/in/photolist-2mLFwRA-2mLP5X7-2mLP5XH-2mLKCa2-2mLQaMX-2mLM5Bv-2mLFwQo-2mLFwQi-2mLM5BF-2mKEy89
Grice Vinadio: la prassi ed il valore – filosofia
italiana (Torino). Grice: “Of course,
Vinadio is bound to be a good dialectician, since Italian neo-idealists take Hegel’s
Dialektik – or colloquenza, as the count prefers – much more seriously than the
most Hegelian of Oxonians! (And I don’t mean Bradley!”) -- Grice: “I like Vinadio; but then I’m English
and we like an earl!” – “My favourite of his tracts is the one about dialettica
which he understood just as Plato did, only better!” -- Felice Balbo di
Venadio, conte di Venadio, vide, “Il conte di Vinadio” --. Filosofo.
Considerato una delle voci più significative della filosofia italiana e un
intellettuale impegnato in un vasto progetto di ri-fondazione della politica nell'immediato
secondo dopoguerra. Nacque da Enrico Balbo di Vinadio e da Ada Tapparo, in via
Bogino 8, nella casa che era stata del conte Cesare Balbo, ministro di casa
Savoia. Dopo la laurea, partecipa alla seconda guerra mondiale prima come
sottufficiale degll’apini, poi come membro della resistenza. Come consulente di
Einaudi cura una collana di filosofia. Nominato cattedratico di filosofia a
Roma. Si raccolse attorno a lui un
piccolo gruppo di filosofi per discutere sulla crisi dei valori nella società e
sui modi di superarla mediante l'impegno sociale. Il suo impegno trova
espressione inoltre con i contributi alle riviste Cultura e realtà e Terza
generazione. Vicino alle organizzazioni della sinistra e al Partito
Comunista. Comprende come il mutamento centrale
della società e avvenuto nel rapporto tra lavoro umano e tecnica. Assunto
all'IRI presso il Servizio problemi del lavoro. Si interessa di formazione del
personale. Nominato direttore del Centro IRI per lo studio delle funzioni direttive
aziendali. Saggi: “L'uomo senza miti”; “Il laboratorio dell'uomo”; “Studi in
memoria di Gioele Solari dei discepoli” (Torino, Ramella); “La sfida storica
del comunismo al Cristianesimo e le sue conseguenze filosofiche” (Il Mulino); “Idee
per una filosofia dello sviluppo umano” (Torino, Boringhieri). Opere, Torino,
Boringhieri, “Essere e progresso”; “Lezioni di etica” (Roma, Lavoro); “Lettere
a Ludovica”; Archinto. Giulia Boringhieri, “Per un umanesimo scientifico.
Storia di libri, di mio padre e di noi” (Torino, Einaudi); D. Cavalieri,
Scienza economica e umanesimo positivo. la critica della ragione economica” (Milano,
Angeli); G. Tassani, La Terza Generazione. Tra Stato e Rivoluzione” (Roma,
Lavoro); G.Tassani, “Lezioni di etica” (Roma, Lavoro); G. Invitto, “Una
filosofia pragmatica dello sviluppo” (Il Mulino, Bologna); G. Invitto, “Di
fronte a fenomenologia ed esistenzialismo” (Adriatica Salentina, Lecce); G.
Invitto, “Una questione aperta, "Italia contemporanea", Dizionario
storico del movimento cattolico in Italia: I protagonisti” (Marietti, Torino); A.
Grotti (Boringhieri, Torino); A. Grotti, “Un altro futuro è possible” (Egeria);
V. Possenti, “La filosofia dell'essere”, Vita e Pensiero, Milano; “Tra
filosofia e società” (Angeli, Milano); Giovanni Invitto, Felice Balbo. Il
superamento delle ideologie, Roma, Edizioni Studium); N. Ricci, Cattolici e
marxismo. Filosofia e politica” (Milano, Angeli); Dal marxismo ad economia umana”
(Brescia, Morcelliana); “La prassi e il valore. La filosofia dell'essere” (Roma,
Aracne); “Il cristianesimo nella sfida della “modernità” su storia e futuro” --
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Filosofi italiani del XX secoloInsegnanti italiani Professore. Felice
Balbo Vinadio. Vinadio. Keywords. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi
Speranza, “Grice e Vinadio: being, value – and colloquenza!” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vinadio https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.5203073483037938 #griceevinadio https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702943109/in/photolist-2mLKCRN-2mLKCRH-2mLP6Ez-2mLQbpJ-2mLP6Eu-2mLP6FB-2mLQbqL-2mLQbpD-2mLM6j7-2mLFxuV-2mLM6ht-2mLM6jc
Grice
e Vio – le categorie d’Aristotele – un senso, un’analogia -- filosofia italiana
– Luigi Speranza (Gaeta). Essential Italian
philosopher. Grice: “While the typical Englishman is more interested in the
fact that Vio never thought that Henry VIII divorced Aragon, I prefer his
commentary on the ‘prae-dicamentum’ of Aristotle, via ‘Porfirio’!” -- Grice was
irritated that when ‘vio’ became a saint, the Italians list them under ‘c’. Tommaso De Vio, O.P. cardinale di Santa
Romana Chiesa. Il cardinale Tommaso De Vio riceve Martin Lutero, Template-Cardinal.
svg Incarichi ricoperti Maestro generale dell'Ordine dei
Predicatori Cardinale presbitero di San Sisto Arcivescovo metropolita di
Palermo Arcivescovo-vescovo di Gaeta.
Cardinale presbitero di Santa Prassede Ordinato presbitero Nominato arcivescovo
da Leone X Consacrato arcivescovo dal Niccolò Fieschi, Creato cardinale da Leone
X. Religioso domenicano, generale dell'Ordine: teologo e diplomatico
pontificio. Incontro tra Lutero e Vio in
una stampa d'epoca. Figlio di Francesco De Vio e Isabella de Sieri, entra tra i
frati domenicani del monastero di Gaeta, dove assunse il nome di Tommaso, e
prosegue i suoi studi in filosofia a Napoli, Bologna e Padova. Insegna a Pavia
e Roma. Acquisce una considerevole fama in seguito ad un pubblico dibattito con
Pico a Ferrara. Generale dell'Ordine e consigliere dei papi. Dimostra grande
zelo nel difendere i diritti papali contro il concilio di Pisa, polemizzando
contro Almain in una serie di articoli messe al bando dalla Sorbona e bruciati per
ordine di Luigi XII. Leone X lo crea cardinale, e fatto arcivescovo di Palermo.
Arcivescovo di Gaeta. Inviato in Germania come legato apostolico per
partecipare alla dieta di Augusta, si adopera con profitto per l'elezione di
Carlo V d'Asburgo ad Imperatore del Sacro Romano Impero (prevalendo sull'altro
concorrente Francesco I), e lì cerca di arginare la nascente riforma
protestante di Lutero. Fece rientro in Roma senza essere riuscito a convincere Lutero
ad abbandonare i suoi propositi di riforma, e aiuta il papa nell'estensione
della bolla Exsurge Domine rivolta a contrastare il dilagare della riforma luterana.
Oganizza la resistenza contro i Turchi. Venne fatto prigioniero durante il
Sacco di Roma dai Lanzichenecchi, inviati da Carlo V per punire Clemente VII
per il tradimento della parola datagli, poi venne liberato. Pronuncia la
sentenza definitiva di validità del matrimonio di Enrico VIII e Caterina
d'Aragona, rifiutando il divorzio al sovrano inglese. Accanto alla
produzione teologica, secondo la linee della scuola tomista, Vio si distinque anche
come esegeta. Supple alla sua ignoranza dell'ebraico, consultando esperti
rabbinici e grazie alla sua familiarità con il testo greco. Pubblica un
commentario della Bibbia. La sua enfasi sulla ricerca del SIGNIFICATO
letterario del testo lo pone alle origini della moderna tradizione esegetica
cattolica. Saggi: “Summula Caietani”; “Opuscula omnia”; “Commentaria
super tractatum De ente et essentia Thomae de Aquino”; “De nominum analogia”; “Commentaria
in III libros Aristotelis De anima”; “Auctoritas Pape et Concilii siue Ecclesie
comparata” (Silber); “Oratio in secunda sessione Concilii Lateranensis” (Beplin);
“Apologia de comparata auctoritate pape et ecclesie”; “De divina institutione
Pontificatus Romani Pontificis”; “Jentacula N.T., expositio literalis sexaginta
quatuor notabilium sententiarum Novi Test.” (Roma); “Summula Caietani”; “Opuscula
omnia” (Giunta); Francesco senese De Franceschi); “In Porphyrii Isagogen ad
Praedicamenta Aristotelis”; “Opera omnia”; “Scripta philosophica”; “De nominum
analogia”; “De conceptu entis”; “De comparatione auctoritatis papae”; “Apologia”.
G. Allaria, Tommaso De Vio: cardinale Gaetano, Gaeta, La Poligrafica, Roma; Treccani
– Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Conferenza Episcopale Italiana. ALCUIN,
Università di Ratisbona. He wrote extensively on
freewill, and had a colourful dispute with, of all people, Calvinwell
represented in a painting Grice adored. Shropshire borrowed his proof for the immortality of the soul from
Cajetan -- Tommaso de Vio, prelate and theologian. Born in Gaeta from which he
took his name, he entered the Dominican order and studied philosophy and
theology at Naples, Bologna, and Padua. He became a cardinal. During the
following two years he traveled to G.y, where he engaged in a theological
controversy with Luther. His major work is a Commentary on St. Thomas’ Summa of
Theology 1508, which promoted a renewal of interest in Scholastic and Thomistic
philosophy during the sixteenth century. In agreement with Aquinas, Cajetan
places the origin of human knowledge in sense perception. In contrast with
Aquinas, he denies that the immortality of the soul and the existence of God as
our creator can be proved. Cajetan’s work in logic was based on traditional
Aristotelian syllogistic logic but is original in its discussion of the notion
of analogy. Cajetan distinguishes three types: analogy of inequality, analogy
of attribution, and analogy of proportion. Whereas he rejected the first two
types as improper, he regarded the last as the basic type of analogy and
appealed to it in explaining how humans come to know God and how analogical
reasoning applied to God and God’s creatures avoids being equivocal. Gaetano. Cajetanus.
Caietanus Vio. Cajetano Vio. Caetano Vio. Gaetano Vio. Al secolo: Giacomo De
Vio. Jacopo De Vio. Tommaso De Vio. Cardinal Caetano. Cardinal Gaetano. Tommaso
De Vio da Gaeta, detto il Gaetano. Vio. Keywords: analogia, commentary on Porphyry
on Aristotle’s categories, the example of ‘healthy’ – Grice, “Focal unity”,
“Aristotle on the multiplicity of ‘being’” – ‘healthy’ – an animal is healthy –
various types of analogy. Unfortunately, the Germans focus more on his the
saint’s fight with Luther!” Refs.: Luigi Speranza, “Grice e de Vio” – Luigi Speranza,
“Grice e Vio: Le categorie” -- The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia. #vio https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4420382827973678 #griceevio https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703156585/in/photolist-2mLQc9e-2mLKDFo-2mLKDE1-2mLKDEG-2mLKDFD-2mLKDDK-2mLFyhm-2mLP7qc-2mLKDES-2mLQc8c-2mLP7qx-2mLFyio-2mLKDEm-2mLQc8H-2mLFygK-2mLM74J-2mLM72u-2mLQdrQ-2mLP9qE-2mLFBT9-2mKNvpt-2mKxbL6-2mKfD5h-2mKk5pG-2mKh56j-E4u3XA-QwGRg8-Qwzjnt-26SLQJq-Dnva4y-CYyfnZ-CzwVom-DpPBNr-CzzzWQ-CzDRZT-DnpMHh-CzGjJa-D5XFWd-D5YaQE-D5Wmju-CYzKFB-DpPAPn-DnpvF7-DpMLQZ-Dx59M4-CzzbaG-DpKKeB-DpMFX2-D5S2Z1-DnuNE7
Grice e Virno – una popolazione di due -- filosofia ed
azione – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Essential Italian philosopher. Grice: “Virno, like me, is a
semiotician.” Filosofo. Di orientamento operaista, docente di
filosofia a Roma. Tra i principali esponenti dell'organizzazione della sinistra
extraparlamentare Potere Operaio, il suo nome ricorse nelle cronache dei
cosiddetti "anni di piombo" in Italia. Fu arrestato e detenuto in
prigione per diversi anni sino alla sua definitiva assoluzione. Nel corso della
detenzione elaborò il suo pensiero che trovò espressione nella rivista Luogo
comune. «Democrazia è il fucile in spalla agli operai», slogan attribuito
a Potere Operaio «Mi sono formato politicamente a Genova, dove la mia famiglia
viveva e io facevo liceo. Genova era esposta all’influenza di Torino, dove vi
furono le prime occupazioni nel ’67; quindi nell’estate di quell’anno si
mobilitarono gli studenti medi (più vivaci di quelli universitari, che invece
erano in contatto con le organizzazioni tradizionai dei partiti, UGI e via
dicendo). Come studenti medi fondammo dunque il Sindacato degli Studenti,
che fece i primi scioperi su tematiche già sessantottesche, la lotta
all’autoritarismo, solidarietà con gli studenti greci dopo il golpe dei
colonnelli e quant’altro... nell’autunno sempre per un trasferimento della
famiglia, sono venuto ad abitare a Roma, e di lì a non molto ho preso contatti
e rapporti con il gruppo che sarebbe diventato Potere Operaio, che allora
sostanzialmente nella capitale era il gruppo delle facoltà scientifiche...
Entro in Potere operaio dopo gli episodi cruciali della primavera a
Torino.» Lavora a Milano come insegnante all'Alfa Romeo di Arese e
all'Innocenti, organizzando anche azioni collettive nelle fabbriche sino alla
dissoluzione di Potere operaio nel Presenta la sua tesi di laurea sul concetto
di lavoro e la teoria della coscienza di Adorno e partecipa attivamente alle
manifestazioni ad opera dei lavoratori precari e di altri emarginati. Fonda
Metropoli organo ideologico del movimento politico. Nell'ambito
dell'inchiesta giudiziaria nota come "7 aprile", la redazione della
rivista viene accusata di appartenere in blocco all'organizzazione eversiva
«costituita in più bande armate variamente denominate». «siamo arrestati
io, Castellano, Maesano e Pace (che però sfugge all’arresto, di nuovo, giuro,
non per sagacia). Noi siamo arrestati, poi ci fanno confluire, ritroviamo gli altri
nel cortile di Rebibbia, nel braccio speciale, stiamo un po’ di mesi lì, poi
c’è la diaspora, cioè il Ministero ordina di mandare ognuno di questi detenuti
in un carcere speciale diverso, perché ovviamente, tramite avvocati, visite,
benché ci fosse il regime di braccio speciale, quello era diventato una specie
di luogo in cui si elaboravano documenti, lettere a giornali, si faceva
campagna politica, c’erano state delle lotte interne. Quindi, c’è la
diaspora, io vado a Novara, Oreste va a Cuneo, quell’altro va a Favignana,
quell’altro ancora da un’altra parte. Comincia questo giro negli speciali, e ci
ritroviamo non tutti ma in parte nel carcere di Palmi, carcere per soli
politici o per detenuti comuni completamente politicizzati, una specie di
“Kesh”. Là dentro c’e una situazione curiosa, anche molto spettacolare, perché
si incontrano assolutamente tutti. Infatti, per un primo periodo con i compagni
delle BR o con Alunni o quelli dei NAP, si pensò anche di approfittare di
questa situazione per avviare una discussione larga, di carattere
"costituente": però, il problema è che anche lì c’è il fatto che i
più spregiudicati di loro, come Curcio, erano d’accordo, avevano capito di aver
perso l’essenziale, cioè il cambio di paradigma, cioè il fatto che i giovani
operai erano non più riconducibili, altri invece no. Riassumendo in breve, la
mia detenzione fu un anno, poi due anni liberi in cui curai la serie continua
di Metropoli nell’81, due anni ancora di carcere, condanna a 12 anni in primo
grado, un anno di arresti domiciliari... l’assoluzione (insieme a tanti altri
imputati) du la conferma. La travagliata esperienza politica e esistenziale di
questi anni sarà trasfusa da Virno nella pubblicazione di Luogo Comune una
rivista dedicata all'analisi della vita nella situazione sociale del
"postfordismo". Lascia il lavoro di editore della rivista per
insegnare filosofia a Urbino e filosofia del linguaggio, semiotica ed etica
della comunicazione a Calabria da dove si trasferisce a Roma. Convinto della
necessità di un nuovo linguaggio della politica che chiarisca le trasformazioni
economiche, sociali e culturali che da più di un decennio caratterizzano le
società occidentali, introduce nella “Grammatica della moltitudine” una
riflessione sul contrasto tra i termini di popolo e moltitudine che generano
una accesa polemica teorico-filosofica. Quando avvenne la formazione degli
stati nazionali fu l’espressione “popolo” a prevalere. Virno si domanda se non
sia venuto il tempo di restaurare l'altro concetto della moltitudine. La
multitude è quell'insieme di persone che nell'azione politica e in quella
economica, pur agendo collettivamente non perdono il senso della propria
individualità, resistendo sempre alla riduzione a unica massa informe com'è nel
termine di "popolo". La moltitudine è dunque la base delle libertà
civili. In contrapposto, moltitudine e una pluralità che non si
sintetizza nell'uno, il più grave pericolo per l'autorità dello Stato che esercita
il «supremo imperio». Dopo i secoli del “popolo” e quindi dello Stato
(Stato-nazione, Stato centralizzato ecc.), torna infine a manifestarsi la
polarità contrapposta, abrogata agli albori della modernità. La moltitudine
come ultimo grido della teoria sociale, politica e filosofica? Forse.” Opere:
“L'idea di mondo: intelletto pubblico e uso della vita” (Editore: Quodlibet);
“Saggio sulla negazione: per una antropologia linguistica” (Editore: Bollati
Boringhieri); “E così via, all'infinito: Logica e antropologia” (Boringhieri),
“Motto di spirito e azione innovative: per una logica del cambiamento”
(Boringhieri); “Quando il verbo si fa carne: linguaggio e natura umana” (Boringhieri);
“Scienze sociali e natura umana -- facoltà di linguaggio, invariante biologico,
rapporti di produzione” (Rubbettino); “Grammatica della moltitudine. Per una
analisi delle forme di vita contemporanee” (Editore: DeriveApprodi); “Esercizi
di esodo. Linguaggio e azione politica” (Ombre Corte); “Il ricordo del presente.
Saggio sul tempo storico” (Editore: Bollati Boringhieri); “Parole con parole: poteri
e limiti del linguaggio” (Donzelli); “Mondanità. L'idea di «Mondo» tra
esperienza sensibile e sfera pubblica” (Manifestolibri); “Convenzione e materialism”
(Theoria). Roma Tre Intervista, Hecceitas.
Questo termine è entrato nel linguaggio corrente per indicare un insieme di
caratteristiche economiche, sociali e istituzionali del nostro presente,
avvertite pessimisticamente come profondamente diverse rispetto al nostro
recente passato e in genere come molto negativamente mutate. Fordismo e
postfordismo. Qualche dubbio su alcune certezze della sinistra italiana. Protagonisti.
Grammatica della moltitudine. Per una analisi delle forme di vita contemporanee”
(DeriveApprodi); “Anni di piombo: potere operaio"; Lessico postfordista:
dizionario di idee della mutazione. Feltinelli, sito "Filosofico.net".
Virno. Keywords: due e moltitudine,
linguaggio e azione, linguaggio, base biologica, invariante biologica, rappori
di produzioni, natura umana, el verbo fatto carne. Refs.: H. P. Grice Papers,
Bancroft MS. Luigi Speranza, “Grice e Virno”; “Grice e Virno: la conversazione:
una popolazione di due!” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria #virno https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4635750753103550 #griceevirno https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701474357/in/photolist-2mLFz6k-2mLFz5y-2mLKErr-2mLM7N9-2mLFz5i-2mLQcSt-2mLKErw-2mLFz6f-2mLM7PB-2mLM7Pb-2mLKEsD-2mLKEsy-2mLM7NE-2mLQcQV-2mLQcRM-2mLKErg-2mLP87x-2mLP88e-2mLQcR6-2mLQcR1-2mLP88Q-2mLFz5P-2mLKErB-2mLFz41-2mLFz4b-2mKJTNA
Grice e Viroli: res pubblica – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Forlì). Essential Italian philosopher.Actually
“Viroli-Cavalieri”? Grice, “I shall be fighting soon.” “The loyalty for one’s
country is not based on evidence.”Maurizio Viroli
(Forlì), filosofo. Durante il settennato di Carlo Azeglio Ciampi ha servito la
Presidenza della Repubblica Italiana. Attualmente è Professore a a Lugano. I
suoi campi di ricerca sono la Filosofia politica e la Storia del Pensiero
politico. I suoi autori di riferimento sono Machiavelli, Rousseau, Mazzini,
Croce, Carlo Rosselli e Nello Rosselli. La sua ricerca si basa sul metodo
contestualista di Quentin Skinner a cui ha apportato alcune innovazioni. Il
suoi riferimenti politico-ideali sono il Repubblicanesimo e l'Azionismo (Partito
d'Azione). Alle numerose pubblicazioni scientifiche affianca l'attività di
saggista e quella di editorialista. Collabora e ha collaborato ad alcune
testate giornalistiche, tra cui La Stampa, il Sole 24 ORE e Il Fatto Quotidiano.
Maurizio Viroli ha frequentato il Liceo scientifico statale Fulcieri Paulucci
di Calboli di Forlì. Come egli stesso racconta nel libro L'autunno della
Repubblica, per mantenersi agli studi ha lavorato fin da giovanissimo come
garzone di bottega, come cameriere d'albergo e come operaio presso lo
zuccherificio della sua città. Di quegli anni dice:" [...] quando ero
bambino abitavo a Forlì con i miei genitori, in via Archimede Mellini, in un
appartamento angusto e freddissimo, riscaldato soltanto da una stufa a gas
tenuta, per la nostra povertà, sempre con la fiammella azzurrognola al
minimo." Al termine degli studi liceali si è iscritto alla facoltà
di Lettere e Filosofia dell'Bologna. Nel 1976 si è laureato magna cum laude in
Filosofia con una tesi dal titolo Metodo e Sistema in Engels. Svolve il
Servizio di leva a Casarsa della Delizia, in Friuli-Venezia Giulia. Il
ritorno alla vita civile è stato all'insegna del precariato. Percepiva un
piccolo salario organizzando convegni e lavorando come redattore alla rivista
Problemi della transizione presso Istituto Gramsci di Bologna. è stato
ammesso al dottorato di ricerca presso l'Istituto Universitario Europeo di
Firenze. Di fronte alla commissione composta dai Maihofer, Skinner, Bobbio,
Cranston, e Moulakisha, ha discusso la tesi “La società bene ordinata” pubblicata
per Il Mulino. Ha perfezionato la sua formazione svolgendo attività di ricercar.
Insegna comunicazione politica alla Svizzera. Dirige il Laboratorio di Studi
civili, Svizzera italiana. Finanziamento del Fondo Svizzero per la
Ricerca Scientifica con il progetto di ricerca che prevede l'impegno di un
folto gruppo di ricercatori. I suoi interessi di studio ruotano intorno
alla Filosofia politica e alla Storia del Pensiero politico. Studia il
Repubblicanesimo nella sua accezione classica da Machiavelli a Rousseau e in
quella contemporanea. Si occupa di religione e politica, di retorica classica,
libertà e tirannide, di patriottismo e nazionalismo, di etica civile, di
diritti e doveri. Pone particolare attenzione ai fondamenti della convivenza
civile. I suoi periodi storici di riferimento sono il Rinascimento, il
Risorgimento e l'Antifascismo. I suoi autori di riferimento sono Machiavelli,
Rousseau, Mazzini, Croce, Carlo e Nello Rosselli. Come impegno civile si
occupa di Educazione civica e della difesa e dell'attuazione della Costituzione
della Repubblica Italiana. Ha collaborato con la Direzione Generale
dell'Ufficio Scolastico Regionale per le Marche a progetti di Educazione alla
Cittadinanza. Fonda il Master in Civic Education presso l'associazione Ethica
di Asti. Co0ordinato e diretto progetti di Educazione civica per la Fondazione
per la Scuola della Compagnia di San Paolo. Dirige un progetto a San Marino.
Dirige il progetto Lezioni di Casa Cervi-Scuola di Etica civile presso Casa
Cervi. Ha preso parte attivamente alle campagne referendarie svoltesi in
occasione del referendum costituzionale, contro la riforma proposta dal
centro-destra, e del referendum costituzionale del, contro la cosiddetta riforma
costituzionale Renzi-Boschi. Ha collezionato inviti e incarichi di
insegnamento presso prestigiose istituzioni culturali. Insegna a Pisa, Trento,
Molise, Ferrara, Catania ed Urbino. Collabora con Milano e la Scuola Superiore
della Pubblica Amministrazione, Scuola superiore di polizia, Fondazione per la
Scuola della Compagnia di San Paolo, il Collegio Carlo Alberto e l'Associazione
Nazionale Comuni Italiani, la Fondazione Alcide Cervi presso Casa Cervi. Spiega
la le sua posizione politica. Non sono soltanto uno studioso del
repubblicanesimo, mi sento repubblicano. Amo il princìpio della reppublica e
cerco di applicarli nella vita e nell’analisi dei fatti politici e sociali. Più
oltre, in riferimento a Ciampi racconta. La prima volta che lo incontro provo la
sensazione di trovarmi di fronte ad un uomo di straordinaria energia morale,
l’esempio vero della migliore cultura del Risorgimento e dell’azionismo.
Rammento ancora le parole che mi dice dopo aver ascoltato con attenzione la mia
considerazione sul significato del concetto di amor di patria. Quello che lei
dice l’ho sempre sentito e vissuto nella mia coscienza. Fu allora che realizzai
che io sono prima uno studioso di repubblicanesimo e poi un repubblicano. Ciampi
è repubblicano nell’intimo della coscienza: repubblicano e azionista. Anzi,
credo, repubblicano perché azionista. Anche l'anti-fascismo é rilevante nel suo
patrimonio ideale. Trovo in Croce, Rosselli, Parri, Rossi, Calamandrei per
citare soltanto i nomi più noti non solo idee e argomenti in perfetta sintonia
con il mio anti-fascismo assoluto e intransigente, ma anche e soprattutto le
più convincenti riflessioni sulle ragioni della fragilità della libertà
italiana. Il patriottismo”si oppone al nazionalismo, anzi, ne è l'antidoto.
Ancora ne “L'Autunno della Repubblica” si legge a proposito del “Per amore
della patria”. n Italia abbiamo una tradizione di patriottismo di straordinario
valore morale e politico, la migliore che io conosca. Mi riferisco in primo luogo
al patriottismo di Mazzini, fondato sul principio che la patria non è il
territorio bensì un principio di libertà, e al patriottismo degli anti-fascisti
di “Giustizia e Libertà”, concordi nell’affermare che la nostra patria coincide
con il mondo morale delle persone libere non e poi idea tanto peregrina
sostenere che il patriottismo repubblicano e il mezzo più efficace per
combattere la marea del nazionalismo che cominciav a montare. Credo sia troppo
tardi”. Infine, ci spiega il suo relativismo. Sulle questioni etiche sono stato
sempre un convinto relativista, con comprensibile scandalo di molti. Se il
dovere esiste soltanto là dove la coscienza morale personale lo riconosce come
tale, segue necessariamente che ci sono persone che riconoscono quali loro
doveri determinati princìpi, altre che riconoscono quali loro doveri princìpi
diversi, se non del tutto opposti. Il pluralismo e il contrasto dei doveri sono
sotto gli occhi di tutti. Ad alcuni il dovere indica il servizio e la pratica
della carità, ad altri la pura e semplice affermazione di sé stessi, anche a
costo di usare altri esseri umani come mezzi. La ragione, tante volte invocata
quale guida sicura all’agire umano, non detta i fini ma solo i mezzi. Lo spiega
in modo esemplare un filosofo morale completamente dimenticato, Juvalta. La ragione
per sé non comanda nulla. Né l’egoismo né l’altruismo. Né la giustizia. La
ragione cerca, e mostra, se le riesce, i mezzi che servono a conservar la vita
a chi la vuol conservare, a distruggerla a chi la vuol distruggere. La ragione
addita ai pietosi le vie della pietà, ai giusti le vie della giustizia, e le
vie del proprio tornaconto agli uomini senza scrupoli. Ma l’egoismo non è per
sé più ‘razionale’ dell’altruismo, né il regresso più razionale del progresso.
Né la conservazione dell’individuo più razionale di quella della specie. Né
l’utile proprio più razionale che l’utile della collettività. Razionale non e
il fine, ma la relazione del mezzo al fine. Ed è così ragionevole che dia la
vita per un’idea chi pregia più l’idea che la vita, come che taccia la verità
per un ciondolo chi ama più i ciondoli che la verità. Consulente della
Presidenza della Repubblica Italiana per le attività culturali durante il
settennato di Ciampi. Collabora con la Presidenza della Camera dei Deputati
durante la presidenza di Violante. Coordinatore del Comitato Nazionale per la
Valorizzazione della Cultura della Repubblica presso il Ministero
dell'Interno. Presidente dell'Associazione Mazziniana. Ufficiale
dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinaria;
Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana di iniziativa del
Presidente della Repubblica» Saggi: “Nazionalisti e patrioti” (Roma-Bari,
Laterza); “Etica del servizio e etica del commando” (Napoli, Scientifica); “L’autunno
della repubblica” (Roma, Laterza); “La redenzione dell’Italia: sul principe” (Roma,
Laterza); “Il sorriso di Machiavelli” (Roma, Laterza); “Scegliere il principe:
i consigli di Machiavelli al cittadino elettore” (Roma, Laterza); “L’Intransigente”
(Roma, Laterza); “Le parole del cittadino” (Roma, Laterza); “La libertà dei
servi” (Roma, Laterza); “Lo scrittore di ricami” (Reggio Emilia, Diabasis); “Come
se Dio ci fosse: religione e libertà nella storia d’Italia” (Torino, Einaudi);
“Machiavelli filosofo della libertà” (Roma, Castelvecchi); “L’Italia dei doveri”
(Milano, Rizzoli); “Il dio di Machiavelli e il problema morale dell’Italia” (Roma,
Laterza); “Dialogo intorno alla repubblica” (Roma, Laterza); “Il sorriso di Machiavelli”
(Roma, Laterza); “Per Amor alla Patria: patriottismo e nazionalismo nella
storia” (Roma, Laterza); “Dalla politica alla ragion di stato” (Roma, Donzelli);
“L’etica laica di Juvalta” (Milano, Angeli); “La civiltà statuale’, in
Francesco Di Donato Cultura civica e civiltà statuale, Bologna, Il
Mulino. ‘Libertà e profezia in Machiavelli’, Machiavelli e i confini del
potere” (Milano, Mimesis); “La passione civile e la scienza politica di
Sartori’, Protagonisti sempre. Un secolo di storia visto con gli occhi dei ragazzi,
Reggio Emilia, Imprimatur ‘Prefazione’, in Carlo Mosca, Il prefetto e l’unità
nazionale, Napoli, Editoriale Scientifica. ‘Skinner’, ‘God’ and ‘Macaulay’, Enciclopedia
machiavelliana” Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Vita di
Machiavelli” (Roma, Castelvecchi); “La tradizione del Risorgimento” (Roma,
Castelvecchi); “Se è libero bisogna che creda”; “Cinque variazioni sul credere”
(Torino, Abele); “L’attualità del principe”; “Il principe e il suo tempo” (Roma,
Complesso del Vittoriano, Salone centrale, Roma, Istituto della Enciclopedia
Italiana); “La moralità della Resistenza: l’esperienza del partigiano Bosco” (Benevento,
Associazione Terre dei Gambacorta); “Dalla patria allo Stato. Una biografia
intellettuale di Spaventa” (Roma, Laterza); “‘La costituzione repubblicana: un
manuale di educazione civica’, in Lessico civico: teorie e pratiche della
cittadinanza, Reggio Emilia, Diabasis); “Le origini meridiane del
repubblicanesimo’, Ethos repubblicano e pensiero meridiano” (Reggio Emilia,
Diabasis); “La dimensione religiosa del risorgimento -- Cristiani d’Italia.
Chiese, società, stato” (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana); “La
libertà politica è un bene fragile’, Lettera internazionale. Rivista trimestrale
europea); “Ragione e passioni nell’educazione civica -- Questioni civiche.
Forme, simboli e confini della cittadinanza” (Reggio Emilia, Diabasis); “La
Costituzione: il pilastro di cristallo” (Napoli, Pitagora); Machiavelli, il
carcere, Il Principe’, in Gli anni di Firenze, Roma-Bari,. in La
Costituzione ieri e oggi. Roma, Atti dei Convegni Lincei Roma, Bardi); “Etica e
diritto: la forza intelligente per sconfiggere la violenza’ in Regione
Piemonte, Piano regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e
per il sostegno alle vittime. ‘Religione e libertà nella Democratie en
Amérique’, Fra libertà e democrazia: l’eredità di Tocqueville e J. S. Mill,
Milano, Franco Angeli. ‘Una nuova utopia della libertà’, Quaderni del
Circolo Rosselli, ‘Machiavelli’s Realism’, Constellations, ‘Religione”; “Tutte
le ragioni del liberalismo’, Dove Ratzinger sbaglia”; “Machiavelli oratore”; “Machiavelli
senza i Medici, scrittura del potere, potere della scrittura. Atti del convegno
di Losanna (Roma, Salerno); ‘Due concetti di religione civile’, in Maurizio
RidolfiRituali civili: storie nazionali e memorie pubbliche nell’Europa
contemporanea, Roma, Gangemi. ‘Patriottismo e rinascita civile’, Aspenia,
in Mazzini, Scritti politici” (Torino,
UTET); “Che cos’è l’uomo? Raccolta di giovani pensieri, Senigallia, MIUR, Le
Marche); “Repubblicanesimo”; “Dizionario di Politica” (Torino, UTET); “Libertà
democratica, libertà repubblicana e libertà socialista”; “Repubblicanesimo
democrazia socialismo delle libertà”; “Incroci” per una rinnovata cultura
politica” (Milano, Angeli); “Il lavoro nobilita l’uomo e l’impresa’, Impegno. Mensile
di cultura sociale”; “Della lontananza’, La saggezza del vivere. Tracce di
etica” (Reggio Emilia, Diabasis); “Repubblicanesimo e Costituzione della Repubblica’
Almanacco della Repubblica: storia d’Italia attraverso le tradizioni, le
istituzioni e le simbologie repubblicane, Milano, Bruno Mondadori.
‘Europa contro america?’, Il pensiero mazziniano, ‘Dio nella costituzione’, Il
pensiero mazziniano, Con Norberto Bobbio, ‘Sul rientro dei savoia’, Il pensiero
mazziniano, ‘Scrivere la costituziuone. L’esempio della storia americana’, Il
pensiero mazziniano”; “Il despota e il tiranno si sono fatti furbi’, Il
pensiero mazziniano, ‘Il repubblicanesimo di Machiavelli”; ‘Le ragioni di un
dibattito’, Politica e cultura nelle repubbliche italiane dal Medioevo all’età
moderna: Firenze, Genova, Lucca, Siena, Venezia. Atti del convegno (Siena),
Roma, Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea. ‘Giù le
mani da Carlo Cattaneo’, Il pensiero mazziniano, ‘Questioni attorno al
repubblicanesimo”; “Il pensiero mazziniano”;
“Repubblicanesimo, liberalismo e comunitarismo”; Filosofia e questioni pubbliche;
“Machiavelli’, Il pensiero politico. Idee, teorie, dottrine. Età moderna” (Torino,
UTET); “La repubblica romana’, Il pensiero mazziniano, ‘Repubblicanesimo’, ‘La sinistra non scordi la Patria’, Il
pensiero mazziniano, ‘I guerrieri di
Dio: chi sono i theoconservatori che scendono in lotta contro aborto, eutanasia
e gay’, La Stampa, ‘L’arcipelago
progressista: l’orgogliosa cultura liberal, fra battaglie per le minoranze,
ambientalismo e progetti per riprendere il New Deal’, La Stampa, “Discussione
americana e caso italiano”; “Piccole patrie, grande mondo” (Roma, Donzelli); “Il
significato storico della nascita del concetto di ragion di stato’, Aristotelismo
politico e ragion di Stato. Atti del Convegno a Torino” (Firenze, Olschki); “Patrioti
o Traditori?”; “L’Indice”; “Il ritorno della nazione’, I democratici,
‘L’etica politica ciceroniana e il suo significato moderno’, Nuova Civiltà
delle Macchine, ‘La cattiva retorica dell’autonomia della politica’, Il Mulino,
‘Nazionalismo e patriottismo’, Il Mulino); “Una filosofia civile tra comunitari
e liberali’, Ragioni Critiche, ‘Introduction’, in Quentin Skinner, Le
origini del pensiero politico moderno” (Bologna, Il Mulino); “L’Indice”; “Machiavelli
e Rousseau: i dilemmi della politica republicana”; “Teoria Politica, ‘“Revisionisti”
e “ortodossi” nella storia delle idee politiche”, Rivista di filosofia); “Dovere
morale e pluralismo etico in Juvalta’, Rivista di Storia della Filosofia); “La
“Morale dei Positivisti” e l’etica del socialismo’, L’età del positivismo” (Bologna,
Il Mulino); “Il Marxismo e l’ideologia del socialismo italiano’, Despotismo e
cittadini’, Transizione, Juvalta e la teoria della giustizia, Rivista di
filosofia, ‘Labriola “filosofo del
socialismo”’, Giornale critico della filosofia italiana, ‘Aspetti della
recezione di Engels in Italia. Tra socialismo scientifico e crisi del marxismo”;
“L’Antidühring: affermazione e deformazione del marxismo? Annale V della
Fondazione Issoco” (Milano, Angeli); “Il problema dell’etica razionale in
Juvalta’, “Studi sulla cultura filosofica italiana” (Bologna, CLUEB); “Etica e
marxismo. A proposito di una recente discussione’, Problemi della Transizione”;
“Socialismo e cultura, 'Studi Storici”; “Il dialogo fra Engels e Labriola”; “Critica
marxista”; “Nella crisi del positivismo: la ricerca teorica del divenire sociale”
(Giornale critico della filosofia italiana); “Filosofia e politica nell’Engels di
Mondolfo’, Pensiero antico e pensiero modern” (Bologna, Cappelli); “Wellness.
Storia e cultura del vivere bene” (Milano, Sperling & Kupfer); “Libertà
politica e virtù civile”; “Significati e percorsi del repubblicanesimo classico”
(Torino, Agnelli); “Lezioni per la repubblica: la festa è tornata in città” (Reggio
Emilia, Diabasis); “Ascesa e declino delle repubbliche” (Urbino, Quattro Venti);
“L'Autunno della Repubblica” (Laterza); “Per Amore della patria. Patriottismo e
nazionalismo nella storia” (Laterza); Quirinale: maurizioviroli. blogspot.com. issuu.com/edizioni-in-magazine/docs/forli Enciclopedia
multimediale delle scienze filosofiche della RAI profilo biografico da Ethica Forum profilo
dall'Università della Svizzera italiana Nello Ajello, Quanti servi in giro per
l'Italia, recensione a La libertà dei servi, la Repubblica, La libertà dei
servi, Associazione Labini; “La libertà dei servi; L'intransigente, da
Fahrenheit del Radio Tre. Viroli. Keywords: ragion di stato, repubblica,
repubblicanismo, la repubblica romana, la morte della repubblica romana,
l’assassinio di Giulio Cesare, Catone Uticense, la repubblica romana, del re
Romo alla repubblica romana, il ratto di Lucrezia – republicanism e principato,
la repubblica romana, il gusto per l’antico; quasi-contratto, il sorriso di
Macchiavelli. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft MS, Luigi Speranza, “Grice e
Viroli: Contrattualismo e quasi-contrattualismo” – Luigi Speranza: “Il sorriso
di Viroli: Grice e Machiavelli ironista” -- The Swimming-Pool Library, Villa
Speranza, Liguria. #viroli https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4635626396449319 #griceeviroli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703160970/in/photolist-2mLQdrQ-2mLKEZA-2mLP8Gf-2mLP8FU-2mLP8Fo-2mLQdqn-2mLP8Ft-2mLKEYZ-2mLKEYJ-2mLP8FD-2mLM8nR-2mLQdq7-2mLP8Em-2mLFzzg-2mLM8nL-2mLFzzb-2mLP8Ew-2mLKEXX-2mjy7tc-9j8mNo-LRNoHP-KQPArj-eSWyTf-m4tXnB-8FhbQe-La6pSW-a7WyTW-LhNq3u-2m8rhHv-7pgDo7-nB25oQ-m1aKcY-m1aNRS-m1a1Lp-3f6Qug-7pcaqn-odWMRT-7BKxYV-7BPmmC-7BPmd3-7BPkZG-7BPkwC-7BPkmA-7BKy7a-7BKxRH-7BKxsp-7BKxbz-7BKzTv-7BPmQN-7BKzKD
Grice e Vittielo – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). “Come la lingua degl’eroi
divide gl’eroi dagl’uomini, così la lingua volgare divide i filologi dai
filosofi. La lingua volgare, comune a ogni uomo, non riusce a descrivere la
natura e le proprietà delle cose, sorge la scissione tra i filosofi che si
dettero ad investigare sulla natura delle cose, e i filologi che invece
investigano sulle origini delle parole. Così la filosofia e la filologia che sono
nate tutte e due dalla lingua degl’eroi, vennero ad essere divise dalla lingua
volgare o commone. Essential Italian
philosopher. Filosofo. Insegna a Salerno. Studioso di
Vico, dell'idealismo e del pensiero di Nietzsche e Heidegger in rapporto con la
filosofia romana, elabora una teoria ermeneutica, una ‘topo-logia,’ fondata su
una re-interpretazione del concetto di spazio come orizzonte trascendentale
dell'operare umano. Gli sviluppi della topologia riguardano in particolare la
genealogia della communicazione. Affronta più volte la fede da un punto di
vista laico. Fonda “Paradosso.” Collabora a “Filosofia” (Laterza) e a numerose
altre riviste specialistiche del settore filosofico, tra cui “aut aut.” Dirige “Il
pensiero”. Collabora all'Annuario Filosofia e all'Annuario sulla Religione.
Pubblica in Teoria, ed altre ancora. Svolge un'intensa attività pubblicistica
su quotidiani e periodici. Ha tenuto cicli di conferenze e seminari. Saggi:“Filosofia
della pratica e dottrina politica in Croce” (Napoli); “Etica e liberalismo in
Croce” (Napoli); “Il carattere discorsivo del conoscere” (Napoli); “Antoni
interprete di Croce” (Napoli, Storiografia e storia nel pensiero di Croce,
Libreria Scientifica, Napoli, “Sentimento e relazione nell’empirismo” (Napoli);
Storiografia e storia in Croce, Napoli, “Il nulla e la fondazione della storicità”
(Argalia, Urbino); “Dialettica ed ermeneutica” (Guida, Napoli); “Utopia del nichilismo,
Guida, Napoli); “Studi Heideggeriani” (Roma); “Ethos ed eros” (ESI, Napoli);
“Logica e storia in Hegel” (Napoli); “Il problema del cominciamento, Guida,
Napoli; “Hegel e la comprensione della modernità”; “Topologia del moderno,
Marietti, Genova, “La voce riflessa”; “Logica ed etica della contraddizione” Lanfranchi,
Milano, Elogio dello spazio. Ermeneutica
e topologia, Bompiani, Milano, Cristianesimo senza redenzione, Laterza,
Roma-Bari, Non dividere il sì dal no. Tra filosofia e letteratura” (Laterza,
Roma); “Filosofia teoretica: le domande fondamentali: percorsi e
interpretazioni, Milano, “La favola di Cadmo” (Laterza, Roma); “Vico e la topologia”
(Cronopio, Napoli); “La vita e il suo oltre: sulla morte” (Roma); “Il Dio
possibile, esperienze di cristianesimo” (Città Nuova, Roma); “Hegel in Italia”
(Milano); “Dire Dio in segreto” (Roma); Cristianesimo e nichilismo:
Dostoevskij-Heidegger, Morcelliana, Brescia Estetica e ascesi, Modena, E pose
la tenda in mezzo a noi, AlboVersorio, Il Decalogo. Ricordati di Santificare le
feste; I tempi della poesia. Ieri/oggi” (Mimesis, Milano); “Dipingere Dio” (AlboVersorio);
“Vico. Storia, linguaggio, natura, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); “Ripensare
il cristianesimo-De Europa, Ananke); “Oblio e memoria del sacro, Moretti &
Vitali, Bergamo, “Grammatiche del pensiero: dalla kenosi dell'io alla logica
della seconda persona” (ETS, Celan), Heidegger (Mimesis, I comandamenti. Non dire falsa testimonianza,
Il Mulino, L'ethos della topologia. Un
itinerario di pensiero” (Lettere, Firenze); Paolo e l'Europa. Cristianesimo e
filosofia” (Città Nuova, Roma); “L'immagine infranta,” Linguaggio e mondo in Vico”
(Bompiani, Milano);“Vico: tra storia e natura,” in aut aut); “Complessità e
aporie del moderno, in Filosofia politica; “Dall'ermeneutica alla topologia, in
aut aut; “Goethe interprete della modernità” in aut aut; “Per amicizia: Epochè
e metafora”; in aut aut, Sentire le Radici, la Terra stessa, in aut aut; “Zanzotto,
ovvero: la poesia come genealogia della parola in aut aut; “Redaelli, Il nodo
dei nodi; L'esercizio del pensiero in Vattimo, Vitiello, Sini, ETS, Pisa, Luoghi
del pensare” (Mimesis, Milano); Enciclopedia multimediale delle scienze
filosofiche di RAI Educational;"Filosofia". Vittielo. Keywords: la
lingua dell’eroe, la lingua degl’eroi, Lazio, lazini, italiano, volgare,
Lucrezio, confronto vichiano, vicho contro vico, la lingua eroica di Vico. Vico,
semiotica. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft. Luigi Speranza, “Grice e
Vittielo” – “Topologia semiotica di Vico” – “Il Vico di Vittielo” – “Vico e il
segno infranto”, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vittielo https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4634892216522737 #griceevittielo https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702954709/in/photolist-2mLKGro-2mLKGqm-2mLPa8B-2mLKGp9-2mLQeUV-2mLFB8r-2mLFB8G-2mLKGp4-2mLM9QF-2mLQeUj-2mLFB8B-2mLM9QL-2mLPa9d-2mLPa7E-2mLM9R2-2mLPa7V-2mLKGoN-2mLQeVS-2mLM9Pt-2mLQeVm-2mLKGqS-2mLPa9P-2mLPa8r-2mLFB7V-2mLKGq6-2mLKGqg-2mKQh7E-2mKSowv-2mKNUs2
Grice e Volpe: logica come scienza storica – filosofia
Italian – Luigi Speranza (Imola). Essential
Italian philosopher. Filosofo. Si laurea in filosofia
con Mondolfo a Bologna, insegnando dapprima presso il liceo Galvani a Bologna e
il liceo Alighieri a Ravenna, e a Messina. Legato inizialmente alla
tradizione di Gentile, si dedica a questioni strettamente teoretiche e
storico-filosofiche, attestandosi infine su posizioni fortemente
anti-idealistiche. Approda così attraverso la ri-valutazione dell'empirismo e
dell’umanesimo, mantenendo un'impostazione fondamentalmente
dialettico-materialistica in costante confronto critico e polemico soprattutto
con la dialettica hegeliana e l'idealismo post-hegeliano, ma anche con le
correnti positivistiche semiotica, e con l'esistenzialismo. Questa svolta,
testimoniata dal Discorso sull'ineguaglianza, lo conduce a un sempre maggiore
interesse per i problemi della filosofia politica e dell'etica, considerati
comunque in stretto rapporto con le questioni semiotiche. Non abbandona
comunque i propri interessi storico-filosofici. Tra i saggi quello che, oltre
ad aver avuto più ampia diffusione, rappresenta il più perspicuo esempio della sua
capacità di di muoversi con piena consapevolezza critica tra i piani teoretico,
storico e politico, è senz'altro il saggio “Rousseau e Marx.” Il concetto di “libertà”
(cf. Grice, “Freedom”) è perfettamente integrabile con la dottrina di Rousseau,
il quale quindi non sarebbe da considerarsi né tra i teorici della rivoluzione
borghese né tra i nostalgici di una società parcellizzata in piccolissime unità
cittadine, ma tra i più attuali preconizzatori della società egualitaria. Un
altro dei punti nodali del pensiero di Volpe è il tentativo di elaborare una
teoria estetica rigorosamente materialista. Sottolinea il ruolo delle
caratteristiche strutturali e del processo sociale di produzione della ‘espressione’
nella formazione del giudizio estetico e in forte polemica con la dottrina
dell'intuizione di Croce -- da lui considerata in continuità con la tradizione
romantica e misticheggiante, elabora il concetto di gusto come principale fonte
del giudizio estetico. Presenta nella filosofia italiana una posizione contro-corrente.
Saggi:“L'idealismo dell'atto e il problema delle categorie” (Bologna,
Zanichelli); “Le origini e la formazione della dialettica hegeliana”; “Hegel romantico
e mistico” (Firenze, Monnier); “Il misticismo speculativo di Eckhart” (Bologna,
Cappelli); “La filosofia dell'esperienza” (Firenze, Sansoni); “Espressione”
(Bologna, Meridiani); “Il principio di contraddizione e il concetto di sostanza
prima in Aristotele: contributo a una critica dei pensieri logici” (Bologna, Azzoguidi);
“Crisi dell'estetica romantica” (Messina, Anna); “Critica dei principi logici”
(Messina, D'Anna); “Discorso sull'ineguaglianza. Con due saggi sull'etica
dell'esistenzialismo” (Roma, Ciuni); “Emancipazione e tras-mutazione dei valori”
(Messina, Ferrara); “Libertà: saggio di una critica della ragion pura pratica”
(Messina, Ferrara); Studi sulla dialettica mistificata”; “Lo stato moderno
rappresentativo” (Bologna, UPEB); “Umanesimo”; “Studi e documenti sulla
dialettica materialistica, Bologna, Zuffi, “Logica come scienza positive”, Messina-Firenze,
D'Anna, Eckhart o della filosofia mistica, Roma, Edizioni di storia e
letteratura, Poetica del Cinquecento. La poetica aristotelica nei commenti
essenziali degli ultimi umanisti italiani con annotazioni e un saggio introduttivo,
Bari, Laterza, Il verosimile filmico e altri scritti di Estetica, Roma,
Edizioni Film critica, Roma, La nuova
sinistra, Rousseau e Marx e altri saggi di critica materialistica, Roma, Editori
Riuniti, “Critica del gusto” (Milano, Feltrinelli, Chiave della dialettica
storica, Roma, Samonà e Savelli, Umanesimo ed emancipazione, Milano, Sugar, Critica
dell'ideologia contemporanea. Saggi di teoria dialettica, Roma, Editori Riuniti,
Schizzo di una storia del gusto, Roma, Editori Riuniti, Opere, Ignazio
Ambrogio, Roma, Editori Riuniti, Carlo Violi, La Libra, Messina); Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Volpe.
Keywords: critica del gusto per l’antico, il gusto per gl’antichi degl’antichi,
chiave della dialettica storica, la logica come storia. Refs.: H. P. Grice, The H. P. Grice Papers, Bancroft;
Luigi Speranza, “Grice e Volpe: l’espressione” – The Swimming-Pool Library,
Liguria. #volpe https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4630968216915137 #griceevolpe https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701483802/in/photolist-2mLFBT9-2mLMavd-2mLFBRL-2mLFBT4-2mLKH9W-2mLKH9A-2mLMaxs-2mLQfFV-2mLMaxx-2mLKH9F-2mLPaVy-2mLKH9f-2mLKH8J-2mLFBSH-2mLR8fW-2mKTk4n-2mKQba4-2mKP3yh-RcWNwE-2ceLjKb-2dkLH9H-Rfq5Uo-2dpr57R-2ceMC3W-Rfq5Qf-2bX5TFt-2cisBSE-2bX6L2P-2chQVNm-2dgf1BA-RgAsYs-2dgf1Bq-2dkLH9x-2c1bzrc-2bX6L42-RgAsXW-2djXGNh-PC87FB-2mKSfUg-2mKQaRt-2mKJFw1-2doQtst-2c1bzqF-PzCr2z-2chg4Z9-2dgekHJ-2bX5TH2-2chg4ZE-RcWNwj-2ceLjK1
Grice e Volpi – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Vicenza). Essential Italian
philosopher. Filosofo. “Wild clarity” in Heidegger! Professore
a Padova. Borsista della Fondazione Alexander von Humboldt di Bonn, membro
dell'Institut International de Philosophie di Parigi, dell'Istituto veneto di
scienze, lettere ed arti e dell'Accademia Olimpica di Vicenza, fu insignito dei
premi "Montecchio" e "Nietzsche.” Tra le sue numerose
pubblicazioni: “Heidegger e Brentano”; “La rinascita della filosofia pratica in
Germania”; “Heidegger e Aristotele”; “Il nichilismo”; “Guida a Heidegger”; “I
prossimi Titani. Conversazioni con Jünger (con Antonio Gnoli), Dizionario delle
opere filosofiche, “Il Dio degli acidi” Conversazioni con Albert Hofmann (con
A. Gnoli), “L'ultimo sciamano” Conversazioni heideggeriane (con A. Gnoli),
Storia della filosofia dall'antichità a oggi con Enrico Berti. Per
Adelphi curò opere di Schopenhauer, Heidegger e Carl Schmitt. Collaborò al
quotidiano "La Repubblica". Mentre
e in sella alla sua bicicletta a San Germano dei Berici, e investito da un'auto
e cadde in coma irreversibile. Muore il giorno successivo. Commemorato dal
preside Paolo Bettiolo assieme a tutto il corpo docente di Padova. Istituto
veneto di scienze, lettere ed arti
Lorenzo Parolin, Commozione al Bo per l'addio a Volpi Il Giornale di Vicenza.
“Heidegger e Brentano”; “L'aristotelismo e il problema dell'univocità
dell'essere in Heidegger” (Cedam, Padova); “La rinascita della filosofia
pratica” Francisci, Albano/Padova, in Filosofia pratica e scienza politica, Francisci,
Abano/Padova); “Heidegger e Aristotele” (Daphne, Padova); “Il concetto di
decadenza divina; "Filosofia politica", Il nichilismo” (Laterza, Roma);
Guida a Heidegger” (Laterza, Roma); “Hegel e i suoi critici” (Laterza, Roma);“Interprete
del pensiero contemporaneo, Atti dell'incontro internazionale di studio,
Padova, Vicenza, Accademia Olimpica, Atti dell'Incontro internazionale, Lavarone,
Comune di Lavarone;“Il pudore” (Brescia, Morcelliana). Opere su Istituto veneto
di scienze, lettere ed arti. Essere, tempo, esistenza, Associazione Asia, sul
valore e la funzione della filosofia, e sul significato e lo statuto di Essere
e tempo di Heidegger. Volpi. Keywords: dizionario dell’opere filosofico:
Lucrezio, Cicerone, Vico, Croce, Gentile… -- multiplicity of being in Aristotele, univocita dell’essere;
equivocita dell’essere. H. P. Grice, The Grice Papers, Bancroft, MS. Luigi
Speranza, “Grice e Volpi: l’univocita dell’esere” – The Swimming-Pool Library,
Villa Speranza, Liguria. #volpi https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4616557315022894 #griceevolpi https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702568823/in/photolist-2mLMbqp-2mLKJ4G-2mLQgDG-2mLFCKu-2mLMbpn-2mLMbqK-2mLFCJc-2mLPbQe-2mLPbPY-2mLKJ5d-2mLQgED-2mLGn6X-2mLGnHy-2mLR1o4-2mLPVec-2mLPVeH-2mLR1Xf-2mLR1Z4-2mLMUwi-2mLMUxq-2mLMUwd-2mLPVdA-2mLPVQh-2mLPVeh-2mLMVaT-2mLMV9R-2mLGnG6-2mLMVas-2mLGnHi-2mLLsUg-2mLPVR4-2mLGnHd-2mLGnJA-2mLLshQ-2mLGn7D-2mLLsUM-2mLLsUb-2mLLsUm-2mLR1nn-2mLMUw3-2mLLshp-2mLR1Yn-2mLPVR9-2mLGn6S-2mLPVQn-2mLGnJF-2mLLshK-2mLR1Yh-2mLGn7y-2mLR1Ys
Grice e Volpicelli – corpi e corpi -- filosofia fascista -- filosofia italiana – Luigi
Speranza – la filosofia italiana nel veintenno fascista -- (Roma). Grice:
“While Volpicelli does use ‘spirito,’ he means ‘breath of air,’ since he is
ultimately a naturalist, like I am.” Essential Italian philosopher. Grice: “I
read with intereset his early “Nature and spirit.” At that time at Oxford,
there was not much of an Oxford spirit, so it spirited me.” Filosofo. Prese parte come sotto-tenente alla grande guerra.
Si laurea in filosofia sotto Gentile. Insegna a Urbino, Pisa, e Roma. Teorico
del corporativismo integrale. Direttore di "Nuovi studi" e "Archivio
di studi corporative.” Saggi:“Natura e spirito”; “L'educazione politica
dell'Italia”; “I presupposti scientifici dell'ordinamento corporativo”; “Corporativismo
e scienza giuridica”; “La certezza del diritto e la crisi odierna”; “Dizionario
di Filosofia G.Franchi, “Per una teoria
dell'auto-governo” (ESI, Napoli); “Il contributo italiano alla storia del
Pensiero: Diritto, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, su Treccani Enciclopedie
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Volpicelli. Keywords: natura, spirito,
corpi e corpi, corporazione. H. P. Grice Papers, Bancroft. Luigi Speranza,
“Grice e Volpicelli: il naturalismo,” Luigi Speranza: Grice e Volpicelli:
natura e naturalismo” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #volpicelli
https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4634705286541430 #griceevolpicelli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701631262/in/photolist-2mLGn6X-2mLGnHy-2mLR1o4-2mLPVec-2mLPVeH-2mLMUxq-2mLMUwi-2mLR1Z4-2mLPVQh-2mLR1Xf-2mLMUwd-2mLPVeh-2mLPVdA-2mLPVR4-2mLGnHi-2mLLshQ-2mLMVaT-2mLR1Ys-2mLPVdv-2mLMVas-2mLLsUb-2mLLsUm-2mLLsiw-2mLGnG6-2mLLshV-2mLPVes-2mLGnHd-2mLPVR9-2mLR1Yh-2mLLsUM-2mLR1nn-2mLGn7y-2mLGnJF-2mLGn6S-2mLPVQn-2mLMUwP-2mLLshK-2mLMUw3-2mLLshp-2mLR1Yn-2mKSnRx
Grice e
Voltaggio – p v ~p – fondamenti della logica – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Palermo). Essential Italian
philosopher. Grice: “I enjoyed “What Leibniz actually saidand not just
implicated.” “He also clarified Husserl to me.” Filosofo. Si laurea
a Roma sotto Antoni. Insegna a Roma, Mogadiscio e Macerata. Già cappo-ridattore
di “Sapere,” collabora con Il manifesto, Lettera Internazionale (di cui è socio
fondatore), Apeiron, Janus e Medical. Consulente scientifico della Fondazione
Sigma Tau di Roma e dell'Istituto Psiconanalitico per le Ricerche Sociali,
membro del seminario di Filosofia di Senigallia. Saggi: “Fondamenti di logica”
(Milano, Comunità), “La funzione critica” (Roma); “Che cosa ha veramente detto
Leibniz” (Roma, Ubaldini); “Scienza” (Milano, Comunità), “I filosofi e la
storia” (Milano, Principato); “L'arte della guarigione nelle culture umane” Torino,
Bollati Boringhieri); “Il medico nel bosco, Roma, Di Renzo); “La medicina come
scienza filosofica” (Lezioni Italiane), Roma, Laterza; Italia Mediterranea. “I
flussi migratori nelle principali città rivierasche” (Roma, Edup); “Antigone
tradita. Una contraddizione della modernità: libertà e Stato nazionale (Roma, Internazionali
Riuniti); “I paradossi dell'infinito” (Milano, Feltrinelli); “Epistemologia e
politica della ricerca” (Roma, Armando; “L'evoluzione di un evoluzionista” Roma,
Armando; “La conoscenza inespressa” (Roma), Armando; “L'ora della
socio-biologia” (Roma, Armando); “L'arte della ricerca scientifica” (Roma,
Armando; “Il potere: processi e strutture: un'analisi dall'interno” (Roma, Armando);“Progresso
e razionalita della scienza” G. Radnitzky, Gunnar Andersson; traduzione e premessa (Armando, Roma; D. Verene:
“Vico: La Scienza della fantasia” Armando, Roma; “L'intelligenza scientifica:
un'indagine sull'immaginazione creatrice dello scienziato” (Roma, Armando); “Filosofi
per la pace” Roma, Editori Riuniti; Galeno: Trattato sulla bile nera, FV,Torino,
Aragno. Voltaggio. Keywords: Vico, “la scienza della fantasia” fundamenti della
logica – fundamenti della logica di voltaggio – veramente detto Vico –
veramente impiegato Vico --. Refs.: Luigi Speranza, “Voltaggio: what Leibniz
implicatedas explicated by Grice.” H. P. Grice, “Voltaggio,” BANC MSS 90/135 c.
Luigi Speranza, “Grice e Voltaggio,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza,
Liguria #voltaggio https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4634606856551273 #griceevoltaggio
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701632912/in/photolist-2mLQZRC-2mLGod1-2mLMVBV-2mLPWir-2mLLtoN-2mLPWig-2mLR2s3-2mLPWim-2mKJMD1
Grice e Winspeare: elogio d’Antonino – “Della filosofia
romana” (Portici). Filosofo. Essential
Italian philosopher. “My Italian friends do not consider me Italian, though!”
Winspeare’s ancestors are from Yorkshire in a bad time. Henry VIII. “So the
king’s option was clear: either your head off or move to Capri. I chose the
second.” Opere: “Delle confessioni spontanee de' rei” (Stamp. Simoniana,
Napoli); “Storia degli abusi feudali” (Tip. Trani, Napoli); “Voti de'
Napolitano (Napoli); “La voce di Napodano, ossia Quarta illustrazione del patto
di Capuana e Nido” (Tip. Trani, Napoli); “I libri delle ‘Leggi’ di Cicerone
volgarizzati” (Trani, Napoli); “Delle chiese ricettizie del Regno” (Trani,
Napoli); “Filosofia” (Trani, Napoli); “Dissertazioni legali” (Agrelli, Napoli);
“La colonia perpetua ed i diritti feudali aboliti” (Pesole, Napoli). Della filosofia romana. La filosofia romana può dirsi, che
cominci da Cicerone, cui è dovuta la lode di aver dato la cittadinanza latina
alle greche discipline, e di avere eccitato in questi studî l' emulazione de'
suoi cittadini. Suo è il vanto di avere richiamato la scienza a' principî di
Socrate e di Platone di averla applicata alla vita si domestica che publica, e
di averle dato un linguaggio che prima non aveva; pe’quali meriti raccolse in
se la gloria de’greci mae stri. Sapiente come Socrate, eloquente come Platone,
erudito come Aristo tele, e austero come Zenone, Cicerone compendið in se le
più chiare menti della Grecia, sì che risplende nel mondo intelligente, non
solamente come il luminare della filosofia latina, ma come il più ornato, il
più elegante, e il più retto ingegno, che abbia onorato la spezie umana. Che se
mancogli il merito dell'invenzione, ne ebbe bene un altro, che quello eguaglia
ed avan za, cioè l'essere stato tra gli antichi il più utile alla filosofia
pratica, avendo rimosso dalla speculativa la investigazione delle cause
naturali, e dimostralo l'unità del principio, a cui si annodano la teologia
naturale, la psicologia, e la morale. Infatti avendo, come Socrate, stabilito
per iscopo d'ogni filo sofia la conoscenza di se medesimo, da questo fece
nascere la conoscenza di Dio, la celeste origine delle anime umane l'ordine
morale degli Esseri creati, il fine de' beni e de' mali, la cognizione del
sommo bene, il prin cipio delle obligazioni naturali, e la nozione di quella
eterna legge che tutto modera e governa (a ). Avendo così dato alla filosofia
un fine vero, e utile alla umana vita, poco entrar volle ne'concetti
metafisici, e forse disprezzogli al par di Socra te; il che ha fatto a molti
dire, che Cicerone nell' esporre le dottrine delle greche scuole non sempre
avesse penetrato addentro nel senso loro, e fosse quasi rimaso straniero a
quella esoterica sapienza, che taluni tanto più pre dicano e ammirano, quanto
più di tenebroso trovano nelle sue concezioni. E qui domanderemmo, se non è
arroganza de'moderni il tassare di poca penetrazione la più luminosa mente
dell'antichità, la quale abbracciò le parti tutte dell' umano sapere, svolse le
più gravi quistioni della filosofia intellet tuale, e spogliandole de’sofismi
della dialettica le rendette facili e popolari? E vorremmo ancora sapere, se
possa imputarsi a difetto di scienza l' avere ommesso quelle controversie, che
non solamente non contribuiscono alla per fezione della cognizione, ma la fanno
in falsa parte piegare? Sarà facile il rispondere a chiunque farassi a
considerare le parti singole della filosofia da lui trattate, prendendole dal
quadro ch'egli stesso ne fece nella introduzione d ' uno de' suoi libri
filosofici. Ne' libri accademici volle egli dimostrare la prima e più
importante ve rità dell'umana cognizione, la certezza delle sorgenti delle
idee. In ciò fare, Origine e realità della umana seguì per rispetto a' sensi la
dottrina di Zenone, che a quelli dato aveva cognizione. più che non aveva
concesso Aristotele, o sia defini e determinò il compren sibile de'sensi
ne'termini stessi di quella scuola (c); dal che dedusse, esser la verità de'
sensi una condizione necessaria della natura, comprovata dalla differenza che
la natura stessa ha stabilito tra 'l piacere e il dolore. Ma a canto al
principio della sensazione, collocò la virtù intuitiva dell' anima come affalto
distinta da quello, o sieno le prime nozioni impresse dalla na tura, senza le
quali la mente non avrebbe potuto nè intendere nè ragionare. Tuscul., De legib.,
Academ., Visum, impressum, effictumque ex eo unde esset; quale esse non possel
ex eo, unde non esset. Lucullus. Circa la dottrina delle idee, espone storicamente
il concetto di idea di Platone, senza impugnarlo o sostenerlo; narra lo strazio
che fatto ne ha Aristotele, insieme co'suoi peripatetici; lascia da banda la questione
del come le nozioni nascose e adombrate nell'anima si sviluppassero, ma
riconobbe come indispensabile la necessità d' un secondo principio tutto
intellettuale, senza del quale sarebbe stato impossibile spiegare le operazioni
della mente, l'astrarre, il generalizzare, l'inventare, e sopratutto il prodi
gioso fenomeno della memoria (a). Conforme a' principi della umana cognizione
fu il resto del suo sistema Conoscenza intellettuale, che espone nelle
tusculane e ne' saggi intorno a ' fini de' beni e di se medesimo. de mali. Per
la contemplazione di se medesimo, introdusce l'anima alla cognizione della
immortalità ed immaterialità della sua sostanza, della origine divina da cui
emana, dello scopo della vita, e del sommo bene cui debbe aspirare. E in prima,
la più importante qualità dell'anima, siccome Cicerone avverti, è l'intuizione
di se medesimo, la qual dote è appunto una conseguenza di quel principio
d'intellezione che la natura ha in lei impresso, che non si acquista co' sensi,
e che nella più matura età quando i sensi declinano, diviene più retto e
perspicace. Dalla virtù, che l'animo ha di vedere se medesimo e le qualità sue,
e dalla forza che ha in se di volere e di muovere, sente l'uomo essere cotesta
virtù un principio proprio, non prodotto da altra esterna forza, e scopre
essere quel principio stesso il quale muove la materia, affatto simile
all'azione, che dà moto e vita all'universo; d'onde conclude non essere
materiale o corporea, nè terrena o mortale, ma celeste ed eterna. Nè solamente
dal principio della volontà e del moto ricava l'im mortalità e l'immaterialità
della sostanza sua, ma si bene dalle altre doti intellettuali, di cui scorgesi
arricchita: dalla facoltà di pensare, di ritenere e di richiamare le idee e le
nozioni passate, di antivedere le future, e di abbracciare col pensiero la
Divinità, le opere sue, e l'infinito stesso, che n'è il principale attributo.
In somma sviluppando il precetto di Socrate, conosci te stesso, o sia investiga
quale sia l animo tuo, Cicerone fa da quello derivare i tre primi dogmi della
naturale sapienza dell' uomo, l' esi stenza di Dio, l'immaterialità, e l'
immortalità dell' anima umana. E allorchè dalla interna investigazione
dell'animo passa alla contemplazione de gli obbietti esterni, e delle altre
opere della natura, quanto più luminoso non diviene il concetto della Divinità,
della dignità dell'uomo, della sua futura sorte, e del vero scopo della vita?
Delle quali magnificenze sarebbe l'uomo muto e indifferente spettatore al pari
dei bruti, se non avesse sviluppato entro di se le nozioni del proprio essere,
e delle relazioni sue colle altre creature, e coll'Autore stesso dell'universo
Academ. Animo ipso animum videre. A stabilire poi la vera nozione della
Divinità, ne' libri de natura deo rum volle Cicerone esporre le principali
opinioni delle greche scuole, l'accademica, la stoica, e l'epicurea; e sbandita
questa (la quale dava alla Di vinità per suo unico fondamento la pratica
credenza degli uomini e rendevala affatto inutile alla vita), dimostrò come gli
accademici discordassero dagli stoici nelle parole più che nella sostanza.
Ciascuna di quelle due scuole non pertanto aveva una parte vera: il concetto
della Divinità, ricavato dall'opera dell'universo, era degli accademici, i
quali ereditato l'avevano da’socratici: l'altro della provvidenza, che tutto
regge é dispone per la utilità dell'uomo, era degli stoici. Ma costoro d'altra
parte ammetlevano dogmi, e commettevano insieme principî tra loro
incompatibili, come la natura animata cogli attributi della Divinità, il fato
colla provvidenza e colla libertà delle umane azioni. La stessa loro virtù, o
il sommo bene non polevasi accomodare al viver pra tico degli uomini, dapoichè
era collocata in un estremo tale, che per esso toglievasi ogni merito o biasimo
a'fatti, buoni o tristi che fossero, se pur non toccassero l'apice della
perfezione: per esso l'uom sapiente diveniva un Essere ideale, che non potevasi
scontrare sulla terra: i doni della natura la sanità, il vigore, la bellezza,
le sostanze erano agguagliate a' difetti e alle privazioni contrarie: il
piacere scambiayasi col dolore: le relazioni tra gli uomini, gli ufizi della
vita, la prudenza, l'ordine, le virtù civili, la cura de'publici negozî, e la
domestica economia, divenivan tutte qualità di convenzione, estranee alla
sapienza e alla vera virtù A rim. uovere l'ostentazione di questa scabrosa
virtù, dopo avere esposto le opinioni delle greche scuole, Cicerone dimostrò
quanto di vano fosse nelle parole e ne' nuovi vo caboli introdotti dagli
stoici, e come il giusto mezzo si trovasse nelle emen dazioni di Panezio, il
quale aveva conciliato Zenone, cogli accademici e co' peripatetici. Tale fu lo
scopo de' suoi libri intorno a' fini de' beni e de' mali, insieme co'quali va
letto l'altro del fato, che scrisse per accor dare insieme la dottrina
dell'ordine della natura colla provvidenza, e colla libertà delle umane azioni;
libro, per altro, di cui ci rimane soltanto un mal concio avanzo. Non oseremmo
fare la stessa apologia de' libri intorno alla divinazione, nè sapremmo dire,
se avesse egli inteso sostenere la verità delle scienze divinatorie per
l'autorità degli stoici, o per la necessità di ri spettare una dottrina
popolare, a cui non avrebbe potuto impunemente con traddire. Forse la maggior
lode di quella opera potrebbe ricavarsi dal filo sofico concetto che in essa
sovente traluce, cioè che v' ha una provvidenza conservatrice, della cui
assistenza la mente umana senle il bisogno, per modo che gli stessi prestigî e
le superstizioni delle arti divinatorie sono la pratica espressione di tal
bisogno. Quae est causa istarum angustiarum gloriosa ostentatio in constituendo
sum mo bono. De Finibus. Le opere sin qua esposte abbracciano tutta la
filosofia speculativa di Cicerone. Non sono meno luminose quelle della
filosofia pratica: i libri degli ufizi contengono l'applicazione della dottrina
stoica, secondo le emendazioni di Panezio, a' portamenti della vita; siccome i
libri della republica e delle leggi derivarono dagli stessi principi le regole
per la vita publica, e per lo civile reggimento de' popoli. Per lui in somma,
la filosofia nacque in Roma matura, senza passare per l'età dell'infanzia,
siccome aveva falto in Grecia. Negli studi della umana sapienza la ragione
romana ebbe per guida la spe rienza, o sia la storia delle opinioni e degli
errori del più perspicace e il luminato popolo del mondo, il quale aveva
figurato come l'antesignano e il luminare di tutti gli altri nella carriera
delle lettere e delle scienze. Cicerone e eclettico, perchè altra parte non
resta a chi sopraggiugne nella maturità del sapere, fuorchè il giudicare e lo
scegliere. Ma l'avere esercitato il giudizio e la scelta in tutte le parti
della filosofia; lavere signoreggiato i pensieri de' greci con un criterio
sempre libero e retto; e l'aver dato ai pensieri della scienza l’espressione, o
sia il linguaggio di cui i romani mancavano, gli meritarono presso i suoi un
primato, che altro sapiente mai non ebbe presso la propria nazione. In conferma
di che giova osservare, che in tutta la durata del romano impero, e in mezzo a
tanti sommi uomini i quali ar ricchirono ogni parte del sapere cogli scritti
loro; non apparve più alcuno che fosse stato a lui comparato, si che egli è
solo modello della sana filo, sofia tra'latini, come Socrate tra'greci. Della
filosofia pratica sopratutto fu benemerito, dapoichè per lui la dot trina degli
stoici passò dalla scuola nel foro, e nel grande tealro del mon do. Da questa
la giurisprudenza attinse le cardinali nozioni della giustizia, e delle
obligazioni, proprie a stringere e consolidare i legami delle civili as
sociazioni. E sebbene nelle mani de'giureconsulti la dottrina stoica acquistato
avesse una tinta di disputabile, aliena dalla sua naturale rigidezza, e avesse
da Seneca ricevulo un certo orpello declamatorio; pur tuttavolta fu da Ar riano
nel manuale di Epitteto richiamata a' severi principî di Zenone e di Cleanto.
Certamente in Roma ottenne successi maggiori che in Grecia, per chè ivi divenne
madre della sapienza civile, ed ebbe il vanto di aver dato al mondo due
perfetti modelli di re, nelle persone di Marco Aurelio e di Antonino. Restiamo
dall' internarci negli ultimi periodi della filosofia del basso impero, si
greco che latino; tra perchè le vecchie nazioni che il compone vano, nella
condizione stessa della loro vita civile trovavano invincibili osta coli a'
progressi della ragione; e perchè gli ultimi aneliti della filosofia an darono
in quel tempo a scontrarsi col grande avvenimento, che rinnovar doveva la
religione, la coltura e i costumi di tutti i popoli. Basterà dire, che il
ritratto delle opinioni e de'costumi della ultiina età dell'impero ro mano sta
in quel che abbiamo già detto deļla scuola alessandrina: lo scetticismo e
l'indifferenza per ogni verità formavano la doltrina de' sapienti: la
corruzione scioglieva ogni giorno i vincoli sociali: la superstizione e l'igno
ranza avevano ottenebrato la superficie della terra. Keywords: elogio
d’Antonino. Grice: “Hailing remotely from the Catholic North Riding of
Yorkshire and settling in the most beautiful coastline in the world, Winspeare
knew all you need to know about Cudworth, and what he calls ‘percezione.’ I
would call him an Oxonian.” Grice: “My favourite Winspeare is his ‘dictionary’:
obviously he found Italian furrin enough to want to organize things in a sort
of thesaurum. Speranza, on the other hand, likes Winspeare’s idea of
‘volgarizzazione’ of Cicero’s ‘De Legibus.’ – one of the most boring tracts in
legalese, but then at Naples at the time, you HAD to be a lawyer!” -- Refs.: H.
P. Grice, “Winspeare, Speranza, Napoli, and me!”The Grice Papers, BANC MSS
90/135c, The Bancroft. Luigi Speranza, “Grice e Winspeare,” The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza, Liguria #winspeare https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4572857239392902 #griceewinspeare https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702440656/in/photolist-2mMPWdd-2mLPZbv-2mLR5nr-2mLR5nB-2mLMYBx-2mLR5mK-2mLPZaZ-2mLMYBc-2mLGr84-2mLPZcC-2mLGr8Q-2mLLwjC-2mLMYBn-2mLGr7C-2mLLwk9-2mKSd2s-2mKTgQZ-2mKSdA3-2mKTa4N-2mKNJaP-2mKQ9uA-2mKvUAt
Grice e Zabarella – filosofia italiana – Luigi Speranza (Padova). Filosofo. Grice: “Most philosophers are
stealing the voice of Zabarella; Poppi isn’t!” -- Jacopo
Zabarella, spesso indicato come Giacomo Zabarella è stato un filosofo
italiano. Primogenito di un'antica e nobile famiglia, ereditò dal padre
Giulio il titolo di conte palatino; è considerato il massimo esponente dell'aristotelismo
padovano. Studia a Padova, dove fu allievo di Robortello, Tomitano e
Passeri, laureandosi in filosofia. Ottenne, succedendo a Tomitano, la
cattedra di semiotica nello Studio padovano. Ottenne la seconda cattedra straordinaria
-(ma, propriamente, parificata in quell'anno e nei successivi otto con la prima
cattedra) e ottenne la prima cattedra straordinaria. Ottenne la seconda
cattedra ordinaria. Declina l'invito del re Stefano Báthory di insegnare in
Polonia, ma gli dedica il suo scritto più importante, l'Opera logica, stampata
a Venezia. Furono pubblicate a Padova le sue “Tabulae logicae” e a Venezia, il
suo commento agl’Analitici II di Aristotele. In risposta alle critiche
mosse alla sua semiotica dai suoi colleghi, Piccolomini, Balduino e Petrella,
pubblicò a Padova la “De doctrinae ordine apologia.” Apparvero rispettivamente
le sue opere, la “De naturalis scientiae constitutione” e i “De rebus
naturalibus; postumi comparvero i suoi commenti incompiuti alla Fisica e al De
anima di Aristotele.” I libri della sua biblioteca sono conservati presso a Padova. Opere:
“Opera Logica” (Venezia); “De methodis libri quatuor”; “Liber de regressu”
(Venezia, ristampa anastatica, Bologna); “Tabula logicae” (Venezia); In duos
Aristotelis libros Posteriores Analyticos commentarii, Venezia; “De doctrinae
ordine apologia” (Venezia); “De naturalis scientiae constitutione” (Venezia); “De
rebus naturalibus libri XXX, Venezia; “In libros Aristotelis Physicorum
commentarii, Venezia, Opera Physica, Francoforte, ristampa anastatica Verona;; De
generatione et corruptione et Meteorologica commentarii, Francoforte; In tres
libros Aristotelis De anima commentarii, Venezia,. “De mente agente”; “De rebus
naturalibus liber XXIX”; “De sensu agente”, “De rebus naturalibus liber XXIV,
«Rivista di Storia della Filosofia», “De inventione aeterni motoris e De rebus
naturalibus liber IV, Bruniana & Campanelliana. Bibliografia E. Berti, “Metafisica
e dialettica nel Commento di Giacomo Zabarella agli Analitici posteriori” in
«Giornale di metafisica»’ F. Bottin, “La teoria del regresso in Zabarella, in
C. Giacon, Saggi e ricerche, Padova, F. Bottin, “La logica in Zabarella, in
«Giornale Critico della filosofia Italiana», E. Cuttini, Natura, morale e
seconda natura nell'aristotelismo di Zabarella, Padova, M. Dal Pra, Un'oratio
programmatica di Zabarella, in «Rivista critica di storia della filosofia», G.
Papuli, Dal Balduino allo Zabarella e Galilei: scienza e dimostrazioni, in
«Bollettino di storia e filosofia», A. Poppi, La scienza in Zabarella, Padova, A. Poppi,
Introduzione all‘aristotelismo padovano, A. Poppi, Ricerche sulla teologia e la
scienza nella scuola padovana del Cinque e Seicento, Rubbettino, Soveria
Mannelli,Rossi, Aristotelici e moderni: le ipotesi e la natura, in “Aristotelismo
veneto e scienza moderna” – Padova. G. Tonelli, “Zabarella ispiratore di
Baumgarten, o l'origine della connessione tra estetica e logica,” in Da Leibniz
a Kant, Napoli, Treccani – Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Delio Cantimori, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Grice:
“Zabarella is what I would call a proto-Griceian.” In fact, at Villa Speranza, Grice
is often as the English Zabarella, after Zabarella produces extensive
commentaries on Grice’s favourite tract by Aristotle, “De Anima,” and “Physica”
and also discusses some Aristotelian interpreters. However, Zabarella’s most
original contribution is his work in semiotics: “Opera logica.” He regards
semiotics as conceptual analysis. One tool Zabarella calls ‘ordine’ (cfr. Grice, ‘be orderly’). Another tool Zabarella
calls “metodo,” by far predating Cartesio. “Ordine” relates to how to organize
the content of a dictum to apprehend it more easily. ‘Metodo’ relates to how to
draw an illatum (or impliatum). Zabarella reduces the variety of ‘ordine’ and
‘metodo’ classified by other interpreters to ‘ordine compositivo’, ‘ordine
resolutivo’, ‘metodo compositivo’ and ‘metodo ‘resolutivo’. The ‘ordine compositivo’
from a principle to this or that corollary applies to this or that ‘creditum.’
The ‘ordine resolutivo,’ from a desired end to the means appropriate to its
achievement applies to this or that ‘volitum,’ such as ‘pragmatics’ understood
as a manual of rules of etiquette. This much is already in Aristotle. However,
Zabarella offers an original analysis of ‘metodo’ The ‘metodo compositivo’ infers
a particular consequence or corollary from a general principle. The ‘metodo
resolutivo’ INFERS an originating principle from a particular consequence,
corollary, or instantiantion, as in inductive reasoning or in reasoning from
effect to cause. Zabarella’s terminology influences Galileo’s mechanics, and
has been applied to Grice’s inference of the principle of conversational
co-operation out from the only evidence which Grice has, which is this or that
‘dyadic’ exchange, as he calls it. In Grice’s case, his corpus is intentionally
limited to conversations between two Oxonian philosophers: A: What’s that? B: A
pillar box? A: What colour is it? B: Seems red to me. From such an exchange,
Grice infers the principle of conversational co-operation. It clashes when a
cancellation (or as Grice prefers, an annulation) is on sight: “I surely don’t
mean to imply that it MIGHT actually be red.” “Then why be so guarded? I
thought you were cooperating.”H. P. Grice. Grice liked to recite Zabarella’s
works by heart. Saggi: “Logica” (Venezia); “De
methodis”; “De regressu” (Venezia); “Tabula logicae” (Venezia), “In duos
Aristotelis libros Posteriores Analyticos commentarii” (Venezia); “De doctrinae
ordine apologia” (Venezia); “De naturalis scientiae constitutione” (Venezia);
“De rebus naturalibus” (Venezia); “In libros Aristotelis Physicorum
commentarii” (Venezia), “Physica” (Francoforte); “De generatione et corruptione
et Meteorologica commentarii” (Francoforte); “In tres libros Aristotelis De
anima commentarii” (Venezia). Keywords: metodo compositivo, metodo resolutivo,
ordine compositivo, ordine resolutivo. Refs.: Luigi Speranza, Notes on I
Tatti’s edition of Zabarella, “On methods,” -- H. P. Grice, “Zabarella,”
Speranza, “Grice and Zabarella.” “Grice e Zabarella: la risoluzione buletica,” Villa
Grice, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #zabarella https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4464023146942979 #griceezabarella https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688822993/in/photolist-2mLQ1Vx-2mKHbw4-2mKT9pB-2mKT9PQ-2mKPYC1-2mKS5Wk-2mKJjKr-2mKPYsB-2mKyJgk
Grice e Zamboni – filosofia italiana – Luigi Speranza (Cento).
Filosofo. “Famous for his dialettica e cosmologia and implicature!” – Grice. Figlio di Matteo Zamboni, un pittore originario di Cremona, di cui si
conservano affreschi negli oratori delle chiese della Pietà e di San Rocco -- e
da Mattea Pilanzi. Prese la strada degli studi umanistici: studente in legge
nell'Università di Ferrara, scelse poi filosofia, allievo di Federico Pendasio,
divenendo insegnante di filosofia naturale nello Studio ferrarese. Tenne
rapporti con la corte estense: di fronte a Leonora d'Este recitò il suo
poemetto Le pompe funebri, e quando si trovò a essere oggetto di non chiarite
gelosie e maldicenze da parte dei suoi colleghi dell'Università, scrive al duca
Alfonso per richiedere un suo intervento. Non risulta che Alfonso II abbia
risolto i conflitti denunciati dal Cremonini, che perciò decise di trasferirsi
altrove. Fu chiamato a Padova per insegnare filosofia naturale in secundo loco,
in sostituzione di Giacomo Zabarella, da poco defunto, mentre Francesco di
Niccolò Piccolomini assumeva la prima cattedra. Inizia il suo corso, leggendo
la prolusione Exordium habitum Patavii. Contro il tentativo dei gesuiti di
fondare a Padova un proprio Studio rivale dell'Università, il Cremonini si
espresse con l'Oratione contro i gesuiti a favore della Università di Padova
tenuta di fronte alla Signoria di Venezia, nella quale sostenne che Padova «per
insegnare le scienze non ha bisogno dell'aiuto de' Padri Giesuiti e paventa i
rischi di dividere gli studenti in fazioni come i guelfi e gibellini. L'autorizzazione
all'apertura dello Studio non fu rilasciata e i gesuiti furono poi espulsi
dalla Repubblica nel 1606, a causa dell'interdetto scagliato da Paolo V, cui
seguì la cosiddetta Guerra dell'Interdetto. Ha una famosa controversia con
Raguseo sulla natura degli elementi, sul valore della storia delle
interpretazioni di Aristotele e sulle questioni didattiche. Difensore
della medicina averroista e sostenitore della mortalità dell'anima, legata
indissolubilmente al corpo umano, fu sospettato di eresia e venne denunciato
all'inquisizione di Padova. Con l'amico e rivale Galilei, Zamboni, ad opera di
Belloni, condivise on accuse diverse, una denuncia al tribunale
dell'Inquisizione padovana che non ebbe alcuna conseguenza per entrambi.
Galileo fu accusato di praticare l'astrologia giudiziaria e Cremonini di
sostenere la mortalità dell'anima e che Aristotele avesse separata la filosofia
dalla teologia. Cremonini dovette affrontare altri due processi dai quali usce
indenne grazie alla protezione della Repubblica di San Marco. Anche se molte
fonti riportano che morì di peste durante l'epidemia che colpì l'Italia risulta
che muore a causa di catarro accompagnato da febbre. Secondo alcuni studiosi
Galileo si ispira a Zamboni nella scelta di Simplicio come rappresentante
dell'aristotelico avversario del copernicanesimo. Zamboni pubblica pochi saggi
della sua dottrina mentre sono a noi giunte numerose trascrizioni delle sue
lezioni che egli preferiva tenere oralmente al posto della forma scritta. Le
trascrizioni delle lezioni tenute nello studio di Padova e privatamente
tuttavia presentano gravi problemi interpretativi che hanno impedito alla
storiografia di poter avanzare una sintesi sicura del suo pensiero. Unica
eccezione a questa difficoltà interpretativa il testo Lecturae exordium, letto in
occasione della sua prima lezione in Padova. Nella prima parte dell'opera egli
si rammarica che il continuo rinascere della natura, come la successione delle
stagioni, dalle sue forme ormai trascorse, non susciti la meraviglia dell'uomo
e lo sgomento per il continuo morire del mondo. Il mondo non è mai: nasce
e muore continuamente, si conclude con l’affermazione del dovere dell’uomo di
conoscere se stesso. L’uomo, scrive Cremonini, si scopre in mezzo alle
tribolazioni dell’incostanza; ebbene, la conoscenza di sé è l’unico strumento
capace di dare all’uomo serenità. La strada per conoscere se stessi e
raggiungere la serenità è data dalla filosofia su cui si basa la morale e la
scienza. L'uomo ha avuto in dono da Dio un intelletto onnipotente che dalla
conoscenza di se stesso e della natura giungerà a congiungersi con la
beatitudine divina. Dibattito relativo alle osservazioni di Galileo Secondo una
diffusa ma falsa narrazione Cremonini fu uno di quei professori aristotelici
che non solo rifiutarono pervicacemente le scoperte galileiane in nome della
filosofia peripatetica ma si rifiutarono, invitati dallo scienziato pisano, di
osservare direttamente nel telescopio l'esistenza delle montagne della Luna,
delle fasi di Venere, dei satelliti di Giove. Questo avvenimento, tramandato
come simbolo della miopia di coloro che si ritengono custodi del vero sapere, è
invece ritenuto falso. Nella lettera Galilei racconta a Keplero il
comportamento dei docenti dello Studio di Padova ma non fa nomi. Che dire dei
più celebri filosofi di questo Studio i quali, colmi dell’ostinazione
dell’aspide, nonostante più di mille volte io abbia offerto loro la mia
disponibilità, non hanno voluto vedere né i pianeti, né la luna, né il
cannocchiale? Questo genere di uomini ritiene infatti che la filosofia
‹naturale› sia un libro come l’Eneide e l’Odissea e che le verità siano da
ricercare non nel mondo o nella natura, bensì (per usare le loro parole) nel
confronto dei testi. Ad un esame superficiale una lettera a Galilei di Gualdo
sembrerebbe confermare che tra coloro che rifiutarono l'osservazione con
il telescopio vi fosse anche Zamboni. Abbiamo qui l'Ill.mo Sr. Andrea Morosini,
il quale non può patire che Zamboni mentre V.S. è stata qui, non habbia
procurato né voluto vedere queste sue osservationi, havendole io detto ch’ella
se gli era offerta di andare sino alla sua propria casa per fargliele vedere;
onde le pare che habbia torto contrariarle senza haverne fatto qualche
esperienza. Nella successiva lettera di Gualdo a Galilei si riferisce di un
colloquio con Cremonini che al rimprovero di essersi rifiutato dell'esperienza
con il telescopio risponde che lo fece perché: non volendo approvare cose
di che io non ho cognitione alcuna, né l’ho vedute. Questo è quello, dico,
ch’ha dispiacciuto al Sr. Galilei, ch’ella non abbia voluto vederle. Rispose:
Credo che altri che lui non l’habbia veduto; e poi quel mirare per quegli
occhiali m’imbalordiscon la testa: basta, non ne voglio saper altro. Zamboni
affermi in questo testo che gli causò disagio mirare nel telescopio e che
dunque non si rifiutò di guardare ma non accettò di vedere cioè di accogliere
l'interpretazione galileiana di quelle osservazioni.Più in generale, Forlivesi
sostiene che la posizione di Cremonini fu sempre coerente nel ritenere che
l'interpretazione dei dati osservativi non potesse andare disgiunta
dall'esistenza di una dottrina filosofico-naturale complessiva. Forlivesi
rileva altresì che lo stesso Galileo, a volte, propose ipotesi circa la natura
dei cieli non meno problematiche di quelle proposte dagl’aristotelici. D'altra parte, come confermato dallo storico
della scienza Enrico Bellone nella sua monografia su Galilei per i
"Quaderni de 'Le Scienze'", il cannocchiale era uno strumento di
fattura "artigianale" e non scientifica, in quanto non esisteva
ancora una teoria dell'ottica - si dovrà attendere Newton e le immagini erano
alquanto deformate. Saggi: “Le pompe funebri ovvero Aminta e Clori,
Ferrara); “Lecturae exordium habitum Patavii; Ferrara, B. Mammarelli; Explanatio
proœmii librorum Aristotelis De physico auditu, cum introductione ad naturalem
Aristotelis philosophiam, continente tractatum De pædia, descriptionemque
universæ naturalis Aristoteliæ philosophiæ, quibus adjuncta est præfatio in
libros De physico auditu, Patavii, Melchiorem Novellum; Oratio habita Ferrariae
ad Clementem VIII pro S.Q. Centensi, Ferrariae); Disputatio De formis quatuor
corporum simplicium quæ vocantur elementa, Venetiis); Oratio habita in
creatione serenissimi Venetiarum principis Leonardi Donati, Venetiis); Disputatio
de cœlo, in tres partes divisa, de natura cœli, de motu cœli, de motoribus cœli
abstractis. Adjecta est Apologia dictorum Aristotelis, de via lactea, et de
facie in orbe lunæ (Venezia, Balionum); “Oratione al serenissimo prencipe
Giovanni Bembo nella sua essaltatione al Prencipato); “Apologia dictorum
Aristotelis, de quinta cœli substantia adversus Xenarcum, Venetiis, Meiettum); Il
nascimento di Venezia, Venezia); Oratione al serenissimo prencipe Antonio Priuli
nella sua essaltatione al prencipato, Il ritorno di Damone, Venezia); Oratione
in nome della Università di Padova (Chiorindo e Valliero, Venezia); Apologia
dictorum Aristotelis De calido innato adversus Galenum (Venetiis, Deuchiniana);
Apologia dictorum Aristotelis De origine et principatu membrorum adversus
Galenum” (Venetiis, Hieronymum Piutum); Expositio in digressionem Averrhois de
semine contra Galenum pro Aristotele; Tractatus tres. Primus est de sensibus
externis. Secundus de sensibus internis. Tertius de facultate appetitiva,
Venetiis); Dialectica, Venetiis); Le nubi, Venezia, Biblioteca Marciana. Zamboni,
Testamento. Fonte: G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana,
riferimenti in Collegamenti esterni. In
A. Favaro, Lo Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo
decimosesto; C. Preti, Giorgio da Ragusa, in Dizionario biografico degli
italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Zamboni in occasione del
trasferimento di Galilei da Padova a Firenze si rammaricava scrivendo. O quanto
harrebbe fatto bene anco il Sr. Galilei, non entrare in queste girandole, e non
lasciar la libertà patavina (Portale Galileo)
Portale Galileo Marco Forlivesi,
«Cesare Cremonini» in Il contributo italiano alla storia del Pensiero –
Filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Per esempio, Pinotti,
autore dell'introduzione al Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
(Milano); C. Cremoninus, Lecturae exordium; M. Forlivesi, Il Contributo
italiano alla storia del Pensiero – Filosofia; Enciclopedia Italiana
Treccani G. Galilei, epistola ad
Johannem Keplerum, Paduae); in Le opere, A. Favaro, lettera, Gualdo, lettera a G.
Galilei, Padova,, in G. Galilei, Le opere; Gualdo, lettera a G. Galilei,
Padova; in G. Galilei, Le opere; M. Forlivesi. Galilei, Opere, ediz. naz.; A. Tassoni,
Lettere, P. Puliatti, Bari); Giovanni Vincenzo Imperiale, Musaeum historicum et
physicum, Venetiis); F. Arisi, Cremona literata, Parma-Cremona; Naudaeana et
Patiniana, Amstelodami); Giovanni Mario Crescimbeni, Dell'istoria della volgar poesia,
Venezia); Ferrante Borsetti, Historia alini Ferrariae Gymnasii (Ferrariae); J.
Guarino, Ad Ferrariensis Gymnasii historiam supplementum et animadversiones (Bononiae);
F. Borsetti, Adversus supplementum et animadversiones (Venetiis); Iacopo
Facciolati, Fasti Gymnasii Patavini (Padova); G. Erri, Dell'origine di Cento (Bologna);
G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana (Venezia); F. Fiorentino, Pomponazzi
(Firenze); A. Favaro, Lo Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del
secolo decimosesto, in Atti del Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti;
D. Berti, Di Zamboni e della sua controversia con l'Inquisizione di Padova e di
Roma, in Memorie della Reale Accademia dei Lincei, classe di scienze morali,
storiche e filologiche; L. Mabilleau, Étude historique sur la Philosophie de la
Renaissance en Italie: Zamboni, Paris); Antonio Favaro, Galileo Galilei e lo Studio
di Padova, Firenze); ad Indicem; Antonio Favaro, in Archivio Veneto (rec. di
Mabilleau); L. Sighinolfi, Il posseso di Cento e della pieve e la legazione di
Zamboni a Clemente VIII in Ferrara, in Atti e memorie della Regia Deputazione
di storia patria per le province di Romagna; Atti della nazione germanica
artista nello Studio di Padova; A. Favaro, Venezia); ad Indicem; Atti della
nazione germanica dei legisti nello Studio di Padova, a cura di B. Brugi, I,
Venezia); J. Charbonnel, La Pensée italienne au XVIe siècle et le courant
libertin, Paris); V.Spampanato, Documenti intorno a negozi e processi
dell'Inquisizione, in Giornale critico della filosofia italiana; G. Spini,
Ricerca dei libertini, Roma); L. Firpo, Filosofia italiana e controriforma,
Torino); Pietro Savio, Il nunzio a Venezia dopo l'Interdetto, in Archivio
Veneto; G. Saitta, Il Pensiero italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento,
Firenze); M. Torre, Un processo del XVII secolo: l'inquisizione contro Zamboni,
in Verità e libertà. Atti del XVII Congresso della Società filosofica italiana
(Palermo); Antonio Rotondò, Nuovi documenti per la storia dell'Indice dei libri
prohibiti in Rinascimento; Garin, Storia della filosofia italiana, Torino); A.
Pupi, Una riflessione a proposito delle critiche di Galileo all'aristotelismo,
in Nel quarto centenario della nascita di Galileo Galilei, Milano); Acta
nationis Germanicae artistarum a cura di L. Rossetti, Padova); ad Indicem; M.
Schiavone, in Enciclopedia filosofica, Firenze); M. A. del Torre, Studi su
Cesare Cremonini, Padova); A. Favaro, Galilei a Padova, Padova); A. Franceschini,
Nuovi documenti relativi ai docenti dello Studio di Ferrara nel secolo XVI,
Ferrara); ad Indicem; Pietro Puliatti, Bibliografia di Alessandro Tassoni,
Firenze, ad Indicem; L. Rossetti, Manoscritti cremoniniani della University
Library di Cambridge, in Quaderni per la storia dell'Università di Padova; C.
Schmitt, Zamboni, un aristotelico al tempo di Galilei (Venezia); G. Corazzol,
Angelo Portenari maestro di grammatica a Feltre ed una lettera di Cesare
Cremonini, in Quaderni per la storia dell'Università di Padova, M. Torre,
Logica ed esperienza nel trattato "De Paedia" di Cesare Cremonini, in
Aristotelismo veneto e scienza moderna, L. Olivieri, Padova); A. Favaro, Lo
Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo decimosesto, in
«Atti del regio Istituto veneto di scienze, lettere e arti», Marco Forlivesi,
Cesare Cremonini, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero:
Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Treccani – Enciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.A. Carlini, in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. C. Schmitt, Dizionario biografico degl’italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Cesare Zamboni di Cremona (Cremonini).
Zamboni. Keywords: i galileiani. Refs.: Luigi
Speranza, "Grice e Cremonini," per Il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.#zamboni https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4420170464661581 #griceezamboni https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703122209/in/photolist-2mLLy7L-2mLR76M-2mLLy6U-2mLN1iZ-2mLR773-2mLN1iP-2mLLy5M-2mLR76G-2mLLy6Z-2mLLy6P-2mLN1io-2mLGsSr-2mLQ1Vx-2mLR78a-2mLR78A-2mLR77d-2mLGsSM-2mLN1iU-2mLN1jL-2mLR76X-2mKSb99-2mKNG6U-2mKNFqA-2mKSbnL
Grice e Zamboni
– volere -- filosofia italiana –
Luigi Speranza (Verona). Grice: “Not everybody knows his zamboni.” There’s
Giorgio Zamboni, but this entry is about Giovanni Zamboni. Essential Italian
philosopher. Filosofo. Opere: “Spencer:
commemorazione e polemica” (tip. Garagnani, Bologna), “La filosofia
neo-scolastica secondo un positivista” (Tip. vescovile G. Marchiori,Verona),
“Il valore scientifico del positivismo di Ardigò e della sua “conversione”
(Verona), “La dottrina morale e la psicologia del volere nel testo di etica di
un discepolo dell’Ardigò” (Società Editrice Veronese, Verona), “La gnoseologia
dell’atto come fondamento della filosofia dell’essere: saggio di
interpretazione sistematica delle dottrine gnoseologiche di Aquino” (Milano),
“Gnoseologia” (Soc. Ed. Vita e Pensiero, Tip. S. Giuseppe, Milano); “L' origine
delle idee: saggio analitico introspettivo, proposto alla riflessione
personale” (Società editrice veronese, Verona); “Sistema di gnoseologia e di
morale: basi teoretiche per esegesi e critica dei classici della filosofia
moderna” (Editrice Studium, Roma); “Studi esegetici, critici, comparativi sulla
critica della ragione pura” (La tipografica veronese, Verona); “Metafisica e
gnoseologia” (La Tipografica Veronese, Verona); “Il realismo critico della
gnoseologia pura. Risposta al «Caso Zamboni» (P. A. Gemelli, Mons. F. Olgiati
eA. Rossi), Verona), “Realismo, Metafisica, Personalità: Rilievi, Note,
Discussioni” (La Tipografica Veronese, Verona); “La persona umana: soggetto
auto-cosciente nell’esperienza integrale. Termine della gnoseologia. Base della
metafisica” (Verona, Giulietti G., Vita e pensiero, Milano); “Precisazioni e
complementi ai testi scolastici. La Religione naturale e l’essenza della
religione Cristiana” (La tipografica veronese, Verona); “La «filosofia
dell’esperienza immediata, elementare, integrale» per la completa
auto-consapevolezza dello spirito umano” (La Tipografica Veronese, Verona);
“Itinerario filosofico dalla propria coscienza all’esistenza di Dio” (La
Tipografica Veronese, Verona. Teodicea, Rodella A., Vita veronese, Verona, “La
dottrina della coscienza immediate: struttura funzionale della psiche umana è
la scienza positiva fondamentale” (La tipografica veronese, Verona);
“Dizionario filosofico” (Vita e Pensiero, Milano); “Idee e giudizi, Marcolungo
F.L., IPL,Milano, “L’io e le nozioni sopra-sensibili (IPL, Milano); “Corso di
gnoseologia pura elementare: Spazio, tempo, percezione intellettiva” (IPL,
Milano); “Corso di gnoseologia pura elementare, Idee e giudizi; IPL,
Milano, Corso di gnoseologia pura
elementare”; “Autobiografia di una personalità integrale” (Serio De Guidi,
Archivio storico Curia diocesana, Verona, Studi sulla Critica della ragione
pura; QuiEdit,Verona,. Sistema di gnoseologia e di morale; QuiEdit, Verona.
Giuseppe Zamboni. Zamboni. Keywords: psicologia del volere, volere, l’io,
sopra-sensibile, volere, volizione, volitum – the will -- Refs.: H. P. Grice,
“Gnoseologia,” The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, Bancroft, University of
California, Berkeley. Luigi Speranza, “Grice e Zamboni, L’io,” The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza, Liguria. #zamboni https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4626165357395423 #griceezamboni https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702446696/in/photolist-2mLLy7L-2mLLy5M-2mLLy6P-2mLR76M-2mLR76G-2mLN1iP-2mLLy6Z-2mLN1iZ-2mLR773-2mLLy6U-2mLN1io-2mLGsSr-2mLQ1Vx-2mLN1jL-2mLR78a-2mLGsSM-2mLR76X-2mLN1iU-2mLR78A-2mLR77d-2mKSbnL-2mKNFqA-2mKNG6U-2mKSb99
Grice e Zanini
– simpatia conversazionale -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Legnano)
Essential Italian philosopher. Grice: “If Zanini likes Smith for his ‘etica
della simpatia,’ I happen to prefer Englishman Butler, and his sermons on
self-love and benevolence!” -- Grice: “There are some resemblances between what
Zanini intelligently calls “the rhetorics, sic in plural, of truth, and my idea
of theoretical argument as a sort of deep-down practical argument.” Filosofo. Adelino Zanini. Laureato in filosofia a Padova con Curi, Zanini
è stato borsista presso la Fondazione L. Einaudi di Torino, ove ha studiato con
Lombardini. È professore di Filosofia presso l'Università delle Marche. I suoi
studi sono indirizzati, in particolare, al rapporto tra pensiero politico e
scienza economica. È tra i principali interpreti di Adam Smith e di Schumpeter.
Opere principali: “Filosofie del soggetto: soggettività e costituzione” (Ila
Palma, Palermo), “Keynes: una provocazione metodologica” (Bertani, Verona);
“Schumpeter impolitico” (Istituto della Enciclopedia ItalianaTreccani, Roma),
“Il moderno come residuo: dieci lemmi” (Pellicani, Roma); “Genesi imperfetta.
Il governo delle passioni in Adam Smith, Giappichelli, Torino, Modernità e nomadismo,
Calusca, Padova; Adam Smith. Economia, morale, diritto, B. Mondadori, Milano
(II edizione, Liberilibri, Macerata, ). Macchine di pensiero. Schumpeter,
Keynes, Marx, Ombre corte, Verona; oseph A. Schumpeter, B. Mondadori, Milano,
Lessico postfordista, (cura con U. Fadini), Feltrinelli, Milano Retoriche della
verità. Stupore ed evento, Mimesis Edizioni, Milano Filosofia economica.
Fondamenti economici e categorie politiche, Bollati-Boringhieri, Torino; L'ordine
del discorso economico. Linguaggio delle ricchezze e pratiche di governo, Ombre
corte, Verona. Principi e forme delle scienze sociali. Cinque studi su Schumpeter,
Il Mulino, Bologna, A. Negri, Una traccia per gli anni settanta, “Belfagor”, E.
Garin, “L'etica della simpatia” -- “L'indice”, A. Salanti, L'economia politica
come critica della società (capitalistica): note sparse Filosofia Economia.
Fondamenti economici e categorie politiche, “Quaderni del Dipartimento di Ingegneria
gestionale”, Università degli studi di
Bergamo. S. Caruso, Alla ricerca della filosofia economica, “Storia del pensiero
economico”, Fumagalli, Sfera politica e
sfera economica: un difficile rapporto. A proposito di "Filosofia
economica" “Economia politica.” MLOL,
Horizons Unlimited srl. Registrazioni, su RadioRadicale, Radio Radicale. univpm.
Sito web italiano per la filosofia, su swif.uniba. Intervista su J.A. Schumpeter. Video Mediaset,
su video.mediaset. Legnago. Adelfino Zanini. Zanini. Keyword: etica della simpatia,
simpatia, empatia, impassibile, non passibile, impatetico, impassionato,
compassione --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice and Zanini: the rhetorics of
truth,” The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia; H. P. Grice,
“Zanini,” The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, University of California,
Berkeley. #zanini https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4627107803967845 #griceezanini
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Grice e Zanotti
– forza viva – filosofia italiana – Luigi Speranza (Bologna). Filosofo. Opere:
“Della forza dei corpi che chiamiamo [forza]
viva”, “Filosofia morale”; “De viribus
centralibus” Bononiae, Lelio dalla Volpe; “Ragionamento sopra la filosofia”;
“Paradossi”; “Epistolario.” Keywords: forza viva. Refs.: H. P. Grice, “Zanotti
and me,” The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The
University of California, Berkeley. Luigi Speranza, “Grice e Zanotti: la forza
viva,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #zanotti https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4576818618996764 #griceezanotti
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703338630/in/photolist-2mLLzcS-2mLGu2L-2mLR8fW-2mLGu2F-2mKNzsy-2mKS5aL
Grice e Zimara – i parepatetici -- filosofia italiana –
Luigi Speranza (Galatina). Essential
Italian philosopher. Grice: “Zimara is a testimony that Aristotle is popular
without Oxford!” Filosofo. Marcantonio o Marco
Antonio Zimara o Zimarra (San Pietro in Galatina). Si laurea a Padova e vi insegnò. Sindaco di
Galatina, Zamara si recò a Napoli per
difendere la città dai soprusi dei Duchi Castriota. Insegna filosofia a Salerno
con la stesura di una guida alle opere di Aristotele. Cura la pubblicazione di
alcune opere di Alberto Magno e di Giovanni
di Jandun Dizionario di filosofia. Delio Cantimori in Enciclopedia Italiana.
Opere: “Questio de primo cognito” -- Papie, Iacob de Burgofranco impresse, Studi Galatinesi illustri, Guida Biografica, Tor
Graf Galatina, Galatina. Treccani Enciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Marcantonio
Zima Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Grice: “It’s
amazing how much Zimara loved Aristotle, at least for those who don’t love him
that much!” Zimara. Keywords: Aristotle. Refs.: H. P. Grice, The Grice Papers,
BANC MSS 90/135c -- Luigi Speranza, “Grice e Zimara: Aristotle within and
without Oxford,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #zimara https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4597521526926473 #griceezimara https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701653932/in/photolist-2mLQ3qX-2mLQ3r8-2mLGusq-2mLLzBj-2mKT8uf-2mKHb1p
Grice e Zini – iustum quia iussum -- filosofia italiana
– Luigi Speranza (Firenze). Flosofo. Grice: “Like me, Zini
has been interested in the Graeco-Roman concept of ‘ius.’” -- Opere: “Proprietà
individuale o proprietà collettiva?” (Torino, Fratelli Bocca), “Il pentimento e
la morale ascetica” (Torino, Bocca), “Giustizia: storia d'una idea” – cfr.
Grice on ‘justice’ in Thrasymachus – (Torino, F.lli Bocca), -- cf. Grice,
“Justice in Plato’s Republic,” “Social justice,” The Grice Papers), “La morale
al bivio” (Torino, Fratelli Bocca), “La doppia maschera dell'universo: filosofia
del tempo e dello spazio” (Torino, Fratelli Bocca); “Il congresso dei morti,” Roma,
Libreria editrice del Partito comunista d'Italia, ed. con introduzione di
Giancarlo Bergami e prefazione di Nerio Nesi, Calabritto, Mattia&Fortunato;
Poesia e verità, Milano, Corbaccio, I fratelli nemici: dialoghi e miti moderni,
Torino, Einaudi; La tragedia del proletariato in Italia: diario, Prefazione di
Giancarlo Bergami, Milano, Feltrinelli; Appunti di vita torinese, Firenze,
Olschki Pagine di vita torinese: note del diario, Torino, Centro studi
piemontesi. Grice enjoyed Zini’s approach. “Zini’s philosophy on justice is
divided into six parts. The first is ‘the real and the ideal” (‘il relae e
l’ideale”); the second is “la giustizia come idea ed emozione” (fairness as
idea and as emotion), the third is “I frutti del lavoro e la loro distribuzione
scondo giustizia” (The fruits of labour and their distribution according to
fairness”); the fourth is “Libertà od egualiglianza” -- Grice: “Note the ‘od,’
which need not be exclusive” --; the fifth is “Analissi del merito,” an
analysis of merit, and the last is “La pena riparatrice,” literally the pain
that repairs, the punishment that teaches.”Grice: “In liberty or freedom versus
equality, Zini approaches the Roman attitude, rather brusque to those who
strike an Anglo-Saxon attitude!” – Keyowords: ius, iustum quia iussum. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Zini”; H. P. Grice, “Justice from Plato to Zini: the history
of an idea, alla Berlin,” Luigi Speranza, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia, The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft
Library, The University of California, Berkeley. #zini https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4583446701667289 #griceezini https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702737133/in/photolist-2mLQ41j-2mLGv3P-2mLLAb5-2mLN3si-2mLN3rw-2mLR9dh-2mLGv4a-2mLGv33-2mLQ41K-2mLGv2B-2mLLAaU-2mLGv3o-2mKPXEp-2mKT81u-2mKGAXq
Grice e Zolla – filosofia italiana – Luigi Speranza (Venezia).Essential Italian philosopher. Filosofo
italiano. Saggi: “Etica e estetica” (Spaziani,
Torino), “Eclissi dell'intellettuale” (Bompiani, Milano), “Volgarità e dolore”
(Bompiani, Milano), “Le origini del trascendentalismo” (Edizioni di Storia e
Letteratura, Roma), “Storia del fantasticare” (Bompiani, Milano), “Le potenze
dell'anima: morfologia dello spirito nella storia della cultura, anatomia
dell'uomo spirituale (cf. Grice, “the power structure of the soul”) (Bompiani,
Milano), “I letterati e lo sciamano” (Bompiani, Milano), “Che cos'è la
tradizione?” (Bompiani, Milano), “Le meraviglie della natura: introduzione
all'alchimia” (Bompiani, Milano, Archetipi, Marsilio, Venezia), “L'androgino:
l'umana nostalgia dell'interezza” (Red, Como), “Incontro con l'androgino:
l'esperienza della completezza sessuale” (Como Aure: i luoghi e i riti, Marsilio,
Venezia), “L'amante invisibile: l'erotica sciamanica nelle religioni, nella
letteratura e nella legittimazione politica” (Marsilio, Venezia), “Il
sincretismo” (Guida, Napoli), “Verità segrete esposte in evidenza: sincretismo
e fantasia, contemplazione e esotericità” (Marsilio, Venezia), “Tre discorsi
metafisici” (Guida, Napoli), “Uscite dal mondo” (Adelphi, Milano), La luce. La
ricerca del sacro, Tallone, Alpignano Ioan Petru Culianu, Tallone, Alpignano Lo
stupore infantile, Adelphi, Milano Le tre vie, Adelphi, Milano Un destino
itinerante: conversazioni tra Oriente e Occidente con Doriano Fasoli, Marsilio,
Venezia La nube del telaio: Ragione e irrazionalità tra Oriente e Occidente,
Arnoldo Mondadori Editore, Milano La filosofia perenne. L'incontro fra le
tradizioni d'Oriente e d'Occidente, Mondadori, Milano Catabasi e Anastasi,
Tallone, Alpignano Discesa all'Ade e resurrezione, Adelphi, Milano Minuetto
all'inferno, Einaudi, Torino Cecilia o la disattenzione, Garzanti, Milano I
moralisti moderni, Garzanti, Milano (con Alberto Moravia) Saggi, Bompiani,
Milano La psicanalisi, Garzanti, Milano Emily Dickinson, Selected Poems and
Letters, Mursia, Milano Il Marchese de Sade, Le opere. Scelte e presentate da Zolla,
Longanesi & C., Milano I mistici, Garzanti, Milano Herman Melville, Clarel,
Einaudi, Torino; nuova ed. Adelphi, Milano Nathaniel Hawthorne, Settimio Felton
o l'elisir di lunga vita, Neri Pozza, Vicenza; poi Garzanti, Milano Il
superuomo e i suoi simboli nelle letterature moderne, La Nuova Italia, Firenze
Pavel Florenskij, Le porte regali. Saggio sull'icona, Adelphi, Milano
Novecento: Lucarini, Roma L'esotismo nella letteratura, La Nuova Italia
L'esotismo nelle letterature moderne, Liguori, Napoli Il dio dell'ebbrezza:
antologia dei moderni dionisiaci, Einaudi, Torino Conoscenza religiosa,
Edizioni di Storia e Letteratura, Roma Gli arcani del potere: elzeviri,
Rizzoli, Milano, Gli usi dell'immaginazione e il declino dell’Occidente,
A.I.R.E.Z., Montepulciano Filosofia perenne e mente naturale, Venezia Il
serpente di bronzo. Scritti antesignani di critica sociale, Venezia Civiltà
indigene, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma Archetipi. Aure. Verità
segrete. Dioniso errante. Tutto ciò che conosciamo ignorandolo, Marsilio,
Venezia (contiene Archetipi, Aure e
Verità segrete esposte in evidenza, e l'introduzione all'antologia Il dio
dell'ebbrezza) Le tre vie. Soluzioni sovrumane, Grazia Marchianò, Marsilio,
Venezia. Zolla. Keywords: fantasticare. Refs.: H. P. Grice, The Grice Papers,
BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California, Berkeley
#zolla https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4615547105123915 #griceezolla https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701657667/in/photolist-2mLN3Yo-2mLN3Yd-2mLLAFU-2mLLAFZ-2mLGvyP-2mLR9J2-2mLR9J7-2mKT6He-2mKPWH9-2mKS46g
Grice e Zorzi – l’armonia del mondo -- filosofia
italiana – Luigi Speranza (Venezia). Essential
Italian philosopher. Grice: “For some reason, in the Veneto area, they cannot
pronounce the /dg/, which becomes /z/ as everyone who is familiar with Giorgone
– as in Quine’s infamous example -- would know!”. Filosofo. Opere: “L'armonia del mondo” (S. Campanini, "Il Pensiero Occidentale",
Bompiani, Milano), “De harmonia mundi,” pref. C. Vasoli (Lavis-Firenze, La
Finestra editrice-Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), “L'Elegant: Poema
e Commento sopra il Poema, J.-F. Maillard, Arché Edidit, Milano Paris. S. Onda,
“Le vicende costruttive della chiesa e del convento”, “Il progetto di Jacopo
Sansovino e il «memoriale» di Zorzi” “Le teorie ermetiche di Zorzi,” in “La
chiesa di San Francesco della Vigna e il convento dei Frati Minori” (Venezia, edizione
a cura della Parrocchia di San Francesco della Vigna), S. Campanini, “Le fonti
ebraiche del ‘De Harmonia mundi’ di Zorzi, in «Annali di Ca' Foscari»; S. Campanini,
“La struttura simbolica del ‘De Harmonia mundi’ di Zorzi, in «Materia Giudaica».
Alfonso Vesentini Argento. “Il cardinale e l'architetto: Aleandro e il rinascimento
adriatico veneziano” (Apostrofo edizioni-Pieve San Giacomo-Cremona). Grice:
“Zorzi is interesting as proof that in Italy they take the Hebrew language
seriously! They call it a classic, even! I wish I had learned some all those
years I borded at Clifton!” – Zorzi. Keywords: armonia conversazionale. Refs.: H.
P. Grice, The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University
of California, Berkeley, Luigi Speranza, “Grice e Zorzi: l’armonia del mondo,”
The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. Grice e Zorzi Grice e Zorzi
#zorzi https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4597460416932584 *https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691790628/in/photolist-nfCbJd-2mKPWrs-2mKNDfF-nfj51y
Grice
e Zucca – un filosofo di un filosofo -- filosofia italiana –
Luigi Speranza (Villaurbana). Filosofo. Grice: “I like his surname. Mine means
‘pig.’ His means ‘pumpkin’!” Saggi: “L'uomo e
l'infinito” (Imola, Tipografia sociale), “Il lamento del genio: parodia” (Sassari,
Gallizzi), “Dopo il dolore: canto (Chiari, Rivetti), “Il grande enigma” (Modena,
Formiggini), “Le lotte dell'individuo” (“Rivista di Filosofia”, Modena,
Formiggini), “Essere e non essere” (“Rivista di Filosofia”; Roma, Formiggini), “Pensieri”
(“Rivista sarda”), “Leggenda e realtà” (“Rivista sarda”), “Ardigò e il vescovo
di Mantova: un'intervista nel sogno” (“Rivista sarda,” Roma, Ferri), “Un
filosofo di un filosofo” (“Mediterranea”), “I rapporti fra l'individuo e l'universo”
(Padova, Cedam). Antioco Zucca. Zucca. Keywords: un filosofo di un filosofo. Refs.:
Luigi Speranza, “Un filosofo di un filosofo: Grice e Zucca,” -- H. P. Grice,
The Grice Papers, BANC, MSS The Bancroft Library, The University of California,
Berkeley. Luigi Speranza, The Swimming-Pool Library, for the Anglo-Italian
Club, Villa Speranza, Liguria. Grice e Zucca #Zucca https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4572810639397562 *https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702459231/in/photolist-2mLGwFP-2mLLBQT-2mLGwFD-2mLQ5F8-2mLN587-2mKT6qL-2mKT6cK-CJiGU5-BLCQcz-C91qtA-BRssY3-Cbik8t-BRstt1-BK57Zz-BYzvBt-Bq3dFH-skZFyK-hSTpSd
Grice e Zubiena
– corpi e corpi -- filosofia fascista – filosofia italiana – Luigi Speranza
(Torino). Grice: “Perhaps without knowing, Zubiena has explored a crucial
concept in Greco-Roman philosophy, that of ‘daimone,’ – ‘il demoniaco,’ as
Zubiena calls it, focusing on its iconography. Grice: “I would call him the
Italian G. W. H. Parkinson: like G. Parkinson, Zubiena edits a volume on
‘semantics.’ And I would also call him the Italiaan A. G. N. Flew: like Flew,
Zubiena edits a volume on “Language and philosophy.”” Filosofo. Insegna a Roma.
Fonda l'Archivio di Filosofia e organizza i "Colloqui Castelli.” Grice: “Zubiena
should have called these colloquia the Zubiena colloquia” -- incontri che
riuniscono filosofi per discutere temi diversi. Vicino all'esistenzialismo,
Zubiena, partendo da una posizione spiritualista, si caratterizza per uno stile
filosofico dal tratto autobiografico. Si interessa di temi legati al rapporto
tra ragione, arte e religione; e introdusce il dibattito sulla demitizzazione. In
Zubiena convergono suggestioni tratte da Agostino, Kierkegaard, Šestov,
Heidegger, in una ricerca volta a delineare una teologia della storia sulla
base della considerazione del tema del peccato originale. Nei Colloqui
“Zubiena” convennero personalità di rilievo della scena filosofica religiosa, teologica,
ontologica, fenomenologica ed ermeneutica. Vi fecero la loro comparsa Gouhier,
Breton, Brun, Bruaire, Tilliette, Lacan, Ricœur, Lévinas, Ellul, Argan,
Starobinski, Benveniste, Eco, Scholem, Vahanian, Giannini. Ha preso il suo
posto, come organizzatore dei Colloqui e direttore dell'Archivio di Filosofia,
Olivetti. Panikkar e suo grande amico e collaboratore. Saggi: “Il tempo
esaurito” (Bussola, Roma), “I presupposti di una teologia della storia” (Cedam,
Padova), “Il demoniaco” (Electa, Milano), “Pensieri e giornate” (Cedam,
Padova), “Simboli e immagini” (Rinascimento, Roma), “Il tempo invertebrate”
(Cedam, Padova), “I paradossi del senso commune” (Cedam, Padova), “La critica
della demitizzazione” (Cedam, Padova), “Il tempo inqualificabile” (Cedam, Padova)
“Diari” (Cedam, Biblioteca dell'Archivio di Filosofia, Padova). Olivetti, La
filosofia cristiana (Città Nuova, Roma); Prini, “L'esistenzialismo teologico”, La
filosofia cattolica italiana del Novecento” (Laterza, Roma). Enciclopedia Treccani Sapienza Roma, su archivio.uniroma1, Filosofia
della religione esistenzialismo teologia razionale Istituzioni collegate, su filosofia.uni roma1.
Archivio di filosofia, su libra web.net. Sichirollo, “Castelli Gattinara di
Zubiena, Enrico”, Enciclopedia Italiana, Appendice, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Episcopale Italiana. O di Enrico Castelli. Enrico
Castelli. Enrico Castelli Gattinara di Zubiena. Zubiena. Keywords: symbolica;
parabolica; diabolica; lo individuo e il stato, la corporazione. Refs.: Luigi
Speranza: “Grice, Flew, Parkinson, and Zubiena,” Luigi Speranza, “Grice e
Zubiena: implicature demoniache” -- The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria. Grice e Zubiena #Zubiena https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4795725827106041
* https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701268687/in/photolist-2mLGyqv-2mLJBAD-2mLN3xV-2mLEwLN-2mLEvWg-2mLN4xk-2mLJzAr-2mFYSKW-2mFTkXC/