MASCI. (Francavilla al Mare). Filosofo. Grice:
“But perhaps more interesting that his explorations on the judicative are
Masci’s conceptual analysis, and fascinating ‘natural’ history of the will,
with a focus on Aristotle!” Grice: “Like Masci, I make a conceptual connetction
between willing and free-will.” – or “volonta” e “liberta” in his words!” -- Grice:
“I like Maci; he has philosophised on forms of intuition and instincdt – cf. my
“Needs’ – and what he calls the psycho-physical materialism. Also on what he
calls the psychological parallelism – He spent a few essays on quantification
and measurement in atters of the soul -- -- and speaks of an ‘indirect measure’
in psychology. He has opposed ‘conoscenza’ to ‘credenza’ (cf. my knowledge and
belief) , and further, ‘conosecenza and pensiero’ , knowledge and thought. Nato
in una famiglia della borghesia abruzzese, perse il padre Guglielmo all'età di
4 anni. Frequentò il collegio Giambattista Vico di Chieti e, completati gli
studi liceali, fu allievo del professor Mola, che gli insegnò filosofia, scienze
e matematica. Iniziò nel 1862 gli studi di giurisprudenza all'Napoli, dove si
laureò nel 1866, ed in seguito studiò scienze politico-amministrative. Cominciò
ad approfondire le sue conoscenze filosofiche grazie alle lezioni tenute da
Bertrando Spaventa nella stessa città. Influenzato dalla sua formazione
universitaria e dallo stesso Spaventa, al centro dei suoi primi studi c'era il
pensiero di Kant e Hegel. Nel 1875 ottenne la cattedra di professore
reggente di filosofia presso il liceo di Chieti, prima dell'abilitazione che
gli fu consegnata nel 1879 a Pisa. Inoltre sempre nel 1875 venne nominato
vincitore di un concorso della Reale Accademia delle scienze morali e politiche
grazie ad un saggio sulla Critica della ragion pura. Nel 1882 divenne libero
docente di filosofia teoretica all'Napoli e, l'anno successivo, di storia della
filosofia presso l'Pavia. Nel 1883 abbandonò l'insegnamento a Chieti per
recarsi a Padova, dove era stato nominato professore straordinario di filosofia
morale. All'istituto scolastico lasciò numerosi scritti sulla filosofia antica.
Un anno dopo divenne Professore all'Napoli. Nel 1893 ottenne la carica di
rettore dell'Napoli e nel 1894 di consigliere comunale della medesima città.
Nel corso della sua carriera politica fu eletto deputato dal collegio di Ortona
al Mare per la XIX legislatura e fu un sostenitore di Annunzio. Entra nel Senato del Regno, dove
intervenne più volte sul tema dell'istruzione pubblica. Sosteneva la maggiore
importanza della formazione classica rispetto a quella tecnica o scientifica
nelle scuole secondarie. Liceo scientifico "Filippo
Masci" a Chieti Fu Presidente dell'Accademia di lettere ed arti della
Società Reale di Napoli, socio della Regia Accademia dei Lincei, membro del Consiglio
superiore dell'Istruzione Pubblica e di altre istituzioni culturali. Nel 1918
presso l'Accademia dei Lincei difese l'importanza di Kant e Fichte in contrasto
con le parole di Luigi Luzzati che li aveva criticati per essere filosofi
tedeschi. Dopo la morte avvenuta il 7 dicembre 1922, fu eretto un busto
commemorativo a Francavilla al Mare e il neonato liceo scientifico di Chieti fu
intitolato in suo onore. Nel corso della sua carriera conobbe Scarfoglio e
Annunzio, che continuò a frequentare negli anni successivi. Inoltre fu tenuto
in grande considerazione da Spaventa. Nel 1888 sposò una lontana parente di sua
madre, entrambe appartenenti alla famiglia Tattoni di Bellante. Dal matrimonio
nacquero tre figli. Il pensiero Poco prima di morire pubblicò Pensiero e
conoscenza, in cui sono racchiusi gli aspetti più importanti del suo pensiero,
che oggi è poco studiato. Ebbe molteplici interessi (filosofia, psicologia,
sociologia, pedagogia, diritto e storia) ed è considerato uno dei più
importanti esponenti del neokantismo, avendo rifiutato sia alcune posizioni
filosofiche di Spaventa, sia l'affermato positivismo di Ardigò, che escludeva
ogni possibile principio "a priori" della conoscenza. La ripresa
della filosofia di Immanuel Kant fu segnata dalla convinzione che fosse sbagliato
ridurre la realtà a pura rappresentazione, ma anche dal tentativo di studiare
la genesi psicologica delle categorie di Kant e quindi negare la loro
formulazione numericamente rigida. Nel Materialismo psicofisico cercò di
dimostrare l'unità tra anima e natura in una concezione psicofisica della
realtà, ma i suoi lavori furono criticati da Giovanni Gentile, anche a causa
della mancata adesione al neoidealismo. Opere: “Le forme dell'intuizione”
(Del Vecchio, Chieti); “Le teorie sulla formazione naturale dell'istinto”Memoria
letta alla R. Accademia di Scienze Morali e Politiche della Società Reale di
Napoli. Napoli: Tipografia della Regia Università, “Il materialismo
psico-fisico”“Il parallelismo in psicologia, “Atti dell'Accademia di Napoli”,
Napoli Intellettualismo e pragmatismo,
“Atti della Regia Accademia delle Scienze morali e politiche”, Napoli, “Quantità
e misura nei fenomeni psichici”Memoria letta all'Accademia di Scienze Morali e
Politiche della Società Reale di Napoli. Napoli: Federico Sangiovanni &
Figlio, “Della misura indiretta in psicologia.”Conoscenza scientifica e
conoscenza matematica. Napoli: Federico Sangiovanni & Figlio, “Credenza e
conoscenza” -- “I like the latest bit,
where he discusses the reciprocity of the faculties” – Grice.) Atti dell'Accademia di Napoli”, Napoli, “Pensiero
e conoscenza,”Bocca Editori, Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italian astrino
per uniforme ordinaria Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia Ufficiale
dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaronastrino per uniforme ordinariaUfficiale
dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro Note Schede di personalità
abruzzesi importanti nel campo della filosofia, Regione Abruzzo). Storia
del liceo F. Masci e biografia, Liceo F. Masci). Discorso di commiato per la morte di Masci,
su notes9.senato. 15 luglio . Alfonso
Pietrangeli, Filippo Masci e il suo neocriticismo, Cedam, Padova 1962. Luigi
Gentile, Filippo Masci : dal criticismo kantiano al monismo psicofisico, Noubs,
Chieti 2003. Giuseppe Landolfi Petrone, Masci Filippo, in Dizionario biografico
degli italiani, 71, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, ATreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Filippo Masci, in Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Opere di Filippo Masci, su Liber Liber.
Opere di Filippo Masci, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Filippo Masci, su storia.camera, Camera dei
deputati. Filippo Masci, su Senatori
d'Italia, Senato della Repubblica. Filippo Masci.
MASI. (Firenze). Filosofo. Grice: “Unlike Masi, I don’t think ontology
has reached its end – il fine dell’ontologia” – Grice: “Masi has elaborated on
the power of reason not from an Ariskantian perspective but from a Plathegelian
one! – Masi: “Il potere della ragione: Eraclito, Platone, Hegel.” -- Grice: “It’s amazing Masi was implicating the
same things as I was on S izz P and P hazz S; he even managed a coinage, ‘uni-equivocity’
– I love it!”. Figlio di Enrico Masi, generale dell'Esercito Italiano, e Leda
Nutini. Ha compiuto i suoi studi a Bologna, conseguendo la maturità classica
presso il liceo statale L. Galvani. Iscrittosi a Bologna, vi si laureò con lode
con una tesi sul diritto di famiglia
negli Statuti Bolognesi. Assolse agli obblighi di leva e fu trattenuto alle
armi in base alle disposizioni di emergenza del periodo. Congedato, riprese gli
studi di filosofia a Bologna, dove conseguì la laurea con lode, discutendo co
Battaglia la tesi, “Individuo, società, famiglia in Rosmini”. La tesi gli valse
l'ammissione, con borsa di studio a Milano. Dopo il primo anno, fu richiamato
alle armi nel periodo bellico. Ottenuto il congedo definitivo, insegna
filosofia a Bologna. Participa ai principali convegni e congressi, come quelli
del Centro Studi Filosofici di Gallarate, come attesta la sua collaborazione
alla Enciclopedia filosofica quel Centro. Dona su collezione alla Pinacoteca
comunale di Pieve di Cento. L'interesse storiografico che muove Masi alla ricostruzione di Kierkegaard da un
profondo e originale impegno teoretico, volto ad approfondire il concetto
metafisico di "analogia", cui il discorso di Kierkegaard, come l'A.
si propone di illustrare nel suo saggio, risulta fortemente legato. Sotto un
profilo strettamente storiografico, il Masi approda, attraverso un'attenta
rilettura delle "opere edificanti" di Kierkegaard, ad
un'interpretazione che ridimensiona questo pensatore, scoraggiando molti luoghi
comuni della critica.." (A. Baboline).
"Nel linguaggio filosofico contemporaneo l'aggettivo
"platonico", riferito a una qualsiasi entità, vuole denotare
l'immobilità a-storica, il suo permanere in un'assoluta identità con sé
medesima al di sopra delle alterne vicende del divenire. Ciò deriva da una
tradizione ermeneutica del platonismo. Uno degli aspetti più rilevanti del
volume di Masi risiede appunto nello sforzo operato a de-mitizzare una tale
ermeneutica... questa ricerca del Masi costituisce un lucido esempio di come
oggi una filosofia, che si presenta spiritualistica e umanistica, sappia
ripiegarsi a cogliere con consapevolezza trasparente e spregiudicata, le
proprie radici alle fonti più vive della tradizione culturale
dell'Occidente" (A. Babolin).
"Le zitelle è un libro divertente, curioso, strano. Il pregio
maggiore di questo libro è di essere tutto su di uno stesso tema musicale.”
Opere: “Esistenza” (Bologna; “La verità,” Bologna, “La libertà,” Bologna,
“Metafisica,” Milano, “La fine dell'ontologia,” Milano, “Disperazione e
speranza. Saggio sulle categorie kierkegaardiane,” Padova, “Il potere della
ragione,” Padova, “Il problema
aristotelico,” Bologna, “L'esistenzialismo,” “Grande antologia filosofica. Il
pensiero contemporaneo,” Milano “Il pensiero ellenistico,” Bologna, “L'uni-equivocità
dell'essere in Aristotele (Genova: Casa Editrice) – cf. Grice, “Aristotle on
the multiplicity of being” -- Tilgher “Lo spiritualismo” antico. Il pensiero
religioso egiziano classico, Bologna: Clueb, “Lo spiritualismo ellenistico.” La
grande svolta del pensiero occidentale, Bologna: Clueb, Lo spiritualismo
cristiano antico. Dalle origini a Calcedonia, Bologna: Clueb Origène o della
riconciliazione universal, Bologna, “Lo spiritualismo indiano. Dalle Upanishad
al Buddha, Bologna: Clueb Lo spirito magico. Saggi sul pensiero primitivo, Bologna:
Clueb, Studi sul pensiero antico e dintorni, Bologna L'idea barocca. Lezioni sul
pensiero del Seicento, Bologna: Clueb, Il concetto di cultura, Bologna: Clueb, Commento al Timeo” (Bologna:
Clueb“Dell'eternità, e altri argomenti,’ Bologna: Clueb Narrativa Penombre,” Torino:
Casa Editrice A.B.C. SL'esile ombra, Torino: Casa Editrice A.B.C. Le zitelle,
Milano: Todariana Editrice, Il cane cinese, Roma: Vincenzo Lo Faro Editore
Il gatto Siamese, Roma: Vincenzo Lo Faro
Editore. Il figlio dell'ufficiale, Marta, L'ultima estate, Firenze: Firenze
Libri “La carriera di un libertino,”La dea bambina, Firenze: Firenze “Oltre le
dune,” Firenze: Firenze Libri Le donne, Roma: Gabrieli Editore L'ignoto. Il
sogno, Firenze: L'Autore Libri, Tra le
quinte del liceo. L'orologio a Pendolo, Firenze: L'Autore Libri, Il palloncino
rosso e altri racconti, Firenze: L'Autore Libri, La partenza, Firenze: L'Autore
Libri Il sogno, Roma: Gabrieli Editore Angelina e altri racconti, Firenze:
L'Autore Libri La croce di Sant'Elpidio. Il cane cinese, Firenze Il lupo di
Sestola, Firenze: L'Autore Libri Poesia Apollo e Dafne, Padova: L'Edicola Le
stagioni e i giorni, Padova: L'Edicola, La tomba d'erba, Padova: L'Edicola
Maremma tu, Milano: Todariana EditricePremio Montediana di poesia, A. Babolin,
rec. a Disperazione e speranza, in "Riv. di Fil. Neosc.", A. Babolin, rec. a il potere della ragione, in:
"Riv. di Fil. Neosc.", F. Tombari, rec. a Le zitelle, Milano:
Todariana Editrice Nunzio Incardona. Giuseepe
Masi --. Keywords uni-equivociat dell’essere in Aristotele.
MASSARENTI. (Eboli). Filosofo. Grice: “His dictionary
of non-common ideas I would give to Austin on his birthday; he would hate it!
He was all for common lingo!” -- “I like Massarenti: he can be provocative. I
like his study on what he calls a ‘neologissimo’ – and the idea of the
pocket-philosopher! I know I’m one! On the other hand, he has written on ‘la
buona logica,’ but isn’t ‘logica’ already a value-paradeigmatic expression? His
study on god-damn logic is good – since that’s what I do, with my theory of
implicature. To say, “My wife is in the kitchen or the bedroom” when I know
where she is – and thus when I have truth-functional grounds to utter the
stronger disjunct, it’s still goddamn logic – I haven’t lied! True but misleading
– aka god-dman logic!” Responsabile del supplemento culturale Il Sole-24
Ore-Domenica, dove si occupa di storia e filosofia della scienza, filosofia
morale e politica, etica applicata, e dove tiene la rubrica Filosofia minima. Armando Massarenti vive a Milano, dove
dirige il supplemento culturale Domenica de Il Sole 24 Ore. Nel 1991 ha scritto, con Antonio Da Re, L'etica
da applicare. Ha redatto il Manifesto di bioetica laica, che ha suscitato un
vasto dibattito.[senza fonte] È stato membro dell'Osservatorio di Bioetica
della Fondazione Einaudi di Roma e dal
fa parte del Comitato etico della Fondazione Veronesi, presieduto da
Giuliano Amato. Direttore della rivista Etica ed economia (Nemetria). Ha curato e introdotto diversi volumi di
argomento filosofico-scientifico, come L'ingranaggio della libertà di Friedman
(Liberilibri, Macerata), la Storia dell'astronomia di Giacomo Leopardi (La vita
felice, Milano), Rifare la filosofia di Dewey (Donzelli, Roma). Per Feltrinelli ha curato e introdotto il
volume Laicismo indiano (Milano), una raccolta di saggi del Premio Nobel per
l'economia Amartya Sen. Ha curato il
numero monografico della Rivista di Estetica dedicato al dibattito su "Analitici
e continentali" e, con Vittorio
Possenti, il volume Nichilismo, relativismo, verità. Un dibattito (Rubbettino,
Soveria Mannelli). Ha curato la collana I Grandi Filosofi (trenta volumi sui
protagonisti della storia del pensiero, da Socrate a Wittgenstein, per i quali
ha anche scritto le prefazioni, confluite ne Il filosofo tascabile). Nel è in corso di pubblicazione una serie analoga
dedicata ai grandi della scienza. Ha
scritto Il lancio del nano e altri esercizi di filosofia minima per il quale
gli sono stati conferiti il Premio Filosofico Castiglioncello e il premio di saggistica "Città delle
Rose" 2007. Il lancio del nano è anche oggetto di un esperimento
didattico, promosso dalla Società Filosofica Italiana (Sfi), attraverso il
quale viene proposto un modo nuovo di motivare gli studenti allo studio della
filosofia e alla capacità di argomentare in proprio. Dal libro è stato tratto
anche uno spettacolo teatrale, per la regia di Claudio Longhi (prodotto da
Mimesis). Con Gilberto Corbellini e Pino
Donghi ha curato e in parte scritto il volume Bi(bli)oetica. Istruzioni per
l'uso (Einaudi), un dizionario di bioetica sui generis, dal quale il regista
Luca Ronconi ha tratto l'omonimo spettacolo teatrale andato in scena a Torino,
per il progetto Domani delle Olimpiadi6.
Ha scritto Staminalia. le cellule etiche e i nemici della ricerca, una
ricostruzione del dibattito etico e scientifico sulla ricerca sulle staminali,
recensito, tra gli altri, da Elena Cattaneo sulla rivista Nature. Ha scritto Il filosofo tascabile. Dai
presocratici a Wittgenstein. 44 ritratti per una storia del pensiero in
miniatura. In contemporanea è uscito “Stramaledettamente logico. Esercizi
filosofici su pellicola (Laterza, Roma-Bari) una raccolta di saggi su cinema e
filosofia (di Claudia Bianchi, Roberto Casati, Achille Varzi, Nicla Vassallo)
di cui ha scritto introduzione e saggio conclusivo. Ha insegnato come professore a contratto
nelle Bologna, Lugano, Siena, Milano. Dirige per Mondadori Università la
collana "Scienza e filosofia".
Fa parte delle giurie di due premi per la divulgazione scientifica: il
Premio Giovanni Maria Pace, promosso dalla SISSA di Trieste, il Premio
letterario Galileo per la divulgazione scientifica, legato al Campiello
(Padova), e il premio letterario Merck Serono. È stato anche nella giuria del
Premio del Giovedì "Marisa Rusconi", conferito ogni anno a Milano a
un romanzo italiano opera prima. Ha
vinto diversi premi: il Premio Dondi per
la Storia della Scienza, delle tecniche e dell'Industria (Padova); n il Premio
Voltolino per la divulgazione scientifica (Pisa); n il Premio Mente e Cervello
(Torino); nel il premio Capri, il premio
Argil e il premio Capalbio; nel il
Premio Città di Como. Opere: “L'etica da
applicare: una morale per prendere decisioni,” Milano, Il Sole-24 Ore libri, “Il
lancio del nano” -- e altri esercizi di “filosofia minima,” Parma, Guanda, Staminalia.
“Le cellule” etiche e i nemici della ricerca, Parma, Guanda, “Il filosofo tascabile” “dai presocratici a
Wittgenstein”“ritratti per una storia del pensiero in miniatura,” Parma, Guanda,
“Dizionario delle idee non comuni,”Parma, Guanda, .“Filosofia, sapere di non sapere:
le domande che hanno caratterizzato lo sviluppo del pensiero” Firenze, D'Anna.“Perché
pagare le tangenti è razionale ma non vi conviene” e altri saggi di etica
politica, Parma, Guanda, .“Istruzioni per rendersi felici.”“Come il pensiero
antico salverà gli spiriti moderni, Milano, Guanda, .“La buona logica.” Imparare
a pensare, con Paolo Legrenzi, Milano, Cortina, “.Metti l'amore sopra ogni
cosa: una filosofia per stare bene con gli altri,”Milano, Mondadori, Treccani Enciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Armando Massarenti, . Registrazioni di Armando Massarenti, su Radio
Radicale, Il lancio del nano e altri esercizi di filosofia minima, su
italialibri.net.Armando Massarenti: tangenti e moralità, su filosofia.rai.
MASSARI
-- SEMINARA (Seminara). Bernardo Massari -- calabro -- Barlaam: -- Grice:
“Should it be under B – Barlam, under Seminara, like Occam?” Barlaam Calabro – di Calabria -- (Seminara),
filosofo. Scrisse, anche, di aritmetica, musica e acustica. Fu uno dei più
convinti fautori della riunificazione fra le Chiese d'oriente e occidente. È
considerato insieme ai suoi due allievi Leonzio Pilato e Boccaccio uno dei
padri dell'Umanesimo. Barlaam studiò e
fu ordinato sacerdote nel Monastero di S. Elia de Capasino (attuale Cubasina)
in Galatro, Calabria, per poi lasciare la regione alla volta di Bisanzio
(approssimativamente nel 1326 o 1327), dove completò la sua istruzione. Pare che il suo successo come filosofo (un
suo trattato sull'etica stoica è preservato) fu ragione di gelosia da parte
dell'umanista bizantino Niceforo Gregorio. Nel 1333, nell'ambito delle
trattative per la riunificazione tra le due Chiese di Oriente e di Occidente, a
Barlaam venne affidata la difesa delle ragioni greche; in tale occasione
sviluppò le sue critiche verso l'esicasmo e a sottolineare la differenza di
valore tra la teologia scolastica e la contemplazione mistica. Barlaam fu protagonista di una violenta
polemica contro i metodi ascetici e mistici di alcuni monaci dell'Athos e del
loro sostenitore Gregorio Palamas. Il dibattito divenne sempre più acceso fino
a culminare in un concilio generale nel 1341 alla fine del quale Barlaam venne
costretto a sospendere ogni futuro attacco verso l'esicasmo. Epigrafe a Gerace, Barlaam maestro greco e
latino di Petrarca e Boccaccio. Fu inviato dall'imperatore Andronico III
Paleologo in missione diplomatica a Napoli, Avignone e Parigi per sollecitare
le corti europee ad una crociata contro i turchi. In quell'occasione costruì
delle relazioni e una rete di amicizie su cui poté fare conto quando, in
seguito alla decisione conciliare, decise di lasciare Bisanzio e aderire alla
Chiesa d'Occidente. Nel 1342 ad Avignone conobbe Francesco Petrarca, a cui
iniziò ad insegnare il greco. Il Petrarca si adoperò per fargli assegnare la
diocesi di Gerace, così Barlaam fu nominato vescovo di Gerace da papa Clemente
VI il 2 ottobre dello stesso 1342. La bolla relativa alla sua elezione al
vescovato di Gerace riporta: "Monachus monasteri Sancti Heliae de Capasino
Ordinis Sancti Basilii Militensis Diocesis, in sacerdotio
constitutum". Barlaam fu maestro di
greco e latino di Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio che diede un importante
contributo, attraverso la riscoperta dei testi greci, anche a tutto ciò che non
molto tempo dopo svilupperà il movimento umanista. È proprio l'umanista
Giannozzo Manetti il primo a menzionare Barlaam nella sua biografia del
Petrarca. Nel 1346 Barlaam venne inviato
in missione diplomatica dal Papa in un rinnovato tentativo ecumenico. Data la
grande influenza di Palamas il tentativo, ancora una volta, si risolse in un
insuccesso. Fece ritorno ad Avignone
dove morì. Opere Si occupò anche di matematica lasciandoci una Logistica in
lingua greca in cui spiega le regole di calcolo con interi, frazioni generiche
e frazioni sessagesimali. L'opera fu pubblicata a Strasburgo ne a Parigi, nsieme
ad una sua traduzione in latino.
Domenico Mandaglio, Barlaam Calabro: una vocazione unionista. Claudio
Nanni Editore (Maggio ). Salvatore Impellizzeri, BARLAAM Calabro, Dizionario
Biografico degli Italiani, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani. Silvio
Giuseppe Mercati, BARLAAM Calabro, Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia italiana Treccani Altri progetti Collabora a Wikisource
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Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Barlaam di Seminara, in Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. (DE) Barlaam di Seminara, su ALCUIN,
Ratisbona. Opere di Barlaam di Seminara, .
Predecessore Vescovo di Gerace SuccessoreBishop CoA PioM.svg Nicola2
ottobre 13421º giugno 1348Simone Atomano.
MASTRI (Meldola). Filosofo.– Grice: “One interesting
fascinating bit about Mastri’s ‘Institutiones logicae’ is tha it starts with a
little ABC!” Grice: “Mastri has a chapter on fallacies, too, which is
fascinating!” -- Grice: “I love Mastri – of course at Oxford, if they do
history of logic, they’ll focus on Occam – Axe Kneale!” Grice: “But Mastri
explored quite a bit the square of opposition, and modal, too – what he says
about nomen, verbum, propositio, copula, ‘regulae’ for reasoning, and so forth,
is all relevant – especially seeing that his “Institutiones logicae” is just
one of his outputs: he made intensive commentaries on Aristotle’s whole
organon, and more importantly, also his metaphysics and his theory of the soul
– so Mastri certainly knows what he is talking about!” -- Grice: “He was a
logician, and so, according to the Bartlett, am I!” -Opere: “Disputationes in
octo libros Physicorum Aristotelis,” typis Ludovici Grignani, Romae. “Disputationes
in Organum Aristotelis,” typis Marci Ginami, Venetiis “Disputationes in libros
De celo et Metheoris,” typis Marci Ginami, Venetiis “Disputationes in libros De
generatione et corruptione,”typis Marci Ginami, Venetiis “Disputationes in
Aristotelis Stagiritæ libros De anima,”typis Marci Ginammi, Venetiis “Disputationes
in Aristotelis Stagiritæ libros Physicorum,”typis Marci Ginammi, Venetiis, Institutiones logicæ, quas vulgo summulas, vel
logicam parvam, nuncupant,”typis Marci Ginammi, Venetiis); “Disputationes in
Organum Aristotelis” (typis Marci Ginammi, Venetiis); “Disputationes in XII
Aristotelis stagiritæ libros Metaphysicorum,”typis Marci Ginammi, Venetiis “Disputationes
in libros De coelo et Metheoris, typis Marci Ginammi, Venetiis “Scotus et
scotistæ Bellutus et Mastrius expurgati a probrosis querelis ferchianis,” apud
Franciscum Succium thypographum cameralem, Ferrariæ “Disputationes in libros De
generatione et corruptione,typis Marci Ginammi, Venetiis “Disputationes
theologicæ in primum librum Sententiarum, apud Iohannes Iacobum Hertz, Venetiis
“Disputationes theologicæ in secundum librum Sententiarum, apud Franciscum
Stortum, Venetiis “Disputationes theologicæ in tertium librum Sententiarum, apud
Valvasensem, Venetiis “Disputationes theologicæ in quartum librum Sententiarum,
apud Valvasensem, Venetiis “Theologia moralis ad mentem dd. Seraphici et
Subtilis concinnata, apud Ioannem Iacobum Herz, Venetiis“Disputationes in
Aristotelis Stagiritæ libros De anima, sumptibus Francisci Brogiolli, Venetiis “Theologia
moralis,” Edizioni Theologia moralis, Milano,
Fondazione Mansutti). Bartolomeo Mastri,
Philosophiae ad mentem Scoti, 1,
Venetiis, Nicolò Pezzana, Bartolomeo Mastri, Philosophiae ad mentem Scoti, 2, Venetiis, Nicolò Pezzana, Mastri,
Philosophiae ad mentem Scoti, 3, Venetiis,
Nicolò Pezzana, Bartolomeo Mastri, Philosophiae ad mentem Scoti, 4, Venetiis, Nicolò Pezzana, Bartolomeo
Mastri, Theologia moralis, Venetiis, Giovanni Giacomo Hertz. Paolo Falzone, Bartolomeo Mastri, in
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. 31 luglio . Marco Forlivesi, Scotistarum princeps. Bartolomeo Mastri e
il suo tempo, Centro Studi Antoniani, Padova,
Marco Forlivesi, Mastri da
Meldola, "riformatore"
dell'Accademia degli Imperfetti, Accademia degli Imperfetti, Meldola, Marco
Forlivesi , "Rem in seipsa cernere". Saggi sul Mastri Il Poligrafo, Padova 2006. Daniel Heider,
Universals in Second Scholasticism. A comparative study with focus on the
theories of Francisco Suárez, João Poinsot and Bartolomeo Mastri da Meldola
O.F.M. Conv./Bonaventura Belluto O.F.M. Conv. Philadelphia, John Benjamins, .
Tullio Faustino Ossanna,Mastri conv. Teologo dell'incarnazione, Miscellanea
Francescana, Romal Fondazione Mansutti, Quaderni di sicurtà. Documenti di
storia dell'assicurazione, M. Bonomelli, schede bibliografiche di C. Di
Battista, note critiche di F. Mansutti. Milano: Electa, 214. Hermann Busenbaum Bonaventura Belluto
Giovanni Duns Scoto. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opee su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
MASSOLO. (Palermo). Filosofo. Grice: “If I had to
decide on my favourite Massolo, that would be his ‘historicity of metaphysics,’
way before when I was venturing with Strawson and Pears to lecture the erudite
audience of the BBC third programme on the topic!” Dopo aver intrapreso gli
studi presso il Liceo Classico Vittorio Emanuele II, si laurea a Palermo con
“L’individuo in Rosmini, con Allmayer. Fu autore di alcuni volumi di
poesia. In seguito ad un periodo di
docenza nei licei di Perugia, Catanzaro e Livorno, insegna a Urbino e 'Pisa. Ha
influenzato importanti figure del dibattito filosofico del secondo Novecento,
come Luporini, Badaloni, Sichirollo, Salvucci, Cazzaniga, Barale, Bodei,
Losurdo. Gli scambi epistolari avuti con numerosi intellettuali (tra cui
spiccano i nomi di Gentile, Spirito, Bo, Fortini, Russo, Capitini, Weil)
mostrano l’alta considerazione di cui Massolo godeva all’interno del panorama
culturale del secondo dopoguerra. Partecipa
alla fondazione della rivista Società, entrando nel comitato di redazione. La
rivista, nel primo anno della sua uscita, ospitò tre importanti saggi di
Massolo: Esistenzialismo e borghesismo, La hegeliana dialettica della quantità, L’essere
e la qualità in Hegel. Idea e fonda la collana «Socrates» dell’editore
Vallecchi, con la quale pubblicò “Filosofia e politica” di Weil, Vita di Hegel
di Rosenkranz e Dialettica e speranza di Bloch. I suoi studi su Hegel, inclini
a valorizzare la filosofia della storia e la dimensione realistica del filosofo
tedesco, contrastano tanto la lettura del neoidealismo italiano (Croce e
Gentile) quanto quella di Galvano Della Volpe. Nell’ambito della sua
riflessione Massolo ha posto le basi teoriche per una nuova ed originale
rilettura del rapporto Hegel-Marx, tanto da essere considerato da alcuni
interpreti l’avviatore dell’hegelo-marxismo in Italia. I suoi interessi teoretici si sono rivolti
principalmente alla filosofia classica tedesca da Kant ad Hegel, della quale ha
studiato, per più di un decennio, i principali momenti storico-teorici. In antitesi all’esegesi del neoidealismo
italiano, che tendeva ad attribuire alle filosofie di Fichte, Schelling ed
Hegel il superamento della finitezza umana che Kant aveva posto a fondamento
della sua filosofia, Massolo ha proceduto alla rilettura della genesi
dell’idealismo tedesco con l’idea che esso abbia storicizzato i dualismi
kantiani in un processo che si compie nella Fenomenologia dello spirito di
Hegel. Nelle fasi più mature della sua
riflessione ha tematizzato in vari saggi la problematica della scissione della
coscienza comune (Filosofia e coscienza comune, oggi), l’idea della completa
politicizzazione del filosofare (Politicità del filosofo, Frammento etico-politico), ed il problema
della storia della filosofia con particolare riferimento al ruolo della
coscienza riflettente del filosofo, nonché al rapporto dialettico tra Pensiero
e Realtà nella città-storia» (La storia della filosofia come problema,). Si dedica alla questione della dialettica
intesa come dialogo, ovvero quell’elemento dialettico-razionale mediante il
quale è possibile conciliare le differenti rappresentazioni dell’oggetto
storico-sociale e le contraddizioni all’interno della comunità. Tramite queste riflessioni, che lo hanno
condotto a porsi in diretta polemica con Nietzsche ed Heidegger, Massolo ha
contrastato l’idea del sapere come visione solitaria del singolo ed ha
concettualizzato l’idea del sapere come processo essenzialmente dialogico e
comunicativo (La storia della filosofia e il suo significato). Altre opera:“Mattutino,” versi ( Palermo, A.
Trimarchi); “Adolescenza” ( Palermo, “Convivio; storicità della metafisica,”Firenze,
Le Monnier); “Introduzione alla analitica kantiana” (Firenze, Sansoni); “Fichte”
(Firenze, Sansoni, “Schelling,”Firenze, Sansoni, “Prime ricerche di Hegel”
(«Pubblicazioni dell’Urbino», serie di Lettere e Filosofia, X), Urbino, “La
storia della filosofia come problema” -- ed altri saggi, Firenze, Vallecchi, “Logica
hegeliana” Pasquale Salvucci, Firenze,
Giunti-Bemporad, “Della propedeutica filosofica” e altre pagine sparse, Urbino,
Montefeltro, Sergio Landucci, Arturo Massolo, "Belfagor, Remo Bodei,
Arturo Massolo, "Critica storica", Studi in onore di Arturo Massolo,
Livio Sichirollo, Urbino, Argalia, Nicola Badaloni, Ricordo di Arturo Massolo,
"Giornale critico della filosofia italiana", degli scritti di Massolo, Burgio, Urbino, QuattroVenti, “Il
filosofo e la città: studi su Arturo Massolo, Nicola De Domenico e Gianni Puglisi,
Venezia, Marsilio, Opere di Arturo
Massolo.”
MASTROFINI. (Monte Compatri). Filosofo. Grice:
“I like Mastrofini; for one, he found how old Roman evolves into what we may
call new Roman, or Italian!” – Grice: “And of course as a philosopher, he focused
on the philosophical terminology – it takes a PHILOSOPHER to translate a
philosophical text!” – Grice: “What I like about Mastrofini” is that he mostly
kept with the cognates. La Crusca adores him!” Noto soprattutto per il volume “Le
discussioni sull'usura” in cui sostenne che non è reato far fruttare il danaro
e che né la Sacra Scrittura, né i Vangeli, né la tradizione ecclesiastica
vietavano di ottenere un giusto interesse per danaro dato a prestito. Questo
diede luogo a molte discussioni ma anche apprezzamenti lusinghieri da
economisti dell'epoca e dall'opinione pubblica.
In precedenza aveva scritto un'opera di economia finanziaria, il Piano
per riparare la moneta erosa relativa all'inflazione nello Stato Pontificio,
opera largamente utilizzata per la riforma finanziaria dello Stato, intrapresa
da Pio VII. L'edificio del Collegio
Romano ove insegnò. Venne nominato
professore di filosofia a Frascatii. Nel pieno della crisi della Repubblica
Romana, si trasferì a Roma dove venne nominato professore di eloquenza presso
il Collegio Romano. Tornò a a Frascati. Si trasferì definitivamente a Roma dove
assume la carica di Consultore della "Nuova Congregazione cardinalizia per
gli affari totius orbis". Produce
le traduzioni dei capolavori di Floro, “Sulle cose romane,” e di Ampelio, “Sulle
cose memorabili del mondo e degli imperi.” Traduce “Le Antichità romane” di Dionigi. Venne pubblicato “Teoria e prospetto; ossia, dipinto
critico dei verbi italiani coniugati, specialmente degli anomali o mal noti
nelle cadenze,” opera che portò un grande contributo allo studio dell'italiano,
utilizzata dall'Accademia della Crusca nella revisione del dizionario della
lingua italiana. Pubblicò “Della maniera di misurare le lesioni enormi nei
contratti e uno studio sulla patria potestà e filiazione, che ebbe larga eco
nei circoli giuridici romani, essendo allora in corso una causa di
riconoscimento di paternità per successione tra i Torlonia e i Cesarini. Piazza di Monte Citorio. Nell'edificio dove
abitava e morì, in piazza di Monte Citorio il Comune di Roma appose una lapide
con il seguente ricordo: «Abitò in
questa casa e vi morì Marco Mastrofini che dotto in filologia, teologo e
filosofo assai più grande che celebrato fissò le incerte leggi dei verbi investigò
felicemente con l’uso della ragione i misteri della scienza divina S.P.Q.R.»
Opere: “Dissertazione filosofica,”Roma “Piano per riparare la moneta erosa,”Roma,
“Ritratti poetici, storici, critici dei personaggi più famosi nell'antico e nuovo
Testamento, LFloro, “Sulle cose romane”, Roma, Ampelio, “Sulle cose memorabili
del mondo e degli imperi”, Roma, Dionigi di Alicarnasso “Le Antichità romane”,
Roma, “Dizionario dei verbi italiani,” Roma, “Metaphisica sublimior de Deo
triun et uno,” Roma, Appiano “Storia delle guerre civili dei Romani",
Roma, Arriano “La Storia”, Roma, ristampata da Sonzongo con il titolo “Delle
cose d'Italia” “Le usure,” Roma, “Amplissimi frutti da raccogliere sul
calendario gregoriano,” Roma, “L'anima umana e i suoi stati,” Roma, “Teorica dei nomi,” Roma, “Teorica e
prospetto de' verbi italiani conjgeniti,”Roma, Riconoscimenti La città natale ha dedicato al
suo nome la Biblioteca comunale, situata sul colle di Borgo Ghetto, inaugurata e una piazza cittadina. Roma Capitale gli ha
intitolato una via nella zona di Monte Mario.
Biblioteca Comunale Monte Compatri in "Sistema bibliotecario.
Provincia di Roma". Istituzione del
15 settembre 1956. Sito. Sistema informativo toponomastica di Roma
Capitale. Donato Tamblè Dizionario
Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere di Marco Mastrofini.
MASULLO. (Avellino). Filosofo. Insegna a Napoli. Ha trascorso vari
periodi di ricerca e di insegnamento in Germania. Direttore del
Dipartimento di Filosofia dell'Napoli. È stato socio dell'Accademia
Pontaniana, della Società Nazionale di Scienze Lettere ed Arti di Napoli e
dell'Accademia Pugliese delle Scienze. È stato insignito della medaglia
d'oro del Ministero per la Pubblica Istruzione. Candidato nelle liste del
Partito Comunista Italiano prima e in quelle dei Democratici di Sinistra poi, ha
ricoperto la carica di Deputato, è stato Senatore della Repubblica. È
scomparso il 24 aprile ; aveva compiuto 97 anni a Pasqua, il 12 dello stesso
mese. È stato attivo e operoso fino all'ultimo, e ha rilasciato la sua ultima
intervista il 5 aprile del . La formazione Trascorre i primi dieci anni
della sua vita a Torino. Si trasferisce a a Nola (NA), dove compie gli studi
superiori frequentando il liceo classico statale Giosuè Carducci. Fequenta
il corso di laurea in Filosofia all'Napoli. Si laurea con Nobile discutendo una
tesi su Benda. Napoli era dominata prevalentemente da Croce; esistevano
comunque altri personaggi capaci di una riflessione autonoma e originale come
fu Aliotta che con il suo sperimentalismo offrì importanti stimoli a Masullo. Studia
l'esistenzialismo che andava diffondendosi in Italia. Assistente volontario
alle cattedre di filosofia e tiene seminari per Nobile, Aliotta, e
Valle. Compie la sua formazione filosofica a Napoli soprattutto con Carbonara.
Carbonara era impegnato attraverso i suoi studi di estetica a ripensare
l'attualismo gentiliano. La sua posizione prende il nome di materialismo
critico. Tra il 1953 e il 1957, attraverso il confronto con Carbonara, Masullo
si addestra al rigore concettuale e inizia ad elaborare una propria
posizione originale. Nella formazione e nella costruzione della
prospettiva filosofica di Masullo si combinano diverse componenti. Il
neoidealismo, crociano e gentiliano, lo sperimentalismo di Antonio Aliotta, e,
tra idealismo e materialismo, il materialismo critico di Cleto Carbonara.
Masullo però, mosso dalle proprie inquietudini e dalle impressioni suscitate
dai tragici eventi bellici, studia anche l'esistenzialismo e lo spiritualismo.
Infine il bisogno di comprendere l'uomo concreto e le sue reali tribolazioni lo
conducono ad avvicinarsi alla fenomenologia. Il soggiorno di studio a
Friburgo del 1957-58 gli consente di approfondire lo studio della fenomenologia
e di conoscere Weizsäcker, il quale aveva introdotto nel filosofese il concetto
di “patico.” (cf. anti-patico, sim-patico, em-patico). Esistenzialismo,
spiritualismo, idealismo e fenomenologia sono correnti di pensiero variamente
intrecciate tra di loro. Ciò che attraversa trasversalmente questi movimenti di
pensiero è la radicale problematizzazione del rapporto tra pensiero e vita, tra
il pensiero e il suo negativo, ciò che pensiero non è. Il pensiero
Intuizione e discorso è un testo in cui, avvalendosi degli stimoli che
provenivano dalla epistemologia, Masullo si confronta con l'idealismo
attualistico e storicistico per riflettere sul carattere “difettivo” della
coscienza e sul suo rapporto con la conoscenza. Masullo in Intuizione e
discorso sostiene che i poli del fatto e dell'idea, del senso e della
coscienza, della vita e delle forme dello spirito sono legati da un vincolo
dialettico. Voler ridurre l'uno all'altro conduce ad un idealismo
soggettivistico o ad un empirismo cieco alle dimensioni dello spirito. Bisogna
comprendere le modalità del vincolo che lega spirito e corpo. Il pensiero che
voglia essere critico, cioè che non voglia ingannarsi, deve riconoscere che
esso si fonda su processi biologici e fisiologici che gli sono
irriducibili. Nel 1957-58 Masullo approfondisce in Germania lo studio
della fenomenologia, ancora poco diffusa in Italia. A Friburgo frequenta i
circoli husserliani capeggiati dall'allievo di Husserl Fink e conosce Weizsacker
del quale Masullo svilupperà il concetto di "patico". Masullo stesso,
tornato in Italia, traduce e commenta alcuni testi di Husserl in un piccolo
libriccino ormai introvabile (Logica, psicologia, filosofia. Un'introduzione
alla fenomenologia, Napoli, Il Tripode) il cui contenuto in parte è poi
confluito nel successivo truttura, soggetto, prassi. Masullo
considera Husserl un grande esploratore della coscienza. Husserl cerca di dare
un fondamento filosofico alle scienze positive indagando il modo in cui la
coscienza costituisce il mondo che la scienza prende ad oggetto delle proprie
particolari ricerche. Masullo però, elaborando gli stimoli dell'antropologia
medica di Weizsacker, lavora al passaggio dalla fenomenologia alla
patosofia. Struttura, soggetto, prassi (1962, 1994) è il testo che
documenta il rinnovamento della ricerca di Masullo. Fa riferimento alle scienze
positive per mostrare che la coscienza è qualcosa di vivo e concreto e non è
«intellettualisticamente sofisticata», trasparente a sé stessa, come vorrebbero
le filosofie speculative le quali riducono la vita psichica alla vita cosciente
e non tengono conto o minimizzano il peso della dimensione psichica inconscia,
svalutata come qualcosa di filosoficamente irrilevante. S. Non è
possibile una conoscenza diretta, per introspezione/riflessionecome vorrebbero
le filosofie speculativedi ciò che pensiero non è. Il pensiero come esperienza
intersoggettiva, sociale (lo Spirito, il Soggetto) può conoscere i suoi
prodotti, i pensieri, il pensato, ma non può conoscersi come processo,
esperienza del pensare, atto, tempo, «paticità» (cioè il pensare come
esperienza soggettiva, esistenza). D'altronde il pensiero come processo non può
essere conosciuto neanche per inferenza da parte delle scienze
positivo-sperimentali. Queste possono misurare i processi, ma non possono
misurarne i vissuti. Lo scacco, il limite della conoscenza è l'apertura
alla prassi e all'etica: riconoscere il nesso operativo tra senso e
significato, crisi e ordine, «patico» e cognitivo, corpo e mente. Analizza
i grandi modelli idealistici e fenomenologici della soggettività. In
particolare, seguendo un'indicazione di Fichte, sviluppa la tesi secondo la
quale il fondamento dell'uomo, cioè la condizione per la quale l'uomo assume i
caratteri della soggettività (libertà, storia, ricerca, progetto,
autodeterminazione) è l'intersoggettività. Di questo fondamento Masullo
analizza le modalità di funzionamento. Masullo, con i suoi studi sulla
«intersoggettività» e il «fondamento» degli anni sessanta e settanta (Lezioni
sull'intersoggettività. Fichte e Husserl, Napoli, Libreria Scientifica
Editrice, La storia e la morte, Napoli,
Libreria Scientifica Editrice, La comunità come fondamento. Fichte, Husserl,
Sartre, Napoli, Libreria Scientifica Editrice, 1965; Il senso del fondamento,
Napoli, Libreria Scientifica Editrice, Antimetafisica del fondamento, Napoli,
Guida), analizza le «operazioni nascoste» in base alle quali si costituisce
l'io e in base alle quali si costituisce l'oggettività del mondo e individua
nella originaria struttura intersoggettiva il fondamento del mondo umano. Il
fondamento è la comunità, ma essa funzionalmente rimane nascosta all'io per
permettergli di istituirsi ed operare, come ben spiega nell'importante saggio
Il fondamento perduto, in cui rielabora e sviluppa spunti presenti negli ultimi
capitoli di Il senso del fondamento e
raccoglie in modo compiuto i risultati teoretici di due decenni di ricerche
intorno al tema della comunità-intersoggettività come fondamento. Masullo
pubblica inoltre il testo Fichte. “L'intersoggettività e l'originario” in cui
riprende e aggiorna il saggio su Fichte contenuto in La comunità come
fondamento. Fichte, Husserl, Sartre. Pubblica Metafisica. Storia di un'idea. Il
capitolo finale, Il sentimento metafisico, è l'indicazione del passaggio a una
nuova fase del pensiero di Masullo, una fase in cui il tema
dell'intersoggettività lascia il posto alla esplorazione delle dimensioni del
vissuto del soggetto, quindi lascia il posto ai temi della paticità, del senso,
del tempo. In effetti anche i suoi corsi universitari di quegli anni
rivelano questo momento di transizione. Si dedicati al tema dell'inter-soggettività
ma vengono trattati anche i temi caratteristici della seconda stagione della
sua riflessione. Tratta della “difettività del soggetto”; nel corso invece si
occupa di “comprensione del tempo e interpretazione morale, definitivamente
centrati su “i patemi della ragione e l'inter-esse etico.” Nei studi su «tempo», «senso», «paticità»
(Filosofie del soggetto e diritto del senso, Genova, Marietti, “Il tempo e la
grazia. Per un'etica attiva della salvezza, Roma, Donzelli, “Paticità e
indifferenza” (Genova, Il Melangolo). Sostiene che il pensiero critico, nella
sua incapacità di pensare il passaggio, il processo, la trasformazione, il
cambiamento (sustenuto in La problematica del continuo in Aristotele e Zenone
di Elea, seppure solo sul piano logico) è incapace anche di pensare la
soggettività la quale è una forma particolare di cambiamento, è tempo, prodursi
delle differenze all'interno di un campo strutturato, fortemente centralizzato,
l'organismo umano, portatore della coscienza di sé. In questi studi degli
anni ottanta e novanta Masullo considera le modalità affettive e
psicobiologiche dell'esser soggetto. In “Filosofie del soggetto e diritto del
senso” Masullo si confronta con Kant, Hegel, Dilthey, Heidegger e
Merleau-Ponty, i quali storicamente hanno posto il tema della soggettività non
riconoscendo però la differenza tra «significato» e «senso». Masullo rivendica
il «diritto del senso» ad essere riconosciuto nella sua radicale e irriducibile
diversità dal significato. Molto più rilevante nella costruzione della
sua prospettiva filosofica è invece il saggio intitolato Il tempo e la grazia.
Per un'etica attiva della salvezza, nel quale Masullo illustra la sua
concezione della frammentazione della soggettività a partire da alcune
considerazioni sui concetti di esperienza e di tempo. I lessici delle lingue
europee antiche e moderne consentono di distinguere la dimensione orizzontale
dell'esperienza propriamente detta (έμττεŀρία, experientia, Erfahrung) la quale
ha un carattere prevalentemente cognitivo rispetto alla dimensione verticale
dell'esperienza meno propriamente detta (πάθος, affectio, Erlebnis), cioè il
vissuto, il quale ha invece un carattere affettivo anziché cognitivo. Da una
parte abbiamo il giudizio su ciò che abbiamo provato, dall'altra abbiamo il
provare come avvertimento immediato dell'accadermi di qualcosa. Ciò
introduce a un'ulteriore precisazione filologica che riguarda la differenza tra
il cambiamento e il tempo. Il tempo non è il cambiamento. Il cambiamento è il
continuo prodursi delle differenze nell'organizzazione delle forme della vita.
Il tempo è l'avvertimento interiore di questo cambiamento, cioè l'avvertimento
di sé attraverso il cambiamento. L'uomo, a differenza degli altri
viventi, è intrinsecamente tempo. Egli istituisce il tempo nel senso che mette
in relazione i cambiamenti a dei sistemi oggettivi di riferimento, ma ancor più
radicalmente l'uomo è tempo in quanto avverte i cambiamenti del mondo esterno
solo in relazione al proprio modificarsi. Questo avvertimento, il «senso»,
è l'indice della soggettività. L'avvertimento della perdita, il senso del
cambiamento, in una parola il tempo, accende l'allucinazione del sé, scatena il
desiderio di permanenza. Parallelamente alla esplorazione della
soggettività, in Il tempo e la grazia Masullo segue gli sviluppi di
un'emergente epistemologia caratterizzata anch'essa dalla contingenza e
irreversibilità del tempo fisico così come la cosmogenetica ce lo illustra. Il
versante umanistico e quello scientifico convergono nel disegnare
un'antropologia la cui etica non è più la moderna e rassicurante etica reattiva
che salva la società con le sue formulazioni sull'ordine del mondo.
L'etica che Masullo vede in prospettiva scaturire da questo nuovo contesto è
un'etica attiva che salva il tempo, cioè il soggetto, dal vivere la perdita
prodotta dal cambiamento come «disgrazia», mutilazione. La perdita è un momento
necessario nella vita di un essere, l'umano, che non semplicemente cambia, ma si
rinnova e costruisce intenzionalmente il proprio futuro. Una volta
riconosciuto il diritto del senso ad essere inteso nella sua irriducibilità al
cognitive; una volta esplorato il campo
del senso-tempo-patico alla luce della psicanalisi, della letteratura e della
filologia; una volta riconosciute le epocali trasformazioni degli scenari
epistemologici, antropologici ed etici, Masullo nel testo del 2003, Paticità e
indifferenza, si chiede quale può essere ancora, in questo nuovo contesto, il
ruolo della filosofia. La filosofia è «saper assaporare i sapori della vita,
gustare a fondo i sensi vissuti, … elevare i sensi sensibili a sensi ideali e
cogliere nei sensi ideali la possibilità dei sensibili, è la “sapienza del
patico” ovvero, se si ricalca interamente l'etimo greco, è la
“patosofia”». Da un pensiero così articolato derivano alcune indicazioni
e cautele etico-pedagogiche. Essendo l'uomo intrinsecamente temporale, essendo
la temporalità umana irreversibile, l'uomo non può essere fatto oggetto di conoscenza
come un qualsiasi ente. Masullo distingue la conoscenza dalla cura. Egli
inoltre distingue le esperienze (che sono comunicabili e sono i materiali sui
quali si costruisce la conoscenza) dai vissuti (che sono invece
costitutivamente «incomunicativi» in quanto riguardano l'immediatezza del
sentire individuale che non è mai trasparente neanche all'individuo stesso che
li vive). La conoscenza è la dimensione orizzontale dell'esistenza. Essa guarda
alla universalità. Mentre la cura ne è la dimensione verticale. Essa invece
guarda alla unicità-identità, ai vissuti da assaporare e da sublimare in valori
da condividere. Mentre la ricerca di Masullo prosegue in questi anni
curvando verso nuove direzioni, pubblica alcuni nuovi libri. Sscrive Filosofia
morale per una collana di libri che illustrano ciascuno il nucleo delle varie
discipline filosofiche. In effetti Filosofia morale non è un elenco di temi,
personaggi, concetti ma un percorso molto personale all'interno delle questioni
e dei nodi fondanti della disciplina: la specificità della filosofia morale e
la distinzione tra morale ed etica; il bene quale orientamento dell'azione
umana; il soggetto della vita morale, la persona; il dovere, la responsabilità
e il vincolo che ci lega agli altri. Scrive, intervistato dal giornalista
de Il Mattino, Claudio Scamardella, Napoli siccome immobile. Scamardella, in
uno degli ennesimi momenti difficili per la città di Napoli, cerca la figura di
un saggio, di un'autorità morale capace di interpretare il presente e prefigurare
il futuro di questa città malata. Trova questa figura in Aldo Masullo, filosofo
ma anche protagonista della vita civile e politica della città con concrete
iniziative quali, nel 2006, gli incontri con i giovani e la popolazione
nell'ambito del “Manifesto per salvare Napoli”. Il libro è un lungo dialogo
sulle tante debolezze della città presente che si conclude con un'analisi delle
risorse che danno speranza nel futuro. Masullo nel ha pubblicato La libertà e le occasioni, che
sviluppa il tema del suo ultimo seminario all'Istituto Italiano per gli Studi
Filosofici di Napoli. L'impegno politico Negli anni sessanta e settanta
la contestazione studentesca segnalava il bisogno di rinnovamento
dell'università italiana. Masullo, per i caratteri originali del proprio
insegnamento, è considerato dagli studenti uno dei professori progressisti. Egli
in quegli anni fu eletto deputato come indipendente nelle liste del Partito
Comunista Italiano, ed in seguito come
senatore, si occupò sempre dei problemi del sistema scolastico. Inoltre come
parlamentare europeo lavorò al fianco di Nilde Iotti nella Commissione
legale. All'inizio degli anni ottanta alcuni importanti provvedimenti
modificano l'organizzazione didattica e gestionale dell'università (vengono
istituiti i dottorati di ricerca, riordinate le scuole di specializzazione,
creati i Dipartimenti). Terminato l'impegno parlamentare Masullo dirige per due
mandati il nuovo Dipartimento di Studi Filosofici dell'Napoli intitolato ad Aliotta.
Anche attraverso questo incarico egli incide sulle direzioni della ricerca
filosofica a Napoli. Masullo si mette di nuovo al servizio della politica
quando dopo la crisi politica e sociale degli anni ottanta, agli inizi degli
anni novanta si verifica un generale risveglio della coscienza collettiva. A
livello locale egli dapprima anima per oltre un anno, ale “Assise di Palazzo
Marigliano”, un movimento che si opponeva al progetto NeoNapoli previsto
dal preliminare di Piano Regolatore.l, del quale ottenne il rigetto, suggerendo
la demolizione e il rifacimento integrale dei Quartieri Spagnoli. Forte della
popolarità acquistata con questa esperienza è capolista del PDS nelle elezioni
amministrative e poi, protagonista a Napoli della innovativa esperienza della
"giunta del sindaco". A livello di politica nazionale Masullo è
di nuovo impegnato per due legislature al Senato. Egli è membro della
Commissione di vigilanza dei servizi radiotelevisivi e, come negli anni
settanta, della Commissione per l'istruzione pubblica e i beni culturali in anni
nei quali i provvedimenti relativi a istruzione, università e ricerca sono
numerosi e importanti. Amante dei libri e della cultura dei bambini, lo
spessore del Maestro filosofo emerge inoltre quando in aula si discutono
disegni di legge relativi a temi quali l'ergastolo o la procreazione
assistita. Opere: “Intuizione e discorso,” – Grice: “Good connection.” Napoli,
Libreria scientifica editrice, “La problematica del continuo,” – Grice:
“Excellent philosophical problem.” Napoli, Libreria scientifica editrice, “Struttura soggetto prassi,”Napoli, Libreria
scientifica editrice, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, “La comunità come fondamento,” Grice:
“Masullo’s first attempt at a conceptual analysis of the inter-subjective; but
it takes a philosopher to understand that that is what stands behind
‘community,’ or ‘population,’ as I prefer, or the conversational dyad.” Napoli,
Libreria scientifica editrice, “Anti-metafisica
del fondamento” Napoli, Guida editori, “L'inte-rsoggettività” Napoli, Guida
editori, “Filosofie del soggetto e diritto del senso,” Genova, Marietti, “Il tempo e la grazia. Per un'etica attiva
della salvezza,” Roma, Donzelli, “Metafisica:
storia di un'idea,” – Grice: “Perhaps Aristotle never had an idea; after all ‘ta
meta ta physica’ is later and means: “the stuff the master wrote after the
‘physika’!” Roma, Donzelli, “La potenza della scissione.”Letture hegeliane,
Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, “Gografia e storia dell'idea di
libertà,” Reggio Calabria, Falzea. – cfr. Grice: “The history of ‘free’ is
hardly a ‘natural history’!” “Paticità e indifferenza,” Genova, Il Nuovo Melangolo,
-- Grice: “Masullo’s concept of ‘pathos’ is essential – while you may have
self-pathos, the implicaure is that there is ‘empathy.’” “Inter-soggettività” Giuseppe
Cantillo e Chiara de Luzenberger, Napoli, Editoriale Scientifica, “Filosofia morale,” Roma, Editori Riuniti, “Scienza
e coscienza” – Grice: “This pun is only possible in Italian: conscious and
science are less of a parallel word formation!” “tra parola e silenzio” Grice:
“This is my reading between the lines – i. e. the implicature” atti del convegno
(Monte Compatri), Pietro Ciaravolo, Roma, Aracne Editrice, “Il senso del
fondamento,” Napoli, Libreria scientifica editrice, Giuseppe Cantillo e Chiara
de Luzenberger, Napoli, Editoriale scientifica, Napoli, siccome immobile. Aldo
Masullo intervistato da Claudio Scamardella, Napoli, Guida, La libertà e le occasioni, Milano, Jaca Book, I linguaggi della follia e i passi della
salvezza. Il lavoro psichiatrico di Sergio Piro, in Sergio Piro. Maestri e
allievi, Napoli, Editoriale Scientifica, . Medaglia d'oro ai benemeriti della
scuola, della cultura e dell'artenastrino per uniforme ordinariaMedaglia d'oro
ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte — Roma Cittadinanza
Onoraria della Città di Napolinastrino per uniforme ordinariaCittadinanza
Onoraria della Città di Napoli. Note PIERLUIGI
PANZA, Morto Masullo, Napoli perde il filosofo della coscienza, su Corriere
della Sera, Addio Aldo Masullo, la grazia della filosofia e della politica, su
rainews, Napoli, Addio Aldo Masullo, la grazia della filosofia e della politica,
su ansa,Rossella Avella, Morto Aldo Masullo: chi era il più grande filosofo
della seconda metà del ‘900 (VIDEO), su interris, Presidenza della
Repubblicadettaglio del conferimento dell'onorificenza Conferimento della Cittadinanza Onoraria
della Città di Napoli ad Aldo Masullo aldomasullo.com. Aldo Masullo, su
storia.camera, Camera dei deputati. su senato, Senato della Repubblica. Registrazioni di Aldo Masullo, su
RadioRadicale, Radio Radicale.
Intervista al filosofo Aldo Masullo di Aniello Fioccola, Web Magazine dell'Università
degli Studi di Napoli l'Orientale.
MATASSI. (San Benedetto del Tronto). Filosofo. Grice:
“I like Matassi; but then I like football – I was the football team captain at
Corpus – and aesthesis, the seductor seduced – “la condizione desiderante”
indeed!” Allievo di Garroni, è stato Professore di Filosofia morale,
coordinatore scientifico della sezione Filosofia, Comunicazione, Storia e
Scienze del Linguaggio del Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e
Spettacolo dell'Università Roma Tre; in precedenza era stato direttore del Dipartimento
di Filosofia. Si è occupato anche di Estetica musicale. È stato Presidente della Società Filosofica
Romana e ha fatto parte del comitato direttivo nazionale della Società
Filosofica Italiana. È stato nel
comitato d'onore della Fondazione Amadeus. Presidente dell’Accademia Estetica
di Rapallo, responsabile della sezione filosofica di Villa Sciarra, Roma, membro
della giunta del CAFIS dell'Università Roma Tre. È stato anche membro del
Comitato scientifico della Fondazione Résonnance dell'Losanna. Ha diretto la collana Musica e Filosofia per
la Mimesis Edizioni di Milano e quella su I Dilemmi dell'Etica per la casa
editrice Epos di Palermo. Ha tenuto un blog sul "Fatto quotidiano"
sui temi che legano la filosofia alle dimensioni del contemporaneo. Ha
collaborato con la rubrica Ricercare, dedicata alla filosofia della musica, al
mensile Amadeus e al mensile Stilos. È stato direttore della collana Italiana
per Orthotes Editrice (Napoli). È stato anche membro del comitato
scientifico-direttivo delle seguenti riviste: Colloquium philosophicum,
Paradigmi,Quaderni di estetica e di critica, Bollettino di studi sartriani,
Filosofia e questioni pubbliche, Links, Lettera Internazionale, Phasis,
Itinerari, Prospettiva Persona, Metabolè, Babel online, Civitas et Humanitas. Annali
di cultura etico-politica. Per quanto concerne il settore estetico-musicale è
presente nel comitato direttivo della rivista internazionale Ad Parnassum.Hortus
Musicus, Civiltà musicale, Orpheus, Itamar. a ricoperto la presidenza di giuria
per il Premio Frascati Filosofia .
Menzione speciale della giuria all'VIII premio internazionale di
saggistica “Salvatore Valitutti”, per Bloch e la musica. È stato uno dei principali collezionisti al
mondo di incisioni relative alle esecuzioni delle sinfonie e della liederistica
di Mahler (circa mille tra vinili e compact disc). Pensiero Si è occupato di filosofia tedesca
dell'Ottocento e del Novecento, in particolare del pensiero di Hegel, delle
scuole hegeliane, del Neocriticismo tedesco, del marxismo occidentale e della
scuola di Francoforte. Il suo primo lavoro è stato dedicato alle Vorlesungen hegeliane di
filosofia del diritto e all'interpretazione fornitane daGans. Si è occupato di Lukács,
iutilizzando per la prima volta il celebre manoscritto "Dostoevskij"
si è poi occupato di Hemsterhuis, l'autore della celebre Lettera sui Desider e
del dialogo Alessio o dell'età dell'oro.
Le sue ricerche hanno riguardato la filosofia della musica moderna e
contemporanea e in particolare su quella di Bloch, di Benjamin e Adorno, fino ad elaborare un'originale
filosofia dell'ascolto, le cui suggestioni si possono rintracciare nella teoria
musicale moderna di Ernst Kurth, elaborata nei Fondamenti del contrappunto
lineare. In tale prospettiva di ricerca, filosofia della musica e filosofia
dell'ascolto sono strettamente compenetrate, fino a diventare il paradigma di
una rivoluzione formativa che mette al centro del sistema educativo
contemporaneo la musica nella sua declinazione storico-teorica come in quella
pratica. All'interno di tale prospettiva
svolge un ruolo centrale Mozart, il "più ascoltante tra gli
ascoltanti" come lo definì Martin Heidegger. Opere: Le Vorlesungen-Nachschriften hegeliane
di filosofia del diritto, Roma, Sansoni, Lukàcs. Saggio e sistema, Napoli, Guida,
Hemsterhuis. Istanza critica e filosofia della storia, Napoli, Guida); “Eredità
hegeliane, Napoli, Morano, “Terra, Natura, Storia,” Soveria Mannelli,
Rubettino, “Bloch e la musica,” Salerno, Fondazione Filiberto Menna, Marte
editore, Musica, Napoli, Guida “La bellezza,” Soveria Mannelli, Rubettino, Th.
W. Adorno: l'estetica. L'etica, Donzelli, Roma, L'idea di musica assoluta,
Nietzsche e Benjamin, Rapallo, Il ramo, “La condizione desiderante. Le
seduzioni dell'estetico”- Il nuovo melangolo, Genova; Filosofia dell'ascolto”
(Rapallo, Il ramo); “Lukàcs. Saggio e Sistema” (Milano, Mimesis Edizioni: “La
Pausa del Calcio, Rapallo, Il ramo . “Pensare il calcio,” Rapallo. . In: Du
Nihilism à l'hermenéutique, Hemsterhuis FranciscusLettera sulla scultura; a c.
di Elio Matassi. Palermo. Convegno su "La bellezza", presso il Centro
di Studi Rosminiani di Stresa, Elio Matassi Musica e Creatività[collegamento
interrotto] Intervista a Rai Notte "La musica assoluta" Inconscio e
Magia Intervento al Teatro dell'Opera di Roma il 5 maggio
Intervento al seminario di formazione del PD Le parole e le cose dei
democratici Pisa, Palazzo dei Congressi [collegamento interrotto] Intervento
alla Summer School della Fondazione Italiani-Europei, sui rapporti tra democrazia
e capitalismo, Commento al concerto jazz
di Massimo Donà, "Tutti in gioco", Porto Civitanova, 6 settembre
2009 Bloch e la musica. Utopia a misura
d'uomo. Intervista, Matassi Ornamenti,
Arte, filosofia, letteratura, Micaela Latini, Armando, Roma, Elio Matassi su
RAI Filosofia, su filosofia.rai. Il Potere e la Gloria. Juventus e Inter Matassi
su Il Fatto Quotidiano, s Micaela Latini, intervista a Matassi su Amare, ieri,
di G. Anders, rivista on-line «SWIF-Recensioni filosofiche», M. Latini, Doppia risonanza sul mondo (a
proposito di "Musica" di Matassi, Napoli), “Il Manifesto”, Carlo Serra,
Recensione a "Musica", di Elio Matass. Cf. “La palestra di Platone.”
MATERA (Matera). Filosofo. Grice: “Only in Southern Italy
is a philosopher also responsible for the astrological edification of the
city’s cathedral!” Alano fu uno dei più
grandi studiosi e divulgatori di Astrologia occidentale e filosofia dell'epoca.
Insegnò dapprima a Matera, e successivamente a Napoli. Visse nel periodo in cui la Contea materana
era dominio degli Angioini e su richiesta di Filippo IV detto "il bello", il re
di Napoli Carlo II d'Angiò, detto "lo zoppo", inviò Alano a Parigi.
Lì fu docente presso l'Università e divenne noto come Dottore universale,
profondamente versato in filosofia. In quegli anni infatti astronomia e
astrologia venivano collegate poiché si credeva che gli astri potessero
esercitare un influsso sulle azioni umane.
Nei periodi di soggiorno a Matera, abitava, secondo Verricelli nella
contrada di Lo Lapillo tra il castello et il puzzo dove sorge l’acqua della
fontana hera la sua vigna con una casuccia di pietre, piccola, mal fatta casa
propria di filosofo quale oggidì si chiama la vigna et casa di Alano. Si
trattava della collina dove poi fu edificato il Castello Tramontano. In quella
casetta il grande studioso passava intere notti ad osservare il cielo e gli
astri con strumenti rudimentali. Di
Alano è il motto latino presente nel
“Glora mundis”: La goccia perfora la pietra non colpendola due volte con forza,
bensì colpendola continuamente, così tu trai profitto studiando non due volte
ma continuamente. È l'esortazione con cui invita a raddoppiare impegno e
curiosità sulla strada della conoscenza.
Secondo alcuni, il perfetto orientamento delle facciate della Cattedrale
di Matera e del suo campanile lungo i punti cardinali si deve alle osservazioni
astronomiche di Alano. A Matera una
strada, trasversale di via Nazionale, tra le vie Salvemini e Di Vittorio, è
dedicata ad Alano. Giustino Fortunato, Badie, feudi e baroni della Valle di
Vitalba, ed.Lacaita, 1968178 Personaggi
della storia materana, Altrimedia Edizioni 1999, per i Quaderni della
Biblioteca provinciale di Matera
Marcello Morelli, Storia di Matera, ed. F. lli Montemurro, 1963,
p.164 Francesco Paolo Volpe, Memorie
storiche di Matera, ed. Atesa, 'Dizionario corografico del Reame di Napoli,
ed. Civelli, 1Biografie dei personaggi illustri di Matera, sassiweb. 12
luglio 7 gennaio ). Antonio Giampietro, Personaggi della storia
materana, Alano di Matera, Altrimedia Edizioni.
MATHIEU. (Varazze). Filosofo. Grice: “There are
various things I love about Mathieu: his idea of the ‘uomo, animale
ermeneutico’ is genial – and true!” Grice: “Mathieu rightly focuses on Kant’s
problems with emergentism, i.e. the fact that life (or ‘vivente’) cannot be
reduced. I love that.” Grice: “Mathieu has emphasised the irreductionism alla
Bergson. I like that.” Grice: “Mathieu makes an apt analogy between Goedel’s
work for alethic systems – that they cannot self-reflect, and deontic systems
--.” Dopo il liceo, si iscrisse a orino. Si laureò con Guzzo, filosofo
rappresentante dello spiritualismo ced autore di importanti studi su Kant (un filosofo che sarebbe stato centrale
nella vita intellettuale di Mathieu). Libero docente nella filosofia, è
stato professore incaricato, e Professore
di filosofia teoretica a Trieste. Primo vincitore del concorso di Storia della
filosofia, è stato ordinario di filosofia fino al ruolo di professore emerito
di filosofia morale a Torino -- è stato membro del Comitato del CNR; è stato membro e poi vicepresidente del
Consiglio esecutivo dell'UNESCO (Parigi). È stato membro del Comitato Nazionale
di Bioetic; è socio dell'Accademia dei Lincei e membro del Comitato Premi della
Fondazione Balzan. Ha fondato con Berlusconi, Colletti ed altri il movimento politico Forza
Italia. Si è candidato al Senato della Repubblica nel collegio di Settimo
Torinese: sostenuto dal centro-destra (ma non dalla Lega Nord), ottenne il
33,2% e venne sconfitto dal rappresentante dell'Ulivo, Tapparo. Con il
sindaco di Brindisi Mennitti ha dato vita alla Fondazione Ideazione, per il cui
quotidiano ha curato una rubrica fino alla chiusura della testata. Nel
luglio (in connessione con la sua carica
di presidente del collegio dei probiviri del PdL che è chiamato a giudicare
l'operato dei finiani di Generazione Italia) diversi organi di stampa
riprendono la voce, già circolante da tempo, di una sua adesione all'”Opus
Dei.” A tale proposito sono giunte alla redazione del Corriere della Sera che
aveva pubblicato la notizia le smentite sia dell'Opus Dei che dell'interessato. Ha
offerto contributi significativi in almeno quattro ambiti della ricerca
filosofica: la filosofia della scienza; la storia della filosofia;
l'estetica; la filosofia civile. Ha indagato i limiti interni ed i limiti
esterni della scienza. Tale indagine ha avuto due filosofi del passato come
suoi principali punti di riferimento: Kant e Bergson. Ha infatti ripreso e
sviluppato le ricerche di Kant sui limiti interni della scienza e sulla sua
fondazione. A tale riguardo pubblicò il saggio "Limitazione qualitativa
della conoscenza umana" a cui fece seguito, "L'oggettività nella
scienza e nella filosofia". Seguendo Bergson, ha valorizzato anche
altre forme della conoscenza e della espressività umane non riducibili alla
cienza, ma non per questo ad esse opposte. Ha infatti sempre ritenuto che la
realtà, e segnatamente la realtà umana, non possa essere esaurita dalla
scienza, e richieda invece una costante attività interpretativa.. L'uomo,
dunque, è chiamato ad essere scienziato della natura ed ermeneuta della
cultura. Sarebbe però riduttivo non ricordare che i suoi contributi alla
filosofia della scienza riguardano una pluralità estremamente diversificata di temi.
Ad esempio, sono ddue studi pionieristici sull'applicabilità del teorema di
Gödel al diritto. Gödel aveva scoperto che non si può dimostrare la coerenza di
un sistema all'interno del sistema stesso; Mathieu ritiene che, almeno
analogicamente, la scoperta di Gödel possa applicarsi al problema della fondazione
di un sistema deontico. Uun'autorità non può legittimarsi da sola in modo
formale e, dunque, anche il diritto richiede fondamenti esterni (etici, non
emici): l'efficacia e la giustizia. Ha realizzato alcune traduzioni
fondamentali. E forse il suo contributo maggiore alla storia della filosofia è
consistito proprio in un'opera che combina traduzione e ricostruzione critica,
ovvero l'opus postumum di Kant. Tale opera affronta questioni teoriche
tutt'oggi aperte (soprattutto nella fisica e nella biologia teoriche), come il
problema della forma degli oggetti solidi o il problema del “vivente,” cioè il
problema della vita in quanto tale e non ridotta a semplice. Ha curato poi
le edizioni di opere di Leibniz: si è trattato di un ampio lavoro che si è
raccolto in "Scritti politici e di diritto naturale" "Leibniz e
des Bosses" "Saggi filosofici e lettere" e "Saggi di
teodicea: sulla bontà di Dio, sulla libertà dell'uomo, sull'origine del male.”
La sua estetica, pur nella varietà dei temi trattati, rimanda ad una
problematica essenzialmente ontologica: lo svelarsi dell'ente. Cioè, l'opera
d'arte è heideggerianamente concepita come il modo attraverso cui gli uomini
possono cogliere il passaggio dal nulla all'essere. Di estetica è "Goethe
e il suo diavolo custode", edito per i tipi di Adelphi. Al centro di
questa ricerca vi è la figura di Mefistofele, analizzata in tutta la sua
profondità e capacità genealogica. Nei suoi volumi
sull'estetica della musica sviluppa la tesi affascinante che ascoltare la
musica è un ascoltare il silenzio. Grande è la potenza significante di ciò che
non significa nulla, perché è il nulla a far emergere l'essere delle cose. E la
musica e la luce si situano proprio in questo iato insuperabile fra l'essere e
il nulla. Entro i suoi molteplici contributi alla filosofia civile, si staglia
netta, per importanza e originalità, una triade di saggi edicati a quello che
potremmo chiamare "stato spirituale dell'Occidente". Si tratta di
opere scritte in un periodo dunque estremamente critico per l'Italia, ma che
mantengono ancora una grande attualità. Fa percepire al lettore il pericolo
valoriale in cui è venuto a trovarsi l'Occidente e pone in essere una critica
serrata alle ideologie totalitarie o nichiliste. In questo senso, vi è un'aria
di famiglia con i lavori di quei filosofii come Horkheimerche ha prospettato i
rischi di un'eclisse dell'individuo nella società tecnologica di massa.
Note un articolo sul Corriere della
Sera rettifica sul Corriere della
Sera smentita sul Corriere della
Sera Bergson, Torino, 1954; La filosofia
trascendentale e l'Opus postumum di Kant, Torino, Leibniz e Des Bosses, Torino,
1L'oggettività nella scienza e nella filosofia contemporanea, Torino, Il
problema dell'esperienza, Trieste, Dio nel "Libro d'ore" di R. M.
Rilke, Olschki, Dialettica della
libertà, Napoli, La speranza nella rivoluzione, Milano, Vincenzo Filippone-Thaulero,
Salerno Temi e problemi della filosofia contemporanea, Roma, Perché punire,
Milano, Cancro in Occidente, Milano, La voce, la musica, il demoniaco. Con un
saggio sull'interpretazione musicale, Spirali, Filosofia del denaro, Roma, Elzeviri
swiftiani, Spirali, La mia prospettiva filosofica, Barone Francesco; Mathieu
Vittorio; Melchiorre Virgilio, Gregoriana Libreria Editrice, Gioco e lavoro,
Spirali, La speranza nella rivoluzione, Spirali, Il problema del nazionalismo,
Mathieu Vittorio; Cotta Sergio, Japadre, Perché leggere Plotino, Rusconi Libri,
L'opus postumum di Kant, Bibliopolis, 1Tipologia dei sistemi e origine della
loro unità, Accademia dei Lincei, Orfeo e il suo canto. Scritti, Zamorani, Il nulla, la musica, la luce, Spirali, Il
problema della fedeltà ermeneutica, Mathieu Vittorio; Paoletti Laura, Armando
Editore, Per una cultura dell'essere, Armando Editore, L'uomo animale ermeneutico,
Giappichelli, Le radici classiche dell'Europa, Spirali, Goethe e il suo diavolo
custode, Adelphi, Privacy e dignità dell'uomo. Una teoria della persona,
Giappichelli, Come leggere Plotino, Bompiani, Perché punire. Il collasso della
giustizia penale, Liberilibri, Introduzione a Leibniz, Laterza, In tre giorni, Mursia, ; La filosofia,
Marcovalerio, . Immanuel Kant Henri
Bergson. quotidiano online Ideazione, su ideazione.com. Articolo del fatto
quotidiano, su ilfattoquotidiano. 3del portavoce dell'Opus Dei sulla non
appartenenza di Vittorio Mathieu alla Prelatura dell'Opus Dei, su
archiviostorico.corriere.
MATURI. (Amorosi). Filosofo. Grice: “There are two main things I love about
Maturi, and I hate it when philosophers just dismiss him as an ‘Italian,’ or
worse, ‘Neapolitan’ Hegelian – as when they refer to me as a member of the
Oxford school of ordinary language philosophy! The first is his typically
Neapolitan-hegelian school account of what he calls ‘autocoscienza
recognoscitiva,’ which is something I do take for granted in my conversational
theory of inter-ratiationality; the second is his elaboration of what he calls
the passage from the non-human animal to the ‘human-animal’ in a sort of
pirotological passage.” Grice: “What I like about him is that he considers each
‘stage’ as just as fundamental as the other; which implicates that actually the
‘higher’ stage has a ‘foundation’ on the previous one. Here ‘foundational’
makes perfect sense; and it gives Maturi an excuse to rather pompously label
the concept: ‘forma fondamentali’ of the ‘vita.’ It’s exactly like my soul
progression, -- which I explore in ‘Philosophy of Life.’” It is not surprising
that Gentile loved Maturi and forwarded his “Introduction to philosophy.” sDocente
prima nei licei e poi nell'Napoli. Dopo i primi studi nella cittadina natale,
si trasferì a Napoli ove conseguì la licenza liceale. La frequentazione di
Bertrando Spaventa e di Augusto Vera, lo introdusse alla filosofia hegeliana destinata ad esercitare nel suo pensiero
un'influenza duratura. Laureatosi in
giurisprudenza, tre anni dopo vinse un concorso per uditore giudiziario . Ottenuta l'abilitazione, insegnò filosofia
nei licei di varie città . Nel 1891, conseguita la libera docenza, tenne corsi
di filosofia hegeliana nell'Napoli quando ritornò all'insegnamento liceale
presso l'istituto Umberto I della città partenopea. Inizia una corrispondenza
con Croce e Gentile, i maggiori esponenti dell'idealismo italiano, ai quali fu
legato da un rapporto di amicizia. Opere: “Soluzione del problema fondamentale
della filosofia” – Grice: “He implicates there is one. Cf. Strawson, Solution
to the problem of the king of France’s hair loss.” “La filosofia di Giordano
Bruno.” Grice: “Italians seem to have a predilection for philosophers who were
burned.” “L'ideale del pensiero umano; ossia, la esistenza assoluta di Dio.” Grice:
“For Kant, and my friend D. F. Pears, existence is not a predicate, for another
of my friends, J. F. Thomson, it is!” “Uno
sguardo generale sulle forme fondamentali della vita.” Grice: “The key concept
is ‘forma fondamentale’ as applied to ‘vita.’ -- Grice: “My favourite is his description of
the ‘forma fondamentale’ of the ‘vita’ of the non-human animal to the ‘forma
fondamentale’ of the ‘vita’ of the human animal.” L'idea di Hegel. Grice: “When
I told Hardie that I was reading “The idea of Hegel,” he said, ‘what do you
mean, ‘of’?” “For Maturi, it’s the same, and it is delightful to see that he
can quote Hegel in ‘Deutsche’ without caring to translate! Them was the days
when European languages counted!” La filosofia e la metafisica” Grice: “The
‘and’ is aequivocal: cf. Durrell, “My family and the animals.”“Principî di
filosofia” (apparently by Spaventa – Maturi has an introduction to philosophy).
Grice: “I must confess that I love the word principle, but again, Hardie would
say, what do you mean ‘of’ – my principle of conversational helpfulness – or
when I speak of the principle of conversational self-love and the complementary
principle of conversational benevolence,” I’m not sure who I apply it to! The
conversationalist like me, I s’ppose.” “Una
relazione scolastica.” Grice: “He doesn’t mean Russell.” “But what he means is
a syllabus which is illustrative of Neapolitan Hegelianism!” G.L. Petrone, in
Dizionario Biografico degli Italiani, riferimenti in . Mario Dal Pra, Maturi,
Milano, Bocca, Guzzo, Maturi, Brescia, Morcelliana, Antonio Gisondi, Forme
dell'Assoluto. Idealismo e filosofia tra Maturi, Croce e Gentile, Soveria
Mannelli, Rubbettino, Giletta Giovanni, "Filosofia hegeliana e religione.
Osservazioni su Sebastiano Maturi", Benevento, ed. Natan, . Hegelismo Idealismo Neoidealismo italiano
Altri progetti Collabora a Wikisource Wikisource contiene una pagina dedicata a
Sebastiano Maturi Guido Calogero,
«MATURI, Sebastiano» in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, 1934. Giuseppe Landolfi Petrone, «MATURI, Sebastiano» in Dizionario
Biografico degli Italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
MATURI. (Napoli). Filosofo. Grice: “People sometimes asks me how my
intentionalist approach can be applied to history. I always respond: Read
Maturi!” Grice: “Maturi’s ‘Interpretazioni,’ thus in plural, ‘del risorgimento’
is a classic --.” Grice:: “Even in London, the risorgimento had at least two
interpretations! One in Woolwich, and another one elsewhere! And there is
possibly a gender distinction too with “Speranza,” Wilde’s mother, being
somewhat fanatic about it!” -- Compì la sua formazione culturale a Napoli dove
si laureò con Schipa, uno dei firmatari del manifesto degli intellettuali
antifascisti redatto da Croce. Del suo maestro, per la lezione di rigore che
gli aveva impartito, Maturi conservò un commosso ricordo ed ebbe modo di
esprimere pubblicamente la sua gratitudine in occasione della morte di Schipa,
pronunciandone il necrologio. Seguì con attenzione ed interesse, ma anche con
spirito critico, le lezioni di Croce conseguendo una laurea in filosofia con Gentile
con una tesi su Maistre. Impostato sulla lezione crociana è il saggio “La
crisi della storiografia politica italiana” a cui seguì quello dedicato a Gli
studi di storia moderna e contemporanea, inserito nel primo dei due volumi dell'opera
del “La vita intellettuale italiana.” Il suo primo lavoro Il concordato del 1818
tra la Santa Sede e le Due Sicilie pubblicato fu giudicato positivamente dalla
critica s di Omodeo che lo recensì ne La Critica. Frequentò la Scuola storica
per l'età moderna e contemporanea diretta da Volpe e fu segretario e
bibliotecario dell'Istituto storico per l'età moderna e contemporanea. Fu
collaboratore dell'Enciclopedia italiana per la quale scrisse numerose voci tra
le quali quella dedicata al "Risorgimento" ispirata alle sue idee
liberali. A causa di questo episodio, nonostante il suo disinteresse per la
vita politica attiva, fu allontanato dall'Istituto storico per l'età moderna e
contemporanea. Nelle sue opere di storia politica i suoi punti di
riferimento furono Croce, Meinecke, Salvemini, e Volpe. Dapprima come
incaricato di Storia del Risorgimento e poi come ordinario tenne le sue lezioni
a Pisa dove ebbe modo di scrivere numerose opere come alcune importanti voci
nel IV volume del Dizionario di politica a cura del Partito nazionale fascista,
il saggio Partiti politici e correnti di pensiero nel Risorgimento, e l'accurata
biografia Il principe di Canosa. I corsi di storia della storiografia tenuti a
Pisa furono continuati a Torino quando ebbe la cattedra di Storia del
Risorgimento e quella di Storia delle dottrine politiche che occupò sino alla
sua inaspettata scomparsa. Le sue lezioni di quest'ultimo periodo furono
raccolte nell'opera postuma Interpretazioni del Risorgimento considerata di
primaria importanza dagli storici. Opere Interpretazioni del Risorgimento
, coll. Biblioteca di cultura storica Einaudi. XXIX dell'Enciclopedia italiana,
1936 Accademia delle scienze di Torino,
In memoria di Maturi, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, Roma 1Interpretazioni
storiografiche del Risorgimento Walter
Maturi, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Walter Maturi, in Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
MAURIZI (Roma). Filosofo. Grice: “I like Maurizi; of
course his ‘vendetta di Bacco’ makes sense only in the context of Nietzsche’s
rather recherché dichotomy!” – Grice: “His idea of the ‘suspected ‘I’’ is good,
but he is not, as I was, having in mind Reid, but Freud!” Si è laureato in
filosofia della storia presso l'Università degli Studi di Roma "Tor
Vergata" e ha conseguito il dottorato di ricerca nella medesima università
discutendo una tesi su Cusano e il concetto di non altro da cui è nato il
volume La nostalgia del totalmente non altro. Cusano e la genesi della
modernità (Rubbettino, 2007). Dopo un periodo di formazione in Germania
attualmente svolge la sua attività di ricerca presso l'Università degli Studi
di Bergamo. Pubblica le sue ricerche su alcune prestigiose riviste come la
Rivista di filosofia neo-scolastica, il Journal of Critical Animal Studies,
Dialegesthai, Alfabeta2, Lettera Internazionale, e collaborando, inoltre, con i
quotidiani Liberazione e L'Osservatore Romano. Ha poi partecipato alla stesura
del secondo volume di L'Altronovecento. Comunismo eretico e pensiero critico
(Jaca Book, ) ed è il traduttore e curatore dell'edizione italiana di Georg
Lukács, Coscienza di classe e storia. Codismo e dialettica, Alegre, Roma 2007,
di Ralph Acampora, Fenomenologia della Compassione, Edizioni Sonda, Casale
Monferrato, , e ha tradotto, con G. Dalmasso, Derrida, Teoria e prassi. Corso dell'École
Normale Supérieure 1975-1976, Jaca Book, Milano, . Ha contribuito alla
fondazione delle riviste scientifiche "Liberazioni" e Animal Studies.
Rivista italiana di antispecismo. Pensiero Maurizi ha suddiviso i suoi
interessi di ricerca tra la filosofia dialettica (Cusano, Hegel, Marx, Adorno),
la teoria critica della società e le implicazioni politiche di una visione
"sociale" dell'antispecismo a partire da una rielaborazione del
pensiero della scuola di Francoforte. Tanto le sue ricerche su Adorno, quanto
quelle su Cusano si incentrano sul tentativo di porre in evidenza il tema della
storicità dell'umano non in termini di un astratto e formale
"essere-nel-tempo", quanto più propriamente nel vedere nell'essere
storico, in tutta la sua determinatezza, l'irriducibile istanza di verità
dell'umano stesso: l'essere storico è in tal senso irriducibile ad ogni
ontologia dell'essere temporale seppure ciò non porti necessariamente ad un
relativismo storicista. Prendendo spunto dalla lettura critico-negativa di
Hegel portata avanti da Adorno, infatti, Maurizi sostiene la leggibilità e
razionalità della storia come segno del dominio, l'universale storico non come
traccia di un positivo che si farebbe strada attraverso il negativo delle
vicende umane, bensì come questo stesso negativo che informa di sé la civiltà,
imprimendo ad essa la direttrice di un progresso della razionalità strumentale
che è l'antitesi della redenzione. La sua rilettura del pensiero della
filosofia di Francoforte ha così costituito un punto di partenza per una
ridefinizione dell'opposizione natura/cultura e lo ha portato ad estendere la
critica ai meccanismi di dominio anche al controllo e allo sfruttamento del non
umano, e più in generale della Natura. Il suo pensiero riguardo alla filosofia
antispecista è in continuità con quello espresso dal sociologo David Nibert ed
in netta opposizione all'utilitarismo di Peter Singer criticato da Maurizi come
un antispecista metafisico. Un punto centrale nell'argomentazione filosofica di
Marco Maurizi, che rende originale il suo lavoro rispetto a quello degli altri
teorici dei diritti animali, riguarda l'interpretazione in termini
storico-sociali dello specismo. Ogni attività intellettuale «antispecista»,
secondo Maurizi, consiste quindi essenzialmente nel fare propria questa scelta
di campo: sottolineare come la questione animale sia un aspetto irrinunciabile
di ogni ipotesi di trasformazione dell'esistente. Secondo Maurizi
l'antispecismo è dunque essenzialmente politico
e non possiamo affrontare, come fanno Peter Singer o Tom Regan, la
questione animale da una prospettiva astrattamente morale. All'attività di
filosofo, Maurizi ha così affiancato quella di attivista per i diritti animali,
intrecciando l'attività speculativa con quella politica; risultato di questa
attività è il libro Al di là della Natura: gli animali, il capitale e la
libertà (Novalogos, ). Maurizi è stato inoltre fondatore delle riviste di
critica antispecista Liberazioni e Animal Studies, della rivista online Asinus
Novus che prende il nome dal suo breve testo Asinus Novus: lettere dal carcere
dell'umanità (Ortica, ). Nel
l'associazione Per Animalia Veritas raccoglie alcuni suoi scritti che
rappresentano un sunto aggiornato del suo pensiero sulla filosofia antispecista:
Cos'è l'antispecismo politico (Per Animalia Veritas, ). Sulla scia delle
riflessioni adorniane, Maurizi ha anche lavorato sulla filosofia della musica e
la teoria critica musicale. Le sue teorie sull'antispecismo politico sono
abbondantemente discusse nel libro di Lorenzo Guadagnucci Restiamo Animali:
vivere vegan è una questione di giustizia (Terre di Mezzo, ), da Matthias Rude
Antispeziesismus. Die Befreiung von Mensch und Tier in der Tierrechtsbewegung
und der Linken (Schmetterling, Stuttgart ) e altri autori della scena antispecista
di lingua tedesca. Opere:“Il tempo del non-identico,” Jaca Book, “La nostalgia
del totalmente non altro” -- Cusano e la genesi della modernità, Rubettino, “Al
di là della Natura: gli animali, il capitale e la libertà,” Novalogos, “Asinus
Novus: lettere dal carcere dell'umanità,” Ortica, “Cos'è l'anti-specismo
politico?” Per animalia veritas, “L'io sospeso: l'immaginario tra psicanalisi e
sociologia, Jaca Book, .Grice: “This reminds me of my fantasies on ‘I’ – “The suspected
I’ is a genial phrase!” -- “Chimere e passaggi” Cinque attraversamenti del
pensiero di Adorno, Mimesis, “Altra specie di politica, Mimesis, “Musica per il
pensiero. Filosofia del progressive” -- Mincione, “La vendetta di Dioniso” -- la musica contemporanea da Schönberg ai
Nirvana, Jaca Book, “Quanto lucente la tua in-esistenza” --- L'Ottobre, il
Sessantotto e il socialismo che viene, Jaca Book, . Note Intervento di M. Maurizi su questi temi per
la Casa della Cultura di Milano: youtube.com/watch?v=ZNfJrRx-7fo Intervista a Marco Maurizi su questo tema a
cura del collettivo Tierrechtsgruppe Zürich (Zurigo) M. Maurizi La genesi
dell'ideologia specista in
Liberazioni://liberazioni.org/articoli/MauriziM-04.htm Archiviato il 16
aprile in . M. Maurizi Per una cultura antispecista in
Asinus Novus: rivista di antispecismo e filosofia: Copia archiviata, su
asinusnovus.wordpress.com. Intervento M. Maurizi per il primo convegno
nazionale antispecista: youtube.com/watch?v=JwZiW4ngrag Intervista a M. Maurizi e L. Caffo sulle
nuove prospettive dell'animalismo: youtube Testo recensito da L. Pigliucci per
la rivista "Lo Straniero" di Aprile : Copia archiviata, su
asinusnovus.wordpress.com.Intervista di F. Pullia sul quotidiano "Notizie
Radicali" del 19/03/: Copia archiviata, su notizie.radicali. 21
maggio 24 febbraio ). Una recensione del testo: Copia archiviata,
su asinusnovus.wordpress B. Le GocM. Maurizi, Musica per il pensiero. Filosofia
del progressive italiano, Mincione, Roma .
Antispecismo Diritti degli animali Scuola di Francoforte Altri progetti
Collabora a Wikiquote Citazionio su Marco Maurizi Asinus Novus. Antispecismo e Filosofia, su
asinusnovus.net. Animal Studies. Rivista Italiana di Antispecismo, su
rivistaanimalstudies.wordpress.com.
MAZZARELLA. (Napoli). Filosofo. Grice: “I love Mazzarella’s
‘necessary word’ – not precisely what I was thinking when philosophising about
conversation, but for Mazzarella, the conversational motivation is to HELP in
the most authentic fashion – Compared to his ‘parola necessaria,’ my principle
of conversational helpfulness, while based in part in the desideratum of
conversational benevolence, looks pretty lame!” -- Grice: “I like Mazzarella.
The fuss he makes in translating Heidegger, whom I have elsewhere called ‘the
greatest living philosopher’ – he was living then –.” Grice: “Mazzarella, who
is relying on somebody else’s translation, is especially focused on Heidegger’s
Latinate ‘fakt.’ From ‘Fakt,’ Heidegger gets an abstract noun. But he also uses
the Germanic for ‘deed.’ Relying on the cognateness of ‘fakt’ with ‘fatto’ –
cognate itself with ‘effetto,’ Mazarella agrees that the translation goes from
‘factivity’ to ‘effectivity.’ And it should inspire all philosophers into
seeing how similar these two concepts are – if indeed two concepts they are,
seeing that they come from the same Roman root! But Mazzarella would know that
– you wouldn’t!” – Professore a
Napoli, è tra i principali interpreti di
Heidegger. Deputato al Parlamento nella XVI Legislatura per il Partito
Democratico. Dopo essersi laureato
presso l'Università degli Studi di Napoli “Federico II” con Masullo, inizia la
sua attività di ricerca come borsista DAAD in Germania, e successivamente
presso l'Salerno. In seguito è professore incaricato di Estetica presso
l'Università dell'Aquila. Dopo essere stato professore associato di Filosofia
Teoretica presso l'Catania e di Filosofia della storia presso l'Napoli
“Federico II”, diventa professore straordinario di Storia della filosofia
presso la Facoltà di Magistero dell'Salerno e dal 1993 Professore di Filosofia
Teoretica presso l'Napoli “Federico II”. Dal 1995 al 2005 dirige il Dottorato
di Ricerca in “Scienze Filosofiche” dell'Napoli “Federico II” e dal 1999 al
2005 cura la programmazione e le relazioni internazionali per la Facoltà di
Lettere e Filosofia, di cui è Preside dal 2005 al 2008. Nel 2008 viene eletto
deputato del Parlamento italiano, divenendo componente della VII Commissione
Cultura della Camera. Opere In una delle
sue opere principali, Tecnica e Metafisica. Saggio su Heidegger, Mazzarella
indaga i processi decostruttivo-ermeneutici sottintesi all'heideggeriana storia
della metafisica occidentale, fino a formulare un'ipotesi
"ecologica"(in senso originario, come pensiero relativo all'abitare
dell'uomo) relativa alle interpretazioni del "logos" eracliteo e
della categoria aristotelica della "physis" riscontrate nei saggi
successivi alla cosiddetta "svolta" del pensiero di Heidegger. In Vie d'uscita. L'identità umana come
programma stazionario metafisico, le aporie di una metafisica del fondamento
sono affiancate alla dimensione tecnica della contemporaneità, intesa
storicisticamente come epoca del compimento del nichilismo. Centrale diventa
l'idea di un "essere-alla-vita", categoria che richiama in modo
lampante l'"essere-nel-mondo" di heideggeriana memoria; le questioni
teoretiche vengono così ridotte a questioni etiche riguardanti un'ontologia
minima, ove la filosofia prima si trasformi in filosofia seconda, lasciando il
posto ad un programma metafisico-antropologico di custodia e mantenimento della
e nella propria epoca. L'essere-alla-vita necessita di intendere la cultura
come “endiadi di natura e storia, ma in questa endiadi natura prima ancora che
storia”. Pensare e credere. Tre scritti
cristiani rappresenta un altro orizzonte del pensiero di Mazzarella; il
rapporto tra religione rivelata e filosofia si gioca sullo sfondo di una
prospettiva storicista di matrice diltheyana, sebbene non siano esenti dalla
riflessione Hegel, Schelling e la teologia dialettica contemporanea.
Interessante è la prospettiva di una religione come "integrazione" e
apertura all'amore fraterno, configurato nel concetto di
"agape". I suoi scritti sono
in ogni caso contrassegnati, com'è tipico della recente scuola di pensiero
napoletana, sorta sulla scia delle dottrine di Croce, da una ripresa di temi
propri dello storicismo (Nietzsche e la storia. Storicità e ontologia della
vita). In un dialogo costante con i
teologi più liberali e moderni, quale ad es. Bruno Forte, Mazzarella si è
occupato specificamente dei temi della bioetica, coniugando il tema della
tutela della vita alla ripresa del concetto di sacralità (Sacralità e
vita). In Opera media ha inoltre messo
in luce un talento poetico non indifferente, che gli è valso l'apprezzamento
della critica e diversi riconoscimenti. Ha composto quattro raccolte di poesie,
e pubblicato singoli componimenti in diverse antologie. Nel 1974 è stato
finalista al Premio di poesia “Città di Vita”, Firenze, e nel 1999 ha vinto il
Premio Speciale “La finestra” al Premio Nazionale di poesia “Alessandro Tanzi”
per il volume Un mondo ordinato. Opere “Tecnica e metafisica” -- saggio su Heidegger,
Guida, Napoli, Nietzsche e la storia: storicità e ontologia della vita,” Guida,
Napoli, “Storia metafisica ontologia” Per una storia della metafisica tra otto
e novecento, Morano, Napoli, -- Grice: “What Mazzarella is proposing is what I
did for the BBC: a history of metaphysics; philosophical tutees are too
accustomed to ‘history of philosophy,’ but surely each branch requires a
separate history! “storia della metafisica” does just that!” – “storia della
semantica” hardly sounds as sexy, and “storia della pragmatica” sounds
repugnantly academese!” -- “Ermeneutica
dell'effettività” -- Prospettive ontiche dell'ontologia heideggeriana, Guida,
Napoli, -- Grice: “Note that Mazzarella is exploring the ‘effectivity,’ not the
‘affectivity’ – ex-fecto, not ad-fecto – “Filosofia e teologia” -- di fronte a Cristo, Cronopio, Napoli, “Sacralità”
-- e vita, Quale etica per la bio-etica?, Guida, Napoli, Heidegger oggi, E.
Mazzarella, Il Mulino, Bologna, “Pensare e credere” -- Tre scritti cristiani,
Morcelliana, Brescia, “Vie d'uscita. L'identità umana come programma
stazionario metafisico,” Il melangolo, Genova, Opera media. Poesie, Il melangolo,
Genova, Lirica e filosofia, Morcelliana, Brescia, Vita Politica Valori.
Sensibilità individuali e sentire comunitario, Guida, Napoli, “Anima madre,”
ArtstudioPaparo, Napoli, “L'uomo che deve rimanere,” Quodlibet, Macerata, . S.
Venezia , Nota bio-bibliografica, inAmato, M. T. Catena, N. Russo , L'ethos
teoretico. Scritti in onore di Eugenio Mazzarella265, Napoli, Guida, Archivio degli articoli di Eugenio Mazzarella
nel sito "ilsussidario.net". Curriculum vitae, pubblicazioni e
attività di ricerca nel sito dell'Università degli Studi di Napoli Federico II,
su docenti.unina.
MAZZEI. (Poggio a Caiano). Filosofo. Grice: “Not every philosopher has a city,
‘Colle,’ named after him!” -- Grice: “I like Mazzei; he is hardly a
philosopher, but the Italians consider among the ‘filosofi italiani,’ – there
is a good wine, “Mazzei,” since Mazzei, when travelling to the Americas,
transplanted a grape from his paese – the descendants still grow it! In oltre,
he was influential in the ‘risorgimento’!” -- essential Italian philosopher.Massone
e cadetto di una nobile famiglia toscana di viticoltori, probabilmente
risalente all'XI secolo e ancora esistente nel XXI secolo, fu personaggio
energico ed eclettico, illuminista, promulgatore delle libertà individuali, dei
diritti civili e della tolleranza religiosa. Visse una vita avventurosa e
movimentata, con alterne fortune economiche. Sebbene sia sconosciuto al
grande pubblico, partecipò attivamente alla guerra d'indipendenza americana
come agente mediatore all'acquisto di armi per la Virginia, ed è ritenuto dagli
storici uno dei padri della Dichiarazione d'Indipendenza americana, in quanto
intimo amico dei primi cinque presidenti statunitensi: George Washington, John
Adams, James Madison, James Monroe e soprattutto Thomas Jefferson, di cui fu
ispiratore, vicino di casa, socio in affari e con cui rimase in contatto
epistolare fino alla morte. Iniziato alla Massoneria, fu poi spettatore
privilegiato della rivoluzione francese. La sua figura storica è riemersa
alla fine Professoregrazie all'infittirsi degli studi accademici in occasione
del bicentenario della rivoluzione americana, fino ad essere onorato in
occasione del 250º anniversario della sua nascita nel 1980 con un'emissione
filatelica congiunta speciale delle poste italiane e statunitensi. Dopo
gli studi compiuti tra Prato e Firenze, nel 1752, in seguito a dissapori con il
fratello maggiore Jacopo sulla gestione del patrimonio familiare, si stabilì a
Pisa e poi a Livorno, intraprendendo con successo l'attività di medico. Dopo
solo due anni lasciò la città e si trasferì a Smirne (Turchia) come chirurgo a
seguito di un medico locale. Gunse a Londra dove, dopo un iniziale periodo
irto di difficoltà economiche che lo vide arrangiarsi con l'insegnamento
dell'italiano, riuscì nel corso dei tre lustri successivi ad arricchirsi con il
commercio dei prodotti mediterranei, principalmente del vino, inserendosi
lentamente nei salotti dell'alta borghesia londinese. Una breve parentesi
italiana si concluse con un precipitoso ritorno in Inghilterra, a seguito di
una denuncia al tribunale dell’Inquisizione per “importazione di libri
proibiti”. L'illuminismo e le idee di libertà religiosa che animavano il Mazzei,
ben tollerate nella Londra di fine XVIII secolo, erano ancora tabù nella realtà
italiana. La Rivoluzione americana In questi circoli londinesi Filippo
Mazzei conobbe Benjamin Franklin e Thomas Adams, che da lì a pochi anni
sarebbero stati tra i protagonisti della rivoluzione americana. Le
colonie americane si autogovernavano, perlomeno sulle questioni locali, tramite
assemblee di delegati liberamente eletti dai capifamiglia, e l'ordinamento
giuridico era ispirato al meglio della legislazione inglese, che pure in quegli
anni era probabilmente la più avanzata, garantista e liberale che
esistesse. Invitato dagli amici d'oltreoceano, spinto sia dalla curiosità
dell'inedita forma di governo, ma soprattutto dalla disponibilità di terre e
quindi dalla prospettiva di impiantare nel nuovo mondo coltivazioni
mediterranee, Mazzei si trasferì in Virginia, con al seguito un gruppo di
agricoltori toscani. A lui si unirono anche una vedova Maria Martin, che egli
sposò nel 1778, e l'amico Carlo Bellini che tra il 1779 e il 1803 sarebbe
divenuto il primo insegnante di italiano in un'università americana, il College
of William and Mary in Virginia. Inizialmente diretto in altro sito,
Mazzei si fermò presso la tenuta di Monticello per incontrare Thomas Jefferson,
con il quale già intratteneva rapporti epistolari e vantava amicizie comuni, e
fu da lui convinto a trattenersi in loco, arrivando a cedere circa 0,75 km²
della sua tenuta in favore dell'italiano. Da questa cessione nacque la tenuta
di Colle (il nome deriva da Colle di Val d'Elsa, perché il Mazzei aveva preso
ad esempio la campagna attorno alla città toscana), successivamente ampliata.
Lo univa a Jefferson un sodalizio commerciale, con il primo impianto di una
vigna nella colonia della Virginia, ma soprattutto un sodalizio intellettuale,
frutto di una comune visione politica e di ideali condivisi, che si sarebbe
protratto per oltre 40 anni. Il livello delle frequentazioni americane
trascinò velocemente Mazzei, arrivato con mere intenzioni imprenditoriali,
nella vita politica della ribollente colonia della Virginia. Fu autore di
veementi libelli contro l'opprimente dominazione inglese, inneggianti alla
libertà ed all'uguaglianza. Alcuni di questi scritti furono tradotti in inglese
dallo stesso Jefferson, che rimase influenzato da tali ideali, tanto da
ritrovare successivamente alcune frasi di Mazzei trasposte nella Dichiarazione
d'indipendenza degli Stati Uniti d'America. Eletto speaker dell'assemblea
parrocchiale dopo solo sei mesi dal suo arrivo in Virginia, ebbe modo di esporre
le sue idee sulla libertà religiosa e politica a un vasto oratorio, composto
anche di persone umili e ignoranti, che lo ascoltavano assorte. Un suo scritto,
Instructions of the Freeholders of Albemarle County to their Delegates in
Convention, redatto come istruzioni per i delegati della contea di Albemarle
alla convenzione autoconvocatasi dopo lo scioglimento forzato dell'assemblea
della Virginia imposto dal governatore inglese, fu utilizzato da Jefferson come
bozza per il primo tentativo di scrittura della costituzione dello Stato della
Virginia. La sua affermazione politica seguiva di pari passo i rovesci
economici, perché il clima e il terreno della Virginia non si erano dimostrati
particolarmente graditi a vite e olivo, e nel 1774 un'eccezionale gelata aveva
distrutto buona parte delle stentate coltivazioni impiantate con tanta
fatica. Naturalizzato cittadino della Virginia, volontario delle prime
ore nella guerra d'indipendenza americana, nel 1778 fu inviato in Europa da
Jefferson e Madison per cercare prestiti, acquistareo meglio,
contrabbandarearmi e ottenere informazioni politiche e militari utili alla
nascente nazione. In questo periodo scrisse articoli, fece interventi
pubblici e cercò di avviare rapporti commerciali e politici tra gli Stati
europei e la Virginia. Per tali servizi fu ufficialmente retribuito dallo Stato
dell Virginia. Rientrato in Virginia nel 1783, con suo grande disappunto
non fu nominato console. Ricevette I'incarico di amministratore della contea di
Albemarle, ma solo due anni dopo nel 1785 lasciò per l'ultima volta il suolo
americano, mantenendo comunque contatti epistolari con molti di quelli che sono
definiti “padri della patria” statunitensi e in particolare con Jefferson, che
ebbe modo di reincontrare successivamente a Parigi. Sua moglie rimase fino alla
sua morte alla tenuta del Colle, che Mazzei nel 1783 aveva donato alla
figliastra, Margherita Maria Martini e al di lei marito, il francese Justin
Pierre Plumard, Comte De Rieux. La Rivoluzione francese e le vicende
europee Targa a Pisa, sulla casa in cui morì Filippo Mazzei A Parigi, nel
1788 pubblicò una voluminosa opera in quattro volumi Recherches historiques et
politiques sur les États-Unis de l'Amérique Septentrionale. Si trattava della
prima storia della rivoluzione americana pubblicata in francese. L'opera è
tuttora una preziosa fonte di informazioni sul movimento che innescò la
rivoluzione americana. Il successo del libro e la notorietà delle sue
idee, uniti alla costante attività di propaganda a favore dei neonati Stati
Uniti d'America, lo fece venire in contatto con re Stanislao Augusto di
Polonia, illuminato sovrano liberale, di cui divenne prima consigliere e poi
rappresentante a Parigi. Da questa posizione privilegiata poté seguire la
rivoluzione francese, di cui condannò la deriva giacobina. Preso atto della
rovina economica, nel 1791 si trasferì a Varsavia, assumendo la cittadinanza
polacca e contribuendo alla stesura della costituzione. Dopo un anno
passato a Varsavia, a seguito della spartizione della Polonia nel 1792 rientrò
definitivamente in Toscana, stabilendosi a Pisa. Lì nel 1796 sposò Antonina
Tonini, da cui ebbe una figlia, Elisabetta, nel 1798. Il disincantato
Mazzei, nel 1799 oramai settantenne, fu testimone dell'arrivo delle truppe
repubblicane francesi a Pisa e poi della loro cacciata, e fu coinvolto pur
senza danni nei successivi processi intentati dal bargello ai liberali pisani
che si riunivano durante la breve occupazione al Caffè dell'Ussero sul
lungarno. Ultimi anni Mazzei visse quietamente altri 17 anni,
dedicandosi ai propri studi di orticoltura e limitandosi a frequentare una
ristretta cerchia di salotti praticati da giovani liberali, di cui era
ispiratore. Nel 1802, in conseguenza del dissolvimento della Polonia operata da
Russia e Prussia nel 1795, lo zar Alessandro I si accollò i debiti della corte
polacca e Mazzei poté fruire di un vitalizio. Mazzei rimase sempre nostalgico
della Virginia e dei suoi amici americani, che ne auspicavano il ritorno e con
i quali mai interruppe il contatto epistolare. Nonostante i ripetuti progetti
di un viaggio in America, Mazzei non fu mai capace di affrontare questa nuova
avventura. Ebbe modo di assistere all'ascesa e alla caduta di Napoleone
Bonaparte e scrisse le proprie memorie, pubblicate nel 1848, oltre trent'anni
dopo la sua morte a Pisa. Opere: “Stanislao Re di Polonia,” Roma: Istituto
storico italiano per l'età moderna e contemporanea, “Ricerche storiche sull’America,” Firenze, Ponte alle Grazie, “Memorie”
Gino Capponi, Lugano, Tip. della Svizzera Italiana, “Del commercio della seta
fatto in Inghilterra dalla Compagnia delle Indie Orientali” Silvano Gelli,
Poggio a Caiano, Comune di Poggio a Caiano, “Le istruzioni per i delegati alla
convenzione maggio-settembre” Firenze, Morgana, Opere di suor Margherita
Marchione “Scelta di scritti e lettere,”“Agente di Virginia durante la
rivoluzione Americana”“Agente del Re di Polonia durante la Rivoluzione
Francese”“La vita avventurosa di Filippo Mazzei, Cassa di Risparmi e Depositi,
Prato. Marchione Margherita: The Adventurous Life of Philip MazzeiLa vita
avventurosa di Filippo Mazzei (bilingue ingleseitaliano), University Press of
America, Lanham, MD, 1995, 235 Marchione Margherita:The Constitutional Society
of Marchione Margherita, Philip Mazzei: World Citizen (Jefferson's
"Zealous Whig"), University Press of America, Lanham, MD, 1994, 158
Curiosità Broom icon.svg Questa sezione contiene «curiosità» da riorganizzare.
Contribuisci a migliorarla integrando se possibile le informazioni all'interno
dei paragrafi della voce e rimuovendo quelle inappropriate. A inizio degli anni 2000, fra alcuni
intellettuali toscani appassionati della figura di Mazzei, è circolata la
speculazione che Mazzei potrebbe aver ispirato persino la bandiera statunitense,
adottata dal Congresso un anno dopo la
Dichiarazione d'Indipendenza. La suggestione nasce dall'importanza che
l'alternanza dei colori rosso e bianco ha nell'araldica toscana e non solo e di
cui un esempio famoso è l'insegna di Ugo di Toscana. Mazzei potrebbe forse aver
discusso anche di araldica con gli altri patrioti americani, ma le radici
storiche della bandiera americana sono, in realtà, nella Grand Union
Flag. In ricordo di Mazzei è stato istituito il premio The Bridge. La
cerimonia è stata istituita dall'American University of Rome, per celebrare un
toscano che insieme ai padri costituenti degli Stati Uniti d'America diede vita
alla stesura della dichiarazione d'indipendenza. Sua era la frase: «Tutti gli
uomini sono per natura liberi ed indipendenti». Note Paolo Russo, Nasce a Firenze un museo che
racconta la massoneria, in La Repubblica, Firenze, 27 febbraio . 28
novembre (archiviato il 3 marzo ).,
Riferito al primo museo dedicato alla storia della Massoneria in Italia. Washington D.C. Italian Genealogy Club, su
geocities.com 1º gennaio 2008). Thomas Jefferson Encyclopedia Premio Filippo Mazzei. In lingua italiana , Dalla Toscana
all'America: il contributo di Filippo Mazzei, Poggio a Caiano, Comune di Poggio
a Caiano, 2004. Becattini Massimo, Filippo Mazzei mercante italiano a Londra, Poggio
a Caiano, Comune di Poggio a Caiano, 1Bolognesi Andrea, Corsetti Luigi, Di
Stadio Luigi: Filippo Mazzei mostra di cimeli e scritti, catalogo della mostra
a cura di, Poggio a Caiano, palazzo Comunale, Comune di Poggio a Caiano, 1996.
Camajani Guelfo Guelfi, Filippo Mazzei: un illustre toscano del Settecento:
medico, agricoltore, scrittore, giornalista, diplomatico, Firenze, Associazione
Internazionale Toscani nel Mondo, 1976. Ciampini Raffaele, Lettere di Filippo
Mazzei alla corte di Polonia (1788-1792), Bologna: N. Zanichelli, 1937.
Corsetti Luigi, Gradi Renzo: su Filippo
Mazzei Avventuriero della Libertà a cura di, con scritti di Margherita
Marchione e Edoardo Tortarolo, Poggio a Caiano, C.I.C. Filippo MazzeiAssociazione
Culturale "Ardengo Soffici", 1993. Di Stadio Luigi, Filippo Mazzei
tra pubblico e privato. Raccolta di documenti inediti, a cura di, Poggio a
Caiano, Biblioteca Comunale di Poggio a Caiano, 1996. Fazzini Gianni, "Il
gentiluomo dei tre mondi", Roma: Gaffi, 2008. Gerosa Guido, Il fiorentino
che fece l'America. Vita e avventure di Filippo Mazzei 1730-1916, Milano,
SugarCo Edizioni, 1990. Gradi Renzo, Un bastimento carico di Roba bestie e
uomini in un manoscritto inedito di Filippo Mazzei, Poggio a Caiano, Comune di
Poggio a Caiano, 1991. Gradi Renzo, Parigi: Scritti e memorie del fiorentino
Filippo Mazzei, Comune di Poggio a Caiano, 1989. Gullace Giovanni, Figure
dimenticate dell'indipendenza americana, Filippo Mazzei e Francesco Vigo, Roma:
Il Veltro Editrice, 1977. Masini Giancarlo, Gori Iacopo, L'America fu concepita
a Firenze, Firenze: Bonechi, 1998 Tognetti Burigana Sara, Tra riformismo
illuminato e dispotismo napoleonico; esperienze del "cittadino
americano" Filippo Mazzei, Roma, Edizioni di Storia e letteratura, 1965.
Tortarolo Edoardo, Illuminismo e Rivoluzioni. Biografia politica di Filippo
Mazzei, Milano, Angeli, Witold Łukaszewicz, Filippo Mazzei, Giuseppe Mazzini;
saggi sui rapporti italo-polacchi Abolizionismo Rivoluzione americana Rivoluzione
francese Benjamin Franklin Patrick Henry Thomas Jefferson George Mason James
Monroe William Paca Stanisław August Poniatowski Padri fondatori degli Stati
Uniti d'America Italoamericani Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Filippo Mazzei, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Filippo Mazzei, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica,
Inc. Filippo Mazzei, in Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Filippo Mazzei, su
siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze Archivistiche. Opere di
Filippo Mazzei, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Filippo Mazzei,
. Pubblicazioni di Filippo Mazzei, su
Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de
l'Innovation. Thomas Jefferson, Filippo
Mazzei e Francis Vigo (video), su youtube.com. Thomas Jefferson Encyclopedia,
su monticello.org. Il circolo Filippo Mazzei Pisa, su circolofilippomazzei.net.
FMazzei, chi era costui?, su mltoscana.blogspot.com. Clan Libertario Toscano
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I processi contro Filippo Mazzei ed i liberali pisani, su idr.unipi. Monticello
the home of Thomas Jefferson, su monticello.org. 25 giugno 2007 23 ottobre
2005). Famous Americans, su famousamericans.net. Philip Mazzei at the library
of Congress, su memory.loc.gov. Another Site about P.Mazzei and other famous
Italian American, su clevelandmemory.org. Mazzei, Thomas Jefferson e gli scultori
carraresi per la costruzione del Campidoglio degli Stati Uniti (di Nicola
Guerra) [collegamento interrotto], su
farefuturofondazione. Premio Filippo Mazzei, su premiofilippomazzei.com. Sito
dal quale è possibile scaricare il libro Memorie della vita e delle
peregrinazioni del fiorentino Filippo Mazzei in formato *.pdf, su books.google.com. Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e Mazzei," per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
MAZZINI. (Genova). Filosofo. Grice: “Of course it is difficult for an
Italian philosopher to approach the philosophy of Mazzini cooly; it would be
like me approaching the philosophy of Horatio Nelson!” – Grice: “I’ve found ‘Il
pensiero filosofico di Giuseppe Mazzini’ quite helpful – the equivalent would
be the pretentious sounding, “The philosophical thought of Sir Winston Churchill,’
say!” -- Grice: “Luigi Speranza loves to
cherish the fact that an old street in Woolwich, of all places, is named after
him, in a way ‘Speranza,’ just because Garibaldi visited!” Grice: “Luigi
Speranza also cherishes the fact that Lady Wilde preferred ‘Speranza’ just to
defend Mazzini!” Esponente di punta del patriottismo
risorgimentale, le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera
decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano; le condanne subite in
diversi tribunali d'Italia lo costrinsero però alla latitanza fino alla morte.
Le teorie mazziniane furono di grande importanza nella definizione dei moderni
movimenti europei per l'affermazione della democrazia attraverso la forma
repubblicana dello Stato.Mazzini nacque a Genova, allora capoluogo dell'omonimo
dipartimento francese costituito il 13 giugno del 1805 da parte del regime di
Napoleone Bonaparte, il 22 giugno del 1805, terzogenito dei quattro figli (tre
femmine ed un maschio). Il padre, Giacomo Mazzini (1767-1848), fu medico e
docente universitario d'anatomia originario di Chiavari, una cittadina del
Tigullio (all'epoca capoluogo del dipartimento francese degli Appennini,
successivamente parte della provincia di Genova), figura politicamente attiva
nella scena pubblica locale, sia durante l'epoca della precedente Repubblica
Ligure, sia, in tempi successivi, dell'Impero napoleonico. Alla madre, Maria
Drago (1774-1852), una fervente giansenista originaria di Pegli (un comune
autonomo, accorpato nel comune di Genova nel 1926), Mazzini fu molto legato per
tutta la vita. Affettuosamente chiamato "Pippo" dalla famiglia, una
volta terminati gli studi superiori presso il cittadino Liceo classico
Cristoforo Colombo, a 18 anni si iscrisse alla facoltà di medicina dell'Università
degli Studi di Genova, come voleva suo padre, mastando a un racconto della
madrevi rinunciò dopo essere svenuto al primo esperimento di necroscopia.
La casa di Giuseppe Mazzini a Genova in cui oggi si trovano l'Istituto
Mazziniano e il museo del Risorgimento Si iscrisse allora a giurisprudenza,
dove si segnalò per la sua ribellione ai regolamenti di stampo religioso che
imponevano di andare a messa e di confessarsi; a 25 anni fu arrestato perché,
proprio in chiesa, si rifiutò di lasciare il posto ai cadetti del Collegio
Reale d'Austria. Lo appassionava la letteratura: si innamorò delle letture di
Goethe, Shakespeare e Ugo Foscolo (pur senza condividerne la filosofia
materialista), restando così colpito dalle Ultime lettere di Jacopo Ortis da
volersi vestire sempre di nero, in segno di lutto per la patria oppressa.
La passione per la letteratura, insieme a quella per la musica (era un abile
suonatore di chitarra), la ebbe per tutta la vita: oltre agli autori citati,
lesse Dante, Schiller, Alfieri, i grandi poeti romantici come Lord Byron, Percy
Bysshe Shelley, Keats, Wordsworth, Coleridge e i narratori come Alexandre Dumas
padre e le sorelle Brontë. Nel 1821 ebbe il suo trauma rivelatore: al passaggio
a Genova dei Federati piemontesi reduci dal loro tentativo di rivolta, nel
giovane Mazzini si affacciò per la prima volta il pensiero «che si poteva, e
quindi si doveva, lottare per la libertà della Patria». Cominciò ad
esercitare la professione nello studio di un avvocato, ma l'attività che lo
impegnava era quella di giornalista presso l'Indicatore genovese, sul quale
Mazzini iniziò a pubblicare recensioni di libri patriottici; la censura lasciò
fare per un po', ma poi soppresse il giornale. Nel 1826 scrisse il primo saggio
letterario, Dell'amor patrio di Dante, pubblicato poi nel 1837. Il 6 aprile del
1827 ottenne la laurea in diritto civile e in diritto canonico (in utroque
iure). Nello stesso anno entrò nella carboneria, della quale divenne segretario
in Valtellina. Attività cospirativa «Ebbi a lottare con il più grande dei
soldati, Napoleone. Giunsi a mettere d'accordo tra loro imperatori, re e papi.
Nessuno mi dette maggiori fastidi di un brigante italiano: magro, pallido,
cencioso, ma eloquente come la tempesta, ardente come un apostolo, astuto come
un ladro, disinvolto come un commediante, infaticabile come un innamorato, il
quale ha nome: Giuseppe Mazzini.» (Klemens von Metternich, Memorie ed.
Bonacci, 1991) La casa di Mazzini in Laystall Street a Londra, dove abitò
per molto tempo Per la sua attività cospirativa fu arrestato su ordine di Carlo
Felice di Savoia e detenuto a Savona nella Fortezza del Priamar per un breve
periodo, tra il novembre 1830 e il gennaio 1831. Durante la detenzione ideò e
formulò il programma di un nuovo movimento politico chiamato Giovine Italia
che, dopo essere stato liberato per mancanza di prove, presentò e organizzò nel
1831 a Marsiglia in Francia dove fu costretto a rifugiarsi in esilio. I
motti dell'associazione erano Dio e popolo e Unione, Forza e Libertà e il suo scopo
era l'unione degli stati italiani in un'unica repubblica con un governo
centrale quale sola condizione possibile per la liberazione del popolo italiano
dagli invasori stranieri. Il progetto federalista infatti, secondo Mazzini,
poiché senza unità non c'è forza, avrebbe fatto dell'Italia una nazione debole,
naturalmente destinata a essere soggetta ai potenti stati unitari a lei vicini;
il federalismo inoltre avrebbe reso inefficace il progetto risorgimentale,
facendo rinascere quelle rivalità municipali, ancora vive, che avevano
caratterizzato la peggiore storia dell'Italia medioevale. La
sentenza di condanna a morte del 1833 L'obiettivo repubblicano e unitario
avrebbe dovuto essere raggiunto con un'insurrezione popolare condotta
attraverso una guerra per bande. Durante l'esilio in Francia, Mazzini ebbe una
relazione con la nobildonna mazziniana e repubblicana Giuditta Bellerio Sidoli,
vedova di Giovanni Sidoli, giovane e ricco patriota di Montecchio Emilia che
aveva sposato all'età di 16 anni. Giuditta aveva condiviso con il marito la
fede politica che, portandolo a cospirare contro la corte estense, aveva
costretto la coppia a esiliare in Svizzera. Nel 1829 Giovanni, colpito da una
grave malattia polmonare, morì a Montpellier. Poiché la vedova non aveva
ricevuto alcuna condanna, ritornò a Reggio Emilia presso la famiglia del marito
con i suoi quattro figli: Maria, Elvira, Corinna e Achille. Dopo il fallimento
dei moti del 1831 Giuditta dovette fuggire in Francia dove conobbe Mazzini a
cui si legò sentimentalmente. Nel 1832 nacque Joseph Démosthène Adolphe
Aristide Bellerio Sidoli detto Adolphe (secondo Bruno Gatta, quasi sicuramente
figlio di Mazzini) che, lasciato dalla madre in affidamento, morì a soli tre
anni nel 1835. Dopo il vano tentativo del 1831 di portare dalla parte
liberale il nuovo re Carlo Alberto di Savoia con la celebre lettera firmata
"un italiano", il 26 ottobre 1833, insieme a Pasquale Berghini e
Domenico Barberis, Mazzini fu condannato in contumacia a "morte
ignominiosa" dal Consiglio Divisionario di Guerra, presieduto dal maggior
generale Saluzzo Lamanta. La condanna venne poi revocata nel 1848, quando Carlo
Alberto decise di concedere un'amnistia generale. Notizia
dell'arresto di Giuseppe Mazzini, Gazzetta piemontese del 16 agosto 1870 Rifugiatosi
nel 1834 nella cittadina svizzera di Grenchen, nel canton Soletta, vi rimase
sino a quando fu arrestato dalla polizia cantonale che gli ingiunse di lasciare
la Confederazione entro 24 ore. Per impedirne l'allontanamento l'assemblea dei
cittadini di Grenchen conferì al giovane profugo la cittadinanza con 122 voti a
favore e 22 contrari, invalidata però dal governo cantonale. Mazzini,
nascostosi nel frattempo, fu scoperto e dovette lasciare la Svizzera assieme ad
altri esuli, tra i quali Agostino e Giovanni Ruffini. Nel 1837 cominciò
il lungo soggiorno a Londra (che, con alcune interruzioni, come nel 1849, durò
fino al 1868), dove Mazzini raccolse attorno a sé esuli italiani e persone
favorevoli al repubblicanesimo in Italia, dedicandosi, per vivere, all'attività
di insegnante dei figli degli italiani; qui conobbe e frequentò anche diverse
personalità inglesi, tra cui Mary Shelley (vedova del poeta P.B. Shelley), Anne
Isabella Milbanke (vedova di Lord Byron, idolo di gioventù di Mazzini), il
filosofo ed economista John Stuart Mill, Thomas Carlyle e sua moglie Jane
Welsh, lo scrittore Charles Dickens, che finanziò la sua scuola. Il poeta
decadente Algernon Swinburne gli dedicò Ode a Mazzini. Nello stesso quartiere
di Mazzini visse anche Karl Marx. Durante il soggiorno londinese Mazzini
ebbe una lunga relazione di amicizia con la famiglia Craufurd, documentata da
copiosa corrispondenza epistolare dal 1850 al 1872. Sempre a Londra ebbe
rapporti con la famiglia di William Henry Ashurst e con il genero di questi, il
politico britannico James Stansfeld, la cui consorte Caroline Ashurst Stansfeld
era sostenitrice della società "Society of the Friends of Italy". Per
la causa dell'unificazione italiana Mazzini collaborò anche con il secolarista
George Holyoake. Fondò poi altri movimenti politici per la liberazione e
l'unificazione di vari stati europei: la Giovine Germania, la Giovine Polonia e
infine la Giovine Europa. Quest'ultima, fondata nell'aprile 1834 a Berna in
accordo con altri rivoluzionari stranieri, aveva tra i suoi principi ispiratori
la costituzione degli Stati Uniti d'Europa. In questa occasione Mazzini estese
dunque il desiderio di libertà del popolo italiano (che si sarebbe attuato con
la repubblica) a tutte le nazioni europee. L'associazione rivoluzionaria
europea aveva come scopo specifico l'agire dal basso in modo comune e, usando
strumenti insurrezionali e democratici, realizzare nei singoli stati una
coscienza nazionale e rivoluzionaria. Sulla scia della Giovine Europa Mazzini
nel 1866 fonda anche l'Alleanza Repubblicana Universale. Il movimento
della Giovine Europa ebbe anche un forte ruolo di promozione dei diritti della
donna, come testimonia l'opera di numerose mazziniane, tra cui la citata
Bellerio Sidoli, ma anche Cristina Trivulzio di Belgiojoso e Giorgina Saffi, la
moglie di Aurelio Saffi, uno dei più stretti collaboratori di Mazzini e suo
erede per quanto riguarda il mazzinianesimo politico. Mazzini continuò a
perseguire il suo obiettivo dall'esilio e tra le avversità con inflessibile
costanza, convinto che questo fosse il destino dell'Italia e che nessuno
avrebbe potuto cambiarlo. Tuttavia, nonostante la sua perseveranza,
l'importanza delle sue azioni fu più ideologica che pratica. Dopo il
fallimento dei moti del 1848, durante i quali Mazzini era stato a capo della
breve Repubblica Romana insieme ad Aurelio Saffi e Carlo Armellini, i
nazionalisti italiani cominciarono a vedere nel re del Regno di Sardegna e nel
suo Primo Ministro Camillo Benso conte di Cavour le guide del movimento di
riunificazione. Ciò volle dire separare l'unificazione dell'Italia dalla
riforma sociale e politica invocata da Mazzini. Cavour fu abile nello stringere
un'alleanza con la Francia e nel condurre una serie di guerre che portarono
alla nascita dello stato italiano tra il 1859 e il 1861, ma la natura politica
della nuova compagine statale era ben lontana dalla repubblica
mazziniana. A Londra, nel 1850, per reagire alla caduta della Repubblica
Romana e in continuità con essa, Mazzini fondò il Comitato Centrale Democratico
Europeo e il Comitato Nazionale Italiano, lanciando il Prestito Nazionale
Italiano, le cui cartelle portavano appunto lo stemma della Repubblica romana
del 1849 e l'intitolazione del prestito «diretto unicamente ad affrettare
l'indipendenza e l'unità d'Italia». A garanzia del prestito le cartelle
recavano la firma degli ex triumviri Mazzini, Saffi e, in assenza
dell'irreperibile Armellini, Mattia Montecchi. La diffusione delle cartelle nel
Lombardo-Veneto ebbe come immediata conseguenza la ripresa dell'attività
cospirativa e rivoluzionaria, soprattutto a Mantova.. Dopo l'Unità e
ultimi anni Il 25 febbraio 1866 Messina fu chiamata al voto per eleggere i suoi
deputati al nuovo parlamento di Firenze. Mazzini era candidato, nel secondo collegio,
ma non poté fare campagna elettorale perché esule a Londra. Pendevano sul suo
capo due condanne a morte: una inflitta dal tribunale di Genova per i moti del
1857 (il 19 novembre 1857, in primo grado, il 20 marzo 1858 in appello);
un'analoga condanna a morte era stata inflitta dal tribunale di Parigi per
complicità in un attentato contro Napoleone III. Inaspettatamente, Mazzini
vinse con larga messe di voti (446). Il 24 marzo, dopo due giorni di
discussione, la Camera annullava l'elezione in virtù delle condanne
precedenti. Il letto di morte di Mazzini, distrutto dagli aerei
degli Stati Uniti durante il bombardamento di Pisa del 1943 Maschera
mortuaria di Mazzini, gesso, Domus Mazziniana, Pisa Due mesi dopo gli elettori
del secondo collegio di Messina tornarono alle urne: vinse di nuovo Mazzini. La
Camera, dopo una nuova discussione, il 18 giugno riannullò l'elezione. Il 18
novembre Mazzini viene rieletto una terza volta; dalla Camera, questa volta,
arrivò la convalida. Mazzini, tuttavia, anche nel caso fosse giunta un'amnistia
o una grazia, decise di rifiutare la carica per non dover giurare fedeltà allo
Statuto Albertino, la costituzione dei monarchi sabaudi. Egli infatti non
accettò mai la monarchia e continuò a lottare per gli ideali repubblicani.
Nel 1868 lasciò Londra e si stabilì in Svizzera, a Lugano. Due anni dopo furono
amnistiate le due condanne a morte inflitte al tempo del Regno di Sardegna:
Mazzini quindi poté rientrare in Italia e, una volta tornato, si dedicò subito
all'organizzazione di moti popolari in appoggio alla conquista dello Stato
Pontificio. L'11 agosto partì in nave per la Sicilia, ma il 14, all'arrivo nel
porto di Palermo, fu tratto in arresto (la quarta volta nella sua vita) e
recluso nel carcere militare di Gaeta. Nel febbraio 1871, partito da
Basilea e in viaggio nel passo del San Gottardo, conobbe in una carrozza
Friedrich Nietzsche, allora poco conosciuto filologo e docente. Questo incontro
sarà testimoniato dallo stesso Nietzsche anni dopo. Costretto di nuovo
all'esilio, riuscì a rientrare in Italia sotto il falso nome di Giorgio Brown
(forse un riferimento a John Brown[25]) a Pisa, il 7 febbraio del 1872. Qui,
malato già da tempo, visse nascosto nell'abitazione di Pellegrino Rosselli,
antenato dei fratelli Rosselli e zio della moglie di Ernesto Nathan, fino al
giorno della sua morte, avvenuta il 10 marzo dello stesso anno, quando la
polizia stava ormai per arrestarlo nuovamente. Traversie della
salma Mazzini morente, Silvestro Lega La notizia della sua morte si
diffuse rapidamente, commuovendo l'Italia; il suo corpo fu imbalsamato dallo
scienziato Paolo Gorini, appositamente fatto accorrere da Lodi su incarico di
Agostino Bertani: Gorini disinfettò la salma per permettere l'esposizione. Una
folla immensa partecipò ai funerali, svoltisi nella città toscana il pomeriggio
del 14 marzo, accompagnando il feretro al treno in partenza per Genova, dove
venne sepolto al Cimitero monumentale di Staglieno. Le esequie furono
accompagnate dalla musica della storica Filarmonica Sestrese C. Corradi G.
Secondo. Successivamente Gorini ricominciò a lavorare sul corpo di Mazzini,
onde pietrificarlo secondo la sua tecnica di mummificazione; terminò il lavoro
qualche anno dopo. Nel 1946 avvenne la ricognizione della mummia, che fu
sistemata ed esposta al pubblico in occasione della nascita della Repubblica
Italiana[26]: da allora riposa nuovamente nel sarcofago del mausoleo.
Mausoleo Benché sia incerta l'affiliazione di Mazzini alla Massoneria fu
l'associazione stessa a commissionare il mausoleo all'architetto mazziniano
Gaetano Vittorino Grasso che lo realizzò in stile neoclassico adornandolo con
alcuni simboli massonici. Il sepolcro reca all'esterno la scritta
"Giuseppe Mazzini" e all'interno sono presenti numerose bandiere tricolori
repubblicane e iscrizioni lasciate da gruppi mazziniani o da personalità come
Carducci,[27]. Sulla lapide è scolpita la scritta "Giuseppe Mazzini. Un
Italiano"[28], che era la firma da lui apposta nella lettera a Carlo
Alberto, e l'epitaffio: «Il corpo a Genova, il nome ai secoli, l'anima
all'umanità» Affiliazione massonica Testimonianze di alcuni personaggi
storici e una corrispondenza dello stesso Mazzini, citati nell'opera dello
studioso Luigi Polo Friz[29] fanno ritenere che verosimilmente Mazzini, a differenza
di altri celebri personaggi dell'epoca, come Garibaldi, non sia mai stato
affiliato alla massoneria, anche se questa ha ripreso molti degli ideali
mazziniani, simili ai suoi. La principale obbedienza italiana, l'unica
attiva all'epoca di Mazzini in Italia, il Grande Oriente d'Italia, afferma
l'impossibilità di provare l'appartenenza di Mazzini, che pure ebbe influenza
nella società, anche se non partecipò mai alla vita dell'associazione, occupato
com'era nella causa della "sua" società segreta, la Giovine Italia.
In effetti Mazzini fu carbonaro, ma la Carboneria fu presto distinta dalla
massoneria.[30] Indro Montanelli afferma invece che probabilmente Mazzini
fu massone[31]. Dello stesso parere è Massimo Della Campa, che in una
"Nota su Mazzini" fa riferimento al libro dell'ex-Gran Maestro del
grande Oriente d'Italia Giordano Gamberini, Mille volti di massoni (Ed. Erasmo,
Roma, 1976), che a119 scrive a proposito di Mazzini: «Iniziato nel 1834 a
Genova , secondo G. Fazzari e F. Borsari (Luce e concordia, 1° giugno 1886,
dispense 3 e 4, pag. 23, colonna III). Ricevette dal Fr. Passano il 32° grado
del R.S.A.A., necessario per corrispondere in Carboneria al livello di Vendita
Suprema, nelle carceri di Savona. Con decreto del S. C. di Palermo il 18 giugno
1866 ricevette l'aumento di luce al 33° grado e la qualifica di membro onorario
del medesimo Supremo Consiglio. Fu membro onorario delle LL. Lincoln di Lodi e
Stella d'Italia di Genova. Scrivendo a Logge, Corpi rituali e Fratelli usò
sempre i segni massonici. [...] Nessun contemporaneo mise mai in dubbio
l'appartenenza di Mazzini alla Massoneria.» Mazzini stesso sembrerebbe
però smentire la sua partecipazione all'associazione in una lettera del 12
giugno 1867 al massone Federico Campanella, Sovrano Gran Commendatore del
Supremo Consiglio del Rito scozzese antico ed accettato di Palermo, in cui,
restituendogli le carte che questi gli aveva fatto recapitare scriveva:
«La Massoneria accettando da anni e anni ogni uomo, senza dichiarazioni
d'opinioni politiche, s'è fatta assolutamente inutile a ogni scopo nazionale.
Per farne qualche cosa bisognerebbe prima una misura d'eliminazione ed una di
revisione delle file, poi una formula nazionale o politica per l'iniziazione...
Chi vuol intendere intenda[32].»Pensiero politico «La patria è la casa
dell'uomo, non dello schiavo» (Giuseppe Mazzini, Ai giovani d'Italia) Per
comprendere a pieno la dottrina politica di Mazzini bisogna rifarsi al pensiero
religioso che ispira il periodo della Restaurazione seguito alla caduta dell'impero
napoleonico.[33] Idee diffuse in Europa all'epoca di Mazzini Nuova
concezione romantica della storia Foto di Giuseppe Mazzini dal Fondo
Comandini, Biblioteca Malatestiana Nasceva allora una nuova concezione della
storia[34] che smentiva quella degli illuministi basata sulla capacità degli
uomini di costruire e guidare la storia con la ragione. Le vicende della
Rivoluzione francese e il periodo napoleonico avevano dimostrato che gli uomini
si propongono di perseguire alti e nobili fini che s'infrangono dinanzi alla
realtà storica. Il secolo dei lumi era infatti tramontato nelle stragi del
Terrore e il sogno di libertà nella tirannide napoleonica che, mirando alla
realizzazione di un'Europa al di sopra delle singole nazioni, aveva determinato
invece la ribellione dei singoli popoli proprio in nome del loro sentimento di
nazionalità. Secondo questa visione romantica dunque la storia non è
guidata dagli uomini ma è Dio che agisce nella storia; esisterebbe dunque una
Provvidenza divina che s'incarica di perseguire fini al di là di quelli che gli
uomini si propongono di conseguire con la loro meschina ragione.[35] Da questa
concezione romantica della storia, intesa come opera della volontà divina si
promanano due visioni contrapposte: una è la prospettiva reazionaria che vede
nell'intervento di Dio nella storia una sorta di avvento di un'apocalisse che
metta fine alla storia degli uomini. Napoleone I è stato, con le sue
continue guerre, l'Anticristo di questa apocalisse: Dio segnerà la fine della storia
malvagia e falsamente progressiva e allora agli uomini non rimarrà che volgersi
al passato per preservare e conservare quanto di buono era stato realizzato. Si
cercherà dunque in ogni modo di cancellare tutto ciò che è accaduto dalla
Rivoluzione a Napoleone restaurando il passato. La concezione reazionaria
contro cui Mazzini combatté strenuamente assume un aspetto politico-religioso
che troviamo nel pensiero di François-René de Chateaubriand che nel Génie du
christianisme (Genio del Cristianesimo) attaccava le dottrine illuministiche
prendendo le difese del cristianesimo e soprattutto nell'ideologia mistica
teocratica di Joseph de Maistre, che arriva nell'opera Du pape (Il papa) al punto di auspicare un ritorno dell'alleanza
tra il trono e l'altare riproponendo il modello delle comunità medioevali
protette dalla religione tradizionale contro le insidie del liberalismo e del
razionalismo.[36] Un'altra prospettiva, che nasce paradossalmente dalla
stessa concezione della storia guidata dalla divinità, è quella che potremo
definire liberale che vede nell'azione divina una volontà diretta, nonostante
tutto, al bene degli uomini escludendo che nei tempi nuovi ci sia una sorta di
vendetta di Dio che voglia far espiare agli uomini la loro presunzione di
creatori di storia. È questa una visione provvidenziale, dinamica della storia
che troviamo in Saint Simon con la concezione di un nuovo cristianesimo per una
nuova società o in Lamennais che vede nel cattolicesimo una forza rigeneratrice
della vita sociale. Una concezione progressiva quindi che è presente in Italia
nell'opera letteraria di Alessandro Manzoni e nel pensiero politico di Gioberti
con il progetto neoguelfo e nell'ideologia mazziniana. Concezione
mazziniana «Costituire [...] l'Italia in Nazione Una, Indipendente, Libera,
Repubblicana» (G. Mazzini, Istruzione generale per gli affratellati nella
Giovine Italia) Magnifying glass icon mgx2.svgMazzinianesimo. Dio e popolo «Noi
cademmo come partito politico. Dobbiamo risorgere come partito religioso.
L'elemento religioso è universale, immortale: universalizza e collega. Ogni
grande rivoluzione ne serba impronta, e lo rivela nella propria origine o nel
fine che si propone. Per esso si fonda l'associazione. Iniziatori d'un nuovo
mondo, noi dobbiamo fondare l'unità morale, il cattolicismo
Umanitario[37][38]» Monumento a Giuseppe Mazzini sull'Aventino a
Roma Il pensiero politico mazziniano deve dunque essere collocato in questa
temperie di romanticismo politico-religioso che dominò in Europa dopo la
rivoluzione del 1830 ma che era già presente nei contrasti al Congresso di
Vienna tra gli ideologi che proponevano un puro e semplice ritorno al passato
prerivoluzionario e i cosiddetti politici che pensavano che bisognasse operare
un compromesso con l'età trascorsa. Alcuni storici hanno fatto risalire
la concezione religiosa di Mazzini all'educazione ricevuta dalla madre fervente
giansenista (almeno fino agli anni '40 fa spesso riferimenti biblici ed
evangelici) o ad una vicinanza ideale col protestantesimo e le chiese riformate
ma, secondo altri, la visione religiosa di Mazzini non coinciderebbe con quella
di nessuna religione rivelata.[39] Il personale concetto mazziniano di
Dio, che per alcuni tratti è avvicinabile al deismo settecentesco, con evidenti
influssi della religiosità civica e preromantica di Rousseau, per altri versi
al Dio panteistico degli stoici, è alla base di una religiosità che tuttavia
esige la laicità dello Stato (questo nonostante la dichiarata contraddizione
poiché se, come egli crede, politica e religione coincidono, non avrebbe senso
separare la sua concezione teologica da quella politica)[40] e l'assenza di
intermediari tra Dio e il popolo: per ciò e per il ruolo avuto nella storia
umana e italiana, Mazzini definì il Papato "la base d'ogni autorità
tirannica".[41] Un altro influsso sulla concezione religiosa
mazziniana è stato visto nella considerazione che egli ebbe per la religione
civile di ispirazione romana e per l'ammirazione verso la "Prima
Roma", antica e pagana, che passando per la Seconda (cristiana e
medievale), avrebbe preparato il campo alla Terza Roma futura; un mito questo,
romantico-neoclassico, che sarà fatto proprio da Carducci e poi dal fascismo, con
il filosofo Berto Ricci), e dalla massoneria con l'esoterista Arturo Reghini e
avvicina il mazzinianesimo anche al culto massonico del Grande Architetto
dell'Universo. In realtà Mazzini rifiuta non solo l'ateismo (è questa una
delle divisioni ideologico-teoriche che egli ebbe con altri repubblicani come
Pisacane[45]) e il materialismo («...L'ateismo, il materialismo non hanno,
sopprimendo Dio, una legge morale superiore per tutti e sorgente del Dovere per
tutti...»[46]), ma anche il trascendente, in favore dell'immanente: egli crede
nella reincarnazione[47], per poter migliorare di continuo il mondo e
migliorare sé stessi. Una concezione questa tratta probabilmente da Platone o
dalle religioni orientali come l'induismo e il buddismo, religioni alle quali
Mazzini si era interessato.[48] Giuseppe Mazzini e Gioacchino da Fiore
Come altri patrioti, letterati[49], rivoluzionari delle società segrete
francesi, inglesi e italiane Mazzini vide nell'abate calabrese Gioacchino da
Fiore (circa 1130-1202), l'autore di una profezia riguardante l'avvento della
Terza Età o Età dello Spirito Santo quando sarebbe sorta la Terza Italia che
sarebbe rinata, libera dalle dominazioni straniere[50], come la nazione che
avrebbe esercitato un primato sulle altre per la presenza della Chiesa
cattolica: tema questo poi ripreso da Vincenzo Gioberti nel suo Primato morale
e civile degli Italiani. Mazzini ebbe grande interesse per Gioacchino
tanto da volergli dedicare un trattato rimasto inedito Joachino, appunti per
uno studio storico sull'abate Gioacchino], che considerava un suo precursore
per gli ideali sociali e politici da realizzare tramite un'unità spirituale e
storica. Religione civile La sua è stata anche definita una religione
civile dove la politica svolgeva il ruolo della fede[52] e dove la divinità si
incarna in modo panteista nell'Universo e nell'Umanità stessa, che attua la
Legge che nel Progresso si rivela. Egli afferma di credere «che Dio è Dio, e
l'Umanità è il suo Profeta»[40], che «il Popolo» è «immagine di Dio sulla
terra»[40] e vi è «un Dio solo, autore di quanto esiste, Pensiero vivente,
assoluto, del quale il nostro mondo è raggio e l'Universo una
incarnazione».[38] Per lui non conta che la sua intima credenza sia razionale o
no, come il Dio di Voltaire e Newton che è invocato come la causa prima
dell'ordine naturale, poiché «Dio esiste. Noi non dobbiamo né vogliamo
provarvelo: tentarlo, ci sembrerebbe bestemmia, come negarlo, follia. Dio
esiste, perché noi esistiamo» anche se, specifica, «l'universo lo manifesta con
l'ordine, con l'armonia, con l'intelligenza dei suoi moti e delle sue
leggi».[40] Mazzini era altresì convinto che fosse ormai presente nella
storia un nuovo ordinamento divino nel quale la lotta per raggiungere l'unità
nazionale assumeva un significato provvidenziale. «Operare nel mondo
significava per il Mazzini collaborare all'azione che Dio svolgeva, riconoscere
ed accettare la missione che uomini e popoli ricevono da Dio».[53] Per questo
bisogna «mettere al centro della propria vita il dovere, senza speranza di
premio, senza calcoli di utilità».[53] Quello di Mazzini era un progetto
politico, ma mosso da un imperativo religioso che nessuna sconfitta, nessuna
avversità avrebbe potuto indebolire. «Raggiunta questa tensione di fede,
l'ordine logico e comune degli avvenimenti veniva capovolto; la disfatta non
provocava l'abbattimento, il successo degli avversari non si consolidava in
ordine stabile.».[53] La storia dell'umanità dunque sarebbe una
progressiva rivelazione della Provvidenza divina che, di tappa in tappa, si
dirige verso la meta predisposta da Dio. Esaurito il compito del
Cristianesimo, chiusasi l'era della Rivoluzione francese ora occorreva che i
popoli prendessero l'iniziativa per «procedere concordi verso la meta fissata
al progresso umano». Ogni singolo individuo, come la collettività, tutti devono
attuare la missione che Dio ha loro affidato e che attraverso la formazione ed
educazione del popolo stesso, reso consapevole della sua missione, si
realizzerà attraverso due fasi: Patria e Umanità. Patria e umanità
Targa in onore di Mazzini sulla casa londinese Senza una patria libera nessun
popolo può realizzarsi né compiere la missione che Dio gli ha affidato; il
secondo obiettivo sarà l'Umanità che si realizzerà nell'associazione dei liberi
popoli sulla base della comune civiltà europea attraverso quello che Mazzini
chiama il banchetto delle Nazioni sorelle. Un obiettivo dunque ben diverso da
quella confederazione europea immaginata da Napoleone dove la Francia avrebbe
esercitato il suo primato egemonico di Grande Nation. La futura unità
europea non si realizzerà attraverso una gara di nazionalismi ma attraverso una
nobile emulazione dei liberi popoli per costruire una nuova libertà. Il
processo di costruzione europea, secondo Mazzini, doveva svolgersi prima di
tutto attraverso l'affermazione delle nazionalità oppresse, come quelle facenti
parte dell'Impero asburgico, e poi anche di quelle che non avevano ancora
raggiunto la loro unità nazionale. Iniziativa italiana In questo processo
unitario europeo spetta all'Italia un'alta missione: quella di riaprire,
conquistando la sua libertà, la via al processo evolutivo dell'Umanità: la
redenzione nazionale italiana apparirà improvvisa come una creazione divina al
di fuori di ogni inutile e inefficace metodo graduale politico diplomatico di
tipo cavouriano. L'iniziativa italiana che avverrà sulla base della fraternità
tra i popoli e non rivendicando alcuna egemonia, come aveva fatto la Francia,
consisterà quindi nel dare l'esempio per una lotta che porterà alla sconfitta
delle due colonne portanti della reazione, di quella politica dell'Impero
Asburgico e di quella spirituale della Chiesa cattolica. Raggiunti gli
obiettivi primari dell'unità e della Repubblica attraverso l'educazione e
l'insurrezione del popolo, espressi dalla formula di Pensiero ed azione,
l'Italia darà quindi il via a questo processo di unificazione sempre più vasta
per la creazione di una terza civiltà formata dall'associazione di liberi
popoli. Funzione della politica Il mausoleo di Giuseppe Mazzini nel
cimitero monumentale di Staglieno, realizzato dall'architetto mazziniano
Gaetano Vittorino Grasso (1849-1899) La politica è scontro tra libertà e
dispotismo e tra queste due forze non è possibile trovare un compromesso: si
sta svolgendo una guerra di principi che non ammette transazioni; Mazzini
esorta la popolazione a non accontentarsi delle riforme che erano degli
accomodamenti gestiti dall'alto: non radicavano, cioè, nello spirito del tempo
quella libertà e quell'uguaglianza di cui il popolo aveva bisogno. La
logica della politica è logica di democrazia e libertà, non accettabili dalle
forze reazionarie; contro di esse è necessaria una brusca rottura
rivoluzionaria: alla testa del popolo vi dovrà essere la classe colta (che non
può più sopportare il giogo dell'oppressione) e i giovani (che non possono più
accettare le anticaglie dell'antico regime). Questa rivoluzione deve portare
alla Repubblica, la quale garantirà l'istruzione popolare. La
rivoluzione, che è anche pedagogico strumento di formazione di virtù personali
e collettive, deve iniziare per ondate, accendendo focolai di rivolta che
incitino il popolo inconsapevole a prendere le armi. Una volta scoppiata la
rivoluzione si dovrà costituire un potere dittatoriale (inteso come potere
straordinario alla maniera dell'Antica Roma, non come tirannide) che gestisca
temporaneamente la fase post-rivoluzionaria. Il governo verrà restituito al
popolo non appena il fine della rivoluzione verrà raggiunto, il prima
possibile. La Giovane Italia deve educare alla gestione della cosa
pubblica, ad essere buoni cittadini, non è, perciò, esclusivamente uno
strumento di organizzazione rivoluzionaria. Il popolo deve avere diritti e
doveri, mentre la Rivoluzione Francese si è concentrata esclusivamente sui
diritti individuali: fermandosi ai diritti dell'individuo aveva dato vita ad
una società egoista; l'utile per una società non va mai considerato secondo il
bene di un singolo soggetto ma secondo il bene collettivo.[54] Mazzini non
crede nell'eguaglianza predicata dal marxismo e al sogno della proprietà comune
sostituisce il principio dell'associazionismo, che è comunque un superamento
dell'egoismo individuale.Questione sociale Mazzini affrontò la questione
sociale negli scritti più tardi, ad esempio nei Doveri dell'uomo (1860). Egli
rifiuta il marxismo, convinto com'è che per spingere il popolo alla rivoluzione
sia prioritario indicargli l'obiettivo dell'unità, della repubblica e della
democrazia. Mazzini fu tra i primi a considerare la grave questione sociale
presente che era soprattutto in Italia la questione contadina, come gli
indicava Carlo Pisacane,[55] ma egli pensava che questa dovesse essere
affrontata e risolta solo dopo il raggiungimento dell'unità nazionale e non
attraverso lo scontro delle classi, ma con una loro collaborazione
(interclassismo), da raggiungersi però organizzando l'associazionismo e il
mutualismo fra gli operai, il soggetto più debole. Foto di Mazzini
Un programma il suo di solidarietà nazionale che se non contemplava l'autonomia
culturale e politica del proletariato non si rivolse solo al ceto medio
cittadino, agli intellettuali, agli studenti, fra i quali raccolse i consensi
più ampi, ma anche agli artigiani e ai settori più consapevoli dei propri
diritti fra gli operai. Mazzini criticò il marxismo e fu da Karl Marx
biasimato per gli aspetti dottrinali idealistici e per gli atteggiamenti
profetici che egli assumeva nel suo ruolo di educatore religioso e politico del
popolo. Marx, risentito per gli attacchi di Mazzini al comunismo, da lui
definito col termine inglese «dictatorship» (cioè «dittatura»), lo definì in
alcuni articoli «teopompo» (cioè «inviato di Dio») e «papa della chiesa
democratica», dandogli anche sprezzantemente del «vecchio somaro» e
paragonandolo a Pietro l'Eremita. Forte sarà il contrasto tra Marx e l'inviato
personale di Mazzini (oltre che con Garibaldi che ne prese le difese) alla
Prima Internazionale.[56][57] Mazzini criticava i socialisti per il
proclamato internazionalismo dei loro tempi, venato di anarchismo e di forte
negazionismo, per l'attenzione da essi rivolta verso gli interessi di una sola
classe: il proletariato. Inoltre egli definiva arbitrario e impossibile a
pretendere l'abolizione della proprietà privata: così si sarebbe dato un colpo
mortale all'economia che non avrebbe premiato più i migliori. La critica
maggiore era rivolta contro il rischio che le ideologie socialiste
estremistiche portassero a un totalitarismo: egli previde con lungimiranza
quello che avverrà con la Rivoluzione d'ottobre del 1917 in Russia, cioè la
formazione di una nuova classe di padroni politici e lo schiacciamento
dell'individuo nella macchina industriale del socialismo reale.[58] Da
queste critiche ne venne la valutazione negativa di Mazzini sulla rivolta che
portò alla Comune di Parigi del 1871. Mentre per Marx e Michail Bakunin quello
della Comune era stato un primo tentativo di distruggere lo stato accentratore
borghese realizzando dal basso un nuovo tipo di stato, Mazzini, legato al
concetto di Stato-nazione romantico, invece criticò la Comune vedendo in essa
la fine della nazione, la minaccia di uno smembramento della Francia. Per
salvaguardare l'economia e allo stesso tempo per tutelare i più poveri, Mazzini
punta su una forma di lavoro cooperativo: l'operaio dovrà guardare oltre una
lotta basata solo sul salario ma promuovere spazi via via crescenti di economia
sociale con elementi di «piena responsabilità e proprietà sull'impresa».
Mazzini puntava sul superamento in senso sociale e democratico del capitalismo
imprenditoriale classico, anticipando in questo sia le teorie distribuzioniste
sia le teorie che esaltano il valore dell'associazione fra i produttori. In
Doveri dell'uomo scrisse: «Non bisogna abolire la proprietà perché oggi è di
pochi; bisogna aprire la via perché i molti possano acquistarla. Bisogna
richiamarla al principio che la renda legittima, facendo sì che solo il lavoro
possa produrla.[59]» La sua influenza sulla prima fase del movimento
operaio fu per questo molto importante e anche il fascismo, in particolare la
sua corrente repubblicana e socializzatrice, si ispirerà al pensiero economico
mazziniano come terza via corporativa tra il modello capitalista e quello
marxista. Cospirazioni e fallimento dei moti mazziniani Mazzini in
una fotografia con autografo scattata da Domenico Lama I moti mazziniani,
ispirati ad un'ideologia repubblicana e antimonarchica furono considerati
sovversivi e quindi perseguiti da tutte le monarchie italiane dell'epoca. Per i
governi costituiti i mazziniani altro non erano che terroristi e come tali
furono sempre condannati. «Trovai tutti persuasi che la Giovine Italia
era pazzia; pazzia le sette, pazzie il cospirare, pazzie le rivoluzioncine
fatte sino a quel giorno, senza capo né coda» (Massimo d'Azeglio, Degli
ultimi casi di Romagna) Giovine Italia (1831) «Su queste classi [...] così
fortemente interessate al mantenimento dell'ordine sociale le dottrine
sovversive della Giovine Italia non hanno presa. Perciò ad eccezione dei
giovani presso i quali l'esperienza non ha ancora modificate le dottrine
assorbite nell'atmosfera eccitante della scuola, si può affermare che non
esiste in Italia se non un piccolissimo numero di persone seriamente disposte a
mettere in pratica i principi esaltati di una setta inasprita dalla
sventura.» (Camillo Benso conte di Cavour[60]) Magnifying glass icon
mgx2.svg Giovine Italia. Busto di Mazzini a Central Park a New York Nel
1831 Mazzini si trovava a Marsiglia in esilio dopo l'arresto e il processo
subito l'anno prima in Piemonte a causa della sua affiliazione alla Carboneria.
Non potendosi provare la sua colpevolezza infatti la polizia sabauda lo
costrinse a scegliere tra il confino in un paesino del Piemonte e l'esilio.
Mazzini preferì affrontare l'esilio e nel febbraio del 1831 passò in Svizzera,
da qui a Lione e infine a Marsiglia. Qui entrò in contatto con i gruppi di
Filippo Buonarroti e col movimento sainsimoniano allora diffuso in
Francia. Con questi si avviò un'analisi del fallimento dei moti nei
ducati e nelle Legazioni pontificie del 1831. Si concordò sul fatto che le
sette carbonare avevano fallito innanzitutto per la contraddittorietà dei loro
programmi e per l'eterogeneità delle classi che ne facevano parte. Non si era
riusciti poi a mettere in atto un collegamento più ampio delle insurrezioni per
le ristrettezze provinciali dei progetti politici, com'era accaduto nei moti di
Torino del 1821 quand'era fallito ogni tentativo di collegamento con i fratelli
lombardi. Infine bisognava desistere, come nel 1821, dal ricercare l'appoggio
dei principi e, come nei moti del '30-31, dei francesi. Con la fondazione
della Giovine Italia nel 1831 il movimento insurrezionale andava organizzato su
precisi obiettivi politici: indipendenza, unità, libertà. Occorreva poi una grande
mobilitazione popolare poiché la liberazione italiana non si poteva conseguire
attraverso l'azione di pochi settari ma con la partecipazione delle masse.
Rinunciare infine ad ogni concorso esterno per la rivoluzione: «La Giovine
Italia è decisa a giovarsi degli eventi stranieri, ma non a farne dipendere
l'ora e il carattere dell'insurrezione».[61] La bandiera della
Giovine Italia Gli strumenti per raggiungere queste mete erano l'educazione e
l'insurrezione. Quindi bisognava che la Giovane Italia perdesse il più
possibile il carattere di segretezza, conservando quanto necessario a
difendersi dalle polizie, ma acquistasse quello di società di propaganda,
un'«associazione tendente anzitutto a uno scopo di insurrezione, ma
essenzialmente educatrice fino a quel giorno e dopo quel giorno»[62]anche
attraverso il giornale La Giovine Italia, fondato nel 1832del messaggio
politico della indipendenza, dell'unità e della repubblica. Negli anni
1833 e 1834, durante il periodo dei processi in Piemonte e il fallimento della
spedizione di Savoia, l'associazione scomparve per quattro anni, ricomparendo
solo nel 1838 in Inghilterra. Dieci anni dopo, il 5 maggio 1848, l'associazione
fu definitivamente sciolta da Mazzini, che fondò al suo posto l'Associazione
Nazionale Italiana. Fallimento del moto in Savoia (1833) Entusiastiche
adesioni al programma della Giovane Italia si ebbero soprattutto tra i giovani
in Liguria, in Piemonte, in Emilia e in Toscana che si misero subito alla prova
organizzando negli anni 1833 e 1834 una serie di insurrezioni che si conclusero
tutte con arresti, carcere e condanne a morte. Nel 1833 organizza il suo primo
tentativo insurrezionale che aveva come focolai rivoluzionari Chambéry, Torino,
Alessandria e Genova dove contava vaste adesioni nell'ambiente militare.
Prima ancora che l'insurrezione iniziasse la polizia sabauda a causa di una
rissa avvenuta fra i soldati in Savoia, scoprì e arrestò molti dei congiurati,
che furono duramente perseguiti poiché appartenenti a quell'esercito sulla cui
fedeltà Carlo Alberto aveva fondato la sicurezza del suo potere. Fra i
condannati figuravano i fratelli Giovanni e Jacopo Ruffini, amico personale di
Mazzini e capo della Giovine Italia di Genova, l'avvocato Andrea Vochieri e
l'abate torinese Vincenzo Gioberti. Tutti subirono un processo dal tribunale
militare, e dodici furono condan morte, fra questi anche il Vochieri, mentre
Jacopo Ruffini pur di non tradire si uccise in carcere mentre altri riuscirono
a salvarsi con la fuga. Tentativo d'invasione della Savoia e moto di
Genova (1834) Magnifying glass icon mgx2.svgInvasione della Savoia del 3
febbraio 1834. L'incontro di Mazzini con Giuseppe Garibaldi nella sede
della Giovine Italia Il fallimento del primo moto non fermò Mazzini, convinto
che era il momento opportuno e che il popolo lo avrebbe seguito. Si trovava a
Ginevra, quando assieme ad altri italiani e alcuni polacchi, organizzava
un'azione militare contro lo stato dei Savoia. A capo della rivolta aveva messo
il generale Gerolamo Ramorino, che aveva già preso parte ai moti del 1821,
questa scelta però si rivelò un fallimento, perché il Ramorino si era giocato i
soldi raccolti per l'insurrezione e di conseguenza rimandava continuamente la
spedizione, tanto che quando il 2 febbraio 1834, si decise a passare con le sue
truppe il confine con la Savoia, la polizia, ormai allertata da tempo, disperse
i volontari con molta facilità. Nello stesso tempo doveva scoppiare una
rivolta a Genova, sotto la guida di Giuseppe Garibaldi, che si era arruolato
nella marina da guerra sarda per svolgere propaganda rivoluzionaria tra gli
equipaggi. Quando giunse sul luogo dove avrebbe dovuto iniziare l'insurrezione
però, non trovò nessuno, e così rimasto solo, dovette fuggire. Fece appena in
tempo a salvarsi dalla condanna a morte emanata contro di lui, salendo su una
nave in partenza per l'America del Sud dove continuerà a combattere per la
libertà dei popoli. Mazzini, invece, poiché aveva personalmente preso
parte alla spedizione con Ramorino, fu espulso dalla Svizzera e dovette cercare
rifugio in Inghilterra. Lì continuò la propria azione politica attraverso
discorsi pubblici, lettere e scritti su giornali e riviste, aiutando a distanza
gli italiani a mantenere il desiderio di unità e indipendenza. Anche se
l'insuccesso dei moti fu assoluto, dopo questi eventi la linea politica di
Carlo Alberto mutò, temendo che reazioni eccessive potessero diventare
pericolose per la monarchia. Tempesta del dubbio (1836) «La vita mi pesa,
ma credo sia debito di ciascun uomo di non gettarla, se non virilmente o in
modo che rechi testimonianza della propria credenza.» (Giuseppe Mazzini,
lettera di risposta ad Angelo Usiglio, Londra, 1837) Altri tentativi pure
falliti si ebbero a Palermo, in Abruzzo, nella Lombardia austriaca, in Toscana.
Il fallimento di tanti generosi sforzi e l'altissimo prezzo di sangue pagato
fecero attraversare a Mazzini quella che egli chiamò la tempesta del dubbio,
una fase di depressione, in cui, come in gioventù, come ricorda nelle Note
autobiografiche, pensò anche al suicidio, da cui uscì religiosamente convinto
ancora una volta della validità dei propri ideali politici e morali.
Dall'esilio di Londra, dopo essere stato
espulso dalla Svizzera, riprese quindi il suo apostolato insurrezionale. Nello
stesso periodo esce il saggio La filosofia della musica sulla rivista
L'italiano pubblicata a Parigi.Fratelli Bandiera (1844) Magnifying glass icon
mgx2.svgFratelli Bandiera. Esecuzione dei fratelli Bandiera a Cosenza
Nobili, figli dell'ammiraglio Francesco Bandiera e, a loro volta, ufficiali
della Marina da guerra austriaca, aderirono alle idee mazziniane e fondarono
una loro società segreta, l'Esperia[63] e con essa tentarono di effettuare una
sollevazione popolare nel Sud Italia. Il 13 giugno 1844, i fratelli
Emilio e Attilio Bandiera partirono da Corfù (dove avevano una base allestita
con l'ausilio del barese Vito Infante) alla volta della Calabria seguiti da 17
compagni, dal brigante calabrese Giuseppe Meluso e dal corso Pietro
Boccheciampe. Il 15 marzo dello stesso anno era loro giunta infatti la notizia
dello scoppio di una rivolta a Cosenza che essi credevano condotta nel nome di
Mazzini. In realtà non solo la ribellione non aveva alcuna motivazione
patriottica ma era già stata domata dall'esercito borbonico. Il 16 giugno
1844 quando sbarcarono alla foce del fiume Neto, vicino a Crotone, appresero
che la rivolta era già stata repressa nel sangue e al momento non era in corso
alcuna ribellione all'autorità del re. Il Boccheciampe, appresa la notizia che
non c'era alcuna sommossa a cui partecipare, sparì e andò al posto di polizia
di Crotone per denunciare i compagni. I due fratelli vollero lo stesso
continuare l'impresa e partirono per la Sila. Subito iniziarono le
ricerche dei rivoltosi ad opera delle guardie civiche borboniche, aiutate da
comuni cittadini che credevano i mazziniani dei briganti; dopo alcuni scontri a
fuoco, vennero catturati (meno il brigante Giuseppe Meluso, buon conoscitore
dei luoghi, che riuscì a sfuggire alla cattura) e portati a Cosenza, dove i
fratelli Bandiera con altri 7 compagni vennero fucilati nel Vallone di Rovito
il 25 luglio 1844. Il re Ferdinando II ringraziò la popolazione locale
per il grande attaccamento dimostrato alla Corona e la premiò concedendo
medaglie d'oro e d'argento e pensioni generose. «Mazzini, colpito da tanta
fermezza e da tanta sventura, restò commosso da quell'efferata barbarie e
celebrò la memoria di quei martiri in un opuscolo uscito a Parigi nel
1845».[64] Mazzini vedendo nel loro sacrificio la realizzazione dei propri ideali
così scriveva in un opuscolo a loro dedicato: «Il martirio non è sterile mai.
Il martirio per un'Idea è la più alta formula che l'Io umano possa raggiungere
per esprimere la propria missione; e quando un giusto sorge di mezzo a' suoi
fratelli giacenti ed esclamaecco: questo è il vero, e io, morendo, l'adorouno
spirito di nuova vita si trasfonde per tutta l'umanità. I sagrificati di
Cosenza hanno insegnato a noi tutti che l'uomo deve vivere e morire per le
proprie credenze: hanno provato al mondo che gl'Italiani sanno morire: hanno
convalidato per tutta l'Europa l'opinione che una Italia sarà. [...] Voi potete
uccidere pochi uomini, ma non l'Idea. l'Idea è immortale]» Repubblica
Romana (1849) Magnifying glass icon mgx2.svgRepubblica Romana (1849). Bandiera
della Repubblica Romana Dopo i moti del 1848-49, Mazzini fu a capo, con Aurelio
Saffi e Carlo Armellini della Repubblica Romana, soppressa dalla reazione
francese nel 1849. Fu l'ultima rivolta a cui Mazzini prese parte
direttamente. Moto di Milano (1853) e sollevazione in Valtellina (1854)
Magnifying glass icon mgx2.svgRivolta di Milano (1853). Ispirato al
mazzinianesimo e alle ideologie socialiste fu il moto di Milano del 1853, a cui
tuttavia Mazzini non prese parte, e che fallì; analoga sorte ebbe la rivolta in
Valtellina dell'anno seguente. Nel moto milanese si mise in luce Felice Orsini,
che di lì a poco avrebbe rotto con Mazzini e organizzato l'attentato a
Napoleone III, fermamente condannato dal genovese poiché risoltosi in una
strage di cittadini innocenti. Spedizione di Sapri (1857) Magnifying
glass icon mgx2.svgSpedizione di Sapri. Carlo Pisacane Il piano
originale, secondo il metodo insurrezionale mazziniano, prevedeva di accendere
un focolaio di rivolta in Sicilia dove era molto diffuso il malcontento contro
i Borboni, e da lì estenderla a tutto il Mezzogiorno d'Italia. Successivamente
invece si pensò più opportuno partendo dal porto di Genova di sbarcare a Ponza
per liberare alcuni prigionieri politici lì rinchiusi, per rinforzare le file della
spedizione e infine dirigersi a Sapri, che posta al confine tra Campania e
Basilicata, era ritenuta un punto strategico ideale per attendere dei rinforzi
e marciare su Napoli. Il 25 giugno 1857 Carlo Pisacane s'imbarcò con
altri ventiquattro sovversivi, tra cui Giovanni Nicotera e Giovan Battista
Falcone, sul piroscafo di linea Cagliari, della Società Rubattino, diretto a
Tunisi. Il 26 giugno sbarcò a Ponza dove, sventolando il tricolore, riuscì
agevolmente a liberare 323 detenuti, poche decine dei quali per reati politici
per il resto delinquenti comuni, aggregandoli quasi tutti alla spedizione. Il
28, il Cagliari ripartì carico di detenuti comuni e delle armi sottratte al
presidio borbonico. La sera i congiurati sbarcarono a Sapri, ma non trovarono ad
accoglierli quelle masse rivoltose che si attendevano. Anzi furono affrontati
dalle falci dei contadini ai quali le autorità borboniche avevano per tempo
annunziato lo sbarco di una banda di ergastolani evasi dall'isola di
Ponza. Il 1º luglio, a Padula vennero circondati e 25 di loro furono
massacrati dai contadini. Gli altri, per un totale di 150, vennero catturati e
consegi gendarmi. Pisacane, con Nicotera, Falcone e gli ultimi superstiti,
riuscirono a fuggire a Sanza dove furono ancora aggrediti dalla popolazione:
perirono in 83; Pisacane e Falcone si suicidarono con le loro pistole, mentre
quelli scampati all'ira popolare furono poi processati nel gennaio del 1858.
Condan morte, furono graziati dal Re, che tramutò la pena in ergastolo.
Senso dell'impresa Pur essendo quella di Sapri un'impresa tipicamente
mazziniana, condotta «senza speranza di premio», in effetti essa rispondeva
alle idee politiche di Pisacane che si era allontanato dalla dottrina del
Maestro per accostarsi a un socialismo libertario espresso dalla formula
"Libertà e associazione". Contrariamente a Mazzini che riguardo alla
questione sociale proponeva una soluzione interclassista solo dopo aver risolto
il problema unitario, Pisacane pensava infatti che per arrivare ad una rivoluzione
patriottica unitaria e nazionale occorresse prima risolvere la questione
contadina che era quella della riforma agraria. Come lasciò scritto nel suo
testamento politico in appendice al Saggio sulla rivoluzione, «profonda mia
convinzione di essere la propaganda dell'idea una chimera e l'istruzione
popolare un'assurdità. Le idee nascono dai fatti e non questi da quelle, ed il
popolo non sarà libero perché sarà istrutto, ma sarà ben tosto istrutto quando
sarà libero». Vicino agli ideali mazziniani era Pisacane invece quando
aggiungeva nello stesso scritto che quand'anche la rivolta fallisse «ogni mia
ricompensa io la troverò nel fondo della mia coscienza e nell'animo di questi
cari e generosi amici... che se il nostro sacrificio non apporta alcun bene
all'Italia, sarà almeno una gloria per essa aver prodotto figli che vollero
immolarsi al suo avvenire»[66]. La spedizione fallita ebbe in effetti il merito
di riproporre all'opinione pubblica italiana la questione napoletana, la
liberazione cioè del Mezzogiorno italiano dal malgoverno borbonico che il
politico inglese William Ewart Gladstone definiva «negazione di Dio eretta a
sistema di governo». Infine il tentativo di Pisacane sembrava riproporre la
possibilità di un'alternativa democratico-popolare come soluzione al problema
italiano: era un segnale d'allarme che costituì per il governo di Vittorio
Emanuele II uno stimolo ad affrettare i tempi dell'azione per realizzare la
soluzione diplomatico militare dell'unità italiana. Appoggio a Garibaldi
e ultimi tentativi Mazzini appoggiò moralmente la spedizione dei Mille di
Giuseppe Garibaldi, che egli considerava una valida opposizione a Cavour. Dopo
l'Unità riprese la lotta repubblicana, ma le persecuzioni della polizia sabauda
e le condizioni di salute limitarono i suoi ultimi tentativi.
Controversie Stampa raffigurante Mazzini con l'epitaffio della tomba a
Staglieno Conflitto con Cavour Giuseppe Mazzini, che dopo la sua attività cospirativa
fu esiliato dal governo piemontese a Ginevra, fu uno strenuo oppositore della
guerra di Crimea, che costò un'ingente perdita di soldati al regno sardo. Egli
rivolse un appello ai militari in partenza per il conflitto: «Quindicimila tra
voi stanno per essere deportati in Crimea. Non uno forse tra voi rivedrà la
propria famiglia. Voi non avrete onore di battaglie. Morrete, senza gloria,
senza aureola, di splendidi fatti da tramandarsi per voi, conforto ultimo ai
vostri cari. Morrete per colpa di governi e capi stranieri. Per servire un
falso disegno straniero, l'ossa vostre biancheggeranno calpestate dal cavallo
del cosacco, su terre lontane, né alcuno dei vostri potrà raccoglierle e
piangervi sopra. Per questo io vi chiamo, col dolore dell'anima,
"deportati".» (Giuseppe Mazzini[67]) Quando nel 1858, Napoleone
III scampò all'attentato teso da Felice Orsini e Giovanni Andrea Pieri, il
governo di Torino incolpò Mazzini (Cavour lo avrebbe definito "il capo di
un'orda di fanatici assassini"[68] oltreché "un nemico pericoloso
quanto l'Austria"),[69] poiché i due attentatori avevano militato nel suo
Partito d'Azione. Secondo Denis Mack Smith, Cavour aveva in passato finanziato
i due rivoluzionari a causa della loro rottura con Mazzini e, dopo l'attentato
a Napoleone III e la conseguente condanna dei due, alla vedova di Orsini fu
assicurata una pensione. Cavour al riguardo fece anche pressioni politiche
sulla magistratura per far giudicare e condannare la stampa radicale.[71] Egli,
inoltre, favorì l'agenzia Stefani con fondi segreti sebbene lo Statuto vietasse
privilegi e monopoli ai privati.[72] Così l'agenzia Stefani, forte delle solide
relazioni con Cavour divenne, secondo il saggista Gigi Di Fiore, un
fondamentale strumento governativo per il controllo mediatico nel Regno di
Sardegna.[73] Mazzini, intanto, oltre ad aver condannato il gesto di Orsini e
Pieri, espose un attacco nei confronti del primo ministro, pubblicato sul
giornale Italia del popolo: «Voi avete inaugurato in Piemonte un fatale
dualismo, avete corrotto la nostra gioventù, sostituendo una politica di
menzogne e di artifici alla serena politica di colui che desidera risorgere.
Tra voi e noi, signore, un abisso ci separa. Noi rappresentiamo l'Italia, voi
la vecchia sospettosa ambizione monarchica. Noi desideriamo soprattutto l'unità
nazionale, voi l'ingrandimento territoriale» (Giuseppe Mazzini[74])Timori
di Mazzini per la cessione della Sardegna Estratto di articolo di
giornale inglese Mazzini temeva che Cavour, dopo la cessione della Savoia e di
Nizza, potesse cedere anche la Sardegna, una delle cosiddette “tre Irlande”,[75][76]
sulla base di altri supposti accordi segreti di Cavour con la Francia, in
cambio di una definitiva unificazione italiana, accordi che preoccupavano anche
l’Inghilterra, la quale era intervenuta presso Cavour per avere rassicurazioni
sul fatto che non sarebbe stato ceduto altro territorio italiano alla Francia:
«Il 22 maggio 1860, Lord John Russell commentava a Sir James Hudson, in Torino,
di dire al Conte di Cavour, che il Governo inglese, informato di un disegno per
la cessione della Sardegna alla Francia, protestava e chiedeva promessa formale
di non cedere territorio italiano. Il dispaccio era comunicato il 26 a
Cavour.» (da Scritti editi e inediti di Giuseppe Mazzini, per cura della
Commissione editrice degli scritti di Giuseppe Mazzini, Roma]) Riguardo alla
cessione della Sardegna alla Francia, Mazzini affermava anche: «[...]
[L]'opposizione minacciosa dell’Inghilterra e la nostra, possono renderlo
praticamente impossibile.» (da Scritti editi ed inediti di Giuseppe
Mazzini, per cura della Commissione editrice degli scritti di Giuseppe Mazzini,
Roma) Alcune affermazioni di Giovanni Battista Tuveri, esponente del
cattolicesimo federalista, deputato per due volte al Parlamento Subalpino e
amico di Mazzini, confermano la possibilità di accordi segreti relativi alla
cessione della Sardegna alla Francia per una definitiva unificazione del resto
della penisola: «Vicino a Mazzini ed a Cattaneo, ma con una propria originalità
di pensiero, il Tuveri fu sempre fedele alle sue convinzioni federaliste o, in
mancanza di meglio, autonomiste, né esitò ad impegnarsi nell'azione pratica
quando nel 1860-61 circolò insistente la voce che Cavour, dopo Nizza e la
Savoia, intendesse cedere alla Francia anche la Sardegna» Anche il
giornale britannico "The Illustrated London News" del 27 luglio 1861
citava l'inopportunità di cedere la Sardegna alla Francia, commento che aveva
suscitato reazioni nella stampa francese e fatto suggerire altre
ipotesi.[79] Ruolo storico di Mazzini Mazzini nel 1846 Mazzini suscitò
«continuamente energie, affascinò per quarant'anni ogni ondata di gioventù
[...] e intanto gli anziani gli sfuggivano».[80] Quasi tutti i grandi
personaggi del Risorgimento aderirono al mazzinianesimo ma pochi vi restarono.
Il contenuto religioso profetico del pensiero del Maestro, in un certo modo
rivelatore di una nuova fede, imbrigliava l'azione politica. Mazzini infatti
non aveva «la duttilità e la mutevolezza necessaria per dominare e imprigionare
razionalmente le forze». Per questo occorreva una capacità di compromesso
politico propria dell'uomo di governo come fu Cavour; «[i]l compito di Mazzini
fu invece quello di creare l'"animus"». Quando sembrava che il
problema italiano non avesse via d'uscita «ecco per opera sua la gioventù
italiana sacrificarsi in una suprema protesta. I sacrifici parevano sterili»,
ma invece risvegliavano l'opinione pubblica italiana e europea. La tragedia
della Giovine Italia «impose il problema italiano a una sempre più vasta sfera
d'Italiani: che reagì sì con un programma più moderato ma infine entrò in
azione e quegli stessi ex mazziniani che avevano rinnegato il Maestro aderendo
al moderatismo riformista alla fine dovettero abbandonare ogni progetto
federalista e acconsentire all'entusiasmo popolare suscitato dalle idee
mazziniane di un riordinamento unitario italiano».[81] Le idee politiche
di Mazzini furono alla base della nascita del Partito Repubblicano Italiano nel
1895. Tramite la Costituzione della Repubblica Romana, ispirata al
mazzinianesimo e considerata un modello per molto tempo, fu uno dei pensatori
le cui idee furono alla base della Costituzione Italiana del 1948. Inoltre ebbe
una grande influenza anche fuori dall'Italia: politici occidentali come Thomas
Woodrow Wilson (con i suoi Quattordici Punti) e David Lloyd George e molti
leader post-coloniali tra i quali Gandhi, Golda Meir, David Ben-Gurion, Nehru e
Sun Yat-sen consideravano Mazzini il proprio maestro e il testo mazziniano Dei
doveri dell'uomo come la propria "Bibbia" morale, etica e
politica.[82] Mazzini conteso tra fascismo e antifascismo Mazzini
sul letto di morte L'eredità ideale e politica del pensiero di Giuseppe Mazzini
è stata a lungo oggetto di dibattito tra opposte interpretazioni, in
particolare durante il Fascismo e la Resistenza. Già nel settembre 1922, prima
dell'avvento del fascismo, il cinquantenario della sua morte fu celebrato con
una serie di francobolli. In seguito, nel Ventennio fascista Mazzini fu oggetto
di citazioni in libri, articoli, discorsi, fino al punto d'essere considerato
una sorta di precursore del regime di Mussolini.[83]. Secondo un appunto
diaristico (intitolato "Ripresa mazziniana") di Giuseppe Bottai,
però, l'utilizzo che ne fece Mussolini fu sempre strumentale[84]. La
popolarità di Mazzini durante il periodo fascista è dovuta anche ai numerosi
repubblicani che confluirono nei Fasci di combattimento, iniziando il loro
percorso di avvicinamento a Mussolini durante la battaglia interventista,
soprattutto nelle aree dove maggiore era la presenza del PRI, cioè in Romagna e
nelle Marche. Sulle pagine de L'Iniziativa, l'organo di stampa del PRI, si
guardava a Mussolini come al «magnifico bardo del nostro
interventismo».[85] Particolare fu il caso di Bologna, città in cui i
repubblicani Pietro Nenni, Guido e Mario Bergamo presero parte attivamente nel
1919 alla fondazione del primo Fascio di combattimento emiliano per poi
abbandonarlo poco dopo diventando avversari del fascismo. Tra i più famosi
repubblicani che aderirono al fascismo vi furono Italo Balbo (che si era
laureato con una tesi su "Il pensiero economico e sociale di Mazzini"
e del quale lo storico Claudio Segrè ha scritto: «Balbo, prima di aderire al
Fascismo nel '21, esitò a lasciare i repubblicani fino all'ultimo momento e
considerò la possibilità di mantenere la doppia iscrizione»[86]), Curzio
Malaparte e Berto Ricci, che nel fascismo vedeva la perfetta sintesi fra «la
Monarchia di Dante e il Concilio di Mazzini».[87] L'intellettuale
mazziniano Delio Cantimori, nella prima fase del suo percorso politico che lo
portò prima ad aderire al fascismo poi al comunismo, considerava il fascismo
«compimento della rivoluzione nazionale iniziatasi con il Risorgimento, che
doveva riuscire dove il processo risorgimentale e il cinquantennio successivo
avevano fallito: nell'inserimento e nell'integrazione delle masse nello stato
nazionale, nella creazione di una più vera democrazia, ben diversa dal
"parlamentarismo" e lontana dall'"affarismo", dal
"particolarismo", dall'"inerzia" che avevano caratterizzato
l'Italia liberale».[88]. Inizialmente la tesi delle origini risorgimentali del
fascismo fu fatta propria anche dai comunisti: nel 1931 Palmiro Togliatti,
polemizzando con il movimento Giustizia e Libertà e il suo fondatore Carlo
Rosselli, in un articolo su Lo Stato operaio criticò il Risorgimento e indicò
in Mazzini un precursore del fascismo[89]: «La tradizione del Risorgimento vive
quindi nel fascismo, ed è stata da esso sviluppata fino all'estremo. Mazzini,
se fosse vivo, plaudirebbe alle dottrine corporative, né ripudierebbe i
discorsi di Mussolini su "la funzione dell'Italia nel mondo". La
rivoluzione antifascista non potrà essere che una rivoluzione "contro il
Risorgimento", contro la sua ideologia, contro la sua politica, contro la
soluzione che esso ha dato al problema della unità dello Stato e a tutti i
problemi della vita nazionale[90].» La stessa posizione fu assunta nel
1933 da Giorgio Amendola, durante il confino a Ponza, nel primo di due corsi
sul Risorgimento tenuti per i confinati, per poi rivedere tale impostazione nel
secondo corso, dopo la svolta unitaria del 1934 (che segnò l'inizio della
politica del fronte popolare con la conclusione di un "patto d'unità
d'azione" con i socialisti), allorché insistette sulle origini
risorgimentali del movimento operaio[91]. I fascisti, inoltre,
rivendicavano una continuità con il pensiero mazziniano anche riguardo l'idea
di patria, la concezione spirituale della vita, l'importanza dell'educazione di
massa come strumento per creare un "uomo nuovo" e una dottrina
economica ispirata alla collaborazione tra le classi sociali.[92] Lo storico
Massimo Baioni scrive a proposito della contemporanea celebrazione nel 1932 del
50º anniversario della morte di Garibaldi e del decennale della Marcia su Roma:
«Le principali manifestazioni del 1932 sembravano confermare il nesso tra il
bisogno di presentare il fascismo come erede delle migliori tradizioni
nazionali e la volontà non meno forte ad enfatizzarne le componenti moderne,
che avrebbero dovuto distinguerlo come originale esperimento politico e sociale».[93]
Negli anni della Resistenza (1944-1945) la situazione si complica maggiormente:
il fascismo della Repubblica Sociale Italiana "intensificò naturalmente i
richiami a Mazzini: ad esempio la data del giuramento della Guardia nazionale
repubblicana venne fissata il 9 febbraio, giorno della proclamazione, quasi un
secolo prima, della Repubblica romana che aveva avuto alla sua testa il
«triumviro» Mazzini", ma anche gli
antifascisti, in particolare i partigiani di Giustizia e Libertà di Carlo
Rosselli, iniziano a richiamarsi sempre più apertamente al rivoluzionario
genovese. Proprio Rosselli scrisse nel 1931 ad uno studioso inglese: «Agiamo
nello spirito di Mazzini, e sentiamo profondamente la continuità ideale fra la
lotta dei nostri antenati per la libertà e quella di oggi». A seguito della
caduta del fascismo e dell'armistizio di Cassibile, a partire dal 1943 la lotta
contro il nazifascismo vide la partecipazione dei repubblicani (il cui partito
era stato sciolto dal Regime nel 1926) anche attraverso la formazione di
proprie unità partigiane denominate Brigate Mazzini.[97] Anche un comandante
partigiano, proposto per la medaglia d'oro al valor militare, Manrico
Ducceschi, ispirò la sua azione all'ideologia mazziniana adottando in onore di
Mazzini il nome di battaglia di "Pippo", lo stesso pseudonimo usato
dal patriota genovese.[98] Opere Atto di fratellanza della Giovane Europa
(1834), in Giuseppe Mazzini, Edizione nazionale degli scritti., Imola, s.e., 1Dei
doveri dell'uomo Fede ed avvenire Editore Mursia Doveri dell'Uomo Editori Riuniti university pressRoma Pensieri sulla democrazia in Europa, trad.
Salvo Mastellone, Feltrinelli, Milano, ,
978-88-07-82176-9 Andrea Tugnoli , La pittura moderna in Italia,
Bologna, CLUEB, Antologia di scritti Dal Risorgimento all'Europa Mursia Periodici diretti da Giuseppe Mazzini
L'apostolato popolare Il nuovo conciliatore L'educatore Le Proscrit. Journal de
la République Universelle Il tribunoNote
La Civiltà cattolica, Volume 2; Volume 18, La Civiltà Cattolica,
1901264. «La politica acquista pathos religioso, e sempre più col
procedere del secolo... la nazione diventa patria: e la patria la nuova
divinità del mondo moderno. Nuova divinità e come tale sacra.» in F. Chabod,
L'idea di nazione, Laterza, Bari 1967 Da
Dei doveri dell'uomoFede e avvenire, Paolo Rossi, Mursia, Milano
1965-1984 L'uomo nuovo in Indro Montanelli, L'Italia giacobina e carbonara,
Rizzoli, Milano, Susanne Schmid, Michael Rossington, The Reception of P.B.
Shelley in Europe Citato nell'Edizione
nazionale degli Scritti di Giuseppe Mazzini a cura della Commissione per
l'edizione nazionale degli Scritti di Giuseppe Mazzini, Cooperativa
tipografico-editriceGaleati, 1926; per la citazione vedi anche: Memoriale
Mazzini-Domus Mazziniana; Introduzione a Jessie White Mario, Vita di Giuseppe
Mazzini su Castelvecchi Editore; Giuseppe Santonastaso, Edgar Quinet e la
religione della libertà, pag. 156, edizioni Dedalo, 1968; Francesco Felis,
Italia unità o disunità? Interrogativi sul federalismo, Armando editore, , pag.
7. Comune di Savona Liguria magazine Archiviato il 25
gennaio in . Gilles Pécout, Il lungo Risorgimento: la
nascita dell'Italia contemporanea Pearson Italia S.p.a., 01 Patria, nazione e stato tra unità e
federalismo. Mazzini, Cattaneo e Tuveri, CUEC, University Press-Ricerche
storiche, La tesi del figlio sicuramente di Mazzini è sostenuta in Bruno Gatta,
Mazzini una vita per un sogno, Guida Editori, Il dubbio invece che si trattasse
veramente di un figlio di Mazzini è espresso in Luigi Ambrosoli (Giuseppe
Mazzini: una vita per l'unità d'Italia, ed.Lacaita, 1993): «Ma proprio il
ritardo con cui venne comunicata a Mazzini la notizia della morte di Adolphe fa
sorgere qualche dubbio sulla supposizione, per le altre ragioni accennate ben
fondata, che si trattasse di suo figlio». Dubbi simili vengono riportati in
Salvo Mastellone, Mazzini e la "Giovine Italia", 1831-1834, Volume 2,
Domus Mazziniana, 1960 («D'altra parte, è da aggiungere che nelle lettere
inedite a Ollivier, che pubblichiamo, Mazzini, pur parlando di Giuditta come
della propria amica, se accenna ad Adolphe come figlio di Giuditta, non allude
al bambino come proprio figlio: ...»)
Domenico Barberis, in Dizionario biografico degli italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Mazzini a Londra È l'autrice del romanzo gotico Frankenstein
(Frankenstein: or, The Modern Prometheus), pubblicato nel 1818. Curò le
edizioni delle poesie del marito Percy Bysshe Shelley, poeta romantico e
filosofo. Era figlia della filosofa Mary Wollstonecraft, antesignana del
femminismo, e del filosofo e politico William Godwin. Susanne Schmid, Michael Rossington, The
Reception of P.B. Shelley in Europe
Miranda Seymour, Mary Shelley, caGiuseppe Mazzini, il cospiratore senza
segreti Lettere di Mazzini ad Aurelio
Saffi e alla famiglia CraufordGiuseppe MazzatintiSoc. Ed. Dante
Alighieri1906 Politica e storiaFilippo
Buonarroti e altri studidi Pia Onnis RosaEdizioni di storia e letteraturaRoma Mazzini
«pavese» e l'Unità d'Europa Quando
Mazzini scatenò il patatrac sognando la Repubblica MAZZINI, GIUSEPPE, su pbmstoria. Legnago a
Giuseppe Mazzini, Grafiche Stella, S. Pietro di Legnago (Verona) 200551. Giacomo Scarpelli, La scimmia, l'uomo e il
superuomo. Nietzsche: evoluzioni e involuzioni
Pensiero di Mazzini, brigantaggio.net
1946: la Repubblica nasce nel nome di Mazzini, su pri.Carducci scrisse
una famosa lirica intitolata Mazzini i cui versi finali sono rimasti nella
storia: «E un popol morto dietro a lui si mise. / Esule antico, al ciel mite e
severo / Leva ora il volto che giammai non rise, /Tu solpensandoo ideal, sei
vero». La stessa semplice scritta volle
Giovanni Spadolini, politico e storico repubblicano, sulla propria tomba a
Firenze Luigi Polo Friz, La massoneria
italiana nel decennio post unitario: Lodovico Frapolli, Franco Angeli, 1998
p.151 Storia della Massoneria in Italia. L'influenza di Giuseppe Mazzini nella
Massoneria Italiana Archiviato il 7 gennaio
in . La stanza di MontanelliL'
unità d' Italia e la Massoneria Giuseppe
Mazzini massone? A.Desideri, Storia e
storiografia, IEd. D'Anna, Messina-Firenze 1997
«Gli sconvolgimenti operati dalla Rivoluzione francese avevano fatto
dubitare a molti uomini della razionalità della storia, così altamente
proclamata nel secolo precedente. L'unica alternativa allo scetticismo parve
allora la fede in una forza arcana operante provvidenzialmente nella storia» in
A. Desideri, Ibidem «S'identificò la
storia della civiltà con la storia della religione, e si scorse una forza
provvidenziale non solo nelle monarchie, ma sin nel carnefice, che non potrebbe
sorgere e operare nella sua sinistra funzione se non lo suscitasse, a tutela
della giustizia, Iddio: tanto è lungi dall'essere operatore e costruttore di
storia l'arbitrio individuale e il raziocino logico». Adolfo Omodeo, L'età del
Risorgimento italiano, pag. 24, Napoli, «Così il genere umano è in gran parte
naturalmente servo e non può essere tolto da questo stato altro che
soprannaturalmente... senza il cristianesimo, niente libertà generale. e senza
il papa non si dà vero cristianesimo operoso, potente, convertitore,
rigeneratore, conquistatore, perfezionante.» (cfr. J. De Maistre, Il Papa,
trad. di T. Casini, Firenze 1926) G.
Mazzini, Fede e avvenire, G. Mazzini, Fede e avvenire «Egli aveva una visione utopica, romantica e
anche sincretistica della religione, che egli considerava come il contributo,
in termini di princìpi universali, delle varie confessioni e fedi alla storia
collettiva.» SenatoDoveri dell'uomo, II
G. Mazzini, Dei doveri dell'uomo
Fusatoshi Fujisawa, La terza Roma. Dal Risorgimento al Fascismo, Tokyo,
2001. Mazzini il patriota scomodo Arturo Reghini a metà strada tra fascismo e
massoneria «Noi dissentivamo su diversi
punti: sulle idee religiose, ch'ei non guardava, errore comune al più, se non
attraverso le credenze consunte e perciò tiranniche dell'oggi; sul cosiddetto
socialismo, che riducevasi a una mera questione di parole dacché i sistemi
esclusivi, assurdi, immorali delle sétte francesi erano ad uno ad uno da lui
respinti e sulla vasta idea sociale fatta oggimai inseparabile in tutte le
menti d'Europa dal moto politico io andava forse più in là di lui: sopra una o
due cose delle minori spettanti all'ordinamento della futura milizia; e talora
sul modo d'intendere l'obbligo che abbiamo tutti di serbar fede al Vero. Ma il
differire di tempo in tempo sui modi d'antivedere l'avvenire non ci toglieva
d'essere intesi sulle condizioni presenti e sulla scelta dei rimedi» (Giuseppe
Mazzini su Carlo Pisacane) Lettera a
Ernesto Forte Londra 23 gennaio 1867
«Noi crediamo in una serie infinita di reincarnazioni dell'anima, di
vita in vita, di mondo in mondo, ciascuna delle quali rappresenta un
miglioramento ulteriore…» (Mazzini, in E. Bratina, op. cit., pag. 70); «La vita
d'un'anima è sacra, in ogni suo periodo: nel periodo terreno come negli altri
che seguiranno; bensì, ogni periodo dev'esser preparazione all'altro, ogni
sviluppo temporale deve giovare allo sviluppo continuo ascendente della vita
immortale che Dio trasfuse in ciascuno di noi e nella umanità complessiva che
cresce con l'opera di ciascuno di noi» (Dei doveri dell'uomo, II). Leggeva Dumas e i testi buddisti Il volto
inaspettato di Mazzini Il Foscolo, che
scriveva di aver visto da giovinetto a Venezia un "libercolo" attribuito
a Gioacchino, in cui erano indicati i papi futuri, affermava che la fama
dell'abate era "santissima" fin dalla fine del sec. XVI, tanto che il
filosofo francese Montaigne, desiderava di poter vedere questa
"meraviglia": «le livre de Joachim Abbé Calabrois, qui prédisait tous
les papes futurs, leurs noms et formes»
G. da Fiore, Concordia Veteris et Novi testamenti, Bianca Rosa, Gli appunti
manoscritti di Mazzini, Impronta, Torino, Roland Sarti, Giuseppe Mazzini. La
politica come religione civile, con postfazione di Sauro Mattarelli, Roma-Bari,
Laterza, A.Omodeo, Introduzione a G.
Mazzini, Scritti scelti, Mondadori, Milano,
«L'Italia trionferà quando il contadino cambierà spontaneamente la marra
con il fucile». in C. Pisacane, Saggio sulla rivoluzione, ed. Universale
Economica, Milano 1956 Mazzini:
comunismo vuol dire dittatura Il
"Manifesto" di Marx? Scritto contro Mazzini Doveri dell'uomo, capitolo XI, punto 3° G. Mazzini, Doveri dell'uomo, cap.XI (in
Andrea Baravelli, L'Italia liberale, ArchetipoLibri, A. Gacino-Canina, Economisti del Risorgimento,
Torino, UTET, 1G. Mazzini, Istruzione generale per gli affiliati nella Giovine
Italia in Scritti editi e inediti, II, Imola,G. Mazzini, op. cit. Nome col quale i greci indicavano l'Italia
antica Luigi Stefanoni, Giuseppe
Mazzini: notizie storiche ..., Presso L'Editore Carlo Barbini, Giuseppe
Mazzini, Ricordi dei fratelli Bandiera e dei loro compagni di martirio in
Cosenza Documentati colla loro
corrispondenza, Dai torchi della Signora Lacombe, C. Pisacane op. cit. "Volantino pubblicato su "Italia
del popolo", 25 febbraio 1855
Giancarlo De Cataldo, Chi ha paura di Mazzini?, in lastampa. Denis Mack
Smith, Mazzini, Rizzoli, Milano, Denis Mack Smith, Denis Mack Smith, Gigi Di
Fiore, Controstoria dell'unità d'Italia: fatti e misfatti del Risorgimento,
Milano, Gigi Di Fiore, op. cit., pag. 62.
Alberto Cappa, Cavour, G. Laterza & figli, definizione di Cavour riportata da The
Morning Post “We have three Irelands, in
Sardinia, Genoa and Savoy La terza IrlandaGli
scritti sulla Sardegna di Carlo Cattaneo e Giuseppe Mazzini, Carlo Cattaneo,
Giuseppe Mazzini, Francesco Cheratzu, 8pagg. MazziniLa SardegnaTip. A.
DebatteLivorno1896pagg. 5,6,7
Risorgimento Rassegna The Illustrated London News In Armando Saitta, Antologia
di critica storica, Volume 3, Laterza, 1Le citazioni sono tratte da A. Omodeo,
Introduzione a Giuseppe Mazzini, Scritti scelti, Mondatori, Milano, Giuseppe Mazzini (Diego Fusaro) Paolo Benedetti“Mazzini in Camicia nera”edito
della Fondazione 'Ugo La Malfa' Dal
diario di Giuseppe Bottai alla data del 14 ottobre 1943: «Spesso, all'uscita
dei cento e più volumi dell'edizione nazionale [degli scritti di Mazzini], ho
trovato il Duce, a palazzo Venezia, immerso nelle folte pagine. O meglio,
v'immergeva, a ferire di pugnale, il suo metallico tagliacarte: e ne tirava
fuori brandelli di Mazzini. A quando a quando il brandello antifrancese,
anti-illuminista, antinglese, antisocialista, etc. etc. Brandelli, mai
tutt'intero, nella sua viva, molteplice e pur varia personalità» (p.
VII)": Luzzatto, Sergio, Riprese mazziniane, Mestiere di storico: rivista
della Società italiana per lo studio della storia contemporanea: I (Roma:
Viella, ). Paolo Benedetti"Mazzini
nell'ideologia del fascismo" Giovanni Belardelli, «Camerata Mazzini,
presente!» Gentile, Balbo, Rocco, Bottai: tutti i fascisti tentarono di
arruolarlo, Corriere della Sera, 11 luglio "Manifesto realista" pubblicato
sulla rivista L'Universale Cromohs PerticiMazzinianesimo,
fascismo, comunismo: l'itinerario politico di Delio Cantimori, Roberto Pertici,
Mazzinianesimo, Fascismo, Comunismo: L'itinerario politico di Delio Cantimori
Cromohs, La memoria e le interpretazioni del Risorgimento, Guerra e fascism da 150anni.
Palmiro Togliatti, Sul movimento di «Giustizia e Libertà», in Lo Stato
operaio, antologia F. Ferri, Roma, Editori Riuniti, 1964, IMichele Fatica,
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Italiana, 1988. Paolo Mieli,
"L'Italia impossibile di Giuseppe Mazzini unfallito di genio",
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Scritti editi e inediti di Giuseppe Mazzini, 20 voll., Aurelio Saffi e di
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Saffi e alla famiglia Craufurd, Società Editrice Dante Alighieri di Albrighi,
Segati & c., Roma, Giuseppe Mazzini, Pensieri sulla democrazia in Europa,
trad. a curadi Salvo Mastellone, Feltrinelli, Milano, Vittore Marchi,
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Stabilimento tipografico fratelli Marchi, Camerino Joseph de Maistre, Il Papa,
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l'unità europea, Napoli, Guida, Denis Mack Smith, Mazzini, Milano, Rizzoli,Salvo
Mastellone, Il progetto politico di Mazzini: Italia-Europa, Firenze, Olschki,
1994, 243. Antonio Desideri, Storia e
storiografia, II, Messina-Firenze, Ed. D'Anna, 1997. Roland Sarti, Giuseppe
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Roma-Bari, Laterza, Sauro Mattarelli, Dialogo sui doveri. Il pensiero di
Giuseppe Mazzini, Venezia, Marsilio, 2005. Pietro Galletto, Mazzini, nella vita
e nella storia, Giovanni Battagin Editore, 2005. Elvio Ciferri, Mazzini
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e Critica storica, Vincenzo Grasso editore, Padova . N. Dell'Erba, Giuseppe
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Mazzini, Saggio sulla rivoluzione, ed. Universale Economica, Milano, 1956.
Giuseppe Mazzini, I sistemi e la democrazia. PensieriCon una Appendice su La
religione di Mazziniscelta di pagine dall'Opuscolo Dal Concilio a Dio, Vincenzo
Gueglio (note al testo, repertorio dei nomi e saggio introduttivo) Milano,
Greco & Greco, Giuseppe Mazziniverifiche e incontriAtti del Convegno
Nazionale di Studi, Genova, gennaio 2006, Gammarò editori Tufarulo,G,M.- L'Iniziatore, l'iniziato, Dio
e popolo. La tempesta mazziniana nella rivoluzione del pensiero ottocentesco.
Cultura e Prospettive, , nº6. Filmografia Viva l'Italia di Roberto Rossellini. Film
incentrato sulla spedizione dei Mille. Giuseppe Mazzini, sceneggiato RAI, regia
di Pino Passalacqua, Il generale (miniserie televisiva), sceneggiato RAI, regia
di Luigi Magni. Mazzini è interpretato
da Bucci. Noi credevamo di Mario Martone (). Mazzini è interpretato da Toni
Servillo. Anita Garibaldi, miniserie di Rai 1 (); interpretato da Alessandro
Lombardo. L'alba della libertà, cortometraggio, regia di Emanuela Morozzi, Associazione
Mazziniana Italiana Domus Mazziniana Doveri dell'uomo Mazzinianesimo Monumento
a Giuseppe Mazzini (Firenze) Museo del Risorgimento e istituto mazziniano
Pensieri sulla democrazia in Europa Risorgimento. Giuseppe Mazzini, su TreccaniEnciclopedie on
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Giuseppe Mazzini, su Progetto Gutenberg.
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istitutomazziniano. Rai Tv: "La Storia siamo noi": Giuseppe Mazzini,
una certa idea dell'Italia, su lastoriasiamonoi.rai. 3Mazzini e le frontiere
d'Italia [collegamento interrotto], su viacialdini. Pagine mazziniane: "il
pensiero e l'azione", dal sito della Biblioteca Nazionale di Napoli, su
vecchiosito.bnnonline. Domus Mazziniana di Pisa, su domusmazziniana.
Associazione Mazziniana Italiana, su associazionemazziniana. Scritti Prose
politiche, Cenni e documenti intorno all'insurrezione lombarda e alla guerra
regia, Scritti editi e inediti di Giuseppe Mazzini. Celebrazioni mazziniane
mazzini2005. PredecessoreTriumviro della Repubblica RomanaSuccessoreFlag of the
Roman Republic (19th century).svg Aurelio Saliceti29 marzo 18491º luglio
1849Aurelio Saliceti.
MAZZONI. (Cesena). Filosofo. Grice: “Mazzoni is
important on various fronts: he loves Dante, or Alighieri as Strawson calls him
– his library in organised alphabetically; the other front I forget!” Compì i
suoi studi di lettere a Bologna e quelli di filosofia a Padova. Membro
dell'Accademia della Crusca, fu tra i preferiti del papa Gregorio XIII che lo
avrebbe voluto prelato; Mazzoni preferì proseguire nella carriera
universitaria. Dapprima fu all'Macerata, ed in seguito a Pisa, dove ebbe la
cattedra di filosofia. Nella città della torre pendente, conobbe un giovane insegnante
di matematica, Galilei, con il quale instaurò ottimi rapporti. Nel 1597 fu
invitato ad insegnare all'Università La Sapienza di Roma. Benché avesse da poco
preso questa cattedra, seguì il cardinale Pietro Aldobrandini nei suoi
incarichi a Ferrara ed in seguito a Venezia. Ammalatosi sulla strada del
ritorno, si recò nella sua Cesena, dove si spense. Opere: “Difesa della
Commedia di Dante Grazie alla sua preparazione letteraria, giunse alla
notorietà per il suo tomo Difesa della Commedia di Dante, pubblicato a Bologna
inizialmente, sotto pseudonym e poi l'anno successivo sotto il suo vero nome,
in cui criticò aspramente Leonardo Salviati. Nel testo egli risponde ad alcune
contestazioni fatte alle sue elucubrazioni sul sommo poeta Dante Alighieri.
Parimenti nel libro si occupa anche di argomentazioni pertinenti alla filosofia
ed alla poetica”; “In universam Platonis et Aristotelis philosophiam praeludia
Interessato anche all'astronomia, Mazzoni espone le sue teorie in quello che
risulta il suo testo più importante ovvero In universam Platonis et Aristotelis
philosophiam preludia pubblicato nel 1597. In questo libro egli sostiene il
sistema geocentrico aristotelico contro la sempre più diffusa e apprezzata
teoria copernicana eliocentrica. Questo volume è divenuto molto noto poiché
Galileo Galilei, dopo averlo letto, gli inviò una lettera, datata 30 maggio
1597, nella quale difendeva Copernico e le sue teorie. Questa missiva
rappresenta la più antica testimonianza dell'adesione alla teoria eliocentrica
di Galilei. Mazzoni, Prefazione, in
Mario Rossi , Discorso di Mazzoni in difesa della "Commedia" del
divino poeta Dante, S. Lapi, Opere: “Discorso de' dittongi,” Cesena, appresso
Bartolomeo Rauerio, “Discorso in difesa della Comedia del divino. poeta contro
il discorso di Castravilla, Cesena, per Bartolomeo Rauerij, “De triplici
hominum vita, activa nempè, contemplativa, et religiosa methodi tres,
quaestionibus quinque millibus, centum et nonagintaseptem distinctae. In quibus
omnes Platonis, et Aristotelis, multae vero aliorum Graecorum et Latinorum in
universo scientiarum orbe discordiae componuntur, Caesenae, Rauerius, “Della
difesa della Comedia di Dante. Distinta in sette libri, Cesena, appresso
Bartolomeo Rauerij, Della difesa della Comedia di Dante. Distinta in sette
libri, Cesena, Verdoni, “Discorso
intorno alla Risposta e alle Opposizioni fattegli dal sig. Patricio, pertenente
alla storia del poema Dafni, o Litiersa di Sositeo poeta della Pleiade, Cesena,
B. Raverio. “Ragioni delle cose dette, e d'alcune autorità citate da Iacopo
Mazzoni nel Discorso della storia del poema Dafni, o Litiersa di Sositeo, Cesena,
per Bartolomeo Rauerij, “In universam Platonis et Aristotelis philosophiam praeludia,
Venetiis, Guerilius. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Giuseppe Toffanin, Jacopo
Mazzoni, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Jacopo Mazzoni, su sapere, De Agostini. Davide Dalmas, Jacopo Mazzoni, in Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Jacopo Mazzoni, su accademicidellacrusca.org,
Accademia della Crusca. Opere di Jacopo
Mazzoni, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Jacopo Mazzoni, . Arnaldo Di Benedetto, Iacopo Mazzoni, in
Enciclopedia dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario
Enciclopedico Brockhaus ed Efron, Маццони, Джакомо.
MEIS. (Bucchianico). Filosofo. Grice: “I agree with Meis’s naturalism; he
proposes a three-stage development: vegetal, animal, man – his naturalism has a
Hegelian side to it, while man is more old fashioned, more Kantian!” Figlio di
un medico aderente alla carboneria e di ideali mazziniani, nacque a
Bucchianico, dove compì i primi studi: li proseguì presso il Regio collegio di
Chieti e poi a Napoli, dove fu allievo dei letterati Basilio Puoti e Francesco
De Sanctis, Spaventa e Ramaglia. Si laureò e nel 1841 divenne socio
dell'Accademia degli Aspiranti naturalisti, di cui diventerà presidente nel
1848; fu poi medico aggiunto dell'Ospedale degli Incurabili e aprì una scuola
privata di grande successo, dove insegnò anatomia, patologia, fisiologia e
scienze naturali. Fu poi rettore del Collegio Medico di Napoli. Dopo la promulgazione della costituzione nel
Regno di Napoli, venne eletto deputato per la circoscrizione Abruzzo Citra:
sostenne la protesta di Pasquale Stanislao Mancini contro la repressione operata
dalle truppe borboniche contro i manifestanti e l'accusa di tradimento al
re. Fu quindi costretto all'esilio: dopo
un soggiorno a Genova e a Torino, si stabilì a Parigi. Esercitò gratuitamente
la professione di medico per gli esuli e gli emigrati italiani; insegnò
antropologia all'università ed entrò in contatto con il mondo scientifico
parigino, diventando assistente di
Bernard e ottenendo da Trousseau l'incarico di insegnare semeiotica.
Strinse anche un proficuo rapporto con Cousin. Rientrò in Italia, prima a Torino e poi a Modena, dove insegnò. Tornò a Napoli e divenne assistente di De
Sanctis, ministro dell'istruzione nel governo provvisorio, e venne eletto
Membro straordinario del Consiglio Superiore della Pubblica istruzione. Fu deputato al Parlamento del Regno d'Italia sedendo
tra i ministeriali. Busto di Angelo
Camillo De Meis al Pincio (Roma) Non si sa né dove né quando fu iniziato in
Massoneria, è certo tuttavia che nfu membro della Loggia Felsinea di Bologna. Fu
professore di Storia della medicina presso l'Bologna, dove morì. Il suo naturalismo lo spinse a cercare un
fondamento filosofico-spirituale alle scienze della natura, che egli trovò
nell'idealismo di Hegel. Fu anche amico intimo e collega di Siciliani, del
quale condivise in parte la speculazione intorno al positivismo. Venne citato, di passaggio, nel romanzo di L.
Pirandello Il fu Mattia Pascal. Fu
costruito il nuovo palazzo della Biblioteca provinciale di Chieti, in piazza
Tempietti romani, dedicata a De Meis. V.
Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo ed., Roma, De Meis Angelo
Camillo, su treccani. Il protagonista
del romanzo infatti ascolta casualmente, durante un viaggio in treno, una
conversazione fra due eruditi, e dato che è uscita la notizia della sua morte,
sceglie come proprio nuovo cognome "Meis", traendolo da "De
Meis". Il nome sarà "Adriano", udito dal fu Mattia nella stessa
conversazione, che attribuiva a Camillo De Meis la tesi che due statue nella
città di Peneade rappresentassero Cristo e la Veronica (colei che si sostiene
abbia asciugato il viso di Gesù durante il calvario). In queste pagine del
romanzo pirandelliano, Mattia Pascal prova uno straordinario senso di ebbrezza
legato alla propria libertà. F.
Tessitore, «DE MEIS, Angelo Camillo» in Dizionario Biografico degli Italiani,
Volume 38, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1990. R. Colapietra,
Angelo Camillo De Meis politico “militante”, Napoli, Guida Editori, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Angelo Camillo De Meis, in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Angelo
Camillo De Meis, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. openMLOL, Horizons storia.camera,
Camera dei deputati. Angelo Camillo De
Meis di Giacomo de Crecchio, in Biblioteche dei filosofi, Scuola Normale
Superiore di Pisa Cagliari. L'Unificazione, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana.
MELANDRI. (Genova). Filosofo. Grice: “One of the ten
items he lists in his ‘Contro lo simbolico’ is ‘lo simbolico’ itself!” -- Grice:
“Melandri takes analogy more seriously than I did – I do list ‘analogy’ as part
of what I call ‘philosophical eschatology – the third branch of metaphysics,
along with ontology and category study.” Grice: “Melandri focuses on the
Graeco-Roman tradition of analogy, which he pairs with two other concepts:
proportion, and symmetry – re-interpreting mainly Aquino’s reading of the
Aristotelian tradition in a semiotic approach.” Grice: “Melandri also takes
Kant seriously on this.” Grice: “If an Italian philosopher wrote ‘contro la
comunicazione,’ another wrote ‘contro il simbolico’!” -- Grice: “He has studied Buehler; I like that!”
-- Laureatosi a 'Bologna, è lettore a Kiel in
Germania. Ha poi insegnato filosofia in diversi atenei italiani (Lecce, Trieste
e Bologna). Parallelamente all'attività universitaria, ha collaborato a
lungofin dalla fine degli anni cinquantacon la casa editrice Il Mulino e alla
rivista omonima, per le quali ha svolto attività di consulenza, con traduzioni
e curatele di alcuni volumi, pubblicando con essa alcuni dei suoi lavori più
significativi. I suoi volumi più importanti vertono sulla fenomenologia di
Husserl, sul concetto di analogia e sul principio di simmetria. Tra le sue
curatele, anche presso altre case editrici (Cappelli, Faenza, Laterza, Ponte
alle Grazie, Giuffrè, Pitagora ecc.), ci sono studi che vanno dalla scienza
politica di Ritter e di Habermas, alla fenomenologia di Schütz, dalla logica di Copilowski e dalla
filosofia del linguaggio do Hoffmann o dai paradossi di Bolzano (e poi la
storia della logica di Scholz), agli studi di metodologia scientifica di Pap, a
quelli di psicologia della percezione di Meinong o di Ehrenfels, e dall'estetica
di Trier alla «metaforologia» di Blumenberg ecc. Ha istituito un gruppo interdisciplinare di
studi su Leibniz, in seguito affiliato col nome di «Sodalitas Leibnitiana» alla
Leibniz-Gesellschaft di Hannover. Ha anche collaborato attivamente alle
attività del «Centro di studi per la filosofia mitteleuropea» (con sede a
Trento); partecipando alla realizzazione
di «Topoi», rivista internazionale di filosofia. Sempre in quegli anni ha dato
vita agli «Annali dell'Istituto di discipline filosofiche dell'Bologna», poi
trasformatisia nella rivista semestrale «Discipline filosofiche», ancora attiva
e di cui è stato il primo direttore. Tra
i suoi testi, spicca per centralità di pensiero “La linea e il circolo,” definito
da Giorgio Agamben "un capolavoro della filosofia europea del
Novecento". Il filo conduttore di
tutta la riflessione di Melandri è il rapporto tra pensiero logico e pensiero
analogico. Mentre il primo tende a svilupparsi mediante un concetto d'identità
elementare, legato alla "discontinuità" del principio di non
contraddizione, il secondo si fonda invece sul principio di continuità, legato
alla figura oppositiva della contrarietà, che ammette una transizione tra gli
opposti. Ora, queste due forme di pensiero non sono affatto inconciliabili, ma
complementari, in quanto fondate non su strutture assiomatiche, ma su una
diversa direzione costitutiva dell'esperienza. Questa diversità prospettica si
realizza, secondo Melandri, nella fenomenologia husserliana, di cui egli tende
a evidenziare l'«empirismo radicale» connesso alle strutture
costitutivo-trascendentali della soggettività e ben distinto, dunque, da
quell'idealismo entro cui troppo spesso si è voluto rubricare l'atteggiamento
fenomenologico. In ultima istanzacongiungendo istanze aristoteliche e
husserlianeMelandri assume una concezione dell'essere fondamentalmente
equivoca, nell'ambito della quale l'intenzionalità si presenta, al tempo
stesso, come principio formale logico e funtore operativo analogico. Inoltre,
Melandri espone questi contenuti filosofici attraverso un metodo d'indagine e
d'insegnamento del tutto particolare, che viene così descritto dal suo allievo, Stefano Besoli, filosofo a Bologna:
«A lezione, si può dire che Melandri non parlasse, ma pensasse ad alta voce
[...] dando l'illusione, quantomai benefica ed essenzialmente terapeutica, di
pensare insieme con lui. Si aveva l'impressione di assistere, dunque, a un
pensiero in corso d'opera, e più propriamente ciò che accadeva era
un'esperienza di pensiero condivisa, giacché la condivisione era appunto la
condizione stessa della buona riuscita di tale esperienza». Opere: “I paradossi dell'infinito nell'orizzonte
fenomenologico,” poi come introduzione aBolzano, I paradossi dell'infinito,
Cappelli, Bologna. “Logica ed esperienza,” “La scienza come criterio
storiografico,” “Alcune note in margine all'«Organon» aristotelico; “Considerazioni
critiche sui «syncategorematica»,” in "Lingua e stile",
“Esistenzialismo,” “Logica e Logistica”
Enciclopedia “Filosofia,” Giulio Preti, Feltrinelli, Milano. Lewin: la
psicologia come scienza galileiana, poi
in Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali; “Foucault:
l'epistemologia delle scienze umane", in «Lingua e stile». “E corretto
l'uso dell'analogia nel diritto? ("Zoon Politikon. Bolk e l'antropogenesi",
in «Che Fare», “La linea e il circol: studio
logico-filosofico sull'analogia,” Bologna: il Mulino rist. Macerata: Quodlibet, (prefazione
diAgamben, appendice di Besoli e Brigati, Salvatore Limongi. Nota in margine all'«episteme»
di Foucault» in "Lingua e stile", :La realtà e l'immagine,” (in Hans
Barth, Verità e ideologia); Sulla crisi attuale della filosofia, in "Il
Mulino", L'analogia, la
proporzione, la simmetria, Isedi, Milano. I generi letterari e la loro origine,
in "Lingua e stile", ora Quodlibet, Macerata, “L'inconscio e la dialettica,”
Bologna: Cappelli, rist. come "Freud: L'inconscio e la dialettica",
in Id.,Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali, Bologna:
Pitagora; rist. L'inconscio e la
dialettica, Macerata: Quodlibet . “Bühler. La crisi della psicologia come
introduzione a una nuova teoria linguistica”, in “Anima ed esattezza.
Letteratura e scienza nella cultura austriaca,” Marietti: Casale Monferrato, rist.
in Id., Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali, Bologna:
Pitagora, Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali, Pitagora,
Bologna Appendice. Matematica e logica in psicologia: applicazione propria
(determinante) o impropria (analogico-riflettente), -- APPLICAZIONE
DETERMINANTE vs. APPLICAZIONE ANALOGICO-RIFLETTENTE -(Claudio Muti). in Sette
variazioni in tema di psicologia e scienze sociali, Pitagora, Bologna, rist. in
Id., L'inconscio e la dialettica, Macerata: Quodlibet, "Per una filologia
del sublime", in "Studi di estetica", (Grice: “I like that;
surely there must be an ordinary unpompous way to say or mean ‘sublime’” – “Go
thorugh the dictionary!” -- La novità degli ultimi tremila anni, in "Il
Mulino", "Faenza" e Marisa Vescovo, L’oblio affligge la memoria;
La comunicazione e la retorica, Contro il simbolico.Dieci lezioni di filosofia,
-- Grice: “The ten ‘concepts’ he chooses are less important than the generic
remarks he makes about the whole ten.” Grice: “While in his study on ‘analogia,
proporzione, simmetria,’ he is semiotic, in this one he is thoroughly
hermeneutic!” -- Quodlibet, Macerata, postfazione di Guidetti) Sul concetto di
descrizione nella psicologia fenomenologica, in "Intersezioni", Su
quel che è dato, (Grice: “A good analysis of a phrase I overuse, ‘datum,’ as
per sense-datum’! in "Il Verri", Le «Ricerche logiche» di Husserl:
introduzione e commento alla prima ricerca,
Il Mulino, Bologna, "Su quel
che c'è, e quel che immaginiamo che ci sia (o della principale equivocazione
del termine 'rappresentazione')", in «Discipline filosofiche», "Il
problema della comunicazione", in «Paradigmi», "Tempo e temporalità
nell'orizzonte fenomenologico", in «Discipline filosofiche», . "La
crisi dei grandi sistemi e l'avvento della filosofia esistenziale" in “Questo nostro tempo. Studi e riflessioni
sull'evolversi della nostra epoca, Bologna: "Filosofia come critica della conoscenza
e impegno interdisciplinare" in
"Tratti". S. Besoli, Il
percorso intellettuale di Melandri, in Studi su Melandri, Faenza, Agamben,
Giorgio, "Archeologia di un'archeologia", in E. Melandri, La linea e il
circolo. Studio logico-filosofico sull'analogia, Macerata: Quodlibet, Agamben,
Giorgio, "Al di là dei generi letterari", in E. Melandri, I generi
letterari e la loro origine, Macerata: Quodlibet , 7–14. Ambrosetti, Massimo, Enzo Melandri
sugli stoici, Roma: Aracne . Ambrosetti, Massimo, "Una lettura melandriana
di Epitteto", in "dianoia", Besoli, Stefano, "Il percorso
fenomenologico di Melandri", in Federica Buongiorno, Vincenzo Costa,
Roberta Lanfredini (cur.), La fenomenologia in Italia. Autori, scuole,
tradizioni, Roma: Inschibboleth , trad. en. "The Phenomenological Path of
Enzo Melandri", in Federica Buongiorno, Vincenzo Costa, Roberta Lanfredini
(eds), Phenomenology in Italy. Contributions to Phenomenology, Cham: Springer
, Besoli, Stefano e Franco Paris (cur.),
Studi su Enzo Melandri. Atti della giornata di studi. Faenza, 22 maggio 1996,
Faenza: Polaris, Bonfanti, Angelo, Le forme dell'analogia. Studi sulla
filosofia di Melandri, Roma: Aracne . Cimatti, Felice, "Postfazione:
Psicoanalisi e rivoluzione", in E. Melandri, L'inconscio e la dialettica,
Macerata: Quodlibet sinistrainrete.info/cultura
felice-cimatti-psicanalisi-e-rivoluzione.html Lagna, Marco e Paulo Fernando
Lévano, "Contro l’isomorfismo. Il rapporto soggetto-oggetto secondo Enzo
Melandri, in «Philosophy Kitchen», VIMatteuzzi, Maurizio,
"Prefazione", in Massimo Ambrosetti, Enzo Melandri sugli stoici,
Roma: Aracne , Palombini, Lorenzo,
"Dal chiasma ontologico al chiasma trascendentale. Forme di razionalità
nel pensiero di Enzo Melandri", in «Philosophy Kitchen», Possati, Luca M.,
La ripetizione creatrice. Melandri, Derrida e lo spazio dell'analogia,
Milano-Udine: Mimesis . Sini, Carlo, "Lo schematismo figurale", in
Stefano Besoli e Franco Paris (cur.), Studi su Melandri, Faenza: Polaris Solerio, Alessia, "Melandri: Through the
Looking-Glass", in Attilio Bruzzone e Paolo Vignola, Margini della
filosofia contemporanea, Napoli-Salerno: Orthotes. Le opere di Melandri edite da Quodlibet, che ne ha
annunciato l'edizione completa. Discipline Filosofiche, rivista semestrale di
filosofia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Melandri,” The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria.
MELCHIORRE. (Chieti). Filosofo. Grice: “I like Melchiorre; while I refer to
bodily identity in my “Mind” essay, Melchiorre has dedicated a whole treatise
to ‘the body’ – he has also explored semiotic aspects and come up with nice
oxymora: ‘nome indicibile,’ ‘immaginazione simbolica,’ ‘essere e parola.’”.
Grice: “Melchiorre’s first explorations on the concept of body is Strawsonian –
corpore e persona -. What led Melchiorre to this reflection is what he calls a
meta-critique of love – Socrates did his critique of love in the Symposium, and
Phaedrus – Melchiorre analyses this from a body-theoretical perspective.” Dopo essere
stato ammesso al Collegio Augustinianum, inizia a frequentare la Facoltà di
Filosofia all'Università Cattolica del Sacro Cuore, dove si laurea. Terminati gli studi, nel medesimo ateneo ha
iniziato la carriera accademica come assistente volontario di Filosofia della
storia, per poi insegnare a Venezia.
Richiamato a Milano, ha ricoperto la cattedra di Filosofia morale, per poi
insegnare Filosofia teoretica. Ha diretto, presso la Facoltà di Lettere e
Filosofia dell'Università Cattolica, la Scuola di specializzazione in Comunicazioni
sociali. -- è stato nominato professore emerito. Opere: “Arte ed esistenza,”
Firenze “Il metodo di Mounier,” Milano, “Il sapere storico,” Brescia, “La coscienza
utopica,” Milano; “L'immaginazione simbolica,” Bologna, ”Metacritica
dell'eros,” II ed. Milano, “Ideologia, utopia, religione,” Milano, “Essere e
parola,” Milano, IV ed. “Corpo e persona,” Genova, “Studi su Kierkegaard,” II
ed. Genova, “Analogia e analisi trascendentale: linee per una nuova lettura di
Kant,” Milano, “Figure del sapere, Milano, “La via analogica,” Milano, “Creazione,
creatività, ermeneutica,” Brescia, “I segni della storia,” Ghezzano La Fontina,
“Al di là dell'ultimo,” Milano, “Sulla speranza,” Brescia, “Ethica,” Genova, “Dialettica
del senso. Percorsi di fenomenologia ontologica,” Milano, “Qohelet, o la
serenità del vivere,” Brescia, “Essere persona,” Milano, “Breviario di
metafisica,” Brescia, “Il nome indicibile,” Milano, Profilo nel sito
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Recensione del volume Essere
persona. Natura e struttura di Armando Rigobello, in Acta Philosophica, Rivista
internazionale di filosofia. Unità e pluralità del vero: filosofie, religioni,
culture. I diversi volti della verità Relazione del prof. Melchiorre al 65º
Convegno del Centro Studi FilosoficiGallarate , video integrale nel sito
CattedraRosmini.org. Virgilio Melchiorre, Rai EducationalEnciclopedia
Multimediale delle Scienze Filosofiche.
MELLI.
(Roma). Filosofo. Grice: “I like Melli; you see, Italians feel that Marc’aurelio is
theirs, so Melli puts his soul in his essay on Marc’aurelio, while his essay on
Socrates is rather neutral! For us at Oxford, both Mar’Aurelio and ‘Socrate’
are just as furrin; Locke ain’t!” --Opere
La filosofia di Schopenauer, Felice Tocco, Firenze, Il professor Felice
Tocco, Firenze,Commemorazione di Pasquale Villari, Firenze, La filosofia greca da Epicuro ai Neoplatonici,
Firenze, Socrate, Lanciano.
MERCURIALE. (Forli). Filosofo. Grice: “At Corpus, as it had been at Clifton,
cricket featured as my priority, -- philosophy came second!” -- Celebre per avere per primo teorizzato
l'uso della ginnastica su base medica. Suoi sono anche il primo trattato sulle
malattie cutanee e un'importante opera, forse la prima mai scritta, di
pediatria. Ritratto raffigurato in
"De arte gymnastica.” Dopo aver studiato a Bologna ed aver conseguito la
laurea a Padova, dove ebbe modo di conoscere Trincavella, seguì a Roma Farnese.
A causa della sua fama, infatti, i forlivesi lo inviarono come legato presso
Pio IV. Pare aver composto il suo celeberrimo trattato sulla ginnastica. Fu poi professore in entrambe le università
dove aveva studiato. A Padova, in particolare trascorse un periodo molto
fecondo, in cui scrisse ben dodici libri, alcuni dei quali basati sugli appunti
presi dagli studenti durante le lezioni. Si recò poi a Pisa, dove divenne
tutore di Ferdinando I de' Medici e poté godere di una certa fama. Curò anche
altre importanti personalità del suo tempo, tra cui Massimiliano II, che lo
nominò cavaliere e conte palatino. Merita di essere citato un famoso episodio
che lo vede convocato a Venezia insieme a molti altri medici illustri,
consultati per decifrare una misteriosa epidemia che colpiva la città. Escluse
fin dall'inizio un caso di peste, in quanto solo una minima percentuale della
popolazione si era ammalata e il contagio restava comunque molto limitato. Dopo
una settimana però la malattia ebbe un decorso impressionante, colpendo un
terzo della popolazione veneziana tra cui anche alcuni familiari del medico
stesso. Sorprendentemente però tale evento non ebbe gravi conseguenze sulla sua
carriera che, anzi, durante lezioni che tenne a proposito della peste, continuò
a difendere la sua posizione riguardo allo sfortunato caso veneziano. Fece
restaurare una cappella dell'Abbazia di San Mercuriale di Forlì, trasformandola
in cappella di famiglia, da allora nota come "cappella Mercuriali",
dove egli stesso venne sepolto. Ai monaci di San Mercuriale, lasciò in eredità
la sua biblioteca, purché essi si impegnassero a tenere tre lezioni settimanali
di filosofia. Ricevuti i libri, i monaci, per custodirli e renderli fruibili a
tutti, aprirono una biblioteca pubblica. A celebrazione ed a ricordo di Mercuriali,
fu murata nella cappella una lapide, tuttora esistente, con le seguenti parole:
“Questo marmo ricorda ai posteri che i c forlivesi commemorando presso la sua
tomba riaffermavano il connubio eterno
nei secoli tra la scienza e la fede.
Opere: “De morbis muliebribus” Cultore dell'opera ippocratica (“Censura
et dispositio operum Hippocratis,”-- in cui discusse in modo critico le opere
del medico), fu autore di “De arte gymnastica,” la prima opera moderna che consideri
scientificamente il rapporto tra l'educazione fisica e la salute, ma anche un
testo sulla storia dell'attività ginnica. Oltre a questo originale argomento
scrisse opere di pediatria, di balneoterapia, di malattie della pelle, di
tossicologia. Fra i suoi numerosi discepoli si segnala Bauhin. Alcune altre sue opere sono: “De morbis
cutaneis,” il primo trattato sulle malattie della pelle, “De morbis puerorum,”
“De compositione medicamentorum,” De morbis muliebribus, Venezia, De venenis et
morbis venenosis De decoratione De morbis ocularum et aurium Nomothelasmus seu
ratio lactandi infantes Note Roy Porter
, Dizionario Biografico della Storia della Medicina e delle Scienze Naturali
(Liber Amicorum), Citato in M. Landi, Credere, dubitare, conoscere Geronimo
Mercuriali, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, De
Hieronymi Mercuriale vita et scriptis Victorius Ciarrocchi, Latinitas Opus
Fundatum in Civitate Vaticana. Sito ufficiale della Santa Sede Dizionario
Biografico della Storia della Medicina e delle Scienze Naturali (Liber
Amicorum), Roy Porter , The Wellcome Institute for the History of Medicine,
London Dictionary of medical biography; Volume 4, M-R, W.F. Bynum and Helen
Bynum, Greenwood press, London Questo testo proviene in parte dalla relativa
voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo.
Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze – “De arte gymnastica” Pediatria
Dermatologia, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Agostino Palmerini, Girolamo
Mercuriale, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giuseppe Ongaro, Girolamo Mercuriale, in
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Girolamo Mercuriale, su openMLOL H.
P. Grice, “Me and the demijohns,” Luigi Speranza, “Ginnasia,” The Swimming-Pool
Library, Villa Grice.
MERKER. (Trento). Filosofo. Grice: “My favourite of
his books is ‘storia della filosofia ai fumetti.” -- Grice: “The fact that he
found Italian words for all that Kant says in “Metafisica dei costume” is
admirable!” -- Grice: “I love Merker, and for many reasons; he has
philosophised on what makes me an Englishman: my blood, or the fact that I was
born in Harrborne?” Grice: “I love Merker: he uses metaphors aptly like ‘il
filo d’Arianna’ to refer to what I pompously call ‘the general theory of
context.’ --Si laurea in Filosofia all'Messina. Trascorse un periodo di
ricerche in Germania negli anni 1954-'55. Allievo di Galvano Della Volpe,
diviene libero docente di Storia della Filosofia e docente incaricato di Storia
delle dottrine politiche all'Messina. -- docente ordinario di Storia della
Filosofia nello stesso ateneo. -- ordinario all'Università La Sapienza di Roma
alla Facoltà di Lettere e Filosofia, e poi alla facoltà di Filosofia. Ha curato edizioni italiane di classici
dell'età della Riforma, dell'Illuminismo e dell'idealismo tedeschi, nonché di
Marx, Engels e dell'austromarxismo. Dopo essersi occupato dei problemi lasciati
aperti dalla Seconda guerra mondiale, si è occupato dell'idea di nazione,
dell'ideologia colonialista e infine del fenomeno populista. Da ricordare la
sua opera di divulgazione della storia della filosofia. Inoltre egli ha scritto
ben trenta voci per l'enciclopedia filosofica della Bompiani, fra cui le più
importanti sono su Heine, Mann, Zweig. Opere:
“Le origini della logica” (Milano, Feltrinelli, “L'illuminismo,: Bari, Laterza,
“Lessing e il suo tempo, con altri, Cremona, Libreria del Convegno, Marxismo e
storia delle idee, Roma, Editori Riuniti,
Storia della filosofia, La filosofia moderna. Il Settecento, Milano,
Vallardi, Alle origini dell'ideologia tedesca. Rivoluzione e utopia nel
giacobinismo, Roma-Bari, Laterza, 1Storia della filosofia, Roma, Editori
Riuniti, 1Storia delle filosofie, Firenze, Giunti Marzocco, Marx, Roma, Editori
Riuniti, Johann Benjamin Erhard, in L'albero della Rivoluzione. Le interpretazioni
della rivoluzione francese, Torino, Einaudi, La Germania. Storia di una cultura
da Lutero a Weimar, Roma, Editori Riuniti, Introduzione a Lessing, Roma-Bari, Laterza, Il
socialismo vietato. Miraggi e delusioni da Kautsky agli austromarxisti, Roma-Bari,
Laterza, Storia della filosofia moderna e contemporanea, Roma, Editori Riuniti,
“Il sangue e la terra. Due secoli di idee sulla nazione, Roma, Editori Riuniti,
Atlante storico della filosofia, Roma, Editori Riuniti, Europa oltre i mari. Il mito della missione di
civiltà, Roma, Editori Riuniti, Filosofie del populismo, Roma-Bari, Laterza, Marx. Vita e opere, Roma-Bari, Laterza, . Il
nazionalsocialismo. Storia di un'ideologia, Roma, Carocci, .La guerra di Dio.
Religione e nazionalismo nella Grande Guerra, Roma, Carocci, La Germania.
Storia di una cultura da Lutero a Weimar, Roma, Editori Riuniti,Hegel,
Estetica, tMilano, Feltrinelli, Torino, Einaudi, Kant, La metafisica dei costume (Grice: “My
favourite Kant, by far!”), Bari, Laterza,
Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Rapporto dello scetticismo con la
filosofia, Bari, Laterza, Paracelso, Scritti etico-politici, Bari, Laterza,.
György Lukács, Scritti politici giovanili, Trad. Paolo Manganaro e Nicolao
Merker, Bari, Laterza, Johann Gottfried
Herder, James Burnett, Lord Monboddo, Linguaggio e società, Nicolao Merker e L.
Formigari, Roma-Bari, Laterza, Lessing, Religione, storia e società, Messina,
La Libra, Immanuel Kant, Lo Stato di diritto, Roma, Editori Riuniti, Georg Forster,
Rivoluzione borghese ed emancipazione umana, Roma, Editori Riuniti, Wilhelm von
Humboldt, Stato, società e storia, Roma, Editori Riuniti, Karl Marx, Friedrich
Engels, Opere, Mario Cingoli e Nicolao Merker, Roma, Editori Riuniti, Roma,
Editori Riuniti Scritti economici di Marx. Roma, Editori Riuniti, Scritti
economici di Marx. Roma, Editori Riuniti, Fichte, Lo Stato di tutto il popolo,
Roma, Editori Riuniti, Hegel, Il dominio della politica, Roma, Editori Riuniti,
Lia Formigari, La scimmia e le stelle, Roma, Editori Riuniti, Maj, Il mestiere dell'intellettuale, Roma,
Editori Riuniti, Kant, Stato di diritto e società civile, Roma, Editori
Riuniti, Fichte, La missione del dotto, Roma, Editori Riuniti, Marx, un secolo,
Roma, Editori Riuniti,Kant, Per la pace perpetua. Un progetto filosofico e
altri scritti, Roma, Editori Riuniti, Hegel, Detti memorabili di un filosofo,
Roma, Editori Riuniti, Marx, Engels, La
sacra famiglia, Roma, Editori Riuniti, Marx, Engels, La concezione materialistica della
storia, Roma, Editori Riuniti, Kant, Che cos'è l'illuminismo?, Roma, Editori
Riuniti, Lessing, La religione dell'umanità, Roma-Bari, Laterza,, Forster,
Viaggio intorno al mondo, Roma-Bari, Laterza, Engels, Viandante socialista, Soveria Mannelli,
Rubbettino, Hegel, Dizionario delle idee, Roma, Editori Riuniti, Osborne,
Storia della filosofia a fumetti, Roma, Editori Riuniti, Bauer, La questione
nazionale, Roma, Editori Riuniti. La
discreta classe delle idee. E’ morto Merker, asul sito di Rifondazione
Comunista Il contesto è il filo d'Arianna.
Studi in onore di Merker, Stefano
Gensini, Raffaella Petrilli, Luigi Punzo, Pisa, ETS, Tommaso Valentini,
“Ideologia della nazione” e “populismo etnico”. Le riflessioni
storico-filosofiche di Nicolao Merker, in Raffaele Chiarelli , Il populismo tra
storia, politica e diritto, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli , Curriculum
vitae , su uniurb.
MESSERE. (Torre Santa Susanna). Filosofo. Ricevuti i primi
rudimenti del sapere dai chierici locali, i suoi genitori (Pietro Messere e
Teodora Di Leo), sebbene non agiati, decisero di fargli frequentare il
seminario di Oria, assecondando così il suo vivo desiderio di intraprendere la
carriera ecclesiastica, qui dimostrò sin da subito una profonda passione per lo
studio. Ordinato sacerdote per poi ritornare al paese natìo, dove divenne un
maestro di grande dottrina. Da autodidatta si applicò allo studio della
filosofia, della matematica, della storia ecclesiastica e civile, nonché anche
alla musica e al canto. Incolpato dell'omicidio di un giovane chierico, fu
messo in prigione nelle carceri del Vescovo di Oria, dove rimase rinchiuso per
sette anni, tuttavia non si lasciò mai abbattere dallo sconforto; anzi,
procuratosi alcuni libri, il Messere si applicò allo studio della lingua greca,
per la quale già aveva dimostrato una forte predisposizione. Dopo un lungo e
dibattuto processo, la sentenza finale lo dichiarò innocente e assolto da
qualsiasi reato. Risentito con i suoi concittadini per averlo ingiustamente
ritenuto reo, dichiarò che il suo paese mai più lo avrebbe rivisto. Fu così che
Gregorio Messere partì per Napoli, dove rimase fino alla morte. Nella città
partenopea ebbe modo di affinare e approfondire la sua cultura, divenendo un
personaggio di rilievo nel mondo intellettuale napoletano del tempo. La grande
conoscenza della lingua greca gli conferì grande notorietà nonché una cattedra
di Lettura Greca, che mantenne fino all'anno della morte, presso l'Università
degli studi di Napoli. Tale cattedra era
stata nuovamente istituita a spese di
Giuseppe Valletta, filosofo, letterato e giureconsulto dell'epoca ed amico del
Messere. Valletta aveva una profonda stima per il Messere, il quale fu assiduo frequentatore
della sua casa non solo quale insegnante dei suoi figli e nipoti, ma anche
perché divenuta luogo di riunioni dei più eruditi intellettuali del tempo. Fra
i suoi molti allievi che assistevano alle sue lezioni, ne ebbe alcuni divenuti
celebri, si annoverano Andrea, Barra, Caloprese, Gravina, Valletta, Capasso,
Cerreto, Egizio, Donzelli ed altri. Vico, noto filosofo suo amico, gli dedicò
un breve madrigale dal titolo Ghirlanda di timo per Argeo Caraconasio.Il mondo
culturale napoletano della seconda metà del '600 fu caratterizzato da
importanti innovazioni a livello filosofico, scientifico, civile e politico.
Tale fervore culturale aprì la strada alla nascita di un numero notevole di
accademie, che divennero luoghi di discussione aperta e di diffusione di nuove
idee filosofiche e scientifiche. A Napoli le principali accademie del tempo
furono soprattutto quella degli Investiganti e quella di Medinaceli. Che il
Messere sia stato membro autorevole di entrambe le accademie e frequentatore di
circoli e salotti letterari napoletani è testimoniato da non pochi documenti,
tra cui manoscritti e altri a stampa conservati nella Biblioteca Nazionale di
Napoli; le sue lezioni ebbero un così folto seguito di giovani tanto da far
suscitare invidie fra i letterati fanatici dell'erudizione i quali, a furia di
schernirlo per la sua ellenofilia, diffusero in Napoli addirittura la moda
letteraria della macchietta dello pseudogrecista, satireggiata pure da Vico
nella terza Orazione inaugurale. Fu anche tra i primi membri dell'Arcadia
fondata dal Crescimbeni e dal Gravina, ove gli fu attribuito il nome pastorale
greco di “Argeo Coraconasio,” “dalle campagne dell'isola Coraconaso”. Fu fondata
a Napoli la Colonia “Sebezia” dell'Arcadia e anche qui il Messere fu tra i
primi iscritti. L'aver ripristinato
l'insegnamento della lingua greca in Napoli valse al Messere non solo il titolo
di “ristoratore della greca erudizione”, ma contribuì alla ripresa dello studio
di Omero, influenzandone il pensiero poetico e filosofico del tempo. Notevole
fu l'influenza che egli ebbe sulla formazione del pensiero del Gravina.
Essenziale nella vita culturale di Gregorio Messere fu anche l'amicizia con
Giuseppe Valletta, suo allievo. La conoscenza che Gregorio Messere aveva della
filosofia fu ugualmente vasta tanto che gli valse l'appellativo di “novello
Socrate” e quando si riferivano a lui veniva anche chiamato il “Socrate dei
nostri tempi”. Non fu solo un insigne
grecista, ma anche un poeta. Compose infatti circa 60 componimenti, tra
distici, tetrastici, serenate, sonetti, madrigali ed epigrammi in italiano,
utilizzando talvolta uno stile che il Lombardo definisce “stile mezzano e
semplice”, di carattere pastorale. Un suo epigramma è contenuto in una lettera
che Canale inviò al Magliabechi. Non mancò di scrivere componimenti di
carattere burlesco e giocoso, in cui contrapponeva l'immediatezza della satira
e del dialetto alla ricercatezza esasperata della poesia del Seicento. Si
esercitò soprattutto nell'Accademia di Medinacoeli, dove era uso chiudere la
seduta accademica con la recitazione di componimenti poetici. Compose finanche
versi che celebravano importanti eventi del regno; tra i più salienti, si ricordano
quelli contenuti nel volume scritto in occasione della recuperata salute di
Carlo II. Da ricordare sono anche gli emblemata contenuti nel volume scritto
per i funerali di D. Caterina d'Aragona, e a cui si ispirò Vico in occasione
dei funerali di due uomini illustri Tra
le tante collaborazioni con letterati del suo tempo, degna di nota è quella che
ebbe con Vico per la pubblicazione di un volume in occasione del genetliaco di
Filippo V, tre sono i componimenti contenuti in esso. Fu anche collaboratore di
una Miscellanea dal titolo Vari componimenti in lode dell'eccellentissimo
signore d. Francesco Benavides conte di S. Stefano. Fatta eccezione per alcuni
componimenti inseriti in Miscellanee poetico-celebrative, del Messere non
esistono opere a stampa. E a ciò ne dà spiegazione il Lombardo quando afferma
che egli fu uomo umile e schivo tutto dedito all'educazione dei giovani più che
ai propri interessi personali, anzi la sua modestia fu tale che pensò bene di
distruggere i propri scritti. Le lezioni
accademiche di cui si dispone sono quelle che tenne nell'Accademia istituita a Palazzo Reale
dal viceré duca di Medinaceli. I codici delle lezioni sono conservati
attualmente presso la Biblioteca di Napoli. Due di queste lezioni trattano di
poesia. Qui argomenta sulla funzione e natura della poesia, dei suoi rapporti
con la storia nonché sul problema delle origini della poesia stessa. Tre altre
lezioni sono di carattere storico, esattamente: due sulla vita di Nerva e una
sulla vita di Decio. Il codice napoletano contiene anche un Discorso vario in
cui sono presenti motivi autobiografici e una lezione sull'origine delle
maschere. L'Accademia di Medinaceli non ebbe lunga vita e, nonostante la sua
chiusura avvenuta a causa di rivolgimento politico, continuò ad essere
personaggio illustre nel panorama intellettuale e culturale napoletano, come
dimostra il fatto di essere annoverato tra i primi membri dell'Arcadia sotto la
custodia Crescimbeni e successivamente della colonia napoletana “Sebezia”. Note
Storia della litteratura italiana
Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli Le vite degli Arcadi illustri scritte da
diversi autori, e pubblicate d'ordine delle generale adunanza da Crescimbeni, pRoma, (biografia scritta da G. Lombardo). C. Cantillo,
Filosofia, poesia e vita civile in Messere: un contributo alla storia del
pensiero meridionale, Morano, Napoli, Angelo De Prezzo, Storia delle origini di
Torre Santa Susanna, Tiemme, Manduria, . Imma Ascione, Seminarium doctrinarum:
l'Napoli nei documenti, Edizioni scientifiche
italiane, Napoli, Fabrizio Lomonaco, Gregorio Messere, la poesia e l'impegno
civile tra Gravina e Vico, in "Diritto e Cultura", VLezioni
dell'Accademia di Palazzo del duca di Medinaceli: Napoli, Michele Rak, Napoli, Istituto italiano per gli
studi filosofici.
MICALORI. Roma). Filosofo. Grice: “I took my ideas on longitude and
latitude from Micalori” -- Grice: “By calling it ‘sfera,’ Micalori’s statement
ENTAILS rather than implicates that the Romans were wrong.” Professore a Urbino. Opere: “Della sfera mondiale” In Urbino,
Marco Antonio Mazzantini, Giacomo Micalori, Antapocrisi, In Roma, Francesco
Roma Cavalli, 1635.
MICCOLI (Roma). Filosofo. Grice: “Miccoli is a great philosopher –
and surgeon – My favourites are his ‘Corpo dicibile,’ which trades on my idea
of what it means to ‘say’ something; and his ‘Homo loquens,’ a play on
Aristotle’s ‘zoon logikon,’ but which Aristotle would find otiose: man is the
‘vivente’ that speaks, or the ‘animal’ that speaks. To say that it is the
‘homo’ that speaks relies on Darwin’s classifications and phyla of homo sapiens
sapiens and the rest!” -- Paolo
Miccoli, filosofo. La divertente commedia umana Incipit Chi si accinge alla
lettura dell' Elogio della follia di Erasmo farebbe bene a non dimenticare
taluni antecedenti biografici dell'autore che spiegano meglio l'ironia bonaria
dell'opuscolo. Li richiamiamo. Geer Geertsz, latinizzato secondo il costume
degli umanisti in Desiderio Erasmo, nacque a Rotterdam (Olanda) figlio di illegittimo coniugio. La famiglia
paterna, in auge nella borghesia di Gouda, come apprendiamo dallo stesso
Erasmo, si oppose alle nozze riparatrici del figlio, costringendolo, con
inganno, a far intraprendere la carriera ecclesiastica al malcapitato
giovanotto. Citazioni Come umanista
Erasmo si sente apparentato alla società dalla duttile forza della parola che
ne saggia criticamente le valenze in termini di ironia, sarcasmo, gioco
allusivo, bonarietà lungimirante, tolleranza magnanima, moralismo contenuto. Fin
dalla dedica dell'opuscolo a Tommaso Moro si arguisce che l'autore non vuol
propinare sapientia austera e compassata, ma buon senso brioso che permei di sé
la vita quotidiana della gente, fosse anche dell'imperatore Marco Aurelio che
sul letto di morte, lui filosofo, esclama, a un certo momento: «Sentenzio me
cacavi! La sapienza dei dotti è tanto altezzosa quanto sterile, diversamente
dal buon senso che cambia in meglio l'esistenza non sofisticata. (p. 8) Sotto
la penna dell'insigne umanista olandese si fronteggiano al femminile Sapientia
e Stultitia: la prima, per voler essere austera ad ogni costo, diventa stolta;
la seconda, in quanto «forza vitale irrazionale e creatrice», si palesa
veramente saggia alla resa dei conti. L'
Elogio della follia conserva un fascino di imperitura attualità. Lo si desume
dall'analisi di Histoire de la Folie, dove Michel Foucault evidenzia il confine
sfumato tra ragione e sragione in epoca di alta tecnologia, e altresì dalle
invettive di Nietzsche contro lo smunto bibliotecario, lo stitico correttore di
bozze, il pallido burocrate stipendiato, emblemi tutti del moderno «uomo
alessandrino». (Explicit Erasmo conosce e cita perfino pagine della Bibbia a
riprova della bontà dei doni che Follia concede ai mortali. Un modo questo, di
prendere in giro anzitempo la presunzione dispotica delle società
economicistiche che intendono mantenere sotto loro tutela il cittadino
«minorenne» sempre bisognoso di dande e mordacchie. Gli autori classici sono,
tra l'altro, spiriti lungimiranti. A tali società alienanti di oggi e di domani
William Blake, con spirito erasmiano, potrebbe ripetere: «esuberanza è bellezza». La
divertente commedia umana, introduzione a Erasmo da Rotterdam, Elogio della
Follia, TEN, Introduzione a "Vita di Gesù" Incipit Il contesto
storico culturale della Vita di Gesù La recente edizione storico-critica delle
Opere complete di Hegel consente di far chiarezza sulle discussioni e
congetture che hanno tenuto a lungo il campo nella letteratura hegeliana a
proposito dei cosiddetti «Scritti teologici giovanili», la cui indole
cronologica vengono ora sancite su base filologica e critica più accorta. Più
che ai titoli apposti da Herman Nohl ai vari frammenti e più che alle
congetture sulla data probabile di tali scritti, è più fruttuoso rifarsi agli
anni di formazione filosofica e teologica di Hegel nello Stift di Tubinga
(1788-93) e reperire nel curriculum studiorum le ascendenze prossime che hanno
influenzato maggiormente l'autore in una speculiare lettura dei quattro
Evangelisti, da cui desume Das Leben Jesu (1795). Citazioni Gli interessi culturali di Hegel,
negli anni tubinghesi, sono prevalentemente filosofici, incentivati dalla
lettura di Rousseau, Jacobi, Lessing, Kant, Fichte su temi sociopolitici ed
etico-religiosi. (Hegel, studioso di filosofia, si sente chiamato a lumeggiare
«spiritualmente» la situazione storica del suo tempo e a porre le premesse di
carattere razionale per l'avvento di un «ordine uguale di tutti gli spiriti». Il
lettore del Leben Jesu si accorge subito di trovarsi di fronte a una forma di
scrittura audace, che desacralizza e sdivinizza la persona di Gesù, riducendolo
a maestro di morale sublime. [Paolo
Miccoli, introduzione a Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Vita di Gesù (Das Leben
Jesu), traduzione di Anselmo Aportone, TEN
MICCOLIS. (Corato). Filosofo. Grice: “Miccolis reminds me of G. Baker,
who dedicated most of his life to Witters! Miccolis to Labriola.” sConsiderato uno dei massimi studiosi
di Labriola. Si trasferì a Perugia per
gli studi universitari, laureandosi in filosofia a pieni voti con una tesi dal
titolo «Il pensiero politico crociano e la genesi del liberalismo». Abilitatosi
cum laude all'insegnamento di storia e filosofia, professore in vari licei
della provincia, occupò una cattedra stabile presso l'Istituto tecnico per
geometri a Perugia, accostando l'insegnamento di estetica all'Accademia di
belle arti "Pietro Vannucci". Divenne responsabile del settore
culturale del PCI per la regione Umbria; ma, preso dagli studî e
dall'insegnamento, lasciò l'incarico, comunque seguendo sempre le vicende
politiche con attenzione e passione. La sua è stata una formazione liberale:
considerava suoi padri spirituali Labriola, Croce,Gobetti. Dalla fine degli
anni Settanta la sua vita sarà rivolta allo studio del filosofo cassinese Labriola,
da Miccolis ritenuto «un buon punto per capire la storia d'Italia». Nascerà
quindi il Carteggio labrioliano, in cinque volumi, presentato da Cesa all'Accademia
dei Lincei, edito per gli auspici e con il contributo dell'Istituto italiano
per gli studi storici e dell'Università degli Studi di Napoli
"L'Orientale" e favorito dalla consultazione, nel frattempo divenuta
possibile, delle carte Labriola del Fondo Dal Pane, acquistato dalla Società
napoletana di storia patria. Su tale monumentale lavoro è stato scritto: «un
evento letterario, probabilmente l'acquisizione più importante tra le fonti
della cultura italiana postunitaria; e, di più, senza esagerazione, si presenta
come un capolavoro ecdotico, per accuratezza filologica ed esaustività del
commento. Miccolis era certo divenuto col tempo l'esperto più sicuro della
impervia grafia del suo autore, della quale conosceva ogni piega e ogni
anomalia, dei contesti politici e culturali in cui Labriola si muoveva, […]
della spezzettata, dispersa e contorta
labrioliana, difficile da padroneggiare: si era anche impadronito, in
base a una sensibilità linguistica non comune, del "vocabolario"
dell'Autore in tutte le sue sfumature, ed era perciò in grado di respingere o
di dubitare di attribuzioni di testi, datazioni improbabili, letture sghembe».
Miccolis scrisse inoltre sistematicamente per varie riviste (Rivista di storia
della filosofia, il Giornale critico della filosofia italiana, Belfagor, Critica
storica, Nuovi studi politici, etc.); numerosi sono i suoi saggi e notevoli gli
ulteriori apporti documentari alla labrioliana.
Collaborò intensamente con l'Istituto italiano per gli studi storici e la
Fondazione Biblioteca Benedetto Croce: aveva il compito di revisionare i
carteggi crociani, e sotto il suo controllo passavano i volumi dell'Edizione
nazionale delle opere di Croce. È stato anche uno dei principali animatori
dell'Edizione nazionale delle opere di Labriola, per la quale aveva contribuito
a definire il piano editoriale, i criteri metodologici, e il problema del
rapporto tra l'opera edita di Labriola e il fondo manoscritto della Società
napoletana di storia patria. Adnkronos,
Filosofi, E' morto Miccolis, massimo studioso di Antonio Labriolia, Bari, Alessandro
SAVORELLI, Rivista di storia della filosofia, , fasc. 2. Opere: “ Il carteggio
di Antonio Labriola conservato nel Fondo Dal Pane” «Archivio storico per le
provincie napoletane», «Con la Sua
calligrafia che mi ricorda i papiri greci...». La filologia, la guerra, la
Crusca nel carteggio di Croce con Pistelli e Teresa Lodi, a c. di S. Miccolis e
A. Savorelli, in Gli archivi della memoria, Firenze, Biblioteca Medicea
Laurenziana, 1996, 91–126, (rist. in Gli
archivi della memoria e il Carteggio Salvemini-Pistelli, a c. di R. Pintaudi,
Firenze, Biblioteca Medicea Lauenziana, Polistampa, A. Labriola, La politica
italiana Corrispondenze alle « Basler Nachrichten », S. Miccolis, Napoli,
Bibliopolis, A. Labriola, Carteggio, S. Miccolis, Napoli, Bibliopolis,
2000-2006 S. Miccolis, Labriola, Antonio, in Dizionario biografico degli
italiani, A. Labriola, L'università e la libertà della scienza, S. Miccolis,
Torino, Aragno, A. Labriola, Giordano Bruno. Scritti editi ed inediti S.
Miccolis e A. Savorelli, Napoli, Bibliopolis, S. Miccolis, Antonio Labriola.
Saggi per una biografia politica, A. Savorelli e Stefania Miccolis, Milano,
UNICOPLI, S. Miccolis, Gli scritti
politici di Antonio Labriola editi da Stefano Miccolis, A. Savorelli e Stefania
Miccolis, Napoli, Bibliopolis, G.
Bucci, Stefano Miccolis, il ricordo a un anno dalla morte, "Corato
live", W. Gianinazzi, M. Prat, In memoriam "Mil neuf cent", n°
28, 201. A. Savorelli, Stefano Miccolis, «Rivista di storia della filosofia»,
fa A. Meschiari, Stefano Miccolis studioso di Antonio Labriola, «Rivista di
storia della filosofia».
MIELI. (Milano). Filosofo. Grice: “Speranza has studied
this; he calls it ‘Dorothea Oxoniensis,’ and indeed it is a joint endeavour
with C. R. Stevenson – who *knows*!” -- «Spero che la lettura di questo libro
favorisca la liberazione del desiderio gay presso coloro che lo reprimono e
aiuti quegli omosessuali manifesti, che sono ancora schiavi del sentimento di
colpevolezza indotto dalla persecuzione sociale, a liberarsi della falsa
colpa» (Elementi di critica omosessuale. M Attivista e scrittore
italiano, teorico degli studi di genere. È considerato uno dei fondatori del
movimento omosessuale italiano, nonché uno tra i massimi teorici del pensiero
nell'attivismo omosessuale italiano. Legato al marxismo rivoluzionario, è noto
soprattutto come eponimo del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e per
il suo saggio Elementi di critica omosessuale pubblicato nella sua prima
edizione da Einaudi nel 1977. Mario Mieli nacque a Milano nel 1952,
penultimo dei sette figli di Walter Mieli e di Liderica Salina. Il padre, ebreo
e originario di Alessandria d'Egitto, viveva a Milano dalla metà degli anni
venti e aveva fondato con successo un'azienda di filati, divenuta in seguito
una delle più importanti nella torcitura e nella lavorazione della seta. La
madre, milanese, era insegnante di lingue. Sposati dal 1936, durante la
seconda guerra mondiale i coniugi Mieli erano sfollati a Lora, frazione di
Como. Mario crebbe in questa cittadina, pur mantenendo forti legami con Milano
dove il padre continuava a lavorare e a risiedere. Il giovane Mario si
stabilì definitivamente nel capoluogo lombardo quando si iscrisse al liceo
classico Giuseppe Parini, raggiunto due anni dopo dalla sorella minore Paola,
alla quale fu sempre molto legato. Già in questi anni diede dimostrazione della
sua viva intelligenza e dichiarò la propria omosessualità. Secondo quanto
testimoniato dal compagno Milo De Angelis, nfondò un circolo di poesia che
divenne anche un luogo di incontro per omosessuali. Fu pienamente coinvolto
nella contestazione ed evocò questo periodo nel suo romanzo autobiografico Il
risveglio dei faraoni. A causa della sua miopia fu esonerato dal servizio
militare alla fine del liceo, si trasferì a Londra per perfezionare l'inglese,
come già avevano fatto altri suoi familiari. Qui frequentò il "Gay
Liberation Front" venendo a contatto con l'attivismo omosessuale nella sua
fase più intensa, subito dopo i moti di Stonewall. Tornato in Italia, fu, insieme
ad Angelo Pezzana, tra i soci fondatori del celebre Fuori! a Torino, prima
associazione italiana del movimento di liberazione omosessuale italiano.
Convinto assertore di una rivoluzione gay in chiave marxista, nel 1974 si
allontanò dal Fuori! insieme a tutta la cellula milanese dell'associazione
quando questa si legò al Partito Radicale. Nello stesso anno fondò a
Milano i Collettivi Omosessuali Milanesi e nel 1976 i Collettivi parteciparono
al Festival del proletariato giovanile di Parco Lambro, dove Mieli lanciò dal
palco lo slogan Lotta dura, Contronatura!. Si laureò in filosofia morale con
una tesi, poi pubblicata con modifiche, da Einaudi con il titolo di Elementi di
critica omosessuale e che divenne un fondamento delle teorie di genere in
Italia e, in misura minore, all'estero, venendo tradotto e pubblicato in
inglese nel 1980 con il titolo Homosexuality and liberation: elements of a gay
critique ed in spagnolo con il titolo Elementos de crítica homosexual dall'editrice
Anagrama. Elementi fu uno dei testi base dei collettivi autonomi gay. Mieli
fu uno dei primi a contestare apertamente le categorie di genere vestendosi
quasi sempre con abiti femminili. Nel frattempo si dedicava al teatro, destando
scandalo nella mentalità dell'epoca con opere come lo spettacolo La Traviata
Norma. Ovvero: Vaffanculo... ebbene sì! Dava volutamente scandalo anche per il
modo in cui si presentava, utilizzò anche immagini e ruoli per portare avanti
la propria battaglia dei diritti individuali inalienabili. Nel corso della sua
esistenza, cercò di superare i limiti, fece uso di droghe e si dette a pratiche
sempre più estreme, inclusa la coprofagia. Durante un viaggio a Londra,
Mieli, vicino già all'antipsichiatria, iniziò a interessarsi di psicoanalisi; ifu
nuovamente arrestato, quando, semi-nudo e in preda a una crisi psichica, fu
fermato nell'aeroporto di Heathrow, in cerca di un poliziotto con cui avere un
rapporto sessuale. Prima venne incarcerato, poi messo nella sezione
psichiatrica del Marlborough Day hospital, assistito dai familiari venuti dall'Italia
in attesa del processo. Venne ricondotto a Milano, dopo la condanna a
pagare una multa, e ricoverato in una clinica psichiatrica per un mese. Una
volta dimesso, su consiglio del suo psicoanalista Giovanni Carlo Zapparoli, i
genitori gli diedero un appartamento autonomo. L'anno seguente viaggiò ad
Amsterdam e di nuovo a Londra e si laureò con lode in filosofia. Poco dopo
lasciò l'appartamento che gli avevano trovato e interruppe la terapia
psichiatrica. Al V congresso del Fuori!, che sancì la sua rottura col
movimento e con Angelo Pezzana, Mieli prese la parola, si dichiarò transessuale
e parlò della sua esperienza di malattia mentale («sono stato definito uno
schizofrenico paranoide, sono stato in ospedale, in manicomio per questo
motivo») e di omosessualità. Dopo questo periodo si dedicò alla stesura degli
Elementi di critica omosessuale. Negli ultimi anni di vita si dedicò
all'esoterismo e all'alchimia, abbastanza isolato dal resto del movimento
omosessuale, e lavorando al romanzo Il risveglio dei faraoni. Morì suicida
infilando la testa nel forno della sua abitazione di Milano dopo un lungo
periodo di depressione. Tra i motivi del suo gesto estremo fu l'ostruzionismo
che il padre, influente industriale milanese, aveva fatto per impedire la
pubblicazione della sua ultima opera, Il risveglio dei faraoni, ritenendolo
troppo autobiografico e lesivo dell'onore famigliare. A lui è intitolato il
Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli sorto a Roma nello stesso anno della
morte. Il pensiero Il transessualismo universale Il pensiero di Mario
Mieli consiste nel ritenere che ogni persona è potenzialmente transessuale se
non fosse condizionata, fin dall'infanzia, da un certo tipo di società che,
attraverso quella che Mieli chiamava "educastrazione", costringe a
considerare l'eterosessualità come "normalità" e tutto il resto come
perversione. Per transessualità, non intende quello che si intende oggi nella
comune accezione del termine, ma l'innata tendenza polimorfa e
"perversa" dell'uomo, caratterizzata da una pluralità delle tendenze
dell'Eros e da l'ermafroditismo originario e profondo di ogni individuo.
La liberazione omosessuale in chiave marxista fu tra i primi studiosi ed
attivisti del Movimento di Liberazione Omosessuale Italiano, accanto a
Castellano,Consoli, Modugno e Pezzana.
Tutti partivano dalla certezza che la liberazione dall'ancestrale omofobia
dovesse fondarsi sulla consapevolezza della propria identità, censurata fin
dalla nascita dalla cultura dominante, da loro ritenuta antropologicamente
sessuofoba e pervicacemente omofoba. Da queste basi partivano per
abbattere la discriminazione pluri-secolare nei confronti di chi non si
identificava nella sessualità assiomaticamente definita come naturale e
normale. Abbracciò immediatamente il marxismo, cercando di rimodularlo sulle
istanze della lotta di liberazione ed emancipazione omosessuale e ritenendo la
società capitalista intrinsecamente omofoba. Rilettura della psicanalisi
Negli Elementi di critica omosessuale, volle rielaborare alcuni degli spunti
teorici della teoria della sessualità di Freud, attraverso la lettura che, tra
gli anni Cinquanta e Sessanta, ne aveva fatto Marcuse. Marcuse, infatti, in opere come “Eros
e civiltà e L'uomo a una dimensione (1964), aveva voluto fondere marxismo e
psicanalisi. Fu proprio Freud, infatti, a sostenere che l'orientamento sessuale
poteva prendere qualsiasi "direzione", riconducendo
"eterosessualità" e "omosessualità" a semplici varianti
della sessualità umana in senso lato. Una non escluderebbe l'altra, e anzi, in
potenza, tutti saremmo pluri-sessuali, "polimorfi" o, più
semplicemente, bi-sessuali. In base a questa riflessione, riteneva che si
dovesse denunciare come assurda e inconsistente l'opposizione ideologica
"eterosessuale" vs "omosessuale", essendo viziato il
principio stesso di "mono-sessualità". A questa prospettiva
unilaterale, che riteneva incapace di cogliere la natura ambivalente e dinamica
della dimensione sessuale, Mieli ha preferito opporre un principio di eros libero,
molteplice e polimorfo. Per Mieli era tragicamente ridicola «la stragrande
maggioranza delle persone, nelle loro divise mostruose da maschio o da
"donna.” Se il travestito appare ridicolo a chi lo incontra, tristemente
ridicolissima è per il travestito la nudità di chi gli rida in faccia».
Tim Dean, psicoanalista dell'Buffalo, che redasse l'appendice dell'edizione
Feltrinelli di Elementi di critica omosessuale, afferma: «Nel processo politico
di ristrutturazione della società, Mieli non esita a includere nel suo elenco
di esperienze redentive la pedofilia, la necrofilia e la coprofagia» e
«ridefinisce drasticamente il comunismo descrivendolo come riscoperta dei corpi
(...) In questa comunicazione alla Bataille di forme materiali, la corporeità
umana entra liberamente in relazioni egualitarie multiple con tutti gli esseri
della terra, inclusi "i bambini e i nuovi arrivati di ogni tipo, corpi
defunti, animali, piante, cose" annullando "democraticamente"
ogni differenza non solo tra gli esseri umani ma anche tra le specie». A
questa rivoluzione sociale sono di ostacolo determinati elementi, ritenuti da
Mieli come «pregiudizi di certa canaglia reazionaria» che, trasmessi con
l'educazione, hanno la colpa di «trasformare troppo precocemente il bambino in
adulto eterosessuale». Il tema della pedofilia Da provocatore dei
"benpensanti", quale è stato tutta la breve vita, facendo esplicitamente
riferimento a Freud, Mieli affrontò a modo suo anche il tema della sessualità
infantile, per questo andando incontro a forti critiche. I bambini, secondo il
pensiero di Mieli, potevano "liberarsi" dai pregiudizi sociali e
trovare la realizzazione della loro "perversità poliforme" grazie ad
adulti consapevoli di quanto sopra asserito: «Noi checche rivoluzionarie
sappiamo vedere nel bambino non tanto l'Edipo, o il futuro Edipo, bensì
l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini.
Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros,
possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che
profondono, possiamo fare l'amore con loro. Per questo la pederastia è tanto
duramente condannata. Essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società
invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo
la griglia edipica. La società repressiva eterosessuale costringe il bambino al
periodo di latenza; ma il periodo di latenza non è che l’introduzione mortifera
all’ergastolo di una «vita» latente. La pederastia, invece, «è una freccia di
libidine scagliata verso il feto» (Francesco Ascoli)» (Elementi di critica
omosessuale). Nella nota 88 si legge: «Per pederastia intendo il
desiderio erotico degli adulti per i bambini (di entrambi i sessi) e i rapporti
sessuali tra adulti e bambini. Pederastia (in senso proprio) e pedofilia
vengono comunemente usati come sinonimi» (Elementi di critica omosessuale). Il
tema dell'alterazione psichica, della follia Mieli faceva uso di sostanze
stupefacenti, attraverso le quali mirava a superare lo stato di normalità in
cui riteneva le persone intrappolate. Riteneva che nevrosi, follia, paranoia,
delirio e, soprattutto, la schizofrenia, al pari dell'omosessualità fossero
caratteristiche latenti in tutti gli esseri umani e, con riferimento a Jung,
che tali condizioni permettessero «la (ri)scoperta di quella parte di noi che
Jung definirebbe “Anima” oppure “Animus”». In riferimento all'omosessualità, considerava
che potesse essere una porta verso il lato inesplorato della personalità, in
analogia con la follia: “La paura dell’omosessualità che distingue l’homo
normalis è anche terrore della “follia” (terrore di se stesso, del proprio
profondo). Così, la liberazione omosessuale si pone davvero come ponte verso
una dimensione decisamente altra: i francesi, che chiamano folles le checche,
non esagerano». Opere: “Comune futura,” “Elementi di critica omosessuale,
Einaudi, Torino, Elementi di critica omosessuale, Gianni Rossi Barilli e Paola Mieli,
Feltrinelli, Milano, Elementi di critica
omosessuale, Gianni Rossi Barilli e Paola Mieli, Feltrinelli, Milano, “Il
risveglio dei faraoni,” preservato da Marc de' Pasquali e Umberto Pasti, Cooperativa
Colibri, Milano, “Il risveglio dei faraoni,” Alfonso Sarrio Solidago, dR
Edizioni, Milano, “Oro, eros e armonia,”
Gianpaolo Silvestri e Antonio Veneziani, Edizioni Croce, Oro, eros e armonia,
Gianpaolo Silvestri e Antonio Veneziani, Edizioni Croce, “E adesso,” Silvia De Laude, Edizioni
Clichy, Teatro La Traviata Norma.
Ovvero: Vaffanculo... ebbene sì!, Film “Gli anni amari, regia di Andrea
Adriatico.. Note Tommaso Giartosio,
Perché non possiamo non dirci: letteratura, omosessualità, mondo, Feltrinelli
Editore, Gianni Rossi Barilli, Il
movimento gay in Italia, Feltrinelli Editore, L. Schettini, Mario Mieli, in
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, .Mario Mieli, Ideologia. Progetto omosessuale rivoluzionario, in
Elementi di critica omosessuale MIELI, Mario di Laura SchettiniDizionario
Biografico degli Italiani, in Treccani, Trascrizione del suo intervento in congresso
nazionale del “Fuori!”, in Fuori! rancobuffoni/files/pdf/gp_leonardi_mieli.pdf Mieli, artista contro la violenza, in La
Stampa, 16 marzo Elementi di critica
omosessuale, Einaudi, Mario Mieli. Elementi di critica omosessuale. Milano,
Einaudi, Mario Mieli, estremo e dimenticato. Storia di un intellettuale
provocatore., in Treccani Il tascabile, Mieli, Mario., Mieli, Paola. e Rossi
Barilli, Gianni., Elementi di critica omosessuale Il risveglio dei Faraoni, in
Alfonso Sarrio Solidago , PRIDE, Milano, dR Edizioni, Silvestri, Gianpaolo, L'ultimo
Mario Mieli : Oro Eros Armonia : contributi di Ivan Cattaneo e Antonio
Veneziani, 2 ed. riveduta e corretta, Libreria Croce, De Laude, Silvia,, Mario
Mieli : e adesso, Angelo Pezzana . La
politica del corpo. Roma, Savelli, Elio Modugno. La mistificazione
eterosessuale. Milano, Kaos. Stefano Casi. L'omosessualità e il suo doppio: il
teatro di Mario Mieli. Rivista di sessuologia (numero speciale L'omosessualità
fra identità e desiderio,Francesco Gnerre. L'eroe negato. Milano, Baldini e
Castoldi, Marco Philopat, Lumi di punk: la scena italiana raccontata dai
protagonisti, Milano, Agenzia, Concetta D'Angeli, Teatro Talento Tenacia...
Mario Mieli, in "Atti&Sipari" Circolo di cultura omosessuale
Mario Mieli Fuori! Marc de' Pasquali Movimento di liberazione omosessuale
Omosessualità Queer Storia dell'omosessualità in Italia Studi di genere Teoria
queer Transessualismo Altri progetti Collabora a Wikiquote Citazionio su Mario
Mieli Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri
file su Mario Mieli Biografia, in
italiano, su culturagay. Chi era Mario Mieli (articolo sul gay.tv), su gay.tv Circolo di cultura
omosessuale "Mario Mieli", su mariomieli.org. Refs. Luigi Speranza,
“Grice e Mieli” – The Swimming-Pool Library.
MIRAGLIA. (Reggio). Filosofo. Grice: “Miraglia is
the type of philosopher beloved by the Oxford hegelians; but then he is a
Neapolitan Hegelian!” Grice: “I always found Kant easier, but there’s nothing
like a ‘filosofia del diritto’ in Kant! And Hegel’s ethics itself, compared to
Kant’s is mighty more complex – that’s why I taught Kant!” Si laureaall'Napoli,
dopodiché insegnò filosofia del diritto nella stessa università, ed economia
politica alla Scuola superiore di agricoltura di Portici. Seguì una corrente di pensiero eclettica, ad
esso contemporanea, che mirava all'integrazione di pratiche giuridiche ed
ispirazioni filosofiche. Fu sindaco di Napoli. Pubblcazioni: Tra le più famose
si ricordano: “Condizioni storiche e scientifiche del diritto di preda (Napoli);
“I principî fondamentali dei diversi sistemi di filosofia del diritto e la dottrina
etico-giuridica di Hegel (Napoli); “Filosofia del diritto,” Napoli. Nella sua
biografia ufficiale per la Treccani è nato a Reggio nell'Emilia, mentre nella
sua scheda storico-professionale sul sito del Senato si riporta a Reggio di
Calabria Giuseppe Erminio. Enciclopedia
Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, (latinista) Sindaci di Napoli
Senatori della XXI legislatura del Regno d'Italia Luigi Miraglia, su TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
MISEFARI. (Palizzi). Filosofo. Fratello
di Enzo (politico calabrese del P.C.I., storico e poeta), di Ottavio
(calciatore reggino tra i più conosciuti nei primi anni del secolo; giocò nella
Reggina e nel Messina) e di Florindo (biologo, attivista della Lega Sovversiva
Studentesca e del gruppo "Bruno Filippi"). Dopo aver
frequentato la scuola elementare del piccolo paese di nascita in provincia di
Reggio Calabria, a undici anni si trasferì con lo zio proprio a Reggio
Calabria. Già da adolescente, influenzato dalle frequentazioni di socialisti e
anarchici in casa dello zio, partecipò attivamente alla fondazione e allo
sviluppo di un circolo giovanile socialista (intitolato ad A. Babel,
rivoluzionario tedesco dell'Ottocento). Iniziò a collaborare al giornale Il
Lavoratore, organo della Camera del Lavoro di Reggio Calabria, firmando gli
articoli come "Lo studente". Collaborò nello stesso periodo a Il
Riscatto, periodico socialista-anarchico stampato a Messina; e con Il
Libertario, stampato a La Spezia e diretto da Pasquale Binazzi. Il 5 marzo
1912, a causa della sua attività antimilitarista esercitata all'interno del
Circolo contro la Guerra italo-turca, fu arrestato e condannato a due mesi e
mezzo di carcere per «istigazione alla pubblica disobbedienza». Fu nei due
anni successivi che Bruno si convertì dal socialismo all'anarchia. Ciò avvenne
soprattutto con la frequentazione da parte di Giuseppe Berti, suo professore di
fisica presso l'"Istituto Tecnico Raffaele Piria". Nel 1912 si
trasferì a Napoli e si iscrisse al Politecnico, dopo avere studiato fisica e
matematica alle superiori, e anche per non dispiacere al padre, proseguì tali
studi. Pesò inoltre su questa decisione il fatto che in quegli anni, dopo la
tragica distruzione della città di Reggio Calabria a causa del terremoto del
1908, il lavoro che garantiva le maggiori certezze era proprio quello
dell'ingegnere. Nondimeno continuò per proprio conto gli studi a lui
prediletti: politica, filosofia, letteratura, come aveva fatto fino ad allora.
A Napoli si fece subito avanti nell'ambiente anarchico. Il movimento a Napoli
contava allora di un centinaio di aderenti. Nel 1915 si rifiutò di
partecipare al corso allievi ufficiali a Benevento e fu condannato a quattro
mesi di carcere militare. Diserterà una seconda volta il 28 settembre 1916,
trovando rifugio nella campagna del beneventano in casa di un contadino.
Tornato a Reggio Calabria, il 5 marzo 1916 interruppe una manifestazione
interventista nella centrale Piazza Garibaldi, salendo sul palco e pronunciando
un discorso antimilitarista. Venne per questo motivo arrestato e condotto
presso il carcere militare di Acireale; sette mesi dopo venne trasferito presso
quello di Benevento. Da lì riuscì ad evadere grazie alla complicità di un amico
secondino. Fu tuttavia intercettato alla frontiera del confine svizzero; ancora
incarcerato, riuscì nuovamente nella fuga nel giugno del 1917. Il 19
giugno 1917 toccò il territorio svizzero, ma i gendarmi lo condussero al
carcere di Lugano. Giunte dalla Calabria le informazioni su di lui, essendo un
uomo politico, dopo quindici giorni fu lasciato libero con la facoltà di
scegliere il luogo di residenza. Indicò subito Zurigo, dove sapeva di potere
rintracciare Francesco Misiano, suo caro amico e noto esponente politico socialista,
anche lui accusato di diserzione. A Zurigo trovò ospitalità presso la famiglia
Zanolli, dove si innamorò della giovane Pia, che diventerà sua compagna di
vita. Durante il periodo di esilio in Svizzera, Bruno svolgeva attività
politica tenendo i contatti con Luigi Bertoni e con altri gruppi anarchici
elvetici, collaborando anche al giornale: Il Risveglio Comunista Anarchico.
Svolse una serie di conferenze in varie città della Svizzera. Bruno si
autoannunciava con un suo pseudonimo anagrammatico Furio Sbarnemi. A Zurigo
frequenta la Cooperativa socialista di Militaerstrasse 36 e la libreria
internazionale di Zwinglistrasse gestita dai disertori Giuseppe Monnanni,
Francesco Ghezzi e Enrico Arrigoni; in questi ambienti conosce anche Angelica
Balabanoff. Il 16 maggio 1918 venne arrestato per un complotto inventato
dalla polizia. Fu incolpato innocentemente con l'accusa di avere fomentato una
rivolta nella città e di «aver fabbricato bombe a scopo rivoluzionario». Con
lui furono arrestati diversi attivisti politici, tra i quali lo stesso
Francesco Misiano (che fu poi rilasciato perché socialista e non anarchico).
Rimase in carcere per sette mesi, e venne poi espulso dalla Svizzera nel luglio
1919. Grazie ad un regolare passaporto per la Germania, ottenuto per ragioni di
studio, si recò a Stoccarda. Lì entrò in contatto con Clara Zetkin (che gli
rilascia una lunga intervista sul movimento rivoluzionario in Germania) e
Vincenzo Ferrer. Nell'ottobre nel 1919 poté rientrare in patria, in seguito
all'amnistia promulgata dal governo Nitti. -- è a Napoli e poi a Reggio
Calabria. Anni ventiIl ritorno in Italia Il 1920 fu un periodo intenso
per la vita militante di Bruno Misefari. A Napoli partecipò come oratore a
molte manifestazioni, si prodigò a favore dei suoi compagni colpiti dalla
repressione, denunciò le provocazioni della polizia; tenne numerose conferenze
e comizi. Con il dentista anarchico Giuseppe Imondi, stampò alcuni numeri del
giornale: L'Anarchia. In autunno fu chiamato a Taranto a svolgere il compito di
segretario propagandista presso la locale Camera del Lavoro Sindacale. Tra la
fine del 1920 e l'inizio del 1921 ebbe stretti contatti con Errico Malatesta,
Camillo Berneri, Pasquale Binazzi, Armando Borghi, Giuseppe Di Vittorio e altri
esponenti dell'anarchismo e del sovversivismo italiano. Nel 1921 si impegnò su
più fronti per la campagna a favore degli anarchici Sacco e Vanzetti. Nello
stesso periodo (1920-21) fu corrispondente di: Umanità Nova, settimanale
anarchico diretto da Errico Malatesta e collaborò al periodico: L'Avvenire
Anarchico di Pisa. Continuò i suoi studi a Napoli con qualche salto a
Reggio Calabria con la sua compagna Pia Zanolli, che sposò. Si laureò a Napoli.
Successivamente si iscrisse anche alla facoltà di filosofia. Nonostante l'avvento
del fascismo, fondò un giornale libertario, “L'Amico del popolo,” che però dopo
il quarto numero fu soppresso dalle autorità. Nel primo numero del giornale,scrisse
un editoriale dal titolo “Chi sono e cosa vogliono gli anarchici.” Lo scritto è
l'espressione del suo pensiero libertario: «L'anarchismo è una tendenza
naturale, che si trova nella critica delle organizzazioni gerarchiche e delle
concezioni autoritarie, e nel movimento progressivo dell'umanità e perciò non
può essere una utopia.» Da esperto di geologia, progettò per primo in
Calabria l'industria del vetro e fondò a Villa S.Giovanni, la prima vetreria in
Calabria (Società Vetraria Calabrese). In quegli stessi anni subì però
persecuzioni continue da parte del regime. Fu cancellato dall'Albo di categoria
e non poté più firmare progetti. Gli venne mossa l'accusa di avere «attentato
ai poteri dello Stato, per il proposito di uccidere il re e Mussolini». Fu
prosciolto dopo venticinque giorni di carcere. La polizia ravvisò in un
discorso di commemorazione durante il funerale di un amico (tra l'altro un
industriale fascista, Zagarella) un'ispirazione anarchica e pertanto lo propose
per l'assegnazione al confino. Fu arrestato, in carcere si sposò con Pia
Zanolli, fu inviato per il confino, prigioniero a Ponza. Tuttavia sembra che
tale provvedimento fosse stato determinato da altri motivi. Misefari, che era
ingegnere minerario, si era attivamente impegnato nello sfruttamento su larga
scala di giacimenti di quarzo, materia prima per l'industria vetraria, che fino
a quell'epoca dipendeva, in gran parte, dai silicati stranieri. Assunto
come direttore tecnico della Società Vetraria Calabrese (di cui era stato
finanziatore e Presidente il succitato Zagarella) egli si era dovuto ben presto
scontrare con l'assenteismo e l'inettitudine del consiglio di amministrazione
che si schierò contro di lui con l'intenzione di eliminarlo in qualsiasi modo,
ricorrendo anche ad espedienti politici. Giustizia e Libertà, in un articolo anonimo
ddal titolo «Politica e affarismo. Il caso di un ingegnere libertario»,
attribuisce la causa del confino alle manovre dei suoi ex soci. Durante il
confino stringe amicizia con Torrigiani, Gran Maestro del Grande Oriente
d'Italia, il quale lo affilia alla Massoneria. L'amnistia del decennale
del fascismo lo liberò dal confino dopo due anni. Ma tornato in Calabria
vide il vuoto intorno a sé; scrive infatti a sua moglie: "Amnistiato sì,
però a quale prezzo: la salute sconquassata, senza un soldo, senza prospettive
per l'avvenire". Gli viene diagnosticata l'esistenza di un tumore alla
testa. Va e viene con la moglie da Zurigo a Reggio Calabria. Riesce a trovare
il capitale necessario per l'impianto di uno stabilimento per lo sfruttamento
della silice a Davoli (in provincia di Catanzaro). Le sue condizioni di
salute peggiorano a causa del tumore. Perde conoscenza, viene ricoverato in
stato gravissimo nella clinica romana del Senatore Giuseppe Bastianelli, e lì
si spense la sera stessa. Ancora ragazzo, studente, cominciò a ribellarsi
contro l'ingiustizia del mondo che lo circondava: Palizzi Superiore, un paese
tra i monti dove il castello feudale dei signori locali dominava la valle, dove
si ammucchiavano piccole e povere case desolate di contadini. E si ribellò a
quel mondo, costruito secondo quell'immagine topografica che portava impresso
nella memoria: sopra, chi comanda e non lavora, sotto, chi subisce e lavora. E
ancora ragazzo cominciò a sognare un mondo in cui quella gerarchia fosse
sovvertita prima, distrutta poi. Poteva scegliere di ispirarsi al socialismo
marxistico o al socialismo libertario. Del primo apprezzava l'analisi
dell'antagonismo tra le classi, ma mostrava perplessità circa i mezzi proposti
dalla diagnosi marxistica per fronteggiare il pericolo di una rivincita
dell'avversario di classe. Inclinò perciò verso il socialismo libertario.
«Nel comunismo libertario io sarò ancora anarchico? Certo. Ma non di meno sono
oggi un amante del comunismo. L'anarchismo è la tendenza alla perfetta felicità
umana. esso dunque è, e sarà sempre, ideale di rivolta, individuale o
collettivo, oggi come domani.» (Bruno MisefariTaccuino personale) La
scelta della diserzione fu coerente con il suo obiettivo di combattere non la
guerra degli stati, ma a fianco degli oppressi di tutto il mondo contro il loro
nemico, tenendo alta la bandiera dell'internazionalismo. Pur sottoposto senza
tregua alla persecuzione della polizia e all'inquisizione della magistratura,
fu sempre al suo posto accanto a coloro che lavoravano e soffrivano. Come ogni
rivoluzionario sincero e coerente, pagò col carcere e col confino la sua fede
in un ideale. Chi sono gli anarchici. SecondoMisefari, essere anarchici
voleva dire per prima cosa proclamare, contro ogni violenza, l'inviolabilità
della vita umana. Inoltre significava lottare per l'abolizione della proprietà
privata e a favore della socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio.
Proprio per questo gli anarchici sono, di fondo, dei socialisti. A questo
esperimento di vita sociale andava affiancata la lotta contro lo Stato, che ne
impediva la realizzazione. E la lotta contro lo Stato non poteva essere
vittoriosa se non con la rivoluzione. Dunque gli anarchici sono socialisti,
antistatali e rivoluzionari. Elemento fondamentale della lotta, secondo
Misefari, era l'allargamento di essa alla sfera internazionale. È comunque una
lotta che non si fa violenta. Misefari è fortemente pacifista, contrario
all'uso della forza e della violenza armata. L'anarchico è inoltre
antireligioso: la religione infatti è considerata "fattore di abbrutimento
per l'umanità". Antimilitarismo Per Misefari la guerra è pura
barbarie, speculazione capitalistica consumata in nome dello Stato.
«L'esistenza del militarismo è la dimostrazione migliore del grado di
ignoranza, di servile sottomissione, di crudeltà, di barbarie a cui è arrivata
la società umana. Quando della gente può fare l'apoteosi del militarismo e
della guerra senza che la collera popolare si rovesci su di essa, si può
affermare con certezza assoluta che la società è sull'orlo della decadenza e
perciò sulla soglia della barbarie, o è una accolita di belve in veste
umana.» Religione La religione è considerata come un anestetico delle
facoltà critiche della mente umana. Sarebbe proprio la religione a imprigionare
le energie morali dell'uomo, a inebetire lo spirito critico e di riflessione.
Perciò i popoli più religiosi sarebbero i meno progrediti e i più afflitti
dalla tirannia, mentre, laddove la religione sparisce, lì è florida la libertà
e il benessere. «È il più solido puntello del capitalismo e dello Stato,
i due tiranni del popolo. Ed è anche il più temibile alleato dell'ignoranza e
del male.» È forte nel pensiero di Misefari la volontà di sottolineare
l'uguaglianza sociale tra uomo e donna. In anni difficili e lontani dalle
battaglie del femminismo di metà Novecento, egli afferma che la donna nobilita
e abbellisce la condizione di vita umana. È dovere della donna lottare per
risollevarsi da una condizione di inferiorità, che è tale in virtù di un
"delitto sociale" e non dovuta a leggi di natura. «Donne, in
voi e per voi è la vita del mondo: sorgete, noi siamo uguali!» Misefari
vive di sogni, di ideali. Nella sua concezione non esiste un artista, che sia
poeta, filosofo, persino scienziato, che si sia mai messo al servizio della
menzogna. Se tutti potevano essere vili, un artista non poteva. «Un poeta
o uno scrittore, che non abbia per scopo la ribellione, che lavori per
conservare lo status quo della società, non è un artista: è un morto che parla
in poesia o in prosa. L'arte deve rinnovare la vita e i popoli, perciò deve
essere eminentemente rivoluzionaria.» Poesia composta da Misefari:
FALCO RIBELLE «Un giovane falco che drizza il libero volo Ne l'alto, ove
sono i fulgori di soli immortali Un giovane falco ribelle o piccoli, io sono.
Mi spinge ne' campi ignorati, un acre desio Di sante ideali battaglie, di luce
e di gloria. Mi splende nell'occhio la speme di certe vittoria, Mi parla nel
core la voce sinfonica, dolce D'un caro sublime Pensiero, ch'è Bene ed Amore.
Ho giovini l'ale e robuste, o venti, o cicloni, O fulmini immani feroci, vi
lancio la sfida. Voi soli potete pugnare col giovine falco, Chè Luce, chè
Forza, chè Vita multanime siete. Ma voi, piccoli, no. Coi vermi guazzate nel
fango, Dal fango mirate del falco il libero volo.» Frammenti «Prima di
pensare di rivoluzionare le masse, bisogna essere sicuri di aver rivoluzionato
noi stessi» «Ogni uomo è figlio dell'educazione e della istruzione che
riceve da fanciullo» «Gli Anarchici non seguono le leggi fatte dagli
uominiquelle non li riguardanoseguono invece le leggi della natura»
«Prima l'educazione del cuore, poi l'educazione della mente» «Socialismo
vuol dire uguaglianza, vuol dire libertà. Ma l'uguaglianza non può essere senza
libertà; come la libertà non può essere senza l'uguaglianza: dunque socialismo
e anarchia sono due termini dello stesso binomio, sono i due inseparabili
fattori della redenzione proletaria.» «Quando la giustizia non sarà la
durda infame delle tirannidi, quando l'amore non sarà deriso, quando il ferro
non sarà legge e l'oro non sarà dio, quando la libertà sarà religione e sola
nobiltà il lavoro, allora, solo allora, il mio rifiuto della guerra sarà
benedetto.» «M'è questa notte eterna assai men grave del dì che mi mostrò
viltà dei forti e pecorilità di plebi schiave. Lungi da quì il pianto: sto ben
coi morti!» (epitaffio) Opere complete Bruno Misefari, Schiaffi e
carezze, Roma, Morara, 1969. Bruno Misefari, Diario di un disertore, La Nuova
Italia, Entrambi i testi sono stati pubblicati postumi sotto lo pseudonimo
Furio Sbarnemi. Le schede biografiche di alcuni esponenti anarchici
calabresi, A/Rivista Anarchica, Antonioli, Antonioli, E. Misefari.
Antonioli, Pia Zanolli era nata a
Belluno. Dopo il matrimonio con Misefari, fu iscritta nell'albo dei sovversivi
pericolosi, venendo poi arrestata col marito a Domodossola (cfr.: A/Rivista
Anarchica) Chi sono e cosa vogliono gli
anarchici, ed. settembre . Antonioli, Pia Zanolli, L'Anarchico di Calabria,
Roma, La Nuova Italia, Bruno Misefari, Utopia? No, Pia Zanolli, Roma, ALBA
Centro Stampa, Enzo Misefari, Bruno, biografia di un fratello, Milano, Zero in
condotta, 1Maurizio Antonioli, Gianpietro Berti, Santi Fedele, Pasquale Luso,
Dizionario biografico degli anarchici italianiVolume 2, Pisa, Biblioteca Franco
Serantini, Bruno Misefari, Schiaffi, Carezze e altro, Pino Vermiglio, Laureana
di Borrello, Ogginoi, Furio Sbarnemi, Diario di un disertore, Camerano (AN),
Gwynplaine, ,Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Bruno Misefari, su
siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze Archivistiche. Opere di
Bruno Misefari, su Liber Liber. openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Bruno Misefari presso l'International Institute of
Social History di Amsterdam, su iisg.amsterdam,Fondo Bruno Misefari presso la
Fondazione Lelio e Lisli Basso di Roma, su fondazionebasso. 04-02-. Gli
anarchici contro il fascismo, celebre articolo di Giorgio Sacchetti.
MODIO. (Santa Severina).
Filosofo. Grice: “Only in Italy a philosopher writes a treatise on a river –
although the Isis would not be out of place for some Magdalenite!” – Grice:
“His convito is a jewel!” – Seguace di Neri. Originario di Santa Severina, borgo
collinare della Calabria Ulteriore, fu avviato agli studi di filosofia presso
l'Archiginnasio di Napoli; in seguito passò a Roma, dove si avviò agli studi in
medicina divenendo allievo di Fusconi.
Modio frequenta gli ambienti accademici, dove entrò in contatto con
alcuni dei maggiori esponenti di spicco di quell'epoca come Molza e Tolomei. Pubblicò la sua prima opera letteraria più
famosa dal titolo Il convito, overo del peso della moglie, un dialogo diegetico
ambientato a Roma durante il carnevale della città capitolina, in cui viene
trattato il tema delle corna durante un convivio presieduto dall'allora vescovo
di Piacenza Trivulzio e a cui parteciparono anche Gambara, Marmitta, Benci,
Selvago, Raineri e Cesario. Fu altresì
grande estimatore degli scritti di Piccolomini.
Durante la stesura in lingua volgare di un Operetta de’ Sogni, si ammalò
di febbre altissima; si spense dopo qualche giorno a Roma, nella tenuta di
palazzo Ricci in via Giulia. Opere:“Il
convito,” Roma, per Valerio, e Luigi Dorici fratelli Bressani, “Il Tevere, dove
si ragiona in generale della natura di tutte le acque, et in particolare di
quella del fiume di Roma,” Roma, appresso a Vincenzo Luchini, “Origine del
proverbio che si suol dire "anzi corna che croci", Roma, A. degli
Antonii,” Jacopone da Todi, I Cantici del beato Iacopone da Todi, con diligenza
ristampati, con la gionta di alcuni discorsi sopra di essi. Et con la vita sua
nuovamente posta in luce, Giovanni Battista Modio, Roma, appresso Hi Salviano. Prospetto
autore, su edit16.iccu.. 7 dicembre .
Modio, Il Tevere, cit., c. 45r
Anno di pubblicazione della medesima opera. Gennaro Cassiani, Giovanni
Battista Modio, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana.
MOISO. (Torino). Filosofo. Grice: “I like Moiso; I would think my two
favourite of his treatises is one on the ‘filosofia della mitologia’ (think
Beowulf!) --; the other is a consideration on Goethe on ‘nature and her forms’
– having built my career on the natural/non-natural distinction, it cannot but
fascinate me!” Esperto di storia della filosofia e della scienza di fama
internazionale, ha insegnato nelle Torino, Macerata e Milano. Le sue ricerche
hanno riguardato la filosofia post-kantiana, con particolare attenzione al
pensiero di Salomon Maimon, l'idealismo tedesco, con ricerche su Kant, Fichte,
Schelling e Hegel, Goethe e l'età goethiana, Achim von Arnim, il concetto di
esperienza ed esperimento nel Romanticismo, la filosofia di Nietzsche nel suo
rapporto con le scienze, il pensiero di Ernst Mach e di Ortega y Gasset. È
stato membro della Schelling Kommission per l'edizione critica delle opere di
Friedrich Wilhelm Joseph Schelling. Ha partecipato alla Enciclopedia
Multimediale delle Scienze Filosofiche di Rai Educational con due interventi
sulla La filosofia della natura tedesca e sulla "Scienza specialistica e
visione della natura nell’età goethiana". Presso l'Udine è stato istituito
il CIRM Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Morfologia “Francesco
Moiso”. Opere: Fondamentali, tra le altre opere, per la ricerca filosofica e le
oltre 100 pagine dedicate a “Pre-formazione ed epigenesi nell'età goethiana,” in
“Il problema del vivente tra Settecento e Ottocento: aspetti filosofici,
biologici e medici,” – Grice: “Interesting idea, ‘il vivente’ – we don’t have
that thing in English, ‘a loose liver’ --. V Verra, Roma, Istituto della
Enciclopedia Italiana. Caratteristica degli suoi studi è la connessione tra
ricerca storico-filosofica e impianto teoretico, fatto particolarmente evidente
nel volume su Schelling. “La filosofia di Salomone Maimon,” Milano,
Mursia, “Natura e cultura,” Milano, Mursia, “Vita natura libertà,” Milano,
Mursia, “Pre-formazione ed epigenesi nell'età goethiana, in II problema del
vivente tra Settecento e Ottocento. Aspetti filosofici, biologici e medici, V
Verra, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana,” Nietzsche e le scienze,
Milano, Cuem, -- Grice: cf. ‘gaia scienza’ – “Tra arte e scienza,” Milano,
Cuem, “La natura e le sue forme,” Cornelia Diekamp, Milano, Mimesis, “La
filosofia della mitologia,” Matteo Vincenzo d'Alfonso, Milano, Mimesis. “Il
nulla e l'assoluto” "Annuario Filosofico", “Teleologia dopo Kant,” In:
Giudizio e interpretazione in Kant. atti del Convegno sulla Critica del
Giudizio (Macerata, Genova, Idee in Schelling, in IDEA VI Colloquio, Roma, M.
Fattori e M. Bianchi, Olschki ed, Firenze, Schelling, "Ricerche
filosofiche sull'essenza della libertà umana: e gli oggetti che vi sono
connessi", Commentario A. Pieper e O. Höffe, edizione italiana F. Moiso e
F, Viganò, Milano, Guerini e Associati, Introduzione. Le Ricerche: una svolta
nel pensiero di Schelling?, in Schelling, "Ricerche filosofiche
sull'essenza della libertà umana: e gli oggetti che vi sono connessi",
Commentario A. Pieper e O. Höffe, F.
Moiso e F, Viganò, Milano, Guerini e Associati, “Dio come persona,” in Schelling,
"Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà umana: e gli oggetti che
vi sono connessi", Commentario A. Pieper e O. Höffe, edizione italiana F.
Moiso e F, Viganò, Milano, Guerini e Associati, I paradossi dell'infinito, in:
"Romanticismo e modernità", Torino, La scoperta dell’osso
intermascellare e la questione del tipo osteologico, in G. Giorello, A. Grieco,
Goethe scienziato, Torino, Einaudi,
Schelling: il romano antico nella filosofia dell'arte, in "Rivista di
estetica", Torino, Ortega y Gasset pensatore e narratore dell'Europa,
Milano, Gargnano del Garda, Milano: Cisalpino (Acme / Quaderni) E ho visto le
idee addirittura con gli occhi, in: Goethe: la natura e le sue forme (Atti del
Convegno Arte, scienza e natura in Goethe; Torino), Milano, Mimesis, Cornelia Diekamp, Experientia/experimentum nel Romanticismo, in
M. VenezianiExperientia, Firenze: Olschki, L'albero della malattia. Motivi
della medicina in età romantica, in Atti della sofferenza. Atti del seminario
di studi. Udine,C. Casale e G. Garelli, Itinerari, La percezione del fenomeno originario e la sua
descrizione, in: Arte, scienza e natura in Goethe. Torino, R. Pettoello,
Francesco Moiso, In memoriam, "Acme",D'Alfonso, Matteo V., In guisa
di introduzione. L'interpretazione moisiana della "filosofia della
luce" di Fichte, in "Rivista di storia della filosofia,” M. Ivaldo,
La fichtiana dottrina della scienza e l'interpretazione di Moiso, In memoria di
Moiso. La filosofia della natura, in
"Annuario Filosofico", Paul Ziche, "Un terzo più alto, la loro
sintesi comune". Teorie della mediazione in Schelling, In memoria di Moiso. La filosofia della natura, in
"Annuario Filosofico", Stefano Poggi, Dopo Schelling, dopo Goethe.
Francesco Moiso lettore di Mach, in In memoria di Francesco Moiso. La filosofia
della natura, in "Annuario Filosofico", Federico Vercellone, Da
Goethe a Nietzsche. Moiso tra morfologia ed ermeneutica, in In memoria di Moiso.
La filosofia della natura, in "Annuario Filosofico", Giordanetti,
"Moiso interprete di Kant", in Rivista di storia della filosofia, Gian
Franco Frigo, Natura della forma e storicità della sua comprensione, in
Francesco Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, La responsabilità dell'uomo per la natura nel
pensiero degli scienziati romantici inMoiso: testimonianze di colleghi e
allievi, Torino, Trauben, Flavio Cuniberto, Corpo e mistero, in Francesco
Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Matteo Vincenzo
d'Alfonso, I corsi di Francesco Moiso: una lezione di ricerca, in Moiso:
testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Piero Giordanetti, Moiso
e il kantismo di Nietzsche, in Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino,
Trauben, Luca Guzzardi, Tra filosofia della natura e morfologia dei saperi: un
ruolo per l'enciclopedismo, in Francesco Moiso: testimonianze di colleghi e
allievi, Torino, Trauben, Federica
Viganò, Morfologia e filosofia: la filosofia della natura come "tropica"
del reale, in Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben,
2005, 81-94 Andrea Potestio (Tesi di
laurea su Lo Schelling di Heidegger), in Francesco Moiso: testimonianze di
colleghi e allievi, Torino, Trauben, Alessandro Mainardi (Tesi di laurea su
L'estetica pittorica di Friedrich), in Moiso: testimonianze di colleghi e
allievi, Torino, Trauben, 2005, 99-102.
Alessio Cazzaniga (Tesi di laurea su La filosofia dell'evoluzione di Miguel de
Unamuno), in Francesco Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino,
Trauben, La natura osservata e compresa: saggi in memoria di Moiso, Federica
Viganò, Milano, Guerini, N. Moro, In
ricordo di Francesco Moiso, in "Rivista di Storia della Filosofia", Joerg Jantzen, In memoriam: Francesco Moiso
verstorben In ricordo di Francesco Moiso. Università degli Studi di Milano,
Sala Crociera Alta, 16 novembre
Francesco Moiso, La rivoluzione di Lavoisier, in Enciclopedia
Multimediale delle Scienze Filosofiche Moiso, Goethe e la natura, in
Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche Francesco Moiso, Goethe
poeta e scienziato, in Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche Moiso,
La riculturalizzazione della scienza, in Enciclopedia Multimediale delle
Scienze Filosofiche, Scheda biografica sul sito delle edizioni Mimesis
Citazioni di opere di Moiso su Google Scholar Citazioni di Francesco
Moiso su Google Citazioni di Francesco Moiso sul sito della Bayerische Akademie
der WissenschaftenSchellingEdition und Archiv.
MONDIN. (Monte di Malo). Filosofo. Grice:“Trust an
Aquino to provide a systematic philosophy! Mind, I’ve been called a systematic
philosopher, too!” Grice: “At
Oxford, we are very familiar with angels – but only Mondin takes angeologia
seriously! Trust an Italian! Ponte Sant’Angelo comes to mind!” Dottore di
Filosofia e Religione a Harvard. È stato decano della Facoltà di Filosofia
presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma. Mondin membro della
Congregazione dei Missionari Saveriani. Nei suoi studi, le principali figure di
riferimento sono state Tommaso d'Aquino e Paul Tillich, da cui ha tratto
l'ideale di un accordo e di un mutuo sostegno tra filosofia e teologia. Opere:
Etica, Etica e politica, Filosofia, Antropologia filosofica, Manuale di
filosofia sistematica, La Metafisica di Aquino e i suoi interpreti,” “Storia
dell'antropologia filosofica” Antropologia filosofica e filosofia della cultura
e dell'educazione Epistemologia e cosmologia Logica, semantica e gnoseologia
Ontologia e metafisica Storia della metafisica, Storia della metafisica, Storia
della metafisica, “Ermeneutica, metafisica, analogia in Aquino; History of
mediaeval philosophy, Storia della filosofia medievale Dizionario enciclopedico
di filosofia, teologia e morale Il sistema filosofico di Aquino Corso di storia
della filosofia, Corso di storia della filosofia, Corso di storia della
filosofia, L'uomo: chi è? Introduzione alla filosofia. Problemi, sistemi,
filosofi La filosofia dell'essere di Aquino Teologia Maria madre della Chiesa.
Piccolo trattato di mariologia “Il ritorno degli angeli” -- trattato di
angelologia, Roma, Pro Sanctitate, Ospitato su archive.is. Dizionario storico e
teologico delle missioni Dizionario enciclopedico del pensiero di Aquino, Essere cristiani oggi. Guida al cristianesimo
Il problema di Dio. Filosofia della religione e teologia filosofica La
cristologia di Aquino. Origine, dottrine principali, attualità Storia della
teologia Storia della teologia Storia della teologia Storia della teologia, Gli
abitanti del cielo Gesù Cristo salvatore dell'uomo La chiesa sacramento d'amore
La trinità mistero d'amore Dizionario dei teologi Introduzione alla teologia
Dio: chi è? Elementi di teologia filosofica Scienze umane e teologia Cultura,
marxismo e cristianesimo I teologi della liberazione, “Il problema del
linguaggio teologico dalle origini ad oggi” Filosofia e cristianesimo I teologi
della speranza I grandi teologi Professore I grandi teologi Professore I teologi della morte di Dio Dizionario
enciclopedico di filosofia, teologia e morale. Software Filosofia della cultura
e dei valori Le realtà ultime e la speranza cristiana Religione Nuovo
dizionario enciclopedico dei papi. Storia e insegnamenti Commento al Corpus
Paulinum (expositio et lectura super epistolas Pauli apostoli) La chiesa
primizia del regno. Trattato di ecclesiologia Mito e religioni. Introduzione
alla mitologia religiosa e alle nuove religioni L'uomo secondo il disegno di
Dio. Trattato di antropologia teologica Preesistenza, sopravvivenza,
reincarnazione Teologie della prassi L'eresia del nostro secolo Società Storia
dell'antropologia filosofica Antropologia filosofica. L'uomo: un progetto
impossibile? Philosophical anthropology Una nuova cultura per una nuova
società. In ricordo di Mondin. Un
tomista ed "oltre" del XX secolo: Battista Mondin di Pierino Montini,
Congresso tomista internazionale, Roma, nel sito "E- Aquinas" Studium
thomisticum.
MONTANARI. (Roma). Filosofo.
Massino Montanari.
MONTANI
(Teramo). Flosofo. Allievo di Emilio Garroni, è Professore di
Estetica alla Sapienza Roma, è stato Directeur d'Études Associé presso
all'EHESS di Parigi e ha insegnato Estetica al Centro sperimentale di
cinematografia di Roma. La sua ricerca si concentra oggi principalmente sui
temi di filosofia della tecnica. Allievo di Emilio Garroni, per Montani
l'estetica non va considerata come filosofia dell'arte, ma come una teoria
della sensibilità umana, che ha la peculiarità di essere aperta agli stimoli
del mondo esterno. La riflessione di Montani si snoda in diversi passaggi e
attraverso il confronto con alcuni dei protagonisti della filosofia, della
linguistica, della semiotica e della teoria del cinema del Novecento, avendo
sempre come punto di riferimento la filosofia critica di Kant. Pensiero
Ermeneutica e filosofia critica. Pubblica Il debito del linguaggio, in cui,
partendo dal confronto con le teorie strutturaliste, in particolare quelle di
Jakobson e JMukarovsky, mostra come la questione del significato del testo
poetico non possa essere risolta mediante l'individuazione del codice
linguistico o semiotico di riferimento, ma rimandi ad una condizione estetica
della significazione. Questo tema viene ulteriormente approfondito in Estetica
ed ermeneutica. Prendendo le mosse dalla filosofia critica kantiana, propone di
ripensare la verità nel senso heideggeriano dell’ “a-letheia”, del “dis-velamento”
dell'essere come una situazione ermeneutica strettamente legata
all'effettiva esperienza del soggetto, seguendo la rilettura della filosofia di
Heidegger proposta da Gadamer.La formazione e il pensiero di Montani sono stati
segnati dal suo interesse per il cinema e in particolare per Vertov e Ėjzenštejn.
Di entrambi ha curato l'edizione degli
scritti. Nel testo “L'immaginazione narrative” (Guerini) coniuga
l'interesse per il cinema con quello più strettamente filosofico per il tema
dell'immaginazione. Propone di considerare l'immaginazione nei termini in cui,
in Tempo e racconto, Ricœur parla della narrazione, ovvero come di un processo
di “rifigurazione” dell'esperienza del tempo da parte dell'uomo. Per Ricoeur la
narrazione ha il potere di far fare al lettore esperienza di un tempo
propriamente umano. Montani fa propria la tesi di Ricoeur, applicandola però,
all'ambito della narrazione cinematografica. Montani ritiene che il territorio
dell'immaginazione in cui lavora il cinema sia quello dell'intreccio tra
finzione e testimonianza, tra la costruzione dell'intreccio narrativo e la
documentazione del reale. La trasformazione dell'esperienza del tempo avviene,
così, ad un livello più profondo e creativo. Tecnica ed estetica Con
Bioestetica si inaugura la fase più recente del pensiero di Montani, dedicata
all'approfondimento del rapporto tra tecnica e estetica. Attraverso il
paradigma della bioestetica Montani propone di leggere i fenomeni di biopotere
che caratterizzano l'epoca contemporanea a partire dalla loro natura
innanzitutto tecnica ed estetica, cioè a partire dal fatto che la sensibilità
dell'essere umano viene sempre più orientata ed organizzata tecnicamente. Il biopotere
consiste proprio nella capacità di canalizzare la sensibilità umana. In
L'immaginazione intermediale Montani prende in analisi i modi in cui il cinema
risponde alle forme di anestetizzazione. Prendendo le mosse dalla
spettacolarizzazione della politica emersa in seguito all'attentato delle Torri
Gemelle, Montani introduce il concetto di "autenticazione
dell'immagine", che non consiste nell'accertamento del referente fattuale
dell'immagine (il vero, il reale) ma nella rigenerazione di un orizzonte di
senso condiviso, la capacità di riferimento dell'esperienza e del linguaggio,
in un'epoca caratterizzata da crescenti fenomeni di “indifferenza referenziale”
La riflessione sul rapporto tra estetica e tecnica continua in “Tecnologie
della sensibilità”, in cui viene teorizzata l'esistenza di una terza funzione
dell'immaginazione: accanto a quella produttiva e riproduttiva vi è una
funzione inter-attiva. L'immaginazione inter-attiva diventa il paradigma
attraverso cui leggere l'epoca contemporanea, attraversata profondamente da
fenomeni dell'inter-attività digitale e dalla proliferazione di ambienti
virtuali. Opere: “Il debito del linguaggio: il problema dell'auto-riflessività
nel segno, nel testo e nel discorso,” – Grice: “There is the ‘debito’ and there
is the ‘credito’ or ‘price’ of semiosis, too!” -- Marsilio, Venezia; -- Grice:
“Actually, Montani uses ‘aesthetic self-reflection,’ using ‘aesthetic’
etymologically, as per what he calls ‘ermeneutica sensibile’ -- Fuori campo: studi sul cinema e l'estetica,
Quattroventi, Urbino; Estetica ed ermeneutica: senso, contingenza, verità,
Laterza, Roma-Bari; L'immaginazione
narrativa: il racconto del cinema oltre i confini dello spazio letterario, Guerini
e associati, Milano; Arte e verità dall'antichità alla filosofia contemporanea:
un'introduzione all'estetica, Laterza, Roma-Bari; L'estetica contemporanea: il
destino delle arti nella tarda modernià,
Carocci, Roma; Lo stato dell'arte: l'esperienza estetica nell'era della
tecnica, M. Carboni eMontani, Laterza, Roma-Bari; Bioestetica: senso comune,
tecnica e arte nell'età della globalizzazione, Carocci, Roma; L'immaginazione
intermediale: perlustrare, rifigurare, testimoniare il mondo visibile, Laterza,
Roma-Bari; Tecnologie della sensibilità.
Estetica e immaginazione interattiva, Cortina, Milano. -- Note Montani, Il
senso, Rai Scuola, su raiscuola.rai. I
percorsi dell'immaginazione. Studi in onore di Pietro Montani., Pellegrini,
. Rinaldo Censi, Cine-occhi e
cine-pugni: due modi di intendere il cinema, su Nazione Indiana, L'immaginazione estatica. Estetica, tecnica e
biopolitica, su giornaledifilosofia.net. 2 lAlessandra Campo, Biopolitica come
an-estetizzazione. Il significato estetico della biopolitica, su
sintesidialettica. Montani, L'immaginazione intermediale, Laterza, , 7-9. Montani, L'immaginazione intermediale,
Laterza, , 21-24. Anna Li Vigni, Gli occhiali per immaginare,
Il Sole 24 Ore. La vita immersa nell’estetica del virtuale, su ilmanifesto.
MONTINARI.
(Lucca). Filosofo.
Grice: “If I were asked to identify the main difference between the Italian
philosopher and the Oxonian philosopher is that the Italian philosopher takes
Nietzsche seriously! But then he lived at Torino!” «Nelle istituzioni esistenti, sostenute da
immani forze di produzione e di distruzione, viene assimilata e mercificata
ogni e qualsiasi protesta, persino quella dei Lumpen, ogni tentativo di
lasciare la «nave dei folli». Se il metodo di Nietzsche può ancora aiutarci,
allora l'unica forza che ci è rimasta è quella della cultura, della
ragione.» Considerato uno dei massimi editori e interpreti di Nietzsche.
Ha definitivamente dimostrato che Nietzsche non ha mai scritto un'opera dal
titolo “La volontà di Potenza” e che le cinque diverse compilazioni che la
sorella del filosofo e altri editori dilettanti hanno pubblicato sotto questo
titolo sono testi del tutto inaffidabili per comprendere il pensiero di
Nietzsche. Si era formato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e
all'Pisa, presso la quale si laureò con una tesi, “I movimenti ereticali a
Lucca.” Caduto il fascismo, divenne un attivista del Partito comunista, presso
il quale si occupava della traduzione di scritti dal tedesco. Mentre visitava
la Germani a Est per motivi di ricerca, fu testimone della rivolta del '53.
Successivamente, in seguito alla repressione della Rivoluzione ungherese del
1956, si allontanò dall'ortodossia marxista e dalla carriera nel partito.
Mantenne tuttavia la sua iscrizione al PCI, e rimase fedele agli ideali del
socialismo. Collaborò con le Edizioni Rinascita, e per un anno fu direttore
dell'omonima libreria in Roma. Dopo averne rivisto la raccolta di opere e
manoscritti in Weimar, Colli e Montinari decisero di iniziarne una nuova
edizione critica. Essa divenne lo standard per gli studiosi, e fu pubblicata in
da Adelphi. Per questo lavoro fu preziosa la sia abilità nel decifrare la
scrittura a mano (praticamente incomprensibile) di Nietzsche, fino a quel momento
trascritta solo da "Gast“ (Köselitz). Fonda la rivista Nietzsche-di
cui fu coeditore. Attraverso le sue traduzioni ed i suoi commenti di Nietzsche,
diede un contributo fondamentale alla ricerca storica e filosofica, inserendo
Nietzsche nel contesto del proprio tempo. Opere : “Che cosa ha veramente
detto Nietzsche” Roma, Ubaldini,
ripubblicato come “Che cosa ha detto Nietzsche,”
[Grice: “I convinced Montinari that ‘veramente’ is a trouser word and should be
avoided!” -- Giuliano Campioni, Milano, Adelphi. Su Nietzsche, Roma, Editori
Riuniti, Curatele: edizioni critiche
Teoria della Natura, Torino, Boringhieri, Milano, SE, F Nietzsche, Lettere a Rohde, M. Montinari,
Torino, Boringhieri, Nietzsche, Opere, (Milano, Adelphi, Nietzsche, Il caso Wagner: Crepuscolo degli
idoli; L'anticristo; Scelta di frammenti postumi, S. Giametta, Ferruccio
Masini, M. Montinari, Giorgio Colli, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1975
Friedrich Nietzsche, Ecce homo; Ditirambi di Dioniso; Nietzsche contra Wagner;
Poesie e scelta di frammenti postumi, Roberto Calasso e M. Montinari, Giorgio
Colli, Milano, A. Mondadori, Nietzsche, Schopenhauer come educatore,Milano,
Adelphi, Epistolario di Nietzsche, María Ludovica Pampaloni Fama, Milano,
Adelphi, Nietzsche, Scritti giovanili, Giorgio Colli, Mario Carpitella, M. Montinari,
trad. di Mario Carpitella, Milano, Adelphi, Arthur Schopenhauer, La vista e i
colori Carteggio con Goethe, M. Montinari, Abscondita, Nota introduttiva a Genealogia della morale
(di Nietzsche), Mazzino Montinari,Nietzsche e Van Gogh, due
cardini del pensiero occidentale moderno di Bettozzi (Liberaldemocaratici), su liberal democratici.. «Tant qu'il ne fut pas possible aux
chercheurs les plus sérieux d'accéder à l'ensemble des manuscrits de Nietzsche,
on savait seulement de façon vague que La Volonté de puissance n'existait pas
comme telle (...) Nous souhaitons que le jour nouveau, apporté par les inédits,
soit celui du retour à Nietzsche.» (Gilles Deleuze) Aveva infatti ottenuto una borsa di studio
della Scuola Normale Superiore a Francoforte sul Meno. Rinascita OnLine Che era stato il suo maestro. Giuliano
Campioni, Dizionario Biografico degli Italiani stituto dell'Enciclopedia
italiana Treccani Giuliano Campioni, Giuliano Campioni,B Giuliana Lanata,
Esercizi di memoria, Bari, Levante Editori, (notizie su M. M. nell'articolo su Colli
anche a proposito dell'Enciclopedia di autori classici, Editore Boringhieri,
progettata e diretta da Colli e a cui M. M .collaborò). Paolo D’Iorio , L'arte
di leggere Nietzsche, Firenze, Ponte alle grazie,Giuliano Campioni, Leggere Nietzsche.
Alle origini dell'edizione critica Colli-Montinari. Con lettere e testi
inediti, Pisa, Mazzino Montinari: l'arte di leggere Nietzsche Paolo D'Iorio,
Pubblicato da Ponte alle grazie, Studi germanici — Di Istituto italiano di
studi germanici — Pubblicato da Edizioni dell'Ateneo, Originale disponibile
presso la l'Università della Virginia — "Mazzino Montinari,
Nietzsche", di Francesca Tuca Giuliano Campioni, Da Lucca a Weimar:
Mazzino Montinari e Nietzsche in Nietzsche. Edizioni e interpretazioni, Maria Cristina
Fornari, ETS, Pisa, Die "ideelle Bibliothek Nietzsches". Von Charles
Andler Montinari Pensiero di Schopenhauer Roberto Roscani Torino#Filosofi Giuliano
Campioni, Mazzino Montinari, in Dizionario biografico degli italiani, stituto dell'Enciclopedia Italiana, . Opere
di Mazzino Montinari, Centro interdipartimentale di studi Colli-Montinari su
Nietzsche e la Cultura Europea — Pisa, Lecce, Padova e Firenze
(Centronietzsche.net), su centronietzsche.net. Grice:: “Montinari is right that
‘la volonta di potenza’ ‘n’existe pas’ – vacuous name. Mazzino Montinari. Refs.
Luigi Speranza, “Grice e Montinari: l’implicatura di Nietzsche” --.
MORAMARCO.
(Reggio nell’Emilia). Filosofo. Grice: “Unlike Moramarco, what most people
know about massoneria is via “Il flauto magico”!” Grice: “Moramarco analyses
massoneria aa a philosophical cult, talking about ‘brotherly link’ ‘vincolo
fraterno’ – he has unearthed a few fascinating details about massoneria in
Italy. Esponente della Massoneria te assertore di una
sintesi religiosa tra Mazdeismo e Cristianesimo. Discende da un'antica famiglia
di Altamura, di ascendenze latino-germaniche, cresciuta e ramificatasi durante
il dominio dei Farnese. Studioso di Massoneria, ha scritto la Nuova
Enciclopedia Massonica in tre volumi (1989-1995, seconda ed. 1997), importante
testo di ricerca massonologica. Un suo precedente volume, La Massoneria ieri e
oggi fu tra i primi, sull'argomento, pubblicati in Russia dopo il crollo del
regime sovietico, che aveva proscritto le Logge. Iniziato nel Grande
Oriente d'Italia il 10 dicembre 1975, divenne Maestro Venerabile della Loggia
Intelletto e Amore n. 723, e nel 1986 ricevette la decorazione all'Ordine di
Giordano Bruno, conferita a quanti si distinguono nello studio e nella
diffusione degli ideali massonici. Coordinatore scientifico del Convegno
Internazionale 250 anni di Massoneria in Italia, al quale parteciparono
studiosi quali Paolo Ungari, Alessandro Bausani, Aldo A. Mola, Alberto Basso,
Fabio Roversi Monaco, Paolo Ricca. Il convegno fiorentino costituì la prima
risposta pubblica, da parte della Comunione massonica di Palazzo Giustiniani,
alle degenerazioni della P2. Nello stesso anno, in qualità di Garante
d'Amicizia tra il Grande Oriente d'Italia e la Grand Lodge of South Africa,
richiese, d'accordo con il Gran Maestro Armando Corona, che tutte le Logge
sudafricane, peraltro già avviate in tale direzione (quando un gruppo di Liberi Muratori della
Massoneria Prince Hall era stato ammesso nella Loggia "De Goede Hoop"
di Cape Town), abrogassero l'apartheid, scelta che esse fecero, qualificandosi
tra le prime associazioni bianche a superare la segregazione razziale.
Nel 1992 uscì dal Grande Oriente d'Italia, rigettandone il laicismo, per
ravvivare i nuclei massonici di impronta cristiana e spiritualista, che
assunsero la denominazione Real Ordine degli Antichi Liberi e Accettati
Muratori (A.D. 926). Su tale concezione della Massoneria ha scritto La via
massonica. Dal manoscritto Graham al risveglio noachide e cristiano (), un
testo dal quale emerge, fra l'altro, l'importanza della devozione alla Vergine
Maria, come madre del Cristo ed espressione umana della divina Sophia, nella
genesi della spiritualità massonica. Ha ricostruito le vicende della Gran
Loggia d'Italia, l'altra associazione maggioritaria di Liberi Muratori in Italia,
nel volume Piazza del Gesù . Documenti rari e inediti della tradizione
massonica italiana, contribuendo in seguito alla realizzazione di programmi
tematici per varie emittenti televisive, tra le quali Rossija 24 (), Reteconomy
() e È TV Rete7. Ha conseguito il 33º grado del Rito scozzese antico ed
accettato e il VII del Rito filosofico italiano, che nel secondo decennio del
Novecento vide tra le sue fila i neopitagorici Arturo Reghini e Amedeo Rocco
Armentano. Fonda in Italia l'Antico Rito Noachita su patente ricevuta
presso il British Museum dall'ex Maestro Venerabile della Loggia
"Heliopolis" di Londra. Ha realizzato una colonna sonora per i
rituali massonici, dal titolo Masonic Ritual Rhapsody. presso la Loggia
"Gottfried Keller" di Zurigo, è stato ricevuto come membro
nell'Independent Order of Odd Fellows. Già attivo con Joseph L. Gentili, editore del newsletter Brooklyn Universalist Christian,
in un progetto di restaurazione della Chiesa Universalista d'America, contro la
deriva liberal di quel movimento, ha ricevuto il navjote zoroastriano . Nel
volume Il Mazdeismo Universale propone una visione eclettica di tale religione,
collegando ad essa elementi del misticismo ebraico, del dualismo platonico e
cristiano, del buddhismo Mahāyāna, e riconoscendo in Gesù il saoshyant (divino
soccorritore, messia) profetizzato dall'antica religione iranica, in una
prospettiva teologica di tipo mazdeo-cristiano, intorno alla quale si è formata
una Fraternità Mazdea Cristiana. Si è avvicinato alle correnti
latitudinaria e mistica dell'Anglicanesimo e al percorso religioso di Loyson,
confluendo in una comunità religiosa di orientamento eclettico , ove ha potuto
conservare la doppia appartenenza, cristiana e zoroastriana. Entro tale gruppo,
che nel gennaio ha assunto la
denominazione Reformed Cloister of the Holy SpiritUnione Riformata
Universalista, è un oblato di San Pellegrino delle Alpi, secondo la Regola che,
ispirandosi alle tradizioni fiorite intorno alla vita di quell'eremita del
Cristianesimo celtico, contempla almeno un atto quotidiano "di giustizia,
o di soccorso fraterno" anche nei riguardi di animali e piante.
Laureatosi cum laude in Filosofia presso l'Bologna,, con una tesi sul pensatore
indiano Sri Aurobindo (relatore il noto indologo e sanscritista Giorgio Renato
Franci), nella seconda metà degli anni Ottanta si è formato in Training
autogeno e Psicoterapia con la procedura immaginativa sotto la guida di Luigi
Peresson. Ha trattato dei nessi tra Zoroastrismo e Cristianesimo nei
libri La celeste dottrina noachita ( e I Magi eterni, di fenomenologia del
sacro ne L'ultima tappa di Henry Corbin e di tanatologia in Psicologia del
morire. Ha scritto sulle esperienze di autogestione dei lavoratori nel mondo e
sui rapporti tra socialismo e religione per Azione nonviolenta, la rivista
fondata da Aldo Capitini. Con il saggio Per una rifondazione del Socialismo
partecipò al simposio "Marxismo e nonviolenza" (Firenze) nel quale
intervennero, tra gli altri, Norberto Bobbio e Roger Garaudy. -- è un
sostenitore della lingua ausiliaria internazionale Esperanto. Ha aderito al
gruppo esperantista bolognese "Achille Tellini 1912". In ambito
narrativo, ha scritto Diario californiano e Torbida dea. Si è occupato di
storia dello spettacolo, scrivendo I mitici Gufi (2001), sul celebre quartetto
di cabaret degli anni sessanta, e partecipando all'allestimento del programma
Gufologia per Rai Sat; con l'ex "Gufo" Roberto Brivio ha collaborato
sia nella riproposta del repertorio del gruppo in teatri e circoli culturali,
sia nella realizzazione di un laboratorio teatrale e musicale che vide
attivamente coinvolti numerosi alunni portatori di disabilità, presso l'Istituto
medio superiore in cui insegnò psicologia. Ha inciso quattro CD,
Allucinazioni amorose (meno due), Gesbitando, Come al crepuscolo l'acacia e
Existenz, che contengono sue canzoni e brevi suites strumentali, ricevendo il
plauso, tra gli altri, di critici come Maurizio Becker, Mario Bonanno (Musica
& Parole) e Salvatore Esposito (Blogfoolk), di autori come Bruno Lauzi,
Ernesto Bassignano, Giorgio Conte e dei jazzisti Giulio Stracciati e Shinobu
Ito. Nel dicembre è stato chiamato
da Luisa Melis, figlia e continuatrice dell'opera di Ennio Melis, il patron
della RCA Italiana, a far parte della giuria del Premio De André. Opere:“La
Massoneria” (De Vecchi, Milano), “La Massoneria: cronaca, realtà, idee (De
Vecchi, Milano), “Per una rifondazione del socialismo, in : Marxismo e nonviolenza
(Lanterna, Genova), “La Libera Muratoria” (SugarCo, Milano). Masonstvo v
proshlom i nashtoiashchem (Progress, Moskva 1990), “La Massoneria. Il vincolo fraterno
che gioca con la storia” (seconda ed., Giunti, Firenze) Diario californiano
(Bastogi, Foggia) Grande Dizionario Enciclopedico UTET (quarta ed., Torino)
(voci: Antroposofia, Besant, Cagliostro, Radiestesia, ecc.) L'ultima tappa di
Henry Corbin, in Contributi alla storia dell'Orientalismo, G.R. Franci (Clueb,
Bologna) “250 anni di Massoneria in Italia” (Bastogi, Foggia) Nuova
Enciclopedia Massonica (Ce.S.A.S., Reggio E.; seconda ed.: Bastogi, Foggia)
Psicologia del morire, in I nuovi ultimi
(Francisci, Abano Terme) Piazza del Gesù. “Documenti rari e inediti della
tradizione massonica italiana” (Ce.SA.S. Reggio Emllia) Sette Lodi Massoniche
alla Beata Vergine Maria (Real Ordine A.L.A.M., Reggio Emilia 1992) La celeste
dottrina noachita (Ce.S.A.S, Reggio E.) I mitici Gufi (Edishow, Reggio Emilia
2001) Torbida dea. Psicostoria d'amore, fantomi & zelosia (Bastogi, Foggia)
Il Mazdeismo Universale. Una chiave esoterica alla dottrina di Zarathushtra
(Bastogi, Foggia ) I Magi eterni. Tra Zarathushtra e Gesù (con Graziano
Moramarco) (Om Edizioni, Bologna ) La via massonica. Dal manoscritto Graham al
risveglio noachide e cristiano (Om Edizioni, Bologna ) Massoneria. Simboli,
cultura, storia (consulenza scientifica di M.M.) (Atlanti del Mistero/Giunti-De
Vecchi, Firenze ) Introduzione alla Libera Muratoria (Il Settenario, Bologna )
Musica Allucinazioni amorose (meno due) (cd) (Bastogi Music Italia) Masonic
Ritual Rhapsody (cd) (Bastogi Music Italia) Gesbitando (cd, con Andrea
Ascolini) (Bastogi Music Italia ) Come al crepuscolo l'acacia (cd) (Heristal
Entertainment, Roma ) Existenz (cd) (Heristal Entertainment, Roma ). Note Aplogruppo Mola, Un valido impulso per una
Massoneria "à parts entières", in 250 anni di Massoneria in Italia, F.
Ferrari, La Massoneria verso il futuro (una conversazione con Michele
Moramarco) v. ) Una breve rassegna di
testi fondamentali sulla Massoneria si trova sul sito del Cesnur diretto da
Massimo Introvigne. Vedi anche le recensioni di E. Albertoni ne Il Sole 24 Ore,
p.1 inserto domenicale, e di G. Caprile ne La Civiltà Cattolica, 6Il volume fu
pubblicato nel 1990, anno della dissoluzione dell'URSS, dalla casa editrice
Progress, V. Brunelli, Massoneria: è finito con la condanna della P2 il tempo
delle logge e dei "fratelli" coperti, in Corriere della sera, Il
Corriere della Sera dedicò un lungo articolo allo "scisma" (v. ). Del
Real Ordine A.L.A.M. si è occupato anche il centro di ricerca Cesnur, diretto
dal noto storico e sociologo delle religioni Massimo Introvigne,
v.//cesnur.org/religioni_italia/a/ appendice_02.htm. Il termine Real non aveva
alcun riferimento alla storia italiana, ma si richiamava alla leggenda,
contenuta negli Antichi doveri, secondo cui l'Ordine Massonico ricevé le sue
proto-costituzioni dal re Atelstano d'Inghilterra (Æðelstan); recentemente il
Real Ordine ha assunto la denominazione di Unione Cristiana dei Liberi
Muratori Rito filosofico italiano Antico Rito Noachita Masonic Ritual Rhapsody, Bastogi Music
Italia, youtube.com/watch?v=rSs0 4kpA36U. A questa esperienza è collegata la
sua iscrizione alla SIAE come autore musicale
Del percorso che lo ha condotto verso la visione di Zoroastro
(Zarathushtra) si è occupata la rivista parsi di Bombay, Parsiana, così come il
quotidiano torinese La Stampa v. mazdeanchristian.wordpress.com/ latitudinarismo, in Dizionario di filosofia,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, v.
riformati universalisti.wordpress.com// In questa comunità si ritrovano, su
vari temi, idee tratte dal Manicheismo, dall'Arianesimo, dal Quaccherismo,
dall'Unitarianismo, dal Giurisdavidismo e dall'universalismo hindu-cristiano del
movimento Navavidhan fondato da Keshab Chandra Sen (1838-1884). Frequenti e
significativi sono altresì i riferimenti al pensiero di aint-Martin e alla
"religione aperta"o della "compresenza dei morti e dei
viventi"elaborata da Capitini, Stracciati
Ito E. Albertoni, Tante fedi,
nessun dogma (recensione della Nuova Enciclopedia Massonica, Il Sole 24 Ore,I,
inserto culturale domenicale) M. Chierici, Nasce la Lega dei Venerabili
(Corriere della Sera) S. Esposito , Dalle radici del Mazdeismo all'Alleanza Mazdea
CristianaIntervista con Michele Moramarco (in Secreta Magazine n°3/4
marzo-Aprile , 21–29) S. Esposito ,
Gesbitando: intervista con Michele Moramarco (Blogfoolk, 4, ) F. Ferrari, La
Massoneria verso il futuro (una conversazione con Michele Moramarco) (Bastogi,
Foggi8) S. Semeraro, Tra la via Emilia e l'Est. Così parlò Zoroastro (La Stampa,
Torino) S. Sari, Unico e plurimo al contempo, Dio secondo gli Zoroastriani
[intervista a M.M.](Libero) G. Giovacchini, Cultura e spiritualità della
Massoneria italiana nella seconda metà del '900 [prefazione di Michele
Moramarco] (Tiphereth, Acireale-Roma )
Zoroastrismo Universalismo Massoneria Rosacroce michelemoramarco. blog del Real Ordine A.L.A.M., su
realordine.wordpress.com. Pagina sul sito di Heristal Entertainment, su
heristal.eu. blog degli anglicani latitudinari, su riformatiepiscopali.wordpress.com.
MORAVIA.
(Bologna). Filosofo. Grice:
“I like Moravia: he has philosophised on what makes us ‘human,’ (“il pungolo
dell’umano”) – his analysis of ‘il ragazzo selvaggio’ is sublime – and he has
played with ‘reason,’ hidden and strutturata – and the universi di senso with
which I cannot but agree! – provided we don’t multiply them ad infinitum!” -- Grice: “I like Moravia’s idea of ‘la ragione
nascosta’ – you have indeed to seek and thou shalt find!” -- “Il Nietzsche che
prediligo è il Nietzsche terreno, umano, presente nel tempo. È il Nietzsche
intrepido esploratore del sottosuolo dell'uomo e dei disagi della civiltà. È il
Nietzsche che fertilmente e sofferentemente (non narcisisticamente) vive e
pensa il nichilismo: ma per andare oltre il nichilismo. È soprattutto il
Nietzsche cheneo-illuminista forse malgrado luivuole conoscere, capire, dare un
(nuovo) senso alle cose.” Professore a Firenze.
Allievo diGarin, si è formato in ambiente fiorentino conseguendovi la
laurea in filosofia nel 1962 con tesi su Gian Domenico Romagnosi. Professore
incaricato dal 1969, è poi diventato, nel 1975, ordinario di Storia della
Filosofia all'Firenze. Nel corso della
sua carriera, si è interessato particolarmente dell'illuminismo francese e del
pensiero del Novecento, della storia e dell'epistemologia delle scienze umane,
con particolare attenzione all'antropologia, la filosofia della mente e
l'esistenzialismo. I suoi studi e le sue ricerche hanno aperto nuove
prospettive interdisciplinari fra pensiero filosofico e scienze umane. Attualmente, le sue attenzioni sono rivolte
verso l'opera e il pensiero del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche del quale,
nel 1976, pubblicò già una celebre antologia dal titolo La distruzione delle
certezze e, nel 1985, una raccolta di saggi intitolata Itinerario nietzscheano.
Proprio un nuovo modo di avvicinarsi e concepire il pensiero del filosofo
tedesco lo hanno reso uno dei suoi interpreti più originali e più
discussi. Grazie ai suoi studi e
contributi filosofici, è stato visiting professor presso l'Università della
California a Berkeley, l'Università del Connecticut a Storrs e il Center for
the Humanities della Wesleyan University.
Conferenziere presso altre sedi universitarie americane (fra le quali,
Harvard, UCLA, Boston) ed europee (Francia, Belgio, Germania), è cofondatore
della “Società italiana degli studi sul XVIII secolo”, nonché membro del
Comitato direttivo delle Riviste filosofiche “Iride” e “Paradigmi”. Collabora
ai giornali Corriere della Sera, Quotidiano nazionale, La Repubblica. Opere:“Il tramonto dell'Illuminismo.
Filosofia e politica” (Laterza, Roma-Bari); “La ragione nascosta” (Sansoni,
Firenze, La scienza dell'uomo nel Settecento, Laterza, Roma-Bari, L’antropologia
strutturale, G.C. Sansoni, Firenze, Sartre, Laterza, Roma-Bari, La teoria
critica della società, G.C. Sansoni, Firenze, Il pensiero degli idéologues.
Scienza e filosofia, La Nuova Italia, Firenze, “La distruzione delle certezze.
Raccolta antologica di scritti nietzschiani, La Nuova Italia, Firenze, “Linguaggio,
scuola e società not ‘storia’! -- Guaraldi, Firenze, Filosofia e scienze umane nell'età dei Lumi,
G.C. Sansoni, Firenze, Pensiero e civiltà, Le Monnier, Firenze, “Il ragazzo
selvaggio dell'Aveyron.” Pedagogia e psichiatria nei testi di Itard, Pinel e
dell'anonimo della "Décade", Laterza, Roma-Bari , Itinerario nietzscheano,
Guida, Napoli, Educazione e pensiero, Le Monnier, Firenze, Filosofia: storia e
testi, Le Monnier, Firenze, “L'enigma della mente” Laterza, Roma-Bari, Compendio
di filosofia, Le Monnier, Firenze, L'enigma
dell'esistenza. Soggetto, morale, passioni nell'età del disincanto,
Feltrinelli, Milano, L'esistenza ferita. Modi d'essere, sofferenze, terapie
dell'uomo nell'inquietudine del mondo, Feltrinelli, Milano, Filosofia
dialettico-negativa e teoria critica della società, Mimesis Edizioni, Milano; “Ragione
strutturale e universi di senso” (Le Lettere, Firenze, “La Massoneria. La
storia, gli uomini, le idee, Mondadori, Milano, Firenze e il Neo-Umanesimo.
Arte, cultura, comunicazione multimediale all'alba del Terzo Millennio, Le
Lettere, Firenze, Lo strutturalismo, Le Lettere, Firenze, Freud. Filosofia e psicoanalisi, raccolta
antologica di scritti freudiani, UTET, Torino. "Il pensiero", in:
L'universo del corpo, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, "Filosofia della mente e realtà
psichica", in: C. Genovese , La realtà psichica, Edizioni Borla, Roma, "L'esistenza
e il male", in: "Mysterium
iniquitatis", Gregoriana Editrice, Padova, Linterpretazione
personologico-esistenziale dell'uomo", in:
La questione del soggetto tra filosofia e scienze umane, Le Monnier,
Firenze, "Lettura Magistrale" al Convegno Nazionale Dalla
riabilitazione psicosociale alla promozione della salute mentale (Montecatini),
"S.I.R.F. News", "Mente, soggetto, esperienza nel mondo",
in Firrao , La filosofia italiana in discussione (Atti del Convegno). La
filosofia italiana in discussione, Società Filosofica Italiana, Firenze), Bruno
Mondadori, Milano, "Crisi della cultura e relazioni generazionali nel
mondo contemporaneo", in: Giovani e
adulti: prove di ascolto (Atti del Convegno omonimo), Sansepolcro (AR), "La
filosofia degli idéologues. Scienza dell'uomo e riflessione epistemologica tra
Sette e Ottocento", in: G. Santato , Letteratura italiana e cultura
europea tra illuminismo e romanticismo, Atti dell'omonimo Convegno
Internazionale di Studi, Dipartimento di Italianistica, Padova, Droz, Genève CH), "Libertà, finitudine,
impegno. Genesi e significato della responsabilità nel mondo moderno", in:
V. Malagola Anziani , Giustizia e responsabilità (Atti del Convegno omonimo,
Firenze), Dott. A. Giuffré Editore, Milano, "Dal soggetto alla relazione",
Maieutica, V"Demitizzazione e devalorizzazione. La crisi della 'forma
famiglia' nella società contemporanea", in: Interazioni, "Illuminismo
e modernità", Hiram, "Prove d'ascolto. Crisi della cultura e
relazioni generazionali nel mondo contemporaneo", Studi sulla formazione, "Considerazioni
sulla guerra giusta", Hiram, "La filosofia, la conoscenza dell'umano,
il dialogo col pensiero religioso", Hiram, "Esistenza e
felicità", Hiram, "L'Occidente e la pace. Luci e ombre all'alba del
terzo millennio", Hiram,"La filosofia e il suo 'altro'. La
riflessione metafilosofica di Adorno in 'Dialettica negativa'", Iride, "L'uomo: una storia infinita",
in: Per una scienza dell'umano, Arezzo, "L’'interpretazione
personologico-esistenziale dell'uomo", in: L. Lenzi , Neurofisiologia e
teorie della mente, Vita & Pensiero, Milano, "La scoperta
settecentesca dell'inconscio, l'ambiguità del freudismo e il lavoro della
psicoanalisi sull'«animale malato»", Atti del Convegno "Metapsicologia
oggi", tenutosi a Napoli e pubblicati in Metapsicologia oggi, La Biblioteca
Edizioni, Bari, "Un mondo negato. L'assolutizzazione del corpo nella
psico-umanologia contemporanea", Hermeneutica, Corpo e persona, "Complessità,
pluralità, confini", in: Dal coordinatore al coordinamento, Atti del III
Seminario sui Coordinatori pedagogici in Emilia-Romagna, Assessorato Servizi
Sociali Provincia Bologna, Bologna, Bruno Maiorca, Filosofi italiani
contemporanei. Parlano i protagonisti, Bari, Nuova biblioteca Dedalo, su sapere, De Agostini. Pubblicazioni di Sergio Moravia, su Persée,
Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation. Registrazioni su RadioRadicale, Radio Radicale. Registrazione video intervista effettuata
durante la Gran Loggia del GOI dal titolo "Tu sei mio fratello" su youtube.com. Registrazione video della
Lectio Magistralis "Al di qua del bene e del maleNietzsche esploratore
dell'umano" all'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia su
tv.unimore. Registrazione audio della tavola rotonda del GOI "Pedagogia delle
libertàLibertà civili" su radioradicale. Registrazione video del convegno
del GOI "La scienza non sia ostacolata dall'ideologia, dalla politica e
dalla religione" dsu radioradicale. Registrazione audio della tavola
rotonda della Comunità Oasi "Significato e funzione della pena, della
punizione e della penitenza nella promozione umana e sociale" del 14
giugno 1998, su radioradicale. Registrazione video dell'intervento
"Catturati dall'effimero?" all'interno del Convegno Giovanile alla
Cittadella di Assisi" del 29 dicembre 1987, su arcoiris.
MORDACCI.
(Milano). Filosofo. Grice:
“I like Mordacci – in a way, like I did with J. L. Mackie, Mordacci opposes
both ‘assolutismo’ and ‘relativismo’ – and tries to ‘construct’ an
‘inter-personal’ reason out of a full-fledged personal reason. Whereas it would
seem that we enjoin the principle of conversational helpfulness out of
altruism, there is this balance between conversational self-love and
conversational other-love; and we only ‘respect’ the other that respects us as
‘pesonal;’ against Apel, the logic of the inter-personal reduces, in a complex
way, to the logic of the personal; without it, we would be annihilating the
autonomy of the will.” Grice: “I like Mordacci’s emphasis on reason for
normativity – interpersonal reason, as he calls it!” È
preside della Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele
dove è Professore di Filosofia Morale. È Direttore del Centro
Internazionale di Ricerca per la Cultura e la Politica Europea. Laurea in
filosofia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Dottorato in
bioetica presso l'Università degli Studi di Genova. Ha svolto attività di
ricerca e insegnamento presso la Scuola di Medicina e Scienze Umane
dell'Istituto Scientifico Ospedale San Raffaele. Insegnato presso l'Università
Vita-Salute San Raffaele, prima presso la Facoltà di Psicologia e dal 2002
presso la Facoltà di Filosofia che ha contribuito a fondare insieme con Massimo
Cacciari, Edoardo Boncinelli, Michele Di Francesco, Andrea Moro. Ha contribuito
a progetti di ricerca ed è stato membro del Consiglio d'Europa per
l'insegnamento della bioetica. Dal è
preside della Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele,
essendo stato rieletto nel giugno per il
secondo mandato. Membro del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le
Biotecnologie e le Scienze per la Vita della Presidenza del Consiglio dei
Ministri. Dal al è stato membro del Comitato Scientifico per
EXPO come delegato del Rettore
dell'Università Vita-Salute San Raffele. Dal è membro della Commissione per l'Etica della
Ricerca e la Bioetica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e del
Consiglio Direttiva della Società Italiana di Filosofia Morale (SIFM). Nel ha fondato l'International Research Centre
for European Culture and Politics (IRCECP) del quale è Direttore. Temi di
ricerca Si è dedicato in particolar modo dei temi: "Etica e ragioni
morali", "Etica pubblica e rispetto", "Neuroetica".
Attraverso l'indagine delle "ragioni morali" e dell'"identità personale"
e ispirandosi alla filosofia kantiana, propone una forma di "personalismo
critico" in base alla quale il fondamento dell'esperienza morale viene
individuato nella ricerca, che ognuno compie, delle "buone ragioni"
che danno forma alla propria individualità personale attraverso l'agire.
Riconoscere ogni persona come autrice della propria identità fonda un'etica del
rispetto delle persone in quanto a ogni individuo viene riconosciuto il diritto
e il dovere di esprimere le proprie abilità e costruire la propria
personalità. Si è inoltre occupato di bioetica essendo anche stato
coordinatore del progetto Bioetica della genetica: questioni morali e
giuridiche negli impieghi clinici, biomedici e sociali della genetica umana del
Miur (FIRB, Tra i suoi interessi più recenti, la disciplina della Film and
Philosophy: la riflessione su come i film possono fare filosofia e se possono
argomentare vere e proprie tesi filosofiche. In questo contesto ha dato vita al
Laboratorio di Filosofia e Cinema presso la Facoltà di Filosofia
dell'Università Vita-Salute San Raffaele, conduce il sabato pomeriggio la
rubrica "Al cinema col Filosofo" su TgCom24 (stagioni - e -) e la
rubrica "Imparare ad amare i film" all'interno di Cinematografo
Estate () su Rai 1. Riviste È membro del comitato scientifico
dell'Annuario di Etica (ed. Vita e Pensiero), dell'Annuario di Filosofia (ed.
Mimesis) e della rivista online Etica & Politica. Dalla sua
fondazione è membro del Comitato Scientifico della rivista scientifica The
Future of Science and Ethics, a cura del Comitato Etico della Fondazione
Umberto Veronesi. Attività teatrale Romeo e Giulietta: nascita e tragedia
dell'io moderno, Eloisa e Abelardo: passione e negazione, Occidente, o identità
fragile: Paul Auster e le Follie di Brooklyn, analisi filosofiche con letture
sceniche, ciclo "Aperitivi con Sophia", Teatro Franco Parenti,La
violenza e l'ingiustiziaGorgia, ciclo "Filosofi a teatro" Roberto
Mordacci, Teatro Franco Parenti, L'individuo, la libertà e il perdono. Hegel
legge Dostoevskij, lettura scenica di Roberto Mordacci e Jean Sorel, ciclo
l'Intelligenza e la Fantasia, Teatro Strehler,L'isola della verità. Divagazioni
fotografiche e filosofiche, lettura scenica di Roberto Mordacci, Anna Traini e
Maria Grazia Stepparava, Cluster Isole, Mare e Cibo, Padiglione P03-Expo Milano (Rho-Fiera), Kant e il mare, lettura scenica
di Roberto Mordacci e Francesca Ria, agosto
Opere:“Bio-etica della sperimentazione,” FrancoAngeli, Milano; “Salute e
bioetica,” Einaudi, Milano; con G. de Wert, R. ter Meulen e M. Tallacchini. “Una
introduzione alle teorie morali,” Feltrinelli, Milano, La vita etica e le buone ragioni, Bruno
Mondadori, Milano, “Ragioni personali, ragione inter-personali: Saggio sulla
normatività morale,” Carocci, Milano, Elogio dell'Immoralista, Bruno Mondadori,
Milano; Rispetto, Raffaello Cortina, Milano . Bioetica, Bruno Mondadori, Milano
. L'etica è per le persone, San Paolo, Cinisello Balsamo . Al cinema con il
filosofo. Imparare ad amare i film, Mondadori, Milano . La condizione neomoderna,
Einaudi, Torino, . Ritorno a utopia, Laterza, Bari, . Note Università Vita-Salute San Raffaele, su unisr.
Governo/bioetica , su governo. Roberto
Mordacci, su Le Università per Expo,Commissione per l’Etica della Ricerca e la
Bioetica, Consiglio Nazionale delle Ricerche, su cnr. Organi della società | SIFM, su sifm. Intervista
a L'accento di Socrate, su laccentodisocrate.
Rai 1, Cinematografo estate, su rai.tv.
Scienza e etica: in uscita la nuova rivista della Fondazione Veronesi,
su Fondazione Umberto Veronesi. Chi
siamo su scienceandethics.fondazioneveronesi.
Feeding the Mind: Expo-Bicocca Conversation Hour, su unimib. Lettura scenica de
"I Sensi del Mare", su//elbareport. 1 PearsonImparare sempre
[collegamento interrotto], su pearson. 1º agosto . BioeticaMordacci RobertoeBookMondadori
BrunoSai cos'è?FilosofiaePubIBS, su ibs. UNIVERSO FILOSOFIA L'etica è per le
personeEdizioni San Paolo, su edizionisanpaolo. AL CINEMA CON IL FILOSOFO. Riflessioni sul senso della vita intervista di
Ivo Nardi, sito "Riflessioni", settembre . Ci vuole più rispetto
intervista a Roberto Mordacci, Famiglia Cristiana. Ma l'etica non è un'intrusa,
intervista a Roberto Mordacci, Avvenire, Ora smettiamola di parlare inglese,
intervista a Roberto Mordacci, Il Giornale.
MICHELSTÄDTER. (Gorizia). Filosofo. Grice:
“It’s difficult to grasp Michelsteadter’s implicature: his study on
‘persuasion’ is brilliant – he was a close reader of Plato, and he uses figurative
language, as ‘il giovane divino.’ My favourite is his account of the persuasive
rhetoric of Cicero.” Grice: “Michelsteadter plays with the etymology of
persuasion, which is cognate with ‘suave,’ as it should – sweet talk, we should
say – which I could make into a maxim which would not be strictly
‘conversational’ unless under the category of modus – ‘be sweet’ –But the
sweetness applies in general to my framework: the emissor aims to be sweet if
he is going to try to influence the other, and will be influenced by a sweeter
co-emissor.” essential Italian
philosopher. Ultimo di quattro figli, da un'agiata
famiglia di origini ebraiche. Il padre, Alberto, dirige l'ufficio goriziano
delle Assicurazioni Generali ed è presidente del Gabinetto di Lettura goriziano.
È un uomo colto, autore di scritti letterari e di conferenze, rispettoso delle
usanze tradizionali ebraiche, ma solo formalmente, per rispetto borghese: egli
è, anzi, un laico, un «tipico rappresentante della mentalità materialistica
dell'Ottocento». L'ebraismo non sembra quindi incidere molto sulla formazione
culturale di Carlo, che scoprirà solo più tardi e con non poca meraviglia di
avere un antenato cabalista. Tra gli altri membri della famiglia è da ricordare
Carolina Luzzatto, prima donna italiana ad aver diretto un quotidiano.
Iscritto al severo Staatsgymnasium cittadino, fa propria la rigida Bildung
asburgica. Con le traduzioni dal greco e dal latino il giovane Michelstaedter
ha i primi approcci con la speculazione filosofica. A iniziarlo sono il suo
professore di filosofia, Richard von Schubert-Soldern, fautore del solipsismo
gnoseologico, secondo il quale tutto il sapere va ricondotto alla sfera del
soggetto; e l'amico Enrico Mreule, ex compagno di classe, che gli fa conoscere
Il mondo come volontà e rappresentazione, di cui resterà traccia soprattutto ne
La Persuasione e la Rettorica. Nella soffitta di Nino Paternolli, oltre a
Schopenhauer, leggerà e discuterà, con gli amici Nino e Rico, i tragici e i
presocratici, Platone, il Vangelo e le Upanishad; e poi ancora Petrarca,
Leopardi, Tolstoj, e l'amatissimo Ibsen. Conclusi nel 1905 gli studi
ginnasiali, Carlo progetta di iscriversi a giurisprudenza; in seguito abbandona
l'idea e si iscrive alla facoltà di matematica dell'Vienna. Ma l'anima è giàper
dirla con Leopardi«nel primo giovanil tumulto» verso un altrove ch'egli non
riesce a riconoscere nella ferrea logica matematica. Si iscrive al corso di
Lettere dell'Istituto di Studi Superiori Fiorentino, città in cui vivrà per
quasi quattro anni e dove conoscerà, fra gli altri, Gaetano Chiavacci, futuro
curatore delle sue Opere, e Vladimiro Arangio-Ruiz, in seguito noto filosofo
accademico. Continua a ritrarre, fra tratto espressionistico e schizzo
caricaturale, la varia umanità in cui s'imbatte, sia nei mesi di studio che nei
periodi di vacanza al mare e in montagna. Scrive moltissimo, in modo quasi
ossessivo, dalle lettere ai familiari (in particolare alla sorella Paula) alle
recensioni di drammi teatrali. Nel 1909 un evento luttuoso segna la sua vita:
la morte, per suicidio, del fratello Gino (di dieci anni più vecchio), emigrato
a New York. Due anni prima si era suicidata anche una donna da lui amata, Nadia
Baraden. Nell'ottobre dello stesso anno l'amico Enrico Mreule parte per
l'Argentina. Questa partenza è segnata da un evento significativo, una sorta di
passaggio del testimone: Carlo si fa consegnare da Rico la pistola che portava
sempre con sé. Tra il 1909 e il 1910, completati gli esami, ritorna a
Gorizia e inizia la stesura della tesi di laurea, assegnatagli dal docente di
letteratura greca, Girolamo Vitelli, concernente i concetti di persuasione e di
retorica in Platone e Aristotele. La sua attività è febbrile: oltre alla
Persuasione scrive anche la maggior parte delle Poesie e alcuni dialoghi, tra
cui spicca il Dialogo della salute. Il suo isolamento diventa pressoché totale,
mangia pochissimo e dorme per terra, come un asceta; vede solo la sorella e il
cugino Emilio. Comunica al padre che dopo la tesi «non avrebbe fatto il
professore, ma che appena laureato sarebbe andato al mare», forse a Pirano o a
Grado. Dopo un diverbio con la madre, impugna la pistola lasciatagli da
Enrico Mreule e si toglie la vita. Sul frontespizio della tesi aveva disegnato
una "fiorentina", una lampada ad olio, e aggiunto in greco:
apesbésthen, «io mi spensi». Amici e parenti pubblicarono le sue opere e
raccolsero i suoi scritti, ora alla Biblioteca Civica di
Gorizia. Michelstaedter è sepolto nel cimitero ebraico di Valdirose
(Rožna Dolina), oggi nel comune sloveno di Nova Gorica, a poche centinaia di
metri dal confine con l'Italia. Pensiero Una foto di Carlo
Michelstaedter Magnifying glass icon mgx2.svgLa Persuasione e la Rettorica. La
breve vita di Michelstaedter scorrecome risulta dall'Epistolarioall'insegna di
una volontà di vivere continuamente illuminata dal desiderio di un altrimenti e
di un altrove metafisico che fa di lui, già in giovane età, un impulsivo, un
irrequieto esploratore di linguaggi e di mezzi espressivi, capace di spaziare
dalla pittura alla poesia passando per le ripide vette della filosofia.
Nell'apologo dell'aerostato incluso ne La Persuasione e la Rettorica, l'essenza
del pensiero occidentale, la rettorica, viene fatta risalire da Michelstaedter
a un "parricidio": quello di Aristotele nei confronti di Platone.
Questi, nella metafora costruita da Michelstaedter, escogita un mechánema, una
macchina volante per abbandonare il "peso" del mondo e giungere
all'Assoluto. Maestro e discepoli riescono a librarsi negli alti spazi del
cielo, ma restano a metà strada, fra una mera contemplazione dell'essere e del
tempo e la nostalgia della terra e delle cure mondane. A riportarli sulla terra
ci pensa allora un discepolo più scaltro e intraprendente degli altri,
Aristotele, il quale, tradendo il maestro, fa scendere il mechánema restituendo
così a tutti «la gioia d'aver la terra sicura sotto i piedi» (La persuasione e
la rettorica115). Questa nostalgia del mondo intelligibile platonico fa quindi
di Michelstaedter un discepolo di Schopenhauer, più che di Nietzsche. La
costituzione della metafisica è per lui una storia di "rettorici"
tradimenti, la vicenda di una verità dai grandi "persuasi" tanto
proclamata agli uomini quanto da questi disattesa e inascoltata. «Quanto io
dico», scrive Michelstaedter ne La persuasione e la rettorica, «è stato detto
tante volte e con tale forza che pare impossibile che il mondo abbia ancor
continuato ogni volta dopo che erano suonate quelle parole. Lo dissero ai Greci
Parmenide, Eraclito, Empedocle, ma Aristotele li trattò da naturalisti
inesperti; lo disse Socrate, ma ci fabbricarono su 4 sistemi... lo disse
Cristo, e ci fabbricarono su la Chiesa». La persuasione è la visione propria di
chi ha compreso la tragicità della finitezza e ad essa vuol tener fermo, senza
ricorrere a quegli «empiastri»i kallopísmata órphnes, gli «ornamenti
dell'oscurità»che possano lenire il dolore scatenato da tale consapevolezza.
L'essere è finitezza che si rivela solo nella dimensione tragica di una
presenza abbacinante, ma gli uomini rigettano questa tragica consapevolezza
ottundendosi, pascalianamente, nel divertissement. Persuaso è chi ha la vita in
sé, chi non la cerca alienandosi nelle cose o nei luoghi comuni della società
perdendo l'irrinunciabile hic et nunc del proprio esserci, ma riesce «a
consistere nell'ultimo presente», abbandonando quelle illusioni di sicurezza e
di conforto che avviluppano chi vive abbagliato dalle illusioni create dal
potere, dalla cultura, dalle dottrine filosofiche, politiche, sociali,
religiose. È questa «la via preparata» dalla quale a tutti fa comodo non
discostarsi troppo; è questo restare perennemente attaccati alla vitala
philopsychìaa far sì che la "rettorica" trionfi sempre. La vita,
soffocata dalla ricerca dei piaceri, della potenza, finanche dalla presunzione
filosofica di possedere la via e quindi la vita stessa, non vive, perché in
ogni istante ciascuno rimane avvolto dalle cure per ciò che non è ancora o dal
rimpianto per ciò che non è più, mancando sempre l'attimo decisivo, quello che
i greci chiamavano kairós, il tempo propizio. Perciò nella vita facciamo
esperienza della morte, di quella «morte nella vita» cantataquasi una danse
macabrenel Canto delle crisalidi: «Noi col filo / col filo della vita / nostra
sorte / filammo a questa morte». Il pensiero di Michelstaedter procede di
conseguenza, per liberare il potenziale di tragicità dell'esistenza, attraverso
violente contrapposizioni concettuali (persuasione-rettorica, vita-morte,
piacere-dolore), senza alcun tentativo di mediazione dialettica. Michelstaedter
respinge, con un gesto iniziatico, l'idea di costruire una dottrina sistematica
della persuasione e della salute, in quanto «la via della persuasione non è
corsa da 'omnibus', non ha segni, indicazioni che si possano comunicare,
studiare, ripetere. Ma ognuno ha in sé il bisogno di trovarla e nel proprio
dolore l'indice, ognuno deve nuovamente aprirsi da sé la via, poiché ognuno è
solo e non può sperar aiuto che da sé: la via della persuasione non ha che
questa indicazione: non adattarti alla sufficienza di ciò che t'è dato». La
salvezza individuale è possibile solo in una singolarità irripetibile,
irriducibile, concentrata in sé. Il solipsismo di Michelstaedter è perciò
radicale: non ci sono vie, non ci sono cammini, c'è solo il viandante che nel
deserto dell'esistenza è «il primo e l'ultimo», crocefisso al legno della propria
sufficienza e schiacciato dalla croce di falsi bisogni. Poiché il mondo è
negatività assoluta, al pensiero non resta che negare questa stessa negatività
rifiutando i dati dell'immanenza: «Solo quando non chiederai più la conoscenza
conoscerai, poiché il tuo chiedere ottenebra la tua vita». Si tratta di una
sentenza di sapore quasi buddistico: non a caso Mreule enfatizzerà la figura
dell'amico descrivendolo come «il Buddha dell'occidente». Produzione
artistica La produzione poetica e quella pittorica di Michelstaedter possono
essere considerate un prolungamento e un completamento di questo sentimento
tragico e mistico. Come nel verso poetico egli tenta di esprimere
l'inesprimibile, di dire con parole ciò che sfugge al sistema di segni
codificato e perciò già da sempre istituito retoricamente, così nel segno
pittorico, nello schizzo rapido e scherzoso come nel ritratto composto e
meditato, traluce l'impossibilità di giungere a quella che Parmenide chiamava
«la ben rotonda verità»: non siamo giocati solo dalle parole, ma anche dalle
immagini di una realtà fatta di colori e di forme che ci sfuggono nella loro
immediatezza e alterità, «come chi vuol veder sul muro l'ombra del proprio
profilo, in ciò appunto la distrugge». Anche l'arte e la poesia, come la retorica
filosofica, si rivelano infine per quello che sono: fragili orpelli di cui si
orna l'oscurità dell'essere e che ogni linguaggio escogitato dall'uomo sarà
sempre impotente a esprimere. Opere Opere, G. Chiavacci, Sansoni,
Firenze, Scritti scolastici, Sergio Campailla, Gorizia, Opera grafica e
pittorica, Sergio Campailla, Gorizia, Il dialogo della salute e altri dialoghi,
Sergio Campailla, Adelphi, Milano Poesie, Sergio Campailla, Adelphi, Milano, La
Persuasione e la Rettorica, Vladimiro Arangio-Ruiz, Formiggini, Genova, edizione
critica Sergio Campailla, Adelphi, Milano poi, con le Appendici critiche, ivi,).
Epistolario, Sergio Campailla, Adelphi, Milano nuova edizione riveduta e
ampliata, ivi, Parmenide ed Eraclito. Empedocle,
SE, Milano, L'anima ignuda nell'isola dei beati. Scritti su Platone, David
Micheletti, Diabasis, Reggio Emilia, Dialogo della salute. E altri scritti sul
senso dell'esistenza, a cura e con un saggio introduttivo di G. Brianese,
Mimesis, Milano, La melodia del giovane divino, Sergio Campailla, Adelphi,
Milano La persuasione e la rettorica,
edizione critica, A. Comincini, Joker, . Note Michelstaedter-Winteler, Appunti
per una biografia di Carlo Michelstaedter
Michelstaedter si riferisce, nell'Epistolario, al bonno Isacco Samuele
Reggio, 1784-1855, confondendolo con il padre di questo, Abram Vita Reggio S.Campailla, Il segreto di Nadia B.,
Marsilio, . Da articoli di cronaca americani dell'epoca, si apprende che il
suicidio avvenne con un colpo di pistola alla tempia destra. La persuasione e la rettorica35 La persuasione e la rettorica89 Poesie54
La persuasione e la rettorica104
Opere781 C. Magris, Un altro
mare95 Il dialogo della salute, 63-64
Biografie e studi critici Acciani Antonia, Il maestro del deserto. Carlo
Michelstaedter, Progedit, Bari 2005. Arbo Alessandro, Carlo Michelstaedter,
Studio Tesi, Pordenone 1996 (Civiltà della memoria 20). Arbo Alessandro,
«MICHELSTAEDTER, Carlo Raimondo (Ghedalia Ram)» in Dizionario Biografico degli
Italiani, Volume 74, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Arbo
Alessandro, Il suono instabile. Saggi sulla filosofia della musica nel
Novecento, NeoClassica, Roma, Giuseppe Auteri, Metafisica dell'inganno,
Università degli Studi, Catania 2002. Aurelio Benevento, Scrittori giuliani.
Michelstaedter, Slataper, Stuparich, Otto/Novecento, Azzate 1992. Giorgio
Brianese, L'arco e il destino. Interpretazione di Michelstaedter, Abano Terme
(PD), Francisci 1985; nuova edizione riveduta e ampliata, Milano, Mimesis, .
Giuseppe A. Camerino, La persuasione e i simboli. Michelstaedter e Slataper,
Liguori, Napoli 2005. Sergio Campailla, Pensiero e poesia di Carlo
Michelstaedter, Patron, Bologna 1973. Sergio Campailla, A ferri corti con la
vita, Comune di Gorizia 1981. Sergio Campailla, Controcodice, Edizioni
Scientifiche Italiane, 77–85, Napoli
2001. Valerio Cappozzo, La passione di Carlo Michelstaedter (1887-1910), Les
Cahiers d'Histoire de l'Art nº2, Parigi 2004. Valerio Cappozzo, Il percorso
universitario di Carlo Michelstaedter dall'archivio dell'Istituto di Studi
Superiori, in Un'altra società. Carlo
Michelstaedter e la cultura contemporanea, S. Campailla, Marsilio, Venezia,
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Michelstaedter. L'Essere come Azione", Erasmo Silvio Storace,
AlboVersorio, Milano 2007. "Carlo Michelstaedter: martire della
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Cumpeta e Angela Michelis, Forum Edizioni, Udine 2002. Laura Furlan, Carlo
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Intermite, Carlo Michelstaedter. Società rettorica e coscienza persuasa,
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Carlo Michelstaedter, un classico del Novecento, A. Michelis, 811–835. Claudio Magris, Un altro mare,
Garzanti, Milano 1991. Biagio Marin, Ricordo di Carlo Michelstaedter, in Studi
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dell'intensità. Quattro maestri occulti del pensiero italiano contemporaneo,
Mimesis, Milano 1997 (IF. Itinerari filosofici). Aldo Marroni, Carlo
Michelstaedter e l'estetica del 'farsi fiamma', in Estetiche dell'eccesso.
Quando il sentire estremo diventa grande stile, Quodlibet, Macerata, ; Fabrizio
Meroi, «Michelstaedter, Carlo» in Il contributo italiano alla storia del
PensieroFilosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Roma, . Angela
Michelis, Carlo Michelstaedter. Il coraggio dell'impossibile, Città Nuova, Roma
1997. (Idee 113). Francesco Muzzioli, Michelstaedter, Milella, Lecce 1987.
Antimo Negri, Il lavoro e la città. Un saggio su Carlo Michelstaedter, Lavoro,
Roma 1996. (I grandi piccoli 11). Rosalia Peluso, L'identico e i molteplici.
Meditazioni michelstaedteriane, Loffredo, Napoli . Mario Perniola, La
"persuasione" tra marginalità e centralità, in "Eredità di Carlo
Michelstaedter", C. Cumpeta e A. Michelis, Udine, Forum, 2002, 201-8.
Piero Pieri, Il pensiero della poesia. Carlo Michelstaedter e il Romanticismo
della tragedia, Nautilus, Bologna 2001. Piero Pieri, "Esorcismo e ironia
nella critica del primo Michelstaedter", in «Il lettore di provincia»,
anno IV, fasc. 14, 1973. Piero Pieri, "Modelli di cultura alle origini
della Persuasione di Michelstaedter", in «Il lettore di provincia», anno
VIII, fasc. 29-30, 1977. Piero Pieri, "Il rischio dell'autoinganno (Una
errata attribuzione di incisione a Carlo Michelstaedter)", in «Metodi e ricerche»,
anno VII, n. 1, gennaio-giugno 1988. Piero Pieri,"La scienza del tragico.
Saggio su Carlo Michelstaedter", Bologna, Cappelli, 1989. Piero Pieri,
"Nello sguardo della trascendenza. Intorno alla figura dell'ermafrodita e
del satiro nella Persuasione di Michelstaedter", in «Intersezioni», a. X,
n. 1, aprile 1990. Piero Pieri, "Due diverse ma non opposte
interpretazioni de «La persuasione e la retorica» di Carlo
Michelstaedter", in Studi sulla modernità, F. Curi, Bologna, Clueb, 1989.
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filosofo e l'autoinganno dello scrittore", in Eredità di Carlo Michelstaedter, Forum,
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ideology is what politicians propagate to reach or buy consensus!” -- essential Italian philosopher. Sostenitore
della trasformazione dello Stato italiano in senso federale o, addirittura,
confederale, fra gli anni ottanta e i novanta è considerato l'ideologo
della Lega Lombarda, in rappresentanza della quale fu anche senatore, prima di
"rompere" con Umberto Bossi dando vita alla breve stagione del
Partito Federalista. Polo scolastico "Gianfranco Miglio"
ad Adro. Costituzionalista e scienziato della politica, fu senatore della
Repubblica Italiana nella XI, XII e XIII legislatura. Ha insegnato presso
l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ove fu preside della Facoltà
di Scienze politiche dal 1959 al 1989. È stato allievo di Alessandro Passerin
d'Entrèves e Giorgio Balladore Pallieri, sotto la cui docenza si è formato sui
classici del pensiero giuridico e politologico. Colpito da ictus nel
2000, non si riprese e morì ottantatreenne nella sua stessa città natale, Como,
circa un anno dopo. Il funerale si tenne a Domaso, sul Lago di Como, comune
d'origine del padre e sede di una villa nella quale il professore si rifugiava
spesso; in seguito Miglio è stato tumulato nel locale cimitero, a fianco dei
membri della sua famiglia. Laureatosi in Giurisprudenza
all'Università Cattolica nel 1940 con la tesi, “Origini e i primi sviluppi
delle dottrine giuridiche internazionali pubbliche nell'età moderna”, evitò
l'arruolamento per la Seconda guerra mondiale a causa di un difetto uditivo
congenito, e poté divenire assistente volontario alla cattedra di Storia delle
dottrine politiche, che d'Entreves tenne sino alla fine degli anni quaranta
nella medesima università. Libero docente, si dedicò negli anni cinquanta
allo studio delle opere di storici e giuristi, soprattutto tedeschi: dai
quattro volumi del Deutsche Genossenschaftsrecht di Otto Von Gierke, ai saggi
di storia amministrativa di Otto Hintze, alcuni dei quali, negli anni seguenti,
vennero tradotti in italiano dal suo allievo e ferrato germanista Schiera (O. Hintze, Stato e società,
Zanichelli). Fu di quegli anni l'incontro di Miglio con l'immensa
produzione scientifica di Weber: il professore comasco fu uno dei primi ad aver
studiato a fondo “Economia e Società”, l'opera più importante del sociologo
tedesco che era stata completamente trascurata in Italia. Sviluppo del
lavoro scientifico Miglio storico dell'amministrazione Alla fine degli anni
cinquanta, Miglio fondò con il giurista Feliciano Benvenuti l'ISAP Milano
(Istituto per la Scienza dell'Amministrazione Pubblica), ente pubblico
partecipato da Comune e Provincia di Milano, di cui ricopri per alcuni anni la
carica di vicedirettore. In un saggio memorabile intitolato Le origini della
scienza dell'amministrazione (1957), il professore comasco descriveva con
elegante chiarezza le radici storiche della disciplina. L'interesse per il
campo dell'amministrazione era dovuto in quegli anni alle politiche
pianificatrici che gli stati andavano conducendo per l'incremento della
crescita economica. La Fondazione italiana per la storia amministrativa
Ben presto Miglio sentì tuttavia l'esigenza di studiare in modo più sistematico
la storia dei poteri pubblici europei e, negli anni sessanta, costituì la
Fondazione italiana per la storia amministrativa: un istituto le cui ricerche
vennero condotte con rigoroso metodo scientifico. A tal proposito, il
professore aveva appositamente preparato per i collaboratori della fondazione
uno schema di istruzioni divenuto famoso per chiarezza e organicità. In realtà,
fondando la F.I.S.A. Miglio si era posto l'ambizioso obiettivo di scrivere una
storia costituzionale che prendesse in esame le amministrazioni pubbliche
esistite in luoghi e tempi diversi: in tal modo egli sarebbe riuscito a
tracciare una vera e propria tipologia delle istituzioni dal medioevo all'età
contemporanea, al cui interno sarebbero stati indicati i tratti distintivi o,
viceversa, gli elementi comuni di ogni potere pubblico. Ma v'era un'altra
ragione che aveva indotto Miglio a studiare i poteri pubblici in un'ottica,
come scriveva lui stesso, analogico-comparativa. Servendosi di un metodo
scientifico che Hintze aveva parzialmente seguito nella prima metà del
Novecento, il professore comasco intendeva definire l'evoluzione storica dello
stato moderno, storicizzando in tal modo le stesse istituzioni
contemporanee. Gli Acta italica La fondazione pubblicava tre collezioni:
gli Acta italica, l'Archivio (diviso in due collane: la prima riguardante
ricerche e opere strumentali, la seconda dedicata alle opere dei maggiori
storici dell'amministrazione) e gli Annali. Tra i più autorevoli lavori storici
pubblicati nell'Archivio, si ricordano il volume sui comuni italiani di Goetz e
il famoso saggio di Vaccari sulla territorialità del contado medievale. Nella
prima serie alcuni giovani studiosi poterono invece pubblicare le loro ricerche
di storia delle istituzioni: Gabriella Rossetti, allieva dello storico Cinzio
Violante, vi diede alle stampe un approfondito studio sulla società e sulle
istituzioni nella Cologno Monzese dell'Alto Medioevo; Adriana Petracchi
pubblicò la prima parte di un'interessante ricerca sullo sviluppo storico
dell'istituto dell'intendente nella Francia dell'ancien régime; occorre inoltre
ricordare il poderoso volume di Pierangelo Schiera sul cameralismo tedesco e
sull'assolutismo nei maggiori stati germanici. Su tutt'altro piano si poneva
invece la collezione della F.I.S.A. denominata Acta italica: al suo interno
dovevano essere pubblicati i documenti relativi all'amministrazione pubblica
degli stati italiani preunitari: è probabile che l'ispirazione per
quest'ultima serie fosse venuta a Miglio dallo studio delle opere di
Hintze: verso la fine del XIX secolo, lo storico tedesco aveva infatti scritto
alcuni saggi sull'amministrazione prussiana pubblicandoli negli Acta borussica,
un'autorevole collana che raccoglieva le fonti storiche dello stato degli
Hohenzollern. L'edizione dei lavori della commissione Giulini Tra i
volumi degli Acta italica, occorre ricordare l'edizione dei lavori della
Commissione Giulini curata da Nicola Raponi nel 1962, uno studio cui Miglio
tenne molto e di cui si servì, molti anni dopo, per la stesura del celebre
saggio su “Vocazione e destino dei lombardi” (in La Lombardia moderna, Electa, ripubblicato in
Miglio, Io, Bossi e la Lega, Mondadori). La commissionei cui lavori avevano
avuto luogo a Torino sotto la presidenza del nobile milanese Cesare Giulini
della Portaaveva il compito di elaborare progetti di legge che sarebbero
entrati in vigore in Lombardia nel periodo immediatamente successivo alla
guerra. Cavour, che in quegli anni ricopriva la carica di primo ministro,
voleva che il governo, nel sancire l'annessione dei nuovi territori al Piemonte
di Vittorio Emanuele, mantenesse separati gli ordinamenti amministrativi delle
due regioni, lasciando che in Lombardia continuassero a sussistere una parte
delle istituzioni austriache esistenti. Il saggio Le contraddizioni dello
stato unitario Nel saggio magistrale Le contraddizioni dello stato unitario
(1969) scritto in occasione del convegno per il centenario delle leggi di
unificazione, Miglio prese in esame gli effetti devastanti che l'accentramento
amministrativo aveva provocato nel sistema politico italiano. La classe
politica italiana non fu capace di elaborare un ordinamento amministrativo che
consentisse allo stato di governare adeguatamente un territorio esteso dalle
Alpi alla Sicilia. Ricorrendo a una felice similitudine, il professore scrisse
che la scelta di estendere le norme piemontesi a tutta Italia fu come "far
indossare a un gigante il vestito di un nano". Secondo Miglio, i nostri "padri
della patria", spaventati dalle annessioni a cascata e dalle circostanze
fortunose in cui era avvenuta l'unificazione, preferirono conservare
ottusamente gli istituti piemontesi, costringendo la stragrande maggioranza
degli italiani ad essere governati da istituzioni che, oltre ad essere
percepite come "straniere", si rivelarono palesemente
inefficienti. Nel saggio, Miglio aveva però messo in luce un altro dato
fondamentale; il professore scrisse che il paese, quantunque fosse stato
formalmente unito dalle norme piemontesi, continuò nei fatti a restare diviso
ancora per molti anni: le leggi, che il Parlamento emanava dalle Alpi alla
Sicilia, venivano infatti interpretate in cento modi diversi nelle regioni
storiche in cui il Paese continuava, nonostante tutto, ad essere naturalmente
articolato. Era il federalismo che, negato alla radice dalla classe politica
liberal-nazionale in nome dell'unità, si prendeva ora la rivincita traducendosi
in forme evidenti di "criptofederalismo".[senza fonte] Miglio e
Otto Brunner Furono inoltre fondamentali, nella formazione del professor
Miglio, i lavori dello storico austriaco Otto Brunner: di questo eminente
studioso di storia medievale Miglio non solo fece tradurre svariati saggi
(O.Brunner, Per una nuova storia costituzionale e sociale, Vita e Pensiero
1970), ma promosse anche la pubblicazione dell'opera monumentale Land und
Herrschaft: in questo lavorouscito per la prima volta nel 1939Brunner aveva
preso in esame la costituzione materiale degli ordinamenti medievali, ponendo in
evidenza i numerosi elementi di diversità tra la civiltà dell'età di mezzo e
quella moderna, soprattutto nel modo di concepire il diritto. La
traduzione di Land und Herrschaft, affidata inizialmente alle cure di Emilio
Bussi, sarebbe dovuta comparire nell'elegante collana della F.I.S.A. già negli
anni sessanta. Interrotto negli anni seguenti, il lavoro venne invece portato a
compimento solo nei primi anni ottanta dagli allievi Pierangelo Schiera e
Giuliana Nobili. Pubblicato da Giuffré con il titolo di "Terra e
potere", il capolavoro di Brunner apparve negli Arcana imperii, la collana
di scienza della politica di cui Miglio era divenuto direttore nei primi anni
Ottanta. Il professore comasco si occupò inoltre dei contributi recati alla
scienza dell'amministrazione da parte di altri due storici e giuristi tedeschi:
Lorenz Von Stein e Rudolf Gneist. La chiusura della FISA Negli anni
Settanta la F.I.S.A. dovette chiudere i battenti per mancanza di fondi. Il
professor Miglio, ricordando a distanza di tempo la fine di quell'autorevole
collana di storia delle istituzioni, ne espose le ragioni con un breve
commento: "Malgrado la sua efficienza, la F.I.S.A. ebbe vita breve: gli
enti che provvedevano al suo finanziamento, non scorgendo l'utilità
"politica" immediata della sua attività, strinsero i cordoni della
borsa". Miglio scienziato della politica e costituzionalista Negli
anni ottanta, il degenerarsi del clima politico in Italia indusse il professor
Miglio ad occuparsi di riforme istituzionali; egli intendeva contribuire in tal
modo alla modernizzazione del paese. Fu così che, nel 1983, raggruppando un
gruppo di esperti di diritto costituzionale e amministrativo stese un organico
progetto di riforma limitato alla seconda parte della costituzione. Ne uscirono
due volumi che, pubblicati nella collana Arcana imperii, vennero completamente
trascurati dalla classe politica democristiana e socialista. Tra le proposte
più interessanti avanzate dal "Gruppo di Milano"così venne definito
il pool di professori coordinati da Migliov'era il rafforzamento del governo
guidato da un primo ministro dotato di maggiori poteri, la fine del
bicameralismo perfetto con l'istituzione di un senato delle regioni sul modello
del Bundesrat tedesco, ed infine l'elezione diretta del primo ministro da
tenersi contemporaneamente a quella per la camera dei deputati. Secondo
il gruppo di Milano, queste e numerose altre riforme avrebbero garantito
all'Italia una maggiore stabilità politica, cancellando lo strapotere dei
partiti e salvaguardando la separazione dei poteri propria di uno stato di
diritto. Diversamente dalla F.I.S.A., la collana Arcana imperii era incentrata
esclusivamente sullo studio scientifico dei comportamenti politici. Il citato
volume di Brunner costituì pertanto un'eccezione perché, come si è avuto
modo di accennare, esso doveva essere pubblicato negli eleganti volumi della
F.I.S.A. già negli anni sessanta. All'interno della collana Arcana imperii
vennero invece inseriti saggi e contributi di psicologia politica, di etologia,
di teoria politica, di economia, di sociologia e di storia. Miglio
intendeva costituire un vero e proprio laboratorio dove lo scienziato della
politica, servendosi dei risultati portati alla disciplina dalle diverse
scienze sperimentali, fosse in grado di conseguire una formazione scientifica
che si ponesse all'avanguardia; dal 1983 al 1995 vi vennero pubblicati più di
trenta volumi. Si ricordano, tra gli altri: lo studio di Lorenzo Ornaghi sulla
dottrina della corporazione nel ventennio fascista, l'edizione degli scritti
schmittiani su Hobbes, la
pubblicazioneinterrottadi alcune opere di Lorenz Von Stein, il trattato di
diritto costituzionale del tedesco Rudolph Smend. Degni di nota anche gli
scritti degli economisti Ludwig Von Mises e Friedrich Von Hayek. I volumi, di
squisita fattura, non poterono tuttavia eguagliare l'elegante veste tipografica
di quelli pubblicati dalla F.I.S.A., ed un identico destino parve accomunare le
due collane: anche in questo caso, Miglio fu infatti costretto a sospendere le
pubblicazioni. Miglio e Lorenz Von Stein Alla formazione del pensiero
politico di Gianfranco Miglio contribuirono le opere sociologiche di Lorenz Von
Stein e i saggi di Carl Schmitt sulle categorie del politico. Secondo Stein, in
ogni comunità sono presenti due realtà irriducibili: lo stato e la società. La
società è il terreno della libera iniziativa, ove gli uomini forti vincono sui
deboli e tentano di stabilizzare le loro posizioni attraverso l'ordinamento
giuridico; lo stato è invece il luogo ove regna il principio di uguaglianza.
Per Stein esso non può che identificarsi con la monarchia: il re è infatti
l'unica autorità in grado di intervenire a sostegno dei più deboli. Già a
partire dalla seconda metà del Settecento i monarchi, attraverso il potere di
ordinanza, erano stati in grado di modificare le costituzioni giuridiche
cetuali all'interno dei loro territori, una politica ch'essi avevano potuto
condurre in porto non senza grosse difficoltà, a vantaggio del bene comune:
questo era accaduto soprattutto in Austria, in Prussia e in Sassonia, ma anche
nella Lombardia austriaca e nel Granducato di Toscana. È probabile che
Stein, quando sosteneva che il ruolo dello stato dovesse controbilanciare
quello della società, avesse in mente il riformismo illuminato delle grandi
monarchie assolute di fine Settecento (la Prussia di Federico II, l'Austria di
Giuseppe II). In realtà, le sue dottrine sociologiche si ponevano all'interno
dello stato liberale e partivano dal presupposto che la monarchia, lungi
dall'essere un potere assoluto, dovesse comunque fare i conti con il potere
della società attestato nei parlamenti. Secondo Stein ogni comunità prospera
solo quando stato e società sono in equilibrio, ugualmente vitali ed operanti.
Anche il professor Miglio credeva che ogni comunità fosse dominata da due
realtà irriducibili ma, a differenza di Lorenz Von Stein, egli non le
identificava nello stato e nella società: Non lo stato, perché è una realtà
storica inserita nel tempo e, come tutte le creature e specie viventi, destinata
a decadere,a scomparire ed essere sostituita da altre forme di aggregazione
politica; non la società perché Stein la considerava in un'ottica
esclusivamente economico-giuridica e l'aveva tenuta artificiosamente separata
dall'altra realtà, lo stato. Miglio e Carl Schmitt Tornando alla
formazione di Miglio, fu senza dubbio decisivo l'incontro con l'eminente
giurista tedesco Carl Schmitt, le cui opere erano state in gran parte
trascurate dagli intellettuali italiani. L'aiuto che Schmitt aveva finito per prestare
al regime hitleriano, in particolare nel sostenere la legalità delle leggi
razziali in un sistema di diritto internazionale, furono più che sufficienti
per oscurare in Italia la sua imponente produzione scientifica. In realtà, i
rapporti di Schmitt con il nazismo furono di breve durata: nella seconda metà
degli anni trenta, il giurista di Plettenberg aveva preso definitivamente le
distanze da Hitler.[senza fonte] Di Schmitt il professor Miglio apprezzò gli
studi di scienza politica e di diritto internazionale: nel 1972 curò assieme a
Schiera l'edizione italiana di alcuni saggi pubblicati dal Mulino con il titolo
Le categorie del politico. Nella prefazione al volume, il professore si
soffermò sui decisivi contributi portati da Schmitt alla scienza politologica.
L'antologia destò scalpore nel mondo accademico. Norberto Bobbio sostenne che,
con quegli scritti, Miglio aveva "destabilizzato la sinistra
italiana". È dall'incontro con la grande produzione scientifica di Carl
Schmitt che Miglio riuscì quindi a "fabbricarsi" gli strumenti per
costruire una parte importante del suo modello sociologico. Nel Begriff des
Politischen, Schmitt aveva infatti scoperto che l'essenza del politico è
fondata sul conflitto tra amico e nemico: è uno scontro all'ultimo sangue
perché la guerra politica porta normalmente all'eliminazione fisica
dell'avversario. Non a caso il giurista tedesco sostenne che l'esempio più
emblematico di scontro politico fosse la guerra civile (Bürgerkrieg) tra
fazioni partigiane: qui il tasso di conflittualità tra amico e nemico è sempre
stato altissimo. Chi ha gli stessi amici non può che avere gli stessi nemici
del proprio compagno di lotta. Si crea in altre parole un clima di solidarietà
tra i membri del gruppo che è decisivo nella guerra contro i nemici. Il
rapporto politico è sempre esclusivo, volto a marcare l'identità del gruppo in
opposizione a quella degli altri. Schmitt aveva inoltre scoperto che
l'avvento dello stato moderno aveva portato a due risultati di eccezionale
portata storica. Primo: la fine delle guerre civili all'interno del territorio
(le faide e le guerre confessionali del XVI-XVII secolo) con l'annientamento
del ruolo politico detenuto sino a quel momento dalle fazioni in lotta (dai
partiti confessionali ai ceti). Da quel momento i sovrani furono i supremi
garanti dell'ordine all'interno degli stati, territori sempre più estesi
ch'essi governarono servendosi di un apparato amministrativo regolato dal
diritto. Il secondo grande risultato fu per certi versi una conseguenza del primo:
l'avvento dello stato moderno portò nello stesso periodo all'erezione di un
sistema di diritto internazionale (ius publicum europeum) assolutamente
vincolante per i paesi che vi aderirono. Anche in questo caso, il tasso di
politicità (cioè l'aggressività delle parti in lotta, gli stati) venne
fortemente limitato: le guerre legittime, intraprese solo dagli stati, vennero
condotte da quel momento in base alle regole dello ius publicum europaeum. Si
trattava quindi di conflitti a basso tasso di politicità, non foss'altro perché
la vittoria di una delle parti in lotta non poteva portare in alcun modo
all'annientamento dell'avversario, il cui diritto di esistenza era tutelato dal
diritto e accettato da tutti gli stati. La crisi dello ius publicum europaeum,
divenuta palese alla fine della Prima guerra mondiale e acuitasi ulteriormente
con lo scoppio delle guerre partigiane nei decenni successivi, resero palese a
Schmitt la fine della regle de droit su cui si era fondato l'universo giuridico
occidentale nei rapporti internazionali tra stati sovrani. La guerra civile e,
in modo particolare, l'estrema politicizzazione avvenuta durante le guerre
mondiali con la criminalizzazione degli avversari persuasero Schmitt che la
fine dello ius publicum europaeum era ormai compiuta. In questo, il giurista
tedesco vide soprattutto il fallimento della civiltà giuridica occidentale nel
suo supremo tentativo di fondare i rapporti umani unicamente sulle basi del
diritto. Anche Miglio prese atto della fine dello ius publicum europaeum
ma, a differenza di Schmitt, non credette che tale processo segnasse la fine
del diritto e la vittoria definitiva delle leggi aggressive della politica.
Fondando il suo originale modello sociologico, egli sostenne che tutte le
comunità umane si sono sempre rette su due tipi di rapporti: l'obbligazione
politica e il contratto-scambio. Ai suoi occhi, lo stato (moderno) era stato un
autentico capolavoro perché, apportando un contributo decisivo alla sua
costituzione, i giuristi dell'età moderna erano riusciti a regolare la politica
inserendola in un compiuto sistema di norme fondato sulla razionalità del
diritto, sull'impersonalità del comando e sui concetti di contratto e
rappresentanza: tutti elementi appartenenti alla sfera del contratto/scambio.
Secondo il professore, il crollo dello ius publicum europeum aveva però messo
in crisi la stessa impalcatura su cui si reggeva lo stato, che ora dimostrava
tutta la sua storicità. Diversamente da Schmitt, che era rimasto legato
all'idea dell'organizzazione statale, Miglio sosteneva che la civiltà
occidentale, soprattutto dopo il 1989, stesse attraversando una fase di
transizione al termine della quale lo stato verrà probabilmente sostituito da
altre forme di comunità ove obbligazione politica e contratto/scambio si
reggeranno in un nuovo equilibrio. La fine dello stato e il ritorno al
medioevo Con il crollo del muro di Berlino, ritenne che lo stato moderno fosse
giunto al capolinea. Il progresso tecnologico e, in modo particolare, il più
alto livello di ricchezza cui erano giunti i paesi occidentali lo convinsero
che negli anni successivi sarebbero avvenuti cambiamenti di portata radicale,
tali da coinvolgere anche la costituzione (Verfassung) degli ordinamenti
politici. Secondo Miglio, lo stato avrà in futuro crescenti difficoltà nel
garantire servizi efficienti alla popolazione. Ciascun cittadino, vedendo
accresciuto il proprio tenore di vita in forza dell'economia di mercato,
sarà infatti portato ad avere sempre meno fiducia nei lenti meccanismi della
burocrazia pubblica, ch'egli riterrà inadeguata a soddisfare i suoi standard di
vita. L'elevata produttività dei paesi avanzati e la vittoria definitiva
dell'economia di mercato su quella pubblica porterà in altri termini a nuove
forme di aggregazione politica al cui interno i cittadini saranno desti contare
in misura molto maggiore rispetto a quanto non lo siano oggi nei vasti stati in
cui si trovano inseriti. Secondo il professore gli stati democratici, ancora
fondati su istituti rappresentativi risalenti all'Ottocento, non riusciranno
più a provvedere agli interessi della civiltà tecnologica del secolo XXI. Con
il crollo del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, si creano in altri
termini le premesse perché la politica cessi di ricoprire un ruolo primario
nelle comunità umane e venga invece subordinata agli interessi concreti dei
cittadini, legati alla logica di mercato. La fine degli stati moderni
porterà secondo Miglio alla costituzione di comunità neofederali dominate non
più dal rapporto politico di comando-obbedienza, bensì da quello mercantile del
contratto e della mediazione continua tra centri di potere diversi: sono i
nuovi gruppi in cui sarà articolato il mondo di domani, corporazioni dotate di
potere politico ed economico al cui interno saranno inseriti gruppi di
cittadini accomunati dagli stessi interessi. Secondo il professore, il mondo
sarà costituito da una società pluricentrica, ove le associazioni territoriali
e categoriali vedranno riconosciuto giuridicamente il loro peso politico non diversamente
da quanto avveniva nel medioevo. Di qui l'appello a riscoprire i sistemi
politici anteriori allo stato, a riscoprire quel variegato mosaico medievale
costituito dai diritti dei ceti, delle corporazioni e, in particolar modo,
delle libere città germaniche. Il professore studiò a fondo gli antichi
sistemi federali esistiti tra il medioevo e l'età moderna: le repubbliche
urbane dell'Europa germanica tra il XII e il XIII secolo, gli ordinamenti
elvetici d'antico regime, la Repubblica delle Province Unite e, da ultimo, gli
Stati Uniti. Ai suoi occhi, il punto di forza risiedeva precisamente nel ruolo
che quei poteri pubblici avevano saputo riconoscere alla società nelle sue
articolazioni corporative e territoriali. Miglio dedicò i suoi ultimi anni
allo studio approfondito di questi temi, progettando di scrivere un volume
intitolato l'Europa degli Stati contro l'Europa delle città. Il libro è rimasto
incompiuto per la morte del professore. L'impegno politico diretto e il federalism.
S iscrisse alla neonata Democrazia Cristiana, che lasciò nel 1959, quando
divenne preside della Facoltà di Scienze politiche dell'Università Cattolica
del Sacro Cuore di Milano; Miglio rimase comunque legato culturalmente alla DC
fnell'immediato domani della Liberazione, fu tra i fondatori, a Como, del
movimento federalista “Il Cisalpino”, con altri docenti dell'Università
Cattolica di Milano. Ispirato alle idee di Carlo Cattaneo, il programma del
“Cisalpino” prevedeva la suddivisione del territorio italiano su base cantonale,
secondo il modello svizzero, con la costituzione di tre grandi macroregioni
(Nord, Centro e Sud). Il suo nome venne proposto per il conferimento del
titolo di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, ma una
volta informato del fatto rifiutò di accettare l'onorificenza, che venne
annullata con un successivo Decreto presidenziale l'anno seguente. Si avvicinò alla
Lega Nord. Eletto al Senato della Repubblica come indipendente nelle liste
della Lega Nord-Lega Lombarda (da allora a Miglio fu attribuito l'appellativo
lombardo di Profesùr), per quattro anni (dal 1990 al 1994) lavorò per il
partito con l'intento di farne un'autentica forza di cambiamento. In
questo periodo elaborò un progetto di riforma federale fondato sul ruolo costituzionale
assegnato all'autorità federale e a quella delle macroregioni o cantoni (del
Nord o Padania, del Centro o Etruria, del Sud o Mediterranea, oltre alle cinque
regioni a statuto speciale). Questa architettura costituzionale prevedeva
l'elezione di un governo direttoriale composto dai governatori delle tre
macroregioni, da un rappresentante delle cinque regioni a statuto speciale e
dal presidente federale. Quest'ultimo, eletto da tutti i cittadini in due
tornate elettorali, avrebbe rappresentato l'unità del paese. I
puntisalienti del progetto, esposti nel Decalogo di Assago del 1993, vennero
fatti propri dalla Lega Nord solo marginalmente: il segretario federale,
Umberto Bossi, preferì infatti seguire una politica di contrattazione con lo stato
centrale che mirasse al rafforzamento delle autonomie regionali. Il dissenso di
Miglio, iniziato al congresso leghista di Assago, si acuì dopo le elezioni
politiche, dove fu rieletto al Senato, quando il professore si disse non
d'accordo sia ad allearsi con Forza Italia, sia a entrare nel primo governo
Berlusconi. Soprattutto Miglio non gradì che per il ruolo di ministro delle
Riforme istituzionali fosse stato scelto Francesco Speroni al suo posto.
Bossi reagì spiegando: «Capisco che Miglio sia rimasto un po' irritato perché
non è diventato ministro, ma non si può dire che non abbiamo difeso la sua
candidatura. Il punto è che era molto difficile sostenerla, perché c'era la
pregiudiziale di Berlusconi e di Fini contro di lui. Di fatto, il ministero per
le Riforme istituzionali a lui non lo davano. (Se Miglio vorrà lasciare la
strada della Lega, libero di farlo. Ma vorrei ricordargli che è arrivato alla
Lega nel '90 e che, a quell'epoca, il movimento aveva già raggranellato un
sacco di consiglieri regionali». In conclusione per Bossi, Miglio «pare che
ponga solo un problema di poltrone e la difesa del federalismo non è questione
di poltrone». Il giorno dopo, 16 maggio 1994, in aperto dissidio con Umberto
Bossi, Miglio lascia la Lega Nord dicendo di Bossi: «Spero proprio di non
rivederlo più. Per Bossi il federalismo è stato strumentale alla conquista e al
mantenimento del potere. L'ultimo suo exploit è stato di essere riuscito a
strappare a Berlusconi cinque ministri. Tornerò solo nel giorno in cui Bossi
non sarà più segretario». Nonostante ciò, moltissimi militanti e
sostenitori leghisti continuarono a provare grande simpatia e ammirazione per
il professore e per le sue teorie. Alcuni dirigenti della Lega tennero comunque
vivo il dialogo con Miglio, in particolar modo Giancarlo Pagliarini, Francesco
Speroni e il presidente della Libera compagnia padana Gilberto Oneto, al quale
il professore era particolarmente legato. In particolare Miglio fu in stretti
rapporti con l'ex deputato leghista Luigi Negri, col quale fondò il Partito
Federalista. Eletto ancora una volta al Senato, nel collegio di Como per il
Polo per le Libertà, iscrivendosi al gruppo misto. Negli anni in cui la
Lega si spostò su posizioni indipendentiste, il professore si riavvicinò alla
linea del partito, sostenendo a più riprese la piena legittimità del diritto di
secessione della Padania dall'Italia come sottospecie del più antico diritto di
resistenza medievale. Miglio e la mafia Nella sua originale riflessione
sul contrasto tra i regimi giuridici "freddi" e "caldi"
Miglio sostenne la necessità di sviluppare, all'interno delle diverse società e
culture, ordini giuridici in grado di rispondere alle specifiche esigenze. In
maniera provocatoria, egli giunse a dichiararsi favorevole al «mantenimento
anche della mafia e della 'ndrangheta. Il Sud deve darsi uno statuto poggiante
sulla personalità del comando. Che cos'è la mafia? Potere personale, spinto
fino al delitto. Io non voglio ridurre il Meridione al modello europeo, sarebbe
un'assurdità. C'è anche un clientelismo buono che determina crescita economica.
Insomma, bisogna partire dal concetto che alcune manifestazioni tipiche del Sud
hanno bisogno di essere costituzionalizzate». La sua riflessione puntava a
cogliere quali fossero le ragioni profonde alla base di mafia, camorra e
'ndrangheta (insieme a ciò che genera il consenso attorno a queste
organizzazioni criminali), perché solo istituzioni che sono in sintonia con la
comunitànel caso specifico, che non dimentichino la centralità del rapporto
personale piuttosto che impersonale nella società meridionalepossono creare una
vera alternativa al presente. Opere: “La controversia sui limiti del
commercio neutrale: ricerche sulla genesi dell'indirizzo positivo nella scienza
del diritto delle genti,” Milano, Ispi, “La crisi dell'universalismo politico
medioevale e la formazione ideologica del particolarismo statuale moderno,” in:
"Pubbl. Fac. giurispr. Univ. Padova", “La struttura ideologica della
monarchia greca arcaica ed il concetto "patrimoniale" dello Stato nell'eta
antica, in: "Jus. Rivista di scienze giuridiche", “Le origini della
scienza dell'amministrazione, Milano, Giuffrè,
“L'unità fondamentale di svolgimento dell'esperienza politica
occidentale, in: "Rivista internazionale di scienze sociali", “I
cattolici di fronte all'unità d'Italia, in: "Vita e pensiero",
“L'amministrazione nella dinamica storica, in: Istituto per la Scienza
dell'Amministrazione Pubblica, Storia Amministrazione Costituzione, Bologna, Il
Mulino, Le trasformazioni dell'attuale regime politico, in: "Jus. Rivista
di scienze giuridiche", “ Il ruolo del partito nella trasformazione del
tipo di ordinamento politico vigente. Il punto di vista della scienza della
politica, Milano, La nuova Europa editrice, L'unificazione amministrativa e i
suoi protagonisti, Vicenza, Neri Pozza, La trasformazione delle università e
l'iniziativa privata, in: Atti del I Convegno su: Università: problemi e
proposte, promosso dal Rotary Club di Milano-Centro Una Costituzione in
"corto circuito", in: "Prospettive nel mondo", Ricominciare
dalla montagna. Tre rapporti sul governo dell'area alpina nell'avanzata eta
industriale, Milano, Giuffrè, La
Valtellina. Un modello possibile di integrazione economica e sociale, Sondrio,
Banca Piccolo Credito Valtellinese, Utopia e realtà della Costituzione, in
"Prospettive del mondo", Posizione del problema. Ciclo storico e
innovazione scientifico-tecnologica. Il caso della tarda antichità, in
Tecnologia, economia e società nel mondo romano. Atti del Convegno di Como, Como,
Genesi e trasformazioni del termine-concetto Stato, in Stato e senso dello
Stato oggi in Italia. Atti del Corso di aggiornamento culturale dell'Università
cattolica, Pescara, Milano, Vita e pensiero, Guerra, pace, diritto. Una ipotesi
generale sulle regolarità del ciclo politico, in: Umberto Curi , Della guerra,
Venezia, Arsenale, Una repubblica migliore per gli italiani. Verso una nuova
costituzione, Milano, Giuffrè, Le
contraddizioni interne del sistema parlamentare-integrale, in: "Rivista
italiana di Scienza Politica", Considerazioni sulle responsabilità, in:
"Synesis, periodico dell'Associazione italiana centri culturali", Le
regolarità della politica. Scritti scelti raccolti e pubblicati dagli allievi,
Milano, Giuffrè, Il nerbo e le briglie
del potere. Scritti brevi di critica politica, Milano, Edizioni del Sole 24
ore, Una Costituzione per i prossimi trent'anni. Intervista sulla terza
Repubblica, Roma-Bari, Laterza, Per un'Italia federale, Milano, Il Sole 24 ore,
Come cambiare. Le mie riforme, Milano, A. Mondadori, Italia 1996. Così è andata
a finire, con "Il Gruppo del lunedì", Collezione Frecce, Milano, A.
Mondadori, ed. Oscar Saggi, Disobbedienza civile, Milano, A. Mondadori, Io, Bossi e la Lega.
Diario segreto dei miei quattro anni sul Carroccio, Milano, A. Mondadori, Come
cambiare. Le mie riforme per la nuova Italia, Milano, A. Mondadori, Modello di
Costituzione Federale per gli italiani, Milano, Fondazione per un'Italia
Federale, Federalismi falsi e degenerati, Milano, Sperling & Kupfer,
Federalismo e secessione. Un dialogo, con Augusto Antonio Barbera, Milano, A.
Mondadori, Padania, Italia. Lo stato nazionale è soltanto in crisi o non è mai
esistito?, con Marcello Veneziani, Firenze, Le Lettere, Le barche a remi del
Lario. Da trasporto, da guerra, da pesca, e da diporto, con Massimo Gozzi e
Gian Alberto Zanoletti, Milano, Leonardo arte,
L'Asino di Buridano. Gli italiani alle prese con l'ultima occasione di
cambiare il loro destino, Vicenza, Neri Pozza, L'Asino di Buridano. Gli
italiani alle prese con l'ultima occasione di cambiare il loro destino. Nuova
edizione, pref. di Roberto Formigoni, postf. di Sergio Romano, Varese, Edizioni
Lativa, Gianfranco Miglio: un uomo libero, coll. Quaderni Padani, La Libera Compagnia
Padana, Novara, Un Miglio alla libertà, audiolibro, coll. Laissez Parler,
Treviglio, La Libera Compagnia PadanaLeonardo Facco Editore, 2005. , Gianfranco
Miglio: gli articoli, coll. Quaderni Padani, La Libera Compagnia Padana,
Novara,Gianfranco le interviste, coll. Quaderni Padani, La Libera Compagnia
Padana, Novara, L'Asino di Buridano. Gli
italiani alle prese con l'ultima occasione di cambiare il loro destino, pref.
di Roberto Formigoni, coll. I libri di LiberoMiglio n. 1, Firenze, Editoriale
Libero, Padania, Italia. Lo stato nazionale è soltanto in crisi o non è mai
esistito?, con Marcello Veneziani, intr. di Marco Ferrazzoli, coll. I libri di
LiberoMiglio n. 2, Firenze, Editoriale Libero, Federalismo e secessione. Un
dialogo, con Augusto Antonio Barbera, coll. I libri di LiberoMiglio n. 4, Firenze,
Editoriale Libero, Disobbedienza civile, coll. I libri di Libero Miglio n. 5,
Firenze, Editoriale Libero, La controversia sui limiti del commercio neutrale
fra Giovanni Maria Lampredi e Ferdinando Galiani, pref. di Lorenzo Ornaghi,
Torino, Aragno, Gianfranco Miglio:
scritti brevi, interviste, coll. Quaderni Padani, La Libera Compagnia Padana, Novara,
Lezioni di politica. Storia delle dottrine politiche. Scienza della politica,
Bologna, Il Mulino, Davide G. Bianchi e Alessandro Vitale, Bologna, Il Mulino,Discorsi
parlamentari, con un saggio di Claudio Bonvecchio, Senato della Repubblica,
Archivio storico, Bologna, Il Mulino,
L'Asino di Buridano. Gli italiani alle prese con l'ultima occasione di
cambiare il loro destino, coll. Opere scelte di Gianfranco Miglio, Stefano
Bruno Galli, Milano, Guerini e Associati, . Considerazioni retrospettive e
altri scritti, coll. Opere scelte di Gianfranco Miglio, Stefano Bruno Galli,
Milano, Guerini e Associati, Lo
scienziato della politica, coll. Opere scelte di Gianfranco Miglio, a cura e
con intr. di Stefano Bruno Galli, Milano, Guerini e Associati, .Guerra, pace,
diritto, con un saggio di Massimo Cacciari, La Nuova Guerra, [S.l.Milano],
Editrice La Scuola, 1 Scritti politici, Luigi Marco Bassani, pref. di Giuseppe
Valditara, coll. I libri del Federalismo, Roma, Pagine, Modello di Costituzione
Federale per gli italiani, pref. di Lorenzo Ornaghi, Andrea Spallino, Torino,
G. Giappichelli Editore, La Padania e le grandi regioni, in: Innocenzo
Gasparini, L'unità economico-sociale della Padania. In appendice: Guido Fanti,
Gianfranco Miglio, con intr. e Stefano Bruno Galli, Fano, Associazione Gilberto
OnetoIl Cerchio, .Carl Schmitt. Saggi, Damiano Palano, Brescia, ScholéEditrice
Morcelliana, .Le origini e i primi sviluppi delle dottrine giuridiche
internazionali pubbliche nell'età moderna, pref. di Lorenzo Ornaghi, intr. di
Damiano Palano, Torino, Aragno, Vocazione e destino dei Lombardi, a cura e con
pref. di Stefano Bruno Galli, [S.l.Milano], Regione Lombardia, Prefazioni
Gilberto Oneto, Bandiere di libertà: Simboli e vessilli dei Popoli dell'Italia
settentrionale. In appendice le bandiere dei popoli europei in lotta per
l'autonomia, intr. di Gianfranco Miglio, Effedieffe, Milano, Gianfranco Morra,
Breve storia del pensiero federalista, pref. di Gianfranco Miglio, Milano,
Oscar Mondadori, Governo Provvisorio della Padania, Manuale di resistenza
fiscale, pref. di Gianfranco Miglio, Gallarate, Gilberto Oneto, Croci draghi
aquile e leoni. Simboli e bandiere dei popoli padano-alpini, pref. alla prima
edizione di Gianfranco Miglio, Roberto Chiaramonte EditoreLa Libera Compagnia
Padana, Collegno (TO). Opere su Gianfranco Miglio Alberto Sensini, Prima o
seconda Repubblica? A colloquio con Aldo Bozzi e Gianfranco Miglio, Napoli, Edizioni
scientifiche italiane, Lorenzo Ornaghi e Alessandro Vitale , Multiformità e
unità della politica. Atti del Convegno tenuto in occasione del 70º compleanno
di Gianfranco Miglio, Milano, Giuffrè, Giorgio Ferrari, Gianfranco Miglio.
Storia di un giacobino nordista, Milano, Liber internazionale, Mario
Bevilacqua, Insidia mito e follia nel razzismo di Gianfranco Miglio, in
"Il rinnovamento", Alessandro Campi, Schmitt, Freund, Miglio. Figure
e temi del realismo politico europeo, Firenze, Akropolis/La Roccia di Erec,
Giovanni Di Capua, Gianfranco Miglio, scienziato impolitico, pref. di Giancarlo
Galli, Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubbettino, Alessandro Vitale, La
costituzione e il cambiamento internazionale. Il mito della costituente,
l'obsolescenza della costituzione e la lezione dimenticata di Gianfranco
Miglio, Torino, CIDAS, Luca Romano , Il pensiero federalista di Gianfranco
Miglio: una lezione da ricordare. Atti del Convegno di studi, Venezia, Sala del
Piovego di Palazzo Ducale, Venezia, Consiglio regionale del Veneto-Caselle di
Sommacampagna, Cierre, Fulco Lanchester, Miglio costituzionalista, Rivista di
politica: trimestrale di studi, analisi e commenti, Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubbettino. Damiano
Palano, Il cristallo dell'obbligazione politica in ID., Geometrie del potere.
Materiali per la storia della scienza politica italiana, Milano, Vita e
Pensiero. Maroni: voglio riprendere l'eredità di Gianfranco MiglioMiglioVerde, su
miglioverde.eu. Bossi a sorpresa al convegno su Miglio a Domaso:"Un
grande"Ciao Como, su CiaoComo, la Repubblica/politica: È morto Gianfranco
Miglio, su repubblica. Ticinonline COMO: Lunedì a Domaso i funerali di
Gianfranco Miglio. Riletture: Gianfranco Miglio su ariannaeditrice. MIGLIO | il ricordo a 15 anni dalla scomparsa
| Terre di Lombardia, su terredilombardia.info. Francesco D'Alessandro,
Cristianesimo e cultura politica: l'eredità di otto illustri testimoni,
Paoline, Gianfranco Morra, [Miglio] La vita e le opere, La Voce di Romagna, 8
agosto 5. Il silenzio di Miglio fa paura
alla Lega Bossi: Miglio pensa solo alla
poltrona Miglio: "con Bossi è un
amore finito" Miglio torna
nell'arena: è l'occasione buona
Gianfranco Miglio, Una repubblica mediterranea?, in Un'altra Repubblica? Perché, come, quando,
Laterza, Roma-Bari, Umberto Rosso, Miglio l'antropologo. 'Diverso l'uomo del Sud',
in la Repubblica, «Non mi fecero
ministro perché avrei distrutto la Repubblica»TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Gianfranco Miglio, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Gianfranco Miglio, in
Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Miglio, in
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su
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Miglio, su Openpolis, Associazione Openpolis.
Registrazioni di Gianfranco Miglio, su RadioRadicale, Radio
Radicale. Istituto per la scienza
dell'amministrazione pubblica, su isapistituto. Interviste Intervista sulla
Secessione della Padania, 1996, su prov-varese.leganord.org. 3 novembre
2006 9 luglio 2006). Commemorazione di Miglio nel 1º anniversario della
scomparsa di Alessandro Campi, su giovanipadani.leganord.org 14 maggio
2006). «Non mi fecero ministro perché avrei distrutto la Repubblica», Il Giornale,
1999, su newrassegna.camera. Interviste a Miglio sui "Quaderni della
Libera Compagnia Padana" su laliberacompagnia.org. Documenti politici
Sezione di approfondimento sul pensiero di Gianfranco Miglio Archiviato il 20
novembre 2009 in ., dal sito ufficiale della Lega Nord. Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e Miglio," per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Speranza “Saturdays and
Mondays”
mondolfo: Grice: “Mondolfo is one of the few
who have focused on ‘gli eleati’ as involving a locus – pretty much as I do
when I talk of Oxonian dialectic.” Grice: “Mondolfo’s study of the politics of
Risorgimento is good; especially since every Englishman seemed to endorse it!”
-- essential Italian philosopher. Like Grice, Mondolfo believed seriously in
the longitudinal unity of philosophy and made original research on the
historiography of philosophy, especially during the Eleatic, Agrigento, and
later Roman periods. Rodolfo Mondolfo Rodolfo Mondolfo. Rodolfo Mondolfo
(Senigallia), filosofo. Nacque in provincia di Ancona, ultimogenito di Vito
Mondolfo e Gismonda Padovani, una famiglia benestante di commercianti di
origine ebraica. Suo fratello maggiore Ugo Guido (18751958) fu uno storico,
membro del Partito Socialista Italiano sin dalla sua fondazione e stretto
collaboratore di Filippo Turati alla rivista "Critica sociale". Anche
Rodolfo aderisce alle idee marxiste e socialiste. Tra il 1895 ed il 1899
compie gli studi universitari a Firenze, dove raggiunge il fratello, anch'egli
studente dell'ateneo fiorentino, e si laurea in Lettere e Filosofia con Felice
Tocco, discutendo una tesi su Condillac dal titolo: "Contributo alla
storia della teoria dell'associazione", un lavoro da cui saranno poi
tratti alcuni dei suoi primi saggi di storia della filosofia. Insieme i
due fratelli frequentavano un gruppo di giovani socialisti, di cui facevano
parte Gaetano Salvemini, Cesare Battisti ed Ernesta Bittanti. Fino al
1904 Mondolfo si dedica all'insegnamento nei licei nelle città di Potenza,
Ferrara e Mantova. Nel 1904 inizia la carriera universitaria con un
incarico all'Padova, in sostituzione di Roberto Ardigò. Nel 1910 si
trasferisce ad insegnare Storia della filosofia all'Torino, dove rimarrà sino
al 1914, anno in cui ottiene la stessa cattedra all'Bologna. Nell'immediato
primo dopoguerra, a Senigallia, viene eletto consigliere comunale nelle file
del Partito Socialista Italiano, al quale anch'egli aveva aderito sin dagli
anni universitari, ma questo sarà l'unico incarico ufficiale ricoperto da
Mondolfo nel partito. Gli anni che vanno dall'inizio del secolo al 1926 sono
forse quelli in cui è più intensa e fervida l'attività letteraria e politica di
Mondolfo: nel 1903 inizia infatti la sua collaborazione con la rivista
"Critica Sociale", protrattasi fino al 1926, anno in cui la rivista
viene soppressa dal regime fascista. In questo stesso periodo pubblica
alcune delle sue opere più importanti come i "Saggi per la storia della
morale utilitaria" di Hobbes (1903) ed Helvetius (1904), "Tra il
diritto di natura e il comunismo", (1909), "Rousseau nella formazione
della coscienza moderna" (1912), "Il materialismo storico in F.
Engels" (1912), "Sulle orme di Marx" (1919). Nel 1925 Mondolfo è
tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da
Benedetto Croce. Dopo il 1926, per la soppressione della rivista a cui
collabora più attivamente, e per l'inasprirsi dei controlli e delle censure
poste dal regime fascista, nell'evidente impossibilità di proseguire i suoi
studi sulla dottrina marxista, si dedica allo studio del pensiero filosofico
greco. Ciò nonostante, pur in questo periodo, grazie alla politica di Giovanni
Gentile che volle coinvolgere studiosi di diverso orientamento nell'impresa,
collabora con l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana e scrive la voce Socialismo
pubblicata nella prima edizione dell'Enciclopedia Treccani (Volume XXXI,
1936). Nel maggio 1939, in seguito alle leggi razziali fasciste che vietavano
agli ebrei di ricoprire cariche pubbliche, Mondolfo scrisse il proprio
curriculum di benemerenze e vi inserì lo stesso Gentile come testimone il quale
"nel 1937 ebbe a propormi per il Premio Reale di filosofia presso la R.
Accademia dei Lincei". Gentile autorizzò Mondolfo a citarlo tra i
testimoni e tentò inutilmente di farlo rientrare tra gli esclusi dalle leggi
razziali. Costretto a lasciare l'Italia Gentile scrisse al filosofo Coriolano
Alberini e lo aiutò a trovare lavoro in Argentina dove intendeva trasferirsi
insieme con la moglie e i figli. Qui, nel 1940, dopo un breve periodo di
incertezze, riesce ad ottenere un incarico presso l'Córdoba per un seminario di
filosofia ed una cattedra di greco antico. Mondolfo scrisse in seguito a
Gentile ringraziandolo per l'"amicizia fraterna". Nel 1946 ha
inizio in Argentina il periodo del regime peronista, che si protrarrà sino al
1955, e di lì a poco sarà seguito dalla dittatura militare argentina. Sono anni
questi che fanno rivivere a Mondolfo molte delle spiacevoli esperienze passate
in Italia durante il fascismo. Anche se in Argentina non si dedica attivamente
alla vita politica, è proprio per contrasti di tipo politico con l'ambiente
universitario di Córdoba che nel 1948 preferisce trasferirsi all'Tucumán, in
cui ottiene la cattedra di Storia della filosofia antica che mantiene fino al
1952, anno in cui si trasferisce a Buenos Aires dove muore il 16 luglio del
1976. Il suo archivio personale è depositato in parte a Firenze presso la
Fondazione di Studi Storici Filippo Turati ed in parte presso la Biblioteca di
Filosofia Università degli Studi di Milano. Opere: “Il materialismo
storico in Engels,” Formiggimi, La Nuova Italia, La Nuova Italia, “Sulle orme di Marx,” – Grice: “Whitehead
used to say that metaphysics has been but footnotes to Plato; and Strawson used
to say that to rob peter to pay paul you must show first that pragmatics is but
footnotes to Grice!” -- Grice: “But of
course a footnote is not a footprint – only similar!” – Grice: “While ‘footprint’
involves Roman pressum, ‘orma’ obviates that!” -- Cappelli, “L'infinito nel pensiero dei Greci,
Felice Le Monnier, La Nuova Italia, “Problemi e metodi di ricerca nella storia
della filosofia, Zanichelli, La Nuova Italia, Firenze, Milano, Bompiani, “Gli
albori della filosofia in Grecia,” «La Nuova Italia», Editrice Petite
Plaisance, Pistoia, . La comprensione del soggetto umano nella cultura antica,
La Nuova Italia (Milano, Bompiani ). Alle origini della filosofia della
cultura, Il Mulino, “Il pensiero politico nel Risorgimento italiano,” Nuova
accademia, Cesare Beccaria, Nuova Accademia Editrice,. “Moralisti greci: la
coscienza morale da Omero a Epicuro,” Ricciardi, “Da Ardigò a Gramsci,” Nuova
Accademia, “Il concetto dell'uomo in Marx,” Città di Senigallia, “Momenti del
pensiero greco e cristiano,” Morano, “Umanismo di Marx. Studi filosofici,
Einaudi, “Il contributo di Spinoza alla concezione storicistica, Lacaita, Polis,
lavoro e tecnica, Feltrinelli, Educazione e socialismo, Lacaita, “Gli eleati,”
Bompiani, . Note Vedi Paolo Favilli, Dizionario Biografico degli
Italiani, riferimenti in . Fu una delle
prime donne italiane a conseguire la laurea (cfr. Le donne nell'Firenze). Il 7
agosto 1899 sposò civilmente a Firenze in Palazzo Vecchio Cesare Battisti. La
sorella di Ernesta, Irene, sposerà Giovanni Battista Trener, per anni
collaboratore di Cesare. Amedeo
Benedetti, L'Enciclopedia Italiana Treccani e la sua biblioteca,
"Biblioteche Oggi", Milano, n. 8, ottobre 200540. Enciclopedia Treccani, vedi alla voce futuro
di Cesare Medail, Corriere della Sera, 11 ottobre 200035, Archivio
storico. Rodolfo Mondolfo, «SOCIALISMO»
la voce nella Enciclopedia Italiana, Volume XXXI, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, 1936. Paolo
Simoncelli41. Paolo Simoncelli42.
Paolo Simoncelli43. Vedi Fabio Frosini, Il contributo italiano
alla storia del PensieroFilosofia, riferimenti in . Archivio Rodolfo Mondolfo. Inventari Stefano
Vitali e Piero Giordanetti. Ministero per i beni culturali e ambientali.
Ufficio Centrale per i beni archivistici.
Archivio Rodolfo Mondolfo. Inventari, Stefano Vitali e Piero
Giordanetti, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio
Centrale per i beni archivistici, 1997. Paolo Simoncelli "Non credo
neanch'io alla razza" Gentile e i colleghi ebrei, Le Lettere,
Firenze, L. Vernetti, R. Mondolfo e la
filosofia della prassi, Morano, E.
Bassi, Rodolfo Mondolfo nella vita e nel pensiero socialista, Tamari, 1968. A.
Santucci , Pensiero antico e pensiero moderno in Rodolfo Mondolfo, Cappelli,
Bologna 1979. N. Bobbio, Umanesimo di Rodolfo Mondolfo, in Maestri e compagni,
Passigli Editore, Firenze 1984. M. Pasquini, Del Vecchio, il kantismo giuridico
e la sua incidenza nell'elaborazione di Rodolfo Mondolfo (1906-1909),
Alfagrafica, Città di Castello, 1999. C. Calabrò, Il socialismo mite. Rodolfo
Mondolfo tra marxismo e democrazia, Polistampa, Firenze 2007. E. Amalfitano,
Dalla parte dell'essere umano. Il socialismo di Rodolfo Mondolfo, L'asino
d'oro, Roma. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su
siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze
Archivistiche. Opere su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere Fabio Frosini, MONDOLFO, Rodolfo, in Il
contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, . Vita opere e pensiero Diego Fusaro, sito
"filosofico.net". Fondo Rodolfo Mondolfo Università degli Studi di
Milano. Biblioteca di Filosofia. Fondo Rodolfo Mondolfo Fondazione di Studi
Storici Filippo Turati. V D M Vincitori del Premio Marzotto Filosofia
Università Università Filosofo
Professore1877 1976 20 agosto 16 luglio Senigallia Buenos Aires -- Italiani emigrati in Argentina -- Refs.:
Luigi Speranza, "Grice, Mondolfo, e la filosofia greco-romana," per
il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia.
MONFERRATO.
(Casale Monferrato). Filosofo. Autore di opere di teologia e scienza e legato
pontificio. Entrò nell'ordine francescano nella provincia genovese. Fu docente
presso lo studio francescano di Assisi dal 1335 al 1340. Circa nel 1346 scrisse il trattato Quaestio
de velocitate motus alterationis, ispirato alle dottrine di Richard Swineshead
e di Nicola d'Oresme, e successivamente pubblicato a Venezia nel 1505. In esso
presentò un'analisi grafica del movimento dei corpi uniformemente accelerati.
La sua attività di insegnamento in fisica matematica influenzò gli studiosi che
operarono all'Padova e, si crede, possa aver infine influenzato il pensiero
scientifico di Galileo Galilei che ripropose idee simili più di due secoli
dopo. Note ‘Giovanni da Casale’, Enciclopedie on line,
Treccani. Filosofia Filosofo del XIV secoloTeologi italiani Casale
MonferratoStoria della scienza
MONTE. (Pesaro). Filosofo. Grice: “I like to
illustrate a ‘scientific revolution’ with Del Monte’s refutation on the
equilibrium controversy, since it involves a lot of analyticity that only a
philosopher can digest!” -- essential Italian philosopher. Il marchese Guidubaldo
Bourbon Del Monte (Pesaro), filosoMecanicorum liber, Suo padre, Ranieri,
originario da un famiglia benestante di Urbino, discendente dalla schiatta dei
Bourbon del Monte Santa Maria, fu notato per il suo ruolo bellico e fu autore
di due libri sull'architettura militare. Il duca di Urbino, Guidobaldo II della
Rovere, gli attribuì, per meriti, il titolo di Marchese del Monte, dunque la famiglia
divenne nobile solo un generazione prima di Guidobaldo. Alla morte del padre,
ottenne il titolo di Marchese. Guidobaldo
studiò matematica a Padova. Mentre era lì, strinse una grande amicizia con
Tasso. Guidobaldo poi combatté nel conflitto in Ungheria, tra l'impero degli
Asburgo e l'Impero Ottomano. Al termine della guerra, tornò nella sua tenuta a
Mombaroccio, vicino Urbino, dove passava i giorni studiando matematica,
meccanica, astronomia e ottica. Studiò matematica con l'aiuto di
Commandino. Divenne amico di Baldi, che
fu anch'esso studente di Commandino. Ispettore delle fortificazioni del
Granducato di Toscana, pur continuando a risiedere nel Ducato di Urbino. In quegli anni, Del Monte corrispondeva con
numerosi matematici inclusio Contarini,
Barozzi e Galilei e con alcuni di
loro si dice abbia avuto anche relazioni più che professionali. L'invenzione per la costruzione di poligoni
regolari e per dividere in un numero determinato di segmento qualsiasi linea fu
incorporata come caratteristica del compasso geometrico e militare di Galileo.
Proprio fu fondamentale nell'aiutare Galilei nella sua carriera universitaria,
che a 26 anni era un promessa ma disoccupato. Del Monte raccomandò il toscano
al suo fratello Cardinale, che a sua volta parlò con il potente Duca di
Toscana, Ferdinando I de' Medici. Sotto la sua protezione, Galileo ebbe una
cattedra di matematica all'Pisa. Guidobaldo divenne un amico fidato di Galileo e
lo aiutò nuovamente quando dovette necessariamente fare domanda per poter insegnare
matematica all'Padova, a causa dell'odio e della macchinazione di Giovanni de'
Medici, un figlio di Cosimo de' Medici, contro Galileo. Nonostante la loro
amicizia, Guidobaldo fu un critico di alcune teorie di Galileo, come quella
relativa alla legge dell'isocronismo delle oscillazioni. Guidobaldo scrisse un importante libro sulla
prospettiva, intitolato Perspectivae Libri VI, pubblicato a Pesaro nche avrà
ampia diffusione nel corso del XVII. Fu sicuramente, anche secondo il parere di
Galileo, uno dei massimi studiosi di meccanica e matematica del
Cinquecento. Mechanicorum liber,
Pisauri. Opere: “Mechanicorum liber,” Pisauri, Girolamo Concordia,
“Planisphaeriorum universalium theorica, Pisauri, Girolamo Concordia, “De
ecclesiastici calendarii restitutione, Pisauri, Girolamo Concordia,
“Perspectivae libri sex,” Pisauri, Girolamo Concordia, “Problematum
astronomicorum libri septem,” Venetiis, Bernardo Giunta, Giovanni Battista
& C Ciotti, “De cochlea,” Venetiis, Evangelista Deuchino, “Mecanicorum
liber,” Venetiis, Evangelista Deuchino. Opere su Del Monte Le mechaniche dell'illustriss. sig. Guido
Vbaldo de' marchesi Del Monte: tradotte in volgare dal sig. Filippo Pigafetta,
Venetia, Le mechaniche dell'illustriss. sig. Guido Vbaldo de' marchesi Del
Monte: tradotte in volgare dal sig. Filippo Pigafetta nelle quali si contiene
la vera dottrina di tutti gli istrumenti principali da mouer pesi grandissimi
con picciola forza, in Venetia, appresso Francesco di Franceschi senese, Due
lettere inedite di Guidobaldo del Monte a Giacomo Contarini, pubblicate ed
illustrate da Antonio Favaronota, Venezia, I sei libri della prospettiva di
Guidobaldo dei marchesi Del Monte dal latino tradotti interpretati e commentati
da Rocco Sinisgalli, presentazione di Gaspare De Fiore, Roma, La teoria sui planisferi universali di
Guidobaldo Del Monte, Rocco Sinisgalli, Salvatore Vastola, Firenze, Galileo (che nel frattempo era stato molto
probabilmente anche suo ospite) poteva occupare la cattedra di Padova, grazie
anche all’intervento del D., che nell’ambiente veneto poteva contare, oltre che
sull’amicizia di un Contarini e di un Pinelli, sull’autorità e l’influenza di
Giambattista Del Monte, generale delle fanterie della Repubblica":
fondazionecardinalefrancescomariadelmonte/guidobaldo-del-monte/. Questo testo proviene in parte dalla relativa
voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo.
Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze (home page), Galilei, Le
opere, t. VI, Società editrice fiorentina, Firenze. Lives of Eminent Persons,
Baldwin and Cradock, A. Giostra, La stella o cometa nelle lettere di Guidobaldo
dal Monte a pier Matteo Giordani, Giornale di Astronomia, A. BecchiD. Bertoloni MeliE. Gamba (eds):
Guidobaldo del Monte. Theory and Practice of the Mathematical Disciplines from
Urbino to Europe, Edition Open Access, Berlin, Galilei Guidobaldo II della Rovere
Mombaroccio. Guidobaldo Del Monte, in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Guidobaldo
Del Monte, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Biografia di Guidobaldo Del Monte sul sito del comune di Mombaroccio,
su mombaroccio.eu. The Galileo Project, su galileo.rice.edu. Refs.: Luigi
Speranza, "Grice e del Monte," per Il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
MONTI (Urbino). Filosofo. Studia ad Ancona e pBologna, dove si è
iscritto a filosofia. Si laurea a Firenze, con Garin, con il quale ha conseguito anche il diploma di perfezionamento.
Insegna storia e filosofia al Liceo Classico "Plinio il Giovane" di
Città di Castello (PG). Dal 1950 al 1959 è stato assistente di Antonio Banfi
all'Università degli Studi di Milano. Fra il 1950 e il 1955 ha lavorato
all'Enciclopedia dei ragazzi presso la casa editrice Mondadori. Dal 1955
ha insegnato storia della filosofia, prima all'Università degli Studi di
Milano, poi a Cagliari (1961-1962) e Bologna. Nel 1962 è stato adottato
dalla zia materna Elena Monti. Di conseguenza il suo cognome e quello dei suoi
figli è diventato Rossi Monti nei documenti ufficiali. Tuttavia, poiché
all'epoca il filosofo aveva già pubblicato tre libri e diversi saggi con il
cognome Rossi, ha deciso per chiarezza di continuare ad utilizzare,
nell'attività culturale, il solo cognome Rossi. Dal 1966 si è
definitivamente stabilito a Firenze, dove ha tenuto fino al 1999 la cattedra di
storia della filosofia presso la facoltà di lettere dell'Università. professore
emerito dall'Firenze. Fra i suoi figli, Mario Rossi Monti, psichiatra, è
ordinario di psicologia all'Urbino. Attività pubblicistica Paolo Rossi si
è sempre occupato di storia della filosofia e della scienza, con particolare
riguardo al Cinquecento e al Seicento, pubblicando centinaia di saggi e
articoli su riviste italiane e straniere. Ha curato edizioni di diversi autori,
tra i quali Cattaneo (Mondadori), Bacone (UTET), Vico (Rizzoli), Diderot
(Feltrinelli), Rousseau (Sansoni), e diretto diverse collane scientifiche e
filosofiche per le case editrici Feltrinelli, Sansoni e La Nuova Italia. Ha
diretto la collana "Storia della scienza" dell'editore Olschki
insieme con il filosofo Walter Bernardi. Ha partecipato alla direzione di
varie riviste, tra le quali la Rivista di filosofia, e ai comitati di consulenza
di numerose altre, tra le quali European Journal of Philosophy, Révue
internationale d'histoire et méthodologie de la psychiatrie, Science in
Context, Time and Society. Le collaborazioni con giornali italiani vanno dalla
rubrica "Scienza e filosofia" sul settimanale Panorama alla rubrica
"Storia delle idee" per il supplemento culturale La Domenica del
quotidiano Il Sole 24 ore (dal 1999 alla morte). Nel 1988 è stato eletto
presidente del comitato scientifico del centro di studi filosofici
"Antonio Banfi" di Reggio Emilia. È stato membro dell'Accademia
Europea dal 1989 e membro onorario della Società Italiana di Psicopatologia.
Nel 1997 è stato nominato presidente della «Società italiana per lo studio dei
rapporti tra scienza e letteratura». È stato uno dei promotori del
"Festival della Filosofia della Scienza di Città di Castello", del
quale è stato direttore scientifico negli anni 2008, 2009 e . Pensiero Ha
dedicato studi particolarmente approfonditi a Francesco Bacone(che per primo
fece conoscere al pubblico italiano), ma il campo nel quale ha dato il
contributo più innovativo è quello della cosiddetta "rivoluzione
scientifica" del Seicento. Rossi sostiene che la scienza, a cavallo tra
XVI e XVII secolo, ha vissuto un vero e proprio mutamento di paradigma. Il
carattere rivoluzionario dei mutamenti nel modo di fare scienza avvenuti
all'epoca di Bacone e Galileo grazie a una serie di fattori: la nuova visione
della natura, non più divisa tra corpi naturali e "artificiali", la
dimensione continentale (e, in prospettiva, mondiale) della nuova cultura
scientifica, l'autonomia dal pensiero religioso, la pubblicità dei risultati.
Un'altra importante novità fu costituita, secondo Rossi, dal formarsi di
un'autonoma comunità scientifica internazionale, "una sorta di autonoma
Repubblica della Scienza dove non esiste l'ipse dixit". Si è
dedicato per oltre trent'anni al tema della memoria, in chiave filosofica e
storica, al quale ha dedicato nel 1991 il saggio Il passato, la memoria,
l'oblio con il quale ha vinto il Premio Viareggio. Nei suoi ultimi anni
ha analizzato e denunciato l'esistenza di diverse forme di "ostilità alla
scienza" (il "primitivismo" e l'"antiscienza") che,
come forma di reazione allo sviluppo tecnologico e industriale, propugnano come
soluzione di tutti i mali il ritorno a un mondo premoderno idealizzato e il
rifiuto della razionalità. Membro del "Comitato 08" del
Consiglio Nazionale delle Ricerche. È stato presidente sia della Società
Filosofica Italiana sia della Società Italiana di Storia della Scienza. È stato
socio corrispondente dell'Accademia Pontaniana di Napoli dal 1981, socio
corrispondente dell'Accademia Nazionale dei Lincei e socio nazionale della stessa. Riceve la Medaglia Sarton per la storia della scienza
dalla «American History of Science Society» (USA) e successivamente la Medaglia
Pictet dalla «Société de Physique et d'Histoire Naturelle de Genève». Gli è
stato conferito il Premio Balzan per la storia delle scienze "per i suoi
decisivi contributi allo studio dei fondamenti intellettuali della scienza dal
Rinascimento all'Illuminismo". La Società Psicoanalitica Italiana lo ha
insignito del Premio Musatti. L'archivio e la biblioteca Paolo Rossi ha
lasciato la propria collezione privata di libri e documenti alla biblioteca del
Museo Galileo, che nel giugno ne ha
ricevuta una prima tranche. Il materiale archivistico raccoglie scritti e
appunti a tema storico-filosofico e storico-scientifico, relazioni tenute a
convegni e conferenze, minute, bozze di stampa e materiali preparatori per
pubblicazioni, documenti attinenti all'attività di docenza e divulgazione,
nonché un'ampia selezione di ritagli e articoli di argomento vario tratti dalle
maggiori testate italiane e una raccolta di documenti di Antonio Banfi.
Nella biblioteca privata, invece, ai numerosi testi di storia della filosofia e
storia della scienza, si affiancano volumi di argomento diverso, che
rispecchiano i molteplici interessi di chi li ha raccolti, così come si sono
evoluti nel corso di una vita: politica, sociologia, religione, in una ricca
raccolta di monografie, miscellanee e periodici. Opere: “Giacomo
Aconcio,” Milano, F.lli Bocca, “L'interpretazione baconiana delle favole
antiche,” Milano, F.lli Bocca, “Francesco Bacone: dalla magia alla scienza,”
Bari, Laterza, “Clavis Universalis: arti della memoria e logica combinatoria da
Lullo a Leibniz,” Milano, Napoli, R. Ricciardi, “I filosofi e le machine,”
Milano, Feltrinelli, Galilei, Roma-Milano, CEI-Compagnia Edizioni
Internazionali, “Il pensiero di Galilei: una antologia dagli scritti, Torino,
Loescher Editore, “Le sterminate antichità: studi vichiani,” Pisa,
Nistri-Lischi, Storia e filosofia: saggi sulla storiografia filosofica, Torino,
Einaudi, Aspetti della rivoluzione scientifica, Napoli, A. Morano, La
rivoluzione scientifica: da Copernico a Newton, Torino, Loescher, Pisa,
Edizioni ETS, “Immagini della scienza,”
Roma, Editori Riuniti, “I segni del tempo: storia della Terra e storia delle
nazioni da Hooke a Vico,” Milano, Feltrinelli,
“I ragni e le formiche: un'apologia della storia della scienza,”
Bologna, Il Mulino, “Storia della scienza moderna e contemporanea,” Torino,
Utet, “La scienza e la filosofia dei moderni: aspetti della rivoluzione
scientifica,” Torino, Bollati Boringhieri, “Paragone degli ingegni moderni e
postmoderni,”Bologna, Il Mulino, “Il passato, la memoria, l'oblio: sei saggi di
storia delle idee, Bologna, Il Mulino (Premio Viareggio) “La filosofia,”
Torino, Utet, “Naufragi senza spettatore: l'idea di progresso,” Bologna, Il
Mulino, “La nascita della scienza moderna in Europa,” Roma, Laterza, “Le
sterminate antichità e nuovi saggi vichiani,” Scandicci, La Nuova Italia, “Un
altro presente: saggi sulla storia della filosofia,” Bologna, Il Mulino,
Bambini, sogni, furori: tre lezioni di storia delle idee, Milano, Feltrinelli,
Il tempo dei maghi: Rinascimento e modernità, Milano, R. Cortina, Speranze,
Bologna, Il Mulino, Mangiare, Bologna, Il Mulino, Un breve viaggio e altre storie: le guerre,
gli uomini, la memoria, Milano, R. Cortina. Premio letterario Viareggio-Rèpaci,
su premioletterarioviareggiorepaci. Vincitori del Premio Musatti su Spi WebSocietà Psicoanalitica Italiana. 15
gennaio . Inventario del Fondo
archivistico , su opac.museogalileo.
Fondo librario: le monografie moderne , su opac.museogalileo. Fondo librario: le miscellanee , su
opac.museogalileo. Fondo librario: i
periodici , su opac.museogalileo. Storia
della filosofia, Storia della scienza: saggi in onore di Paolo Rossi, Antonello
La Vergata e Alessandro Pagnini, Nuova Italia, Firenze, Segni e percorsi della
modernità: saggi in onore di Paolo Rossi, Ferdinando Abbri e Marco Segala,
Dipartimento di Studi Filosofici dell'Siena, Antonio Rainone, «Rossi
Monti, Paolo» in Enciclopedia ItalianaVI Appendice, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, John L. Heilbron , Advancements of learning: essays
in honour of Paolo Rossi, Firenze, L.S. Olschki, Ferdinando Abbri, Paolo Rossi,
in Nuncius, «Rossi (propr. Rossi Monti), Paolo» in Dizionario di filosofia,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Paolo Rossi, un maestro, Pisa,
Edizioni della Normale, Pietro Rossi, Tra Banfi e Garin: la formazione
filosofica di Paolo Rossi, in Rivista di filosofia, TreccaniEnciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Paolo Rossi Monti, in Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Paolo Rossi Monti, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo
Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
Opere di Paolo Rossi Monti, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Registrazioni di Paolo Rossi Monti, su
RadioRadicale, Radio Radicale. Sito
ufficiale Paolo Rossi, su paolorossimonti.altervista.org. Biografia dell'enciclopedia
multimediale RAI delle scienze filosofiche, su emsf.rai. Rassegna stampa del
sito web italiano per la filosofia, su lgxserver.uniba. Per una scienza libera,
intervista a Paolo Rossi. Opere di Paolo Rossi su StoriaModerna, su stmoderna.
intervista, Società Psicoanalitica Italiana, videointervista, Paolo Rossi:
memoria e reminiscenza, sul RAI
Filosofia, su filosofia.rai. Il Fondo Rossi nella biblioteca del Museo Galileo,
su museogalileo. Keywords: Vico – Refs. Luigi Speranza, “Grice e Monti:
l’implicatura di Vico” – The Swimming-Pool Library.
MORELLI. (Milano). Filosofo. Grice: ‘I
once told Austin, I don’t give a hoot what the dictionary says;’ ‘And that’s
where you make your big mistake,’ his crass response was!” -- Grice: “I once
told Ackrill, ‘should there be a manual of philosophy, must we follow it?’ He
replied, “One thing is to know the manual, another is to know how to abide by
it!” Si laurea
a Pavia e l'anno dopo assolve
all'obbligo di leva a Trieste dove presta attenzione alle problematiche
relazionali dei militari nello svolgimento delle proprie mansioni; si è poi
specializzato in Psichiatria presso l'Università degli Studi di Milano nel
1977. Dal 1979 è direttore dell'Istituto Riza, gruppo di ricerca che
pubblica la rivista Riza Psicosomatica ed altre pubblicazioni specializzate,
con lo scopo di "studiare l'uomo come espressione della simultaneità
psicofisica riconducendo a questa concezione l'interpretazione della malattia,
della sua diagnosi e della sua cura". Inoltre è direttore delle riviste
Dimagrire e Salute Naturale. Dall'attività dell'Istituto Riza è sorta
anche la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad indirizzo psicosomatico,
riconosciuta ufficialmente dal Ministero dell'università e della ricerca
scientifica e tecnologica nell'ottobre del 1994. Raffaele Morelli è anche
vicepresidente della SIMP (Società Italiana di Medicina Psicosomatica).
Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive sia per la RAI sia per
Mediaset (Maurizio Costanzo Show, Tutte le mattine, Matrix, ecc.) e per la
radio. Nelle sue opere ci sono molti riferimenti alle dottrine
orientali.[senza fonte] Opere Verso la concezione di un sé psicosomatico.
Il corpo è come un grande sogno della mente, con Diego Frigoli e Gianlorenzo
Masaraki, Milano, UNICOPLI, Milano, Edizioni Libreria Cortina, La dimensione
respiratoria. Studio psicosomatico del respiro, con Gianlorenzo Masaraki,
Milano, Masson Italia, Dove va la medicina psicosomatica, a cura di,
Milano-Roma, Riza libri, Endas, 1982. Il sacro. Antropoanalisi, psicosomatica,
comunicazione, con Erminio Gius e Carlo Tosetti, Milano, Riza-Endas, Convegno
internazionale Mente-corpo: il momento unificante. Milano, Atti, e con Piero
Parietti, Milano, UNICOPLI, Riza, I sogni dell'infinito, e con Franco
Sabbadini, Milano, Riza, Autostima. Le regole pratiche, Milano, a cura
dell'Istituto Riza di medicina psicosomatica, Il talento. Come scoprire e
realizzare la tua vera natura, Milano, Riza, Ansia, con testi di Piero Parietti
e Vittorio Caprioglio, Milano, Riza, Insonnia, con testi di Piero Parietti e
Vittorio Caprioglio, Milano, Riza, Cefalea, con testi di Piero Parietti e
Vittorio Caprioglio, Milano, Riza, Lo psichiatra e l'alchimista. Romanzo,
Milano, Riza, Le nuove vie dell'autostima. Se piaci a te stesso ogni miracolo è
possibile, Milano, Riza, Conosci davvero tuo figlio? Sconosciuto in casa. Dal
delitto di Novi Ligure al disagio di una generazione, con Gianna Schelotto,
Milano, Riza, Come essere felici, Milano, A. Mondadori, Cosa dire e non dire
nella coppia, Milano, A. Mondadori, Come mantenere il cervello giovane, Milano,
A. Mondadori, Come affrontare lo stress, Milano, A. Mondadori, Come amare ed
essere amati, Milano, A. Mondadori, Come dimagrire senza soffrire, Milano, A.
Mondadori, Come risvegliare l'eros, Milano, A. Mondadori, Come star bene al
lavoro, Milano, A. Mondadori, Come essere single e felici, Milano, A.
Mondadori, Cosa dire o non dire ai
nostri figli, Milano, A. Mondadori, La rinascita interiore, Milano, Riza,
Volersi bene. Tutto ciò che conta è già dentro di noi, Milano, Riza, L'amore giusto.
C'è una persona che aspetta solo te, Milano, Riza, Vincere i disagi. Puoi
farcela da solo perché li hai creati tu, Milano, Riza, 2004. Felici sul lavoro.
Come ritrovare il benessere in ufficio, Milano, Riza, I figli felici.
Aiutiamoli a diventare se stessi, Milano, Riza, La gioia di vivere. Scorre
spontaneamente dentro di noi, Milano, Riza, Essere se stessi. L'unica via per
incontrare il benessere, Milano, Riza, Accendi la passione. È la scintilla che
risveglia l'energia vitale, Milano, Riza, Alle radici della felicità.
Editoriali dpubblicati su Riza psicosomatica, rivista mensile delle Edizioni
Riza, Milano, Riza, Ciascuno è perfetto. L'arte di star bene con se stessi,
Milano, Mondadori, Il segreto di vivere. Aforismi, Milano, Riza, Realizzare se
stessi, Milano, Riza, Vincere la solitudine, Milano, Riza, Dimagrire senza
fatica, Milano, Riza, Amare senza soffrire, Milano, Riza, Guarire con la
psiche, Milano, Riza, Superare il tradimento, Milano, Riza, Dizionario della
felicità, 6 voll, Milano, Riza, Non siamo nati per soffrire, Milano, Mondadori,L'autostima.
Le cinque regole. Vivere la vita. Adesso, Milano, Riza, Conoscersi. L'arte di
valorizzare se stessi. Via le zavorre dalla mente, Milano, Riza, I figli difficili sono i figli migliori,
Milano, Riza, Il matrimonio è in crisi... che fortuna!, Milano, Riza,
Autostima, I consigli di Raffaele Morelli per un anno di felicità, Milano,
Riza, Le parole che curano, Milano, Riza, Perché le donne non ne possono più...
degli uomini, Milano, Riza, Le piccole cose che cambiano la vita, Milano,
Mondadori, Come trovare l'armonia in se stessi, Milano, Oscar Mondadori, Ama e non pensare, Milano, Mondadori, Curare
il panico. Gli attacchi vengono per farci esprimere le parti migliori di noi
stessi, con Vittorio Caprioglio, Milano, Riza, Non dipende da te. Affidati alla
vita così realizzi i tuoi desideri, Milano, Mondadori, L'alchimia. L'arte di
trasformare se stessi, Milano, Riza, Il sesso è amore. Vivere l'eros senza
sensi di colpa, Milano, Mondadori, Puoi fidarti di te, Milano, Mondadori, La
felicità è dentro di te, Milano, Mondadori,L'unica cosa che conta, Milano,
Mondadori, La felicità è qui. Domande e risposte sulla vita, l'amore,
l'eternità, con Luciano Falsiroli, Milano, Mondadori, Guarire senza medicine.
La vera cura è dentro di te, Milano, Mondadori, Lezioni di autostima. Come
imparare a stare beni con se stessi e con gli altri, Milano, Mondadori, .Il
segreto dell'amore felice, Milano, Mondadori, La saggezza dell'anima. Quello
che ci rende unici, Milano, Mondadori, .Pensa magro. Le 6 mosse psicologiche
per dimagrire senza dieta, Milano, Mondadori, Vincere il panico. [Le parole per
capirlo, i consigli per affrontarlo, cosa fare per guarirlo], con Vittorio
Caprioglio, Milano, Mondadori, Nessuna ferita è per sempre. Come superare i
dolori del passato, Milano, Mondadori, Solo la mente può bruciare i grassi.
Come attivare l'energia dimagrante che è dentro di noi, Milano, Mondadori,
.Breve corso di felicità. Le antiregole che ti danno la gioia di vivere,
Milano, Mondadori, La vera cura sei tu, Milano, Mondadori, . Il meglio deve
ancora arrivare. Come attivare l'energia che ringiovanisce, Milano, Mondadori,
Il potere curativo del digiuno. La pratica che rigenera corpo e mente, con
Michael Morelli, Milano, Mondadori,
Segui il tuo destino. Come riconoscere se sei sulla strada giusta,
Milano, Mondadori, .Il manuale della felicità. Le dieci regole pratiche che ti
miglioreranno la vita, Milano, Mondadori, .Pronto soccorso per le emozioni. Le
parole da dirsi nei momenti difficili, Milano, Mondadori, .Sito Mondadori SIMPDirettivo, simpitalia.com. 4rizaSito
ufficiale dell'istituto Riza, su riza. su Internet Movie Database, IMDb.com.
Grice: “Should there be a ‘dizionario della felicita,’ I would perhaps follow
Austin’s advice and go through it!” –.
MORETTI.
(Roma). Filosofo. Grice:
“I like Moretti – he uses a good metaphor, ‘the wounded poet,’ unless we mean
Owen, but he was more than wounded, even if that implicature is cancellable
--.” Grice: “I like Moretti also because he wrote on ‘ermeneutica sensibile,’
which is exactly what I do.” Grice: “I like Moretti also because he uses
‘segnatura’ etymologically, when he writes of the ‘la segnatura romantica’ –
talk of tokens!” Nasce nel borghese quartiere Trieste, primo di due fratelli.
Ottiene il diploma di maturità classica presso il Liceo Giulio Cesare.
Successivamente consegue una prima laurea in Giurisprudenza, con una tesi in
filosofia del diritto, e, nel una seconda in filosofia, con una tesi in
filosofia morale, entrambe presso l'Roma La Sapienza. È poi borsista presso
l'Friburgo in Brisgovia, dove imposta un progetto di ricerca che, partendo
dall'interpretazione di Heidegger, mira ad un'analisi critica delle categorie
filosofico-estetiche del “romantico” in Germania, con particolare attenzione
alle opere di autori del romanticismo di Heidelberg, quali Creuzer, Görres, i
Fratelli Grimm e Bachofen, che contribuisce a tradurre e a far conoscere in
Italia. Al suo rientro insegna dapprima materie letterarie nelle scuole medie
e, in seguito, filosofia presso la Scuola germanica di Roma. La sua ricerca si amplia poi al pensiero
estetico di Novalis, di cui cura la prima edizione completa in lingua italiana
della Opera filosofica; durante questo periodo consegue il dottorato di ricerca
in Estetica presso l'Bologna. Vince la cattedra di professore associato di
Estetica all'Bari; Professore a Napoli L’Orientale. Redattore di Itinerari e Studi Filosofici,
collabora con varie altre riviste filosofiche (Agalma, Rivista di Estetica,
Studi di Estetica, aut aut, Nuovi Argomenti, Filosofia e Società, Filosofia
Oggi, Estetica) e ha spesso partecipato a trasmissioni RAI su temi filosofici e
a numerosi convegni . Opere:”Heidelberg
romantica. Studio sui rapporti poesia-mito-storia e arte-natura nel
pre-romanticismo e in J. Görres, F. Creuzer, J. e W. Grimm, J. J. Bachofen,
Itinerari, Lanciano, “Anima e immagine. Sul «poetico» in L. Klages, Aesthetica
pre-print, Palermo, Nichilismo e romanticismo. Estetica e filosofia della
storia fra Ottocento e Novecento, Cadmo, Roma, Hestia. Interpretazione del
romanticism, Ianua, Roma, L'estetica di Novalis. Analogia e principio poetico
nella profezia romantica, Rosenberg & Sellier, Torino); “La segnatura
romantica. Filosofia e sentimento” (Hestia, Cernusco L.); “Il genio, il Mulino,
Bologna, “Il poeta ferito.” Hölderlin, Heidegger e la storia dell'essere,
Editrice La Mandragora, Imola, “Anima e immagine.” Studi su Klages, Mimesis, Milano, Heidelberg
romantica. Romanticismo tedesco e nichilismo europeo, Guida Editori, Napoli,
Introduzione all'estetica del Romanticismo, Nuova Cultura, Roma, Il genio, Morcelliana, Brescia. Per immagini.
Esercizi di ermeneutica sensibile, Moretti & Vitali, Bergamo, Heidelberg romantica. Romanticismo tedesco e
nichilismo europeo, Morcelliana, Brescia, Novalis. Pensiero, poesia, romanzo
Morcelliana, Brescia, Romano Guardini, Hölderlin, Giampiero Moretti,
Morcelliana, Brescia. Novalis, Scritti filosofici, Fabrizio Desideri e
Giampiero Moretti, Morcelliana, Brescia. J. J. Bachofen, Il matriarcato, scelta
antologica con introduzione e note di Moretti, Christian Marinotti Editore,
Milano, Novalis, Opera filosofica, I,
Einaudi, Torino, Un video con una trasmissione RAI del prof. Moretti Un video con un intervento di Moretti.
MORI. (Cremona). Filosofo. Grice:
“I like Mori; he wrote a treatise on Stephen, better known as Virginia Woolf’s
father; which reminded me of Bergmann who once called me an English
futilitarian!” -- Professore a Torino e presidente della Consulta di Bioetica
Onlus, un'associazione di volontariato culturale per la promozione della
bioetica laica. L’etica e la bioetica con le varie problematiche connesse sono le
tematiche al centro dei suoi interessi filosofici e teorici. Mori ha studiato all’Università degli Studi
di Milano, dove ha conseguito la laurea (con Andrea Bonomi e Claudio Pizzi) e
il dottorato sotto la guida di Uberto Scarpelli e Mario Jori. Ha studiato due
semestri all’Helsinki con G.H. von Wright, e ha un M.A. in Philosophy dalla
University of Arizona, dove ha studiato con Joel Feinberg, Allen Buchanan e
Jules Coleman. In Italia ha insegnato all’Università del Piemonte Orientale
(Alessandria) e all’Pisa, prima di essere chiamato a Torino. Temi di ricerca Mori ha studiato i temi della
metaetica e della logica dell’etica con le problematiche della teoria etica. Ha
tradotto in italiano i Metodi dell’etica di Henry Sidgwick e Etica di W.K.
Frankena. È stato tra i primi in Italia a occuparsi di bioetica, nella quale ha
dato contributi in tutti i principali settori, con particolare attenzione
all’aborto e alla fecondazione assistita. Sollecitato dai casi Welby e Englaro
ha dato contributi anche sul fine-vita a difesa dell’autonomia individuale. Per
primo ha teorizzato la contrapposizione paradigmatica tra bioetica laica e
bioetica cattolica, derivante dal fatto che quest’ultima propone un’etica della
sacralità della vita caratterizzata da divieti assoluti, mentre l’altra avanza
un’etica della qualità della vita senza assoluti e soli divieti prima facie.
Infine, sin dalla fine degli anni ’70 ha prestato grande attenzione al problema
della liberazione animale. Riviste Nel
1993 Mori ha fondato Bioetica. Rivista interdisciplinare (Ananke Lab, Torino),
e da allora ne è il direttore. È membro di numerosi comitati, tra cui il
comitato scientifico di Notizie di Politeia, di Iride del Journal of Medicine
and Philosophy e altre. Opere: “Manuale di bioetica: verso una civiltà
bio-medica secolarizzata”, Le Lettere, Firenze, . Introduzione alla bioetica. temi
per capire e discutere, Daniela Piazza Editore, Torino, . Il caso Eluana
Englaro. La “Porta Pia” del vitalismo ippocratico ovvero perché è moralmente
giusto sospendere ogni intervento, Pendragon, Bologna, Aborto e morale. Per
capire un nuovo diritto, Einaudi, Torino, La fecondazione artificiale. Una
nuova forma di riproduzione umana, Laterza, Roma-Bari, La fecondazione
artificiale: questioni morali nell'esperienza giuridica, Giuffrè, Milano,
Utilitarismo e morale razionale. Per una teoria etica obiettivista, Giuffrè,
Milano, La legge sulla procreazione medicalmente assistita. Paradigmi a
confronto, Net, Milano, Laici e cattolici in bioetica: storia e teoria di un confronto,
Le Lettere, Firenze, .La fecondazione assistita dopo 10 anni di legge 40.
Meglio ricominciare da capo!, Ananke editore, Torino, Questa è la scienza,
bellezze! La fecondazione assistita come novo modo di costruire le famiglie,
Ananke Lab, Torino.
MORIGGI.
(Milano). Filosofo. Grice:
“I like it when Moriggi does substantial metaphysics; he has edited a
collection on ‘why is there something rather than nothing?” – hardly rhetoric –
and the subtitle is fascinating: the vacuum, the zero, and nothingness! All in
Italian, to offend Heidegger!” Specializza in teoria e modelli della
razionalità, fondamenti della probabilità e di pragmatism. Docente a Brescia,
Parma, Milano e presso la European School of Molecular Medicine è conosciuto al
grande pubblico attraverso la trasmissione TV E se domani di Rai 3 e per alcuni
interventi ad altre trasmissioni. Pubblicazioni Le tre bocche di Cerbero, con
E. Sindoni (Bompiani. Perché esiste qualcosa anziché nulla? Vuoto, Nulla, Zero,
con P.Giaretta e G.Federspil (Itaca) Perché la tecnologia ci rende umani, con
G. Nicoletti (Sironi) Connessi. Beati quelli che sapranno pensare con le
macchine (San Paolo) School Rocks! La scuola spacca, con A. Incorvaia (San
Paolo, ), con prefazione rap di Frankie Hi-nrg Note //wired/attualita//04/18/connessi-pensare-la-
macchina-pensare-con-le-macchine/ //smau/ speakers/stefano.moriggi/ unimib.academia.edu/StefanoMoriggi scholar. google/scholar?hl=it&q=stefano+moriggi&btnG=&lr= Sito ufficiale, su stefanomoriggi. Blog ufficiale, su stefanomoriggi. Opere di Stefano Moriggi, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl.
MOSCA.
(Palermo). Filosofo. Grice:
“When Austin was defending the ‘man in the street,’ he was thinking Mosca!” --
Grice: “I like Mosca; he speaks of elites – Gellner speaks of elites, too!” --
Grice: “Do Italians consider Mosca a philosopher?” – Opere:
“Sulla teorica dei governi e sul governo parlamentare, Appunti sulla libertà di stampa, Questioni
costituzionali, Le Costituzioni modern; Elementi di scienza politica, Che cosa
è la mafia, Appunti di diritto Costituzionale, Italia, Stato liberale e stato
sindacale, Il problema sindacale, Saggi
di storia delle dottrine politiche, Crisi e rimedi del regime parlamentare,
Storia delle dottrine politiche, Partiti e sindacati nella crisi del regime
parlamentare, Ciò che la storia potrebbe insegnare. Scritti di scienza politica
(Milano), Il tramonto dello Stato liberale (a cura di A. Lombardo, Catania)
Scritti sui sindacati (a cura di F. Perfetti, M. Ortolani, Roma) Discorsi
parlamentari (con un saggio di A. Panebianco, Bologna 2003). Refs.: H.
P. Grice: “Mosca’s liberalism;” Luigi Speranza,
"Grice e Mosca," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
MOTTA. (Vercelli). Filosofo. Grice: “If Mill’s claim
to fame is to some his examination of Mill, Motta’s claim to fame is his
examination of Rosmini!” -- Il conte Emiliano Avogadro della Motta. Nacque dal
conte Ignazio della Motta e da Ifigenia Avogadro di Casanova, entrambi
appartenenti a nobili famiglie di vassalli e visconti, i cui antenati risalgono
a poco oltre il mille. Tra gli Avogadro vi fu anche Amedeo, inventore della
legge sui fluidi. Il ramo degli Avogadro della Motta si estinguerà nel 1944,
con la morte di Emiliano II, suo nipote. Emiliano frequentò con profitto
gli studi e si laureò in utroque iure, ma proseguì lo studio in diverse aree
della teologia e della filosofia, trasformando le dimore familiari in “piccole
accademie” dove giuristi, filosofi, studiosi di diritto canonico e vescovi si riunivano,
per discutere vari argomenti ed approfondire la filosofia moderna e i diversi
aspetti del nascente socialismo. Il 13 agosto 1833 ricevette l'incarico,
che già fu del padre e che manterrà fino al 1847, di riformatore degli studi
del Vercellese e in un'epoca in cui si guardava ancora con diffidenza
all'istruzione delle classi popolari, egli visitava ciclicamente le scuole
d'ogni ordine, scegliendone accuratamente gli insegnanti, convinto che
l'istruzione e l'educazione fossero un diritto di tutti e dovessero procedere
simultaneamente. Nel 1837 assunse la carica di Consigliere di Formigliana
e continuò a dedicarsi allo sviluppo culturale della natia Vercelli, ove fondò
la Società di Storia Patria, per incrementare gli studi sul glorioso passato
della città. Nel 1843 divenne membro del Consiglio Generale del Debito Pubblico
e più tardi sindaco di Collobiano e “Consigliere di Sua Maestà per il pubblico
insegnamento”. Nel 1852 la sua notorietà varcò i confini del Piemonte,
allorché ricevette l'eccezionale invito di partecipazione alla fase
preparatoria della definizione del dogma dell'Immacolata e le sue riflessioni
ebbero un seguito fra alcuni importanti gesuiti, come il direttore de La
Civiltà Cattolica, che fece dono a papa Pio IX del Saggio intorno al
socialismo. Luigi Taparelli d'Azeglio, richiamandosi ad Avogadro, espresse la
propria preferenza per una condanna esplicita di tali errori, da includere
nella bolla di definizione del dogma, ma l'autore sollecitò apertamente la
distinzione di due argomenti (definizione del dogma e condanna degli errori)
dalla portata tanto diversa e lo stesso Pio IX incaricò la Commissione, che
aveva già lavorato sulla definizione del dogma, di esaminare gli errori moderni
e di preparare il materiale necessario per la bolla e chiese al cardinale
Fornari di invitare formalmente alcuni laici a collaborare. Avogadro fu l'unico
laico italiano ad essere interpellato e inviò a Roma una risposta singolare e
ricca di argomentazioni. Ben presto la Commissione incaricata abbandonò la
trattazione univoca dei due argomenti e la solenne definizione su Maria sarà
fatta da Pio IX l'8 dicembre 1854, mentre l'esame degli errori si trascinerà
per altri dieci anni, mentre prevaleva in ambito ecclesiastico l'idea di una
severa condanna. Attività parlamentare Dall'8 dicembre 1853 al 1859
diventò membro attivo nella vita politica, quale deputato eletto nel collegio
di Avigliana e operò nelle file dello stesso schieramento politico della
Destra. La proposta avanzata in Parlamento di ridurre il numero delle feste,
indusse Avogadro a scrivere un apposito opuscolo, per difendere la dignità
dell'uomo che, in quanto essere intelligente e creativo, «senza tempo
libero non vive da uomo, e mal lo conoscono gli economisti che altro non sanno
procacciargli se non “lavoro e pane”». In Parlamento prendeva spesso la parola,
come il 17 gennaio 1857, contro il progetto di legge che prevedeva l'obbligo
del servizio militare e criticò la cessione di Nizza e Savoia alla Francia,
smascherando le reali intenzioni che sull'Italia nutriva l'ambiguo Napoleone
III. Riceve la decorazione della Croce di Ufficiale dei Santi Maurizio e
Lazzaro e continuò a scrivere, oltre a collaborare con l'Armonia, l'Unità
cattolica, l'Apologista, il Conservatore, rivista quest'ultima stampata a
Bologna e di cui è ritenuto uno dei fondatori e collaboratori. Morì in Torino”,
come annotano diversi giornali e riviste, non ultima La Civiltà Cattolica, che
gli dedicò un sentito necrologio. Opere: “Saggio intorno al Socialismo e
alle dottrine e tendenze socialistiche” (Torino, Zecchi e Bona); “Sul valore
scientifico e sulle pratiche conseguenze del sistema filosofico di Rosmini” (Napoli,
Societa Editrice Fr. Giannini); “Teorica dell'istituzione del matrimonio e
della guerra moltiforme cui soggiace per Emiliano Avogadro conte della Motta
già Riformatore delle R. Scuole provinciali degli Stati Sardi, a spese della
Societa Editrice Speirani e Tortone, Teorica dell'istituzione del matrimonio
Parte II che tratta della guerra moltiforme cui soggiace, per E. Avogadro conte
della Motta già deputato al Parlamento Subalpino, Torino, Edizione Speirani e
Figli, Teorica dell'istituzione del matrimonio e della guerra a cui soggiace,
Parte III che tratta delle difese e dei rimedi, con una Appendice intorno alla
ricerca del principio teorico morale generatore degli uffizi e dei doveri
coniugali,” Torino, Edizione Speirani e Tortone, per Emiliano Avogadro conte
della Motta deputato al Parlamento Nazionale, Torino, Tipografia Speirani e
Tortone, “Teorica dell'istituzione del matrimonio e della guerra a cui
soggiace, Parte IV Documenti per E. Avogadro conte della Motta già deputato al
parlamento nazionale, Torino, Edizione Speirani e Tortone, “Gesù Cristo nel
secolo XIX, Studi religiosi e sociali, Modena, Tipografia dell'Immacolata
Concezione, “La filosofia di Rosmini
esaminata da Emiliano Avogadro-conte Della Motta, Napoli, Societa Editrice Fr.
Giannini, “La festa di S. Michele e il mese di ottobre agli angeli santi,
Torino, Marietti, 1Il mese di novembre dedicato a suffragio dei morti, Torino,
Marietti, Le colonne di S. Chiesa. Omaggi a S. Giovanni Battista e ai Santi
Apostoli nel mese di giugno e novena per la festa dei Santi Principi Pietro e
Paolo, Torino, Marietti, 1863. Il mese di dicembre in adorazione al Verbo Incarnato
Gesu nascente e ad onore di Maria Madre SS.ma, Torino, Marietti, Opuscoli di
carattere storico-giuridico Rivista retrospettiva di un fatto seguito in
Vercelli con osservazioni al diritto legale di libera censura, Vercelli, De
Gaudenzi, Delle feste sacre e loro variazioni nel Regno subalpino, Torino,
Marietti, Quistioni di diritto intorno alle istituzioni religiose e alle loro
persone e proprietà, in occasione della Proposta di Legge fatta al Parlamento
torinese per la soppressione di alcune corporazioni, Torino, Marietti, Cenni sulla Congregazione degli Oblati dei
SS. Eusebio e Carlo eretta nella Basilica di S. Andrea in Vercelli e sulla
proposta sua soppressione. Per un elettore Vercellese, Torino, Marietti. Parole
di conciliazione sulla questione della circolare di S. E. Arcivescovo di
Torino, Del diritto di petizione e delle
petizioni pel ritorno di S. E. l'Arcivescovo di Torino, 1Lo statuto condanna la
Legge Siccardi, Torino, Fontana, Erroneità e pericoli di alcune teorie ed
ipotesi invocate a sostegno della proposta di Legge di soppressione di vari
stabilimenti religiosi, Torino, Speirani e Tortone, Alcuni schiarimenti intorno
alla natura della Proprietà Ecclesiastica allo stato di povertà religiosa, ed
alle quistioni relative ai diritti e ai mezzi temporali di sussistenza della
Chiesa. Con una Appendice intorno alla legalità nell'esecuzione della legge sulle
Corporazioni religiose, Torino, Speirani e Tortone, Considerazioni sugli affari
dell'Italia e del Papa, Torino, Speirani e Tortone, Una quistione preliminare
al Parlamento Torinese, Torino, Speirani e Tortone, Il progetto di revisione
del Codice Civile Albertino e il matrimonio civile in Italia, Torino, Speirani
e Figli, La Rivoluzione e il Ministero Torinese in faccia al Papa ed all'Episcopato
Italiano. Riflessioni retrospettive e prospettive, Torino, Speirani, L'Armonia,
Civiltà Cattolica, Rivista retrospettiva sopra la discussione delle leggi
Siccardi, Unità Cattolica, Famiglia Avogadro di Collobiano e della Motta,
Angelo Ballestreri, segretario della Famiglia, presso l'Archivio Storico di
Torino. Avogadro della Motta, in Enciclopedia storico-nobiliare italiana,
promossa e diretta dal marchese Vittorio Spreti, I, Milano, Avogadro di Vigliano F., Pagine di
storia Vercellese e Biellese, in Antologia, M. Cassetti, Vercelli, Avogadro di
Vigliano F., Antiche vicende di alcuni feudi Biellesi degli Avogadro di San
Giorgio Monferrato (e poi Conti di Collobiano e di Motta Alciata), Estratto
dalla Illustrazione biellese, XIX, Biella, Corboli G., Per le nozze del Conte
Federico Sclopis di Salerano e della Contessa Isabella Avogadro, Cremona,
Feraboli, De Gregory G., Historia della Vercellese letteratura ed arti, parte
IV, Torino, Di Crollallanza G. B., Dizionario storico-blasonico delle famiglie
nobili e notabili italiane estinte e fiorenti,
I, Sala Bolognese, Dionisotti C., Notizie biografiche dei vercellesi
illustri, Biella, Amos, Manno A., Il patriziato Subalpino. Notizie di fatto
storiche, genealogiche, feudali ed araldiche desunte da documenti, I, Firenze,
I vescovi di Italia. Il Piemonte, Savio F., Torino, Bocca, Bonvegna G.,
Filosofia sociale e critica dello Stato moderno nel pensiero di un legittimista
italiano: Emiliano Avogadro della Motta in Annali Italiani. Rivista di studi
storici, Bonvegna G., Il rapporto tra fede e ragione in Avogadro della Motta,
in Sensus Communis, Valentino V., E.
Avogadro della Motta, un difensore rigoroso dei diritti della Chiesa e del
Papa, in Divinitas, rivista internazionale di ricerca e di critica teologica, Volumi
e tesi sull'autore Bonvegna G., Emiliano Avogadro della Motta. Il pensiero
filosofico-politico e la critica al socialismo, Tesi di laurea in Filosofia.
Università Cattolica, Milano, De Gaudenzi L., Ultima parola su di una pretesa
ritrattazione del Conte Emiliano Avogadro della Motta, Mortara,
Cortellezzi, De Gaudenzi L., Un'asserzione delFr. Paoli D.I.D.C. riguardante il
Conte Emiliano Avogadro-della Motta, tolta ad esame, Mortara, Cortellezzi, De GaudenziG., Istruzione del vescovo di
Vigevano al Ven.do Suo Clero sul Matrimonio, Vigevano, Spargella, Manacorda G.,
Storiografia e socialismo, Padova, Martire G., E. Avogadro in Enciclopedia
Cattolica, II, Roma, Omodeo A., L'opera
politica del conte di Cavour, Firenze, Pirri, Carteggi delL. Taparelli d'Azeglio, XIV di Biblioteca di Storia Italiana Recente,
Torino, La scienza e la fede, XXIV, Napoli
Spadolini G., L'opposizione cattolica da porta Pia, Firenze, Storia del
Parlamento Italiano, diretta da N. Rodolico,
IV, Palermo Traniello F., Cattolicesimo conciliarista. Religione e
cultura nella tradizione Rosminiana Lombardo-Piemontese, Milano, Valentino V.,
Il matrimonio e la vita coniugale nel pensiero di Emiliano Avogadro, Tesi di
licenza in teologia presso la Facoltà teologica dell'Italia Centrale, Valentino
V., Il conte Emiliano Avogadro 1798-1865. Un'introduzione alla vita e alle opere,
Vercelli, Saviolo, Valentino V., Un laico tra i teologi, Vercelli, Valentino
V., E. Avogadro della Motta, Il pensiero di V. Gioberti, Genova, Verucci G., E.
Avogadro in Dizionario Biografico Italiano, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, IV, Roma. Guido Verucci,
Emiliano Avogadro della Motta, in Dizionario biografico degli italiani, 4, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Opere
di Emiliano Avogadro della Motta, Emiliano Della Motta (Avogadro), su
storia.camera, Camera dei deputati.
MOTTERLINI. (Milano).
Filosofo. Grice: “I like Motterlini – he has written, echoing Kant, a
critique of economic reason, which Stalnaker should read before saying I’m
Kantian rather than Futilitarian!” Specializzato
in filosofia della scienza, economia comportamentale e neuroeconomia. È
noto per i suoi lavori in ambito psicoeconomico su processi decisionali,
emozioni e razionalità umana; e per le sue ricerche in ambito epistemologico sulla
razionalità della scienza e il metodo scientifico, con particolare riferimento
ai contributi di Imre Lakatos e Paul Feyerabend. Attualmente è E.ON
Professor in Behavior Change. Environment, Heath and Education all'Università
Vita-Salute San Raffaele di Milanodove è Professore di Logica e Filosofia della
Scienza. È stato Consigliere per le Scienze Sociali e Comportamentali
della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Laureatosi in filosofia
all'Milano, dove ha portato a termine il proprio dottorato in filosofia della
scienza, ha conseguito il Master of Science in Logic and Scientific Method e
ottenuto il Graduate Diploma in Economics alla London School of Economics and
Political Science. È stato ricercatore di economia politica e professore
associato di filosofia della scienza presso l'Trento; Visiting Associate
Professor al Department of Social and Decision Sciences della Carnegie Mellon di
Pittsburgh, Visiting Research Scholar al Department of Psychology della UCLA. Professore
di filosofia della scienza presso l'Università Vita-Salute San Raffaele.
Tra gli altri incarichi è collaboratore de Il Corriere Economia, Il Corriere
della Sera e Il Sole 24 Ore, per cui ha curato per anni il blog Controvento. È
stato consulente scientifico di Milan Lab, A.C. Milan, fondatore e direttore di
Anima FinLab, di Anima Sgr, centro di ricerca di finanza comportamentale e
Scientific advisor di MarketPsychData, Ls Angeles. È direttore del CRESA
(Centro di ricerca in epistemologia sperimentale e applicata), da lui fondato a
Milano nel 2007 presso la facoltà di filosofia dell'Università Vita-Salute San
Raffaele. I progetti di ricerca del centro si concentrano su vari aspetti della
cognizione umana, dal linguaggio al rapporto tra mente e cervello,
dall'economia comportamentale alle neuroscienze cognitive della decisione, con
particolare attenzione all'indagine sperimentale multidisciplinare e alle sue
ricadute pratiche e applicative (per esempio nell'ambito del policy making e
dell'evidence-based policy). A inizio , ha avviato il progetto di finanza
comportamentale per Schroder Italia, dal quale è nato Investimente, un test
psicofinanziario al servizio di risparmiatori, promotori finanziari e private
banker, per raccogliere e quindi analizzare i dati riguardanti le decisioni di
investimento e i bias cognitivi nell'ambito della gestione del risparmio.
Attualmente è direttore dell'E.ON Customer Behavior Lab e Chief Behavior
Officer di E.ON Italia; stesso incarico che ricopre per il Gruppo Ospedaliero
San Donato. Studi e ricerche Pro e contro il metodo I suoi primi lavori
analizzano la proposta falsificazionista di Popper, rivelando le difficoltà in
cui si imbatte il progetto demarcazionista e anti-induttivista. Affrontano
quindi il modo in cui Imre Lakatos ha preteso superare alcune di queste
difficoltà, e insieme raccogliere la ‘sfida di Duhem' circa il carattere
olistico del controllo empirico, tenendo conto delle immagini che scienziati e
matematici hanno avuto della loro stessa pratica e riferendosi a particolari
casi storici come termine di confronto. La sua ricostruzione del progetto
filosofico di Lakatos si avvale di un'originale analisi del materiale
dell'Archivio Lakatos. Una selezione del quale, accompagnata da un importante
apparato critico, è pubblicata in italiano Sull'orlo della scienza e in
edizione ampliata. Nel suo Reconstructing Lakatos (Studies in the History and
Philosophy of Science) e nella monografia Imre Lakatos. Scienza, matematica e
storia avanza una nuova interpretazione del progetto razionalista di Lakatos
come il prodotto di una peculiare combinazione delle idee di Popper e di Hegel.
Ciò è motivo della straordinaria fecondità del pensiero lakatosiano, ma anche
di una inesauribile tensione al suo interno. Una tensione che viene illustrata
affrontando la relazione tra filosofia della scienza e storia della scienza in
riferimento alla questione della valutazione di una data metodologia in base
alle 'ricostruzioni razionali' a cui essa conduce. Nell'idea che le varie
metodologie vadano confrontate con la storia della scienza è contenuto il germe
di una logica della scoperta in cui i canoni non siano fissati una volta per
sempre, ma mutano nel tempo, anche se con ritmi non necessariamente uguali a
quelli delle teorie scientifiche. Metodo e cognizione in economia In una
fase successiva i suoi studi si sono focalizzati su questioni di metodologia
dell'economia da una prospettiva interdisciplinare che combina riflessione
epistemologica, scienze cognitive, ed economia sperimentale con aspetti più
tecnici di teoria della scelta e della decisione individuale in condizioni
d'incertezza. Le ricerche di questo periodo analizzano criticamente lo status
delle assunzioni della teoria della scelta razionale, valutando l'impatto delle
violazioni comportamentali sistematiche alle restrizioni assiomatiche imposte
dai modelli normativi di razionalità. Avanzano quindi ragioni epistemologiche
per la composizione della frattura economia e psicologia cognitiva in ambito
della teoria della decisione; e suggeriscono di guardare ai recenti risultati
dell'economia cognitiva in prospettiva di una nuova sintesi 'quasi-razionale'
in cui i modelli neoclassici, integrati da teorie psicologiche che tengano
conto dei limiti cognitivi dei soggetti decisionali, rafforzano le previsioni
del comportamento economico degli esseri umani. Neuroeconomia e
evidence-based policy Le sue ricerche indagano le basi neurobiologiche della
razionalità umana attraverso lo studio dei correlati neurali dei processi
decisionali in contesti economico-finanziari, con particolare attenzione al
ruolo svolto dalle emozioni, dal rimpianto, e dall'apprendimento sociale.
Parallelamente progetta ed esperimenta i modi in cui i risultati dell'economia
comportamentale e della neuroeconomia possono informare politiche
pubbliche più efficaci e basate sull'evidenza. Queste ricerche sono
oggetto dei corsi di Filosofia della scienza e di Economia cognitiva e
neuroeconomia che insegna all'università San Raffaele, e hanno altresì trovato
diffusione attraverso numerosi articoli divulgativi e due libri, Economia
emotiva e Trappole mentali. Il suo ultimo libro è Psicoeconomia di Charlie
Brown. Strategia per una società più felice. Opere: “Sull'orlo della scienza,”
– Grice: “Must say that ‘orlo’ is a genial word, wish Popper knew it!” -- Imre
Lakatos, Paul K. Feyerabend: Pro e contro il metodo, Cortina, Milano. Popper, Il Saggiatore-Flammarion, Milano, Imre
Lakatos. Scienza, matematica e storia, Il Saggiatore, Milano, Decisioni
mediche. Un approccio cognitive, Raffaello Cortina, Milano. Critica della
ragione economica. Tre saggi: Mc Fadden, Kahneman, Smith, Il Saggiatore,
Milano, Economia cognitiva & sperimentale, Università Bocconi Editore,
Milano La dimensione cognitiva dell'errore in medicina, Fondazione Smith Kline,
Franco Angeli, Milano Economia emotiva
(Emotional Economics), Rizzoli, Milano Trappole mentali, Rizzoli, Milano Mente,
Mercati, Decisioni. Introduzione all'economia cognitiva e sperimentale, Egea,
Milano Psicoeconomia di Charlie Brown.
Strategia per una società più felice, Rizzoli, Milano Alcuni articoli
scientifici, Lakatos between the Hegelian devil and the Popperian blue sea. In
Kampis, G., Kvasz, L., Stoeltzner, M. Appraising Lakatos, Mathematics,
Methodology, and the Man. Vienna Circle Institute Library, Dordrecht: Kluwer,
Reconstructing Lakatos. A reassessment of Lakatos' philosophical project in
light of the Lakatos Archive , Studies in the History and Philosophy of Science
, Considerazioni epistemologiche e mitologiche sulla relazione tra psicologia
ed economia, Sistemi intelligenti, Il Mulino, Metodo e standard di valutazione
in economia. Dall'apriorismo a Friedman, Studi Economici, Milano. A fMRI Study,
con Nicola Canessa, Cinzia Di Dio, Daniela Perani, Paola Scifo, Stefano F.
Cappa, Giacomo Rizzolatti, PlosONE', Vai in laboratorio e capirai il mercato
(con Francesco Guala) Prefazione a Vernon Smith, La razionalità in economia.
Tra teoria e analisi sperimentale, IBL, Milano. . Neuroeconomia e Teoria del
prospetto, voci Enciclopedia dell'economia Garzanti, Milano. Investimente. Test
dell'investitore consapevole Recensione
di Ian Hacking sulla The London Review of Books
IlSole24Ore 22.5.//ilsole24ore. com/art/cultura/-05-18/motterlini-spinta-riforme--shtml?uuid=ADAaR2J
ASito personale, su matteomotterlini. Sito CRESA, su cresa.eu.
MUSATTI. (Dolo). Filosofo. Grice: “Musatti reminds me of Malcolm,
“Tonight I had a dream,”” – Grice: “Musatti has explored the implicatures of
‘who’s afraid of the big bad wolf?’, which comes strictly from Grimm – this is
a rhetorical question – and Grimm is implicating that nobody should!” --
Ccesare luigi eugenio musatti. Tra i primi che posero le basi della
psicoanalisi, in Italia . Nacque in località Casello 12 a Dolo, sulla
riviera del Brenta, nella casa di campagna del nonno paterno in cui i parenti
erano soliti trascorrere la villeggiatura. Figlio di Elia Musatti, ebreo
veneziano e deputato socialista amico di Giacomo Matteotti, e della napoletana
Emma Leanza, cattolica non praticante, Cesare non fu né circonciso, né
battezzato (durante le persecuzioni razziali si era procurato un falso
certificato di battesimo dalla parrocchia di Santa Maria in Transpontina di
Roma) e non professò mai alcun credo religioso. Frequentò il liceo
Foscarini di Venezia, poi si iscrisse dapprima alla facoltà di Scienze
dell'Padova per il corso di Ingegneria, e immediatamente dopo alla facoltà di
Lettere e Filosofia, dove si laureò in filosofia il 3 novembre 1921 con 110 e
lode. Dopo la laurea, si iscrisse per due anni al corso di Matematica della
facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali di Padova, ma non sostenne
esame alcuno. Giovinezza A diciannove anni fu chiamato a Roma per il
servizio di leva. Dopo un periodo di addestramento a Torino, nel 1917 fu
mandato al fronte come ufficiale, con impegni marginali. Finita la guerra tornò
a Padova per terminare gli studi. Sulla cattedra di Psicologia Sperimentale
c'era Vittorio Benussi, allora chiamato per chiara fama nel 1919 a insegnare a
Padova dall'Graz. Musatti si laureò in filosofia nel 1921 e l'anno
successivo divenne assistente volontario del Laboratorio di psicologia
sperimentale. Nel 1927 Benussi si uccise con il cianuro a causa di una grave
forma di disturbo bipolare, lasciando tutto nelle mani di Musatti e di Silvia
De Marchi, anch'essa assistente volontaria, che poi divenne sua moglie. Il
suicidio di Benussi fu scoperto da Musatti, il quale però lo nascose per paura
di ripercussioni negative sulla psicologia italiana in una situazione di
fragilità e precarietà accademica, sottoposta a pressioni da parte sia del
regime fascista, con le sue istanze gentiliane, che della Chiesa Cattolica.
Negli anni ottanta Musatti rivelò che Benussi s'era suicidato, non era morto a
causa di un malore. Nel 1928 Musatti divenne direttore del Laboratorio di
Psicologia dell'Padova. Portò in Italia la Psicologia della Forma con
importanti lavori di livello internazionale. Dopo aver diffuso in Italia la
psicologia della Gestalt, divenne il primo studioso italiano di
psicoanalisi. Studiando la psicologia della suggestione e dell'ipnosi,
introdotta in Italia da Vittorio Benussi, approdò alla psicoanalisi, sulla
quale tenne il primo corso universitario italiano. Il corso si tenne presso
l'Padova nell'anno accademico 1933-34. Musatti divenne allora uno dei primi e
più importanti rappresentanti italiani della psicoanalisi. Nell'Italia degli
anni '30 le teorie di Freud non erano state accolte bene né dalle Università,
né dalla Chiesa cattolica, a causa dell'ideologia culturale gentiliana assunta
dal fascismo. La Società psicoanalitica italiana, fondata nel 1925, venne limitata
anche dalle leggi razziali fasciste (1938), che colpirono i membri ebrei della
Società. Benché non fosse ebreo (poiché figlio di madre cattolica), Musatti fu
allontanato dall'insegnamento universitario che svolgeva presso l'Università
degli Studi di Urbino e declassato ad insegnante di liceo. Maturità Nel
1940 fu nominato professore di Filosofia al Liceo Parini di Milano. Nel
1943 Musatti si ritrovò con Lelio Basso, Ferrazzutto e altri vecchi socialisti
con l'intento di creare un partito erede del Partito Socialista Italiano; ebbe
l'incarico di trovare denaro per una prima organizzazione e di allacciare
rapporti col Partito Comunista clandestino. Musatti lavorò anche durante la
guerra. Nel 1944, nel periodo dell'occupazione nazista, fu tratto in salvo
dall'avvocato Paolo Toffanin (1890-1971), fratello di Giuseppe Toffanin, che lo
aiutò a trasferirsi a Ivrea, ospite dell'amico Adriano Olivetti. Con il suo
sostegno fondò un centro di psicologia del lavoro. Ricoprì anche l'incarico di
direttore della Scuola Allievi Meccanici, scuola aperta per formare operai
meccanici specializzati. Successivamente fu richiamato dall'Esercito per andare
sul fronte francese. Ottenne all'Università degli Studi di Milano la
prima cattedra di Psicologia costituita nel dopoguerra in Italia, presso la
Facoltà di Lettere e Filosofia. Vi insegnò per venti anni. A Milano ebbe il
periodo più florido della sua ricerca scientifica: gli studenti affollavano le
sue lezioni. Musatti fu il leader del movimento psicoanalitico italiano nei
primi anni del dopoguerra. A quel periodo risale il suo “Trattato di
Psicoanalisi”, pubblicato da Einaudi nel 1949. Nel 1955 divenne direttore della
“Rivista di psicoanalisi”. Nel 1963 è presidente del Centro Milanese di
Psicoanalisi fondato da Franco Ciprandi, Renato Sigurtà e Pietro Veltri, che
gli verrà intitolato dopo la sua morte. Nel 1976 è diventato curatore della
edizione italiana delle Opere di Sigmund Freud, della Casa Editrice Bollati
Boringhieri di Torino.. Vecchiaia La località a lui dedicata
Musatti scrisse anche libri di letteratura, tra cui Il pronipote di Giulio
Cesare, che nel 1980 gli fece vincere il Premio Viareggio. Fu eletto per due
volte consigliere comunale di Milano nella lista del PSIUP e fu anche
consulente del Tribunale dei Minori del capoluogo lombardo. Sostenne sempre la
pace, il progresso dei lavoratori, l'emancipazione femminile ed i diritti
civili. Cesare Musatti era ateo, come ebbe a dichiarare in più
occasioni, l'ultima delle quali in uno dei "martedì letterari" del Casinò
di Sanremo. Morì nella sua abitazione di via Sabbatini a Milano il 21 marzo
1989; l'indomani dopo una cerimonia laica di commiato celebrata in forma
strettamente privata, la sua salma venne cremata a Lambrate. Le sue ceneri sono
tumulate, secondo le sue ultime volontà, nel cimitero comunale di Brinzio (VA),
località in cui era solito trascorrere i periodi di vacanza. L'archivio
di Cesare Musatti è conservato presso l'AspiArchivio Storico della Psicologia
Italiana dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca. Il comune di Dolo
ha ribattezzato la sua località natale Casello 12 località Cesare Musatti e gli
ha intitolato il locale istituto professionale. Musatti e il suicidio di
Benussi Anche dopo la rivelazione che si era trattato di un suicidio, Musatti
non parlò mai volentieri della morte del maestro. Nel generale silenzio dello
studioso di Dolo emerge un'intervista uscita sul quotidiano El País del 21
ottobre 1985. Nell'intervista Musatti confessa di sognare a volte che in una
caserma dei carabinieri in cui viene tradotto, il commissario lo interroga
sulla morte di tre sue mogli (si sposò quattro volte), decedute tragicamente, e
di Vittorio Benussi. A fine colloquio il militare intima a Musatti di
confessare di aver ucciso il maestro per prendere la cattedra di psicologia.
«Io gli rispondoprosegue Musatti, da buon psicoanalistache sicuramente nel mio
subconscio mi sono sentito responsabile per questa e per altre morti. Il
commissario, che non capiva nulla di subconscio, decide: “Mi spiace professore,
ma devo arrestarla”. Io allora gli rispondo: ”Non è possibile commissario,
perché si tratta di delitti commessi più di cinquant'anni fa, e quindi sono
prescritti!”». Note Il nome Cesare
è un riferimento al prozio Cesare Musatti, medico pediatra (uno dei primi in
Italia) che aveva visitato il piccolo, nato settimino; Luigi era il nome del
bonno materno (Luigi Leanza, morto in carcere, partecipò alla rivolta
antiborbonica del 1848); Eugenio era il nome di un altro prozio paterno, lo
storico Eugenio Musatti; cfr. MusattiIX-XIII
"Forse la psicoanalisi in Italia è nata e morta con Cesare
Musatti" (Umberto Galimberti, Idee: il catalogo è questo, Milano,
Feltrinelli) Il nome allude alla fermata
della tranvia Padova-Malcontenta-Fusina che il nonno, presidente della Società
Veneta Lagunare, odierna ACTV, aveva fatto aprire per raggiungere più
agevolmente Venezia. Musatti IX-XIII. Archivio dell'Università degli Studi di
Padova, Carriere scolastiche della Facoltà di Lettere e filosofia, reg. 2, pag.
174 Archivio dell'Università degli Studi
di Padova, Carriere scolastiche della Facoltà di scienze matematiche, fisiche e
naturali, Opuscolo del Centro Milanese di Psicoanalisi, a cura del Comitato
Direttivo, redatto da L. AmbrosianoCapazziGammaro Moroni, L.Reatto, L.Schwartz,
M.Sforza, M.Stufflesser, p Milano Per
una storia del Centro Milanese di PsicoanalisiChiari, Seminario tenuto il 15
gennaio 2009 presso il Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare Musatti,
Milano Freud, Opere, Cesare Musatti.
Torino, Bollati Boringhieri, Silvia Giacomoni, Cerimonia privata per Cesare
Musatti, la Repubblica, Musatti è consultabile sul dell'Aspi, all'indirizzo web AspiArchivio
storico della psicologia italiana, Università degli studi di Milano-Bicocca. 7
settembre (archiviato D. Mont D'Arpizio,
Vittorio Benussi, Padre della psicologia padovana[collegamento interrotto], in
La Difesa del popolo, Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo.
Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze, Cesare Musatti, Mia sorella gemella la
psicoanalisi, 1ª ed., Pordenone, Edizioni Studio Tesi,Luciano Mecacci, Cesare
L. Musatti, voce dell'Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti. Il
contributo italiano alla storia del pensiero. Ottava appendice, Roma, Istituto
della Enciclopedia Italiana,. Opere: “Analisi del concetto di realtà empirica,”
Il Solco, Città di Castello, “Forma e assimilazione,” in: Archivio italiano di
psicologia, “Elementi di psicologia della testimonianza, Biblioteca Universale
Rizzoli, Forma e movimento, Officine grafiche C. Ferrari, Venezia, da: Atti del
Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, Gli elementi della
psicologia della forma, Gruppo Universitario Fascista, Padova, Trattato di
psicoanalisi, Paolo Boringhieri, Torino 1961: Super io individuale e Super io
collettivo, Leo S. Olschki Firenze,
Condizioni dell'esperienza e fondazione della psicologia, Editrice
Universitaria, Firenze, Riflessioni sul pensiero psicoanalitico e incursioni
nel mondo delle immagini, Paolo Boringhieri, Torino, Svevo e la psicoanalisi,
Leo S. Olschki, Firenze, I rapporti personali Freud-Jung attraverso il
carteggio, Leo S. Olschki, Firenze, Commemorazione accademica, Leo S. Olschki,
Firenze Nino Valeri, Leo S. Olschki Firenze, Il pronipote di Giulio Cesare,
Mondadori Milano A ciascuno la sua morte, Leo S. Olschki, Firenze , Hanno cancellato Livorno, Leo S. Olschki,
Firenze, Mia sorella gemella la psicoanalisi, Editori Riuniti, Roma, na
famiglia diversa ed un analista di campagna, Leo S. Olschki, Firenze, Questa notte ho fatto un sogno, Editori
Riuniti, Roma, Chi ha paura del lupo cattivo?, Editori Riuniti, Roma, Psicoanalisti
e pazienti a teatro, a teatro, Mondadori, Milano, Leggere Freud, Bollati
Boringhieri, Torino, Curar nevrotici con la propria autoanalisi, Mondadori,
Milano : Geometrie non-euclidee e problema della conoscenza, Aurelio Molaro,
prefazione di Mauro Antonelli, Mimesis, Milano,TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Cesare Musatti, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo
Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. italiana di Cesare Musatti, su Catalogo
Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com.
MUSTè. (Roma). Flosofo. Laurea in
filosofia con la tesi, “Marx,” borsista dell'Istituto italiano per gli studi
storici di Napoli, dove ha svolto attività didattica e di ricerca, collaborando
con Gennaro Sasso. Dal 1985 al 1987 è stato redattore della “nuova serie” della
“Rivista trimestrale”. Nel 1991 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca
alla Sapienza. Dal 1997 al 2005 ha lavorato alla "Fondazione Giovanni
Gentile per gli Studi Filosofici" dell'Università "La Sapienza"
in qualità di “Segretario e Curatore dell'archivio e della biblioteca di
Gentile”. È stato professore a contratto di Storia della filosofia dal 2001 al
2007. Attualmente è professore di filosofia teoretica all'Università La
Sapienza di Roma. È membro del Consiglio scientifico della Fondazione
Gramsci e della Commissione scientifica per la Edizione nazionale degli scritti
di Antonio Gramsci. Ha collaborato con l'Enciclopedia Italiana, in particolare
ai volumi: Il contributo italiano alla storia del pensiero. Filosofia (ottava
appendice), Enciclopedia machiavelliana e Croce e Gentile. La cultura italiana
e l'Europa. Ha diretto la rivista "Novecento" dal 1991 al 1999. Fa
parte del Comitato scientifico di alcune riviste, tra cui: "Giornale
critico della filosofia italiana", "Annali della Fondazione
Gramsci", “La Cultura”, “Filosofia italiana”. Scrive su diverse riviste
scientifiche, tra le quali, con maggiore continuità: "Giornale critico
della filosofia italiana", "La Cultura", "Studi
storici", "Filosofia italiana". Nel è stato nominato dal Ministero dei beni
culturali Segretario del "Comitato nazionale per il bicentenario della
nascita di Bertrando Spaventa". Dal
al ha insegnato Ermeneutica
filosofica, in qualità di Visiting Professor, alla Pontificia Università Antonianum.
Ricerche Le sue ricerche si sono rivolte alla storia della filosofia italiana,
con contributi dedicati all'idealismo e al marxismo. Per quanto riguarda
l'idealismo italiano, ha indagato i momenti e le figure fondamentali (sino al
profilo complessivo pubblicato nel 2008) e le premesse nella filosofia
dell'Ottocento, specie in relazione al pensiero di Vincenzo Gioberti
(soprattutto con il libro del 2000 su La scienza ideale). Di particolare
interesse gli studi su Bertrando Spaventa e le monografie su Adolfo Omodeo e
Benedetto Croce. Ha dedicato saggi e ricerche al pensiero di Antonio Gramsci e
ad altri momenti del pensiero marxista italiano: del è la monografia su Marxismo e filosofia della
praxis, che ricostruisce la storia del marxismo italiano da Labriola a Gramsci.
Sono noti i suoi studi sul pensiero politico nell'Italia contemporanea, con
particolare riguardo alle figure di Franco Rodano, Felice Balbo, Augusto Del
Noce. Ha approfondito lo studio dell'opera di Marx e in generale la
storia della filosofia tedesca tra Hegel e Nietzsche. Particolare
attenzione ha poi rivolto (con il libro
su La storia e con altri scritti, tra cui quelli sull'evento e sulla
teoria delle fonti) alle questioni specifiche della teoria della
storiografia. Metodi Conduce l’indagine teoretica in stretta relazione
con gli studi di storia della filosofia e di storia della storiografia, in
generale nell’ambito della storia delle idee, adottando un metodo
storico-critico che spesso privilegia l’uso di fonti archivistiche e di
documentazione inedita. Il suo metodo cerca di coniugare l'analisi strutturale
delle opere filosofiche con la ricerca filologica sulle fonti e sulla
tradizione dei testi, con particolare riguardo ai processi di lungo periodo
della filosofia italiana moderna e contemporanea. Opere: “Storiografia”
(Il Mulino, Bologna); Benedetto Croce, Morano, Napoli Franco Rodano. Critica delle ideologie e
ricerca della laicità, Il Mulino, Bologna; Carteggio Croce-Antoni, Il Mulino,
Bologna Politica e storia in Bloch, Aracne, Roma La scienza ideale. Filosofia e
politica, Rubbettino, Soveria Mannelli, Franco Rodano. Laicità, democrazia,
società del superfluo, Studium, Roma Grice: “’superfluo’ is possibly one of the
most unsuperfluous words in the Italian philosophical dictionary – cf. “I was
in New York, which was black out.” -- Gioberti, Il governo federativo, Gangemi
Editore, Roma (Curatela) Franco Rodano, Cristianesimo e società opulenta,
Edizioni di storia e letteratura, Roma, Il giudizio sul nazismo. Le
interpretazioni -- La storia: teoria e metodi, Carocci, Roma, La filosofia
dell'idealismo italiano, -- Grice: “filosofia” is superfluous here, seeing that
idealism already ENTAILS philosophy!” -- Carocci, Roma, Croce, Carocci, Roma
Tra filosofia e storiografia. Hegel, Croce e altri studi, Aracne, Roma); “La
prassi e il valore. La filosofia dell'essere” Aracne, Roma “Filosofia della
praxis” Viella, Roma (Con Giuseppe
Vacca) In cammino con Gramsci, Viella, Roma. L'ermeneutica, in «Rivista
trimestrale», Il problema del mondo nel «Tractatus» di Wittgenstein, in
«Rivista trimestrale», Le fonti del giudizio marxiano sulla Rivoluzione
francese in «Annali dell'Istituto
Italiano per gli Studi Storici», L' «orizzonte liberale» di Dahrendorf, in
«Critica marxista», Sturzo e il popolarismo nel giudizio, in Sturzo e la
democrazia europea, Laterza, Roma-Bari, Croce e il problema del diritto, in
«Novecento», Metodo storico e senso della libertà” “La storiografia crociana,
in «La Cultura», Omodeo. Il pensiero politico, in «Annali dell'Istituto
Italiano per gli Studi Storici», Libertà e storicismo assoluto: per
un'interpretazione del liberalismo di Croce, in Croce e Gentile fra tradizione
nazionale e filosofia europea, Editori Riuniti, Roma, “La società civile
democratica, in «Novecento», Sul
giudizio politico, in «Novecento», Il marxismo politico nell'interpretazione di
Noce, in «Poietica», Gioberti e Cartesio, in Bibliopolis, Napoli,Comunismo e
democrazia, in La democrazia nel pensiero politico del Novecento, Aracne, Roma,
Guido Calogero, in «Belfagor»,Gioberti e Leopardi, in «La Cultura», Verità e
storia, in «Storiografia», “La morale”, Rosmini e Gioberti. G. Beschin e L.
Cristellon, Morcelliana, Brescia, Il destino dell'evento nella “nuova storia”
francese, in «La Cultura», Carattere e svolgimento delle prime teorie estetiche
di Croce, «La Cultura», Liberalismo
etico e liberismo economico, in Croce filosofo liberale, -- cf. Grice, “Do not
multiply liberalisms beyond necessity: ‘liberalismo semiotico’” – Grice: “Muste
is very witty in distinguishing between liberalism and liberrism!” -- M. Reale,
LUISS University Press, Roma, La teoria della storia in Croce, in «Giornale
critico della filosofia italiana», L'idea di “Risorgimento” in Gioberti, in
«Quaderni della Fondazione Centro Studi Noce», Il significato delle fonti
storiche, in «La Cultura», La storia:
teoria e metodi, in «History and Theory», Il passaggio all'anti-fascismo di
Croce, in Anni di svolta. Crisi e trasformazione nel pensiero politico della
prima età contemporanea, F.M. Di Sciullo, Rubbettino, Soveria Mannelli,
Alterità e principio del dialogo in Guido Calogero, in L'idea e la differenza.
Noi e gli altri, ipotesi di inclusione nel dibattito contemporaneo, M.P.
Paternò, Rubbettino, Soveria Mannelli Il principio del nous nella filosofia di
Calogero, in «La Cultura», La filosofia come sapere storico, in Il Novecento di
Eugenio Garin. Atti del Convegno di studi, G. Vacca e S. Ricci, Istituto della
Enciclopedia Italiana, Roma, Gioberti, in Il contributo italiano alla storia
del pensiero. Filosofia, M. Ciliberto, Istituto della Enciclopedia Italiana,
Roma , Lo storicismo italiano nel secondo dopoguerra, in Il contributo italiano
alla storia del pensiero. Filosofia, M. Ciliberto, Istituto della Enciclopedia
Italiana, Roma, Il problema della libertà nella filosofia di Scaravelli, in «La
Cultura», La libertà del volere nella filosofia di Croce, in Filosofia e
politica. G. Cesarale, M. Mustè, S. Petrucciani, Mimesis, Milano, Il senso
della dialettica nella filosofia di Spaventa, in "Filosofia
italiana", apr. Storia, metodo,
verità, in «La Cultura», , Gentile e Marx, «Giornale critico della filosofia
italiana», Togliatti e De Luca, «Studi storici», Gentile e Socrate, (Grice: cf.
caricature of Gentile as Aristotele in ‘La scuola d’Atene”) -- in La bandiera
di Socrate. Momenti di storiografia filosofica italiana nel Novecento, E.
Spinelli e F. Trabattoni, Sapienza Università Editrice, Roma, Gentile e
Gioberti, «La Cultura», Gramsci, Croce e il canto decimo dell’Inferno di Dante,
«Giornale critico della filosofia italiana», , fBertrando Spaventa e Gioberti,
«Studi storici», , La presenza di Gramsci nella storiografia filosofica e nella
storia della cultura, «Filosofia italiana», Dialettica e società civile.
Gramsci “interprete” di Hegel, «Pólemos. Materiali di filosofia e critica
sociale», Marx e i marxismi italiani, «Giornale critico della filosofia
italiana», La “via alla storia” di Carlo
Ginzburg, in Streghe, sciamani, visionari. In margine a “Storia notturna” di
Carlo Ginzburg, Cora Presezzi, Viella, Roma , Filosofia e storia della
filosofia nella riflessione di Sasso, «Filosofia italiana», Opere Sapienza
Roma. Dipartimento di studi filosofici ed epistemologici, su lettere.uniroma1.
Intervista sulla storia della "Rivista trimestrale" Intervista di
Mustè su Croce del
//diacritica/letture-critiche/lo-storicismo-di-croce-e-la-morte-della-metafisica-intervista-a-marcello-muste
html
NANNINI. (Siena). Filosofo. Grice: “Nannini has intuitions in
Italian.” Grice:
“I agree with Nannini about the naturalism: the ‘anima’ is there to ‘explain’
‘spiegare’ the action, ‘l’azione’ – He is the Italian Muybridge!” – Grice: “The
Nannini series is the equivalent of the Muybridge series” Studia a Firenze con
Luporini e Landucci e, inizialmente, con Cesare Luporini. Ha accompagnato la
sua attività di ricerca in campo filosofico ed i suoi impegni accademici con
una intensa attività politica a Siena come militante del Partito Comunista
Italiano. È stato Professore di Filosofia Morale all'Urbino (1986-1992) e di Filosofia
Teoretica all’Università Siena (1992-), dove ha insegnato per alcuni anni anche
filosofia della mente ed è stato principale cofondatore e direttore di una
scuola di dottorato interdisciplinare in Scienze Cognitive. È stato inoltre più
volte, dal 1989 al , visiting professor presso le Osnabrück, North London,
Bremen e Oldenburg. Attualmente in pensione, è ancora pro tempore Docente
Senior presso l’Siena e dal è direttore
di Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia (RiFP). I suoi studi
giovanili si sono incentrati sulla filosofia delle scienze sociali, lo
strutturalismo francese e la storia del pensiero antropologico.
Successivamente, rivoltosi alla filosofia analitica ed in particolare alla
teoria dell’azione, ha cercato di sviluppare il “naturalismo metodologico”
criticando il ritorno di neo-wittgesteiniani come G.H. von Wright alla
distinzione storicistica tra scienze della natura e scienze dello spirito.
Sempre muovendosi entro la filosofia analitica, ma rivolgendo il proprio
interesse alla filosofia pratica, ha difeso il non cognitivismo in meta-etica.
A partire dagli anni Novanta Professoresi è infine spostato dalla teoria
dell’azione alla filosofia della mente. In una prima fase si è occupato
soprattutto della storia del concetto di mente , per approdare dopo il 2000 ad
una forma di naturalismo cognitivo basata su una soluzione
fisicalistico-eliminativistica del problema mente-corpo. Opere: “Il
pensiero simbolico” (Bologna, Il Mulino); “Cause e ragioni” -- Modelli di
spiegazione delle azioni” umane nella filosofia analitica” (Roma, Editori
Riuniti. “Il Fanatico e l'Arcangelo” -- Saggi di filosofia analitica pratica,
Siena, Protagon. “L'anima e il corpo” -- Una introduzione storica alla filosofia della
mente, RomaBari, Laterza; 10ª e “Naturalismo” cognitivo: Per una “teoria
materialistica” della mente, Macerata, Quodlibet, “La Nottola di Minerva” -- Storie
e dialoghi fantastici sulla filosofia della mente, Milano, Mimesis. “Educazione,
individuo e società” Torino, Loescher. ),
La mente può essere naturalizzata?, Colle di Val D’Elsa (Siena), SeB Editori.
Saggi, Freud e l'antropologia, in «La Cultura. Rivista di Filosofia,
Letteratura e Storia»,“ Il materialismo “primario”, in , Il pensiero di Luporini,
Milano, Feltrinelli, L'anomalia del
mentale «Rivista di filosofia», Mente e
corpo nel dibattito contemporaneo, in A.Vv., L’anima, Milano, Mondadori, TMente,
corpo e società nel naturalismo forte, in «Nuova Civiltà delle Macchine», Realismo
scientifico e ontologia materialistica, in «Giornale di metafisica», Nicolaci G., Perone U., Ontologia e
metafisica, Il concetto di verità in una prospettiva naturalistica, in Amoretti
M.C., Marsonet M. , Conoscenza e verità, Milano, Giuffré, L’Io come Direttore
Assente, in Cardella V., Bruni D. , Cervello, linguaggio, società: Atti del
Convegno del Coordinamento dei Dottorati Italiani di Scienze Cognitive, Roma,
CORISCO, Orologi, menti e cervelli: Riflessioni preliminari su tempo reale e
tempo fenomenico tra fisica teorica e filosofia della mente, in Amoretti M.C. ,
Natura umana, natura artificiale, Milano, Angeli, La naturalizzazione delle
rappresentazioni mentali, in «Sistemi intelligenti», Kant e le scienze
cognitive sulla natura dell’Io, in Amoroso L., Ferrarin A., La Rocca C. ,
Critica della ragione e forme dell'esperienza: Studi in onore di Massimo
Barale, Pisa, Edizioni ETS, Realismo scientifico e naturalismo cognitivo, La
coscienza può essere naturalizzata?, in Nannini S., Zeppi A. , La mente può
essere naturalizzata?, Colle di Val D’Elsa (Siena), SeB Editori, Inconscio, coscienza e intenzionalità nel
naturalismo cognitivo, in «Sistemi intelligenti», La seconda svolta cognitiva
in filosofia della mente, in «Reti, saperi, linguaggi: Naturalismo cognitivo:
Per una teoria materialistica della mente, Quodlibet, Sandro Nannini, La Nottola di Minerva: Storie
e dialoghi fantastici sulla filosofia della mente, Mimesis. Luigi Speranza:
“Grice e Nannini: il santo, l’eroe, il fanatico, l’arcangelo.”
NARDI.
(Spianate di Altopascio). Filosofo. Grice: “The Italians are fortunate: with
Alighieri they can philosophise about him!”
Primogenito di una famiglia benestante, composta
di nove figli, viene avviato sin dalla tenera età alla carriera ecclesiastica.
Nel 1896 entra nel collegio dei frati francescani a Buggiano e nel 1900, a
sedici anni, diventa chierico, assumendo il nome di frate Angelo. Nel 1901 uscì
dal convento di Buggiano perché non aveva intenzione di continuare nella vita
religiosa, avendone perduta la vocazione. Proseguì gli studi di filosofia e
teologia frequentando il convento di Sant'Agostino di Nicosia in provincia di
Pisa. Volendo proseguire gli studi, i genitori gli indicarono un'unica strada,
quella di entrare in seminario e diventare prete. Nel 1902 Nardi venne ammesso
al seminario di Pescia e il 4 marzo 1907 diventò sacerdote. Qui si avvicinò
fugacemente al movimento Modernista, condannato da papa Pio X con l'Enciclica
Pascendi. Nel 1908 Nardi sostenne l'esame di concorso per una borsa di
studio triennale conferita dall'opera Pia Galeotti di Pescia al fine di
frequentare un corso di perfezionamento filosofico presso l'Università
Cattolica di Lovanio (Belgio). Nel 1909 Nardi aveva da poco iniziato a
frequentare l'Università Cattolica di Lovanio che già decise l'argomento
della sua tesi di laurea Sigieri di Brabante nella Divina Commedia e le fonti
della filosofia di Dante, che venne discussa nel 1911 con Maurice De Wulf. La
lettura dell'opera di Pierre Mandonnet, nella parte dedicata a Sigieri, non
persuadeva Nardi sulla soluzione data al problema della presenza di questo
averroista nel Paradiso dantesco. Due pregiudizi la inficiavano: il primo
“consisteva in un'inesatta visione storica di quello che nel Medio Evo e nel
Rinascimento era stato l'averroismo. Il secondo pregiudizio del Mandonnet era
quello di ritenere il pensiero filosofico di Dante conforme in tutto e per
tutto a quello di San Tommaso." Nel momento in cui Nardi entrava a Lovanio
abbandonò il modernismo teologico, ma non abbracciò la filosofia neo-scolastica
che quella Università belga stava elaborando. Non aveva senso per lui ripetere,
sul finire dell'Ottocento, nell'epoca del positivismo, l'operazione culturale
di San Tommaso che prevedeva l'unificazione di fede e ragione. Il metodo
di lavoro che Nardi seguì nel corso della sua vicenda di studioso e
ricercatore, rimase sempre improntato al massimo rigore filosofico, risentendo
come una traccia indelebile dell'esperienza di Lovanio, dove dovette affrontare
studi scientifici. Per Nardi l'interpretazione del testo coincide con la libertà,
ma tale atto libero non può attivarsi senza uno scrupoloso lavoro di scavo e
ricerca del materiale documentario, l'esatta interpretazione filosofica dei
testi. Ottenuta un'ulteriore borsa di studio dall'Opera Pia di Pescia per
l'anno scolastico 1911-12, il giovane sacerdote frequentò corsi di filosofia a
Vienna, Berlino, Bonn. Oltre alla pubblicazione negli anni 1911-12 della
propria tesi su Sigieri nella “Rivista di filosofia neo-scolastica”, Nardi vi
pubblicò altri interventi spesso critici con la linea editoriale del periodico.
scritto ai corsi dell'Istituto di Studi Superiori di Firenze perché voleva
riconoscere in Italia la sua laurea in filosofia conseguita a Lovanio. A
Firenze discuterà la tesi di laurea in filosofia dedicata alla figura del
medico e filosofo padovano Pietro d'Abano. Nel 1912-13 Nardi collaborava alla
“Voce”, rivista fondata da Giuseppe Prezzolini con il quale mantenne per lunghi
anni una fitta corrispondenza. Nell'autunno 1914 Nardi volle abbandonare
il sacerdozio. In una successiva lettera del 1941 indirizzata al vescovo Angelo
Simonetti, spiegava che era stato l'ambiente familiare a spingerlo nel 1907 a
chiedere la sacra ordinazione, con preghiere e minacce. Nel 1916 si trasferì a
Mantova per insegnare filosofia presso il liceo classico Virgilio, dove vi
restò fino al 1934, anno in cui si trasferì a Milano. A Mantova Nardi conobbe
Giulietta Bertoldi che sposò nel 1921. Dal matrimonio nacquero due figli: Tilde
e Franco. Bruno Nardi nel 1938 ebbe da Giovanni Gentile un incarico per
l'insegnamento della filosofia medievale presso la facoltà di lettere
dell'Roma. Tuttavia non ottenne la cattedra universitaria (se non dopo molti
anni), a causa dell'art. 5 del Concordato del 1929 in base al quale la curia
romana escludeva i sacerdoti secolarizzati dall’insegnamento. Nel 1960
gli fu assegnata la “Penna D’Oro” dal presidente del Consiglio Fernando
Tambroni. Nel 1962 gli fu conferita la laurea honoris causa da parte
dell’Padova e nel 1964 da parte di quella di Oxford. Le opere e gli studi
su Dante Bruno Nardi si è dedicato instancabilmente per di più in mezzo secolo
allo studio del pensiero di Dante, anche quando si occupava di Virgilio, di
Sigieri di Brabante, di Pietro Pomponazzi. Nardi ha saputo mettere in
discussione schemi consolidati, ha aperto strade nuove, ha formulato proposte
inedite che ci permettono di avere una più esatta comprensione dei testi
danteschi. Una costante di Nardi è di aver conservato sempre una propria
autonomia, se non un vero e proprio distacco, rispetto agli ambienti
culturali in cui si era trovato ad agire, fossero Lovanio, Firenze o Roma. Il
coraggio con cui seppe polemicamente ribaltare tesi consolidate negli ambienti
accademici, gli fruttarono ingiustamente isolamento e non adeguata
considerazione rispetto alle sue acquisizioni veramente anticipatrici. Basti
pensare alle sue tesi sull'averroismo latino, all'importanza data alla figura
di Avicenna, di Alberto Magno, al rifiuto del preteso tomismo di Dante. E se di
Gentile parlava come di un "vero e grande maestro", dandogli ragione
nella sua polemica con il De Wulf (relatore della sua tesi a Lovanio), Nardi
pur tuttavia non aderirà al Neoidealismo, ma vi trarrà soltanto spunti e
stimoli per le sue ricerche. L'incontro con Dante costituisce per Nardi
l'episodio decisivo della sua vita intellettuale e morale. Scriverà nel 1956:
"in Dante trovai il vero e primo maestro, quello a cui debbo la maggior
gratitudine". Il senso della sua ricerca è stato interrogare il
"miracolo" della Divina Commedia, questo "singolare poema
sbocciato all'improvviso contro tutte le buone regole dell'arte e del
dittare". Secondo Nardi nella commedia è custodita la Verità, che si è
manifestata ad un poeta ispirato da una profetica visione. La lunga fatica del
Nardi è giunta a concludere che la filosofia di Dante non si riduce a nessun
sistema codificato; è una sintesi complessa tendente a superare le antinomie e
che mantiene intera la sua spiccata originalità, il suo personalissimo
pensiero. Per arrivare a coglierlo occorre da una parte ristabilire il preciso
significato delle parole in rapporto alla terminologia filosofica e scientifica
del Medioevo, e ricostruire dall'altra l'ambiente culturale e l'atmosfera
spirituale nelle quali Dante si muoveva per arrivare a determinare la fonte, il
libro letto da Dante. Nardi ha gettato luce su molti elementi e
suggestioni che Dante derivava dalla filosofia araba e neoplatonica. Essenziali
per comprendere Dante sono per Nardi Alberto Magno e Sigieri più di Tommaso;
così come il neoplatonismo e la cultura araba più dello scolasticismo
aristotelico. A Nardi interessava particolarmente affrontare il tema della
"visione dantesca", esperienza profetica che seppe tradurre come
nessun altro nel linguaggio della Divina Commedia. La visione di Dante non è
finzione letteraria, è rivelazione reale dell'aldilà, concessa da Dio in virtù
di un supremo privilegio. Dante visse il rapimento mistico ed estatico al terzo
cielo come esperienza reale. Dante credette di essere sceso veramente
nell'Inferno, salito veramente al Purgatorio e al Paradiso. Per Nardi la
Commedia si distacca dagli altri scritti di Dante, perché ne è il loro
compimento. Tale culmine si realizza attraverso un'esperienza eccezionale, di
origine mistico-religiosa a lui soltanto riservata, una rivelazione che ha il
potere di trasformare e rendere nuove tutte le altre opere precedenti.
L'opera dantesca, secondo Nardi, si deve suddividere in tre fasi: la prima
fase, che termina a venticinque anni, è sotto l'influsso di Guinizzelli,
assente del tutto la filosofia. La seconda fase, quella filosofico-politico,
coincide con le rime allegoriche, il Convivio, il De vulgari eloquentia e la
Monarchia. La terza fase, quella della poesia profetica, coincide con la Divina
Commedia, poema che segna il ritorno all'unità della filosofia cristiana. Dante
vi compare come profeta che deve annunciare al mondo l'avvento di un inviato di
Dio per la redenzione umana. La Commedia è "poema sacro", la sua è
poesia religiosa. Nardi vede in questa terza fase finalmente riconciliarsi la
speranza cristiana spezzatasi con l'aristotelismo e l'avverroismo. Per Nardi
l'aristotelismo è inconciliabile con il cristianesimo, e il tomismo pertanto è
"il più strano paradosso del pensiero umano". La Commedia testimonia
della riunificazione della filosofia con la rivelazione di Dio. Dante visse una
visione profetica, esperienza che mancò ad Aristotele. L’'Accademia dei
Lincei gli ha conferito il Premio Feltrinelli per la Filosofia. Opere: “Flosofia dantesca” (Bari, Laterza); “Critica
dantesca” (Milano-Napoli, Ricciardi); “Filosofia dantesca” (di Alighieri) (Firenze,
La Nuova Italia); “La filosofia medievale” (Roma, Ed. di storia e letteratura,
“Alighieri” (Roma-Bari, Laterza). Paolo
Falzone, Dizionario biografico degli italiani,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, ."Giornale Critico della
Filosofia Italiana", Premi
Feltrinelli, su lincei. Medioevo e
Rinascimento,” Firenze, Sansoni, Alberto Asor Rosa, Dizionario della
letteratura italiana del Novecento, ad vocem Sigieri di Brabante e Alessandro
Achillini, (check). Di un nuovo commento alla canzone del Cavalcanti sull'amore,
“Cultura neolatina”, Noterella poetica sull'averroismo di Guido Cavalcanti,
Rassegna filosofica, Sigieri di Brabante e le fonti della filosofia di Dante,
in “Rivista di filosofia neoclassica” Sigieri di Brabante nella Divina Commedia
e le fonti della filosofia di Dante, Spianate, La teoria dell'anima e la
generazione delle forme secondo Pietro d'Abano, “Rivista di filosofia
neoscolastica”, Vittorino da Feltre al paese natale di Virgilio, in “Atti del
IV Congresso nazionale di Studi Romani”, Roma, Lyhomo (note al “Baldus” di T.
Folengo), “Giornale critico della filosofia italiana”, “Nel mondo di Dante,
Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); “Sigieri di Brabante nel pensiero del
rinascimento italiano” (Edizioni italiane, Roma); “Dante profeta, in Dante e la
cultura medioevale. Nuovi saggi di filosofia dantesca, Bari, Laterza); “La
mistica averroistica e Pico”; “L' aristotelismo padovano dal XIV al XVI secolo,
Firenze, Sansoni; già edita in “Archivio di filosofia, Umanesimo e Machiavellismo”,
Padova); “Il naturalismo del Rinascimento, Corso di storia della filosofia.
Anno accademico, T. Gregory, Roma, Edizioni Universitarie; “L'alessandrinismo
nel Rinascimento, Corso di Storia della filosofia. Anno accademico, I. Borzi e C. R. Crotti, Roma, “La Goliardica”
La fine dell'averroismo, Gli scritti del Pomponazzi. “Giornale critico della
filosofia italiana”, Le opere inedite del pomponazzi. Il fragmento marciano del
commento al “De Anima” e il maestro del pomponazzi, Pietro Trapolino, Il
problema della verità, soggetto e oggetto dell'conoscere nella filosofia antica
e medioevale, Editrice Universale di Roma, Roma, La crisi del Rinascimento e il
dubbio cartesiano, Corso di storia della filosofia. Anno accademico, T.
Gregory, “La Goliardica” Il commento di Simplicio al “De Anima” nelle
controversie della fine del sec. XV e del sec. XVI, “Archivio di filosofia”,
Padova, La miscredenza e il carattere morale di Nicoletto Vernia, Giornale
critico della filosofia italiana, Le opere inedite del Pomponazzi, “Giornale
critico della filosofia italiana” Le meditazioni di Cartesio, Lezioni di storia
della filosofia. Anno accademico, “La Goliardica”, Roma, Pomponazzi… e la
cicogna dell'intelletto, “Giornale critico della filosofia italiana” Il
dualismo cartesiano, Corso di storia della filosofia. Anno accademico T.
Gregory, “La Goliardica”, Roma, 1953. Il dualismo cartesiano degli
Occasionalisti a Leibniz, Corso di storia della filosofia. Anno accademico T.
Gregory, “La Goliardica”, Roma, Ancora qualche notizia e aneddoto su Nicoletto
Vernia, Giornale critico della filosofia italiana, Marcantonio e Teofilo
Zimara: due filosofi galatinesi del Cinquecento, “Archivio storico Pugliese” Un'importante
notizia su scritti di Sigieri a Bologna e a Padova alla fine del sec. XV ,
“Giornale critico della filosofia italiana”, Contributo alla biografia di
Vittorino da Feltre, “Bollettino del Museo civico di Padova”, Letteratura e
cultura del Quattrocento, in “La civiltà veneziana del Quattrocento”, Firenze,
Sansoni, Appunti intorno al medico e filosofo padovano Pietro Trapolin, In
Miscellanea in onore di Roberto Cessi, Edizioni di Storia e letteratura, Roma, Copernico
studente a Padova, in Mélanges offerts à Etienne Gilson, de l'Accadémie
Française, Toronto-Paris Studi e problemi di critica testuale. Convegno di
studi di filologia italiana nel centenario della Commissione per i Testi di
Lingua, Bologna, L'aristotelismo della Scolastica e i Francescani, in Studi di
Filosofia Medioevale, Edizioni di Storia e letteratura, Roma, Pietro Pomponazzi
e la teoria di Avicenna intorno alla generazione spontanea dell'uomo Mantuanitas
vergilana, Edizioni dell'Ateneo, Roma, La scuola di Rialto e l'Umanesimo
veneziano, in Umanesimo Europeo e Umanesimo veneziano, Sansoni, Firenze, Studi
su Pietro Pomponazzi, Le Monnier, Firenze, Saggi sull'Aristotelismo Padovano
dal secolo XIV al XVI, Le Monnier, Corsi manoscritti di lezioni e ritratto di
Pietro Pomponazzi, in Atti del VI Convegno internazionale di studi sul
Rinascimento, Sansoni, Firenze, Studi su Pietro Pomponazzi, Le Monnier,
Firenze, Saggi e note di critica dantesca, Ricciardi, Filosofia e teologia ai
tempi di Dante in rapporto al pensiero del poeta, in Saggi e note di critica
dantesca, Ricciardi, Milano, Napoli, Saggi e note sulla cultura veneta del
Quattro e CinquecentoMazzantini, Editrice Antenore, Padova, Saggi sulla cultura veneta del Quattro e del
CinquecentoMazzantini, Antenore, Padova, Divina Commedia, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su siusa.archivi.beniculturali, Sistema
Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Opere di Bruno
Nardi, .Pubblicazioni di Bruno Nardi, su Persée, Ministère de l'Enseignement
supérieur, de la Recherche et de l'Innovation. Tullio Gregory, Enciclopedia
dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Un profilo biografico nel sito
"dante online", Consulenza scientifica Società Dantesca Italiana.
Refs.: H. P. Grice, “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate,” The Swimming-Pool
Library. – Luigi Speranza, “Grice e Nardi: il paradiso filosofico” --.
NATOLI. (Patti).
Filosofo. Grice: “I like Natoli. He
philosophises on the ‘uomo tragico’ at the source of western civilisation, and
also the experience of ‘pain’ at the source of it.” Si
laurea a Milano, dove ha trascorso gli anni nel Collegio Augustinianum. Insegna
a Venezia e Filosofia della politica alla Facoltà di Scienze Politiche
dell'Università degli Studi di Milano. Attualmente è Professore di
Filosofia teoretica presso la Facoltà di scienze della formazione
dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca. Attività accademica In
particolare, Salvatore Natoli è il propugnatore di un'etica neopagana che,
riprendendo elementi del pensiero greco (in particolare, il senso del tragico),
riesca a fondare una felicità terrena, nella consapevolezza dei limiti
dell'uomo e del suo essere necessariamente un ente finito, in contrapposizione
con la tradizione cristiana. Filosofia del dolore Una particolare e
approfondita analisi sul tema del dolore è stata condotta da Natoli in diverse
sue opere. Il dolore è parte essenziale della vita e per gli antichi
filosofi greci era l'altra faccia della felicità: «I greci si sentono
parte e momento della più grande e generale natura, crudele e insieme divina,
si sentono momento di quest'eterno e irrefrenabile fluire, ove non vi è
differenza tra bene e male allo stesso modo in cui il dolore si volge nella
gioia e la gioia nel dolore» La natura infatti dava la vita e nello
stesso tempo crudelmente la toglieva. Il dolore in realtà fa parte della vita ma
non la nega: il dolore può essere vissuto e reso sopportabile se chi soffre
percepisce non la pietà dell'altro ma che la sua sofferenza è importante per
chi entra in rapporto con lui e con la sua sofferenza. Se chi soffre si sente
importante per qualcuno, anche se soffre ha motivo di vivere. Se non è
importante per nessuno può lasciarsi prendere dalla morte. Secondo Natoli
l'esperienza del dolore ha due aspetti: uno oggettivo, il danno («Nel momento
in cui la sofferenza è motivata attraverso la colpa, colui che soffre non solo
patisce il danno, ma ne diviene anche il responsabile»); e uno soggettivo, cioè
come viene vissuta e motivata la sofferenza. La stessa sofferenza è
interpretata in modo differente da diverse culture: per alcune il dolore fa
parte della contingenza del mondo fenomenico, dell'apparenza per altre invece,
è vissuto intensamente come ad esempio nel cristianesimo dove al dolore viene
associata la redenzione. Vi è una circolarità tra il dolore e il senso che fa
sì che, pur essendo il dolore universale, ad ognuno appartenga un dolore
diverso. Vi è dunque un senso del dolore e un non senso che il dolore
causa. Il dolore infatti contraddice la ragione che non sa darsi spiegazione
del perché il dolore abbia colpito proprio quell'individuo e per quali colpe
quello abbia commesso e, infine, perché il dolore travagli il mondo. Il
tentativo di rispondere a queste fondamentali domande fa sì che l'individuo
scopra nuove forze in lui che generino un vittorioso uomo nuovo che, partendo
dall'esperienza del dolore, s'interroghi sul senso dell'esistere, tenendo
sempre presente però, che il dolore può segnare anche una definitiva
sconfitta. Nel dolore l'uomo può scoprire le sue possibilità di crescita
ma questo non vuol dire disprezzare il piacere, sostenendo che questo, invece,
ottunde gli animi. Il piacere invece affina la sensibilità come accade per chi
ascolta frequentemente una buona musica. Il piacere invece è negativo quando
diventa «monomaniaco, eccessivo, quando, anziché sviluppare la sensibilità, la
fossilizza in un punto di eccessiva stimolazione. E l'eccessivo stimolo
distrugge l'organo.» A differenza del piacere, dell'amore che è dialogo tra
due, che è espansivo e affabulatorio anche quando è silenzioso, l'esperienza
del dolore chiude il singolo nella sua individualità e incomunicabilità, poiché
«il corpo sano sente il mondo, il corpo malato sente il corpo. E quindi il
corpo diventa una barriera tra il proprio desiderio, l'universo delle
possibilità, e la realizzabilità delle medesime possibilità.» Sebbene il
dolore sia "insensato" si cerca di spiegarlo con le parole spesso
inutili ed allora si cerca dapprima la parola "efficace" che offre la
tecnica o la parola "efficace" della preghiera, della fede, che non annulla
il dolore, ma dà una speranza nel miracolo. L'efficace uso della parola per
spiegare il dolore fa sì che gli uomini trovino conforto nella comune
sofferenza, in quella universalità del dolore dove però ognuno rimane nella sua
singolarità di senso. La parola efficace della tecnica per un verso ha
alleviato il dolore ma per un altro può creare delle condizioni di vita
tali per cui la stessa tecnica controlla il dolore senza togliere la malattia,
creando così un'esistenza prolungata senza futuro sotto la continua incombenza
della morte: «A partire dal Settecento, ma ancor più nel corso
dell’Ottocento, la tecnica è stata sempre di più associata alle filosofie del
progresso: infatti ha emancipato gli uomini dai vincoli naturali, ha ridotto il
peso della fatica, ha attenuato il dolore, ha accresciuto il benessere, ha
conteso lo spazio alla morte differendola sempre di più… ma la tecnica, oggi, è
nelle condizioni di interferire in modo profondo nei processi naturali
modificandone i cicli…» Una soluzione all'inevitabilità del dolore può essere
l'adesione a un nuovo paganesimo secondo l'antica visione greca
dell'accettazione dell'esistenza del finito e della morte dell'uomo. «Il
cristianesimo ha alterato l'anima pagana. Nel momento in cui il sogno di un
mondo senza dolore è apparso, non ci si adatta più a questo dolore anche se si
crede che un mondo senza dolore non esisterà mai. La coscienza è stata visitata
da un sogno che non si cancella più, e anche se lo crede inverosimile tuttavia
vuole che ci sia.» Anche il cristianesimo infatti teorizza l'uomo finito,
ma non essere naturale destinato alla morte, ma come creatura di Dio. Per il
cristiano la vita finita condotta secondo il dovere porta all'accettazione
della morte come passaggio a Dio. Per il neopaganesimo la vita finita è degna
di essere vissuta senza speranza di infinitezza ma vivendola secondo un ethos,
che non è dovere di obbedire a un comando morale con la speranza di un premio
eterno, ma buona e spontanea abitudine di una condotta consapevole
dell'universale fragilità umana. Opere: “Soggetto e fondamento” -- studi
su Aristotele e Cartesio (Padova, Antenore); “La ccritica del linguaggio”
(Venezia, Marsilio); “Ermeneutica e genealogia: Filosofia e metodo” (Milano,
Feltrinelli); “L'esperienza del dolore. Le forme del patire” (Milano, Feltrinelli);
“Gentile” (Torino, Bollati Boringhieri); “Vita buona vita felice. Scritti di
etica e politica” (Milano, Feltrinelli); “Teatro filosofico. Gli scenari del sapere
tra linguaggio e storia” (Milano, Feltrinelli); “L'incessante meraviglia.
Filosofia, espressione, verità, Milano, Lanfranchi); “La felicità. Saggio di
teoria degli affetti” (Milano, Feltrinelli); “I nuovi pagani, Milano, Il Saggiatore);
“Dizionario dei vizi e delle virtù” (Milano, Feltrinelli); “La politica e il
dolore” Roma, EL); “Soggetto e fondamento. Il sapere dell'origine e la
scientificità della filosofia” (Milano, Bruno Mondadori); “Delle cose ultime e
penultime” (Milano, Mondadori); “Natura, poesia, filosofia” (Milano, Bruno
Mondadori); “Progresso e catastrofe: dinamiche della modernità” (Milano,
Marinotti); “Dio e il divino. Confronto con il cristianesimo, Brescia, Morcelliana);
“La politica e la virtù” (Roma, Lavoro); “La felicità di questa vita.
Esperienza del mondo e stagioni dell'esistenza, Milano, Mondadori); “L'attimo
fuggente o della felicità” (Roma, Edup); “Stare al mondo. Escursioni nel tempo
presente, Milano, Feltrinelli, Il
cristianesimo di un non credente, Magnano, Qiqajon); “Libertà e destino nella
tragedia greca” (Brescia, Morcelliana, Stare al mondo. Escursioni nel tempo
presente, Milano, Feltrinelli, “Parole della filosofia o dell’arte di meditare,
Milano, Feltrinelli, “La verità in gioco” (Milano, Feltrinelli, Guida alla
formazione del carattere, Brescia, Morcelliana, Sul male assoluto. Nichilismo e
idoli nel Novecento, Brescia, Morcelliana ,I dilemmi della speranza, Molfetta,
La meridiana, La salvezza senza fede, Milano, Feltrinelli, La mia filosofia: Forme del mondo e saggezza
del vivere, Pisa, Ets, L'attimo fuggente
e la stabilità del bene, (contiene la Lettera a Meneceo sulla felicità di
Epicuro), Roma, Edup, Edipo e Giobbe. Contraddizione e paradosso, Brescia,
Morcelliana, Dialogo sui novissimi (con Francesco Brancato), Troina, Città Aperta,
Il crollo del mondo. Apocalisse ed
escatologia, Brescia, Morcelliana,” L'edificazione di sé. Istruzioni sulla vita
interiore, Roma-Bari, Laterza, “Il buon
uso del mondo. Agire nell'età del rischio, Milano, Mondadori, Figure
d'Occidente. Platone, Nietzsche e Heidegger (con Massimo Donà e Carlo Sini,
introduzione di Erasmo Silvio Storace), Milano, AlboVersorio, Eros e Philia, Milano, AlboVersorio, “Nietzsche
e il teatro della filosofia” (Milano, Feltrinelli); “Le parole ultime. Dialogo
sui problemi del «fine vita» (con Ivan Cavicchi, Piero Coda e altri), Bari,
Dedalo, I comandamenti. Non ti farai idolo né immagine, Bologna, Il mulino);
“Le verità del corpo” (Milano, AlboVersorio, Sperare oggi (con Franco Mosconi),
Trento, Il margine. Le virtù dei Giusti e l'identità dell'Europa Enciclopedia Italiana Treccani alla voce
corrispondente La salvezza senza fede,
Feltrinelli Ove non indicato diversamente, le informazioni contenute nel
paragrafo "Filosofia del dolore" hanno come fonte Enciclopedia
multimediale delle Scienze Filosofiche Salvatore Natoli Il senso del dolore. in .
L'esperienza del dolore. L'esperienza
del dolore nell'età della tecnica. Siamo "finiti". E anche la tecnica
lo è, da Europa, I Nuovi pagani, Il
saggiatore, Milano, Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Opere dopenMLOL, Horizons
Unlimited srl. Opere Registrazioni su
RadioRadicale, Radio Radicale. Intervista per Il Rasoio di Occam, di Carlo
Crosato. Video intervista su Asia, su asia. Dov'è la vittoria? “l'Italia civile
che resta minoranza” intervista di Paolo Barbie, Il Fatto Quotidiano.
NICOLETTI.
(Udine). Filosofo. – Grice:
“His diagramme for ‘arbor porphyriana’ is also brilliant – ending with “Plato,”
“Socrates.”” -- Grice: “I especially like his squaring the square of
opposition!” -- Grice: “A veritable genius, this Nicoletti.” -- Not under ‘Venezia’! -- paolo di
venezia: philosopher, the son of Andrea Nicola, of Venice He was born in Fliuli
Venezia Giulia, a hermit of Saint Augustine O.E.S.A., he spent three years as a
student at St. John’s, where the order of St. Augustine had a ‘studium
generale,’ at Oxford and taught at Padova, where he became a doctor of arts.
Paolo also held appointments at the universities of Parma, Siena, and Bologna.
Paolo is active in the administration of his order, holding various high
offices. He composed ommentaries on several logical, ethical, and physical
works of Aristotle. His name is connected especially with his best-selling
“Logica parva.” Over 150 manuscripts survive, and more than forty printed editions
of it were made, His huge sequel,
“Logica magna,” was a flop. These Oxford-influenced tracts contributed to the
favorable climate enjoyed by Oxonian semantics in northern Italian
universities. Grice: “My favourite of Paul’s tracts is his “Sophismata
aurea”how peaceful for a philosopher to die while commentingon Aristotle’s “De
anima.”!” His nom de plum is “Paulus Venetus.”— Paolo da Venezia Nota disambigua.svg
Disambiguazione"Paolo Veneto" rimanda qui. Se stai cercando lo
scrittore e vescovo nato a Venezia intorno al 1270, vedi Paolino Minorita. Paolo da Venezia in una stampa ProfessorePaolo
da Venezia, o Paolo Veneto, vero nome Paolo Nicoletti (Udine), filosofo. Eremitano,
fu studente all'Oxford e docente all'Padova dal 1408 ove ebbe tra gli allievi
Paolo Della Pergola. Divenne ambasciatore veneto presso la corte polacca. Per
le sue idee teologiche, nel 1426, fu esiliato a Ravenna ma, due anni dopo, gli
fu consentito di tornare a Padova. Fu
seguace di Guglielmo di Ockham e Sigieri di Brabante e autore di vari trattati,
tra cui alcuni commenti ad Aristotele . Il suo trattato Logica magna fu
utilizzato come testo di insegnamento della logica all'Padova e può essere
considerato la maggiore opera di logica formale prodotta dal Medioevo. Opere: “Logica,” “Commenti alle opere di
Aristotele” “Expositio in libros Posteriorum Aristotelis,” “Expositio super
VIII libros Physicorum necnon super Commento Averrois,” “Expositio super libros
De generatione et corruptione” “Lectura super librum De Anima” “Conclusiones
Ethicorum” “Conclusiones Politicorum” “Expositio super Praedicabilia et
Praedicamenta.” “Scritti sulla logica: Logica Parva or Tractatus Summularum, “Logica
Magna”; “Quadratura”; “Sophismata Aurea. Altre opere: “Super Primum
Sententiarum Johannis de Ripa Lecturae Abbreviatio,” “Summa philosophiae
naturalis,” “De compositione mundi. Quaestiones adversus Judaeos. Sermones. N
Dizionario di Filosofia Treccani, riferimenti in . Vedi «Paolo Della Pergola» in Dizionario di
Filosofia Treccani. Eugenio Garin,
Storia della filosofia italiana, terza ed., Edizione CDE su licenza della
Giulio Einaudi editore, Milano, «Paolo Veneto», in Enciclopedia Dantesca, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, «Paolo Veneto», in Dizionario di Filosofia
Treccani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Alessandro D. Conti, Dizionario
biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Alessandro
D. Conti: Esistenza e verità: forme e strutture del reale in Paolo Veneto e nel
pensiero filosofico del tardo medioevo. Istituto Storico Italiano per il Medio
Evo, Roma, Nuovi studi storici, A. R. Perreiah: "A Biographical
Introduction to Paul of Venice". In: Augustiniana. Paolo Veneto, Logica, Venetiis, Bartolomeo
Imperatore, Francesco Imperatore, Enrico
Gori, dal sito Filosofico.net (Alessandro Conti, Paul of Venice, in E. Zalta ,
Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and
Information, Stanford.Filosofia Refs.: H. P. Grice, “Paolo da Harborne, and Paolo da Venezia,” lecture for
the Club Griceiano Anglo-Italiano, Bordighera. Luigi Speranza, “Grice e
Nicoletti: quadratura ed implicatura” --.
NEGRI. (Padova). Filosofo. Grice:
“Only in Italy a philosopher philosophises on Pinocchio!” -- Grice: “I like his
idea of a new ‘grammar of politics,’ even if he uses the extravagant metaphor,
delightful though, ‘fabbrica di porcellana’. He has a gift for metaphor, sure!”
– Grice: “’la lenta ginestra’ to qualify Leopardi’s ontology is genial!” -- Grice:
“Negri reminds me of ‘pinko Oxford’!” Tra gli anni sessanta e gli
anni settanta, fu uno dei maggiori teorici del marxismo operaista. Dagli anni
ottanta in poi, si dedicò invece allo studio del pensiero politico di Baruch
Spinoza, contribuendo, insieme a Louis Althusser e Gilles Deleuze, alla sua
riscoperta teorica. In collaborazione poi con Michael Hardt, ha scritto libri
molto influenti nella Teoria politica contemporanea. Accanto alla sua
attività teorica, ha svolto una intensa attività di militanza politica, come
co-fondatore e teorico militante delle organizzazioni della sinistra
extraparlamentare Potere Operaio e Autonomia Operaia. A causa della sua
attività politica è stato incarcerato e processato, all'interno del processo 7
aprile, con l'accusa di aver partecipato ad atti terroristici e d'insurrezione
armata. Venne, tuttavia, assolto da queste imputazioni, per poi venire
condannato a 12 anni di carcere per associazione sovversiva e concorso morale
nella rapina di Argelato. Opere: “Stato e diritto in Hegel. Studio sulla genesi
illuministica della filosofia giuridica e politica” (Padova, Cedam); “Lo
storicismo” (Milano, Feltrinelli, “Alle origini del formalismo giuridico: studio
sul problema della forma in Kant e nei giuristi kantiani” (Padova, Cedam, Curatela
di Hegel, Scritti di filosofia del diritto, Bari, Laterza, Alcune riflessioni
sullo stato dei partiti” (Padova, Tip. poligrafica moderna); “Crisi dello
Stato-piano. Comunismo e organizzazione rivoluzionaria” (Milano, Feltrinelli); “Ideali
e realizzazioni d'integrazione” (Milano, Giuffrè); “Studi su Weber, in Annuario
bibliografico di filosofia del diritto, I, Milano, Giuffrè); “Problemi di
storia dello Stato moderno. in
"Rivista critica di storia della filosofia", “La teoria capitalistica dello stato nel '29,
John M. Keynes, in "Contropiano", Marx sul ciclo e la crisi. Note, in
"Contropiano", “Descartes politico o della ragionevole ideologia”
(Milano, Feltrinelli); “Rileggendo Hegel” -- filosofo del diritto, in Incidenza
di Hegel. Napoli, Morano, Enciclopedia Feltrinelli Fischer, Scienze politiche, (Stato
e politica), Milano, Feltrinelli, Crisi e organizzazione operaia” (Milano,
Feltrinelli); Partito operaio contro il lavoro, in Sergio Bologna, Paolo
Carpignano, Negri, “Crisi e organizzazione operaia” (Milano, Feltrinelli, Proletari e Stato. Per una discussione su
autonomia operaia e compromesso storico, Milano, Feltrinelli); “La fabbrica
della strategia” 33 lezioni su Lenin, Padova, “Cooperativa libraria editrice
degli studenti di Padova-Collettivo editoriale librirossi, La forma Stato. Per
la critica dell'economia politica della Costituzione” (Milano, Feltrinelli); Materiale
sul problema dello stato e sul rapporto fra democrazia e socialismo, con
Riccardo Guastini, Ugo Rescigno, Emilio Agazzi, Milano, Unicopli-Cuem, “Il
dominio e il sabotaggio: sul metodo marxista della trasformazione sociale,” Milano,
Feltrinelli, “Manifattura, società
borghese, ideologia: Una famosa polemica sul rapporto
struttura-sovrastruttura,” con Franz Borkenau e Henryk Grossmann, Roma,
Savelli, Marx oltre Marx [Grice, “Grice oltre Grice”]. Quaderno di lavoro sui
Grundrisse, Milano, Feltrinelli, “ Dall'operaio massa all'operaio sociale.
Intervista sull'operaismo, a cura di Paolo Pozzi e Roberta Tommasini, Milano,
Multhipla, “Il comunismo e la guerra,” Milano, Feltrinelli, Politica di classe:
il motore e la forma. Le cinque campagne oggi. Milano, Machina Libri, “Otto
Dix,” Milano, Studio d'arte Grafica, “L'anomalia selvaggia. Saggio su potere e
potenza in Spinoza” (Milano, Feltrinelli);“Macchina tempo. Rompicapi,
liberazione, costituzione,” Milano, Feltrinelli, Pipe-line. Lettere da
Rebibbia, Torino, Einaudi, Italie rouge
et noire. Journal, traduzione di Yann Moulier Boutang, prefazione di
Bernard-Henri Lévy, Paris, Hachette, Diario di un'evasione, Cremona, Pizzoni, Les
nouveaux espaces de liberté, con Félix Guattari, Gourdon, Bedou, Le verità
nomadi: per nuovi spazi di libertà, con Félix Guattari, Roma, Pellicani,
“Fabbriche del soggetto: profili, protesi, transiti, macchine, paradossi,
passaggi, sovversione, sistemi, potenze: appunti per un dispositivo ontologico,
in "XXI secolo. Bimestrale di politica e cultura", “Lenta ginestra: saggio
sull'ontologia di Leopardi, Milano, SugarCo, “Fine secolo. Un manifesto per
l'operaio sociale. Milano, SugarCo,” “Arte e multitudo. Sette lettere,” Milano,
Politi, “Il lavoro di Giobbe. Il famoso testo biblico come parabola del lavoro
umano, Milano, SugarCo, “Il potere costituente. Saggio sulle alternative del
moderno, Carnago, SugarCo, Spinoza sovversivo. Variazioni (in)attuali,
introduzione di Emilia Giancotti, Roma, Pellicani, “Il lavoro di Dioniso. Per
la critica dello Stato postmoderno, con Michael Hardt, Roma, Manifestolibri, “
L'inverno è finito. Scritti sulla trasformazione negata, a cura di Giuseppe
Caccia, Roma, Castelvecchi, “Le bassin de travail immateriel (BTI) dans la
metropole parisienne, con Antonella Corsani e Maurizio Lazzarato, Paris, l'Harmattan,
I libri del rogo, Roma, Castelvecchi, Contiene: Crisi dello Stato-piano;
Partito operaio contro il lavoro; Proletari e Stato; Per la critica della
costituzione materiale; Il dominio e il sabotaggio, La costituzione del tempo.
Prolegomeni. Orologi del capitale e liberazione comunista, Roma, Manifestolibri,
Spinoza, introduzioni di Gilles Deleuze, Pierre Macherey e Alexandre Matheron,
Roma, DeriveApprodi, Contiene: L'anomalia selvaggia; Spinoza sovversivo; Democrazia
ed eternità in Spinoza, Sogni Incubi Visioni. Politica e conflitti nella crisi
della società del lavoro, con Michael Hardt e Damiano Palano, Milano,
Lineacoop, La sovversione. Colloquio di Annamaria Guadagni con Toni Negri,
Roma, Liberal, Kairòs, alma venus, multitudo. Nove lezioni impartite a me
stesso, Roma, Manifestolibri, Desiderio del mostro. Dal circo al laboratorio
alla politica, a cura di e con Ubaldo Fadini e Charles T. Wolfe, Roma, Il manifesto,
Impero. Il nuovo ordine della globalizzazione, con Michael Hardt, Milano, Rizzoli, Europa politica. [Ragioni di una necessità],
a cura di e con Heidrun Friese e Peter Wagner, Roma, Manifestolibri, Luciano
Ferrari Bravo ritratto di un cattivo maestro. Con alcuni cenni sulla sua epoca,
Roma, Manifestolibri, L'Europa e l'impero. Riflessioni su un processo
costituente, Roma, Manifestolibri, Cinque lezioni di metodo su moltitudine e
impero, Soveria Mannelli, Rubbettino, Il ritorno. Quasi un'autobiografia,
conversazione con Anne Dufourmantelle, Milano, Rizzoli, Guide. Cinque lezioni su
impero e dintorni, con contributi di Michael Hardt e Danilo Zolo, Milano, Cortina,
Moltitudine. Guerra e democrazia nel nuovo ordine imperiale, con Michael Hardt,
Milano, Rizzoli, La differenza italiana, Roma, Nottetempo, Movimenti
nell'impero. Passaggi e paesaggi, Milano, Cortina, Global. Biopotere e lotte in
America Latina, con Giuseppe Cocco, Roma, Manifestolibri, Goodbye Mr Socialism,
a cura di Raf Valvola Scelsi, Milano, Feltrinelli, Settanta, con Raffaella
Battaglini, Roma, DeriveApprodi, Fabbrica di porcellana. Per una nuova
grammatica politica, Milano, Feltrinelli, Dalla fabbrica alla metropoli. Saggi
politici, Roma, Datanews, Il lavoro
nella Costituzione e una conversazione con Adelino Zanini, Verona, Ombre Corte,
Dentro/contro il diritto sovrano. Dallo Stato dei partiti ai movimenti della
governance, a cura di Giuseppe Allegri, Verona, Ombre Corte, Comune. Oltre il privato ed il pubblico, (Grice:
“Cf. Grice on ‘common language’ and ‘private language’”) con Michael Hardt,
Milano, Rizzoli, Inventare il comune,
Roma, DeriveApprodi, Il comune in rivolta. Sul potere costituente delle lotte,
Verona, Ombre Corte, Questo non è un Manifesto, con Michael Hardt, Milano,
Feltrinelli, 2Spinoza e noi, Milano-Udine, Mimesis, Fabbriche del soggetto.
Archivio e una conversazione con Mimmo
Sersante, Verona, Ombre corte, Arte e multitudo (a cura di Nicolas Martino),
Roma, DeriveApprodi, Storia di un comunista, a cura di Girolamo De Michele, Milano,
Ponte alle Grazie, Galera ed esilio. Storia di un comunista, a cura di Girolamo
De Michele, Milano, Ponte alle Grazie, Assemblea, con Michael Hardt, Milano,
Ponte alle Grazie, Da Genova a domani. Storia di un comunista, a cura di
Girolamo De Michele, Milano, Ponte alle Grazie. Refs.: Luigi
Speranza, "Grice e Negri," per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
NERI. (Milano). Filosofo. Grice: “Neri is an interesting
philosopher – he speaks of the aporia of the realization, which is intriguing,
and considers that ‘objectivism’ started with Galileo, which is realistic!” Professore
a Verona. Allievo di Banfi e Paci, rappresenta una delle ultime sintesi della
Scuola di Milano, di cui riprende alcuni dei temi portanti: ricerca
fenomenologica, analisi storico-politica, studi estetici. Rispetto ai suoi
maestri, del cui pensiero è stato uno dei maggiori interpreti, sviluppa un
percorso di ricerca originale, caratterizzato da una critica delle ideologie
del Novecento e dei loro fallimenti, e da una lettura non dogmatica della
storia contemporanea, volta a metterne in luce discontinuità e aporie. Forte di
un'indole scettica e fedele al principio dell'epoché fenomenologica, Neri ha
ripercorso le vicende della dialettica marxista, focalizzando in particolare la
sua attenzione sull'Europa centro-orientale, e sulle varie forme di
controcondotta e dissenso che, a partire dagli anni sessanta, sono andati
germinando in quel contesto storico. I suoi autori di riferimentoHusserl e
Merleau-Ponty, Bloch e Lukács, Kosík e Kołakowskirivelano la tensione intellettuale
tra ricerca teoretica e storica che ha caratterizzato il lavoro di Neri, dalle
principali monografie, ai saggi su aut aut e Il filo rosso, fino al materiale
inedito conservato presso l'Archivio Neri, da pochi anni istituito presso
l'Università degli Studi di Milano. Durante gli anni universitari,
trascorsi tra Pavia e Milano, Neri ha l'occasione di frequentare gli ultimi
corsi di Antonio Banfi, ormai lontano dalla fenomenologia e intento a
perfezionare (e radicalizzare) il suo umanesimo di stampo marxista, e
dell'ancor giovane Enzo Paci che, in quegli stessi anni di dopoguerra,
intraprende un confronto innovativo con gli esiti della ricerca husserliana, e
in particolare con i contenuti della Crisi delle scienze europee, oggetto di
numerosi corsi. Proprio questo "apprendistato fenomenologico",
secondo l'espressione di Luciano Fausti, ha consentito a Neri di acquisire un
metodo di ricerca che lo ha accompagnato, non solo nei suoi studi delle opere
di Husserl, Merleau-Ponty, Patočka (dei quali traduce e cura varie
pubblicazioni), ma, più in generale, nell'analisi del pensiero storico e
politico novecentesco. A questi interessi va ad aggiungersi quello per l'arte e
l'estetica, decisivo in questi primi anni, e dovuto in particolare agli
insegnamenti di Dino Formaggio, con cui Neri si laureò. Neri continuerà a
interessarsi a questi temi anche negli anni successivi, dedicando diversi
scritti a Panofsky (della cui Prospettiva come forma simbolica cura nell'edizione)
e a Caravaggio, e interrogandosi sul rapporto tra fenomenologia ed
estetica. Agli anni di studio, segue una fase di ricerca che lo porterà
nei primi anni sessanta a Praga, ospite dell'Accademia delle Scienze della
Cecoslovacchia e, in seguito, negli Stati Uniti d'America, dove è visiting
scholar a Pennsylvania. A Praga, Neri entra in contatto con la giovane
generazione di intellettuali cechi che, in questi anni cruciali, portano avanti
l'idea di riformare il socialismo dal suo interno, a partire da una profonda
reinterpretazione del materialismo e della prassi marxiana. È grazie a Neri che
in Italia si diffondono le opere di Karel Kosík e di Jan Patočka che, pur così
profondamente diversi, condividono con Neri l'interesse per la fenomenologia e
la politica. Durante la sua esperienza americana, Neri dedica a Marx una serie
di lezioni e conferenze, i cui testi inediti, facenti parte del Fondo Neri,
sono conservati presso la Biblioteca di Filosofia dell'Università degli Studi
di Milano. Analizzando il pensiero di Marx, Neri si rifà in particolar modo,
oltre che all'insegnamento di Kosík, agli scritti di Gajo Petrović e alla
scuola jugoslava legata alla rivista Praxis. Tornato in Italia, inizia un lungo
periodo di insegnamento a Verona, durante il quale incentra i suoi corsi sulla
fenomenologia post-husserliana, su Bloch, sull'idea filosofica di Europa e la
sua eredità, a seguito del fallimento dei principali progetti politici
novecenteschi. Escono in questi anni le sue opere più note: “Aporie della
realizzazione”, sulla filosofia e l'ideologia dei paesi del socialismo
realizzato, e “Crisi e costruzione della storia”, dedicato, ancora una volta,
al maestro Banfi. In più occasioni, manifesta il suo debito nei confronti
dei suoi maestri milanesi, per averlo iniziato allo studio della fenomenologia.
In tal senso, il passaggio dall'insegnamento di Banfi a quello di Paci è
decisivo. «Al centro non era piùscrive Neri poco prima di morire, ricordando
quegli anniil "disperato razionalismo" del fondatore della
fenomenologia: il fuoco della rilettura era diventato il "mondo della
vita" e la critica dell'obbiettivismo moderno». Un pensiero che ben si
presta a una generazione di giovani studiosi che, durante gli anni sessanta, si
raccolgono intorno a Paci, desiderosi di affinare un pensiero che consenta di
riguadagnare un sguardo disincantato, ma non indifferente, sulla realtà sociale
e culturale circostante, contro «l'asfissiante razionalismo» di Banfi e, più in
generale, contro l'impronta culturale del PCI. Neri rientra in questa
nuova leva di studiosi e in questi termini si possono interpretare anche i suoi
studi fenomenologici. «Con il tema del mondo della vitaribadisce Neri, in un
altro tra i suoi scritti più tardila fenomenologia mostrava di saper affrontare
i problemi posti dalle scienze storiche e sociali, dall'antropologia culturale
e infine anche dal pensiero marxista». L'esempio di Paci, tuttavia, che cercò a
tutti gli effetti di coniugare metodo fenomenologico e dialettica marxista, è
seguito dall'allievo solo parzialmente, lasciando la sua impronta più visibile
nel volumePrassi e conoscenza, una cui parte è dedicata ai critici marxisti
della fenomenologia. Col passare del tempo, tuttavia, Neri adotta una posizione
di sempre più evidente rottura, prediligendo a qualsiasi tentativo
conciliatorio una critica fenomenologica del socialismo realizzato e delle sue
distorsioni. A tal proposito, il confronto con Kosík e il dissenso, all'interno
del socialismo reale, giocano un ruolo di primo piano. Come si evince
dalla sua “Aporie della realizzazione,” distingue due fasi e due generazioni di
filosofi, all'interno della complessa crisi del socialismo in costruzione. Da
una parte, la prima generazione è rappresentata da György Lukács e da Ernst
Bloch. Proprio al pensiero di quest'ultimo, alle sue concezioni di storia e di
utopia e ai suoi numerosi ripensamenti, Neri dedica una lunga analisi, che
tornerà periodicamente anche negli anni successivi, come testimoniano i
programmi dei suoi corsi universitari. A Bloch è ispirato, d'altronde, il
titolo del libro, che Neri ricava da una pagina di Principio speranza. È
all'interno della dialettica tra realtà e realizzazione, tra condizione
presente e speranza futura, che Neri individua l'andatura del socialismo reale,
della sua filosofia e della sua ideologia. Solo con la seconda generazione di
filosofi, tuttavia, le aporie della realizzazione socialista vengono veramente
al pettine; la malinconia di Bloch cede infatti il passo allo sguardo scettico
di Kołakowski e al tentativo di Kosík di rileggere la dialettica marxista in termini
concreti, al di là di ogni deriva ideologica. Dello stesso tenore è anche il
libro su Banfi, Crisi e costruzione della storia, di pochi anni successivo, in
cui Neri si confronta con lo stesso tema della realizzazione, inteso stavolta
nei termini del tentativo banfiano di costruire un percorso storico su basi
razionali, oltre la crisi della civiltà moderna, verso una nuova prospettiva
umanistica. Alla luce del ritratto offertoci da Neri, che si concentra in
particolare sugli anni trenta, intesi come momento cruciale per lo sviluppo
della teoria banfiana, emerge un'immagine di Banfi particolarmente complessa,
nella quale la svolta ideologica e l'adesione al comunismo non offuscano il
perdurare di uno spirito critico e di una prospettiva europea, che si sviluppa
al di là dei particolarismi delle filosofie nazionali. L'Archivio Guido
Davide Neri -- è stato creato presso la Biblioteca di Filosofia dell'Università
degli Studi di Milano l'Archivio Guido Davide Neri. In tale archivio è raccolta
un'imponente quantità di materiali inediti, che comprendono riflessioni,
appunti per corsi e seminari, annotazioni di viaggio, corrispondenze. Sono
considerati di particolare rilievo, in vista di futuri studi sul pensiero
filosofico di Neri, i 149 quaderni, contenenti le riflessioni del filosofo,
dalla metà degli anni cinquanta, fino alla sua morte. Attraverso la lettura di
questi scritti, ora completamente consultabili e in corso di digitalizzazione,
è possibile chiarire il rapporto e gli scambi di Neri con altri rappresentanti
della filosofia milanese: da Banfi a Paci, da Dal Pra a Preti. Grande
importanza rivestono anche i commenti in presa diretta su alcuni tra i più
rilevanti avvenimenti storici del Novecento: dall'invasione sovietica
dell'Ungheria, alla Primavera di Praga, fino al crollo del socialismo reale. A
ciò si aggiungono le riflessioni sul ruolo della filosofia nella società, sul
modo e l'opportunità di insegnarla, e sulla sua tenuta, di fronte alle scosse
della storia. Opere: “Prassi e conoscenza,” con una sezione dedicata ai
critici marxisti della fenomenologia (Milano, Feltrinelli); “Aporie della
realizzazione: filosofia e ideologia nel socialismo reale” (Milano,
Feltrinelli); “Crisi e costruzione della storia” (Napoli, Bibliopolis); “Il
sensibile, la storia, l'arte” (Verona, Ombre Corte, Francesco Tava, su Open
Commons of Phenomenology. G. Scaramuzza, Presentazione, in Atti della Giornata
di Studio e di Testimonianze svoltasi presso la Fondazione Corrente, Milano, Materiali
di Estetica, nArchivio Guido Davide Neri, su sba.unimi. degli scritti di Neri,
in aut aut, n. Atti della Giornata di Studio e di Testimonianze svoltasi presso
la Fondazione Corrente, Milano, in Materiali di Estetica, Quando tra noi muore un filosofo. Ricordo di
Guido D. Neri, amici, colleghi e studenti, Pizzighettone, Viciguerra, Luciano
Fausti, Guido Davide Neri tra scepsi e storia. Un percorso filosofico, Milano,
UNICOPLI, . Laura Frigerio e Elena Mazzolani, Il Fondo Guido Davide Neri, in
Sistema Università, Amedeo Vigorelli,
Fenomenologia e storia. A partire da Patocka: itinerario filosofico di Guido
Davide Neri, in Leussein, Francesco
Tava, Open Commons of Phenomenology. sba.unimi. Fondo librario Guido Davide
Neri, su sba.unimi. F
NESI.
(Firenze). Filosofo. Grice:
“I once had a fight with Nowell-Smith; he was saying that a philosopher should
not be a moralist; I told him that by that token Nesi wasn’t one!” – “De
moribus” Figlio di Francesco di Giovanni e di Nera di Giovanni Spinelli, si dedicò
interamente agli studi filosofici. Strinse stretti rapporti con i principali
umanisti fiorentini dell'epoca, tra cui Acciaiuoli e Ficino. Influenzato
dall'operato di Savonarola, ricoprì anche diverse cariche politiche. Opere: Ioannis Nesii adulescentuli oratiuncula,
Orazione del Corpo di Cristo, Orazione de Eucharestia, Orazione sull'umiltà
,Sulla carità, De moribus, De charitate, Oraculum de novo saeculo, Canzoniere,
Poema. TreccaniEnciclopedie oIstituto dell'Enciclopedia Italiana. E. Tortelli, Dizionario
biografico degli italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana.
NIFO
(Sessa Aurunca). Filosofo. Grice: “I like Nifo; first, because he wrote a
treatise he called ‘ludicrous rhetoric;’ second, because he tried to refute
Pomponazzi against the mortality of the soul – surely the soul is ‘mortal’ is a
category mistake --.” Alla corte di Carlo V (Luigi Toro, 1876, Municipio di
Sessa Aurunca). Durante i propri studi, Nifo frequentò Padova, dove studiò
filosofia e divenne allievo di Vernia.
Fu professore a Padova e in seguito insegnò anche a Napoli, Roma e Pisa,
guadagnando una fama tale da essere incaricato daLeone X di difendere la
dottrina cattolica sull'immortalità contro gli attacchi di Pomponazzi e degli
alessandristi. Fu ricompensato con la nomina a conte palatino con il diritto di
assumere il cognome del Papa, Medici. Busto esposto nel Liceo classico "di
Sessa Aurunca. La sua prima filosofia si ispirava ad Averroè, modificò poi la
propria visione giungendo a posizioni più vicine all'ortodossia cattolica. Pubblicò
un'edizione delle opere di Averroè corredate di un commento compatibile con la
sua nuova posizione. Nella grande
controversia con gli alessandristi si oppose alla tesi del Pomponazzi per il
quale l'anima razionale è inseparabile dal corpo materiale e, dunque, la morte
di questo porta con sé anche la scomparsa dell'anima. Sostenne, invece, che
l'anima individuale, quale parte dell'intelletto assoluto, è indistruttibile e
alla morte del corpo si fonde in un'unità eterna. Tra i suoi allievi, presso l'Salerno, tra gli
altri, ricordiamo, Rosselli, filosofo calabrese autore di un testo molto
controverso, Apologeticus adversos cucullatos (Parma), in cui cerca di
affermare le sue dottrine che tendono a discostarsi da quello del suo
maestro. Lo si ritiene protagonista di
un curioso episodio: pubblicò il trattato De regnandi peritia, che alcuni
ritengono essere un plagio del più noto Il Principe di Machiavelli del cui
manoscritto sarebbe venuto in possesso.
Gli fu conferita la cittadinanza onoraria di Napoli ed iessa fu estesa
ai figli ed agli eredi in perpetuo. A lui è dedicato il Convitto Nazionale di Sessa
Aurunca, della quale fu anche sindaco. Opere: “Liber de intellectu”; “De
immortalitate animi”; “De infinitate primi motoris quaestio”; “Opuscula moralia
et politica”; Dialectica ludicra,” “De regnandi peritia.” Furono poi più volte
ripubblicati, in quanto ampiamente diffusi, i suoi numerosi commentari su
Aristotele, di cui i più importanti sono: :Aristotelis de generatione &
corruptione liber Augustino Nipho philosopho Suessano interprete &
expositore”; “Expositiones in libros de sophisticos elenchis Aristotelis”; “Expositiones
in omnes libros de Historia animalim, de partibus animalium et earum causis ac de
Generatione animalium, In libris Aristotelis meteorologicis commentaria,
Venetiis, Ottaviano Scoto, Physicorum auscultationum Aristotelis libri octo, Super
Libros Priorum Aristotelis, Commentarium in tres libros Aristotelis De anima, Dilucidarium
metaphysicarum disputationum in Aristotelis Deum et quatuor libros metaphysicarum.
L'edizione più nota fu quella stampata a Parigi. Dialectica ludicra,
frontespizio; conservato nella biblioteca del Convitto Agostino Nifo di Sessa
Aurunca. Dialectica ludicra (disegno interno
Dialectica ludicra, colophon
In libris Aristotelis meteorologicis commentaria In libros Aristotelis De generatione &
corruptione interpretationes & commentaria, frontespizio; conservato
anch'esso nella biblioteca del Convitto Nifo di Sessa Aurunca. In libros
Aristotelis De generatione & corruptione interpretationes &
commentaria, colophon Genealogia. Una
sua breve genealogia è questa: 1. ...
Nifo 1.1. Domizio Nifo (Barone di Joppolo, cavaliere) @(Sessa Aurunca) .
Jacopo/Giacomo Nifo (*Tropea +Sessa Aurunca giureconsulto, ciambellano,
commerciante di tessuti) @(Sessa Aurunca) Francesca Galeoni Agostino Nifo
(*Sessa Aurunca Sessa Aurunca 18 gennaio 1538filosofo) @(Sessa Aurunca) Angela
Landi (nobile) 1Domizio Nifo (+Sessa Aurunca) 1Livia Nifo @1 Filippo Toraldo,
@2 Col'Antonio di Transo Nifo @ Isabella
Vaccaro Paolo Nifo @ Livia Transo Agostino
juniore Nifo @ Diana di Paulo Paolo Nifo Giacomo Nifo maschio Nifo maschio Isabella Nifo @ Marc'Antonio Giove della Vega Girolama Nifo @ Scipione Cirasol Domizio Nifo
Clarice Nifo Diana Nifo @ Cesare Conso
1.1.1.1.3.5. Quintia Nifo @ Vincenzo Gattola X. altri Vincenzo Nifo 1.2.
Giovanni Nifo (*Tropea +Romacavaliere, Vicario e Agente Generale del Duca di Sessa).
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giuseppe Gabrieli, "Raccolta Storica dei
Comuni", Istituto di Studi Atellani, Sant'Arpino (CE), lCarlo De Lellis,
Discorsi delle Famiglie Nobili del Regno di Napoli, Napoli, Giovanni Francesco
Paci, Giampiero Di Marco, I sindaci della città di Sessa, Sessa Aurunca, Zano
Editore, 38. Edizioni e traduzioni
Agostino Nifo, La filosofia nella corte. Monografia introduttiva, testo latino
a fronte, traduzione, note e apparati di E. De Bellis. Collana “Il pensiero
occidentale”, Milano, Bompiani, . Studi , «Nifo, Agostino», in Dizionario di
filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Giampiero Di Marco,
Giuseppe Parolino, Incunaboli e cinquecentine nelle biblioteche di Sessa, Minturno,
Caramanica Editore, M. Palumbo, Dizionario Biografico degli Italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Ennio De Bellis, Il pensiero logico,
Galatina, Congedo, Ennio De Bellis, Nicoletto Vernia e Agostino Nifo. Aspetti
storiografici e metodologici, Galatina, Congedo, Ennio De Bellis, di Agostino Nifo, Collana Quaderni di “Rinascimento”.
Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, Firenze, Olschki, Angelico Poppi,
Introduzione all'aristotelismo padovano, Antenore, Enciclopedia Britannica,
Encyclopædia Britannica, Inc. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Agostino
Nifo, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. ALCUIN, Ratisbona. Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.Hugh
Chisholm , Nifo, Agostino, in Enciclopedia Britannica, XI, Cambridge University
Press. Keywords: ludicra – Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Nifo: la dialettica
ludrica” --.
NIZOLIO.
(Brescello). Filosofo. Grice: “I read Nizolio and it’s like reading myself!” –
Insegnò a Brescia e pubblicò il lessico “Observationes in M. Tullium
Ciceronem,” o “Thesaurus Ciceronianus.” Ebbe una lunga polemica con Maioragio
per una critica portata da quest'ultimo a Cicerone che, iniziata con la
Epistola ad M. A. Majoragium, proseguì con l'Antapologia e si concluse con i De
veris principiis et vera ratione philosophandi contra pseudophilosophos libri
IV, pubblicati a Parma, dove insegnava, che interessarono Leibniz al punto che
questi li fece ristampare premettendogli il titolo “Antibarbarus Philosophicus,
sive Philosophia Scholasticorum impugnata libris IV.” Fu chiamato da Gonzaga a
Sabbioneta. Contemporaneamente alle critiche di Ramo alla logica aristotelica, anche per
Nizolio occorre sostituire all'astrattezza di quella logica un pensiero che sia
concretamente legato alla realtà e a questo scopo la strada maestra sta nel
ritrovare i processi del pensiero direttamente nella struttura grammaticale
della lingua. Egli individua cinque principi per fare della buona filosofia. Il
primo principio generale della verità e della buona filosofia consiste nella
conoscenza dellaa lingua romana, in cui
sono espressi quei testi filosofici. Il secondo principio è la conoscenza di
quei precetti e documenti che si trovano nella grammatica e nella retorica, sostituendo
la grammatica e la retorica alla metafisica, dal momento che i metafisici si
sono preoccupati solo di ricercare la verità, senza occuparsi della utilità,
necessità e pertinenza delle cose trattate. Il terzo principio consiste nel
leggere i filosofi classici e nello sforzarsi di comprendere il modo con il
quale il popolo romano si esprime, essendoci verità in quella schiettezza –
Grice: ‘slightness” -- di linguaggio. Il quarto principio generale della verità
è la libertà e la vera licenza delle opinioni e del giudizio su qualunque
argomento, come richiede la verità e la natura. Non devono essere dunque
Cicerone o Aurelio nostril maestri, ma i cinque sensi, l'intelligenza, il
pensiero, la memoria, l'uso e l'esperienza delle cose. Il quinto principio afferma che, oltre a
esporre ogni tesi con la chiarezza della lingua comune senza introdurre nel
discorso oscurità o sottigliezze, occorre non trattare problemi che non hanno
realtà. Esempi di invenzioni filosofichi prive di oggettività sono la idea
platonica e la tesi della realtà degli universali. Infatti, la realtà è costituita
soltanto da oggetti singoli e individuali e questi devono essere indagati non
attraverso la loro natura propria e privata, ma attraverso la loro comune e
continua successione. Si fa filosofia e scienza non astraendo, ossia togliendo
da una singola realtà quel quid che viene poi analizzato come se esso fosse
reale, ma comprendendo, ossia considerando insieme le singole realtà.
L'universale è una vana e finta astrazione che deriva invece dalla comprensione
di tutti i singolari di ogni genere, accolti insieme con un atto solo, senza
astrazioni intellettive, ma con il solo ausilio di un'intelligenza che
comprende i singolari. In sostanza, noi non possiamo realmente distaccare, con
un'operazione dell'intelletto, un universale da ogni singola cosa, ma semmai
passare dall'individuale al collettivo.
L'operazione consiste nel sostituire alla dialettica la retorica e alla
logica la grammatica ma, pur mettendo in rilievo i difetti della logica
classica, egli non riesce a fondare una nuova logica realmente efficace e
persuasiva. Opere: “Observationes in M.
Tullium Ciceronem,” Brixiae (Brescia), in-folio, opera ripubblicata con
aggiunte a Venezia nol titolo “Thesaurus ciceronianus,” e “Lexicon ciceronianum” con aggiunte di
Facciolati, “De veris principiis et vera
ratione philosophandi contra pseudo-philosophos, scritto contro gli
scolatici,”Parma, “Leibniz ne ha curato una nuova edizione con una prefazione
ed una lettera a Thomasius sulla dottrina di Aristotele, Francofurti (Roma,
Bocca). Garin, Rossi, Vasoli, Testi umanistici su la retorica. Testi editi e
inediti su retorica e dialettica di Nizolio, Patrizi e Ramo, Milano, Bocca “Marii Nizolii Brixellensis in M.T. Ciceronem
observationes Caelii Secundi Curionis labore & industria secundò atque
iterum locupletatae, perpolitae, & restitutae. Ejusdem M. Nizolii libellus,
in quo vulgaria quaedam verba, & parum Latina, ad purissimam Ciceronis
consuetudinem emendantur, ab eodem Caelio, s.c. limatus & auctus” (BU
Clermont Auvergne) Note Margherita
Palumbo nel Dizionario Biografico degli Italiani. È quindi probabile chei abbia
preferito fare ritorno volontariamente a Brescello, dove la morte lo close. Ballestri,
Massimiliano. Nizolio, Milano, Cosmo editore, R. Battistella, Nizolio, umanista
e filosofo, Treviso, L. Zoppelli, Nizzoli, Alberto. Nizolio e il rinnovamento
scientifico moderno, Como, Meroni,Rossi,
“La celebrazione della rettorica e la polemica antimetafisica del
"De Principiis" del Nizolio, in La crisi dell'uso dogmatico della
ragione, Antonio Banfi, Milano, Bocca, Thieme, Klaus, Marius Nizolius aus
Bersello: Vier Bücher über die wahren Prinzipien und die wahre philosophische
Methode. Gegen die Pseudophilosophen [monografia sui "principi" con
traduzione in tedesco], Monaco, Wilhelm Fink, 1980. Logica aristotelica Universale Idea. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. G. Calogero, Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. EEncyclopædia Britannica, Inc.
M. Palumbo, Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Opere openMLOL, Horizons
Unlimited srl. Opere, Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Keywords: Cicerone – Refs.: Luigi Speranza: Grice e Nizolio: il
thesaurus ciceronianus”
NOCE. (Pistoia). Filosofo. Grice: “Only in
Italy, philosophy and history are so connected; it would be as if we at Oxford
after the war would be only concerned with understanding Churchill!” Grice:
“For us, to do linguistic philosophy was to get away from post-tramautic stress
disorder acquired during what Winthrop stupidly called the ‘phoney’ war!” – Grice:
“It’s not difficult to understand why Noce’s notes on Gentile were only
published posthumously!” -- essential Italian philosopher. «Certo
i cattolici hanno un vizio maledetto: pensare alla forza della modernità e
ignorare come questa modernità, nei limiti in cui pensa di voler negare la
trascendenza religiosa, attraversi oggi la sua massima crisi, riconosciuta
anche da certi scrittori laici.» (Risposte alla scristianità, da Il Sabato).
Ttitolare della cattedra di "Storia delle dottrine politiche"
all'Università La Sapienza di Roma. Studioso del razionalismo cartesiano
e del pensiero moderno (Hegel, Marx), analizzò le radici filosofiche e
teologiche della crisi della modernità, ricostruendo con cura le contraddizioni
interne dell'immanentismo. Argomentò l'incompatibilità tra marxismo,
umanesimo, ed altri sistemi di pensiero che propugnavano la liberazione
secolare dell'uomo e la dottrina cristiana (affermò: "solo il Redentore
può emancipare"). Sostenne tenacemente, per tali motivi, l'impossibilità
del dialogo tra cattolici e comunisti e previde il "suicidio della
rivoluzione" (1978). Studioso del fascismo, sostenne che tale ideologia
fosse peraltro in continuità con il comunismo e fosse anch'esso un momento
della secolarizzazione della modernità. Sostenne, inoltre, l'esistenza di molti
punti di contatto tra il fascismo e il pensiero dei sessantottini.
Filosofo della politica, preconizzò la crisi del socialismo reale, mentre esso
viveva la sua massima espansione a livello mondiale. Argomentò che tale
sistema, da una parte applicava coerentemente la filosofia di Marx, ma
dall'altra negava le premesse del marxismo: ciò in quantomostrava Del Nocelo
stesso sistema di Marx si basava sulla contraddizione tra dialettica e
materialismo storico. Ribadiva infine la necessità dei valori di verità e di
moralità. Figlio di un ufficiale dell'esercito e di Rosalia Pratis,
savonese discendente di una famiglia nobile savoiarda, Augusto Del Noce nasce a
Pistoia nel 1910. L'anno dopo la madre si trasferisce con il figlio a Savona e,
allo scoppio della guerra mondiale, a Torino, presso una zia materna. A Torino,
Augusto svolge tutta la sua carriera di studi: dapprima al noto liceo
D'Azeglio, frequentato da alcuni dei futuri protagonisti della vita politica e
culturale della città e della nazione (Norberto Bobbio, Massimo Mila, Gian
Carlo Pajetta, Cesare Pavese, Felice Balbo e altri), poi all'Università degli
Studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, allievo di Adolfo Faggi,
Erminio Juvalta e Carlo Mazzantini con il quale si laurea nel 1932 con una tesi
su Malebranche. Inizia quindi a insegnare presso istituti superiori (Novi
Ligure, Assisi, Mondovì), mentre sviluppa la sua attività di studio anche con
soggiorni all'estero. Nel 1936 legge con entusiasmo Umanesimo integrale
di Jacques Maritain, che rafforza in lui, tra l'altro, una sempre più convinta
opposizione al fascismo. Cerca invano di farsi trasferire a Torino e di
accedere qui alla carriera universitaria. Nel 1941 si trasferisce a Roma per un
distacco propostogli dall'amico Enrico Castelli. A Roma frequenta Franco Rodano
che, con Felice Balbo e altri, anima l'esperienza di «Sinistra Cristiana», un
tentativo di conciliazione di comunismo e Cristianesimo da quale Del Noce resta
per breve tempo affascinato. Nel 1944 viene accolta la sua richiesta di
trasferimento presso un istituto superiore di Torino, dove torna a risiedere.
Accompagna all'insegnamento un'intensa attività di studio e di collaborazione a
diversi periodici, tra cui Cronache Sociali che gli dà occasione di incontrare
Giuseppe Dossetti. Nel 1946 scrive e pubblica il saggio La non filosofia
di Marx, che ripubblicherà vent'anni dopo nella sua opera maggiore (Il problema
dell'ateismo) e nel quale fissa i termini complessivi della sua interpretazione
del marxismo. Nello stesso anno cura l'edizione italiana di Concupiscentia
irresistibilis di Lev Isaakovič Šestov. Nel 1948, nasce suo figlio
Fabrizio Del Noce. Nel 1954 inizia la collaborazione alla Enciclopedia
filosofica del Centro Studi Filosofici Cristiani di Gallarate, diretta da Luigi
Pareyson. Dal 1957 al 1961 è distaccato a Bologna presso il centro di
documentazione diretto da Giuseppe Dossetti. Nel capoluogo emiliano frequenta
Nicola Matteucci e collabora stabilmente al neonato periodico «Il Mulino».
Scrive su Ordine Civile, rivista animata da Gianni Baget Bozzo, e altri alcuni
saggi, uno dei quali, «Idee per l'interpretazione del fascismo», sarà
all'origine delle future revisioni storiografiche di De Felice e Nolte. Nel
1959 partecipa al convegno organizzato dalla Democrazia Cristiana a Santa
Margherita Ligure con una relazione intitolata L'incidenza della cultura sulla
politica nella presente situazione italiana: sugli stessi temi Del Noce
intratterrà per anni un rapporto difficile con il partito cattolico (altri
interventi nei convegni di San Pellegrino del 1963 e di Lucca nel 1967).
Nel 1963 partecipa a un concorso a cattedra a Trieste, ma non ottiene il posto;
nel 1964 pubblica Il problema dell'ateismo e l'anno successivo Riforma
cattolica e filosofia moderna, Volume I, Cartesio. Il 30 aprile del 1966
partecipa alla «Giornata rensiana» con una relazione intitolata Giuseppe Rensi
fra Leopardi e Pascal. Ovvero l'autocritica dell'ateismo negativo in Giuseppe
Rensi, nella quale espone la sua fondamentale fenomenologia del pessimismo come
pensiero religioso. Nello stesso anno vince il concorso per una cattedra di
Storia della filosofia moderna e contemporanea all'Università degli Studi di
Trieste, dove diventerà Professore e rimarrà a insegnare fino al 1970. In
quell'anno esce L'epoca della secolarizzazione, che raccoglie molti dei saggi e
degli interventi degli anni sessanta. Sempre nel 1970 si realizza il tanto
atteso trasferimento a Roma, dove, all'Università "La Sapienza",
insegna prima Storia delle dottrine politiche e poidal 1974Filosofia della
politica. Si infittisce la sua collaborazione a riviste e periodici, sui
quali interviene anche riguardo all'attualità politica e culturale. Diresse la
collana «Documenti di cultura moderna», dell'editore torinese Borla (poi
passata alla Rusconi) proponendo al pubblico italiano autori come Marcel de
Corte, Titus Burkhardt, Manuel García Pelayo, Hans Sedlmayr ed Eric Voegelin.
Partecipa vivacemente al dibattito sul divorzio. Dopo la metà degli anni
settanta inizia il rapporto con gli universitari di Comunione e Liberazione
partecipando a convegni e incontri promossi dal Movimento Popolare. Nel 1978
pubblica il saggio Il suicidio della rivoluzione, dedicato al compimento e alla
dissoluzione del marxismo. Nel 1981 con Il cattolico comunista chiude i conti
con l'esperienza di Rodano (che nel frattempo ha lasciato la DC per il PCI) e
dei teorici della conciliazione tra Cattolicesimo e marxismo. Dal 1978 inizia
anche la collaborazione continuativa con il settimanale «Il Sabato» e nel 1983
contribuisce alla creazione della rivista «30 giorni», di cui rimarrà stabile
collaboratore. Nello stesso anno viene candidato come indipendente nelle liste
della Democrazia Cristiana per il Senato: primo dei non eletti, entrerà in
Senato l'anno successivo (1984) a seguito della morte di un collega.
Nel 1986 viene insignito del «Premio Internazionale Medaglia d'Oro al merito
della Cultura Cattolica». Nel 1989 riceve il «Premio Nazionale di Cultura nel
Giornalismo: la penna d'oro»; nell'agosto dello stesso anno viene premiato dal
Meeting di Rimini. Muore nella notte tra il 29 e il 30 dicembre a Roma. È
tumulato nel Famedio del cimitero di Savigliano. Nel 1990 esce Giovanni
Gentile, volume che raccoglie diversi saggi sul padre dell'attualismo, sul
fascismo e sul suo significato nella storia contemporanea, frutto di decenni di
studi e rielaborazioni di Del Noce. L'archivio del filosofo e la sua biblioteca
sono custoditi a Savigliano dalla «Fondazione Centro Studi Augusto Del Noce»,
sorta nei primi anni novanta, diretta prima da Guido Ramacciotti, poi da
Francesco Mercadante, da Giuseppe Riconda, e attualmente da Enzo Randone.
Il pensiero Il problema dell'ateismo Nella sua più celebre opera Il problema
dell'ateismo (del 1964) Del Noce inizia l'analisi della storia della filosofia
moderna invertendo il paradigma storicistico e positivistico che nel
progressismo aveva la sua cifra comune. Il filosofo afferma infatti che tale
paradigma di illuministica origine ha come prima condizione d'esistenza la
postulazione dell'ateismo come necessità del progredire dei sistemi filosofici
e delle scienze a prescindere dalla teologia cristiana, cioè a prescindere
dalla Scolastica, anzi in più o meno esplicita opposizione alla
Scolastica. La tesi che Del Noce intende dimostrare in questa sua opera è
-come evidenzia appunto il titolo- la considerazione dell'ateismo non più come
«necessità» bensì come «problema» della modernità, il cui ultimo, coerente e
necessario sbocco è appunto il nichilismo post-nietzscheano distaccato ormai da
qualsiasi riflessione filosofica e sfociato in una pura forma di vita, in puro
way of life di distruzione e auto-distruzione dell'uomo. Del Noce pone quindi
innanzitutto una distinzione fra tre diverse forme di ateismo, ovvero fra
l'ateismo positivo o politico («diurno»), i cui esempi perfetti sono stati
l'illuminismo di un Diderot o l'umanesimo di un Feuerbach, l'ateismo negativo o
nichilistico («notturno»), esemplificato invece dalla filosofia di
Schopenhauer, e infine l'ateismo tragico, detto anche «follia filosofica», cioè
la forma più rara e particolare di ateismo che Del Noce trova solo in due casi
in tutta la storia della filosofia, ovvero in Nietzsche e in Jules
Lequier. Posta questa propedeutica distinzione, Del Noce inizia
l'anamnesi del pensiero filosofico moderno per rintracciare la genesi di ogni
forma di ateismo, impossibile da pensarsi per la filosofia antica come dimostra
il fatto che anche la filosofia epicurea -considerata comunemente come
ateistica- ammetteva in realtà l'esistenza degli dèi. Per Del Noce appare
evidente che la crisi della Scolastica medievale non ha costituito un processo
necessario per il semplice fatto che proprio colui che aveva intenzione di
riformarla -cioè Cartesio- fu invece colui che in realtà la tradì e se ne
allontanò: è nelle celeberrime Meditazioni metafisiche che il filosofo francese
-allievo dei Gesuiti- tentò di riproporre una nuova prova dell'esistenza di Dio
da opporre al naturalismo libertinista del Seicento, che predicava relativismo
etico e che sostituiva il Dio-Logos con la Natura impersonale e senza
ordine. In realtà però Cartesio, nel suo sforzo apologetico, compì il
definitivo tradimento della filosofia cristiana riattingendo ad un agostinismo
privato di platonismo e considerando così le idee dei semplici «contenuti della
mente». In altre parole se l'idea di Dio, quantunque logicamente necessaria,
non è il riflesso intellettivo di una realtà ontologica esterna al soggetto ma
è una semplice struttura logica, allora vale realmente la critica kantiana
della prova ontologica di Sant'Anselmo secondo la quale non è lecito aggiungere
il predicato dell'esistenza alla perfezione dell'idea se non per un
paralogismo. Del Noce in sintesi ha mostrato come il tradimento e la
perdita della Scolastica, attuata innanzitutto da Cartesio, ha come punto
centrale l'idea di Idea, che è passata ad essere da struttura del reale a
struttura del razionale, passando quindi dal dominio dell'ontologia a quello
della psicologia. Per questo non vi è alcuna spiegazione se non il rifiuto
pregiudiziale di riconoscere uno statuto ontologico all'idea, cosicché non
vi sarebbe appunto alcuna necessità di trapasso della Scolastica né tantomeno
alcuna necessità di genesi del razionalismo; in tal senso la famosa critica di
Kant varrebbe quindi solo contro Cartesio e non contro Sant'Anselmo, il cui
platonismo gli permetteva ancora di inferire necessariamente la «perfezione»
dell'esistenza dall'idea dell'Essere con ogni perfezione, cioè dall'idea di
Dio. Del Noce prosegue la sua analisi mostrando quindi come in Cartesio,
che pur nelle sue intenzioni voleva essere un defensor Fidei, già sussisteva in
nuce ogni forma di illuminismo che avrebbe poi dominato nel Settecento, per
questo egli parla di un pre-illuminismo cartesiano e aggiunge inoltre che
proprio Cartesio, fiero avversario del libertinismo dilagante nel suo tempo, fu
colui che tradusse l'ateismo libertinistico e irrazionalistico nella sua forma
razionalizzata, cioè nell'illuminismo, che sarebbe stato appunto un
libertinismo razionalistico. Si noti che Del Noce non pone giudizi sulla
persona di Renato Cartesio, e anzi sottolinea come al suo tempo egli si poteva
davvero credere il grande condottiero vincitore della battaglia culturale del
Cristianesimo contro il libertinismo, ma ciò perché non era riuscito a
prevedere una forma di ateismo non-irrazionalistico e non-relativistico quale
fu appunto l'illuminismo settecentesco, che non si limitò più ad opporsi alla
Scolastica ma che formò una propria dogmatica visione della storia in cui il
Cristianesimo, rappresentato dalle leggende nere del Medioevo, era stato solo
un ostacolo per lo «sviluppo» e l'«emancipazione» dell'umanità (si tenga
presenta la definizione kantiana di «illuminismo»). Da Cartesio in poi
-secondo Del Noce- sono comunque due i percorsi filosofici che partono e che
sviluppano i due aspetti compresenti in Cartesio, ovvero l'illuminismo e lo
spiritualismo: da una parte infatti Condillac, Kant, Condorcet, fino a Hegel e
Marx riceveranno il lascito propriamente razionalistico e sensu lato
materialistico di Cartesio, dall'altra invece Pascal, Malebranche, Vico e
infine Rosmini saranno gli eredi del suo patrimonio spiritualistico, inteso
questo come filosofia di accordo fra ragione naturale e fede cristiana, posta
la distanza epistemologica dalla Scolastica; famosa ed illuminante è a questo
proposito la teoria della «visione in Dio» di Malebranche, nonché la
distinzione pascaliana fra «Dio dei filosofi» e «Dio di Gesù Cristo». Andando
comunque alla radice del problema del tradimento della metafisica cristiana
(Tomismo) da parte di Cartesio e del conseguente illuminismo, Del Noce
individua come unica possibile condizione per tale tradimento il rifiuto del
peccato originale come male metafisico e quindi il rifiuto dello «status
naturae lapsae» di cui proprio il Cristo sarebbe il redentore: senza alcuna
natura umana da redimere, cioè senzanecessità di alcun redentore, il
razionalismo ha sostituito il peccato con l'ignoranza e Dio con la ragion
critica, rifacendosi così ad un pelagianesimo laicizzato che da solo rende possibile
una qualsiasi forma di ateismo. Egli nota, infine, che avendo rifiutato la
radice metafisica del male se ne è dovuta cercare quella fisica o psicofisica,
secondo gli schemi ideologici che nel Novecento avrebbero reso la psicanalisi e
la psicologia gli elementi complementari allo scientismo per una completa e non
riduttiva visione del mondo senza Dio, e per una definitiva «ateologizzazione»
della ragione. Compimento e dissoluzione del marxismo Riguardo al
marxismo e alla sua interpretazione Del Noce scrisse due opere, ovvero Il
cattolico comunista e Il suicidio della rivoluzione, che costituiscono la
continuazione de Il problema dell'ateismo in quanto in esse il filosofo
analizza più dettagliatamente solo una delle linee filosofiche originate da
Cartesio, quella razionalistica, cioè quella che nella storia moderna fu
vincente nella sua estensione politica, nel tentativo di trovare e di
dimostrare la continuità necessaria fra razionalismo, materialismo, marxismo e
infine nichilismo, quest'ultimo inteso come cifra problematica della civiltà
postmoderna. La giustificazione epistemologica di questa analisi è data
dal fatto incontestabile che la storia del Novecento inizia da un fatto
filosofico, ovvero dal passaggio della filosofia marxiana in azione politica,
ovvero dalla coerentizzazione di quella che Del Noce definisce la
«non-filosofia di Marx»: da ciò appare non solo giustificato ma anche
necessario portarsi sul piano storico della filosofia per comprenderne il suo
portato teoretico, e così disinnescarne il suo sostrato ideologico. Del Noce si
affianca a diversi studiosi stranieri, quali ad esempio Voegelin, per
rintracciare l'inizio della cosiddetta secolarizzazione, il cui compimento
sarebbe stato appunto il marxismo e poi il nichilismo, nel sequestro della
nozione di «progresso» da parte di filosofie laiche dalla teologia di
Gioacchino da Fiore, o meglio dall'interpretazione di tale teologia: ben nota è
infatti la distinzione gioachimita nelle tre età della storia, l'Età di
Dio-Padre (Ebraismo), l'Età di Dio-Figlio (Cristianesimo) e infine l'Età di
Dio-Spirito che avrebbe dovuto superare i «limiti» del Cristianesimo ed
estendere l'elezione e la salvezza in modo universale. Di tale teologia
mistica e profetica si appropriò lo gnosticismo sviluppatosi in seno al
Cristianesimo stesso ed estesosi pian piano oltre i confini delle filosofie
razionalistiche del Settecento e soprattutto dell'Ottocento. Del Noce nota
infatti una sorta di dialettica nata all'interno dell'illuminismo settecentesco
non tanto fra atei e deisti bensì fra rivoluzionari e conservatori, ovvero
fra il puro giacobinismo ghigliottinatore dell'«ancien Régime» e il
progressismo che caratterizzò invece la fase dell'illuminismo dopo la
degenerazione della rivoluzione francese in Terrore, ovvero la fase dei
cosiddetti ideologues, fra i quali Cabanis e Condorcet. Il punto attorno a cui
si sviluppava tale dialettica fu appunto la differente filosofia della storia
che aveva caratterizzato l'illuminismo pre-rivoluzionario e l'illuminismo
post-rivoluzionario, in quanto il primo aveva escluso una qualsiasi evoluzione
storica e necessaria dell'umanità e aveva anzi condannato il Medioevo con la
storiografia della leggenda nera, mentre il secondo aveva invece rivalutato
l'intera storia pre-illuministica (sia pagana che cristiana) considerandola
come momento dialettico necessario pur se negativo della storia
universale. In questo senso Del Noce ha potuto mettere in parallelo
l'opposizione fra illuminismo giacobino e spiritualismo in Francia e quella fra
kantismo e hegelismo in Germania, ove spiritualismo e hegelismo sono state
filosofie vincenti in quanto hanno assorbito in sé il momento rivoluzionario e
negativo dell'illuminismo per poi superarlo nella formazione di quella
filosofia della storia che ebbe certo in Hegel il suo culmine. Riguardo al
binomio illuminismo-spiritualismo la critica vincente del secondo sul primo è
stata quella di un estremo e insostenibile riduzionismo rappresentato dal
sensismo di Condillac, in altre parole è stata la critica di ridurre la
comprensione del mondo al pari di ciò che lo stesso illuminismo aveva accusato
la religione di aver fatto. In questo contesto è la nascita della visione
sociologica del mondo a rappresentare il tentativo di superare questa aporia
illuministica senza tuttavia dover ritornare alla metafisica tradizionale: Del
Noce insomma sostiene il trapasso dell'illuminismo in socialismo, non a caso
nato in Francia, intesa questa come dottrina che dell'illuminismo mantiene il
carattere utopistico (socialismo utopistico) e quindi anti-tradizionalistico,
ma ne sconfessa invece il deprecabile riduzionismo che ancora non permetteva
un'adeguata analisi della società ai fini della rivoluzione politica. In
Germania invece la dialettica fra kantismo e hegelismo, con netta vittoria
dell'hegelismo, ha come punto di svolta la riconsiderazione hegeliana della
storia come storia dell'Assoluto («storia di Dio»), secondo il ben noto
schema gioachimita che vedeva in ogni momento storico un grado dimanifestazione
dell'Assoluto, e quindi «necessario» pur nella sua negatività. In questo senso
Hegel è colui che diede forma alla corrente tradizionalistica dell'illuminismo,
ove la tradizione non è più peròcome per Tommaso d'Aquinol'insieme delle verità
eterne e immutabili che solcano trasversalmente la dimensione temporale
mediante il passaggio delle generazioni, ma è bensì la struttura dialettica
eterna che necessita l'evoluzione delle verità, e quindi la sua
temporalizzazione. Per questo Del Noce afferma che l'idealismo hegeliano
ebbe nei confronti del kantismo la medesima funzione che in Francia ebbe il
positivismo comtiano nei confronti del socialismo utopistico: egli ricorda la
critica di Comte nei confronti dell'illuminismo settecentesco, la sua
rivalutazione della tradizione (in senso dialettico), nonché la celeberrima
teoria degli stadi che costituisceancora una voltauna forma secolarizzata della
teologia gioachimita. È dopo questa dettagliata analisi che Del Noce innesta il
discorso sul marxismo, il quale appunto si configuròper stessa ammissione di
Marxcome ripresa critica di Hegel attraverso la filtrazione di Feuerbach e
della sinistra hegeliana (celebri sono le marxiane Tesi su Feuerbach) e come
fusione fra la dialettica hegeliana e la politica del socialismo utopistico:
alla base del cosiddetto socialismo scientifico rimane ancora il desiderio di
palingenesi politica propria di Saint-Simon o di Fourier, ma onde evitare il
risibile utopismo di questi ultimi ad esso Marx applicò la dialettica hegeliana
con cui solamente si sarebbe potuto analizzare il capitalismo e prevederne così
il «necessario» fallimento. A tal punto però l'analisi marxiana di come
potrà nascere la società comunista introduce l'elemento di distacco non solo
dall'idealismo hegeliano ma anche dalla filosofia stessa, ovvero la necessità
di tradurre il pensiero analitico in azione politica e di affidare alla storia
invece che alla ragione il compito di dimostrare la verità delle tesi marxiane.
In questo Del Noce si riallaccia a una lunga storiografia socialista, uno dei
cui esponenti più noti è per esempio Lukács, che afferma la stretta e
necessaria continuità fra filosofia di Marx e di Engels, politica di Lenin e
politica di Stalin, senza concedere alcuna differenza né alcuna opposizione fra
socialismo reale e socialismo ideale (quasi a guisa di giustificazione
storica). Il fattore fondamentale di continuità fra Marx e Lenin è infatti
quella struttura tipicamente gnostica che equalizza il male all'ignoranza e il
bene alla conoscenza e quindi divide il genere umano fra la massa degli
ignoranti e la ristretta cerchia degli «illuminati», che nella riflessione
leniniana erano gli intellettuali borghesi che per una non spiegata differenza
dal resto della borghesia avrebbero potuto e dovuto guidare la rivoluzione; in
questo senso la politica leniniana, poi proseguita coerentemente nella politica
staliniana, sarebbe stata l'incarnazione perfetta nonché l'unica incarnazione
possibile della filosofia marxiana, e non invece -come è tesi di una certa
apologetica socialista- un tradimento di Marx. Ancora una volta Del Noce
si rifà a una lunga storiografia critica nel considerare il marxismo non come
una filosofia ma come una religione, ma a ciò egli aggiunge la dimostrazione
non del suo carattere di religione civile bensì di religione gnostica: in tal
modo il marxismo leninista sarebbe davvero il compimento del razionalismo ove
quest'ultimo è inteso come gnosticismo laico, religione non di Dio ma
dell'Idea/ideale che non ha bisogno dell'Incarnazione di un Dio-Uomo in quanto
l'uomo stesso avrebbe potuto e dovuto far incarnare tale Idea nel mondo
attraverso la sua azione. Questo è il senso dell'appellativo delnociano di
«non-filosofia» per il marxismo, giacché la contemplazione metafisica in
esso viene interamente assorbita dall'azione politica, in quanto per Marx la
politica è la vera metafisica al pari di come per Nietzsche lo è la
morale. Eppure è proprio questo punto a costituire secondo Del Noce la
contraddizione fondamentale interna al marxismo e quindi la causa prima del suo
fallimento storico: se infatti la «riconciliazione con la realtà» iniziata da
Hegel, proseguita da Feurbach a portata a compimento da Marx deve rivoltare
l'intera comprensione del mondo in trasformazione del mondo, cioè in
rivoluzione, allora in ciò non rimane giustificato il riferimento ideologico
all'avvenire come sede immaginifica della società comunista, ovvero non rimane
giustificato il carattere ancora religioso del marxismo per cui esso ha
sostituito il futuro all'eternità e il lavoro dell'uomo alla Redenzione del
Dio-Uomo. Il fallimento storico del comunismo, quindi, sarebbe stato non
solo la dimostrazione sperimentale della falsità delle teorie marxiane ma anche
il coerente compimento del marxismo come auto-distruggersi nella sua forma di
religione. Con ciò si spiegherebbe per Del Noce l'attivismo comunista dopo il
1945 nonché la graduale decadenza del socialismo nel mondo fino alla sua
profetizzata fine, simboleggiata dalla caduta del Muro di Berlino. È propria di
Del Noce infatti la teoria secondo cui il compimento e la dissoluzione del
marxismo non siano due momenti separati o addirittura opposti, ma siano bensì
il medesimo momento dispiegato coerentemente nel tempo. L'interpretazione
del fascismo Sul fascismo e sulla sua interpretazione in stretta relazione al
marxismo Del Noce ha dedicato gran parte dei suoi studi e delle sue opere,
partendo appunto dalle opinioni comuni e molte volte ideologiche degli storici
nei confronti del fascismo e delineando una struttura paradigmatica tanto
controversa quanto precisa e fondata. È a partire dalla definizione data dallo
storico tedesco Ernst Nolte di ogni movimento fascista come «resistenza contro
la trascendenza», intesa come trascendenza storica e non metafisica, che Del
Noce sottolinea la continuità fra questo serio giudizio e la communis opinio
del fascismo come movimento reazionario, per questo tradizionalista e
nazionalista, e per converso di ogni forma di tradizionalismo e di nazionalismo
come rimando implicito e forse inconscio al fascismo. Di questo Del Noce
fa una critica serrata, facendo notare innanzitutto le origini culturali dei
due fondatori del fascismo, cioè Gentile e Mussolini, come antitetiche rispetto
a ogni forma di politica reazionaria, tradizionalista e nazionalista e come
invece affini rispetto al socialismo, del quale Mussolini in particolare fu un
esponente. Si noti che l'obiettivo che Del Noce intende colpire e abbattere è
quella generale concezione del fascismo come momento singolare e controcorrente
rispetto all'intera storia moderna, dalla rivoluzione francese in poi, mentre
ciò che intende mostrare è la continuità quasi necessaria che è posta fra
l'hegelismo, il marxismo e il fascismo come tre momenti dell'unico processo di
secolarizzazione. Il filosofo inizia quindi dall'analisi della figura storica
di Mussolini e della sua formazione culturale, notando il suo giovanile
anticlericalismo, il suo spontaneo confluire nel socialismo, e il seguente
superamento di quest'ultimo per l'evoluzione fascista del suo pensiero. È in
particolare sul concetto di «rivoluzione» che Del Noce pone l'accento, essendo
questo un concetto base del marxismo che però, attraverso l'incontro
mussoliniano con la tedesca «filosofia dello Spirito» risorgente in Italia,
dovette radicalmente trasformarsi e portarsi dal livello sociale della «classe»
a quello personale del «soggetto». È insomma -per Del Noce- l'incontro
intellettuale di Mussolini con la filosofia di Giovanni Gentile ad aver reso
necessaria la trasformazione della rivoluzione in un senso non più finalistico
o escatologico (come era nel marxismo puro, il cui fine è appunto la società
comunista) ma in un senso propriamente attivistico e lato sensu solipsistico,
in termini gentiliani cioè attualistico. Con ciò Del Noce può connettere la
psicologia di Mussolini con il vero e proprio formalismo pratico del fascismo,
il quale non aveva in realtà alcun contenuto definito, ma proclamava bensì una
forma di azione tanto vaga e generale da poter attrarre a sé ogni sorta di ceto
sociale (anche il proletariato) e di frangia ideologica, in alcuni momenti
persino quella marxistica. Il concetto di «rivoluzione» infatti contiene
in sé già un termine finale ben preciso verso cui lo stato attuale del mondo
andrebbe rivoluzionato, mentre nella politica fascista il termine rivoluzione
deve necessariamente essere sostituito dal termine «riforma» (si pensi appunto
alla riforma Gentile) in senso non più tradizionale, cioè come ri-formare ciò
che è stato de-formato, bensì in senso creazionale, cioè come dare una nuova
forma (indefinita) alle antiche cose, perciò rimane un concetto molto affine a
quello di marxistico di rivoluzione, e permette l'affiancamento ideale
dell'attualismo gentiliano al modernismo teologico fiorente a quel tempo e
condannato come eresia dalla Chiesa cattolica. Opere: “Senso comune e
teologia della storia nel pensiero di Castelli” (Torino, Edizioni di
filosofia); “La solitudine di Faggi” (Torino, Edizioni di filosofia); “L'incidenza
della cultura sulla politica nella presente situazione italiana” in Cultura e
libertà, Roma, Edizioni 5 lune, “Il problema dell'ateismo: Il concetto di
ateismo e la storia della filosofia come problema,” Bologna, Il Mulino,
Bologna, “Riforma cattolica e filosofia moderna,” Bologna, Il Mulino, Brescia,
Morcelliana, “Il problema ideologico nella politica dei cattolici italiani,”
Torino, Bottega d'Erasmo, “Il problema politico dei cattolici,” Roma-Milano,
UIPC, “Weil, interprete del mondo di oggi, in L'amore di Dio, Torino, Borla,
“L'epoca della secolarizzazione,” Milano, Giuffrè, “L'Euro-comunismo e
l'Italia,” Roma, Editrice Europea Informazioni, “Il suicidio della
rivoluzione,” Milano, Rusconi, Premio Nazionale Rhegium Julii per la
Saggistica, “Il cattolico comunista,” Milano, Rusconi, “L'interpretazione trans-politica
della storia contemporanea,” Napoli, Guida, “Secolarizzazione e crisi della
modernità,” Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa-Edizioni scientifiche italiane,
“Gentile: per una interpretazione filosofica della storia contemporanea,” Bologna,
Il Mulino, “Da Cartesio a Rosmini. Scritti vari di filosofia,” Milano, Giuffrè,
“Filosofi dell'esistenza e della libertà.” Spir, Chestov, Lequier, Renouvier,
Benda, Weil, Vidari, Faggi, Martinetti, Rensi, Juvalta, Mazzantini, Castelli,
Capograssi, Milano, Giuffrè, “Rivoluzione, Risorgimento, Tradizione: scritti su
l'Europa e altri, Milano, Giuffrè, “I cattolici e il progressismo,” Milano, Leonardo, “Fascismo e anti-fascismo:
errori della cultura,” Milano, Leonardo, Cristianità e laicità. Scritti su Il
sabato (e vari, anche inediti), Milano, Giuffrè, Pensiero della Chiesa e filosofia
contemporanea. Leone XIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Roma, Edizioni Studium,
“Verità e ragione nella storia. Antologia di scritti, “ lberto Mina, Milano,
Biblioteca Universale Rizzoli); “Modernità. Interpretazione transpolitica della
storia contemporanea” (Morcelliana, Brescia.). Del Noce insegnò nel capoluogo
piemontese. Gianni Baget Bozzo. Del Noce, il filosofo della libertà politica). Augusto Del Noce, «Idee per l'interpretazione
del fascismo», Ordine Civile, 15 aprile 1960.
Del Noce fu tra i componenti del comitato promotore del referendum
abrogativo antidivorzista del 12 maggio 1974) e più tardi sull'aborto. premio Rhegium Julii, su
circolorhegiumjulii.wordpress.com. 3 novembre .
Paolo Armellini, Razionalità e storia in Augusto Del Noce, in Il
pensiero politico, Roma, Aracne editrice, Massimo Borghesi, Augusto Del Noce.
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Augusto Del Noce, Pagine, I libri del Borghese, Roma, Sergio Fumagalli, Gnosi
moderna e secolarizzazione nell'analisi di Emanuele Samek Lodovici ed Augusto
Del Noce, PUSC, (scaricabile in PDF dal sito sergiofumagalli) Gian Franco Lami,
La tradizione in Augusto Del Noce, Franco Angeli, Milano 2009, Marietti 1820,
Genova-Milano . Antonio Rainone, «DEL NOCE, Augusto» in Enciclopedia ItalianaV
Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Pietro Ratto, Ipotesi sul
fondamento dell'essenza dissolutiva del marxismo e del fascismo, in Boscoceduo.
La rivoluzione comincia dal principio, Sanremo, EBK Edizioni Leudoteca, Ambrogio
Riili, Augusto Del Noce interprete del Marxismo. L'ateismo, la gnosi, il
"dialogo" con Galvano Della Volpe e con Lucien Goldmann, in
iCentotalleri, Saonara (PD), il prato, Francesco Tibursi, Il pensiero di
Augusto del Noce come Teoria sociale, in Andrea Millefiorini , Fenomenologia
del disordine. Prospettive sull'irrazionale nella riflessione sociologica
italiana, Societas, Roma, Nuova Cultura, Xavier Tilliette, Omaggi. Filosofi
italiani del nostro tempo, traduzione di G. Sansonetti, Brescia, Morcelliana, Natascia
Villani, Marxismo ateismo secolarizzazione. Dialogo aperto con Augusto del
Noce, in Pensiero giurdico. Saggi, Napoli, Editoriale Scientifica, Augusto Del Noce, in Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Repertori Bibliografici, su centenariodelnoce).
La metafisica civile di Augusto Del Noce: ontologismo e liberalismo dalla
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modernità in Augusto Del Noce, articolo dal mensile 30Giorni. L'inseparabilità
dei Tre. La modernità, di Andrea Fiamma Centro Culturale,//centrodelnoce.
Fondazione //fondazioneaugustodelnoce.net. centenariodelnoce. Articoli di Del
Noce «Il dialogo tra la Chiesa e la cultura moderna» da Studi Cattolici.
«L'errore di Mounier» da Il Tempo. «Risposte alla scristianità» da Il Sabato.
«La sconfitta del modernismo» da Il Tempo. «La morale comune dell'Ottocento e
la morale di oggi», tratto da Il problema della morale oggi. «Rivoluzione
gramsciana», tratto da Il suicidio della rivoluzione. «Origini dell'indifferenza
morale» da Il Tempo. «Le origini dell'indifferenza religiosa» da Il Tempo.
«Religione civile e secolarizzazione» da Il Tempo. «Un dramma europeo: il
dissenso cattolico» da Corriere della Sera. «Questi poveri cattolici minacciati
dal suicidio»[collegamento interrotto] da Il Sabato «In stato di
porno-assedio»[collegamento interrotto] da Il Sabato. «La più grande vergogna
del nostro secolo» da Il Sabato. «Fu vera gloria? La resistenza 40 anni
dopo»[collegamento interrotto], tratto da Litterae Communionis. «Una colomba,
non un santo (caso Bukarin)» da Il Sabato. «Intensità d'una gran illusione
(Dossetti e dossettismo)»[collegamento interrotto] da Il Sabato.
«L'antifascismo di comodo» da Corriere della Sera. «Togliatti? Un perfetto
gramsciano. Polemica su Gramsci»[collegamento interrotto] da Il Sabato.
«Il nazi contagio»[collegamento interrotto] da Il Sabato. «La morale
catto-comunista»[collegamento interrotto] da Il Sabato. «Abbasso Mazzini» da Il
Sabato. «I lumi sull'Italia»[collegamento interrotto] da Il Sabato. «Recensione
del romanzo di Benson "Il Padrone del mondo"» dal mensile 30Giorni.
«Filo rosso da Mosca a Berlino (Hitler-Stalin)»[collegamento interrotto] da Il
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Prospettive nel mondo. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e del Noce," per Il
Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
NOLA. (Crotone). Filosofo. Gice: “At Oxford,
we are proud of our philosophy, at Bologna, and in Italy in general, they are
proud of their physicians, as they call them – students of nature!” Stemma
della famiglia Nola Molise Coat of arms of the House of Nola MoliseBlasonatura
Un campo d’argento con una sbarra torchina, dentro la quale sono tre scudi
d’arme di color d’oro. Di origini napoletane e zio di Molisi, insegnò per lungo
tempo a Napoli. Discepolo di Altomare, divenne noto per sua opera, “Quod
sedimentum sanorum, aegrorumque corporum non sit eiusdem speciei aduersus
Ferdinandum Cassanum & alios contrarium sentientes.” Opere: “Quod
sedimentum sanorum, aegrorumque corporum non sit eiusdem speciei aduersus
Ferdinandum Cassanum & alios contrarium sentientes. Giustino Marruncelli,
Elementi dell'arte di ragionare in medicina, Napoli, Gabinetto Bibliografico e
Tipografico, Salvatore de Renzi, Storia della medicina Italiana, Napoli,
Tipografia del Filiatre-Sebezio, National Library of Medicine, Catalog: Washington,
Library of Congress, Adalberto Pazzini, La Calabria nella storia della
medicina, Roma, Lynn Thorndike, A
History of Magic and Experimental Science: The sixteenth century, Londra,
Macmillan, Lavoro critico, Bari, Dedalo
Libri, 1975. Giovanni Andrea de Nola,
Google Books. 19 maggio . La Famiglia dei Nola Molise, Archivio storico di
Crotone.
NORCIA. (Norcia). Filosofo. Grice: “By
focusing on ‘desire,’ Norcia focuses on Thales who famously, for fixing on the
stars, de-fixed from the ground!” -- Grice:
“If I had to chose one philosophical word I adore is ‘desideratum,’ and Norcia
tells it right – while Short and Lewis doubt it, to desire is like to consider
– and the ‘sidus’ is involved!” agostino da Norcia, filosofo. Originario
dell'Umbria. Scrisse, a quanto risulta da fonti indirette, un libello
intitolato “De Amore Fundamenta Mundis
ac Ethicae..” Di lui non si sa molto e il poco che si sa è incerto. Della sua
esistenza infatti si è appreso attraverso i riferimenti nei testi di alcuni
autori, i più famosi dei quali sono Bruno e Mersenne, che lo nominano e citano.
Alcuni filolofi sostengono, peraltro, che il nome “Agostino” sarebbe in realtà
uno pseudonimo, dietro il quale potrebbe nascondersi un autore, probabilmente
ben più famoso e conosciuto, che si servì di tale nome d'arte per evitare
censure e guai con la Chiesa. Secondo alcune ricostruzioni visse in Italia,
prevalentemente fra la Toscana e l'Umbria. Stando a quanto racconta Mersenne in
una lettera al fratello morì nel Lazio.Il nucleo centrale del suo pensiero
consiste nell'unione dell'idea di Dio come “amore” con uno spunto, totalmente
riadattato, di derivazione neo-platonica, secondo cui la realtà è emanazione, a
partire da livelli di purezza e deità più elevati. Facendo dell'amore la caratteristica
principale di dio, arrivava a dire che la realtà coincide con l'amore, in forme
più o meno degradate. Da questo concetto fa derivare una forte istanza di
svelamento.Nonostante l'apparente neutralità emotiva del reale, il vero
fondamento divino, e quindi dell'universo, è l'amore. La verità si consegue
quindi applicando questo principio all'apparenza fenomenica degli oggetti, in
modo da svelarne il vero essere, cioè il principio di amore – Grice: “Not to be
confused with my principle of conversational self-love!” -- Il suo passo più
celebre, tuttavia, riguarda l'etimologia della parola “desiderium”, che
Agostino collega all'espressione “de sidera”: come le stelle, infatti, sono
qualcosa che percepiamo con i sensi, ma senza potere esperire direttamente l'amore
che da loro scaturisce, così il “de-siderio” è in realtà mera apparenza sotto
la quale si cela un bisogno. Il “de-siderio,” questo tendere all'apparenza,
scompare completamente solo una volta compreso fino in fondo il fondamento
dell'essere, nella “mystica copulation” raggiungibile attraverso la filosofia.
Il suo pensiero, quindi, sembra unire una forte istanza metafisica a
un'altrettanto forte istanza etica, cercando nella realtà una fondamentale
armonicità di senso che è compito di ogni uomo, scopertala, riprodurre e
preservare. “De l'infinito, universo e
mondi,” Londra, “Praxis descensus seu applicatio entis,” Marburg, Cantimori, Delio,
Prospettive di storia ereticale italiana del Cinquecento, G. Laterza, Bolgiani,
Franco, Ortodossia ed eresia: il problema storiografico nella storia del
cristianesimo e la situazione ortodossia-eresia agli inizi della storia
cristiana,CELID.
NOTO.
(Pollina). Filosofo. Grice:
“Italian philosophers, must be for St. Peter, who DIED there – are obsessed
with God – Noto wrote his thesis on that, evidence and lack thereof for God –
the part concerining the refutation for those who deny evidence is fascinating!
And typically of an Italian philosopher, he narrows down his research to
‘secolo XIII,’ where we at England and Oxford hardly existed!” -Fece gli studi
ginnasiali al Convento di Giaccherino e al Convento del Bosco ai Frati. Vestì
il saio francescano a Fucecchio e professò. Studia filosofia a Lucca, Bosco ai
Frati, il Convento di San Vivaldo, Fiesole, Siena e il Convento di Sargiano.
Emise i voti a Fiesole e fu ordinato sacerdote a Siena. Andò a Parigi e
frequentò l’Istituto Cattolico, la Sorbona e il Collège de France. Conseguì il
Dottorato in filosofia e il Diploma di studi superiori alla Sorbona. Essendo
andato a Londra per alcuni mesi ebbe il Diploma di lingua inglese che in
seguito perfezionò tornando ogni anno a Londra nel periodo estivo. Pubblicò la
tesi di laurea “L’evidenza di Dio nella filosofia del sec.XIII" (Ed.
CEDAM, Padova). Si imbarcò per l’Egitto e si stabilì a Ghiza dove insegnò. Lì
ricoprì gli incarichi di Guardiano e Maestro dei Chierici. Tornò in Italia e fu
per un anno Direttore di un grande hotel di Montecatini Terme. Si trasferì a
Figline Valdarno per l’insegnamento all’Istituto “Marsilio Ficino”. Si iscrisse
alla Università Cattolica dove conseguì il Dottorato in Filosofia valido in
Italia. Aveva iniziato l’insegnamento della lingua inglese alla scuola per
infermieri dell’ospedale di Figline e un corso serale per adulti. Stava creando
un laboratorio linguistico per facilitare e perfezionare l’apprendimento delle
lingue. Deceduto nell’Ospedale di Figline Valdarno per edemapolmonare acuto da miocardite in
diabetico. Affetto da grave forma di diabete, si era sentito male nella notte
dell’11 novembre, ma dopo aver prolungato il riposo mattutino aveva tenuto
lezione fino a mezzogiorno. Prese allora poco cibo e tornò a riposarsi. Alle 18
andò alla preghiera comune e alle 18.30 tenne il corso di lingua inglese per
adulti. Alle 20 mentre era a tavola fu chiamato il medico cardiologo che ordinò
il ricovero urgente in ospedale. Qui alle 2.25 la sua vita è stata stroncata da
un complesso attacco cardiaco polmonare.
Ai funerali, presieduti dal Padre Provinciale nella Chiesa di San
Francesco in Figline erano presenti tanti religiosi e sacerdoti, i parenti,
molte suore oltre che un grande pubblico di studenti e popolo che riempiva la
Chiesa. È stato sepolto nel cimitero di Montemurlo. Convento di Giaccherino
Convento del Bosco ai Frati Convento di San Vivaldo Convento di Sargiano
Montemurlo L'evidenza di Dio nella
filosofia del secolo XIII.
NOVARO. (Diano Maria).
Filosofo. Grice: “Novaro comes from my favourite area in Italy, “La riviera
ligure”!” Grice: “Novaro wrote a nice little treatise on the nature of the
infinite – a concept which fascinates me!” --Fratello di Novaro, nacque da
famiglia economicamente agiata e dopo aver condotto brillantemente gli studi
liceali, ottenendo la laurea a Torino. Si stabilì a Oneglia dove fu assessore
comunale per il partito socialista. Dopo avere per breve tempo insegnato nel
locale liceo, con i fratelli si occupò dell'industria olearia intestata alla
madre Paolina Sasso. Pur dedito
all'attività imprenditoriale fece parte attiva della vita letteraria dei primo
anni del Novecento e fondò la rivista “La Riviera Ligure,” da lui diretta fino
alla sua cessazione. Ospitò nel suo giornale filosofi come Pascoli,
Roccatagliata, Jahier, Boine e Sbarbaro.
Scrisse saggi di carattere filosofico e raccolse tutte le sue poesie,
che hanno come tema principale il bellissimo paesaggio ligure, in un volume
intitolato Murmuri ed echi che vide le stampe. Fu anche il curatore
dell'edizione delle opere di Boine che sentiva affine negli interessi soprattutto
di carattere etico. Opere: “Malebranche,” “ Il concetto di infinito e il
problema cosmologico” (Roma, Balbi), “Malebranche,” Lanciano, Carraba, Murmuri
ed echi, Napoli, Ricciardi, Ristampato più volte, edizioni recenti: edizione
definitiva Giuseppe Cassinelli, premessa di Pino Boero e Maria Novaro, Milano,
All'insegna del pesce d'oro, edizione critica Veronica Pesce, prefazione di
Giorgio Ficara, Genova, Fondazione Giorgio e Lilli Devoto, Enciclopedia
Italiana III Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, E.
Cardinale, Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, La Riviera Ligure Nicolas Malebranche. Tra Diano
Marina e Oneglia: i luoghi dei fratelli Novaro, su parchiculturali. Fondazione
Mario Novaro, Genova, su fondazionenovaro. Scheda biografica nel sito della
Fondazione Mario Novaro, Genova, su Fondazione novaro. Keywords: ‘la riviera
ligure’ – Luigi Speranza, “Grice e Novaro”
OCONE.
(Benevento). Filosofo.
Grice: “Ocone has selected Croce as the quintessential Italian liberal! That
should please Oxonians like Collingwood!” -- Grice: “I like Ocone’s idea of a
liberalism without a theory – ‘liberalismo senza teoria’ – that should please
J. M. Jack!” -- Grice: “Speranza
has noted that if Bennett speaks of
meaning-nominalism, we could well speak of meaning-liberalism.” Grice: “While
meaning-liberalism requires that the limit of one’s liberty to make a sign
stand for an idea is your co-conversationalist, meaning-anarchism is Humpty
Dumpty (‘I didn’t know that!’ ‘Of course you don’t’) and
meaning-conventionalism is the idea that there is a repertoire on which
conversationalists rely!” Si occupa soprattutto di
temi concernenti il neoidealismo italiano e la teoria del liberalismo. Allievo
di Franchini, è borsista dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli
negli anni 1993-1994. Qui ha l'opportunità di lavorare direttamente nella
biblioteca personale di Benedetto Croce e con l'aiuto di Alda Croce, figlia del
filosofo, raccoglie e analizza il materiale scritto nel mondo su di lui. Un
frutto parziale e selezionato del suo lavoro vede la luce nel 1993 nel
volume ragionata degli studi su
Benedetto Croce pubblicata dalla ESI (Edizioni Scientifiche Italiane) di Napoli,
che vince l'anno successivo la prima edizione del "Premio nazionale di
saggistica Benedetto Croce", istituito dall'Istituto Nazionale Studi
Crociani. È stato direttore scientifico della Fondazione Luigi Einaudi di
Roma, dalla quale è stato successivamente allontanato per le sue posizioni
nazionaliste. Successivamente è entrato a far parte della Fondazione Giuseppe
Tatarella ed è diventato Direttore Scientifico di Nazione Futura. È anche
membro del Comitato Scientifico della Fondazione Cortese di Napoli, del
Comitato Storico Scientifico della Fondazione Bettino Craxi, del Comitato
Scientifico dell'Istituto Internazionale Jacques Maritain e del Comitato
Scientifico della Fondazione Farefuturo. Attività e pensiero Nel 1995
fonda a Napoli, con un piccolo gruppo di laureati e laureandi della Federico
II, cittadini sanniti e napoletani, il trimestrale "CroceVia" edito
dalla ESI (Edizioni Scientifiche Italiane), che si propone di rinnovare il
messaggio crociano e che entra in poco tempo nel dibattito culturale nazionale.
Nel 2008 i suoi studi crociani prendono corpo nel volume Benedetto Croce, Il
liberalismo come concezione della vita, pubblicato dall'editore Rubbettino
nella collana “Maestri liberali” della Fondazione Luigi Einaudi di Roma. Il
volume, presentando l'immagine originale di un Croce partecipe del processo
europeo di distruzione delle categorie epistemiche, ha numerose recensioni. A
partire dalla sua interpretazione di Croce, Ocone elabora la prospettiva di un
liberalismo senza teoria, cioè storicistico e non fondazionistico. Il suo
progetto filosofico può essere così formulato: riconquistare il liberalismo
alla filosofia; ritornare in filosofia all'idealismo; ricongiungere il
liberalismo con l'idealismo (si vedano, a tal proposito, gli interventi di
Ocone nella polemica fra neorealisti e postmodernisti). In quest'ordine di
discorso, Ocone ritiene che la critica rivolta a Croce di essere un liberale
anomalo, in quanto nel suo pensiero il concetto di individuo sarebbe
sacrificato, vada ribaltato: l'individualismo non è affatto consustanziale al
liberalismo, ma si è legato ad esso solo in una sua prima fase di sviluppo
(all'inizio della modernità). Quello di Ocone è un liberalismo che non
prescinde né dal senso storico né dal realismo politico. Successivamente il
pensiero di Ocone ha assunto molti caratteri propri dello scetticismo politico
di Michael Oakeshott, in particolare della sua critica del razionalismo, del
perfezionismo e del paternalismo. Egli ha pertanto insistito sul carattere
“anticonformistico” e “eretico” del liberalismo, sulla priorità in esso del
momento “negativo” o della contraddizione. La critica delle ideologie, e in
particolare del “politicamente corretto”, diviene in quest'ottica il correlato
pratico degli approdi antimetafisici della filosofia contemporanea. E filosofia
e liberalismo finiscono per coincidere Da ultimo, la sua riflessione ha
messo a tema il significato teorico e storico dell’affermarsi dei cosiddetti
“populismi” e “sovranismi”. Essi, prima di essere ostracizzati, vanno per Ocone
capiti: pur in modo confuso e contraddittorio, lungi dall'essere un “incidente
di percorso” incorso al processo di globalizzazione in atto, essi ne segnalano
la definitiva crisi dell’ideologia portante: il globalismo. Questa ideologia può
essere considerata una radicalizzazione coerente della mentalità illuministica
e progressista, cioè da una parte del processo di secolarizzazione e
razionalizzazione e dall'altra dello speculare e connesso relativismo e
nichilismo. I “populismi” sono perciò per Ocone movimenti di reazione ai
meccanismi di spoliticizzazione (e connesso “disciplinamento” in senso
foucaultiano) propri della globalizzazione, che aveva definito la sua
ideologia all’incrocio fra le idee di due “deviazioni” dell’autentico liberalismo:
il neoliberismo, sul versante economico, e la cultura liberal sul versante di
un diritto globale fortemente eticizzato. Ocone ha scritto su diverse
riviste scientifiche e culturali e sui maggiori organi di stampa nazionali.
Attualmente è nella redazione della rivista “LeSfide”, edita dalla Fondazione
Craxi, e nel Comitato editoriale dell quotidiano online “L’Occidentale”.
Collaboratore de “Il Giornale” e de “Il Riformista”, è opinionista politico di
“formiche.net”, “Huffpost” e “nicolaporro”. Molto seguita è la sua rubrica
domenicale di riflessione politico-culturale “Ocone’s Corner” sulla rivista online
“startmagazine”. Un estratto di un suo articolo (Intervista a Remo Bodei,
in Corrado Ocone, Prendiamola con filosofia, Il Mattino, è stato utilizzato dal
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca come documento per
la stesura della traccia della prova scritta di Italiano negli esami di Stato
conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore a.s. (Tipologia
BRedazione di un saggio breve o di un articolo di giornale2. Ambito
socio-economicoArgomento: La riscoperta della necessità di «pensare»).
Nella sezione Dal dopoguerra ai giorni nostri, Percorso 9f Il dibattito delle
ideeDall'“impegno” al postmoderno, Dal periodo tra le due guerre ai giorni
nostri) dell'antologia "Il piacere dei testi", editore Paravia, è
contenuto il suo saggio "Né neorealisti né postmodernisti" da
"qdR". Opere: “Coronavirus. Fine della globalizzazione” Il Giornale,
Milano La chiave del secolo. Interpretazioni
del Novecento, Rubbettino, Soveria Mannelli, Europa. L'Unione che ha fallito,
Historica, Cesena, “La cultura liberale. Breviario per il nuovo secolo” Giubilei
Regnani, Roma-Cesena. “Attualità di Benedetto Croce” Castelvecchi, Roma, “Il liberalismo nel Novecento: da Croce a
Berlin” Rubbettino, Soveria Mannelli[, (curatore) Il liberale che non c'è. Manifesto
per l'Italia che vorremmo, Castelvecchi, Roma (con altri autori) I grandi maestri del pensiero
laico, Claudiana, Torino (curatore) Robin
George Collingwood, Autobiografia, Castelvecchi, Roma (con Donatella Di Cesare e Simone Regazzoni)
Il nuovo realismo è un populismo, Il Nuovo Melangolo, Genova, (Pietro Reichlin e Aldo Rustichini) Pensare
la sinistra. Tra equità e libertà, Laterza, Roma-Bari, Liberalismo senza
teoria, Rubbettino, Soveria Mannelli (con Dario Antiseri), “Liberali d'Italia” Rubbettino,
Soveria Mannelli (con altri autori) “Le
parole del tempo. Lessico del mondo che cambia” Pierfranco Pellizzetti,
Manifesto libri, Roma’ Spettri di Derrida, Carola Barbero, Simone Regazzoni e
Amelia Voltolina, Annali della Fondazione europea del Disegno (Fondation
Adami), Il Nuovo Melangolo, Genova, Profili
riformisti. 15 pensatori liberal per le nostre sfide, con prefazione di
Emanuele Macaluso, Rubbettino, Soveria Mannelli, Marx visto daOcone, con
prefazione di Paolo Savona, Luiss (Collana "Momenti d'oro
dell'economia"), Roma (curatore con Nadia Urbinati), La libertà e i suoi
limiti. Antologia del pensiero liberale da Filangieri a Bobbio, Laterza,
Roma-Bari, Croce. Il liberalismo come
concezione della vita Rubbettino, Soveria Mannelli (curatore), Bobbio ad uso di amici e nemici,
con postfazione di Giuliano Amato, I libri di Reset, Marsilio Editori, Venezia (curatore
con Enzo Marzo), Manifesto laico, Laterza, Roma-Bari, (coautore, Maurizio
Viroli), Lessico repubblicano, Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, ragionata
degli scritti su Benedetto Croce; prefazione di Vittorio Stella, Edizioni
Scientifiche Italiane, Napoli. Cfr. Archivio borsisti in Istituto Italiano per
gli Studi Storici Premio Benedetto
Croce, su mediamuseum. Comitato Scientifico, su fondazioneluigieinaudi. Riccardo Ficara, La Fondazione Einaudi
allontana Ocone perché "filo-sovranista", su Secolo Trentino, La
Fondazione, su Fondazione Giuseppe tatarella.
Organigramma, su nazionefutura.
Fondazione Cortese di Napoli in//fondazionecortese/ Fondazione Craxi, su fondazionecraxi.org. Comitato
Scientifico dell'Istituto Internazionale Jacques Maritain, su
istituto.maritain.net. Comitato
Scientifico e di indirizzo, su fare futuro fondazione. Copia archiviata , su rubbettino. Gianni VattimoPubblicazioniLa recensione, Caffe'
Europa, su caffeeuropa. Duccio
Trombadori, Questo don Benedetto somiglia a Nietzsche, su ilGiornale, Il blog
di GIANNI VATTIMO: Corrado Ocone e la filosofia classica tedesca, su
giannivattimo.blogspot.com. La filosofia
politica è una pseudo-scienza. Parola di filosofo. E che filosofo!, su reset. Corrado Ocone, Attualità di Benedetto Croce su
opac., Europa : l'Unione che ha fallito
/ Corrado Ocone ; prefazione di Francesco Giubilei, su opac., La natura del
potere svelata dal coronavirus, su ilGiornale, CORONAVIRUS: FINE DELLA
GLOBALIZZAZIONEDI MARCO GERVASONI E CORRADO OCONEStore ilGiornale, su store.ilgiornale. N°7: FINE DI UNA STORIA. IL RITORNO DELLA
POLITICA?, su leSfide. Chi Siamo, su
loccidentale. MIUR Traccia della prova
scritta di Italiano per gli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di
istruzione secondaria superioreanno scolastico su
archivio.pubblica.istruzione. Il piacere
dei testi QDR MagazineQualcosa da
Raccontare, su QDR Magazine. Corrado
Ocone, La chiave del secolo : interpretazioni del Novecento / Corrado Ocone, su
opac., La cultura liberale : breviario per il nuovo secolo / Corrado Ocone, su
opac., Attualità di Benedetto Croce / Corrado Ocone, su opac., Il liberalismo
nel Novecento : da Croce a Berlin /su opac., Il liberale che non c'è : manifesto
per l'Italia che vorremmo su opac., I grandi maestri del pensiero laico ntroduzione
di Massimo L. Salvatori, su opac., Robin George Collingwood, Autobiografia / R.
G. Collingwood ; prefazione di Corrado Ocone, su opac., Il nuovo realismo è un
populismo / Donatella Di Cesare, Simone Regazzoni, su opac., Pietro Reichlin,
Pensare la sinistra : tra equità e libertà / Pietro Reichlin, Aldo Rustichini,
su opac., Liberalismo senza teoria / Corrado Ocone, su opac., Liberali d'Italia
Dario Antiseri ; prefazione di Giulio Giorello, su opac., Le parole del
tempo / M. Barberis...[et al.] ; Pierfranco Pellizzetti, su opac., Spettri di
Derrida / Carola Barbero, Simone Regazzoni, Amelia Valtolina, su opac., Corrado
Ocone, Profili riformisti : 15 pensatori liberal per le nostre sfide / Corrado
Ocone ; prefazione di Emanuele Macaluso, su opac., Karl Marx : teoria del
capitale / [visto da Corrado Ocone], su opac., La liberta e i suoi limiti :
antologia del pensiero liberale da Filangieri a Bobbio / Corrado Ocone e Nadia
Urbinati, su opac., Benedetto Croce : il liberalismo come concezione della vita
/ prefazione di Valerio Zanone, su opac., Bobbio ad uso di amici e nemici / a
cura della redazione di Reset e di Corrado Ocone ; postfazione di Giuliano
Amato, su opac., Manifesto laico / Enzo Marzo ; contributi di Sergio Lariccia
... \et al.! ; con un intervento di Norberto Bobbio, su opac., 22 giugno . Lessico repubblicano : Torino, Maurizio
Viroli, su opac., ragionata degli
scritti su Benedetto Croce / Corrado Ocone ; prefazione di Vittorio Stella, su
opac., La genialità di Marx agli occhi dei liberisti, riconosce i pregi dell'analisi... in
archiviostorico.corriere Premio al Premio nazionale Benedetto Croce di
saggistica, in premiflaiano Sito internet, su corradoocone.com. Keywords:
liberalismo – Refs.: Luigi Speranza: “Grice ed Ocone”
ODDI.
(Padova). Filosofo. Figlio
del medico Oddo degli Oddi, che era stato convinto sostenitore della scuola galenica,
fu professore per incarico del Senato veneziano assieme a Bottoni a Padova,
dove insegnò e introdusse senza ricevere emolumenti l'insegnamento della
pratica clinica nell'Ospedale di San Francesco Grande, precedendo così tutte le
altre scuole europee. Commentari dell'Ateneo di Brescia Giuseppe Vedova, Biografia degli scrittori
padovani, coi tipi della Minerva, Òddi, Marco degli, in Treccani Enciclopedie, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Marco degli Oddi, su Treccani Enciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere.
OFFREDI
(Cremona). Filosofo. Gli
era tributata grande autorità negli ambienti filosofici. Fu lettore nello
studio di Pavia e di Piacenza ed era in buoni rapporti con Eugenio IV, Visconti
e Sforza. Opere “De primo et ultimo
instanti in defensionem communis opinionis adversus Petrum Mantuanum,” S.l.,
Bonus Gallus, Giambattista Fantonetti,
Effemeridi delle scienze, compilate da Giovambattista Fantonetti, Paolo-Andrea
Molina, Rinascimento, Istituto nazionale di studi sul Rinascimento, Giuseppe
Robolini, Notizie appartenenti alla storia della sua patria, raccolte da G.
Robolini, pavese, Giambattista Fantonetti, Effemeridi delle scienze mediche,
compilate da Giovambattista Fantonetti, Paolo-Andrea Molina. Vide: Luigi
Speranza, “Grice ed Offredi,” The Swimming-Pool Library.
OLGIATI.
(Busto Arsizio). Filosofo. Grice: “I’m impressed that Olgiati dedicated a whole
tract to the idea of ‘soul’ in Aquino!” Figlio di Giuseppe Olgiati e Teresa
Ferrario, si formò presso Seminari milanesi. Collaborò con Gemelli e Necchi
alla Rivista di filosofia neo-scolastica e fondò con loro il periodico Vita e
Pensiero. Fu insignito da Pio XI del titolo di Cameriere Segreto e da Pio XII
di Protonotario Apostolico. Inoltre fu, assieme ad Gemelli, uno dei fondatori
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Presso tale ateneo insegnò nelle
facoltà di Lettere, di Magistero e di Giurisprudenza. Fu condirettore della
Rivista del Clero Italiano insieme a Gemelli. Fu autore di innumerevoli scritti
relativi alla religione e all'istruzione. I suoi allievi più illustri furono
Melchiorre e Giovanni Reale. Tomba di Agostino Gemelli mons. Olgiati. Il libro
Le lettere di Berlicche, scritto da C.S.Lewis, oltre ad essere dedicato a
J.R.R. Tolkien, è dedicato anche a Olgiati.
Onorificenze Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e
dell'artenastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro ai benemeriti della
scuola, della cultura e dell'arte — Università Cattolica del Sacro CuoreLa
storia: Le origini, su unicattolica. Opere:
“Religione e vita” (Società Editrice "Vita e Pensiero", Milano; “Schemi
di conferenze, Società Editrice "Vita e Pensiero", Milano); “I
fondamenti della filosofia classica, Società Editrice "Vita e
Pensiero", Milano); “Il sillabario della Teologia, Società Editrice
"Vita e Pensiero", Milano); “Il concetto di giuridicità in Aquino” Società
Editrice "Vita e Pensiero", Milano, “Marx” Società Editrice
"Vita e Pensiero", Milano, Il sillabario della morale cristiana,
Società Editrice "Vita e Pensiero", Milano, Il sillabario del
Cristianesimo, Società Editrice "Vita e Pensiero", Milano biografias y vidas. I nuovi soci onorari
della Famiglia BustoccaMons. Francesco Olgiati, in Almanacco della Famiglia
Bustocca per l'anno 1956, Busto Arsizio, La Famiglia Bustocca, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Keywords: ius, Aquino – Refs.:
Luigi Speranza, “Grice ed Olgiati” --.
OLIVETTI.
(Roma). Filosofo. Grice:
“Olivetti deals with some topics dear to me and Strawson, like subject,
transcendental subject, and the rest – he also uses ‘analogy,’ which is a pet
concept of mine – I have been compared to Apel, so the fact that Olivetti in
his ‘conversational’ approach relies on him, helps!” - Professore
a Roma -- preside della Facoltà di filosofia. Formatosi nella Facoltà di
Filosofia di Roma negli anni sessanta, confrontandosi con i temi del rapporto
fede e ragione nell'ambito di un collegio di docenti orientato sul versante
marxista, storicista, postidealista, trovò in Zubiena il suo maestro. Con lui iniziò
una collaborazione intellettuale che lo portò a studiare i temi della filosofia
della religione, partecipando ai colloqui romani inaugurati dal filosofo
piemontese, dapprima come segretario e poi, dopo la morte di Zubiena come
organizzatore. Dopo iniziali studi di estetica religiosa e di filosofia
classica tedesca, si dedicò alla ricerca di un approccio neo-trascendentale al
tema della religione, insegnando filosofia morale a Bari e poi sostitundo
Zubiena nella cattedra romana di filosofia della religione. Giunse dopo
l'incontro decisivo col pensiero di Lévinas, ad elaborare una concezione di
questa disciplina come antropologia filosofica e etica in quanto «filosofia prima
anzi anteriore» su base storica, nata dalla dissoluzione in età tardo
settecentesca, soprattutto ad opera di Kant e Hegel, della onto-teologia. Molta
rilevanza aveva nel suo insegnamento lo studio dei classici tedeschi, in chiave
storica, e da ultimo il confronto sia con la fenomenologia, specie con Lévinas
e Marion, sia con la filosofia analitica. In Analogia del soggetto, la sua
opera maggiore, l'autore elabora una teoria analogica del soggetto, riprendendo
suggestioni di Husserl, Apel e Lévinas, confrontandosi con Heidegger e
suggerendo una teoria dell'"umanesimo dell'altro uomo" su base
staurologica ed etico-interinale («espropriarsi del caritatevole nell'interim
interlocutivo» ibidem). La tesi è che non esiste un'essenza dell'essere
umano. Tale essenza è immaginata, e senza siffatta immaginazione l'essere e
l'umano non si coapparterrebbero. Così si dice, in un certo senso la fine
dell'etica. Tuttavia così si dice anche che l'etica, e non l'ontologia, è la
filosofia prima, anzi anteriore. Di seguito l'autore prospetta un ripensamento
del soggetto trascendentale, con un differimento dell'ergo rispetto al cogito
cartesiano, partendo dal “loquor,” ovvero «dall'origine analogica di ogni
logica, in modo da scomporre la presenza trascendentale in sum-prae-es-abest.
Si perverrebbe così all'abbozzo di un «ripensamento dell'appercezione trascendentale,
in modo tale da reimmettere il pensiero rappresentativo nella giusta traccia
della rappresentazione. Attività accademica e influenza Direttore dell'Istituto
degli Studi Filosofici Enrico Castelli e poi dell'"Archivio di
Filosofia", si fece promotore di colloqui e convegni nei quali conveniva,
a Roma, ogni due anni, nei primi giorni di gennaio, l'élite della filosofia
della religione europea e mondiale (Paul Ricœur, Jean-Luc Marion, Vittorio
Mathieu, Sergio Quinzio, Virgilio Melchiorre, Emmanuel Lévinas, Luigi Lombardi
Vallauri, Bruno Forte, Bernard Casper, Ingolf Dalferth, Jean Greisch, Philippe
Capelle, Jean François Courtine, Emmanuel Falque, Piergiorgio Grassi, Paul
Gilbert S.J. Stéphane Mosès, Paul Mendes-Flor, Pietro Prini, Adriaan Peperzak, Richard
Swinburne, Gabriel Vahanian, Marcel Hénaff, Vincenzo Vitiello, Xavier
Tilliette, Michel Henry, James Taylor, tra gli altri). Nelle sue prolusioni e
nei suoi contributi introduttivi si prospettava lo sfondo su cui si sarebbero
esercitati i contributi e le discussioni del Colloquio, di seguito pubblicati
in numeri monografici della Rivista "Archivio di Filosofia". I
temi trattati erano spesso centrali nell'elaborazione di una filosofia della
religione come filosofia tout court e abbracciavano, negli anni ottanta e
novanta del Novecento, temi centrali come "Teodicea oggi?",
l'argomento ontologico, l'Intersoggettività, il Dono, la Filosofia della
Rivelazione,il Sacrificio, il Terzo. La sua personalità riservata entro
l'ambito strettamente scientifico e il rigore speculativo dei suoi scritti non
ne hanno favorito una conoscenza pubblica al di là dei circuiti accademici, e
il suo insegnamento ha lasciato un traccia significativa costituendo una vera e
propria scuola di filosofia della religione. Opere: “Il tempio simbolo
cosmico” (Cedam, Padova); “L'esito teologico della filosofia del linguaggio” in
Jacobi, Cedam, Padova, Filosofia della religione come problema storico, Cedam,
Padova); “Da Leibniz a Bayle: alle radici degli Spinoza briefe, “Archivio di
filosofia”; “Analogia del soggetto, Laterza, Roma-Bari "Filosofia della
religione" in La filosofia, Le filosofie speciali, Utet, Torino Avant-propos,
in Le Tiers, Archivio di FilosofiaArchives of Philosophy, Considerazioni
introduttive sul tema: Postmodernità senza Dio?, in «Humanitas» [Postmodernità
senza Dio?, a.c. di F.Ciglia eDe Vitiis Traduzioni e curatele: Kant I.,
La religione entro i limiti della sola ragione, M.M. Olivetti, Roma-Bari,
Laterza (Introduzione del Curatore). La religione nei limiti della sola
ragione, con introduzione M.M.O, I.Kant, Laterza, Roma-Bari 1980. Saggio di una
critica di ogni rivelazione, con introduzione M.M.O, J.G. Fichte, Laterza,
Roma-Bari 1998. Pierluigi Valenza,
«OLIVETTI, Marco Maria» in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 79,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Francesco Valerio Tommasi, Nota
biografica su « Archivio di filosofia »,
7Francesco Valerio Tommasi, Le persone, infiniti fini in sé. Un ricordo di
Marco Maria Olivetti lettore di Kant, « Studi Kantiani », Filosofia della
religione Fenomenologia Ontologia Teologia Fede Ragione Bruno Forte_Del sacrificio e dell'amore_In
memoria di M.M. Olivetti , su webdiocesi.chiesacattolica. Tributo dell'Roma 2 [collegamento interrotto], su ast.uniroma1.
Istituzioni collegate, su filosofia.uniroma1. Emanuela Giacca : un filosofo della
religione", Giornale di filosofia, su giornaledifilosofia.net. Archivio di
filosofia, su libraweb.net. Keyword: “philosophy of language.” Refs.: Luigi
Speranza, “Grice ed Olivetti” --
Olivi Enrico Palladio degli Olivi (Udine).
medico e storico italiano.
OPOCHER. (Treviso).
Filosofo. Grice:
“There are two points that connect me with Opocher: ‘individuality’ in Fichte,
since I love the problem of the in-dividuum, perhaps influenced by my tutee
Strawson (“Individuals!”) – and Opocher’s ‘analisi’ as he calls it, of the
‘idea’, as he calls it, of ‘giustizia’, particularly in Thrasymachus, for which
I propose an eschatological study!” -- Enrico Giuseppe Opocher (Treviso),
filosofo. Con Adolfo Ravà e Giuseppe Capograssi è considerato uno dei maggiori
filosofi del diritto italiani del Novecento[senza fonte]. Nacque da Enrico Giovanni, ginecologo di
fama, e da Ida Cini. Durante la Grande Guerra la famiglia, timorosa dei
bombardamenti, si trasferì dapprima nella periferia di Treviso, quindi a
Pistoia presso una parente. Gli anni successivi riportarono un clima di
serenità e agiatezza, nel quale Enrico crebbe, dividendosi tra la città natale
e Vittorio Veneto, meta delle sue vacanze estive. Dopo il liceo fu avviato, secondo il volere
del padre, agli studi giuridici, benché fosse decisamente più inclinato verso
la filosofia. Nel 1931 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Padova,
ma continuò a coltivare i propri interessi personali seguendo le lezioni di
filosofia del diritto tenute da Adolfo Ravà. Sotto la guida di quest'ultimo
stilò una tesi su La proprietà nella filosofia del diritto di G. A. Fichte, con
la quale si laureò brillantemente. Ottenuta la libera docenza, vinse il
concorso per la cattedra di filosofia del diritto presso la facoltà di
giurisprudenza dell'Padova, succedendo a Bobbio che in Veneto era divenuto
segretario regionale del Partito d'Azione. Nell'ateneo padovano insegnò
ininterrottamente per quarant'anni, tenendo lezioni per i corsi di filosofia
del diritto, di storia delle dottrine politiche e di dottrina dello stato
Italiano. È ricordato in maniera
particolare per i suoi studi sull'idea di giustizia, e sul rapporto tra diritto
e valori, nonché per la redazione di un celebre manuale, Lezioni di filosofia
del diritto, prima edizione 1949, usato da generazioni di allievi. Fu magnifico rettore dell'Università. È stato
Presidente della Società Italiana di Filosofia Giuridica e Politica.
Influenzato dall'amicizia con il cattolico Capograssi e col laico Bobbio, fu
azionista con Bobbio e Trentin, condividendo (a Palazzo del Bo) le attività
cospirative della Resistenza locale. Nel dopoguerra rimase amico stretto di
Trentin e di Visentini, divenendo a sua volta il maestro di Toni Negri. Opere:“Il problema dell'individualità”
(Padova, CEDAM); “L’esperienza,” Treviso, Tipografia Crivellari, “Giustizia e materialismo
storico, Milano, Bocca, Estr. da "Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto",
Filosofia del diritto. Raccolte ad uso degli studenti dall'assistente Luigi
Caiani, Padova, CEDAM, “Giurisprudenza,
Padova, CEDAM, “Analisi dell'idea della giustizia” (Milano, Giuffrè,Dario Ippolito,
Dizionario biografico degli italiani,
79, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Fulvio Cortese, Liberare
e federare: L'eredità intellettuale di Silvio Trentin, Firenze University Press,
2citando D. Fiorot, La filosofia politica e civile di E. Opocher, in Scritti in
onore di E. Opocher, G. Netto, Ateneo di Treviso, Treviso, Vedi G. Zaccaria, Il
contributo italiano alla storia del Pensiero, riferimenti in . Padova, I rettori Unipd | Padova, su unipd.
15 aprile . Denominazione attuale:
Società Italiana di Filosofia del Diritto, vedi . Giuseppe Zaccaria, Il Rettore della
tolleranza, in La Tribuna di Treviso, Toni Negri: «Un uomo davvero libero
nell'università chiusa degli anni '60», in [Il Mattino di Padova] Giuseppe
Zaccaria , Ricordo Omaggio ad un maestro,
Padova, CEDAM, 2Giuseppe Zaccaria, Il contributo italiano alla storia del
PensieroDiritto, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Dario Ippolito, Dizionario
Biografico degli Italiani, Volume 79, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, . Società Italiana di
Filosofia del Diritto, su sifd. Keywords: fairness. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice ed Opocher: giustizia del neo-Trasimaco.”
ORDINE.
(Diamante).
Filosofo. Professore a Calabria. Rriconosciuto come uno dei massimi studiosi
del Rinascimento e Bruno. Di lui iHadot
ha scritto: Ordine, ben noto ai lettori per i suoi eccellenti lavori su Bruno,
è anche uno dei migliori conoscitori attuali del milieu sociale, artistico,
letterario e spirituale dell'età del Rinascimento e degli inizi dell'Età
moderna». Attività Fellow dell'Harvard
University Centre for Italian Renaissance Studies e della Alexander von
Humboldt Stiftung, ha insegnato in numerose università prestigiose quali Yale,
New York University, Ecole Normale Supérieure Paris, Paris IV: Paris-Sorbonne,
Paris III Sorbonne Nouvelle, CESR of Tours, Institut Universitaire de France,
Paris VIII: Vincennes, Institut des Études Avancées de Paris, Warburg Institute
e all'Università Cattolica di Eichstätt-Ingolstadt. È Membro d’Onore
dell’Istituto di Filosofia dell’Accademia Russa delle Scienze e Membro
dell’Académie Royale de Belgique. Ha ricevuto 5 dottorati honoris causa e il
Sigillo d’Ateneo dell’Urbino. È Presidente del Centro Internazionale di Studi
Telesiani, Bruniani e Campanelliani e membro del Comitato scientifico
dell’Istituto dell’Enciclopedia Treccani. Collabora, inoltre, alle pagine
culturali del Corriere della Sera e El País . I suoi saggi (in particolare il
best seller, “L' utilità dell'inutile,”) sono molto popolari. Dirige collane di
classici in Italia (“Classici della letteratura”, Bompiani) e due collane
presso Les Belles Lettres le Opere complete di Bruno e la «Bibliotheque
Italienne»; in Romania, e 2 collane presso l’editore Humanitas di Bucarest; in
Brasile, c1 collana presso l’editore Educs di Caxias do Sul; in Bulgaria, 1 collana presso l'editore Iztok Zapad di
Sofia; in Russia 1 collana presso l'editore Saint Petersburg University Press
di San Pietroburgo. È membro del Board della collana «Boston Studies in the
Philosophy of Science» (Springer).
Opere: “La cabala dell'asino. Asinità e conoscenza in Bruno, Collana
Teorie & oggetti, Napoli, Liguori, Collana I fari, Milano, La Nave di
Teseo, “La soglia dell'ombra. Letteratura, filosofia e pittura in Bruno” (Collana
Biblioteca, Venezia, Marsilio); “Contro il Vangelo armato: Bruno, Ronsard e la
religione” (Collana Scienze e idee, Milano, Raffaello Cortina, “Teoria della
novella e teoria del riso” (Collana Teorie e oggetti della letteratura, Napoli,
Liguori, “L'utilità dell'inutile: manifesto” (Milano, Bompiani, Premio
Nazionale Rhegium Julii Saggistica Tre corone per un re. L'impresa di Enrico
III e i suoi misteri, Collana Saggi, Milano, Bompiani, Classici per la vita. Una piccola biblioteca
ideale, Collana Le onde, Milano, La Nave di Teseo,
(editorial.uv.cl/portfolio-item/una-escuela-para-la-vida/). Gli uomini non sono
isole. I classici ci aiutano a vivere, Collana Le onde, Milano, La Nave di
Teseo, Grande Ufficiale dell'ordine al Merito della Repubblica italiana. Commendatore
dell'Ordine delle Palme accademiche, Parigi (Francia), . Cavaliere della Legion d'Onore (Francia)nastrino
per uniforme ordinariaCavaliere della Legion d'Onore (Francia) —a Parigi
Cavaliere dell'Ordine delle Palme Accademiche (Francia)nastrino per uniforme
ordinaria Cavaliere dell'Ordine delle Palme Accademiche (Francia) — a Parigi
Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica Italiananastrino per
uniforme ordinariaCommendatore dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana
— a Roma Dottorato Honoris Causa de la
Université catholique de Louvain,
Sigillo d'Ateneo de la Universidad de Urbino, Laurea Honoris Causa de la Universidad de
Valparaíso, Laurea Honoris Causa de la
Universidade Federal de Ciências de Saúde de Porto Alegre, Laurea Honoris Causa de la Universidade de
Caxias do Sul, Laurea Honoris Causa
all'Università federale del Rio Grande do Sul. Membro del comitato scientifico
Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani,
Membro d'Onore dell'Istituto di Filosofia dell'Accademia russa delle scienze.
Albo vincitori premi Rhegium Julii , su rhegiumjulii. 1Conferimento della
Legion d'Honneur, su unical. 12-12-. Altri progetti Collabora a Wikiquote Citazionio
su Nuccio Ordine Nuccio Ordine, in
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Nuccio
Ordine, opere in Google Libri Nuccio Ordine[collegamento interrotto], scheda
nel sito dell'Università della Calabria Per la citazione di Pierre Habot, si
veda l'introduzione de La Soglia dell'ombra,Venezia. Keywords: futilitarianism.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Ordine: l’inutilita dell’utilitarismo di
Geremia Bentham” --.
ORESTANO.
(Alia). Filosofo. Grice:
“There is something pompous about Italian philosophers and their isms –
Orestano’s ism is the superrealism!” Grice:
“When I was invited to deliver my lectures on the conception of value, I was
hoping it was a first, but Orestano had written two big volumes on it!” -- Si
laura a Palermo. Insegna a Roma e a Palermo.
Collabora con Marinetti nella concezione del futurismo, e lavorando ad
alcune pubblicazioni comuni. Fu inoltre vicino alle idee politiche,
collaborando tra l'altro con la rivista “Gerarchia.” Invitato da Balbo nella
Libia italiana, difese gli ideali e gli intenti italiani in contrapposizione al
nazionalismo. Fu eticista, fenomenologo e promulgatore d'un'idea filosofica
positivista ispirata anche a Herbart, che egli stesso denominò “super-realismo.”
Si ritirò a vita privata nel su palazzo di Roma per dedicarsi alla sua opera
principale “Nuovi Principi.” Tuttavia in seguito riprese l'insegnamento universitario
a Pavia. Divenne membro dell’Accademia d'Italia e presidente della Società
filosofica italiana".Autore di noti aforismi, a lui sono intitolate una
via di Roma e una scuola primaria di Palermo. Tutta la sua produzione, edita e
inedita, composta da circa 80 pubblicazioni, è stata pubblicata dalla casa
editrice CEDAM, in un'Opera omnia. Opere Comenio, Roma, Biblioteca Pedagogica
de “i Diritti della scuola”, Angiulli, Roma, Biblioteca Pedagogica de “i Diritti
della scuola”, A proposito di un libro: principi di pedagogia e didattica, di Barth,
Città di Castello, Ed. Dante Alighieri); “Un'aristocrazia di popoli: saggio di
una valutazione aristocratica delle nazionalità” (Milano, Fratelli Treves); “Nuovi
principi” (Roma, Edizioni Optima, Verità dimostrate, Napoli, Casa Editrice
Rondinella, Opera letteraria di Benedetta, Roma, Edizioni Futuriste di Poesia, Esame
critico di Marinetti e del Futurismo, Roma, Estratto dalla "Rassegna
Nazionale", Civiltà europea e civiltà americana, Roma, M. Danesi, Nuove
vedute logiche, Milano, F.lli Bocca, Nuovi
principi, Milano, Bocca); “Il nuovo realismo” (Milano, F.lli Bocca); “Verità
dimostrate, Milano, F.lli Bocca); “Idee e concetti” (Milano, F.lli Bocca, Celebrazioni
I, Milano, Fratelli Bocca Editori, Celebrazioni, 2 , Padova, CEDAM, “Filosofia
del diritto, Milano, F.lli Bocca, Gravia levia, Milano, F.lli Bocca, Saggi
giuridici, Milano, F.lli Bocca, Verso la nuova Europa, Milano, F.lli Bocca, Prolegomeni
alla scienza del bene e del male, Milano, F. lli Bocca, Leonardo, Galilei, Tasso,
Milano, F.lli Bocca, La conflagrazione spirituale e altri Saggi filosofici,
Milano, F.lli Bocca, Opera omnia, Padova, CEDAM, Comprende: 1. Opere teoretiche,
Opere morali, Opere giuridico-politiche 1: Filosofia del diritto ; Saggi
giuridici, Verso la nuova Europa; La
conflagrazione spirituale e altri saggi filosofici, Opere varie 1: Celebrazioni
1. ; Celebrazioni 2. ; Gravia levia, 1961 2: Pensieri, un libro per tutti ; Leonardo,
Galilei, Tasso. Opere inedite: Studi di storia della filosofia : Kant, Rosmini,
Nietzsche, Contributi vari, Studi
pedagogici, Studi danteschi e saggi di estetica e letteratura; conversazioni di
varia filosofia; corsi, ricerche e conferenze, Studi sulla Sicilia, Filosofia della
moda e questioni sociali, A. Tarquini, Dizionario Biografico degli Italiani,
riferimenti, Municipio VIII, istituzione: Vedi SITO Sistema informativo
toponomastica di Roma Capitale Eugenio
Guccione, L'idea di Europa in
Federalisti siciliani tra XIX e XX secolo, A.R.S.Intergruppo Federalista
Europeo, Palermo, Eugenio Guccione, Da un diario una nuova pagina di storia,
in La politica tra storia e diritto,
Scritti in memoria di L. Gambino, G. Giunta, Franco Angeli, Milano, A. Tarquini,
Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. in
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere dsu Liber Liber. Opere di Francesco Orestano, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere , . Quando
i vincitori scrivono la storia della filosofia: il caso di Francesco Lamendola,
Arianna Editrice, Ornella Castellana, IL RAPPORTO TRA STATO E CHIESA NEL
PENSIERO POLITICO, I.S.S.P.E. ISTITUTO SICILIANO DI STUDI POLITICI ED ECONOMICI.
Keywords: Alighieri. Luigi Speranza, “Grice ed Orestano” --.
ORIOLI
(Vallerano). Filosofo. Grice: “Only in Italy, a philosopher, rather than a
cricketer, is supposed to take part in a revolution and write a book about his
shire!” -- Fondatori della Repubblica Romana. “De' paragrandini metallici” (1825
(Milano, Fondazione Mansutti). Il padre, medico, lo condusse a Roma, dove si laureò
brillantemente. La professione non lo attraeva molto: lo troviamo, infatti,
professore di filosofia nei seminari e nei licei dell'Urbe. Da Roma si trasferì
a Perugia, dove si laureò. Insegnò a Bologna. Partecipò con gli allievi
all'insurrezione delle Romagne; successivamente fu eletto membro del governo
provvisorio di Bologna, che fu sciolto in seguito all'intervento militare
dell'Austria. Tentando di mettersi in salvo,salpò da Ancona diretto in Francia
con un altro centinaio di rivoluzionari; ma il brigantino Isotta sul quale
viaggiava venne catturato dall'allora capitano di vascello della marina
austriaca Francesco Bandiera (padre dei due famosi fratelli Attilio ed Emilio)
e tutti i rivoluzionari furono arrestati. Venne incarcerato a Venezia. Poco
dopo venne liberato, forse per mancanza di risultanze gravi sul suo conto. Iniziò così l'errare, costretto a fuggire da
terra in terra, inneggiando sempre all'Italia unita. Fu professore di
archeologia alla Sorbona. A Bruxelles insegnò. Soggiornò anche a Corfù, dove
tenne un corso dnell'università della città.
Quando Pio IX concesse l'amnistia, poté tornare a Roma, dove tenne la
cattedra di archeologia. Le sue attitudini per il giornalismo non attesero
molto per farsi notare, e così fondò un periodico politico che ebbe però vita
breve, La Bilancia. Fu eletto deputato
al parlamento della Repubblica Romana. Quando il governo pontificio fu
restaurato, in riconoscimenti dei suoi meriti, fu nominato Consigliere di
Stato. Pubblicò molti scritti di filosofia. Tra i più famosi sono da menzionare
“Dei sette re di Roma e del cominciamento del consolato” (Firenze), “Intorno le
epigrafi italiane e l'arte di comporle” (Roma). Prese parte alla polemica sui
sistemi di prevenzione contro i fulmini e la grandine, che coinvolse anche
Bellani, Beltrami, Demongeri,
Lapostolle, Normand, Majocchi, Contessi, Molossi, Nazari, Richardot,
Scaramelli, Tholard e Volta. Le compagnie assicurative usarono questi studi per
valutare rischi e premi per i campi agricoli.
Riconoscimenti Il comune di Vallerano (VT) lo ha onoratocon
l'intitolazione di una delle vie principali del borgo antico, quella del Teatro
comunale, e con l'apposizione di una lapide commemorativa sulla facciata della
casa in cui lo scienziato nacque. A Viterbo un Istituto Statale di Istruzione
Superiore -che comprende il Liceo Artistico e diversi indirizzi di Istituto
Professionale- è intestato a web.archive.org/web/0223061740/http://orioli.gov/.
A. M. Ghisalberti, nella voce della Enciclopedia Italiana, vedi , riporta
queste date di nascita e morte, Alberto Maria Ghisalberti, Enciclopedia
Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Fondazione Mansutti,
Quaderni di sicurtà. Documenti di storia dell'assicurazione, M. Bonomelli,
schede bibliografiche di C. Di Battista, note critiche di F. Mansutti. Milano:
Electa, G. Polizzi, Alla ricerca dello
«specioso» e dell’«insolito». Francesco Orioli e Giacomo Leopardi, «Lettere
Italiane», Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Opere openMLOL, Horizons
Unlimited srl. Opere.
ORNATO.
(Carmagna Piemonte). Filosofo. “Visse vita ritirata, modesta e schiva
d'onori e ricchezza intesa soltanto allo studio.” “Coltivò le scienze fisiche e
matematiche, la filologia, la poesia, la musica e con singolare amore le discipline
metafisiche» (Provana). Sii trasferisce
a Torino dove frequenta alcuni esponenti dell'aristocrazia sabauda. Tra le sue
amicizie più importanti Santarosa, Sabbione ed i fratelli Balbo. -- è tra i
fondatori dell'Accademia dei Concordi è insegnante di matematica nel collegio
dei paggi imperiali, impiegato nella segreteria dell'Accademia delle Scienze di
Torino e successivamente professore presso la Reale Accademia Militare. 1in
seguito ai moti rivoluzionari viene nominato da Santarosa Ministro della Guerra
della giunta rivoluzionaria. Si rifugia in esilio a Parigi. Nnella capitale
francese stringe amicizia con ilCousin e la sua casa è frequentata da numerosi
patrioti italiani. Ottiene di poter rientrare in italia e si ritira a Caramagna
dove riceve le visite dei patrioti Pellico, Provana, Gioberti e Balbo. Si
trasferisce a Torino dove morirà e verrà sepolto nel cimitero monumentale
Opere: traduzione di Ode a Roma di Erinna, traduzione dei “Ricordi di Marco
Aurelio, Picchioni, Vita, studii e lettere inediti di Leone Ottolenghi, E. Loescher.
Biografiche e risultati di ricercheo, Oreste Becchio Guido Calogero, Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Vladimiro Sperber,Dizionario biografico degli
italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Ulteriori approfondimenti possono essere reperiti nei seguenti
siti: Comune di Caramagna Piemonte, su
comune.caramagnapiemonte.cn. Associazione Culturale "L'Albero
Grande", su alberogrande.
ORSI.
(Palma di Montechiaro). Filosofo. Grice: “Orsi uses ‘psicologia speculativa’
where I would use ‘psicologia filosofica,’ since speculativa opposes to
prattica, rather!” --Allievo di Ottaviano, ha insegnato per tutta la sua
carriera a Catania. Ha pubblicato nella
sua attività di ricerca scritti minori di autori italiani e il volume “Gli hegeliani di Napoli.” Ha
curato l'edizione dell'opera di Ottaviano su Campailla Ha inoltre condotto il progetto
di pubblicazione delle opere psicologiche
di Spaventa. -- è stato nella segreteria della rivista Sophia, fondata
da Ottaviano, insieme a Mazzarella e Romano.
Opere principali: “Lo spirito come atto puro,” “La filosofia moderna,” “L'uomo
al bivio: immanentismo o cristianesimo? Saggio di realismo esistenziale, “Gli hegeliani
di Napoli,” Campailla di Ottaviano: “Opere psicologiche di Spaventa”; “Lezioni
di antropologia”; “Psiche e metafisica” “Elementi di psicologia speculative” “Sulle
psicopatie in generale”
ORTES.
(Venezia). Filosofo. Grice:
“Being English, I was often confronted with that very ‘silly’ song by Cleese
and Idle, but then they were never the first! Which is good, since they are
Cambridge and Ortes is Oxonian! Viva La Fenice!” -- Considerato
uno dei più dotati tra i filosofi veneti settecenteschi, precursore
nell'analizzare dal punto di vista della produzione complessiva alcuni aspetti
come popolazione e consumo. La sua impostazione filosofica si fonda su un
rigoroso razionalismo. Nel mercantilismo vide far gran confusione fra moneta e
ricchezza. Fu un sostenitore del libero scambio pur con alcune restrizioni
della proprietà che interessavano il clero, anche se appartenevano al passato ed
è considerato per questo un anticipatore di Malthus, ma con qualche
contraddizione. Malthus prevedeva l'aumento della popolazione, in trenta anni,
in modo esponenziale, quindi molto di più dell'aumento delle sussistenze.
Opere: “Grandi, abate camaldolese, matematico dello Studio Pisano, Venezia,
Giambatista Pasquali, “ Dell'economia nazionale” (Venezia); “Sulla religione e
sul governo dei popoli” (Venezia); “Saggio della filosofia degli antichi” -- esposto
in versi per musica (Venezia); Dei fedecommessi a famiglie e chiese,” Venezia, “Riflessioni
sulla popolazione delle nazioni per rapporto all'economia nazionale: errori
popolari intorno all'economia nazionale e al governo delle nazioni,” Milano,
Ricciardi, Consultabile su Google libri.
Edizione moderna, Riccardo Donati, Genova, San Marco dei Giustiniani.
Catalano, Ortes, Gianmaria, in Dizionario Letterario Bompiani. Autori, III,
Milano, Bompiani, 1Citazionio su Treccani L'Enciclopedia Italiana.
OTRANTO.
(Otranto). Filosofo. Grice:
“Otranto wrote a tractatus ‘de arte laxeuterii,’ which is an art of
‘divination,’ as when we say that smoke divinates fire!” -- Grice: “Had Otranto
not written ‘scritti filosofici’ we wouldn’t call him a philosopher!” – Nicola.
Filosofo. Sull'infanzia e sulla formazione dpoco è noto. Si ipotizza sia nato
ad Otranto. Non si sa dove abbia soggiornato e studiato, né chi siano stati i
suoi maestri. La sua produzione, però, lascia immaginare una formazione
filosofica molto solida. Fu insegnante a Casole. Tradusse la liturgia di
Basilio ed altri testi liturgici per volontà del vescovo. Le sue competenze
linguistiche gli valsero inoltre degli incarichi diplomatici: fu interprete al
seguito dei legati papali Benedetto, cardinale di Santa Susanna, e Galvani, nei
loro viaggi. Fu inoltre a Nicea al seguito di
Federico di Svevia. Fu autore di scritti filosofici . Si conservano di
lui: “L'arte dello scalpello”: una
raccolta di testi geomantici ed astrologici; le traduzioni di testi liturgici; “Dialogo
contro i giudei”; Tre monografie (syntagmata) “Contro i Latini” -- su questioni
dottrinali significative nella polemica fra cattolici ed ortodossi (quali la
processione dello Spirito Santo o il pane azzimo); un'appendice ai tre
Syntagmata; due lettere complete e frammenti di altre lettere;. J.M. Hoeck-R.J. Loenertz, Nikolaos-Nektarios
von Otranto Abt von Casole. Beiträge zur Geschichte der ost-westlichen
Beziehungen unter Innozenz III. und Friedrich II., Ettal. Michael Chronz:
Νεκταρίου, ηγουμένου μονής Κασούλων (Νικολάου Υδρουντινού): « Διάλεξις κατά
Ιουδαίων». Κριτική έκδοση. Athena, Lars
Martin Hoffmann: Der antijüdische Dialog Kata Iudaion des Nikolaos-Nektarios
von Otranto. Universitätsbibliothek Mainz
(Mainz, Univ., Diss., Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana.
OTTAVIANO.
(Modica). Filosofo. Grice:
“Perhaps with Holllinghurst, and Hogarth, of course, Ottaviano is one of the
few who have cherished in the analysis of ‘la curva’ or ‘la linea’ – and it has
revived a debate which should fascinate a few!” Diplomatosi a Modica, si laureò
a Milano. Straordinario di Storia della Filosofia a Cagliari, poi a Napoli,
ottenne la cattedra, conseguendovi la libera docenza ne passò poi a Catania,
dove fondò e diresse l'Istituto di Magistero, insegnandovi. Fondò la rivista
internazionale di filosofia Sophia. Grande conoscitore della filosofia del
periodo medievale, di cui peraltro ritrovò e studiò molte opere inedite,
elaborò una propria teoria. Delle due
opere, “Critica dell'Idealismo” (Napoli,) e “Metafisica dell'essere parziale”
(Padova), la prima ma fu ben presto censurata e poi bruciata pubblicamente a
causa della sua dura critica all'Idealismo di Gentile. Questa sua opposizione a
Gentile, nonché le sue critiche a Croce, gli valsero dure vessazioni
accademiche. Pubblicò inoltre un ampio e
comprensivo Manuale di storia della filosofia (Napoli). Membro dell'Accademia
d'Italia, si occupò, per primo, del pensiero di Gioacchino da Fiore, esaltato
da Dante nel suo Paradiso, pubblicandone il primo saggio. Pubblicò il codice di
Oxford “Joachimi Abbatis Liber contra Lombardum,” che attribuì a qualche seguace
della scuola di Fiore. Mentre celebrava, a Novara, Pietro Lombardo, riprese a
parlare di Fiore, presentandolo come un romantico "ante litteram" e
un fautore della nazione italiana. Segnalò pure due ignorati codici gioachimiti
della biblioteca Casanatense di Roma, occupandosi altresì della condanna di
Gioacchino da parte del Concilio Lateranense ed evidenziandone lo sgomento
suscitato. Inoltre, nella rivista Sophia, diretta da lui ed allora edita dalla
CEDAM di Padova, diede spazio a vari studiosi gioachimiti. Sempre
sull'argomento, ritenne dapprima Gioacchino un triteista, ma, dopo aver
visionato le tavole del Liber figurarum, scoperto da Leone Tondelli propese
invece per un'ortodossia trinitaria. Fondò e diresse un partito nazionale
d'impronta social-liberale, che però non ebbe seguito. Opere principali: Pietro
Abelardo. La vita, le opere, il pensiero, Tipografia Poliglotta, Roma, Il "Tractatus super quatuor
evangelia" di Fiore, Archivio di filosofia, Padova, Testi medioevali
inediti. Alcuino, Avendanth, Raterio, Anselmo, Abelardo, Incertus auctor. Olschki,
Firenze, Joachimi abbatis Liber contra Lombardum (Scuola di Gioacchino da
Fiore), Reale Accademia d'Italia Studi e documenti, Roma, Un documento intorno
alla condanna di Gioacchino da Fiore, Rondinella, Napoli, Pier Lombardo, in
Celebrazioni piemontesi, Istituto d'Arte per la Decorazione e la Illustrazione
del Libro, Urbino, “Critica dell'Idealismo”
(Rondinella, Napoli); “Metafisica dell'essere parziale, CEDAM, Padova); “La
tragicità del reale, ovvero la malinconia delle cose. Saggio sulla mia filosofia”
CEDAM, Padova, Tommaso Campailla. Contributo all'interpretazione e alla storia
del cartesianesimo in Italia, introduzione e note Domenico D'Orsi, CEDAM,
Padova, E. Scarcella, Dizionario Biografico degli Italiani, riferimenti in
. Domenico D'Orsi, Il filosofo della
quarta età: ricordo di Ottaviano, quotidiano “La Sicilia”, Catania, del Domenico
D'Orsi, Tra Socrate e Gesù: quattro anni fa moriva, quotidiano “La Sicilia”, Catania,
. E. Scarcella, Dizionario Biografico
degli Italiani, stituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma,. Gioacchino da Fiore Massimiliano Pace,Info Magazine.
PACE.
(Berga). Filosofo. Grice:
“I love the fact that Pace, like me, is a Protestant, and married one! This
should deduce the defeasibility of non-monotonicity: ‘all Italians are
Catholic;’ he surely wasn’t --- and neither is Speranza, or Ghersi, two other
fervent ‘protestanti’!” Grice: “I love
Pace – in a way he reminds me of myself when I was teaching Aristotle’s
Categoriae at Oxford! – A good thing about Pace is that he stopped saying that
he was commenting on Aristotle – his Casaubon edition is still very readable –
and tried to compose his own ‘Institutiones logicae,’ as he did – As Kneale
once told me, ‘This made Pace a logician, and not just a commentator!” -- Italian
essential philosopher. Studia a Padova, dove fu allievo di Menochio e
Panciroli. Aderì alla religione riformata e intimorito dagli ammonimenti delle
autorità religiose patavine, si rifugiò a Ginevra, il principale centro del
Calvinismo. Divenne professore. Tradusse Aristotele – “In Porphyrii Isagogen et
Aristotelis Organum: Commentarius analyticus.” A Ginevra sposò Isabella
Venturina, protestante originaria di Lucca.
Ottenne la cattedra a Heidelberg.
Pronuncia una famosa prolusione, “De iuris civilis difficultate ac docendi method”.
Fu coinvolto in una polemica con Gentili. Gentili, non avendo ottenuto la cattedra
di Istituzioni alla quale aspirava, accusò Pace di averlo boicottato e gli
rivolse delle offese in un componimento poetico indirizzato a Colli. Offeso, lo
denunciò davanti al Senato accademico, costringendolo infine a lasciare Heidelberg
per Altdorf. Ebbe anch'egli fastidi con le autorità accademiche di Heidelberg
per le sue simpatie per il Ramismo
Insegnò a Sedan, Ginevra, Montpellier, Nîmes, Aiax, e Valence. Rese
pubblica la sua abiuria al protestantesimo; quell'anno ebbe la cattedra a Padova
e scrisse “De Dominio maris Adriatici”, un'opera a favore della Repubblica di
Venezia che gli valse anche il cavalierato. La sua edizione dell'Organon di
Aristotele, fu inclusa in un'edizione delle opere di Aristotele edita da Casaubon ed
ebbe ampia diffusione. Pubblicò a Sedan le “Institutiones logicae” e a
Francoforte il suo importante commento In Porphyrii Isagogen et Aristotelis
Organum, Commentarius Analyticus. Opere:
“De dominio maris Hadriatici” (Imp. Caes. “Iustiniani Institutionum libri IV,
Adnotationibus ac notis doctiss. scriptorum illustrati & adaucti. Quibus
adiunximus appendicis loco, leges XII tab. explicatas. Vlpiani tit. XXIX
adnotatos. Caii libros II Institut. Studio & opera Ioannis Crispini At. In
ac postrema editione accesserunt” Ginevra: apud Eustathium Vignon). Ἐναντιόφαν.
seu Legum conciliatarum centuriae III, Spirae: typis Bernardi Albini, De rebus
creditis, seu De obligationibus qua re contrahuntur, et earum accessionibus, ad
quartum librum Iustinianei Codicis, Commentarius; accesserunt tres indices,
Spirae Nemetum: apud Bernardinum Albinum, “Tractatus de contractibus et rebus
creditis, seu de obligationibus quae re contrahuntur et earum accessionibus, ad
quartum librum Iustinianei Codicis, doctissimi cuiusdam I.C. commentarius.
Accesserunt tres indices, vnus titulorum, eo quo explicantur ordine
descriptorum, alter eorundem titulorum ordine alphabetico, tertius rerum &
verborum in toto opere memorabilium, Parisiis: apud Franciscum Lepreus, Isagogica
in Institutiones imperiales, 1, Lyon,
Barthélemy Vincent, Oeconomia iuris utriusque, tam civilis quam canonici, Lyon, Barthélemy Vincent, Methodicorum ad
iustinianeum Codicem libri, 3, Lyon,
Barthélemy Vincent, Analysis Codicis, Lyon, Barthélemy Vincent, Artis Lullianae
emendatae libri IV Quibus docetur methodus, ad inueniendum sermonem de
quacumque re, Valentiae: apud Petrum Pinellum, De dominio maris Hadriatici,
Lyon, Barthélemy Vincent. Benedictis, «Gentili, Scipione». In: Dizionario Biografico
degli Italiani, Roma: Istituto della
Enciclopedia Italiana, C. Vasoli, Scienza, dimostrazione e metodo in un maestro
aristotelico dell'età di Galileo: Giulio Pace da Beriga, logico e giurista, in
Id., Profezia e ragione. Studi sulla cultura del Cinquecento e del Seicento, Napoli,
Morano Aristotelis Stagiritae peripateticorum principis Organum, Morges, Operum
Aristotelis, Ginevra, ma con la falsa indicazione: "Lyon, chez l’imprimeur
Guillaume de Laimarie" Ristampa
anastatica: Hildesheim, Georg Olms. Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .
Guido Acquaviva e Tullio Scovazzi , Il dominio di Venezia sul mare Adriatico
nelle opere di Paolo Sarpi e Giulio Pace, Milano: Giuffrè (Google libri) Antonio Franceschini, Giulio
Pace da Beriga e la giurisprudenza dei suoi tempi, Venezia: Officine Grafiche
di Carlo Ferrari, Philippe Tamizey de
Larroque, Jules Pacius de Beriga: compte-rendu du mémoire de M. Ch. Revillout
avec documents inédits, Paris: V. Palmé,
Marine Bohar, « Giulio Pace da Beriga et sa De iuris civilis difficultate
ac docendi methodo oratio. Présentation et traduction », Revue d'Histoire des
Facultés de Droit. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. hls-dhs-dss.ch, Dizionario
storico della Svizzera. Opere openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere. Keywords: dialettica, Aristotele, Porfirio,
Boezio, categoria, praedicamentum.
PACI.
(Monterado). Filosofo. Grice: “Paci’s essay on Vico by far exceeds anything
that Hampshire wrote about him – magnificent title, too, “ingens sylva.” -- “There
are many things I love about Paci: first, he adored Jabberwocky, as he states
in his “Il senso delle parole.” Second, he loved Russell’s theory of relations,
as he states it in “Relazione e significati.” Third, he agrees with me that
Heidegger is the greatest philosopher of all time, as he states in his
masterpiece, “Il nulla.” Grice: “Paci used to say, with a smile, that it was ironic
that he was born in Monterado and that he had written an essay on ‘Il nulla,’
seeing that “Monterado is, today, well, il nulla.”” Italian essential
philosopher «Avevo
ben presto compreso che il costume di Paci era quello di discutere liberamente
con chiunque di tutto, senza alcuna prevenzione o pregiudizio.» (Carlo
Sini). Tra i più espressivi rappresentanti della fenomenologia e
dell'esistenzialismo in Italia. Nato a Monterado (provincia di Ancona),
intraprese gli studi elementari e medi a Firenze e Cuneo. Nel 1930 si iscrisse
al corso di filosofia dell'Università degli Studi di Pavia, seguendo
soprattutto le lezioni di Adolfo Levi. Nel frattempo collaborò con Anceschi
alla rivista Orpheus. Si trasferì dopo due anni all'Università degli Studi di
Milano dove divenne allievo di Antonio Banfi, con il quale si laureò nel
novembre del 1934 discutendo una tesi dal titolo Il significato del Parmenide
nella filosofia di Platone. Collabora alla rivista Il Cantiere. Nel 1935
iniziò il servizio militare nell'esercito, ma nell'ottobre del 1937 viene
congedato. Richiamato nel 1943 come ufficiale allo scoppio della seconda guerra
mondiale, venne catturato in Grecia dopo l'8 settembre 1943 e inviato presso il
campo di prigionia di Sandbostel. Trasferito successivamente nella struttura di
Wietzendorf, qui ebbe modo di conoscere Paul Ricœur, con il quale riuscì in
quella sede a leggere Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia
fenomenologica di Edmund Husserl e a costruire un rapporto di amicizia.
Incominciò la sua carriera di docente insegnando filosofia teoretica all'Pavia,
mentre, a partire dall'anno accademico 1957-1958, successe a Giovanni Emanuele
Barié all'Università Statale di Milano. Dopo aver inizialmente
collaborato con la rivista Filosofia, nel 1951 fondò la rivista aut aut, che
diresse fino al 1976; il periodico costituisce una testimonianza dei suoi
variegati interessi letterari e culturali. Il nome della rivista richiama dei
testi più famosi del filosofo danese Søren Kierkegaard, precursore dell'esistenzialismo
nel suo proposito di accogliere l'irriducibile paradossalità dell'esistenza e
l'ostacolo che questa impone al sapere. Tra i suoi allievi più famosi
ricordiamo Giovanni Piana, Carlo Sini, Salvatore Veca, Pier Aldo Rovatti, Mario
Vegetti, Guido Davide Neri. Pensiero Carlo Sini individua l'inizio
dell'intera speculazione filosofica di Paci già a partire dalla sua tesi di
laurea: in alcune frasi della breve Prefazione vediamo il filosofo marchigiano,
ancora ventitreenne, esprimere una specifica interpretazione della filosofia
dell'esistenza, dimostrando già un grado elevato di comprensione del proprio
tempo e delle proprie inclinazioni. L'esistenzialismo Paci giunge perciò
all'esistenzialismo attraverso lo studio di Platone. Base dell'esistenzialismo
di Paci è la relazione, intesa come condizione di esistenza di tutti gli
avvenimenti che costituiscono il mondo. Evento è anche l'io, che si conosce
come esistenza finita ed empirica in rapporto ad altre esistenze. Dalla pura
condizione esistenziale del fatto, attraverso la conoscenza, Paci definisce la
condizione dell'uomo come personalità morale. L'io conoscente è la chiara
forma della legge morale che fa sì che ogni io, in quanto conosciuto e
molteplice e in quanto esistenza, possa diventare soggetto singolo come
soggetto di scelta etica. Poiché in virtù del principio di irreversibilitàche,
insieme al principio di indeterminazione (impossibilità che il conoscente si
conosca a un tempo come conosciuto e come conoscente), è uno dei punti di riferimento
del sistema di Pacila forma non è mai definitiva, e al contempo ogni questione
risolta pone sempre nuovi problemi, ne deriva che il realizzarsi dell'esistente
"uomo" nella forma significa un continuo progresso che va dal
passato, il quale non si può ripetere e non è annullato dal presente, verso il
futuro. Il non realizzarsi in questa forma, non seguendo il progresso e
arrestandosi a una forma di ordine più basso, costituisce l'immoralità, il
male. Il negativo come risorsa La riflessione filosofica di Paci parte
dalla consapevolezza del negativo, della mancanza come base e nucleo iniziale
dell'esistenza umana. Un negativo che si fonda soprattutto sulla base del tempo
e della sua irreversibilità, che ci costringe a fare i conti perennemente con
un passato irreversibile, con un futuro sconosciuto e con un presente
inesistente perché continuamente in fuga. Ma il negativo si riflette anche
nella soggettività e nella limitazione del nostro punto di vista: non possiamo
avere nessuna visione della realtà che non sia filtrata dalla nostra
"singolarità", dal nostro essere un io. Tuttavia questa
"mancanza" eterna, questo limite, è nello stesso tempo una risorsa:
il tempo, quindi, non è una condanna per l'uomo, ma è ciò che permette la sua esistenza
come temporalità; d'altra parte l'alterità è risorsa proprio in quanto altro da
sé. L'io infatti si riconosce solo in quanto confrontato con un altro, e sono
quindi gli altri a dare conformazione e identità al nostro io, e questo
processo è fruttuoso, forte e orientato se il soggetto sa e si impegna a
stringere "relazioni". Da qui si possono capire le due
definizioni date alla filosofia paciana: l'una dello stesso filosofo che
definiva il suo pensiero come relazionismo, e l'altra invece di Nicola Abbagnano,
che lo definì "esistenzialismo positivo": positivo proprio perché
cerca di capovolgere l'insensatezza e la mancanza alla base dell'esistenza in
una possibilità, una risorsa di riflessione e progettualità. La vita umana per
Paci si fonda infatti su un bisogno (bisogno di senso nel tempo, bisogno di
altro); questo bisogno si traduce in un lavoro esistenziale, che implica un
consumo: di tempo, di vita, di riflessione. Questo sistema
bisogno-consumo-lavoro sta alla base di ogni vita umana. Tuttavia l'uomo ha una
possibilità, una possibilità di "salvarsi" dall'insensatezza (o di
provarci, quantomeno), e tale possibilità si trova nel lavoro. Il lavoro
esistenziale (inteso come l'impegno che si investe nel condurre la propria
vita) può infatti essere orientato dalla consapevolezza e dal continuo impegno
intellettuale di ricerca di senso anche e soprattutto mediante la relazione.
Questa ricerca di senso si traduce, alla base, nell'esercizio
dell'epoché. L'epoché Termine fondamentale della filosofia di Husserl,
filosofo che Paci ebbe come punto di riferimento per tutta la vita, l'epoché si
traduce in una ricerca di senso continua e inesausta che presuppone un
abbandono di tutte le categorie di pensiero che siamo abituati ad utilizzare.
In questo senso è emblematico l'episodio che Paci stesso racconta riguardo al
suo approccio all'epoché. Studente di filosofia, si recò nell'ufficio di
Antonio Banfi (il suo "maestro" per eccellenza) per chiedere
spiegazioni sul concetto di epoché. Banfi gli chiese di descrivere un vaso
che si trovava lì vicino a loro. Tuttavia, qualunque definizione Paci provasse
a dare (colore, forma geometrica, uso) cadeva in una categoria di giudizio
posteriore all'oggetto stesso, o comunque soggettiva (il colore dipende dalla
luce, la forma geometrica si rifà a categorie astratte che l'uomo ha inventato,
l'uso è indipendente dall'oggetto stesso). L'epoché, quindi, si
costituisce come ricerca di una visione "originaria". Compito
difficilissimo (Husserl lo definiva impossibile ed inevitabile), l'esercizio
dell'epoché non si deve tradurre in un'impossibilità di giudizio, ma nella
consapevolezza che qualunque giudizio è parziale, soggettivo. Se applicata alla
vita, all'esistenza, l'epoché si traduce in una continua ricerca
dell'originario, della verità, di una verità ulteriore che si annida nel mondo,
negli altri, negli oggetti, nei luoghi, in tutto ciò che forgia la nostra
esistenza. Una verità che l'uomo può cercare, e che si annida nel percorso
stesso di ricerca e riflessione, e soprattutto nella capacità di creare
relazioni autentiche. In Tempo e verità nella fenomenologia di Husserl, Paci
individua nell'epoché quasi un carattere religioso, criticando la ridotta
disamina del concetto da parte di Martin Heidegger ed Emmanuel Lévinas, che lo
considerarono come se si trattasse di un metodo puramente gnoseologico.
Relazione e riflessione La relazione è per Paci qualcosa di fondamentale e
ulteriore dotato di un profondo significato esistenziale. Paci scriveva che la
relazione prescinde i due soggetti che la intrecciano: è un concetto
"nuovo", "terzo", che è tanto più significativo quanto più
i soggetti sono disposti a farsi mutare consapevolmente da essa e dal lavoro di
riflessione che ne segue. La relazione va cercata, coltivata, resa e mantenuta continuamente
autentica, anche se conflittuale. La riflessione infine, come salvezza
dall'irreversibilità del tempo, ricrea e analizza il passato per ricercarne
ancora il senso, e proiettare questa ricerca nel futuro di un progetto. Epoché,
riflessione e relazione costituiscono, riassumendo, il lavoro esistenziale di
ricerca di senso. La filosofia di Paci si traduce dunque in una continua,
consapevole e dolorosa ricerca di un senso che possa capovolgere la situazione
tragica dell'esistenza mediante il lavoro, l'impegno. In questo Paci si
distanzia da Jean-Paul Sartre e dalle conclusioni del filosofo francese, che
Paci ammirava e considerava uno stimolo continuo per la sua riflessione. Il
negativo, infine, sempre presente nell'investigazione filosofica di Paci (ancor
di più nell'ultima parte della sua vita), rimane punto essenziale della ricerca
umana, laica e faticosa di un senso, di una verità ulteriore. Opere: “Il
Parmenide di Platone” (Milano_ (cf. L. Speranza, “Grice, Wiggins, e il
Parmenide di Platone”). Principato, “Principii
di una filosofia dell'essere” (Modena, Guanda); “Pensiero, esistenza e valore”
(Milano-Messina, Principato); “L'esistenzialismo” (Padova, CEDAM); “Esistenza
ed immagine” (Milano, Tarantola); “Socialità,” Firenze, Le Monnier, “Ingens
Sylva: saggio sulla filosofia di Vico,” Milano, Mondadori, “Filosofia antica”,
Torino, Paravia, “ Il nulla” Torino, Taylor, “Esistenzialismo e storicismo,
Milano, Mondadori, “Il pensiero scientifico” Firenze, Sansoni, “L'esistenzialismo,”
in Luigi Rognoni e Enzo Paci , L'espressionismo e l'esistenzialismo, Torino,
Edizioni Radio Italiana, “Tempo e relazione” (Torino, Taylor, Dostoevskij,
Torino, Edizioni Radio Italiana, “Ancora sull'esistenzialismo” Torino, Edizioni
Radio Italiana, Dall'esistenzialismo al relazionismo, Messina-Firenze, D'Anna, Storia
del pensiero presocratico, Torino, Edizioni Radio Italiana, La filosofia
contemporanea, Milano, Garzanti, Diario fenomenologico, Milano, Il Saggiatore, Breve
dizionario dei termini greci, in Andrea Biraghi , “Dizionario di filosofia,” Milano,
Edizioni di Comunità, “Tempo e verità nella fenomenologia,” Bari, Laterza, “Funzione
delle scienze e significato dell'uomo, Milano, Il Saggiatore, “Relazioni e
significati” Milano, Lampugnani Nigri, Idee per una enciclopedia
fenomenologica, Milano, Bompiani, Enzo Paci, Fenomenologia e dialettica, Milano,
Feltrinelli, Il senso delle parole, Pier Aldo Rovatti, Milano, Bompiani,. Note Sini22. Civita. Sini. Pecora356.
Storia, aut aut. 5 luglio .
Vigorelli. Paci. Alfredo Civita, degli scritti di Enzo Paci , Firenze, La
Nuova Italia, Andrea Di Miele, La cifra nel tappeto: note su Paci interprete di
Vico, in Bollettino del Centro di studi vichiani. Anno XXXVII, Roma, Edizioni
di storia e letteratura, 2007. Paolo Ercolani, Enzo Paci, il caldo romanzo di
una prassi teorica, in Il manifesto, Costantino Esposito, Esistenzialismo e
fenomenologia. La crisi dell'idealismo e l'arrivo dell'esistenzialismo in
Italia, in Il contributo italiano alla storia del Pensier oFilosofia, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Tempo e verità nella fenomenologia di
Edmund Husserl, Bari, Laterza, M. Pecora, La cultura filosofica italiana attraverso
le riviste, in Rivista di storia della filosofia, Giovanni Piana, Una ricerca
ininterrotta. La lezione di Enzo Paci, in L'Unità,Giuseppe Semerari, L'opera e
il pensiero, in Rivista Critica di Storia della Filosofia, C. Sini, Enzo Paci.
Il filosofo e la vita, Milano, Feltrinelli, C. Sini, Enciclopedia ItalianaIV Appendice, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, A. Vigorelli, L'esistenzialismo positivo Milano,
Franco Angeli, 1987. Amedeo Vigorelli, La fenomenologia husserliana Milano,
Franco Angeli, aut aut Edmund Husserl Esistenzialismo Scuola di Milano Enzo
Paci, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Refs: Luigi
Speranza, “Grice e Paci: i principi metafisici di Vico” --. Luigi Speranza,
“Grice e Paci: significato e significati” – The Swimming-Pool Library.
Biraghi, andrea – “Dizionario di
filosofia,” Milano.
PADOVANI. (Ancona).
Filosofo. Grice:
“I like Padovani, especially his focus on what he calls ‘classical metaphysics’
(‘metafisica classica’) for what is philosophy if not footnotes to Plato?” -- essential
Italian philosopher. Ffiglio di Attilio Padovani, generale di artiglieria, e di
sua moglie, la ricca possidente veneta Elisabetta Rossati. Mentre, nelle parole
stesse di Padovani, il padre "educò i suoi figli ad una rigorosa etica
dell'onore e del dovere", ebbe un rapporto privilegiato con sua madre che
fu colei che per prima lo introdusse agli ambienti letterari di Padova grazie
alla vicinanza dei terreni della sua famiglia che erano posti a Bottrighe, nel
Polesine, dove tutta la famiglia si trasferiva durante il periodo invernale. La
solerte religiosità della madre, lo spinse a non frequentare la scuola
elementare pubblica (che ella riteneva troppo "laicizzata" dopo
l'unità d'Italia) ma a servirsi di un precettore, un ex abate che per primo lo
instradò alla filosofia. Si iscrisse quindi al liceo di Milano dove ebbe i suoi
primi contatti col positivismo che procureranno in lui e nel suo pensiero una
profonda crisi nel saper controbilanciare il più correttamente possibile questa
visione innovativa della vita con la teologia cattolica. Il padre lo avrebbe
voluto ingegnere, ma egli terminati gli studi del liceo si iscrisse aa Milano
dove seguì i corsi di Martinetti, pur prendendo a frequentare Mattiussi
(convinto tomista) e Olgiati, convinto assertore della necessità di fondere
insieme la metafisica classica con il pensiero moderno. Olgiati (a sinistra)
con Gemelli (al centro) e Necchi. I primi due furono tra i principali
ispiratori. Fu su consiglio di questi due ultimi che il alla fine decise di
intraprendere la carriera filosofica, sviluppando una sua corrente di pensiero
permeata di tutti gli spunti che nel corso della sua carriera aveva saputo
trarre dai pensieri dei suoi insegnanti e ispiratori, basandosi molto anche
sull'opera di Schopenhauer. Si laureò con una tesi su Spinoza eproseguendo poi
la sua carriera in ambito universitario divenendo dapprima assistente e poi
direttore della biblioteca. Divenne membro della Società italiana per gli studi
filosofici e psicologici e dell'Università Cattolica del Sacro Cuore da poco
fondata a Milano da Gemelli. Grazie all'influsso di Gemelli, Padovani iniziò a
collaborare anche con la "Rivista di filosofia neoscolastica" di cui
divenne ben presto uno dei principali rappresentanti. Venne nominato professore di filosofia della
religione e anche supplente di Introduzione alla storia delle religioni. In
seguito alla riforma Vecchi, si trasferì a Padova dove divenne professore di
filosofia morale, avendo per college Olgiati col quale dimostrò una particolare
sintonia. Sempre affiancato da Gemelli,
anche durante gli anni della Seconda guerra mondiale riunì presso la propria
casa di Milano diversi intellettuali cattolici avversi al fascismo (noti col
nome di "Gruppo di Casa Padovani") come Dossetti eFanfani. Si
avvicinò durante questi stessi anni al pensiero filosofico e teologico di Gemelli
che puntava ad un rinnovamento attivo teorico e morale, affiancando personaggi
del calibro di Giacon, Stefanini, Guzzo e Battaglia, coi quali diede vita al
Centro di studi filosofici di Gallarate da cui poi scaturirà il cosiddetto
"Movimento di Gallarate" per il dialogo aperto tra i filosofi. Quando
Sciacca fondò il "Giornale di metafisica" egli ne fu il primo
redattore. Venne accolto come professore
di filosofia morale e filosofia teoretica a Padova. Morì ia Gaggiano. Volle per sua espressa
volontà che la notizia della sua morte fosse resa pubblica a sepoltura avvenuta
come estremo esempio della propria esistenza di stampo ascetico, come tale era
stata la sua scelta di non sposarsi. Il
pensiero filosofico La tomba di
Elisabetta Rossati, madre di Umberto Antonio Padovani e figura ispiratrice del
suo pensiero filosofico e teologico. È sepolta nel piccolo cimitero di San Vito
di Gaggiano (MI) Durante gli anni del suo insegnamento a Milano, l'attività
filosofica fu particolarmente prolifica: egli iniziò col pubblicare “Il
problema fondamentale della filosofia di Spinoza” (Milano), poi Vito Fornari.
Saggio sul pensiero religioso in Italia nel secolo XIX (Milano), “Gioberti e il
cattolicesimo” (Milano) e “Schopenhauer. L’ambiente, la vita, le opera”
(Milano). In questi scritti egli dimostrò di saper guardare attentamente non
solo alla storia della filosofia, ma anche alle suggestioni provenienti da
altri panorami filosofici e religiosi. Pubblicò il testo più importante del suo
pensiero filosofico, “La filosofia della religione e il problema della vita”
(riedito “Il problema religioso nel pensiero occidentale”), dove per la prima
volta delineò chiaramente la matrice del suo pensiero, ovvero che la religione
era l'unica strada per risolvere il problema esistenziale della vita, ovvero il
male, elemento che limita le possibilità umane, rileggendo in questo la
struttura originale della storiografia filosofica e della metafisica
classica. Con la pubblicazione del suo
Filosofia della storia, egli si espresse anche riguardo allo studio della storia,
il quale s ci rivela quotidianamente il male, ovvero i limiti dell'uomo
rispetto al mondo che lo circonda, ma non è in grado (come del resto la
filosofia) di fornire soluzioni. Tali soluzioni possono pervenire unicamente
dalla teologia, magari nella sua declinazione di teologia della storia. Questo
pensiero si acuì particolarmente con una riflessione anche sulla morte negli
ultimi anni, in particolare dopo la morte della madre Elisabetta col quale egli
aveva sempre avuto un forte legame.
Altre opere: – Grice: “Cf.
Hampshire’s Spinoza”) Milano, Vito Fornari; “Saggio sul pensiero in
Italia,”Milano, “La storia della
filosofia con particolare riguardo ai problemi politici, morali e religiosi,”
Como, “Aquino nella storia della cultura” (Como); “Il fondamento e il contenuto
della morale” (Como); “Filosofia e teologia della storia” (Como); “Sommario di
storia della filosofia,” Roma, P. Faggiotto,Padova A. Cova, Storia dell’Università
cattolica del Sacro Cuore, Milano A. M. Moschetti, Cercatori dell’assoluto:
maestri nell'Ateneo padovano, Santarcangelo di Romagna Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. And then there’s Pagani:
essential Italian philosopher difficult to find. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Padovani,” The Swimming-Pool Library.
PAGANINI. (Lucca).
Filosofo. Grice:
“Paganin must be the only Italian philosopher who reads La Divina Commedia
philosophically!” -- Grice: “Strawson
never read Paganini’s ‘cosmological’ tract on ‘spazio’ but he should, obsessed
as he was with spatio-temporal continuity. Grice: “I’ll never forget
Shropshire’s proof of the immortality of the human soul – He told me he
basically drew it from an obscure tract by Paganini, as inspired by the death
of Patroclus – Paganini’s tract actually features one of my pet words. He
speaks of the ‘domma’ of the ‘immotalita dell’anima umana’ – Brilliant!” -- essential
Italian philosopher.Lucca stava passando dalla reggenza austriaca seguita al
collasso napoleonico al diventare capitale del borbonico Ducato di Lucca. Compì
l'intero corso dei suoi studi a Lucca, dedicandosi, fin dai tempi delle scuole
secondarie, alla filosofia. Insegnò filosofia negli istituti secondari
lucchesi. Prtecipò alla prima guerra d'indipendenza. Dopo la fine della guerra,
col l'annessione del Ducato di Lucca da parte del Granducato di Toscana fu
nominato docente nell'ateneo lucchese. In questo ufficio fu difensore della
dottrina rosminiana e nonostante venisse sorvegliato dalla polizia il governo
decise poi di offrirgli una cattedra a Pisa a seguito dei buoni uffici di Rosso.
Gli ultimi anni della sua vita furono rattristati da due avvenimenti; la
espulsione dai seminari ecclesiastici di discepoli a lui carissimi, perché rei
di professare le dottrine del Rosmini e la condanna di certe proposizioni tolte
ad arbitrio e senza critica dalle molte opere del filosofo di Rovereto. Morì a
Pisa. Annuario della R. Pisa per l’anno accademico . sba.unipi/it/risorse/archivio-fotografico/persone-in-archivio/paganini-carlo-pagano
Opere.
PAGANO. (Brienza).
Filosofo. Essential
Italian philosopher. Fu uno dei maggiori esponenti
dell'Illuminismo ed un precursor edel positivismo, oltre ad essere considerato
da Pessina l'iniziatore della scuola storica napoletana del diritto. Personaggio
di spicco della Repubblica Partenopea, le sue arringhe contornate di citazioni
filosofiche gli valsero il soprannome di "Platone di Napoli". Nato a
Brienza, piccolo centro del Principato Citra ( in Basilicata), da una famiglia
di notai, si trasferì a Napoli dopo la
morte del padre, stabilendosi presso lo zio Nicola. Ultimò gli studi classici
sotto l'egida di Angelis, da cui apprese anche gli insegnamenti di latino,
greco, ebraico e frequentò i corsi universitari, conseguendo la laurea con il “Politicum
universae Romanorum nomothesiae examen,” dedicato a Leopoldo di Toscana ed
all'amico grecista Glinni di Acerenza. Fu, inoltre, allievo di Genovesi, il cui
insegnamento fu fondamentale per la sua formazione, e amico di Filangieri con
cui condivise l'iscrizione alla massoneria. Appartenne a “La Philantropia,” loggia
della quale fu maestro venerabile. Inoltre, i proventi dell'attività di avvocato
criminale gli consentirono di acquistare un terreno all'Arenella, dove costituì
una sorta di accademia, alla quale partecipava, tra gli altri, Cirillo.
Ebbe la cattedra di etica, poi quella di diritto criminale a Napoli,
distinguendosi come avvocato presso il tribunale dell'Ammiragliato (di cui
diventò poi giudice) nella difesa dei congiurati anti-borbonici della Società
Patriottica Napoletana Deo, Galiani e Vitaliani pur non riuscendo ad evitarne
la messa a morte. Fu incarcerato in seguito ad una denuncia presentata contro
di lui da un avvocato condannato per corruzione che lo aveva accusato di
cospirare contro la monarchia ma venne liberato per mancanza di prove.
Scarcerato riparò clandestinamente a Roma, dove venne accolto positivamente dai
membri della Repubblica Romana, dove ricevette la cattedra di Diritto nel
Collegio Romano, accontentandosi di un compenso che gli garantiva il minimo
indispensabile per vivere. Tra i suoi seguaci e allievi, il rivoluzionario Galdi. La libertà è la
facoltà dell'Uomo di valersi di tutte le sue forze morali e fisiche come gli
piace, colla sola limitazione di non impedir agli altri di far lo stesso -- Costituzione
Napoletana. Il Giudice Speciale lo schernisce dopo avergli letto la sentenza di
morte. Ritratto di Giacomo Di Chirico. Lasciata Roma, si spostò per un breve
periodo a Milano e, dopo la fuga di Ferdinando IV a Palermo, fece ritorno a
Napoli, divenendo uno dei principali artefici della Repubblica Napoletana, quando
il generale Championnet lo nominò tra
quelli che dovevano presiedere il governo provvisorio. La vita della
repubblica fu corta e molto difficile. Mancava l'appoggio del popolo, alcune
province erano ancora estranee all'occupazione francese e le disponibilità
finanziarie erano sempre limitate a causa delle sovvenzioni alle campagne
napoleoniche. In questo breve lasso di tempo, ebbe tuttavia modo di poter
realizzare alcuni progetti. Importanti in questo periodo furono le sue proposte
sulla legge feudale, in cui si mantiene su posizioni piuttosto moderate e il
progetto di Costituzione della Repubblica Napoletana. Essa per la prima volta
stabiliva la giurisdizione esclusiva dello Stato sui diritti civili e, tra le
altre cose, prevedeva il decentramento amministrativo della città. La carta
elaborata da Pagano prevedeva inoltre l'istituzione dell'eforato, precursore
dell'odierna Corte Costituzionale. Il suo progetto rimase tuttavia inapplicato
a causa dell'imminente restaurazione borbonica. Pagano si distinse sostenendo
altre leggi di capitale importanza come quella sull'abolizione dei fedecommessi
(10 febbraio), sull'abolizione delle servitù feudali (5 marzo), del testatico, della
tortura. Con la caduta della Repubblica,
dopo aver imbracciato le armi che
difesero strenuamente gli ultimi fortilizi della città assediati dalle truppe
borboniche, venne arrestato e rinchiuso nella "fossa del
coccodrillo", la segreta più buia e malsana del Castel Nuovo. Venne in
seguito trasferito nel carcere della Vicaria e ai primi di agosto nel Castel
Sant'Elmo. Giudicato con un processo sbrigativo e approssimato, venne
condannato a morte per impiccagione. A nulla era valso l'appello di clemenza da
parte dei regnanti europei, tra cui lo zar Paolo I, che scrisse al re
Ferdinando: «Io ti ho mandato i miei battaglioni, ma tu non ammazzare il fiore
della cultura europea; non ammazzare Mario Pagano, il più grande giurista dei
nostri tempi». Fu giustiziato in Piazza Mercato, assieme ad altri repubblicani
come Domenico Cirillo, Giorgio Pigliacelli e Ignazio Ciaia. Secondo Giuseppe
Poerio, Pagano, salendo sul patibolo, pronunciò la seguente frase: «Due
generazioni di vittime e di carnefici si succederanno, ma l'Italia, o signori,
si farà.» Pensiero Proclami e sanzioni della Repubblica napoletana,
aggiuntovi il progetto di Costituzione di Mario Pagano, Colletta, Il pensiero
di Pagano, giurista, filosofo, letterato, esponente fra i più rilevanti
dell'Illuminismo meridionale, merita di essere preso in esame dalla nostra
prospettiva per la visione consegnata ai Saggi politici, un'opera a carattere a
un tempo filosofico, politico, storico e di filosofia della storia, che può
definirsi di ‘filosofia civile' per l'ispirazione complessiva e il disegno di
fondo in cui i diversi elementi della sua multiforme natura sono orientati
verso un unico obiettivo. E anche per la filosofia politica, che emerge in
tutta la sua peculiarità da un lavoro pur dai caratteri tecnici obbligati come
il Progetto di Costituzione della Repubblica napoletana, da lui personalmente
redatto. Opere: “FBurgentini Politicum universae Romanorum nomothesiae
examen libro singulari in treis parteis diviso comprehensum” (Neapoli, Josephus
Raymundus jure legitimeque excudebat); “Oratio ad comitem Alexium Orlow virum
immortalem victrici moschorum classi in expeditione in mediterraneum mare summo
cum imperio praefectum”; “Gli Esuli tebani. Tragedia” (Napoli); “Contro Sabato
Totaro, reo dell'omicidio di D. Giuseppe Gensani in grado di nullità aringo”
(Napoli); “Il Gerbino tragedia” e “Agamennone monodramma-lirico” (Napoli, presso
i Fratelli Raimondi); “Considerazioni sul processo criminale (Napoli, Stamperia
Raimondiana); “Ragionamento sulla libertà del commercio del pesce in Napoli.
Diretto al Regio Tribunale dell'Ammiragliato e Consolato di Mare” (Napoli); “Corradino
tragedia” (Napoli, presso Filippo Raimondi); “De' saggi politici”(Napoli, a spese
di Filippo Raimondi); “L' Emilia. Commedia” (Napoli, presso Filippo Raimondi);
“Saggi politici de' principii, progressi e decadenza della società” (Napoli); “Discorso
recitato nella Società di Agricoltura, Arti e Commercio di Roma nella pubblica
seduta del di 4 complementario anno 6° della libertà, Roma, presso il cittadino
V. Poggioli. “Considerazionisul processo criminale, Milano, nella Tipografia
Milanese di Tosi e Nobile contrada nuova); “Principj del codice penale e logica
de' probabili per servire di teoria alle pruove nei giudizj criminali”; “principj
del codice di polizia, Napoli, dalla tipografia di Raffaele Di Napoli, Le opere
teatrali non furono mai rappresentate in
pubblico, mentre sembra che l'autore soleva metterle in scena privatamente
nella sua casa dell'Arenella. Sono caratterizzate da temi prevalentemente
sentimentali mascherando i temi civili che pur in esse erano presenti, con
funzione quindi pedagogica nei confronti del popolo. Intitolazioni e
dediche Statua di Mario Pagano a Brienza (PZ) Al giurista lucano sono
state dedicate alcune opere letterarie come Catechismo repubblicano in sei
trattenimenti a forma di dialoghi di Francesco Astore e Mario Pagano, ovvero,
della immortalità di Terenzio Mamiani. Nella Corte d'Assise di Potenza fu
collocato un busto marmoreo in suo onore, opera di Antonio Busciolano. Gli venne
dedicato il Convitto nazionale Mario Pagano di Campobasso, con regio decreto
firmato da Vittorio Emanuele II. Alcune logge massoniche furono intitolate a
suo nome, come quella di Lecce, nata nel 1864, e di Potenza, sorta nel 1886.
Nel Venne inaugurato un busto in marmo ai giardini del Pincio (Roma),
realizzato da Giuseppe Guastalla. Il suo personaggio apparve nel film Il resto
di niente di Antonietta De Lillo, interpretato da Mimmo Esposito. Elio Palombi,
Pagano e la scienza penalistica del secolo XIX, Giannini, Fulvio Tessitore,
Comprensione storica e cultura, Guida, Petronilla Reina Gorini, Ricordanze di
trenta illustri italiani, Minerva, Nico Perrone, La Loggia della Philantropia.
Un religioso danese a Napoli prima della rivoluzione. Con la corrispondenza
massonica e altri documenti, Palermo, Sellerio, A. Pace, Annuario, Problemi
pratici della laicità agli inizi del secolo Wolters Kluwer Italia, Mario D'Addio,
Le Costituzioni italiane:Colombo, Ottorino Gurgo, Lazzari: una storia napoletana,
Guida, Saverio Cilibrizzi, I grandi Lucani nella storia della nuova Italia,
Conte, Alessandro Luzio, La massoneria e il Risorgimento italiano: saggio
storico-critico, Volume 1, Forni, Vittorio Prinzi, Tommaso Russo, La massoneria
in Basilicata, FrancoAngeli, Carlo Colletta , Proclami e sanzioni della
repubblica napoletana, aggiuntovi il progetto di Costituzione di Mario Pagano, Napoli,
Stamperia dell'Iride, Dario Ippolito, Pagano: il pensiero giuspolitico di un
illuminista, Torino, Giappichelli Editore, Nico Perrone, La Loggia della
Philantropia. Un religioso danese a Napoli prima della rivoluzione, Palermo,
Sellerio, Franco Venturi , Illuministi italiani, tomo V, Riformatori napoletani,
Milano-Napoli, Ricciardi,Repubblica Napoletana Repubblicani napoletani
giustiziati Emanuele De Deo. Francesco
Mario Pagano, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
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Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Francesco Mario Pagano, in Dizionario di
storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .
Francesco Mario Pagano, in Dizionario biografico degli italiani,
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Opere di Francesco Mario Pagano, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Opere Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. Considerazioni sul processo criminale, su
trani-ius. Progetto di Costituzione della Repubblica Napoletana, su
repubblicanapoletana. Principii del codice penale, su trani-ius. Relazione al
Convegno di Brienza su Mario Pagano, del 25-27 ottobre 1999, su trani-ius.
PAGGI. (Siena).
Filosofo. Grice:
“C. of E. folks are all over the place – but how many of them actually KNOW
Hebrew!?”” -- essential Italian philosopher.Angelo Paggi, nato Mordecai Paggi
(Siena), filosofo. Insegnò a Lasinio, Tortoli e a Ricci. Svolse per diversi
anni l'attività di mercante nella sua città natale. Abbandonò il commercio ed
aprì un istituto.. Fu insegnante ed educatore nello stesso istituto,
sviluppando un metodo logico, facile ed ameno insieme. Cambiò nome da Mordecai
ad Angelo. La Comunione israelita lo
volle a Firenze, dove Paggi si trasferì con la moglie e i cinque figli. Insegnò
nelle Pie Scuole fiorentine, mentre i figli Alessandro e Felice avviarono una
casa editrice. Tra i testi pubblicati vi furono anche le opere del padre,
apparse nella collana «Biblioteca Scolastica». Scrisse inoltre una grammatica e
un lessico ebraici per i suoi figli. Per opera della moglie Benvenuta Bemporad,
sorse a Firenze un istituto, diretto dalle figlie Olimpia ed Ottavia. G.
Bedarida, Ebrei d'Italia, Livorno, Società editrice Tirrena, Maria Jole
Minicucci, Una libreria fiorentina del Risorgimento, Firenze, Cartografica Sergio
Ciulli e F.lli s.n.c., Jewish Encyclopedia.
PAGLIARO.
(Mistretta). Filosofo. Essential Italian philosopher. Linceo. Fu uno dei fondatori della scuola di romana. Fra i padri della
semiologia, ha introdotto gli studi sul pensiero linguistico. Dopo il
diploma al Regio Ginnasio di Mistretta, si iscrisse al corso di laurea a Palermo,
dove ebbe, tra gli altri, come docenti Nazari, Pitrè, Gentile e Guastella. Si
trasferì poi a Firenze dove subì l'influenza di Vitelli, Antoni e Pistelli. Partecipò
volontario come sottotenente del Corpo degli arditi, e fu insignito della
medaglia d'argento al valor militare. Si iscrisse all'Associazione Nazionalista
Italiana e prese parte all'Impresa di
Fiume al seguito di D'Annunzio. Si laureò discutendo con Parodi e Pasquali la tesi Il digamma in Omero. Trascorse
un periodo di studio in Germania, seguendo corsi di linguistica latina di Meister.
Seguì i corsi di Kretschmer a Vienna. Ritornato in Italia, conseguì la libera
docenza in indoeuropeistica, quindi fu chiamato da Ceci ad insegnare, per
incarico, storia comparata delle lingue romanzi a Roma. Vinto un concorso a
cattedre, divenne ordinario di glottologia, nuova disciplina che ereditava il
corso di Storia comparata delle lingue romanzi. Insegnò anche "Storia e
dottrina del fascismo" e
"Mistica fascista.” Aderì al Partito nazionale fascista e ne fu uno degli
intellettuali di spicco, presiedendo anche alcune edizioni dei Littoriali della
cultura, che ogni anno raccoglievano i migliori universitari italiani. Fu primo
capo redattore dell'Enciclopedia Italiana, dove curò numerose voci, fin quando
non entrò in contrasto con il conterraneo Gentile, che dirigeva l'opera. Non
figura tra gli accademici d'Italia, ma fu eletto al Consiglio superiore
dell'educazione, dove rimase fino allo scioglimento. Fu voluto da
Mussolini alla guida del “Dizionario di politica” dell'Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, una ponderosa opera che raccolse le migliori
intelligenze del fascismo, ma anche qualche intellettuale "eretico".
Il suo nome compare tra i 360 docenti universitari che aderirono al Manifesto
della razza, premessa alle successive leggi razziali fasciste, anche Mauro
scrive che egli dissentì dalla politica razziale del fascismo. Con la caduta
del Regime fascista, fu sospeso ndall'insegnamento. Reintegrato nnella
cattedra, insegnò Filosofia del linguaggio a Roma. Fu presidente della
sezione "Archeologia, Filologia, Glottologia" della Società Italiana
per il Progresso delle Scienze. Fu presidente del Consiglio Superiore
della Pubblica Istruzione e prima socio corrispondente poi, socio nazionale
dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Fu anche direttore editoriale, per la
Fabbri Editori, della Enciclopedia di Scienze e Arti. Fu rieletto, con
larghissimi consensi, al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, dove rimase
fino al 1969. Fu nel comitato scientifico dell'Istituto nazionale di studi
politici ed economici. Fu promotore e direttore della rivista Ricerche
linguistiche e presiedette la sezione filologica del Centro di studi filologici
e linguistici siciliani. Fu candidato alla Camera per il Partito
Monarchico Popolare nella circoscrizione Sicilia orientale e al Senato nel collegio Roma IV , ma non fu
eletto. La Rai trasse un sorprendente sceneggiato per la televisione da un suo
testo che dava una nuova interpretazione della vicenda di Alessandro Magno. Fu
membro della giuria del premio Marzotto. Lasciò anticipatamente l'insegnamento
universitario. Palermo e la città di Mistretta hanno istituito, in sua memoria,
il “Pagliaro”. Ha esplorato soprattutto l'antico e medio persiano, la
lingua della Grecia classica, quindi il latino classico e medievale, nonché
l'italiano dei tempi di Dante cui ha dedicato varie operee della scuola
siciliana. Come critico letterario e glottologo, diede nuove, originali
interpretazioni di Vico, D'Annunzio e Pirandello. In ambito linguistico,
già nel suo Sommario di linguistica ario-europea, che comprendeva oltre le
lezioni dei suoi corsi universitari anche innovative linee di ricerca e nuove
idee, delinea una nuova prospettiva di approccio e di indagine delle varie
questioni linguistiche la quale viene condotta parallelamente ad un confronto
storico-critico con l'evoluzione del pensiero filosofico dalla grecità alla
filosofia classica tedesca. Al contempo, Pagliaro abbozzava in esso prime idee
sulla natura del linguaggio inteso fondamentalmente come tecnica espressiva,
allontanandosi così dall'idealismo crociano per avvicinarsi piuttosto al
positivismo, ed analizzando in modo approfondito, ma al contempo
trasversalmente alle varie discipline, la natura e la struttura dell'atto
linguistico fra due inter-locutori basandosi sia sull'indagine semantica
(mediante un metodo che egli chiama "critica semantica") che
sull'interpretazione storico-critica, fino a considerare il linguaggio come una
forma di inter-azione semiotica condizionata storicamente da una tecnica funzionale,
la lingua. Nel simbolismo linguistico (soprattutto fonetico) poi, afferma Pagliaro
ne” Il segno vivente” riecheggiano non solo l'individualità ed il vissuto
dell'inte-rlocutore ma anche la storia dell'intera umanità a cui egli
appartiene come "soggetto storico". In estrema sintesi, si può
dire che la sua teoria linguistica è una posizione unificata tra lo
strutturalismo saussuriano e l'idealismo hegeliano. Opere: “Epica e
romanzo nel Medioevo Persiano,” G.C. Sansoni, Firenze, “Sommario di linguistica
ario-europea,” Libreria di Scienze e Lettere Dott. G. Bardi, Roma, “Il fascismo:
commento alla dottrina,” Libreria di Scienze e Lettere Dott. G. Bardi, Roma, “La
lingua dei Siculi,” Tip. Enrico Ariani, Firenze, “Il fascismo contro il
comunismo,” F. Le Monnier, Firenze, “La
scuola fascista,” A. Mondadori, Milano, “Dizionario di Politica,” Istituto
dell'Enciclopedia Italiana G. Treccani, Roma, “Insegne e miti: teoria dei
valori politici,” F. Ciuni Editore, Palermo, “Il fascismo nel solco della
storia, Società Editrice del Libro Italiano, Roma, Le Iscrizioni Pahlaviche
della Sinagoga di Dura-Europo, Pubblicazioni della R. Accademia d'Italia, Roma,.”Storia
e Dottrina del fascismo,” Tip. R. Pioda, Roma, “Teoria dei valori politici,” F.
Ciuni Editore, Palermo, “Logica e grammatica, Tipografia del Senato del Dott.
G. Bardi, Roma, Il canto V dell'"Inferno", C. Signorelli, Milano, “Il
segno vivente,” Edizioni ERI-RAI, Torino, “Saggi di critica semantica,” G.
D'Anna, Messina-Firenze, Il contrasto di Cielo d'Alcamo e poesia popolare, Tip.
G. Mori & figli, Palermo, Linguistica della "parola", G.
D'Anna, Messina-Firenze, “Nuovi saggi di critica semantica,” G. D'Anna,
Messina-Firenze, “I primordi della lirica popolare in Sicilia,” G.C. Sansoni,
Firenze, “La Barunissa di Carini: stile e struttura, G.C. Sansoni, Firenze,
“Filosofia del linguaggio,” Edizioni dell'Ateneo, Roma, “La parola e
l'immagine,” Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, Poesia giullaresca e poesia popolare, G.
Laterza & figli, Bari, “La dottrina linguistica di Vico,” Atti
dell'Accademia Nazionale dei Lincei (Memorie della Classe di Scienze morali,
storiche e filosofiche), Roma, Storia della letteratura persiana, La Nuova
Italia, Firenze, Il Canto XIX dell'Inferno, F. Le Monnier, Firenze, “Altri
saggi di critica semantica,” G. D'Anna, Messina-Firenze, Linee di storia linguistica dell'Europa,” Edizioni
dell'Ateneo, Roma, “L'unità ario-europea: corso di Glottologia,” Edizioni
dell'Ateneo, Roma, Ulisse. Ricerche semantiche sulla Divina Commedia, G. D'Anna, Messina-Firenze, “Forma e
Tradizione,” Flaccovio, Palermo, “La forma linguistica,” Rizzoli, Milano, Vocabolario
etimologico siciliano, Pubblicazioni del Centro di studi filologici e linguistici
siciliani, Palermo, Storia della linguistica, Novecento Editore, Palermo. Commento
incompiuto all'Inferno di Dante. Canti I-XXVI, Casa Editrice Herder, Roma,, F.
Le Monnier, Firenze, F. Le Monnier, Firenze, Romanzi Ceneri sull'olimpo, G.C.
Sansoni, Firenze,Alessandro Magno, Edizioni ERI-RAI, Torino, Ironia e verità,
Rizzoli, Milano (raccolta di elzeviri). Medaglia d'argento al valor militare nastrino
per uniforme ordinaria Medaglia d'argento al valor militare «Sottotenente di
complemento, 32º reggimento di fanteria Aiutante maggiore in 2a in un battaglione
di riserva, vista ripiegare una nostra colonna d'attacco, riordinava i
ripiegandi e li guidava al contrattacco, respingeva il nemico che già aveva
occupato un tratto della nostra linea. In un successivo attacco, sotto un
intenso bombardamento e il fuoco di mitragliatrici avversarie, dava mirabile
esempio di coraggio e di fermezza indirizzando intelligentemente i rinforzi nei
punti più minacciati e facilitando così la conquista di ben munite e
contrastate posizioni.» — Monte Asolone. Cfr. M. Palo, S. Gensini , Saussure e
la scuola linguistica romana: da Pagliaro a Mauro, Carocci Editore, Roma,
. La scuola linguistica romana. Cfr. A. Pedio,
La cultura del totalitarismo imperfetto, Unicopli, Milano, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Cfr. Gabriele Turi, Sorvegliare e premiare. L'Accademia d’Italia,
Viella, Roma, Cfr. Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Cfr. A. Pedio, La cultura del totalitarismo
imperfetto, Unicopli, Milano, Cit. Cfr.
Riunioni Del Secolo XX Cfr. Riunioni
Accademia Nazionale dei Lincei Centro di
studi filologici e linguistici siciliani » La storia, su csfls. Cfr. Mininterno
Camera Mininterno Senato
//opar.unior/386/1/Filologia_dantesca_di_Pagliaro.pdf Cfr. D. Cesare, "Premessa", Lumina.
Rivista di Linguistica Storica e di Letteratura Comparata, Cfr. pure E. Salvaneschi, "Su Attila Fáj,
maestro di «molti paragoni»", Campi immaginabili. Rivista semestrale
di cultura, Cfr. Tullio De Mauro, Prima lezione sul linguaggio, Editori
Laterza, Roma-Bari, Tullio De Mauro, La fede del diavolo Istituto Nastro Azzurro Studia classica et orientalia. Oblate, Casa
Editrice Herder, Roma, Münster, M. Palo, Stefano Gensini , Saussure e la scuola
linguistica romana. Da Pagliaro a Mauro,
Carocci Editore, Roma, A. Vallone, "La „Lectura Dantis” di Antonino
Pagliaro", in Deutsches Dante-Jahrbuch, Edited by Christine Ott, Walter
Belardi: studi latini e romanzi in memoria di Antonino Pagliaro, Pubblicazioni
del Dipartimento di Studi glottoantropoligici dell'Roma La Sapienza, Roma, Aldo
Vallone, Enciclopedia Dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana G.
Treccani, Roma, M. Durante, T. De Mauro, B. Marzullo, Pubblicazioni
dell'Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Palermo, Palermo, Giuliano
Bonfante, Antonino Pagliaro, Pubblicazioni dell'Accademia Nazionale dei Lincei,
Roma, Walter Belardi, Pagliaro nel pensiero critico del Novecento, Casa
Editrice Il Calamo, Roma, D. Di Cesare , Storia della filosofia del linguaggio,
Carocci Editore, Roma, Tullio De Mauro, Lia Formigari (Eds.), Italian Studies
in Linguistic Historiography. Proceedings of the International Conference in
Honour of Pagliaro. Rome, Nodus Publikationen, Münster, A. Pedio, La cultura
del totalitarismo imperfetto. Il Dizionario di politica del Partito nazionale
fascista, prefazione di A. Lyttelton, Unicopli, Milano, A. Tarquini, Il Gentile
dei fascisti: gentiliani e antigentiliani nel regime fascista, Società editrice
il Mulino, Bologna, A. Battistini, Gli
studi vichiani di Pagliaro, Guida
Editori, Napoli, Tullio De Mauro, Dizionario biografico degli italiani, Roma, ,
su treccani. Enciclopedia Italiana
Dizionario di Politica Linguistica Semiologia Filologia TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Opere
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere dLa Scuola linguistica romana, su rmcisadu.let.uniroma1.
Palazzani
essential Italian philosopher female?
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