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Tuesday, June 22, 2021

Grice e Casalegno

 FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO – PAOLO CASALEGNO + DISPENSE.INTRODUZIONEPlatone, Socrate, MedioevoPREMESSAPARADIGMA CLASSICO DEL 900FregeRussellWi�gensteinTarskiQuinePutnamFREGESENSO E SIGNIFICATOENUNCIATI DI IDENTITÀ (A=A/A=B)TERMINI SINGOLARI (NOMI PROPRI e DESCRIZIONI DEFINITE)ENUNCIATIPREDICATIPRINCIPI (del CONTESTO, di COMPOSIZIONALITÀ e di SOSTITUIBILITÀ)QUANTIFICATORIRUSSELLLE DESCRIZIONIDESCRIZIONI INDEFINITEWITTGENSTEINSTATI DI COSEIMMAGINEFATTORAFFIGURAZIONEFUNZIONI DI VERITÀCONNETTIVI PROPOSIZIONALITAUTOLOGIECONTRADDIZIONI TAVOLE DI VERITÀLA NOZIONE DI VERITÀ IN LOGICA.TARSKILINGUAGGIO OGGETTO e METALINGUAGGIODEFINIRE LA VERITÀCONVENZIONE VCOSTANTI (INDIVIDUALI, PREDICATIVE e LOGICHE)SIMBOLI AUSILIARISODDISFACIMENTOPARADOSSIVERITÀ RELATIVA AD UN MODELLOCARNAPDESCRIZIONI DI STATOESTENSIONE e INTENSIONEPOSSIBILITÀ e NECESSITÀ LOGICHEKRIPKEVERITÀ LOGICAMODELLO KVERBI DI CREDENZADEISSI (o INDICALI)QUINEDUE DOGMI DELL’EMPIRISMOANALITICO / SINTETICORIDUZIONISMOREGOLE SEMANTICHETEORIA DELLA VERIFICAZIONE Questa pagina non è visibile nell’anteprima Non perderti parti importanti! Questa pagina non è visibile nell’anteprima Non perderti parti importanti! - il significato non può essere rido�o ad un insieme di CDV.OBIEZIONE #1.Essa si basa sulla constatazione ovvia che esistono espressioni che, pur avendo significato, non sono enuncia� e quindi non gli si possono a�ribuire CDV. Tra di esse troviamo:- espressioni ben formate che non sono complete, come ad ex. “Tu� gli studen� che hanno superato la prova”- frasi complete come le INTERROGATIVE e le IMPERATIVE, come ad ex. “Dov’è l’ombrello?” o “Mi por� il conto!”Cosa si può rispondere a questa obiezione???Che la NDV di una teoria del significato ne resta comunque la nozione centrale, poiché anche il significato delle espressioni che non sono enuncia� ha a che fare con la verità. Inoltre, non è possibile spiegare in cosa consista per una parola essere nome di qualcosa se non presupponendo la NDV. Ancora, la teoria del significato deve fare in ogni caso appello alla NDV nell’analisi delle parole singole.Questa linea argomenta�va risale a Frege e si può applicare anche alle espressioni complesse. Rifle�endoci, ci si può convincere che la nostra capacità di capire ed usare frasi interroga�ve ed impera�ve dipende dalla nostra capacità di usare il linguaggio per descrivere il mondo. E ciò comporta sapere quando una descrizione è appropriata o meno. OBIEZIONE #2.Essa consiste nel sostenere che la nozione di CDV non è sufficiente per un’analisi adeguata del significato degli enuncia�. Concentrando l’a�enzione sulle CDV si privilegia uno solo degli scopi del linguaggio. Per cui, se si decide di ignorare i vari usi cui gli enuncia� possono essere adibi� per concentrarsi sul loro ruolo di veicoli di informazione, il linguaggio appare impoverito. Poi, però, bisogna convincersi che anche da questo punto di vista le cose sono molto più complicate, per due mo�vi:- parlando, dobbiamo sempre tener conto della situazione in cui ci troviamo. Ci sono regole precise di costruzione del discorso e per sapere questo, conoscere le CDV non basta. - le CDV sono considerate di solito come qualcosa di fisso e stabile. Se il contenuto informa�vo degli enuncia� dipendesse dalle CDV dovrebbe essere a sua volta stabile. In realtà, varia col variare dei contes�.Restano aperte solo due opzioni:- respingere la nozione di CDV- amme�ere che gli enuncia� abbiano CDV che corrispondono al loro SIGNIFICATO LETTERALERISPOSTA = evocate la dis�nzione tra SEMANTICA e PRAGMATICA che risale a MORRIS.Secondo Morris, lo studio di una lingua si compone di:SINTASSI che riguarda i segni in quanto tali;SEMANTICA che riguarda il significato dei segni;PRAGMATICA che riguarda gli impieghi concre� dei segniL’obiezione, dunque, sembra confondere SEMANTICA e PRAGMATICA. Siamo nella direzione giusta, ma serve qualche integrazione. Qualcuno potrebbe riba�ere che tu�o ciò si riduce ad una mera definizione. Il problema è se questo modo di circoscrivere la seman�ca sia gius�ficato. So�olineiamo due pun�:- non si è tenu� a rendere conto di tu� gli usi possibili del linguaggio - il significato non può essere rido�o ad un insieme di CDV.OBIEZIONE #1.Essa si basa sulla constatazione ovvia che esistono espressioni che, pur avendo significato, non sono enuncia� e quindi non gli si possono a�ribuire CDV. Tra di esse troviamo:- espressioni ben formate che non sono complete, come ad ex. “Tu� gli studen� che hanno superato la prova”- frasi complete come le INTERROGATIVE e le IMPERATIVE, come ad ex. “Dov’è l’ombrello?” o “Mi por� il conto!”Cosa si può rispondere a questa obiezione???Che la NDV di una teoria del significato ne resta comunque la nozione centrale, poiché anche il significato delle espressioni che non sono enuncia� ha a che fare con la verità. Inoltre, non è possibile spiegare in cosa consista per una parola essere nome di qualcosa se non presupponendo la NDV. Ancora, la teoria del significato deve fare in ogni caso appello alla NDV nell’analisi delle parole singole.Questa linea argomenta�va risale a Frege e si può applicare anche alle espressioni complesse. Rifle�endoci, ci si può convincere che la nostra capacità di capire ed usare frasi interroga�ve ed impera�ve dipende dalla nostra capacità di usare il linguaggio per descrivere il mondo. E ciò comporta sapere quando una descrizione è appropriata o meno. OBIEZIONE #2.Essa consiste nel sostenere che la nozione di CDV non è sufficiente per un’analisi adeguata del significato degli enuncia�. Concentrando l’a�enzione sulle CDV si privilegia uno solo degli scopi del linguaggio. Per cui, se si decide di ignorare i vari usi cui gli enuncia� possono essere adibi� per concentrarsi sul loro ruolo di veicoli di informazione, il linguaggio appare impoverito. Poi, però, bisogna convincersi che anche da questo punto di vista le cose sono molto più complicate, per due mo�vi:- parlando, dobbiamo sempre tener conto della situazione in cui ci troviamo. Ci sono regole precise di costruzione del discorso e per sapere questo, conoscere le CDV non basta. - le CDV sono considerate di solito come qualcosa di fisso e stabile. Se il contenuto informa�vo degli enuncia� dipendesse dalle CDV dovrebbe essere a sua volta stabile. In realtà, varia col variare dei contes�.Restano aperte solo due opzioni:- respingere la nozione di CDV- amme�ere che gli enuncia� abbiano CDV che corrispondono al loro SIGNIFICATO LETTERALERISPOSTA = evocate la dis�nzione tra SEMANTICA e PRAGMATICA che risale a MORRIS.Secondo Morris, lo studio di una lingua si compone di:SINTASSI che riguarda i segni in quanto tali;SEMANTICA che riguarda il significato dei segni;PRAGMATICA che riguarda gli impieghi concre� dei segniL’obiezione, dunque, sembra confondere SEMANTICA e PRAGMATICA. Siamo nella direzione giusta, ma serve qualche integrazione. Qualcuno potrebbe riba�ere che tu�o ciò si riduce ad una mera definizione. Il problema è se questo modo di circoscrivere la seman�ca sia gius�ficato. So�olineiamo due pun�:- non si è tenu� a rendere conto di tu� gli usi possibili del linguaggio Questa pagina non è visibile nell’anteprima Non perderti parti importanti! - è legi�ma la dis�nzione tra seman�ca e pragma�ca e, anzi, la pragma�ca presuppone la seman�caQuesto secondo punto è messo bene in luce dalla TEORIA DELLE IMPLICATURE CONVERSAZIONALI di GRICE, secondo cui una conversazione è un’a�vità coopera�va alla quale i partecipan� devono contribuire in modo appropriato; per questo è necessario che ciascuno si a�enga a 4 massime:1- QUANTITÀ: fornire informazioni né minori né maggiori di quanto richiesto al momento2- QUALITÀ: non dire cose che credi false o per cui non ci sono prove adeguate3- RELAZIONI: dire cose per�nen�4- MODO: parlare in modo chiaro ed ordinato, evitando oscurità ed ambiguità - è legi�ma la dis�nzione tra seman�ca e pragma�ca e, anzi, la pragma�ca presuppone la seman�caQuesto secondo punto è messo bene in luce dalla TEORIA DELLE IMPLICATURE CONVERSAZIONALI di GRICE, secondo cui una conversazione è un’a�vità coopera�va alla quale i partecipan� devono contribuire in modo appropriato; per questo è necessario che ciascuno si a�enga a 4 massime:1- QUANTITÀ: fornire informazioni né minori né maggiori di quanto richiesto al momento2- QUALITÀ: non dire cose che credi false o per cui non ci sono prove adeguate3- RELAZIONI: dire cose per�nen�4- MODO: parlare in modo chiaro ed ordinato, evitando oscurità ed ambiguità

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