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Is Grice the greatest philosopher that ever lived?

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Monday, June 7, 2021

NOME 3

 

 

POSSENTI. (Roma). Filosofo. È stato professore a Venezia.  Dopo aver frequentato il Liceo Classico “Vittorio Alfieri” di Torino, si è laureato esercitando attività di ricerca nel campo delle microonde, e continuando a coltivare lo studio della filosofia, iniziato nel liceo e maturato negli anni universitari. Ha poi abbandonato quest'attività per dedicarsi direttamente alla ricerca filosofica, in un'epoca in cui se ne diagnosticava la fine, e l'intento di decostruirla era all'apogèo. Dopo anni presso il Rettorato dell'Università Cattolica, è stato ordinario a Venezia.  È membro fondatore dell'Institut International Jacques Maritain; membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e della Pontificia Accademia di san Tommaso d'Aquino, e per numerosi anni del Comitato Nazionale di Bioetica. Ha fondato e diretto l'Annuario di filosofia. Seconda navigazione, e presso l'Venezia il Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Diritti Umani. Ha tenuto cicli di conferenze e seminari in Europa (Francia, Spagna, Polonia, Portogallo, Russia, UK), negli USA, e Sud America (Brasile, Messico, Argentina).Svolge intensa attività pubblicistica in campo filosofico su quotidiani nazionali. Negli anni della formazione liceale e universitaria è stato attratto dalla storia delle civiltà, ispirato da Vico e Toynbee; e dall'epistemologia della fisica e dalla logica della scienza (EinsteinPBridgman). Nutrì allora l'idea einsteniana che le teorie filosofiche dovessero elevarsi su una schietta base scientifica, generalizzandola, e si interessò al conflitto tra religione e scienza imperniato sull'idea di un Assoluto personale/impersonale. A vent'anni ha incontrato l'istanza metafisica e umanista attraverso le opere di  Maritain e di Aquino, intuendo le possibilità speculative e liberanti incluse metafisica dell'essere e nella rivelazione cristiana.  Tre sono gli ambiti primari della sua ricerca: metafisica, pensiero teoretico e ritorno al realismo; personalismo; filosofia politica. Studioso dell'Aquinate, del tomismo Professoree della grande tradizione della filosofia dell'essere, ha orientato l'attenzione critica verso Nietzsche, Heidegger, Gentile, il neo-parmenidismo italiano, ricercando una razionalità attenta alla storia ma non consegnata interamente alla furia del tempo: dunque il "ritorno all'eterno" invece che l'"eterno ritorno" (Nietzsche), e la ripresa del tema della creatio ex nihilo, assente in molta filosofia moderna. L'approccio possentiano legge metafisica e nichilismo come due nuclei che tendono ad escludersi, di cui il primo è la fisiologia e il secondo la patologia. Individua pertanto nella destituzione dei valori e nella riduzione della ragione a volontà l'esito ultimo del nichilismo europeo. Questo ha voluto liberare l'Europa dalla metafisica, ritenuta distrutta dal criticismo, ma il compito della filosofia dell'essere è preparare una ripresa della metafisica dell'esistenza, tale che possa di nuovo tenere un posto nella storia della civiltà. (Una presentazione ampia della filosofia di Possenti è in Storia della filosofia. Filosofi italiani contemporanei, D. Antiseri e S. Tagliagambe,  14, Bompiani 2009,  446-455 . si veda anche Nichilismo e filosofia dell'essere, intervista a V. Possenti, a c. di G. Mura, “Euntes docete.” La riscoperta della metafisica esistenziale è un tentativo di mettere in luce la parzialità di non poche posizioni che hanno proclamato la fine della metafisica occidentale: Nietzsche, Gentile, Heidegger, Severino. Essi hanno operato come reagente per la riconquista della metafisica e per la critica del nichilismo europeo, di cui egli offre una determinazione diversa da quelle di Nietzsche e di Heidegger (con applicazioni anche all'ambito del nichilismo giuridico). Il rigetto del nichilismo e l'analisi dell'antirealismo, del logicismo, del dialettismo e del razionalismo che affliggono notevole parte del pensiero moderno, conducono l'autore a giudicare concluso e senza possibilità di ripresa il ciclo della metafisica moderna nel cammino da Cartesio a Gentile.  La base prima della filosofia dell'essere sta nell'asserto ‘l'ente è'. Questo il grande tema da cui occorre partire: dall'ente appunto e non dall'essere vuoto dei moderni. In tal modo crollano l'identità tra Logica e Metafisica della modernità razionalistica, l'idea di dialettica come generazione logico-apriorica del sapere, e l'idea di divenire come entrare-uscire dal nulla. Qui va operata un'adeguata semantizzazione dell'essere (dell'ente), rigettando l'errore primordiale di trattare la questione dell'essere come questione di essenza, il che presuppone la negazione della potenzialità. Ma se questa è presente, niente in senso proprio va in nulla ma si trasforma.  Possenti si volge verso un pensiero positivo, in cui la filosofia è capace di progresso. È andata così delineandosi la tesi che nello svolgimento della metafisica dai Greci a noi sia emersa, dopo la "seconda navigazione" platonica (vedi Fedone), proseguita e perfezionata da Aristotele, una "terza navigazione" che si esprime nella Seinsphilosophie che ha toccato un punto di apogeo in Tommaso d'Aquino e nei grandi tomisti Professore(R. McInerny, “Some navigational hazards”, in libroFestschrift). In tale prospettiva è possibile tracciare un'essenziale "storia della metafisica" quale progressiva penetrazione della verità dell'essere, culminante nella metafisica dell'actus essendi. Si tratta di una metafisica transontica che, prendendo le mosse dall'ente, procede verso l'essere stesso (Esse ipsum per se subsistens), e che individua la ‘struttura originaria' nella partecipazione dell'ente all'Essere (Le posizioni speculative di Possenti sono consegnate alla trilogia Nichilismo e Metafisica. Terza navigazione, Il realismo e la fine della filosofia moderna, e Ritorno all'essere. Addio alla metafisica moderna. Esse sono discusse da ca. 20 autori in , La Navicella della metafisica. Dibattito sul nichilismo e la terza navigazione, Armando, Roma 2000 Cottier, Dummett, Berti, Riconda, e poi in Realismo Metafisica Modernità. “In margine al volume di Vittorio Possenti Il realismo e la fine della filosofia moderna”, C. Dalfino e R. Pozzo, CNR-Iliesi, Roma.  La possibilità di guadagni per sempre rigetta l'idea fallibilista (Popper et alli), secondo cui ogni sapere (riportato poi solo a quello delle scienze) riposa su palafitte perennemente rivedibili.  La metafisica ha per oggetto non il concetto di essere, ma l'esistenza, e il filosofo deve sempre e nuovamente ribattezzarsi nelle sue acque, fuggendo l'oblio dell'essere e liberandosi dal sistema che intende racchiudere in sé la totalità. Un problema centrale di Possenti è la possibilità di una conoscenza filosofica autonoma, che non proceda solo sull'imbeccata che possano darle le scienze ed altre forme di conoscenza, nonostante la necessità del dialogo tra filosofia e scienze, in quanto non esiste un solo sapere.  L'unità plurima o polivalente della ragione si applica anche al nesso tra filosofia e Rivelazione: nell'incontro tra compito della ragione e elezione del cristianesimo si individua un criterio di apertura e stimolo per la filosofia nella sua ricerca di senso.  Persona e Personalismo Secondo Possenti il principio-persona è più fondamentale del principio-responsabilità (Jonas) e del principio-speranza (Bloch), e a fortiori delle filosofie dell'impersonale. Il concetto di persona si presta efficacemente in una serie di problemi in cui le nozioni di individuo, di soggetto, di coscienza risultano inadeguate; la persona è originaria e primitiva, e raggiunge una profondità e permanenza che non hanno le altre categorie appena citate o l'uso che spesso ne è stato fatto (Si veda il dossier sul “Principio Persona” con contributi di G. Grandis, M. Ivaldo, A. Madricardo, M. Pera, V. Possenti in “Studium”,  L'idea di persona è essenziale per maneggiare le grandi difficoltà insite nell'antropologia, in specie da quando in Occidente si è cercato di elaborare un'etica procedurale di norme senza base antropologica, che è il grande equivoco dei moderni e contemporanei.  Possenti fa parte del vasto movimento del personalismo, attivo in tutto il Novecento e che prosegue nel XXI secolo, volto alla riscoperta integra della persona. Compito del personalismo ontologico è di valorizzare ed integrarele filosofie del ‘personalismo incompiuto' (Habermas, Rawls, Bobbio, L. Ferry, D. Parfit), allontanandosi da quelle dell'esplicito antipersonalismo, Nietzsche e Foucault in specie, ma pure Hegel, Heidegger, Severino nei quali forte è l'empito antipersonalistico.  Le assise della persona vanno ricercate nell'ontologia, onde essa è una sostanzialità aperta alla relazione, ma non riducibile a sola relazione. La persona è un nucleo radicale di vita e realtà che non può essere dedotto da alcunché e che anzi fonda l'agire e lo sperare dell'essere umano  Essa come totalità concreta è alla base di una filosofia che oggi deve fare i conti con la centralità del tema antropologico, con le problematiche bioetiche (ad es. concernenti lo statuto dell'embrione), e con le concezioni in cui il soggetto e la natura umana non sono intesi come un presupposto ma come un prodotto della prassi.  Il personalismo quale insieme di scuole e correnti filosofiche che assegnano speciale valore e dignità alla persona, non è in senso proprio un'invenzione del ‘900, ma originariamente della Patristica, del Medioevo cristiano e dell'Umanesimo: qui sono state elaborate in certo modo per sempre le idee fondamentali sulla persona e dischiuso come nuovo guadagno il suo spazio di realtà. In ciò Possenti valorizza le intuizioni di Maritain e di Ricoeur.  L'epoca dell'antropocentrismo moderno non è stata un'epoca di riscoperta della persona. Anzi secondo A. Solgenitsin “Un antropocentrismo sicuro di sé non può dare risposte a molte domande della vita ed è tanto più impotente, quanto più le domande sono profonde”. Se la controversia sulla persona si accende di nuovo in molti ambiti, è perché l'idea-realtà di persona attraversa un momento di eclissi e richiede nuovamente la fatica del concetto. Assolutamente primario è il nesso persona-tecnica, in cui la seconda è spesso animata da volontà di potenza, valendo come una potenza senza etica. La presenza nel Comitato Nazionale di Bioetica ha indotto l'autore ha dedicare attenzione ai temi bioetici, tra cui in specie la sfida delle biotecnologie, la rivoluzione biopolitica, l'influsso pervasivo del materialismo e del biologismo.  Il personalismo si declina poi in ambito sociale come concezione egualitaria e comunitaria (personalismo comunitario) quale fondamento di un ordine politico nuovo, proiettato verso la cosmopoli, la pace e il rispetto dei diritti umani.  Rilancio della filosofia politica Entro un dialogo critico con le tradizioni del neoliberalismo e del neoilluminismo, Possenti ha operato per mostrare il contenuto di nozioni centrali del politico come quelle di ragion pratica, bene comune, popolo, democrazia, legge naturale, diritti dell'uomo, laicità, ai fini di una rinnovata filosofia pubblica in pari col suo oggetto. Uno specifico rilievo è stato assegnato al problema teologico-politico secondo due direttrici: la ripresa postmoderna di un ruolo pubblico per le grandi religioni; l'idea che la loro deprivatizzazione anche in Occidente può contribuire ad un positivo rapporto fra religione e politica, nella prospettiva di una nuova 'piazza pubblica' non agnostica ma attenta alla matrice teologica della società civile (Estado, Democracia y Cuestión Religiosa, Ediciones Universidad San Damaso, Madrid .).  Con la filosofia politica si opera il passaggio dal ‘piccolo mondo' dell'io al ‘grande mondo' della società, verso la società aperta della famiglia umana. Sulla scia di diagnosi attive dagli anni ‘50 del Novecento (H. Arendt, J. Maritain, L. Strauss, Y. Simon, E. Voegelin) Possenti ritiene che la filosofia politica vada riportata al suo compito primario di pensare la ‘buona società', lottando contro la crisi concettuale che procede all'ingrosso da Weber e dall'attacco al diritto naturale. In particolare è stata condotta una critica radicale a Kelsen, alla sua concezione relativistica dei valori e della democrazia, al suo intento di dissolvere l'idea di ragion pratica, tolta la quale l'ambito della prassi precipita nell'irrazionalismo e tutto è affidato al volere (Cfr. il dossier Cristianesimo e liberalismo nell'epoca postmarxista, “Humanitas”, con interventi di G. Campanini, V. Zanone, R. Esposito, M. Ivaldo. Esso raccoglie parte del dibattito sollevato dal volume Le società liberali al bivio, che vide interventi diOstellinoSavona, C, Vigna, R. Cubeddu, E. Berti, L. Pellicani, U. Scarpelli.). Contro Kelsen (e Rorty) si sostiene l'importanza della filosofia e dell'antropologia per la democrazia, sulla base dell'idea che la costruzione del cosmo umano è compito della ragion pratica. Insufficiente risulta una sfera pubblica moralmente neutrale, consegnata al binomio ‘diritto positivo e morale procedurale'.  La rinascita della filosofia politica avviene riprendendo competenza sui suoi problemi, tra cui massimo è quello della pace: la pace necessaria che non c'è e la guerra inammissibile che c'è. Occorre disarmare la ragione armata: ciò suggerisce che vada cercata un'organizzazione politica del mondo oltre la sovranità degli Stati-nazione verso un'autorità politica mondiale o ‘cosmopolitica', di cui l'ONU è lontana immagine.  Premi e riconoscimenti “Premio Internazionale Salvatore Valitutti” per il libro Il nichilismo teoretico e la 'morte della metafisica'; “Premio Capri san Michele” per il libro Religione e vita civile. Opere: “Frontiere della pace, Presentazione di M.D. Chenu, Massimo, Milano  Filosofia e società. Studi sui progetti etico-politici contemporanei, Massimo, Milano Giorgio La Pira e il pensiero di san Tommaso, Studia Universitatis sancti Thomae in Urbe, Roma, 2ª ed. rivista e aumentata con il titolo La Pira tra storia e profezia. Con Tommaso maestro, Marietti, Genova-Milano  La buona società. Sulla ricostruzione della filosofia politica, Vita e Pensiero, Milano (traduzione portoghese IDL, Lisboa). Una filosofia per la transizione. Metafisica, persona e politica in J. Maritain, Massimo, Milano  Felice Balbo e la filosofia dell'essere, Vita e Pensiero, Milano Tra secolarizzazione e nuova cristianità, EDB, Bologna Le società liberali al bivio. Lineamenti di filosofia della società, Marietti, Genova  2ª ed. (traduzione spagnola, Eiunsa, Barcellona7). Oltre l'Illuminismo. Il messaggio sociale cristiano, Edizioni Paoline, Roma (trad. polacca, Cracovia).  Razionalismo critico e metafisica. Quale realismo?, Morcelliana, Brescia, Dio e il male, Sei, Torino  (trad. spagnola, Rialp, Madrid). Cattolicesimo e modernità. Balbo, Del Noce, Rodano, Ares, Milano Approssimazioni all'essere. Scritti di metafisica e di morale, Il Poligrafo, Padova Il nichilismo teoretico e la "morte della metafisica", Armando, Roma  (pemio internazionale "Salvatore Valitutti", trad. polacca, Lublin). Terza navigazione. Nichilismo e metafisica, Armando, Roma, Nuova ed. ampliata, Armando (trad. polacca parziale, Lublin). Filosofia e Rivelazione, Città Nuova, Roma; La filosofia dopo il nichilismo, Rubbettino, Soveria (trad. polacca, Lublin,  rumena, Cluj).   Religione e vita civile. Il cristianesimo nel postmoderno, Armando, 2ª ed., Roma (Premio Capri san Michele, trad. polacca) L'azione umana. Morale, politica e Stato in Jacques Maritain, Città Nuova, Roma Essere e libertà, Rubbettino, Soveria Radici dell'ordine civile, Marietti, Milano-Genova Il principio-persona, Armando, Roma Profili del Novecento. Bobbio, Del Noce, La Pira, Lazzati, Maritain, Sturzo, Effatà, Cantalupa, Le ragioni della laicità, Rubbettino, Soveria  L'uomo postmoderno. Tecnica, religione e politica, Marietti, Milano Dentro il secolo breve. Paolo VI, Maritain, La Pira, Giovanni Paolo II, Mounier, Rubettino, Soveria Nichilismo giuridico. L'ultima parola?, Rubbettino, Soveria . La rivoluzione biopolitica. La fatale alleanza tra materialismo e tecnica, Lindau, Torino. Pace e guerra tra le nazioni. Kant, Maritain, Pacem in terris, Studium, Roma . I volti dell'amore, Marietti, Milano-Genova . Il realismo e la fine della filosofia moderna, Armando, Roma . Diritti umani. L'età delle pretese, Rubbettino, Soveria, . Ritorno all'essere. Addio alla metafisica moderna, Armando, Roma. Curatele e saggi in miscellanea Maritain e Marx. La critica del marxismo in Maritain, Massimo, Milano (Trad. spagnola Cedial, Bogotà,  Epistemologia e scienze umane, Massimo, Milano, Storia e cristianesimo in Jacques Maritain, Massimo, Milano, Contemplazione evangelica e storia, antologia di testi di J. e R. Maritain, Gribaudi, Torino. Jacques Maritain oggi, Vita e Pensiero, Milano Jacques Maritain e la filosofia dell'essere, Il Cardo, Venezia Nichilismo Relativismo Verità. Un dibattito, Rubbettino, Soveria Laici o laicisti? Dibattito su religione e democrazia, liberallibri, Firenze La questione della verità. Filosofia, scienze, teologia, Armando, Roma Ragione e verità. L'alleanza socratico-mosaica, Armando, Roma Nostalgia dell'altro. La spiritualità di Giorgio La Pira, Marietti, Milano Pace e guerra tra le nazioni, Guerini e associati, Milano Natura umana, evoluzione, etica, Guerini, Milano Governance globale e diritti dell'uomo, (insieme a M. Nordio), Diabasis, Reggio Emilia, Ritorno della religione? Tra ragione, fede e società, Guerini, Milano, Diritti Umani e libertà Religiosa, Rubbettino, . Metafisica, persona, cristianesimo. Scritti in onore di Vittorio Possenti, Armando, . Perché essere realisti? Una sfida filosofica, (insieme a A. Lavazza), Mimesis, Milano-Udine . Note  Vittorio Possenti, su Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. A. Giuliano, Filosofi a un bivio. Ora rialziamo lo sguardo, su avvenire, A. Lavazza, Neuroscienziati, cercate l'anima, su avvenire, Pontificia accademia delle scienze sociali Sito personale, su vittoriopossenti. Lezione di congedo dall'Venezia, aprile , vedi mio sito Ricerche correlate: Berti, Ivaldo, Mura, Goisis, Del Noce, La Pira, Maritain, Tommaso Biografia e  in "Filosofia a Venezia" Dipartimento di filosofia e teoria delle scienze. Università Ca' Foscari Venezia Rassegna di articoli in "SWIFSito Web Italiano per la Filosofia", su swif.uniba.

 

POZZA. (Taranto). Filosofo. Grice: “I like Pozza; he uses ‘pragmatic’ quite a bit, by which he means Grice, of course!” Figlio di Luigi, ufficiale della Marina (regione Veneto) e di Cencilia Pontrelli, pugliese, durante gli studi al Liceo Scientifico Battaglini di Taranto, Giovanni De Tommaso, un insegnante di matematica di stile "tradizionale" gli stimola il gusto per i problemi matematici e per l'eleganza formale delle dimostrazioni. Carlo Dalla Pozza studia filosofia e letteratura all'Bari dove si laurea con una tesi su Renato Serra avendo come relatore Aldo Vallone. Per tutta la sua vita coniuga l'amore per i sistemi formali con l'amore per la letteratura italiana, in particolare per Giacomo Leopardi, Giosuè Carducci (maestro di Renato Serra) e Gabriele d'Annunzio (e tra i classici predilisse Torquato Tasso e Vita nuova di Dante).  Dopo la laurea studia Linguistica teorica a Bari con Ferruccio Rossi-Landi e in seguito all'Pisa, e quindi Metodi formali alla Cattolica di Milano. Una svolta nella sua carriera intellettuale è segnata dalla partecipazione agli "incontri di San Giuseppe" organizzati a Torino da Norberto Bobbio. A partire da qui sviluppa nuove idee in filosofia del diritto, specie sul lavoro di Hans Kelsen, e sulla formalizzazione della logica deontica con particolare attenzione all'assiomatizzazione dei principi di una Teoria generale del diritto in collaborazione con Luigi Ferrajoli per i suoi Principia Juris. Organizza a Taranto insieme al Comandante Nicola Marturano, allora direttore del Centro di Elaborazione Elettronica della Marina Militare, gli incontri Infogiure Taras Uno: Logica Informatica e Diritto, in collaborazione con il Centro di Taranto della Università Cattolica del Sacro Cuore, al quale hanno partecipato alcune delle figure più rappresentative del diritto, dell'informatica e della logica italiana e internazionale, tra cui Carlos Alchourron, Antonio A. Martino, Luigi Ferrajoli, Amedeo G. Conte, Padre Roberto Busa, Paolo Comanducci, Mario Jori, Angela Filipponio, Giancarlo Taddei-Elmi, Riccardo Guastini e Giovanni Sartor. Insegna per diversi anni nella scuola superiore in provincia di Taranto, mantenendosi scientificamente attivo e partecipando a conferenze di società filosofiche italiane (specialmente la Società Italiana di Logica e Filosofia della Scienza e la Società Italiana di filosofia Analitica, dal suo primo Convegno Nazionale   fino al 6 convegno "Analitic Philosophy and European Culture" (Genova). Viene assunto all'Lecce, dove insegna Logica e Filosofia del linguaggio.  Tra le principali influenze nei suoi studi di linguistica e semiotica testuale vi sono quella di  Petöfi che lo invita a lavorare con lui all'Costanza. La scelta di Pozza è però quella di restare in Italia dove continua a insegnare anche fuori Lecce, in particolare a Verona, Padova, Bolzano e, per le sue lezioni di logica deontica, a Oltre all'influenza di Petöfi e Kelsen, l'influenza maggiore sul suo pensiero viene dalle grandi opere di Frege, Russell e Carnap, ai cui lavori dedica uno studio continuo, con particolare attenzione alla visione filosofica di Carnap. Pubblica un contributo di sapore neopositivista, discutendo e formalizzando alcune argomentazioni in fisica quantistica. Un legame tra i suoi interessi in linguistica e il suo lavoro in logica formale è dato dalla sua teoria formale degli atti linguistici basata su una connessione originale tra logica intuizionistica (usata per gli atti linguistici assertori) e logica classica (usata per i contenuti proposizionali). Il primo passo di questa teoria viene pubblicato in un lavoro scritto a due mani con Garola su Erkenntnis. Presentando la sua teoria di una formalizzazione della “pragmatica,” Pozza definisce un modello Frege-Reichenbach-Stenius per il trattamento formale delle asserzioni, mostrando che il problema principale di questa teoria è la limitazione introdotta da Frege (e accettata da Dummett) per cui il segno di asserzione si può usare solo per formule elementari assertorie. Ma, come molti filosofi sostengono, esistono atti linguistici composti; e per permettere il trattamento di atti linguistici composti e ovviare alla limitazione del modello Frege-Reichenbach-Stenius, Pozza introduce un insieme di connettivi “pragmatic” che permettono la costruzione di formule assertive complesse. Il contenuto delle formule assertive è dato dall'interpretazione classica e dai connettivi vero-funzionali. I connettivi “pragmatic,” che connettono atti linguistici assertor,  hanno invece una interpretazione intuizionistica, non hanno cioè valori di verità ma valori di “giustificazione.” Iinfatti un atto assertivo non è, in quanto *atto*, vero o falso, ma può essere “giustificato” o non giustificato. In questo modo, il sistema formale distingue l'”asseribilità” di un atto assertorio dal valore di verità della proposizione asserita. Oltre a spiegare l'irriducibilità del segno fregeano di asserzione a un trattamento in termini di logica classica e introdurre una fondazione formale della teoria degli atti linguistici, Pozza dà anche una soluzione originale del problema della compatibilità tra logica classica (Grice) e logica non-classica (Strawson) o intuizionista. Al saggio su Erkenntnis seguono lavori sulla logica erotetica, sulla logica deontica e sulle logiche sub-strutturale (vedi riferimenti più sotto). Il lavoro di Pozza ha suscitato interesse in diversi campi, dalla filosofia del linguaggio alla filosofia della fisica (con la collaborazione con Garola) alla logica e all'informatica, (specie a partire dalla sua collaborazione con Bellin). Alla sua teoria formale della “pragmatica,” oltre ai lavori di Anderson e Ranalter è dedicato un numero di Fondamenta Informaticae. L'influenza di Pozza si estende così oltre che alla filosofia della fisica e alla filosofia del linguaggio anche alla logica e all'informatica, specie con tre convegni in suo onore organizzati a Verona, a Parigi, e a Sirmione, basati sulla collaborazione tra il Dipartimento di Informatica a Verona, la Queen Mary University di Londra e Parigi (Laboratoire d'Algorithmique, Complexité et Logique). Ricordi di personalità internazionali e di amici sono raccolti in un sito in suo onore.  Opere: Una lista di lavori di Pozza si può trovare sulla sua Home Page e su academia.edu.  On the logical foundations of the Jauch-Piron approach to Quantum Physics (with G. Cattaneo, C. Garola, G. Nisticò), in International Journal of Theoretical Physics,   Un'interpretazione pragmatica della logica proposizionale intuizionistica, in Usberti G, Problemi fondazionali nella teoria del significato, Leo S. Olschki, Firenze. Una fondazione pragmatica della logica delle domande, unpublished handwritten (draft).  “Parlare di niente: termini singolari non denotanti e atti illocutori, in 'Idee',  A pragmatic interpretation of intuitionistic propositional logic (with C. Garola), in Erkenntnis, Una logica pragmatica per la concezione “espressiva” delle norme, in Martino, Logica delle Norme, S.E.U., Pisa. A pragmatic interpretation of sub-structural logics (with Bellin), in Sieg, Sommer and Talcott, Reflections on the Foundations of Mathematics. Essays in Honor of Feferman ASL Lectures Notes in Logic, Natick Massachusetts,  Il problema di Gettier: osservazioni su giustificazione, prova e probabilità (with D. Chiffi), talk at the SIFA conference Analytic Philosophy and European Culture, Genoa, A pragmatic logic for the expressive conception of norms and values and The Frege-Geach problem, Editoria Scientifica Elettronica. Come distinguere scienza e non-scienza: verificabilità, falsificabilità e confermabilità bayesiana (with A. Negro), Carocci, Ferrajoli, Principia juris. Teoria del diritto e della democrazia.  La sintassi del diritto, Bari: Edizioni Laterza: vedi//sifa.unige/?post_type=eventoz&p=347  vedi//sifa.unige/genoa04/program.htm  On the logical foundations of the Jauch-Piron approach to Quantum Physics (con Cattaneo, Garola, Nisticò), in International Journal of Theoretical Physics, A pragmatic interpretation of intuitionistic propositional logic (con Garola), in Erkenntnis, vedi G. Bellin and Pozza. "A pragmatic interpretation of sub-structural logics" in Reflections on the Foundations of Mathematics, Essays in Honor of Feferman, W.Sieg, R.Sommer and C.Talcott eds. ASL Lecture Notes in Logic Richard Stuart Anderson Some Remarks on the Frege-Geach Embedding Problem, Kurt Ranalter, "A Semantic Analysis of a Logic of Assertions, Oblicagion and Causal Implication" in FI,  Archiviato iin Archive.is.Fundamenta Informaticae, Archive.is.  Home Page  [unisalento.academia.edu/CarloDallaPozza unisalento.academia.edu/

 

POZZO. (Milano). Filosofo. Laureato a Milano, ha conseguito il dottorato a Saarlandes (“a reason why Italians don’t consider him Italian” – Grice) e la abilitazione a Trier – Grice: “A reason why Italians don’t consider him an Italian philosopher, since he earned his maximal degree without, and not within, Italy.” -- è andato negli Stati Uniti per insegnare Kant e Hegel a Washington. -- è tornato in Italia alla Cattedra di Storia della filosofia a Verona. -- è succeduto a Gregory alla direzione dell'Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee CNR. Ha diretto il Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale CNR -- è eletto membro titolare dello Institut International de Philosophie, del quale  è vicepresidente. -- è chiamato a 'Roma. Ordine al merito della Repubblica Federale di Germania, è stato esperto dello Horizon  Programme Committee Configuration Research Infrastructures, membro dello Scientific Review Group for the Humanities della European Science Foundation e presidente del comitato di programma del Congresso Mondiale di Filosofia, organizzato dalla Fédération Internationale des Sociétés de Philosophie a Pechino nel ; è  membro del comitato di programma del Congresso Mondiale di Filosofia. Storico della filosofia e autore di monografie sull’aristotelismo, la storia della logica (dal Rinascimento a Kant e Hegel), la storia delle idee e la storia delle università, ha portato avanti la creazione di infrastrutture di ricerca per una migliore comprensione dei testi filosofici e scientifici che hanno plasmato il patrimonio culturale dell’umanità. Caratteristica specifica del suo approccio alla lessicografia durante il suo mandato presso l’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee è l’uso della IT per la documentazione e l’elaborazione di dati linguistici e testuali in italiano.  Come molte altre discipline, anche la storia della filosofia oggi sta assumendo una prospettiva globale. Pozzo offre nuove definizioni e sperimenta pratiche incentrate sulle interazioni culturali europeo-cinesi, prese come inizio per estendere il modello ad altre culture. La ricerca di Pozzo riguarda l’innovazione, la riflessione e l’inclusione. L’innovazione culturale è qualcosa di reale che completa l’innovazione sociale e tecnologica fornendo alla società riflessiva spazi di scambio nei quali i cittadini condividono le proprie esperienze e fanno propri i contenuti dei beni comuni. Stiamo parlando di spazi pubblici come università, accademie, biblioteche, musei, centri scientifici, ma anche di qualsiasi luogo nel quale si verificano attività di co-creazione, ad es. le infrastrutture di ricerca come DARIAH-Digital Research Infrastructure for the Arts and the Humanities. A questo livello, l’innovazione sociale diventa riflessiva e genera l’innovazione culturale.  Innovazione sociale e culturale Una linea di ricerca si concentra sull’introduzione della nozione di innovazione culturale, che richiede un ripensamento dei processi di co-creazione. Contrasta la dimensione dell’innovazione culturale con quelle di altre forme di innovazione, compiendo un tentativo senza precedenti di enucleare processi e prodotti dell’innovazione culturale, dimostrando al contempo la loro operatività in alcuni casi di studio.  Migrazioni e scienze umane Pozzo riflette sulle sfide metodologiche, concettuali ed epistemologiche della ricerca sulle migrazioni. Elabora esempi concreti per configurare le migrazioni come un settore che accende un dialogo tra discipline tra loro molto diverse come la sociologia, la narratologia, le scienze della comunicazione, la IT, le scienze politiche, la psicologia sociale, gli studi religiosi, l’economia, i diritti umani, il patrimonio culturale e la museologia in quanto hanno accesso ai dati resi disponibili dalle infrastrutture di ricerca, le scienze sociali computazionali e l’informatica umanistica. Le migrazioni accompagnano l’intera storia delle civiltà, coinvolgendo relazioni e scambi continui tra le culture e traduzioni da e per diversi contesti linguistici, economici, politici e culturali. Le migrazioni offrono esempi convincenti per configurare l’impatto dell’innovazione culturale poiché richiedono trasferimenti di culture, conoscenze e competenze. Le sfide epistemologiche hanno come obiettivo ultimo di contribuire a un cambiamento di mentalità per quanto riguarda la riflessione e l’inclusione nei gruppi target attivi nelle infrastrutture sociali come l’istruzione, l’apprendimento permanente, l’assistenza sanitaria, la mobilità e la rigenerazione urbana.   Monografie: “Kant y el problema de una introducción a la lógica, transl. Javier Sánchez-Arjona Voser (Madrid: Maia, ),  Adversus Ramistas: Kontroversen über die Natur der Logik am Ende der Renaissance (Basel: Schwabe, ),  Georg Friedrich Meiers Vernunftlehre: Eine historisch-systematische Untersuchung (Stuttgart-Bad Cannstatt: Frommann-Holzboog,Kant und das Problem einer Einleitung in die Logik: Ein Beitrag zur Rekonstruktion der historischen Hintergründe von Kants Logik-Kolleg (Frankfurt: Lang, Hegel: Introductio in Philosophiam: Dagli studi ginnasiali alla prima logica (Firenze: La Nuova Italia, “Epistemological Challenges of Engaging Humanities-led Cross-disciplinary Migration Research Issues,” in Briefs on Methodological, Ethical and Epistemological Issues, migrationresearch.com “G. F. Meiers rhetorisierte Logik und die freien Künste,” Rhetorica: A Journal of the History of Rhetoric, Social and Cultural Innovation: Research Infrastructures Tackling Migration,” Diogenes: International Journal of Human Sciences “Governing Cultural Diversity: Common Goods, Shared Experiences, Spaces for Exchange,” Economia della cultura: Rivista trimestrale dell’Associazione per l’Economia della Cultura “Storia storica e storia filosofica della filosofia nel XX e XXI secolo,” Archivio di storia della cultura, Schiavitù attiva, proprietà intellettuale e diritti umani,” Intersezioni: Rivista di storia delle idee.  Scuola di Milano  Opere / Riccardo Pozzo (altra versione), su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere Registrazioni su RadioRadicale, Radio Radicale.  Sito istituzionale, su lettere.uniroma2.  sul  RAI Filosofia, su filosofia.rai. video/469/rpozzo-le-iniziative-del-cnr-e-il-progetto-nazionale-sui-bbcc Riccardo Pozzo sul patrimonio culturale al Museo Nazionale Romano, su tv. t/videos/interview-prof-riccardo-pozzo-rom-20-05-/ Cultural Entrepreneurship Institute Berlin su cultural-entrepreneurship-institute.de. Fédération Internationale des Sociétés de Philosophie, su fisp.org. Institut International de Philosophie, su i-i-p.o

 

PRA. (Montecchio Maggiore). Filosofo. Laureato a Padova sotto la guida di Troilo. Ha iniziato a sua carriera didattica a Rovigo e Vicenza), trasferendosi poi a Milano; ha ricoperto la cattedra di Storia della filosofia, succedendo a Banfi. Pra ha partecipato attivamente alla Resistenza, nelle file di "Giustizia e Libertà", guadagnandosi due croci di guerra al merito partigiano, ed ha collaborato alla ricostruzione politica e culturale del Paese, con un'opera didattica e scientifica sempre sorretta da un'alta ispirazione morale.  Medaglia d'oro quale benemerito della Scuola, della Cultura e dell'Arte, membro dell'Accademia dei Lincei, dell'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, dell'Accademia Olimpica di Vicenza, nonché membro autorevole della Società Filosofica Italiana, della quale è stato anche Presidente nazionale per un triennio. Con decreto del presidente della Repubblica in data 27-7-1987 gli è stato conferito il titolo di professore "emerito" della Milano a tutti gli effetti di legge.  Storico del pensiero di prestigio internazionale (tra i suoi temi preferiti, lo scetticismo greco, Abelardo e la logica medioevale, Hume, Condillac, la logica hegeliana, il giovane Marx, il pragmatismo, americano e italiano, la storia della storiografia filosofica), Dal Pra ha sempre connesso la sua attività storiografica con l'esplicitarsi di interessi teorici che lo hanno portato ad elaborare, negli anni cinquanta, un'originale linea di pensiero denominata "trascendentalismo della prassi", poi evoluta in una forma di razionalismo storicista e critico. Il suo interesse filosofico fondamentale si è infatti sempre rivolto al chiarimento del rapporto tra teoria e prassi in una prospettiva antimetafisica che lo ha fin dai suoi esordi posto in contrasto con le posizioni del neoidealismo italiano, e più in generale con ogni forma di dogmatismo teoricistico emergente nel pensiero contemporaneo, per favorire la libera esplicazione dell'iniziativa pratico-razionale dell'uomo.  Pra ha fondato la Rivista di storia della filosofia, un riferimento costante e prestigioso nell'ambito degli studi del pensiero occidentale, tuttora pubblicata.  Negli anni sessanta è stato autore di un fortunato Sommario di storia della filosofia per licei, in tre volumi e più volte ristampato (La Nuova Italia, Firenze) e poi direttore di una monumentale Storia della filosofia (prima edizione Vallardi, Milano, Piccin, Padova, È deceduto a Milano  ed i suoi resti mortali riposano nel Cimitero di Vicenza. Ha donato la sua biblioteca e le sue carte alla Biblioteca di Filosofia Università degli Studi di Milano. Nel dopoguerra e negli anni Cinquanta, in collaborazione con Andrea Vasa, Dal Pra elabora una posizione filosofica che viene indicata come trascendentalismo della prassi.  Successivamente, avvicinandosi alle idee di Giulio Preti, Dal Pra propone uno storicismo critico, più attento alle strutture della ragione con cui l'esperienza storica si struttura.  Opere Il realismo e il trascendente, Padova, Cedam, Amore di sapienza. Avviamento elementare allo studio della storia della filosofia, della scienza e della pedagogia per i licei e gli istituti magistrali, Vicenza, Tipografia commerciale, La didache. Insegnamento del Signore alle genti per mezzo dei dodici apostoli. Documento cristiano del I secolo, Vicenza, Tipografia commerciale, Educare, Verona, La Scaligera, Pensiero e realtà, Verona, La Scaligera, Scoto Eriugena ed il neoplatonismo medievale, Milano, Bocca, Condillac, Milano, Bocca, Il pensiero di Sebastiano Maturi, Milano, Bocca, Necessità attuale dell'universalismo cristiano, Vicenza, Collezioni del Palladio, Valori cristiani e cultura immanentistica, Padova, Cedam, Hume, Milano, Bocca, La storiografia filosofica antica, Milano, Bocca, Lo scetticismo greco, Milano, Bocca, Giovanni di Salisbury, Milano, Bocca, Amalrico di Bène, Milano, Bocca, Nicola di Autrecourt, Milano, Bocca, Il pensiero di John Dewey, con contributi bibliografici a cura di, Milano, Bocca, Il problema logico del linguaggio nella filosofia medioevale. Studi storico-critici, Milano, Bocca,  Il pensiero filosofico di Marx  (Con particolare riguardo alla filosofia della prassi). Appunti delle lezioni di Storia della filosofia a cura della dott. M. E. Reina. Anno accademicoMilano, La Goliardica (poi come Il pensiero filosofico di Marx, D. Borso, Shake ed., Milano ). Il pensiero occidentale. Compendio di storia della filosofia con larga scelta di passi dagli autori, I, La filosofia antica e medioevale, Firenze, La Nuova Italia, Sommario di storia della filosofia per i licei classici e scientifici,  Firenze, La Nuova Italia,  La dialettica in Marx. Dagli scritti giovanili all'Introduzione alla critica dell'economia politica, Bari, Laterza, Profilo di storia della filosofia, Firenze, La Nuova Italia, Piccola antologia filosofica,  Firenze, La Nuova Italia, La dialettica hegeliana e l'epistemologia contemporanea, Milano, CUEM, Hume e la scienza della natura umana, Roma-Bari, Laterza, Logica e realtà. Momenti del pensiero medievale, Roma-Bari, Laterza, Storia della Filosofia, diretta da, 11 voll., I, Giuseppina Scalabrino Borsani, La filosofia indiana, Milano, Vallardi, Paolo Beonio-Brocchieri, La filosofia cinese e dell'Asia orientale, Milano, Vallardi, Gabriele Giannantoni, Armando Plebe, Pierluigi Donini, La filosofia greca dal VI al IV secolo, Milano, Vallardi, La filosofia ellenistica e la patristica cristiana. Dal III sec. a.C. al V sec. d.C., Milano, Vallardi,La filosofia medievale. Dal secolo VI al secolo XII, Milano, Vallardi, La filosofia medievale. I secoli XIII e XIV, Milano, Vallardi,  La filosofia moderna. Dal Quattrocento al Seicento, Milano, Vallardi,  Paolo Casini, Nicolao Merker, La filosofia moderna. Il Settecento, Milano, Vallardi, La filosofia contemporanea. L'Ottocento, Milano, Vallardi, La filosofia contemporanea. Il Novecento, Milano, Vallardi,  La filosofia della seconda metà del Novecento, 2 tomi, Padova-Milano, Piccin Nuova libraria-Vallardi, Logica, esperienza e prassi. Momenti del pensiero moderno e contemporaneo, Napoli, Morano, Il problema del realismo nella storia del pensiero, Milano, Unicopli, 1980. La storiografia filosofica e la sua storia. Testi per il corso di storia della filosofia I. A.A. con Giovanni Santinello, Eugenio Garin, Lutz Geldsetzer e Lucien Braun, Padova, Antenore, David Hume. La vita e l'opera, Roma-Bari, Laterza, Antonio Banfi Relazioni dall'incontro Antonio Banfi: le vie della ragione, Milano,  con Dino Formaggio e Paolo Rossi, Milano, Unicopli, Studi sul pragmatismo italiano, Napoli, Bibliopolis, Studi sull'empirismo critico di Giulio Preti, Napoli, Bibliopolis, Filosofi del Novecento, Milano, Franco Angeli, I problemi di metodo nella storiografia filosofica, in Panorami filosofici. Itinerari del pensiero, Padova, Muzzio,  Ragione e storia. Mezzo secolo di filosofia italiana, con Fabio Minazzi, Milano, Rusconi,  Storia della filosofia e della storiografia filosofica. Scritti scelti, Maria Assunta Del Torre, Milano, Franco Angeli, La guerra partigiana in Italia. Dario Borso, Firenze-Milano, Giunti-INSMLI, Dialettica hegeliana ed epistemologia analitica, Enrico Colombo, Brescia, Morcelliana, . Il trascendentalismo della prassi, la filosofia della Resistenza, con Andrea Vasa, Maria Grazia Sandrini, Milano-Udine, Mimesis. F. Cambi, Razionalismo e prassi a Milano Milano, 1983; N. Badaloni (et al.), La storia della filosofia come sapere critico. Studi offerti a Mario Dal Pra, Milano, Angeli,  L. Bianchi,  degli scritti di Mario Dal Pra, in La storia della filosofia come sapere critico. Studi offerti a Mario Dal Pra, Milano, A. Montesperelli, Introduzione, in E. MirriL. Conti , Filosofi nel dissenso, Foligno,  M. Mirri, Fra Vicenza e Pisa. Esperienze morali, intellettuali e politiche di giovani degli anni ’40, in Il contributo dell’Pisa e della Scuola Normale Superiore alla lotta antifascista ed alla guerra di Liberazione, Pisa, A. Pacchi, Il filosofo e l’educatore, in In onore di Mario Dal Pra, Montecchio Maggiore, F. Cassinari , Filosofia e storia della filosofia in Mario Dal Pra. Conversazione con Fulvio Papi, «Itinerari filosofici»,  E.I. Rambaldi, Ricordo di M. Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia», E. Garin, Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia», A. Santucci, Mario Dal Pra filosofo e storico della filosofia, «Rivista di storia della filosofia», E.I. Rambaldi, Mario Dal Pra e l’esistenzialismo positivo di Nicola Abbagnano, «Rivista di storia della filosofia»,  M.A. Del Torre , Mario Dal Pra e i cinquant’anni della "Rivista di storia della filosofia", Milano, G. Paganini, Dall’empirismo classico all’empirismo «critico». Le ricerche di M. Dal Pra tra storia e teoria, «Cenobio. Rivista trimestrale di cultura della Svizzera italiana», Giordanetti, Il fondo manoscritto di Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia»,  E.I. Rambaldi, Et vos estote parati. Mario Dal Pra, la vigilia, «Rivista di storia della filosofia», G. Barreca, L’archivio Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia», E. I. Rambaldi, Mario Dal Pra in Enciclopedia filosofica, Milano,  Id., Mario Dal Pra giovane insegnante a Vicenza, «Rivista di storia della filosofia»,M. Rigamonti, Gli Hume di Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia»,M. ParodiC. Selogna, Per una filosofia minore. Mario Dal Pra e il pensiero debole, «Rivista di storia della filosofia»,P. Di Vona, Ricordo di Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia», Enrico I. Rambaldi, Filologia e filosofia nella storiografia di Pra, in «ACME»,E. Franzina, Mario Dal Pra partigiano. Dal fascismo alla Resistenza e alla sua storia, in «Belfagor», Il fondo manoscritto di Mario Dal Pra. Descrizione, in "Rivista di storia della filosofia",Ricordo di Pra, Informazione filosofica, sito "studifilosofici". G. BarrecaGiordanetti, Fondo Mario Dal Pra, Milano, Cisalpino, 2005. Dal Pra, Mario» in Dizionario di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Presentiamo  Pra: l'uomo, il filosofo. Una mostra biografico-documentaria dall'archivio inedito Università degli Studi di Milano, Biblioteca di Filosofia, D. Borso, Mario Dal Pra. Una via religiosa alla Resistenza, "Humanitas",  L'archivio Mario Dal Pra presso l Biblioteca di Filosofia dell'Università degli Studi di Milano Fascicolo speciale in memoria di Mario Dal Pra per il settantesimo anniversario della fondazione della Rivista, in Rivista di storia della filosofia: LXXI, supplemento 4, , Milano, Franco Angeli, . D. Borso, Mario Dal Pra 'fucino', "Rivista di storia della filosofia", Gianmarco Bisogno, Anselmo in Italia: tra Mario Dal Pra e Sofia Vanni Rovighi, in «Dianoia. Rivista di filosofia del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell'Bologna»,  Riconoscimenti l'Accademia dei Lincei gli ha conferito il Premio Feltrinelli per le Scienze Filosofiche.Scuola di Milano  u TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. OpereVincitori del Premio Feltrinelli Filosofia Università  Università  Premi Feltrinelli 1950-, su lincei.

 

Prepostino da Cremona summa theologicalManichean, caraterismo.

 

PRESTIPINO. Gioiosa Marea). Filosofo. Professore a Siena. Attivo nel Partito Comunista Italiano, ha alternato la sua attività di docente universitario con l'attività di giornalista, attività politica, sindacalista.  Docente nei liceisia nella Libia post-coloniale che in Italia diviene poi docente universitario. Sii stabilisce definitivamente in Italia, e dove successivamente ricopre anche i ruoli di deputato regionale alla Regione Sicilia e di sindaco di Capizzi.  Fondatore di diverse riviste accademiche e scientifiche, è noto in particolare come pubblicista e studioso di socialismo, marxismo ed estetica.  --  è presidente onorario del Centro per la filosofia italiana di Monte Compatri e Direttore della rivista filosofica Il contributo.  Opere: “La teoria del mito e la modernità di G. B. Vico, Palermo, Montaina,  L'arte e la dialettica in Lukàcs e Della Volpe, Messina-Firenze, D'Anna, Che cos'e la filosofia : strutture e livelli del conoscere, Gaeta, Bibliotheca,  Per una antropologia filosofica : proposte di metodo e di lessico, Napoli, Guida, Marxismo (e tradizione gramsciana) negli studi antropologici,  Natura e società, Roma, Editori Riuniti, Da Gramsci a Marx, Roma, Editori Riuniti, Modelli di strutture storiche, Bibliotheca, 1Narciso e l’automobile, La Città del Sole, Realismo e Utopia. In memoria di Lukács e Bloch, Roma, Editori Riuniti, Tre voci nel deserto. Vico Leopardi Gramsci, Roma, Carocci. Scheda su aracneeditrice  Chiara Loschi, Da una sponda all’altra del Mediterraneo: memorie di militanza comunista. Intervista a Prestipino. Art. in: Historia Magistra. Rivista di storia critica, lCatalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale  Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.   Pubblicazioni su Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation.  Filosofo Democratico Giuseppe Prestipino, docente di filosofia della storia all'Siena Giuseppe Prestipino, RISORGIMENTO ITALIANO E DIALETTICA STORICA IN GRAMSCI , dal Calendario del Popolo Autori Aracne Editrice Giuseppe Prestipino.

 

PRETI. (Pavia). Filosofo. Grice: “I like Preti. He wrote “Retorica e logica,” which I enjoyed since this is what I do: I find the rhetoric (the implicature) to the logic (the explicature).” Grice: “Preti was a bit of a Stevensonian, with his ‘Praxis ed empirismo, and I mean C. L. Stevenson, not the Scots master of narrative!”. Compiuti i primi studi all'Istituto Magistrale Adelaide Cairoli, si iscrisse all'Università degli Studi di Pavia, dove fu allievo di Levi, Villa e dell'indianista Suali; dopo essersi interessato di discipline orientalistiche, indirizzò i suoi studi alla filosofia e si laureò nel 1933, discutendo una tesi sul pensiero di Edmund Husserl. Grazie all'amicizia con Enzo Paci, nata nelle aule dell'ateneo di Pavia, Giulio Preti entrò a far parte del novero di intellettuali e studiosi che, riuniti intorno alla figura di Antonio Banfi, avrebbero poi dato vita al movimento di rinnovamento della filosofia italiana che si andava delineando nell'ambiente milanese di quegli anni.  Segnalatosi ben presto come acuto critico dell'orientamento idealistico predominante nella cultura italiana della prima metà del '900, rivolse i propri interessi, oltre che alla fenomenologia husserliana, alle più innovative correnti europee di filosofia della scienza e del linguaggio, concentrandosi particolarmente sugli sviluppi della logica matematica e sul positivismo logico.  Nel 1937 sposa Daria Menicanti dando vita a un matrimonio che terminerà nel 1954, anche se il rapporto tra i due durerà tutta la vita.  Nel corso della Seconda guerra mondiale partecipò alla Resistenza, fiancheggiando formazioni comuniste, ma nel 1946 decise di non ritirare la tessera del PCI. Attivo promotore di ideali democratici, partecipò, nel secondo dopoguerra, al dibattito culturale italiano contribuendo a riviste e quotidiani, soprattutto di area comunista, (Il Politecnico, Paese sera) e segnalandosi per la polemica, che lo accompagnò lungo tutta la sua attività, contro l'impostazione umanistico-retorica dei principali indirizzi (cattolico-spiritualista, idealistico crociano e post-attualistico) della cultura italiana. Aderì alla dottrina marxistica ufficiosa del PCI (non rifiutò il diamat sovietico e la larga parte del pensiero gramsciano), e condusse autonomi studi sul giovane Marx nell'ottica di una originale filosofia della prassi.  Incaricato di Filosofia morale presso l'Pavia nel 1950, passò nel 1954 alla Facoltà di Magistero dell'Università degli Studi di Firenze, dove rimase come professore di Storia della Filosofia e di Filosofia fino alla morte.  Il pensiero Giulio Preti diede dei contributi originali a pressoché tutte le discipline filosofiche: dalla filosofia teoretica alla filosofia morale, dalla storia della filosofia all'estetica, dalla filosofia del linguaggio alla filosofia della scienza.  I suoi primi saggi, accolti nella rivista banfiana "Studi Filosofici", lo videro coinvolto in una polemica sull'immanenza e la trascendenza in filosofia, oltre che nella presentazione delle principali novità filosofiche d'oltralpe. I suoi primi due volumi Fenomenologia del valore e Idealismo e positivism, in cui emerge con evidenza quell'impostazione tesa a conciliare istanze razionalistiche ed empiristiche cui rimarrà fedele per tutta la vita, sono di taglio decisamente teoretico: in essi, pur mantenendo in larga parte la terminologia e l'approccio mutuati da Husserl nel corso dei suoi studi, dimostra la propria sensibilità alle istanze di tipo positivistico ed ai problemi posti dal materialismo storico. Solo nel periodo successivo alla guerra approderà ad uno studio veramente sistematico del pensiero filosofico-analitico sviluppato in Inghilterra dalla "scuola" di Russell e Wittgenstein e sul continente dagli autori dei circoli neo-positivistici di Vienna e Berlino, in gran parte riparati in America nel corso degli anni trenta del '900: i frutti di questi suoi studi saranno accolti nel volumetto Linguaggio comune e linguaggi scientifici, oltre che in alcuni articoli apparsi in riviste e ora raccolti nel primo volume dei “Saggi filosofici.” Pur non abbandonando mai del tutto la propria originaria impostazione "continentale", da allora in poi Preti si sarebbe segnalato come uno dei filosofi italiani più in sintonia con temi e metodi della filosofia analitica.  Presente nella sua opera fu anche l'influenza del pragmatismo, anche se limitata ad alcuni aspetti generali della riflessione sul rapporto tra teoresi e prassi, come risulta evidente dalla lettura di un libro destinato a godere di un certo successo, “Praxis ed empirismo.” In questo volumetto presentò in maniera relativamente organica, per quanto rapidamente, alcuni temi al confine tra pensiero teoretico, filosofia morale e filosofia politica. Negli anni successivi la sua opera, rimasta in parte inedita e uscita postuma, si focalizzò su problemi concernenti temi teoretici trasversali soprattutto nei campi della gnoseologia, della filosofia della scienza, della metamorale (analisi teoretica di concetti propri della filosofia morale) e dell'estetica.  Pu autore anche di studi storico-filosofici. Nel campo della storia della filosofia antica e in quello medievistico egli concentrò il proprio interesse sui problemi della logica post-aristotelica e scolastica (si vedano gli studi contenuti nel secondo volume dei Saggi filosofici), mentre nell'ambito della filosofia moderna si occupò di Leibniz e della filosofia morale di Smith. Vide la luce un libro sulla Storia del pensiero scientifico, riguardante lo sviluppo dello spirito scientifico dall'antichità greca alla crisi della scienza classica tra la fine Professoree l'inizio del XX.  Il suo ultimo volume “Retorica e logica: le due culture” è un'opera a cavallo tra la ricostruzione storico-filosofica e il saggio teoretico, con il quale si intende dimostrare, prendendo le mosse dalla polemica aperta dallo scienziato e scrittore inglese C.Snow, l'inconciliabilità tra le due forme di cultura che si intrecciano nel dibattito occidentale, quella logico-scientifica e quella umanistico-letteraria, e la necessità di far prevalere la prima sulla seconda al fine di non cedere a nuove forme di oscurantismo elitario e fanatico.  Preti, inoltre, affiancò costantemente alla propria attività di autore quella di curatore e traduttore soprattutto di classici del pensiero filosofico.  Il suo stile, volutamente trascurato, è rapido, nervoso e semplice, in implicita polemica con il "bello scrivere" e l'ermetismo tipico delle scuole idealistiche italiane. Altra interessante caratteristica di Preti come autore è quella di non ritornare quasi mai sul materiale già da lui edito: non diede mai mano infatti a seconde edizioni delle proprie opere.  Critica Secondo il parere di Franzini, nel pensiero di Preti si assisterebbe a un tentativo di trovare una via alternativa al rapporto fra un pensiero unitario e inglobante (di tradizione hegeliano-crociana), e uno invece dualistico, nel distinguo fra saperi umanistici e scientifici. Il rifiuto di una strenua dicotomia, secondo Preti, non deve annullare bensì esaltare le differenze.  Opere principali: “Fenomenologia del valore,” Principato, MilanoMessina. “Idealismo e positivismo,” Bompiani, Milano “Linguaggio comune e linguaggi scientifici,” Bocca, Milano Newton, Garzanti, Milano, Il Cristianesimo universale di G. G. Leibniz, Bocca, Milano, Praxis ed empirismo, Einaudi, Torino (nuova edizione, con prefazione di Salvatore Veca e postfazione di Fabio Minazzi, Bruno Mondadori, Milano) Alle origini dell'etica contemporanea:  Smith, Laterza, Bari  (nuova edizione, La Nuova Italia, Firenze , Storia del pensiero scientifico, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, Retorica e logica, Torino, Einaudi, Che será, será, Firenze, Il Fiorino, Umanismo e strutturalismo. Scritti di estetica e di letteratura con un saggio inedito, Ermanno Migliorini, Liviana, Padova. Lo scetticismo e il problema della conoscenza, “Rivista critica di Storia della Filosofia”, Saggi filosofici, con presentazione di Pra, La Nuova Italia, Firenz. In principio era la carne. Saggi filosofici inediti , Pra, Franco Angeli, Milano, Il problema dei valori: l'etica di Moore, Alberto Peruzzi, Franco Angeli, Milano, Lezioni di filosofia della scienza, Fabio Minazzi, Franco Angeli, Milano, Morale e metamorale. (Grice: “moralia e transmoralia”). Saggi filosofici inediti, Ermanno Migliorini, Franco Angeli, Milano Écrits philosophiques. Les lumières du rationalisme italien, textes choisis et présentés par Scarantino, traduction par Marilene Raiola en collaboration avec Thierry Loise et Luca M. Scarantino, préface parPetitot, Éditions du Cerf, Paris, L'esperienza insegna... Scritti civili d sulla Resistenza, a cura e con un saggio introduttivo di Fabio Minazzi, Manni Editore, San Cesario, Lecce, In principio era la carne, Luca Maria Scarantino, "Rivista di Storia della Filosofia", Notizie sull'operosità scientifica e sulla carriera didattica, Fabio Minazzi, "Il Protagora" Filosofare onestamente, andando là dove il pensiero ci porta. Lettere a Giovanni Gentile, Fabio Minazzi, "Il Protagora", Ci terrei tanto a venire a Firenze... Lettere ad Eugenio Garin, Fabio Minazzi, "Il Protagora",Qui a Firenze si muore nel silenzio e nella solitudine. Lettere a Pra, Minazzi, "Il Protagora",  Note  Elio Franzini, Il mito delle due culture e la filosofia dei giornali, in "La Tigre di Carta", Aldo Zanardo,  Enciclopedia Italiana IV Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Fabio Minazzi, Giulio Preti: , Franco Angeli, Milano Mario Dal Pra, Studi sull'empirismo critico di Giulio Preti, Bibliopolis, Napoli, Pier Luigi Lecis, Filosofia, scienza, valori: il trascendentalismo critico di Giulio Preti, Morano, Napoli, Fabio Minazzi , Il pensiero di Giulio Preti nella cultura filosofica del Novecento, Franco Angeli, Milano, Fabio Minazzi, L'onesto mestiere del filosofare, Franco Angeli, Milano, Fabio Minazzi, Il cacodemone neoilluminista. L'inquietudine pascaliana di reti, Prefazione di Fulvio Papi, Franco Angeli, Milano Alberto Peruzzi , Giulio Preti filosofo europeo, Olschki, Firenze,  Paolo Parrini e Luca Maria Scarantino , Il pensiero filosofico di Preti, Guerini e associati, Milano, Vincenzo Tavernese,  Preti. La teoria della conoscenza nel saggio postumo In principio era la carne, Firenze Atheneum, Scandicci,  Luca Maria Scarantino, Preti. La costruzione della filosofia come scienza sociale, Bruno Mondadori, Milano Le mektoub tunisien de  Preti. La vie et l'oeuvre d'un philosophe italien rationaliste, sous la direction de Michele Brondino et Fabio Minazzi, Editions Publisud, Paris, Jean Petitot, Per un nuovo illuminismo, Prefazione, traduzione dal francese e cura di Fabio Minazzi, Bompiani, Milano 2009 Fabio Minazzi, Suppositio pro significato non ultimato. G neorealista logico studiato nei suoi scritti inediti, Mimesis, Milano  Fabio Minazzi,  Preti: le opere e i giorni. Una vita più che vita per la filosofia quale onesto mestiere, Mimesis, Milano  Franco Cambi, Giovanni Mari , Intellettuale critico e filosofo attuale, Firenze University Press, Firenze  Massimo Mugnai, «Scienza e filosofia: Geymonat e Preti» in Il contributo italiano alla storia del Pensiero Filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,  Minazzi e Sandrini , Il contributo di Preti al razionalismo critico europeo, Mimesis, Milano . Fabio Minazzi, Sul bios theretikòs di Preti , Mimesis, Milano , 2 voll. Francesco di Maria, Saggio sul pensiero di Giulio Preti. Un punto di vista cattolico, Stamen, Roma .  Elio Franzini, Il mito delle due culture e la filosofia dei giornali, in La Tigre di Carta, Giulio Preti dal sito Swif dell'Bari Giulio Preti su pianetagalileo Giulio Preti, presentazione Paolo Parrini e Luca Maria Scarantino dal convegno Unesco (Conseil International de la Philosophie et des Sciences Humaines) Sul Bíos theoretikós di Giulio Preti. Convegno internazionale nel sito dell'Università degli studi dell'Insubria Sito internet dedicato al pensiero di Giulio Preti, su giuliopreti.eu.

 

PREVE. (Valenza). Filosofo. Important Italian philosopher. He is the tutor of Fusaro, of Torino. “Il comunitarismo è la via maestra che conduce all'universalismo, inteso come campo di confronto fra comunità unite dai caratteri del genere umano, della socialità e della razionalità,” da Elogio del Comunitarismo.Di ispirazione marxiana ed hegeliana, ha scritto numerosi volumi e saggi di argomento filosofico, pubblicati in Italia e all'estero. Il padre, che al momento della nascita di Costanzo è mobilitato, lavora come funzionario delle Ferrovie dello Stato mentre la madre, casalinga, proviene da una famiglia ortodossa di origine armena. Viene cresciuto dalla nonna materna in lingua francese, e attraverso di lei inizia a conoscere la cultura e la lingua greca; come vedremo, entrambe queste circostanze avranno un grande rilievo nella vita di Preve. Personalmente non è credente, pur riconoscendo l'importanza del fenomeno religioso. Studia a Torino, dove conseguirà la maturità classica. Durante i mesi estivi lavora in campagna nel Regno Unito. Dietro pressioni del padre si iscrive alla facoltà di giurisprudenza a Torino. Verificando il suo totale disinteresse per gli studi giuridici, decide di passare alla facoltà di Scienze politiche, che però non frequenterà mai; ne conseguirà ugualmente la laurea, discutendo con iGarrone una tesi sui "Temi delle elezioni politiche italiane del 18 aprile 1948".  Vince per concorso una borsa di studio a Parigi, dove si reca con il proposito di condurre studi filosofici; qui seguirà i corsi su Hegel tenuti da Hyppolite, frequenterà i seminari di Althusser e Sartre, e sotto la guida di Garaudy e Mury, si avvicinerà a Marx. A Parigi segue soprattutto corsi di filosofia greca classica e di germanistica, e grazie ad una borsa di studio si reca per un semestre invernale alla Freie Universität di Berlino. Passa dal dipartimento di germanistica a quello di neo-ellenistica, e vince una borsa di studio per recarsi ad Atene; all'Atene studia greco classico con Lekatsas e storia contemporanea con Psyroukhis, che esercitano su di lui un grande ascendente. Qui prepara una tesi di laurea sul tema: "L'illuminismo greco e le sue tendenze radicali e rivoluzionarie: enogenesi della nazione greca fra Settecento e Ottocento. Il problema della discontinuità con la grecità classica e con la grecità bizantina”. Poliglotta dagli anni dell'università, e fermo sostenitore della lettura dei testi filosofici nella lingua originale, egli apprenderà inglese, portoghese, francese, tedesco, spagnolo, russo, greco antico e moderno, arabo, ebraico, e latino. Rtorna a Torino e si sposa. Consegue per concorso l'abilitazione all'insegnamento liceale di lingua e letteratura francese e di storia della filosofia mentre vince il concorso nazionale di ordinariato per l'insegnamento della filosofia e della storia nei licei. Insegnante fino alla pensione, per due anni insegna francese e inglese, mentre per trentatré anni  è docente di storia e filosofia al liceo Scientifico di Torino (oggi Liceo Alessandro Volta). Trascorre gli anni  in un'intensa attività politica, aderendo al PCI per poi militare in vari gruppi della sinistra extraparlamentare; in questi anni, l'attività filosofica di Preve è incentrata nel tentativo di conciliare esistenzialmente il comunismo, il marxismo e la filosofia.  Grassa, Turchetto ed Illuminati lo invitano a varie collaborazioni; con essi fonderà il Centro Studi di Materialismo Storico di Milano, del quale redigerà inoltre il manifesto programmatico. In questo contesto, e per finanziamento di questo centro, esce il suo primo volume indipendente (cfr. La filosofia imperfetta, Franco Angeli, Milano). Questo testo testimonia la sua adesione di massima alla proposta filosofica dell'Ontologia dell'essere sociale dell'ultimo Lukács, ed anche, indirettamente, il suo distacco definitivo dalla scuola di Althusser. Insieme con Volpi, Turchetto, Illuminati,  Cioffi, Vigorelli, ed altri fonda a Milano la rivista  “Metamorfosi”, che pubblicherà sedici numeri di tipo monografico. In quasi tutti i fascicoli vi sono suoi contributi, che spaziano da un esame dell'operaismo italiano da Panzieri a Tronti e Negri, all'analisi del marxismo dissidente nei paesi socialisti, alla discussione sulla filosofia di Lukács, alla critica delle ideologie del progresso storico, all'indagine sullo statuto filosofico della critica marxiana dell'economia politica. Nel 1983 contribuisce ad organizzare, insieme con Emilio Agazzi, un congresso internazionale dedicato al centenario della morte di Marx (Milano, dicembre 1983), e vi svolge una relazione sulle categorie modali di necessità e di possibilità in Marx. Da quest'esperienza nasce una rivista chiamata “Marx 101”, che uscirà nei due decenni successivi in due serie di numeri monografici e di cui Preve sarà membro del comitato di redazione. Per tutti gli anni ottanta collabora al mensile teorico “Democrazia Proletaria”, organo dell'omonimo partito (1976-1991), che poi diverrà insieme con i fuoriusciti dal PCI la seconda componente politica e militante del PRC (Partito della Rifondazione Comunista).  Sarà iscritto a DP soltanto per un breve period, facendo parte della direzione nazionale; nella battaglia politica fra i sostenitori di una scelta ecologista (Mario Capanna) e neocomunista, Preve sostiene la seconda con una serie di articoli. Nel 1991, quando le componenti di Democrazia Proletaria e dell'Associazione Culturale Marxista confluiscono nel Partito della Rifondazione Comunista, Preve abbandona la militanza politica diretta. Con la pubblicazione di otto volumi consecutivi usciti presso l'editore Vangelista di Milano, affronta il suo “ultimo tentativo personale di coerentizzazione di un paradigma filosofico marxista globale”. Si verifica infatti una discontinuità nella sua produzione. Preve opta per l'abbandono di ogni “ismo” di riferimento, uscendo del tutto “dalla cosiddetta Sinistra” e dalle sue procedure di “accoglimento e cooptazione”.  Ritenendo che la globalizzazione nata dall'implosione dell'Unione Sovietica non si lasci più “interrogare” attraverso le categorie di Destra e di Sinistra, ma richieda altre categorie interpretative, Preve diviene inoltre un convinto sostenitore della necessità di superare la dicotomia sinistra-destra. Questa posizione, condivisa da alcuni intellettuali e movimenti internazionali, è stata criticata da molti, tra cui lo scrittore Valerio Evangelisti, che ne ha sottolineato l'ambiguità ideologica.  Autore e saggista molto prolifico, ha dedicato le sue ultime riflessioni a temi come il comunitarismo, la geopolitica, l'universalismo, la questione nazionale, oltre ovviamente ad un'ininterrotta attenzione al rapporto marxismo-filosofia. Muore a Torino il 23 novembre  per un male incurabile; il Consiglio Comunale di Torino lo ha omaggiato sottolineando il ruolo di Preve e l'importante stimolo al dibattito culturale e politico da lui sviluppato, rilevante per la crescita politica collettiva in Italia. Pensiero La sua riflessione può essere distinta in due periodi successivi. Ha cercato di opporsi alla deriva post-moderna seguita dalla stragrande maggioranza della sinistra italiana (in particolare dagli intellettuali legati al PCI) con un recupero dei punti alti della tradizione marxista indipendente, del tutto estranea alle incorporazioni burocratiche del marxismo come ideologia di legittimazione di partiti e di stati (soprattutto l'ultimo Lukács, l'ultimo Althusser, Bloch, Adorno). In un secondo periodo, dopo la fine del socialismo reale (che Preve chiama comunismo storico novecentesco 1917-1991), ed in dissenso con tutti i tentativi di sua continuazione/rifondazione puramente politico-organizzativa, ha invece lavorato su di una generale rifondazione antropologica del comunismo, marcando sempre più la discontinuità teorica e politica con i conglomerati identitari della sinistra italiana (Rifondazione Comunista in primis, ma anche la scuola operaista e Toni Negri in particolar modo).  Durante gli anni novanta i suoi interventi sono apparsi sia su riviste legate alla sinistra alternativa (L'Ernesto, Bandiera Rossa) che su riviste come Indipendenza e Koiné, dove Preve ha sostenuto l'esplicito superamento del dualismo Destra/Sinistra, approdando a posizioni antitetiche a quelle del filosofo Norberto Bobbio (con cui ebbe uno stretto rapporto per più di vent'anni). Nei primi anni del nuovo millennio ha collaborato con la rivista Comunitarismo, prima, e Comunità e Resistenza, poi. È stato fino alla morte redattore del quadrimestrale Comunismo e Comunità. Al di là delle prese di posizione sulla congiuntura politica, tre cardini del pensiero di Costanzo Preve sono l'interpretazione della storia della filosofia, l'analisi filosofica del capitalismo e la proposta politica per un comunismo comunitario universalistico.  Interpretazione della storia della filosofia Rileggendo l'intera storia della filosofia soprattutto occidentale, Preve utilizza una deduzione sociale delle categorie del pensiero non riduzionistica, che gli permette di discernere la genesi particolare delle idee dalla loro validità universale. Infatti quello di Preve è un orizzonte aperto universalisticamente alla verità, intesa hegelianamente come processo di autocoscienza storica e sintesi di ontologia e assiologia, dell'esperienza umana nella storia. Nella sua proposta di ontologia dell'essere sociale riconosce razionalmente la natura solidale e comunitaria dell'anima umana e l'autonomia conoscitiva della filosofia, contrastando ogni forma di riduzionismo nichilistico, relativistico o partigianamente ideologico. Preve viene definito «strenuo difensore dello statuto veritativo della filosofia da una parte, e [...] deciso oppositore di ogni fraintendimento relativistico dall’altra». Preve intende il capitalismo come totalità economica, politica e culturale da indagare in tutte le sue dimensioni. Propone di suddividerlo filosoficamente e idealisticamente in tre fasi: astratta (XVII-XVIII secolo); dialettica (dal 1789 al 1991) con una protoborghesia illuministica o romantica, una medioborghesia dal 1848 positivistica e poi  esistenzialistica, e una tardoborghesia dal 1968 al 1990 sempre più individualistica e libertaria; speculativa (post-borghese e post-proletaria, dal 1991 in poi) in cui il capitale si concretizza come assoluto, espandendosi al di là delle dicotomie precedenti a destra economicamente, al centro politicamente e a sinistra culturalmente.  Politicamente corretto Nell'analisi filosofica del capitalismo, più volte insiste sulla critica al politicamente corretto, dove riprende alcuni dei suoi temi già trattati; il concetto consterebbe dei seguenti punti nella concezione previana (dove è considerato un'arma del capitalismo per attrarre fasce deboli a sé, nonché un'ideologia di fondo dell'occidente imperialista):  americanismo come collocazione presupposta, anche sotto forma di benevola critica al governo statunitense; "religione olocaustica": Preve non aderisce al negazionismo dell'Olocausto e condanna i genocidi, ma considera la shoah un fatto non "unico", utilizzato dal sionismo per legittimare le azioni di Israele tramite il senso di colpa dell'Europa: «Auschwitz non può e non deve essere dimenticato, perché la memoria dei morti innocenti deve essere riscattata, e questo mondo nella sua interezza appartiene a tre tipi di esseri umani: coloro che sono già vissuti, coloro che sono tuttora in vita, e coloro che devono ancora nascere. Ma Auschwitz non deve diventare un simbolo di legittimazione del sionismo, che agita l'accusa di antisemitismo in tutti coloro che non lo accettano radicalmente, e che non sono disposti a derubricare a semplici errori i suoi veri e propri crimini»  "teologia dei diritti umani", che Preve considera (come altri filosofi marxisti come Žižek o Losurdo, o comunitaristi come ABenoist) solo un grimaldello e un paravento del capitalismo per imporsi ed eliminare, in realtà, i diritti dei popoli e dei lavoratori, attuando il liberismo e l'imperialismo globali; antifascismo in assenza completa di fascismo: l'antifascismo, positivo un tempo, è considerato un fenomeno dannoso e a favore del sistema capitalistico, visto che il fascismo (da lui deprecato soprattutto per la colonizzazione imperialistica dell'Africa e la "mascalzonaggine imperdonabile" dell'invasione della Grecia) è stato ormai sconfitto, volto a creare tensioni tra le diverse forze anti-sistema, e a fungere da nuova ideologia della sinistra postcomunista e post-stalinista (dopo il graduale abbandono del marxismo-leninismo avvenuto secondo Preve per gli effetti della destalinizzazione), che diviene così inutile; falsa dicotomia Sinistra/Destra come "protesi di manipolazione politologica": derivata dal precedente, questa teoria punterebbe a indebolire le critiche anticapitalistiche, impedendo l'unione tra comunisti, comunitaristi e socialisti nazionalitari contro il capitale. Al contempo, anche per le nette e costanti affermazioni contro i tribalismi, i razzismi e i nazionalismi soprattutto coloniali, è da ritenersi estranea al cosiddetto "rossobrunismo" (un termine coniato all'inizio per descrivere i cosiddetti nazionalboscevichi) di cui fu tacciato dal citato Valerio Evangelisti, che a suo dire si configurerebbe come una folle somma dei difetti degli estremismi opposti: «L'unione di sostenitori rasati del razzismo biologico con sostenitori barbuti della dittatura del proletariato sarebbe certamente un buon copione di pornografia hard, ma non potrebbe uscire dal piccolo circuito a luci rosse del sottobosco politico.» nismo comunitario La proposta politica di Costanzo Preve va nella direzione di un comunismo comunitario universalistico, da intendersi come correzione democratica e umanistica del comunismo, dal momento che quello storico novecentesco sarebbe stato reo di non aver messo in comune innanzitutto la verità. Quello tratteggiato da Preve è un sistema sociale che costituisce una sintesi di individui liberati e comunità solidali. Non è inteso come inevitabile sbocco storicistico o positivistico di una storia che si svilupperebbe linearmente, né tuttavia in modo aleatorio in senso althusseriano, bensì aristotelicamente in potenza, a partire dalla resistenza alla dissoluzione comunitaria innescata dall'accumulazione individuale di merci. Qui il problema dell'auspicabile democrazia viene impostato su basi antropologiche, scommettendo sulle potenzialità ontologiche della bontà dell'anima umana, potenzialmente politico-comunitaria (zόon politikόn); razionale e valutativa della giusta misura sociale (zόon lόgon échon) e generica, in senso marxiano (Gattungswesen), cioè in grado di costruire diversi modelli di convivenza sociale, compreso quello in cui l'uomo, affermando la priorità etica e comunitaria per contenere i processi economici altrimenti dispiegantisi in modo illimitato e disumano, può realizzare le sue potenzialità ontologiche immanenti, attualmente alienate. La liberazione dell'individuo avverrebbe quindi a partire dal suo radicamento comunitario in cui agisce collettivamente, pur rimanendo l'individuo stesso l'unità minima di resistenza al potere.  Attività politica In gioventù aderì al PCI, 5, ma presto si allontanò (essendo ostile al compromesso storico tra PCI e DC, promosso da Berlinguer e Moro), entrando poi a far parte della Commissione culturale di Lotta Continua. In seguito si iscrisse a Democrazia Proletaria durante la sua ultima fase. Dopo lo scioglimento di DP, e in seguito alla confluenza di quest'ultima in Rifondazione Comunista, si è sempre più allontanato dall'attività politica in senso stretto. In seguito manifestò critiche verso l'operaismo e il trotskismo che animavano talvolta queste esperienze della post-sinistra extraparlamentare.  Se dal punto di vista teorico si era già distanziato dalla sinistra italiana a seguito della dissoluzione dell'Unione Sovietica e della svolta della Bolognina, il distacco emotivo definitivo dalla "sinistra" avvenne con il bombardamento NATO in Jugoslavia del marzo 1999 durante la guerra del Kosovo, che ricevette il beneplacito del governo italiano guidato da Massimo D'Alema; Preve ha considerato questo fatto come la fine della legalità costituzionale italiana riferendosi alla violazione dell'articolo 11 e un atto di tradimento verso i valori fondanti della Repubblica Italiana. Sul tema scrisse Il bombardamento etico. Saggio sull'interventismo umanitario, l'embargo terapeutico e la menzogna evidente. Molto clamore ha suscitato (anche tra le file della sinistra alternativa) la sua adesione ad alcune tesi del Campo Antimperialista per l'esplicito sostegno da questi fornito alla resistenza irachena. È stato uno dei filosofi di riferimento del comunismo comunitario, nonché animatore della rivista Comunismo e Comunità.  Opere La classe operaia non va in paradiso: dal marxismo occidentale all'operaismo italiano, in Alla ricerca della produzione perduta, Bari, Dedalo, Cosa possiamo chiedere al marxismo. Sull'identità filosofica del materialismo storico, in Marxismo in mare aperto. Rilevazioni, ipotesi, prospettive, Milano, Angeli, La filosofia imperfetta. Una proposta di ricostruzione del marxismo contemporaneo, Milano, Angeli, La teoria in pezzi. La dissoluzione del paradigma teorico operaista in Italia,  Bari, Dedalo, La ricostruzione del marxismo fra filosofia e scienza, in La cognizione della crisi. Saggi sul marxismo di Althusser, Milano, Angeli. Vers une nouvelle alliance. Actualité et possibilités de développement de l'effort ontologique de Bloch et de Lukàcs, in Ernst Bloch et György Lukács. Un siècle après). 1986, Actes Sud [tradotto in tedesco con il titolo Verdinglichung und Utopie. Sendler]. La rivoluzione teorica di Louis Althusser, in Il marxismo di Louis Althusser, Pisa, Vallerini, Viewing Lukàcs from the 1980s. The University of Chicago Press,  La passione durevole, Milano, Vangelista, La musa di Clio vestita di rosso, in Trasformazione e persistenza. Saggi sulla storicità del capitalismo, Milano, Angeli, Il filo di Arianna. Quindici lezioni di filosofia marxista, Milano, Vangelista, 1990. Il marxismo ed il problema teorico dell'eguaglianza oggi, in Egalitè-inegalitè. Atti del Convegno organizzato dall'Istituto italiano per gli studi filosofici e dalla Biblioteca comunale di Cattolica. Cattolica, Urbino, Quattro venti, Il convitato di pietra. Saggio su marxismo e nichilismo, Milano, Vangelista, L'assalto al cielo. Saggio su marxismo e individualismo, Milano, Vangelista, 1992. Il pianeta rosso. Saggio su marxismo e universalismo, Milano, Vangelista, 1992. Ideologia Italiana. Saggio sulla storia delle idee marxiste in Italia, Milano, Vangelista, The dream and the reality. The spiritual crisis of western Marxism, in Marxism and spirituality. An international anthology. Bengin and Gavey,Il tempo della ricerca. Saggio sul moderno, il postmoderno e la fine della storia, Milano, Vangelista, Althusser. La lutte contre le sens commun dans le mouvement communiste "historique" au XX siècle, in Politique et philosophie dans l'œuvre de Louis Althusser). Presses Universitaires de France. L'eguale libertà. Saggio sulla natura umana, Milano, Vangelista, Oltre la gabbia d'acciaio. Saggio su capitalismo e filosofia, con Gianfranco La Grassa, Milano, Vangelista, Il teatro dell'assurdo (cronaca e storia dei recenti avvenimenti italiani). Una critica alla cultura dominante della sinistra nell'attuale scontro tra berlusconismo e progressismo, con Gianfranco La Grassa, Milano, Punto Rosso, Una teoria nuova per una diversa strategia politica. Premesse teoriche alla critica della cultura dominante della sinistra esposta nel Teatro dell'assurdo, con Gianfranco La Grassa, Milano, Punto Rosso,Il marxismo vissuto del Che, in Adys Cupull e Froìlan Gonzales, Càlida presencia. Lettere di Che Guevara a Tita Infante, Milano, Punto Rosso, 1996. Un elogio della filosofia, Milano, Punto Rosso, 1996. Quale comunismo?, in Uomini usciti di pianto in ragione. Saggi su Franco Fortini, Roma, Manifestolibri, La fine di una teoria. Il collasso del marxismo storico del Novecento, con Gianfranco La Grassa, Milano, UNICOPLI,  Il comunismo storico novecentesco. Un bilancio storico e teorico, Milano, Punto Rosso, 1997. Nichilismo Verità Storia. Un manifesto filosofico della fine del XX secolo, con Massimo Bontempelli, Pistoia, CRT, 1Gesù. Uomo nella storia, Dio nel pensiero, con Massimo Bontempelli, Pistoia, Il crepuscolo della profezia comunista. A 150 anni dal “Manifesto”, il futuro oltre la scienza e l'utopia, Pistoia, CRT,1. L'alba del Sessantotto. Una interpretazione filosofica, Pistoia, CRT, Marxismo, Filosofia, Verità, Pistoia, CRT,  Destra e sinistra. La natura inservibile di due categorie tradizionali, Pistoia, CRT, La questione nazionale alle soglie del XXI secolo. Note introduttive ad un problema delicato e pieno di pregiudizi, Pistoia, CRT, Le stagioni del nichilismo. Un'analisi filosofica ed una prognosi storica, Pistoia, CRT, Individui liberati, comunità solidali. Sulla questione della società degli individui, Pistoia, CRT, Contro il capitalismo, oltre il comunismo. Riflessioni su di una eredità storica e su un futuro possibile, Pistoia, CRT,  La fine dell'Urss. Dalla transizione mancata alla dissoluzione reale, Pistoia, CRT, Il ritorno del clero. La questione degli intellettuali oggi, Pistoia, CRT, Le avventure dell'ateismo. Religione e materialismo oggi, Pistoia, CRT,  Un nuovo manifesto filosofico. Prospettive inedite e orizzonti convincenti per il pensiero, con Andrea Cavazzini, Pistoia, CRT, Hegel Marx Heidegger. Un percorso nella filosofia contemporanea, Pistoia, CRT, Scienza, politica, filosofia. Un'interpretazione filosofica del Novecento, Pistoia, CRT,  I secoli difficili. Introduzione al pensiero filosofico dell'Ottocento e del Novecento, Pistoia, CRT, L'educazione filosofica. Memoria del passato, compito del presente, sfida del futuro, Pistoia, CRT, Il bombardamento etico. Saggio sull'interventismo umanitario, l'embargo terapeutico e la menzogna evidente, Pistoia, CRT,  Marxismo e filosofia. Note, riflessioni e alcune novità, Pistoia, CRT, Un secolo di marxismo. Idee e ideologie, Pistoia, CRT, Un filosofo controvoglia. Introduzione a Günther Anders, L'uomo è antiquato, Bollati Boringhieri. Le contraddizioni di Norberto Bobbio. Per una critica del bobbianesimo cerimoniale, Pistoia, CRT, Marx inattuale. Eredità e prospettiva, Torino, Bollati Boringhieri, Verità filosofica e critica sociale. Religione, filosofia, marxismo, Pistoia, CRT, Dove va la sinistra?, Stefano Boninsegni, Roma, Settimo Sigillo, Comunitarismo filosofia politica, Molfetta, Noctua, La filosofia classica tedesca, prefazione a Renato Pallavidini, Dialettica e prassi critica. Dall'idealismo al marxismo, Molfetta, Noctua, L'ideocrazia imperiale americana, Roma, Settimo Sigillo,Filosofia del presente. Un mondo alla rovescia da interpretare, Roma, Settimo Sigillo, Filosofia e geopolitica, Parma, All'insegna del Veltro, Del buon uso dell'universalismo. Elementi di filosofia politica per il XXI secolo, Roma, Settimo Sigillo, Dialoghi sul presente. Alienazione, globalizzazione destra/sinistra, atei devoti. Per un pensiero ribelle, con Alain de Benoist e Giuseppe Giaccio, Napoli, Controcorrente, Prefazione a Renato Pallavidini, La comunità ritrovata. Rousseau critico della modernità illuminista, Torino, Libreria Stampatori, Marx e gli antichi greci, con Luca Grecchi, Pistoia, Petite plaisance, Il popolo al potere. Il problema della democrazia nei suoi aspetti storici e filosofici, Casalecchio, Arianna Editrice, Verità e relativismo. Religione, scienza, filosofia e politica nell'epoca della globalizzazione, Torino, Alpina, Elogio del comunitarismo Napoli, Controcorrente, Il paradosso De Benoist. Un confronto politico e filosofico, Roma, Settimo Sigillo, Storia della dialettica, Pistoia, Petite plaisance,  La democrazia in Grecia. Storia di un'idea, forza di un valore, in Presidiare la democrazia realizzare la Costituzione. Atti del seminario itinerante sulla difesa della Costituzione, Bardonecchia, Susa, Bussoleno, Condove, Borgone Susa, Edizioni Melli-Quaderni Sarà Dura!, Storia critica del marxismo. Dalla nascita di Karl Marx alla dissoluzione del comunismo storico novecentesco, Napoli, La città del sole,  Postfazione a Luca Grecchi, Il presente della filosofia italiana, Pistoia, Petite plaisance, Storia dell'etica, Pistoia, Petite plaisance,  Hegel antiutilitarista, Roma, Settimo Sigillo, Storia del materialismo, Pistoia, Petite plaisance, Una approssimazione al pensiero di Karl Marx. Tra materialismo e idealismo, Saonara, Il Prato, Ripensare Marx. Filosofia, Idealismo, Materialismo, Potenza, Ermes, Un trotzkismo capitalistico? Ipotesi sociologico-religiosa dei Neocons americani e dei loro seguaci europei, in Neocons. L'ideologia neoconservatrice e le sfide della storia, Rimini, Il Cerchio, Alla ricerca della speranza perduta. Un intellettuale di sinistra e un intellettuale di destra "non omologati" dialogano su ideologie e globalizzazione, con Luigi Tedeschi, Roma, Settimo Sigillo, La quarta guerra mondiale, Parma, All'insegna del Veltro, L'enigma dialettico del Sessantotto quarant'anni dopo, in La rivoluzione dietro di noi. Filosofia e politica prima e dopo il '68, Roma, Manifestolibri, Il marxismo e la tradizione culturale europea, Pistoia, Petite plaisance, Nuovi signori e nuovi sudditi. Ipotesi sulla struttura di classe del capitalismo contemporaneo, con Eugenio Orso, Pistoia, Petite plaisance, Logica della storia e comunismo novecentesco. L'effetto di sdoppiamento, con Sidoli, Pistoia, Petite plaisance, .Elementi di Politicamente Corretto. Studio preliminare su di un fenomeno ideologico destinato a diventare in futuro sempre più invasivo e importante, Petite Plaisance,  Filosofia della verità e della giustizia. Il pensiero di Kosík, con Cesana, Pistoia, Petite plaisance, Lettera sull'Umanesimo, Pistoia, Petite plaisance, Una nuova storia alternativa della filosofia. Il cammino ontologico-sociale della filosofia, Pistoia, Petite plaisance, Lineamenti per una nuova filosofia della storia. La passione dell'anticapitalismo, con Luigi Tedeschi, Saonara, Il Prato, .Dialoghi sull'Europa e sul nuovo ordine mondiale, con Luigi Tedeschi, Saonara, Il Prato, Collisioni. Dialogo su scienza, religione e filosofia, con Andrea Bulgarelli, Pistoia, Petite plaisance,  Karl Marx: un'interpretazione, NovaEuropa Edizioni.  Preve preferiva non definirsi marxista ma appartenente alla "scuola di Marx", e «allievo indipendente di Marx» (C. Preve, Elogio del comunitarismo, Controcorrente, Napoli,  «Personalmente, non sono credente né praticante. Non credo in nessun Dio personale, considero ogni personalizzazione del divino una indebita e superstiziosa antropomorfizzazione, e sono pertanto in linea di massima d’accordo con Spinoza. Ma ritengo anche la religione, così come la scienza, l’arte e la filosofia, dati permanenti dell’antropologia umana in quanto tali desti durare tutto il tempo in cui durerà il genere umano.» (Elementi di politicamente corretto, )  Convegno György Lukács e la cultura europea (II intervento)  Relazione VIII Congresso Nazionale di DP (terzultimo intervento)  Destra e Sinistra: confronto tra C.Preve e D.Losurdo  Carmilla: I rosso-bruni: vesti nuove per una vecchia storia  Democrazia comunitaria o democrazia proprietaria? (L.Tedeschi-C.Preve). Considerazioni sulla geopolitica (di C.Preve) Ain .Intervista di Luigi Tedeschi a Il bombardamento etico dieci anni dopo (recensione di G. Di Martino), Fonte: A. Monchietto, Lucio CollettiCostanzo Preve. Marxismo, Filosofia, Scienza.  Morto Costanzo Preve, l'“ultimo” filosofo marxista su la RepubblicaTorino  Addio al filosofo Costanzo Preve  In memoria di Costanzo Preve di Diego Fusaro  Un lutto veramente grande per noi di Gianfranco La Grassa  In morte di Costanzo Preve  La Sala Rossa ricorda la figura di Costanzo Preve e raccogliendosi in un minuto di silenzio  C.Preve, Con Marx e oltre il marxismo (overleft) su files.splinder.Comunismo e Comunità » Laboratorio per una teoria anticapitalistica  Alessandro Volpe e Piotr Zygulski, Verità e filosofia, in Alessandro Monchietto e Giacomo Pezzano , Invito allo Straniamento. I. Costanzo Preve filosofo, Pistoia, Petite Plaisance,  C. Preve, Elementi di politicamente corretto; ad es. «22. E qui concludiamo con una serie di previsioni artigianali. Ricordo al lettore che questo non è ancora un Trattato di Politicamente Corretto, che ho peraltro intenzione di scrivere, in cui i cinque punti principali indicati (americanismo come collocazione presupposta, religione olocaustica, teologia dei diritti umani, antifascismo in assenza completa di fascismo, dicotomia Sinistra/Destra come protesi di manipolazione politologica) verranno discussi in modo più analitico e preciso».  Da Intellettuali e cultura politica nell'Italia di fine secolo, Rivista Indipendenza, Da Gli Usa, l’Occidente, la Destra, la Sinistra, il fascismo ed il comunismo. Problemi del profilo culturale di un movimento di resistenza all’Impero americano, Noctua Edizioni, 2003.  C.Preve: audio congressi DP (RadioRadicale)  Intervista politico-filosofica (G. RepaciC. Preve)  «La costituzione italiana è stata distrutta per semprre con i bombardamenti sulla Jugoslavia, e da allora l’Italia è senza costituzione, e lo resterà finché i responsabili politici di allora non saranno condan morte per alto tradimento (parlo letteralmente pesando le parole), con eventuale benevola commutazione della condanna a morte a lavori forzati a vita. Eppure, questi crimini passano sotto silenzio, perché si continuano ad interpretare gli eventi di oggi in base ad una distinzione completamente finita nel 1945». (C. Preve, Elementi di politicamente corretto) //aginform.org/preve.html.  Étienne Balibar, La filosofia di Marx, Manifestolibri, Bobbio, Né con Marx né contro Marx, Editori Riuniti, Roma, André Tosel, Devenir du marxisme: de la fin du marxisme-léninisme aux mille marxismes, France-Italie  in Dictionnaire Marx contemporain, Jacques Bidet-Eustache Kouvélakis , PUF, Parigi Cristina Corradi, Storia dei marxismi in Italia, Manifestolibri, Roma, Alessandro Monchietto, Marxismo e filosofia in Preve, Editrice Petite Plaisance, Pistoia, Piotr Zygulski, Costanzo Preve: la passione durevole della filosofia, presentazione di Giacomo Pezzano, Pistoia, Editrice Petite Plaisance, Monchietto e Pezzano , Invito allo Straniamento. I. Costanzo Preve filosofo, Pistoia, Petite Plaisance, Zygulski, Costanzo Preve e l'educazione filosofica , in Educazione Democratica,  Foggia, Edizioni del Rosone, gennaio ,  Alessandro Monchietto , Invito allo Straniamento. II. Costanzo Preve marxiano, Pistoia, Petite Plaisance, Massimo BontempelliFabio Bentivoglio, Il senso dell'essere nelle culture occidentali, Milano, Trevisini, Formenti, Il socialismo è morto. Viva il socialismo!, Meltemi, Milano Comunitarismo Domenico Losurdo Massimo Bontempelli (storico) Nazionalismo di sinistra Altri progetti Collabora a Wikiquote Citazionio su Costanzo Preve  Registrazioni di Costanzo Preve, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Breve sintesi del pensiero di C.Preve (filosofico.net), su filosofico.net. Raccolta di e-book scaricabili gratuitamente offerti dalla casa editrice Petite Plaisance, su petiteplaisance). Antologia di testi di C.Preve, Raccolta di articoli (AriannaEditrice), su ariannaeditrice. Filosofia  Il testo è disponibile solo in e-book, e lo si può scaricare gratuitamente al seguente link: petiteplaisance ebooks/sin_ebl_1032.html. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Preve," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

PRIMI. (Bellgirate). Filosofo. Grice: “I like Prini, but I won’t expect his “Discorse e situazione” to be about Firth’s context of utterance!” -- “Pensare è infatti la maniera più profonda del nostro desiderare. "Ventisei secoli nel mondo dei filosofi"). Tra i maggiori esponenti dell'esistenzialismo.  Di modeste origini, Prini mostrò fin da giovane una certa attitudine per gli studi e completò l'intero iter scolastico, iscrivendosi quindi al seminario di Arona nel 1934, dove ebbe come docente di filosofia mons. De Lorenzi. La scelta del seminario, oltre a derivare dalla sua povertà di mezzi materiali, rispondeva a una profonda convinzione di fede che resterà immutata per tutta la vita del filosofo. Prini, tuttavia, lasciò il seminario tre anni più tardi «per amore della filosofia»: gli sembrava infatti che l'impostazione neotomista della filosofia lì insegnata non rispondesse ai bisogni del tempo. Egli quindi, vinto un posto presso il Collegio Borromeo di Pavia, iniziò i suoi studi di filosofia. Particolarmente influenti furono Adolfo Levi e, dopo che questi dovette rassegnare le dimissioni in seguito alle leggi razziali, Michele Federico Sciacca con cui si laureò nel 1941 discutendo una tesi su Rosmini. Durante il servizio militare, contrasse una malattia polmonaregrave che lo costrinse, tra il '43 e il '45, al ricovero presso il Collegio Borromeo, allora trasformato dai tedeschi in ospedale militare. Lì godette della compagnia intellettuale del Rettore, monsignor Cesare Angelini, e approfondì lo studio di Plotino. Il 1950 è un altro anno cruciale per la formazione di Prini: grazie a una borsa di studio, egli trascorse nove mesi a Parigi dove conobbe e frequentò il filosofo Gabriel Marcel.   Una veduta del lago Maggiore dalla terrazza del Collegio Rosmini. Nel suo libro su Belgirate, borgo che si affaccia sullo stesso lago, Prini cita H.F. Amiel e scrive: «Un paesaggio è uno stato d'animo». Prini s'è legato al gruppo di giovani filosofi che Sciacca aveva riunito intorno a sé: Maria Teresa Antonelli, Roberto Crippa, Alberto Caracciolo. Quando Sciacca nel 1946 si trasferì a Genova tutto il gruppo lo seguì, ottenendo ciascunosecondo la specificità dei propri studiun incarico di insegnamento di una disciplina filosofica. A Prini venne affidato l'insegnamento di Storia della filosofia antica. Di qui, vincitore di concorso, si trasferì a Perugia, dove dette vita ad una sua scuola filosofica, che ha in Dario Antiseri l'esponente più noto. Prini sposa Josefa "Pepa" Flores, spagnola, compagna affezionata per tutta la vita, cui Prini dedicherà gran parte dei suoi libri. Dello stesso anno è il testo Verso una nuova ontologia che, insieme a Discorso e situazione del 1961 segnano il passaggio alla fase matura del suo pensiero. Viene chiamato a coprire la cattedra di Storia della filosofia dalla Facoltà di Magistero dell'Università "La Sapienza" di Roma, che terrà fino al 1985, diventando poi docente emerito. Qui svolse una intensa attività didattico-scientifica, che alimentò partecipando anche a molteplici iniziative culturali, impegnandosi in prima persona nella promozione televisiva del sapere filosofico e, nell'attività radiofonica, in programmi di decisa funzione umanistico-culturale. Tra le opere più interessanti e più discusse della sua ultima produzione, va ricordato Lo scisma sommerso del 1998, in cui il filosofo analizza la spaccatura sotterranea che si è creata nella Chiesa cattolica tra il magistero ufficiale e la fede e le scelte di vita dei credenti. Un tema che diviene centrale in quest'ultimo periodo è anche il tema del male, in modo parallelo a quanto andava elaborando nello stesso periodo Luigi Pareyson, amico personale di Prini.  Prini si ritira a Pavia dove lavora, finché le forze glielo consentono, a Ventisei secoli nel mondo dei filosofi, «un ultimo ripensamento, una sorta di commiato personale dagli autori e dai problemi che gli erano stati cari per tutta la vita». È morto a Pavia ed è sepolto a Belgirate nella tomba di famiglia. La sua biblioteca personale e il suo lascito manoscritto sono conservati presso la biblioteca del Collegio Ghislieri di Pavia nel "Fondo Pietro Prini".  Pensiero Si può dire che in nessuna delle opere di Prini sia racchiuso tutto quanto il suo pensiero. Egli è, in questo senso, un pensatore abbastanza asistematico e offre intuizioni in direzioni diverse, che si possono riassumere in alcuni blocchi tematici.  L'ontologia semantica  Una pagina manoscritta del filosofo. Un buon punto da cui partire è la scoperta e la definizione dell'ontologia semantica: accanto al discorso apofantico, che definisce in modo univoco i suoi oggetti e che vuol dimostrare le sue verità in modo necessario, Prini apre lo spazio per il discorso semantico, il linguaggio cioè della musica, della poesia, della preghiera, dell'invocazione, del dialogo. Nel testo Verso una nuova ontologia, egli fa risalire la dimenticanza dell’ontologia semantica ad Aristotele, il quale riteneva i discorsi semantici non verofunzionali e quindi estranei al campo dellafilosofia. Nell'opera successiva Discorso e situazione, l'autore definisce in modo più dettagliato gli ambiti di ciascun discorso.  In un’intervista rilasciata a Vittorio Grassi, Prini argomenta: «Per molti anni ho tenuto presente nello sviluppo delle mie ricerche il volume Discorso e situazione, dove, nel quadro del problema contemporaneo della molteplicità dell’uso logico della ragione, ho delineato un esame sistematico delle diverse forme argomentative del discorso razionale “situato”, ossia in relazione al suo proprio oggetto ed al suo proprio uditorio, e precisamente la verifica come forma della prova del discorso oggettivo o scientifico, la testimonianza, come forma della prova del discorso privato o intersoggettivo, la determinazione particolare, come forma del discorso collettivo o ideologico. È stata un ricerca non inutile, credo, se ha messo in luce, per un verso, contro lo scientismo, la pluralità dell’uso logico della ragione, e per un altro verso, la fondamentale convergenza di quelle forme del discorso razionale in una dottrina della verità ostensiva dell’essere, o, come dicevo nel mio volume Discorso e situazione, inventandone l’espressione, in un’ontologia semantica».  In questo senso, la filosofia di Prini si caratterizza per un confronto rispettoso e vivace con le scienze: da una parte, il filosofo ne riconosce tutta la dirompente importanza, dall'altra è attento a criticare quelle filosofiequali il neopositivismoche ne esasperano i risultati e le spingono oltre il proprio ambito di legittimità conoscitiva.  L'uomo Il secondo punto è quello dell’antropologia e della sociologia filosofica. Prini non dimentica mai la lezione dell’esistenzialismo: l’uomo di cui la filosofia deve occuparsi è l’uomo concreto. E perciò, in primo luogo, è importante considerare il corpo come elemento costituito della soggettività in un’unità psicofisicadel resto, già Rosmini nel mondo cattolico aveva fatto questo movimento verso il corpo, parlando di sentimento fondamentale corporeo. Prini se ne occupa soprattutto nell'opera Il corpo che siamo. Quindi, ne Il paradosso di Icaro, viene elaborata la distinzione tra desiderio e bisogno: il bisogno, cioè la necessità di avere, si distingue dal desiderio, cioè dalla volontà di essere autenticamente.  Nel mondo contemporaneo, che è un mondo capitalistico, tecnologico e nichilistico, l’uomo corre il rischio di essere dominato da bisogni sempre accresciuti e di dimenticare così la propria dimensione più autentica e il proprio desiderio. Prini scrive che «Pensare è […] la maniera più profonda del nostro desiderare»: ciò significa che la filosofia ha, prima di tutto, il compito di domandare intorno al senso di ciò che è e di ciò che si èun domandare che mette in questione anche il domandante stesso.  Qui sono naturalmente molto forti gli echi di Heidegger, che Prini definisce «maestro inevitabile». L’esito socio-politico di queste dottrine priniane è il rifiuto degli assoluti terrestri, cioè di quelle concezioni totalitarie della politica come il nazismo o il comunismo che negano il valore assoluto della coscienza individuale e, insieme, negano lo spazio per ogni trascendenza genuina. Prini, per converso, ritiene che l'unico agire autentico derivi dalla contemplazione, secondo quella dottrina della contemplazione creatrice che egli ritrova in Plotino e che fa propria.  L'Essere Di qui, si può passare a parlare della concezione priniana dell’Essere, che è caratterizzato dall'ambiguità, da cui anche il titolo della sua opera principale su questo tema, L'ambiguità dell'essere, che ha la particolarità di essere scritta in forma di dialogo. L'Essere può intendersicome è stato variamente inteso nella storia della filosofiasia come necessità assoluta (al modo Parmenide), sia come bontà o finalità assoluta (al modo di Leibniz), sia come libertà od opposizione assoluta (al modo di Cusano). Prini cerca di pensare insieme queste tre modalità, ritenendole tutte essenziali all'Essere e, insieme, non deducibili l’una dall'altra. Egli definisce questa sua concezione «problematicismo ontologico». Dal momento che l’Essere è in sé ambiguo, esso non si lascia completamente definire e dimostrare dal discorso apofantico e si presta al discorso semantico in generale e quindi al discorso religioso in particolare.  La fede Assolutamente capitale è, dunque, il problema della religione, della fede cristiana e della Chiesa cattolica. Prini ha sempre pensato la propria attività filosofica come un filosofare nella fede: a differenza dello scienziato, il filosofo mette in gioco se stesso nel proprio filosofare, e un cristiano, quale egli era, non può mettere da parte le proprie convinzioni religiose quando filosofa. Nella prolusione al corso di Filosofia teoretica a 'Perugia, egli argomenta: «C’è un carattere ludico nell'atteggiamento del credente, quando pretende di poter mettere tra parentesi la propria fede e di essere anch'egli, nella ricerca della verità, come dice Husserl, ein wirklicher Anfänger, “un vero e proprio principiante”».  «Ho dedicato tutta la mia vita alla cultura cattolica in modo critico» sostiene Prini nell’intervista. Questo suo lavoro critico può riassumersi così: distinzione tra il nucleo del messaggio evangelico e le forme che esso ha via via assunto nella storia, critica delle posizioni più tradizionaliste della Chiesa, specialmente in filosofia (si veda in particolare il volume La filosofia cattolica italiana del Novecento), invito al dialogo tra la Chiesa e la modernità tutta intera, e proposta di una nuova inculturazione, oggi, di quel messaggio evangelico. Il seguente passaggio de Lo scisma sommerso mostra in modo disambiguo ciò che Prini ha in mente: «Per questa mentalità generata dalla civiltà della scienza esistono uno spazio e un tempo scientifici nei quali è impossibili proporsi di trovare, per esempio, il periodo storico di una presunta prima coppia progenitrice di tutto il genere umano o l'ubicazione dell'Eden, di cui parlanoin un senso simbolico che è da determinarei primi racconti della Genesi. E andando soltanto un poco in profondità nella coscienza giuridica moderna, post-illuministica, del rapporto tra colpa e castigo, chi potrebbe oggi accettare l'idea, trasmessa dalla teologia penale di Agostino nell'interpretazione della Lettera ai Romani di Paolo, che l'umanità intera abbia ereditato da Adamo non solo la pena eterna del suo peccato, ma anche la responsabilità della sua stessa colpa?»  Opere Gabriel Marcel e la metodologia dell’inverificabile. Roma, Studium, Verso una nuova ontologia. Roma, Studium, Rosmini postumo. Roma, Armando, 2ª edizione, “Discorso e situazione.” Roma, Studium,  2ª edizione,  “Il paradosso di Icaro,” Roma, Armando, 2ª edizione, Ripubblicato nel  Gianpiero Gamaleri. “L’ambiguità dell’essere.” Genova, Marietti, Storia dell'esistenzialismo da Kierkegaard a oggi. Roma, Studium,  Il testo è l’ultima versione di una serie di lavori precedenti sulla storia dell’esistenzialismo che risalgono fino agli anni ’50. “Il corpo che siamo: introduzione all'antropologia etica. Torino, SEI, “Plotino e la nascita dell’umanesimo interiore.” Milano, Vita e Pensiero,Anche questa è l’ultima versione di un lavoro “a più strati”, il cui primo nucleo risale agli anni della guerra, mentre Prini era ricoverato presso il Collegio Borromeo di Pavia, allora trasformato dai tedeschi in ospedale militare. Il cristiano e il potere. Roma, Studium, La filosofia cattolica italiana del Novecento. Roma-Bari, Laterza, 2ª edizione. Lo scisma sommerso. Milano, Garzanti (per l'editore G due). Ripubblicato dalla casa editrice Interlinea, Novara, . Terra di Belgirate (nuova edizione curata da Vittorio Grassi). Grugliasco (Torino), tipografia Sosso Ventisei secoli nel mondo dei filosofi (Walter Minella). Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia, . Inediti I seguenti testi inediti, ritrovati tra le carte del "Fondo Pietro Prini", sono stati pubblicati:  Visita a Borges in Paradiso (Andrea Loffi). In: “Avvenire”, Lo stesso testo è presente anche in appendice a: Walter Minella, Pietro Prini, Roberto Cutaia, Prini, un filosofo che canta i Salmi. In: “Avvenire”, Qui sono riportati alcuni passaggi di un commento ai Salmi. Croce e Gentile secondo Prini (Andrea Loffi). In: “Avvenire”, sabato 13 maggio 23 . Premi Prini è stato insignito del Premio Internazionale Medaglia d'Oro al merito della Cultura Cattolica . -- è stato conferito il primo "Premio Pietro Prini" in onore del filosofo, per promuoverne lo studio e la ricerca, presso il Collegio Rosmini di Stresa.  Notizia della morte, Walter Minella, Pietro Prini, Città del Vaticano, Lateran University Press, 25.  Terra di Belgirate, Walter Minella, Pietro Prini, Città del Vaticano, Lateran University Press, Andrea Loffi, Il Prini sommerso , su pietroprini.org.  Pietro Prini, Terra di Belgirate,  Ventisei secoli nel mondo dei filosofi, Walter Minella, Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia, Ventisei secoli nel mondo dei filosofi, Walter Minella, Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia, Pietro Prini, Plotino e la fondazione dell'umanesimo interiore, Milano, Vita e Pensiero,Pietro Prini, Terra di Belgirate, Pietro Prini, Cristianesimo e filosofia, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Perugia, Terra di Belgirate, Pietro Prini, Lo scisma sommerso, Milano, Garzanti, 1Dario Antiseri e Domenico Conci , Il desiderio di essere. L'itinerario filosofico di Pietro Prini. Roma, Studium, Santo Arcoleo, La filosofia cattolica nell'Italia del Novecento. Intervista a Pietro Prini, in Segni e Comprensione, Biagio Muscherà, L'ontologia del desiderio inPrini. Genova-Milano, Marietti, 2005. Massimo Flematti , Pietro Prini, filosofo e uomo. Verbania-Intra, Alberti, . Walter Minella, Città del Vaticano, Lateran University Press, .Walter Minella, Andrea Loffi, Massimo Flematti, Giorgio Sandrini , Credere oggi in Dio e nell'uomo ancora e nonostante. Pietro Prini filosofo del dialogo tra fede e scienza. Roma, Armando. Sito dedicato a Pietro Prini, su pietroprini.org. Enciclopedie on line, sito "Treccani L'Enciclopedia italiana".//filosofico.net/prini.htm.

 

PRODI (Scandiano). Filosofo. Grice: “While he likes semiotics, Prodi is the Italian C. L. Stevenson, who read English at Yale! No philosophy background!” -- Figlio di Mario, ingegnere, ed Enrica, maestra, è il terzo di nove fratelli (tra cui anche il politico ed economista Romano, il fisico ed europarlamentare Vittorio, il matematico Giovanni, il fisico Franco e lo storico Paolo).  Si è laureato a Bologna, dove ha poi insegnato, dal 1958, Patologia Generale. In seguito gli fu affidata la prima cattedra di Oncologia dell'ateneo.Direttore dell'Istituto di Cancerologia di Bologna, di cui fu fondatore, e del progetto Biologia cellulare del Cnr, pubblicò anche diversi libri riguardo alla medicina ed alla biologia, sviluppando anche, congiuntamente a Thomas Sebeok e Thure von Uexküll, un approccio semiotico alla biologia negli anni Settanta e Ottanta.  Fece parte inoltre del Consiglio Superiore di Sanità della Commissione Oncologica del Ministero della Pubblica Istruzione e fu consulente del Ministero per la Ricerca Scientifica e Tecnologica.  Con Il neutrone borghese, ha pubblicato anche alcuni romanzi e racconti, tra cui Lazzaro, biografia romanzata (con riflessi autobiografici) di Lazzaro Spallanzani, per cui è risultato "supervincitore" del Premio Grinzane Cavour e finalista al Premio Bergamo. L'ultimo libro è stato Il cane di Pavlov, uscito nell'anno stesso della sua morte di cancro, ma altri sono stati pubblicati postumi. Sono stati raccolti tutti nel volume L'opera narrativa,A Giorgio Prodi, l'Bologna ha dedicato il Centro Interdipartimentale di Ricerche sul cancro nonché un'aula situata nel complesso di San Giovanni in Monte . Ogni anno, una conferenza della riunione annuale della Società Italiana di Cancerologia è dedicata a lui.   Pubblicazioni Scienza e potere, Il Mulino, Bologna, estr. da Il Mulino, La scienza, il potere, la critica, Il Mulino, Bologna, Oncologia sperimentale, Esculapio, Bologna, “Le basi materiali della significazione,” Bompiani, Milano, La biologia dei tumori, Casa editrice ambrosiana, Milano, “Soggettività e comportamento,” Giuliano Piazzi, prefazione di Giorgio Prodi, FrancoAngeli,  Orizzonti della genetica, Editoriale L'Espresso, Il neutrone borghese, Bompiani, Milano, Patologia Generale, con Giovanni Favilli, CEA, “La storia naturale della logica,” Bompiani, Milano, “L'uso estetico del linguaggio,” Il Mulino, Bologna, Lazzaro: il romanzo di un naturalista del '700, Camunia, Brescia, Oncologia generale, Esculapio, Bologna, Gli artifici della ragione, disegni di Cesare Paolantonio, Edizioni del Sole 24 ore, Milano, “Il cane di Pavlov,” Camunia, Brescia, Alla radice del comportamento morale, Marietti, Milano, Teoria e metodo in biologia e medicina, CLUEB, Bologna, L'individuo e la sua firma. Biologia e cambiamento antropologico, Il Mulino, Bologna, Il profeta, Camunia, Brescia, L'opera narrativa, introduzione di Elvio Guagnini, Diabasis, Reggio Emilia. Conferenza "Prodi" È morto ieri a Bologna Prodi, da Repubblica  Apprezzato anche da Giuseppe Dossetti, La parola e il silenzio. Discorsi e scritti  ed. Paoline,  in riferimento ad un articolo che si rifaceva ai "geni invisibili della città" di Guglielmo Ferrero. Sul sottotitolo (i “geni invisibili” della città) dell'opera Potere, v. Giampiero Buonomo, Titolo V e "forme di governo": il caso Abruzzo (dopo la Calabria), in Diritto e Giustizia on-line: RACCOLTA PREMIO NAZIONALE DI NARRATIVA BERGAMO, su legacy.bibliotecamai.org. Sito del Centro Interdipartimentale di Ricerche sul cancro "Giorgio Prodi"  Brochure dell'Aula Prodi. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

 

PROSPERO. (Pescosolido), filosofo. Si è laureato in Filosofia a Roma, discutendo una tesi su Kelsen. Professore a Roma. Autore di numerosi saggi, collabora con diverse riviste scientifiche e quotidiani., tra i quali soprattutto L'Unità.  I suoi interessi sono principalmente rivolti al sistema istituzionale italiano e al pensiero politico della sinistra. Inoltre, svolge attività di editorialista: le posizioni da lui espresse come analista politico sono state aspramente criticate dal giornalista  Travaglio, che lo ha accusato di "pagnottismo". Tra i punti di dissenso, vi è la posizione critica assunta da Prospero nei confronti della democrazia diretta, e nei confronti della fiducia riposta daTravaglio, e dal Movimento 5 stelle di Grillo, nella intrinseca infallibilità del giudizio espresso dagli elettori e del popolo della Rete.  Dal  fa parte della direzione nazionale di Sinistra Italiana ed è responsabile cultura del partito.   parziale La politica postclassica, Il nuovo inizio, Nostalgia della grande politica, La democrazia mediata, Sistemi politici e storia, Il pensiero politico della destra, Newton Compton, I sistemi politici europei, Newton Compton, Politica e vita buona, Euroma la Goliardica, Sinistra e cambiamento istituzionale, Storia delle istituzioni in Italia, Editori Riuniti, Il fallimento del maggioritario, La politica moderna. Teorie e profili istituzionali, Carocci,  Lo Stato in appalto. Berlusconi e la privatizzazione del Politico, Manni Editori, Politica e società globale, Laterza, L'equivoco riformista, Manni Editori, Alle origini del laico, FrancoAngeli, La costituzione tra populismo e leaderismo, FrancoAngeli, Filosofia del diritto di proprietà, FrancoAngeli, Perché la sinistra ha perso le elezioni, Prospero e Mario Morcellini, Ediesse, Il comico della politica, nichilismo e aziendalismo nella comunicazione di Berlusconi, Ediesse, . Il libro nero della società civile. Il nuovismo realizzato, Bordeaux edizioni, . La scienza politica di Gramsci, Bordeaux edizioni.  Elenco dei principali interventi di Prospero sulla stampa italiana, da "Rassegnacamera"  Addio al mito del capo, Il Manifesto, Contropotere del Quirinale, Left-avvenimenti, Caro Prodi, l'errore più grande della sinistra europea è stato dimenticare il lavoro, il manifesto, Bruno Gravagnuolo, Grillo, il travaglio di Marco nel duello tv con Prospero l'Unità  Gli organismi di Sinistra Italiana, da "Sinistraitaliana.si"  Sinistra Italiana rispolvera il Pci: nascono le nuove Frattocchie. Ma a Testaccio, da HuffingtonPost  Pagina Web del docente sul sito della SapienzaRoma, su coris.uniroma1.

 

PUCCI. (Firenze). Filosofo. Scrisse alcuni trattati dove ambiva a una religione universale di stampo utopistico e fu molto polemico contro le principali dottrine religiose dell'epoca, tanto da essere tacciato di eresia e giustiziato dall'Inquisizione romana.  Forse imparentato, come lui stesso sostenne, con la potente e ricca famiglia fiorentina dei Pucci, della quale fece parte, tra gli altri, il cardinale Antonio Pucci, da quella tuttavia non ne venne mai riconosciuto membro. Secondo quanto scrisse lui stesso, trovandosi a Lione per affari di commercio, fu colto da un improvviso «mutamento et cambiamento» che lo fece decidere a darsi allo studio delle «cose celesti ed eterne» e a scoprire i reali motivi dei contrasti religiosi che laceravano l'Europa.  A questo scopo, si trasferì a Parigi per studiare teologia e, avendo assistito personalmente alla strage degli Ugonotti nella notte di San Bartolomeo, decise di aderire alle tesi protestanti. Trasferitosi in Inghilterra, si iscrisse all'Oxford, ottenendo il titolo di Magister atrium. Controversie dottrinali gli procurarono l'espulsione dalla comunità calvinista francese alla quale aveva aderito in primavera: come scrisse al teologo svizzero Johann Jacob Grynaeus, vi aveva discusso del peccato originale e aveva altresì contestato l'autoritarismo del concistoro della comunità.  Quest'ultima gli rimproverava, oltre a importanti punti dottrinali come la concezione del peccato originale, della fede e dell'eucaristia, la sua pretesa di profetizzare, ricordandogli che, con la scomparsa dei primi apostoli, il carisma profetico non poteva più esistere in nessuna chiesa cristiana. Emigrato a Basilea nel 1577 su invito di Francesco Betti, v'incontrò Fausto Sozzini, ma pochi mesi dopo, espulso anche dalla città svizzera, fu costretto a tornare in Inghilterra, mantenendosi ancora in contatto epistolare col Sozzini.  La natura umana e il problema della salvezza Dapprima il Pucci pubblicò un manifesto, e poi scrisse in autunno a Niccolò Balbani, a Basilea, una lunga lettera in cui esponeva la sua teoria dell'innocenza naturale dell'uomo, già discussa col Sozzini, secondo la quale «tutti gli uomini nascono et restano innanzi all'uso della ragione e del giuditio». Grazie alla redenzione operata da Cristo, il peccato originale non può causare la dannazione quando siamo ancora nel grembo materno, e dunque il battesimo dei bambini, che sono «naturalmente» innocenti per la naturale bontà della natura umana, per quanto non censurabile, è inutile. L'eventualità della dannazione è un problema dell'adulto che, raggiunta l'età della ragione, è in grado di distinguere il bene dal male.  Si tratta di evidenti tesi pelagiane: l'uomo è buono per natura e a causa dell'amore di Dio verso il genere umano, che ha creato l'uomo di natura buona, si fonda la vera fede cristiana: «il fondamento della religione, et bontà vera, è propriamente la fidanza generale in Dio del cielo e della terra», una fiducia fondata sulla conoscenza di Dio che, secondo Pucci, è comune a tutti gli uomini, una fede che egli contrappone alla concezione della fede protestante, che consiste invece in una «fidanza particulare» che il singolo protestante ripone in Dio. È del resto la tesi sostenuta da Sozzini nel suo De Jesu Christo servatore.  Francesco Pucci sosteneva di aver tratto le proprie concezioni in virtù del dono dello Spirito Santo che, attraverso visioni, lo ispirava permettendogli di preconizzare il prossimo avvento del regno di Dio che avrebbe provocato la conversione di tutti i popoli, qualunque fosse la loro religione, sotto un'unica confessione cristiana. La redenzione operata da Cristo riguarda infatti tutti gli uomini, anche i non cristiani, perché esalta la loro naturale bontà: la salvezza non deve costituire un dubbio tormentoso ma è un obbiettivo che può essere raggiunto abbandonandosi con fiducia alla fede in Dio, è la fedenaturale che, prima della caduta, aveva Adamo, uomo naturale e immortale perché fatto a immagine e somiglianza di Dio nella mente e nello spirito. Affermata la bontà naturale della specie umana, ne discende che debba essere escluso tanto che il peccato originale si trasmetta nelle generazioni, quanto che possa esistere una predestinazionesemplice o doppia che sia, una per gli eletti e una per i dannatistabilita ab aeterno.  Sozzini rispose al Pucci con il De statu primi hominis ante lapsum, obiettando che la somiglianza di Adamo con Dio risiedeva nel fatto di essere il dominatore di tutte le cose della natura, e non nella sua immortalità, e se Adamo, l'essere naturale per eccellenza, finì col peccare, ciò dimostra che non era affatto innocente, visto che egli peccò per sua libera scelta. La natura dell'uomo attuale non è diversa da quella adamitica, la sua salvezza risiede nella sua volontà di scegliere il bene, ed è sulla sua libera volontà, non sulla sua natura, che si fonda la sua etica.  La Forma d'una Republica Catholica Dopo un breve periodo passato in Olanda, a Londra scrisse nel 1581 la sua opera principale, la Forma d'una repubblica cattolica, che pubblicò in forma anonima.. Per porre rimedio alla confusione e agli scandali regnante nel cristianesimo, sarebbe necessario «un libero e santo concilio al quale si vede che tutti gli uomini da bene di tutte le province inclinano», ma che viene rifiutato dai potenti prelati che oggi comandano «non solo nella religione, ma anche nella repubblica».  Per preparare questo futuro concilio, è necessario che gli uomini dabbene, all'interno di ogni singolo stato, si organizzino in un'unione, in un «collegio» o comunità nella quale essi si governino secondo comuni principi, senza «alienarsi da i loro principi e magistrati civili» e senza entrare in polemica contro la confessione religiosa vigente; questi uomini, infatti, «d'animo et tal volta anche di corpo alienato da gli ordini et usanze di quelle repubbliche nelle quali è sono nati et allevati, conviene ch'e' vivino come forestieri nel loro natio terreno, o forastieri interamente per gli altrui paesi, è necessario ch'e' si portino molto saviamente e discretamente con i principi e magistrati de' luoghi dove essi habitano».  Si tratta di un'aperta giustificazione del nicodemismo, seppure teorizzata come mezzo provvisorio allo scopo di raggiungere un fine superiore nell'interesse di tutti i cristiani. L'insieme di questi collegi avrebbe formato di fatto una repubblica cattolica, cioè universale, che, con l'esempio dei retti comportamenti dei suoi aderenti, avrebbe col tempo acquisito il consenso della grande maggioranza della popolazione di ogni singolo stato, promuovendo così il rinnovamento dei costumi e delle diverse confessioni, fino a rifondare un'unica religione cristiana.  Gli elementi essenziali di questa rinnovata e unificata religione dovranno essere la fede «in un solo Dio del cielo e della terra, creatore et governatore dello Universo», nel Cristo morto e risorto per redimerci, nella giustizia divina che premia i buoni e punisce i malvagi, la testimonianza degli Apostoli, il rispetto dei dieci comandamenti, l'«orazione domenicale» e le opere di carità. Tutte le questioni dottrinarie che storicamente dividevano le confessioni cristiane sono sfumate dal Pucci, che vuole che sui problemi del battesimo, dell'eucaristia, della Trinità e dell'incarnazione non si utilizzino sottigliezze e non si creino divisioni.  I membri di queste comunità dovranno essere tutti gli uomini maggiorenni e laicigli ecclesiastici, infatti, sono evidentemente incapaci di superare le divisioni che essi stessi hanno creatoorganizzati sotto un capo temporaneo, «provosto o console», assistito da un «censore», che non deve avere alcun'autorità particolare, ma dovrà proporre le risoluzioni da approvare all'unanimità nell'assemblea generale dei membri: quando non vi fosse unanimità, si deciderà a sorte fra le diverse opzioni. Le donne, dovendo essere sottoposte ai mariti, possono assistere ma non possono avere alcun'autorità né diritto di voto.  Il collegio aveva anche il potere di punire le cattive condotte dei singoli membri, sino all'espulsione. Le diverse comunità si sarebbero tenute in contatto epistolarea questo scopo era costituito l'incarico di un cancellieree, attraverso delegati, si sarebbero riunite in diete da tenersi periodicamente nelle terre «di qualche gentilhomo o signore» aderente a un collegio di una delle maggiori città europee «come Francoforte, Lione, Parigi et simili», perché qui i convenuti alla dieta sarebbero passati inosservati più facilmente.  Se gli aderenti ai collegi devono manifestare un formale ossequio alle autorità costituite, essi devono anche proporre una sia pur cauta propaganda per far guadagnare alla comunità nuove adesioni: ciascuno deve mantenere il segreto della sua attività tramite giuramento, essere amico dei compagni e nemico di chi è loro nemico. Per saldare insieme i "fratelli", è opportuno che essi si sposino nello stesso ambiente, con donne «sane e gagliarde» per averne una buona discendenza, evitando però rapporti sessuali frequenti che, secondo il Pucci, sono nocivi alla salute fisica degli uomini e a quella morale delle donne. Nella famiglia, il padre riveste il ruolo di capo e di sacerdote laico: battezza egli stesso i figli in età audulta, i quali dovranno crescere in una decorosa austerità, studiando nelle scuole consigliate dalla comunità ed evitando carriere immorali, come quella ecclesiastica o avvocatesca. Fu a Cracovia, dove incontrò Fausto Sozzini e altri dissidenti religiosi. Le sue idee però non trovarono successo in nessuna confessione calvinista o luterana, né fra gli anabattisti e i sociniani. In compenso qui conobbe il mago e astrologo inglese John Dee, con il quale si recò a Praga alla corte di Rodolfo II. Anche qui la sua indole (John Dee lo descrisse come pericolosamente chiacchierone e utopico) non venne accolta positivamente e deluso dai protestanti si riconvertì al cattolicesimo (forse dopo un incontro con il cardinale Ippolito Aldobrandini, futuro papa Clemente VIII).  In Olanda lavorò alla sua ultima opera, il trattato De Christi servatoris efficacitate in omnibus et singulis hominibus (L'efficacia salvifica del Cristo in tutti e in ogni uomo), dedicato al neo eletto pontefice Clemente VIII. Qui riassunse e sviluppò tutte le sue teorie su una Chiesa universale ed ecumenica: secondo lui ogni uomo aveva il diritto di professare una Chiesa di Cristo, e Dio, grazie al suo amore universale per l'intera umanità, doveva aiutare ad abbattere le barriere che separavano le chiese. Una volta pubblicata l'opera egli volle andare a Roma per presentarla la papa stesso, ma venne catturato a Salisburgo dall'Inquisizione e condotto in carcere a Roma, dove conobbe Bruno e Campanella. Venne condannato a morte per eresia, decapitato e poi bruciato sul rogo a Campo de' Fiori  Il "puccismo" però gli sopravvisse nella Chiesa luterana grazie al pastore Samuel Huber.  Note  Francesco Pucci, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.   Lettera in A. Rotondò, Studi e ricerche di storia ereticale italiana del Cinquecento  F. Pucci, Lettere, documenti e testimonianze  In D. Cantimori, Per la storia degli eretici italiani del secolo XVI in Europa  Lucia Felici, La riforma protestante nell'Europa del cinquecento, Carocci editore Opere Lettere, documenti e testimonianze, Luigi Firpo e Renato Piattoli, Firenze, Olschki, De praedestinatione, Firenze, Olschki,  Studi Cesare Cantù, Gli eretici d'Italia, Torino, Unione Tipografico-Editrice. Per la storia degli eretici italiani del secolo XVI in Europa, D. Cantimori ed E. Feist, Roma, Reale Accademia d'Italia, Delio Cantimori, Eretici italiani del Cinquecento, Firenze, Sansoni, Antonio Rotondò, Studi e ricerche di storia ereticale italiana del Cinquecento, Torino, Giappichelli, Élie BarnaviMiriam Eliav-Feldon, Le périple de Francesco Pucci, Paris, Hachette, Roberta Lorenzetti, Una disputa di antropologia filosofica sul primo uomo. Francesco Pucci di fronte al naturalismo di Fausto Sozzini, Milano, Cusl, Paolo Carta, Nunziature ed eresia nel Cinquecento. Nuovi documenti sul processo e la condanna di Francesco Pucci Padova, Cedam, Censura ecclesiastica e cultura politica in Italia tra Cinquecento e Seicento, C. Stango, Firenze Giorgio Caravale, Il profeta disarmato. L'eresia di Francesco Pucci nell'Europa del Cinquecento, Bologna, Il Mulino,  Mario Biagioni, Francesco Pucci e l'Informatione della religione christiana, Torino, Claudiana,  Vincenzo Vozza, Pucci e l’Informatione della religione christiana, in «Nuova Rivista Storica», n Giorgio Caravale, Francesco Pucci's Heresy in Sixteenth-Century Europe, Leiden-Boston, Brill,   Francesco Pucci, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Francesco Pucci, eresie, su eresie.

 

PUCCINOTTI.  (Urbino). Flosofo. Dopo aver studiato presso gli Scolopi, venne ammesso nel Collegio militare di Pavia. Si trasferì poi a Roma dove si dedicò allo studio della medicina seguendo le lezioni del noto clinic Mattheys. Dopo essersi laureato in medicina, praticò la medicina nelle campagne laziali, studiando le febbri di tipo petecchiale che imperversavano in quella zona. Per i suoi studi ottenne la cattedra di Anatomia e fisiologia ad Urbino, per poi insegnare Patologia e medicina legale a Macerata fino a quando, dopo aver preso parte ai moti delle Legazioni, venne allontanato dalla città e gli fu impedito di esercitare la professione medica. Si spostò quindi nella più liberale Toscana dove ottenne la cattedra di Igiene nell'Pisa. Qui approfondì il suo studio sulla medicina civile e si rese protagonista di molti dibattiti culturali e scientifici presso la locale Università (fu segretario della sezione di medicina ai congressi pisani e fiorentini degli scienziati italiani).  Nel 1843 il Granduca Leopoldo II di Toscana lo inserì in una commissione incaricata di studiare l'ipotesi di introdurre sul litorale pisano le risaie, dal punto di vista della medicina civile. Espose le sue analisi nel saggio Sulle risaie in Italia e sulla loro introduzione in Toscana dello stesso anno 1843: conclusioni che saranno alla base del Regolamento sulla cultura del riso in Toscana. Negli ultimi anni trascorsi a Pisa ottenne la cattedra di Storia della medicina, che mantenne anche al suo trasferimento a Firenze. In questi anni conobbe Pietro Siciliani, suo allievo, col quale mantenne un costante rapporto di amicizia e collaborazione. Morì a Firenze e per i suoi meriti fu sepolto nella Basilica di Santa Croce.  Puccinotti fu uno storico della medicina, ma altri sono gli aspetti della sua complessa personalità: fu fisiologo, clinico, medico legale, letterato (fraterna amicizia con Leopardi), filosofo, sociologo e politico. La sua vita si svolse tra le conquiste napoleoniche e la proclamazione di Roma capitale, periodo di profonde divisioni ideologiche. Non è da trascurare il merito di aver sostenuto la necessità di una protezione medica dei lavoratori e di aver indicato il futuro della medicina nel suo sviluppo igienico e sociale.  Opere: “Storia delle febbri intermittenti perniciose, (Roma), “Boezio” (Firenze); “Storia della medicina” (Firenze). Pazzini, Dizionario Letterario Bompiani. Autori, III, Milano, Valentino Bompiani editore, Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca.  Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.

 

PUNZO. (Napoli), filosofo. Laureatosi a  Napoli con una tesi su Kant alla luce della dottrina tomistica, decise di continuare i suoi studi. Tuttavia per accedere alla Facoltà di Scienze dovette diplomarsi come privatista npresso il Liceo classico Giuseppe Garibaldi di Napoli poiché avendo fino ad allora frequentato solo scuole e istituti universitari ecclesiastici, non possedeva ancora una licenza liceale valida per lo Stato italiano. Si laureò a pieni voti in Scienze Naturali, con una tesi in erpetologia sul sistema nervoso dei serpenti. Vinse i concorsi per assistente di ruolo di anatomia comparata e d'insegnante di ruolo di Scienze Naturali nei licei. In un primo tempo scelse la vita accademica che però abbandonò per dedicarsi all'insegnamento scolastico. Si laureò anche in filosofia, con una tesi sulla morale nelle Lettere di Paolo.  Fondò la Lega Nazionale Contro la Distruzione degli Uccelli, poi divenuta la LIPU e, successivamente, l'associazione culturale "Unione trifoglio" (di cui pubblicò anche una rivista trimestrale dal titolo Il Trifoglio).  Visse per circa vent'anni sull'isolotto disabitato di Vivara (Procida, NA) contribuendo a preservarlo da possibili scempi e tutelandone il patrimonio ambientale. Per il suo impegno a favore di Vivara ricevette  il "Premio Mediterraneo" conferitogli da un'agenzia dell'ONU.  PStudioso e pensatore dai molteplici interessi che spaziarono dalla Commedia dantesca, alla botanica, all'ornitologia e alla zoologia, fu anche un profondo conoscitore del latino. Dedicò gran parte della sua vita intellettuale alla filosofia. Per Punzo la pedagogia costituisce uno dei compiti più importanti al quale una società deve adempiere poiché l'educazione delle giovani generazioni e, in particolare, dell’adolescente, rapresenta il punto fondativo di ogni aggregato umano. In tale prospettiva il "fanciullo", per potersi sviluppare al meglio, deve essere educato al bello attraverso la contemplazione della natura e dell'arte. Il suo pensiero ebbe come culmine la definizione del concetto di "Religioso Assoluto", inteso come elemento distintivo della spiritualità umana poiché capace di definire l'identità dell'individuo rispetto alle altre forme di vita.   Nota sull'episodio dantesco di Brunetto Latini, Napoli, Ed. Carlo Martello, Contributo per un superamento dei tradizionali schemi sessuologici, Napoli, Tip. G. Genovese, Nuovo contributo per un superamento dei tradizionali schemi sessuologici, Napoli, Ed. Carlo Martello, “Lettere erotologiche,”  Napoli, Ed. Carlo Martello, “Dialogo dell'amore olarrenico,” Napoli, Ed. Carlo Martello, L'altro viaggio, Napoli, Denaro Editore,  LIPU Vivara.. L. Miraglia , Il guardiano del verde isolotto, su vivara.

 

PURGOTTI (Cagli), filosofo. Linceo. Ha avuto come maestro nelle lettere Imerio Cibo di Amelia, mentre nelle scienze filosofiche e matematiche è stato allievo di Pallieri, domenicano originario di Alba. Per quest'ultimo, all'indomani della morte,  Purgotti ha composto un elogio funebre e una poesia in memoria. Si iscrive a Roma conseguendo il diploma di magistero in diritto pubblico e criminale e distinguendosi tra i dotti suoi colleghi nelle suddette discipline.  Tornato a Cagli collabora inizialmente con il padre nella farmacia di famiglia posta nella piazza maggiore (l'attuale piazza Matteotti), senza abbandonare però la viva aspirazione a ricoprire una cattedra universitaria con particolare predilezione per l'insegnamento della chimica.  In mancanza di una laurea specifica per detta disciplina (all'epoca dei suoi studi l'Roma non ne conferiva il diploma)i fa domanda di concorso con esame per una cattedra a Urbino, ma nel contempo, è chiamato dall'ateneo di Perugia grazie alla sua fama di studioso ad insegnare chimica, botanica e farmaceutica.  A Perugia ricopre varie e sempre più importanti cariche all'interno dell'Università: è nominato membro del collegio filosofico, diviene professore di matematica,  è bibliotecario e vice direttore ed infine  è elevato alla carica di Rettore dell'Perugia. È stato inoltre preside delle facoltà di scienze fisiche e matematiche unitamente all'accademia medico-chirurgica, e direttore delle scuole di farmacia. Nel corso della sua vita pubblica oltre cento opere scientifiche di vario argomento che spaziano dalle scienze fisico-chimiche all'idrologia minerale, dalle scienze matematiche alle filosofiche con particolare riguardo alla teoria degli atomi.  Si spegne a Perugia lasciando la consorte Berenice Rosini d'Arezzo, sua compagna di vita e tre figli tra cui due maschi e una femmina. Il maggiore di questi Enrico diviene professore di fisica e matematica, il secondo uomo di Chiesa mentre la figlia prende i voti monastici.  Gli avi La famiglia Purgotti ha origini veneziane, il bisavolo Girolamo, farmacista, giunto ad Urbino ha facoltà di insegnare farmaceutica in questa città, il nonno Sebastiano, nato a Fossombrone, consegue in Urbino  il diploma di chirurgo, il padre Nicola è stato farmacista in Cagli e sposò Rosa Morbidi. Grazie alle sue qualità di studioso e alla sua modestia stringe amicizie illustri ed è nominato membro onorario di trentadue accademie di scienze e di lettere tra cui l'Accademia Nazionale dei Lincei, dei Georgofili di Firenze, la Società di farmacia degli Stati sardi, l'Associazione farmaceutica lombarda e la Società farmaceutica umbra della quale è stato anche presidente.  Altre onorificenze gli sono tributate dal Pontefice Pio IX, a cui il Purgotti dedica il suo trattato di chimica, che lo onora di medaglia d'oro quale attestato di stima e lo insignisce della croce dell'Ordine di San Silvestro. Il comune di Perugia nel 1867 conia appositamente per lui una medaglia d'oro mentre il re Vittorio Emanuele II lo nomina cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia.  Cagli, città natale di Sebastiano, il 14 ottobre 1880 celebra solenni onoranze al suo benemerito cittadino dedicandogli una delle principali vie del centro storico: così via Giuoco del Formaggio diviene l'odierna via Purgotti. Nel Salone degli Stemmi del Palazzo Pubblico è stata posizionata una lapide con l'effigie a rilievo del benemerito cittadino al quale pochi anni prima era stato dedicato uno dei medaglioni dei cittadini illustri realizzati a rilievo da Alessandro Venanzi nella balconata del secondo ordine del Teatro Comunale. Nella lapide del Palazzo Pubblico in Cagli è dato leggere la seguente scritta incisa:  « A SEBASTIANO PURGOTTI DECRETÒ QUESTA MEMORIA LA PATRIA CHE DAGLI SCRITTI E DALLE VIRTÙ DEL SOMMO SCIENZIATO EBBE TANTO LUSTRO ED ONORE NATO IN CAGLI IL XXI LUGLIO MDCCLXXXXIX morì IN PERUGIA IL XXXI MARZO MDXXXLXXIX  » A Perugia, la città che lo aveva accolto, gli sono stati tributati particolari onori e nel cimitero gli è stato eretto un monumento la cui epigrafe recita:  « QUI RIPOSA SEBASTIANO PURGOTTI INSIGNE CHIMICO E MATEMATICO NOTO IN ITALIA E FUORI ESEMPIO RARO DI VIRTÙ DOMESTICHE E CIVILI  » Una corona d'alloro in metallo dorato donata dal comune di Cagli è stabilmente collocata sopra il citato monumento funebre a perpetuo omaggio.  Opere scientifiche e letterarie Due articoli: inseriti nel Giornale Scientifico Letterario di Perugia secondo trimester, Lettere ad un amico intorno a vari filosofici argomenti, Riflessioni sulla teoria degli atomi, Trattato di chimica applicato specialmente alla medicina e alla agricoltura Trattato elementare di chimica applicata specialmente alla medicina Trattato elementare di chimica applicata specialmente alla medicina e alla agricoltura Intorno all'azione dell'acido solfo-idrico sul solfato di protossido di ferro Osservazioni intorno a varie inesattezze che allignano nei moderni corsi di matematica elementare Riflessioni di Sebastiano Purgotti sopra un opuscolo che porta per titolo se si possa difendere, ed insegnare non come ipotesi, ma come verissima, e come tesi la mobilita della terra, e la stabilita del sole da chi ha fatta la professione di fede di Pio IV Elementi di aritmetica, algebra e geometria Studi chimici sulle acque minerali di Valle Zangona. Del professore Sebastiano Purgotti, del chimico-farmacista Pio Mazzolini, seguiti da una lettera intorno agli usi ed effetti delle medesime del dottore Antonio Federici Riflessioni sulla teoria degli atomi Chimica Analisi delle acque minerali di S. Gemini eseguita da Sebastiano Purgotti professore di chimica nell'universita di Perugia Aritmetica e algebra Chimica organica: seguita da un saggio di filosofia chimica Geometria Per la morte di Canali: rettore della Pontificia Universita di Perugia e pubblico bibliotecario. Due funebri orazioni seguite dalla sua biografia Problemi tratti dagli elementi di Aritmetica, Algebra e Geometria Nozioni elementari ragionate del calcolo aritmetico ad uso dei giovanetti. Compilate per dimande e risposte da Sebastiano Purgotti Pensieri intorno al primitivo insegnamento della scienza delle quantità Chimica inorganica Metalli delle terre aride e metalli propriamente detti Elementi di aritmetica ragionata ad uso dei giovanetti Elementi di aritmetica, algebra e geometria Analisi delle acque minerali di S. Gemini eseguita da Purgotti Lettere filosofiche: principalmente riguardanti l'elementare insegnamento delle scienze esatte Chimica inorganica. Metalloidi Compendio di nozioni farmaceutiche di Sebastiano Purgotti ad uso degli studenti medicina e farmacia, ossia, Esposizione delle avvertenze teorico-pratiche le più interessanti per ben preparare, conservare ed apprestare i farmaci Sul fluido biotico e le sue influenze nei moti delle tavole e dei pendoli indovini e nel magnetismo animale e nelle manifestazioni spiritualiste. Discorso del professore Sebastiano Purgotti da lui letto in latino. Nozioni elementari intorno all'algorismo sui numeri interi estratte dal trattato di aritmetica ragionata Chimica inorganica. Metalli “Lettere filosofiche.” Principalmente risguardanti l'elementare insegnamento delle scienze Chimica organica e nozioni le più interessanti di chimica agraria e filosofia Studi chimici di Sebastiano Purgotti sulle sorgive minerali del distretto di Civita Ducale presso il Velino nel secondo Abruzzo Ulteriore Sull'acqua salino-ferruginosa di Giano. Chimiche ricerche Elementi di algebra Elementi di aritmetica Elementi di geometria Elogio funebre del professore Lorenzo Massini. Letto nelle esequie nella chiesa dell'Universita, “I segreti dell'arte di comunicare le idee negli elementi delle scienze esatte ed i difetti che anche attualmente vi sono coperti dal falso manto della matematica evidenza svelati dalla filosofica investigazione. Studi Esercizi aritmetici. In addizione alla quarta edizione della sua aritmetica Idrologia minerale del distretto di Civita Ducale nel secondo Abruzzo Ulteriore. Per gli studi di Sebastiano Purgotti Studi chimici di Sebastiano Purgotti sulle sorgive minerali del distretto di Civita Ducale presso il Velino nel secondo Abruzzo ulteriore 1859 Intorno ai fisici e ai metafisici del chiarissimo prof. Francesco Puccinotti. Lettera al medesimo Idrologia narnese o rapporto degli studi chimici sulle acque potabili e minerali di Narni del dottore Sebastiano Purgotti fatti per cura dell'inclita giunta municipale della stessa città, Articolo del ch. prof. Sebastiano Purgotti intorno alcuni scritti inediti di Michelangelo Poggioli pubblicati per cura del figlio avv. Giuseppe Delle acque minerali di San Galgano di Perugia. Memorie istoriche per il conte Gio. Battista Rossi-Scotti. Seguite dai relativi studi analitici da Sebastiano Purgotti Intorno alla nutrizione. Frammenti tratti dalla chimica animale Sulle sorgenti acidule-ferro-manganesiache di Monte Castello Vibio. Studi chimici di Sebastiano ed Enrico Purgotti, seguiti da una relazione intorno alle loro virtù medicamentose di Antonio Melloni Intorno all'articolo dei corpi organici naturali inserito nell'Apologenico. Osservazioni di Sebastiano Purgotti Intorno alle opinioni dello Schoenbein relative alle azioni catalitiche Le forze. Allocuzione per l'inaugurazione degli studi nella Libera Universita di Perugia nell'anno scolastico Intorno agli esami liceali. Vaganti idee Delucidazioni intorno alla sua allocuzione "Le forze" Euclide e la logica naturale. Riflessioni Compendio di nozioni farmaceutiche Compendio di nozioni farmaceutiche, ossia Raccolta di cognizioni teorico-pratiche per ben preparare, conservare ed apprestare i farmaci, le quali sono utili al medico, e indispensabili al farmacista, di Sebastiano Purgotti. A queste fa seguito un trattatello sull'arte di ben scrivere le ricette si nel latino idioma usando pesi antichi, che nell'idioma italiano usando i pesi metrici moderni Intorno ai saggi idrotimetrici delle acque potabili. Nota di Sebastiano Purgotti; Sull'esame critico della sua prolusione. Le forze. Osservazioni di Sebastiano Purgotti Sulla necessità di escludere lo studio della geometria dai pubblici ginnasi e l'Euclide dai licei. Nota Intorno alle odierne difese degli antichi errori nell'insegnamento delle matematiche. Cicaloate polemiche di Sebastiano Purgotti Lettera di SPurgotti al chiarissimo Prof. J. W. Wilson intorno a quistioni relative a questa scienza Rilievi di Sebastiano Purgotti intorno ad alcune critiche osservazioni sull'ultimo opuscolo risguardante la combustione Cenni di Sebastiano Purgotti intorno alla conformità delle sue opinioni con la lettera scritta al rettore dell'universita di Lilla per ordine di Pio IX Riflessioni di Sebastiano Purgotti intorno al discorso Cosa e la fisiologia. Prolusione del prof. Alessandro Herzen letta nell'Istituto superiore di Firenze Uno scherzo scientifico. Dato da Sebastiano Purgotti  F. Magni, S. da Campagnola e L. Severi, Sebastiano Purgotti e i suoi tempi Cagli, A. Tarducci, Dizionarietto biografico cagliese. Cenni storici su 360 cittadini cagliesi, Cagli, Enrico Purgotti  Sebastiano Purgotti, in TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

 

QUARTA (Leverano). Filosofo. Essential Italian philosopher. Filosofo dell'utopia fu uno dei maggiori studiosi di Moro, sul quale scrisse “Una re-interpretazione dell'utopia.” Docente a Salento, fu uno studioso di Platone sul quale scrisse L'utopia platonica: Il progetto politico di un grande filosofo. Fu tra i fondatori del Centro interdipartimentale di ricerca sull'utopia  Opere Tommaso MoroUna reinterpretazione dell'utopia,  Edizioni Dedalo,  Thomas More,  ECP L'utopia platonicaIl progetto politico di un grande filosofo,  Edizioni Dedalo, Globalizzazione, giustizia, solidarietà,  Edizioni Dedalo, Una nuova etica per l'ambiente, Edizioni Dedalo, “ Homo utopicusLa dimensione storico-antropologica dell'"utopia.” Edizioni Dedalo,  Lutto nell’Università del Salento: scomparso Quarta, in TR News. Lutto per la cultura, è morto Quarta, filosofo dell'utopia. Centro interdipartimentale di ricerca sull'utopia, su unisalento. Grice: “Strictly, utopia is no-where, or erehwon if you must!” Luigi Speranza, “As in Lennon, “He’s a real nowhere man!” --. Gilbert and Sullivan, “Utopia, Ltd.”

 

QUATTROMANI. (Cosenza). Filosofo. Essential Italian philosopher. Nacque da Bartolo ed Elisabetta d'Aquino, lontana parente diTelesio. Cresciuto in un ambiente strettamente collegato alla cultura e alla nobiltà cosentina, viene educato alle idee religiose valdesiane del suo maestro Fascitelli.  Come si desume dal suo epistolario, si trasferisce a Roma. Qui frequenta la Biblioteca Apostolica Vaticana e ha modo di intessere relazioni con diversi esponenti del panorama intellettuale e culturale romano. I suoi primi studi riguardarono il Canzoniere di Petrarca, con particolare riferimento alle sue fonti. Dopo un breve soggiorno a Napoli, torna a Cosenza. Da qui scrive a Berardino Rota, per suggerirgli alcune correzioni alla seconda edizione accresciuta delle sue Rime. Effettua una serie di spostamenti tra la sua città natale e Roma. Il periodo è contrassegnato da alcune sue epistole, a carattere storico-letterario, con corrispondenti, quali Ardoino, Ferrari e Aragona.  Risiede a Napoli. Rientrato a Cosenza scrive a Cavalcanti, che sarà con lui consulente della Congregazione dell'Indice, e  assume la direzione della Accademia cosentina, cui Quattromani diede nuovo impulso, sia dal punto di vista squisitamente letterario, sia incentivando l'attenzione per gli studi filosofici.  A Napoli pubblica La philosophia di Telesio, che dedica a Carafa e le rime dedicate a Bernaudo. Rimonta, invece, la sua traduzione de Le historie del Cantalicio, nelle quali il nome è celato dietro lo pseudonimo di «Incognito Academico Cosentino».  Il suo ultimo periodo di vita lo trascorre a Cosenza, dove muore. Opere: Manoscritti Città del Vaticano, B.A.V., Reg. Lat. cart., misc., sec. XVI ex.-XVII, cc. 423, mm. 185x130. Contiene i seguenti scritti di Sertorio Quattromani:  Sonetto di Ms. della Casa esposto dal Sr. Sertorio Quattromani Achademico Cosentino cc. 9r-12v, Oratione di Marco Catone tradotta dal medesimo S.rio Q.ni cc. 236v-237v, Giuditio di S. Q. sopra alcune stanze di Torquato Tasso Città del Vaticano, B.A.V., Reg. Lat. Contiene i seguenti scritti di Sertorio Quattromani,  Commento a tre sonetti del Casa cc. 22v-23v, Lettera ad Annibal Caro cc. 23v-24r, Lettera a Francesco Mauro c. 24r, Lettera al S. Principe della Scalea,  Lettera a G.B. Ardoino cc. 28v-29r, Lettera a Vincenzo Bombino c. 29r-v, Lettera a F.A. d'Amico c. 30r-v, Lettera a Fabrizio Marotta, Oratione di Marco Catone, Lettera a Gio. Maria Bernaudo,  Lettera a G.V. Egidio cc. 52r-54r, Lettera a Vincenzo Bilotta cc. 140r-144v, Parallelo tra il Petrarca et il Casa del Q.ni cc. 147r-157v, Delle metafore cc. 220r-223r, Parallelo tra il Petrarca et il Casa Poetica di Orazio tradotta da Quattromani (in prosa), Sentimento del Q.ni della Poet.ca d'Orat. La Poetica d'Orat.o volgarizzata da Sartorio Q.ni (in versi) cc. 320r-324r, Oratione di Marco Catone, A Torquato Tasso Il Monta.no Acc.co Cose.no cc. 332r-344v, Delle metafore cc. 426v-427r, Lettera ad Horatio Pellegrino cc. 427r-428r, Lettera a Teseo Sambiase  Lettera alla Duchessa, Lettera a Teseo Sambiase, Lettera a Teseo Sambiase cc. 431v-433r, Lettera a Teseo Sambiase cc. 433v-434v, Lettera a Teseo Sambiase Città del Vaticano, B.A.V., Reg. Lat. , parte I, misc., sec. XVI, diversi formati. Contiene:  c. 231r, Autografo della Lettera al Cardinale Guglielmo Sirleto, Cosenza, Biblioteca Civica, ms. 7, cart., sec. XVII ex.-XVIII in., cc. 3r-76v, mm. 265x190; ex libris: “Bibliothecae Marchionis D. Matthaei de Sarno”: Contiene:  Istoria della Città di Cosenza | Di Sertorio Quattromani (ora in prima edizione moderna, Michele Orlando, tesi di dottorato di ricerca in Italianistica, Bari. Cosenza, Biblioteca privata della Famiglia De Bonis,  Contiene:  Copia | delle | Lettere Originali | Del Sigr. Sertorio Quattromani | dirette Al Sig.r Giovanni Maria Bernaudo | da una raccolta | (cucite in fascicolo) | Favoritami dal Sigr. Frascritto Bombini | Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Fondo Palatino cart., sec. XVI ex., cc. 71, mm. 205x150; ex libris: “Vincentii Mariae Karaphae”: Contiene:  Luoghi difficili del Bembo Napoli, Biblioteca Nazionale, XIII E 50, cart., misc., diversi formati. Manuscripta autographaSummontis et aliorum aetate eius clariorum431: Contiene:  c. 29r, Autografo della Lettera a S. Reski, Roma, Biblioteca Angelica, GG 3 35/2, cart., sec. XVI, cc. 25; rilegato con Gab. Barrii Francicani De Antiquitate et situ Calabriae libri quinque, Romae, Apud Iosephum de Angelis, 1571: Contiene:  cc. 1r-24r, Annotationes D.ni Sertorii Quattrimani in Barrium Stampe LA | PHILOSOPHIA | DI BERARDINO | TELESIO | Ristretta in | brevità, |Et scritta in lingua Toscana dal | Montano Academico | Cosentino. | Alla Eccellenza del Sig. Duca | di Nocera. | Con Licenza de' Superiori. Marchio ed. | In Napoli | Appresso Gioseppe Cacchi. AL ILUSTRE | S. Gioan Maria Bernaudo, in a a LE RIME | Del Sig. Gio. Batt. Ardoino | Academico Cosentino | In morte della Signora Isabella | Quattromani sua moglie | Con Licenza de' Superiori. | Marchio ed. | in Napoli | Appresso Gioseppe Cacchi. LE HISTORIE | DE MONSIG. | GIO. BATTISTA | CANTALICIO | VESCOVO DI CIVITA DI PENNA, ET D'ATRI | DELLE GVERRE FATTE IN ITAlia da Consaluo Ferrando di Aylar, di Cordoua, detto il gran Capitano TRADOTTE IN LINGUA TOSCANA dall'Incognito Academico Cosentino: | A RICHIESTA DI GIO. MARIA BERNAVDO. | IN COSENZA. | Per Luigi Castellano. 1595 LE HISTORIE | DE MONSIGNOR | GIO. BATTISTA CANTALICIO, VESCOVO DI | Ciuita di Penna et d'Atri. | DELLE GUERRE FATTE IN ITALIA DA CONSALUO FERRANDO DE AYLAR, DI COR- | DOUA, DETTO IL GRAN CAPITANO | TRADOTTE IN LINGUA TOSCA- | na dall'Incognito Academico Cosentino. | A richiesta di Gio. Maria Bernaudo. Nuouamente corretta, et ristampata, | IN COSENZA | Per Leonardo Angrisano, e Luigi Castellano, ad istanza di Enrico Bacco, libraro in Napoli. 1597 (postumo) LE HISTORIE | DI MONSIG. | GIO. BATTISTA | CANTALICIO, VESCOVO D'ATRI, ET CIVITA DI PENNA,  DELLE GUERRE FATTE IN ITALIA DA CONSALVO | Ferrando di Aylar, di Cordoua, detto il gran Capitano, | Tradotte in lingua Toscana dal Signor Sertorio Quattromani, detto l'Incognito Academico Cosentino. | A RICHIESTA DEL SIG. GIO. MARIA BERNAUDO. | IN NAPOLI, Apresso Gio Giacomo Carlino. 1607. | Ad istanza di Henrico Bacco, alla Libraria dell'Alicorno RIME | DI MONS. GIO. DELLA CASA. Fregio In Napoli, Appresso Lazaro Scoriggio.LETTERE | DI SERTORIO | QUATTROMANI | DIVISE IN DUE LIBRI. Et la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio | del medesimo Auttore. | All'Illustrissimo, & Eccellentissimo Signor | MARCHESE DELLA VALLE, & c. | Stemma | In Napoli, Per Lazzaro Scoriggio. 1624 Il IV libro di Vergilio in verso Toscano. | Trattato della Metafora. | Parafrasi Toscana della Poetica di Orazio. Traduzione della medesima Poetica in verso | Toscano. Alcune annotazioni sopra di essa. | Alcune poesie Toscane, e Latine Fregio In Napol Nella Stamperia di Felice Mosca | Con Licenza de' Superiori.Gabrielis Barrii Francicani: De Antiquitate et situ Calabriae libri quinque, nunc primum ex authographo restitutos ac per capita distributi. Prolegomena, Additiones, et Notae. Quibus accesserunt animadversiones Sertorii Quattrimani patricii consentini, Romae, ex Typographia S. Michaelis ad Ripam Sumptibus Hieronymi Mainardi Superiorum permissu. Scritti vari, editi per la prima volta in Napoli nel MDCCXIV da Matteo Egizio ed ora riveduti, riordinati e ripubblicati in più nitida edizione da Luigi Stocchi, Castrovillari, Dalla Tipografia del Calabrese, A questo proposito, in un'articolata lettera inviata, da Roma a Cosenza,  Quattromani illustrò a Marcello Ferrao le ragioni per cui l'opera del Petrarca meritava la sua attenzione, e la ricerca che stava compiendo sui poeti provenzali, riferendo che di ciò aveva già parlato con Paolo Manuzio.  Edizione veneziana di Giolito de' Ferrari  Stessa cosa si verificherà per la seconda edizione del 1597, mentre soltanto postumo, nell'edizione napoletana del 1607, comparirà il nome di Quattromani quale traduttore.  Luigi Accattatis, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, Cosenza Andreotti D., Storia dei cosentini (Napoli S. Di Bella, Cosenza Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli, redatta da G. Terracina, Napoli, Nicola Gervasi, A. Borrelli, “Scienza” e “scienza della letteratura” in S. Quattromani, in Bernardino Telesio e la cultura napoletana, R. Sirri e M. Torrini, Napoli L. Borsetto, La “Poetica d'Horatio” tradotta. Contributo alla studio della ricezione oraziana tra Rinascimento e Barocco, in Orazio e la letteratura italiana, Roma Eadem, Quattromani Sertorio, in Enciclopedia oraziana, Eadem, “Pulzelle” e “Femine di mondo”. L'epistolario postumo di S. Quattromani, in Alla lettera. Teorie e pratiche epistolari dai Greci al Novecento, A. Chemello, Milano Capacius I.C., Illustrium mulierum et illustrium litteris virorum Elogia, Neapoli, I.I. Carlinus & C. Vitale, Chioccarello B., De illustribus scriptoribus Regni NeapolitaniCornacchioli T., Nobili, borghesi e intellettuali nella Cosenza del Quattrocento, Cosenza Cozzetto F., Aspetti della vita e inventano della biblioteca di S. Quattromani attraverso un documento cosentino del Seicento, in «Periferia», Crupi P., Storia della letteratura calabrese. Autori e Testi, II, Cosenza  De Franco L., Filosofia e scienza in Calabria nei secoli XV e XVII, Cosenza,  De Franco L., La biblioteca di un letterato del tardo Rinascimento: S. Quattromani, in «Annali dell'Istituto Universitario Orientale», De Frede C., I libri di un letterato calabrese del Cinquecento (S. Quattromani, Napoli De Frede C., Un letterato del tardo Cinquecento e i suoi libri (S. Quattromani,-in «Atti dell'Accademia Pontaniana», Debenedetti S., Gli studi provenzali in Italia nel Cinquecento, Torino  Matteo Egizio, Di Sertorio Quattromani Gentiluomo, & Accademico Cosentino, Napoli (rist. in S. Quattromani, Scritti vari, editi per la prima volta in Napoli da Matteo Egizio ed ora riveduti, riordinati e ripubblicati in più nitida edizione da Luigi Stocchi, Dalla Tipografia del Calabrese, Castrovillari Filice E.E., Sertorio Quattromani. Accademico cosentino, Cosenza  Fratta A., Il “Ristretto” di S. Quattromani nell'ambito delle traduzioni scientifico-filosofiche del secondo Cinquecento, in Bernardino Telesio e la cultura napoletana, R. Sirri e M. Torrini, Napoli Gorni G., Un commento inedito alle “Rime” del Bembo da attribuire a S. Quattromani, in «Schifanoia. Notizie dell'Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara», Lattari F., Nuove notizie su S. Quattromani, in Stocchi, Lombardi A., Discorsi accademici, Cosenza Lupi W. F., Telesio, Della Casa e Quattromani, in «Quaderni del ‘Rendano'», I S. Quattromani interprete di Tasso, in Torquato Tasso quattrocento anni dopo, A. Daniele e F.W. Lupi, Soveria Mannelli  Mango F., Gli amori del Quattromani, in Note letterarie, Palermo Meliadò R., Sertorio Quattromani, Reggio CalabriaMoscati R., Quattromani, Sertorio, in «Enciclopedia Italiana», Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma  Napolillo V., La poetessa Lucrezia della Valle e il disegno culturale di S. Quattromani, in «Calabria Letteraria»,Fabrizio della Valle nelle lettere e nel profilo storico del Quattromani, in «Calabria Letteraria», Aulo Giano Parrasio e l'Accademia Cosentina, in «Atti dell'Accademia Cosentina»,  Protetty A., La critica e le lettere di S. Quattromani, Catanzaro Quattromani S., Scritti, F. Walter Lupi, Rende Spiriti S., Memorie degli scrittori cosentini, Muzi, Napoli (ora in rist. anast., Bologna Tancredi G., Sertorio Quattromani (umanista e critico). Appunti per una monografia, Siracusa Toppi N., Biblioteca napoletana et apparato a gli huomini illustri in lettere di Napoli e del Regno [...], Napoli Troilo E., Sertorio Quattromani, introduzione a Montano Accademico Cosentino (S. Quattromani), La filosofia di B. Telesio, Bari Zangari D., Di un manoscritto inedito di S. Quattromani e delle sue relazioni col Tasso, in «La Cultura Calabrese»,  Zavarrone A., Bibliotheca calabra, Neapoli, J. de Simone (rist. anast., Bologna Accademia Cosentina. Sertorio Quattromani, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Sertorio Quattromani, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.  Una incisione su tropeamagazine.

 

QUINTO. (Pieve di Cadore). Filosofo. Essential Italian philosopher. Diplomatosi al liceo di Conegliano, si iscrisse a Milano, dove conseguì la laurea e  il dottorato di ricerca in Filosofia, avendo in entrambi i casi come relatore Pupi. Proseguì la sua formazione con soggiorni di studio a Monaco di iera e Copenaghen (Institut du Moyen Âge Grec et Latin) e presso l'Università Cattolica di Lovanio e l'Università Cattolica di Louvain-la-Neuve. Vinto il concorso ordinario come insegnante di Italiano, Storia ed Educazione civica, Geografia nella scuola media inferiore, dal 1995 al 1998 fu preside della Scuola Italiana di Winterthur (Svizzera). Nel 1998 prese servizio come ricercatore di Storia della Filosofia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Padova, dove nel 2006 diventò professore associato nel medesimo ambito. Interruppe l'insegnamento universitario nel  per motivi di salute. Fu membro del Centro Interdipartimentale per Ricerche di Filosofia Medievale “Carlo Giacon” dell'Padova, ora CIRFIM, che diresse, e del consiglio di presidenza (Vorstand) dell'Internationale Gesellschaft für Theologische Mediävistik (IGTM), per la quale svolse i compiti di Publications Manager. Direttore responsabile di Medioevo. Rivista di Storia della Filosofia medievale (Padova) e co-editor di Medieval Sermon Studies (Leeds), Quinto fece inoltre parte del comitato di redazione di Archa Verbi. Yearbook for the Study of Medieval Theology e della collana “Sermo”. Studies on Patristic, Medieval, and Reformation Sermons and Preaching (Turnhout). L'ambito principale delle ricerche di Quinto, contrassegnate dall'adozione di un rigoroso metodo filologico, è costituito dalla letteratura teologica latina protoscolastica (tardo XII secoloprimo XIII secolo) e specialmente dall'opera teologica di Stefano Langton. Quinto inoltre studiò la storia del concetto di “scolastica”, dalle origini sino al XVIII secolo.  Opere principali «“Timor” e “timiditas”. Note di lessicografia tomista», Rivista di Filosofia neo-scolastica  «Latino patristico e latino scolastico. Dalla comprensione della lingua all'interpretazione del pensiero», Rivista di Filosofia Neo-Scolastica  «Un testo inedito di Stefano Langton sui quattro sensi della Scrittura (ms. Venezia, Archivio di S. Maria della Fava, 43)», in Contributi al corso di storia della filosofia, Milano: Pubblicazioni dell'I.S.U.Università Cattolica, «Stefano Langton e i quattro sensi della Scrittura», Medioevo, Formulazioni scolastiche della tradizione nell'opera di Stefano Langton dissertazione per l'ottenimento del titolo di dottore della ricerca in filosofia, discussa presso il Ministero della Ricerca Scientifica e Tecnologica (Roma,  «Il “timor reverentialis” nella lingua della scolastica», Archivum Latinitatis Medii Aevi  «Die “Quaestiones” des Stephan Langton über die Gottesfurcht (Eingeleitet und herausgegeben von R.Q.)», Cahiers de l'Institut du Moyen Âge Grec et Latin  «Un Data-Base per le Quaestiones medievali: Il catalogo delle “Quaestiones theologiae” di Stefano Langton», Studi medievali,  “Doctor Nominatissimus”.  Langton e la tradizione delle sue opere, Münster: Aschendorff, 1994 (Beiträge zur Geschichte der Philosophie und der Theologie des Mittelalters. Neue Folge, 39) «Per la storia del trattato tomistico “de passionibus animi”. Il “timor” nella letteratura teologica fra il 1200 e il 1230ca», in E. ManningThomistica, Leuven: Peeters,  «The Influence of Stephen Langton on the Idea of the Preacher in Humbert of Romans “De eruditione praedicatorum” and Hugh of St.-Cher's “Postille” on the Scriptures», in K. Emery, Jr.J. WawrikowChrist among the Medieval Dominicans: Representations of Christ in the Texts and Images of the Order of the Preachers, Notre Dame [Ind.]: The University of Notre Dame Press,  «Hugh of St.-Cher's Use of Stephen Langton», in S. EbbesenR. L. FriedmanMedieval Analyses in Language and Cognition. Acts of the Symposium ‘The Copenhagen School of Medieval Philosophy, Copenhagen: The Royal Danish Academy of Sciences and Letters, 1999 (Historisk-filosofiske Meddelelser), «Le “scholae” del medioevo come comunità di sapienti», Studi Medievali, I “Scholastica”. Storia di un concetto, Padova: Il Poligrafo (Subsidia Mediaevalia Patavina, 2) «“Lectio, disputatio, praedicatio”: la triade dell'esercizio scolastico secondo Aquino», Bollettino della Società Filosofica Italiana  «Le Commentaire des Sentences d'Hugues de St.-Cher et la littérature théologique de son temps», in L.-J. Bataillon OPG. DahanP.-M. Gy OP (éd.), Hugues de Saint-Cher bibliste et théologien, Turnhout: Brepols, «Stephen Langton: Theology and Literature of the Pastoral Care», in B.-M. Tock (éd.), “In principio erat uerbum”. Mélanges offerts en hommage à Paul Tombeur par des anciens étudiants à l'occasion de son émeritat, Turnhout: F.I.d.E.M.Brepols,(Textes et Etudes du Moyen-Age, «La teologia dei maestri secolari di Parigi e la primitiva scuola domenicana», in G. BertuzziL'origine dell'Ordine dei Predicatori e l'Bologna, Bologna: Edizioni Studio Domenicano (Philosophia, 32) = Divus Thomas 4Manoscritti medievali nella Biblioteca dei Redentoristi di Venezia (S. Maria della Consolazione, detta “Della Fava”). Catalogo dei manoscritti. Catalogo dei sermoniIdentificazione dei codici dell'antica biblioteca del convento domenicano dei SS. Giovanni e Paolo di Venezia, con una prefazione di L.-J. Bataillon, Padova: Il Poligrafo, 2006 (Subsidia Mediaevalia Patavina, 9) «Teologia dei maestri secolari e predicazione mendicante: Pietro Cantore e la “Miscellanea del codice del tesoro”», Il Santo. Rivista francescana di Storia Dottrina Arte  «Peter the Chanter and the “Miscellanea del Codice del Tesoro” (Etymology as a Way for Constructing a Sermon)», in R. AnderssonConstructing the Medieval Sermon, Turnhout: Brepols, (Sermo,  «Dalla discussione in aula alla “Summa quaestionum theologiae” di Stefano Langton: Testi sul timore di Dio dal ms. Paris, BnF, lat. 14526 ed Erlangen, Universitätsbibliothek-Hauptbibliothek, 260», Rivista di Storia della Filosofia  «“Teologia allegorica” e “teologia scolastica” in alcuni commenti all'“Historia scholastica” di Pietro Comestore», Archa Verbi. Yearbook for the Study of Medieval Theology  L.-J. Bataillon †N. BériouG. DahanR. Quinto (éd.), Étienne Langton, prédicateur, bibliste, théologien. Actes du Colloque International, Paris, Turnhout: Brepols,  (Bibliothèque d'Histoire Culturelle du Moyen Age, 9) Stephen Langton, Quaestiones Theologiae, Liber I, ed. by R. QuintoM. Bieniak, Oxford: Oxford University Press,  (Auctores Britannici Medii Aevi)  Giovanni Catapano, «In memoriam Riccardo Quinto», Bulletin de Philosophie médiévale Massimiliano d'Alessandro, report of «Breves dies hominis. Giornata internazionale di studio in memoria  Padova, 4 novembre », Archa VerbiDonato Gallo, report of «Breves dies hominis. Giornata internazionale di studio in memoria di Riccardo Quinto, Padova, 4 novembre », Quaderni per la Storia dell'Padova Gregorio Piaia, «Riccardo Quinto: in memoriam», Medioevo. Rivista di storia della filosofia medievale Caterina Tarlazzi, report of «Breves dies hominis. Giornata internazionale di studio in memoria Padova, 4 novembre », Bulletin de Philosophie médiévale Scolastica (filosofia) Stephen Langton   scientifica e Curriculum Vitae di Riccardo Quinto, su academia.edu. Giovanni Catapano,  Catalogo del Fondo archivistico “Riccardo Quinto.”

 

RAIMONDI (Napoli), filosofo. Figlio del cremonese Alessandro. Viaggiò molto in Oriente acquisendo un'approfondita conoscenza dell'arabo, dell'armeno, del siriaco e dell'ebraico. Nominato professore di matematica al Collegio della Sapienza di Roma,  contribuì alla rinascita del platonismo contro l'aristotelismo, che dominava la vita intellettuale dell'epoca.  Tradusse in latino diversi trattati di matematica: i Data di Euclide (dal greco), Le coniche di Apollonio di Perga (da una versione araba). Fu autore di molti commentari, specialmente su alcuni libri della Synagoge, nota anche come Collectiones mathematicae, di Pappo di Alessandria e sui trattati di Archimede. Fu membro dell'accademia fondata da Cinzio Passeri Aldobrandini, nipote di papa Clemente VIII da parte della sorella, Giulia Aldobrandini.  Raimondi è celebre soprattutto per essere stato il primo direttore scientifico della «Stamperia orientale medicea» (o Typographia Medicea linguarum externarum), fondata a Roma dal cardinale Ferdinando de' Medici. L'attività principale svolta dalla Stamperia fu, con l'appoggio di Papa Gregorio XIII, la pubblicazione di libri nelle diverse lingue orientali per favorire la diffusione delle missioni cattoliche in Oriente. Raimondi formò un gruppo di ricerca costituito da Giovanni Battista Vecchietti,  inviato pontificio ad Alessandria d'Egitto e in Persia, dal fratello Gerolamo, da Paulo Orsino di Costantinopoli, neofita ebreo convertito, e dal frate domenicano Tommaso da Terracina. In un periodo in cui la Santa Sede intratteneva buone relazioni diplomatiche con la dinastia Safavide, al potere in Persia  essi riuscirono a recuperare diversi manoscritti della Bibbia in lingue orientali. Furono portati a Roma più di una ventina di testi biblici ebraici e giudeo-persiani, tra cui i libri del Pentateuco, tra i pochi sopravvissuti ai giorni nostri.  La tipografia fu trasferita a Firenze, in conseguenza dell'elezione di Ferdinando a Granduca di Toscana. Ffu avviata la stampa delle opere. Furono pubblicate dapprima una Grammatica ebraica e una Grammatica caldea. Seguirono: due edizioni bilingui (arabo-latino) dei Vangeli, di cui furono tirate tremila copie; un compendio del Libro di Ruggero di al-Idrisi;  Il canone della medicina di Avicenna. Ill Granduca vendette la Stamperia a Raimondi, il quale a sua volta la cedette al figlio di Ferdinando, Cosimo II, salito al trono. La Stamperia chiuse poiché la realizzazione di volumi nelle lingue orientali non si era rivelata economicamente conveniente. Uno degli ultimi libri pubblicati fu una grammatica araba intitolata Liber Tasriphi, specificamente dedicata alle coniugazioni dei verbi.  Il grande progetto di Raimondi, che egli peraltro non riuscì a realizzare, fu quello di pubblicare una Bibbia poliglotta comprendente le sei lingue principali del cristianesimo orientale: siriaco, armeno, copto, ge'ez, arabo e persiano.  Oggi i manoscritti appartenuti alla Stamperia orientale medicea sono disseminati in diverse istituzioni: la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la Biblioteca apostolica vaticana, la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, la Biblioteca nazionale Marciana di Venezia e la Biblioteca nazionale di Francia a Parigi.  Note  Giovanni Battista Vecchietti, su iliesi.cnr. 26710/.  L'editoria del Principe, ovvero la stampa ufficiale delle istituzioni laiche e religiose, su docplayer. 4 dicembre .  Per la dedicazione al re Ruggero II di Sicilia.  Tipografia Medicea Orientale, su thesaurus.cerl.org.  Persian manuscripts, su iranicaonline.org. 26/10/.  A. M. Piemontese, La «Grammatica persiana» di G. B. Raimondi, in Rivista degli studi orientali,  K. El Bibas, La Stamperia medicea orientale, in , Un Maestro insolito, Scritti per Franco Cardini, Firenze, Vallecchi,  Mario Casari, Giambattista Raimondi, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  ʻAbd-al-Wahhāb Ibn-Ibrāhīm az- Zanǧānī, Liber Tasriphi compositio est Senis Alemami: Traditur in eo compendiosa notitia coniugationum verbi Arabici, Romae, Medicae, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, manoscritti persiani di Giovan Battista Raimondi.

 

RAIO. (Napoli). Filosofo. filosofo. professore di filosofia teoretica presso l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale". Si è occupato in particolare dell'ermeneutica e della filosofia diCassirer di cui ha tradotto diverse opere in italiano.  Raio fa parte del comitato di redazione della rivista «Studi Filosofici» e ha fondato la rivista internazionale «Cassirer Studies», entrambe pubblicate dalla casa editrice Bibliopolis. Inoltre è codirettore della collana di studi «Bachelardiana» edita da Il melangolo.  Ha scritto le introduzioni «Antinomia e allegoria» e «Il carattere di chiave», contenute nel volume «Tutti i romanzi e i racconti» di Franz Kafka edito da Newton Compton, per il quale ha anche tradotto la maggior parte dei racconti.  Opere: “Ermeneutica e teoria del simbolo” (Napoli, Liguori Editore); “Lezioni su Kant di Felice Tocco: Studio ed edizione” (Napoli, Liguori Editore); “Introduzione a Cassirer” (Roma-Bari, Laterza); “Simbolismo tedesco. Kant Cassirer Szondi, Napoli, Bibliopolis, Ernst Cassirer, Conoscenza, concetto, cultura” (Firenze, La Nuova Italia); Ernst Cassirer, Rousseau, Kant, Goethe” (Roma, Donzelli Editore) “Ernst Cassirer, Metafisica delle forme simboliche” (Milano, Sansoni, L'io, il tu e l'Es. Saggio sulla "Metafisica delle forme simboliche" di Ernst Cassirer, Macerata, Quodlibet, Rivista "Studi filosofici".  Cassirer Studies-Editor: Giulio Raio.  Pagina docente presso l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", su docenti.unior.

 

RAULICA (Palermo). ssential Italian philosopher. Grice: “Italian philosophers can be fun: there’s ventura, and there’s Bonaventura, who was actually fidanza, i.e. fidence, as in confidence.” Ventura dei baroni di Raulica (Palermo), filosofo. Noto  per il suo sostegno alla causa della Rivoluzione siciliana. Figlio di Paolo Ventura, barone di Raulica, avvocato e consigliere della Suprema Corte di Giustizia del Regno di Sicilia e di Caterina Platinelli, Gioacchino Ventura fu avviato agli studi presso il Collegio Massimo dei Gesuiti di Palermo, sua città natale. Dopo l'iniziale adesione alla Compagnia di Gesù nel 1808, quando l'organizzazione gesuita fu soppressa in Sicilia nel 1817, Ventura aderì ai teatini. Ordinato sacerdote, si distinse come apologeta, scrittore e predicatore, soprattutto grazie alla sua "Orazione funebre di Pio VII. La sua carriera da filosofo iniziò come esponente della corrente controrivoluzionaria resa nota da autori come Félicité de Lamennais, Joseph de Maistre e Louis de Bonald.   Monumento memoriale a Gioacchino Ventura, Basilica di Sant'Andrea della Valle, Roma. Da Papa Leone XII fu nominato docente di diritto canonico all'Università "La Sapienza", e nel 1830 fu eletto Superiore Generale dei Teatini. Dopo questo incarico, Ventura intraprese l'attività di predicatore a Roma. La sua eloquenza, sebbene a volte esagerata e prolissa, era veemente e diretta ed ottenne grande fama. A Parigi, nonostante una conoscenza non perfetta della lingua francese, Ventura riuscì quasi a rivaleggiare con il celebre predicatore domenicano Jean-Baptiste Henri Lacordaire.  Con l'elezione di Papa Pio IX al soglio pontificio, Gioacchino Ventura acquisì un ruolo politicamente prominente. Nel 1848, anno dei grandi moti europei, egli sostenne la legittimità storica e giuridica della rivoluzione siciliana, auspicando la rifondazione del Regno di Sicilia indipendente all'interno di una confederazione italiana di Stati sovrani, e viene nominato ministro plenipotenziario e rappresentante del governo siciliano a Roma.  Nel frattempo la sua posizione a Roma divenne delicata per via della proclamazione della Repubblica Romana (1849) e dell'esilio di Pio IX. Ventura rifiutò l'offerta di un seggio all'Assemblea Costituente, maoltre ad invocare la separazione tra potere temporale e spiritualericonobbe la Repubblica Romana a nome del governo rivoluzionario di Palermo. Dopo la resa della Repubblica, si trasferì in Francia, dove morì a Versailles. Opere: La scuola de' miracoli: ovvero, Omilie sopra le principali opere della potenza e della grazia di Gesù Cristo, figliuolo di Dio e Salvatore del mondo Il tesoro nascosto: ovvero, Omilie sopra la passione del Nostro Signor Gesù Cristo La Madre di Dio, madre degli uomini: ovvero, Spiegazione del mistero della SS. Vergine a piè della croce Le bellezze della fede ne' misteri dell' Epifania: ovvero, La felicità di credere in Gesù Cristo e di appartenere alla vera chiesa I disegni della divina misericordia sopra le Americhe: panegirico in onore del beato Martino de Porres, terziario professo dell'ordine de'  predicatori Il potere politico cristiano: discorsi pronunciati lnella cappella imperiale delle Tuileries Saggio sul potere pubblico, o Esposizione delle leggi naturali dell'ordine sociale Dello spirito della rivoluzione e dei mezzi di farla terminare La ragione filosofica e la ragione cattolica: ragionamenti predicati a Parigi nell'anno. La tradizione e i semi-pelagiani della filosofia: ossia, Il semi-razionalismo svelato Saggio sull'origine delle idee e sul fondamento della certezza Della vera e della falsa filosofia Nuove omelie sulle donne del Vangelo Corso di filosofia cristiana: ossia, Restaurazione cristiana della filosofia Sopra una Camera di Pari nello stato pontificio: opinione La Questione Sicula sciolta nel vero interesse della Sicilia, Napoli e dell'Italia Memoria pel riconoscimento della Sicilia come stato sovrano ed indipendente Menzogne diplomatiche, ovvero esame dei pretesi diritti che s'invocano del gabinetto di Napoli nella Questione Sicula Discorso funebre pei morti di Vienna la religione e la libertà Raccolta di elogi funebri e lettere necrologiche   Gioacchino Ventura e il pensiero politico d'ispirazione cristiana dell'Ottocento. Atti del seminario internazionale, Erice, E. Guccione, Firenze. Andreu F.Gioacchino Ventura: Saggio Biografico, "Regnum Dei", Bergamaschi G., Padre Gioacchino Ventura: fra tradizionalismo e neotomismo, Milano, Cremona Casoli G., Un illustre siciliano: il padre Gioacchino Ventura da Raulica, in "Rassegna Storica del Risorgimento", Cultrera P., Della vita e delle opere del Rev. P.Gioacchino Ventura: ex generale dell'ordine dei Teatini, Palermo, 1877 Giurintano C., Aspetti del pensiero politico di Gioacchino Ventura nel "De jure publico ecclesiastico" in :  Studi in memoria di Gaetano Falzone, a cura del Comitato di Palermo dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Palermo, Guccione E., Cattolici e democrazia. Ventura, Murri, Sturzo e le critiche di Gobetti, Palermo-Sao-Paulo, Ila-Palma, Guccione E., Gioacchino Ventura alle radici della democrazia cristiana, Palermo, Guccione E., The Concept of "Revolution" in the Thought of Gioacchino Ventura, in  Selected Papers, Consortium on Revolutionary Europe 1750-1850, Florida State University, Guccione E., Un omaggio clandestino di Ventura a Lamennais, in  "Nuova Antologia", luglio-settembre, Pastori P., Gioacchino Ventura da Raulica e la rivoluzione napoletana in "Rassegna Siciliana di Storia e Cultura", Sergio Romano, La vita e il pensiero politico di padre Gioacchino Ventura, in Revue belge de philologie et d'histoire, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Gioacchino Ventura, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.  Opere di Gioacchino Ventura, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Gioacchino Ventura, . Gioacchino Ventura, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.  Biografia sul sito della Regione Siciliana. Martinucci P., Padre Gioacchino Ventura di Raulica,  Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale. Paolo Martinucci, Gioacchino Ventura di Raulica in Cristianità. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Raulica” – The Swimming-Pool Library, Villa Spearnza, Liguria.

 

REALE. (Candia Lomellina). Filosofo.   “Io ho infatti la ferma convinzione che, come Reinach afferma, Platone sia il "più grande filosofo in assoluto" comparso sulla terra, e che il compito di chi lo vuole comprendere e fare comprendere agli altri, pur avvicinandosi sempre di più alla Verità, non può mai avere fine” (Platone: alla ricerca della sapienza segreta). Frequentò il liceo di Casale Monferrato per poi formarsi a Milano, laureandosi con Olgiati. Successivamente, perfezionerà i suoi studi a Marburgo e a Monaco di iera.  Dopo un periodo di insegnamento nei licei e conseguita la libera docenza in Storia della filosofia antica nel 1962, vinse una cattedra presso l'Università degli Studi di Parma, ove terrà i corsi di Filosofia morale e di Storia della filosofia. Quindi, nel 1972, passò all'Università Cattolica di Milano, nella quale sarà a lungo Professore di Storia della filosofia antica (fino al 2002), istituendovi e dirigendo il Centro di ricerche di Metafisica (luogo di formazione della maggior parte dei suoi allievi). Dal 2005 insegnò alla nuova Facoltà di Filosofia del San Raffaele di Milano, presso la quale intendeva fondare un nuovo centro internazionale di studi e ricerche su Platone, e sulle radici platoniche del pensiero e della civiltà occidentale.  Morì il 15 ottobre , a 83 anni, nella sua casa di Luino.  Il pensiero La sua tesi di fondo è la seguente: la filosofia greca ha creato quelle categorie e quel peculiare modo di pensare che hanno consentito la nascita e lo sviluppo della scienza e della tecnica dell'Occidente.  I suoi interessi scientifici spaziano lungo tutto l'arco del pensiero antico pagano e cristiano, e i suoi contributi di maggior rilievo hanno toccato via via Aristotele, Platone, Plotino, Socrate e Agostino. Egli ha studiato ognuno di questi autori andando, in un certo senso, 'contro-corrente' e inaugurandone, secondo l'opinione di Cornelia de Vogel, una lettura nuova.  La rilettura che Reale ha dato di Aristotele contesta l'interpretazione di Werner Jaeger, secondo il quale gli scritti aristotelici seguirebbero positivisticamente un andamento storico-genetico che partirebbe dalla teologia, passerebbe per la metafisica, per approdare infine alla scienza; Reale ha sostenuto invece la fondamentale unità del pensiero metafisico dello Stagirita.  Ne La Filosofia antica, mette in evidenza come il pensiero di Teofrasto si diffuse per l'aspetto scientifico con un'ampiezza del tutto paragonabile a quella del maestro Aristotele, rivelando però uno scarso spessore nella speculazione filosofica. Da Stratone in poi, ciò provocò un ripiegamento della scuola peripatetica verso l'ambito della fisica e delle scienze empiriche.  Per quel che riguarda Platone, Reale, importando in Italia gli studi della scuola platonica di Tubinga, ha messo in crisi l'interpretazione romantica di Platone stesso, che risale a Friedrich Schleiermacher, e ha voluto rivalutare il senso e la portata delle cosiddette «dottrine non scritte», vale a dire gli insegnamenti che Platone ha tenuto solo oralmente all'interno dell'Accademia e che conosciamo dalle testimonianze dei discepoli; in questo senso, Platone risulterebbe essere il testimone e l'interprete più geniale di quel peculiare momento della civiltà greca che passava dalla cultura dell'oralità a quella della scrittura.  Negli studi su Plotino, ha contestato la tesi di fondo di Eduard Zeller che vedeva nel grande neoplatonico il principale teorico del panteismo e dell'immanentismo; al contrario, Reale ha riletto Plotino come il campione della trascendenza metafisica dell'Uno.  L'interpretazione che Reale ha dato di Socrate, analogamente, si propone di risolvere le aporie della cosiddetta questione socratica, entrata in un vicolo cieco dopo gli studi di Olof Gigon, secondo cui di Socrate non possiamo sapere nulla con certezza; Reale ha inaugurato, invece, un nuovo modo di interpretare Socrate, non solo cercando di risolvere dall'interno le testimonianze contraddittorie degli allievi, ma soprattutto guardando al contesto della filosofia greca prima di Socrate e dopo Socrate: in questo modo, balzerebbe agli occhi la scoperta socratica del concetto di psyché come essenza e nucleo pensante dell'uomo.  «Socrate diceva che il compito dell'uomo è la cura dell'anima: la psicoterapia, potremmo dire. Che poi oggi l'anima venga interpretata in un altro senso, questo è relativamente importante. Socrate per esempio non si pronunciava sull'immortalità dell'anima, perché non aveva ancora gli elementi per farlo, elementi che solo con Platone emergeranno. Ma, nonostante più di duemila anni, ancora oggi si pensa che l'essenza dell'uomo sia la psyché. Molti, sbagliando, ritengono che il concetto di anima sia una creazione cristiana: è sbagliatissimo. Per certi aspetti il concetto di anima e di immortalità dell'anima è contrario alla dottrina cristiana, che parla invece di risurrezione dei corpi. Che poi i primi pensatori della Patristica abbiano utilizzato categorie filosofiche greche, e che quindi l'apparato concettuale del cristianesimo sia in parte ellenizzante, non deve far dimenticare che il concetto di psyché è una grandiosa creazione dei greci. L'Occidente viene da qui.»  (G. Reale, Storia della filosofia antica, Milano, Vita e pensiero, 1975) Infine, per quanto riguarda Agostino, gli studi di Reale tenderebbero a ricollocare questo autore nel contesto neoplatonico della tarda antichità e quindi nel momento dell'impatto del Cristianesimo con la filosofia greca, cercando di scrostarlo di tutte le successive interpretazioni dell'agostinismo medioevale.  Reale ritiene, poi, che la cifra spirituale che caratterizza il pensiero occidentale sia costituita dalla filosofia creata dai Greci. È stato infatti il logos greco a caratterizzare le due componenti essenziali del pensiero occidentale e precisamente a fornire gli strumenti concettuali per elaborare la Rivelazione cristiana, dando luogo, così, a quella peculiare mentalità da cui sono scaturite la scienza e la tecnica. Ma se la cultura occidentale non si capisce senza la filosofia dei Greci, questa a sua volta non si capisce senza la metafisica come studio dell'"Unità dell'Essere". Il lavoro che Reale svolge, studiando i grandi pensatori del passato, vuole anche servire a un confronto fra la metafisica antica e quella moderna. La preferenza che accorda a Platone dipende dal fatto che il filosofo ateniese è, con la "seconda navigazione" di cui parla nel Fedone, il vero creatore di questa problematica.  Reale, studioso di fama internazionale, si fa così portavoce di un «meditato ritorno alle radici della nostra cultura» attraverso la riproposta dei classici, in particolare Platone. Di quest'ultimo, Realein sintonia con la Scuola di Tubingarinnova l'interpretazione, mettendo in luce la primaria importanza delle cosiddette «dottrine non scritte» (agrafa dogmata) di cui riferiscono gli allievi di Platone stesso (Aristotele in primis).  Nel suo scritto Per una nuova interpretazione di Platone fa affiorare l'immagine di un Platone diverso, un Platone orale ein certo sensodogmatico: del resto, non è forse Platone stesso (ad esempio, nella Lettera VII) a garantirci che la sua filosofia dev'essere ricercata altrove rispetto agli scritti? Lo stesso corpus degli scritti platonici, giuntoci nella sua interezza (circostanza, questa, unica nella storiografia del pensiero greco), non presenta, invero, quell'unitarietà sistematica che ci si dovrebbe attendere, il che, ancora una volta, depone a favore della tesi secondo cui il vero Platone andrebbe cercato altrove, e precisamente nelle «dottrine non scritte».  Studioso anche della Metafisica di Aristotele, Reale smaschererebbe la tesi fatta valere da Jaeger, secondo cui l'opera non presenterebbe un'unitarietà ma sarebbe piuttosto una sorta di “zibaldone filosofico” (e, in particolare, il libro XII risalirebbein forza del suo spiccato interesse teologicoalla giovinezza dello Stagirita): lungi dal risolversi in un coacervo di scritti risalenti a differenti epoche e contesti, la Metafisica di Aristotelerileva Realeè un'opera profondamente unitaria, al cui centro c'è la definizione di metafisica come: a) scienza delle cause e dei principi primi, b) scienza dell'essere in quanto tale, c) scienza della sostanza, d) scienza teologica, e) scienza della verità.  Ne La saggezza antica sostiene che «tutti i mali di cui soffre l'uomo d'oggi hanno proprio nel nichilismo la loro radice» e che «un'energicquesti mali implicherebbe il loro sradicamento, ossia la vittoria sul nichilismo, mediante il recupero di ideali e valori supremi, e il superamento dell'ateismo». Ma quello che egli propone «non è affatto un ritorno acritico a certe idee del passato, ma l'assimilazione e la fruizione di alcuni messaggi della saggezza antica, che, se ben recepiti e meditati, possono, se non guarire, almeno lenire i mali dell'uomo d'oggi, corrodendo le radici da cui derivano».  In una siffatta prospettiva, può acquistare un valore eminentemente filosofico anche il pensiero di Seneca, a suo parere ingiustamente trascurato da una lunga tradizione che non gli avrebbe riconosciuto alcuna cittadinanza filosofica: in La filosofia di Seneca come terapia dei mali dell'anima, Reale riprende, ancora una volta, l'idea che la filosofia degli antichiin questo caso, quella di Senecapossa costituire un 'farmaco' per l'animo dilaniato dell'uomo moderno.  Tra gli allievi di Reale vi sono: Roberto Radice, docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che si è dedicato al pensiero di Filone di Alessandria e dell'età ellenistica (in particolare dello Stoicismo) e che ha tradotto opere di Platone (Repubblica, Leggi, Lettere) di cui ha pubblicato in versione informatica il lessico; Maurizio Migliori, dell'Macerata, interprete del pensiero platonico; Giuseppe Girgenti, traduttore di Porfirio e del Neoplatonismo, e Vincenzo Cicero, a cui si devono inedite traduzioni italiane di Schelling, Hegel, Trendelenburg, Natorp, Hildebrand e Heidegger.  Opere  L'autografo di Giovanni Reale Oltre al campo specifico della filosofia antica e tardo-antica, Reale si è occupato a vario titolo anche della storia della filosofia generale: per esempio, nella stesura del noto Manuale di filosofia per i licei edito da Editrice La Scuola e scritto insieme a Dario Antiseri, oltre alla direzione delle collane filosofiche «Classici della filosofia», «Testi a fronte» della Bompiani e «I Filosofi» per Laterza.  Oltre a questo, i suoi principali scritti sono i seguenti:  Il concetto di filosofia prima e l'unità della Metafisica di Aristotele, Vita e Pensiero, Milano, Bompiani, Milano,  Introduzione a Aristotele, Laterza, Bari, Storia della filosofia antica,  Vita e Pensiero, Milano, Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi, La Scuola, Brescia, Per una nuova interpretazione di Platone, CUSL, Milano, edizione definitiva, Vita e Pensiero, Milano, Introduzione a Proclo, Laterza, Bari, Filosofia antica, Jaca Book, Milano, Saggezza antica, Raffaello Cortina Editore, Milano, Eros demone mediatore. Il gioco delle maschere nel "Simposio" di Platone, Rizzoli, Milano, Platone. Alla ricerca della sapienza segreta, Rizzoli, Milano, Bompiani, Milano, La nave di Teseo, Milano, . Guida alla lettura della Metafisica di Aristotele, Laterza, Bari,  Raffaello: La "Disputa", Rusconi, Milano, Corpo, anima e salute. Il concetto di uomo da Omero a Platone, Collana Scienza e Idee n.49, Raffaello Cortina Editore, Milano, Socrate. Alla scoperta della sapienza umana, Rizzoli, Milano, La nave di Teseo, Milano, . Il pensiero antico, Vita e Pensiero, Milano,  La filosofia di Seneca come terapia dei mali dell'anima, Bompiani, Milano, Radici culturali e spirituali dell'Europa, Raffaello Cortina Editore, Milano, Storia della filosofia greca e romana, Bompiani, Milano, Collana Il pensiero occidentale, Bompiani, . Valori dimenticati dell'Occidente, Bompiani, Milano,  L'arte di Riccardo Muti e la Musa platonica, Bompiani, Milano, Come leggere Agostino, Bompiani, Milano, Karol Wojtyla un pellegrino dell'assoluto, Bompiani, Milano, Autotestimonianze e rimandi dei Dialoghi di Platone alle "Dottrine non scritte", Bompiani, Milano, 2008. Storia del pensiero filosofico e scientifico, La Scuola, Brescia, . Salvare la scuola nell'era digitale, Brescia, La Scuola, . G. Reale-Umberto Veronesi, Responsabilità della vita. Un confronto fra un credente e un non credente, Milano, Bompiani, . Mi sono innamorato della filosofia, Armando Torno, Milano, Bompiani, , Romanino e la «Sistina dei poveri» a Pisogne, Milano, Bompiani, . Cento anni di filosofia. Da Nietzsche ai nostri giorni, La Scuola, Brescia,  Introduzione, traduzione e commentario della Metafisica di Aristotele, su archive.org, Bompiani, Traduzioni e commenti Reale ha tradotto in italiano e commentato molte opere di Platone, di Aristotele e di Plotino (la sua nuova edizione delle Enneadi è stata pubblicata  nella collana "I Meridiani" della Arnoldo Mondadori Editore). Ha pubblicato per Bompiani il poderoso volume I presocratici, da lui presentato come la «prima traduzione integrale» della versione tedesca del Die Fragmente der Vorsokratiker di Hermann Diels e Walther Kranz. Nonostante in Italia ne fosse già uscita nel una traduzione di Gabriele Giannantoni edita da Laterza, Reale ha sostenuto la presenza di lacune e manomissioni nella traduzione del Giannantoni, lacune e manomissioni che sarebbero dovute, a parere di Reale, all'ossequio all'ideologia e all'«egemonia culturale marxista», secondo cui in quel periodo gli intellettuali di area comunista avrebbero dominato la scena in campo editoriale. Luciano Canfora, in risposta alle accuse di Reale, ne ha sostenuto la natura «pubblicitaria» e l'«inconsistenza» del ragionamento. Nella polemica sono intervenuti anche altri due studiosi: il primo è Mario Vegetti, il quale ha sostenuto che, se influenza c'è stata nell'edizione di Giannantoni, essa è stata di matrice idealistica, hegeliana e crociana e non marxista; il secondo studioso è Roberto Radice, il quale ha invece sostenuto che qualsiasi omissione è da evitare, specie se non è segnalata nel testo, e con riguardo alla presunta irrilevanza di taluni tagli operati da Giannantoni sottolinea come «i capretti a volte segnano la storia del pensiero più di alcuni filosofi e togliere questi deliziosi animali dai frammenti, così come far sparire dei cavolfiori, potrebbe trasformarsi in una censura».  Di Seneca, il Reale ha poi curato la traduzione delle opere in "Seneca. Tutti gli scritti" Onorificenze Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana «Di iniziativa del Presidente della Repubblica» Premio "Roncisvalle" dell'Navarra Cittadinanza onoraria di Siracusa Premio Pax Dantis per il Pensiero di Pace Universale, Centro Lunigianese di Studi Danteschi, . Lauree honoris causa Accademia Internazionale di Filosofia del Liechtenstein Università Cattolica di Lublino Stato di Mosca Universitat Ramon Llull de Barcellona. Filosofico.net  Addio a Giovanni Reale, grande interprete di Platone, La Stampa, 15 Cornelia de Vogel, Ripensando Platone e il Platonismo, Milano, Vita e Pensiero,  «Reale [...] dimostra la profonda unità concettuale di questi scritti di filosofia prima, mettendo in luce come Jaeger, nella sua tesi, sia condizionato dalla filosofia positivista e dalla teoria generale dell'evoluzione della cultura secondo le tre tappe di teologia-metafisica-scienza» (Note di copertina all'opera Il concetto di "filosofia prima" e l'unità della "Metafisica" di Aristotele, Milano, Bompiani, Storia della filosofia antica ,  «La fondazione della botanica fu il suo guadagno essenziale.».   Verso una nuova immagine di Platone, Milano, Vita e Pensiero, Cfr., in particolare, Il paradigma romantico nell'interpretazione di Platone, di Hans Krämer, Napoli,  La filosofia antica, Milano, Editoriale Jaca Book.  «Ha ragione, bisogna imparare ad accettare la morte», Corriere della Sera. Network delle Università Italiane, su uninetwork. G. Reale, Il concetto di filosofia prima e l'unità della metafisica di Aristotele, Milano, Vita e Pensiero,La filosofia di Seneca come terapia dei mali dell'anima, Milano, Bompiani, unimc/filosoficamente/primo-piano/giovanni-reale-in-memoriam  philosophicalnews.com/wp-content/uploads//07/5.2.pdf  Pur riconoscendo a Giannantoni una statura di studioso di prim'ordine, Reale ha sostenuto che molti marxisti «non presentavano talune cose nella loro effettiva realtà» (dall'Archivio storico del Corriere della Sera). Secondo Reale, pur non potendosi parlare di complotto, «nel testo di Laterza curato da Giannantoni mancanoin un'edizione chiamata l'unica integrale italianadecine e decine di passi che ho elencato in 4 pagine all'inizio della mia traduzione dei Presocratici; ci sono inoltre indebite aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta di tal fatta, nata assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure molte note di queste ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti di codesti autori. Svuotare, ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare un vero confronto: ecco la vecchia tattica che rimane ancora molto viva» (dall'Archivio storico del Corriere della Sera   «Naturalmente, sul piano pubblicitario, si comprende la auto-esaltazione: la mia traduzione è più completa della tua, come il mio bucato è più bianco del tuo. Ma anche la pubblicità bisognerebbe saperla fare. Ci sono lauree brevi da poco istituite in proposito. Particolarmente inconsistente appare il ragionamento, se pure così può definirsi, sviluppato dal Reale. Eccolo nella sintesi fornita dal suo intervistatore: Giannantoni era molto bravo (e questo lo sapevamo anche senza il supporto di Reale), Laterza è innocente del sopra menzionato «reato ideologico», la colpa è della «penetrazione» comunista. Sembra quasi di sognare. Ma questa è la caricatura dell'antica cantilena sui comunisti padroni dell'editoria italiana. Per confutare questa sciocchezza, anni fa, Norberto Bobbio si limitò a trascrivere i titoli del catalogo Einaudi. E infatti come negare l'affiliazione bolscevica di Bobbio? Che pena» (in Archivio storico Corriere della sera).  Si fa riferimento all'osservazione di Canfora secondo la quale le omissioni di Giannantoni riguarderebbero aspetti poco rilevanti per un marxista come il frammento 23 di Orfeo, «un malridotto frustulo papiraceo in cui si fa cenno ad un rituale misterico [...]. Queste, e consimili, sono le omissioni rimproverate dal neo-presocratico Reale». (Cfr.Ibidem)  Osserva infatti Radice: «Sembrerebbe del tutto irrilevante sapere se Kant, quando scriveva la Critica della ragion pratica, mangiasse capretto o una particolare minestra, e credo che alla storia della filosofia questo poco interessi. Ma sapere se un orfico mangiasse o no capretto, può essere significativo dal punto di vista filosofico. Se si asteneva, allora era vegetariano e, come tale, non avrebbe condiviso la ritualistica greca in cui si consumavano le carni offerte alla divinità e si lasciavano ad essa gli aromi per segnare la distanza tra uomo e dio. In sostanza egli credeva, evitando il capretto, in una teologia in cui uomo e divino erano legati». (Cfr.Archivio storico Corriere della sera All'obiezione di Canfora ha risposto lo stesso Reale affermando: «Non è un capretto né una vacca quello che manca nel testo di Laterza curato da Giannantoni; mancanoin un'edizione chiamata l'unica integrale italianadecine e decine di passi che ho elencato in 4 pagine all'inizio della mia traduzione dei Presocratici; ci sono inoltre indebite aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta di tal fatta, nata assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure molte note di queste ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti di codesti autori. Svuotare, ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare un vero confronto: ecco la vecchia tattica che rimane ancora molto viva». (Cfr. Ibidem)  Sito web del Quirinale: dettaglio decorato. Entrega de los internacionales premios Roncesvalles de Filosofía, su unav.edu, Laudatio del professore Giovanni Reale a cura del professore Antoni Bosch-Veciana., in//url.edu/sites/default/files/llibrethonoris_giovannireale.pdf.  Roberto Radice, Claudio Tiengo , Seconda navigazione. Omaggio a Giovanni Reale, Vita e Pensiero, Milano, .Giuseppe Grampa, "Ritornare ai Greci: intervista a Giovanni Reale sulla sua «Storia della filosofia antica»", Vita e Pensiero. Rivista culturale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Armando Torno, Il mio Platone bocciato all'università, in Corriere della Sera, intervista Armando Torno, Addio,  il cattolico amico di Platone, in Corriere della Sera, Antonio Carioti, Critico il Platone di Reale il marxismo non c'entra, in Corriere della Sera, intervista di Mario Vegetti,   La dittatura culturale del marxismo, in Corriere della Sera, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Giovanni Reale, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Opere di Giovanni Reale, .  Registrazioni  su RadioRadicale, Radio Radicale. Filosofico.net, su filosofico.net. Storia della filosofia antica. Dalle origini a Socrate. Ospitato su gianfrancobertagni. Giovanni Reale , Storia della filosofia antica. Platone e Aristotele, Ospitato su gianfrancobertagni. Giovanni Reale , Storia della filosofia antica. I sistemi dell'Età ellenistica, gianfrancobertagni.

 

 

REGHINI. (Firenze). Filosofo. Grice: “It’s difficult to call Reghini a philosopher; yes, he was interested in Pythagoras – but to what extent can, in spite of Russell, number GROUND a whole philosophy?”Si laureò a Pisa, dedicandosi all'insegnamento della materia in vari istituti superiori in Toscana, a Roma ed in Emilia-Romagna.  Promotóre del Pitagorismo, fu affiliato a vari gruppi dell'esoterismo italiano. Entrò nella Società Teosofica e ne fondò la sezione romana. Più tardi, fonderà a Palermo la Biblioteca Teosofica, alla quale di poi cambierà nome in Biblioteca Filosofica. Venne iniziato al Rito di Memphis di Palermo (rito massonico di supposta origine egizia) ed entrò a Firenze nella loggia Lucifero, dipendente dal Grande Oriente d'Italia. Ebbe una breve adesione al martinismo papusiano, che in Italia era diretto da Sacchi, verso le carenze della cui maestranza e pubblicistica Reghini apporta una demolizione magistrale. Fu poi chiamato d’Armentano, che lo avviò allo studio del pitagorismo. Entrò nel Supremo Consiglio Universale del Rito filosofico italiano, dal quale però si dimise, non aveva infatti un'alta opinione dello stato della massoneria in Italia. Insignito del 33° e massimo grado del Rito Scozzese Antico e Accettato, entrò a far parte come membro effettivo del Supremo Consiglio d'Italia, di cui fu Gran cancelliere e Segretario generale.  Gli anni della Grande Guerra videro discepoli e maestri della “Schola Italica Pitagorica” partire volontari per il fronte. Non rimase inerte innanzi al sorgere delle istanze interventiste. Partecipò attivamente alla manifestazione romana del maggio, culminata in Campidoglio, tesa ad ottenere la dichiarazione di guerra. Accolto nell'Accademia Militare di Torino come allievo ufficiale del Genio partì volontario per il fronte, ottenendo sul campo il grado di capitano del Genio. Lui ed il suo Maestro Armentano crearono a Roma l'Associazione Pitagorica, che riprendeva le fila di precedenti esperienze e si richiamava operativamente al sodalizio pitagorico dell'antichità. Da solo o con altri, fondò e animò varie riviste, con interventi sagaci e ricchi di dottrina: scrisse sul papiniano Leonardo , dando vita ad Atanór, Ignis, e UR, con Colazza,  Evola come direttore, Parise, ed Onofri. Contrasti d'idee e caratteriali prevalser nel rapporto di collaborazione fra Evola e Reghini, provocando la scelta evoliana di allontanamento di questi, assieme a Parise, da UR (rivista sórta a esprimere al pubblico della cultura italiana l'intento dell'occulto Gruppo di Ur; nella quale il Maestro fiorentino pubblicò con l'eteronimo di Pietro Negri); e se ne ebbero anche strascichi giudiziari. Infatti Evola tenterà di fare incriminare Reghini per affiliazione massonica (affiliazione che costituiva reato dopo l'imposizione di scioglimento delle "associazioni segrete" decretata dal Regime fascista); ma il potere giudiziario optò infine per un "accordo" tra i due onde evitare uno scandalo. Per via del condizionamento repressivo fascista vòlto all'emarginazione di tanti esponenti dell'esoterismo italiano (Armentano era partito per il Brasile), Reghini ormai isolato si ritirava dalle attività pubbliche e a Budrio si dedicava all'insegnamento nell'istituto privato "Quirico Filopanti" (diretto da Partengo), alla meditazionein chiave pitagoricadelle scienze matematiche.  Ottenne tuttavia pubblici riconoscimenti dall'Accademia dei Lincei e dall'Accademia d'Italia, per la sua opera sulla restituzione della geometria pitagorica. Il Crepuscolo dei Filosofi regalato dal suo autore, Papini all’amico Arturo al suo ingresso nella Loggia fiorentina ‘Lucifero.” Nel frontespizio una dedica ad inchiostro, scolorito dal tempo, «Al nuovo fratello Reghini il suo G Papini».in: Raffaele K. Salinari, Reghini, pitagorico, su ilmanifesto  Rito filosofico italiano Del Massa, Pagine esoteriche, La Finestra, Trento. In questa qualità firmò il decreto del suo scioglimento n(riprodotto in: Luigi Sessa, I Sovrani Grandi Commendatori e breve storia del Supremo Consiglio d'Italia del Rito scozzese antico ed accettato Palazzo Giustiniani dal 1805 ad oggi , Ed. Bastogi, Foggia, in seguito all'approvazione dello stesso anno alla Camera dei deputati del progetto di legge sulla disciplina delle associazioni, presentato da Mussolini, mirante allo scioglimento della massoneria. Iacovella, "Il Barone e il Pitagorico: Evola e Reghini", in: Vie della Tradizione, Cfr. la recensione fattane da Guénon: ed. di Comptes Rendus, Parigi. Opere: “Le parole sacre e di passo dei primi tre gradi ed il massimo mistero massonico, Atanor, Roma, Per la restituzione della geometria pitagorica, nuova edizione Il Basilisco, Genova, che comprende anche I numeri sacri nella tradizione pitagorica; nuovo titolo Numeri sacri e geometria pitagorica. Il fascio littorio, ovvero il simbolismo duodecimale e il fascio etrusco; nuova edizione Il Basilisco, Genova, I numeri sacri nella tradizione pitagorica, Ignis, Roma, Dei Numeri pitagorici, PrologoAssociazione culturale Ignis, Dei Numeri Pitagorici (Libri sette) Dell'equazione indeterminata di secondo grado con due incogniteArchè/pizeta,  Dei Numeri Pitagorici (Libri sette)Parte PrimaVolume SecondoDelle soluzioni primitive dell'equazione di tipo Pell x2-Dy2=B e del loro numeroArchè/pizeta, . Dei Numeri Pitagorici (Libri sette)Parte SecondaVolume TerzoDei numeri triangolari, dei quadrati e dei numeri piramidali a base triangolare o quadrataArchè/pizeta, . Dizionario Filologico, ("Associazione culturale Ignis"), Cagliostro, ("Associazione culturale Ignis"), 2007. Considerazioni sul Rituale dell'apprendista libero muratore, Phoenix, Genova, Paganesimo, Pitagorismo, Massoneria, Mantinea, Furnari (Messina),  Per la restituzione della Massoneria Pitagorica Italiana, introduzione di Vinicio Serino, Raffaelli Editore, Rimini, La Tradizione Pitagorica Massonica, Fratelli Melita Editori, Genova, Trascendenza di Spazio e Tempo, rivista "Mondo Occulto", Napoli, ristampa Libreria Ed. ASEQ . Curò fondamentali traduzioni (con introduzione e note), tra cui:  De occulta philosophia di Cornelio Agrippa (Alberto Fidi, Milano, opera in due volumi); ristampato dalle Edizioni Mediterranee e da I Dioscuri, Genova, Le Roi du Monde di René Guénon ( Alberto Fidi editore, Milano. A La Sapienza pagana e pitagorica del '900 (La Cittadella.  I Libri del Graal. Geminello Alvi, Reghini, il massone pitagorico che amava la guerra, Corriere della Sera, Riccardo Paradisi, Reghini, il Pitagorico che sognava l’impero, L’Indipendente, Natale M. Di Luca, "Arturo Reghini. Un intellettuale neo-pitagorico tra massoneria e fascismo", Atanòr, Roma.  Parise, "Nota sulla vita di A. Reghini", in calce a Considerazioni sul rituale dell'apprendista libero muratore, Phoenix, Genova,  Roberto Sestito, Il figlio del Sole. Vita e opere di Arturo Reghini, filosofo e matematico, Ancona, Associazione Culturale "Ignis", Via romana agli Dei Amedeo Rocco Armentano Evola  Parise, Schiavone, Reghini a metà strada tra fascismo e massoneria, su archiviostorico.info. Centro De GiorgiScuola Normale Superiore di Pisa, Breve biografia su mathematica.sns. Guido Boni, Omaggio su ritosimbolico. 1 Thomas Dana Lloyd, Un pitagorico dei nostri tempi, su ritosimbolico. Nicola Bizzi, Arturo Reghini. Sulla Tradizione occidentale, su youtube.com. Christian Giudice, Occultism and Traditionalism in Twentieth-Century Italy, su spreaker.com. Christian Giudice,  For a Spiritual Understanding of Life’: Arturo Reghini’s Theosophical Years su academia.edu. Grandi massoni. Arturo Reghini, illustre matematico e antifascista, traduttore e amico di Guenon, su grandeoriente.  Raffaele K. Salinari, Arturo Reghini, pitagorico, su ilmanifesto.

 

REGINA. (Sabbioneta). Filosofo.  Grice: “When Urmson said that for Prichard, duty cashed out in interest, he was right! But we must wait for Regina to emphasise Kierkegaard’s punning on interest – which literally means, ‘being in between’! The interesting (sic) thing is that Kierkegaard exploits the old Roman aequi-vocation between the alethic (being in between) and the practical (Prichard, ‘duty as interest’). -Vincitore di una borsa di studio per il Collegio Augustinianum, si è laureato a Milano con una tesi su Lavelle con Severino. Si è perfezionato in Filosofia neoscolastica con una tesi su Heidegger.  Dopo aver insegnato nei licei è passato a Macerata. Ha insegnato a Verona.  Professore a Cagliari, è tornato a Verona, e Direttore del Dipartimento di Filosofia.  Nell'ambito della sua ricerca,  ha ottenuto dall'Unione europea il finanziamento per il primo progetto «Tempus», relativo all'organizzazione presso l'Sarajevo e Mostar di un master sulla tolleranza religiosa..  In collaborazione con Copenaghen ha organizzato due convegni: «Kierkegaard: ripresa, pentimento, perdono», svoltosi a Verona,  e «Mennesket som forhold. Søren Kierkegaards filosofiske og teologiske antropolog -- iL'essere umano come rapporto. L'antropologia filosofica e teologica di Kierkegaard».  Partecipa ai «Forum» che la Conferenza Episcopale Italiana organizza nell'ambito del Progetto culturale della Chiesa. -- è stato nominato docente onorario a Verona.  Ha costruito il suo pensiero basandosi in modo particolare su Kierkegaard, Nietzsche e Heidegger (“the greatest living philosopher” – Grice). In Heidegger ha evidenziato l'importanza del ruolo sapienziale assegnato alla finitezza dell'uomo.  In Kierkegaard vede invece il pensatore da cui partire per costruire una nuova ontologia e una nuova antropologia basate su una nuova concezione dell'essere: l'esse come inter-esse. L'essere come inter-esse (nella doppia valenza ontologica ed etica) pone il pensante in rapporto con un'ulteriorità che, nel trascenderlo, ne accentua e personalizza il differire. La metafisica, se fondata sull’inter-esse, cessa di essere ontoteologia, ossia nient'altro che proiezione idolatrica della logica umana.  Ha pubblicato la monografia su  Strauß.  R. Mahmutćehavjić , Unity and Plurality in Europe, «Forum Bosnæ. Culture, Science, Society, Politics», Quarterly review,  Sarajevo Heidegger. Dal nichilismo alla dignità dell'uomo, Vita e Pensiero, Milano Heidegger. Esistenza e sacro, Morcelliana, Brescia 1Kierkegaard. L'arte dell'esistere, Morcelliana, Brescia, L. Romera, “Acta Philosophica”, VIrecensione a U. Noi eredi dei cristiani e dei Greci, Il Poligrafo, Padova Leggi la recensione.  Il termine è stato acquisito dal pensiero contemporaneo tramite Heidegger.  La vita di Gesù e la filosofia moderna. Uno studio su D. F. Strauss, Morcelliana, Brescia, Pubblicazioni: Heidegger. Dal nichilismo alla dignità dell'uomo, Vita e Pensiero, Milano Heidegger. Esistenza e sacro, Morcelliana, Brescia La vita di Gesù e la filosofia moderna. Uno studio su David Friedrich Strauß, Morcelliana, Brescia  L'uomo complementare. Potenza e valore nella filosofia di Nietzsche, Morcelliana, Brescia Servire l'essere con Heidegger, Morcelliana, Brescia La differenza viva. Con Nietzsche e Heidegger per una nuova concettualità, CUSL “Il Sentiero”, Verona, Noi eredi dei Cristiani e dei Greci, Il Poligrafo, Padova La soglia della fede. L'attuale domanda su Dio, Studium, Roma  Kierkegaard. L'arte dell'esistere, Morcelliana, Brescia Sito personale, su umbertoregina.

 

RENIER. (Treviso). Filosofo. Essential Italian philosopher.Da antica famiglia patrizia veneziana figlio di Luigi e Fanny Venturi. Studiò in Camerino, Urbino, ed Ancona, sempre seguendo gli spostamenti del padre Luigi, magistrato.  Fu poi allievo a Bologna di Carducci, per passare a Torino, dove si laureò. Si perfezionò quindi a Firenze sotto la guida di Bartoli, conseguendo  il diploma. Professore a 'Torino. Fondò con Graf e Novati “il Giornale storico di litteratura,” che pochi anni dopo passò sostanzialmente a dirigere da solo, «profondendovi, negli studi particolari, nelle rassegne, negli annunci analitici e in un ricchissimo notiziario, un vero inesauribile tesoro di cultura, di notizie, di rilievi. Curò importanti edizioni critiche e monografie; i suoi saggi critici spaziano attraverso tutta la letteratura.  Opere: “Il tipo estetico della donna nel Medio Evo, Ancona, Morelli, Isabella d'Este Gonzaga, Roma, Vercellini, Mantova e Urbino (con A. Luzio), Torino / Roma, L. Roux e C., La cultura e le relazioni letterarie d'Isabella d'Este Gonzaga (con A. Luzio), Torino, Loescher, 1903. Svaghi critici, Bari, Laterza, Note  Alessandro Luzio, Rodolfo Renier, La coltura e le relazioni letterarie di Isabella d'Este Gonzaga, Sylvestre Bonnard, 2005310.  Luigi De Vendittis, “Rodolfo Renier”, in Letteratura italiana. I critici,  II, Milano, Marzorati, 1987853.  Umberto RendaPiero Operti, Dizionario storico della letteratura italiana, Torino, G.B. Paravia, Luigi De Vendittis, cit.  Gabriella Macciocca, “Renier, Rodolfo”, in Letteratura italiana. Gli Autori,  II, Torino, Einaudi, Umberto RendaPiero Operti, cit.  Gabriella Macciocca, cit.  Luigi De Vendittis, “Rodolfo Renier”, in Letteratura italiana. I critici,  II, Milano, Marzorati, Umberto RendaPiero Operti, Dizionario storico della letteratura italiana, Torino, G.B. Paravia, Gabriella Macciocca, “Renier, Rodolfo”, in Letteratura italiana. Gli Autori,  II, Torino, Einaudi, Rodolfo Renier, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere dsu openMLOL, Horizons Unlimited srl.

 

RENSI. (Villafranca di Verona). Filosofo. Grice: “Only in Italy a philosopher gets his obituary when he is alive!” -- Tenne la cattedra di filosofia a Genova. Frequentò il liceo a Verona, manifestando interesse per la filosofia. Si iscrisse a Padova, poi passò a Roma, dove si laureò, esercitando poi con successo la professione  a Verona. Iscrittosi al Partito Socialista Italiano, si recò a Milano per assumere, appena ventiquattrenne, la direzione del giornale La lotta di classe, collaborando assiduamente anche alla turatiana Critica Sociale e alla Rivista popolare diretta da Napoleone Colajanni. A seguito delle misure repressive adottate dal governo del generale Luigi Pelloux e per sfuggire alla condanna del Tribunale Militare per aver preso parte ai moti operai milanesi del 1898, stroncati dall'esercito con la strage del generale sabaudo Fiorenzo a Beccaris, il giovane pubblicista fu costretto a cercare rifugio in Svizzera.  Esilio in Svizzera Il soggiorno nel Canton Ticino durò ben dieci anni. Ivi conobbe e sposò Lauretta Perucchi, da cui ebbe due figlie, Adalgisa, che entrerà tra le Figlie di San Francesco di Sales con il nome di Suor Maria Grazia, ed Emilia, autrice di numerosi saggi. Naturalizzato svizzero, divenne il primo deputato socialista del Gran Consiglio del Canton Ticino. Frutto dell'esperienza ticinese fu la pubblicazione de Gli «Anciens Régimes» e la «democrazia diretta» (1902), in cuidifendeva il principio della democrazia diretta del sistema istituzionale svizzero. Rensi collaborò con numerosi articoli ai fogli radicali Il Dovere di Bellinzona, la Gazzetta Ticinese e L'Azione di Lugano, nonché alla rivista socialista e pacifista Coenobium, fondata a Lugano da Enrico Bignami, di cui divenne redattore capo.  Rientro in Italia Rientrò in Italia nel 1908 per stabilirsi a Verona e riaprire lo studio di avvocato, dedicandosi nel contempo agli studi filosofici dai quali si sentiva sempre più attratto. A seguito della campagna libica, vi fu la rottura col partito socialista, poiché egli si era schierato con l'interventismo di Leonida Bissolati. Nell'anno successivo pubblicava Il fondamento filosofico del diritto; nel 1914 altri due volumi: Formalismo e amoralismo giuridico e La trascendenza: studio sul problema morale, ove sviluppava un neo-idealismo trascendente, influenzato dal pensiero di Josiah Royce. Con questi saggi etico-giuridici poté conseguire la libera docenza di filosofia morale all'Bologna, iniziando la carriera universitaria. Fu incaricato di filosofia del diritto presso la libera Ferrara, vincendo poi il concorso per la cattedra di filosofia morale all'Istituto Superiore di Magistero di Firenze, passò quindi all'Ateneo di Messina dove ebbe colleghi Concetto Marchesi, Eugenio Donadoni ed Emanuele Sella. Nel 1918 si stabilì definitivamente a Genova, ricoprendo la cattedra di filosofia morale dell'ateneo.  La prima guerra mondiale L'esperienza della prima guerra mondiale mandò in crisi le sue convinzioni idealistiche, conducendolo verso lo scetticismo, la cui prima formulazione sono i Lineamenti di filosofia scettica. In quell'opera Rensi sosteneva che la guerra aveva distrutto la fede ottimistica nell'universalità della ragione, sostituendola con lo spettacolo tragico della sua pluriversalità, vale a dire dell'irriducibile conflittualità dei diversi punti di vista. Espose nella Filosofia dell'autorità la traduzione politica di questa concezione: poiché tutti i punti di vista politici sono sullo stesso piano, quello che andrà al potere lo farà con un atto di forza, tacitando tutti gli altri punti di vista. In quest'opera si è scorta una prima giustificazione dell'autoritarismo fascista.  L'opposizione al fascismo Il filosofo, tuttavia, dopo una prima simpatia per il fascismo, ne divenne un fiero avversario quando Mussolini con metodi antidemocratici cominciò a perseguire il disegno dittatoriale. Sottoscrisse il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Croce, pagando questa scelta con la sospensione,  dalla cattedra di filosofia a'Genova. Tre anni dopo venne arrestato insieme alla moglie e rinchiuso in carcere. Solo un abile stratagemma escogitato dall'amico e collega Sella, che aveva pubblicato sul Corriere della Sera il necrologio del filosofo, diffondendo così la falsa notizia della sua morte, indusse il duce a rimettere prontamente in libertà i coniugi Rensi. Il dittatore temeva l'ondata di sdegno sollevatasi nel paese e all'estero per i metodi oppressivi del regime. Nel 1934, per la sua coerenza agli ideali di libertà, Rensi subì il definitivo allontanamento dalla cattedra e, fino alla sua scomparsa, fu comandato, da vigilato speciale, presso il centro bibliografico dell'ateneo genovese, per la compilazione della biografia ligure. Nonostante il doloroso distacco dalla scuola dove aveva insegnato per diciassette anni, continuò la sua attività filosofica e letteraria, pubblicando in quegli anni alcune fra le sue opere più significative, e collaborando al quotidiano socialista genovese Il Lavoro, l'unico foglio che accoglieva testi di personalità che non avevano fatto atto di sottomissione al fascismo.  Fu ricoverato al Ospedale Galliera mentre infuriava il bombardamento della flotta inglese sulla città, per essere operato d'urgenza. Tuttavia l'azione militare danneggiò alcune sale dell'edificio e i medici dovettero rinviare l'intervento, una fatalità che non lasciò scampo a Rensi, che morì il 14 febbraio. Ai funerali pochi amici ed ex allievi poterono seguire per breve tratto il carro funebre. La polizia, che aveva vietato quest'ultimo devoto omaggio, disperse il funerale, schedando alcuni discepoli. Rensi, anche morto, tura il potere. Sulla tomba nel Cimitero monumentale di Staglieno un'epigrafe riassume uno stile di vita ed esprime il suo dissenso, la sua resistenza e indipendenza intellettuale: «Etsi omnes, non ego» (Anche se tutti, non io).  Filosofia Il suo pensiero si è sviluppato, dopo l'approdo allo scetticismo, in un primo tempo in direzione del realismo e del materialismo critico. Un realismo materialistico quindi, che egli considerava derivato (con una certa libertà interpretativa) dallo stesso pensiero kantiano. Egli arrivò ad ipotizzare che Kant avesse potuto pensare alla "cosa in sé" come a una più nascosta essenza materiale delle cose stesse.  In generale si può dire che la filosofia di Rensi non sia esente da paradossi concettuali e da mutamenti continui che lo hanno portato a cadere in alcune contraddizioni e incoerenze. Ma va anche considerato che al di sopra di esse a dominare è comunque un forte pessimismo, che non è solo esistenziale, ma anche gnoseologico: sia il mondo, sia la mente umana sono irrazionali.  «Ma supponiamo che un tale fatto esteriore ai nostri orologi, destinato al controllo di questi, non esistesse, e che i nostri orologi continuassero a discordare. Come potremmo allora, in mancanza di quel fatto esteriore obbiettivo e nel discordare dei singoli nostri orologi, conoscere l’ora che è? Ora questo è appunto il caso delle nostre ragioni. Non c’è l’oggetto esterno ad esse, l’esterno modulo-ragione, su cui controllarle e che le giudichi, ed esse discordano tra di loro. Come conoscere l’ora che è della ragione?»  Per esempio egli ha sostenuto che siccome la filosofia ha una storia che si snoda nel tempo, ciò significa che un pensiero vero e unico non può esistere e che perciò nel suo procedere ed evolvere essa nega continuamente sé stessa. Rensi, contro l'idealismo di Gentile allora imperante, che considerava la storia una realizzazione progressiva dello spirito e della ragione, ha una visione negativa dellastoria, come assurdo, caso e vana ripetizione.  «C'è storia dunque perché ogni presente, ossia la realtà, è sempre falsa, assurda e cattiva, e perciò si vuol venirne fuori, passare ad altro, quel passare ad altro in cui, unicamente, la storia consiste... C'è storia, insomma, l'umanità corre nella storia, per la medesima ragione per cui corre un uomo che posa i piedi su di un sentiero cosparso di spine o di carboni ardenti»  La sua critica della religione si sviluppava poi in un'aperta apologia dell'ateismo che egli proclamò e sostenne sino al 1930 circa. Sembra quasi di poter cogliere uno dei tratti dell'ateismo filosofico rensiano nella postfazione al Sopra lo amore di Marsilio Ficino. Ficino nel suo scritto proponeva una visione dell'amore come amore eterno di Dio che a Dio ritorna come desiderio di ogni grado ontologico di ritornare al bene e al Tutto. Rensi, nella sua postfazione, propone una nuova interpretazione di questa tipica teologia platonica, vedendo nell'amore ipotizzato da Ficino in realtà un preludio a quelle che diventeranno due tra le più influenti correnti filosofiche nell'Europa dell'800: l'idealismo e il volontarismo. L'amore come totalità dei diversi, o come volontà nelle vesti di matrice essenziale del tutto, mette da parte il bisogno di un dio buono e trascendente e sussurra l'ipotesi di un ateismo filosofico, forse professato tra le righe dai più celebri filosofi credenti.  In quanto spirito profondamente problematico e inquieto, Rensi finì però per approdare a un forte pessimismo ontologico ed esistenziale, che lo spinse verso derive spiritualistiche, forse latenti nelle sue riflessioni fin dalle origini. Esse trovano espressione chiara solo nell'ultima fase del suo pensiero, attestate in particolare dalle Lettere spirituali. In quest'opera, come anche nella Morale come pazzia (anch'essa postuma) Rensi delinea una sorta di mistica dei valori e un'etica concepita come l'azzardo dell'uomo che scommette sul bene in un universo cieco e indifferente.  Le tre fasi Nella sua Autobiografia intellettuale  egli suddivide in tre periodi l'evoluzione del suo pensiero: un primo caratterizzato dal misticismo idealistico, un secondo da un relativismo scettico materialistico e ateo, un terzo dal misticismo spiritualistico come ultimo approdo del suo pensiero.  Il primo periodo si sviluppa fino al 1916 e si tratta di un misticismo di tipo platonico, in cui sono presenti anche elementi di San Paolo e di Malebranche. In tale periodo scrive Le Antinomie dello spirito, Sic et Non. Metafisica e poesia,  La trascendenza. Studio sul pensiero morale.  Il secondo periodo nasce dal suo sconcerto di fronte alle violenze della guerra e lo porta alla negazione di qualsiasi razionalità della realtà. Egli pensa infatti che se gli uomini ricorrono sistematicamente alla violenza per risolvere i loro conflitti questo significa che la ragione in sé non esiste, e che si tratta dell'illusione dell'uomo di pensare che si possa dare ordine al caos. L'irrazionalità della realtà si trova espressa in Lineamenti di filosofia scettica, La filosofia dell'autorità, La scepsi estetica, Polemiche antidogmatiche, Interiora rerum,  Realismo, Apologia dell'ateismo, Le aporie della religione. Il secondo periodo è altresì caratterizzato da un avvicinamento al positivismo materialistico e dal rifiuto dell'idealismo di Croce e di Gentile. In esso va registrata anche una rivisitazione del panteismo di Spinoza, che Rensi interpreta alla maniera dei teologi cristiani, quindi come ateistico perché avrebbe negato il Dio personalizzato dei monoteismi. Egli pensava anche di realizzareuna sintesi di scetticismo e realismo perché se solo la scepsi è il modo reale e utile di porsi di fronte al mondo, essa è anche l'unica verità possibile. Si tratta anche del momento di punta del nichilismo rensiano, perché si afferma che siccome l'unica cosa certa e stabile è la morte, ed essa è il "nulla", solo il nulla possiede una verità.  Nell'ultimo periodo prevale una forma di misticismo che non sorge, però, improvvisamente, essendo già chiaramente presente nelle opere maggiormente influenzate dallo scetticismo. Quest'ultimo fu, infatti, sempre sollecitato da un'innata, profonda religiosità, sicché non stupisce che il filosofo si apra alla voce del divino, poiché egli cerca nella negazione assoluta un criterio positivo che consenta la negazione stessa. A questo periodo appartengono: Critica della morale,, "Critica dell'amore e del lavoro, Paradossi di estetica e dialoghi dei morti, Frammenti di una filosofia dell'errore, del dolore, del male e della morte, La filosofia dell'assurdo e Autobiografia intellettuale. Isolato in vita nel mondo filosofico italiano, nel quale dominava il neo-idealismo crociano-gentiliano, Rensi trovò la comprensione di pochi intellettuali a lui affini, come Adriano Tilgher ed Ernesto Buonaiuti. È stato quest'ultimo a creare per Rensi la formula dello scettico credente, che in forme diverse ha dominato i pochi studi sul suo pensiero. Solo recentemente, soprattutto grazie agli studi di Nicola Emery, il pensiero rensiano ha trovato la collocazione nell'ambito del nichilismo europeo.  Per alcuni tale collocazione resta comunque riduttiva rispetto alla vastità del pensiero di Rensi, che andrebbe ancora approfondito. La trascuratezza nei suoi confronti sta nel fatto che la cultura italiana è stata a tutto il XX secolo dominata dall'idealismo e dall'esistenzialismo, collegati ad una dottrina cristiana invadente e impregnante il mondo accademico.  Pensiero politico Legato alla cultura socialista, fin dalla giovane età, il pensiero politico di Rensi si caratterizza per una certa dose di eclettismo e per una forte componente umanitaria, distante dal materialismo storico marxiano e riconducibile, più agilmente, nel novero dei pensatori vicini al socialismo utopista. Se durante l'attività politica in Italia aderisce all'idea della lotta di classe, l'esperienza svizzera lo porta a riconsiderare tale concezione dei rapporti di forza nella storia, ridimensionandone la portata. Nel pensiero rensiano, infatti, l'antagonismo tra proletariato e borghesia sarebbe circoscrivibile ad alcune realtà contingenti e non costituirebbe un'invariante delle relazioni socio-politiche dell'intero Occidente. E se, da un lato, il suo realismo politico lo porta ad apprezzare le teorie elitistiche del conservatore Gaetano Mosca, dall'altro, la matrice umanitaria e socialista emerge nell'esaltazione degli istituti della democrazia diretta, caratterizzanti il sistema costituzionale americano e quello svizzero, considerati come gli unici in grado di far emergere la volontà popolare e di permettere l'emancipazione delle classi lavoratrici. L'elogio ai regimi federalisti appena citati, e il contingente recupero del pensiero di Cattaneo sono sintomatici di un altro aspetto dell'orizzonte culturale di Rensi: la feroce critica dell'istituto monarchico (tanto nell'accezione assolutista, quanto in quella temperata del costituzionalismo borghese ottocentesco), appannaggio di una vicinanza con il programma del Partito Repubblicano Italiano. Vicinanza che si concretizza nello stretto legame, culturale e amicale, con Arcangelo Ghisleri. Con l'esponente repubblicano, in particolare, Rensi condivide il pessimismo storico verso il Risorgimento, la disapprovazione intransingente del ruolo, ritenuto ambiguo e ostile al riscatto sociale del proletariato, della casa regnante dei Savoia e l'appartenenza alla Massoneria.  Influenze "Atomi e vuoto e il Divino in me", queste parole di Rensi hanno ispirato Michele Lobaccaro nella composizione della canzone Rosa di Turi dei Radiodervish.  Opere: Una Repubblica italiana: il Canton Ticino, "Critica sociale", Milano, ristampato da Armando Dadò, Locarno,  Gli “Anciens Régimes” e la democrazia diretta. I e II ed., Colombi, Bellinzona Libreria Politica Moderna, Roma; ristampato.La democrazia diretta, a.c. e con Nota di Nicola Emery, Adelphi, Milano, L'immoralismo di Nietzsche, Carlini, Genova, Le antinomie dello spirito, Soc. Libr. Ed. Petremolese, Piacenza, Sic et non: metafisica e poesia, Libr. Ed. Romana, Roma, Il genio etico ed altri saggi, Laterza, Bari (seconda ed.). Il fondamento filosofico del diritto, Ed. Libr. Petremolese, Piacenza, Sulla risarcibilità dei danni morali, Soc. Coop. Tip., Verona, Formalismo e amoralismo giuridico, Cabianca, Verona,  La trascendenza: studio sul problema morale, Bocca, Torino, Istinto, morale e religione, Ist. Tip. Riuniti, Bologna, Lineamenti di filosofia scettica, Zanichelli, Bologna,  ristampato, a c. e con introduzione di N. Emery, Castelvecchi, Roma,  La scepsi estetica, Zanichelli, Bologna, La filosofia dell'autorità, Sandron, Palermo, ristampato da De Martinis & C, Catania, Polemiche antidogmatiche, Zanichelli, Bologna, L'orma di Protagora, Treves, Milano, Principi di politica impopolare, Zanichelli, Bologna, ntroduzione alla scepsi etica, Perrella, Napoli, Teoria e pratica della reazione politica, La Stampa Commerciale, Milano, L'amore e il lavoro nella concezione scettica, Soc. Ed. Unitas, Milano Ristampa Battiato, Catania, Dove va il mondo?, «Inchiesta fra gli scrittori italiani», Libreria Politica Moderna, Roma, L'irrazionale, il lavoro, l'amore, Soc. Ed. Unitas, Milano, Interiora rerum, Soc. Ed. Unitas, Milano, Rielaborato ne La filosofia dell'assurdo, Corbaccio, Milano, Ripubblicato R. Chiarenza, Adelphi, Milano, Apologia dell'ateismo, Formiggini, Roma, Ristampato R. Chiarenza, La Fiaccola, Ragusa,  ristampato con introd. di N.Emery "Terapia dell'ateismo", Castelvecchi, Roma,  Realismo, Soc. Ed. Unitas, Milano, Apologia dello scetticismo, Formiggini, Roma, Autorità e libertà: le colpe della filosofia, Libreria Politica Moderna, Roma, Ristampato G. Perez, Roma, e A. Montano, Bibliopolis, Napoli, Il materialismo critico, Casa editrice sociale, Milano, Ampliato, Casa del Libro, Roma, Spinoza, Formiggini, Roma, Ampliato (ed. postuma) Bocca, Torino, Ristampato A. Montano, Guerini e Associati, Milano 1999. Riedito in un'edizione comprendente entrambe le versioni del 1929 con un saggio di Roberto Evangelista, Edizioni Immanenza, Napoli, ,Riedito in un'edizione comprendente entrambe le version, Luca Orlandini, presso la Nino Aragno Editore, Torino, . Scheggie: pagine di un diario intimo, Bibl. Ed., Rieti Cicute: dal diario di un filosofo, Casa Ed. Atanòr, Todi, Ristampato, La Mandragora, Imola 1998. Impronte: pagine di un diario, Libr. Ed. Italia, Genova, Raffigurazioni: schizzi di uomini e di dottrine, Guanda, Modena, Ristampa, Le aporie della religione, Casa Ed. Etna, Catania, Sguardi: pagine di un diario, La Laziale, Roma, Passato, presente, futuro, Cogliati, Milano 1932. Motivi spirituali platonici, Gilardi e Noto, Milano Scolii: pagine di un diario, Montes, Torino, Vite parallele di filosofi: Platone e Cicerone, Guida, Napoli, Critica della morale, Casa Ed. Etna, Catania, Paradossi di estetica e dialoghi dei morti, Corbaccio-Dall'Oglio, Milano, Frammenti di una filosofia del dolore e dell'errore, del male e della morte, Guanda, Modena,  nuova edizione riveduta, Marco Fortunato, Orthotes Editrice, Napoli . Figure di filosofi: Ardigò e Gorgia, Guida, Napoli, Gorgia, ristampato nel 1981 con premessa di A.M. Battegazzore e saggio di Mario Untersteiner, già pubblicati in «Rivista di Storia della Filosofia», H.I.F. Autobiografia intellettuale. La mia filosofia. Testamento filosofico, Corbaccio, Milano 1939. Ristampato R. Chiarenza, Dall'Oglio, Milano, Poemetti in prosa e in verso, Ist. Tip. Ed., Milano, La morale come pazzia, Postumo. Con prefazione di Adriano Tilgher, Guanda, Modena, ristampato con Prefazione di N.Emery, ( "La morale come Stato d'eccezione?"), Castelvecchi, Roma,  Trasea, contro la tirannia (prefazione di A. Poggi), Dall'Oglio, Milano Lettere spirituali, prefazione di A. Galletti, Bocca, Milano Ristampato Leonardo Sciascia e R. Chiarenza, Adelphi, Milano, Governi di ieri e di domani (prefazione di Arcangelo Ghisleri). Riduzione de «Gli anciens Régimes» Libr. Ed. Milanese, Milano, Forme di governo del passato e dell'avvenire, ristampa parziale de «Gli anciens Régimes» (prefazione di G. Conti), Libr. Politica Moderna Roma, Sale della vita (saggi filosofici) (P. Rossi), Dall'Oglio, Milano, La filosofia dell'assurdo, Adelphi, Milano,  trad. francese con dei saggi di J. Grenier e N. Emery, Parigi, Ed. Allia, La religione. Spirito religioso, misticismo e ateismo, Antonio Vigilante, Sentieri Meridiani, Foggia, Contro il lavoro. Saggio sull'attività più odiata dall'uomo, prefazione di Fabrizio Baleani, Gwynplaine, Camerano ; trad. francese con presentazione di Gianfranco Sanguinetti, Parigi. Ed. Allia, . Le ragioni dell'irrazionalismo, Marco Fortunato, Orthotes Editrice, Napoli-Salerno . Su Leopardi, Raoul Bruni, Torino, Aragno, . Note Pastorino, Mio padre Carlo Pastorino, Genova, Ippolito Emanuele Pingitore,//lintellettualedissidente/filosofia/giuseppe-rensi-filosofia-dell-autorita/, in L'Intellettuale Dissidente, 6 febbraio  Pastorino, cFilosofia dell'assurdo,  La filosofia dell'assurdo, Anna Maria Isastia, Uomini e idee della Massoneria. La Massoneria nella storia d'Italia, Roma, Atanor sub voce.  (in ordine cronologico)  Ida Vassallini, Giuseppe Rensi,  Istituto di Studi filosofici, Roma s.d. Mario Untersteiner, Giuseppe Rensi interprete del pensiero antico, Bocca, Milano s.d. Enzo Palmieri, Giuseppe Rensi, La scepsi estetica, Zanichelli, Bologna, Niccolò Cuneo, Giuseppe Rensi, Tip. C. Conti e C., Cuneo, Adriano Tilgher, Giuseppe Rensi: un moralista, Italia, Raffaele Resta, Giuseppe Rensi, SIAG, Genova 1941. Alfredo Poggi, Giuseppe Rensi: Azzoguidi, Bologna 1941. Alfredo Poggi, Il problema generale della giustizia e della giustizia penale nel pensiero di Giuseppe Rensi, F. Vallardi, Milano, Paolo Rossi, Giuseppe Rensi e l'ideale di Giustizia, F.lli Bocca, Milano, Ernesto Buonaiuti, Giuseppe Rensi lo scettico credente, Partenia, Roma, Costanzo Mignone, Rensi, Leopardi e Pascal, Corbaccio, Milano Pietro Nonis, La scepsi etica di Giuseppe Rensi, Studium, Roma, Gianfranco Morra,; Lauretta Rensi, Scetticismo e misticismo nel pensiero di Giuseppe Rensi, Ciranna, Siracusa, Francesco Tecchiati, Giuseppe Rensi alla "Mostra internazionale del libro filosofico", La Voce di Calabria, Palmi, Roberto Bassanesi, Giuseppe Rensi e la coscienza tragica, Edizioni di Filosofia, Torino, Enrico Alpino, La collaborazione di Giuseppe Rensi alla rivista "Pietre", Marzorati, Milano Girolamo De Liguori, Lo scetticismo giuridico di Giuseppe Rensi, A. Giuffrè, Milano, Augusto Del Noce, "Giuseppe Rensi tra Leopardi e Pascal, ovvero l'autocritica dell'ateismo negativo in Giuseppe Rensi", in: Michele Federico Sciacca , Una giornata rensiana, Atti della giornata, Marzorati, Milano,  Michele Federico Sciacca , Una giornata rensiana, Atti della giornata, Marzorati, Milano, Gianpaolo Perano, Il problema della verità nello scetticismo di Giuseppe Rensi, Pontificia Università Lateranense, Roma,  Enrico De Mas, Giuseppe Rensi tra democrazia e antidemocrazia, Bulzoni, Roma, 1978. Antonio Santucci, Un irregolare: Giuseppe Rensi, in  Tendenze della filosofia italiana nell'età del fascismo, O. 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Unicopli, 1996, ad indicem (con dati inediti sul periodo svizzero) Nicola Emery, Lo sguardo di Sisifo: Giuseppe Rensi e la via italiana alla filosofia della crisi: con una nuova  rensiana, Marzorati, Settimo Milanese, 1Francesco Mancuso, Giuseppe Rensi e Guglielmo Ferrero tra democrazia e fascismo, Aracne, Roma, Pasquale Serra, Il pensiero politico di Giuseppe Rensi: tra dissoluzione del socialismo e formazione dell'alternativa nazionalista, FrancoAngeli, Milano,  Fabrizio Meroi, Giuseppe Rensi, Leo Olschki, Firenze, Nicola Emery, Giuseppe Rensi: l'eloquenza del nichilismo, SEAM, Formello, 2001. Giuseppe Pezzino, Scacco alla ragione: saggio su Giuseppe Rensi, C.U.E.M.C., Catania, Alberto Castelli, Un modello di Repubblica; Giuseppe Rensi, la politica e la Svizzera, Bruno Mondadori, Milano, Nino Greco, Giuseppe Rensi: politica, autorità, storia, Viaggidicarta, Palermo, Pasquale Serra, Giuseppe Rensi. La rivolta contro il reale, Città Aperta Edizioni, Enna, Aniello Montano, Giuseppe Rensi: ethica ed etiche, Napoli, Gennaro Maria Barbuto, Nichilismo e stato totalitario: libertà e autorità nel pensiero politico di Giovanni Gentile e Giuseppe Rensi, Guida, Napoli, Mino Greco, Giuseppe Rensi: la filosofia morale, Viaggidicarta, Palermo, Francesco Mancuso; Aniello Montano , Irrazionalismo e impoliticità in Giuseppe Rensi, (Relazioni presentate al Convegno tenuto a Salerno  Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, 2009. Fabrizio Meroi, Giuseppe Rensi: filosofia e religione nel primo Novecento, Edizioni di storia e letteratura, Roma, Daniel Omar Lobagueira, Miguel de Unamuno e Giuseppe Rensi: Documenti e analogie, Università degli studi di Trento, Dipartimento di Lettere e Filosofia, segnatura: Relatore: Fabrizio Meroi, correlatore Marcello Farina, Armando Mascolo, Il corso infernale della storia. L'influenza di Schopenhauer nella filosofia di Giuseppe Rensi, in F. Ciracì, D.M. Fazio , Schopenhauer in Italia, Lecce, Pensa MultiMedia, Raoul Bruni, Il leopardismo filosofico di Giuseppe Rensi, in Id., Da un luogo alto, Firenze, Le Lettere,  Dario Gurashi, filosofo della storia, Firenze, Le Lettere, .Enrico Bignami Ernesto Buonaiuti Benedetto Croce Arcangelo Ghisleri Manifesto degli intellettuali antifascisti Adriano Tilgher (filosofo) TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.  Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere su Liber Liber.  Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere Fabrizio Meroi, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Rensi, il filosofo dimenticato di Giulio Argenti Fondo archivisticoi conservato presso la Biblioteca di Filosofia Università degli Studi di Milano scomodo nichilista di Franco Volpi l'"irregolare" di Orazio Martinetti.

 

RESTA. (Grice: “I like Resta; I was reading a book on golf that the Italians define, as I would cricket, as the game of ‘fiducia,’ so it is nice to see that Resta has tried to formulate some ‘rules,’ as we would call them, for trust. The cover of the book is especially fascinating, as it depicts two acrobats on a circus ring. Where ‘fiducia’ becomes a matter of life and death – or a vital evolutionary tract, if often ‘ciecco,’ as Resta puts it. His research reminds me of Warnock on ‘trust’ in “The object of morality.”  Essential Italian philosopher. Componente del Consiglio Superiore della Magistratura Durata mandato. Eligio Resta, filosofo. Noominato Alfiere del Lavoro, si è laureato a Bari e ha insegnato a Bari, lla London School of Economics, il Birkbeck, e Roma Tre. È altresì docente a UniNettuno  Ha ricoperto il ruolo di componente laico del Consiglio superiore della magistratura in quota Verdi indicato dalla maggioranza di centrosinistra dal Parlamento in seduta comune.  È condirettore del progetto comune di ricerca "Adjudication and Theories of Law" con Kennedy,  Harvard Law School, condirettore, assieme a Rodotà, del Seminario permanente sulla cultura giuridica contemporanea della Fondazione Lelio e Lisli Basso-Issoco, nonché delle riviste "Sociologia del Diritto" e "Politica del Diritto".  I suoi studi spaziano dai temi classici della filosofia dfino a temi di particolare attualità quali quelli riguardanti l'infanzia, i diritti dei minori e il bio-diritto. Particolarmente interessanti sono gli scritti nei quali indaga sul significato e sui risvolti giuridici del concetto di "farmaco" come antidoto necessario alla violenza. Conflitti sociali e giustizia, Bari, De Donato, Diritto e sistema politico, Torino, Loescher,  L' ambiguo diritto, Milano, FrancoAngeli, 1Poteri e diritti, Torino, G. Giappichelli, La certezza e la speranza. Saggio su diritto e violenza, Roma-Bari, Laterza, Le stelle e le masserizie. Paradigmi dell'osservatore, Roma-Bari, Laterza,L'infanzia ferita, Roma-Bari, Laterza,Il diritto fraterno, Roma-Bari, GLF Editori Laterza, Diritto vivente, Roma-Bari, GLF Editori Laterza, Le regole della fiducia, Roma-Bari, GLF Editori Laterza, . Opere, Registrazioni di Eligio Resta, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Curriculum vitae et studiorum nel sito della Università telematica internazionale UniNettuno. «Biodiritto» la voce in XXI Secolo, "Treccani L'Enciclopedia Italiana".

 

restaino: Grice: “Only in Italy, a philosopher writes on cartoons!” -- Giovanni Franco Restaino (Alghero), filosofo. Dopo essersi laureato a Cagliari, ha svolto attività didattica nella stessa università, ricoprendo anche la carica di Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia. -- è docente a Roma. Ha pubblicato numerosi studi soprattutto nel campo della storia della filosofia  e dell'estetica. Ha orientato la propria ricerca sul campo della filosofia femminista. La sua pubblicazione forse più nota, anche al di fuori dell'ambiente filosofico, è però una “Storia del fumetto: da Yellow Kid ai manga,” che non ha mancato anche di suscitare alcune polemiche, fino al punto che un gruppo di appassionati di fumetti ha lanciato una petizione chiedendo alla casa editrice il ritiro del libro, accusato di contenere gravi lacune ed errori.  Ettore Gabrielli, Petizione contro l’UTET per il libro Storia del Fumetto, Lo Spazio Bianco, Andrea Plazzi, Il fantasma del fumetto, in il Mulino, Bologna, Società editrice il Mulino. La fortuna di Comte, Comte sansimoniano, in Rivista critica di storia della filosofia, Comte scienziato, Comte filosofo, Mill e la cultura filosofica, La Nuova Italia, Firenze, Mill: Scritti scelti, Principato, Milano, Scetticismo e senso comune. Laterza, Bari, Hume, Editori Riuniti, Roma, Filosofia e post-filosofia: Rorty, Bernstein, MacIntyre, Angeli, Milano, Storia dell'estetica, Utet, Torino Storia della filosofia, fondata da Abbagnano, in collaborazione con Fornero e Antiseri, La filosofia contemporanea, Utet, Torino, Esthétique et poétiquem  in Histoire des Poétiques, J. Bessière, E. Kushner, R. Mortier, J. Weisberger, Presses Universitaires de France, Parigi, La filosofia anglo-americana, in La Filosofia della seconda metà del Novecento, G. Paganini, Piccin-Vallardi, Padova, Le filosofie femministe, in collaborazione con A. Cavarero, Paravia Scriptorium, Torino, Storia della filosofia, Utet Libreria, Torino, La Rivoluzione Moderna. Vicende della cultura tra Otto e Novecento, Salerno Editrice, Roma Storia del fumetto: da Yellow Kid ai manga, UTET libreria, Torino, Biografia su Mondo Domani, su mondodomani.org.

 

ricordi: “Se è vero, come scrive Bloom, che Shakespeare ha "inventato l'umanità", è altrettanto vero che egli l'ha poi divisa, il più delle volte, tra due grandi generi di rappresentanti: e questi passano davvero per le categorie dei platonici e degli aristotelici.»  "Shakespeare filosofo dell'essere" Franco Ricordi (Milano), filosofo. Figlio di Ferruccio Merk Ricordi, in arte Teddy Reno e la produttrice e distributrice cinematografica Vania Protti. Si laurea a Roma; quindi si specializza a Napoli sull'ermeneutica con Gadamer. Ha debuttato con Ronconi, con il quale ha lavorato nei primi anni della carriera. È stato poi attore con Stoppa, Lavia, e Filippo. Ha iniziato, in concomitanza con gli studi, la carriera registica che lo ha visto spesso anche interprete nei propri allestimenti. Questi sono stati salutati sempre da un forte e caloroso successo di critica e pubblico; in particolare si è dedicato a Shakespeare, alla drammaturgia antica, al teatro tedesco dell'età romantica, ma anche e costantemente ai contemporanei introducendo autori come Rohmer, Amann, Norén.  Si ricordano Medea e Fedra di Seneca, Trio in mi bemolle di Rohmer e Dopo la festa di Jürg Amann, Anfitrione di Heinrich von Kleist e Don Giovanni e Faust di Christian Dietrich Grabbe, Canti nel deserto e Gli inganni dell'infinito di Giacomo Leopardi, Le ceneri di Roma e Orgia di Pier Paolo Pasolini, Creditori di August Strindberg e Demoni di Lars Norén, Romeo e Giulietta, Macbeth e Amleto di Shakespeare, Lame e Nerone di Giuseppe Manfridi. Ha pubblicato due libri, per la Bulzoni Editore, su Leopardi, Shakespeare, Schiller e il concetto di teatralità: Lo spettacolo del nulla e Essere e libertà. Ha pubblicato, per la Casa Editrice Gremese, "Le mani sulla cultura": una denuncia assai netta dell'egemonia storica della Sinistra sulle arti, che si ravvisa in modo particolare nel "Teatro politico" del Novecento. -- è stato nominato Direttore del Teatro Stabile d'Abruzzo, con sede a L'Aquila; inaugurando il nuovo corso di questo importante Teatro ha diretto e interpretato Edipo Re di Sofocle e Anfitrione di Kleist, e insieme dedicato vari incontri al Teatro di Poesia. -- è stato nominato Consigliere di amministrazione del Teatro di Roma.  -- è collaboratore del quotidiano Liberal, per le cui edizioni ha pubblicato il saggio "Ideologia di Amleto". Pubblica "Shakespeare filosofo dell'essere" (Mimesis edizioni), con prefazione di Severino, ultimo dei cinque saggi che si riassumono nella tematica di una nuova “Filosofia del dramma”; questo saggio rappresenta il primo grande progetto di Ricordi dedicato al rapporto fra drammaturgia ed esistenzialismo. Pubblica il breve saggio "Filosofia del bacio", e nell'ottobre dello stesso anno è uscito il suo libro "Pasolini filosofo della libertà". Ha pubblicato il suo scritto teoretico più rilevante, "L'essere per l'amore".  Dante per Roma e nel mondo. Ha dato inizio ad un grande progetto su Dante, a livello filosofico-saggistico ma anche teatrale e comunicativo, che vorrà sostenere fino al centenario della morte del Poeta. Inizia quindi nell'estate  con la rassegna "Dante per Roma", con la lettura in luoghi significativi della "Città Eterna" (Mausoleo di Cecilia Metella, Arco di Giano, Terme di Caracalla e Terme di Diocleziano) di sette Canti dell'Inferno, con la supervisione di Ferroni. La stessa estate viene realizzato un primo documentario per Rai5, dedicato al primo ciclo di letture . La rassegna si chiude on la lettura di sette Canti del Paradiso, ricevendo il plauso della critica e grande riscontro dal pubblico. Ricordi propone la rassegna  in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura locali: a partire dalla Polonia e della Germania, le letture proseguono con successo, per arrivare nei primi mesi del  in Russia e , al di fuori dell'Europa, in Algeria. In occasione della lettura di Mosca, Ricordi presenta il suo primo volume sulla “Filosofia della Commedia di Dante,” dedicato alla cantica dell'Inferno. Lo spettacolo del nulla, Bulzoni editore Essere e libertà,  Bulzoni editore Le mani sulla cultura, Gremese, Ideologia di Amleto Liberal edizioni Shakespeare filosofo dell'essere, Milano, Mimesis Edizioni, Filosofia del bacio, Mimesis Edizioni, Pasolini filosofo della libertà, Mimesis Edizioni, L'essere per l'amore, Mimesis Edizioni, Il grande teatro shakespeariano, libro + CD, Mimesis edizioni,  Filosofia della Commedia di Dante. Volume IInferno. Mimesis edizioni,  . "Filosofia della Commedia di Dante" Volume II Purgatorio. Mimesis edizioni,  Dante per RomaDante per Roma: Inferno videoRaiPlay, su Rai. Franco Ricordi: "La grande magia di Dante può essere capita soltanto ascoltandola a viva voce", in Spettacol iLa Repubblica,  aise, DANTE PER L'EUROPA: RICORDI DEBUTTA A BERLINO, su Aise. 30 luglio .  Ricordi parla del suo libro Shakespeare filosofo dell'essere, sul  RAI Letteratura, su letteratura.rai. Intervista di Grattarola,//mangialibri.com/interviste/intervista-franco-ricordi Franco Ricordi legge Dante in Algeria, iicalgeri.esteri/iic_algeri/it/gli_eventi/calendario//02/lettura-divina-commedia-a-cura.html.

 

righetti: Stefano Righetti, filosofo. Il primo periodo della sua attività di ricerca si è concentrato soprattutto sui temi dell’estetica. In questo ambito ha fondato e diretto la rivista «La Stanza Rossa» sull rapporto arte-comunicazione. Ha affiancato alle ricerche precedenti altri filoni di indagine, volti prevalentemente all’ambito della riflessione meta-etica.. È studioso del pensiero di Foucault al quale ha dedicato ampi studi. Le sue ricerche attuali hanno come argomento il rapporto tra l’ecologia e il pensiero occidentale, tema su cui ha pubblicato diversi saggi. Suoi testi sono apparsi su riviste specializzate, fra le quali «Iride», «Dianoia» e «Millepiani».   Ecoinciviltà. La ragione ecologica spiegata all’umanità civile, Mucchi, Modena ; La ragione ecologica. Saggi intorno all’etica dello spazio, Mucchi, Modena ; Etica dello spazio. Per una critica ecologica al principio della temporalità occidentale, Mimesis, Milano ; Foucault interprete di Nietzsche. Dall’assenza d’opera all’estetica dell’esistenza, Mucchi, Modena ; Letture su Foucault. Forme della “verità”: follia, linguaggio, potere, cura di sé, Liguori, Napoli ; La fantasia e il potere, Mucchi, Modena, La Stanza Rossa. Trasversalità artistiche (S. Righetti, F. Galluzzi, A. Finelli), Costa & Nolan, Milano. Soggetto e identità. Il rapporto anima-corpo, Mucchi, Modena.Cf. Grice, “From the banal to the bizarre: method in philosophical psychology.”

 

RIGNANO. (Livorno). FIlosofo.  Grice: “I love Rignano, but I would not consider him a philosopher, in that he never attended a course on philosophy!” Figlio di Giacomo Rignano e Fortunata Tedesco, studiò a Pisa e quindi aTorino.  Laureato, si interessò subito ai problemi filosofici collegati alla ricerca scientifica. Fu fondatore con Bruni, Dionisi, Enriques e Giardina della Rivista di Scienza. Sposa Costanza "Nina" Sullam, anch'essa di origine ebraica. Fondò a Bologna assieme a Federigo Enriques matematico a Bologna, Bruni chimico all'Padova,  Dionisi medico di Modena, Giardina biologo-zoologo di Palermo una pubblicazione che prese il nome di Rivista di Scienza per i tipi di Nicola Zanichelli. La rivista assunse il nuovo titolo di “Rivista di sintesi scientifica.” (cf. Grice on einheit der wissenschaft). La rivista nasceva con il proposito di opporsi alla eccessiva specializzazione a cui era giunta la ricerca scientifica danneggiata per questo da criteri troppo specifici e restrittivi. Gli  fondatori, e in particolare Rignano, si proponevano di superare il particolarismo delle scienze per una visione più estesa gettando un ponte fra cultura umanistica e quella scientifica ed elaborando una "sintesi" (o unita o continuita) tra le scienze della natura e le scienze dell'uomo.  In questo modo la filosofia, libera da legami nei confronti dei sistemi prefissati, poteva dedicarsi a promuovere la coordinazione del lavoro, la critica dei metodi e delle teorie, e ad impostare in modo più ampio i problemi delle teorie.  Nei numerosi articoli che Rignano pubblicò su “La rivista de sintesi scientifica” ebbe modo di mettere in rilievo le sue capacità di divulgatore e di condurre i suoi studi in completa autonomia dal mondo accademico ufficiale elaborando la sua conceziomei filosofica ispirate soprattutto dalla corrente positivistica. Rignano chiese a Freud un'esposizione della psicoanalisi con le indicazioni di quali rami del sapere potessero essere interessati alle teorie e all'esperienze psicoanalitiche. Freud scrisse “Das Interesse an der Psychoanalyse” che fu pubblicato in due puntate sulla rivista. Rignano si interessò di psicologia e biologia ed è noto soprattutto per la sua ipotesi della "proprietà mnemonica" secondo la quale la sostanza vivente sarebbe in grado di "ricordare" le condizioni fisiologiche delle iniziali situazioni fisiche determinate dall'ambiente esterno e quindi di riprodurle nel prosieguo della vita biologica.  Questa sua teoria consentiva a Rignano di operare nella biologia un compromesso tra una visione meccanicistica della realtà naturale e una finalistica, vitalistica. Per il meccanicismo infatti non è possibile pensare che nell'ambito degli organismi viventi vi sia il proposito immanente di conseguire una finalità ma d'altra parte è innegabile, secondo Rignano, che nel mondo organico sia presente una sorta di teleo-nomia particolare per ogni essere vivente tale da giustificare l'idea che, durante il periodo di adattamento all'ambiente, questi conservi una specie di traccia fisica mnemonica persistente e trasferibile ereditariamente. Rignano si interessò anche di filosofia della psicologia – o psicologia filosofica --  ma "quando intese indicare lo statuto epistemologico della teoria psicologica, il tipo di scientificità che ad essa competeva, in modo da definire i rapporti con la scienza naturale da una parte e con quella umana dall'altra, si orientò verso soluzioni “intermedie”, che spesso complicavano più che risolvere i problemi"  Coerentemente al suo programma di sintetizzare opposti sistemi, elaborò anche una concezione economica di tipo socialista marxista che fosse in accordo con il liberismo.  Opere: “Per una riforma socialista del diritto successorio,” “Di un socialismo in accordo colla dottrina economica liberale, Torino, Fratelli Bocca,  Über die Vererbung erworbener Eigenschaften, Leipzig, Verlag von Wilhelm Engelmann, “Sulla trasmissibilità dei caratteri acquisiti: ipootesi d'una centro-epigenesi, Bologna, Zanichelli, L'adattamento funzionale e la teleologia psico-fisica del Pauly, Bologna: Zanichelli, La valeur synthétique du transformisme, Paris, Editions de la Revue du Mois, Che cos'è la co-scienza?, Bologna, Zanichelli,Le matérialisme historique, Bologna, Zanichelli, Le psychisme des organismes inférieurs: (à propos de la théorie de Jennings), Estratto da: «Scientia», Bologna, Zanichelli,  La mémoire biologique en énergétique, Bologna, Zanichelli, Il fenomeno religioso, Bologna, Zanichelli, Il socialismo, Bologna, Zanichelli, Dell'attenzione; “Contrasto affettivo e unità di co-scienza ,” Bologna, Zanichelli, Dell'origine e natura mnemonica delle tendenze affettive, Bologna, Zanichelli, Per accrescere diffusione ed efficacia alle università popolari, Milano, La compositrice, La vera funzione delle università popolari, Roma, Nuova Antologia, Vvidità e connessione, Bologna, Zanichelli, Le rôle des théoriciens dans les sciences biologiques et sociologiques, Bologna, Zanichelli,  L'evoluzione del ragionamento, Bologna, Zanichelli, Il nuovo programma dell'Un. pop. milanese: primo anno d'esperimento, Como, Premiata Tipografia Cooperativa comense Aristide Bari, Le forme superiori del ragionamento, Bologna, Zanichelli, Per una riforma socialista del diritto successorio, Bologna, Zanichelli,  Democrazia e fascismo, Milano, Casa editrice "Alpes",  Everett V. Stonequist. American Journal of Sociology.  "Dizionario Biografico", su treccani. Cfr. E.Rignano, Pauly A.Darwinismus und Lamarckismus in Rivista di scienza, G. Sava, Sintesi scientifica e storia della scienza, Barbieri Editore, Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Eugenio Rignano, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  Opere, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere, Digitalizzazione completa di Scientia e Rivista di Scienza su AMS Historica.

 

RIGOBELLO. ( Badia Polesine). Filosofo. “Il nostro rapporto con gli altri deve sempre farci essere un interrogativo per loro.” Fra i principali rappresentanti italiani del personalismo di ispirazione cristiana.  Armando Rigobello Rettore dell'Università LUMSA Durata mandato19891991  Dopo gli studi liceali, all'Padova conseguì dapprima la laurea in lettere nel 1945, poi in filosofia nel 1947, quale allievo di Stefanini e Padovani. Dopo un periodo di studio e di ricerca in Germania, ritornò in Italia, insegnando in alcuni licei statali. Conseguita la libera docenza in storia della filosofia, iniziò la carriera accademica come assistente alla cattedra di Stefanini a Padova quindi all'Perugia, fin quando in quest'ultimo ateneo divenne ordinario. Insegnò, come ordinario, storia della filosofia a 'Roma e Tor Vergata. Ha poi continuato ad insegnare all’LUMSA di Roma di cui è stato il primo Rettore, dopo la trasformazione come ente da Magistero "Maria SS. Assunta" (di cui ne era direttore) in libera università. Attivo in varie associazioni cattoliche nazionali, fu anche vicesindaco di Badia Polesine, la sua città natale, quindi membro del CDA RAI sotto la presidenza di Grassi e, dal 1987, presidente dell'Accademia di studi italo-tedeschi. Presidente della Società filosofica italiana, fu pure insignito della Medaglia d'oro ai benemeriti della scienza, della cultura e dell'arte.  Studioso e pensatore dai vari interessi filosofici, che spaziano dalla metafisica, all'etica e la filosofia politica, alla pedagogia, alla storiografia, numerosi sono stati i suoi allievi, fra cui Alici, Nepi, Pieretti. -- è stato uno stretto collaboratore della rivista bimestrale Studium. Sulla scia del pensiero del suo maestro Stefanini, inizia i suoi studi con un ripensamento del personalismo partendo peròdal presupposto per cui esso, potendo anche costituire un possibile complemento integrativo ed estensivo alla metafisica classica (come gli fu impartita dall'altro suo maestro, Padovani), non potesse comunque considerarsi una dottrina filosofica definita bensì una posizione che mettesse in primo piano il concetto di "persona" (cf. Strawson, “Il concetto di persona”), così come rivendicava Mounier nelle pagine della rivista Esprit (pubblicata negli anni '30 e da lui stesso fondata) nonché nelle sue varie opere. Riesamina punto per punto il pensiero mounieriano pervenendo alla conclusione originale e innovativa che esso non era in contraddizione con la metafisica classica bensì ne poteva costituire un proficuo ampliamento psicologico, etico, antropologico. Il contributo più originale del Rigobello consiste, quindi, nel "personificare" (proprio per il tramite del personalismo) la ragione (metafisica), attraverso quel processo di integrazione sopra invocato fra la corrente personalistica neoagostiniana ed esistenzialistica e quella aristotelico-tomista del pensiero classico.  Egli perciò riesamina nel suo evolversi, nonché compara criticamente e storicamente, il concetto di persona alla luce della storia della filosofiafino ad arrivare alla filosofia grecasulla base del paradigma mounieriano, chiamando in causa anche l'ermeneutica, la filosofia morale e la sua storia. Ne risulterà, quindi, che il concetto di persona deve anzitutto essere inteso in un senso diverso da quello giuridico o filosofico, tomistico in particolare; inoltre, esso non deve essere confuso con quello derivante dal concetto di esistenza della filosofia esistenzialistica, che nega la possibilità che il soggetto possa governare la sua vita, in quanto ritenuto privo di autodominio. Infine, la persona, pur nella sua reale concretezza, non deve essere confusa con la sostanza metafisica di concezione aristotelica. Tutto ciò ha costituito una delle tre tematiche principali in cui s'è venuta a delinearsi la riflessione filosofica del Rigobello, tematica che potrebbe denominarsi "persona e interpretazione".  La seconda tematica della sua attività di ricerca scaturisce dagli insegnamenti, per certi versi antitetici fra loro, dei due suoi maestri, ovvero quelli di Luigi Stefanini, grazie ai quali egli individua un primo polo di convergenza delle sue riflessioni filosofiche attorno alla nozione fenomenologica di "mondo della vita" husserliano, e quelli di Umberto Antonio Padovani, incentrati sulla metafisica tradizionale e ruotanti attorno alla nozione kantiana di trascendenza con i suoi limiti. Per Rigobello, quindi ogni altra discussione o questione filosofica sembra snodarsi o essere compresa fra questi due poli di convergenza che egli sintetizza nel binomio "trascendenza (o legge morale) e mondo della vita".  Il terzo ed ultimo ambito tematico del Rigobello ha aperto la prospettiva personalistica al dialogo col mondo moderno e contemporaneo, con l'etica, la politica, la religione, puntualizzando in particolare la sua valenza etica e politica nell'analisi della realtà sociale in cui la persona viveed agisce, nonché esprime il suo dissenso non su basi ideologiche ma come critica del sistema dominante. Questo terza tematica di ricerca del Rigobello, potrebbe quindi chiamarsi "in dialogo con il mondo contemporaneo".  Come esponente di punta del personalismo italiano, storicamente rappresentato da Stefanini, Carlini,  Sciacca e Pareyson, Ha rivolto la sua attenzione soprattutto ad una rivisitazione originale del personalismo comparato con i principi del cristianesimo, con l'etica e la politica, grazie a cui è emersa, oltre alla limitatezza della dimensione trascendentale, sia quella rilevanza civica assunta dall'uomo come «testimone» della sua epoca che la sua responsabilità di cittadino. Egli ha altresì messo in evidenza come il personalismo italiano si distingua da quello francese proprio nella critica mossa al sistema neoidealistico, che non ha attecchito nella filosofia d'oltralpe.  Rigobello ha ripreso in sintesi, secondo le sue rivisitazioni, le tematiche più tipiche della struttura della persona umana e le relative implicazioni metafisiche, nel breve saggio Prossimità e ulteriorità (Rubbettino). Inoltre, da sempre interessato anche all'ermeneutica nonché profondo conoscitore dell'opera di Ricœur, ha pubblicato “L'apriori ermeneutico” ((Rubbettino). Opere: “Oltre lo storicismo” (in Studium); Ricchezza e povertà della metafisica classica (Humanitas); “Il problematicismo di Spirito come empirismo coscienziale assoluto: note sul significato del nostro tempo, in Rassegna di Pedagogia, Umanesimo e antropocentrismo, in: Rassegna di Pedagogia, La disponibilità come abito etico del rapporto autorità-libertà, in Autorité et liberté. Atti del onvegno di Cultura Europea, Bolzano, Albert Camus, Istituto editoriale del Mezzogiorno, Napoli, La pedagogia di Kant e l'indirizzo idealistico, in Questioni di storia della pedagogia, Editrice La Scuola, Brescia,  Il problema del linguaggio storiografico, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Perugia, “Condizionamenti sociologici e linguaggio morale” in Sociologia e filosofia,. Socrate e la formazione dell'uomo politico, in Civitas,  Esperienza di fede e struttura del sapere, in Studium, A trent'anni dalla morte di Croce, perché possiamo e non possiamo dirci crociani, in Coscienza. Mensile del movimento ecclesiale di impegno culturale, La riflessione sull'etica nella società contemporanea, in Etica oggi: comportamenti collettivi e modelli culturali, Antonio Da Re e A, Poppi, Fondazione Lanza & Gregoriana libreria editrice, Roma,  Il tempo in Bergson e nello spiritualismo francese, in Il concetto di tempo. Atti del Congresso della Società filosofica italiana, Caserta, Giovanni Casertano, Loffredo Editore, Napoli, “Persona, trascendentale, ermeneutica” in Filosofi italiani contemporanei, Giuseppe Riconda e Claudio Ciancio, Mursia Editrice, Milano, Monografie, saggi, curatele Il contributo filosofico di Mounier, Pubblicazioni dell'Istituto di Filosofia dell'Padova, F.lli Bocca Editori, Roma. La storia nella coscienza della gioventù, Edizioni AVE, Roma/ L'intellettualismo in Platone, Liviana Editrice, Padova,  Platone, Senofonte, Aristotele: il messaggio di Socrate , Editrice La Scuola, Brescia,  Introduzione di una logica del personalismo, Quaderni dell'Istituto di Pedagogia dell'Padova, Liviana Editrice, Padova, L'itinerario speculativo dell'umanesimo contemporaneo, Quaderni dell'Istituto di Pedagogia dell'Padova, Liviana Editrice, Padova. L'educazione umanistica e la persona. Saggio di una filosofia dell'insegnamento umanistico di Louis Meylan, tradotta dal francese e curata da Armando Rigobello, Editrice La Scuola, Brescia, Determinazione ed ulteriorità nel Kant precritico, U. Silva Editore, Milano-Genova, I limiti del trascendentale in Kant, U. Silva Editore, Milano-Genova (trad. tedesca: A. Pustet Verlag, München/Salzburg, La certezza morale, lezioni di filosofia morale tenute all'Perugia nell'A.A. 1CLEUP, Perugia, Legge morale e mondo della vita, Edizioni Abete, Roma, La morale radicale, appunti delle lezioni tenute durante il corso di filosofia. Pubblicazioni dell'Università degli Studi di Perugia, Perugia, Struttura e significato, Edizioni La Garangola, Padova,  Linee per un'antropologia prescolastica, Editrice Antenore, Padova. Modelli storiografici di educazione morale, Frama Sud Edizioni tipografiche, Chiaravalle Centrale, Ricerche sul trascendentale kantiano , Editrice Antenore, Padova, Dal romanticismo al positivismo, fa parte di Storia del pensiero occidentale,  V, Marzorati, Milano, Ricerche sul "regno dei fini" kantiano , Bulzoni Editore, Roma. Il personalismo: scelta antologica (curata assieme a Gaspare Mura e Marco Ivaldo), Città Nuova Editrice, Roma, L'impegno ontologico. Prospettive attuali in Francia e riflessi nella filosofia italiana, A. Armando Editore, Roma, L'impegno ontologico: prospettive attuali in Francia e riflessi nella filosofia italiana, A. Armando Editore, Roma, . Il futuro della libertà, Edizioni Studium, Roma, Pedagogia, politica e promozione umana , Editrice La Scuola, Brescia.. Perché la filosofia, Editrice La Scuola, Brescia, trad. tedesca: Ars Una Verlag, Neurid, trad. spagnola: Caparros, Madrid. Studi di ermeneutica , Città Nuova Editrice, Roma, Verso una nuova didattica della storia , Sei, Torino, Persona e norma nell'esperienza morale , L.U. Japadre Editore, L'Aquila, Certezza morale ed esperienza religiosa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1Kant. Che cosa posso sperare, Edizioni Studium, Roma, Lessico della persona umana , Edizioni Studium, Roma.  L'immortalità dell'anima, Editrice La Scuola, Brescia, Soggetto e persona: ricerche sull'autenticità dell'esperienza morale , Edizioni Anicia, Roma,  Autenticità nella differenza, Edizioni Studium, Roma, Attualità della lettera ai Romani , Edizioni AVE, Roma.  Dio oltre i saperi. Tra teologia e filosofia (con Orlando Todisco, Giuseppe Zarone e Fausto Pellecchia), Edizioni San Paolo, Milano, Interiorità e comunità. Esperienze di ricerca in filosofia , Edizioni Studium, Roma, Oltre il trascendentale, Pubblicazioni della Fondazione "Ugo Spirito", Roma, L'altro, l'estraneo, la persona , Città Nuova Editrice, Roma,  La persona e le sue immagini , Città Nuova Editrice, Roma, L'estraneità interiore, Edizioni Studium, Roma, Le avventure del trascendentale. Contributi al LV Convegno del Centro studi filosofici di Gallarate, Armando Rigobello, Casa Editrice Rosenberg & Sellier, Torino, Umanità e moralità , Edizioni Studium, Roma, Immanenza metodica e trascendenza regolativa, Edizioni Studium, Roma, L'apriori ermeneutico: domanda di senso e condizione umana, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, Prossimità e ulteriorità: una ricerca ontologica per una filosofia prima, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli. L'insuperabile singolarità dell'avventura umana: dalla determinazione completa alla rottura metodologica, Il Ramo Editore, Rapallo.. Vita e ricerca. Il senso dell'impegno filosofico, intervista Luca Alici, Editrice La Scuola, Brescia, . L'intenzionalità rovesciata: dalle forme della cultura all'originario, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli. Struttura ed evento: tempo di vivere, tempo di dare testimonianza alla vita, la vita come testimonianza, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, Dalla pluralità delle ermeneutiche all'allargamento della razionalità, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli. Ciascuno di noi nell'incontro con l'altro deve essere tale da suscitare curiosità e interesse di conoscenza reciproca (in Presentazione a Alici, Grassi, Salmeri, Vinti , Studium, La filosofia come testimonianza, Rivista bimestrale, Studium, Roma, Enrico Berti ebbe per qualche mese il Rigobello come docente supplente di filosofia quando era ancora studente liceale. Cfr. E. Berti, "Origini del pensiero di Armando Rigobello", in: Alici, Grassi, Salmeri e Vinti, La filosofia come testimonianza, Studium. Cfr. Berti, "Origini del pensiero di Rigobello", in Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, La filosofia come testimonianza, Studium, Roma, ,Cfr. pure il contributo di Borghesi, "La dialettica tra struttura e significato", nella stessa collectanea.  Oltre quelli delle Parti II e III, si vedano soprattutto i vari contributi presenti nella Parte I della collectanea in suo onore: Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, Rigobello, la filosofia come testimonianza,  Studium, Roma, .Cfr. Alici, Grassi, Salmeri, Vinti , cit.  Cfr. i vari contributi presenti nella miscellanea:  Estraneità interiore e testimonianza. Studi in onore di Armando Rigobello, Antonio Pieretti, ESI-Edizioni Scientifiche Italiane, Perugia, 1995.  Cfr. pure "Biografia, pensiero e opere di Armando Rigobello", in Bollettino della Società Filosofica Italiana  nella rubrica Filosofi allo Specchio,  Cfr. Alici, Grassi, Salmeri, Vinti , cit.  Per questi aspetti centrali del pensiero di Rigobello, si vedano soprattutto i contributi presenti nella prima parte della collectanea in suo onore: Luigi Alici, Onorato Grassi, Giovanni Salmeri e Carlo Vinti , Armando Rigobello, la filosofia come testimonianza, Numero speciale di Studium, Cfr. Luigi Alici, Onorato Grassi, Giovanni Salmeri e Carlo Vinti , cRicordo di Armando Rigobello, su lumsa. Armando Rigobello, Umanità e moralità, in Dialegesthai. Rivista telematica di filosofia, su mondodomani.org. Armando Rigobello, Necrologio, su rovigooggi. In memoriam: Armando Rigobello, su unimc. In ricordo di Armando Rigobello, su unimc.  Estraneità interiore e testimonianza. Studi in onore di Armando Rigobello, Antonio Pieretti, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli-Perugia, Luigi Alici, Onorato Grassi, Giovanni Salmeri e Carlo Vinti , Armando Rigobello, la filosofia come testimonianza, giornate-studio in suo onore, 17-18 novembre , evento organizzato a Perugia in collaborazione con l'Roma Tor Vergata e la LUMSA, Perugia/Roma, i cui atti sono stati pubblicati, Alici, Grassi, Salmeri e Vinti,  Studium, Gianni Dotto, "Armando Rigobello", in Enciclopedia filosofica, Bompiani, Milano, Emilio Baccarini , Passione dell'originario: fenomenologia ed ermeneutica dell'esperienza religiosa. Studi in onore di Armando Rigobello, Edizioni Studium, Roma,  Personalismo Emmanuel Mounier Filosofia cristiana  Armando Rigobello in SWIF Sito web italiano per la filosofia, su swif.uniba. Vita e ricerca. Il senso dell'impegno filosofico (Interviste), Luca Alici recensione di Guido Del Din,Padova. Video di un'intervista a cura di Valentini, fatta a Roma -- youtube.com/watch?v=yNRvCGRNfyE PredecessoreRettore della LUMSASuccessore Giorgio Petrocchidal 1989 al 1991Giuseppe Dalla Torre

 

RIMINI. gregorio di, Il beato Gregorio da Rimini, detto anche de Arimino o Ariminensis e soprannominato splendens lucerna, dottore acutus, dottore authenticus (Rimini, 1300 – Vienna, 1358), è stato un filosofo e teologo italiano, appartenente all'Ordine di Sant'Agostino.  Forse l'ultimo grande scolastico del Medioevo, fu il primo a conciliare gli sviluppi delle idee di Ockham ad Oxford con gli insegnamenti di Pietro Aureolo a Parigi: questa sua sintesi ebbe un impatto duraturo sul pensiero europeo[1].   Indice 1Biografia 2Pensiero 3Opere 4Note 5Altri progetti 6Collegamenti esterni Biografia  De imprestanciis venetorum (De usura), 1508 Nacque a Rimini intorno al 1300, ricevette la sua prima formazione presso l'Ordine mendicante degli Eremitani di sant'Agostino, nel quale era entrato. Studiò a Parigi (dal 1322/23 al 1328/29), fino al conseguimento del baccellierato.[2]  Fu attivo come lettore a Bologna tra il 1329 e il 1338, Padova e Perugia.[3]  Tornò nel 1340-1342 a Parigi, dove preparò le lezioni sulle Sentenze di Pietro Lombardo, che tenne nel 1343-1344. Influenzato da lui fu Peter Ceffons che scrisse un commento sulle Sentenze. Nel 1345 conseguì il grado di Magister teologiae.  Nel 1346 era a Rimini per recarsi l'anno successivo a Padova. Nel 1351 il Capitolo generale di Basilea lo nominò lector principalis nel recentemente costituito Studio agostiniano di Rimini e lo incaricò, a ulteriore prova della sua autorevolezza, di procedere alla nomina del nuovo priore del convento.  Nel 1357 divenne priore generale degli agostiniani come successore di Tommaso di Strasburgo.  Morì a Vienna verso la fine del 1358.[1]  Oltre alla sua opera principale, il Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo, del quale sono pervenuti solo i primi due libri, scrisse diversi trattati, tra cui “De usura,” “ De quatuor virtutibus cardinalibus”  e un estratto del commento alle sentenze, il “De intentione et remissione formarum” che probabilmente costituisce una versione ampliata della IV distinctio del I libro del Commento alle Sentenze. Dubbia è l’attribuzione a Gregorio di una Tabula super epistolis B. Augustin. Gregorio manifesta una certa attitudine sincretistica tra gli sviluppi del pensiero di Occam e gli insegnamenti di Pietro Aureolo a Parigi. Mostra analoga tendenza anche nella ricostruzione e dell'analisi del processo del conoscere umano, nelle quali si fondono in maniera originale elementi eterogenei desunti da Aristotele, Agostino e Ockham. Causa un grave fraintendimento del suo pensiero, Gregorio è stato qualificato come tortor infantium (torturatore dei bambini), per la supposizione di aver condannato alle pene eterne i bambini che muoiono senza il battesimo; in realtà Gregorio espone tale dottrina senza pronunciarsi. Talvolta è indicato quale antesignano dei nominalisti. Opere: “Gregorii Ariminensis OESA, Lectura super Primum et Secundum Sententiarum”; “De quatuor virtutibus cardinalibus”; “De intentione et remissione formarum”; “De usura”; “De imprestanciis venetorum... et de usura, Reggio nell'Emilia, Lodovico Mazzali, Enrico Gori, Gregorio da Rimini, su filosofico.net.  Manuale di Filosofia Medievale on-line, Università di Siena - Facoltà di lettere e filosofia.  DBI. Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata Roberto Lambertini, Gregorio da Rimini, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gregorio da Rimini, su ALCUIN, Università di Ratisbona. Modifica su Wikidata Gregorio da Rimini, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009. (EN) Schabel, Christopher, Gregory of Rimini, in Edward N. Zalta (a cura di), Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and Information (CSLI), Università di Stanford. (EN) Gregory of Rimini, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913. philosopher, he studied in Italy, England, and France, and taught at the universities of Bologna, Padua, Perugia, and Paris before becoming prior general of the Hermits of St. Augustine in his native city of Rimini, about eighteen months before he died. Gregory earned the honorific title “the Authentic Doctor” because he was considered by many of his contemporaries to be a faithful interpreter of Augustine, and thus a defender of tradition, in the midst of the scepticism of Occam and his disciples regarding what could be known in natural philosophy and theology. Thus, in his commentary on Books I and II of Peter Lombard’s Sentences, Gregory rejected the view that because of God’s omnipotence he can do anything and is therefore unknowable in his nature and his ways. Gregory also maintained that after Adam’s fall from righteousness, men need, in conjunction with their free will, God’s help grace to perform morally good actions. In non-religious matters Gregory is usually associated with the theory of the complexe significabile, according to which the object of knowledge acquired by scientific proof is neither an object existing outside the mind, nor a word simplex or a proposition complexum, but rather the complexe significabile, that which is totally and adequately signified by the proposition expressed in the conclusion of the proof in question.

 

RINALDINI (Ancona). Filosofo. Nato in una famiglia aristocratica originaria di Siena, studiò al Bologna. Fu al servizio di  Urbano VIII e ottenne da Barberini, nipote del Papa, la supervisione delle fortezze di Ferrara, Bondeno e Comacchio.  Lettore e  professore a Pisa. Amico di Galilei e di Borelli, il quale lo aveva soprannominato Simplicio per la sostanziale fedeltà all'aristotelismo tradizionale, Rinaldini fu in corrispondenza con Viviani e fu uno dei soci fondatori dell'Accademia del Cimento. Tuttavia ebbe numerose controversie con i suoi amici e con Redi ed Torricelli. Nonostante il conformismo, si oppose alla teoria della "virtù zoogenetica" delle piante, sostenuta dagli altri accademici del Cimento, precedendo Malpighi con l'ipotesi che anche gli insetti delle galle nascessero da uova deposte da individui della stessa specie.  Lasciò la Toscana per recarsi a Padova, dove ebbe la cattedra di Filosofia nella locale università e pubblicò “Philosophia rationalis, atque entità naturalis.” Cercò invano di tornare a Pisa. Un'altra gloria di Rinaldini è la sua proposta di scala termometrica utilizzando come riferimenti fissi il punto di congelamento dell'acqua e quello di ebollizione all'ordinaria pressione atmosferica, e proponendo di dividere l'intervallo in 12 gradi.  Opere (selezione): Opus algebricum, Anconae, Marco Salvioni, Opus mathematicum, Bononiae, Evangelista Dozza, Mathematica italiana, Geometra promotus, Patauii, typis Petri Mariae Frambotti bibliopolae, Ars analytica mathematum in tres parte distributa, Florentiae: ex typographia Iosephi Cocchini; Patauii: typis Petri Mariae Frambotti, Ars analytica mathematum. Pars tertia, Patauii, Pietro Maria Frambotto, De resolutione atque compositione mathematica libri duo, Patauii: typis ac impensis heredum Pauli Frambotti,  Philosophia rationalis, naturalis, atque moralis opus in quo praesertim physica vniuersa ex accuratis naturalium effectuum observationibus deducta, & ubi rei natura patitur geometrice demonstrata exhibetur. Patauii: sumptibus Petri Mariae Frambotti bibliop. Ad artem quam ipse conscripsit mathematum analyticam paralipomena, Patauii : typis Petri Mariae Frambotti,  Commercium epistolicum, Patauii: typis Petri Mariae Frambotti. L. Boschiero, Experiment and natural philosophy in seventeenth-century Tuscany: the history of the Accademia del Cimento, Dordrecht: Springer,  «Carlo Rinaldini» In: Francesco Redi scienziato e poeta alla corte dei Medici  «Lo sviluppo delle ricerche sulle galle» In: Francesco Redi scienziato e poeta alla corte dei Medici  Clelia Pighetti, Il vuoto e la quiete: scienza e mistica nel '600: Elena Cornaro e Carlo Rinaldini, Milano: Franco Angeli, Giulia Giannini, Carlo Rinaldini, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. «Renaldini (Rinaldini), Carlo». In: Johann Christian Poggendorff, Biographisch-literarisches Handwörterbuch für Mathematik, Astronomie, Physik, Chemie und verwandte Wissenschaftsgebiete zur Geschichte der exacten Wissenschaften, Sächsische Akademie der Wissenschaften zu Leipzig,  Leipzig: J.A. Barth, Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Operei (altra versione), su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere, Mathematica italiana, Biografia di Carlo Renaldini, su mathematica.sns, Museo Galileo di Firenze.

 

RIONDATO. (Padova). Filosofo. Nasce nel quartiere padovano dell'Arcella. Studia presso l'Padova e si laurea prima in lettere classiche e poi in filosofia nel 1952, avendo come maestri Luigi Stefanini, Aldo Ferrabino, Umberto Antonio Padovani e Carlo Diano. Diventa professore di storia della filosofia antica nello stesso ateneo patavino. Fu vicepresidente nazionale dell'Azione Cattolica, presidente della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e presidente del Consiglio di amministrazione del Gazzettino.. Mentre si recava a lezione al Liviano, fu ferito da un colpo di pistola ad una gamba. L'attentato venne rivendicato dai Comitati Comunisti Combattenti. Sul luogo dell'attentato è ora presente una targa in ricordo. È stato presidente dell'Accademia patavina di scienze, lettere ed arti e sotto la sua presidenza l'Accademia cambia nome in "Accademia galileiana di scienze, lettere ed arti". -- è socio corrispondente dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti.  Onorificenze Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinariaCavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana — Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinaria Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana — Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'artenastrino per uniforme ordinaria. Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte. Targa in ricordo su ezioriondato.org. 3 maggio .  Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.  Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.  Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.  Sito in Memoria, su ezioriondato.org.

 

PLANTADOSSI. Giovanni da Ripa, o da Ripatransone, al secolo Giovanni Plantadossi (Ripatransone), filosofo. Sebbene considerato a volte nominalista, era in realtà un realista. Chiamato Doctor difficilis o Doctor supersubtilis, fu commentatore a Parigi del Liber sententiarum di Pietro Lombardo, oltre che missionario e ambasciatore in Grecia.  La riscoperta di Giovanni è proceduta a partire dalla Francia, dove l'edizione moderna delle sue opere è stata curata da André Combes, per approdare in Italia solo in tempi recenti. Jolivet lo considera «fra i pensatori più originali e profondi del Medio Evo».  Opere di e su Giovanni da Ripa Conclusiones (riedizione), Parigi,  Lectura super Primum Sententiarum, Prologi, Questiones 1 et 2 (riedizioni), Parigi, 1961. Questio de gradu supremo (riedizione), Parigi, 1964. André Combes, La métaphysique de Jean de Ripa. André Combes, Présentation de Jean de Ripa, 1956. Note  R. Lambertini, Dizionario Biografico degli Italiani, riferimenti in .  Giovanni da Ripa, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Cf. H. P. Grice, “The problem of the universals. From Ripa to me.”

 

RIVERSO. (Napoli). Filosofo. Si laurea a Napoli. Docente a Salerno. Riceve il Premio Nazionale “Tetradramma d'oro”. Professore a Napoli. Diventa ordinario di Filosofia a Salerno. Fu inserito tra i 500 intellettuali più importanti d'Europa. Trra i 2000 intellettuali “eccellenti” del XXI secolo.  I suoi studi hanno spaziato dalla filosofia critica ed analitica, alla logica formale, è stato esperto in problemi di linguistica, con particolare specializzazione nei rapporti tra cultura occidentale e cultura islamica e di filosofia delle scienze e delle culture. La sua attività ha portato alla pubblicazione di 45 volumi, 26 traduzioni e curatele ed oltre 500 articoli scientifici.  Opere: “Intorno al pensiero di Barth. Colpa e giustificazione nella reazione antiimmanentistica del "Roemerbrief" barthiano, La teologia esistenzialistica di Barth, La costruzione interpretativa del mondo, analizzata dall'epistemologia genetica, Metafisica e scientismo. Con un'appendice sulla logica di Peirce, Il pensiero di  Russell. Esposizione storico-critica,  Introduzione alla filosofia e all'analisi del linguaggio, Dalla magia alla scienza, I problemi della conoscenza e del metodo nel sensismo degl'ideologi, Analisi dell'esperienza estetica,  Il pensiero occidentale. Corso di storia della filosofia, Le tappe della pedagogia nel mondo occidentale, l pensiero di Ludovico Wittgenstein, Natura e logo. La razionalizzazione dell'esperienza da Omero a Socrate, La filosofia analitica in Inghilterra,  Il pensiero di Wittgenstein,  La filosofia oggi,  Individuo, società e cultura. Introduzione alla psicologia dei processi culturali, La nostra immagine dell'Universo. Astronomia e ideologia, Il pensiero di BRussell, Il pragmatismo, Aspetti della spiritualità europea dal '500 al '600,  Il linguaggio nel pensiero filosofico e pedagogico del mondo antico, Democrazia, Isonomia e Concetto di Stato,  Le correnti filosofiche del '900, Riferimento e struttura; Il problema logico-analitico e l'opera di Strawson, Democrazia e gioco maggioritario, Filosofia analitica del tempo,  Ideologia e società nell'Islam, La città e lo Stato; Alle origini del pensiero politico occidentale, Millikan e la carica dell'elettrone, Esperienza e riflessione, le tappe della filosofia e della scienza nella cultura occidentale,  Piaget; Filosofo, epistemologo, psicologo e pedagogista,  L'Islam; Crogiuolo d'idee, di problemi, di angosce, Forme culturali e paradigmi umani; Le tappe del pensiero filosofico e pedagogico nella cultura occidentale, Paradigmi umani e educazione, Filosofia del linguaggio: dalla forma al significato, Cose e parole nella traduzione interculturale, Come Bruno iniziò a parlare: Diario di una maestra di sostegno, La rimozione dell'Eros nel Giansenismo, Civiltà, libertà e mercato nella città greca antica  (Working Papers della Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli, LUISS, Roma). ''Capire l'Islam, Iran, Da Zarathuštra all'Islâm. Un viaggio al centro dell'immaginario religioso e mistico che ha influenzato l'umanità,  Islâm, morale e dottrina, Cogitata et scripta,  Con Emanuele Riverso scompare un vero filosofo del linguaggio, La Tribuna, Quindicinale di Informazione, Sito interamente dedicato al prof. Riverso, su emanueleriverso. Semiosi iconica e comprensione della Terra, di Emanuele Riverso, SIBA, Coordinamento dei servizi informatici bibliotecari di Ateneo, Università del Salento.

 

Roccoto be identified.

 

RODANO. (Roma). Filosofo. Comunemente considerato il fondatore del “cattocomunismo.” Fu tra i fondatori del Movimento dei Cattolici Comunisti, poi Sinistra Cristiana. Consegue la maturità classica al Visconti, la laurea aRoma. Negli anni del liceo e dell'università frequenta la congregazione mariana “Scaletta”, diretta da padri gesuiti; milita nell'Azione Cattolica e nella FUCI, allora presieduta da Aldo Moro.  Dal 1938 entra in contatto e collabora con antifascisti d'ispirazione cattolica (Adriano Ossicini, Paolo Pecoraro, Antonio Tatò e altri), comunista (Paolo Bufalini, Antonio Amendola, Pietro Ingrao, Lucio Lombardo Radice e altri), del Partito d'Azione e liberali (Ugo La Malfa, Paolo Solari, Mario Fiorentino fra gli altri).  Nel 1938-40 partecipa al “Movimento dei Cattolici Antifascisti”. Nel 1941-43 è (con Ossicini e Pecoraro) tra i promotori e dirigenti del “Partito Cooperativista Sinarchico”, poi “Partito Comunista Cristiano” e ne redige i principali documenti. Dal 1942 fa parte, con Alicata e Ingrao, del cosiddetto “triumvirato” dirigente le due distinte organizzazioni clandestine (comunista e comunista cristiana).Nel 1942 scrive, sotto pseudonimi, alcuni articoli sull’Osservatore Romano. Il 18 maggio 1943 viene arrestato dalla polizia fascista in una generale retata dei militanti del PCC, e deferito al Tribunale Speciale con altri suoi dirigenti. Il processo non ha luogo per la caduta del fascismo e tutti vengono liberati poco dopo il 25 luglio 1943.  Nel periodo badogliano, fra il 25 luglio e l'8 settembre 1943, ha intensi scambi d'idee con i compagni di partito e altre personalità antifasciste sulla linea da seguire. Stringe amicizia con don Giuseppe De Luca e con Giaime Pintor. Collabora al “Lavoro”, diretto da Mario Alicata (comunista), Olindo Vernocchi (socialista) e Alberto Canaletti Gaudenti (cattolico). Sotto l'occupazione nazista di Roma (8 settembre 19434 giugno 1944) fonda, con altri, il “Movimento dei Cattolici Comunisti” e ne redige i documenti teorico-politici; scrive articoli sui 14 numeri usciti alla macchia di Voce Operaia, organo dello stesso MCC. Il 13 febbraio 1944 sposa Maria Lisa Cinciari, sua compagna di lotta, che diverrà vice presidente della Camera dei deputati per il PCI, con cui avrà cinque figli, tra cui Giulia Rodano, assessore alla Regione Lazio dal 2006 al .  Dopo la liberazione  Franco Rodano con Laura Garroni Liberata Roma, il MCC prende il nome di "Partito della Sinistra Cristiana". Vi confluiscono i “Cristiano-Sociali” di Gerardo Bruni. Vi partecipano anche Felice Balbo, Filippo Sacconi, Luciano Barca, Fedele D'Amico, Giovanbattista Chiesa, Erasmo Valente, Giuseppe Mira, Antonio Tatò, Giglia Tedesco, Ennio Parrelli, Vittorio Tranquilli, Antonio Rinaldini.  Nel giugno 1944 Rodano stringe un rapporto di amicizia e collaborazione (che non sarà privo di momenti di dissenso critico) con Palmiro Togliatti. Su Voce Operaia, pubblicata adesso legalmente, scrive numerosi articoli; in quattro di essi (autunno 1945) sostiene la prosecuzione dell'IRI e ciò segna l'inizio della sua amicizia con Raffaele Mattioli. Nella notte di Natale del 1944 s'incontrano, a casa di Rodano e con la sua mediazione, Togliatti e don Giuseppe De Luca: è un primo, cauto sondaggio reciproco tra mondo cattolico e movimento comunista italiano.  Il 9 dicembre 1945, a conclusione di un congresso straordinario, il PSC si scioglie. Rodano sostiene, con argomentato vigore, che non è più utile una formazione cattolica di sinistra, poiché incombe alla classe operaia nel suo insieme e perciò al PCI il compito di affrontare la questione cattolica, superando le pregiudiziali ateistiche e del dogmatismo marxista. Si adopera perciò per ottenere modifiche nello statuto del PCI, che consentano l'iscrizione e la militanza in esso indipendentemente dalle convinzioni ideologiche e religiose, modifiche che saranno adottate dal PCI nel suo V congresso, nel gennaio 1946.  Entrato nel PCI, Rodano scrive* su periodici ufficiali di tale partito o ad esso vicini; particolarmente numerosi i suoi articoli su Rinascita, dal 1946 al 1952. Vi ha largo spazio l'invito ai cattolici a lavorare in politica e nelle altre dimensione della "storia comune degli uomini" in spirito di laicità, evitando quindi improprie commistioni con la fede religiosa. Questa posizioneapprofondita da Rodano nel corso di tutta la sua opera ed essenziale per comprenderlacontrasta con la linea della Chiesa di Pio XII, che coglie l'occasione di due suoi articoli sulla condizione economica del clero (Rinascita, autunno 1947) per comminargli l'interdetto dai sacramenti, accusandolo di fomentare la "lotta di classe" all'interno delle gerarchie. L'interdetto verrà tolto solo sotto il pontificato di Giovanni XXIII.  La battaglia culturale  Franco Rodano Dal 1951 al 1954 Rodano cura, insieme a Gabriele De Rosa, Filippo Sacconi e altri, gli articoli politici del mensile Lo Spettatore Italiano, diretto da Elena Croce, figlia di Benedetto. Dal 1955 al 1959 scrive sul Dibattito Politico, settimanale diretto da Mario Melloni e Ugo Bartesaghi, teso a una difficile mediazione tra le posizioni politiche del mondo cattolico e di quello comunista e socialista, nel distinto riconoscimento dei rispettivi valori e motivi ideali. Vi collaborano tra gli altri Giuseppe Chiarante, Lucio Magri, Ugo Baduel, Edoardo Salzano.  Durante il pontificato di Giovanni XXIII opera, tramite Togliatti, per la trasmissione ai dirigenti sovietici della proposta, accolta, di uno scambio di messaggi in occasione dell'ottantesimo compleanno di papa Roncalli. L'iniziativa sarà il primo segno di disgelo tra URSS e Santa Sede. Tra il 1960 e il 1968 si svolge un serrato dialogo tra Rodano e Augusto Del Noce, che mette in chiaro la diversità delle rispettive posizioni. Nel 1962 Rodano fonda, con Claudio Napoleoni, La Rivista trimestrale, che durerà fino al 1970, affrontando nodi teorici e politici di fondo. Ancora con Napoleoni, e con Michele Ranchetti, dirige la “Scuola Italiana di Scienze Politiche ed Economiche” (SISPE, 1968-72), rivolta a militanti del movimento giovanile dell'epoca.  Negli stessi anni collabora alla rivista Settegiorni, diretta da Ruggero Orfei e Piero Pratesi, in cui fra l'altro scrive una serie di interventi d'intensa riflessione teologica, le Lettere dalla Valnerina. Chiusasi l'esperienza della Rivista Trimestrale, Rodano scrive sui Quaderni della Rivista Trimestrale (1972-83), diretti da Mario Reale, cui collaborano, insieme a Filippo Sacconi, Edoardo Salzano, Vittorio Tranquilli, Giorgio Gasparotti, Franco Rinaldini, gli allora giovani Mario Reale, Raffaele D'Agata, Claudio De Vincenti, Alessandro Montebugnoli, Pier Carlo Padoan, Stefano Sacconi, Alberto Zevi, Giaime e Giorgio Rodano, e altri.  Lo si considera l'esponente più autorevole del “cattocomunismo”: "i rapporti di Rodano con il mondo cattolico sono stati indagati a fondo. Quelli con Togliatti (che furono rapporti personali assai intensi) assai poco, come quelli con Berlinguer (all'Istituto Gramsci si conservano tre vaste memorie che Rodano ha scritto per Berlinguer), anche se il rapporto stretto di questi con Antonio Tatò è sufficiente a delinearne l'influenza".  Nella stagione del “Compromesso storico” proposto da Enrico Berlinguer e oggetto prima di attenzione, poi di cauta convergenza da parte di Aldo Moro, Rodano elabora i fondamenti teorici di una politica diretta a non ridurre l'incontro tra le grandi forze storiche del comunismo, del socialismo e del cattolicesimo democratico a una mera operazione di governo, ma a farne una strategia di lungo periodo di trasformazione della società. Quella stagione e quelle prospettive vengono improvvisamente troncate dall'assassinio di Moro. S'intensificano, all'epoca, i suoi contatti personali con esponenti del PCI, del PSI, della DC e di altri partiti (La Malfa, Malagodi, Visentini), su problemi politici a breve e lungo termine. Pubblica alcuni libri, scrive articoli su vari periodici e sul quotidiano Paese Sera, quasi settimanalmente. Franco Rodano muore per una crisi cardiaca a Monterado (An). Al funerale cattolico partecipa ufficialmente anche la locale sezione del PCI.  Opere Sulla politica dei comunisti, (Boringhieri, Torino, Questione democristiana e compromesso storico, (Editori Riuniti, Roma), Il pensiero di Lenin da “ideologia” a “lezione” (Stampatori, Torino, Lettere dalla Valnerina (Piero Pratesi, La Locusta, Vicenza 1986) Lezioni di storia "possibile" (Vittorio Tranquilli e G.Tassani, Marietti, Genova) Lezioni su servo e signore (Vittorio Tranquilli, Editori Riuniti, Roma) Cattolici e laicità della politica (Vittorio Tranquilli, Editori Riuniti, Roma, Cristianesimo e società opulenta (Marcello Mustè, Ed. di Storia e letteratura, Roma) Saggi, articoli, interviste Sono stati pubblicati in numerosi periodici e quotidiani, tra i quali: l'Osservatore Romano, Primato, Voce Operaia  Rinascita Il Politecnico, Unità, Vie nuove, Società, Cultura e realtà, Lo Spettatore Italiano, Il Contemporaneo, Il Dibattito Politico, Nuovi Argomenti, La Rivista Trimestrale, Settegiorni, Quaderni della Rivista Trimestrale, Paese Sera, Città Futura, Nuova Società, Il Regno.  Si può vedere l'elenco completo dei saggi, articoli, interviste in: katciu-martel . I saggi più importanti, pubblicati sulla Rivista Trimestrale e sui successivi Quaderni della R.T., sono:  Risorgimento e democrazia, Il processo di formazione della “società opulenta”  Il pensiero cattolico di fronte alla “società opulenta” Egemonia riformista ed egemonia rivoluzionaria (n. 4/1962), Note sul concetto di rivoluzione Significato e prospettive di una tregua salariale (con Claudio Napoleoni, Il centro-sinistra e la situazione del paese,  Sul pensiero di Marx, A proposito del convegno delle ACLI a Vallombrosa, Su alcune questioni sollevate dal movimento studentesco (Con Dopo Praga: considerazioni politiche sulla storia del movimento operaio, A proposito dell'”autunno caldo”: considerazioni sulla dialettica sociale dell'”opulenza” La peculiarità del Partito comunista italiano, Dopo il XIV congresso del PCI: il nodo al pettine; i “germi di comunismo” (La questione democristiana La proposta del “compromesso storico” Dopo la morte di Mao Tse-tung: la lezione di una grande esperienza (con Vittorio Tranquilli, Considerazioni sulla strategia dei comunisti italiani: egemonia e libertà delle opinioni (Considerazioni sui fenomeni di eversione giovanilistica: la politica come assoluto Note sulla questione giovanile: la giovinezza, specificità umana e condizione storica Dopo la lettera di Berlinguer al vescovo di Ivrea: laicità e ideologie, Alla radice della crisiI –L'incompatibilità tra capitalismo e democrazia,  IIÈ possibile una soluzione reazionaria? ( IIIIdee e strumenti della manovra reazionaria, IVRivoluzione e “filosofia della storia” V –Rivoluzione in Occidente e rapporto con l'URSS,  Il senso di una grande lezione: per una lettura critica del pensiero di LeninI, IPer un bilancio del “compromesso storico”: Innovazione e continuità Contratti e costo del lavoro: imprese e sindacati, partiti e istituzioni (ivi) La Chiesa di fronte al problema della pace, Note  Piero Craveri, Una critica pregnante, in Mondoperaio,  È morto Rodano, teorico del compromesso storico Archiviolastampa  Augusto Del Noce: Lettera a F. Rodano (luglio 1961, in Regno-attualità,); Maria Lisa Cinciari: Cattolici comunisti (in Enciclopedia dell'antifascismo e della resistenza, Milano); Lorenzo Bedeschi: Cattolici e comunisti (Feltrinelli, Milano); Mario Cocchi, Pio Montesi: Per una storia della Sinistra cristiana (Coines, Roma), Carlo Felice Casula: Cattolici-comunisti e Sinistra cristiana (Il Mulino, Bologna; Giovanni Tassani: Alle origini del compromesso storico (EDB, Bologna Giuseppe Ruggieri, Riccardo Albani: Cattolici comunisti? (Queriniana, Brescia); Margherita Repetto: Il Movimento dei cattolici comunisti: problemi storici e politici (in Quaderni della Rivista Trimestrale); : Ricordo di Franco Rodano Francesco Margiotta Broglio, "Rodano: un cristiano nella sinistra", in "Nuova Antologia", Gabriele Giannantoni, Massimo D'Alema, Pietro Ingrao: Dibattito su Franco Rodano (in Rivista Trimestralenuova serie, : articoli su F. Rodano in Nuovo Spettatore Italiano, Gianni La Bella: “Lo Spettatore Italiano” (Morcelliana, Brescia); Massimo Papini: Tra storia e profezia: la lezione dei cattolici comunisti (Ed. Univ., Roma); Enrico Landolfi, Franco Rodano e la rivoluzione in Occidente, Palermo, Ila Palma, M. Raimondo: Franco Rodano: solitudine e realismo del comunista cattolico (Galzerano, Salerno 1987); Mario Tronti: Una riflessione su Franco Rodano (in Rivista Trimestralen. Mauro Alighiero Manacorda: Franco Rodano lettore di Marx (In Critica marxista, Claudio Napoleoni: Saggio su Rodano (in Cercate ancora, Ed. Riuniti, Raniero La Valle); Claudio Napoleoni: Su Franco Rodano (in Teoria politica); Augusto Del Noce: Il cattolico comunista (Rusconi, Milano); Vittorio Tranquilli: Fede cattolica e laicità della politica in Franco Rodano (in Teoria Politica); Vittorio Tranquilli: Realtà storica e problemi teorici della democrazia nel pensiero di Franco Rodano (in Bailamme, nn.Mario Reale: Sulla laicità. Considerazioni intorno alle relazioni fra atei e credenti (in Novecento, Riccardo Bellofiore: Pensare il proprio tempo. Il dilemma della laicità in Claudio Napoleoni e Franco Rodano (in Per un nuovo dizionario della politica, Ed. Riuniti, Roma, L. Capuccelli); Mauro Lucente: La riflessione teorica di Franco Rodano dalla Sinistra Cristiana alla “Rivista Trimestrale” (Tesi di laurea in scienze politiche, Milano); Istituto Gramsci: Convegno commemorativo di Franco Rodano, Roma, ottobre 1993; Marcello Mustè: Franco Rodano: critica delle ideologie e ricerca della laicità (Il Mulino, Riccardo Albani: La storia comune degli uomini. Rileggendo Franco Rodano (in Testimonianze,Massimo Papini: La formazione di un giovane cattolico nella seconda metà degli anni Trenta: Franco Rodano tra la Congregazione mariana “La Scaletta” e il liceo “Visconti” (in Cristianesimo e storia, Vittorio Possenti: Cattolicesimo e modernità. Balbo, Del Noce, Rodano (Milano, Marcello Mustè: Fra Del Noce e Rodano: il dibattito sulla “società opulenta” (in La Cultura, Marcello Mustè: Franco Rodano: laicità, democrazia, società del superfluo (Studium, Roma). Franco Rodano: "Cristianesimo e società opulenta", a cura e con introduzione di Marcello Mustè (Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, Valentino Parlato: L'utopia di Rodano (in Manifesto, Enrico Melchionda: Gli anni di Rodano (in Aprile,  Gabriele De Rosa, "Franco Rodano; il cristianesimo e la società opulenta", in "Ricerche di storia sociale e religiosa", anno Giuseppe Chiarante: Tra De Gasperi e Togliatti. Memorie degli anni Cinquanta (Carocci, Roma; Michele Pandolfelli: Cattolicesimo e marxismo nel pensiero di Franco Rodano (Tesi di laurea in Scienze politiche, Roma. S.d.). Giovanni Tassani:"Il Belpaese dei Cattolici", Cantagalli ,"La traccia e la prospettiva teorica di Franco Rodano". Renato MORO, "Franco Rodano e la storia del 'partito cattolico' in Italia", in Alfonso BottiStoria ed esperienza religiosa. Studi per Rocco Cerrato, Urbino, Quattro Venti, Hanno detto di lui «La vita di Franco Rodano ha testimoniato, in modo esemplare, quanto possa essere forte, nell’uomo, la dedizione all’impegno intellettuale e ai grandi ideali, tra i quali la politica intesa nel senso più nobile e più alto dell’accezione. Portatore d’una fede religiosa profondamente sentita e sofferta, Rodano ha avuto costantemente con sé il dantesco “angelo della solitudine”: durante l’intera sua vita, infatti, mai si è sottratto al rovello e al dubbio; mai ha preferito la comoda via dei pigri, degli opportunisti e dei neutrali. La sua prima “scelta di campo” nell’Italia divisa in due,  fu doppiamente coraggiosa: la resistenza al nazifascismo ed il tentativo di conciliare nel Movimento dei cattolici comunisti i valori della tradizione cristiana e cattolica con quelli della rivoluzione d’ottobre. E così continuò senza paura e con sacrificio personale in tutti questi anni promuovendo con le sue tesi, tra consensi e dissensi, un continuo dibattito. La sua “inquietudine” fu, dunque, sincera e feconda, sorretta da uno spirito virile, ma al fondo sensibile ed umanissimo. Certamente Franco Rodano sarà ricordato dallo storico del futuro con queste sue peculiarità di intellettuale originale, pugnace e coraggioso. In questo modo l’ho visto e conosciuto, e così rimarrà per sempre nella mia memoria.»  Sandro Pertini, Quaderni della Rivista Trimestrale, . “ritengo che la sua vita e la sua opera abbiano fornito una prova concreta e significativa della validità di due principi che egli ha serenamente professato e praticato e che, anche con il suo personale contributo, sono acquisiti al patrimonio teorico e ideale del Partito comunista. Il primo è la distinzione e l’autonomia reciproca della politica e della fede religiosa (o della convinzione filosofica o del “credo” ideologico). Il secondo è l’affermazionefatta da Togliatti, formulata in una tesi approvata dal X congresso del partito e sviluppata poi nelle tesi del XV congressosecondo la quale un cristianesimo genuinamente vissuto non soltanto non si oppone, ma è anche in grado di sollecitare un’azione che può contribuire alla battaglia per la costruzione di una società più umana, più libera e più giusta di quella capitalista.»  Enrico Berlinguer, Quaderni della Rivista Trimestrale, «C’era nella sua avversione al misticismo, all’indistinto, all’anarchismo, una grande lezione di umanesimo storico e costruttivo. La drammaticità con cui sentiva i rischi di un capovolgimento della democraziavissuta nei suoi angusti limiti democraticisticiin corporativismo e in anarchia, e, quindi, la possibilità di una replica autoritaria, è tuttora inscritta nella nostra vita quotidiana, nella fase che stiamo attraversando. Bene: distinguere per collegare; stabilire i confini del campo di ciascuno, da cui discende l’autonomia della politica dalla religione e dalle ideologie. Per questo ritengo che occorra respingere le sollecitazioni di quanti pensano di poter rimuovere la questione di fondo posta da Rodano. Quella questione oggi riguarda, a mio avviso, il confine mobile tra progresso e conservazione” Achille Occhetto, Quaderni della Rivista Trimestrale, n.75-77, giugno-dicembre 1983, 67. «Per chi ha seguito, anche talvolta dissentendo, il pensiero di Rodano e lo ha spesso messo a confronto con la visione di Moro, appare chiaro che gli insegnamento di Franco Rodano come quelli di Aldo Moro non hanno solo valore per la ricostruzione storica di una fase politica conclusa, ma hanno invece valore e significato come guida per la costruzione di un processo di allargamento della democrazia, di sviluppo e di confronto e di un dialogo che sono ancora più che mai attuali, perché attuali e non risolti sono i grandi problemi nazionali che richiedono sì maggioranze e governi più efficaci e risoluti, ma anche un più largo consenso popolare da realizzarsi col confronto, col dialogo, con la partecipazione, sia pure a vario titolo, ad un unico disegno di tutte le forze politiche rappresentative dell’intera realtà popolare.»  Giovanni Galloni, Quaderni della Rivista Trimestrale, n. “benché creda che la storia sia opera di molti, e non di singole personalità pur spiccatissime, ho sempre ritenuto che il ruolo esercitato da Rodano nella vicenda italiana di questi decenni sia stato assolutamente fuori del comune, e portatore di cambiamento come a pochissimi altri è stato dato. Ciò dico soprattutto in riferimento alla storia e alle trasformazioni del partito comunista italiano, nei cui confronti Rodano ha esercitato una funzione liberatrice e maieutica che, se non temessi di far torto alla complessità del processo di un grande movimento di massa e agli innumerevoli apporti di cui esso è sostanziato, non esiterei a definire demiurgica.»  Raniero La Valle, Quaderni della Rivista Trimestrale, n.75-77, giugno-dicembre 1983, 49. «Lasciamo ad altri le banalità sul “Consigliere del Principe” o sul “consulente” per i rapporti con il mondo cattolico o con il Vaticano. Togliatti ne fu attratto e interessato certo, anche perché l’esperienza di Rodano, le sue riflessioni, le sue frequentazioni arricchivano il Partito di qualcosa che altrimenti non sarebbe venuto. Forse qualcosa di analogo era stato per Gramsci e per Togliatti l’incontro con Piero Godetti. Che Franco conoscesse e stimasse il cardinal Ottavini, che fosse intimo di don De Luca, non era importante perché ciò rappresentava un “canale”; era piuttosto decisivo che un giovane così ascoltasse e parlasse, che si trovasse a casa sua tra i comunisti, che per farlo soffrisse fino alla persecuzione vaticana, riuscendo sempre ad essere fedele nel senso più pieno del termine.»  Gian Carlo Paietta, Quaderni della Rivista Trimestrale, n.75-77, giugno-dicembre 1983, 73. «Franco è stato e rimane uno dei pochi uomini il cui pensiero rende possibile l’appellativo di femminista anche per un appartenente al sesso maschile. La continua attenzione di Franco alla questione femminile derivava, certo, da una molteplicità di circostanze. Vi influiva la ricerca su quello che egli stesso definì il processo di umanizzazione dell’uomo, nel cui quadro la liberazione della donna costituiva ben più di una semplice componente o misura, ma piuttosto una delle condizioni decisive per una reale, generale fuoruscita dall’alienazione e dallo sfruttamento umano […]. Oggi più d’uno ambirebbe, revanchisticamente, a considerare conclusa la stagione femminista. E invece il vero problema per le donne, per la democrazia, per il mutamento, è la perpetuazione e il saldo attestarsi a un livello superiore del femminismo. Per questo il messaggio di Franco Rodano, che può ben a ragione essere definito femminista nell’accezione più onnicomprensiva ed elevata, risulta tuttora rivolto alla speranza e soprattutto all’impegno: quell’impegno per cui egli ha consumato generosamente, e certo positivamente anche per la causa femminile, tutta intiera la sua vita.»  Giglia Tedesco, Quaderni della Rivista Trimestrale, «Il [mio] primo interrogativo riguarda le scelte politiche che egli ha fatto, ponendosi come cattolico in contrasto con alcune direttive ecclesiastiche. Dove ha trovato forza e serenità, pur con sofferenza, per queste opzioni non rinunciando alla sua fede e alla sua appartenenza ecclesiale, sempre professata? Non ho trovato altra risposta che la sua fede teologale. La fede di Franco non era credenza dottrinale, magari utilizzata ideologicamente, o sottomissione alla gerarchia che poi si muta in ribellione; era adesione cosciente e ferma a Dio che si è rivelato in Gesù Cristo, ancora vivente nella Chiesa. Questa fede comporta quel “sensus fidei” (ne ha parlato il Vaticano II nella Lumen Gentium n. 12) che diventa giudizio pratico nelle concrete situazioni per scelte che siano conformi alla volontà di Dio. È il “discernimento” di cui parla san Paolo nella Lettera ai Romani (12, 2) e che tanta parte ha nella dottrina spirituale cristiana.»  Don Gino Della Torre, Quaderni della Rivista Trimestrale, n.75-77, giugno-dicembre 1983, 95. «Il rapporto con la Chiesa, sia come comunità di fede che come istituzione, senza mediazioni di un partito cattolico […] rappresentava [per Rodano] un’occasione e una garanzia per depurare il movimento comunista non solo dall’ateismo scientista, ma anche di una visione totalizzante della rivoluzione politica e sociale (il mito del regno dei cieli sulla terra e di una storia senza alienazioni). Corrispettivamente il movimento comunista era il portatore necessario di una trasformazione della società che non si presentasse […] come inveramento e compimento della razionalità illuministica, della rivoluzione borghese, ma anche e soprattutto come loro rovesciamento dialettico, e perciò offrisse un fondamento storico e materiale ad un mondo in cui la persona umana diventasse centro e misura, liberata dalla reificazione capitalistica, e perciò stesso base reale di un pieno sviluppo di un cristianesimo, non integralista, ma consapevole, diffuso, praticabile.»  (Lucio Magri) Altri progetti Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Franco Rodano  Gli anni di Rodano, articolo di E. Melchionda, in "Aprile", n. 108, settembre 2003. Franco Rodano: dall'utopia alla secolarizzazione, articolo diVassallo, in "effedieffe.comgiornale on-line", Il consigliere di Berlinguer che amava la Controriforma. Ricorre il decennale della morte del giornalista politico Franco Rodano, articolo di Paolo Franchi, Corriere della Sera, 8 ottobre, Archivio storico. Raccolta di articoli di Franco Rodano. «Ròdano, Franco», la voce in Enciclopedie on line, sito "Treccani L'Enciclopedia italiana".

 

romagnosi: important Italian philosopher. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Romagnosi," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

Romanoto be identified.

 

ROSCAGLIA. (Roma), filosofo --  è figlio del filologo Aurelio Roncaglia, nipote dell'omonimo musicologo Gino Roncaglia e fratello dell'economista Alessandro Roncaglia.  Laureatosi in filosofia a Roma, è stato allievo di Gregory e  Maierù. Consegue il perfezionamento in Informatica umanistica, sempre presso la Sapienza. Consegue poi il dottorato in Filosofia a Firenze. Insegna Editoria digitale e Digital Humanities a 'Roma.  In precedenza, era stato prima ricercatore, poi professore associato a Tuscia, dove ha diretto un master in learning e corsi di perfezionamento su Book e futuro del libro e sul web semantico. Eera stato documentarista bibliotecario presso l'Archivio Storico della Camera dei deputati, occupandosi dei primi progetti di digitalizzazione della documentazione storica.  Fra i pionieri dell'uso di Internet in Italia e della riflessione sulle sue potenzialità culturali (in particolare nel settore dell'editoria e degli ebook), è socio fondatore dell'Associazione culturale Liber Liber. È stato autore con Calvo,  Ciotti e Zela della fortunata serie di manuali su Internet pubblicati dalla casa editrice Laterza (sei edizioni e oltre venti ristampe). Oltre che sul mondo del web, sull'editoria digitale e sulle culture di rete, ha pubblicato numerosi studi e ricerche anche sulla storia della logica fra il Medioevo e Leibniz.  In ambito televisivo è stato fra gli autori della trasmissione Rai MediaMente e di numerosi altri programmi televisivi legati al mondo delle nuove tecnologie e delle reti, nonché dei programmi culturali Nautilus e Zettel Filosofia in movimento in onda a partire dal gennaio  sul canale Rai Scuola. Con Casati è autore di un progettodenominato Wikilexper l'uso di strumenti wiki nel drafting normativo, in un contesto di democrazia partecipata.  Ha fatto parte dal settembre  del Comitato tecnico-scientifico per le biblioteche e gli istituti culturali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, da cui si è dimesso per protesta nel maggio .  Opere principali: L'età della frammentazione. Cultura del libro e scuola digitale. Roma-Bari:Laterza, . L'editoria fra cartaceo e digitale. Milano: Ledizioni, . La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro. Roma-Bari: Laterza, . Lingua e tecnologia. Usi della lingua e strumenti di rete, in Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Il libro dell'anno,  Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Google Book Search e le politiche di digitalizzazione libraria. Digitalia,  Dai metadati all'harvesting. La gestione di risorse informative attraverso repository interoperabili. Culture del testo e del documento,  Internet,  Manuale per l'uso della rete, con Calvo, Ciotti, e Zela. Roma-Bari: Laterza, Blogosfera e feed RSS. Una palestra per il Semantic web? Networks. Rivista di filosofia dell'intelligenza artificiale e scienze cognitive,  Frontiere di rete. Internet, cosa c'è di nuovo?, con Calvo, Ciotti, Zela. Roma-Bari: Laterza, Il mondo digitale. Introduzione ai nuovi media, con Fabio Ciotti , Roma-Bari: Laterza, Palaestra Rationis. Discussioni su natura della copula e modalità, Firenze: Olschki. Università Roma Tre. 5 aprile .  Dimissioni organi consultivi MiBACT. Note a margine del concorso per 500 funzionari del Ministero Beni Culturali: mezzo bibliotecario per ogni biblioteca? E la tutela di libri e manoscritti chi la fa?, su aib. 23 agosto .  Opere su Liber Liber,  su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Gino Roncaglia, .  Registrazioni di Gino Roncaglia, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Il sito-blog del libro La quarta rivoluzione, su ebooklearn.com. L’Open Archive dell’Università della Tuscia, contenente le sue pubblicazioni, su dspace.unitus.  Il sito del corso di perfezionamento su futuro del libro, e-book ed editoria digitale, su ebooklearn.com. Il sito del master in E-Learning dell’Università della Tuscia, su masterunitus.com. Il sito del progetto Wikilex, su merzspace.net. Gino Roncaglia: memoria e supporti digitali, sul  RAI Filosofia, su filosofia.rai.

 

RONCHI. (Forlì). Flosofo. Si è laureato a Bologna e ha conseguito il dottorato a Milano sotto la guida di Sini. Professore ad Aquila a all’Istituto di ricerca di psicanalisi applicate. Tiene corsi in varie università  e collabora con diversi centri di ricerca. È direttore di due collane: “Filosofia al presente” per Textus Edizioni di L’Aquila e “Canone Minore” per Mimesis Edizioni di Milano e dal  dirige la scuola di filosofia Praxis a Forlì.  È membro del Consiglio di amministrazione della Société des amis de Bergson e collabora con i servizi culturali di Rai Radio Tre e con il sito Doppiozero.  I suoi primi lavori sono dedicati a Bataille, Levinas, e Blanchot. Un sapere passionale) e alla questione della comunicazione intesa filosoficamente come partecipazione alla verità e fondamento ontologico della stessa pratica filosofica (Teoria critica della comunicazione: dal modello veicolare al modello conversativo, -- Grice: “I like ‘conversativo.”Almost a Spoonerism for ‘conservative’!” -- Filosofia della comunicazione. Il mondo come resto e come teogonia. Più in particolare,  ha proposto una revisione del modello veicolare o standard della comunicazione e una critica al paradigma linguistico del vivente. Al problema della raffigurazione e al suo rapporto col dicibile nel pensiero occidentale antico, moderno e contemporaneo è invece dedicato “Il pensiero bastardo: figurazione dell’invisibile e comunicazione indiretta.” Grice: “This shows a distinction between ‘ingelese italianato.’ To call indirect communication bastard would be a bit too much at Oxford!” --. Grazie ai suoi studi su Bergson Ronchi si è segnalato come una voce significativa della cosiddetta “Bergson renaissance”. – cf. Grice, “Speranza e la cosidddetta “Grice renaissance””. Nei suoi lavori (Bergson filosofo dell’interpretazione, Bergson. Una sintesi, ), guarda a Bergson come a un filosofo in grado di dare risposta a questioni tuttora aperte del dibattito filosofico. Bergson non è, come si crede, un filosofo irrazionalista, spiritualista, ostile alla scienza e ai suoi metodi. Per lui la filosofia è un metodo rigorosamente empirista, che consente la massima precisione possibile nella descrizione dei fenomeni. Bergson è anzi il filosofo che ha cercato di emancipare la scienza da quanto di “metafisico” era ancora inconsapevolmente presente nelle sue pratiche. Con le sue celebri nozioni di “durata” e di “memoria” (cfr. Grice, “Personal identity: my debt to Bergson”)  ha costruito un nuovo modello di intelligibilità del divenire, alternativo a quello aristotelico, in grado finalmente di spiegare, senza riduzionismi, il “vivente” quale era stato descritto dalla biologia evoluzionista.  Il pensiero bergsoniano è presentato come uno snodo essenziale della filosofia del Novecento. La sua dirompente attualità è mostrata attraverso un confronto sistematico con la fenomenologia, l’esistenzialismo, l’ermeneutica, il pensiero della differenza e l'epistemologia della complessità. Al tempo stesso però,  Bergson è ricollocato dall’autore all’interno della tradizione filosofica occidentale, come un capitolo, tra i più alti, dell’indagine filosofica sulla natura: un capitolo che continua l’opera di quei filosofi e di quei teologi che, dai neoplatonici a Cusano fino a Grice e Gentile, hanno provato a pensare la natura come vita vivente e come divinità immanente.  Impegnato in una definizione e riabilitazione del filosofico contro il pericolo della sua dismissione (Come fare: per una resistenza filosofica, ), proprio grazie al confronto con Bergson e ai filosofi “amici” di quest’ultimo (Grice, James, Whitehead, Deleuze, and Grice’s immediate sources: Gallie and Broad),  è venuto definendo la sua posizione filosofica inscrivendola in una costellazione ben precisa, ancorché minoritaria (Canone minore: verso una filosofia della natura, ). Empirismo radicale, realismo speculativo e “pragmatica” “trascendentale” sono le definizioni che, più di altre, esprimono il senso e la direzione della sua ricerca, improntata com'è a criticare quella che chiama “la linea maggiore della filosofia” e che definisce dualistica, soggettivistica e antropocentrica. In una parola: moderna.  Da Kant sino a Derrida, la filosofia moderna è stata infatti caratterizzata dal primato accordato alla finitudine, alla contingenza, all'intenzionalità griceiana, alla negazione e al linguaggio e la semiotica. La filosofia maggiore è, in fondo, un’antropologia cui oppone una filosofia del processo radicalmente monista e immanentista che contesta la tesi dell' "eccezione umana" e che non pone come apriori il principio della correlazione soggetto-mondo (anche nella versione offertane dall'ermeneutica e dalla fenomenologia). Alla svolta trascendentale kantiana è opposta quella cosmologica whiteheadiana e, al dispositivo aristotelico potenza/atto, dispositivo insufficiente a cogliere la natura naturans, la nozione di gentiliana di “actus purus”. La linea minore è, infatti, anche e soprattutto una linea megarica che, alla potenza logico-linguistica e umana troppo umana dei contrari, sostituisce una potenza che non può non esercitarsi (sia essa quella dell’Uno di Plotino, della sostanza di Spinoza o della durata di Bergson). La filosofia “minore” è una filosofia del processo (categoria che oppone all’aristotelica Kinesis) che, pur confutando il nulla e il possibile come pseudo-problemi, non sacrifica il carattere creativo e dinamico del reale. Il problema filosofico del rapporto Uno-moltida sempre al centro della riflessione cioè risolto nei termini di una cogenerazione reciproca fra i differenti per natura, in cui questa differenza non di grado tra il principio e il principiato funziona come causa dell’immediato essere uno dei molti ed esser molti dell’uno, ossia come la causa di quella unità cangiante di tutte le cose che  chiama “immanenza assoluta”.  Opere: Bataille, Lévinas, Blanchot: un sapere passionale (Spirali, Milano) Bergson filosofo dell'interpretazione (Marietti, Genova) Luogo comune. Verso un'etica della scrittura (EGEA, Università Bocconi Editorr) La scrittura della verità. Per una genealogia della teoria (Jaca, Milano) La verdad en el espyo. Les présocraticos y el alba de la philosophia, Akal, Madrid) Il pensiero bastardo: figurazione dell'invisibile e comunicazione indiretta (Marinotti, Milano. Teoria critica della comunicazione: dal modello veicolare al modello conversativo (Mondadori, Milano) Grice: “As I say, I like ‘conversativo;’ perhaps I should adopt it! ‘conversative,’ rather than the pompous ‘conversational’!). Liberopensiero. Lessico filosofico della contemporaneità (Fandango Libri, Roma) Filosofia della comunicazione: il mondo come resto e come teogonia (Bollati Boringhieri, Torino) Bergson. Una sintesi (Marinotti, Milano ) Come fare. Per una resistenza filosofica (Feltrinelli, Milano ) Brecht. Introduzione alla filosofia (et al., Correggio ) Zombie outbreak: la filosofia e i morti-viventi (Textus Edizioni, L'Aquila ) Gilles Deleuze. Credere nel reale (Feltrinelli, Milano ) Il canone minore: verso una filosofia della natura (Feltrinelli, Milano ), Brecht. Tre dispositivi (Orthotes, Napoli ), Bergson, Whitehead, realismo speculative, Deleuze Scuola megarica, Sini, Gentile.

 

rosattiMarcello vitali rosatti --

 

ROSELLI. (Gimiliano). (with one s) perhaps --  Tiberio Rosselli (Gimigliano), filosofo. Indicato nelle fonti anche come Tiberio Russiliano Sesto.  Le notizie sulla sua nascita sono incerte. Più certe sono le informazioni sulla sua morte: le fonti concordano nel fatto che muoia per mano di un suo servo. Di lui scrive così, Luigi Accattatis nel suo libro Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, raccolte L. Accattatis (1869):  «far dobbiamo onorevole menzione di Tiberio Rosselli da Gimigliano, letterato insigne del suo tempo e filosofo di grido, Cattedratico in Napoli ed in Salerno; il quale, a dir del Barrio, partitosi pel genio di visitare l'Africa, fu ucciso dal proprio schiavo. Egli era della famiglia di cui è stata la madre del celeberrimo Giuseppe Scorza, matematico distintissimo, istruttore, autore di merito, ed illustratore della scienza per metodi ed invenzioni, morto non ha guari in Napoli. Conchiudendo adunque, pare non dubbio essere stato il Nifo calabrese di origine, ed avere avuto tra noi i primi rudimenti di letteratura, tali da avergli dato a vivere. Dal contesto di scrittori calabresi, contemporanei alcuni, e vivuti altri dopo breve tempo della morte di lui, a cui noto veniva per recente tradizione, chiaramente se ne rivela il vero.»  E ancora l'Accattatis, parlando di Annibale Rosselli:  «(…)Tiberio Rosselli, congiunto di frate Annibale Rosselli, e discepolo del celebre Agostino Nifo; e che per la sua dottrina fu prescelto a leggere filosofia per più anni nell'Salerno.»  Opere: “Apologeticus adversus cucullatos Philosophiae declamatio ad Leonem X Oratio habita Patavi in principio suarum disputationum De propositione de inesse secundum Aristotelis mentem libellu Universalia Porphiriana.  Calabria, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, raccolte L. Accattatis, Di questo filosofo e frate si occupano nei loro studi, tra gli altri, Zambelli e De Franco nei loro lavori. Nel  viene pubblicato da O/esse il testo "Rosselli di Gimigliano. Dalle origini a noi", che ricostruisce la vita e le opere del Rosselli.  Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

 

ROSMINI. Important Italian philosopher, Catholic priest, counselor to Pope Pius IX, and supporter of the supremacy of the church over civil government Neo-Guelphism. Rosmini had two major concerns: the objectivity of human knowledge and the synthesis of philosophical thought within the tradition of Catholic thought. In his Nuovo saggio sull’origine delle idee “New Essay on the Origin of Ideas,” 1830, he identifies the universal a priori intuitive component of all human knowledge with the idea of being that gives us the notion of a possible or ideal being. Everything in the world is known by intellectual perception, which is the synthesis of sensation and the idea of being. Except for the idea of being, which is directly given by God, all ideas derive from abstraction. The objectivity of human knowledge rests on its universal origin in the idea of being. The harmony between philosophy and religion comes from the fact that all human knowledge is the result of divine revelation. Rosmini’s thought was influenced by Augustine and Aquinas, and stimulated by the attempt to find a solution to the contrasting needs of rationalism and empiricism. Antonio Rosmini  Nota disambigua.svg DisambiguazioneSe stai cercando l'omonimo criminale appartenente alla 'ndrangheta, vedi Antonio Rosmini (criminale). Nota disambigua.svg Disambiguazione"Rosmini" rimanda qui. Se stai cercando la 'ndrina, vedi Rosmini ('ndrina). Beato Antonio Rosmini Francesco Hayez,  Ritratto di Antonio Rosmini (1853-1856) Galleria d'Arte Moderna di MilanoAntonio Rosmini ritratto da Francesco Hayez, Nascita 24 marzo 1797 Morte 1º luglio 1855 Venerato da Chiesa cattolica Beatificazione 18 novembre 2007 Ricorrenza 1º luglio Manuale Antonio Francesco Davide Ambrogio Rosmini Serbati (Rovereto, 24 marzo 1797Stresa, 1º luglio 1855) filosofo, teologo e presbitero italiano. La chiesa cattolica lo venera come beato dal 18 novembre 2007.   Casa natale di Antonio Rosmini, in corso Rosmini, a Rovereto. Fu secondogenito di Pier Modesto e di Giovanna dei Conti Formenti di Biacesa in Valle di Ledro, nipote di Ambrogio Rosmini Serbati, e al momento della sua nascita avvenuta il 24 marzo 1797, Rovereto faceva parte del dominio delle forze napoleoniche, che l'avevano strappato all'Impero asburgico. In quegli anni il Trentino fu terra di confine ora Tirolese (Tirolo italiano) ora appartenente al regno d'Italia, con capitale Milano.  Della sua nascita, Rosmini renderà sempre grazie a Dio poiché «Egli la fece coincidere con la vigilia della Beata Maria Vergine Annunziata». Viveva con sua sorella maggiore Margherita, entrata nelle Suore di Canossa, e con suo fratello più piccolo, Giuseppe. Rosmini, terminato l'Imperial Regio Ginnasio di Rovereto, al tempo città della Contea del Tirolo, compì gli studi giuridici e teologici presso l'Padova e manifestò il desiderio di diventare sacerdote. A questo proposito i famigliari raccontavano come, fin dalla più tenera età, Rosmini leggesse alla luce della sua aureola.  Fu nel giugno 1820, in occasione della venuta a Rovereto del Vescovo di Chioggia Giuseppe Manfrin Provedi per consacrare le chiese di Santa Maria del Carmine e di Santa Croce, appartenente all'omonimo Monastero, che Antonio Rosmini, prendendo parte alla cerimonia, ottenne da Monsignor Manfrin il diaconato ed in seguito, a Chioggia, il 21 aprile 1821 ricevette l'ordinazione sacerdotale. Intanto iniziò a mostrare una profonda inclinazione per gli studi filosofici, incoraggiato in tal senso da papa Pio VII.  Dal 1826 si trasferì a Milano dove strinse un profondo rapporto d'amicizia con Alessandro Manzoni che di lui ebbe a dire: «è una delle sei o sette intelligenze che più onorano l'umanità». Manzoni assistette Rosmini sul letto di morte, da cui trasse il testamento spirituale "Adorare, Tacere, Gioire". Gli scritti di Antonio Rosmini destarono l'ammirazione, tra gli altri, anche di Giovanni Stefani, Niccolò Tommaseo e Vincenzo Gioberti dei quali pure divenne amico.  Nel 1828, dopo aver dovuto lasciare il Trentino, per motivi di forte ostilità per le sue posizioni incontrati da parte del vescovo di Trento, il beato Giovanni Nepomuceno de Tschiderer, fondò al Sacro Monte Calvario di Domodossola la congregazione religiosa dell'Istituto della Carità, detta dei "Rosminiani". Le Costituzioni della nuova famiglia religiosa, contenute in un libro che curò per tutta la vita, furono approvate da papa Gregorio XVI nel 1839.  A Borgomanero svolge la sua attività di insegnamento e di guida spirituale in un collegio rosminiano, il "Collegio Rosmini", regolato dalla Congregazione delle Suore della Provvidenza Rosminiane.  Nel 1848 svolse una missione diplomatica per conto del Re di Sardegna Carlo Alberto presso la Santa Sede.  Il filosofo fu presidente dell'Accademia Roveretana degli Agiati ed il suo posto, anni dopo la sua morte, dal 1872 al 1888, fu assunto da don Francesco Paoli, suo segretario ed esecutore delle volontà, già direttore di Casa Rosmini. Tra le volontà del filosofo vi fu anche quella di donare alla città di Rovereto un terreno nell'attuale zona di Santa Maria per costruirvi l'ospedale cittadino, e don Paoli onorò tale decisione.  Rosmini è sepolto all'interno del Santuario del SS. Crocifisso di Stresa. Nella stessa chiesa si trovano le spoglie di Clemente Rebora.  Pensiero Filosofia Rosmini portò avanti tesi filosofiche tese a contrastare sia l'illuminismo che il sensismo. Sottolineando l'inalienabilità dei diritti naturali della persona, fra i quali quello della proprietà privata, entrò in polemica con il socialismo e il comunismo, postulando uno Stato il cui intervento fosse ridotto ai minimi termini. Nelle sue teorie il filosofo seguì le concezioni di Sant'Agostino e di San Tommaso, rifacendosi anche a Platone.  Gli esordi filosofici di Antonio Rosmini si ricollegano a Pasquale Galluppi, sia pure polemicamente, in quanto Rosmini avverte con ogni chiarezza come risulti insostenibile una posizione di integrale sensismo gnoseologico.  La necessità di concepire una funzione ordinatrice dell'esperienza, e a questa precedente, porta Rosmini a guardare con interesse la filosofia di Kant. Tuttavia non è soddisfatto di ciò che lui chiama l'innatismo kantiano, legato ad una pluralità imbarazzante e precaria di categorie. Le quali, d'altra parte, gli sembrano fallire lo scopo di far conoscere il reale quale esso è, per la necessaria introduzione di modifiche soggettive nell'atto stesso del conoscere.   Contrada della Terra, a Rovereto. Memoria storica della presenza di Antonio Rosmini. Il problema filosofico di Rosmini si configurava perciò come quello di garantire oggettività alla conoscenza. La soluzione non potrà essere trovata, stante il rifiuto della trascendentalità kantiana e dei connessi sviluppi, se non in una ricerca ontologica, in un principio oggettivo di verità, che riesca ad illuminare l'intelligenza in quanto le si proponga con immediata evidenza, universalità e immutabilità.  Questo principio è per Rosmini l'idea dell'essere possibile, che da indeterminato contenuto dell'intelligenza, quale originariamente è, si fa determinato allorché viene applicato ai dati forniti dal senso. Essa precede e informa di sé tutti i giudizi con cui affermiamo che qualche cosa particolare esiste. L'idea dell'essere, dunque, costituisce l'unico contenuto della mente che non abbia origine dai sensi, ed è perciò innata (Nuovo saggio sull'origine delle idee, del 1830).  Ma qui i problemi del kantismo, che sembrano superati o almeno messi da parte, si riaffacciano con urgenza: di fronte al mero ricevere dati, di cui parlava il sensismo, Rosmini ha chiarito che la mente umana nel suo uso conoscitivo formula giudizi, in cui l'idea dell'essere ha funzione di predicato, cioè di categoria, e la sensazione è il soggetto, di cui si predica qualche cosa. Nel giudizio, inoltre, il predicato si determina e la sensazione si certifica: se questa è la funzione propria del giudicare, ogni concetto non può sussistere che come predicato di un giudizio; né a questa necessità sembra potersi sottrarre il concetto di essere, che è dato solo nell'attività giudicante, come forma del giudizio.  Tuttavia Rosmini non accetta tale riduzione, ed esclude proprio il predicato di esistenza della funzione del giudizio, continuando ad attribuirgli una natura oggettiva e trascendente. È l'essere trascendente che si rivela all'uomo, lo illumina e gli permette di pensare. Chi lo nega come il nichilismo cade in una vuota posizione nullista.  Accanto a questa ontologia l'etica di Rosmini si sviluppa come etica caritativa (Principio della scienza morale1).   Monumento sepolcrale di Antonio Rosmini, Vincenzo Vela, Stresa Politica Rosmini dedicò alla politica una breve ma intensa fase della sua vita. Seguì papa Pio IX riparato a Gaeta dopo la proclamazione della Repubblica Romana, ma la sua formazione attestatasi su ferme posizioni di cattolicesimo liberale era tale per cui fu costretto a ritirarsi sul Lago Maggiore, a Stresa. Tuttavia, quando Pio IX volle istituire dopo il 1849 una commissione incaricata della preparazione del testo per la definizione del dogma dell'Immacolata Concezione, nonostante ben due sue opere (Le cinque piaghe della Chiesa e La costituzione secondo la giustizia sociale) fossero all'Indice, Rosmini fu chiamato a prendere parte a tale commissione.  In generale, Rosmini era favorevole allo Stato liberale (vagheggiando la monarchia costituzionale), al costituzionalismo e anche alla separazione tra Stato e Chiesa (sebbene non "assoluta": Rosmini criticherà lo Statuto Albertino proprio per il suo porre ancora il cattolicesimo come religione di Stato, elogiandone comunque il tentativo distensivo nei confronti della Santa Sede, ma criticherà le leggi laiciste ed anticlericali emanate successivamente). In gioventù ammiratore di François-René de Chateaubriand e di Joseph de Maistre (per cui avrà comunque parole di elogio ancora nel 1839), si convincerà in seguito della sostanziale bontà della maggior parte delle conquiste dell'età moderna, criticandone solo le modalità: in tale ottica, Rosmini criticava sia la rivoluzione francese che l'Ancient Regime, riconoscendo invece la sostanziale bontà dei princìpi sanciti nel 1789 (distinguendoli dalle successive degenerazioni rivoluzionarie), in polemica con chi, da una parte e dall'altra, sosteneva una società da lui definita "perfettista".  Continuò a vivere a Stresa, fecondo nel perseguire il perfezionamento del suo sistema di pensiero con opere come Logica (1853) e Psicologia (1855), sino alla morte.  Il suo corpo è oggi inumato in un sarcofago presso il Santuario SS. Sacramento a Stresa. Da Pio VIII a Benedetto XVI: il giudizio dei papi su Rosmini Ratzinger su Rosmini Il cardinale Joseph Ratzinger, il 18 maggio 1985 (quando la questione rosminiana era ancora ben accesa), nell'ambito di una serata organizzata dal Centro Culturale di Lugano, disse:  Nel confronto con le parole classiche della fede che sembrano così lontane da noi, anche il presente diventa più ricco di quanto sarebbe se rimanesse chiuso solo in se stesso. Vi sono naturalmente anche tra i teologi ortodossi molti spiriti poco illuminati e molti ripetitori di ciò che è già stato detto. Ma ciò succede ovunque; del resto la letteratura dozzinale è cresciuta in modo particolarmente rapido proprio là dove si è inneggiato più forte alla cosiddetta creatività. Io stesso per lungo tempo avevo l'impressione che i cosiddetti eretici fossero per una lettura più interessante dei teologi della chiesa, almeno nell'epoca moderna.  Ma se io ora guardo i grandi e fedeli maestri, da Mohler a Newman a Scheeben, da Rosmini a Guardini, o nel nostro tempo de Lubac, Congar, Balthasarquanto più attuale è la loro parola rispetto a quella di coloro in cui è scomparso il soggetto comunitario della Chiesa.  In loro diventa chiaro anche qualcos'altro: il pluralismo non nasce dal fatto che uno lo cerca, ma proprio dal fatto che uno, con le sue forze e nel suo tempo, non vuole nient'altro che la verità. Per volerla davvero, si esige tuttavia anche che uno non faccia di se stesso il criterio, ma accetti il giudizio più grande, che è dato nella fede della Chiesa, come voce e via della verità.  Del resto io penso che vale la stessa regola anche per le nuove grandi correnti della teologia, che oggi sono ricercate: teologa africana, latinoamericana, asiatica, ecc. La grande teologia francese non è nata per il fatto che si voleva fare qualcosa di francese, ma perché non si presumeva di cercare nient'altro che la verità e di esprimerla più adeguatamente possibile.  E così questa teologia è diventata anche tanto francese quanto universale. La stessa cosa vale per la grande teologia italiana, tedesca, spagnola. Ciò vale sempre. Solo l'assenza di questa intenzione esplicita è fruttuosa. E di fatto non abbiamo davvero raggiunto la cosa più importante se noi ci siamo convalidati da soli, ci siamo accreditati da soli e ci siamo costruiti un monumento per noi stessi.  Abbiamo veramente raggiunto la meta più importante se siamo giunti più vicino alla verità. Essa non è mai noiosa, mai uniforme, perché il nostro spirito non la contempla che in rifrazioni parziali; tuttavia essa è nello stesso tempo la forza che ci unisce. E solo il pluralismo, che è rivolto all'unità, è veramente grande.»   Monumento ad Antonio Rosmini, in Corso Rosmini, a Rovereto Papa Pio VIII disse a Rosmini, in udienza:  «È volontà di Dio che voi vi occupiate nello scrivere libri: tale è la vostra vocazione. Ella maneggia assai bene la logica, e la Chiesa al presente ha gran bisogno di scrittori: dico, di scrittori solidi, di cui abbiamo somma scarsezza. Per influire utilmente sugli uomini, non rimane oggidì altro mezzo che quello di prenderli colla ragione, e per mezzo di questa condurli alla religione. Tenetevi certo, che voi potrete recare un vantaggio assai maggiore al prossimo occupandovi nello scrivere, che non esercitando qualunque altra opera del Sacro Ministero.»  Gregorio XVI, successore di Pio VIII, in risposta alla lettera che Antonio Rosmini gli aveva indirizzato il 10 gennaio 1832, il 27 marzo dello stesso anno gli scrisse:  «Diletto Figlio, a te il nostro saluto e la nostra Apostolica Benedizione. Abbiamo volentieri e con animo lieto ricevuto la tua lettera con i sensi della tua devota sommissione a Noi e alla Sede Apostolica che ci hai mandato il 10 gennaio, in cui ci parli della pia Società, chiamata Istituto della Carità e che con le tue fatiche è stata fondata nel territorio della diocesi di Novara con l'approvazione del Vescovo. E soprattutto ci hai anche informato che il medesimo Istituto è stato da poco chiamato anche dal Vescovo di Trento nella sua diocesi e che qui molti ecclesiastici, di provate virtù, vi hanno aderito. Per questi fatti davvero rendiamo il nostro umile grazie a Dio autore di ogni bene. E quantunque questo Istituto non sia stato ancora confermato dall'autorità di questa Santa Sede, tuttavia speriamo in bene di esso e ci allietiamo che lo stesso si dilati con il consenso dei nostri Venerabili Fratelli nell'Episcopato. Quindi, per quanto riguarda le Sante Indulgenze connesse a questo istituto, che domandi siano concesse, ricevi diletto figlio il nostro Rescritto unito a questa lettera, da cui sicuramente comprenderai che rispondiamo positivamente alla tua richiesta. Ti assicuriamo anche che ci è pervenuto il libro sopra i Principi della Dottrina Morale da te edito e mandatoci in omaggio e ti dichiariamo il grazie del nostro animo per il dono. Tuttavia per la tensione nelle gravissime fatiche del Governo Apostolico non abbiamo ancora letto lo stesso libro, ma siamo certamente persuasi che esso sia in tutto conforme alla più sana dottrina e utilissimo alla sua difesa. Continua dunque, diletto figlio, lo studio e prosegui a spendere le tue fatiche ad onore di Dio per l'utilità della Chiesa; in Cielo sarà copiosa la ricompensa per la tua opera. Frattanto la paterna carità con cui ti abbracciamo nell'umanità di Cristo sia pegno dell'apostolica benedizione, che sgorgante dall'intimo del cuore ti impartiamo.»  (Da Breve pontificio di Gregorio P.P.XVI,) Pio IX rivolgendosi al Vescovo di Cremona, nel 1854 dopo il decreto Dimittantur opera omnia parlando di Rosmini disse:  «Non solo è un buon cattolico, ma santo: Iddio si serve dei santi per far trionfare la verità»  Il papa Leone XIII, al tempo delle aspre e dolorose lotte che si svolgevano intorno al pensiero rosminiano sul finire del diciannovesimo secolo, in una lettera indirizzata agli arcivescovi di Milano, Torino e Vercelli, del 25 gennaio 1882, fra l'altro scrisse:  «Ma non vogliamo che con questo abbia a patir detrimento il religioso Sodalizio della Carità; il quale come per lo innanzi spese utilmente le sue fatiche a beneficio del prossimo, secondo lo spirito dell'Istituto, così è desiderabile che fiorisca in avvenire e prosegua a rendere ognora più abbondanti frutti»  Rosmini Rovereto 02La condanna del Sant'Uffizio Col decreto del Sant'Uffizio "Post Obitum" del 1887, firmato da Leone XIII, vennero condannate, in quanto "non conformi alla verità cattolica", 40 proposizioni contenute nelle opere del Rosmini, le quali la Sacra Congregazione romana "giudicò doversi riprovare, condannare e proscrivere, nel proprio senso dell’autore", chiarendo inoltre che non era lecito "a chicchessia di inferire, che le altre dottrine del medesimo Autore, che non vengono condannate per questo decreto, siano per veruna guisa approvate".  La riabilitazione a seguito del Concilio Vaticano II Giovanni XXIII, negli ultimi anni della sua vita, meditò in ritiro spirituale le rosminiane "Massime di Perfezione Cristiana", assumendole come propria regola di condotta. Anche Paolo VI prestò interesse nel Rosmini: in occasione del 150º anniversario di fondazione dell'Istituto della Carità inviò un messaggio all'allora padre generale, in cui elogiava l'intuizione del Rosmini nel dare un grande peso alla missione caritativa già nel nome del nativo istituto religioso, appunto l'Istituto della Carità. Pubblicamente Paolo VI citò Rosmini durante il discorso tenuto alla Federazione Universitaria Cattolica Italiana del 2 settembre 1963 riguardante la cultura cattolica e l'Europa. Inoltre sotto il suo pontificato venne tolto il divieto di pubblicazione dell'opera Dalle Cinque Piaghe della Santa Chiesa.  Alla morte di Paolo VI venne eletto papa Giovanni Paolo I, che si era laureato in sacra teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma con una tesi su L'origine dell'anima umana secondo Antonio Rosmini. È bene precisare che Luciani era fortemente critico nei riguardi del pensiero rosminiano, solo successivamente cambiò opinione, rivolgendo nei riguardi di Rosmini parole di ammirazione e stima.  Tuttavia fu con il pontificato di Giovanni Paolo II che il pensiero rosminiano ha potuto liberarsi delle aspre critiche e delle condanne che accompagnavano l'Istituto della Carità fin dai tempi della sua fondazione. Nella Lettera Enciclica Fides et ratio, Giovanni Paolo II ha annoverato Rosmini «tra i pensatori più recenti nei quali si realizza un fecondo incontro tra sapere filosofico e Parola di Dio». Ne ha inoltre concesso l'introduzione della causa di beatificazione, conclusasi nella sua fase diocesana novarese il 21 marzo 1998.  Nel 2001, Joseph Ratzinger da prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede emanò nel 2001 il famoso documento Nota ai Decreti dottrinali sul Rev.do sac. Antonio Rosmini Serbati. La nota si concludeva confermando la validità del decreto Post obitum sulle quaranta proposizioni, e allo stesso tempo con la riabilitazione di Rosmini:  «Il Decreto dottrinale Post obitum non si riferisce al giudizio sulla negazione formale di verità di fede da parte dell'Autore, ma piuttosto al fatto che il sistema filosofico-teologico del Rosmini era ritenuto insufficiente e inadeguato a custodire ed esporre alcune verità della dottrina cattolica, pur riconosciute e confessate dall'Autore stesso.[...] Si possono attualmente considerare ormai superati i motivi di preoccupazione e di difficoltà dottrinali e prudenziali, che hanno determinato la promulgazione del Decreto Post obitum di condanna delle "Quaranta Proposizioni" tratte dalle opere di Antonio Rosmini. E ciò a motivo del fatto che il senso delle proposizioni, così inteso e condannato dal medesimo Decreto, non appartiene in realtà all'autentica posizione di Rosmini, ma a possibili conclusioni della lettura delle sue opere. Resta tuttavia affidata al dibattito teoretico la questione della plausibilità o meno del sistema rosminiano stesso, della sua consistenza speculativa e delle teorie o ipotesi filosofiche e teologiche in esso espresse. Nello stesso tempo rimane la validità oggettiva del Decreto Post obitum in rapporto al dettato delle proposizioni condannate, per chi le legge, al di fuori del contesto di pensiero rosminiano, in un'ottica idealista, ontologista e con un significato contrario alla fede e alla dottrina cattolica.»  (Nota ai Decreti dottrinali sul Rev.do sac. Antonio Rosmini Serbati) Il documento ribadisce la diversità di linguaggio e apparato concettuale del sistema rosminiano rispetto al tomismo, l'assenza di apparato critico nelle opere postume e la permanente "difficoltà oggettiva di interpretarne le categorie, soprattutto se lette nella prospettiva neotomista".  Papa Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto sul miracolo della guarigione di Suor Ludovica Noè, attribuito all'intercessione di Antonio Rosmini. Tra quelli portati dalla postulazione dei padri rosminiani, si è scelto di dare maggiore impulso a quello della guarigione della suora sopracitata, poiché il medico che la curò si convertì in seguito all'accaduto.  Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, a margine del Convegno sulla sfida educativa tenuto a Milano  , ha tenuto un intervento intitolato "Istanze educative e questione antropologica" in cui ha riconosciuto le istanze pedagogiche del Beato Antonio Rosmini. Il 1º luglio , il card. Angelo Bagnasco ha presieduto a Stresa la celebrazione eucaristica per il Dies Natalis di Antonio Rosmini.  Nel corso dell'Angelus domenicale fu ricordato per la sola "carità intellettuale" e perché "testimoniò la virtù della carità in tutte le sue dimensioni e ad alto livello". Avversario del sensismo e dell'illuminismo settecenteschi, fu mentore e maestro intellettuale di quattro Pontefici eletti consecutivamente: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e II. La beatificazione Cronologia della causa di beatificazione Nulla osta della Congregazione per la Dottrina della Fede che consente l'inizio della causa di beatificazione. 1º luglio 1997. Apertura del processo informativo diocesano dopo la nomina dei Censori teologi e delle commissioni storiche in Novara. Don Claudio Massimiliano Papa, I.C., diventa postulatore della Causa succedendo a padre Remo Bessero Belti, storico dell'Istituto e già Direttore del Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa. 21 marzo 1998. Chiusura del Processo informativo Diocesano. 26 marzo 1998. Consegna del Trasunto alla Congregazione per le cause dei Santi. Apertura del Trasunto. Decreto di Validità del processo diocesano. Schema per la stesura della Positio. Consegna del lavoro sul Post obitum curato dal Postulatore. Il Relatore generale approva il lavoro sul Post obitum e il lumen oculorum tuorum 20 dicembre 1999. Consegna del lavoro sul Post obitum alla Congregazione per la Dottrina della Fede.Il giorno dell'anniversario della morte di Rosmini viene pubblicata sull'Osservatore Romano la Nota della Congregazione per la dottrina della fede sul valore dei decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere del Rev.do sacerdote Antonio Rosmini Serbati, a firma del cardinal Joseph Ratzinger e di mons. Tarcisio Bertone.  Rilascio del Nihil obstare per la Causa di Beatificazione.  Il Relatore approva e firma la Positio.  Conclusione della stampa e consegna alla Congregazione per le cause dei santi della Positio. Consegna del Trasunto super miro alla Congregazione per le cause dei santi. Validità dell'inquisizione diocesana sul processo super miro. Presentazione fattispecie super miro. Revisa della fattispecie con firma del sotto-segretario. Relatio et vota del Congresso Storico (con esito positivo). Relatio et vota del Congresso teologico super virtutibus (con esito positivo). 6 giugno 2006. Ordinaria della Congregazione per le cause dei santi: esito affermativo. Ponente della Causa Mons. Rino Fisichella.  Papa Benedetto XVI autorizza la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto di esercizio eroico delle virtù. 1La Consulta medica della Congregazione per le Cause dai Santi, si esprime con esito affermativo (all'unanimità 5 su 5) circa l'inspiegabilità scientifica dell'evento di guarigione avvenuto a Sr. Ludovica Noè. Il presunto evento miracoloso è avvenuto. Al termine del dibattito, i Consultori si sono unanimemente espressi con voto affermativo (7 su 7), ravvisando nella guarigione in esame un miracolo operato da Dio per intercessione del Ven. Antonio Rosmini. 1º giugno 2007. Papa Benedetto XVI autorizza la pubblicazione da parte della Congregazione per le Cause dei Santi del riconoscimento delle virtù eroiche di Rosmini. Nella diocesi di Novara si celebra la cerimonia di Beatificazione dando lettura del decreto di Benedetto XVI che iscrive Rosmini tra i Beati. La cerimonia di beatificazione La cerimonia di beatificazione è avvenuta il 18 novembre 2007 nella città di Novara: appositamente è stato fatto allestire il Palasport della città, unico luogo capace di raccogliere un numero di fedeli così significativo.  Con il pontificato di Benedetto XVI le beatificazioni vengono preferibilmente celebrate dai cardinali, per rendere ancora più piena la comunione tra loro e il successore di Pietro, e viene privilegiato il luogo in cui il candidato agli onori degli altari ha vissuto. Così, in qualità di delegato pontificio, la celebrazione è stata officiata dal cardinale José Saraiva Martins, allora prefetto della congregazione per le Cause dei Santi. A fianco dell'altare erano disposti gli spalti da cui hanno concelebrato circa 400 sacerdoti, non soltanto rosminiani.  A prendere parte alla processione e celebrare sull'altare, insieme al preposito generale James Flynn c'era il segretario generale dell'IstitutoDomenico Mariani con gli allora componenti della Curia Generalizia dell'Istituto della Carità, il Vicario per la Carità SpiritualeCrish Fuse, il Vicario per la Carità IntellettualeGiancarlo Taverna Patron, il Vicario per la Carità TemporaleDavid Tobin, l'allora preposito della Provincia Italiana don Umberto Muratore (profondo conoscitore del pensiero di Rosmini) e il padre postulatore della Causa di Beatificazione, don Claudio Massimiliano Papa.  Hanno partecipato alla celebrazione anche il cardinale ex prefetto della Sacra Congregazione per i vescovi Giovanni Battista Re, il cardinale arcivescovo di Torino Severino Poletto, il vescovo di Novara, mons. Renato Corti, l'arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan, il vescovo rosminiano mons. Antonio Riboldi e fra gli altri anche mons. Germano Zaccheo (che sarebbe improvvisamente scomparso due giorni dopo), vescovo della Diocesi di Casale Monferrato, mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea (che durante la III sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II fece per primo il nome di Rosmini), l'allora segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana Giuseppe Betori, mons. Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato della Città del Vaticano, l'allora rettore della Pontificia Università Lateranense, mons. Rino Fisichella, il Vicario Episcopale per la Vita Consacrata dell'arcidiocesi di Milano monsignor Ambrogio Piantanida e il preposito generale dei barnabiti, padre Giovanni Maria Villa.  Tra i numerosissimi fedeli (più di diecimila) accorsi da diverse parti del mondo per presenziare alla celebrazione, hanno preso parte anche personalità politiche.  Tra queste il senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro, l'allora presidente del Senato, Franco Marini, e Arturo Parisi, al tempo Ministro della Difesa. Rosmini è il primo beato della Provincia del Verbano Cusio Ossola.  In occasione della beatificazione sono stati moltissimi i quotidiani e periodici italiani e esteri che hanno dedicato articoli, pagine e interi numeri alla figura di Rosmini.  Opere  Frontespizio dell'opera Delle cinque piaghe della santa chiesa edizione di Bruxelles, Monumento a Rosmini a Milano (1896) Sono numerosissimi gli scritti del Beato Antonio Rosmini, certamente il più importante a livello ascetico e spirituale sono le Massime di Perfezione Cristiana, su cui anche papa Giovanni XXIII fece delle riflessioni prima di morire. Gli costarono la messa all'Indice dei libri proibiti le opere "Delle Cinque Piaghe della Santa Chiesa" e "Dalla Costituzione secondo la giustizia sociale". In ambito filosofico meritano di essere ricordati:  Nuovo saggio sull'origine delle idee, Principii della scienza morale, Filosofia della morale, Antropologia in servigio della scienza morale, Filosofia della politica, 1839 Trattato della coscienza morale, 1839 Filosofia del diritto, Teodicea, 1845 Sull'unità d'Italia,  Il comunismo e il socialismo, 1849 Massime di perfezione cristiana Le Massime di perfezione cristiana furono scritte da Rosmini per definire il fondamento spirituale sul quale tutti i cristiani potessero avere un cammino nella perfezione.  Nel Vangelo stesso è scritto: "Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste" (Mt 5,48)  1ª Massima: Desiderare unicamente ed infinitamente di piacere a Dio, cioè di essere giusto.  2ª Massima: Orientare tutti i propri pensieri e le azioni all'incremento e alla gloria della Chiesa di Cristo.  3ª Massima: Rimanere in perfetta tranquillità circa tutto ciò che avviene per disposizione di Dio riguardo alla Chiesa di Cristo, lavorando per essa secondo la chiamata di Dio.  4ª Massima: Abbandonare se stesso nella Provvidenza di Dio.  5ª Massima: Riconoscere intimamente il proprio nulla.  6ª Massima: Disporre tutte le occupazioni della propria vita con uno spirito di intelligenza Rosmini e il Concilio Ecumenico Vaticano II Di particolare interesse fu la sua opera "Le cinque piaghe della santa Chiesa", L'autore mostrò di discostarsi dall'ortodossia dell'epoca. Per tale ragione l'opera fu messa all'Indice sin dal 1849 e ne scaturì una polemica nota col nome di "questione rosminiana". L'opera fu riscoperta al Concilio Vaticano II. Il primo a parlare al Concilio di Rosmini fu il vescovo mons. Luigi Bettazzi, presente durante alcune sessioni in rappresentanza del cardinal Giacomo Lercaro di cui era Vicario generale.  Di Rosmini, Bettazzi disse, il 4 ottobre 1965 durante la Congregazione 141/1 periodo IV:  «...Mi sia consentito ricordare ancora in quest'aula l'esempio di Rosmini, molto legato a Tommaso, ma anche studioso e amante del suo tempo, e che certamente guadagnò a Cristo non pochi uomini contemporanei e posteriori. Tutto questo mi sembra si accordi con le cose che sono state già dette da non pochi Padri su questo schema in generale, che cioè gli uomini non si aspettano dalla Chiesa soluzioni particolari, ma piuttosto la presentazione di valori che li aiutino a trascorrere questa vita umana più nobilmente e con maggiore sicurezza. Parlando della libertà abbiamo dovuto esaltare i valori dell'umiltà; parlando del matrimonio, il ruolo della fortezza; parlando dei problemi economici e di molti altri problemi, l'efficacia di un certo disprezzo delle cose: occorre dunque mettere in luce la necessità dell'ubbidienza, della castità, della povertà, non solo nella vita e nell'esempio (e nella Bozza di Documento!) dei religiosi, aiuto agli uomini di questo tempo, perché possano vivere la loro vita umana nel modo migliore e più efficace; il primo e principale compito dunque per i cristiani che coltivano la sapienza dev'essere, alla luce del Magistero, l'amore delle Scritture e l'amore di questo mondo in un colloquio franco e aperto...»  Papa Paolo VI, in un'udienza concessa alle suore rosminiane disse a proposito di Rosmini:  «...i suoi libri sono pieni di pensiero, un pensiero profondo, originale che spazia in tutti i campi: quello filosofico, morale, politico, sociale, soprannaturale, religioso, ascetico; libri degni di essere conosciuti e divulgati... È stato anche un profeta: Le Cinque piaghe della Chiesa (una volta la chiesa non aveva piacere che si mettessero in luce le sue mancanze, le sue debolezze). Lui, per esempio, previde la partecipazione liturgica del popolo...Tutti i suoi pensieri indicano uno spirito degno di essere conosciuto, imitato e forse invocato anche come protettore dal Cielo. Ve lo auguriamo di cuore...»  Tematiche affrontate nell'opera Delle Cinque Piaghe della Santa Chiesa L'opera è suddivisa in cinque capitoli (corrispondenti ciascuna ad una piaga, paragonata alle piaghe di Cristo). In ogni capitolo la struttura è la medesima:  un quadro ottimistico della Chiesa antica segue un fatto nuovo che cambia la situazione generale (invasioni barbariche, nascita di una società cristiana, ingresso dei vescovi nella politica) la piaga i rimedi. Prima piaga. È la divisione del popolo dal clero nel culto pubblico. Nell'antichità il culto era un mezzo di catechesi e formazione e il popolo partecipava al culto. Poi, le invasioni barbariche, la scomparsa del latino, la scarsa istruzione del popolo, la tendenza del clero a formare una casta hanno eretto un muro di divisione tra il popolo e i ministri di Dio. Rimedi proposti: insegnamento del latino, spiegazione delle cerimonie liturgiche, uso di messalini in lingua volgare.  Seconda piaga. Insufficiente educazione del clero. Se un tempo i preti erano educati dai vescovi, ora ci sono i seminari con "piccoli libri" e "piccoli maestri": dura critica alla scolastica, ma soprattutto ai catechismi. Rimedio: necessità di unire scienza e pietà.  Terza piaga. Disunione tra i vescovi. Critica serrata ai vescovi dell'ancien régime: occupazioni politiche estranee al ministero sacerdotale, ambizione, servilismo verso il governo, preoccupazione di difendere ad ogni costo i beni ecclesiastici, "schiavi di uomini mollemente vestiti anziché apostoli liberi di un Cristo ignudo". Rimedi: riserve sulla difesa del patrimonio ecclesiastico, accenni espliciti di consenso alle tesi dell'Avenir sulla rinunzia alle ricchezze e allo stipendio statale per riavere la libertà.  Quarta piaga. La nomina dei vescovi lasciata al potere temporale. Rosmini compie un'approfondita analisi storica sull'evoluzione del problema e critica i concordati moderni con cui la S. Sede ha ceduto la nomina al potere statale (e, accenna prudentemente, per avere compensi economici). Rimedi: propone un ritorno all'elezione dei vescovi da parte dei fedeli.  Quinta piaga. La servitù dei beni ecclesiastici. Rosmini sostiene la necessità di offerte libere, non imposte d'autorità con l'appoggio dello Stato, rileva i danni del sistema beneficiale, propone la rinuncia ai privilegi e la pubblicazione dei bilanci.  Scuole A lui sono intolati vari istituti scolasti in città italiane.  Rovereto, sua città natale, gli ha dedicato il liceo Antonio Rosmini che frequentò quando ancora si chiamava Imperiale e Regio Ginnasio. Borgomanero ospita l'Istituto Antonio Rosmini. Domodossola ospita il liceo delle Scienze Umane "Antonio Rosmini (istituto parificato). Roma ospita la sede dell'Istituto Comprensivo Antonio Rosmini. Torino ospita la biblioteca Antonio Rosmini del polo biomedico universitario che in passato fu un istituto scolastico attivo fino alla fine del XX secolo. Trento, dove si trova il liceo "A. Rosmini". M. Farina,  I. Prosser  I. ProsserMarcello Bonazza, L'Accademia Roveretana degli Agiati , su agiati, Accademia Roveretana degli Agiati, «Don Francesco Paoli  artefice della rinascita dell'Accademia e suo presidente ».  Antonio Rosmini, Ragionamento sul comunismo e socialismo, Giovanni Grondona, Genova, Questa tesi fu messa in discussione da Giacomo Andrea Abbà a cui Rosmini controbatté nel Diario filosofico di Adolfo, VII, G.A.A.(pubblicato in Riv. rosminiana, IPAGANI-ROSSI, Vita di Antonio Rosmini, II, p.680 //rosmini/Resource/ Causa/ 05%20Decreto %20 Post%20 Obitum%87.pdf  Nota sul valore dei Decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere del Rev.do Sac. Antonio Rosmini Serbati, su vatican.va).  Angelus: Rosmini, esempio per la Chiesa, su agensir, Biografia di Antonio Rosmini, su vatican.va.  Istituto Antonio Rosmini, su rosmini-borgomanero. Liceo delle Scienze Umane "Antonio Rosmini", su cercalatuascuola.istruzione. 9 maggio .  Istituto Comprensivo Antonio Rosmini, su ic-rosmini.edu. Biblioteca Rosmini, su biomedico.campusnet.unito. LICEO "A. Rosmini"TRENTO, su vivoscuola. 9 maggio .  Fonti Marcello Farina, Antonio Rosmini e l'Accademia degli Agiati, Brescia, Morcelliana Edizioni,  Italo Prosser, El pra' de le Móneghe: cronistoria del monastero di Santa Croce nell'antico comune di Lizzana, Rovereto (Trento), Stella, 2Approfondimenti Michele Federico Sciacca, La filosofia morale di Antonio Rosmini, Torino, Fratelli Bocca, Giovanni Pusineri, Rosmini (Edizione riveduta e aggiornata da Remo Bessero Belti), Stresa (VB), Edizioni Rosminiane Sodalitas, Michele Dossi, Profilo filosofico di Antonio Rosmini, Brescia, Morcelliana, Alfeo Valle, Antonio Rosmini. Il carisma del fondatore, Rovereto (TN), Longo Editore, Paolo Marangon, Il Risorgimento della Chiesa. Genesi e ricezione delle "Cinque piaghe" di A. Rosmini, collana Italia Sacra, Roma, Casa Editrice Herder, Antonio Rosmini, Frammenti di una storia della empietà, a c. di Alfredo Cattabiani con una nota filologica di M. Albertazzi, Trento, La Finestra, Fulvio De Giorgi, Rosmini e il suo tempo. L'educazione dell'uomo moderno tra riforma della filosofia e rinnovamento della Chiesa Brescia, Morcelliana, Michele Dossi, Il Santo Probito, La vita e il pensiero di Antonio Rosmini, Trento, Il Margine, Paolo Gomarasca, Rosmini e la forma morale dell'essere. La "poiesi" del bene come destino della metafisica, Milano, FrancoAngeli, Francesco Paoli, Antonio Rosmini, Virtù quotidiane, Verona, Edizioni Fede & Cultura, Maurizio De Paoli, Antonio Rosmini. Maestro e profeta, Milano, Edizioni San Paolo, Piero Sapienza, Eclissi Dell'educazione? La sfida educativa nel pensiero di Rosmini, Roma, Libreria Editrice Vaticana, 2008. Giuseppe Goisis, Il pensiero politico di Antonio Rosmini e altri saggi fra critica ed Evangelo, S. Pietro in Cariano (VR), Gabrielli Editori, Comunità di San Leolino , Una profezia per la Chiesa. Antonio Rosmini verso il Vaticano II, Panzano in Chianti (FI), Edizioni Feeria-Comunità di San Leolino, 2009. Umberto Muratore, Rosmini per il Risorgimento. Tra unità e federalismo, Stresa (VB), Edizioni Rosmininane Sodalitas, . Cirillo Bergamaschi, Antonio Rosmini. La perfezione della vita cristiana, Stresa (VB), Edizioni Rosminiane Sodalitas, . Luciano Malusa, Antonio Rosmini per l'unità d'Italia. Tra aspirazione nazionale e fede cristiana, Milano, FrancoAngeli, . Domenico Fisichella, Il caso Rosmini. Cattolicesimo, nazione, federalismo, Roma, Carocci editore, . Umberto Muratore, Apologia della fedeltà. In difesa dei valori etici e spirituali, Stresa (VB), Edizioni Rosminiane Sodalitas, . Luciano Malusa, Stefania Zanardi, Le lettere di Antonio Rosmini-Serbati, un "cantiere" per lo studioso. Introduzione all'epistolario rosminiano, Venezia, Marsilio Editore, . Stefania Zanardi, La filosofia di Antonio Rosmini di fronte alla Congregazione dell'Indice con Prefazione di Fulvio De Giorgi, Milano, FrancoAngeli, .   Restaurazione Antonio Fogazzaro . Sito ufficiale, su rosmini.  Antonio Rosmini, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Antonio Rosmini, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Antonio Rosmini, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Antonio Rosmini, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.  Antonio Rosmini, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Antonio Rosmini, su accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca.  Antonio Rosmini, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Dizionario biografico austriaco Find a Grave.  Opere su Liber Liber.  Operesu openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Antonio Rosmini / Antonio Rosmini (altra versione), . Antonio Rosmini, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.  Antonio Rosmini, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.  Sito ufficiale degli scritti di Antonio Rosmini, su rosminionline. Un esteso saggio inedito su Antonio Rosmini si puà trovare sul Blog di Carlo EllenaEdward N. Zalta , Antonio Rosmini, in Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and Information (CSLI), Stanford. Refs.: Luigi Speranza, “Rosmini e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

ROSSELLI, (Roma). Filosofo. -- (with two s’s, as opposed to rosella) -- important Italian philosopher. There is a Rosselli Circle in Rome. Fu il teorico del "socialismo liberale", un socialismo riformista non marxista direttamente ispirato dal laburismo britannico e dalla tradizione storico-politica, italiana e non, del radicalismo liberale e libertario. Fondò a Firenze il foglio clandestino Non Mollare e nel 1926, insieme al socialista Pietro Nenni, la rivista milanese Il Quarto Stato. Fondò nel 1929 a Parigi il movimento antifascista Giustizia e Libertà, che nel 1936 combatté per la Repubblica nella Guerra civile spagnola, all'interno della Colonna Italiana Rosselli, costituita assieme agli anarchici. Nel 1937 fu ucciso in Francia insieme con il fratello Nello da assassini legati al regime fascista.  Magnifying glass icon mgx2.svg Fratelli Rosselli.  Nello Rosselli La nascita, la guerra e gli studi  Amelia Pincherle, madre di Carlo. Rosselli nacque a Roma  il 16 novembre del 1899 da un'agiata famiglia ebraica, secondogenito dei tre figli del livornese Giuseppe Emanuele "Joe" Rosselli (10 agosto 1867Firenze) e della veneziana Amelia Pincherle (16 gennaio 1870Firenze, 26 dicembre 1954), sorella di Carlo Pincherle, architetto e pittore, oltreché padre dello scrittore Alberto Moravia. Sia la famiglia paterna che quella materna, fermamente legate agli ideali repubblicani e mazziniani, erano state politicamente attive, avendo partecipato alle vicende del Risorgimento italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura moglie di Ernesto Nathan (Sindaco di Roma dal novembre del 1907 al dicembre del 1913), fu un seguace e stretto collaboratore di Giuseppe Mazzini nei suoi ultimi anni di vita (morì difatti in clandestinità nella sua casa pisana) ed un Pincherle fu nominato ministro durante la breve esperienza della Repubblica di San Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito d'una massiccia insurrezione anti-asburgica guidata da Daniele Manin e Niccolò Tommaseo.  I Rosselli avevano abitato per un considerevole periodo a Vienna, dove Giuseppe Emanuele aveva studiato composizione musicale e dove, nel 1895, era nato il primogenito Aldo Sabatino. In seguito, si trasferirono a Roma, dove il padre, rinunciando alle sue aspirazioni artistiche, si dedicò alla vita mondana, mentre la madre ottenne dei discreti successi come autrice di drammi teatrali. Qui, dopo la propria nascita, venne alla luce, l'anno seguente, il terzogenito Sabatino Enrico "Nello".  Nel 1903, i due coniugi si separarono: le condizioni economiche della famiglia avevano subito un grave tracollo a causa della leggerezza del padre. Amelia si trasferì con i suoi tre figli a Firenze, dove frequentarono le scuole: Carlo mostrò in quel periodo poco interesse per gli studi e la madre lo ritirò dal ginnasio, facendogli frequentare le scuole tecniche. Mmorì il padre.  L'entrata in guerra dell'Italia, nel 1915, fu accolta con entusiasmo dalla famiglia Rosselli, decisamente interventista. Il fratello Aldo fu arruolato come ufficiale di fanteria e morì in combattimento nel 1916, ricevendo una medaglia d'argento alla memoria. Carlo, ancora studente, collaborava dal 1917 al foglio di propaganda «Noi giovani», fondato dal fratello Nello, anche se l'editoriale Il nostro programma, che aprì in gennaio il primo numero del giornale, fu redatto con buone probabilità assieme a Carlo.  Il manifesto, che l'ingenuità di due ragazzi indirizzava verso una fiduciosa speranza in un mondo migliore, proponeva sin da allora alcuni tratti fondamentali della personalità di Carlo, ossia un amore incondizionato per l'umanità e la spinta all'azione nel solco dello spirito mazziniano, che lo inserisce nel filone dell'interventismo democratico. Per «Noi giovani», licenziò i primi articoli, uno in aprile sulla rivoluzione russa di febbraio, il secondo nel mese successivo vertente sull'entrata in guerra degli Stati Uniti.  Il primo testo, Libera Russia, esalta il risveglio del paese di Gorkij, Tolstoj e Dostoevskij, supremi interpreti di un rinnovamento in atto già dal secolo precedente, per cui la rivoluzione di febbraio non era che il punto culminante di una lunga preparazione all'avvento di una società più giusta. Vi «era tutta una massa che saliva lentamente, inesorabilmente. La marcia si poteva ritardare ma non impedire». Dei recentissimi eventi, inoltre, viene esaltata la componente "pacifica", la loro attuazione relativamente non violenta.  L'articolo Wilson mostra tutta la fiducia nutrita per l'uomo che definì il conflitto come «a war to end wars» (una guerra per porre fine alle guerre), uno slogan che rappresentava bene le speranze di Carlo e di tutta la famiglia Rosselli.  In giugno fu chiamato alle armi: frequentò a Caserta il corso allievi ufficiali e venne assegnato nell'aprile del 1918 a un battaglione di alpini in Valtellina. La guerra finì senza che egli avesse dovuto sottomettersi al battesimo del fuoco e venne congedato col grado di tenente nel febbraio 1920.  Il contatto con i giovani militari appartenenti ai ceti più popolari fu molto importante per Rosselli e per altri studenti come lui: «apprezzarono la massa furon posti in grado di comprendere tante cose che sarebbero loro certamente sfuggite nel loro isolamento di classe o di professione».   Gaetano Salvemini Diplomatosi all'Istituto tecnico, si iscrisse a Firenze al corso di Scienze sociali, laureandosi a pieni voti il 4 luglio 1921 con una tesi sul sindacalismo e si preparò a sostenere anche gli esami di maturità classica per ottenere il diritto di frequentare altri corsi universitari. Tramite il fratello Nello aveva conosciuto Gaetano Salvemini, professore dell'Università fiorentina, che sarà da allora un costante punto di riferimento per entrambi i fratelli. Gli fece rivedere la sua tesi, che Salvemini giudicò «non un'opera critica, equilibrata, sostanziosa», ma in essa «era incapsulata un'idea fondamentale: la ricerca di un socialismo che facesse sua la dottrina liberale e non la ripudiasse».  In questo periodo si avvicinò al Partito Socialista Italiano, simpatizzando, in contrapposizione all'allora maggioritaria corrente massimalista di Giacinto Menotti Serrati, per quella riformista di Filippo Turati, che egli ebbe poi modo di conoscere personalmente a Livorno nel 1921, durante lo svolgimento del Congresso nazionale del Partito, che sancì la definitiva scissione dell'ala di sinistra interna filo-bolscevica del Partito, che prenderà il nome di Partito Comunista d'Italia, e scrisse svariati articoli per la sua rivista Critica Sociale.  L'avvento del fascismo e l'inizio della lotta Mussolini salì al potere; i riformisti di Turati vennero espulsi dal PSI.  In dicembre Carlo Rosselli si trasferì a Torino, dove frequentò il gruppo della rivista gobettiana «La Rivoluzione liberale», in quel momento fortemente impegnata in senso antifascista, e con la quale, dall'aprile 1923, incominciò a collaborare. Conobbe Giacomo Matteotti, segretario dell'appena fondato Partito Socialista Unitario, nel quale erano confluiti Piero Gobetti e la componente riformista espulsa dal PSI.   Ernesto Rossi Nel febbraio del 1923, a Firenze, il gruppo dei socialisti liberali che si raccoglieva intorno alla figura carismatica di Salvemini inaugurò il «Circolo di Cultura». Oltre ai Rosselli vi erano: Piero Calamandrei, Enrico Finzi, Gino Frontali, Piero Jahier, Ludovico Limentani, Alfredo Niccoli ed Ernesto Rossi. Gli ex-combattenti del circolo, nel 1923, aderirono all'associazione antifascista Italia libera.  Qualche mese dopo, il 9 luglio, Carlo si laureò in giurisprudenza all'Siena, con la tesi Prime linee di una teoria economica dei sindacati operai e partì per Londra, stimolato dal desiderio di conoscere la capitale del laburismo, di seguire i seminari della Fabian Society e di assistere, a Plymouth, al congresso delle Trade Unions. A Londra vi era anche Salvemini, che teneva un corso sulla storia della politica estera italiana al King's College.  Tornato in Italia in ottobre, grazie anche ai buoni uffici di Salvemini, si impiegò come assistente volontario nella Facoltà di economia dell'Università Bocconi a Milano, dove trasferì il suo domicilio. Proseguì la sua collaborazione alla «Critica Sociale» di Turati: in novembre vi pubblicò un articolo, invitando il Partito socialista a rompere con il marxismo, che egli giudicava espressione di «cieco e tortuoso dogmatismo», per mettersi piuttosto sulla linea di un «sano empirismo all'inglese».  Nel febbraio del 1924, inaugurò la sua collaborazione con la rivista della Federazione giovanile del PSU, «Libertà», scrivendo proprio un articolo sul movimento laburista inglese. Pochi mesi dopo il delitto Matteotti s'iscrisse al P.S.U..  Rosselli sperava invano che in Italia si costituisse una seria opposizione antifascista moderata in grado di offrire un'alternativa politica alla borghesia che guarda con simpatia al fascismo: una di queste avrebbe potuto essere l'Unione democratica nazionale di Giovanni Amendola, alla quale aderì il fratello Nello. In settembre Carlo era in Inghilterra, da dove inviava al giornale del PSU, la «Giustizia», le corrispondenze sull'evolversi della situazione politica inglese, successiva alla vittoria elettorale dei conservatori e alla rottura dell'alleanza tra laburisti e liberali.   Piero Calamandrei Era pessimista sulle condizioni politiche dell'Italia: la secessione aventiniana non produceva effetti, con i suoi sterili tentativi di accordo con il re, con i generali e i fascisti dissidenti. Del resto i fascisti stavano reagendo e lo dimostrarono anche devastando, il 31 dicembre 1924, il «Circolo di Cultura» di Salvemini che, come non bastasse, venne chiuso dal prefetto con una singolare motivazione: «la sua attività provoca il giusto risentimento del partito dominante».  Lasciato l'incarico alla Bocconi, Rosselli passò a insegnare Istituzioni di economia politica a Genova. Scrisse a Salvemini: «forse non avrà apparentemente alcuna positiva efficacia, ma io sento che abbiamo da assolvere una grande funzione, dando esempi di carattere e di forza morale alla generazione che viene dopo di noi». Appare così, nel gennaio 1925, con la collaborazione di Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, Piero Calamandrei, Nello Traquandi, Dino Vannucci e di Nello Rosselli, che ne ha proposto il nome, il foglio clandestino Non Mollare.   Alcuni redattori della rivista Non Mollare nel 1925: Nello Traquandi, Tommaso Ramorino, Carlo Rosselli, Ernesto Rossi, Luigi Emery, Nello Rosselli. In maggio  la denuncia di un tipografo provocò la repressione e la dispersione di alcuni tra i redattori del foglio: Ernesto Rossi riuscì a fuggire a Parigi, il Vannucci in Brasile, Salvemini fu arrestato l'8 giugno a Roma e denunciato per «vilipendio del governo». In attesa del processo, messo in libertà provvisoria, a causa delle minacce dei fascisti, a luglio passò la notte a Firenze, in casa dei Rosselli, che non erano ancora fra i sospettati: gli squadristi però, venuti a conoscenza del fatto, devastarono l'abitazione il giorno dopo. Scrisse Rosselli a Giovanni Ansaldo: «Io sono di ottimo umore e l'altra sera ho financo bevuto alla distruzione compiuta! Se i signori fascisti non hanno altri moccoli, possono andare a dormire: aspetteranno a lungo la mia rinuncia alla lotta».  Ormai preso di mira dai fascisti, Rosselli fu aggredito a Genova mentre si recava all'Università e poi disturbato durante la sua lezione, con la richiesta del suo allontanamento. Nel luglio del 1926 si attivò infine lo stesso Ministro dell'economia, Giuseppe Belluzzo, che chiese il suo licenziamento. A questo punto, preferì dimettersi.  Pochi giorni dopo, il 25 aprile, a Firenze, sposò con rito civile Marion Catherine Cave, una giovane laburista inglese che era venuta a Firenze a insegnare lingua inglese nel British Institute, conosciuta da Rosselli nel 1923 al Circolo della Cultura salveminiano.   MilanoLapide commemorativa: «In via Ancona 2 visse nel 1926 il martire antifascista Carlo Rosselli e qui ebbe sede la redazione del Quarto Stato rivista socialista a difesa della libertà e della democrazia». I due sposi vissero a Milano, dove Carlo aveva fondato insieme con Pietro Nenni la rivista «Il Quarto Stato», il cui primo numero uscì il 27 marzo 1926. La rivista avrà vita breve, venendo chiusa a novembre con l'entrata in vigore della legge sui «provvedimenti per la difesa dello Stato».  Scopo della pubblicazione era il tentativo di rappresentare un punto d'incontro di tutte le forze socialiste e di sviluppare temi di politica culturale al cui centro fosse «il perfezionamento della personalità umana» e l'elevamento della «vita spirituale e materiale» dei cittadini.  Il 26 novembre 1925 Rosselli, con Claudio Treves e Giuseppe Saragat costituì un triumvirato che, costituì clandestinamente il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI), che prese il posto del P.S.U., sciolto d'imperio dal regime fascista, il 14 novembre, a causa del fallito attentato a Mussolini da parte del suo iscritto Tito Zaniboni, avvenuto il 4 novembre precedente.  Il confino e la fuga da Lipari  Lorenzo De Bova, Filippo Turati, Carlo Rosselli, Sandro Pertini e Ferruccio Parri a Calvi in Corsica dopo la fuga in motoscafo da Savona.  Filippo Turati Alla fine del 1926 organizzò con Italo Oxilia, Sandro Pertini e Ferruccio Parri l'espatrio di Filippo Turati a Calvi in Corsica, con un motoscafo partito da Savona. Mentre Turati, Pertini e Oxilia proseguirono per Nizza, Parri e Rosselli, ritornati con il motoscafo a Marina di Carrara, furono arrestati, nonostante tentassero di sostenere di essere reduci da una gita di piacere.  Rosselli fu accusato anche di aver favorito la fuga in Svizzera di Giovanni Ansaldo, di Claudio Silvestri, di Claudio Treves e di Giuseppe Saragat.  Venne detenuto nelle carceri di Como  poi inviato al confino di Lipari in attesa del processo.  L'8 giugno nacque suo figlio Giovanni Andrea "John". Quando Carlo fu ricondotto da Lipari a Savona per essere processato, nell'isola siciliana giungeva il fratello Nello, condannato a 5 anni di confino.  Al processo, che si aprì il 9 settembre, Rosselli si difese attaccando il regime: «il responsabile primo e unico, che la coscienza degli uomini liberi incrimina è il fascismo [...] che con la legge del bastone, strumento della sua potenza e della sua Nemesi, ha inchiodato in servitù milioni di cittadini, gettandoli nella tragica alternativa della supina acquiescenza o della fame o dell'esilio».  La sentenza, rispetto alle previsioni, fu mite: dieci mesi di reclusione e, avendone già scontati otto, Rosselli avrebbe potuto essere presto libero, ma le nuove leggi speciali permisero alla polizia di infliggergli altri 3 anni di confino da scontare a Lipari. Emilio Lussu Lì venne raggiunto dalla moglie e dal figlio: la vita al confino trascorreva con le letture di Croce, di Mondolfo, dell'epistolario di Marx ed Engels e di Kant.  Intanto, si preparava la fuga, che venne organizzata da Parigi dall'amico di Salvemini Alberto Tarchiani.  Il 27 luglio 1929 Rosselli evase dall'isola, insieme con Francesco Fausto Nitti ed Emilio Lussu, con un motoscafo guidato dall'amico Italo Oxilia diretto in Tunisia, da cui poi i fuggiaschi raggiunsero la Francia.   Francesco Fausto Nitti Nitti narrerà l'avventurosa evasione nel libro Le nostre prigioni e la nostra evasione, pubblicato quello stesso anno in inglese col titolo di Escape e in edizione italiana nel 1946, mentre Rosselli racconterà le vicende del confino e dell'evasione in Fuga in quattro tempi.  La moglie Marion, che aspettava la seconda figlia, Amelia "Melina", nata il successivo 28 marzo, venne in un primo tempo arrestata per complicità, ma presto fu rilasciata.  L'esilio a Parigi. La nascita di "Giustizia e Libertà"  Carlo Rosselli (in piedi) con Claudio Treves e Filippo Turati in esilio a Parigi nel 1932. Nel 1929 a Parigi, con Lussu, Nitti, e un gruppo di fuoriusciti organizzati da Salvemini, fu fra i fondatori del movimento antifascista "Giustizia e Libertà". GL pubblicò diversi numeri della rivista e dei quaderni omonimi (con cadenza settimanale e mensile) e fu attiva nell'organizzazione di diverse azioni dimostrative, tra cui il volo sopra Milano di Bassanesi nel 1930.  Nello stesso anno pubblicò, in francese, Socialisme liberal. Il libro è una critica appassionata del marxismo ortodosso, colonna portante della stragrande maggioranza dei vari schieramenti politici socialisti dell'epoca. Il "socialismo liberale" propugnato da Rosselli si caratterizza quale una creativa sintesi della tradizione del marxismo revisionista, democratico e riformista (quello, tra gli altri, di Eduard Bernstein, Werner Sombart, Turati e Treves), ed il socialismo non marxista, libertario e decentralista (come quello di Francesco Merlino, Salvemini, G. D. H. Cole, R. H. Tawney e Oszkár Jászi); il testo, però, contiene anche un attacco dirompente contro lo stalinismo della Terza Internazionale che, con la formula del "socialfascismo", accomunava socialdemocrazia, liberalismo "borghese" e fascismo.  Non stupisce perciò che uno fra i più importanti stalinisti, Palmiro Togliatti, abbia definito "Socialismo liberale" un "magro libello antisocialista" e Rosselli "un ideologo reazionario che nessuna cosa lega alla classe operaia".   Il logo di Giustizia e Libertà Nell'ottobre del 1931 Giustizia e Libertà aderì alla Concentrazione Antifascista, unione di tutte le forze antifasciste non comuniste (repubblicani, socialisti, CGL) che intendeva promuovere e coordinare dall'estero ogni possibile azione di lotta al fascismo in Italia; si iniziarono a pubblicare i "Quaderni di Giustizia e Libertà".  Dopo l'avvento del nazismo in Germania nel 1933, GL sostenne la necessità di una rivoluzione preventiva per rovesciare i regimi fascista e nazista prima che questi portassero a una nuova tragica guerra, che a GL sembrava l'inevitabile destino dei due regimi.  L'impegno nella guerra civile spagnola  Bandiera della Colonna Italiana, nota anche come Centuria Giustizia e Libertà, che sostenne i repubblicani nella guerra civile spagnola. Nel 1936 scoppiò in Spagna la guerra civile tra i rivoltosi dell'esercito filo-monarchico, che effettuarono un colpo di Stato, e il legittimo governo repubblicano del Fronte Popolare di ispirazione marxista. Rosselli fu subito attivo nel sostegno alle forze repubblicane, criticando l'immobilismo di Francia e Inghilterra, mentre fascisti e nazisti aiutavano Francisco Franco con uomini e armi agli insorti.  Nell'agosto combatté la sua prima battaglia in Spagna, nei dintorni di Huesca sul fronte di Aragona; cercò poi di costituire un vero e proprio battaglione (intitolato a Giacomo Matteotti).  La prima formazione italiana, che prenderà poi, dopo l'uccisione dei due fratelli, il nome di Colonna Italiana Rosselli, annoverava tra i 50 e i 150 uomini, reclutati fra gli esuli italiani in Francia dal movimento Giustizia e Libertà e dal Comitato Anarchico Italiano Pro Spagna; tra questi c'erano anche gli anarchici Umberto Marzocchi e Camillo Berneri. Umberto Marzocchi scrisse un libro sulla comune esperienza antifascista di anarchici e di militanti di Giustizia e Libertà, "Carlo Rosselli e gli anarchici".  In un discorso a Radio Barcellona, Rosselli pronuncia la frase che poi diverrà il motto degli antifascisti italiani: "Oggi qui, domani in Italia":  «È con questa speranza segreta che siamo accorsi in Ispagna. Oggi qui, domani in Italia. Fratelli, compagni italiani, ascoltate. È un volontario italiano che vi parla dalla Radio di Barcellona. Non prestate fede alle notizie bugiarde della stampa fascista, che dipinge i rivoluzionari spagnuoli come orde di pazzi sanguinari alla vigilia della sconfitta.»  Nel dicembre 1936 in seguito a contrasti con gli anarchici si dimette da comandante della Colonna e nel gennaio 1937 fonda il battaglione Matteotti.  L'assassinio Nel giugno 1937 soggiornò a Bagnoles-de-l'Orne per delle cure termali, località dove fu raggiunto dal fratello Nello.  Il 9 giugno i due furono uccisi da una squadra di "cagoulards", miliziani della "Cagoule", formazione eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e di Galeazzo Ciano; con un pretesto vennero fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche di pistola: Carlo morì sul colpo, Nello (colpito per primo) venne finito con un'arma da taglio.. I corpi vennero trovati due giorni dopo; i colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti a essere prosciolti.  I fratelli Rosselli furono sepolti nel cimitero monumentale parigino del Père Lachaise, ma nel 1951 i familiari ne traslarono le salme in Italia, nel Cimitero Monumentale di Trespiano, nel piccolo borgo omonimo, comune di Firenze, sulla via Bolognese.  L'anziano Salvemini tenne il discorso commemorativo funebre, alla presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi. La tomba dei due eroi dell'antifascismo si trova nel riquadro subito a destra dell'ingresso.  Nello stesso cimitero sono sepolti anche Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei e Spartaco Lavagnini.  La tomba riporta il simbolo della "spada di fiamma", emblema di GL, e l'epitaffio scritto da Calamandrei:  «GIUSTIZIA E LIBERTA' PER QUESTO MORIRONO PER QUESTO VIVONO»  Il pensiero  Giuseppe Mazzini L'unico suo libro pubblicato mentre era in vita è "Socialismo liberale", scritto durante il confino a Lipari, in una situazione di semi-prigionia. Questa opera si pone in una posizione eretica rispetto ai partiti della sinistra italiana del suo tempo (per i quali Il Capitale di Marx, variamente interpretato, era ancora considerato come la Bibbia).  Indubbiamente è presente l'influsso del laburismo inglese, da lui ben conosciuto. In seguito ai successi elettorali del partito laburista, Rosselli era infatti convinto che l'insieme delle regole della democrazia liberale fossero essenziali non solo per raggiungere il socialismo, ma anche per la sua concreta realizzazione (mentre nella tattica leninista queste regole, una volta preso il potere, debbono essere accantonate): pertanto, la sintesi del pensiero rosselliano è: "il liberalismo come metodo, il socialismo come fine".   Carlo Pisacane L'idea di rivoluzione propria della dottrina marxista era fondata sulla concezione della dittatura del proletariato (che, in realtà, già ai tempi di Rosselli si sta traducendo, in Unione Sovietica, nella dittatura del vertice di un solo partito). Essa viene respinta da Rosselli, a favore di una rivoluzione che, come si nota nel programma di GL, è un sistema coerente di riforme strutturali mirate alla costruzione di un sistema socialista che non rinnega, ma anzi esalta, la libertà individuale e associativa. Nella riflessione degli ultimi anni, Rosselli, alla luce dell'esperienza spagnola (difesa dell'organizzazione sociale di Barcellona compiuta dagli anarchici durante la guerra civile) e dell'avanzata del nazismo, radicalizza le sue posizioni libertarie.  Rosselli, influenzato dalle idee di Mazzini e di Carlo Pisacane, propugna il socialismo liberale: il fine è il socialismo, il metodo il liberalismo, un metodo che garantisce la democrazia e l'autogoverno dei cittadini. Il liberalismo deve svolgere una funzione democratica, il "metodo liberale" è il complesso di regole del gioco che tutte le parti in lotta si impegnano a rispettare, regole dirette ad assicurare la pacifica convivenza dei cittadini, delle classi, degli Stati, a contenere le lotte (peraltro desiderabili se limitate). La violenza è giustificabile come risposta ad altra violenza (per questo era giusta la lotta contro il franchismo e sarebbe stata auspicabile in Italia una rivoluzione violenta in risposta al fascismo); il socialismo è una logica conclusione del liberalismo: socialismo significa libertà per tutti. Rosselli ha fiducia che la classe del futuro sarà la classe proletaria, la borghesia deve fare da guida al proletariato: il fine è la libertà per tutte le classi.  Note  Archivio RosselliBio, su archiviorosselli. 4 luglio  27 maggio ).  N. Tranfaglia, Carlo Rosselli dall'interventismo a Giustizia e Libertà, Bari, Laterza,  Il Circolo di Cultura fu rifondato nel settembre 1944, a liberazione di Firenze appena avvenuta, per iniziativa del Partito d'Azione e dei soci superstiti e intitolato ai Fratelli Rosselli. Assunse così il nome di Circolo di Cultura Politica Fratelli Rosselli. La sua prima manifestazione fu presieduta da Piero Calamandrei. Con questo nome è tuttora operante a Firenze. Nel 1990 con decreto del Presidente della Repubblica è stata costituita ed eretta in Ente Morale la Fondazione Circolo Rosselli per sostenerne l'attività.  Antonio Martino: Fuorusciti e confinati dopo l'espatrio clandestino di Filippo Turati nelle carte della R. Questura di Savona in Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria, n.s.,  XLIII, Savona 2007,  453-516. e Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R.Questura, Gruppo editoriale L'espresso, Roma, 2009.  Cfr. Commissione di Milano, ordinanza contro Carlo Rosselli (“Intensa attività antifascista; tra gli ideatori del giornale clandestino Non Mollare uscito a Firenze nel 1925; favoreggiamento nell'espatrio di Turati e Pertini”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra),  Cfr. Commissione di Firenze, ordinanza del 3.6.1927 contro Nello Rosselli (“Attività antifascista”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confino  Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra),  ICfr. La storia sotto inchiesta: Fuga da Lipari, un esilio per la liberta trasmesso da Rai Storia il 3 gennaio .  Il discorso di Rosselli su Romacivica.net Archiviato il 29 settembre 2007 in .  Giuseppe Fiori, Casa Rosselli, Einaudi, 1999,  202 e segg.  Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli. 9 giugno 1937. Anatomia di un omicidio politico, Mondadori, Milano 2007.  Opere di Carlo Rosselli Oggi in Spagna, domani in Italia, prefazione di Gaetano Salvemini, Edizioni di «Giustizia e libertà», Parigi, 1938; seconda edizione, introduzione di Aldo Garosci, Einaudi, Torino, 1967. Scritti politici e autobiografici, prefazione di Gaetano Salvemini, Polis editrice, Napoli, 1944; seconda edizione Zeffiro Ciuffoletti e Vincenzo Caciulli, Lacaita, Manduria 1992. Lettere di Carlo e Nello Rosselli a Gaetano Salvemini (1925), Nicola Tranfaglia, «Annali della Fondazione Luigi Einaudi», I (1967), Torino. Carlo Rosselli, Socialismo liberale, Einaudi, 1973. «Il Quarto Stato» di Pietro Nenni e Rosselli, Domenico Zucàro, SugarCo, Milano, Epistolario familiare.(1914-1937), introduzione di Leo Valiani, prefazione di Zeffiro Ciuffoletti, SugarCo, Milano, 1979. Socialismo liberale, John Rosselli, introduzione di Norberto Bobbio, Einaudi, Torino, 1979. Socialismo liberale, John Rosselli, introduzione e commento di Norberto Bobbio, «Attualità del socialismo liberale» e «Tradizione ed eredità del liberalsocialismo», seconda edizione Einaudi Tascabili. Saggi, 1Scritti dell'esilio. I. «Giustizia e libertà» e la concentrazione antifascista Costanzo Casucci, Collana Opere scelte di Carlo Rosselli, Einaudi, Torino, 1988 (contiene una cronologia della vita e la  di C. Rosselli dal 1929 al 1934). Scritti politici, Zeffiro Ciuffoletti e Paolo Bagnoli, Guida, Napoli, 1988, una grossa anteprima del libri consultabile in rete. Scritti dell'esilio II. Dallo scioglimento della concentrazione antifascista alla guerra di Spagna, Costanzo Casucci, Einaudi, Torino, 1992, (è riportata la cronologia della vita e una  di Carlo Rosselli dal 1934 al 1937). Liberalismo socialista e socialismo liberale, Nicola Terraciano, Galzerano Editore, Casalvelino Scalo (Salerno), 1992. Carlo e Nello Rosselli, Giustizia e libertà, Giuliana Limiti e Mario di Napoli, prefazione di Pietro Larizza, Roma, 1993, con la tesi di laurea di Carlo Rosselli sul «sindacalismo» (Firenze, 1921). Liberalsocialism, edited by Nadia Urbinati, translated by Williams McCuaig, Princeton University Press, Princeton, introduzione di Nadia Urbinati. Scritti scelti, Gian Biagio Furiozzi, “Quaderni del Circolo Rosselli”, n. 4/2000, Alinea Editrice, Firenze. Opere su Carlo Rosselli Gaetano Salvemini, "Carlo e Nello Rosselli", Edizioni di «Giustizia e libertà», Parigi, 1938; ora in "Scritti Vari", Giorgio Agosti e Alessandro Galante Garrone, Feltrinelli, Milano, 1978 («Opere scelte di Gaetano Salvemini», vCultura e società nella formazione di Gaetano Salvemini, buona anteprima del pensiero di Salvemini con i rapporti con Carlo Rosselli e la grangia politica correlata Roberto Gremmo "Rosselli alla Cagoule" Silenzi e segreti d'un oscuro delitto politico. Edizioni Storia Ribelle, Biella . Aldo Garosci, "Vita di Carlo Rosselli", Edizioni U, Roma-Firenze-Milano  («Collezione Giustizia e Libertà»); nuova edizione Vallecchi, Firenze, Alessandro Levi, "Ricordi dei fratelli Rosselli", La Nuova Italia, Firenze, 1947 («Quaderni del Ponte», 2). Stefano Merli, "Il dibattito socialista sotto il fascismo. Lettere di Rodolfo Morandi e Carlo Rosselli (1928-1931)", «Rivista storica del socialismo», a. VI, n. 19. Maggio-Agosto 1963. Parzialmente ricompreso in Id., "Fronte antifascista e politica di classe. Socialisti e comunisti in Italia 1923-1929", De Donato, Bari, 1975 («Movimento operaio», 28). Nicola Tranfaglia, "Carlo Rosselli dall'interventismo all'antifascismo", «Dialoghi del XX», a. I, n. 2, giugno 1967. Cfr. il n. 8. informazioni su volume "Rosselli e l'Aventino: l'eredità di Giacomo Matteotti", «Il movimento di liberazione in Italia», a. XX, n. 92, luglio-Settembre 1968,  3–34. Cfr. il n.8. stralcio di "Carlo Rosselli e l'Aventino"[collegamento interrotto] «L'opposizione diventava per la prima volta opposizione, minoranza; come minoranza, avrebbe potuto darsi una psicologia virile, d'attacco. Ma aveva troppi ex nelle sue file, era troppo appesantita da uomini che avevano gustato le gioie del potere e della popolarità.»  «Fu questo il miracolismo dell'Aventino. Credere di poter vincere con le armi legali l'avversario che ha già vinto sul terreno della forza. Pregustare le gioie del trionfo mentre si riceve la botta più dura. Evitare tutti i problemi (Piero Gobetti diceva: "l'Aventino ha un mito, il mito della cautela"), sperando che la borghesia dimentichi il '19.»  «Quanto alle masse popolari, che si mostravano nei primi giorni in stato di effervescenza, guai a chi avesse tentato metterle in movimento! Solo i comunisti e le minoranze giovani chiesero lo sciopero generale. Ma le opposizioni non vollero, per non spaventare la borghesia e il sovrano.»   "Carlo Rosselli dall'interventismo a «Giustizia e Libertà»", Laterza, Bari, 1968, («Biblioteca di cultura moderna»); in appendice: scritti di Carlo Rosselli e Lettera di Carlo Rosselli a Pietro Nenni. Cfr. i nn. 6 e 7. "Carlo Rosselli dal processo di Savona alla fondazione di GL (1927-1929). Le fonti di «Socialismo liberale»", «Il movimento di liberazione in Italia», Mirella Larizza Lolli, "Alcuni appunti per una lettura del «Socialismo liberale» di Rosselli", «Il pensiero politico», Santi Fedele, "Lo «Schema di programma» di «Giustizia e Libertà», del 1932", «Belfagor», Paolo Bagnoli, "L'esperienza liberale di Carlo Rosselli (1919-1924)", «Italia Contemporanea»,  "L'antifascismo rivoluzionario dei «Quaderni di Giustizia e Libertà»", «Ricerche Storiche», a. VI, n. 1 (Nuova serie), gennaio-Giugno Poi compreso. Santi Fedele, "Storia della concentrazione antifascista prefazione di Nicola Tranfaglia, Feltrinelli, Milano, 1976. Maria Garbari, "I «vinti» della Resistenza. Nel quarantesimo del sacrificio di Carlo e Nello Rosselli", «Studi Trentini di Scienze Storiche», a"«Quarto Stato» di Pietro Nenni e Rosselli", Tavola rotonda fra Riccardo Bauer, Ugoberto Alfassio Grimaldi, Giovanni Spadolini, Domenico Zucàro, «Critica Sociale», Leo Valiani, "Il pensiero e l'azione di Carlo e Nello Rosselli", «Nuova Antologia», Nicola Tranfaglia, "Carlo Rosselli e l'antifascismo", «Mondo Operaio», a. XXX, nn. 7-8, luglio/Agosto Poi compreso. Roberto Vivarelli, "Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini", «Il pensiero politico», Poi compreso Giovanni Spadolini, "Carlo Rosselli nella lotta per la libertà", con lettere tra Egidio Reale e Carlo Rosselli, «Nuova Antologia», Arturo Colombo, "Carlo Rosselli e il «Quarto Stato»", «Nord e Sud», a. XXIV, Terza serie, nn. 34-35, novembre-Dicembre. "Giustizia e Libertà nella lotta antifascista e nella storia d'Italia", Atti del convegno internazionale organizzato a Firenze il 10-12 giugno 1977 dall'Istituto storico della Resistenza in Toscana, dalla Giunta regionale toscana, dal Comune di Firenze, dalla Provincia di Firenze, La Nuova Italia, Firenze, 1978. Riccardo Bauer, "Carlo Rosselli e la nascita di GL in Italia". Jan Petersen, "Giustizia e Libertà in Germania". Pierre Guillen, "La risonanza in Francia dell'azione di GL e dell'assassinio dei fratelli Rosselli". Frank Rosengarten, "Carlo Rosselli e Silvio Trentin, teorici della rivoluzione italiana". Max Salvadori, "Giellisti e loro amici degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale". Santi Fedele, "Giellisti e socialisti dalla fondazione di GL (1929) alla politica dei fronti popolari". Pier Giorgio Zunino, "Giustizia e Libertà e i cattolici". Aldo Garosci, "Le diverse fasi dell'intervento di Giustizia e Libertà nella guerra civile di Spagna. Parte III- Oggi in Spagna, domani in Italia". Umberto Marzocchi, "Carlo Rosselli e gli anarchici"; citazione sottostante da un articolo di Ugo Finetti «Infatti Rosselli considerava una barbarie le stragi di anarchici in Catalogna, tra cui l'uccisione di Camillo Berneri, l'anarchico che lo affiancava nella guida della Prima colonna italiana formata da tremila antifascisti, i primi accorsi in Spagna.»  e si ricorda, nel prosieguo, anche la ferma presa di posizione delle Brigate partigiane di Giustizia e Libertà quando Emilio Canzi fu rimosso da comandante unico della XIII zona operante nel piacentino e grazie a questa presa di posizione fu reintegrato dopo un breve arresto. Le Brigate partigiane di Giustizia e Libertà erano in gran parte influenzate dal pensiero di Rosselli.  Umberto Tommasini, "Testimonianza su Carlo Rosselli; Parte IV- L'eredità di Giustizia e Libertà". Mario Delle Piane, "Rapporti tra socialismo liberale e liberalsocialismo". Tristano Codignola, "GL e Partito d'azione". Nicola Tranfaglia, "Carlo Rosselli", in "Il movimento operaio italiano. Dizionario biograficoIV", Franco Andreucci e Tommaso Detti, Editori Riuniti, Roma, Arturo Colombo, "Carlo Rosselli e il socialismo liberale", «Il Politico», Poi compreso. Paolo Bagnoli, "Di un dissidio in «Giustizia e Libertà». Lettere inedite di Mario Levi, Renzo Giua, Nicola Chiaromonte, Carlo Rosselli, Aldo Garosci  «Mezzosecolo», n. 3, Centro studi Piero Gobetti, Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Annali 1Luigi Cirillo, "Il socialismo di Carlo Rosselli", Fasano, Cosenza, 1979. Emilio Lussu, "Lettere a Carlo Rosselli e altri scritti di «Giustizia e Libertà»", Manlio Brigaglia, Editrice Libreria Dessì, Sassari .informazioni su Storia della Sardegna di Manlio Brigaglia, son presenti correlazioni fra i succitati personaggi. "Le componenti mazziniana e cattaneanea in Salvemini e nei Rosselli. La figura e l'opera di Giulio Andrea Belloni", Atti del Convegno di studi nel venticinquesimo anniversario della fondazione della Domus Mazziniana tenutosi a Pisa. Arti Grafiche Pacini & Mariotti, Pisa,  Comprende: Arturo Colombo, "Carlo Rosselli e il «Quarto Stato»" Angelo Varni, "Derivazioni mazziniane nella concezione sindacalista di Carlo Rosselli", Lucio Ceva, "Aspetti politici dell'azione di Carlo Rosselli in Spagna",  Giuseppe Tramarollo, "Rosselli e la gioventù del regime",  Paolo Bagnoli, "Il revisionismo rosselliano", in "Guida alla storia del PSI. La ripresa del pensiero socialista tra eresia e tradizione", Francesca Taddei e Marco Talluri, «Quaderni del Circolo Rosselli», Giuseppe Galasso, "La democrazia da Cattaneo a Rosselli", Le Monnier, Firenze («Quaderni di storia»,Aldo Rosselli, "La famiglia Rosselli. Una tragedia italiana", presentazione di Sandro Pertini, prefazione di Alberto Moravia, Bompiani, Milano, Francesco Kostner, "Carlo Rosselli e il suo socialismo liberale", Lalli, Poggibonsi  («Linee politiche»). Paolo Bagnoli, "Carlo Rosselli tra pensiero politico e azione", prefazione di Giovanni Spadolini, con uno scritto di Alessandro Galante Garrone, Passigli, Firenze, Arturo Colombo, "Carlo Rosselli e il socialismo liberale", in "Padri della patria. Protagonisti e testimoni di un'altra Italia", FrancoAngeli, Milano, 1985,  249–73 («Ricerche storiche», 64). Franco Invernici, "L'alternativa di «Giustizia e Libertà». Economia e politica nei progetti del gruppo di Carlo Rosselli", presentazione di Arturo Colombo, FrancoAngeli, Milano («Studi e ricerche storiche»). Leo Valiani, "Carlo e Nello Rosselli da Mazzini alla lotta di liberazione", «Nuova Antologia», Diego Scacchi, Arturo Colombo, "Per Carlo e Nello Rosselli", presentazione di Giovanni Spadolini, Casagrande, Lugano,  («Quaderni europei», I). Roberto Vivarelli, "Le ragioni di un comune impegno. Ricordando Gaetano Salvemini, Carlo e Nello Rosselli, Ernesto Rossi", «Rivista Storica Italiana», Giovanni Spadolini, "Carlo e Nello Rosselli. Le radici mazziniane del loro pensiero", Passigli, Firenze, 1 («Letture Rosselli», 2). Corrado Malandrino, "Socialismo e libertà. Autonomie, federalismo, Europa da Rosselli a Silone", FrancoAngeli, Milano (Collana «Gioele Solari». Dipartimento di Studi politici dell'Torino, 6). Franco Bandini, "Il cono d'ombra. Chi armò la mano degli assassini dei fratelli Rosselli", SugarCo, Milano, Arturo Colombo, "I Rosselli, due guardiani per l'albero della libertà", , "Voci e volti della democrazia. Cultura e impegno civile da Gobetti a Bauer", Le Monnier, Firenze («Quaderni di storia»). , "Nel nome dei Rosselli. «Quaderni del Circolo Rosselli», FrancoAngeli, Milano,  Con una  sui fratelli Rosselli di Giuseppe Muzzi. "A più voci su Carlo Rosselli. Gaetano Arfé, Costanzo Casucci, Aldo Garosci, Francesco Malgeri, Leonardo Rapone, Scritti dell'esilio", «Il Ponte»,  "Il carteggio di Carlo e Nello Rosselli con Carlo Silvestri", Gloria Gabrielli, «Storia Contemporanea», Santi Fedele, "E verrà un'altra Italia. Politica e cultura nei «Quaderni di Giustizia e Libertà»", FrancoAngeli, Milano, Collana di Fondazione di studi storici Filippo Turati», n °7. Zeffiro Ciuffoletti, "Carlo Rosselli, il mito della rivoluzione russa e il comunismo", in "Socialismo e Comunismo,  I, «Il Ponte», Paolo Bagnoli, "La lezione rosselliana, La nuova storia. Politica e cultura alla ricerca del socialismo liberale", prefazione di Renato Treves, Festina Lente, FNicola Tranfaglia, "Sul socialismo liberale di Carlo Rosselli", in I volume "Dilemmi del liberalsocialismo", Michelangelo Bovero, Virgilio Mura, Franco Sbarberi, La Nuova Italia Scientifica, Roma, («Studi Superiori NIS/201. Scienze Sociali»). Atti del convegno "Liberalsocialismo: ossimoro o sintesi?", organizzato ad Alghero Dipartimento di Economia istituzioni e società dell'Università Sassari. -- fu pubblicato il primo numero di “Libertà”, periodico legato all'ala socialista del movimento antifascista, il sottotitolo fu la frase di Carlo Marx ed Federico Engels: Alla società borghese, con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe, subentrerà un'associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno sarà la condizione del libero sviluppo di tutti e, su invito Claudio Treves, Rodolfo Mondolfo e Alessandro Levi, Rosselli scrisse un articolo Il partito del lavoro in Inghilterra che fu pubblicato sul numero tre del 1º febbraio  in cui Rosselli riaffermò una parte del suo pensiero del periodo: «Il Labour Party, in base agli elementi che lo compongono può definirsi come una federazione di gruppi economici e di gruppi politici. In realtà è l'organizzazione politica federativa ed associativa del movimento operaio più vecchio e potente del mondo.»  Silvio Suppa, "Note su Carlo Rosselli: temi per due tradizioni", in I volume "dilemmi del liberalsocialismo " Del Puppo D., "«Il Quarto Stato»", «Science and Society»,"L'attualità di Carlo Rosselli e del socialismo liberale. Dialoghi tra: Giancarlo Bosetti, Vittorio Foa, Sebastiano Maffettone, Enzo Marzo, Nicola Tranfaglia, Nadia Urbinati", Supplemento a di «Croce Via», Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, Atti del dibattito svoltosi a Napoli  in occasione della presentazione italiana del volume "Liberal socialism", lavoro di Nadia Urbinati, tradotto da William McCuaig, Princeton University Press, Princenton Nadia Urbinati, "Carlo Rosselli: la democrazia come fede comune", «il Vieusseux», Paolo Bagnoli, Rosselli, "Piero Gobetti e la rivoluzione democratica. Uomini e idee tra liberalismo e socialismo", La Nuova Italia, Firenze («Biblioteca di Storia», 55). Costanzo Casucci, "La caratteristica di Carlo Rosselli", con un vademecum, «Belfagor»,  Simone Visciola, Giuseppe Limone , "I Rosselli. Eresia creativa, eredità originale", Napoli, Guida, Piero Graglia, "Unità europea e federalismo. Da «Giustizia e Libertà» ad Altiero Spinelli", il Mulino, Bologna, 1996,  296 («il Mulino-Ricerca»). "Il dibattito europeista e federalista in «Giustizia e Libertà»", «Storia Contemporanea», Lisetto D., "Carlo Rosselli e le élites. Una teoria tra l'elitismo democratico e la democrazia partecipativa", «Scienza & Politica», Carlo Rosselli, "Pagine scelte di economia", Simone Visciola e Antonio De Ruggiero, Firenze, Le Monnier,  Salvo Mastellone, "Il partito politico nel socialismo liberale di Carlo Rosselli", «Il pensiero politico», Gianbiagio Furlozzi, "Carlo Rosselli e Georges Sorel", «Il pensiero politico», a. Giovanna Angeli, "L'eredità democratica da Bignami a Rosselli", Angeli, Milano,  Salvo Mastellone, "Carlo Rosselli e «La rivoluzione liberale del socialismo»". Con scritti e documenti inediti. Olschki, Son riportati testi pubblicati da Carlo Rosselli non inseriti nel  I delle «Opere scelte». "Rosselli. Dizionario delle idee", Sergio Bucchi, Editori Riuniti, gennaio Antonio Martino, Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura, Roma, Gruppo editoriale L'espresso, 2009. Mimmo Franzinelli, "Il delitto Rosselli. Anatomia di un omicidio politico", Mondadori, Milano 2007. Diego Dilettoso, "La Parigi e La Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio", Biblion, Milano  .Paolo Bagnoli. Carlo Rosselli: Il socialismo delle libertà. Polistampa, Milano,  Paolo Bagnoli. Carlo Rosselli. Socialismo, giustizia e libertà. Biblion, Milano, Carlo Rosselli, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Carlo Rosselli, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Carlo Rosselli, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .Carlo Rosselli, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.  Carlo Rosselli, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Carlo Rosselli, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  Opere di Carlo Rosselli, su Liber Liber.  Opere di Carlo Rosselli, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Carlo Rosselli, .  Biografia di Rosselli, su romacivica.net. Carlo Rosselli e l'Aventino (DOC) su geocities.com. Giancarlo Iacchini,*Rosselli: socialismo liberale ma... vero!, dal sito del Movimento Radical Socialista 55esima brigata Garibaldi Carlo Rosselli, su 55rosselli. Archivio della famiglia Rosselli [collegamento interrotto], su archiviorosselli. I fratelli Rosselli, genesi di un delitto impunito, su rifondazionepescara.org (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2008). Camillo Berneri e Carlo RosselliVite parallele di Massimo Ortalli (da "Umanità Nova" n.08 del 4 marzo 2001) Fondazione Rosselli, Centro di ricerca, su fondazionerosselli. Fondazione Circolo RosselliFirenze, su rosselli.org. "Gaetano Pecora" Carlo Rosselli, socialista e liberale.Bilancio critico di un grande italiano, su politicamagazine. Valdo Spini, "Perché i Rosselli parlano ancora a questa Italia", sul sito repubblica. Refs.: Luigi Speranza, “Rosselli e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

ROSSELLI. (Roma). Filosofo. Insieme al fratello Carlo, fu ucciso in Francia nel 1937 da assassini legati al regime fascista.  Magnifying glass icon mgx2.svgFratelli Rosselli. Nacque da un'agiata famiglia ebraica, ultimo dei tre figli del livornese Giuseppe Emanuele "Joe" Rosselli e della veneziana Amelia Pincherle (16 gennaio 1870Firenze, 26 dicembre 1954), sorella di Carlo Pincherle, architetto e pittore, oltreché padre dello scrittore Alberto Moravia. Sia la famiglia paterna che quella materna, fermamente legate agli ideali repubblicani e mazziniani, erano state politicamente attive, avendo partecipato alle vicende del Risorgimento italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura moglie di Ernesto Nathan (Sindaco di Roma dal novembre del 1907 al dicembre del 1913), fu un seguace e stretto collaboratore di Giuseppe Mazzini nei suoi ultimi anni di vita (morì difatti in clandestinità nella sua casa pisana) ed un Pincherle fu nominato ministro durante la breve esperienza della Repubblica di San Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito d'una massiccia insurrezione anti-asburgica guidata da Daniele Manin e Niccolò Tommaseo.  Nello sposò Maria Todesco (Padova, Firenze, 1998) nel 1926 ed ebbero quattro figli: Silvia, Paola, Aldo e Alberto. Diresse, con l'amico Gualtiero Cividalli il mensile Noi giovani. Discusse con Gaetano Salvemini la tesi di laurea su Mazzini e il movimento operaio. Pubblicò numerosi articoli su riviste storiche italiane e il saggio Mazzini e Bakunin. Pubblicò il saggio Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano. La raccolta dei suoi Saggi sul Risorgimento italiano e altri scritti fu pubblicata postuma da Einaudi nel 1946.  L'attività politica  La tomba a Trespiano Iniziò giovane a far politica nel 1917 e fu col fratello tra i fondatori del giornale per studenti "Noi giovani". Col fratello e con Piero Calamandrei, e col patrocinio di Gaetano Salvemini, fondò il Circolo di Cultura, chiuso dai fascisti nel 1925. Fece parte dei fondatori del gruppo fiorentino di Italia libera, fra cui, oltre al fratello, Enrico Bocci, Luigi Rochat, Dino Vannucci, Nello Traquandi. Nel 1924 aderì alla fondazione dell'Unione nazionale delle forze liberali e democratiche promossa da Giovanni Amendola, e nel 1925 partecipò alla fondazione del primo giornale antifascista clandestino Non Mollare. Venne arrestato e condannato a 5 anni di confino a Ustica; rilasciato il 31 gennaio 1928, venne nuovamente arrestato e condannato a 5 anni di confino a Ustica e Ponza, nell'estate del 1929, dopo la fuga da Lipari del fratello.  Nel maggio 1937 ottenne, su intercessione di Gioacchino Volpe (probabilmente in buona fede) il passaporto, con una sollecitudine che ad alcuni amici, tra cui Piero Calamandrei, parve sospetta e motivata dal fine di arrivare attraverso Nello al rifugio di Carlo, insieme al quale, il 9 giugno 1937, venne assassinato a Bagnoles-de-l'Orne da una squadra di "cagoulards", miliziani della "Cagoule", formazione eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e di Galeazzo Ciano; con un pretesto vengono fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche di pistola: Carlo muore sul colpo, Nello (colpito per primo) viene finito con un'arma da taglio.. I corpi vengono trovati due giorni dopo, l'11 giugno; i colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti ad essere prosciolti.  Note  I numeri pubblicati possono essere consultati online qui: Noi giovani Archiviato il 2 novembre  in .  Commissione di Firenze, ordinanza del 3.6.1927 contro Nello Rosselli (“Attività antifascista”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confine, Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal  al , Milano (ANPPIA/La Pietra),  ano Gullo, Ustica celebra la libertà dei Rosselli, su ricerca.repubblica, 26 agosto 2000. 24 maggio  (archiviato il 10 maggio ).  profilo di Gioacchino Volpe Archiviato l'8 maggio 2006 in .  profilo di Nello Rosselli nel Sistema informatico dell'Archivio di stato di Firenze, su archiviodistato.firenze. ).  Giuseppe Fiori, Casa Rosselli, Einaudi, Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli. 9Anatomia di un omicidio politico, Mondadori, Milano. Opere Saggi sul Risorgimento e altri scritti, Prefazione di Gaetano Salvemini, Collana Biblioteca di cultura storica n.21, Torino, Einaudi,  Introduzione di Alessandro Galante Garrone, Collana Piccola Biblioteca n.400, Einaudi, Inghilterra e regno di Sardegna dal 1815 al 1847, Paolo Treves, introduzione di Walter Maturi, Collana Biblioteca di cultura storica n.50, Torino, Einaudi, Mazzini e Bakunin. Dodici anni di movimento operaio in Italia, Collana Piccola Biblioteca n.89, Torino, Einaudi, Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano, Con un saggio di Walter Maturi, Collana Piccola Biblioteca, Torino, Einaudi, Zeffiro Ciuffoletti, Nello Rosselli. Uno storico sotto il fascismo. Lettere e scritti vari, Firenze, La Nuova Italia, Arturo Colombo, I colori della libertà. Il mondo di Nello Rosselli fra storia, arte e politica, Milano, Franco Angeli, 2003. Giovanni Belardelli, "Nello Rosselli", Catanzaro, Rubettino, 2Simone Visciola, Nello Rosselli alla Scuola di storia moderna e contemporanea. La prima fase della ricerca di storia diplomatica, in Politica, valori e idealità. Carlo e Nello Rosselli maestri dell'Italia civile, Lauro Rossi, Roma, Carocci, Simone Visciola, Nello Rosselli ei suoi "maestri". Il rinnovamento della storiografia italiana fra le due guerre, in I Rosselli: eresia creativa eredità originale, Simone Visciola e Giuseppe Limone, Guida, Napoli, Simone Visciola, Nello Rosselli: uno storico alla ricerca della libertà in tempi difficili. Appunti sparsi per una biografia complessiva ancora da scrivere, in I fratelli Rosselli. L'antifascismo e l'esilio, A. Giacone ed E. Vial, Prefazione di Oscar Luigi Scalfaro, Roma, Carocci, ,  26–42. Giuseppe Tramarollo, Nello Rosselli tra mazzinianesimo e socialismo,  Giovanni Belardelli, Nello Rosselli. Uno storico antifascista, prefazione di Norberto Bobbio, introduzione di Paolo Alatri, con un ricordo di Ezio Tagliacozzo, Passigli, Firenze,  («Il filo rosso»). Il carteggio di Carlo e Nello Rosselli con Carlo Silvestri (1928-1934), Gloria Gabrielli, «Storia Contemporanea», a. XXII, n. 5, ottobre 1Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli. 9 giugno 1937. Anatomia di un omicidio politico, Mondadori, Milano. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Nello Rosselli, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Nello Rosselli, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Nello Rosselli, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Nello Rosselli, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  Opere di Nello Rosselli, su Liber Liber.  Opere di Nello Rosselli, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Nello Rosselli. rosetta

 

ROSSETTI. (Vasto). Grice: “A philosopher can also discover a ‘antro di pipistrelle.”” Illuminista poliedrico, fu un poeta estemporaneo, avvocato, filosofo, tragediografo, archeologo e speleologo.   da Martuscelli. Sua madre, Maria Francesca Pietrocòla, si era sposata con Nicola Rossetti, da cui ebbe quattro figli: oltre a Domenico, nacquero Andrea, Antonio e Gabriele. Si trasferì a Napoli per studiare giurisprudenza. Tuttavia, a causa della cattiva situazione politica, emigrò a Roma, dove studiò filosofia. Con l'invasione francese dello Stato Pontificio e l'istituzione della Repubblica romana, riparò all'Elba: da qui seguì l'occupazione e la successiva liberazione del Granducato di Toscana, che celebrò con il canto La superbia dei Galli punita. Si spostò in Sardegna, sotto la protezione del viceré Carlo Felice: a Sassari compose e rappresentò la tragedia Morte di San Gavino. Si spostò in Provenza, a Nizza, dove scoprì la piramide di Falicon, che gli ispirò un poemetto in 165 ottave, intitolato La grotta di Monte-Calvo. In seguito, si trasferì a Torino, dove conobbe Tommaso Valperga di Caluso, e si stabilì a Parma, dove ottenne il titolo di avvocato ed esercitò la professione. Iniziò a dirigere Il giornale del Taro, che poi  divenne La gazzetta di Parma, denominazione che ancor oggi mantiene. Ebbe un ictus che lo portò alla paralisi; morì il 7 luglio dell'anno seguente. Opere: Frontespizio della commedia Morte di San Gavino in una ristampa; “La superbia dei Galli punita,” “San Gavino : tragedia / dell'improvisatore avvocato detto ancora Stitemenios Veldacodrotos, Oristano, Tipografia Arborense, La grotta di Monte-Calvo Poesiei, stampate a Parma Domenico Rossetti, In occasione d'essere l'augusto imperator de' francesi Napoleone 1. coronato re d'Italia. Cantata, Parma, Mussi Luigi, Domenico Rossetti, La notte odi tre dedicate al signor Francesco Vezzi in occasione della sua ricuperata salute, Parma, Giuseppe Paganino, Alla tomba di Hoffsteder, Parma, Mussi Luigi, Ode Saffica, , Parma, Giuseppe Paganino, Domenico Rossetti, Ad Ernestina Menna per le sue nozze con Esculapio De Cinque, Lanciano, Casa editrice Rocco Carabba, Giacomo Cordella (musica di )  (libretto), Annibale in Capua, Napoli, nella Stamperia Flautina, Indica la Piramide, Nizzadisegno di Sophie Lederk pubblicato in La grotta di Monte Calvo, immagine tratta da Spadaccini   Antonio Lombardi, Storia della letteratura italiana nel secolo XVIII,  5, Venezia, Francesco Andreola, su centrorossetti.eu. Domenico Martuscelli, in Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli,  5, Nicola Gervasi,  La famiglia Pietrocola di Vasto (JPG), su pietrocola.com.Lino Spadaccini, Rossetti e le sue battaglie per la libertà, su noivastesi.blogspot, 7La superbia dei Galli punita, su centrorossetti.eu. «Questo canto estemporaneo fu composto da Domenico Rossetti, sotto lo pseudonimo di Stitemenios Veldacodrotos (anagramma di Domenico Rossetti del Vasto), in occasione della liberazione del Granducato di Toscana dall’invasione francese».  Lino Spadaccini, Rossetti e quei versi ispirati dalla cacciata dei Francesi, su noivastesi.blogspot,  Giuseppe Catania, Domenico Rossetti e la Grotta di Monte Calvo,, su vastospa, Eleonora Mugoni, Il fratello perduto: Gabriele e Domenico Rossetti in Gabriele Rossetti in Studi medievali e moderni. «Nei panni dello speleologo ante litteram, Rossetti si avventurava in una cavità del Monte Calvo, scoprendo nelle viscere della terra un antro, che amò definire fascinoso ed insieme orribile; ne celebrò la scoperta con la pubblicazione di un poemetto di 165 ottave, La Grotta di Monte Calvo, dato alle stampe a Torino, per i tipi di Domenico Pane».  Università degli Studi di Parma, Dottorato di ricerca in Storia,   «A Pezzana subentrò nella direzione l'avvocato Domenico Rossetti. Egli si mostrò più attento alle notizie scientifiche e contribuì ad introdurre nel periodico notizie leggere, come favole e indovinelli che il più delle volte incensavano il nome di Napoleone. Con la direzione di Rossetti i supplementi al periodico, da semplici elenchi scritti in francese e riguardanti le vendite per espropriazioni forzate, si trasformano in pagine che arricchiscono i contenuti culturali e di svago della testata».  Luigi Marchesani, Storia di Vasto, città in Apruzzo Citeriore, Napoli, Torchi dell'Osservatore Medico, retro copertina del libro Pasquale Spadaccini, Domenico Rossetti e la Grotta di Monte Calvo : tra mistero e leggenda, Lanciano, IL torcoliere, Domenico Martuscelli, Domenico Rossetti, in Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli,  5, Nicola Gervasi,  Opere poetiche dell'avvocato Domenico Rossetti membro di molte società letterarie pastor della Dora, dell'Emonia ecc. ecc.  1, Parma, Giuseppe Paganino, Ai liberatori dell'Italia. Ode del signor dottore Gio. Battista Tavanti con altre composizioni ed un poemetto La superbia dei Galli punita, canto estemporaneo di Sistemenios Valdacodrotos anagramma dell'autore, Firenze, calcografia di Gio. Chiari nella Condotta, Luigi Anelli, Ricordi di storia vastese, Arte della stampa, Gianni Oliva , I Rossetti : album di famiglia : documenti, testimonianze, immagini, Lanciano, Casa editrice Rocco Carabba, Pasquale Spadaccini, Rossetti e la Grotta di Monte Calvo : tra mistero e leggenda, Lanciano, IL torcoliere, ,Eleonora Mugoni, Il fratello perduto : Gabriele e Domenico Rossetti, in Studi medievali e moderni, Domenico Rossetti, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

 

ROSSI. (). Grice: “Rossi touches many Griciean points: universalia, strength of will, and etc. – he also commented, like I did, on Aristotle’s metaphysics.” Alievo di duns scotto. Commentatore della metafisica di Aritotele. Francesco della marca d’ancona (Appignano). filosofo. Fu un attivo filosofo fra Aureolo e Rimini, dalla parte di Occam e Cesena, e oppositore di Giovanni XXII, nelle dispute dei Fraticelli, che portarono alla sua espulsione dall'ordine. Aveva idee innovative e spesso influenti in teologia filosofica, filosofia naturale, metafisica e teoria politica.  Soprannominato ncome "doctor succinctus" e "doctor praefulgidus", come osservabile dalle iscrizioni su uno degli affreschi del convento francescano di Bolzano, fu studiato e commentato soprattutto per alcune tesi risalenti del suo Commento alle Sentenze. Per Sentenze si intendono i Libri Quattuor Sententiarum dichiarazioni autorevoli sui passi biblici che l'opera ha riunito di Lombardo. Rossi torna all'attenzione degli studiosi a partire dagli agli anni venti del 1900, nel francescano si riconoscono l'originalità delle sue vedute, che contribuiscono all'evoluzione del pensiero basso-medievale. Nacque a Appignano del Tronto, facente parte all'epoca della Marca di Anconada una famiglia con il nome di Rubeus o Rossi. Divenne francescano dell'Ordine dei Frati Minori ed ebbe come maestro  Giovanni Duns Scoto. Salì nella gerarchia educativa dell'ordine, studiando a Parigi. Successivamente insegnò in uno studium universitario francescano non conosciuto, prima di tornare allo studium di Parigi come lettore sulle Sentenze diLombardo nel corso di laurea. Rimase a Parigi almeno fino a  quando ormai molto probabilmente era stato promosso maestro. I suoi insegnamenti più famosi erano i suoi commenti sulle Sentenze a Parigi. È probabile che le lezioni di Rossi siano state trascritte dai suoi studenti generando diverse versioni del suo commento in forma di manoscritto.  Sono poche e discordanti le informazioni di questo periodo. Alcune suggeriscono che lasciò Parigi almeno temporaneamente per essere "a consiliis" alla corte d'Angiò, re di Napoli, capo del guelfismo italiano e legato all'ordine francescano spirituale. Alcune sembrano suggerire che rimase a Parigi, promosso maestro di teologiacomponendo diversi commentari accademici, tra cui due sulla Metafisica aristotelicae uno sulla Fisica. Altre che ebbe modo di partecipare al Capitolo generale francescano di Perugia, sottoscrivendo, la risoluzione con la quale veniva dichiarata lecita la tesi secondo la quale Cristo e gli apostoli non avevano mai posseduto beni.  Un documento  colloca Rossi come lettore nello studio del convento francescano di Avignone, sede della corte papale. L'ipotesi della permanenza del della Marca ad Avignone già si basa su un errore d'interpretazione. Scrittori non del tempo affermarono che Rossi fu eletto ministro provinciale francescano della Marca Anconetana, sua area di origine ma studi recenti confutano definitivamente questa affermazione con delle prove  Il documento riguarda anche il dissidio di Della Marca con Papa Giovanni XXII per il sostegno del Ministro francescano Generale Michele da Cesena sulla questione della povertà apostolica.  La questione della povertà apostolica Francesco prese parte attiva alle lotte interne riguardanti la povertà che stavano dividendo l'ordine. Insieme a Michele da Cesena, Guglielmo di Ockham e Bonagrazia di Bergamo, sostenne una regola di assoluta povertà per i successori di Cristo e per la chiesa. Si ribellò a papa Giovanni XXII, sostenendo il suo avversario, l'imperatore Ludovico il aro.  I francescani che rifiutarono la condanna della critica dei frati minori della bolla Cum inter nonnullos di Giovanni XXII, vennero accusati di eresia. Questo avvicinò l'ordine allo schieramento antipapale rappresentato da Ludovico il aro. Questi era divenuto ostile al Papa dopo che gli aveva rifiutato la conferma e l'incoronazione come imperatore dopo l'elezione a re di Germania nel 1314, preferendogli Federico I d'Asburgo.  Ludovico scomunicato il 23 marzo 1324, rispose, esattamente un mese dopo, con l'"Appello di Sachsenhausen". Con esso il Papa fra l'altro, veniva accusato di eresia, quindi delegittimato per la sua presa di posizione nella disputa francescana sulla povertà. Lo scontro divenne acceso, la conciliazione di Michele da Cesena  al capitolo di Lione fallì. Michele venne convocato e trattenuto ad Avignone insieme a Bonagrazia da Bergamo e Guglielmo di Occam.  Francesco Della Marca, ad Avignone come lector nello Studium generale dell'Ordine, sottoscrive una protesta redatta da Michele contro l'operato del papa. Ludovico il aro giunge in Italia, prende la corona imperiale e, dichiarato deposto il Papa, nomina antipapa il francescano Pietro da Corbara, con il nome di Niccolò V.  Scomunicato dal Papa, Francesco della Marca decide di raggiungere, fuggendo,, l'imperatore germanico a Pisa con i suoi confratelli prigionieri. Francesco ancora una volta si ribellò per protestare contro la sua scomunica. A Pisa i quattro pubblicano un documento, l'”Appellatio maior”, nel quale Giovanni XXII veniva dichiarato eretico per la sua posizione nella questione della povertà e in altre controversie. Francesco e i suoi compagni andavano però perdendo le simpatie all'interno dell'Ordine.  Il tentativo di Michele, nel novembre 1328, di impedire lo svolgimento del capitolo generale convocato a Parigi fallì, mentre la riunione dell'Ordine, svoltasi nell'aprile 1329, confermò la scomunica di Michele ed elesse, quale nuovo ministro generale Guiral Ot, ovvero Geraldo di Oddone, favorevole alla Curia.  La scomunica Francesco e i suoi compagni vennero condannati e fu formalmente confermata la loro scomunica.  Francesco ispirò la protesta espressa nelle Allegationes religiosorum virorumche dichiarava invalida la deposizione di Michele e l'elezione di Geraldo, per l'esclusione di metà degli aventi diritto alla partecipazione al capitolo. I quattro francescani, con Marsilio da Padova, entravano a far parte della curia di Ludovico; con lui, raggiunsero Monaco di iera, ove si stabilirono nel convento francescano.  Fu perseguitato dalle autorità ecclesiastiche in Italia.. Fece una ritrattazione formale (che doveva servire da esempio per tutti i dissidenti successivi) e si riconciliò con la chiesa e con l'ordine . La data della sua morte non è nota.  Filosofia Diritti di Proprietà Nel Improbatio, Francesco Della Marca si concentra sulla determinazione di quando e dove i diritti di proprietà hanno origine per sostenere la convinzione francescana che Cristo ha vissuto in povertà assoluta. Egli distingue tra due tipi di Proprietà: la proprietà prima della caduta dell'uomo e la proprietà dopo. La proprietà prima della caduta, nota anche come la proprietà dello stato prelapsario, momento in cui tutte le creature di Dio si rallegrarono nella felicità, erano profondamente collegati tra loro, e condivisa nella creazione di Dio. La proprietà dopo la caduta è stata causata dal primo peccato di Adamo, rendendo la questione dei diritti di proprietà distintamente umani  Il Papa aveva negato che l'origine della proprietà era legato agli esseri umani, sostenendo che era il peccato in sé ad esserne la causa. Francesco aveva convenuto che senza peccato non ci sarebbero i diritti di proprietà, tuttavia, il peccato non ha portato immediatamente al concetto di proprietà. Francesco sostenne che la legge umana è stato responsabile della formazione dei diritti di proprietà, non la legge divina, e usato la storia di Caino e Abele, citando volontà corrotta di Caino per sostenere la sua convinzione. Moto del Proiettile Nel corso del secolo XIV fiorirono una serie di studi nel contesto della filosofia naturale in relazione alla dottrina aristotelica del movimento applicata al moto dei proiettili. Per Aristotele i corpi inanimati si muovono spontaneamente verso il loro luogo naturale mentre i corpi in movimento devono alla presenza continua, e per contatto, di un motore che dirige il corpo verso un’altra direzione.  Già Giovanni Filopono nel VI secolo aveva mosso logiche obiezioni a questa dottrina.  Con la definizione dell'impetus o Teoria dell'impeto la discussione proseguì, ripresa da Avicenna, Ruggero Bacone e Tommaso d'Aquino.  Solo con Francesco della Marca nel XIV secolo si giunse a conclusione. La teoria di Francesco della Marca sul Moto del Proiettile o Moto parabolico, indicata come virtus Derelicta (forza rimanente), è descritta nelle sezioni di suoi commenti sulle Sentenze che spiegano la consacrazione dell'Eucarestia, in una quaestio sull’efficacia dei sacramenti risalente al 1323.  Derelicta Virtus afferma: il moto di un oggetto è causato da una forza lasciata dall'oggetto che agiva su di essa, quella forza residua impressa al proiettile durante il lancio. A differenza della teoria dell'inerzia che ha lo scopo di spiegare solo i fenomeni naturali, la teoria della virtus derelicta di Francesco della Marca è una spiegazione che include i fenomeni naturali e soprannaturali. La virtus derelicta spiega diversi tipi di motoperpetuo e finitoed è destinato a tener conto delle variazioni innaturali. Gli elementi chiave del Derelicta Virtus includono :  Un oggetto viene messo in moto da un altro oggetto, che lascia la forza rimanente in oggetto in movimento. All'inizio di un dato movimento, le forze rimanti possono lavorare con o contro la naturale disposizione dell'oggetto in movimento. Se funziona contro l'oggetto in movimento, la virtus derelicta si dissipa ed eventualmente lascia il corpo, cessando il moto. Se funziona con l'oggetto in movimento, la virtus derelicta rimane nell'oggetto provocando il potenziale moto perpetuo. Ci sono stati diversi filosofi prima del tempo di Francesco della Marca, come ad esempio Richard Rufus di Cornovaglia che nel 13º secolo, sembrano disporre già di versioni della virtus derelicta, quindi non è chiaro se questa teoria sia veramente originta autonomamente dal pensiero di Rossi. Tuttavia, filosofi come Buridano e Odonis hanno utilizzato la teoria di Rossi per affinare i propri concetti di virtus derelicta, confermando che Rossi  ha giocato un ruolo chiave nell'evoluzione della filosofia sulla fisica. Atto di volontà Francesco della Marca nel secondo libro dei Commentari sulle Sentenze, si focalizza su come la volontà potrebbe agire contro la ragione con conseguente colpevolezza morale: se la volontà potrebbe o agire prima, o contro giudizio razionale. Rossi ha sostenuto che la volontà è la causa dell'azione. Dopo che un giudizio è stato elaborato, la volontà decide di agire sia in conformità con tale sentenza o contro di essa. La volontà costituisce il termine medio tra giudizio e azione. Senza di essa, il giudizio richiederebbe un'azione, negando il concetto di libero arbitrio e colpevolezza morale. Inoltre, la volontà è sotto una legge che obbliga a compiere atti buoni. Senza questo impegno non ci sarebbe peccato. Per rispondere a come la volontà potrebbe andare contro tale obbligo, Rossi distingue tra un atto apprensivo e un atto gidicativio. L’ atto apprensivo è necessario per far funzionare la volontà e è frutto di cognizioni intellettuali e giudizi. L’atto giudicativo è formato dalla conoscenza più complessa in cui il ragionamento si applica giudiziosamente. La volontà non richiede atti giudicativi da eseguire, ciò spiega come gli esseri umani sono in grado di peccare. In altre parole, la volontà non dipende dal giudizio razionale. Per evitare l'obiezione che il giudizio è necessario per il ragionamento e non può essere ignorato nel processo deliberativo, Rossi offrì un'ulteriore distinzione tra conoscenza apprensiva e giudicativa, e due tipi di giudizi riflettenti razionali. Queste distinzioni consentono un giudizio da selezionare su un'altra causa della forza che riceve da essere selezionato dalla volontà. Opere: Selezione:  Improbatio contra libellum Domini Johannis qui incipit Quia vir reprobus, una confutazione alla bolla papale del Papa. Quodlibet cum quaestionibus selectis ex commentario in librum Sententiarum, l'autore affronta i principali temi della dottrina cristiana su Dio: le relazioni delle persone divine all'interno della Trinità e il rapporto tra il Creatore e il mondo, la libertà di Dio nel creare, la prescienza divina e la predestinazione alla salvezza. Sententia et compilatio super libros Physicorum Aristotelis Quaestiones praeambulae et Prologus, l’autore riflette sullo statuto scientifico della teologia e della metafisica. Distingue primi libri prima ad decimam Questes super metaphysicam  Sabine Folger-Fonfara, Das 'Super'-Transzendentale und die Spaltung der Metaphysik: Der Entwurf des Franziskus von Marchia Leiden: Brill, F. Stegmüller, Repertorium biblicum Medii Aevi, II, Matriti Visita triennale delOrazio Civelli, in Picenum seraphicum, Andrea da Ratisbona, Chronica de ducibus ariae, G. Leidinger, in Mon. Germ. Hist., Mariano Da Firenze, Compendium chronicarum fratrum minorum, in Arch. franc. hist., A. CoulonS. Clémencet, Lettres secrètes et curiales du pape Jean Paris A. Emmen, Einführung in die Mariologie der Oxforder Franziskanerschule, in Franziskanische Studien, A. Emmen, in Lex. für Theologie und Kirche, IV, Freiburg A. Heysse, Descriptio codicis Bibliothecae Laurentianae Florentinae S. Crucis, Plut. A. 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Vivarium: An International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance  Print  Schabel, Chris. Francis of Marchia's Virtus Derelicta and the Context of its Development. Vivarium: An International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance,  Print  Robiglio, Aldo "How is Strength of the Will Possible? Concerning Francis of Marchia and the Act of the Will." Vivarium: An International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance  Print  Robiglio, Andrea Aldo "How is Strength of the Will Possible? Concerning Francis of Marchia and the Act of the Will." Vivarium: An International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance  Print  Robiglio, Andrea Aldo "How is Strength of the Will Possible? (cfr. H. P. Grice, “I’ll show Davidson how continentia and temperantia are POSSIBLE!”) Concerning Francis of Marchia and the Act of the Will." Vivarium: An International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance  Print  Dopo la grande edizione critica di Nazareno Mariani, Grottaferrata, Francesco della Marca, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Franaut page Centro Studi Francesco d'Appignano Mark Thakkar, Francis of Marchia on the Heavens.

 

ROSSI (San Giorgio la Montagna). Filosofo. Il contemporaneo e celebre filosofo napoletano Giambattista Vico lo definì "il più grande e puro metafisico". Rossi, che fu ordinato prete  esercitò il suo ministero a Montefusco in qualità di abate di Santa Maria della Piazza. Studiò teologia e giurisprudenza a Napoli fino al 1730. Scrisse diverse opere tra cui la più importante rimane Della mente sovrana del mondo.  Opere Considerazioni di alcuni misteri divini, raccolti in tre dialoghi,  Dell'animo dell'uomo, terminata nel 1730, e pubblicata nel 1736, Della mente sovrana del mondo.  Edizione moderna  Opere filosofiche, con un saggio Angelomichele De Spirito, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Della mente sovrana del mondo, a cura e con un saggio di Roberto  Evangelista, Napoli, ISPF-Lab, Collana "quaderni dell'ISPF" Consiglio Nazionale delle Ricerche, ,//ispf-lab.cnr/quaderni/_q01//doabooks.org/doab?func=publisher&pId=1264&uiLanguage=  Tommaso Rossi, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Tommaso Rossi, su open MLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Tommaso Rossi, .  Tommaso Rossi dal sito "la voce di Fiore".

 

ROSSI (Torino). Filosofo. Docente a Torino. Ha studiato a Torino, laureandosi sotto la guida diAbbagnano e compiendo successivamente studi di perfezionamento all'Istituto Italiano per gli Studi storici di Napoli, a Milano e a Heidelberg. Libero docente,  è stato "fellow" della Rockefeller Foundation a Parigi. Professore  a Cagliari, e a Torino, dopo esser stato titolare della Cattedra di storia della filosofia e, in seguito, di filosofia della storia, in questa Università, ne è stato nominato professore emerito. -- è stato preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, -- ha fatto parte del Consiglio Universitario Nazionale. -- è stato Max-Weber-Gastprofessor nell'Heidelberg. È socio nazionale residente dell'Accademia delle Scienze di Torino e socio fondatore dell'Accademia Europea. -- è divenuto per la seconda volta Presidente dell'Accademia delle Scienze di Torino, carica da cui si è dimesso il 6 aprile .  Hha cominciato con lo studio dello storicismo contemporaneo, specialmente di Dilthey e Weber di cui ha curato la traduzione italiana delle opere più importanti (Dilthey, Critica della ragione storica, Einaudi, Torino, Max Weber, Il metodo delle scienze storico-sociali, Einaudi, Torino) dedicandosi in seguito da un lato allo studio della filosofia illuministica della storia e della concezione positivistica della società, dall'altro all'analisi dei problemi teorici della ricerca storica e delle scienze sociali contemporanee. Ha nuovamente rivolto la sua attenzione all'opera di Weber. Ha organizzato vari convegni e coordinato importanti ricerche su diversi temi di storiografia filosofica.  Fra le sue opere più importanti sono da menzionare: Lo storicismo contemporaneo, Einaudi, Torino, Edizioni di Comunità, Milano, Storia e storicismo nella filosofia contemporanea, Lerici, Milano Il Saggiatore, Milano, La teoria della storiografia oggi, Il Saggiatore, Milano, ed. tedesca Suhrkamp, Frankfurt a.M., Vom Historismus zur historischen Sozialwissenschten, Suhrkamp, Frankfurt a.M., Max Weber: oltre lo storicismo, Il Saggiatore, Milano, da Enrico Mistretta, direttore editoriale della Laterza, gli fu affidata, congiuntamente a Carlo Augusto Viano, la direzione di una fondamentale Storia della filosofia. Consiglio di presidenza, Realino Marra, Pietro Rossi e l'opera di Weber in Italia, in «Sociologia del diritto»,Pietro Rossi, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Pietro Rossi. Cf. Grice, “Speranza e l’opera di Grice in Italia.”

 

ROSSO (Corleone). Flosofo. Visse a Palermo. Scrisse tre manoscritti, il primo fu Varie cose notabili occorse in Palermo ed in Sicilia, composto tra il 1587 e il 1601, il secondo, nel 1590, pubblicato dall'editore Libro Sei, con il titolo Descrizione di tutti i Luoghi Sacri della felice Città di Palermo, descriveva le chiese di Palermo, questa opera fu ricordata in vari altri manoscritti, anche negli anni novanta e duemila, il terzo fu pubblicato nel 1596 con il titolo Diario Palermitano   Il comune di Palermo gli ha dedicato una via cittadina.  Note  Biblioteca storica e letteraria di Sicilia: Mira/bibl Siciliana V1  Diego Ciccarelli e Marisa Dora Valenza, La Sicilia e l'Immacolata: non solo 150 anni. Atti del convegno, 2006, 549 pagine  Teresa Pugliatti, Pittura del Cinquecento in Sicilia, Electa, pagine  Roma. Istituto di studi bizantini e neoellenici, Rivista di studi bizantini e neoellenici, 2006  Gioacchino Di Marzo, Biblioteca storica e letteraria di Sicilia: Opere storiche inedite

 

ROTA. (Vigevano).  Filosofo. Italian philosopher. Grice: “Many Italian philosophers would not consider Rota an Italian philosopher seeing that he earned his maximal degree without (not within) Italy! And right they would, too!” His father, Giovanni, a prominent antifascist, was the brother of the mathematician Rosetta, who was the wife of the writer Ennio Flaiano. Gian-Carlo's family left Italy when he was 13 years old, initially going to Switzerland.  Rota attended the Colegio Americano de Quito in Ecuador, and graduated with an A.B. in mathematics from Princeton University in 1953 after completing a senior thesis, titled "On the solubility of linear equations in topological vector spaces", under the supervision of William Feller. He then pursued graduate studies at Yale University, where he received a Ph.D. in mathematics in 1956 after completing a doctoral dissertation, titled "Extension Theory Of Ordinary Linear Differential Operators", under the supervision of Jacob T. Schwartz.  Career Much of Rota's career was spent as a professor at the Massachusetts Institute of Technology (MIT), where he was and remains the only person ever to be appointed Professor of Applied Mathematics and Philosophy. Rota was also the Norbert Wiener Professor of Applied Mathematics.  In addition to his professorships at MIT, Rota held four honorary degrees, from the University of Strasbourg, France (1984); the University of L'Aquila, Italy (1990); the University of Bologna, Italy (1996); and Brooklyn Polytechnic University (1997). Beginning in 1966 he was a consultant at Los Alamos National Laboratory, frequently visiting to lecture, discuss, and collaborate, notably with his friend Stanisław Ulam. He was also a consultant for the Rand Corporation (1966–71) and for the Brookhaven National Laboratory (1969–1973). Rota was elected to the National Academy of Sciences in 1982, was vice president of the American Mathematical Society (AMS) from 1995–97, and was a member of numerous other mathematical and philosophical organizations.  He taught a difficult but very popular course in probability. He also taught Applications of Calculus, differential equations, and Combinatorial Theory. His philosophy course in phenomenology was offered on Friday nights to keep the enrollment manageable. Among his many eccentricities, he would not teach without a can of Coca-Cola, and handed out prizes ranging from Hershey bars to pocket knives to students who asked questions in class or did well on tests.  Rota began his career as a functional analyst, but switched to become a distinguished combinatorialist. His series of ten papers on the "Foundations of Combinatorics" in the 1960s is credited with making it a respectable branch of modern mathematics.[dubiousdiscuss] He said that the one combinatorial idea he would like to be remembered for is the correspondence between combinatorial problems and problems of the location of the zeroes of polynomials. He worked on the theory of incidence algebras (which generalize the 19th-century theory of Möbius inversion) and popularized their study among combinatorialists, set the umbral calculus on a rigorous foundation, unified the theory of Sheffer sequences and polynomial sequences of binomial type, and worked on fundamental problems in probability theory. His philosophical work was largely in the phenomenology of Edmund Husserl.  Death Rota died of atherosclerotic cardiac disease apparently in his sleep at his home in Cambridge, Massachusetts.  See also Kallman–Rota inequality Rota's conjecture Rota's basis conjecture Rota–Baxter algebra Joint spectral radius, introduced by Rota in the early 1960s Cyclotomic identity Necklace ring Twelvefold way List of American philosophers Notes  O'Connor, John J.; Robertson, Edmund F., "Gian-Carlo Rota", MacTutor History of Mathematics archive, University of St Andrews.  Palombi, Fabrizio (). The Star and the Whole: Gian-Carlo Rota on Mathematics and Phenomenology. CRC PHis aunt, Rosetta Rota was a mathematician associated with the renowned Rome university Institute of Physics in Via Panispenra…  "American Mathematical Society | Gian-Carlo Rota, Rota, Gian Carlo (1956). Extension Theory Of Ordinary Linear Differential Operators (Thesis). New Haven, Connecticut: Yale University.  "MIT professor Gian-Carlo Rota, mathematician and philosopher, is dead at 66". April 22, 1999.  Wesley T. Chan "To Teach or Not To Teach: Professors Might Try a New Approach to ClassesCaring about Teaching". The Tech. 117 (63). Retrieved 2008-02-10.  "Gian-Carlo Rota". The Tech. "Mathematics, Philosophy, and Artificial Intelligence: a dialogue with Gian-Carlo Rota and David Sharp". Archived from the original on August 11, 2007. Retrieved 2007-08-11. External links Gian-Carlo Rota at the Mathematics Genealogy Project O'Connor, John J.; Robertson, Edmund F., "Gian-Carlo Rota", MacTutor History of Mathematics archive, University of St Andrews. Kung, Joseph; Rota, Gian-Carlo; Yan, Catherine (2009). Combinatorics: The Rota Way. Cambridge Mathematical Library. Cambridge University Press.  Archived from the original on -03-03. Retrieved -03-19. The Forbidden City of Gian-Carlo Rota (a memorial site) at the Wayback Machine (archived June 30, 2007) This page at rota.org was not originally intended to be a memorial web site, but was created by Rota himself with the assistance of his friend Bill Chen in January 1999 while Rota was visiting Los Alamos National Laboratory. Mathematics, Philosophy, and Artificial Intelligence: a dialogue with Gian-Carlo Rota and David Sharp at the Wayback Machine  "Fine Hall in its golden age: Remembrances of Princeton in the early fifties" by Gian-Carlo Rota. Tribute page by Prof. Catherine Yan (Texas A&M University), a former student of Rota Scanned copy of Gian-Carlo Rota's and Kenneth Baclawski's Introduction to Probability and Random Processes manuscript in its 1979 version. Gian-Carlo Rota (1996). Indiscrete Thoughts. Birkhäuser Boston.  0review at MAA.org The Digital Footprint of Gian-Carlo Rota: International Conference in memory of Gian-Carlo Rota, organized by Ottavio D'Antona, Vincenzo Marra and Ernesto Damiani at the University of Milan (Italy) Gian-Carlo Rota on Analysis and Probability,  Biographical Memoir of Gian-Carlo Rota, National Academy of Science. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Rota," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

ROTONDI. (Vicovaro).  Filosofo. Ha svolto anche attività di libraio ed editore. I primi anni e la nascita della "Libreria delle Occasioni" ("Libreria Rotondi"). Nella seconda metà degli anni trenta si trasferisce a Roma. Il 1941 è l'anno in cui, insieme alla moglie Annamaria, rileva una preesistente libreria di testi usati che chiamerà “Libreria delle Occasioni”, intendendo con questo nome l'opportunità per gli appassionati di reperire opere rare, curiose e introvabili. La “Libreria delle Occasioni” si trova tuttora nel suo luogo originario di fondazione e cioè in via Merulana. Tra gli amanti di rarità bibliografiche e tematiche spirituali è anche nota come “Libreria Rotondi” in omaggio alla fama del suo fondatore. I primi anni di attività della libreria sono piuttosto travagliati in quanto le autorità fasciste, infastidite dalla tipologia eterodossa dei testi in vendita, operano diversi sequestri e infliggono sanzioni. Nell'autunno del 1943 Amedeo è costretto a chiudere la libreria per evitare il richiamo alle armi della Repubblica Sociale Italiana. Considerato disertore, si rifugia con la famiglia a Vicovaro. Individuato in seguito ad una delazione, riesce fortunosamente a sfuggire alla cattura e si allontana verso le montagne che circondano il paese, inseguito dappresso da tedeschi e fascisti. Disperando di potersi salvare, si nasconde nei pressi di una casa abbandonata, popolarmente ritenuta “abitata dagli spiriti” e qui avviene l'evento fondamentale sopra descritto che cambierà la sua vita e le sue convinzioni, aprendolo alla conoscenza del mondo spirituale. Improvvisamente ha una visione folgorante nel cielo:  << Sedetti a contemplare la scena: una catena di globi luminosi dall'alto scendevano fin giù, penetravano nella terra, poi altri che risalivano e poi ridiscendevano come per riunirsi in un misterioso convegno. Si sentivano delle voci indistinte >>  Amedeo si trattiene ad osservare tale spettacolo misterioso salvandosi, in questo modo, dal rastrellamento in corso nel vicino paese di Roccagiovine. Questo primo decisivo contatto con la realtà del paranormale e altre esperienze consimili saranno poi ampiamente raccontate nel libro "Il protettore invisibile". Tale evento rappresenterà l'inizio del suo studio e del suo interesse nei confronti del mondo dell'esoterismo e della spiritualità, che l'accompagnerà per tutta la vita.  Gli anni dello studio e della crescita spirituale. Le prime opere pubblicate in proprio Amedeo Rotondi, rientrato a Roma dopo la Liberazione e desideroso di conoscere la reale natura dello straordinario fenomeno accadutogli, inizia a concentrare i suoi studi sulle discipline esoteriche e spirituali facendo della “Libreria delle Occasioni” una delle prime e più importanti librerie in Italia, specializzate nel settore. Inizia un periodo molto fervido fatto di conferenze, riunioni e dibattiti che ne alimentano la fama. Antesignano delle tendenze moderne, nel 1946 fonda il “Corriere Librario”, periodico mensile per bibliofili contenente recensioni, curiosità e approfondimenti bibliografici, oltre che inserzioni per la compravendita di libri, che si diffonde rapidamente a livello nazionale e internazionale. Pubblica in proprio i suoi primi titoli, dando forma scritta a quasi due decenni di studi e riflessioni. Si tratta dei cinque libri della collana “Le Perle”, raccolte di massime, proverbi e aforismi dell'Oriente, dell'antica Grecia, di Roma antica e del Cristianesimo. Nel ’64 dà alle stampe “L’arte del silenzio e l’uso della parola”, un originale e lungimirante saggio il cui intento si manifesta già dalla dedica, firmato con lo pseudonimo di Vico di Varo, derivato chiaramente dal suo paese natale. Nel 1965 viene incaricato di redigere un opuscolo commemorativo in occasione dell'inaugurazione in Vicovaro del Monumento in onore delle vittime della strage nazista delle Pratarelle, Amedeo Rotondi e la sua libreria hanno svolto una funzione di aggregazione e catalizzazione culturale in anni difficili in cui certi ambiti di studio venivano guardati con sospetto, quando non con manifesta ostilità.  La fase della maturità letteraria e spirituale. I “Volontari del Bene” Negli anni settanta partecipa e svolge un ruolo tutt'altro che secondario nel Cerchio Firenze 77, una delle più importanti esperienze parapsicologiche collettive italiane. Amedeo Rotondi e la sua libreria, nella quale collabora anche la sua unica figlia Vera, sono ormai un punto di riferimento di tutto un mondo culturale in espansione e finalmente libero da ogni censura. Pubblica sedici titoli presso diverse case editrici (Mediterranee, Astrolabio, Sugarco, S.A.S.), firmandoli oltre che con il suo vero nome con l'amato pseudonimo Amadeus Voldben, acronimo di Volontario del Bene. Tale nome d’arte sta ad indicare la missione che Amedeo si era prefisso e che delineò nel libriccino “I volontari del bene”, vera e propria bibbia per tutti coloro che si riconoscono nel progetto di diffusione del Bene, stampato in proprio per la prima volta nel '72. I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue: esistono tuttora edizioni in inglese, tedesco, spagnolo, portoghese, greco e polacco. Oltre al valore intrinseco degli scritti, sono le riunioni e la sua stessa presenza in libreria a suscitare curiosità e interesse presso un pubblico molto ampio che vede in Amedeo Rotondi una guida spirituale in grado di fornire suggerimenti mai banali e, da vecchio educatore, sempre comprensibili. Dietro la sua apparente severità, che è semplicemente rifiuto della superficialità, traspare la disponibilità e l'umanità, accessibili a chiunque si sforzi di varcare il civico 82 di via Merulana. Gli anni ottanta e novanta sono caratterizzati da una produzione culturale ancora intensa ma, questi ultimi, anche dal profondo dolore per la perdita dell'amata figlia Vera e dell'adorata moglie Anna Maria, dolore che non intacca, anzi, semmai rafforza la sua serena consapevolezza della morte come momento di passaggio verso l'eterna felicità. Nonostante i problemi fisici che lo tormentano, continua a scrivere e a regalare gemme di saggezza e consigli fino a pochi giorni prima della morte: Amedeo Rotondi muore per questa vita e per questo mondo l'11 ottobre 1999. Oltre ai testi pubblicati in vita Amedeo lascia altri scritti, alcuni pronti per la stampa altri bisognosi di revisione, che vengono pubblicati postumi a partire dal 2003 su iniziativa del nipote Aldo e dei pronipoti Francesco e Barbara, i quali si sono impegnati, secondo la volontà dello zio, a proseguire l'attività in libreria, mantenendosi fedeli all'impostazione originaria da lui delineata. La libreria Rotondi ha ricevuto il riconoscimento di "negozio storico" da parte del Comune di Roma.  Opere: “Saggezza dell'Oriente,” ( I della collana Le Perle, ristampato da Astrolabio. L'arte del silenzio e l'uso della parola, ristampato dalla Libreria Rotondi n Saggezza di Roma antica, collana Le Perle). Saggezza dell'antica Grecia, Amedeo Rotondi, collana Le Perle). Amore e saggezza nel pensiero Cristiano, Amedeo Rotondi,  collana Le Perle). Il giardino della saggezza, Amedeo Rotondi, collana Le Perle). Dopo Nostradamus: le grandi profezie sul futuro dell'umanità, Mediterranee, Un'arte di vivere: via segreta alla serenità, Mediterranee,  La coppa d'oro: insegnamenti dei maestri, fonte di luce e di energia, SAS, (ristampato dalle Mediterranee). Le influenze negative: come neutralizzarle, SugarCo,, (ristampato dalle Mediterranee). Il protettore invisibile: la guida che ci aiuta nei momenti difficili della vita, Mediterranee, La voce misteriosa, Astrolabio  (ristampato dalla Libreria Rotondi nel ) Lo scopo e il significato della vita: perché si nasce, perché si vive, perché si muore, Mediterranee, I prodigi del pensiero positivo: il suo potere e la sua azione a distanza, Mediterranee, Il destino nella vita dell'uomo, Mediterranee, La reincarnazione: verità antica e moderna, Mediterranee, La potenza del credere… e la gioia d'amare: i prodigi della fede e dell'amore, Mediterranee,  Una luce nel tuo dolore, Mediterranee, Guida alla padronanza di sé, Mediterranee, 1La magica potenza della preghiera, Mediterranee,  La chiave della vita, Mediterranee,  La presenza divina in noi, Mediterranee, Le leggi del pensiero: l'energia mentale e l'azione della volontà, Mediterranee.. Le grandi profezie sul futuro dell'umanità, Mediterranee. La potenza creatrice del pensiero, Mediterranee, Pensieri per una vita serena, Mediterranee. Altre opere non in commercio Ricordo dei nostri martiri. Commemorazione in occasione dell'inaugurazione del monumento ai martiri delle PratarelleVicovaro, Tipografia Seti, Roma,  I Volontari del Bene, Libreria Rotondi Editrice, Roma, Reincarnazione e fanciulli prodigio, Mediterranee, Roma, La reincarnazione: verità antica e moderna, Mediterranee. Col suo nome di battesimo ha scritto La voce misteriosa e i cvolumi della collana Le Perle. Con lo pseudonimo di “Vico di Varo” ha scritto L’arte del silenzio e l’uso della parola. Con lo pseudonimo di “Amadeus Voldben” ha scritto tutti gli altri testi.  La Libreria Rotondi è segnalata in molte pubblicazioni, tra cui la Guida ragionata alle librerie antiquarie e d'occasione d'Italia, Claudio Maria Messina, Roma, che ha avuto varie edizioni. Amadeus Voldben, Il protettore invisibile, Edizioni Mediterranee, Roma,  La partecipazione di Amedeo Rotondi agli incontri del Cerchio Firenze 77 è ricordata nei libri Oltre l'illusione, Roma, Mediterranee, e Oltre il silenzio, Luciana Campani Setti, Roma, Mediterranee, Edizioni inglese e americana di Dopo Nostradamus: After Nostradamus. Great Prophecies for the Future of Mankind, Neville Spearman, London, After Nostradamus. Great Prophecies for the Future of Mankind, The Citadel Press, Secaucus, Edizione tedesca di Dopo Nostradamus: Die großen weissagungen über die zukunft der menschheit, Langen Muller, München-Wien, Queste le edizioni in lingua spagnola di Dopo Nostradamus, I prodigi del pensiero positivo, Le influenze negative, Il protettore invisibile: Dopo Nostradamus. Las profecias par el año 2000, Ediciones Picazo, Barcelona, Nostradamus: las grandes profecias sobre el futuro de la humanidad, Editorial Edicomunicación, Barcelona, 1990; El milagro del pensamiento positivo, Susaeta Ediciones, Madrid, El prodigio del pensamiento positivo, Panamericana Editorial, Bogotà, Las influencias negativas, Panamericana Editorial, Bogotà,  El protector invisible, Panamericana Editorial, Bogotà, Queste le edizioni in lingua portoghese di Dopo Nostradamus e Le influenze negative: Nostradamus. As grandes profecias sobre o futuro da humanidade, Editora Lider, São Paulo; Depois de Nostradamus. As grandes profecias sobre o futuro da humanidade, Editora Artenova, São Cristóvão, 1984; Como evitar as influências negativas, Pensamento, São Paulo, 1984.  Edizione polacca di Dopo Nostradamus: Wielke przepowiednie. Nostradamus i inni, Wojciech Pogonowski, Warszawa, Molte persone si rivolgevano a Rotondi per ricevere consigli. Una testimonianza letteraria di questa consuetudine si trova nel romanzo di  Giovetti Weimar per sempre, (Edizioni Mediterranee, Roma) in cui si narra l'episodio di un giovane che si reca presso la Libreria delle Occasioni per ricevere suggerimenti su questioni spirituali e libri. Libreria RotondiLibreria delle Occasioni (La libreria fondata da Rotondi) La piccola miniera di Amedeo Rotondi (da Il Corriere della Sera) Il libraio di via Merulana e i globi luminosi (da La Repubblica) Cerchio Firenze 77 (Esperienza parapsicologica collettiva) Andiamo alla scoperta di Amedeo Rotondi, illustre vicovarese del '900 (da La Piazza di Castel Madama,

 

ROVATTI. (Modena). Filosofo.  Grice: “I do not know any other philosopher other than me or Austin who, like Rovatti, is obsessed wiith the concept of a ‘game’!” Ha insegnato a Trieste.  Ha studiato fenomenologia a Milano con Paci iniziando a collaborare con la rivista di filosofia e cultura «aut aut», di cui è direttore.  È editorialista di "Il Piccolo" di Trieste e collaboratore di "la Repubblica" e "l'Espresso". Coordina il Laboratorio di filosofia contemporanea di Trieste, attraverso cui ha fondato la Scuola di filosofia di Trieste. È membro del comitato scientifico di Vicino/lontano (Udine). -- è uscito un volume a lui interamente dedicato (René Scheu, Il soggetto debole. Mimesis, Milano ). Ppubblica una monografia su Whitehead. Successivamente si occupa dei rapporti tra fenomenologia e marxismo pubblicando Critica e scientificità in Marx, e poi focalizzando in vari saggi il tema dei bisogni con riferimento anche alla psicoanalisi. Cura anche un'edizione delle Opere di Bergson.  Fa uscire con Vattimo il reading Il pensiero debole che sarà ristampato molte volte e e da cui è nato un ampio dibattito, all'inizio sulle pagine di «Alfabeta» (di cui era redattore), poi in diverse altre sedi, e che continua tuttora.  Le questioni concernenti tale forma nuova di pensiero (che hanno a che fare soprattutto con Nietzsche e Heidegger) diventano il punto di partenza della sua successiva produzione con una serie di volumi (La posta in gioco, Abitare la distanza, Il paiolo bucato, La follia in poche parole, Guardare ascoltando, L'esercizio del silenzio, Possiamo addomesticare l'altro?, Inattualità del pensiero debole. Queste questioni riguardano soprattutto la possibilità di una «logica paradossale» e si articolano intorno ai temi del gioco, dell'ascolto e dell'alterità, tutti collegati alla questione attuale della soggettività.  Altri suoi scritti e interventi hanno introdotto opere di Whitehead, Sartre, Habermas, Hume, Jabès, Negt, Kluge, Heller,  Caillois (ossia I giochi e gli uomini), Sollers (iSul materialismo), Poulantzas,Deleuze, Derrida (nel suo rapporto con Freud), Lévinas, Bateson e del suo mentore Paci.  Dalla riflessione sul gioco nascono anche i libri Per gioco. La scuola dei giochi (con Davide Zoletto.  e Il gioco di Wittgenstein. Si è anche interessato alla consulenza filosofica, con La filosofia può curare? Ha curato l'antologia Il coraggio della filosofia, sulla rivista «aut aut».  Tiene una rubrica sul quotidiano "Il Piccolo" di Trieste col titolo di Etica minima. Ha raccolto questi "scritti corsari" (cfr. Pasolini) in vari libri: Etica minima, Noi, i barbari, Un velo di sobrietà. Accanto a una sensibile sintonia con le riflessioni di JDerrida, si è manifestata nella sua ricerca una particolare attenzione per il pensiero di Lacan e Foucault (in particolare sul rapporto tra potere e sapere).   Gli egosauri, Elèuthera, Milano . Le nostre oscillazioni, Collana Edizioni alpha beta Verlag, Merano . L’intellettuale riluttante, Elèuthera, Milano . Restituire la soggettività. Lezioni sul pensiero di Basaglia, alphabeta, Merano . Un velo di sobrietà, il Saggiatore, Milano . Noi, i barbari. La sottocultura dominante, Raffaello Cortina, Milano  Inattualità del pensiero debole, Forum, Udine   Cura di Il coraggio della filosofia. aut aut-, il Saggiatore, Milano  Etica minima. Scritti quasi corsari sull'anomalia italiana, Cortina, Milano   La posta in gioco. Heidegger, Husserl, il soggetto, Mimesis, Milano-Udine   prima edizione: Bompiani, Milano Cura di Consulente e filosofo. Osservatorio critico sulle pratiche filosofiche, Mimesis, Milano Il gioco di Wittgenstein, EUT, Trieste 2Possiamo addomesticare l'altro? La condizione globale, Forum, Udine Abitare la distanza. Per una pratica della filosofia, Raffaello Cortina, Milano (check) Feltrinelli, Milano  La filosofia può curare? La consulenza filosofica in questione, Raffaello Cortina, Milano La scuola dei giochi (con Davide Zoletto), Bompiani, Milano Cura di Scenari dell'alterità, Bompiani, Milano Guardare ascoltando: filosofia e metafora, Bompiani, Milano  prima edizione: Il declino della luce, Marietti, Genova  L'università senza condizione (con Derrida), Raffaello Cortina, Milano La follia in poche parole, Bompiani, Milano Fare la differenza, atti del convegno, curati con Pietro Derossi, Triennale di Milano, Milano, Il paiolo bucato. La nostra condizione paradossale, Raffaello Cortina, Milano Introduzione alla filosofia contemporanea, Bompiani, Milano Lettere dall'università, Filema, Napoli Per gioco: piccolo manuale dell'esperienza ludica (con Alessandro Dal Lago), Raffaello Cortina, Milano  Trasformazioni del soggetto: un itinerario filosofico, Il poligrafo, Padova Dizionario dei filosofi contemporanei, Bompiani, Milano Elogio del pudore. Per un pensiero debole (con Alessandro Dal Lago), Feltrinelli, Milano Intorno a Lévinas, Unicopli, Milano Cura di Effetto Foucault, Feltrinelli, Milano, Cura di Henri Bergson, Mondadori, Milano, Il pensiero debole (con Vattimo), Feltrinelli, Milano Bisogni e teoria marxista (con Amedeo Vigorelli), Mazzotta, Milano,  Critica e scientificità in Marx: per una lettura fenomenologica di Marx e una critica del marxismo di Althusser, Feltrinelli, Milano, Che cosa ha veramente detto Sartre, Ubaldini, Roma, La dialettica del processo. Saggio su Whitehead, prefazione di Enzo Paci, il Saggiatore, Milano Citazionio su Pier Aldo Rovatti  aut aut, su autaut.ilsaggiatore.com. Scuola di filosofia di Trieste, su scuolafilosofia Laboratorio di filosofia contemporanea, su filolab. TriesteFacoltà di lettere e filosofia, su www2.units. Vicino Lontano, su vicinolontano. Pier Aldo Rovatti: il pensiero debole, sul  RAI Filosofia, su filosofia.rai.

 

ROVELLA (Palazzolo Acreide). Filosofo. Apparteneva ad una famiglia contadina di solida fede cristiana. Tre fratelli ed una sorella erano sopravvissuti a 12 gravidanze. Dopo la scuola elementare frequentò la scuola media ad Ispica, in provincia di Ragusa, nel convento dei cappuccini, alla scuola dello zio cappuccino. Questa esperienza lasciò tracce indelebili nella formazione e nello sviluppo intellettuale di Giuseppe che visse all'insegna della contraddizione nella ricerca della sua strada. Contraddizione che visse sempre in termini positivi, come caratteristica dell'uomo che pensa. A Catania si iscrisse in Lettere e Filosofia e fu tra gli alunni più stimati del prof. Cleto Carbonara che insegnava filosofia teoretica. Si laureò il 2 giugno 1948 con una tesi di estetica, sul rapporto fra contenuto e forma in arte. Gli interessi per l'estetica rimasero permanenti. Insegnò storia e filosofia nei licei, di Noto e Palazzolo, dove per un breve periodo, fu anche preside, incarico dal quale si dimise per tornare all'insegnamento. Morì nella sua casa natale.  Opere: Dopo alcune recensioni di filosofia nella rivista Sophia, rivista fondata da Ottaviano e due raccolte di poesie pubblicate da Gastaldi Editore Milano, il suo vero esordio fu L'uomo, una filosofia, opera di filosofia teoretica, pubblicata da Giannini Napoli, con prefazione di Carbonara. In quest'opera Rovella in un serrato confronto con i grandi della filosofa affronta, in termini critici, la metafisica ed espone il suo convincimento che la ricerca senza condizioni, attraverso l'intelligenza attiva e creatrice può aprire all'uomo orizzonti creativi, nuovi, seppur rischiosi. La metafisica, sostiene Rovella, imprigiona in schemi rigidi e vincolanti. Pervenire all'autocoscienza è il compito più degno del pensiero, che pur problematico in sé non rimane imprigionato nel problematicismo. Il rapporto con Spirito e Carbonara fu stimolo attivo e personale nella ricerca di Rovella.  Deneb, romanzo, fu pubblicato da Salvatore Sciascia CaltanissettaRoma con prefazione di Gallo. Si tratta di un romanzo filosofico che narra la pulsione verso l'oltre, attenuando, così, la precedente critica verso la metafisica e aprendo verso il mistero che, nel romanzo comporta il confronto con tre donne che rappresentano tre volti diversi della verità. La stella Deneb è metafora della pulsione verso l'alto. In quest'opera abbondano i riferimenti autobiografici da cui emerge l'attaccamento alla casa natia, che non abbandonerà finché visse, alla famiglia e soprattutto ad un modello di vita contadina morigerata e sobria. Lo stile narrativo è affabulante. L'autocoscienza e il "trionfo della morte" nell'ultima opera diGentile in Il pensiero di Gentile, Enciclopedia Italiana, Roma. Qui si esamina il momento finale della vicenda umana e filosofica di Gentile al cui pensiero il nostro fu sempre legato.  L'errore del cerchio, romanzo del 1979, che sarà pubblicato postumo dalla Provincia Regionale Siracusa, con prefazione di Emanuele Messina. Predomina il colloquio interiore, lo scavo nella coscienza e nella memoria. Procede come un giallo; un tema attraversa gli avvenimenti, la libertà e la necessità di un suo contenimento.  La Fattoria delle Querce, romanzo, edito da M. Selvaggio Caruso Editore Siracusa. Rovella considera questo romanzo l'espressione più piena del suo pensiero e della sua capacità di scrittura. È come un'epopea, quella della famiglia siciliana Capobianco, governata da una donna e sviluppata attraverso un intrigo di personaggi e di vicende collocate in un non luogo e in un non tempo. I discendenti Capobianco sono identici agli antenati, e la ricerca della genealogia è il problema più assillante per i personaggi. Il mito dell'eterno ritorno dell'identico fu caro al Rovella che rimase sempre legato ai miti. Fisiognomica, astrologia, venti, odori e turbamenti fanno di questo lavoro un esempio di scrittura immaginifica e personale. Scrittura di non di facile consumo. Rovella dice che con quest'opera ha tracciato una nuova “Imago Siciliae”. Nella stessa aura de La fattoria sono scritti i Racconti.  Rovella cambia di nuovo argomento, inizia quella che lui chiama la fase cristica. Scrive opere in cui la figura di Cristo e il rapporto fra le religioni sono il tema dominante.  L'ora del destino, dramma in due atti è pubblicato dall'Accademia Casentinese di Lettere, Arti, Scienze ed economia, Castello di Borgo alla Collina, Arezzo,  L'Ora in persona di una donna consola il Crocifisso che muore quando una congiuntura astrale perviene al suo compimento.  Vita di Gesù, pubblicato con Prospettive d'Arte Milano, con prefazione di Ronfani. Gesù è visto nella sua umanità, la narrazione segue lo sviluppo dei vangeli sinottici, con qualche incursione negli apocrifi. L'autore, che pur ne ha le competenze,si tiene lontano dalle problematiche gesuologiche e cristologiche. Vuole narrare un Gesù “così come parla al cuore”.  L'Angelo e il Re, con prefazione di Pazzi per i tipi di Palomar Bari.I nove mesi di gravidanza di Maria vergine sono narrati con un andamento che si mescola di esoterismo e sapienza umana. Maria spesso, nel mistero del suo concepimento, nella sua realtà quotidiana, vive le vicende del suo quartiere, con le sue amiche, con qualche momento di gioia esaltata e prorompente, con un tratto zingaresco. Rovella fu sempre attratto, nella sua narrativa da zingari e vagabondi di passaggio, come incarnazione di una libertà che abbiamo smarrita.  Le Madri Racconto, Utopia Edizione, Chiaramonte Gulfi, Vi si sente l'eco di J. Bachofen. Breve raro capolavoro, pieno di mistero e poesia, di un potere magico, come scrive Tosi.  Asvamedha pubblicato da Utopia Edizioni, Chiaramonte Gulfi, con prefazione di Monachino. Raccoglie racconti inediti.  Inizio d'amore pubblicato a cura dell'Istituto Studi Acrensi di Palazzolo Acreide. Raccoglie altri racconti che l'autore pubblicò in varie riviste letterarie nazionali, a cura dell'Istituto Studi Acrensi Palazzolo Acreide. I racconti, dice l'autore, vivono nell'aura dei romanzi di questo periodo.  La vigna di Nabot, dramma in quattro quadri  pubblicato nel  a cura dell'Associazione Amici di G. Rovella, Palazzolo Acreide. Narra le vicende di Nabot, personaggio biblico che incontriamo nel primo libro dei Re Cap. 21. La prepotenza dei potenti e la sacralità della terra dei padri sono il filo conduttore del dramma. Nabot muore per una questione di coerenza.   minima Ermanno Scuderi, La fattoria delle Querce, in Le Ragioni critiche, Giancarlo Menichelli in Esperienze letterarie,  Ruggero Jacobbi, Il miracolo Deneb, in Arenaria, Palermo, Vittorio Vettori, Il miracolo di Deneb e le profezie di Ruggero, Arenaria, Monachino Ester, Considerazioni su un romanzo di Rovella, in Le Ragioni critiche, Catania, Emanuele Messina, Dal bagolaro alla sequoia,, La vita e l'opera di Giuseppe Rovella, Emanuele Romeo editore, Siracusa, Emanuele Messina, Alle radici del pensiero di Giuseppe Rovella. La presenza dei suoi maestri, Emanuele Romeo.

 

ROVERE. (ssential Italian philosopherHis family originates in Albalonga, Savona, Liguria. Terenzio Mamiani. Terenzio Mamiani Terenzio Mamiani della Rovere. filosofo, politico e scrittore italiano. iTestimonio essendo il Pontefice [della insurrezione dell'Italia contro l'Austria] e d'altra parte abborrendo egli, pel suo ministero santissimo, dalle guerre e dal sangue ha pensato... d'interporsi fra i combattenti, e di fare intendere ai nemici della nostra comune patria, quanto crudele ed inutile impresa riesca ormai quella di contendere agli italiani le naturali frontiere... (9 giugno 1848; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli) Antonio Oroboni alla sua fidanzata Incipit Dallo Spielberg, ai 5 d'Aprile. Del soave amor tuo, nobile spirto | Ed infelice, io vissi altera e santa: | Di quel vivrò, giuro all'eterno Iddio, | Si che il dolor nol chiuda entro al sepolcro. | Tai celesti parole in picciol foglio | Vergate, o cara, ebb'io da te quel giorno | Che tramutai le dolci aure lombarde | Con queste ignote al Sol tombe di vivi.  Citazioni Io muojo, ed al suo fine affretta | questa lunga agonia che chiaman vita | qui per istrazio. Quando suonarne il certo annunzio udrai, | non pianger tu, non piangere, o diletto | spirto d'amor, ché del mio ben migliore | Lacrimar ti disdice. Il misero | che gemea quivi giù, poiché il dolore | soverchiò troppo, disperatamente | diè del capo nel sasso e del diffuso | Cerebro il tinse. d'ogni affetto umano affinatrice | fiamma è il dolore, e di virtù maestra | la morte. D'un nuovo diritto europeo Incipit Il giure civile di ciascun popolo ha nel testo delle leggi positive e speciali autorità sufficiente da soddisfare la giustizia ordinaria e da risolvere i dubii e acquetare le controversie intorno agli interessi e agli ufficii d'ogni privato cittadino. Di quindi nasce che possono alcuni curiali riuscire segnalati e famosi al mondo con la sola abilità del pronto ricordare, dell' acuto distinguere e dell'interpretare acconcio e discreto. Al giure delle genti occorre, invece, assai di frequente la discussione delle verità astratte. Perocché esso è indipendente e superiore all'autorità delle sopra citate leggi; si connette immediatamente al giure naturale che è al tutto razionale e speculativo; spesso gli è forza di riandar col pensiero sulle fondamenta medesime dell'ordine sociale umano, e spesso altresì non rinviene modo migliore per risolvere i dubii e acquetare le discrepanze tra popolo e popolo fuor che indagare i grandi pronunziati della ragione perpetua del diritto, chiariti, dedotti e applicati mercé della scienza. Citazioni Poco importa se i metafisici e i letterati si bisticciano; ma non va senza danno del genere umano il discordare e il traviare de' pubblicisti. E già si disse che il fine criterio degli uomini illuminati coglie il certo e il sodo della scienza, ma non la crea e non l'ordina. La demenza degli uonini fa talvolta scandalosa la verità; laonde ella ebbe a pronunziare di se medesima: non venni a recare la pace in mezzo di voi, sibbene la spada. (Lo Stato essere certa congregazione di famiglie la qual provvede con leggi e con tribunali al bene proprio e alla propria tutela; tanto che sieno competentemente adempiuti i fini generali della socialità e i particolari di essa congregazione. Lo Stato non esiste per la contiguità sola delle terre e delle abitazioni, ma per certo congiungimento e unità delle menti e degli animi. La libera città di Amburgo è così autonoma come l'impero di Moscovia. Il che riconosciuto e fermato, se ne ritrae ciò che pel diritto internazionale è primo principio ed assioma, non potersi da niuno e sotto niuna ragione arrogare la facoltà di offendere e menomare l'autonomia interna ed esterna di qualchesia Stato insino a tanto che questo non provoca gli altri ad assalirlo con giusta guerra; ed eziandio in tal caso è lecito di occupare temporalmente il suo territorio e dominare il suo popolo nei limiti della difesa e dell'equo rifacimento dei danni. Le varie provincie spagnuole o francesi e i tre regni britanni congiunti ed unificati per la conquista o l'eredità palesarono in lungo volgere d'anni la volontà loro ferma ed unanime di perseverare in quella identità e unità di vita sociale e politica. Per lo contrario, l'incorporamento delle provincie basche nell'unità politica degli Spagnuoli fu con violenza adempiuta e poi mantenuta. Voleva ragione e giustizia che per l'azione lenta del tempo e della civiltà riconoscessero quei popoli da se medesimi la utilità di vivere al tutto vita comune coi popoli iberici. Similmente, era iniqua la condizione degl'Irlandesi quando l'irosa Inghilterra per la diversità del culto li segregava dal godimento dei diritti politici. L'uomo individuo può nel servaggio e nelle catene serbare con isforzo la libertà dello spirito e compiere in altro modo e sotto altre condizioni certa eroica purgazione e certo mirabile perfezionamento della sua parte interiore e immortale. Ma ciò è impossibile ad un popolo intero, il quale nel servaggio di necessità si corrompe ed abbietta, e quindi Gian Vincenzo Gravina chiamò assai giustamente la libertà delle nazioni sacrosanta cosa e di giure divino. L'anima non è vendibile e non è nostra, dicevano i teologanti per dimostrare da più parti la iniquità del contratto. E neppure la libertà è vendibile; e se l'usarla e abusarla è nostro, non è tale la facoltà e il principio infuso da Dio con l'alito suo divino e che al dire di Omero vale una mezza anima. Lo Stato possiede onninamente se stesso; niuno fuori di lui può attribuirsene la padronanza. Quindi i popoli o vivono in se od in altri; cioè a dire, o provedono ai propri fini con leggi e ordini propri e componendo un individuo vero e perfetto della universa famiglia umana; ovvero entrano a parte d'altra maggior comunanza con ugualità di diritto e d'ufficio, come quelle riviere che ne' più larghi e reali fiumi confondono le acque e perdono il nome. Questa è la generale e astratta dottrina che danno la ragione e la scienza. Patria, impertanto, significa quella determinata contrada e quella peculiare congregazione di uomini a cui ciascuno degli abitanti e ciascuno dei congregati sentesi legato per tutti i doveri, gl'istinti, i diritti, le speranze e gli affetti del vivere comune. La patria considerata nella sua morale e profonda significazione è il compiuto sodamento di ciascuno verso di tutti e di tutti verso ciascuno. Se la patria non ha debito né possibilità di nudrire del suo ogni giorno tutti i suoi indigenti, spietata cosa sarebbe inibire a questi di procacciarsi altrove la sussistenza. Prediletta opera delle mani di Dio sono le nazioni. Qual nazione è pura, domandano essi, e tutta omogenea, e quale Stato in Europa non è straniero a qualche porzione de' sudditi proprii? L'Inghilterra pesa sul popolo Jonio, la Francia sull' Algerino, la Spagna sul Basco. Non nacquero forse Italiani i Corsi e Tedeschi i popoli dell'Alsazia? I Polacchi di Posen son forse Prussiani; e non è mezzo slava la Silesia? Chiameremo Russi i Lituani o i Finlandesi o gli abitanti di Riga e della Curlandia? E se tinti vediamo della medesima pece tutti i governi, se niuno, a rispetto del puro principio di nazionalità, è incolpevole, qual profitto si può dedurre d'una teorica non mai applicabile; ed anzi, come può essere teorica e vera, se i fatti in ogni luogo e tempo la contradicono? Lo Stato dipendente come si sia da un altro non è, a propriamente parlare, autonomo; e perciò, a rigore di definizione, neppure la denominazione di Stato gli si compete. I prìncipi non sono, del certo, scelti da Dio immediatamente, ma sono da Dio immediatamente investiti di loro sovranità. Il popolo indica l'uomo a cui vuole obbedire e in quell'uomo è subito la pienezza della sovranità che da Dio gli proviene. Perocché come da Dio è istituito il fine della socievole comunanza, così è istituito il mezzo nella autorità del comando.  È sicuro che nella lunghezza dei secoli le volontà e i giudizi umani si accostano all'assoluto del bene sociale, quanto che la via che viene trascorsa non procede diritta e spedita ma declina e torce continuo fra molti errori e molte misere concussioni. La libertà, essendo naturale ed essenziale agli uomini e necessaria concomitanza d'ogni bontà, è doveroso per tutti il serbarla integra nella sostanza; e perciò, né il privato individuo si può vendere ad altro privato, né tutto il corpo de' cittadini assoggettarsi pienamente e perpetuamente al dominio d'alcuno, sia forestiere o nativo. Poco o nessun valore ha il dissentimento dei piccioli e deboli, quando anche piglino ardire di esprimerlo; e chi investiga la Storia, ritrova che delle proteste loro giacciono grandi fasci dimenticati negli archivi delle Cancellerie. (p. 98) Dacché siete i più forti, correte poco rischio di vivere ex lege alla maniera dei Ciclopi. Ma confessare il diritto e contro il diritto procedere, non è conceduto a nessuno; e parlavano meglio quegli Ateniesi che alle querele dei Milesi rispondevano senza sturbarsi : il diritto è cosa pei deboli e non già pei forti e pei valorosi. Ogni popolo è autonomo; o con altri vocaboli, ogni Stato vero è libero ed inviolabile inverso tutti i popoli e tutti gli Stati. E patria nel significato morale e politico è sinonimo di Stato, in quanto questo compone uno stretto e nativo consorzio in cui ciascun cittadino ha debito e desiderio insieme di effettuare il grado massimo di unimento sociale e civile. S'incominci dall'avvisare chi sono costoro che si querelano dell'abusata libertà degli Stati e ne temono danni così spaventevoli. Costoro sono i medesimi da cui si alzano lagni e rimproveri cotidiani per qualunque libertà, eccetto la propria loro. Vogliono limitare la stampa, limitare la libera concorrenza, limitare i Parlamenti e in fine ogni cosa col pretesto volgare ed ovvio che i parlamenti, il commercio, la stampa abusano di loro facoltà e trasvanno più d'una volta e in più cose. La volontà umana, dite, è corrotta e inchinevole al male. Può darsi; ma privata di libertà so che depravasi molto di più e i padroni non meno che i servi. Non è lecito agli uomini di esercitare nessun diritto qualora difettino pienamente delle facoltà e dei mezzi correlativi. Perciò il fanciullo, il mentecatto, l'idiota cade naturalmente sotto l'altrui tutela, e per ciò medesimo la parte meno educata del volgo ed offesa di troppa ignoranza, o posta in condizione troppo servile, non ha nel generale facoltà e mezzi proporziod esercitare diritti politici. Dell'ottima congregazione umana Incipit Esaminato il fine del viver comune, fatta rassegna d'alcuni principii direttivi, più bisognevoli al nostro intento e poco o nulla noti agli antichi, segue senza più che noi trapassiamo a contemplare l'ottimo ordinamento civile. Della qual materia stragrande fermammo in principio del libro che sarebbero da noi segnate alquante linee soltanto, scegliendo quelle che più hanno riferimento con l'indole speciale de' tempi nostri. E pur questi pochi lineamenti noi cercheremo di descriverli, come suoi fare l'artista, secondo il concetto d'una bellezza ideale ricavata e desunta con fedeltà squisita dall'essere delle cose e figurandola in mente come e quale uscirebbe dalle mani della natura, quando non la perturbassero gli scorretti accidenti. Cosi noi delineeremo qnalche fattezza dell'incivilimento umano, contemplandolo nella natura primitiva ed universale dei popoli, ed avvisandoci di non iscambiare l'alterato e il mutabile col permanente ed inalterato; e per converso, di non dar nome d'errore emendabile e di accidente transitorio a ciò che appartiene alle condizioni salde e durevoli della comunanza civile. Chè nel primo difetto cadono i troppo retrivi ed i pusillanimi; nel secondo, i novatori audaci e leggeri. Citazioni Aristotile con molto senno incomincia dall'insegnar quello che spetta al buono stato della famiglia, perché della comunanza umana l'individuo compiuto non è lo scapolo, ma l'ammogliato con prole o vogliam dire la famiglia, rimossa la quale, come fu scritto nell'aforismo XIV, non rimane intermezzo alcuno che tempri l'amor proprio e la fiera e violenta natura nostra.  L'organizzazione tanto è più eccellente quanto meno cede alle esterne azioni ed impressioni ed anzi modifica con maggior efficacia ed appropria a sé quelle azioni.  È da confessare che un gran trovato fece lo spirito umano e giovevole soprammodo alla prosperità del viver sociale, quando mise in atto quello che fu domandato governo rappresentativo o parlamentare. Se dirai: carattere di nazione è la continuità e circoscrizione del suolo, i Tedeschi di qua del Reno sarebber Francesi, e non è Grecia l'Asia minore, e gli Ebrei non compongono nazione, e malamente la compongono le genti slave. Se dirai la lingua; i Baschi non sono spagnuoli, né francesi i Bretoni e quei dell' Alsazia, e non ha niente di nazione la Svizzera né l'Ungheria dove più lingue sono parlate. Se la religione; troppe smentite ci danno Germania, Inghilterra e gli Stati Uniti americani; d'altra parte, sotto il rispetto dell'unità religiosa, farebber nazione insieme Siciliani e Messicani, Irlandesi e Abissini. Se il governo; i Lombardi sono austriaci, sono turchi i Greci, francesi gli Arabi e via discorrendo. Se la letteratura e le arti ; non fanno nazione quei popoli a cui mancano lettere e arti proprie e le accattano dai forestieri, come usavano poco fa i Russi, i Boemi, gli Ungaresi ed altri, e tuttora non cessano. Se le origini e la schiatta; le colonie sono tal membro e così vivace del corpo della patria onde uscirono, da non potersene mai dispiccare, e la guerra americana fu dalla banda dei sollevati iniqua e parricida. Gran questione poi insorge sulle genti di confine, le quali compongonsi il più delle volte di schiatte anfibie, a cosi chiamarle. Quindi noi vogliamo, per via d'esempio, i Nizzardi essere italiani e i Francesi li fanno dei loro. Né minor controversia nasce circa cento popolazioni per la terra disseminate, che è impossibile di ben definire a qual generazione appartengano, né per sé bastano a far nazione, come Bosniaci, Bulgari, Albanesi, Illirii, Maltesi e innumerevoli altri.  La compagnia civile comincia là solamente dove gli animi si accostano, e sorge desiderio di regolato e comune operare. La Giustizia, secondo Omero, apre e chiude i congressi degli Dei, non quelli degli uomini. La voce nazione nel suo peculiare e pieno significato vuol dire unimento e società d'uomini che la natura stessa con le sue mani à fatta e costituita mediante la mescolanza del sangue e la singolarità delle condizioni interiori ed estrinseche; per talché quella società distinguesi da tutte le altre per tutti gli essenziali caratteri che possono diversificare le genti in fra loro, come la schiatta, la lingua, la religione, l'indole, il territorio, le tradizioni, le arti, i costumi. Nazione vuol significare certo novero di genti per comunanza di sangue, conformità di genio, medesimezza di linguaggio atte e preordinate alla massima unione sociale.  Gli Svizzeri varii di lingua, di schiatta, di religione e d'usanza sonosi costituiti artificialmente e politicamente in nazione, mediante una grande e maravigliosa unità morale che turbata e rotta alcune volte di dentro è sempre riuscita gagliarda di fuori a fronte degli stranieri.  I Greci ed i Musulmani dell'Asia Minore o d'altra contrada, i quali tuttoché nati e cresciuti nel suolo stesso, pur non si chiamano concittadini, e vivono e sempre vivranno stranieri l'uno accanto dell'altro. (Lo stipite umano è ordinato esso pure a spandere discosto da sé le propagini e i semi; e ogni germe nuovo dee nudrirsi del terreno ove cade, non del tronco da cui si origina. Sieno rese grazie publicamente da tutta l'Italia a voi, o Valdesi, che l'antica madre mai non avete voluto e potuto odiare e sconoscere insino al giorno glorioso che fu da Dio coronata la vostra costanza, e un patto comune di libertà vi riconciliava con gli emendati persecutori.  S'io credessi quelle armi che assiepano il Foro, dicea Cicerone, starsene qui a minacciare e non a proteggere, cederei al tempo e mi terrei silenzioso. Ma il fatto fu che quelle armi nel Foro inducevano per se sole una fiera minaccia, tanto ch'egli parlò poco e male, e la paura ammazzò l'eloquenza. Dal riscontro, per tanto, di tutte le storie, senza timore mai d'eccezione, e più ancora dalla ripugnanza intima di certi termini, quali sono felicità a servitù, spontaneità e costrizione, ricavasi questa assoluta sentenza che tra le nazioni civili il governo straniero non può vantarsi mai né della legittimità che abbiamo chiamata interiore, né della esteriore che emana dall'assentimento espresso o tacito delle popolazioni. Non può aver luogo prescrizione, dove i diritti innati o fondamentali dell'uomo ricevono sostanziale ingiuria ed offesa; e di si fatti è per appunto la indipendenza o dimezzata o distrutta. Ogni cosa nell'uomo è principiata dalla natura e poi dalla ragione e dall'arte è compiuta. Mario Pagano, ovvero, della immortalità Incipit Francesco Pignatelli — Giuseppe Poerio Pignatelli: Voi stesso l'avete udito? Poerio: E come nò, se rinchiuso era con lui in una prigione medesima? Pignatelli: E fu la vigilia della sua morte? Poerio: Appunto fu la vigilia. Sapete che valica la mezzanotte, una voce improvvisa e sepolcrale veramente rompevane il sonno chiamando forte per nome alcuno di noi; e quella chiamata voleva dire: vieni, ti aspetta il carnefice. La notte pertanto che seguitò quel mirabil discorso di Mario Pagano gli sgherri gridarono il nome suo, e fu menato al patibolo. Pignatelli: Stava per mezzo a voi quell'omerica figura del conte di Ruvo? Poerio: Nò, ma in Castello dell'Uovo insieme con altri uffiziali e con l'intrepido Mantonè. Nel Castel Nuovo e in quella carcere proprio dove era Francesco Mario Pagano, stava il fratel vostro maggiore, principe di Strangoli, stava io, il Conforti, Cirillo, Granali, Eusebio Palmieri, Vincenzo Russo e due giovinetti amorevoli e cari, cioè l'ultimo figliuolo dello Spanò ed un marchese di Genzano, bello come l'Appollino e di cui sentiva il Pagano particolare compassione.  Citazioni Poerio: V'à una cagione suprema di tutte le cose, cagione assoluta e però insofferente di limiti e incapace d'aumento e di defficienza. Ma se niun difetto può stare in lei, ella è il bene infinito e comprende infinitamente ogni specie di bene. Ciò posto, la cagione suprema è altresì infinita bontà che raggia il bene fuor di sé stessa e ne riempie la creazione ed ogni ente se ne satura, a dir così, per quanto fu fatto capace. Tale contenenza di bene è poi sempre difettiva perché sempre è finita. Di quindi si origina il male. Non si chieda dunque perché Dio è permettitore del male, ma chiedasi in quella vece perché piacque a Dio, oltre all'infinito, che sussistesse pure il finito. (p. 16) Poerio: Se il vivere nostro presente fosse condito di molto diletto e noi incapaci di conoscere e desiderare con ismania istintiva l'eternità, forse potrebbesi giudicare senza paradosso aver noi sortito quella porzioncella sola e frammento di beatitudine, brevissima ma sincera e inconsapevole della propria caducità. (p. 17) Poerio: Col presupposto della immortalità, bene avvertiva il Bruno, alcun desiderio naturale non è indarno e alcuna lacrima non cade senza conforto. Con la immortalità non è affetto generoso perduto, non ferita dell'animo a cui non si apparecchi altrove copioso balsamo. Per entro il corso interminato e magnifico de'nostri destini, ogni male vien riparato, ogni speranza risorge, ogni bellezza rifiorisce, ogni felicità si rinnova e giganteggia ne'secoli. (p. 18) Poerio: Quando fosse possibile strappare dal cuor dell'uomo il concetto e la speranza della immortalità, il consorzio civile medesimo pericolerebbe di sciogliersi e i piaceri e le utilità stesse della vita presente verrebbero gran parte impedite o affatto levate di mezzo. (p. 18) Prose letterarie Avvertenza I dotti e i legisti barbareggiavano sempre peggio, e pareva in loro una sorta di necessità tramutata in diritto, e niun discepolo mai se ne querelava; e le lettere cadevano in tale grettezza, che nelle prose del Giordani si appuntavano parecchie mende di stile, ma nessuno accusava la tenuità dei concetti e la critica angusta e slombata. Il Colletta era stimato dai più uno storico sovrano e poco meno che un Tacito redivivo, ed altri istituivano paragone tra il Guicciardini e il Botta, tra il Goldoni ed Alberto Nota. Tale il gusto e il criterio comune. Pochi grandi intelletti non mancavano neppure a quei giorni. Basti ricordare Bartolini nella scultura; Leopardi e Niccolini nella poetica; Rossini, Bellini, Donizetti nella musica. In Italia scemando il sapere e la potenza meditativa, crebbe l'amore spasimato ed irragionevole della bellezza dell'abito esterno, lasciando a digiuno la mente e poco nudriti e mal governati gli affetti. Letteratura vasta, soda e ben definita, e parimente larghe scuole e ben tratteggiate e scolpite mancano alla patria nostra da quasi tre secoli e piuttosto ne abbiamo avuto cenni e frammenti, e ogni cosa a pezzi, a sbalzi e a modo d'assaggio. Miei degni signori, il cibo che v'apparecchio è scarso, scondito e di povera mensa, ma è letteratura e non metafisica. Non appena l'esilio mi astrinse a lasciare l'Italia e fui spettatore d'altro ordine di civiltà e uditore d'altri maestri, subito mi si aprì dentro l'animo l'occhio doloroso della coscienza, ed ebbi della mia ignoranza una paura ed una vergogna da non credere. Per giudicare alla prima prima che tutto è vecchio e trito in un libro convien sapere dell'autore se nel generale à l'abito di pensar di suo capo. IX. Ed egli evoca nuovi spiriti di più sublime natura, i quali entrano a uno a uno dentro la torre. Spirito del mare. Che vuoi ? Barone. Sapere l'essenza del bene e la fonte della felicità. Spirito del mare. Perché lo chiedi al mare ? Barone. Perché tu sai o puoi sapere ogni cosa; tu nei silenzj della notte tieni misteriosi colloquj con la luna e con le stelle che in te si riflettono ; e tu pur ricevi nell ' ampio tuo seno i fiumi tutti del mondo, i quali ti raccontano le geste antiche dei popoli e le più antiche vicende dei continenti per mezzo a cui essi fluiscono senza posa. Spirito del mare. lo non so nulla (sparisce). Barone. Che tu venga malmenato in eterno dallo spirito delle procelle, e che i tuoi membri immortali sieno rotti e squarciati mai sempre dalle taglienti creste degli ardui scogli.  La coda del cavallo bianco dell' Apocalisse. Che vuoi ? Barone. Sapere in che consiste il bene, e dove è la fonte della felicità. La coda. Perché lo chiedi a me ? Barone. Tu sai la fine ultima delle cose, e tu comparirai poco innanzi della consumazione del secolo. La coda. Quando io comparirò, io ondeggerò nelle sfere, simile alla caduta del Niagara e più tremenda della coda delle comete. Ogni mio crine rinserra un destino ; e ogni mio moto è un cenno di oracolo ; ò trascorsi tutti i cieli di Tolomeo e i cieli di Galileo e i cieli di Herschel; ò lambita con la mia criniera la faccia delle stelle, e l'ò distesa sulle penne de' turbini; molte cose ò conosciute, ma non quel che tu cerchi: io non so nulla (sparisce). Prefazione alla scelta dei poeti italiani dell'età media Dagli Arabi si travasò il mal gusto ne' Catalani e ne' Provenzali, e una vena non troppo scarsa ne fu derivata ne' primi nostri verseggiatori. Dante egli pure non se ne astenne affatto; e noi peniamo a credere che a quel genio sovrano venisse scritta la canzone lambiccatissima della Pietra. (II) Sa ognuno che nel seicento, con lo scadere dell' arte, ricomparvero quelle freddure e mattie, e ogni cosa fu piena di acrostici, d'anagrammi, d'allitterazioni e altrettali sciempiezze. Ma per buona ventura cotesta sorta vanissima di pedanteria non sembra ai moderni pericolosa; e dico ai moderni italiani, perché appresso gli stranieri non ne mancano esempj ; e molti anno letto in un vivente poeta francese di gran nomea certi capricci di metri e di rime i quali dimostrano come in lui siensi venuti rinnovando tutti gli umori e le vertigini dei seicentisti. E nemmanco ci pare immune dalle stranezze di cui parliamo quel concepimento del Goethe di ordire la tragedia del Fausto con questa singolar legge che ogni scena fosse dettata in metro diverso ed una altresì in nuda prosa, onde potesse affermarsi che niuna maniera del verseggiare ed anzi dello scrivere umano (per quanto ne è capace il tedesco idioma) mancasse a quel dramma ; nuova maniera e poco assai naturale e graziosa di porgere idea e figura del panteismo. (II) Non può né deve il poeta scompagnarsi mai troppo dalle opinioni e dai sentimenti comuni dell'età sua; chè da questi principalmente è suscitato l'estro di lui, con questi accende e innamora le moltitudini. D'ogni altro pensiero ed affetto, ove li possieda e li senta egli solo, avrà pochi intenditori, pochissimi lodatori ; e la favella delle Muse langue e muor sulle labbra se non suona ad orecchie benevole e a cuori profondamente commossi. In Inghilterra il Milton fierissimo repubblicano e segretario eloquente del gran Cromvello, à quasi sempre poetato di cose mistiche e teologiche e nulla v'à di politico, nulla d'inglese e di patrio, né nel Paradiso perduto, né in altri suoi canti. (VI) Riuscirà sempre a gloria grande e invidiata d'Italia che la Gerusalemme del Tasso compaja tanto più bella e mirabile quanto più in lei si contempla e considera intentivamente la perfezione del tutto. Certo, il Valvasone è meno forbito ed armonioso del Tansillo, meno fluido del Tasso seniore, meno corretto, proprio e limato de' più corretti e limati rimatori toscani; ma non per ciò si capisce come questa minor perfezione di forma, abbia potuto oscurare nel giudicio de' raccoglitori e de' critici il gran merito dell'invenzione. Che il Milton siasi giovato dell' Angeleide non so, quantunque fra i due poemi si vengan trovando molti e singolari riscontri che non è facile a credere casuali; ma questo io so bene che a rispetto della guerra degli angeli episodicamente introdotta nel Paradiso perduto, il Valvasone non perde nulla ad esser letto dopo l'Inglese e con quello essere paragonato; il che non avviene del sicuro né per l' Adamo dell'Andreini né per la Strage degl'Innocenti del cavaliere Marino, due componimenti che dicesi aver suggerito a Milton parecchi pensieri e l'ideal grandezza del suo Lucifero. L'ingegno poetico, in versificare ciascuno di quei subbietti, tende a spiegare una novità, un' altezza e una leggiadria suprema di concetto, di sentimento, di fantasia e di stile. Dove mancasse l'una di tali eccellenze, l'arte sarebbe difettosa e quindi increscevole. (IX) Ci venne osservato (cosa che per addietro non ben sapevamo) la critica letteraria incominciata in Italia con Dante essere morta col Tasso e gli amici suoi; e come cadde con quel mirabile intelletto la nostra primazia nel ministero delle Muse, così venne meno la filosofia estetica; e il nuovo dell' arte non fu capito, l'antico fu dalla pedanteria svisato e agghiadato. L'arte critica antica ebbe ultimi promulgatori due grandi ingegni, il Muratori e il Gravina. Della critica nata dipoi con le nuove speculazioni e con le nuove forme di poesia, non conosciamo in Italia alcun degno scrittore e rappresentatore. Dopo Omero nessun poeta, per mio giudicio, può alzarsi a competere con l'Alighieri, salvo Guglielmo Shakspeare, gloria massima dell'Inghilterra. E per fermo, ne' drammi di lui l'animo e la vita umana vengon ritratti così al vero e scandagliati e disaminati così nel profondo, che mai nol saranno di più. Ma le condizioni peculiari della drammatica e l'indole propria degl' ingegni settentrionali impedirono a Shakspeare di raggiungere quella perfetta unione sì delle diverse materie poetiche e sì di tutte l'eccellenze e prerogative onde facciamo discorso. E veramente nelle composizioni sue la religione si mostra sol di lontano e molto di rado; e tra le specie differenti e delicatissime d'amore ivi entro significate, manca quella eccelsa e spiritualissima di cui si scaldò l'amante di Beatrice. Il poeta è dall'ispirazione allacciato e padroneggiato sì forte, da non saper bene sottomettersi all'arte ed alla meditazione. Il troppo incivilirsi dei popoli aumentando di soverchio l'osservazione e la critica e affinandovisi l'arte ogni giorno di più per effetto medesimo dell' esercizio e dell' esperienza e per desiderio di novità, mena il poeta a scordar forse troppo l'aurea semplicità degli antichi, il sincero aspetto della natura e i veri e spontanei moti dell'animo. Il compiuto e l'ottimo della poesia consiste in racchiudere dentro ai poemi con vaga e proporzionata unità di composizione tutto quanto il visibile ed il pensabile umano per ciò che in ambedue è più bello e più commovente. Consiste inoltre nel figurare e ritrarre cotesto subbietto amplissimo e universale con la maggior novità e la maggiore sublimità e leggiadria di concepimento, di fantasia, d'affetto e d'elocuzione che sia fattibile di conseguire. Laonde poi il concepimento, così nel complesso come nelle sentenze particolari, dee riuscir succoso, vario ed inaspettato e pieno di recondita dottrina e saggezza; l'affetto dee correre, quanto è possibile, per tutti i gradi e le differenze, e toccare il sommo della tenerezza e commiserazione e il sommo della terribilità. Il Tasso, anima pia e generosa, ma in cui (non so dir come) nulla v'era di popolare. Quindi egli s'infervorò della maestà teocratica dei pontefici e aderì alla nuova cavalleria cortigiana e feudale; quindi pure accettò con zelo e con osservanza scrupolosa l' ortodossia cattolica, e nella vita intellettuale quanto nella civile, fu dall' autorità dei metodi e degli esempj signoreggiato. Da ciò prese nudrimento e moto il divino estro suo e uscirono le maraviglie della Gerusalemme. Nel Tasso poi sono tutti i pregi e tutta quanta la luce e magnificenza della poesia classica, e spiccano altresì in lui alcuni attributi speciali del genio italiano in ordine al bello. In perpetuo si ammirerà nella Liberata ciò che l'arte, i precetti, l'erudizione e la scienza possono fare, ajutati e avvivati da una stupenda natura poetica. L'Ariosto significò la commedia umana quale la veggiamo rappresentarsi nel mondo, laddove Dante fece primo subbietto suo il soprammondano, e in esso figurò e simboleggiò le cose terrene. E come il gran Fiorentino nelle fogge variatissime de' tormenti e delle espiazioni dipinse i variatissimi aspetti delle indoli e delle passioni, il simile adempiva l'Ariosto sotto il velo dei portenti magici e delle strane avventure. Ma certo qual narrazione di fatti umani riuscirà più vasta, più immaginosa e più moltiforme di quella dell' Orlando furioso? Quivi sono guerre tra più nazioni, nascimenti e ruine di molti regni, conflitto sanguinoso di religione e di culto, infinita diversità e singolarità di costumi, e tutto il Ponente e il Levante offrono larga scena e strepitoso teatro a cotali imprese e catastrofi. Quivi sono dipinte la vita privata e la pubblica, le corti e le capanne, i castelli ed i romitaggi; quivi s'intrecciano gradevolmente la cronica, la novella e la storia, e ciò che il dramma à di patetico, l'epopeia di maestoso, il romanzo di fantastico. Non credo che in veruna straniera letteratura possa come nella nostra volgare annoverarsi una sequela così sterminata di poemi eroici e di romanzeschi, parecchj de' quali brillerebbero di gran luce, ove fossero soli e non li soverchiasse la troppa chiarezza di Dante, dell'Ariosto e del Tasso. Né reputo presontuoso il dire che, per esempio, la Croce racquistata del Bracciolini o il Conquisto di Granata di Girolamo Graziane sostengono bene assai il paragone o con l'Araucana dell' Ercilla o coi medesimi Lusiadi [di Luís Vaz de Camões] ai quali ànno accresciuta non poca fama le sventure e le virtù del poeta ; e per simile, io giudico che l' Amadigi del Tasso il vecchio o l'Orlando innamorato del Berni, non temono di gareggiare con la Regina Fata di Spenser e con quanto di meglio in tal genere ànno prodotto l'altre nazioni. Ma non è da tacere che in quasi tutti questi nostri poemi riconoscesi agevolmente l'uno o l'altro dei tipi che nel Furioso e nella Gerusalemme ricevettero perfezione, ed a cui poca giunta di novità e poche profonde mutazioni si fecero dagl'ingegni posteriori; e ne' poemi eroici singolarmente a niuno è riuscito di ben cantare i difetti del Tasso, molti in quel cambio li esagerarono. Scusabile mi si fa il Marino e scusabili gl'Italiani, quand'io considero lo stato di lor nazione sotto il crudele dominio degli Spagnuoli, e fieramente mi sdegno con questi medesimi che nella patria loro ancor sì potente e sì fortunata, plaudivano a que' delirj e incensavano il Gongora, meno ingegnoso assai del Marino e di lui più strano e affettato. In fine, gioverà il ricordare che all'Italia serva, scaduta e dilapidata, rimaneva pur tanto ancora di prevalenza intellettuale appresso l'altre nazioni che de' trionfi più insigni e delle lodi più sperticate del cavalier Marino furono autori i Francesi ; e per lungo tempo assai nessuno de' lor poeti seppe al tutto purgarsi della letteraria corruzione venuta d'oltre Alpe ; testimonio lo stesso Cornelio, alto e robustissimo ingegno, ma nel cui stile nondimeno avria dovuto il Boileau ritrovare assai spesso di quel medesimo talco del quale parevangli luccicare i versi del Tasso. Dal Marino incominciò a propagarsi nel mondo una poesia fantastica e meramente coloritrice, la quale cerca l'arte solo per l'arte, fassi specchio indifferente al falso ed al vero, alle cose buone ed alle malvage, alle vane e giocose come alle grandi e instruttive; sente tutti gli affetti e nessuno con profondità, e nell'essere suo naturale od abituale, canta di Adone, come di Erode e così delle favole greche come delle bibliche narrazioni.Dal cinquecento al secolo XVII] Fiorirono in tale intervallo tre ingegni eminenti che forse mantennero alla lirica nostra una spiccata maggioranza su quella d'altre nazioni. Ognuno, io penso, à nominato ad una con me il Chiabrera, il Filicaja ed il Guidi. Dal solo Chiabrera fu l'Italia regalata di tre nuove corone poetiche ; mercechè veramente nelle sue mani nacque e grandeggiò prima la canzone pindarica, poi la canzone anacreontica e infine il sermone oraziano ; né mal s' apporrebbe colui che attribuisse al Chiabrera eziandio la rinnovazione del Ditirambo. Il Filicaja venne a tempi ancora più disavventurati, e quando più non era possibile discoprire ne' suoi Fiorentini un segno e un vestigio pure dell'antica fierezza repubblicana. Ma il senso del bene morale e la pietà religiosa fervevano così profondi nell'animo suo che bastarono a farlo poeta. Mai né in questa nostra patria, né fuori sonosi udite canzoni così ben temperate di splendore pindarico e di maestà scritturale come quelle del Filicaja. Nel Guidi allato a concetti ed a sentimenti spesso comuni e rettorici, splende una forma non superabile di novità, di bellezza e magnificenza. Certo, se ad Alessandro Guidi fosse toccato di vivere in seno di una nazione forte e gloriosa, non ostante la poca fecondità e vastità di pensieri, io non so bene a qual grado di eccellenza non sarebbe salita la lirica sua; perché costui propriamente sortì da natura Yos magna sonaturum, e ce ne porge sicura caparra la sua canzone alla Fortuna. A me sonerà sempre caro ed insigne il nome di Alfonso Varano, perché da lui segnatamente, a quello che io giudico, s'iniziò il corso della poesia moderna italiana ; e forse la patria non gli si mostra ricordevole e grata quanto dovrebbe. Chi trovasse non poca similitudine tra la mente del Varano e quella del Young, credo che male non si apporrebbe. Anime pie e stoiche ambidue, e dischiuse non pertanto agli affetti gentili, diffondono ne' lor versi un religioso terrore e un' ascetica melanconia che nell'Inglese riescono cupi, inconsolati e monotoni, e nell'Italiano s'allegrano spesso alla vista del nostro bel sole, e dai pensieri del sepolcro volano con gran fede alla pace e serenità della gloria immortale. Varano poi insieme col Gozzi restituì alla Divina Commedia il debito culto; il Gozzi con li scritti polemici, egli con la virtù dell' esempio; ed ebbe arbitrio di dire a Dante ciò che questi a Virgilio : Tu séi lo mio maestro e il mio autore. Se non che il cantore delle Visioni chiuse e conchiuse l'intero universo nel sentimento della pietà e nei misteri del dogma, e non ben seppe imitare del suo modello la nervosa brevità e parsimonia, la varietà inesauribile e la peregrina eleganza. Citazioni su Terenzio Mamiani Se taluno dei suoi piuttosto scarsi scolari volle talora celebrare nel conte Terenzio Mamiani della Rovere. l'ultimo anello della catena che dal Galluppi si continuò in Rosmini e Gioberti, unanime fu il consenso dei suoi maggiori contemporanei e dei posteri nell'affermare il valore pressoché nullo della sua vasta produzione filosofica. (Eugenio Garin) Candido Mamini La teoria del Rosmini fu più scolastica, quella del Mamiani più civile; quella quasi sterile in politica, questa molto feconda, risolvendo i problemi più ardui e interessanti della vita sociale. Quella fu timida, questa coraggiosa; quella arrivò a rifiutare sul terreno pratico le-conseguenze de' suoi principii per un pregiudizioso rispetto di casta non evitando il disonore di una ritirata e la deformità del sofisma; questa per lo contrario tutta intrepida si sostenne colla gloria di una vittoria, colla dignità di una rigorosa coerenza, e colla bellezza di una vera argomentazione. Rosmini in un bel momento di sua ragione scrive stupende pagine sulla riforma del clero; poi ha la debolezza di ritirarle, impaurito dalle minaccia dell'Indice; Mamiani è oggi quel che era ne' primi giorni della sua vita pubblica, e non sa temere altro autorevole indice che quello del buon senso. Nel suo ultimo libro, intitolalo Di un nuovo diritto europeo, si ammira il coraggio della coscienza di un filosofo, e la prudenza d'un uomo di Stato. Riguardo poi ai pregi della forma, Rosmini fu semplicemente filosofo, Mamiani un filosofo-oratore; nel primo spicca la pura meditazione, nel secondo si unisce il genio che feconda il deserto delle speculazioni metafisiche, delle avanzate astrazioni. Nel primo vi ha una ricchezza povera, cioè una stiracchiatura di poche idee in molte parole, quasi diffidi della memoria, e dell'abilità del lettore; nel secondo vi ha una povertà ricca, cioè molte idee in poche parole; il che appaga l'amor proprio del lettore, e ne fa liete tutte le potenze della ritentiva e della ragione.  Terenzio Mamiani, Antonio Oroboni alla sua fidanzata, da un libro anonimo del 1929. Terenzio Mamiani, D'un nuovo diritto europeo, Tipografia Scolastica, Torino, 1861. Terenzio Mamiani, Dell'ottima congregazione umana e del principio di nazionalità, Rivista contemporanea,  2-3, Pelazza Tipografia Subalpina, Torino, Terenzio Mamiani, Mario Pagano, ovvero, della immortalità, Dai Torchi della Signora De Lacombe, Parigi, Terenzio Mamiani, Prose letterarie, G. Barbera Editore, Firenze. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e della Rovere," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

RUCELLAI. (Firenze). Filosofo.. Crusca. Stemma Rucellai  Fu idiscepolo di Galileo e in certa guisa il depositario e spositore delle opinioni metafìsiche professate dal suo maestro. Di più: Quell'Orazio Ricasoli Rucellai in cui la scuola di Galileo ebbe uno dei maggiori lumi.  Rucellai affermava di essere amico e confidente di Galilei ma ciò non corrisponde al vero. In verità si erano incontrati solo una volta quando era stato suo ospite, con altri, nella villa di Arcetri. Men che meno era stato suo studente. Quanto poi alla metafisica di Galileo, i Dialoghi Filosofici parlano da soli.  Quando cominciò a comporre i Dialoghi a Firenze presero persino a chiamarlo "il nostro sapientissimo Socrate". Ma anche questa era una bufala. Il fatto è che Rucellai, ogni volta che componeva un dialogo, amava recitarlo a casa sua davanti a un pubblico scelto di personaggi del bel mondo fiorentino. Che a casa Ricasoli-Rucellai, una delle più ricche di Firenze, mangiavano e bevevano gratis. Quindi più dialoghi recitava, più si gozzovigliava: per questo lo incitavano a continuare.  La verità è che Orazio Rucellai, in filosofia, non volle, non seguitò la ragione; chiudendo gli occhi alla scienza, in qualunque punto, non dice nero né bianco. Altro che discepolo di Galileo anche se a Firenze, a questa panzana, ci credevano in molti.  Non è un caso dunque se i Dialoghi furono pubblicati per la prima volta solo e non per meriti filosofici ma soltanto linguistici. Tali dialoghi vengon citati dal vocabolario della Crusca ed ottimo avviso sarebbe stato il farne spoglio abbondante perché la loro favella è veramente d'oro e, se lo stile procede talvolta prolisso, è sempre chiarissimo ed elegante e à [sic] gran ricchezza di voci e frasi convenienti agli studj speculativi.  Forse è proprio per la sua grande abilità nel farsi credere che, nel Granducato, la sua stella sembro' non tramontare mai. Fu ambasciatore toscano prima presso Ladislao IV di Polonia e poi alla corte dell'imperatore Ferdinando III. Venne nominato soprintendente della Biblioteca Laurenziana, successivamente gli fu affidata la direzione degli studi del principe Francesco Maria, e fu acclamato Priore dell'Accademia della Crusca con lo pseudonimo di Imperfetto. Strano perché lui, invece, era un perfetto: un perfetto bugiardo.  Opere:Descrizione della presa d'Argo e de gli amori di Linceo con Hipermestra, Opuscoli inediti di celebri autori toscani, Prose e rime inedite di Rucellai Tommaso Buonaventura, Saggio dei dialoghi filosofici d'Orazio Rucellai: testo di lingua; inedito, Saggio di lettere d'Orazio Rucellai Anton Maria Salvini, Degli officii per la società umana; dialogo filosofico inedito d'Orazio Rucellai, Della provvidenza: dialoghi filosofici, Della morale; dialogo filosofico inedito d'Orazio Ricasoli-Rucellai, 1Prose e rime inedite d'Orazio Rucellai Tommaso Buonaventura.  Terenzio Mamiani della Rovere, Dialoghi di scienza prima, Parigi, Cesare Guasti, I dialoghi di Torquato Tasso, Firenze, Antonio Maria Salvini, Saggio di lettere d'Orazio Rvcellai e di testimonianze autorevoli in lode e difesa dell'Accademia della Crusca, Firenze, Antonio Maria Salvini, Rivista universale: pubblicazione periodica,  18, Firenze, Terenzio Mamiani della Rovere,  Giovan Battista Clemente Nelli, Vita e commercio letterario di Galileo Galilei, Losanna, Augusto Alfani, Della Vita E Degli Scritti Di Orazio Ricasoli Rucellai: Studio Critico, Firenze, Terenzio Mamiani della Rovere, Dialoghi di scienza prima, Parigi, Cesare Guasti, I dialoghi di Torquato Tasso, Firenze, Antonio Maria Salvini, Saggio di lettere d'Orazio Rvcellai e di testimonianze autorevoli in lode e difesa dell'Accademia della Crusca, Firenze, Rivista universale: pubblicazione periodica,  Girolamo Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Modena, Galileo Galilei. Orazio Ricasoli Rucellai, su accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca.

 

RUFFOLO. (Cosenza). Filosofo. Nipote del pianista e compositore Alfonso Rendano e fratello del designer Sergio Ruffolo e dell'economista e uomo politico Giorgio Ruffolo. Tornato a Roma dal fronte della Campagna Greco-Albanese della Seconda Guerra pluridecorato con 4 medaglie al valore per diverse intrepide azioni contro il nemico, in cui venne ferito con arma da fuoco trapassante il petto, organizzò in seno al Ministero dell'Interno una cellula di resistenza partigiana, che gli valse l'attestazione di Partigiano combattente e una medaglia di bronzo al valore Partigiano.  Per via della delazione di un componente del gruppo di Resistenza del fratello Sergio, fu arrestato insieme al fratello, all'alba dell'8 maggio dalla Banda Pollastrini-Koch e incarcerato dapprima alla Pensione Jaccarino in via Romagna, poi trasferito verso metà maggio 1944, in Regina Coeli insieme al fratello Sergio, dove ebbero a condividere la cella con Pintor e Salinari discutendo del dopo liberazione.  Trasferito sempre insieme al fratello Sergio, a via Tasso fu interrogato da Herbert Kappler e separato dal fratello. L'iniziale sentenza di morte venne commutata in deportazione. La mattina del 4 giugno, qualche ora prima dell'ingresso degli alleati in Roma, all'abbandono di Roma da parte dei Tedeschi, fu fatto uscire dal carcere insieme a un centinaio di prigionieri, per essere avviato su uno dei 3 torpedoni in attesa a Piazza San Giovanni per essere deportato in Germania. Il quarto torpedone fu invece quello destinato all'eccidio di La Storta dove venne ucciso Bruno Buozzi. A questo proposito riferisce nel suo resconto, che quella mattina del 4 giugno, le SS gli impedirono il suo proposito di salire proprio su quel 4° torpedone, scostato dagli altri, avvalorando la tesi che l'eccidio era premeditato e non una reazione impulsiva del comandante. Quindi costretto a salire su uno dei restanti 3 torpedoni, Nicola Ruffolo si gettò da uno di essi, mentre il convoglio era in marcia, nella notte tra il 4 e il 5 giugno. Riuscì a far perdere le tracce e a liberarsi nonostante le SS avessero fermato il convoglio e lo avessero inseguito nella campagna nei pressi di Ficulle .  Di tale arresto e prigionia è dato conto in un suo racconto "Roma storia della mia cattura e fuga dalle SS" pubblicato nel  su ilmiolibro a cura del figlio Andrea Ruffolo.  Al termine della guerra, avviò la carriera di Notaio a Grosseto. Fu uomo colto, conversatore brillante con battute spesso umoristiche. Fu operato alle corde vocali per un tumore e si trasferì con la famiglia a Roma.  In occasione della trasmissione RAI "Testimoni oculari" di Sergio Zavoli, circa la detenzione a Via Tasso, venne intervistato il fratello Sergio. La sua condizione di laringectomizzato per il tumore alle corde vocali, fu probabile causa della mancata intervista.  Tuttavia egli non è citato nella trasmissione, in quanto il fratello Sergio omise di nominarlo nell'intervista, causando uno spiacevole dissapore familiare, tenuto conto delle drammatiche e indimenticabili circostanze di quei momenti vissuti insieme.  Fu amico e intrattenne corrispondenza tra gli altri, con Ruggero Orlando, Carlo Levi, Ludovico Ragghianti, Iolena Baldini (giornalista di Paese Sera come Berenice), Antonello Trombadori, Franca Valeri, Marcello Morante ( fratello di Elsa), Carlo Cassola, il giornalista dell'Unità Mario Melloni ( Fortebraccio) per idee e per la comune patologia tumorale, Antonio del Guercio, Angelo Maria Ripellino, Francesco Gabrielli, Mario Rigoni Stern.  Notevole la mole dei suoi scritti rimasti inediti e il cui interesse di pensiero, investe gli argomenti più disparati .  Nicola Ruffolo è stato uno scrittore e filosofo italiano, vincitore del premio Presidenza del Consiglio dei Ministri con l'opera poetico filosofica 'La Cosmologica'.  Fondatore del pensiero metafisico possibilista basato sulle nuove teorie della relatività generale di Albert Einstein e della fisica dei quanti di Niels Bohr.  Tra le sue opere letterarie pubblicate: "America... come pretesto" con la prefazione di Ruggero Orlando, "Il possibilismo" con la prefazione di Walter Mauro, "Guazzabuglio" con prefazione dell'orientalista Francesco Gabrieli e illustrazioni di Andrea Ruffolo. Quadri di una esposizione, Roma, Barone, Cosmologica, Roma, A. Signorelli, Guazzabuglio, Roma, Remo Croce, Il possibilismo: suggerimento filosofico eutimistico-terapeutico, Roma, C. Mancosu, Oltre le ali di Icaro, Roma, C. Mancosu, America... come pretesto, Roma, Il ventaglio, Roma 1944: storia della mia cattura e fuga dai nazisti, ilmiolibro, ristampato da Feltrinelli nel  con revisione -- Andrea Ruffolo Premi e riconoscimenti premio Nazionale Presidenza del Consiglio dei Ministri con l'opera poetico filosofica La Cosmologica Note  Roma, Storia della mia cattura e fuga | LaFeltrinelli.

 

RUGGIERO. (Napoli). Filosofo. Figlio di Eugenio De Ruggiero e di Filomena d'Aiello, si laureò a Napoli. Egli era particolarmente versato per gli studi filosofici e poté collaborare in riviste specializzate come «La Cultura», la «Rivista di filosofia» e «La Critica» di Croce, il quale favorì la pubblicazione del suo primo lavoro d'impegno, La filosofia contemporanea. Collaboratore del Resto del Carlino di Mario Missiroli e della «Voce» di Prezzolini, pubblicò in volume la Critica del concetto di cultura, cui Croce rimproverò la mancata distinzione tra cultura e falsa cultura. In filosofia, fu sempre idealista, senza aderire né allo storicismo crociano né all'attualismo di Gentile, e in politica fu liberale, pur non risparmiando critiche alla classe politica espressa dal Partito liberale.  Tenne l'insegnamento prima a Messina, quindi a Roma. Avendo aderito all'idealismo con Gentile e Croce, la sua rivendicazione insieme a quest'ultimo dei valori del liberalismo lo rese un esponente di spicco dell'opposizione al fascismo nell'ambito intellettuale. Aderì all'Unione Nazionale di Giovanni Amendola; Fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Croce. Per non perdere la cattedra universitaria prestò il giuramento di fedeltà al fascismo ma ciò non gli impedì di essere destituito dall'insegnamento alcuni anni dopo e poi arrestato. Fu liberato alla caduta del fascismo. In seguito fu rettore dell'Roma. Il suo impegno politico si manifestò nel Partito d'Azione, del quale fu tra i primi ad aderire. Ricoprì l'incarico di Ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Bonomi II  e successivamente fu nominato deputato della Consulta Nazionale. Fu autore, tra le altre opere, di una imponente Storia della filosofia  e di una Storia del liberalismo europeo,  entrambe presso Laterza.  È stato anche presidente generale del Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani.  In seguito alla sua morte avvenuta a Roma, le spoglie mortali furono portate e tuttora riposano nella cappella gentilizia di Brusciano (Napoli), luogo d'origine della famiglia, sulla sua tomba è ancora possibile leggere l'epitaffio scritto da Croce:  «Dalla cattedra e con gli scritti indagò nella storia del pensiero la potenza di libertà costruttrice del mondo degli uomini, e, auspicando in tempi oscuri il ritorno alla ragione fu alle nuove generazioni d'Italia maestro ed apostolo di fede nell'umanità.»  Opere: Storia della filosofia,” “La filosofia greca'” Bari, Laterza, La filosofia del Cristianesimo, Bari, Laterza, Rinascimento, riforma e controriforma, Bari, Laterza, La filosofia moderna.L'età cartesiana, Bari, Laterza,  L'età dell'Illuminismo, Bari, Laterza,  Da Vico a Kant, Bari, Laterza, L'età del Romanticismo, Bari, Laterza,  Hegel, Bari, Laterza, La filosofia contemporanea, Bari, Laterza, Critica del concetto di cultura, Catania, Battia (check) La filosofia contemporanea, edizione, Bari, Laterza,  Il pensiero politico meridionale nel secolo XVIII e XIX, Bari, Laterza, L'impero britannico dopo la guerra, Firenze, Vallecchi, Storia del liberalismo europeo, Bari, Laterza, La filosofia contemporanea, Bari, Laterza, Filosofi del Novecento, Bari, Laterza,  L'esistenzialismo, Bari, Laterza,  Scritti politici, R. De Felice, Bologna, Cappelli,  Lezioni sulla libertà, F. Mancuso, Napoli, Guida Editore, Carteggio Croce-De Ruggiero, A. Schinaia e N. Ruggiero, Bologna, Il Mulino, Note  B. Croce, La Critica, Simonetta Fiori, I professori che dissero "NO" al Duce, in La Repubblica, Clementina Gily Reda, Guido De Ruggiero: un ritratto filosofico, Napoli, Società editrice napoletana, Maria Luisa Cicalese, L'impegno di un liberale. Guido De Ruggiero tra filosofia e politica, Firenze, Le Monnier, Deputati della Consulta Nazionale Italiana Guido De Ruggiero, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Guido De Ruggiero / Guido De Ruggiero (altra versione), in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Guido De Ruggiero, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Guido De Ruggiero, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  Opere di Guido De Ruggiero, su Liber Liber.  Opere di Guido De Ruggiero, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Guido De Ruggiero, .  Guido De Ruggiero, su storia.camera, Camera dei deputati.  M. Griffo, Guido De Ruggiero, la coscienza critica del liberalismo, su loccidentale.  V. Sgambati, Guido de Ruggiero tra pensiero e azione, tra ethos e pathos, su lacropoli.  l'11 maggio  4 marzo ). PredecessoreRettore dell'Università "La Sapienza"SuccessoreSapienza stemma.png Pietro De Francisci Giuseppe Carania

 

RUSCA. (Venezia). Filosofo. Figlio di Giovanni Rusca, nativo di Lugano che si era trasferito nella città lagunare, cugino di Girolamo Rusca, padre domenicano e vescovo di Cattaro e Capodistria, appartenenti all'antica famiglia comasca dei Rusca. Altre fonti lo indicano di «famiglia padovana», riferendosi probabilmente alla sua carriera religiosa. Entrò infatti a far parte dei frati francescani conventuali, sebbene non del convento padovano ma di quello veneziano dei frari, conseguì la laurea in teologia e in filosofia e servì come vicario generale di Padova della Congregazione del Sant'Uffizio. Ricoprì quindi il ruolo di Inquisitore di Adria-Rovigo, e in questo periodo diede alle stampe l'opera Syllogistica methodus, dedicata a Pietro Ottobono, e fece stampare diverse opere di Matteo Ferchio (il De caelesti substantia, il De fabulis palaestini stagni ad aures Aristotelis peripateticorum principis e l' Epitome theologica).   Lo stemma araldico della famiglia Rusca, il cui scudo fu anche utilizzato da Pietro Martire Rusca per il suo stemma episcopale. Vescovo di Caorle Il 10 gennaio 1656, papa Alessandro VII nomina il Rusca vescovo di Caorle, sebbene il Gauchat collochi la nomina il 14 febbraio dello stesso anno. Fu consacrato il successivo 20 febbraio dal cardinale Marcantonio Bragadin.  In qualità di vescovo di Caorle, fu uno dei presuli che più si spese per le necessità della sua diocesi. È infatti ricordato per gli imponenti restauri della cattedrale che volle fossero eseguiti per salvare l'edificio dall'imminente rovina. Durante questi restauri ricoprì il soffitto della cattedrale con stucchi e diede all'edificio una struttura barocca. Quindi, non esistendo notizia storica della data della precedente consacrazione della cattedrale, provvide a riconsacrarla, apponendo alle pareti dodici croci in cotto, tuttora conservate. Inoltre fece completare la realizzazione dei nuovi reliquiari per le insigne reliquie dei santi patroni (Santo Stefano protomartire, Santa Margherita di Antiochia e San Gilberto di Sempringham), fatti iniziare dal predecessore Giorgio Darmini, e provvide al rinforzo della struttura del campanile. Al completamento di tutti i lavori, nel 1665, volle che alle solenni celebrazioni presenziassero musici provenienti da Venezia. A memoria di tutto ciò, resta la lapide, ora affisse alla parete sinistra del duomo (un tempo posta sopra il portone d'ingresso), che recita:  «D.O.M. LÆVITÆ STEPHANO PROTOMARTYRI FR·PETRVS MARTYR RVSCA EPVSCONSECRAVITMARINO VIZZAMANO PRÆTORE M·D·C·L·XV·III CAL SEP·»  (A Dio ottimo massimoal levita Stefano protomartirefra' Pietro Martire Rusca vescovoconsacròessendo podestà Marino Vizzamano1665, 3 (giorni alle) calende di settembre.) L'interpretazione della data è da sempre stata dubbia; alcuni infatti ritengono che si riferisca al 1º settembre, attaccando il III all'anno, che così diverrebbe il 1668. Tuttavia la versione oggi comunemente accettata è quella riportata sopra, cosicché il giorno della dedicazione della chiesa è celebrato il 30 agosto. Questa è anche la versione esplicitamente riportata dal Gams.  Il vescovo Rusca è anche ricordato per la sua premura nel risollevare le sorti economiche della diocesi. Ripristinò la mensa episcopale e provvide al sostentamento dei sacerdoti istituendone la confraternita. Inoltre, come si evince dai suoi atti, si adoperò per correggere i comportamenti dei fedeli e dei sacerdoti stessi. Fece erigere nella cattedrale un altare dedicato a Sant'Antonio di Padova, in seguito ricostruito dal vescovo Francesco Trevisan Suarez, poi asportato all'inizio del 1900 ed oggi conservato nel Santuario della Madonna di Monte Santo di Gorizia. In Duomo a Caorle resta la pala d'altare del Santo con la lapide, affissa alla parete destra dove sorgeva l'altare, che recita:  «ILL.MI ET RMI EPI CAPRVLEN. VNAM MISSAM LECTAM QVOTIDIE, ET DVAS CANTATAS QVOLIBET MENSE AD HOC ALTARE S. ANTONII CELEBRARI CVRANTO TENENTVR VT IN ACTIS D. OCTAVII RODVLPHI NOT. VEN. DIEI XIV MENSIS IAN. MDCLXXI AB INCAR. FR. PETRVS MARTYR RVSCA EPVS CAPRVLEN. EREXIT VNIVIT DISPOSVIT»  (Illustrissimi e reverendissimi vescovi caprulensi, abbiate cura che una messa letta quotidiana e due cantate in qualsivoglia mese siano celebrate a questo altare di S. Antonio, ne sono tenuti come dagli atti del signor Ottavio Rodolfo notaio veneziano del giorno 14 mese di gennaio 1671 dall'Incarnazione. Fra' Pietro Martire Rusca vescovo di Caorle eresse, unì, dispose.) Sempre nello stesso anno consacrò la chiesa di Santa Maria Elisabetta al Lido di Venezia.  Morì nel convento dei Frari a Venezia, tra le lacrime di molti fedeli.  Genealogia episcopale Cardinale Guillaume d'Estouteville, O.S.B.Clun. Papa Sisto IV Papa Giulio II Cardinale Raffaele Riario Papa Leone X Papa Paolo III Cardinale Francesco Pisani Cardinale Alfonso Gesualdo Papa Clemente VIII Cardinale Pietro Aldobrandini Cardinale Laudivio Zacchia Cardinale Antonio Marcello Barberini, O.F.M.Cap. Cardinale Marcantonio Bragadin Pietro Martire Rusca, O.F.M.Conv. Bishop Pietro Martire Rusca O.F.M. Conv., su catholic-hierarchy.org.  Roberto Rusca, Il Rusco, overo dell'historia della famiglia Rusca, Nicola Giacinto Marta, Venezia, Bonaventura Perissuti, Notizie divote ed erudite intorno alla Vita ed all' insigne Basilica di S. Antonio di Padova, Padova,  Flaminio Corner, Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello, Giovanni Manfrè, Padova, Giovanni Giacinto Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S. Francisci, S. Michaelis ad ripam apud Linum Contedini, Romae 1806  Trino Bottani, Saggio di Storia della Città di Caorle, nella Tipografia di Pietro Bernardi, Venezia, Giovanni Musolino, Storia di Caorle, La Tipografica, Venezia, Paolo Francesco Gusso e Renata Candiago Gandolfo, Caorle Sacra, Marcianum Press, Venezia,    Ferdinando Ughelli, Italia sacra sive de episcopis Italiæ, et insularum adjacentium, Venezia, apud Sebastianum Coleti, Patrick Gauchat, Hierarchia Catholica Medii Et Recentioris Aevi (Vol IV), Münster, Libraria Regensbergiana,  Riporta l'Ughelli che la data di costruzione è il 1038, ma non è riportato l'atto di consacrazione dell'edificio   Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig, Rusca (famiglia) Duomo di Caorle Diocesi di Caorle David M. Cheney, Pietro Martire Rusca,. Francesco Antonio Boscaroli

 

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RUSCONI. (Meda). Filosofo. Professore a Torino, laureato in filosofia, esordì come docente a Trento. Fu chiamato a Torino. Dopo una monografia dal titolo La teoria critica della società, si è dedicato soprattutto allo studio della società tedesca e della storia della Germania nel Novecento, in un continuo raffronto con la situazione italiana. Fu tra gli animatori della rivista Laboratorio politico. È stato direttore dell'Istituto storico italo-germanico di Trento.  Editorialista del quotidiano La Stampa, è stato anche Visiting Professor presso la Freie Universität di Berlino. È sposato con la sociologa Chiara Saraceno.  Opere: La crisi di Weimar. Crisi di sistema e sconfitta operaia, (Einaudi) Scambio, minaccia, decisione. Elementi di sociologia politica (Il Mulino) Capire la Germania. Un diario ragionato sulla questione tedesca (Il Mulino) Se cessiamo di essere una nazione (Il Mulino , in cui ripercorre il dibattito italiano e europeo sulla nazione e il suo rapporto con l'etnia -- osservando come da certi punti di vista la nazione italiana è plurietnica. Resistenza e postfascismo (Il Mulino), Come se Dio non ci fosse (Einaudi), Germania Italia Europa. Dallo Stato di potenza alla «potenza civile» (Einaudi) Cefalonia. Quando gli italiani si battono (Gli struzzi  Einaudi, L'azzardo (Il Mulino) Cavour e Bismarck. Due leader fra liberalismo e cesarismo (Il Mulino) Cosa resta dell'Occidente (Laterza ) Marlene e Leni. Seduzione, cinema e politica (Feltrinelli ) 1914: Attacco a occidente (Il Mulino ) openMLOL, Horizons Unlimited srl.  Registrazioni di Gian Enrico Rusconi, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Gian Enrico Rusconi, su treccani.

 

RUTA.  (Belmonte Castello). Filosofo. Visse a Napoli, dove conobbe e frequentò Croce, e dove lo troviamo docente presso l'Istituto superiore di scienze economiche e commerciali. Ingegno versatile, ha lasciato opere di narrativa e di scienze politiche e sociali. Importante è stata anche la sua opera di traduttore di testi di Nietzsche e Treitschke. Fu collaboratore del quotidiano napoletano Il Mattino. Sviluppò teorie politiche in armonia con l'ideologia del regime fascista.  Opere: “Il gusto d'amare, Nuova ed. Millennium,  Insaniapoli, Nuova ed. Edizioni Campus, Il segreto di Partenope, Napoli, Nuova ed. Millennium, Visioni d'oriente e d'occidente: saggi di scienza della storia e della poesia , La psiche sociale. Milano-Palermo-Napoli, Sandron Editore, Il ritorno del genio: a proposito di una nuova edizione della "Scienza Nuova" di G.B. Vico. Bari, Politica e ideologia. Milano, Corbaccio, La necessità storica dell'Italia nuova, Napoli, Traduzioni  Otto Braun, Diario e lettere, traduzione e preparazione di E.R. Bari, Nietzsche, La nascita della tragedia ovvero Ellenismo e pessimismo, traduzione e prefazione di E.R. Bari, Heinrich von Treitschke, La Francia dal primo impero, traduzione di E.R. Bari, Heinrich von Treitschke, La politica, traduzione di E.R. Bari, Anche i filosofi si innamorano di Ezio Pelino, 6 marzo , sito "Cultura in Abruzzo".

 

SACCHI (Casa Matta di Siziano). Filosofo. La sua produzione fu molto abbondante e abbracciò i campi più diversi della filosofia. A differenza di altri poligrafi del tempo la sua scrittura era basata su una solida formazione e un sapere quasi enciclopedico, per cui i suoi scritti, pur influenzati -soprattutto nella forma- dalle mode culturali del tempo, mantengono anche oggi un indubbio valore. A Pavia condusse i suoi studi, che dapprincipio si indirizzarono alla filosofia. Tra i suoi maestri vi fu Romagnosi; fu corrispondente di Fauriel e Gioia. Si sposò con Erminia Rossi, di Milano, e l'anno successivo la coppia si trasferì nel capoluogo lombardo, dove però ben presto la sposa morì di parto, il che costituì per lui una perdita che lo afflisse per il resto dei suoi giorni. A riprova del grande affetto e dell'altrettanto grande dolore che egli nutrì per la moglie, oltre a ciò che scrive esplicitamente nella propria autobiografia:  "Morì con la forza d'animo d'un filosofo, colla soavità d'un angelo …Io l'amo ancora come se fosse viva, e l'amo a segno che qualche momento mi pare di vederla e di parlarle…", si può rilevare un personaggio di un suo racconto, in cui è facile scorgere un ritratto della sua dolce Erminia, morta appena un anno prima: «Era presente una zia, tutta buona, tutta soave, che amava tanto i fanciulli; e di recente sposa e contenta, solo desiderava che il cielo anche di questi la facesse beata a compenso delle afflizioni sostenute nella sua giovinezza; ma l’infelice avea un desiderio, del quale l’essere esaudita dovea riescirle mortale. Una lagrima intanto di compiacenza spuntava sul ciglio dello sposo, sventurato! e non sapeva essere foriera dell’interminato pianto che l’attendeva, quando in breve, perdendola, dovea rimanere il più misero dei viventi.»  (Defendente SACCHI, Cose inutili, Milano) L'attività editoriale Oltre ai romanzi ed alle monografie maggiori, innumerevoli sono gli articoli da lui pubblicati nelle più importanti riviste culturali del tempo: lo «Spettatore Italiano», la «Minerva Ticinese», gli «Annali universali di Statistica», la «Gazzetta Privilegiata di Milano», il «Pirata», il «Cosmorama pittorico», l'«Annotatore piemontese», la «Vespa», la «Farfalla», l'«Eco», «Il Barbiere di Siviglia», l'«Indicatore lombardo», il «Ricoglitore», la «Rivista Europea».  In particolare, dal 1835 fino alla morte fu direttore del «Cosmorama Pittorico»; inoltre era riconosciuto di fatto come l'animatore e il personaggio di spicco della «Gazzetta Privilegiata di Milano» (diretta da Angelo Lambertini).  La sua feconda attività e la sua facilità espositiva si spiegano anche col fatto che, per problemi fisici alla mano, era solito dettare i suoi testi.  Ritratto Un "Ritratto di Defendente Sacchi", opera di Pelagio Palagi, è conservato presso la Galleria d'Arte Moderna di Bologna. In esso l'autore ha alle spalle i volumi di quella che doveva essere la sua ricca biblioteca, a sottolineare l'attaccamento di Sacchi alle lettere e al sapere. L'immagine sembra confermare le impressioni sul suo aspetto fisico da parte di G.B. Cremonesi nell'introduzione ad una ristampa del 1841 di L'albero dei sospiri: "Era piccolo di persona e non bello di aspetto, benché i suoi lineamenti presentassero un non so che di piacevole nel tutt'insieme e di sereno" La sua ricca e documentata attività editoriale gli valse numerosi riconoscimenti (ad esempio, fu ammesso come socio nella "Reale Accademia delle Scienze di Torino"). A coronamento dei suoi interessi artistici, istituì a Pavia una Civica Scuola di Pittura.  La sua prematura scomparsa venne imputata alla gracilità del fisico, spesso malato e provato da dolori, cui si aggiungevano le pene per la perdita della moglie e della figlia ("La natura gli aveva data un costituzione gracile; l'applicazione e più sventure l'indebolirono. Tre anni e più fu egli travagliato da forti dolori" Cremonesi: Opere: Nella molteplicità della sua produzione, si segnalano in particolare:  “La Storia della filosofia greca,” La Collezione dei Classici Metafisici pubblicata insieme a Rolla e Germani, La Vita di Lorenzo Mascheroni, con la raccolta di alcuni suoi scritti inediti; Il romanzo storico I Lambertazzi e i Geremei, (di cui vennero fatte diverse edizioni); L'altro romanzo di successo, La pianta dei sospiri (due edizioni; tradotta anche in francese) Le Antichità romantiche d'Italia (cui collaborò anche il cugino Giuseppe Sacchi); La traduzione del Diritto pubblico universale, o sia Diritto di Natura e delle Genti di Giovanni Maria Lampredi  della "Biblioteca Scelta di opere tradotte dal latino") I Saggi su gli Uomini Utili e Benefattori del Genere Umano (nella stessa "Biblioteca scelta") I suoi biografi ricordano anche che egli si riproponeva di pubblicare un lavoro di grande respiro dal titolo I voti dell'Italia, il cui manoscritto però avrebbe egli stesso dato alle fiamme.   Su Defendente Sacchi Innocenzio De Cesare, Defendente Sacchi, in "L'Omnibus Pittoresco", Cenni di G. B. Cremonesi in: D. Sacchi La pianta dei sospiri, Milano, Silvestri, Autobiografia  (prefazione e commento di Maria Fanny Sacchi), Pavia, Bizzoni, Filosofo, critico, narratore (presentazione di Emilio Gabba e Dante Zanetti), Milano, Cisalpino,  ["Fonti e studi storia dell'Pavia" Storia della filosofia greca, Pavia, Capelli, Elogio di Condillac, Pavia, Bizzoni, Della filosofia di Socrate (dissertazione), Pavia, Bizzoni,  I trovatori e le galanterie nel Medio evo, Milano, Ripamonti Carpano, Oriele o Lettere di due amanti, Pavia, Bizzoni  (rist. Milano, Borroni e Scotti; Genova, Dario Rossi, orenzo Mascheroni, Poesie edite ed inedite ... Raccolte e pubblicate per cura di Defendente Sacchi, Pavia, Bizzoni, La pianta dei sospiri (romanzo), Lodi, Orcesi, Milano, Silvestri, facsimile del testo online dalla Biblioteca Braidense  Marcellina, ou l'Arbre des soupirs, roman traduit de l'italien, par M. Camille de Lagracinière, Paris, C. Béchet, Geltrude. Romanzo italiano con note storiche, Milano, Bettoni, Diritto pubblico universale di Gio. Maria Lampredi volgarizzato, Milano, Silvestri, Defendente Sacchi e Giuseppe Sacchi, "I fregi simbolici di San Michele in Pavia", Antichita romaniche d'Italia, e Giuseppe Sacchi, Antichità romantiche d'Italia epoca prima -seconda, Milano, Stella, e Giuseppe Sacchi, Della condizione economica, morale e politica degli italiani nei bassi tempi. Saggio primo intorno all'architettura simbolica, civile e militare, usata in Italia nei secoli 6°, 7° e 8° e intorno all'origine de' Longobardi, alla loro dominazione in Italia, alla divisione dei due popoli ed ai loro usi, culto e costumi, Milano, Stella,  Della condizione economica, morale e politica degli Italiani ne' tempi municipali. Sulle feste, e sull'origine, stato e decadenza de' municipii italiani nel Medioevo. Saggi due, Milano, Stella, Della condizione, economica, morale e politica degli Italiani nei tempi Municipali, Annali universali di statistica economia pubblica, storia, viaggi e commercio, Defendente Sacchi, Intorno all'indole della letteratura italiana nel sec. XIX, ossia della letteratura civile, con un'appendice intorno alla poesia eroica, sacra e alle belle arti. Saggio, Pavia, Luigi Landoni, Defendente Sacchi e Giuseppe Sacchi, Intorno alle dighe marmoree o murazzi alla laguna di Venezia ed alla istituzione del porto franco, Milano, Editori degli Annali Universali delle Scienze e dell'Industria, Miscellanea di lettere ed arti, Pavia, Bizzoni, I Lambertazzi e i Geremei o le fazioni di Bologna nel secolo 13° : cronaca di un trovatore, Milano, Stella, L'arca di Sant'Agostino : monumento in marmo del secolo 14. ora esistente nella chiesa cattedrale di Pavia, colle illustrazionii, Pavia, Fusi e C., Varietà letterarie, o Saggi intorno alle costumanze, alle arti, agli uomini e alle donne illustri d'Italia del secolo presente, Milano, Stella, A Cesare Cantu : intorno alla pasta, alla smania musicale del secolo, a Volta e a' progetti pel monumento da erigersegli in Como ed a qualche buona o cattiva moda della capitale: lettera inutile, Milano, Stella, Cose inutili, Milano, Visaj, Teodote : storia del secolo VIII, Milano, Nervetti,  Le belle arti in Milano nell'anno 1832, Nuovo Raccoglitore, "Nuove questioni sull'architettura rituale in relazione alle opinioni del conte Cordero di San Quintino e dell'avvocato Robolini", in Annali Universali di Statistica, e Giuseppe Sacchi, Le arti e l'industria in Lombardia, Milano, Visaj, Leopoldo Cicognara, Del bello: ragionamenti (con le notizie su la vita e le opere dell'autore compilate da Defendente Sacchi), Milano, Silvestri, Instituti di beneficenza a Torino (relazione), Milano, a Società degli editori degli annali universali delle scienze e dell'industria,Lezioni d'un parroco sul cholera, Milano, Bravetta, Gli asili dell'infanzia: loro utilità ed ordinamento. Memorie popolari italiane Milano, Manini, Novelle e racconti, Milano, Manini, L' Arco della Pace a Milano descritto e illustrato e pubblicato per la fausta inaugurazione fatta da S.M.I.R.A. Ferdinando 1, Milano, Manini, Bernardino Luino, Cosmorama pittorico, Le streghe. Dono del folletto alle signore, Milano, Manini, Uomini utili e benefattori del genere umano (saggi), Milano, Silvestri, Amori e vicende dei quattro sommi poeti italiani: Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso. Studi storici-biografici, Milano, Vallardi, s. a. Defendente Sacchi, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Defendente Sacchi, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Defendente Sacchi, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Defendente Sacchi, su Liber Liber.  Opere di Defendente Sacchi, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Defendente Sacchi, . Opere di Defendente Sacchi, su Progetto Gutenberg. 

 

SACHELI. (Canicattì). Filosofo. Nato da Vincenzo e Calogera Rinaldi, rimase orfano di padre a 13 anni, frequentò le scuole primarie nella sua cittadina natale per poi trasferirsi a Caltanissetta, dove, ospite di uno zio materno, frequentò il liceo.  Fu iniziato in Massoneria nella loggia Felice Cavallotti di Agrigento, e nel 1917 divenne Maestro massone.  Laureato in filosofia all'Palermo ndove fu allievo di Giovanni Antonio Colozza e Cosmo Guastellafu dapprima insegnante di scuola superiore a Bologna, Girgenti, Caltanissetta e Bressanone, e al Liceo ginnasio Andrea D'Oria di Genova. Nel capoluogo ligure, Sacheli iniziò la sua carriera accademica come libero docente. Successivamente insegnò la stessa disciplina alle Cagliari e di Messina, dove conseguì la docenza ordinaria.  Morì a Taormina, dove si era stabilito per sfuggire ai violenti bombardamenti alleati che colpirono Messina. Con i suoi saggi diede un apporto all'approfondimento all'interpretazione della filosofia di Sant'Agostino, di San Tommaso e di Jean-Jacques Rousseau. Numerose sono le opere filosofiche da lui composte. "La carità del natio loco" lo spinse anche a scrivere sulle tradizioni, i miti e le leggende di Canicattì, collaborando con la rivista Sicania e pubblicando i risultati delle sue ricerche nelle Linee di folklore canicattinese.  Opere Linee di Folklore canicattinese, Acireale, tip. Popolare, Indagini etiche: i criteri, il problema dell'etica, Milano, Remo Sandron, Atto e valore, Firenze, Sansoni, Ragion pratica: preliminari critici, Firenze, Sansoni,Crisi della Pedagogia, Roma, Perrella, Concetto di didattica, Messina, G. D'Anna, C. Ottaviano, Sophia: rassegna critica di filosofia e storia della filosofia, CEDAM, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo, Calogero Angelo Sacheli, su liberliber. Opere di Calogero Angelo Sacheli, su Liber Liber.  G. Ferrante, Biografia di Calogero Angelo Sacheli, su canicatti-centrodoc.

 

SAITTA. (Gagliano Castelferrato). Filosofo. Allievo di Gentile, fu seguace e interprete del suo idealismo attuale. Nato da Giovanni Saitta e Angela Confalone, una famiglia di agricoltori e proprietari terrieri, fu mandato a studiare in seminario nel collegio di Nicosia e quindi nel liceo di Monreale, per essere avviato alla carriera ecclesiastica. Ricevuti gli ordini sacri, conseguì due anni dopo la laurea in lettere a Palermo, ma dismetterà l'abito sacerdotale a seguito di una crisi interiore che lo indusse ad allontanarsi dalla Chiesa cattolica.  Frequentando le lezioni di Gentile, si accostò al suo idealismo, laureandosi in filosofia col massimo dei voti. Aveva cominciato intanto a insegnare lettere nei licei di Terranova e Lucera, mentre divenne professore di filosofia nei licei statali di Cagliari, Sassari, Fano, Faenza, e negli istituti Galvani e Minghetti di Bologna. Ottenne una cattedra universitaria di filosofia a Firenze, per passare negli anni seguenti all'Cagliari, di Pisa, e a quella di Bologna. Direttore della «Vita Nova» Aveva inoltre collaborato a varie riviste come il «Giornale critico della filosofia italiana», «Levana», e poi soprattutto «Vita Nova», periodico mensile bolognese fondato da Arpinati e vicino a Gentile, di cui Saitta assunse la direzione mantenendola fino alla sua soppressione. Della rivista, organo dell'Università fascista di Bologna, curò la rubrica Noi e gli altriSpunto polemico, firmando i suoi interventi con lo pseudonimo di "Rusticus", distinguendosi per i toni accesi e le posizioni anticlericali e anti-concordatarie, che lo portarono a scontrarsi con esponenti cattolici della stessa scuola gentiliana, in particolare Armando Carlini.  Saitta aderiva infatti a una concezione movimentistica e rivoluzionaria del regime fascista del suo tempo, che interpretava come il compimento dei valori romantici del Risorgimento, intendendo la nazione in senso hegeliano quale sintesi tra individuale e universale. Rispetto a Carlini che appariva più freddo e accademico, Saitta col suo attivismo riusciva a esercitare una forte capacità di attrazione verso i giovani, tra cui un suo allievo universitario, Delio Cantimori, che ebbe come collaboratore alla «Vita Nova».  «Così si sviluppò quella tendenza a preferire la scuola di storia della filosofia [di Saitta] dove la preparazione di tipo scolastico e le esigenze tecniche erano minori, ma dove si sentiva un calore ideale, una passione filosofica, un fervore per la verità, e una forza di convinzione spesso dura, e più che dura, ma più vicina a quei sentimenti e a quelle esigenze giovanili, una decisione innovatrice suggestiva e che sembrava offrire un orientamento non meramente accademico per la soluzione di quei problemi.»  (Delio Cantimori, articolo sul «Giornale critico della filosofia italiana», ora in Politica e storia contemporanea, Luisa Mangoni, Einaudi,) L'idealismo attuale di Saitta Saitta del resto, accogliendo la concezione gentiliana dell'atto come perenne autocreazione del pensiero che tutto comprende, aveva sviluppato una visione attualistica dell'idealismo non riducibile a una teoria statica, bensì intesa come azione e continuo dinamismo, che lo portava a esaltare la libertà creativa della ragione umana contro ogni forma di oggettività e di dogmatismo. Da qui la sua accentuazione della polemica anti-religiosa, e la riscoperta, nel solco delle tesi formulate da Spaventa e dallo stesso Gentile, delle correnti immanentistiche della filosofia rinascimentale italiana che egli poneva a fondamento della genesi dell'idealismo moderno.  Questo immanentismo, per il quale Dio si esprime nell'attività dello spirito umano, è per Saitta un «reale umanismo» che rende possibile la libertà dell'individuo, nella quale consiste la «nuova coscienza illuministica» della religione moderna da lui contrapposta a quella tradizionale, oppressiva e decadente, della trascendenza.  Per difendere la libertà del soggetto da ogni autoritarismo e sopraffazione, Saitta si è schierato tuttavia non solo contro il dualismo platonico, la teologia di impianto tomistico e la neoscolastica, ma in parte anche contro lo stesso idealismo di Hegel che ha finito per oggettivare la ragione facendone un sistema assoluto da lui ritenuto «all'origine degli schiavismi moderni».  Persino nell'attualismo di Gentile sarebbe rimasto un retaggio della vecchia teologia trascendente, quando esso attribuisce lo Spirito ad un Io assoluto anziché ai singoli individui: sono costoro per Saitta i veri creatori di valori spirituali, coloro cioè in cui va identificato il Soggetto trascendentale. Egli in tal modo intendeva preservare la portata stessa dell'atto creativo del pensiero dell'idealismo gentiliano, rivestendolo di significati empirici, positivistici, contigenti, ripresi anche da autori come Rousseau e Feuerbach. Saitta condusse una vita sempre appartata, durante i quali si sarebbe progressivamente riavvicinato alla fede cattolica.  A Gagliano Castelferrato, suo paese nativo, gli è stata intitolata una piazza dove è stato collocato un parco giochi per bambini. Molti anni prima gli era stata intitolata una strada che usualmente, però, ha continuato ad essere chiamata Via Roma. Più tardi gli venne intitolato l'Istituto Professionale Femminile di Stato.  Opere: “Lo spirito come eticità (Bologna, Zanichelli); 2ª ed. corretta e accresciuta La teoria dello spirito come eticità (Bologna, Zanichelli,) La personalità umana e la nuova coscienza illuministica (Genova, Emiliano Degli Orfini) La libertà umana e l'esistenza (Firenze, Sansoni) Il problema di Dio e la filosofia dell'immanenza (Bologna, Cesare Zuffi). Oltre alle opere di natura propriamente filosofica, si è a occupato di storia della filosofia, dai greci all'età moderna, soffermandosi sul Rinascimento e i pensatori italiani, in particolare Ficino:  La scolastica del secolo XVI e la politica dei Gesuiti (Torino, Bocca,) Le origini del neotomismo nel secolo XIX (Bari, Laterza) Il pensiero di Gioberti (Messina, Principato, Firenze, Vallecchi La filosofia di Ficino (Messina, Principato); riedita come Marsilio Ficino e la filosofia dell'Umanesimo (Bologna, Fiammenghi & Nanni) L'educazione dell'umanesimo in Italia (Venezia, La Nuova Italia) Filosofia italiana ed umanesimo (Venezia, La Nuova Italia, Leone Ebreo, su treccani, Gioberti Vincenzo, su treccani, Il carattere della filosofia tomistica (Firenze, Sansoni, La teoria dell'amore e l'educazione del Rinascimento (Bologna, U.P.E.B.) L'illuminismo della sofistica greca (Milano, Bocca) Il pensiero italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento (Bologna, Cesare Zuffi, Cusano e l'Umanesimo italiano, con altri saggi sul Rinascimento (Bologna, Tamari). Ettore Centineo, Ricordo, rticolo su «Giornale critico della filosofia italiana», Firenze, Sansoni, treccani,  Albano Sorbelli, L'Archiginnasio: bollettino della Biblioteca comunale di Bologna,  direzione di Franco Bergonzoni, Regia tipografia dei fratelli Merlani, Università degli studi di Firenze, su siusa.archivi.beniculturali.  S. Salustri, L'Università fascista di Bologna: un modello di Accademia per il regime?, in «Accademie e scuole: istituzioni, luoghi, personaggi, immagini della cultura e del potere»,  Daniela Novarese, Milano, Giuffrè, .  Vittore Pisani, Paideia, Casa editrice Paideia, Roberto Pertici, Storia della storiografia,  Jaca Book, L. Mangoni, L'interventismo della cultura. Intellettuali e riviste del fascismo, Bari, Laterza,  Roberto Pertici, Storia della storiografia, Roberto Pertici, Storia della storiografia,  Cantimori ricorderà con commozione l'«irrequietezza spirituale della scuola di Saitta» e la sua «attenzione volta ad argomenti quasi ignorati dalla cultura italiana» (cit. da Bruno Valerio Bandini, Storia e storiografia: studi su Delio Cantimori. Atti del convegno tenuto a Russi Editori Riuniti).  Cit. in Roberto Pertici, Storia della storiografia, Eugenio Garin, Cronache di filosofia italiana, Bari, Laterza, Gianfranco Morra, L'immanentismo assoluto di Giuseppe Saitta, articolo sul «Giornale critico della filosofia italiana», «Il Saitta, forse meglio di ogni altro, intese dell'attualismo l'istanza realmente umanistica, e di un "reale umanismo": e questa appunto volle sottolineare e difendere contro ogni mistificazione. Così lo vediamo ridurre tutta la dialettica gentiliana a lotta sempre risorgente fra ragione umana liberatrice e costruttrice di una società di uomini liberi, e religione tradizionale cristallizzata nelle oppressioni di strutture chiesastiche portatrici di una "filosofia di morte"» (Eugenio Garin, Cronache di filosofia italiana. Roberto Melchiorre, Storiografi italiani del Novecento, Aletti Editore. Ricordo di Giuseppe Saitta , su archiviostorico.unibo.  Sommario dei libri, su gaglianocastelferrato.com.  «La filosofia moderna come celebrazione della soggettività è quasi tutta sbozzata con Marsilio Ficino. Con lui, anziché col Campanella, come da altri è stato frequentemente ripetuto, s'inizia quella teoria della conoscenza, che sbocca con profonda e potente originalità in Kant» (Giuseppe Saitta, Marsilio Ficino e la filosofia dell'Umanesimo, Bologna, Fiammenghi & Nanni).  Ettore Centineo, Ricordo di Giuseppe Saitta, su «Giornale critico della filosofia italiana», Firenze, Sansoni, Gianfranco Morra, L'immanentismo assoluto di Giuseppe Saitta, su «Giornale critico della filosofia italiana»,Eugenio Garin, Cronache di filosofia italiana  Bari, Laterza, Roberto Melchiorre, Storiografi italiani del Novecento, Villalba di Guidonia, Aletti Editore,  Attualismo (filosofia) Filosofia rinascimentale Idealismo italiano Delio Cantimori Gentile  Ricordo, su archiviostorico.unibo. treccani bibliotecasalaborsa.

 

SALUTATI. (Stignano). Filosofo. Vedo che ignori quanto sia dolce l'amor di patria: se ciò fosse utile alla difesa e all'ampliamento [della patria], non [ti] sembrerebbe un crimine penoso, nè un delitto scellerato, il fracassare con la scure il capo del proprio padre, o ammazzare i fratelli, o cavare con la spada dal grembo della moglie il figlio prematuro...»  (Epistolario, a Ser Andrea di Conte).  Cancelliere di Firenze/ Figura culturale di riferimento dell'umanesimo a Firenze, in qualità di discepolo del Boccaccio e precettore di Poggio Bracciolini e Leonardo Bruni.  Considerato uno dei più importanti uomini di governo tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo, Coluccio Salutati, nei suoi trent'anni di cancelliere della Repubblica di Firenze, svolse un importantissimo ruolo diplomatico nel frenare le ambizioni del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, intenzionato a creare uno Stato comprendente l'Italia centro-settentrionale. Nel contesto di questa lotta elaborò la sua dottrina della libertas fiorentina. Oltre all'impegno politico, il Salutati svolse un importante ruolo nella diffusione dell'umanesimo petrarchesco e boccacciano, divenendone l'esponente più importante e il praeceptor della prima generazionedegli umanisti. Il suo lascito più importante presso i posteri fu la codificazione "civile" dell'umanesimo, cioè l'uso dello spirito e dei valori dell'antichità classica all'interno dell'agone politico internazionale. Grazie a Salutati (autore tra l'altro di un vastissimo epistolario e di trattati politici, filosofici e letterari), difatti, il mito della florentina libertas, cioè di quel complesso di valori ispirati alla libertà promosso dall'ordinamento politico fiorentino, si rafforzò enormemente sotto il suo cancellierato, e fu utilizzato quale strumento diplomatico per accrescere il prestigio di Firenze presso gli altri Stati della Penisola.  La casa natale di Coluccio Salutati a Stignano, frazione di Buggiano. Origini e formazione giuridica Nato a Stignano in Valdinievole (oggi frazione di Buggiano, in provincia di Pistoia), Lino Coluccio Salutati fu costretto, a pochi mesi dalla nascita, ad abbandonare il luogo natìo per raggiungere il padre Piero (detto dal Villani «di buoni costumi e di prudenzia laudabile») a Bologna, ove il genitore serviva il signore della città Taddeo Pepoli, che a sua volta garantiva protezione alla famiglia Salutati. Nella città felsinea Coluccio compì, per volontà paterna (ma più probabilmente del Pepoli che, morto Piero Salutati nel 1341, aveva preso sotto la sua protezione la famiglia e il giovane Coluccio in particolare), studi giuridici, benché fosse maggiormente interessato alle discipline letterarie, e seguì le lezioni di logica e di grammatica di Pietro da Moglio.  Coluccio, ormai diciannovenne, lascia Bologna a causa anche della caduta dei Pepoli e ritorna a Stignano, dove un rogito testimonia la sua presenza nel 1353. Gli anni successivi all'allontanamento da Bologna,  videro Salutati esercitare il mestiere di notaio in vari centri toscani (specialmente in Valdinievole), coltivando, come si vedrà nella sezione dedicata alla passione umanistica, lo studio dei classici, come dimostra la lettera a Luigi de' Gianfigliazzi del 1362, colto politico fiorentino col quale Coluccio discute su Valerio Massimo e altri autori antichi.  Cancelliere di Firenze Premesse Nel frattempo, la carriera amministrativa del Salutati lo spinse ad intraprendere anche la carriera politica: cancelliere del Comune di Todi prima (1367), della Repubblica di Lucca poi (1372), ed infine, dopo essere giunto a Firenze ed avervi esercitato per breve periodo l'incarico di scriba omnium scrutinorum, Cancelliere di quella città[N 2] proclamato il dì 19 aprile 1375. Coluccio tenne, pertanto, nelle sue mani la carica più importante della diplomazia della Repubblica fiorentina dal 1375 fino alla morte, divenendo un personaggio di spicco della politica italiana di fine Trecento. Demetrio Marzi, importante studioso di Coluccio per la sua attività istituzionale, sottolinea che, nei trentun anni in cui tenne ininterrottamente la sua carica, Coluccio:  «Costantemente rieletto e confermato dal 1375 al 1406, con le stesse ingerenze, lo stesso stipendio e i soliti privilegi, Coluccio lasciò nell'Ufficio un numero grande di minutari e registri, di lettere e istruzioni, per lo più di sua mano, e solo in parte de' suoi coadiutori, che non sembrano molti. Da questi libri e da altri della Cancelleria, apparisce com'egli fosse costantemente in Palazzo, presente a innumerevoli atti del Comune, dei Consigli, degli uffici più svariati...»  (Marzi134)  L'Europa Occidentale al principio dello Scisma d'Occidente. La frattura in seno alla Chiesa Cattolica spinse il papa "romano" Urbano VI a firmare la pace coi fiorentini. La guerra degli Otto Santi Magnifying glass icon mgx2. svgGuerra degli Otto Santi. Nel 1375, le relazioni tra Santa Sede (all'epoca ad Avignone) e la Repubblica fiorentina degenerarono rapidamente a causa della volontà di papa Gregorio XI di ritornare a Roma e ripristinarvi l'autorità della Chiesa. La paura che si formasse, nel centro Italia, un forte stato ecclesiastico allarmò sia Firenze (intimorita di essere inglobata nel nuovo Stato) che le città degli Stati Pontifici, che a causa della lontananza del Papato avevano acquisito una grande forza ed indipendenza. La guerra, durata tre anni, finì frettolosamente a causa della scissione interna alla Chiesa stessa tra cardinali francesi ed italiani, fatto che portò alla nascita del gravoso Scisma d'Occidente. Il nuovo papa, l'italiano Urbano VI, assolse Firenze dalla scomunica per avere alleati contro l'antipapa Clemente VII.  Tra gli scomunicati, c'era anche Coluccio Salutati, in quanto figura chiave della politica dell'epoca. «Coluccium Pieri de Florentia, excellentissimum cancellarium comuni Florentie», ricevette l'assoluzione da parte del Papa tramite i legati Simone Pagani, vescovo di Volterra, e Francesco d'Orvieto, frate appartenente all'ordine degli Eremitani, il 26 ottobre del 1378.  Dal tumulto dei Ciompi alla restaurazione oligarchica Magnifying glass icon mgx2.svg Tumulto dei Ciompi e Storia di Firenze § L'ascesa degli Albizi. Firenze, mentre stava stipulando la pace con papa Urbano VI, fu sconvolta dalla rivolta del popolo minuto che, già soggiogato e perseguitato dalla prepotenza politico-economica del popolo grasso, fu sobillato dagli operai salariati (i ciompi) a rivoltarsi. Nell'estate del 1378 si ebbero i primi scontri e i ciompi, risultati vincitori, imposero Michele di Lando quale gonfaloniere di Giustizia e riformatore della Signoria in senso democratico. L'animosità degli sconfitti si fece sentire molto presto: dopo aver chiuso gli opifici riducendo alla fame gli operai, la grande borghesia e l'aristocrazia riuscirono a trarre dalla loro parte Michele di Lando che, dopo aver disperso i capi dei ciompi, si dimise dalla carica di gonfaloniere e ridando il potere ai magnati, tra i quali primeggiarono gli Albizi che instaureranno un regime oligarchico durato fino alla venuta di Cosimo de' Medici nel 1434.  Dall'epistolario di Coluccio, sappiamo che egli informò Domenico Bandini di Arezzo dei tumulti avvenuti in città e stimando gli uomini assurti al potere quali degni e pieni di considerazione. L'atteggiamento emerso in quest'epistola, datata il mese d'agosto, si rivelerà contrario a quanto Coluccio in realtà pensasse del nuovo governo. Marco Cirillo ci descrive lo stato d'animo del Cancelliere e la sua scelta di rimanere in tale carica nonostante l'avversione per i Ciompi:  «Dalle lettere di Coluccio Salutati, riferite all'estate del 1378, si evince come il cancelliere non fosse soddisfatto del governo instaurato dal Popolo Minuto, ed è probabile che il cancelliere conoscesse anche i “piani politici” di chi voleva ritornare al potere. Questo ci permette di ipotizzare che, la decisione di ritornare al proprio ufficio si legava sia alle necessità familiari dell'umanista, sia all'amore che egli nutriva per il proprio lavoro ma anche, alla conoscenza dell'imminente ritorno del Popolo Grasso al potere, unito alla convinzione della mancanza di conoscenze politiche adeguate per governare una città come Firenze da parte dei Ciompi stessi.»  (Cirillo)  Massima estensione dei domini viscontei alla morte del Duca Gian Galeazzo nel 1402. La guerra contro Gian Galeazzo Visconti Coluccio ebbe un ruolo decisamente più attivo ed importante nell'animare Firenze perché si difendesse dalle ambizioni di conquista di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, desideroso di sottomettere l'intera Penisola al suo controllo schiacciando le resistenze delle Signorie dell'Italia Settentrionale (1385-1390). Dopo il 1390, Galeazzo spostò infatti le sue attenzioni sulla Repubblica di Firenze, e Coluccio giocò un ruolo importante in questa situazione spronando il popolo fiorentino a difendere la sua tradizionale libertà (la florentina libertas) e rispondendo egli stesso dalle accuse dei nemici attraverso l'opera Invectiva in Antonium Loscum (1403-4). La situazione per i fiorentini, all'inizio del conflitto, era alquanto drammatica, in quanto si ritrovarono praticamente circondati dai domini di Gian Galeazzo e solo l'ausilio di bande mercenarie, guidate da Giovanni Acuto, riuscirono a frenare i piani di dominio del Visconti. La guerra, che riprese dopo una momentanea tregua a partire dal 1396, vide la formazione di una vasta coalizione antiviscontea di cui fecero parte tutti gli stati italiani del centro-nord, tenuti assieme dalla politica estera fiorentina e da quella veneziana. Nonostante gli alleati fossero stati gravemente surclassati dalle forze milanesi, i fiorentini riuscirono a salvare la loro indipendenza resistendo a dodici anni di guerra, cioè fino alla morte improvvisa di Gian Galeazzo nel 1402 a causa della peste, lasciando Firenze in una posizione di potenza nell'Italia centro-settentrionale.  Gli ultimi anni e la morte Coluccio trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena celebrato sia per la sua posizione di guida dell'umanesimo, sia per l'abilità politica dimostrata contro il Visconti, ma anche in grandi amarezze a causa dei lutti (morte della seconda moglie il 28 febbraio 1396 e la morte di alcuni dei suoi figli in occasione della pestilenza). Quando poi morì, la Signoria, il giorno successive, gli fece celebrare funerali solenni in Santa Maria del Fiore[26], ponendo sulla sua bara una ghirlanda d'alloro per le sue virtù poetiche[27]. I suoi discepoli Leonardo Bruni suo successore, Poggio Bracciolini, futuro cancelliere e Pier Paolo Vergerio lo piansero amaramente, ricordandolo come un padre e come il più grande decoro di Firenze. Coluccio umanista La guida dell'umanesimo italiano «[Salutati] fu per trent'anni, dopo la morte del Petrarca e del Boccaccio, il più autorevole umanista italiano, unico erede di quei grandi.»  (Dionisotti)  Miniatura che ritrae Coluccio Salutati, proveniente da un codice della Biblioteca Laurenziana a Firenze. Alla morte del Boccaccio (1375), Coluccio Salutati, sia per ragioni anagrafiche (era di una generazione sita tra quella di Petrarca e Boccaccio e la successiva degli umanisti del XV secolo), sia per la propria grandezza letteraria e filosofica, fu il principale esponente dell'umanesimo italiano, come ricorda infatti Carlo Dionisotti e altri studiosi[N 4], quel «trait d'union tra la generazione che aveva vissuto in prima linea il rinnovamento petrarchesco e quella dei nuovi umanisti già pienamente quattrocenteschi» Salutati ebbe, sia per il ruolo istituzionale sia per quello culturale, rapporti anche con i Paesi europei: tenne corrispondenza con un colto cortigiano di Carlo VI di Francia, Jean de Montreuil, e con l'arcivescovo di Canterbury Thomas Arundel, conosciuto mentre il presule inglese si trovava a Firenze[31]. Fecondo scrittore, apologeta "diplomatico" della classicità contro gli attacchi degli aristotelici e di alcuni ecclesiastici ostili all'antropologia umanista, Coluccio alternerà il suo magistero culturale con quello politico, difendendo la libertà repubblicana di Firenze adottando lo stile e il genere degli antichi trattatisti.  La formazione umanistica Nonostante Lino avesse preso definitivamente l'attività notarile, come testimonia il suo primo rogito effettuato nella nativa Stignano (1353), l'amore per la cultura e la letteratura non venne meno. Anzi, a partire dalla fine degli anni sessanta, Coluccio divenne il segretario di Francesco Bruni, amico a sua volta di Francesco Petrarca; iniziò, come esposto dalla Senile un rapporto epistolare a distanza, che permise al Salutati di avvicinarsi alle proposte umanistiche del poeta aretino[32]. Nel periodo che intercorse tra questa prima epistola e la morte del Petrarca, Coluccio entrò sempre più nella mentalità classicista del maestro, grazie anche ai contatti che egli ebbe con l'altro grande umanista e allievo del Petrarca stesso, Giovanni Boccaccio, quest'ultimo animatore del circolo umanista di Santo Spirito a Firenze[36].  Tra Santo Spirito e la sua casa. L'educazione dei giovani umanisti Seguendo la scia del maestro Boccaccio, sinceramente pianto dal Salutati al momento del trapasso[37], il Cancelliere della Repubblica continuò il suo magistero a Santo Spirito[N 5], tenendovi lezioni cui partecipavano umanisti non solo fiorentini (si ricordano, tra i più importanti, Niccolò Niccoli, Leonardo Bruni e Poggio Bracciolini), ma anche di altre regioni italiane (quali il vicentino Antonio Loschi e il già ricordato Pier Paolo Vergerio). Nel convento degli agostiniani Salutati, aiutato nel suo magistero culturale dal coltissimo frate Luigi Marsili[40], non si fece soltanto portavoce degli ideali dell'umanesimo classicista petrarchesco, ma continuò a tenere in alta considerazione Dante Alighieri, deprecato da una cerchia dei giovani umanisti in quanto scrittore volgare e pessimo latinista. La fondazione della cattedra di greco a Firenze (1397) Oltre al suo compito di formazione dei giovani umanisti che andranno a diffondere il nuovo sapere presso gli altri centri culturali italiani, Salutati ebbe il merito non solo di affidare le cattedre tradizionali dello Studium fiorentino ad umanisti discepoli di Petrarca (quali Giovanni Malpaghini), ma soprattutto quello di far rifiorire in Italia il greco classico. Grazie all'incontro avvenuto a Venezia tra i giovani umanisti Roberto de' Rossi e Giacomo Angeli da Scarperia e i due colti bizantini Manuele Crisolora e Demetrio Cidone[41], il Salutati iniziò, usufruendo dei poteri di Cancelliere, ad intessere rapporti con Crisolora per invitarlo ufficialmente a Firenze quale docente di greco classico nello Studium[N 7]. Questi, giunto nell'Europa Occidentale per conto dell'imperatore Manuele II Paleologo per cercare alleanze contro i turchi ottomani, cercò di instaurare rapporti di amicizia con gli Stati che visitava trasmettendo la conoscenza del greco classico ai nascenti circoli umanistici, edotti di latino ma non della lingua di Omero[42]. Pertanto Crisolora accettò l'offerta del Salutati, rimanendo nella città toscana dal 1397[43] al 1400 e lasciando in eredità ai suoi discepoli (e amici) fiorentini gli Erotematà, compendi linguistici di greco classico caratterizzati da una sinossi con la grammatica latina[42].  Il pensiero La proposta etica e cristiana del Salutati  Beato Angelico, Giovanni Dominici, medaglione facente parte del ciclo La crocifissione e i santi, situato nel Convento di San Marco, a Firenze. L'umanesimo incontrò, durante la sua diffusione, il sospetto e l'ostilità di alcuni ambienti religiosi a causa della libertà e responsabilità etica del singolo uomo che Coluccio andava insegnando[N 8], e del suo progetto di conciliare la natura della cultura classica con quella cristiana. I principali antagonisti dell'umanesimo fiorentino, il camaldolese Giovanni di San Miniato e il domenicano Giovanni Dominici (quest'ultimo poi cardinale), intendevano sostanzialmente mantenere l'istruzione e la morale rigidamente nelle mani della gerarchia, rifiutando la ventilata autonomia spirituale dei pagani e riaffermando la loro interpretazione allegorica[N 9].  Le humanae litterae non sono antitetiche agli studia divinitatis Coluccio, davanti a questi attacchi, sostenne la necessità, anche da parte dei laici, di avere coscienza di ciò che dicono e professano nella vita attiva, ribadendo il valore positivo di questo modello di vita[44] e combattendo il vuoto nominalismo tomista che la cultura ecclesiastica ufficiale difendeva strenuamente[45], quest'ultimo visto come nocivo perché, avendo ormai intriso la stessa Bibbia di sillogismi filosofici, allontanava dalla Verità gli uomini:  «Senza la capacità di intendere in fondo i termini, la lingua, non si dà conoscenza della scrittura, della parola di Dio. Ogni conoscenza seria è comunicazione. In tal modo gli studia humanitatis come mezzo per ritrovare nella lettera l'inseparabile spirto, nel corpo l'anima indisgiungibile, sono strettamente connessi con gli studia divinitatis.»  (Garin39) La poesia vehiculum ad Deum La disputa sulla verità teologica della poesia, genere privilegiato nella conoscenza di Dio, è quello che impegnerà maggiormente Salutati. Seguendo il tracciato delle Genealogie deorum gentilium del maestro Boccaccio, Coluccio Salutati risponde alle accuse dell'immoralità della poesia a Giovanni di San Miniato, in una lettera del 21 settembre del 1401, affermando non solo che ogni verità proviene da Dio stesso, ma anche che Dio ha usufruito della poesia attraverso i salmisti, Giobbe e Geremia: per cui la poesia è il genere letterario più vicino a Dio[47]. Tale tesi verrà poi ulteriormente rinforzata nell'incompiuto De laboribus Herculis, in cui si arriverà a sostenere una vera e propria poesia teologica, per cui anche gli antichi poeti pagani, con le loro opere, si avvicinavano a Dio.  L'attività filologico-paleografica La Biblioteca del Salutati  Un'edizione a stampa veneziana dell'Affrica del 1501. Il poema epico del Petrarca, per la sua incompletezza e il latino ancora un po' rozzo, suscitò delusione nei simpatizzanti dell'umanesimo. Salutati formò, impiegando gran parte delle sue retribuzioni, una biblioteca di più di 100 volumi[48], collezione molto grande per l'epoca e simbolo del suo fervore culturale. Coluccio possedette un manoscritto delle tragedie di Seneca ricopiato ottimamente di suo pugno con l'aggiunta dell'Ecerinide del preumanista padovano Albertino Mussato[48], ma anche esemplari di autori poco conosciuti nel Medioevo quali Tibullo[49] e Catullo[N 10], ed una rarissima copia d'età carolingia delle Ad familiares di Cicerone[50], scoperta dall'amico e cancelliere milanese Pasquino Capelli a Vercelli[51]. A questa scoperta in terra di Lombardia, si aggiunse negli anni seguenti anche le Epistole ad Atticum, rendendo il Salutati «il primo dopo secoli a possedere entrambe le raccolte di lettere [di Cicerone]»[52]. Remigio Sabbadini riporta che, nella sua biblioteca, Coluccio «fu il primo a possedere il De agricultura di Catone, il Centimeter di Servio, il commento di Pompeo all'Ars maior di Donato, le Elegie di Massimiano e le Differentiae pseudociceroniane»[53], mentre Francesco Tateo continua elencando «i Dialoghi di Gregorio Magno e l'esame dei vari manoscritti di Cicerone, di Lattanzio, di Agostino, di Seneca, di Ovidio e di Stazio» in suo possesso.  Nonostante questa passione da bibliofilo, che rese la biblioteca del Salutati la più significativa dopo quella del Petrarca agli albori del XV secolo, Coluccio non sfoggiò mai eccellenti doti filologiche, al contrario del Petrarca stesso o del suo discepolo Leonardo Bruni. La questione dell'Africa Coluccio cercherà, inoltre, di avere da parte di Lombardo della Seta, fedele discepolo del Petrarca, una copia dell'Africa perché fosse poi pubblicata[56]. Gli sforzi di Salutati e dei primi umanisti risultarono sempre più insistenti nel corso degli anni settanta: Lombardo aveva timore a pubblicare un'opera «rimasta in un testo incompiuto ed incerto», rischiando così di oscurare la gloria del Petrarca[57]. Quando poi, al principio del 1377, giunge a Firenze il sospirato poema epico dell'Aretino, «...il Salutati è afflitto dalle sospensioni, dalle lacune e certamente anche dalla pesantezza d'ala del poema tanto vantato e sognato». La delusione, trasmessa in una lettera a Francescuolo da Brossano, spinse il Salutati a non farsi più editore e commentatore dell'opera. L'inizio della scrittura umanistica Coluccio intervenne anche nel campo della paleografia. Nel vivo studio dei classici, Coluccio fece un'introduzione fondamentale: dopo aver adottato, per gran parte della sua vita, «una scrittura cancelleresca e una libraria 'semigotica'»[60], a partire dal 1400 lesse e trascrisse un codice delle Lettere di Plinio il Giovane contenente nessi e legature che si erano persi nel corso del Medioevo: «l'uso di -s diritta in fine di parola, i nessi e le legature ae, ę e &, di cui si era persa memoria. Con questo esperimento inizia la storia della scrittura umanistica»[61].  Opere  Cristofano Allori dell'Altissimo, Ritratto di Coluccio Salutati, 1587, dipinto ad olio, Galleria degli Uffizi, Firenze Epistolario Premessa Composto da 344 lettere[26], l'epistolario di Coluccio, «documento fondamentale di questa lunga ed efficace opera di rinnovamento» culturale, tratta dei temi più disparati. Organicamente, la raccolta si divide in due filoni: le lettere private, indirizzate ad amici e conoscenti, e quelle pubbliche, scritte a nome della Repubblica diFirenze. Stilisticamente, l'epistolario di Coluccio spicca per l'uso di uno stile che si allontana da quello delle lettere medioevali, fitte della retorica della ars dictandi, per lasciare il posto ad una serenità cordiale e stoica che si richiamava alle Familiares di Cicerone[62] e al repertorio lessicale degli altri autori classici, determinando così quello che è stato definito «latino misto»[63].  Epistolario privato Nella prima categoria, le lettere scritte a nome dell'umanista Coluccio mettono in mostra le tendenze socio-culturali del primo umanesimo italiano. Da un lato, la percezione del divario cronologico tra i contemporanei e gli antichi, eredità diretta della sensibilità petrarchesca; dall'altro, l'esposizione in più punti del suo pensiero, dalla rivendicazione del valore della vita attiva contro i monaci e quegli ecclesiastici che sottolineavano invece l'eccellenza della vita claustrale al valore della poesia. Immancabile è la tematica politica, esposta nella lunga lettera a Carlo di Durazzo[65] e ritenuta essere il sunto del pensiero politico del primo umanesimo[N 11].  Epistolario pubblico Queste lettere, scritte in qualità di cancelliere della Repubblica, sono di carattere puramente politico, in quanto rivolte a contrastare l'azione egemonica di Gian Galeazzo Visconti. Riprendendo i modelli dei classici latini (Seneca, Sallustio, Cicerone), Coluccio additava Gian Galeazzo quale tiranno in contrasto con la florentina libertas. Il tono di queste lettere doveva essere così grave e tagliente che, secondo la tradizione, il duca di Milano rispondeva che un'epistola del Salutati era più deleteria di una sconfitta militare di Milano in campo aperto[66]. Dal punto di vista più tecnico, come fa notare Marco Cirillo: «...il lavoro svolto presso la cancelleria di Firenze ha reso Coluccio Salutati uno dei più noti cancellieri del Medioevo; tale notorietà si deve al metodo di lavoro che egli ha adottato nel trentennio in cui ha ricoperto tale carica. Effettivamente, i cambiamenti che il Salutati ha apportato, soprattutto nel campo dell'epistolografia politica medievale, pur non essendo certo radicali, ebbero una notevole influenza su molte corti d'Europa. La letteratura sull'argomento è unanime nell'affermare che, Coluccio Salutati, pur utilizzando la formula prevista dall'epistolografia cancelleresca medievale, che prevedeva: la Salutatio, il Proverbium, la Narratio, la Petitio e la Conclusio; ebbe modo di personalizzare ogni fase dell'epistola in base alle proprie esigenze narrative. È frequente perciò trovare nelle sue lettere una Salutatio piuttosto breve ed un Proverbiumsoprattutto quando egli esprimeva teorie politichepiuttosto lungo.»  (Cirillo) Trattati Politici  Vincenzo Camuccini, Morte di Giulio Cesare, particolare, olio su tela, 1798, Museo nazionale di Capodimonte, Napoli De Tyranno (1400) Epistola-trattato inviata a Francesco Zabarella, filosofo padovano, il De Tyranno (basato sull'omonimo trattato di Bartolo da Sassoferrato e sul Polycraticus di Giovanni di Salisbury[67]) riflette sulla nascita della tirannide e sulla liceità dell'assassinio del tiranno stesso. Indotto a fare questa riflessione su spunto del giovane Antonio dell'Aquila, studente padovano che aveva chiesto al Salutati la liceità dell'assassinio di Giulio Cesare, e dalla volontà di difendere la scelta dantesca di porre Bruto e Cassio nelle fauci di Lucifero[68], Coluccio ammette la liceità di un tale gesto nei confronti di un despota, ma negandola però al generale romano, in quanto «fu un benemerito capo di stato, che fu tradito dagli stessi uomini che erano stati da lui beneficiati» Invectiva ad Antonium Luschum, Scritta contro un suo ex discepolo, Antonio Loschi, cancelliere dell'ormai defunto Gian Galeazzo (morto nel 1402) e autore di una perduta Invectiva in florentinos[71], ha un tono più concreto rispetto al teorico De Tyranno. Nell'Invectiva Coluccio mostra la partigianeria repubblicana sostenitrice della florentina libertas, emula dell'Atene di Pericle fautrice della concordia partium tra lei e i suoi alleati. Salutati ricorda al Loschi come Firenze sia nel giusto perché è sottoposta alle leggi, che non possono essere violate, mentre a Milano il diritto è strumento arbitrario nelle mani di un vero e proprio tiranno, che sta al di sopra delle leggi. Gli scritti filosofico-teologici De seculo et religione, Scritta all'amico Niccolò di Lapo da Uzano (che prese poi il nome di Girolamo appena entrato nell'ordine dei camaldolesi) si articola in due libri[75] ed è datata 1381, in quanto Coluccio inviò a Fra' Gerolamo da Uzzano una lettera d'accompagnamento insieme al testo da lui realizzato. L'opera tratta di una esortazione assai fervida alla vita claustrale, ma rivendica anche la validità della vita quale laico, in quanto strada «valida nell'ambito gerarchico delle occupazioni umane, a cui egli rimane ancora legato». L'opera del Salutati, esaltante la vita ritirata prendendo spunto anche da Cicerone, Livio, Macrobio e Omero, tratta anche della condanna morale di cui è afflitta la Chiesa, dai papi fino ai predicatori.  De fato et fortuna, Facsimile del codice Laurenziano Pl. CX sup. 41, Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze, riportante una lettera del Salutati. Diviso in cinque libri, il trattato espone l'argomento del libero arbitrio e del rapporto che esiste tra quest'ultimo e gli avvenimenti che possono ostacolarne i progetti. La tematica, assai complessa ed erede di una lunga tradizione teologico-filosofica (i modelli sono Alberto Magno, Tommaso d'Aquino e il De bona fortuna di Aristotele), si sviluppa nel tentativo di dimostrare come l'esistenza umana si inquadri in una “causa prima” (Dio), la quale opera in comunione, talvolta incontrandosi, talvolta scontrandosi, con la volontà dell'uomo.  De Nobilitate legum et medicine. Trattato che cerca di proporre una gerarchia dei saperi, proponendo la legge come valore supremo sulla medicina, intesa come sapere tecnico-scientifico: come l'anima è superiore al corpo, così le leggi (che si rifanno al campo spirituale) sono superiori alla medicina, che fa parte della meccanica[78]. Le leggi, infatti, regolano la vita sociale, determinano il convivere civile, stabiliscono l'ordine e devono essere ottime perché possano produrre uomini migliori[79]. Coluccio continua affermando che le leggi, dal momento che appartengono alla sfera spirituale e quindi celeste, sono legate direttamente a Dio: gli uomini, perciò, possono collaborare con Dio nella costruzione perfetta della società grazie al fatto che esse sono ispirate dalla divinità medesima.  De Laboribus Herculis. Opera di grande impegno intellettuale, Coluccio lavorò per più di vent'anni su questo vasto saggio di poesia, com'è testimoniato dalla versione del 1383 e da quella del 1391. Quest'ultima, divisa in 4 libri e lasciata incompiuta, intende continuare il progetto culturale di Boccaccio delle Genealogie, vale a dire una difesa della poesia a livello universale basata sulle vicende terrene dell'eroe mitologico Ercole[82], reinterpretate in senso allegorico e indirizzate verso la via della virtù (Salutati si basò su Ercole anche per la radice etimologica del nome greco, risalente ad ερος κλερος (heros cleos), cioè uomo forte e glorioso[81]).  Per Coluccio, come aveva già scritto a Giovanni di San Miniato, infatti, la poesia ha un valore universale in quanto il senso interpretativo di un testo classico supera la dimensione culturale in cui è stato scritto: per cui le opere dei pagani, se piene di valori positivi, non devono essere rigettate, ma accolte in quanto provenienti da Dio stesso.  Altre Carmen de morte Francisci Petrarce Carme in latino commemorativo del Petrarca e accennato in varie epistole a Roberto Guidi conte di Battifolle, a Benvenuto da Imola e a Francescuolo da Brossano, del quale è quasi dubbio il completamento[. De verecundia, Trattatello in forma epistolare indirizzato ad Antonio Baruffaldi sulla natura positiva o negativa della verecundia (cioè il rispetto). Grazie agli studi genealogici di Francesco Novati, si è potuti ricostruire l'ascendenza e la discendenza del cancelliere fiorentino, appartenente al ramo dei Salutati di Stignano. Qui sotto è riportato un albero genealogico che espone l'ascendenza e la discendenza di Coluccio Salutati[N 12]:  IgnotaColuccio Ignota, figlia di un tal LinoPiero Lino Coluccio donna ignota; Piera di Simone Riccomi[84]AndreaCorradoGiovanniSorella ignota, sposata a uno dei Giovannini di Stignanosorella ignota, sposata ad uno dei Dreucci di Pistoia  Piero (morto di peste Andrea morto di peste  Bonifazio  ~ 1420 ca Monna Checca de' Baldovinetti Arrigo  Margherita d'Andrea de' Medici Antonio  ~ Duccia di Guernieri de' Rossi;Nonnino Filippo (1383 ca-post 1407 Simone Lionardo (1387 ca1437), chierico Salutato, chiericoLorenzo (incerto) Note Esplicative  A lungo si è ritenuta corretta la data del 1331, Campana  Martelli, ( 238-239 e239, nota 1), Nuzzo, e altri studiosi hanno dimostrato che la data corretta è Villani, Coluccio Salutati XXVII racconta l'ascesa politica di Coluccio ad una delle più prestigiose cariche politiche fiorentine. Nominato segretario grazie all'influenza del Gonfaloniere Bonaiuto Serragli, Coluccio fu poi eletto Cancelliere (il 18 di aprile) in sostituzione di Niccolò Monaci, uomo politico con cui il Serragli fu in disputa.  Si veda Epistolario per le addolorate missive inviate dal Bruni e da Poggio all'amico in comune Niccolò Niccoli («tali parente» nell'epistola di Bruni; «patris nostri» in quella di Poggio). In Ivi,  478-479, l'istriano Pier Paolo Vergerio, in una lettera a Francesco Zabarella, lo descrive come il primo e straordinario decoro di Firenze («...urbis illius primum atque precipuum decus, Linum Colucium Salutatum»).  Della stessa opinione anche: Cappelli76, in cui si ricorda, al momento dei funerali, il commosso addio dell'allievo Pier Paolo Vergerio, che chiamò Salutati communis omnium magister («maestro comune di tutti [noi]»); Vasoli40; Contini869; Gargan141.  Luogo significativo per continuare le riunioni dei nuovi umanisti, in quanto vi viveva quel fra' Martino da Signa erede universale degli scritti del Boccaccio. Si vedano Contini869; e Petoletti42: «... [Boccaccio] dispose per testamento di lasciare la sua biblioteca all'agostiniano Martino da Signa con l'indicazione che alla morte del frate i volumi fossero negli armaria del convento fiorentino di Santo Spirito. Così avvenne...»   La grandezza di Dante, ma anche di Petrarca e dello stesso Boccaccio, furono messi in discussione dal più acceso degli umanisti classicisti, Niccolò Niccoli, all'interno dei Dialogi ad Petrum Histrum di Leonardo Bruni. L'accusa principale consisteva nella barbaria del loro latino e nel, caso di Dante, nel fraintendimento del senso di alcuni passi virgiliani. Solamente l'intervento del vecchio Salutati, nel I libro, riesce a capovolgere la situazione, salvando Dante dalle accuse feroci del Niccoli: «Come anche risulta da un dialogo del Bruni, che di quella polemica antidantesca è il documento principe, l'intervento del S[alutati] riuscì ad assicurare la continuità, proporzionata all'età nuova, della tradizione dantesca a Firenze.»  (Dionisotti)  I contatti tra Costantinopoli e Firenze erano facilitati dalla presenza, nella capitale bizantina, dello stesso Giacomo da Scarperia, che decise di riaccompagnare Crisolora in patria per apprendere greco da lui stesso. Si veda: Tateo50.  La visione "laica" dell'umanesimo non si deve confondere con la proposta "laicista", dal punto di vista etico e antropologico. Mantenendo sempre un'attenzione ossequiosa verso la Chiesa e una sincera devozione verso le Verità cristiane, Coluccio intende nel contempo «esaltare e rivendicare la responsabilità umana al di fuori di qualsiasi determinismo meccanicista e ponendo in valore la libertà personale del singolo» (Cappelli85). Abbagnano19 sintetizza in modo più stringente il rapporto tra libero arbitrio e volontà divina, affermando che il primo sia «conciliabile con l'infallibile ordine del mondo stabilito da Dio».  Si è condensato, in questi due punti, l'attacco generale del mondo ecclesiastico contro l'umanesimo. Come sottolinea Cappelli78, la questione sul valore della poesia riguarda la disputa con Giovanni di San Miniato tenutasi nel 1401 (cfr. Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis; quella con Dominici riguarda il valore positivo dell'umanesimo e risale al 1405 (cfr. Epistolario, Il codice di Catullo facente parte della biblioteca del Salutati (cod. Paris. 14137) entrò nelle mani del cancelliere fiorentino il 19 ottobre del 1375 grazie alle pressioni che esercitò sull'erudito veronese Gasparo de Broaspini, secondo quanto riporta Sabbadini34. Della stessa opinione anche Francesco Novati che, in Epistolario, 1222 nota 2, giunge alla stessa conclusione del Sabbadini in quanto vi ha trovato delle postille autografe del Salutati.  Così la definisce Cappelli,   L'epistola, datata 1381, è importante perché, dopo l'elogio di Carlo per la fortunata impresa militare della conquista del Regno di Napoli e il paragone con gli eroi antichi, Coluccio enumera i doveri di un buon sovrano: cercare l'unità religiosa della Chiesa, spaccata dallo Scisma (cfr. Epistola, 2,  27-28); gestire con moderazione il potere e imparare a gestire le proprie emozioni (Epistola, 232: «incipe prius tibi quam aliis imperare; rege te ipsum, noli regendorum subditorum studium tuimet derelinquere moderamen.») per evitare di cadere nei vizi e di essere classificato come un tiranno (Epistola, 233). Esaltandolo alla virtù, alla temperanza e alla giustizia, Coluccio insomma tratteggia il modello del sovrano ideale, cavalleresco, formato sull'esempio dei classici (continua è la comparazione con gli antichi statisti e sovrani) e timorato di Dio.  Le informazioni, ricavate attraverso una minuziosissima ricerca d'archivio da parte del Novati, sono prese in ordine sparso da Epistolario, 4.2, Tavole genealogiche dei Salutati, 384-408, ove vengono fornite indicazioni biografiche sui nonni, genitori e figli di Coluccio. Per consultare le informazioni sui fratelli del cancelliere, si consulti sempre Epistolario, Riferimenti  Dionisotti.  Villani, Coluccio SalutatiXXI,  Marzi113.  Carrara.  Contini869.  Carrara: «Fu avviato agli studî giuridici, inameni a lui che era "pierius" (così foggiò il suo patronimico: figlio di Pietro, e devoto alle Pieridi, le Muse).»   Garin35.  Epistolario, 1, 1, Magistro Petro de Moglio3.  Epistolario, 1, 1, Petro da Moglio3, nota 1.  Marzi114, nota 1.  Tateo43.  Epistolario, 1, 4, Eloquentissimo legum doctori domino Loygio de Gianfigliaziis,  9-12.  In Epistolario, 1, 16, Reverendo patri et domino domino Francisci Bruni de Florentia summi pontificis secretario, domino suo44, Coluccio si lamenta della sua mansione di cancelliere nella cittadina umbra, così come farà nelle Ep. 1, 17 e 18.  Marzi14: «Vero è che nel secolo XV invalse l'uso di chiamare Cancelleria Fiorentina l'ufficio del quale era capo il Dettatore, che aveva la particolare ingerenza di scrivere le lettere e di trattare le faccende della politica esterna...»   Per le informazioni in generale, si veda Bosisio248.  EEpistolario, 4.2429 e Ibidem, nota 2.  Per l'intera vicenda, si veda Bosisio249.  Epistolario  «Unum dicam, quod emerserunt et ad tante sunt reipublice gubernacula sublimati, quos oportuit pro salute cunctorum.» «Dirò una cosa, cioè che al governo di una così grande repubblica emersero e vi sono [uomini], i quali bisognò [vi fossero] per la salvezza di tutti.»  Inoltre, sempre in Ivi, nota 2, il Novati annota che Coluccio fu così favorevole al nuovo governo in quanto fu uno dei pochissimi a non essere proscritto dalle cariche istituzionali.  Bosisio,  Come riporta Bosisio260, Siena si sottomise a Gian Galeazzo in funzione anti-fiorentina, mentre il signore di Milano (dal 1395 duca per investitura imperiale) si alleò con Lucca e altre città umbro-marchigiane.  Bosisio260.  Bosisio261.  Marzi133.  Marzi148.  Cappelli 76.  Villani, Coluccio Salutati XXII, nota 5.  Cappelli86.  Marzi,  Epistolario, Wilkins259.  Senili, Cesareo26, nota 20.  La prima epistola riportata dal Novati in cui Coluccio risponde ad una missiva del Certaldese risale al 20 dicembre 1367 (cfr. Epistolario Facundissimo domino Iohanni Boccacci de Certaldo...) ma, come fa notare lo stesso Novati, i toni sono troppo famigliari per essere la prima epistola scambiata tra i due (Ivi48 n° 1).  Branca183.   «Inclyte cur vates, humili sermone locutus, / de te pertransis? [...] te vulgo mille labores / percelebrem faciunt: etas te nulla silebit.» «Perché, o celebre poeta, che hai cantato nel volgare idioma, / avanzi nel corso del tempo? [...] Mille fatiche ti rendono celebre presso il volgo / : nessuna epoca tacerà sul tuo conto.»  (Branca193) Si veda anche Epistolario, 1, Egrigio viro Franciscolo de Brossano domini Francisci Petrarce genero, Ep. ove Coluccio piange sia la scomparsa del Petrarca, ma annuncia anche quella del Boccaccio:  «Fallebar enim, et dum Franciscum fleo, dum suis laudibus intentus decantantes, novo commento, veterum pene dimissa sententia, depingo Camenas, ecce nove lacrime nobis merore novi funeris occurrerunt, incepti cursum operis reprimentes. Vigesima quidem prima die decembris Boccaccius noster interiit...» «Infatti ero ingannato, e mentre piango Francesco e mentre, attento alle sue lodi, adorno le Camene con un nuovo commento, quasi tralasciata la sentenza degli antichi, ecco che nuove lacrime si aggiunsero a noi con il dolore di una nuova morte, frenando il corso di un'opera che inizia. Il nostro Boccaccio spirò il ventuno di dicembre [del 1375]...»   Tateo. Cappelli,  ricorda anche che Salutati era solito mettere a disposizione dei suoi allievi la sua stessa biblioteca personale. Pertanto, i luoghi di incontro erano due: Santo Spirito e l'abitazione del Cancelliere, come dimostra anche Tateo42.  Tateo42: «Gli animatori di questi incontri, il Salutati e il Marsili, l'uno nella propria casa, l'altro nella sua cella di Santo Spirito, ricevevano i giovani più promettenti della nobilità fiorentina, e li iniziavano al gusto delle lettere antiche.»   Chines,  204-205 riporta come data il 1391, mentre Sabbadini43 il 1394.  Cappelli109.  Sabbadini43 riporta che l'erudito greco era già a Firenze il 2 febbraio del 1397.  Garin36 sintetizza, prendendo spunto dal De saeculo et religione e dall'Epistolario, 2,  303-307, l'ideale di vita attiva propria dell'essere umano inteso come cittadino del mondo: «Terrestre è la vocazione umana. L'impegno nostro è nella costruzione della città terrena, nella società».  Garin,  38-39: «Il Salutati...insisteva sul valore della educazione nuova [...] essa insegnava a ritrovare sub corticem il valore intenzionale dei termini, smarrito nella consuetudo, penetrando l'espressione nel suo significato intimo come direzione spirituale. Parola e cosa, insiste il Salutati, non possono disgiungersi.»   Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis, «Noli, venerabilis in Christo frater, sic austere me ab honestis studiis revocare. Noli putare quod, cum vel in poetis vel aliis Gentilium libris veritas queritur, in vias Domini non eatur. Omnis enim veritas a Deo est, imo, quo rectius loquar, aliquid est Dei.» «Non volere, o venerabile fratello in Cristo, allontanarmi in modo così austero da studi degni di ammirazione. Non voler ritenere che, quando si cerca la verità o nei poeti o in altri libri degli scrittori pagani, non si cammini lungo le vie del Signore. Ogni verità, infatti, proviene da Dio e, per parlare fino in fondo rettamente, alcuna cosa è propria di Dio.»   Epistolario, :  «Nullum enim dicendi genus maius habet cum divinis eloquiis et ipsa divinitate commertium quam eloquium poetarum.» «Nessun genere letterario, infatti, ha un maggior legame con le parole divine e con la stessa divinità quanto la parola dei poeti.»   Gargan141.  Sabbadini25.  Gargan142: «Il manoscritto di Vercelli fu alla fine portato a Firenze, ove rimane (Laur. 49, 9), unica copia carolingia esistente delle Epistole di Cicerone.»  Sabbadini34.  Gargan142.  Sabbadini,  34-35.  Tateo49.  Gargan140 ritiene che «la sua filologia non fu di altissima classe...».  Billanovich16. Fitta la corrispondenza tra Salutati e Della Seta, come testimonia la prima lettera inviata dal cancelliere fiorentino il 25 gennaio del 1376 (Epistolario, 1, Insigni viri Lombardo...optimo civi patavino, Billanovich11.  Billanovich52.  Epistolario, 1, Franciscolo de Brossano, Bischoff211.  Bischoff,  Cappelli77.  Cesareo289.  Cfr. la già citata Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis, Epistolario, 2, Epistola Coluci Salutati florentina ad Carolum regem Neapolitanum, 1, 6,  11-46.  Canfora13. Villani, Coluccio SalutatiXXIII, nota 6 riporta la veemenza con cui Salutati "fulminava" Gian Galeazzo con le sue lettere, riportando tra l'altro la testimonianza di Enea Silvio Piccolomini cui quest'aneddoto è attribuita la paternità.  Canfora,  Pastore Stocchi68.  Sia la citazione che il contesto in cui fu scritto il De Tyranno sono esposti in Canfora,  14-16.  Così Cappelli82: «In altri termini, se Cesare, pur giunto al potere in modo "tirannico" o violento, seppe poi legittimare tale potere attraverso un esercizio virtuoso di esso (ex parte exercitii) in grado di suscitare l'approvazione popolare, la sua uccisione non fu legittima, mentre lo sarebbe quella di un tiranno che esercitasse come tale.»   Per la figura di Loschi, si rimanda alla voce biografica Viti.  Canfora,  13-14 ipotizza, a14, l'aiuto di Leonardo Bruni nello sviluppare il paragone Firenze-Atene, in quanto Coluccio Salutati «non [era] molto esperto di quella lingua e di quella cultura».  Cappelli 83.  Vasoli40: «Così il Salutati, rivolgendosi al cancelliere milanese Antonio Loschi, nella Invectiva in Antonium Luschum, dopo aver contrapposto i guasti del regime tirannico milanese ai vantaggi di quello libero e repubblicano di Firenze, glorifica la sua città come "fiore d'Italia" e come esempio di vita serena e armoniosa.»   Cappelli 84.  Epistolario, 2, V15, di cui si riporta interamente il breve messaggio d'accompagnamento:  «Mitto tibi munusculum istis paucis noctibus correctionis studio lucubratum. In quo si quid proficies tu vel alii, laus sit omnium conditori Deo, cui placeat me in tuis sanctis orationibus commendare. Vale felix et diu. Colucius tuus.» «Ti mando un piccolo pensiero composto in queste poche notti dopo un'opera di revisione. Attraverso questo [trattato], se tu o altri ne trarrete giovamento, la lode di tutti voi sia per lodare Dio, al quale è piaciuto che io mi affidi alle tue sante orazioni. Sta felice a lungo. Il tuo Coluccio.»   Cappelli,  Tateo46: «[Nel De Nobilitate Coluccio] ribadiva, attraverso un discorso più ampio e articolato, la distinzione della medicina, designata medievalmente come "arte meccanica", ossia tecnica, dalla giurisprudenza, considerata scienza della vita spirituale e quindi superiore all'altra.»   Cappelli81,  Garin40: «Le leggi...sono veramente un sigillo divino, con cui dopo il primo peccato Dio ha offerto alle comunità degli uomini la vita per riconquistare il bene...Ispirate da Dio agli uomini, inscritte nell'anima umana, esse hanno un'altra superiorità, rispetto alle leggi naturali: possono essere conosciute nella loro pienezza integrale, con una certezza che non si troverà mai nelle scienze della natura.»   Cappelli80.  Tateo46.  Cfr. Epistolario, 2224, nota 1 per la storia del codice contenente il carme. Si riporta, come testimonianza, quanto scritto nell'epistola XVIII in cui Coluccio annuncia a Benvenuto da Imola il suo progetto:  «Sed ut ad Franciscum nostrum redeam, opusculum metricum de ipsius funere iam incepi...» «Ma per ritornare al nostro Francesco, ho già iniziato [a stendere] un opuscolo metrico sulla cerimonia funeraria dello stesso...»   Marzi, p.115.  Antiche Filippo Villani, Le vite d'uomini illustri fiorentini, Giammaria Mazzuchelli, Venezia, Giambatista Pasquali, Moderne Nicola Abbagnano, La filosofia del Rinascimento, in Nicola Abbagnano , Storia della filosofia,  3, Milano, TEA, Giuseppe Billanovich, Gli inizi della fortuna di Francesco Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1947,  18 dicembre . Bernhard Bischoff, Paleografia latina. Antichità e Medioevo, GildaMantovani e Stefano Zamponi, Padova, Antenore, Alfredo Bosisio, Il Basso Medioevo, in Federico Curato , Storia Universale,  4, Novara, Istituto geografico De Agostini, Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, Augusto Campana, Lettera del cardinale padovano (Bartolomeo Uliari) a Coluccio Salutati, in Ch. Henderson , Classical Mediaeval and Renaissance studies in honor of Berthold Louis Ullman, Roma, Davide Canfora, Prima di Machiavelli. Politica e cultura in età umanistica, Roma-Bari, Laterza, Guido Cappelli, L'Umanesimo italiano da Petrarca a Valla, Roma, Carocci editore, Alessandro Cesareo, L'Epistolario di Coluccio Salutati ed il carteggio con Francesco Petrarca come esempio di latino umanistico: una ricerca filologico-letterariaTesi di dottorato , Madrid, Universidad Autonoma de MadridFacultad de Filosofia y Letras, Dicembre . 18 febbraio . Gianfranco Contini, Letteratura italiana delle origini, 3ª ed., Firenze, Sansoni Editore, Enrico Carrara, SALUTATI, Lino Coluccio di Piero, in Enciclopedia Italiana,  30, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,Daniela De Rosa, SALUTATI, Lino Coluccio, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . 25 marzo .  Loredana Chines, Giorgio Forni, Giuseppe Ledda e Elisabetta Menetti, Dalle Origini al Cinquecento, in Ezio Raimondi , La letteratura italiana, Milano, Bruno Mondadori, Carlo Dionisotti, Salutati, Coluccio, in Umberto Bosco , Enciclopedia Dantesca, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Luciano Gargan, Gli umanisti e la biblioteca pubblica, in Guglielmo Cavallo , Le biblioteche nel mondo antico e medievale, Bari, Laterza, Eugenio Garin, L'umanesimo italiano, 3ª ed., Roma-Bari, Laterza, Mario Martelli, Schede per Coluccio Salutati, in Interpres, Demetrio Marzi, La cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano, Licinio Cappelli,  Armando Nuzzo, Coluccio Salutati. Epistole di Stato. Primo contributo all’edizione: Epistole in Letteratura Italiana Antica, Manlio Pastore Stocchi, Pagine di storia dell'Umanesimo italiano, Milano, FrancoAngeli, ,  Marco Petoletti, Boccaccio e i classici latini, in Teresa De Robertis, Carla Maria Monti, Marco Petoletti et alii , Boccaccio autore e copista, Firenze, Mandragora, Francesco Petrarca, Lettere Senili, Giuseppe Fracassetti,  2, Firenze, Le Monnier, Coluccio Salutati, Epistolario, Francesco Novati, 4, in 5 tomi, Roma, Forzani e C. tipografi del Senato, Si sono consultati: Epistolario,  1, 1891. 31 dicembre . Epistolario,  2, 1893. 6 gennaio . Epistolario,  3, 1896. 6 gennaio . Epistolario, 4Epistolario, Remigio Sabbadini, Le scoperte dei codici latini e greci ne' secoli XIV e XV, Firenze, G.C. Sansoni, 1905. Achille Tartaro e Francesco Tateo, Il Quattrocento. L'età dell'umanesimo, in Carlo Muscetta , La letteratura italiana, 3, tomo I, Bari, Laterza, Si sono presi in considerazione: Francesco Tateo, La cultura umanistica e i suoi centri, Capitolo II. Ernest Hatch Wilkins, Vita del Petrarca, Luca Carlo Rossi e Remo Ceserani, Milano, Feltrinelli,   edito per la prima volta negli Stati Uniti col nome diLife of Petrarch, Chicago, University of Chicago Press, Cesare Vasoli, Le filosofie del Rinascimento, Paolo Costantino Pissavino, Milano, Mondadori, Paolo Viti, Loschi, Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani,  66, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, Palazzo Salutati Francesco Petrarca Giovanni Boccaccio Umanesimo Repubblica di Firenze Leonardo Bruni.  James Hankins, Coluccio Salutati e Leonardo Bruni, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Marco Cirillo, Il tiranno in Coluccio Salutati, umanista del Trecento, Biblioteca dei Classici italiani di Giuseppe Bonghi.

 

SANCTIS. Essential philosopher. He considers philosophy as a branch of the belles lettresand his field of expertise is when stylists stopped using an artificial Roman, and turned to ‘Italian.’ Grice: “I really do not like de Sanctis; when an author becomes philosophical, he says that he has been infested of the philosophical pest!” -- Refs.: Luigi Speranza, "Grice e de Sanctis," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia..

 

SANSEVERINO. (Napoli). Filosofo. Considerato uno fra i massimi precursori del neo-tomismo. Si trasferì in giovanissima età a Nola dalla natia Napoli per frequentare il seminario diocesano dove suo zio era rettore. Dopo l'ordinazione, continuò lo studio della filosofia con l'intento di confrontare i vari sistemi filosofici, fra cui godeva particolare credito in Italia, all'epoca, quello cartesiano. Lo studio comparato dei vari sistemi gli permise una conoscenza più approfondita della Scolastica, soprattutto delle opere di Tommaso d'Aquino, e del legame intimo tra la Scolastica e la Patristica. Da allora, e fino alla fine della sua vita, la sua unica preoccupazione fu la restaurazione della filosofia scolastica, non solo con scritti, ma anche con lezioni, conferenze e discussioni. La sua preparazione in materie filosofiche gli permise di divenire, non ancora trentenne, professore di logica e metafisica presso il seminario di Napoli. Fu anche canonico della cattedrale della propria città. Fondò la rivista La Scienza e la Fede che continuò ad uscire, a cura dei suoi discepoli Nunzio Signoriello e Antonio D'Amelio, a oltre vent'anni di distanza dalla morte del filosofo. Nel 1851 venne chiamato da Ferdinando II a insegnare filosofia morale nell'Napoli, e venne incaricato anche di preparare un manuale "ufficiale" per le scuole del Regno delle Due Sicilie; Sanseverino scrisse allo scopo il manuale "I principali sistemi della filosofia del criterio, discussi colla dottrina de' Santi Padri e de' Dottori del Medio Evo". Con l'unità d'Italia Sanseverino venne progressivamente emarginato e messo in condizione di abbandonare l'insegnamento universitario. Continuò tuttavia ad insegnare presso il seminario di Napoli. Morì nella città partenopea nel corso di un'epidemia di colera all'età di 54 anni.  L'opera Profondo conoscitore di San Tommaso e della filosofia medievale, il Sanseverino diede alle stampe, negli anni quaranta dell'Ottocento, alcuni interessanti saggi sui filosofi moderni, fra cui Emanuele Kant e Baruch Spinoza. Nel 1849 iniziò ad occuparsi più specificamente di San Tommaso e della dottrina tomista con La dottrina di S. Tommaso sull'origine del potere e sul preteso diritto di resistenza, cui fece seguito, otto anni più tardi, un Saggio di teologia scolastica in difesa dell'angeologia di S. Tommaso d'Aquino contro i sofismi di G. Reynaud. Fra il 1850 e il 1853, esce il ponderoso I principali sistemi della filosofia del criterio, discussi colla dottrina de' Santi Padri e de' Dottori del Medio Evo, un'ampia e dottissima disquisizione sulla filosofia illuminista del Settecento e su quella a lui contemporanea (fra cui quella dello stesso Gioberti) confutata sulla base della logica dei più alti rappresentanti del cristianesimo medievale.  Il suo capolavoro, in cinque volumi, fu però pubblicato solo fra il 1862 e il 1865. Si tratta del celebre saggio, redatto in lingua latina, Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata, che ha per oggetto la storia della logica nell'ambito della filosofia cristiana. Un sesto volume, già progettato, non vide mai la luce a causa dell'improvviso decesso dell'autore. L'opera fu ripresa in alcune sue parti dallo stesso Sanseverino ad uso dei suoi studenti nel suo Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata in compendium redacta ad usum scholarum clericalium. Venne pubblicata a Napoli la versione definitiva degli Elementa. L'opera, letta e molto citata nella seconda metà dell'Ottocento e durante tutto il Novecento, si articola in quattro tomi, di cui gli ultimi due, Antropologia e Teologia naturale, uscirono postumi rispettivamente tre e cinque anni dopo la morte del filosofo grazie all'iniziativa di un suo allievo, Nunzio Signoriello. Quest'ultimo si assunse anche l'onere di dirigere, dopo la scomparsa del proprio fondatore, le pubblicazioni della rivista di Sanseverino La Scienza e la Fede, che, fino al 1887, mantenne vivo l'interesse, a Napoli e in Italia, sulla filosofia cristiana medievale e sul tomismo.  Opere pubblicate (selezione) Delle teorie kantiane difese da O. Colecchi nella sua opera che per titolo: sopra alcune questioni le più importanti della filosofia, Napoli, La Scienza e la fede. Il razionalismo teologico dei più celebri filosofi tedeschi e francesi da Kant insino ai nostri giorni, in La Scienza e la Fede, Spinoza e i moderni razionalisti, Napoli, La Scienza e la fede,  La dottrina di s. Tommaso sull'origine del potere e sul preteso diritto di resistenza, Napoli, (I edizione, 1849), nuova edizione (con introduzione di F. Di Mieri), Napoli, Giannini. Saggio di teologia scolastica in difesa dell'angeologia di S. Tommaso d'Aquino contro i sofismi di G. Reynaud, Napoli, Tip. Manfredi, Elementa philosophiae theoreticae ad usum cleri neapolitani, Napoli, Tipografia Manfredi, Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata, in cinque volumi, Napoli, Tip. Manfredi, Institutiones seu Elementa philosophiae christianae cum antiqua et nova comparata, in tre volumi e 4 tomi, Napoli, Tip. Manfredi,  Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata in compendium redacta ad usum scholarum clericalium, Napoli, Tip. Manfredi, Compendio della filosofia cristiana comparata con le dottrine de' filosofi antichi e moderni, in 2 volumi (versione italiana della precedente latina), Napoli, Biblioteca cattolica, Ugo Dovere, Gaetano Sanseverino filosofo tomista, tentativo di ricostruzione, in Doctor communis, Ugo Dovere, Gli orientamenti del periodico napoletano La scienza e la fede, in Campania sacra, Pasquale Naddeo, Le origini del neotomismo e la scuola di Gaetano Sanseverino, in Storia della filosofia, Società editrice italiana, Torino Pasquale Orlando, Il neotomismo a Napoli e G. Sanseverino, in Asprenas, Pasquale Orlando, Vita e opere di Gaetano Sanseverino secondo i documenti, in Aquinas, Pasquale Orlando, L'Accademia tomista a Napoli, storia e filosofia, in Saggi sulla rinascita del tomismo, Roma, Ed. Pontificia Accademia teologica romana, Carmine Matarazzo, Per una "rivoluzione del cuore". La visione dell'umano in Giacomo Leopardi nella lettura critica di Gaetano Sanseverino tra antropologia cristiana e istanze pastorali, Alessandro Polidoro Editore, Napoli .  Tomismo Neotomismo. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Gaetano Sanseverino, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Gaetano Sanseverino, . Gaetano Sanseverino, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.  Biografia di Gaetano Sanseverino, su dif.unige.  di Gaetano Sanseverino, su dif.unige.

 

SANTILLI. (Sant’Elia Fiumerapido). Filosofo. Figlio del medico santeliano Silvestro, sindaco del paese, atredici anni si trasferì a Napoli con la madre Giuseppa Mancini, figlia del medico Evangelista Mancini di Picinisco ma residente a San Germano (oggi Cassino), e i tre fratelli, per completare gli studi. A Napoli, il giovane Angelo Santilli seguì il corso liceale presso la Scuola di Francesco Murro. All'Università fu discepolo del filosofo Pasquale Galluppi e amico, fra gli altri, di Luigi Settembrini, Giuseppe Fiorelli e Francesco De Sanctis. A soli venti anni, nel 1842, si laureò in filosofia e giurisprudenza, aprendo anche una Scuola di Diritto Morale e Costituzionale.  Fervente giobertiano, fu attivo propugnatore, nei circoli culturali napoletani, di un'Italia federata sotto la guida di papa Pio IX. Ebbe frequenti rapporti epistolari con Terenzio Mamiani, con il cardinale Gizzi e con il filosofo eclettico francese Victor Cousin. Quest'ultimo lo introdusse nel giro culturale del socialismo utopistico europeo e soprattutto francese, ma Santilli modulò il suo socialismo secondo i propri valori cristiani ed umanitari, rifiutando la logica della lotta di classe.  Ebbe comunque a scrivere che nel Regno di Napoli occorreva "una savia distribuzione della ricchezza". Fu presidente della Società Dantesca di Napoli e prolifico filosofo, giornalista e poeta.  Fondò e diresse i giornali "L'Enciclopedico" e il quotidiano giobertiano "Critica e Verità" fondato durante i moti rivoluzionari del '48 napoletano in cui vivacemente sosteneva che occorreva occuparsi della piaga della povertà meridionale, scrivendo il 20 marzo che: "La nazione vuole pane e lo dimanda incessantemente, lo chiede nel pianto dell'indigenza, tra le sciagure della desolazione, lo chiede non a titolo di preghiera, ma diritto necessario, assoluto ... il popolo non capisce la speculativa astrazione di alcune verità, non sa i titoli di libertà, di costituzione, di uguaglianza ... una riforma che dimentica affatto la fisica prosperità de' popoli non è che riforma di solo nome...".  Fra le sue opere filosofiche: "Le idee soggettive", che fu testo di studio nelle scuole del Granducato di Toscana; "Sul realizzamento del pensiero"; "Sviluppo filosofico dell'Autorità"; "Cenno psicologico sull'attività e la passività dello spirito"; "Individuo e Società"; "Princìpi dell'Umanità razionale"; "Il socialismo in economia" e "Lavoro, industria e capitale". Le sue poesie le pubblicava sul giornale "La Gazza". Si batté politicamente per l'ottenimento della Costituzione da parte di re Ferdinando II di Borbone.  Malvisto e considerato individuo pericoloso dalla polizia borbonica, per i suoi scritti, la sua attività politica e i suoi discorsi pubblici, il cui numero di ascoltatori si andava infoltendo sempre di più, Santilli fu ucciso a baionettate insieme al fratello Vincenzo di 27 anni, all'amico e compaesano Filippo Picano di 18 anni e alla fantesca Carmela Rossi detta Mega da soldati svizzeri che fecero irruzione nella sua abitazione di Napoli, in Largo Monteoliveto, il 15 maggio 1848 durante i moti insurrezionali di Napoli. Secondo i ricordi di Luigi Settembrini venne ucciso a seguito della delazione di una donna, che lo indicò come "il predicatore" alla soldataglia. I fratelli Giuseppe (21 anni) e Giovanni (13 anni), si salvarono nascondendosi in casa della famiglia Leanza al piano superiore.  Lo ricordano due epigrafi: una sulla facciata della sua casa natia a Sant'Elia Fiumerapido e una sulla facciata della palazzina in cui abitò a Napoli, in Largo Monteoliveto, accanto al Palazzo Gravina. Di lui hanno scritto: Francesco De Sanctis, Guglielmo Pepe, Luigi Settembrini, Atto Vannucci, Giuseppe Massari, Vincenzo Grosso, Alberto Guzzardella, Mario Mandalari che volle raccogliere, in un unico volume, su desiderio del grande Francesco De Sanctis, tutte le opere di Santilli tramite il libro "Memorie e scritti di Angelo Santilli" (Roma).  Note  Franco Della PerutaIl Giornalismo Italiano del Risorgimento, I. Ghiron, Della Peruta, ()  Storia del quindici maggio in Napoli L. Settembrini "Memorie e scritti raccolti da Mario Mandalari"  Mario Mandalari, Memorie su Angelo Santilli, Roma, 1893. Alberto Guzzardella, Angelo Santilli, un grande cattolico socialista e martire del Risorgimento Italiano, Milano, 1973. Isaia Ghiron, Il valore italiano, Volume 1, Tip. nazionale degli editori Ghione e Lovesio, Franco Della Peruta, Il Giornalismo Italiano del Risorgimento, FrancoAngeli, . Benedetto Di Mambro, in Sant'Elia Fiumerapido, il Sannio, Casinum e dintorni Roccasecca, . Luigi Settembrini, Ricordanze della mia vita, Volume 1, Antonio Morano.

 

SANTORIO. (Capodistria). Filosofo. Considerato il padre della fisiologia sperimentale moderna. Santorio fu il primo a comprendere l'importanza dell'esperimento e dell'adozione dei parametri quantitativi in medicina, per valutare i quali inventò alcuni dispositivi ancora attualmente in uso nella pratica medica, tra cui il termometro e il tachimetro. Oltre ai suoi meriti in medicina, Santorio fu filosofo e studiò sperimentalmente la struttura della materia, di cui descrisse la struttura corpusculare e meccanica sin dal 1603, anticipando le ricerche successive di Galileo e Descartes.  Completati gli studi di medicina a Padova, nel 1582, esercitò la professione per molti anni in Croazia, Polonia e Ungheria. Nel 1599 tornò a Venezia dove fece amicizia con Sarp, Sagredo e Galilei. Il suo adattamento del pendolo alla pratica medica precede gli esperimenti condotti da Galileo con i pendoli, ed era noto ai professori dello studio di Padova sin dal 1600. Fu un pioniere nell'impiego delle misurazioni fisiche in medicina; il suo dispositivo più famoso fu una grande bilancia usata per studiare l'equilibrio omeostatico e le trasformazioni metaboliche Tra i soggetti che si prestarono alla sperimentazione vi fu anche il collega Galileo Galilei. Noominato professore di 'Medicina Teorica' (corrispondente all'attuale fisiologia generale) a Padova. In quella città pubblicò descrizioni di congegni termometrici e di precisione che divennero di largo uso nella pratica medica. Nel 1624 rinunciò alla cattedra per dedicarsi alla pratica privata.  Attività scientifica Fu un pioniere nell'impiego delle misurazioni fisiche in medicina; il suo dispositivo più famoso fu una grande bilancia (stadera medica) usata per studiare le trasformazioni metaboliche in soggetti sperimentali tra i quali vi fu lo stesso Galileo. Fu pioniere nell'uso del metodo sperimentale di cui comprese l'importanza e la necessità replicando i suoi esperimenti per circa trent'anni. Considerato a torto il fondatore della iatromeccanica, ne fu tuttavia ispiratore con i suoi importanti studi sul metabolismo e sulla termoregolazione umana. Fu il primo a quantificare la perspiratio insensibilis e ad introdurre in medicina l'uso del termometro clinico che egli stesso ideò.  Santorio inventò anche altri strumenti (pulsilogio, igrometro, "letto artificioso", "eolopila medica", "termometro lunare") intesi a tradurre in numero e determinare con esattezza matematica i parametri vitali umani.  Opere principali Le sue opere ebbero numerose edizioni, diffusione europea e ampia popolarità fino al '700. Classico il De statica medica: uno dei libri più importanti della storia della fisiologia.   Santorio Santorio, Sanctorii Sanctorii ... Methodi vitandorum errorum omnium qui in arte medica contingunt libri quindecim. Nunc primum accessit eiusdem authoris De inventione remediorum liberAubert, Santorio Santorio, Ars de statica medicina, Leida, David Lopes de Haro, Commentaria in artem medicinalem Galeni, Nova pulsuum praxis morborum omnium diagnosim prognosim et medendi aegrotis rationem statuens, sine eorum relatione, 1624. Commentaria in primam fen primi libri canonis Auicennae, 1625. Commentaria in primam sectionem Aphorismorum Hippocratis, Opera omnia, Fabrizio Bigotti e David Taylor, The Pulsilogium of Santorio: New Light on Technology and Measurement in Early Modern Medicine, in Societate si politica,  Questo testo proviene in parte dalla relativa voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze (home page), pubblicata sotto licenza Creative Commons Castiglioni A.,: Storia della Medicina, II, Mondadori, Milano, 1948. Pazzini A.,: Storia della Medicina, II, Società Editrice Libraria, Milano, 1Premuda L.,: Storia della Medicina, Cedam, Padova, Premuda L.,: Storia della Fisiologia, Del Bianco Editore, Udine, Voce: Santorio Santorio in Enciclopedia Italiana, XXII, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1936. Voce Santorio Santorio in Enciclopedia Biografica Universale Treccani, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.  Santorio Santorio, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Santorio Santorio, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Santorio Santorio, .  Museo Galileo, su catalogo.museogalileo. Un importante progetto di ricerca internazionale su Santorio Santorio e la nascita della quantificazione in medicina è attualmente organizzato e promosso dalla Wellcome Trust presso il Centre for Medical History dell'Exeter.  Un video in inglese sulla vita e le opere di Santorio.

 

santucci

 

SANZO. (Roma). Flosofo. Conseguita la laurea in filosofia insegna nei Licei Statali della provincia di Brindisi. Ammesso alla Scuola di Perfezionamento in Filosofia della Scienza dell'Università Statale di Milano, lavora alle dirette dipendenze di Geymonat. Consegue, quindi, tutti i gradi accademici a Salento, dove termina la carriera in qualità di Professore e Coordinatore del Corso di Dottorato in Sociologia. Ha fondato l'Associazione Culturale di Volontariato “Nel Segno di Apollo Licio”.  Ha subito il fascino delle filosofie in auge negli anni della sua giovinezza, esistenzialismo e neorazionalismo. Ha rivolto la propria attenzione ai rapporti tra filosofia, scienza e società del periodo a cavallo fra Otto e Novecento. Si è occupato di autori quali BecquerelBoutruox, Corbino, Couturate Curie, Enriques, Fermi, Frola, Geymonat, Husserl, Peano, Poincaré, Russell, Vailati.  Università del SalentoArchivio dell'Ufficio Personale DocenteFascicolo: Ubaldo SANZO Matricola Poincaré, Sui fondamenti della geometria, ed. it. Brescia, Editrice La Scuola, Collana "Il Pensiero", L’artificio della lingua, -- Grice: “I like that: it’s my Gricese, a language I invent and which makes me the master; there’s the arbitrary and there’s the artificial, and Sanzo, reconstructing Peano’s project, fails to distinguish this” -- Milano, Franco Angeli, Collana di Epistemologia diretta da Emilio Agazzi,Guido Cimino; Gabriella Sava , Il nucleo filosofico della scienza, Galatina, Congedo Editore, Collana di Filosofia diretta da G. Papuli, Jules-Henri Poincaré, Scritti di fisica-matematica, Torino, UTET, I Classici della Scienza, Collana diretta da Ludovico Geymonat, Poincaré e i filosofi, Lecce, Edizioni Milella, Orso Mario Corbino, Scienza e società, Saggi raccolti e commentati, Manduria, Barbieri, Collana di Filosofia Hermes/hestia diretta da M. Castellana, Jules-Henri Poincaré, Scritti di fisica-matematica, Ubaldo Sanzo, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Collana "I Classici del pensiero", pubblicata su licenza della Unione TipograficoEditrice Torinese di Torino, 2009. Opere di Ubaldo Sanzo, SCIENTIARivista internazionale di sintesi scientifica [collegamento interrotto], su apollolicio. Poincaré di Ubaldo Sanzo [collegamento interrotto], su apollolicio. Philosophie et science dans la pensée de Louis Couturatsu apollolicio. Associazione Culturale di Volontariato “Nel Segno di Apollo Licio”, su apollolicio. Museo Galileo di FirenzeCatalogo della Biblioteca.

 

SarloDe

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