POSSENTI.
(Roma). Filosofo. È stato professore a Venezia. Dopo aver frequentato il
Liceo Classico “Vittorio Alfieri” di Torino, si è laureato esercitando attività
di ricerca nel campo delle microonde, e continuando a coltivare lo studio della
filosofia, iniziato nel liceo e maturato negli anni universitari. Ha poi
abbandonato quest'attività per dedicarsi direttamente alla ricerca filosofica,
in un'epoca in cui se ne diagnosticava la fine, e l'intento di decostruirla era
all'apogèo. Dopo anni presso il Rettorato dell'Università Cattolica, è stato
ordinario a Venezia. È membro fondatore dell'Institut International Jacques
Maritain; membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e
della Pontificia Accademia di san Tommaso d'Aquino, e per numerosi anni
del Comitato Nazionale di Bioetica. Ha fondato e diretto l'Annuario di
filosofia. Seconda navigazione, e presso l'Venezia il Centro
Interdipartimentale di Ricerca sui Diritti Umani. Ha tenuto cicli di conferenze
e seminari in Europa (Francia, Spagna, Polonia, Portogallo, Russia, UK), negli
USA, e Sud America
(Brasile, Messico, Argentina).Svolge intensa attività pubblicistica in campo filosofico
su quotidiani nazionali. Negli anni della formazione liceale e universitaria è
stato attratto dalla storia delle civiltà, ispirato da Vico e Toynbee; e
dall'epistemologia della fisica e dalla logica della scienza (Einstein, PBridgman). Nutrì allora
l'idea einsteniana che le teorie filosofiche
dovessero elevarsi su una schietta base scientifica, generalizzandola, e si
interessò al conflitto tra religione e scienza imperniato sull'idea di un
Assoluto personale/impersonale. A vent'anni ha incontrato l'istanza metafisica
e umanista attraverso le opere di
Maritain e di Aquino, intuendo le possibilità speculative e liberanti
incluse metafisica dell'essere e nella rivelazione cristiana. Tre sono
gli ambiti primari della sua ricerca: metafisica, pensiero teoretico e ritorno
al realismo; personalismo; filosofia politica. Studioso dell'Aquinate, del
tomismo Professoree della grande tradizione della filosofia dell'essere, ha
orientato l'attenzione critica verso Nietzsche, Heidegger, Gentile, il neo-parmenidismo
italiano, ricercando una razionalità attenta alla storia ma non consegnata
interamente alla furia del tempo: dunque il "ritorno all'eterno"
invece che l'"eterno ritorno" (Nietzsche), e la ripresa del tema
della creatio ex nihilo, assente in molta filosofia moderna. L'approccio
possentiano legge metafisica e nichilismo come due nuclei che tendono ad
escludersi, di cui il primo è la fisiologia e il secondo la patologia.
Individua pertanto nella destituzione dei valori e nella riduzione della
ragione a volontà l'esito ultimo del nichilismo europeo. Questo ha voluto liberare
l'Europa dalla metafisica, ritenuta distrutta dal criticismo, ma il compito
della filosofia dell'essere è preparare una ripresa della metafisica
dell'esistenza, tale che possa di nuovo tenere un posto nella storia della
civiltà. (Una presentazione ampia della filosofia di Possenti è in Storia della
filosofia. Filosofi italiani contemporanei, D. Antiseri e S. Tagliagambe, 14, Bompiani 2009, 446-455 . si veda anche Nichilismo e
filosofia dell'essere, intervista a V. Possenti, a c. di G. Mura, “Euntes docete.”
La riscoperta della metafisica esistenziale è un tentativo di mettere in luce
la parzialità di non poche posizioni che hanno proclamato la fine della
metafisica occidentale: Nietzsche, Gentile, Heidegger, Severino. Essi hanno
operato come reagente per la riconquista della metafisica e per la critica del
nichilismo europeo, di cui egli offre una determinazione diversa da quelle di
Nietzsche e di Heidegger (con applicazioni anche all'ambito del nichilismo
giuridico). Il rigetto del nichilismo e l'analisi dell'antirealismo, del
logicismo, del dialettismo e del razionalismo che affliggono notevole parte del
pensiero moderno, conducono l'autore a giudicare concluso e senza possibilità
di ripresa il ciclo della metafisica moderna nel cammino da Cartesio a Gentile.
La base prima della filosofia dell'essere sta nell'asserto ‘l'ente è'. Questo
il grande tema da cui occorre partire: dall'ente appunto e non dall'essere
vuoto dei moderni. In tal modo crollano l'identità tra Logica e Metafisica
della modernità razionalistica, l'idea di dialettica come generazione
logico-apriorica del sapere, e l'idea di divenire come entrare-uscire dal
nulla. Qui va operata un'adeguata semantizzazione dell'essere (dell'ente),
rigettando l'errore primordiale di trattare la questione dell'essere come
questione di essenza, il che presuppone la negazione della potenzialità.
Ma se questa è presente, niente in senso proprio va in nulla ma si
trasforma. Possenti si volge verso un pensiero positivo, in cui la
filosofia è capace di progresso. È andata così delineandosi la tesi che nello
svolgimento della metafisica dai Greci a noi sia emersa, dopo la "seconda
navigazione" platonica (vedi Fedone), proseguita e perfezionata da
Aristotele, una "terza navigazione" che si esprime nella Seinsphilosophie
che ha toccato un punto di apogeo in Tommaso d'Aquino e nei grandi tomisti Professore(R.
McInerny, “Some navigational hazards”, in libroFestschrift). In tale
prospettiva è possibile tracciare un'essenziale "storia della
metafisica" quale progressiva penetrazione della verità dell'essere,
culminante nella metafisica dell'actus essendi. Si tratta di una metafisica
transontica che, prendendo le mosse dall'ente, procede verso l'essere stesso
(Esse ipsum per se subsistens), e che individua la ‘struttura originaria' nella
partecipazione dell'ente all'Essere (Le posizioni speculative di Possenti sono
consegnate alla trilogia Nichilismo e Metafisica. Terza navigazione, Il
realismo e la fine della filosofia moderna, e Ritorno all'essere. Addio alla
metafisica moderna. Esse sono discusse da ca. 20 autori in , La Navicella della
metafisica. Dibattito sul nichilismo e la terza navigazione, Armando, Roma 2000
Cottier, Dummett, Berti, Riconda, e poi in Realismo Metafisica Modernità. “In
margine al volume di Vittorio Possenti Il realismo e la fine della filosofia
moderna”, C. Dalfino e R. Pozzo, CNR-Iliesi, Roma. La possibilità di guadagni per sempre rigetta
l'idea fallibilista (Popper et alli), secondo cui ogni sapere (riportato poi
solo a quello delle scienze) riposa su palafitte perennemente rivedibili.
La metafisica ha per oggetto non il concetto di essere, ma l'esistenza, e il
filosofo deve sempre e nuovamente ribattezzarsi nelle sue acque, fuggendo
l'oblio dell'essere e liberandosi dal sistema che intende racchiudere in sé la
totalità. Un problema centrale di Possenti è la possibilità di una conoscenza
filosofica autonoma, che non proceda solo sull'imbeccata che possano darle le
scienze ed altre forme di conoscenza, nonostante la necessità del dialogo tra
filosofia e scienze, in quanto non esiste un solo sapere. L'unità plurima
o polivalente della ragione si applica anche al nesso tra filosofia e
Rivelazione: nell'incontro tra compito della ragione e elezione del
cristianesimo si individua un criterio di apertura e stimolo per la filosofia
nella sua ricerca di senso. Persona e Personalismo Secondo Possenti il
principio-persona è più fondamentale del principio-responsabilità (Jonas) e del
principio-speranza (Bloch), e a fortiori delle filosofie dell'impersonale. Il
concetto di persona si presta efficacemente in una serie di problemi in cui le
nozioni di individuo, di soggetto, di coscienza risultano inadeguate; la
persona è originaria e primitiva, e raggiunge una profondità e permanenza che
non hanno le altre categorie appena citate o l'uso che spesso ne è stato fatto
(Si veda il dossier sul “Principio Persona” con contributi di G. Grandis, M.
Ivaldo, A. Madricardo, M. Pera, V. Possenti in “Studium”, L'idea di persona è essenziale per maneggiare
le grandi difficoltà insite nell'antropologia, in specie da quando in Occidente
si è cercato di elaborare un'etica procedurale di norme senza base
antropologica, che è il grande equivoco dei moderni e contemporanei.
Possenti fa parte del vasto movimento del personalismo, attivo in tutto il
Novecento e che prosegue nel XXI secolo, volto alla riscoperta integra della
persona. Compito del personalismo ontologico è di valorizzare ed integrarele
filosofie del ‘personalismo incompiuto' (Habermas, Rawls, Bobbio, L. Ferry, D.
Parfit), allontanandosi da quelle dell'esplicito antipersonalismo, Nietzsche e
Foucault in specie, ma pure Hegel, Heidegger, Severino nei quali forte è
l'empito antipersonalistico. Le assise della persona vanno ricercate
nell'ontologia, onde essa è una sostanzialità aperta alla relazione, ma non
riducibile a sola relazione. La persona è un nucleo radicale di vita e realtà
che non può essere dedotto da alcunché e che anzi fonda l'agire e lo sperare
dell'essere umano Essa come totalità
concreta è alla base di una filosofia che oggi deve fare i conti con la
centralità del tema antropologico, con le problematiche bioetiche (ad es.
concernenti lo statuto dell'embrione), e con le concezioni in cui il soggetto e
la natura umana non sono intesi come un presupposto ma come un prodotto della
prassi. Il personalismo quale insieme di scuole e correnti filosofiche
che assegnano speciale valore e dignità alla persona, non è in senso proprio
un'invenzione del ‘900, ma originariamente della Patristica, del Medioevo cristiano
e dell'Umanesimo: qui sono state elaborate in certo modo per sempre le idee
fondamentali sulla persona e dischiuso come nuovo guadagno il suo spazio di
realtà. In ciò Possenti valorizza le intuizioni di Maritain e di Ricoeur.
L'epoca dell'antropocentrismo moderno non è stata un'epoca di riscoperta della
persona. Anzi secondo A. Solgenitsin “Un antropocentrismo sicuro di sé non può
dare risposte a molte domande della vita ed è tanto più impotente, quanto più
le domande sono profonde”. Se la controversia sulla persona si accende di nuovo
in molti ambiti, è perché l'idea-realtà di persona attraversa un momento di
eclissi e richiede nuovamente la fatica del concetto. Assolutamente primario è
il nesso persona-tecnica, in cui la seconda è spesso animata da volontà di
potenza, valendo come una potenza senza etica. La presenza nel Comitato
Nazionale di Bioetica ha indotto l'autore ha dedicare attenzione ai temi
bioetici, tra cui in specie la sfida delle biotecnologie, la rivoluzione
biopolitica, l'influsso pervasivo del materialismo e del biologismo. Il
personalismo si declina poi in ambito sociale come concezione egualitaria e
comunitaria (personalismo comunitario) quale fondamento di un ordine politico
nuovo, proiettato verso la cosmopoli, la pace e il rispetto dei diritti
umani. Rilancio della filosofia politica Entro un dialogo critico con le
tradizioni del neoliberalismo e del neoilluminismo, Possenti ha operato per
mostrare il contenuto di nozioni centrali del politico come quelle di ragion
pratica, bene comune, popolo, democrazia, legge naturale, diritti dell'uomo,
laicità, ai fini di una rinnovata filosofia pubblica in pari col suo oggetto.
Uno specifico rilievo è stato assegnato al problema teologico-politico secondo
due direttrici: la ripresa postmoderna di un ruolo pubblico per le grandi
religioni; l'idea che la loro deprivatizzazione anche in Occidente può
contribuire ad un positivo rapporto fra religione e politica, nella prospettiva
di una nuova 'piazza pubblica' non agnostica ma attenta alla matrice teologica
della società civile (Estado, Democracia y Cuestión Religiosa, Ediciones
Universidad San Damaso, Madrid .). Con la filosofia politica si opera il
passaggio dal ‘piccolo mondo' dell'io al ‘grande mondo' della società, verso la
società aperta della famiglia umana. Sulla scia di diagnosi attive dagli anni
‘50 del Novecento (H. Arendt, J. Maritain, L. Strauss, Y. Simon, E. Voegelin)
Possenti ritiene che la filosofia politica vada riportata al suo compito
primario di pensare la ‘buona società', lottando contro la crisi concettuale
che procede all'ingrosso da Weber e dall'attacco al diritto naturale. In
particolare è stata condotta una critica radicale a Kelsen, alla sua concezione
relativistica dei valori e della democrazia, al suo intento di dissolvere l'idea
di ragion pratica, tolta la quale l'ambito della prassi precipita
nell'irrazionalismo e tutto è affidato al volere (Cfr. il dossier Cristianesimo
e liberalismo nell'epoca postmarxista, “Humanitas”, con interventi di G.
Campanini, V. Zanone, R. Esposito, M. Ivaldo. Esso raccoglie parte del
dibattito sollevato dal volume Le società liberali al bivio, che vide
interventi diOstellinoSavona, C, Vigna, R. Cubeddu, E. Berti, L. Pellicani, U.
Scarpelli.). Contro Kelsen (e Rorty) si sostiene l'importanza della filosofia e
dell'antropologia per la democrazia, sulla base dell'idea che la costruzione
del cosmo umano è compito della ragion pratica. Insufficiente risulta una sfera
pubblica moralmente neutrale, consegnata al binomio ‘diritto positivo e morale
procedurale'. La rinascita della filosofia politica avviene riprendendo
competenza sui suoi problemi, tra cui massimo è quello della pace: la pace
necessaria che non c'è e la guerra inammissibile che c'è. Occorre disarmare la
ragione armata: ciò suggerisce che vada cercata un'organizzazione politica del
mondo oltre la sovranità degli Stati-nazione verso un'autorità politica
mondiale o ‘cosmopolitica', di cui l'ONU è lontana immagine. Premi e
riconoscimenti “Premio Internazionale Salvatore Valitutti” per il libro Il
nichilismo teoretico e la 'morte della metafisica'; “Premio Capri san Michele”
per il libro Religione e vita civile. Opere: “Frontiere della pace,
Presentazione di M.D. Chenu, Massimo, Milano Filosofia e società. Studi sui progetti
etico-politici contemporanei, Massimo, Milano Giorgio La Pira e il pensiero di
san Tommaso, Studia Universitatis sancti Thomae in Urbe, Roma, 2ª ed. rivista e
aumentata con il titolo La Pira tra storia e profezia. Con Tommaso maestro,
Marietti, Genova-Milano La buona
società. Sulla ricostruzione della filosofia politica, Vita e Pensiero, Milano (traduzione
portoghese IDL, Lisboa). Una filosofia per la transizione. Metafisica, persona
e politica in J. Maritain, Massimo, Milano Felice Balbo e la filosofia dell'essere, Vita
e Pensiero, Milano Tra secolarizzazione e nuova cristianità, EDB, Bologna Le
società liberali al bivio. Lineamenti di filosofia della società, Marietti,
Genova 2ª ed. (traduzione spagnola,
Eiunsa, Barcellona7). Oltre l'Illuminismo. Il messaggio sociale cristiano,
Edizioni Paoline, Roma (trad. polacca, Cracovia). Razionalismo critico e metafisica. Quale realismo?,
Morcelliana, Brescia, Dio e il male, Sei, Torino (trad. spagnola, Rialp, Madrid). Cattolicesimo
e modernità. Balbo, Del Noce, Rodano, Ares, Milano Approssimazioni all'essere.
Scritti di metafisica e di morale, Il Poligrafo, Padova Il nichilismo teoretico
e la "morte della metafisica", Armando, Roma (pemio internazionale "Salvatore
Valitutti", trad. polacca, Lublin). Terza navigazione. Nichilismo e metafisica,
Armando, Roma, Nuova ed. ampliata, Armando (trad. polacca parziale, Lublin). Filosofia
e Rivelazione, Città Nuova, Roma; La filosofia dopo il nichilismo, Rubbettino,
Soveria (trad. polacca, Lublin, rumena,
Cluj). Religione e vita civile. Il cristianesimo nel
postmoderno, Armando, 2ª ed., Roma (Premio Capri san Michele, trad. polacca) L'azione
umana. Morale, politica e Stato in Jacques Maritain, Città Nuova, Roma Essere e
libertà, Rubbettino, Soveria Radici dell'ordine civile, Marietti, Milano-Genova
Il principio-persona, Armando, Roma Profili del Novecento. Bobbio, Del Noce, La
Pira, Lazzati, Maritain, Sturzo, Effatà, Cantalupa, Le ragioni della laicità,
Rubbettino, Soveria L'uomo postmoderno.
Tecnica, religione e politica, Marietti, Milano Dentro il secolo breve. Paolo
VI, Maritain, La Pira, Giovanni Paolo II, Mounier, Rubettino, Soveria Nichilismo
giuridico. L'ultima parola?, Rubbettino, Soveria . La rivoluzione biopolitica.
La fatale alleanza tra materialismo e tecnica, Lindau, Torino. Pace e guerra
tra le nazioni. Kant, Maritain, Pacem in terris, Studium, Roma . I volti
dell'amore, Marietti, Milano-Genova . Il realismo e la fine della filosofia
moderna, Armando, Roma . Diritti umani. L'età delle pretese, Rubbettino,
Soveria, . Ritorno all'essere. Addio alla metafisica moderna, Armando, Roma.
Curatele e saggi in miscellanea Maritain e Marx. La critica del marxismo in
Maritain, Massimo, Milano (Trad. spagnola Cedial, Bogotà, Epistemologia e scienze umane, Massimo,
Milano, Storia e cristianesimo in Jacques Maritain, Massimo, Milano,
Contemplazione evangelica e storia, antologia di testi di J. e R. Maritain,
Gribaudi, Torino. Jacques Maritain oggi, Vita e Pensiero, Milano Jacques
Maritain e la filosofia dell'essere, Il Cardo, Venezia Nichilismo Relativismo
Verità. Un dibattito, Rubbettino, Soveria Laici o laicisti? Dibattito su
religione e democrazia, liberallibri, Firenze La questione della verità.
Filosofia, scienze, teologia, Armando, Roma Ragione e verità. L'alleanza
socratico-mosaica, Armando, Roma Nostalgia dell'altro. La spiritualità di
Giorgio La Pira, Marietti, Milano Pace e guerra tra le nazioni, Guerini e
associati, Milano Natura umana, evoluzione, etica, Guerini, Milano Governance
globale e diritti dell'uomo, (insieme a M. Nordio), Diabasis, Reggio Emilia, Ritorno
della religione? Tra ragione, fede e società, Guerini, Milano, Diritti Umani e
libertà Religiosa, Rubbettino, . Metafisica, persona, cristianesimo. Scritti in
onore di Vittorio Possenti, Armando, . Perché essere realisti? Una sfida
filosofica, (insieme a A. Lavazza), Mimesis, Milano-Udine . Note Vittorio Possenti, su Pontificia Accademia
delle Scienze Sociali. A. Giuliano, Filosofi a un bivio. Ora rialziamo lo
sguardo, su avvenire, A. Lavazza, Neuroscienziati, cercate l'anima, su avvenire,
Pontificia accademia delle scienze sociali Sito personale, su vittoriopossenti.
Lezione di congedo dall'Venezia, aprile , vedi mio sito Ricerche correlate:
Berti, Ivaldo, Mura, Goisis, Del Noce, La Pira, Maritain, Tommaso Biografia
e in "Filosofia a Venezia"
Dipartimento di filosofia e teoria delle scienze. Università Ca' Foscari
Venezia Rassegna di articoli in "SWIFSito Web Italiano per la Filosofia",
su swif.uniba.
POZZA.
(Taranto). Filosofo. Grice:
“I like Pozza; he uses ‘pragmatic’ quite a bit, by which he means Grice, of
course!” Figlio di Luigi, ufficiale della Marina
(regione Veneto) e di Cencilia Pontrelli, pugliese, durante gli studi al Liceo
Scientifico Battaglini di Taranto, Giovanni De Tommaso, un insegnante di
matematica di stile "tradizionale" gli stimola il gusto per i
problemi matematici e per l'eleganza formale delle dimostrazioni. Carlo Dalla
Pozza studia filosofia e letteratura all'Bari dove si laurea con una tesi su
Renato Serra avendo come relatore Aldo Vallone. Per tutta la sua vita coniuga
l'amore per i sistemi formali con l'amore per la letteratura italiana, in
particolare per Giacomo Leopardi, Giosuè Carducci (maestro di Renato Serra) e
Gabriele d'Annunzio (e tra i classici predilisse Torquato Tasso e Vita nuova di
Dante). Dopo la laurea studia Linguistica teorica a Bari con Ferruccio
Rossi-Landi e in seguito all'Pisa, e quindi Metodi formali alla Cattolica di
Milano. Una svolta nella sua carriera intellettuale è segnata dalla partecipazione
agli "incontri di San Giuseppe" organizzati a Torino da Norberto
Bobbio. A partire da qui sviluppa nuove idee in filosofia del diritto, specie
sul lavoro di Hans Kelsen, e sulla formalizzazione della logica deontica con
particolare attenzione all'assiomatizzazione dei principi di una Teoria
generale del diritto in collaborazione con Luigi Ferrajoli per i suoi Principia
Juris. Organizza a Taranto insieme al Comandante Nicola Marturano, allora
direttore del Centro di Elaborazione Elettronica della Marina Militare, gli
incontri Infogiure Taras Uno: Logica Informatica e Diritto, in collaborazione
con il Centro di Taranto della Università Cattolica del Sacro Cuore, al quale
hanno partecipato alcune delle figure più rappresentative del diritto,
dell'informatica e della logica italiana e internazionale, tra cui Carlos
Alchourron, Antonio A. Martino, Luigi Ferrajoli, Amedeo G. Conte, Padre Roberto
Busa, Paolo Comanducci, Mario Jori, Angela Filipponio, Giancarlo Taddei-Elmi,
Riccardo Guastini e Giovanni Sartor. Insegna per diversi anni nella scuola
superiore in provincia di Taranto, mantenendosi scientificamente attivo e
partecipando a conferenze di società filosofiche italiane (specialmente la
Società Italiana di Logica e Filosofia della Scienza e la Società Italiana di
filosofia Analitica, dal suo primo Convegno Nazionale fino
al 6 convegno "Analitic Philosophy and European Culture" (Genova). Viene
assunto all'Lecce, dove insegna Logica e Filosofia del linguaggio. Tra le
principali influenze nei suoi studi di linguistica e semiotica testuale vi sono
quella di Petöfi che lo invita a
lavorare con lui all'Costanza. La scelta di Pozza è però quella di restare in
Italia dove continua a insegnare anche fuori Lecce, in particolare a Verona, Padova,
Bolzano e, per le sue lezioni di logica deontica, a Oltre all'influenza di
Petöfi e Kelsen, l'influenza maggiore sul suo pensiero viene dalle grandi opere
di Frege, Russell e Carnap, ai cui lavori dedica uno studio continuo, con
particolare attenzione alla visione filosofica di Carnap. Pubblica un
contributo di sapore neopositivista, discutendo e formalizzando alcune
argomentazioni in fisica quantistica. Un legame tra i suoi interessi in
linguistica e il suo lavoro in logica formale è dato dalla sua teoria formale
degli atti linguistici basata su una connessione originale tra logica
intuizionistica (usata per gli atti linguistici assertori) e logica classica
(usata per i contenuti proposizionali). Il primo passo di questa teoria viene
pubblicato in un lavoro scritto a due mani con Garola su Erkenntnis. Presentando
la sua teoria di una formalizzazione della “pragmatica,” Pozza definisce un
modello Frege-Reichenbach-Stenius per il trattamento formale delle asserzioni,
mostrando che il problema principale di questa teoria è la limitazione
introdotta da Frege (e accettata da Dummett) per cui il segno di asserzione si
può usare solo per formule elementari assertorie. Ma, come molti filosofi sostengono,
esistono atti linguistici composti; e per permettere il trattamento di atti
linguistici composti e ovviare alla limitazione del modello Frege-Reichenbach-Stenius,
Pozza introduce un insieme di connettivi “pragmatic” che permettono la
costruzione di formule assertive complesse. Il contenuto delle formule
assertive è dato dall'interpretazione classica e dai connettivi vero-funzionali.
I connettivi “pragmatic,” che connettono atti linguistici assertor, hanno invece una interpretazione
intuizionistica, non hanno cioè valori di verità ma valori di “giustificazione.”
Iinfatti un atto assertivo non è, in quanto *atto*, vero o falso, ma può essere
“giustificato” o non giustificato. In questo modo, il sistema formale distingue
l'”asseribilità” di un atto assertorio dal valore di verità della proposizione
asserita. Oltre a spiegare l'irriducibilità del segno fregeano di asserzione a
un trattamento in termini di logica classica e introdurre una fondazione
formale della teoria degli atti linguistici, Pozza dà anche una soluzione
originale del problema della compatibilità tra logica classica (Grice) e logica
non-classica (Strawson) o intuizionista. Al saggio su Erkenntnis seguono
lavori sulla logica erotetica, sulla logica deontica e sulle logiche sub-strutturale
(vedi riferimenti più sotto). Il lavoro di Pozza ha suscitato interesse in
diversi campi, dalla filosofia del linguaggio alla filosofia della fisica (con
la collaborazione con Garola) alla logica e all'informatica, (specie a partire
dalla sua collaborazione con Bellin). Alla sua teoria formale della “pragmatica,”
oltre ai lavori di Anderson e Ranalter è dedicato un numero di Fondamenta
Informaticae. L'influenza di Pozza si estende così oltre che alla filosofia
della fisica e alla filosofia del linguaggio anche alla logica e
all'informatica, specie con tre convegni in suo onore organizzati a Verona, a
Parigi, e a Sirmione, basati sulla collaborazione tra il Dipartimento di
Informatica a Verona, la Queen Mary University di Londra e Parigi (Laboratoire
d'Algorithmique, Complexité et Logique). Ricordi di personalità internazionali
e di amici sono raccolti in un sito in suo onore. Opere: Una lista di
lavori di Pozza si può trovare sulla sua Home Page e su academia.edu. On
the logical foundations of the Jauch-Piron approach to Quantum Physics (with G.
Cattaneo, C. Garola, G. Nisticò), in International Journal of Theoretical
Physics, Un'interpretazione pragmatica della logica
proposizionale intuizionistica, in Usberti G, Problemi fondazionali nella
teoria del significato, Leo S. Olschki, Firenze. Una fondazione pragmatica
della logica delle domande, unpublished handwritten (draft). “Parlare di niente: termini singolari non
denotanti e atti illocutori, in 'Idee', A pragmatic interpretation of intuitionistic
propositional logic (with C. Garola), in Erkenntnis, Una logica pragmatica per
la concezione “espressiva” delle norme, in Martino, Logica delle Norme, S.E.U.,
Pisa. A pragmatic interpretation of sub-structural logics (with Bellin), in
Sieg, Sommer and Talcott, Reflections on the Foundations of Mathematics. Essays
in Honor of Feferman ASL Lectures Notes in Logic, Natick Massachusetts, Il problema di Gettier: osservazioni su
giustificazione, prova e probabilità (with D. Chiffi), talk at the SIFA
conference Analytic Philosophy and European Culture, Genoa, A pragmatic logic
for the expressive conception of norms and values and The Frege-Geach problem,
Editoria Scientifica Elettronica. Come distinguere scienza e non-scienza:
verificabilità, falsificabilità e confermabilità bayesiana (with A. Negro),
Carocci, Ferrajoli, Principia juris. Teoria del diritto e della
democrazia. La sintassi del diritto,
Bari: Edizioni Laterza: vedi//sifa.unige/?post_type=eventoz&p=347 vedi//sifa.unige/genoa04/program.htm On the logical foundations of the Jauch-Piron
approach to Quantum Physics (con Cattaneo, Garola, Nisticò), in International
Journal of Theoretical Physics, A pragmatic interpretation of intuitionistic propositional
logic (con Garola), in Erkenntnis, vedi G. Bellin and Pozza. "A pragmatic
interpretation of sub-structural logics" in Reflections on the Foundations
of Mathematics, Essays in Honor of Feferman, W.Sieg, R.Sommer and C.Talcott
eds. ASL Lecture Notes in Logic Richard Stuart Anderson Some Remarks on the
Frege-Geach Embedding Problem, Kurt Ranalter, "A Semantic Analysis of a
Logic of Assertions, Oblicagion and Causal Implication" in FI, Archiviato iin Archive.is.Fundamenta
Informaticae, Archive.is. Home Page [unisalento.academia.edu/CarloDallaPozza unisalento.academia.edu/
POZZO.
(Milano). Filosofo. Laureato a Milano, ha conseguito il dottorato a Saarlandes (“a
reason why Italians don’t consider him Italian” – Grice) e la abilitazione a Trier
– Grice: “A reason why Italians don’t consider him an Italian philosopher,
since he earned his maximal degree without, and not within, Italy.” -- è andato
negli Stati Uniti per insegnare Kant e Hegel a Washington. -- è tornato in
Italia alla Cattedra di Storia della filosofia a Verona. -- è succeduto a Gregory
alla direzione dell'Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia
delle Idee CNR. Ha diretto il Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio
Culturale CNR -- è eletto membro titolare dello Institut International de
Philosophie, del quale è vicepresidente.
-- è chiamato a 'Roma. Ordine al merito della Repubblica Federale di Germania,
è stato esperto dello Horizon Programme
Committee Configuration Research Infrastructures, membro dello Scientific
Review Group for the Humanities della European Science Foundation e presidente
del comitato di programma del Congresso Mondiale di Filosofia, organizzato
dalla Fédération Internationale des Sociétés de Philosophie a Pechino nel ; è membro del comitato di programma del Congresso
Mondiale di Filosofia. Storico della filosofia e autore di monografie
sull’aristotelismo, la storia della logica (dal Rinascimento a Kant e Hegel),
la storia delle idee e la storia delle università, ha portato avanti la
creazione di infrastrutture di ricerca per una migliore comprensione dei testi
filosofici e scientifici che hanno plasmato il patrimonio culturale dell’umanità.
Caratteristica specifica del suo approccio alla lessicografia durante il suo
mandato presso l’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle
Idee è l’uso della IT per la documentazione e l’elaborazione di dati
linguistici e testuali in italiano. Come molte altre discipline, anche la
storia della filosofia oggi sta assumendo una prospettiva globale. Pozzo offre
nuove definizioni e sperimenta pratiche incentrate sulle interazioni culturali
europeo-cinesi, prese come inizio per estendere il modello ad altre culture. La
ricerca di Pozzo riguarda l’innovazione, la riflessione e l’inclusione.
L’innovazione culturale è qualcosa di reale che completa l’innovazione sociale
e tecnologica fornendo alla società riflessiva spazi di scambio nei quali i cittadini
condividono le proprie esperienze e fanno propri i contenuti dei beni comuni.
Stiamo parlando di spazi pubblici come università, accademie, biblioteche,
musei, centri scientifici, ma anche di qualsiasi luogo nel quale si verificano
attività di co-creazione, ad es. le infrastrutture di ricerca come
DARIAH-Digital Research Infrastructure for the Arts and the Humanities. A
questo livello, l’innovazione sociale diventa riflessiva e genera l’innovazione
culturale. Innovazione sociale e culturale Una linea di ricerca si
concentra sull’introduzione della nozione di innovazione culturale, che
richiede un ripensamento dei processi di co-creazione. Contrasta la dimensione
dell’innovazione culturale con quelle di altre forme di innovazione, compiendo
un tentativo senza precedenti di enucleare processi e prodotti dell’innovazione
culturale, dimostrando al contempo la loro operatività in alcuni casi di
studio. Migrazioni e scienze umane Pozzo riflette sulle sfide
metodologiche, concettuali ed epistemologiche della ricerca sulle migrazioni.
Elabora esempi concreti per configurare le migrazioni come un settore che
accende un dialogo tra discipline tra loro molto diverse come la sociologia, la
narratologia, le scienze della comunicazione, la IT, le scienze politiche, la
psicologia sociale, gli studi religiosi, l’economia, i diritti umani, il
patrimonio culturale e la museologia in quanto hanno accesso ai dati resi
disponibili dalle infrastrutture di ricerca, le scienze sociali computazionali
e l’informatica umanistica. Le migrazioni accompagnano l’intera storia delle
civiltà, coinvolgendo relazioni e scambi continui tra le culture e traduzioni
da e per diversi contesti linguistici, economici, politici e culturali. Le
migrazioni offrono esempi convincenti per configurare l’impatto
dell’innovazione culturale poiché richiedono trasferimenti di culture,
conoscenze e competenze. Le sfide epistemologiche hanno come obiettivo ultimo
di contribuire a un cambiamento di mentalità per quanto riguarda la riflessione
e l’inclusione nei gruppi target attivi nelle infrastrutture sociali come
l’istruzione, l’apprendimento permanente, l’assistenza sanitaria, la mobilità e
la rigenerazione urbana.
Monografie: “Kant y el problema de una introducción a la lógica, transl.
Javier Sánchez-Arjona Voser (Madrid: Maia, ),
Adversus Ramistas: Kontroversen über die Natur der Logik am Ende der
Renaissance (Basel: Schwabe, ), Georg
Friedrich Meiers Vernunftlehre: Eine historisch-systematische Untersuchung
(Stuttgart-Bad Cannstatt: Frommann-Holzboog,Kant und das Problem einer
Einleitung in die Logik: Ein Beitrag zur Rekonstruktion der historischen
Hintergründe von Kants Logik-Kolleg (Frankfurt: Lang, Hegel: Introductio in
Philosophiam: Dagli studi ginnasiali alla prima logica (Firenze: La Nuova Italia,
“Epistemological Challenges of Engaging Humanities-led Cross-disciplinary
Migration Research Issues,” in Briefs on Methodological, Ethical and Epistemological
Issues, migrationresearch.com “G. F. Meiers rhetorisierte Logik und die freien
Künste,” Rhetorica: A Journal of the History of Rhetoric, Social and Cultural
Innovation: Research Infrastructures Tackling Migration,” Diogenes:
International Journal of Human Sciences “Governing Cultural Diversity: Common
Goods, Shared Experiences, Spaces for Exchange,” Economia della cultura:
Rivista trimestrale dell’Associazione per l’Economia della Cultura “Storia
storica e storia filosofica della filosofia nel XX e XXI secolo,” Archivio di
storia della cultura, Schiavitù attiva, proprietà intellettuale e diritti umani,”
Intersezioni: Rivista di storia delle idee. Scuola di Milano Opere / Riccardo Pozzo (altra versione), su
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere Registrazioni su RadioRadicale, Radio
Radicale. Sito istituzionale, su lettere.uniroma2.
sul
RAI Filosofia, su filosofia.rai.
video/469/rpozzo-le-iniziative-del-cnr-e-il-progetto-nazionale-sui-bbcc
Riccardo Pozzo sul patrimonio culturale al Museo Nazionale Romano, su tv.
t/videos/interview-prof-riccardo-pozzo-rom-20-05-/ Cultural Entrepreneurship
Institute Berlin su cultural-entrepreneurship-institute.de. Fédération
Internationale des Sociétés de Philosophie, su fisp.org. Institut International
de Philosophie, su i-i-p.o
PRA. (Montecchio
Maggiore). Filosofo. Laureato a Padova sotto la guida di Troilo. Ha iniziato a
sua carriera didattica a Rovigo e Vicenza), trasferendosi poi a Milano; ha ricoperto
la cattedra di Storia della filosofia, succedendo a Banfi. Pra ha partecipato
attivamente alla Resistenza, nelle file di "Giustizia e Libertà", guadagnandosi
due croci di guerra al merito partigiano, ed ha collaborato alla ricostruzione
politica e culturale del Paese, con un'opera didattica e scientifica sempre
sorretta da un'alta ispirazione morale. Medaglia d'oro quale benemerito
della Scuola, della Cultura e dell'Arte, membro dell'Accademia dei Lincei,
dell'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, dell'Accademia Olimpica di
Vicenza, nonché membro autorevole della Società Filosofica Italiana, della
quale è stato anche Presidente nazionale per un triennio. Con decreto del
presidente della Repubblica in data 27-7-1987 gli è stato conferito il titolo
di professore "emerito" della Milano a tutti gli effetti di
legge. Storico del pensiero di prestigio internazionale (tra i suoi temi
preferiti, lo scetticismo greco, Abelardo e la logica medioevale, Hume,
Condillac, la logica hegeliana, il giovane Marx, il pragmatismo, americano e
italiano, la storia della storiografia filosofica), Dal Pra ha sempre connesso
la sua attività storiografica con l'esplicitarsi di interessi teorici che lo
hanno portato ad elaborare, negli anni cinquanta, un'originale linea di
pensiero denominata "trascendentalismo della prassi", poi evoluta
in una forma di razionalismo storicista e critico. Il suo interesse filosofico
fondamentale si è infatti sempre rivolto al chiarimento del rapporto tra teoria
e prassi in una prospettiva antimetafisica che lo ha fin dai suoi esordi posto
in contrasto con le posizioni del neoidealismo italiano, e più in generale con
ogni forma di dogmatismo teoricistico emergente nel pensiero contemporaneo, per
favorire la libera esplicazione dell'iniziativa pratico-razionale
dell'uomo. Pra ha fondato la Rivista di storia della filosofia, un
riferimento costante e prestigioso nell'ambito degli studi del pensiero
occidentale, tuttora pubblicata. Negli anni sessanta è stato autore di un
fortunato Sommario di storia della filosofia per licei, in tre volumi e più
volte ristampato (La Nuova Italia, Firenze) e poi direttore di una monumentale
Storia della filosofia (prima edizione Vallardi, Milano, Piccin, Padova, È deceduto
a Milano ed i suoi resti mortali
riposano nel Cimitero di Vicenza. Ha donato la sua biblioteca e le sue carte
alla Biblioteca di Filosofia Università degli Studi di Milano. Nel
dopoguerra e negli anni Cinquanta, in collaborazione con Andrea Vasa, Dal Pra
elabora una posizione filosofica che viene indicata come trascendentalismo
della prassi. Successivamente, avvicinandosi alle idee di Giulio Preti,
Dal Pra propone uno storicismo critico, più attento alle strutture della
ragione con cui l'esperienza storica si struttura. Opere Il realismo e il
trascendente, Padova, Cedam, Amore di sapienza. Avviamento elementare allo
studio della storia della filosofia, della scienza e della pedagogia per i licei
e gli istituti magistrali, Vicenza, Tipografia commerciale, La didache.
Insegnamento del Signore alle genti per mezzo dei dodici apostoli. Documento
cristiano del I secolo, Vicenza, Tipografia commerciale, Educare, Verona, La
Scaligera, Pensiero e realtà, Verona, La Scaligera, Scoto Eriugena ed il
neoplatonismo medievale, Milano, Bocca, Condillac, Milano, Bocca, Il pensiero
di Sebastiano Maturi, Milano, Bocca, Necessità attuale dell'universalismo
cristiano, Vicenza, Collezioni del Palladio, Valori cristiani e cultura immanentistica,
Padova, Cedam, Hume, Milano, Bocca, La storiografia filosofica antica, Milano,
Bocca, Lo scetticismo greco, Milano, Bocca, Giovanni di Salisbury, Milano,
Bocca, Amalrico di Bène, Milano, Bocca, Nicola di Autrecourt, Milano, Bocca, Il
pensiero di John Dewey, con contributi bibliografici a cura di, Milano, Bocca, Il
problema logico del linguaggio nella filosofia medioevale. Studi storico-critici,
Milano, Bocca, Il pensiero filosofico di
Marx (Con particolare riguardo alla
filosofia della prassi). Appunti delle lezioni di Storia della filosofia a cura
della dott. M. E. Reina. Anno accademicoMilano, La Goliardica (poi come Il
pensiero filosofico di Marx, D. Borso, Shake ed., Milano ). Il pensiero
occidentale. Compendio di storia della filosofia con larga scelta di passi
dagli autori, I, La filosofia antica e medioevale, Firenze, La Nuova Italia, Sommario
di storia della filosofia per i licei classici e scientifici, Firenze, La Nuova Italia, La dialettica in Marx. Dagli scritti giovanili
all'Introduzione alla critica dell'economia politica, Bari, Laterza, Profilo di
storia della filosofia, Firenze, La Nuova Italia, Piccola antologia filosofica,
Firenze, La Nuova Italia, La dialettica
hegeliana e l'epistemologia contemporanea, Milano, CUEM, Hume e la scienza
della natura umana, Roma-Bari, Laterza, Logica e realtà. Momenti del pensiero
medievale, Roma-Bari, Laterza, Storia della Filosofia, diretta da, 11 voll., I,
Giuseppina Scalabrino Borsani, La filosofia indiana, Milano, Vallardi, Paolo
Beonio-Brocchieri, La filosofia cinese e dell'Asia orientale, Milano, Vallardi,
Gabriele Giannantoni, Armando Plebe, Pierluigi Donini, La filosofia greca dal
VI al IV secolo, Milano, Vallardi, La filosofia ellenistica e la patristica
cristiana. Dal III sec. a.C. al V sec. d.C., Milano, Vallardi,La filosofia
medievale. Dal secolo VI al secolo XII, Milano, Vallardi, La filosofia
medievale. I secoli XIII e XIV, Milano, Vallardi, La filosofia moderna. Dal Quattrocento al
Seicento, Milano, Vallardi, Paolo
Casini, Nicolao Merker, La filosofia moderna. Il Settecento, Milano, Vallardi, La
filosofia contemporanea. L'Ottocento, Milano, Vallardi, La filosofia
contemporanea. Il Novecento, Milano, Vallardi, La filosofia della seconda metà del Novecento,
2 tomi, Padova-Milano, Piccin Nuova libraria-Vallardi, Logica, esperienza e
prassi. Momenti del pensiero moderno e contemporaneo, Napoli, Morano, Il
problema del realismo nella storia del pensiero, Milano, Unicopli, 1980. La
storiografia filosofica e la sua storia. Testi per il corso di storia della
filosofia I. A.A. con Giovanni Santinello, Eugenio Garin, Lutz Geldsetzer e
Lucien Braun, Padova, Antenore, David Hume. La vita e l'opera, Roma-Bari,
Laterza, Antonio Banfi Relazioni dall'incontro Antonio Banfi: le vie della ragione,
Milano, con Dino Formaggio e Paolo
Rossi, Milano, Unicopli, Studi sul pragmatismo italiano, Napoli, Bibliopolis, Studi
sull'empirismo critico di Giulio Preti, Napoli, Bibliopolis, Filosofi del
Novecento, Milano, Franco Angeli, I problemi di metodo nella storiografia
filosofica, in Panorami filosofici. Itinerari del pensiero, Padova, Muzzio, Ragione e storia. Mezzo secolo di filosofia
italiana, con Fabio Minazzi, Milano, Rusconi,
Storia della filosofia e della storiografia filosofica. Scritti scelti,
Maria Assunta Del Torre, Milano, Franco Angeli, La guerra partigiana in Italia.
Dario Borso, Firenze-Milano, Giunti-INSMLI, Dialettica hegeliana ed
epistemologia analitica, Enrico Colombo, Brescia, Morcelliana, . Il
trascendentalismo della prassi, la filosofia della Resistenza, con Andrea Vasa,
Maria Grazia Sandrini, Milano-Udine, Mimesis. F. Cambi, Razionalismo e prassi a
Milano Milano, 1983; N. Badaloni (et al.), La storia della filosofia come
sapere critico. Studi offerti a Mario Dal Pra, Milano, Angeli, L. Bianchi,
degli scritti di Mario Dal Pra, in La storia della filosofia come sapere
critico. Studi offerti a Mario Dal Pra, Milano, A. Montesperelli, Introduzione,
in E. MirriL. Conti , Filosofi nel dissenso, Foligno, M. Mirri, Fra Vicenza e Pisa. Esperienze
morali, intellettuali e politiche di giovani degli anni ’40, in Il contributo
dell’Pisa e della Scuola Normale Superiore alla lotta antifascista ed alla guerra
di Liberazione, Pisa, A. Pacchi, Il filosofo e l’educatore, in In onore di
Mario Dal Pra, Montecchio Maggiore, F. Cassinari , Filosofia e storia della
filosofia in Mario Dal Pra. Conversazione con Fulvio Papi, «Itinerari
filosofici», E.I. Rambaldi, Ricordo di
M. Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia», E. Garin, Mario Dal Pra,
«Rivista di storia della filosofia», A. Santucci, Mario Dal Pra filosofo e
storico della filosofia, «Rivista di storia della filosofia», E.I. Rambaldi,
Mario Dal Pra e l’esistenzialismo positivo di Nicola Abbagnano, «Rivista di
storia della filosofia», M.A. Del Torre
, Mario Dal Pra e i cinquant’anni della "Rivista di storia della
filosofia", Milano, G. Paganini, Dall’empirismo classico all’empirismo
«critico». Le ricerche di M. Dal Pra tra storia e teoria, «Cenobio. Rivista
trimestrale di cultura della Svizzera italiana», Giordanetti, Il fondo
manoscritto di Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia», E.I. Rambaldi, Et vos estote parati. Mario Dal
Pra, la vigilia, «Rivista di storia della filosofia», G. Barreca, L’archivio
Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia», E. I. Rambaldi, Mario Dal
Pra in Enciclopedia filosofica, Milano, Id., Mario Dal Pra giovane insegnante a
Vicenza, «Rivista di storia della filosofia»,M. Rigamonti, Gli Hume di Mario
Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia»,M. ParodiC. Selogna, Per una
filosofia minore. Mario Dal Pra e il pensiero debole, «Rivista di storia della
filosofia»,P. Di Vona, Ricordo di Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia»,
Enrico I. Rambaldi, Filologia e filosofia nella storiografia di Pra, in «ACME»,E.
Franzina, Mario Dal Pra partigiano. Dal fascismo alla Resistenza e alla sua
storia, in «Belfagor», Il fondo manoscritto di Mario Dal Pra. Descrizione, in
"Rivista di storia della filosofia",Ricordo di Pra, Informazione
filosofica, sito "studifilosofici". G. BarrecaGiordanetti, Fondo
Mario Dal Pra, Milano, Cisalpino, 2005. Dal Pra, Mario» in Dizionario di
filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Presentiamo Pra: l'uomo, il filosofo. Una mostra
biografico-documentaria dall'archivio inedito Università degli Studi di Milano,
Biblioteca di Filosofia, D. Borso, Mario Dal Pra. Una via religiosa alla
Resistenza, "Humanitas", L'archivio Mario Dal Pra presso l Biblioteca
di Filosofia dell'Università degli Studi di Milano Fascicolo speciale in
memoria di Mario Dal Pra per il settantesimo anniversario della fondazione
della Rivista, in Rivista di storia della filosofia: LXXI, supplemento 4, ,
Milano, Franco Angeli, . D. Borso, Mario Dal Pra 'fucino', "Rivista di
storia della filosofia", Gianmarco Bisogno, Anselmo in Italia: tra Mario
Dal Pra e Sofia Vanni Rovighi, in «Dianoia. Rivista di filosofia del
Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell'Bologna», Riconoscimenti l'Accademia dei Lincei gli ha
conferito il Premio Feltrinelli per le Scienze Filosofiche.Scuola di
Milano u TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. OpereVincitori del Premio Feltrinelli Filosofia
Università Università Premi Feltrinelli 1950-, su lincei.
Prepostino da Cremona summa
theologicalManichean, caraterismo.
PRESTIPINO. Gioiosa Marea). Filosofo.
Professore a Siena. Attivo nel Partito Comunista Italiano, ha alternato la sua
attività di docente universitario con l'attività di giornalista, attività
politica, sindacalista. Docente nei
liceisia nella Libia post-coloniale che in Italia diviene poi docente
universitario. Sii stabilisce definitivamente in Italia, e dove successivamente
ricopre anche i ruoli di deputato regionale alla Regione Sicilia e di sindaco
di Capizzi. Fondatore di diverse riviste
accademiche e scientifiche, è noto in particolare come pubblicista e studioso
di socialismo, marxismo ed estetica. -- è presidente onorario del Centro per la
filosofia italiana di Monte Compatri e Direttore della rivista filosofica Il
contributo. Opere: “La teoria del mito e
la modernità di G. B. Vico, Palermo, Montaina, L'arte e la dialettica in Lukàcs e Della Volpe,
Messina-Firenze, D'Anna, Che cos'e la filosofia : strutture e livelli del conoscere,
Gaeta, Bibliotheca, Per una antropologia
filosofica : proposte di metodo e di lessico, Napoli, Guida, Marxismo (e
tradizione gramsciana) negli studi antropologici, Natura e società, Roma, Editori Riuniti, Da
Gramsci a Marx, Roma, Editori Riuniti, Modelli di strutture storiche,
Bibliotheca, 1Narciso e l’automobile, La Città del Sole, Realismo e Utopia. In
memoria di Lukács e Bloch, Roma, Editori Riuniti, Tre voci nel deserto. Vico
Leopardi Gramsci, Roma, Carocci. Scheda su aracneeditrice Chiara Loschi, Da una sponda all’altra del
Mediterraneo: memorie di militanza comunista. Intervista a Prestipino. Art. in:
Historia Magistra. Rivista di storia critica, lCatalogo del Servizio
Bibliotecario Nazionale Opere su
openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Pubblicazioni su Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la
Recherche et de l'Innovation. Filosofo
Democratico Giuseppe Prestipino, docente di filosofia della storia all'Siena
Giuseppe Prestipino, RISORGIMENTO ITALIANO E DIALETTICA STORICA IN GRAMSCI ,
dal Calendario del Popolo Autori Aracne Editrice Giuseppe Prestipino.
PRETI. (Pavia). Filosofo. Grice: “I like
Preti. He wrote “Retorica e logica,” which I enjoyed since this is what I do: I
find the rhetoric (the implicature) to the logic (the explicature).” Grice:
“Preti was a bit of a Stevensonian, with his ‘Praxis ed empirismo, and I mean
C. L. Stevenson, not the Scots master of narrative!”. Compiuti
i primi studi all'Istituto Magistrale Adelaide Cairoli, si iscrisse
all'Università degli Studi di Pavia, dove fu allievo di Levi, Villa e
dell'indianista Suali; dopo essersi interessato di discipline orientalistiche,
indirizzò i suoi studi alla filosofia e si laureò nel 1933, discutendo una tesi
sul pensiero di Edmund Husserl. Grazie all'amicizia con Enzo Paci, nata nelle
aule dell'ateneo di Pavia, Giulio Preti entrò a far parte del novero di intellettuali
e studiosi che, riuniti intorno alla figura di Antonio Banfi, avrebbero poi
dato vita al movimento di rinnovamento della filosofia italiana che si andava
delineando nell'ambiente milanese di quegli anni. Segnalatosi ben presto
come acuto critico dell'orientamento idealistico predominante nella cultura
italiana della prima metà del '900, rivolse i propri interessi, oltre che alla
fenomenologia husserliana, alle più innovative correnti europee di filosofia
della scienza e del linguaggio, concentrandosi particolarmente sugli sviluppi
della logica matematica e sul positivismo logico. Nel 1937 sposa Daria
Menicanti dando vita a un matrimonio che terminerà nel 1954, anche se il
rapporto tra i due durerà tutta la vita. Nel corso della Seconda guerra
mondiale partecipò alla Resistenza, fiancheggiando formazioni comuniste, ma nel
1946 decise di non ritirare la tessera del PCI. Attivo promotore di ideali
democratici, partecipò, nel secondo dopoguerra, al dibattito culturale italiano
contribuendo a riviste e quotidiani, soprattutto di area comunista, (Il
Politecnico, Paese sera) e segnalandosi per la polemica, che lo accompagnò
lungo tutta la sua attività, contro l'impostazione umanistico-retorica dei
principali indirizzi (cattolico-spiritualista, idealistico crociano e
post-attualistico) della cultura italiana. Aderì alla dottrina marxistica
ufficiosa del PCI (non rifiutò il diamat sovietico e la larga parte del
pensiero gramsciano), e condusse autonomi studi sul giovane Marx nell'ottica di
una originale filosofia della prassi. Incaricato di Filosofia morale
presso l'Pavia nel 1950, passò nel 1954 alla Facoltà di Magistero
dell'Università degli Studi di Firenze, dove rimase come professore di Storia
della Filosofia e di Filosofia fino alla morte. Il pensiero Giulio Preti
diede dei contributi originali a pressoché tutte le discipline filosofiche:
dalla filosofia teoretica alla filosofia morale, dalla storia della filosofia
all'estetica, dalla filosofia del linguaggio alla filosofia della
scienza. I suoi primi saggi, accolti nella rivista banfiana "Studi
Filosofici", lo videro coinvolto in una polemica sull'immanenza e la
trascendenza in filosofia, oltre che nella presentazione delle principali
novità filosofiche d'oltralpe. I suoi primi due volumi Fenomenologia del valore
e Idealismo e positivism, in cui emerge con evidenza quell'impostazione tesa a
conciliare istanze razionalistiche ed empiristiche cui rimarrà fedele per tutta
la vita, sono di taglio decisamente teoretico: in essi, pur mantenendo in larga
parte la terminologia e l'approccio mutuati da Husserl nel corso dei suoi
studi, dimostra la propria sensibilità alle istanze di tipo positivistico ed ai
problemi posti dal materialismo storico. Solo nel periodo successivo alla
guerra approderà ad uno studio veramente sistematico del pensiero
filosofico-analitico sviluppato in Inghilterra dalla "scuola" di
Russell e Wittgenstein e sul continente dagli autori dei circoli
neo-positivistici di Vienna e Berlino, in gran parte riparati in America nel
corso degli anni trenta del '900: i frutti di questi suoi studi saranno accolti
nel volumetto Linguaggio comune e linguaggi scientifici, oltre che in alcuni
articoli apparsi in riviste e ora raccolti nel primo volume dei “Saggi
filosofici.” Pur non abbandonando mai del tutto la propria originaria
impostazione "continentale", da allora in poi Preti si sarebbe
segnalato come uno dei filosofi italiani più in sintonia con temi e metodi
della filosofia analitica. Presente
nella sua opera fu anche l'influenza del pragmatismo, anche se limitata ad
alcuni aspetti generali della riflessione sul rapporto tra teoresi e prassi,
come risulta evidente dalla lettura di un libro destinato a godere di un certo
successo, “Praxis ed empirismo.” In questo volumetto presentò in maniera
relativamente organica, per quanto rapidamente, alcuni temi al confine tra
pensiero teoretico, filosofia morale e filosofia politica. Negli anni
successivi la sua opera, rimasta in parte inedita e uscita postuma, si
focalizzò su problemi concernenti temi teoretici trasversali soprattutto nei
campi della gnoseologia, della filosofia della scienza, della metamorale
(analisi teoretica di concetti propri della filosofia morale) e
dell'estetica. Pu autore anche di studi storico-filosofici. Nel campo
della storia della filosofia antica e in quello medievistico egli concentrò il
proprio interesse sui problemi della logica post-aristotelica e scolastica (si
vedano gli studi contenuti nel secondo volume dei Saggi filosofici), mentre
nell'ambito della filosofia moderna si occupò di Leibniz e della filosofia
morale di Smith. Vide la luce un libro sulla Storia del pensiero scientifico,
riguardante lo sviluppo dello spirito scientifico dall'antichità greca alla
crisi della scienza classica tra la fine Professoree l'inizio del XX. Il
suo ultimo volume “Retorica e logica: le due culture” è un'opera a cavallo tra
la ricostruzione storico-filosofica e il saggio teoretico, con il quale si
intende dimostrare, prendendo le mosse dalla polemica aperta dallo scienziato e
scrittore inglese C.Snow, l'inconciliabilità tra le due forme di cultura che si
intrecciano nel dibattito occidentale, quella logico-scientifica e quella
umanistico-letteraria, e la necessità di far prevalere la prima sulla seconda
al fine di non cedere a nuove forme di oscurantismo elitario e fanatico.
Preti, inoltre, affiancò costantemente alla propria attività di autore quella
di curatore e traduttore soprattutto di classici del pensiero filosofico.
Il suo stile, volutamente trascurato, è rapido, nervoso e semplice, in
implicita polemica con il "bello scrivere" e l'ermetismo tipico delle
scuole idealistiche italiane. Altra interessante caratteristica di Preti come
autore è quella di non ritornare quasi mai sul materiale già da lui edito: non
diede mai mano infatti a seconde edizioni delle proprie opere. Critica
Secondo il parere di Franzini, nel pensiero di Preti si assisterebbe a un
tentativo di trovare una via alternativa al rapporto fra un pensiero unitario e
inglobante (di tradizione hegeliano-crociana), e uno invece dualistico, nel
distinguo fra saperi umanistici e scientifici. Il rifiuto di una strenua
dicotomia, secondo Preti, non deve annullare bensì esaltare le
differenze. Opere principali: “Fenomenologia del valore,” Principato,
MilanoMessina. “Idealismo e positivismo,” Bompiani, Milano “Linguaggio comune e
linguaggi scientifici,” Bocca, Milano Newton, Garzanti, Milano, Il
Cristianesimo universale di G. G. Leibniz, Bocca, Milano, Praxis ed empirismo,
Einaudi, Torino (nuova edizione, con prefazione di Salvatore Veca e postfazione
di Fabio Minazzi, Bruno Mondadori, Milano) Alle origini dell'etica
contemporanea: Smith, Laterza, Bari (nuova edizione, La Nuova Italia, Firenze , Storia
del pensiero scientifico, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, Retorica e logica,
Torino, Einaudi, Che será, será, Firenze, Il Fiorino, Umanismo e
strutturalismo. Scritti di estetica e di letteratura con un saggio inedito,
Ermanno Migliorini, Liviana, Padova. Lo scetticismo e il problema della
conoscenza, “Rivista critica di Storia della Filosofia”, Saggi filosofici, con
presentazione di Pra, La Nuova Italia, Firenz. In principio era la carne. Saggi
filosofici inediti , Pra, Franco Angeli, Milano, Il problema dei valori:
l'etica di Moore, Alberto Peruzzi, Franco Angeli, Milano, Lezioni di filosofia
della scienza, Fabio Minazzi, Franco Angeli, Milano, Morale e metamorale. (Grice:
“moralia e transmoralia”). Saggi filosofici inediti, Ermanno Migliorini, Franco
Angeli, Milano Écrits philosophiques. Les lumières du rationalisme italien,
textes choisis et présentés par Scarantino, traduction par Marilene Raiola en
collaboration avec Thierry Loise et Luca M. Scarantino, préface parPetitot,
Éditions du Cerf, Paris, L'esperienza insegna... Scritti civili d sulla
Resistenza, a cura e con un saggio introduttivo di Fabio Minazzi, Manni Editore,
San Cesario, Lecce, In principio era la carne, Luca Maria Scarantino,
"Rivista di Storia della Filosofia", Notizie sull'operosità
scientifica e sulla carriera didattica, Fabio Minazzi, "Il Protagora"
Filosofare onestamente, andando là dove il pensiero ci porta. Lettere a Giovanni
Gentile, Fabio Minazzi, "Il Protagora", Ci terrei tanto a venire a
Firenze... Lettere ad Eugenio Garin, Fabio Minazzi, "Il Protagora",Qui
a Firenze si muore nel silenzio e nella solitudine. Lettere a Pra, Minazzi,
"Il Protagora", Note Elio Franzini, Il mito delle due culture e la
filosofia dei giornali, in "La Tigre di Carta", Aldo Zanardo, Enciclopedia Italiana IV Appendice, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Fabio Minazzi, Giulio Preti: , Franco
Angeli, Milano Mario Dal Pra, Studi sull'empirismo critico di Giulio Preti,
Bibliopolis, Napoli, Pier Luigi Lecis, Filosofia, scienza, valori: il
trascendentalismo critico di Giulio Preti, Morano, Napoli, Fabio Minazzi , Il
pensiero di Giulio Preti nella cultura filosofica del Novecento, Franco Angeli,
Milano, Fabio Minazzi, L'onesto mestiere del filosofare, Franco Angeli, Milano,
Fabio Minazzi, Il cacodemone neoilluminista. L'inquietudine pascaliana di reti,
Prefazione di Fulvio Papi, Franco Angeli, Milano Alberto Peruzzi , Giulio Preti
filosofo europeo, Olschki, Firenze, Paolo Parrini e Luca Maria Scarantino , Il
pensiero filosofico di Preti, Guerini e associati, Milano, Vincenzo Tavernese, Preti. La teoria della conoscenza nel saggio
postumo In principio era la carne, Firenze Atheneum, Scandicci, Luca Maria Scarantino, Preti. La costruzione
della filosofia come scienza sociale, Bruno Mondadori, Milano Le mektoub
tunisien de Preti. La vie et l'oeuvre
d'un philosophe italien rationaliste, sous la direction de Michele Brondino et
Fabio Minazzi, Editions Publisud, Paris, Jean Petitot, Per un nuovo
illuminismo, Prefazione, traduzione dal francese e cura di Fabio Minazzi,
Bompiani, Milano 2009 Fabio Minazzi, Suppositio pro significato non ultimato. G
neorealista logico studiato nei suoi scritti inediti, Mimesis, Milano Fabio Minazzi, Preti: le opere e i giorni. Una vita più che
vita per la filosofia quale onesto mestiere, Mimesis, Milano Franco Cambi, Giovanni Mari , Intellettuale
critico e filosofo attuale, Firenze University Press, Firenze Massimo Mugnai, «Scienza e filosofia: Geymonat
e Preti» in Il contributo italiano alla storia del Pensiero Filosofia, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana,
Minazzi e Sandrini , Il contributo di Preti al razionalismo critico
europeo, Mimesis, Milano . Fabio Minazzi, Sul bios theretikòs di Preti ,
Mimesis, Milano , 2 voll. Francesco di Maria, Saggio sul pensiero di Giulio
Preti. Un punto di vista cattolico, Stamen, Roma . Elio Franzini, Il mito delle due culture e la
filosofia dei giornali, in La Tigre di Carta, Giulio Preti dal sito Swif dell'Bari
Giulio Preti su pianetagalileo Giulio Preti, presentazione Paolo Parrini e Luca
Maria Scarantino dal convegno Unesco (Conseil International de la Philosophie
et des Sciences Humaines) Sul Bíos theoretikós di Giulio Preti. Convegno
internazionale nel sito dell'Università degli studi dell'Insubria Sito internet
dedicato al pensiero di Giulio Preti, su giuliopreti.eu.
PREVE. (Valenza). Filosofo. Important
Italian philosopher. He is the tutor of Fusaro, of Torino. “Il
comunitarismo è la via maestra che conduce all'universalismo, inteso come campo
di confronto fra comunità unite dai caratteri del genere umano, della socialità
e della razionalità,” da Elogio del Comunitarismo.Di ispirazione marxiana ed
hegeliana, ha scritto numerosi volumi e saggi di argomento filosofico, pubblicati
in Italia e all'estero. Il padre, che al momento della nascita di Costanzo è
mobilitato, lavora come funzionario delle Ferrovie dello Stato mentre la madre,
casalinga, proviene da una famiglia ortodossa di origine armena. Viene cresciuto
dalla nonna materna in lingua francese, e attraverso di lei inizia a conoscere
la cultura e la lingua greca; come vedremo, entrambe queste circostanze avranno
un grande rilievo nella vita di Preve. Personalmente non è credente, pur
riconoscendo l'importanza del fenomeno religioso. Studia a Torino, dove
conseguirà la maturità classica. Durante i mesi estivi lavora in campagna nel
Regno Unito. Dietro pressioni del padre si iscrive alla facoltà di giurisprudenza
a Torino. Verificando il suo totale disinteresse per gli studi giuridici, decide
di passare alla facoltà di Scienze politiche, che però non frequenterà mai; ne
conseguirà ugualmente la laurea, discutendo con iGarrone una tesi sui
"Temi delle elezioni politiche italiane del 18 aprile 1948". Vince
per concorso una borsa di studio a Parigi, dove si reca con il proposito di
condurre studi filosofici; qui seguirà i corsi su Hegel tenuti da Hyppolite, frequenterà
i seminari di Althusser e Sartre, e sotto la guida di Garaudy e Mury, si
avvicinerà a Marx. A Parigi segue soprattutto corsi di filosofia greca classica
e di germanistica, e grazie ad una borsa di studio si reca per un semestre
invernale alla Freie Universität di Berlino. Passa dal dipartimento di
germanistica a quello di neo-ellenistica, e vince una borsa di studio per
recarsi ad Atene; all'Atene studia greco classico con Lekatsas e storia
contemporanea con Psyroukhis, che esercitano su di lui un grande ascendente.
Qui prepara una tesi di laurea sul tema: "L'illuminismo greco e le sue
tendenze radicali e rivoluzionarie: enogenesi della nazione greca fra
Settecento e Ottocento. Il problema della discontinuità con la grecità classica
e con la grecità bizantina”. Poliglotta dagli anni dell'università, e fermo
sostenitore della lettura dei testi filosofici nella lingua originale, egli
apprenderà inglese, portoghese, francese, tedesco, spagnolo, russo, greco
antico e moderno, arabo, ebraico, e latino. Rtorna a Torino e si sposa. Consegue
per concorso l'abilitazione all'insegnamento liceale di lingua e letteratura
francese e di storia della filosofia mentre vince il concorso nazionale di
ordinariato per l'insegnamento della filosofia e della storia nei licei.
Insegnante fino alla pensione, per due anni insegna francese e inglese, mentre
per trentatré anni è docente di storia e
filosofia al liceo Scientifico di Torino (oggi Liceo Alessandro Volta).
Trascorre gli anni in un'intensa attività
politica, aderendo al PCI per poi militare in vari gruppi della sinistra
extraparlamentare; in questi anni, l'attività filosofica di Preve è incentrata
nel tentativo di conciliare esistenzialmente il comunismo, il marxismo e la filosofia.
Grassa, Turchetto ed Illuminati lo invitano a varie collaborazioni; con essi
fonderà il Centro Studi di Materialismo Storico di Milano, del quale redigerà
inoltre il manifesto programmatico. In questo contesto, e per finanziamento di
questo centro, esce il suo primo volume indipendente (cfr. La filosofia imperfetta,
Franco Angeli, Milano). Questo testo testimonia la sua adesione di massima alla
proposta filosofica dell'Ontologia dell'essere sociale dell'ultimo Lukács, ed
anche, indirettamente, il suo distacco definitivo dalla scuola di Althusser.
Insieme con Volpi, Turchetto, Illuminati,
Cioffi, Vigorelli, ed altri fonda a Milano la rivista “Metamorfosi”, che pubblicherà sedici numeri
di tipo monografico. In quasi tutti i fascicoli vi sono suoi contributi, che
spaziano da un esame dell'operaismo italiano da Panzieri a Tronti e Negri,
all'analisi del marxismo dissidente nei paesi socialisti, alla discussione
sulla filosofia di Lukács, alla critica delle ideologie del progresso storico,
all'indagine sullo statuto filosofico della critica marxiana dell'economia
politica. Nel 1983 contribuisce ad organizzare, insieme con Emilio Agazzi, un
congresso internazionale dedicato al centenario della morte di Marx (Milano,
dicembre 1983), e vi svolge una relazione sulle categorie modali di necessità e
di possibilità in Marx. Da quest'esperienza nasce una rivista chiamata “Marx
101”, che uscirà nei due decenni successivi in due serie di numeri monografici
e di cui Preve sarà membro del comitato di redazione. Per tutti gli anni
ottanta collabora al mensile teorico “Democrazia Proletaria”, organo
dell'omonimo partito (1976-1991), che poi diverrà insieme con i fuoriusciti dal
PCI la seconda componente politica e militante del PRC (Partito della
Rifondazione Comunista). Sarà iscritto a DP soltanto per un breve period,
facendo parte della direzione nazionale; nella battaglia politica fra i
sostenitori di una scelta ecologista (Mario Capanna) e neocomunista, Preve
sostiene la seconda con una serie di articoli. Nel 1991, quando le componenti
di Democrazia Proletaria e dell'Associazione Culturale Marxista confluiscono
nel Partito della Rifondazione Comunista, Preve abbandona la militanza politica
diretta. Con la pubblicazione di otto volumi consecutivi usciti presso l'editore
Vangelista di Milano, affronta il suo “ultimo tentativo personale di
coerentizzazione di un paradigma filosofico marxista globale”. Si verifica
infatti una discontinuità nella sua produzione. Preve opta per l'abbandono di
ogni “ismo” di riferimento, uscendo del tutto “dalla cosiddetta Sinistra” e
dalle sue procedure di “accoglimento e cooptazione”. Ritenendo che la
globalizzazione nata dall'implosione dell'Unione Sovietica non si lasci più
“interrogare” attraverso le categorie di Destra e di Sinistra, ma richieda
altre categorie interpretative, Preve diviene inoltre un convinto sostenitore
della necessità di superare la dicotomia sinistra-destra. Questa posizione,
condivisa da alcuni intellettuali e movimenti internazionali, è stata criticata
da molti, tra cui lo scrittore Valerio Evangelisti, che ne ha sottolineato
l'ambiguità ideologica. Autore e saggista molto prolifico, ha dedicato le
sue ultime riflessioni a temi come il comunitarismo, la geopolitica,
l'universalismo, la questione nazionale, oltre ovviamente ad un'ininterrotta
attenzione al rapporto marxismo-filosofia. Muore a Torino il 23 novembre per un male incurabile; il Consiglio Comunale
di Torino lo ha omaggiato sottolineando il ruolo di Preve e l'importante
stimolo al dibattito culturale e politico da lui sviluppato, rilevante per la
crescita politica collettiva in Italia. Pensiero La sua riflessione può
essere distinta in due periodi successivi. Ha cercato di opporsi alla deriva
post-moderna seguita dalla stragrande maggioranza della sinistra italiana (in
particolare dagli intellettuali legati al PCI) con un recupero dei punti alti
della tradizione marxista indipendente, del tutto estranea alle incorporazioni
burocratiche del marxismo come ideologia di legittimazione di partiti e di
stati (soprattutto l'ultimo Lukács, l'ultimo Althusser, Bloch, Adorno). In un
secondo periodo, dopo la fine del socialismo reale (che Preve chiama comunismo
storico novecentesco 1917-1991), ed in dissenso con tutti i tentativi di sua
continuazione/rifondazione puramente politico-organizzativa, ha invece lavorato
su di una generale rifondazione antropologica del comunismo, marcando sempre
più la discontinuità teorica e politica con i conglomerati identitari della
sinistra italiana (Rifondazione Comunista in primis, ma anche la scuola
operaista e Toni Negri in particolar modo). Durante gli anni novanta i
suoi interventi sono apparsi sia su riviste legate alla sinistra alternativa
(L'Ernesto, Bandiera Rossa) che su riviste come Indipendenza e Koiné, dove
Preve ha sostenuto l'esplicito superamento del dualismo Destra/Sinistra,
approdando a posizioni antitetiche a quelle del filosofo Norberto Bobbio (con cui
ebbe uno stretto rapporto per più di vent'anni). Nei primi anni del nuovo
millennio ha collaborato con la rivista Comunitarismo, prima, e Comunità e
Resistenza, poi. È stato fino alla morte redattore del quadrimestrale Comunismo
e Comunità. Al di là delle prese di posizione sulla congiuntura politica, tre
cardini del pensiero di Costanzo Preve sono l'interpretazione della storia
della filosofia, l'analisi filosofica del capitalismo e la proposta politica
per un comunismo comunitario universalistico. Interpretazione della
storia della filosofia Rileggendo l'intera storia della filosofia soprattutto
occidentale, Preve utilizza una deduzione sociale delle categorie del pensiero
non riduzionistica, che gli permette di discernere la genesi particolare delle idee
dalla loro validità universale. Infatti quello di Preve è un orizzonte aperto
universalisticamente alla verità, intesa hegelianamente come processo di
autocoscienza storica e sintesi di ontologia e assiologia, dell'esperienza
umana nella storia. Nella sua proposta di ontologia dell'essere sociale
riconosce razionalmente la natura solidale e comunitaria dell'anima umana e
l'autonomia conoscitiva della filosofia, contrastando ogni forma di
riduzionismo nichilistico, relativistico o partigianamente ideologico. Preve
viene definito «strenuo difensore dello statuto veritativo della filosofia da
una parte, e [...] deciso oppositore di ogni fraintendimento relativistico
dall’altra». Preve intende il capitalismo come totalità economica,
politica e culturale da indagare in tutte le sue dimensioni. Propone di
suddividerlo filosoficamente e idealisticamente in tre fasi: astratta
(XVII-XVIII secolo); dialettica (dal 1789 al 1991) con una protoborghesia
illuministica o romantica, una medioborghesia dal 1848 positivistica e poi esistenzialistica, e una tardoborghesia dal
1968 al 1990 sempre più individualistica e libertaria; speculativa
(post-borghese e post-proletaria, dal 1991 in poi) in cui il capitale si
concretizza come assoluto, espandendosi al di là delle dicotomie precedenti a
destra economicamente, al centro politicamente e a sinistra
culturalmente. Politicamente corretto Nell'analisi filosofica del
capitalismo, più volte insiste sulla critica al politicamente corretto, dove
riprende alcuni dei suoi temi già trattati; il concetto consterebbe dei
seguenti punti nella concezione previana (dove è considerato un'arma del
capitalismo per attrarre fasce deboli a sé, nonché un'ideologia di fondo
dell'occidente imperialista): americanismo come collocazione presupposta,
anche sotto forma di benevola critica al governo statunitense; "religione
olocaustica": Preve non aderisce al negazionismo dell'Olocausto e condanna
i genocidi, ma considera la shoah un fatto non "unico", utilizzato
dal sionismo per legittimare le azioni di Israele tramite il senso di colpa
dell'Europa: «Auschwitz non può e non deve essere dimenticato, perché la
memoria dei morti innocenti deve essere riscattata, e questo mondo nella sua
interezza appartiene a tre tipi di esseri umani: coloro che sono già vissuti,
coloro che sono tuttora in vita, e coloro che devono ancora nascere. Ma
Auschwitz non deve diventare un simbolo di legittimazione del sionismo, che
agita l'accusa di antisemitismo in tutti coloro che non lo accettano
radicalmente, e che non sono disposti a derubricare a semplici errori i suoi
veri e propri crimini» "teologia dei diritti umani", che Preve
considera (come altri filosofi marxisti come Žižek o Losurdo, o comunitaristi
come ABenoist) solo un grimaldello e un paravento del capitalismo per imporsi
ed eliminare, in realtà, i diritti dei popoli e dei lavoratori, attuando il
liberismo e l'imperialismo globali; antifascismo in assenza completa di
fascismo: l'antifascismo, positivo un tempo, è considerato un fenomeno dannoso
e a favore del sistema capitalistico, visto che il fascismo (da lui deprecato
soprattutto per la colonizzazione imperialistica dell'Africa e la
"mascalzonaggine imperdonabile" dell'invasione della Grecia) è stato
ormai sconfitto, volto a creare tensioni tra le diverse forze anti-sistema, e a
fungere da nuova ideologia della sinistra postcomunista e post-stalinista (dopo
il graduale abbandono del marxismo-leninismo avvenuto secondo Preve per gli
effetti della destalinizzazione), che diviene così inutile; falsa dicotomia Sinistra/Destra
come "protesi di manipolazione politologica": derivata dal
precedente, questa teoria punterebbe a indebolire le critiche
anticapitalistiche, impedendo l'unione tra comunisti, comunitaristi e
socialisti nazionalitari contro il capitale. Al contempo, anche per le nette e
costanti affermazioni contro i tribalismi, i razzismi e i nazionalismi
soprattutto coloniali, è da ritenersi estranea al cosiddetto
"rossobrunismo" (un termine coniato all'inizio per descrivere i
cosiddetti nazionalboscevichi) di cui fu tacciato dal citato Valerio
Evangelisti, che a suo dire si configurerebbe come una folle somma dei difetti
degli estremismi opposti: «L'unione di sostenitori rasati del razzismo
biologico con sostenitori barbuti della dittatura del proletariato sarebbe
certamente un buon copione di pornografia hard, ma non potrebbe uscire dal
piccolo circuito a luci rosse del sottobosco politico.» nismo comunitario
La proposta politica di Costanzo Preve va nella direzione di un comunismo
comunitario universalistico, da intendersi come correzione democratica e
umanistica del comunismo, dal momento che quello storico novecentesco sarebbe
stato reo di non aver messo in comune innanzitutto la verità. Quello
tratteggiato da Preve è un sistema sociale che costituisce una sintesi di
individui liberati e comunità solidali. Non è inteso come inevitabile sbocco
storicistico o positivistico di una storia che si svilupperebbe linearmente, né
tuttavia in modo aleatorio in senso althusseriano, bensì aristotelicamente in
potenza, a partire dalla resistenza alla dissoluzione comunitaria innescata
dall'accumulazione individuale di merci. Qui il problema dell'auspicabile
democrazia viene impostato su basi antropologiche, scommettendo sulle
potenzialità ontologiche della bontà dell'anima umana, potenzialmente
politico-comunitaria (zόon politikόn); razionale e valutativa della giusta
misura sociale (zόon lόgon échon) e generica, in senso marxiano
(Gattungswesen), cioè in grado di costruire diversi modelli di convivenza
sociale, compreso quello in cui l'uomo, affermando la priorità etica e
comunitaria per contenere i processi economici altrimenti dispiegantisi in modo
illimitato e disumano, può realizzare le sue potenzialità ontologiche
immanenti, attualmente alienate. La liberazione dell'individuo avverrebbe
quindi a partire dal suo radicamento comunitario in cui agisce collettivamente,
pur rimanendo l'individuo stesso l'unità minima di resistenza al potere.
Attività politica In gioventù aderì al PCI, 5, ma presto si allontanò (essendo
ostile al compromesso storico tra PCI e DC, promosso da Berlinguer e Moro),
entrando poi a far parte della Commissione culturale di Lotta Continua. In
seguito si iscrisse a Democrazia Proletaria durante la sua ultima fase. Dopo lo
scioglimento di DP, e in seguito alla confluenza di quest'ultima in
Rifondazione Comunista, si è sempre più allontanato dall'attività politica in
senso stretto. In seguito manifestò critiche verso l'operaismo e il trotskismo
che animavano talvolta queste esperienze della post-sinistra
extraparlamentare. Se dal punto di vista teorico si era già distanziato
dalla sinistra italiana a seguito della dissoluzione dell'Unione Sovietica e
della svolta della Bolognina, il distacco emotivo definitivo dalla
"sinistra" avvenne con il bombardamento NATO in Jugoslavia del marzo
1999 durante la guerra del Kosovo, che ricevette il beneplacito del governo
italiano guidato da Massimo D'Alema; Preve ha considerato questo fatto come la
fine della legalità costituzionale italiana riferendosi alla violazione
dell'articolo 11 e un atto di tradimento verso i valori fondanti della
Repubblica Italiana. Sul tema scrisse Il bombardamento etico. Saggio
sull'interventismo umanitario, l'embargo terapeutico e la menzogna evidente. Molto
clamore ha suscitato (anche tra le file della sinistra alternativa) la sua
adesione ad alcune tesi del Campo Antimperialista per l'esplicito sostegno da
questi fornito alla resistenza irachena. È stato uno dei filosofi di
riferimento del comunismo comunitario, nonché animatore della rivista Comunismo
e Comunità. Opere La classe operaia non va in paradiso: dal marxismo
occidentale all'operaismo italiano, in Alla ricerca della produzione perduta,
Bari, Dedalo, Cosa possiamo chiedere al marxismo. Sull'identità filosofica del
materialismo storico, in Marxismo in mare aperto. Rilevazioni, ipotesi,
prospettive, Milano, Angeli, La filosofia imperfetta. Una proposta di
ricostruzione del marxismo contemporaneo, Milano, Angeli, La teoria in pezzi.
La dissoluzione del paradigma teorico operaista in Italia, Bari, Dedalo, La ricostruzione del marxismo
fra filosofia e scienza, in La cognizione della crisi. Saggi sul marxismo di Althusser,
Milano, Angeli. Vers une nouvelle alliance. Actualité et possibilités de développement
de l'effort ontologique de Bloch et de Lukàcs, in Ernst Bloch et György Lukács.
Un siècle après). 1986, Actes Sud [tradotto in tedesco con il titolo Verdinglichung
und Utopie. Sendler]. La rivoluzione teorica di Louis Althusser, in Il marxismo
di Louis Althusser, Pisa, Vallerini, Viewing Lukàcs from the 1980s. The University
of Chicago Press, La passione durevole,
Milano, Vangelista, La musa di Clio vestita di rosso, in Trasformazione e
persistenza. Saggi sulla storicità del capitalismo, Milano, Angeli, Il filo di
Arianna. Quindici lezioni di filosofia marxista, Milano, Vangelista, 1990. Il
marxismo ed il problema teorico dell'eguaglianza oggi, in Egalitè-inegalitè.
Atti del Convegno organizzato dall'Istituto italiano per gli studi filosofici e
dalla Biblioteca comunale di Cattolica. Cattolica, Urbino, Quattro venti, Il
convitato di pietra. Saggio su marxismo e nichilismo, Milano, Vangelista,
L'assalto al cielo. Saggio su marxismo e individualismo, Milano, Vangelista,
1992. Il pianeta rosso. Saggio su marxismo e universalismo, Milano, Vangelista,
1992. Ideologia Italiana. Saggio sulla storia delle idee marxiste in Italia,
Milano, Vangelista, The dream and the reality. The spiritual crisis of western
Marxism, in Marxism and spirituality. An international anthology. Bengin and
Gavey,Il tempo della ricerca. Saggio sul moderno, il postmoderno e la fine
della storia, Milano, Vangelista, Althusser. La lutte contre le sens commun
dans le mouvement communiste "historique" au XX siècle, in Politique
et philosophie dans l'œuvre de Louis Althusser). Presses Universitaires de
France. L'eguale libertà. Saggio sulla natura umana, Milano, Vangelista, Oltre
la gabbia d'acciaio. Saggio su capitalismo e filosofia, con Gianfranco La Grassa,
Milano, Vangelista, Il teatro dell'assurdo (cronaca e storia dei recenti
avvenimenti italiani). Una critica alla cultura dominante della sinistra
nell'attuale scontro tra berlusconismo e progressismo, con Gianfranco La Grassa,
Milano, Punto Rosso, Una teoria nuova per una diversa strategia politica.
Premesse teoriche alla critica della cultura dominante della sinistra esposta
nel Teatro dell'assurdo, con Gianfranco La Grassa, Milano, Punto Rosso,Il
marxismo vissuto del Che, in Adys Cupull e Froìlan Gonzales, Càlida presencia.
Lettere di Che Guevara a Tita Infante, Milano, Punto Rosso, 1996. Un elogio
della filosofia, Milano, Punto Rosso, 1996. Quale comunismo?, in Uomini usciti
di pianto in ragione. Saggi su Franco Fortini, Roma, Manifestolibri, La fine di
una teoria. Il collasso del marxismo storico del Novecento, con Gianfranco La
Grassa, Milano, UNICOPLI, Il comunismo
storico novecentesco. Un bilancio storico e teorico, Milano, Punto Rosso, 1997.
Nichilismo Verità Storia. Un manifesto filosofico della fine del XX secolo, con
Massimo Bontempelli, Pistoia, CRT, 1Gesù. Uomo nella storia, Dio nel pensiero,
con Massimo Bontempelli, Pistoia, Il crepuscolo della profezia comunista. A 150
anni dal “Manifesto”, il futuro oltre la scienza e l'utopia, Pistoia, CRT,1.
L'alba del Sessantotto. Una interpretazione filosofica, Pistoia, CRT, Marxismo,
Filosofia, Verità, Pistoia, CRT, Destra
e sinistra. La natura inservibile di due categorie tradizionali, Pistoia, CRT, La
questione nazionale alle soglie del XXI secolo. Note introduttive ad un problema
delicato e pieno di pregiudizi, Pistoia, CRT, Le stagioni del nichilismo.
Un'analisi filosofica ed una prognosi storica, Pistoia, CRT, Individui
liberati, comunità solidali. Sulla questione della società degli individui,
Pistoia, CRT, Contro il capitalismo, oltre il comunismo. Riflessioni su di una
eredità storica e su un futuro possibile, Pistoia, CRT, La fine dell'Urss. Dalla transizione mancata
alla dissoluzione reale, Pistoia, CRT, Il ritorno del clero. La questione degli
intellettuali oggi, Pistoia, CRT, Le avventure dell'ateismo. Religione e
materialismo oggi, Pistoia, CRT, Un
nuovo manifesto filosofico. Prospettive inedite e orizzonti convincenti per il
pensiero, con Andrea Cavazzini, Pistoia, CRT, Hegel Marx Heidegger. Un percorso
nella filosofia contemporanea, Pistoia, CRT, Scienza, politica, filosofia.
Un'interpretazione filosofica del Novecento, Pistoia, CRT, I secoli difficili. Introduzione al pensiero
filosofico dell'Ottocento e del Novecento, Pistoia, CRT, L'educazione
filosofica. Memoria del passato, compito del presente, sfida del futuro, Pistoia,
CRT, Il bombardamento etico. Saggio sull'interventismo umanitario, l'embargo
terapeutico e la menzogna evidente, Pistoia, CRT, Marxismo e filosofia. Note, riflessioni e
alcune novità, Pistoia, CRT, Un secolo di marxismo. Idee e ideologie, Pistoia,
CRT, Un filosofo controvoglia. Introduzione a Günther Anders, L'uomo è
antiquato, Bollati Boringhieri. Le contraddizioni di Norberto Bobbio. Per una
critica del bobbianesimo cerimoniale, Pistoia, CRT, Marx inattuale. Eredità e
prospettiva, Torino, Bollati Boringhieri, Verità filosofica e critica sociale.
Religione, filosofia, marxismo, Pistoia, CRT, Dove va la sinistra?, Stefano
Boninsegni, Roma, Settimo Sigillo, Comunitarismo filosofia politica, Molfetta,
Noctua, La filosofia classica tedesca, prefazione a Renato Pallavidini,
Dialettica e prassi critica. Dall'idealismo al marxismo, Molfetta, Noctua, L'ideocrazia
imperiale americana, Roma, Settimo Sigillo,Filosofia del presente. Un mondo
alla rovescia da interpretare, Roma, Settimo Sigillo, Filosofia e geopolitica,
Parma, All'insegna del Veltro, Del buon uso dell'universalismo. Elementi di
filosofia politica per il XXI secolo, Roma, Settimo Sigillo, Dialoghi sul
presente. Alienazione, globalizzazione destra/sinistra, atei devoti. Per un
pensiero ribelle, con Alain de Benoist e Giuseppe Giaccio, Napoli,
Controcorrente, Prefazione a Renato Pallavidini, La comunità ritrovata.
Rousseau critico della modernità illuminista, Torino, Libreria Stampatori, Marx
e gli antichi greci, con Luca Grecchi, Pistoia, Petite plaisance, Il popolo al
potere. Il problema della democrazia nei suoi aspetti storici e filosofici,
Casalecchio, Arianna Editrice, Verità e relativismo. Religione, scienza,
filosofia e politica nell'epoca della globalizzazione, Torino, Alpina, Elogio
del comunitarismo Napoli, Controcorrente, Il paradosso De Benoist. Un confronto
politico e filosofico, Roma, Settimo Sigillo, Storia della dialettica, Pistoia,
Petite plaisance, La democrazia in
Grecia. Storia di un'idea, forza di un valore, in Presidiare la democrazia
realizzare la Costituzione. Atti del seminario itinerante sulla difesa della
Costituzione, Bardonecchia, Susa, Bussoleno, Condove, Borgone Susa, Edizioni Melli-Quaderni
Sarà Dura!, Storia critica del marxismo. Dalla nascita di Karl Marx alla
dissoluzione del comunismo storico novecentesco, Napoli, La città del sole, Postfazione a Luca Grecchi, Il presente della
filosofia italiana, Pistoia, Petite plaisance, Storia dell'etica, Pistoia,
Petite plaisance, Hegel
antiutilitarista, Roma, Settimo Sigillo, Storia del materialismo, Pistoia,
Petite plaisance, Una approssimazione al pensiero di Karl Marx. Tra
materialismo e idealismo, Saonara, Il Prato, Ripensare Marx. Filosofia, Idealismo,
Materialismo, Potenza, Ermes, Un trotzkismo capitalistico? Ipotesi
sociologico-religiosa dei Neocons americani e dei loro seguaci europei, in
Neocons. L'ideologia neoconservatrice e le sfide della storia, Rimini, Il
Cerchio, Alla ricerca della speranza perduta. Un intellettuale di sinistra e un
intellettuale di destra "non omologati" dialogano su ideologie e
globalizzazione, con Luigi Tedeschi, Roma, Settimo Sigillo, La quarta guerra
mondiale, Parma, All'insegna del Veltro, L'enigma dialettico del Sessantotto
quarant'anni dopo, in La rivoluzione dietro di noi. Filosofia e politica prima
e dopo il '68, Roma, Manifestolibri, Il marxismo e la tradizione culturale
europea, Pistoia, Petite plaisance, Nuovi signori e nuovi sudditi. Ipotesi
sulla struttura di classe del capitalismo contemporaneo, con Eugenio Orso,
Pistoia, Petite plaisance, Logica della storia e comunismo novecentesco.
L'effetto di sdoppiamento, con Sidoli, Pistoia, Petite plaisance, .Elementi di
Politicamente Corretto. Studio preliminare su di un fenomeno ideologico
destinato a diventare in futuro sempre più invasivo e importante, Petite
Plaisance, Filosofia della verità e
della giustizia. Il pensiero di Kosík, con Cesana, Pistoia, Petite plaisance, Lettera
sull'Umanesimo, Pistoia, Petite plaisance, Una nuova storia alternativa della
filosofia. Il cammino ontologico-sociale della filosofia, Pistoia, Petite plaisance,
Lineamenti per una nuova filosofia della storia. La passione
dell'anticapitalismo, con Luigi Tedeschi, Saonara, Il Prato, .Dialoghi
sull'Europa e sul nuovo ordine mondiale, con Luigi Tedeschi, Saonara, Il Prato,
Collisioni. Dialogo su scienza, religione e filosofia, con Andrea Bulgarelli,
Pistoia, Petite plaisance, Karl Marx:
un'interpretazione, NovaEuropa Edizioni. Preve preferiva non definirsi marxista ma
appartenente alla "scuola di Marx", e «allievo indipendente di Marx»
(C. Preve, Elogio del comunitarismo, Controcorrente, Napoli, «Personalmente, non sono credente né
praticante. Non credo in nessun Dio personale, considero ogni personalizzazione
del divino una indebita e superstiziosa antropomorfizzazione, e sono pertanto
in linea di massima d’accordo con Spinoza. Ma ritengo anche la religione, così
come la scienza, l’arte e la filosofia, dati permanenti dell’antropologia umana
in quanto tali desti durare tutto il tempo in cui durerà il genere umano.» (Elementi
di politicamente corretto, ) Convegno
György Lukács e la cultura europea (II intervento) Relazione VIII Congresso Nazionale di DP
(terzultimo intervento) Destra e Sinistra:
confronto tra C.Preve e D.Losurdo Carmilla: I rosso-bruni: vesti nuove
per una vecchia storia Democrazia
comunitaria o democrazia proprietaria? (L.Tedeschi-C.Preve). Considerazioni
sulla geopolitica (di C.Preve) Ain .Intervista di Luigi Tedeschi a Il
bombardamento etico dieci anni dopo (recensione di G. Di Martino), Fonte: A.
Monchietto, Lucio CollettiCostanzo Preve. Marxismo, Filosofia, Scienza. Morto Costanzo Preve, l'“ultimo” filosofo
marxista su la RepubblicaTorino Addio al
filosofo Costanzo Preve In memoria di
Costanzo Preve di Diego Fusaro Un lutto
veramente grande per noi di Gianfranco La Grassa In morte di Costanzo Preve La Sala Rossa ricorda la figura di Costanzo
Preve e raccogliendosi in un minuto di silenzio
C.Preve, Con Marx e oltre il marxismo (overleft) su files.splinder.Comunismo
e Comunità » Laboratorio per una teoria anticapitalistica Alessandro Volpe e Piotr Zygulski, Verità e
filosofia, in Alessandro Monchietto e Giacomo Pezzano , Invito allo
Straniamento. I. Costanzo Preve filosofo, Pistoia, Petite Plaisance, C. Preve, Elementi di politicamente corretto;
ad es. «22. E qui concludiamo con una serie di previsioni artigianali. Ricordo
al lettore che questo non è ancora un Trattato di Politicamente Corretto, che
ho peraltro intenzione di scrivere, in cui i cinque punti principali indicati
(americanismo come collocazione presupposta, religione olocaustica, teologia
dei diritti umani, antifascismo in assenza completa di fascismo, dicotomia
Sinistra/Destra come protesi di manipolazione politologica) verranno discussi
in modo più analitico e preciso». Da
Intellettuali e cultura politica nell'Italia di fine secolo, Rivista Indipendenza,
Da Gli Usa, l’Occidente, la Destra, la Sinistra, il fascismo ed il comunismo.
Problemi del profilo culturale di un movimento di resistenza all’Impero
americano, Noctua Edizioni, 2003.
C.Preve: audio congressi DP (RadioRadicale) Intervista politico-filosofica (G. RepaciC.
Preve) «La costituzione italiana è stata
distrutta per semprre con i bombardamenti sulla Jugoslavia, e da allora
l’Italia è senza costituzione, e lo resterà finché i responsabili politici di
allora non saranno condan morte per alto tradimento (parlo letteralmente
pesando le parole), con eventuale benevola commutazione della condanna a morte
a lavori forzati a vita. Eppure, questi crimini passano sotto silenzio, perché
si continuano ad interpretare gli eventi di oggi in base ad una distinzione
completamente finita nel 1945». (C. Preve, Elementi di politicamente corretto)
//aginform.org/preve.html. Étienne
Balibar, La filosofia di Marx, Manifestolibri, Bobbio, Né con Marx né contro
Marx, Editori Riuniti, Roma, André Tosel, Devenir du marxisme: de la fin du
marxisme-léninisme aux mille marxismes, France-Italie in Dictionnaire Marx contemporain, Jacques
Bidet-Eustache Kouvélakis , PUF, Parigi Cristina Corradi, Storia dei marxismi
in Italia, Manifestolibri, Roma, Alessandro Monchietto, Marxismo e filosofia in
Preve, Editrice Petite Plaisance, Pistoia, Piotr Zygulski, Costanzo Preve: la
passione durevole della filosofia, presentazione di Giacomo Pezzano, Pistoia,
Editrice Petite Plaisance, Monchietto e Pezzano , Invito allo Straniamento. I.
Costanzo Preve filosofo, Pistoia, Petite Plaisance, Zygulski, Costanzo Preve e
l'educazione filosofica , in Educazione Democratica, Foggia, Edizioni del Rosone, gennaio , Alessandro Monchietto , Invito allo
Straniamento. II. Costanzo Preve marxiano, Pistoia, Petite Plaisance, Massimo
BontempelliFabio Bentivoglio, Il senso dell'essere nelle culture occidentali,
Milano, Trevisini, Formenti, Il socialismo è morto. Viva il socialismo!,
Meltemi, Milano Comunitarismo Domenico Losurdo Massimo Bontempelli (storico)
Nazionalismo di sinistra Altri progetti Collabora a Wikiquote Citazionio su
Costanzo Preve Registrazioni di Costanzo
Preve, su RadioRadicale, Radio Radicale.
Breve sintesi del pensiero di C.Preve (filosofico.net), su
filosofico.net. Raccolta di e-book scaricabili gratuitamente offerti dalla casa
editrice Petite Plaisance, su petiteplaisance). Antologia di testi di C.Preve, Raccolta
di articoli (AriannaEditrice), su ariannaeditrice. Filosofia Il testo è disponibile solo in e-book, e lo
si può scaricare gratuitamente al seguente link: petiteplaisance ebooks/sin_ebl_1032.html.
Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Preve," per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
PRIMI.
(Bellgirate). Filosofo. Grice: “I like Prini, but I won’t expect his
“Discorse e situazione” to be about Firth’s context of utterance!” -- “Pensare è infatti la maniera più profonda del nostro
desiderare. "Ventisei secoli nel mondo dei filosofi"). Tra i maggiori
esponenti dell'esistenzialismo. Di modeste origini, Prini mostrò fin
da giovane una certa attitudine per gli studi e completò l'intero iter
scolastico, iscrivendosi quindi al seminario di Arona nel 1934, dove ebbe come
docente di filosofia mons. De Lorenzi. La scelta del seminario, oltre a
derivare dalla sua povertà di mezzi materiali, rispondeva a una profonda
convinzione di fede che resterà immutata per tutta la vita del filosofo. Prini,
tuttavia, lasciò il seminario tre anni più tardi «per amore della filosofia»:
gli sembrava infatti che l'impostazione neotomista della filosofia lì insegnata
non rispondesse ai bisogni del tempo. Egli quindi, vinto un posto presso il
Collegio Borromeo di Pavia, iniziò i suoi studi di filosofia. Particolarmente
influenti furono Adolfo Levi e, dopo che questi dovette rassegnare le
dimissioni in seguito alle leggi razziali, Michele Federico Sciacca con cui si
laureò nel 1941 discutendo una tesi su Rosmini. Durante il servizio militare,
contrasse una malattia polmonaregrave che lo costrinse, tra il '43 e il '45, al
ricovero presso il Collegio Borromeo, allora trasformato dai tedeschi in
ospedale militare. Lì godette della compagnia intellettuale del Rettore,
monsignor Cesare Angelini, e approfondì lo studio di Plotino. Il 1950 è un
altro anno cruciale per la formazione di Prini: grazie a una borsa di studio,
egli trascorse nove mesi a Parigi dove conobbe e frequentò il filosofo Gabriel
Marcel. Una veduta del lago Maggiore dalla terrazza del Collegio
Rosmini. Nel suo libro su Belgirate, borgo che si affaccia sullo stesso lago,
Prini cita H.F. Amiel e scrive: «Un paesaggio è uno stato d'animo». Prini s'è
legato al gruppo di giovani filosofi che Sciacca aveva riunito intorno a sé:
Maria Teresa Antonelli, Roberto Crippa, Alberto Caracciolo. Quando Sciacca nel
1946 si trasferì a Genova tutto il gruppo lo seguì, ottenendo ciascunosecondo
la specificità dei propri studiun incarico di insegnamento di una disciplina
filosofica. A Prini venne affidato l'insegnamento di Storia della filosofia
antica. Di qui, vincitore di concorso, si trasferì a Perugia, dove dette vita
ad una sua scuola filosofica, che ha in Dario Antiseri l'esponente più noto. Prini
sposa Josefa "Pepa" Flores, spagnola, compagna affezionata per tutta
la vita, cui Prini dedicherà gran parte dei suoi libri. Dello stesso anno è il
testo Verso una nuova ontologia che, insieme a Discorso e situazione del 1961
segnano il passaggio alla fase matura del suo pensiero. Viene chiamato a
coprire la cattedra di Storia della filosofia dalla Facoltà di Magistero
dell'Università "La Sapienza" di Roma, che terrà fino al 1985,
diventando poi docente emerito. Qui svolse una intensa attività
didattico-scientifica, che alimentò partecipando anche a molteplici iniziative
culturali, impegnandosi in prima persona nella promozione televisiva del sapere
filosofico e, nell'attività radiofonica, in programmi di decisa funzione
umanistico-culturale. Tra le opere più interessanti e più discusse della sua
ultima produzione, va ricordato Lo scisma sommerso del 1998, in cui il filosofo
analizza la spaccatura sotterranea che si è creata nella Chiesa cattolica tra
il magistero ufficiale e la fede e le scelte di vita dei credenti. Un tema che
diviene centrale in quest'ultimo periodo è anche il tema del male, in modo
parallelo a quanto andava elaborando nello stesso periodo Luigi Pareyson, amico
personale di Prini. Prini si ritira a Pavia dove lavora, finché le forze
glielo consentono, a Ventisei secoli nel mondo dei filosofi, «un ultimo
ripensamento, una sorta di commiato personale dagli autori e dai problemi che
gli erano stati cari per tutta la vita». È morto a Pavia ed è sepolto a Belgirate
nella tomba di famiglia. La sua biblioteca personale e il suo lascito
manoscritto sono conservati presso la biblioteca del Collegio Ghislieri di
Pavia nel "Fondo Pietro Prini". Pensiero Si può dire che in
nessuna delle opere di Prini sia racchiuso tutto quanto il suo pensiero. Egli
è, in questo senso, un pensatore abbastanza asistematico e offre intuizioni in
direzioni diverse, che si possono riassumere in alcuni blocchi tematici.
L'ontologia semantica Una pagina manoscritta del filosofo. Un buon punto
da cui partire è la scoperta e la definizione dell'ontologia semantica: accanto
al discorso apofantico, che definisce in modo univoco i suoi oggetti e che vuol
dimostrare le sue verità in modo necessario, Prini apre lo spazio per il
discorso semantico, il linguaggio cioè della musica, della poesia, della
preghiera, dell'invocazione, del dialogo. Nel testo Verso una nuova ontologia,
egli fa risalire la dimenticanza dell’ontologia semantica ad Aristotele, il
quale riteneva i discorsi semantici non verofunzionali e quindi estranei al
campo dellafilosofia. Nell'opera successiva Discorso e situazione, l'autore
definisce in modo più dettagliato gli ambiti di ciascun discorso. In
un’intervista rilasciata a Vittorio Grassi, Prini argomenta: «Per molti anni ho
tenuto presente nello sviluppo delle mie ricerche il volume Discorso e
situazione, dove, nel quadro del problema contemporaneo della molteplicità
dell’uso logico della ragione, ho delineato un esame sistematico delle diverse
forme argomentative del discorso razionale “situato”, ossia in relazione al suo
proprio oggetto ed al suo proprio uditorio, e precisamente la verifica come
forma della prova del discorso oggettivo o scientifico, la testimonianza, come
forma della prova del discorso privato o intersoggettivo, la determinazione
particolare, come forma del discorso collettivo o ideologico. È stata un
ricerca non inutile, credo, se ha messo in luce, per un verso, contro lo
scientismo, la pluralità dell’uso logico della ragione, e per un altro verso,
la fondamentale convergenza di quelle forme del discorso razionale in una
dottrina della verità ostensiva dell’essere, o, come dicevo nel mio volume
Discorso e situazione, inventandone l’espressione, in un’ontologia
semantica». In questo senso, la filosofia di Prini si caratterizza per un
confronto rispettoso e vivace con le scienze: da una parte, il filosofo ne
riconosce tutta la dirompente importanza, dall'altra è attento a criticare
quelle filosofiequali il neopositivismoche ne esasperano i risultati e le spingono
oltre il proprio ambito di legittimità conoscitiva. L'uomo Il secondo
punto è quello dell’antropologia e della sociologia filosofica. Prini non
dimentica mai la lezione dell’esistenzialismo: l’uomo di cui la filosofia deve
occuparsi è l’uomo concreto. E perciò, in primo luogo, è importante considerare
il corpo come elemento costituito della soggettività in un’unità psicofisicadel
resto, già Rosmini nel mondo cattolico aveva fatto questo movimento verso il
corpo, parlando di sentimento fondamentale corporeo. Prini se ne occupa
soprattutto nell'opera Il corpo che siamo. Quindi, ne Il paradosso di Icaro,
viene elaborata la distinzione tra desiderio e bisogno: il bisogno, cioè la
necessità di avere, si distingue dal desiderio, cioè dalla volontà di essere
autenticamente. Nel mondo contemporaneo, che è un mondo capitalistico,
tecnologico e nichilistico, l’uomo corre il rischio di essere dominato da
bisogni sempre accresciuti e di dimenticare così la propria dimensione più
autentica e il proprio desiderio. Prini scrive che «Pensare è […] la maniera
più profonda del nostro desiderare»: ciò significa che la filosofia ha, prima
di tutto, il compito di domandare intorno al senso di ciò che è e di ciò che si
èun domandare che mette in questione anche il domandante stesso. Qui sono
naturalmente molto forti gli echi di Heidegger, che Prini definisce «maestro
inevitabile». L’esito socio-politico di queste dottrine priniane è il rifiuto
degli assoluti terrestri, cioè di quelle concezioni totalitarie della politica
come il nazismo o il comunismo che negano il valore assoluto della coscienza
individuale e, insieme, negano lo spazio per ogni trascendenza genuina. Prini,
per converso, ritiene che l'unico agire autentico derivi dalla contemplazione,
secondo quella dottrina della contemplazione creatrice che egli ritrova in
Plotino e che fa propria. L'Essere Di qui, si può passare a parlare della
concezione priniana dell’Essere, che è caratterizzato dall'ambiguità, da cui
anche il titolo della sua opera principale su questo tema, L'ambiguità
dell'essere, che ha la particolarità di essere scritta in forma di dialogo.
L'Essere può intendersicome è stato variamente inteso nella storia della
filosofiasia come necessità assoluta (al modo Parmenide), sia come bontà o
finalità assoluta (al modo di Leibniz), sia come libertà od opposizione
assoluta (al modo di Cusano). Prini cerca di pensare insieme queste tre
modalità, ritenendole tutte essenziali all'Essere e, insieme, non deducibili
l’una dall'altra. Egli definisce questa sua concezione «problematicismo
ontologico». Dal momento che l’Essere è in sé ambiguo, esso non si lascia
completamente definire e dimostrare dal discorso apofantico e si presta al
discorso semantico in generale e quindi al discorso religioso in particolare.
La fede Assolutamente capitale è, dunque, il problema della religione, della
fede cristiana e della Chiesa cattolica. Prini ha sempre pensato la propria
attività filosofica come un filosofare nella fede: a differenza dello
scienziato, il filosofo mette in gioco se stesso nel proprio filosofare, e un
cristiano, quale egli era, non può mettere da parte le proprie convinzioni
religiose quando filosofa. Nella prolusione al corso di Filosofia teoretica a
'Perugia, egli argomenta: «C’è un carattere ludico nell'atteggiamento del
credente, quando pretende di poter mettere tra parentesi la propria fede e di
essere anch'egli, nella ricerca della verità, come dice Husserl, ein wirklicher
Anfänger, “un vero e proprio principiante”». «Ho dedicato tutta la mia
vita alla cultura cattolica in modo critico» sostiene Prini nell’intervista.
Questo suo lavoro critico può riassumersi così: distinzione tra il nucleo del
messaggio evangelico e le forme che esso ha via via assunto nella storia,
critica delle posizioni più tradizionaliste della Chiesa, specialmente in
filosofia (si veda in particolare il volume La filosofia cattolica italiana del
Novecento), invito al dialogo tra la Chiesa e la modernità tutta intera, e
proposta di una nuova inculturazione, oggi, di quel messaggio evangelico. Il
seguente passaggio de Lo scisma sommerso mostra in modo disambiguo ciò che
Prini ha in mente: «Per questa mentalità generata dalla civiltà della scienza
esistono uno spazio e un tempo scientifici nei quali è impossibili proporsi di
trovare, per esempio, il periodo storico di una presunta prima coppia
progenitrice di tutto il genere umano o l'ubicazione dell'Eden, di cui
parlanoin un senso simbolico che è da determinarei primi racconti della Genesi.
E andando soltanto un poco in profondità nella coscienza giuridica moderna,
post-illuministica, del rapporto tra colpa e castigo, chi potrebbe oggi
accettare l'idea, trasmessa dalla teologia penale di Agostino
nell'interpretazione della Lettera ai Romani di Paolo, che l'umanità intera
abbia ereditato da Adamo non solo la pena eterna del suo peccato, ma anche la
responsabilità della sua stessa colpa?» Opere Gabriel Marcel e la
metodologia dell’inverificabile. Roma, Studium, Verso una nuova ontologia.
Roma, Studium, Rosmini postumo. Roma, Armando, 2ª edizione, “Discorso e
situazione.” Roma, Studium, 2ª edizione,
“Il paradosso di Icaro,” Roma, Armando,
2ª edizione, Ripubblicato nel Gianpiero
Gamaleri. “L’ambiguità dell’essere.” Genova, Marietti, Storia
dell'esistenzialismo da Kierkegaard a oggi. Roma, Studium, Il testo è l’ultima versione di una serie di
lavori precedenti sulla storia dell’esistenzialismo che risalgono fino agli
anni ’50. “Il corpo che siamo: introduzione all'antropologia etica. Torino,
SEI, “Plotino e la nascita dell’umanesimo interiore.” Milano, Vita e Pensiero,Anche
questa è l’ultima versione di un lavoro “a più strati”, il cui primo nucleo
risale agli anni della guerra, mentre Prini era ricoverato presso il Collegio
Borromeo di Pavia, allora trasformato dai tedeschi in ospedale militare. Il
cristiano e il potere. Roma, Studium, La filosofia cattolica italiana del
Novecento. Roma-Bari, Laterza, 2ª edizione. Lo scisma sommerso. Milano,
Garzanti (per l'editore G due). Ripubblicato dalla casa editrice Interlinea,
Novara, . Terra di Belgirate (nuova edizione curata da Vittorio Grassi).
Grugliasco (Torino), tipografia Sosso Ventisei secoli nel mondo dei filosofi
(Walter Minella). Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia, . Inediti I seguenti
testi inediti, ritrovati tra le carte del "Fondo Pietro Prini", sono
stati pubblicati: Visita a Borges in Paradiso (Andrea Loffi). In: “Avvenire”,
Lo stesso testo è presente anche in appendice a: Walter Minella, Pietro Prini, Roberto
Cutaia, Prini, un filosofo che canta i Salmi. In: “Avvenire”, Qui sono riportati
alcuni passaggi di un commento ai Salmi. Croce e Gentile secondo Prini
(Andrea Loffi). In: “Avvenire”, sabato 13 maggio 23 . Premi Prini è stato
insignito del Premio Internazionale Medaglia d'Oro al merito della Cultura Cattolica
. -- è stato conferito il primo "Premio Pietro Prini" in onore del
filosofo, per promuoverne lo studio e la ricerca, presso il Collegio Rosmini di
Stresa. Notizia della morte, Walter Minella, Pietro Prini, Città del
Vaticano, Lateran University Press, 25.
Terra di Belgirate, Walter Minella, Pietro Prini, Città del Vaticano,
Lateran University Press, Andrea Loffi, Il Prini sommerso , su
pietroprini.org. Pietro Prini, Terra di
Belgirate, Ventisei secoli nel mondo dei
filosofi, Walter Minella, Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia, Ventisei
secoli nel mondo dei filosofi, Walter Minella, Caltanissetta-Roma, Salvatore
Sciascia, Pietro Prini, Plotino e la fondazione dell'umanesimo interiore,
Milano, Vita e Pensiero,Pietro Prini, Terra di Belgirate, Pietro Prini,
Cristianesimo e filosofia, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università degli Studi di Perugia, Terra di Belgirate, Pietro Prini, Lo
scisma sommerso, Milano, Garzanti, 1Dario Antiseri e Domenico Conci , Il
desiderio di essere. L'itinerario filosofico di Pietro Prini. Roma, Studium, Santo
Arcoleo, La filosofia cattolica nell'Italia del Novecento. Intervista a Pietro
Prini, in Segni e Comprensione, Biagio Muscherà, L'ontologia del desiderio
inPrini. Genova-Milano, Marietti, 2005. Massimo Flematti , Pietro Prini,
filosofo e uomo. Verbania-Intra, Alberti, . Walter Minella, Città del Vaticano,
Lateran University Press, .Walter Minella, Andrea Loffi, Massimo Flematti,
Giorgio Sandrini , Credere oggi in Dio e nell'uomo ancora e nonostante. Pietro
Prini filosofo del dialogo tra fede e scienza. Roma, Armando. Sito dedicato a
Pietro Prini, su pietroprini.org. Enciclopedie on line, sito "Treccani
L'Enciclopedia italiana".//filosofico.net/prini.htm.
PRODI (Scandiano). Filosofo. Grice: “While he likes
semiotics, Prodi is the Italian C. L. Stevenson, who read English at Yale! No
philosophy background!” -- Figlio di Mario, ingegnere, ed Enrica, maestra, è il
terzo di nove fratelli (tra cui anche il politico ed economista Romano, il
fisico ed europarlamentare Vittorio, il matematico Giovanni, il fisico Franco e
lo storico Paolo). Si è laureato a Bologna,
dove ha poi insegnato, dal 1958, Patologia Generale. In seguito gli fu affidata
la prima cattedra di Oncologia dell'ateneo.Direttore dell'Istituto di
Cancerologia di Bologna, di cui fu fondatore, e del progetto Biologia cellulare
del Cnr, pubblicò anche diversi libri riguardo alla medicina ed alla biologia,
sviluppando anche, congiuntamente a Thomas Sebeok e Thure von Uexküll, un approccio
semiotico alla biologia negli anni Settanta e Ottanta. Fece parte inoltre del Consiglio Superiore di
Sanità della Commissione Oncologica del Ministero della Pubblica Istruzione e
fu consulente del Ministero per la Ricerca Scientifica e Tecnologica. Con Il neutrone borghese, ha pubblicato anche
alcuni romanzi e racconti, tra cui Lazzaro, biografia romanzata (con riflessi
autobiografici) di Lazzaro Spallanzani, per cui è risultato
"supervincitore" del Premio Grinzane Cavour e finalista al Premio
Bergamo. L'ultimo libro è stato Il cane di Pavlov, uscito nell'anno stesso
della sua morte di cancro, ma altri sono stati pubblicati postumi. Sono stati
raccolti tutti nel volume L'opera narrativa,A Giorgio Prodi, l'Bologna ha
dedicato il Centro Interdipartimentale di Ricerche sul cancro nonché un'aula
situata nel complesso di San Giovanni in Monte . Ogni anno, una conferenza
della riunione annuale della Società Italiana di Cancerologia è dedicata a
lui. Pubblicazioni Scienza e potere, Il
Mulino, Bologna, estr. da Il Mulino, La scienza, il potere, la critica, Il
Mulino, Bologna, Oncologia sperimentale, Esculapio, Bologna, “Le basi materiali
della significazione,” Bompiani, Milano, La biologia dei tumori, Casa editrice
ambrosiana, Milano, “Soggettività e comportamento,” Giuliano Piazzi, prefazione
di Giorgio Prodi, FrancoAngeli, Orizzonti della genetica, Editoriale
L'Espresso, Il neutrone borghese, Bompiani, Milano, Patologia Generale, con
Giovanni Favilli, CEA, “La storia naturale della logica,” Bompiani, Milano, “L'uso
estetico del linguaggio,” Il Mulino, Bologna, Lazzaro: il romanzo di un
naturalista del '700, Camunia, Brescia, Oncologia generale, Esculapio, Bologna,
Gli artifici della ragione, disegni di Cesare Paolantonio, Edizioni del Sole 24
ore, Milano, “Il cane di Pavlov,” Camunia, Brescia, Alla radice del
comportamento morale, Marietti, Milano, Teoria e metodo in biologia e medicina,
CLUEB, Bologna, L'individuo e la sua firma. Biologia e cambiamento antropologico,
Il Mulino, Bologna, Il profeta, Camunia, Brescia, L'opera narrativa,
introduzione di Elvio Guagnini, Diabasis, Reggio Emilia. Conferenza "Prodi"
È morto ieri a Bologna Prodi, da Repubblica
Apprezzato anche da Giuseppe Dossetti, La parola e il silenzio. Discorsi
e scritti ed. Paoline, in riferimento ad un articolo che si rifaceva
ai "geni invisibili della città" di Guglielmo Ferrero. Sul
sottotitolo (i “geni invisibili” della città) dell'opera Potere, v. Giampiero
Buonomo, Titolo V e "forme di governo": il caso Abruzzo (dopo la
Calabria), in Diritto e Giustizia on-line: RACCOLTA PREMIO NAZIONALE DI
NARRATIVA BERGAMO, su legacy.bibliotecamai.org. Sito del Centro
Interdipartimentale di Ricerche sul cancro "Giorgio Prodi" Brochure dell'Aula Prodi. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
PROSPERO. (Pescosolido), filosofo. Si è laureato in Filosofia a Roma,
discutendo una tesi su Kelsen. Professore a Roma. Autore di numerosi saggi,
collabora con diverse riviste scientifiche e quotidiani., tra i quali
soprattutto L'Unità. I suoi interessi
sono principalmente rivolti al sistema istituzionale italiano e al pensiero
politico della sinistra. Inoltre, svolge attività di editorialista: le
posizioni da lui espresse come analista politico sono state aspramente
criticate dal giornalista Travaglio, che
lo ha accusato di "pagnottismo". Tra i punti di dissenso, vi è la
posizione critica assunta da Prospero nei confronti della democrazia diretta, e
nei confronti della fiducia riposta daTravaglio, e dal Movimento 5 stelle di Grillo,
nella intrinseca infallibilità del giudizio espresso dagli elettori e del
popolo della Rete. Dal fa parte della direzione nazionale di
Sinistra Italiana ed è responsabile cultura del partito. parziale La politica postclassica, Il nuovo
inizio, Nostalgia della grande politica, La democrazia mediata, Sistemi
politici e storia, Il pensiero politico della destra, Newton Compton, I sistemi
politici europei, Newton Compton, Politica e vita buona, Euroma la Goliardica, Sinistra
e cambiamento istituzionale, Storia delle istituzioni in Italia, Editori
Riuniti, Il fallimento del maggioritario, La politica moderna. Teorie e profili
istituzionali, Carocci, Lo Stato in
appalto. Berlusconi e la privatizzazione del Politico, Manni Editori, Politica
e società globale, Laterza, L'equivoco riformista, Manni Editori, Alle origini
del laico, FrancoAngeli, La costituzione tra populismo e leaderismo,
FrancoAngeli, Filosofia del diritto di proprietà, FrancoAngeli, Perché la
sinistra ha perso le elezioni, Prospero e Mario Morcellini, Ediesse, Il comico
della politica, nichilismo e aziendalismo nella comunicazione di Berlusconi,
Ediesse, . Il libro nero della società civile. Il nuovismo realizzato, Bordeaux
edizioni, . La scienza politica di Gramsci, Bordeaux edizioni. Elenco dei principali interventi di Prospero
sulla stampa italiana, da "Rassegnacamera" Addio al mito del capo, Il Manifesto, Contropotere
del Quirinale, Left-avvenimenti, Caro Prodi, l'errore più grande della sinistra
europea è stato dimenticare il lavoro, il manifesto, Bruno Gravagnuolo, Grillo,
il travaglio di Marco nel duello tv con Prospero l'Unità Gli organismi di Sinistra Italiana, da
"Sinistraitaliana.si" Sinistra
Italiana rispolvera il Pci: nascono le nuove Frattocchie. Ma a Testaccio, da
HuffingtonPost Pagina Web del docente
sul sito della SapienzaRoma, su coris.uniroma1.
PUCCI. (Firenze). Filosofo. Scrisse alcuni
trattati dove ambiva a una religione universale di stampo utopistico e fu molto
polemico contro le principali dottrine religiose dell'epoca, tanto da essere
tacciato di eresia e giustiziato dall'Inquisizione romana. Forse
imparentato, come lui stesso sostenne, con la potente e ricca famiglia
fiorentina dei Pucci, della quale fece parte, tra gli altri, il cardinale
Antonio Pucci, da quella tuttavia non ne venne mai riconosciuto membro. Secondo
quanto scrisse lui stesso, trovandosi a Lione per affari di commercio, fu colto
da un improvviso «mutamento et cambiamento» che lo fece decidere a darsi allo
studio delle «cose celesti ed eterne» e a scoprire i reali motivi dei contrasti
religiosi che laceravano l'Europa. A questo scopo, si trasferì a Parigi
per studiare teologia e, avendo assistito personalmente alla strage degli
Ugonotti nella notte di San Bartolomeo, decise di aderire alle tesi
protestanti. Trasferitosi in Inghilterra, si iscrisse all'Oxford, ottenendo il
titolo di Magister atrium. Controversie dottrinali gli procurarono l'espulsione
dalla comunità calvinista francese alla quale aveva aderito in primavera: come
scrisse al teologo svizzero Johann Jacob Grynaeus, vi aveva discusso del
peccato originale e aveva altresì contestato l'autoritarismo del concistoro
della comunità. Quest'ultima gli rimproverava, oltre a importanti punti
dottrinali come la concezione del peccato originale, della fede e
dell'eucaristia, la sua pretesa di profetizzare, ricordandogli che, con la
scomparsa dei primi apostoli, il carisma profetico non poteva più esistere in
nessuna chiesa cristiana. Emigrato a Basilea nel 1577 su invito di Francesco
Betti, v'incontrò Fausto Sozzini, ma pochi mesi dopo, espulso anche dalla città
svizzera, fu costretto a tornare in Inghilterra, mantenendosi ancora in
contatto epistolare col Sozzini. La natura umana e il problema della
salvezza Dapprima il Pucci pubblicò un manifesto, e poi scrisse in autunno a
Niccolò Balbani, a Basilea, una lunga lettera in cui esponeva la sua teoria
dell'innocenza naturale dell'uomo, già discussa col Sozzini, secondo la quale
«tutti gli uomini nascono et restano innanzi all'uso della ragione e del
giuditio». Grazie alla redenzione operata da Cristo, il peccato originale non
può causare la dannazione quando siamo ancora nel grembo materno, e dunque il
battesimo dei bambini, che sono «naturalmente» innocenti per la naturale bontà
della natura umana, per quanto non censurabile, è inutile. L'eventualità della
dannazione è un problema dell'adulto che, raggiunta l'età della ragione, è in
grado di distinguere il bene dal male. Si tratta di evidenti tesi
pelagiane: l'uomo è buono per natura e a causa dell'amore di Dio verso il
genere umano, che ha creato l'uomo di natura buona, si fonda la vera fede
cristiana: «il fondamento della religione, et bontà vera, è propriamente la
fidanza generale in Dio del cielo e della terra», una fiducia fondata sulla
conoscenza di Dio che, secondo Pucci, è comune a tutti gli uomini, una fede che
egli contrappone alla concezione della fede protestante, che consiste invece in
una «fidanza particulare» che il singolo protestante ripone in Dio. È del resto
la tesi sostenuta da Sozzini nel suo De Jesu Christo servatore. Francesco
Pucci sosteneva di aver tratto le proprie concezioni in virtù del dono dello
Spirito Santo che, attraverso visioni, lo ispirava permettendogli di
preconizzare il prossimo avvento del regno di Dio che avrebbe provocato la
conversione di tutti i popoli, qualunque fosse la loro religione, sotto
un'unica confessione cristiana. La redenzione operata da Cristo riguarda
infatti tutti gli uomini, anche i non cristiani, perché esalta la loro naturale
bontà: la salvezza non deve costituire un dubbio tormentoso ma è un obbiettivo
che può essere raggiunto abbandonandosi con fiducia alla fede in Dio, è la
fedenaturale che, prima della caduta, aveva Adamo, uomo naturale e immortale
perché fatto a immagine e somiglianza di Dio nella mente e nello spirito.
Affermata la bontà naturale della specie umana, ne discende che debba essere
escluso tanto che il peccato originale si trasmetta nelle generazioni, quanto
che possa esistere una predestinazionesemplice o doppia che sia, una per gli
eletti e una per i dannatistabilita ab aeterno. Sozzini rispose al Pucci
con il De statu primi hominis ante lapsum, obiettando che la somiglianza di
Adamo con Dio risiedeva nel fatto di essere il dominatore di tutte le cose
della natura, e non nella sua immortalità, e se Adamo, l'essere naturale per
eccellenza, finì col peccare, ciò dimostra che non era affatto innocente, visto
che egli peccò per sua libera scelta. La natura dell'uomo attuale non è diversa
da quella adamitica, la sua salvezza risiede nella sua volontà di scegliere il
bene, ed è sulla sua libera volontà, non sulla sua natura, che si fonda la sua
etica. La Forma d'una Republica Catholica Dopo un breve periodo passato
in Olanda, a Londra scrisse nel 1581 la sua opera principale, la Forma d'una
repubblica cattolica, che pubblicò in forma anonima.. Per porre rimedio alla
confusione e agli scandali regnante nel cristianesimo, sarebbe necessario «un
libero e santo concilio al quale si vede che tutti gli uomini da bene di tutte
le province inclinano», ma che viene rifiutato dai potenti prelati che oggi
comandano «non solo nella religione, ma anche nella repubblica». Per
preparare questo futuro concilio, è necessario che gli uomini dabbene,
all'interno di ogni singolo stato, si organizzino in un'unione, in un
«collegio» o comunità nella quale essi si governino secondo comuni principi,
senza «alienarsi da i loro principi e magistrati civili» e senza entrare in
polemica contro la confessione religiosa vigente; questi uomini, infatti,
«d'animo et tal volta anche di corpo alienato da gli ordini et usanze di quelle
repubbliche nelle quali è sono nati et allevati, conviene ch'e' vivino come
forestieri nel loro natio terreno, o forastieri interamente per gli altrui
paesi, è necessario ch'e' si portino molto saviamente e discretamente con i
principi e magistrati de' luoghi dove essi habitano». Si tratta di
un'aperta giustificazione del nicodemismo, seppure teorizzata come mezzo
provvisorio allo scopo di raggiungere un fine superiore nell'interesse di tutti
i cristiani. L'insieme di questi collegi avrebbe formato di fatto una
repubblica cattolica, cioè universale, che, con l'esempio dei retti
comportamenti dei suoi aderenti, avrebbe col tempo acquisito il consenso della
grande maggioranza della popolazione di ogni singolo stato, promuovendo
così il rinnovamento dei costumi e delle diverse confessioni, fino a rifondare
un'unica religione cristiana. Gli elementi essenziali di questa rinnovata
e unificata religione dovranno essere la fede «in un solo Dio del cielo e della
terra, creatore et governatore dello Universo», nel Cristo morto e risorto per
redimerci, nella giustizia divina che premia i buoni e punisce i malvagi, la
testimonianza degli Apostoli, il rispetto dei dieci comandamenti, l'«orazione
domenicale» e le opere di carità. Tutte le questioni dottrinarie che
storicamente dividevano le confessioni cristiane sono sfumate dal Pucci, che
vuole che sui problemi del battesimo, dell'eucaristia, della Trinità e
dell'incarnazione non si utilizzino sottigliezze e non si creino
divisioni. I membri di queste comunità dovranno essere tutti gli uomini
maggiorenni e laicigli ecclesiastici, infatti, sono evidentemente incapaci di
superare le divisioni che essi stessi hanno creatoorganizzati sotto un capo
temporaneo, «provosto o console», assistito da un «censore», che non deve avere
alcun'autorità particolare, ma dovrà proporre le risoluzioni da approvare
all'unanimità nell'assemblea generale dei membri: quando non vi fosse
unanimità, si deciderà a sorte fra le diverse opzioni. Le donne, dovendo essere
sottoposte ai mariti, possono assistere ma non possono avere alcun'autorità né
diritto di voto. Il collegio aveva anche il potere di punire le cattive
condotte dei singoli membri, sino all'espulsione. Le diverse comunità si
sarebbero tenute in contatto epistolarea questo scopo era costituito l'incarico
di un cancellieree, attraverso delegati, si sarebbero riunite in diete da
tenersi periodicamente nelle terre «di qualche gentilhomo o signore» aderente a
un collegio di una delle maggiori città europee «come Francoforte, Lione,
Parigi et simili», perché qui i convenuti alla dieta sarebbero passati
inosservati più facilmente. Se gli aderenti ai collegi devono manifestare
un formale ossequio alle autorità costituite, essi devono anche proporre una
sia pur cauta propaganda per far guadagnare alla comunità nuove adesioni:
ciascuno deve mantenere il segreto della sua attività tramite giuramento,
essere amico dei compagni e nemico di chi è loro nemico. Per saldare insieme i
"fratelli", è opportuno che essi si sposino nello stesso ambiente,
con donne «sane e gagliarde» per averne una buona discendenza, evitando però
rapporti sessuali frequenti che, secondo il Pucci, sono nocivi alla salute fisica
degli uomini e a quella morale delle donne. Nella famiglia, il padre riveste il
ruolo di capo e di sacerdote laico: battezza egli stesso i figli in età
audulta, i quali dovranno crescere in una decorosa austerità, studiando nelle
scuole consigliate dalla comunità ed evitando carriere immorali, come quella
ecclesiastica o avvocatesca. Fu a Cracovia, dove incontrò Fausto Sozzini e
altri dissidenti religiosi. Le sue idee però non trovarono successo in nessuna
confessione calvinista o luterana, né fra gli anabattisti e i sociniani. In
compenso qui conobbe il mago e astrologo inglese John Dee, con il quale si
recò a Praga alla corte di Rodolfo II. Anche qui la sua indole (John Dee
lo descrisse come pericolosamente chiacchierone e utopico) non venne accolta
positivamente e deluso dai protestanti si riconvertì al cattolicesimo (forse
dopo un incontro con il cardinale Ippolito Aldobrandini, futuro papa Clemente
VIII). In Olanda lavorò alla sua ultima opera, il trattato De Christi
servatoris efficacitate in omnibus et singulis hominibus (L'efficacia salvifica
del Cristo in tutti e in ogni uomo), dedicato al neo eletto pontefice Clemente
VIII. Qui riassunse e sviluppò tutte le sue teorie su una Chiesa universale ed
ecumenica: secondo lui ogni uomo aveva il diritto di professare una Chiesa di
Cristo, e Dio, grazie al suo amore universale per l'intera umanità, doveva
aiutare ad abbattere le barriere che separavano le chiese. Una volta pubblicata
l'opera egli volle andare a Roma per presentarla la papa stesso, ma venne
catturato a Salisburgo dall'Inquisizione e condotto in carcere a Roma, dove
conobbe Bruno e Campanella. Venne condannato a morte per eresia, decapitato e
poi bruciato sul rogo a Campo de' Fiori Il "puccismo" però gli sopravvisse
nella Chiesa luterana grazie al pastore Samuel Huber. Note Francesco Pucci, in Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Lettera in A. Rotondò, Studi e ricerche di storia
ereticale italiana del Cinquecento F.
Pucci, Lettere, documenti e testimonianze
In D. Cantimori, Per la storia degli eretici italiani del secolo XVI in
Europa Lucia Felici, La riforma
protestante nell'Europa del cinquecento, Carocci editore Opere Lettere,
documenti e testimonianze, Luigi Firpo e Renato Piattoli, Firenze, Olschki, De
praedestinatione, Firenze, Olschki, Studi Cesare Cantù, Gli eretici d'Italia,
Torino, Unione Tipografico-Editrice. Per la storia degli eretici italiani del
secolo XVI in Europa, D. Cantimori ed E. Feist, Roma, Reale Accademia d'Italia,
Delio Cantimori, Eretici italiani del Cinquecento, Firenze, Sansoni, Antonio
Rotondò, Studi e ricerche di storia ereticale italiana del Cinquecento, Torino,
Giappichelli, Élie BarnaviMiriam Eliav-Feldon, Le périple de Francesco Pucci,
Paris, Hachette, Roberta Lorenzetti, Una disputa di antropologia filosofica sul
primo uomo. Francesco Pucci di fronte al naturalismo di Fausto Sozzini, Milano,
Cusl, Paolo Carta, Nunziature ed eresia nel Cinquecento. Nuovi documenti sul
processo e la condanna di Francesco Pucci Padova, Cedam, Censura ecclesiastica
e cultura politica in Italia tra Cinquecento e Seicento, C. Stango, Firenze Giorgio
Caravale, Il profeta disarmato. L'eresia di Francesco Pucci nell'Europa del
Cinquecento, Bologna, Il Mulino, Mario
Biagioni, Francesco Pucci e l'Informatione della religione christiana, Torino,
Claudiana, Vincenzo Vozza, Pucci e
l’Informatione della religione christiana, in «Nuova Rivista Storica», n
Giorgio Caravale, Francesco Pucci's Heresy in Sixteenth-Century Europe,
Leiden-Boston, Brill, Francesco Pucci,
su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Francesco Pucci, eresie,
su eresie.
PUCCINOTTI. (Urbino). Flosofo.
Dopo aver studiato presso gli Scolopi, venne ammesso nel Collegio militare di
Pavia. Si trasferì poi a Roma dove si dedicò allo studio della medicina
seguendo le lezioni del noto clinic Mattheys. Dopo essersi laureato in medicina,
praticò la medicina nelle campagne laziali, studiando le febbri di tipo
petecchiale che imperversavano in quella zona. Per i suoi studi ottenne la
cattedra di Anatomia e fisiologia ad Urbino, per poi insegnare Patologia e
medicina legale a Macerata fino a quando, dopo aver preso parte ai moti delle
Legazioni, venne allontanato dalla città e gli fu impedito di esercitare la
professione medica. Si spostò quindi nella più liberale Toscana dove ottenne la
cattedra di Igiene nell'Pisa. Qui approfondì il suo studio sulla medicina
civile e si rese protagonista di molti dibattiti culturali e scientifici presso
la locale Università (fu segretario della sezione di medicina ai congressi
pisani e fiorentini degli scienziati italiani).
Nel 1843 il Granduca Leopoldo II di Toscana lo inserì in una commissione
incaricata di studiare l'ipotesi di introdurre sul litorale pisano le risaie,
dal punto di vista della medicina civile. Espose le sue analisi nel saggio
Sulle risaie in Italia e sulla loro introduzione in Toscana dello stesso anno
1843: conclusioni che saranno alla base del Regolamento sulla cultura del riso
in Toscana. Negli ultimi anni trascorsi a Pisa ottenne la cattedra di Storia
della medicina, che mantenne anche al suo trasferimento a Firenze. In questi
anni conobbe Pietro Siciliani, suo allievo, col quale mantenne un costante
rapporto di amicizia e collaborazione. Morì a Firenze e per i suoi meriti fu
sepolto nella Basilica di Santa Croce.
Puccinotti fu uno storico della medicina, ma altri sono gli aspetti della
sua complessa personalità: fu fisiologo, clinico, medico legale, letterato
(fraterna amicizia con Leopardi), filosofo, sociologo e politico. La sua vita
si svolse tra le conquiste napoleoniche e la proclamazione di Roma capitale,
periodo di profonde divisioni ideologiche. Non è da trascurare il merito di
aver sostenuto la necessità di una protezione medica dei lavoratori e di aver
indicato il futuro della medicina nel suo sviluppo igienico e sociale. Opere: “Storia delle febbri intermittenti
perniciose, (Roma), “Boezio” (Firenze); “Storia della medicina” (Firenze). Pazzini,
Dizionario Letterario Bompiani. Autori, III, Milano, Valentino Bompiani
editore, Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. siusa.archivi.beniculturali,
Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. accademicidellacrusca.org, Accademia della
Crusca. Opere su openMLOL, Horizons
Unlimited srl.
PUNZO. (Napoli), filosofo. Laureatosi a Napoli con una tesi su Kant alla luce della
dottrina tomistica, decise di continuare i suoi studi. Tuttavia per accedere
alla Facoltà di Scienze dovette diplomarsi come privatista npresso il Liceo
classico Giuseppe Garibaldi di Napoli poiché avendo fino ad allora frequentato
solo scuole e istituti universitari ecclesiastici, non possedeva ancora una
licenza liceale valida per lo Stato italiano. Si laureò a pieni voti in Scienze
Naturali, con una tesi in erpetologia sul sistema nervoso dei serpenti. Vinse i
concorsi per assistente di ruolo di anatomia comparata e d'insegnante di ruolo
di Scienze Naturali nei licei. In un primo tempo scelse la vita accademica che
però abbandonò per dedicarsi all'insegnamento scolastico. Si laureò anche in
filosofia, con una tesi sulla morale nelle Lettere di Paolo. Fondò la Lega Nazionale Contro la Distruzione
degli Uccelli, poi divenuta la LIPU e, successivamente, l'associazione
culturale "Unione trifoglio" (di cui pubblicò anche una rivista
trimestrale dal titolo Il Trifoglio).
Visse per circa vent'anni sull'isolotto disabitato di Vivara (Procida,
NA) contribuendo a preservarlo da possibili scempi e tutelandone il patrimonio
ambientale. Per il suo impegno a favore di Vivara ricevette il "Premio Mediterraneo"
conferitogli da un'agenzia dell'ONU. PStudioso
e pensatore dai molteplici interessi che spaziarono dalla Commedia dantesca,
alla botanica, all'ornitologia e alla zoologia, fu anche un profondo
conoscitore del latino. Dedicò gran parte della sua vita intellettuale alla
filosofia. Per Punzo la pedagogia
costituisce uno dei compiti più importanti al quale una società deve adempiere
poiché l'educazione delle giovani generazioni e, in particolare,
dell’adolescente, rapresenta il punto fondativo
di ogni aggregato umano. In tale prospettiva il "fanciullo", per
potersi sviluppare al meglio, deve essere educato al bello attraverso la
contemplazione della natura e dell'arte. Il suo pensiero ebbe come
culmine la definizione del concetto di "Religioso Assoluto", inteso
come elemento distintivo della spiritualità umana poiché capace di definire
l'identità dell'individuo rispetto alle altre forme di vita. Nota sull'episodio dantesco di Brunetto
Latini, Napoli, Ed. Carlo Martello, Contributo per un superamento dei
tradizionali schemi sessuologici, Napoli, Tip. G. Genovese, Nuovo contributo
per un superamento dei tradizionali schemi sessuologici, Napoli, Ed. Carlo
Martello, “Lettere erotologiche,” Napoli,
Ed. Carlo Martello, “Dialogo dell'amore olarrenico,” Napoli, Ed. Carlo
Martello, L'altro viaggio, Napoli, Denaro Editore, LIPU Vivara.. L. Miraglia , Il guardiano del
verde isolotto, su vivara.
PURGOTTI (Cagli), filosofo.
Linceo. Ha avuto come maestro nelle lettere Imerio Cibo di Amelia, mentre nelle
scienze filosofiche e matematiche è stato allievo di Pallieri, domenicano
originario di Alba. Per quest'ultimo, all'indomani della morte, Purgotti ha composto un elogio funebre e una
poesia in memoria. Si iscrive a Roma conseguendo il diploma di magistero in
diritto pubblico e criminale e distinguendosi tra i dotti suoi colleghi nelle
suddette discipline. Tornato a Cagli collabora inizialmente con il padre
nella farmacia di famiglia posta nella piazza maggiore (l'attuale piazza
Matteotti), senza abbandonare però la viva aspirazione a ricoprire una cattedra
universitaria con particolare predilezione per l'insegnamento della
chimica. In mancanza di una laurea specifica per detta disciplina
(all'epoca dei suoi studi l'Roma non ne conferiva il diploma)i fa domanda di
concorso con esame per una cattedra a Urbino, ma nel contempo, è chiamato
dall'ateneo di Perugia grazie alla sua fama di studioso ad insegnare chimica,
botanica e farmaceutica. A Perugia ricopre varie e sempre più importanti
cariche all'interno dell'Università: è nominato membro del collegio filosofico,
diviene professore di matematica, è
bibliotecario e vice direttore ed infine è elevato alla carica di Rettore dell'Perugia.
È stato inoltre preside delle facoltà di scienze fisiche e matematiche
unitamente all'accademia medico-chirurgica, e direttore delle scuole di
farmacia. Nel corso della sua vita pubblica oltre cento opere scientifiche di
vario argomento che spaziano dalle scienze fisico-chimiche all'idrologia
minerale, dalle scienze matematiche alle filosofiche con particolare riguardo
alla teoria degli atomi. Si spegne a Perugia lasciando la consorte
Berenice Rosini d'Arezzo, sua compagna di vita e tre figli tra cui due maschi e
una femmina. Il maggiore di questi Enrico diviene professore di fisica e
matematica, il secondo uomo di Chiesa mentre la figlia prende i voti
monastici. Gli avi La famiglia Purgotti ha origini veneziane, il bisavolo
Girolamo, farmacista, giunto ad Urbino ha facoltà di insegnare farmaceutica in
questa città, il nonno Sebastiano, nato a Fossombrone, consegue in Urbino il diploma di chirurgo, il padre Nicola è
stato farmacista in Cagli e sposò Rosa Morbidi. Grazie alle sue qualità di
studioso e alla sua modestia stringe amicizie illustri ed è nominato membro
onorario di trentadue accademie di scienze e di lettere tra
cui l'Accademia Nazionale dei Lincei, dei Georgofili di Firenze, la
Società di farmacia degli Stati sardi, l'Associazione farmaceutica lombarda e
la Società farmaceutica umbra della quale è stato anche presidente. Altre
onorificenze gli sono tributate dal Pontefice Pio IX, a cui il Purgotti dedica
il suo trattato di chimica, che lo onora di medaglia d'oro quale attestato di
stima e lo insignisce della croce dell'Ordine di San Silvestro. Il comune di
Perugia nel 1867 conia appositamente per lui una medaglia d'oro mentre il re
Vittorio Emanuele II lo nomina cavaliere dell'Ordine della Corona
d'Italia. Cagli, città natale di Sebastiano, il 14 ottobre 1880 celebra
solenni onoranze al suo benemerito cittadino dedicandogli una delle principali
vie del centro storico: così via Giuoco del Formaggio diviene l'odierna via
Purgotti. Nel Salone degli Stemmi del Palazzo Pubblico è stata posizionata una
lapide con l'effigie a rilievo del benemerito cittadino al quale pochi anni
prima era stato dedicato uno dei medaglioni dei cittadini illustri realizzati a
rilievo da Alessandro Venanzi nella balconata del secondo ordine del Teatro Comunale.
Nella lapide del Palazzo Pubblico in Cagli è dato leggere la seguente scritta
incisa: « A SEBASTIANO PURGOTTI DECRETÒ QUESTA MEMORIA LA PATRIA CHE
DAGLI SCRITTI E DALLE VIRTÙ DEL SOMMO SCIENZIATO EBBE TANTO LUSTRO ED ONORE
NATO IN CAGLI IL XXI LUGLIO MDCCLXXXXIX morì IN PERUGIA IL XXXI MARZO
MDXXXLXXIX » A Perugia, la città che lo aveva accolto, gli sono stati
tributati particolari onori e nel cimitero gli è stato eretto un monumento la
cui epigrafe recita: « QUI RIPOSA SEBASTIANO PURGOTTI INSIGNE CHIMICO E
MATEMATICO NOTO IN ITALIA E FUORI ESEMPIO RARO DI VIRTÙ DOMESTICHE E
CIVILI » Una corona d'alloro in metallo dorato donata dal comune di Cagli
è stabilmente collocata sopra il citato monumento funebre a perpetuo
omaggio. Opere scientifiche e letterarie Due articoli: inseriti nel Giornale
Scientifico Letterario di Perugia secondo trimester, Lettere ad un amico intorno
a vari filosofici argomenti, Riflessioni sulla teoria degli atomi, Trattato di
chimica applicato specialmente alla medicina e alla agricoltura Trattato
elementare di chimica applicata specialmente alla medicina Trattato elementare
di chimica applicata specialmente alla medicina e alla agricoltura Intorno
all'azione dell'acido solfo-idrico sul solfato di protossido di ferro
Osservazioni intorno a varie inesattezze che allignano nei moderni corsi di
matematica elementare Riflessioni di Sebastiano Purgotti sopra un opuscolo che
porta per titolo se si possa difendere, ed insegnare non come ipotesi, ma come
verissima, e come tesi la mobilita della terra, e la stabilita del sole da chi
ha fatta la professione di fede di Pio IV Elementi di aritmetica, algebra e
geometria Studi chimici sulle acque minerali di Valle Zangona. Del professore
Sebastiano Purgotti, del chimico-farmacista Pio Mazzolini, seguiti da una
lettera intorno agli usi ed effetti delle medesime del dottore Antonio Federici
Riflessioni sulla teoria degli atomi Chimica Analisi delle acque minerali di S.
Gemini eseguita da Sebastiano Purgotti professore di chimica nell'universita di
Perugia Aritmetica e algebra Chimica organica: seguita da un saggio di
filosofia chimica Geometria Per la morte di Canali: rettore della Pontificia
Universita di Perugia e pubblico bibliotecario. Due funebri orazioni seguite
dalla sua biografia Problemi tratti dagli elementi di Aritmetica, Algebra e
Geometria Nozioni elementari ragionate del calcolo aritmetico ad uso dei
giovanetti. Compilate per dimande e risposte da Sebastiano Purgotti Pensieri
intorno al primitivo insegnamento della scienza delle quantità Chimica
inorganica Metalli delle terre aride e metalli propriamente detti Elementi di
aritmetica ragionata ad uso dei giovanetti Elementi di aritmetica, algebra e
geometria Analisi delle acque minerali di S. Gemini eseguita da Purgotti
Lettere filosofiche: principalmente riguardanti l'elementare insegnamento delle
scienze esatte Chimica inorganica. Metalloidi Compendio di nozioni
farmaceutiche di Sebastiano Purgotti ad uso degli studenti medicina e farmacia,
ossia, Esposizione delle avvertenze teorico-pratiche le più interessanti per
ben preparare, conservare ed apprestare i farmaci Sul fluido biotico e le sue
influenze nei moti delle tavole e dei pendoli indovini e nel magnetismo animale
e nelle manifestazioni spiritualiste. Discorso del professore Sebastiano
Purgotti da lui letto in latino. Nozioni elementari intorno all'algorismo sui
numeri interi estratte dal trattato di aritmetica ragionata Chimica inorganica.
Metalli “Lettere filosofiche.” Principalmente risguardanti l'elementare
insegnamento delle scienze Chimica organica e nozioni le più interessanti di
chimica agraria e filosofia Studi chimici di Sebastiano Purgotti sulle
sorgive minerali del distretto di Civita Ducale presso il Velino nel secondo
Abruzzo Ulteriore Sull'acqua salino-ferruginosa di Giano. Chimiche ricerche
Elementi di algebra Elementi di aritmetica Elementi di geometria Elogio funebre
del professore Lorenzo Massini. Letto nelle esequie nella chiesa dell'Universita,
“I segreti dell'arte di comunicare le idee negli elementi delle scienze esatte
ed i difetti che anche attualmente vi sono coperti dal falso manto della
matematica evidenza svelati dalla filosofica investigazione. Studi Esercizi aritmetici.
In addizione alla quarta edizione della sua aritmetica Idrologia minerale del
distretto di Civita Ducale nel secondo Abruzzo Ulteriore. Per gli studi di
Sebastiano Purgotti Studi chimici di Sebastiano Purgotti sulle sorgive minerali
del distretto di Civita Ducale presso il Velino nel secondo Abruzzo ulteriore
1859 Intorno ai fisici e ai metafisici del chiarissimo prof. Francesco
Puccinotti. Lettera al medesimo Idrologia narnese o rapporto degli studi
chimici sulle acque potabili e minerali di Narni del dottore Sebastiano
Purgotti fatti per cura dell'inclita giunta municipale della stessa città, Articolo
del ch. prof. Sebastiano Purgotti intorno alcuni scritti inediti di
Michelangelo Poggioli pubblicati per cura del figlio avv. Giuseppe Delle acque
minerali di San Galgano di Perugia. Memorie istoriche per il conte Gio.
Battista Rossi-Scotti. Seguite dai relativi studi analitici da Sebastiano
Purgotti Intorno alla nutrizione. Frammenti tratti dalla chimica animale Sulle
sorgenti acidule-ferro-manganesiache di Monte Castello Vibio. Studi chimici di
Sebastiano ed Enrico Purgotti, seguiti da una relazione intorno alle loro virtù
medicamentose di Antonio Melloni Intorno all'articolo dei corpi organici
naturali inserito nell'Apologenico. Osservazioni di Sebastiano Purgotti Intorno
alle opinioni dello Schoenbein relative alle azioni catalitiche Le forze.
Allocuzione per l'inaugurazione degli studi nella Libera Universita di Perugia
nell'anno scolastico Intorno agli esami liceali. Vaganti idee Delucidazioni
intorno alla sua allocuzione "Le forze" Euclide e la logica naturale.
Riflessioni Compendio di nozioni farmaceutiche Compendio di nozioni
farmaceutiche, ossia Raccolta di cognizioni teorico-pratiche per ben preparare,
conservare ed apprestare i farmaci, le quali sono utili al medico, e
indispensabili al farmacista, di Sebastiano Purgotti. A queste fa seguito un
trattatello sull'arte di ben scrivere le ricette si nel latino idioma usando
pesi antichi, che nell'idioma italiano usando i pesi metrici moderni Intorno ai
saggi idrotimetrici delle acque potabili. Nota di Sebastiano Purgotti;
Sull'esame critico della sua prolusione. Le forze. Osservazioni di Sebastiano
Purgotti Sulla necessità di escludere lo studio della geometria dai pubblici
ginnasi e l'Euclide dai licei. Nota Intorno alle odierne difese degli antichi
errori nell'insegnamento delle matematiche. Cicaloate polemiche di Sebastiano
Purgotti Lettera di SPurgotti al chiarissimo Prof. J. W. Wilson intorno a
quistioni relative a questa scienza Rilievi di Sebastiano Purgotti intorno ad
alcune critiche osservazioni sull'ultimo opuscolo risguardante la combustione
Cenni di Sebastiano Purgotti intorno alla conformità delle sue opinioni con la
lettera scritta al rettore dell'universita di Lilla per ordine di Pio IX
Riflessioni di Sebastiano Purgotti intorno al discorso Cosa e la fisiologia.
Prolusione del prof. Alessandro Herzen letta nell'Istituto superiore di Firenze
Uno scherzo scientifico. Dato da Sebastiano Purgotti F. Magni, S. da Campagnola e L. Severi,
Sebastiano Purgotti e i suoi tempi Cagli, A. Tarducci, Dizionarietto biografico
cagliese. Cenni storici su 360 cittadini cagliesi, Cagli, Enrico Purgotti Sebastiano Purgotti, in TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
QUARTA (Leverano). Filosofo. Essential Italian
philosopher. Filosofo dell'utopia fu uno dei maggiori studiosi di Moro, sul
quale scrisse “Una re-interpretazione dell'utopia.” Docente a Salento, fu uno
studioso di Platone sul quale scrisse L'utopia platonica: Il progetto politico
di un grande filosofo. Fu tra i fondatori del Centro interdipartimentale di
ricerca sull'utopia Opere Tommaso
MoroUna reinterpretazione dell'utopia,
Edizioni Dedalo, Thomas More, ECP L'utopia platonicaIl progetto politico di
un grande filosofo, Edizioni Dedalo, Globalizzazione,
giustizia, solidarietà, Edizioni Dedalo,
Una nuova etica per l'ambiente, Edizioni Dedalo, “ Homo utopicusLa dimensione
storico-antropologica dell'"utopia.” Edizioni Dedalo, Lutto nell’Università del Salento: scomparso Quarta,
in TR News. Lutto per la cultura, è morto Quarta, filosofo dell'utopia. Centro
interdipartimentale di ricerca sull'utopia, su unisalento. Grice: “Strictly,
utopia is no-where, or erehwon if you must!” Luigi Speranza, “As in Lennon,
“He’s a real nowhere man!” --. Gilbert and Sullivan, “Utopia, Ltd.”
QUATTROMANI. (Cosenza). Filosofo. Essential Italian
philosopher. Nacque da Bartolo ed Elisabetta d'Aquino,
lontana parente diTelesio. Cresciuto in un ambiente strettamente collegato alla
cultura e alla nobiltà cosentina, viene educato alle idee religiose valdesiane
del suo maestro Fascitelli. Come si desume dal suo epistolario, si
trasferisce a Roma. Qui frequenta la Biblioteca Apostolica Vaticana e ha modo
di intessere relazioni con diversi esponenti del panorama intellettuale e
culturale romano. I suoi primi studi riguardarono il Canzoniere di Petrarca,
con particolare riferimento alle sue fonti. Dopo un breve soggiorno a
Napoli, torna a Cosenza. Da qui scrive a Berardino Rota, per suggerirgli alcune
correzioni alla seconda edizione accresciuta delle sue Rime. Effettua una serie
di spostamenti tra la sua città natale e Roma. Il periodo è contrassegnato da
alcune sue epistole, a carattere storico-letterario, con corrispondenti, quali
Ardoino, Ferrari e Aragona. Risiede a Napoli. Rientrato a Cosenza scrive
a Cavalcanti, che sarà con lui consulente della Congregazione dell'Indice,
e assume la direzione della Accademia
cosentina, cui Quattromani diede nuovo impulso, sia dal punto di vista
squisitamente letterario, sia incentivando l'attenzione per gli studi
filosofici. A Napoli pubblica La philosophia di Telesio, che dedica a Carafa
e le rime dedicate a Bernaudo. Rimonta, invece, la sua traduzione de Le
historie del Cantalicio, nelle quali il nome è celato dietro lo pseudonimo di
«Incognito Academico Cosentino». Il suo ultimo periodo di vita lo trascorre
a Cosenza, dove muore. Opere: Manoscritti Città del Vaticano, B.A.V., Reg. Lat.
cart., misc., sec. XVI ex.-XVII, cc. 423, mm. 185x130. Contiene i seguenti
scritti di Sertorio Quattromani: Sonetto di Ms. della Casa esposto dal
Sr. Sertorio Quattromani Achademico Cosentino cc. 9r-12v, Oratione di Marco
Catone tradotta dal medesimo S.rio Q.ni cc. 236v-237v, Giuditio di S. Q. sopra
alcune stanze di Torquato Tasso Città del Vaticano, B.A.V., Reg. Lat. Contiene
i seguenti scritti di Sertorio Quattromani, Commento a tre sonetti del Casa cc. 22v-23v,
Lettera ad Annibal Caro cc. 23v-24r, Lettera a Francesco Mauro c. 24r, Lettera
al S. Principe della Scalea, Lettera a
G.B. Ardoino cc. 28v-29r, Lettera a Vincenzo Bombino c. 29r-v, Lettera a F.A.
d'Amico c. 30r-v, Lettera a Fabrizio Marotta, Oratione di Marco Catone, Lettera
a Gio. Maria Bernaudo, Lettera a G.V.
Egidio cc. 52r-54r, Lettera a Vincenzo Bilotta cc. 140r-144v, Parallelo tra il
Petrarca et il Casa del Q.ni cc. 147r-157v, Delle metafore cc. 220r-223r, Parallelo
tra il Petrarca et il Casa Poetica di Orazio tradotta da Quattromani (in
prosa), Sentimento del Q.ni della Poet.ca d'Orat. La Poetica d'Orat.o
volgarizzata da Sartorio Q.ni (in versi) cc. 320r-324r, Oratione di Marco
Catone, A Torquato Tasso Il Monta.no Acc.co Cose.no cc. 332r-344v, Delle
metafore cc. 426v-427r, Lettera ad Horatio Pellegrino cc. 427r-428r, Lettera a
Teseo Sambiase Lettera alla Duchessa, Lettera
a Teseo Sambiase, Lettera a Teseo Sambiase cc. 431v-433r, Lettera a Teseo
Sambiase cc. 433v-434v, Lettera a Teseo Sambiase Città del Vaticano, B.A.V.,
Reg. Lat. , parte I, misc., sec. XVI, diversi formati. Contiene: c. 231r,
Autografo della Lettera al Cardinale Guglielmo Sirleto, Cosenza, Biblioteca
Civica, ms. 7, cart., sec. XVII ex.-XVIII in., cc. 3r-76v, mm. 265x190; ex
libris: “Bibliothecae Marchionis D. Matthaei de Sarno”: Contiene: Istoria
della Città di Cosenza | Di Sertorio Quattromani (ora in prima edizione
moderna, Michele Orlando, tesi di dottorato di ricerca in Italianistica, Bari. Cosenza,
Biblioteca privata della Famiglia De Bonis, Contiene: Copia | delle | Lettere
Originali | Del Sigr. Sertorio Quattromani | dirette Al Sig.r Giovanni Maria
Bernaudo | da una raccolta | (cucite in fascicolo) | Favoritami dal Sigr.
Frascritto Bombini | Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Fondo Palatino
cart., sec. XVI ex., cc. 71, mm. 205x150; ex libris: “Vincentii Mariae Karaphae”:
Contiene: Luoghi difficili del Bembo Napoli, Biblioteca Nazionale, XIII E
50, cart., misc., diversi formati. Manuscripta autographaSummontis et aliorum
aetate eius clariorum431: Contiene: c. 29r, Autografo della Lettera a S.
Reski, Roma, Biblioteca Angelica, GG 3 35/2, cart., sec. XVI, cc. 25; rilegato
con Gab. Barrii Francicani De Antiquitate et situ Calabriae libri quinque,
Romae, Apud Iosephum de Angelis, 1571: Contiene: cc. 1r-24r, Annotationes
D.ni Sertorii Quattrimani in Barrium Stampe LA | PHILOSOPHIA | DI BERARDINO |
TELESIO | Ristretta in | brevità, |Et scritta in lingua Toscana dal | Montano
Academico | Cosentino. | Alla Eccellenza del Sig. Duca | di Nocera. | Con
Licenza de' Superiori. Marchio ed. | In Napoli | Appresso Gioseppe Cacchi. AL
ILUSTRE | S. Gioan Maria Bernaudo, in a a LE RIME | Del Sig. Gio. Batt. Ardoino
| Academico Cosentino | In morte della Signora Isabella | Quattromani sua
moglie | Con Licenza de' Superiori. | Marchio ed. | in Napoli | Appresso
Gioseppe Cacchi. LE HISTORIE | DE MONSIG. | GIO. BATTISTA | CANTALICIO |
VESCOVO DI CIVITA DI PENNA, ET D'ATRI | DELLE GVERRE FATTE IN ITAlia da Consaluo
Ferrando di Aylar, di Cordoua, detto il gran Capitano TRADOTTE IN LINGUA
TOSCANA dall'Incognito Academico Cosentino: | A RICHIESTA DI GIO. MARIA
BERNAVDO. | IN COSENZA. | Per Luigi Castellano. 1595 LE HISTORIE | DE MONSIGNOR
| GIO. BATTISTA CANTALICIO, VESCOVO DI | Ciuita di Penna et d'Atri. | DELLE
GUERRE FATTE IN ITALIA DA CONSALUO FERRANDO DE AYLAR, DI COR- | DOUA, DETTO IL
GRAN CAPITANO | TRADOTTE IN LINGUA TOSCA- | na dall'Incognito Academico
Cosentino. | A richiesta di Gio. Maria Bernaudo. Nuouamente corretta, et
ristampata, | IN COSENZA | Per Leonardo Angrisano, e Luigi Castellano, ad
istanza di Enrico Bacco, libraro in Napoli. 1597 (postumo) LE HISTORIE | DI
MONSIG. | GIO. BATTISTA | CANTALICIO, VESCOVO D'ATRI, ET CIVITA DI PENNA, DELLE GUERRE FATTE IN ITALIA DA CONSALVO |
Ferrando di Aylar, di Cordoua, detto il gran Capitano, | Tradotte in lingua
Toscana dal Signor Sertorio Quattromani, detto l'Incognito Academico Cosentino.
| A RICHIESTA DEL SIG. GIO. MARIA BERNAUDO. | IN NAPOLI, Apresso Gio Giacomo
Carlino. 1607. | Ad istanza di Henrico Bacco, alla Libraria dell'Alicorno RIME
| DI MONS. GIO. DELLA CASA. Fregio In Napoli, Appresso Lazaro Scoriggio.LETTERE
| DI SERTORIO | QUATTROMANI | DIVISE IN DUE LIBRI. Et la tradottione del Quarto
dell'Eneide di Virgilio | del medesimo Auttore. | All'Illustrissimo, &
Eccellentissimo Signor | MARCHESE DELLA VALLE, & c. | Stemma | In Napoli,
Per Lazzaro Scoriggio. 1624 Il IV libro di Vergilio in verso Toscano. |
Trattato della Metafora. | Parafrasi Toscana della Poetica di Orazio. Traduzione
della medesima Poetica in verso | Toscano. Alcune annotazioni sopra di essa. |
Alcune poesie Toscane, e Latine Fregio In Napol Nella Stamperia di Felice Mosca
| Con Licenza de' Superiori.Gabrielis Barrii Francicani: De Antiquitate et situ
Calabriae libri quinque, nunc primum ex authographo restitutos ac per capita
distributi. Prolegomena, Additiones, et Notae. Quibus accesserunt
animadversiones Sertorii Quattrimani patricii consentini, Romae, ex Typographia
S. Michaelis ad Ripam Sumptibus Hieronymi Mainardi Superiorum permissu. Scritti
vari, editi per la prima volta in Napoli nel MDCCXIV da Matteo Egizio ed ora
riveduti, riordinati e ripubblicati in più nitida edizione da Luigi Stocchi,
Castrovillari, Dalla Tipografia del Calabrese, A questo proposito, in
un'articolata lettera inviata, da Roma a Cosenza, Quattromani illustrò a Marcello Ferrao le
ragioni per cui l'opera del Petrarca meritava la sua attenzione, e la ricerca
che stava compiendo sui poeti provenzali, riferendo che di ciò aveva già
parlato con Paolo Manuzio. Edizione
veneziana di Giolito de' Ferrari Stessa
cosa si verificherà per la seconda edizione del 1597, mentre soltanto postumo,
nell'edizione napoletana del 1607, comparirà il nome di Quattromani quale
traduttore. Luigi Accattatis, Le
biografie degli uomini illustri delle Calabrie, Cosenza Andreotti D., Storia
dei cosentini (Napoli S. Di Bella, Cosenza Biografia degli uomini illustri del
Regno di Napoli, redatta da G. Terracina, Napoli, Nicola Gervasi, A. Borrelli,
“Scienza” e “scienza della letteratura” in S. Quattromani, in Bernardino
Telesio e la cultura napoletana, R. Sirri e M. Torrini, Napoli L. Borsetto, La
“Poetica d'Horatio” tradotta. Contributo alla studio della ricezione oraziana
tra Rinascimento e Barocco, in Orazio e la letteratura italiana, Roma Eadem,
Quattromani Sertorio, in Enciclopedia oraziana, Eadem, “Pulzelle” e “Femine di
mondo”. L'epistolario postumo di S. Quattromani, in Alla lettera. Teorie e
pratiche epistolari dai Greci al Novecento, A. Chemello, Milano Capacius I.C.,
Illustrium mulierum et illustrium litteris virorum Elogia, Neapoli, I.I. Carlinus
& C. Vitale, Chioccarello B., De illustribus scriptoribus Regni NeapolitaniCornacchioli
T., Nobili, borghesi e intellettuali nella Cosenza del Quattrocento, Cosenza Cozzetto
F., Aspetti della vita e inventano della biblioteca di S. Quattromani
attraverso un documento cosentino del Seicento, in «Periferia», Crupi P.,
Storia della letteratura calabrese. Autori e Testi, II, Cosenza De Franco L., Filosofia e scienza in Calabria
nei secoli XV e XVII, Cosenza, De Franco
L., La biblioteca di un letterato del tardo Rinascimento: S. Quattromani, in
«Annali dell'Istituto Universitario Orientale», De Frede C., I libri di un
letterato calabrese del Cinquecento (S. Quattromani, Napoli De Frede C., Un
letterato del tardo Cinquecento e i suoi libri (S. Quattromani,-in «Atti
dell'Accademia Pontaniana», Debenedetti S., Gli studi provenzali in Italia nel
Cinquecento, Torino Matteo Egizio, Di
Sertorio Quattromani Gentiluomo, & Accademico Cosentino, Napoli (rist. in
S. Quattromani, Scritti vari, editi per la prima volta in Napoli da Matteo
Egizio ed ora riveduti, riordinati e ripubblicati in più nitida edizione da
Luigi Stocchi, Dalla Tipografia del Calabrese, Castrovillari Filice E.E.,
Sertorio Quattromani. Accademico cosentino, Cosenza Fratta A., Il “Ristretto” di S. Quattromani
nell'ambito delle traduzioni scientifico-filosofiche del secondo Cinquecento,
in Bernardino Telesio e la cultura napoletana, R. Sirri e M. Torrini, Napoli Gorni
G., Un commento inedito alle “Rime” del Bembo da attribuire a S. Quattromani,
in «Schifanoia. Notizie dell'Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara», Lattari
F., Nuove notizie su S. Quattromani, in Stocchi, Lombardi A., Discorsi
accademici, Cosenza Lupi W. F., Telesio, Della Casa e Quattromani, in «Quaderni
del ‘Rendano'», I S. Quattromani interprete di Tasso, in Torquato Tasso
quattrocento anni dopo, A. Daniele e F.W. Lupi, Soveria Mannelli Mango F., Gli amori del Quattromani, in Note letterarie,
Palermo Meliadò R., Sertorio Quattromani, Reggio CalabriaMoscati R.,
Quattromani, Sertorio, in «Enciclopedia Italiana», Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Roma Napolillo V., La poetessa
Lucrezia della Valle e il disegno culturale di S. Quattromani, in «Calabria
Letteraria»,Fabrizio della Valle nelle lettere e nel profilo storico del
Quattromani, in «Calabria Letteraria», Aulo Giano Parrasio e l'Accademia
Cosentina, in «Atti dell'Accademia Cosentina», Protetty A., La critica e le lettere di S.
Quattromani, Catanzaro Quattromani S., Scritti, F. Walter Lupi, Rende Spiriti
S., Memorie degli scrittori cosentini, Muzi, Napoli (ora in rist. anast.,
Bologna Tancredi G., Sertorio Quattromani (umanista e critico). Appunti per una
monografia, Siracusa Toppi N., Biblioteca napoletana et apparato a gli huomini
illustri in lettere di Napoli e del Regno [...], Napoli Troilo E., Sertorio
Quattromani, introduzione a Montano Accademico Cosentino (S. Quattromani), La filosofia
di B. Telesio, Bari Zangari D., Di un manoscritto inedito di S. Quattromani e
delle sue relazioni col Tasso, in «La Cultura Calabrese», Zavarrone A., Bibliotheca calabra, Neapoli, J.
de Simone (rist. anast., Bologna Accademia Cosentina. Sertorio Quattromani, su
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Sertorio Quattromani, in Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere su openMLOL, Horizons Unlimited
srl. Una incisione su tropeamagazine.
QUINTO.
(Pieve di Cadore). Filosofo. Essential
Italian philosopher. Diplomatosi al liceo di Conegliano,
si iscrisse a Milano, dove conseguì la laurea e il dottorato di ricerca in Filosofia, avendo
in entrambi i casi come relatore Pupi. Proseguì la sua formazione con soggiorni
di studio a Monaco di iera e Copenaghen (Institut du Moyen Âge Grec et Latin) e
presso l'Università Cattolica di Lovanio e l'Università Cattolica di
Louvain-la-Neuve. Vinto il concorso ordinario come insegnante di Italiano, Storia
ed Educazione civica, Geografia nella scuola media inferiore, dal 1995 al 1998
fu preside della Scuola Italiana di Winterthur (Svizzera). Nel 1998 prese
servizio come ricercatore di Storia della Filosofia presso la Facoltà di
Scienze della Formazione dell'Padova, dove nel 2006 diventò professore
associato nel medesimo ambito. Interruppe l'insegnamento universitario nel per motivi di salute. Fu membro del Centro
Interdipartimentale per Ricerche di Filosofia Medievale “Carlo Giacon”
dell'Padova, ora CIRFIM, che diresse, e del consiglio di presidenza (Vorstand)
dell'Internationale Gesellschaft für Theologische Mediävistik (IGTM), per la
quale svolse i compiti di Publications Manager. Direttore responsabile di
Medioevo. Rivista di Storia della Filosofia medievale (Padova) e co-editor di
Medieval Sermon Studies (Leeds), Quinto fece inoltre parte del comitato di
redazione di Archa Verbi. Yearbook for the Study of Medieval Theology e della
collana “Sermo”. Studies on Patristic, Medieval, and Reformation Sermons and
Preaching (Turnhout). L'ambito principale delle ricerche di Quinto,
contrassegnate dall'adozione di un rigoroso metodo filologico, è costituito
dalla letteratura teologica latina protoscolastica (tardo XII secoloprimo XIII
secolo) e specialmente dall'opera teologica di Stefano Langton. Quinto inoltre
studiò la storia del concetto di “scolastica”, dalle origini sino al XVIII
secolo. Opere principali «“Timor” e “timiditas”. Note di lessicografia
tomista», Rivista di Filosofia neo-scolastica «Latino patristico e latino scolastico. Dalla
comprensione della lingua all'interpretazione del pensiero», Rivista di
Filosofia Neo-Scolastica «Un testo
inedito di Stefano Langton sui quattro sensi della Scrittura (ms. Venezia,
Archivio di S. Maria della Fava, 43)», in Contributi al corso di storia della
filosofia, Milano: Pubblicazioni dell'I.S.U.Università Cattolica, «Stefano
Langton e i quattro sensi della Scrittura», Medioevo, Formulazioni scolastiche
della tradizione nell'opera di Stefano Langton dissertazione per l'ottenimento
del titolo di dottore della ricerca in filosofia, discussa presso il Ministero
della Ricerca Scientifica e Tecnologica (Roma, «Il “timor reverentialis” nella lingua della
scolastica», Archivum Latinitatis Medii Aevi «Die “Quaestiones” des Stephan Langton über
die Gottesfurcht (Eingeleitet und herausgegeben von R.Q.)», Cahiers de
l'Institut du Moyen Âge Grec et Latin «Un Data-Base per le Quaestiones medievali: Il
catalogo delle “Quaestiones theologiae” di Stefano Langton», Studi medievali, “Doctor Nominatissimus”. Langton e la tradizione delle sue opere,
Münster: Aschendorff, 1994 (Beiträge zur Geschichte der Philosophie und der
Theologie des Mittelalters. Neue Folge, 39) «Per la storia del trattato
tomistico “de passionibus animi”. Il “timor” nella letteratura teologica fra il
1200 e il 1230ca», in E. ManningThomistica, Leuven: Peeters, «The Influence of Stephen Langton on the Idea
of the Preacher in Humbert of Romans “De eruditione praedicatorum” and Hugh of
St.-Cher's “Postille” on the Scriptures», in K. Emery, Jr.J. WawrikowChrist
among the Medieval Dominicans: Representations of Christ in the Texts and
Images of the Order of the Preachers, Notre Dame [Ind.]: The University of
Notre Dame Press, «Hugh of St.-Cher's
Use of Stephen Langton», in S. EbbesenR. L. FriedmanMedieval Analyses in
Language and Cognition. Acts of the Symposium ‘The Copenhagen School of Medieval
Philosophy, Copenhagen: The Royal Danish Academy of Sciences and Letters, 1999
(Historisk-filosofiske Meddelelser), «Le “scholae” del medioevo come comunità
di sapienti», Studi Medievali, I “Scholastica”. Storia di un concetto, Padova:
Il Poligrafo (Subsidia Mediaevalia Patavina, 2) «“Lectio, disputatio,
praedicatio”: la triade dell'esercizio scolastico secondo Aquino», Bollettino
della Società Filosofica Italiana «Le
Commentaire des Sentences d'Hugues de St.-Cher et la littérature théologique de
son temps», in L.-J. Bataillon OPG. DahanP.-M. Gy OP (éd.), Hugues de
Saint-Cher bibliste et théologien, Turnhout: Brepols, «Stephen Langton:
Theology and Literature of the Pastoral Care», in B.-M. Tock (éd.), “In
principio erat uerbum”. Mélanges offerts en hommage à Paul Tombeur par des
anciens étudiants à l'occasion de son émeritat, Turnhout: F.I.d.E.M.Brepols,(Textes
et Etudes du Moyen-Age, «La teologia dei maestri secolari di Parigi e la
primitiva scuola domenicana», in G. BertuzziL'origine dell'Ordine dei Predicatori
e l'Bologna, Bologna: Edizioni Studio Domenicano (Philosophia, 32) = Divus
Thomas 4Manoscritti medievali nella Biblioteca dei Redentoristi di Venezia (S.
Maria della Consolazione, detta “Della Fava”). Catalogo dei manoscritti.
Catalogo dei sermoniIdentificazione dei codici dell'antica biblioteca del
convento domenicano dei SS. Giovanni e Paolo di Venezia, con una prefazione di
L.-J. Bataillon, Padova: Il Poligrafo, 2006 (Subsidia Mediaevalia Patavina, 9)
«Teologia dei maestri secolari e predicazione mendicante: Pietro Cantore e la
“Miscellanea del codice del tesoro”», Il Santo. Rivista francescana di Storia Dottrina
Arte «Peter the Chanter and the
“Miscellanea del Codice del Tesoro” (Etymology as a Way for Constructing a
Sermon)», in R. AnderssonConstructing the Medieval Sermon, Turnhout: Brepols,
(Sermo, «Dalla discussione in aula alla
“Summa quaestionum theologiae” di Stefano Langton: Testi sul timore di Dio dal
ms. Paris, BnF, lat. 14526 ed Erlangen, Universitätsbibliothek-Hauptbibliothek,
260», Rivista di Storia della Filosofia «“Teologia allegorica” e “teologia scolastica”
in alcuni commenti all'“Historia scholastica” di Pietro Comestore», Archa
Verbi. Yearbook for the Study of Medieval Theology L.-J. Bataillon †N. BériouG. DahanR. Quinto (éd.),
Étienne Langton, prédicateur, bibliste, théologien. Actes du Colloque
International, Paris, Turnhout: Brepols,
(Bibliothèque d'Histoire Culturelle du Moyen Age, 9) Stephen Langton,
Quaestiones Theologiae, Liber I, ed. by R. QuintoM. Bieniak, Oxford: Oxford
University Press, (Auctores Britannici
Medii Aevi) Giovanni Catapano, «In
memoriam Riccardo Quinto», Bulletin de Philosophie médiévale Massimiliano
d'Alessandro, report of «Breves dies hominis. Giornata internazionale di studio
in memoria Padova, 4 novembre », Archa
VerbiDonato Gallo, report of «Breves dies hominis. Giornata internazionale di
studio in memoria di Riccardo Quinto, Padova, 4 novembre », Quaderni per la Storia
dell'Padova Gregorio Piaia, «Riccardo Quinto: in memoriam», Medioevo. Rivista
di storia della filosofia medievale Caterina Tarlazzi, report of «Breves dies
hominis. Giornata internazionale di studio in memoria Padova, 4 novembre »,
Bulletin de Philosophie médiévale Scolastica (filosofia) Stephen Langton scientifica e Curriculum Vitae di Riccardo
Quinto, su academia.edu. Giovanni Catapano, Catalogo del Fondo archivistico “Riccardo
Quinto.”
RAIMONDI (Napoli), filosofo.
Figlio del cremonese Alessandro. Viaggiò molto in Oriente acquisendo
un'approfondita conoscenza dell'arabo, dell'armeno, del siriaco e dell'ebraico.
Nominato professore di matematica al Collegio della Sapienza di Roma, contribuì alla rinascita del platonismo contro
l'aristotelismo, che dominava la vita intellettuale dell'epoca. Tradusse
in latino diversi trattati di matematica: i Data di Euclide (dal greco), Le
coniche di Apollonio di Perga (da una versione araba). Fu autore di molti
commentari, specialmente su alcuni libri della Synagoge, nota anche come
Collectiones mathematicae, di Pappo di Alessandria e sui trattati di Archimede.
Fu membro dell'accademia fondata da Cinzio Passeri Aldobrandini, nipote di papa
Clemente VIII da parte della sorella, Giulia Aldobrandini. Raimondi è
celebre soprattutto per essere stato il primo direttore scientifico della «Stamperia
orientale medicea» (o Typographia Medicea linguarum externarum), fondata a Roma
dal cardinale Ferdinando de' Medici. L'attività principale svolta dalla
Stamperia fu, con l'appoggio di Papa Gregorio XIII, la pubblicazione di libri
nelle diverse lingue orientali per favorire la diffusione delle missioni
cattoliche in Oriente. Raimondi formò un gruppo di ricerca costituito da
Giovanni Battista Vecchietti, inviato
pontificio ad Alessandria d'Egitto e in Persia, dal fratello Gerolamo, da Paulo
Orsino di Costantinopoli, neofita ebreo convertito, e dal frate domenicano
Tommaso da Terracina. In un periodo in cui la Santa Sede intratteneva buone
relazioni diplomatiche con la dinastia Safavide, al potere in Persia essi riuscirono a recuperare diversi
manoscritti della Bibbia in lingue orientali. Furono portati a Roma più di una
ventina di testi biblici ebraici e giudeo-persiani, tra cui i libri del
Pentateuco, tra i pochi sopravvissuti ai giorni nostri. La tipografia fu
trasferita a Firenze, in conseguenza dell'elezione di Ferdinando a Granduca di
Toscana. Ffu avviata la stampa delle opere. Furono pubblicate dapprima una
Grammatica ebraica e una Grammatica caldea. Seguirono: due edizioni bilingui
(arabo-latino) dei Vangeli, di cui furono tirate tremila copie; un compendio
del Libro di Ruggero di al-Idrisi; Il
canone della medicina di Avicenna. Ill Granduca vendette la Stamperia a
Raimondi, il quale a sua volta la cedette al figlio di Ferdinando, Cosimo II,
salito al trono. La Stamperia chiuse poiché la realizzazione di volumi nelle
lingue orientali non si era rivelata economicamente conveniente. Uno degli
ultimi libri pubblicati fu una grammatica araba intitolata Liber Tasriphi,
specificamente dedicata alle coniugazioni dei verbi. Il grande progetto di
Raimondi, che egli peraltro non riuscì a realizzare, fu quello di pubblicare
una Bibbia poliglotta comprendente le sei lingue principali del cristianesimo
orientale: siriaco, armeno, copto, ge'ez, arabo e persiano. Oggi i
manoscritti appartenuti alla Stamperia orientale medicea sono disseminati in
diverse istituzioni: la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, la
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la Biblioteca apostolica vaticana, la
Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, la Biblioteca nazionale
Marciana di Venezia e la Biblioteca nazionale di Francia a Parigi.
Note Giovanni Battista Vecchietti, su iliesi.cnr. 26710/.
L'editoria del Principe, ovvero la stampa ufficiale delle istituzioni laiche e
religiose, su docplayer. 4 dicembre .
Per la dedicazione al re Ruggero II di Sicilia. Tipografia Medicea Orientale, su
thesaurus.cerl.org. Persian manuscripts,
su iranicaonline.org. 26/10/. A. M.
Piemontese, La «Grammatica persiana» di G. B. Raimondi, in Rivista degli studi
orientali, K. El Bibas, La Stamperia
medicea orientale, in , Un Maestro insolito, Scritti per Franco Cardini, Firenze,
Vallecchi, Mario Casari, Giambattista
Raimondi, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. ʻAbd-al-Wahhāb Ibn-Ibrāhīm az-
Zanǧānī, Liber Tasriphi compositio est Senis Alemami: Traditur in eo
compendiosa notitia coniugationum verbi Arabici, Romae, Medicae, Biblioteca
Nazionale Centrale di Firenze, manoscritti persiani di Giovan Battista Raimondi.
RAIO.
(Napoli). Filosofo. filosofo. professore
di filosofia teoretica presso l'Università degli Studi di Napoli
"L'Orientale". Si è occupato in particolare dell'ermeneutica e della
filosofia diCassirer di cui ha tradotto diverse opere in italiano. Raio fa parte del comitato di redazione della
rivista «Studi Filosofici» e ha fondato la rivista internazionale «Cassirer
Studies», entrambe pubblicate dalla casa editrice Bibliopolis. Inoltre è
codirettore della collana di studi «Bachelardiana» edita da Il melangolo. Ha scritto le introduzioni «Antinomia e
allegoria» e «Il carattere di chiave», contenute nel volume «Tutti i romanzi e
i racconti» di Franz Kafka edito da Newton Compton, per il quale ha anche
tradotto la maggior parte dei racconti.
Opere: “Ermeneutica e teoria del simbolo” (Napoli, Liguori Editore); “Lezioni
su Kant di Felice Tocco: Studio ed edizione” (Napoli, Liguori Editore); “Introduzione
a Cassirer” (Roma-Bari, Laterza); “Simbolismo tedesco. Kant Cassirer Szondi,
Napoli, Bibliopolis, Ernst Cassirer, Conoscenza, concetto, cultura” (Firenze,
La Nuova Italia); Ernst Cassirer, Rousseau, Kant, Goethe” (Roma, Donzelli Editore)
“Ernst Cassirer, Metafisica delle forme simboliche” (Milano, Sansoni, L'io, il
tu e l'Es. Saggio sulla "Metafisica delle forme simboliche" di Ernst
Cassirer, Macerata, Quodlibet, Rivista "Studi filosofici". Cassirer Studies-Editor: Giulio Raio. Pagina docente presso l'Università degli
Studi di Napoli "L'Orientale", su docenti.unior.
RAULICA (Palermo). ssential Italian philosopher.
Grice: “Italian philosophers can be fun: there’s ventura, and there’s
Bonaventura, who was actually fidanza, i.e. fidence, as in confidence.” Ventura dei baroni di Raulica (Palermo), filosofo. Noto per il suo sostegno alla causa della Rivoluzione
siciliana. Figlio di Paolo Ventura, barone di Raulica, avvocato e consigliere
della Suprema Corte di Giustizia del Regno di Sicilia e di Caterina Platinelli,
Gioacchino Ventura fu avviato agli studi presso il Collegio Massimo dei Gesuiti
di Palermo, sua città natale. Dopo l'iniziale adesione alla Compagnia di Gesù
nel 1808, quando l'organizzazione gesuita fu soppressa in Sicilia nel 1817,
Ventura aderì ai teatini. Ordinato sacerdote, si distinse come apologeta,
scrittore e predicatore, soprattutto grazie alla sua "Orazione funebre di
Pio VII. La sua carriera da filosofo iniziò come esponente della corrente
controrivoluzionaria resa nota da autori come Félicité de Lamennais, Joseph de
Maistre e Louis de Bonald. Monumento
memoriale a Gioacchino Ventura, Basilica di Sant'Andrea della Valle, Roma. Da
Papa Leone XII fu nominato docente di diritto canonico all'Università "La
Sapienza", e nel 1830 fu eletto Superiore Generale dei Teatini. Dopo
questo incarico, Ventura intraprese l'attività di predicatore a Roma. La sua
eloquenza, sebbene a volte esagerata e prolissa, era veemente e diretta ed
ottenne grande fama. A Parigi, nonostante una conoscenza non perfetta della
lingua francese, Ventura riuscì quasi a rivaleggiare con il celebre predicatore
domenicano Jean-Baptiste Henri Lacordaire.
Con l'elezione di Papa Pio IX al soglio pontificio, Gioacchino Ventura
acquisì un ruolo politicamente prominente. Nel 1848, anno dei grandi moti
europei, egli sostenne la legittimità storica e giuridica della rivoluzione
siciliana, auspicando la rifondazione del Regno di Sicilia indipendente
all'interno di una confederazione italiana di Stati sovrani, e viene nominato
ministro plenipotenziario e rappresentante del governo siciliano a Roma. Nel frattempo la sua posizione a Roma divenne
delicata per via della proclamazione della Repubblica Romana (1849) e
dell'esilio di Pio IX. Ventura rifiutò l'offerta di un seggio all'Assemblea
Costituente, maoltre ad invocare la separazione tra potere temporale e
spiritualericonobbe la Repubblica Romana a nome del governo rivoluzionario di
Palermo. Dopo la resa della Repubblica, si trasferì in Francia, dove morì a
Versailles. Opere: La scuola de' miracoli: ovvero, Omilie sopra le principali
opere della potenza e della grazia di Gesù Cristo, figliuolo di Dio e Salvatore
del mondo Il tesoro nascosto: ovvero, Omilie sopra la passione del Nostro
Signor Gesù Cristo La Madre di Dio, madre degli uomini: ovvero, Spiegazione del
mistero della SS. Vergine a piè della croce Le bellezze della fede ne' misteri
dell' Epifania: ovvero, La felicità di credere in Gesù Cristo e di appartenere
alla vera chiesa I disegni della divina misericordia sopra le Americhe:
panegirico in onore del beato Martino de Porres, terziario professo dell'ordine
de' predicatori Il potere politico
cristiano: discorsi pronunciati lnella cappella imperiale delle Tuileries
Saggio sul potere pubblico, o Esposizione delle leggi naturali dell'ordine
sociale Dello spirito della rivoluzione e dei mezzi di farla terminare La
ragione filosofica e la ragione cattolica: ragionamenti predicati a Parigi
nell'anno. La tradizione e i semi-pelagiani della filosofia: ossia, Il
semi-razionalismo svelato Saggio sull'origine delle idee e sul fondamento della
certezza Della vera e della falsa filosofia Nuove omelie sulle donne del
Vangelo Corso di filosofia cristiana: ossia, Restaurazione cristiana della
filosofia Sopra una Camera di Pari nello stato pontificio: opinione La
Questione Sicula sciolta nel vero interesse della Sicilia, Napoli e dell'Italia
Memoria pel riconoscimento della Sicilia come stato sovrano ed indipendente
Menzogne diplomatiche, ovvero esame dei pretesi diritti che s'invocano del
gabinetto di Napoli nella Questione Sicula Discorso funebre pei morti di Vienna
la religione e la libertà Raccolta di elogi funebri e lettere necrologiche Gioacchino Ventura e il pensiero politico
d'ispirazione cristiana dell'Ottocento. Atti del seminario internazionale,
Erice, E. Guccione, Firenze. Andreu F.Gioacchino Ventura: Saggio Biografico,
"Regnum Dei", Bergamaschi G., Padre Gioacchino Ventura: fra
tradizionalismo e neotomismo, Milano, Cremona Casoli G., Un illustre siciliano:
il padre Gioacchino Ventura da Raulica, in "Rassegna Storica del
Risorgimento", Cultrera P., Della vita e delle opere del Rev. P.Gioacchino
Ventura: ex generale dell'ordine dei Teatini, Palermo, 1877 Giurintano C.,
Aspetti del pensiero politico di Gioacchino Ventura nel "De jure publico
ecclesiastico" in : Studi in
memoria di Gaetano Falzone, a cura del Comitato di Palermo dell'Istituto per la
Storia del Risorgimento Italiano, Palermo, Guccione E., Cattolici e democrazia.
Ventura, Murri, Sturzo e le critiche di Gobetti, Palermo-Sao-Paulo, Ila-Palma,
Guccione E., Gioacchino Ventura alle radici della democrazia cristiana,
Palermo, Guccione E., The Concept of "Revolution" in the Thought of
Gioacchino Ventura, in Selected Papers,
Consortium on Revolutionary Europe 1750-1850, Florida State University,
Guccione E., Un omaggio clandestino di Ventura a Lamennais, in "Nuova Antologia", luglio-settembre,
Pastori P., Gioacchino Ventura da Raulica e la rivoluzione napoletana in
"Rassegna Siciliana di Storia e Cultura", Sergio Romano, La vita e il
pensiero politico di padre Gioacchino Ventura, in Revue belge de philologie et
d'histoire, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Gioacchino Ventura, su BeWeb,
Conferenza Episcopale Italiana. Opere di
Gioacchino Ventura, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Gioacchino
Ventura, . Gioacchino Ventura, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton
Company. Biografia sul sito della
Regione Siciliana. Martinucci P., Padre Gioacchino Ventura di Raulica, Istituto Storico dell’Insorgenza e per
l’Identità Nazionale. Paolo Martinucci, Gioacchino Ventura di Raulica in
Cristianità. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza,
“Grice e Raulica” – The Swimming-Pool Library, Villa Spearnza, Liguria.
REALE. (Candia Lomellina). Filosofo. “Io ho infatti la ferma convinzione che, come
Reinach afferma, Platone sia il "più grande filosofo in assoluto"
comparso sulla terra, e che il compito di chi lo vuole comprendere e fare
comprendere agli altri, pur avvicinandosi sempre di più alla Verità, non può
mai avere fine” (Platone: alla ricerca della sapienza segreta). Frequentò il
liceo di Casale Monferrato per poi formarsi a Milano, laureandosi con Olgiati.
Successivamente, perfezionerà i suoi studi a Marburgo e a Monaco di iera.
Dopo un periodo di insegnamento nei licei e conseguita la libera docenza in
Storia della filosofia antica nel 1962, vinse una cattedra presso l'Università
degli Studi di Parma, ove terrà i corsi di Filosofia morale e di Storia della
filosofia. Quindi, nel 1972, passò all'Università Cattolica di Milano, nella
quale sarà a lungo Professore di Storia della filosofia antica (fino al 2002),
istituendovi e dirigendo il Centro di ricerche di Metafisica (luogo di
formazione della maggior parte dei suoi allievi). Dal 2005 insegnò alla nuova
Facoltà di Filosofia del San Raffaele di Milano, presso la quale intendeva fondare
un nuovo centro internazionale di studi e ricerche su Platone, e sulle radici
platoniche del pensiero e della civiltà occidentale. Morì il 15 ottobre ,
a 83 anni, nella sua casa di Luino. Il pensiero La sua tesi di fondo è la
seguente: la filosofia greca ha creato quelle categorie e quel peculiare modo
di pensare che hanno consentito la nascita e lo sviluppo della scienza e della
tecnica dell'Occidente. I suoi interessi scientifici spaziano lungo tutto
l'arco del pensiero antico pagano e cristiano, e i suoi contributi di maggior
rilievo hanno toccato via via Aristotele, Platone, Plotino, Socrate e Agostino.
Egli ha studiato ognuno di questi autori andando, in un certo senso,
'contro-corrente' e inaugurandone, secondo l'opinione di Cornelia de Vogel, una
lettura nuova. La rilettura che Reale ha dato di Aristotele contesta
l'interpretazione di Werner Jaeger, secondo il quale gli scritti aristotelici
seguirebbero positivisticamente un andamento storico-genetico che partirebbe
dalla teologia, passerebbe per la metafisica, per approdare infine alla
scienza; Reale ha sostenuto invece la fondamentale unità del pensiero
metafisico dello Stagirita. Ne La Filosofia antica, mette in evidenza
come il pensiero di Teofrasto si diffuse per l'aspetto scientifico con
un'ampiezza del tutto paragonabile a quella del maestro Aristotele, rivelando
però uno scarso spessore nella speculazione filosofica. Da Stratone in poi, ciò
provocò un ripiegamento della scuola peripatetica verso l'ambito della fisica e
delle scienze empiriche. Per quel che riguarda Platone, Reale, importando
in Italia gli studi della scuola platonica di Tubinga, ha messo in crisi
l'interpretazione romantica di Platone stesso, che risale a Friedrich
Schleiermacher, e ha voluto rivalutare il senso e la portata delle cosiddette
«dottrine non scritte», vale a dire gli insegnamenti che Platone ha tenuto solo
oralmente all'interno dell'Accademia e che conosciamo dalle testimonianze dei
discepoli; in questo senso, Platone risulterebbe essere il testimone e l'interprete
più geniale di quel peculiare momento della civiltà greca che passava dalla
cultura dell'oralità a quella della scrittura. Negli studi su Plotino, ha
contestato la tesi di fondo di Eduard Zeller che vedeva nel grande neoplatonico
il principale teorico del panteismo e dell'immanentismo; al contrario, Reale ha
riletto Plotino come il campione della trascendenza metafisica dell'Uno.
L'interpretazione che Reale ha dato di Socrate, analogamente, si propone di
risolvere le aporie della cosiddetta questione socratica, entrata in un vicolo
cieco dopo gli studi di Olof Gigon, secondo cui di Socrate non possiamo sapere
nulla con certezza; Reale ha inaugurato, invece, un nuovo modo di interpretare
Socrate, non solo cercando di risolvere dall'interno le testimonianze
contraddittorie degli allievi, ma soprattutto guardando al contesto della
filosofia greca prima di Socrate e dopo Socrate: in questo modo, balzerebbe
agli occhi la scoperta socratica del concetto di psyché come essenza e nucleo
pensante dell'uomo. «Socrate diceva che il compito dell'uomo è la cura
dell'anima: la psicoterapia, potremmo dire. Che poi oggi l'anima venga
interpretata in un altro senso, questo è relativamente importante. Socrate per
esempio non si pronunciava sull'immortalità dell'anima, perché non aveva ancora
gli elementi per farlo, elementi che solo con Platone emergeranno. Ma,
nonostante più di duemila anni, ancora oggi si pensa che l'essenza dell'uomo
sia la psyché. Molti, sbagliando, ritengono che il concetto di anima sia una creazione
cristiana: è sbagliatissimo. Per certi aspetti il concetto di anima e di
immortalità dell'anima è contrario alla dottrina cristiana, che parla invece di
risurrezione dei corpi. Che poi i primi pensatori della Patristica abbiano
utilizzato categorie filosofiche greche, e che quindi l'apparato concettuale
del cristianesimo sia in parte ellenizzante, non deve far dimenticare che il
concetto di psyché è una grandiosa creazione dei greci. L'Occidente viene da
qui.» (G. Reale, Storia della filosofia antica, Milano, Vita e pensiero,
1975) Infine, per quanto riguarda Agostino, gli studi di Reale tenderebbero a
ricollocare questo autore nel contesto neoplatonico della tarda antichità e
quindi nel momento dell'impatto del Cristianesimo con la filosofia greca,
cercando di scrostarlo di tutte le successive interpretazioni dell'agostinismo
medioevale. Reale ritiene, poi, che la cifra spirituale che caratterizza
il pensiero occidentale sia costituita dalla filosofia creata dai Greci. È
stato infatti il logos greco a caratterizzare le due componenti essenziali
del pensiero occidentale e precisamente a fornire gli strumenti concettuali per
elaborare la Rivelazione cristiana, dando luogo, così, a quella peculiare
mentalità da cui sono scaturite la scienza e la tecnica. Ma se la cultura
occidentale non si capisce senza la filosofia dei Greci, questa a sua volta non
si capisce senza la metafisica come studio dell'"Unità dell'Essere".
Il lavoro che Reale svolge, studiando i grandi pensatori del passato, vuole
anche servire a un confronto fra la metafisica antica e quella moderna. La
preferenza che accorda a Platone dipende dal fatto che il filosofo ateniese è,
con la "seconda navigazione" di cui parla nel Fedone, il vero
creatore di questa problematica. Reale, studioso di fama internazionale,
si fa così portavoce di un «meditato ritorno alle radici della nostra cultura»
attraverso la riproposta dei classici, in particolare Platone. Di quest'ultimo,
Realein sintonia con la Scuola di Tubingarinnova l'interpretazione, mettendo in
luce la primaria importanza delle cosiddette «dottrine non scritte» (agrafa
dogmata) di cui riferiscono gli allievi di Platone stesso (Aristotele in
primis). Nel suo scritto Per una nuova interpretazione di Platone fa
affiorare l'immagine di un Platone diverso, un Platone orale ein certo
sensodogmatico: del resto, non è forse Platone stesso (ad esempio, nella
Lettera VII) a garantirci che la sua filosofia dev'essere ricercata altrove
rispetto agli scritti? Lo stesso corpus degli scritti platonici, giuntoci nella
sua interezza (circostanza, questa, unica nella storiografia del pensiero
greco), non presenta, invero, quell'unitarietà sistematica che ci si dovrebbe
attendere, il che, ancora una volta, depone a favore della tesi secondo cui il
vero Platone andrebbe cercato altrove, e precisamente nelle «dottrine non
scritte». Studioso anche della Metafisica di Aristotele, Reale
smaschererebbe la tesi fatta valere da Jaeger, secondo cui l'opera non
presenterebbe un'unitarietà ma sarebbe piuttosto una sorta di “zibaldone
filosofico” (e, in particolare, il libro XII risalirebbein forza del suo
spiccato interesse teologicoalla giovinezza dello Stagirita): lungi dal
risolversi in un coacervo di scritti risalenti a differenti epoche e contesti,
la Metafisica di Aristotelerileva Realeè un'opera profondamente unitaria, al
cui centro c'è la definizione di metafisica come: a) scienza delle cause e dei
principi primi, b) scienza dell'essere in quanto tale, c) scienza della
sostanza, d) scienza teologica, e) scienza della verità. Ne La saggezza
antica sostiene che «tutti i mali di cui soffre l'uomo d'oggi hanno proprio nel
nichilismo la loro radice» e che «un'energicquesti mali implicherebbe il loro
sradicamento, ossia la vittoria sul nichilismo, mediante il recupero di ideali
e valori supremi, e il superamento dell'ateismo». Ma quello che egli propone
«non è affatto un ritorno acritico a certe idee del passato, ma l'assimilazione
e la fruizione di alcuni messaggi della saggezza antica, che, se ben recepiti e
meditati, possono, se non guarire, almeno lenire i mali dell'uomo d'oggi,
corrodendo le radici da cui derivano». In una siffatta prospettiva, può
acquistare un valore eminentemente filosofico anche il pensiero di Seneca, a
suo parere ingiustamente trascurato da una lunga tradizione che non gli avrebbe
riconosciuto alcuna cittadinanza filosofica: in La filosofia di Seneca come
terapia dei mali dell'anima, Reale riprende, ancora una volta, l'idea che la
filosofia degli antichiin questo caso, quella di Senecapossa costituire un
'farmaco' per l'animo dilaniato dell'uomo moderno. Tra gli allievi di
Reale vi sono: Roberto Radice, docente dell'Università Cattolica del Sacro
Cuore, che si è dedicato al pensiero di Filone di Alessandria e dell'età
ellenistica (in particolare dello Stoicismo) e che ha tradotto opere di Platone
(Repubblica, Leggi, Lettere) di cui ha pubblicato in versione informatica il
lessico; Maurizio Migliori, dell'Macerata, interprete del pensiero platonico;
Giuseppe Girgenti, traduttore di Porfirio e del Neoplatonismo, e Vincenzo
Cicero, a cui si devono inedite traduzioni italiane di Schelling, Hegel,
Trendelenburg, Natorp, Hildebrand e Heidegger. Opere L'autografo di
Giovanni Reale Oltre al campo specifico della filosofia antica e tardo-antica,
Reale si è occupato a vario titolo anche della storia della filosofia generale:
per esempio, nella stesura del noto Manuale di filosofia per i licei edito da
Editrice La Scuola e scritto insieme a Dario Antiseri, oltre alla direzione
delle collane filosofiche «Classici della filosofia», «Testi a fronte» della
Bompiani e «I Filosofi» per Laterza. Oltre a questo, i suoi principali
scritti sono i seguenti: Il concetto di filosofia prima e l'unità della
Metafisica di Aristotele, Vita e Pensiero, Milano, Bompiani, Milano, Introduzione a Aristotele, Laterza, Bari, Storia
della filosofia antica, Vita e Pensiero,
Milano, Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi, La Scuola, Brescia, Per
una nuova interpretazione di Platone, CUSL, Milano, edizione definitiva, Vita e
Pensiero, Milano, Introduzione a Proclo, Laterza, Bari, Filosofia antica, Jaca
Book, Milano, Saggezza antica, Raffaello Cortina Editore, Milano, Eros demone
mediatore. Il gioco delle maschere nel "Simposio" di Platone,
Rizzoli, Milano, Platone. Alla ricerca della sapienza segreta, Rizzoli, Milano,
Bompiani, Milano, La nave di Teseo, Milano, . Guida alla lettura della
Metafisica di Aristotele, Laterza, Bari, Raffaello: La "Disputa", Rusconi,
Milano, Corpo, anima e salute. Il concetto di uomo da Omero a Platone, Collana
Scienza e Idee n.49, Raffaello Cortina Editore, Milano, Socrate. Alla scoperta
della sapienza umana, Rizzoli, Milano, La nave di Teseo, Milano, . Il pensiero
antico, Vita e Pensiero, Milano, La
filosofia di Seneca come terapia dei mali dell'anima, Bompiani, Milano, Radici
culturali e spirituali dell'Europa, Raffaello Cortina Editore, Milano, Storia
della filosofia greca e romana, Bompiani, Milano, Collana Il pensiero
occidentale, Bompiani, . Valori dimenticati dell'Occidente, Bompiani, Milano, L'arte di Riccardo Muti e la Musa platonica,
Bompiani, Milano, Come leggere Agostino, Bompiani, Milano, Karol Wojtyla un
pellegrino dell'assoluto, Bompiani, Milano, Autotestimonianze e rimandi dei
Dialoghi di Platone alle "Dottrine non scritte", Bompiani, Milano,
2008. Storia del pensiero filosofico e scientifico, La Scuola, Brescia, .
Salvare la scuola nell'era digitale, Brescia, La Scuola, . G. Reale-Umberto
Veronesi, Responsabilità della vita. Un confronto fra un credente e un non
credente, Milano, Bompiani, . Mi sono innamorato della filosofia, Armando
Torno, Milano, Bompiani, , Romanino e la «Sistina dei poveri» a Pisogne,
Milano, Bompiani, . Cento anni di filosofia. Da Nietzsche ai nostri giorni, La
Scuola, Brescia, Introduzione,
traduzione e commentario della Metafisica di Aristotele, su archive.org,
Bompiani, Traduzioni e commenti Reale ha tradotto in italiano e commentato
molte opere di Platone, di Aristotele e di Plotino (la sua nuova edizione delle
Enneadi è stata pubblicata nella collana
"I Meridiani" della Arnoldo Mondadori Editore). Ha pubblicato
per Bompiani il poderoso volume I presocratici, da lui presentato come la
«prima traduzione integrale» della versione tedesca del Die Fragmente der
Vorsokratiker di Hermann Diels e Walther Kranz. Nonostante in Italia ne fosse
già uscita nel una traduzione di Gabriele Giannantoni edita da Laterza, Reale
ha sostenuto la presenza di lacune e manomissioni nella traduzione del
Giannantoni, lacune e manomissioni che sarebbero dovute, a parere di Reale, all'ossequio
all'ideologia e all'«egemonia culturale marxista», secondo cui in quel periodo
gli intellettuali di area comunista avrebbero dominato la scena in campo
editoriale. Luciano Canfora, in risposta alle accuse di Reale, ne ha sostenuto
la natura «pubblicitaria» e l'«inconsistenza» del ragionamento. Nella polemica
sono intervenuti anche altri due studiosi: il primo è Mario Vegetti, il quale
ha sostenuto che, se influenza c'è stata nell'edizione di Giannantoni, essa è
stata di matrice idealistica, hegeliana e crociana e non marxista; il secondo
studioso è Roberto Radice, il quale ha invece sostenuto che qualsiasi omissione
è da evitare, specie se non è segnalata nel testo, e con riguardo alla presunta
irrilevanza di taluni tagli operati da Giannantoni sottolinea come «i capretti
a volte segnano la storia del pensiero più di alcuni filosofi e togliere questi
deliziosi animali dai frammenti, così come far sparire dei cavolfiori, potrebbe
trasformarsi in una censura». Di Seneca, il Reale ha poi curato la traduzione
delle opere in "Seneca. Tutti gli scritti" Onorificenze Cavaliere di
gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme
ordinaria Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica
italiana «Di iniziativa del Presidente della Repubblica» Premio
"Roncisvalle" dell'Navarra Cittadinanza onoraria di Siracusa Premio
Pax Dantis per il Pensiero di Pace Universale, Centro Lunigianese di Studi
Danteschi, . Lauree honoris causa Accademia Internazionale di Filosofia del
Liechtenstein Università Cattolica di Lublino Stato di Mosca Universitat Ramon
Llull de Barcellona. Filosofico.net
Addio a Giovanni Reale, grande interprete di Platone, La Stampa, 15 Cornelia
de Vogel, Ripensando Platone e il Platonismo, Milano, Vita e Pensiero, «Reale [...] dimostra la profonda unità
concettuale di questi scritti di filosofia prima, mettendo in luce come Jaeger,
nella sua tesi, sia condizionato dalla filosofia positivista e dalla teoria
generale dell'evoluzione della cultura secondo le tre tappe di
teologia-metafisica-scienza» (Note di copertina all'opera Il concetto di
"filosofia prima" e l'unità della "Metafisica" di
Aristotele, Milano, Bompiani, Storia della filosofia antica , «La fondazione della botanica fu il suo
guadagno essenziale.». Verso una nuova
immagine di Platone, Milano, Vita e Pensiero, Cfr., in particolare, Il
paradigma romantico nell'interpretazione di Platone, di Hans Krämer,
Napoli, La filosofia antica, Milano,
Editoriale Jaca Book. «Ha ragione,
bisogna imparare ad accettare la morte», Corriere della Sera. Network delle
Università Italiane, su uninetwork. G. Reale, Il concetto di filosofia prima e
l'unità della metafisica di Aristotele, Milano, Vita e Pensiero,La filosofia di
Seneca come terapia dei mali dell'anima, Milano, Bompiani, unimc/filosoficamente/primo-piano/giovanni-reale-in-memoriam
philosophicalnews.com/wp-content/uploads//07/5.2.pdf Pur riconoscendo a Giannantoni una statura di
studioso di prim'ordine, Reale ha sostenuto che molti marxisti «non presentavano
talune cose nella loro effettiva realtà» (dall'Archivio storico del Corriere
della Sera). Secondo Reale, pur non potendosi parlare di complotto, «nel testo
di Laterza curato da Giannantoni mancanoin un'edizione chiamata l'unica
integrale italianadecine e decine di passi che ho elencato in 4 pagine
all'inizio della mia traduzione dei Presocratici; ci sono inoltre indebite
aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta di tal fatta, nata assemblando
anche vecchie versioni e tagliando pure molte note di queste ultime, ha
l'effetto di svuotare le idee forti di codesti autori. Svuotare, ironizzare,
occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare un vero confronto: ecco la
vecchia tattica che rimane ancora molto viva» (dall'Archivio storico del
Corriere della Sera «Naturalmente, sul
piano pubblicitario, si comprende la auto-esaltazione: la mia traduzione è più
completa della tua, come il mio bucato è più bianco del tuo. Ma anche la
pubblicità bisognerebbe saperla fare. Ci sono lauree brevi da poco istituite in
proposito. Particolarmente inconsistente appare il ragionamento, se pure così
può definirsi, sviluppato dal Reale. Eccolo nella sintesi fornita dal suo
intervistatore: Giannantoni era molto bravo (e questo lo sapevamo anche senza
il supporto di Reale), Laterza è innocente del sopra menzionato «reato
ideologico», la colpa è della «penetrazione» comunista. Sembra quasi di
sognare. Ma questa è la caricatura dell'antica cantilena sui comunisti padroni
dell'editoria italiana. Per confutare questa sciocchezza, anni fa, Norberto
Bobbio si limitò a trascrivere i titoli del catalogo Einaudi. E infatti come
negare l'affiliazione bolscevica di Bobbio? Che pena» (in Archivio storico Corriere
della sera). Si fa riferimento
all'osservazione di Canfora secondo la quale le omissioni di Giannantoni
riguarderebbero aspetti poco rilevanti per un marxista come il frammento 23 di
Orfeo, «un malridotto frustulo papiraceo in cui si fa cenno ad un rituale
misterico [...]. Queste, e consimili, sono le omissioni rimproverate dal
neo-presocratico Reale». (Cfr.Ibidem)
Osserva infatti Radice: «Sembrerebbe del tutto irrilevante sapere se
Kant, quando scriveva la Critica della ragion pratica, mangiasse capretto o una
particolare minestra, e credo che alla storia della filosofia questo poco
interessi. Ma sapere se un orfico mangiasse o no capretto, può essere
significativo dal punto di vista filosofico. Se si asteneva, allora era
vegetariano e, come tale, non avrebbe condiviso la ritualistica greca in cui si
consumavano le carni offerte alla divinità e si lasciavano ad essa gli aromi
per segnare la distanza tra uomo e dio. In sostanza egli credeva, evitando il
capretto, in una teologia in cui uomo e divino erano legati». (Cfr.Archivio
storico Corriere della sera All'obiezione di Canfora ha risposto lo stesso
Reale affermando: «Non è un capretto né una vacca quello che manca nel testo di
Laterza curato da Giannantoni; mancanoin un'edizione chiamata l'unica integrale
italianadecine e decine di passi che ho elencato in 4 pagine all'inizio della
mia traduzione dei Presocratici; ci sono inoltre indebite aggiunte assenti
nell'originale. Una raccolta di tal fatta, nata assemblando anche vecchie
versioni e tagliando pure molte note di queste ultime, ha l'effetto di svuotare
le idee forti di codesti autori. Svuotare, ironizzare, occupare uno spazio e
toglierlo ad altri, evitare un vero confronto: ecco la vecchia tattica che
rimane ancora molto viva». (Cfr. Ibidem)
Sito web del Quirinale: dettaglio decorato. Entrega de los
internacionales premios Roncesvalles de Filosofía, su unav.edu, Laudatio del
professore Giovanni Reale a cura del professore Antoni Bosch-Veciana.,
in//url.edu/sites/default/files/llibrethonoris_giovannireale.pdf. Roberto Radice, Claudio Tiengo , Seconda
navigazione. Omaggio a Giovanni Reale, Vita e Pensiero, Milano, .Giuseppe
Grampa, "Ritornare ai Greci: intervista a Giovanni Reale sulla sua «Storia
della filosofia antica»", Vita e Pensiero. Rivista culturale
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Armando Torno, Il mio Platone bocciato all'università, in Corriere
della Sera, intervista Armando Torno, Addio, il cattolico amico di Platone, in Corriere
della Sera, Antonio Carioti, Critico il Platone di Reale il marxismo non
c'entra, in Corriere della Sera, intervista di Mario Vegetti, La
dittatura culturale del marxismo, in Corriere della Sera, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Giovanni Reale, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Opere di
Giovanni Reale, . Registrazioni su RadioRadicale, Radio Radicale. Filosofico.net,
su filosofico.net. Storia della filosofia antica. Dalle origini a Socrate. Ospitato
su gianfrancobertagni. Giovanni Reale , Storia della filosofia antica. Platone
e Aristotele, Ospitato su gianfrancobertagni. Giovanni Reale , Storia della
filosofia antica. I sistemi dell'Età ellenistica, gianfrancobertagni.
REGHINI. (Firenze). Filosofo. Grice: “It’s difficult to
call Reghini a philosopher; yes, he was interested in Pythagoras – but to what
extent can, in spite of Russell, number GROUND a whole philosophy?”Si laureò a Pisa, dedicandosi all'insegnamento della
materia in vari istituti superiori in Toscana, a Roma ed in
Emilia-Romagna. Promotóre del Pitagorismo, fu affiliato a vari gruppi
dell'esoterismo italiano. Entrò nella Società Teosofica e ne fondò la sezione
romana. Più tardi, fonderà a Palermo la Biblioteca Teosofica, alla quale di poi
cambierà nome in Biblioteca Filosofica. Venne iniziato al Rito di Memphis di
Palermo (rito massonico di supposta origine egizia) ed entrò a Firenze nella
loggia Lucifero, dipendente dal Grande Oriente d'Italia. Ebbe una breve
adesione al martinismo papusiano, che in Italia era diretto da Sacchi, verso le
carenze della cui maestranza e pubblicistica Reghini apporta una demolizione
magistrale. Fu poi chiamato d’Armentano, che lo avviò allo studio del
pitagorismo. Entrò nel Supremo Consiglio Universale del Rito filosofico
italiano, dal quale però si dimise, non aveva infatti un'alta opinione dello
stato della massoneria in Italia. Insignito del 33° e massimo grado del Rito
Scozzese Antico e Accettato, entrò a far parte come membro effettivo del
Supremo Consiglio d'Italia, di cui fu Gran cancelliere e Segretario
generale. Gli anni della Grande Guerra videro discepoli e maestri della “Schola
Italica Pitagorica” partire volontari per il fronte. Non rimase inerte innanzi
al sorgere delle istanze interventiste. Partecipò attivamente alla manifestazione
romana del maggio, culminata in Campidoglio, tesa ad ottenere la dichiarazione
di guerra. Accolto nell'Accademia Militare di Torino come allievo ufficiale del
Genio partì volontario per il fronte, ottenendo sul campo il grado di capitano
del Genio. Lui ed il suo Maestro Armentano crearono a Roma l'Associazione
Pitagorica, che riprendeva le fila di precedenti esperienze e si richiamava
operativamente al sodalizio pitagorico dell'antichità. Da solo o con
altri, fondò e animò varie riviste, con interventi sagaci e ricchi di dottrina:
scrisse sul papiniano Leonardo , dando vita ad Atanór, Ignis, e UR, con
Colazza, Evola come direttore, Parise,
ed Onofri. Contrasti d'idee e caratteriali prevalser nel rapporto di
collaborazione fra Evola e Reghini, provocando la scelta evoliana di allontanamento
di questi, assieme a Parise, da UR (rivista sórta a esprimere al pubblico della
cultura italiana l'intento dell'occulto Gruppo di Ur; nella quale il Maestro
fiorentino pubblicò con l'eteronimo di Pietro Negri); e se ne ebbero anche
strascichi giudiziari. Infatti Evola tenterà di fare incriminare Reghini per
affiliazione massonica (affiliazione che costituiva reato dopo l'imposizione di
scioglimento delle "associazioni segrete" decretata dal Regime
fascista); ma il potere giudiziario optò infine per un "accordo" tra
i due onde evitare uno scandalo. Per via del condizionamento repressivo
fascista vòlto all'emarginazione di tanti esponenti dell'esoterismo italiano
(Armentano era partito per il Brasile), Reghini ormai isolato si ritirava dalle
attività pubbliche e a Budrio si dedicava all'insegnamento nell'istituto
privato "Quirico Filopanti" (diretto da Partengo), alla meditazionein
chiave pitagoricadelle scienze matematiche. Ottenne tuttavia pubblici
riconoscimenti dall'Accademia dei Lincei e dall'Accademia d'Italia, per la sua
opera sulla restituzione della geometria pitagorica. Il Crepuscolo dei Filosofi
regalato dal suo autore, Papini all’amico Arturo al suo ingresso nella Loggia fiorentina
‘Lucifero.” Nel frontespizio una dedica ad inchiostro, scolorito dal tempo, «Al
nuovo fratello Reghini il suo G Papini».in: Raffaele K. Salinari, Reghini,
pitagorico, su ilmanifesto Rito
filosofico italiano Del Massa, Pagine esoteriche, La Finestra, Trento. In
questa qualità firmò il decreto del suo scioglimento n(riprodotto in: Luigi
Sessa, I Sovrani Grandi Commendatori e breve storia del Supremo Consiglio
d'Italia del Rito scozzese antico ed accettato Palazzo Giustiniani dal 1805 ad
oggi , Ed. Bastogi, Foggia, in seguito all'approvazione dello stesso anno alla
Camera dei deputati del progetto di legge sulla disciplina delle associazioni,
presentato da Mussolini, mirante allo scioglimento della massoneria. Iacovella,
"Il Barone e il Pitagorico: Evola e Reghini", in: Vie della
Tradizione, Cfr. la recensione fattane da Guénon: ed. di Comptes Rendus,
Parigi. Opere: “Le parole sacre e di passo dei primi tre gradi ed il massimo
mistero massonico, Atanor, Roma, Per la restituzione della geometria
pitagorica, nuova edizione Il Basilisco, Genova, che comprende anche I numeri
sacri nella tradizione pitagorica; nuovo titolo Numeri sacri e geometria
pitagorica. Il fascio littorio, ovvero il simbolismo duodecimale e il fascio
etrusco; nuova edizione Il Basilisco, Genova, I numeri sacri nella tradizione
pitagorica, Ignis, Roma, Dei Numeri pitagorici, PrologoAssociazione culturale
Ignis, Dei Numeri Pitagorici (Libri sette) Dell'equazione indeterminata di
secondo grado con due incogniteArchè/pizeta, Dei Numeri Pitagorici (Libri sette)Parte
PrimaVolume SecondoDelle soluzioni primitive dell'equazione di tipo Pell
x2-Dy2=B e del loro numeroArchè/pizeta, . Dei Numeri Pitagorici (Libri
sette)Parte SecondaVolume TerzoDei numeri triangolari, dei quadrati e dei
numeri piramidali a base triangolare o quadrataArchè/pizeta, . Dizionario Filologico,
("Associazione culturale Ignis"), Cagliostro, ("Associazione
culturale Ignis"), 2007. Considerazioni sul Rituale dell'apprendista
libero muratore, Phoenix, Genova, Paganesimo, Pitagorismo, Massoneria, Mantinea,
Furnari (Messina), Per la restituzione
della Massoneria Pitagorica Italiana, introduzione di Vinicio Serino, Raffaelli
Editore, Rimini, La Tradizione Pitagorica Massonica, Fratelli Melita Editori,
Genova, Trascendenza di Spazio e Tempo, rivista "Mondo Occulto",
Napoli, ristampa Libreria Ed. ASEQ . Curò fondamentali traduzioni (con
introduzione e note), tra cui: De occulta philosophia di Cornelio Agrippa
(Alberto Fidi, Milano, opera in due volumi); ristampato dalle Edizioni
Mediterranee e da I Dioscuri, Genova, Le Roi du Monde di René Guénon ( Alberto
Fidi editore, Milano. A La Sapienza pagana e pitagorica del '900 (La
Cittadella. I Libri del Graal. Geminello
Alvi, Reghini, il massone pitagorico che amava la guerra, Corriere della Sera, Riccardo
Paradisi, Reghini, il Pitagorico che sognava l’impero, L’Indipendente, Natale
M. Di Luca, "Arturo Reghini. Un intellettuale neo-pitagorico tra
massoneria e fascismo", Atanòr, Roma. Parise, "Nota sulla vita di A.
Reghini", in calce a Considerazioni sul rituale dell'apprendista libero muratore,
Phoenix, Genova, Roberto Sestito, Il
figlio del Sole. Vita e opere di Arturo Reghini, filosofo e matematico, Ancona,
Associazione Culturale "Ignis", Via romana agli Dei Amedeo Rocco
Armentano Evola Parise, Schiavone, Reghini
a metà strada tra fascismo e massoneria, su archiviostorico.info. Centro De
GiorgiScuola Normale Superiore di Pisa, Breve biografia su mathematica.sns.
Guido Boni, Omaggio su ritosimbolico. 1 Thomas Dana Lloyd, Un pitagorico dei
nostri tempi, su ritosimbolico. Nicola Bizzi, Arturo Reghini. Sulla Tradizione
occidentale, su youtube.com. Christian Giudice, Occultism and Traditionalism in
Twentieth-Century Italy, su spreaker.com. Christian Giudice, For a Spiritual Understanding of Life’:
Arturo Reghini’s Theosophical Years su academia.edu. Grandi massoni. Arturo
Reghini, illustre matematico e antifascista, traduttore e amico di Guenon, su
grandeoriente. Raffaele K. Salinari,
Arturo Reghini, pitagorico, su ilmanifesto.
REGINA.
(Sabbioneta). Filosofo. Grice: “When Urmson said that for Prichard, duty
cashed out in interest, he was right! But we must wait for Regina to emphasise
Kierkegaard’s punning on interest – which literally means, ‘being in between’!
The interesting (sic) thing is that Kierkegaard exploits the old Roman
aequi-vocation between the alethic (being in between) and the practical
(Prichard, ‘duty as interest’). -Vincitore di una borsa di studio per il
Collegio Augustinianum, si è laureato a Milano con una tesi su Lavelle con
Severino. Si è perfezionato in Filosofia neoscolastica con una tesi su Heidegger. Dopo aver insegnato nei licei è passato a
Macerata. Ha insegnato a Verona. Professore
a Cagliari, è tornato a Verona, e Direttore del Dipartimento di Filosofia. Nell'ambito della sua ricerca, ha ottenuto dall'Unione europea il
finanziamento per il primo progetto «Tempus», relativo all'organizzazione
presso l'Sarajevo e Mostar di un master sulla tolleranza religiosa.. In collaborazione con Copenaghen ha
organizzato due convegni: «Kierkegaard: ripresa, pentimento, perdono», svoltosi
a Verona, e «Mennesket som forhold.
Søren Kierkegaards filosofiske og teologiske antropolog -- iL'essere umano come
rapporto. L'antropologia filosofica e teologica di Kierkegaard». Partecipa ai «Forum» che la Conferenza
Episcopale Italiana organizza nell'ambito del Progetto culturale della Chiesa.
-- è stato nominato docente onorario a Verona.
Ha costruito il suo pensiero basandosi in modo particolare su
Kierkegaard, Nietzsche e Heidegger (“the greatest living philosopher” – Grice).
In Heidegger ha evidenziato l'importanza del ruolo sapienziale assegnato alla
finitezza dell'uomo. In Kierkegaard vede
invece il pensatore da cui partire per costruire una nuova ontologia e una
nuova antropologia basate su una nuova concezione dell'essere: l'esse come
inter-esse. L'essere come inter-esse (nella doppia valenza ontologica ed etica)
pone il pensante in rapporto con un'ulteriorità che, nel trascenderlo, ne
accentua e personalizza il differire. La metafisica, se fondata
sull’inter-esse, cessa di essere ontoteologia, ossia nient'altro che proiezione
idolatrica della logica umana. Ha
pubblicato la monografia su Strauß. R. Mahmutćehavjić , Unity and Plurality in
Europe, «Forum Bosnæ. Culture, Science, Society, Politics», Quarterly
review, Sarajevo Heidegger. Dal
nichilismo alla dignità dell'uomo, Vita e Pensiero, Milano Heidegger. Esistenza
e sacro, Morcelliana, Brescia 1Kierkegaard. L'arte dell'esistere, Morcelliana,
Brescia, L. Romera, “Acta Philosophica”, VIrecensione a U. Noi eredi dei
cristiani e dei Greci, Il Poligrafo, Padova Leggi la recensione. Il termine è stato acquisito dal pensiero
contemporaneo tramite Heidegger. La vita
di Gesù e la filosofia moderna. Uno studio su D. F. Strauss, Morcelliana,
Brescia, Pubblicazioni: Heidegger. Dal nichilismo alla dignità dell'uomo, Vita
e Pensiero, Milano Heidegger. Esistenza e sacro, Morcelliana, Brescia La vita
di Gesù e la filosofia moderna. Uno studio su David Friedrich Strauß,
Morcelliana, Brescia L'uomo
complementare. Potenza e valore nella filosofia di Nietzsche, Morcelliana,
Brescia Servire l'essere con Heidegger, Morcelliana, Brescia La differenza
viva. Con Nietzsche e Heidegger per una nuova concettualità, CUSL “Il
Sentiero”, Verona, Noi eredi dei Cristiani e dei Greci, Il Poligrafo, Padova La
soglia della fede. L'attuale domanda su Dio, Studium, Roma Kierkegaard. L'arte dell'esistere,
Morcelliana, Brescia Sito personale, su umbertoregina.
RENIER.
(Treviso). Filosofo. Essential Italian
philosopher.Da antica famiglia patrizia veneziana figlio di Luigi e Fanny
Venturi. Studiò in Camerino, Urbino, ed Ancona, sempre seguendo gli spostamenti
del padre Luigi, magistrato. Fu poi
allievo a Bologna di Carducci, per passare a Torino, dove si laureò. Si
perfezionò quindi a Firenze sotto la guida di Bartoli, conseguendo il diploma. Professore a 'Torino. Fondò con
Graf e Novati “il Giornale storico di litteratura,” che pochi anni dopo passò
sostanzialmente a dirigere da solo, «profondendovi, negli studi particolari,
nelle rassegne, negli annunci analitici e in un ricchissimo notiziario, un vero
inesauribile tesoro di cultura, di notizie, di rilievi. Curò importanti
edizioni critiche e monografie; i suoi saggi critici spaziano attraverso tutta
la letteratura. Opere: “Il tipo estetico
della donna nel Medio Evo, Ancona, Morelli, Isabella d'Este Gonzaga, Roma,
Vercellini, Mantova e Urbino (con A. Luzio), Torino / Roma, L. Roux e C., La
cultura e le relazioni letterarie d'Isabella d'Este Gonzaga (con A. Luzio),
Torino, Loescher, 1903. Svaghi critici, Bari, Laterza, Note Alessandro Luzio, Rodolfo Renier, La coltura
e le relazioni letterarie di Isabella d'Este Gonzaga, Sylvestre Bonnard,
2005310. Luigi De Vendittis, “Rodolfo
Renier”, in Letteratura italiana. I critici,
II, Milano, Marzorati, 1987853.
Umberto RendaPiero Operti, Dizionario storico della letteratura
italiana, Torino, G.B. Paravia, Luigi De Vendittis, cit. Gabriella Macciocca, “Renier, Rodolfo”, in
Letteratura italiana. Gli Autori, II,
Torino, Einaudi, Umberto RendaPiero Operti, cit. Gabriella Macciocca, cit. Luigi De Vendittis, “Rodolfo Renier”, in
Letteratura italiana. I critici, II, Milano,
Marzorati, Umberto RendaPiero Operti, Dizionario storico della letteratura
italiana, Torino, G.B. Paravia, Gabriella Macciocca, “Renier, Rodolfo”, in
Letteratura italiana. Gli Autori, II,
Torino, Einaudi, Rodolfo Renier, in Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Opere dsu openMLOL, Horizons Unlimited srl.
RENSI. (Villafranca di Verona). Filosofo. Grice: “Only
in Italy a philosopher gets his obituary when he is alive!” -- Tenne la cattedra di filosofia a Genova. Frequentò il
liceo a Verona, manifestando interesse per la filosofia. Si iscrisse a Padova,
poi passò a Roma, dove si laureò, esercitando poi con successo la professione a Verona. Iscrittosi al Partito
Socialista Italiano, si recò a Milano per assumere, appena ventiquattrenne, la
direzione del giornale La lotta di classe, collaborando assiduamente anche alla
turatiana Critica Sociale e alla Rivista popolare diretta da Napoleone
Colajanni. A seguito delle misure repressive adottate dal governo del generale
Luigi Pelloux e per sfuggire alla condanna del Tribunale Militare per aver
preso parte ai moti operai milanesi del 1898, stroncati dall'esercito con la
strage del generale sabaudo Fiorenzo a Beccaris, il giovane pubblicista fu
costretto a cercare rifugio in Svizzera. Esilio in Svizzera Il soggiorno
nel Canton Ticino durò ben dieci anni. Ivi conobbe e sposò Lauretta Perucchi,
da cui ebbe due figlie, Adalgisa, che entrerà tra le Figlie di San Francesco di
Sales con il nome di Suor Maria Grazia, ed Emilia, autrice di numerosi saggi. Naturalizzato
svizzero, divenne il primo deputato socialista del Gran Consiglio del Canton
Ticino. Frutto dell'esperienza ticinese fu la pubblicazione de Gli «Anciens
Régimes» e la «democrazia diretta» (1902), in cuidifendeva il principio della
democrazia diretta del sistema istituzionale svizzero. Rensi collaborò con
numerosi articoli ai fogli radicali Il Dovere di Bellinzona, la Gazzetta
Ticinese e L'Azione di Lugano, nonché alla rivista socialista e pacifista
Coenobium, fondata a Lugano da Enrico Bignami, di cui divenne redattore
capo. Rientro in Italia Rientrò in Italia nel 1908 per stabilirsi a
Verona e riaprire lo studio di avvocato, dedicandosi nel contempo agli studi
filosofici dai quali si sentiva sempre più attratto. A seguito della campagna
libica, vi fu la rottura col partito socialista, poiché egli si era schierato
con l'interventismo di Leonida Bissolati. Nell'anno successivo pubblicava Il
fondamento filosofico del diritto; nel 1914 altri due volumi: Formalismo e
amoralismo giuridico e La trascendenza: studio sul problema morale, ove
sviluppava un neo-idealismo trascendente, influenzato dal pensiero di Josiah
Royce. Con questi saggi etico-giuridici poté conseguire la libera docenza di
filosofia morale all'Bologna, iniziando la carriera universitaria. Fu
incaricato di filosofia del diritto presso la libera Ferrara, vincendo poi il
concorso per la cattedra di filosofia morale all'Istituto Superiore di
Magistero di Firenze, passò quindi all'Ateneo di Messina dove ebbe colleghi
Concetto Marchesi, Eugenio Donadoni ed Emanuele Sella. Nel 1918 si stabilì
definitivamente a Genova, ricoprendo la cattedra di filosofia morale
dell'ateneo. La prima guerra mondiale L'esperienza della prima guerra
mondiale mandò in crisi le sue convinzioni idealistiche, conducendolo verso lo
scetticismo, la cui prima formulazione sono i Lineamenti di filosofia scettica.
In quell'opera Rensi sosteneva che la guerra aveva distrutto la fede
ottimistica nell'universalità della ragione, sostituendola con lo spettacolo
tragico della sua pluriversalità, vale a dire dell'irriducibile conflittualità
dei diversi punti di vista. Espose nella Filosofia dell'autorità la traduzione
politica di questa concezione: poiché tutti i punti di vista politici sono
sullo stesso piano, quello che andrà al potere lo farà con un atto di forza,
tacitando tutti gli altri punti di vista. In quest'opera si è scorta una prima
giustificazione dell'autoritarismo fascista. L'opposizione al fascismo Il
filosofo, tuttavia, dopo una prima simpatia per il fascismo, ne divenne un
fiero avversario quando Mussolini con metodi antidemocratici cominciò a
perseguire il disegno dittatoriale. Sottoscrisse il Manifesto degli intellettuali
antifascisti di Croce, pagando questa scelta con la sospensione, dalla cattedra di filosofia a'Genova. Tre anni
dopo venne arrestato insieme alla moglie e rinchiuso in carcere. Solo un abile
stratagemma escogitato dall'amico e collega Sella, che aveva pubblicato sul
Corriere della Sera il necrologio del filosofo, diffondendo così la falsa
notizia della sua morte, indusse il duce a rimettere prontamente in libertà i
coniugi Rensi. Il dittatore temeva l'ondata di sdegno sollevatasi nel paese e
all'estero per i metodi oppressivi del regime. Nel 1934, per la sua coerenza
agli ideali di libertà, Rensi subì il definitivo allontanamento dalla cattedra
e, fino alla sua scomparsa, fu comandato, da vigilato speciale, presso il
centro bibliografico dell'ateneo genovese, per la compilazione della biografia
ligure. Nonostante il doloroso distacco dalla scuola dove aveva insegnato per
diciassette anni, continuò la sua attività filosofica e letteraria, pubblicando
in quegli anni alcune fra le sue opere più significative, e collaborando al
quotidiano socialista genovese Il Lavoro, l'unico foglio che accoglieva testi
di personalità che non avevano fatto atto di sottomissione al fascismo. Fu
ricoverato al Ospedale Galliera mentre infuriava il bombardamento della flotta
inglese sulla città, per essere operato d'urgenza. Tuttavia l'azione militare
danneggiò alcune sale dell'edificio e i medici dovettero rinviare l'intervento,
una fatalità che non lasciò scampo a Rensi, che morì il 14 febbraio. Ai
funerali pochi amici ed ex allievi poterono seguire per breve tratto il carro
funebre. La polizia, che aveva vietato quest'ultimo devoto omaggio, disperse il
funerale, schedando alcuni discepoli. Rensi, anche morto, tura il potere. Sulla
tomba nel Cimitero monumentale di Staglieno un'epigrafe riassume uno stile di
vita ed esprime il suo dissenso, la sua resistenza e indipendenza
intellettuale: «Etsi omnes, non ego» (Anche se tutti, non io). Filosofia
Il suo pensiero si è sviluppato, dopo l'approdo allo scetticismo, in un primo
tempo in direzione del realismo e del materialismo critico. Un realismo
materialistico quindi, che egli considerava derivato (con una certa libertà
interpretativa) dallo stesso pensiero kantiano. Egli arrivò ad ipotizzare che
Kant avesse potuto pensare alla "cosa in sé" come a una più nascosta
essenza materiale delle cose stesse. In generale si può dire che la
filosofia di Rensi non sia esente da paradossi concettuali e da mutamenti
continui che lo hanno portato a cadere in alcune contraddizioni e incoerenze.
Ma va anche considerato che al di sopra di esse a dominare è comunque un forte
pessimismo, che non è solo esistenziale, ma anche gnoseologico: sia il mondo,
sia la mente umana sono irrazionali. «Ma supponiamo che un tale fatto
esteriore ai nostri orologi, destinato al controllo di questi, non esistesse, e
che i nostri orologi continuassero a discordare. Come potremmo allora, in
mancanza di quel fatto esteriore obbiettivo e nel discordare dei singoli nostri
orologi, conoscere l’ora che è? Ora questo è appunto il caso delle nostre
ragioni. Non c’è l’oggetto esterno ad esse, l’esterno modulo-ragione, su cui
controllarle e che le giudichi, ed esse discordano tra di loro. Come conoscere
l’ora che è della ragione?» Per esempio egli ha sostenuto che siccome la
filosofia ha una storia che si snoda nel tempo, ciò significa che un pensiero
vero e unico non può esistere e che perciò nel suo procedere ed evolvere essa
nega continuamente sé stessa. Rensi, contro l'idealismo di Gentile allora
imperante, che considerava la storia una realizzazione progressiva dello
spirito e della ragione, ha una visione negativa dellastoria, come assurdo,
caso e vana ripetizione. «C'è storia dunque perché ogni presente, ossia
la realtà, è sempre falsa, assurda e cattiva, e perciò si vuol venirne fuori,
passare ad altro, quel passare ad altro in cui, unicamente, la storia
consiste... C'è storia, insomma, l'umanità corre nella storia, per la medesima
ragione per cui corre un uomo che posa i piedi su di un sentiero cosparso di
spine o di carboni ardenti» La sua critica della religione si sviluppava
poi in un'aperta apologia dell'ateismo che egli proclamò e sostenne sino al
1930 circa. Sembra quasi di poter cogliere uno dei tratti dell'ateismo filosofico
rensiano nella postfazione al Sopra lo amore di Marsilio Ficino. Ficino nel suo
scritto proponeva una visione dell'amore come amore eterno di Dio che a Dio
ritorna come desiderio di ogni grado ontologico di ritornare al bene e al
Tutto. Rensi, nella sua postfazione, propone una nuova interpretazione di
questa tipica teologia platonica, vedendo nell'amore ipotizzato da Ficino in
realtà un preludio a quelle che diventeranno due tra le più influenti correnti
filosofiche nell'Europa dell'800: l'idealismo e il volontarismo. L'amore come
totalità dei diversi, o come volontà nelle vesti di matrice essenziale del
tutto, mette da parte il bisogno di un dio buono e trascendente e sussurra
l'ipotesi di un ateismo filosofico, forse professato tra le righe dai più
celebri filosofi credenti. In quanto spirito profondamente problematico e
inquieto, Rensi finì però per approdare a un forte pessimismo ontologico ed
esistenziale, che lo spinse verso derive spiritualistiche, forse latenti nelle
sue riflessioni fin dalle origini. Esse trovano espressione chiara solo
nell'ultima fase del suo pensiero, attestate in particolare dalle Lettere
spirituali. In quest'opera, come anche nella Morale come pazzia (anch'essa
postuma) Rensi delinea una sorta di mistica dei valori e un'etica concepita
come l'azzardo dell'uomo che scommette sul bene in un universo cieco e
indifferente. Le tre fasi Nella sua Autobiografia intellettuale egli suddivide in tre periodi l'evoluzione del
suo pensiero: un primo caratterizzato dal misticismo idealistico, un secondo da
un relativismo scettico materialistico e ateo, un terzo dal misticismo
spiritualistico come ultimo approdo del suo pensiero. Il primo periodo si
sviluppa fino al 1916 e si tratta di un misticismo di tipo platonico, in cui
sono presenti anche elementi di San Paolo e di Malebranche. In tale periodo
scrive Le Antinomie dello spirito, Sic et Non. Metafisica e poesia, La trascendenza. Studio sul pensiero morale. Il secondo periodo nasce dal suo sconcerto di
fronte alle violenze della guerra e lo porta alla negazione di qualsiasi
razionalità della realtà. Egli pensa infatti che se gli uomini ricorrono
sistematicamente alla violenza per risolvere i loro conflitti questo significa
che la ragione in sé non esiste, e che si tratta dell'illusione dell'uomo di
pensare che si possa dare ordine al caos. L'irrazionalità della realtà si trova
espressa in Lineamenti di filosofia scettica, La filosofia dell'autorità, La
scepsi estetica, Polemiche antidogmatiche, Interiora rerum, Realismo, Apologia dell'ateismo, Le aporie
della religione. Il secondo periodo è altresì caratterizzato da un
avvicinamento al positivismo materialistico e dal rifiuto dell'idealismo di
Croce e di Gentile. In esso va registrata anche una rivisitazione del panteismo
di Spinoza, che Rensi interpreta alla maniera dei teologi cristiani, quindi
come ateistico perché avrebbe negato il Dio personalizzato dei monoteismi. Egli
pensava anche di realizzareuna sintesi di scetticismo e realismo perché se solo
la scepsi è il modo reale e utile di porsi di fronte al mondo, essa è anche
l'unica verità possibile. Si tratta anche del momento di punta del nichilismo
rensiano, perché si afferma che siccome l'unica cosa certa e stabile è la
morte, ed essa è il "nulla", solo il nulla possiede una verità.
Nell'ultimo periodo prevale una forma di misticismo che non sorge, però,
improvvisamente, essendo già chiaramente presente nelle opere maggiormente
influenzate dallo scetticismo. Quest'ultimo fu, infatti, sempre sollecitato da
un'innata, profonda religiosità, sicché non stupisce che il filosofo si apra
alla voce del divino, poiché egli cerca nella negazione assoluta un criterio
positivo che consenta la negazione stessa. A questo periodo appartengono:
Critica della morale,, "Critica dell'amore e del lavoro, Paradossi di
estetica e dialoghi dei morti, Frammenti di una filosofia dell'errore, del
dolore, del male e della morte, La filosofia dell'assurdo e Autobiografia
intellettuale. Isolato in vita nel mondo filosofico italiano, nel quale
dominava il neo-idealismo crociano-gentiliano, Rensi trovò la comprensione di
pochi intellettuali a lui affini, come Adriano Tilgher ed Ernesto Buonaiuti. È
stato quest'ultimo a creare per Rensi la formula dello scettico credente, che
in forme diverse ha dominato i pochi studi sul suo pensiero. Solo recentemente,
soprattutto grazie agli studi di Nicola Emery, il pensiero rensiano ha trovato
la collocazione nell'ambito del nichilismo europeo. Per alcuni tale
collocazione resta comunque riduttiva rispetto alla vastità del pensiero di
Rensi, che andrebbe ancora approfondito. La trascuratezza nei suoi confronti
sta nel fatto che la cultura italiana è stata a tutto il XX secolo dominata
dall'idealismo e dall'esistenzialismo, collegati ad una dottrina cristiana
invadente e impregnante il mondo accademico. Pensiero politico Legato
alla cultura socialista, fin dalla giovane età, il pensiero politico di Rensi
si caratterizza per una certa dose di eclettismo e per una forte componente
umanitaria, distante dal materialismo storico marxiano e riconducibile, più
agilmente, nel novero dei pensatori vicini al socialismo utopista. Se durante
l'attività politica in Italia aderisce all'idea della lotta di classe,
l'esperienza svizzera lo porta a riconsiderare tale concezione dei rapporti di
forza nella storia, ridimensionandone la portata. Nel pensiero rensiano,
infatti, l'antagonismo tra proletariato e borghesia sarebbe circoscrivibile ad
alcune realtà contingenti e non costituirebbe un'invariante delle relazioni
socio-politiche dell'intero Occidente. E se, da un lato, il suo realismo
politico lo porta ad apprezzare le teorie elitistiche del conservatore Gaetano
Mosca, dall'altro, la matrice umanitaria e socialista emerge nell'esaltazione
degli istituti della democrazia diretta, caratterizzanti il sistema
costituzionale americano e quello svizzero, considerati come gli unici in grado
di far emergere la volontà popolare e di permettere l'emancipazione delle
classi lavoratrici. L'elogio ai regimi federalisti appena citati, e il
contingente recupero del pensiero di Cattaneo sono sintomatici di un altro
aspetto dell'orizzonte culturale di Rensi: la feroce critica dell'istituto
monarchico (tanto nell'accezione assolutista, quanto in quella temperata del
costituzionalismo borghese ottocentesco), appannaggio di una vicinanza con il
programma del Partito Repubblicano Italiano. Vicinanza che si concretizza nello
stretto legame, culturale e amicale, con Arcangelo Ghisleri. Con l'esponente
repubblicano, in particolare, Rensi condivide il pessimismo storico verso il
Risorgimento, la disapprovazione intransingente del ruolo, ritenuto ambiguo e
ostile al riscatto sociale del proletariato, della casa regnante dei Savoia e
l'appartenenza alla Massoneria. Influenze "Atomi e vuoto e il Divino
in me", queste parole di Rensi hanno ispirato Michele Lobaccaro nella
composizione della canzone Rosa di Turi dei Radiodervish. Opere: Una
Repubblica italiana: il Canton Ticino, "Critica sociale", Milano, ristampato
da Armando Dadò, Locarno, Gli “Anciens
Régimes” e la democrazia diretta. I e II ed., Colombi, Bellinzona Libreria
Politica Moderna, Roma; ristampato.La democrazia diretta, a.c. e con Nota di
Nicola Emery, Adelphi, Milano, L'immoralismo di Nietzsche, Carlini, Genova, Le
antinomie dello spirito, Soc. Libr. Ed. Petremolese, Piacenza, Sic et non:
metafisica e poesia, Libr. Ed. Romana, Roma, Il genio etico ed altri saggi,
Laterza, Bari (seconda ed.). Il fondamento filosofico del diritto, Ed. Libr.
Petremolese, Piacenza, Sulla risarcibilità dei danni morali, Soc. Coop. Tip.,
Verona, Formalismo e amoralismo giuridico, Cabianca, Verona, La trascendenza: studio sul problema morale,
Bocca, Torino, Istinto, morale e religione, Ist. Tip. Riuniti, Bologna,
Lineamenti di filosofia scettica, Zanichelli, Bologna, ristampato, a c. e con introduzione di N.
Emery, Castelvecchi, Roma, La scepsi
estetica, Zanichelli, Bologna, La filosofia dell'autorità, Sandron, Palermo, ristampato
da De Martinis & C, Catania, Polemiche antidogmatiche, Zanichelli,
Bologna, L'orma di Protagora, Treves, Milano, Principi di politica impopolare,
Zanichelli, Bologna, ntroduzione alla scepsi etica, Perrella, Napoli, Teoria e
pratica della reazione politica, La Stampa Commerciale, Milano, L'amore e il
lavoro nella concezione scettica, Soc. Ed. Unitas, Milano Ristampa Battiato,
Catania, Dove va il mondo?, «Inchiesta fra gli scrittori italiani», Libreria
Politica Moderna, Roma, L'irrazionale, il lavoro, l'amore, Soc. Ed. Unitas,
Milano, Interiora rerum, Soc. Ed. Unitas, Milano, Rielaborato ne La filosofia
dell'assurdo, Corbaccio, Milano, Ripubblicato R. Chiarenza, Adelphi, Milano, Apologia
dell'ateismo, Formiggini, Roma, Ristampato R. Chiarenza, La Fiaccola, Ragusa, ristampato con introd. di N.Emery
"Terapia dell'ateismo", Castelvecchi, Roma, Realismo, Soc. Ed. Unitas, Milano, Apologia
dello scetticismo, Formiggini, Roma, Autorità e libertà: le colpe della
filosofia, Libreria Politica Moderna, Roma, Ristampato G. Perez, Roma, e A. Montano,
Bibliopolis, Napoli, Il materialismo critico, Casa editrice sociale, Milano, Ampliato,
Casa del Libro, Roma, Spinoza, Formiggini, Roma, Ampliato (ed. postuma) Bocca,
Torino, Ristampato A. Montano, Guerini e Associati, Milano 1999. Riedito in
un'edizione comprendente entrambe le versioni del 1929 con un saggio di Roberto
Evangelista, Edizioni Immanenza, Napoli, ,Riedito in un'edizione comprendente
entrambe le version, Luca Orlandini, presso la Nino Aragno Editore, Torino, .
Scheggie: pagine di un diario intimo, Bibl. Ed., Rieti Cicute: dal diario di un
filosofo, Casa Ed. Atanòr, Todi, Ristampato, La Mandragora, Imola 1998.
Impronte: pagine di un diario, Libr. Ed. Italia, Genova, Raffigurazioni:
schizzi di uomini e di dottrine, Guanda, Modena, Ristampa, Le aporie della
religione, Casa Ed. Etna, Catania, Sguardi: pagine di un diario, La Laziale,
Roma, Passato, presente, futuro, Cogliati, Milano 1932. Motivi spirituali
platonici, Gilardi e Noto, Milano Scolii: pagine di un diario, Montes, Torino, Vite
parallele di filosofi: Platone e Cicerone, Guida, Napoli, Critica della morale,
Casa Ed. Etna, Catania, Paradossi di estetica e dialoghi dei morti, Corbaccio-Dall'Oglio,
Milano, Frammenti di una filosofia del dolore e dell'errore, del male e della
morte, Guanda, Modena, nuova edizione
riveduta, Marco Fortunato, Orthotes Editrice, Napoli . Figure di filosofi:
Ardigò e Gorgia, Guida, Napoli, Gorgia, ristampato nel 1981 con premessa di
A.M. Battegazzore e saggio di Mario Untersteiner, già pubblicati in «Rivista di
Storia della Filosofia», H.I.F. Autobiografia intellettuale. La mia filosofia.
Testamento filosofico, Corbaccio, Milano 1939. Ristampato R. Chiarenza,
Dall'Oglio, Milano, Poemetti in prosa e in verso, Ist. Tip. Ed., Milano, La
morale come pazzia, Postumo. Con prefazione di Adriano Tilgher, Guanda, Modena,
ristampato con Prefazione di N.Emery, ( "La morale come Stato
d'eccezione?"), Castelvecchi, Roma,
Trasea, contro la tirannia (prefazione di A. Poggi), Dall'Oglio, Milano Lettere
spirituali, prefazione di A. Galletti, Bocca, Milano Ristampato Leonardo
Sciascia e R. Chiarenza, Adelphi, Milano, Governi di ieri e di domani
(prefazione di Arcangelo Ghisleri). Riduzione de «Gli anciens Régimes» Libr.
Ed. Milanese, Milano, Forme di governo del passato e dell'avvenire, ristampa
parziale de «Gli anciens Régimes» (prefazione di G. Conti), Libr. Politica
Moderna Roma, Sale della vita (saggi filosofici) (P. Rossi), Dall'Oglio,
Milano, La filosofia dell'assurdo, Adelphi, Milano, trad. francese con dei saggi di J. Grenier e
N. Emery, Parigi, Ed. Allia, La religione. Spirito religioso, misticismo e
ateismo, Antonio Vigilante, Sentieri Meridiani, Foggia, Contro il lavoro.
Saggio sull'attività più odiata dall'uomo, prefazione di Fabrizio Baleani,
Gwynplaine, Camerano ; trad. francese con presentazione di Gianfranco
Sanguinetti, Parigi. Ed. Allia, . Le ragioni dell'irrazionalismo, Marco
Fortunato, Orthotes Editrice, Napoli-Salerno . Su Leopardi, Raoul Bruni,
Torino, Aragno, . Note Pastorino, Mio padre Carlo Pastorino, Genova, Ippolito
Emanuele
Pingitore,//lintellettualedissidente/filosofia/giuseppe-rensi-filosofia-dell-autorita/,
in L'Intellettuale Dissidente, 6 febbraio
Pastorino, cFilosofia dell'assurdo, La filosofia dell'assurdo, Anna Maria Isastia,
Uomini e idee della Massoneria. La Massoneria nella storia d'Italia, Roma,
Atanor sub voce. (in ordine
cronologico) Ida Vassallini, Giuseppe Rensi, Istituto di Studi filosofici, Roma s.d. Mario
Untersteiner, Giuseppe Rensi interprete del pensiero antico, Bocca, Milano s.d.
Enzo Palmieri, Giuseppe Rensi, La scepsi estetica, Zanichelli, Bologna, Niccolò
Cuneo, Giuseppe Rensi, Tip. C. Conti e C., Cuneo, Adriano Tilgher, Giuseppe
Rensi: un moralista, Italia, Raffaele Resta, Giuseppe Rensi, SIAG, Genova 1941.
Alfredo Poggi, Giuseppe Rensi: Azzoguidi, Bologna 1941. Alfredo Poggi, Il
problema generale della giustizia e della giustizia penale nel pensiero di
Giuseppe Rensi, F. Vallardi, Milano, Paolo Rossi, Giuseppe Rensi e l'ideale di
Giustizia, F.lli Bocca, Milano, Ernesto Buonaiuti, Giuseppe Rensi lo scettico
credente, Partenia, Roma, Costanzo Mignone, Rensi, Leopardi e Pascal,
Corbaccio, Milano Pietro Nonis, La scepsi etica di Giuseppe Rensi, Studium,
Roma, Gianfranco Morra,; Lauretta Rensi, Scetticismo e misticismo nel pensiero
di Giuseppe Rensi, Ciranna, Siracusa, Francesco Tecchiati, Giuseppe Rensi alla
"Mostra internazionale del libro filosofico", La Voce di Calabria,
Palmi, Roberto Bassanesi, Giuseppe Rensi e la coscienza tragica, Edizioni di
Filosofia, Torino, Enrico Alpino, La collaborazione di Giuseppe Rensi alla
rivista "Pietre", Marzorati, Milano Girolamo De Liguori, Lo
scetticismo giuridico di Giuseppe Rensi, A. Giuffrè, Milano, Augusto Del
Noce, "Giuseppe Rensi tra Leopardi e Pascal, ovvero l'autocritica
dell'ateismo negativo in Giuseppe Rensi", in: Michele Federico Sciacca ,
Una giornata rensiana, Atti della giornata, Marzorati, Milano, Michele Federico Sciacca , Una giornata
rensiana, Atti della giornata, Marzorati, Milano, Gianpaolo Perano, Il problema
della verità nello scetticismo di Giuseppe Rensi, Pontificia Università
Lateranense, Roma, Enrico De Mas,
Giuseppe Rensi tra democrazia e antidemocrazia, Bulzoni, Roma, 1978. Antonio
Santucci, Un irregolare: Giuseppe Rensi, in
Tendenze della filosofia italiana nell'età del fascismo, O. Pompeo,
Faracovi, Belforte, Livorno, Giorgio Rognini, Giuseppe Rensi: dal positivismo
al realism, Benucci, Perugia, Fabrizio
Frigerio, "Rensi, Giuseppe", in: Schweizer Lexikon, Mengis &
Ziehr Ed., Luzern, Renato Chiarenza; Nicola Emery; Maria Novaro; Stefano
Verdino; , L'inquieto esistere: atti del convegno su Giuseppe Rensi nel cinquantenario
della morte, EffeEmmeEnne, Genova, Francesco
Boriani, La questione morale nel positivismo maturo. Tre studi: Durkheim, Rensi
e Ardigò, Melusina, Roma, Umberto Silva, La ribellione filosofica ed umana di
Giuseppe Rensi, Genova, Girolamo De Liguori, Il Cavaliere, la Morte e il
Diavolo. La coerenza critica di Giuseppe Rensi, in idem, Il sentiero dei
perplessi. Scetticismo, nichilismo e critica della religione in Italia da
Nietzsche a Pirandello, La Città del Sole, Napoli, Willy Gianinazzi,
Intellettuali in bilico, Milano, Ed. Unicopli, 1996, ad indicem (con dati
inediti sul periodo svizzero) Nicola Emery, Lo sguardo di Sisifo: Giuseppe
Rensi e la via italiana alla filosofia della crisi: con una nuova rensiana, Marzorati, Settimo Milanese, 1Francesco
Mancuso, Giuseppe Rensi e Guglielmo Ferrero tra democrazia e fascismo, Aracne,
Roma, Pasquale Serra, Il pensiero politico di Giuseppe Rensi: tra dissoluzione
del socialismo e formazione dell'alternativa nazionalista, FrancoAngeli,
Milano, Fabrizio Meroi, Giuseppe Rensi,
Leo Olschki, Firenze, Nicola Emery, Giuseppe Rensi: l'eloquenza del nichilismo,
SEAM, Formello, 2001. Giuseppe Pezzino, Scacco alla ragione: saggio su Giuseppe
Rensi, C.U.E.M.C., Catania, Alberto Castelli, Un modello di Repubblica;
Giuseppe Rensi, la politica e la Svizzera, Bruno Mondadori, Milano, Nino Greco,
Giuseppe Rensi: politica, autorità, storia, Viaggidicarta, Palermo, Pasquale
Serra, Giuseppe Rensi. La rivolta contro il reale, Città Aperta Edizioni, Enna,
Aniello Montano, Giuseppe Rensi: ethica ed etiche, Napoli, Gennaro Maria
Barbuto, Nichilismo e stato totalitario: libertà e autorità nel pensiero politico
di Giovanni Gentile e Giuseppe Rensi, Guida, Napoli, Mino Greco, Giuseppe
Rensi: la filosofia morale, Viaggidicarta, Palermo, Francesco Mancuso; Aniello
Montano , Irrazionalismo e impoliticità in Giuseppe Rensi, (Relazioni
presentate al Convegno tenuto a Salerno Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, 2009.
Fabrizio Meroi, Giuseppe Rensi: filosofia e religione nel primo Novecento,
Edizioni di storia e letteratura, Roma, Daniel Omar Lobagueira, Miguel de
Unamuno e Giuseppe Rensi: Documenti e analogie, Università degli studi di
Trento, Dipartimento di Lettere e Filosofia, segnatura: Relatore: Fabrizio
Meroi, correlatore Marcello Farina, Armando Mascolo, Il corso infernale della
storia. L'influenza di Schopenhauer nella filosofia di Giuseppe Rensi, in F.
Ciracì, D.M. Fazio , Schopenhauer in Italia, Lecce, Pensa MultiMedia, Raoul
Bruni, Il leopardismo filosofico di Giuseppe Rensi, in Id., Da un luogo alto,
Firenze, Le Lettere, Dario Gurashi, filosofo
della storia, Firenze, Le Lettere, .Enrico Bignami Ernesto Buonaiuti Benedetto
Croce Arcangelo Ghisleri Manifesto degli intellettuali antifascisti Adriano
Tilgher (filosofo) TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della
Svizzera. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Opere su Liber Liber. Opere su
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere Fabrizio Meroi, in Il contributo
italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, . Rensi, il filosofo dimenticato di Giulio Argenti Fondo archivisticoi
conservato presso la Biblioteca di Filosofia Università degli Studi di Milano
scomodo nichilista di Franco Volpi l'"irregolare" di Orazio
Martinetti.
RESTA. (Grice: “I like Resta; I was reading a book on golf that
the Italians define, as I would cricket, as the game of ‘fiducia,’ so it is
nice to see that Resta has tried to formulate some ‘rules,’ as we would call
them, for trust. The cover of the book is especially fascinating, as it depicts
two acrobats on a circus ring. Where ‘fiducia’ becomes a matter of life and
death – or a vital evolutionary tract, if often ‘ciecco,’ as Resta puts it. His
research reminds me of Warnock on ‘trust’ in “The object of morality.” Essential Italian philosopher. Componente del
Consiglio Superiore della Magistratura Durata mandato. Eligio Resta, filosofo. Noominato
Alfiere del Lavoro, si è laureato a Bari e ha insegnato a Bari, lla London
School of Economics, il Birkbeck, e Roma Tre. È altresì docente a UniNettuno Ha ricoperto il ruolo di componente laico del
Consiglio superiore della magistratura in quota Verdi indicato dalla
maggioranza di centrosinistra dal Parlamento in seduta comune. È condirettore del progetto comune di ricerca
"Adjudication and Theories of Law" con Kennedy, Harvard Law School, condirettore, assieme a Rodotà,
del Seminario permanente sulla cultura giuridica contemporanea della Fondazione
Lelio e Lisli Basso-Issoco, nonché delle riviste "Sociologia del
Diritto" e "Politica del Diritto". I suoi studi spaziano dai temi classici della
filosofia dfino a temi di particolare attualità quali quelli riguardanti
l'infanzia, i diritti dei minori e il bio-diritto. Particolarmente interessanti
sono gli scritti nei quali indaga sul significato e sui risvolti giuridici del
concetto di "farmaco" come antidoto necessario alla violenza. Conflitti
sociali e giustizia, Bari, De Donato, Diritto e sistema politico, Torino,
Loescher, L' ambiguo diritto, Milano,
FrancoAngeli, 1Poteri e diritti, Torino, G. Giappichelli, La certezza e la
speranza. Saggio su diritto e violenza, Roma-Bari, Laterza, Le stelle e le
masserizie. Paradigmi dell'osservatore, Roma-Bari, Laterza,L'infanzia ferita,
Roma-Bari, Laterza,Il diritto fraterno, Roma-Bari, GLF Editori Laterza, Diritto
vivente, Roma-Bari, GLF Editori Laterza, Le regole della fiducia, Roma-Bari,
GLF Editori Laterza, . Opere, Registrazioni di Eligio Resta, su RadioRadicale,
Radio Radicale. Curriculum vitae et
studiorum nel sito della Università telematica internazionale UniNettuno.
«Biodiritto» la voce in XXI Secolo, "Treccani L'Enciclopedia
Italiana".
restaino: Grice: “Only in Italy, a philosopher writes on
cartoons!” -- Giovanni Franco Restaino (Alghero), filosofo. Dopo essersi
laureato a Cagliari, ha svolto attività didattica nella stessa università,
ricoprendo anche la carica di Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia. --
è docente a Roma. Ha pubblicato numerosi studi soprattutto nel campo della
storia della filosofia e dell'estetica.
Ha orientato la propria ricerca sul campo della filosofia femminista. La sua
pubblicazione forse più nota, anche al di fuori dell'ambiente filosofico, è
però una “Storia del fumetto: da Yellow Kid ai manga,” che non ha mancato anche
di suscitare alcune polemiche, fino al punto che un gruppo di appassionati di
fumetti ha lanciato una petizione chiedendo alla casa editrice il ritiro del
libro, accusato di contenere gravi lacune ed errori. Ettore Gabrielli, Petizione contro l’UTET per
il libro Storia del Fumetto, Lo Spazio Bianco, Andrea Plazzi, Il fantasma del
fumetto, in il Mulino, Bologna, Società editrice il Mulino. La fortuna di
Comte, Comte sansimoniano, in Rivista critica di storia della filosofia, Comte
scienziato, Comte filosofo, Mill e la cultura filosofica, La Nuova Italia,
Firenze, Mill: Scritti scelti, Principato, Milano, Scetticismo e senso comune. Laterza,
Bari, Hume, Editori Riuniti, Roma, Filosofia e post-filosofia: Rorty,
Bernstein, MacIntyre, Angeli, Milano, Storia dell'estetica, Utet, Torino Storia
della filosofia, fondata da Abbagnano, in collaborazione con Fornero e Antiseri,
La filosofia contemporanea, Utet, Torino, Esthétique et poétiquem in Histoire des Poétiques, J. Bessière, E.
Kushner, R. Mortier, J. Weisberger, Presses Universitaires de France, Parigi, La
filosofia anglo-americana, in La Filosofia della seconda metà del Novecento, G.
Paganini, Piccin-Vallardi, Padova, Le filosofie femministe, in collaborazione
con A. Cavarero, Paravia Scriptorium, Torino, Storia della filosofia, Utet
Libreria, Torino, La Rivoluzione Moderna. Vicende della cultura tra Otto e
Novecento, Salerno Editrice, Roma Storia del fumetto: da Yellow Kid ai manga,
UTET libreria, Torino, Biografia su Mondo Domani, su mondodomani.org.
ricordi: “Se è vero, come scrive Bloom, che Shakespeare ha
"inventato l'umanità", è altrettanto vero che egli l'ha poi divisa,
il più delle volte, tra due grandi generi di rappresentanti: e questi passano
davvero per le categorie dei platonici e degli aristotelici.» "Shakespeare filosofo dell'essere" Franco
Ricordi (Milano), filosofo. Figlio di Ferruccio Merk Ricordi, in arte Teddy
Reno e la produttrice e distributrice cinematografica Vania Protti. Si laurea a
Roma; quindi si specializza a Napoli sull'ermeneutica con Gadamer. Ha debuttato
con Ronconi, con il quale ha lavorato nei primi anni della carriera. È stato
poi attore con Stoppa, Lavia, e Filippo. Ha iniziato, in concomitanza con gli
studi, la carriera registica che lo ha visto spesso anche interprete nei propri
allestimenti. Questi sono stati salutati sempre da un forte e caloroso successo
di critica e pubblico; in particolare si è dedicato a Shakespeare, alla
drammaturgia antica, al teatro tedesco dell'età romantica, ma anche e
costantemente ai contemporanei introducendo autori come Rohmer, Amann, Norén. Si ricordano Medea e Fedra di Seneca, Trio in
mi bemolle di Rohmer e Dopo la festa di Jürg Amann, Anfitrione di Heinrich von
Kleist e Don Giovanni e Faust di Christian Dietrich Grabbe, Canti nel deserto e
Gli inganni dell'infinito di Giacomo Leopardi, Le ceneri di Roma e Orgia di Pier
Paolo Pasolini, Creditori di August Strindberg e Demoni di Lars Norén, Romeo e
Giulietta, Macbeth e Amleto di Shakespeare, Lame e Nerone di Giuseppe Manfridi.
Ha pubblicato due libri, per la Bulzoni Editore, su Leopardi, Shakespeare,
Schiller e il concetto di teatralità: Lo spettacolo del nulla e Essere e
libertà. Ha pubblicato, per la Casa Editrice Gremese, "Le mani sulla
cultura": una denuncia assai netta dell'egemonia storica della Sinistra
sulle arti, che si ravvisa in modo particolare nel "Teatro politico"
del Novecento. -- è stato nominato Direttore del Teatro Stabile d'Abruzzo, con
sede a L'Aquila; inaugurando il nuovo corso di questo importante Teatro ha
diretto e interpretato Edipo Re di Sofocle e Anfitrione di Kleist, e insieme
dedicato vari incontri al Teatro di Poesia. -- è stato nominato Consigliere di
amministrazione del Teatro di Roma. -- è
collaboratore del quotidiano Liberal, per le cui edizioni ha pubblicato il saggio
"Ideologia di Amleto". Pubblica "Shakespeare filosofo
dell'essere" (Mimesis edizioni), con prefazione di Severino, ultimo dei
cinque saggi che si riassumono nella tematica di una nuova “Filosofia del
dramma”; questo saggio rappresenta il primo grande progetto di Ricordi dedicato
al rapporto fra drammaturgia ed esistenzialismo. Pubblica il breve saggio
"Filosofia del bacio", e nell'ottobre dello stesso anno è uscito il
suo libro "Pasolini filosofo della libertà". Ha pubblicato il suo
scritto teoretico più rilevante, "L'essere per l'amore". Dante per Roma e nel mondo. Ha dato inizio ad
un grande progetto su Dante, a livello filosofico-saggistico ma anche teatrale
e comunicativo, che vorrà sostenere fino al centenario della morte del Poeta.
Inizia quindi nell'estate con la
rassegna "Dante per Roma", con la lettura in luoghi significativi
della "Città Eterna" (Mausoleo di Cecilia Metella, Arco di Giano,
Terme di Caracalla e Terme di Diocleziano) di sette Canti dell'Inferno, con la
supervisione di Ferroni. La stessa estate viene realizzato un primo
documentario per Rai5, dedicato al primo ciclo di letture . La rassegna si
chiude on la lettura di sette Canti del Paradiso, ricevendo il plauso della
critica e grande riscontro dal pubblico. Ricordi propone la rassegna in collaborazione con gli Istituti Italiani di
Cultura locali: a partire dalla Polonia e della Germania, le letture proseguono
con successo, per arrivare nei primi mesi del
in Russia e , al di fuori dell'Europa, in Algeria. In occasione della
lettura di Mosca, Ricordi presenta il suo primo volume sulla “Filosofia della
Commedia di Dante,” dedicato alla cantica dell'Inferno. Lo spettacolo del
nulla, Bulzoni editore Essere e libertà, Bulzoni editore Le mani sulla cultura, Gremese,
Ideologia di Amleto Liberal edizioni Shakespeare filosofo dell'essere, Milano,
Mimesis Edizioni, Filosofia del bacio, Mimesis Edizioni, Pasolini filosofo della
libertà, Mimesis Edizioni, L'essere per l'amore, Mimesis Edizioni, Il grande
teatro shakespeariano, libro + CD, Mimesis edizioni, Filosofia della Commedia di Dante. Volume
IInferno. Mimesis edizioni, .
"Filosofia della Commedia di Dante" Volume II Purgatorio. Mimesis
edizioni, Dante per RomaDante per Roma:
Inferno videoRaiPlay, su Rai. Franco Ricordi: "La grande magia di Dante
può essere capita soltanto ascoltandola a viva voce", in Spettacol iLa
Repubblica, aise, DANTE PER L'EUROPA: RICORDI
DEBUTTA A BERLINO, su Aise. 30 luglio . Ricordi
parla del suo libro Shakespeare filosofo dell'essere, sul RAI Letteratura, su letteratura.rai.
Intervista di Grattarola,//mangialibri.com/interviste/intervista-franco-ricordi
Franco Ricordi legge Dante in Algeria,
iicalgeri.esteri/iic_algeri/it/gli_eventi/calendario//02/lettura-divina-commedia-a-cura.html.
righetti: Stefano Righetti, filosofo. Il primo periodo della
sua attività di ricerca si è concentrato soprattutto sui temi dell’estetica. In
questo ambito ha fondato e diretto la rivista «La Stanza Rossa» sull rapporto arte-comunicazione.
Ha affiancato alle ricerche precedenti altri filoni di indagine, volti
prevalentemente all’ambito della riflessione meta-etica.. È studioso del pensiero
di Foucault al quale ha dedicato ampi studi. Le sue ricerche attuali hanno come
argomento il rapporto tra l’ecologia e il pensiero occidentale, tema su cui ha
pubblicato diversi saggi. Suoi testi sono apparsi su riviste specializzate, fra
le quali «Iride», «Dianoia» e «Millepiani».
Ecoinciviltà. La ragione ecologica spiegata all’umanità civile, Mucchi,
Modena ; La ragione ecologica. Saggi intorno all’etica dello spazio, Mucchi,
Modena ; Etica dello spazio. Per una critica ecologica al principio della
temporalità occidentale, Mimesis, Milano ; Foucault interprete di Nietzsche.
Dall’assenza d’opera all’estetica dell’esistenza, Mucchi, Modena ; Letture su Foucault.
Forme della “verità”: follia, linguaggio, potere, cura di sé, Liguori, Napoli ;
La fantasia e il potere, Mucchi, Modena, La Stanza Rossa. Trasversalità
artistiche (S. Righetti, F. Galluzzi, A. Finelli), Costa & Nolan, Milano.
Soggetto e identità. Il rapporto anima-corpo, Mucchi, Modena.Cf. Grice, “From
the banal to the bizarre: method in philosophical psychology.”
RIGNANO.
(Livorno). FIlosofo. Grice: “I love Rignano, but I would not
consider him a philosopher, in that he never attended a course on philosophy!”
Figlio di Giacomo Rignano e Fortunata Tedesco, studiò a Pisa e quindi aTorino. Laureato, si interessò subito ai problemi filosofici
collegati alla ricerca scientifica. Fu fondatore con Bruni, Dionisi, Enriques e
Giardina della Rivista di Scienza. Sposa Costanza "Nina" Sullam, anch'essa
di origine ebraica. Fondò a Bologna assieme a Federigo Enriques matematico a
Bologna, Bruni chimico all'Padova, Dionisi
medico di Modena, Giardina biologo-zoologo di Palermo una pubblicazione che
prese il nome di Rivista di Scienza per i tipi di Nicola Zanichelli. La rivista
assunse il nuovo titolo di “Rivista di sintesi scientifica.” (cf. Grice on
einheit der wissenschaft). La rivista nasceva con il proposito di opporsi alla
eccessiva specializzazione a cui era giunta la ricerca scientifica danneggiata
per questo da criteri troppo specifici e restrittivi. Gli fondatori, e in particolare Rignano, si
proponevano di superare il particolarismo delle scienze per una visione più
estesa gettando un ponte fra cultura umanistica e quella scientifica ed
elaborando una "sintesi" (o unita o continuita) tra le scienze della
natura e le scienze dell'uomo. In questo
modo la filosofia, libera da legami nei confronti dei sistemi prefissati,
poteva dedicarsi a promuovere la coordinazione del lavoro, la critica dei
metodi e delle teorie, e ad impostare in modo più ampio i problemi delle teorie. Nei numerosi articoli che Rignano pubblicò su
“La rivista de sintesi scientifica” ebbe modo di mettere in rilievo le sue
capacità di divulgatore e di condurre i suoi studi in completa autonomia dal
mondo accademico ufficiale elaborando la sua conceziomei filosofica ispirate
soprattutto dalla corrente positivistica. Rignano chiese a Freud un'esposizione
della psicoanalisi con le indicazioni di quali rami del sapere potessero essere
interessati alle teorie e all'esperienze psicoanalitiche. Freud scrisse “Das
Interesse an der Psychoanalyse” che fu pubblicato in due puntate sulla rivista.
Rignano si interessò di psicologia e biologia ed è noto soprattutto per la sua
ipotesi della "proprietà mnemonica" secondo la quale la sostanza
vivente sarebbe in grado di "ricordare" le condizioni fisiologiche
delle iniziali situazioni fisiche determinate dall'ambiente esterno e quindi di
riprodurle nel prosieguo della vita biologica.
Questa sua teoria consentiva a Rignano di operare nella biologia un
compromesso tra una visione meccanicistica della realtà naturale e una
finalistica, vitalistica. Per il meccanicismo infatti non è possibile pensare
che nell'ambito degli organismi viventi vi sia il proposito immanente di
conseguire una finalità ma d'altra parte è innegabile, secondo Rignano, che nel
mondo organico sia presente una sorta di teleo-nomia particolare per ogni
essere vivente tale da giustificare l'idea che, durante il periodo di
adattamento all'ambiente, questi conservi una specie di traccia fisica
mnemonica persistente e trasferibile ereditariamente. Rignano si interessò anche
di filosofia della psicologia – o psicologia filosofica -- ma "quando intese indicare lo statuto
epistemologico della teoria psicologica, il tipo di scientificità che ad essa
competeva, in modo da definire i rapporti con la scienza naturale da una parte
e con quella umana dall'altra, si orientò verso soluzioni “intermedie”, che
spesso complicavano più che risolvere i problemi" Coerentemente al suo programma di sintetizzare
opposti sistemi, elaborò anche una concezione economica di tipo socialista
marxista che fosse in accordo con il liberismo.
Opere: “Per una riforma socialista del diritto successorio,” “Di un
socialismo in accordo colla dottrina economica liberale, Torino, Fratelli
Bocca, Über die Vererbung erworbener
Eigenschaften, Leipzig, Verlag von Wilhelm Engelmann, “Sulla trasmissibilità
dei caratteri acquisiti: ipootesi d'una centro-epigenesi, Bologna, Zanichelli, L'adattamento
funzionale e la teleologia psico-fisica del Pauly, Bologna: Zanichelli, La
valeur synthétique du transformisme, Paris, Editions de la Revue du Mois, Che
cos'è la co-scienza?, Bologna, Zanichelli,Le matérialisme historique, Bologna,
Zanichelli, Le psychisme des organismes inférieurs: (à propos de la théorie de
Jennings), Estratto da: «Scientia», Bologna, Zanichelli, La mémoire biologique en énergétique, Bologna,
Zanichelli, Il fenomeno religioso, Bologna, Zanichelli, Il socialismo, Bologna,
Zanichelli, Dell'attenzione; “Contrasto affettivo e unità di co-scienza ,”
Bologna, Zanichelli, Dell'origine e natura mnemonica delle tendenze affettive,
Bologna, Zanichelli, Per accrescere diffusione ed efficacia alle università
popolari, Milano, La compositrice, La vera funzione delle università popolari,
Roma, Nuova Antologia, Vvidità e connessione, Bologna, Zanichelli, Le rôle des
théoriciens dans les sciences biologiques et sociologiques, Bologna,
Zanichelli, L'evoluzione del ragionamento,
Bologna, Zanichelli, Il nuovo programma dell'Un. pop. milanese: primo anno
d'esperimento, Como, Premiata Tipografia Cooperativa comense Aristide Bari, Le
forme superiori del ragionamento, Bologna, Zanichelli, Per una riforma
socialista del diritto successorio, Bologna, Zanichelli, Democrazia e fascismo, Milano, Casa editrice
"Alpes", Everett V. Stonequist.
American Journal of Sociology.
"Dizionario Biografico", su treccani. Cfr. E.Rignano, Pauly
A.Darwinismus und Lamarckismus in Rivista di scienza, G. Sava, Sintesi
scientifica e storia della scienza, Barbieri Editore, Dizionario di filosofia,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Eugenio Rignano, su siusa.archivi.beniculturali,
Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Opere, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Opere, Digitalizzazione completa di Scientia e Rivista di Scienza su AMS
Historica.
RIGOBELLO. ( Badia Polesine). Filosofo. “Il
nostro rapporto con gli altri deve sempre farci essere un interrogativo per
loro.” Fra i principali rappresentanti italiani del personalismo di ispirazione
cristiana. Armando Rigobello Rettore dell'Università LUMSA Durata
mandato19891991 Dopo gli studi liceali, all'Padova conseguì dapprima la
laurea in lettere nel 1945, poi in filosofia nel 1947, quale allievo di
Stefanini e Padovani. Dopo un periodo di studio e di ricerca in Germania,
ritornò in Italia, insegnando in alcuni licei statali. Conseguita la libera
docenza in storia della filosofia, iniziò la carriera accademica come
assistente alla cattedra di Stefanini a Padova quindi all'Perugia, fin quando
in quest'ultimo ateneo divenne ordinario. Insegnò, come ordinario, storia della
filosofia a 'Roma e Tor Vergata. Ha poi continuato ad insegnare all’LUMSA di
Roma di cui è stato il primo Rettore, dopo la trasformazione come ente da
Magistero "Maria SS. Assunta" (di cui ne era direttore) in libera
università. Attivo in varie associazioni cattoliche nazionali, fu anche
vicesindaco di Badia Polesine, la sua città natale, quindi membro del CDA RAI
sotto la presidenza di Grassi e, dal 1987, presidente dell'Accademia di studi
italo-tedeschi. Presidente della Società filosofica italiana, fu pure insignito
della Medaglia d'oro ai benemeriti della scienza, della cultura e
dell'arte. Studioso e pensatore dai vari interessi filosofici, che
spaziano dalla metafisica, all'etica e la filosofia politica, alla pedagogia,
alla storiografia, numerosi sono stati i suoi allievi, fra cui Alici, Nepi, Pieretti. --
è stato uno stretto collaboratore della rivista bimestrale Studium. Sulla
scia del pensiero del suo maestro Stefanini, inizia i suoi studi con un
ripensamento del personalismo partendo peròdal presupposto per cui esso, potendo
anche costituire un possibile complemento integrativo ed estensivo alla
metafisica classica (come gli fu impartita dall'altro suo maestro, Padovani),
non potesse comunque considerarsi una dottrina filosofica definita bensì una
posizione che mettesse in primo piano il concetto di "persona" (cf.
Strawson, “Il concetto di persona”), così come rivendicava Mounier nelle pagine
della rivista Esprit (pubblicata negli anni '30 e da lui stesso fondata) nonché
nelle sue varie opere. Riesamina punto per punto il pensiero mounieriano
pervenendo alla conclusione originale e innovativa che esso non era in
contraddizione con la metafisica classica bensì ne poteva costituire un
proficuo ampliamento psicologico, etico, antropologico. Il contributo più
originale del Rigobello consiste, quindi, nel "personificare"
(proprio per il tramite del personalismo) la ragione (metafisica), attraverso
quel processo di integrazione sopra invocato fra la corrente personalistica
neoagostiniana ed esistenzialistica e quella aristotelico-tomista del pensiero
classico. Egli perciò riesamina nel suo evolversi, nonché compara
criticamente e storicamente, il concetto di persona alla luce della storia
della filosofiafino ad arrivare alla filosofia grecasulla base del paradigma
mounieriano, chiamando in causa anche l'ermeneutica, la filosofia morale e la
sua storia. Ne risulterà, quindi, che il concetto di persona deve anzitutto
essere inteso in un senso diverso da quello giuridico o filosofico, tomistico
in particolare; inoltre, esso non deve essere confuso con quello derivante dal
concetto di esistenza della filosofia esistenzialistica, che nega la
possibilità che il soggetto possa governare la sua vita, in quanto ritenuto
privo di autodominio. Infine, la persona, pur nella sua reale concretezza, non
deve essere confusa con la sostanza metafisica di concezione aristotelica.
Tutto ciò ha costituito una delle tre tematiche principali in cui s'è venuta a
delinearsi la riflessione filosofica del Rigobello, tematica che potrebbe
denominarsi "persona e interpretazione". La seconda tematica
della sua attività di ricerca scaturisce dagli insegnamenti, per certi versi
antitetici fra loro, dei due suoi maestri, ovvero quelli di Luigi Stefanini,
grazie ai quali egli individua un primo polo di convergenza delle sue
riflessioni filosofiche attorno alla nozione fenomenologica di "mondo
della vita" husserliano, e quelli di Umberto Antonio Padovani, incentrati
sulla metafisica tradizionale e ruotanti attorno alla nozione kantiana di
trascendenza con i suoi limiti. Per Rigobello, quindi ogni altra discussione o
questione filosofica sembra snodarsi o essere compresa fra questi due poli di
convergenza che egli sintetizza nel binomio "trascendenza (o legge morale)
e mondo della vita". Il terzo ed ultimo ambito tematico del
Rigobello ha aperto la prospettiva personalistica al dialogo col mondo moderno
e contemporaneo, con l'etica, la politica, la religione, puntualizzando in
particolare la sua valenza etica e politica nell'analisi della realtà sociale
in cui la persona viveed agisce, nonché esprime il suo dissenso non su basi
ideologiche ma come critica del sistema dominante. Questo terza tematica di
ricerca del Rigobello, potrebbe quindi chiamarsi "in dialogo con il mondo
contemporaneo". Come esponente di punta del personalismo italiano,
storicamente rappresentato da Stefanini, Carlini, Sciacca e Pareyson, Ha rivolto la sua
attenzione soprattutto ad una rivisitazione originale del personalismo
comparato con i principi del cristianesimo, con l'etica e la politica, grazie a
cui è emersa, oltre alla limitatezza della dimensione trascendentale, sia
quella rilevanza civica assunta dall'uomo come «testimone» della sua epoca che
la sua responsabilità di cittadino. Egli ha altresì messo in evidenza come il
personalismo italiano si distingua da quello francese proprio nella critica
mossa al sistema neoidealistico, che non ha attecchito nella filosofia
d'oltralpe. Rigobello ha ripreso in sintesi, secondo le sue
rivisitazioni, le tematiche più tipiche della struttura della persona umana e
le relative implicazioni metafisiche, nel breve saggio Prossimità e ulteriorità
(Rubbettino). Inoltre, da sempre interessato anche all'ermeneutica nonché
profondo conoscitore dell'opera di Ricœur, ha pubblicato “L'apriori ermeneutico”
((Rubbettino). Opere: “Oltre lo storicismo” (in Studium); Ricchezza e
povertà della metafisica classica (Humanitas); “Il problematicismo di Spirito
come empirismo coscienziale assoluto: note sul significato del nostro tempo, in
Rassegna di Pedagogia, Umanesimo e antropocentrismo, in: Rassegna di Pedagogia,
La disponibilità come abito etico del rapporto autorità-libertà, in Autorité et
liberté. Atti del onvegno di Cultura Europea, Bolzano, Albert Camus, Istituto
editoriale del Mezzogiorno, Napoli, La pedagogia di Kant e l'indirizzo
idealistico, in Questioni di storia della pedagogia, Editrice La Scuola,
Brescia, Il problema del linguaggio
storiografico, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università
degli Studi di Perugia, “Condizionamenti sociologici e linguaggio morale” in
Sociologia e filosofia,. Socrate e la formazione dell'uomo politico, in
Civitas, Esperienza di fede e struttura
del sapere, in Studium, A trent'anni dalla morte di Croce, perché possiamo e
non possiamo dirci crociani, in Coscienza. Mensile del movimento ecclesiale di
impegno culturale, La riflessione sull'etica nella società contemporanea, in
Etica oggi: comportamenti collettivi e modelli culturali, Antonio Da Re e A,
Poppi, Fondazione Lanza & Gregoriana libreria editrice, Roma, Il tempo in Bergson e nello spiritualismo
francese, in Il concetto di tempo. Atti del Congresso della Società filosofica
italiana, Caserta, Giovanni Casertano, Loffredo Editore, Napoli, “Persona,
trascendentale, ermeneutica” in Filosofi italiani contemporanei, Giuseppe
Riconda e Claudio Ciancio, Mursia Editrice, Milano, Monografie, saggi, curatele
Il contributo filosofico di Mounier, Pubblicazioni dell'Istituto di Filosofia
dell'Padova, F.lli Bocca Editori, Roma. La storia nella coscienza della gioventù,
Edizioni AVE, Roma/ L'intellettualismo in Platone, Liviana Editrice, Padova, Platone, Senofonte, Aristotele: il messaggio
di Socrate , Editrice La Scuola, Brescia, Introduzione di una logica del personalismo,
Quaderni dell'Istituto di Pedagogia dell'Padova, Liviana Editrice, Padova, L'itinerario
speculativo dell'umanesimo contemporaneo, Quaderni dell'Istituto di Pedagogia
dell'Padova, Liviana Editrice, Padova. L'educazione umanistica e la persona.
Saggio di una filosofia dell'insegnamento umanistico di Louis Meylan, tradotta
dal francese e curata da Armando Rigobello, Editrice La Scuola, Brescia, Determinazione
ed ulteriorità nel Kant precritico, U. Silva Editore, Milano-Genova, I limiti
del trascendentale in Kant, U. Silva Editore, Milano-Genova (trad. tedesca: A.
Pustet Verlag, München/Salzburg, La certezza morale, lezioni di filosofia
morale tenute all'Perugia nell'A.A. 1CLEUP, Perugia, Legge morale e mondo della
vita, Edizioni Abete, Roma, La morale radicale, appunti delle lezioni
tenute durante il corso di filosofia. Pubblicazioni dell'Università degli Studi
di Perugia, Perugia, Struttura e significato, Edizioni La Garangola, Padova, Linee per un'antropologia prescolastica, Editrice
Antenore, Padova. Modelli storiografici di educazione morale, Frama Sud
Edizioni tipografiche, Chiaravalle Centrale, Ricerche sul trascendentale
kantiano , Editrice Antenore, Padova, Dal romanticismo al positivismo, fa parte
di Storia del pensiero occidentale, V,
Marzorati, Milano, Ricerche sul "regno dei fini" kantiano , Bulzoni
Editore, Roma. Il personalismo: scelta antologica (curata assieme a Gaspare
Mura e Marco Ivaldo), Città Nuova Editrice, Roma, L'impegno ontologico.
Prospettive attuali in Francia e riflessi nella filosofia italiana, A. Armando
Editore, Roma, L'impegno ontologico: prospettive attuali in Francia e riflessi
nella filosofia italiana, A. Armando Editore, Roma, . Il futuro della libertà,
Edizioni Studium, Roma, Pedagogia, politica e promozione umana , Editrice La
Scuola, Brescia.. Perché la filosofia, Editrice La Scuola, Brescia, trad.
tedesca: Ars Una Verlag, Neurid, trad. spagnola: Caparros, Madrid. Studi di
ermeneutica , Città Nuova Editrice, Roma, Verso una nuova didattica della
storia , Sei, Torino, Persona e norma nell'esperienza morale , L.U. Japadre
Editore, L'Aquila, Certezza morale ed esperienza religiosa, Libreria Editrice
Vaticana, Città del Vaticano, 1Kant. Che cosa posso sperare, Edizioni Studium,
Roma, Lessico della persona umana , Edizioni Studium, Roma. L'immortalità dell'anima, Editrice La Scuola,
Brescia, Soggetto e persona: ricerche sull'autenticità dell'esperienza morale ,
Edizioni Anicia, Roma, Autenticità nella
differenza, Edizioni Studium, Roma, Attualità della lettera ai Romani , Edizioni
AVE, Roma. Dio oltre i saperi. Tra
teologia e filosofia (con Orlando Todisco, Giuseppe Zarone e Fausto
Pellecchia), Edizioni San Paolo, Milano, Interiorità e comunità. Esperienze di
ricerca in filosofia , Edizioni Studium, Roma, Oltre il trascendentale,
Pubblicazioni della Fondazione "Ugo Spirito", Roma, L'altro,
l'estraneo, la persona , Città Nuova Editrice, Roma, La persona e le sue immagini , Città Nuova
Editrice, Roma, L'estraneità interiore, Edizioni Studium, Roma, Le avventure
del trascendentale. Contributi al LV Convegno del Centro studi filosofici di
Gallarate, Armando Rigobello, Casa Editrice Rosenberg & Sellier, Torino, Umanità
e moralità , Edizioni Studium, Roma, Immanenza metodica e trascendenza
regolativa, Edizioni Studium, Roma, L'apriori ermeneutico: domanda di senso e
condizione umana, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, Prossimità e
ulteriorità: una ricerca ontologica per una filosofia prima, Rubbettino Editore,
Soveria Mannelli. L'insuperabile singolarità dell'avventura umana: dalla
determinazione completa alla rottura metodologica, Il Ramo Editore, Rapallo..
Vita e ricerca. Il senso dell'impegno filosofico, intervista Luca Alici,
Editrice La Scuola, Brescia, . L'intenzionalità rovesciata: dalle forme della
cultura all'originario, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli. Struttura ed
evento: tempo di vivere, tempo di dare testimonianza alla vita, la vita come
testimonianza, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, Dalla pluralità delle
ermeneutiche all'allargamento della razionalità, Rubbettino Editore, Soveria
Mannelli. Ciascuno di noi nell'incontro con l'altro deve essere tale da
suscitare curiosità e interesse di conoscenza reciproca (in Presentazione a
Alici, Grassi, Salmeri, Vinti , Studium, La filosofia come testimonianza, Rivista
bimestrale, Studium, Roma, Enrico Berti ebbe per qualche mese il Rigobello come
docente supplente di filosofia quando era ancora studente liceale. Cfr. E.
Berti, "Origini del pensiero di Armando Rigobello", in: Alici,
Grassi, Salmeri e Vinti, La filosofia come testimonianza, Studium. Cfr. Berti,
"Origini del pensiero di Rigobello", in Alici, Grassi, Salmeri,
Vinti, La filosofia come testimonianza, Studium, Roma, ,Cfr. pure il contributo
di Borghesi, "La dialettica tra struttura e significato", nella
stessa collectanea. Oltre quelli delle
Parti II e III, si vedano soprattutto i vari contributi presenti nella Parte I
della collectanea in suo onore: Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, Rigobello, la
filosofia come testimonianza, Studium, Roma,
.Cfr. Alici, Grassi, Salmeri, Vinti , cit.
Cfr. i vari contributi presenti nella miscellanea: Estraneità interiore e testimonianza. Studi
in onore di Armando Rigobello, Antonio Pieretti, ESI-Edizioni Scientifiche
Italiane, Perugia, 1995. Cfr. pure
"Biografia, pensiero e opere di Armando Rigobello", in Bollettino
della Società Filosofica Italiana nella
rubrica Filosofi allo Specchio, Cfr.
Alici, Grassi, Salmeri, Vinti , cit. Per
questi aspetti centrali del pensiero di Rigobello, si vedano soprattutto i
contributi presenti nella prima parte della collectanea in suo onore: Luigi
Alici, Onorato Grassi, Giovanni Salmeri e Carlo Vinti , Armando Rigobello, la
filosofia come testimonianza, Numero speciale di Studium, Cfr. Luigi Alici,
Onorato Grassi, Giovanni Salmeri e Carlo Vinti , cRicordo di Armando Rigobello,
su lumsa. Armando Rigobello, Umanità e moralità, in Dialegesthai. Rivista
telematica di filosofia, su mondodomani.org. Armando Rigobello, Necrologio, su
rovigooggi. In memoriam: Armando Rigobello, su unimc. In ricordo di Armando
Rigobello, su unimc. Estraneità
interiore e testimonianza. Studi in onore di Armando Rigobello, Antonio
Pieretti, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli-Perugia, Luigi Alici, Onorato
Grassi, Giovanni Salmeri e Carlo Vinti , Armando Rigobello, la filosofia come
testimonianza, giornate-studio in suo onore, 17-18 novembre , evento
organizzato a Perugia in collaborazione con l'Roma Tor Vergata e la LUMSA,
Perugia/Roma, i cui atti sono stati pubblicati, Alici, Grassi, Salmeri e Vinti, Studium, Gianni Dotto, "Armando
Rigobello", in Enciclopedia filosofica, Bompiani, Milano, Emilio Baccarini
, Passione dell'originario: fenomenologia ed ermeneutica dell'esperienza
religiosa. Studi in onore di Armando Rigobello, Edizioni Studium, Roma, Personalismo Emmanuel Mounier Filosofia
cristiana Armando Rigobello in SWIF Sito
web italiano per la filosofia, su swif.uniba. Vita e ricerca. Il senso
dell'impegno filosofico (Interviste), Luca Alici recensione di Guido Del Din,Padova.
Video di un'intervista a cura di Valentini, fatta a Roma -- youtube.com/watch?v=yNRvCGRNfyE
PredecessoreRettore della LUMSASuccessore Giorgio Petrocchidal 1989 al
1991Giuseppe Dalla Torre
RIMINI.
gregorio
di, Il beato Gregorio da Rimini, detto anche de
Arimino o Ariminensis e soprannominato splendens lucerna, dottore acutus,
dottore authenticus (Rimini, 1300 – Vienna, 1358), è stato un filosofo e
teologo italiano, appartenente all'Ordine di Sant'Agostino. Forse
l'ultimo grande scolastico del Medioevo, fu il primo a conciliare gli sviluppi
delle idee di Ockham ad Oxford con gli insegnamenti di Pietro Aureolo a Parigi:
questa sua sintesi ebbe un impatto duraturo sul pensiero europeo[1].
Indice 1Biografia 2Pensiero 3Opere 4Note 5Altri progetti 6Collegamenti
esterni Biografia De imprestanciis venetorum (De usura), 1508 Nacque a
Rimini intorno al 1300, ricevette la sua prima formazione presso l'Ordine
mendicante degli Eremitani di sant'Agostino, nel quale era entrato. Studiò a
Parigi (dal 1322/23 al 1328/29), fino al conseguimento del
baccellierato.[2] Fu attivo come lettore a Bologna tra il 1329 e il 1338,
Padova e Perugia.[3] Tornò nel 1340-1342 a Parigi, dove preparò le
lezioni sulle Sentenze di Pietro Lombardo, che tenne nel 1343-1344. Influenzato
da lui fu Peter Ceffons che scrisse un commento sulle Sentenze. Nel 1345
conseguì il grado di Magister teologiae. Nel 1346 era a Rimini per
recarsi l'anno successivo a Padova. Nel 1351 il Capitolo generale di Basilea lo
nominò lector principalis nel recentemente costituito Studio agostiniano di
Rimini e lo incaricò, a ulteriore prova della sua autorevolezza, di procedere
alla nomina del nuovo priore del convento. Nel 1357 divenne priore
generale degli agostiniani come successore di Tommaso di Strasburgo. Morì
a Vienna verso la fine del 1358.[1] Oltre alla sua opera principale, il
Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo, del quale sono pervenuti solo i
primi due libri, scrisse diversi trattati, tra cui “De usura,” “ De quatuor
virtutibus cardinalibus” e un estratto
del commento alle sentenze, il “De intentione et remissione formarum” che
probabilmente costituisce una versione ampliata della IV distinctio del I libro
del Commento alle Sentenze. Dubbia è l’attribuzione a Gregorio di una Tabula
super epistolis B. Augustin. Gregorio manifesta una certa attitudine
sincretistica tra gli sviluppi del pensiero di Occam e gli insegnamenti di
Pietro Aureolo a Parigi. Mostra analoga tendenza anche nella ricostruzione e
dell'analisi del processo del conoscere umano, nelle quali si fondono in
maniera originale elementi eterogenei desunti da Aristotele, Agostino e Ockham.
Causa un grave fraintendimento del suo pensiero, Gregorio è stato qualificato
come tortor infantium (torturatore dei bambini), per la supposizione di aver
condannato alle pene eterne i bambini che muoiono senza il battesimo; in realtà
Gregorio espone tale dottrina senza pronunciarsi. Talvolta è indicato quale antesignano
dei nominalisti. Opere: “Gregorii Ariminensis OESA, Lectura super Primum et Secundum
Sententiarum”; “De quatuor virtutibus cardinalibus”; “De intentione et
remissione formarum”; “De usura”; “De imprestanciis venetorum... et de usura,
Reggio nell'Emilia, Lodovico Mazzali, Enrico Gori, Gregorio da Rimini, su
filosofico.net. Manuale di Filosofia Medievale on-line, Università di
Siena - Facoltà di lettere e filosofia. DBI. Enciclopedia Britannica,
Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata Roberto Lambertini, Gregorio
da Rimini, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Gregorio da Rimini, su ALCUIN, Università di Ratisbona. Modifica su
Wikidata Gregorio da Rimini, in Dizionario di filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, 2009. (EN) Schabel, Christopher, Gregory of Rimini,
in Edward N. Zalta (a cura di), Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for
the Study of Language and Information (CSLI), Università di Stanford. (EN)
Gregory of Rimini, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
philosopher, he studied in Italy, England, and France, and taught at the
universities of Bologna, Padua, Perugia, and Paris before becoming prior
general of the Hermits of St. Augustine in his native city of Rimini, about
eighteen months before he died. Gregory earned the honorific title “the
Authentic Doctor” because he was considered by many of his contemporaries to be
a faithful interpreter of Augustine, and thus a defender of tradition, in the
midst of the scepticism of Occam and his disciples regarding what could be
known in natural philosophy and theology. Thus, in his commentary on Books I
and II of Peter Lombard’s Sentences, Gregory rejected the view that because of
God’s omnipotence he can do anything and is therefore unknowable in his nature
and his ways. Gregory also maintained that after Adam’s fall from
righteousness, men need, in conjunction with their free will, God’s help grace
to perform morally good actions. In non-religious matters Gregory is usually
associated with the theory of the complexe significabile, according to which
the object of knowledge acquired by scientific proof is neither an object
existing outside the mind, nor a word simplex or a proposition complexum, but
rather the complexe significabile, that which is totally and adequately
signified by the proposition expressed in the conclusion of the proof in
question.
RINALDINI
(Ancona).
Filosofo. Nato in una famiglia aristocratica originaria di Siena, studiò al Bologna.
Fu al servizio di Urbano VIII e ottenne
da Barberini, nipote del Papa, la supervisione delle fortezze di Ferrara, Bondeno
e Comacchio. Lettore e professore a Pisa. Amico di Galilei e di
Borelli, il quale lo aveva soprannominato Simplicio per la sostanziale fedeltà
all'aristotelismo tradizionale, Rinaldini fu in corrispondenza con Viviani e fu
uno dei soci fondatori dell'Accademia del Cimento. Tuttavia ebbe numerose
controversie con i suoi amici e con Redi ed Torricelli. Nonostante il
conformismo, si oppose alla teoria della "virtù zoogenetica" delle
piante, sostenuta dagli altri accademici del Cimento, precedendo Malpighi con
l'ipotesi che anche gli insetti delle galle nascessero da uova deposte da
individui della stessa specie. Lasciò la
Toscana per recarsi a Padova, dove ebbe la cattedra di Filosofia nella locale
università e pubblicò “Philosophia rationalis, atque entità naturalis.” Cercò
invano di tornare a Pisa. Un'altra gloria di Rinaldini è la sua proposta di
scala termometrica utilizzando come riferimenti fissi il punto di congelamento
dell'acqua e quello di ebollizione all'ordinaria pressione atmosferica, e
proponendo di dividere l'intervallo in 12 gradi. Opere (selezione): Opus algebricum, Anconae,
Marco Salvioni, Opus mathematicum, Bononiae, Evangelista Dozza, Mathematica
italiana, Geometra promotus, Patauii, typis Petri Mariae Frambotti bibliopolae,
Ars analytica mathematum in tres parte distributa, Florentiae: ex typographia
Iosephi Cocchini; Patauii: typis Petri Mariae Frambotti, Ars analytica
mathematum. Pars tertia, Patauii, Pietro Maria Frambotto, De resolutione atque
compositione mathematica libri duo, Patauii: typis ac impensis heredum Pauli
Frambotti, Philosophia rationalis,
naturalis, atque moralis opus in quo praesertim physica vniuersa ex accuratis
naturalium effectuum observationibus deducta, & ubi rei natura patitur
geometrice demonstrata exhibetur. Patauii: sumptibus Petri Mariae Frambotti
bibliop. Ad artem quam ipse conscripsit mathematum analyticam paralipomena,
Patauii : typis Petri Mariae Frambotti, Commercium epistolicum, Patauii: typis Petri
Mariae Frambotti. L. Boschiero, Experiment and natural philosophy in
seventeenth-century Tuscany: the history of the Accademia del Cimento, Dordrecht:
Springer, «Carlo Rinaldini» In:
Francesco Redi scienziato e poeta alla corte dei Medici «Lo sviluppo delle ricerche sulle galle» In:
Francesco Redi scienziato e poeta alla corte dei Medici Clelia Pighetti, Il vuoto e la quiete:
scienza e mistica nel '600: Elena Cornaro e Carlo Rinaldini, Milano: Franco
Angeli, Giulia Giannini, Carlo Rinaldini, in Dizionario biografico degli
italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. «Renaldini (Rinaldini),
Carlo». In: Johann Christian Poggendorff, Biographisch-literarisches
Handwörterbuch für Mathematik, Astronomie, Physik, Chemie und verwandte Wissenschaftsgebiete
zur Geschichte der exacten Wissenschaften, Sächsische Akademie der Wissenschaften
zu Leipzig, Leipzig: J.A. Barth, Treccani
Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Operei (altra versione), su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere, Mathematica italiana, Biografia di Carlo
Renaldini, su mathematica.sns, Museo Galileo di Firenze.
RIONDATO.
(Padova).
Filosofo. Nasce nel quartiere padovano dell'Arcella. Studia presso l'Padova e
si laurea prima in lettere classiche e poi in filosofia nel 1952, avendo come
maestri Luigi Stefanini, Aldo Ferrabino, Umberto Antonio Padovani e Carlo
Diano. Diventa professore di storia della filosofia antica nello stesso ateneo
patavino. Fu vicepresidente nazionale dell'Azione Cattolica, presidente della
Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e presidente del Consiglio di
amministrazione del Gazzettino.. Mentre si recava a lezione al Liviano, fu
ferito da un colpo di pistola ad una gamba. L'attentato venne rivendicato dai
Comitati Comunisti Combattenti. Sul luogo dell'attentato è ora presente una
targa in ricordo. È stato presidente dell'Accademia patavina di scienze, lettere
ed arti e sotto la sua presidenza l'Accademia cambia nome in "Accademia
galileiana di scienze, lettere ed arti". -- è socio corrispondente
dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Onorificenze Cavaliere di gran croce
dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinariaCavaliere
di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana — Grande
ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme
ordinaria Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana — Medaglia
d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'artenastrino per uniforme
ordinaria. Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte.
Targa in ricordo su ezioriondato.org. 3 maggio . Sito web del Quirinale: dettaglio
decorato. Sito web del Quirinale:
dettaglio decorato. Sito web del Quirinale:
dettaglio decorato. Sito in Memoria, su
ezioriondato.org.
PLANTADOSSI. Giovanni da Ripa, o da Ripatransone, al
secolo Giovanni Plantadossi (Ripatransone), filosofo. Sebbene considerato a
volte nominalista, era in realtà un realista. Chiamato Doctor difficilis o
Doctor supersubtilis, fu commentatore a Parigi del Liber sententiarum di Pietro
Lombardo, oltre che missionario e ambasciatore in Grecia. La riscoperta di Giovanni è proceduta a
partire dalla Francia, dove l'edizione moderna delle sue opere è stata curata
da André Combes, per approdare in Italia solo in tempi recenti. Jolivet lo
considera «fra i pensatori più originali e profondi del Medio Evo». Opere di e su Giovanni da Ripa Conclusiones
(riedizione), Parigi, Lectura super
Primum Sententiarum, Prologi, Questiones 1 et 2 (riedizioni), Parigi, 1961.
Questio de gradu supremo (riedizione), Parigi, 1964. André Combes, La
métaphysique de Jean de Ripa. André Combes, Présentation de Jean de Ripa, 1956.
Note R. Lambertini, Dizionario
Biografico degli Italiani, riferimenti in .
Giovanni da Ripa, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Cf. H. P. Grice, “The problem of the universals. From Ripa to me.”
RIVERSO. (Napoli). Filosofo. Si laurea a Napoli. Docente a
Salerno. Riceve il Premio Nazionale “Tetradramma d'oro”. Professore a Napoli. Diventa
ordinario di Filosofia a Salerno. Fu inserito tra i 500 intellettuali più
importanti d'Europa. Trra i 2000 intellettuali “eccellenti” del XXI
secolo. I suoi studi hanno spaziato
dalla filosofia critica ed analitica, alla logica formale, è stato esperto in
problemi di linguistica, con particolare specializzazione nei rapporti tra
cultura occidentale e cultura islamica e di filosofia delle scienze e delle
culture. La sua attività ha portato alla pubblicazione di 45 volumi, 26
traduzioni e curatele ed oltre 500 articoli scientifici. Opere: “Intorno al pensiero di Barth. Colpa e
giustificazione nella reazione antiimmanentistica del "Roemerbrief"
barthiano, La teologia esistenzialistica di Barth, La costruzione
interpretativa del mondo, analizzata dall'epistemologia genetica, Metafisica e
scientismo. Con un'appendice sulla logica di Peirce, Il pensiero di Russell. Esposizione storico-critica, Introduzione alla filosofia e all'analisi del
linguaggio, Dalla magia alla scienza, I problemi della conoscenza e del metodo
nel sensismo degl'ideologi, Analisi dell'esperienza estetica, Il pensiero occidentale. Corso di storia della
filosofia, Le tappe della pedagogia nel mondo occidentale, l pensiero di Ludovico
Wittgenstein, Natura e logo. La razionalizzazione dell'esperienza da Omero a
Socrate, La filosofia analitica in Inghilterra, Il pensiero di Wittgenstein, La filosofia oggi, Individuo, società e cultura. Introduzione
alla psicologia dei processi culturali, La nostra immagine dell'Universo.
Astronomia e ideologia, Il pensiero di BRussell, Il pragmatismo, Aspetti della
spiritualità europea dal '500 al '600, Il linguaggio nel pensiero filosofico e pedagogico
del mondo antico, Democrazia, Isonomia e Concetto di Stato, Le correnti filosofiche del '900, Riferimento
e struttura; Il problema logico-analitico e l'opera di Strawson, Democrazia e
gioco maggioritario, Filosofia analitica del tempo, Ideologia e società nell'Islam, La città e lo
Stato; Alle origini del pensiero politico occidentale, Millikan e la carica
dell'elettrone, Esperienza e riflessione, le tappe della filosofia e della
scienza nella cultura occidentale, Piaget; Filosofo, epistemologo, psicologo e
pedagogista, L'Islam; Crogiuolo d'idee,
di problemi, di angosce, Forme culturali e paradigmi umani; Le tappe del
pensiero filosofico e pedagogico nella cultura occidentale, Paradigmi umani e
educazione, Filosofia del linguaggio: dalla forma al significato, Cose e parole
nella traduzione interculturale, Come Bruno iniziò a parlare: Diario di una
maestra di sostegno, La rimozione dell'Eros nel Giansenismo, Civiltà, libertà e
mercato nella città greca antica
(Working Papers della Libera Università Internazionale degli Studi
Sociali Guido Carli, LUISS, Roma). ''Capire l'Islam, Iran, Da Zarathuštra
all'Islâm. Un viaggio al centro dell'immaginario religioso e mistico che ha
influenzato l'umanità, Islâm, morale e
dottrina, Cogitata et scripta, Con
Emanuele Riverso scompare un vero filosofo del linguaggio, La Tribuna, Quindicinale
di Informazione, Sito interamente dedicato al prof. Riverso, su
emanueleriverso. Semiosi iconica e comprensione della Terra, di Emanuele
Riverso, SIBA, Coordinamento dei servizi informatici bibliotecari di Ateneo,
Università del Salento.
Roccoto be identified.
RODANO.
(Roma). Filosofo. Comunemente
considerato il fondatore del “cattocomunismo.” Fu tra i fondatori del Movimento
dei Cattolici Comunisti, poi Sinistra Cristiana. Consegue la maturità classica al
Visconti, la laurea aRoma. Negli anni del liceo e dell'università frequenta la
congregazione mariana “Scaletta”, diretta da padri gesuiti; milita nell'Azione
Cattolica e nella FUCI, allora presieduta da Aldo Moro. Dal 1938 entra in
contatto e collabora con antifascisti d'ispirazione cattolica (Adriano
Ossicini, Paolo Pecoraro, Antonio Tatò e altri), comunista (Paolo Bufalini,
Antonio Amendola, Pietro Ingrao, Lucio Lombardo Radice e altri), del Partito d'Azione
e liberali (Ugo La Malfa, Paolo Solari, Mario Fiorentino fra gli altri).
Nel 1938-40 partecipa al “Movimento dei Cattolici Antifascisti”. Nel 1941-43 è
(con Ossicini e Pecoraro) tra i promotori e dirigenti del “Partito
Cooperativista Sinarchico”, poi “Partito Comunista Cristiano” e ne redige i
principali documenti. Dal 1942 fa parte, con Alicata e Ingrao, del cosiddetto
“triumvirato” dirigente le due distinte organizzazioni clandestine (comunista e
comunista cristiana).Nel 1942 scrive, sotto pseudonimi, alcuni articoli
sull’Osservatore Romano. Il 18 maggio 1943 viene arrestato dalla polizia
fascista in una generale retata dei militanti del PCC, e deferito al Tribunale
Speciale con altri suoi dirigenti. Il processo non ha luogo per la caduta del
fascismo e tutti vengono liberati poco dopo il 25 luglio 1943. Nel
periodo badogliano, fra il 25 luglio e l'8 settembre 1943, ha intensi scambi
d'idee con i compagni di partito e altre personalità antifasciste sulla linea
da seguire. Stringe amicizia con don Giuseppe De Luca e con Giaime Pintor.
Collabora al “Lavoro”, diretto da Mario Alicata (comunista), Olindo Vernocchi
(socialista) e Alberto Canaletti Gaudenti (cattolico). Sotto l'occupazione
nazista di Roma (8 settembre 19434 giugno 1944) fonda, con altri, il “Movimento
dei Cattolici Comunisti” e ne redige i documenti teorico-politici; scrive
articoli sui 14 numeri usciti alla macchia di Voce Operaia, organo dello stesso
MCC. Il 13 febbraio 1944 sposa Maria Lisa Cinciari, sua compagna di lotta, che
diverrà vice presidente della Camera dei deputati per il PCI, con cui avrà
cinque figli, tra cui Giulia Rodano, assessore alla Regione Lazio dal 2006 al
. Dopo la liberazione Franco Rodano con Laura Garroni Liberata
Roma, il MCC prende il nome di "Partito della Sinistra Cristiana". Vi
confluiscono i “Cristiano-Sociali” di Gerardo Bruni. Vi partecipano anche
Felice Balbo, Filippo Sacconi, Luciano Barca, Fedele D'Amico, Giovanbattista
Chiesa, Erasmo Valente, Giuseppe Mira, Antonio Tatò, Giglia Tedesco, Ennio
Parrelli, Vittorio Tranquilli, Antonio Rinaldini. Nel giugno 1944 Rodano
stringe un rapporto di amicizia e collaborazione (che non sarà privo di momenti
di dissenso critico) con Palmiro Togliatti. Su Voce Operaia, pubblicata adesso
legalmente, scrive numerosi articoli; in quattro di essi (autunno 1945)
sostiene la prosecuzione dell'IRI e ciò segna l'inizio della sua amicizia con
Raffaele Mattioli. Nella notte di Natale del 1944 s'incontrano, a casa di
Rodano e con la sua mediazione, Togliatti e don Giuseppe De Luca: è un primo,
cauto sondaggio reciproco tra mondo cattolico e movimento comunista
italiano. Il 9 dicembre 1945, a conclusione di un congresso
straordinario, il PSC si scioglie. Rodano sostiene, con argomentato vigore, che
non è più utile una formazione cattolica di sinistra, poiché incombe alla
classe operaia nel suo insieme e perciò al PCI il compito di affrontare la
questione cattolica, superando le pregiudiziali ateistiche e del dogmatismo
marxista. Si adopera perciò per ottenere modifiche nello statuto del PCI, che
consentano l'iscrizione e la militanza in esso indipendentemente dalle
convinzioni ideologiche e religiose, modifiche che saranno adottate dal PCI nel
suo V congresso, nel gennaio 1946. Entrato nel PCI, Rodano scrive* su
periodici ufficiali di tale partito o ad esso vicini; particolarmente
numerosi i suoi articoli su Rinascita, dal 1946 al 1952. Vi ha largo spazio
l'invito ai cattolici a lavorare in politica e nelle altre dimensione della
"storia comune degli uomini" in spirito di laicità, evitando quindi
improprie commistioni con la fede religiosa. Questa posizioneapprofondita da
Rodano nel corso di tutta la sua opera ed essenziale per comprenderlacontrasta
con la linea della Chiesa di Pio XII, che coglie l'occasione di due suoi
articoli sulla condizione economica del clero (Rinascita, autunno 1947) per
comminargli l'interdetto dai sacramenti, accusandolo di fomentare la
"lotta di classe" all'interno delle gerarchie. L'interdetto verrà
tolto solo sotto il pontificato di Giovanni XXIII. La battaglia
culturale Franco Rodano Dal 1951 al 1954 Rodano cura, insieme a Gabriele
De Rosa, Filippo Sacconi e altri, gli articoli politici del mensile Lo
Spettatore Italiano, diretto da Elena Croce, figlia di Benedetto. Dal 1955 al
1959 scrive sul Dibattito Politico, settimanale diretto da Mario Melloni e Ugo
Bartesaghi, teso a una difficile mediazione tra le posizioni politiche del
mondo cattolico e di quello comunista e socialista, nel distinto riconoscimento
dei rispettivi valori e motivi ideali. Vi collaborano tra gli altri Giuseppe
Chiarante, Lucio Magri, Ugo Baduel, Edoardo Salzano. Durante il
pontificato di Giovanni XXIII opera, tramite Togliatti, per la trasmissione ai
dirigenti sovietici della proposta, accolta, di uno scambio di messaggi in
occasione dell'ottantesimo compleanno di papa Roncalli. L'iniziativa sarà il
primo segno di disgelo tra URSS e Santa Sede. Tra il 1960 e il 1968 si svolge
un serrato dialogo tra Rodano e Augusto Del Noce, che mette in chiaro la
diversità delle rispettive posizioni. Nel 1962 Rodano fonda, con Claudio
Napoleoni, La Rivista trimestrale, che durerà fino al 1970, affrontando nodi
teorici e politici di fondo. Ancora con Napoleoni, e con Michele Ranchetti,
dirige la “Scuola Italiana di Scienze Politiche ed Economiche” (SISPE,
1968-72), rivolta a militanti del movimento giovanile dell'epoca. Negli
stessi anni collabora alla rivista Settegiorni, diretta da Ruggero Orfei e
Piero Pratesi, in cui fra l'altro scrive una serie di interventi d'intensa
riflessione teologica, le Lettere dalla Valnerina. Chiusasi l'esperienza della
Rivista Trimestrale, Rodano scrive sui Quaderni della Rivista Trimestrale
(1972-83), diretti da Mario Reale, cui collaborano, insieme a Filippo Sacconi,
Edoardo Salzano, Vittorio Tranquilli, Giorgio Gasparotti, Franco Rinaldini, gli
allora giovani Mario Reale, Raffaele D'Agata, Claudio De Vincenti, Alessandro
Montebugnoli, Pier Carlo Padoan, Stefano Sacconi, Alberto Zevi, Giaime e
Giorgio Rodano, e altri. Lo si considera l'esponente più autorevole del “cattocomunismo”:
"i rapporti di Rodano con il mondo cattolico sono stati indagati a fondo.
Quelli con Togliatti (che furono rapporti personali assai intensi) assai poco,
come quelli con Berlinguer (all'Istituto Gramsci si conservano tre vaste memorie
che Rodano ha scritto per Berlinguer), anche se il rapporto stretto di questi
con Antonio Tatò è sufficiente a delinearne l'influenza". Nella
stagione del “Compromesso storico” proposto da Enrico Berlinguer e oggetto
prima di attenzione, poi di cauta convergenza da parte di Aldo Moro, Rodano
elabora i fondamenti teorici di una politica diretta a non ridurre l'incontro
tra le grandi forze storiche del comunismo, del socialismo e del cattolicesimo
democratico a una mera operazione di governo, ma a farne una strategia di lungo
periodo di trasformazione della società. Quella stagione e quelle prospettive
vengono improvvisamente troncate dall'assassinio di Moro. S'intensificano,
all'epoca, i suoi contatti personali con esponenti del PCI, del PSI, della DC e
di altri partiti (La Malfa, Malagodi, Visentini), su problemi politici a breve
e lungo termine. Pubblica alcuni libri, scrive articoli su vari periodici e sul
quotidiano Paese Sera, quasi settimanalmente. Franco Rodano muore per una crisi
cardiaca a Monterado (An). Al funerale cattolico partecipa ufficialmente anche
la locale sezione del PCI. Opere Sulla politica dei comunisti,
(Boringhieri, Torino, Questione democristiana e compromesso storico, (Editori
Riuniti, Roma), Il pensiero di Lenin da “ideologia” a “lezione” (Stampatori,
Torino, Lettere dalla Valnerina (Piero Pratesi, La Locusta, Vicenza 1986)
Lezioni di storia "possibile" (Vittorio Tranquilli e G.Tassani,
Marietti, Genova) Lezioni su servo e signore (Vittorio Tranquilli, Editori
Riuniti, Roma) Cattolici e laicità della politica (Vittorio Tranquilli, Editori
Riuniti, Roma, Cristianesimo e società opulenta (Marcello Mustè, Ed. di Storia
e letteratura, Roma) Saggi, articoli, interviste Sono stati pubblicati in
numerosi periodici e quotidiani, tra i quali: l'Osservatore Romano, Primato,
Voce Operaia Rinascita Il Politecnico,
Unità, Vie nuove, Società, Cultura e realtà, Lo Spettatore Italiano, Il
Contemporaneo, Il Dibattito Politico, Nuovi Argomenti, La Rivista Trimestrale,
Settegiorni, Quaderni della Rivista Trimestrale, Paese Sera, Città Futura,
Nuova Società, Il Regno. Si può vedere
l'elenco completo dei saggi, articoli, interviste in: katciu-martel . I saggi
più importanti, pubblicati sulla Rivista Trimestrale e sui successivi Quaderni
della R.T., sono: Risorgimento e democrazia, Il processo di formazione
della “società opulenta” Il pensiero
cattolico di fronte alla “società opulenta” Egemonia riformista ed egemonia
rivoluzionaria (n. 4/1962), Note sul concetto di rivoluzione Significato e
prospettive di una tregua salariale (con Claudio Napoleoni, Il centro-sinistra
e la situazione del paese, Sul pensiero
di Marx, A proposito del convegno delle ACLI a Vallombrosa, Su alcune questioni
sollevate dal movimento studentesco (Con Dopo Praga: considerazioni politiche
sulla storia del movimento operaio, A proposito dell'”autunno caldo”:
considerazioni sulla dialettica sociale dell'”opulenza” La peculiarità del
Partito comunista italiano, Dopo il XIV congresso del PCI: il nodo al pettine;
i “germi di comunismo” (La questione democristiana La proposta del “compromesso
storico” Dopo la morte di Mao Tse-tung: la lezione di una grande esperienza
(con Vittorio Tranquilli, Considerazioni sulla strategia dei comunisti
italiani: egemonia e libertà delle opinioni (Considerazioni sui fenomeni di
eversione giovanilistica: la politica come assoluto Note sulla questione
giovanile: la giovinezza, specificità umana e condizione storica Dopo la
lettera di Berlinguer al vescovo di Ivrea: laicità e ideologie, Alla radice
della crisiI –L'incompatibilità tra capitalismo e democrazia, IIÈ possibile una soluzione reazionaria? (
IIIIdee e strumenti della manovra reazionaria, IVRivoluzione e “filosofia della
storia” V –Rivoluzione in Occidente e rapporto con l'URSS, Il senso di una grande lezione: per una
lettura critica del pensiero di LeninI, IPer un bilancio del “compromesso
storico”: Innovazione e continuità Contratti e costo del lavoro: imprese e
sindacati, partiti e istituzioni (ivi) La Chiesa di fronte al problema della
pace, Note Piero Craveri, Una critica
pregnante, in Mondoperaio, È morto
Rodano, teorico del compromesso storico Archiviolastampa Augusto Del Noce: Lettera a F. Rodano (luglio
1961, in Regno-attualità,); Maria Lisa Cinciari: Cattolici comunisti (in
Enciclopedia dell'antifascismo e della resistenza, Milano); Lorenzo Bedeschi:
Cattolici e comunisti (Feltrinelli, Milano); Mario Cocchi, Pio Montesi: Per una
storia della Sinistra cristiana (Coines, Roma), Carlo Felice Casula:
Cattolici-comunisti e Sinistra cristiana (Il Mulino, Bologna; Giovanni Tassani:
Alle origini del compromesso storico (EDB, Bologna Giuseppe Ruggieri, Riccardo
Albani: Cattolici comunisti? (Queriniana, Brescia); Margherita Repetto: Il
Movimento dei cattolici comunisti: problemi storici e politici (in Quaderni
della Rivista Trimestrale); : Ricordo di Franco Rodano Francesco Margiotta
Broglio, "Rodano: un cristiano nella sinistra", in "Nuova
Antologia", Gabriele Giannantoni, Massimo D'Alema, Pietro Ingrao:
Dibattito su Franco Rodano (in Rivista Trimestralenuova serie, : articoli su F.
Rodano in Nuovo Spettatore Italiano, Gianni La Bella: “Lo Spettatore Italiano”
(Morcelliana, Brescia); Massimo Papini: Tra storia e profezia: la lezione dei
cattolici comunisti (Ed. Univ., Roma); Enrico Landolfi, Franco Rodano e la
rivoluzione in Occidente, Palermo, Ila Palma, M. Raimondo: Franco Rodano:
solitudine e realismo del comunista cattolico (Galzerano, Salerno 1987); Mario
Tronti: Una riflessione su Franco Rodano (in Rivista Trimestralen. Mauro
Alighiero Manacorda: Franco Rodano lettore di Marx (In Critica marxista, Claudio
Napoleoni: Saggio su Rodano (in Cercate ancora, Ed. Riuniti, Raniero La Valle);
Claudio Napoleoni: Su Franco Rodano (in Teoria politica); Augusto Del Noce: Il
cattolico comunista (Rusconi, Milano); Vittorio Tranquilli: Fede cattolica e
laicità della politica in Franco Rodano (in Teoria Politica); Vittorio
Tranquilli: Realtà storica e problemi teorici della democrazia nel pensiero di
Franco Rodano (in Bailamme, nn.Mario Reale: Sulla laicità. Considerazioni
intorno alle relazioni fra atei e credenti (in Novecento, Riccardo Bellofiore:
Pensare il proprio tempo. Il dilemma della laicità in Claudio Napoleoni e
Franco Rodano (in Per un nuovo dizionario della politica, Ed. Riuniti, Roma, L.
Capuccelli); Mauro Lucente: La riflessione teorica di Franco Rodano dalla
Sinistra Cristiana alla “Rivista Trimestrale” (Tesi di laurea in scienze
politiche, Milano); Istituto Gramsci: Convegno commemorativo di Franco Rodano,
Roma, ottobre 1993; Marcello Mustè: Franco Rodano: critica delle ideologie e
ricerca della laicità (Il Mulino, Riccardo Albani: La storia comune degli
uomini. Rileggendo Franco Rodano (in Testimonianze,Massimo Papini: La
formazione di un giovane cattolico nella seconda metà degli anni Trenta: Franco
Rodano tra la Congregazione mariana “La Scaletta” e il liceo “Visconti” (in
Cristianesimo e storia, Vittorio Possenti: Cattolicesimo e modernità. Balbo, Del
Noce, Rodano (Milano, Marcello Mustè: Fra Del Noce e Rodano: il dibattito sulla
“società opulenta” (in La Cultura, Marcello Mustè: Franco Rodano: laicità,
democrazia, società del superfluo (Studium, Roma). Franco Rodano:
"Cristianesimo e società opulenta", a cura e con introduzione di
Marcello Mustè (Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, Valentino Parlato:
L'utopia di Rodano (in Manifesto, Enrico Melchionda: Gli anni di Rodano (in
Aprile, Gabriele De Rosa, "Franco
Rodano; il cristianesimo e la società opulenta", in "Ricerche di
storia sociale e religiosa", anno Giuseppe Chiarante: Tra De Gasperi e
Togliatti. Memorie degli anni Cinquanta (Carocci, Roma; Michele Pandolfelli:
Cattolicesimo e marxismo nel pensiero di Franco Rodano (Tesi di laurea in
Scienze politiche, Roma. S.d.). Giovanni Tassani:"Il Belpaese dei Cattolici",
Cantagalli ,"La traccia e la prospettiva teorica di Franco Rodano".
Renato MORO, "Franco Rodano e la storia del 'partito cattolico' in
Italia", in Alfonso BottiStoria ed esperienza religiosa. Studi per Rocco
Cerrato, Urbino, Quattro Venti, Hanno detto di lui «La vita di Franco Rodano ha
testimoniato, in modo esemplare, quanto possa essere forte, nell’uomo, la
dedizione all’impegno intellettuale e ai grandi ideali, tra i quali la politica
intesa nel senso più nobile e più alto dell’accezione. Portatore d’una fede
religiosa profondamente sentita e sofferta, Rodano ha avuto costantemente con
sé il dantesco “angelo della solitudine”: durante l’intera sua vita, infatti,
mai si è sottratto al rovello e al dubbio; mai ha preferito la comoda via dei
pigri, degli opportunisti e dei neutrali. La sua prima “scelta di campo” nell’Italia
divisa in due, fu doppiamente
coraggiosa: la resistenza al nazifascismo ed il tentativo di conciliare nel
Movimento dei cattolici comunisti i valori della tradizione cristiana e
cattolica con quelli della rivoluzione d’ottobre. E così continuò senza paura e
con sacrificio personale in tutti questi anni promuovendo con le sue tesi, tra
consensi e dissensi, un continuo dibattito. La sua “inquietudine” fu, dunque,
sincera e feconda, sorretta da uno spirito virile, ma al fondo sensibile ed
umanissimo. Certamente Franco Rodano sarà ricordato dallo storico del futuro
con queste sue peculiarità di intellettuale originale, pugnace e coraggioso. In
questo modo l’ho visto e conosciuto, e così rimarrà per sempre nella mia
memoria.» Sandro Pertini, Quaderni della Rivista Trimestrale, . “ritengo
che la sua vita e la sua opera abbiano fornito una prova concreta e
significativa della validità di due principi che egli ha serenamente professato
e praticato e che, anche con il suo personale contributo, sono acquisiti al
patrimonio teorico e ideale del Partito comunista. Il primo è la distinzione e
l’autonomia reciproca della politica e della fede religiosa (o della
convinzione filosofica o del “credo” ideologico). Il secondo è
l’affermazionefatta da Togliatti, formulata in una tesi approvata dal X
congresso del partito e sviluppata poi nelle tesi del XV congressosecondo la
quale un cristianesimo genuinamente vissuto non soltanto non si oppone, ma è
anche in grado di sollecitare un’azione che può contribuire alla battaglia per
la costruzione di una società più umana, più libera e più giusta di quella
capitalista.» Enrico Berlinguer, Quaderni della Rivista Trimestrale, «C’era
nella sua avversione al misticismo, all’indistinto, all’anarchismo, una grande
lezione di umanesimo storico e costruttivo. La drammaticità con cui sentiva i
rischi di un capovolgimento della democraziavissuta nei suoi angusti limiti
democraticisticiin corporativismo e in anarchia, e, quindi, la possibilità di
una replica autoritaria, è tuttora inscritta nella nostra vita quotidiana,
nella fase che stiamo attraversando. Bene: distinguere per collegare; stabilire
i confini del campo di ciascuno, da cui discende l’autonomia della politica
dalla religione e dalle ideologie. Per questo ritengo che occorra respingere le
sollecitazioni di quanti pensano di poter rimuovere la questione di fondo posta
da Rodano. Quella questione oggi riguarda, a mio avviso, il confine mobile tra
progresso e conservazione” Achille Occhetto, Quaderni della Rivista
Trimestrale, n.75-77, giugno-dicembre 1983, 67. «Per chi ha seguito, anche
talvolta dissentendo, il pensiero di Rodano e lo ha spesso messo a confronto
con la visione di Moro, appare chiaro che gli insegnamento di Franco Rodano
come quelli di Aldo Moro non hanno solo valore per la ricostruzione storica di
una fase politica conclusa, ma hanno invece valore e significato come guida per
la costruzione di un processo di allargamento della democrazia, di sviluppo e
di confronto e di un dialogo che sono ancora più che mai attuali, perché
attuali e non risolti sono i grandi problemi nazionali che richiedono sì
maggioranze e governi più efficaci e risoluti, ma anche un più largo consenso
popolare da realizzarsi col confronto, col dialogo, con la partecipazione, sia
pure a vario titolo, ad un unico disegno di tutte le forze politiche
rappresentative dell’intera realtà popolare.» Giovanni Galloni, Quaderni
della Rivista Trimestrale, n. “benché creda che la storia sia opera di molti, e
non di singole personalità pur spiccatissime, ho sempre ritenuto che il ruolo
esercitato da Rodano nella vicenda italiana di questi decenni sia stato
assolutamente fuori del comune, e portatore di cambiamento come a pochissimi
altri è stato dato. Ciò dico soprattutto in riferimento alla storia e alle
trasformazioni del partito comunista italiano, nei cui confronti Rodano ha
esercitato una funzione liberatrice e maieutica che, se non temessi di far
torto alla complessità del processo di un grande movimento di massa e agli
innumerevoli apporti di cui esso è sostanziato, non esiterei a definire
demiurgica.» Raniero La Valle, Quaderni della Rivista Trimestrale,
n.75-77, giugno-dicembre 1983, 49. «Lasciamo ad altri le banalità sul
“Consigliere del Principe” o sul “consulente” per i rapporti con il mondo
cattolico o con il Vaticano. Togliatti ne fu attratto e interessato certo,
anche perché l’esperienza di Rodano, le sue riflessioni, le sue frequentazioni
arricchivano il Partito di qualcosa che altrimenti non sarebbe venuto. Forse
qualcosa di analogo era stato per Gramsci e per Togliatti l’incontro con Piero
Godetti. Che Franco conoscesse e stimasse il cardinal Ottavini, che fosse
intimo di don De Luca, non era importante perché ciò rappresentava un “canale”;
era piuttosto decisivo che un giovane così ascoltasse e parlasse, che si
trovasse a casa sua tra i comunisti, che per farlo soffrisse fino alla
persecuzione vaticana, riuscendo sempre ad essere fedele nel senso più pieno
del termine.» Gian Carlo Paietta, Quaderni della Rivista Trimestrale,
n.75-77, giugno-dicembre 1983, 73. «Franco è stato e rimane uno dei pochi
uomini il cui pensiero rende possibile l’appellativo di femminista anche per un
appartenente al sesso maschile. La continua attenzione di Franco alla questione
femminile derivava, certo, da una molteplicità di circostanze. Vi influiva la
ricerca su quello che egli stesso definì il processo di umanizzazione
dell’uomo, nel cui quadro la liberazione della donna costituiva ben più di una
semplice componente o misura, ma piuttosto una delle condizioni decisive per
una reale, generale fuoruscita dall’alienazione e dallo sfruttamento umano […].
Oggi più d’uno ambirebbe, revanchisticamente, a considerare conclusa la
stagione femminista. E invece il vero problema per le donne, per la democrazia,
per il mutamento, è la perpetuazione e il saldo attestarsi a un livello
superiore del femminismo. Per questo il messaggio di Franco Rodano, che può ben
a ragione essere definito femminista nell’accezione più onnicomprensiva ed elevata,
risulta tuttora rivolto alla speranza e soprattutto all’impegno: quell’impegno
per cui egli ha consumato generosamente, e certo positivamente anche per la
causa femminile, tutta intiera la sua vita.» Giglia Tedesco, Quaderni
della Rivista Trimestrale, «Il [mio] primo interrogativo riguarda le scelte
politiche che egli ha fatto, ponendosi come cattolico in contrasto con alcune
direttive ecclesiastiche. Dove ha trovato forza e serenità, pur con sofferenza,
per queste opzioni non rinunciando alla sua fede e alla sua appartenenza
ecclesiale, sempre professata? Non ho trovato altra risposta che la sua fede
teologale. La fede di Franco non era credenza dottrinale, magari utilizzata
ideologicamente, o sottomissione alla gerarchia che poi si muta in ribellione;
era adesione cosciente e ferma a Dio che si è rivelato in Gesù Cristo, ancora
vivente nella Chiesa. Questa fede comporta quel “sensus fidei” (ne ha parlato
il Vaticano II nella Lumen Gentium n. 12) che diventa giudizio pratico nelle
concrete situazioni per scelte che siano conformi alla volontà di Dio. È il
“discernimento” di cui parla san Paolo nella Lettera ai Romani (12, 2) e che
tanta parte ha nella dottrina spirituale cristiana.» Don Gino Della
Torre, Quaderni della Rivista Trimestrale, n.75-77, giugno-dicembre 1983, 95.
«Il rapporto con la Chiesa, sia come comunità di fede che come istituzione,
senza mediazioni di un partito cattolico […] rappresentava [per Rodano]
un’occasione e una garanzia per depurare il movimento comunista non solo dall’ateismo
scientista, ma anche di una visione totalizzante della rivoluzione politica e
sociale (il mito del regno dei cieli sulla terra e di una storia senza
alienazioni). Corrispettivamente il movimento comunista era il portatore
necessario di una trasformazione della società che non si presentasse […] come
inveramento e compimento della razionalità illuministica, della rivoluzione
borghese, ma anche e soprattutto come loro rovesciamento dialettico, e perciò
offrisse un fondamento storico e materiale ad un mondo in cui la persona
umana diventasse centro e misura, liberata dalla reificazione capitalistica, e
perciò stesso base reale di un pieno sviluppo di un cristianesimo, non
integralista, ma consapevole, diffuso, praticabile.» (Lucio Magri) Altri
progetti Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o
altri file su Franco Rodano Gli anni di
Rodano, articolo di E. Melchionda, in "Aprile", n. 108, settembre
2003. Franco Rodano: dall'utopia alla secolarizzazione, articolo diVassallo, in
"effedieffe.comgiornale on-line", Il consigliere di Berlinguer che
amava la Controriforma. Ricorre il decennale della morte del giornalista
politico Franco Rodano, articolo di Paolo Franchi, Corriere della Sera, 8
ottobre, Archivio storico. Raccolta di articoli di Franco Rodano. «Ròdano,
Franco», la voce in Enciclopedie on line, sito "Treccani L'Enciclopedia
italiana".
romagnosi: important
Italian philosopher. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Romagnosi," per
il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia.
Romanoto be identified.
ROSCAGLIA. (Roma), filosofo -- è figlio del filologo Aurelio Roncaglia,
nipote dell'omonimo musicologo Gino Roncaglia e fratello dell'economista
Alessandro Roncaglia. Laureatosi in
filosofia a Roma, è stato allievo di Gregory e
Maierù. Consegue il perfezionamento in Informatica umanistica, sempre
presso la Sapienza. Consegue poi il dottorato in Filosofia a Firenze. Insegna
Editoria digitale e Digital Humanities a 'Roma.
In precedenza, era stato prima ricercatore, poi professore associato a Tuscia,
dove ha diretto un master in learning e corsi di perfezionamento su Book e
futuro del libro e sul web semantico. Eera stato documentarista bibliotecario
presso l'Archivio Storico della Camera dei deputati, occupandosi dei primi
progetti di digitalizzazione della documentazione storica. Fra i pionieri dell'uso di Internet in Italia
e della riflessione sulle sue potenzialità culturali (in particolare nel
settore dell'editoria e degli ebook), è socio fondatore dell'Associazione
culturale Liber Liber. È stato autore con Calvo, Ciotti e Zela della fortunata serie di
manuali su Internet pubblicati dalla casa editrice Laterza (sei edizioni e
oltre venti ristampe). Oltre che sul mondo del web, sull'editoria digitale e
sulle culture di rete, ha pubblicato numerosi studi e ricerche anche sulla
storia della logica fra il Medioevo e Leibniz.
In ambito televisivo è stato fra gli autori della trasmissione Rai
MediaMente e di numerosi altri programmi televisivi legati al mondo delle nuove
tecnologie e delle reti, nonché dei programmi culturali Nautilus e Zettel Filosofia
in movimento in onda a partire dal gennaio
sul canale Rai Scuola. Con Casati è autore di un progettodenominato
Wikilexper l'uso di strumenti wiki nel drafting normativo, in un contesto di
democrazia partecipata. Ha fatto parte
dal settembre del Comitato
tecnico-scientifico per le biblioteche e gli istituti culturali del Ministero
dei beni e delle attività culturali e del turismo, da cui si è dimesso per
protesta nel maggio . Opere principali:
L'età della frammentazione. Cultura del libro e scuola digitale.
Roma-Bari:Laterza, . L'editoria fra cartaceo e digitale. Milano: Ledizioni, .
La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro. Roma-Bari: Laterza, .
Lingua e tecnologia. Usi della lingua e strumenti di rete, in Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Il libro dell'anno, Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .
Google Book Search e le politiche di digitalizzazione libraria. Digitalia, Dai metadati all'harvesting. La gestione di
risorse informative attraverso repository interoperabili. Culture del testo e
del documento, Internet, Manuale per l'uso della rete, con Calvo,
Ciotti, e Zela. Roma-Bari: Laterza, Blogosfera e feed RSS. Una palestra per il
Semantic web? Networks. Rivista di filosofia dell'intelligenza artificiale e
scienze cognitive, Frontiere di rete.
Internet, cosa c'è di nuovo?, con Calvo, Ciotti, Zela. Roma-Bari: Laterza, Il
mondo digitale. Introduzione ai nuovi media, con Fabio Ciotti , Roma-Bari:
Laterza, Palaestra Rationis. Discussioni su natura della copula e modalità,
Firenze: Olschki. Università Roma Tre. 5 aprile . Dimissioni organi consultivi MiBACT. Note a
margine del concorso per 500 funzionari del Ministero Beni Culturali: mezzo
bibliotecario per ogni biblioteca? E la tutela di libri e manoscritti chi la
fa?, su aib. 23 agosto . Opere su Liber Liber,
su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Opere di Gino Roncaglia, . Registrazioni
di Gino Roncaglia, su RadioRadicale, Radio Radicale. Il sito-blog del libro La quarta rivoluzione,
su ebooklearn.com. L’Open Archive dell’Università della Tuscia, contenente le
sue pubblicazioni, su dspace.unitus. Il
sito del corso di perfezionamento su futuro del libro, e-book ed editoria
digitale, su ebooklearn.com. Il sito del master in E-Learning dell’Università
della Tuscia, su masterunitus.com. Il sito del progetto Wikilex, su
merzspace.net. Gino Roncaglia: memoria e supporti digitali, sul RAI Filosofia, su filosofia.rai.
RONCHI. (Forlì). Flosofo. Si è laureato a Bologna e
ha conseguito il dottorato a Milano sotto la guida di Sini. Professore ad
Aquila a all’Istituto di ricerca di psicanalisi applicate. Tiene corsi in varie
università e collabora con diversi centri
di ricerca. È direttore di due collane: “Filosofia al presente” per Textus
Edizioni di L’Aquila e “Canone Minore” per Mimesis Edizioni di Milano e
dal dirige la scuola di filosofia Praxis
a Forlì. È membro del Consiglio di amministrazione della Société des amis
de Bergson e collabora con i servizi culturali di Rai Radio Tre e con il sito
Doppiozero. I suoi primi lavori sono dedicati a Bataille, Levinas, e Blanchot.
Un sapere passionale) e alla questione della comunicazione intesa
filosoficamente come partecipazione alla verità e fondamento ontologico della
stessa pratica filosofica (Teoria critica della comunicazione: dal modello
veicolare al modello conversativo, -- Grice: “I like ‘conversativo.”Almost a
Spoonerism for ‘conservative’!” -- Filosofia della comunicazione. Il mondo come
resto e come teogonia. Più in particolare, ha proposto una revisione del modello
veicolare o standard della comunicazione e una critica al paradigma linguistico
del vivente. Al problema della raffigurazione e al suo rapporto col dicibile
nel pensiero occidentale antico, moderno e contemporaneo è invece dedicato “Il
pensiero bastardo: figurazione dell’invisibile e comunicazione indiretta.”
Grice: “This shows a distinction between ‘ingelese italianato.’ To call
indirect communication bastard would be a bit too much at Oxford!” --. Grazie
ai suoi studi su Bergson Ronchi si è segnalato come una voce significativa
della cosiddetta “Bergson renaissance”. – cf. Grice, “Speranza e la cosidddetta
“Grice renaissance””. Nei suoi lavori (Bergson filosofo dell’interpretazione,
Bergson. Una sintesi, ), guarda a Bergson come a un filosofo in grado di dare
risposta a questioni tuttora aperte del dibattito filosofico. Bergson non è,
come si crede, un filosofo irrazionalista, spiritualista, ostile alla scienza e
ai suoi metodi. Per lui la filosofia è un metodo rigorosamente empirista, che
consente la massima precisione possibile nella descrizione dei fenomeni.
Bergson è anzi il filosofo che ha cercato di emancipare la scienza da quanto di
“metafisico” era ancora inconsapevolmente presente nelle sue pratiche. Con le sue
celebri nozioni di “durata” e di “memoria” (cfr. Grice, “Personal identity: my
debt to Bergson”) ha costruito un nuovo
modello di intelligibilità del divenire, alternativo a quello aristotelico, in
grado finalmente di spiegare, senza riduzionismi, il “vivente” quale era stato
descritto dalla biologia evoluzionista. Il pensiero bergsoniano è
presentato come uno snodo essenziale della filosofia del Novecento. La sua
dirompente attualità è mostrata attraverso un confronto sistematico con la
fenomenologia, l’esistenzialismo, l’ermeneutica, il pensiero della differenza e
l'epistemologia della complessità. Al tempo stesso però, Bergson è ricollocato dall’autore all’interno
della tradizione filosofica occidentale, come un capitolo, tra i più alti,
dell’indagine filosofica sulla natura: un capitolo che continua l’opera di quei
filosofi e di quei teologi che, dai neoplatonici a Cusano fino a Grice e Gentile,
hanno provato a pensare la natura come vita vivente e come divinità
immanente. Impegnato in una definizione e riabilitazione del filosofico
contro il pericolo della sua dismissione (Come fare: per una resistenza
filosofica, ), proprio grazie al confronto con Bergson e ai filosofi “amici” di
quest’ultimo (Grice, James, Whitehead, Deleuze, and Grice’s immediate sources:
Gallie and Broad), è venuto definendo la
sua posizione filosofica inscrivendola in una costellazione ben precisa, ancorché
minoritaria (Canone minore: verso una filosofia della natura, ). Empirismo
radicale, realismo speculativo e “pragmatica” “trascendentale” sono le
definizioni che, più di altre, esprimono il senso e la direzione della sua
ricerca, improntata com'è a criticare quella che chiama “la linea maggiore
della filosofia” e che definisce dualistica, soggettivistica e antropocentrica.
In una parola: moderna. Da Kant sino a Derrida, la filosofia moderna è
stata infatti caratterizzata dal primato accordato alla finitudine, alla contingenza,
all'intenzionalità griceiana, alla negazione e al linguaggio e la semiotica. La
filosofia maggiore è, in fondo, un’antropologia cui oppone una filosofia del
processo radicalmente monista e immanentista che contesta la tesi dell'
"eccezione umana" e che non pone come apriori il principio della
correlazione soggetto-mondo (anche nella versione offertane dall'ermeneutica e
dalla fenomenologia). Alla svolta trascendentale kantiana è opposta quella
cosmologica whiteheadiana e, al dispositivo aristotelico potenza/atto,
dispositivo insufficiente a cogliere la natura naturans, la nozione di
gentiliana di “actus purus”. La linea minore è, infatti, anche e soprattutto
una linea megarica che, alla potenza logico-linguistica e umana troppo umana
dei contrari, sostituisce una potenza che non può non esercitarsi (sia essa
quella dell’Uno di Plotino, della sostanza di Spinoza o della durata di
Bergson). La filosofia “minore” è una filosofia del processo (categoria che oppone
all’aristotelica Kinesis) che, pur confutando il nulla e il possibile come
pseudo-problemi, non sacrifica il carattere creativo e dinamico del reale. Il
problema filosofico del rapporto Uno-moltida sempre al centro della riflessione
cioè risolto nei termini di una cogenerazione reciproca fra i differenti per
natura, in cui questa differenza non di grado tra il principio e il principiato
funziona come causa dell’immediato essere uno dei molti ed esser molti
dell’uno, ossia come la causa di quella unità cangiante di tutte le cose che chiama “immanenza assoluta”. Opere: Bataille,
Lévinas, Blanchot: un sapere passionale (Spirali, Milano) Bergson filosofo dell'interpretazione
(Marietti, Genova) Luogo comune. Verso un'etica della scrittura (EGEA,
Università Bocconi Editorr) La scrittura della verità. Per una genealogia della
teoria (Jaca, Milano) La verdad en el espyo. Les présocraticos y el alba de la
philosophia, Akal, Madrid) Il pensiero bastardo: figurazione dell'invisibile e
comunicazione indiretta (Marinotti, Milano. Teoria critica della comunicazione:
dal modello veicolare al modello conversativo (Mondadori, Milano) Grice: “As I
say, I like ‘conversativo;’ perhaps I should adopt it! ‘conversative,’ rather
than the pompous ‘conversational’!). Liberopensiero. Lessico filosofico della
contemporaneità (Fandango Libri, Roma) Filosofia della comunicazione: il mondo
come resto e come teogonia (Bollati Boringhieri, Torino) Bergson. Una sintesi
(Marinotti, Milano ) Come fare. Per una resistenza filosofica (Feltrinelli,
Milano ) Brecht. Introduzione alla filosofia (et al., Correggio ) Zombie
outbreak: la filosofia e i morti-viventi (Textus Edizioni, L'Aquila ) Gilles
Deleuze. Credere nel reale (Feltrinelli, Milano ) Il canone minore: verso una
filosofia della natura (Feltrinelli, Milano ), Brecht. Tre dispositivi
(Orthotes, Napoli ), Bergson, Whitehead, realismo speculative, Deleuze Scuola
megarica, Sini, Gentile.
rosattiMarcello vitali rosatti --
ROSELLI. (Gimiliano). (with one s) perhaps -- Tiberio Rosselli (Gimigliano), filosofo. Indicato
nelle fonti anche come Tiberio Russiliano Sesto. Le notizie sulla sua nascita sono incerte. Più
certe sono le informazioni sulla sua morte: le fonti concordano nel fatto che
muoia per mano di un suo servo. Di lui scrive così, Luigi Accattatis nel suo
libro Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, raccolte L. Accattatis
(1869): «far dobbiamo onorevole menzione
di Tiberio Rosselli da Gimigliano, letterato insigne del suo tempo e filosofo
di grido, Cattedratico in Napoli ed in Salerno; il quale, a dir del Barrio,
partitosi pel genio di visitare l'Africa, fu ucciso dal proprio schiavo. Egli
era della famiglia di cui è stata la madre del celeberrimo Giuseppe Scorza,
matematico distintissimo, istruttore, autore di merito, ed illustratore della
scienza per metodi ed invenzioni, morto non ha guari in Napoli. Conchiudendo
adunque, pare non dubbio essere stato il Nifo calabrese di origine, ed avere
avuto tra noi i primi rudimenti di letteratura, tali da avergli dato a vivere.
Dal contesto di scrittori calabresi, contemporanei alcuni, e vivuti altri dopo
breve tempo della morte di lui, a cui noto veniva per recente tradizione,
chiaramente se ne rivela il vero.» E
ancora l'Accattatis, parlando di Annibale Rosselli: «(…)Tiberio Rosselli, congiunto di frate
Annibale Rosselli, e discepolo del celebre Agostino Nifo; e che per la sua
dottrina fu prescelto a leggere filosofia per più anni nell'Salerno.» Opere: “Apologeticus adversus cucullatos
Philosophiae declamatio ad Leonem X Oratio habita Patavi in principio suarum
disputationum De propositione de inesse secundum Aristotelis mentem libellu
Universalia Porphiriana. Calabria, Le
biografie degli uomini illustri delle Calabrie, raccolte L. Accattatis, Di
questo filosofo e frate si occupano nei loro studi, tra gli altri, Zambelli e
De Franco nei loro lavori. Nel viene
pubblicato da O/esse il testo "Rosselli di Gimigliano. Dalle origini a
noi", che ricostruisce la vita e le opere del Rosselli. Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
ROSMINI. Important Italian philosopher,
Catholic priest, counselor to Pope Pius IX, and supporter of the supremacy of
the church over civil government Neo-Guelphism. Rosmini had two major concerns:
the objectivity of human knowledge and the synthesis of philosophical thought
within the tradition of Catholic thought. In his Nuovo saggio sull’origine
delle idee “New Essay on the Origin of Ideas,” 1830, he identifies the
universal a priori intuitive component of all human knowledge with the idea of
being that gives us the notion of a possible or ideal being. Everything in the
world is known by intellectual perception, which is the synthesis of sensation
and the idea of being. Except for the idea of being, which is directly given by
God, all ideas derive from abstraction. The objectivity of human knowledge
rests on its universal origin in the idea of being. The harmony between
philosophy and religion comes from the fact that all human knowledge is the
result of divine revelation. Rosmini’s thought was influenced by Augustine and
Aquinas, and stimulated by the attempt to find a solution to the contrasting
needs of rationalism and empiricism. Antonio Rosmini Nota
disambigua.svg DisambiguazioneSe stai cercando l'omonimo criminale appartenente
alla 'ndrangheta, vedi Antonio Rosmini (criminale). Nota disambigua.svg
Disambiguazione"Rosmini" rimanda qui. Se stai cercando la 'ndrina,
vedi Rosmini ('ndrina). Beato Antonio Rosmini Francesco Hayez, Ritratto di Antonio Rosmini (1853-1856)
Galleria d'Arte Moderna di MilanoAntonio Rosmini ritratto da Francesco Hayez, Nascita
24 marzo 1797 Morte 1º luglio 1855 Venerato da Chiesa cattolica Beatificazione
18 novembre 2007 Ricorrenza 1º luglio Manuale Antonio Francesco Davide Ambrogio
Rosmini Serbati (Rovereto, 24 marzo 1797Stresa, 1º luglio 1855) filosofo,
teologo e presbitero italiano. La chiesa cattolica lo venera come beato dal 18
novembre 2007. Casa natale di Antonio Rosmini, in corso Rosmini, a
Rovereto. Fu secondogenito di Pier Modesto e di Giovanna dei Conti Formenti di
Biacesa in Valle di Ledro, nipote di Ambrogio Rosmini Serbati, e al momento
della sua nascita avvenuta il 24 marzo 1797, Rovereto faceva parte del dominio
delle forze napoleoniche, che l'avevano strappato all'Impero asburgico. In
quegli anni il Trentino fu terra di confine ora Tirolese (Tirolo italiano) ora
appartenente al regno d'Italia, con capitale Milano. Della sua nascita,
Rosmini renderà sempre grazie a Dio poiché «Egli la fece coincidere con la
vigilia della Beata Maria Vergine Annunziata». Viveva con sua sorella maggiore
Margherita, entrata nelle Suore di Canossa, e con suo fratello più piccolo,
Giuseppe. Rosmini, terminato l'Imperial Regio Ginnasio di Rovereto, al tempo
città della Contea del Tirolo, compì gli studi giuridici e teologici presso
l'Padova e manifestò il desiderio di diventare sacerdote. A questo proposito i
famigliari raccontavano come, fin dalla più tenera età, Rosmini leggesse alla
luce della sua aureola. Fu nel giugno 1820, in occasione della venuta a
Rovereto del Vescovo di Chioggia Giuseppe Manfrin Provedi per consacrare le
chiese di Santa Maria del Carmine e di Santa Croce, appartenente all'omonimo
Monastero, che Antonio Rosmini, prendendo parte alla cerimonia, ottenne da
Monsignor Manfrin il diaconato ed in seguito, a Chioggia, il 21 aprile 1821
ricevette l'ordinazione sacerdotale. Intanto iniziò a mostrare una profonda
inclinazione per gli studi filosofici, incoraggiato in tal senso da papa Pio
VII. Dal 1826 si trasferì a Milano dove strinse un profondo rapporto
d'amicizia con Alessandro Manzoni che di lui ebbe a dire: «è una delle sei o
sette intelligenze che più onorano l'umanità». Manzoni assistette Rosmini sul
letto di morte, da cui trasse il testamento spirituale "Adorare, Tacere,
Gioire". Gli scritti di Antonio Rosmini destarono l'ammirazione, tra gli
altri, anche di Giovanni Stefani, Niccolò Tommaseo e Vincenzo Gioberti dei quali
pure divenne amico. Nel 1828, dopo aver dovuto lasciare il Trentino, per
motivi di forte ostilità per le sue posizioni incontrati da parte del vescovo
di Trento, il beato Giovanni Nepomuceno de Tschiderer, fondò al Sacro Monte
Calvario di Domodossola la congregazione religiosa dell'Istituto della Carità,
detta dei "Rosminiani". Le Costituzioni della nuova famiglia
religiosa, contenute in un libro che curò per tutta la vita, furono approvate
da papa Gregorio XVI nel 1839. A Borgomanero svolge la sua attività di
insegnamento e di guida spirituale in un collegio rosminiano, il "Collegio
Rosmini", regolato dalla Congregazione delle Suore della Provvidenza
Rosminiane. Nel 1848 svolse una missione diplomatica per conto del Re di
Sardegna Carlo Alberto presso la Santa Sede. Il filosofo fu presidente
dell'Accademia Roveretana degli Agiati ed il suo posto, anni dopo la sua morte,
dal 1872 al 1888, fu assunto da don Francesco Paoli, suo segretario ed
esecutore delle volontà, già direttore di Casa Rosmini. Tra le volontà del
filosofo vi fu anche quella di donare alla città di Rovereto un terreno
nell'attuale zona di Santa Maria per costruirvi l'ospedale cittadino, e don
Paoli onorò tale decisione. Rosmini è sepolto all'interno del Santuario
del SS. Crocifisso di Stresa. Nella stessa chiesa si trovano le spoglie di
Clemente Rebora. Pensiero Filosofia Rosmini portò avanti tesi filosofiche
tese a contrastare sia l'illuminismo che il sensismo. Sottolineando
l'inalienabilità dei diritti naturali della persona, fra i quali quello della
proprietà privata, entrò in polemica con il socialismo e il comunismo,
postulando uno Stato il cui intervento fosse ridotto ai minimi termini. Nelle
sue teorie il filosofo seguì le concezioni di Sant'Agostino e di San Tommaso,
rifacendosi anche a Platone. Gli esordi filosofici di Antonio Rosmini si
ricollegano a Pasquale Galluppi, sia pure polemicamente, in quanto Rosmini
avverte con ogni chiarezza come risulti insostenibile una posizione di
integrale sensismo gnoseologico. La necessità di concepire una funzione
ordinatrice dell'esperienza, e a questa precedente, porta Rosmini a guardare
con interesse la filosofia di Kant. Tuttavia non è soddisfatto di ciò che lui
chiama l'innatismo kantiano, legato ad una pluralità imbarazzante e precaria di
categorie. Le quali, d'altra parte, gli sembrano fallire lo scopo di far
conoscere il reale quale esso è, per la necessaria introduzione di modifiche
soggettive nell'atto stesso del conoscere. Contrada della Terra, a
Rovereto. Memoria storica della presenza di Antonio Rosmini. Il problema
filosofico di Rosmini si configurava perciò come quello di garantire
oggettività alla conoscenza. La soluzione non potrà essere trovata, stante il
rifiuto della trascendentalità kantiana e dei connessi sviluppi, se non in una
ricerca ontologica, in un principio oggettivo di verità, che riesca ad
illuminare l'intelligenza in quanto le si proponga con immediata evidenza,
universalità e immutabilità. Questo principio è per Rosmini l'idea
dell'essere possibile, che da indeterminato contenuto dell'intelligenza, quale
originariamente è, si fa determinato allorché viene applicato ai dati forniti
dal senso. Essa precede e informa di sé tutti i giudizi con cui affermiamo che
qualche cosa particolare esiste. L'idea dell'essere, dunque, costituisce
l'unico contenuto della mente che non abbia origine dai sensi, ed è perciò
innata (Nuovo saggio sull'origine delle idee, del 1830). Ma qui i
problemi del kantismo, che sembrano superati o almeno messi da parte, si
riaffacciano con urgenza: di fronte al mero ricevere dati, di cui parlava il
sensismo, Rosmini ha chiarito che la mente umana nel suo uso conoscitivo
formula giudizi, in cui l'idea dell'essere ha funzione di predicato, cioè di
categoria, e la sensazione è il soggetto, di cui si predica qualche cosa. Nel
giudizio, inoltre, il predicato si determina e la sensazione si certifica: se
questa è la funzione propria del giudicare, ogni concetto non può sussistere
che come predicato di un giudizio; né a questa necessità sembra potersi
sottrarre il concetto di essere, che è dato solo nell'attività giudicante, come
forma del giudizio. Tuttavia Rosmini non accetta tale riduzione, ed
esclude proprio il predicato di esistenza della funzione del giudizio,
continuando ad attribuirgli una natura oggettiva e trascendente. È l'essere
trascendente che si rivela all'uomo, lo illumina e gli permette di pensare. Chi
lo nega come il nichilismo cade in una vuota posizione nullista. Accanto
a questa ontologia l'etica di Rosmini si sviluppa come etica caritativa (Principio
della scienza morale1). Monumento sepolcrale di Antonio Rosmini,
Vincenzo Vela, Stresa Politica Rosmini dedicò alla politica una breve ma
intensa fase della sua vita. Seguì papa Pio IX riparato a Gaeta dopo la
proclamazione della Repubblica Romana, ma la sua formazione attestatasi su
ferme posizioni di cattolicesimo liberale era tale per cui fu costretto a
ritirarsi sul Lago Maggiore, a Stresa. Tuttavia, quando Pio IX volle istituire
dopo il 1849 una commissione incaricata della preparazione del testo per la
definizione del dogma dell'Immacolata Concezione, nonostante ben due sue opere
(Le cinque piaghe della Chiesa e La costituzione secondo la giustizia sociale)
fossero all'Indice, Rosmini fu chiamato a prendere parte a tale commissione.
In generale, Rosmini era favorevole allo Stato liberale (vagheggiando la
monarchia costituzionale), al costituzionalismo e anche alla separazione tra
Stato e Chiesa (sebbene non "assoluta": Rosmini criticherà lo Statuto
Albertino proprio per il suo porre ancora il cattolicesimo come religione di
Stato, elogiandone comunque il tentativo distensivo nei confronti della Santa
Sede, ma criticherà le leggi laiciste ed anticlericali emanate
successivamente). In gioventù ammiratore di François-René de Chateaubriand e di
Joseph de Maistre (per cui avrà comunque parole di elogio ancora nel 1839), si
convincerà in seguito della sostanziale bontà della maggior parte delle
conquiste dell'età moderna, criticandone solo le modalità: in tale ottica,
Rosmini criticava sia la rivoluzione francese che l'Ancient Regime,
riconoscendo invece la sostanziale bontà dei princìpi sanciti nel 1789
(distinguendoli dalle successive degenerazioni rivoluzionarie), in polemica con
chi, da una parte e dall'altra, sosteneva una società da lui definita
"perfettista". Continuò a vivere a Stresa, fecondo nel
perseguire il perfezionamento del suo sistema di pensiero con opere come Logica
(1853) e Psicologia (1855), sino alla morte. Il suo corpo è oggi inumato in un sarcofago
presso il Santuario SS. Sacramento a Stresa. Da Pio VIII a Benedetto XVI:
il giudizio dei papi su Rosmini Ratzinger su Rosmini Il cardinale Joseph
Ratzinger, il 18 maggio 1985 (quando la questione rosminiana era ancora ben
accesa), nell'ambito di una serata organizzata dal Centro Culturale di Lugano,
disse: Nel confronto con le parole classiche della fede che sembrano così
lontane da noi, anche il presente diventa più ricco di quanto sarebbe se
rimanesse chiuso solo in se stesso. Vi sono naturalmente anche tra i teologi
ortodossi molti spiriti poco illuminati e molti ripetitori di ciò che è già
stato detto. Ma ciò succede ovunque; del resto la letteratura dozzinale è
cresciuta in modo particolarmente rapido proprio là dove si è inneggiato più
forte alla cosiddetta creatività. Io stesso per lungo tempo avevo l'impressione
che i cosiddetti eretici fossero per una lettura più interessante dei teologi
della chiesa, almeno nell'epoca moderna. Ma se io ora guardo i grandi e
fedeli maestri, da Mohler a Newman a Scheeben, da Rosmini a Guardini, o nel
nostro tempo de Lubac, Congar, Balthasarquanto più attuale è la loro parola
rispetto a quella di coloro in cui è scomparso il soggetto comunitario della
Chiesa. In loro diventa chiaro anche qualcos'altro: il pluralismo non nasce
dal fatto che uno lo cerca, ma proprio dal fatto che uno, con le sue forze e
nel suo tempo, non vuole nient'altro che la verità. Per volerla davvero, si
esige tuttavia anche che uno non faccia di se stesso il criterio, ma accetti il
giudizio più grande, che è dato nella fede della Chiesa, come voce e via della
verità. Del resto io penso che vale la stessa regola anche per le nuove
grandi correnti della teologia, che oggi sono ricercate: teologa africana,
latinoamericana, asiatica, ecc. La grande teologia francese non è nata per il
fatto che si voleva fare qualcosa di francese, ma perché non si presumeva di
cercare nient'altro che la verità e di esprimerla più adeguatamente
possibile. E così questa teologia è diventata anche tanto francese quanto
universale. La stessa cosa vale per la grande teologia italiana, tedesca,
spagnola. Ciò vale sempre. Solo l'assenza di questa intenzione esplicita è
fruttuosa. E di fatto non abbiamo davvero raggiunto la cosa più importante se
noi ci siamo convalidati da soli, ci siamo accreditati da soli e ci siamo
costruiti un monumento per noi stessi. Abbiamo veramente raggiunto la
meta più importante se siamo giunti più vicino alla verità. Essa non è mai
noiosa, mai uniforme, perché il nostro spirito non la contempla che in rifrazioni
parziali; tuttavia essa è nello stesso tempo la forza che ci unisce. E solo il
pluralismo, che è rivolto all'unità, è veramente grande.» Monumento
ad Antonio Rosmini, in Corso Rosmini, a Rovereto Papa Pio VIII disse a Rosmini,
in udienza: «È volontà di Dio che voi vi occupiate nello scrivere libri:
tale è la vostra vocazione. Ella maneggia assai bene la logica, e la Chiesa al
presente ha gran bisogno di scrittori: dico, di scrittori solidi, di cui
abbiamo somma scarsezza. Per influire utilmente sugli uomini, non rimane oggidì
altro mezzo che quello di prenderli colla ragione, e per mezzo di questa
condurli alla religione. Tenetevi certo, che voi potrete recare un vantaggio
assai maggiore al prossimo occupandovi nello scrivere, che non esercitando qualunque
altra opera del Sacro Ministero.» Gregorio XVI, successore di Pio VIII,
in risposta alla lettera che Antonio Rosmini gli aveva indirizzato il 10
gennaio 1832, il 27 marzo dello stesso anno gli scrisse: «Diletto Figlio,
a te il nostro saluto e la nostra Apostolica Benedizione. Abbiamo volentieri e
con animo lieto ricevuto la tua lettera con i sensi della tua devota
sommissione a Noi e alla Sede Apostolica che ci hai mandato il 10 gennaio, in
cui ci parli della pia Società, chiamata Istituto della Carità e che con le tue
fatiche è stata fondata nel territorio della diocesi di Novara con
l'approvazione del Vescovo. E soprattutto ci hai anche informato che il
medesimo Istituto è stato da poco chiamato anche dal Vescovo di Trento nella
sua diocesi e che qui molti ecclesiastici, di provate virtù, vi hanno aderito.
Per questi fatti davvero rendiamo il nostro umile grazie a Dio autore di ogni
bene. E quantunque questo Istituto non sia stato ancora confermato
dall'autorità di questa Santa Sede, tuttavia speriamo in bene di esso e ci
allietiamo che lo stesso si dilati con il consenso dei nostri Venerabili
Fratelli nell'Episcopato. Quindi, per quanto riguarda le Sante Indulgenze
connesse a questo istituto, che domandi siano concesse, ricevi diletto figlio
il nostro Rescritto unito a questa lettera, da cui sicuramente comprenderai che
rispondiamo positivamente alla tua richiesta. Ti assicuriamo anche che ci è
pervenuto il libro sopra i Principi della Dottrina Morale da te edito e
mandatoci in omaggio e ti dichiariamo il grazie del nostro animo per il dono.
Tuttavia per la tensione nelle gravissime fatiche del Governo Apostolico non
abbiamo ancora letto lo stesso libro, ma siamo certamente persuasi che esso sia
in tutto conforme alla più sana dottrina e utilissimo alla sua difesa. Continua
dunque, diletto figlio, lo studio e prosegui a spendere le tue fatiche ad onore
di Dio per l'utilità della Chiesa; in Cielo sarà copiosa la ricompensa per la
tua opera. Frattanto la paterna carità con cui ti abbracciamo nell'umanità di
Cristo sia pegno dell'apostolica benedizione, che sgorgante dall'intimo del
cuore ti impartiamo.» (Da Breve pontificio di Gregorio P.P.XVI,) Pio IX
rivolgendosi al Vescovo di Cremona, nel 1854 dopo il decreto Dimittantur opera
omnia parlando di Rosmini disse: «Non solo è un buon cattolico, ma santo:
Iddio si serve dei santi per far trionfare la verità» Il papa Leone XIII,
al tempo delle aspre e dolorose lotte che si svolgevano intorno al pensiero
rosminiano sul finire del diciannovesimo secolo, in una lettera indirizzata
agli arcivescovi di Milano, Torino e Vercelli, del 25 gennaio 1882, fra l'altro
scrisse: «Ma non vogliamo che con questo abbia a patir detrimento il
religioso Sodalizio della Carità; il quale come per lo innanzi spese utilmente
le sue fatiche a beneficio del prossimo, secondo lo spirito dell'Istituto, così
è desiderabile che fiorisca in avvenire e prosegua a rendere ognora più
abbondanti frutti» Rosmini Rovereto 02La condanna del Sant'Uffizio Col
decreto del Sant'Uffizio "Post Obitum" del 1887, firmato da Leone
XIII, vennero condannate, in quanto "non conformi alla verità
cattolica", 40 proposizioni contenute nelle opere del Rosmini, le quali la
Sacra Congregazione romana "giudicò doversi riprovare, condannare e
proscrivere, nel proprio senso dell’autore", chiarendo inoltre che non era
lecito "a chicchessia di inferire, che le altre dottrine del medesimo
Autore, che non vengono condannate per questo decreto, siano per veruna guisa
approvate". La riabilitazione a seguito del Concilio Vaticano II
Giovanni XXIII, negli ultimi anni della sua vita, meditò in ritiro spirituale
le rosminiane "Massime di Perfezione Cristiana", assumendole come
propria regola di condotta. Anche Paolo VI prestò interesse nel Rosmini: in
occasione del 150º anniversario di fondazione dell'Istituto della Carità inviò
un messaggio all'allora padre generale, in cui elogiava l'intuizione del
Rosmini nel dare un grande peso alla missione caritativa già nel nome del
nativo istituto religioso, appunto l'Istituto della Carità. Pubblicamente Paolo
VI citò Rosmini durante il discorso tenuto alla Federazione Universitaria
Cattolica Italiana del 2 settembre 1963 riguardante la cultura cattolica e
l'Europa. Inoltre sotto il suo pontificato venne tolto il divieto di pubblicazione
dell'opera Dalle Cinque Piaghe della Santa Chiesa. Alla morte di Paolo VI
venne eletto papa Giovanni Paolo I, che si era laureato in sacra teologia alla
Pontificia Università Gregoriana di Roma con una tesi su L'origine dell'anima
umana secondo Antonio Rosmini. È bene precisare che Luciani era fortemente
critico nei riguardi del pensiero rosminiano, solo successivamente cambiò
opinione, rivolgendo nei riguardi di Rosmini parole di ammirazione e
stima. Tuttavia fu con il pontificato di Giovanni Paolo II che il
pensiero rosminiano ha potuto liberarsi delle aspre critiche e delle condanne
che accompagnavano l'Istituto della Carità fin dai tempi della sua fondazione.
Nella Lettera Enciclica Fides et ratio, Giovanni Paolo II ha annoverato Rosmini
«tra i pensatori più recenti nei quali si realizza un fecondo incontro tra
sapere filosofico e Parola di Dio». Ne ha inoltre concesso l'introduzione della
causa di beatificazione, conclusasi nella sua fase diocesana novarese il 21
marzo 1998. Nel 2001, Joseph Ratzinger da prefetto della Congregazione
per la Dottrina della Fede emanò nel 2001 il famoso documento Nota ai Decreti
dottrinali sul Rev.do sac. Antonio Rosmini Serbati. La nota si concludeva
confermando la validità del decreto Post obitum sulle quaranta proposizioni, e
allo stesso tempo con la riabilitazione di Rosmini: «Il Decreto
dottrinale Post obitum non si riferisce al giudizio sulla negazione formale di
verità di fede da parte dell'Autore, ma piuttosto al fatto che il sistema
filosofico-teologico del Rosmini era ritenuto insufficiente e inadeguato a
custodire ed esporre alcune verità della dottrina cattolica, pur riconosciute e
confessate dall'Autore stesso.[...] Si possono attualmente considerare ormai
superati i motivi di preoccupazione e di difficoltà dottrinali e prudenziali,
che hanno determinato la promulgazione del Decreto Post obitum di condanna
delle "Quaranta Proposizioni" tratte dalle opere di Antonio Rosmini.
E ciò a motivo del fatto che il senso delle proposizioni, così inteso e condannato
dal medesimo Decreto, non appartiene in realtà all'autentica posizione di
Rosmini, ma a possibili conclusioni della lettura delle sue opere. Resta
tuttavia affidata al dibattito teoretico la questione della plausibilità o meno
del sistema rosminiano stesso, della sua consistenza speculativa e delle teorie
o ipotesi filosofiche e teologiche in esso espresse. Nello stesso tempo rimane
la validità oggettiva del Decreto Post obitum in rapporto al dettato delle
proposizioni condannate, per chi le legge, al di fuori del contesto di pensiero
rosminiano, in un'ottica idealista, ontologista e con un significato contrario
alla fede e alla dottrina cattolica.» (Nota ai Decreti dottrinali sul
Rev.do sac. Antonio Rosmini Serbati) Il documento ribadisce la diversità di
linguaggio e apparato concettuale del sistema rosminiano rispetto al tomismo,
l'assenza di apparato critico nelle opere postume e la permanente
"difficoltà oggettiva di interpretarne le categorie, soprattutto se lette
nella prospettiva neotomista". Papa Benedetto XVI ha autorizzato la
Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto sul miracolo della
guarigione di Suor Ludovica Noè, attribuito all'intercessione di Antonio
Rosmini. Tra quelli portati dalla postulazione dei padri rosminiani, si è scelto
di dare maggiore impulso a quello della guarigione della suora sopracitata,
poiché il medico che la curò si convertì in seguito all'accaduto. Il
cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, a margine del Convegno sulla
sfida educativa tenuto a Milano , ha
tenuto un intervento intitolato "Istanze educative e questione
antropologica" in cui ha riconosciuto le istanze pedagogiche del Beato
Antonio Rosmini. Il 1º luglio , il card. Angelo Bagnasco ha presieduto a Stresa
la celebrazione eucaristica per il Dies Natalis di Antonio Rosmini. Nel
corso dell'Angelus domenicale fu ricordato per la sola "carità
intellettuale" e perché "testimoniò la virtù della carità in tutte le
sue dimensioni e ad alto livello". Avversario del sensismo e
dell'illuminismo settecenteschi, fu mentore e maestro intellettuale di quattro
Pontefici eletti consecutivamente: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e
II. La beatificazione Cronologia della causa di beatificazione Nulla osta
della Congregazione per la Dottrina della Fede che consente l'inizio della
causa di beatificazione. 1º luglio 1997. Apertura del processo informativo
diocesano dopo la nomina dei Censori teologi e delle commissioni storiche in
Novara. Don Claudio Massimiliano Papa, I.C., diventa postulatore della Causa
succedendo a padre Remo Bessero Belti, storico dell'Istituto e già Direttore
del Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa. 21 marzo 1998.
Chiusura del Processo informativo Diocesano. 26 marzo 1998. Consegna del
Trasunto alla Congregazione per le cause dei Santi. Apertura del Trasunto. Decreto
di Validità del processo diocesano. Schema per la stesura della Positio. Consegna
del lavoro sul Post obitum curato dal Postulatore. Il Relatore generale approva
il lavoro sul Post obitum e il lumen oculorum tuorum 20 dicembre 1999. Consegna
del lavoro sul Post obitum alla Congregazione per la Dottrina della Fede.Il
giorno dell'anniversario della morte di Rosmini viene pubblicata
sull'Osservatore Romano la Nota della Congregazione per la dottrina della fede
sul valore dei decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere del Rev.do
sacerdote Antonio Rosmini Serbati, a firma del cardinal Joseph Ratzinger e di
mons. Tarcisio Bertone. Rilascio del
Nihil obstare per la Causa di Beatificazione. Il Relatore approva e firma la Positio. Conclusione della stampa e consegna alla
Congregazione per le cause dei santi della Positio. Consegna del Trasunto super
miro alla Congregazione per le cause dei santi. Validità dell'inquisizione
diocesana sul processo super miro. Presentazione fattispecie super miro. Revisa
della fattispecie con firma del sotto-segretario. Relatio et vota del Congresso
Storico (con esito positivo). Relatio et vota del Congresso teologico super
virtutibus (con esito positivo). 6 giugno 2006. Ordinaria della Congregazione
per le cause dei santi: esito affermativo. Ponente della Causa Mons. Rino
Fisichella. Papa Benedetto XVI autorizza
la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto di esercizio
eroico delle virtù. 1La Consulta medica della Congregazione per le Cause dai
Santi, si esprime con esito affermativo (all'unanimità 5 su 5) circa
l'inspiegabilità scientifica dell'evento di guarigione avvenuto a Sr. Ludovica
Noè. Il presunto evento miracoloso è avvenuto. Al termine del dibattito, i
Consultori si sono unanimemente espressi con voto affermativo (7 su 7),
ravvisando nella guarigione in esame un miracolo operato da Dio per
intercessione del Ven. Antonio Rosmini. 1º giugno 2007. Papa Benedetto XVI
autorizza la pubblicazione da parte della Congregazione per le Cause dei Santi
del riconoscimento delle virtù eroiche di Rosmini. Nella diocesi di Novara si
celebra la cerimonia di Beatificazione dando lettura del decreto di Benedetto
XVI che iscrive Rosmini tra i Beati. La cerimonia di beatificazione La
cerimonia di beatificazione è avvenuta il 18 novembre 2007 nella città di
Novara: appositamente è stato fatto allestire il Palasport della città, unico
luogo capace di raccogliere un numero di fedeli così significativo. Con il
pontificato di Benedetto XVI le beatificazioni vengono preferibilmente
celebrate dai cardinali, per rendere ancora più piena la comunione tra loro e
il successore di Pietro, e viene privilegiato il luogo in cui il candidato agli
onori degli altari ha vissuto. Così, in qualità di delegato pontificio, la
celebrazione è stata officiata dal cardinale José Saraiva Martins, allora
prefetto della congregazione per le Cause dei Santi. A fianco dell'altare erano
disposti gli spalti da cui hanno concelebrato circa 400 sacerdoti, non soltanto
rosminiani. A prendere parte alla processione e celebrare sull'altare,
insieme al preposito generale James Flynn c'era il segretario generale
dell'IstitutoDomenico Mariani con gli allora componenti della Curia Generalizia
dell'Istituto della Carità, il Vicario per la Carità SpiritualeCrish Fuse, il
Vicario per la Carità IntellettualeGiancarlo Taverna Patron, il Vicario per la
Carità TemporaleDavid Tobin, l'allora preposito della Provincia Italiana don
Umberto Muratore (profondo conoscitore del pensiero di Rosmini) e il padre
postulatore della Causa di Beatificazione, don Claudio Massimiliano Papa.
Hanno partecipato alla celebrazione anche il cardinale ex prefetto della Sacra
Congregazione per i vescovi Giovanni Battista Re, il cardinale arcivescovo di
Torino Severino Poletto, il vescovo di Novara, mons. Renato Corti,
l'arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan, il vescovo rosminiano mons.
Antonio Riboldi e fra gli altri anche mons. Germano Zaccheo (che sarebbe
improvvisamente scomparso due giorni dopo), vescovo della Diocesi di Casale
Monferrato, mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea (che durante la III
sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II fece per primo il nome di Rosmini),
l'allora segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana Giuseppe
Betori, mons. Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato della Città del
Vaticano, l'allora rettore della Pontificia Università Lateranense, mons. Rino
Fisichella, il Vicario Episcopale per la Vita Consacrata dell'arcidiocesi di
Milano monsignor Ambrogio Piantanida e il preposito generale dei barnabiti,
padre Giovanni Maria Villa. Tra i numerosissimi fedeli (più di diecimila)
accorsi da diverse parti del mondo per presenziare alla celebrazione, hanno
preso parte anche personalità politiche. Tra queste il senatore a vita
Oscar Luigi Scalfaro, l'allora presidente del Senato, Franco Marini, e Arturo
Parisi, al tempo Ministro della Difesa. Rosmini è il primo beato della
Provincia del Verbano Cusio Ossola. In occasione della beatificazione
sono stati moltissimi i quotidiani e periodici italiani e esteri che hanno
dedicato articoli, pagine e interi numeri alla figura di Rosmini.
Opere Frontespizio dell'opera Delle cinque piaghe della santa chiesa
edizione di Bruxelles, Monumento a Rosmini a Milano (1896) Sono numerosissimi
gli scritti del Beato Antonio Rosmini, certamente il più importante a livello
ascetico e spirituale sono le Massime di Perfezione Cristiana, su cui anche
papa Giovanni XXIII fece delle riflessioni prima di morire. Gli costarono la
messa all'Indice dei libri proibiti le opere "Delle Cinque Piaghe della
Santa Chiesa" e "Dalla Costituzione secondo la giustizia
sociale". In ambito filosofico meritano di essere ricordati: Nuovo
saggio sull'origine delle idee, Principii della scienza morale, Filosofia della
morale, Antropologia in servigio della scienza morale, Filosofia della
politica, 1839 Trattato della coscienza morale, 1839 Filosofia del diritto, Teodicea,
1845 Sull'unità d'Italia, Il comunismo e
il socialismo, 1849 Massime di perfezione cristiana Le Massime di perfezione
cristiana furono scritte da Rosmini per definire il fondamento spirituale sul
quale tutti i cristiani potessero avere un cammino nella perfezione. Nel
Vangelo stesso è scritto: "Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre
celeste" (Mt 5,48) 1ª Massima: Desiderare unicamente ed
infinitamente di piacere a Dio, cioè di essere giusto. 2ª Massima:
Orientare tutti i propri pensieri e le azioni all'incremento e alla gloria
della Chiesa di Cristo. 3ª Massima: Rimanere in perfetta tranquillità
circa tutto ciò che avviene per disposizione di Dio riguardo alla Chiesa di
Cristo, lavorando per essa secondo la chiamata di Dio. 4ª Massima:
Abbandonare se stesso nella Provvidenza di Dio. 5ª Massima: Riconoscere
intimamente il proprio nulla. 6ª Massima: Disporre tutte le occupazioni
della propria vita con uno spirito di intelligenza Rosmini e il Concilio
Ecumenico Vaticano II Di particolare interesse fu la sua opera "Le cinque
piaghe della santa Chiesa", L'autore mostrò di discostarsi dall'ortodossia
dell'epoca. Per tale ragione l'opera fu messa all'Indice sin dal 1849 e ne
scaturì una polemica nota col nome di "questione rosminiana". L'opera
fu riscoperta al Concilio Vaticano II. Il primo a parlare al Concilio di
Rosmini fu il vescovo mons. Luigi Bettazzi, presente durante alcune sessioni in
rappresentanza del cardinal Giacomo Lercaro di cui era Vicario generale.
Di Rosmini, Bettazzi disse, il 4 ottobre 1965 durante la Congregazione 141/1
periodo IV: «...Mi sia consentito ricordare ancora in quest'aula
l'esempio di Rosmini, molto legato a Tommaso, ma anche studioso e amante del
suo tempo, e che certamente guadagnò a Cristo non pochi uomini contemporanei e
posteriori. Tutto questo mi sembra si accordi con le cose che sono state già
dette da non pochi Padri su questo schema in generale, che cioè gli uomini non
si aspettano dalla Chiesa soluzioni particolari, ma piuttosto la presentazione
di valori che li aiutino a trascorrere questa vita umana più nobilmente e con
maggiore sicurezza. Parlando della libertà abbiamo dovuto esaltare i valori
dell'umiltà; parlando del matrimonio, il ruolo della fortezza; parlando dei
problemi economici e di molti altri problemi, l'efficacia di un certo disprezzo
delle cose: occorre dunque mettere in luce la necessità dell'ubbidienza, della
castità, della povertà, non solo nella vita e nell'esempio (e nella Bozza di
Documento!) dei religiosi, aiuto agli uomini di questo tempo, perché possano
vivere la loro vita umana nel modo migliore e più efficace; il primo e
principale compito dunque per i cristiani che coltivano la sapienza dev'essere,
alla luce del Magistero, l'amore delle Scritture e l'amore di questo mondo in
un colloquio franco e aperto...» Papa Paolo VI, in un'udienza concessa
alle suore rosminiane disse a proposito di Rosmini: «...i suoi libri sono
pieni di pensiero, un pensiero profondo, originale che spazia in tutti i campi:
quello filosofico, morale, politico, sociale, soprannaturale, religioso,
ascetico; libri degni di essere conosciuti e divulgati... È stato anche un
profeta: Le Cinque piaghe della Chiesa (una volta la chiesa non aveva piacere
che si mettessero in luce le sue mancanze, le sue debolezze). Lui, per esempio,
previde la partecipazione liturgica del popolo...Tutti i suoi pensieri indicano
uno spirito degno di essere conosciuto, imitato e forse invocato anche come
protettore dal Cielo. Ve lo auguriamo di cuore...» Tematiche affrontate
nell'opera Delle Cinque Piaghe della Santa Chiesa L'opera è suddivisa in cinque
capitoli (corrispondenti ciascuna ad una piaga, paragonata alle piaghe di
Cristo). In ogni capitolo la struttura è la medesima: un quadro
ottimistico della Chiesa antica segue un fatto nuovo che cambia la situazione
generale (invasioni barbariche, nascita di una società cristiana, ingresso dei
vescovi nella politica) la piaga i rimedi. Prima piaga. È la divisione del
popolo dal clero nel culto pubblico. Nell'antichità il culto era un mezzo di
catechesi e formazione e il popolo partecipava al culto. Poi, le invasioni
barbariche, la scomparsa del latino, la scarsa istruzione del popolo, la
tendenza del clero a formare una casta hanno eretto un muro di divisione tra il
popolo e i ministri di Dio. Rimedi proposti: insegnamento del latino,
spiegazione delle cerimonie liturgiche, uso di messalini in lingua
volgare. Seconda piaga. Insufficiente educazione del clero. Se un tempo i
preti erano educati dai vescovi, ora ci sono i seminari con "piccoli
libri" e "piccoli maestri": dura critica alla scolastica, ma
soprattutto ai catechismi. Rimedio: necessità di unire scienza e pietà.
Terza piaga. Disunione tra i vescovi. Critica serrata ai vescovi dell'ancien
régime: occupazioni politiche estranee al ministero sacerdotale, ambizione,
servilismo verso il governo, preoccupazione di difendere ad ogni costo i beni
ecclesiastici, "schiavi di uomini mollemente vestiti anziché apostoli
liberi di un Cristo ignudo". Rimedi: riserve sulla difesa del patrimonio
ecclesiastico, accenni espliciti di consenso alle tesi dell'Avenir sulla
rinunzia alle ricchezze e allo stipendio statale per riavere la libertà.
Quarta piaga. La nomina dei vescovi lasciata al potere temporale. Rosmini
compie un'approfondita analisi storica sull'evoluzione del problema e critica i
concordati moderni con cui la S. Sede ha ceduto la nomina al potere statale (e,
accenna prudentemente, per avere compensi economici). Rimedi: propone un
ritorno all'elezione dei vescovi da parte dei fedeli. Quinta piaga. La
servitù dei beni ecclesiastici. Rosmini sostiene la necessità di offerte
libere, non imposte d'autorità con l'appoggio dello Stato, rileva i danni del
sistema beneficiale, propone la rinuncia ai privilegi e la pubblicazione dei
bilanci. Scuole A lui sono intolati vari istituti scolasti in città italiane.
Rovereto, sua città natale, gli ha dedicato il liceo Antonio Rosmini che
frequentò quando ancora si chiamava Imperiale e Regio Ginnasio. Borgomanero
ospita l'Istituto Antonio Rosmini. Domodossola ospita il liceo delle Scienze
Umane "Antonio Rosmini (istituto parificato). Roma ospita la sede
dell'Istituto Comprensivo Antonio Rosmini. Torino ospita la biblioteca Antonio
Rosmini del polo biomedico universitario che in passato fu un istituto
scolastico attivo fino alla fine del XX secolo. Trento, dove si trova il liceo
"A. Rosmini". M. Farina,
I. Prosser I. ProsserMarcello
Bonazza, L'Accademia Roveretana degli Agiati , su agiati, Accademia Roveretana
degli Agiati, «Don Francesco Paoli artefice della rinascita dell'Accademia e suo
presidente ». Antonio Rosmini,
Ragionamento sul comunismo e socialismo, Giovanni Grondona, Genova, Questa tesi
fu messa in discussione da Giacomo Andrea Abbà a cui Rosmini controbatté nel
Diario filosofico di Adolfo, VII, G.A.A.(pubblicato in Riv. rosminiana, IPAGANI-ROSSI,
Vita di Antonio Rosmini, II, p.680 //rosmini/Resource/ Causa/ 05%20Decreto %20 Post%20
Obitum%87.pdf Nota sul valore dei
Decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere del Rev.do Sac. Antonio
Rosmini Serbati, su vatican.va).
Angelus: Rosmini, esempio per la Chiesa, su agensir, Biografia di
Antonio Rosmini, su vatican.va. Istituto
Antonio Rosmini, su rosmini-borgomanero. Liceo delle Scienze Umane
"Antonio Rosmini", su cercalatuascuola.istruzione. 9 maggio . Istituto Comprensivo Antonio Rosmini, su
ic-rosmini.edu. Biblioteca Rosmini, su biomedico.campusnet.unito. LICEO
"A. Rosmini"TRENTO, su vivoscuola. 9 maggio . Fonti Marcello Farina, Antonio Rosmini e
l'Accademia degli Agiati, Brescia, Morcelliana Edizioni, Italo Prosser, El pra' de le Móneghe: cronistoria
del monastero di Santa Croce nell'antico comune di Lizzana, Rovereto (Trento),
Stella, 2Approfondimenti Michele Federico Sciacca, La filosofia morale di
Antonio Rosmini, Torino, Fratelli Bocca, Giovanni Pusineri, Rosmini (Edizione
riveduta e aggiornata da Remo Bessero Belti), Stresa (VB), Edizioni Rosminiane
Sodalitas, Michele Dossi, Profilo filosofico di Antonio Rosmini, Brescia, Morcelliana,
Alfeo Valle, Antonio Rosmini. Il carisma del fondatore, Rovereto (TN), Longo
Editore, Paolo Marangon, Il Risorgimento della Chiesa. Genesi e ricezione delle
"Cinque piaghe" di A. Rosmini, collana Italia Sacra, Roma, Casa
Editrice Herder, Antonio Rosmini, Frammenti di una storia della empietà, a c.
di Alfredo Cattabiani con una nota filologica di M. Albertazzi, Trento, La
Finestra, Fulvio De Giorgi, Rosmini e il suo tempo. L'educazione dell'uomo
moderno tra riforma della filosofia e rinnovamento della Chiesa Brescia,
Morcelliana, Michele Dossi, Il Santo Probito, La vita e il pensiero di Antonio
Rosmini, Trento, Il Margine, Paolo Gomarasca, Rosmini e la forma morale
dell'essere. La "poiesi" del bene come destino della metafisica,
Milano, FrancoAngeli, Francesco Paoli, Antonio Rosmini, Virtù quotidiane,
Verona, Edizioni Fede & Cultura, Maurizio De Paoli, Antonio Rosmini.
Maestro e profeta, Milano, Edizioni San Paolo, Piero Sapienza, Eclissi
Dell'educazione? La sfida educativa nel pensiero di Rosmini, Roma, Libreria
Editrice Vaticana, 2008. Giuseppe Goisis, Il pensiero politico di Antonio
Rosmini e altri saggi fra critica ed Evangelo, S. Pietro in Cariano (VR),
Gabrielli Editori, Comunità di San Leolino , Una profezia per la Chiesa.
Antonio Rosmini verso il Vaticano II, Panzano in Chianti (FI), Edizioni
Feeria-Comunità di San Leolino, 2009. Umberto Muratore, Rosmini per il
Risorgimento. Tra unità e federalismo, Stresa (VB), Edizioni Rosmininane
Sodalitas, . Cirillo Bergamaschi, Antonio Rosmini. La perfezione della vita
cristiana, Stresa (VB), Edizioni Rosminiane Sodalitas, . Luciano Malusa,
Antonio Rosmini per l'unità d'Italia. Tra aspirazione nazionale e fede
cristiana, Milano, FrancoAngeli, . Domenico Fisichella, Il caso Rosmini.
Cattolicesimo, nazione, federalismo, Roma, Carocci editore, . Umberto Muratore,
Apologia della fedeltà. In difesa dei valori etici e spirituali, Stresa (VB),
Edizioni Rosminiane Sodalitas, . Luciano Malusa, Stefania Zanardi, Le lettere
di Antonio Rosmini-Serbati, un "cantiere" per lo studioso.
Introduzione all'epistolario rosminiano, Venezia, Marsilio Editore, . Stefania
Zanardi, La filosofia di Antonio Rosmini di fronte alla Congregazione
dell'Indice con Prefazione di Fulvio De Giorgi, Milano, FrancoAngeli,
. Restaurazione Antonio Fogazzaro . Sito ufficiale, su
rosmini. Antonio Rosmini, su
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Antonio Rosmini, in Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Antonio Rosmini, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, . Antonio Rosmini, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia
Britannica, Inc. Antonio Rosmini, in
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Antonio Rosmini, su
accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca. Antonio Rosmini, su BeWeb, Conferenza
Episcopale Italiana. Dizionario biografico austriaco Find a Grave. Opere su Liber Liber. Operesu openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Opere di Antonio Rosmini / Antonio Rosmini (altra versione), . Antonio Rosmini,
in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. Antonio Rosmini, su Santi, beati e testimoni,
santiebeati. Sito ufficiale degli
scritti di Antonio Rosmini, su rosminionline. Un esteso saggio inedito su
Antonio Rosmini si puà trovare sul Blog di Carlo EllenaEdward N. Zalta ,
Antonio Rosmini, in Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study
of Language and Information (CSLI), Stanford. Refs.: Luigi Speranza, “Rosmini e
Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
ROSSELLI, (Roma). Filosofo. -- (with
two s’s, as opposed to rosella) -- important Italian philosopher. There is a
Rosselli Circle in Rome. Fu il teorico del "socialismo liberale", un socialismo
riformista non marxista direttamente ispirato dal laburismo britannico e dalla
tradizione storico-politica, italiana e non, del radicalismo liberale e
libertario. Fondò a Firenze il foglio clandestino Non Mollare e nel 1926,
insieme al socialista Pietro Nenni, la rivista milanese Il Quarto Stato. Fondò
nel 1929 a Parigi il movimento antifascista Giustizia e Libertà, che nel 1936
combatté per la Repubblica nella Guerra civile spagnola, all'interno della
Colonna Italiana Rosselli, costituita assieme agli anarchici. Nel 1937 fu
ucciso in Francia insieme con il fratello Nello da assassini legati al regime
fascista. Magnifying glass icon mgx2.svg Fratelli Rosselli. Nello
Rosselli La nascita, la guerra e gli studi Amelia Pincherle, madre
di Carlo. Rosselli nacque a Roma il 16 novembre del 1899 da
un'agiata famiglia ebraica, secondogenito dei tre figli del livornese Giuseppe
Emanuele "Joe" Rosselli (10 agosto 1867Firenze) e della veneziana
Amelia Pincherle (16 gennaio 1870Firenze, 26 dicembre 1954), sorella di Carlo
Pincherle, architetto e pittore, oltreché padre dello scrittore Alberto
Moravia. Sia la famiglia paterna che quella materna, fermamente legate agli
ideali repubblicani e mazziniani, erano state politicamente attive, avendo
partecipato alle vicende del Risorgimento italiano: Pellegrino Rosselli, tra
l'altro zio della futura moglie di Ernesto Nathan (Sindaco di Roma dal novembre
del 1907 al dicembre del 1913), fu un seguace e stretto collaboratore di
Giuseppe Mazzini nei suoi ultimi anni di vita (morì difatti in clandestinità
nella sua casa pisana) ed un Pincherle fu nominato ministro durante la breve
esperienza della Repubblica di San Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito
d'una massiccia insurrezione anti-asburgica guidata da Daniele Manin e Niccolò
Tommaseo. I Rosselli avevano abitato per un considerevole periodo a
Vienna, dove Giuseppe Emanuele aveva studiato composizione musicale e dove, nel
1895, era nato il primogenito Aldo Sabatino. In seguito, si trasferirono a
Roma, dove il padre, rinunciando alle sue aspirazioni artistiche, si dedicò
alla vita mondana, mentre la madre ottenne dei discreti successi come autrice
di drammi teatrali. Qui, dopo la propria nascita, venne alla luce, l'anno
seguente, il terzogenito Sabatino Enrico "Nello". Nel 1903, i
due coniugi si separarono: le condizioni economiche della famiglia avevano
subito un grave tracollo a causa della leggerezza del padre. Amelia si trasferì
con i suoi tre figli a Firenze, dove frequentarono le scuole: Carlo mostrò in
quel periodo poco interesse per gli studi e la madre lo ritirò dal ginnasio,
facendogli frequentare le scuole tecniche. Mmorì il padre. L'entrata in
guerra dell'Italia, nel 1915, fu accolta con entusiasmo dalla famiglia
Rosselli, decisamente interventista. Il fratello Aldo fu arruolato come
ufficiale di fanteria e morì in combattimento nel 1916, ricevendo una medaglia
d'argento alla memoria. Carlo, ancora studente, collaborava dal 1917 al foglio
di propaganda «Noi giovani», fondato dal fratello Nello, anche se l'editoriale
Il nostro programma, che aprì in gennaio il primo numero del giornale, fu
redatto con buone probabilità assieme a Carlo. Il manifesto, che
l'ingenuità di due ragazzi indirizzava verso una fiduciosa speranza in un mondo
migliore, proponeva sin da allora alcuni tratti fondamentali della personalità
di Carlo, ossia un amore incondizionato per l'umanità e la spinta all'azione
nel solco dello spirito mazziniano, che lo inserisce nel filone
dell'interventismo democratico. Per «Noi giovani», licenziò i primi articoli,
uno in aprile sulla rivoluzione russa di febbraio, il secondo nel mese
successivo vertente sull'entrata in guerra degli Stati Uniti. Il primo
testo, Libera Russia, esalta il risveglio del paese di Gorkij, Tolstoj e
Dostoevskij, supremi interpreti di un rinnovamento in atto già dal secolo
precedente, per cui la rivoluzione di febbraio non era che il punto culminante
di una lunga preparazione all'avvento di una società più giusta. Vi «era tutta
una massa che saliva lentamente, inesorabilmente. La marcia si poteva ritardare
ma non impedire». Dei recentissimi eventi, inoltre, viene esaltata la
componente "pacifica", la loro attuazione relativamente non
violenta. L'articolo Wilson mostra tutta la fiducia nutrita per l'uomo
che definì il conflitto come «a war to end wars» (una guerra per porre fine
alle guerre), uno slogan che rappresentava bene le speranze di Carlo e di tutta
la famiglia Rosselli. In giugno fu chiamato alle armi: frequentò a
Caserta il corso allievi ufficiali e venne assegnato nell'aprile del 1918 a un
battaglione di alpini in Valtellina. La guerra finì senza che egli avesse
dovuto sottomettersi al battesimo del fuoco e venne congedato col grado di
tenente nel febbraio 1920. Il contatto con i giovani militari
appartenenti ai ceti più popolari fu molto importante per Rosselli e per altri
studenti come lui: «apprezzarono la massa furon posti in grado di comprendere tante
cose che sarebbero loro certamente sfuggite nel loro isolamento di classe o di
professione». Gaetano Salvemini Diplomatosi all'Istituto tecnico,
si iscrisse a Firenze al corso di Scienze sociali, laureandosi a pieni voti il
4 luglio 1921 con una tesi sul sindacalismo e si preparò a sostenere anche gli
esami di maturità classica per ottenere il diritto di frequentare altri corsi
universitari. Tramite il fratello Nello aveva conosciuto Gaetano Salvemini,
professore dell'Università fiorentina, che sarà da allora un costante punto di
riferimento per entrambi i fratelli. Gli fece rivedere la sua tesi, che
Salvemini giudicò «non un'opera critica, equilibrata, sostanziosa», ma in essa
«era incapsulata un'idea fondamentale: la ricerca di un socialismo che facesse
sua la dottrina liberale e non la ripudiasse». In questo periodo si
avvicinò al Partito Socialista Italiano, simpatizzando, in contrapposizione
all'allora maggioritaria corrente massimalista di Giacinto Menotti Serrati, per
quella riformista di Filippo Turati, che egli ebbe poi modo di conoscere
personalmente a Livorno nel 1921, durante lo svolgimento del Congresso
nazionale del Partito, che sancì la definitiva scissione dell'ala di sinistra
interna filo-bolscevica del Partito, che prenderà il nome di Partito Comunista
d'Italia, e scrisse svariati articoli per la sua rivista Critica Sociale.
L'avvento del fascismo e l'inizio della lotta Mussolini salì al potere; i
riformisti di Turati vennero espulsi dal PSI. In dicembre Carlo Rosselli
si trasferì a Torino, dove frequentò il gruppo della rivista gobettiana «La
Rivoluzione liberale», in quel momento fortemente impegnata in senso
antifascista, e con la quale, dall'aprile 1923, incominciò a collaborare.
Conobbe Giacomo Matteotti, segretario dell'appena fondato Partito Socialista
Unitario, nel quale erano confluiti Piero Gobetti e la componente riformista
espulsa dal PSI. Ernesto Rossi Nel febbraio del 1923, a Firenze, il
gruppo dei socialisti liberali che si raccoglieva intorno alla figura carismatica
di Salvemini inaugurò il «Circolo di Cultura». Oltre ai Rosselli vi erano:
Piero Calamandrei, Enrico Finzi, Gino Frontali, Piero Jahier, Ludovico
Limentani, Alfredo Niccoli ed Ernesto Rossi. Gli ex-combattenti del circolo,
nel 1923, aderirono all'associazione antifascista Italia libera. Qualche
mese dopo, il 9 luglio, Carlo si laureò in giurisprudenza all'Siena, con la
tesi Prime linee di una teoria economica dei sindacati operai e partì per
Londra, stimolato dal desiderio di conoscere la capitale del laburismo, di
seguire i seminari della Fabian Society e di assistere, a Plymouth, al
congresso delle Trade Unions. A Londra vi era anche Salvemini, che teneva un
corso sulla storia della politica estera italiana al King's College.
Tornato in Italia in ottobre, grazie anche ai buoni uffici di Salvemini, si
impiegò come assistente volontario nella Facoltà di economia dell'Università
Bocconi a Milano, dove trasferì il suo domicilio. Proseguì la sua
collaborazione alla «Critica Sociale» di Turati: in novembre vi pubblicò un
articolo, invitando il Partito socialista a rompere con il marxismo, che egli
giudicava espressione di «cieco e tortuoso dogmatismo», per mettersi piuttosto
sulla linea di un «sano empirismo all'inglese». Nel febbraio del 1924,
inaugurò la sua collaborazione con la rivista della Federazione giovanile del
PSU, «Libertà», scrivendo proprio un articolo sul movimento laburista inglese.
Pochi mesi dopo il delitto Matteotti s'iscrisse al P.S.U.. Rosselli
sperava invano che in Italia si costituisse una seria opposizione antifascista
moderata in grado di offrire un'alternativa politica alla borghesia che guarda
con simpatia al fascismo: una di queste avrebbe potuto essere l'Unione
democratica nazionale di Giovanni Amendola, alla quale aderì il fratello Nello.
In settembre Carlo era in Inghilterra, da dove inviava al giornale del PSU, la
«Giustizia», le corrispondenze sull'evolversi della situazione politica
inglese, successiva alla vittoria elettorale dei conservatori e alla rottura
dell'alleanza tra laburisti e liberali. Piero Calamandrei Era
pessimista sulle condizioni politiche dell'Italia: la secessione aventiniana
non produceva effetti, con i suoi sterili tentativi di accordo con il re, con i
generali e i fascisti dissidenti. Del resto i fascisti stavano reagendo e lo
dimostrarono anche devastando, il 31 dicembre 1924, il «Circolo di Cultura» di
Salvemini che, come non bastasse, venne chiuso dal prefetto con una singolare
motivazione: «la sua attività provoca il giusto risentimento del partito dominante».
Lasciato l'incarico alla Bocconi, Rosselli passò a insegnare Istituzioni di
economia politica a Genova. Scrisse a Salvemini: «forse non avrà apparentemente
alcuna positiva efficacia, ma io sento che abbiamo da assolvere una grande
funzione, dando esempi di carattere e di forza morale alla generazione che
viene dopo di noi». Appare così, nel gennaio 1925, con la collaborazione di
Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, Piero Calamandrei, Nello Traquandi, Dino
Vannucci e di Nello Rosselli, che ne ha proposto il nome, il foglio clandestino
Non Mollare. Alcuni redattori della rivista Non Mollare nel 1925:
Nello Traquandi, Tommaso Ramorino, Carlo Rosselli, Ernesto Rossi, Luigi Emery,
Nello Rosselli. In maggio la denuncia di un tipografo provocò la
repressione e la dispersione di alcuni tra i redattori del foglio: Ernesto
Rossi riuscì a fuggire a Parigi, il Vannucci in Brasile, Salvemini fu arrestato
l'8 giugno a Roma e denunciato per «vilipendio del governo». In attesa del
processo, messo in libertà provvisoria, a causa delle minacce dei fascisti, a
luglio passò la notte a Firenze, in casa dei Rosselli, che non erano ancora fra
i sospettati: gli squadristi però, venuti a conoscenza del fatto, devastarono
l'abitazione il giorno dopo. Scrisse Rosselli a Giovanni Ansaldo: «Io sono di
ottimo umore e l'altra sera ho financo bevuto alla distruzione compiuta! Se i
signori fascisti non hanno altri moccoli, possono andare a dormire:
aspetteranno a lungo la mia rinuncia alla lotta». Ormai preso di mira dai
fascisti, Rosselli fu aggredito a Genova mentre si recava all'Università e poi
disturbato durante la sua lezione, con la richiesta del suo allontanamento. Nel
luglio del 1926 si attivò infine lo stesso Ministro dell'economia, Giuseppe
Belluzzo, che chiese il suo licenziamento. A questo punto, preferì
dimettersi. Pochi giorni dopo, il 25 aprile, a Firenze, sposò con rito
civile Marion Catherine Cave, una giovane laburista inglese che era venuta a
Firenze a insegnare lingua inglese nel British Institute, conosciuta da Rosselli
nel 1923 al Circolo della Cultura salveminiano. MilanoLapide
commemorativa: «In via Ancona 2 visse nel 1926 il martire antifascista Carlo
Rosselli e qui ebbe sede la redazione del Quarto Stato rivista socialista a
difesa della libertà e della democrazia». I due sposi vissero a Milano, dove
Carlo aveva fondato insieme con Pietro Nenni la rivista «Il Quarto Stato», il
cui primo numero uscì il 27 marzo 1926. La rivista avrà vita breve, venendo
chiusa a novembre con l'entrata in vigore della legge sui «provvedimenti per la
difesa dello Stato». Scopo della pubblicazione era il tentativo di
rappresentare un punto d'incontro di tutte le forze socialiste e di sviluppare
temi di politica culturale al cui centro fosse «il perfezionamento della
personalità umana» e l'elevamento della «vita spirituale e materiale» dei
cittadini. Il 26 novembre 1925 Rosselli, con Claudio Treves e Giuseppe
Saragat costituì un triumvirato che, costituì clandestinamente il Partito
Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI), che prese il posto del P.S.U.,
sciolto d'imperio dal regime fascista, il 14 novembre, a causa del fallito
attentato a Mussolini da parte del suo iscritto Tito Zaniboni, avvenuto il 4
novembre precedente. Il confino e la fuga da Lipari Lorenzo De
Bova, Filippo Turati, Carlo Rosselli, Sandro Pertini e Ferruccio Parri a Calvi
in Corsica dopo la fuga in motoscafo da Savona. Filippo Turati Alla fine
del 1926 organizzò con Italo Oxilia, Sandro Pertini e Ferruccio Parri
l'espatrio di Filippo Turati a Calvi in Corsica, con un motoscafo partito da
Savona. Mentre Turati, Pertini e Oxilia proseguirono per Nizza, Parri e
Rosselli, ritornati con il motoscafo a Marina di Carrara, furono arrestati,
nonostante tentassero di sostenere di essere reduci da una gita di piacere.
Rosselli fu accusato anche di aver favorito la fuga in Svizzera di Giovanni
Ansaldo, di Claudio Silvestri, di Claudio Treves e di Giuseppe Saragat.
Venne detenuto nelle carceri di Como poi
inviato al confino di Lipari in attesa del processo. L'8 giugno nacque
suo figlio Giovanni Andrea "John". Quando Carlo fu ricondotto da
Lipari a Savona per essere processato, nell'isola siciliana giungeva il
fratello Nello, condannato a 5 anni di confino. Al processo, che si aprì
il 9 settembre, Rosselli si difese attaccando il regime: «il responsabile primo
e unico, che la coscienza degli uomini liberi incrimina è il fascismo [...] che
con la legge del bastone, strumento della sua potenza e della sua Nemesi, ha
inchiodato in servitù milioni di cittadini, gettandoli nella tragica
alternativa della supina acquiescenza o della fame o dell'esilio». La
sentenza, rispetto alle previsioni, fu mite: dieci mesi di reclusione e,
avendone già scontati otto, Rosselli avrebbe potuto essere presto libero, ma le
nuove leggi speciali permisero alla polizia di infliggergli altri 3 anni di confino
da scontare a Lipari. Emilio Lussu Lì venne raggiunto dalla moglie e dal
figlio: la vita al confino trascorreva con le letture di Croce, di Mondolfo,
dell'epistolario di Marx ed Engels e di Kant. Intanto, si preparava la
fuga, che venne organizzata da Parigi dall'amico di Salvemini Alberto
Tarchiani. Il 27 luglio 1929 Rosselli evase dall'isola, insieme con
Francesco Fausto Nitti ed Emilio Lussu, con un motoscafo guidato dall'amico Italo
Oxilia diretto in Tunisia, da cui poi i fuggiaschi raggiunsero la
Francia. Francesco Fausto Nitti Nitti narrerà l'avventurosa
evasione nel libro Le nostre prigioni e la nostra evasione, pubblicato quello
stesso anno in inglese col titolo di Escape e in edizione italiana nel 1946,
mentre Rosselli racconterà le vicende del confino e dell'evasione in Fuga in
quattro tempi. La moglie Marion, che aspettava la seconda figlia, Amelia
"Melina", nata il successivo 28 marzo, venne in un primo tempo arrestata
per complicità, ma presto fu rilasciata. L'esilio a Parigi. La nascita di
"Giustizia e Libertà" Carlo Rosselli (in piedi) con Claudio
Treves e Filippo Turati in esilio a Parigi nel 1932. Nel 1929 a Parigi, con
Lussu, Nitti, e un gruppo di fuoriusciti organizzati da Salvemini, fu fra i
fondatori del movimento antifascista "Giustizia e Libertà". GL
pubblicò diversi numeri della rivista e dei quaderni omonimi (con cadenza
settimanale e mensile) e fu attiva nell'organizzazione di diverse azioni
dimostrative, tra cui il volo sopra Milano di Bassanesi nel 1930. Nello
stesso anno pubblicò, in francese, Socialisme liberal. Il libro è una
critica appassionata del marxismo ortodosso, colonna portante della stragrande
maggioranza dei vari schieramenti politici socialisti dell'epoca. Il
"socialismo liberale" propugnato da Rosselli si caratterizza quale
una creativa sintesi della tradizione del marxismo revisionista, democratico e
riformista (quello, tra gli altri, di Eduard Bernstein, Werner Sombart, Turati
e Treves), ed il socialismo non marxista, libertario e decentralista (come
quello di Francesco Merlino, Salvemini, G. D. H. Cole, R. H. Tawney e Oszkár
Jászi); il testo, però, contiene anche un attacco dirompente contro lo
stalinismo della Terza Internazionale che, con la formula del
"socialfascismo", accomunava socialdemocrazia, liberalismo
"borghese" e fascismo. Non stupisce perciò che uno fra i più
importanti stalinisti, Palmiro Togliatti, abbia definito "Socialismo
liberale" un "magro libello antisocialista" e Rosselli "un ideologo
reazionario che nessuna cosa lega alla classe operaia". Il
logo di Giustizia e Libertà Nell'ottobre del 1931 Giustizia e Libertà aderì
alla Concentrazione Antifascista, unione di tutte le forze antifasciste non
comuniste (repubblicani, socialisti, CGL) che intendeva promuovere e coordinare
dall'estero ogni possibile azione di lotta al fascismo in Italia; si iniziarono
a pubblicare i "Quaderni di Giustizia e Libertà". Dopo
l'avvento del nazismo in Germania nel 1933, GL sostenne la necessità di una
rivoluzione preventiva per rovesciare i regimi fascista e nazista prima che
questi portassero a una nuova tragica guerra, che a GL sembrava l'inevitabile
destino dei due regimi. L'impegno nella guerra civile spagnola
Bandiera della Colonna Italiana, nota anche come Centuria Giustizia e Libertà,
che sostenne i repubblicani nella guerra civile spagnola. Nel 1936 scoppiò in
Spagna la guerra civile tra i rivoltosi dell'esercito filo-monarchico, che
effettuarono un colpo di Stato, e il legittimo governo repubblicano del Fronte
Popolare di ispirazione marxista. Rosselli fu subito attivo nel sostegno alle
forze repubblicane, criticando l'immobilismo di Francia e Inghilterra, mentre
fascisti e nazisti aiutavano Francisco Franco con uomini e armi agli insorti.
Nell'agosto combatté la sua prima battaglia in Spagna, nei dintorni di Huesca
sul fronte di Aragona; cercò poi di costituire un vero e proprio battaglione
(intitolato a Giacomo Matteotti). La prima formazione italiana, che
prenderà poi, dopo l'uccisione dei due fratelli, il nome di Colonna Italiana
Rosselli, annoverava tra i 50 e i 150 uomini, reclutati fra gli esuli italiani
in Francia dal movimento Giustizia e Libertà e dal Comitato Anarchico Italiano
Pro Spagna; tra questi c'erano anche gli anarchici Umberto Marzocchi e Camillo
Berneri. Umberto Marzocchi scrisse un libro sulla comune esperienza
antifascista di anarchici e di militanti di Giustizia e Libertà, "Carlo
Rosselli e gli anarchici". In un discorso a Radio Barcellona,
Rosselli pronuncia la frase che poi diverrà il motto degli antifascisti
italiani: "Oggi qui, domani in Italia": «È con questa speranza
segreta che siamo accorsi in Ispagna. Oggi qui, domani in Italia. Fratelli,
compagni italiani, ascoltate. È un volontario italiano che vi parla dalla Radio
di Barcellona. Non prestate fede alle notizie bugiarde della stampa fascista,
che dipinge i rivoluzionari spagnuoli come orde di pazzi sanguinari alla
vigilia della sconfitta.» Nel dicembre 1936 in seguito a contrasti con
gli anarchici si dimette da comandante della Colonna e nel gennaio 1937 fonda
il battaglione Matteotti. L'assassinio Nel giugno 1937 soggiornò a
Bagnoles-de-l'Orne per delle cure termali, località dove fu raggiunto dal
fratello Nello. Il 9 giugno i due furono uccisi da una squadra di
"cagoulards", miliziani della "Cagoule", formazione
eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e
di Galeazzo Ciano; con un pretesto vennero fatti scendere dall'automobile, poi
colpiti da raffiche di pistola: Carlo morì sul colpo, Nello (colpito per primo)
venne finito con un'arma da taglio.. I corpi vennero trovati due giorni dopo; i
colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti a essere
prosciolti. I fratelli Rosselli furono sepolti nel cimitero monumentale
parigino del Père Lachaise, ma nel 1951 i familiari ne traslarono le salme in
Italia, nel Cimitero Monumentale di Trespiano, nel piccolo borgo omonimo,
comune di Firenze, sulla via Bolognese. L'anziano Salvemini tenne il
discorso commemorativo funebre, alla presenza del presidente della Repubblica
Luigi Einaudi. La tomba dei due eroi dell'antifascismo si trova nel riquadro
subito a destra dell'ingresso. Nello stesso cimitero sono sepolti anche
Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei e Spartaco Lavagnini.
La tomba riporta il simbolo della "spada di fiamma", emblema di GL, e
l'epitaffio scritto da Calamandrei: «GIUSTIZIA E LIBERTA' PER QUESTO
MORIRONO PER QUESTO VIVONO» Il pensiero Giuseppe Mazzini L'unico suo
libro pubblicato mentre era in vita è "Socialismo liberale", scritto
durante il confino a Lipari, in una situazione di semi-prigionia. Questa opera
si pone in una posizione eretica rispetto ai partiti della sinistra italiana
del suo tempo (per i quali Il Capitale di Marx, variamente interpretato, era
ancora considerato come la Bibbia). Indubbiamente è presente l'influsso
del laburismo inglese, da lui ben conosciuto. In seguito ai successi elettorali
del partito laburista, Rosselli era infatti convinto che l'insieme delle regole
della democrazia liberale fossero essenziali non solo per raggiungere il
socialismo, ma anche per la sua concreta realizzazione (mentre nella tattica
leninista queste regole, una volta preso il potere, debbono essere
accantonate): pertanto, la sintesi del pensiero rosselliano è: "il
liberalismo come metodo, il socialismo come fine". Carlo
Pisacane L'idea di rivoluzione propria della dottrina marxista era fondata
sulla concezione della dittatura del proletariato (che, in realtà, già ai tempi
di Rosselli si sta traducendo, in Unione Sovietica, nella dittatura del vertice
di un solo partito). Essa viene respinta da Rosselli, a favore di una
rivoluzione che, come si nota nel programma di GL, è un sistema coerente di
riforme strutturali mirate alla costruzione di un sistema socialista che non
rinnega, ma anzi esalta, la libertà individuale e associativa. Nella
riflessione degli ultimi anni, Rosselli, alla luce dell'esperienza spagnola
(difesa dell'organizzazione sociale di Barcellona compiuta dagli anarchici
durante la guerra civile) e dell'avanzata del nazismo, radicalizza le sue
posizioni libertarie. Rosselli, influenzato dalle idee di Mazzini e di
Carlo Pisacane, propugna il socialismo liberale: il fine è il socialismo, il
metodo il liberalismo, un metodo che garantisce la democrazia e l'autogoverno
dei cittadini. Il liberalismo deve svolgere una funzione democratica, il
"metodo liberale" è il complesso di regole del gioco che tutte le
parti in lotta si impegnano a rispettare, regole dirette ad assicurare la pacifica
convivenza dei cittadini, delle classi, degli Stati, a contenere le lotte
(peraltro desiderabili se limitate). La violenza è giustificabile come risposta
ad altra violenza (per questo era giusta la lotta contro il franchismo e
sarebbe stata auspicabile in Italia una rivoluzione violenta in risposta al
fascismo); il socialismo è una logica conclusione del liberalismo: socialismo
significa libertà per tutti. Rosselli ha fiducia che la classe del futuro sarà
la classe proletaria, la borghesia deve fare da guida al proletariato: il fine
è la libertà per tutte le classi. Note
Archivio RosselliBio, su archiviorosselli. 4 luglio 27 maggio ).
N. Tranfaglia, Carlo Rosselli dall'interventismo a Giustizia e Libertà,
Bari, Laterza, Il Circolo di Cultura fu
rifondato nel settembre 1944, a liberazione di Firenze appena avvenuta, per
iniziativa del Partito d'Azione e dei soci superstiti e intitolato ai Fratelli
Rosselli. Assunse così il nome di Circolo di Cultura Politica Fratelli
Rosselli. La sua prima manifestazione fu presieduta da Piero Calamandrei. Con
questo nome è tuttora operante a Firenze. Nel 1990 con decreto del Presidente
della Repubblica è stata costituita ed eretta in Ente Morale la Fondazione
Circolo Rosselli per sostenerne l'attività.
Antonio Martino: Fuorusciti e confinati dopo l'espatrio clandestino di
Filippo Turati nelle carte della R. Questura di Savona in Atti e Memorie della
Società Savonese di Storia Patria, n.s.,
XLIII, Savona 2007, 453-516. e
Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R.Questura, Gruppo
editoriale L'espresso, Roma, 2009. Cfr.
Commissione di Milano, ordinanza contro Carlo Rosselli (“Intensa attività
antifascista; tra gli ideatori del giornale clandestino Non Mollare uscito a
Firenze nel 1925; favoreggiamento nell'espatrio di Turati e Pertini”). In:
Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le
ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal
novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), Cfr. Commissione di Firenze, ordinanza del
3.6.1927 contro Nello Rosselli (“Attività antifascista”). In: Adriano Dal Pont,
Simonetta Carolini, L'Italia al confino Le ordinanze di assegnazione al confino emesse
dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983
(ANPPIA/La Pietra), ICfr. La storia
sotto inchiesta: Fuga da Lipari, un esilio per la liberta trasmesso da Rai
Storia il 3 gennaio . Il discorso di
Rosselli su Romacivica.net Archiviato il 29 settembre 2007 in . Giuseppe Fiori, Casa Rosselli, Einaudi,
1999, 202 e segg. Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli. 9
giugno 1937. Anatomia di un omicidio politico, Mondadori, Milano 2007. Opere di Carlo Rosselli Oggi in Spagna,
domani in Italia, prefazione di Gaetano Salvemini, Edizioni di «Giustizia e
libertà», Parigi, 1938; seconda edizione, introduzione di Aldo Garosci,
Einaudi, Torino, 1967. Scritti politici e autobiografici, prefazione di Gaetano
Salvemini, Polis editrice, Napoli, 1944; seconda edizione Zeffiro Ciuffoletti e
Vincenzo Caciulli, Lacaita, Manduria 1992. Lettere di Carlo e Nello Rosselli a
Gaetano Salvemini (1925), Nicola Tranfaglia, «Annali della Fondazione Luigi
Einaudi», I (1967), Torino. Carlo Rosselli, Socialismo liberale, Einaudi, 1973.
«Il Quarto Stato» di Pietro Nenni e Rosselli, Domenico Zucàro, SugarCo, Milano,
Epistolario familiare.(1914-1937), introduzione di Leo Valiani, prefazione di
Zeffiro Ciuffoletti, SugarCo, Milano, 1979. Socialismo liberale, John Rosselli,
introduzione di Norberto Bobbio, Einaudi, Torino, 1979. Socialismo liberale,
John Rosselli, introduzione e commento di Norberto Bobbio, «Attualità del
socialismo liberale» e «Tradizione ed eredità del liberalsocialismo», seconda
edizione Einaudi Tascabili. Saggi, 1Scritti dell'esilio. I. «Giustizia e
libertà» e la concentrazione antifascista Costanzo Casucci, Collana Opere
scelte di Carlo Rosselli, Einaudi, Torino, 1988 (contiene una cronologia della
vita e la di C. Rosselli dal 1929 al
1934). Scritti politici, Zeffiro Ciuffoletti e Paolo Bagnoli, Guida, Napoli,
1988, una grossa anteprima del libri consultabile in rete. Scritti dell'esilio
II. Dallo scioglimento della concentrazione antifascista alla guerra di Spagna,
Costanzo Casucci, Einaudi, Torino, 1992, (è riportata la cronologia della vita
e una di Carlo Rosselli dal 1934 al
1937). Liberalismo socialista e socialismo liberale, Nicola Terraciano,
Galzerano Editore, Casalvelino Scalo (Salerno), 1992. Carlo e Nello Rosselli,
Giustizia e libertà, Giuliana Limiti e Mario di Napoli, prefazione di Pietro
Larizza, Roma, 1993, con la tesi di laurea di Carlo Rosselli sul «sindacalismo»
(Firenze, 1921). Liberalsocialism, edited by Nadia Urbinati, translated by
Williams McCuaig, Princeton University Press, Princeton, introduzione di Nadia
Urbinati. Scritti scelti, Gian Biagio Furiozzi, “Quaderni del Circolo
Rosselli”, n. 4/2000, Alinea Editrice, Firenze. Opere su Carlo Rosselli Gaetano
Salvemini, "Carlo e Nello Rosselli", Edizioni di «Giustizia e
libertà», Parigi, 1938; ora in "Scritti Vari", Giorgio Agosti e
Alessandro Galante Garrone, Feltrinelli, Milano, 1978 («Opere scelte di Gaetano
Salvemini», vCultura e società nella formazione di Gaetano Salvemini, buona
anteprima del pensiero di Salvemini con i rapporti con Carlo Rosselli e la
grangia politica correlata Roberto Gremmo "Rosselli alla Cagoule"
Silenzi e segreti d'un oscuro delitto politico. Edizioni Storia Ribelle, Biella
. Aldo Garosci, "Vita di Carlo Rosselli", Edizioni U,
Roma-Firenze-Milano («Collezione
Giustizia e Libertà»); nuova edizione Vallecchi, Firenze, Alessandro Levi,
"Ricordi dei fratelli Rosselli", La Nuova Italia, Firenze, 1947
(«Quaderni del Ponte», 2). Stefano Merli, "Il dibattito socialista sotto
il fascismo. Lettere di Rodolfo Morandi e Carlo Rosselli (1928-1931)",
«Rivista storica del socialismo», a. VI, n. 19. Maggio-Agosto 1963.
Parzialmente ricompreso in Id., "Fronte antifascista e politica di classe.
Socialisti e comunisti in Italia 1923-1929", De Donato, Bari, 1975
(«Movimento operaio», 28). Nicola Tranfaglia, "Carlo Rosselli dall'interventismo
all'antifascismo", «Dialoghi del XX», a. I, n. 2, giugno 1967. Cfr. il n.
8. informazioni su volume "Rosselli e l'Aventino: l'eredità di Giacomo
Matteotti", «Il movimento di liberazione in Italia», a. XX, n. 92,
luglio-Settembre 1968, 3–34. Cfr. il
n.8. stralcio di "Carlo Rosselli e l'Aventino"[collegamento
interrotto] «L'opposizione diventava per la prima volta opposizione, minoranza;
come minoranza, avrebbe potuto darsi una psicologia virile, d'attacco. Ma aveva
troppi ex nelle sue file, era troppo appesantita da uomini che avevano gustato
le gioie del potere e della popolarità.» «Fu questo il miracolismo
dell'Aventino. Credere di poter vincere con le armi legali l'avversario che ha
già vinto sul terreno della forza. Pregustare le gioie del trionfo mentre si
riceve la botta più dura. Evitare tutti i problemi (Piero Gobetti diceva:
"l'Aventino ha un mito, il mito della cautela"), sperando che la
borghesia dimentichi il '19.» «Quanto alle masse popolari, che si
mostravano nei primi giorni in stato di effervescenza, guai a chi avesse
tentato metterle in movimento! Solo i comunisti e le minoranze giovani chiesero
lo sciopero generale. Ma le opposizioni non vollero, per non spaventare la
borghesia e il sovrano.» "Carlo Rosselli dall'interventismo a
«Giustizia e Libertà»", Laterza, Bari, 1968, («Biblioteca di cultura
moderna»); in appendice: scritti di Carlo Rosselli e Lettera di Carlo Rosselli
a Pietro Nenni. Cfr. i nn. 6 e 7. "Carlo Rosselli dal processo di Savona
alla fondazione di GL (1927-1929). Le fonti di «Socialismo liberale»", «Il
movimento di liberazione in Italia», Mirella Larizza Lolli, "Alcuni
appunti per una lettura del «Socialismo liberale» di Rosselli", «Il
pensiero politico», Santi Fedele, "Lo «Schema di programma» di «Giustizia
e Libertà», del 1932", «Belfagor», Paolo Bagnoli, "L'esperienza
liberale di Carlo Rosselli (1919-1924)", «Italia Contemporanea», "L'antifascismo rivoluzionario dei
«Quaderni di Giustizia e Libertà»", «Ricerche Storiche», a. VI, n. 1
(Nuova serie), gennaio-Giugno Poi compreso. Santi Fedele, "Storia della
concentrazione antifascista prefazione di Nicola Tranfaglia, Feltrinelli,
Milano, 1976. Maria Garbari, "I «vinti» della Resistenza. Nel quarantesimo
del sacrificio di Carlo e Nello Rosselli", «Studi Trentini di Scienze
Storiche», a"«Quarto Stato» di Pietro Nenni e Rosselli", Tavola
rotonda fra Riccardo Bauer, Ugoberto Alfassio Grimaldi, Giovanni Spadolini,
Domenico Zucàro, «Critica Sociale», Leo Valiani, "Il pensiero e l'azione
di Carlo e Nello Rosselli", «Nuova Antologia», Nicola Tranfaglia,
"Carlo Rosselli e l'antifascismo", «Mondo Operaio», a. XXX, nn. 7-8,
luglio/Agosto Poi compreso. Roberto Vivarelli, "Carlo Rosselli e Gaetano
Salvemini", «Il pensiero politico», Poi compreso Giovanni Spadolini,
"Carlo Rosselli nella lotta per la libertà", con lettere tra Egidio
Reale e Carlo Rosselli, «Nuova Antologia», Arturo Colombo, "Carlo Rosselli
e il «Quarto Stato»", «Nord e Sud», a. XXIV, Terza serie, nn. 34-35,
novembre-Dicembre. "Giustizia e Libertà nella lotta antifascista e nella
storia d'Italia", Atti del convegno internazionale organizzato a Firenze
il 10-12 giugno 1977 dall'Istituto storico della Resistenza in Toscana, dalla
Giunta regionale toscana, dal Comune di Firenze, dalla Provincia di Firenze, La
Nuova Italia, Firenze, 1978. Riccardo Bauer, "Carlo Rosselli e la nascita
di GL in Italia". Jan Petersen, "Giustizia e Libertà in
Germania". Pierre Guillen, "La risonanza in Francia dell'azione di GL
e dell'assassinio dei fratelli Rosselli". Frank Rosengarten, "Carlo
Rosselli e Silvio Trentin, teorici della rivoluzione italiana". Max
Salvadori, "Giellisti e loro amici degli Stati Uniti durante la seconda
guerra mondiale". Santi Fedele, "Giellisti e socialisti dalla
fondazione di GL (1929) alla politica dei fronti popolari". Pier Giorgio
Zunino, "Giustizia e Libertà e i cattolici". Aldo Garosci, "Le
diverse fasi dell'intervento di Giustizia e Libertà nella guerra civile di
Spagna. Parte III- Oggi in Spagna, domani in Italia". Umberto Marzocchi,
"Carlo Rosselli e gli anarchici"; citazione sottostante da un
articolo di Ugo Finetti «Infatti Rosselli considerava una barbarie le stragi di
anarchici in Catalogna, tra cui l'uccisione di Camillo Berneri, l'anarchico che
lo affiancava nella guida della Prima colonna italiana formata da tremila
antifascisti, i primi accorsi in Spagna.» e si ricorda, nel prosieguo,
anche la ferma presa di posizione delle Brigate partigiane di Giustizia e
Libertà quando Emilio Canzi fu rimosso da comandante unico della XIII zona
operante nel piacentino e grazie a questa presa di posizione fu reintegrato
dopo un breve arresto. Le Brigate partigiane di Giustizia e Libertà erano in
gran parte influenzate dal pensiero di Rosselli. Umberto Tommasini,
"Testimonianza su Carlo Rosselli; Parte IV- L'eredità di Giustizia e
Libertà". Mario Delle Piane, "Rapporti tra socialismo liberale e
liberalsocialismo". Tristano Codignola, "GL e Partito d'azione".
Nicola Tranfaglia, "Carlo Rosselli", in "Il movimento operaio
italiano. Dizionario biograficoIV", Franco Andreucci e Tommaso Detti,
Editori Riuniti, Roma, Arturo Colombo, "Carlo Rosselli e il socialismo liberale",
«Il Politico», Poi compreso. Paolo Bagnoli, "Di un dissidio in «Giustizia
e Libertà». Lettere inedite di Mario Levi, Renzo Giua, Nicola Chiaromonte,
Carlo Rosselli, Aldo Garosci «Mezzosecolo», n. 3, Centro studi Piero
Gobetti, Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, Archivio Nazionale
Cinematografico della Resistenza, Annali 1Luigi Cirillo, "Il socialismo di
Carlo Rosselli", Fasano, Cosenza, 1979. Emilio Lussu, "Lettere a
Carlo Rosselli e altri scritti di «Giustizia e Libertà»", Manlio
Brigaglia, Editrice Libreria Dessì, Sassari .informazioni su Storia della
Sardegna di Manlio Brigaglia, son presenti correlazioni fra i succitati
personaggi. "Le componenti mazziniana e cattaneanea in Salvemini e nei
Rosselli. La figura e l'opera di Giulio Andrea Belloni", Atti del Convegno
di studi nel venticinquesimo anniversario della fondazione della Domus
Mazziniana tenutosi a Pisa. Arti Grafiche Pacini & Mariotti, Pisa, Comprende: Arturo Colombo, "Carlo Rosselli
e il «Quarto Stato»" Angelo Varni, "Derivazioni mazziniane nella
concezione sindacalista di Carlo Rosselli", Lucio Ceva, "Aspetti
politici dell'azione di Carlo Rosselli in Spagna", Giuseppe Tramarollo, "Rosselli e la
gioventù del regime", Paolo
Bagnoli, "Il revisionismo rosselliano", in "Guida alla storia
del PSI. La ripresa del pensiero socialista tra eresia e tradizione",
Francesca Taddei e Marco Talluri, «Quaderni del Circolo Rosselli», Giuseppe
Galasso, "La democrazia da Cattaneo a Rosselli", Le Monnier, Firenze («Quaderni
di storia»,Aldo Rosselli, "La famiglia Rosselli. Una tragedia
italiana", presentazione di Sandro Pertini, prefazione di Alberto Moravia,
Bompiani, Milano, Francesco Kostner, "Carlo Rosselli e il suo socialismo
liberale", Lalli, Poggibonsi («Linee politiche»). Paolo Bagnoli,
"Carlo Rosselli tra pensiero politico e azione", prefazione di
Giovanni Spadolini, con uno scritto di Alessandro Galante Garrone, Passigli,
Firenze, Arturo Colombo, "Carlo Rosselli e il socialismo liberale",
in "Padri della patria. Protagonisti e testimoni di un'altra Italia",
FrancoAngeli, Milano, 1985, 249–73
(«Ricerche storiche», 64). Franco Invernici, "L'alternativa di «Giustizia
e Libertà». Economia e politica nei progetti del gruppo di Carlo
Rosselli", presentazione di Arturo Colombo, FrancoAngeli, Milano («Studi e
ricerche storiche»). Leo Valiani, "Carlo e Nello Rosselli da Mazzini alla
lotta di liberazione", «Nuova Antologia», Diego Scacchi, Arturo Colombo,
"Per Carlo e Nello Rosselli", presentazione di Giovanni Spadolini,
Casagrande, Lugano, («Quaderni europei»,
I). Roberto Vivarelli, "Le ragioni di un comune impegno. Ricordando
Gaetano Salvemini, Carlo e Nello Rosselli, Ernesto Rossi", «Rivista
Storica Italiana», Giovanni Spadolini, "Carlo e Nello Rosselli. Le radici
mazziniane del loro pensiero", Passigli, Firenze, 1 («Letture Rosselli»,
2). Corrado Malandrino, "Socialismo e libertà. Autonomie, federalismo,
Europa da Rosselli a Silone", FrancoAngeli, Milano (Collana «Gioele
Solari». Dipartimento di Studi politici dell'Torino, 6). Franco Bandini,
"Il cono d'ombra. Chi armò la mano degli assassini dei fratelli Rosselli",
SugarCo, Milano, Arturo Colombo, "I Rosselli, due guardiani per l'albero della
libertà", , "Voci e volti della democrazia. Cultura e impegno civile
da Gobetti a Bauer", Le Monnier, Firenze («Quaderni di storia»). ,
"Nel nome dei Rosselli. «Quaderni del Circolo Rosselli», FrancoAngeli,
Milano, Con una sui fratelli Rosselli di Giuseppe Muzzi.
"A più voci su Carlo Rosselli. Gaetano Arfé, Costanzo Casucci, Aldo
Garosci, Francesco Malgeri, Leonardo Rapone, Scritti dell'esilio", «Il
Ponte», "Il carteggio di Carlo e
Nello Rosselli con Carlo Silvestri", Gloria Gabrielli, «Storia Contemporanea»,
Santi Fedele, "E verrà un'altra Italia. Politica e cultura nei «Quaderni
di Giustizia e Libertà»", FrancoAngeli, Milano, Collana di Fondazione di
studi storici Filippo Turati», n °7. Zeffiro Ciuffoletti, "Carlo Rosselli,
il mito della rivoluzione russa e il comunismo", in "Socialismo e
Comunismo, I, «Il Ponte», Paolo Bagnoli,
"La lezione rosselliana, La nuova storia. Politica e cultura alla ricerca
del socialismo liberale", prefazione di Renato Treves, Festina Lente, FNicola
Tranfaglia, "Sul socialismo liberale di Carlo Rosselli", in I volume
"Dilemmi del liberalsocialismo", Michelangelo Bovero, Virgilio Mura,
Franco Sbarberi, La Nuova Italia Scientifica, Roma, («Studi Superiori NIS/201.
Scienze Sociali»). Atti del convegno "Liberalsocialismo: ossimoro o
sintesi?", organizzato ad Alghero Dipartimento di Economia istituzioni e
società dell'Università Sassari. -- fu pubblicato il primo numero di “Libertà”,
periodico legato all'ala socialista del movimento antifascista, il sottotitolo
fu la frase di Carlo Marx ed Federico Engels: Alla società borghese, con le sue
classi e con i suoi antagonismi di classe, subentrerà un'associazione nella
quale il libero sviluppo di ciascuno sarà la condizione del libero sviluppo di
tutti e, su invito Claudio Treves, Rodolfo Mondolfo e Alessandro Levi, Rosselli
scrisse un articolo Il partito del lavoro in Inghilterra che fu pubblicato sul numero
tre del 1º febbraio in cui Rosselli
riaffermò una parte del suo pensiero del periodo: «Il Labour Party, in base
agli elementi che lo compongono può definirsi come una federazione di gruppi
economici e di gruppi politici. In realtà è l'organizzazione politica
federativa ed associativa del movimento operaio più vecchio e potente del
mondo.» Silvio Suppa, "Note su Carlo Rosselli: temi per due
tradizioni", in I volume "dilemmi del liberalsocialismo " Del
Puppo D., "«Il Quarto Stato»", «Science and Society»,"L'attualità
di Carlo Rosselli e del socialismo liberale. Dialoghi tra: Giancarlo Bosetti,
Vittorio Foa, Sebastiano Maffettone, Enzo Marzo, Nicola Tranfaglia, Nadia Urbinati",
Supplemento a di «Croce Via», Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, Atti del
dibattito svoltosi a Napoli in occasione
della presentazione italiana del volume "Liberal socialism", lavoro
di Nadia Urbinati, tradotto da William McCuaig, Princeton University Press,
Princenton Nadia Urbinati, "Carlo Rosselli: la democrazia come fede
comune", «il Vieusseux», Paolo Bagnoli, Rosselli, "Piero Gobetti e la
rivoluzione democratica. Uomini e idee tra liberalismo e socialismo", La Nuova
Italia, Firenze («Biblioteca di Storia», 55). Costanzo Casucci, "La
caratteristica di Carlo Rosselli", con un vademecum, «Belfagor», Simone Visciola, Giuseppe Limone , "I
Rosselli. Eresia creativa, eredità originale", Napoli, Guida, Piero
Graglia, "Unità europea e federalismo. Da «Giustizia e Libertà» ad Altiero
Spinelli", il Mulino, Bologna, 1996,
296 («il Mulino-Ricerca»). "Il dibattito europeista e federalista
in «Giustizia e Libertà»", «Storia Contemporanea», Lisetto D., "Carlo
Rosselli e le élites. Una teoria tra l'elitismo democratico e la democrazia
partecipativa", «Scienza & Politica», Carlo Rosselli, "Pagine
scelte di economia", Simone Visciola e Antonio De Ruggiero, Firenze, Le
Monnier, Salvo Mastellone, "Il
partito politico nel socialismo liberale di Carlo Rosselli", «Il pensiero
politico», Gianbiagio Furlozzi, "Carlo Rosselli e Georges Sorel", «Il
pensiero politico», a. Giovanna Angeli, "L'eredità democratica da Bignami
a Rosselli", Angeli, Milano, Salvo
Mastellone, "Carlo Rosselli e «La rivoluzione liberale del
socialismo»". Con scritti e documenti inediti. Olschki, Son riportati
testi pubblicati da Carlo Rosselli non inseriti nel I delle «Opere scelte». "Rosselli.
Dizionario delle idee", Sergio Bucchi, Editori Riuniti, gennaio Antonio
Martino, Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura,
Roma, Gruppo editoriale L'espresso, 2009. Mimmo Franzinelli, "Il delitto
Rosselli. Anatomia di un omicidio politico", Mondadori, Milano 2007. Diego
Dilettoso, "La Parigi e La Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un
umanista in esilio", Biblion, Milano
.Paolo Bagnoli. Carlo Rosselli: Il socialismo delle libertà. Polistampa,
Milano, Paolo Bagnoli. Carlo Rosselli.
Socialismo, giustizia e libertà. Biblion, Milano, Carlo Rosselli, su
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Carlo Rosselli, in Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Carlo Rosselli, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, .Carlo Rosselli, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della
Svizzera. Carlo Rosselli, in Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Carlo Rosselli, su
siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze Archivistiche. Opere di
Carlo Rosselli, su Liber Liber. Opere di
Carlo Rosselli, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Carlo Rosselli,
. Biografia di Rosselli, su
romacivica.net. Carlo Rosselli e l'Aventino (DOC) su geocities.com. Giancarlo
Iacchini,*Rosselli: socialismo liberale ma... vero!, dal sito del Movimento
Radical Socialista 55esima brigata Garibaldi Carlo Rosselli, su 55rosselli.
Archivio della famiglia Rosselli [collegamento interrotto], su
archiviorosselli. I fratelli Rosselli, genesi di un delitto impunito, su
rifondazionepescara.org (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2008).
Camillo Berneri e Carlo RosselliVite parallele di Massimo Ortalli (da
"Umanità Nova" n.08 del 4 marzo 2001) Fondazione Rosselli, Centro di
ricerca, su fondazionerosselli. Fondazione Circolo RosselliFirenze, su
rosselli.org. "Gaetano Pecora" Carlo Rosselli, socialista e
liberale.Bilancio critico di un grande italiano, su politicamagazine. Valdo
Spini, "Perché i Rosselli parlano ancora a questa Italia", sul sito
repubblica. Refs.: Luigi Speranza, “Rosselli e Grice,” per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
ROSSELLI. (Roma). Filosofo. Insieme al fratello
Carlo, fu ucciso in Francia nel 1937 da assassini legati al regime
fascista. Magnifying glass icon mgx2.svgFratelli Rosselli. Nacque da
un'agiata famiglia ebraica, ultimo dei tre figli del livornese Giuseppe Emanuele
"Joe" Rosselli e della veneziana Amelia Pincherle (16 gennaio
1870Firenze, 26 dicembre 1954), sorella di Carlo Pincherle, architetto e
pittore, oltreché padre dello scrittore Alberto Moravia. Sia la famiglia
paterna che quella materna, fermamente legate agli ideali repubblicani e
mazziniani, erano state politicamente attive, avendo partecipato alle vicende
del Risorgimento italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura
moglie di Ernesto Nathan (Sindaco di Roma dal novembre del 1907 al dicembre del
1913), fu un seguace e stretto collaboratore di Giuseppe Mazzini nei suoi
ultimi anni di vita (morì difatti in clandestinità nella sua casa pisana) ed un
Pincherle fu nominato ministro durante la breve esperienza della Repubblica di
San Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito d'una massiccia insurrezione
anti-asburgica guidata da Daniele Manin e Niccolò Tommaseo. Nello sposò
Maria Todesco (Padova, Firenze, 1998) nel 1926 ed ebbero quattro figli: Silvia,
Paola, Aldo e Alberto. Diresse, con l'amico Gualtiero Cividalli il mensile
Noi giovani. Discusse con Gaetano Salvemini la tesi di laurea su Mazzini e il
movimento operaio. Pubblicò numerosi articoli su riviste storiche italiane e il
saggio Mazzini e Bakunin. Pubblicò il saggio Carlo Pisacane nel Risorgimento
italiano. La raccolta dei suoi Saggi sul Risorgimento italiano e altri scritti
fu pubblicata postuma da Einaudi nel 1946. L'attività politica La
tomba a Trespiano Iniziò giovane a far politica nel 1917 e fu col fratello tra
i fondatori del giornale per studenti "Noi giovani". Col fratello e
con Piero Calamandrei, e col patrocinio di Gaetano Salvemini, fondò il Circolo
di Cultura, chiuso dai fascisti nel 1925. Fece parte dei fondatori del gruppo
fiorentino di Italia libera, fra cui, oltre al fratello, Enrico Bocci, Luigi
Rochat, Dino Vannucci, Nello Traquandi. Nel 1924 aderì alla fondazione
dell'Unione nazionale delle forze liberali e democratiche promossa da Giovanni
Amendola, e nel 1925 partecipò alla fondazione del primo giornale antifascista
clandestino Non Mollare. Venne arrestato e condannato a 5 anni di confino a
Ustica; rilasciato il 31 gennaio 1928, venne nuovamente arrestato e condannato
a 5 anni di confino a Ustica e Ponza, nell'estate del 1929, dopo la fuga da
Lipari del fratello. Nel maggio 1937 ottenne, su intercessione di
Gioacchino Volpe (probabilmente in buona fede) il passaporto, con una
sollecitudine che ad alcuni amici, tra cui Piero Calamandrei, parve sospetta e
motivata dal fine di arrivare attraverso Nello al rifugio di Carlo, insieme al
quale, il 9 giugno 1937, venne assassinato a Bagnoles-de-l'Orne da una squadra
di "cagoulards", miliziani della "Cagoule", formazione
eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e
di Galeazzo Ciano; con un pretesto vengono fatti scendere dall'automobile, poi
colpiti da raffiche di pistola: Carlo muore sul colpo, Nello (colpito per
primo) viene finito con un'arma da taglio.. I corpi vengono trovati due giorni
dopo, l'11 giugno; i colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti
ad essere prosciolti. Note I
numeri pubblicati possono essere consultati online qui: Noi giovani Archiviato
il 2 novembre in . Commissione di Firenze, ordinanza del
3.6.1927 contro Nello Rosselli (“Attività antifascista”). In: Adriano Dal Pont,
Simonetta Carolini, L'Italia al confine, Le ordinanze di assegnazione al
confino emesse dalle Commissioni provinciali dal al , Milano (ANPPIA/La Pietra), ano Gullo, Ustica celebra la libertà dei
Rosselli, su ricerca.repubblica, 26 agosto 2000. 24 maggio (archiviato il 10 maggio ). profilo di Gioacchino Volpe Archiviato l'8
maggio 2006 in . profilo di Nello
Rosselli nel Sistema informatico dell'Archivio di stato di Firenze, su
archiviodistato.firenze. ). Giuseppe
Fiori, Casa Rosselli, Einaudi, Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli. 9Anatomia
di un omicidio politico, Mondadori, Milano. Opere Saggi sul Risorgimento e
altri scritti, Prefazione di Gaetano Salvemini, Collana Biblioteca di cultura
storica n.21, Torino, Einaudi, Introduzione di Alessandro Galante Garrone,
Collana Piccola Biblioteca n.400, Einaudi, Inghilterra e regno di Sardegna dal
1815 al 1847, Paolo Treves, introduzione di Walter Maturi, Collana Biblioteca
di cultura storica n.50, Torino, Einaudi, Mazzini e Bakunin. Dodici anni di
movimento operaio in Italia, Collana Piccola Biblioteca n.89, Torino, Einaudi, Carlo
Pisacane nel Risorgimento italiano, Con un saggio di Walter Maturi, Collana
Piccola Biblioteca, Torino, Einaudi, Zeffiro Ciuffoletti, Nello Rosselli. Uno
storico sotto il fascismo. Lettere e scritti vari, Firenze, La Nuova Italia, Arturo
Colombo, I colori della libertà. Il mondo di Nello Rosselli fra storia, arte e
politica, Milano, Franco Angeli, 2003. Giovanni Belardelli, "Nello Rosselli",
Catanzaro, Rubettino, 2Simone Visciola, Nello Rosselli alla Scuola di storia
moderna e contemporanea. La prima fase della ricerca di storia diplomatica, in
Politica, valori e idealità. Carlo e Nello Rosselli maestri dell'Italia civile,
Lauro Rossi, Roma, Carocci, Simone Visciola, Nello Rosselli ei suoi
"maestri". Il rinnovamento della storiografia italiana fra le due
guerre, in I Rosselli: eresia creativa eredità originale, Simone Visciola e
Giuseppe Limone, Guida, Napoli, Simone Visciola, Nello Rosselli: uno storico
alla ricerca della libertà in tempi difficili. Appunti sparsi per una biografia
complessiva ancora da scrivere, in I fratelli Rosselli. L'antifascismo e
l'esilio, A. Giacone ed E. Vial, Prefazione di Oscar Luigi Scalfaro, Roma,
Carocci, , 26–42. Giuseppe Tramarollo,
Nello Rosselli tra mazzinianesimo e socialismo,
Giovanni Belardelli, Nello Rosselli. Uno storico antifascista,
prefazione di Norberto Bobbio, introduzione di Paolo Alatri, con un ricordo di
Ezio Tagliacozzo, Passigli, Firenze, («Il filo rosso»). Il carteggio di Carlo e
Nello Rosselli con Carlo Silvestri (1928-1934), Gloria Gabrielli, «Storia
Contemporanea», a. XXII, n. 5, ottobre 1Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli.
9 giugno 1937. Anatomia di un omicidio politico, Mondadori, Milano. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Nello Rosselli, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Nello Rosselli, in Dizionario di
storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Nello Rosselli, in Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Nello Rosselli, su
siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze Archivistiche. Opere di
Nello Rosselli, su Liber Liber. Opere di
Nello Rosselli, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Nello Rosselli. rosetta
ROSSETTI. (Vasto). Grice: “A philosopher can also
discover a ‘antro di pipistrelle.”” Illuminista poliedrico, fu un poeta
estemporaneo, avvocato, filosofo, tragediografo, archeologo e speleologo. da Martuscelli. Sua madre, Maria Francesca
Pietrocòla, si era sposata con Nicola Rossetti, da cui ebbe quattro figli:
oltre a Domenico, nacquero Andrea, Antonio e Gabriele. Si trasferì a Napoli per
studiare giurisprudenza. Tuttavia, a causa della cattiva situazione politica,
emigrò a Roma, dove studiò filosofia. Con l'invasione francese dello Stato
Pontificio e l'istituzione della Repubblica romana, riparò all'Elba: da qui
seguì l'occupazione e la successiva liberazione del Granducato di Toscana, che
celebrò con il canto La superbia dei Galli punita. Si spostò in Sardegna, sotto
la protezione del viceré Carlo Felice: a Sassari compose e rappresentò la
tragedia Morte di San Gavino. Si spostò in Provenza, a Nizza, dove scoprì la
piramide di Falicon, che gli ispirò un poemetto in 165 ottave, intitolato La
grotta di Monte-Calvo. In seguito, si trasferì a Torino, dove conobbe Tommaso
Valperga di Caluso, e si stabilì a Parma, dove ottenne il titolo di avvocato ed
esercitò la professione. Iniziò a dirigere Il giornale del Taro, che poi divenne La gazzetta di Parma, denominazione
che ancor oggi mantiene. Ebbe un ictus che lo portò alla paralisi; morì il 7
luglio dell'anno seguente. Opere: Frontespizio della commedia Morte di San Gavino
in una ristampa; “La superbia dei Galli punita,” “San Gavino : tragedia /
dell'improvisatore avvocato detto ancora Stitemenios Veldacodrotos, Oristano,
Tipografia Arborense, La grotta di Monte-Calvo Poesiei, stampate a Parma
Domenico Rossetti, In occasione d'essere l'augusto imperator de' francesi
Napoleone 1. coronato re d'Italia. Cantata, Parma, Mussi Luigi, Domenico
Rossetti, La notte odi tre dedicate al signor Francesco Vezzi in occasione
della sua ricuperata salute, Parma, Giuseppe Paganino, Alla tomba di
Hoffsteder, Parma, Mussi Luigi, Ode Saffica, , Parma, Giuseppe Paganino, Domenico
Rossetti, Ad Ernestina Menna per le sue nozze con Esculapio De Cinque,
Lanciano, Casa editrice Rocco Carabba, Giacomo Cordella (musica di ) (libretto), Annibale in Capua, Napoli, nella Stamperia
Flautina, Indica la Piramide, Nizzadisegno di Sophie Lederk pubblicato in La
grotta di Monte Calvo, immagine tratta da Spadaccini Antonio Lombardi, Storia della letteratura
italiana nel secolo XVIII, 5, Venezia,
Francesco Andreola, su centrorossetti.eu. Domenico Martuscelli, in Biografia
degli uomini illustri del regno di Napoli,
5, Nicola Gervasi, La famiglia
Pietrocola di Vasto (JPG), su pietrocola.com.Lino Spadaccini, Rossetti e le sue
battaglie per la libertà, su noivastesi.blogspot, 7La superbia dei Galli
punita, su centrorossetti.eu. «Questo canto estemporaneo fu composto da
Domenico Rossetti, sotto lo pseudonimo di Stitemenios Veldacodrotos (anagramma
di Domenico Rossetti del Vasto), in occasione della liberazione del Granducato
di Toscana dall’invasione francese».
Lino Spadaccini, Rossetti e quei versi ispirati dalla cacciata dei
Francesi, su noivastesi.blogspot, Giuseppe Catania, Domenico Rossetti e la
Grotta di Monte Calvo,, su vastospa, Eleonora Mugoni, Il fratello perduto:
Gabriele e Domenico Rossetti in Gabriele Rossetti in Studi medievali e moderni.
«Nei panni dello speleologo ante litteram, Rossetti si avventurava in una
cavità del Monte Calvo, scoprendo nelle viscere della terra un antro, che amò
definire fascinoso ed insieme orribile; ne celebrò la scoperta con la
pubblicazione di un poemetto di 165 ottave, La Grotta di Monte Calvo, dato alle
stampe a Torino, per i tipi di Domenico Pane».
Università degli Studi di Parma, Dottorato di ricerca in Storia, «A Pezzana subentrò nella direzione
l'avvocato Domenico Rossetti. Egli si mostrò più attento alle notizie
scientifiche e contribuì ad introdurre nel periodico notizie leggere, come
favole e indovinelli che il più delle volte incensavano il nome di Napoleone.
Con la direzione di Rossetti i supplementi al periodico, da semplici elenchi
scritti in francese e riguardanti le vendite per espropriazioni forzate, si
trasformano in pagine che arricchiscono i contenuti culturali e di svago della
testata». Luigi Marchesani, Storia di
Vasto, città in Apruzzo Citeriore, Napoli, Torchi dell'Osservatore Medico, retro
copertina del libro Pasquale Spadaccini, Domenico Rossetti e la Grotta di Monte
Calvo : tra mistero e leggenda, Lanciano, IL torcoliere, Domenico Martuscelli,
Domenico Rossetti, in Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli, 5, Nicola Gervasi, Opere poetiche dell'avvocato Domenico Rossetti
membro di molte società letterarie pastor della Dora, dell'Emonia ecc.
ecc. 1, Parma, Giuseppe Paganino, Ai
liberatori dell'Italia. Ode del signor dottore Gio. Battista Tavanti con altre
composizioni ed un poemetto La superbia dei Galli punita, canto estemporaneo di
Sistemenios Valdacodrotos anagramma dell'autore, Firenze, calcografia di Gio.
Chiari nella Condotta, Luigi Anelli, Ricordi di storia vastese, Arte della stampa,
Gianni Oliva , I Rossetti : album di famiglia : documenti, testimonianze,
immagini, Lanciano, Casa editrice Rocco Carabba, Pasquale Spadaccini, Rossetti
e la Grotta di Monte Calvo : tra mistero e leggenda, Lanciano, IL torcoliere, ,Eleonora
Mugoni, Il fratello perduto : Gabriele e Domenico Rossetti, in Studi medievali
e moderni, Domenico Rossetti, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana.
ROSSI. (). Grice: “Rossi touches many Griciean points:
universalia, strength of will, and etc. – he also commented, like I did, on
Aristotle’s metaphysics.” Alievo di duns scotto. Commentatore della metafisica
di Aritotele. Francesco della marca d’ancona (Appignano).
filosofo. Fu un attivo filosofo fra Aureolo e Rimini, dalla parte di Occam e
Cesena, e oppositore di Giovanni XXII, nelle dispute dei Fraticelli, che
portarono alla sua espulsione dall'ordine. Aveva idee innovative e spesso
influenti in teologia filosofica, filosofia naturale, metafisica e teoria
politica. Soprannominato ncome "doctor succinctus" e
"doctor praefulgidus", come osservabile dalle iscrizioni su uno degli
affreschi del convento francescano di Bolzano, fu studiato e commentato
soprattutto per alcune tesi risalenti del suo Commento alle Sentenze. Per
Sentenze si intendono i Libri Quattuor Sententiarum dichiarazioni autorevoli
sui passi biblici che l'opera ha riunito di Lombardo. Rossi torna
all'attenzione degli studiosi a partire dagli agli anni venti del 1900, nel
francescano si riconoscono l'originalità delle sue vedute, che contribuiscono
all'evoluzione del pensiero basso-medievale. Nacque a Appignano del Tronto,
facente parte all'epoca della Marca di Anconada una famiglia con il nome di
Rubeus o Rossi. Divenne francescano dell'Ordine dei Frati Minori ed ebbe come
maestro Giovanni Duns Scoto. Salì nella
gerarchia educativa dell'ordine, studiando a Parigi. Successivamente insegnò in
uno studium universitario francescano non conosciuto, prima di tornare allo
studium di Parigi come lettore sulle Sentenze diLombardo nel corso di laurea. Rimase
a Parigi almeno fino a quando ormai
molto probabilmente era stato promosso maestro. I suoi insegnamenti più famosi
erano i suoi commenti sulle Sentenze a Parigi. È probabile che le lezioni di
Rossi siano state trascritte dai suoi studenti generando diverse versioni del
suo commento in forma di manoscritto. Sono poche e discordanti le
informazioni di questo periodo. Alcune suggeriscono che lasciò Parigi almeno
temporaneamente per essere "a consiliis" alla corte d'Angiò, re di
Napoli, capo del guelfismo italiano e legato all'ordine francescano spirituale.
Alcune sembrano suggerire che rimase a Parigi, promosso maestro di
teologiacomponendo diversi commentari accademici, tra cui due sulla Metafisica
aristotelicae uno sulla Fisica. Altre che ebbe modo di partecipare al Capitolo
generale francescano di Perugia, sottoscrivendo, la risoluzione con la quale
veniva dichiarata lecita la tesi secondo la quale Cristo e gli apostoli non
avevano mai posseduto beni. Un documento
colloca Rossi come lettore nello studio del convento francescano di
Avignone, sede della corte papale. L'ipotesi della permanenza del della Marca
ad Avignone già si basa su un errore d'interpretazione. Scrittori non del tempo
affermarono che Rossi fu eletto ministro provinciale francescano della Marca
Anconetana, sua area di origine ma studi recenti confutano definitivamente
questa affermazione con delle prove Il documento riguarda anche il
dissidio di Della Marca con Papa Giovanni XXII per il sostegno del Ministro
francescano Generale Michele da Cesena sulla questione della povertà
apostolica. La questione della povertà apostolica Francesco prese parte
attiva alle lotte interne riguardanti la povertà che stavano dividendo
l'ordine. Insieme a Michele da Cesena, Guglielmo di Ockham e Bonagrazia di
Bergamo, sostenne una regola di assoluta povertà per i successori di Cristo e
per la chiesa. Si ribellò a papa Giovanni XXII, sostenendo il suo avversario,
l'imperatore Ludovico il aro. I francescani che rifiutarono la condanna
della critica dei frati minori della bolla Cum inter nonnullos di Giovanni
XXII, vennero accusati di eresia. Questo avvicinò l'ordine allo
schieramento antipapale rappresentato da Ludovico il aro. Questi era divenuto
ostile al Papa dopo che gli aveva rifiutato la conferma e l'incoronazione come
imperatore dopo l'elezione a re di Germania nel 1314, preferendogli Federico I
d'Asburgo. Ludovico scomunicato il 23 marzo 1324, rispose, esattamente un
mese dopo, con l'"Appello di Sachsenhausen". Con esso il Papa fra
l'altro, veniva accusato di eresia, quindi delegittimato per la sua presa di
posizione nella disputa francescana sulla povertà. Lo scontro divenne acceso,
la conciliazione di Michele da Cesena al
capitolo di Lione fallì. Michele venne convocato e trattenuto ad Avignone
insieme a Bonagrazia da Bergamo e Guglielmo di Occam. Francesco Della Marca,
ad Avignone come lector nello Studium generale dell'Ordine, sottoscrive una
protesta redatta da Michele contro l'operato del papa. Ludovico il aro giunge
in Italia, prende la corona imperiale e, dichiarato deposto il Papa, nomina
antipapa il francescano Pietro da Corbara, con il nome di Niccolò V.
Scomunicato dal Papa, Francesco della Marca decide di raggiungere, fuggendo,, l'imperatore
germanico a Pisa con i suoi confratelli prigionieri. Francesco ancora una volta
si ribellò per protestare contro la sua scomunica. A Pisa i quattro pubblicano
un documento, l'”Appellatio maior”, nel quale Giovanni XXII veniva dichiarato
eretico per la sua posizione nella questione della povertà e in altre
controversie. Francesco e i suoi compagni andavano però perdendo le simpatie
all'interno dell'Ordine. Il tentativo di Michele, nel novembre 1328, di
impedire lo svolgimento del capitolo generale convocato a Parigi fallì, mentre
la riunione dell'Ordine, svoltasi nell'aprile 1329, confermò la scomunica di
Michele ed elesse, quale nuovo ministro generale Guiral Ot, ovvero Geraldo di
Oddone, favorevole alla Curia. La scomunica Francesco e i suoi compagni
vennero condannati e fu formalmente confermata la loro scomunica.
Francesco ispirò la protesta espressa nelle Allegationes religiosorum
virorumche dichiarava invalida la deposizione di Michele e l'elezione di
Geraldo, per l'esclusione di metà degli aventi diritto alla partecipazione al
capitolo. I quattro francescani, con Marsilio da Padova, entravano a far parte
della curia di Ludovico; con lui, raggiunsero Monaco di iera, ove si
stabilirono nel convento francescano. Fu perseguitato dalle autorità
ecclesiastiche in Italia.. Fece una ritrattazione formale (che doveva servire
da esempio per tutti i dissidenti successivi) e si riconciliò con la chiesa e
con l'ordine . La data della sua morte non è nota. Filosofia Diritti di
Proprietà Nel Improbatio, Francesco Della Marca si concentra sulla
determinazione di quando e dove i diritti di proprietà hanno origine per sostenere
la convinzione francescana che Cristo ha vissuto in povertà assoluta. Egli
distingue tra due tipi di Proprietà: la proprietà prima della caduta dell'uomo
e la proprietà dopo. La proprietà prima della caduta, nota anche come la
proprietà dello stato prelapsario, momento in cui tutte le creature di Dio si
rallegrarono nella felicità, erano profondamente collegati tra loro, e
condivisa nella creazione di Dio. La proprietà dopo la caduta è stata causata
dal primo peccato di Adamo, rendendo la questione dei diritti di proprietà
distintamente umani Il Papa aveva negato che l'origine della proprietà
era legato agli esseri umani, sostenendo che era il peccato in sé ad esserne la
causa. Francesco aveva convenuto che senza peccato non ci sarebbero i diritti
di proprietà, tuttavia, il peccato non ha portato immediatamente al concetto di
proprietà. Francesco sostenne che la legge umana è stato responsabile della
formazione dei diritti di proprietà, non la legge divina, e usato la storia di
Caino e Abele, citando volontà corrotta di Caino per sostenere la sua
convinzione. Moto del Proiettile Nel corso del secolo XIV fiorirono una serie
di studi nel contesto della filosofia naturale in relazione alla dottrina
aristotelica del movimento applicata al moto dei proiettili. Per Aristotele i
corpi inanimati si muovono spontaneamente verso il loro luogo naturale mentre i
corpi in movimento devono alla presenza continua, e per contatto, di un motore
che dirige il corpo verso un’altra direzione. Già Giovanni Filopono nel
VI secolo aveva mosso logiche obiezioni a questa dottrina. Con la definizione dell'impetus o Teoria
dell'impeto la discussione proseguì, ripresa da Avicenna, Ruggero Bacone e
Tommaso d'Aquino. Solo con Francesco della Marca nel XIV secolo si giunse
a conclusione. La teoria di Francesco della Marca sul Moto del Proiettile o
Moto parabolico, indicata come virtus Derelicta (forza rimanente), è descritta
nelle sezioni di suoi commenti sulle Sentenze che spiegano la consacrazione
dell'Eucarestia, in una quaestio sull’efficacia dei sacramenti risalente al
1323. Derelicta Virtus afferma: il moto di un oggetto è causato da una
forza lasciata dall'oggetto che agiva su di essa, quella forza residua impressa
al proiettile durante il lancio. A differenza della teoria dell'inerzia che ha
lo scopo di spiegare solo i fenomeni naturali, la teoria della virtus derelicta
di Francesco della Marca è una spiegazione che include i fenomeni naturali e
soprannaturali. La virtus derelicta spiega diversi tipi di motoperpetuo e
finitoed è destinato a tener conto delle variazioni innaturali. Gli elementi
chiave del Derelicta Virtus includono : Un oggetto viene messo in moto da
un altro oggetto, che lascia la forza rimanente in oggetto in movimento.
All'inizio di un dato movimento, le forze rimanti possono lavorare con o contro
la naturale disposizione dell'oggetto in movimento. Se funziona contro
l'oggetto in movimento, la virtus derelicta si dissipa ed eventualmente lascia
il corpo, cessando il moto. Se funziona con l'oggetto in movimento, la virtus
derelicta rimane nell'oggetto provocando il potenziale moto perpetuo. Ci sono
stati diversi filosofi prima del tempo di Francesco della Marca, come ad
esempio Richard Rufus di Cornovaglia che nel 13º secolo, sembrano disporre già
di versioni della virtus derelicta, quindi non è chiaro se questa teoria sia
veramente originta autonomamente dal pensiero di Rossi. Tuttavia, filosofi come
Buridano e Odonis hanno utilizzato la teoria di Rossi per affinare i
propri concetti di virtus derelicta, confermando che Rossi ha giocato un ruolo chiave nell'evoluzione della
filosofia sulla fisica. Atto di volontà Francesco della Marca nel secondo libro
dei Commentari sulle Sentenze, si focalizza su come la volontà potrebbe agire
contro la ragione con conseguente colpevolezza morale: se la volontà potrebbe o
agire prima, o contro giudizio razionale. Rossi ha sostenuto che la volontà è
la causa dell'azione. Dopo che un giudizio è stato elaborato, la volontà decide
di agire sia in conformità con tale sentenza o contro di essa. La volontà
costituisce il termine medio tra giudizio e azione. Senza di essa, il giudizio
richiederebbe un'azione, negando il concetto di libero arbitrio e colpevolezza
morale. Inoltre, la volontà è sotto una legge che obbliga a compiere atti buoni.
Senza questo impegno non ci sarebbe peccato. Per rispondere a come la volontà
potrebbe andare contro tale obbligo, Rossi distingue tra un atto apprensivo e un
atto gidicativio. L’ atto apprensivo è necessario per far funzionare la volontà
e è frutto di cognizioni intellettuali e giudizi. L’atto giudicativo è formato
dalla conoscenza più complessa in cui il ragionamento si applica
giudiziosamente. La volontà non richiede atti giudicativi da eseguire, ciò
spiega come gli esseri umani sono in grado di peccare. In altre parole, la
volontà non dipende dal giudizio razionale. Per evitare l'obiezione che il
giudizio è necessario per il ragionamento e non può essere ignorato nel processo
deliberativo, Rossi offrì un'ulteriore distinzione tra conoscenza apprensiva e giudicativa,
e due tipi di giudizi riflettenti razionali. Queste distinzioni consentono un
giudizio da selezionare su un'altra causa della forza che riceve da essere selezionato
dalla volontà. Opere: Selezione: Improbatio contra libellum Domini Johannis qui
incipit Quia vir reprobus, una confutazione alla bolla papale del Papa.
Quodlibet cum quaestionibus selectis ex commentario in librum Sententiarum,
l'autore affronta i principali temi della dottrina cristiana su Dio: le
relazioni delle persone divine all'interno della Trinità e il rapporto tra il
Creatore e il mondo, la libertà di Dio nel creare, la prescienza divina e la
predestinazione alla salvezza. Sententia et compilatio super libros Physicorum
Aristotelis Quaestiones praeambulae et Prologus, l’autore riflette sullo
statuto scientifico della teologia e della metafisica. Distingue primi libri
prima ad decimam Questes super metaphysicam
Sabine Folger-Fonfara, Das 'Super'-Transzendentale und die Spaltung der
Metaphysik: Der Entwurf des Franziskus von Marchia Leiden: Brill, F.
Stegmüller, Repertorium biblicum Medii Aevi, II, Matriti Visita triennale
delOrazio Civelli, in Picenum seraphicum, Andrea da Ratisbona, Chronica de
ducibus ariae, G. Leidinger, in Mon. Germ. Hist., Mariano Da Firenze,
Compendium chronicarum fratrum minorum, in Arch. franc. hist., A. CoulonS.
Clémencet, Lettres secrètes et curiales du pape Jean Paris A. Emmen, Einführung
in die Mariologie der Oxforder Franziskanerschule, in Franziskanische Studien,
A. Emmen, in Lex. für Theologie und Kirche, IV, Freiburg A. Heysse, Descriptio
codicis Bibliothecae Laurentianae Florentinae S. Crucis, Plut. A. Heysse, Duo
documenta de polemica inter Gerardum Oddonem et Michaelem de Caesena,
Perpiniani, Monachii, in Arch. franc.
hist., A. Lang, Die Wege der Glaubensbegründung bei den Scholastikern des 14
Jahrhunderts, Münster A. Pompei, in Enciclopedia filosofica, II, Venezia-Roma (ma cfr. anche s.v. Impetus [Anneliese Maier],
ibidem, A. Possevino, Apparatus sacer, I, Venetii; A. Schütz, Die Prokuratorien
und Instruktionen Ludwigs des Bayern für die Kurie Kallmünz A. Tabarroni,
Paupertas Christi et apostolorum. L'ideale francescano in discussione Roma A.
Teetaert, Pignano (François de), in Dict. de théologie catholique…, Paris A.
Zimmermann J. Quillet, La problématique de l'Empire et son enjeu doctrinal dans
le mandement "Fidem catholicam" in Soziale Ordnungen im
Selbstverständnis des Mittelalters, II, Berlin-New York A. Zimmermann,
Allgemeine Metaphysik und Teilmetaphysik nach einem anonymen Kommentar zur
aristotelischen Ersten Philosophie aus dem 14. Jahrhundert, in Archiv für
Geschichte der Philosophie,A. Zimmermann, Analoge und univoke Bedeutung des
Terminus "ens" nach einem anonymen Metaphysikkommentar des 14.
Jahrhunderts, in Deus et homo ad mentem I. Duns Scoti. Acta Tertii Congressus
scotistici internationalis (Vindobonae), Romae A. Zimmermann, Ontologie oder
Metaphysik? Die Diskussion über den Gegenstand der Metaphysik im 13. und 14.
Jahrhundert Texte und Untersuchungen, Leiden-Köln A. Zimmermann, Verzeichnis
ungedruckter Kommentare zur Metaphysik und Physik des Aristoteles,I, Leiden-Köln
A. Zimmermann, G. Vuillemin Diem, N. Schneider, Eine ungedruckte Quaestio zur
Erkennbarkeit des Unendlichen in einem Metaphysik-Kommentar des 14. Jahrhunderts,
in Aristotelisches Erbe im arabisch-lateinischen Mittelalter…, Berlin-New York,
A.C. Crombie, Histoire des sciences de st. Augustin à Galilée Paris Andreas von Regensburg, Chronica
pontificum et imperatorum Romanorum, in Id., Sämtliche Werke, G. Leidinger,
München, Anneliese Maier, Ausgehendes Mittelalter: Gesammelte Aufsätze zur
Geistesgeschichte des 14. Jahrhunderts, I, Roma (Diskussionen über das aktuell Unendliche in
der ersten Hälfte des 14. Jahrhunderts, già in Divus Thomas, (Zu einigen Problemen
der Ockhamforschung, già in Arch. franc. hist., (Handschriftliches zu Wilhelm
Okham und Walter Burley, già in ibid., (Die naturphilosophische Bedeutung der
scholastischen Impetustheorie, in Scholastik, (Verschollene
Aristoteleskommentare des 14. Jahrhunderts, già in Autour d'Aristote. Recueil
d'études de philosophie ancienne et médiévale offerts à monseigneur A. Mansion,
Louvain); Anneliese Maier, Ausgehendes Mittelalter: Gesammelte Aufsätze zur
Geistesgeschichte des 14. Jahrhunderts, III, Roma (Zwei unbekannte
Streitschriften gegen Johann XXII. aus dem Kreis der Münchener Minoriten, già
in Arch. historiae pontificiae, (Zu einigen Disputationen aus dem Visio-Streit
unter Johann XXII., in Arch. fratrum praed. (Eine unbeachtete Quaestio aus dem
Visio-Streit unter Johann XXII, già in Arch. franc. hist., Anneliese Maier, Das
Lehrstück von den "vires infatigabiles" in der scholastischen
Naturphilosophie, in Archives internat. d'histoire des sciences, Anneliese
Maier, Die Vorläufer Galileis im 14. Jahrhundert, in Studien zur
Naturphilosophie der Spätscholastik, I, Roma Anneliese Maier, Galilei und die
scholastische Impetustheorie, in Id., Ausgehendes Mittelalter, Anneliese Maier,
Metaphysische Hintergründe der spätscholastischen Naturphilosophie, in Studien
zur Naturphilosophie der Spätscholastik, IV, Roma Anneliese Maier, Zwei
Grundprobleme der scholastischen Naturphilosophie: das Problem der intensiven
Grösse. Die Impetustheorie, in Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik,
II, Roma Anneliese Maier, Zwischen Philosophie und Mechanik, in Studien zur
Naturphilosophie der Spätscholastik, V, Roma Biblioteca picena…, Osimo, C. Dolcini, Crisi di poteri e politologia in
crisi, Bologna C. Dolcini, Il pensiero politico di Michele da Cesena, Faenza Konrad Eubel, Bullarium franciscanum, V,
Roma Charles H. Lohr, New material concerning Franciscus de Marchia
"Quaestiones super Metaphysicam", in Antonianum, Charles H. Lohr, Medieval Latin Aristotle
commentaries. Authors A-F, in Traditio, Christopher Schabel, Francis of
Marchia’s Virtus derelicta and the Context of Its Development, in
Friedman-Schabel, Christopher Schabel, Il determinismo di Francesco di Marchia
(Parte I), Picenum Seraphicum, Christopher Schabel, Il determinismo di
Francesco di Marchia (Parte II), Picenum Seraphicum Christopher Schabel, La
virtus derelicta di Francesco d’Appignano e il contesto del suo sviluppo, in
Priori Christopher Schabel, “La dottrina sulla predestinazione di Rossi,”
Picenum Seraphicum, D.L. Douie, The nature and effect of the heresy of the
fraticelli, Manchester E. Déprez,
Clément Lettres closes, patentes et
curiales I, Paris F. de Guimaraens, La doctrine des théologiens sur l'Immaculée
Conception in Études franciscaines, F. de Solano Aguirre, Fray Francisco de la
Marca y la contribución medieval al progreso de las ciencias, in Estudios franciscanos,
F. Ehrle, Der Sentenzenkommentar Peters
von Candia, des Pisaner Papstes Alexanders V., Münster i. W. F. Ehrle, Die
Ehrentitel der scholastischen Lehrer des Mittelalters, in Sitzungsberichte der
Bayerischen Akademie der Wissenschaften, Philosophisch-philologische und
historische Klasse, F. Giambonini, Giovanni dalle Celle, L. Marsili, Lettere,
Firenze F. Leite de Faria, L'attitude des théologiens au sujet de la doctrine
d'Henri de Gand sur la Conception de la Sainte Vierge, in Études franciscaines,
F. Pelster, Zur ersten Polemik gegen Aureoli in Franciscan Studies, F.
Stegmüller, Repertorium Commentariorumin Sententias Petri Lombardi, Würzburg F.
Tinivella, in Enciclopedia cattolica, V, Città del Vaticano F.A. Groeteken, Die
Franziskaner an Fürstenhöfen bis zur Mitte des 14, Jahrhunderts (diss.),
Münster Francesco Gonzaga, De origine seraphicae Religionis franciscanae G.
Cantalamessa Carboni, Memorie intorno i letterati e gli artisti della città di
Ascoli nel Piceno, Ascoli G. Mathon, in Catholicisme…, Paris, G.
Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia, I, 2, Brescia G. Sarton, Introduction
to the history of science, III, Baltimore G.S. Sbaraglia, Scrittori francescani piceni
G.S. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad Scriptores trium Ordinum S. Francisci…,
I, Romae Giorgio Enrico Pertz, Scriptores rerum Germanicarum in usum scholarum,
Hannoverae-Lipsiae H. Denifle E. Chatelain, Chartularium Universitatis
Parisiensis, Parigi H. Denifle, Chartularium Universitatis Parisiensis, II, 1,
Parisiis H. Glaser, A. Schütz, Der Kampf Ludwigs des Bayern gegen Papst
Johannes XXII. und die Rolle der Gelehrten am Münchener Hof, in Die Zeit der
frühen Herzöge. Von Otto I. zu Ludwig dem Bayern, München H. Rossmann,
Franciscus de Marchia, in Lexikon des Mittelalters, München-Zürich, H. Schwamm, Das göttliche Vorherwissen bei
Duns Scotus u. seinen ersten Anhängern, Innsbruck H.-J. Becker, Das Mandat
"Fidem catholicam" Ludwigs des Bayern von 1338, in Deutsches Archiv
für Erforschung des Mittelalters, H.S.
Offler, Guillelmi de Ockham Opera politica, I, Manchester I.A. Fabricius,
Bibliotheca Latina mediae et infimae aetatis, I, Florentiae J. Kürzinger, Alfonsus Vargas Toletanus und
seine theologische Einleitungslehre, Münster J. Le Long, Bibliotheca sacra…, II, Parisiis J.A.
Weisheipl, in New Catholic Encyclopaedia…, Washington-New York Konstanty Michalski, La physique nouvelle et
les différents courants philosophiques au XIVe siècle, Konstanty Michalski, Le
criticisme et le scepticisme dans la philosophie du XIVe siècle, in Bull.
internat. de l'Académie polonaise des sciences et des lettres, classe
d'histoire et de philosophie, Konstanty Michalski, Les sources du criticisme et
du scepticisme dans la philosophie du XIVe siècle, in La Pologne au Congrès
intern. de Bruxelles, Cracovie 192428 dell'estratto; L. de Raedemaeker, Une
ébauche de catalogue des Commentaires sur le "De anima", parus aux
XIIIe, XIVe et XVe siècles, in Bull. de la Société internat. pour l'étude de la
philosophie médiévale, Luca Wadding,
Annales minorum…, Quaracchi Luca Wadding, Scriptores Ordinis Minorum quibus
accessit syllabus illorum qui ex eodem Ordine pro fide Christi fortiter
occubuerunt, priores atramento, posteriores sanguin. christianam religionem
asseruerunt, recensuit Fr. Lucas Waddingus ejusdem Instituti Theologus, ex
Typographia Francisci Alberti Tani, Romae, Romae Ludger Meier, De schola franciscana
Erfordiensi saeculi XV, in Antonianum, M. Clagett, The science of mechanics in
the Middle Ages, Madison M. De Wulf, Histoire de la philosophie médiévale, III,
Louvain-Paris 1 M. Schmaus, Der Liber propugnatorius des Thomas Anglicus und
die Lehrunterschiede zwischen Thomas von Aquin und Duns Scotus, II, Die
trinitarischen Lehrdifferenzen, Münster i. W. 1N. Glassberger, Chronica, in
Analecta franciscana, II, Ad Claras Aquas N. Schneider, Die Kosmologie des
Franciscus de Marchia. Texte, Quellen und Untersuch. zur Naturphilosophie des
14. Jahrhunderts, Leiden-New York-København-Köln, N. Schneider, Franciscus de Marchia über die
Wirklichkeit der Materie (Metaph.), in Franziskanische Studien, Nazareno MarianiFrancisci de Marchia sive de
Esculo, OFM, Quodlibet cum quaestionibus selectis ex commentario in librum
Sententiarum, ed. (= Spicilegium Bonaventurianum, 29), Grottaferrata, Nazareno
MarianiFrancisci de Marchia sive de Esculo, OFM, Sententia et compilatio super
libros Physicorum Aristotelis, (= Spicilegium Bonaventurianum, 30),
Grottaferrata Nazareno Mariani, Due Sermoni attribuiti a Francesco della Marca,
Archivum Franciscanum Historicum Nazareno Mariani, Fr. Francesco di Appignano
OFM, Contestazione, Appignano del Tronto 2001. Nazareno Mariani, Francisci de
Esculo, OFM, Improbatio contra libellum Domini Johannis qui incipit Quia vir
reprobus, ed. (= Spicilegium Bonaventurianum, 28) Grottaferrata Nazareno Mariani, Francisci de Marchia O.M.
Quaestiones super Metaphysicam, (= Spicilegium Bonaventurianum), Grottaferrata
. Nazareno Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo Commentarius in IV
libros Sententiarum Petri Lombardi. Distinctiones primi libri a prima ad
decimam (= Spicilegium Bonaventurianum, 32), Grottaferrata 2006. Nazareno
Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo Commentarius in IV libros
Sententiarum Petri Lombardi. Distinctiones primi libri a undecima ad vigesimam
octavam, (Spicilegium Bonaventurianum,), Grottaferrata, Nazareno Mariani,
Francisci de Marchia sive de Esculo Commentarius in IV libros Sententiarum
Petri Lombardi. Distinctiones primi libri a vigesima noa ad quadragesimam
octavam (Spicilegium Bonaventurianum, 34), Grottaferrata, Nazareno Mariani,
Francisci de Marchia sive de Esculo Commentarius in IV libros Sententiarum
Petri Lombardi. Quaestiones praeambulae et Prologus, (= Spicilegium
Bonaventurianum), Grottaferrata, Nazareno Mariani, Franciscus de Esculo,
Improbatio, Grottaferrata 1990; Nazareno Mariani, Questioni sulla metafisica, (Spicilegium
Bonaventurianum, 38), Grottaferrata . Nicolaus Minorita, Chronica.
Documentation on Pope John XXII, Michael of Cesena and the Poverty of Christ
with Summaries in English. A Sources Book, eds. G. Gal and D. Flood, St.
Bonaventure, NY, O. Berthold, Kaiser, Volk und Avignon. Ausgewählte Quellen zur
antikurialen Bewegung in Deutschland in der ersten Hälfte des 14, Jahrhunderts,
, Darmstadt 1960, passim; O. Bonmann, Ein franziskanischer Literarkatalog des
XV, Jahrhunderts, in Franziskanische Studien,Cividali, Il beato Giovanni dalle
Celle, in Mem. dell'Accad. dei Lincei, Duhem, Le système du monde. Histoire des
doctrines cosmologiques de Platon à Copernic, VI, Paris, Duhem, Le système du
monde. Histoire des doctrines cosmologiques de Platon à Copernic,Gauchat,
Cardinal Bertrand de Turre, Ord. min. His participation in the theoretical
controversy concerning the poverty of Christ and the apostles under pope John XXII,
RomaKünzle, Mitteilungen aus Codex Mazarine zum Schrifttum des Franziskaners
Petrus Thomae, vorab zu seinen "Quaestiones in Metaphysicam", in
Arch. franc. hist.,Künzle, Petrus Thomae oder Franciscus de Maironis?, in Arch.
franc. hist.,P. Lehmann, Mittelalterliche Beinamen und Ehrentitel, in
Historisches Jahrbuch, Paolo Vian, Francesco della Marca, in: Fiorella
Bartoccini, Dizionario Biografico degli Italiani, Band 49: Forino–Francesco da
Serino. Istituto della Enciclopedia Italiana, Rom 1997. R. Aubert, in Dict.
d'histoire et de géogr. ecclés., Paris R. Höhn, Wilhelm Ockham in München, in
Franziskanische Studien, R. Lambertini, La proprietà di Adamo. Stato
d'innocenza ed origine del dominium nel Commento alle Sentenze e
nell'Improbatio di F. d'Ascoli, in Bull. dell'Ist. stor. ital. per il Medio
Evo, IC R. Scholz, Unbekannte
kirchenpolitische Streitschriften aus der Zeit Ludwigs des Bayern, I, Rom R.F.
Bennett, H.S. Offler, Guillelmi de Ockham Opera politica, II, Mancunii S.
Baluze G.D. Mansi, Miscellanea novo ordine digesta, II, Lucae S. Cipriani, in Dizionario
ecclesiastico, I, Torino S. Riezler, Die literarischen Widersacher der Päpste
zur Zeit Ludwigs des Baiers, Leipzig, S. Sousedik, Der Scotismus in den
böhmischen Ländern, in Collectanea franciscana, T. Suarez-Nani, W.O. Duba, D.
Carron, G.J. Etzkorn, Francisci de Marchia Quaestiones in secundum librum
Sententiarum, (Reportatio IIA). Quaestiones, ed., Leuven . T. Suarez-Nani, W.O. Duba, E.
Babey, G.J. Etzkorn, Francisci de Marchia Quaestiones in secundum librum
Sententiarum (Reportatio IIA), Quaestiones, Leuven . T. Suarez-Nani, W.O. Duba,
E. Babey, G.J. Etzkorn, Francisci de Marchia Quaestiones in secundum librum
Sententiarum, (Reportatio IIA). Quaestiones, Leuven. U. Chevalier, Répertoire
des sources historiques du Moyen Âge. Bio-bibliographie, IV. Doucet,
Commentaires sur les sentences. Supplément au Répertoire de M.F. Stegmüller, in
Arch. franc. hist., V. Doucet, Der unbekannte Skotist des Vaticanus lat. Fr.
Anfredus Gonteri O.F.M. Veit Arnpeck, Chronica Baioariorum, in Id., Sämtliche
Chroniken, G. Leidinger, München W. Dettloff, Die Entwicklung der Akzeptations-
und Verdienstlenhre von Duns Scotus bis Luther, mit besonderer Berücksichtigung
der Franziskanertheologen, Münster i. W. 1 W. Eckermann, Hugolini de Urbe
Veteri Commentarius in quattuor libros Sententiarum, II, , Würzburg Note Francesco d'Ascoli, Francesco della Marchia,
Francesco d'Appignano, Francisco de Esculo, Franciscus Pignano, Franciscus
Rubeus. Pasnau, Robert, and Christina
van Dyke. The Cambridge History of Medieval Philosophy. Cambridge, UK; New
York: Cambridge University Press, . Print.
Frederick Copleston, A History of Philosophy Also Doctor Praefulgens or
Praefulgidus, Doctor Distinctivus, Doctor Illustratus (Schneider Testo Online, testo online. Konstanty Michalski, Les sources du
criticisme et du scepticisme dans la philosophie du XIVe siècle, in La Pologne
au Congrès intern. de Bruxelles, Cracovie come a proposito della teoria
dell'"impetus" nella filosofia della natura con Anneliese Maier: Das
Lehrstück von den "vires infatigabiles" in der scholastischen
Naturphilosophie, in Archives internat. d'histoire des sciences, Metaphysische
Hintergründe der spätscholastischen Naturphilosophie, in Studien zur
Naturphilosophie der Spätscholastik, IV, Roma, Zwischen Philosophie und
Mechanik, in Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik, V, Roma, Giovanni
Giacinto Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S.
Francisci a Waddingo aliisve descriptos; cum adnotationibus ad Syllabum matyrum
eorundem ordinum, Ex typographia S. Michaelis ad ripam apud Linum Contedini,
Roma, Rome, Biographical Index of the Middle Ages, Berend Wispelwey, De Gruyter
Saur, Pasnau, Robert, and Christina van Dyke. The Cambridge History of Medieval
Philosophy. Cambridge, UK; New York: Cambridge University Press, . Print. Robiglio, Andrea Aldo "How is Strength
of the Will Possible? Concerning Francis of Marchia and the Act of the
Will." Vivarium: An International Journal for the Philosophy and
Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance, Print. Luca Wadding, Scriptores Ordinis minorum…,
Romae Cf. MS Napoli, Biblioteca Nazionale: “Explicit fratris Francisci de Marchia super
primum Sententiarum secundum reportationem factam sub eo tempore, quo legit
Sententias Parisius anno Domini .”
Commento ai primi sette libri della Metaphysica di Aristotele Nicola Minorita, Cronaca, pag. 189 Giacomo di Pamiers, Quodlibet Roberto Lambertini, Francis of Marchia in
Encyclopedia of Medieval Philosophy; unico; Dordrecht, --Netherlands: Springer
Netherlands -Dordrecht Netherlands:Kluwer Academic Publishers; Nicolaus
Minorita, Chronica, Documentation on Pope John XXII, Michael of Cesena and The
Poverty of Christ with Summaries in English. A Source Book, ed. G. Gal and D.
Flood (St. Bonaventure, N.Y., “Acta,
gesta et facta fuerunt praedicta coram religiosis et honestis viris, fratribus
Ordinis Minorum, Francisco de Esculo, in sacra theologia doctore et lectore
tunc in conventu Fratrum Minorum de Avenione...” Malcom D. Lambert, Povertà francescana. La
dottrina dell'assoluta povertà di Cristo e degli apostoli nell'Ordine
francescano, Biblioteca Francescana, 2000
Cf. MS Florence, Biblioteca Laurenziana, Santa Croce, pluteo 31,
sinistra, Appellatio maior, most recent
edition in Nicolaus Minorita, Chronica, for Francis in particular 423: Cui
appellationi et provocationi incontinenti adhaeserunt et eam approerunt
religiosi viri frater Franciscus de Esculo, doctor in sacra pagina... Francesco d'Ascoli, Guglielmo di Ockham,
Enrico di Talheim e Bonagrazia da Bergamo, Allegationes religiosorum virorum, Baluze-Mansi
in «Miscellanea», 3, Lucca e dallo Eubel in «Bullarium Franciscanum», 5, Roma, Roberto Lambertini, Francesco d'Appignano e Ockham:
alcuni aspetti di un rapporto non facile in Atti del III Convegno
Internazionale su Francesco d'Appignano; Jesi, Edizione Terra dei Fioretti; Lambertini, Francesco d'Appignano e Guglielmo
d'Ockham: alcuni aspetti di un rapporto non facile in Atti del III Convegno
Internazionale su Francesco d'Appignano; Jesi, Edizione Terra dei Fioretti; Giovanni Filipono, Commentari alle opere di
Aristotele Sulla generazione e corruzione, Sull'anima, Analitici primi,
Analitici secondi, Le Categorie, Fisica, Meteorologia Fabio Zanin, Francis of Marchia, Virtus Derelicta,
and Modifications of the Basic Principles of Aristotelian Physics. Vivarium: An
International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle
Ages and Renaissance Print Schabel, Chris. Francis of Marchia's Virtus
Derelicta and the Context of its Development. Vivarium: An International
Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle Ages and
Renaissance, Print Robiglio, Aldo "How is Strength of the
Will Possible? Concerning Francis of Marchia and the Act of the Will."
Vivarium: An International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of
the Middle Ages and Renaissance Print
Robiglio, Andrea Aldo "How is Strength of the Will Possible?
Concerning Francis of Marchia and the Act of the Will." Vivarium: An
International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle
Ages and Renaissance Print Robiglio, Andrea Aldo "How is Strength
of the Will Possible? (cfr. H. P. Grice, “I’ll show Davidson how continentia
and temperantia are POSSIBLE!”) Concerning Francis of Marchia and the Act of
the Will." Vivarium: An International Journal for the Philosophy and
Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance Print
Dopo la grande edizione critica di Nazareno Mariani, Grottaferrata, Francesco
della Marca, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Franaut page
Centro Studi Francesco d'Appignano Mark Thakkar, Francis of Marchia on the
Heavens.
ROSSI (San Giorgio la Montagna). Filosofo. Il
contemporaneo e celebre filosofo napoletano Giambattista Vico lo definì
"il più grande e puro metafisico". Rossi, che fu ordinato prete esercitò il suo ministero a Montefusco in
qualità di abate di Santa Maria della Piazza. Studiò teologia e giurisprudenza
a Napoli fino al 1730. Scrisse diverse opere tra cui la più importante rimane
Della mente sovrana del mondo. Opere
Considerazioni di alcuni misteri divini, raccolti in tre dialoghi, Dell'animo dell'uomo, terminata nel 1730, e
pubblicata nel 1736, Della mente sovrana del mondo. Edizione moderna Opere filosofiche, con un saggio Angelomichele
De Spirito, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Della mente sovrana del
mondo, a cura e con un saggio di Roberto Evangelista, Napoli, ISPF-Lab, Collana
"quaderni dell'ISPF" Consiglio Nazionale delle Ricerche, ,//ispf-lab.cnr/quaderni/_q01//doabooks.org/doab?func=publisher&pId=1264&uiLanguage= Tommaso Rossi, in Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Opere di Tommaso Rossi, su open MLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di
Tommaso Rossi, . Tommaso Rossi dal sito
"la voce di Fiore".
ROSSI (Torino). Filosofo. Docente a Torino. Ha studiato a Torino,
laureandosi sotto la guida diAbbagnano e compiendo successivamente studi di
perfezionamento all'Istituto Italiano per gli Studi storici di Napoli, a Milano
e a Heidelberg. Libero docente, è stato "fellow"
della Rockefeller Foundation a Parigi. Professore a Cagliari, e a Torino, dopo esser stato
titolare della Cattedra di storia della filosofia e, in seguito, di filosofia
della storia, in questa Università, ne è stato nominato professore emerito. -- è
stato preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, -- ha fatto parte del
Consiglio Universitario Nazionale. -- è stato Max-Weber-Gastprofessor
nell'Heidelberg. È socio nazionale residente dell'Accademia delle Scienze di
Torino e socio fondatore dell'Accademia Europea. -- è divenuto per la seconda
volta Presidente dell'Accademia delle Scienze di Torino, carica da cui si è
dimesso il 6 aprile . Hha cominciato con
lo studio dello storicismo contemporaneo, specialmente di Dilthey e Weber di
cui ha curato la traduzione italiana delle opere più importanti (Dilthey,
Critica della ragione storica, Einaudi, Torino, Max Weber, Il metodo delle
scienze storico-sociali, Einaudi, Torino) dedicandosi in seguito da un lato
allo studio della filosofia illuministica della storia e della concezione
positivistica della società, dall'altro all'analisi dei problemi teorici della
ricerca storica e delle scienze sociali contemporanee. Ha nuovamente rivolto la
sua attenzione all'opera di Weber. Ha organizzato vari convegni e coordinato
importanti ricerche su diversi temi di storiografia filosofica. Fra le sue opere più importanti sono da menzionare:
Lo storicismo contemporaneo, Einaudi, Torino, Edizioni di Comunità, Milano, Storia
e storicismo nella filosofia contemporanea, Lerici, Milano Il Saggiatore,
Milano, La teoria della storiografia oggi, Il Saggiatore, Milano, ed. tedesca
Suhrkamp, Frankfurt a.M., Vom Historismus zur historischen Sozialwissenschten,
Suhrkamp, Frankfurt a.M., Max Weber: oltre lo storicismo, Il Saggiatore,
Milano, da Enrico Mistretta, direttore editoriale della Laterza, gli fu
affidata, congiuntamente a Carlo Augusto Viano, la direzione di una
fondamentale Storia della filosofia. Consiglio di presidenza, Realino Marra,
Pietro Rossi e l'opera di Weber in Italia, in «Sociologia del diritto»,Pietro
Rossi, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Opere di Pietro Rossi. Cf. Grice, “Speranza e l’opera di Grice in Italia.”
ROSSO (Corleone). Flosofo. Visse a Palermo. Scrisse tre
manoscritti, il primo fu Varie cose notabili occorse in Palermo ed in Sicilia,
composto tra il 1587 e il 1601, il secondo, nel 1590, pubblicato dall'editore
Libro Sei, con il titolo Descrizione di tutti i Luoghi Sacri della felice Città
di Palermo, descriveva le chiese di Palermo, questa opera fu ricordata in vari
altri manoscritti, anche negli anni novanta e duemila, il terzo fu pubblicato
nel 1596 con il titolo Diario Palermitano
Il comune di Palermo gli ha dedicato una via cittadina. Note
Biblioteca storica e letteraria di Sicilia: Mira/bibl Siciliana V1 Diego Ciccarelli e Marisa Dora Valenza, La
Sicilia e l'Immacolata: non solo 150 anni. Atti del convegno, 2006, 549
pagine Teresa Pugliatti, Pittura del
Cinquecento in Sicilia, Electa, pagine
Roma. Istituto di studi bizantini e neoellenici, Rivista di studi
bizantini e neoellenici, 2006 Gioacchino
Di Marzo, Biblioteca storica e letteraria di Sicilia: Opere storiche inedite
ROTA. (Vigevano). Filosofo. Italian philosopher. Grice: “Many
Italian philosophers would not consider Rota an Italian philosopher seeing that
he earned his maximal degree without (not within) Italy! And right they would,
too!” His father, Giovanni, a prominent antifascist, was the brother of
the mathematician Rosetta, who was the wife of the writer Ennio Flaiano.
Gian-Carlo's family left Italy when he was 13 years old, initially going to
Switzerland. Rota attended the Colegio Americano de Quito in Ecuador, and
graduated with an A.B. in mathematics from Princeton University in 1953 after
completing a senior thesis, titled "On the solubility of linear equations
in topological vector spaces", under the supervision of William Feller. He
then pursued graduate studies at Yale University, where he received a Ph.D. in
mathematics in 1956 after completing a doctoral dissertation, titled
"Extension Theory Of Ordinary Linear Differential Operators", under
the supervision of Jacob T. Schwartz. Career Much of Rota's career was
spent as a professor at the Massachusetts Institute of Technology (MIT), where
he was and remains the only person ever to be appointed Professor of Applied
Mathematics and Philosophy. Rota was also the Norbert Wiener Professor of
Applied Mathematics. In addition to his professorships at MIT, Rota held
four honorary degrees, from the University of Strasbourg, France (1984); the
University of L'Aquila, Italy (1990); the University of Bologna, Italy (1996);
and Brooklyn Polytechnic University (1997). Beginning in 1966 he was a
consultant at Los Alamos National Laboratory, frequently visiting to lecture,
discuss, and collaborate, notably with his friend Stanisław Ulam. He was also a
consultant for the Rand Corporation (1966–71) and for the Brookhaven National
Laboratory (1969–1973). Rota was elected to the National Academy of Sciences in
1982, was vice president of the American Mathematical Society (AMS) from
1995–97, and was a member of numerous other mathematical and philosophical
organizations. He taught a difficult but very popular course in
probability. He also taught Applications of Calculus, differential equations,
and Combinatorial Theory. His philosophy course in phenomenology was offered on
Friday nights to keep the enrollment manageable. Among his many eccentricities,
he would not teach without a can of Coca-Cola, and handed out prizes ranging
from Hershey bars to pocket knives to students who asked questions in class or
did well on tests. Rota began his career as a functional analyst, but
switched to become a distinguished combinatorialist. His series of ten papers
on the "Foundations of Combinatorics" in the 1960s is credited with
making it a respectable branch of modern mathematics.[dubiousdiscuss] He said
that the one combinatorial idea he would like to be remembered for is the
correspondence between combinatorial problems and problems of the location of
the zeroes of polynomials. He worked on the theory of incidence algebras (which
generalize the 19th-century theory of Möbius inversion) and popularized their
study among combinatorialists, set the umbral calculus on a rigorous
foundation, unified the theory of Sheffer sequences and polynomial sequences of
binomial type, and worked on fundamental problems in probability theory. His
philosophical work was largely in the phenomenology of Edmund Husserl.
Death Rota died of atherosclerotic cardiac disease apparently in his sleep at
his home in Cambridge, Massachusetts. See also Kallman–Rota inequality
Rota's conjecture Rota's basis conjecture Rota–Baxter algebra Joint spectral
radius, introduced by Rota in the early 1960s Cyclotomic identity Necklace ring
Twelvefold way List of American philosophers Notes O'Connor, John J.;
Robertson, Edmund F., "Gian-Carlo Rota", MacTutor History of Mathematics
archive, University of St Andrews. Palombi, Fabrizio (). The Star and the
Whole: Gian-Carlo Rota on Mathematics and Phenomenology. CRC PHis aunt, Rosetta
Rota was a mathematician associated with the renowned Rome university Institute
of Physics in Via Panispenra… "American Mathematical Society | Gian-Carlo
Rota, Rota, Gian Carlo (1956). Extension Theory Of Ordinary Linear Differential
Operators (Thesis). New Haven, Connecticut: Yale University. "MIT
professor Gian-Carlo Rota, mathematician and philosopher, is dead at 66".
April 22, 1999. Wesley T. Chan "To Teach or Not To Teach: Professors
Might Try a New Approach to ClassesCaring about Teaching". The Tech. 117
(63). Retrieved 2008-02-10. "Gian-Carlo Rota". The Tech. "Mathematics,
Philosophy, and Artificial Intelligence: a dialogue with Gian-Carlo Rota and
David Sharp". Archived from the original on August 11, 2007. Retrieved
2007-08-11. External links Gian-Carlo Rota at the Mathematics Genealogy Project
O'Connor, John J.; Robertson, Edmund F., "Gian-Carlo Rota", MacTutor
History of Mathematics archive, University of St Andrews. Kung, Joseph; Rota,
Gian-Carlo; Yan, Catherine (2009). Combinatorics: The Rota Way. Cambridge
Mathematical Library. Cambridge University Press. Archived from the original on -03-03.
Retrieved -03-19. The Forbidden City of Gian-Carlo Rota (a memorial site) at
the Wayback Machine (archived June 30, 2007) This page at rota.org was not
originally intended to be a memorial web site, but was created by Rota himself
with the assistance of his friend Bill Chen in January 1999 while Rota was
visiting Los Alamos National Laboratory. Mathematics, Philosophy, and
Artificial Intelligence: a dialogue with Gian-Carlo Rota and David Sharp at the
Wayback Machine "Fine Hall in its
golden age: Remembrances of Princeton in the early fifties" by Gian-Carlo
Rota. Tribute page by Prof. Catherine Yan (Texas A&M University), a former
student of Rota Scanned copy of Gian-Carlo Rota's and Kenneth Baclawski's
Introduction to Probability and Random Processes manuscript in its 1979
version. Gian-Carlo Rota (1996). Indiscrete Thoughts. Birkhäuser Boston. 0review at MAA.org The Digital Footprint of
Gian-Carlo Rota: International Conference in memory of Gian-Carlo Rota,
organized by Ottavio D'Antona, Vincenzo Marra and Ernesto Damiani at the
University of Milan (Italy) Gian-Carlo Rota on Analysis and Probability, Biographical Memoir of Gian-Carlo Rota,
National Academy of Science. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e
Rota," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria, Italia.
ROTONDI. (Vicovaro). Filosofo. Ha svolto anche attività di libraio
ed editore. I primi anni e la nascita della "Libreria delle
Occasioni" ("Libreria Rotondi"). Nella seconda metà degli anni
trenta si trasferisce a Roma. Il 1941 è l'anno in cui, insieme alla moglie
Annamaria, rileva una preesistente libreria di testi usati che chiamerà
“Libreria delle Occasioni”, intendendo con questo nome l'opportunità per gli
appassionati di reperire opere rare, curiose e introvabili. La “Libreria delle
Occasioni” si trova tuttora nel suo luogo originario di fondazione e cioè in
via Merulana. Tra gli amanti di rarità bibliografiche e tematiche spirituali è
anche nota come “Libreria Rotondi” in omaggio alla fama del suo fondatore. I
primi anni di attività della libreria sono piuttosto travagliati in quanto le
autorità fasciste, infastidite dalla tipologia eterodossa dei testi in vendita,
operano diversi sequestri e infliggono sanzioni. Nell'autunno del 1943 Amedeo è
costretto a chiudere la libreria per evitare il richiamo alle armi della
Repubblica Sociale Italiana. Considerato disertore, si rifugia con la famiglia
a Vicovaro. Individuato in seguito ad una delazione, riesce fortunosamente a
sfuggire alla cattura e si allontana verso le montagne che circondano il paese,
inseguito dappresso da tedeschi e fascisti. Disperando di potersi salvare, si
nasconde nei pressi di una casa abbandonata, popolarmente ritenuta “abitata
dagli spiriti” e qui avviene l'evento fondamentale sopra descritto che cambierà
la sua vita e le sue convinzioni, aprendolo alla conoscenza del mondo
spirituale. Improvvisamente ha una visione folgorante nel cielo: <<
Sedetti a contemplare la scena: una catena di globi luminosi dall'alto scendevano
fin giù, penetravano nella terra, poi altri che risalivano e poi ridiscendevano
come per riunirsi in un misterioso convegno. Si sentivano delle voci indistinte
>> Amedeo si trattiene ad osservare tale spettacolo misterioso
salvandosi, in questo modo, dal rastrellamento in corso nel vicino paese di
Roccagiovine. Questo primo decisivo contatto con la realtà del paranormale e
altre esperienze consimili saranno poi ampiamente raccontate nel libro "Il
protettore invisibile". Tale evento rappresenterà l'inizio del suo studio
e del suo interesse nei confronti del mondo dell'esoterismo e della
spiritualità, che l'accompagnerà per tutta la vita. Gli anni dello studio
e della crescita spirituale. Le prime opere pubblicate in proprio Amedeo
Rotondi, rientrato a Roma dopo la Liberazione e desideroso di conoscere la
reale natura dello straordinario fenomeno accadutogli, inizia a concentrare i
suoi studi sulle discipline esoteriche e spirituali facendo della “Libreria
delle Occasioni” una delle prime e più importanti librerie in Italia,
specializzate nel settore. Inizia un periodo molto fervido fatto di conferenze,
riunioni e dibattiti che ne alimentano la fama. Antesignano delle tendenze
moderne, nel 1946 fonda il “Corriere Librario”, periodico mensile per
bibliofili contenente recensioni, curiosità e approfondimenti bibliografici,
oltre che inserzioni per la compravendita di libri, che si diffonde rapidamente
a livello nazionale e internazionale. Pubblica in proprio i suoi primi titoli,
dando forma scritta a quasi due decenni di studi e riflessioni. Si tratta dei
cinque libri della collana “Le Perle”, raccolte di massime, proverbi e aforismi
dell'Oriente, dell'antica Grecia, di Roma antica e del Cristianesimo. Nel ’64
dà alle stampe “L’arte del silenzio e l’uso della parola”, un originale e
lungimirante saggio il cui intento si manifesta già dalla dedica, firmato con
lo pseudonimo di Vico di Varo, derivato chiaramente dal suo paese natale. Nel
1965 viene incaricato di redigere un opuscolo commemorativo in occasione
dell'inaugurazione in Vicovaro del Monumento in onore delle vittime della
strage nazista delle Pratarelle, Amedeo Rotondi e la sua libreria hanno svolto
una funzione di aggregazione e catalizzazione culturale in anni difficili in
cui certi ambiti di studio venivano guardati con sospetto, quando non con
manifesta ostilità. La fase della maturità letteraria e spirituale. I
“Volontari del Bene” Negli anni settanta partecipa e svolge un ruolo tutt'altro
che secondario nel Cerchio Firenze 77, una delle più importanti esperienze
parapsicologiche collettive italiane. Amedeo Rotondi e la sua libreria, nella
quale collabora anche la sua unica figlia Vera, sono ormai un punto di
riferimento di tutto un mondo culturale in espansione e finalmente libero da
ogni censura. Pubblica sedici titoli presso diverse case editrici
(Mediterranee, Astrolabio, Sugarco, S.A.S.), firmandoli oltre che con il suo
vero nome con l'amato pseudonimo Amadeus Voldben, acronimo di Volontario del
Bene. Tale nome d’arte sta ad indicare la missione che Amedeo si era prefisso e
che delineò nel libriccino “I volontari del bene”, vera e propria bibbia per
tutti coloro che si riconoscono nel progetto di diffusione del Bene, stampato
in proprio per la prima volta nel '72. I suoi libri sono stati tradotti in molte
lingue: esistono tuttora edizioni in inglese, tedesco, spagnolo, portoghese,
greco e polacco. Oltre al valore intrinseco degli scritti, sono le riunioni e
la sua stessa presenza in libreria a suscitare curiosità e interesse presso un
pubblico molto ampio che vede in Amedeo Rotondi una guida spirituale in grado
di fornire suggerimenti mai banali e, da vecchio educatore, sempre
comprensibili. Dietro la sua apparente severità, che è semplicemente rifiuto
della superficialità, traspare la disponibilità e l'umanità, accessibili a
chiunque si sforzi di varcare il civico 82 di via Merulana. Gli anni
ottanta e novanta sono caratterizzati da una produzione culturale
ancora intensa ma, questi ultimi, anche dal profondo dolore per la perdita
dell'amata figlia Vera e dell'adorata moglie Anna Maria, dolore che non
intacca, anzi, semmai rafforza la sua serena consapevolezza della morte come
momento di passaggio verso l'eterna felicità. Nonostante i problemi fisici che
lo tormentano, continua a scrivere e a regalare gemme di saggezza e consigli
fino a pochi giorni prima della morte: Amedeo Rotondi muore per questa vita e
per questo mondo l'11 ottobre 1999. Oltre ai testi pubblicati in vita Amedeo
lascia altri scritti, alcuni pronti per la stampa altri bisognosi di revisione,
che vengono pubblicati postumi a partire dal 2003 su iniziativa del nipote Aldo
e dei pronipoti Francesco e Barbara, i quali si sono impegnati, secondo la
volontà dello zio, a proseguire l'attività in libreria, mantenendosi fedeli
all'impostazione originaria da lui delineata. La libreria Rotondi ha ricevuto il
riconoscimento di "negozio storico" da parte del Comune di
Roma. Opere: “Saggezza dell'Oriente,” ( I della collana Le Perle, ristampato
da Astrolabio. L'arte del silenzio e l'uso della parola, ristampato dalla
Libreria Rotondi n Saggezza di Roma antica, collana Le Perle). Saggezza
dell'antica Grecia, Amedeo Rotondi, collana Le Perle). Amore e saggezza nel pensiero
Cristiano, Amedeo Rotondi, collana Le
Perle). Il giardino della saggezza, Amedeo Rotondi, collana Le Perle). Dopo
Nostradamus: le grandi profezie sul futuro dell'umanità, Mediterranee, Un'arte
di vivere: via segreta alla serenità, Mediterranee, La coppa d'oro: insegnamenti dei maestri,
fonte di luce e di energia, SAS, (ristampato dalle Mediterranee). Le influenze
negative: come neutralizzarle, SugarCo,, (ristampato dalle Mediterranee). Il
protettore invisibile: la guida che ci aiuta nei momenti difficili della vita,
Mediterranee, La voce misteriosa, Astrolabio (ristampato dalla Libreria Rotondi nel ) Lo
scopo e il significato della vita: perché si nasce, perché si vive, perché si
muore, Mediterranee, I prodigi del pensiero positivo: il suo potere e la sua
azione a distanza, Mediterranee, Il destino nella vita dell'uomo, Mediterranee,
La reincarnazione: verità antica e moderna, Mediterranee, La potenza del
credere… e la gioia d'amare: i prodigi della fede e dell'amore, Mediterranee, Una luce nel tuo dolore, Mediterranee, Guida
alla padronanza di sé, Mediterranee, 1La magica potenza della preghiera,
Mediterranee, La chiave della vita,
Mediterranee, La presenza divina in noi,
Mediterranee, Le leggi del pensiero: l'energia mentale e l'azione della
volontà, Mediterranee.. Le grandi profezie sul futuro dell'umanità, Mediterranee.
La potenza creatrice del pensiero, Mediterranee, Pensieri per una vita serena,
Mediterranee. Altre opere non in commercio Ricordo dei nostri martiri.
Commemorazione in occasione dell'inaugurazione del monumento ai martiri delle PratarelleVicovaro,
Tipografia Seti, Roma, I Volontari del
Bene, Libreria Rotondi Editrice, Roma, Reincarnazione e fanciulli prodigio,
Mediterranee, Roma, La reincarnazione: verità antica e moderna, Mediterranee. Col
suo nome di battesimo ha scritto La voce misteriosa e i cvolumi della collana
Le Perle. Con lo pseudonimo di “Vico di Varo” ha scritto L’arte del silenzio e
l’uso della parola. Con lo pseudonimo di “Amadeus Voldben” ha scritto tutti gli
altri testi. La Libreria Rotondi è
segnalata in molte pubblicazioni, tra cui la Guida ragionata alle librerie
antiquarie e d'occasione d'Italia, Claudio Maria Messina, Roma, che ha avuto
varie edizioni. Amadeus Voldben, Il protettore invisibile, Edizioni
Mediterranee, Roma, La partecipazione di
Amedeo Rotondi agli incontri del Cerchio Firenze 77 è ricordata nei libri Oltre
l'illusione, Roma, Mediterranee, e Oltre il silenzio, Luciana Campani Setti,
Roma, Mediterranee, Edizioni inglese e americana di Dopo Nostradamus: After
Nostradamus. Great Prophecies for the Future of Mankind, Neville Spearman, London,
After Nostradamus. Great Prophecies for the Future of Mankind, The Citadel Press,
Secaucus, Edizione tedesca di Dopo Nostradamus: Die großen weissagungen über
die zukunft der menschheit, Langen Muller, München-Wien, Queste le edizioni in
lingua spagnola di Dopo Nostradamus, I prodigi del pensiero positivo, Le
influenze negative, Il protettore invisibile: Dopo Nostradamus. Las profecias
par el año 2000, Ediciones Picazo, Barcelona, Nostradamus: las grandes
profecias sobre el futuro de la humanidad, Editorial Edicomunicación,
Barcelona, 1990; El milagro del pensamiento positivo, Susaeta Ediciones,
Madrid, El prodigio del pensamiento positivo, Panamericana Editorial, Bogotà, Las
influencias negativas, Panamericana Editorial, Bogotà, El protector invisible, Panamericana
Editorial, Bogotà, Queste le edizioni in lingua portoghese di Dopo Nostradamus
e Le influenze negative: Nostradamus. As grandes profecias sobre o futuro da
humanidade, Editora Lider, São Paulo; Depois de Nostradamus. As grandes
profecias sobre o futuro da humanidade, Editora Artenova, São Cristóvão, 1984;
Como evitar as influências negativas, Pensamento, São Paulo, 1984. Edizione polacca di Dopo Nostradamus: Wielke
przepowiednie. Nostradamus i inni, Wojciech Pogonowski, Warszawa, Molte persone
si rivolgevano a Rotondi per ricevere consigli. Una testimonianza letteraria di
questa consuetudine si trova nel romanzo di Giovetti Weimar per sempre, (Edizioni
Mediterranee, Roma) in cui si narra l'episodio di un giovane che si reca presso
la Libreria delle Occasioni per ricevere suggerimenti su questioni spirituali e
libri. Libreria RotondiLibreria delle Occasioni (La libreria fondata da Rotondi)
La piccola miniera di Amedeo Rotondi (da Il Corriere della Sera) Il libraio di
via Merulana e i globi luminosi (da La Repubblica) Cerchio Firenze 77
(Esperienza parapsicologica collettiva) Andiamo alla scoperta di Amedeo
Rotondi, illustre vicovarese del '900 (da La Piazza di Castel Madama,
ROVATTI. (Modena). Filosofo.
Grice: “I do not know any other philosopher other than me or
Austin who, like Rovatti, is obsessed wiith the concept of a ‘game’!” Ha insegnato
a Trieste. Ha studiato fenomenologia a Milano con Paci iniziando a
collaborare con la rivista di filosofia e cultura «aut aut», di cui è direttore.
È editorialista di "Il
Piccolo" di Trieste e collaboratore di "la Repubblica" e
"l'Espresso". Coordina il Laboratorio di filosofia contemporanea di
Trieste, attraverso cui ha fondato la Scuola di filosofia di Trieste. È membro
del comitato scientifico di Vicino/lontano (Udine). -- è uscito un volume
a lui interamente dedicato (René Scheu, Il soggetto debole. Mimesis, Milano ). Ppubblica
una monografia su Whitehead. Successivamente si occupa dei rapporti tra
fenomenologia e marxismo pubblicando Critica e scientificità in Marx, e poi
focalizzando in vari saggi il tema dei bisogni con riferimento anche alla
psicoanalisi. Cura anche un'edizione delle Opere di Bergson. Fa uscire
con Vattimo il reading Il pensiero debole che sarà ristampato molte volte e e
da cui è nato un ampio dibattito, all'inizio sulle pagine di «Alfabeta» (di cui
era redattore), poi in diverse altre sedi, e che continua tuttora. Le
questioni concernenti tale forma nuova di pensiero (che hanno a che fare
soprattutto con Nietzsche e Heidegger) diventano il punto di partenza della sua
successiva produzione con una serie di volumi (La posta in gioco, Abitare la
distanza, Il paiolo bucato, La follia in poche parole, Guardare ascoltando,
L'esercizio del silenzio, Possiamo addomesticare l'altro?, Inattualità del
pensiero debole. Queste questioni riguardano soprattutto la possibilità di una
«logica paradossale» e si articolano intorno ai temi del gioco, dell'ascolto e
dell'alterità, tutti collegati alla questione attuale della soggettività.
Altri suoi scritti e interventi hanno introdotto opere di Whitehead, Sartre,
Habermas, Hume, Jabès, Negt, Kluge, Heller, Caillois (ossia I giochi e gli uomini),
Sollers (iSul materialismo), Poulantzas,Deleuze, Derrida (nel suo rapporto con
Freud), Lévinas, Bateson e del suo mentore Paci. Dalla riflessione sul
gioco nascono anche i libri Per gioco. La scuola dei giochi (con Davide
Zoletto. e Il gioco di Wittgenstein. Si
è anche interessato alla consulenza filosofica, con La filosofia può curare? Ha
curato l'antologia Il coraggio della filosofia, sulla rivista «aut aut».
Tiene una rubrica sul quotidiano "Il Piccolo" di Trieste col titolo
di Etica minima. Ha raccolto questi "scritti corsari" (cfr. Pasolini)
in vari libri: Etica minima, Noi, i barbari, Un velo di sobrietà. Accanto a una
sensibile sintonia con le riflessioni di JDerrida, si è manifestata nella sua
ricerca una particolare attenzione per il pensiero di Lacan e Foucault (in
particolare sul rapporto tra potere e sapere). Gli egosauri, Elèuthera, Milano . Le nostre
oscillazioni, Collana Edizioni alpha beta Verlag, Merano . L’intellettuale
riluttante, Elèuthera, Milano . Restituire la soggettività. Lezioni sul pensiero
di Basaglia, alphabeta, Merano . Un velo di sobrietà, il Saggiatore, Milano .
Noi, i barbari. La sottocultura dominante, Raffaello Cortina, Milano Inattualità del pensiero debole, Forum,
Udine Cura di Il coraggio della
filosofia. aut aut-, il Saggiatore, Milano
Etica minima. Scritti quasi corsari sull'anomalia italiana, Cortina, Milano La
posta in gioco. Heidegger, Husserl, il soggetto, Mimesis, Milano-Udine prima edizione: Bompiani, Milano Cura di
Consulente e filosofo. Osservatorio critico sulle pratiche filosofiche,
Mimesis, Milano Il gioco di Wittgenstein, EUT, Trieste 2Possiamo addomesticare
l'altro? La condizione globale, Forum, Udine Abitare la distanza. Per una
pratica della filosofia, Raffaello Cortina, Milano (check) Feltrinelli, Milano La filosofia può curare? La consulenza
filosofica in questione, Raffaello Cortina, Milano La scuola dei giochi (con
Davide Zoletto), Bompiani, Milano Cura di Scenari dell'alterità, Bompiani,
Milano Guardare ascoltando: filosofia e metafora, Bompiani, Milano prima edizione: Il declino della luce, Marietti,
Genova L'università senza condizione
(con Derrida), Raffaello Cortina, Milano La follia in poche parole, Bompiani,
Milano Fare la differenza, atti del convegno, curati con Pietro Derossi,
Triennale di Milano, Milano, Il paiolo bucato. La nostra condizione
paradossale, Raffaello Cortina, Milano Introduzione alla filosofia
contemporanea, Bompiani, Milano Lettere dall'università, Filema, Napoli Per
gioco: piccolo manuale dell'esperienza ludica (con Alessandro Dal Lago),
Raffaello Cortina, Milano Trasformazioni
del soggetto: un itinerario filosofico, Il poligrafo, Padova Dizionario dei
filosofi contemporanei, Bompiani, Milano Elogio del pudore. Per un pensiero
debole (con Alessandro Dal Lago), Feltrinelli, Milano Intorno a Lévinas, Unicopli,
Milano Cura di Effetto Foucault, Feltrinelli, Milano, Cura di Henri Bergson, Mondadori,
Milano, Il pensiero debole (con Vattimo), Feltrinelli, Milano Bisogni e teoria
marxista (con Amedeo Vigorelli), Mazzotta, Milano, Critica e scientificità in Marx: per una
lettura fenomenologica di Marx e una critica del marxismo di Althusser,
Feltrinelli, Milano, Che cosa ha veramente detto Sartre, Ubaldini, Roma, La
dialettica del processo. Saggio su Whitehead, prefazione di Enzo Paci, il
Saggiatore, Milano Citazionio su Pier Aldo Rovatti aut aut, su autaut.ilsaggiatore.com. Scuola
di filosofia di Trieste, su scuolafilosofia Laboratorio di filosofia
contemporanea, su filolab. TriesteFacoltà di lettere e filosofia, su
www2.units. Vicino Lontano, su vicinolontano. Pier Aldo Rovatti: il pensiero
debole, sul RAI Filosofia, su
filosofia.rai.
ROVELLA (Palazzolo Acreide). Filosofo. Apparteneva
ad una famiglia contadina di solida fede cristiana. Tre fratelli ed una sorella
erano sopravvissuti a 12 gravidanze. Dopo la scuola elementare frequentò la
scuola media ad Ispica, in provincia di Ragusa, nel convento dei cappuccini,
alla scuola dello zio cappuccino. Questa esperienza lasciò tracce indelebili
nella formazione e nello sviluppo intellettuale di Giuseppe che visse
all'insegna della contraddizione nella ricerca della sua strada. Contraddizione
che visse sempre in termini positivi, come caratteristica dell'uomo che pensa.
A Catania si iscrisse in Lettere e Filosofia e fu tra gli alunni più stimati
del prof. Cleto Carbonara che insegnava filosofia teoretica. Si laureò il 2
giugno 1948 con una tesi di estetica, sul rapporto fra contenuto e forma in
arte. Gli interessi per l'estetica rimasero permanenti. Insegnò storia e
filosofia nei licei, di Noto e Palazzolo, dove per un breve periodo, fu anche
preside, incarico dal quale si dimise per tornare all'insegnamento. Morì nella
sua casa natale. Opere: Dopo alcune recensioni di filosofia nella rivista
Sophia, rivista fondata da Ottaviano e due raccolte di poesie pubblicate da
Gastaldi Editore Milano, il suo vero esordio fu L'uomo, una filosofia, opera di
filosofia teoretica, pubblicata da Giannini Napoli, con prefazione di Carbonara.
In quest'opera Rovella in un serrato confronto con i grandi della filosofa
affronta, in termini critici, la metafisica ed espone il suo convincimento che
la ricerca senza condizioni, attraverso l'intelligenza attiva e creatrice può
aprire all'uomo orizzonti creativi, nuovi, seppur rischiosi. La metafisica,
sostiene Rovella, imprigiona in schemi rigidi e vincolanti. Pervenire
all'autocoscienza è il compito più degno del pensiero, che pur problematico in
sé non rimane imprigionato nel problematicismo. Il rapporto con Spirito e
Carbonara fu stimolo attivo e personale nella ricerca di Rovella. Deneb, romanzo,
fu pubblicato da Salvatore Sciascia CaltanissettaRoma con prefazione di Gallo.
Si tratta di un romanzo filosofico che narra la pulsione verso l'oltre,
attenuando, così, la precedente critica verso la metafisica e aprendo verso il
mistero che, nel romanzo comporta il confronto con tre donne che rappresentano
tre volti diversi della verità. La stella Deneb è metafora della pulsione verso
l'alto. In quest'opera abbondano i riferimenti autobiografici da cui emerge
l'attaccamento alla casa natia, che non abbandonerà finché visse, alla famiglia
e soprattutto ad un modello di vita contadina morigerata e sobria. Lo stile
narrativo è affabulante. L'autocoscienza e il "trionfo della morte"
nell'ultima opera diGentile in Il pensiero di Gentile, Enciclopedia Italiana,
Roma. Qui si esamina il momento finale della vicenda umana e filosofica di
Gentile al cui pensiero il nostro fu sempre legato. L'errore del cerchio,
romanzo del 1979, che sarà pubblicato postumo dalla Provincia Regionale
Siracusa, con prefazione di Emanuele Messina. Predomina il colloquio interiore,
lo scavo nella coscienza e nella memoria. Procede come un giallo; un tema
attraversa gli avvenimenti, la libertà e la necessità di un suo
contenimento. La Fattoria delle Querce, romanzo, edito da M. Selvaggio
Caruso Editore Siracusa. Rovella considera questo romanzo l'espressione più
piena del suo pensiero e della sua capacità di scrittura. È come un'epopea,
quella della famiglia siciliana Capobianco, governata da una donna e sviluppata
attraverso un intrigo di personaggi e di vicende collocate in un non luogo e in
un non tempo. I discendenti Capobianco sono identici agli antenati, e la
ricerca della genealogia è il problema più assillante per i personaggi. Il mito
dell'eterno ritorno dell'identico fu caro al Rovella che rimase sempre legato
ai miti. Fisiognomica, astrologia, venti, odori e turbamenti fanno di questo
lavoro un esempio di scrittura immaginifica e personale. Scrittura di non di
facile consumo. Rovella dice che con quest'opera ha tracciato una nuova “Imago
Siciliae”. Nella stessa aura de La fattoria sono scritti i Racconti.
Rovella cambia di nuovo argomento, inizia quella che lui chiama la fase
cristica. Scrive opere in cui la figura di Cristo e il rapporto fra le
religioni sono il tema dominante. L'ora del destino, dramma in due atti è
pubblicato dall'Accademia Casentinese di Lettere, Arti, Scienze ed economia,
Castello di Borgo alla Collina, Arezzo, L'Ora in persona di una donna consola il
Crocifisso che muore quando una congiuntura astrale perviene al suo
compimento. Vita di Gesù, pubblicato con Prospettive d'Arte Milano, con
prefazione di Ronfani. Gesù è visto nella sua umanità, la narrazione segue lo
sviluppo dei vangeli sinottici, con qualche incursione negli apocrifi.
L'autore, che pur ne ha le competenze,si tiene lontano dalle problematiche
gesuologiche e cristologiche. Vuole narrare un Gesù “così come parla al
cuore”. L'Angelo e il Re, con prefazione di Pazzi per i tipi di Palomar
Bari.I nove mesi di gravidanza di Maria vergine sono narrati con un andamento
che si mescola di esoterismo e sapienza umana. Maria spesso, nel mistero del
suo concepimento, nella sua realtà quotidiana, vive le vicende del suo
quartiere, con le sue amiche, con qualche momento di gioia esaltata e
prorompente, con un tratto zingaresco. Rovella fu sempre attratto, nella sua
narrativa da zingari e vagabondi di passaggio, come incarnazione di una libertà
che abbiamo smarrita. Le Madri Racconto, Utopia Edizione, Chiaramonte
Gulfi, Vi si sente l'eco di J. Bachofen. Breve raro capolavoro, pieno di
mistero e poesia, di un potere magico, come scrive Tosi. Asvamedha
pubblicato da Utopia Edizioni, Chiaramonte Gulfi, con prefazione di Monachino.
Raccoglie racconti inediti. Inizio d'amore pubblicato a cura
dell'Istituto Studi Acrensi di Palazzolo Acreide. Raccoglie altri racconti che
l'autore pubblicò in varie riviste letterarie nazionali, a cura dell'Istituto
Studi Acrensi Palazzolo Acreide. I racconti, dice l'autore, vivono nell'aura
dei romanzi di questo periodo. La vigna di Nabot, dramma in quattro
quadri pubblicato nel a cura dell'Associazione Amici di G. Rovella,
Palazzolo Acreide. Narra le vicende di Nabot, personaggio biblico che
incontriamo nel primo libro dei Re Cap. 21. La prepotenza dei potenti e la
sacralità della terra dei padri sono il filo conduttore del dramma. Nabot muore
per una questione di coerenza.
minima Ermanno Scuderi, La fattoria delle Querce, in Le Ragioni critiche,
Giancarlo Menichelli in Esperienze letterarie, Ruggero Jacobbi, Il miracolo Deneb, in Arenaria,
Palermo, Vittorio Vettori, Il miracolo di Deneb e le profezie di Ruggero, Arenaria,
Monachino Ester, Considerazioni su un romanzo di Rovella, in Le Ragioni
critiche, Catania, Emanuele Messina, Dal bagolaro alla sequoia,, La vita e
l'opera di Giuseppe Rovella, Emanuele Romeo editore, Siracusa, Emanuele
Messina, Alle radici del pensiero di Giuseppe Rovella. La presenza dei suoi
maestri, Emanuele Romeo.
ROVERE.
(ssential
Italian philosopherHis family originates in Albalonga, Savona, Liguria. Terenzio Mamiani. Terenzio Mamiani Terenzio Mamiani della
Rovere. filosofo, politico e scrittore italiano. iTestimonio essendo il
Pontefice [della insurrezione dell'Italia contro l'Austria] e d'altra parte
abborrendo egli, pel suo ministero santissimo, dalle guerre e dal sangue ha
pensato... d'interporsi fra i combattenti, e di fare intendere ai nemici della
nostra comune patria, quanto crudele ed inutile impresa riesca ormai quella di
contendere agli italiani le naturali frontiere... (9 giugno 1848; citato in
Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli) Antonio Oroboni alla sua fidanzata
Incipit Dallo Spielberg, ai 5 d'Aprile. Del soave amor tuo, nobile spirto | Ed
infelice, io vissi altera e santa: | Di quel vivrò, giuro all'eterno Iddio, |
Si che il dolor nol chiuda entro al sepolcro. | Tai celesti parole in picciol
foglio | Vergate, o cara, ebb'io da te quel giorno | Che tramutai le dolci aure
lombarde | Con queste ignote al Sol tombe di vivi. Citazioni Io muojo, ed
al suo fine affretta | questa lunga agonia che chiaman vita | qui per istrazio.
Quando suonarne il certo annunzio udrai, | non pianger tu, non piangere, o
diletto | spirto d'amor, ché del mio ben migliore | Lacrimar ti disdice. Il
misero | che gemea quivi giù, poiché il dolore | soverchiò troppo,
disperatamente | diè del capo nel sasso e del diffuso | Cerebro il tinse. d'ogni
affetto umano affinatrice | fiamma è il dolore, e di virtù maestra | la morte.
D'un nuovo diritto europeo Incipit Il giure civile di ciascun popolo ha nel
testo delle leggi positive e speciali autorità sufficiente da soddisfare la
giustizia ordinaria e da risolvere i dubii e acquetare le controversie intorno
agli interessi e agli ufficii d'ogni privato cittadino. Di quindi nasce che
possono alcuni curiali riuscire segnalati e famosi al mondo con la sola abilità
del pronto ricordare, dell' acuto distinguere e dell'interpretare acconcio e
discreto. Al giure delle genti occorre, invece, assai di frequente la
discussione delle verità astratte. Perocché esso è indipendente e superiore
all'autorità delle sopra citate leggi; si connette immediatamente al giure
naturale che è al tutto razionale e speculativo; spesso gli è forza di riandar
col pensiero sulle fondamenta medesime dell'ordine sociale umano, e spesso
altresì non rinviene modo migliore per risolvere i dubii e acquetare le
discrepanze tra popolo e popolo fuor che indagare i grandi pronunziati della
ragione perpetua del diritto, chiariti, dedotti e applicati mercé della
scienza. Citazioni Poco importa se i metafisici e i letterati si
bisticciano; ma non va senza danno del genere umano il discordare e il traviare
de' pubblicisti. E già si disse che il fine criterio degli uomini illuminati
coglie il certo e il sodo della scienza, ma non la crea e non l'ordina. La
demenza degli uonini fa talvolta scandalosa la verità; laonde ella ebbe a
pronunziare di se medesima: non venni a recare la pace in mezzo di voi, sibbene
la spada. (Lo Stato essere certa congregazione di famiglie la qual provvede con
leggi e con tribunali al bene proprio e alla propria tutela; tanto che sieno
competentemente adempiuti i fini generali della socialità e i particolari di
essa congregazione. Lo Stato non esiste per la contiguità sola delle terre e
delle abitazioni, ma per certo congiungimento e unità delle menti e degli
animi. La libera città di Amburgo è così autonoma come l'impero di Moscovia. Il
che riconosciuto e fermato, se ne ritrae ciò che pel diritto internazionale è
primo principio ed assioma, non potersi da niuno e sotto niuna ragione arrogare
la facoltà di offendere e menomare l'autonomia interna ed esterna di qualchesia
Stato insino a tanto che questo non provoca gli altri ad assalirlo con giusta
guerra; ed eziandio in tal caso è lecito di occupare temporalmente il suo
territorio e dominare il suo popolo nei limiti della difesa e dell'equo rifacimento
dei danni. Le varie provincie spagnuole o francesi e i tre regni britanni
congiunti ed unificati per la conquista o l'eredità palesarono in lungo volgere
d'anni la volontà loro ferma ed unanime di perseverare in quella identità e
unità di vita sociale e politica. Per lo contrario, l'incorporamento delle
provincie basche nell'unità politica degli Spagnuoli fu con violenza adempiuta
e poi mantenuta. Voleva ragione e giustizia che per l'azione lenta del tempo e
della civiltà riconoscessero quei popoli da se medesimi la utilità di vivere al
tutto vita comune coi popoli iberici. Similmente, era iniqua la condizione
degl'Irlandesi quando l'irosa Inghilterra per la diversità del culto li
segregava dal godimento dei diritti politici. L'uomo individuo può nel
servaggio e nelle catene serbare con isforzo la libertà dello spirito e
compiere in altro modo e sotto altre condizioni certa eroica purgazione e certo
mirabile perfezionamento della sua parte interiore e immortale. Ma ciò è
impossibile ad un popolo intero, il quale nel servaggio di necessità si
corrompe ed abbietta, e quindi Gian Vincenzo Gravina chiamò assai giustamente
la libertà delle nazioni sacrosanta cosa e di giure divino. L'anima non è
vendibile e non è nostra, dicevano i teologanti per dimostrare da più parti la
iniquità del contratto. E neppure la libertà è vendibile; e se l'usarla e
abusarla è nostro, non è tale la facoltà e il principio infuso da Dio con
l'alito suo divino e che al dire di Omero vale una mezza anima. Lo Stato
possiede onninamente se stesso; niuno fuori di lui può attribuirsene la
padronanza. Quindi i popoli o vivono in se od in altri; cioè a dire, o
provedono ai propri fini con leggi e ordini propri e componendo un individuo
vero e perfetto della universa famiglia umana; ovvero entrano a parte d'altra
maggior comunanza con ugualità di diritto e d'ufficio, come quelle riviere che
ne' più larghi e reali fiumi confondono le acque e perdono il nome. Questa è la
generale e astratta dottrina che danno la ragione e la scienza. Patria,
impertanto, significa quella determinata contrada e quella peculiare
congregazione di uomini a cui ciascuno degli abitanti e ciascuno dei congregati
sentesi legato per tutti i doveri, gl'istinti, i diritti, le speranze e gli affetti
del vivere comune. La patria considerata nella sua morale e profonda
significazione è il compiuto sodamento di ciascuno verso di tutti e di tutti
verso ciascuno. Se la patria non ha debito né possibilità di nudrire del suo
ogni giorno tutti i suoi indigenti, spietata cosa sarebbe inibire a questi di
procacciarsi altrove la sussistenza. Prediletta opera delle mani di Dio sono le
nazioni. Qual nazione è pura, domandano essi, e tutta omogenea, e quale Stato
in Europa non è straniero a qualche porzione de' sudditi proprii? L'Inghilterra
pesa sul popolo Jonio, la Francia sull' Algerino, la Spagna sul Basco. Non
nacquero forse Italiani i Corsi e Tedeschi i popoli dell'Alsazia? I Polacchi di
Posen son forse Prussiani; e non è mezzo slava la Silesia? Chiameremo Russi i
Lituani o i Finlandesi o gli abitanti di Riga e della Curlandia? E se tinti
vediamo della medesima pece tutti i governi, se niuno, a rispetto del puro
principio di nazionalità, è incolpevole, qual profitto si può dedurre d'una
teorica non mai applicabile; ed anzi, come può essere teorica e vera, se i
fatti in ogni luogo e tempo la contradicono? Lo Stato dipendente come si sia da
un altro non è, a propriamente parlare, autonomo; e perciò, a rigore di
definizione, neppure la denominazione di Stato gli si compete. I prìncipi non
sono, del certo, scelti da Dio immediatamente, ma sono da Dio immediatamente
investiti di loro sovranità. Il popolo indica l'uomo a cui vuole obbedire e in
quell'uomo è subito la pienezza della sovranità che da Dio gli proviene.
Perocché come da Dio è istituito il fine della socievole comunanza, così è
istituito il mezzo nella autorità del comando. È sicuro che nella lunghezza dei secoli le
volontà e i giudizi umani si accostano all'assoluto del bene sociale, quanto
che la via che viene trascorsa non procede diritta e spedita ma declina e torce
continuo fra molti errori e molte misere concussioni. La libertà, essendo
naturale ed essenziale agli uomini e necessaria concomitanza d'ogni bontà, è
doveroso per tutti il serbarla integra nella sostanza; e perciò, né il privato
individuo si può vendere ad altro privato, né tutto il corpo de' cittadini assoggettarsi
pienamente e perpetuamente al dominio d'alcuno, sia forestiere o nativo. Poco o
nessun valore ha il dissentimento dei piccioli e deboli, quando anche piglino
ardire di esprimerlo; e chi investiga la Storia, ritrova che delle proteste
loro giacciono grandi fasci dimenticati negli archivi delle Cancellerie. (p.
98) Dacché siete i più forti, correte poco rischio di vivere ex lege alla
maniera dei Ciclopi. Ma confessare il diritto e contro il diritto procedere,
non è conceduto a nessuno; e parlavano meglio quegli Ateniesi che alle querele
dei Milesi rispondevano senza sturbarsi : il diritto è cosa pei deboli e non
già pei forti e pei valorosi. Ogni popolo è autonomo; o con altri vocaboli,
ogni Stato vero è libero ed inviolabile inverso tutti i popoli e tutti gli
Stati. E patria nel significato morale e politico è sinonimo di Stato, in
quanto questo compone uno stretto e nativo consorzio in cui ciascun cittadino
ha debito e desiderio insieme di effettuare il grado massimo di unimento
sociale e civile. S'incominci dall'avvisare chi sono costoro che si querelano
dell'abusata libertà degli Stati e ne temono danni così spaventevoli. Costoro
sono i medesimi da cui si alzano lagni e rimproveri cotidiani per qualunque
libertà, eccetto la propria loro. Vogliono limitare la stampa, limitare la
libera concorrenza, limitare i Parlamenti e in fine ogni cosa col pretesto
volgare ed ovvio che i parlamenti, il commercio, la stampa abusano di loro
facoltà e trasvanno più d'una volta e in più cose. La volontà umana, dite, è corrotta
e inchinevole al male. Può darsi; ma privata di libertà so che depravasi molto
di più e i padroni non meno che i servi. Non è lecito agli uomini di esercitare
nessun diritto qualora difettino pienamente delle facoltà e dei mezzi
correlativi. Perciò il fanciullo, il mentecatto, l'idiota cade naturalmente
sotto l'altrui tutela, e per ciò medesimo la parte meno educata del volgo ed
offesa di troppa ignoranza, o posta in condizione troppo servile, non ha nel
generale facoltà e mezzi proporziod esercitare diritti politici. Dell'ottima
congregazione umana Incipit Esaminato il fine del viver comune, fatta rassegna
d'alcuni principii direttivi, più bisognevoli al nostro intento e poco o nulla
noti agli antichi, segue senza più che noi trapassiamo a contemplare l'ottimo
ordinamento civile. Della qual materia stragrande fermammo in principio del
libro che sarebbero da noi segnate alquante linee soltanto, scegliendo quelle
che più hanno riferimento con l'indole speciale de' tempi nostri. E pur questi
pochi lineamenti noi cercheremo di descriverli, come suoi fare l'artista,
secondo il concetto d'una bellezza ideale ricavata e desunta con fedeltà
squisita dall'essere delle cose e figurandola in mente come e quale uscirebbe
dalle mani della natura, quando non la perturbassero gli scorretti accidenti.
Cosi noi delineeremo qnalche fattezza dell'incivilimento umano, contemplandolo
nella natura primitiva ed universale dei popoli, ed avvisandoci di non
iscambiare l'alterato e il mutabile col permanente ed inalterato; e per
converso, di non dar nome d'errore emendabile e di accidente transitorio a ciò
che appartiene alle condizioni salde e durevoli della comunanza civile. Chè nel
primo difetto cadono i troppo retrivi ed i pusillanimi; nel secondo, i novatori
audaci e leggeri. Citazioni Aristotile con molto senno incomincia
dall'insegnar quello che spetta al buono stato della famiglia, perché della
comunanza umana l'individuo compiuto non è lo scapolo, ma l'ammogliato con
prole o vogliam dire la famiglia, rimossa la quale, come fu scritto
nell'aforismo XIV, non rimane intermezzo alcuno che tempri l'amor proprio e la
fiera e violenta natura nostra. L'organizzazione tanto è più eccellente quanto
meno cede alle esterne azioni ed impressioni ed anzi modifica con maggior
efficacia ed appropria a sé quelle azioni. È da confessare che un gran trovato fece lo
spirito umano e giovevole soprammodo alla prosperità del viver sociale, quando
mise in atto quello che fu domandato governo rappresentativo o parlamentare. Se
dirai: carattere di nazione è la continuità e circoscrizione del suolo, i
Tedeschi di qua del Reno sarebber Francesi, e non è Grecia l'Asia minore, e gli
Ebrei non compongono nazione, e malamente la compongono le genti slave. Se
dirai la lingua; i Baschi non sono spagnuoli, né francesi i Bretoni e quei
dell' Alsazia, e non ha niente di nazione la Svizzera né l'Ungheria dove più
lingue sono parlate. Se la religione; troppe smentite ci danno Germania,
Inghilterra e gli Stati Uniti americani; d'altra parte, sotto il rispetto dell'unità
religiosa, farebber nazione insieme Siciliani e Messicani, Irlandesi e
Abissini. Se il governo; i Lombardi sono austriaci, sono turchi i Greci,
francesi gli Arabi e via discorrendo. Se la letteratura e le arti ; non fanno
nazione quei popoli a cui mancano lettere e arti proprie e le accattano dai
forestieri, come usavano poco fa i Russi, i Boemi, gli Ungaresi ed altri, e
tuttora non cessano. Se le origini e la schiatta; le colonie sono tal membro e
così vivace del corpo della patria onde uscirono, da non potersene mai
dispiccare, e la guerra americana fu dalla banda dei sollevati iniqua e
parricida. Gran questione poi insorge sulle genti di confine, le quali
compongonsi il più delle volte di schiatte anfibie, a cosi chiamarle. Quindi
noi vogliamo, per via d'esempio, i Nizzardi essere italiani e i Francesi li
fanno dei loro. Né minor controversia nasce circa cento popolazioni per la
terra disseminate, che è impossibile di ben definire a qual generazione
appartengano, né per sé bastano a far nazione, come Bosniaci, Bulgari,
Albanesi, Illirii, Maltesi e innumerevoli altri. La compagnia civile comincia là solamente dove
gli animi si accostano, e sorge desiderio di regolato e comune operare. La
Giustizia, secondo Omero, apre e chiude i congressi degli Dei, non quelli degli
uomini. La voce nazione nel suo peculiare e pieno significato vuol dire
unimento e società d'uomini che la natura stessa con le sue mani à fatta e
costituita mediante la mescolanza del sangue e la singolarità delle condizioni
interiori ed estrinseche; per talché quella società distinguesi da tutte le
altre per tutti gli essenziali caratteri che possono diversificare le genti in
fra loro, come la schiatta, la lingua, la religione, l'indole, il territorio,
le tradizioni, le arti, i costumi. Nazione vuol significare certo novero di
genti per comunanza di sangue, conformità di genio, medesimezza di linguaggio
atte e preordinate alla massima unione sociale. Gli Svizzeri varii di lingua, di schiatta, di
religione e d'usanza sonosi costituiti artificialmente e politicamente in
nazione, mediante una grande e maravigliosa unità morale che turbata e rotta
alcune volte di dentro è sempre riuscita gagliarda di fuori a fronte degli
stranieri. I Greci ed i Musulmani
dell'Asia Minore o d'altra contrada, i quali tuttoché nati e cresciuti nel
suolo stesso, pur non si chiamano concittadini, e vivono e sempre vivranno
stranieri l'uno accanto dell'altro. (Lo stipite umano è ordinato esso pure a
spandere discosto da sé le propagini e i semi; e ogni germe nuovo dee nudrirsi
del terreno ove cade, non del tronco da cui si origina. Sieno rese grazie
publicamente da tutta l'Italia a voi, o Valdesi, che l'antica madre mai non
avete voluto e potuto odiare e sconoscere insino al giorno glorioso che fu da
Dio coronata la vostra costanza, e un patto comune di libertà vi riconciliava
con gli emendati persecutori. S'io
credessi quelle armi che assiepano il Foro, dicea Cicerone, starsene qui a
minacciare e non a proteggere, cederei al tempo e mi terrei silenzioso. Ma il
fatto fu che quelle armi nel Foro inducevano per se sole una fiera minaccia,
tanto ch'egli parlò poco e male, e la paura ammazzò l'eloquenza. Dal riscontro,
per tanto, di tutte le storie, senza timore mai d'eccezione, e più ancora dalla
ripugnanza intima di certi termini, quali sono felicità a servitù, spontaneità
e costrizione, ricavasi questa assoluta sentenza che tra le nazioni civili il
governo straniero non può vantarsi mai né della legittimità che abbiamo
chiamata interiore, né della esteriore che emana dall'assentimento espresso o
tacito delle popolazioni. Non può aver luogo prescrizione, dove i diritti
innati o fondamentali dell'uomo ricevono sostanziale ingiuria ed offesa; e di
si fatti è per appunto la indipendenza o dimezzata o distrutta. Ogni cosa nell'uomo
è principiata dalla natura e poi dalla ragione e dall'arte è compiuta. Mario
Pagano, ovvero, della immortalità Incipit Francesco Pignatelli — Giuseppe
Poerio Pignatelli: Voi stesso l'avete udito? Poerio: E come nò, se rinchiuso
era con lui in una prigione medesima? Pignatelli: E fu la vigilia della sua
morte? Poerio: Appunto fu la vigilia. Sapete che valica la mezzanotte, una voce
improvvisa e sepolcrale veramente rompevane il sonno chiamando forte per nome
alcuno di noi; e quella chiamata voleva dire: vieni, ti aspetta il carnefice.
La notte pertanto che seguitò quel mirabil discorso di Mario Pagano gli sgherri
gridarono il nome suo, e fu menato al patibolo. Pignatelli: Stava per mezzo a
voi quell'omerica figura del conte di Ruvo? Poerio: Nò, ma in Castello
dell'Uovo insieme con altri uffiziali e con l'intrepido Mantonè. Nel Castel
Nuovo e in quella carcere proprio dove era Francesco Mario Pagano, stava il
fratel vostro maggiore, principe di Strangoli, stava io, il Conforti, Cirillo,
Granali, Eusebio Palmieri, Vincenzo Russo e due giovinetti amorevoli e cari,
cioè l'ultimo figliuolo dello Spanò ed un marchese di Genzano, bello come
l'Appollino e di cui sentiva il Pagano particolare compassione. Citazioni
Poerio: V'à una cagione suprema di tutte le cose, cagione assoluta e però
insofferente di limiti e incapace d'aumento e di defficienza. Ma se niun
difetto può stare in lei, ella è il bene infinito e comprende infinitamente
ogni specie di bene. Ciò posto, la cagione suprema è altresì infinita bontà che
raggia il bene fuor di sé stessa e ne riempie la creazione ed ogni ente se ne
satura, a dir così, per quanto fu fatto capace. Tale contenenza di bene è poi
sempre difettiva perché sempre è finita. Di quindi si origina il male. Non si
chieda dunque perché Dio è permettitore del male, ma chiedasi in quella vece
perché piacque a Dio, oltre all'infinito, che sussistesse pure il finito. (p.
16) Poerio: Se il vivere nostro presente fosse condito di molto diletto e noi
incapaci di conoscere e desiderare con ismania istintiva l'eternità, forse
potrebbesi giudicare senza paradosso aver noi sortito quella porzioncella sola
e frammento di beatitudine, brevissima ma sincera e inconsapevole della propria
caducità. (p. 17) Poerio: Col presupposto della immortalità, bene avvertiva il
Bruno, alcun desiderio naturale non è indarno e alcuna lacrima non cade senza
conforto. Con la immortalità non è affetto generoso perduto, non ferita
dell'animo a cui non si apparecchi altrove copioso balsamo. Per entro il corso
interminato e magnifico de'nostri destini, ogni male vien riparato, ogni
speranza risorge, ogni bellezza rifiorisce, ogni felicità si rinnova e
giganteggia ne'secoli. (p. 18) Poerio: Quando fosse possibile strappare dal
cuor dell'uomo il concetto e la speranza della immortalità, il consorzio civile
medesimo pericolerebbe di sciogliersi e i piaceri e le utilità stesse della
vita presente verrebbero gran parte impedite o affatto levate di mezzo. (p.
18) Prose letterarie Avvertenza I dotti e i legisti barbareggiavano sempre
peggio, e pareva in loro una sorta di necessità tramutata in diritto, e niun
discepolo mai se ne querelava; e le lettere cadevano in tale grettezza, che
nelle prose del Giordani si appuntavano parecchie mende di stile, ma nessuno
accusava la tenuità dei concetti e la critica angusta e slombata. Il Colletta
era stimato dai più uno storico sovrano e poco meno che un Tacito redivivo, ed
altri istituivano paragone tra il Guicciardini e il Botta, tra il Goldoni ed
Alberto Nota. Tale il gusto e il criterio comune. Pochi grandi intelletti non
mancavano neppure a quei giorni. Basti ricordare Bartolini nella scultura;
Leopardi e Niccolini nella poetica; Rossini, Bellini, Donizetti nella musica.
In Italia scemando il sapere e la potenza meditativa, crebbe l'amore spasimato
ed irragionevole della bellezza dell'abito esterno, lasciando a digiuno la
mente e poco nudriti e mal governati gli affetti. Letteratura vasta, soda e ben
definita, e parimente larghe scuole e ben tratteggiate e scolpite mancano alla
patria nostra da quasi tre secoli e piuttosto ne abbiamo avuto cenni e
frammenti, e ogni cosa a pezzi, a sbalzi e a modo d'assaggio. Miei degni
signori, il cibo che v'apparecchio è scarso, scondito e di povera mensa, ma è
letteratura e non metafisica. Non appena l'esilio mi astrinse a lasciare
l'Italia e fui spettatore d'altro ordine di civiltà e uditore d'altri maestri,
subito mi si aprì dentro l'animo l'occhio doloroso della coscienza, ed ebbi
della mia ignoranza una paura ed una vergogna da non credere. Per giudicare
alla prima prima che tutto è vecchio e trito in un libro convien sapere
dell'autore se nel generale à l'abito di pensar di suo capo. IX. Ed egli evoca
nuovi spiriti di più sublime natura, i quali entrano a uno a uno dentro la
torre. Spirito del mare. Che vuoi ? Barone. Sapere l'essenza del bene e la
fonte della felicità. Spirito del mare. Perché lo chiedi al mare ? Barone.
Perché tu sai o puoi sapere ogni cosa; tu nei silenzj della notte tieni
misteriosi colloquj con la luna e con le stelle che in te si riflettono ; e tu
pur ricevi nell ' ampio tuo seno i fiumi tutti del mondo, i quali ti raccontano
le geste antiche dei popoli e le più antiche vicende dei continenti per mezzo a
cui essi fluiscono senza posa. Spirito del mare. lo non so nulla (sparisce). Barone.
Che tu venga malmenato in eterno dallo spirito delle procelle, e che i tuoi
membri immortali sieno rotti e squarciati mai sempre dalle taglienti creste
degli ardui scogli. La coda del cavallo bianco dell' Apocalisse. Che vuoi
? Barone. Sapere in che consiste il bene, e dove è la fonte della felicità. La
coda. Perché lo chiedi a me ? Barone. Tu sai la fine ultima delle cose, e tu
comparirai poco innanzi della consumazione del secolo. La coda. Quando io
comparirò, io ondeggerò nelle sfere, simile alla caduta del Niagara e più
tremenda della coda delle comete. Ogni mio crine rinserra un destino ; e ogni
mio moto è un cenno di oracolo ; ò trascorsi tutti i cieli di Tolomeo e i cieli
di Galileo e i cieli di Herschel; ò lambita con la mia criniera la faccia delle
stelle, e l'ò distesa sulle penne de' turbini; molte cose ò conosciute, ma non
quel che tu cerchi: io non so nulla (sparisce). Prefazione alla scelta dei
poeti italiani dell'età media Dagli Arabi si travasò il mal gusto ne' Catalani
e ne' Provenzali, e una vena non troppo scarsa ne fu derivata ne' primi nostri
verseggiatori. Dante egli pure non se ne astenne affatto; e noi peniamo a
credere che a quel genio sovrano venisse scritta la canzone lambiccatissima
della Pietra. (II) Sa ognuno che nel seicento, con lo scadere dell' arte,
ricomparvero quelle freddure e mattie, e ogni cosa fu piena di acrostici,
d'anagrammi, d'allitterazioni e altrettali sciempiezze. Ma per buona ventura
cotesta sorta vanissima di pedanteria non sembra ai moderni pericolosa; e dico
ai moderni italiani, perché appresso gli stranieri non ne mancano esempj ; e
molti anno letto in un vivente poeta francese di gran nomea certi capricci di
metri e di rime i quali dimostrano come in lui siensi venuti rinnovando tutti
gli umori e le vertigini dei seicentisti. E nemmanco ci pare immune dalle
stranezze di cui parliamo quel concepimento del Goethe di ordire la tragedia
del Fausto con questa singolar legge che ogni scena fosse dettata in metro
diverso ed una altresì in nuda prosa, onde potesse affermarsi che niuna maniera
del verseggiare ed anzi dello scrivere umano (per quanto ne è capace il tedesco
idioma) mancasse a quel dramma ; nuova maniera e poco assai naturale e graziosa
di porgere idea e figura del panteismo. (II) Non può né deve il poeta
scompagnarsi mai troppo dalle opinioni e dai sentimenti comuni dell'età sua;
chè da questi principalmente è suscitato l'estro di lui, con questi accende e
innamora le moltitudini. D'ogni altro pensiero ed affetto, ove li possieda e li
senta egli solo, avrà pochi intenditori, pochissimi lodatori ; e la favella
delle Muse langue e muor sulle labbra se non suona ad orecchie benevole e a cuori
profondamente commossi. In Inghilterra il Milton fierissimo repubblicano e
segretario eloquente del gran Cromvello, à quasi sempre poetato di cose
mistiche e teologiche e nulla v'à di politico, nulla d'inglese e di patrio, né
nel Paradiso perduto, né in altri suoi canti. (VI) Riuscirà sempre a gloria
grande e invidiata d'Italia che la Gerusalemme del Tasso compaja tanto più
bella e mirabile quanto più in lei si contempla e considera intentivamente la
perfezione del tutto. Certo, il Valvasone è meno forbito ed armonioso del
Tansillo, meno fluido del Tasso seniore, meno corretto, proprio e limato de'
più corretti e limati rimatori toscani; ma non per ciò si capisce come questa
minor perfezione di forma, abbia potuto oscurare nel giudicio de' raccoglitori
e de' critici il gran merito dell'invenzione. Che il Milton siasi giovato dell'
Angeleide non so, quantunque fra i due poemi si vengan trovando molti e
singolari riscontri che non è facile a credere casuali; ma questo io so bene
che a rispetto della guerra degli angeli episodicamente introdotta nel Paradiso
perduto, il Valvasone non perde nulla ad esser letto dopo l'Inglese e con
quello essere paragonato; il che non avviene del sicuro né per l' Adamo
dell'Andreini né per la Strage degl'Innocenti del cavaliere Marino, due
componimenti che dicesi aver suggerito a Milton parecchi pensieri e l'ideal grandezza
del suo Lucifero. L'ingegno poetico, in versificare ciascuno di quei subbietti,
tende a spiegare una novità, un' altezza e una leggiadria suprema di concetto,
di sentimento, di fantasia e di stile. Dove mancasse l'una di tali eccellenze,
l'arte sarebbe difettosa e quindi increscevole. (IX) Ci venne osservato (cosa
che per addietro non ben sapevamo) la critica letteraria incominciata in Italia
con Dante essere morta col Tasso e gli amici suoi; e come cadde con quel
mirabile intelletto la nostra primazia nel ministero delle Muse, così venne
meno la filosofia estetica; e il nuovo dell' arte non fu capito, l'antico fu
dalla pedanteria svisato e agghiadato. L'arte critica antica ebbe ultimi
promulgatori due grandi ingegni, il Muratori e il Gravina. Della critica nata
dipoi con le nuove speculazioni e con le nuove forme di poesia, non conosciamo
in Italia alcun degno scrittore e rappresentatore. Dopo Omero nessun poeta, per
mio giudicio, può alzarsi a competere con l'Alighieri, salvo Guglielmo
Shakspeare, gloria massima dell'Inghilterra. E per fermo, ne' drammi di lui
l'animo e la vita umana vengon ritratti così al vero e scandagliati e
disaminati così nel profondo, che mai nol saranno di più. Ma le condizioni
peculiari della drammatica e l'indole propria degl' ingegni settentrionali
impedirono a Shakspeare di raggiungere quella perfetta unione sì delle diverse
materie poetiche e sì di tutte l'eccellenze e prerogative onde facciamo
discorso. E veramente nelle composizioni sue la religione si mostra sol di
lontano e molto di rado; e tra le specie differenti e delicatissime d'amore ivi
entro significate, manca quella eccelsa e spiritualissima di cui si scaldò
l'amante di Beatrice. Il poeta è dall'ispirazione allacciato e padroneggiato sì
forte, da non saper bene sottomettersi all'arte ed alla meditazione. Il troppo
incivilirsi dei popoli aumentando di soverchio l'osservazione e la critica e
affinandovisi l'arte ogni giorno di più per effetto medesimo dell' esercizio e
dell' esperienza e per desiderio di novità, mena il poeta a scordar forse
troppo l'aurea semplicità degli antichi, il sincero aspetto della natura e i
veri e spontanei moti dell'animo. Il compiuto e l'ottimo della poesia consiste
in racchiudere dentro ai poemi con vaga e proporzionata unità di composizione
tutto quanto il visibile ed il pensabile umano per ciò che in ambedue è più
bello e più commovente. Consiste inoltre nel figurare e ritrarre cotesto
subbietto amplissimo e universale con la maggior novità e la maggiore sublimità
e leggiadria di concepimento, di fantasia, d'affetto e d'elocuzione che sia
fattibile di conseguire. Laonde poi il concepimento, così nel complesso come
nelle sentenze particolari, dee riuscir succoso, vario ed inaspettato e pieno
di recondita dottrina e saggezza; l'affetto dee correre, quanto è possibile,
per tutti i gradi e le differenze, e toccare il sommo della tenerezza e
commiserazione e il sommo della terribilità. Il Tasso, anima pia e generosa, ma
in cui (non so dir come) nulla v'era di popolare. Quindi egli s'infervorò della
maestà teocratica dei pontefici e aderì alla nuova cavalleria cortigiana e
feudale; quindi pure accettò con zelo e con osservanza scrupolosa l' ortodossia
cattolica, e nella vita intellettuale quanto nella civile, fu dall' autorità
dei metodi e degli esempj signoreggiato. Da ciò prese nudrimento e moto il
divino estro suo e uscirono le maraviglie della Gerusalemme. Nel Tasso poi sono
tutti i pregi e tutta quanta la luce e magnificenza della poesia classica, e
spiccano altresì in lui alcuni attributi speciali del genio italiano in ordine
al bello. In perpetuo si ammirerà nella Liberata ciò che l'arte, i precetti,
l'erudizione e la scienza possono fare, ajutati e avvivati da una stupenda
natura poetica. L'Ariosto significò la commedia umana quale la veggiamo
rappresentarsi nel mondo, laddove Dante fece primo subbietto suo il
soprammondano, e in esso figurò e simboleggiò le cose terrene. E come il gran
Fiorentino nelle fogge variatissime de' tormenti e delle espiazioni dipinse i
variatissimi aspetti delle indoli e delle passioni, il simile adempiva
l'Ariosto sotto il velo dei portenti magici e delle strane avventure. Ma certo
qual narrazione di fatti umani riuscirà più vasta, più immaginosa e più
moltiforme di quella dell' Orlando furioso? Quivi sono guerre tra più nazioni,
nascimenti e ruine di molti regni, conflitto sanguinoso di religione e di
culto, infinita diversità e singolarità di costumi, e tutto il Ponente e il
Levante offrono larga scena e strepitoso teatro a cotali imprese e catastrofi.
Quivi sono dipinte la vita privata e la pubblica, le corti e le capanne, i
castelli ed i romitaggi; quivi s'intrecciano gradevolmente la cronica, la
novella e la storia, e ciò che il dramma à di patetico, l'epopeia di maestoso, il
romanzo di fantastico. Non credo che in veruna straniera letteratura possa come
nella nostra volgare annoverarsi una sequela così sterminata di poemi eroici e
di romanzeschi, parecchj de' quali brillerebbero di gran luce, ove fossero soli
e non li soverchiasse la troppa chiarezza di Dante, dell'Ariosto e del Tasso.
Né reputo presontuoso il dire che, per esempio, la Croce racquistata del
Bracciolini o il Conquisto di Granata di Girolamo Graziane sostengono bene
assai il paragone o con l'Araucana dell' Ercilla o coi medesimi Lusiadi [di
Luís Vaz de Camões] ai quali ànno accresciuta non poca fama le sventure e le
virtù del poeta ; e per simile, io giudico che l' Amadigi del Tasso il vecchio
o l'Orlando innamorato del Berni, non temono di gareggiare con la Regina Fata
di Spenser e con quanto di meglio in tal genere ànno prodotto l'altre nazioni.
Ma non è da tacere che in quasi tutti questi nostri poemi riconoscesi
agevolmente l'uno o l'altro dei tipi che nel Furioso e nella Gerusalemme
ricevettero perfezione, ed a cui poca giunta di novità e poche profonde
mutazioni si fecero dagl'ingegni posteriori; e ne' poemi eroici singolarmente a
niuno è riuscito di ben cantare i difetti del Tasso, molti in quel cambio li
esagerarono. Scusabile mi si fa il Marino e scusabili gl'Italiani, quand'io
considero lo stato di lor nazione sotto il crudele dominio degli Spagnuoli, e
fieramente mi sdegno con questi medesimi che nella patria loro ancor sì potente
e sì fortunata, plaudivano a que' delirj e incensavano il Gongora, meno
ingegnoso assai del Marino e di lui più strano e affettato. In fine, gioverà il
ricordare che all'Italia serva, scaduta e dilapidata, rimaneva pur tanto ancora
di prevalenza intellettuale appresso l'altre nazioni che de' trionfi più
insigni e delle lodi più sperticate del cavalier Marino furono autori i
Francesi ; e per lungo tempo assai nessuno de' lor poeti seppe al tutto
purgarsi della letteraria corruzione venuta d'oltre Alpe ; testimonio lo stesso
Cornelio, alto e robustissimo ingegno, ma nel cui stile nondimeno avria dovuto
il Boileau ritrovare assai spesso di quel medesimo talco del quale parevangli
luccicare i versi del Tasso. Dal Marino incominciò a propagarsi nel mondo una
poesia fantastica e meramente coloritrice, la quale cerca l'arte solo per
l'arte, fassi specchio indifferente al falso ed al vero, alle cose buone ed
alle malvage, alle vane e giocose come alle grandi e instruttive; sente tutti
gli affetti e nessuno con profondità, e nell'essere suo naturale od abituale,
canta di Adone, come di Erode e così delle favole greche come delle bibliche
narrazioni.Dal cinquecento al secolo XVII] Fiorirono in tale intervallo tre
ingegni eminenti che forse mantennero alla lirica nostra una spiccata
maggioranza su quella d'altre nazioni. Ognuno, io penso, à nominato ad una con
me il Chiabrera, il Filicaja ed il Guidi. Dal solo Chiabrera fu l'Italia
regalata di tre nuove corone poetiche ; mercechè veramente nelle sue mani
nacque e grandeggiò prima la canzone pindarica, poi la canzone anacreontica e
infine il sermone oraziano ; né mal s' apporrebbe colui che attribuisse al
Chiabrera eziandio la rinnovazione del Ditirambo. Il Filicaja venne a tempi
ancora più disavventurati, e quando più non era possibile discoprire ne' suoi
Fiorentini un segno e un vestigio pure dell'antica fierezza repubblicana. Ma il
senso del bene morale e la pietà religiosa fervevano così profondi nell'animo
suo che bastarono a farlo poeta. Mai né in questa nostra patria, né fuori
sonosi udite canzoni così ben temperate di splendore pindarico e di maestà
scritturale come quelle del Filicaja. Nel Guidi allato a concetti ed a
sentimenti spesso comuni e rettorici, splende una forma non superabile di
novità, di bellezza e magnificenza. Certo, se ad Alessandro Guidi fosse toccato
di vivere in seno di una nazione forte e gloriosa, non ostante la poca fecondità
e vastità di pensieri, io non so bene a qual grado di eccellenza non sarebbe
salita la lirica sua; perché costui propriamente sortì da natura Yos magna
sonaturum, e ce ne porge sicura caparra la sua canzone alla Fortuna. A me
sonerà sempre caro ed insigne il nome di Alfonso Varano, perché da lui
segnatamente, a quello che io giudico, s'iniziò il corso della poesia moderna
italiana ; e forse la patria non gli si mostra ricordevole e grata quanto
dovrebbe. Chi trovasse non poca similitudine tra la mente del Varano e quella
del Young, credo che male non si apporrebbe. Anime pie e stoiche ambidue, e
dischiuse non pertanto agli affetti gentili, diffondono ne' lor versi un
religioso terrore e un' ascetica melanconia che nell'Inglese riescono cupi,
inconsolati e monotoni, e nell'Italiano s'allegrano spesso alla vista del
nostro bel sole, e dai pensieri del sepolcro volano con gran fede alla pace e
serenità della gloria immortale. Varano poi insieme col Gozzi restituì alla
Divina Commedia il debito culto; il Gozzi con li scritti polemici, egli con la
virtù dell' esempio; ed ebbe arbitrio di dire a Dante ciò che questi a Virgilio
: Tu séi lo mio maestro e il mio autore. Se non che il cantore delle Visioni
chiuse e conchiuse l'intero universo nel sentimento della pietà e nei misteri
del dogma, e non ben seppe imitare del suo modello la nervosa brevità e
parsimonia, la varietà inesauribile e la peregrina eleganza. Citazioni su
Terenzio Mamiani Se taluno dei suoi piuttosto scarsi scolari volle talora
celebrare nel conte Terenzio Mamiani della Rovere. l'ultimo anello della catena
che dal Galluppi si continuò in Rosmini e Gioberti, unanime fu il consenso dei
suoi maggiori contemporanei e dei posteri nell'affermare il valore pressoché
nullo della sua vasta produzione filosofica. (Eugenio Garin) Candido Mamini La
teoria del Rosmini fu più scolastica, quella del Mamiani più civile; quella
quasi sterile in politica, questa molto feconda, risolvendo i problemi più
ardui e interessanti della vita sociale. Quella fu timida, questa coraggiosa;
quella arrivò a rifiutare sul terreno pratico le-conseguenze de' suoi principii
per un pregiudizioso rispetto di casta non evitando il disonore di una ritirata
e la deformità del sofisma; questa per lo contrario tutta intrepida si sostenne
colla gloria di una vittoria, colla dignità di una rigorosa coerenza, e colla
bellezza di una vera argomentazione. Rosmini in un bel momento di sua ragione
scrive stupende pagine sulla riforma del clero; poi ha la debolezza di
ritirarle, impaurito dalle minaccia dell'Indice; Mamiani è oggi quel che era
ne' primi giorni della sua vita pubblica, e non sa temere altro autorevole
indice che quello del buon senso. Nel suo ultimo libro, intitolalo Di un nuovo
diritto europeo, si ammira il coraggio della coscienza di un filosofo, e la
prudenza d'un uomo di Stato. Riguardo poi ai pregi della forma, Rosmini fu
semplicemente filosofo, Mamiani un filosofo-oratore; nel primo spicca la pura
meditazione, nel secondo si unisce il genio che feconda il deserto delle
speculazioni metafisiche, delle avanzate astrazioni. Nel primo vi ha una
ricchezza povera, cioè una stiracchiatura di poche idee in molte parole, quasi
diffidi della memoria, e dell'abilità del lettore; nel secondo vi ha una
povertà ricca, cioè molte idee in poche parole; il che appaga l'amor proprio
del lettore, e ne fa liete tutte le potenze della ritentiva e della
ragione. Terenzio Mamiani, Antonio
Oroboni alla sua fidanzata, da un libro anonimo del 1929. Terenzio Mamiani, D'un
nuovo diritto europeo, Tipografia Scolastica, Torino, 1861. Terenzio Mamiani,
Dell'ottima congregazione umana e del principio di nazionalità, Rivista
contemporanea, 2-3, Pelazza Tipografia
Subalpina, Torino, Terenzio Mamiani, Mario Pagano, ovvero, della immortalità,
Dai Torchi della Signora De Lacombe, Parigi, Terenzio Mamiani, Prose
letterarie, G. Barbera Editore, Firenze. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e della Rovere," per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
RUCELLAI. (Firenze). Filosofo.. Crusca. Stemma
Rucellai Fu idiscepolo di Galileo e in
certa guisa il depositario e spositore delle opinioni metafìsiche professate
dal suo maestro. Di più: Quell'Orazio Ricasoli Rucellai in cui la scuola di
Galileo ebbe uno dei maggiori lumi. Rucellai
affermava di essere amico e confidente di Galilei ma ciò non corrisponde al
vero. In verità si erano incontrati solo una volta quando era stato suo ospite,
con altri, nella villa di Arcetri. Men che meno era stato suo studente. Quanto
poi alla metafisica di Galileo, i Dialoghi Filosofici parlano da soli. Quando cominciò a comporre i Dialoghi a
Firenze presero persino a chiamarlo "il nostro sapientissimo
Socrate". Ma anche questa era una bufala. Il fatto è che Rucellai, ogni
volta che componeva un dialogo, amava recitarlo a casa sua davanti a un
pubblico scelto di personaggi del bel mondo fiorentino. Che a casa
Ricasoli-Rucellai, una delle più ricche di Firenze, mangiavano e bevevano
gratis. Quindi più dialoghi recitava, più si gozzovigliava: per questo lo incitavano
a continuare. La verità è che Orazio
Rucellai, in filosofia, non volle, non seguitò la ragione; chiudendo gli occhi
alla scienza, in qualunque punto, non dice nero né bianco. Altro che discepolo
di Galileo anche se a Firenze, a questa panzana, ci credevano in molti. Non è un caso dunque se i Dialoghi furono
pubblicati per la prima volta solo e non per meriti filosofici ma soltanto
linguistici. Tali dialoghi vengon citati dal vocabolario della Crusca ed ottimo
avviso sarebbe stato il farne spoglio abbondante perché la loro favella è
veramente d'oro e, se lo stile procede talvolta prolisso, è sempre chiarissimo
ed elegante e à [sic] gran ricchezza di voci e frasi convenienti agli studj
speculativi. Forse è proprio per la sua
grande abilità nel farsi credere che, nel Granducato, la sua stella sembro' non
tramontare mai. Fu ambasciatore toscano prima presso Ladislao IV di Polonia e
poi alla corte dell'imperatore Ferdinando III. Venne nominato soprintendente
della Biblioteca Laurenziana, successivamente gli fu affidata la direzione
degli studi del principe Francesco Maria, e fu acclamato Priore dell'Accademia
della Crusca con lo pseudonimo di Imperfetto. Strano perché lui, invece, era un
perfetto: un perfetto bugiardo. Opere:Descrizione
della presa d'Argo e de gli amori di Linceo con Hipermestra, Opuscoli inediti di
celebri autori toscani, Prose e rime inedite di Rucellai Tommaso Buonaventura, Saggio
dei dialoghi filosofici d'Orazio Rucellai: testo di lingua; inedito, Saggio di
lettere d'Orazio Rucellai Anton Maria Salvini, Degli officii per la società
umana; dialogo filosofico inedito d'Orazio Rucellai, Della provvidenza:
dialoghi filosofici, Della morale; dialogo filosofico inedito d'Orazio
Ricasoli-Rucellai, 1Prose e rime inedite d'Orazio Rucellai Tommaso
Buonaventura. Terenzio Mamiani della
Rovere, Dialoghi di scienza prima, Parigi, Cesare Guasti, I dialoghi di
Torquato Tasso, Firenze, Antonio Maria Salvini, Saggio di lettere d'Orazio
Rvcellai e di testimonianze autorevoli in lode e difesa dell'Accademia della Crusca,
Firenze, Antonio Maria Salvini, Rivista universale: pubblicazione periodica, 18, Firenze, Terenzio Mamiani della Rovere, Giovan Battista Clemente Nelli, Vita e
commercio letterario di Galileo Galilei, Losanna, Augusto Alfani, Della Vita E
Degli Scritti Di Orazio Ricasoli Rucellai: Studio Critico, Firenze, Terenzio
Mamiani della Rovere, Dialoghi di scienza prima, Parigi, Cesare Guasti, I
dialoghi di Torquato Tasso, Firenze, Antonio Maria Salvini, Saggio di lettere
d'Orazio Rvcellai e di testimonianze autorevoli in lode e difesa dell'Accademia
della Crusca, Firenze, Rivista universale: pubblicazione periodica, Girolamo Tiraboschi, Storia della letteratura
italiana, Modena, Galileo Galilei. Orazio Ricasoli Rucellai, su
accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca.
RUFFOLO. (Cosenza). Filosofo. Nipote del pianista e
compositore Alfonso Rendano e fratello del designer Sergio Ruffolo e
dell'economista e uomo politico Giorgio Ruffolo. Tornato a Roma dal fronte
della Campagna Greco-Albanese della Seconda Guerra pluridecorato con 4 medaglie
al valore per diverse intrepide azioni contro il nemico, in cui venne ferito
con arma da fuoco trapassante il petto, organizzò in seno al Ministero
dell'Interno una cellula di resistenza partigiana, che gli valse l'attestazione
di Partigiano combattente e una medaglia di bronzo al valore Partigiano. Per
via della delazione di un componente del gruppo di Resistenza del fratello
Sergio, fu arrestato insieme al fratello, all'alba dell'8 maggio dalla Banda Pollastrini-Koch
e incarcerato dapprima alla Pensione Jaccarino in via Romagna, poi trasferito
verso metà maggio 1944, in Regina Coeli insieme al fratello Sergio, dove ebbero
a condividere la cella con Pintor e Salinari discutendo del dopo liberazione.
Trasferito sempre insieme al fratello Sergio, a via Tasso fu interrogato da
Herbert Kappler e separato dal fratello. L'iniziale sentenza di morte venne
commutata in deportazione. La mattina del 4 giugno, qualche ora prima
dell'ingresso degli alleati in Roma, all'abbandono di Roma da parte dei
Tedeschi, fu fatto uscire dal carcere insieme a un centinaio di prigionieri,
per essere avviato su uno dei 3 torpedoni in attesa a Piazza San Giovanni per
essere deportato in Germania. Il quarto torpedone fu invece quello destinato
all'eccidio di La Storta dove venne ucciso Bruno Buozzi. A questo proposito
riferisce nel suo resconto, che quella mattina del 4 giugno, le SS gli
impedirono il suo proposito di salire proprio su quel 4° torpedone, scostato
dagli altri, avvalorando la tesi che l'eccidio era premeditato e non una
reazione impulsiva del comandante. Quindi costretto a salire su uno dei
restanti 3 torpedoni, Nicola Ruffolo si gettò da uno di essi, mentre il
convoglio era in marcia, nella notte tra il 4 e il 5 giugno. Riuscì a far
perdere le tracce e a liberarsi nonostante le SS avessero fermato il convoglio
e lo avessero inseguito nella campagna nei pressi di Ficulle . Di tale
arresto e prigionia è dato conto in un suo racconto "Roma storia della mia
cattura e fuga dalle SS" pubblicato nel
su ilmiolibro a cura del figlio Andrea Ruffolo. Al termine della
guerra, avviò la carriera di Notaio a Grosseto. Fu uomo colto, conversatore
brillante con battute spesso umoristiche. Fu operato alle corde vocali per un
tumore e si trasferì con la famiglia a Roma. In occasione della
trasmissione RAI "Testimoni oculari" di Sergio Zavoli, circa la
detenzione a Via Tasso, venne intervistato il fratello Sergio. La sua
condizione di laringectomizzato per il tumore alle corde vocali, fu probabile
causa della mancata intervista. Tuttavia egli non è citato nella
trasmissione, in quanto il fratello Sergio omise di nominarlo nell'intervista,
causando uno spiacevole dissapore familiare, tenuto conto delle drammatiche e
indimenticabili circostanze di quei momenti vissuti insieme. Fu amico e
intrattenne corrispondenza tra gli altri, con Ruggero Orlando, Carlo Levi,
Ludovico Ragghianti, Iolena Baldini (giornalista di Paese Sera come Berenice), Antonello
Trombadori, Franca Valeri, Marcello Morante ( fratello di Elsa), Carlo Cassola,
il giornalista dell'Unità Mario Melloni ( Fortebraccio) per idee e per la
comune patologia tumorale, Antonio del Guercio, Angelo Maria Ripellino,
Francesco Gabrielli, Mario Rigoni Stern. Notevole la mole dei suoi
scritti rimasti inediti e il cui interesse di pensiero, investe gli argomenti
più disparati . Nicola Ruffolo è stato uno scrittore e filosofo italiano,
vincitore del premio Presidenza del Consiglio dei Ministri con l'opera poetico
filosofica 'La Cosmologica'. Fondatore del pensiero metafisico
possibilista basato sulle nuove teorie della relatività generale di Albert
Einstein e della fisica dei quanti di Niels Bohr. Tra le sue opere
letterarie pubblicate: "America... come pretesto" con la prefazione
di Ruggero Orlando, "Il possibilismo" con la prefazione di Walter
Mauro, "Guazzabuglio" con prefazione dell'orientalista Francesco
Gabrieli e illustrazioni di Andrea Ruffolo. Quadri di una esposizione,
Roma, Barone, Cosmologica, Roma, A. Signorelli, Guazzabuglio, Roma, Remo Croce,
Il possibilismo: suggerimento filosofico eutimistico-terapeutico, Roma, C.
Mancosu, Oltre le ali di Icaro, Roma, C. Mancosu, America... come pretesto,
Roma, Il ventaglio, Roma 1944: storia della mia cattura e fuga dai nazisti,
ilmiolibro, ristampato da Feltrinelli nel
con revisione -- Andrea Ruffolo Premi e riconoscimenti premio Nazionale
Presidenza del Consiglio dei Ministri con l'opera poetico filosofica La
Cosmologica Note Roma, Storia della mia
cattura e fuga | LaFeltrinelli.
RUGGIERO. (Napoli). Filosofo. Figlio
di Eugenio De Ruggiero e di Filomena d'Aiello, si laureò a Napoli. Egli era
particolarmente versato per gli studi filosofici e poté collaborare in riviste
specializzate come «La Cultura», la «Rivista di filosofia» e «La Critica» di Croce,
il quale favorì la pubblicazione del suo primo lavoro d'impegno, La filosofia
contemporanea. Collaboratore del Resto del Carlino di Mario Missiroli e della
«Voce» di Prezzolini, pubblicò in volume la Critica del concetto di cultura,
cui Croce rimproverò la mancata distinzione tra cultura e falsa cultura. In
filosofia, fu sempre idealista, senza aderire né allo storicismo crociano né
all'attualismo di Gentile, e in politica fu liberale, pur non risparmiando
critiche alla classe politica espressa dal Partito liberale. Tenne l'insegnamento prima a Messina, quindi
a Roma. Avendo aderito all'idealismo con Gentile e Croce, la sua rivendicazione
insieme a quest'ultimo dei valori del liberalismo lo rese un esponente di
spicco dell'opposizione al fascismo nell'ambito intellettuale. Aderì all'Unione
Nazionale di Giovanni Amendola; Fu tra i firmatari del Manifesto degli
intellettuali antifascisti, redatto da Croce. Per non perdere la cattedra
universitaria prestò il giuramento di fedeltà al fascismo ma ciò non gli impedì
di essere destituito dall'insegnamento alcuni anni dopo e poi arrestato. Fu
liberato alla caduta del fascismo. In seguito fu rettore dell'Roma. Il suo
impegno politico si manifestò nel Partito d'Azione, del quale fu tra i primi ad
aderire. Ricoprì l'incarico di Ministro della Pubblica Istruzione nel Governo
Bonomi II e successivamente fu nominato
deputato della Consulta Nazionale. Fu autore, tra le altre opere, di una
imponente Storia della filosofia e di
una Storia del liberalismo europeo, entrambe presso Laterza. È stato anche presidente generale del Corpo
Nazionale Giovani Esploratori Italiani. In seguito alla sua morte avvenuta a Roma, le
spoglie mortali furono portate e tuttora riposano nella cappella gentilizia di
Brusciano (Napoli), luogo d'origine della famiglia, sulla sua tomba è ancora
possibile leggere l'epitaffio scritto da Croce:
«Dalla cattedra e con gli scritti indagò nella storia del pensiero la
potenza di libertà costruttrice del mondo degli uomini, e, auspicando in tempi
oscuri il ritorno alla ragione fu alle nuove generazioni d'Italia maestro ed
apostolo di fede nell'umanità.» Opere: Storia
della filosofia,” “La filosofia greca'” Bari, Laterza, La filosofia del Cristianesimo,
Bari, Laterza, Rinascimento, riforma e controriforma, Bari, Laterza, La
filosofia moderna.L'età cartesiana, Bari, Laterza, L'età dell'Illuminismo, Bari, Laterza, Da Vico a Kant, Bari, Laterza, L'età del
Romanticismo, Bari, Laterza, Hegel,
Bari, Laterza, La filosofia contemporanea, Bari, Laterza, Critica del concetto
di cultura, Catania, Battia (check) La filosofia contemporanea, edizione, Bari,
Laterza, Il pensiero politico
meridionale nel secolo XVIII e XIX, Bari, Laterza, L'impero britannico dopo la
guerra, Firenze, Vallecchi, Storia del liberalismo europeo, Bari, Laterza, La
filosofia contemporanea, Bari, Laterza, Filosofi del Novecento, Bari, Laterza, L'esistenzialismo, Bari, Laterza, Scritti politici, R. De Felice, Bologna, Cappelli,
Lezioni sulla libertà, F. Mancuso,
Napoli, Guida Editore, Carteggio Croce-De Ruggiero, A. Schinaia e N. Ruggiero,
Bologna, Il Mulino, Note B. Croce, La
Critica, Simonetta Fiori, I professori che dissero "NO" al Duce, in
La Repubblica, Clementina Gily Reda, Guido De Ruggiero: un ritratto filosofico,
Napoli, Società editrice napoletana, Maria Luisa Cicalese, L'impegno di un
liberale. Guido De Ruggiero tra filosofia e politica, Firenze, Le Monnier, Deputati
della Consulta Nazionale Italiana Guido De Ruggiero, su TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Guido De Ruggiero / Guido De Ruggiero (altra versione), in Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Guido De Ruggiero, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Guido De
Ruggiero, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze Archivistiche. Opere di
Guido De Ruggiero, su Liber Liber. Opere
di Guido De Ruggiero, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Guido De
Ruggiero, . Guido De Ruggiero, su
storia.camera, Camera dei deputati. M.
Griffo, Guido De Ruggiero, la coscienza critica del liberalismo, su loccidentale. V. Sgambati, Guido de Ruggiero tra pensiero e
azione, tra ethos e pathos, su lacropoli.
l'11 maggio 4 marzo ).
PredecessoreRettore dell'Università "La Sapienza"SuccessoreSapienza
stemma.png Pietro De Francisci Giuseppe Carania
RUSCA.
(Venezia). Filosofo. Figlio di Giovanni Rusca, nativo di Lugano che si era trasferito
nella città lagunare, cugino di Girolamo Rusca, padre domenicano e vescovo di
Cattaro e Capodistria, appartenenti all'antica famiglia comasca dei Rusca.
Altre fonti lo indicano di «famiglia padovana», riferendosi probabilmente alla
sua carriera religiosa. Entrò infatti a far parte dei frati francescani
conventuali, sebbene non del convento padovano ma di quello veneziano dei
frari, conseguì la laurea in teologia e in filosofia e servì come vicario
generale di Padova della Congregazione del Sant'Uffizio. Ricoprì quindi il
ruolo di Inquisitore di Adria-Rovigo, e in questo periodo diede alle stampe
l'opera Syllogistica methodus, dedicata a Pietro Ottobono, e fece stampare
diverse opere di Matteo Ferchio (il De caelesti substantia, il De fabulis
palaestini stagni ad aures Aristotelis peripateticorum principis e l' Epitome
theologica). Lo stemma araldico della famiglia Rusca, il cui scudo
fu anche utilizzato da Pietro Martire Rusca per il suo stemma episcopale.
Vescovo di Caorle Il 10 gennaio 1656, papa Alessandro VII nomina il Rusca
vescovo di Caorle, sebbene il Gauchat collochi la nomina il 14 febbraio dello
stesso anno. Fu consacrato il successivo 20 febbraio dal cardinale Marcantonio
Bragadin. In qualità di vescovo di Caorle, fu uno dei presuli che più si
spese per le necessità della sua diocesi. È infatti ricordato per gli imponenti
restauri della cattedrale che volle fossero eseguiti per salvare l'edificio
dall'imminente rovina. Durante questi restauri ricoprì il soffitto della
cattedrale con stucchi e diede all'edificio una struttura barocca. Quindi, non
esistendo notizia storica della data della precedente consacrazione della
cattedrale, provvide a riconsacrarla, apponendo alle pareti dodici croci in
cotto, tuttora conservate. Inoltre fece completare la realizzazione dei nuovi
reliquiari per le insigne reliquie dei santi patroni (Santo Stefano
protomartire, Santa Margherita di Antiochia e San Gilberto di Sempringham),
fatti iniziare dal predecessore Giorgio Darmini, e provvide al rinforzo della
struttura del campanile. Al completamento di tutti i lavori, nel 1665, volle
che alle solenni celebrazioni presenziassero musici provenienti da Venezia. A
memoria di tutto ciò, resta la lapide, ora affisse alla parete sinistra del
duomo (un tempo posta sopra il portone d'ingresso), che recita: «D.O.M.
LÆVITÆ STEPHANO PROTOMARTYRI FR·PETRVS MARTYR RVSCA EPVSCONSECRAVITMARINO
VIZZAMANO PRÆTORE M·D·C·L·XV·III CAL SEP·» (A Dio ottimo massimoal levita
Stefano protomartirefra' Pietro Martire Rusca vescovoconsacròessendo podestà
Marino Vizzamano1665, 3 (giorni alle) calende di settembre.) L'interpretazione
della data è da sempre stata dubbia; alcuni infatti ritengono che si riferisca
al 1º settembre, attaccando il III all'anno, che così diverrebbe il 1668.
Tuttavia la versione oggi comunemente accettata è quella riportata sopra,
cosicché il giorno della dedicazione della chiesa è celebrato il 30 agosto.
Questa è anche la versione esplicitamente riportata dal Gams. Il vescovo
Rusca è anche ricordato per la sua premura nel risollevare le sorti economiche
della diocesi. Ripristinò la mensa episcopale e provvide al sostentamento dei
sacerdoti istituendone la confraternita. Inoltre, come si evince dai suoi atti,
si adoperò per correggere i comportamenti dei fedeli e dei sacerdoti stessi. Fece
erigere nella cattedrale un altare dedicato a Sant'Antonio di Padova, in
seguito ricostruito dal vescovo Francesco Trevisan Suarez, poi asportato
all'inizio del 1900 ed oggi conservato nel Santuario della Madonna di Monte
Santo di Gorizia. In Duomo a Caorle resta la pala d'altare del Santo con la
lapide, affissa alla parete destra dove sorgeva l'altare, che recita:
«ILL.MI ET RMI EPI CAPRVLEN. VNAM MISSAM LECTAM QVOTIDIE, ET DVAS CANTATAS
QVOLIBET MENSE AD HOC ALTARE S. ANTONII CELEBRARI CVRANTO TENENTVR VT IN ACTIS
D. OCTAVII RODVLPHI NOT. VEN. DIEI XIV MENSIS IAN. MDCLXXI AB INCAR. FR. PETRVS
MARTYR RVSCA EPVS CAPRVLEN. EREXIT VNIVIT DISPOSVIT» (Illustrissimi e
reverendissimi vescovi caprulensi, abbiate cura che una messa letta quotidiana
e due cantate in qualsivoglia mese siano celebrate a questo altare di S.
Antonio, ne sono tenuti come dagli atti del signor Ottavio Rodolfo notaio
veneziano del giorno 14 mese di gennaio 1671 dall'Incarnazione. Fra' Pietro
Martire Rusca vescovo di Caorle eresse, unì, dispose.) Sempre nello stesso anno
consacrò la chiesa di Santa Maria Elisabetta al Lido di Venezia. Morì nel
convento dei Frari a Venezia, tra le lacrime di molti fedeli. Genealogia
episcopale Cardinale Guillaume d'Estouteville, O.S.B.Clun. Papa Sisto IV Papa
Giulio II Cardinale Raffaele Riario Papa Leone X Papa Paolo III Cardinale
Francesco Pisani Cardinale Alfonso Gesualdo Papa Clemente VIII Cardinale Pietro
Aldobrandini Cardinale Laudivio Zacchia Cardinale Antonio Marcello Barberini,
O.F.M.Cap. Cardinale Marcantonio Bragadin Pietro Martire Rusca, O.F.M.Conv. Bishop
Pietro Martire Rusca O.F.M. Conv., su catholic-hierarchy.org. Roberto
Rusca, Il Rusco, overo dell'historia della famiglia Rusca, Nicola Giacinto
Marta, Venezia, Bonaventura Perissuti, Notizie divote ed erudite intorno alla
Vita ed all' insigne Basilica di S. Antonio di Padova, Padova, Flaminio Corner, Notizie storiche delle chiese
e monasteri di Venezia, e di Torcello, Giovanni Manfrè, Padova, Giovanni
Giacinto Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S.
Francisci, S. Michaelis ad ripam apud Linum Contedini, Romae 1806 Trino
Bottani, Saggio di Storia della Città di Caorle, nella Tipografia di Pietro
Bernardi, Venezia, Giovanni Musolino, Storia di Caorle, La Tipografica,
Venezia, Paolo Francesco Gusso e Renata Candiago Gandolfo, Caorle Sacra,
Marcianum Press, Venezia,
Ferdinando Ughelli, Italia sacra sive de episcopis Italiæ, et insularum adjacentium,
Venezia, apud Sebastianum Coleti, Patrick Gauchat, Hierarchia Catholica Medii
Et Recentioris Aevi (Vol IV), Münster, Libraria Regensbergiana, Riporta l'Ughelli che la data di costruzione è
il 1038, ma non è riportato l'atto di consacrazione dell'edificio Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum
Ecclesiae Catholicae, Leipzig, Rusca (famiglia) Duomo di Caorle Diocesi di
Caorle David M. Cheney, Pietro Martire Rusca,. Francesco Antonio Boscaroli
Ellenco elenco “filosofo” description
wikicheck
RUSCONI.
(Meda).
Filosofo. Professore a Torino, laureato in filosofia, esordì come docente a
Trento. Fu chiamato a Torino. Dopo una monografia dal titolo La teoria critica
della società, si è dedicato soprattutto allo studio della società tedesca e
della storia della Germania nel Novecento, in un continuo raffronto con la
situazione italiana. Fu tra gli animatori della rivista Laboratorio politico. È
stato direttore dell'Istituto storico italo-germanico di Trento. Editorialista del quotidiano La Stampa, è
stato anche Visiting Professor presso la Freie Universität di Berlino. È
sposato con la sociologa Chiara Saraceno.
Opere: La crisi di Weimar. Crisi di sistema e sconfitta operaia,
(Einaudi) Scambio, minaccia, decisione. Elementi di sociologia politica (Il
Mulino) Capire la Germania. Un diario ragionato sulla questione tedesca (Il
Mulino) Se cessiamo di essere una nazione (Il Mulino , in cui ripercorre il
dibattito italiano e europeo sulla nazione e il suo rapporto con l'etnia -- osservando
come da certi punti di vista la nazione italiana è plurietnica. Resistenza e
postfascismo (Il Mulino), Come se Dio non ci fosse (Einaudi), Germania Italia
Europa. Dallo Stato di potenza alla «potenza civile» (Einaudi) Cefalonia.
Quando gli italiani si battono (Gli struzzi
Einaudi, L'azzardo (Il Mulino) Cavour e Bismarck. Due leader fra liberalismo
e cesarismo (Il Mulino) Cosa resta dell'Occidente (Laterza ) Marlene e Leni.
Seduzione, cinema e politica (Feltrinelli ) 1914: Attacco a occidente (Il
Mulino ) openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Registrazioni di Gian Enrico Rusconi, su RadioRadicale, Radio
Radicale. Gian Enrico Rusconi, su
treccani.
RUTA.
(Belmonte Castello). Filosofo. Visse a Napoli,
dove conobbe e frequentò Croce, e dove lo troviamo docente presso l'Istituto
superiore di scienze economiche e commerciali. Ingegno versatile, ha lasciato
opere di narrativa e di scienze politiche e sociali. Importante è stata anche
la sua opera di traduttore di testi di Nietzsche e Treitschke. Fu collaboratore
del quotidiano napoletano Il Mattino. Sviluppò teorie politiche in armonia con
l'ideologia del regime fascista. Opere:
“Il gusto d'amare, Nuova ed. Millennium,
Insaniapoli, Nuova ed. Edizioni Campus, Il segreto di Partenope, Napoli,
Nuova ed. Millennium, Visioni d'oriente e d'occidente: saggi di scienza della
storia e della poesia , La psiche sociale. Milano-Palermo-Napoli, Sandron
Editore, Il ritorno del genio: a proposito di una nuova edizione della
"Scienza Nuova" di G.B. Vico. Bari, Politica e ideologia. Milano,
Corbaccio, La necessità storica dell'Italia nuova, Napoli, Traduzioni Otto Braun, Diario e lettere, traduzione e preparazione
di E.R. Bari, Nietzsche, La nascita della tragedia ovvero Ellenismo e
pessimismo, traduzione e prefazione di E.R. Bari, Heinrich von Treitschke, La Francia
dal primo impero, traduzione di E.R. Bari, Heinrich von Treitschke, La politica,
traduzione di E.R. Bari, Anche i filosofi si innamorano di Ezio Pelino, 6 marzo
, sito "Cultura in Abruzzo".
SACCHI (Casa Matta di Siziano). Filosofo. La sua
produzione fu molto abbondante e abbracciò i campi più diversi della filosofia.
A differenza di altri poligrafi del tempo la sua scrittura era basata su una
solida formazione e un sapere quasi enciclopedico, per cui i suoi scritti, pur
influenzati -soprattutto nella forma- dalle mode culturali del tempo,
mantengono anche oggi un indubbio valore. A Pavia condusse i suoi studi, che
dapprincipio si indirizzarono alla filosofia. Tra i suoi maestri vi fu Romagnosi;
fu corrispondente di Fauriel e Gioia. Si sposò con Erminia Rossi, di Milano, e
l'anno successivo la coppia si trasferì nel capoluogo lombardo, dove però ben
presto la sposa morì di parto, il che costituì per lui una perdita che lo
afflisse per il resto dei suoi giorni. A riprova del grande affetto e
dell'altrettanto grande dolore che egli nutrì per la moglie, oltre a ciò che
scrive esplicitamente nella propria autobiografia: "Morì con la forza d'animo d'un filosofo,
colla soavità d'un angelo …Io l'amo ancora come se fosse viva, e l'amo a segno
che qualche momento mi pare di vederla e di parlarle…", si può rilevare un
personaggio di un suo racconto, in cui è facile scorgere un ritratto della sua
dolce Erminia, morta appena un anno prima: «Era presente una zia, tutta buona,
tutta soave, che amava tanto i fanciulli; e di recente sposa e contenta, solo
desiderava che il cielo anche di questi la facesse beata a compenso delle
afflizioni sostenute nella sua giovinezza; ma l’infelice avea un desiderio, del
quale l’essere esaudita dovea riescirle mortale. Una lagrima intanto di
compiacenza spuntava sul ciglio dello sposo, sventurato! e non sapeva essere
foriera dell’interminato pianto che l’attendeva, quando in breve, perdendola,
dovea rimanere il più misero dei viventi.»
(Defendente SACCHI, Cose inutili, Milano) L'attività editoriale Oltre ai
romanzi ed alle monografie maggiori, innumerevoli sono gli articoli da lui
pubblicati nelle più importanti riviste culturali del tempo: lo «Spettatore
Italiano», la «Minerva Ticinese», gli «Annali universali di Statistica», la
«Gazzetta Privilegiata di Milano», il «Pirata», il «Cosmorama pittorico»,
l'«Annotatore piemontese», la «Vespa», la «Farfalla», l'«Eco», «Il Barbiere di
Siviglia», l'«Indicatore lombardo», il «Ricoglitore», la «Rivista Europea». In particolare, dal 1835 fino alla morte fu
direttore del «Cosmorama Pittorico»; inoltre era riconosciuto di fatto come
l'animatore e il personaggio di spicco della «Gazzetta Privilegiata di Milano»
(diretta da Angelo Lambertini). La sua
feconda attività e la sua facilità espositiva si spiegano anche col fatto che,
per problemi fisici alla mano, era solito dettare i suoi testi. Ritratto Un "Ritratto di Defendente
Sacchi", opera di Pelagio Palagi, è conservato presso la Galleria d'Arte
Moderna di Bologna. In esso l'autore ha alle spalle i volumi di quella che
doveva essere la sua ricca biblioteca, a sottolineare l'attaccamento di Sacchi
alle lettere e al sapere. L'immagine sembra confermare le impressioni sul suo
aspetto fisico da parte di G.B. Cremonesi nell'introduzione ad una ristampa del
1841 di L'albero dei sospiri: "Era piccolo di persona e non bello di
aspetto, benché i suoi lineamenti presentassero un non so che di piacevole nel
tutt'insieme e di sereno" La sua ricca e documentata attività editoriale
gli valse numerosi riconoscimenti (ad esempio, fu ammesso come socio nella
"Reale Accademia delle Scienze di Torino"). A coronamento dei suoi
interessi artistici, istituì a Pavia una Civica Scuola di Pittura. La sua prematura scomparsa venne imputata alla
gracilità del fisico, spesso malato e provato da dolori, cui si aggiungevano le
pene per la perdita della moglie e della figlia ("La natura gli aveva data
un costituzione gracile; l'applicazione e più sventure l'indebolirono. Tre anni
e più fu egli travagliato da forti dolori" Cremonesi: Opere: Nella
molteplicità della sua produzione, si segnalano in particolare: “La Storia della filosofia greca,” La
Collezione dei Classici Metafisici pubblicata insieme a Rolla e Germani, La
Vita di Lorenzo Mascheroni, con la raccolta di alcuni suoi scritti inediti; Il
romanzo storico I Lambertazzi e i Geremei, (di cui vennero fatte diverse
edizioni); L'altro romanzo di successo, La pianta dei sospiri (due edizioni;
tradotta anche in francese) Le Antichità romantiche d'Italia (cui collaborò
anche il cugino Giuseppe Sacchi); La traduzione del Diritto pubblico
universale, o sia Diritto di Natura e delle Genti di Giovanni Maria Lampredi della "Biblioteca Scelta di opere
tradotte dal latino") I Saggi su gli Uomini Utili e Benefattori del Genere
Umano (nella stessa "Biblioteca scelta") I suoi biografi ricordano
anche che egli si riproponeva di pubblicare un lavoro di grande respiro dal
titolo I voti dell'Italia, il cui manoscritto però avrebbe egli stesso dato
alle fiamme. Su Defendente Sacchi Innocenzio De Cesare,
Defendente Sacchi, in "L'Omnibus Pittoresco", Cenni di G. B.
Cremonesi in: D. Sacchi La pianta dei sospiri, Milano, Silvestri, Autobiografia
(prefazione e commento di Maria Fanny
Sacchi), Pavia, Bizzoni, Filosofo, critico, narratore (presentazione di Emilio
Gabba e Dante Zanetti), Milano, Cisalpino, ["Fonti e studi storia dell'Pavia" Storia
della filosofia greca, Pavia, Capelli, Elogio di Condillac, Pavia, Bizzoni, Della
filosofia di Socrate (dissertazione), Pavia, Bizzoni, I trovatori e le galanterie nel Medio evo,
Milano, Ripamonti Carpano, Oriele o Lettere di due amanti, Pavia, Bizzoni (rist. Milano, Borroni e Scotti; Genova, Dario
Rossi, orenzo Mascheroni, Poesie edite ed inedite ... Raccolte e pubblicate per
cura di Defendente Sacchi, Pavia, Bizzoni, La pianta dei sospiri (romanzo),
Lodi, Orcesi, Milano, Silvestri, facsimile del testo online dalla Biblioteca
Braidense Marcellina, ou l'Arbre des
soupirs, roman traduit de l'italien, par M. Camille de Lagracinière, Paris, C. Béchet,
Geltrude. Romanzo italiano con note storiche, Milano, Bettoni, Diritto pubblico
universale di Gio. Maria Lampredi volgarizzato, Milano, Silvestri, Defendente
Sacchi e Giuseppe Sacchi, "I fregi simbolici di San Michele in
Pavia", Antichita romaniche d'Italia, e Giuseppe Sacchi, Antichità
romantiche d'Italia epoca prima -seconda, Milano, Stella, e Giuseppe Sacchi,
Della condizione economica, morale e politica degli italiani nei bassi tempi.
Saggio primo intorno all'architettura simbolica, civile e militare, usata in
Italia nei secoli 6°, 7° e 8° e intorno all'origine de' Longobardi, alla loro
dominazione in Italia, alla divisione dei due popoli ed ai loro usi, culto e
costumi, Milano, Stella, Della
condizione economica, morale e politica degli Italiani ne' tempi municipali.
Sulle feste, e sull'origine, stato e decadenza de' municipii italiani nel
Medioevo. Saggi due, Milano, Stella, Della condizione, economica, morale e
politica degli Italiani nei tempi Municipali, Annali universali di statistica
economia pubblica, storia, viaggi e commercio, Defendente Sacchi, Intorno
all'indole della letteratura italiana nel sec. XIX, ossia della letteratura
civile, con un'appendice intorno alla poesia eroica, sacra e alle belle arti.
Saggio, Pavia, Luigi Landoni, Defendente Sacchi e Giuseppe Sacchi, Intorno alle
dighe marmoree o murazzi alla laguna di Venezia ed alla istituzione del porto
franco, Milano, Editori degli Annali Universali delle Scienze e dell'Industria,
Miscellanea di lettere ed arti, Pavia, Bizzoni, I Lambertazzi e i Geremei o le
fazioni di Bologna nel secolo 13° : cronaca di un trovatore, Milano, Stella, L'arca
di Sant'Agostino : monumento in marmo del secolo 14. ora esistente nella chiesa
cattedrale di Pavia, colle illustrazionii, Pavia, Fusi e C., Varietà
letterarie, o Saggi intorno alle costumanze, alle arti, agli uomini e alle
donne illustri d'Italia del secolo presente, Milano, Stella, A Cesare Cantu :
intorno alla pasta, alla smania musicale del secolo, a Volta e a' progetti pel
monumento da erigersegli in Como ed a qualche buona o cattiva moda della
capitale: lettera inutile, Milano, Stella, Cose inutili, Milano, Visaj, Teodote
: storia del secolo VIII, Milano, Nervetti, Le belle arti in Milano nell'anno 1832, Nuovo
Raccoglitore, "Nuove questioni sull'architettura rituale in relazione alle
opinioni del conte Cordero di San Quintino e dell'avvocato Robolini", in
Annali Universali di Statistica, e Giuseppe Sacchi, Le arti e l'industria in
Lombardia, Milano, Visaj, Leopoldo Cicognara, Del bello: ragionamenti (con le
notizie su la vita e le opere dell'autore compilate da Defendente Sacchi),
Milano, Silvestri, Instituti di beneficenza a Torino (relazione), Milano, a
Società degli editori degli annali universali delle scienze e dell'industria,Lezioni
d'un parroco sul cholera, Milano, Bravetta, Gli asili dell'infanzia: loro
utilità ed ordinamento. Memorie popolari italiane Milano, Manini, Novelle e
racconti, Milano, Manini, L' Arco della Pace a Milano descritto e illustrato e
pubblicato per la fausta inaugurazione fatta da S.M.I.R.A. Ferdinando 1,
Milano, Manini, Bernardino Luino, Cosmorama pittorico, Le streghe. Dono del
folletto alle signore, Milano, Manini, Uomini utili e benefattori del genere
umano (saggi), Milano, Silvestri, Amori e vicende dei quattro sommi poeti
italiani: Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso. Studi storici-biografici, Milano,
Vallardi, s. a. Defendente Sacchi, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Defendente
Sacchi, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Defendente Sacchi, in Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Defendente Sacchi, su Liber
Liber. Opere di Defendente Sacchi, su
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Defendente Sacchi, . Opere di
Defendente Sacchi, su Progetto Gutenberg.
SACHELI. (Canicattì). Filosofo. Nato da Vincenzo e
Calogera Rinaldi, rimase orfano di padre a 13 anni, frequentò le scuole
primarie nella sua cittadina natale per poi trasferirsi a Caltanissetta, dove,
ospite di uno zio materno, frequentò il liceo.
Fu iniziato in Massoneria nella loggia Felice Cavallotti di Agrigento, e
nel 1917 divenne Maestro massone.
Laureato in filosofia all'Palermo ndove fu allievo di Giovanni Antonio
Colozza e Cosmo Guastellafu dapprima insegnante di scuola superiore a Bologna,
Girgenti, Caltanissetta e Bressanone, e al Liceo ginnasio Andrea D'Oria di
Genova. Nel capoluogo ligure, Sacheli iniziò la sua carriera accademica come
libero docente. Successivamente insegnò la stessa disciplina alle Cagliari e di
Messina, dove conseguì la docenza ordinaria.
Morì a Taormina, dove si era stabilito per sfuggire ai violenti
bombardamenti alleati che colpirono Messina. Con i suoi saggi diede un apporto
all'approfondimento all'interpretazione della filosofia di Sant'Agostino, di
San Tommaso e di Jean-Jacques Rousseau. Numerose sono le opere filosofiche da
lui composte. "La carità del natio loco" lo spinse anche a scrivere
sulle tradizioni, i miti e le leggende di Canicattì, collaborando con la
rivista Sicania e pubblicando i risultati delle sue ricerche nelle Linee di
folklore canicattinese. Opere Linee di
Folklore canicattinese, Acireale, tip. Popolare, Indagini etiche: i criteri, il
problema dell'etica, Milano, Remo Sandron, Atto e valore, Firenze, Sansoni, Ragion
pratica: preliminari critici, Firenze, Sansoni,Crisi della Pedagogia, Roma,
Perrella, Concetto di didattica, Messina, G. D'Anna, C. Ottaviano, Sophia:
rassegna critica di filosofia e storia della filosofia, CEDAM, V. Gnocchini,
L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo, Calogero Angelo Sacheli, su liberliber. Opere
di Calogero Angelo Sacheli, su Liber Liber.
G. Ferrante, Biografia di Calogero Angelo Sacheli, su canicatti-centrodoc.
SAITTA. (Gagliano Castelferrato). Filosofo. Allievo di Gentile,
fu seguace e interprete del suo idealismo attuale. Nato da Giovanni Saitta e
Angela Confalone, una famiglia di agricoltori e proprietari terrieri, fu
mandato a studiare in seminario nel collegio di Nicosia e quindi nel liceo di
Monreale, per essere avviato alla carriera ecclesiastica. Ricevuti gli ordini
sacri, conseguì due anni dopo la laurea in lettere a Palermo, ma dismetterà
l'abito sacerdotale a seguito di una crisi interiore che lo indusse ad
allontanarsi dalla Chiesa cattolica.
Frequentando le lezioni di Gentile, si accostò al suo idealismo,
laureandosi in filosofia col massimo dei voti. Aveva cominciato intanto a
insegnare lettere nei licei di Terranova e Lucera, mentre divenne professore di
filosofia nei licei statali di Cagliari, Sassari, Fano, Faenza, e negli
istituti Galvani e Minghetti di Bologna. Ottenne una cattedra universitaria di
filosofia a Firenze, per passare negli anni seguenti all'Cagliari, di Pisa, e a
quella di Bologna. Direttore della «Vita Nova» Aveva inoltre collaborato a
varie riviste come il «Giornale critico della filosofia italiana», «Levana», e
poi soprattutto «Vita Nova», periodico mensile bolognese fondato da Arpinati e
vicino a Gentile, di cui Saitta assunse la direzione mantenendola fino alla sua
soppressione. Della rivista, organo dell'Università fascista di Bologna, curò
la rubrica Noi e gli altriSpunto polemico, firmando i suoi interventi con lo
pseudonimo di "Rusticus", distinguendosi per i toni accesi e le
posizioni anticlericali e anti-concordatarie, che lo portarono a scontrarsi con
esponenti cattolici della stessa scuola gentiliana, in particolare Armando
Carlini. Saitta aderiva infatti a una
concezione movimentistica e rivoluzionaria del regime fascista del suo tempo,
che interpretava come il compimento dei valori romantici del Risorgimento,
intendendo la nazione in senso hegeliano quale sintesi tra individuale e
universale. Rispetto a Carlini che appariva più freddo e accademico, Saitta col
suo attivismo riusciva a esercitare una forte capacità di attrazione verso i
giovani, tra cui un suo allievo universitario, Delio Cantimori, che ebbe come
collaboratore alla «Vita Nova». «Così si
sviluppò quella tendenza a preferire la scuola di storia della filosofia [di
Saitta] dove la preparazione di tipo scolastico e le esigenze tecniche erano
minori, ma dove si sentiva un calore ideale, una passione filosofica, un
fervore per la verità, e una forza di convinzione spesso dura, e più che dura,
ma più vicina a quei sentimenti e a quelle esigenze giovanili, una decisione
innovatrice suggestiva e che sembrava offrire un orientamento non meramente
accademico per la soluzione di quei problemi.»
(Delio Cantimori, articolo sul «Giornale critico della filosofia
italiana», ora in Politica e storia contemporanea, Luisa Mangoni, Einaudi,)
L'idealismo attuale di Saitta Saitta del resto, accogliendo la concezione
gentiliana dell'atto come perenne autocreazione del pensiero che tutto
comprende, aveva sviluppato una visione attualistica dell'idealismo non
riducibile a una teoria statica, bensì intesa come azione e continuo dinamismo,
che lo portava a esaltare la libertà creativa della ragione umana contro ogni
forma di oggettività e di dogmatismo. Da qui la sua accentuazione della
polemica anti-religiosa, e la riscoperta, nel solco delle tesi formulate da Spaventa
e dallo stesso Gentile, delle correnti immanentistiche della filosofia
rinascimentale italiana che egli poneva a fondamento della genesi
dell'idealismo moderno. Questo
immanentismo, per il quale Dio si esprime nell'attività dello spirito umano, è
per Saitta un «reale umanismo» che rende possibile la libertà dell'individuo,
nella quale consiste la «nuova coscienza illuministica» della religione moderna
da lui contrapposta a quella tradizionale, oppressiva e decadente, della
trascendenza. Per difendere la libertà
del soggetto da ogni autoritarismo e sopraffazione, Saitta si è schierato
tuttavia non solo contro il dualismo platonico, la teologia di impianto
tomistico e la neoscolastica, ma in parte anche contro lo stesso idealismo di
Hegel che ha finito per oggettivare la ragione facendone un sistema assoluto da
lui ritenuto «all'origine degli schiavismi moderni». Persino nell'attualismo di Gentile sarebbe
rimasto un retaggio della vecchia teologia trascendente, quando esso
attribuisce lo Spirito ad un Io assoluto anziché ai singoli individui: sono
costoro per Saitta i veri creatori di valori spirituali, coloro cioè in cui va
identificato il Soggetto trascendentale. Egli in tal modo intendeva preservare
la portata stessa dell'atto creativo del pensiero dell'idealismo gentiliano,
rivestendolo di significati empirici, positivistici, contigenti, ripresi anche
da autori come Rousseau e Feuerbach. Saitta condusse una vita sempre appartata,
durante i quali si sarebbe progressivamente riavvicinato alla fede
cattolica. A Gagliano Castelferrato, suo
paese nativo, gli è stata intitolata una piazza dove è stato collocato un parco
giochi per bambini. Molti anni prima gli era stata intitolata una strada che usualmente,
però, ha continuato ad essere chiamata Via Roma. Più tardi gli venne intitolato
l'Istituto Professionale Femminile di Stato.
Opere: “Lo spirito come eticità (Bologna, Zanichelli); 2ª ed. corretta e
accresciuta La teoria dello spirito come eticità (Bologna, Zanichelli,) La
personalità umana e la nuova coscienza illuministica (Genova, Emiliano Degli
Orfini) La libertà umana e l'esistenza (Firenze, Sansoni) Il problema di Dio e
la filosofia dell'immanenza (Bologna, Cesare Zuffi). Oltre alle opere di natura
propriamente filosofica, si è a occupato di storia della filosofia, dai greci
all'età moderna, soffermandosi sul Rinascimento e i pensatori italiani, in
particolare Ficino: La scolastica del
secolo XVI e la politica dei Gesuiti (Torino, Bocca,) Le origini del neotomismo
nel secolo XIX (Bari, Laterza) Il pensiero di Gioberti (Messina, Principato, Firenze,
Vallecchi La filosofia di Ficino (Messina, Principato); riedita come Marsilio
Ficino e la filosofia dell'Umanesimo (Bologna, Fiammenghi & Nanni)
L'educazione dell'umanesimo in Italia (Venezia, La Nuova Italia) Filosofia
italiana ed umanesimo (Venezia, La Nuova Italia, Leone Ebreo, su treccani, Gioberti
Vincenzo, su treccani, Il carattere della filosofia tomistica (Firenze,
Sansoni, La teoria dell'amore e l'educazione del Rinascimento (Bologna,
U.P.E.B.) L'illuminismo della sofistica greca (Milano, Bocca) Il pensiero
italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento (Bologna, Cesare Zuffi, Cusano e
l'Umanesimo italiano, con altri saggi sul Rinascimento (Bologna, Tamari). Ettore
Centineo, Ricordo, rticolo su «Giornale critico della filosofia italiana», Firenze,
Sansoni, treccani, Albano Sorbelli,
L'Archiginnasio: bollettino della Biblioteca comunale di Bologna, direzione di Franco Bergonzoni, Regia tipografia
dei fratelli Merlani, Università degli studi di Firenze, su siusa.archivi.beniculturali. S. Salustri, L'Università fascista di
Bologna: un modello di Accademia per il regime?, in «Accademie e scuole:
istituzioni, luoghi, personaggi, immagini della cultura e del potere», Daniela Novarese, Milano, Giuffrè, . Vittore Pisani, Paideia, Casa editrice
Paideia, Roberto Pertici, Storia della storiografia, Jaca Book, L. Mangoni, L'interventismo della
cultura. Intellettuali e riviste del fascismo, Bari, Laterza, Roberto Pertici, Storia della storiografia, Roberto
Pertici, Storia della storiografia, Cantimori ricorderà con commozione
l'«irrequietezza spirituale della scuola di Saitta» e la sua «attenzione volta
ad argomenti quasi ignorati dalla cultura italiana» (cit. da Bruno Valerio
Bandini, Storia e storiografia: studi su Delio Cantimori. Atti del convegno tenuto
a Russi Editori Riuniti). Cit. in
Roberto Pertici, Storia della storiografia, Eugenio Garin, Cronache di
filosofia italiana, Bari, Laterza, Gianfranco Morra, L'immanentismo assoluto di
Giuseppe Saitta, articolo sul «Giornale critico della filosofia italiana», «Il
Saitta, forse meglio di ogni altro, intese dell'attualismo l'istanza realmente
umanistica, e di un "reale umanismo": e questa appunto volle
sottolineare e difendere contro ogni mistificazione. Così lo vediamo ridurre
tutta la dialettica gentiliana a lotta sempre risorgente fra ragione umana
liberatrice e costruttrice di una società di uomini liberi, e religione
tradizionale cristallizzata nelle oppressioni di strutture chiesastiche
portatrici di una "filosofia di morte"» (Eugenio Garin, Cronache di
filosofia italiana. Roberto Melchiorre, Storiografi italiani del Novecento, Aletti
Editore. Ricordo di Giuseppe Saitta , su archiviostorico.unibo. Sommario dei libri, su gaglianocastelferrato.com.
«La filosofia moderna come celebrazione
della soggettività è quasi tutta sbozzata con Marsilio Ficino. Con lui, anziché
col Campanella, come da altri è stato frequentemente ripetuto, s'inizia quella
teoria della conoscenza, che sbocca con profonda e potente originalità in Kant»
(Giuseppe Saitta, Marsilio Ficino e la filosofia dell'Umanesimo, Bologna,
Fiammenghi & Nanni). Ettore
Centineo, Ricordo di Giuseppe Saitta, su «Giornale critico della filosofia italiana»,
Firenze, Sansoni, Gianfranco Morra, L'immanentismo assoluto di Giuseppe Saitta,
su «Giornale critico della filosofia italiana»,Eugenio Garin, Cronache di
filosofia italiana Bari, Laterza, Roberto
Melchiorre, Storiografi italiani del Novecento, Villalba di Guidonia, Aletti
Editore, Attualismo (filosofia)
Filosofia rinascimentale Idealismo italiano Delio Cantimori Gentile Ricordo, su archiviostorico.unibo. treccani bibliotecasalaborsa.
SALUTATI.
(Stignano). Filosofo. Vedo
che ignori quanto sia dolce l'amor di patria: se ciò fosse utile alla difesa e
all'ampliamento [della patria], non [ti] sembrerebbe un crimine penoso, nè un
delitto scellerato, il fracassare con la scure il capo del proprio padre, o
ammazzare i fratelli, o cavare con la spada dal grembo della moglie il figlio
prematuro...» (Epistolario, a Ser Andrea di Conte). Cancelliere di Firenze/ Figura culturale di
riferimento dell'umanesimo a Firenze, in qualità di discepolo del Boccaccio e
precettore di Poggio Bracciolini e Leonardo Bruni. Considerato uno dei
più importanti uomini di governo tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo,
Coluccio Salutati, nei suoi trent'anni di cancelliere della Repubblica di
Firenze, svolse un importantissimo ruolo diplomatico nel frenare le ambizioni
del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, intenzionato a creare uno Stato
comprendente l'Italia centro-settentrionale. Nel contesto di questa lotta
elaborò la sua dottrina della libertas fiorentina. Oltre all'impegno politico,
il Salutati svolse un importante ruolo nella diffusione dell'umanesimo
petrarchesco e boccacciano, divenendone l'esponente più importante e il
praeceptor della prima generazionedegli umanisti. Il suo lascito più importante
presso i posteri fu la codificazione "civile" dell'umanesimo, cioè
l'uso dello spirito e dei valori dell'antichità classica all'interno dell'agone
politico internazionale. Grazie a Salutati (autore tra l'altro di un vastissimo
epistolario e di trattati politici, filosofici e letterari), difatti, il mito
della florentina libertas, cioè di quel complesso di valori ispirati alla
libertà promosso dall'ordinamento politico fiorentino, si rafforzò enormemente
sotto il suo cancellierato, e fu utilizzato quale strumento diplomatico per
accrescere il prestigio di Firenze presso gli altri Stati della Penisola.
La casa natale di Coluccio Salutati a Stignano, frazione di Buggiano. Origini e
formazione giuridica Nato a Stignano in Valdinievole (oggi frazione di
Buggiano, in provincia di Pistoia), Lino Coluccio Salutati fu costretto, a
pochi mesi dalla nascita, ad abbandonare il luogo natìo per raggiungere il
padre Piero (detto dal Villani «di buoni costumi e di prudenzia
laudabile») a Bologna, ove il genitore serviva il signore della città Taddeo
Pepoli, che a sua volta garantiva protezione alla famiglia Salutati. Nella
città felsinea Coluccio compì, per volontà paterna (ma più probabilmente del
Pepoli che, morto Piero Salutati nel 1341, aveva preso sotto la sua protezione
la famiglia e il giovane Coluccio in particolare), studi giuridici, benché
fosse maggiormente interessato alle discipline letterarie, e seguì le lezioni
di logica e di grammatica di Pietro da Moglio. Coluccio, ormai
diciannovenne, lascia Bologna a causa anche della caduta dei Pepoli e ritorna a
Stignano, dove un rogito testimonia la sua presenza nel 1353. Gli anni
successivi all'allontanamento da Bologna, videro Salutati esercitare il mestiere di
notaio in vari centri toscani (specialmente in Valdinievole), coltivando, come
si vedrà nella sezione dedicata alla passione umanistica, lo studio dei
classici, come dimostra la lettera a Luigi de' Gianfigliazzi del 1362, colto
politico fiorentino col quale Coluccio discute su Valerio Massimo e altri
autori antichi. Cancelliere di Firenze Premesse Nel frattempo, la
carriera amministrativa del Salutati lo spinse ad intraprendere anche la
carriera politica: cancelliere del Comune di Todi prima (1367), della
Repubblica di Lucca poi (1372), ed infine, dopo essere giunto a Firenze ed
avervi esercitato per breve periodo l'incarico di scriba omnium scrutinorum,
Cancelliere di quella città[N 2] proclamato il dì 19 aprile 1375. Coluccio
tenne, pertanto, nelle sue mani la carica più importante della diplomazia della
Repubblica fiorentina dal 1375 fino alla morte, divenendo un personaggio di
spicco della politica italiana di fine Trecento. Demetrio Marzi, importante
studioso di Coluccio per la sua attività istituzionale, sottolinea che, nei
trentun anni in cui tenne ininterrottamente la sua carica, Coluccio:
«Costantemente rieletto e confermato dal 1375 al 1406, con le stesse ingerenze,
lo stesso stipendio e i soliti privilegi, Coluccio lasciò nell'Ufficio un
numero grande di minutari e registri, di lettere e istruzioni, per lo più di
sua mano, e solo in parte de' suoi coadiutori, che non sembrano molti. Da
questi libri e da altri della Cancelleria, apparisce com'egli fosse
costantemente in Palazzo, presente a innumerevoli atti del Comune, dei
Consigli, degli uffici più svariati...» (Marzi134) L'Europa Occidentale
al principio dello Scisma d'Occidente. La frattura in seno alla Chiesa
Cattolica spinse il papa "romano" Urbano VI a firmare la pace coi
fiorentini. La guerra degli Otto Santi Magnifying glass icon mgx2. svgGuerra
degli Otto Santi. Nel 1375, le relazioni tra Santa Sede (all'epoca ad Avignone)
e la Repubblica fiorentina degenerarono rapidamente a causa della volontà di
papa Gregorio XI di ritornare a Roma e ripristinarvi l'autorità della Chiesa.
La paura che si formasse, nel centro Italia, un forte stato ecclesiastico
allarmò sia Firenze (intimorita di essere inglobata nel nuovo Stato) che le
città degli Stati Pontifici, che a causa della lontananza del Papato avevano
acquisito una grande forza ed indipendenza. La guerra, durata tre anni, finì
frettolosamente a causa della scissione interna alla Chiesa stessa tra
cardinali francesi ed italiani, fatto che portò alla nascita del gravoso Scisma
d'Occidente. Il nuovo papa, l'italiano Urbano VI, assolse Firenze dalla
scomunica per avere alleati contro l'antipapa Clemente VII. Tra gli
scomunicati, c'era anche Coluccio Salutati, in quanto figura chiave della
politica dell'epoca. «Coluccium Pieri de Florentia, excellentissimum
cancellarium comuni Florentie», ricevette l'assoluzione da parte del Papa
tramite i legati Simone Pagani, vescovo di Volterra, e Francesco
d'Orvieto, frate appartenente all'ordine degli Eremitani, il 26 ottobre del
1378. Dal tumulto dei Ciompi alla restaurazione oligarchica Magnifying
glass icon mgx2.svg Tumulto dei Ciompi e Storia di Firenze § L'ascesa degli
Albizi. Firenze, mentre stava stipulando la pace con papa Urbano VI, fu
sconvolta dalla rivolta del popolo minuto che, già soggiogato e perseguitato
dalla prepotenza politico-economica del popolo grasso, fu sobillato dagli
operai salariati (i ciompi) a rivoltarsi. Nell'estate del 1378 si ebbero i
primi scontri e i ciompi, risultati vincitori, imposero Michele di Lando quale
gonfaloniere di Giustizia e riformatore della Signoria in senso democratico.
L'animosità degli sconfitti si fece sentire molto presto: dopo aver chiuso gli
opifici riducendo alla fame gli operai, la grande borghesia e l'aristocrazia
riuscirono a trarre dalla loro parte Michele di Lando che, dopo aver disperso i
capi dei ciompi, si dimise dalla carica di gonfaloniere e ridando il potere ai
magnati, tra i quali primeggiarono gli Albizi che instaureranno un regime
oligarchico durato fino alla venuta di Cosimo de' Medici nel 1434.
Dall'epistolario di Coluccio, sappiamo che egli informò Domenico Bandini di
Arezzo dei tumulti avvenuti in città e stimando gli uomini assurti al potere
quali degni e pieni di considerazione. L'atteggiamento emerso in
quest'epistola, datata il mese d'agosto, si rivelerà contrario a quanto
Coluccio in realtà pensasse del nuovo governo. Marco Cirillo ci descrive lo
stato d'animo del Cancelliere e la sua scelta di rimanere in tale carica
nonostante l'avversione per i Ciompi: «Dalle lettere di Coluccio
Salutati, riferite all'estate del 1378, si evince come il cancelliere non fosse
soddisfatto del governo instaurato dal Popolo Minuto, ed è probabile che il
cancelliere conoscesse anche i “piani politici” di chi voleva ritornare al
potere. Questo ci permette di ipotizzare che, la decisione di ritornare al
proprio ufficio si legava sia alle necessità familiari dell'umanista, sia
all'amore che egli nutriva per il proprio lavoro ma anche, alla conoscenza
dell'imminente ritorno del Popolo Grasso al potere, unito alla convinzione
della mancanza di conoscenze politiche adeguate per governare una
città come Firenze da parte dei Ciompi stessi.» (Cirillo)
Massima estensione dei domini viscontei alla morte del Duca Gian Galeazzo nel
1402. La guerra contro Gian Galeazzo Visconti Coluccio ebbe un ruolo
decisamente più attivo ed importante nell'animare Firenze perché si difendesse
dalle ambizioni di conquista di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano,
desideroso di sottomettere l'intera Penisola al suo controllo schiacciando le
resistenze delle Signorie dell'Italia Settentrionale (1385-1390). Dopo il 1390,
Galeazzo spostò infatti le sue attenzioni sulla Repubblica di Firenze, e
Coluccio giocò un ruolo importante in questa situazione spronando il popolo
fiorentino a difendere la sua tradizionale libertà (la florentina libertas) e
rispondendo egli stesso dalle accuse dei nemici attraverso l'opera Invectiva in
Antonium Loscum (1403-4). La situazione per i fiorentini, all'inizio del
conflitto, era alquanto drammatica, in quanto si ritrovarono praticamente
circondati dai domini di Gian Galeazzo e solo l'ausilio di bande mercenarie, guidate
da Giovanni Acuto, riuscirono a frenare i piani di dominio del Visconti. La
guerra, che riprese dopo una momentanea tregua a partire dal 1396, vide la
formazione di una vasta coalizione antiviscontea di cui fecero parte tutti gli
stati italiani del centro-nord, tenuti assieme dalla politica estera fiorentina
e da quella veneziana. Nonostante gli alleati fossero stati gravemente
surclassati dalle forze milanesi, i fiorentini riuscirono a salvare la loro
indipendenza resistendo a dodici anni di guerra, cioè fino alla morte
improvvisa di Gian Galeazzo nel 1402 a causa della peste, lasciando Firenze in
una posizione di potenza nell'Italia centro-settentrionale. Gli ultimi
anni e la morte Coluccio trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena celebrato
sia per la sua posizione di guida dell'umanesimo, sia per l'abilità politica
dimostrata contro il Visconti, ma anche in grandi amarezze a causa dei lutti
(morte della seconda moglie il 28 febbraio 1396 e la morte di alcuni dei suoi
figli in occasione della pestilenza). Quando poi morì, la Signoria, il giorno
successive, gli fece celebrare funerali solenni in Santa Maria del Fiore[26],
ponendo sulla sua bara una ghirlanda d'alloro per le sue virtù poetiche[27]. I
suoi discepoli Leonardo Bruni suo successore, Poggio Bracciolini, futuro
cancelliere e Pier Paolo Vergerio lo piansero amaramente, ricordandolo come un
padre e come il più grande decoro di Firenze. Coluccio umanista La guida
dell'umanesimo italiano «[Salutati] fu per trent'anni, dopo la morte del Petrarca
e del Boccaccio, il più autorevole umanista italiano, unico erede di quei
grandi.» (Dionisotti) Miniatura che ritrae Coluccio Salutati,
proveniente da un codice della Biblioteca Laurenziana a Firenze. Alla
morte del Boccaccio (1375), Coluccio Salutati, sia per ragioni anagrafiche (era
di una generazione sita tra quella di Petrarca e Boccaccio e la successiva
degli umanisti del XV secolo), sia per la propria grandezza letteraria e
filosofica, fu il principale esponente dell'umanesimo italiano, come ricorda
infatti Carlo Dionisotti e altri studiosi[N 4], quel «trait d'union tra la
generazione che aveva vissuto in prima linea il rinnovamento petrarchesco e
quella dei nuovi umanisti già pienamente quattrocenteschi» Salutati ebbe, sia
per il ruolo istituzionale sia per quello culturale, rapporti anche con i Paesi
europei: tenne corrispondenza con un colto cortigiano di Carlo VI di Francia,
Jean de Montreuil, e con l'arcivescovo di Canterbury Thomas Arundel, conosciuto
mentre il presule inglese si trovava a Firenze[31]. Fecondo scrittore,
apologeta "diplomatico" della classicità contro gli attacchi degli
aristotelici e di alcuni ecclesiastici ostili all'antropologia umanista,
Coluccio alternerà il suo magistero culturale con quello politico, difendendo
la libertà repubblicana di Firenze adottando lo stile e il genere degli antichi
trattatisti. La formazione umanistica Nonostante Lino avesse preso
definitivamente l'attività notarile, come testimonia il suo primo rogito
effettuato nella nativa Stignano (1353), l'amore per la cultura e la
letteratura non venne meno. Anzi, a partire dalla fine degli anni sessanta,
Coluccio divenne il segretario di Francesco Bruni, amico a sua volta di
Francesco Petrarca; iniziò, come esposto dalla Senile un rapporto epistolare a
distanza, che permise al Salutati di avvicinarsi alle proposte umanistiche del
poeta aretino[32]. Nel periodo che intercorse tra questa prima epistola e la
morte del Petrarca, Coluccio entrò sempre più nella mentalità classicista del
maestro, grazie anche ai contatti che egli ebbe con l'altro grande umanista e
allievo del Petrarca stesso, Giovanni Boccaccio, quest'ultimo animatore del
circolo umanista di Santo Spirito a Firenze[36]. Tra Santo Spirito e la
sua casa. L'educazione dei giovani umanisti Seguendo la scia del maestro
Boccaccio, sinceramente pianto dal Salutati al momento del trapasso[37], il
Cancelliere della Repubblica continuò il suo magistero a Santo Spirito[N
5], tenendovi lezioni cui partecipavano umanisti non solo fiorentini (si
ricordano, tra i più importanti, Niccolò Niccoli, Leonardo Bruni e Poggio
Bracciolini), ma anche di altre regioni italiane (quali il vicentino Antonio
Loschi e il già ricordato Pier Paolo Vergerio). Nel convento degli agostiniani
Salutati, aiutato nel suo magistero culturale dal coltissimo frate Luigi
Marsili[40], non si fece soltanto portavoce degli ideali dell'umanesimo
classicista petrarchesco, ma continuò a tenere in alta considerazione Dante
Alighieri, deprecato da una cerchia dei giovani umanisti in quanto scrittore
volgare e pessimo latinista. La fondazione della cattedra di greco a Firenze
(1397) Oltre al suo compito di formazione dei giovani umanisti che andranno a
diffondere il nuovo sapere presso gli altri centri culturali italiani, Salutati
ebbe il merito non solo di affidare le cattedre tradizionali dello Studium
fiorentino ad umanisti discepoli di Petrarca (quali Giovanni Malpaghini), ma
soprattutto quello di far rifiorire in Italia il greco classico. Grazie
all'incontro avvenuto a Venezia tra i giovani umanisti Roberto de' Rossi e
Giacomo Angeli da Scarperia e i due colti bizantini Manuele Crisolora e
Demetrio Cidone[41], il Salutati iniziò, usufruendo dei poteri di Cancelliere,
ad intessere rapporti con Crisolora per invitarlo ufficialmente a Firenze quale
docente di greco classico nello Studium[N 7]. Questi, giunto nell'Europa
Occidentale per conto dell'imperatore Manuele II Paleologo per cercare alleanze
contro i turchi ottomani, cercò di instaurare rapporti di amicizia con gli
Stati che visitava trasmettendo la conoscenza del greco classico ai nascenti
circoli umanistici, edotti di latino ma non della lingua di Omero[42]. Pertanto
Crisolora accettò l'offerta del Salutati, rimanendo nella città toscana dal
1397[43] al 1400 e lasciando in eredità ai suoi discepoli (e amici) fiorentini
gli Erotematà, compendi linguistici di greco classico caratterizzati da una
sinossi con la grammatica latina[42]. Il pensiero La proposta etica e
cristiana del Salutati Beato Angelico, Giovanni Dominici, medaglione facente
parte del ciclo La crocifissione e i santi, situato nel Convento di San Marco,
a Firenze. L'umanesimo incontrò, durante la sua diffusione, il sospetto e
l'ostilità di alcuni ambienti religiosi a causa della libertà e responsabilità
etica del singolo uomo che Coluccio andava insegnando[N 8], e del suo progetto
di conciliare la natura della cultura classica con quella cristiana. I
principali antagonisti dell'umanesimo fiorentino, il camaldolese Giovanni di
San Miniato e il domenicano Giovanni Dominici (quest'ultimo poi cardinale),
intendevano sostanzialmente mantenere l'istruzione e la morale rigidamente
nelle mani della gerarchia, rifiutando la ventilata autonomia spirituale dei
pagani e riaffermando la loro interpretazione allegorica[N 9]. Le humanae
litterae non sono antitetiche agli studia divinitatis Coluccio, davanti a
questi attacchi, sostenne la necessità, anche da parte dei laici, di avere
coscienza di ciò che dicono e professano nella vita attiva, ribadendo il valore
positivo di questo modello di vita[44] e combattendo il vuoto nominalismo
tomista che la cultura ecclesiastica ufficiale difendeva strenuamente[45],
quest'ultimo visto come nocivo perché, avendo ormai intriso la stessa Bibbia di
sillogismi filosofici, allontanava dalla Verità gli uomini: «Senza la
capacità di intendere in fondo i termini, la lingua, non si dà conoscenza della
scrittura, della parola di Dio. Ogni conoscenza seria è comunicazione. In tal
modo gli studia humanitatis come mezzo per ritrovare nella lettera
l'inseparabile spirto, nel corpo l'anima indisgiungibile, sono strettamente
connessi con gli studia divinitatis.» (Garin39) La poesia vehiculum ad
Deum La disputa sulla verità teologica della poesia, genere privilegiato nella
conoscenza di Dio, è quello che impegnerà maggiormente Salutati. Seguendo il
tracciato delle Genealogie deorum gentilium del maestro Boccaccio, Coluccio
Salutati risponde alle accuse dell'immoralità della poesia a Giovanni di San
Miniato, in una lettera del 21 settembre del 1401, affermando non solo che ogni
verità proviene da Dio stesso, ma anche che Dio ha usufruito della poesia
attraverso i salmisti, Giobbe e Geremia: per cui la poesia è il genere
letterario più vicino a Dio[47]. Tale tesi verrà poi ulteriormente rinforzata
nell'incompiuto De laboribus Herculis, in cui si arriverà a sostenere una vera
e propria poesia teologica, per cui anche gli antichi poeti pagani, con le loro
opere, si avvicinavano a Dio. L'attività filologico-paleografica La
Biblioteca del Salutati Un'edizione a stampa veneziana dell'Affrica del
1501. Il poema epico del Petrarca, per la sua incompletezza e il latino ancora
un po' rozzo, suscitò delusione nei simpatizzanti dell'umanesimo. Salutati
formò, impiegando gran parte delle sue retribuzioni, una biblioteca di più di
100 volumi[48], collezione molto grande per l'epoca e simbolo del suo fervore
culturale. Coluccio possedette un manoscritto delle tragedie di Seneca
ricopiato ottimamente di suo pugno con l'aggiunta dell'Ecerinide del
preumanista padovano Albertino Mussato[48], ma anche esemplari di autori poco
conosciuti nel Medioevo quali Tibullo[49] e Catullo[N 10], ed una rarissima
copia d'età carolingia delle Ad familiares di Cicerone[50], scoperta
dall'amico e cancelliere milanese Pasquino Capelli a Vercelli[51]. A questa
scoperta in terra di Lombardia, si aggiunse negli anni seguenti anche le
Epistole ad Atticum, rendendo il Salutati «il primo dopo secoli a possedere
entrambe le raccolte di lettere [di Cicerone]»[52]. Remigio Sabbadini riporta
che, nella sua biblioteca, Coluccio «fu il primo a possedere il De agricultura
di Catone, il Centimeter di Servio, il commento di Pompeo all'Ars maior di
Donato, le Elegie di Massimiano e le Differentiae pseudociceroniane»[53],
mentre Francesco Tateo continua elencando «i Dialoghi di Gregorio Magno e
l'esame dei vari manoscritti di Cicerone, di Lattanzio, di Agostino, di Seneca,
di Ovidio e di Stazio» in suo possesso. Nonostante questa passione da
bibliofilo, che rese la biblioteca del Salutati la più significativa dopo
quella del Petrarca agli albori del XV secolo, Coluccio non sfoggiò mai
eccellenti doti filologiche, al contrario del Petrarca stesso o del suo
discepolo Leonardo Bruni. La questione dell'Africa Coluccio cercherà, inoltre,
di avere da parte di Lombardo della Seta, fedele discepolo del Petrarca, una
copia dell'Africa perché fosse poi pubblicata[56]. Gli sforzi di Salutati e dei
primi umanisti risultarono sempre più insistenti nel corso degli anni settanta:
Lombardo aveva timore a pubblicare un'opera «rimasta in un testo incompiuto ed
incerto», rischiando così di oscurare la gloria del Petrarca[57]. Quando poi,
al principio del 1377, giunge a Firenze il sospirato poema epico dell'Aretino,
«...il Salutati è afflitto dalle sospensioni, dalle lacune e certamente anche
dalla pesantezza d'ala del poema tanto vantato e sognato». La delusione,
trasmessa in una lettera a Francescuolo da Brossano, spinse il Salutati a non
farsi più editore e commentatore dell'opera. L'inizio della scrittura
umanistica Coluccio intervenne anche nel campo della paleografia. Nel vivo
studio dei classici, Coluccio fece un'introduzione fondamentale: dopo aver
adottato, per gran parte della sua vita, «una scrittura cancelleresca e una
libraria 'semigotica'»[60], a partire dal 1400 lesse e trascrisse un codice delle
Lettere di Plinio il Giovane contenente nessi e legature che si erano persi nel
corso del Medioevo: «l'uso di -s diritta in fine di parola, i nessi e le
legature ae, ę e &, di cui si era persa memoria. Con questo esperimento
inizia la storia della scrittura umanistica»[61]. Opere Cristofano
Allori dell'Altissimo, Ritratto di Coluccio Salutati, 1587, dipinto ad olio,
Galleria degli Uffizi, Firenze Epistolario Premessa Composto da 344
lettere[26], l'epistolario di Coluccio, «documento fondamentale di questa lunga
ed efficace opera di rinnovamento» culturale, tratta dei temi più disparati.
Organicamente, la raccolta si divide in due filoni: le lettere private,
indirizzate ad amici e conoscenti, e quelle pubbliche, scritte a nome della
Repubblica diFirenze. Stilisticamente, l'epistolario di Coluccio spicca per
l'uso di uno stile che si allontana da quello delle lettere medioevali, fitte
della retorica della ars dictandi, per lasciare il posto ad una serenità
cordiale e stoica che si richiamava alle Familiares di Cicerone[62] e al
repertorio lessicale degli altri autori classici, determinando così quello che
è stato definito «latino misto»[63]. Epistolario privato Nella prima
categoria, le lettere scritte a nome dell'umanista Coluccio mettono in mostra
le tendenze socio-culturali del primo umanesimo italiano. Da un lato, la
percezione del divario cronologico tra i contemporanei e gli antichi, eredità
diretta della sensibilità petrarchesca; dall'altro, l'esposizione in più punti
del suo pensiero, dalla rivendicazione del valore della vita attiva contro i
monaci e quegli ecclesiastici che sottolineavano invece l'eccellenza della vita
claustrale al valore della poesia. Immancabile è la tematica politica, esposta
nella lunga lettera a Carlo di Durazzo[65] e ritenuta essere il sunto del
pensiero politico del primo umanesimo[N 11]. Epistolario pubblico Queste
lettere, scritte in qualità di cancelliere della Repubblica, sono di carattere
puramente politico, in quanto rivolte a contrastare l'azione egemonica di Gian Galeazzo
Visconti. Riprendendo i modelli dei classici latini (Seneca, Sallustio,
Cicerone), Coluccio additava Gian Galeazzo quale tiranno in contrasto con la
florentina libertas. Il tono di queste lettere doveva essere così grave e
tagliente che, secondo la tradizione, il duca di Milano rispondeva che
un'epistola del Salutati era più deleteria di una sconfitta militare di Milano
in campo aperto[66]. Dal punto di vista più tecnico, come fa notare Marco
Cirillo: «...il lavoro svolto presso la cancelleria di Firenze ha reso Coluccio
Salutati uno dei più noti cancellieri del Medioevo; tale notorietà si deve al
metodo di lavoro che egli ha adottato nel trentennio in cui ha ricoperto tale
carica. Effettivamente, i cambiamenti che il Salutati ha apportato, soprattutto
nel campo dell'epistolografia politica medievale, pur non essendo certo
radicali, ebbero una notevole influenza su molte corti d'Europa. La letteratura
sull'argomento è unanime nell'affermare che, Coluccio Salutati, pur utilizzando
la formula prevista dall'epistolografia cancelleresca medievale, che prevedeva:
la Salutatio, il Proverbium, la Narratio, la Petitio e la Conclusio; ebbe modo
di personalizzare ogni fase dell'epistola in base alle proprie esigenze
narrative. È frequente perciò trovare nelle sue lettere una Salutatio piuttosto
breve ed un Proverbiumsoprattutto quando egli esprimeva teorie
politichepiuttosto lungo.» (Cirillo) Trattati Politici
Vincenzo Camuccini, Morte di Giulio Cesare, particolare, olio su tela,
1798, Museo nazionale di Capodimonte, Napoli De Tyranno (1400)
Epistola-trattato inviata a Francesco Zabarella, filosofo padovano, il De
Tyranno (basato sull'omonimo trattato di Bartolo da Sassoferrato e sul
Polycraticus di Giovanni di Salisbury[67]) riflette sulla nascita della tirannide
e sulla liceità dell'assassinio del tiranno stesso. Indotto a fare questa
riflessione su spunto del giovane Antonio dell'Aquila, studente padovano che
aveva chiesto al Salutati la liceità dell'assassinio di Giulio Cesare, e dalla
volontà di difendere la scelta dantesca di porre Bruto e Cassio nelle fauci di
Lucifero[68], Coluccio ammette la liceità di un tale gesto nei confronti di un
despota, ma negandola però al generale romano, in quanto «fu un benemerito capo
di stato, che fu tradito dagli stessi uomini che erano stati da lui
beneficiati» Invectiva ad Antonium Luschum, Scritta contro un suo ex discepolo,
Antonio Loschi, cancelliere dell'ormai defunto Gian Galeazzo (morto nel 1402) e
autore di una perduta Invectiva in florentinos[71], ha un tono più concreto
rispetto al teorico De Tyranno. Nell'Invectiva Coluccio mostra la partigianeria
repubblicana sostenitrice della florentina libertas, emula dell'Atene di
Pericle fautrice della concordia partium tra lei e i suoi alleati. Salutati
ricorda al Loschi come Firenze sia nel giusto perché è sottoposta alle leggi,
che non possono essere violate, mentre a Milano il diritto è strumento
arbitrario nelle mani di un vero e proprio tiranno, che sta al di sopra delle
leggi. Gli scritti filosofico-teologici De seculo et religione, Scritta
all'amico Niccolò di Lapo da Uzano (che prese poi il nome di Girolamo appena
entrato nell'ordine dei camaldolesi) si articola in due libri[75] ed è datata
1381, in quanto Coluccio inviò a Fra' Gerolamo da Uzzano una lettera d'accompagnamento
insieme al testo da lui realizzato. L'opera tratta di una esortazione assai
fervida alla vita claustrale, ma rivendica anche la validità della vita quale
laico, in quanto strada «valida nell'ambito gerarchico delle occupazioni umane,
a cui egli rimane ancora legato». L'opera del Salutati, esaltante la vita
ritirata prendendo spunto anche da Cicerone, Livio, Macrobio e Omero, tratta
anche della condanna morale di cui è afflitta la Chiesa, dai papi fino ai
predicatori. De fato et fortuna, Facsimile del codice Laurenziano Pl. CX
sup. 41, Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze, riportante una lettera del
Salutati. Diviso in cinque libri, il trattato espone l'argomento del libero
arbitrio e del rapporto che esiste tra quest'ultimo e gli avvenimenti che
possono ostacolarne i progetti. La tematica, assai complessa ed erede di una
lunga tradizione teologico-filosofica (i modelli sono Alberto Magno, Tommaso
d'Aquino e il De bona fortuna di Aristotele), si sviluppa nel tentativo di
dimostrare come l'esistenza umana si inquadri in una “causa prima” (Dio), la
quale opera in comunione, talvolta incontrandosi, talvolta scontrandosi, con la
volontà dell'uomo. De Nobilitate legum et medicine. Trattato che cerca di
proporre una gerarchia dei saperi, proponendo la legge come valore supremo
sulla medicina, intesa come sapere tecnico-scientifico: come l'anima è
superiore al corpo, così le leggi (che si rifanno al campo spirituale) sono
superiori alla medicina, che fa parte della meccanica[78]. Le leggi, infatti,
regolano la vita sociale, determinano il convivere civile, stabiliscono
l'ordine e devono essere ottime perché possano produrre uomini migliori[79].
Coluccio continua affermando che le leggi, dal momento che appartengono alla
sfera spirituale e quindi celeste, sono legate direttamente a Dio: gli uomini,
perciò, possono collaborare con Dio nella costruzione perfetta della società
grazie al fatto che esse sono ispirate dalla divinità medesima. De Laboribus Herculis. Opera di grande impegno
intellettuale, Coluccio lavorò per più di vent'anni su questo vasto saggio di
poesia, com'è testimoniato dalla versione del 1383 e da quella del 1391. Quest'ultima,
divisa in 4 libri e lasciata incompiuta, intende continuare il progetto
culturale di Boccaccio delle Genealogie, vale a dire una difesa della poesia a
livello universale basata sulle vicende terrene dell'eroe mitologico
Ercole[82], reinterpretate in senso allegorico e indirizzate verso la via della
virtù (Salutati si basò su Ercole anche per la radice etimologica del nome
greco, risalente ad ερος κλερος (heros cleos), cioè uomo forte e
glorioso[81]). Per Coluccio, come aveva già scritto a Giovanni di San
Miniato, infatti, la poesia ha un valore universale in quanto il senso
interpretativo di un testo classico supera la dimensione culturale in cui è
stato scritto: per cui le opere dei pagani, se piene di valori positivi, non
devono essere rigettate, ma accolte in quanto provenienti da Dio stesso.
Altre Carmen de morte Francisci Petrarce Carme in latino commemorativo del
Petrarca e accennato in varie epistole a Roberto Guidi conte di Battifolle, a
Benvenuto da Imola e a Francescuolo da Brossano, del quale è quasi dubbio il
completamento[. De verecundia, Trattatello in forma epistolare indirizzato ad
Antonio Baruffaldi sulla natura positiva o negativa della verecundia (cioè il
rispetto). Grazie agli studi genealogici di Francesco Novati, si è potuti
ricostruire l'ascendenza e la discendenza del cancelliere fiorentino,
appartenente al ramo dei Salutati di Stignano. Qui sotto è riportato un albero
genealogico che espone l'ascendenza e la discendenza di Coluccio Salutati[N
12]: IgnotaColuccio Ignota, figlia di un tal LinoPiero Lino Coluccio donna
ignota; Piera di Simone Riccomi[84]AndreaCorradoGiovanniSorella ignota, sposata
a uno dei Giovannini di Stignanosorella ignota, sposata ad uno dei Dreucci di
Pistoia Piero (morto di peste②
Andrea morto di peste ② Bonifazio ~ 1420 ca Monna Checca de' Baldovinetti Arrigo Margherita d'Andrea de' Medici Antonio
~ Duccia di Guernieri de' Rossi;Nonnino
Filippo (1383 ca-post 1407 Simone Lionardo (1387 ca1437), chierico Salutato, chiericoLorenzo
(incerto) Note Esplicative A lungo si è
ritenuta corretta la data del 1331, Campana Martelli, ( 238-239 e239, nota 1), Nuzzo, e
altri studiosi hanno dimostrato che la data corretta è Villani, Coluccio
Salutati XXVII racconta l'ascesa politica di Coluccio ad una delle più
prestigiose cariche politiche fiorentine. Nominato segretario grazie
all'influenza del Gonfaloniere Bonaiuto Serragli, Coluccio fu poi eletto
Cancelliere (il 18 di aprile) in sostituzione di Niccolò Monaci, uomo politico
con cui il Serragli fu in disputa. Si veda
Epistolario per le addolorate missive inviate dal Bruni e da Poggio all'amico
in comune Niccolò Niccoli («tali parente» nell'epistola di Bruni; «patris
nostri» in quella di Poggio). In Ivi,
478-479, l'istriano Pier Paolo Vergerio, in una lettera a Francesco
Zabarella, lo descrive come il primo e straordinario decoro di Firenze
(«...urbis illius primum atque precipuum decus, Linum Colucium
Salutatum»). Della stessa opinione
anche: Cappelli76, in cui si ricorda, al momento dei funerali, il commosso
addio dell'allievo Pier Paolo Vergerio, che chiamò Salutati communis omnium
magister («maestro comune di tutti [noi]»); Vasoli40; Contini869;
Gargan141. Luogo significativo per
continuare le riunioni dei nuovi umanisti, in quanto vi viveva quel fra'
Martino da Signa erede universale degli scritti del Boccaccio. Si vedano
Contini869; e Petoletti42: «... [Boccaccio] dispose per testamento di lasciare
la sua biblioteca all'agostiniano Martino da Signa con l'indicazione che alla
morte del frate i volumi fossero negli armaria del convento fiorentino di Santo
Spirito. Così avvenne...» La
grandezza di Dante, ma anche di Petrarca e dello stesso Boccaccio, furono
messi in discussione dal più acceso degli umanisti classicisti, Niccolò
Niccoli, all'interno dei Dialogi ad Petrum Histrum di Leonardo Bruni. L'accusa
principale consisteva nella barbaria del loro latino e nel, caso di Dante, nel
fraintendimento del senso di alcuni passi virgiliani. Solamente l'intervento
del vecchio Salutati, nel I libro, riesce a capovolgere la situazione, salvando
Dante dalle accuse feroci del Niccoli: «Come anche risulta da un dialogo del Bruni,
che di quella polemica antidantesca è il documento principe, l'intervento del
S[alutati] riuscì ad assicurare la continuità, proporzionata all'età nuova,
della tradizione dantesca a Firenze.» (Dionisotti) I contatti tra Costantinopoli e Firenze erano
facilitati dalla presenza, nella capitale bizantina, dello stesso Giacomo da
Scarperia, che decise di riaccompagnare Crisolora in patria per apprendere
greco da lui stesso. Si veda: Tateo50.
La visione "laica" dell'umanesimo non si deve confondere con
la proposta "laicista", dal punto di vista etico e antropologico.
Mantenendo sempre un'attenzione ossequiosa verso la Chiesa e una sincera
devozione verso le Verità cristiane, Coluccio intende nel contempo «esaltare e
rivendicare la responsabilità umana al di fuori di qualsiasi determinismo
meccanicista e ponendo in valore la libertà personale del singolo»
(Cappelli85). Abbagnano19 sintetizza in modo più stringente il rapporto tra
libero arbitrio e volontà divina, affermando che il primo sia «conciliabile con
l'infallibile ordine del mondo stabilito da Dio». Si è condensato, in questi due punti,
l'attacco generale del mondo ecclesiastico contro l'umanesimo. Come sottolinea
Cappelli78, la questione sul valore della poesia riguarda la disputa con
Giovanni di San Miniato tenutasi nel 1401 (cfr. Epistolario, 3, Fratri Johanni
de Angelis; quella con Dominici riguarda il valore positivo dell'umanesimo e
risale al 1405 (cfr. Epistolario, Il codice di Catullo facente parte della
biblioteca del Salutati (cod. Paris. 14137) entrò nelle mani del cancelliere
fiorentino il 19 ottobre del 1375 grazie alle pressioni che esercitò
sull'erudito veronese Gasparo de Broaspini, secondo quanto riporta Sabbadini34.
Della stessa opinione anche Francesco Novati che, in Epistolario, 1222 nota 2,
giunge alla stessa conclusione del Sabbadini in quanto vi ha trovato delle
postille autografe del Salutati. Così la
definisce Cappelli, L'epistola, datata 1381, è importante perché,
dopo l'elogio di Carlo per la fortunata impresa militare della conquista del
Regno di Napoli e il paragone con gli eroi antichi, Coluccio enumera i doveri
di un buon sovrano: cercare l'unità religiosa della Chiesa, spaccata dallo
Scisma (cfr. Epistola, 2, 27-28);
gestire con moderazione il potere e imparare a gestire le proprie emozioni
(Epistola, 232: «incipe prius tibi quam aliis imperare; rege te ipsum, noli
regendorum subditorum studium tuimet derelinquere moderamen.») per evitare di
cadere nei vizi e di essere classificato come un tiranno (Epistola, 233). Esaltandolo
alla virtù, alla temperanza e alla giustizia, Coluccio insomma tratteggia il
modello del sovrano ideale, cavalleresco, formato sull'esempio dei classici
(continua è la comparazione con gli antichi statisti e sovrani) e timorato di
Dio. Le informazioni, ricavate
attraverso una minuziosissima ricerca d'archivio da parte del Novati, sono
prese in ordine sparso da Epistolario, 4.2, Tavole genealogiche dei Salutati,
384-408, ove vengono fornite indicazioni biografiche sui nonni, genitori e
figli di Coluccio. Per consultare le informazioni sui fratelli del cancelliere,
si consulti sempre Epistolario, Riferimenti
Dionisotti. Villani, Coluccio SalutatiXXI, Marzi113. Carrara. Contini869.
Carrara: «Fu avviato agli studî giuridici, inameni a lui che era
"pierius" (così foggiò il suo patronimico: figlio di Pietro, e devoto
alle Pieridi, le Muse).»
Garin35. Epistolario, 1, 1,
Magistro Petro de Moglio3. Epistolario,
1, 1, Petro da Moglio3, nota 1.
Marzi114, nota 1. Tateo43.
Epistolario, 1, 4, Eloquentissimo legum doctori domino Loygio de
Gianfigliaziis, 9-12. In Epistolario, 1, 16, Reverendo patri et
domino domino Francisci Bruni de Florentia summi pontificis secretario,
domino suo44, Coluccio si lamenta della sua mansione di cancelliere nella cittadina
umbra, così come farà nelle Ep. 1, 17 e 18.
Marzi14: «Vero è che nel secolo XV invalse l'uso di chiamare Cancelleria
Fiorentina l'ufficio del quale era capo il Dettatore, che aveva la particolare
ingerenza di scrivere le lettere e di trattare le faccende della politica
esterna...» Per le informazioni in
generale, si veda Bosisio248. EEpistolario,
4.2429 e Ibidem, nota 2. Per l'intera
vicenda, si veda Bosisio249. Epistolario
«Unum dicam, quod emerserunt et ad tante
sunt reipublice gubernacula sublimati, quos oportuit pro salute
cunctorum.» «Dirò una cosa, cioè che al governo di una così grande
repubblica emersero e vi sono [uomini], i quali bisognò [vi fossero] per la
salvezza di tutti.» Inoltre, sempre in Ivi, nota 2, il Novati annota che
Coluccio fu così favorevole al nuovo governo in quanto fu uno dei pochissimi a
non essere proscritto dalle cariche istituzionali. Bosisio,
Come riporta Bosisio260, Siena si sottomise a Gian Galeazzo in funzione
anti-fiorentina, mentre il signore di Milano (dal 1395 duca per investitura
imperiale) si alleò con Lucca e altre città umbro-marchigiane. Bosisio260.
Bosisio261. Marzi133.
Marzi148. Cappelli 76. Villani,
Coluccio Salutati XXII, nota 5. Cappelli86.
Marzi, Epistolario, Wilkins259. Senili, Cesareo26, nota 20. La prima epistola riportata dal Novati in cui
Coluccio risponde ad una missiva del Certaldese risale al 20 dicembre 1367 (cfr.
Epistolario Facundissimo domino Iohanni Boccacci de Certaldo...) ma, come fa
notare lo stesso Novati, i toni sono troppo famigliari per essere la prima
epistola scambiata tra i due (Ivi48 n° 1).
Branca183. «Inclyte cur vates,
humili sermone locutus, / de te pertransis? [...] te vulgo mille labores /
percelebrem faciunt: etas te nulla silebit.» «Perché, o celebre poeta, che
hai cantato nel volgare idioma, / avanzi nel corso del tempo? [...] Mille
fatiche ti rendono celebre presso il volgo / : nessuna epoca tacerà sul tuo
conto.» (Branca193) Si veda anche Epistolario, 1, Egrigio viro
Franciscolo de Brossano domini Francisci Petrarce genero, Ep. ove Coluccio
piange sia la scomparsa del Petrarca, ma annuncia anche quella del
Boccaccio: «Fallebar enim, et dum
Franciscum fleo, dum suis laudibus intentus decantantes, novo commento, veterum
pene dimissa sententia, depingo Camenas, ecce nove lacrime nobis merore novi
funeris occurrerunt, incepti cursum operis reprimentes. Vigesima quidem prima
die decembris Boccaccius noster interiit...» «Infatti ero ingannato, e
mentre piango Francesco e mentre, attento alle sue lodi, adorno le Camene con
un nuovo commento, quasi tralasciata la sentenza degli antichi, ecco che nuove
lacrime si aggiunsero a noi con il dolore di una nuova morte, frenando il corso
di un'opera che inizia. Il nostro Boccaccio spirò il ventuno di dicembre [del 1375]...» Tateo. Cappelli, ricorda anche che Salutati era solito mettere
a disposizione dei suoi allievi la sua stessa biblioteca personale. Pertanto, i
luoghi di incontro erano due: Santo Spirito e l'abitazione del Cancelliere,
come dimostra anche Tateo42. Tateo42:
«Gli animatori di questi incontri, il Salutati e il Marsili, l'uno nella
propria casa, l'altro nella sua cella di Santo Spirito, ricevevano i giovani
più promettenti della nobilità fiorentina, e li iniziavano al gusto delle
lettere antiche.» Chines, 204-205 riporta come data il 1391, mentre
Sabbadini43 il 1394. Cappelli109.
Sabbadini43 riporta che l'erudito greco era già a Firenze il 2 febbraio
del 1397. Garin36 sintetizza, prendendo
spunto dal De saeculo et religione e dall'Epistolario, 2, 303-307, l'ideale di vita attiva propria
dell'essere umano inteso come cittadino del mondo: «Terrestre è la vocazione
umana. L'impegno nostro è nella costruzione della città terrena, nella
società». Garin, 38-39: «Il Salutati...insisteva sul valore della
educazione nuova [...] essa insegnava a ritrovare sub corticem il valore
intenzionale dei termini, smarrito nella consuetudo, penetrando l'espressione
nel suo significato intimo come direzione spirituale. Parola e cosa, insiste il
Salutati, non possono disgiungersi.»
Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis, «Noli, venerabilis in Christo
frater, sic austere me ab honestis studiis revocare. Noli putare quod, cum vel
in poetis vel aliis Gentilium libris veritas queritur, in vias Domini non
eatur. Omnis enim veritas a Deo est, imo, quo rectius loquar, aliquid est
Dei.» «Non volere, o venerabile fratello in Cristo, allontanarmi in modo
così austero da studi degni di ammirazione. Non voler ritenere che, quando si
cerca la verità o nei poeti o in altri libri degli scrittori pagani, non si
cammini lungo le vie del Signore. Ogni verità, infatti, proviene da Dio e, per
parlare fino in fondo rettamente, alcuna cosa è propria di Dio.» Epistolario, : «Nullum enim dicendi genus maius habet cum
divinis eloquiis et ipsa divinitate commertium quam eloquium
poetarum.» «Nessun genere letterario, infatti, ha un maggior legame con le
parole divine e con la stessa divinità quanto la parola dei poeti.»
Gargan141. Sabbadini25. Gargan142: «Il manoscritto di Vercelli fu
alla fine portato a Firenze, ove rimane (Laur. 49, 9), unica copia carolingia
esistente delle Epistole di Cicerone.»
Sabbadini34. Gargan142. Sabbadini,
34-35. Tateo49. Gargan140 ritiene che «la sua filologia non
fu di altissima classe...». Billanovich16.
Fitta la corrispondenza tra Salutati e Della Seta, come testimonia la prima
lettera inviata dal cancelliere fiorentino il 25 gennaio del 1376 (Epistolario,
1, Insigni viri Lombardo...optimo civi patavino, Billanovich11. Billanovich52. Epistolario, 1, Franciscolo de Brossano, Bischoff211. Bischoff,
Cappelli77. Cesareo289. Cfr. la già citata Epistolario, 3, Fratri Johanni
de Angelis, Epistolario, 2, Epistola Coluci Salutati florentina ad Carolum
regem Neapolitanum, 1, 6, 11-46. Canfora13. Villani, Coluccio SalutatiXXIII,
nota 6 riporta la veemenza con cui Salutati "fulminava" Gian Galeazzo
con le sue lettere, riportando tra l'altro la testimonianza di Enea Silvio
Piccolomini cui quest'aneddoto è attribuita la paternità. Canfora,
Pastore Stocchi68. Sia la
citazione che il contesto in cui fu scritto il De Tyranno sono esposti in
Canfora, 14-16. Così Cappelli82: «In altri termini, se
Cesare, pur giunto al potere in modo "tirannico" o violento, seppe
poi legittimare tale potere attraverso un esercizio virtuoso di esso (ex parte
exercitii) in grado di suscitare l'approvazione popolare, la sua uccisione non
fu legittima, mentre lo sarebbe quella di un tiranno che esercitasse come
tale.» Per la figura di Loschi, si
rimanda alla voce biografica Viti.
Canfora, 13-14 ipotizza, a14,
l'aiuto di Leonardo Bruni nello sviluppare il paragone Firenze-Atene, in quanto
Coluccio Salutati «non [era] molto esperto di quella lingua e di quella
cultura». Cappelli 83. Vasoli40: «Così il Salutati, rivolgendosi al
cancelliere milanese Antonio Loschi, nella Invectiva in Antonium Luschum, dopo
aver contrapposto i guasti del regime tirannico milanese ai vantaggi di quello
libero e repubblicano di Firenze, glorifica la sua città come "fiore
d'Italia" e come esempio di vita serena e armoniosa.» Cappelli
84. Epistolario, 2, V15, di cui si
riporta interamente il breve messaggio d'accompagnamento: «Mitto tibi munusculum istis paucis noctibus
correctionis studio lucubratum. In quo si quid proficies tu vel alii, laus sit omnium
conditori Deo, cui placeat me in tuis sanctis orationibus commendare. Vale
felix et diu. Colucius tuus.» «Ti mando un piccolo pensiero composto in
queste poche notti dopo un'opera di revisione. Attraverso questo [trattato], se
tu o altri ne trarrete giovamento, la lode di tutti voi sia per lodare Dio, al
quale è piaciuto che io mi affidi alle tue sante orazioni. Sta felice a lungo.
Il tuo Coluccio.» Cappelli, Tateo46: «[Nel De Nobilitate Coluccio]
ribadiva, attraverso un discorso più ampio e articolato, la distinzione della
medicina, designata medievalmente come "arte meccanica", ossia
tecnica, dalla giurisprudenza, considerata scienza della vita spirituale e
quindi superiore all'altra.» Cappelli81, Garin40: «Le leggi...sono veramente un
sigillo divino, con cui dopo il primo peccato Dio ha offerto alle comunità
degli uomini la vita per riconquistare il bene...Ispirate da Dio agli uomini,
inscritte nell'anima umana, esse hanno un'altra superiorità, rispetto alle
leggi naturali: possono essere conosciute nella loro pienezza integrale, con
una certezza che non si troverà mai nelle scienze della natura.»
Cappelli80. Tateo46. Cfr.
Epistolario, 2224, nota 1 per la storia del codice contenente il carme. Si
riporta, come testimonianza, quanto scritto nell'epistola XVIII in cui Coluccio
annuncia a Benvenuto da Imola il suo progetto:
«Sed ut ad Franciscum nostrum redeam, opusculum metricum de ipsius
funere iam incepi...» «Ma per ritornare al nostro Francesco, ho già
iniziato [a stendere] un opuscolo metrico sulla cerimonia funeraria dello
stesso...» Marzi, p.115. Antiche Filippo Villani, Le vite d'uomini
illustri fiorentini, Giammaria Mazzuchelli, Venezia, Giambatista Pasquali, Moderne
Nicola Abbagnano, La filosofia del Rinascimento, in Nicola Abbagnano , Storia
della filosofia, 3, Milano, TEA, Giuseppe
Billanovich, Gli inizi della fortuna di Francesco Petrarca, Roma, Edizioni di
Storia e Letteratura, 1947, 18 dicembre
. Bernhard Bischoff, Paleografia latina. Antichità e Medioevo, GildaMantovani e
Stefano Zamponi, Padova, Antenore, Alfredo Bosisio, Il Basso Medioevo, in
Federico Curato , Storia Universale, 4,
Novara, Istituto geografico De Agostini, Vittore Branca, Giovanni Boccaccio:
profilo biografico, Firenze, Sansoni, Augusto Campana, Lettera del cardinale
padovano (Bartolomeo Uliari) a Coluccio Salutati, in Ch. Henderson , Classical
Mediaeval and Renaissance studies in honor of Berthold Louis Ullman, Roma, Davide
Canfora, Prima di Machiavelli. Politica e cultura in età umanistica, Roma-Bari,
Laterza, Guido Cappelli, L'Umanesimo italiano da Petrarca a Valla, Roma,
Carocci editore, Alessandro Cesareo, L'Epistolario di Coluccio Salutati ed il
carteggio con Francesco Petrarca come esempio di latino umanistico: una ricerca
filologico-letterariaTesi di dottorato , Madrid, Universidad Autonoma de
MadridFacultad de Filosofia y Letras, Dicembre . 18 febbraio . Gianfranco
Contini, Letteratura italiana delle origini, 3ª ed., Firenze, Sansoni Editore, Enrico
Carrara, SALUTATI, Lino Coluccio di Piero, in Enciclopedia Italiana, 30, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana,Daniela De Rosa, SALUTATI, Lino Coluccio, in Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . 25 marzo . Loredana Chines, Giorgio Forni, Giuseppe
Ledda e Elisabetta Menetti, Dalle Origini al Cinquecento, in Ezio Raimondi , La
letteratura italiana, Milano, Bruno Mondadori, Carlo Dionisotti, Salutati,
Coluccio, in Umberto Bosco , Enciclopedia Dantesca, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Luciano Gargan, Gli umanisti e la biblioteca
pubblica, in Guglielmo Cavallo , Le biblioteche nel mondo antico e medievale,
Bari, Laterza, Eugenio Garin, L'umanesimo italiano, 3ª ed., Roma-Bari, Laterza,
Mario Martelli, Schede per Coluccio Salutati, in Interpres, Demetrio Marzi, La
cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano, Licinio
Cappelli, Armando Nuzzo, Coluccio
Salutati. Epistole di Stato. Primo contributo all’edizione: Epistole in
Letteratura Italiana Antica, Manlio Pastore Stocchi, Pagine di storia dell'Umanesimo
italiano, Milano, FrancoAngeli, , Marco
Petoletti, Boccaccio e i classici latini, in Teresa De Robertis, Carla Maria
Monti, Marco Petoletti et alii , Boccaccio autore e copista, Firenze,
Mandragora, Francesco Petrarca, Lettere Senili, Giuseppe Fracassetti, 2, Firenze, Le Monnier, Coluccio Salutati,
Epistolario, Francesco Novati, 4, in 5 tomi, Roma, Forzani e C. tipografi del
Senato, Si sono consultati: Epistolario,
1, 1891. 31 dicembre . Epistolario,
2, 1893. 6 gennaio . Epistolario,
3, 1896. 6 gennaio . Epistolario, 4Epistolario, Remigio Sabbadini, Le
scoperte dei codici latini e greci ne' secoli XIV e XV, Firenze, G.C. Sansoni,
1905. Achille Tartaro e Francesco Tateo, Il Quattrocento. L'età dell'umanesimo,
in Carlo Muscetta , La letteratura italiana, 3, tomo I, Bari, Laterza, Si sono
presi in considerazione: Francesco Tateo, La cultura umanistica e i suoi
centri, Capitolo II. Ernest Hatch Wilkins, Vita del Petrarca, Luca Carlo Rossi
e Remo Ceserani, Milano, Feltrinelli, edito per la prima volta negli Stati Uniti col
nome diLife of Petrarch, Chicago, University of Chicago Press, Cesare Vasoli,
Le filosofie del Rinascimento, Paolo Costantino Pissavino, Milano, Mondadori, Paolo
Viti, Loschi, Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani, 66, Roma, Istituto della Enciclopedia
italiana, Palazzo Salutati Francesco Petrarca Giovanni Boccaccio Umanesimo
Repubblica di Firenze Leonardo Bruni. James Hankins, Coluccio Salutati e Leonardo
Bruni, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, . Marco Cirillo, Il tiranno in Coluccio Salutati,
umanista del Trecento, Biblioteca dei Classici italiani di Giuseppe Bonghi.
SANCTIS. Essential
philosopher. He considers philosophy as a branch of the belles lettresand his
field of expertise is when stylists stopped using an artificial Roman, and
turned to ‘Italian.’ Grice: “I really do not like de Sanctis; when an author
becomes philosophical, he says that he has been infested of the philosophical
pest!” -- Refs.: Luigi Speranza, "Grice e de Sanctis," per Il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia..
SANSEVERINO. (Napoli). Filosofo. Considerato uno fra i massimi
precursori del neo-tomismo. Si trasferì in giovanissima età a Nola dalla natia
Napoli per frequentare il seminario diocesano dove suo zio era rettore. Dopo
l'ordinazione, continuò lo studio della filosofia con l'intento di confrontare
i vari sistemi filosofici, fra cui godeva particolare credito in Italia,
all'epoca, quello cartesiano. Lo studio comparato dei vari sistemi gli permise
una conoscenza più approfondita della Scolastica, soprattutto delle opere di
Tommaso d'Aquino, e del legame intimo tra la Scolastica e la Patristica. Da
allora, e fino alla fine della sua vita, la sua unica preoccupazione fu la
restaurazione della filosofia scolastica, non solo con scritti, ma anche con
lezioni, conferenze e discussioni. La sua preparazione in materie filosofiche
gli permise di divenire, non ancora trentenne, professore di logica e
metafisica presso il seminario di Napoli. Fu anche canonico della cattedrale
della propria città. Fondò la rivista La Scienza e la Fede che continuò ad
uscire, a cura dei suoi discepoli Nunzio Signoriello e Antonio D'Amelio, a
oltre vent'anni di distanza dalla morte del filosofo. Nel 1851 venne chiamato
da Ferdinando II a insegnare filosofia morale nell'Napoli, e venne incaricato
anche di preparare un manuale "ufficiale" per le scuole del Regno
delle Due Sicilie; Sanseverino scrisse allo scopo il manuale "I principali
sistemi della filosofia del criterio, discussi colla dottrina de' Santi Padri e
de' Dottori del Medio Evo". Con l'unità d'Italia Sanseverino venne
progressivamente emarginato e messo in condizione di abbandonare l'insegnamento
universitario. Continuò tuttavia ad insegnare presso il seminario di Napoli.
Morì nella città partenopea nel corso di un'epidemia di colera all'età di 54
anni. L'opera Profondo conoscitore di
San Tommaso e della filosofia medievale, il Sanseverino diede alle stampe,
negli anni quaranta dell'Ottocento, alcuni interessanti saggi sui filosofi
moderni, fra cui Emanuele Kant e Baruch Spinoza. Nel 1849 iniziò ad occuparsi
più specificamente di San Tommaso e della dottrina tomista con La dottrina di
S. Tommaso sull'origine del potere e sul preteso diritto di resistenza, cui
fece seguito, otto anni più tardi, un Saggio di teologia scolastica in difesa
dell'angeologia di S. Tommaso d'Aquino contro i sofismi di G. Reynaud. Fra il
1850 e il 1853, esce il ponderoso I principali sistemi della filosofia del
criterio, discussi colla dottrina de' Santi Padri e de' Dottori del Medio Evo,
un'ampia e dottissima disquisizione sulla filosofia illuminista del Settecento
e su quella a lui contemporanea (fra cui quella dello stesso Gioberti)
confutata sulla base della logica dei più alti rappresentanti del cristianesimo
medievale. Il suo capolavoro, in cinque
volumi, fu però pubblicato solo fra il 1862 e il 1865. Si tratta del celebre
saggio, redatto in lingua latina, Philosophia christiana cum antiqua et nova
comparata, che ha per oggetto la storia della logica nell'ambito della
filosofia cristiana. Un sesto volume, già progettato, non vide mai la luce a
causa dell'improvviso decesso dell'autore. L'opera fu ripresa in alcune sue
parti dallo stesso Sanseverino ad uso dei suoi studenti nel suo Philosophia
christiana cum antiqua et nova comparata in compendium redacta ad usum
scholarum clericalium. Venne pubblicata a Napoli la versione definitiva degli
Elementa. L'opera, letta e molto citata nella seconda metà dell'Ottocento e
durante tutto il Novecento, si articola in quattro tomi, di cui gli ultimi due,
Antropologia e Teologia naturale, uscirono postumi rispettivamente tre e cinque
anni dopo la morte del filosofo grazie all'iniziativa di un suo allievo, Nunzio
Signoriello. Quest'ultimo si assunse anche l'onere di dirigere, dopo la
scomparsa del proprio fondatore, le pubblicazioni della rivista di Sanseverino
La Scienza e la Fede, che, fino al 1887, mantenne vivo l'interesse, a Napoli e
in Italia, sulla filosofia cristiana medievale e sul tomismo. Opere pubblicate (selezione) Delle teorie
kantiane difese da O. Colecchi nella sua opera che per titolo: sopra alcune
questioni le più importanti della filosofia, Napoli, La Scienza e la fede. Il
razionalismo teologico dei più celebri filosofi tedeschi e francesi da Kant
insino ai nostri giorni, in La Scienza e la Fede, Spinoza e i moderni
razionalisti, Napoli, La Scienza e la fede, La dottrina di s. Tommaso sull'origine del
potere e sul preteso diritto di resistenza, Napoli, (I edizione, 1849), nuova
edizione (con introduzione di F. Di Mieri), Napoli, Giannini. Saggio di
teologia scolastica in difesa dell'angeologia di S. Tommaso d'Aquino contro i
sofismi di G. Reynaud, Napoli, Tip. Manfredi, Elementa philosophiae theoreticae
ad usum cleri neapolitani, Napoli, Tipografia Manfredi, Philosophia christiana
cum antiqua et nova comparata, in cinque volumi, Napoli, Tip. Manfredi, Institutiones
seu Elementa philosophiae christianae cum antiqua et nova comparata, in tre
volumi e 4 tomi, Napoli, Tip. Manfredi, Philosophia christiana cum antiqua et nova
comparata in compendium redacta ad usum scholarum clericalium, Napoli, Tip.
Manfredi, Compendio della filosofia cristiana comparata con le dottrine de'
filosofi antichi e moderni, in 2 volumi (versione italiana della precedente
latina), Napoli, Biblioteca cattolica, Ugo Dovere, Gaetano Sanseverino filosofo
tomista, tentativo di ricostruzione, in Doctor communis, Ugo Dovere, Gli orientamenti
del periodico napoletano La scienza e la fede, in Campania sacra, Pasquale
Naddeo, Le origini del neotomismo e la scuola di Gaetano Sanseverino, in Storia
della filosofia, Società editrice italiana, Torino Pasquale Orlando, Il
neotomismo a Napoli e G. Sanseverino, in Asprenas, Pasquale Orlando, Vita e
opere di Gaetano Sanseverino secondo i documenti, in Aquinas, Pasquale Orlando,
L'Accademia tomista a Napoli, storia e filosofia, in Saggi sulla rinascita del
tomismo, Roma, Ed. Pontificia Accademia teologica romana, Carmine Matarazzo,
Per una "rivoluzione del cuore". La visione dell'umano in Giacomo
Leopardi nella lettura critica di Gaetano Sanseverino tra antropologia
cristiana e istanze pastorali, Alessandro Polidoro Editore, Napoli . Tomismo Neotomismo. Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Gaetano Sanseverino, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere di Gaetano Sanseverino, . Gaetano Sanseverino, in
Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
Biografia di Gaetano Sanseverino, su dif.unige. di Gaetano Sanseverino, su dif.unige.
SANTILLI. (Sant’Elia Fiumerapido). Filosofo.
Figlio del medico santeliano Silvestro, sindaco del paese, atredici anni si
trasferì a Napoli con la madre Giuseppa Mancini, figlia del medico Evangelista
Mancini di Picinisco ma residente a San Germano (oggi Cassino), e i tre
fratelli, per completare gli studi. A Napoli, il giovane Angelo Santilli seguì
il corso liceale presso la Scuola di Francesco Murro. All'Università fu
discepolo del filosofo Pasquale Galluppi e amico, fra gli altri, di Luigi
Settembrini, Giuseppe Fiorelli e Francesco De Sanctis. A soli venti anni, nel
1842, si laureò in filosofia e giurisprudenza, aprendo anche una Scuola di
Diritto Morale e Costituzionale. Fervente giobertiano, fu attivo
propugnatore, nei circoli culturali napoletani, di un'Italia federata sotto la
guida di papa Pio IX. Ebbe frequenti rapporti epistolari con Terenzio Mamiani,
con il cardinale Gizzi e con il filosofo eclettico francese Victor Cousin.
Quest'ultimo lo introdusse nel giro culturale del socialismo utopistico europeo
e soprattutto francese, ma Santilli modulò il suo socialismo secondo i propri
valori cristiani ed umanitari, rifiutando la logica della lotta di classe.
Ebbe comunque a scrivere che nel Regno di Napoli occorreva "una savia
distribuzione della ricchezza". Fu presidente della Società Dantesca di
Napoli e prolifico filosofo, giornalista e poeta. Fondò e diresse i
giornali "L'Enciclopedico" e il quotidiano giobertiano "Critica
e Verità" fondato durante i moti rivoluzionari del '48 napoletano in cui
vivacemente sosteneva che occorreva occuparsi della piaga della povertà
meridionale, scrivendo il 20 marzo che: "La nazione vuole pane e lo
dimanda incessantemente, lo chiede nel pianto dell'indigenza, tra le sciagure
della desolazione, lo chiede non a titolo di preghiera, ma diritto necessario,
assoluto ... il popolo non capisce la speculativa astrazione di alcune verità,
non sa i titoli di libertà, di costituzione, di uguaglianza ... una riforma che
dimentica affatto la fisica prosperità de' popoli non è che riforma di solo
nome...". Fra le sue opere filosofiche: "Le idee
soggettive", che fu testo di studio nelle scuole del Granducato di Toscana;
"Sul realizzamento del pensiero"; "Sviluppo filosofico
dell'Autorità"; "Cenno psicologico sull'attività e la passività dello
spirito"; "Individuo e Società"; "Princìpi dell'Umanità
razionale"; "Il socialismo in economia" e "Lavoro,
industria e capitale". Le sue poesie le pubblicava sul giornale "La
Gazza". Si batté politicamente per l'ottenimento della Costituzione da
parte di re Ferdinando II di Borbone. Malvisto e considerato individuo
pericoloso dalla polizia borbonica, per i suoi scritti, la sua attività
politica e i suoi discorsi pubblici, il cui numero di ascoltatori si andava
infoltendo sempre di più, Santilli fu ucciso a baionettate insieme al fratello
Vincenzo di 27 anni, all'amico e compaesano Filippo Picano di 18 anni e alla
fantesca Carmela Rossi detta Mega da soldati svizzeri che fecero irruzione
nella sua abitazione di Napoli, in Largo Monteoliveto, il 15 maggio 1848
durante i moti insurrezionali di Napoli. Secondo i ricordi di Luigi Settembrini
venne ucciso a seguito della delazione di una donna, che lo indicò come
"il predicatore" alla soldataglia. I fratelli Giuseppe (21 anni) e
Giovanni (13 anni), si salvarono nascondendosi in casa della famiglia Leanza al
piano superiore. Lo ricordano due epigrafi: una sulla facciata della sua
casa natia a Sant'Elia Fiumerapido e una sulla facciata della palazzina in cui
abitò a Napoli, in Largo Monteoliveto, accanto al Palazzo Gravina. Di lui hanno
scritto: Francesco De Sanctis, Guglielmo Pepe, Luigi Settembrini, Atto
Vannucci, Giuseppe Massari, Vincenzo Grosso, Alberto Guzzardella, Mario
Mandalari che volle raccogliere, in un unico volume, su desiderio del grande
Francesco De Sanctis, tutte le opere di Santilli tramite il libro "Memorie
e scritti di Angelo Santilli" (Roma). Note Franco Della PerutaIl Giornalismo Italiano del
Risorgimento, I. Ghiron, Della Peruta, ()
Storia del quindici maggio in Napoli L. Settembrini "Memorie e
scritti raccolti da Mario Mandalari"
Mario Mandalari, Memorie su Angelo Santilli, Roma, 1893. Alberto
Guzzardella, Angelo Santilli, un grande cattolico socialista e martire del
Risorgimento Italiano, Milano, 1973. Isaia Ghiron, Il valore italiano, Volume
1, Tip. nazionale degli editori Ghione e Lovesio, Franco Della Peruta, Il
Giornalismo Italiano del Risorgimento, FrancoAngeli, . Benedetto Di Mambro, in
Sant'Elia Fiumerapido, il Sannio, Casinum e dintorni Roccasecca, . Luigi
Settembrini, Ricordanze della mia vita, Volume 1, Antonio Morano.
SANTORIO. (Capodistria). Filosofo. Considerato il padre della
fisiologia sperimentale moderna. Santorio fu il primo a comprendere
l'importanza dell'esperimento e dell'adozione dei parametri quantitativi in
medicina, per valutare i quali inventò alcuni dispositivi ancora attualmente in
uso nella pratica medica, tra cui il termometro e il tachimetro. Oltre ai suoi meriti
in medicina, Santorio fu filosofo e studiò sperimentalmente la struttura della
materia, di cui descrisse la struttura corpusculare e meccanica sin dal 1603,
anticipando le ricerche successive di Galileo e Descartes. Completati gli studi di medicina a Padova,
nel 1582, esercitò la professione per molti anni in Croazia, Polonia e
Ungheria. Nel 1599 tornò a Venezia dove fece amicizia con Sarp, Sagredo e
Galilei. Il suo adattamento del pendolo alla pratica medica precede gli
esperimenti condotti da Galileo con i pendoli, ed era noto ai professori dello
studio di Padova sin dal 1600. Fu un pioniere nell'impiego delle misurazioni
fisiche in medicina; il suo dispositivo più famoso fu una grande bilancia usata
per studiare l'equilibrio omeostatico e le trasformazioni metaboliche Tra i
soggetti che si prestarono alla sperimentazione vi fu anche il collega Galileo
Galilei. Noominato professore di 'Medicina Teorica' (corrispondente all'attuale
fisiologia generale) a Padova. In quella città pubblicò descrizioni di congegni
termometrici e di precisione che divennero di largo uso nella pratica medica.
Nel 1624 rinunciò alla cattedra per dedicarsi alla pratica privata. Attività scientifica Fu un pioniere
nell'impiego delle misurazioni fisiche in medicina; il suo dispositivo più
famoso fu una grande bilancia (stadera medica) usata per studiare le
trasformazioni metaboliche in soggetti sperimentali tra i quali vi fu lo stesso
Galileo. Fu pioniere nell'uso del metodo sperimentale di cui comprese
l'importanza e la necessità replicando i suoi esperimenti per circa trent'anni.
Considerato a torto il fondatore della iatromeccanica, ne fu tuttavia
ispiratore con i suoi importanti studi sul metabolismo e sulla termoregolazione
umana. Fu il primo a quantificare la perspiratio insensibilis e ad introdurre
in medicina l'uso del termometro clinico che egli stesso ideò. Santorio inventò anche altri strumenti
(pulsilogio, igrometro, "letto artificioso", "eolopila
medica", "termometro lunare") intesi a tradurre in numero e
determinare con esattezza matematica i parametri vitali umani. Opere principali Le sue opere ebbero numerose
edizioni, diffusione europea e ampia popolarità fino al '700. Classico il De
statica medica: uno dei libri più importanti della storia della
fisiologia. Santorio Santorio,
Sanctorii Sanctorii ... Methodi vitandorum errorum omnium qui in arte medica
contingunt libri quindecim. Nunc primum accessit eiusdem authoris De inventione
remediorum liberAubert, Santorio Santorio, Ars de statica medicina, Leida, David
Lopes de Haro, Commentaria in artem medicinalem Galeni, Nova pulsuum praxis
morborum omnium diagnosim prognosim et medendi aegrotis rationem statuens, sine
eorum relatione, 1624. Commentaria in primam fen primi libri canonis Auicennae,
1625. Commentaria in primam sectionem Aphorismorum Hippocratis, Opera omnia, Fabrizio
Bigotti e David Taylor, The Pulsilogium of Santorio: New Light on Technology
and Measurement in Early Modern Medicine, in Societate si politica, Questo testo proviene in parte dalla relativa
voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo.
Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze (home page), pubblicata sotto
licenza Creative Commons Castiglioni A.,: Storia della Medicina, II, Mondadori,
Milano, 1948. Pazzini A.,: Storia della Medicina, II, Società Editrice Libraria,
Milano, 1Premuda L.,: Storia della Medicina, Cedam, Padova, Premuda L.,: Storia
della Fisiologia, Del Bianco Editore, Udine, Voce: Santorio Santorio in
Enciclopedia Italiana, XXII, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1936.
Voce Santorio Santorio in Enciclopedia Biografica Universale Treccani, Istituto
della Enciclopedia Italiana, Roma, Enciclopedia Britannica, Encyclopædia
Britannica, Inc. Santorio Santorio, in
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Santorio Santorio, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere di Santorio Santorio, . Museo Galileo, su catalogo.museogalileo. Un
importante progetto di ricerca internazionale su Santorio Santorio e la nascita
della quantificazione in medicina è attualmente organizzato e promosso dalla
Wellcome Trust presso il Centre for Medical History dell'Exeter. Un video in inglese sulla vita e le opere di
Santorio.
santucci
SANZO. (Roma). Flosofo. Conseguita la laurea in
filosofia insegna nei Licei Statali della provincia di Brindisi. Ammesso alla
Scuola di Perfezionamento in Filosofia della Scienza dell'Università Statale di
Milano, lavora alle dirette dipendenze di Geymonat. Consegue, quindi, tutti i
gradi accademici a Salento, dove termina la carriera in qualità di Professore e
Coordinatore del Corso di Dottorato in Sociologia. Ha fondato l'Associazione
Culturale di Volontariato “Nel Segno di Apollo Licio”. Ha subito il fascino delle filosofie in auge
negli anni della sua giovinezza, esistenzialismo e neorazionalismo. Ha rivolto
la propria attenzione ai rapporti tra filosofia, scienza e società del periodo
a cavallo fra Otto e Novecento. Si è occupato di autori quali
BecquerelBoutruox, Corbino, Couturate Curie, Enriques, Fermi, Frola, Geymonat,
Husserl, Peano, Poincaré, Russell, Vailati.
Università del SalentoArchivio dell'Ufficio Personale DocenteFascicolo:
Ubaldo SANZO Matricola Poincaré, Sui fondamenti della geometria, ed. it. Brescia,
Editrice La Scuola, Collana "Il Pensiero", L’artificio della lingua, --
Grice: “I like that: it’s my Gricese, a language I invent and which makes me
the master; there’s the arbitrary and there’s the artificial, and Sanzo,
reconstructing Peano’s project, fails to distinguish this” -- Milano, Franco
Angeli, Collana di Epistemologia diretta da Emilio Agazzi,Guido Cimino; Gabriella
Sava , Il nucleo filosofico della scienza, Galatina, Congedo Editore, Collana
di Filosofia diretta da G. Papuli, Jules-Henri Poincaré, Scritti di fisica-matematica,
Torino, UTET, I Classici della Scienza, Collana diretta da Ludovico Geymonat, Poincaré
e i filosofi, Lecce, Edizioni Milella, Orso Mario Corbino, Scienza e società,
Saggi raccolti e commentati, Manduria, Barbieri, Collana di Filosofia Hermes/hestia
diretta da M. Castellana, Jules-Henri Poincaré, Scritti di fisica-matematica,
Ubaldo Sanzo, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Collana "I Classici del
pensiero", pubblicata su licenza della Unione TipograficoEditrice Torinese
di Torino, 2009. Opere di Ubaldo Sanzo, SCIENTIARivista internazionale di
sintesi scientifica [collegamento interrotto], su apollolicio. Poincaré di
Ubaldo Sanzo [collegamento interrotto], su apollolicio. Philosophie et science
dans la pensée de Louis Couturatsu apollolicio. Associazione Culturale di
Volontariato “Nel Segno di Apollo Licio”, su apollolicio. Museo Galileo di
FirenzeCatalogo della Biblioteca.
SarloDe
No comments:
Post a Comment