Nel 1884 mi furono mandati a casa, in Torino, dal benemerito libraio Loescher tre grossissimi volumi intitolati Paselogices Spe cimen Theoo editum . Intri, etc. Un filosofo di nome Teofilo Eleutero era a tutti ignoto ; e non fu poca la mia mera viglia nel vedere come un'opera filosofica così voluminosa, scritta e stampata in latino, avesse potuto sfuggirmi; giacchè, come adesso ancora nella mia tarda età , specialmente allora ho sempre seguito con vivo interesse il movimento filosofico . La curiosità quindi di sapere chi egli fosse, e qual valore avesse, mi fe' tosto gittare gli occhi sul primo volume che portava la designazione di Prolegomena, e che, come subito vidi , era una Introduzione, o Propedeutica che voglia dirsi , a tutta l'opera. La mia meraviglia crebbe dopo la lettura delle prime pagine del volume, tanto più che ad essa si congiunse il sentimento del l'ammirazione: sentimento che col proseguimento della lettura di venne un vero entusiasmo. Io mi trovava dinanzi ad un hegeliano, e, per giunta, un hegeliano di alto ingegno e di larghi propo siti: i quali propositi erano nientemeno che quelli di una Riforma dell'hegelianismo mediante principii dell'hegelianismo stesso. Comunicai la mia impressione e il mio entusiasmo al signor Loescher, il quale m'informò che l'autore dell'opera era un intrese, di nome Pietro Ceretti , dalla cui figlia aveva ricevuto l'esemplare dell'opera che mandò a me per prenderne conoscenza. L'impres sione e l'entusiamo potettero ancora, per mezzo della figlia , essere comunicati al filosofo, che era già assai infermo e che poco di poi morì della malattia che da parecchi anni lo travagliava, la paralisi progressiva. Io continuai , naturalmente , a leggere e stu diare la preziosa opera , ed è di essa che accennerò maggiormente in questo ricordo del filosofo , essendo essa indubbiamente il maggior titolo del valore e della posizione filosofica del medesimo. Senonchè, a render meno incompiuto il ricordo, mi si conceda che rilevi alcuni altri particolari della sua complessa personalità . Per cio che concerne biografia e bibliografia mi limiterò alle poche notizie seguenti . Nato il 1823 , e assolti bene o male, anzi piuttosto male che bene, i primi elementi della sua istruzione, cominciò a trarre qualche profitto in un Collegio di Gesuiti a Novara , ove fu qualche tempo , uscendone il 1840. È una singo lare circostanza questa, che un uomo che ebbe sempre uno spirito non solo diverso, ma anche opposto a quello de' Gesuiti, avesse proprio da questi avuto il primo impulso e il primo profitto agli studi Ma un profitto maggiore e un vero inizio di studi serii IL FILOSOFO PIETRO CERETTI 29 furon da lui fatti a Firenze, ove si recò subito dopo, mettendosi in relazione cogli uomini del famoso Gabinetto Viessieux e con sacrandosi tutto agli studî' di lingue, lettere e scienze. Quanto a lingue, tra il tempo che fu a Firenze e gli anni che immediatamente seguirono , ne apprese parecchie tra antiche e moderne, allo scopo non solo di legger libri negli idiomi ori ginali, ma anche di viaggiare, per prender diretta notizia di uo mini e cose. Infatti, cominciò subito a viaggiare percorrendo in lungo e in largo non solo l'Italia, ma anche la Svizzera, la Francia, la Germania , l'Olanda e l'Inghilterra. Gli studî che fece nella prima giovinezza si allargarono e di vennero più intensi , quando dopo i viaggi si ritirò nella nativa Intra, nella quale accanto agli studi cominciò anche a scrivere opere di vario genere, segnatamente filosofiche. Nella sua carriera di scrittore passò per varie fasi, che io ( nella mia opera intitolata Notizia degli scritti e del pensiero filo sofico di Pietro Ceretti) ho designate e descritte come fase poe tica , fase filosofica in genere ed hegeliana in ispecie, fase di tran sizione, fase utopistica e riformativa della società civile , e fase ultima del pensiero cerettiano, la quale è quella del così detto si stema contemplativo. Ad ognuna di queste fasi corrispondono opere, e non poche, che si muovono nell’orbita del pensiero cerettiano gradatamente svolgentesi ed esprimentesi in essa. Le quali opere, se si consi dera il complesso di esse tutte, costituiscono una massa addirittura ingente , che versa su tutte le parti dello scibile. Ceretti , infatti, fu un pensatore e scrittore veramente universale. Tanto per dare una idea della predetta massa di scritti , ricor derò innanzi tutto quelli che si riferiscono alla fase poetica, la quale gli scaldò tanto la mente ed il cuore, che gli fe ' dire : Cari poeti, voi dell'alma mia Foste il primo verissimo Messia . Ad essa appartengono le opere poetiche (di genere romantico ): Eleonora di Toledo ; il Prometeo ; il Pellegrinaggio in Italia ; le Poesie liriche : inoltre, queste altre (di genere giocoso, satirico e filosofico e scritte anche in tempo posteriore alla giovinezza) , le Avventure di Cecchino, e le Grullerie poetiche. A queste opere scritte in versi se ne potrebbe aggiungere un'altra scritta in prosa e pur facente parte di questa prima fase , cioè quella intitolata Ultime Lettere d'un profugo e costituente un romanzo sul genere del Werther di Goethe e del Jacopo Ortis di Foscolo. Questa prima fase nella quale la mente del Ceretti è ancora incomposta ed in via di formazione – è caratterizzata dall'aspira zione di lui ad incarnare in sè stesso i pensieri e i sentimenti de' grandi uomini del suo tempo e di quello che immediatamente 30 COENOBIUM 1 lo precede. Il che egli stesso riepiloga ed esprime dicendo : « In giovinezza io fui innamorato e delirante alla Werther, patriota furibondo alla Jacopo Ortis, stravagante alla Byron , dolorante alla Leopardi , misantropico alla Rousseau , satanico alla Voltaire, ateo materialista alla La Mettrie, e finalmente miserabile alla mia propria maniera » . Alla seconda fase, che contiene il pensiero filosofico più emi nente e più compiuto del Ceretti , appartiene -- oltre ad un primo abbozzo di opera intitolata Idea circa la genesi e la natura della Forza — la grande opera latina predetta Pasælogices Specimen . Il pensiero filosofico di tal fase ha il fondo hegeliano, ma però da lui riformato. Le ultime fasi del pensier cerettiano costituiscono poi una ulteriore deviazione tanto dal pensiero hegeliano in genere, quanto dall'istesso pensiero hegeliano da lui riformato ed esposto in que st'ultima. Come prima deviazione e ad un tempo come transi zione alle fasi susseguenti si possono considerare la Sinossi del l'Enciclopedia speculativa ; le Considerazioni sul sistema della Na tura e dello Spirito ; l'Insegnamento filosofico : le quali opere hanno ancora spiccatamente il carattere di filosofia teoretica ed enciclopedica. La nota principale della suddetta deviazione è che al Logo assoluto, il quale nella grande opera latina diviene il principio cerettiano riformativo dell'Idea hegeliana, viene più de terminatamente e accentuatamente sostituito il principio della Co scienza assoluta, Coscienza, che , a dir vero, era già apparsa nella stessa opera latina . Quale ulteriore deviazione , ma specificamente appartenenti alla fase utopistica riformativa della società civile , vanno ricordate le opere intitolate Sogni e favole e Proposta di una riforma civile . Oltre ad esse, vanno ricordate anche queste altre , le quali però sono scritte in forma di romanzi, cioè , i Viaggi utopistici ; l'Inconclu dente ; Don Simplicio ; Don Gregorio ; il Protagonista , e qualche altra . La deviazione massima è in quegli altri scritti , che rappre sentano più spiccatamente l'ultima fase , nella quale il Ceretti per viene ad una specie di subbiettivismo nullistico, da lui designato, come è detto , col nome di sistema contemplativo. I pensieri di quest'ultima fase appaiono in parecchi altri scritti dell'ultimo tempo di sua vita , come per esempio, per nominarne alcuni , nella Vita di Caramella e nelle Memorie postume. Ma gli scritti mentovati delle diverse fasi , benchè già nuinerosi, non costituiscono neppur gli scritti tutti del filosofo d'Intra, es sendovene una quantità ancora notevole , che possono esser nomi nati scritti varii ed ai quali appartengono: Biografie, Autobio grafie (tra queste , notevolissima, La mia Celebrità ), Commedie, Novelle morali, ecc. e persino un Trattato d'Astronomia e un Trattato di Medicina. Come vede il lettore , quella che io chiamava una ingente IL FILOSOFO PIETRO CERETTI 31 massa di scritti , e versante sulla universalità dello scibile , non è una denominazione esagerata, ma interamente reale. E ciò basti a dare una idea sommaria degli scritti del filosofo intrese . Per cio che concerne il filosofo propriamente detto , egli va considerato rispetto al corso della filosofia in genere ed al periodo filosofico idealistico tedesco in ispecie , nel qual periodo si riat tacca alla maggiore manifestazione speculativa del medesimo, che è la hegeliana. Egli si apparecchiò a pigliare il suo posto in quest'ultima, con uno studio e conoscenza non comune, primamente delle varie discipline dello scibile, sopratutto di quelle concernenti la Storia universale e le Scienze positive e naturali d'ogni specie ; seconda mente, di quelle attinenti alla filosofia propriamente detta . Rispetto a quest'ultima, è veramente ammirabile l'opera del nostro filosofo, che – dopo i suoi profondi studi sui filosofi delle diverse età (non esclusa quella stessa della filosofia indiana ) e in genere ne' testi originali de ' medesimi ne ha dato un saggio no tevolissimo egli stesso nel primo volume della sua opera latina, cioè ne' mentovati Prolegomeni. Ma nella Storia della filosofia uno de' periodi che egli più ha studiato e conosciuto è il predetto periodo filosofico tedesco sì ne' filosofi massimi di essa, come Kant, Fichte, Schelling ed Hegel , si ne' secondarii e pur importanti del medesimo, come Herbart, Schopenhauer ed altri . In questo periodo era naturale che quello che massimamente attraesse e legasse il suo spirito fosse Giorgo Hegel , siccome quello che compendia in sè, primamente la Storia filosofica generale e, in secondo luogo, lo stesso speciale periodo tedesco. Hegel, in fatti, è da lui considerato come quello che ha raggiunta la più alta forma di speculazione nella scienza filosofica, sopratutto nella disciplina logica . Considerando il filosofo tedesco in tal modo, è naturale che egli nel complesso ne accogliesse le idee e si riattaccasse a lui . Senonchè, pur accogliendole, non le riteneva scevre di vizii o errori che voglian dirsi . In conseguenza di ciò egli si propose da una parte , di additare questi vizii , dall'altra, di correggerli . E la correzione, che costituiva per lui una riformazione dell'hegelianismo, non è poi altro che la filosofia cerettiana stessa , quale è conce pita ed esposta nella predetta grande opera latina. Ciò posto , seguiamo ora tal pensiero filosofico cerettiano ne suoi tratti fondamentali. Primamente, accogliendo l'hegelianismo come la predetta su prema manifestazione della coscienza filosofica, ei l'accoglie nel general fondo e pensiero del medesimo, fondo e pensiere, che ven gono da lui riassunti ne' seguenti principii generali : 1 ° L'assoluto è l'Idea ; 2 ° l'Idea concreta è lo spirito ; 3° l'essenza concreta ed asso luta dello Spirito è l'Idea logica. Inoltre, l'evoluzione dialettica del l'Idea , nella quale evoluzione consiste il processo metodico di 32 CENOBIUM quest'ultima , avviene e deve avvenire secondo la Nozione, ossia secondo il Concetto , come dice Hegel (dem Begriffe nach ). Rispetto a tali principii designati come hegeliani non che come veri e inoppugnabili, e quindi da lui stesso accolti, va però osservato, che di essi non può essere ritenuto come schiettamente e veramente hegeliano il terzo ; giacchè, secondo Hegel, l'essenza concreta ed assoluta dello Spirito non è l'Idea logica. Questa è per Hegel l’Idea pura e semplice soltanto, e però immediata ed astratta , non ancora dialetticamente esplicata e , mediante l'espli cazione, fatta concreta. L'essenza assoluta e concreta dello Spirito è per lui invece l’Idea che da puramente e semplicemente logica ( da Idea logica ) si è estrinsecata nella Natura (cioè si è fatta Idea naturale o Natura) , e, attraverso di questa , è giunta a coscienza di sè, ossia è divenuta spirituale , o, che vale lo stesso , è divenuta Spirito. In altri termini, l'essenza concreta assoluta dello Spirito è la Coscienza dell'Idea, ovvero è l'Idea conscia di sé, mentre l'Idea logica hegeliana è ancora inconscia. Per cio che concerne i mancamenti e vizii della dottrina he geliana, essi , secondo il Ceretti concernono l'evoluzione dialettica dell’Idea , o , che vale lo stesso, concernono l'Idea nel suo pro cesso ( esplicazione) dialettico. Un primo vizio generale in tale evoluzione è per lui quello che nella logica hegeliana concerne il Prius e il Risultato dell'Idea. Notoriamente per Hegel, benchè l'Idea sia , da una parte , il prin cipio universale assoluto, e, dall'altra il principio iniziale dell'evo luzione dialettica assoluta, principio iniziale che farebbe come il Prius ideale dialettico , pur non di meno pel filosofo tedesco il vero Prius dell'Idea non è questo iniziale , ma quello finale a cui l'Idea perviene come Risultato del processo dialettico , risultato finale che è propriamente lo Spirito, ossia l'Idea pervenuta a co scienza di sè. È per questo che Hegel sostiene che il vero Prius non è l'Idea logica, ossia l'Idea pura ed estratta , ma lo Spirito, che è l'Idea che col processo dialettico si è fatta veramente reale e concreta. Or questo Prius che Hegel pensa e pone come vero è invece dal Ceretti ritenuto falso, perchè pensato ed ottenuto secondo un procedimento dialettico prestigioso e sconforme al vero ordine lo gico , che deve avere e seguire il Logo ( Logo che, come tosto si vedrà , è il principio specifico assoluto cerettiano sostituito alla Idea hegeliana) . Accanto a questo vizio generale , egli trova e addita vizii particolari affettanti l'Idea come logica naturale e spi rituale. I vizii spettanti all'Idea logica e al corrispondente processo dialettico sono tre e da lui stesso brevemente indicati come segue: Il primo è che nell'esplicazione dialettica dell'Idea logica la genesi di questa sia « una genesi della Nozione dalla Non-Nozione » . Il secondo è che l'esplicazione dialettica dell' Idena logica è piut tosto un'astratta esplicazione delle categorie, anzichè un concreto IL FILOSOFO PIETRO CERETTI 33 un ri immanente processo di esplicazione ed implicazione. Il terzo è che il processo dialettico dell'Idea logica hegeliana è piuttosto un Logo astratto astrattamente esplicantesi e riassumentesi in sultato , anzichè la sanzione ( o affermazione) di sè stesso nella con creta immanente ed assoluta verificazione della propria posizione, dialettica e riassunzione ( 1 ) . Il primo de' tre vizii indicati, riproducendo il mentovato ge neral vizio del Prius, ei lo determina meglio designandolo come processo inconscio dell'Idea logica, processo che Hegel pensa appunto come inconscio ed il Ceretti pensa e vuole invece come conscio. E può dirsi che su tal coscienza dell'Idea logica poggia il punto cardinale della differenza dell'Idea hegeliana dal Logo cerettiano. Quanto al vizio concernente l'Idea naturale, esso è in grosso quello stesso dell'astrattezza, testè rilevato , o , che vale lo stesso , della non raggiunta realtà dell'Idea nel farsi naturale. Infatti, dice egli , l'Idea logica , estrinsecandosi e divenendo Natura, rimane in quello stato astratto e puramente e semplicemente ideale che ha come Idea logica, e non giunge a veramente naturarsi, com'ei dice , cioè a farsi vera realtà naturale. E finalmente, quanto allo Spirito , od Idea hegeliana spirituale, il filosofo intrese vi trova il vizio di quella stessa prestigiosità speculativa ( speculativa prestigiositas ), che ha trovata e rilevata per la Logica. Ed osserva, per giunta, che il general vizio in nanzi mentovato dell'Idea hegeliana, che cioè essa sia un Risul tato, diviene più specifico nello Spirito, in quanto questo , conce pito da Hegel come l'Idea che dal suo Esser-altro ( cioè dalla sua esistenza naturale ) ritorna a sè stessa , ha appunto il carattere speciale di essere un Risultato e non una realtà , a dir cosi , ori ginaria. Accanto ai predetti vizii fondamentali concernenti l'Idea nelle sue varie forme, logica , naturale e spirituale , ne rileva alcuni altri secondarii; ma noi , limitandoci alla indicazione de ' fonda mentali, passiamo ad indicare le corrispondenti emendazioni di essi . Preposto che alla Idea hegeliana egli in genere sostituisce il Logo, principio universale ed assoluto anch'esso, la prima generale emendazione, concernente il Prius ed il Risultato dell'Idea innanzi esposti , è fatta dal Ceretti nel senso che il Logo è oiginariamente conscio e non già tale per risultato. Rispetto ai tre vizii dell'Idea logica propone come emendazione ( 1 ) Mi piace di riferire colle stesse parole latine del Ceretti il predetto triplice vizio : cioè , « Hegelianæ logicæ tractationis defectuositas, in exitu prolegome norum designata , est primo, quatenus notionis a non-notione progenesis ; secundo, quatenus categoriarum abstracta explicativ, potiusquam concreta explicationis et implicationis immanens contraprocessuosilas ; tertio , quatenus abstractus er plicativce dialectica logus in abstracta resumptione, potiusquam in concreta positionis, dialectica et résumptionis immanente absoluta verificatione suun ipsum sanciens » . Pasael. Spec. vol . II , p. 6 . CENOBIUM , Vol. III, Anno II, Marzo - aprile 1908. 3 34 CENOBIUM e però riformazione, che il primo venga emendato mediante il principio della generale coscienza logica della Nozione od Idea hegeliana : il che importa che il Logo sia una Nozione ( Idea) che si genera dalla Nozione stessa e non già dalla Non-nozione ( No zione inconscia) . La emendazione di questo primo vizio coincide in grosso anche colla generale emendazione predetta del Prius e del Risultato. La emendazione del secondo vizio è dal nostro filosofo otte nuta col propugnare ed effettuare che la genesi delle categorie logiche non avvenga secondo un processo astratto di sola espli cazione , ma secondo un processo concreto di esplicazione ed im plicazione insieme : nel qual processo concreto i momenti astratti di esplicazione si negano come astrattamente tali ed affermano perciò la loro unità . Il terzo finalmente viene emendato, pensando e determinando il Logo assoluto in guisa che esso non rimanga un momento astratto di riassunzione ( risultato) , ma che divenga assoluta ed immanente affermazione (sanzione) di tutto il corso esplicativo , costituendo così un processo e controprocesso, in cui ogni mo mento è unità dell'astratto e del concreto. Quanto ai vizi relativi all'Idea naturale hegeliana , la emenda zione ( stata già implicitamente accennata nella critica fatta di essi ) consiste in quella che il Ceretti appella la naturazione del Logo. E cioè, mentre Hegel concepisce la Natura siccome l'Idea ritornante a sè stessa dal suo Esser- altro (dalla sua esternazione ed alterazione) , il Ceretti invece pensa che la Natura non è sol tanto ciò , ma è e dev'essere reale naturazione del Logo, ossia reale incarnazione ed obbiettivazione del medesimo. E da ultimo, quanto all'emendazione del vizio dell'Idea spi rituale, essa nel complesso è quella già rilevata nella critica fatta del vizio , e consiste nel concepir la medesima, ossia lo Spirito , siccome Logo originariamente conscio e non divenente tale per risultato d'un processo. Le predette generali e fondamentali emendazioni , accanto ad altre subordinate e secondarie , son quelle che nella esposizione ed esecuzione delle Idee filosofiche costituiscono la filosofia cerettiana riformativa della hegeliana , e filosofia riformativa che forma il contenuto della più volte mentovata grande opera del Ceretti , intitolata Saggio di Panlogica. Questo Saggio è un'opera veramente colossale ed è l'enciclo pedia filosofica cerettiana , modellata sulla nota corrispondente En ciclopedia hegeliana ( Encyclopädie der philosophischen duissen schaften) in tre volumi. Il Ceretti concepì la propria Enciclopedia vasto disegno da assolversi in otto volumi : il primo (i prolegomeni) come propedeutica a tutta l'opera, propedeutica che ad un tempo contenesse in germe il pensiere della stessa Enciclopedia ; il secondo contenente ( col nome di Esologia ) l'e sposizione della Logica e Metafisica ; il terzo, il quarto , ed il una con un IL FILOSOFO PIETRO CERETTI 35 quinto ( col nome di Essologia ) costituenti la trattazione ed espo sizione della filosofia della Natura nelle sue tre parti della Mec canica, della Fisica e della Biologia (od Organica) ; il sesto, il settimo e l'ottavo (col nome di Sinautologia ) designati a trattare la Filosofia dello Spirito, distinta anch'essa in tre parti denomi nate Antropologia, Antropopedeutica ed Antroposofia . Di questa vasta concezione ed esecuzione il principio fonda mentale ed assoluto è il Logo, che il lettore vede essere in fondo alla Esologia, Essologia e Sinautologia : Logo che, come si è detto , in Ceretti piglia il posto e la generale significazione del l'Idea di Hegel. Il Logo Cerettiano, come quest'ultima, è l'uni versa ed assoluta realtà , e realtà con preminente carattere ideale , comprendente in sè la realtà logica, la naturale e la spirituale. Per tal carattere anche la filosofia cerettiana è idealismo ; tanto più veramente assoluto , in quanto , non meno e forse ancor più dell'hegeliano, abbraccia in sè in complessiva unità tutte le forme di Idealismo apparse nel corso storico della filosofia, si in generale le antecedenti all'Idealismo tedesco , si in modo più speciale quelle di quest'ultimo , cioè gli Idealismi subbiettivi Kantiano e Fichtiano , l'Idealismo obbiettivo Schellinghiano , non che lo stesso Idealismo assoluto Hegeliano. Questo carattere di universalità ed assolutezza dell'Idealismo cerettiano è una delle cose più spiccanti , più notevoli ed anche più rilevate dell'Enciclopedia filosofica del filosofo intrese. Quanto al principio assoluto del Logo , va parimenti rilevato , che , per la natura conscia del medesimo innanzi additata, esso vien dal Ceretti designato anche come puramente e semplicemente Coscienza : per modo che Coscienza e Logo ricorrono quasi pro miscuamente nella Enciclopedia cerettiana ed anche in altre opere posteriori) come espressive e determinative del principio assoluto. È bene , inoltre, rilevare che tal principio assoluto e dal nostro filosofo anche puramente e semplicemente detto l'Assoluto, il quale corrisponde in tutto e per tutto al Logo e alla Coscienza consi derati come assoluti . Ciò fa intendere come pel Ceretti l'elemento conscio costitui sce il carattere essenziale del suo principio assoluto , ossia del suo Logo in tutto il suo ambito , mentre per Hegel l'elemento conscio è caratteristico e specifico dello Spirito propriamente detto, ossia dell'Idea giunta a coscienza di sé . Ciò farà, d'altra parte, pari menti intendere come il filosofo intrese ponga come riformativa dell'hegelianismo la proposizione : L'Assoluto è la Coscienza . Per cio che concerne la designazione del principio assoluto, rilevo ancora che, ad esprimere il predetto principio assoluto, egli adopera tante altre volte anche le parole Idea, Nozione, persin Pensiere , come Hegel. Ma, se le espressioni son varie, il senso e valore fondamentale del suo principio è quello del Logo pen sato come Logo conscio o Coscienza (assoluta). Conformemente a ciò ( e in grosso conformemente all'hegelia 36 CENOBIUM con nismo) il Logo vien pensato nella sua intrinseca natura e nel suo processo dialettico. Nella sua natura il Logo vien considerato in tre diverse forme di esistenza, cioè, quale è in sè, quale è per sè, e quale è in sè e per sè. La considerazione del Logo in sè stesso costituisce la predetta Esologia (da sis, és, dentro e hópos) , ossia la dottrina logico- metafisica del Logo ; quella del Logo fuori di sè costituisce la Essologia ( da few fuori, in latino Exologia) , ossia la dottrina ( filosofica ) della Natura ; e quella del Logo in sè e per sė, o come il Ceretti la dice , del Lago in sè e con sè, costituisce la Sinautologia ( da suv e autos, con stesso ), ossia la dottrina dello Spirito . Degno di rilievo è inoltre che il Logo in sè pel filosofo in trese è il Logo nella sua Subbiettività, il Logo fuori di sè è il Logo nella sua Obbiettività, e il Logo in sè e sè il Logo nella unità della sua Subbiettività e della sua Obbiettività, ossia è il Logo subbiettivobiettivo, che è poi il Logo assoluto. È bene parimenti rilevare che come il Logo per lui è per eccellenza il Logo conscio , il quale è poi lo Spirito o la Coscienza , così si de signano egualmente lo Spirito e la Coscienza nella loro Subbiettività, nella loro Obbiettività, e nell'unità della Subbiettività e dell'Ob biettività. Il predetto triplice modo di essere della natura del Logo soggiace ad un processo esplicativo , che costituisce il pro cesso dialettico , appellato anche metodo dialettico. Questo pro cesso metodico ha , tanto per Hegel quanto per Ceretti , tre mo menti anch'esso. Questi momenti, che il filosofo tedesco appella comunemente dell'in sè , del per sè e dell'in sè e per sè , dando loro il valore e significato di momento immediato o intellettivo ( della speculazione dell'Idea ), di momento mediato o razionale negativo , e di momento immediato e mediato insieme, o razionale positivo, vengono invece dal Ceretti appellati ( nel complesso però con valore e significato simili a quelli di Hegel) momenti della Posizione, Riflessione e Concezione. La posizione , come la parola stessa indica, ha il valore e significato di quella che comunemente ( in Fichte , Schelling ed Hegel) , ricorre come tesi , mentre la ri flessione ha significato e valore di contraddizione ( opposizione, an titesi ) e la Concezione significato e valore di conciliazione degli opposti, sintesi della tesi e dall'antitesi. La triplicità delle forme di esistenza del Logo ( quelle di Eso Jogo , Essologo e Sinautologo con le corrispondenti dottrine di Esologia, Essologia e Sinantologia) costituisce per Ceretti i tre Cicli di quest'ultimo. Cicli che , mentre son tre , pur ne costitui solo sotto triplice forma : costituiscono cioè il Logo assoluto unitrino . Un altro punto pur degno di rilievo e caratteristico è il modo come Ceretti determina la considerazione filosofica o speculativa de tre Cicli . La considerazione del primo, ossia dell'Esologia , è per lui il pensiero del Pensiero ( cogitatio cogitationis) quella del scono un IL FILOSOFO PIETRO CERETTI 37 ma secondo o dell'Essologia è il Pensiero del Pensato ( cogitatio cogi tatis ), e quella del terzo, o della Sinautologia, è il Pensiero del Pensante ( cogitatio cogitantis ). Anche nell'hegelianismo il Pensiero assoluto è identificato col l'Idea assoluta, in quella guisa che il Ceretti identifica parimenti il Pensiero assoluto col Logo assoluto. Però nella espressione e determinazione cerettiana la cosa ha un significato più specifico, e propriamente questo , che cioè l'Esologia è la considerazione del Pensiero in sè stesso , del pensiero puro hegeliano e potrei an che soggiungere, della ragion pura kantiana ; l'Essologia è la considerazione del Pensiero del Pensato , cioè del Pensiero non più in sè, puro ed astratto , del Pensiero estrinsecato ( fatto per sè ) , obbiettivato ; e la Sinautologia la considerazione del Pen siero del Pensante, cioè del pensiero come esistente ed esercitan tesi nel subbietto pensante. Potrei dire che la predetta triplice considerazione è quella del Pensiero puro e semplice, quella del Pensiero come obbietto di sè medesimo ( estrinsecatosi fuori di sè nella Natura ), e quella del Pensiero astratto ed operante come proprio subbietto ( nella Coscienza del pensiero stesso o nello Spirito ) . Dopo le antecedenti generalità , passiamo a considerare parte per parte il Logo nelle sue tre forme di esistenza nella logico metafisica ( Esogia) , nella naturale ( Essologia) e nella spirituale ( Sinautologia ). La dottrina logico -metafisica, conformemente alla hegeliana, è pur distinta in tre parti che anche per lui , come per Hegel , son quelle dell'Essere, dell’Essenza e del Concetto : solo che queste nel filosofo tedesco si susseguono nel modo indicato e nel filosofo intrese mutan posto , diventando primo il Concetto , secondo l'Es sere e terzo l’Essenza . Questo mutamento di posto nella serie porta poi naturalmente con sè un corrispondente mutamento nel processo dialettico. Le dottrine di queste tre parti così spostate hanno in Ceretti i nomi speciali di Prologia, Dialogia e Autologia . La prima con sidera il Logo esologico, o logico -metafisico, nella astratta iden tità del Pensiero , la seconda nella differenza di esso , e la terza nella unità sintetica dell'identità e della differenza del Pensiero stesso. Non credo che il nostro filosofo abbia avuto giusta ragione d'invertire l'ordine de' tre principii fondamentali predetti . Ma, checchè sia di ciò , è bene di allegare la ragione dell'invertimento da lui ritenuto razionale e necessario . La quale, a suo credere , è che per il Logo conscio, o che vale lo stesso, per la Coscienza il primo ( Prius) prologico ( cioè il primo con cui deve cominciar la logica) non dev'essere nè indeterminato , come sono l'Essere di Hegel e di Rosmini, nè determinato , come sono l'Io di Fichte e la predetta Ragione di Schelling , ma dev'essere lo stesso Prius, nel quale sieno implicitamente contenute tanto la indeterminazione 38 COENOBIUM quanto la determinazione. E un sì fatto Prius pel Ceretti è la Proposizione, che è il primo ed iniziale momento della sua Pro logia, il quale è più primitivo e più semplice del Giudizio che ne costituisce il secondo, al quale poi segue il terzo unitivo de' due primi, che è il Sillogismo. Quanto alla natura de suddetti momenti della Prologia, la Proposizione è la immediata ed indistinta coscienza logica, la quale , appunto per la sua indistinzione, non è nè subbiettiva nè obbiettiva . Il Giudizio invece è la coscienza logica, che dalla indistinzione od indifferenza si esplica e passa nella subbiettività ed obbiettività di sè medesima. E da ultimo il Sillogismo è la subbiettività della coscienza logica , la cui attività consiste nell'e splicare se stessa , esplicazione di sè stessa , che in fondo è poi una obbiettivazione della subbiettività. Dato tal concetto generale de' momenti della Prologia , il nostro autore passa a considerare e determinar ciascuno in se medesimo, ed inoltre secondo il predetto processo metodico trico tomico della Posizione , della Riflessione e della Concezione. Conformemente a ciò , distingue la Proposizione in posta, ri flessa e concepita ; e in posto, riflesso e concepito, distingue e de termina parimenti sì il Giudizio che il Sillogismo. La trattazione ed esposizione di ciò è amplissima, specialmente quella del Sillogismo ; ed è non solo amplissima, ma anche note volissima per le molteplici determinazioni logiche ed ontologiche non che illustrazioni ed applicazioni d'ogni genere alle diverse parti dello scibile e della stessa realtà . La trattazione è di tanto interesse che è degnissima di esser presa da ognuno in considerazione anche oggi alla distanza di una sessantina d'anni, dacchè fu pensata ed esposta . Non potendo entrare nelle particolarità a far intendere il pensiero cerettiano sì nella concezione de' momenti della predetta Prologia sì nel passaggio da questa alla Dialogia, allegherò un luogo nel quale l'autore lo riepiloga, e che è questo . « Il pen siero prologico ( 1 ) , uscito (passato) dalla sua generalità formale ( cioè dalla proposizione) colla particolarità formale della sua gene ralità ( cioè col giudizio) nell'unità formale della sua generalità e della sua particolarità ( cioè nel sillogismo ), si concepisce come sistema metodico della razionalità, ossia come forma assoluta delle forme. La forma sillogistica delle forme pensabili insegna che il pensiero è essenzialmente il sistema di sè, e non v'è sistema all'in fuori del sistema del pensiero, poichè l'altro del pensiero non può essere fatto (posto ) da altro che dal pensiero. Inoltre, insegna che il sistema assoluto del pensiero è il sillogismo giudicativo della proposizione, perciò l'Assoluto non può esser concepito altrimenti ( 1 ) Cosi a pag. 125 della Ragione Logica di tutte le cose , vol . II Esologia , nella versione dal Latino di Carlo Badini, Torino, 1890. IL FILOSOFO PIETRO CERETTI 39 che nella forma sillogistica ; questa concezione porta con sè la ne cessità logica di sè , poichè è la Nozione della Nozione. Il sillogi smo assoluto , come prologico , non è più che la formalità ( la forma assoluta del Logo, la quale invoca l'essenzialità assoluta di sè da esplicare in sè da sè stesso . Quindi il sillogismo passa dalla sua subbiettività assoluta ad esplicare la sua obbiettività im plicita assoluta ; questa obbiettività è la verità della subbiettività sillogistica assoluta » . Ciò posto , quella che ora effettua il passaggio e progresso dalla forma e dalla subbiettività del Pensiero alla essenzialità ed obbiettività del medesimo è la Dialogia, che per eccellenza è la dottrina delle categorie logiche del Pensiero. Corrispondendo la dottrina dialogica cerettiana alle dottrine logiche hegeliane dell'Essere e dell'Essenza prese insieme, ne segue che le categorie, onde qui è parola , sono in grosso quelle che ricorrono nelle predette due dottrine hegeliane. Quanto al concetto della categoria e alla funzione logica della categorizzazione, sono importanti queste parole del filosofo intrese : « La categoria , dic'egli ( 1 ), è propriamente la predicazione del Pensiere fondata dallo stesso pensiere come necessaria ; e la cate gorizzazione del Pensiere è l'atto più nobile della speculazione filo sofica e la più alta concezione dal Pensiere umano Nè meno im portanti in proposito sono gli additamenti ch'egli fa intorno alla evoluzione storica delle categorie presso i diversi filosofi e corri spondenti scuole che spiccano intorno ad esse . Per cio che concerne le categorie trattate e sviluppate nella Dialogia, le fondamentali son quelle dell'Essere, dell’Essenza, e del l'Esistenza, come costituenti la triplicità dialogica per eccellenza ; e da queste fondamentali se ne sviluppano altre costituenti mo . menti subordinati, ma non meno importanti. L'Essere, infatti, è da prima il Logo generale ed indeterminato (est Logus Conscentiæ generalis) , ma esso si particolarizza e de termina in sè medesimo in ulteriori principii categorici. Per esem pio, si distingue e particolarizza come qualitativo, quantitativo e modale, sorgendo così le categorie della qualità, della quantità e della modalità (misura ). Ed inoltre l'Essere nella sua stessa gene rità ( innanzi alla predetta particolarizzazione dunque) è essere , non essere e divenire ( esse , non - esse , fieri); come, d'altra parte , le categorie della qualità, quantità e modalità alla lor volta si distin guono e particolarizzano in altre. Chi conosce la logica di Hegel vede subito nelle predette ca tegorie cerettiane la simiglianza con le corrispondenti hegeliane ; ed è forse questa la parte , nella quale il Ceretti si tiene più da vicino a quello ; mentre in altre parti vi sono non poche dissi miglianze. ( 1 ) Nel predetto citato volume della Esologia , pag . 132 . 40 COENOBIUM ecc. Dall'Essere il processo dialogico conduce alla seconda cate goria fondamentale predetta, cioè alla Essenza la quale non è altro che la particolarizzazione dello stesso Essere ( Esse suam absolutam particolaritatem adeptum est Essentia ). Ciò che si è detto avvenire per la categoria fondamentale del l'Essere avviene anche per l’Essenza, che cioè anche questa , alla sua volta distinguendosi e particolarizzandosi in sè medesima, ne produce di ulteriori , come quelle del fondamento, della sostanza , della materia , ecc. E quanto alla terza categoria fondamentale, cioè l'Esistenza , essa è l'unità dell'Essere e dell'Essenza . Ognuno nella Existentia riconosce l'Esse come particolarizzato ; ma d'altra parte, nella particolarizzazione dell'Essere si specifica e manifesta anche l'E lemento dell'Essenza, per forma che l'Esistenza risulta siccome una manifestazione dell'Essenza ( Exsistentia est essentia manifesta ). E da ultimo l'Esistenza dà anch'essa origine ad altre categorie subordinate , come realtà, necessità , La terza parte della Logica ( o della Esologia ) cerettiana, cioè l'Autologia, si fonda, sviluppa e sistematizza in tre categorie fon damentali, che son quelle di Sapere, Volere, Agire, ( Scire, Velle, Agere ), le quali sono in corrispondenza di quelle che ricorrono nella terza parte della Logica hegeliana, e che sono l'Idea del conoscere (die Idee des Erkennens ), l'idea del bene ( die Idee des Guten ) e l'Idea assoluta ( die absolute Idee ). Va però osservato che il volere e l'agire che in Hegel si congiungono nella Idea del Bene , e costituiscono la Idea pratica , in Ceretti appariscono, al contrario , come momenti e categorie distinte . Questa terza parte della Logica del Ceretti è una delle più belle e ad un tempo una di quelle in cui il Ceretti è come più originale e più indipendente da Hegel . Il modo rome il filosofo intrese vede la distinzione, la relazione e la unificazione del Sa pere, del Volere e dell'Agire è qualche cosa di profondo, di stu pendo e di vero , e lo si vede più chiaramente e più determina tamente di quel che possa vedersi nel, pure grandissimo, filosofo tedesco . Ciò viene dal perchè i tre momenti, che in Hegel sono come ancora implicati e inviluppati, in Ceretti ricorrono come più sviluppati e ad un tempo più sistemati . Il pensiero cerettiano dell'Autologia è ( secondo che lo espressi nella mia Notizia degli scritti del pensiere filosofico del Ceretti) che « l'Assoluto è la Coscienza logica che si sistematizza in se stessa , per quindi sistemarsi fuori di sè ( 1 ) allo scopo finale di sistemarsi in sè e per sè come assoluta unità di sè stessa. L'Au tologia costituisce un sillogismo assoluto ( cioè una connessa tri plicità assoluta ), i cui termini sono i predetti di Sapere , Volere , Agire. Nella Coscienza assoluta il Sapere è l'essere del Volere, ( 1 ) Nel Volere c'è , infatti, esterîorazione del Saputo. IL FILOSOFO PIETRO CERETTI 41 il volere è l'essenza del Sapere, l'agire è l'esistenza del Volere ; e tutti e tre insieme costituiscono l'unitrinità della Coscienza » . Anche le tre predette categorie si distinguono e particolariz zano in altre . Il Sapere si svolge ne ' momenti subordinati (i quali son categorie anch'essi) di Sapere immediato, mediato, assoluto ; il Volere si distingue e particolarizza alla sua volta nelle forme ca tegoriche di Volere subbiettivo , obbiettivo e assoluto ; e l'Agire nelle sue corrispondenti di Agire attuoso ( agire come atto puro e semplice ), Agire volonteroso e Agire concettuale ( 1 ). Questo è in breve il concetto e disegno della prima parte della grande opera enciclopedica del nostro filosofo . La seconda parte, quella del Logo fuori di sè o del Logo nella sua obbiettivazione , cioè la Filosofia della Natura, ha avuta una estesissima trattazione ; e trattazione in cui il nostro filosofo si mostra non poco originale ed indipendente rispetto alla corri spondente parte della Enciclopedia hegeliana. Essa è per noi italiani tanto più importante, in quanto non vi è in Italia , neppure presso i nostri filosofi maggiori moderni, una sola opera che , prima di questa del Ceretti , meriti il nome di filosofia della Natura nel senso ampio, vero e moderno della parola. Io ho scritto su questa parte della grande opera cerettiana tre lunghissime Introduzioni ai tre volumi che vi si riferiscono, le quali, riunite insieme e pubblicate sotto il titolo di Filosofia della Natura di Pietro Ceretti, formano un'opera di ben 487 pagine; e in questa ho ampiamente chiarita e dimostrata la verità di tutto ciò . Quanto al cenno che posso farne qui, specialmente a cagione della vastità di trattazione che ha nel Ceretti , esso non può con sistere in altro se non nella pura e semplice indicazione del di segno, della materia e dell'andamento della trattazione stessa . Premessa la determinazione della posizione e del concetto della filosofia della Natura nel Sistema panlogico , egli passa alla considerazione di un punto importantissimo, quello cioè della evo luzione storica della concezione filosofica della natura , evoluzione che, secondo lui , passa per tre gradi e corrispondenti forme della coscienza filosofica , la forma estetico-teologica ( o sentimentale) la forma empirico -matematica ( o intellettiva e riflessiva ) e la forma speculativa propriamente detta ( o concetturale) . E fa in propo sito una stupenda rassegna storica di queste forme, giungendo all'ultima , ossia alla hegeliana, alla quale egli si riattacca, ulterior mente sviluppandola e riformandola in ciò che ha di difettivo . Procede quindi alla partizione della Filosofia della Natura, dividendola come abbiam detto in Meccanica , Fisica e Biologia , conformemente alla Natura distinta in sè stessa in meccanica , fi ( 1 ) Queste tre azioni (o funzioni ) categoriche dell’Agire il Ceretti le designa come Agere actum, Agere voluntatem e Agere notionem . 42 CENOBIUM sica e biotica ( vivente ). Carattere costitutivo della Natura mecca nica è la quantità, della fisica la qualità, e della vivente l'unità della quantità e della qualità, la quale unità è poi la modalità o la misura della medesima. Quanto all'unità inscindibile delle tre parti distinte e de' corrispondenti tre ' caratteri della natura , sono notevoli e riassuntive queste parole del filosofo intrese . Cioè : Il meccanismo é ove è la fisica ( la natura fisica ), e la fisica é ove è il meccanismo ; e se vi sono il meccanismo e la fisica, vi è anche la natura vivente » . Ad intendere meglio il rapporto ed il corrispondente concetto filosofico delle predette tre parti e de ' tre predetti corrispondenti caratteri , il nostro filosofo arreca un esempio illustrativo , che è bene di riprodurre anche qui . « Il meccanismo, dic'egli , suppone necessariamente l'esteriorità reciproca dei suoi termini ; quando questa esteriorità , passata nella sua interiorità , nella sua unità in separabile, trascenda sé a sè esteriore, non versa più in un piano ( campo) meccanico, il quale ammetta per sè alcuna intrinsecazione qualitativa della esteriorità meccanica, ma versa propriamente nella natura fisica del meccanismo ( in mechanismi physi ), la quale è la quantità passata nella sua qualità che deve esplicarsi. Così , ad esempio, in qualunque modo supponiamo il ferro, diviso, figurato, posto in movimento, ecc. , esso non cessa di essere ferro. E quando per azioni esterne, come ad esempio, per l'ossidazione, cessi di essere ferro, non consideriamo tali azioni come meccaniche, perchè due modi della materia (l'ossigeno e il ferro) sono divenuti un solo modo (neutrale), il quale non ammette più alcuna coalterio rità esterna ( 1 ) di fattori (essenzialissima al meccanismo, ma è in sè l'unità qualificata de' quanti , la natura fisica del meccanismo » . La quale unità è poi la vita, ossia , quel « principio , com'ei dice , grazie al quale l'alteriorità meccanica si neutralizza fisicamente , e la neutralità fisica si alteriora ( si fa altra ) meccanicamente : il che , in quanto è nella circoscrizione essologica ( naturale) , è la vita » . Ciò posto , egli , concependo la natura meccanica o il « mec canismo come il sistema della quantità » , passa alla reale consi derazione e corrispondente sistemazione filosofica di tutti i prin cipii (detti anche categorie naturali ) della medesima come spazio , tempo, moto , ecc. Conformemente a ciò , concependo la natura fi sica parimenti come il sistema della qualità » , svolge i principii o categorie naturali di essa, come etere ( o materia eterea) , luce calore, magnetismo, elettricità ecc. E s'intende che ciò che è detto della natura meccanica e della fisica, va detto anche della natura sivente, della quale, come unità concreta delle due antecedenti, si vvolgono, determinano e sistematizzano i corrispondenti principii e momenti. Questi principii , coi relativi sistemi vitali , sono nella loro generalità e progressività evolutiva la vita cosmica od uranica, la vita geologica e la vita fito -zoologica. ( 1 ) Per questa intende la predetta reciproca esteriorità de' termini . IL FILOSOFO PIETRO CERETTI 43 La vastità di conoscenza delle discipline naturali non che la forza speculativa ch'ei mostra nell'intenderne e collocarne i prin cipii nel suo vasto disegno del Sistema pantologico sono tali da fare del Ceretti una delle menti filosofiche più vaste e più profonde del nostro paese. Col terzo volume della Filosofia della Natura, che è il quinto della grande opera panlogica, questa rimase interrotta ; però se rimase interrotta, la iattura non è stata nè intera nè irreparabile. Giacchè i cenni e relativi concetti riformativi anche della terza parte del sistema panlogico già delineati primamente ne' Prole gomeni, poscia qua e là considerati negli stessi quattro susseguenti volumi , son tali e tanti da potersi fare un concetto chiaro e de terminato anche di esso. Ma, per giunta ed ulteriore integrazione di questa, l'autore ha lasciato in italiano due opere (scritte dopo dell'opera latina) , che concernono proprio questa terza parte, cioè le due già mentovate intitolate , l'una, Considerazioni sopra il si stema generale dello spirito ecc. ( Torino 1885), l'altra , Sinossi del l'enciclopedia speculativa ( Torino 1890, da me pubblicata e con mie note ed introduzione) . Un brevissimo cenno anche di questa terza parte è il seguente: Quanto al concetto , obbietto e partizione di essa, rappresen tando la prima parte la subbiettività del Logo o della Coscienza assoluta , e la seconda la obbiettività , questa terza rappresenta l'assoluta unità delle medesime : assoluta unità , che vien cosi ad essere la Coscienza subbiettiva obbiettivata e ad un tempo la Co scienza obbiettiva subbiettivata. Or questa Coscienza risultata tale è ciò che il Ceretti ( conformemente ad Hegel) appella comune mente anche Spirito, il quale è appunto l'obbietto di questa parte da lui denominata Sinautologia. Intanto , siccome lo Spirito , benchè già sorgente nella stessa animalità , pur non giunge alla sua reale manifestazione, esistenza e verità (1 ) se non nella umanità , così divien questa lo speciale obbietto della Sinautologia. La quale perciò è dal nostro filosofo , designata come speculante l'Uomo, primamente nella Subbiettività secondamente nella Obbiettività, e in terzo luogo nella Assolu tezza del medesimo : Assolutezza, che è l'unità della Subbiettività e dell'Obbiettività. Di questa triplice considerazione, o meglio speculazione, la prima costituisce ciò che egli chiama l'Antropolo gia, la seconda l'Antropopedeutica, la terza, l'Antroposofia. I lettori che conoscono la dottrina hegeliana vedranno tosto la simiglianza della dottrina cerettiana colla dottrina hegeliana dello Spirito, distinta in quella di Spirito subbiettivo, spirito ob biettivo e Spirito assoluto . Senonché, se c'è simiglianza nella ge nerale concezione, c'è anche una notevole differenza nella partico ( 1 ) L'uomo, dice il Ceretti , è la concreta verità dello Spirito ( Homo est spiritus concreta veritas ) . 44 CENOBIUM lare trattazione della medesima. Per dire ancora qualche cosa della concezione e partizione cerettiana della predetta Sinautologia rileverò che l'Antropologia considera l'Uomo come Subbietto gene rale . E come tal Subbietto consiste dell'elemento fisico o corporeo e dell'elemento metafisico ( come il Ceretti lo chiama) ossia ani mico , così essa è primamente Psicofisiologia ; indi considera nel generale subbietto umano l'elemento, dirò così specificamente umano, ossia la mente, ed è Noologia ; in terzo luogo , la mente, o l'attività teoretica , si realizza come attività pratica e allora l’An tropologia nel suo terzo momento è Prasseologia o dottrina del l'azione (spirituale) . La Psicofisiologia, la Noologia e la Prasseo logia hanno alla lor volta principii , ossia momenti subordinati , e vengono anche questi considerati , accolti e sistemati nella An tropologia L'Antropopedeutica, all'opposto della Antropologia che consi sidera l'Uomo subbiettivo, considera l'Uomo obbiettivo, ossia l'uomo nella obbiettivazione della propria subbiettività : la quale obbiettivazione costituisce , primamente, la dialettica mondiale u mana e produce ciocchè si appella la Storia ; è in secondo luogo « il Logo sistematico della dialettica obbiettiva » , che in senso lato è ciocchè si appella la Didattica ; e in terzo luogo è la « stessa obbiettività sistemata nel Subbietto » , che è quella che si designa col nome di Diritto. Che anche queste tre parti dell'Antropopedeutica (Storia, Di dattica, Diritto ), si sviluppino, particolarizzino e sistematizzino in ulteriori sfere, attività , principii , ecc. , lo s'intende da sè ; e cosi viene assolta anche questa parte della Sinautologia. E finalmente vien considerata e trattata l'ultima sfera di questa , cioè l'Antroposofia, la quale ha che fare coll'Uomo considerato nella sua assolutezza , ovvero nella sua Coscienza assoluta, e com prende la sua attività artistica , religiosa e filosofica. L'Arte è la contemplazione e produzione del bello, del buono e del vero me diante l'ispirazione estetica : la Religione e l'apprensione, rivela zione e culto del divino, e tramezza la manifestazione estetica e la concezione filosofica ; la Filosofia sviluppa la immediata ap prensione religiosa nella mediata concezione del pensiero assoluto. La triplice ed assoluta attività dello spirito , artistica , religiosa e filosofica costituisce l'ultimo e supremo sillogismo del Logo as soluto o della Coscienza assoluta , e con esso si chiude il Sistema panlogico. Tale è in nuce il vasto pensiere filosofico cerettiano e la vasta esecuzione del medesimo. Per ciò che è riferito in queste poche pagine rimando il let tore ai miei molteplici lavori intorno al Ceretti, specialmente alla « Notizia degli scritti e del pensiere filosofico » di Pietro Ceretti, non che alla « Filosofia della Natura » del medesimo. E sog giungo e annunzio qui volentieri che intorno a quest'uomo, che IL FILOSOFO PIETRO CERETTI 45 ha occupato due decenni di studi della mia vita , son presso a finire l'ultima mia opera : opera che consiste in una estesa e par ticolareggiata esposizione di tutto intero il suo Sistema panlogico , compresa la Sinautologia. Ho forse speso intorno a lui più tempo di quel che conveniva per i miei propri studî e lavori ; ma non me ne pento, non solo perchè egli è stato di giovamento a questi stessi , ma specialmente perchè ho contribuito a far conoscere un uomo, che fa onore grandissimo alla filosofia in genere e alla filosofia italiana in ispecie.
Thursday, June 10, 2021
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