L'uomo nella serie zoologica. § 107. L'uomo vuol essere consideralo come l'ultimo frutto , ossia il massimo sviluppo psichico dell'animalità. Questo massimo sviluppo presuppone necessariamente i prossimi animali dello sviluppo minore, e cosi via discorrendo. L'uomo vuol essere, inoltre, considerato come il frutto più recente dell'albero 200 logico. E qui nasce oggidi rispetto all'uomo una contestazione circa la sua produzione immediata o derivata da ' più prossimi animali inferiori. Questa contestazione non può ammettersi dalla specu lazione, e neppure dalle discipline naturali empirico - induttive; ma la si agita sopra un terreno affatto estraneo a quello della speculazione, e della scibilità empirico - induttiva, fomentata da ogni sorta di passioni , partigiana di religiosità, di moralità, e così via . § 108. È assurdo supporre che una specie si tramuti in una nuova specie come tale ; perocchè le specie sono mere distin zioni teoriche del nostro intelletto . La natura, come disse un sommo naturalista, non facit saltum ; e conseguentemente le distinzioni caratteristiche, che costituiscono le specie, non risul tano se non in quanto si prendono in considerazione termini sufficientemente lontani e si trascurano i termini intermedii . Infatti, se noi consideriamo gli animali superiori dell'albero zoologico , nei quali le differenze ci sono più sensibilmente mani feste, troveremo che le specie si suddividono in razze differenti fra loro sotto varii rapporti , e che le razze si suddividono in varietà differenti, e che dette varietà si suddividono in varii indi vidui pur differenti fra loro . Inoltre, troveremo che queste diffe 72 OPERE DI PIETRO CERETTI renze sono a noi tanto più evidentemente manifeste quanto più si salga alto nell'albero zoologico, ed a noi più vicina sia la specie che si prende a considerare. La vera trasformazione della specie perciò non si deve inve stigare nelle specie come tali , ma piuttosto nei minimi termini della specie , ossia nelle variazioni individuali. Quesle variazioni , tuttochè lentissime, modificano col volgere dei secoli le specie , così come le conchiglie microscopiche, variando la propria na tura, variano il terreno che ne risulta. § 109. Gli agenti che effettuano la suddetta progressiva va riazione sono di tre ordini , vale a dire : 1 ) agenti planetarii, 2) agenti psichici, 3 ) agenti spirituali. Questi agenti sono pro gressivamente tanto più efficaci quanto più si concretano nella efficacia spirituale. Gli agenti del primo ordine modificano semplicemente l'orga nismo, e indirettamente, ma assai lentamente, le facoltà istintuali. Sono gli agenti puramente planetarii, p . es . , la natura del suolo e dell'aria , ossia generalmente il clima, le condizioni geografiche e topografiche, e cosi via . Questi agenti si possono chiamare elementari; perocchè operano su tulla l'animalità senza distin zione veruna , e sono presupposti dagli altri agenti succennati. Si può dire in tesi generale , che gli animali inferiori non subiscono modificazione se non lentissima , e molte specie degli animali inferiori si sono spente, appunto perchè non hanno potuto subire le modificazioni necessitate dalle progressive va riazioni dell'aria e del suolo . Gl’istinti delle specie animali infe riori sono rigidi e difficilmente modificabili , appunto perchè sono istinti poco variati , che non possono neutralizzarsi fra loro in una ricca varietà di modificazione. § 110. Gli agenti del secondo ordine sono psichici, epperciò più intimi nell'organismo, ossia più essenziali . Questi agenti psichici modificano l'animale nelle sue intime facoltà , ossia atti SINOSSI DELL'ENCICLOPEDIA SPECULATIVA 73 tudini , assai più facilmente e più profondamente che non gli agenti naturali succennali. Questi secondi agenti sono nella loro essenzialità un maggiore sviluppo dei primi, epperciò si manife stano nelle generazioni susseguenti come profonde modificazioni dell'organismo e dell'istinlualità . Queste modificazioni non sono più mere variazioni giusta una astratta affinità , per le quali, p. es . , una facoltà diventa minore di altra facoltà, vale a dire, si manifestano come pure variazioni quantitative dell'istintualità . Sono modificazioni profonde che diventano la proprietà caratteristica dell'animale e qualche volta sono affatto estranee e contradittorie alle facoltà delle genera zioni preesistenti. Allora si dice , che nuove specie sono venute all'esistenza, e le vecchie si sono spente . § 111. Le facoltà psichiche si modificano sulla base di istinti più svariati , i quali si neutralizzano appunto fra loro tanto più facilmente quanto più svariati . Gl'istinti degli animali inferiori sono tanto più fermi e rigidi , quanto meno molteplici e sva riati. Queste modificazioni causate da fattori psichici modificano realmente il sistema anatomico e fisiologico ( perocchè non sa rebbe possibile una modificazione psichica sulla base d'una inva riabilità anatomico - fisiologica ), ma sono modificazioni profonde , le quali , se qualche volta poco modificano l'ordine anatomico fisiologico sensibilmente manifesto, sono però effettuate piuttosto negli elementi anatomici, nel così detto ordine istologico. Le dette modificazioni psichiche non spettano , come quelle generali, ad una specie o ad una razza, ma sono più profonde modificazioni dell'organismo e della corrispettiva istintualità ; esse riflettono piuttosto le mere individualità animali, epperciò sono variabili indefinitamente . Le condizioni causali di queste modificazioni sono date dalle varie ciscostanze , nelle quali ver sarono certi individui animali. Cosi non è solo la varia natura geografica e topografica del suolo e dell'aria in che vivono, ma 74 OPERE DI PIETRO CERETTI anche i varii vegetabili e animali con che vivono ; perocchè dette varie condizioni sono sufficienti a modificare l'anima dell'animale . Le delle varie circostanze costringono certi individui a eser citare preferibilmente certe facoltà psichiche, e per conseguenza a svilupparle preferibilmente. Data la ricca molteplicità e varietà delle facoltà istintuali proprie della specie, queste facoltà varia mente si combineranno fra loro e si neutralizzeranno. Gl’istinti cosi neutralizzati, ossia radicalmente variati , si trasmettono alla generazione veniente ; e cosi le condizioni succennate , variando le altitudini dell ' anima individuale, preparano il terreno alle più ricche e più profonde azioni dei fattori veramente spirituali . § 112. I fattori spirituali modificano quelle attitudini che appartengono non alla specie, ma all'individuo animale, e sono fattori che non più modificano l'anima senziente , ma lo spirito ideante dell'animale. Tuttochè questi fattori, nel loro concreto sviluppo, appartengano meramente allo spirito umano, pure gli animali superiori ( p . es . , le scimie antropomorfe) posseggono un certo quale esercizio equivoco e parziale dei suddetti fattori. Cosi la scimia impara dalla propria osservazione , epperciò gl’indi vidui più vecchi sono assai più scaltri e periti dei più giovani . È questa la ragione per la quale i suddetli animali non sola mente si aggregano fra loro, ma si organizzano gerarchicamente giusta certi statuti del loro sentimento comune. È importante che un individuo animale possa profittare delle proprie osser vazioni ; perocchè dello profitto provoca una maggiore perizia pratica, la quale dai più vecchi è partecipata ai più giovani e trasmessa alle generazioni vegnenti come una dialettica delle categorie istintuali , che più tardi si svilupperanno in una vera mentalità. Le categorie spirituali funzionano qui come sviluppate cate gorie psichiche, epperciò il linguaggio , nel suo amplo significato , vera sintesi e genesi manifesta delle categorie spirituali , arriva SINOSSI DELL'ENCICLOPEDIA SPECULATIVA 75 all'esistenza : 1 ) come linguaggio puramente psichico ; 2) come linguaggio equivoco , ossia psichico -spirituale ; 3) come linguaggio assolutamente spirituale. Qui non occorre accennare al terzo stadio , ossia al linguaggio spirituale proprietà esclusiva dell'uomo, ma solamente al primo e secondo stadio del linguaggio che nasce e si sviluppa nell'animalità subumana. $ 113. Il fattore caratteristico di questa crisi, ossia lo svi luppo dell'anima senziente nella spiritualità pensante, è manifesto piuttosto dal linguaggio muto delle emozioni del corpo e princi palmente di quelle della fisionomia. Quest'emozioni possono for mulare un vero linguaggio, in quantochè manifestano definite emozioni intime con certe categorie, che, non essendo destinate alla mera conservazione dell'individuo e della specie, non si pos sono chiamare semplicemente psichiche, ovverosia istintuali . L'animale, p . es . , lussureggia per una mera sensualità ero tica , la quale non può essere destinata in verun modo alla pro pagazione della specie. Così pure gli animali giovani giocano colla vivacità propria dell'età loro, la qualcosa può giovare, ma indirettamente, all'educazione e destrezza corporale dell'indivi dualità . Così i genitori non solo alimentano la loro prole, ma la educano e disciplinano alle pratiche operazioni requisite dalla propria specie, locchè significa che l'ingenita istintualità non potrebbe bastare, ed abbisogna di ammaestramenti delle osser vazioni date a coloro che hanno già vissuto praticamente nella vita . § 114. Il linguaggio che abbiamo chiamato equivoco , ossia psichico - spirituale , è quel tale linguaggio fonetico, che veramente non consta di vocaboli , ma semplicemente di vociferazioni , le quali significano non solo definite emozioni dell'animo, ma certe anfibologiche determinazioni della mente. Così , per es . , i cani , alla presentazione d'un oggetto che altre volte fu loro nocivo , possono fuggire guaiolando. 76 OPERE DI PIETRO CERETTI Qui certo v'ha una psichica emozione provocata da un simile oggetto , ma quest'emozione dev'essere legata alla memoria di una sensazione, la quale memoria appunto costituisce una deter minazione equivoca , psichica o mentale . Gli animali superiori posseggono una svariatissima facoltà significativa, mediante una modulazione fonetica, di queste equivoche determinazioni . § 115. Quando l'animale arriva definitivamente alla sogget tivazione della propria Coscienza , ossia al suo lo distinto catego . ricamente dal non- lo , entra categoricamente nella Coscienza spirituale. Questo passaggio costituisce la creazione dell'Uomo, e solamente questo passaggio colla propria manifestazione può significare un soggetto umano . Qui l'umanismo si manifesta cate goricamente nel proprio caratteristico ( la definita soggelliva zione) ( 1 ) , e si manifesta colla parola non certo coi documenti anatomico - fisiologici, che non possono bastare se non a certe ample generalità della distinzione animale. 1 Sguardo retrospettivo sullo sviluppo della Coscienza naturale. $ 116. Prima di entrare a caratterizzare questa crisi impor tantissima, ossia lo sviluppo dell'anima nello spirito , dobbiamo rapidissimamente riassumere la speculazione retrospettiva della Coscienza dall'ordine uranico nel planetario e vegeto animale. Nell'ordine uranico la coscienza procede verso un'individuazione dalla nebulosa alle comete, al sole ed ai pianeti . Quest'individua ( 1 ) Questo punto è espresso molto determinatamente e chiaramente nel l'altra opera di Ceretti Considerazioni sopra il sistema generale dello Spirito, 1885 , ove a pag. 3 è detto : " Il solo caratteristico essenziale dell'umanismo ( assai più caratteristico di quell'antichissima vaga definizione dell'uomo ragio nevole) è senza dubbio la soggettivazione, e la manifestazione di questa sogget tivazione è fatta con parole, con gesti o altri inezzi spiritualmente formolati , Conformemente a ciò, più innanzi, al $ 133, l'uomo è designato anzi definito come coscienza soggettivata . SINOSSI DELL'ENCICLOPEDIA SPECULATIVA 77 zione, qualunque la si voglia supporre , non può essere una sog gettivazione ; perocchè l'individuo non si distingue dalla specie , e le varie specie dei corpi celesti si confondono colle varie età di un solo individuo. Cosi pure , speculando in un ordine generalis siino, le varie specie vegetabili ed animali sono varie età della vegetazione e dell'animalità. Ma nelle specie vegetabili l'individuo principia a distinguersi dalla specie . Nell'ordine animale non solo l'individuo si distingue dalla specie, ma anche il soggetto dall'individuo ė progressivamente distinto . Cosi , p . es . , il corpo animale consta d'innumerevoli individualità viventi aggregate ed organizzate fra loro , le quali , svolgendosi dall'una in altra fase, costituiscono i varii organi ed apparecchi e funzioni vitali dell'a nimale. Ma la coscienza resuntiva di questo individuo vivente è nell'animale concreto non negli animalcoli gregarii che lo costi tuiscono . L'animale resuntivo della propria soggettività costituisce lo svolgimento del senso del pensiero . 78 OPERE DI PIETRO CERETTI PARTE TERZA. Lo Spirito o la Coscienza spirituale . Senso e pensiero e la loro distinzione. $ 117. Qui dobbiamo caratterizzare definitivamente la distin zione del senso e del pensiero. Il senso non può supporsi astratto dalla Coscienza ; perocchè in questo caso sarebbe un senso che non sente, ma può supporsi astratto dalla Coscienza del senso ; perocchè la Coscienza e il senso possono funzionare indistinta inente . Finchè la Coscienza non si distingue categoricamente dal proprio oggetto , è una coscienza identica alla sua forma esteriore, la quale è una sensibile esistenza. Quando però la Coscienza si distingue categoricamente dal proprio oggetto, allora dice : Io sono e l'oggetto è. Io sono quello che sono, e l'oggetto quello che è , cioè l’lo e il non - lo siamo due termini distinti . Quest'idea fondamentale che si percepisce un lo è la soggettività ossia la nascita dello spirito ( 1 ) . ( 1 ) Quando Ceretti dice qui nascita dello spirito, intende dire nascita del pensiero, facendo consistere la spiritualità specialmente in questo. A con ferma di ciò, si noti, primamente, che in questo paragrafo ei vuole fare appunto la distinzione di senso e pensiero; secondamente, che nel susseguente paragrafo, parlando dei momenti dello spirito , vi accoglie il principio sensitivo non come pura e semplice sensazione, ma come sentimento. Sulla predetta distinzione, del resto , ritorna nei paragrafi susseguenti ( 122 e ss . ) . SINOSSI DELL'ENCICLOPEDIA SPECULATIVA 79 Le fasi dello spirito. § 118. Lo spirito consta di tre fasi, il sentimento, l'intel letto ed il concetto . Lo spirito nel sentimento è uno spirito imme diato, che poco si distingue dall'anima senziente , ma quest'anima senziente appartiene allo spirito, perocchè si percepisce soggetto . Il sentimento . $ 119. Qui dobbiamo brevemente storiare lo spirito nella sua prima fase, ossia nel sentimento . Il sentimento consta di tre termini: 1 ) l'attenzione, 2 ) la memoria , 3) l'imaginazione. La funzione più o meno complessa di questi tre termini crea la soggettività , che lentamente si svolge dal sensibile nel cogitabile. L'attenzione deve funzionare nello spirito esordiente , e cosi lo spirito deve sentire che il senso della natura, ossia l'istinto, più non gli basta. Questo sentimento dell'insufficienza del proprio istinto l'avverte, che necessita osservare ed imparare le pratiche della vita ; è la prima funzione della mentalità . Epperciò tutte le lingue ariane conservano più o meno esplicite le traccie della parentela lessica di maneo e mens, quasichè pensare e fermarsi, ossia fermare l'attenzione sopra un oggetto , siano due opera zioni molto affini. Veramente, tuttochè sommamente dissomiglino queste ope razioni, nella loro sensibile inanifestazione esteriore s'identificano in un fatto comune, quello dell'arrestarsi. La Coscienza che fissa l'attenzione sopra un oggetto, cerca nell'oggetto qualcosa oltre il 80 OPERE DI PIETRO CERETTI sensibile immediato, quando esso oggetto non sia la funzione di una mera sensazione immanente . $ 120. La seconda funzione caratteristica del sentimento è la memoria . Mediante la memoria una sensazione presente si può risu scitare quando non sia più presente. La coscienza attentiva all'oggello studia un oggetto esteriore ed abbisogna della pre senza di esso oggello per osservarlo. Ma la memoria contiene e conserva in sè stessa l'oggetto osservalo, epperciò si costituisce indipendente dalla presenza del medesimo. § 121. La terza funzione caratteristica del sentimento è la imaginazione. L'imaginazione non solo conserva l'oggetto osservato, ma crea l'oggetto che non ha osservato. Questa funzione emancipa la Coscienza, non solo , come la memoria, dalla presenza dell'og gelto , ma anche dalla sensibile esteriore realtà del medesimo, epperciò l'imaginazione può liberamente crearsi una propria oggettività . Questa facoltà crea non solo l'oggetto composto di oggetti osservati, ossia non crea solo la mera composizione, ma crea gli oggetti che non constano di elementi osservati , ma oggetti radi calmente imaginari , tuttochè le semplici categorie dello spirito e della natura debbano necessariamente fornire all'imaginazione se stesse per possibilitare la creazione . § 122. Il passaggio dalla coscienza senziente alla cogitante , ossia dalla bestia all'uomo, è pure una progressiva distinzione della Coscienza in soggettiva ed oggettiva . Qui la detta distinzione è una mera distinzione generale dell'lo dal non - lo . L'lo si sup pone vivente e pensante altro dal non- lo, in sè stesso parimenti vivente e pensante. La natura si rivela come un popolo di viventi e di pensanti , non si suppone ancora l'altro dal vivente -pensante , ossia il non SINOSSI DELL'ENCICLOPEDIA SPECULATIVA 81 vivente e il non -pensante ; si suppone semplicemente l'altro dal moio lo vivente e pensante. Perciò la natura uranica, la terrestre, stochiologica e ininerale, la vegetabile e l'animale si suppongono distinte dal mio lo, non però distinte dall’lo generalmente par lando, ossia si suppongono possedere un loro lo analogo a quello della Coscienza umana . Esaminale le radici, ossia gli antichissimi suoni elementari del linguaggio e troverete ogni dove significata l'universa natura come vivenle e pensante analogicamente alla Coscienza umana ; non vi troverete mai la natura morta colle sue forze cieche, go vernale da necessità parimenti cieca , vale a dire, la natura della riflessione. § 123. Il sentimento esplicito dalla Coscienza soggettiva può essere comunicato dall'uno all'altro individuo. È questa comuni cazione la prima proprietà per cui l'idea cogitabile è distinta dalla mera sensazione. Nessun linguaggio potrà fornire una sensazione, se questa non sia stala data dal senso come tale . lo potrò, p. es. , parlare in qualsivoglia modo degli oggetti visibili , ma il cieco nato non potrà mai comprendere che sia la visibilità. Se un soy getto abbia un tempo posseduta la facoltà visiva , potrà, parlando degli oggetti veduti , richiamarli alla memoria quasi visibilmente presente, ma non potrà mai fare che tale visione sostituisca la concreta visibile realtà colla semplice imaginazione. § 124. La prima conseguenza della Coscienza senziente che si sviluppa nella cogitante è che, siccome l'idea come tale , ossia nella forma della Coscienza cogitante, può essere trasmessa dal l'uno all'altro soggetto, non può essere trasmesso il senso come tale , ossia nella forma della Coscienza senziente . Cosi il soggello è abilitato a sapere quello che non egli , ma gli altri hanno percepito col senso, oppure quello che egli in altro tempo ha per cepito col senso , oppure indurre un'idea da quello che presen lemente percepisce col senso . CERETTI. Sinossi, ecc. 6. 82 OPERE DI PIETRO CERETTI Cosi , p . es. , la pecora condotta al macello vede macellare la sua simile e non solo non induce che sarà ella stessa macellala, ma anche non percepisce che questa presente operazione signi fichi un'uccisione ; perocchè non possiede l'idea della morte . Cosi il soggetto pensante può sapere quello che il senziente non può sapere, e questo sapere nasce da una facoltà, per la quale da una sensazione si astrae un'idea. Cosi , per es . , il soggello pensante vive nel passato colla memoria, e nell'avvenire coll'ima ginazione; il soggetto senziente vive astrattamente nella sua sen sazione presente. In virtù della sensazione, che non può essere indotta in un'idea, egli non possiede, come il pensante , la distin zione di una natura predominante ed insubordinabile al soggetlo , e di una natura subordinabile e passibile del soggetto . Quest'idea prototipa della forza è un'idea cardinale dello spi rito, è stata il primo germe della religiosità. Osservate il Dio di tutti i popoli, e lo troverete Dio , non perchè sommamente ragio nevole, ma perchè onnipotente. Nelle religioni spiritualmente più adulte rimane tultavia l'idea dell'onnipotenza, piuttosto che quella della ragionevolezza, l'attributo eminentissimo della divinità . $ 125. Mediante questa passibilità il soggetto può sapere la prima volta di essere nato , di essere stato lattante, di essere stalo partorito , e cosi pure può sapere che tutti i soggetti , nessuno eccettuato, non vissero oltre una certa inassima età, ma morirono in quella o prima di quella . Conseguentemente egli sa che il sog getto non solo nasce e nuore, ma può nascere in varie condizioni , e morire in qualsivoglia momento della sua vita . $ 126. La nozione della nascita e della morte del soggetto è un fenomeno della Coscienza realizzato la prima volta che la Coscienza senzienle si svolge nella pensante; perciò sapiente inente nella genesi è detto che l'uomo prima di peccare, ossia di gustare il frutto del bene e del male, non inoriva, ed avendolo gustato dovrà morire . SINOSSI DELL'ENCICLOPEDIA SPECULATIVA 83 Veramente la Coscienza senziente non può sapere di nascere e di morire; perocchè questo sapere non si sa se non sia una nozione trasmessa dall'uno all'altro soggetto , ovvero un'idea in dotta dal fatto costante della morte. § 127. Ricapitolando, questa crisi della Coscienza, ci mani festa che la Coscienza , dalla sensazione svolgendosi nella men talità , procede in un sistema di distinzioni ideali , che non sono possibili nella mera sensazione. La mentalità , che nasce dalla sensazione , è prolotipicamente imitatrice della sensazione, e porta seco nel suo sviluppo la forma della sensazione stessa , che pro gressivamente si trasforma in quella del pensiero . La mentalità è prototipicamente sentimento, e funziona in tre caratteristiche fun zioni cioè : 1 ) come attenzione ; 2) come memoria; 3 ) come ima ginazione . Da queste tre prototipiche funzioni del sentimento nascono tre forme rudimentali della mentalità. La mentalità non più vive nell'immediata sensazione, ma crea il conflato temporaneo e vive nella retrospettiva del passato e prospettiva dell'avvenire. Questo conflalo temporaneo possibilita un'esistenza ideale oltre l'imme diato sensibile presente, e conseguentemente un'idealità induci bile dall'osservazione. Da quest'osservazione nasce una seconda idea elementare della mentalità, cioè d'una forza naturale che domina la nostra, e d'una forza subordinabile alla nostra . Di qui la mentalità si esercita per subordinare le forze predominanti, e da questa generale osservazione si percepisce come un fatto costante che l'uomo nasce e muore, e finalmente che io come uomo sono nato e devo morire . L'idea della morte come necessità, tuttochè sembri un'idea comunissima, è lungi dall'essere tale . La Coscienza primitiva, come quella di certi selvaggi oggidi viventi , percepisce la morte come un fatto costante ; ma, come la riſlessione , non arguisce punto che questo fatto , tuttochè costante , 84 OPERE DI PIETRO CERETTI sia necessario . Suppongono questi selvaggi che la natura umana o sovrumana abbia sempre ucciso l'uomo; ma suppongono pari menti che quest'uccisione non sia una necessità, ma una sforlu nata accidentalità . $ 128. La coscienza che dalla sensazione si svolge nella mentalità si sistematizza in un sentimento pressochè comune alla umanità. Il soggetto possiede la sua propria determinazione indi viduale ; ma proprie determinazioni non affettano un sistema generale della Coscienza umana, che perciò ſu chiamato senso comune. Mentre questo sistema generale della Coscienza è piena mente uniforme al senso comune, il soggetto è un soggetto comune e spiritualmente normale. Ma quando questo sistema si aliena dal senso comuue in on sistema d'idealità più misteriosa, e trascende con un giudizio prestigioso i giudizi comuni degli uomini, allora si dice, che questo soggetto è inspirato, ossia pro fetico , laumaturgico, e così via . Generalmente parlando, questa Coscienza trascendente subor dina la comune, come provano i varii sacerdoti della primitiva religiosità . Quando il soggetto si aliena dal senso comune senza trascendere in un'idealità prestigiosa, ed esercita una pratica con tradittoria a sè stessa, ovvero incompatibile colle esigenze gene rali della pratica oggettività, allora si dice , che il soggetto è spiritualmente ammalato, ovverosia demente. L'alienazione vuol essere accuratamente distinta, se cioè sia alienazione dal mero senso comune ( in questo senso si può dire, che tutti gli uomini grandi furono alienati), ovvero se sia una alienazione dalle generali esigenze pratiche dell'oggettività natu rale e spirituale ( in questo senso gli alienati sono coloro che comunemente si chiamano pazzi ) . $ 129. La Coscienza trascendentale, ossia la Coscienza domi nata dall'idealismo, Coscienza essenzialmente poetica , è il polo opposto della Coscienza dominata dalla sensazione, Coscienza SINOSSI DELL'ENCICLOPEDIA SPECULATIVA 85 essenzialmente prosaica . A quella si devono tutte le organizza zioni primitive dell'umanità , a questa si deve preferibilmente la tecnica industrialità e la mercatura primitiva. Vedremo più oltre, che la Coscienza umana progredisce sulla base di quest'opposizione archetipica della sua storia.
Monday, April 5, 2021
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