I Romani, fin d'allora che ebbero le canne per tetti e un solco in luogo di fosse e di muraglie, esercitarono la divinazione, con la cui guida ordi ( 1 ) Seneca I. c. (2) Plinio Hist. Nat. lib. II, cap . 53. V. Lucrezio lib. V. ( 3) Macrobio Saturnal. lib . VII, cap. 13. V. Scipione Maffei ap pressoG. Lampredi l. c. (4 ) Cassiodoro. lib. III Var. Ep. Museo Etrusco 1. II, tab. 15 . UNDECIMO 1499 narono e nobilitaronoi rudimenti della loro pira teria ; e Romolo fu insiemeil fondatore e il primo augure di Roma ( 1 ) . Uomini armati e rubatori co nobbero che questa larva di religione e questa pre tesa scienza del futuro potea aver influssi propiz; nelle loro spedizioni , siccome l'esito comprovo : é fu veramente cosa ammirabile che una tanta pue rilità , di cui gli auguri istessi rideano, producesse vantaggi sì grandi alla fortuna romana. Presero adun que quei primi uomini la disciplina augurale dagli Etruschi , e non curarono altro (2 ). Furon dette as sai novelle della filosofia degli Aborigeni, de' Sabi ni, degli Ausonj e di altre genti di quelle contrade; ma i critici le numerarono tra le favole (3). Numa Pompilio, secondo regolo di quella feroce masna da , pensò di ammansarla con la religione e con la pace. Finse colloquj con le Muse, e divulgò notturni congressi con la dea Egeria. Istituì sacerdoti agl’Id dii , e fu egli stesso sacerdote. Scelse le vergini a Vesta, le quali serbasser perpetuo il fuoco nel cen tro d'un tempio rotondo. Vietò le immagini delle sostanze divine e i sacrifizj cruenti. Ordinò gli au gurj, gli oracoli, le interpretazioni de' fulmini e di altri prodigj, e le funebri ceremonie e le placazioni de' Mani. Corresse i mesi e l'anno secondo il corso del sole e della lupa. Scrisse libri sacri, che furon seppelliti con lui , e niun potè leggerli. Consacrò l'arcano e il silenzio con la istituzione della dea Ta cita. Chiuse il tempio di Giano ; e Roma guerriera divenne pacifica e religiosa (4). In questi regola menti di Numa furono cercati, e dicono anche ri trovati gl'indizj di molta filosofia. La finzione de' . ( 1) Cicer . De Divinatione lib. I. 2 . Cicer. I. c. ( 3) G. Hornio Hist. Phil . lib. IV, сар. 3. T. Livio lib. I , cap. 8 ; lib. XL, cap. 29. Plutarco in Numa. 200 CAPITOLO prodigj e de' secreti colloqui col cielo, e il silenzio è l'arcano e i sacrifici senza sangue, e le proibi zioni di effigiare la Divinità, sono sembrate dottrine pitagoriche; e sopra tutto il fuoco del tempio di Vesta è stato creduto un simbolo del sistema di Pitagora , il quale insegnava la stabilità del sole nel centro del nostro mondo ( 1 ). Il perchè corse già opinione che Numa fosse stato discepolo di Pita gora ; ma è stato poi osservato che questo filosofo vivea in Italia quando L. Bruto salvò Roma dai ti ranni ( 2). Onde piuttosto Numa avrebbe dovuto am maestrare Pitagora; sebbene io non credo che un filosofo chiuso tra i monti di Calabria abbia mai udito parlare d'un capo di ladroncelli ristretti (ra i monti latini. Isacco Newton pensò che Numa pren desse il suo sistema celeste dagli Egiziani , osserva tori antichissimi delle stelle ( 3). Ma io non so per suadermi che unpover uomo sabino estendesse il saper suo fino alla penetrazione degli ardui misteri di Egitto ; e reputo più verisimile che lo studio de gli Etruschi nelle meraviglie de' fuochi celesti, e la molto diffusa e popolarevenerazione del fuoco gui dassero Nụma alla istituzione di questo rito. Mime raviglio io bene come coloro che cercano il Pan teismo dappertutto, non abbiano trovato nel fuoco centrale di Vesta il simbolo dell'anima del mondo, e di quelle altre stoiche e Spinoziane dottrine che pure si sforzano di trovare altrove con maggiore difficoltà. Forse si saranno contenuti da questa im putazione, perchè negli oracoli e nelle altre divina zioni di Numa, e nelle mortuali placazioni e ceri monie si conoscono alcuni vestigj non dispregevoli ( 1 Plutarco . (2) Livio I. c. Cicer. Tuscul. Disput. lib. I, 16; IV, 1. V. P. Bayle Dict. art, Pythagoras, e J. Brucker de Phil. Roman. yet. 3 ) De MundiSystemate. UNDECIMO. 201 d'una libera provvidenza e d'una vera immortalità degli animi separati dai corpi. Io ebbi quasi voglia di aggiunger qui, che per sentenza di Varrone (1) gl'Iddii de' Romani e de' Latini prima ancora di Numa e di Romolo erano gl' Iddiidi Frigia portati da Enea, quei di Frigia erano i medesimi di Samo tracia tanto famosa per li suoi misterj che erano gli stessi d'Egitto ; e siccome di questi mostreremo con qualche verisimilitudine che nascondeano la unità di Dio e la immortalità degli animi, così po trebbe dirsi il medesimo della segreta dottrina del l'antico Lazio e de' primi Romani. Ma oltre le gravi difficoltà contro la venuta d'Enea in Italia , i.se veri critici potrebbono opprimermi con altre dub biezze assai; onde ho deposto il desiderio dipro porre le mie conghielture. Non è però male alcuno averle accennate.Questa è l'immagine della piccola filosofia dei primi tempi di Roma, la quale appena apparita per lo pacifico genio di Numa, fu dissipata dagl'ingegni guerrieri de' suoisuccessori, e per più secoli fu esclusa ed anche abborrita , come nimica dell'austerità e della fortezza , da quei valorosi uo mini che , intenti alla conquista del mondo , o non ebbero ozio di volgersi alla filosofia , o pensarono di non averne bisogno , o dubitarono che potesse opporsi a quell'immenso latrocinio. Ritorneremo su questo argomento, e avremo copiosa materia di ra gionare ovę riguarderemoquei tempi di Roma che dagli storici e dai politici furon detti molli e corrot ti, e dagli amici della filosofia furono onorati come . mansueti e sapienti. (1) V. Macrobio Saturnal. lib . III , cap. 4; P. Giurieu Hist. Cri tica Dogmat, Par. I
Wednesday, July 21, 2021
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment