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Friday, August 14, 2020

Grice e Virno

Paolo Virno Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Jump to navigationJump to search Paolo Virno (Napoli, 14 maggio 1952) è un filosofo, semiologo, attivista ed accademico italiano, di orientamento marxista operaista, docente di filosofia del linguaggio presso il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell'Università Roma Tre.[1] Tra i principali esponenti dell'organizzazione della sinistra extraparlamentare Potere Operaio, negli anni '60 e '70 il suo nome ricorse nelle cronache dei cosiddetti "anni di piombo" in Italia. Accusato di appartenere ad una formazione armata eversiva fu arrestato e detenuto in prigione per diversi anni sino alla sua definitiva assoluzione. Nel corso della detenzione elaborò il suo pensiero che trovò espressione nella rivista Luogo comune.   Indice 1 Biografia 2 Pensiero 3 Opere 4 Note 5 Voci correlate 6 Altri progetti 7 Collegamenti esterni Biografia  «Democrazia è il fucile in spalla agli operai», slogan attribuito a Potere Operaio «Mi sono formato politicamente a Genova, dove la mia famiglia viveva e io facevo liceo. Genova era esposta all’influenza di Torino, dove vi furono le prime occupazioni nel ’67; quindi nell’estate di quell’anno si mobilitarono gli studenti medi (più vivaci di quelli universitari, che invece erano in contatto con le organizzazioni tradizionali dei partiti, UGI e via dicendo).  Come studenti medi fondammo dunque il Sindacato degli Studenti, che nell’autunno del ’67 fece i primi scioperi su tematiche già sessantottesche, la lotta all’autoritarismo, solidarietà con gli studenti greci dopo il golpe dei colonnelli e quant’altro...nell’autunno del ’68, sempre per un trasferimento della famiglia, sono venuto ad abitare a Roma, e di lì a non molto ho preso contatti e rapporti con il gruppo che sarebbe diventato Potere Operaio, che allora sostanzialmente nella capitale era il gruppo delle facoltà scientifiche... Entro in Potere operaio dopo gli episodi cruciali della primavera ’69 a Torino.[2]»  Negli anni tra il 1970 e il 1972 lavorò a Milano come insegnante all'Alfa Romeo di Arese e all'Innocenti, organizzando anche azioni collettive nelle fabbriche sino alla dissoluzione di Potere operaio nel 1973.  Nel 1977 Virno presentò la sua tesi di laurea sul concetto di lavoro e la teoria della coscienza di Theodor Adorno e partecipò attivamente alle manifestazioni del 1977 ad opera dei lavoratori precari e di altri emarginati. Fondò assieme a Oreste Scalzone e a Franco Piperno la rivista Metropoli organo ideologico del movimento politico.  Nel giugno del 1979, nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria nota come "7 aprile", la redazione della rivista viene accusata di appartenere in blocco all'organizzazione eversiva «costituita in più bande armate variamente denominate».  «siamo arrestati io, Castellano, Maesano e Pace (che però sfugge all’arresto, di nuovo, giuro, non per sagacia). Noi siamo arrestati il 6 giugno ’79, poi ci fanno confluire nel 7 aprile, ritroviamo gli altri nel cortile di Rebibbia, nel braccio speciale, stiamo un po’ di mesi lì, poi c’è la diaspora, cioè il Ministero ordina di mandare ognuno di questi detenuti in un carcere speciale diverso, perché ovviamente, tramite avvocati, visite, benché ci fosse il regime di braccio speciale, quello era diventato una specie di luogo in cui si elaboravano documenti, lettere a giornali, si faceva campagna politica, c’erano state delle lotte interne.  Quindi, c’è la diaspora, io vado a Novara, Oreste va a Cuneo, quell’altro va a Favignana, quell’altro ancora da un’altra parte. Comincia questo giro negli speciali, e ci ritroviamo non tutti ma in parte nel carcere di Palmi, inaugurato nell’autunno del ’79, carcere per soli politici o per detenuti comuni completamente politicizzati, una specie di “Kesh”. Là dentro c’era una situazione curiosa, anche molto spettacolare, perché si incontrano assolutamente tutti. Infatti, per un primo periodo con i compagni delle BR o con Alunni o quelli dei NAP, si pensò anche di approfittare di questa situazione per avviare una discussione larga, di carattere "costituente": però, il problema è che anche lì c’è il fatto che i più spregiudicati di loro, come Curcio, erano d’accordo, avevano capito di aver perso l’essenziale, cioè il cambio di paradigma del ’77, cioè il fatto che i giovani operai erano non più riconducibili a quelli del ’69; altri invece no.[...]  Riassumendo in breve, la mia detenzione fu un anno dal ’79 all’80, poi due anni liberi in cui curai la serie continua di Metropoli nell’81, due anni ancora di carcere, condanna a 12 anni in primo grado, un anno di arresti domiciliari ... l’assoluzione (insieme a tanti altri imputati del 7 aprile) fu nell’87, la conferma nell’88.[3]»  La travagliata esperienza politica e esistenziale di questi anni sarà trasfusa da Virno nella pubblicazione di Luogo Comune una rivista dedicata all'analisi della vita nella situazione sociale del "postfordismo".[4]  Nel 1993 Virno lasciò il lavoro di editore della rivista per insegnare filosofia nell'Università di Urbino. Nel 1996 è stato professore invitato all'Università di Montréal e al suo ritorno in Italia occupò la cattedra di filosofia del linguaggio, semiotica ed etica della comunicazione nell'Università della Calabria da dove si trasferirà all'Università Roma Tre.  Pensiero Paolo Virno, convinto della necessità di un nuovo linguaggio della politica che chiarisca le trasformazioni economiche, sociali e culturali che da più di un decennio caratterizzano le società occidentali, introduce nell'opera Grammatica della moltitudine, una riflessione sul contrasto tra i termini di "popolo" e "moltitudine" che generarono una accesa polemica teorico-filosofica nel secolo XVII. Quando avvenne la formazione degli stati nazionali fu il termine popolo a prevalere e Virno si domanda se non sia venuto il tempo di restaurare l'altro concetto.  I primi a discutere sulla contrapposizione di popolo-moltitudine furono Spinoza e Hobbes. Per Spinoza, la "multitudo" è quell'insieme di persone che nell'azione politica e in quella economica, pur agendo collettivamente non perdono il senso della propria individualità, resistendo sempre alla riduzione a unica massa informe com'è nel termine di "popolo". Per Spinoza moltitudine è dunque la base delle libertà civili.[5]  Al contrario Hobbes vede nel concetto di moltitudine, cioè in una pluralità che non si sintetizza nell'uno, il più grave pericolo per l'autorità dello Stato che esercita il «supremo imperio».  «Dopo i secoli del «popolo» e quindi dello Stato (Stato-nazione, Stato centralizzato ecc.), torna infine a manifestarsi la polarità contrapposta, abrogata agli albori della modernità. La moltitudine come ultimo grido della teoria sociale, politica e filosofica? Forse.[6]»  Opere L'idea di mondo. Intelletto pubblico e uso della vita, Editore: Quodlibet, 2015 Saggio sulla negazione. Per una antropologia linguistica, Editore: Bollati Boringhieri, 2013 E così via, all'infinito. Logica e antropologia, Editore: Bollati Boringhieri, 2010 Motto di spirito e azione innovativa. Per una logica del cambiamento, Editore: Bollati Boringhieri, 2005 Quando il verbo si fa carne. Linguaggio e natura umana, Editore: Bollati Boringhieri, 2003 Scienze sociali e «natura umana». Facoltà di linguaggio, invariante biologico, rapporti di produzione, Editore: Rubbettino, 2003 Grammatica della moltitudine. Per una analisi delle forme di vita contemporanee, Editore: DeriveApprodi, 2003 Esercizi di esodo. Linguaggio e azione politica, Editore: Ombre Corte, 2002 Il ricordo del presente. Saggio sul tempo storico, Editore: Bollati Boringhieri, 1999 Parole con parole. Poteri e limiti del linguaggio, Editore: Donzelli, 1995 Mondanità. L'idea di «Mondo» tra esperienza sensibile e sfera pubblica, Editore: Manifestolibri, 1994 Convenzione e materialismo, Editore: Theoria, 1986 [Ristampa Editore: DeriveApprodi, 2011 Note ^ Scheda docente - Università Roma Tre ^ Intervista a Paolo Virno – 21 aprile 2001 ^ Intervista di P. Virno a Hecceitasweb ^ «Questo termine è entrato nel linguaggio corrente negli anni '90 per indicare un insieme di caratteristiche economiche, sociali e istituzionali del nostro presente, avvertite [pessimisticamente] come profondamente diverse rispetto al nostro recente passato» e in genere come molto negativamente mutate. (In articolo di Maria Turchetto, Fordismo e postfordismo. Qualche dubbio su alcune "certezze" della sinistra italiana., edito nel n° 67 di Protagonisti, agosto 1997) ^ Paolo Virno, Grammatica della moltitudine. Per una analisi delle forme di vita contemporanee, ed.DeriveApprodi, 2002, p.5 ^ P. Virno, Op. cit., p.6 Voci correlate Anni di piombo Potere operaio Altri progetti Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni di o su Paolo Virno Collegamenti esterni Virno, Paolo. "General intellect". In Zanini, A.; Fadini, U. (a cura di). Lessico postfordista: dizionario di idee della mutazione. Feltinelli, 2001 (visualizzazione parziale su Google Books; Testo completo in inglese). Paolo Virno a cura di Giovanni Copertino, sito "Filosofico.net". Controllo di autorità VIAF (EN) 44353225 · ISNI (EN) 0000 0001 1059 7814 · SBN IT\ICCU\RAVV\007082 · Europeana agent/base/146291 · LCCN (EN) n96017940 · GND (DE) 120295776 · BNF (FR) cb12242873h (data) · BNE (ES) XX1624039 (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-n96017940 Biografie Portale Biografie Filosofia Portale Filosofia Politica Portale Politica Categorie: Filosofi italiani del XX secoloFilosofi italiani del XXI secoloSemiologi italianiAttivisti italianiNati nel 1952Nati il 14 maggioNati a NapoliFilosofia del linguaggio[altre]

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