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Sunday, October 25, 2020

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Wednesday, October 21, 2020

Grice e Giacomo

 Giacomo: Giuseppe di Giacomo. Giuseppe Di Giacomo (Avola, 1º gennaio 1945) è un filosofo e saggista italiano.   Giuseppe Di Giacomo, 2019 Autore di un centinaio di pubblicazioni scientifiche che si occupano della relazione tra estetica e letteratura[1], come pure del rapporto tra estetica e arti figurative, con riferimento soprattutto alla cultura moderno-contemporanea e a temi quali l'immagine, la rappresentazione, il nesso arte-vita, la memoria e la nozione di testimonianza.  Biografia Modifica Prima di intraprendere la carriera universitaria, subito dopo il conseguimento della laurea in Filosofia (con il prof. Emilio Garroni), ha svolto attività didattica presso licei classici e scientifici e, prima ancora, durante gli anni universitari, ha avuto supplenze per diversi mesi in varie scuole medie inferiori. Nel 1976, ha ottenuto, tramite concorso, un contratto per l'insegnamento di Epistemologiapresso la Facoltà di Scienze naturali, matematiche e fisiche dell'Università degli studi di Parma, contratto che nel 1978 è diventato un incarico. Dal 28 febbraio 1987 è ricercatore presso la Sapienza Università di Roma, dove, a partire dal 19 ottobre 1993, ha ricoperto il ruolo di professore associato e, infine, dal 1º novembre 2001, quello di professore ordinario di Estetica (settore scientifico-disciplinare: M-FIL/04).  Presso la stessa Università, dal novembre 2012, dirige il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea (MLAC), situato all'interno del Palazzo del Rettorato. Fa parte del Collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Filosofia e Storia della Filosofia della medesima Università, dove è stato per sei anni presidente del Corso di laurea magistrale dell'allora Facoltà di Filosofia.  È stato coordinatore di progetti PRIN (Progetti di ricerca di interesse nazionale) e ha partecipato a progetti di ricerca internazionali. Da una decina d'anni, coordina ricerche di Ateneo, con la partecipazione di una trentina di docenti di varia provenienza disciplinare, su argomenti di carattere estetico-filosofico e artistico-letterario.  Come Direttore del Museo Laboratorio di Arte Contemporanea della Sapienza Università di Roma, ha ideato e coordinato, in collaborazione con la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, con il Teatro Argentina e con il Teatro Eliseo di Roma, numerose iniziative di carattere seminariale aventi per oggetto la filosofia, la letteratura, la musica, le arti figurative, il teatro.  Con Claudio Zambianchi ha curato l'antologia Alle origini dell'opera d'arte contemporanea (Roma-Bari, Laterza, 2008; 4ª ed. 2012). È socio fondatore della Società Italiana d'Estetica (SIE). È direttore della collana Figure dell'estetica presso la Casa editrice AlboVersorio di Milano e della collana Forme del possibile. Estetica, arte, letteratura presso l'editore Mimesis di Milano.  Fa parte del comitato scientifico delle riviste:  Paradigmi Studi di estetica Rivista di estetica Estetica. Studi e ricerche Comprendre. Revista catalana de filosofia Memoria di Shakespeare. A Journal of Shakespearean Studies È membro del comitato scientifico di Aesthetica Preprint, collana editoriale del "Centro Internazionale Studi di Estetica".  Pensiero Modifica Per Di Giacomo, nell'affrontare, oggi, la questione dell'immagine, è necessario rifiutare sia l'interpretazione che vede l'immagine come specchio delle cose, sia quella che la considera esclusivamente come un sistema autoreferenziale di segni. Dalla sua lettura di Wittgenstein, conclude che la rappresentazione logica implica qualcosa che si mostra e nel manifestarsi resta ‘altro' dalla visibilità della rappresentazione stessa[2]. Così, nel presentare se stessa, l'immagine manifesta l'altro del visibile, del rappresentabile: quell'altro che si rivela nel visibile, nascondendosi a esso. Ed è proprio così che l'immagine si fa icona dell'invisibile.  Comunque, sotto l'influenza di Adorno, si afferma la tendenziale perdita di figuratività dell'immagine e il continuare a sussistere dell'immagine stessa[3]; l'immagine, infatti, è una cosa e insieme una non-cosa: è il paradosso di una “reale irrealtà”. Si riferisce al tentativo di scindere la natura ancipite dell'immagine negli elementi che la compongono: da una parte in un readymade, nel quale la dimensione rappresentativa si dissolve in una dimensione puramente presentativa, e dall'altra in una pura immagine mentale, dotata di un debole supporto materiale[4].  Oggi, le immagini dei nuovi media sono immagini di immagini e, in questo senso, non sono neppure propriamente immagini quanto piuttosto simulazioni, “simulacri”. Non a caso le immagini digitali, in quanto riproduzioni, possiedono uno scarso valore di immagine, giacché quello a cui tendono è assumere l'aspetto di qualcosa, perdendo così quella connessione di trasparenza e opacità che invece caratterizza le immagini autentiche. Di qui, appunto, la questione se i nuovi media siano o meno in grado di realizzare vere e proprie immagini.  In particolare, è nel tipo di arte che Adorno definisce “moderna” che troviamo il superamento di quella dimensione epifanica che è propria dell'icona, dove appunto il visibile è il luogo di manifestazione dell'invisibile in quanto Assoluto[5]. Quello che emerge, allora, è una concezione dell'immagine che, nella consapevolezza dell'impossibilità di ogni pretesa di esaurire il reale e insieme di manifestare l'Assoluto, può essere interrogata come testimonianza di quanto non si lascia tradurre in immagine: testimoniare, infatti, è raccontare ciò che è impossibile raccontare del tutto. In questo senso, la testimonianza fa tutt'uno non con la memoria in quanto conformità con l'accaduto, ma con quell'immemoriale che si riferisce a qualcosa che non possiamo né del tutto ricordare né del tutto dimenticare, ossia a qualcosa che non è né del tutto dicibile né del tutto indicibile[6]. Insomma, il testimone parla soltanto a partire da un'impossibilità di parlare. Che l'immagine valga allora come testimonianza significa che il tentativo di dire l'indicibile è un compito infinito, ed è per questo che la questione dell'immagine è parte integrante della questione etica. Ciò implica il fatto che nell'immagine, non essendoci alcuna compiutezza, non si dà alcuna redenzione né alcuna pacificazione nei confronti del reale. Da questo punto di vista, considerare le immagini come testimonianza equivale a vederle come il luogo di una tensione sempre irrisolta tra memoria e oblio e quindi come l'espressione del dover essere del senso in un orizzonte, come quello attuale, nel quale sempre di più sia il mondo che l'arte sembrano essere abbandol non-senso.  Pubblicazioni principali Dalla logica all'estetica. Un saggio intorno a Wittgenstein, Parma, Pratiche, 1989 Icona e arte astratta. La questione dell'immagine tra presentazione e rappresentazione, Palermo, Centro internazionale studi di estetica, 1999 Estetica e letteratura. Il grande romanzo tra Ottocento e Novecento, Roma-Bari, Laterza, 1999 (4ª ed. ; trad. in lingua spagnola D. Malquori, Estética y literatura, Universidad de Valencia, Servicio de Publicaciones, ) Introduzione a Paul Klee, Roma-Bari, Laterza, 2003 "Ripensare le immagini", Giuseppe Di Giacomo, Mimesis, Milano,  "Volti della memoria", Giuseppe Di Giacomo, Mimesis, Milano,  Narrazione e testimonianza. Quattro scrittori italiani del Novecento, Milano, Mimesis,  Entre la paraula i el silenci: la filosofia com a recerca de la veritat, prefaci a Antoni Bosch-Veciana, "Imatge-Mirada-Paraula", Barcelona, Facultat de Filosofia, URL,  "Malevic. Pittura e filosofia dall'Astrattismo al Minimalismo", Carocci, Roma,  Fuori dagli schemi. Estetica e arti figurative dal Novecento a oggi, Laterza, Roma-Bari,  "Arte e modernità. Una guida filosofica", Carocci, Roma,  "Una pittura filosofica. Antoni Tàpies e l'informale", Mimesis, Milano,  "F. Nietzsche. L'eterno ritorno", commentario Giuseppe Di Giacomo, Alboversorio, Milano,  Media e divulgazione Pubblicazioni online Art and Perspicuous Vision in Wittgenstein’s Philosophical Reflection, su fupress.net. 29 luglio  18 gennaio ). L’immagine-tempo da Warburg a Benjamin e Adorno , su aisthesisonline.it. Icona e arte astratta , su unipa.it. Note  Cf. Il saggio più importante per il rapporto tra estetica e letteratura è Estetica e letteratura. Il grande romanzo tra Ottocento e Novecento, Laterza, 1999; reimp. ; trad. in spagnolo, Valencia,   Cf. "Dalla logica all'estetica"97-147  Cf. "Alle origini dell'opera d'arte contemporanea"203-222  Cf. "Astrazione e astrazioni"11-19  Cf. "La questione dell'aura tra Benjamin e Adorno", Rivista di Estetica, 52 (1/20013)245  Cf. "Volti della memoria"445-481 Altri progetti Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giuseppe Di Giacomo  Giuseppe Di Giacomo, conferenza su Un percorso filosofico nell’arte contemporanea, presso l'Ateneu di Barcellona () Giuseppe Di Giacomo, conferenza su Estetica, Letteratura e Filosofia presso l'Ateneu di Barcellona () Giuseppe Di Giacomo, sito Sapienza Roma,//lettere.uniroma1.it/users/giuseppe-digiacomo; Di Giacomo at The Catalan School of Aesthetics and its Influence on Spanish Aesthetics, su filosofiacatalana.cat. Giuseppe Di Giacomo, «BellezzaApprofondimento» la voce in Enciclopedie on line, sito "Treccani.it L'Enciclopedia italiana". Giuseppe Di Giacomo,  web "Treccani.itL'Enciclopedia Italiana" , interventi su Klee, Mondrian e Kandinskij: cfr.//treccani.it/webtv/esperti/di_giacomo_giuseppe; Per ulteriori informazioni sul lavoro di Giuseppe Di Giacomo in quanto Direttore del MLAC Intervista a Giuseppe Di Giacomo Stefano Perletta 119188991 I0000 0001 0939 3611  IT\ICCU\CFIV\213761 r92032003  1049767330  cb121943426   XX4781220   Identitieslccn-nr92032003 Discussione della tesi di Stefano Maria Capilupi () Lezione magistrale sull'arte contemporanea, Oaxacal, Messico (): //rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=-07-07&ch=1&v=690235&vd=-07-07&vc=1#day=-07-07&ch=1&v=690235&vd=-07-07&vc=1 (dall'11.48 al 18.25)  Biografie  Biografie:  di   biografie Filosofo del XX secoloFilosofi italiani del XXI secoloSaggisti italiani del XX secoloSaggisti italiani Professore1945 1º gennaio d Avola

Grice e Giacomo

 Pensiero Modifica Per Di Giacomo, nell'affrontare, oggi, la questione dell'immagine, è necessario rifiutare sia l'interpretazione che vede l'immagine come specchio delle cose, sia quella che la considera esclusivamente come un sistema autoreferenziale di segni. Dalla sua lettura di Wittgenstein, conclude che la rappresentazione logica implica qualcosa che si mostra e nel manifestarsi resta ‘altro' dalla visibilità della rappresentazione stessa[2]. Così, nel presentare se stessa, l'immagine manifesta l'altro del visibile, del rappresentabile: quell'altro che si rivela nel visibile, nascondendosi a esso. Ed è proprio così che l'immagine si fa icona dell'invisibile.  Comunque, sotto l'influenza di Adorno, si afferma la tendenziale perdita di figuratività dell'immagine e il continuare a sussistere dell'immagine stessa[3]; l'immagine, infatti, è una cosa e insieme una non-cosa: è il paradosso di una “reale irrealtà”. Si riferisce al tentativo di scindere la natura ancipite dell'immagine negli elementi che la compongono: da una parte in un readymade, nel quale la dimensione rappresentativa si dissolve in una dimensione puramente presentativa, e dall'altra in una pura immagine mentale, dotata di un debole supporto materiale[4].  Oggi, le immagini dei nuovi media sono immagini di immagini e, in questo senso, non sono neppure propriamente immagini quanto piuttosto simulazioni, “simulacri”. Non a caso le immagini digitali, in quanto riproduzioni, possiedono uno scarso valore di immagine, giacché quello a cui tendono è assumere l'aspetto di qualcosa, perdendo così quella connessione di trasparenza e opacità che invece caratterizza le immagini autentiche. Di qui, appunto, la questione se i nuovi media siano o meno in grado di realizzare vere e proprie immagini.  In particolare, è nel tipo di arte che Adorno definisce “moderna” che troviamo il superamento di quella dimensione epifanica che è propria dell'icona, dove appunto il visibile è il luogo di manifestazione dell'invisibile in quanto Assoluto[5]. Quello che emerge, allora, è una concezione dell'immagine che, nella consapevolezza dell'impossibilità di ogni pretesa di esaurire il reale e insieme di manifestare l'Assoluto, può essere interrogata come testimonianza di quanto non si lascia tradurre in immagine: testimoniare, infatti, è raccontare ciò che è impossibile raccontare del tutto. In questo senso, la testimonianza fa tutt'uno non con la memoria in quanto conformità con l'accaduto, ma con quell'immemoriale che si riferisce a qualcosa che non possiamo né del tutto ricordare né del tutto dimenticare, ossia a qualcosa che non è né del tutto dicibile né del tutto indicibile[6]. Insomma, il testimone parla soltanto a partire da un'impossibilità di parlare. Che l'immagine valga allora come testimonianza significa che il tentativo di dire l'indicibile è un compito infinito, ed è per questo che la questione dell'immagine è parte integrante 

Grice e Giacomo

 Giuseppe Di Giacomo (Avola, 1º gennaio 1945) è un filosofo e saggista italiano.   Giuseppe Di Giacomo, 2019 Autore di un centinaio di pubblicazioni scientifiche che si occupano della relazione tra estetica e letteratura[1], come pure del rapporto tra estetica e arti figurative, con riferimento soprattutto alla cultura moderno-contemporanea e a temi quali l'immagine, la rappresentazione, il nesso arte-vita, la memoria e la nozione di testimonianza.  Biografia Modifica Prima di intraprendere la carriera universitaria, subito dopo il conseguimento della laurea in Filosofia (con il prof. Emilio Garroni), ha svolto attività didattica presso licei classici e scientifici e, prima ancora, durante gli anni universitari, ha avuto supplenze per diversi mesi in varie scuole medie inferiori. Nel 1976, ha ottenuto, tramite concorso, un contratto per l'insegnamento di Epistemologiapresso la Facoltà di Scienze naturali, matematiche e fisiche dell'Università degli studi di Parma, contratto che nel 1978 è diventato un incarico. Dal 28 febbraio 1987 è ricercatore presso la Sapienza Università di Roma, dove, a partire dal 19 ottobre 1993, ha ricoperto il ruolo di professore associato e, infine, dal 1º novembre 2001, quello di professore ordinario di Estetica (settore scientifico-disciplinare: M-FIL/04).  Presso la stessa Università, dal novembre 2012, dirige il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea (MLAC), situato all'interno del Palazzo del Rettorato. Fa parte del Collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Filosofia e Storia della Filosofia della medesima Università, dove è stato per sei anni presidente del Corso di laurea magistrale dell'allora Facoltà di Filosofia.  È stato coordinatore di progetti PRIN (Progetti di ricerca di interesse nazionale) e ha partecipato a progetti di ricerca internazionali. Da una decina d'anni, coordina ricerche di Ateneo, con la partecipazione di una trentina di docenti di varia provenienza disciplinare, su argomenti di carattere estetico-filosofico e artistico-letterario.  Come Direttore del Museo Laboratorio di Arte Contemporanea della Sapienza Università di Roma, ha ideato e coordinato, in collaborazione con la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, con il Teatro Argentina e con il Teatro Eliseo di Roma, numerose iniziative di carattere seminariale aventi per oggetto la filosofia, la letteratura, la musica, le arti figurative, il teatro.  Con Claudio Zambianchi ha curato l'antologia Alle origini dell'opera d'arte contemporanea (Roma-Bari, Laterza, 2008; 4ª ed. 2012). È socio fondatore della Società Italiana d'Estetica (SIE). È direttore della collana Figure dell'estetica presso la Casa editrice AlboVersorio di Milano e della collana Forme del possibile. Estetica, arte, letteratura presso l'editore Mimesis di Milano.  Fa parte del comitato scientifico delle riviste:  Paradigmi Studi di estetica Rivista di estetica Estetica. Studi e ricerche Comprendre. Revista catalana de filosofia Memoria di Shakespeare. A Journal of Shakespearean Studies È membro del comitato scientifico di Aesthetica Preprint, collana editoriale del "Centro Internazionale Studi di Estetica".  Pensiero Modifica Per Di Giacomo, nell'affrontare

Thursday, October 15, 2020

Grice e Jommelli

 Mattei riporta il seguente aneddoto sul suo soggiorno in questa città: Jommelli, andato in visita a padre Martini (già considerato come uno dei più sapienti musicisti d'Italia), si era presentato a lui come allievo, chiedendo di entrare nella sua scuola. Il maestro gli diede un soggetto di fuga che egli trattò con molta abilità. -«Chi siete voi?», chiese Martini, «volete burlarvi di me? Sono io che voglio apprendere da voi!» - «Il mio nome è Jommelli, sono io il maestro che deve scrivere l'opera per il teatro di questa città» - «È un grande onore per questo teatro avere un musicista filosofo come voi, ma vi auguro di non trovarvi in mezzo a gentaglia corruttrice del gusto musicale».

Thursday, October 8, 2020

Il contesto del contesto

 Luigi Speranza


 "Philosophers often say that context is very important."

"Let us take this remark seriously."

"Surely, if we do, we shall want to consider this remark in its relation to this or that problem, i. e., in context, but also in itself, i. e., out of context."

H. P. Grice, "The general theory of context."

Il contesto del contesto

 "Philosophers often say that context is very important."

"Let us take this remark seriously."

"Surely, if we do, we shall want to consider this remark in its relation to this or that problem, i. e., in context, but also in itself, i. e., out of context."

H. P. Grice, "The general theory of context."