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Thursday, March 31, 2022

GRICE E FIDANZA: VESTIGIUM, IMAGO, SIMILITUDO

 Vestigium o speculum, traccia o specchio come primo grado della «contemplazione riflettente» di Dio indica la forma di essere e di movimento del mondo sensibile che rinvia il pensiero alla sua origine; imago, immagine, cone caratterizzazione della mens conduce il pensiero che si accerta di se stesso al suo archetipo trinitario; similitudo, somiglianza, in- dica lo stato di colui-che-supera-se-stesso nel suo massimo avvicinamento possibile o nella connes- 26 sione con la meta dell'ascesa.  Itinerarium c. 1 e 2: per vestigia e in vestigiis. 3 e 4: per imaginem - in imaginem. All'agire della mens come o   nella similitudo (It. III 2 [303 b], VI 7 [312 a], corrispondono i gradi descritti nei capitoli 5 e 6. Un'interpretazione del rapporto tra vestigium e imago nell'Itinerarium è stata presentata da L. Hodl: Die Zeichen-Gegenwart Gottes und das Gott-Ebenbild-Sein des Menschen in des hl. Bonaventura Itinerarium mentis in Deum, cc. 1-3, in: «Miscellanea Media- evalia» 8, Berlin 1971, pp. 94-112. Sulla differenziazione di vestigium-imago-similitudo ulteriormente: De scientia Christi q. 4 concl. (V 24 a). Orizzonte neoplatonico di «traccia» = ἴχνος: il male stesso ha ancora una «traccia del Bene (ἴχνος ἀγαθοῦ, Proclo, In Remp. I 38, 26). «Essere» come «traccia dell'Uno», in Plotino, vedi sopra pp. 80 ss., ss. e la relazione con la dottrina dell'immagine. Nel contesto oggettivo e storico di questa dottrina vi è Agostino: il creato, l'ente molteplice e temporale nel suo insieme è «traccia dell'unità e atemporalità (divina)» (unitatis e aeternitatis vestigium: Vera rel. 32, 60. Gen. ad litt. imp. lib. 13, 38. Anche Eriugena segue questo concetto di «traccia», che vede nel sensibile la traccia o la manifestazione dell'Essere divino in sé nascosto, come punto di partenza della summitas theoriae: omnis creatura corporalis atque visibilis sensibusque succumbens extremum divinae naturae vestigium non incongrue solet in Scripturis appellari: Periphyseon III 25; 186, 26-28. Sulla «teofania» cfr. Beierwaltes, Negati affirmatio, pp. 241 ss.; sull'aspetto della metafisica della luce: sopra p. 310.

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