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Monday, January 31, 2022

GRICE E PEZZA-ROSSA: LO SPIRITO DELLA FILOSOFIA ITALIANA

 LoSpiritodellafilosofiaitaliana. Ragiona mento. Mantova,1842. L'Autore non pretende io questo Ragionamento a novità di principii, nè a confutazione di scuole,ma 80 lo vien cercando le varie fasi della italiana filosofia e lo spirito,che lacondusse al grande rinnovamento opera tosi nel secolo di Galileo. Da Pitagora a Leone X , durante la fortuna ro mana,nelletenebredellabarbarie,esotto ilgiogo della scolastica,gliparvediscontrare,quando più,quando meno , sempre conosciute e conservate le tracce del metodo vero e positivo, ed intorno a questo espone le proprie impressioni, cosìsemplicemente come le eb. be a sentire.  dome che di. mostra la modestia dei padri nostri , i quali, non del Pezza-Rossa,Prof. Giuseppe. Parlando dell'antichità della filosofia italiana, osser vacome l'Italiafosselaprima,che diedeaquesta scien za un sistema, e le impose un nome : acume e   vero conoscitori,ma piuttosto amici del vero s'inti tolarono. Le basiprincipalidelloro metodo consistevanonel. l'esperienza e nella osservazione.-- Fecero quindi un altro passo onde meglio procedere nella investigazione delle verità , e fu quello di riconoscere l'ufficio, che la ragione esercita sopra i fatti, sì nel mondo esterio re che nell'interiore, sendochè, non al senso, ma alla sola ragione è dato il giudicare. Di questo modo l'an tica nostra filosofia seppe dare ai sensi , si sentimen ti ed alla ragione ciò che loro competeva , e impedi che i primi si levassero al di sopra della seconda , e questa rifiutasse l'autorità e la potenza di quelli  280 . . Così dei secoli anteriori al dominio romano ; ma la prevalenza delle scuole straniere non tardò molto a comprimere la scuola nazionale, e la sopravveguente barbarie la fece quasi dimenticare, sebbene del tutto non laspegnesse.Senonche,collaconquistadelmon dosubìleinfluenze intellettualideipopoliconquistati, accettò dottrine d'ogni maniera, egizie, asiatiche, drui diche, ma greche sopra tutto; e de fe'tale un amal gama che a stento potrebbe chiamarsi filosofia; o a meglio dire , ciascuno appigliossi a quella scuola, che meglio sffacevasi alle sue tendenze. Parrà strano, ma è pur vero, Roma corrotta,e degenerata nei costumi, affaticossi particolarmente a rialzar la morale, non tanto forse per rilevarla daddovero, quanto per palliar m e glio col suo manto la nutrita liceoza, testimonio Sede ca. La scuola pitagorica,odiata,ma temutaeammirata, appalesavasi quindi di tratto in tratto nelle manifestazioni di alcune anime forti; e Catone, il censore,va me880 acapodella nobile schiera:ilnome dipitagorico non mai cessò dal significare uomo virtuoso e incorrotto. « La qual indole morale e severa (dice il Pezza Rossa ) sotto cui presentossi la filosofia italiana, fece si ch'essa non venisse dal nascente Cristianesimo tanto combattuta, quanto lo furono tutte le altre.Il Cristia. - 1 i!   281 Desimo infatti sorgea potente e divino, non figlio del l'umano pensiero, ma avvolto nel manto dei flosof, ma rivelatore della semplice verità. Al suo mostrarsi, tutte le scuole cadute erano in basso, e le pocbe ve rità, alle quali eran gionte, rimanevano dalle violenti polemiche siffattamente svisate , che impossibile omai tornavalosceverarecon certezzailverodalfalso.Ami carle fra loro, no concedevan le gare e i particolari interessi;ricondurle allapristinasemplicità,era impre. sa da nemmeno tentarsi.Che fece dunque il Cristiane simo ? Egli indisse guerra a tutte più o meno le spe culative dottrine,mostròchefallacierano,disutilieper piciose, e colla santità della propria morale fondò la prima di tutte le filosofie: quest'è la filosofia delle a zioni. « Scaduta la parte speculativa, non rimaneva all' italiana filosofia che la parte pratica, la parte da lei col tivata sempre con severa costanza e che meglio poteva rispondereagl'insegnamenti cristiani. Apollonio infatti, dicui S. Girolamodice, ch'era un prodigio inudito, degno di esser conosciuto in tutt'isecoli, avuto dal popoloinconcettodimago,ma filosoforeputato dalla gente di senno, Apollonio chiede a sè medesimo che cosa vogliasi in un filosofo per essere veramente pita gorico ? e quindi risponde : richiedersi elevazione d ' a nimo, gravità, costanza, buona fama, sincera amicizia, frugalità, pace, virtù.Fregiato di così belli ornamenti, il pitagorismo si proponeva in morale un lodevole fi ne, il perfezionamento della umana natura , risultante dallo specialeperfezionamentodiciascunindividuo.Nes sun'altra filosofia poteva meglio consonare al Vangelo. « I primi sapienti del Cristianesimo, prima di e dificare, trovarono però di dover distruggere il vecchio edifizio fin dalle fondamenta, e gridarono contro ogni filosofia. Tertulliano ed Origene vogliono che, dopo il Vangelo, non abbia più mestieri di ricerche, nè di curiosità dopo Cristo. Nessuna scuola è da principio ri  .   282 « Se non che, distrutta colla dialettica l'arte del ragionare, e affidati gli uomini al solo senso comune, in mezzo all'incipiente barbarie, nulla presentavasi tanto naturale quanto lo scetticismo : e questo infatti mostrossi.— È notoche,sottoilnome delloscetticismo, spesso fu insegoato a sprezzare vergognosi pregiudizii; non devesi scordare che il dubbio fu il padre dell'at tuale civiltà ; e che, se il secolo di Cartesio è di Gali avesse ardito dubitare, le scienze e le arti nonsarebberoperancheripste. Foperòunoscetti cismo di sola teoria,doo dipratica;stettedel pensiero, non nelle azioni: e perciò,s'egli diede l'ultimo crollo alla filosofia speculativa, non portò alla morale un grave nocumento. Ed è appunto nella morale che la italiana filosofia sopravvisse. Il grande Boezio vide l'estrema bassezza, in cui la sapienza era caduta,e saggiamente pensò a raccorre in un sol corpo le positive cognizioni, che dal guosto generale si erano salvate, e qual breve enciclopedia de'suoi tempile presertò sotto l'smabile nome: Con solazione della filosofia;nomeche insè solo abbrac cia il carattere di tutta up'êra. « Cbi cercasse le cagioni, in forza delle quali stel te viva, anche nei secoli detti barbari, la pratica filo  sparmiata : l'acqua di Talete, l'infinito di Anassimad dro, il fuoco d'Eraclito , l'omeomeria di Apassagora , l'etere infinito di Archelao, i numeri di Pitagora, gli atomi di Epicuro, gli elementi di Empedocle, tutte in somma le antiche speculazioni furono guerreggiate:i santi Padri non lemono chiamar sogoi molti pensieri di Aristotile, molti di Platone delirii. Ma in quello che gli ecclesiastici scrittori studiavano le scuole per com batterle, non poteano a meno di scontrarsi qua e colà in principii verissimi, ai quali non si poteva niegare adesione, e questi raccogliendo insieme e collocandoli sotto il patrocinio del Vangelo, se ne giovarono a com. provare l'armonia del vero filosofico col religioso. leo non   983 sofia, le troverebbe in parte della politica stessa de' barbari invasori. Semplici e rozzi, cupidi solo di bot tino, occuparodo solo il territorio, lasciando ai vinti eleggi, e costumi,ereligione,mutando l'aspetto mate riale, non quello degli spiriti; sia che l'ignoranza li rendesse inetti a far mutamenti, o sia che li movesse rispetto per genti tanto più umane,sebbene meno forti di loro.Oode che procedesse codesta loro maniera di conquista, o da calcolo, o da impotenza , egli è certo che recarono desolazione senza recare alcuna propria filosofia : a tal che la italiana , accompagnata da toote altre in epoca di prosperità, ma sola rimasta in quella della sventura, anzichè cedere e prostrarsi, potè parifi carsi, alla guisa dell'oro sul crogiuolo, e spogliarsi di quelle macchie,che la fortona le aveva apportate. " Passa quindi l'Autore a dimostrare come la buona filosofia pratica cominciasse a fruttare anche ottima teo ria, sebbene il risorgimento fosse ritardato dalla sco lastica, ed impedito dal platonismo. Or ecco le vie (egli ripiglia) per le quali gra datamente lospirito'filosofico avanzò,guadagnandosem pre terreno.IlLeonicoavea,pelprimo,portatoalloStu dio padovano la cognizione di Aristotile genuino, e mostra to come inscientemente lo siavea contorto e dinon sue dottrinefattomaestro;quando sorsequel potente in gegno diPietro Pomponaccio,chesidovrebbe riguardare siccome il quinto anello della gran catena filosotica ita liana, dopo Pitagors, Catone, Boezio e Dante. Pigmeo di corpo,ma dispiritogigante,penetrò meglio che altri nello spirito della patria filosofia, e siccome,a farla ri n a s c e r e , c o n v e n i v a , p r i m a d ' o g n i a l t r a c o s a , a b b a t t e r e il colosso peripatetico, egli coraggiosamente sostende che, secondo Aristotile, voluto sostegno della morale e del la religione, potevasi dimostrare l'anima non e s s e r e immortale , miracoli non potersi dare, non vi essere provvidenza,ma inognicosadominareildestino.Stra biliarono tutti a conclusioni di tanta conseguenza , e    984  pretesero che da lui solo derivassero tali dottrine,dal Peripato non mai ; accagionarono di empietà il gran Mantovano,cheavrebbe senzadubbio incontrata lama la ventura, se il cielo non avesse posto a capo della Chiesa on Leone X , e datogli un Bembo per consi gliere. La sapienza elatolleranza medicea permisero al Pomponaccio quellocheprima non era stato permesso, separare dalla teologia la fhosofia, condurre una linea di confine tra gli obbietti della fede e quelli della ra gione. L'esempio del gran maestro fa segaito da n u merosidiscepoli,tra'quali ebberofamaScaligero,Sepul. veda, Porzio, Benamico, Giovio, e dae Cardinali, il C o n tarini,cioè, ed Ercole Gonzaga. Fu imitato con isforzi contemporanei dalCesalpino,dalCremonino,dalloZa barella,eforsedaquelVanini,che,mal comprenden do ilPomponaccio, spinse lo sfrenato ingegno allo stre mo,e corse la miseranda fioe che tutti sanno.Imper ciocche, gli è pur mestieri confessarlo, la fortuna del primo e la sioistra interpretazione de'suoi principii, non solo a tutti ispirò corsggio, ma ad alcuni fio an che baldanza. Tale si fa il Cardano, a cui la fecondi ta del genio troppe più idee somministrò di quelle che ilsuo giudizio poteva ordinare;ma disse:loslu dio della natura doversi ridurre all'arte ed alla fatica, e però venne salutato come l'uomo delle in vensioni. Tale il Bruno , che proclamò sfrenatamente la filosofia del dubbio, filosofia che ovunque disseminò, viaggiando Italia, Francia, Alemagna , e che fu poscia da Cartesio abbracciata e sviluppata con tanta gloria , com' ebbe a confessare yo giudice non sospetto,Leibni. zio. Si ridestarono allora i principali pensieri de'pita gorici, e meravigliando si conobbe che la flosofia ita liana,in tutte le sue fasi, e io tatte le sue manifesta zioni, non aveva all'ultimo che un fondo solo,ilm e todo esperitivo e naturale. A questo metodo avviò l' Italia Lorenzo Valla, e il Nizzolio, e l'Aconzio, ed il Poliziano,e inalmente Tommaso Campanella,che,   285 vent'appi, sale in bigoncia, e disputa con tanta forza contro le fallacie scolastiche, che i vecchi sclamarono maravigliati: essere in lui passato lospirito diTelesio. Egli sostende che il senso è un fondamento della scien za,chedalla dimostrazionepositivaesensibilevasce la intellettiva, perciocchè sentire è sapere : la ragione tanto essere più certa, quanto più al senso vicina ; non però doversi andare cogli empirici che pretendono ra gionare perlesoleapparenzevariabili,accidentali,sfug gevolissime,ma sìanchedietroveritàcostanti,che badoo principio nell'anteriore sentimento, e del testi monio di tutti gli uomini. «Con longbeeperigliose fatichegiunse quindi f palmente l'Italiaa ridurinprincipiiquello,cheinpra tica aveva sempre tenuto;scaddero allora i sillogismi, le formole, le categorie, le ipotesi, gli a priori, con totti gli altri vincoli della ragione , e sostenuto dall' analisi e dall'esperienza,ilnuovo metodo spiegò il vo lo alle più eccelse scoperie.  36 «AllascuolaitalianaattioseCopernico ilsuo siste ma astronomico,da Galileo poscia rivendicato : da Ga- ' lileo che mostra immobile e improntato di macchie il sole, e Giove di satelliti circondato : da Galileo, che, permezzo dinuovelenti,interroga l'armonia misterio sa dei cieli,e con esperimenti sorprende la patora nei segreti delle arcane sue leggi. Torricelli, colla inven zione de'barometri e de'microscopii, apporta alla fisi ca povella vita; Cavalieri , Maurolico e Tartaglia ren dopo fruttuose le matematiche colle applicazioni. Leo pardo da Vinci dà buone leggi all'estetica; Buonarotti , l'uomo delle quattro anime, fisa il buon gusto nelle arti; Machiavelli scopre aisudditi ei ai regnanti ise. greti della politica; l'Accademia del Cimento affatica senza posa delle esperienze,le dabbie verità rischiara, e le certe diffonde; la fisica,la geografia e l'astrono mia,sposate insieme, fanno sì che un Italiano discopra il nuovo Continente, ed un altro italiano glimponga il Vol. I.   800 nome. Ogoi arte insomma, ogni scienza, ogni di sciplina quasi per incanto risorge : ed è cosa per ve rità sorprendente il vedere nei dettati di quell'epoca gloriosa tantacopiosità di pensieri,da contenere, quasi in germe, tutte le altre scoperte verificate dappoi. «Conserviamo adunqueconclude l'Autore)ilpre zioso retaggio, che da'nostri maggiori ci fu tramandato e,che piùè,adoperiamo di renderlofruttuoso:accioc chè,dopoaverportataaglialtrilascienza,non venghia mo giustamente paragonatiallenubi,lequalisidis fanno in quel medesimo che d'amica pioggia feconda no lecampagne.» Esponendo i proprii pensamenti, il Pezza-Rossa, con singolare modestia,non sierige a maestro, ma sti mola ed invoglia gli altri a frugare in questa materia, pago di poter dimostrare che noi siamo ricchi di tanta domestica dottrina da non invidiare la forestiera; che il buon metodo non l'abbiamo a cercare lontano; e che sarebbe ingratitudine il disconoscere la nostra a n tica sapienza, per seguire alcune splendide fantasie ol tramontane.

Saturday, January 22, 2022

GRICE ITALICVS QRSTUVWZ

 

Grice e Quarta – utopici – filosofia italiana – Luigi Speranza (Leverano). Filosofo. Essential Italian philosopher. Filosofo dell'utopia fu uno dei maggiori studiosi di Moro, sul quale scrisse “Una re-interpretazione dell'utopia.” Insegna a Salento. Studioso di Platone sul quale scrisse L'utopia platonica: Il progetto politico di un grande filosofo. Fonda il Centro di ricerca sull'utopia. Altri saggi: Tommaso Moro; Una reinterpretazione dell'utopia (Dedalo); Thomas More,  ECP L'utopia platonica; Il progetto politico di un grande filosofo,  Dedalo, Globalizzazione, giustizia, solidarietà,  Dedalo, Una nuova etica per l'ambiente, Dedalo, “ Homo utopicus, La dimensione storico-antropologica dell'"utopia.” Dedalo,  Filosofo dell'utopia. Grice: “Strictly, utopia is no-where, or erehwon if you must!” Luigi Speranza, “As in Lennon, “He’s a real nowhere man!” --. Gilbert and Sullivan, “Utopia, Ltd.” Quarta. Keywords: utopici, Campanella, erewhon. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Quarta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737471576/in/datetaken/

 

Grice e Quattromani – implicatura – filosofia italiana. Luigi Speranza (Cosenza). Filosofo. Essential Italian philosopher. Nacque da Bartolo ed Elisabetta d'Aquino, parente diTelesio. Cresciuto in un ambiente strettamente collegato alla cultura e alla nobiltà cosentina, viene educato alle idee religiose valdesiane del suo maestro Fascitelli.  Come si desume dal suo epistolario, si trasfere a Roma. Qui frequenta la Biblioteca Vaticana e ha modo di intessere relazioni con diversi esponenti del panorama intellettuale e culturale romano. I suoi primi studi riguardarono il Canzoniere di Petrarca, con particolare riferimento alle sue fonti. Dopo un breve soggiorno a Napoli, torna a Cosenza. Da qui scrive a B. Rota, per suggerirgli alcune correzioni alla seconda edizione accresciuta delle sue Rime. Effettua una serie di spostamenti tra la sua città natale e Roma. Il periodo è contrassegnato da alcune sue epistole, a carattere storico-letterario/ Risiede a Napoli. Rientrato a Cosenza scrive a Cavalcanti, che sarà con lui consulente della Congregazione dell'Indice, e  assume la direzione della Accademia cosentina, cui Quattromani da nuovo impulso, sia dal punto di vista squisitamente letterario, sia incentivando l'attenzione per la filosofia.  A Napoli pubblica "La philosophia di Telesio” che dedica a Carafa e le rime dedicate a Bernaudo. Rimonta, invece, la sua traduzione de Le historie del Cantalicio, nelle quali il nome è celato dietro lo pseudonimo di «Incognito Academico Cosentino».  Il suo ultimo periodo di vita lo trascorre a Cosenza, dove muore. Altre saggi: Manoscritti, Vaticano, Sonetto di Ms. della Casa. Oratione di Marco Catone., Giudizio sopra alcune stanze di Tasso, Vaticano, Commento a tre sonetti del Casa, lettera ad A. Caro, lettera a F. Mauro, lettera al S. Principe della Scalea, lettera a Ardoino, lettera a V. Bombino, Lettera a F. A. d'Amico, Lettera a Fabrizio Marotta, Oratione di Marco Catone, Lettera a Gio. Maria Bernaudo,  Lettera a G.V. Egidio, Lettera a V. Bilotta, Parallelo tra il Petrarca et il Casa, Della metafora, Parallelo tra il Petrarca et il Casa Poetica di Orazio, Sentimento della Poet.ca d'Orat. La Poetica d'Orazio, Oratione di Marco Catone, A T. Tasso Il Monta.no Acc.co Cose. Della metafora, Lettera ad Horatio Pellegrino, Lettera a Teseo Sambiase  Lettera alla Duchessa, Lettera a Teseo Sambiase, Lettera a Teseo Sambiase, Lettera a T. Sambiase, Lettera a T. Sambiase, Lettera a G. Sirleto, Cosenza, Biblioteca Civica, ex libris: “Bibliothecae Marchionis D. Matthaei de Sarno”, Istoria della Città di Cosenza, Biblioteca privata della Famiglia De Bonis,  Lettere al G. Bernaudo da una raccolta favoritami da F. Bombini, Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Fondo Palatino, Luoghi difficili del Bembo Napoli, Biblioteca Nazionale, manuscripta autographa Summontis et aliorum aetate eius clariorum, Lettera a S. Reski, Roma, Biblioteca Angelica, rilegato con Gab. Barrii Francicani De Antiquitate et situ Calabriae, Roma, Apud Iosephum de Angelis); Annotationes Barrium Stampe “La philosophia di Bernardino Telesio” Ristretta in brevità, et scritta in lingua toscana dal Montano academico cosentino alla Eccellenza del Sig. Duca di Nocera Con Licenza de' Superiori. Marchio ed. In Napoli Appresso Gioseppe Cacchi al ilustre S. G. Bernaudo, in a a le rime del Sig. Gio. Batt. Ardoino Academico Cosentino in morte della Signora Isabella Quattromani sua moglie con Licenza de' Superiori Marchio ed. in Napoli Appresso Gioseppe Cacchi. Le historie de Monsig. Gio. Battista Cantalicio vescovo di Civita di Penna, et d’altri delle guerre fatte in Italia da Consaluo Ferrando di Aylar, di Cordoua,  detto il gran Capitano tradotte in lingua Toscana a richiesta di Gio. Maria Bernavdo in Cosenza per L. Castellano. Le historie de G. Cantalicio, vescovo di Civita di Penna e d’Atri Dele guerre fatte in Italia da Consalvo Ferrando de Aylar, di Cordova, detto il gran capitano, tradotte in lingua Toscana a richiesta di Gio. Maria Bernaudo nuouamente corretta, et ristampata, in Cosenza per Leonardo Angrisano, e L. Castellano, ad istanza di Enrico Bacco, libraro in Napoli. Le historie di Monsig. G. Cantalicio, vescovo d’Atri et Civita di Penna, delle guerre fatte in Italia da Consalvo Ferrando di Aylar, di Cordova, detto il gran Capitano, tradotte in lingua toscana  a richiesta di G. Bernaudo, Napoli Apresso Gio Giacomo Carlino Ad istanza di H. Bacco, alla Libraria dell'Alicorno rime di mons. Gio. Della Casa. Fregio In Napoli, Appresso Lazaro Scoriggio, lettere divise in due libre Et la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo Auttore all'Illustrissimo & Eccellentissimo Signor Marchese della valle, &c in Napoli, Per Lazzaro Scoriggio. Il IV libro di Vergilio in verso Toscano. “Trattato della Metafora”; Parafrasi Toscana della Poetica di Orazio. Traduzione della medesima Poetica in verso toscano. Alcune annotazioni sopra di essa, alcune poesie toscane, e latine, Fregio in Napoli, Mosca con Licenza de' Superiori.Gabrielis Barrii Francicani: De Antiquitate et situ Calabriae nunc primum ex authographo restitutos ac per capita distributi. Prolegomena, Additiones, et Notae. Quibus accesserunt animadversions, Roma, S. Michaelis ad Ripam Sumptibus Hieronymi Mainardi Superiorum permissu. Scritti vari, editi per la prima volta in Napoli da M. Egizio ed ora riveduti, riordinati e ripubblicati in più nitida edizione da L. Stocchi, Castrovillari, Dalla Tipografia del Calabrese, A questo proposito, in un'articolata lettera inviata, da Roma a Cosenza,  illustra a M. Ferrao le ragioni per cui l'opera del Petrarca merita la sua attenzione, e la ricerca che stava compiendo sui poeti provenzali, riferendo che di ciò aveva già parlato con P. Manuzio, edizione veneziana di Giolito de' Ferrari  Stessa cosa si verifica per la seconda edizione, mentre soltanto postumo, nell'edizione napoletana compare quale traduttore. , “Scienza” e “scienza della letteratura” in S. Quattromani, in Bernardino Telesio e la cultura napoletana, R. Sirri e M. Torrini, Napoli L. Borsetto, La “Poetica d'Horatio” tradotta. Contributo alla studio della ricezione oraziana tra Rinascimento e Barocco, in Orazio e la letteratura italiana, Roma Eadem, Enciclopedia oraziana, Eadem, “Pulzelle” e “Femine di mondo”. L'epistolario postumo, Alla lettera. Teorie e pratiche epistolari dai Greci al Novecento, A. Chemello, Milano Capacius I.C., Illustrium mulierum et illustrium litteris virorum Elogia, Neapoli, Carlinus & C. Vitale, Chioccarello B., De illustribus scriptoribus Regni Neapolitani Cornacchioli T., Nobili, borghesi e intellettuali nella Cosenza del Quattrocento, Cosenza Cozzetto F., Aspetti della vita e inventano della biblioteca attraverso un documento cosentino del Seicento, in «Periferia», Crupi P., Storia della letteratura calabrese. Autori e Testi, Cosenza  De Franco L., De Franco L., La biblioteca di un letterato del tardo Rinascimento: S. «Annali dell'Istituto Universitario Orientale», De Frede C., I libri di un letterato calabrese del Cinquecento (S. Quattromani, Napoli De Frede C., Un letterato del tardo Cinquecento e i suoi libri (S. Quattromani,-in «Atti dell'Accademia Pontaniana», Debenedetti S., Gli studi provenzali in Italia nel Cinquecento, Torino  Matteo Egizio, Napoli (rist. in S. Quattromani, Scritti vari, editi per la prima volta in Napoli da Matteo Egizio ed ora riveduti, riordinati e ripubblicati in più nitida edizione da L. Stocchi, Dalla Tipografia del Calabrese, Castrovillari Filice E.E., Cosenza  Fratta A., Il “Ristretto”  nell'ambito delle traduzioni scientifico-filosofiche del secondo Cinquecento, in Bernardino Telesio e la cultura napoletana, R. Sirri e M. Torrini, Napoli Gorni G., Un commento inedito alle “Rime” del Bembo.  Telesio, Della Casa, Quattromani interprete di Tasso, Gli amori del Quattromani, il disegno culturale. La critica e le lettere; “Telesio, Bari Zangari D., Di un manoscritto inedito di S. Quattromani e delle sue relazioni col Tasso; Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Sertorio Quattromani. Quattromani. Keywords: implicature, la philosophia di Bernardino Telesio, Orazio, Poetica, Tratatto della metafora, Il Quarto di Virgilio, Petrarca. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Quattromani” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738064054

 

Grice e Quinto – gli scolari – filosofia italiana – Luigi Speranza (Pieve di Cadore). Filosofo. Essential Italian philosopher. Studia a Conegliano e Milano sotto Pupi -- contrassegnate dall'adozione di un rigoroso metodo filologico, studia la storia del concetto di “scolastica”. Saggo: «“Timor” e “timiditas”. Note di lessicografia d’Aquino», La lingua del Lazio: Latino patristico e latino scolastico. Dalla comprensione della lingua del Lazio all'interpretazione del pensiero», Sui quattro sensi della Scrittura, I quattro sensi della Scrittura, Medioevo, «Il “timor” nella lingua della scolastica», Archivum Latinitatis Medii Aevil, Per la storia del trattato tomistico “de passionibus animi”. Il “timor. “Le “scholae” del medioevo come comunità di sapienti», Scholastica”. Storia di un concetto, Padova. “Lectio, disputatio, praedicatio”: la triade dell'esercizio scolastico secondo Aquino, “In principio erat uerbum”. Testi sul timore di Dio dal ms. PRivista di Storia della Filosofia  «“Teologia allegorica” e “teologia scolastica” in alcuni commenti all'“Historia scholastica” di P.  Comestore. in memoria, Riccardo Quinto. Quinto. Keywords: gli scolari. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Quinto” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737409396/in/dateposted-public/

 

Grice e Raimondi – il gatto persiano – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli), filosofo. Figlio del cremonese Alessandro. Insegna a Roma,  contribusce alla rinascita dell’idealismo contro i parepatetici, che dominano la filosofia. Pubblica la Data di Euclide. Le coniche di Apollonio di Perga. Autore di molti commentari, specialmente su alcuni libri della Synagoge, nota anche come Collectiones mathematicae, di Pappo di Alessandria e sui trattati di Archimede. Membro dell'accademia fondata da Aldobrandini, nipote di Clemente VIII. -- è celebre soprattutto per essere stato il primo direttore scientifico della Stamperia orientale medicea, o Typographia Medicea linguarum externarum, fondata a Roma da Ferdinando de' Medici. L'attività principale svolta dalla stamperia e, con l'appoggio di Gregorio XIII, la pubblicazione di saggi nelle per favorire la diffusione delle missioni cattoliche in Oriente. Forma un gruppo di ricerca costituito da Vecchietti,  inviato pontificio ad Alessandria d'Egitto e in Persia, dal fratello Gerolamo, da P. Orsino di Costantinopoli, neo-fita ebreo convertito, e di Tommaso Terracina. In un periodo in cui Roma intrattene buone relazioni diplomatiche con la dinastia Safavide, al potere in Persia  essi riuscirono a recuperare diversi manoscritti della Bibbia in lingue orientali. Sono portati a Roma più di una ventina di testi biblici ebraici e giudeo-persiani, tra cui i libri del Pentateuco, tra i pochi sopravvissuti ai giorni nostri.  La tipografia si trasfere a Firenze, in conseguenza dell'elezione di Ferdinando a Granduca di Toscana. E avviata la stampa delle opere. Sono pubblicate dapprima una Grammatica ebraica e una Grammatica caldea. Seguirono: una edizione arabo dei Vangeli, di cui furono tirate tremila copie; un compendio del Libro di Ruggero di al-Idrisi;  Il canone della medicina di Avicenna. Ill Granduca gli vende la Stamperia, chi  a sua volta la cedette al figlio di Ferdinando, Cosimo II, salito al trono. La Stamperia chiuse poiché la realizzazione di volumi nelle lingue orientali non si e rivelata economicamente conveniente. Uno degli ultimi saggi pubblicati fu una grammatica araba intitolata “Liber Tasriphi”. Il suo grande progetto, he egli peraltro non riuscì a realizzare, fu quello di pubblicare una Bibbia poliglotta comprendente le sei lingue principali del cristianesimo orientale: siriaco, armeno, copto, ge'ez, arabo e persiano. I manoscritti appartenuti alla stamperia orientale medicea sono disseminati in diverse istituzioni: la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la Biblioteca apostolica vaticana, la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, la Biblioteca nazionale Marciana di Venezia. Giovanni Battista Vecchietti, su iliesi.cnr.  L'editoria del Principe, ovvero la stampa ufficiale delle istituzioni laiche e religiose. Per la dedicazione al re Ruggero II di Sicilia.  Tipografia Medicea Orientale, su thesaurus.cerl.org.  A.  Piemontese, La Grammatica persiana, K. Bibas, La Stamperia medicea orientale, in, Un Maestro insolito, Firenze, Vallecchi); Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Liber Tasriphi compositio est Senis Alemami: Traditur in eo compendiosa notitia coniugationum verbi Arabici, Roma, Medicae, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, manoscritti persiana. Giovan Battista Raimondi. Giambattista Raimondi. Raimondi. Raimondi. Keywords: il gatto persiano. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Raimondi” – The Swimming-Pool Library.

 

Grice e Raio – ermeneutica dell’io e del tu – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Filosofo. filosofo. Insegna a Napoli. Si occupa in particolare dell'ermeneutica. Saggi: “Antinomia e allegoria”; “Il carattere di chiave”, “Ermeneutica del simbolo” (Napoli, Liguori); “Il simbolismo tedesco. Kant Cassirer Szondi” (Napoli, Bibliopolis); “Conoscenza, concetto, cultura” (Firenze, La Nuova Italia); “Metafisica delle forme simboliche” (Milano, Sansoni); L'io, il tu e l'Es. Saggio sulla "Metafisica delle forme simboliche" (Macerata, Quodlibet); Rivista "Studi filosofici".  Giulio Raio. Raio. Keywords: ermeneutica dell’io e del tu, Szondi --  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Raio” – The Swimming-Pool Library.  https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735603647/in/datetaken/

 

Grice e Raulica – l’implicatura del barone di Raulica -- l’origine dell’idee – il fondamento della certezza – filosofia italiana – filosofia siciliana – filosofia sicula -- Luigi Speranza (Palermo). Essential Italian philosopher. Grice: “Italian philosophers can be fun: there’s ventura, and there’s Bonaventura, who was actually fidanza, i.e. fidence, as in confidence.” Filosofo. Noto per il suo sostegno alla causa della rivoluzione siciliana. Figlio di Paolo Ventura, barone di Raulica, avvocato e consigliere della Suprema Corte di Giustizia del Regno di Sicilia e di Caterina Platinelli, studia a Palermo. Insegna a Roma. Si distinse come apologeta, scrittore e predicatore, soprattutto grazie alla sua "Orazione funebre di Pio VII. La sua carriera da filosofo inizia come esponente della corrente contro-rivoluzionaria. Teatino. Intraprese l'attività di predicatore. La sua eloquenza, sebbene a volte esagerata e prolissa, e veemente e diretta ed ottenne grande fama. Con l'elezione di Pio IX al soglio pontificio, acquisì un ruolo politicamente prominente. Sostenne la legittimità storica e giuridica della rivoluzione siciliana. Auspica la ri-fondazione del Regno di Sicilia indipendente all'interno di una con-federazione italiana di stati sovrani. Ministro pleni-potenziario e rappresentante del governo siciliano a Roma.  La sua posizione a Roma divenne delicata per via della proclamazione della repubblica romana  e dell'esilio di Pio IX. Rifiuta l'offerta di un seggio all'assemblea costituente, maoltre ad invocare la separazione tra potere temporale e spirituale riconosce la repubblica romana a nome del governo rivoluzionario di Palermo. Saggi: “La scuola de' miracoli: ovvero, Omilie sopra le principali opere della potenza e della grazia di Gesù Cristo, figliuolo di Dio e Salvatore del mondo”; “Il tesoro nascosto: ovvero, Omilie sopra la passione del Nostro Signor Gesù Cristo”;  La Madre di Dio, madre degli uomini: ovvero, Spiegazione del mistero della SS. Vergine a piè della croce”; “Le bellezze della fede ne' misteri dell' Epifania: ovvero, La felicità di credere in Cristo e di appartenere alla vera chiesa”; “I disegni della divina misericordia sopra le Americhe: panegirico in onore di Martino de Porres, terziario professo dell'ordine de'  predicatori”; “Il potere politico”; “Saggio sul potere pubblico, o esposizione della legge naturali dell'ordine sociale”; “Dello spirito della rivoluzione e dei mezzi di farla terminare”; “La ragione filosofica”; “La tradizione e i semi-pelagiani della filosofia: ossia, Il semi-razionalismo svelato”; “Saggio sull'origine delle idee e sul fondamento della certezza”; “Della falsa filosofia”; “Nuove omelie sulle donne del Vangelo”; “Corso di filosofia: ossia, Restaurazione  della filosofia”; “Sopra una Camera di Pari nello stato pontificio”; “La questione sicula sciolta nel vero interesse della Sicilia, Napoli e dell'Italia”; “Memoria pel riconoscimento della Sicilia come stato sovrano ed indipendente”; “Menzogne diplomatiche, ovvero esame dei pretesi diritti che s'invocano del gabinetto di Napoli nella questione sicula”; “Discorso funebre pei morti di Vienna la religione e la libertà”; “Raccolta di elogi funebri e lettere necrologiche; Il pensiero politico d'ispirazione cristiana dell'Ottocento. Atti del seminario Erice, E. Guccione, Firenze. Andreu F. Gioacchino Ventura: Saggio Biografico, "Regnum Dei", Bergamaschi G., Padre Gioacchino Ventura: fra tradizionalismo e neotomismo, Milano, Cremona Casoli G., Un illustre siciliano”; "Rassegna Storica del Risorgimento", Cultrera P., Generale dell'ordine dei Teatini, Palermo); Giurintano C., Aspetti del pensiero politico nel "De jure publico ecclesiastico"; Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Palermo, Guccione E., Democrazia. Murri, Sturzo e le critiche di Gobetti, Palermo-Sao-Paulo, Ila-Palma, Guccione E., Alle radici della democrazia” Palermo); Guccione E., Un omaggio clandestine; in  "Nuova Antologia", Pastori P., “La rivoluzione napoletana in "Rassegna Siciliana di Storia e Cultura", S. Romano, La vita e il pensiero politico, Treccani Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Regione Siciliana. Martinucci P., Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale. Gioacchino Ventura dei baroni di Raulica, Gioacchino Ventura Da Raulica. Gioacchino Ventura di Raulica. Raulica. Keywords: l’origine dell’idee – il fondamento della certezza, la legge naturale dell’ordine sociale, la sicilia come stato sovrano ed independente. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Raulica” – The Swimming-Pool Library, Villa Spearnza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735573662/in/datetaken/

 

Grice e Reale – erote demone mediatore – il gioco delle maschere nel convito – filosofia italiana – Luigi Speranza (Candia Lomellina). Filosofo.  Ho la ferma convinzione che Platone e il più grande filosofo in assoluto comparso sulla terra, e che il compito di chi lo vuole comprendere e fare comprendere agli altri, pur avvicinandosi sempre di più alla verità, non può mai avere fine”. Studia a Casale Monferrato e Milano sotto Olgiati. Insegna a Parma e Milano. Fonda il Centro di ricerche di Metafisica.  La sua tesi di fondo è la seguente: la filosofia greca ha creato quelle categorie e quel peculiare modo di pensare che hanno consentito la nascita e lo sviluppo della scienza e della tecnica dell'Occidente.  I suoi interessi spaziano lungo tutto l'arco del pensiero antico pagano e cristiano, e i suoi contributi di maggior rilievo hanno toccato via via Aristotele, Platone, Plotino, Socrate e Agostino. Studia ognuno di questi autori andando, in un certo senso, contro corrente e inaugurandone una lettura nuova.  La ri-lettura che da di Aristotele contesta l'interpretazione di Jaeger, secondo il quale gli scritti aristotelici seguirebbero positivisticamente un andamento storico-genetico che partirebbe dalla teologia, passerebbe per la metafisica, per approdare infine alla scienza; Reale ha sostenuto invece la fondamentale unità del pensiero metafisico dello Stagirita.  Ne La Filosofia antica, mette in evidenza come il pensiero di Teofrasto si diffuse per l'aspetto scientifico con un'ampiezza del tutto paragonabile a quella del maestro Aristotele, rivelando però uno scarso spessore nella speculazione filosofica. Da Stratone in poi, ciò provocò un ripiegamento della scuola peripatetica verso l'ambito della fisica e delle scienze empiriche.  Per quel che riguarda Platone, importando in Italia gli studi della scuola platonica di Tubinga, ha messo in crisi l'interpretazione romantica di Platone stesso, che risale a Schleiermacher, e ha voluto rivalutare il senso e la portata delle dottrine non scritt, vale a dire gli insegnamenti che Platone ha tenuto solo oralmente all'interno dell'Accademia e che conosciamo dalle testimonianze dei discepoli. In questo senso, Platone risulterebbe essere il testimone e l'interprete più geniale di quel peculiare momento della civiltà che passa dalla cultura dell'oralità a quella della scrittura. Negli studi su Plotino, contesta la tesi di fondo di Zeller che vede nel grande neoplatonico il principale teorico del panteismo e dell'immanentismo. Al contrario rilegge Plotino come il campione della trascendenza metafisica dell'Uno.  L'interpretazione che ha dato di Socrate, analogamente, si propone di risolvere le aporie della cosiddetta questione socratica, entrata in un vicolo cieco dopo gli studi di O. Gigon, secondo cui di Socrate non possiamo sapere nulla con certezza. Inaugura, invece, un nuovo modo di interpretare Socrate, non solo cercando di risolvere dall'interno le testimonianze contraddittorie degli allievi, ma soprattutto guardando al contesto della filosofia italica prima di Socrate e dopo Socrate: in questo modo, balzerebbe agli occhi la scoperta socratica del concetto di animo o anima come essenza e nucleo pensante dell'uomo. Socrate dice che il compito dell'uomo è la cura dell'anima: la psicoterapia, potremmo dire. Che poi oggi l'animo e interpretata in un altro senso, questo è relativamente importante. Socrate per esempio non si pronuncial sull'immortalità dell'anima, perché non ha ancora gli elementi per farlo, elementi che solo con Platone emergeranno. Ma, nonostante ancora oggi si pensa che l'essenza dell'uomo sia l’animo. Molti, sbagliando, ritengono che l’animo e una creazione semitica: è sbagliatissimo. Per certi aspetti il concetto di animo e di immortalità dell'animo è contrario alla dottrina semitica che parla invece di risurrezione dei corpi degl’uomini. Che poi i primi pensatori della patristica utilizzano categorie della filosofia antica, e che quindi il suo apparato concettuale sia in parte basato sulla filosofia antica non deve far dimenticare che il concetto dell’animo è una concezione aria. L'Occidente viene da qui. Infine, per quanto riguarda all’africano Agostino,  tende a ricollocarlo  nel contesto neoplatonico dell’antichità e quindi nel momento dell'impatto del dell’ebraismo con filosofia aria italica cercando di scrostarlo di tutte le successive interpretazioni dell'agostinismo medioevale. Ritiene, poi, che la cifra spirituale che caratterizza la filosofia d’Occidente sia costituita dalla filosofia italica. È stato infatti il logos a caratterizzare le due componenti essenziali della filosofia d’Occidentre e precisamente a fornire gli strumenti concettuali per elaborare l’ebraismo, dando luogo, così, a quella peculiare mentalità da cui sono scaturite la scienza e la tecnica. Ma se la cultura d’non si capisce senza la filosofia aria degl’italici, questa a sua volta non si capisce senza la metafisica come studio dei veliani dell’unità dell'essere. Il lavoro che svolge, studiando i filosofi italici, vuole anche servire a un confronto fra la metafisica antica e quella moderna. La preferenza che accorda a Platone dipende dal fatto che il filosofo ateniese è, con la seconda navigazione di cui parla nel Fedone, il creatore di questa problematica. Si fa così portavoce di un meditato ritorno alle radici della nostra cultura attraverso la riproposta dei classici filosofi italici. E in sintonia con la Scuola di Tubingarinnova l'interpretazione, mettendo in luce la primaria importanza delle dottrine non scritte di cui riferiscono gli allievi di Platone stesso (Aristotele in primis). In “Per una interpretazione di Platone” fa affiorare l'immagine di un Platone diverso, un Platone orale e in certo senso dogmatico. Del resto, non è forse Platone stesso (ad esempio, nella Lettera VII) a garantirci che la sua filosofia dev'essere ricercata altrove rispetto agli scritti? Lo stesso corpus degli scritti platonici, giuntoci nella sua interezza (circostanza, questa, unica nella storiografia della filosofia antica), non presenta, invero, quell'unità sistematica che ci si dovrebbe attendere, il che, ancora una volta, depone a favore della tesi secondo cui Platone cerca altrove, e precisamente nelle dottrine non scritte. Studia anche la metafisica di Aristotele, smaschererebbe la tesi fatta valere da Jaeger, secondo cui l'opera non presenta un'unitarietà ma sarebbe piuttosto una sorta di zibaldone filosofico -- e, in particolare, il libro XII risalir ebbein forza del suo spiccato interesse teologico alla giovinezza dello Stagirita. Lungi dal risolversi in un coacervo di scritti risalenti a differenti epoche e contesti, la Metafisica di Aristotele rileva Reale è profondamente unitaria. Al centro c'è la definizione della metafisica come scienza della causa e del principio, dell'essere in quanto tale, della sostanza, dei dei e della verità. In “La saggezza antica” sostiene che tutti i mali di cui soffre l'uomo d'oggi hanno proprio nel nichilismo la loro radice e che «un'energicquesti mali implicherebbe il loro sradicamento, ossia la vittoria sul nichilismo, mediante il recupero di un ideale e di un valore supremo, e il superamento dell'ateismo. Ma quello che egli propone non è affatto un ritorno a-critico a certe idee della antica filosofia italica, ma l'assimilazione e la fruizione di alcuni messaggi della saggezza antica, che, se ben recepiti e meditati, possono, se non guarire, almeno lenire i mali degl’uomini, corrodendo le radici da cui derivano. In una siffatta prospettiva, può acquistare un valore eminentemente filosofico anche la filosofia in lingua Latina in Seneca, a suo parere ingiustamente trascurato da una lunga tradizione che non gli avrebbe riconosciuto alcuna cittadinanza filosofica, per il mero fatto di avere nato in una lontana provincial romana. In “La terapia dell'anima” (Bompiani, Milano) riprende, ancora una volta, l'idea che la filosofia degli antichi in questo caso, quella di Seneca puo costituire un 'farmaco' per l'animo dilaniato degl’uomini. Oltre al campo specifico della filosofia anticasi occupa a vario titolo anche della storia della filosofia generale: per esempio, nella stesura del noto Manuale di filosofia per i licei edito dalla Scuola oltre alla direzione delle collane filosofiche Classici della filosofia, Testi a fronte della Bompiani e I Filosofi per Laterza.  Oltre a questo, i suoi principali scritti sono: “ Il concetto di filosofia prima e l'unità della Metafisica di Aristotele” (Vita e Pensiero, Milano); “Aristotele” (Laterza, Bari); Storia della filosofia antica,  Vita e Pensiero, Milano); “Il pensiero occidentale dalle origini (Scuola, Brescia); Per una nuova interpretazione di Platone” (CUSL, Milano); “Proclo” Laterza, Bari); “Filosofia antica, Jaca, Milano); “Saggezza antica, Cortina, Milano); “Eros demone mediatore. Il gioco delle maschere nel "Simposio" di Platone” (Rizzoli, Milano); “Platone. Alla ricerca della sapienza segreta” (Rizzoli, Milano, Bompiani, Milano, La nave di Teseo, Milano); “La Metafisica di Aristotele” (Laterza, Bari); Raffaello: La "Disputa", Rusconi, Milano); “Corpo, anima e salute. Il concetto di uomo" (Collana Scienza e Idee, Cortina, Milano); “Socrate. Alla scoperta della sapienza umana” (Rizzoli, Milano); “Il pensiero antico, Vita e Pensiero, Milano); ““Radici culturali e spirituali dell'Europa” (Cortina, Milano); “Storia della filosofia romana” (Bompiani, Milano, Collana Il pensiero occidentale, Bompiani); “Valori dimenticati dell'Occidente” (Bompiani, Milano); “ L'arte di Riccardo Muti e la Musa platonica” (Bompiani, Milano); “Agostino” (Bompiani, Milano); “Wojtyla un pellegrino dell'assoluto” (Bompiani, Milano); “Auto-testimonianze e rimandi dei Dialoghi di Platone alle dottrine non scritte" (Bompiani, Milano); “Storia del pensiero filosofico” (Scuola, Brescia); “Salvare la scuola nell'era digitale” (Brescia, Scuola); “Responsabilità della vita. Un confronto fra un credente e un non credente” (Milano, Bompiani); “Mi sono innamorato della filosofia” (Milano, Bompiani); “Romanino e la «Sistina dei poveri» a Pisogne” (Milano, Bompiani); “Cento anni di filosofia. Da Nietzsche ai nostri giorni” (Scuola, Brescia); Introduzione, traduzione e commentario della Metafisica di Aristotele, su archive.org, Bompiani, Traduzioni e commenti Reale ha tradotto in italiano e commentato molte opere di Platone, di Aristotele e di Plotino (la sua nuova edizione delle Enneadi è stata pubblicata  nella collana "I Meridiani" della Mondadori. Pubblica per Bompiani il poderoso volume I presocratici, da lui presentato come la prima traduzione integrale. Nonostante in Italia ne fosse già uscita una traduzione da Giannantoni edita da Laterza. Sostene la presenza di lacune e manomissioni nel Giannantoni, lacune e manomissioni che sarebbero dovute, a parere di Reale, all'ossequio all'ideologia e all'egemonia culturale marxista, secondo cui in quel periodo gl’intellettuali di area comunista dominano la scena in campo editoriale. Canfora, in risposta alle accuse di Reale, sostene la natura pubblicitaria e l'inconsistenza del ragionamento. Si sostene che, se influenza c'è stata nel Giannantoni, essa è stata di matrice idealistica, hegeliana e crociana. Qualsiasi omissione è da evitare, specie se non è segnalata nel testo. Con riguardo alla presunta irrilevanza di taluni tagli operati da Giannantoni sottolinea come i capretti a volte segnano la storia della filosofia più di alcuni filosofi e togliere questi animali dai frammenti, così come far sparire dei cavolfiori, si tasformarsi in una censura. Di Seneca, cura le opere in "Seneca. Tutti gli scritti". Interprete di Platone, La Stampa, Ripensando Platone e il Platonismo” (Milano, Vita e Pensiero). Dimostra la profonda unità concettuale di questi saggi di filosofia prima, mettendo in luce come Jaeger e condizionato dal positivismo e dalla teoria dell'evoluzione della cultura secondo le tre tappe di teologia-metafisica-scienza. Il concetto di filosofia prima e l'unità della "Metafisica" di Aristotele” (Milano, Bompiani); Storia della filosofia antica. La fondazione della botanica e il suo guadagno essenziale. Verso una nuova immagine di Platone, Milano, Vita e Pensiero, Cfr., in particolare, Il paradigma romantico nell'interpretazione di Platone, di H. Krämer, Napoli,  La filosofia antica, Milano,  Jaca. Ha ragione, bisogna imparare ad accettare la morte, Corriere della Sera.  Il concetto di filosofia prima e l'unità della metafisica di Aristotele, Milano, Vita e Pensiero ,La filosofia di Seneca come terapia dei mali dell'anima, Milano, Bompiani, In memoriam. Pur riconoscendo a Giannantoni una statura di studioso di prim'ordine, sostiene che molti marxisti non presentano talune cose nella loro effettiva realtà. Pur non potendosi parlare di complotto, nel testo di Laterza curato da Giannantoni mancano in un'edizione chiamata l'unica integrale italiana decine e decine di passi che elenco in 4 pagine all'inizio della mia traduzione dei veliani e crotonensi. Ci sono inoltre indebite aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta di tal fatta, nata assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure molte note di queste ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti di codesti filosofi. Svuotare, ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare un vero confronto. Ecco la vecchia tattica che rimane ancora molto viva. Naturalmente, sul piano pubblicitario, si comprende la auto-esaltazione. La mia traduzione è più completa della tua, come il mio bucato è più bianco del tuo. Ma anche la pubblicità bisogna saperla fare. Ci sono lauree brevi da poco istituite in proposito. Particolarmente inconsistente appare il ragionamento. Eccolo nella sintesi fornita dal suo intervistator.  Giannantoni e molto bravo, e questo lo sapevamo anche senza il supporto di Reale, Laterza è innocente del sopra menzionato reato ideologico. La colpa è della penetrazione comunista. Sembra quasi di sognare. Ma questa è la caricatura dell'antica cantilena sui comunisti padroni dell'editoria italiana. Per confutare questa sciocchezza Bobbio si limita a trascrivere i titoli del catalogo Einaudi. E infatti come negare l'affiliazione bolscevica di Bobbio? Che pena. Si fa riferimento all'osservazione secondo la quale le omissioni di Giannantoni riguardano aspetti poco rilevanti per un marxista come il frammento 23 di Orfeo -- un mal-ridotto frustulo papiraceo in cui si fa cenno ad un rituale misterico. Queste, e consimili, sono le omissioni rimproverate dal neo-presocratico Reale. Sembrra del tutto irrilevante sapere se Kant, quando scrive la Critica della ragion pratica, mangia capretto o una particolare minestra. Alla storia della filosofia questo poco interessi. Ma sapere se un *orfico* mangia capretto e significativo dal punto di vista filosofico. Se l’orfico s’astene, allora e vegetariano e, come tale, non ha condiviso la ritualistica italica in cui si consumeno le carni offerte ai dei e si lasciano ai dei gl’aromi per segnare la distanza tra gl’uomini e i dei. In sostanza, l’orfico crede, evitando il capretto, in una filosofia in cui gl’uomini e i dei sono legati. Non è un capretto né una vacca quello che manca in Giannantoni. Mancano in un'edizione chiamata l'unica integrale decine e decine di passi che elenco in 4 pagine all'inizio della mia traduzione dei Presocratici. Ci sono inoltre indebite aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta di tal fatta, nata assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure molte note di queste ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti di codesti autori. Svuotare, ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare un vero confronto. Ecco la vecchia tattica che rimane ancora molto viva. Laudatio. Roberto Radice, Claudio Tiengo, Seconda navigazione. Omaggio, Vita e Pensiero, Milano); G. Grampa, "Ritornare a Crotone: intervista a sulla sua «Storia della filosofia antica»", Vita e Pensiero. RDizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Il mio Platone bocciato. Il cattolico amico di Platone. Critico il Platone di Reale il marxismo non c'entra. La dittatura culturale del marxismo, in Corriere della Sera, Treccani Storia della filosofia antica. Dalle origini a Socrate. Ospitato su gianfrancobertagni. Giovanni Reale, Storia della filosofia antica. Platone e Aristotele. Storia della filosofia antica. I sistemi dell'Età ellenistica. Giovanni Reale. Reale. Keywords: Crotone, Velia, Crotonensi, la scuola di Crotone, la scuola di Velia, I veliani, Parmenide, Girgentu – filosofia siciliana – magna Grecia non e Sicilia --. I confine della magna Grecia – filosofia italica, filosofia italiana – la filosofia nella peninsula italiana in eta anticha – filosofia Latina, filosofia romana. Catalogo di Nome di Filosofi Italici, il poema di Parmenide, il poema di Girgentu, il poema di Velia, la porta rossa di Velia, Zenone di Velia, Filolao di Taranto, Gorgia di Lentini, Archita di Taranto, studi degl’antichi italici da I romani, Etruria e Magna Grecia, le radice etrusche della filosofia romana, fisiologia, teoria dela natura, uomo, la moralia, la colloquenza o dialettica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Reale” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690133489/in/photolist-2mKFrQ6-2mPsfT9-2mPxhsE-2mPhuNk-2mPsh7f-2mKLGeD-2mPpVqK-2mPE3Bq-2mPpskp-2mKxnN1-2mKAuZM-2mKbpiZ-2mKjsJY-2mPHbXQ-2mJf6ru-2mJjdUS-2mJf6sS-2mJf6qx-2mJjdWF-2mJkrgk-2mJf6td-2mJf6qs-2mJkrer-2mJoFqJ-2mJnD8P-2mJkrhc-2mJjdXH-2mJkrfo-2mJoFtu-2mJoFsC-2mJoFsh-2mJkrgq-2mJoFur-2mJjdWR-2mJf6sm-2mJf6qN-2mJf6qH-2mJjdWq-2mJnD9a-2mJoFuG-2mJoFt9-2mJjdXs-2mJf6rp-2mJoFs7-2mJnD6V-2mJoFqP-2mJf6sM-2mJkrhh-2mJf6qT-2mGT6p1

 

Grice e Reghini – implicatura – il numero sacro crotonense – e il simbolismo duodecimale del fascio littorio -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Firenze). Filosofo. Grice: “It’s difficult to call Reghini a philosopher; yes, he was interested in Pythagoras – but to what extent can, in spite of Russell, number GROUND a whole philosophy?” Studia a Pisa. Insegna a Roma. Promotore del Crotoensismo, e affiliato a vari gruppi dell'esoterismo italiano. Entra nella Società Teosofica e ne fonda la sezione romana. Più tardi, fonda a Palermo la Biblioteca Teosofica-Filosofica. E iniziato al Rito di Memphis di Palermo, rito massonico di supposta origine egizia ed entra a Firenze nella loggia Lucifero, dipendente dal Grande Oriente d'Italia. Ha una breve adesione al martinismo papusiano, che in Italia e diretto da Sacchi, verso le carenze della cui maestranza e pubblicistica apporta una demolizione magistrale. E chiamato d’Armentano, che lo avvia allo studio della scuola di Crotone. Entra nel Supremo Consiglio Universale del Rito filosofico italiano, dal quale però si dimise, non ha infatti un'alta opinione dello stato della massoneria in Italia. Insignito del 33° e massimo grado del Rito Scozzese Antico e Accettato, entra a far parte come membro effettivo del Supremo Consiglio d'Italia, di cui e Gran cancelliere e Segretario generale.  Gli anni della Grande Guerra vedeno discepoli e maestri della Schola Italica Pitagorica partire volontari per il fronte. Non rimase inerte innanzi al sorgere dell’istanze interventiste. Partecipa attivamente alla manifestazione romana del maggio, culminata in Campidoglio, tesa ad ottenere la dichiarazione di guerra. Accolto nell'Accademia Militare di Torino come allievo ufficiale del Genio parte volontario per il fronte, ottenendo sul campo il grado di capitano del Genio. Lui ed il suo maestro Armentano creano a Roma l'Associazione Pitagorica, che riprende le fila di precedenti esperienze e si richiama operativamente al sodalizio pitagorico. Fonda e anima varie riviste, con interventi sagaci e ricchi di dottrina; scrisse sul papiniano “Leonardo”, dando vita ad “Atanór, Ignis, e UR, con Colazza,  Evola come direttore, Parise, ed Onofri. Contrasti d'idee e caratteriali prevalser nel rapporto di collaborazione fra lui ed Evola, provoca la scelta evoliana di allontanamento di questi, assieme a Parise, dalla rivista “UR” (rivista sórta a esprimere al pubblico della cultura italiana l'intento dell'occulto Gruppo di Ur; dove il Maestro fiorentino pubblica con l'eteronimo di Pietro Negri. E se ne ebbero anche strascichi giudiziari. Infatti Evola tenta di farlo incriminare per affiliazione massonica (affiliazione che costituiva reato dopo l'imposizione di scioglimento dell’associazioni segrete decretata dal regime fascista. Ma il potere giudiziario opta infine per un accordo tra i due onde evitare uno scandalo. Per via del condizionamento repressivo fascista vòlto all'emarginazione di tanti esponenti dell'esoterismo italiano (Armentano parte per il Brasile), ormai isolato si ritira dalle attività pubbliche e a Budrio si dedica all'insegnamento nel Circolo Quirico Filopanti”, alla meditazionein chiave pitagorica delle scienze matematiche.  Ottenne tuttavia riconoscimenti  dei Lincei e dall'Accademia d'Italia, per la sua opera sulla restituzione della geometria pitagorica. Il Crepuscolo dei Filosofi regalato dal suo autore, Papini all’amico Arturo al suo ingresso nella loggia fiorentina ‘Lucifero.” Nel frontespizio una dedica ad inchiostro, scolorito dal tempo, Al fratello Reghini il suo G Papini, in Reghini, pitagorico, su ilmanifesto  Rito filosofico italiano, Del Massa, “Pagine esoteriche” (Finestra, Trento). In questa qualità firma il decreto del suo scioglimento (riprodotto in: L. Sessa, I sovrani grandi commendatori e storia del supremo consiglio d'Italia del Rito scozzese antico ed accettato, Palazzo Giustiniani (Bastogi, Foggia), in seguito all'approvazione alla Camera dei deputati del progetto di legge sulla disciplina delle associazioni, presentato da Mussolini, mirante allo scioglimento della massoneria. Iacovella, "Il barone e il pitagorico”, Vie della Tradizione, Cfr. la recensione fatta ne da Guénon. Altri saggi: ““Parola sacra e parola di passo dei gradi”; “Il mistero massonico” (Atanor, Roma); “Geometria pitagorica” (Basilisco, Genova); “Il numero sacro nella tradizione pitagorica”; “Il numero sacro e la geometria pitagorica”;  Il fascio littorio, ovvero il simbolismo duodecimale”; “Il fascio etrusco” (Basilisco, Genova); “Il numero sacro nella tradizione crotonese” (Ignis, Roma); “Del Numero”; PrologoAssociazione culturale Ignis, Del Numero; Dell'equazione indeterminata di secondo grado con due incognite” (Archè/pizeta); “Della soluzione dell'equazione di tipo Pell x2-Dy2=B e del loro numero” (Archè/pizeta);“Il numero triangolare, il numero quadrato, il numero piramidale  a base triangolare, il numero piramidale a base quadrata” (Archè/pizeta); “Dizionario Filologico” (Associazione culturale Ignis"), Cagliostro, ("Associazione culturale Ignis"), “Considerazioni sul rituale dell'apprendista libero muratore” (Phoenix, Genova); “Paganesimo, Scuola di Crotone, Massoneria” (Mantinea, Furnari, Messina); “Per la restituzione della massoneria crotonense italica (Raffaelli, Rimini); “La tradizione crotonense massonica” (Melita, Genova);  “Trascendenza di spazio e tempo”, Mondo Occulto (Napoli, ASEQ). Cura “De occulta philosophia” di C. Agrippa (Fidi, Milano);  I Dioscuri, Genova; La Sapienza pagana e pitagorica  (La Cittadella.  I Libri del Graal. Geminello Alvi, Reghini, il massone pitagorico che ama la guerra, Corriere della Sera, R. Paradisi, Il pitagorico che sogna l’impero, L’Indipendente, N. Luca, "Un intellettuale neo-pitagorico tra massoneria e fascismo" (Atanòr, Roma); Parise, "Nota sulla vita di A. Reghini", in calce a “Considerazioni sul rituale dell'apprendista libero muratore” (Phoenix, Genova); R. Sestito, “Il figlio del sole” (Ancona, Associazione Culturale Ignis); Via romana agli Dei Amedeo Rocco Armentano, Evola  Parise, Schiavone,  a metà strada tra fascismo e massoneria, su archiviostorico.info. Centro De GiorgiScuola Normale Superiore di Pisa, Breve biografia su mathematica. Boni, Omaggio su rito simbolico; Un pitagorico dei nostri tempi; N. Bizzi, La Tradizione occidentale. Grandi massoni. Illustre matematico e anti-fascista -- grande oriente. Pitagorico, su ilmanifesto. Arturo Reghini. Reghini. Keywords: implicature, il fascio etrusco, scuola di Crotone, il fascio littorio, simbolismo duodecimale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Reghini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51675866520/in/photolist-2mMRo9E-2mJphgK-2mJgHMU-2mJkQY8-2mJqjKS-2mJphgV-2mJgHMP-2mJn4Bp-2mJn4Bj

 

Grice e Regina – uomini complementari – potenza e valore – filosofia italiana – Luigi Speranza (Sabbioneta). Filosofo.  Grice: “When Urmson said that for Prichard, duty cashed out in interest, he was right! But we must wait for Regina to emphasise Kierkegaard’s punning on interest – which literally means, ‘being in between’! The interesting (sic) thing is that Kierkegaard exploits the old Roman aequi-vocation between the alethic (being in between) and the practical (Prichard, ‘duty as interest’). Studia a Milano sotto Severino, laureandosi con una tesi su Lavelle e Heidegger.  Insegna a Macerata, Verona, e Cagliari. Progetto «Tempus», relativo all'organizzazione presso l'Sarajevo e Mostar di un master sulla tolleranza religiosa.. “Ripresa, pentimento, perdono», Verona); L'essere umano come rapporto. L'antropologia filosofica e teologica di Kierkegaard”; Forum, Conferenza Episcopale Italiana, Progetto culturale della Chiesa. Insegna a Verona. Si basa su Kierkegaard, Nietzsche e Heidegger (“the greatest living philosopher” – Grice). In Heidegger evidenzia l'importanza del ruolo sapienziale assegnato alla finitezza dell'uomo.  In Kierkegaard vede invece da cui partire per costruire una ontologia e una antropologia basate su una concezione dell'essere: l'esse come inter-esse. L'essere come inter-esse -- nella doppia valenza ontologica ed etica) pone il pensante in rapporto con un'ulteriorità che, nel trascenderlo, ne accentua e personalizza il differire. La metafisica fondata sull’inter-esse cessa di essere onto-teologia, ossia nient'altro che proiezione idolatrica della logica umana.  Sarajevo; “Dal nichilismo alla dignità dell'uomo” (Vita e Pensiero, Milano); “Esistenza e sacro” (Morcelliana, Brescia); “L'arte dell'esistere” (Morcelliana, Brescia, L. Romera, “Acta Philosophica”, recensione a U. Noi eredi dei cristiani e dei Greci (Poligrafo, Padova). Il termine è stato acquisito da  Heidegger; “Gesù e la filosofia” (Morcelliana, Brescia); “L'uomo complementare. Potenza e valore” (Morcelliana, Brescia); “Servire l'essere” (Morcelliana, Brescia); “La differenza viva: per una nuova concettualità” (Sentiero, Verona); “Noi eredi dei Greci” (Il Poligrafo, Padova); “La soglia della fede: la domanda su Dio” (Studium, Roma); “L'arte dell'esistere” (Morcelliana, Brescia). Umberto Regina. Regina. Keywords: uomini complementari – potenza e valore, essere ed interesse, esse ed interesse, Prichard, duty and interest, Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Regina” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735483692/in/datetaken/

 

Grice e Renier – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Treviso). Filosofo. Essential Italian philosopher. Da antica famiglia patrizia veneziana figlio di Luigi e Fanny Venturi. Studia in Camerino, Urbino, ed Ancona, sempre seguendo gli spostamenti del padre, magistrato. Studia a Bologna, sotto Carducci, Torino, e Firenze, sotto Bartoli. Insegna a Torino. Fonda il Giornale storico della litteratura e la filosofia italiana, «profondendovi, negli studi particolari, nelle rassegne, negli annunci analitici e in un ricchissimo notiziario, un vero inesauribile tesoro di cultura, di notizie, di rilievi. Cura importanti edizioni critiche e monografie. I suoi saggi critici spaziano attraverso tutta la letteratura e la filosofia italiana. Atre opere: “Il tipo estetico della donna nel Medio Evo” (Ancona, Morelli); Isabella d'Este Gonzaga” (Roma, Vercellini); “Mantova e Urbino” (Torino, Roux); La cultura e le relazioni letterarie d'Isabella d'Este Gonzaga (Torino, Loescher); “Svaghi critici” (Bari, Laterza); A. Luzio, Rodolfo Renier, La coltura e le relazioni letterarie di Isabella d'Este Gonzaga, Sylvestre Bonnard). L. Vendittis, Letteratura italiana. I critici,  Milano, Marzorati, U. Renda, P. Operti, Dizionario storico della letteratura italiana (Torino, Paravia); Letteratura italiana. Gli Autori,  Torino, Einaudi. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Rodolfo Renier. Renier. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Renier” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736526318

 

Grice e Rensi – implicatura – filosofia italiana. Luigi Speranza (Villafranca di Verona). Filosofo. Grice: “Only in Italy a philosopher gets his obituary when he is alive!” Studia a Verona, Padova, e Roma. Insegna a Genova. Iscrittosi al Partito Socialista Italiano, si reca a  Milano per assumere la direzione del giornale La lotta di classe, collaborando assiduamente anche alla turatiana Critica Sociale e alla Rivista popolare. A seguito delle misure repressive adottate dal governo e per sfuggire alla condanna del Tribunale Militare per aver preso parte ai moti operai milanesi, stroncati dall'esercito con la strage del generale sabaudo Fiorenzo a Beccaris, e costretto a cercare rifugio in Svizzera. Frutto dell'esperienza ticinese e la pubblicazione de “Gl’Anciens Régimes e la democrazia diretta” (Colombi, Roma) in cui difende il principio della democrazia diretta del sistema istituzionale federalista. Collabora con numerosi articoli ai fogli radicali Il Dovere di Bellinzona, la Gazzetta Ticinese e L'Azione di Lugano, nonché alla rivista socialista e pacifista Coenobium. Rientra in Italia per stabilirsi a Verona dedicandosi alla filosofia. A seguito della campagna libica, vi fu la rottura col partito socialista, poiché  si era schierato con l'interventismo di L. Bissolati. Pubblica “Il fondamento filosofico del diritto” (Petremolese, Piacenza). Altri due volume, “Formalismo e a-moralismo giuridico” (Cabianca, Verona) e “La trascendenza: studio sul problema morale” (Bocca, Torino), ove sviluppa un idealismo trascendente. Insegna a Bologna, Ferrara, Firenze, Messina. L'esperienza della grande guerra manda in crisi la sue convinzione idealistica, conducendolo verso lo scetticismo, la cui prima formulazione sono i “Lineamenti di filosofia scettica” (Zanichelli, Bologna). Sostene che la guerra distrue la fede ottimistica nell'universalità della ragione, sostituendola con lo spettacolo tragico della sua pluri-versalità, vale a dire dell'irriducibile conflittualità dei diversi punti di vista. Espose nella “Filosofia dell'autorità” (Sandron, Palermo) la traduzione politica di questa concezione. Poiché tutti i punti di vista politici sono sullo stesso piano, quello che anda al potere lo fa con un atto di forza, tacitando tutti gli altri punti di vista. In questo saggio si è scorta una prima giustificazione dell'autoritarismo fascista. Tuttavia, dopo una prima simpatia per il fascismo, ne divenne un fiero avversario quando Mussolini con metodi anti-democratici comincia a perseguire il disegno dittatoriale. Sottoscrisse il Manifesto degli intellettuali anti-fascisti di Croce, pagando questa scelta con la sospensione,  dalla cattedra di filosofia a'Genova. Arrestato e rinchiuso in carcere. Solo un abile stratagemma escogitato dall'amico e collega Sella, che pubblica sul Corriere della Sera il necrologio del filosofo, diffondendo così la falsa notizia della sua morte, indusse il duce a rimetterlo prontamente in libertà. Il dittatore teme l'ondata di sdegno sollevatasi per i metodi oppressivi del regime. Per la sua coerenza agli ideali di libertà, sube il definitivo allontanamento dalla cattedra e, fino alla sua scomparsa, comandato, da vigilato speciale, presso il centro bibliografico dell'ateneo genovese, per la compilazione della biografia ligure. Nonostante il doloroso distacco dalla scuola dove aveva insegnato per diciassette anni, continua la sua attività filosofica e collaborando al quotidiano socialista genovese Il Lavoro, l'unico foglio che accoglie testi di personalità che non hanno fatto atto di sottomissione al fascismo.  Ricoverato al Ospedale Galliera mentre infuria  il bombardamento della flotta inglese sulla città, per essere operato d'urgenza. Tuttavia l'azione militare danneggia alcune sale dell'edificio e i medici doveno rinviare l'intervento, una fatalità che non lascia scampo a Rensi. Ai funerali pochi amici ed ex allievi poterono seguire per breve tratto il carro funebre. La polizia, che vieta quest'ultimo devoto omaggio, disperse il funerale, schedando alcuni discepoli. Rensi, anche morto, tura il potere. Sulla tomba nel Cimitero monumentale di Staglieno un'epigrafe riassume uno stile di vita ed esprime il suo dissenso, la sua resistenza e indipendenza intellettuale. Etsi omnes, non ego. Anche se tutti, non io. La sua filosofia si è sviluppata  dopo l'approdo allo scetticismo in direzione del realismo e del materialismo critico. Un realismo materialistico quindi, che considera derivato, con una certa libertà interpretative, dal criticismo. Arrriva ad ipotizzare che Kant puo pensare alla "cosa in sé" come a una più nascosta essenza materiale delle cose stesse.  La sua filosofia non e esente da paradossi concettuali e da mutamenti continui che lo hanno portato a cadere in alcune contraddizioni e incoerenze. Ma va anche considerato che al di sopra di esse a dominare è comunque un forte pessimismo, che non è solo esistenziale, ma anche gnoseologico. Sia il mondo, sia la mente umana sono irrazionali. Ma supponiamo che un tale fatto esteriore ai nostri orologi, destinato al controllo di questi, non esistesse, e che i nostri orologi continuassero a discordare. Come potremmo allora, in mancanza di quel fatto esteriore obbiettivo e nel discordare dei singoli nostri orologi, conoscere l’ora che è? Ora questo è appunto il caso delle nostre ragioni. Non c’è l’oggetto esterno ad esse, l’esterno modulo-ragione, su cui controllarle e che le giudichi, ed esse discordano tra di loro. Come conoscere l’ora che è della ragione? Per esempio egli ha sostenuto che siccome la filosofia ha una storia che si snoda nel tempo, ciò significa che un pensiero vero e unico non può esistere e che perciò nel suo procedere ed evolvere essa nega continuamente sé stessa. Contro l'idealismo di Gentile allora imperante, che considerala storia una realizzazione progressiva dello spirito e della ragione, ha una visione negativa della storia, come assurdo, caso e vana ripetizione.  C'è storia dunque perché ogni presente, ossia la realtà, è sempre falsa, assurda e cattiva, e perciò si vuol venirne fuori, passare ad altro, quel passare ad altro in cui, unicamente, la storia consiste. C'è storia, insomma, l'umanità corre nella storia, per la medesima ragione per cui corre un uomo che posa i piedi su di un sentiero cosparso di spine o di carboni ardenti. La sua critica della religione si sviluppa poi in un'aperta apologia dell'ateismo. Sembra quasi di poter cogliere uno dei tratti dell'ateismo in un saggio Sopra lo amore di Ficino. Ficino  proponeva una visione dell'amore come amore eterno che ritorna come desiderio di ogni grado ontologico di ritornare al bene e al Tutto. Propone una nuova interpretazione di questa tipica teologia platonica, vedendo nell'amore ipotizzato da Ficino in realtà un preludio a quelle che diventeranno due tra le più influenti correnti filosofiche: l'idealismo e il volontarismo. L'amore come totalità dei diversi, o come volontà nelle vesti di matrice essenziale del tutto, mette da parte il bisogno dell’amore trascendete e sussurra l'ipotesi di un ateismo, forse professato tra le righe dai più celebri filosofi.  Filosofo profondamente problematico e inquieto, fine però per approdare a un forte pessimismo ontologico ed esistenziale, che lo spinse verso derive spiritualistiche, forse latenti nelle sue riflessioni fin dalle origini nelle “Lettere spirituali”. In quest'opera, come anche nell “La morale come pazzia” (Guanda, Modena) delinea una sorta di mistica dei valori e un'etica concepita come l'azzardo dell'uomo che scommette sul bene in un universo cieco e indifferente. Nella sua “Autobiografia intellettuale” suddivide in tre periodi la sua evoluzione: un primo misticismo idealistico, un secondo relativismo scettico materialistico e ateo, un terzo misticismo spiritualistico come ultimo approdo del suo pensiero.  Il primo e un misticismo di tipo platonico, in cui sono presenti anche elementi di San Paolo e di Malebranche. Scrive “Le Antinomie dello spirito” (Petremolese, Piacenza); “Sic et Non -- Metafisica e poesia” (Romaa, Roma); “La trascendenza. Studio sul pensiero morale”. Il secondo nasce dal suo sconcerto di fronte alle violenze della grande guerra e lo porta alla negazione di qualsiasi razionalità della realtà. Pensa infatti che se gl’uomini ricorrono sistematicamente alla violenza per risolvere i loro conflitti questo significa che la ragione in sé non esiste, e che si tratta dell'illusione dell'uomo di pensare che si possa dare ordine al caos. L'irrazionalità della realtà si trova espressa in “Lineamenti di filosofia scettica”; “La filosofia dell'autorità”; “La scepsi estetica” (Zanichelli, Bologna); “Polemiche anti-dogmatiche” (Zanichelli, Bologna); “Interiora rerum – la filosofia dell’assurdo” (Milano, Unitas); “Realismo” (Milano, Unitas); “Apologia dell'ateismo” (Formiggini, Roma); e “Le aporie della religione”. Il secondo periodo è altresì caratterizzato da un avvicinamento al positivismo materialistico e dal rifiuto dell'idealismo di Croce e di Gentile. In esso va registrata anche una rivisitazione del panteismo di Spinoza, che interpreta alla maniera dei teologi, quindi come ateistico perché avrebbe negato il Dio personalizzato dei monoteismi. Pensa anche di realizzareuna sintesi di scetticismo e realismo perché se solo la scepsi è il modo reale e utile di porsi di fronte al mondo, essa è anche l'unica verità possibile. Si tratta anche del momento di punta del nichilismo, perché si afferma che siccome l'unica cosa certa e stabile è la morte, ed essa è il nulla, solo il nulla possiede una verità. Prevale una forma di misticismo che non sorge, però, improvvisamente, essendo già chiaramente presente nelle opere maggiormente influenzate dallo scetticismo. Quest'ultimo fu, infatti, sempre sollecitato da un'innata, profonda religiosità, sicché non stupisce che il filosofo si apra alla voce del divino, poiché cerca nella negazione assoluta un criterio positivo che consenta la negazione stessa. A questo periodo appartengono: “Critica della morale”; "Critica dell'amore e del lavoro”; “Paradossi di estetica e dialoghi dei morti” (Corbaccio, Milano); “Frammenti di una filosofia del dolore e dell’errore, del male e della morte” (Guanda, Modena); “La filosofia dell'assurdo” e “Gorgia -- Autobiografia intellettuale – la mia filosofia – testamento filosofico” (Corbaccio, Milano). Isolato in vita nel mondo filosofico italiano, nel quale domina l'idealismo crociano-gentiliano, trova la comprensione di pochi intellettuali a lui affini. È stato quest'ultimo a creare la formula dello scettico credente, che in forme diverse ha dominato i pochi studi sul suo pensiero. Oggi ha trovato la collocazione nell'ambito del nichilismo..  Per alcuni tale collocazione resta comunque riduttiva rispetto alla vastità della sua filosofia, che andrebbe ancora approfondito. La trascuratezza nei suoi confronti sta nel fatto che la cultura italiana è stata a tutto il XX secolo dominata dall'idealismo e dall'esistenzialismo. Legato alla cultura socialista, si caratterizza per una certa dose di eclettismo e per una forte componente umanitaria, distante dal materialismo storico marxiano e riconducibile, più agilmente, nel novero dei pensatori vicini al socialismo utopista. Se durante l'attività politica in Italia aderisce all'idea della lotta di classe, l'esperienza svizzera lo porta a riconsiderare tale concezione dei rapporti di forza nella storia, ridimensionandone la portata. Infatti, l'antagonismo tra proletariato e borghesia e circoscrivibile ad alcune realtà contingenti e non costituirebbe un'invariante delle relazioni socio-politiche. E se, da un lato, il suo realismo politico lo porta ad apprezzare le teorie elitistiche del conservatore G. Mosca, dall'altro, la matrice umanitaria e socialista emerge nell'esaltazione degli istituti della democrazia diretta, caratterizzanti il sistema costituzionale americano e quello svizzero, considerati come gli unici in grado di far emergere la volontà popolare e di permettere l'emancipazione delle classi lavoratrici. L'elogio ai regimi federalisti appena citati, e il contingente recupero di Cattaneo sono sintomatici di un altro aspetto del suo orizzonte culturale: la feroce critica dell'istituto monarchico (tanto nell'accezione assolutista, quanto in quella temperata del costituzionalismo borghese ottocentesco), appannaggio di una vicinanza con il programma del Partito Repubblicano Italiano. Mostra un pessimismo storico verso il Risorgimento, la disapprovazione intransingente del ruolo, ritenuto ambiguo e ostile al riscatto sociale del proletariato, della casa regnante dei Savoia e l'appartenenza alla Massoneria.  Influenze "Atomi e vuoto e il Divino in me", queste parole di Rensi hanno ispirato M.  Lobaccaro nella composizione della canzone Rosa di Turi dei Radiodervish. Altri saggi: “Una Repubblica italiana: il Canton Ticino, "Critica sociale", Milano), “L'immoralismo di Nietzsche” (Carlini, Genova); “Il genio etico ed altri saggi” (Laterza, Bari); “Sulla risarcibilità del danno morale” (Cooperativa,Verona); “L’istinto morale”, Riuniti, Bologna); “L'orma di Protagora” (Treves, Milano); “Principi di politica impopolare” (Zanichelli, Bologna); “Introduzione alla scepsi etica” (Perrella, Napoli); “Teoria e pratica della reazione politica” (Stampa, Milano); “L'amore e il lavoro nella concezione scettica” (Unitas, Milano); “Dove va il mondo?, «Inchiesta fra gli scrittori italiani», Libreria Politica Moderna, Roma); “L'irrazionale, il lavoro, l'amore” (Unitas, Milano); "Terapia dell'ateismo" (Castelvecchi, Roma);  “Apologia dello scetticismo” (Formiggini, Roma); “Autorità e libertà: le colpe della filosofia” (Politica, Roma); “Il materialismo critico” (Sociale, Milano); “Spinoza” (Formiggini, Roma); “Scheggie: pagine di un diario intimo” (Bibl. Ed., Rieti); “Cicute: dal diario di un filosofo” (Atanòr, Todi); “Impronte: pagine di un diario” (Italia, Genova); “Raffigurazioni -- schizzi di uomini e di dottrine” (Guanda, Modena); “Le aporie della religione” (Etna, Catania); “Sguardi: pagine di un diario” (Laziale, Roma); “Passato, presente, future” (Cogliati, Milano); “Motivi spirituali platonici” (Gilardi, Milano); “Scolii: pagine di un diario” (Montes, Torino); “Vite parallele di filosofi: Platone e Cicerone” (Guida, Napoli); “Critica della morale” (Etna, Catania); “Figure di filosofi: Ardigò e Gorgia” (Guida, Napoli); “Poemetti in prosa e in verso” (Ist., Milano); "La morale come stato d'eccezione?" (Castelvecchi, Roma); “Trasea, contro la tirannia” (Oglio, Milano); “Lettere spirituali” (Bocca, Milano); “Sale della vita -- saggi filosofici” (Oglio, Milano); “La religione -- spirito religioso, misticismo e ateismo” (Sentieri Meridiani, Foggia); “Contro il lavoro -- sggio sull'attività più odiata dall'uomo” (Gwynplaine, Camerano);  “Le ragioni dell'irrazionalismo” (Orthotes, Napoli); “Su Leopardi” (Bruni, Torino). – “L'Intellettuale Dissidente, Pastorino, Uomini e idee della Massoneria. La Massoneria nella storia d'Italia, Roma, Atanor sub voce.  (in ordine cronologico), Giuseppe Rensi,  Istituto di Studi filosofici, Roma); M.  Untersteiner, Interprete del pensiero antico, Bocca, Milano); La scepsi estetica (Zanichelli, Bologna); N. Cuneo, Conti e C., Cuneo); Un moralista, Italia, Raffaele Resta, SIAG, Genova); A. Poggi (Azzoguidi, Bologna); “Il problema generale della giustizia e della giustizia penale” (Vallardi, Milano); P. Rossi, “L’deale di Giustizia” (Bocca, Milano); E. Buonaiuti, “Lo scettico credente” (Partenia, Roma); C. Mignone, “Leopardi e Pascal” (Corbaccio, Milano); P. Nonis, La scepsi etica, Studium, Roma, G. Morra,; Lauretta Rensi, Scetticismo e misticismo nel pensiero di Rensi, Ciranna, Siracusa, F. Tecchiati, Alla "Mostra internazionale del libro filosofico", La Voce di Calabria, Palmi, R. Bassanesi, La coscienza tragica” Filosofia, Torino); E. Alpino, La collaborazione di Rensi alla rivista "Pietre", Marzorati, Milano); Girolamo De Liguori, Lo scetticismo giuridico” (Giuffrè, Milano); A. Noce, "Tra Leopardi e Pascal, ovvero l'auto-critica dell'ateismo negativo", in Una giornata rensiana, Marzorati, Milano,  M. Sciacca, Una giornata rensiana” (Marzorati, Milano); G. Perano, Il problema della verità nello scetticismo di Rensi” (Lateranense, Roma); E. Mas, Tra democrazia e anti-democrazia” (Bulzoni, Roma); A.  Santucci, Un irregolare: Tendenze della filosofia italiana nell'età del fascismo, O. Pompeo, Faracovi, Belforte, Livorno); G. Rognini, “Dal positivismo al realismo” (Benucci, Perugia); L'inquieto esistere” (EffeEmmeEnne, Genova); F. Boriani, La questione morale nel positivismo” (Melusina, Roma); U. Silva, “La ribellione filosofica” (Genova, G. Liguori); Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo. La coerenza critica, Il sentiero dei perplessi. Scetticismo, nichilismo e critica della religione in Italia da Nietzsche a Pirandello, La Città del Sole, Napoli, Willy Gianinazzi, Intellettuali in bilico, Milano, Ed. Unicopli, Nicola Emery, Lo sguardo di Sisifo: Giuseppe Rensi e la via italiana alla filosofia della crisi: con una nuova  rensiana, Marzorati, Settimo Milanese, 1Francesco Mancuso, Tra democrazia e fascismo, Aracne, Roma, P. Serra, Tra dissoluzione del socialismo e formazione dell'alternativa nazionalista” (Angeli, Milano); F. Meroi (Olschki, Firenze); “L’eloquenza del nichilismo, SEAM, Formello); G. Pezzino, Scacco alla ragione” (C.U.E.M.C., Catania); “A. Castelli, Un modello di Repubblica; la politica e la Svizzera (Mondadori, Milano); N. Greco, politica, autorità, storia, Viaggi d icarta, Palermo); P. Serra, “La rivolta contro il reale, Città Aperta,  Enna); A.  Montano, “Ethica ed etiche” (Napoli); G. Barbuto, Nichilismo e stato totalitario: libertà e autorità” (Guida, Napoli); M. Greco, la filosofia morale, Viaggidicarta, Palermo, F. Mancuso; A. Montano, Irrazionalismo e impoliticità Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, F. Meroi, filosofia e religione nel primo Novecento, Edizioni di storia e letteratura, Roma). D. Lobagueira,   Documenti, Trento); Armando Mascolo, Il corso infernale della storia. L'influenza di Schopenhauer nella filosofa, in F. Ciracì, D. Fazio, Schopenhauer in Italia, Lecce, Pensa MultiMedia, R. Bruni, “Il leopardismo filosofico” (Firenze, Le Lettere); “Filosofo della storia, Firenze, Le Lettere,.E. Bignami E. Buonaiuti B. Croce A. Ghisleri Manifesto degli intellettuali antifascisti Ad. Tilgher (Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,. Rensi, il filosofo dimenticato. scomodo nichilista di Franco Volpi l'"irregolare" di Orazio Martinetti. Giuseppe Rensi. Rensi. Keywords: filosofia dell’autorita, autorita e liberta, Gorgia, Gorgia ed Ardigo, Santucci, Tendenze della filosofia italiana nell’eta del fascismo, Gentile, necrologio, Ardigo, Platone, Cicerone, Ficino, Bradley, Bosanquet, diritto e forza, filosofia della storia, Gogia, Elea, Velia, Elea ed Efeso, Gorgia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rensi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51686039204/in/photolist-2mKNNqN-2mKAuZM-2mKjsJY

 

Grice e Resta – della fiducia – filosofia italiana – Luigi Speranza (Bari). Grice: “I like Resta; I was reading a book on golf that the Italians define, as I would cricket, as the game of ‘fiducia,’ so it is nice to see that Resta has tried to formulate some ‘rules,’ as we would call them, for trust. The cover of the essay is especially fascinating, as it depicts two acrobats on a circus ring. Where ‘fiducia’ becomes a matter of life and death – or a vital evolutionary tract, if often ‘ciecco,’ as Resta puts it. His research reminds me of Warnock on ‘trust’ in “The object of morality.”  Essential Italian philosopher. Filosofo. Nominato Alfiere del Lavoro. Studia  a Bari. Insegna a Bari e Roma. Dirige il Seminario sulla cultura giuridica della Fondazione Basso-Issoco, nonché delle riviste "Sociologia del Diritto" e "Politica del Diritto".  Spazia  dai temi classici della filosofia dfino a temi di particolare attualità quali quelli riguardanti l'infanzia, i diritti dei minori e il bio-diritto. Particolarmente interessanti sono i saggi nei quali indaga sul significato e sui risvolti giuridici del concetto di "farmaco" come anti-doto necessario alla violenza. Saggi: “Conflitto e giustizia” (Bari, De Donato); “Diritto e sistema politico” (Torino, Loescher); “L' ambiguo diritto” (Milano, Angeli); “Poteri e diritti, Torino, Giappichelli); “La certezza e la Speranza -- diritto e violenza” (Roma, Laterza). Le stelle e le masserizie. Paradigmi dell'osservatore” (Roma, Laterza); “L'infanzia ferita” (Bari, Laterza); “Il diritto fraterno” (Bari, Laterza); “Diritto vivente” (Bari, Laterza); “Le regole della fiducia” (Bari, Laterza); biodiritto. Eligio Resta. Resta. Keywords: della fiducia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Resta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736276056/in/datetaken/

 

Grice e Restaino – Antonino e compagnia – filosofia italiana – Luigi Speranza (Alghero). Grice: “Only in Italy, a philosopher writes on cartoons!” Filosofo. Studia e insegna a Cagliari e Roma. Studia la storia della filosofia  e dell'estetica. Il suo saggio forse più noto è una “Storia del fumetto: da Yellow Kid ai manga” (UTET, Torino) che non ha mancato anche di suscitare alcune polemiche, fino al punto che un gruppo di appassionati di fumetti ha lanciato una petizione chiedendo alla casa editrice il ritiro del saggio, accusato di contenere gravi lacune ed errori.  Ettore Gabrielli, Petizione contro l’UTET per il libro Storia del Fumetto, Lo Spazio Bianco, Andrea Plazzi, Il fantasma del fumetto, in il Mulino, Bologna, Mulino. La fortuna di Comte, Comte sansimoniano, in Rivista critica di storia della filosofia, Comte scienziato, Comte filosofo, Mill e la cultura filosofica, La Nuova Italia, Firenze, Mill: Scritti scelti, Principato, Milano, Scetticismo e senso comune” (Laterza, Bari); Hume, Riuniti, Roma, Filosofia e post-filosofia” (Angeli, Milano); Storia dell'estetica” (Utet, Torino); “Storia della filosofia, fondata da Abbagnano, in collaborazione con Fornero e Antiseri, La filosofia contemporanea, Utet, Torino); La filosofia anglo-americana, in La Filosofia della seconda metà del Novecento, G. Paganini, Piccin-Vallardi, Padova, Storia della filosofia, Utet Libreria, Torino, La Rivoluzione Moderna. Vicende della cultura tra Otto e Novecento, Salerno, Roma); Giovanni Franco Restaino. Restaino. Keywords: Antonino e compagnia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Restaino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736775309/in/datetaken/

 

Grice e Ricordi – essere per amore – filosofia italiana. Luigi Speranza (Milano). Filosofo. Se è vero che Shakespeare ha "inventato l'umanità", è altrettanto vero che egli l'ha poi divisa, il più delle volte, tra due grandi generi di rappresentanti: e questi passano davvero per le categorie dei platonici e degli aristotelici. Filosofo. Figlio di Ferruccio Merk Ricordi, in arte Teddy Reno e la produttrice e distributrice cinematografica Vania Protti. Studia a Roma e Napoli. Studia l’ermeneutica. Debuttato con Ronconi, con il quale ha lavorato nei primi anni della carriera. Attore con Stoppa, Lavia, e Filippo. Inizia la carriera registica che lo ha visto spesso anche interprete nei propri allestimenti. Questi sono stati salutati sempre da un forte e caloroso successo di critica e pubblico. Si dedicato a Shakespeare, alla drammaturgia antica, al teatro tedesco dell'età romantica, ma anche e costantemente ai contemporanei introducendo autori come Rohmer, Amann, Norén.  Si ricordano Medea e Fedra di Seneca, Trio in mi bemolle di Rohmer e Dopo la festa di J. Amann, Anfitrione di H. Kleist e Don Giovanni e Faust di C. Grabbe, “Canti nel deserto” e Gli inganni dell'infinito di G. Leopardi, “Le ceneri di Roma e Orgia di Pasolini, Creditori di A. Strindberg e Demoni di L. Norén, Romeo e Giulietta, Macbeth e Amleto di Shakespeare, Lame e Nerone di G. Manfridi. Pubblicat su Leopardi, Shakespeare, Schiller e il concetto di teatralità: “Lo spettacolo del nulla” (Bulzoni) e Essere e libertà (Bulzoni). Pubblica"Le mani sulla cultura" (Gremese), una denuncia assai netta dell'egemonia storica della sinistra sulle arti, che si ravvisa in modo particolare nel "Teatro politico" del Novecento. Direttore del Teatro Stabile d'Abruzzo a L'Aquila; inaugurando il corso di questo importante Teatro ha diretto e interpretato Edipo Re di Sofocle e Anfitrione di Kleist, e insieme dedicato vari incontri al Teatro di Poesia.  Consigliere di amministrazione del Teatro di Roma.  Collabora a Liberal, per le cui edizioni pubblicato il saggio "Ideologia di Amleto” (Liberal). Pubblica "Shakespeare filosofo dell'essere" (Milano, Mimesis), saggio che si riassume nella tematica di una nuova “Filosofia del dramma”. Questo saggio rappresenta il sui progetto dedicato alla drammaturgia esistenzialista. Pubblica "Filosofia del bacio" (Mimesi), e "Pasolini filosofo della libertà" (Mimesis). Pubblica il suo saggio teoretico più rilevante, "L'essere per l'amore" (Mimesis).  Dante per Roma e nel mondo. Inizia un Progetto filosofico su Alighieri. -saggistico ma anche teatrale e comunicativo, che vorrà sostenere fino al centenario della morte del Poeta. Inizia quindi nell'estate  con la rassegna "Dante per Roma", con la lettura in luoghi significativi della "Città Eterna" -- Mausoleo di Cecilia Metella, Arco di Giano, Terme di Caracalla e Terme di Diocleziano -- di sette Canti dell'Inferno. Realizza un primo documentario per Rai5. La rassegna si chiude on la lettura di sette Canti del Paradiso, ricevendo il plauso della critica e grande riscontro dal pubblico.  Pubblica “Filosofia della Commedia di Aligheri,” dedicato alla cantica dell'Inferno. “Il grande teatro shakespeariano” (Mimesis); “Filosofia della Commedia di Dante. L’Inferno – Il Purgatorio ” (Mimesis) “Dante per Roma: Inferno” Rai; La grande magia di Dante può essere capita soltanto ascoltandola a viva voce", in Spettacol iLa Repubblica. Intervista di Grattarola. Franco Ricordi. Ricordi. Keywords: essere per amore. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ricordi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735282057/in/dateposted-public/

 

Grice e Righetti – la ragione ecologica, o l’etica dello spazio filosofia italiana -- Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Si concentra soprattutto sui temi dell’estetica. Fonda “La Stanza Rossa” sull rapporto arte-comunicazione. Affianca alle ricerche precedenti altri filoni di indagine, volti prevalentemente all’ambito della riflessione meta-etica.. Studia l’ecologia. Pubblica «Iride», «Dianoia» e «Millepiani».   Ecoinciviltà. La ragione ecologica spiegata all’umanità civile” (Mucchi, Modena); “La ragione ecologica: intorno all’etica dello spazio” (Mucchi, Modena); “Etica dello spazio -- per una critica ecologica al principio della temporalità” (Mimesis, Milano); “Dall’assenza d’opera all’estetica dell’esistenza” (Mucchi, Modena); “Forme della “verità”: follia, linguaggio, potere, cura di sé” (Liguori, Napoli); “La fantasia e il potere” (Mucchi, Modena); “La Stanza Rossa. Trasversalità artistica” (Costa, Milano); “Soggetto e identità. Il rapporto anima-corpo” (Mucchi, Modena). Cf. Grice, “From the banal to the bizarre: method in philosophical psychology.” Stefano Righetti. Righetti. Keywords: la ragione ecologica, o l’etica dello spazio, linguaggio, la pietra di bismantova. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Righetti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736728734/in/dateposted-public/

 

 

Grice e Rignano – filosofia italiana – filosofia fascista – filosofia italo-giudea -- Luigi Speranza (Livorno). FIlosofo.  Grice: “I love Rignano, but I would not consider him a philosopher, in that he never attended a course on philosophy!” Figlio di Giacomo e Fortunata Tedesco. Studia a Pisa e Torino. Laureato, si interessò subito ai problemi filosofici collegati alla ricerca scientifica. Fondatore della Rivista di Scienza. Fonda a Bologna “Rivista di Scienza per Zanichelli. La rivista assunse il nuovo titolo di “Rivista di sintesi scientifica.” (cf. Grice on einheit der wissenschaft). La rivista nasce con il proposito di opporsi alla eccessiva specializzazione a cui era giunta la ricerca scientifica danneggiata per questo da criteri troppo specifici e restrittivi. Gli  fondatori, e in particolare Rignano, si proponevano di superare il particolarismo delle scienze per una visione più estesa gettando un ponte fra cultura umanistica e quella scientifica ed elaborando una "sintesi" (o unita o continuita) tra le scienze della natura e le scienze dell'uomo.  In questo modo la filosofia, libera da legami nei confronti dei sistemi prefissati, poteva dedicarsi a promuovere la coordinazione del lavoro, la critica dei metodi e delle teorie, e ad impostare in modo più ampio i problemi delle teorie. Nei numerosi saggi che pubblica su “La rivista de sintesi scientifica” ebbe modo di mettere in rilievo le sue capacità di divulgatore e di condurre i suoi studi in completa autonomia dal mondo accademico ufficiale elaborando la sua conceziomei filosofica ispirate soprattutto dalla corrente positivistica. Chiese a Freud un'esposizione della psicoanalisi con le indicazioni di quali rami del sapere potessero essere interessati alle teorie e all'esperienze psicoanalitiche. Freud scrive “Das Interesse an der Psychoanalyse” che fu pubblicato in due puntate sulla rivista. Si interessò di psicologia e biologia ed è noto soprattutto per la sua ipotesi della "proprietà mnemonica" secondo la quale la sostanza vivente sarebbe in grado di "ricordare" le condizioni fisiologiche delle iniziali situazioni fisiche determinate dall'ambiente esterno e quindi di riprodurle nel prosieguo della vita biologica.  Questa sua teoria consentiva a lui di operare nella biologia un compromesso tra una visione meccanicistica della realtà naturale e una finalistica, vitalistica. Per il meccanicismo infatti non è possibile pensare che nell'ambito degli organismi viventi vi sia il proposito immanente di conseguire una finalità ma d'altra parte è innegabile he nel mondo organico sia presente una sorta di teleo-nomia particolare per ogni essere vivente tale da giustificare l'idea che, durante il periodo di adattamento all'ambiente, questi conservi una specie di traccia fisica mnemonica persistente e trasferibile ereditariamente. Si interessa anche di filosofia della psicologia – o psicologia filosofica --  ma quando intese indicare lo statuto epistemologico della teoria psicologica, il tipo di scientificità che ad essa competeva, in modo da definire i rapporti con la scienza naturale da una parte e con quella umana dall'altra, si orientò verso soluzioni “intermedie”, che spesso complicavano più che risolvere i problemi"  Coerentemente al suo programma di sintetizzare opposti sistemi, elaborò anche una concezione economica di tipo socialista marxista che fosse in accordo con il liberismo. Altre saggi: “Per una riforma socialista del diritto successorio” (Bologna, Zanichelli);  “Di un socialismo in accordo colla dottrina economica liberale” (Torino, Bocca); “Sulla trasmissibilità dei caratteri acquisiti: ipootesi d'una centro-epigenesi” (Bologna, Zanichelli); “L'adattamento funzionale e la teleologia psico-fisica” (Bologna: Zanichelli); “Che cos'è la co-scienza?” (Bologna, Zanichelli); “Il fenomeno religioso” (Bologna, Zanichelli); “Il socialismo” (Bologna, Zanichelli); “Dell'attenzione: Contrasto affettivo e unità di co-scienza” (Bologna, Zanichelli); “Dell'origine e natura mnemonica delle tendenze affettive” (Bologna, Zanichelli); “Per accrescere diffusione ed efficacia alle università popolari” (Milano, Compositrice); “La vera funzione delle università popolari” (Roma, Antologia); “Vividità e connessione” (Bologna, Zanichelli); “L'evoluzione del ragionamento” (Bologna, Zanichelli); Il nuovo programma dell'Un. pop. milanese: primo anno d'esperimento, Como, Cooperativa comense A. Bari, Le forme superiori del ragionamento” (Bologna, Zanichelli); “Democrazia e fascismo” (Milano, Alpes). “Dizionario di filosofia, Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Eugenio Rignano. Rignano. Keywords: diritto successorio, vitalismo, democrazia e fascismo, liberismo, liberalismo, socialismo, “Scientia”, filosofia italo-giudea -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rignano” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51715544078/in/photolist-2mMVFvG-2mKKMUe-2mKRcBH/

 

Grice e Rigobello – l’allargamento interpersonale della razionale – filosofia italiana. By Luigi Speranza (Badia Polesine). Filosofo. “Il nostro rapporto con gli altri deve sempre farci essere un interrogativo per loro.” Fra i principali rappresentanti italiani del personalismo. Dopo gli studi liceali, all'Padova conseguì dapprima la laurea in filosofia, quale allievo di Stefanini e Padovani. Insegna a Padova, Perugia e Roma. Spazia dalla metafisica, all'etica e la filosofia politica, alla storiografia. Collaboratore a Studium. Ripensa il personalismo partendo dal presupposto per cui esso, potendo anche costituire un possibile complemento integrativo ed estensivo alla metafisica non potesse comunque considerarsi una dottrina filosofica definita bensì una posizione che mettesse in primo piano il concetto di "persona" (cf. Strawson, “Il concetto di persona”). Il personalismo non e in contraddizione con la metafisica  bensì ne poteva costituire un proficuo ampliamento psicologico, etico, antropologico. Il suo contributo più originale consiste, quindi, nel "personificare" (proprio per il tramite del personalismo) la ragione metafisica attraverso quel processo di integrazione sopra invocato fra l’esistenzialismo e la filosofia classica. Ri-esamina nel suo evolversi, nonché compara criticamente e storicamente, il concetto di “persona” alla luce della storia della filosofia fino ad arrivare alla filosofia greca e romana chiamando in causa anche l'ermeneutica, la filosofia morale e la sua storia. Ne risulta, quindi, che il concetto di “persona” deve anzitutto essere inteso in un senso giuridico. Non deve essere confuso con quello derivante dal concetto di esistenza della filosofia esistenzialistica, che nega la possibilità che le persone possamp governare la loro vita, in quanto ritenute prive di auto-dominio. Infine, le persone, pur nella sua reale concretezza, non e una sostanza. Tutto ciò ha costituito una delle tematiche principali in cui s'è venuta a delinearsi la sua filosofia, la persona e l’interpretazione".  La seconda tematica della sua attività di ricerca scaturisce dagli insegnamenti, per certi versi antitetici fra loro, dei due suoi maestri, ovvero quelli di Stefanini, grazie ai quali egli individua un primo polo di convergenza delle sue riflessioni filosofiche attorno alla nozione fenomenologica di un “mondo della vita”, e quelli di Padovani, incentrati sulla metafisica tradizionale e ruotanti attorno alla nozione di trascendenza con i suoi limiti. Ogni altra questione filosofica sembra snodarsi o essere compresa fra questi due poli di convergenza che egli sintetizza nella trascendenza, la legge morale, e il mondo della vita". Altro ambito tematico apre la prospettiva personalistica al dialogo col mondo moderno e contemporaneo, con l'etica, la politica, la religione, puntualizzando in particolare la sua valenza etica e politica nell'analisi della realtà sociale in cui le persone viveno ed agisce, nonché esprime il suo dissenso non su basi ideologiche ma come critica del sistema dominante. Questo tematica puo quindi chiamarsi "in dialogo con il mondo contemporaneo".  Come esponente di punta del personalismo italiano, storicamente rappresentato da Stefanini, Carlini,  Sciacca e Pareyson, rivolvela sua attenzione ad una ri-visitazione originale del personalismo comparato con l'etica e la politica, grazie a cui è emersa, oltre alla limitatezza della dimensione trascendentale, sia quella rilevanza civica assunta dalla persona umana come testimone della sua epoca che la sua responsabilità di cittadini. Mette in evidenza come il personalismo si distingua nella critica mossa al sistema idealista, che non ha attecchito nella filosofia d'oltralpe.  Riprende le e tematiche più tipiche della struttura delle persone umane e le relative implicazioni metafisiche in “Prossimità e ulteriorità” (Rubbettino). Inoltre, da sempre interessato anche all'ermeneutica pubblica “L'apriori ermeneutico” ((Rubbettino). Altre saggi: “Oltre lo storicismo” (Studium); “Ricchezza e povertà della metafisica classica” (Humanitas); “Il problematicismo di Spirito come empirismo coscienziale assoluto: note sul significato del nostro tempo, in Rassegna di Umanesimo e antropocentrismo; La disponibilità come abito etico del rapporto autorità-libertà, Istituto editoriale del Mezzogiorno, Napoli, Kant e l'indirizzo idealistico, Il problema del linguaggio storiografico, Perugia, “Condizionamenti socio-logici e linguaggio morale” in Sociologia e filosofia,. Socrate e la formazione dell'uomo politico, in Civitas,  Esperienza di fede e struttura del sapere, Studium, Croce, perché possiamo e non possiamo dirci crociani, Coscienza. Mensile del movimento ecclesiale di impegno culturale, La riflessione sull'etica, Etica oggi: comportamenti collettivi e modelli culturali, A. Re e A, Poppi, Fondazione Lanza & Gregoriana, Roma,  Il tempo nello spiritualismo, Il concetto di tempo. Società filosofica italiana, Caserta, Giovanni Casertano, Loffredo, Napoli, “Persona, trascendentale, ermeneutica” in Filosofi italiani contemporanei, G. Riconda e C. Ciancio, Mursia, Milano); La storia nella coscienza della gioventù, AVE, Roma); L'intellettualismo in Platone (Liviana Editrice, Padova); Platone, Senofonte, Aristotele: il messaggio di Socrate” (La Scuola, Brescia); “Introduzione di una logica del personalismo, Quaderni dell'Istituto di Pedagogia dell'Padova, Liviana Editrice, Padova, L'itinerario speculativo dell'umanesimo contemporaneo, Quaderni dell'Istituto di Pedagogia dell'Padova, Liviana Editrice, Padova); L'educazione umanistica e la persona. Saggio di una filosofia dell'insegnamento umanistico” (Scuola, Brescia); “Determinazione ed ulteriorità nel Kant pre-critico” (U. Silva, Milano-Genova); “I limiti del trascendentale in Kant” (Silva, Milano); “La certezza morale, lfilosofia morale tenute all'Perugia nell'A.A. 1CLEUP, Perugia); “Legge morale e mondo della vita” (Abete, Roma); La morale radicale” (Perugia, Perugia); “Struttura e significato” (Garangola, Padova); “Antropologia” (Antenore, Padova); “Modelli storiografici di morale” (Frama Sud, Chiaravalle Centrale); “Ricerche sul trascendentale kantiano” (Antenore, Padova); “Dal romanticismo al positivismo” (Marzorati, Milano); “Il regno dei fini” (Bulzoni, Roma); “Il personalismo” (Città Nuova, Roma); “L'impegno ontologico” (Armando, Roma); “Il futuro della libertà” (Studium, Roma); “Politica e promozione umana” (Scuola, Brescia); “Perché la filosofia” (La Scuola, Brescia); “Studi di ermeneutica” (Città Nuova, Roma); “Verso una nuova didattica della storia” (Sei, Torino); “Persona e norma nell'esperienza morale” (Japadre, L'Aquila); “Certezza morale ed esperienza religiosa” (Vaticana, Vaticano); “Kant. Che cosa posso sperare” (Studium, Roma); “Lessico della persona umana” (Studium, Roma); “L'immortalità dell'anima” (La Scuola, Brescia); “Soggetto e persona: ricerche sull'autenticità dell'esperienza morale” (Anicia, Roma); “Autenticità nella differenza” (Studium, Roma); “Attualità della lettera ai Romani” (AVE, Roma); “Dio oltre i saperi. Tra teologia e filosofia” (San Paolo, Milano); “Interiorità e comunità. Esperienze di ricerca in filosofia, Studium, Roma, Oltre il trascendentale, Pubblicazioni della Fondazione "Ugo Spirito", Roma, L'altro, l'estraneo, la persona, Città Nuova Editrice, Roma,  La persona e le sue immagini, Città Nuova Editrice, Roma, L'estraneità interiore, Studium, Roma, Le avventure del trascendentale. Contributi al LV Convegno del Centro studi filosofici di Gallarate, Rosenberg, Torino); “Umanità e moralità” (Studium, Roma); “Immanenza metodica e trascendenza regolativa” (Studium, Roma); “L'apriori ermeneutico: domanda di senso e condizione umana” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Prossimità e ulteriorità: una ricerca ontologica per una filosofia prima” (Rubbettino Editore, Soveria Mannelli); “L'insuperabile singolarità dell'avventura umana: dalla determinazione completa alla rottura metodologica” (Ramo, Rapallo); “Vita e ricerca. Il senso dell'impegno filosofico, intervista L. Alici” (La Scuola, Brescia); “L'intenzionalità rovesciata: dalle forme della cultura all'originari” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Struttura ed evento: tempo di vivere, tempo di dare testimonianza alla vita, la vita come testimonianza” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Dalla pluralità delle ermeneutiche all'allargamento della razionalità” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Ciascuno di noi nell'incontro con l'altro deve essere tale da suscitare curiosità e interesse di conoscenza reciproca (Presentazione a Alici, Grassi, Salmeri, Vinti (Studium); “La filosofia come testimonianza, Rivista bimestrale, Studium, Roma. Berti ebbe per qualche mese Rigobello come docente supplente di filosofia quando era ancora studente liceale. Cfr. E. Berti, "Origini del pensiero di Rigobello", in: Alici, Grassi, Salmeri e Vinti, “La filosofia come testimonianza” (Studium. Cfr. Berti, "Origini del pensiero", in Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, La filosofia come testimonianza, Studium, Roma,,Cfr. pure il contributo di Borghesi, "La dialettica tra struttura e significato", nella stessa collectanea.  Oltre quelli delle Parti II e III, si vedano soprattutto i vari contributi presenti nella Parte I della collectanea in suo onore: Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, la filosofia come testimonianza,  Studium, Roma, Cfr. Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, cit.  Cfr. i vari contributi presenti nella miscellanea:  Estraneità interiore e testimonianza. Studi in onore, A.  Pieretti, ESI-Edizioni Scientifiche Italiane, Perugia); Cfr. pure "Biografia, pensiero e opere", Bollettino della Società Filosofica Italiana  nella rubrica Filosofi allo Specchio,  Cfr. Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, cit.  Per questi aspetti centrali del pensiero, si vedano soprattutto i contributi presenti nella prima parte della collectanea in suo onore: L. Alici, O. Grassi, G. Salmeri e C. Vinti, La filosofia come testimonianza, Studium, Cfr. L. Alici, O. Grassi, G. Salmeri e C. Vinti, Ricordo, Umanità e moralità, in Dialegesthai. Rivista telematica di filosofia, In memoriam: In ricordo straneità interiore e testimonianza. Studi in onore, A. Pieretti, Scientifiche Italiane, Napoli-Perugia, L. Alici, O. Grassi, G. Salmeri e C. Vinti, Rigobello, la filosofia come testimonianza, giornate-studio in suo onore, evento organizzato a Perugia in collaborazione con l'Roma Tor Vergata e la LUMSA, Perugia/Roma, i cui atti sono stati pubblicati, Alici, Grassi, Salmeri e Vinti,  Studium, G.Dotto, Enciclopedia filosofica, Bompiani, Milano, E. Baccarini, Passione dell'originario: fenomenologia ed ermeneutica dell'esperienza religiosa, studi in onore” (Studium, Roma). Vita e ricerca. Il senso dell'impegno filosofico (Interviste), L. Alici recensione di G. Din, Padova. Video di un'intervista a cura di Valentini, fatta a Roma -  Armando Rigobello. Rigobello. Keywords: l’allargamento del razionale, ‘struttura e significato’, il regno dei fini, comunita, Grice on human vs. person, Strawson, the concept of the person, Ayer, the concept of a person. In personam, persona sui iure, persona populum (Cicero).  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rigobello” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736691639/in/dateposted-public/

 

Grice e Rimini – il significato totale – filosofia italiana -- Luigi Speranza (Rimini). Filosofo. Il primo a conciliare gli sviluppi delle idee di Occam ed Aureolo. Questa sua sintesi ha un impatto duraturo. Insegna a Bologna, Padova e Perugia, e Rimini. Da lezioni sulle Sentenze di Lombardo. Oltre alla sua opera principale, il Commento alle Sentenze di Lombardo scrive diversi trattati, tra cui: “De usura,” “ De quatuor virtutibus cardinalibus” – cf. Grice, philosophy, like virtue, is entire --  e un estratto del commento alle sentenze, il “De intentione et remissione formarum,” un’appendice sulla IV distinctio del I libro del Commento alle Sentenze, una Tabula super epistolis B. Augustin. Mnifesta una certa attitudine sincretistica tra gli sviluppi d’Occam ed Aureolo. Mostra analoga tendenza anche nella ri-costruzione e dell'analisi del processo della percezione animale e unama e il conoscere umano, nelle quali si fondono in maniera originale elementi etero-genei desunti da Aristotele, Agostino e Ockham. Causa un grave fraintendimento della sua filosofia, è qualificato come tortor infantium (torturatore dei bambini), per la supposizione di aver condannato alle pene eterne i bambini che muoiono senza il battesimo. In realtà espone tale dottrina senza pronunciarsi. Talvolta è indicato quale antesignano dei nominalisti. Altre saggi: “Gregorii Lettura super Primum et Secundum Sententiarum”; “De imprestanciis venetorum”. L. Mazzali, E. Gori, Manuale di Filosofia Medievale, Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario di filosofia, Gregorius Ariminensis. Gregorio da Rimini. Rimini. Keywords: complesso significabile, semplice, complesso, animale, pane, l’animale percezione del pane, Socrate is seated, truth-functionality, scuola italiana, scuola di Bologna, studi generali in Italia, studio di Rimini. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rimini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689613415/in/photolist-2mPMBQM-2mPyn68-2mPvn8a-2mPiqeP-2mKS2e5-2mKCMei-23WGnxf-E4u3XA-BNXFPx-B8NzEb-BxCpRq-ACvZaD-BxCnkJ-nNA42u-o5MkBM

 

Grice e Rinaldini – filosofia italiana. By Luigi Speranza (Ancona). Filosofo. Nato in una famiglia aristocratica originaria di Siena, studia a Bologna. Aservizio di  Urbano VIII, ottenne da Barberini, nipote del Papa, la supervisione delle fortezze di Ferrara, Bondeno e Comacchio. Insegna a Pisa. Amico di Galilei e Borelli, il quale lo soprannomina Simplicio per la sostanziale fedeltà all'aristotelismo tradizionale. E in corrispondenza. Uno dei soci fondatori dell'Accademia del Cimento. Tuttavia ha numerose controversie con i suoi amici e con Redi e Ruberti. Nonostante il conformismo, si oppone alla teoria della virtù zoo-genetica delle piante, sostenuta dagl’altri accademici del Cimento, precedendo Malpighi con l'ipotesi che anche gl’insetti delle galle nascessero da uova deposte da individui della stessa specie.  Insegna a Padova. Saggi: “Philosophia rationalis, atque entità naturalis.” Un'altra delle sue glorie è la sua proposta di scala termo-metrica utilizzando come riferimento fisso il congelamento e l’ebollizione dell'acqua all'ordinaria pressione atmosferica. Ppropone di dividere l'intervallo in 12 gradi. Altre saggi: “Opus algebricum” (Ancona, Salvioni); “Opus mathematicum” (Bologna, Dozza); “Mathematica italiana”; “Geometra promotus” (Padova, Frambotti); “Ars analytica mathematum” (Firenze, Cocchini); “Ars analytica mathematum” (Padova, Pietro Maria Frambotto); “De resolutione atque compositione mathematica” (Padova, Frambotti); “Philosophia rationalis, naturalis, atque moralis opus in quo praesertim physica vniuersa ex accuratis naturalium effectuum observationibus deducta et ubi rei natura patitur geometrice demonstrata exhibetur” (Padova, Frambotti); “Ad artem quam ipse conscripsit mathematum analyticam paralipomena” (Padova, Frambotti); “Commercium epistolicum (Padova, Frambotti). Redi scienziato e poeta alla corte dei Medici, Lo sviluppo delle ricerche sulle galle,  F. Redi scienziato e poeta alla corte dei Medici  C.  Pighetti, Il vuoto e la quiete: scienza e mistica: E. Cornaro e C. Rinaldini, Milano: Angeli); Dizionario biografico degli italiani, Roma, Treccani Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Museo Galileo di Firenze. Carlo Renaldini. Carlo Rinaldini. Rinaldini. Keywords: cimento, cimentare, provando e riprovando, del Cimento, filosofia naturale, filosofia razionale, Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rinaldini” – The Swimming-Pool Library. 51736002006

 

Grice e Riondato – il metodo dell’etologia – filosofia italiana. Luigi Speranza (Padova). Filosofo. Studia a Padova sotto Stefanini, Ferrabino, Padovani e Diano.  Studia l’Aristotele neo-latino. Uno dei galileiani. Ezio Riodato. Riondato. Keywords: il metodo dell’etologia, morale, morale classica, Aristotele neo-latino, Epitteto, l’enuniciazione, dell’interpretazione in Aristotele, crisi, metafisica e scienza in Aristotele. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Riondato” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736231788/in/datetaken/

 

Grice e Riverso – la forma del segno – filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Studia a Napoli. Insegna a Salerno e Napoli. Ha spaziato dalla filosofia critica ed analitica, alla logica formale, è stato esperto in problemi di linguistica, di filosofia delle scienze e delle culture. Altri saggi Colpa e giustificazione nella reazione anti-immanentistica del "Roemerbrief" barthiano, Teologia esistenzialistica, La costruzione interpretativa del mondo, L’epistemologia genetica, Metafisica e scientismo, Filosofia e analisi del linguaggio, Dalla magia alla scienza, Conoscenza e metodo nel sensismo degl'ideologi, L’esperienza estetica,  la filosofia d’Occidente, Corso di storia della filosofia, Natura e logo, La razionalizzazione dell'esperienza,  La filosofia analitica, La filosofia,  Individuo, società e cultura. La psicologia del processo culturale, L’immagine dell'Universo. Astronomia e ideologia, Il pragmatismo, La spiritualità, Il linguaggio nella filosofia romana antica, Democrazia, iso-nomia e stato,  Una corrente filosofica; riferimento e struttura; Il problema logico-analitico in Strawson, Democrazia e gioco maggioritario, Filosofia del tempo,  La civilta e lo stato; Alle origini del pensiero politico, La carica dell'elettrone, Esperienza e riflessione, Forma culturale e paradigma umano; Le tappe del pensiero filosofico nella cultura d’Occidente, Paradigmi umano e educazione, Filosofia del linguaggio, Dalla forma al significato, Cose e parole, Come Bruno inizia a parlare: Diario di una maestra di sostegno, La rimozione dell'eros nel giansenismo, Civiltà, libertà e mercato nella città italica antica. (Roma). Un viaggio al centro dell'immaginario religioso e mistico che ha influenzato l'umanità,  morale e dottrina, Cogitata et scripta,  Filosofo del linguaggio, La Tribuna. Semiosi iconica e comprensione della Terra. Emanuele Riverso. Riverso. Keywords: la forma del segno, la tappa, le tappe, riferimento, ri-ferire, vico, animale raggionavole, magia e scienza, Giordano Bruno. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Riverso” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702587144/in/photolist-2mLKfuq-2mLHNRM-2mLKgRJ-2mLMgSh

 

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Grice e Rodano: immunità e comunità – filosofia italiana – i comunisti – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Fondatore del “catto-comunismo.”  E tra i fondatori del Movimento dei Cattolici Comunisti, poi Sinistra Cristiana. Studia a Roma. Frequenta la “Scaletta”. Milita nell'Azione Cattolica e nella FUCI, allora presieduta da Moro. Entra in contatto e collabora con anti-fascisti d'ispirazione cattolica (Ossicini, Pecoraro, Tatò e altri), comunista (P. Bufalini, A. Amendola, P. Ingrao, L. Radice e altri), del Partito d'Azione e liberali (U. Malfa, P. Solari, M. Fiorentino fra gl’altri).  Partecipa al Movimento dei Cattolici Anti-Fascisti. Con Ossicini e Pecoraro tra i promotori e dirigenti del “Partito Co-Operativista Sin-Archico” (poi “Partito Comunista Cristiano”) e ne redige i principali documenti. Fa parte, con Alicata e Ingrao, del triumvirato dirigente le due distinte organizzazioni clandestine, comunista e comunista cristiana. Scrive saggi sull’Osservatore Romano. Arrestato dalla polizia fascista in una generale retata dei militanti del partito comunista cristiano, e deferito al tribunale speciale con altri suoi dirigenti. Il processo non ha luogo per la caduta del fascismo e tutti vengono liberati poco dopo. Nel periodo badogliano ha intensi scambi d'idee con i compagni di partito e altre personalità anti-fasciste sulla linea da seguire. Stringe amicizia con Luca e Pintor. Collabora al “Lavoro”, diretto da Alicata (comunista), Vernocchi (socialista) e Gaudenti (cattolico). Sotto l'occupazione nazista di Roma fonda il “Movimento dei Cattolici Comunisti” e ne redige i documenti teorico-politici; scrive articoli sui 14 numeri usciti alla macchia di Voce Operaia, organo dello stesso movimento dei cattolici comunisti. Liberata Roma, il movimento di cattolici comunisti prende il nome di Partito della Sinistra Cristiana. Vi confluiscono i cristiano-sociali di G. Bruni. Vi partecipano anche Fe. Balbo, Sacconi, Barca, Amico, Chiesa, Valente, Mira, Tatò, Tedesco, Parrelli, Tranquilli, Rinaldini.  Stringe un rapporto di amicizia e collaborazione (che non sarà privo di momenti di dissenso critico) con Togliatti. Su Voce Operaia, pubblicata adesso legalmente, scrive numerosi saggi. In quattro di essi sostiene la prosecuzione dell'IRI e ciò segna l'inizio della sua amicizia con R.  Mattioli. S'incontrano, a casa di Rodano e con la sua mediazione, Togliatti e G. Luca, primo, cauto sondaggio reciproco tra mondo cattolico e movimento comunista italiano. A conclusione di un congresso straordinario, il partito della sinistra cristiana si scioglie. Sostiene, con argomentato vigore, che non è più utile una formazione cattolica di sinistra, poiché incombe alla classe operaia nel suo insieme e perciò al partito comunista italiano il compito di affrontare la questione cattolica, superando le pre-giudiziali a-teistiche e del dogmatismo marxista. Si adopera perciò per ottenere modifiche nello statuto del partito comuista italiano, che consentano l'iscrizione e la militanza in esso indipendentemente dalle convinzioni ideo-logiche e religiose, modifiche che saranno adottate dal partito comunista italiano nel suo congresso. Entrato nel partito comunista italiano,  scrive su periodici ufficiali di tale partito o ad esso vicini. Particolarmente numerosi i suoi saggi su Rinascita. Vi ha largo spazio l'invito ai cattolici a lavorare in politica e nelle altre dimensione della storia comune degli uomini in spirito di laicità, evitando quindi improprie commistioni con la fede religiosa. Questa posizione approfondita nel corso di tutta la sua opera ed essenziale per comprenderla contrasta con la linea della Chiesa di Pio XII, che coglie l'occasione di due suoi saggii sulla condizione economica del clero (Rinascita) per comminargli l'interdetto dai sacramenti, accusandolo di fomentare la lotta di classe all'interno delle gerarchie (L'interdetto e tolto sotto Giovanni XXIII). Cura i saggi politici di “Lo Spettatore Italiano”. Scrive sul Dibattito Politico, diretto da M. Melloni e U. Bartesaghi, teso a una difficile mediazione tra le posizioni politiche del mondo cattolico e di quello comunista e socialista, nel distinto riconoscimento dei rispettivi valori e motivi ideali. Vi collaborano tra gli altri G. Chiarante, Magri, Baduel, Salzano.  Durante il pontificato di Giovanni XXIII opera, tramite Togliatti, per la trasmissione ai dirigenti della proposta, primo, cauto sondaggio reciproco tra mondo cattolico e movimento comunista italiano.  A conclusione di un congresso straordinario, il PSC si scioglie. Rodano sostiene, con argomentato vigore, che non è più utile una formazione cattolica di sinistra, poiché incombe alla classe operaia nel suo insieme e perciò al PCI il compito di affrontare accolta, di uno scambio di messaggi in occasione del  compleanno di papa Roncalli. L'iniziativa sarà il primo segno di disgelo tra URSS e Santa Sede. Si svolge un serrato dialogo tra Rodano e Augusto Del Noce, che mette in chiaro la diversità delle rispettive posizioni. Fonda, con C. Napoleoni, La Rivista trimestrale, affrontando nodi teorici e politici di fondo. Ancora con Napoleoni, e con Michele Ranchetti, dirige la Scuola Italiana di Scienze Politiche ed Economiche,  rivolta a militanti del movimento dell'epoca. Collabora alla rivista “Settegiorni”, diretta da Ruggero Orfei e Piero Pratesi, in cui fra l'altro scrive una serie di interventi d'intensa riflessione teologica, le Lettere dalla Valnerina. Chiusasi l'esperienza della Rivista Trimestrale, Rodano scrive sui Quaderni della Rivista Trimestrale, diretti da M. Reale, cui collaborano, insieme a F. Sacconi, E. Salzano, V. Tranquilli, G. Gasparotti, F. Rinaldini, M. Reale, R. Agata, C. Vincenti, A. Montebugnoli, P. Padoan, S. Sacconi, A. Zevi, Giaime e Giorgio Rodano, e altri.  Lo si considera l'esponente più autorevole del “catto-comunismo”: "i rapporti di Rodano con il mondo cattolico sono stati indagati a fondo. Quelli con Togliatti (che furono rapporti personali assai intensi) assai poco, come quelli con Berlinguer (all'Istituto Gramsci si conservano tre vaste memorie che scrive per Berlinguer), anche se il rapporto stretto di questi con A. Tatò è sufficiente a delinearne l'influenza".  Nella stagione del compromesso storico proposto da E. Berlinguer e oggetto prima di attenzione, poi di cauta convergenza da parte di A. Moro, Rodano elabora i fondamenti teorici di una politica diretta a non ridurre l'incontro tra le grandi forze storiche del comunismo, del socialismo e del cattolicesimo democratico a una mera operazione di governo, ma a farne una strategia di lungo periodo di trasformazione della società. Quella stagione e quelle prospettive vengono improvvisamente troncate dall'assassinio di Moro. S'intensificano, all'epoca, i suoi contatti personali con esponenti del PCI, del PSI, della DC e di altri partiti (La Malfa, Malagodi, Visentini), su problemi politici a breve e lungo termine. Pubblica alcuni libri, scrive articoli su vari periodici e sul quotidiano Paese Sera, quasi settimanalmente. Altre saggi: “Sulla politica dei comunisti” (Boringhieri, Torino); “Questione demo-cristiana e compromesso storico” (Riuniti, Roma), “Lenin da ideologia a lezione” (Stampatori, Torino); “Lettere dalla Valnerina” (P. Pratesi, La Locusta, Vicenza); “Lezioni di storia possibile (V. Tranquilli e G.Tassani, Marietti, Genova); “Lezioni su servo e signore” (V. Tranquilli, Riuniti, Roma); “Cattolici e laicità della politica” (V. Tranquilli, Riuniti, Roma); “Cristianesimo e società opulenta” (M. Mustè, Ed. di Storia e letteratura, Roma) Saggi sono spubblicati in numerosi periodici e quotidiani, tra i quali l'Osservatore Romano, Primato, Voce Operaia  Rinascita Il Politecnico, Unità, Vie nuove, Società, Cultura e realtà, Lo Spettatore Italiano, Il Contemporaneo, Il Dibattito Politico, Argomenti, La Rivista Trimestrale, Settegiorni, Quaderni della Rivista Trimestrale, Paese Sera, Città Futura, Nuova Società, e Il Regno. I saggi più importanti, pubblicati sulla Rivista Trimestrale e sui successivi Quaderni, sono “Risorgimento e democrazia, Il processo di formazione della società opulenta”; “Il pensiero cattolico di fronte alla società opulenta”; “Egemonia riformista ed egemonia rivoluzionaria”; “Nota sul concetto di rivoluzione”; “Significato e prospettive di una tregua salariale; “Il centro-sinistra e la situazione del paese”; “Marx, A proposito del convegno delle ACLI a Vallombrosa”; “Su alcune questioni sollevate dal movimento studentesco; “Con Dopo Praga: considerazioni politiche sulla storia del movimento operaio, A proposito dell'autunno caldo”; “Considerazioni sulla dialettica sociale dell'opulenza”; “La peculiarità del partito comunista italiano”; “Dopo il congresso del partito comunista italiano: il nodo al pettine”, “I germi di comunismo”; “La questione demo-cristiana”; “La proposta del compromesso storico”; “Dopo la morte di Mao Tse-tung: la lezione di una grande esperienza (con V. Tranquilli); “Considerazioni sulla strategia dei comunisti italiani”; “Egemonia e libertà delle opinioni”; “Considerazioni sui fenomeni di eversione giovanilistica”; “La politica come assoluto”; “Note sulla questione giovanile”; “La giovinezza, specificità umana e condizione storica Dopo la lettera di Berlinguer al vescovo di Ivrea: laicità e ideologie”; “Alla radice della crisi”; “L'incompatibilità tra capitalismo e democrazia”; “È possibile una soluzione reazionaria?” “Idee e strumenti della manovra reazionaria”; “Roluzione”; “Filosofia della storia”; Rivoluzione in Occidente e rapporto con l'URSS,  Il senso di una grande lezione: per una lettura critica di Lenin”; “Per un bilancio del compromesso storico”; “Innovazione e continuità”; “Contratti e costo del lavoro: imprese e sindacati, partiti e istituzioni”; “La chiesa di fronte al problema della pace”. P.  Craveri, Una critica pregnante, in Mondoperaio, Teorico del compromesso storico Archiviolastamp. Noce: Lettera a F. Rodano (lRegno-attualità,); Maria Lisa Cinciari: Cattolici comunisti (in Enciclopedia dell'anti-fascismo e della resistenza, Milano); L. Bedeschi: Cattolici e comunisti (Feltrinelli, Milano); M. Cocchi, P. Montesi: Per una storia della Sinistra cristiana (Coines, Roma), Casula: Cattolici-comunisti e Sinistra cristiana (Il Mulino, Bologna); G. Tassani: Alle origini del compromesso storico (EDB, Bologna); G. Ruggieri, R. Albani: Cattolici comunisti? (Queriniana, Brescia); M. Repetto: Il movimento dei cattolici comunisti: problemi storici e politici (in Quaderni della Rivista Trimestrale);: Ricordo, F. Broglio, "Un cristiano nella sinistra", in "Nuova Antologia", G. Giannantoni, M. Alema, P. Ingrao: Dibattito in Rivista Trimestrale, Nuovo Spettatore Italiano, G. Bella: “Lo Spettatore Italiano” (Morcelliana, Brescia); M. Papini: Tra storia e profezia: la lezione dei cattolici comunisti (Univ., Roma); E. Landolfi, Rodano, La rivoluzione in Occidente, Palermo, Ila Palma, M. Raimondo: solitudine e realismo del comunista cattolico (Galzerano, Salerno); M. Tronti: Una riflessione, (in Rivista Trimestralen. M. Manacorda: lettore di Marx in Critica marxista, C. Napoleoni, Cercate ancora, Ed. Riuniti, R. Valle); C. Napoleoni, Teoria politica, A. Noce: Il comunista (Rusconi, Milano); V. Tranquilli: Fede cattolica e laicità della politica  (in Teoria Politica); V. Tranquilli: Realtà storica e problemi teorici della democrazia  (in Bailamme,.M. Reale: Sulla laicità. Considerazioni intorno alle relazioni fra atei e credenti (in Novecento, R. Bellofiore: Pensare il proprio tempo. Il dilemma della laicità in Claudio Napoleoni  (in Per un nuovo dizionario della politica, Ed. Riuniti, Roma, L. Capuccelli); M. Lucente: La riflessione teorica di Rodano dalla Sinistra Cristiana alla “Rivista Trimestrale” (Tesi di laurea in scienze politiche, Milano); Istituto Gramsci: Convegno commemorativo di Rodano, Roma), M. Mustè, “Critica delle ideologie e ricerca della laicità” (Mulino); R. Albani: La storia comune degli uomini. Rileggendo Rodano (in Testimonianze, M. Papini: La formazione di un giovane cattolico nella seconda metà degli anni Trenta: Tra la Congregazione mariana “La Scaletta” e il liceo “Visconti” (in Cristianesimo e storia, V. Possenti: Cattolicesimo e modernità. Balbo, Noce, Rodano (Milano, M. Mustè: Fra Del Noce e Rodano: il dibattito sulla società opulenta, La Cultura, M. Mustè: Rodano: laicità, democrazia, società del superfluo (Studium, Roma). "Cristianesimo e società opulenta", a cura e con introduzione di Marcello Mustè (Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, V. Parlato: L'utopia in Manifesto, E. Melchionda: Gli anni di Rodano (in Aprile,  Gabriele De Rosa, "Franco Rodano; il cristianesimo e la società opulenta", in "Ricerche di storia sociale e religiosa", anno G. Chiarante: Tra De Gasperi e Togliatti. Memorie (Carocci, Roma; M. Pandolfelli: Marxismo, Scienze politiche, Roma. S.d.). G.Tassani:"Il Belpaese dei Cattolici", Cantagalli,"La traccia e la prospettiva teorica di  Rodano". R. Moro. FRodano e la storia del 'partito cattolico' in Italia", in A. Botti, Storia ed esperienza religiosa. Urbino, Quattro Venti, Hanno detto di lui: la sua vita testimonia, in modo esemplare, quanto possa essere forte, nell’uomo, la dedizione all’impegno intellettuale e ai grandi ideali, tra i quali la politica intesa nel senso più nobile e più alto dell’accezione. Portatore d’una fede religiosa profondamente sentita e sofferta, ha avuto costantemente con sé il dantesco “angelo della solitudine”: durante l’intera sua vita, infatti, mai si è sottratto al rovello e al dubbio; mai ha preferito la comoda via dei pigri, degli opportunisti e dei neutrali. La sua prima “scelta di campo” nell’Italia divisa in due,  fu doppiamente coraggiosa: la resistenza al nazi-fascismo ed il tentativo di conciliare nel Movimento dei cattolici comunisti i valori della tradizione cristiana e cattolica con quelli della rivoluzione d’ottobre. E così continuò senza paura e con sacrificio personale in tutti questi anni promuovendo con le sue tesi, tra consensi e dissensi, un continuo dibattito. La sua “inquietudine” fu, dunque, sincera e feconda, sorretta da uno spirito virile, ma al fondo sensibile ed umanissimo. Certamente sarà ricordato dallo storico del futuro con queste sue peculiarità di intellettuale originale, pugnace e coraggioso. In questo modo l’ho visto e conosciuto, e così rimarrà per sempre nella mia memoria. S. Pertini, Quaderni della Rivista Trimestrale,. “ritengo che la sua vita e la sua opera abbiano fornito una prova concreta e significativa della validità di due principi che egli ha serenamente professato e praticato e che, anche con il suo personale contributo, sono acquisiti al patrimonio teorico e ideale del Partito comunista. Il primo è la distinzione e l’autonomia reciproca della politica e della fede religiosa (o della convinzione filosofica o del “credo” ideologico). Il secondo è l’affermazionefatta da Togliatti, formulata in una tesi approvata dal X congresso del partito e sviluppata poi nelle tesi del XV congressosecondo la quale un cristianesimo genuinamente vissuto non soltanto non si oppone, ma è anche in grado di sollecitare un’azione che può contribuire alla battaglia per la costruzione di una società più umana, più libera e più giusta di quella capitalista. E. Berlinguer, Quaderni della Rivista Trimestrale. C’era nella sua avversione al misticismo, all’indistinto, all’anarchismo, una grande lezione di umanesimo storico e costruttivo. La drammaticità con cui sentiva i rischi di un capovolgimento della democraziavissuta nei suoi angusti limiti democraticisticiin corporativismo e in anarchia, e, quindi, la possibilità di una replica autoritaria, è tuttora inscritta nella nostra vita quotidiana, nella fase che stiamo attraversando. Bene: distinguere per collegare; stabilire i confini del campo di ciascuno, da cui discende l’autonomia della politica dalla religione e dalle ideologie. Per questo ritengo che occorra respingere le sollecitazioni di quanti pensano di poter rimuovere la questione di fondo posta da Rodano. Quella questione oggi riguarda, a mio avviso, il confine mobile tra progresso e conservazione” A. Occhetto, Quaderni della Rivista Trimestrale, Per chi ha seguito, anche talvolta dissentendo, il pensiero di Rodano e lo ha spesso messo a confronto con la visione di Moro, appare chiaro che gli insegnamento di Rodano come quelli di A. Moro non hanno solo valore per la ricostruzione storica di una fase politica conclusa, ma hanno invece valore e significato come guida per la costruzione di un processo di allargamento della democrazia, di sviluppo e di confronto e di un dialogo che sono ancora più che mai attuali, perché attuali e non risolti sono i grandi problemi nazionali che richiedono sì maggioranze e governi più efficaci e risoluti, ma anche un più largo consenso popolare da realizzarsi col confronto, col dialogo, con la partecipazione, sia pure a vario titolo, ad un unico disegno di tutte le forze politiche rappresentative dell’intera realtà popolare. G. Galloni, Quaderni della Rivista Trimestrale, “benché creda che la storia sia opera di molti, e non di singole personalità pur spiccatissime, ho sempre ritenuto che il ruolo esercitato da Rodano nella vicenda italiana di questi decenni sia stato assolutamente fuori del comune, e portatore di cambiamento come a pochissimi altri è stato dato. Ciò dico soprattutto in riferimento alla storia e alle trasformazioni del partito comunista italiano, nei cui confronti Rodano ha esercitato una funzione liberatrice e maieutica che, se non temessi di far torto alla complessità del processo di un grande movimento di massa e agli innumerevoli apporti di cui esso è sostanziato, non esiterei a definire demiurgica.»  R. Valle, Quaderni della Rivista Trimestrale. Lasciamo ad altri le banalità sul consigliere del principe o sul consulente per i rapporti con il mondo cattolico o con il Vaticano. Togliatti ne fu attratto e interessato certo, anche perché l’esperienza di Rodano, le sue riflessioni, le sue frequentazioni arricchivano il Partito di qualcosa che altrimenti non sarebbe venuto. Forse qualcosa di analogo era stato per Gramsci e per Togliatti l’incontro con Godetti. Che conoscesse e stimasse Ottavini, che fosse intimo di Luca, non era importante perché ciò rappresentava un “canale”. E iuttosto decisivo che un giovane così ascoltasse e parlasse, che si trovasse a casa sua tra i comunisti, che per farlo soffrisse fino alla persecuzione vaticana, riuscendo sempre ad essere fedele nel senso più pieno del termine. G. Paietta, Quaderni della Rivista Trimestrale. Rrimane uno dei pochi uomini la cuia filosofia rende possibile l’appellativo di femminista anche per un appartenente al sesso maschile. La sua continua attenzione dalla questione femminile derivava, certo, da una molteplicità di circostanze. Vi influiva la ricerca su quello che egli stesso define il processo di umanizzazione dell’uomo, nel cui quadro la liberazione della donna costitusce ben più di una semplice componente o misura, ma piuttosto una delle condizioni decisive per una reale, generale fuoruscita dall’alienazione e dallo sfruttamento umano. Oggi più d’uno ambirebbe, revanchisticamente, a considerare conclusa la stagione femminista. E invece il vero problema per le donne, per la democrazia, per il mutamento, è la perpetuazione e il saldo attestarsi a un livello superiore del femminismo. Per questo il messaggio che può ben a ragione essere definito femminista nell’accezione più onnicomprensiva ed elevata, risulta tuttora rivolto alla speranza e soprattutto all’impegno: quell’impegno per cui egli ha consumato generosamente, e certo positivamente anche per la causa femminile, tutta intiera la sua vita. G. Tedesco, Quaderni della Rivista Trimestrale. Il mio primo interrogativo riguarda le scelte politiche che egli ha fatto, ponendosi come cattolico in contrasto con alcune direttive ecclesiastiche. Dove ha trovato forza e serenità, pur con sofferenza, per queste opzioni non rinunciando alla sua fede e alla sua appartenenza ecclesiale, sempre professata? Non ho trovato altra risposta che la sua fede teologale. La fede di Franco non era credenza dottrinale, magari utilizzata ideologicamente, o sottomissione alla gerarchia che poi si muta in ribellione; era adesione cosciente e ferma a Dio che si è rivelato in Gesù Cristo, ancora vivente nella Chiesa. Questa fede comporta quel “sensus fidei” (ne ha parlato il Vaticano II nella Lumen Gentium) che diventa giudizio pratico nelle concrete situazioni per scelte che siano conformi alla volontà di Dio. È il discernimento di cui parla san Paolo nella Lettera ai Romani (12, 2) e che tanta parte ha nella dottrina spirituale cristiana. D. Torre, Quaderni della Rivista Trimestrale, Il rapporto con la chiesa, sia come comunità di fede che come istituzione, senza mediazioni di un partito cattolico rappresentava per Rodano un’occasione e una garanzia per depurare il movimento comunista non solo dall’ateismo scientista, ma anche di una visione totalizzante della rivoluzione politica e sociale. Il mito del regno dei cieli sulla terra e di una storia senza alienazioni. Corrispettivamente il movimento comunista e il portatore necessario di una trasformazione della società che non si presentasse come inveramento e compimento della razionalità illuministica, della rivoluzione borghese, ma anche e soprattutto come loro rovesciamento dialettico, e perciò offre un fondamento storico e materiale ad un mondo in cui le persone diventano centro e misura, liberate dalla rei-ficazione capitalistica, e perciò stesso base reale di un pieno sviluppo di un cristianesimo, non integralista, ma consapevole, diffuso, praticabile. L. Magri. E. Melchionda, in "Aprile", Dall'utopia alla secolarizzazione, G. Vassallo, Il consigliere di Berlinguer che ama la Contro-Riforma. Giornalista politico  P. Franchi, Corriere della Sera, Archivio storico. Treccani L'Enciclopedia italiana". Franco Rodano. Rodano. Keywords: immunità e comunità – filosofia italiana – i comunisti, il laico, democrazia, revoluzione, lotta di classe, societa opulenta, peculiarita dei comunisti italiani, anti-fascismo, arrestato dai fascisti. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rodano” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736193243/in/dateposted-public/

 

Grice e Romagnosi – filosofia italiana. Luigi Speranza (Salsomaggiore Terme). Filosofo. Important Italian philosopher. L'etica, la politica ed il diritto si possono bensì distinguere, ma non disgiungere. Non esiste un'etica pratica, se non mediante le buone leggi e le buone amministrazioni. Figlio di Bernardino e Marianna Trompelli, studia a Piacenza e Parma. Insegna a Parma e Pavia. Membro "Società letteraria di Piacenza" dove legge i suoi saggi: “Discorso sull'amore considerato come motore precipuo della legislazione”; “Discorso sullo stato politico della nazione italiana”; “L’opinione pubblica. Uno degl’Ortolani. Pubblica la “Genesi del diritto penale”; Cosa è eguaglianza e, Cosa è libertà; Primo avviso al popolo, che mostrano simpatie rivoluzionarie. Il suo incarico gli procura contrasti con il principe di Trento, il conte Pietro Vigilio Thun. Questi gli concede comunque il titolo di consigliere aulico d'onore. Schiere contro i principi della rivoluzione francese. Accusato di giacobinismo, è incarcerato a Innsbruck. Scrive “Delle leggi dell'umana perfettibilità per servire ai progressi delle scienze e delle arti”. Scopre gli effetti magnetici dell'elettricità. Romagnosi anticipato la scoperta dell'elettromagnetismo. Pubblica “Quale e il governo più adatto a perfezionare la legislazione civili”.Fonda il Giornale di giurisprudenza universale. Pubblica le Istituzioni di Diritto amministrativo e Della costituzione di una monarchia costituzionale rappresentativa. Rerduna intorno a Milano una scuola alla quale si formarono alcuni dei nomi più illustri del Risorgimento italiano: G. Ferrari, C. Cattaneo, C. Cantù, e Defendente e G. Sacchi. Collabora alla Biblioteca Italiana. Pubblica l’Assunto primo della scienza del diritto naturale. E arrestato e incarcerato a Venezia con l'accusa di partecipazione alla congiura ordita da S. Pellico, P. Maroncelli e F. Confalonieri. Pubblica Dell'insegnamento primitivo delle matematiche e Della condotta delle acque.  Pubblica le Istituzioni di civile filosofia ossia di Giurisprudenza Teorica. Dirige gl’Annali Universali di Statistica  Tra i maggiori filosofi italiani, nel rinnovamento del pensiero giuridico italiano richiesto dalla necessità di codificare i nuovi interessi delle classi borghesi emersi con la Rivoluzione francese e consolidati nel successivo Codice napoleonico, è legata alla fondazione di una nuova scienza del diritto pubblico, penale e amministrativo, con uno spirito scientifico settecentesco illuministicamente volto all'unificazione delle scienze giuridiche, naturali e morali. Studia pertanto la vita sociale nelle sue componenti storiche, giuridiche, politiche, economiche e morali. Considera l'uomo nelle forme della sua esistenza storica, nei modi in cui concretamente pensa e agisce in un contesto sociale determinato. In questo modo lo studio della storia rivela lo sviluppo dell'incivilimento umano.  Nella “Genesi del diritto penale”, opera che gli dette notevole fama e non solo in Italia, riprendendo tesi di Beccaria, pone i problemi dell'utilità della punizione, della natura della colpa e del diritto. Dà una giustificazione razionale della società che gli appare un'unione necessaria tra gli uomini, dialetticamente rapportati nel rispetto di una disciplina condivisa. L'uomo è lo stesso sia nello stato di natura che in quello di società, malgrado le diversità delle forme sociali. Pertanto gli uomini hanno un diritto di socialità importante e sacro, quanto quello della conservazione di se stesso. La società è per lui l'unico stato naturale dell'uomo, respingendo così la dottrina di uno stato di natura anteriore allo stato sociale. Il cosiddetto stato di natura è solo un diverso stato sociale nella storia dell'umanità.  Nell'Introduzione allo studio del diritto pubblico universale, premesso che ogni complesso giuridico di basarsi sul bisogno della comunità, sostiene che lo scopo del diritto e il rafforzamento delle strutture civili e politiche della società.  Nell'Assunto primo della scienza del diritto naturale, riprende temi già sviluppati nella Genesi del diritto. Sostiene che nella natura è tanto il principio di individualità quanto quello di socialità e pertanto lo sviluppo umano avviene naturalmente verso uno stato di società, l'unico in cui si sviluppa l'incivilimento - termine ricorrente nei suoi scritti - un continuo processo verso stadi più avanzati di perfezionamento morale, civile, economico e politico.  E ancora nel Dell'indole e dei fattori dell'incivilimento, con esempio del suo risorgimento in Italia si pone il problema di quale sia il motore del progresso umano nella storia: la tesi è che la società umana è l'organismo fattore di progresso, essendo in sé dotata di forze agenti in particolari condizioni storiche e ambientali. Lo sviluppo civile, suddiviso dal Romagnosi in quattro periodo, l'epoca del senso e dell'istinto, l'epoca della fantasia e delle passioni, l'epoca della ragione e dell'interesse personale e l'epoca della previdenza e della socialità, vede un costante trasferimento, agl’organismi pubblici rappresentativi, delle funzioni sociali come se la natura si trasferisse progressivamente nella funzione rappresentativa. Il punto d'arrivo della civiltà è una forma sociale in cui prevalgono la proprietà e il sapere. Tale processo non è lineare. Il diritto romano si afferma in condizioni civili arretrate. Ma, come una macchina i cui meccanismi migliorano nel tempo, la sua azione progressivamente perfezionata fa sorgere dal fondo delle potenze attive un sempre nuovo modo di riazioni e quindi di effetti variati. L'incivilimento appare così una cosa complessa risultante di molti elementi e da molti rapporti formanti una vera finale unità simile a quella di una macchina, la quale scindere non si può senza annientarla. Il motore di siffatta macchina è il commercio, sviluppato a sua volta dal progresso dello stato sociale. Guardando allo sviluppo storico nazionale, vede nel Medioevo l'epoca in cui la città diviene luogo di aggregazione di possidenti, artisti, commercianti e dotti, favorendo le condizioni per la nascita dello stato italiano anche se ai comuni medievali manca uno spirito politico nazionale perché presero la strada dal ramo industriale e commerciale per giungere al territoriale. Essi dunque ripigliarono l'incivilimento in ordine inverso. In quest'ordine trovarono i più gravi ostacoli avendo dovuto separare la professione delle armi da quella delle arti e della mercatura. Per questo bisogna sempre porsi il problema di un corretto modo di sviluppo e ora, nella società industriale, l'incivilimento è una continua disposizione delle cose e delle forze della natura pre-ordinata dalla mente ed eseguita dall'energia dell'uomo in quanto tale disposizione produce una colta e soddisfacente convivenza. Nella Collezione degli articoli di economia politica e statistica civile si trova espressa la fiducia nella sviluppo capitalistico e nella libera concorrenza economica, difesa contro le tesi del Sismondi che vede nello sviluppo industriale una spaventosa sofferenza in parecchie classi della popolazione. I poteri pubblici fano rispettare le corrette regole della libertà di con-correnza, cosa che non avviene in Inghilterra dove ora si favorisce il popolo contro i mercanti, ora i possidenti e i mercanti contro il popolo e intanto si applica ancora il protezionismo. E inoltre un paese in cui non si applica il diritto romano, fonte di equità civile. La mentalità empirica degl’inglesi non consente loro di pre-vedere ma solo di constatare i fatti. Polemizza col Saint-Simon, dottrinario che ostacola la libera con-correnza, assegna ogni ramo d'industria a guisa di privilegio personale, favorisce il popolo miserabile contro i produttori e abolire il diritto di eredità. I saintsimoniani vogliono far lavorare e poi lavorare senza dirmi il perché. Progresso non è che lavoro. Questo è l'ultimo termine, questo è il premio. L'uomo, secondo Saint–Simon, dovrebbe sempre progredire lavorando con una indefinita vista e senza stimolo. Ma voler far progredire l'industria e il commercio col togliere la possidenza è come voler far crescere i rami col distruggere il tronco. La proprietà ha un carattere naturale e, come la natura è la base di ogni società, negare la proprietà significa distruggere ogni possibilità di convivenza civile.  Partendo dalla sua vasta esperienza giurisprudenziale e politica, auspica una nuova forma di filosofia civile, che studia le forme e condizioni dell'incivilimento storico della nazione italiana, scoprendo la legge massima e unica delle vicende politiche, sociali e culturali dei popoli.  Riguardo al problema gnoseologico, per Romagnosi la conoscenza proviene dai sensi ma la sensazione non è di per sé ancora conoscenza, la quale si ottiene solo quando l'intelletto ordina e interpreta le sensazioni secondo proprie categorie, definite logìe, con cui diamo segnature razionali alle segnature positive. Chiama compotenza questa mutua concorrenza di sensazioni provenienti dall'esterno e di elaborazione della nostra mente. Le logìe non sono idee già formate nel momento della nostra nascita, ma a loro volta sono il risultato della riflessione operata sull'esperienza empirica. Sono dunque a posteriori rispetto alle sensazioni passate e a priori rispetto alle sensazioni attuali. Pertanto la conoscenza è in definitiva un a posteriori con un contenuto base empirico. Ma cosa conosciamo in realtà? I sensi non danno conoscenza delle cose in sé, ma di ciò che percepiamo delle cose. Conosciamo la rappresentazione che ci formiamo della cosa. Se il fenomeno non e copie esatta del reale, tuttavia e UN SEGNO a cui corrisponde in natura un’essere reale. Pertanto, una cosa esiste fuori di noi, non e una creazione di un io trascendentale.  Non essendoci evidentemente posto per una metafisica nella sua costruzione filosofica, e attaccato dagl’spiritualisti e in particolare da Serbati. Può a buon diritto essere considerato il precursore del positivismo italiano. Considera la contrapposizione di classico e romantico – nata nell'immediatezza della restaurazione e trascinatasi per oltre un ventennio con implicazioni letterarie, linguistiche e anche politiche - come impropria. Cerca di dare una soluzione alla controversia attraverso la sua concezione ilichiastica, cioè relativa al tempo, della letteratura, secondo la quale la filosofia e consone all'età e al gusto del popolo italiano, e suggere che le opere contemporanee dovessero corrispondere sempre al pensiero moderno di un popolo. L'ilichiastismo si rifà in sostanza alle sue concezioni sulla formazione della civiltà. Così espose la sua dottrina in Della Poesia, considerata rispetto alle diverse età della nazione italiana. Sei tu romantico? Signor no. Sei tu classico? Signor no. Che cosa dunque sei? Sono “ilichiastico”, se vuoi che te lo dica in greco, cioè adattato alle età. Misericordia! che strana parola! spiegatemela ancor meglio, e ditemi perché ne facciate uso, e quale sia la vostra pretensione.  La parola “ilichiastico” che vi ferisce l'orecchio è tratta dal greco, e corrisponde al latino “aevum”, “aevitas”, e per sincope, “aetas”, “eta,” la quale indica un certo periodo di tempo, e in un più largo senso, il corso del tempo. Col denominarmi pertanto “ilichiastico,” io intendo tanto di riconoscere in fatto una filosofia relativa all’età, nelle quali si sono ri-trovato  e si trovera il popolo italiano, quanto di professare principj, i quali sieno indipendenti da fittizie istituzioni, per non rispettare altre leggi che quelle del gusto, della ragione e della morale.  Ma la divisione di romantico e classico, voi mi direte, non è dessa forse più speciale? Eccovi le mie risposte. O voi volete far uso di queste due parole, ‘classico’ e ‘romantico,’ per indicare nudamente il tempo, o volete usarne per contrassegnare il *carattere* della filosofia nelle diverse età. Se il primo, io vi dico essere strano il denominare ‘classica’ la filosofia antica, e filosofia romantica la media e moderna. L’eta antica (palio-evo), l’eta media (medio-evo), e l’eta moderna (neo-evo), sono fra loro distinti non da una divisione artificiale e di convenzione, ma da una effettiva rivoluzione. Se poi volete adoperare le parole di ‘classico’ e di ‘romantico’ per contrassegnare il carattere della filosofia italiana nelle diverse età, a me pare che usiate di una denominazione impropria. Quando piacesse di contrassegnare la filosofia coi caratteri delle tre diverse età (paleo-evo, medio-evo, neo-evo), parmi che dividere si potrebbe in filosofia eroica (filosofia antica), teocratica (filosofia del medio-evo), e civile (neo-evo, moderna eta). Questi caratteri hanno successivamente dominato tanto nella prima coltura, che fu sommersa dalle nordiche invasion dei barbari longobardi, quanto nella seconda coltura, che fu ravvivata e proseguita fin qui. Questi caratteri non esistettero mai puri, ma sempre mescolati. Dall'essere l'uno o l'altro predominante si determina il genere, al quale appartiene l'una o l'altra produzione filosofica. Vengo ora alla domanda che mi faceste, se io classico o romantic. E ponendo mente soltanto allo spirito di essa, torno a rispondervi che io non sono (né voglio essere) né romantico, né classico, ma adattato  alla mia eta, ed al bisogno della ragione, del gusto e della morale. Ditemi in primo luogo. Se io fossi nobile ricco, mi condannereste voi perché io non voglia professarmi o popolano grasso, o nobile pitocco? Alla peggio, potreste tacciarmi di orgoglio, ma non di stravaganza. Ecco il caso di un buon italiano in fatto di filosofia. Volere che un filosofo italiano sia tutto classico, egli è lo stesso che volere taluno occupato esclusivamente a copiare diplomi, a tessere alberi genealogici, a vestire all'antica, a descrivere o ad imitare gli avanzi di medaglie, di vasi, d'intagli e di armature, e di altre anticaglie, trascurando la coltura attuale delle sue terre, l'abbellimento moderno della sua casa, l'educazione odierna della sua figliuolanza. Volere poi che il filosofo italiano sia affatto romantico, è volere ch'egli abiuri la propria origine, ripudj l'eredità de' suoi maggiori per attenersi soltanto a nuove rimembranze specialmente germaniche. Voi mi domanderete se possa esistere questo terzo genere, il quale non sia né classico né romantico? Domandarmi se possa esistere è domandarmi se possa esistere una maniera di vestire, di fabbricare, di “con-versare”, di scrivere, che non sia né antica, né media, né moderna. La risposta è fatta dalla semplice posizione della quistione. Ma questo terzo genere e desso preferibile ai conosciuti fra noi. Per soddisfarvi anche su tale domanda osservo primamente che qui non si tratta più di qualità, bensì di bellezza o di convenienza. In secondo luogo, che questa quistione non può essere decisa che coll'opera della filosofia del gusto, e soprattutto colla cognizione tanto dell'influenza dell'incivilimento sulla filosofia, quanto degli uffizj della filosofia a pro dell'incivilimento. Non è mia intenzione di tentare questo pelago. Osservo soltanto che questo terzo genere non può essere indefinito. E necessariamente il frutto naturale dell'età nella quale noi ci troviamo, e si troveranno pure i nostri posteri. Noi dunque non dobbiamo sull'ali della metafisica errare senza posa nel caos dell'idealismo, per cogliere qua e là l’ idea archetipo di questo genere. Dobbiamo invece seguire la catena degli avvenimenti, dai quali nella nostra età, essendo stata introdotta una data maniera di sentire, di produrre, e quindi di gustare e di propagare il bello, ne nacque un dato genere, il quale si poté dire perciò un frutto di stagione di nostra età. Per quanto vogliamo sottrarci dalla corrente, per quanto tentiamo di sollevarci al di sopra dell’ignoranza e del mal gusto comune, noi saremo eternamente figli del tempo e del luogo in cui viviamo. Il secolo posteriore riceve per una necessaria figliazione la sua impronta dal secolo anteriore. E tutto ciò derivando primariamente dall'impero della natura che opera nel tempo e nel luogo, ne verrà che il carattere filosofico, comunque indipendente dalle vecchie regole dell'arte, perché flessibile, progressivo, innovato dalla forza stessa della natura, e necessariamente determinato, come è determinato il carattere degl’animali e delle piante, che dallo stato selvaggio vengono trasportate allo stato domestico.  Posto tutto ciò, l'arbitrario nel carattere della filosofia cessa di per sé. Si puo allora disputare bensì se il bello ideale coincide o no col bello volgare; se il gusto corrente possa essere più elevato, più puro, più esteso; ma non si potrà più disputare se le sorgenti di questo bello debbano essere la mitologia pagana piuttosto che i fantasmi cristiani, i costumi cavallereschi piuttosto che gl’eroici, le querce, i monti o i castelli gotici, piuttosto che gli archi trionfali, le are e i templi romani. Il carattere attuale sarà determinato dall'età attuale e dalla località. Vale a dire dal genio nazionale italiano eccitato e modificato dalle attuali circostanze, il complesso delle quali forma parte di quella suprema economia, colla quale la natura governa le nazioni della terra…  Finisco quest'articolo col pregare i miei concittadini a non voler imitare le femminette di provincia in fatto di mode, e ad informarsi ben bene degli usi della capitale. Leggano gli scritti teoretici, e soprattutto le produzioni della filosofia settentrionale, e di leggieri si accorgeranno che se havvi in essa qualche pizzo di romantica poesia, niuno si è mai avvisato né per teoria né per pratica di essere né esclusivamente romantico né esclusivamente classico nel senso che si dà ora abusivamente a queste denominazioni. Troveranno anzi essersi trattati argomenti, e fatto uso di similitudini e di allusioni mitologiche anche in un modo, che niun latino o romano o italiano antico meridionale si sarebbe permesso. Il solo libro dell'Alemagna della signora di Staël ne offre parecchi esempi.  Il pretendere poi presso di noi il dominio esclusivo classico, egli è lo stesso che volere una poesia italiana morta, come una lingua italiana morta. Quando il tribunale del tempo decreta questa pretensione, io parlo con coloro che la promossero. Durante il periodo del Regno italico, e niziato massone nella Loggia "Reale Giuseppina" di Milano, di cui fu in seguito Oratore e Maestro Venerabile. Fu Grande Esperto all'atto della fondazione del Grande Oriente d'Italia, esponente di primo piano della Massoneria di Palazzo Giustiniani, Grande Oratore aggiunto del Grande Oriente d'Italia e in questa funzione autore di vari discorsi massonici. Saggi: Genesi del diritto penale; Che cos'è uguaglianza; Che cos'è libertà, Introduzione allo studio del diritto pubblico universale; Principi fondamentali di diritto amministrativo,  Della costituzione di una monarchia nazionale rappresentativa, Dell'insegnamento primitivo delle matematiche, Della condotta delle acque, Che cos'è la mente sana?, Della suprema economia dell'umano sapere in relazione alla mente sana, Suprema economia dell'umano sapere, Della ragion civile delle acque nella rurale economia, Vedute fondamentali sull'arte logica, Dell'indole e dei fattori dell'incivilimento con esempio del suo risorgimento in Italia, Collezione degli articoli di economia politica e statistica e civile, Opere, con annotazioni di Alessandro De Giorgi, vol. 1, Milano, Perelli e Mariani, Opere, Milano, Perelli e Mariani, La scienza delle costituzioni,  I Discorsi Libero-Muratori, L'Acacia Massonica, Scritti filosofici, Milano, Ceschina, Scritti filosofici, Firenze, Le Monnier); S. Stringari, Romagnosi fisico; F. Lanchester, Romagnosi costituzionalista, Giornale di storia costituzionale, Macerata: EUM-Edizioni Università di Macerata, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Mimesis-Erasmo, Milano-Roma); Studi in onore, Milano, Giuffrè, Per conoscere Romagnosi, Milano, Unicopli, E.A. Albertoni, La vita degli Stati e l'incivilimento dei popoli nel pensiero politico di Gian Domenico Romagnosi, Milano, Dott. A. Giuffrè Editore, 1979. Italo Mereu, L'antropologia dell'incivilimento in G.D. Romagnosi e C. Cattaneo, Piacen za, Pubblicazioni della Banca di Piacenza, Elio Palombi, Introduzione alla Genesi del Diritto penale (Milano, Ipsoa, A. Tarantino, Natura delle cose e società civile. Rosmini e Romagnosi, Roma, Edizioni Studium, Treccani Dizionario di storia, Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, L'Unificazione, Dizionario biografico degli italiani, Il contributo italiano alla storia del Pensiero. Gian Domenico Romagnosi. Romagnosi. Keywords: scienza simbolica, scienza simbolica degl’antichi romani, il vico di Romagnosi, la terza Roma, la prima Roma, la prima eta, la terza eta, la logica di Genovese, la matematica, Sacchi, Cattaneo, incivilamento, gl’italiani, la nazione italiana. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Romagnosi," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51684466767/in/photolist-2mPpwbZ-2mLH24C-2mPE3Bq-2mKbpiZ

 

Romanoto be identified.

 

Grice e Roncaglia – alla palestra – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma), filosofo. Studia a Roma e Firenze sotto Gregory e Maierù. Insegna a Tuscia e Roma. Si dedica alla storia logica fra il Medioevo e Leibniz. Altri saggi: “Intero e frammentazione” (Roma, Laterza,). Rivista di filosofia dell'intelligenza artificiale e scienze cognitive; “Palaestra Rationis. Discussioni su natura della copula e modalità” (Firenze: Olschki); Università Roma Tre. Dimissioni organi consultivi MiBACT. Note a margine del concorso per 500 funzionari del Ministero Beni Culturali: mezzo bibliotecario per ogni biblioteca? E la tutela di libri e manoscritti chi la fa? Tuscia. Gino Roncaglia. Roncaglia. Keywords: palestra. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Roncaglia” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736744995/in/datetaken/1 

 

Grice e Ronchi – filosofia della comunicazione – filosofia italiana – By Luigi Speranza (Forlì). Flosofo. Si laurea a Bologna e conseguito il dottorato a Milano sotto Sini. Insegna all’Aquila. Dirige “Filosofia al presente” per Textus, di L’Aquila e “Canone Minore” per Mimesis Edizioni di Milano, cirige la scuola di filosofia Praxis a Forlì. Si dedica alla passione (“Sapere passionale”, Spirali, Milano) e alla questione della comunicazione intesa filosoficamente come partecipazione alla verità e fondamento ontologico della stessa pratica filosofica (“Teoria critica della comunicazione: dal modello veicolare al modello conversativo” Mondatori, Milano, -- Grice: “I like ‘conversativo.”Almost a Spoonerism for ‘conservative’!” --; “Filosofia della comunicazione. Il mondo come resto e come teo-gonia” (Boringheri, Torino). Propone  una revisione del modello veicolare o standard della comunicazione e una critica al paradigma linguistico del vivente. Al problema della raffigurazione e al suo rapporto col dicibile nel pensiero occidentale antico, moderno e contemporaneo è invece dedicato “Il bastardo: figurazione dell’invisibile e comunicazione indiretta” (Marinotti, Milano). Grice: “This shows a distinction between ‘ingelese italianato.’ To call indirect communication bastard would be a bit too much at Oxford!” --. Grazie ai suoi studi su Bergson si è segnalato come una voce significativa della cosiddetta “Bergson renaissance”. – cf. Grice, “Speranza e la cosidddetta “Grice renaissance””. In “L’interpretazione” (Marietti, Genova) e  “Una sintesi” (Marinotti, Milano) guarda a Bergson come a un filosofo in grado di dare risposta a questioni tuttora aperte del dibattito filosofico. Bergson non è un filosofo irrazionalista, spiritualista, ostile alla scienza e ai suoi metodi. Per lui la filosofia è un metodo rigorosamente empirista, che consente la massima precisione possibile nella descrizione dei fenomeni. Bergson è anzi il filosofo che cerca di emancipare la scienza da quanto di “metafisico” era ancora inconsapevolmente presente nelle sue pratiche. Con le sue celebri nozioni di “durata” e di “memoria” (cfr. Grice, “Personal identity: my debt to Bergson”)  ha costruito un nuovo modello di intelligibilità del divenire, alternativo a quello aristotelico, in grado finalmente di spiegare, senza riduzionismi, il “vivente” quale e descritto dalla biologia evoluzionista.  Il pensiero bergsoniano è presentato come uno snodo essenziale della filosofia del Novecento. La sua dirompente attualità è mostrata attraverso un confronto sistematico con la fenomenologia, l’esistenzialismo, l’ermeneutica, il pensiero della differenza e l'epistemologia della complessità. Al tempo stesso però,  Bergson è ricollocato dall’interno della tradizione filosofica occidentale, come un capitolo, tra i più alti, dell’indagine filosofica sulla natura: un capitolo che continua l’opera di quei filosofi e di quei teologi che, dai neoplatonici a Cusano fino a Grice e Gentile, hanno provato a pensare la natura come vita vivente e come divinità immanente.  Impegnato in una definizione e riabilitazione del filosofico contro il pericolo della sua dismissione (“Come fare: per una resistenza filosofica”, Feltrinelli, Milano), proprio grazie al confronto con Bergson e ai filosofi “amici” di quest’ultimo (Grice, and Grice’s immediate sources: Gallie and Broad),  define la sua posizione filosofica inscrivendola in una costellazione ben precisa, ancorché minoritaria (“Canone minore: verso una filosofia della natura”, Feltrinelli, Milano). Empirismo radicale, realismo speculativo e “pragmatica” “trascendentale” sono le definizioni che, più di altre, esprimono il senso e la direzione della sua ricerca, improntata com'è a criticare quella che chiama “la linea maggiore della filosofia” e che definisce dualistica, soggettivistica e antropo-centrica. In una parola: moderna.  Da Kant sino a Derrida, la filosofia è stata infatti caratterizzata dal primato accordato alla finitudine, alla contingenza, all'intenzionalità griceiana, alla negazione e al linguaggio e la semiotica. La filosofia di questa linea maggiore è, in fondo, un’antropo-logia cui oppone una filosofia del processo radicalmente monista e immanentista che contesta la tesi dell' "eccezione umana" e che non pone come apriori il principio della correlazione soggetto-mondo (anche nella versione offertane dall'ermeneutica e dalla fenomenologia). Alla svolta trascendentale kantiana è opposta quella cosmologica whiteheadiana e, al dispositivo aristotelico potenza/atto, dispositivo insufficiente a cogliere la natura naturans, la nozione di gentiliana di “actus purus”. La linea minore della filosofia è, infatti, anche e soprattutto una linea megarica che, alla potenza logico-linguistica e umana troppo umana dei contrari, sostituisce una potenza che non può non esercitarsi (sia essa quella dell’Uno di Plotino, della sostanza di Spinoza o della durata di Bergson). La filosofia della linea minore è una filosofia del processo (categoria che oppone all’aristotelica Kinesis) che, pur confutando il nulla e il possibile come pseudo-problemi, non sacrifica il carattere creativo e dinamico del reale. Il problema filosofico del rapporto uno-moltida sempre al centro della riflessione cioè risolto nei termini di una co-generazione reciproca fra i differenti per natura, in cui questa differenza non di grado tra il principio e il principiato funziona come causa dell’immediato essere uno dei molti ed esser molti dell’uno, ossia come la causa di quella unità cangiante di tutte le cose che  chiama “immanenza assoluta”.  Altri saggi: Luogo comune. Verso un'etica della scrittura (Bocconi) La scrittura della verità. Per una genealogia della teoria (Jaca, Milano);  – modello conversativo. Grice: “As I say, I like ‘conversativo;’ perhaps I should adopt it! ‘conversative,’ rather than the pompous ‘conversational’!). Liberopensiero. Lessico filosofico della contemporaneità (Fandango, Roma); Brecht. Introduzione alla filosofia (et al., Correggio ) Zombie outbreak: la filosofia e i morti-viventi (Textus, L'Aquila ); Credere nel reale (Feltrinelli, Milano); Dispositivi (Orthotes, Napoli) -- realismo speculativo, Sini, Gentile. Ronchi. Keywords: filosofia della comunicazione, immanenza, in defense of the minor league, natura naturans, Gentile, atto puro. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ronchi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736047293/in/datetaken/

 

Rosatti Marcello vitali rosatti --

 

Grice e Rosselli – il veintennio fascista – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Important Italian philosopher. There is a Rosselli Circle in Rome. Fu il teorico del "socialismo liberale", un socialismo riformista non marxista direttamente ispirato dal laburismo britannico e dalla tradizione storico-politica, italiana e non, del radicalismo liberale e libertario. Fondò a Firenze il foglio clandestino Non Mollare e nel 1926, insieme al socialista Pietro Nenni, la rivista milanese Il Quarto Stato. Fonda il movimento antifascista Giustizia e Libertà, che combatté per la Repubblica nella Guerra civile spagnola, all'interno della Colonna Italiana Rosselli, costituita assieme agli anarchici. Ucciso in Francia insieme con il fratello Nello da assassini legati al regime fascista. Da un'agiata famiglia, figlio del livornese Giuseppe Emanuele "Joe" Rosselli e della veneziana Amelia Pincherle, sorella di C. Pincherle, architetto e pittore, oltreché padre dello scrittore A. Moravia. Sia la famiglia paterna che quella materna, fermamente legate agli ideali repubblicani e mazziniani, erano state politicamente attive, avendo partecipato alle vicende del Risorgimento italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura moglie di Ernesto Nathan (Sindaco di Roma), fu un seguace e stretto collaboratore di Giuseppe Mazzini nei suoi ultimi anni di vita (morì difatti in clandestinità nella sua casa pisana) ed un Pincherle fu nominato ministro durante la breve esperienza della Repubblica di San Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito d'una massiccia insurrezione anti-asburgica guidata da D. Manin e N. Tommaseo.  I Rosselli avevano abitato per un considerevole periodo a Vienna, dove Giuseppe Emanuele studia composizione musicale e dove e nato il primogenito Aldo Sabatino. In seguito, si trasferirono a Roma, dove il padre, rinunciando alle sue aspirazioni artistiche, si dedica alla vita mondana, mentre la madre ottenne dei discreti successi come autrice di drammi teatrali. Qui, dopo la propria nascita, venne alla luce Sabatino Enrico "Nello".  I due coniugi si separarono. Le condizioni economiche della famiglia hanno subito un grave tracollo a causa della leggerezza del padre. Amelia si trasferì con i suoi tre figli a Firenze, dove frequentarono le scuole. Mostra in quel periodo poco interesse per gli studi e la madre lo ritira dal ginnasio, facendogli frequentare la scuola tecnica. L'entrata in guerra dell'Italia fu accolta con entusiasmo dai Rosselli, decisamente interventisti. Il fratello Aldo e arruolato come ufficiale di fanteria e muore in combattimento ricevendo una medaglia d'argento alla memoria. Collabora al foglio di propaganda «Noi giovani», fondato da Nello, anche se l'editoriale Il nostro programma, che apre in gennaio il primo numero del giornale, e redatto con buone probabilità. Il manifesto, che l'ingenuità di due ragazzi indirizza verso una fiduciosa speranza in un mondo migliore, propone sin da allora alcuni tratti fondamentali della sua personalità, ossia un amore incondizionato per l'umanità e la spinta all'azione nel solco dello spirito mazziniano, che lo inserisce nel filone dell'interventismo democratico. Per «Noi giovani», licenza i primi articoli, uno sulla rivoluzione russa, il secondo sull'entrata in guerra degli Stati Uniti.  Il primo saggio, “Libera Russia”, esalta il risveglio del paese di Gorkij, Tolstoj e Dostoevskij, supremi interpreti di un rinnovamento in atto già dal secolo precedente, per cui la rivoluzione non e che il punto culminante di una lunga preparazione all'avvento di una società più giusta. Vi e tutta una massa che sale lentamente, inesorabilmente. La marcia si puo ritardare ma non impedire. Dei recentissimi eventi, inoltre, viene esaltata la componente pacifica, la loro attuazione relativamente non violenta.  Il saggio Wilson mostra tutta la fiducia nutrita per l'uomo che definì il conflitto come “a war to end wars”  (una guerra per porre fine alle guerre), uno slogan che rappresenta bene le sue speranze di e di tutta la famiglia Rosselli.  E chiamato alle armi. Frequenta a Caserta il corso allievi ufficiali e venne assegnato a un battaglione di alpini in Valtellina. La guerra finisce senza che egli avesse dovuto sottomettersi al battesimo del fuoco e venne congedato col grado di tenente. Il contatto con militari e molto importante per lui. Apprezza la massa furon posti in grado di comprendere tante cose che sarebbero loro certamente sfuggite nel loro isolamento di classe o di professione. Diplomatosi all'Istituto tecnico, si iscrive a Firenze al corso di Scienze sociali, laureandosi a pieni voti con una tesi sul sindacalismo e si prepara a sostenere anche gli esami di maturità classica per ottenere il diritto di frequentare altri corsi universitari. Tramite il fratello Nello conosce G. Salvemini, professore a Firenze, che e da allora un costante punto di riferimento per entrambi i fratelli. Gli fa rivedere il suo saggio sul sindacalismo rivoluzionarioi, chei giudica non un saggio critico, equilibrato, sostanzioso, ma in essa e incapsulata un'idea fondamentale: la ricerca di un socialismo che fa sua la dottrina liberale e non la ripudiasse. Savvicina al Partito Socialista Italiano, simpatizzando, in contrapposizione all'allora maggioritaria corrente massimalista di G. Serrati, per quella riformista di F. Turati, che egli ha poi modo di conoscere personalmente a Livorno durante lo svolgimento del Congresso del Partito, che sance la definitiva scissione dell'ala di sinistra interna filo-bolscevica che prenderà il nome di Partito Comunista d'Italia, e scrive svariati articoli per “Critica Sociale”. Mussolini sale al potere. I riformisti di Turati sono espulsi dal Partito Socialista Italiano. Si trasfere a Torino, dove frequenta il gruppo della “Rivoluzione liberale», in quel momento fortemente impegnata in senso anti-fascista, e con la quale incomincia a collaborare. Conosce G. Matteotti, del “Partito Socialista Unitario”, nel quale erano confluiti P. Gobetti e la componente riformista espulsa dal Partitot Socialista Italiano.  E. Rossi. A Firenze, il gruppo dei socialisti liberali che si raccoglie intorno alla figura carismatica di Salvemini inaugura il Circolo di Cultura. Oltre ai Rosselli vi sono P. Calamandrei, E. Finzi, G. Frontali, P. Jahier, L. Limentani, A. Niccoli ed E. Rossi. Gli ex-combattenti del circolo adereno all'associazione anti-fascista “Italia libera”. Si laurea a Siena, con “Prime linee di una teoria economica dei sindacati operai” e parte per Londra, stimolato dal desiderio di conoscere la capitale del laburismo, di seguire i seminari dei Fabiani e di assistere, a Plymouth, al congresso delle unioni operaie. A Londra vi e anche Salvemini, che tene un corso sulla storia della politica estera italiana al King's. Tornato in Italia grazie anche ai buoni uffici di Salvemini, si impiega come assistente volontario a Milano. Prosegue la sua collaborazione a “Critica Sociale” di Turati. Vi pubblica un articolo, invitando il Partito socialista a rompere con il marxismo, che giudicava espressione di cieco e tortuoso dogmatismo, per mettersi piuttosto sulla linea di un sano empirismo all'inglese. Collabora con la rivista del Partito Socialista Unitario, «Libertà», scrivendo proprio un saggio sul movimento laburista inglese. Dopo il delitto Matteotti s'iscrisse al Partito Socialista Unitario. Spera invano che in Italia si costituisse una seria opposizione anti-fascista moderata in grado di offrire un'alternativa politica alla borghesia che guarda con simpatia al fascismo: una di queste avrebbe potuto essere l'Unione democratica nazionale di G. Amendola, alla quale adere il fratello Nello. D’Inghilterra invia al giornale del Partito Socialista Unitario la «Giustizia», le corrispondenze sull'evolversi della situazione politica inglese, successiva alla vittoria elettorale dei conservatori e alla rottura dell'alleanza tra laburisti e liberali. E pessimista sulle condizioni politiche dell'Italia. La secessione aventiniana non produce effetti, con i suoi sterili tentativi di accordo con il re, con i generali e i fascisti dissidenti. Del resto i fascisti stano re-agendo e lo dimostrano anche devastando il Circolo di Cultura di Salvemini che, come non basta, venne chiuso dal prefetto con una singolare motivazione. L sua attività provoca il giusto risentimento del partito dominante. Lasciato l'incarico a Milano, insegna a Genova. Scrisse a Salvemini. Forse non ha apparentemente alcuna positiva efficacia, ma io sento che abbiamo da assolvere una grande funzione, dando esempi di carattere e di forza morale alla generazione che viene dopo di noi. Appare così con la collaborazione di E. Rossi, G. Salvemini, P. Calamandrei, N. Traquandi, D. Vannucci e di Nello Rosselli, che ne ha proposto il nome, il foglio clandestino “Non Mollare”. Alcuni redattori della rivista Non Mollare sono N.Traquandi, T. Ramorino, C. Rosselli, E. Rossi, L. Emery, N. Rosselli. La denuncia di un tipografo provoca la repressione e la dispersione di alcuni tra i redattori del foglio. E. Rossi riusce a fuggire a Parigi, il Vannucci in Brasile, Salvemini e arrestato a Roma e denunciato per vilipendio del governo fascista. In attesa del processo, messo in libertà provvisoria, a causa delle minacce dei fascisti, a passò la notte a Firenze, in casa dei Rosselli, che non sono ancora fra i sospettati. Gli squadristi però, venuti a conoscenza del fatto, devastano l'abitazione il giorno dopo. Scrive Rosselli a G. Ansaldo. Io sono di ottimo umore e l'altra sera ho financo bevuto alla distruzione compiuta! Se i signori fascisti non hanno altri moccoli, possono andare a dormire. Aspetteranno a lungo la mia rinuncia alla lotta. Ormai preso di mira dai fascisti, e aggredito a Genova mentre si recava all'Università e poi disturbato durante la sua lezione, con la richiesta del suo allontanamento. Si attiva infine lo stesso Ministro dell'economia, G Belluzzo, che chiese il suo licenziamento. A questo punto, prefere dimettersi.  Pochi giorni dopo, ia Firenze, sposò con rito civile Marion Catherine Cave, una laburista venuta a Firenze a insegnare nel British Institute, conosciuta da Rosselli al Circolo della Cultura salveminiano. Lapide commemorativa: «In via Ancona 2 vive il martire antifascista e qui ebbe sede la redazione del Quarto Stato rivista socialista a difesa della libertà e della democrazia. I due sposi viveno a Milano, dove fonda con P. Nenni la rivista «Il Quarto Stato. La rivista ha vita breve, venendo chiusa con l'entrata in vigore della legge sui provvedimenti per la difesa dello stato fascista italiano. Scopo della pubblicazione e il tentativo di rappresentare un punto d'incontro di tutte le forze socialiste e di sviluppare temi di politica culturale al cui centro e il perfezionamento degl’uomini e l'elevamento della vita dei cittadini.  Con C. Treves e G. Saragat costitue un triumvirato che, costitue clandestinamente il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, che prese il posto del Partito Socialista Unitario, sciolto d'imperio dal regime fascista a causa del fallito attentato a Mussolini da parte del suo iscritto T. Zaniboni. L. Bova, Filippo Turati, Carlo Rosselli, Sandro Pertini e Ferruccio Parri a Calvi in Corsica dopo la fuga in motoscafo da Savona.  Oganizza con I. Oxilia, S. Pertini e F. Parri l'espatrio di F. Turati a Calvi in Corsica, con un motoscafo partito da Savona. Mentre Turati, Pertini e Oxilia proseguirono per Nizza, Parri e Rosselli, ritornati con il motoscafo a Marina di Carrara, sono arrestati, nonostante tentassero di sostenere di essere reduci da una gita di piacere. E accusato anche di aver favorito la fuga di G. Ansaldo, di C. Silvestri, di C. Treves e di G. Saragat.  Venne detenuto nelle carceri di Como  poi inviato al confino di Lipari in attesa del processo. Quando e ricondotto da Lipari a Savona per essere processato, nell'isola siciliana giunge il fratello Nello, condannato a 5 anni di confino.  Al processo si difese attaccando il regime fascista. Il responsabile primo e unico, che la coscienza degli uomini liberi incrimina è il fascismo che con la legge del bastone, strumento della sua potenza e della sua nemesi, inchioda in servitù milioni di cittadini, gettandoli nella tragica alternativa della supina acquiescenza o della fame o dell'esilio. La sentenza, rispetto alle previsioni, e mite: dieci mesi di reclusione e, avendone già scontati otto, avrebbe potuto essere presto libero. Ma le nuove leggi speciali permisero alla polizia di infliggergli altri 3 anni di confino da scontare a Lipari. La vita al confino trascorrecon le letture di Benedetto Croce, di Rodolfo Mondolfo, dell'epistolario di Marx ed Engels e di Imanuele Kant.  Intanto, si prepara la fuga, che venne organizzata dall'amico di Salvemini A. Tarchiani. Evase da Lipari con F. Nitti ed E. Lussu, con un motoscafo guidato dall'amico Italo Oxilia diretto in Tunisia, da cui poi i fuggiaschi raggiunsero la Francia.   F. Nitti narra  l'avventurosa evasione in “Le nostre prigioni e la nostra evasione”, mentre Rosselli racconta le vicende del confino e dell'evasione in “Fuga in quattro tempi”. A Parigi, con Lussu, Nitti, e un gruppo di fuoriusciti organizzati da Salvemini, e fra i fondatori del movimento anti-fascista "Giustizia e Libertà". :Giustizia e Liberta” pubblica diversi numeri della rivista e dei quaderni omonimi ed e  attiva nell'organizzazione di diverse azioni dimostrative, tra cui il volo sopra Milano di Bassanesi. Critica appassionatamente il marxismo ortodosso, colonna portante della stragrande maggioranza dei vari schieramenti politici socialisti. Il socialismo liberale propugnato da lui si caratterizza quale una creativa sintesi della tradizione del marxismo revisionista, democratico e riformista (quello, tra gli altri, di Bernstein, W. Sombart, Turati e Treves), ed il socialismo non marxista, libertario e de-centralista (come quello di F. Merlino, Salvemini, G. Cole, R. Tawney e O. Jászi).  Attacca dirompente contro lo stalinismo della Terza Internazionale che, con la formula del socialfascismo accomuna  socialdemocrazia, liberalismo borghese e fascismo. Non stupisce perciò che uno fra i più importanti stalinisti, P.Togliatti,  define il socialismo liberale un "magro libello anti-socialista" e Rosselli un ideologo reazionario che nessuna cosa lega alla classe operaia. Giustizia e Libertà adere  alla Concentrazione Anti-Fascista, unione di tutte le forze anti-fasciste non comuniste (repubblicani, socialisti, CGL) che intende promuovere e coordinare ogni possibile azione di lotta al fascismo. Pubblica i "Quaderni di Giustizia e Libertà".  Dopo l'avvento del nazismo in Germania Giustizia e Liberta sostenne la necessità di una rivoluzione preventiva per rovesciare i regimi fascista e nazista prima che questi portassero a una nuova tragica guerra, che a Giustizia e Liberta sembra l'inevitabile destino dei due regimi.  Bandiera della Colonna Italiana, nota anche come Centuria Giustizia e Libertà, che sostenne i repubblicani nella guerra civile spagnola. Scoppie in Spagna la guerra civile tra i rivoltosi dell'esercito filo-monarchico, che effettuarono un colpo di stato, e il legittimo governo repubblicano del Fronte Popolare di ispirazione marxista. E subito attivo nel sostegno alle forze repubblicane, criticando l'immobilismo di Francia e Inghilterra. Fascisti e nazisti aiutano F. Franco con uomini e armi agli insorti. Combatte la sua prima battaglia. Cerca poi di costituire un vero e proprio battaglione (intitolato a G. Matteotti).  La prima formazione italiana, che prende poi, dopo l'uccisione dei due fratelli, il nome di Colonna Italiana Rosselli, annovera tra i 50 e i 150 uomini, reclutati fra gli esuli italiani in Francia dal movimento Giustizia e Libertà e dal Comitato Anarchico Italiano. Tra questi c'erano anche gli anarchici U. Marzocchi e C. Berneri. U. Marzocchi scrive sulla comune esperienza antifascista di anarchici e di militanti di Giustizia e Libertà, "Carlo Rosselli e gli anarchici".  In un discorso, pronuncia la frase che poi diverrà il motto degli antifascisti italiani: "Oggi qui, domani in Italia". È con questa speranza segreta che siamo accorsi in Ispagna. Oggi qui, domani in Italia. Fratelli, compagni italiani, ascoltate. È un volontario italiano che vi parla dalla Radio. Non prestate fede alle notizie bugiarde della stampa fascista, che dipinge i rivoluzionari come orde di pazzi sanguinari alla vigilia della sconfitta. A contrasti con gl’anarchici si dimette da comandante della Colonna e fonda il battaglione Matteotti. Soggiorna a Bagnoles-de-l'Orne per delle cure termali, dove fu raggiunto dal fratello. Sono uccisi da una squadra di cagoulards, miliziani della Cagoule, formazione eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e di G. Ciano. Con un pretesto sono fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche di pistola. Carlo muore sul colpo, Nello (colpito per primo) venne finito con un'arma da taglio.. I corpi vennero trovati due giorni dopo. I colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti a essere prosciolti.  Sono sepolti nel cimitero monumentale parigino del Père Lachaise. I familiari ne traslarono le salme in Italia, a Trespiano. Salvemini tenne il discorso commemorativo alla presenza del presidente della Repubblica. La tomba riporta il simbolo della spada di fiamma, emblema di GL, e l'epitaffio scritto da Calamandrei. Giustizia e liberta. Per questo morirono per questo vivono. L'unico suo saggio pubblicato mentre era in vita è "Socialismo liberale", scritto durante il confino a Lipari, in una situazione di semi-prigionia. Questo saggio si pone in una posizione eretica rispetto ai partiti della sinistra italiana del suo tempo -- per i quali Il Capitale di Marx, variamente interpretato, era ancora considerato come la Bibbia. Indubbiamente è presente l'influsso del laburismo inglese, da lui ben conosciuto. In seguito ai successi elettorali del partito laburista, Rosselli era infatti convinto che l'insieme delle regole della democrazia liberale fossero essenziali non solo per raggiungere il socialismo, ma anche per la sua concreta realizzazione (mentre nella tattica leninista queste regole, una volta preso il potere, debbono essere accantonate): pertanto, la sintesi del pensiero rosselliano è: "il liberalismo come metodo, il socialismo come fine". C. Pisacane, L'idea di rivoluzione propria della dottrina marxista era fondata sulla concezione della dittatura del proletariato (che, in realtà, già ai tempi di Rosselli si sta traducendo, in Unione Sovietica, nella dittatura del vertice di un solo partito). Essa viene respinta da Rosselli, a favore di una rivoluzione che, come si nota nel programma di GL, è un sistema coerente di riforme strutturali mirate alla costruzione di un sistema socialista che non rinnega, ma anzi esalta, la libertà individuale e associativa. Nella riflessione degli ultimi anni, Rosselli, alla luce dell'esperienza spagnola (difesa dell'organizzazione sociale di Barcellona compiuta dagli anarchici durante la guerra civile) e dell'avanzata del nazismo, radicalizza le sue posizioni libertarie.  Rosselli, influenzato dalle idee di Mazzini e di Carlo Pisacane, propugna il socialismo liberale: il fine è il socialismo, il metodo il liberalismo, un metodo che garantisce la democrazia e l'autogoverno dei cittadini. Il liberalismo deve svolgere una funzione democratica, il "metodo liberale" è il complesso di regole del gioco che tutte le parti in lotta si impegnano a rispettare, regole dirette ad assicurare la pacifica convivenza dei cittadini, delle classi, degli Stati, a contenere le lotte (peraltro desiderabili se limitate). La violenza è giustificabile come risposta ad altra violenza (per questo era giusta la lotta contro il franchismo e sarebbe stata auspicabile in Italia una rivoluzione violenta in risposta al fascismo); il socialismo è una logica conclusione del liberalismo: socialismo significa libertà per tutti. Rosselli ha fiducia che la classe del futuro sarà la classe proletaria, la borghesia deve fare da guida al proletariato: il fine è la libertà per tutte le classi.  Archivio Rosselli Bio, su archiviorosselli.  N. Tranfaglia, Dall'interventismo a Giustizia e Libertà, Bari, Laterza,  Il Circolo di Cultura fu rifondato a liberazione di Firenze appena avvenuta, per iniziativa del Partito d'Azione e dei soci superstiti e intitolato ai Fratelli Rosselli. Assunse così il nome di Circolo di Cultura Politica Fratelli Rosselli. La sua prima manifestazione fu presieduta da P. Calamandrei. Con questo nome è tuttora operante a Firenze. Con decreto del Presidente della Repubblica è stata costituita ed eretta in Ente Morale la Fondazione Circolo Rosselli per sostenerne l'attività.  A. Martino: Fuorusciti e confinati dopo l'espatrio clandestino di Filippo Turati nelle carte della R. Questura di Savona in Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria, Savona, e Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R.Questura, Gruppo editoriale L'espresso, Roma. Commissione di Milano, ordinanza contro lui (“Intensa attività antifascista; tra gli ideatori del giornale clandestino Non Mollare uscito a Firenze. Favoreggiamento nell'espatrio di Turati e Pertini”). In: A. Pont, S. Carolini, L'Italia al confine, Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali, Milano, ANPPIA, La Pietra,  Cfr. Commissione di Firenze, ordinanza contro N. Rosselli (“Attività antifascista”). In: A. Pont, S. Carolini, L'Italia al confino  Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali,  Milano, ANPPIA, La Pietra, Cfr. La storia sotto inchiesta: Fuga da Lipari, un esilio per la liberta trasmesso da Rai Storia. Il discorso di Rosselli su Romacivica.net  in.  G. Fiori, Casa Rosselli, Einaudi); M. Franzinelli, “Il delitto Rosselli”; “Anatomia di un omicidio politico, Mondadori, Milano). Altre saggi: “Oggi in Spagna, domani in Italia” (Einaudi, Torino); “Scritti politici e autobiografici (Polis, Napoli, Z. Ciuffoletti e V. Caciulli (Lacaita, Manduria); Lettere G. Salvemini, N. Tranfaglia, «Annali della Fondazione Luigi Einaudi, Torino); “Socialismo liberale” (Einaudi); Il Quarto Stato» di P. Nenni e Rosselli, D. Zucàro, SugarCo, Milano, Epistolario familiar, iSugarCo, Milano); Socialismo liberale, J. Rosselli (Einaudi, Torino); Socialismo liberale, J. Rosselli, introduzione e commento di N. Bobbio, «Attualità del socialismo liberale» e «Tradizione ed eredità del liberalsocialismo», Einaudi Tascabili. Saggi, 1Scritti dell'esilio. I. «Giustizia e libertà» e la concentrazione antifascista Costanzo Casucci, Collana Opere scelte” (Einaudi, Torino); “Scritti politici, Z. Ciuffoletti e P. Bagnoli, Guida, Napoli, -- una grossa anteprima del libri consultabile in rete. Scritti dell'esilio. Lo scioglimento della concentrazione antifascista, C. Casucci, Einaudi, Torino; Liberalismo socialista e socialismo liberale, N. Terraciano (Galzerano, Casalvelino Scalo), Giustizia e libertà, Giuliana Limiti e Mario di Napoli, prefazione di Pietro Larizza, Roma, con la tesi sul sindacalismo (Firenze). Scritti scelti, G. Furiozzi, “Quaderni del Circolo Rosselli”, Alinea Editrice, Firenze); G. Salvemini, Scritti Vari", G. Agosti e A. Garrone, Feltrinelli, Milano, Opere scelte, Cultura e società nella formazione, buona anteprima del pensiero di Salvemini con i rapporti e la grangia politica correlata R. Gremmo "Alla Cagoule" Silenzi e segreti d'un oscuro delitto politico. Storia Ribelle, Biella. A. Garosci, "Vita di Carlo Rosselli", U, Roma, Giustizia e Libertà, A. Levi, "Ricordi” La Nuova Italia, Firenze («Quaderni del Ponte»). S. Merli, "Il dibattito socialista sotto il fascismo. Lettere di R. Morandi, Rivista storica del socialismo», ricompreso in Id., "Fronte antifascista e politica di classe. Socialisti e comunisti in Italia,  De Donato, Bari, Movimento operaio; N. Tranfaglia, "Dall'interventismo all'antifascismo", «Dialoghi del XX», Cfr. il n. 8. informazioni su volume "Rosselli e l'Aventino: l'eredità di Giacomo Matteotti", «Il movimento di liberazione in Italia», Cfr. stralcio di "L’Aventino. L'opposizione diventava per la prima volta opposizione, minoranza; come minoranza, avrebbe potuto darsi una psicologia virile, d'attacco. Ma aveva troppi ex nelle sue file, era troppo appesantita da uomini che avevano gustato le gioie del potere e della popolarità.»  «Fu questo il miracolismo dell'Aventino. Credere di poter vincere con le armi legali l'avversario che ha già vinto sul terreno della forza. Pregustare le gioie del trionfo mentre si riceve la botta più dura. Evitare tutti i problemi. Gobetti dice. L’Aventino ha un mito, il mito della cautela" -- sperando che la borghesia dimentichi Quanto alle masse popolari, che si mostravano nei primi giorni in stato di effervescenza, guai a chi avesse tentato metterle in movimento! Solo i comunisti e le minoranze giovani chiesero lo sciopero generale. Ma le opposizioni non vollero, per non spaventare la borghesia e il sovrano. Carlo Rosselli dall'interventismo a «Giustizia e Libertà»" (Laterza, Bari, Biblioteca di cultura moderna); in appendice: scritti di Carlo Rosselli e Lettera di Carlo Rosselli a P. Nenni; "Dal processo di Savona alla fondazione di Gustizia e Liberta, Le fonti di «Socialismo liberale»", «Il movimento di liberazione in Italia», M.  Lolli, "Alcuni appunti per una lettura del «Socialismo liberale» di Rosselli", «Il pensiero politico», Santi Fedele, "Lo «Schema di programma» di «Giustizia e Libertà», Belfagor, P. Bagnoli, "L'esperienza liberale di Carlo Rosselli,, Italia Contemporanea, L'antifascismo rivoluzionario dei «Quaderni di Giustizia e Libertà»", «Ricerche Storiche», Santi Fedele, "Storia della concentrazione anti-fascista prefazione di N.  Tranfaglia, Feltrinelli, Milano); M. Garbari, "I «vinti» della Resistenza. Nel quarantesimo del sacrificio di Carlo e Nello Rosselli", «Studi Trentini di Scienze Storiche», a"«Quarto Stato» di Pietro Nenni e Rosselli", Tavola rotonda fra R. Bauer, U. Grimaldi, G. Spadolini, D. Zucàro, «Critica Sociale», L. Valiani, "Il pensiero e l'azione”, Nuova Antologia, N. Tranfaglia, "L'anti-fascismo", «Mondo Operaio», R. Vivarelli, "Gaetano Salvemini", «Il pensiero politico», Poi compreso Giovanni Spadolini, "Carlo Rosselli nella lotta per la libertà", con lettere tra Egidio Reale e Carlo Rosselli, «Nuova Antologia», A.  Colombo, "Carlo Rosselli e il «Quarto Stato»", «Nord e Sud», "Giustizia e Libertà nella lotta antifascista e nella storia d'Italia", Atti del convegno internazionale organizzato a Firenze dall'Istituto storico della Resistenza in Toscana, dalla Giunta regionale toscana, dal Comune di Firenze, dalla Provincia di Firenze, La Nuova Italia, Firenze); R.  Bauer, "Carlo Rosselli e la nascita di GL in Italia". J. Petersen, "Giustizia e Libertà in Germania". Pierre Guillen, "La risonanza in Francia dell'azione di GL e dell'assassinio dei Rosselli". F. Rosengarten, "Carlo Rosselli e Silvio Trentin, teorici della rivoluzione italiana". M. Salvadori, "Giellisti e loro amici degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale". Santi Fedele, "Giellisti e socialisti dalla fondazione di GL alla politica dei fronti popolari". Pier Giorgio Zunino, "Giustizia e Libertà e i cattolici". A. Garosci, "Le diverse fasi dell'intervento di Giustizia e Libertà; U. Marzocchi, “Gli’anarchici"; citazione sottostante da un articolo di U. Finetti «Infatti considera una barbarie le stragi di anarchici in Catalogna, tra cui l'uccisione di C. Berneri, l'anarchico che lo affiancava nella guida della Prima colonna italiana formata da tremila anti-fascisti, i primi accorsi” e si ricorda, nel prosieguo, anche la ferma presa di posizione delle Brigate partigiane di Giustizia e Libertà quando E. Canzi e rimosso da comandante unico della XIII zona operante nel piacentino e grazie a questa presa di posizione e reintegrato dopo un breve arresto. Le Brigate partigiane di Giustizia e Libertà sono  in gran parte influenzate dal pensiero di Rosselli.  U. Tommasini, "Testimonianza --  L'eredità di Giustizia e Libertà". M. Piane, "Rapporti tra socialismo liberale e liberalsocialismo". T. Codignola, “Giustizia e Liberta e Partito d'azione". N. Tranfaglia, "C. Rosselli", in "Il movimento operaio italiano; “Dizionario biografico", F. Andreucci e T. Detti, Editori, Roma, A.  Colombo, "C.  Rosselli e il socialismo liberale", «Il Politico», P. Bagnoli, "Di un dissidio in «Giustizia e Libertà». Lettere di M. Levi, R. Giua, N. Chiaromonte, A. Garosci  «Mezzosecolo», n. 3, Centro studi Piero Gobetti, Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Annali 1Luigi Cirillo, "Il socialismo", Fasano, Cosenza); E.  Lussu, "Lettere  e altri scritti di «Giustizia e Libertà»", M. Brigaglia, Editrice Libreria Dessì, Sassari.informazioni su Storia della Sardegna di Manlio Brigaglia, son presenti correlazioni fra i succitati personaggi. "Le componenti mazziniana e cattaneanea in Salvemini e nei Rosselli. G. Belloni",   Convegno, Domus Mazziniana, Pisa. Arti Grafiche Pacini & Mariotti, Pisa,  Comprende: A. Colombo, "Il «Quarto Stato»" A. Varni, "Derivazioni mazziniane nella concezione sindacalista di Carlo Rosselli", Lucio Ceva, "Aspetti politici dell'azione di Carlo Rosselli in Spagna",  G. Tramarollo, "Rosselli e la gioventù del regime",  Paolo Bagnoli, "Il revisionismo rosselliano", in "Guida alla storia del PSI. La ripresa del pensiero socialista tra eresia e tradizione", M. Talluri, «Quaderni del Circolo Rosselli», Giuseppe Galasso, "La democrazia da Cattaneo a Rosselli", Le Monnier, Firenze («Quaderni di storia», A.  Rosselli, Una tragedia italiana" (Bompiani, Milano); F. Kostner, "Carlo Rosselli e il suo socialismo liberale", Lalli, Poggibonsi, Linee politiche; P. Bagnoli, "Tra pensiero politico e azione", Passigli, Firenze, A. Colombo, "Carlo Rosselli e il socialismo liberale", in "Padri della patria. Protagonisti e testimoni di un'altra Italia", FrancoAngeli, Milano, («Ricerche storiche» ). Franco Invernici, "L'alternativa di «Giustizia e Libertà». Economia e politica nei progetti del gruppo di Carlo Rosselli", Angeli, Milano («Studi e ricerche storiche»). L. Valiani, "Da Mazzini alla lotta di liberazione", «Nuova Antologia», D. Scacchi, A.  Colombo, presentazione di G. Spadolini, Casagrande, Lugano,  («Quaderni europei», I). R. Vivarelli, "Le ragioni di un comune impegno. Ricordando Gaetano Salvemini, Carlo e Nello Rosselli, E.  Rossi", «Rivista Storica Italiana», G. Spadolini, "Carlo e Nello Rosselli. Le radici mazziniane del loro pensiero", Passigli, Firenze, 1 («Letture Rosselli», 2). C. Malandrino, "Socialismo e libertà. Autonomie, federalismo, Europa da Rosselli a Silone" (Angeli, Milano); F. Bandini, "Il cono d'ombra. Chi armò la mano degli assassini dei fratelli Rosselli", SugarCo, Milano, Arturo Colombo, "I Rosselli, due guardiani per l'albero della libertà",, "Voci e volti della democrazia. Cultura e impegno civile da Gobetti a Bauer", Le Monnier, Firenze («Quaderni di storia»), Nel nome dei Rosselli. Quaderni del Circolo Rosselli», Angeli, Milano,  G. Muzzi. "A più voci, G. Arfé, C. Casucci, A. Garosci, F. Malgeri, L. Rapone, Scritti dell'esilio", Il Ponte, Il carteggio dei Rosselli con Carlo Silvestri", G. Gabrielli, «Storia Contemporanea», Santi Fedele, "E verrà un'altra Italia. Politica e cultura nei «Quaderni di Giustizia e Libertà»" (Angeli, Milano, Collana di Fondazione di studi storici F. Turati); Z. Ciuffoletti, Il mito della rivoluzione russa e il comunismo", in "Socialismo e Comunismo,  Il Ponte, Paolo Bagnoli, "La lezione rosselliana, La nuova storia. Politica e cultura alla ricerca del socialismo liberale, Festina Lente, FNicola Tranfaglia, "Sul socialismo liberale"; "Dilemmi del liberalsocialismo", M. Bovero, V. Mura, F. Sbarberi, La Nuova Italia, Roma, («Studi Superiori,  Scienze Sociali»). Atti del convegno "Liberalsocialismo: ossimoro o sintesi?", organizzato ad Alghero Dipartimento di Economia istituzioni e società dell'Università Sassari. -- fu pubblicato il primo numero di “Libertà”, periodico legato all'ala socialista del movimento antifascista, il sottotitolo fu la frase di Marx ed Engels: Alla società borghese, con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe, subentrerà un'associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno sarà la condizione del libero sviluppo di tutti e, su invito C. Treves, R. Mondolfo e A. Levi, Rosselli scrive un articolo “Il partito del lavoro in Inghilterra” che fu pubblicato sul numero tre in cui Rosselli riafferma una parte del suo pensiero del periodo. Il partito laburista in base agli elementi che lo compongono può definirsi come una federazione di gruppi economici e di gruppi politici. In realtà è l'organizzazione politica federativa ed associativa del movimento operaio più vecchio e potente del mondo.»  S. Suppa, "Note su Carlo Rosselli: temi per due tradizioni", in I volume "dilemmi del liberalsocialismo, Del Puppo D., Il Quarto Stato, L'attualità di Carlo Rosselli e del socialismo liberale. Dialoghi tra: G. Bosetti, V. Foa, S. Maffettone, E. Marzo, N. Tranfaglia, Supplemento a di Croce Via, Edizioni Italiane, Napoli, Atti del dibattito svoltosi a Napoli  in occasione della presentazione italiana del volume "Liberal socialism", lavoro di Nadia Urbinati, tradotto da William McCuaig, Princeton University Press, Princenton Nadia Urbinati, "La democrazia come fede comune", «il Vieusseux», P. Bagnoli, Rosselli, "Piero Gobetti e la rivoluzione democratica. Uomini e idee tra liberalismo e socialismo", La Nuova Italia, Firenze («Biblioteca di Storia», 55). Costanzo Casucci, "La caratteristica ", con un vademecum, «Belfagor»,  Simone Visciola, Giuseppe Limone, "I Rosselli. Eresia creativa, eredità originale", Napoli, Guida, Piero Graglia, "Unità europea e federalismo. Da Giustizia e Libertà ad Altiero Spinelli", il Mulino, Bologna) "Il dibattito europeista e federalista in «Giustizia e Libertà»", «Storia Contemporanea», Lisetto D., Le élites. Una teoria tra l'elitismo democratico e la democrazia partecipativa", «Scienza & Politica», Pagine scelte di economia, S. Visciola e A.De Ruggiero, Firenze, Le Monnier,  Salvo Mastellone, "Il partito politico nel socialismo liberale «Il pensiero politico», Gianbiagio Furlozzi, "Carlo Rosselli e G. Sorel", «Il pensiero politico», L'eredità democratica da Bignami a Rosselli", Angeli, Milano,  Salvo Mastellone, La rivoluzione liberale del socialismo»". Con scritti e documenti inediti. Olschki, Son riportati testi pubblicati da Carlo Rosselli non inseriti nel  I delle «Opere scelte». "Rosselli. Dizionario delle idee", S. Bucchi, Riuniti, gennaio Antonio Martino, Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura, Roma, Gruppo editoriale L'espresso, Mimmo Franzinelli, "Il delitto Rosselli. Anatomia di un omicidio politico", Mondadori, Milano  Diego Dilettoso, "La Parigi e La Francia di C. Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio", Biblion, Milano. P. Bagnoli. Il socialismo delle libertà. Polistampa, Milano,  P. Bagnoli. Socialismo, giustizia e libertà. Biblion, Milano, Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  G. Iacchini, Socialismo liberale ma... vero!, dMovimento Radical Socialista 55esima brigata Garibaldi. Archivio dei Rosselli. I fratelli Rosselli, genesi di un delitto impunito. C. Berneri. Vite parallele di Massimo Ortalli (da "Umanità Nova" Fondazione Rosselli, Centro di ricerca, Circolo Rosselli Firenze,  "Gaetano Pecora" Socialista e liberale.Bilancio critico di un grande italiano, su politicamagazine. Valdo Spini, "Perché i Rosselli parlano ancora a questa Italia", sul sito repubblica. Carlo Alberto Rosselli. Keywords: sindacalismo, sindacalismo revoluzionario, laburismo, partito laburista, I fabiani, Mill, Bonini, liberalismo, sindacato, sindicato nella storia italiana, sindacato in Roma antica. Refs.: Luigi Speranza, “Rosselli e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Rosselli. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735739686/in/dateposted-public/

 

Rosselli – il veintennio fascista – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Ucciso da assassini legati al regime fascista. Figlio del livornese Giuseppe Emanuele e della veneziana Amelia Pincherle, sorella di Carlo, architetto e pittore, oltreché padre dello scrittore Alberto Moravia. Sia la famiglia paterna che quella maternafermamente legate agli ideali repubblicani e mazziniani, sono stati politicamente attive, avendo partecipato alle vicende del Risorgimento italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura moglie di E. Nathan, sindaco di Roma, e un seguace e stretto collaboratore di Mazzini ed un Pincherle e nominato ministro nella Repubblica di San Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito d'una massiccia insurrezione anti-asburgica guidata da D. Manin e N. Tommaseo. Diresse iil mensile Noi. Discusse con Salvemini la tesi di laurea su “Mazzini e il movimento operaio”. Pubblica numerosi articoli su riviste storiche italiane e il saggio “Mazzini e Bakunin”.  Pubblica il saggio “Pisacane nel Risorgimento italiano”.  La raccolta dei suoi “Saggi sul Risorgimento italiano e altri scritti”, pubblicata da Einaudi. Inizia giovane a far politica e fu col fratello tra i fondatori del giornale "Noi giovani". Col fratello e con P. Calamandrei, e col patrocinio di G. Salvemini, fonda il Circolo di Cultura, chiuso dai fascisti. Fa parte dei fondatori del gruppo fiorentino di Italia libera, fra cui, oltre al fratello, E. Bocci, L. Rochat, D. Vannucci, N. Traquandi. Adere alla fondazione dell'Unione nazionale delle forze liberali e democratiche promossa da G. Amendola, e partecipa alla fondazione del primo giornale antifascista clandestine, “Non Mollare”. Arrestato e condannato a 5 anni di confino a Ustica. Rilasciato, venne nuovamente arrestato e condannato a 5 anni di confino a Ustica e Ponza, dopo la fuga da Lipari del fratello. Ottenne, su intercessione di G. Volpe (probabilmente in buona fede) il passaporto, con una sollecitudine che ad alcuni amici, tra cui P. Calamandrei, parve sospetta e motivata dal fine di arrivare attraverso lui al rifugio del suo fratello. Assassinato a Bagnoles-de-l'Orne da una squadra di cagoulards, miliziani della Cagoule, formazione eversiva di destra su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e di G. Ciano. Con un pretesto vengono fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche di pistola. Carlo muore sul colpo, Nello (colpito per primo) viene finito con un'arma da taglio. I corpi vengono trovati due giorni dopo. I colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti ad essere prosciolti.  Commissione di Firenze, ordinanza contro Rosselli (“Attività antifascista”). In: A.  Pont, L'Italia al confine, Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali, Milano (ANPPIA/La Pietra),  Ustica celebra la libertà dei Rosselli, profilo di G. Volpe, profile nel sistema informatico dell'Archivio di stato di Firenze. G. Fiori, Casa Rosselli, Einaudi, M. Franzinelli, Il delitto Rosselli. Anatomia di un omicidio politico” (Mondadori, Milano. Opere: “Saggi sul Risorgimento e altri scritti” (Torino, Einaudi); “Inghilterra e regno di Sardegna” (Torino, Einaudi); “Mazzini e Bakunin -- dodici anni di movimento operaio in Italia” ( Torino, Einaudi); “Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano” (Torino, Einaudi); Z. Ciuffoletti, “Un filosofo sotto il fascismo. Lettere e scritti vari” (Firenze, La Nuova Italia); A. Colombo, I colori della libertà fra storia, arte e politica” (Milano, Angeli); G. Belardelli (Catanzaro, Rubettino); S.Visciola, “La Scuola di storia moderna e contemporanea. La prima fase della ricerca di storia diplomatica, in Politica, valori e idealità, Maestri dell'Italia civile, L. Rossi, Roma, Carocci, S. Visciola, “Soi "maestri". Il rinnovamento della storiografia italiana fra le due guerre, in I Rosselli: eresia creativa eredità originale, S. Visciola e G. Limone, Guida, Napoli, S. Visciola, Uno filosofo salla ricerca della libertà in tempi difficili. Appunti sparsi per una biografia complessiva ancora da scrivere, in I fratelli Rosselli. L'antifascismo e l'esilio, A. Giacone ed E. Vial, Roma, Carocci,,  G. Tramarollo, “Tra mazzinianesimo e socialismo”,  G. Belardelli, Un filosofo antifascista” (Passigli, Firenze,  («Il filo rosso»). Il carteggio di i Rosselli con C. Silvestri, G. Gabrielli, Storia, M. Franzinelli, “Il delitto Rosselli -- Anatomia di un omicidio politico” (Mondadori, Milano). Treccani Dizionario di storia, Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Sabatino Enrico Nello Rosselli. Nello Rosselli. Rosselli. Keywords: risorgimento, Mazzini, operaismo, movimento operaio, risorgimento italiano. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosselli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736396679

 

Grice e Rosselli – apologeticus – implicature cucullate -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Gimiliano). Filosofo. Far dobbiamo onorevole menzione di lui, letterato insigne del suo tempo e filosofo di grido, Cattedratico in Napoli ed in Salerno; il quale, a dir del Barrio, partitosi pel genio di visitare l'Africa, e ucciso dal proprio schiavo. Della famiglia di cui è stata la madre del celeberrimo G. Scorza, matematico distintissimo, istruttore, autore di merito, ed illustratore della scienza per metodi ed invenzioni, morto non ha guari in Napoli. Conchiudendo adunque, pare non dubbio essere stato il Nifo calabrese di origine, ed avere avuto tra noi i primi rudimenti di letteratura, tali da avergli dato a vivere. Dal contesto di scrittori calabresi, contemporanei alcuni, e vivuti altri dopo breve tempo della morte di lui, a cui noto veniva per recente tradizione, chiaramente se ne rivela il vero. Dscepolo del celebre Nifo, per la sua dottrina e prescelto a leggere filosofia per più anni a Salerno. Saggi: “Apologeticus adversus cucullatos Philosophiae declamatio ad Leonem X Oratio habita Patavi in principio suarum disputationum; “De propositione de inesse secundum Aristotelis mentem libellu; “Universalia Porphiriana” (Calabria, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, L. Accattatis, Di questo filosofo si occupano nei loro studi, tra gli altri, Zambelli e De Franco. "Rosselli di Gimigliano. Dalle origini a noi" (O/esse) che ricostruisce la sua vita e le sue opera. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Tiberio Russiliano-Sesto. Tiberio Rosselli. Rosselli. Keywords: apologeticus, adversus cucullatos philosophiae; de propositione de inesse, universalia porphiriana.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosselli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691969244/in/photolist-2mPsU62-2mPpwbZ-2mLQdrQ-2mKQRx3-2mKjgQZ-2mPHbXQ-25zsJeW-25zsJeL-nphXNB-nqHNYv

 

Rossetti (Vasto). Grice: “A philosopher can also discover a ‘antro di pipistrelle.”” Filosofo, illuminista poliedrico, poeta estemporaneo, tragediografo, archeologo e speleologo, da Martuscelli. Figlio di Nicola Rossetti e Maria Francesca Pietrocòla. Studia a Napoli e Roma. Si trasfere a Elba. Ceelbra la liberazione del Granducato di Toscana con il canto estemporaneo“La superbia dei Galli punita” (Firenze, Gio). Si sposta in Sardegna, sotto la protezione del viceré Carlo Felice. A Sassari compose e rappresenta la tragedia “Morte di San Gavino” (Oristano, Arborense). Si sposta in Provenza, a Nizza, dove scopre la piramide di Falicon, che gli ispira un poemetto in 165 ottave, “La grotta di Monte-Calvo” (Parma). In seguito, si trasfere a Torino, dove conosce Caluso, e si stabilisce a Parma. Inizia a dirigere “Il Taro”. Altri opera. In occasione d'essere l'augusto imperator de' francesi Napoleone I coronato re d'Italia. Cantata (Parma, Luigi); La note” (Parma, Paganino); “Alla tomba di Hoffsteder” (Parma, Luigi); “Ode Saffica” (Parma, Giuseppe Paganino); “Le nozze d’Esculapio De Cinque” (Lanciano, Carabba); “Annibale in Capua (Napoli, Flautina);  A. Lombardi, Storia della letteratura italiana” (Venezia); F. Andreola, Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli,  N. Gervasi,  La famiglia Pietrocola di Vasto; L. Spadaccini, Rossetti e le sue battaglie per la libertà”; Rossetti e quei versi ispirati dalla cacciata dei francesi, G. Catania, Rossetti e la grotta del monte Calvo, E. Mugoni, Il fratello perduto, in Studi medievali e moderni. Nei panni dello speleologo ante litteram, si avventura in una cavità del monte Calvo, scoprendo nelle viscere della terra un antro, che ama definire fascinoso ed insieme orribile. Ne celebra la scoperta con la pubblicazione di un poemetto di 165 ottave, “La grotta del monte Calvo”; dato alle stampe a Torino, per i tipi di Domenico Pane, Parma. A Pezzana subentra nella direzione. Si mostra più attento alle notizie scientifiche e contribue ad introdurre nel periodico notizie leggere, come favole e indovinelli che il più delle volte incensano il nome di Napoleone. Con la sua direzionei supplementi al periodico, da semplici elenchi riguardanti le vendite per espropriazioni forzate, si trasformamo in pagine che arricchiscono i contenuti culturali e di svago della testata. L. Marchesani, Storia di Vasto, Apruzzo Citeriore, Napoli, Torchi dell'Osservatore Medico, retro copertina di P. Spadaccini, “Rossetti e la Grotta di Monte Calvo: tra mistero e leggenda, Lanciano, Il torcoliere, D. Martuscelli. Saggi: “Opere” (Parma, Paganino); “Ai liberatori dell'Italia. Ode di Tavanti; Chiari nella Condotta, L. Anelli, Ricordi di storia vastese, Arte della stampa, G. Oliva, “Abum di famiglia: documenti, testimonianze, immagini” (Lanciano, Carabba); P. Spadaccini, Rossetti e la grotta del monte Calvo: tra mistero e leggenda”; Lanciano, IL torcoliere, Eleonora Mugoni, Il fratello perduto: Gabriele e Domenico Rossetti, in Studi medievali e moderni. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Domenico Rossetti. Rossetti. Keywords: il fratello perduto, la Dora, L’Emonia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossetti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716356440/in/photolist-2mPC6Zb-2mMZQZW-2mLQ1Vx-mMHj7J

 

Grice e Rossi – filosofia italiana – la volonta e la temperanza -- Luigi Speranza (Appignano del Tronto). Filosofo. Grice: “Rossi touches many Griciean points: universalia, strength of will, and etc. – he also commented, like I did, on Aristotle’s metaphysics.” Attivo filosofo fra Aureolo e Rimini, dalla parte di Occam e Cesena, e oppositore di Giovanni XXII, nelle dispute dei fraticelli, che portarono alla sua espulsione dall'ordine. Ha idee innovative e spesso influenti in teologia filosofica, filosofia naturale, metafisica e teoria politica.  Soprannominato come "doctor succinctus" e "doctor praefulgidus", come osservabile dalle iscrizioni su uno degli affreschi del convento di Bolzano, e studiato e commentato soprattutto per alcune tesi risalenti del suo Commento alle Sentenze, i Libri Quattuor Sententiarum dichiarazioni autorevoli sui passi biblici che l'opera riune di Lombardo. Le sue vedute contribuiscono all'evoluzione della filosofia basso-medievale. Appignano del Tronto fa parte all'epoca della Marca di Anconada. Nacque da una famiglia con il nome di Rossi (Rubeus). Studia sotto Duns Scoto. Insegna a Perugia. Sottoscrive la risoluzione con la quale viene dichiarata lecita la tesi secondo la quale Cristo e gli apostoli non mai possedeno beni. Prende parte attiva alle lotte interne riguardanti la povertà che divide l'ordine. Insieme a Michele da Cesena, Occam e Bonagrazia di Bergamo, sostenne una regola di assoluta povertà per i successori di Cristo e per la chiesa. Si ribella a Giovanni XXII, sostenendo il suo avversario, l'imperatore Ludovico. I francescani che rifiutano la condanna della critica dei frati minori della bolla Cum inter nonnullos di Giovanni XXII sono accusati di eresia. Questo avvicina l'ordine allo schieramento anti-papale rappresentato da Ludovico. Questi era divenuto ostile a Roma  dopo che Roma rifiuta la conferma e l'incoronazione come imperatore dopo l'elezione a re di Germania, preferendogli Federico I. Ludovico scomunicato, rispose con un Appello. Con esso Roma fra l'altro, viene accusato di eresia, quindi delegittimato per la sua presa di posizione nella disputa sulla povertà. Lo scontro divenne acceso, la conciliazione di Cesena  al capitolo di Lione falle. Cesena venne convocato e trattenuto ad Avignone insieme a Bonagrazia da Bergamo ed Occam.  Rossi come lector nello Studium generale dell'Ordine, sottoscrive una protesta redatta da Cesena  contro l'operato di Giovanni XXII. Ludovico i giunge in Italia, prende la corona imperial. Dichiarato deposto Giovanni XXII. Nomina Pietro da Corbara, con il nome di Niccolò V.  Scomunicato da Giovanni XXII, Rossi decide di raggiungere, fuggendo, Ludovico a Pisa con i suoi con-fratelli prigionieri. Ancora una volta si ribella per protestare contro la sua scomunica. A Pisa i quattro pubblicano un documento, l'”Appellatio maior”, nel quale Giovanni XXII e dichiarato eretico per la sua posizione nella questione della povertà. Lui e i suoi compagni andano però perdendo le simpatie all'interno dell'Ordine. Il tentativo di Cesena di impedire lo svolgimento del capitolo generale convocato a Parigi falle, mentre la riunione dell'Ordine conferma la scomunica di Cesena ed elesse, quale nuovo ministro generale Guiral Ot, ovvero Geraldo di Oddone, favorevole alla Curia. Lui e i suoi compagni sono condannati ed e formalmente confermata la loro scomunica. Rossi ispira la protesta espressa nelle “Allegationes religiosorum virorum”, che dichiara invalida la deposizione di Cesena e l'elezione di Oddone, per l'esclusione di metà degli aventi diritto alla partecipazione al capitolo. I quattro francescani, con Marsilio da Padova, entrano a far parte della curia di Ludovico. Con lui, raggiunsero Monaco di iera, ove si stabilirono nel convento. Perseguitato dalle autorità ecclesiastiche in Italia, fa una ritrattazione formale (che doveva servire da esempio per tutti i dissidenti successivi) e si riconcilia con la chiesa e con l'ordine.  Nel Improbatio, si concentra sulla determinazione di quando e dove i diritti di proprietà hanno origine per sostenere la convinzione che Cristo vive in povertà assoluta. Distingue tra due tipi di proprietà: la proprietà prima della caduta di Adamo, e la proprietà dopo. La proprietà prima della caduta di Adamo, nota anche come la proprietà dello stato pre-lapsario, momento in cui tutte le creature di Dio si rallegrarono nella felicità, sono profondamente collegati tra loro, e condivisa nella creazione di Dio. La proprietà dopo la caduta d’Adamo è stata causata dal primo peccato d’Adamo, rendendo la questione del “diritto di proprietà” distintamente umana. Giovanni XII nega che l'origine della proprietà era legato agl’esseri umani, sostenendo che e il peccato d’Adamo in sé ad esserne la causa. Rossi convene che, senza peccato non ci sarebbero il diritto di proprietà. Tuttavia, il peccato non porta immediatamente al concetto di “diritto di proprietà”. Sostenne che la legge umana è responsabile della formazione del concetto di “diritto di proprietà” non la legge divina. Usa la storia di Caino e Abele, citando volontà corrotta di Caino per sostenere la sua convinzione. Fiorirono una serie di studi nel contesto della filosofia naturale in relazione alla dottrina aristotelica del movimento applicata al moto del proiettile. Per Aristotele un corpo inanimato si muove spontaneamente verso il loro luogo naturale. Un corpo in movimento deve alla presenza continua, e per contatto, di un motore che dirige il corpo verso un’altra direzione. Già Giovanni Filopono mosso logiche obiezioni a questa dottrina.  Con la definizione di un “impeto”, la discussione prosegue, ripresa d’Aquino.  Solo con Rossi si giunse a conclusione. La sua teoria sul moto del proiettile o moto para-bolico, indicato come virtus de-relicta (forza rimanente), è descritta nelle sezioni di suoi commenti sulle Sentenze che spiegano la consacrazione dell'Eucarestia, in una quaestio sull’efficacia dei sacramenti. Il moto di un corpo è causato da una forza lasciata dal corpo che agiva su di essa forza, quella forza residua impressa al proiettile durante il lancio. A differenza della teoria dell'inerzia che ha lo scopo di spiegare solo il fenomeno naturale, la sua teoria della virtu de-re-licta è una spiegazione che include i fenomeni naturali e sopra-naturali. Questa virtu “derelicta” spiega diversi tipi di moto perpetuo e finite ed è destinato a tener conto delle variazioni innaturali. Gli elementi chiave della de-re-licta virtu includono:  Un corpo viene messo in moto da un altro corpo, che lascia la forza rimanente in corpo in movimento. All'inizio di un dato movimento, la ‘de-re-licta’ virtu puo lavorare con o contro la naturale disposizione del corpo in movimento. Se funziona *contro* il corpo in movimento, la virtus derelicta si dissipa ed eventualmente lascia il corpo, cessando il moto. Se funziona *con* il corpo in movimento, la virtus derelicta rimane nel corpo, provocando il potenziale moto perpetuo. Ci sono stati diversi filosofi prima del suo tempo, come ad esempio Richard Rufus di Cornovaglia che sembrano disporre già di versioni della “virtus derelicta”. Quindi non è chiaro se questa teoria sia veramente originta autonomamente da lui. Tuttavia, filosofi come Buridano e Odonis utilizzano la teoria di Rossi per affinare i propri concetti di virtus derelicta, confermando che gioca un ruolo chiave nell'evoluzione della filosofia sulla fisica. Nel secondo libro dei Commentari sulle Sentenze, si focalizza su come la volontà potrebbe agire contro la ragione con conseguente colpevolezza morale. Se la volontà potrebbe o agire prima, o contro giudizio razionale. La volontà è la causa dell'azione. Dopo che l’agente elabora un giudizio, la sua volontà decide di agire sia in conformità con tale giudizio o *contro* di esso. La volontà e il termine medio tra giudizio e azione. Senza di volonta, il giudizio richiederebbe un'azione, negando il concetto di libero arbitrio e colpevolezza morale. Inoltre, la volontà dell’agente è sotto una legge che *obbliga* a compiere un atto buono. Senza questo impegno non ci sarebbe peccato, o colpevolezza morale. Per rispondere a come la volontà dell’agente puo andare contro tale obbligo, distingue tra l’atto apprensivo e l’atto gidicativio. L’atto apprensivo è necessario per far funzionare la volontà. L’atto apprensivo è frutto della cognizione intellettuali e del giudizio. L’atto giudicativo è formato dalla *conoscenza* più complessa in cui il ragionamento si applica giudiziosamente. La volontà non richiede un atto giudicativo da eseguire. Ciò spiega come gl’esseri umani sono in grado di peccare. La volontà non dipende da un giudizio *razionale*. Per evitare l'obiezione che il giudizio è necessario per il ragionamento e non può essere ignorato nel processo deliberativo, offre un'ulteriore distinzione tra *conoscenza* apprensiva e *conoscenza* giudicativa, e due tipi di giudizi riflettenti razionali. Queste distinzioni consentono un giudizio da selezionare su un'altra causa della forza che riceve da essere *selezionato* dalla volontà. Altri saggi: “Improbatio contra libellum Domini Johannis qui incipit Quia vir reprobus, una confutazione alla bolla papale di Giovanni XII. Quodlibet cum quaestionibus selectis ex commentario in librum Sententiarum. Affronta i principali temi: le relazioni delle persone divine all'interno della trinità e il rapporto tra il creatore e il mondo, la libertà di dio nel creare, la pre-scienza divina e la pre-destinazione alla salvezza. “Sententia et compilatio super libros Physicorum Aristotelis Quaestiones praeambulae et Prologus” -- Riflette sullo statuto scientifico della teologia e della metafisica. Distingue primi libri prima ad decimam Questes super metaphysicam. Repertorium biblicum Medii Aevi, IMatriti Visita triennale di O. Civelli, Picenum seraphicum, A. Ratisbona, Chronica de ducibus ariae, G. Leidinger, in Mon. Germ. Hist., M. Firenze, Compendium chronicarum fratrum minorum, in Arch. franc. hist., A. Emmen, in Lex. fA. Heysse, Descriptio codicis Bibliothecae Laurentianae Florentinae S. Crucis, Plut. A. Heysse, Duo documenta de polemica inter Gerardum Oddonem et Michaelem de Caesena, Perpiniani, Monachii,  in Arch. franc. hist., A. Pompei, Enciclopedia filosofica, Venezia, cfr. anche impeto, A. Possevino, Apparatus sacer, Venezia; A. Tabarroni, Paupertas Christi et apostolorum. L'ideale francescano in discussione Roma A. Teetaert, Deus et homo ad mentem I. Duns Scoti. Acta Congressus scotistici Vindobonae, Roma; C. Dolcini, “Crisi di poteri e politologia in crisi” (Bologna); “C. Dolcini, Il pensiero politico di Michele da Cesena,  Faenza, Roma C.Schabel, Il determinismo, Picenum Seraphicum. C. Schabel, “La virtus derelicta e il contesto del suo sviluppo” in C. Schabel, “La dottrina sulla predestinazione di Rossi,” Picenum Seraphicum, F. Giambonini, Giovanni dalle Celle, L. Marsili, Lettere, Firenze, Repertorium Commentariorumin Sententias Petri Lombardi, F. Tinivella, Enciclopedia cattolica, Vaticano, F. Gonzaga, De origine seraphicae Religionis franciscanae, G. Cantalamessa Carboni, Memorie intorno i letterati e gli artisti della città di Ascoli nel Piceno, Ascoli, G. Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia, Brescia, G. Sbaraglia, Scrittori francescani piceni; G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad Scriptores trium Ordinum S. Francisci, Roma; I.A. Fabricius, Bibliotheca Latina mediae et infimae aetatis, Firenze; L. Wadding, Annales minorum, Quaracchi, L. Wadding, Scriptores Ordinis Minorum quibus accessit syllabus illorum qui ex eodem Ordine pro fide Christi fortiter occubuerunt, priores atramento, posteriores sanguin. christianam religionem asseruerunt, recensuit Fr. Lucas Waddingus ejusdem Instituti Theologus, ex Typographia Francisci Alberti Tani, Roma,  Ludger Meier, De schola franciscana Erfordiensi. N. Glassberger, Chronica, in Analecta franciscana, II, Ad Claras Aquas; N. Schneider, N. Mariani, “Francisci de Marchia sive de Esculo, Quodlibet cum quaestionibus selectis ex commentario in librum Sententiarum, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata; N. Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo, Sententia et compilatio super libros Physicorum Aristotelis, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata; N. Mariani, Due Sermoni, Archivum Franciscanum Historicum Nazareno Mariani, Francesco di Appignano OFM, Contestazione, Appignano del Tronto, Nazareno Mariani, Francisci de Esculo, OFM, Improbatio contra libellum Domini Johannis qui incipit Quia vir reprobus, ed. (= Spicilegium Bonaventurianum) Grottaferrata; N. Mariani, Francisci de Marchia, “Quaestiones super Metaphysicam”; Spicilegium Bonaventurianum), Grottaferrata; N. Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo, “Commentarius in IV libros Sententiarum Petri Lombardi”; “Distinctiones primi libri a prima ad decimam”; Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata; N.  Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo, “Commentarius in IV libros Sententiarum Petri Lombardi; “Distinctiones primi libri a undecima ad vigesimam octavam, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata, N. Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo, Commentarius in IV libros Sententiarum Petri Lombardi. Distinctiones primi libri a vigesima noa ad quadragesimam octavam, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata); N. Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo, “Commentarius in IV libros Sententiarum Petri Lombardi”; “Quaestiones praeambulae et Prologus, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata); N. Mariani, Franciscus de Esculo, “Improbatio”, Grottaferrata); N. Mariani, “Questioni sulla metafisica”, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata; N. Minorita, Chronica. Cividali, Il beato G. dalle Celle, in Mem. dell'Accad. dei Lincei,   Gauchat, Cardinal Bertrand de Turre, Ord. min. conc.   "Quaestiones in Metaphysicam", F. Serino. Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, R. Lambertini, “La proprietà di Adamo”; “Stato d'innocenza ed origine del dominium nel Commento alle Sentenze e nell'”Improbatio” di F. d'Ascoli, in Bull. dell'Ist. stor. ital. per il Medio Evo, IC  R.F. Bennett, H. Offler, Guillelmi de Ockham Opera politica, Mancunii S. Baluze G.D. Mansi, Miscellanea novo ordine digesta, Lucae S. Cipriani, Dizionario ecclesiastico (Torino); Collectanea franciscana, T. Nani, W. Duba, D. Carron, G. Etzkorn, “Francisci de Marchia, “Quaestiones in secundum librum Sententiarum”, Reportatio, Quaestiones,  Leuven; W. Eckermann, Hugolini de Urbe Veteri Commentarius in quattuor libros Sententiarum.  Francesco d'Ascoli, Francesco della Marchia, Francesco d'Appignano, Francisco de Esculo, Franciscus Pignano, Franciscus Rubeus, Francesco Rossi, Schneider, A proposito della teoria dell'mpetus nella filosofia della natura. G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S. Francisci a Waddingo aliisve descriptos; cum adnotationibus ad Syllabum matyrum eorundem ordinum, S. Michaelis ad ripam apud Linum Contedini, Roma, L. Wadding, Scriptores Ordinis minorum, Roma, Napoli, Biblioteca Nazionale. Explicit fratris Francisci de Marchia super primum Sententiarum secundum reportationem factam sub eo tempore, quo legit Sententias Parisius anno Domini; Commento ai primi sette libri della “Metaphysica” di Aristotele, N. Minorita, Cronaca, G. Pamiers, Quodlibet  “Acta, gesta et facta fuerunt praedicta coram religiosis et honestis viris, fratribus Ordinis Minorum”, Francisco de Esculo, in sacra theologia doctore et lectore tunc in conventu Fratrum Minorum de Avenione. M. Lambert, Povertà francescana;  La dottrina dell'assoluta povertà di Cristo e degli apostoli nell'Ordine francescano, Biblioteca Francescana, Cf. MS Firenze, Biblioteca Laurenziana, Santa Croce, pluteo, sinistra,  Appellatio maior, N. Minorita, Chronica. Cui appellationi et provocationi incontinenti adhaeserunt et eam approerunt religiosi viri frater Franciscus de Esculo, doctor in sacra pagina. F. d'Ascoli, Occam, Enrico di Talheim e Bonagrazia da Bergamo, Allegationes religiosorum virorum, Baluze-Mansi in Miscellanea, Lucca e dallo Eubel in Bullarium Franciscanum, Roma,  R. Lambertini, “Rossi e Occam: alcuni aspetti di un rapporto non facile, Convegno su Francesco d'Appignano; Jesi, Terra dei Fioretti;  Lambertini, F. d'Appignano ed Occam: alcuni aspetti di un rapporto non facile in AConvegno su F. d'Appignano; Jesi, Edizione Terra dei Fioretti;  G. Filipono, Commentari alle opere di Aristotele, “Sulla generazione e corruzione”; “Sull'anima”; “Analitici primi”; “Analitici secondi”; “Le Categorie, Fisica, Meteorologia  Fabio Zanin, Francis of Marchia, Virtus Derelicta.   --  "How is Strength of the Will Possible? (cfr. H. P. Grice, “I’ll show Davidson how continentia and temperantia are POSSIBLE!”). Dopo la grande edizione critica di N. Mariani, Grottaferrata, Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Centro Studi Francesco d'Appignano. Francesco Rossi della Marca. Rossi. Keywords: continentia, temperanza, giudizio, giudicazione, volonta, volere, atto apprensivo, appresione, atto giudicativo, conoscenza apprensiva, conoscenza giudicativa, decisione, libero arbitrio, colpavolezza morale, agire l’atto buono, possibilita della colpavolezza morale, la legge, la volonta sotto la legge, giudizio razionale, agire razionale, ragionamento, conclusione, sillogismo pratico, elezione, la caduta d’Adamo, la teoria dell’elezione e la deliberazione, i peripatetici, virtus de-re-licta, teoria del moto, moto perpetuo, virtus contro il corpo, virtus con il corpo, volonta con il giudizio, volonta contro il giudizio.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736603825/in/datetaken/

 

Grice e Rossi – l’implicatura di Lucrezio – filosofia italiana -- Luigi Speranza (San Giorgio la Montagna). Filosofo. "il più grande e puro metafisico" nelle parole di Vico. Vive a Montefusco. Studia a Napoli. Scrive diverse saggi tra cui il più importante rimane Della mente sovrana del mondo.  Altri aggi: Considerazioni di alcuni misteri divini, raccolti in tre dialoghi,  Dell'animo dell'uomo,  Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Tommaso Rossi. Rossi. Keywords: implicature moderna, argumenti contro Lucrezio, Lucrezio, De rerum natura, animi degl’uomini, anime degl’uomini, animo/anima, corpi degl’uomini, corpi degl’animali, degl’affetti degl’uomini, il senso, il moto, i corpuscoli. Ossessione con Lucrezio come filosofo romano.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735678786/in/datetaken/

 

Grice e Rossi – lo storicismo – filosofia italiana – Luigi Speranza (Torino). Filosofo. Studia  a Torino sotto Abbagnano, Napoli, e Milano. Insegna a Cagliari e Torino. Studia lo storicismo, l’illuminismo, e il positivismo. Saggi: “Lo storicismo” (Einaudi, Torino); “Storia e storicismo” (Lerici, Milano); “La storiografia Saggiatore, Milano); “Oltre lo storicismo (Saggiatore, Milano); “Storia della filosofia”, Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Cf. Grice, “Speranza e l’opera di Grice in Italia.” Rossi. Keywords: lo storicismo, la critica della ragione storica, la storia della filosofia – l’antichita – filosofia romana, filosofia antica, gl’antichi, la filosofia romana, filosofia italica – indice al volume ‘L’antichita’ nella ‘Storia della filosofia” – “L’antichita” – storiografia filosofica – l’origine della filosofia italica, l’origine della filosofia romana. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734837492/in/datetaken/

 

Grice e Rossi – l’implicatura di Vico – filosofia italiana – Luigi Speranza (Urbino). Filosofo.  Studia ad Ancona, Bologna, e Firenze sotto Garin. Insegna a Città di Castello e Milano. Lavora all'Enciclopedia dei ragazzi presso la casa editrice Mondadori.  Insegna a Cagliari, Bologna, e Firenze. Si occupa di storia della filosofia e della scienza, con particolare riguardo al Cinquecento e al Seicento, pubblicando saggi. Cura edizioni di diversi autori, tra i quali Cattaneo (Mondadori) e Vico (Rizzoli). Le collaborazioni con giornali vanno dalla rubrica "Scienza e filosofia" sul settimanale Panorama alla rubrica "Storia delle idee" per il supplemento culturale La Domenica del quotidiano Il Sole 24 ore. Della "rivoluzione scientifica" sostiene che la scienza vive un vero e proprio mutamento di paradigma. Il carattere rivoluzionario dei mutamenti nel modo di fare scienza avvenuti all'epoca di Galilei grazie a una serie di fattori: la visione della natura, non più divisa tra corpi naturali e "artificiali", la dimensione continentale (e, in prospettiva, mondiale) della cultura scientifica, l'autonomia da Roma, la pubblicità dei risultati. Un'altra importante novità e costituita dal formarsi di un'autonoma comunità scientifica, "una sorta di autonoma Repubblica della Scienza dove non esiste l'ipse dixit".  Si dedica al tema della memoria, in chiave filosofica e storica, in “Il passato, la memoria, l'oblio”. Analizza e denuncia l'esistenza di diverse forme di "ostilità alla scienza" (il "primitivismo" e l'"anti-scienza") che, come forma di reazione allo sviluppo tecnologico e industriale, propugnano come soluzione di tutti i mali il ritorno a un mondo pre-moderno idealizzato e il rifiuto della razionalità. Socio corrispondente dell'Accademia Pontaniana di Napoli. Dei lincei. Saggi: “Acocio” (Milano, Bocca); “Favole antiche” (Milano, Bocca); “Dalla magia alla scienza” (Bari, Laterza); “Clavis Universalis: arti della memoria e logica combinatoria” (Milano, Napoli, R. Ricciardi); “I filosofi e le machine” (Milano, Feltrinelli); “Galilei” (Roma-Milano, CEI-Compagnia Edizioni Internazionali, “Il pensiero di Galilei: una antologia dagli scritti, Torino, Loescher); “Le sterminate antichità: studi vichiani” (Pisa, Nistri-Lischi); “Storia e filosofia: saggi sulla storiografia filosofica, Torino, Einaudi); “Aspetti della rivoluzione scientifica, Napoli, A. Morano); “La rivoluzione scientifica” (Torino, Loescher, Pisa, Edizioni ETS,  “Immagini della scienza,” Roma, Editori Riuniti); “I segni del tempo: Storia della nazione italiana in Vico” Milano, Feltrinelli); “I ragni e le formiche: un'apologia della storia della scienza,” Bologna, Il Mulino); “Storia della scienza,” Torino, Utet, “La scienza e la filosofia dei moderni: aspetti della rivoluzione scientifica,” Torino, Boringhieri, “Paragone degli ingegni moderni e post-moderni,”Bologna, Il Mulino, “Il passato, la memoria, l'oblio: sei saggi di storia delle idee” (Bologna, Mulino); “La filosofia,” Torino, Utet, “Naufragi senza spettatore: l'idea di progresso,” Bologna, Il Mulino, “La nascita della scienza” Roma, Laterza, “Le sterminate antichità e nuovi saggi vichiani,” Scandicci, La Nuova Italia, “Un altro presente: saggi sulla storia della filosofia,” Bologna, Il Mulino); “Bambini, sogni, furori: tre lezioni di storia delle idee, Milano, Feltrinelli); “Il tempo dei maghi: Rinascimento e modernità, Milano, R. Cortina, Speranze, Bologna, Il Mulino, Mangiare, Bologna, Il Mulino,  Un breve viaggio e altre storie: le guerre, gli uomini, la memoria (Milano, Cortina); saggi in onore di Paolo Rossi, Antonello La Vergata e Alessandro Pagnini, Nuova Italia, Firenze, Segni e percorsi della modernità: saggi in onore, F. Abbri e M. Segala, Dipartimento di Studi Filosofici dell'Siena, Antonio Rainone, «Rossi Monti, Paolo» in Enciclopedia ItalianaVI Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Ferdinando Abbri, Nuncius, Dizionario di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Un maestro, Pisa, Edizioni della Normale, Tra Banfi e Garin: la formazione, in Rivista di filosofia, Treccani Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Enciclopedia multimediale RAI delle scienze filosofiche -- Per una scienza libera, intervista. Storia Moderna, : memoria e reminiscenza, sul  RAI Filosofia, su filosofia.rai. Il Fondo Rossi nella biblioteca del Museo Galileo. Paolo Rossi. Paolo Rossi Monti. Monti. Keywords: Cattaneo, Aconzio, Vico, Galilei, nato Paolo Rossi, adottato dalla zia materna, Monti, Vico, Vinci, Garin, Banfi, la storia della nazione italiana, Vico e la storia della nazione italiana, favola antica, dalla magia alla scienza, bruno.  – Refs. Luigi Speranza, “Grice e Rossi: l’implicatura di Vico” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51667660922/in/photolist-2mHGgw3-E4u3XA-2mKr38G-BNZ85J-ALFv7d-AxxzTD-AZWYJA-ApRtxq-Axw9LB-B3MNUK-A6poSZ-BcuYTZ-ApQAXh-ApiFAg-Bah84L-AxtCpu-BcuKBD-B1z6ph-B3gchn-B3QKYi-ApmdTH-Axwy9t-AscfFc-AxwmBa-Bcutrc-AewDtF-B26qKh-A6ZQf4-Bajmv1-A6q9QZ-Apk84E-AeC6uP-Bcvwwt-Bbwckk-B27ZJG-oaRQwU-nTsKH2-nTt1ft-oaWxtt-o8NdWA-o7k5vN-nKMCbE-o58rvZ-nUfS4K-nVy125-nbpW4V-nbpUW6-nsWw87-nbpHBc-nt44Az

 

Grice e Rosso – filosofia siciliana – filosofia italiana – Luigi Speranza (Corleone). Flosofo. Vive a Palermo. Scrisse tre saggi. Il primo e “Varie cose notabili occorse in Palermo ed in Sicilia”. Il secondo e “Descrizione di tutti i Luoghi Sacri della felice Città di Palermo”. Descrive le chiese di Palermo. Questo saggio e ricordato in vari altri saggi. Il terzo saggio e “Diario Palermitano”. Il comune di Palermo gli dedica una via.  Biblioteca storica e letteraria di Sicilia: Mira/bibl Siciliana. D. Ciccarelli e M. Valenza, La Sicilia e l'Immacolata: non solo 150 anni. Atti del convegno, T. Pugliatti, Pittura del Cinquecento in Sicilia, Electa, pagine  Roma. Istituto di studi bizantini e neo-ellenici, Rivista di studi bizantini e neo-ellenici. G. Marzo, Biblioteca storica e letteraria di Sicilia: Opere storiche inedite. Valerio Rosso. Rosso. Keywords: filosofia siciliana, filosofia italiana. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosso” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734795297/in/datetaken/

 

Grice e Rota – la lavagna del grupo di giocco – filosofia italiana – Luigi Speranza (Vigevano).  Filosofo. Italian philosopher. Grice: “Many Italian philosophers would not consider Rota an Italian philosopher seeing that he earned his maximal degree without (not within) Italy! And right they would, too!” Saggi: “Pensieri discreti” (Garzanti). Dizionario biografico degl’italini. F. Palombi, “La stella e l’intero – la ricercar di Rota tra matematica e fenomenologia” (Boringhieri); D. Senato, “Matematico e filosofo” (Springer)Gian-Carlo Rota. Rota. Aune: “I left the play group when I realised that Grice could care less about blackboards!” -- Keywords: il primate dell’identita, Whitehead, fenomenologia, Husserl, Heidegger, tra fenomenologia e matematica, la stella e l’intero, discrezione, indiscrezioni, combinatoria e filosofia, la lavagna del gruppo di giocco. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Rota," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/

 

Grice e Rotondi – Roma antica – filosofia italiana. – Luigi Speranza (Vicovaro).  Filosofo. I primi anni di attività della sua “libreria delle occasione” sono piuttosto travagliati in quanto le autorità fasciste, infastidite dalla tipologia eterodossa dei testi in vendita, operano diversi sequestri e infliggono sanzioni. Costretto a chiudere la libreria per evitare il richiamo alle armi della Repubblica Sociale Italiana. Considerato disertore, si rifugia con la famiglia a Vicovaro. Individuato in seguito ad una delazione, riesce fortunosamente a sfuggire alla cattura e si allontana verso le montagne che circondano il paese, inseguito dappresso da Tedeschi. Disperando di potersi salvare, si nasconde nei pressi di una casa abbandonata, popolarmente ritenuta abitata dagli spirit  e qui avviene l'evento fondamentale sopra descritto che cambierà la sua vita e le sue convinzioni, aprendolo alla conoscenza del mondo spirituale. Improvvisamente ha una visione folgorante nel Cielo. Sedetti a contemplare la scena. Una catena di globi luminosi dall'alto scendevano fin giù, penetravano nella terra, poi altri che risalivano e poi ridiscendevano come per riunirsi in un misterioso convegno. Si sentivano delle voci indistinte. Si trattiene ad osservare tale spettacolo misterioso salvandosi, in questo modo, dal rastrellamento in corso nel vicino paese di Roccagiovine. Questo primo decisivo contatto con il paranormale  raccontato in "Il protettore invisibile". Tale evento rappresenterà l'inizio del suo studio e del suo interesse nei confronti dell'esoterismo e della spiritualità. Pubblica massime, proverbi e aforismi di Roma antica. Dà alle stampe “L’arte del silenzio e l’uso della parola”, un originale e lungimirante saggio il cui intento si manifesta già dalla dedica, firmato con lo pseudonimo di Vico di Varo, derivato chiaramente dal suo paese natale. Viene incaricato di redigere un opuscolo commemorativo in occasione dell'inaugurazione in Vicovaro del Monumento in onore delle vittime della strage nazista delle Pratarelle. Svolge una funzione di aggregazione e catalizzazione culturale in anni difficili in cui certi ambiti di studio venivano guardati con sospetto, quando non con manifesta ostilità.  Partecipa e svolge un ruolo tutt'altro che secondario nel Cerchio Firenze, una delle più importanti esperienze para-psicologiche collettive italiane. Lui la sua libreria,  sono ormai un punto di riferimento di tutto un mondo culturale in espansione e finalmente libero da ogni censura. Pubblica  titoli presso diverse case editrici (Mediterranee, Astrolabio, Sugarco, S.A.S.), firmandoli oltre che con il suo vero nome con il pseudonimo ‘Amadeus Voldben’, acronimo di “Volontario del Bene”. Tale nome d’arte sta ad indicare la missione che si e prefisso e che delinea nel libriccino “I volontari del bene”, vera e propria bibbia per tutti coloro che si riconoscono nel progetto di diffusione del bene.  Oltre al valore intrinseco degli scritti, sono le riunioni e la sua stessa presenza in libreria a suscitare curiosità e interesse presso un pubblico molto ampio che vede in lui una guida spirituale in grado di fornire suggerimenti mai banali e, da educatore, sempre comprensibili. Dietro la sua apparente severità, che è semplicemente rifiuto della superficialità, traspare la disponibilità e l'umanità, accessibili a chiunque si sforzi di varcare il civico 82 di via Merulana. Si caratterizza da una produzione culturale ed una serena consapevolezza. Regala gemme di saggezza e consigli. Oltre ai testi pubblicati lascia altri scritti, alcuni pronti per la stampa altri bisognosi di revisione, che vengono pubblicati da i quali si sono impegnati a proseguire l'attività in libreria, mantenendosi fedeli all'impostazione originaria da lui delineata. La libreria riceve il riconoscimento di "negozio storico" da parte del Comune di Roma.  Opere: Saggezza ” (I della collana Le Perle, ristampato da Astrolabio. L'arte del silenzio e l'uso della parola, ristampato dalla Libreria Rotondi; Saggezza di Roma antica, collana Le Perle). Saggezza dell'antica Grecia, collana Le Perle). Amore e saggezza nel pensiero,  collana Le Perle). Il giardino della saggezza, collana Le Perle). “Dopo Nostradamus: le grandi profezie sul futuro dell'umanità” (Mediterranee); “Un'arte di vivere: via segreta alla serenità” (Mediterranee); “La coppa d'oro: insegnamenti dei maestri, fonte di luce e di energia, SAS; Le influenze negative: come neutralizzarle, SugarCo,,  Il protettore invisibile: la guida che ci aiuta nei momenti difficili della vita, Mediterranee, La voce misteriosa, Astrolabio; Lo scopo e il significato della vita: perché si nasce, perché si vive, perché si muore, Mediterranee, I prodigi del pensiero positivo: il suo potere e la sua azione a distanza, Mediterranee, Il destino nella vita dell'uomo, Mediterranee, La re-incarnazione: verità antica e moderna, Mediterranee, La potenza del creder e la gioia d'amare: i prodigi della fede e dell'amore, Mediterranee,  Una luce nel tuo dolore, Mediterranee); “Guida alla padronanza di sé, Mediterranee, La magica potenza della preghiera, Mediterranee); La chiave della vita, Mediterranee,  La presenza divina in noi, Mediterranee, Le leggi del pensiero: l'energia mentale e l'azione della volontà, Mediterranee); Le grandi profezie sul futuro dell'umanità, Mediterranee. La potenza creatrice del pensiero, Mediterranee, Pensieri per una vita serena, Mediterranee); “Ricordo dei nostri martiri. Commemorazione in occasione dell'inaugurazione del monumento ai martiri delle PratarelleVicovaro, Tipografia Seti, Roma); “I Volontari del Bene” (Libreria Rotondi Editrice, Roma); “Reincarnazione e fanciulli prodigio, Mediterranee, Roma, La reincarnazione: verità antica e moderna, Mediterranee); “La voce misteriosa”; “Le perle”. L’arte del silenzio e l’uso della parola. La Libreria Rotondi è segnalata in molte pubblicazioni, tra cui la Guida ragionata alle librerie antiquarie e d'occasione d'Italia, C. Messina, Roma); A. Voldben, Il protettore invisibile, Edizioni Mediterranee, Roma,  La sua partecipazione agli incontri del Cerchio Firenze 77 è ricordata in “Oltre l'illusione, Roma, Mediterranee, e “Oltre il silenzio” L. Campani Setti, Roma, Mediterranee). Dopo Nostradamus, I prodigi del pensiero positivo, Le influenze negative, Il protettore invisibile: Molte persone si rivolgevano a Rotondi per ricevere consigli. Una testimonianza letteraria di questa consuetudine si trova nel romanzo di  Giovetti Weimar per sempre (Mediterranee, Roma) in cui il personaggio si reca presso la Libreria delle Occasioni per ricevere suggerimenti su questioni spirituali e libri. Libreria Rotondi, Libreria delle Occasioni (La libreria fondata da Rotondi) La piccola miniera (da Il Corriere della Sera) Il libraio di via Merulana e i globi luminosi (da La Repubblica) Cerchio Firenze  (Esperienza parapsicologica collettiva) Andiamo alla scoperta (da La Piazza di Castel Madama.  ‘Vico di Varo’. Amedeo Rotondi. Rotondi. Keywords: Roma antica, antica Roma, le perle, Vicovaro, filosofia fascista, il veintennio fascista. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rotondi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736417395/in/datetaken/

 

Grice e Rovatti – i giocchi e gl’uomini – filosofia italiana – Luigi Speranza (Modena). Filosofo.  Grice: “I do not know any other philosopher other than me or Austin who, like Rovatti, is obsessed wiith the concept of a ‘game’!” Studia fenomenologia a Milano con Paci. Insegna a Trieste. Si occupa dei rapporti tra fenomenologia e marxismo pubblicando “Critica e scientificità in Marx” e poi focalizzando in vari saggi il tema dei bisogni con riferimento anche alla psicoanalisi. Le questioni concernenti il “pensiero debole” diventano il punto di partenza di “La posta in gioco”; “Abitare la distanza”, “Il paiolo bucato”; “La follia in poche parole”; “ L'esercizio del silenzio” Possiamo addomesticare l'altro?”; “Inattualità del pensiero debole”. Queste questioni riguardano soprattutto la possibilità di una «logica paradossale» e si articolano intorno ai temi del gioco, dell'ascolto e dell'alterità, tutti collegati alla questione della soggetto. Saggio su Paci.  Dalla filosofia del gioco nascono anche “Per gioco”; “La scuola dei giochi” (Bompiani, Milano); “Il gioco di Wittgenstein” (EUT, Trieste). Si interessa alla consulenza filosofica, con “La filosofia può curare? La consulenza filosofica in questione” (Cortina, Milano). Altre saggi: “Il coraggio della filosofia” in «aut aut».  Tiene una rubrica sul quotidiano "Il Piccolo" di Trieste, “Etica minima”. Racoglie "scritti corsari" (cfr. Pasolini) in vari saggi: “Etica minima – saggi quasi corsair sull’anomalia italiana” (Cortina, Milano);“Noi, i barbari – la sottocultura dominante” (Cortina, Milano); “Un velo di sobrietà” (Saggiatore, Milano); “Accanto a una sensibile sintonia”. Si manifesta nella sua filosofia una particolare attenzione sul rapporto tra potere e sapere; “Gli egosauri” (Elèuthera, Milano); “Le nostre oscillazioni” (Collana Edizioni alpha beta Verlag, Merano); “L’intellettuale riluttante, Elèuthera, Milano); “Restituire la soggettività. Lezioni sul pensiero di Basaglia, alphabeta, Merano); “Inattualità del pensiero debole” (Forum, Udine); “La posta in gioco: il soggetto” (Bompiani, Milano); “Consulente e filosofo. Osservatorio critico sulle pratiche filosofiche” (Mimesis, Milano). “Possiamo addomesticare l'altro? La condizione globale” (Forum, Udine); “Abitare la distanza. Per una pratica della filosofia” (Feltrinelli, Milano); “Scenari dell'alterità, Bompiani, Milano); “Il decline della luce” (Marietti, Genova); L'università senza condizione” (Cortina, Milano); “La follia in poche parole” (Bompiani, Milano); “Fare la differenza” (Triennale di Milano, Milano); “Il paiolo bucato. La nostra condizione paradossale” (Cortina, Milano); “Introduzione alla filosofia contemporanea, Bompiani, Milano); “Lettere dall'università, Filema, Napoli); “Per gioco: piccolo manuale dell'esperienza ludica” (Cortina, Milano); “Trasformazioni del soggetto: un itinerario filosofico” (Poligrafo, Padova); “Dizionario dei filosofi contemporanei, Bompiani, Milano); “Elogio del pudore. Per un pensiero debole” (Feltrinelli, Milano Intorno); “Il pensiero debole” (Feltrinelli, Milano); “Bisogni e teoria marxista” (Mazzotta, Milano); “Critica e scientificità in Marx: per una lettura fenomenologica di Marx e una critica del marxismo di Althusser (Feltrinelli, Milano);  “La dialettica del processo” (il Saggiatore, Milano). aut aut. Pier Aldo Rovatti: il pensiero debole, sul  RAI Filosofia, su filosofia.rai. Pier Aldo Rovatti. Rovatti. Keywords: i giocchi e gl’uomini --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rovatti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735500411/in/datetaken/

 

Grice e Rovella – Querce – filosofia siciliana. Filosofia italiana – Luigi Speranza. (Palazzolo Acreide). Filosofo. Appartene ad una famiglia contadina. Studia a Ispica e Catania sotto Carbonara con un saggio di estetica, sul rapporto fra contenuto o materia e forma. Insegna a Noto e Palazzolo.Pubblica “L'uomo” (Giannini, Napol). In una serrata discussion affronta la metafisica ed espone il suo convincimento che la ricerca senza condizioni, attraverso l'intelligenza attiva e creatrice può aprire all'uomo orizzonti creativi, seppur rischiosi. La metafisica imprigiona in schemi rigidi e vincolanti. Pervenire all'autocoscienza è il compito più degno degl’uomini, che pur problematico in sé non rimaneno imprigionati nel problematicismo. Altre opera: “Deneb” (Caltanissetta, Roma), romanzo filosofico che narra la pulsione verso l'oltre, attenuando, così, la precedente critica verso la metafisica e aprendo verso il mistero che comporta il confronto con tre donne che rappresentano tre volti diversi della verità. La stella “Deneb” è metafora della pulsione verso l'alto. Abbondano i riferimenti autobiografici da cui emerge l'attaccamento alla casa natia, che non abbandona, alla famiglia e soprattutto ad un modello di vita contadina morigerata e sobria. Lo stile   è affabulante. L'autocoscienza e il trionfo della morte  in Gentile in Il pensiero di Gentile (Enciclopedia Italiana, Roma). Qui si esamina il momento finale della vicenda umana e filosofica di Gentile alla cuia filosofia e sempre legato. “L'errore del cerchio” (Siracusa). Predomina il colloquio interiore, lo scavo nella coscienza e nella memoria. Procede come un giallo. Un tema attraversa gli avvenimenti, la libertà e la necessità di un suo contenimento. “La fattoria delle querce” (Caruso, Siracusa). L’epopea della famiglia siciliana Capobianco, governata da una donna e sviluppata attraverso un intrigo di personaggi e di vicende. I discendenti Capobianco sono identici agli ante-nati, e la ricerca della genealogia è il problema più assillante per i personaggi. Il mito dell'eterno ritorno dell'identico li e caro. Rimane sempre legato ai miti. Fisiognomica, astrologia, venti, odori e turbamenti fanno di questa opera un esempio di scrittura immaginifica e personale. Filosofia di non di facile consume traccia una “Imago Siciliae”. Nella stessa aura de La fattoria sono scritti i racconti. Cambia di nuovo argomento, inizia quella che lui chiama “la fase cristica”, in cui la figura di Cristo e il rapporto fra le religioni sono il tema dominante. “L'ora del destino, dramma in due atti” (Accademia Casentinese di Lettere, Arti, Scienze ed economia, Castello di Borgo alla Collina, Arezzo,  L'Ora in persona di una donna consola il crocifisso che muore quando una congiuntura astrale perviene al suo compimento. In “Vita di Gesù” (Prospettive d'Arte, Milano) Gesù è visto nella sua umanità. La narrazione segue lo sviluppo dei vangeli sinottici, con qualche incursione negli apocrifi. L'autore, che pur ne ha le competenze,si tiene lontano dalle problematiche gesuologiche e cristologiche. Vuole narrare un Gesù “così come parla al cuore”.  L'Angelo e il Re, con prefazione di Pazzi per i tipi di Palomar Bari.I nove mesi di gravidanza di Maria vergine sono narrati con un andamento che si mescola di esoterismo e sapienza umana. Maria spesso, nel mistero del suo concepimento, nella sua realtà quotidiana, vive le vicende del suo quartiere, con le sue amiche, con qualche momento di gioia esaltata e prorompente, con un tratto zingaresco. Attratto da zingari e vagabondi di passaggio, come incarnazione di una libertà che abbiamo smarrita. “Le Madri” (Utopia, Chiaramonte Gulfi). Vi si sente l'eco di J. Bachofen. Breve raro capolavoro, pieno di mistero e poesia, di un potere magico; “Asvamedha” (Utopia, Chiaramonte Gulfi) raccoglie racconti; “Inizio d'amore” (Studi Acrensi, Palazzolo Acreide) raccoglie altri racconti che l'autore pubblicò in varie riviste letterarie nazionali, a cura dell'Istituto Studi Acrensi Palazzolo Acreide. I racconti, dice l'autore, vivono nell'aura dei romanzi di questo periodo.  “La vigna di Nabot, dramma in quattro quadri” (Associazione Amici di G. Rovella, Palazzolo Acreide) narra le vicende del ersonaggio che incontriamo nel primo libro dei Re Cap. 21. La prepotenza dei potenti e la sacralità della terra dei padri sono il filo conduttore del dramma. Nabot muore per una questione di coerenza. E. Scuderi, La fattoria delle Querce, in Le Ragioni critiche, G. Menichelli in Esperienze letterarie,  R. Jacobbi, Il miracolo Deneb, in Arenaria, Palermo, V. Vettori, Il miracolo di Deneb e le profezie di Ruggero, Arenaria, Monachino Ester, Considerazioni su un romanzo di Rovella, in Le Ragioni critiche, Catania, E. Messina, Dal bagolaro alla sequoia” (Romeo, Siracusa); E. Messina, Alle radici del pensiero. La presenza dei suoi maestri” (Romeo, Siracusa). Giuseppe Rovella. Rovella. Keywords: romanzo filosofico, querce. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rovella” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736086914/in/datetaken/

 

Grice e Rovere – filosofia italiana – Luigi Speranza (Pesaro). Essential Italian philosopher. The family originates in Albisola, Savona, Liguria. Filosofo. Il giure civile del popolo italiano ha nel testo delle leggi positive e speciali autorità sufficiente da soddisfare la giustizia ordinaria e da risolvere i dubii e acquetare le controversie intorno agli interessi e agli ufficii d'ogni privato cittadino. Di quindi nasce che possono alcuni curiali riuscire segnalati e famosi al mondo con la sola abilità del pronto ricordare, dell' acuto distinguere e dell'interpretare acconcio e discreto. Al giure delle genti occorre, invece, assai di frequente la discussione delle verità astratte. Perocché esso è indipendente e superiore all'autorità delle sopra citate leggi. Ssi connette immediatamente al giure naturale che è al tutto razionale e speculative. Spesso gli è forza di riandar col pensiero sulle fondamenta medesime dell'ordine sociale umano, e spesso altresì non rinviene modo migliore per risolvere i dubii e acquetare le discrepanze fuor che indagare i grandi pronunziati della ragione perpetua del diritto, chiariti, dedotti e applicati mercé della scienza. Poco importa se i metafisici si bisticciano. Ma non va senza danno del genere umano il discordare e il traviare de' pubblicisti. E già si disse che il fine criterio degli uomini illuminati coglie il certo e il sodo della scienza, ma non la crea e non l'ordina. La demenza degli uonini fa talvolta scandalosa la verità. Laonde ella ebbe a pronunziare di se medesima: non venni a recare la pace in mezzo di voi, sibbene la spada. Lo stato essere certa congregazione di famiglie la qual provvede con leggi e con tribunali al bene proprio e alla propria tutela; tanto che sieno competentemente adempiuti i fini generali della socialità e i particolari di essa congregazione. Lo stato italiano non esiste per la contiguità sola delle terre e delle abitazioni, ma per certo congiungimento e unità delle menti e degli animi degl’italiani.Il che riconosciuto e fermato, se ne ritrae ciò che pel diritto  è primo principio ed assioma, non potersi da niuno e sotto niuna ragione arrogare la facoltà di offendere e menomare l'autonomia interna ed esterna dello stato italiano insino a tanto che questo non provoca gli altri ad assalirlo con giusta guerra. Ed eziandio in tal caso è lecito di occupare temporalmente il suo territorio e dominare il suo popolo nei limiti della difesa e dell'equo rifacimento dei danni. L'uomo individuo può nel servaggio e nelle catene serbare con isforzo la libertà dello spirito e compiere in altro modo e sotto altre condizioni certa eroica purgazione e certo mirabile perfezionamento della sua parte interiore e immortale. Ma ciò è impossibile all’intero popolo italiano, il quale nel servaggio di necessità si corrompe ed abbietta, e quindi Gravina chiama assai giustamente la libertà della nazione italiana sacrosanta cosa e di giure divino. L'anima non è vendibile e non è nostra, dicevano i teologanti per dimostrare da più parti la iniquità del contratto. E neppure la libertà è vendibile; e se l'usarla e abusarla è nostro, non è tale la facoltà e il principio infuso da Dio con l'alito suo divino e che al dire di Omero vale una mezza anima. Lo stato italiano possiede onninamente se stesso. Niuno fuori di lui può attribuirsene la padronanza. Quindi il popolo italiano o vivono in se od in altri; cioè a dire, o provedono ai propri fini con leggi e ordini propri e componendo un individuo vero e perfetto della universa famiglia umana. Ovvero entrano a parte d'altra maggior comunanza con ugualità di diritto e d'ufficio, come quelle riviere che ne' più larghi e reali fiumi confondono le acque e perdono il nome. Questa è la generale e astratta dottrina che danno la ragione e la scienza. La patria italiana, impertanto, significa quella contrada e quella congregazione di uomini a cui ciascuno degli abitanti e ciascuno dei congregati sentesi legato per tutti i doveri, gl'istinti, i diritti, le speranze e gli affetti del vivere comune. La patria italiana, considerata nella sua morale e profonda significazione, è il compiuto sodamento di ciascuno verso di tutti e di tutti verso ciascuno. Se la patria italiana non ha debito né possibilità di nudrire del suo ogni giorno tutti i suoi indigenti, spietata cosa sarebbe inibire a questi di procacciarsi altrove la sussistenza. Prediletta opera delle mani di Dio e la nazione italiana. La nazione italiana è pura, domandano essi, e tutta omogenea. Questo e il puro principio della nazionalità italiana. Lo Stato italiano, dipendente come si sia da un altro non è, a propriamente parlare, autonomo. E e perciò, a rigore di definizione, neppure la denominazione di Stato italiano gli si compete. I prìncipi non sono, del certo, scelti da Dio immediatamente, ma sono da Dio immediatamente investiti della sovranità italiana. Il popolo italiano indica l'uomo a cui vuole obbedire e in quell'uomo è subito la pienezza della sovranità italiana che da Dio gli proviene. Perocché come da Dio è istituito il fine della socievole comunanza, così è istituito il mezzo nella autorità del comando. È sicuro che nella lunghezza dei secoli le volontà e i giudizi umani si accostano all'assoluto del bene sociale, quanto che la via che viene trascorsa non procede diritta e spedita ma declina e torce continuo fra molti errori e molte misere concussioni. La libertà della nazione italiana, essendo naturale ed essenziale agli uomini e necessaria concomitanza d'ogni bontà, è doveroso per tutti il serbarla integra nella sostanza. E perciò, né il privato individuo si può vendere ad altro privato, né tutto il corpo de' cittadini assoggettarsi pienamente e perpetuamente al dominio d’altra nazione. Poco o nessun valore ha il dissentimento dei piccioli e deboli, quando anche piglino ardire di esprimerlo; e chi investiga la storia dell’antica Roma, ritrova che delle proteste loro giacciono grandi fasci dimenticati negli archivi delle Cancellerie.Dacché siete i più forti, correte poco rischio di vivere ex lege alla maniera dei Ciclopi. Ma confessare il diritto e contro il diritto procedere, non è conceduto a nessuno. E parlavano meglio quegli Ateniesi che alle querele dei Milesi rispondevano senza sturbarsi. Il diritto è cosa pei deboli e non già pei forti e pei valorosi. Il popolo italiano è autonomo. Con altri vocaboli, lo stato italiano, vero è libero ed inviolabile.E la patria italiana, nel significato morale e politico, è sinonimo di stato italiano -- in quanto questo compone uno stretto e nativo consorzio in cui ciascun cittadino ha debito e desiderio insieme di effettuare il grado massimo di unimento sociale e civile.  S'incominci dall'avvisare chi sono costoro che si querelano della libertà dello stato italiano e ne temono danni così spaventevoli. Costoro sono i medesimi da cui si alzano lagni e rimproveri cotidiani per qualunque libertà, eccetto la propria loro. Vogliono limitare la stampa, limitare la libera concorrenza, limitare il parlamento e in fine ogni cosa col pretesto volgare ed ovvio che il parlamento, il commercio, la stampa abusano di loro facoltà e trasvanno più d'una volta e in più cose. La volontà umana, dite, è corrotta e inchinevole al male. Può darsi. Ma privata di libertà so che depravasi molto di più e i padroni non meno che i servi. Non è lecito agli uomini di esercitare nessun diritto qualora difettino pienamente delle facoltà e dei mezzi correlativi. Perciò il fanciullo, il mentecatto, l'idiota cade naturalmente sotto l'altrui tutela, e per ciò medesimo la parte meno educata del volgo ed offesa di troppa ignoranza, o posta in condizione troppo servile, non ha nel generale facoltà e mezzi proporziod esercitare diritti politici. DEsaminato il fine del viver comune, fatta rassegna d'alcuni principii direttivi, più bisognevoli al nostro intento e poco o nulla noti agl’ntichi romani, segue senza più che noi trapassiamo a contemplare l'ottimo ordinamento civile. Cosi noi delineeremo qnalche fattezza dell'incivilimento umano, contemplandolo nella natura primitiva ed universale del popolo italiano, ed avvisandoci di non iscambiare l'alterato e il mutabile col permanente ed inalterato; e per converso, di non dar nome d'errore emendabile e di accidente transitorio a ciò che appartiene alle condizioni salde e durevoli della comunanza civile. Chè nel primo difetto cadono i troppo retrivi ed i pusillanimi; nel secondo, i novatori audaci e leggeri. Gl’antichi romano con molto senno incominciano dall'insegnar quello che spetta al buono stato della famiglia, perché della comunanza umana l'individuo compiuto non è lo scapolo, ma l'ammogliato con prole o vogliam dire la famiglia, rimossa la quale non rimane intermezzo alcuno che tempri l'amor proprio e la fiera e violenta natura nostra.  L'organizzazione tanto è più eccellente quanto meno cede alle esterne azioni ed impressioni ed anzi modifica con maggior efficacia ed appropria a sé quelle azioni.  È da confessare che un gran trovato fece lo spirito umano e giovevole soprammodo alla prosperità del viver sociale, quando mise in atto quello che fu domandato governo rappresentativo o parlamentare. Se dirai: carattere della nazione italiana è la continuità e circoscrizione del suolo d’Italia. E la nazione e nella lingua, la letteratura e le arti. Se le origini e la schiatta; le colonie sono tal membro e così vivace del corpo della patria onde uscirono, da non potersene mai dispiccare, e la guerra americana fu dalla banda dei sollevati iniqua e parricida. Gran questione poi insorge sulle genti di confine, le quali compongonsi il più delle volte di schiatte anfibie, a cosi chiamarle. Quindi noi vogliamo, per via d'esempio, i Nizzardi essere italiani e i Francesi li fanno dei loro. La compagnia civile comincia là solamente dove gli animi si accostano, e sorge desiderio di regolato e comune operare. La giustizia apre e chiude i congressi degli Dei, non quelli degli uomini. La voce “nazione italiana” nel suo peculiare e pieno significato vuol dire unimento e società d'uomini che la natura stessa con le sue mani à fatta e costituita mediante il sangue e la singolarità delle condizioni interiori ed estrinseche. Per talché quella società distinguesi da tutte le altre per tutti gli essenziali caratteri che possono diversificare le genti in fra loro, come la schiatta, la lingua, l'indole, il territorio, le tradizioni, le arti, i costumi. “Nazione italiana” vuol significare certo novero di genti per comunanza di sangue, conformità di genio, medesimezza di linguaggio atte e preordinate alla massima unione sociale.   (Lo stipite umano è ordinato esso pure a spandere discosto da sé le propagini e i semi; e ogni germe nuovo dee nudrirsi del terreno ove cade, non del tronco da cui si origina. Sieno rese grazie publicamente da tutta l'Italia a voi, o Valdesi, che l'antica madre mai non avete voluto e potuto odiare e sconoscere insino al giorno glorioso che fu da Dio coronata la vostra costanza, e un patto comune di libertà vi riconciliava con gli emendati persecutori.  S'io credessi quelle armi che assiepano il Foro, dice Cicerone, starsene qui a minacciare e non a proteggere, cederei al tempo e mi terrei silenzioso. Ma il fatto fu che quelle armi nel Foro inducevano per se sole una fiera minaccia, tanto che Cicerone parla poco e male, e la paura ammazza l'eloquenza. Dal riscontro, per tanto, di tutte le storie, senza timore mai d'eccezione, e più ancora dalla ripugnanza intima di certi termini, quali sono felicità a servitù, spontaneità e costrizione, ricavasi questa assoluta sentenza che tra le nazioni civili il governo straniero non può vantarsi mai né della legittimità interiore, né della esteriore che emana dall'assentimento espresso o tacito delle popolazioni. Non può aver luogo prescrizione, dove i diritti innati o fondamentali dell'uomo ricevono sostanziale ingiuria ed offesa; e di si fatti è per appunto la indipendenza o dimezzata o distrutta. Ogni cosa nell'uomo è principiata dalla natura e poi dalla ragione e dall'arte è compiuta.Voi stesso l'avete udito? Poerio: E come nò, se rinchiuso era con lui in una prigione medesima? Pignatelli: E fu la vigilia della sua morte? Poerio: Appunto fu la vigilia. Sapete che valica la mezzanotte, una voce improvvisa e sepolcrale veramente rompevane il sonno chiamando forte per nome alcuno di noi; e quella chiamata voleva dire: vieni, ti aspetta il carnefice. La notte pertanto che seguitò quel mirabil discorso di M. Pagano gli sgherri gridarono il nome suo, e fu menato al patibolo. Pignatelli: Stava per mezzo a voi quell'omerica figura del conte di Ruvo? Poerio: Nò, ma in Castello dell'Uovo insieme con altri uffiziali e con l'intrepido Mantonè. Nel Castel Nuovo e in quella carcere proprio dove era F. Pagano, stava il fratel vostro maggiore, principe di Strangoli, stava io, il Conforti, Cirillo, Granali, Eusebio Palmieri, Vincenzo Russo e due giovinetti amorevoli e cari, cioè l'ultimo figliuolo dello Spanò ed un marchese di Genzano, bello come l'Appollino e di cui sentiva il Pagano particolare compassione. V'à una cagione suprema di tutte le cose, cagione assoluta e però insofferente di limiti e incapace d'aumento e di defficienza. Ma se niun difetto può stare in lei, ella è il bene infinito e comprende infinitamente ogni specie di bene. Ciò posto, la cagione suprema è altresì infinita bontà che raggia il bene fuor di sé stessa e ne riempie la creazione ed ogni ente se ne satura, a dir così, per quanto fu fatto capace. Tale contenenza di bene è poi sempre difettiva perché sempre è finita. Di quindi si origina il male. Non si chieda dunque perché Dio è permettitore del male, ma chiedasi in quella vece perché piacque a Dio, oltre all'infinito, che sussistesse pure il finito. (Se il vivere nostro presente fosse condito di molto diletto e noi incapaci di conoscere e desiderare con ismania istintiva l'eternità, forse potrebbesi giudicare senza paradosso aver noi sortito quella porzioncella sola e frammento di beatitudine, brevissima ma sincera e inconsapevole della propria caducità. (p. Col presupposto della immortalità, bene avvertiva il Bruno, alcun desiderio naturale non è indarno e alcuna lacrima non cade senza conforto. Con la immortalità non è affetto generoso perduto, non ferita dell'animo a cui non si apparecchi altrove copioso balsamo. Per entro il corso interminato e magnifico de'nostri destini, ogni male vien riparato, ogni speranza risorge, ogni bellezza rifiorisce, ogni felicità si rinnova e giganteggia ne'secoli. Poerio: Quando fosse possibile strappare dal cuor dell'uomo il concetto e la speranza della immortalità, il consorzio civile medesimo pericolerebbe di sciogliersi e i piaceri e le utilità stesse della vita presente verrebbero gran parte impedite o affatto levate di mezzo. I dotti e i legisti barbareggiavano sempre peggio, e pareva in loro una sorta di necessità tramutata in diritto, e niun discepolo mai se ne querelava; e le lettere cadevano in tale grettezza, che nelle prose del Giordani si appuntavano parecchie mende di stile, ma nessuno accusava la tenuità dei concetti e la critica angusta e slombata. Il Colletta era stimato dai più uno storico sovrano e poco meno che un Tacito redivivo, ed altri istituivano paragone tra il Guicciardini e il Botta, tra il Goldoni ed Alberto Nota. Tale il gusto e il criterio comune. Pochi grandi intelletti non mancavano neppure a quei giorni. Basti ricordare Bartolini nella scultura; Leopardi e Niccolini nella poetica; Rossini, Bellini, Donizetti nella musica. In Italia scemando il sapere e la potenza meditativa, crebbe l'amore spasimato ed irragionevole della bellezza dell'abito esterno, lasciando a digiuno la mente e poco nudriti e mal governati gli affetti. Letteratura vasta, soda e ben definita, e parimente larghe scuole e ben tratteggiate e scolpite mancano alla patria nostra da quasi tre secoli e piuttosto ne abbiamo avuto cenni e frammenti, e ogni cosa a pezzi, a sbalzi e a modo d'assaggio. Miei degni signori, il cibo che v'apparecchio è scarso, scondito e di povera mensa, ma è letteratura e non metafisica. Non appena l'esilio mi astrinse a lasciare l'Italia e fui spettatore d'altro ordine di civiltà e uditore d'altri maestri, subito mi si aprì dentro l'animo l'occhio doloroso della coscienza, ed ebbi della mia ignoranza una paura ed una vergogna da non credere. Per giudicare alla prima prima che tutto è vecchio e trito in un libro convien sapere dell'autore se nel generale à l'abito di pensar di suo capo. Ed egli evoca nuovi spiriti di più sublime natura, i quali entrano a uno a uno dentro la torre. Spirito del mare. Che vuoi? Barone. Sapere l'essenza del bene e la fonte della felicità. Spirito del mare. Perché lo chiedi al mare? Barone. Perché tu sai o puoi sapere ogni cosa; tu nei silenzj della notte tieni misteriosi colloquj con la luna e con le stelle che in te si riflettono; e tu pur ricevi nell ' ampio tuo seno i fiumi tutti del mondo, i quali ti raccontano le geste antiche dei popoli e le più antiche vicende dei continenti per mezzo a cui essi fluiscono senza posa. Spirito del mare. lo non so nulla (sparisce). Barone. Che tu venga malmenato in eterno dallo spirito delle procelle, e che i tuoi membri immortali sieno rotti e squarciati mai sempre dalle taglienti creste degli ardui scogli.  La coda del cavallo bianco dell' Apocalisse. Che vuoi? Barone. Sapere in che consiste il bene, e dove è la fonte della felicità. La coda. Perché lo chiedi a me? Barone. Tu sai la fine ultima delle cose, e tu comparirai poco innanzi della consumazione del secolo. La coda. Quando io comparirò, io ondeggerò nelle sfere, simile alla caduta del Niagara e più tremenda della coda delle comete. Ogni mio crine rinserra un destino; e ogni mio moto è un cenno di oracolo; ò trascorsi tutti i cieli di Tolomeo e i cieli di Galileo e i cieli di Herschel; ò lambita con la mia criniera la faccia delle stelle, e l'ò distesa sulle penne de' turbini; molte cose ò conosciute, ma non quel che tu cerchi: io non so nulla (sparisce). Dagli Arabi si travasò il mal gusto ne' Catalani e ne' Provenzali, e una vena non troppo scarsa ne fu derivata ne' primi nostri verseggiatori. Dante egli pure non se ne astenne affatto; e noi peniamo a credere che a quel genio sovrano venisse scritta la canzone lambiccatissima della Pietra. Sa ognuno che nel seicento, con lo scadere dell' arte, ricomparvero quelle freddure e mattie, e ogni cosa fu piena di acrostici, d'anagrammi, d'allitterazioni e altrettali sciempiezze. Ma per buona ventura cotesta sorta vanissima di pedanteria non sembra ai moderni pericolosa; e dico ai moderni italiani, perché appresso gli stranieri non ne mancano esempj; e molti anno letto in un vivente poeta francese di gran nomea certi capricci di metri e di rime i quali dimostrano come in lui siensi venuti rinnovando tutti gli umori e le vertigini dei seicentisti. E nemmanco ci pare immune dalle stranezze di cui parliamo quel concepimento del Goethe di ordire la tragedia del Fausto con questa singolar legge che ogni scena fosse dettata in metro diverso ed una altresì in nuda prosa, onde potesse affermarsi che niuna maniera del verseggiare ed anzi dello scrivere umano (per quanto ne è capace il tedesco idioma) mancasse a quel dramma; nuova maniera e poco assai naturale e graziosa di porgere idea e figura del panteismo. Non può né deve il poeta scompagnarsi mai troppo dalle opinioni e dai sentimenti comuni dell'età sua; chè da questi principalmente è suscitato l'estro di lui, con questi accende e innamora le moltitudini. D'ogni altro pensiero ed affetto, ove li possieda e li senta egli solo, avrà pochi intenditori, pochissimi lodatori; e la favella delle Muse langue e muor sulle labbra se non suona ad orecchie benevole e a cuori profondamente commossi. In Inghilterra il Milton fierissimo repubblicano e segretario eloquente del gran Cromvello, à quasi sempre poetato di cose mistiche e teologiche e nulla v'à di politico, nulla d'inglese e di patrio, né nel Paradiso perduto, né in altri suoi canti. Riuscirà sempre a gloria grande e invidiata d'Italia che la Gerusalemme del Tasso compaja tanto più bella e mirabile quanto più in lei si contempla e considera intentivamente la perfezione del tutto. Certo, il Valvasone è meno forbito ed armonioso del Tansillo, meno fluido del Tasso seniore, meno corretto, proprio e limato de' più corretti e limati rimatori toscani; ma non per ciò si capisce come questa minor perfezione di forma, abbia potuto oscurare nel giudicio de' raccoglitori e de' critici il gran merito dell'invenzione. Che il Milton siasi giovato dell' Angeleide non so, quantunque fra i due poemi si vengan trovando molti e singolari riscontri che non è facile a credere casuali; ma questo io so bene che a rispetto della guerra degli angeli episodicamente introdotta nel Paradiso perduto, il Valvasone non perde nulla ad esser letto dopo l'Inglese e con quello essere paragonato; il che non avviene del sicuro né per l' Adamo dell'Andreini né per la Strage degl'Innocenti del cavaliere Marino, due componimenti che dicesi aver suggerito a Milton parecchi pensieri e l'ideal grandezza del suo Lucifero. L'ingegno poetico, in versificare ciascuno di quei subbietti, tende a spiegare una novità, un' altezza e una leggiadria suprema di concetto, di sentimento, di fantasia e di stile. Dove mancasse l'una di tali eccellenze, l'arte sarebbe difettosa e quindi increscevole. Ci venne osservato (cosa che per addietro non ben sapevamo) la critica letteraria incominciata in Italia con Dante essere morta col Tasso e gli amici suoi; e come cadde con quel mirabile intelletto la nostra primazia nel ministero delle Muse, così venne meno la filosofia estetica; e il nuovo dell' arte non fu capito, l'antico fu dalla pedanteria svisato e agghiadato. L'arte critica antica ebbe ultimi promulgatori due grandi ingegni, il Muratori e il Gravina. Della critica nata dipoi con le nuove speculazioni e con le nuove forme di poesia, non conosciamo in Italia alcun degno scrittore e rappresentatore. Dopo Omero nessun poeta, per mio giudicio, può alzarsi a competere con l'Alighieri, salvo Guglielmo Shakspeare, gloria massima dell'Inghilterra. E per fermo, ne' drammi di lui l'animo e la vita umana vengon ritratti così al vero e scandagliati e disaminati così nel profondo, che mai nol saranno di più. Ma le condizioni peculiari della drammatica e l'indole propria degl' ingegni settentrionali impedirono a Shakspeare di raggiungere quella perfetta unione sì delle diverse materie poetiche e sì di tutte l'eccellenze e prerogative onde facciamo discorso. E veramente nelle composizioni sue la religione si mostra sol di lontano e molto di rado; e tra le specie differenti e delicatissime d'amore ivi entro significate, manca quella eccelsa e spiritualissima di cui si scaldò l'amante di Beatrice. Il poeta è dall'ispirazione allacciato e padroneggiato sì forte, da non saper bene sottomettersi all'arte ed alla meditazione. Il troppo incivilirsi dei popoli aumentando di soverchio l'osservazione e la critica e affinandovisi l'arte ogni giorno di più per effetto medesimo dell' esercizio e dell' esperienza e per desiderio di novità, mena il poeta a scordar forse troppo l'aurea semplicità degli antichi, il sincero aspetto della natura e i veri e spontanei moti dell'animo. Il compiuto e l'ottimo della poesia consiste in racchiudere dentro ai poemi con vaga e proporzionata unità di composizione tutto quanto il visibile ed il pensabile umano per ciò che in ambedue è più bello e più commovente. Consiste inoltre nel figurare e ritrarre cotesto subbietto amplissimo e universale con la maggior novità e la maggiore sublimità e leggiadria di concepimento, di fantasia, d'affetto e d'elocuzione che sia fattibile di conseguire. Laonde poi il concepimento, così nel complesso come nelle sentenze particolari, dee riuscir succoso, vario ed inaspettato e pieno di recondita dottrina e saggezza; l'affetto dee correre, quanto è possibile, per tutti i gradi e le differenze, e toccare il sommo della tenerezza e commiserazione e il sommo della terribilità. Tasso, anima pia e generosa, ma in cui (non so dir come) nulla v'era di popolare. Quindi egli s'infervorò della maestà teocratica dei pontefici e aderì alla nuova cavalleria cortigiana e feudale; quindi pure accettò con zelo e con osservanza scrupolosa l' ortodossia cattolica, e nella vita intellettuale quanto nella civile, fu dall' autorità dei metodi e degli esempj signoreggiato. Da ciò prese nudrimento e moto il divino estro suo e uscirono le maraviglie della Gerusalemme. Nel Tasso poi sono tutti i pregi e tutta quanta la luce e magnificenza della poesia classica, e spiccano altresì in lui alcuni attributi speciali del genio italiano in ordine al bello. In perpetuo si ammirerà nella Liberata ciò che l'arte, i precetti, l'erudizione e la scienza possono fare, ajutati e avvivati da una stupenda natura poetica. L'Ariosto significa la commedia umana quale la veggiamo rappresentarsi nel mondo, laddove Dante fece primo subbietto suo il soprammondano, e in esso figurò e simboleggiò le cose terrene. E come il gran Fiorentino nelle fogge variatissime de' tormenti e delle espiazioni dipinse i variatissimi aspetti delle indoli e delle passioni, il simile adempiva l'Ariosto sotto il velo dei portenti magici e delle strane avventure. Ma certo qual narrazione di fatti umani riuscirà più vasta, più immaginosa e più moltiforme di quella dell' Orlando furioso? Quivi sono guerre tra più nazioni, nascimenti e ruine di molti regni, conflitto sanguinoso di religione e di culto, infinita diversità e singolarità di costumi, e tutto il Ponente e il Levante offrono larga scena e strepitoso teatro a cotali imprese e catastrofi. Quivi sono dipinte la vita privata e la pubblica, le corti e le capanne, i castelli ed i romitaggi; quivi s'intrecciano gradevolmente la cronica, la novella e la storia, e ciò che il dramma à di patetico, l'epopeia di maestoso, il romanzo di fantastico. Non credo che in veruna straniera letteratura possa come nella nostra volgare annoverarsi una sequela così sterminata di poemi eroici e di romanzeschi, parecchj de' quali brillerebbero di gran luce, ove fossero soli e non li soverchiasse la troppa chiarezza di Dante, dell'Ariosto e del Tasso. Né reputo presontuoso il dire che, per esempio, la Croce racquistata del Bracciolini o il Conquisto di Granata di Girolamo Graziane sostengono bene assai il paragone o con l'Araucana dell' Ercilla o coi medesimi Lusiadi di Luís Vaz de Camões ai quali ànno accresciuta non poca fama le sventure e le virtù del poeta; e per simile, io giudico che l' Amadigi del Tasso il vecchio o l'Orlando innamorato del Berni, non temono di gareggiare con la Regina Fata di Spenser e con quanto di meglio in tal genere ànno prodotto l'altre nazioni. Ma non è da tacere che in quasi tutti questi nostri poemi riconoscesi agevolmente l'uno o l'altro dei tipi che nel Furioso e nella Gerusalemme ricevettero perfezione, ed a cui poca giunta di novità e poche profonde mutazioni si fecero dagl'ingegni posteriori; e ne' poemi eroici singolarmente a niuno è riuscito di ben cantare i difetti del Tasso, molti in quel cambio li esagerarono. Scusabile mi si fa Marino e scusabili gl'Italiani, quand'io considero lo stato di lor nazione sotto il crudele dominio degli Spagnuoli, e fieramente mi sdegno con questi medesimi che nella patria loro ancor sì potente e sì fortunata, plaudivano a que' delirj e incensavano il Gongora, meno ingegnoso assai del Marino e di lui più strano e affettato. In fine, gioverà il ricordare che all'Italia serva, scaduta e dilapidata, rimaneva pur tanto ancora di prevalenza intellettuale appresso l'altre nazioni che de' trionfi più insigni e delle lodi più sperticate del cavalier Marino furono autori i Francesi; e per lungo tempo assai nessuno de' lor poeti seppe al tutto purgarsi della letteraria corruzione venuta d'oltre Alpe; testimonio lo stesso Cornelio, alto e robustissimo ingegno, ma nel cui stile nondimeno avria dovuto il Boileau ritrovare assai spesso di quel medesimo talco del quale parevangli luccicare i versi del Tasso. Dal Marino incominciò a propagarsi nel mondo una poesia fantastica e meramente coloritrice, la quale cerca l'arte solo per l'arte, fassi specchio indifferente al falso ed al vero, alle cose buone ed alle malvage, alle vane e giocose come alle grandi e instruttive; sente tutti gli affetti e nessuno con profondità, e nell'essere suo naturale od abituale, canta di Adone, come di Erode e così delle favole greche come delle bibliche narrazioni] Fiorirono in tale intervallo tre ingegni eminenti che forse mantennero alla lirica nostra una spiccata maggioranza su quella d'altre nazioni. Ognuno, io penso, à nominato ad una con me il Chiabrera, il Filicaja ed il Guidi. Dal solo Chiabrera fu l'Italia regalata di tre nuove corone poetiche; mercechè veramente nelle sue mani nacque e grandeggiò prima la canzone pindarica, poi la canzone anacreontica e infine il sermone oraziano; né mal s' apporrebbe colui che attribuisse al Chiabrera eziandio la rinnovazione del Ditirambo. Il Filicaja venne a tempi ancora più disavventurati, e quando più non era possibile discoprire ne' suoi Fiorentini un segno e un vestigio pure dell'antica fierezza repubblicana. Ma il senso del bene morale e la pietà religiosa fervevano così profondi nell'animo suo che bastarono a farlo poeta. Mai né in questa nostra patria, né fuori sonosi udite canzoni così ben temperate di splendore pindarico e di maestà scritturale come quelle del Filicaja. Nel Guidi allato a concetti ed a sentimenti spesso comuni e rettorici, splende una forma non superabile di novità, di bellezza e magnificenza. Certo, se ad Alessandro Guidi fosse toccato di vivere in seno di una nazione forte e gloriosa, non ostante la poca fecondità e vastità di pensieri, io non so bene a qual grado di eccellenza non sarebbe salita la lirica sua; perché costui propriamente sortì da natura Yos magna sonaturum, e ce ne porge sicura caparra la sua canzone alla Fortuna. A me sonerà sempre caro ed insigne il nome di Alfonso Varano, perché da lui segnatamente, a quello che io giudico, s'iniziò il corso della poesia moderna italiana; e forse la patria non gli si mostra ricordevole e grata quanto dovrebbe. Chi trovasse non poca similitudine tra la mente del Varano e quella del Young, credo che male non si apporrebbe. Anime pie e stoiche ambidue, e dischiuse non pertanto agli affetti gentili, diffondono ne' lor versi un religioso terrore e un' ascetica melanconia che nell'Inglese riescono cupi, inconsolati e monotoni, e nell'Italiano s'allegrano spesso alla vista del nostro bel sole, e dai pensieri del sepolcro volano con gran fede alla pace e serenità della gloria immortale. Varano poi insieme col Gozzi restituì alla Divina Commedia il debito culto; il Gozzi con li scritti polemici, egli con la virtù dell' esempio; ed ebbe arbitrio di dire a Dante ciò che questi a Virgilio: Tu séi lo mio maestro e il mio autore. Se non che il cantore delle Visioni chiuse e conchiuse l'intero universo nel sentimento della pietà e nei misteri del dogma, e non ben seppe imitare del suo modello la nervosa brevità e parsimonia, la varietà inesauribile e la peregrina eleganza. Se taluno dei suoi piuttosto scarsi scolari volle talora celebrare in Rovere. l'ultimo anello della catena che dal Galluppi si continua in Rosmini e Gioberti, unanime e il consenso dei suoi maggiori contemporanei e dei posteri nell'affermare il valore pressoché nullo della sua vasta produzione filosofica. Rosmini e più scolastico, Rovere più civile. Quello quasi sterile in politica, questo molto feconda, risolvendo i problemi più ardui e interessanti della vita sociale. Quello fu timido, questo coraggiosa; quello arriva a rifiutare sul terreno pratico le-conseguenze de' suoi principii per un pregiudizioso rispetto di casta non evitando il disonore di una ritirata e la deformità del sofisma; Rovere, per lo contrario tutta intrepido si sostenne colla gloria di una vittoria, colla dignità di una rigorosa coerenza, e colla bellezza di una vera argomentazione. Rosmini in un bel momento di sua ragione scrive stupende pagine sulla riforma del clero; poi ha la debolezza di ritirarle, impaurito dalle minaccia dell'Indice. Rovere è oggi quel che era ne' primi giorni della sua vita pubblica, e non sa temere altro autorevole indice che quello del buon senso. Nel suo saggio, intitolalo Di un nuovo diritto europeo, si ammira il coraggio della coscienza di un filosofo, e la prudenza d'un uomo di Stato. Riguardo poi ai pregi della forma, Rosmini fu semplicemente filosofo, Mamiani un filosofo-oratore; nel primo spicca la pura meditazione, nel secondo si unisce il genio che feconda il deserto delle speculazioni metafisiche, delle avanzate astrazioni. In Rosmini vi ha una ricchezza povera, cioè una stiracchiatura di poche idee in molte parole, quasi diffidi della memoria, e dell'abilità del lettore. In Rovere vi ha una povertà ricca, cioè molte idee in poche parole; il che appaga l'amor proprio del lettore, e ne fa liete tutte le potenze della ritentiva e della ragione. A“D'un nuovo diritto europeo” (Scolastica, Torino); “Dell'ottima congregazione umana e del principio di nazionalità italiana ” (Subalpina, Torino); Pagano, ovvero, della immortalità, Dai Torchi della Signora De Lacombe”; “Prose letterarie” (Barbera, Firenze). Terenzio Mamiani della Rovere. Rovere. Keywords: confessioni di un metafisico, il rinnovamento della filosofia antica italiana, vico, cuoco. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e della Rovere," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689532679/in/photolist-2mNzeEc-2mPqEYR-2mPsUUV-2mPBcdN-2mKCnei-2mKySTi-2mKbiLm-DvhhWW-DhRHD2-C91EC7-nE2Dmk-nu5Fd6-ncSxYn-nune7i-npzGmo-nrgohw

 

Grice e Ruberti – la natura abhorre il vuoto – la tromba di Gabriele -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Pideura). filosofo. Figlio di Gaspare, originario di Bertinoro e tessitore, e Giacoma  Torricelli-Roberti, faentina. Studia a Faenza e Roma sotto B. Castelli. Srive a Galilei una lettera di risposta a sue richieste a Castelli, che assente in quei giorni aveva lasciato allo studente il compito di segretario. In tale lettera colse l'occasione per presentarsigli, che egli ammira grandemente. Il vivere da vicino le vicende del processo a Galileo gl’indusse a dedicarsi più strettamente alla matematica nonostante padroneggiasse gli strumenti teorici e fosse un abile costruttore di cannocchiali.  Divenne segretario di G. Ciampoli, un intellettuale devoto a Galileo, che segue nei suoi incarichi governativi nelle Marche e nell'Umbria. Castelli presenta a Galilei il saggio di Roberti, “De motu gravium” suggerendogli di impiegarlo come discepolo e assistente. Così e e divenne assistente di Galileo e su domanda e insistenza di Galilei si trasferì nella sua abitazione. Alla morte di Galilei, Ferdinando II gli nomina matematico del Granducato di Toscana. Studia geometria, dove anticipa il calcolo infinitesimale. Si dedica alla fisica, studiando il moto dei gravi e dei fluidi e approfonde l'ottica. Possede un laboratorio nel quale realizza egli stesso lenti e telescopi. Si dedica anche allo studio dei fluidi, giungendo ad inventare il barometro a mercurio chiamato "tubo di Torricelli" o "tubo da vuoto”. Tale invenzione si basa nella misurazione della pressione atmosferica attraverso l'uso di questo tubo che, proprio sotto la spinta di tale pressione, viene riempito dal mercurio fino all'altezza costante di 760 mm (esperimento effettuato sul livello del mare). Proprio da questa invenzione nasce l'unità di misura della pressione "millimetri di mercurio" (mmHg) e l'uguaglianza: 1 Atm = 760 mmHg (la pressione di un'atmosfera corrisponde a 760 millimetri di mercurio). Pubblica “Opera Geo-Metrica”, della quale “De motu gravium” costituisce la seconda parte.  Si dice faentino e tale era considerato dalle persone che lo conoscevano, ma le ricerche compiute già subito dopo la sua morte nei registri battesimali di Faenza non ebbero esito. Ciò da adito ad un secolare dibattito, durante il quale varie altre località romagnole rivendicarono l'onore di avergli dato i natali. Rossini ricostrusce l'albero genealogico della famiglia, originaria di Pideura, nel contado faentino, risalendo di due secoli oltre la nascita di Ruberti. Bertoni, del liceo che da Ruberti prende nome, trova nel registro dei battezzati della Basilica di San Pietro in Vaticano il suo atto di battesimo. Ciò che trae in inganno i filosofi e il fatto che Ruberti assume il cognomen Torricelli della madre anziché del padre. Si sa che il nome del padre e Gaspare. Pertanto, si cercano notizie di un inesistente Gaspare Torricelli. Viceversa, si hanno notizie di una Giacoma Torricelli e si riteneva che fosse la zia paterna. E invece la madre. La lettera a Galilei, conservata alla Biblioteca Nazionale di Firenze fra i Manoscritti Galileiani, è il primo documento nel suo carteggio. Rappresenta un documento fondamentale per studiare la vita e l'opera dello scienziato faentino. Descrive la propria formazione scientifica. Si dichiara a conoscenza dei fatti che portano a breve alla condanna di Galilei e dichiara la propria 'fede' galileiana. Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Col.mo  Nella absenza del Rev.mo Padre Matematico di N. Sig.re, sono restato io; humilissimo suo discepolo e servitore, con l'honor di suo secretario. Fra le lettere del quale havendo io letta quella di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma, a lei ne accuso, conforme l'ordine datomi, la ricevuta, e a lui Rev.mo ne do parte in compendio. Potrei nondimeno io medesimo assicurar V. S. che il Padre Abbate in ogni occasione, e con il Maestro di Sacro Palazzo e con i compagni di quello e con altri prelati ancora, ha sempre procurato di sostenere in piedi li Dialoghi di lei Ecc.ma, e credo che sia stato causa che non si è fatta precipitosa resolutione.  Io sono pienissimamente informato d'ogni cosa. Sono di professione matematico, ben che giovane, scolaro del Padre R.mo di 6 anni, e duoi altri havevo prima studiato da me solo sotto la disciplina dei Gesuiti. Son stato il primo che in casa del Padre Abbate, et anco in Roma, ho studiato minutissimamente e continuamente sino al presente giorno il libro di V. S., con quel gusto che ella si puol imaginare che habbia havuto uno che, già havendo assai bene praticata tutta la geometria, Apollonio, Archimede, Teodosio, et che havendo studiato Tolomeo et visto quasi ogni cosa del Ticone, del Keplero e del Longomontano, finalmente adhere, sforzato dalle molte congruenze, al Copernico, ed era di professione e di setta galileista.  Il Padre Grienbergiero, che è molto mio, confessa che il libro di V. S. gli da gusto grandissimo e che ci sono molte belle cose, ma che l'opinione non la loda, e se ben pare che sia, non la tien per vera. Il Padre Scheiner, quando gliene ho parlato, l'ha lodato, crollando la testa. Dice anco che si stracca nel leggerlo per le molte disgressioni. Io gli ricordo le medesme scuse e diffese che V. S. in più lochi va intessendo. Finalmente dice che V. S. si porta male con lui, e non ne vol parlare.  Del resto io mi stimo fortunatissimo in questo, d'esser nato in un secolo nel quale ho potuto conoscere et riverir con lettere un Galileo, cioè un oracolo della natura, et honorarmi della padronanza et disciplina d'un Ciampoli, mio amorevolissimo signore, eccesso di meraviglia, o se adopri la penna o la lingua o l'ingegno. Haverà quanto prima il Padre R.mo la carissima di V. S., e le risponderà. Intanto V. S. Ecc.ma mi fa degno, ben che inetto, d'esser nel numero de' servi suoi e de' seguaci del vero; che già so che il Padre R.mo, o a bocca o per lettere me gli haverà altre volte offerito per tale. E per fine a V. S. faccio con ogni maggior affetto riverenza.  Roma, Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma Sig.r Gall. Gal. La lettura approfondita delle “Due nuove scienze” di Galilei dei cui ultimi capitoli segue direttamente la stesura ad Arcetri, gli ha suggerito molti sviluppi dei principi della meccanica ivi stabiliti. Tali sviluppi sono esposti nel trattato dal titolo “De motu gravium”. Nell’ “Opera Geometrica” conceve il  principio del barometro, costruendo quello che ora è chiamato tubo di Torricelli e individuando il "vuoto torricelliano". Con Viviani dimostra che il vuoto esiste in natura e che l'aria ha un peso ponendo quindi fine alle millenarie discussioni filosofiche sull'horror vacui. Un'unità di misura della pressione è stata chiamata Torr in suo onore e corrisponde a millimetri di mercurio. L'unità di misura del Sistema Internazionale è invece il pascal, in onore di un altro illustre fisico Blaise Pascal, che fa fiorire numerose ricerche sperimentali dalla estesa e definitiva teoria della pressione atmosferica descritta da Torricelli.  La parola “barometro” coniata da R. Boyle è oggi quasi sempre associata al nome di Torricelli che risulta quindi fra i più celebri scienziati italiani nella storia. Essendo in diretto contatto con Cavalieri inizia a lavorare con la Geometria degli indivisibili e ben presto supera, secondo lo stesso Cavalieri, il suo maestro. E abilissimo nell'utilizzarne le tecniche, cioè il metodo degli indivisibili, come anche il metodo d'esaustione, che e in uso presso gl’antichi, fra tutti il grande Archimede, di cui e entusiasta ammiratore. A lui dobbiamo la riscoperta del matematico siracusano.  Per il gusto di imitare i classici, dimostra in 21 modi diversi un teorema di Archimede: 11 con il metodo d'esaustione, 10 con il metodo degli indivisibili.  Spesso i risultati ottenuti con la geometria degli indivisibili venneno poi confermati con altre dimostrazioni, a causa della controversia sulla loro fondatezza.  Il fatto interessante è che lo stesso Archimede elabora una sorta di geometria degli indivisibili, ma non la ritiene rigorosa, e perciò dimostra sempre i suoi risultati con il metodo d'esaustione. Tutto ciò si è scoperto quando si scopre un palinsesto con un'opera sconosciuta di Archimede, il Metodo meccanico, nel quale espone questi procedimenti. -- è famoso per la scoperta del solido di rotazione infinitamente lungo detto “la tromba di Gabriele”, da lui chiamato "solido iperbolico acutissimo", avente l'area della superficie infinita, ma il volume finito. La tromba di Gabriele e considerato per molto tempo un paradosso "incredibile" per molti, incluso lui stesso, che cerca diverse spiegazioni alternative, anche perché l'idea di un secchio che è possibile riempire di vernice, ma impossibile da pitturare è senz'altro singolare. Il solido in questione ha scatenato un'aspra controversia sulla natura dell'infinito, che ha coinvolto anche il filosofo T. Hobbes. In questa disputa alcuni sostenneno che il solido conduce all'idea di un infinito completo. -- è stato pioniere nel settore delle serie infinite. In “De dimensione parabolae" considera una successione decrescente di termini positivi {{0},{1},{2}} e mostra che la corrispondente serie tele-scopica {{0}{1})+{1}{2})+}converge necessariamente a {{0}-L{0}-L}, dove “L” denota il limite della successione. In questo modo riuscw a dare una dimostrazione dell’espressione per la somma della serie geometrica. A Faenza, è presente una statua (ubicata di fronte alla chiesa di San Francesco) che lo raffigura con in mano un barometro a mercurio (curiosità sulle proporzioni: l'altezza del barometro è inferiore a quella reale, che deve essere di almeno 76 cm. Per la storia della scoperta della sua vera origine vedi anche Registrazione del convegno per il quarto centenario della nascita, M. Fidio, C.  Gandolfi, Idraulici italiani, Biblioteca Europea di Informazione Cultura.In questa sperimentazione venne preceduto di qualche anno da G. Berti, che conduce un esperimento barometrico utilizzando acqua anziché mercurio. Cfr. L'esperimento di Berti, realizzato a Roma Moon: Torricelli  G.  Rossini, Convegno di studi torricelliani in occasione dell’anniversario della nascita, Faenza, Lega, G. Bertoni, La sua faentinità e il suo vero luogo di nascita, in Studi e ricerche del Liceo Torricelli, Faenza, Ragazzini, F. Toscano, L'erede di Galileo. Vita breve e mirabile, Milano, Sironi).A .Alexander, Infinitamente piccoli. La teoria matematica alla base del mondo moderno, Torino, Codice edizioni,  Barometro di Torricelli, Equazione di Torricelli, Legge di Torricelli Torr, Tromba di Torricelli, Treccan Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Crusca. Evangelista Torricelli, Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Scienze, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Museo della Storia della Scienza, Firenze. Evangelista Torricelli Ruberti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ruberti” – The Swimming-Pool Library  https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692027983/in/photolist-2mKR9ZM-nrgohw-npzGmo

 

Grice e Rucellai – gl’amori di Linceo – filosofia imperfetta -- filosofia italiana (Firenze). Filosofo. Crusca. Discepolo di Galilee  e in certa guisa il depositario e spositore delle opinioni metafìsiche professate dal suo maestro. Di più: in cui la scuola di Galilei ha uno dei maggiori lumi. Afferma di essere amico e confidente di Galilei ma ciò non corrisponde al vero. In verità si incontrano solo una volta quando e suo ospite nella villa di Arcetri. Men che meno e suo studente. Quanto poi alla metafisica di Galilei, i dialoghi filosofici parlano da soli.  Quando comincia a comporre i dialoghi presero persino a chiamarlo "il nostro sapientissimo Socrate". Ma anche questa era una bufala. Il fatto è ogni volta che compone un dialogo, ama recitarlo al suo palazzo davanti a un pubblico scelto di personaggi del bel mondo fiorentino. Che al suo palazzo, uno dei più ricche di Firenze, si mangia e e beve gratis. Quindi più dialoghi recitav, più si gozzoviglia. Per questo lo incitano a continuare.  La verità è che in filosofia non vuole, non segue la ragione. Chiudendo gl’occhi alla scienza, in qualunque punto, non dice nero né bianco. Altro che discepolo di Galilei anche se a Firenze, a questa panzana, ci credeno in molti.  Non è un caso dunque se i dialoghi sono pubblicati non per meriti filosofici ma linguistici. I dialoghi sono citati dal vocabolario della Crusca ed ottimo avviso e il farne spoglio abbondante perché la loro favella è veramente d'oro e, se lo stile procede talvolta prolisso, è sempre chiarissimo ed elegante e à gran ricchezza di voci e frasi convenienti agli studj speculativi.  Forse è proprio per la sua grande abilità nel farsi credere che, nel Granducato, la sua stella sembra non tramontare mai. Ambasciatore toscano prima presso Ladislao IV e poi lFerdinando III. Intendente della Biblioteca Laurenziana. Tutore di Francesco Maria. Acclamato Priore dell'Accademia della Crusca con l’alias di “Imperfetto” Strano perché lui, invece, e un perfetto: un perfetto bugiardo. Altre saggi: “Descrizione della presa d'Argo e de gl’amori di Linceo con Hipermestra”; Opuscoli inediti di celebri autori toscani, Prose e rime inedite di Rucellai Tommaso Buonaventura, Degl’officii per la società umana”; “Della provvidenza”; “Della morale”, Crusca. Orazio Ricasoli-Rucellai. Ruscellai. Keywords: gl’amori di Linceo --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rucellai” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734569882

 

Grice e Ruffolo – il possibilismo -- filosofia italiana (Cosenza). Filosofo. Torna a Roma dal fronte della campagna greco-albanese della seconda guerra decorato con quattro medaglie al valore per diverse intrepide azioni contro il nemico, in cui e ferito con arma da fuoco trapassante il petto. Organizza in seno al ministero dell'interno una cellula di resistenza partigiana, che gli vale l'attestazione di partigiano combattente e una medaglia di bronzo al valore partigiano.  Per via della delazione di un componente del gruppo di resistenza e arrestato dalla banda Pollastrini-Koch e incarcerato alla pensione Jaccarino in via Romagna. Trasferito in Regina Coeli condivide la cella con Pintor e Salinari discutendo del dopo liberazione. Trasferito a via Tasso e interrogato da Kappler. L'iniziale sentenza di morte e commutata in deportazione. Qualche ora prima dell'ingresso degl’alleati in Roma, all'abbandono di Roma da parte dei tedeschi, usce dal carcere insieme per essere avviato su uno dei trei torpedoni in attesa a Piazza San Giovanni per essere deportato in Germania. Un quarto torpedone e invece quello destinato all'eccidio di La Storta dove e ucciso Buozzi. Lee SS gli impedeno il suo proposito di salire proprio sul quarto torpedone, scostato dagl’altri, avvalorando la tesi che l'eccidio e pre-meditato e non una reazione impulsiva del comandante. Costretto a salire su uno dei restanti tre torpedoni, si getta mentre il convoglio e in marcia. Riusce a far perdere le tracce e a liberarsi nonostante le SS avessero fermato il convoglio e lo insegueno nella campagna nei pressi di Ficulle. Dell’arresto e prigionia da conto in "Roma -- storia della mia cattura e fuga dalle SS [dai nazisiti]" (Roma). Al termine della guerra, ha la carriera di notaio a Grosseto. Uomo colto, conversatore brillante con battute spesso umoristiche. In occasione della trasmissione "Testimoni oculari" di S. Zavoli, circa la detenzione a Via Tasso, venne intervistato il fratello Sergio. La sua condizione di laringectomizzato per il tumore alle corde vocali, e probabile causa della mancata intervista. Tuttavia non è citato nella trasmissione, in quanto il fratello omise di nominarlo nell'intervista, causando uno spiacevole dissapore familiare, tenuto conto delle drammatiche e indimenticabili circostanze di quei momenti vissuti insieme. Amico e intrattenne corrispondenza tra gli altri, con  Orlando, Levi, Ragghianti, I. Baldini, A. Trombadori, F. Valeri, M.  Morante, C. Cassola, M. Melloni (Fortebraccio), A. Guercio, A. Ripellino, F. Gabrielli, e M. Stern.  Notevole la mole dei suoi saggi e il cui interesse di pensiero, investe gli argomenti più disparati. Altri saggi: “La Cosmologica” (Roma, Signorelli), opera poetico-filosofica. Fonda la “metafisica possibilista” basata sulla teoria della relatività generale e della fisica dei quanti; "America come pretesto" (Roma, Ventaglio); "Il possibilismo: suggerimento filosofico eutimistico-terapeutico” (Roma, Mancosu); "Guazzabuglio"; “Quadri di una esposizione” (Roma, Barone); “Guazzabuglio” (Roma, Croce);“Oltre gl’ali di Icaro” (Roma, C. Mancosu). Nicola Ruffolo. Ruffolo. Keywords: Icaro, Cosmologica, possibilismo, guazzagublio, lo specchio del diavolo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ruffolo” – The Swimming-Pool Library.  https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735363301/in/datetaken/

 

Grice e Ruggiero – romolo e remo – filosofia meridionale --  filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Nato alla fazione di Bruciano, fiiglio di Eugenio  e di Filomena d'Aiello. Scrive “Critica del concetto di cultura”, cui Croce rimprovera la mancata distinzione tra “cultura” e “falsa cultura”. Idealista, senza aderire all'attualismo di Gentile. Liberale, pur non risparmiando critiche alla classe politica espressa dal Partito liberale. Insegna a Messina e Roma. Avendo aderito all'idealismo con Gentile, la sua rivendicazione dei valori del liberalismo lo rese un esponente di spicco dell'opposizione al fascismo. Per non perdere la cattedra presta il giuramento di fedeltà al fascismo. Autore, tra le altre opere, di una imponente Storia della filosofia  e di una Storia del liberalism. Socio degl’Esploratori Italiani. Indaga nella storia della filosofia romana la potenza di libertà costruttrice del mondo degl’uomini, e, auspicando in tempi oscuri il ritorno alla ragione, e ad Italia maestro ed apostolo di fede nell'umanità.  Saggi: Storia della filosofia,” “La filosofia greca'” Bari, Laterza); “Cristianesimo, Bari, Laterza); “Rinascimento, riforma e controriforma, Bari, Laterza); La filosofia moderna. Cartesianismo (Bari, Laterza); L’Illuminismo, Bari, Laterza); Da Vico a Kant, Bari, Laterza); L'età del Romanticismo, Bari, Laterza); Hegel, Bari, Laterza); La filosofia contemporanea, Bari, Laterza); Critica del concetto di cultura, Catania, Battia; La filosofia contemporanea, Bari, Laterza,  Il pensiero politico italiano meridionale (Bari, Laterza); L'impero britannico dopo la guerra, Firenze, Vallecchi, “Storia del liberalismo” (Bari, Laterza, La filosofia contemporanea” (Bari, Laterza); “Filosofi del Novecento” (Bari, Laterza); “L'esistenzialismo” (Bari, Laterza); “Scritti politici, R. De Felice, Bologna, Cappelli,  La libertà, F. Mancuso, Napoli, Guida); Lettere a Croce (Bologna, Mulino); B. Croce, La Critica, I filosofi che dissero "NO" al Duce, in La Repubblica, Un ritratto filosofico, Napoli, Società editrice); L'impegno di un liberale” “Tra filosofia e politica, Firenze, Monnier); Treccani, Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.    M. Griffo, La coscienza critica del liberalismo; V. Sgambati, Tra ethos e pathos. Guido De Ruggiero. De Ruggiero. Ruggiero. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ruggiero” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51715422601/in/photolist-2mPmmR4-2mNaHiH-2mMV4pg-2mLEcbk-2mPCgo1

 

Grice e Rusca – filosofia italiana (Venezia). Studia filosofia. Vicario generale di Padova della Congregazione del Sant'Uffizio. Ricopre quindi il ruolo di Inquisitore. Scrive “Syllogistica methodus” ; “De caelesti substantia”; “De fabulis palaestini stagni ad aures Aristotelis peripateticorum principis e l' Epitome theologica”. Vescovo di Caorle. Uno dei presuli che più si spese per le necessità della sua diocesi. È infatti ricordato per gli imponenti restauri della cattedrale che volle fossero eseguiti per salvare l'edificio dall'imminente rovina. Durante questi restauri ricopre il soffitto della cattedrale con stucchi e diede all'edificio una struttura barocca. La riconsacrarla, apponendo alle pareti dodici croci in cotto, tuttora conservate. Inoltre fa completare la realizzazione dei nuovi reliquiari per le insigne reliquie dei santi patroni (Stefano protomartire, Margherita di Antiochia e Gilberto di Sempringham) e provvide al rinforzo della struttura del campanile. Al completamento di tutti i lavori, volle che alle solenni celebrazioni presenziassero musici provenienti da Venezia. A memoria di tutto ciò, resta la lapide, ora affisse alla parete sinistra del duomo. D. O.M. LÆVITÆ STEPHANO PROTOMARTYRI FR·PETRVS MARTYR RVSCA EPVSCONSECRAVITMARINO VIZZAMANO PRÆTORE M·D·C·L·XV·III CAL SEP· -- A Dio ottimo massimo al levita Stefano proto-martire fra' P. Rusca vescovo consacra essendo podestà M. Vizzamano. Ricordato per la sua premura nel risollevare le sorti economiche. Ripristina  la mensa episcopale e provvide al sostentamento dei sacerdoti istituendone la confraternita. Si adopera per correggere i comportamenti dei fedeli e dei sacerdoti stessi. Fa erigere nella cattedrale un altare dedicato a Sant'Antonio di Padova. In Duomo a Caorle resta la pala d'altare del Santo con la lapide, affissa alla parete destra dove sorgeva l'altare, che recita: ILL.MI ET RMI EPI CAPRVLEN. VNAM MISSAM LECTAM QVOTIDIE, ET DVAS CANTATAS QVOLIBET MENSE AD HOC ALTARE S. ANTONII CELEBRARI CVRANTO TENENTVR VT IN ACTIS D. OCTAVII RODVLPHI NOT. VEN. DIEI XIV MENSIS IAN. MDCLXXI AB INCAR. FR. PETRVS MARTYR RVSCA EPVS CAPRVLEN. EREXIT VNIVIT DISPOSVIT. Illustrissimi e reverendissimi vescovi caprulensi, abbiate cura che una messa letta quotidiana e due cantate in qualsivoglia mese siano celebrate a questo altare di S. Antonio, ne sono tenuti come dagli atti del signor Ottavio Rodolfo notaio veneziano del giorno 14 mese di gennaio 1671 dall'Incarnazione. Fra' Pietro Martire Rusca vescovo di Caorle eresse, unì, dispose. Consacra la chiesa di Santa Maria Elisabetta al Lido di Venezia.  R. Rusca, Il Rusco, overo dell'historia della famiglia Rusca, N. Marta, Venezia, Bonaventura Perissuti, Notizie divote ed erudite intorno alla Vita ed all' insigne Basilica di S. Antonio di Padova, Padova,  Flaminio Corner, Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello, G. Manfrè, Padova, G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S. Francisci, S. Michaelis ad ripam apud Linum Contedini, Roma. T.  Bottani, Saggio di Storia della Città di Caorle, Bernardi, Venezia, G. Musolino, Storia di Caorle, La Tipografica, Venezia, Paolo Francesco Gusso e R. Candiago Gandolfo, Caorle Sacra, Marcianum Press, Venezia,    F.  Ughelli, Italia sacra sive de episcopis Italiæ, et insularum adjacentium. Pietro Martire Rusca. Rusca. Keywords: “Syllogistica methodus”, “Aures Aristotelis peripateticorum principis”; Defensionem Vestigationum Peripateticum. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rusca” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734521406/in/datetaken/

 

Grice e Rusconi – attacco e contrattacco – filosofia italiana (Meda). Filosofo. Insegna a Trento e Torino. “La teoria critica della società” -- Istituto storico italo-germanico. Altre saggi: “Crisi di sistema e sconfitta operaia” (Einaudi); “Scambio, minaccia, decisione”; “Sociologia politica (Mulino); Se cessiamo di essere una nazione (Mulino), in cui ripercorre il dibattito sul concetto di nazione – “la nazione italiana”; Resistenza e post-fascismo (Il Mulino); “Come se Dio non ci fosse” (Einaudi), “Italia – lo stato di potenza, la potenza civile (Einaudi) Cefalonia. Quando gli italiani si battono (Gli struzzi  Einaudi); “L'azzardo” (Mulino); “Cavour: fra liberalismo e cesarismo (Il Mulino); “Cosa resta” (Laterza ); “Seduzione” (Feltrinelli ); “Attacco” (Mulino). Gian Enrico Rusconi. Rusconi. Keywords: romanita, italianita, il concetto di nazione in Hegel, “God save the queen” – the national anthem – l’inno nazionale -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rusconi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734745883/in/datetaken/

 

Grice e Ruta – corpori sani – l’intersoggetivo e la psiche sociale – filosofia fascista – filosofia meridionale -- filosofia italiana (Belmonte Castello). Filosofo. Insegna a Napoli. Conosce e frequenta Croce. Sviluppa una filosofia in armonia con l'ideologia del regime fascista. Saggi: “Il gusto d'amare” (Millennium); “Insaniapoli” (Campus); “Il segreto di Partenope” (Napoli, Millennium);“L’inter-soggetivo e la psiche sociale” (Milano, Sandron); “Il ritorno del genio di Vico” (Bari); “Politica e ideologia” (Milano, Corbaccio); “La necessità storica dell'Italia nuova” (Napoli); “Diario e lettere” (Bari); “La nascita della tragedia ovvero Ellenismo e pessimismo” (Bari). Enrico Ruta. Ruta. Keywords: l’intersoggetivo e la psiche sociale, corpori sani, il concetto di necessita storica in hegel – il concetto del sociale – il carattere del popolo italiano, lo stato italiano – la missione del popolo italiano – la patria italiana. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ruta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734727223/in/datetaken/

 

Grice e Sacchi – filosofia italiana – filosofia longobarda -- Luigi Speranza (Casa Matta di Siziano). Filosofo. La sua saggistica e molto abbondante e abbraccia i campi più diversi della filosofia. A differenza di altri poligrafi del tempo la sua filosofia si basa su una solida formazione e un sapere quasi enciclopedico, per cui i suoi saggi, pur influenzati -soprattutto nella forma- dalle mode culturali del tempo, mantengono anche oggi un indubbio valore. A Pavia conduce i suoi studi, che dapprincipio si indirizzarono alla filosofia. Tra i suoi maestri vi e Romagnosi. Corrispondente di Fauriel e Gioia. Si trasfere a Milano. Collabora a varie riviste. Dirige «Cosmorama pittorico». Socio della Reale Accademia delle Scienze di Torino. Saggi:  “La Storia della filosofia greca” (Pavia, Capelli) La Collezione dei Classici Metafisici, Mascheroni” (Pavia, Bizzoni);  “I Lambertazzi e i Geremei, o le fazione di Bologna – cronaca di un trovatore” (Milano, Stella); “La pianta dei sospiri” (Milano, Silvestri);  Le Antichità romaniiche d'Italia, Diritto pubblico universale, o sia Diritto di Natura e delle Genti, Biblioteca Scelta di opere dal latino); “Uomini Utili e Benefattori del Genere Umano” (Milano, Silvestri);  I voti dell'Italia. I. Cesare,  "L'Omnibus Pittoresco", La mia vita (Pavia, Bizzoni); Filosofia (Milano, Cisalpino); Elogio del sensismo, Pavia, Bizzoni, Della filosofia di Socrate” Pavia, Bizzoni,  I trovatori e le galanterie nel Medio evo, Milano, Ripamonti Carpano, Oriele o Lettere di due amanti” (Pavia, Bizzoni); “Lodi Orcesi, Milano, Silvestri, Biblioteca Braidense  Marcellina, C. Béchet, Geltrude. Romanzo italiano con note storiche, Milano, Bettoni, Diritto pubblico universale di Gio. Maria Lampredi volgarizzato, Milano, Silvestri); “I fregi simbolici di San Michele in Pavia", Antichita romantiche [romaniche] d'Italia, e Giu Milano, Stella); “Della condizione economica, morale e politica degli italiani nei bassi tempi”; “Saggio intorno all'architettura simbolica, civile e militare in Italia”’ “Saggio intorno all'origine de' Longobardi, alla loro dominazione in Italia, alla divisione dei due popoli ed ai loro usi, culto e costume” (Milano, Stella); “Della condizione economica, morale e politica degli Italiani ne' tempi municipali”; “Sulle feste, e sull'origine, stato e decadenza de' municipii italiani nel Medioevo” (Milano, Stella); “Annali universali di statistica economia pubblica, storia, viaggi e commercio; “Sull’'indole della letteratura italiana; ossia della letteratura civile, con un'appendice intorno alla poesia eroica, sacra e alle belle arti” (Pavia, Landoni); “ Intorno alle dighe marmoree o murazzi alla laguna di Venezia ed alla istituzione del porto franco” (Milano, Editori degli Annali Universali delle Scienze e dell'Industria, Miscellanea di lettere ed arti, Pavia, Bizzoni); “L'arca di Sant'Agostino: monumento in marmoora esistente nella chiesa cattedrale di Pavia, colle illustrazionii” (Pavia, Fusi); “Intorno alle costumanze, alle arti, agli uomini e alle donne illustri d'Italia” (Milano, Stella); “Intorno alla pasta, alla smania musicale del secolo, a Volta e a' progetti pel monumento da erigersegli in Como ed a qualche buona o cattiva moda della capitale: lettera inutile” (Milano, Stella); “Cose inutile” (Milano, Visaj); “Teodote: storia” (Milano, Nervetti); “Le belle arti in Milano nell'anno 1832, Nuovo Raccoglitore, Questioni sull'architettura rituale in relazione alle opinioni del conte Cordero di San Quintino e dell'avvocato Robolini", in Annali Universali di Statistica”; “Le arti e l'industria in Lombardia” (Milano, Visaj); “Del bello” (Milano, Silvestri); Instituti di beneficenza a Torino (relazione), Milano, a Società degli editori degli annali universali delle scienze e dell'industria, Lezioni d'un parroco sul cholera” (Milano, Bravetta, Gli asili dell'infanzia: loro utilità ed ordinamento. Memorie popolari italiane” (Milano, Manini); “Novelle e racconti, Milano, Manini); “L' Arco della Pace a Milano descritto e illustrato e pubblicato per la fausta inaugurazione fatta da S.M.I.R.A. Ferdinando 1, Milano, Manini; B. Luino, Cosmorama pittorico, Le streghe. Dono del folletto alle signore, Milano, Manini); “Amori e vicende dei quattro sommi poeti italiani: Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso. Studi storici-biografici” (Milano, Vallardi). Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Defendente Sacchi. Sacchi. Keywords: Lombardi, longobardi, filosofia lombarda – pagenismo Lombardo – lingua lombarda – simbolo Lombardo --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sacchi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735126254

 

Grice e Sacheli – implicatura axiofenomenista dei parnasesi – filosofia siciliana -- filosofia italiana (Canicattì). Filosofo. Nato da Vincenzo e Calogera Rinaldi. Studia a Caltanissetta. Iniziato in Massoneria nella loggia Felice Cavallotti di Girgento. Si laurea a Palermo sotto G. Colozza e C. Guastella. Insegna a Bologna, Girgenti, Caltanissetta, Bressanone, Genova, Cagliari e Messina. Con i suoi saggi diede un apporto all'approfondimento all'interpretazione della filosofia di Aquino. Numerose sono i suoi saggi filosofiche. "La carità del natio loco" lo spinge a scrivere sulle tradizioni, i miti e le leggende di Canicattì, collaborando con la rivista Sicania e pubblicando i risultati delle sue ricerche nelle “Linee di folklore canicattinese” (Acireale, Popolare). Altri saggi: “Indagini etiche: i criteri, il problema dell'etica” (Milano, R. Sandron);  Atto e valore” (Firenze, Sansoni); “Ragion pratica: preliminari critici” (Firenze, Sansoni); “Crisi della Pedagogia” (Roma, Perrella); “Concetto di didattica, Messina, G. Anna);. Ottaviano, Sophia: rassegna critica di filosofia e storia della filosofia, CEDAM, V. Gnocchini, “L'Italia dei Liberi Muratori”. Erasmo, G. Ferrante, Calogero. Angelo Sacheli. Sacheli. Keywords: membro dei parnasensi, parnaso di canicatti, massoneria, liberi muratori, folklore canicattinese, filosofia siciliana, loggia felice cavallotti di Girgento, implicatura fenomenista, fenomenismo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sacheli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735118779/in/datetaken/

 

Grice e Saitta – l’animo – filosofia fascista – il veintennio fascista -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Gagliano Castelferrato). Filosofo. Allievo di Gentile, seguace e interprete del suo idealismo attuale. Nato da Giovanni Saitta e Angela Confalone, una famiglia di agricoltori e proprietari terrieri, studia a Nicosia, Monreale, e Palermo. Frequentando le lezioni di Gentile, si accosta al suo idealismo. Si laurea in filosofia. Insegna a Terranova, Lucera, Cagliari, Sassari, Fano, Faenza, Bologna, Firenze, e Pisa. Dirigge “Vita Nuova”, dell’Università fascista di Bologna, cura la rubrica Noi e gli altri Spunto polemico, firmando i suoi interventi con lo pseudonimo di "Rusticus", distinguendosi per i toni accesi e le posizioni anti-clericali e anti-concordatarie, che lo portarono a scontrarsi con cattolici. Adere infatti a una concezione movimentistica e rivoluzionaria del regime fascista, che interpreta come il compimento del valore romantico del Risorgimento, intendendo la nazione italiano in senso hegeliano quale sintesi tra cittadino italiano individuale e l’universale della romanita. Col suo attivismo riusce a esercitare una forte capacità di attrazione. Così si sviluppa quella tendenza a preferire la sua scuola di storia della filosofia dove la preparazione di tipo scolastico e le esigenze tecniche erano minori, ma dove si sente un calore ideale, una passione filosofica, un fervore per la italianita, e una forza di convinzione spesso dura, e più che dura, ma più vicina a quei sentimenti e a quelle esigenze fasciste, una decisione innovatrice suggestiva e che sembra offrire un orientamento vitale per la soluzione di quei problemi. Accogliendo la concezione gentiliana dell'atto come perenne auto-creazione dello spirito italiano che tutto comprende, sviluppa una visione attualistica dell'idealismo non riducibile a una teoria statica, bensì intesa come azione e continuo dinamismo. Questo lo porta a esaltare la libertà creativa della ragione umana contro ogni forma di oggettività e di dogmatismo. Da qui la sua accentuazione della polemica anti-religiosa, e la riscoperta, nel solco delle tesi formulate da Spaventa e dallo stesso Gentile, della corrente immanentistica della filosofia rinascimentale italiana che egli pone a fondamento della genesi dell'idealismo moderno.  Questo immanentismo, per il quale Dio si esprime nell'attività dello spirito umano, è un reale umanismo che rende possibile la libertà dell'individuo, nella quale consiste la coscienza illuministica, da lui contrapposta a quella tradizionale, oppressiva e decadente, della trascendenza.  Per difendere la libertà del soggetto da ogni autoritarismo e sopraffazione, si è schierato tuttavia non solo contro il dualismo platonico, la teologia di impianto aquinistico e la neoscolastica, ma in parte anche contro lo stesso idealismo di Hegel che finisce per oggettivare la ragione facendone un sistema assoluto da lui ritenuto all'origine dello schiavismo. Persino nell'attualismo di Gentile e rimasto un retaggio del trascendente, quando esso attribuisce lo spirito ad un Io assoluto anziché ai singoli individui. Sono costoro i veri creatori di valori spirituali, coloro cioè in cui va identificato il soggetto trascendentale. In tal modo intende preservare la portata stessa dell'atto creativo dello spirito dell'idealismo gentiliano, rivestendolo di significati empirici, positivistici, contigenti. Altre saggi: “Lo spirito come eticità” (Bologna, Zanichelli); “La coscienza illuministica (Genova, Orfini); “Libertà ed esistenza (Firenze, Sansoni); “L’immanenza (Bologna, Zuffi); “La scolastica e la politica dei Gesuiti (Torino, Bocca); Le origini dell’aquinismo (Bari, Laterza) Gioberti (Messina, Principato); Ficino (Messina, Principato); “L'educazione dell'umanesimo in Italia (Venezia, La Nuova Italia); “Filosofia italiana ed umanesimo (Venezia, La Nuova Italia); “Aquino” (Firenze, Sansoni); “La teoria dell'amore e l'educazione del Rinascimento (Bologna, U.P.E.B.); “L'illuminismo della sofistica” (Milano, Bocca) Il pensiero italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento (Bologna, Zuffi); “L’Umanesimo italiano” (Bologna, Tamari). E.  Centineo, Ricordo, Giornale critico della filosofia italiana, Firenze, Sansoni,  Sorbelli, L'Archiginnasio: bollettino della Biblioteca comunale di Bologna,  direzione di F. Bergonzoni, Regia tipografia dei fratelli Merlani, Università degli studi di Firenze, S. Salustri, L'Università fascista di Bologna: un modello di Accademia per il regime?, in Accademie e scuole: istituzioni, luoghi, personaggi, immagini della cultura e del potere” (Milano, Giuffrè); V. Pisani, Paideia, Casa Paideia, R. Pertici, Storia della storiografia,  Jaca, L. Mangoni, “L'interventismo della cultura. Intellettuali e riviste del fascismo” (Bari, Laterza). Cantimori ricorda con commozione l'irrequietezza spirituale della sua scuola e la sua attenzione volta ad argomenti quasi ignorati dalla cultura Italiana – B. Bandini, Storia e storiografia: studi su Delio Cantimori. Atti del convegno tenuto a Russi, Riuniti).  Cit. in R. Pertici, Storia della storiografia, “Forse meglio di ogni altro, intese dell'attualismo l'istanza realmente umanistica, e di un "reale umanismo” “E questa appunto volle sotto-lineare e difendere contro ogni mistificazione. Così lo vediamo ridurre tutta la dialettica gentiliana a lotta sempre risorgente fra ragione umana liberatrice e costruttrice di una società di uomini liberi, e la coscienza tradizionale cristallizzata nelle oppressioni di strutture portatrici di una filosofia di morte. Ricordo.  La filosofia come celebrazione della soggettività è quasi tutta sbozzata con Ficino. Con lui, anziché col Campanella, come da altri è stato frequentemente ripetuto, s'inizia la conoscenza illuministica, Ettore Centineo, Ricordo, Giornale critico della filosofia italiana», Firenze, Sansoni, G. Morra, L'immanentismo assoluto, Giornale critico della filosofia italiana», E. Garin, Cronache di filosofia italiana” (Bari, Laterza); R. Melchiorre, Storiografi italiani (Villalba di Guidonia, Aletti). Attualismo, Filosofia rinascimentale, Idealismo italiano, Delio Cantimori Gentile  Ricordo.  Giuseppe Saitta. Saitta. Keywords: filosofia fascista, l’universita fascista di Bologna, le reviste filosofiche fasciste, Vita Nuova, immanenza e non trascendenza, lo spirito italiano, l’universale dell’italianita, l’universale della romanita, l’amore di Ficino, Campanella, Cantimori, contro la scolastica, animo, l’animo, vita nuova, contratto sociale, Rousseau, Firenze. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Saitta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735339190/in/datetaken/

 

Grice e Saliceto – filosofia italiana – Luigi Speranza (Cinisello Balsamo). Grice: “Since Sua Eccellenza Verri-Visconti calls himself a hyphenated philosopher, I who amn’t, shall list him under Visconti!” Esential Italian philosopher. Like Grice, he wrote on ‘happiness.’ Like Grice, he wrote on ‘pleasure.’ Like Grice, he was a very clubbable man. Ritratto tagliato Barone di Rho. Consorte Marietta Castiglioni Vincenza Melzi d'Eril. Figli Teresa, Alessandro (da Marietta Castiglioni). Filosofo. Considerato tra i massimi esponenti dell'illuminismo, è altresì ritenuto il fondatore della scuola illuministica milanese. Nacque a Cinisello Balsamo dal conte Gabriele Verri-Visconti, magistrato e politico conservatore e da Barbara Dati della Somaglia, membri della nobiltà milanese. Ha tre fratelli: Alessandro, Carlo e Giovanni.  Avviati gli studi nel Collegio dei gesuiti di Brera, e uno dei ‘trasformati’. Si arruola nell'esercito e prende parte alla Guerra dei Sette Anni. Fermatosi a Vienna, intraprende la redazione delle Considerazioni sul commercio nello Stato di Milano, che gli varranno il primo incarico di funzionario. Pubblica le “Meditazioni sulla felicità.” Devienne a Milano uno dei ‘pugni’, nucleo redazionale del ‘Caffè,’ destinato a diventare il punto di riferimento del riformismo illuministico. Tra i suoi saggi più importanti per “Il Caffè” si  ricordano “Elementi del commercio”; “Commedia”; “Medicina”; “I parolai”. Ha rapporto epistolari anche con gl’enciclopedisti. d'Alembert visita i pugni. Parallelamente all'impresa editoriale, intraprende la scalata del governo d’Austria allo scopo di mettere in prattica le riforme propugnate nel “Caffe”.Membro della Giunta per la revisione della "ferma" (appalto delle imposte ai privati) del Supremo Consiglio dell'Economia. Fonda la Società patriottica. “Meditazioni sull'economia politica”. Il discorso sull'indole del piacere -- e del dolore”; “i Ricordi” e le “Osservazioni sulla tortura”. Il suo è uno stile asciutto e libero, pieno di trattenuto vigore. Con Giuseppe II al trono d'Austria, gli spazi per i riformisti milanesi si riducono, e lascia ogni incarico pubblico, assumendo un atteggiamento sempre più critico. Pubblica la “Storia di Milano.” All'arrivo di Napoleone, prende parte alla fondazione della Repubblica Cisalpina, culla del tricolore italiano. Muore durante una seduta notturna della municipalità. Grazie a lui Milano divenne il più importante centro degl’illuministi. L'ipotesi di civiltà che scature da lui e forse troppo avanzata per poter essere adeguatamente raccolta dalla nostra cultura; e comunque lo colloca a pieno titolo tra le espressioni più alte degl’illuministi. Il suo grande merito e aver creato in Lombardia un centro di aggregazione illuminista:“Il Caffè dei pugni” Ciò che desta curiosità rimane il titolo con cui lui scelse di intitolare la sua testata, dovuta al rilevante fenomeno della diffusione di caffè (bar), come luoghi dove poter intraprendere un libero e attuale dibattito culturale, politico e sociale. Con i suoi articoli sul dolore e il piacere, sottoscrive la dottrina di Helvétius, nonché il sensismo di Condillac, fondando sulla ricerca della felicità e del piacere l'attività degl’uomini. Gl’uomini tendeno a sé stessi al piacere e sono pervasi dal dolore. I suoi piaceri non sono altro che momentanee interruzioni del dolore. La felicità degl’uomini non è quella personale o soggetiva, ma quella a cui partecipa il “collettivo,” quasi eutimia o atarassia. Per quanto riguarda la politica e l'economia, lui è controverso. Per quanto riguarda l'ambito economico, negli Elementi del Commercio e nella sua più grande opera economica Meditazioni sull'economia politica, enuncia (anche, per primo, in forma matematica) la legge di domanda e offerta, spiega il ruolo della moneta come merce universale, appoggia il libero scambio e sostenne che l'equilibrio nella bilancia dei pagamenti è assicurato da aggiustamenti del prodotto interno lordo (quantità) e non del tasso di cambio (prezzo). Di conseguenza, può essere visto come un marginalista. Si nota, però, come assuma atteggiamenti di difesa del concetto di proprietà privata e del mercantilismo. Verri-Visconti ritiene che solo la libera concorrenza tra eguali possa distribuire la proprietà private. Tuttavia pare favorevole principalmente alla piccola proprietà, per evitare il risorgere delle disuguaglianze. Verri con le Osservazioni sulla tortura esprime la sua contrarietà all'uso della tortura. Define ingiusto e antistorico un modello così efferato di giurisprudenza e auspicando l'abolizione di questi metodi. Non pubblica l’opuscolo per non inimicarsi, con le pesanti critiche alla magistratura in esso contenute, il senato di Milano (tribunale) presso cui si sta decidendo dell'eredità del padre. “Dei delitti e delle pene” di Beccaria prende in gran parte le mosse proprio dalle bozze delle Osservazioni sulla tortura, oltre che dagli articoli de Il Caffè. E proprio a causa di questo furto di idee che i due pugni arrivano al più acceso scontro. Nella versione definitiva e aggiornata dell’ “Osservazioni,” che sono in conclusione un invito ai magistrati a seguire la dottrina illuminista invece di irrigidirsi sulle posizioni conservatrici, la sua dialettica è cruda e basilare. La tortura è una crudeltà. Se la vittima è innocente, subisce sofferenze non necessarie. Se la vittima e colpisce un _colpevole_ *presumibile* rischia di martoriare il corpo di un possibile innocente. L’accusato rinuncia nella tortura alla sua difesa naturale istintiva. Viola la legge di natura. Apre il suo saggio con la ricostruzione del processo agl’untori, presentandolo sia come documento dell'ignoranza di un secolo non guidato dai lumi, sia come emblema del modo in cui una legge sbagliata porta a una evidente ingiustizia. Questa ricostruzione forne la base per la Storia della colonna infame di Manzoni, che però la presenta come testimonianza di ciò che accade quando uomini ingiusti detenneno un grande potere, come all'epoca era quello del senato milanese. Il saggio non arrivea mai ad avere il successo che invece ebbe Dei delitti e delle pene, vuoi perché la maggior parte delle osservazioni in essa sviluppate erano già contenute nell'opera di Beccaria, vuoi per via del  suo stile, dotto e di difficile comprensione, che rendeva di per sé ardua la diffusione della sua filosofia, che pure conteneva molti ulteriori spunti rispetto all'opera del collega. La Borlanda impasticciata con la concia, e trappola de sorci composta per estro, e dedicata per bizzaria alla nobile curiosita di teste salate dall'incognito d'Eritrea Pedsol riconosciuto, festosamente raccolta, e fatta dare in luce dall'abitatore disabitato accademico bontempista, Adorna di varii poetici encomii, ed accresciuta di opportune annotazioni per opera di varii suoi co-accademici amici; “Il Gran Zoroastro ossia Astrologiche Predizioni”; “Il Mal di Milza, Diario militare,” Elementi del commercio”; “Sul tributo del sale nello Stato di Milano”; “Sulla grandezza e decadenza del commercio di Milano”; “Fronimo e Simplicio; ovvero, sul disordine delle monete nello Stato di Milano”; Considerazioni sul commercio nello Stato di Milano”; “Orazione panegirica sula giurisprudenza Milanese”; “Meditazioni sulla felicità colletiva” – cfr. Grice, Notes on happiness –; “Bilancio del commercio dello stato di Milano, Il Caffè, Sull’innesto del vajuolo, Memorie storiche sulla economia pubblica dello stato di Milano, Riflessioni sulle leggi vincolanti il commercio dei grani, Meditazioni sulla economia politica con annotazioni, Consulta su la riforma delle monete dello Stato di Milano, Osservazioni sulla tortura, Ricordi a mia figlia, Considerazioni sul commercio nello Stato di Milano – “Sull'indole del piacere e del dolore” -- Manoscritto da leggersi dalla mia cara figlia Teresa Verri per cui sola lo scrissi, Storia di Milano, Piano di organizzazione del Consiglio governativo ed istruzioni per il medesimo, “Precetti di Caligola e Claudio”; “Memoria cronologica dei cambiamenti pubblici dello stato di Milano”; “Delle nozioni tendenti alla pubblica felicità” – felicita pubblica – felicita private --; “Pensieri di un buon vecchio che non è letterato, Carteggio di Pietro e di Alessandro Verri;  L'Edizione Nazionale delle Opere, Ministero per i beni e le attività culturali ha deciso di avallare un'Edizione nazionale delle sui saggi. Il comitato, finanziato pubblicamente, dalla Fondazione Cariplo e da Banca Intesa Sanpaolo, è presieduto da C. Capra e composto da una ventina di studiosi e si basa sull'Archivio donato dai Visconti alla Fondazione Per La Storia Del Pensiero Economico. Angolani Bartolo, Gli Scritti di argomento familiare e autobiografico; Rivista di storia della filosofia. (Firenze: La Nuova Italia). Carteggio di Pietro e Alessandro Verri  Cfr. Ricuperati, Il genere della biografia, Società e storia. (Milano: F. Angeli,  "Il Caffè", Introduzione. Giordanetti, Piero, a cura di, “Sul piacere e sul dolore”. Kant discute Visconti (Milano, Unicopli); “Giordanetti, “Le arti belle. Sulla fortuna di Visconti, Visconti e il suo tempo, C. Capra, Bologna, Cisalpino); Renzo Villata, M. Gigliola, Il processo agli untori di manzioniana memoria e la testimonianza (ovvero... due volti dell'umana giustizia), Acta Histriae Storia di Milano, Cronologia della vita di Pietro Verri, su storiadimilano. Vèrri, Pietro nell'Enciclopedia Treccani, su treccani. Ricordi a mia figlia, su classicitaliani. CatalogoSellerio, su Sellerio. Salerno editrice. Scheda del libro: Delle nozioni tendenti alla pubblica felicita, su salerno editrice. Pensieri di un buon vecchio che non è letterato, su classic italiani. Carlo Capra, Risultati e prospettive, in Rivista di storia della filosofia, Scritti di economia, finanza e amministrazione, I Discorsi e altri scritti degli, Storia di Milano, Scritti di argomento familiare e autobiografico, Scritti politici, Carteggio di Pietro e Alessandro. Caffè. In Venezia, P. Pizzolato); “Mediazioni sulla economia politica con annotazioni” (Venezia,Giovanni Battista Pasquali); “Meditazioni sulla economia politica” (Livorno, Stamperia dell'Enciclopedia Livorno); “Sull'indole del piacere e del dolore” (Milano, G. Marelli); “Storia di Milano” (Milano, Società tipografica de' classici italiani); “Carteggio di  F. Novati, A. Giulini, E. Greppi, G. Seregni, Milano, L. F. Cogliati, Milesi & figli, Giuffrè); “Viaggio a Parigi e Londra. Carteggio di Pietro ed Alessandro Verri, Gianmarco Gaspari, Milano, Adelphi); “Appunti di diritto bellico” (Paolo Benvenuti, Roma, A. Benedetto, “Visconti repubblicano: gl’articoli, Poesia, letteratura e politica, Alessandria, Edizioni dell'Orso, A. Cavanna, Da Maria Teresa a Bonaparte: il lungo viaggio, C. Capra, I progressi della ragione” (Bologna, Il Mulino); “Meditazioni sulla felicità, Pavia-Como, Ibis); “Discorso sull'indole del piacere e del dolore, G. Spada, Londra, Traettiana, Diario Militar, Milano, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,. Filosofico. Storia di Milano. Sua Eccellenza il conte Pietro Verri Visconti di Saliceto. Keywords: diritto bellico. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Saliceto – “Grice e Visconti: il piacere” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. #visconti https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4420380244640603 #griceevisconti https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702952334/in/photolist-2mLP9qE-2mLQeeb-2mLFAmb-2mLM99A-2mLFAni-2mLKFF5-2mLFAoq-2mLM98d-2mLQecH-2mLM99W-2mLQecC-2mLQebv-2mLP9ps-2mLFAnd-2mLP9r6-2mLFAkV-2mLQeem-2mLQebF-2mLFAo5-2mLFAov-2mLQeer-2mLP9q4-2mLQedQ-2mDddVQ-2mDddUN-2mD9Vcs-2mD9VdE-2mD4uWN-2mD8LBS-2mD9VcN-2mDc9b5-2mDddWS-2mD4uXz-2mD4uYg-2mDddV9-2mDc9bq-2mD8LBr-2mD8LC8-2mD4uYw-2mD9VdV-2mD4uWH-2mDddVu-2mDddVj-2mD4uXK-2mDc9a8-2mD8LBm-2mDddW6-2mDc9aZ-2mD9VcH-2mD4uXV

Grice e Salutati – Ercole al bivio – filosofia italiana (Stignano). Filosofo. Vedo che ignori quanto sia dolce l'amor di patria: se ciò fosse utile alla difesa e all'ampliamento della patria, non ti sembrerebbe un crimine penoso, nè un delitto scellerato, il fracassare con la scure il capo del proprio padre, o ammazzare i fratelli, o cavare con la spada dal grembo della moglie il figlio prematuro. Ad Andrea di Conte. Cancelliere di Firenze, Figura culturale di riferimento dell'umanesimo a Firenze, in qualità di discepolo del Boccaccio e precettore di P. Bracciolini e LBru .ni.  Considerato uno dei più importanti uomini di governo tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo, Coluccio Salutati, nei suoi anni di cancelliere della Repubblica di Firenze, svolge un importantissimo ruolo diplomatico nel frenare le ambizioni del duca di Milano G. Visconti, intenzionato a creare uno stato comprendente l'Italia centro-settentrionale. Nel contesto di questa lotta elabora la sua dottrina della “libertas fiorentina”. Oltre all'impegno politico, svolge un importante ruolo nella diffusione dell'umanesimo petrarchesco e boccacciano, divenendone l'esponente più importante e il praeceptor della prima generazione degl’umanisti. Il suo lascito più importante presso i posteri fu la codificazione civile dell'umanesimo, cioè l'uso dello spirito e dei valori dell'antichità classica all'interno dell'agone politico internazionale. Grazie a Salutati (autore tra l'altro di un vastissimo epistolario e di trattati politici, filosofici e letterari), difatti, il mito della florentina libertas, cioè di quel complesso di valori ispirati alla libertà promosso dall'ordinamento politico fiorentino, si rafforza enormemente sotto il suo cancellierato, ed e utilizzato quale strumento diplomatico per accrescere il prestigio di Firenze presso gli altri stati d’Italia. Costretto, a pochi mesi dalla sua nascita, ad abbandonare il luogo natìo per raggiungere il padre Piero (detto dal Villani di buoni costumi e di prudenzia laudabile) a Bologna, ove il genitore serviva il signore della città T. Pepoli, che a sua volta garantiva protezione alla famiglia Salutati. Nella città felsinea compe per volontà paterna (ma più probabilmente di Pepoli che, morto Piero, prende sotto la sua protezione la famiglia e il giovane Coluccio in particolare), studi, benché fosse maggiormente interessato alle discipline letterarie, e seguì le lezioni di logica e di grammatica di P. Moglio. Lascia Bologna a causa anche della caduta di Pepoli e ritorna a Stignano, dove un rogito testimonia la sua presenza. Gli anni successivi all'allontanamento da Bologna,  gli videro esercitare il mestiere di notaio in vari centri toscani (specialmente in Valdinievole), coltivando, come si vedrà nella sezione dedicata alla passione umanistica, lo studio dei classici, come dimostra la lettera a L. Gianfigliazzi , colto politico fiorentino col quale discute su Valerio Massimo e altri autori antichi.  Nel frattempo, la sua carriera amministrativa lo spinse ad intraprendere anche la carriera politica: cancelliere del Comune di Todi prima, della Repubblica di Lucca poi, ed infine, dopo essere giunto a Firenze ed avervi esercitato per breve periodo l'incarico di scriba omnium scrutinorum, Cancelliere di quella città, tenne, pertanto, nelle sue mani la carica più importante della diplomazia della Repubblica fiorentina, divenendo un personaggio di spicco della politica italiana di fine Trecento. Costantemente rieletto e confermato con le stesse ingerenze, lo stesso stipendio e i soliti privilegi, lascia nell'Ufficio un numero grande di minutari e registri, di lettere e istruzioni, per lo più di sua mano, e solo in parte de' suoi coadiutori, che non sembrano molti. Da questi libri e da altri della Cancelleria, apparisce com'egli fosse costantemente in Palazzo, presente a innumerevoli atti del Comune, dei Consigli, degli uffici più svariati. La frattura in seno alla Chiesa Cattolica spinse Urbano VI a firmare la pace coi fiorentini. Le relazioni tra Santa Sede all'epoca ad Avignone e la Repubblica fiorentina degenerarono rapidamente a causa della volontà di Gregorio XI di ritornare a Roma e ripristinarvi l'autorità della Chiesa. La paura che si formasse, nel centro Italia, un forte stato ecclesiastico allarma sia Firenze (intimorita di essere inglobata nel nuovo stato) che le città degli Stati Pontifici, che a causa della lontananza del Papato avevano acquisito una grande forza ed indipendenza. La guerra finì frettolosamente a causa della scissione interna alla Chiesa stessa tra cardinali, fatto che porta alla nascita del gravoso Scisma d'Occidente. Urbano VI assolve Firenze dalla scomunica per avere alleati contro Clemente VII.  Tra gli scomunicati, c'e anche lui, in quanto figura chiave della politica dell'epoca. Coluccium Pieri de Florentia, excellentissimum cancellarium comuni Florentie, riceve l'assoluzione da parte del Papa tramite i legati S. Pagani, vescovo di Volterra, e F. d'Orvieto, frate appartenente all'ordine degli Eremitani. Firenze, mentre stava stipulando la pace con Urbano VI, fu sconvolta dalla rivolta del popolo minuto che, già soggiogato e perseguitato dalla prepotenza politico-economica del popolo grasso, fu sobillato dagli operai salariati (i ciompi) a rivoltarsi. Si ebbero i primi scontri e i ciompi, risultati vincitori, imposero Michele di Lando quale gonfaloniere di Giustizia e riformatore della Signoria in senso democratico. L'animosità degli sconfitti si fece sentire molto presto: dopo aver chiuso gli opifici riducendo alla fame gli operai, la grande borghesia e l'aristocrazia riuscirono a trarre dalla loro parte Michele di Lando che, dopo aver disperso i capi dei ciompi, si dimise dalla carica di gonfaloniere e ridando il potere ai magnati, tra i quali primeggiarono gli Albizi che instaureranno un regime oligarchico durato fino alla venuta di Cosimo de' Medici. Dall'epistolario di Coluccio, sappiamo che egli informò D. Bandini di Arezzo dei tumulti avvenuti in città e stimando gli uomini assurti al potere quali degni e pieni di considerazione. L'atteggiamento emerso in quest'epistola, datata il mese d'agosto, si rivelerà contrario a quanto Coluccio in realtà pensasse del nuovo governo. Marco Cirillo ci descrive lo stato d'animo del Cancelliere e la sua scelta di rimanere in tale carica nonostante l'avversione per i Ciompi. Dalle lettere di Coluccio Salutati si evince come il cancelliere non fosse soddisfatto del governo instaurato dal Popolo Minuto, ed è probabile che il cancelliere conoscesse anche i “piani politici” di chi voleva ritornare al potere. Questo ci permette di ipotizzare che, la decisione di ritornare al proprio ufficio si legava sia alle necessità familiari dell'umanista, sia all'amore che egli nutriva per il proprio lavoro ma anche, alla conoscenza dell'imminente ritorno del Popolo Grasso al potere, unito alla convinzione della mancanza di conoscenze politiche adeguate per governare una città come Firenze da parte dei Ciompi stessi (Cirillo)  Ha un ruolo decisamente più attivo ed importante nell'animare Firenze perché si difendesse dalle ambizioni di conquista di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, desideroso di sottomettere l'intera Penisola al suo controllo schiacciando le resistenze delle Signorie dell'Italia Settentrionale. Galeazzo sposta infatti le sue attenzioni sulla Repubblica di Firenze, e Coluccio giocò un ruolo importante in questa situazione spronando il popolo fiorentino a difendere la sua tradizionale libertà (la florentina libertas) e rispondendo egli stesso dalle accuse dei nemici attraverso l'opera Invectiva in Antonium Loscum. La situazione per i fiorentini, all'inizio del conflitto, era alquanto drammatica, in quanto si ritrovarono praticamente circondati dai domini di Gian Galeazzo e solo l'ausilio di bande mercenarie, guidate da Giovanni Acuto, riuscirono a frenare i piani di dominio del Visconti. La guerra, che riprese dopo una momentanea tregua, vide la formazione di una vasta coalizione antiviscontea di cui fecero parte tutti gli stati italiani del centro-nord, tenuti assieme dalla politica estera fiorentina e da quella veneziana. Nonostante gli alleati fossero stati gravemente surclassati dalle forze milanesi, i fiorentini riuscirono a salvare la loro indipendenza resistendo a dodici anni di guerra, cioè fino alla morte improvvisa di Gian Galeazzo a causa della peste, lasciando Firenze in una posizione di potenza nell'Italia centro-settentrionale.  Gli ultimi anni e la morte Coluccio trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena celebrato sia per la sua posizione di guida dell'umanesimo, sia per l'abilità politica dimostrata contro il Visconti, ma anche in grandi amarezze a causa dei lutti (morte della seconda moglie e la morte di alcuni dei suoi figli in occasione della pestilenza). Quando poi morì, la Signoria, il giorno successive, gli fece celebrare funerali solenni in Santa Maria del Fiore, ponendo sulla sua bara una ghirlanda d'alloro per le sue virtù poetiche. I suoi discepoli Leonardo Bruni suo successore, Poggio Bracciolini, futuro cancelliere e Pier Paolo Vergerio lo piansero amaramente, ricordandolo come un padre e come il più grande decoro di Firenze. Coluccio umanista La guida dell'umanesimo italiano e per trent'anni, dopo la morte del Petrarca e del Boccaccio, il più autorevole umanista italiano, unico erede di quei grandi (Dionisotti)  Miniatura che ritrae proveniente da un codice della Biblioteca Laurenziana a Firenze. Alla morte del Boccaccio, sia per ragioni anagrafiche (era di una generazione sita tra quella di Petrarca e Boccaccio e la successiva degli umanisti), sia per la propria grandezza letteraria e filosofica, fu il principale esponente dell'umanesimo italiano, come ricorda infatti C. Dionisotti e altri studiosi, quel «trait d'union tra la generazione che aveva vissuto in prima linea il rinnovamento petrarchesco e quella dei nuovi umanisti già pienamente quattrocenteschi» Salutati ebbe, sia per il ruolo istituzionale sia per quello culturale, rapporti anche con i Paesi europei: tenne corrispondenza con un colto cortigiano di Carlo VI di Francia, Jean de Montreuil, e con l'arcivescovo di Canterbury Thomas Arundel, conosciuto mentre il presule inglese si trovava a Firenze. Fecondo scrittore, apologeta "diplomatico" della classicità contro gli attacchi degli aristotelici e di alcuni ecclesiastici ostili all'antropologia umanista, Coluccio alternerà il suo magistero culturale con quello politico, difendendo la libertà repubblicana di Firenze adottando lo stile e il genere degli antichi trattatisti.  La formazione umanistica Nonostante Lino avesse preso definitivamente l'attività notarile, come testimonia il suo primo rogito effettuato nella nativa Stignano, l'amore per la cultura e la letteratura non venne meno. Anzi, a partire dalla fine degli anni sessanta, Coluccio divenne il segretario di Francesco Bruni, amico a sua volta di Francesco Petrarca; iniziò, come esposto dalla Senile un rapporto epistolare a distanza, che permise al Salutati di avvicinarsi alle proposte umanistiche del poeta Aretino. Nel periodo che intercorse tra questa prima epistola e la morte del Petrarca, Coluccio entrò sempre più nella mentalità classicista del maestro, grazie anche ai contatti che egli ebbe con l'altro grande umanista e allievo del Petrarca stesso, Giovanni Boccaccio, quest'ultimo animatore del circolo umanista di Santo Spirito a Firenze. Seguendo la scia del maestro Boccaccio, sinceramente pianto dal Salutati al momento del trapasso, il Cancelliere della Repubblica continuò il suo magistero a Santo Spirito, tenendovi lezioni cui partecipavano umanisti non solo fiorentini (si ricordano, tra i più importanti, Niccolò Niccoli, Leonardo Bruni e Poggio Bracciolini), ma anche di altre regioni italiane (quali il vicentino A. Loschi e il già ricordato P. Vergerio). Nel convento degli agostiniani Salutati, aiutato nel suo magistero culturale dal coltissimo frate Luigi Marsili[40], non si fece soltanto portavoce degli ideali dell'umanesimo classicista petrarchesco, ma continuò a tenere in alta considerazione Dante Alighieri, deprecato da una cerchia dei giovani umanisti in quanto scrittore volgare e pessimo latinista. La fondazione della cattedra di greco a Firenze. Oltre al suo compito di formazione dei giovani umanisti che andranno a diffondere il nuovo sapere presso gli altri centri culturali italiani, Salutati ebbe il merito non solo di affidare le cattedre tradizionali dello Studium fiorentino ad umanisti discepoli di Petrarca (quali Giovanni Malpaghini), ma soprattutto quello di far rifiorire in Italia il greco classico. Grazie all'incontro avvenuto a Venezia tra i giovani umanisti Roberto de' Rossi e Giacomo Angeli da Scarperia e i due colti bizantini M. Crisolora e D. Cidone, inizia, usufruendo dei poteri di Cancelliere, ad intessere rapporti con Crisolora per invitarlo ufficialmente a Firenze quale docente di greco classico nello Studium. Questi, giunto nell'Europa Occidentale per conto dell'imperatore Manuele II Paleologo per cercare alleanze contro i turchi ottomani, cercò di instaurare rapporti di amicizia con gli Stati che visitava trasmettendo la conoscenza del greco classico ai nascenti circoli umanistici, edotti di latino ma non della lingua di Omero. Pertanto Crisolora accettò l'offerta del Salutati, rimanendo nella città toscana e lasciando in eredità ai suoi discepoli (e amici) fiorentini gl’Erotematà, compendi linguistici di greco classico caratterizzati da una sinossi con la grammatica latina. L'umanesimo incontra durante la sua diffusione, il sospetto e l'ostilità di alcuni ambienti religiosi a causa della libertà e responsabilità etica del singolo uomo che Coluccio andava insegnando, e del suo progetto di conciliare la natura della cultura classica con quella cristiana. I principali antagonisti dell'umanesimo fiorentino, il camaldolese Giovanni di San Miniato e il domenicano Giovanni Dominici (quest'ultimo poi cardinale), intendevano sostanzialmente mantenere l'istruzione e la morale rigidamente nelle mani della gerarchia, rifiutando la ventilata autonomia spirituale dei pagani e riaffermando la loro interpretazione allegorica. Le humanae litterae non sono antitetiche agli studia divinitatis Coluccio, davanti a questi attacchi, sostenne la necessità, anche da parte dei laici, di avere coscienza di ciò che dicono e professano nella vita attiva, ribadendo il valore positivo di questo modello di vita e combattendo il vuoto nominalismo tomista che la cultura ecclesiastica ufficiale difendeva strenuamente quest'ultimo visto come nocivo perché, avendo ormai intriso la stessa Bibbia di sillogismi filosofici, allontanava dalla Verità gli uomini:  «Senza la capacità di intendere in fondo i termini, la lingua, non si dà conoscenza della scrittura, della parola di Dio. Ogni conoscenza seria è comunicazione. In tal modo gli studia humanitatis come mezzo per ritrovare nella lettera l'inseparabile spirto, nel corpo l'anima indisgiungibile, sono strettamente connessi con gli studia divinitatis.  La disputa sulla verità teologica della poesia, genere privilegiato nella conoscenza di Dio, è quello che gli impegna maggiormente. Seguendo il tracciato delle Genealogie deorum gentilium del maestro Boccaccio, risponde alle accuse dell'immoralità della poesia a G. di San Miniato, in una lettera affermando non solo che ogni verità proviene da Dio stesso, ma anche che Dio ha usufruito della poesia attraverso i salmisti, Giobbe e Geremia: per cui la poesia è il genere letterario più vicino a Dio. Tale tesi verrà poi ulteriormente rinforzata nell'incompiuto “De laboribus Herculis”, in cui si arriva a sostenere una vera e propria poesia teologica, per cui anche gl’antichi poeti pagani, con le loro opere, si avvicinavano a Dio .Il poema epico del Petrarca, per la sua incompletezza e il latino ancora un po' rozzo, suscita delusione nei simpatizzanti dell'umanesimo. Forma, impiegando gran parte delle sue retribuzioni, una biblioteca di più di 100 volumi, collezione molto grande per l'epoca e simbolo del suo fervore culturale. Possedetun manoscritto delle tragedie di Seneca ricopiato ottimamente di suo pugno con l'aggiunta dell'Ecerinide del preumanista padovano A. Mussato, ma anche esemplari di autoriquali Tibullo e Catullo ed una rarissima copia delle Ad familiares di Cicerone, coperta dall'amico e cancelliere milanese P. Capelli a Vercelli. A questa scoperta in terra di Lombardia, si aggiunse anche le Epistole ad Atticum, rendendolo il primo dopo secoli a possedere entrambe le raccolte di lettere di Cicerone. R. Sabbadini riporta che, nella sua biblioteca, e il primo a possedere il De agricultura di Catone, il Centimeter di Servio, il commento di Pompeo all'Ars maior di Donato, le Elegie di Massimiano e le Differentiae pseudo-ciceroniane, mentre F. Tateo continua elencando i Dialoghi di Gregorio Magno e l'esame dei vari manoscritti di Cicerone, di Lattanzio, di Agostino, di Seneca, di Ovidio e di Stazio in suo possesso.  Nonostante questa passione da bibliofilo, che rese la sua biblioteca la più significativa dopo quella del Petrarca agli albori del XV secolo, non sfoggia mai eccellenti doti filologiche, al contrario del Petrarca stesso o del suo discepolo L. Bruni. Cerca, inoltre, di avere da parte di Lombardo della Seta, fedele discepolo del Petrarca, una copia dell'Africa perché fosse poi pubblicata. I suoi sforzi e dei primi umanisti risultarono sempre più insistenti nel corso degli anni settanta: Lombardo ha timore a pubblicare un'opera rimasta in un testo incompiuto ed incerto, rischiando così di oscurare la gloria del Petrarca. Quando poi giunge a Firenze il sospirato poema epico dell'Aretino, è afflitto dalle sospensioni, dalle lacune e certamente anche dalla pesantezza d'ala del poema tanto vantato e sognato. La delusione, trasmessa in una lettera a Francescuolo da Brossano, spinselo a non farsi più editore e commentatore dell'opera. Intervenne anche nel campo della paleografia. Nel vivo studio dei classici, fa un'introduzione fondamentale: dopo aver adottato, per gran parte della sua vita, una scrittura cancelleresca e una libraria semi-gotica', legge e trascrive un codice delle Lettere di Plinio il Giovane contenente nessi e legature che si erano persi. L’uso di -s diritta in fine di parola, i nessi e le legature ae, ę e &, di cui si era persa memoria. Con questo esperimento inizia la storia della scrittura umanistica. Composto da 344 lettere, l'epistolario di Coluccio, documento fondamentale di questa lunga ed efficace opera di rinnovamento» culturale, tratta dei temi più disparati. Organicamente, la raccolta si divide in due filoni: le lettere private, indirizzate ad amici e conoscenti, e quelle pubbliche, scritte a nome della Repubblica diFirenze. Stilisticamente, l'epistolario di Coluccio spicca per l'uso di uno stile che si allontana da quello delle lettere medioevali, fitte della retorica della ars dictandi, per lasciare il posto ad una serenità cordiale e stoica che si richiamava alle Familiares di Cicerone e al repertorio lessicale degli altri autori classici, determinando così quello che è stato definito «latino misto»[63].  Epistolario privato Nella prima categoria, le lettere scritte a nome dell'umanista Coluccio mettono in mostra le tendenze socio-culturali del primo umanesimo italiano. Da un lato, la percezione del divario cronologico tra i contemporanei e gli antichi, eredità diretta della sensibilità petrarchesca; dall'altro, l'esposizione in più punti del suo pensiero, dalla rivendicazione del valore della vita attiva contro i monaci e quegli ecclesiastici che sottolineavano invece l'eccellenza della vita claustrale al valore della poesia. Immancabile è la tematica politica, esposta nella lunga lettera a Carlo di Durazzo e ritenuta essere il sunto del pensiero politico del primo umanesimo. Le lettere dell’Epistoloario pubblico, scritte in qualità di cancelliere della Repubblica, sono di carattere puramente politico, in quanto rivolte a contrastare l'azione egemonica di Gian Galeazzo Visconti. Riprendendo i modelli dei classici latini (Seneca, Sallustio, Cicerone), Coluccio additava Gian Galeazzo quale tiranno in contrasto con la florentina libertas. Il tono di queste lettere doveva essere così grave e tagliente che, secondo la tradizione, il duca di Milano rispondeva che un'epistola del Salutati era più deleteria di una sconfitta militare di Milano in campo aperto. Dal punto di vista più tecnico, il saggio  svolto presso la cancelleria di Firenze ha reso Coluccio Salutati uno dei più noti cancellieri del Medioevo; tale notorietà si deve al metodo di lavoro che egli ha adottato nel trentennio in cui ha ricoperto tale carica. Effettivamente, i cambiamenti che il Salutati ha apportato, soprattutto nel campo dell'epistolografia politica medievale, pur non essendo certo radicali, ebbero una notevole influenza su molte corti d'Europa. La letteratura sull'argomento è unanime nell'affermare che, Coluccio Salutati, pur utilizzando la formula prevista dall'epistolografia cancelleresca medievale, che prevedeva: la Salutatio, il Proverbium, la Narratio, la Petitio e la Conclusio; ebbe modo di personalizzare ogni fase dell'epistola in base alle proprie esigenze narrative. È frequente perciò trovare nelle sue lettere una Salutatio piuttosto breve ed un Proverbium soprattutto quando egli esprimeva teorie politichepiuttosto lungo. Epistola a F. Zabarella, filosofo padovano, il “De Tyranno” basato sull'omonimo trattato di Bartolo da Sassoferrato e sul “Polycraticus” di Giovanni di Salisbury) riflette sulla nascita della tirannide e sulla liceità dell'assassinio del tiranno stesso. Indotto a fare questa riflessione su spunto di A. dell'Aquila, che gli chiese la liceità dell'assassinio di Giulio Cesare e dalla volontà di difendere la scelta dantesca di porre Bruto e Cassio nelle fauci di Lucifero, ammette la liceità di un tale gesto nei confronti di un despota, ma negandola però al generale romano, in quanto e un benemerito capo di stato, che fu tradito dagli stessi uomini che erano stati da lui beneficiate. L’Invectiva contro A. Loschi, cancelliere dell'ormai defunto Gian Galeazzo e autore di una “Invectiva in florentinos”, ha un tono più concreto rispetto al teorico “De Tyranno”. Nell'”Invectiva”, mostra la partigianeria repubblicana sostenitrice della “florentina libertas”, emula dell'Atene di Pericle fautrice della concordia partium tra lei e i suoi alleati. Gli ricorda come Firenze sia nel giusto perché è sottoposta alle leggi, che non possono essere violate, mentre a Milano il diritto è strumento arbitrario nelle mani di un vero e proprio tiranno, che sta al di sopra delle leggi. “De seculo et religione”, epistola all’amico Niccolò di Lapo da Uzano si articola in due parti ed è datata. Gl’invia una lettera d'accompagnamento insieme al testo da lui realizzato. Tratta di una esortazione assai fervida alla vita claustrale. Rvendica anche la validità della vita quale laico, in quanto strada valida nell'ambito gerarchico delle occupazioni umane, a cui egli rimane ancora legato. L'opera, esaltante la vita ritirata prendendo spunto anche da Cicerone, Livio, Macrobio e Omero, tratta anche della condanna morale di cui è afflitta Roma, dai papi fino ai predicatori. Il “De fato et fortuna” e un’epistola divisa in cinque parti, iespone l'argomento del libero arbitrio e del rapporto che esiste tra quest'ultimo e gli avvenimenti che possono ostacolarne i progetti. La tematica, assai complessa ed erede di una lunga tradizione filosofica (i modelli sono Alberto Magno, Aquino e il “De bona fortuna” di Aristotele), si sviluppa nel tentativo di dimostrare come l'esistenza umana si inquadri in una causa prima, Dio, la quale opera in comunione, talvolta incontrandosi, talvolta scontrandosi, con la volontà dell'uomo. In “De Nobilitate legum et medicine” propone una gerarchia del sapere, proponendo la legge come valore supremo sulla medicina, intesa come mera tecnica. Come l'anima è superiore al corpo, così la legge (che si rifanno al campo della volonta dello spirito) e superiori alla medicina, che fa parte della meccanica. La legge, infatti, regola la vita sociale, determina il con-vivere civile, stabilisce l'ordine e deve essere ottima perché puo produrre uomini migliori. Continua affermando che la legge, dal momento che appartengono alla sfera dello spiritualo e quindi celeste, e legate direttamente a Dio. Gl’uomini, perciò, possono collaborare con Dio nella costruzione perfetta della società grazie al fatto che ogni uomo e ispirato dalla divinità medesima. Il “De Laboribus Herculis,” opera di grande impegno intellettuale, e un vasto saggio di poesia. Diviso in 4 parti, intende continuare il progetto culturale di Boccaccio della genealogia, vale a dire una difesa della poesia a livello universale basata sulle vicende terrene dell'eroe mitologico Ercole, re-interpretate in senso allegorico e indirizzate verso la via della virtù. Si basò su Ercole per la radice etimologica del nome greco, risalente ad “ερος κλερος”, cioè uomo forte e glorioso. Come già scrive a Giovanni di San Miniato, infatti, la poesia ha un valore universale in quanto il senso interpretativo supera la dimensione culturale in cui è stato scritto. Per cui la opera di un pagano, se piene di valori positivi, non devono essere rigettate, ma accolte in quanto provenienti da Dio stesso. “Carmen de morte Francisci Petrarce” e un carme commemorativo del Petrarca e accennato in varie epistole a Roberto Guidi conte di Battifolle, a B. Imola e a F. Brossano, del quale è quasi dubbio il completamento. “De verecundia” e un trattarello in forma epistolare indirizzato ad A. Baruffaldi sulla natura positiva o negativa della verecundia, cioè il rispetto. Grazie agli studi genealogici di F. Novati, si puo ricostruire l'ascendenza e la discendenza del cancelliere fiorentino. Coluccio Ignota, figlia di un tal Lino Piero Lino Coluccio; Piera di Simone Riccomi, A.Corrado, Giovanni Sorella ignota, sposata a uno dei Giovannini di Stignano sposata ad uno dei Dreucci di Pistoia  Piero morto di peste, Andrea morto di peste, Bonifazio - Monna Checca de' Baldovinetti Arrigo  Margherita d'Andrea de' Medici Antonio, Duccia di Guernieri de' Rossi; Nonnino Filippo, Simone Lionardo, chierico Salutato, chierico Lorenzo. A lungo si è ritenuta corretta la data, Campana  Martelli, Nuzzo, e altri studiosi dimostrano che la data corretta è Villani, Coluccio Salutati XXVII racconta l'ascesa politica ad una delle più prestigiose cariche politiche fiorentine. Nominato segretario grazie all'influenza del Gonfaloniere Bonaiuto Serragli, e eletto Cancelliere in sostituzione di N. Monaci, uomo politico con cui il Serragli fu in disputa.  Si veda Epistolario per le addolorate missive inviate dal Bruni e da Poggio all'amico in comune N. Niccoli, ‘tali parente’ nell'epistola di Bruni; ‘patris nostri’ in quella di Poggio). In Ivi,  l'istriano P. Vergerio, in una lettera a F. Zabarella, lo descrive come il primo e straordinario decoro di Firenze -- urbis illius primum atque precipuum decus, Linum Colucium Salutatum -- Della stessa opinione anche: Cappelli, in cui si ricorda, al momento dei funerali, il commosso addio dell'allievo P. Vergerio, che lo chiama  communis omnium magister -- maestro comune di tutti noi -- Luogo significativo per continuare le riunioni dei nuovi umanisti, in quanto vi viveva quel fra' Martino da Signa erede universale degli scritti del Boccaccio. Boccaccio dispose per testamento di lasciare la sua biblioteca all'agostiniano M. Signa con l'indicazione che alla morte del frate i volumi fossero negli armaria del convento fiorentino di Santo Spirito. Così avvenne. La grandezza di Alighieri, ma anche di Petrarca e dello stesso Boccaccio, sono messi in discussione dal più acceso degli umanisti classicisti, N. Niccoli, all'interno dei Dialogi ad Petrum Histrum di L. Bruni. L'accusa principale consisteva nella barbaria del loro latino e nel, caso di Alighieri, nel fraintendimento del senso di alcuni passi virgiliani. Solamente il suo intervento riesce a capovolgere la situazione, salvando Alighieri dalle accuse feroci del Niccoli. Come anche risulta da un dialogo del Bruni, che di quella polemica anti-dantesca è il documento principe, il suo intervento riusce ad assicurare la continuità, proporzionata all'età nuova, della tradizione dantesca a Firenze. I contatti tra Costantinopoli e Firenze sono facilitati dalla presenza, nella capitale bizantina, di G. da Scarperia, che decise di riaccompagnare Crisolora in patria per apprendere greco da lui stesso. La visione laica dell'umanesimo non si deve confondere con la proposta laicista, dal punto di vista etico e antropologico. Mantenendo sempre un'attenzione ossequiosa verso la Roma e una sincera devozione verso le verità romana, intende nel contempo esaltare e rivendicare la responsabilità umana al di fuori di qualsiasi determinismo meccanicista e ponendo in valore la libertà personale del singolo» (Cappelli85). Abbagnano19 sintetizza in modo più stringente il rapporto tra libero arbitrio e volontà divina, affermando che il primo sia «conciliabile con l'infallibile ordine del mondo stabilito da Dio».  Si è condensato, in questi due punti, l'attacco generale del mondo contro l'umanesimo. La questione sul valore della poesia riguarda la disputa con Giovanni di San Miniato (cfr. Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis; quella con Dominici riguarda il valore positivo dell'umanesimo (cfr. Epistolario, Il codice fa parte della sua biblioteca entra nelle mani del cancelliere fiorentino igrazie alle pressioni che esercita su G. de Broaspini. Della stessa opinione anche Francesco Novati che, in Epistolario, giunge alla stessa conclusione del Sabbadini in quanto vi trova delle suoi postille autografe del Salutati. L'epistola è importante perché, dopo l'elogio di Carlo per la fortunata impresa militare della conquista del Regno di Napoli e il paragone con gl’eroi antichi, enumera i doveri di un buon sovrano: cercare l'unità sacra; gestire con moderazione il potere e imparare a gestire le proprie emozioni -- incipe prius tibi quam aliis imperare; rege te ipsum, noli regendorum subditorum studium tuimet derelinquere moderamen -- per evitare di cadere nei vizi e di essere classificato come un tiranno. Esaltandolo alla virtù, alla temperanza e alla giustizia, insomma tratteggia il modello del sovrano ideale, cavalleresco, formato sull'esempio dei classici -- continua è la comparazione con gli antichi statisti e sovrani) e timorato di Dio. Le informazioni, ricavate attraverso una minuziosissima ricerca d'archivio da parte del Novati, sono prese in ordine sparso da; Epistolario, Tavole genealogiche ove vengono fornite indicazioni biografiche sui nonni, genitori e figli. Per consultare le informazioni sui fratelli del cancelliere, si consulti sempre Epistolario, Riferimenti  Dionisotti. Villani. Fu avviato agli studî giuridici, inameni a lui che era pierius (così foggia il suo patronimico: figlio di Pietro, e devoto alle pieridi, le muse. Eloquentissimo legum doctori domino Loygio de Gianfigliaziis. Reverendo patri et domino domino Francisci Bruni de Florentia summi pontificis secretario, domino suo, si lamenta della sua mansione di cancelliere nella cittadina umbra. Vero è che invalse l'uso di chiamare Cancelleria Fiorentina l'ufficio del quale era capo il Dettatore, che aveva la particolare ingerenza di scrivere le lettere e di trattare le faccende della politica esterna.  Unum dicam, quod emerserunt et ad tante sunt reipublice gubernacula sublimati, quos oportuit pro salute cunctorum. Dirò una cosa, cioè che al governo di una così grande repubblica emersero e vi sono uomini, i quali bisognò vi sono per la salvezza di tutti. E così favorevole al governo in quanto fu uno dei pochissimi a non essere proscritto dalle cariche istituzionali.  Siena si sottomise a Gian Galeazzo in funzione anti-fiorentina, mentre il signore di Milano (duca per investitura imperiale) si allea con Lucca e altre città umbro-marchigiane. La prima epistola riportata dal Novati in cui Coluccio risponde ad una missiva del Certaldese cfr. Epistolario Facundissimo domino Iohanni Boccacci de Certaldo ma i toni sono troppo famigliari per essere la prima epistola scambiata tra i due. Inclyte cur vates, humili sermone locutus, de te pertransis? te vulgo mille labores percelebrem faciunt: etas te nulla silebit. Perché, o celebre poeta, che hai cantato nel volgare idioma, avanzi nel corso del tempo? Mille fatiche ti rendono celebre presso il volgo: nessuna epoca tacerà sul tuo conto. Egrigio viro Franciscolo de Brossano domini Francisci Petrarce genero, Ep. ove piange sia la scomparsa del Petrarca, ma annuncia anche quella del Boccaccio. Fallebar enim, et dum Franciscum fleo, dum suis laudibus intentus decantantes, novo commento, veterum pene dimissa sententia, depingo Camenas, ecce nove lacrime nobis merore novi funeris occurrerunt, incepti cursum operis reprimentes. Vigesima quidem prima die decembris Boccaccius noster interiit. Infatti ero ingannato, e mentre piango Francesco e mentre, attento alle sue lodi, adorno le Camene con un nuovo commento, quasi tralasciata la sentenza degl’antichi, ecco che nuove lacrime si aggiunsero a noi con il dolore di una nuova morte, frenando il corso di un'opera che inizia. Il nostro Boccaccio spira. Tateo. Cappelli,  ricorda anche che e solito mettere a disposizione dei suoi allievi la sua stessa biblioteca personale. Pertanto, i luoghi di incontro erano due: Santo Spirito e l'abitazione del Cancelliere. Gl’animatori di questi incontri, il Salutati e il Marsili, l'uno nella propria casa, l'altro nella sua cella di Santo Spirito, ricevano i nobili fiorentini, e li iniziavano al gusto delle lettere antiche. Sabbadini riporta che l'erudito greco era già a Firenze. Garin sintetizza, prendendo spunto dal De saeculo et religione e dall'Epistolario, l'ideale di vita attiva propria dell'essere umano inteso come cittadino del mondo. Terrestre è la vocazione umana. L'impegno nostro è nella costruzione della città terrena, nella società. Insiste sul valore della educazione. Essa insegna a ritrovare sub corticem il valore intenzionale dei termini, smarrito nella consuetudo, penetrando l'espressione nel suo significato intimo come direzione spirituale. Parola e cosa non possono disgiungersi. Noli, venerabilis in Christo frater, sic austere me ab honestis studiis revocare. Noli putare quod, cum vel in poetis vel aliis Gentilium libris veritas queritur, in vias Domini non eatur. Omnis enim veritas a Deo est, imo, quo rectius loquar, aliquid est Dei. Non volere, o venerabile fratello in Cristo, allontanarmi in modo così austero da studi degni di ammirazione. Non voler ritenere che, quando si cerca la verità o nei poeti o in altri libri degli scrittori pagani, non si cammini lungo le vie del Signore. Ogni verità, infatti, proviene da Dio e, per parlare fino in fondo rettamente, alcuna cosa è propria di Dio. Nullum enim dicendi genus maius habet cum divinis eloquiis et ipsa divinitate commertium quam eloquium poetarum. Nessun genere letterario, infatti, ha un maggior legame con le parole divine e con la stessa divinità quanto la parola dei poeti. Il manoscritto di Vercelli fu alla fine portato a Firenze, ove rimane, unica copia carolingia esistente delle Epistole di Cicerone. Gargan ritiene che la sua filologia non fu di altissima classe. Billanovica. Fitta la corrispondenza con Seta, come testimonia la prima lettera inviata dal cancelliere fiorentino. Insigni viri Lombardo...optimo civi patavino, Cappelli Cesareo. Epistola Coluci Salutati florentina ad Carolum regem Neapolitanum. Villani riporta la veemenza con cui fulmina Gian Galeazzo con le sue lettere, riportando tra l'altro la testimonianza di E.  Piccolomini cui quest'aneddoto è attribuita la paternità. Sia la citazione che il contesto in cui fu scritto il De Tyranno sono esposti in Canfora. In altri termini, se Cesare, pur giunto al potere in modo tirannico o violento, seppe poi legittimare tale potere attraverso un esercizio virtuoso di esso (ex parte exercitii) in grado di suscitare l'approvazione popolare, la sua uccisione non fu legittima. Lo e quella di un tiranno che esercita come tale. Per la figura di Loschi, si rimanda alla voce biografica Viti.  Canfora ipotizza l'aiuto di L.Bruni nello sviluppare il paragone Firenze-Atene, in quanto non e  molto esperto di quella lingua e di quella cultura. Così rivolgendosi al cancelliere milanese A. Loschi, nella Invectiva in Antonium Luschum, dopo aver contrapposto i guasti del regime tirannico milanese ai vantaggi di quello libero e repubblicano di Firenze, glorifica la sua città come "fiore d'Italia" e come esempio di vita serena e armoniosa. Si riporta interamente il breve messaggio d'accompagnamento. Mitto tibi munusculum istis paucis noctibus correctionis studio lucubratum. In quo si quid proficies tu vel alii, laus sit omnium conditori Deo, cui placeat me in tuis sanctis orationibus commendare. Vale felix et diu. Colucius tuus. Ti mando un piccolo pensiero composto in queste poche notti dopo un'opera di revisione. Attraverso questo trattato, se tu o altri ne trarrete giovamento, la lode di tutti voi sia per lodare Dio, al quale è piaciuto che io mi affidi alle tue sante orazioni. Sta felice a lungo. Il tuo Coluccio. Nel De Nobilitate ribade, attraverso un discorso più ampio e articolato, la distinzione della medicina, designate come arte meccanica, ossia tecnica, dalla giurisprudenza, considerata scienza della vita spirituale e quindi superiore all'altra. La legge e veramente un sigillo divino, con cui dopo il primo peccato Dio ha offerto alle comunità degl’uomini la vita per riconquistare il bene. Ispirate da Dio agli uomini, inscritte nell'anima umana, la legge ha un'altra superiorità, rispetto alla legge meccanica naturale. La legge inter-soggetiva puo essere conosciuta nella sua pienezza integrale, con una certezza che non si trova mai nella scienze della natura. Si riporta, come testimonianza, quanto scritto nell'epistolario in cui annuncia a B. Imola il suo Progetto. Sed ut ad Franciscum nostrum redeam, opusculum metricum de ipsius funere iam incepi. Ma per ritornare al nostro Francesco, inizio a stendere un opuscolo metrico sulla cerimonia funeraria dello stesso. Antiche Filippo Villani, Le vite d'uomini illustri fiorentini, G. Mazzuchelli, Venezia, G. Pasquali, Moderne; N.Abbagnano, “La filosofia del Rinascimento” in Nicola Abbagnano, Storia della filosofia,  Milano, TEA, G. Billanovich, Gli inizi della fortuna di Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Bernhard Bischoff, Paleografia latina. Antichità e Medioevo, Stefano Zamponi, Padova, Antenore, A. Bosisio, Il Basso Medioevo, in F. Curato, Storia Universale,  Novara, Istituto geografico De Agostini, V. Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, A. Campana, Lettera del cardinale padovano (Bartolomeo Uliari). Canfora, Prima di Machiavelli. Politica e cultura in età umanistica, Roma, Laterza, G. Cappelli, L'Umanesimo italiano da Petrarca a Valla, Roma, Carocci editore, A.  Cesareo, L'Epistolario ed il carteggio con Francesco Petrarca come esempio di latino umanistico: una ricerca filologico-letteraria, G. Contini, Letteratura italiana delle origini” (Firenze, Sansoni); E. Carrara, Lino Coluccio di Piero, in Enciclopedia Italiana,  Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,Daniela De Rosa, Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Loredana Chines, G. Forni, G. Ledda, Dalle Origini al Cinquecento, in Ezio Raimondi, La letteratura italiana” (Milano, Mondadori); C.  Dionisotti, Enciclopedia Dantesca, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Luciano Gargan, Gli umanisti e la biblioteca pubblica, in Guglielmo Cavallo, Le biblioteche nel mondo antico e medievale, Bari, Laterza, Eugenio Garin, L'umanesimo italiano, 3ª ed., Roma-Bari, Laterza, Mario Martelli, Schede per Coluccio Salutati, in Interpres, Demetrio Marzi, La cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano, Licinio Cappelli,  Armando Nuzzo, Coluccio Salutati. Epistole di Stato. Primo contributo all’edizione: Epistole in Letteratura Italiana Antica, Manlio Pastore Stocchi, Pagine di storia dell'Umanesimo italiano, Milano, FrancoAngeli,,  Marco Petoletti, Boccaccio e i classici latini, in Teresa De Robertis, C. Monti, Marco Petoletti et alii, Boccaccio autore e copista, Firenze, Mandragora, Francesco Petrarca, Lettere Senili, Giuseppe Fracassetti,  2, Firenze, Le Monnier, Coluccio Salutati, Epistolario, Francesco Novati, 4, in 5 tomi, Roma, Forzani e C. tipografi del Senato, Si sono consultati: Epistolario,. Epistolario,  Epistolario,  Epistolario, Epistolario, Remigio Sabbadini, Le scoperte dei codici latini, Firenze, G.C. Sansoni, Achille Tartaro e Francesco Tateo, Il Quattrocento. L'età dell'umanesimo, in Carlo Muscetta, La letteratura italiana, 3, tomo I, Bari, Laterza, Si sono presi in considerazione: F. Tateo, La cultura umanistica e i suoi centri, E. Wilkins, Vita del Petrarca, Luca Carlo Rossi e Remo Ceserani, Milano, Feltrinelli,   edito per la prima volta negli Stati Uniti col nome diLife of Petrarch, Chicago, University of Chicago Press, Cesare Vasoli, Le filosofie del Rinascimento, Paolo Costantino Pissavino, Milano, Mondadori, Paolo Viti, Loschi, Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani,  66, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, Palazzo Salutati Francesco Petrarca G. Boccaccio Umanesimo Repubblica di Firenze L. Bruni. Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Marco Cirillo, Il tiranno in Coluccio Salutati, umanista del Trecento, Biblioteca dei Classici italiani di G. Bonghi. Lino Coluccio Salutati. Coluccio Salutati. Salutati. Keywords: i duodici fatiche d’Ercole, gl’antichi, la legge non-naturale, la legge naturale, della buona fortuna, libero arbitrio, la vita sociale, la con-vivenza, Bruto e Cassio nell’inferno, la morte di Cesare, l’assassinio di Cesare, tirano, la libertas fiorentina, stato fiorentino, la repubblica fiorentina, la fiore d’Italia, Boccaccio, Petrarca, Aligheri, I primi umanisti, l’umanesimo laico, basato contro il determinismo ecclesiastico, la biblioteca di Salutati, Livio, Cicerone, autori latini, la lingua Latina, difesa della lingua Latina, l’interpretazione di Virgilio da Aligheri, difesa della filosofia pagana, il valore permanente della filosofia degl’antichi. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Salutati” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734433516/in/datetaken/

 

Grice e Sanctis – lo stile filosofico – filosofia italiana -- Essential philosopher. He considers philosophy as a branch of the belles lettresand his field of expertise is when stylists stopped using an artificial Roman, and turned to ‘Italian.’ Grice: “I really do not like de Sanctis; when an author becomes philosophical, he says that he has been infested of the philosophical pest!” -- Refs.: Luigi Speranza, "Grice e de Sanctis," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Sanctis. Keywords: storia della filosofia, il saggio filosofico, il poema filosofico, il tema filosofico. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanctis” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689329145/in/photolist-2mNzeEc-2mLLZRD-2mPrdWj-2mLGRht-2mPu6xB-2mKTjot-2mPsXiB-2mPCgo1-2mKBwcu-2mPpskp-2mKDA5r-2mKw3hq-2mKBjJ6-2mKbfAt-2mGnP2f-nBNy96

 

Grice e Sanseverino – il segno naturale -- la logica scolastica --  filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Filosofo. Considerato uno fra i massimi precursori del neo-tomismo. Si trasfere a Nola per frequentare la scuolaa dove suo zio era rettore. Studia ilosofia con l'intento di confrontare i vari sistemi filosofici, fra cui godeva particolare credito in Italia, all'epoca, quello razionalista. Lo studio comparato dei vari sistemi gli permise una conoscenza più approfondita della scolastica, soprattutto di Aquino, e del legame intimo tra la Scolastica e la Patristica. Restaura la filosofia scolastica. Insegna a Napoli. Venne incaricato da Ferdinando II di preparare un manuale ufficiale per le scuole del Regno delle Due Sicilie. Scrive allo scopo il manuale "I principali sistemi della filosofia del criterio”. Profondo conoscitore di Aquino da alle stampe interessanti saggi sui filosofi moderni. Inizia ad occuparsi più specificamente di Aquino con “L’origine del potere e il diritto di resistenza, cui fa seguito “In difesa dell'angeologia contro i sofismi”. Esce il ponderoso I principali sistemi della filosofia del criterio” un'ampia e dottissima disquisizione sulla filosofia illuminista e su quella a lui contemporanea (fra cui quella dello stesso Gioberti) confutata sulla base della logica. Il suo capolavoro. Si tratta del celebre saggio, “Philosophia antiqua” che ha per oggetto la storia della logica. “In compendium redacta ad usum scholarum clericalium. Venne pubblicata a Napoli “Elementa”, “Antropologia”, “Teologia.  Altre saggi: “Sopra alcune questioni le più importanti della filosofia” (Napoli); “Il razionalismo” (Napoli); “I razionalisti” (Napoli); “L'origine del potere e il diritto di resistenza, (Napoli, Giannini); “In difesa dell'angeologia contro i sofismi” (Napoli, Manfredi); “Elementa philosophiae theoreticae” (Napoli, Manfredi); “Philosophia antiqua” (Napoli, Manfredi); “Institutiones seu Elementa philosophiae antiquae” (Napoli, Manfredi); “In compendium redacta ad usum scholarum” (Napoli, Manfredi); “Le dottrine de' filosofi antichi” (Napoli); U. Dovere, Tentativo di ricostruzione, in Doctor communis, P. Naddeo, Le origini del aquinismo” (Società editrice italiana, Torino); P. Orlando, Aquino a Napoli e G. Sanseverino, in Asprenas, P. Orlando, Vita e opere di Gaetano Sanseverino secondo i documenti, in Aquinas, P. Orlando, L'Accademia tomista a Napoli, storia e filosofia, in Saggi sulla rinascita del tomismo, Roma, Ed. Pontificia Accademia teologica romana, C.Matarazzo, Per una rivoluzione del cuore. La visione dell'umano in Leopardi nella lettura critica di Sanseverino tra antropologia e istanze pastorali (Polidoro, Napoli). Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gaetano Sanseverino. Sanseverino. Keywords: segno naturale, Boezio, Aquino. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanseverino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689994340/in/photolist-2mNzeEc-2mLQc9e-2mKEJsY-o5Xazf

 

Grice e Santilli – dal soggettivo all’inter-soggettivo – filosofia italiana (Sant’Elia Fiume Rapido). Filosofo. Figlio del medico santeliano Silvestro, sindaco del paese. Si trasfere a Napoli. Segue il corso liceale presso la Scuola di Francesco Murro. Discepolo di Galluppi e amico, fra gli altri, Settembrini, Fiorelli e Sanctis. Si laurea in filosofia. Apre una Scuola di Diritto Morale e Costituzionale.  Fervente giobertiano, e attivo propugnatore, nei circoli culturali napoletani, di un'Italia federate. A frequenti rapporti epistolari con Mamiani, Gizzi e Cousin. Quest'ultimo lo introduce nel giro culturale del socialismo utopistico ma modula il suo socialismo secondo i propri valori umanitari, rifiutando la logica della lotta di classe. Ha comunque a scrivere che nel Regno di Napoli occorre una savia distribuzione della ricchezza. Presidente della Società Dantesca e prolifico filosofo. Fonda "L'Enciclopedico" in cui vivacemente sostene che occorreva occuparsi della piaga della povertà. La nazione italiana vuole pane e lo dimanda incessantemente, lo chiede nel pianto dell'indigenza, tra le sciagure della desolazione, lo chiede non a titolo di preghiera, ma diritto necessario, assoluto. Il popolo italiano non capisce la speculativa astrazione di alcune verità filosofica, non sa i titoli di libertà, di costituzione, di uguaglianza. Una riforma che dimentica affatto la fisica prosperità del popolo italiano non è che riforma di solo nome. “Le idee" e testo di studio nelle scuole di Toscana; "Sul realizzamento del pensiero"; "Sviluppo filosofico dell'autorità"; "Cenno psicologico sull'attività dello spirito"; "Individuo e Società"; "Princìpi dell'imanità razionale"; "Il socialismo in economia" e "Lavoro, industria e capitale". Si batté politicamente per l'ottenimento della Costituzione da parte di re Ferdinando II .  Malvisto e considerato individuo pericoloso dalla polizia e ucciso a baionettate da soldati che fanno irruzione nella sua abitazione in Largo Monteoliveto, accanto a Palazzo Gravina. Venne ucciso a seguito della delazione di una donna, che lo indica come il predicatore alla soldataglia. Lo ricordano due epigrafi: una sulla facciata della sua casa natia e una sulla facciata della sua palazzina in Largo Monteoliveto. Di lui scriveno Sanctis, Pepe, Settembrini, Vannucci, Massari, Grosso, Guzzardella, Mandalari che volle raccogliere i suoi saggi in "Memorie e Saggi” (Roma). F. Peruta. “Il Giornalismo Italiano del Risorgimento”; I. Ghiron, Della Peruta, “Storia del quindici maggio in Napoli; L. Settembrini "Memorie e saggi”; M. Mandalari, Memorie, Roma. A. Guzzardella, “Martire del Risorgimento” Milano, Isaia Ghiron, Il valore italiano, Tip. nazionale degli editori Ghione e Lovesio, F. Peruta, Il Giornalismo Italiano del Risorgimento, Angeli,. Benedetto Di Mambro, in Sant'Elia Fiume Rapido, il Sannio, Casinum e dintorni Roccasecca,. L. Settembrini, Ricordanze della mia vita, A. Morano. Angelo Santilli. Santilli. Keywords: dal soggettivo all’inter-soggetivo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Santilli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689367738/in/photolist-2mKBwcu

 

Grice e Santorio – filosofia italiana – il pendolo di Santorio – Luigi Speranza (Capodistria). Filosofo. Padre della fisiologia sperimentale. Il primo a comprendere l'importanza dell'esperimento e dell'adozione dei parametri quantitativi per valutare i quali inventa alcuni dispositivi tra cui il termometro e il tachimetro. Studia sperimentalmente la struttura della materia, di cui descrisse la struttura corpusculare e meccanica, anticipando le ricerche di Galilei. Studia a Padova. A Venezia fa amicizia con Sarpi, Sagredo e Galilei. Adatta il pendolo alla pratica, precedendo gli esperimenti condotti da Galileo con i pendoli. Poniere nell'impiego delle misurazioni fisiche in medicina; il suo dispositivo più famoso fu una grande bilancia usata per studiare l'equilibrio omeostatico e le trasformazioni metaboliche Tra i soggetti che si prestarono alla sperimentazione vi fu anche Galilei. Insegna a Padova. Pubblica descrizioni di congegni termometrici e di precisione che divennero di largo uso nella pratica medica. Pioniere nell'impiego delle misurazioni fisiche. Il suo dispositivo più famoso fu una grande bilancia (stadera medica) usata per studiare le trasformazioni metaboliche in soggetti sperimentali tra i quali vi fu lo stesso Galileo. Pioniere nell'uso del metodo sperimentale di cui comprese l'importanza e la necessità replicando i suoi esperimentil Considerato a torto il fondatore della iatromeccanica, ne e uttavia ispiratore con i suoi importanti studi sul metabolismo e sulla termoregolazione umana. E il primo a quantificare la perspiratio insensibilis e ad usare il termometro clinico che egli stesso idea.  Santorio invent anche altri strumenti (pulsilogio, igrometro, "letto artificioso", "eolopila medica", "termometro lunare") intesi a tradurre in numero e determinare con esattezza matematica i parametri vitali umani. I suoi saggi hanno numerose edizioni, diffusione europea e ampia popolarità. Classico il “De statica medica” -- uno dei saggi più importanti della storia della fisiologia; “Methodi vitandorum errorum omnium qui in arte medica contingunt liNunc primum ccessit eiusdem authoris De inventione remediorum liber (Aubert); “Ars de statica” (Leida, D.Lopes de Haro); “Commentaria in artem Galeni”; “Nova pulsuum praxis morborum omnium diagnosim prognosim et medendi aegrotis rationem statuens, sine eorum relatione”; “Commentaria in primam fen primi libri canonis Auicennae”; “Commentaria in primam sectionem Aphorismorum Hippocratis”; “Societate si politica”. Galilei -- Storia della Scienza di Firenze. A. Castiglioni, “Storia della Medicina” (Mondadori, Milano); A/ Pazzini, “Storia della Medicina” (Libraria, Milano); L. Premuda, “Storia della Medicina” (Cedam, Padova); L. Premuda, “Storia della fisiologia” (Del Bianco, Udine). Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Santorio Santorio. Santorio. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Santorio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735247445

 

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Grice e Sanzo – natura ed artificio – filosofia italiana (Roma). Flosofo. Insegna a Brindisi, Milano, e Salento. Fonda Apollo Licio”. Sube il fascino dell’esistenzialismo e il orazionalismo. Rivolve la propria attenzione ai rapporti tra filosofia, scienza e società. Si occupa di filosofi quali Becquerel, Boutruox, Corbino, Couturate Curie, Enriques, Fermi, Frola, Geymonat, Peano, Vailati. Sui fondamenti della geometria” (Brescia,  La Scuola, Collana "Il Pensiero"); “L’artificio della lingua, -- Grice: “I like that: it’s my Gricese, a language I invent and which makes me the master; there’s the arbitrary and there’s the artificial, and Sanzo, reconstructing Peano’s project, fails to distinguish this” -- Milano, F. Angeli, Collana di Epistemologia, G. Cimino; G. Sava, Il nucleo filosofico della scienza, Galatina, Congedo, Collana di Filosofia, Scritti di fisica-matematica, Torino, UTET, I Classici della Scienza, Poincaré e i filosofi” (Lecce, Milella); O. Corbino, Scienza e società, Saggi raccolti e commentati, Manduria, Barbieri, Collana di Filosofia Hermes/Hestia, Scritti di fisica-matematica” (Milano, Mondadori, "I Classici del pensiero", Unione Tipografico, Torino, Scientia, Rivista di sintesi scientifica,  Apollo Licio”, Museo Galilei, Firenze. Ubaldo Sanzo. Sanzo. Keywords: apollo licio, trovato al ginnasio liceo di Atene, figgurante il dio in atto di riposo dopo un gran sforzo. natura ed artificio, l’artificio della lingua, convenzionalismo, filosofia della lingua.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanzo” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735242585/in/dateposted-public/

 

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Grice e Sarno – sentire – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Filosofo. Interprete di Bruno e Campanella. Collabora al Giornale critico della filosofia italiana con saggi su Bruno, Campanella e Vico. Medita sulla violenza. Si suicida con un colpo di rivoltella. Si interessa a Bruno e Campanella. Il suo punto di partenza è l’opposizione tra un sentimento sempre identico a se stesso, essenzialmente interiore (sensus sui) ed un sentire esteriore, che si tramuta nelle cose di cui ha esperienza, che si presta e si dona tutt’intero alle cose, affinché esse vivano in lui. Atre saggi: “Pensiero e poesia” (Laterza, Bari); “Filosofia poetica” (Laterza, Bari); “Filosofia del sentire” (Pescara, Tracce); “Sulla violenza” (Bari, Laterza); M. Perniola, “L’enigma” (Costa,  Genova); A. Marroni, “Filosofo del “farsi altro”. D'Angelo, L'estetica italiana” (Laterza, Bari); A. Marroni, La passione per il presente in “Filosofie dell'intensità. un maestro occulto della filosofia italiana” (Mimesis, Milano); A. Marroni, "I carmina in foliis volitantia" in Agalma, Giornale Critico di Filosofia Italiana. Antonio Sarno. Sarno. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sarno” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734571263/in/datetaken/

 

Grice e Sarpi – la metafisica del fenice – l’arte del bien conversar -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Venezia). Filosofo. Very important Italian philosopher. Definito d’Acquapendente come oracolo, autore della celebre “Istoria del Concilio tridentino” subito messa all'Indice. Fermo oppositore del centralismo monarchico di Roma, difendendo le prerogative della repubblica veneziana, colpita dall'interdetto emanato da Paolo V. Rifiuta di presentarsi di fronte all'Inquisizione romana che intendeva processarlo e sube un grave attentato che si sospetta essere stato organizzato dalla curia romana, "agnosco stilum Curiae romanae", che nega tuttavia ogni responsabilità.  L'infanzia e una ritiratezza in sé medesimo, un sembiante sempre penseroso, e più tosto malinconico che serio, un silenzio quasi continuato anco co' coetanei, una quiete totale, senza alcun di quei giuochi, a' quali pare che la natura stessa ineschi i fanciulli, acciò che col moto corroborino la complessione: cosa notabile che mai fosse veduto in alcuno. Poi, così serve in tutta la sua vita, et all'occasioni dice non poter capir il gusto e trattenimento di chi giuoca, se non fosse affetto d'avarizia. Un'alienazione da ogni gusto, nissuna avidità de' cibi, de' quali si nutre così poco, che restava meraviglia come stasse vivo. Nell'anno in cui proseguivano le sedute del Concilio di Trento, Carlo V e in guerra con i prìncipi protestanti tedeschi e il Parlamento inglese adotta un Libro di preghiere d'ispirazione luterana. Figlio di Francesco di Pietro Sarpi, di famiglia di lontane origini friulane (precisamente di San Vito al Tagliamento) e mercante a Venezia eppure, scrive Micanzio, per la sua indole violenta più dedito all'armi ch'alla mercatura. La madre, veneziana, d'aspetto umile e mite e Isabella Morelli. Rimasta vedova, fu accolta con il suo figlio e l'altra figlia Elisabetta nella casa del fratello A. Morelli, prete della collegiata di Sant'Ermagora.  Con lo zio, uomo d'antica severità di costumi, molto erudito nelle lettere d'umanità addottrinando nella grammatica e retorica molti fanciulli della nobiltà, fa i primi studi, imparando presto e con facilità. A dodici anni, nel 1564, anno dell'istituzione, dopo la chiusura del Concilio, dell'Indice dei libri proibititra i tanti, vi finirono il Talmud e il Corano, il De Monarchia di Dante e le opere di Rabelais, Folengo, Telesio, Machiavelli ed Erasmo, passa alla scuola di G. Capella, t dell'Ordine dei Servi di Maria, seguace delle dottrine di Duns Scoto. Capella gli insegna logica, filosofia e teologia, finché il ragazzo fece così rapidi progressi che il maestro istesso confessa non aver più che insegnargli. Con altri maestri veneziani apprese la matematica, la lingua greca e l'ebraica. Con la familiarità e co' studii entra Panco in desiderio di ricevere l'abito de' servi, o perché gli paresse vita conforme alla sua inclinazione ritirata e contemplativa, o perché vi fosse allettato dal suo maestro, malgrado l'opposizione della madre e dello zio che lo voleva prete nella sua chiesa, entra nel monastero veneziano dei servi di Maria. Continua ancora a studiare con il Capella, rimanendo alieno dalle distrazioni proprie della sua età finché in occasione della riunione a Mantova del capitolo generale dell'Ordine servita,  mandato in quella città «ad onorar il congresso e far vedere che gl'ordini non sono oziosi, ma spendono il tempo in sante e lodevoli operazioni, difendendo 318 delle più difficili proposizioni della filosofia naturale. Il qual carico con che felicità lo sostenesse e con che giubilo e stupore di quella venerabile corona, si può dall'evento argomentare. Essersi così distinto agli valse la nomina a teologo da parte del duca di Mantova. Prencipe di grandissimo ingegno, così profondamente erudito nello scienze, che difficilmente si discerne qual fosse maggiore, o la prudenza di governare, o l'erudizione di tutte le scienze et arti, sino nella musica, mentre il G. Boldrino gli affida la cattedra. Stabilito nel convento di San Barnaba, perfeziona la conoscenza della lingua ebraica e inizia, col puntiglio consueto, ad applicarsi agli studi storici. E certo a motivo di quest'interesse che a Mantova frequenta M. Olivo, già segretario di E. Gonzaga, cardinale e legato pontificio nelle ultime sessioni del concilio di Trento, la cui caduta in disgrazia presso Pio IV coinvolse anche l'Olivo che fu dagl’inquisitori molto travagliato, col tenerlo longamente in carcere dopo la morte del cardinale suo signore, ma che ora, dopo la morte del pontefice, vive privatamente in Mantova. Il gusto principale che riceva in conversare con lui e perché lo trovava d'una moderazione singolare, erudito, e che, per esser stato col cardinale a Trento, ha gran maneggio in quelle azioni e sa tutte le particolarità de' negozii più secreti, et ha anco molte memorie, nell'intendere le quali riceve molto piacere. Sono gli anni in cui in Italia continua con vigore la repressione inquisitoriale di Pio V. P. Carnesecchi venne decapitato. Gl’brei sono espulsi dallo Stato pontificio tranne che da Roma e da Ancona, nei ghetti delle quali vennero costretti a risiederee. E impiccato l'umanista A. Paleario. Il papa scomunica Elisabetta d'Inghilterra, oorganizzò la Lega contro i turchi, ottenendo la vittoria navale di Lepanto e a Parigi, a migliaia di ugonotti sono massacrati. Fa la sua professione, entrando ufficialmente nell'Ordine servita. Anche di lui l'Inquisizione si occupa seguito della denuncia di un confratello che lo accusa di sostenere che dal primo capitolo del Genesi non si può ricavare l'articolo di fede della Trinità. Ma, poiché effettivamente di trinità divina non vi è traccia nel Vecchio Testamento, l'Inquisizione gli diede ragione, archiviando il caso. Dopo aver ricevuto nel convento mantovano il titolo di baccelliere, e invitato a Milano da C. Borromeo il quale, dopo aver ottenuto dalle autorità contro la volontà del Senato, il riconoscimento del tribunale e della polizia diocesana, avvia un processo di riforma del clero. Ottenne di essere trasferito nel convento dell'Ordine servita di Venezia, dove e incaricato dell'insegnamento della filosofia e continuò i suoi studi scientifici. Nella grande epidemia di peste, che imperversa a Venezia,  facendo 50.000 vittimetra le quali Tiziano frimase immune dal contagio. Dopo essersi addottorato a Padova, e nominato reggente del convento di Venezia e priore della provincia veneta. Durante il Capitolo a Parma, nel quale venne rieletto priore G. Tavanti, tenne una dissertazione di fronte ai cardinali protettori dell'Ordine, A. Farnese e G. Santori. Uno dei tre saggi, insieme con C. Franco e A. Giani, incaricati di preparare una riforma della regola. Il carico suo speziale e d'accommodare quella parte che tocca i sacri canoni, le riforme del concilio di Trento, allora nuove, e la forma de' giudizii quella parte tutta ove si tratta de' giudizii accommodatamente allo stato claustrale. Lascia in questo carico in Roma fama di gran sapere e di molta prudenza, non solo nelle corti de' due cardinali suddetti, co' quali, per ordine contenuto in un breve apostolico di Gregorio XIII, conviene conferire ogni legge che si fa, ma anco e necessario molte volte trattar col pontefice medesimo. Sbrigato da quale peso ritorna al suo governo. Si tenne a Bologna il nuovo Capitolo dell'Ordine servita e viene eletto procuratore generale, la suprema dignità di quell'ordine dopo il generale il carico porta seco di difender in Roma tutte le liti e controversie che vengono promosse in tutta la religione. Dove pertanto trasferirsi a Roma dove conobbe e prende strettissima familiarità col padre Bellarmino poi cardinale, e dura l'amicizia sin al fine della vita, grazie al quale forse puo prendere visione di diversa documentazione relativa alle istruzioni date ai legati pontifici durante il Concilio di Trento. Conosce anche il dottor Navarro, teologo difensore dell'arcivescovo di Toledo, B. Carranza, accusato di eresia, il gesuita N. Bobadilla e il cardinale Castagna, poi Urbano VII. Ha occasione di passare a Napoli per presiedere Capitoli e conversare con quel famoso ingegno G. Porta, il quale, anco nelle sue opere mandate in luce, fa onorata menzione del padre Paolo come di non ordinario personaggio. Scaduto il periodo di carica a procuratore generale dell'Ordine servita, ritorna a Venezia, frequentandovi i circoli intellettuali che si riunivano nella bottega di B. Sechini e nella casa del nobile veneziano A. Morosini, dove conobbe anche G. Bruno. A Padova frequenta la casa di G. Pinelli, il ricetto delle muse e l'academia di tutte le virtù in quei tempi, dove iincontrare Galileo e Bruno, il quale s'intrattenne a Padova più di tre mesi, poco prima di essere arrestato a Venezia.  Si dove scegliere il generale dell'Ordine servita, e fra i due principali candidati, L. Baglioni e G. Dardano, si espresse a favore del primo. Il rancore spinse Dardano a denunciarlo al Sant'Uffizio, accusandolo di negare efficacia allo Spirito Santo, di avere rapporti sospetti con ebrei e allegando una lettera che fgli scrive da Roma, nella quale sono contenute alcune parole in discredito della corte, come che in quella si viene alle dignità con male arti, e di tenerne esso poco conto, anzi abominarla. Senza nemmeno essere chiamato a Roma per discolparsi, e subito prosciolto da ogni accusa. Ma il cardinale di Santa Severina, G. Santori, protettore dell'Ordine e capo del Sant'Uffizio, mostrò però implacabile indignazione autilizzando tutta la sua autorità per escludere gli amici dalli gradi et onori con maniere così strane e fini così bassi, ch'io non ardisco poner i casi che mi sono stati dati in nota, perché troppo gran scandalo arrecherebbono al mondo. Continua i suoi studi mentre non cessano le rivalità nell'Ordine servita, del quale venne eletto priore,  Montorsoli, che morì tre anni dopo, succedendogli così, Dardano, accanito avversario del Sarpi. Questi, deciso a uscire dall'Ordine per sottrarsi all'inimicizia dalla quale si sentiva circondato, cerca di ottenere un vescovato, prima a Caorle e poi a Nona, in Dalmazia, che però gli vengono rifiutati a causa delle negative informazioni che di lui il Dardano e L. Gagliardi, preposito della casa veneziana dei gesuiti, diedero al papa. Esse ssente mormorare alle volte che egli con alcuni facci una scoletta piena d'errori. Non solo: nel Capitolo,  Dardano l’accusa di portare una berretta in capo contra una forma che sino sotto Gregorio XIV disse esser proscritta; che portasse le pianelle incavate alla francese, allegando falsamente esserci decreto contrario, con privazioni divote; che nel fine della messa non recita lo Salve Regina. E assolto anche da queste accuse. La Repubblica veneziana, stretta a nord dall'Impero, in Italia dalla prevalenza spagnola e papale, in Oriente dalla potenza turca, e ormai avviata a quel lungo declino politico ed economico che a la sua sanzione. Alla prudente politica dei patrizi, rasseglla compromissione con l'Impero e il papato, si sostituì quella degli innovatori, i cosiddetti «Giovani», decisi a sottrarre la Serenissima all'invadenza ecclesiastica nell'interno e a rilanciarne le fortune commerciali nell'Adriatico, compromesse dal controllo dei porti esercitato dallo Stato pontificio e dalle azioni degli Uscocchi, i pirati cristiani croati appoggiati dall'Impero. Iil Senato veneziano proibì la fondazione di ospedali gestiti da ecclesiastici, di monasteri, chiese e altri luoghi di culto senza autorizzazione preventiva della Signoria. Un'altra legge proibiva l'alienazione di beni immobili dai laici agli ecclesiastici, già proprietari, pur essendo solo un centesimo della popolazione, di quasi la metà dei beni fondiari della Repubblica, e limita le competenze del foro ecclesiastico, prevedendo il deferimento ai tribunali civili degli ecclesiastici responsabili di reati di particolare gravità. Avvenne che il canonico vicentino S. Saraceno, colpevole di molestie a una nobile parente, e l'aristocratico abate di Nervesa, Brandolini, reo di omicidi e di stupri, sono incarcerati. Paolo V emana due brevi richiedenti l'abrogazione delle due leggi e la consegna al nunzio pontificio dei due ecclesiastici, affinché secondo il diritto canonico fossero giudicati da un tribunale ecclesiastico.  Il nuovo doge Leonardo Donà fece esaminare i due brevi da giuristi e teologi, fra i quali il Sarpi, affinché trovassero modo di controbattere alle richieste della Santa Sede. Il 28 gennaio venne nominato teologo canonista proprio il Sarpi e lo stesso giorno il suo scritto: Consiglio in difesa di due ordinazioni della Serenissima Repubblica, venne inviato al Papa. Difese le ragioni della Repubblica con numerosi saggi. Sono di questi mesi la Scrittura sopra la forza e validità delle scomuniche, il Consiglio sul giudicar le colpe di persone ecclesiastiche, la Scrittura intorno all'appellazione al concilio, la Scrittura sull'alienazione dei beni laici agli ecclesiastici e altri ancora, poi raccolti nella sua successiva “Istoria dell'interdetto”. In quell saggio è contenuta anche un saggio sulla validità della scomunica, attaccato da Bellarmino, al quale rispose allora con l'Apologia per le opposizioni do Bellarmino.  Mentre F. Micanziosuo iniziava a collaborare dopo che Paolo V scomunica il Consiglio veneziano e fulminato con l'interdetto lo Stato veneto, pubblica il Protesto del monitorio del pontefice, nel quale il breve papale Superioribus mensibus è definito nullo e di nessun valore, mentre impede la pubblicazione della bolla pontificia. Obbedendo alle disposizioni del papa, i gesuiti rifiutano di celebrare le messe a Venezia e la Repubblica reage espellendoli insieme con cappuccini e teatini. Parteno la sera alle doi di notte, ciascuno con un Cristo al collo, per mostrare che Cristo parte con loro. Concorse moltitudine di populo e quando il preposto, che ultimo entra in barca, dimanda la benedizione al vicario patriarcale si leva una voce in tutto il populo, che in lingua veneziana grida loro dicendo "Andé in malora!". A Roma si spera che l'interdetto provocasse una sollevazione contro i governanti veneziani ma i gesuiti scacciati, li cappuccini e teatini licenziati, nissun altro ordine parteno, li divini uffizi sono celebrati secondo il consueto il senato e unitissimo nelle deliberazioni e le città e populi si conservano quietissimi nell'obbedienza. Venezia era alleata, in funzione anti-spagnola, con la Francia, ed era in buoni rapporti con l'Inghilterra e con la Turchia. Fingendosi veneziani, soldati spagnoli, per provocare la rottura delle relazioni turco-veneziane, sbarcano Durazzo, saccheggiandola, ma la provocazione e facilmente scoperta e i turchi offreno a Venezia l'appoggio della loro flotta contro il papa. L'Inquisizione l’intima di presentarsi a Roma per giustificare le molte cose temerarie, calunniose, scandalose, sediziose, scismatiche, erronee ed eretiche contenute nei suoi saggi ma naturalmente si rifiuta. Invano il papa che scomunica Sarpi e Micanziosi dichiara favorevole a portare guerra a Venezia. La sua unica alleata, la Spagna, minacciata da Francia, Inghilterra e Turchia, non puo sostenerla in quest'impresa e si giunse così alle trattative diplomatiche, favorite dalla mediazione del cardinale F. Joyeuse. Venezia rilascia i due ecclesiastici incarcerati e ritira il suo protesto al papa in cambio della revoca dell'interdetto, mentre le leggi promulgate dal Senato veneziano restarono in vigore e i gesuiti non possono rientrare nella Repubblica. Riceve K. Schoppe, molto intimo dei segreti affari della Curia romana, il quale gli confide che il papa, come gran prencipe, ha longhe le mani, e che per tenersi da lui gravemente offeso non puo succedergli se non male, e che se sino a quell'ora avesse voluto farlo ammazzare, non gli mancavano mezzi. Ma che il pensiero del papa e averlo vivo nelle mani e farlo levare sin a Venezia e condurlo a Roma, offerendosi egli, quando volesse, di trattare la sua riconciliazione, e con qual onore avesse saputo desiderare. Asserendo d'aver in carico anco molte trattazioni co' prencipi alemanni protestanti e la loro conversione». Schoppe, ambiguo provocatore, intende convincerlo  a mettersi nelle mani dell'Inquisizione come miglior partito che puo prendere, tanto parvero strane le due proposte di far ammazzare o prender vivo il padre. I disegni omicidi sono reali. Circa le 23 ore, ritornando al suo convento di San Marco a Santa Fosca, nel calare la parte del ponte verso le fondamenta, e assaltato da cinque assassini, parte facendo scorta e parte l'essecuzione, e resta l'innocente  ferito di tre stilettate, due nel collo et una nella faccia, ch'entrava all'orecchia destra et usciva per apunto a quella vallicella ch'è tra il naso e la destra guancia, non avendo potuto l'assassino cavar fuori lo stillo per aver passato l'osso, il quale restò piantato e molto storto. I sicari, fuggendo, trovano rifugio nella casa del nunzio pontificio e la sera s'imbarcano per Ravenna, da dove proseguirono per Ancona e di qui raggiunsero Roma. Si conoscono i loro nomi: l'esecutore materiale dell'attentato e R. Poma, già mercante veneziano, poi trasferitosi a Napoli e di qui a Roma, dove divenne intimo del cardinale segretario di Stato S. Caffarelli-Borghese e dello stesso Paolo V. E co-adiuvato da tre uomini d'arme, tali A. Parrasio, Giovanni da Firenze e P. Bitonto, mentre «a spia, o guida e M. Viti, solito offiziare in Santa Trinità di Venezia, che non lascia dubitare quanti mesi precedessero questo bel effetto prima che fosse mandato alla luce. Poi che Viti la quadragesima antecedente, sotto specie d'aver gusto delle predicazioni del padre maestro Fulgenzio, anda ogni mattina in convento de' servi alla porta del pulpito, che risponde alla parte di dentro, e cortesemente tratta con lui, ricercandolo anco di qualche dubbio di coscienza. E continua di poi sempre a salutarlo et anco andar in convento a visitarlo, parlandogli sempre di cose spettanti all'anima. Il pugnale non ha tuttavia leso organi vitali e riusce a sopravvivere. Il chirurgo G. Acquapendente, che l'opera, dice di non aver mai medicato una ferita più strana, rispondendo allora con la famosa espressione. Eppure il mondo vuole che sia data stilo Romanae Curiae. Le conseguenze furono la rottura della mascella e vistose cicatrici nel volto. Il Senato, dichiarandolo persona di prestante dottrina, di gran valore e virtù gli concede una casa in piazza San Marco ove possa risiedere con il Micanzio e altri frati, e una sovvenzione affinché possa acquistare una barca e provvedere alla sua sicurezza personale. Rifiuta la casa ma si servì da allora di una barca che gli evitas i pericolosi tragitti a piedi per le calli veneziane.  Poco più di un anno dopo, e sventato un secondo attentato, ordito, sembra su mandato di L. Margotti, da G. Francesco de Antonio da Viterbo, i quali, fatta una copia della chiave della sua camera vuoleno secretamente introdurre nel monasterio due o più sicarii e la notte trucidare l'innocente. Inizia a corrispondere con personalità soprattutto di fede calvinista o gallicana: fra questi ultimi, Leschassier e Gillot, che pubblica gli Actes du concile de Trente, dimostrando le pressioni papali sui vescovi riuniti a concilio, e fra gli altri l'italiano F. Castrino, i francesi Villiers, Casaubon, Thou, Mornay, i tedeschi Achatius e Dohna. Attraverso il dialogo diretto con gli intellettuali  acquiesce quella straordinaria ampiezza di orizzonti e di interessi, quella solida conoscenza dei problemi dello stato che gli permite di arricchire la sua cultura storica, giuridica e scientifica e lo conduce a incidere sulla sua posizione filosofica, ad approfondirne la crisi, risolvendola poi con l'accoglimento di nuove prospettive e di nuove idealità; spalancandogli un mondo nuovo, che gli fac sentire più soffocante, più viziata, la vita italiana. Incontra a Venezia Bedell, che rifere di lui e del Micanzio come essi sono completamente dalla nostra parte nella sostanza della religione e, C. Dohna inviato da Cristiano I di Anhalt-Bernburg, e G. Diodati, per valutare la possibilità di introdurre a Venezia la Riforma. La traduzione in lingua italiana del Nuovo Testamento, viene diffusa a Venezia proprio in questo periodo.  Altre polemiche suscitano, le prediche quaresimali di F. Micanzio che vengono interpretate a Roma come un attacco alla fede cattolica. -- è anche preoccupato per la tregua stipulata tra la Spagna e i Paesi Bassi, perché vede in essa un indebolimento di questi ultimi che, o prima o dopo, resteranno sopraffatti dalle arti spagnole, mentre gli spagnoli ne potrebbero trarre beneficio anche in vista del loro dominio in Italia. Spera in un'alleanza generale di Francia, Inghilterra, principi protestanti, Paesi Bassi, Savoia e Venezia che portasse alla guerra contro l'Impero cattolico ispano-tedesco e cancellasse il dominio papale e spagnolo in Italia. Se sarà guerra in Italia, va bene per la religione; e questo Roma teme. LInquisizione cessa e l'Evangelio ha corso. E ha bene anche per le libertà civili di Venezia: qui, anche se il giogo ecclesiastico è assai più mite che nel rimanente d'Italia, in quella parte nondimeno che tocca la stampa è l'istesso appunto che negli altri luoghi. Nessuna cosa si può stampare se non veduta e approvata dall'Inquisizione. Dove si ragiona di alcun papa, non permettono che si dica alcuna di disonore, se bene vera e notoria. Non permettono che alcuno separato dalla Chiesa romana sia lodato di qualsivoglia virtù, né nominato se non con vituperio. Secondo la versione ufficiale, sebbene sfinito, volle alzarsi per il mattutino, come al solito, e celebrare la Messa. Fatto chiamare il priore del convento, lo prega che lo raccomandasse alle preghiere dei confratelli e che gli portasse il Viatico. Gli consegna tutte le cose concesse a suo uso. Si fa vestire, si confessa e passò il resto del mattino facendosi leggere da fra Fulgenzio e da Fra Marco i Salmi e la Passione di Cristo narrata dagli Evangelisti. Gli e quindi amministrato dal priore, alla presenza della Comunità, il Viatico. E visitato dal medico che gli dice che ha poche ore di vita. Sorridendo, rispose: Sia benedetto Dio. A me piace ciò che a Lui piace. Col suo aiuto faremo bene anche quest'ultima azione -- quella di morire. E udito ripetere più volte, con soddisfazione: Orsù, andiamo dove Dio ci chiama. Secondo alcuni le sue ultime parole sarebbero state. Esto perpetua, riferendosi a Venezia (v. Bianchi-Giovini, Esistono tuttavia altre versioni della sua morte che lo fanno apparire più vicino al culto protestante. Figura assai complessa di filosofo, occupa indubbiamente un posto di primo piano nella storia della filosofia italiana. Fu uno dei più grandi filosofi. La sua prosa è una delle più maschie ed efficaci di tutta la filosofia nostra, che non conosce lenocini né fronzoli, che scolpisce le figure con raro risalto, che ha un magnifico potere ri-evocatore allorché descrive dispute e contrasti, ch'è impareggiabile nel sarcasmo, tutto contenuto in un'unica espressione, tre o quattro parole. G. Papini, parlando della Istoria del Concilio di Trento, la define un modello di lucidità narrative e di prosa semplice, esatta e rapida. Lascia orme indelebili nella filosofia, nella matematica, nell'ottica, nell'astronomia, nella medicina ecc. Galilei e suo grande amico, e non disdegna di appellarlo: Mio Maestro. Dinanzi al primo avvertimento a Galilei, lui, che non visse abbastanza a lungo per assistere alla condanna scrive. Verrà il giorno, e ne sono quasi certo, che gl’uomini, da studi resi migliori, deploreranno la disgrazia di Galileo e l'ingiustizia resa a sì grande uomo. Scopre la dilatabilità della pupilla sotto l'azione della luce e le valvole delle vene. I suoi biografi parlano anche di scoperte nel campo dell'anatomia, dell'ottica, ecc. L'invenzione del telescopio dice Bianchi-Giovini il Galilei la dovette per certo ai lumi somministratigli da lui, se pure questi non ne fu il primo inventore, come pensano alcuni. Sopra la sua sapienza matematica si cita l'autorevole giudizio di Galilei. Galilei non esita a dire della ‘fenice’: del quale posso senza iperbole alcuna affermare che niuno l'avanza in Italia in cognizione di queste scienze matematiche contro alle calunnie ed imposture di B. Capra, in ediz. naz., Firenze, La teoria di Galilei delle maree, successivamente dimostratasi erronea, riprende le sue idee, esposte nei Pensieri naturali, metafisici e matematici. G. Porta, dopo aver dichiarato di avere appreso alcune cose da lui, lo proclama splendore ed ornamento non solo della città di Venezia e dell'Italia, ma di tutto il mondo. (Magia naturalis).  D. Passionei gli define dottissimo oltre ogni espressione. In uno studio il cui intento era quello di misurare il Q.I. di 300 personaggi famosi. si posiziona al quinto posto, al pari del più noto matematico Pascal. Alla grande intelligenza unì anchecome riconosciutagli da tuttiun'esemplare integrità di vita. A.  Jemolo, dopo essersi rivolto varie domande intorno alla sua ortodossia, da questa risposta. Gli elementi ci mancano per una risposta perentoria: noi non possiamo dissipare l'alone di mistero che lo circonda. Questo non c'impedisce di ammirare l'uomo e l'opera. Fondamentalmente lo scontro con la Curia romana e legato ad un progetto politico volto a contenere il potere di Roma in ambito esclusivamente spirituale e a pro-muovere un'alleanza tra Venezia e la Francia in un'ottica anti-imperiale. Per questo intrattenne contatti con i riformati. Inoltre la sua visione di Roma e un vago ritorno verso la chiesa primitive. Egli quindi e indotto a condannare il potere temporale, il processo di mondanizzazione del clero, la superiorità del papa sul Concilio. Stringe amicizia con Dominis, arcivescovo di Spalato, che tende all'apostasia. La sua Istoria del Concilio Tridentino costituisce il suo capolavoro storico ed offre la prima imponente ricostruzione del Concilio di Trento. L’opera e ondannata dalla Congregazione dell'Indice e quindi posta all'Indice dei libri proibiti. Sono intercettate dal nunzio pontificio a Parigi R. Ubaldini compromettenti carteggi di lui con l'ambasciatore veneziano A. Foscarini e con l'ugonotto F. Castrino; carteggi ben presto inviati a Roma per essere messi a disposizione del Sant'Uffizio, ma anche da utilizzare per far ammettere una buona volta al governo veneziano quanto da tempo da Roma si viene denunciando, che lui che si proclamava più cattolico del Papa e come tale difeso ufficialmente dai responsabili politici veneziani. Altri non era che un protestante, al servizio delle forze ereticali europee. Dunque infedele e ipocrita. Una taccia di ipocrisia che non da tregua alla sua figura lungo i secoli, come stanno a provare innumerevoli esempi, da G. Aleandro, che ricevuta da Peiresc la sua Istoria dell'Interdetto appena edita risponde all'illustre erudito francese con fare perentorio che lui e nero ministro del diavolo che si dice esser padre delle menzogna, se ben egli veramente non credeva né nel diavolo né in Dio,  al prelato friulano G. Fontanini con la sua velenosa Storia arcana della sua vita a D. Passionei, che crede di avere le carte per dimostrare che l'idea del furfante e di introdurre il calvinismo in Venezia, come ancora ricorda A. Mercati. Un parere analogo si trova anche nella recente Storia della Chiesa di Hertling e Angiolino Bulla, dove viene definite un ipocrita che fino all'ultimo fa la parte del religioso, sebbene nel suo intimo si fosse da tempo allontanato dalla Chiesa. Saggi: “Trattato dell'interdetto di Paolo V nel quale si dimostra che non è legittimamente pubblicato”; “Apologia per le opposizioni fatte da Bellarmino ai trattati et risolutioni di G. Gersone sopra la validità delle scomuniche; Considerationi sopra le censure della santità di Paolo V contra la Serenissima Repubblica di Venezia, Istoria del Concilio Tridentino,  Il trattato dell'immunità delle chiese (De iure asylorum), Discorso dell'origine, forma, leggi ed uso dell'Uffizio dell'Inquisizione nella città e dominio di Venezia, Trattato delle materie beneficiarie, Opinione di Servita, come debba governarsi la Repubblica Veneziana per havere il perpetuo dominio, Venezia, La storiografia recente attribuisce lo scritto al patriziato veneziano medesimo. Scritti giurisdizionalistici, Istoria del Concilio Tridentino (Geneua, Aubert); Pagnoni Editore, Milano, Gambarin, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, G. Gambarin, IScrittori d'Italia, Bari, Laterza, G. Gambarin, Scrittori d'Italia Bari, Laterza, Istoria del Concilio Tridentino, testo critico di Giovanni Gambarin, introduzione di R. Pecchioli, Collana Biblioteca, Sansoni, Firenze, Lettere a Simone Contarini ambasciatore veneto in Roma, pubblicate dagli autografi, Monumenti storici pubblicati dalla R. Deputazione veneta di storia patria. Miscellanea, Venezia, Fratelli Visentini, Pagine scelte, Arturo Carlo Jemolo, Vallecchi, Firenze, Lettere ai protestanti, Scrittori d'Italia, 1, Bari, Laterza,  Lettere ai protestanti, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Antologia degli scritti politici e storici. Francesco T. Roffarè, CEDAM, Padova, “Istoria dell'Interdetto e altri scritti editi e inedita” (Scrittori d'Italia Bari, Laterza); R. Amerio, “Scritti filosofici e teologici” (Scrittori d'Italia, Bari, Laterza); “Pensieri naturali, metafisici e matematici. anoscritto dell'iride e del calore; Arte di ben pensare, Pensieri medico-morali, Pensieri sulla religione, Fabula e Massime e altri scritti. Edizione integrale commentate, L. Sosio, Ricciardi, Milano-Napoli, Scritti giurisdizionalistici” (Scrittori d'Italia, Bari, Laterza); “Lettere ai Gallicani, B/ Ulianich, Wiesbaden, F. Steiner,  La Repubblica di Venezia la casa d'Austria e gli Uscocchi, Bari, Laterza, Scritti scelti: Istoria dell'Interdetto, Consulti, Lettere, Giovanni Da Pozzo, Collezione di Classici Italiani, UTET, Torino); Storici, Politici, e Moralisti, G. Cozzi, Collana La Letteratura Italiana. Storia e Testi,  Milano-Napoli, Ricciardi, Istoria del Concilio Tridentino seguita dalla Vita, Corrado Vivanti, Collana NUE Einaudi, Torino, Collana Piccola Biblioteca. Einaudi, Torino, “Pensieri” Gaetano e Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Torino, “Considerazioni sopra le censure di Paolo V contro la Repubblica di Venezia e altri scritti sull'Interdetto”, G. Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, “Lettere a Gallicani e Protestanti, Relazione dello Stato della Relazione, Trattato delle Materie Beneficiarie. Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Gli ultimi consulti. G. Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Dai Consulti, il carteggio con l'ambasciatore inglese sir Dudley Carleston. G. Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Dal Trattato di pace et accomodamento e altri scritti sulla pace d'Italia. G. Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Consulti, Corrado Pin, Pisa, Poligrafici, Letteratura e vita civile. Collana I Classici del Pensiero Italiano; “Della potestà de' prencipi”; Collana I Giorni, Marsilio, Venezia, “Scritti filosofici inedita, tratti da un manoscritto della Marciana”; G. Papini, Collana Cultura dell'anima, R. Carabba, Lanciano, Manoscritti Consulti: in Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Fondo manoscritti, O. Ceretti, Cinque pugnali non bastano a troncare la sua parola, in Historia, Touring club italiano, F. Micanzio, Vita,  in «Istoria del Concilio tridentino», Torino F. Micanzio. Scrive tra l'altro nella lettera. E che volete ch'io speri in Roma, ove li soli ruffiani, cenedi et altri ministri di piaceri o di guadagni hanno ventura? I cenedi sono gl’uomini che si prostituiscono. F. Micanzio, cit. G, Cozzi, Sarpi, F. Micanzio, Istoria dell'interdetto e altri scritti editi e inediti, F. Micanzio, dove stilo può significare sia stile che stiletto  Ivi  G. Cozzi, Lettere a Groslot de l'Isle, in «Lettere ai protestanti», Lettera a Francesco Castrino, in «Lettere ai protestanti», Citato in C. Rizza, Peiresc e l'Italia, Torino, Giappichelli, Corrado Pin, “Senza maschera: l'avvio della lotta politica dopo l'Interdetto”; L. Hertling e A. Bulla, Storia della seconda Roma La penetrazione dello spazio umano ad opera del cristianesimo” (Città Nuova, Borgna Romain, F.Lucien, F. Micanzio, Vita,  dell'ordine de' Servi e theologo della serenissima republ. di Venetia, Leida, in “Istoria del Concilio tridentino” (Torino, Einaudi); F. Griselini, “Memorie anedote spettanti alla vita ed agli studj del sommo filosofo e giureconsulto” (Losanna, Bousquet); F. Griselini, “Del suo genio in ogni facolta scientifica e nelle dottrine ortodosse tendenti alla difesa dell'originario diritto de' sovrani né loro rispettivi dominj ad intento che colle leggi dell'ordine vi rifiorisca la pubblica prosperita” (Venezia, Basaglia); Zerletti, “Storia arcana della vita servita da Fontanini  in partibus e documenti relative (Venezia); “Cassani, Le scienze matematiche naturali” (Venezia; A. Bianchi-Giovini, Basilea, R. Morghen, G. Getto, Firenze, Olschki; M. Gliozzi Relazioni scientifiche con G. Porta, G. Cozzi, Tra Venezia e l'Europa” (Collana Piccola Biblioteca, Torino, Einaudi); V. Frajese, “Scettico. Stato e Chiesa a Venezia, Bologna, Il Mulino); I. Cacciavillani, I consulti sulla Vangadizza, Padova, CEDAM, Cacciavillani, Venezia, Fiore, I. Cacciavillani,  Sarpi. La guerre delle scritture de la nascita della nuova Europa, Venezia, Fiore, I. Cacciavillani, Sarpi giurista, Padova, C. Pin, Ripensando Paolo Sarpi, Venezia, Ateneo veneto, Concilio di Trento Fulgenzio Micanzio. Dizionario di storia, Dizionario biografico degli italiani. Paolo Sarpi. Sarpi. Keywords: l’arte del bien pensar, Locke, impression, reflection, metaphysics, Bibioteca Marciana, pensieri, pensiero, logica, bien pensare, galilei, hobbes, metodo, sensismo, il fenice di Venezia, scritti filosofici inedita.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scarpi” –  peri il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689510274/in/photolist-2mNaHiH-2mKuKk1-2mKCgGX-2mKCfz1-2mKfs4E-nmxEnc/

 

Grice e Sasso – da Crotone a Velia – la Potenza e il atto di Gentile – Gentile megarico -- Lucrezio di Machiavelli – allegoria e simbolo di Vico -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Studia  a Roma. Si laurea sotto Antoni e Chabod con “Machiavelli”. Studia con Carabellese, Ruggiero, Scaravelli, Nardi,  Pettazzoni, Sapegno, Gabetti, Perrotta e Sanctis.  Insegna ad Urbino e Roma. Studia l’idealismo italiano (Croce) e Machiavelli. Si occupa di ontologia, Alighieri, Platone, Polibio, Lucrezio, Guicciardini, Shakespeare e Mann. Presidente della "Fondazione Giovanni Gentile", Lincei. Altri saggi: “Machiavelli e Borgia. Storia di un giudizio” (Roma, Ateneo); “Machiavelli” (Napoli, Morano); “La storia della filosofia” (Bari, Laterza); “La ricerca della dialettica” (Napoli, Morano); “Lucrezio: progresso e morte” (Bologna, Mulino); “L'illusione della dialettica” (Roma, Ateneo); “Guicciardini” (Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Roma); “Essere e negazione, Napoli, Morano); “Machiavelli e gl’antichi” (Milano, Ricciardi); “Tramonto di un mito: l'idea di progresso” (Bologna, Il Mulino); Per invigilare me stesso. I Taccuini di lavoro di Croce, Bologna, Il Mulino); “L'essere e le differenze nel "Sofista” (Bologna, Il Mulino); “Variazioni sulla storia di una rivista italiana: "La Cultura"; Il Mulino); “Machiavelli, Bologna, Il Mulino, Comprende: Il pensiero politico, Napoli, IISS, Bologna, Il Mulino, Premio Viareggio di Saggistica, La storiografia. La fedeltà e l'esperimento, F. Scarpelli, F.S. Trincia e M. Visentin interrogano Sasso, Bologna, Il Mulino); Filosofia e idealismo,  Napoli, Bibliopolis, Comprende: Croce, Gentile, Ruggiero, Calogero, Scaravelli, Paralipomeni, Secondi paralipomeni, Ultimi paralipomeni, Tempo, evento, divenire” (Bologna, Il Mulino); “Gentile: La potenza e l'atto” (Firenze, La Nuova Italia); Le due Italie di Gentile, Bologna, Il Mulino); “La verità, l'opinione, Bologna, Il Mulino, Ernesto De Martino fra religione e filosofia, Napoli, Bibliopolis); Il guardiano della storiografia. Profilo di Chabod (Bologna, Il Mulino [Napoli, Guida, del Profilo di F Chabod, Bari, Laterza); Dante. L'imperatore e Aristotele, Roma, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo); Fondamento e giudizio. Un duplice tramonto?, Napoli, Bibliopolis); Il principio, le cose, Torino, Aragno,  Delio Cantimori. Filosofia e storiografia, Pisa, Edizioni della Scuola Normale Superiore); “Dante, Guido e Francesca, Roma, Viella); “Le autobiografie di Dante, Napoli, Bibliopolis, Discorsi di Palazzo Filomarino, raccolti da M. Herling, premessa di N. Irti, Napoli, IISS, Il logo, la morte, Napoli, Bibliopolis); “Ulisse e il desiderio. Il canto XXVI dell'Inferno, Roma, Viella); “La voce dei ricordi, Napoli, Bibliopolis); “Decadenza” (Roma, Viella); “Machiavelli: I corrotti e gli inetti” (Milano, Bompiani); “Allegoria e simbolo” (Torino, Aragno); “La lingua, la Bibbia, la storia. Su "De vulgari eloquentia" (Roma, Viella); Su Machiavelli. Ultimi scritti, Roma, Carocci, Croce. “Storia d'Italia” Napoli, Bibliopolis,  La 'Storia d'Italia' di Bendetto Croce.  Napoli, Bibliopolis. "Forti cose a pensar mettere in versi". Studi su Dante, Torino, Aragno, Purgatorio e Anti-purgatorio. Un'indagine dantesca, Roma, Viella,. Croce e le letterature, Napoli, Bibliopolis, Biografia e storia. Saggi e variazioni, Roma, Viella,. Note  il Mulino RivisteLa Cultura, su mulino. Premio letterario Viareggio-Rèpaci, Croce. Dibattito, Il Cannocchiale, G. Arnaldi, G. Calabrò, A. Jannazzo, G, Sasso, V. Stella, F. Valentini, M. Visentin. G. Arnaldi, Gennaro Sasso. Uno specialista di più specialità, in Id., Conoscenza storica e mestiere di storico, il Mulino, IISS-Napoli, A. Bellocci, Verità e doxa: la questione dello sguardo e della relazione ne Il logo, la morte; A. Bellocci, Laicismo della verità, della doxa e tolleranza; Leussein, A. Bellocci, L'impossibilità della differenza e i paradossi dell'identità; Archivio di filosofia, A. Bellocci, Il problema della 'non' relazione ne Il principio, le cose, Giornale critico della filosofia italiana, A. Bellocci, La verità, l'opinione. Lo ''specchio'' della verità e l'eterna opinione metafisica, Filosofia italiana,  R. Berutti, Annotazioni critiche sull’essere ovvero sul non essere essere del discorso che lo concerne. Il problema dell'ontologia,, Pólemos,  M. Capati, Paragone. Letteratura, M. Cardenas, L'auto-noema. Il giudizio tra attualismo e neo-eleatismo, Filosofia italiana,  C. Cesa, Sasso interprete di Gentile, Archivio di storia della cultura, A. De Vicentiis, Storiografia e pensiero politico nelle "Istorie fiorentine" di Machiavelli: Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, F. Fronterotta, L'essere e le differenze. In margine al Sofista, Novecento, M. Herling M. Reale, Storia, filosofia e letteratura. Studi in onore Bibliopolis, Napoli,  G. Inglese, Machiavelli: una storia del suo pensiero politico, Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano, Enciclopedia machiavelliana, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma, Enciclopedia filosofica (a cura del Centro Studi Filosofici di Gallarate), Milano, S. Maschietti, Dire l'incontrovertibile. Intorno all'analisi filosofica, Giornale di filosofia, F. Mignini, Essere e negazione. Giornale critico della filosofia italiana, Crisi e critica" dello storicismo. Filosofia e storiografia, Novecento, Filosofia e storia della filosofia, Filosofia italiana, X N. Parise, Sulla relazione. Critica della metafisica, L. Passerino Editore, Gaeta. N. Parise, Figure della scissione. A proposito di Allegoria e simbolo, filosofia,  N. Parise, L’aporia del nulla, Filosofia italiana, G. Perazzoli, Il concetto di laicità. in G. Perazzoli, Miligi, Laicità e filosofia, Mimesis, Milano Udine, Pietroforte, Problema del nulla e principio di non contraddizione. Intorno a "Essere e negazione" Novecento,  J. Salina, Neoparmenidismo e teorie della verità, Filosofia italiana, F. Scarpelli, Nulla, anamnesi, riflessivita (Il Cannocchiale, F. Tessitore, interprete di Croce, in Id., La ricerca dello storicismo. Mulino, IISS-Napoli,  F. Vander, Critica della filosofia italiana contemporanea. Dialettica e ontologia: i termini di una contrapposizione, Marietti, Genova; M. Visentin, Tempo e giudizio. La Cultura,M. Visentin, Sull'identità e sull'essenza del laicismo italiano. A proposito del "Le due Italie di Giovanni Gentile", Giornale critico della filosofia italiana, M. Visentin, Il neo-parmenidismo italiano. Considerazioni intorno alla verità, l'opinione', in Id., Il neo-parmenidismo italiano. II. Dal neoidealismo al neoparmenidismo, Bibliopolis, Napoli, M. Visentin, Aletheia e doxa oltre Parmenide, in Id., Onto-Logica: sull'essere e il senso della verità, Bibliopolis, Napoi, M. Zanetti, Critiche al divenire. Filosofia italiana, X S. Zurletti, Lo specchio di Perseo, Chaos Kosmos, Vico e il simbolo», «Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Memorie della Classe di Scienze morali, storiche e filologiche», costituzione mista, Benedetto Croce, Dante, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, eternità del mondo,  Sanctis, Lucrezio in Machiavelli, in Enciclopedia machiavelliana, G. Sasso, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Roma Dalla concordia discors alla polemica: filosofia e psicologia di una vicenda, Ripensando la Storia d'Europa, Ripensando la Storia d'Italia, in Croce e Gentile, la cultura italiana e europea, M. Ciliberto.Gennaro Sasso. Sasso. Keywords: Potenza ed atto in Gentile – Lucrezio in Macchiavelli, simbolo ed allegoria in Vico, la scuola di Velia, veliati, veliani, parmenide, scuola di Crotone. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sasso” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734778984

 

Grice e Sava – filosofia italiana (Belpasso). Filosofo. Enciclopedia Popolare Italiana. Saggi:“Sui pregi”, “Doveri dei medici”, A. Prezzavento. Roberto Sava. Sava. Keywords. Refs.: dovere, i doveri – pregi. Luigi Speranza, “Grice e Sava” – The Swimming-Pool Library.

 

Grice e Scala – filosofia italiana – filosofia siciliana  (Noto). Filosofo. Membro di la commissione creata da Gregorio XIII per la riforma del calendario. Insegna a Padova. Saggi: “L'Efemeridi di Gioseppe Scala Siciliano, per anni dodici, le quali cominciano dall'anno di Christo nostro Sig.  & finiscono nel fine di dicembre dell'anno. Alle quali sono aggiunti i canoni, ò introduttioni dell'efemeridi, ridotto all'uso delle presenti efemeridi (Venezia, Giunti); Ephemerides Iosephi Scalae Siculi Noetini ad annos duodecim, incipientes ab anno Domini. Vnà cum introductionibus ephemeridum ab eodem d. Iosepho Scala, ad vsum suarum, restitutis” (Venezia, Giunta). Col suo nome è oggi chiamato il Gruppo Astrofili di Noto  Santi Correnti, Quello che la Sicilia ha dato all'Italia. Biografia degli uomini illustri di Sicilia ornata de' loro rispettivi ritratti, Napoli, Corrado Spataro, L'astronomo netino e la nuova scienza. Calendario gregoriano. Giuseppe Scala. Scala. Keywords: calendario gregoriano. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scala” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690487407/in/photolist-2mPC6Zb-2mLNXjb-2mLP9qE-2mKHg38-2mKCewV-FKiWA6-FcebeC-E58e4H-2mKR9Cp-FjcgRv-G8Exy4-D41J73-CkaHMd-Ck9fTK-CdDizG-CdAEaL-CfWKjF-yPkGGd-2dxgYk4-o8VGVi

 

Grice e Scalea – filosofia italiana (Morano Calabro). Filosofo. Figlio del principe di Scalea, marchese di Misuraca e barone di Morano, dal quale eredita i titoli, e di Anna Beatrice Carafa, dei principi di Belvedere. Studia sotto Caloprese.  Divulga il razionalismo, difende alcuni colleghi, anche loro seguaci di Cartesio, ed ha un'accesa polemica con Doria sullo spinozismo. Saggi: “Della filosofia degl’antichi” (Mosca, Napoli); “De origine mali”; “De bono” Dizionario di filosofia, riferimenti in A. Mirto, Calabria letteraria, F. Lomonaco, Vita, e studj scritta da lui medesimo in una Lettera, Il Melangolo, Genova. Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Francesco Maria Spinelli, principe di Scalea, Scalea. Keywords: bonum, ‘il bono’ the good, filosofia degl’antichi, vico, doria. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scalea” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691436373/in/photolist-2mKN88B

 

Grice e Scalfari – l’implicatura di Teseo – Roma fascista -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Civitavecchia). Filosofo.  Considerato, anche dai suoi avversari, uno dei più grandi filosofi italiani. Professorecontribuì, con altri, a fondare il settimanale l'Espresso ed è fondatore del quotidiano la Repubblica. I campi principali dell'analisi di Scalfari sono l'economia e la politica. La sua ispirazione politica è socialista liberale, azionista e radicale. Punti forti dei suoi articoli recenti sono la laicità, la questione morale, la filosofia. Frequenta il Liceo Mamiani di Roma -- è a Sanremo (dove la famiglia, di origini calabresi, si era trasferita temporaneamente, essendo il padre direttore artistico del Casinò) che completa gli studi liceali, al liceo classico Cassini, avendo come compagno di banco I. Calvino. Sentimentalmente legato a S. Rossetti, già segretaria di redazione de L'Espresso (e poi di Repubblica), che sposerà dopo la scomparsa della moglie Simonetta.  -- è ateo.  Tra le suoi esperienze c'è “Roma Fascista” -- organo del Gruppo Universitario Fascista. Collabora con riviste e periodici legati al fascismo, come “Nuovo Occidente”. Nominato caporedattore di “Roma Fascista”, pubblica una serie di corsivi sulla prima pagina in cui lancia generiche accuse verso speculazioni da parte di gerarchi del Partito Nazionale Fascista sulla costruzione dell'EUR. Questi saggi portarono alla sua espulsione dai GUF. Di fronte al gerarca, intenzionato a perseguire gli speculatori, aveva ammesso come i suoi corsivi fossero basati su voci generiche. Si l’accusa poi di essere un imboscato, e lo prese materialmente per il ero strappandogli le mostrine dalla divisa del partito. Dopo la fine della seconda guerra mondiale entra in contatto con il Partito Liberale Italiano. Diventa collaboratore a Il Mondo e L'Europeo, di M. Pannunzio e A. Benedetti. Licenziato dalla BNL per una serie di articoli sulla Federconsorzi non graditi alla direzione. Partecipa all'atto di fondazione del Partito Radicale. Nello stesso anno nasce il settimanale L'Espresso: è direttore amministrativo e scrive articoli di economia.  Somma la carica di direttore responsabile de L'Espresso a quella di direttore amministrativo. Il settimanale arriva in cinque anni a superare il milione di copie vendute. Il successo giornalistico si fuse con il piglio imprenditoriale, dato che  continuò a gestire anche la parte organizzativa e amministrativa. Pubblica insieme  l'inchiesta sul SIFAR che fa conoscere il tentativo di colpo di stato chiamato piano Solo. Lorenzo li querela e i due giornalisti vengono condannati rispettivamente a 15 e a 14 mesi di reclusione, malgrado la richiesta di assoluzione fatta da V. Occorsio, che era riuscito a leggere gli incartamenti integrali prima che il governo ponesse il segreto di Stato. Lui e Jannuzzi evitano il carcere grazie all'immunità parlamentare loro offerta dal Partito Socialista Italiano: alle elezioni politiche viene eletto deputato, come indipendente, nelle liste del PSI, segreteria Mancini, mentre Jannuzzi diviene senatore. Eletto sia nella circoscrizione di Torino che in quella di Milano, opta per la seconda e aderisce al gruppo del PSI. Resta deputato. Dopo la candidatura al Parlamento, aveva lasciato la direzione de L'Espresso. Sottoscrive la lettera aperta a L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi. Nel, dopo 45 anni, ammette che "quella firma era stata un errore".  In quegli anni critica accanitamente le manovre di Eugenio Cefis, prima presidente dell'ENI e poi di Montedison, appoggiando spesso chi gli si opponeva; tra questi vi fu Sindona nel suo scontro con Mediobanca per il controllo di Bastogi. Soprattutto contro Cefis è indirizzato il celebre libro-inchiesta pubblicato da Scalfari e da Giuseppe Turani, Razza padrona.  Fondazione e direzione de la Repubblica. Dopo aver già tentato inutilmente di varare un quotidiano insieme a I. Montanelli, che aveva respinto la proposta definendola piuttosto azzardata, fonda il quotidiano la Repubblica, che debutta nelle edicole il 14 gennaio di quell'anno. L'operazione, attuata con il Gruppo L'Espresso e la Arnoldo Mondadori Editore, apre una nuova pagina del giornalismo italiano. Il quotidiano romano, sotto la sua direzione, compie in pochissimi anni una scalata imponente, diventando per lungo tempo il principale giornale italiano per tiratura.  L'assetto proprietario registra negli anni ottanta consolidamenti della posizione dello stesso Scalfari e l'ingresso di Carlo De Benedetti, nonché un vano tentativo di acquisizione da parte di Berlusconi in occasione della scalata del titolo Arnoldo Mondadori Editore, finito con il lodo Mondadori, resosi necessario a causa del fatto che (come accertato dalla magistratura in seguito) Silvio Berlusconi, a capo della Fininvest, aveva corrotto uno dei tre giudici per averelusione, malgrado la richiesta di assoluzione fatta da V. Occorsio, che era riuscito a leggere gli incartamenti integrali prima che il governo ponesse il segreto di Stato.  Scalfari e Jannuzzi evitano il carcere grazie all'immunità parlamentare loro offerta dal Partito Socialista Italiano: alle elezioni politiche del 1968 Scalfari viene eletto deputato, come indipendente, nelle liste del PSI, segreteria Mancini, mentre Jannuzzi diviene senatore. Stato eletto sia nella circoscrizione di Torino che in quella di Milano, opta per la seconda e aderisce al gruppo del PSI. Resta deputato. Dopo la candidatura al Parlamento, aveva lasciato la direzione de L'Espresso. Sottoscrive la lettera aperta a L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi. Nel, dopo 45 anni, ammette che "quella firma era stata un errore".  In quegli anni critica accanitamente le manovre di Eugenio Cefis, prima presidente dell'ENI e poi di Montedison, appoggiando spesso chi gli si opponeva; tra questi vi fu Sindona nel suo scontro con Mediobanca per il controllo di Bastogi. Soprattutto contro Cefis è indirizzato il celebre libro-inchiesta pubblicato da Scalfari e da Giuseppe Turani, “Razza padrona”. Fondazione e direzione de la Repubblica. Dopo aver già tentato (inutilmente) di varare un quotidiano insieme a Indro Montanelli, che aveva respinto la proposta definendola piuttosto azzardata, Scalfari fonda il quotidiano la Repubblica, che debutta nelle edicole. L'operazione, attuata con il Gruppo L'Espresso e la Arnoldo Mondadori  apre una nuova pagina del giornalismo italiano. Il quotidiano romano, sotto la sua direzione, compie in pochissimi anni una scalata imponente, diventando per lungo tempo il principale giornale italiano per tiratura.  L'assetto proprietario registra negli anni ottanta consolidamenti della posizione dello stesso Scalfari e l'ingresso di Carlo De Benedetti, nonché un vano tentativo di acquisizione da parte di Berlusconi in occasione della "scalata" del titolo Arnoldo Mondadori Editore, finito con il "lodo Mondadori", resosi necessario a causa del fatto che (come accertato dalla magistratura in seguito) Silvio Berlusconi, a capo della Fininvest, aveva corrotto uno dei tre giudici per avereun pronunciamento favorevole nella disputa con De Benedetti per il controllo della Mondadori: tale accordo fu fortemente voluto da G. Andreotti, grazie all'intermediazione di Giuseppe Ciarrapico. Sotto la guida di Scalfari, "Repubblica" apre il filone investigativo sul caso Enimont, che dopo due anni verrà in buona parte confermato dall'inchiesta di "Mani pulite". Contro Craxi, a differenza che con Spadolini e con De Mita, Scalfari s'era speso sin dall'inizio del decennio precedente, considerandolo l'archetipo della questione morale contro cui si scagliava l'anima della sinistra rappresentata da Berlinguer. Di questi invece elogiò lo "strappo" con l'Unione Sovietica in occasione del golpe polacco, pur restando essenzialmente estraneo alla tradizione comunista e rimanendo su posizioni legate all'intellettualità laica e alla tecnocrazia. In tal senso vanno lette alcune sue importanti iniziative, tutte sostenute per il tramite di "Repubblica": sponsorizza il "governo del Presidente", candidandovi il governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi, già negli anni ottanta; indica al presidente Scalfaro il commissario PSI a Milano Giuliano Amato come viatico per la sua scelta a premier. Apprezza G. Rossi come commissario delle aziende travolte nel turbine di Tangentopoli. incomincia, dapprima in solitaria, la sua ventennale battaglia contro Silvio Berlusconi. Sconfitto Vittorio Sgarbi, è il primo a percepire e ad avvertire il pubblico circa la potenziale pericolosità di Beppe Grillo --  è il primo a preconizzare una possibile, futura alleanza fra Matteo Renzi e Matteo Salvini.  Ritiro dalla direzione de la Repubblica Scalfari, padre del quotidiano la Repubblica e della sua ascesa editoriale e politico-culturale, abbandona il ruolo di direttore, dopo che già da tempo aveva ceduto, insieme a Caracciolo, la proprietà a Carlo De Benedetti; gli subentra Ezio Mauro. Non scompare dalla testata del giornale, poiché continua a svolgere il ruolo di editorialista dell'edizione domenicale. I suoi editoriali sono entrati oramai nella consuetudine del giornale, tanto da essere soprannominatianche per la loro lunghezza"la messa cantata della domenica" Cura altresì una rubrica su L'Espresso (Il vetro soffiato). Venerdì di Repubblica annuncia di voler abbandonare dopo l'estate la sua storica rubrica Scalfari risponde, ringraziando i lettori per l'affetto ricevuto e gli stimoli da loro pervenuti per le sue riflessioni. Gli subentra Michele Serra.  Su RaiSat Extra è andato in onda per qualche tempo, ogni giovedì, un programma dal titolo La Scalfittura, in cui Scalfari teneva colloqui politici. Le sue "interviste" con Francesco hanno causato per due volte la smentita da parte della sala stampa vaticana in relazione alle parole attribuite da al Pontefice. Scalfari ha ribattuto di aver scritto virgolettati "come se fossero usciti dalla bocca del Papa", senza aver preso appunti o registrato durante i colloqui, sostenendo che quello era stato il suo metodo di lavoro per quasi cinquant'anni. il Vaticano ha smentito un’altra intervista di Eugenio Scalfari a papa Francesco, a seguito della pubblicazione di un suo articolo su Repubblica, negando che Francesco l’avesse rilasciato un’intervista sostenendo che il contenuto dell’articolo fosse il frutto di una sua ricostruzione. Ciononostante, Francesco continua periodicamente a concederegli interviste esclusive. Riceve varie onorificenze. Premio Trento per "Una vita dedicata al giornalismo", il "Premio Ischia" alla carriera, il Premio Guidarello al giornalismo d'autore e, di recente, il Premio Saint-Vincent -- è stato nominato Cavaliere di gran croce dal presidente della Repubblica  Oscar Luigi Scalfaro mentre  ha ricevuto una delle più prestigiose onorificenze della Repubblica francese diventando Cavaliere della Legione d'onore (successivamente è stato promosso ufficiale). Premio Viareggio. Saggi: ” Petrolio in gabbia” (Bari, Laterza), “I padroni della città” (Bari, Laterza); “Le baronie elettriche” (Bari, Laterza); “Rapporto sul capitalismo in Italia, Bari, Laterza, Il potere economico in URSS, Bari, Laterza); “Storia segreta dell'industria elettrica, Bari, Laterza); “L'autunno della Repubblica. La mappa del potere in Italia, Milano, Etas Kompass,  Il caso Mattei. Un corsaro al servizio della repubblica, Bologna, Cappelli, Razza padrona. Storia della borghesia di Stato, Milano, Feltrinelli, Interviste ai potenti, Milano, Arnoldo Mondadori, Come andremo a incominciare?, Milano, Rizzoli, L'anno di Craxi (o di Berlinguer?), Milano, Mondadori, La sera andavamo in Via Veneto. Storia di un gruppo dal «Mondo» alla «Repubblica», Milano, Arnoldo Mondadori Collana Super ET, Torino, Einaudi, Incontro con Io, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi,, Denis Diderot, Il sogno di d'Alembert seguito da Il sogno di una rosa, Collana La memoria, Palermo, Sellerio); “Alla ricerca della morale perduta, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi); “Il labirinto, Milano, Rizzoli, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi); “L’Illuminismo” a cura di, Roma, Laterza, La ruga sulla fronte, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi,  Roma, la Repubblica,  Dibattito sul laicismo, Roma, La Biblioteca di Repubblica,  L'uomo che non credeva in Dio, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Per l'alto mare aperto. La modernità e il pensiero danzante, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Scuote l'anima mia Eros, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi,,Enrico Berlinguer, La questione morale. La storica intervista, Reggio Emilia, Aliberti,.ed. ampliata, Prefazione di Luca Telese, Aliberti,. Vito Mancuso-E. Scalfari, Conversazioni con Carlo Maria Martini, Collana Campo dei fiori, Roma, Fazi, La passione dell'etica. Angelo Cannatà, Collezione I Meridiani, Milano, Mondadori, Francesco-E. Scalfari, Dialogo tra credenti e non credenti” (Torino, Einaudi); L'amore, la sfida, il destino. Il tavolo dove si gioca il senso della vita, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi,, Racconto autobigrafico, Collana Passaggi, Torino, Einaudi, L'allegria, il pianto, la vita, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, L'ora del blu, Torino Einaudi, Il Dio unico e la società moderna. Incontri con Francesco e Martini, Torino, Einaudi, liberoquotidiano, libero quotidiano news commenti-e-opinioni Vittorio feltri ritratto fuoriclasse_re giornalisti diversi.html. ilfoglio, il foglio uffa news benvenuti al-grand-hotel-scalfari-splendida-vista sul secolo-di-carta- la7, la7/dimartedi/video/da-montanelli-e-scalfari-ho-imparato-che-bisogna-scrivere-per-farsi-capire-marco-travaglio Angelo Cannatà, Eugenio Scalfari e il suo tempo, Mimesis,, diviso in quattro capitoli: la Politica, l'Arte, la Religione, la Filosofia.  Scheda sul  storico della Camera dei deputati, su storia.camera. Sull'amicizia tra Scalfari e Calvino leggiamo. Caro Eugenio, le tue lettere sono come manate sulla schiena e io ne ho bisogno di manate sulla schiena, specie di questi tempi. Mi viene l'acquolina in bocca pensando alle ghiotte discussioni che faremo quando ci ritroveremo insieme", cfr. Angelo Cannatà "Eugenio Scalfari e il suo tempo", Mimesis,  P. Guzzanti, Guzzanti vs De Benedetti. Faccia a faccia fra un gran editore e un giornalista scomodo, Aliberti. Cfr. Corriere della Sera,  La Repubblica: Mirella Serri, I redenti. Gli intellettuali che vissero due volte, Milano, Corbaccio, “Ero fascista e felice”, intervista, Il Foglio, pasqualericcio. Nel corso dell'inchiesta riferisce di un colloquio avuto conAurigo. Mi disse che gli ordini (le disposizioni relative al 'Piano Solo') contemplavano anche l'ipotesi di una eventuale resistenza da parte del prefetto (gli ordini dicevano che bisognava mettere il prefetto, qualora avesse resistito a questa iniziativa dei carabinieri, in condizioni di non nuocere". Fonte: A. Cannatà, Mimesis, Calabresi e quella firma, su repubblica.  F. Tamburini, Un siciliano a Milano, Longanesi, da ultimo citato da F. Bortoli su corriere della sera attacchi corriere F. Recanatesi, La mattina andavamo in piazza Indipendenza, Milano, Cairo,  e Al. Mazzuca, Penne al vetriolo, Bologna, Minerva,  Nei cui confronti C.Caracciolo e C. Benedetti dicono che ebbe un innamoramento, in seguito non più condiviso dallo stesso editore della Repubblica che ormai non lo considerava "un grande politico": intervista alla Stampa. Scrive Scalfari: Gelli è Belfagor, il messaggero del diavolo; ma il diavolo, cioè Belzebù, chi è? Belzebù è, in una certa misura, lo stesso partito socialista, elemento importante di quel quadro politico e di quella inamovibilità". A.Cannatà, Mimesis, Caro Craxi tu lo sai chi è Belzebù, Repubblica  le invasioni barbariche Voto Renzi perché l'avversario è Grillo, youtube.com, youtube Rep, su rep.repubblica.  E. Mauro dal pulpito di Repubblica officia la democrazia e aspira a diventare papa, Panorama. "Le interviste vanno comunque reinterpretate", su youtube.com.  ll Vaticano ha smentito un’altra intervista di Eugenio Scalfari a papa Francesco, sIl Vaticano smentisce Eugenio Scalfari che fa dire al Papa che l'inferno non esiste, su ilmessaggero. 31 marzo  (archiviato il 31 marzo ).  Rep, su rep.repubblica. 1º marzo.  Premio Viareggio, su repubblica Dettaglio Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., Quirinale:  C. Mauri, Il cittadino, Milano, SugarCo, G. Perna, una vita per il potere, Milano, Leonardo, Angelo Cannatà, Eugenio Scalfari e il suo tempo, Milano-Udine, Mimesis, F.  Bucci, L'intellettuale dilettante, Roma, Dante Alighieri, Giampaolo Pansa, La Repubblica di Barbapapà, Milano, Rcs Libri,  G.  Valentini, La Repubblica tradita, Roma, PaperFirst, F. Recanatesi, La mattina andavamo in piazza Indipendenza, Milano, Cairo Editore, A. Mazzuca, Penne al vetriolo. I grandi giornalisti raccontano la Prima Repubblica, Bologna, Minerva, La Repubblica Treccani Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. L'Espresso. Eugenio Scalfari. Scalfari. Keywords: l’implicatura di Teseo, il labirinto. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scalfari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734747384/in/datetaken/

 

Grice e Scarano – l’implicatura di scenofilace – filosofia italiana (Brindisi). Filosofo. Studia a Bologna, Padova e a Venezia. Fonda l’Accademia Veneziana. Scrive il saggio “Scenophylax” (Venezia), nel quale tratta della convenienza di restituire alla tragedia e alla commedia la lingua del Lazio. P. Camassa, Brindisini illustri, Brindisi, A. Sordo, Ritratti brindisini. Scarano. Keywords: scenofilace – il tragico – il comico – scenofilace, custode, sacristano, custode dei vasi -- siria. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scarano” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734956415/in/datetaken/

 

Grice e Scaravelli – tra critica e metafisica – filosofia italiana (Firenze). Filosofo. Si laurea a Pissa sotto Carlini. Insegna a Roma, e Firenze. Muore suicida. Profondo conoscitore di Kant, approfondisce nei suoi studi pubblicati con molta riluttanza e quasi solo per esigenze concorsuali in particolare i temi relativi ai rapporti tra la filosofia kantiana e la fisica, i problemi relativi alla Critica del Giudizio ed anche i temi dell'idealismo.  Biblioteca personale, Villa Mirafiori. Saggi: “Critica del capire”, Firenze, Sansoni, Saggio sulla categoria kantiana della realta, Firenze, Le Monnier, La prima meditazione di Cartesio (Firenze, La Nuova Italia); “La critica del giudizio” (Pisa, Scuola Normale Superiore); M. Corsi, “Critica del capire”; “L'analitica trascendentale” (Firenze, La nuova Italia); “La Biblioteca”; “L' attualità E. Mirri, Napoli, Sientifiche); M. Visentin, “Le categorie e la realtà” (Firenze, Le lettere); G.  Sasso, “L’idealismo” (Napoli, Bibliopolis); “La storia come metodo, Convegno a Roma); “Il problema del giudizio storico); “Soveria Mannelli, Rubbettino, pensatore europeo, M. Biscuso e G. Gembillo, Messina, Siciliano, G. Sasso,  il giudizio, in Filosofia e idealismo. Paralipomeni, Napoli, Bibliopolis,  S. Palermo, Tra critica e metafisica. Lettore di Kant, Pisa, ETS,   Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  M.  Biscuso, La  completa dei suoi scritti, su giornale di filosofia.net. Luigi Scaravelli. Scaravelli. Keywords: paralipomena, la storia della filosofia di Scaravelli, criticismo, critica del capire, giudizio storico, storia cme metodo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scaravelli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701205587/in/photolist-2mLEcGW-2mLEcbk-2mLKJ9d

 

Grice e Scarpelli – filosofia fascista – Gentile e il fascismo giuridico – Soleri --  il tropico, il clistico, il neustico, ed il frastico – filosofia italiana – Luigi Speranza (Vicenza). Filosofo. Studioso di analisi del linguaggio. Uno dei massimi esponenti della filosofia analitica, insegnando in varie università italiane anche Teoria generale del diritto, dottrine dello Stato, Filosofia morale e Filosofia della politica ed occupandosi costantemente, per l'intera vita, di problemi di etica e politica. La sua filosofia può essere raccolto attorno a due grandi temi: la semiotica del linguaggio prescrittivo e il metodo. Contribuisce in misura fondamentale alla cosiddetta svolta prescrittivistica in campo semiotico ed è fautore di una giustificazione etico-politica del positivismo giuridico. Oltre ad approfondire lo studio del metodo del ragionamento morale, si impegna attivamente in relazione a questioni di etica e bioetica quali per esempio l'aborto e l'eutanasia. Compiute inoltre studi sulla democrazia e i concetti di libertà politica e di partecipazione politica. Da una famiglia pugliese trasferitasi poi in Lucchesia, figlio di un magistrate, frequenta il liceo. Studia a Torino. La sua formazione è all'insegna dell’idealismo dominante in Italia e fondata, tra gli altri, su Croce e Gentile. Durante gli anni universitari, desta il suo interesse Allara,della scuola civilistica torinese, e la filosofia del diritto. Segue le lezioni del corso di Filosofia del diritto di Bobbio. Si laurea sotto Solari con “Il concetto di persona”. Già in questo lavorolo ricorda Bobbio, molti anni più tardi, nel ritratto dell'allievo rivela un orientamento critico verso le versioni organicistiche della filosofia al tempo in auge. Risale a questo anno la pubblicazione nella Rivista del diritto commerciale di un saggio intitolato “Scienza giuridica e analisi del linguaggio”. In questo saggio precorre il celebre saggio di Bobbio che porta lo stesso titolo e che è considerato il manifesto della scuola analitica italiana. Prende le distanze dalle correnti filosofiche idealistiche, organicistiche ed attualistiche accreditate sul continente per accostarsi al positivismo logico e, più in generale, alla filosofia analitica e agli studi di semiotica. È tra i primi a proporne una applicazione in campo giuridico e ad evidenziare la rilevanza della analisi del linguaggio per la teoria e la dogmatica giuridica. Assistente di Bobbio; in seguito, collabora con Bobbio in seminari, “La giustizia nel materialismo storico” e “L’interpretazione giuridica”. La giustizia e il marxismo sono temi a cui dedica il saggio intitolato “Esistenzialismo e marxismo” (Taylor, Torino) il quale reca come sottotitolo “sulla giustizia”. Sostene che la filosofia e mondana, legata esclusivamente a ciò che gli uomini sono e fanno al mondo. La scelta e l’impegno sono la basi della esistenza di ciascun uomo. Insegna a Milano un seminario, “La dottrina dello stato italiano”, al fianco di Treves. Si dedica al “Contributo alla semantica del linguaggio normativo” (Accademia delle Scienze, Torino). Insegna a Perugia, Pavia, Torino. Sviluppa “La teoria generale del diritto”, dettagliata fino alla scansione dei paragrafi. Tra i saggi, “La mia meta-etica e la mia esperienza etica” dove ricercar la razionalità interna dell'etica e quella della sua fondazione. Ricopre numerose cariche in istituzioni dedite alla ricerca e partecipa a numerosi convegni, incontri di studio e simposi di rilievo nazionale ed internazionale. Membro del Centro di studi metodologici di Torino e socio corrispondente dell'Accademia delle scienze di Torino e socio dell'Istituto Lombardo Accademia delle scienze e delle lettere. Direttore dell'Istituto per la Scienza per la amministrazione pubblica. Ha fatto parte dei consigli direttivi della Rivista internazionale di filosofia del diritto e di Sociologia del diritto. Entra a far parte del comitato di redazione della Rivista di filosofia di cui cura numeri monografici dedicati al concetto di libertà, alla logica deontica e alla bioetica. È stato condirettore della collana Diritto e cultura moderna e direttore della collana Luoghi critici per le edizioni di Comunità. Presidente della Società italiana di filosofia giuridica e politica è stato vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica ed è stato nominato presidente onorario della Società italiana di filosofia analitica. Contribuisce alla nascita, dovuta all'iniziativa soprattutto di Geymonat, del Centro Studi metodologici di Torino. In qualità di affiliato, riceve il compito di fare una relazione sulla Enciclopedia delle scienze unificate; lavoro a cui fanno seguito negli anni Cinquanta alcuni contributi sulla analisi del linguaggio così come concepita dal movimento del positivismo logico. In questi anni Scarpelli si avvicina sempre di più alla filosofia anglosassone e in particolare agli studi oxoniensi sul linguaggio della morale e della politica, partecipando anche ad incontri di studio ad Oxford. Seguendo inizialmente le ricerche di Morris, è fra i protagonisti della cosiddetta svolta linguistica della filosofia italiana. Studia Hare. A Hare dedica alcuni lavori; sono da ricordare anzitutto le note, che in realtà sono ampi saggi di analisi del linguaggio normativo e contributi di meta-etica, ai due saggi di Hare. Intraprende un vivace dibattito sul concetto di libertà politica che porta alla stesura di vari lavori; tra essi, si può ricordare anzitutto il saggio dal titolo Libertà come fatto e come valore  ed il volume La libertà politica.  Si devono a Scarpelli i primi studi in Italia sulla analisi del linguaggio giuridico in cui v'è una sistematica applicazione degli strumenti della semiotica ai suoi tre livelli: la sintattica (lo studio dei rapporti tra i segni), la semantica (lo studio dei rapporti tra i segni e i significati), la pragmatica (lo studio dei rapporti tra i segni e i loro utenti). Tutta la speculazione e la produzione scientifica di Scarpelli è basata sulla tesi della grande distinzione tra linguaggio descrittivo e linguaggio prescrittivo; ma negli anni si evolve progressivamente il livello a cui è individuato il tratto differenziale tra l'uno e l'altro, individuato dapprima sul piano pragmatico e poi sul piano semantico. L'esposizione compiuta del pensiero scarpelliano sulla significanza del linguaggio prescrittivo si ha nell'opera del Semantica, morale e diritto, trasfusa nella voce Semantica giuridica dello stesso anno. L'idea che il linguaggio prescrittivo (le norme, i comandi, gli ordini, le preghiere, ecc.) abbiano significato trae origine dalla distinzione tra il principio di significanza e il principio di verificazione. Alcuni spunti in tal senso sono rintracciabili già nel Contributo alla semantica del linguaggio normativo il cui nucleo concettuale ancora vicino al positivismo logico sta nell'intuizione che gli enunciati normativi, quantunque non possano essere verificati o falsificati, debbano nondimeno riferirsi alla realtà. Questa idea è alla base anche del libro Cos'è il positivismo giuridico in cui propone una giustificazione etico-politica del positivismo giuridico, criticando sia la versione bobbiana del positivismo giuridico come approach sia la versione proposta da Hart. Altri saggi: R. Guastini, Variazioni su temi , Con un'appendice bibliografica, in «Materiali per una storia della cultura giuridica italiana», Nota Bibliografica, in Filosofia analitica Donatelli e L. Floridi, Lithos, Roma), con anche l'indicazione delle note sul “Monitore dei Tribunali” e dei saggi comparsi su alcuni giornali, quotidiani e periodici: “L'Opinione”, “Panorama”, “Il Sole 24 Ore”, “Il Mondo economico”); M. Jori, i«Rivista idi filosofia del diritto», N. Bobbio, La mia Italia, Polito, Passigli, Firenze,  Semantica del linguaggio normativo, in Filosofia del diritto (Lucia), Cortina, Milana. Altri saggi: “Filosofia analitica e giurisprudenza” (Istituto Cisalpino, Milano); “Il problema della definizione e il concetto di diritto” (Istituto Cisalpino, Milano); “Filosofia analitica, norme e valori” (Comunità, Milano); “Validità, legittimità, effettività del diritto, e positivismo giuridico” (Cluep, Perugia); “Cos'è il positivismo giuridico” (Comunità, Milano); “Diritto e analisi del linguaggio” (Comunità, Milano); “Letture filosofiche e politiche. Introduzione agli studi politici” (Cisalpino-Goliardica, Milano); “Linguaggio e legge naturale. Il tempo e la pena” (Giuffrè, Milano); “L'etica senza verità” (Mulino, Bologna); “La teoria generale del diritto. Problemi e tendenze attuali. Studi dedicati a  Bobbio” (Comunità, Milano); “Il linguaggio del diritto” (Led, Milano); “Bioetica Laica” (Mori, Milano); “Scienza del diritto e analisi del linguaggio” (“Rivista del diritto commerciale”); “Giurisprudenza italiana”; “L'Unità della scienza”; Rivista di filosofia, Il giudice e la legge, Occidente; “Il potere giurisdizionale nello stato e in particolare nella costituzione italiana”; “Liberalismo e democrazia nella Costituzione italiana”; “Occidente. Rivista di studi politici”; “Elementi di analisi della proposizione giuridica”. Jus, Congresso di studi metodologici promosso dal Centro di Studi metodologici, Ramella, Torino); “Diritto naturale vigente” Occidente. Rivista di studi politici, “Alcuni problemi della teoria analitica del valore” Rivista di filosofia); “Linguaggio valutativo e prescrittivo” (Jus); “La Filosofia di Gentile” (Ramella, Torino); Responsabilità del magistrato, Occidente. Rivista di studi politici); “Behaviourism, positivismo logico e fascismo” (Rivista di cultura e di politica); “Il grande cambiamento”, Rivista di cultura e di politica, Etica e linguaggio, Rivista di filosofia, “Società e natura” (Rivista idi filosofia del diritto); “Il concetto di SEGNO” (Rivista di filosofia); “L’analisi del linguaggio, Rivista di filosofia, La natura della metodologia giuridica, Rivista di filosofia del diritto (incluso anche in Filosofia e scienza del diritto. Atti del II Congresso nazionale di filosofia del diritto (Giuffrè, Milano), La «Filosofia del diritto» di Widar Cesarini Sforza, Rivista di diritto civile, I compiti della filosofia del diritto, in La ricerca filosofica nella coscienza delle nuove generazioni, Carlo Arata e altri, Il Mulino, Bologna, I fondamenti e il metodo della analisi del linguaggio, in Il pensiero contemporaneo. Filosofia, epistemologia, logica, Rossi-Landi, Comunità, Milano, Retribuzione (Enciclopedia Filosofica, Sansoni, Firenze);  La definizione nel diritto, Jus); “Imperativi e asserzioni (Grice: “Or is it indicatives and imperatives?”) Rivista di filosofia, La libertà, la democrazia e il magistrato, Monitore dei Tribunali,  Relazione, in Dibattito bolognese sui valori, Edizioni di Filosofia, Torino,  Libertà, ragione e giustizia, Rivista di filosofia, Marxismo, sociologia neopositivistica e lotta delle classi, Quaderni di Sociologia, Il permesso, il dovere e la completezza degli ordinamenti normativi (a proposito di un libro di Amedeo G. Conte), Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, La dimensione normativa della libertà, Rivista di filosofia, 1Positivismo logico e società contemporanea, Rivista di filosofia,  Libertà come fatto e come valore, Rivista di filosofia, Illuminismo e legislazione, La Magistratura, La proposizione giuridica come precetto re-iterato, Rivista di filosofia del diritto, Quaderni della Rivista “Il politico”; Il positivismo giuridico (Pavia), Milano, Giuffrè, L'educazione del giurista, Rivista di diritto processuale, Semantica giuridica, voce del Novissimo digesto italiano, UTET, Torino (Semantica, morale e diritto, Giappichelli, Torino); Problemi e idee circa l'insegnamento del diritto; Gruppo di lavoro per il diritto G. Pugliese, in Le scienze dell'uomo e la riforma universitaria, Laterza, Bari,  I magistrati e le tre democrazie, Rivista di diritto processuale, Le argomentazioni dei giudici: prospettive di analisi, Il Foro italiano, suppl. ai Quaderni. La formazione extralegislativa del diritto nell'esperienza italiana. Atti delle giornate di studio di Ancona, “Moore in Italia,” (cf. Luigi Speranza, “Grice in Italia”), Rivista di filosofia,  La grande divisione e la filosofia della politica, introduzione a F. Oppenheim, Etica e filosofia politica, Il Mulino, Bologna,  Il metodo giuridico, Rivista di diritto processuale  (riedito come voce della Enciclopedia Feltrinelli-Fisher. Diritto, Crifò, Feltrinelli, Milano); Dovere morale, obbligo giuridico, impegno politico, Rivista di filosofia, Studi sassaresi, Giuffrè, Milano); Impegno politico e conoscenza sociologica, Quaderni di Sociologia, Il diritto nella società industriale: una strategia di accostamento, Rivista di diritto processuale; Il diritto della società industriale. Obbligazione politica e libertà di coscienza. Convegno, Società italiana di Filosofia giuridica e politica (Pergia), Giuffrè, Milano, Dizionario di filosofia, Mondadori, Milano, La facoltà di scienze politiche di Milano e il potere negativo, Politica del diritto, Autonomia e diritto di resistenza, Studi sassaresi, Giuffrè, Milano, Insegnamento del diritto, filosofia del diritto e società in trasformazione, Rivista di diritto pubblico, L'educazione giuridica, Libreria Universitaria, Perugia,  Per una sociologia del diritto come scienza, Sociologia del diritto, La sociologia del diritto: un dibattito, Giuffrè, Milano, e in Diritto e trasformazione sociale, Laterza, Bari, La conoscenza sociologica, Sociologia del diritto, Etica, linguaggio e ragione, Convegno Nazionale di Filosofia (Pavia), Società filosofica italiana, Roma, Democrazie e competenze, Amministrare, Giuffrè, Milano, Introduzione. La Filosofia. La filosofia dell'etica. La filosofia del diritto di indirizzo analitico in Italia e Introduzione all'analisi delle argomentazioni dei giudici, in Diritto e analisi del linguaggio, Milano, Comunità); Il sistema giuridico, Sociologia del diritto, Etica, linguaggio e ragione, Rivista di filosofia, Convegno del PSI di Milano, in I socialisti e la cultura. Materiali e contributi per una politica culturale alternativa, Marsilio, Venezia, Le condizioni meta-giuridiche della partecipazione, Convegno di Studi di Scienza dell'amministrazione, Giuffrè, Milano  L’entità strane dette norme” ed i guastini di Guastini, Sociologia del diritto, S. Romano, teorico conservatore, teorico progressista, in Le dottrine giuridiche di oggi e l'insegnamento di S. Romano, P. Biscaretti di Ruffìa, Giuffrè, Milano,  La partecipazione popolare nella Costituzione repubblicana: prevenzione sociale e controllo della criminalità. Convegno di Senigallia, Giustizia e Costituzione, IDizionario di sociologia, in Milano, Sala del Grechetto, pubblicata in UTET Panorama di Lettere e Scienze, Hobbes e l'obbligazione politica come obbligazione in coscienza” (Giuffrè, Milano); Idea dell'università e diritto allo studio, Il diritto allo studio nel quadro dei rapporti fra Università e Regione, Quaderni della Regione Lombardia, Teoria formale o teoria strutturale del diritto. Per la dissoluzione della metafora formalistica” (Giuffrè, Milano); La partecipazione politica, Sociologia del diritto, La meta-etica e la sua rilevanza etica, Rivista di filosofia,  Intervento in Giudici separati? Magistratura, società e istituzioni, Convegno Emilio Alessandrini (Senigallia), Giustizia e Costituzione, La critica analitica a Kelsen, Rivista di filosofia (La cultura filosofico-giuridica del novecento, C. Roehrssen, Istituto delle Enciclopedia italiana, Roma); La responsabilità politica, Società Italiana di Filosofia giuridica e politica. Pavia (Giuffrè, Milano); Responsabilità politica o virtù repubblicana, in Garanzie processuali o responsabilità del giudice, Angeli, Milano, Riflessioni sulla responsabilità politica. Responsabilità, libertà, visione dell'uomo, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Interventi (pubblicati senza essere rivisti dall'autore) nella giornata di studi su Le ragioni della libertà: degenerazione dello stato burocratico e risposte neoliberali per l'Italia, Einaudinotiziecircolare ai soci della Fondazione Einaudi, Il tempo e la pena, in Piacere e felicità: fortuna e declino. Atti del 3º Convegno di studiosi di Filosofia morale (Chiavari-S. Margherita Ligure), R. Crippa, Liviana Editrice, Padova, Filosofia e diritto, in La cultura filosofica italiana nelle sue relazioni con altri campi del sapere. Atti del convegno di Anacapri, Guida Editori, Napoli,  B. Leoni e l'analisi del linguaggio, Il politico. Rivista italiana di Scienze politiche,  La democrazia e il segreto, in Il segreto nella realtà giuridica italiana. Atti del convegno nazionale, Roma, Cedam, Padova, La teoria generale del diritto: prospettive per un trattato, in La teoria generale del diritto. Problemi e tendenze attuali. Studi dedicati a Noberto Bobbio, Uberto Scarpelli, Comunità, Milano,  L'interpretazione premesse alla teoria dell'interpretazione giuridica, in Società norme e valori” (Giuffrè, Milano); “Auctoritas non veritas facit legem, in Linguaggio persuasione verità: atti del Congresso nazionale di filosofia tenutosi in Verona, Cedam, Padova  (anche in Rivista di filosofia,  Intervento in Il Welfare State possibile. Saggi e interventi di F. Barone, prefazione di Enrico Mattei, Le Monnier, 1 Scienze dell'uomo e potere sull'uomo: oltre la libertà e la dignità, in Baudrillard e altri, Sapere e potere, I, Viviana Conti, Multhipla edizioni, Milano, Un filosofo a disagio, Bollettino della Società Filosofica italiana. Nuova Serie, Voci: Diritto, Interpretazione, Istituzione, Norma, Validità, in Gli strumenti del sapere contemporaneo, Le discipline e  I concetti (UTET, Torino); Le porte della stalla, Quadrimestre. Rivista di diritto privato, Gli orizzonti della giustificazione, Rivista di filosofia (Etica e diritto, Laterza, Roma-Bari.) Scienza, sapere, sapienza, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Di alcune difficoltà culturali e di una tentazione perversa inerenti ai “diritti degli animali”, in “I diritti degli animali”. Atti del convegno nazionale Genova, Silvana Castignone e Luisella Battaglia, Centro di Bioetica, Genova, La filosofia nella Facoltà di Giurisprudenza, Rivista di filosofia, La bioetica. Alla ricerca dei principi, in Biblioteca della libertà, Un modello di ragione giuridica: il diritto reale razionale, Faralli e Pattaro, Giuffrè, Milano); Dalla legge al codice, dal codice ai principi” (Accademia delle Scienze di Torino. Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche (Rivista di filosofia). La Camera di consiglio come scuola, Quadrimestre. Rivista di diritto privato, Cosmo e universo, in Corpo e cosmo nell'esperienza morale. Atti del Convegno tra studiosi di Filosofia morale (Pietrasanta), Romeo Crippa, Padeia, Brescia,  Eutanasia. Intervista, Hospital,  Il concetto di libertà politica in Entreves, Rivista di filosofia del diritto, Amministrazione della giustizia, rapporti umani e funzioni del diritto, in Amministrazione della giustizia e rapporti umani. Convegno di Sassari, Maggioli, Rimini, Beccaria e l'Italia civile, L'Indice penale, Classi logiche e discriminazione fra i sessi, Lavoro e diritto, Hobbes e lo stato totalitario, Bollettino della Società Filosofica italiana. Nuova Serie (intervento nella Tavola Rotonda su Attualità e presenza di Hobbes, in Hobbes oggi, A. Napoli, FrancoAngeli, Milano, Introduzione ai lavori in Interpretazione e decisione. Diritto ed economia. Atti del XVI Congresso nazionale della Società italiana di Filosofia giuridica e politica (Padova), F.  Gentile, Giuffrè, Milano, Intervento in Diritto di sciopero, autonomia collettiva ed intervento del legislatore (Viareggio), Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale, Il diritto pubblico italiano di S. Romano, Materiali per una storia della cultura giuridica,  Il positivismo giuridico rivisitato, Rivista di filosofia,  La bioetica: alla ricerca dei principi” (Giuffrè, Milano); Bioetica: prospettive e principi fondamentali, in La bioetica. Questioni morali e politiche per il futuro dell'uomo, Convegno, Roma, Bibliotechne, Milano, I compiti dell'etica laica nella cultura italiana di oggi, Notizie di Politeia, Relazione su  Stevenson, ‘Ethics and Language', in Il neo-illuminismo italiano. Cronache di filosofia, Pasini e Rolando, Il Saggiatore, Milano,  Diritti positivi, diritti naturali: un'analisi semiotica, in Diritti umani e civiltà giuridica. Convegno a Perugia, S. Caprioli e F. Treggiari, Stabilimento Tipografico Pliniana Perugia, Etica della libertà, Bioetica. Rivista interdisciplinare,  Filosofia del diritto, in La Filosofia,  Le filosofie speciali, diretta da Pietro Rossi, Torino, UTET, Il linguaggio giuridico: un ideale illuministico, in Nomografia. Linguaggio e redazione delle leggi. Contributi al seminario promosso dalla Banca d'Italia e dalla prima cattedra di filosofia del diritto dell'Milano, Paolo Di Lucia, Giuffrè, Milano, La mia meta-etica e la mia esperienza etica, in Scritti per Uberto Scarpelli, Letizia Gianformaggio e M. Jori, Giuffrè, Milano, Il linguaggio e la politica dei giuristi, Notizie di Politeia, Sui compiti della filosofia del diritto, Notizie di Politeia, Formanti, dSentenza del Tribunale di Milano, 2soc. Acc. Compra Vendita immobili S.A.C.V.I. c. Della Beffa, su Locazione di coseLocazione di immobili urbaniProroga ecc., in Giurisprudenza,  Nota a sentenzaDegli effetti dell'abolizione del commissariato alloggi e di una possibile applicazione dell'azione surrogatoria, Il Foro Padano, Note bibliografiche a Renato Scognamiglio, Contributo alla teoria del negozio giuridico, Jovene, Napoli, Carattere della prestazione e carattere dell'interesse, Rivista del diritto commerciale, Tacita riconduzione e novazione, Rivista del diritto commerciale, Il cosiddetto conflitto tra diritti personali di godimento e l'art. 1380 del codice civile, Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, I discorsi politici, Roma,in Quaderni di Sociologia, Recensione a Bellezza, L'esistenzialismo positivo di Gentile, Firenze, Rivista di filosofia, Piovesan, Analisi filosofica e fenomenologia linguistica, Padova, e Lumia, Empirismo logico e positivismo giuridico, Milano, in Rivista di filosofia. Pasquinelli, Nuovi principi di epistemologia, Milano, in Rivista di filosofia, Introduzione alla semantica, Bari, in Rivista di filosofia, Recensione a Antiseri, Dopo Wittgenstein: dove va la filosofia analitica, Roma, in Rivista di filosofia, Nuovi libri: Orecchia, La filosofia del diritto nelle università italiane: Saggio di bibliografia, Milano,  in Rivista di filosofia, Logica simbolica e diritto, Milano, in Rivista di filosofia. Rivista di filosofia, Recensione a FannSymposium on L. J. Austin, London, Rivista di filosofia, Recensione a Gulotta, Trattato di psicologia giudiziaria nel sistema penale, Milano. Uberto Scarpelli. Scarpelli. Keywords: fascismo, la filosofia di Giovanni Gentile – la difensa di Scarpelli contro Solari, “Behaviourism, positivism logico e fascismo” nell “Mulino”-- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scarpelli” – /The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734017741/in/datetaken/

 

Grice e Sciacca – l’idea della libertà – fondamento della coscienza etico-politica – filosofia siciliana -- filosofia italiana  (Messina). Filosofo. Studia a Palermo sotto Renda. Insegna a Palermo. Volse il suo interesse verso il criticism, a cui dedica “La funzione della libertà nella formazione del sistema kantian” a cui fece seguito, “La libertà come fondamento della coscienza etico-politica” (Palumbo, Palermo), che reproduce la memoria in appendice. Società filosofica italiana Altri saggi: “Filosofi che si confessano” (Anna, Messina); “La steresis nella filosofia dell'azione” (Accademia di Scienze, Lettere ed Arti, Palermo); “Il concetto di tiranno, dagl’antichi italici a Salutati” (Manfredi, Palermo); La visione della vita nell'Umanesimo di Salutati” (Palermo); “Politica e vita spirituale” (Palumbo, Palermo); “Gli Dei in Protagora” (Palumbo); “Esistenza e realtà” (Palumbo, Palermo); “Scetticismo” (Palumbo, Palermo); Ritorno alla saggezza” (Palumbo, Palermo); “L'uomo senza Adamo” (Palumbo); “Sapere e alienazione” (Palumbo, Palermo); “Il Segno, quel Segno” (Cappelli, Bologna); Reale accademia di lettere scienze e arti", «La filosofia per cambiare il mondo», La Repubblica.  A. Bono, Alessandria della Rocca, M.K.N., la tradizione del criticisimo, in P. Giovanni, Le avanguardie della filosofia italiana, Angeli, Società Filosofica Italiana", A. Plebe, P. Giovanni. Giuseppe Maria Sciacca. Sciacca. Keywords: Grice, ‘Negation and Privation’, negation, privation, negatio, privatio, the use of ~ to stand for both negatio and privatio – privatio as mere negatio (~), plus implicatum -- steresis, l’idea della libertà – fondamento della coscienza etico-politica -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sciacca” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734847820/in/datetaken/

 

 

Grice e Sciacca – antifilosofia e contra-implicatura – filosofia fascista – il veintennio fascista -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Giarre). Filosofo. La filosofia non asciuga lacrime né dispensa sorrisi, ma dice la sua parola sulla verità delle lacrime e dei sorrisi. Dopo gli studi liceali classici si trasferì a Napoli, dove si laurea sotto Aliotta. Insegna a Napoli, Pavia, e Genova. Fonda “Il Giornale di Metafisica”. Molto intenso e il suo rapporto filosofico e di stima reciproca con il filosofo fascista Gentile, un sodalizio testimoniato dalla fitta corrispondenza tra i due filosofi, da cui però ben presto Sciacca si allontana, in particolare dal filone idealista, per condurre la sua propria ricerca filosofica in modo più ampio, tanto da condurlo a studiare per un certo periodo, grazie alle sue conoscenze pure in campo teologico, sia la corrente del misticismo che quella dello spiritualismo. Accademia di studi italo-tedeschi, Merano. Profondo conoscitore di Serbati, promotore della fondazione del "Centro Internazionale di Studi Rosminiani" di Stresa. Una delle principali figure dello spiritualismo, a cui pervenne dopo i primi interessi per l'attualismo ed i successivi, più impegnativi studi sullo spiritualismo, anche interpretandolo in modo originale, delineando un particolare percorso di continuità che, rifferendo alla metafisica classica, perviene a concepire un'apertura del soggetto personale come creatur averso l'attualità assoluta dell'essere nell’integralità. E ricordato principalmente attraverso P. Ottonello. Saggi: “S. Agostino” (Morcelliana, Brescia); “L'Anima” (Morcelliana, Brescia); Filosofia morale” (Bocca, Torino); Atto ed essere (Bocca, Torino); Interpretazioni rosminiane Marzorati, Milano); Come si vince a Waterloo” (Marzorati, Milano); “La filosofia e la scienza nel loro sviluppo storico. Per i licei” (Cremonese, Roma); “Platone Marzorati, Milano. Filosofia e anti-filosofia (Marzorati, Milano);  Chiesa e civiltà (Marzorati, Milano); Critica letteraria (Marzorati, Milano); L'oscuramento dell'intelligenza Marzorati, Milano. Studi sulla filosofia antica. Con un'appendice sulla filosofia medioevale Marzorati, Milano. Ontologia triadica e trinitaria. Discorso metafisico-teologico Marzorati, Milano. L'Insegnamento della filosofia: atti del II Convegno di studi, Messina, maggio Editrice peloritana, Messina. Reflexiones inactuales sobre el historicismo hegeliano Fundación Universitaria Española, Madrid. Ontologia triadica e trinitariaL'Epos, Palermo. Atto ed essereL'Epos, Palermo.  Il magnifico oggiL'Epos, Palermo. In Spirito e VeritàL'Epos, Palermo.  La clessidraL'Epos, Palermo. L'ora di Cristo L'Epos, Palermo. La principale fonte biografica qui seguita è: PCfr. CSFG-Centro di Studi Filosofici di Gallarate, Dizionario dei Filosofi, Firenze, G.C. Sansoni; CSFG-Centro di Studi Filosofici di Gallarate, Dizionario dei Filosofi, Firenze, Sansoni); M. Schiavone, L'idealismo, A. Negri, “Dall'atto all'integralità” (Forlì, Ethica); E. Pignologni, Genesi e sviluppo del rosminianesimo, Milano, Marzorati); Bologna, Quaderni del Giornale di Metafisica, Stresa, Rivista Rosminiana, Incontrare Sciacca, Venezia, Marsilio, P. Ottonello, “L'anticonformismo costruttivo” (Venezia, Marsilio); M. Shiavone, L'idealismo, Collana di studi filosofici rosminiani, Domodossola; Milano, Sodalitas, Ospitato su Bontadini e la metafisica. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Michele Federico Sciacca. Sciacca. Keywords. Refs.: Grice e Sciacca” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734123673/in/datetaken/

 

Grice e Scupoli – la lotta coll’angelo – la lotta dell’angelo e il demonio -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Otranto). Filosofo. Very important Italian philosopher. Ricevette come nome di battesimo Francesco. Entrò nell'ordine dei teatini per ricevere gli ordini sacri. Fu discepolo di sant'Andrea Avellino, appartenente al suo stesso ordine.  Risale l'accusa di violazione della regola, per cui e arrestato per un anno e sospeso a divinis. Per la sua assoluzione dove attendere quasi la morte. Intanto, sopporta l'ingiusta accusa e la pena conseguente con umiltà e umanità. Il combattimento spirituale. Con l’orazione porrai la spada in mano a Dio, perché combatta e vinca per te. La preghiera è dunque l’arma di tutte le vittorie. Essa è la debolezza di Dio e la forza dell’uomo perché il cuore del Padre non sa negare nulla di buono ai suoi figli. “Il combattimento spirituale – I cinque mezzi per raggiungere la perfezione” è un trattato di strategia spirituale che conduce l'uomo alla perfezione. Scupoli indica *cinque* mezzi per raggiungere la perfezione spirituale: Sfiducia in sé. Pienissima confidenza in Dio. Combattimento e uso metodico delle facoltà per correggere i propri difetti, quindi per trionfare del demonio e per conquistare le virtù. Preghiera e meditazione. Comunione.   Spiritualità. Scupoli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Scupoli," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716140515/in/photolist-2mMYJP6

 

Selvatico-Estense?

 

Grice e Semerari – il principio del dialogo in Socrate – filosofia italiana (Taranto). Filosofo. Grice: “Wheereas it would be considered in bad taste at Oxford, the Italians pun on names – and there is an essay on the ‘seme’ of ‘semerari’ Witty!” -- Grice: “Perhaps Semerari is right and the philosopher MUST metaphorise. What better title to an essay on Calabellse than ‘La sabbia e la roccia”?” -- Grice: “I like Semerari: His ‘principio del dialogo in Socrate” is reprinted in his invaluable collection on “Dialogo.”” – Grice: “In a way, we may say that Calogero, Semerari, and myself, belong to the school of the philosophy of conversation – not to mention Apel!”. Si laurea a Roma sotto Carabellese. Insegna a Bari. Collabora ad «aut aut», “Critica storica», «Giornale critico della filosofia italiana», «Clizia», «Historica», « Rivista di filosofia del diritto», «Rivista di filosofia», «Il pensiero», «Archivio di filosofia» e altre riviste specialistiche. Fonda «Paradigmi». Si dedica per lo più a Spinoza, a Schelling, alla fenomenologia di Husserl e Merleau-Ponty e al materialismo storico di Marx. Altri saggi:“Lo spinozismo” (Vecchi, Trani); “Storia e storicismo: saggio sul problema della storia in Carabellése,” Vecchi, Trani; “Storicismo e ontologismo ” Lacaita, Manduria, Dialogo, storia, valori: studi di filosofia” (Ciranna, Siracusa); “Interpretazione di Schelling, Libreria scientifica, Napoli;  “L'esistenzialismo italiano” (Grice: “This reminds me of parochial Warnock and his “English philosophy,” or Sorley for that matter!”) -- Cressati, Bari; “Questioni di etica” (Adriatica, Bari; “Responsabilità e comunità umana. Ricerche etiche, Lacaita, Manduria); “La filosofia come relazione, Quaderni di cultura, Sapri; Ferruccio De Natale, Guerini, Milano); “Scienza nuova e ragione” (Lacaita, Manduria; Furio Semerari, Guerini, Milano Da Schelling a Merleau-Ponty. Studi sulla filosofia contemporanea” (Cappelli, Bologna); “La lotta per la scienza, Silva, Milano; Francesco Valerio, premessa di Fulvio Papi, Guerini e Associati, Milano, Spinoza, Marzorati, Milano; Esperienze del pensiero moderno, Argalia, Urbino; La filosofia dell'esistenza in Kant, Adriatica, Bar;  Introduzione a Schelling” (Laterza, Bari); Filosofia e potere (Dedalo, Bari); Civiltà dei mezzi, civiltà dei fini. Per un razionalismo filosofico-politico, Bertani, Verona;  La scienza come problema: dai modelli teorici alla produzione di tecnologie” (De Donato, Bari); “Insecuritas. Tecniche e paradigmi della salvezza, Spirali, Milano); “La sabbia e la roccia. L'ontologia critica di P. Carabellése” (Dedalo, Bari); “Dentro la storiografia filosofica” (Dedalo, Bari); Sartre. Teoria, scrittura, impegno” (Sud, Bari); Novecento filosofico italiano. Situazioni e problemi, Guida, Napoli; “Skepsis. Studi husserliani” (Dedalo, Bari); Filosofia Guerini e Associati, Milano Confronti con Heidegger, Dedalo, Bari); La filosofia come scienza rigorosa, Laterza, Bari, Frammenti di diario; l'anno di Istanbul, Schena, Fasano. “La cosa stessa.” Seminari fenomenologici (Dedalo, Bari); “Dommatismo e criticism”, “Deduzione del diritto naturale” (Laterza, Bari); Pensiero e narrazioni. Modelli di storiografia filosofica” (Dedalo, Bari; Frammenti di diario; l'anno del Messico, Schena, Fasano); “Fenomenologia delle relazioni, Palomar, Bari); “Ragione e storia. Studi in memoria” F. Tateo, Schena, Fasano;  Dalla materia alla coscienza. Studi su Schelling in ricordo, Carlo Tatasciore, Guerini, Milano; ‘La certezza incerta” Scritti su Semerari con due inediti dell'autore, Furio Semerari, Guerini, Milano; Augusto Ponzio, Il significato della filosofia per Giuseppe Semerari, in "BariSera", Luciano Niro, Giuseppe Semerari. Il problema morale, Atheneum, Firenze, F. Silvestri, Il seme umanissimo della filosofia. Sul pensiero di Semerari, Mimesis, Milano). Treccani  Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giuseppe Semerari. Semerari. Keywords: fascismo, Gentile, neo-idealismo come intrinseccamente fascista, Croce, Vico, intersoggetivo, io-tu, dialogo, dialogo autentico, comunita, valore comunitario, comunita umana, vico. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Semerari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734035483/in/datetaken/

 

Grice e Semmola – filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Grice: “I find it difficult to sea if Semmola endorses formalism or informalism in his monumental “Logica.”” Grice: “While Ayer never liked it, metaphysics is very popular in Italy, as Semmola’s monumental “Metafisica” testifies.” Grice: “It’s good to see philosophy as an institution, in the Italian way of using this word, as per Semmola, “Istituzione di Filosofia.” Figlio di Giovanni, uno dei più grandi esponenti della scuola napoletana. Partecipa ai moti di Marigliano. Saggi:“Istituzioni di Filosofia,” “Logica,” “Metafisica” (Biblioteca, Napoli). Mente divinatrice ardente spirito investigatore che nello studio della natura morbosa dell'uomo produsse miracoli di arte e di scienza scolare e presto emulo del suo gran più ai giovann conchiuse alla novità delle dottrine una sapienza antica procacciandosi fama in patria e fuori di sommo maestro in medicina ne rifulse lo ingegno incomparabile dalla cattedra nell'università napoletana nelle accademie e negli ospedali nei consessi legislativi e nei congressi scientifici nella parola negli scritti membro della commissione legislativa riunita in Firenze principale autore di un codice sanitario italiano inviato unico plenipotenziario alla conferenza sanitaria internazionale di Vienna deputato e poi senatore nel patrio parlamento onorato due volte di medaglia d'oro dal proprio governo per le cure ai colerosi da quello del Brasile per la guarigione del suo imperatore Socio di gran numero di accademie italiane e straniere Insignito di molti tra i maggiori gradi cavallereschi. Muore nella fede catolica avita. Questo marmo per voce del comune Si fa eco della pubblica solenne onoranza cittadina. Le spoglie mortali riposano nella cappella mortuaria di famiglia ove le vollero la vedova ed i figliuoli a rendere vieppiù paghi la loro pietà ed il riconoscente affetto. Mariano Semmola. Semmola. Keywords: istituzioni di filosofia, l’istituzione della logica, l’istituzione della metafisica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Semmola” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691776126/in/photolist-2mLNimn-2mLEK4t-2mKUqRH-2mKPS8q-2mKEHpR/

 

Grice e Serbati – filosofia italiana – Luigi Speranza (Rovereto). Filosofo. Important Italian philosopher. Figlio di Pier Modesto e di Giovanna dei Conti Formenti di Biacesa in Valle di Ledro. Frequenta  l’Imperial Regio Ginnasio.Studia a Padova. A questo proposito i famigliari raccontavano come, fin dalla più tenera età, leggesse alla luce della sua aureola.  E in occasione della venuta a Rovereto del Vescovo di Chioggia per consacrare le chiese di Santa Maria del Carmine e di Santa Croce, appartenente all'omonimo Monastero, che, prendendo parte alla cerimonia, ottenne il diaconato. Mostra una profonda inclinazione per la filosofia, incoraggiato in tal senso da Pio VII.  Si trasfere a Milano dove strinse un profondo rapporto d'amicizia con Manzoni che di lui ebbe a dire -- è una delle sei o sette intelligenze che più onorano l'umanità. Manzoni assistette Rosmini sul letto di morte, da cui trasse il testamento spirituale "Adorare, Tacere, Gioire". La sua filosofia destarono l'ammirazione, tra gli altri, anche di G. Stefani, N. Tommaseo e V. Gioberti dei quali pure divenne amico. Dopo aver dovuto lasciare il Trentino, per motivi di forte ostilità per le sue posizioni incontrati da parte del vescovo di Trento fonda al Sacro Monte Calvario di Domodossola la congregazione religiosa dell'Istituto della Carità, detta dei "Rosminiani". Le Costituzioni della nuova famiglia religiosa, contenute in un libro che cura per tutta la vita, sono approvate da Gregorio XVI. A Borgomanero svolge la sua attività di insegnamento e di guida spirituale in un collegio rosminiano, il "Collegio Rosmini", regolato dalla Congregazione della Provvidenza Rosminiane. Svolge una missione diplomatica per conto del Re di Sardegna Carlo Alberto presso la Santa Sede. E presidente dell'Accademia Roveretana degl’Agiati ed il suo posto, anni dopo la sua morte, dal 1872 al 1888, fu assunto da don Francesco Paoli, suo segretario ed esecutore delle volontà, già direttore di Casa Rosmini. Tra le sue volontà del vi e anche quella di donare a Rovereto un terreno nell'attuale zona di Santa Maria per costruirvi l'ospedale cittadino, e Paoli onora tale decisione. Porta avanti tesi filosofiche tese a contrastare sia l'illuminismo che il sensismo. Sottolineando l'inalienabilità dei diritti naturali della persona, fra i quali quello della proprietà privata, entrò in polemica con il socialismo e il comunismo, postulando uno Stato il cui intervento fosse ridotto ai minimi termini. Nelle sue teorie il filosofo seguì le concezioni di Sant'Agostino e Aquino, rifacendosi anche a Platone.  I suoi esordi filosofici si ricollegano a P. Galluppi, sia pure polemicamente, in quanto Rosmini avverte con ogni chiarezza come risulti insostenibile una posizione di integrale sensismo gnoseologico.  La necessità di concepire una funzione ordinatrice dell'esperienza, e a questa precedente, porta Rosmini a guardare con interesse la filosofia di Kant. Tuttavia non è soddisfatto di ciò che lui chiama l'innatismo kantiano, legato ad una pluralità imbarazzante e precaria di categorie. Le quali, d'altra parte, gli sembrano fallire lo scopo di far conoscere il reale quale esso è, per la necessaria introduzione di modifiche soggettive nell'atto stesso del conoscere.  Il problema filosofico di Rosmini si configurava perciò come quello di garantire oggettività alla conoscenza. La soluzione non potrà essere trovata, stante il rifiuto della trascendentalità kantiana e dei connessi sviluppi, se non in una ricerca ontologica, in un principio oggettivo di verità, che riesca ad illuminare l'intelligenza in quanto le si proponga con immediata evidenza, universalità e immutabilità.  Questo principio è per Rosmini l'idea dell'essere possibile, che da indeterminato contenuto dell'intelligenza, quale originariamente è, si fa determinato allorché viene applicato ai dati forniti dal senso. Essa precede e informa di sé tutti i giudizi con cui affermiamo che qualche cosa particolare esiste. L'idea dell'essere, dunque, costituisce l'unico contenuto della mente che non abbia origine dai sensi, ed è perciò innata (“Saggio sull'origine delle idee”).  Ma qui i problemi del kantismo, che sembrano superati o almeno messi da parte, si riaffacciano con urgenza: di fronte al mero ricevere dati, di cui parlava il sensismo, ha chiarito che la mente umana nel suo uso conoscitivo formula giudizi, in cui l'idea dell'essere ha funzione di predicato, cioè di categoria, e la sensazione è il soggetto, di cui si predica qualche cosa. Nel giudizio, inoltre, il predicato si determina e la sensazione si certifica: se questa è la funzione propria del giudicare, ogni concetto non può sussistere che come predicato di un giudizio; né a questa necessità sembra potersi sottrarre il concetto di essere, che è dato solo nell'attività giudicante, come forma del giudizio.  Tuttavia non accetta tale riduzione, ed esclude proprio il predicato di esistenza della funzione del giudizio, continuando ad attribuirgli una natura oggettiva e trascendente. È l'essere trascendente che si rivela all'uomo, lo illumina e gli permette di pensare. Chi lo nega come il nichilismo cade in una vuota posizione nullista.  Accanto a questa ontologia la sua etica si sviluppa come etica caritativa (Principio della scienza morale). Dedica alla politica una breve ma intensa fase della sua vita. Seguì Pio IX riparato a Gaeta dopo la proclamazione della Repubblica Romana, ma la sua formazione attestatasi su ferme posizioni di cattolicesimo liberale e tale per cui e costretto a ritirarsi sul Lago Maggiore, a Stresa. Tuttavia, quando Pio IX vuole istituire una commissione incaricata della preparazione del testo per la definizione del dogma dell'immacolata concezione, nonostante ben due suoi saggi (Le cinque piaghe della Chiesa e La costituzione secondo la giustizia sociale) sono all'Indice. Chiamato a prendere parte a tale commissione, e favorevole allo stato liberale (vagheggiando la monarchia costituzionale), al costituzionalismo e anche alla separazione tra stato e chiesa, sebbene non assoluta. Critica lo Statuto Albertino proprio per il suo porre ancora il cattolicesimo come religione di stato, elogiandone comunque il tentativo distensivo nei confronti della Santa Sede. Critica la legge laicista ed anti-clericale. Si convince della sostanziale bontà della maggior parte delle conquiste dell'età moderna, criticandone solo le modalità: in tale ottica, critica sia la rivoluzione francese che l'Ancient Regime, riconoscendo invece la sostanziale bontà dei princìpi sanciti, distinguendoli dalle successive de-generazioni rivoluzionarie, in polemica con chi, da una parte e dall'altra, sostene una società perfettista. Continua a vivere a Stresa, fecondo nel perseguire il perfezionamento del suo sistema di pensiero con saggi come “Logica” e “Psicologia”. J. Ratzinger, quando la questione rosminiana era ancora ben accesa, nell'ambito di una serata organizzata a Lugano, dice. Nel confronto con le parole classiche della fede che sembrano così lontane da noi, anche il presente diventa più ricco di quanto sarebbe se rimanesse chiuso solo in se stesso. Vi sono naturalmente anche tra i teologi ortodossi molti spiriti poco illuminati e molti ripetitori di ciò che è già stato detto. Ma ciò succede ovunque; del resto la letteratura dozzinale è cresciuta in modo particolarmente rapido proprio là dove si è inneggiato più forte alla cosiddetta creatività. Io stesso per lungo tempo avevo l'impressione che i cosiddetti eretici fossero per una lettura più interessante dei teologi della chiesa, almeno nell'epoca moderna.  Ma se io ora guardo i grandi e fedeli maestri, da Mohler a Newman a Scheeben, da Rosmini a Guardini, o nel nostro tempo de Lubac, Congar, Balthasarquanto più attuale è la loro parola rispetto a quella di coloro in cui è scomparso il soggetto comunitario della Chiesa.  In loro diventa chiaro anche qualcos'altro: il pluralismo non nasce dal fatto che uno lo cerca, ma proprio dal fatto che uno, con le sue forze e nel suo tempo, non vuole nient'altro che la verità. Per volerla davvero, si esige tuttavia anche che uno non faccia di se stesso il criterio, ma accetti il giudizio più grande, che è dato nella fede della Chiesa, come voce e via della verità.  Del resto io penso che vale la stessa regola anche per le nuove grandi correnti della teologia, che oggi sono ricercate: teologa africana, latinoamericana, asiatica, ecc. La grande teologia francese non è nata per il fatto che si voleva fare qualcosa di francese, ma perché non si presumeva di cercare nient'altro che la verità e di esprimerla più adeguatamente possibile.  E così questa teologia è diventata anche tanto francese quanto universale. La stessa cosa vale per la grande teologia italiana, tedesca, spagnola. Ciò vale sempre. Solo l'assenza di questa intenzione esplicita è fruttuosa. E di fatto non abbiamo davvero raggiunto la cosa più importante se noi ci siamo convalidati da soli, ci siamo accreditati da soli e ci siamo costruiti un monumento per noi stessi.  Abbiamo veramente raggiunto la meta più importante se siamo giunti più vicino alla verità. Essa non è mai noiosa, mai uniforme, perché il nostro spirito non la contempla che in rifrazioni parziali; tuttavia essa è nello stesso tempo la forza che ci unisce. E solo il pluralismo, che è rivolto all'unità, è veramente grande. Pio VIII dice a Rosmini, in udienza. È volontà di Dio che voi vi occupiate nella filosofia. Tale è la vostra vocazione. Ella maneggia assai bene la logica, e la Chiesa al presente ha gran bisogno di filosofi. Dico, di filosofi solidi, di cui abbiamo somma scarsezza. Per influire utilmente sugl’uomini, non rimane oggidì altro mezzo che quello di prenderli colla ragione, e per mezzo di questa condurli alla religione. Tenetevi certo, che voi potrete recare un vantaggio assai maggiore al prossimo occupandovi nello scrivere, che non esercitando qualunque altra opera del Sacro Ministero. Gregorio XVI, successore di Pio VIII, in risposta alla lettera che Antonio Rosmini gli aveva indirizzato. Diletto Figlio, a te il nostro saluto e la nostra Apostolica Benedizione. Abbiamo volentieri e con animo lieto ricevuto la tua lettera con i sensi della tua devota sommissione a Noi e alla Sede Apostolica in cui ci parli della pia Società, chiamata Istituto della Carità e che con le tue fatiche è stata fondata nel territorio della diocesi di Novara con l'approvazione del Vescovo. E soprattutto ci hai anche informato che il medesimo Istituto è stato da poco chiamato anche dal Vescovo di Trento nella sua diocesi e che qui molti ecclesiastici, di provate virtù, vi hanno aderito. Per questi fatti davvero rendiamo il nostro umile grazie a Dio autore di ogni bene. E quantunque questo Istituto non sia stato ancora confermato dall'autorità di questa Santa Sede, tuttavia speriamo in bene di esso e ci allietiamo che lo stesso si dilati con il consenso dei nostri Venerabili Fratelli nell'Episcopato. Quindi, per quanto riguarda le Sante Indulgenze connesse a questo istituto, che domandi siano concesse, ricevi diletto figlio il nostro Rescritto unito a questa lettera, da cui sicuramente comprenderai che rispondiamo positivamente alla tua richiesta. Ti assicuriamo anche che ci è pervenuto il libro sopra i Principi della Dottrina Morale da te edito e mandatoci in omaggio e ti dichiariamo il grazie del nostro animo per il dono. Tuttavia per la tensione nelle gravissime fatiche del Governo Apostolico non abbiamo ancora letto lo stesso libro, ma siamo certamente persuasi che esso sia in tutto conforme alla più sana dottrina e utilissimo alla sua difesa. Continua dunque, diletto figlio, lo studio e prosegui a spendere le tue fatiche ad onore di Dio per l'utilità della Chiesa; in Cielo sarà copiosa la ricompensa per la tua opera. Frattanto la paterna carità con cui ti abbracciamo nell'umanità di Cristo sia pegno dell'apostolica benedizione, che sgorgante dall'intimo del cuore ti impartiamo.»  (Da Breve pontificio di Gregorio P.P.XVI,) Pio IX rivolgendosi al Vescovo di Cremona dopo il decreto Dimittantur opera omnia parlando di Rosmini disse:  «Non solo è un buon cattolico, ma santo: Iddio si serve dei santi per far trionfare la verità. Leone XIII, al tempo delle aspre e dolorose lotte che si svolgevano intorno al pensiero rosminiano sul finire del diciannovesimo secolo, in una lettera indirizzata agli arcivescovi di Milano, Torino e Vercelli, fra l'altro scrisse:  «Ma non vogliamo che con questo abbia a patir detrimento il religioso Sodalizio della Carità; il quale come per lo innanzi spese utilmente le sue fatiche a beneficio del prossimo, secondo lo spirito dell'Istituto, così è desiderabile che fiorisca in avvenire e prosegua a rendere ognora più abbondanti frutti. Col decreto del Sant'Uffizio "Post Obitum"  firmato da Leone XIII, vennero condannate, in quanto "non conformi alla verità cattolica", 40 proposizioni contenute nelle opere del Rosmini, le quali la Sacra Congregazione romana "giudicò doversi riprovare, condannare e proscrivere, nel proprio senso dell’autore", chiarendo inoltre che non era lecito "a chicchessia di inferire, che le altre dottrine del medesimo Autore, che non vengono condannate per questo decreto, siano per veruna guisa approvate".  Giovanni XXIII, negli ultimi anni della sua vita, meditò in ritiro spirituale le rosminiane "Massime di Perfezione Cristiana", assumendole come propria regola di condotta. Anche Paolo VI prestò interesse nel Rosmini: in occasione del 150º anniversario di fondazione dell'Istituto della Carità inviò un messaggio all'allora padre generale, in cui elogiava l'intuizione del Rosmini nel dare un grande peso alla missione caritativa già nel nome del nativo istituto religioso, appunto l'Istituto della Carità. Pubblicamente Paolo VI lo cita durante il discorso tenuto alla Federazione Universitaria Cattolica Italiana  riguardante la cultura cattolica e l'Europa. Inoltre sotto il suo pontificato venne tolto il divieto di pubblicazione dell'opera Dalle Cinque Piaghe della Santa Chiesa.  Alla morte di Paolo VI venne eletto Giovanni Paolo I, laureato in sacra teologia alla Gregoriana con il saggio, “L'origine dell'anima umana”. È bene precisare che Luciani e fortemente critico nei riguardi del pensiero rosminiano, solo successivamente cambiò opinione, rivolgendo nei riguardi di Rosmini parole di ammirazione e stima.  Tuttavia fu con il pontificato di Giovanni Paolo II che il pensiero rosminiano ha potuto liberarsi delle aspre critiche e delle condanne che accompagnavano l'Istituto della Carità fin dai tempi della sua fondazione. Nella Lettera Enciclica Fides et ratio, Giovanni Paolo II l’annoverato tra i pensatori più recenti nei quali si realizza un fecondo incontro tra sapere filosofico e Parola di Dio». Ne ha inoltre concesso l'introduzione della causa di beatificazione, conclusasi nella sua fase diocesana novarese.   Ratzinger da prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede emana il famoso documento Nota ai Decreti dottrinali sul Rev.do sac. Antonio Rosmini Serbati. La nota si concludeva confermando la validità del decreto Post obitum sulle quaranta proposizioni, e allo stesso tempo con la riabilitazione di Rosmini:  «Il Decreto dottrinale Post obitum non si riferisce al giudizio sulla negazione formale di verità di fede da parte dell'Autore, ma piuttosto al fatto che il sistema filosofico-teologico del Rosmini era ritenuto insufficiente e inadeguato a custodire ed esporre alcune verità della dottrina cattolica, pur riconosciute e confessate dall'Autore stesso. Si possono attualmente considerare ormai superati i motivi di preoccupazione e di difficoltà dottrinali e prudenziali, che hanno determinato la promulgazione del Decreto Post obitum di condanna di quaranta proposizioni. E ciò a motivo del fatto che il senso delle proposizioni, così inteso e condannato dal medesimo decreto, non appartiene in realtà alla sua autentica posizione, ma a possibili implicanze. Resta tuttavia affidata al dibattito teoretico la questione della plausibilità o meno del sistema rosminiano stesso, della sua consistenza speculativa e delle teorie o ipotesi filosofiche e teologiche in esso espresse. Nello stesso tempo rimane la validità oggettiva del Decreto Post obitum in rapporto al dettato delle proposizioni condannate, per chi le legge, al di fuori del contesto di pensiero rosminiano, in un'ottica idealista, ontologista e con un significato contrario alla fede e alla dottrina Cattolica. Il documento ribadisce la diversità di linguaggio e apparato concettuale del sistema rosminiano rispetto al tomismo, l'assenza di apparato critico nelle opere postume e la permanente "difficoltà oggettiva di interpretarne le categorie, soprattutto se lette nella prospettiva neotomista".  Benedetto XVI autorizza la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto sul miracolo della guarigione di Ludovica Noè, attribuito alla sua intercessione. Tra quelli portati dalla postulazione dei padri rosminiani, si è scelto di dare maggiore impulso a quello della guarigione della suora sopracitata, poiché il medico che la curò si convertì in seguito all'accaduto.  Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, a margine del Convegno sulla sfida educativa tenuto a Milano, ha tenuto un intervento intitolato "Istanze educative e questione antropologica" in cui riconosce le sue istanze pedagogiche. A. Bagnasco ha presieduto a Stresa la celebrazione eucaristica per il suo Dies Natalis. Nel corso dell'Angelus domenicale e ricordato per la sola carità intellettuale e perché testimonia la virtù della carità in tutte le sue dimensioni e ad alto livello. Avversario del sensismo e dell'illuminismo e mentore e maestro intellettuale di quattro pontefici eletti consecutivamente: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e II.  Nulla osta della Congregazione per la dottrina della fede che consente l'inizio della causa di beatificazione. Apertura del processo informativo diocesano dopo la nomina dei censori teologi e delle commissioni storiche in Novara. C. Papa diventa postulatore della causa succedendo a R. Belti, storico dell'Istituto e già Direttore del Centro di Studi Rosminiani di Stresa. Chiusura del Processo informativo Diocesano. 2Consegna del Trasunto alla Congregazione per le cause dei Santi. Apertura del Trasunto. Decreto di Validità del processo diocesano. Schema per la stesura della Positio. Consegna del lavoro sul Post obitum curato dal Postulatore. Il Relatore generale approva il lavoro sul Post obitum e il lumen oculorum tuorum Consegna del lavoro sul Post obitum alla Congregazione per la Dottrina della Fede.Il giorno dell'anniversario della morte di Rosmini viene pubblicata sull'Osservatore Romano la Nota della Congregazione per la dottrina della fede sul valore dei decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere del Rev.do sacerdote Antonio Rosmini Serbati, a firma del cardinal Joseph Ratzinger e di mons. Tarcisio Bertone.  Rilascio del Nihil obstare per la Causa di Beatificazione.  Il Relatore approva e firma la Positio.  Conclusione della stampa e consegna alla Congregazione per le cause dei santi della Positio. Consegna del Trasunto super miro alla Congregazione per le cause dei santi. Validità dell'inquisizione diocesana sul processo super miro. Presentazione fattispecie super miro. Revisa della fattispecie con firma del sotto-segretario. Relatio et vota del Congresso Storico (con esito positivo). Relatio et vota del Congresso teologico super virtutibus (con esito positivo). Ordinaria della Congregazione per le cause dei santi: esito affermativo. Ponente della Causa  R. Fisichella.  Benedetto XVI autorizza la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto di esercizio eroico delle virtù. La Consulta medica della Congregazione per le Cause dai Santi, si esprime con esito affermativo (all'unanimità 5 su 5) circa l'inspiegabilità scientifica dell'evento di guarigione avvenuto a Sr. Ludovica Noè. Il presunto evento miracoloso è avvenuto. Al termine del dibattito, i Consultori si sono unanimemente espressi con voto affermativo (7 su 7), ravvisando nella guarigione in esame un miracolo operato da Dio per intercessione Benedetto XVI autorizza la pubblicazione da parte della Congregazione per le Cause dei Santi del riconoscimento della virtù eroica di Rosmini. A Novara si celebra la beatificazione dando lettura del decreto di Benedetto XVI che l’iscrive tra i beati. La beatificazione è avvenuta a Novara: appositamente è stato fatto allestire il Palasport della città, unico luogo capace di raccogliere un numero di fedeli così significativo.  Con il pontificato di Benedetto XVI le beatificazioni vengono preferibilmente celebrate dai cardinali, per rendere ancora più piena la comunione tra loro e il successore di Pietro, e viene privilegiato il luogo in cui il candidato agli onori degli altari ha vissuto. Così, in qualità di delegato pontificio, la celebrazione è stata officiata da  J. Martins, allora prefetto della congregazione per le Cause dei Santi. A fianco dell'altare erano disposti gli spalti da cui hanno concelebrato circa 400 sacerdoti, non soltanto rosminiani.  A prendere parte alla processione e celebrare sull'altare, insieme al preposito generale James Flynn c'era il segretario generale dell'IstitutoDomenico Mariani con gli allora componenti della Curia Generalizia dell'Istituto della Carità, il Vicario per la Carità SpiritualeCrish Fuse, il Vicario per la Carità IntellettualeGiancarlo Taverna Patron, il Vicario per la Carità TemporaleDavid Tobin, l'allora preposito della Provincia Italiana don U. Muratore (profondo conoscitore di Rosmini) e il postulatore della Causa di Beatificazione, C. Papa.  Hanno partecipato alla celebrazione anche il cardinale ex prefetto della Sacra Congregazione per i vescovi G. Re, il cardinale arcivescovo di Torino S. Poletto, il vescovo di Novara, mons. R. Corti, l'arcivescovo di Trento, mons. L. Bressan, il vescovo rosminiano mons. Antonio Riboldi e fra gli altri anche G. Zaccheo (che sarebbe improvvisamente scomparso due giorni dopo), vescovo della Diocesi di Casale Monferrato, mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea (che durante la III sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II fece per primo il nome di Rosmini), l'allora segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana G. Betori, G. Lajolo, presidente del Governatorato della Città del Vaticano, l'allora rettore della Pontificia Università Lateranense, mons. Rino Fisichella, il Vicario Episcopale per la Vita Consacrata dell'arcidiocesi di Milano monsignor Ambrogio Piantanida e il preposito generale dei barnabiti, padre Giovanni Maria Villa.  Tra i numerosissimi fedeli (più di diecimila) accorsi da diverse parti del mondo per presenziare alla celebrazione, hanno preso parte anche personalità politiche.  Tra queste il senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro, l'allora presidente del Senato, Franco Marini, e Arturo Parisi, al tempo Ministro della Difesa. Rosmini è il primo beato della Provincia del Verbano Cusio Ossola.  In occasione della beatificazione sono stati moltissimi i quotidiani e periodici italiani e esteri che hanno dedicato articoli, pagine e interi numeri alla figura di Rosmini. Sono numerosissimi i suoi saggi. Certamente il più importante a livello ascetico e spirituale e le “Sei massime di perfezione”, su cui anche Giovanni XXIII fa delle riflessioni prima di morire. Gli costarono la messa all'Indice dei libri proibiti le opere "Delle cinque piaghe della santa chiesa" e "Dalla costituzione secondo la giustizia sociale". In filosofiia meritano di essere ricordato il “Saggio sull'origine delle idee”. Altri saggi: “Principii della scienza morale”; “Filosofia della morale”; “Antropologia in servigio della scienza morale”; “Filosofia della politica”; “Trattato della coscienza morale”; “Filosofia del diritto”; “Teodicea”; “Sull'unità d'Italia”; “Il comunismo e il socialismo”. Le sei massime di perfezione sono formulate per definire il fondamento spirituale sul quale ogno uomo puo avere un cammino nella perfezione. Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste (Matteo 5,48). 1. Desiderare unicamente ed infinitamente di piacere a Dio, cioè di essere giusto. 2. Orientare tutti i propri pensieri e le azioni all'incremento e alla gloria della Chiesa di Cristo.  3. Rimanere in perfetta tranquillità circa tutto ciò che avviene per disposizione di Dio riguardo alla Chiesa di Cristo, lavorando per essa secondo la chiamata di Dio.  4. Abbandonare se stesso nella provvidenza di Dio.  5. Riconoscere intimamente il proprio nulla.  6. Disporre tutte le occupazioni della propria vita con uno spirito di intelligenza. Di particolare interesse e “Le cinque piaghe della santa Chiesa". Mostra odi discostarsi dall'ortodossia dell'epoca. Per tale ragione il saggio fu messo all'Indice e ne scaturì una polemica nota col nome di "questione rosminiana". L'opera eriscoperta al Concilio Vaticano II. Il primo a parlare al Concilio di Rosmini e L. Bettazzi. Mi sia consentito ricordare Rosmini, molto legato ad Aquino. Ma anche studioso e amante del suo tempo, e che certamente guadagna a Cristo non pochi uomini. Tutto questo mi sembra si accordi con le cose che sono state già dette da non pochi padri su questo schema in generale, che cioè gl’uomini non si aspettano dalla Chiesa soluzioni particolari, ma piuttosto la presentazione di valori che li aiutino a trascorrere questa vita umana più nobilmente e con maggiore sicurezza. Parlando della libertà, esaltare i valori dell'umiltà. Parlando del matrimonio, il ruolo della Fortezza. Parlando dei problemi economici e di molti altri problemi, l'efficacia di un certo disprezzo delle cose. Occorre dunque mettere in luce la necessità dell'ubbidienza, della castità, della povertà, non solo nella vita e nell'esempio (e nella Bozza di Documento!) dei religiosi, aiuto agl’uomini di questo tempo, perché possano vivere la loro vita umana nel modo migliore e più efficace. Il primo e principale compito dunque per gl’uomoni che coltivano la sapienza dev'essere, alla luce del Magistero, l'amore delle Scritture e l'amore di questo mondo in un colloquio franco e aperto. Paolo VI dice. I suoi saggi sono pieni di pensiero, una filosofia profondo, originale che spazia in tutti i campi: quello filosofico, morale, politico, sociale, sopra-naturale, religioso, ascetic -- filosofia degna di essere conosciuta e divulgata. È stato anche un profeta. Le Cinque piaghe della Chiesa (una volta la chiesa non aveva piacere che si mettessero in luce le sue mancanze, le sue debolezze). Previde partecipazione liturgica del popolo. La sua filosofia indica uno spirito degno di essere conosciuto, imitato e forse invocato anche come protettore dal Cielo. Ve lo auguriamo di cuore. “Delle cinque piaghe della santa chiesa” è suddiviso in cinque capitoli corrispondenti ciascuna ad una piaga, paragonata alle piaghe di Cristo. In ogni capitolo la struttura è la medesima:  un quadro ottimistico della Chiesa antica segue un fatto nuovo che cambia la situazione generale (invasioni barbariche, nascita di una società cristiana, ingresso dei vescovi nella politica) la piaga i rimedi. La prima piaga e la divisione del popolo dal clero nel culto pubblico. Nell'antichità romana, il culto era un mezzo di catechesi e formazione e il popolo partecipava al culto. Poi, le invasioni barbariche, la scomparsa della lingua dei romana, la scarsa istruzione del popolo, la tendenza del clero a formare una casta hanno eretto un muro di divisione tra il popolo e i ministri di Dio. Rimedi proposti: insegnamento della lingua romana, spiegazione delle cerimonie liturgiche, uso di messalini in italiano. La seconda piaga e l’nsufficiente educazione del clero. Se un tempo i preti erano educati dai vescovi, ora ci sono i seminari con piccoli libri e piccoli maestri: dura critica alla scolastica, ma soprattutto ai catechismi. Rimedio: necessità di unire scienza e pietà. La terza piaga e la disunione tra i vescovi. Critica serrata ai vescovi dell'ancien régime: occupazioni politiche estranee al ministero sacerdotale, ambizione, servilismo verso il governo, preoccupazione di difendere ad ogni costo i beni ecclesiastici, schiavi di uomini mollemente vestiti anziché apostoli liberi di un Cristo ignudo. Rimedi: riserve sulla difesa del patrimonio ecclesiastico, accenni espliciti di consenso alle tesi dell'Avenir sulla rinunzia alle ricchezze e allo stipendio statale per riavere la libertà. La quarta piaga e la nomina dei vescovi lasciata al potere temporale. Compie un'approfondita analisi storica sull'evoluzione del problema e critica i concordati moderni con cui la S. Sede ha ceduto la nomina al potere statale (e, accenna prudentemente, per avere compensi economici). Rimedi: propone un ritorno all'elezione dei vescovi da parte dei fedeli. La quinta piaga e la servitù dei beni ecclesiastici. Sostiene la necessità di offerte libere, non imposte d'autorità con l'appoggio dello Stato, rileva i danni del sistema beneficiale, propone la rinuncia ai privilegi e la pubblicazione dei bilanci.  ARovereto gli ha dedicato il liceo che frequentò quando ancora si chiamava Imperiale e Regio Ginnasio. Borgomanero ospita l'Istituto Rosmini. Domodossola ospita il liceo delle Scienze Umane "Antonio Rosmini (istituto parificato). Roma ospita la sede dell'Istituto Comprensivo. Torino ospita la biblioteca Antonio Rosmini del polo biomedico universitario che in passato fu un istituto scolastico attivo fino alla fine del XX secolo. Trento, dove si trova il liceo "A. Rosmini". M. Farina,  I. Prosser  I. Prosser Marcello Bonazza, L'Accademia Roveretana degli Agiati, su agiati, Accademia Roveretana degli Agiati, «Don Francesco Paoli  artefice della rinascita dell'Accademia e suo president. Ragionamento sul comunismo e socialismo, G. Grondona, Genova, Questa tesi fu messa in discussione da G. Abbà a cui Rosmini controbatté nel Diario filosofico di Adolfo, Riv. rosminiana, Pagani Rossi. Nota sul valore dei Decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere).  Angelus: Rosmini, esempio per la Chiesa, su agensir, Biografia di Antonio Rosmini, su vatican.va.  Istituto Antonio Rosmini, su rosmini-borgomanero. Liceo delle Scienze Umane su cercalatuascuola.istruzione. Istituto Comprensivo Antonio Rosmini, su ic-rosmini.edu. Biblioteca Rosmini, su biomedico.campusnet.unito.  su vivoscuola. M. Farina, Gl’Agiati, Brescia, Morcelliana Edizioni,  Italo Prosser, El pra' de le Móneghe: cronistoria del monastero di Santa Croce nell'antico comune di Lizzana, Rovereto (Trento), Stella, 2Approfondimenti Michele Federico Sciacca, La filosofia morale di Antonio Rosmini, Torino, Fratelli Bocca, Giovanni Pusineri, Rosmini (Edizione riveduta e aggiornata da Remo Bessero Belti), Stresa, Edizioni Rosminiane Sodalitas, Michele Dossi, Profilo filosofico di Antonio Rosmini, Brescia, Morcelliana, Alfeo Valle, Antonio Rosmini. Il carisma del fondatore, Rovereto, Longo Editore, Paolo Marangon, Il Risorgimento della Chiesa. Genesi e ricezione delle "Cinque piaghe" di A. Rosmini, collana Italia Sacra, Roma, Casa Editrice Herder, Antonio Rosmini, Frammenti di una storia della empietà, a c. di Alfredo Cattabiani con una nota filologica di M. Albertazzi, Trento, La Finestra, Fulvio De Giorgi, Rosmini e il suo tempo. L'educazione dell'uomo moderno tra riforma della filosofia e rinnovamento della Chiesa Brescia, Morcelliana, Michele Dossi, Il Santo Probito, La vita e il pensiero di Antonio Rosmini, Trento, Il Margine, Paolo Gomarasca, La forma morale dell'essere. La poiesi del bene come destino della metafisica, Milano, Angeli, F.Paoli, Antonio Rosmini, Virtù quotidiane, Verona, Edizioni Fede & Cultura, Maurizio De Paoli,  Maestro e profeta, Milano, Edizioni San Paolo, Piero Sapienza, Eclissi Dell'educazione? La sfida educativa nel pensiero di Rosmini, Roma, Libreria Editrice Vaticana, Giuseppe Goisis, Il pensiero politico di Antonio Rosmini e altri saggi fra critica ed Evangelo, S. Pietro in Cariano, Gabrielli, Comunità di San Leolino, Una profezia per la Chiesa. Verso il Vaticano II, Panzano in Chianti, Edizioni Feeria-Comunità di San Leolino Umberto Muratore, Rosmini per il Risorgimento. Tra unità e federalismo, Stresa, Edizioni Rosmininane Sodalitas,. C.Bergamaschi, Antonio Rosmini. La perfezione della vita cristiana, Stresa, Rosminiane Sodalitas,. Luciano Malusa, Antonio Rosmini per l'unità d'Italia. Tra aspirazione nazionale e fede cristiana, Milano, FrancoAngeli,. Domenico Fisichella, Il caso Rosmini. Cattolicesimo, nazione, federalismo, Roma, Carocci); U. Muratore, Apologia della fedeltà. In difesa dei valori etici e spirituali, Stresa, Rosminiane Sodalitas,. Luciano Malusa, Stefania Zanardi, Le lettere di Antonio Rosmini-Serbati, un "cantiere" per lo studioso. Introduzione all'epistolario rosminiano, Venezia, Marsilio Editore,. Stefania Zanardi, La filosofia di Antonio Rosmini di fronte alla Congregazione dell'Indice Milano, FrancoAngeli. Treccani Dizionario di storia, Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Crusca, Antonio Francesco Davide Ambrogio Rosmini Serbati. Antonio Rosmini. Rosmini. Serbati. Keywords: gl’agiati. Refs.: Luigi Speranza, “Rosmini e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51658456610/in/photolist-2mPqEYR-2mPvmTf-2mGRYwQ-2mGT6p1

 

Grice e Serra – filosofia italiana – economia filosofica – storia della economia romana – massoneria -- Luigi Speranza (Dipignano). Filosofo mercantilista. Considerato il primo filosofo dell’economia politica in Italia, e uno dei primi in Europa. A lui va il merito di avere composto per primo un trattato scientifico, seppure non sistematico, sui principi e sulla politica economica. Poco si conosce della sua vita: laureato probabilmente in utroque, imprigionato nelle carceri della Vicarìa di Napoli forse a causa della sua partecipazione al complotto architettato da Campanella per liberare la Calabria ma più probabilmente dietro accusa di falso monetario.  Mentre e in carcere compose “Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere” e lo dedica al vice-ré di cui spera l'aiuto. Riusce a farsi ricevere dal nuovo viceré, III duca d’Osuna, per proporgli un programma di riforme utili al Regno. L’incontro fu infruttuoso e e ri-mandato nelle carceri della Vicarìa, dove probabilmente muore. Essendo molto gravi le condizioni finanziarie del Regno di Napoli -- esausto il tesoro pubblico e l'onere del fisco già così gravoso da indurre molti a lasciare la città per sottrarvisi -- M. Santis propone di limitare l'esportazione della moneta e di abbassare i tassi di cambio con le piazze estere. La polemica con Santis è alla base della proposta di Serra. Dimostra con esempi tratti dalla antica storia romana  l'inutilità e anzi il danno di questi presunti rimedi. Da ciò trae occasione per spiegare la vera causa della prosperità della nazione italiana. Analizza la causa della scarsità di moneta nel Regno di Napoli e il fattore che puo invertire questa tendenza economica. Il primo ad analizzare e comprendere appieno il concetto di bilancia commerciale incluso il bene di servizio e il bene del movimento di capitale. Spiega come la scarsità di moneta nel Regno di Napoli e causata dal deficit della bilancia dei pagamenti. Utilizzando le sue scoperte e in grado di respingere l'idea per cui la scarsità di denaro e dovuta al tasso di cambio. La soluzione prospettata al problema e indicata nella promozione attiva delle esportazioni. Serra segna il distacco dalla concezione moralistiche scolastica per passare ad una spiegazione laica ed è assolutamente innovativa per l'epoca tanto che Croce la define lampada di vita. E F. Galiani a scoprirlo, tessendone un elogio in una nota del suo celebre trattato Della Moneta. Chiunque legge questo trattato, scrive, resta sicuramente sorpreso ed ammirato in vedere quanto in un secolo di totale ignoranza dell’economia filosofica ha Serra chiare e giuste le idee della materia di cui scrisse e quanto sanamente giudicasse delle cause de nostri mali e de soli rimedi efficaci. Galiani paragona Serra a Melon e a Locke, considerandolo superiore per avere vissuto molti anni prima in un'epoca di ignoranza dell’economia filosofica.  Egli, che in vita era stato del tutto trascurato e per secoli, tranne appunto quell'elogio di Galiani, completamente dimenticato, dopo molto tempo è stato finalmente riscoperto. L. Addante, Cosenza e i cosentini: un volo lungo tre millenni, Rubbettino, F. Martelloni, Regno di Napoli e Terra d'Otranto, Aspetti economici e sociali di una crisi, in C. Perrotta, La scienza è una curiosità. Scritti in onore di U. Cerroni, Manni, R. Benini, B. Croce, Storia del Regno di Napoli, Laterza. Avendo ottenuto di parlare al vice-ré duca d’Ossuna per comunicargli cose utili allo stato, e udito, presenti i consiglieri, ma, giudicandosi che avesse detto ciarle e chiacchiere senz'altro concludere, e ri-mandato al suo carcere. O. Parise, Vita e pensiero del primo economista moderno, Ecra,  Destefanis, Illuministi Italiani, F. Galiani, Milano-Napoli, F. Galiani, Della moneta, Napoli, F. Salfi, Elogio, primo filosofo di economia civile, in L. Addante, Patriottismo e libertà. L'Elogio di F. Salfi, Cosenza, P. Custodi. Scrittori classici italiani di economia politica, Milano, G. Pecchio, Storia della economia pubblica in Italia, Lugano, Narrazioni tratte dai giornali del governo di P. Girone duca d'Ossuna vice-ré di Napoli scritti da F. Zazzera, Archivio storico italiano, G. Savarese, Trattato di economia politica, Napoli, F. Ferrara, Prefazione, in Trattati italiani, Torino, L. Bianchini, Della scienza del ben vivere sociale e della economia pubblica e degli Stati, Napoli, D. Andreotti, Storia dei cosentini,  Napoli, L. Accattatis, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, Cosenza; T. Fornari, Studii (Pavia); L. Amabile, T.  Campanella. La sua congiura, i suoi processi e la sua pazzia” (Napoli); A. Marco, Teorie economiche, Memorie del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, classe di lettere e scienze storiche e morali, R. Benini, Sulle dottrine economiche, Appunti critici, in Giornale degli economisti,  Economisti, A. Graziani, Bari, G. Arias, Il pensiero economico di Antonio Serra, in Politica, B. Croce, “Storia del Regno di Napoli” (Bari); Economisti napoletani, G. Tagliacozzo, Bologna, L. Einaudi, Saggi bibliografici e storici intorno alle dottrine economiche, Roma, J. Schumpeter, Storia dell'analisi economica, Torino, L.  Rosa, I critici, Atti del Congresso storico calabrese, Napoli, G. Galasso, Economia e società nella Calabria” (Guida); O. Nuccio, Rivista storica del Mezzogiorno, R. Colapietra, Introduzione, in Problemi monetari negli economisti filosofici napoletani, R. Colapietra, Roma A. Aquino, L’approccio monetario all'analisi della bilancia dei pagamenti, in Studi economici,  R.  Colapietra, Genovesi in Calabria, Rivista storica calabrese, Manoscritti napoletani di P. Doria, GGalatina,  T. Toscano, La disputa sui cambi esteri del Regno di Napoli, Rivista di politica economica, C.  Rije, ed. anast., Napoli, S. Ricossa, Cento trame di classici dell’economia, Milano, O. Nuccio, Il pensiero economico italiano, Sassari, Il Mezzogiorno agli inizi del Seicento, L. De Rosa, Roma-Bari, Alle origini del pensiero economico in Italia, I, Moneta e sviluppo negli economisti napoletani, A. Roncaglia, Bologna, E. Zagari, Moneta e sviluppo, A. Rosselli, La teoria dei cambi,  A. Landolfi, D. Luciano, V. Valentia, A. Placanica, Storia della Calabria (Roma); A. Roncaglia, Rivista italiana degli economisti, L. Addante, Repubblicanesimo e mito di Venezia, Istituzioni e sviluppo economico, A. Roncaglia, La ricchezza delle idee: storia del pensiero economico, Roma-Bari, E. Grilli, Visto da Grilli, Roma, R. Villari, Politica barocca. Inquietudini, mutamento e prudenza, Roma); A. Roncaglia, Serra, in Il contributo italiano alla storia del pensiero. Economia, Roma,  R. Villari, Un sogno di libertà. Napoli nel declino di un impero, Milano; O. Parise, Vita e pensiero del primo economista moderno, Roma; L. Addante, La politica del Breve trattato (Soveria Mannelli). Mercantilismo Storia del pensiero economico. Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia. Antonio Serra. Serra. Keywords: massoneria, circolazione degl’idee massoniche, mito di Venezia, economia romana, Machiaveli, mercantilismo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Serra” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732951347/in/datetaken/

 

Grice e Settala – i problemi sessuali d’Aristotele: desiderio e piacere -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Milano). Filosofo. Profisico. Figlio di Francesco e Giulia. Studia a Brera e Pavia. Insegna a Milano. Si prodigò in occasione della famosa peste dei I promessi sposi. Manzoni lo nomina una prima volta  quando parla del figlio, Senatore Settala, medico, membro, insieme a A. Tadino del tribunale della sanità ai tempi della vicenda di Renzo e Lucia; e tra i primi ad accorgersi che la strana malattia che si diffonde nella zona lecchese, e la peste. Saggi: “In librum Hippocratis Coi de aeribus, aquis, [et] locis, commentarii V. Appositus est Graecus Hippocratis contextus ope antiquorum exemplarium, restitutus et emendatus cum indice rerum et verborum locupletissimo una cum nova eiusdem in Latinum versione” (Colonia: Ciotti); “Problemata di Aristotele” (“Commentariorum in Aristotelis problemata” -- septem primas sectiones – secundam heptadem -- continens, ab eodem Latine facta”) (Francoforte sul Meno: Wecheli, Marnio, Aubri);  “Animaduersionum et cautionum medicarum libri septem quorum materiam sequens pagina indicabit” (Milano, Bidell); “De peste et pestiferis affectibus libri quinque (Milano, Bidell); “De ratione instituendae et gubernandae familiae libri quinque” (Milano, Bidell); “Della ragion di stato” (Milano: Bidelli); “Cura locale de' tumori pestilentiali, che sono il bubone, l'antrace, o carboncolo, ed i furoncoli contenente tutto quello che si ha da fare esteriormente nellquesti mali tolta dal libro della cura della peste” (Milano, Bidelli); “Preseruatione dalla peste” (Brescia: Fontana); “Anti-rotario romano con l'aggionta dell'elettione de semplice e prattica delle compositioni e di due trattati, vno della teriaca romana, l'altro della teriaca egittia aggiontoui in questa vltima impressione auertenze e osseruationi appartenenti alla compositione de medicamenti” (Milano: Bidelli); “Auertenze, et osseruationi appartenenti al curar le ferrite” (Milano: Cardi); “Compendio per curare ogni sorte de tumori esterni et cutanee turpitudini, raccolto da osseruationi fisice, & chirurgice” (Milano: Monza); Statistica medica di Milano Milano, Guglielmini e Redaelli, Belloni, C. Borromeo e la Storia della Medicina, in San Carlo e il suo tempo: convegno, Milano). Edizioni di Storia e Letteratura,  Bartolomeo Corte, Notizie istoriche intorno a medici scrittori milanesi, Milano,  Filippo Argelati, Bibliotheca scriptorum mediolanensium seu acta, et elogia virorum omnigena eruditione illustrium, qui in metropoli Insubriae, oppidisque circumjacentibus orti sunt, Mediolani, Paolo Sangiorgio, Cenni storici sulle due Pavia e di Milano e notizie intorno ai più celebri medici, chirurghi e speziali di Milano dal ritorno delle scienze sino all’anno. Opera postuma, F. Longhena, Milano, Salvatore De Renzi, Storia della medicina italiana, Napoli, E. Ferrario, Intorno alla vita ed alle opere mediche Cenni, Milano, P.  Capparoni, Profili biobibliografici di medici e naturalisti celebri italiani, Roma, Cava, La peste di S. Carlo. Note storico mediche sulla peste, Milano, Ricerche Firenze Ferro, La peste nella cultura lombarda, Milano, G. Cosmacini, Il medico e il cardinale, Milano. G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Firenze,  Molini,  L. Facchin, Ludovico Settala: un intellettuale barocco fra scienza e arte Treccani Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Mellerio, Ludovico Settala, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, openMLOL, Horizons Unlimited srl. Patricio Milanese. Ludovicus Septalius. Ludovico Settala. Settala. Keywords: ragion di stato. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Settala” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690979997/in/photolist-2mKKMt4

 

Grice e Severino – oltre il linguaggio, oltre l’aporia di Parmenide – filosofia italiana – Luigi Speranza (Brescia). Filosofo. Intende collocarsi oltre ogni filosofia permeata dal nichilismo. Figlio di un militare originario di Mineo e una bresciana di Bovegno in alta Val Trompia, si laurea a Pavia  come alunno dell'Almo Collegio Borromeo, discutendo una tesi su metafisica, sotto la supervisione di Bontadini. Insegna a Milano e Venezia, uno dei Lincei. Critica sia il capitalismo sia il comunismo, fonti della vita inautentica in quanto espressioni di dominio della tecnica, come d'altronde il fascismo, ma anche la sinistra in quanto non è più social-democrazia, rilasciando anche dichiarazioni sul suo punto di vista sul passato e sull'avvenire dell'Italia. Le spiegazioni della crisi del nostro tempo rimangono molto in superficie anche quando vogliono andare in profondità. Il fenomeno di fondo, che non viene adeguatamente affrontato, è l'abbandono, nel mondo, dei valori della tradizione occidentale; e questo mentre le forme della modernità dell'Occidente si sono affermate dovunque. Un abbandono che si porta via ogni forma di assolutoe innanzitutto Dio. Muore, dicevo, ogni forma di assolutezza e di assolutismo, dunque anche quella forma di assoluto che è lo stato, che detiene il monopolio legittimo della violenza. Questo grande turbine che si porta via tutte le forme della tradizione è guidato dalla tecnica ed è irresistibile nella misura in cui ascolta la voce che proviene dal sottosuolo del pensiero filosofico del nostro tempo. Il turbine travolge anche le strutture statuali. Investe innanzitutto le forme più deboli di stato. La trasformazione epocale di cui parlo non è indolore: il vecchio ordine non intende morire, ma è sempre più incapace di funzionare, soprattutto in Paesi come l'Italia. E il nuovo ordine non ha ancora preso le redini. È la fase più pericolosa (non solo per l'Italia). Criticando "l'assolutismo religioso e comunista", oltre che tacciando la magistratura di "ingenuità", poiché processando una classe politica a fondo ha rivelato la contiguità anche con la criminalità organizzata, figlia della guerra fredda e, secondo  Severino, impossibile da debellare integralmente in pochi anni senza debellare lo Stato stesso, causando notevoli problemi.  «L'Italia è uno Stato acerbo. Ha 150 anni su per giù. Ma soprattutto ha alle proprie spalle una storia di frazionamento politico-economico-sociale, dove si sono imposte forze che hanno avuto nel mondo un peso ben maggiore di quello dell'Italia unita.. Sull'evasione fiscale: Una tara storica, come prima le dicevo. L'evasione fiscale è un furto ai danni di tutti. Se c'è da costruire una strada io devo metterci anche la parte degli evasori. Certo, molti artigiani e piccoli imprenditori, se non evadessero, fallirebbero. Tutti sanno queste cose. Però conosco anche tanti cattolici ai quali molti uomini di Chiesa facevano capire che se non avessero ritenuto "giusto" pagare le tasse dello Stato, avrebbero fatto bene a non pagarle. Questo Papa, da buon pastore, sta cercando di cambiare le cose. Ma non vorrei che si perdesse di vista che la "corruzione" di fondo è l'"evasione" del mondo dal passato dell'Occidente. Oltre alle citate critiche, Heidegger parlando con Fabro a Roma ebbe a dire a proposito di "Ritornare a Parmenide" di Severino: Ha immobilizzato il mio Dasein. Già da molto prima prima, alcuni appunti di lavoro heideggeriani testimoniano come Heidegger seguisse  Severino (da uno studio di Alfieri e Herrmann). --  è stato criticato do Odifreddi, in risposta a un giudizio critico su un'opera di Odifreddi, ovvero l'introduzione scritta all’ABC della relatività di Russell, dove venivano citati alcuni filosofi (tra cui Severino e Croce) in maniera non congrua e "alla rinfusal Odifreddi l’ accusa invece di non considerare l'importanza della scienza (come già fecero i neoidealisti, come Croce e Gentile), a differenza di filosofi che studiano a fondo alcune teorie. Nel dialogo con A. Chiara, Oltre l'uomo e oltre Dio, la filosofia della necessità si contrappone alla filosofia della libertà. Fa spesso riferimento a pensatori come Velia, Leopardi,  e Gentile. Leopardi e Gentile sono all'apice della follia del nichilismo. Considera Leopardi e Gentile come i due più grandi geni che hanno portato all'estremo la concezione del mulla ovvero l'entrare e l'uscire degli enti dal nulla.  Affronta il problema dell'essere. Tutte le filosofie costituitesi precedentemente sono caratterizzate da un errore di fondo: la  fede del divenire. Sin dagli antichi, infatti, un ente (ovvero un qualcosa che è) e considerato come proveniente dal nulla, dotato di esistenza e successivamente ritornante nel nulla.  Rifacendosi a Velia,  è stato definito come un neo-veliano, di cui sarebbe l'unico esponente, peraltro criticato in senso anti-metafisico da G. Sasso e M. Visentin, i quali sostengono, rovesciando la sua tesi, come, contrariamente all'opinione diffusa, in Velia esista invece un deciso rifiuto della metafisica.. Riflettendo sull'opposizione assoluta tra essere e non-essere, dato che tra i due termini non vi è nulla in comune, ritiene evidente che l'essere non può non rimanere costantemente uguale a se stesso, evitando di rimanere alterato dall'altro da sé. Anzi, essendo l'essere la totalità di ciò che esiste, non può esserci altro al di fuori di esso dotato di esistenza (Severino rifiuta, quindi, il concetto di differenza ontologica così come è stato avanzato da Heidegger). Per Severino, quindi, tutta  la storia della filosofia occidentale è basata sull'errata convinzione che l'essere possa diventare un nulla, sebbene alcuni filosofi tentano di negare tale assunto.  Ma, mentre Velia tenta di risolvere il conflitto tra il divenire e l'immutabilità dell'essere affermando l'illusorietà del divenire (negando l'esistenza delle cose del mondo e cadendo quindi in un'aporia), sceglie una via differente, portandolo a delle tesi estreme.  Dato che l'essere è, e non può mai diventare un nulla, ogni essente è eterno. Ogni cosa, ogni pensiero, ogni attimo e eterno. Il di-venire non può, quindi, che rappresentare l'apparire degli eterni stati dell'essere, così come i fotogrammi di una pellicola si susseguono sino a formare lo svolgimento completo di un film. Gl’essenti entrano ed escono del cerchio dell'apparire. Quando un essente esce dal cerchio dell'apparire, non diviene un nulla, ma si sottrae semplicemente all’inter-soggetivo. Dunque, l’essente esiste anche quando scompaie ovvero non si perceive. Vedere senza vedere, dice Sperduto in una tragicommedia. Afferma che il di-venire dell’essente è come lo scorrere dell’essente sulla superficie di uno specchio. L’essente, infatti, esiste  prima di entrare nel campo inter-soggetivo dello specchio e ovviamente continua ad esistere anche dopo esserne uscite. Il di-venire e l’ immagine inter-soggetiva dell’essere. Questo si estende anche a ogni essente che nel divenire si manifesta.  La dimostrazione dell'eternità di tutti gli essenti, si basa sostanzialmente sul principio di non contraddizione, ma non nella versione che ne dà Aristotele nel De Interpretatione. In essa anzi il discorso del tramonto del senso dell'essere trova la sua formulazione più rigorosa e più esplicita. Bisogna invece ritornare a Velia correggerne l'esito aporetico, dimostrando che l'evidenza fenomenica non è in contrasto col principio di non contraddizione, ma scoprendo anche che il divenire così come uscire dal nulla e ritornare nel nulla, non appare affatto, non è affatto evidente. Di qui si potrà proseguire su una via -- quella indicata da Velia, il sentiero del giorno. Consideriamo la proposizione di Velia -- è infatti l'essere, il nulla non è. Tale proposizione esprime l'opposizione assoluta tra i "essente" e "non essente". Pertanto ogni essente, in quanto ent-e, è assolutamente opposto al nulla e non ci può essere uno stato in cui un ente non sia, come pensa invece il principio di non contraddizione aristotelico -- è necessario che l'essente sia, quando è, e che il non-essente non sia, quando non è". Quest'enunciato esprime il pensiero di una condizione, in cui l'essente è nulla, in cui essere=nulla. Questa impossibile ed impensabile contraddizione costituisce una follia essenziale. Infatti il pensiero occidentale pensa sì, consapevolmente, l'essente come essere, ma insieme come di-veniente, cioè che esca dal nulla e ritorni nel nulla. Ad esso sfugge invece che ciò equivale a pensare l'ente come nulla; e questo è il nichilismo più proprio, la follia che si annida nell'inconscio della filosofia. L’essere non è un ente tra gli enti. Esso rappresenta piuttosto l'apparire ontologico degli enti, e per questo motivo viene definito un transcendens rispetto all'ente. Rigetta questa concezione. Afferma che la totalità dell'essere è costituita dalla totalità degli enti. La vera differenza ontologica è quindi quella che si costituisce tra l'essere (l'ente) diveniente e quello immutabile.  L'essere che appare e scompare non è lo stesso essere immutabile, ma è anch'esso eterno. Entrambi esistono, ma in differenti dimensioni. L'essere come fondamento è una struttura eterna e non soggetta ad alcun mutamento.  Tutto è avvolto (fino alla morte) dal nichilismo Un po' tutti i filosofi che l'hanno avuto sottomano hanno inteso il nichilismo come allontanamento dalla verità, e l'hanno dunque declinato a seconda dell'idea di verità a cui stavano pensando. Nella prospettiva severiniana dell'eternità di tutte le cose, il nichilismo è dunque il credere che le cose siano mortali, ovvero che l'essere possa non essere,ed uscire e rientrare nel nulla, ovvero credere nel di-venire delle cose. Credere infatti che le cose escano dal nulla e vi ritornino equivale ad identificare l'essere con il nulla: quindi si parla di pura "follia". Al di fuori della follia appare l'eternità di ogni cosa e di ogni evento. Al di fuori del nichilismo il sopraggiungere dell'ente è il comparire o lo sparire dell'eterno. Il divenire dell'essere è un'opinione senza verità. L'Occidente non domina il mondo casualmente o perché ha una possibilità offensiva superiore; ma, al contrario, ha una possibilità offensiva superiore perché domina il mondo che crede nelle sue stesse imprescindibili idee guida (scienza, potenza, tecnica, salvezza, ecc.) e quindi in una cultura che ritiene più avanzatae dove dunque l'avanzamento non è una virtù morale, ma la capacità di capire e fare più cose per sopravvivere all'imprevedibilità dell'esistenza. Ritiene che la filosofia abbia sempre cercato riparo contro il terrore che scaturisce dall'imprevedibilità dell'esistenza perché innanzitutto si è sempre creduto nell'evidenza del divenire degli enti, del loro uscire dal nulla e rientrarvi. Anche le grandi forme di epistème che tendono a dare un ordine ed una configurazione prestabiliti all'esistenza, si muovono sullo stesso terreno.  L'intera storia dell'Occidente è quindi storia del nichilismo. La radicale distruzione dell'epistème operata da parte della filosofia e la rapida ascesa della scienz ai vertici del sapere sono conseguenze inevitabili di questa forma di pensiero (la civiltà della tecnica è, infatti, la forma estrema di volontà di potenza). Tutto ciò che appare appare in maniera necessaria ed il progressivo manifestarsi degli eterni non segue, quindi, una sequenza casuale. Ciò significa che la libertà dell'uomo non esiste, ma appare all'interno di quell'essente (anch'esso eterno) che è il nichilismo. Ed è proprio all'interno dell'Occidente che appare il "mortale" come noi lo conosciamo.  Ma l'Occidente è destinato al tramonto, per fare spazio al destino della verità, la verità che testimonia la follia della fede nel divenire. Solo all'interno del destino della verità la morte acquista un significato inaudito: in realtà la morte è la persuasione dell'assentarsi dell'eterno.  Da quanto detto precedentemente appare chiaro come non ci sia posto per il Dio comunemente inteso. Nel corso della storia della filosofia,  l'affermazione dell'esistenza di qualcosa di immutabile (tra cui Dio in tutti i diversi modi nei quali filosofia e religione lo hanno concepito) è sempre stata fatta partendo dal presupposto che il di-venire non significhi necessariamente la nascita dal nulla e il tornare nel nulla delle cose che in esso si presentano. Quest'affermazione è, inoltre, sempre avvenuta con l'intento di risolvere le varie contraddizioni che quel presupposto implica e di inventare un rimedio per l'angoscia che il pensiero dell'annientamento provoca. Questo genere di immutabilità è, quindi, di segno diverso da quella che compete agli enti sulla base dell'impossibilità assoluta che qualcosa si annulli. Per questo motivo è impossibile che esista un Dio. A maggior ragione è impossibile che esista un dio dotato della capacità di creare gli enti dal nulla e di mantenerli in esistenza grazie alla sua libera volontà (altrettanto libero potrebbe essere, per Dio, l'annichilimento"diverso dal concetto fisico di annichilazione -, e cioè la volontà di far cessare la durata della loro esistenza per farli ritornare nel nulla).  Essendo ogni ente eterno, non può esserci né creazione né annientamento, e quindi neanche un Dio comunemente inteso. Alla luce del destino della verità, ogni ente, anche il più insignificante, acquista un significato inaudito. L'uomo si porta quindi radicalmente al di là del super-uomo e della volontà di potenza. L’uomo è un super-dio, ben più grande del Dio della tradizione religiosa. L'inconciliabilità fra la dottrina dell'Essere e il Tomismo è stata sostenuta da C. Fabro. Barzaghi, con cui ha più volte dialogato pubblicamente, ha mostrato la possibilità di utilizzare le intuizioni  sull'eternità dell'essente proprio per affermare l'esistenza di Dio e ricondurre il pensiero del filosofo all'alveo cristiano da cui si è staccato (entrambi sono stati alunni, all'Università Cattolica, del filosofo cattolico e apologeta G. Bontadini). Pur non rivedendo pubblicamente il suo punto di vista sull'esistenza di Dio, apprezza ed elogia la proposta di Barzaghi.  Con “La Gloria” giunge, tra le altre cose, alla dimostrazione necessaria dell'esistenza degli "altri". Quando Cartesio infatti scopre che la carta vincente della scienza è la conferma delle ipotesi da parte dell'esperienza, e cioè da parte della presenza certa a me da parte delle cose, si apre il problema della fondazione dell'esistenza appunto di altre dimensioni che come la mia accolgono l'accadere del mondo, ma che a differenza della mia non sono apparenti, non sono cioè da me visibili. I fallimenti dei tentativi di soluzione a tale problema (eminentemente proposti ad opera della fenomenologia, sì che questo problema fu certamente uno dei più cogenti all'interno del discorso filosofico di Husserl), a cominciare da quello di Cartesio, si determineranno essenzialmente per l'assenza del senso autentico dell'essente e del senso dell'oltrepassamento. L'oltrepassamento dell'attualità nella costellazione infinita di cerchi finiti dell'apparire del destino è necessità dell'esistenza di un altro apparire finito, diverso da quello attuale.  Nella Gloria, perviene alla fondazione del senso autentico dell'oltrepassamento, dopo aver stabilito nelle opere precedenti che il divenire autentico (cioè non nichilistico) non è il crearsi e l'annullarsi dell'essente, ma il comparire e lo sparire di ciò che è eterno. Ma è in questa sede innanzitutto fondamentale precisare, a partire da considerazioni svolte dallo stesso Severino in Destino della Necessità (che le cose della "terra" (termine con il quale Severino designa la dimensione degli essenti che via via appaionoe che, per contro, il nichilismo pensa come fuoriuscenti dal nulla ed al nulla ritornanti) "incominciano" ad apparire (il loro apparire esce cioè dall'ombra del non-apparire ed entra nel cerchio dell'apparire). Con "cerchio dell'apparire" si intende, qui, la totalità degli enti che appaiono: è, cioè, l'apparire in quanto ha come contenuto tutto ciò che appare (ossia è l'apparire "trascendentale"); l'apparire delle cose della terra, quell'apparire incominciante di cui sopra, è, perciò, la relazione tra il cerchio dell'apparire (l'apparire trascendentale) e una parte del suo contenuto.  È altrettanto fondamentale precisare che l'incominciare della terra (a sua volta eterna), non aggiunge alcunché al tutto eterno che è, con Velia, appunto, “non incompiuto” (ouk ateleuteton), “non manchevole” (oulon achineton). Anche l'incominciante apparire, difatti, è eterno: il suo incominciare è il suo entrare nel cerchio dell'apparire. Entrandovi, naturalmente, apparema questo apparire dell'entrare è lo stesso entrare, ossia è quello stesso di cui si dice che, eterno, entra nel cerchio dell'apparire. E, così come ogni ente, anche l'appartenenza della terra al cerchio dell'apparire è eterna. L'eterna appartenenza al cerchio dell'apparire entra nel cerchio eterno dell'apparire. Entrandovi, appare, e quest'ultimo apparire è lo stesso apparire incominciante in cui consiste l'incominciante appartenenza della terra al cerchio dell'apparire. L'apparire incominciante è cioè apparire di sé stesso (e di tutte le altre cose che incominciano ad apparire), ed è questa autoriflessione dell'apparire incominciante ciò che entra nel cerchio dell'apparire e incomincia a far parte del contenuto di questo cerchio.  Ma ogni essente che incomincia ad apparire (ogni oltrepassante) è destinato ad essere oltrepassato: diventerebbe, altrimenti, condizione indispensabile dell'apparire degli essenti e quindi originarietà che sarebbe dovuta apparire già da sempre. Un oltrepassante che sia non oltrepassabile è impossibile, perché altrimenti esso dovrebbe iniziare ad appartenere allo sfondo (e  intende, con questo termine, quel complesso di significati, o costanti persintattiche costanti sintattiche di ogni significato –, senza i quali non apparirebbe nulla, motivo per cui non possono non essere sempre presenti. Tra questi ad esempio vi sono i significati esseree e nulla. Inoltre, la serie progressiva degli essenti che via via appaiono è necessariamente finita; infatti, se in direzione del passato fosse estensibile all'infinito, ci vorrebbe un percorso infinito, e quindi mai concluso, per giungere al momento attuale. C'è quindi un primo passo compiuto dalla terra.  La totalità attuale di ciò che è destinato ad apparire è, per quanto sopra esposto, necessariamente oltrepassata. Ma in che senso?  Essa non è, difatti, oltrepassata dall'apparire infinitogiacché l'apparire infinito (l'infinito oltrepassarsi da parte delle forme proprie dell'apparire finitodove la Gloria è proprio questo infinito dispiegarsi) non è un oltrepassamento incominciante, ma è l'oltrepassamento già da sempre ed eternamente compiuto della totalità del finito. La totalità attuale dell'incominciante è, dunque, necessariamente oltrepassata da un incomincianteil quale non può apparire attualmente, ma è tuttavia necessario che appaia (in quanto l'incominciare è incominciare ad apparire), e che quindi è necessario che appaia sopraggiungendo in un cerchio diverso, altro, dal cerchio originario dell'apparire. La totalità simpliciter degli essenti-che-sono-degli-oltrepassanti (la totalità dell'oltrepassante, cioè, che include come parte la totalità attuale dell'oltrepassante) non può essere a sua volta oltrepassata, perché ciò che la oltrepasserebbe sarebbe un oltrepassante non incluso nella totalità dell'oltrepassante; e se l'oltrepassante (cioè l'incominciante) che oltrepassa la totalità degli oltrepassanti non fosse a sua volta oltrepassato, esso sarebbe quel contenuto impossibile che è, appunto (per quanto sopra esposto), l'incominciante non-oltrepassabile.  Poiché la terra oltrepassa anche l'attualità dell'apparire del cerchio originario, sopraggiungendo in un cerchio diverso, il contenuto incominciante che appare nel cerchio originario dell'apparire attuale, è oltrepassato (infinitamente) in due direzioni:  (a) In quanto contenuto incominciante, esso è oltrepassato lungo il dispiegamento infinito del contenuto attuale del cerchio originario (o, per utilizzare il suo lessico, lungo la Gloria del dispiegamento infinito della terra che si inoltra nel cerchio originario). Ma non è in quanto tale contenuto è attuale che esso viene oltrepassato lungo il dispiegamento infinito del contenuto attuale.  (b) In quanto contenuto attuale (in quanto, cioè, alla sua attualità) il contenuto incominciante è oltrepassato invece in un altro cerchioe in un'infinità di altri cerchi dell'apparire. L'oltrepassante-incominciante, qui, entra nell'apparire non attuale. Anche questa seconda direzione dell'oltrepassamento è un dispiegamento infinito nella Gloria, ma, appunto, nella gloria che consiste nell'infinito sopraggiungere, nel cerchio originario, della costellazione infinita degli altri cerchi. La gloria è l'unità di queste due dimensioni. La dimensione dell'essente, che incomincia cioè ad apparire nel cerchio originario, è necessariamente oltrepassata da un'altra dimensione dell'essente (perché l'incominciante non può incominciare ad appartenere all'essenza dello Sfondo, non incominciante e non tramontante, del cerchio originario); ma anche l'attualità dell'essente che incomincia ad apparireossia anche l'apparire (che, in quanto tale, è apparire attuale) dell'essente che incomincia ad apparireincomincia ad apparire, sì che (per lo stesso motivo) è necessariamente oltrepassata in un altro cerchio dell'apparire; e anche la sintesi tra l'attualità del cerchio originario e l'attualità in sé dell'altro cerchio incomincia ad apparire nel cerchio originario, quando in esso incomincia ad apparire ciò che ne oltrepassa l'attualità; e dunque (per lo stesso motivo) tale sintesi è oltrepassata in un terzo cerchio (e, cioè, l'attualità in sé dell'altro cerchio non è oltrepassata solo nel cerchio originario, ma necessariamente in un terzo cerchio)e così all'infinito.  In definitiva, l'oltrepassamento dell'attualità di un cerchio non avviene solo lungo la dimensione "verticale" del singolo cerchio, ma anche lungoquella "orizzontale" della costellazione di cerchi del Destino.  L'oltrepassamento hegeliano, invece, conserva "idealmente", cioè astrattamente, ciò che oltrepassa, e non realmente, determinandone la distruzione. In un contesto siffatto è fondata l'impossibilità dell'esistenza degli "altri", perché l'altro, che è il mio oltrepassante, determinerebbe il mio superamento, e mi consegnerebbe ad una dimensione puramente ideale. Infatti nel sistema hegeliano l'esistenza degli altri significa l'esistenza di soggetti empirici, sensibili, che è quindi comunque interna all'esistenza produttiva dell'unico io. Il nichilismo è un essente che incomincia ad apparire, ed è quindi destinato ad essere oltrepassato. L'essente che oltrepassa il nichilismo è l'essente che porta al tramonto l'isolamento del senso delle cose dalla verità. Il nichilismo è, infatti, pensare e vivere le cose come nulla in quanto delle cose non appare il legame alla struttura originaria della verità, e quindi non appare l'eternità. L'essente, o la dimensione di essenti, che porta al tramonto l'isolamento del senso delle cose dalla verità è la gloria (cioè la manifestazione) della verità stessa. L'ampiezza dell'isolamento non coinvolge solo il legame tra i singoli essenti e la verità, ma anche il legame tra gli infiniti cerchi dell'apparire, il loro passato e il futuro del percorso che la terra è destinata a compiere in essi. Nella Gloria non si è Dio, perché Dio crea ed annienta le cose anche e soprattutto quando ama; e dunque appartiene al regno dell'errore perché l'amore è volontà e la volontà è voler alterare il senso proprio ed eterno, cancellarne l'identità. Dio è, quindi, infinitamente meno della più umbratile tra le cose vere. Tutto è oltre Dioe oltre ogni forma di mortalità, compresa la vita umana come credenza nel poter creare e annientare gli essenti.  Opere: “La struttura originaria” (Brescia, La Scuola; Nuova ediz. riveduta, Introduzione del Milano, Adelphi); “Fichte” (Brescia, La Scuola, poi in Fondamento della contraddizione,  Milano, Adelphi, Filosofia della prassi, Milano, Vita e Pensiero,  Milano, Adelphi, “Ritornare a Parmenide” in «Rivista di filosofia neoscolastica», poi in Essenza del nichilismo, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Ritornare a Parmenide. Poscritto, in «Rivista di filosofia neoscolastica», poi in Essenza del nichilismo, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Essenza del nichilismo. Saggi, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Gli abitatori del tempo. Cristianesimo, marxismo, tecnica (Roma, Armando,  Téchne); “Le radici della violenza” (Milano, Rusconi, IMilano, Rizzoli); “Legge e caso, Piccola Biblioteca Milano, Adelphi,); “Destino della necessità. Κατὰ τὸ χρεών, Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi); “A Cesare e a Dio” (Milano, Rizzoli, La strada, Milano, Rizzoli); “La filosofia antica, Milano, Rizzoli); “La filosofia moderna, Milano, Rizzoli, “ Il parricidio mancato,Collana Saggi. Milano, Adelphi, La filosofia contemporanea. Da Schopenhauer a Wittgenstein, Milano, Rizzoli,  Traduzione e interpretazione dell'«Orestea» di Eschilo, Milano, Rizzoli,  La tendenza fondamentale del nostro tempo, Milano, Adelphi, “Il giogo. Alle origini della ragione: Eschilo, Biblioteca Filosofica n.6, Milano, Adelphi); “Antologia filosofica dai Greci al nostro tempo, Milano, Rizzoli); “La filosofia futura, Milano, Rizzoli); “Il nulla e la poesia. Alla fine dell'età della tecnica: Leopardi, Milano, Rizzoli); “Filosofia. Lo sviluppo storico e le fonti” (Firenze, Sansoni); “Oltre il linguaggio” (Milano, Adelphi); “La guerra” (Milano, Rizzoli); “La bilancia” (Milano, Rizzoli); “Il declino del capitalismo” (Milano, Rizzoli); “Sortite -- sui rimedi e la gioia” (Milano, Rizzoli); “Metafisica” (Milano, Adelphi); “Pensieri sul Cristianesimo” (Milano, Rizzoli); “Tautótēs, Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi,  La filosofia dai Greci al nostro tempo” (Milano, Rizzoli); “La follia dell'angelo” (Milano, Rizzoli); “Leopardi -- Cosa arcana e stupenda” (Milano, Rizzoli); “La tecnica” (Milano, Rizzoli); “La buona fede” (Milano, Rizzoli); “L'anello del ritorno” (Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi); “Crisi della tradizione occidentale” (Milano, Marinotti); “La legna e la cenere, ovvero, dell’esistenza” (Milano, Rizzoli); “Il mio scontro con la Chiesa” (Milano, Rizzoli); “La Gloria. ἄσσα οὐκ ἔλπονται: risoluzione di destino della necessità (Biblioteca Filosofica, Milano, Adelphi); “Oltre l'uomo e oltre Dio” (Genova, Melangolo, Lezioni sulla politica. I Greci e la tendenza fondamentale del nostro tempo” (Milano, Marinotti); Tecnica e architettura” (Milano, Cortina); Dall'Islam a Prometeo, Milano, Rizzoli); Fondamento della contraddizione, Milano, Adelphi,. Nascere. E altri problemi della coscienza (Milano, Rizzoli,  Milano, BUR,. Sull'embrione, Milano, Rizzoli, Il muro di pietra. Sul tramonto della tradizione filosofica, Milano, Rizzoli); Ricordati di santificare le feste” (Milano, AlboVersorio); “L'identità della follia” (Milano, Rizzoli). “Oltrepassare” (Biblioteca Filosofica, Milano, Adelphi); Etica e Scienza” (Milano, Editrice San Raffaele,  Immortalità e destino, Milano, Rizzoli, La buona fede. Sui fondamenti della morale, Milano, Rizzoli, Volontà, fede e destino, D. Grossi, Milano-Udine, Mimesis); L'etica del capitalismo e lo spirito della tecnica, e sulla pena di morte, Milano, AlboVersorio, La ragione, la fede, Milano, AlboVersorio,  L'identità del destino. Milano, Rizzoli, Il diverso come icona del male, Torino, Bollati Boringhieri,  Democrazia, tecnica, capitalismo, Brescia, Morcelliana,  Discussioni intorno al senso della verità, Pisa, ETS, La guerra e il mortale, L. Taddio, Milano-Udine, Mimesis. Macigni e spirito di gravità. Riflessione sullo stato attuale del mondo, Milano, Rizzoli,. L'intima mano, Biblioteca Filosofica, Milano, Adelphi); Volontà, destino, linguaggio. Filosofia e storia dell'Occidente, U. Perone, Torino, Rosenberg e Sellier, Istituzioni di filosofia, Brescia, Morcelliana); Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia, Milano, Rizzoli,; Milano, BUR,. La bilancia. Milano, BUR, Del bello, Milano, Mimesis,,  La morte e la terra, Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi,. Capitalismo senza futuro, Rizzoli, Milano,. Educare al pensiero, Brescia, La Scuola,. Pòlemos, Milano, Mimesis, Intorno al senso del nulla, Milano, Adelphi,. L'etica del capitalismo e lo spirito della tecnica. E la pena di morte, Milano, AlboVersorio, La potenza dell'errare. Sulla storia dell'Occidente, Milano, Rizzoli,. Il morire tra ragione e fede, Venezia, Marcianum, Parliamo della stessa realtà? Per un dialogo tra Oriente ed Occidente, Milano, Jaca, Sul divenire. Modena, Mucchi,. Piazza della Loggia. Una strage politica, I. Bertoletti, Brescia, Morcelliana,. In viaggio con Leopardi. La partita sul destino dell'uomo, Milano, Rizzoli,. Dike, Biblioteca Filosofica, Milano, Adelphi,. Cervello, mente, anima, Brescia, Morcelliana, Storia, Gioia, Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi, Il tramonto della politica. Considerazioni sul futuro del mondo, Milano, Rizzoli); “L'essere e l'apparire” Brescia, Morcelliana, Dell'essere e del possibile, cMilano, Mimesis,.  Sulla verità e la morte, Milano, Rizzoli, Il nichilismo e la terra, Milano, Mimesis, Testimoniando il destino, Biblioteca Filosofica, Milano, Adelphi,  Ontologia e violenza. Milano, Mimesis,  Aristotele, I principi del divenire. Libro primo della Fisica (Brescia, La Scuola). Filosofo dell'eterno. Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia, Milano, Rizzoli,  Parmenideo, su la Repubblica,  Scianca, Addio a Emanuele Severino: ecco chi era il grande filosofo dell'essere, su Il Primato Nazionale,  Bovegno, il filosofo cittadino onorario, su giornaledibrescia  «L'esperimento di Barzaghi è importante e va seguito con attenzione. [...] Immerso nell'alienazione, il cristianesimo è come una casa invisibile di cui qualcuno dice, indicando un banco di nebbia: "Là c'è una casa". Che cosa si riuscirebbe a vedere se la nebbia (l'alienazione) diradasse? Forse una casa. Ma forse nulla. Nel primo caso, il cristianesimo avrebbe ancora qualcosa da dire, e di grande» (E. Severino, Nascere. E altri problemi della coscienza religiosa).  «Rigoroso fino alla fine. Solo un po' più triste», in Bresciaoggi,  Emanuele Severino, il tributo si celebrerà a Palazzo Loggia, in Bresciaoggi. Ecco perché la giovane Italia va in malora", su il Fatto Quotidiano, P. Odifreddi, La scienza sotto tiro, su la Repubblica, D. Fusaro e D. Didero, Filosofico.net. Gianluca Miligi et al., "Sguardo su Emanuele Severino", su filosofia.)  "filosofo poetante" cf. La Guerra,  occorre riconoscere che le sue posizioni, qualunque sia il giudizio che si pensa di dover dare su di esse, non sembrano aver avuto, perlomeno fino ad ora, un vero e proprio seguito tra coloro che si occupano professionalmente di filosofia.» (Cfr. Mauro Visentin, Il neoparmenidismo italiano. Le premesse storiche e filosofiche, Napoli, Bibliopolis)  Neoparmenidismo, su filosofia.  Se noi potessimo mai non essere, già adesso non saremmo. La prova più certa della nostra immortalità è il fatto che noi ora siamo. Perché ciò dimostra che su di noi il tempo non può nulla: in quanto è già trascorso un tempo infinito. È del tutto impensabile che qualcosa che è esistito una volta, per un momento, con tutta la forza della realtà, dopo un tempo infinito possa non esistere: la contraddizione è troppo grossa. Su questo si fondano la dottrina cristiana del ritorno di tutte le cose, quella induista della creazione del mondoche si ripete continuamente a opera di Brahma, e dogmi analoghi di Platone e altri filosofi.» (A. Schopenhauer)  D. Sperduto, Vedere senza vedere ovvero Il crepuscolo della morte, Schena ed., Fasano di Brindisi, "Ritornare a Velia", in Essenza del Nichilismo, Brescia, Aristotele, Liber de Interpretatione, essenza del nichilismo, follia estrema ed estremamente nascosta: la persuasione che gli essenti, in quanto tali, escano dal loro non essere e vi ritornino: la persuasione che vi sia un tempo in cui l'essente (prima di essere e dopo il suo essere) sia nulla, che il non niente sia niente: la persuasione che è il culmine in cui si mantiene l'intera storia dell'Occidente. sDestino della necessità, Milano, Adelphi, L'alienazione dell'Occidente. Quadrivium, Genova); “La struttura originaria, Milano, Adelphi, Sito web Amadori F., Il libero arbitrio, "Filosofia" Antonelli A., Verità, nichilismo, prassi. Roma, Armando, Berto F., La dialettica della struttura originaria, Padova, Poligrafo, Crapanzano G.E., L'immutabilità del diveniente. Roma, Gruppo Albatros Il Filo, Cusano N., Capire Severino. La risoluzione dell'aporetica del nulla, Milano, Mimesis Cusano N., Emanuele Severino. Oltre il nichilismo, Brescia, Morcelliana,. Dal Sasso A., Dal divenire all'oltrepassare. La differenza ontologica, Roma, Aracne, Dal Sasso A., Creatio ex nihilo. Tra attualismo e metafisica” (Milano, Mimesis); Giovanni B., Sul divenire. Gentile e Severino, Napoli, Scientifica,. De Paoli M., “Furor Logicus” (Milano, Angeli); Aporia del fondamento, Napoli, Città del Sole); Fabro C., L'alienazione Genova, Quadrivium, Goggi G., Al cuore del destino. Milano, Mimesis Goggi, G., Vaticano. Magliulo, N., Quaestiones disputatae, Milano-Udine, Mimesis,. Mauceri, L., La hybris originaria. M. Cacciari Napoli-Salerno, Orthotes Editrice,. Messinese L., L'apparire del mondo. sulla struttura originaria Milano, Mimesis, L. Messinese, Il paradiso della verità. Pisa, ETS,. Messinese L., Stanze della metafisica. Carlini, Bontadini, Brescia, Morcelliana,. Messinese L., Né laico, né cattolico. Severino, la Chiesa, la filosofia, Bari, Dedalo,. Petterlini A., Brianese G. e Goggi G., Le parole dell'Essere. Per Emanuele Severino, Milano, Mondadori, Poma P., Necessità del divenire. Una critica a Emanuele Severino, Pisa, ETS,. Saccardi F., Metafisica e parmenidismo – I veliani, Il contributo della filosofia neoclassica, Napoli-Salerno, Orthotes,. Scilironi C., Ontologia e storia, Abano Terme, Francisci, Scurati M., Pensare l'identità.  Milano, Alboversorio, Simionato M., Nulla e negazione. L'aporia del nulla (Pisa, Plus); Soncini U., Il senso del fondamento in Genova, Marietti, Spanio D., Il destino dell'essere. Brescia, Morcelliana,. Sperduto D., Vedere senza vedere ovvero Il crepuscolo della morte, Fasano di Brindisi, Schena Editore, Sperduto D., Maestri futili? Gabriele D'Annunzio, Carlo Levi, Cesare Pavese, Roma, Aracne, Sperduto D., Il divenire dell'eterno. Su Severino (e Dante), Prefazione di L. Messinese, Roma, Aracne,. Testoni I., Emanuele Severino, La follia dell'angelo, Milano, Mimesis, Tarca L.V., Verità, alienazione e metafisica. Rilettura critica della proposta filosofica di Emanuele Severino, Treviso, Mevio Washington, Valent I., Cura e salvezza. Saggi dedicati, Bergamo, Moretti & Vitali, Visentin M., Tra struttura e problema. Note intorno al pensiero di E. Severino, Venezia, Marsilio [ora in Il neoparmenidismo italiano, IDal neoidealismo al neoparmenidismo, Napoli, Bibliopolis, Metafisica Ontologia Episteme Nichilismo Leopardi  Velia Valent Galimberti. Treccani Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Associazione spazio interiore ambiente, V. Ursini. Emanuele Severino. Severino. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Severino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51717861318/in/photolist-2mUvtTW-2mU9Yr9-2mTTTX6-2mTWT7L-2mTsNRZ-2mTcXro-2mSEtHs-2mSg7gF-2mS8HB8-2mS3yF6-2mRFcpq-2mRw6pM-2mRh74B-2mQPiYS-2mPQGvz-2mPFSS9-2mPEQVF-2mPrb68-2mPkobg-2mPnrMV-2mNzeEc-2mN8ym7-2mN9ZxJ-2mMJokF-2mLP4Rj-2mKG6xL-2mLMNn5-2mLNSQH-2mLKLVL-2mKGVU3-2mKwuhr-2mKMdFR-2mKC3nj-2mKuZ8r-2mKgT2F-2mJTejc-2mJPC2N-2mKuzCc-2mGT6p1-2mEiqh9-2mLKKZn-2mLEdXM-2mPCgo1-2mKGTYe-2mKBsEN-nUhtcD

 

Grice e Sforza – iustum/iussum – tra idealismo e positivismo -- filosofia italiana –  Luigi Speranza (Forli). Filosofo. Direttore del Resto del Carlino. Insegna a Roma. Autore di importanti saggi di filosofia del diritto quali Il concetto, il diritto e la giurisprudenza naturale, Filosofia del diritto e filosofia della storia, Idee e problemi di filosofia giuridica, ecc. Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Widar Cesarini Sforza. Sforza. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sforza” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691577846/in/photolist-2mKToRT-2mKHdnD-2mKTyvC-2mKQdR6-2mKNRbN-2mKSjhd-2mPsUUV-2mKw3hq-2mKDwcr-ogrXod-ofU45L-noi1fT-nfGJgU

 

Grice e Sgalambro – della misantropia – filosofia dell’isola di Sicilia – filosofia siciliana – filosofia italiana – Luigi Speranza (Lentini). Filosofo. important Italian philosopher. La sua filosofia è nichilista, definizione spesso respinta da lui stesso, ma talvolta anche accettata, e si può piuttosto definire un'originale sintesi tra la filosofia della vita di Schopenhauer e il materialismo e pessimismo di Rensi, con le influenze dell'esistenzialismo sui generis di Cioran, di alcuni temi della scolastica e della teologia empia e naturalistica di Vanini e Mauthner. Noto anche per la collaborazione con F. Battiato. Da una famiglia benestante (il padre era un farmacista), osserva un riserbo quasi conventuale nella sua vita privata, fornendo tuttavia alcuni elementi biografici nelle sue interviste o presentazioni. Dopo l'infanzia trascorsa a Lentini, si trasferisce a Catania. S’iscrive a Catania. Dicedo di non iscrivermi in filosofia perché la coltivavo già autonomamente. Mi piace il diritto penale e per questo scelsi la facoltà di Giurisprudenza. Inoltre non si trova d'accordo con la cultura filosofica dominante allora nelle accademie, troppo legata all'idealismo di Croce e Gentile. Erano loro che occupavano tutto lo spazio culturale. Ma io non mi ritrovo affatto in quei sistemi complessi e completi, dove ogni cosa era già stata incasellata. Per me, filosofare e una destructio piuttosto che una costructio. Sono uno che noto le rovine, piuttosto che la bellezza. Questo e un po' scomodo, e non certamente accademico. Il reddito che proveniva da un agrumeto (lasciatogli in eredità dal padre) non basta più, così sceglie di integrarlo compilando tesi di laurea e facendo supplenze nelle scuole. Il matrimonio è un momento, come dice Hegel, in cui la realtà determinata entra in un individuo. Dunque il matrimonio non coincide semplicemente con l'amore per una persona, ma con la durata. Ecco dove sta l'essenza, quasi teologica, del matrimonio. E dichiaratamente ateo anche se crede nella reincarnazione, come ricordato anche da Battiato, e ha avuto un funerale religioso. Vive da solo nella sua casa catanese. Che non ci sia niente di peggiore del mondo, non si deve dimostrare. Ripete spesso che non possedeva titoli né lauree per i biglietti da visita e quindi come sia riuscito a diventare un filosofo e  «un mistero» che egli stesso stenta a spiegarsi. Il suo primo contatto con un saggio filosofica avviene quando legge “La formazione naturale nel fatto del sistema solare” di Ardigò. Inizia a collaborare a “Prisma”. Il suo primo saggio è “Paralipomeni all'irrazionalismo” dove, influenzato da Rensi, sviluppa un attacco all'idealismo crociano allora in piena egemonia. S’ispira anche all'ironia di Karl Kraus di cui ama lo stile aforistico. Se Karl Kraus avesse scritto Il Capitale lo avrebbe fatto in tre righe. Scrive per “Incidenze”“Crepuscolo e notte” (Messina, Mesogea), un saggio di "esistenzialismo negativo". Scrive anche per la rivista Tempo presente. Decide di organizzare la sua filosofia in un saggio sistematica. Manda “La morte del sole” con un biglietto di due righe ad Adelphi. “E lì è rimasto.” “Ma siccome io sono fatto in questo modo, non ho chiesto niente. Poi è arrivata una telefonata. Mi chiedevano di andare a Milano, per prendere contatto con l'editore. R. Calasso mi dice che “La morte del sole” (Milano, Adelphi) non e maturo, e marcio: ed e esattamente così. Pubblica “Trattato dell'empietà: (Adelphi, Milano); Anatol (Adelphi, Milano), Del pensare breve (Adelphi, Milano) Dialogo teologico (Adelphi, Milano), Dell'indifferenza in materia di società (Adelphi, Milano), La consolazione (Adelphi, Milano), Trattato dell'età – una lezione di metafisica (Adelphi, Milano), “De mundo pessimo” (Adelphi, Milano); “La conoscenza del peggio” (Adelphi, Milano); “Del delitto” (Adelphi, Milano) e “Della misantropia” (Adelphi, Milano). Viene avvicinato al nichilismo. Talvolta ha respinto la definizione, mentre altre volte l'ha accettata, nel senso di un nichilismo attivo e demolitore, non passivo e chiuso. Indubbiamente questa visione è nell'intimo di me stesso. Per un nichilista le cose -- il Papa, Mussolini, un vaso di terracotta -- si equivalgono. Questo non significa che non si ha il senso di ciò che vale. Significa piuttosto che si prova a romperlo come si può, per esempio con il martello del pensare. Intanto con alcuni amici avvia una piccola attività editoriale a Catania. Nasce così la De Martinis. All'interno di questa casa editrice, si occupa di saggistica, pubblicando un paio di propri testi – “Dialogo sul comunismo” (Martiniis, Catania) e “Contro la musica – sull’ethos del ascolto” (Martiniis, Catania) -- e ristampando Vanini e di Julien Benda.  Suscita polemiche una sua intervista a F. Battistini sulla mafia, dove critica anche L. Sciascia e il mito dell'anti-mafia militante (che tra l'altro fu criticata da Sciascia stesso. L'immagine della Sicilia. C'è, come no? Ma cercarla in faccende di Cuffaro e di Gabanelli è come cercare un tesoro fra le spine dei fichi d'India. Cercare che cosa, poi? La griglia mafiosa è una gabbia. È chiaro che ha ragione la Gabanelli e che Cuffaro vuole cancellare a suo modo la mafia, con un tratto di parole. Ma contesto che la mafiosità sia una chiave di conoscenza. Non cambio idea. La mafia è un concetto astratto. E gl’astratti si distruggono con la logica, non con la polizia. La polizia può arrestare la mafia. Eliminarla, mai. Quello che importa è la Mafia maiuscola, concetto generale e perciò indistruttibile. La mafia in sé non mi fa venire in mente nulla. Come la patria, i morti di Solferino. Cose vetuste. Sciascia e lo scrittore sociale, un maestro di scuola che vuole insegnarci le buone maniere sociali. Ma rivisitarlo oggi è come rileggere Pellico. La sua funzione si è esaurita. La mafia è l'unica economia reale di quest'isola. Ci sono fenomeni della storia, ricchezze che non si possono fare con le mani pulite. Qui la ricchezza è sempre stata fondiaria, senza investimenti. La ricchezza è per sua natura sporca. Basta col gioco della spartizione -- è mafioso o no? Domande da periodo di lotte religiose -- è luterano o cattolico? In Sicilia sono arrivati anche i laici, per fortuna. Definisce poi C. Fava "quel piagnone", affermando che "i famosi Cavalieri", soprannome dato dal padre di Fava a quattro imprenditori catanesi considerati collusi con Cosa nostra, erano l'unica economia possibile» per la città. -- è tornato in maniera sarcastica sull'argomento. Considero la Sicilia come un fenomeno estetico e non ne cambierei nulla. In questo senso potrei dire che mi considero un mafioso. E attaccato da F. Ferrarotti che lo define un neo-reazionario e di "intolleranza aristocratica e silenzio sulla mafia. Alla sua isola ha dedicato “Teoria della Sicilia”. Là dove domina l'elemento insulare è impossibile salvarsi. Ogni isola attende impaziente di inabissarsi. Una teoria dell'isola è segnata da questa certezza. Un'isola può sempre sparire. Entità talattica, essa si sorregge sui flutti, sull'instabile. Per ogni isola vale la metafora della nave. Vi incombe il naufragio. Oltre ai saggi per Adelphi, pubblica per Bompiani Teoria della canzone, Variazioni e capricci morali, e due raccolte di poesie, frammenti di una biografia per versi e voce e Marcisce anche il pensiero (frammenti di un poema), nonché L'impiegato di Filosofia, nel quale ironicamente afferma di aver rinunciato alla filosofia ritrovandosi più filosofo che mai, curioso libretto stampato in un museo della stampa con caratteri mobili, edito da La Pietra Infinita. Pubblica “Del metodo ipocondriaco” (Il Girasole, Valverde), Quaternario (racconto parigino), la raccolta di poesie Nell'anno della pecora di ferro, e Dal ciclo della vita. La matematica è il tribunale del mondo. Il numero è ordine e disciplina. Ciò con cui si indica lo scopo della scienza, tradisce col termine la cosa. L'ordine, già il termine ha qualcosa di bieco, che sa di polizia, adombra negli adepti le forze dell'ordine cosmico, i riti cosmici. L'autentico sentimento scientifico è impotente davanti all'universo. L'inflazione che caccia nelle mani dell'individuo, in un gesto solo, miliardi di marchi, lasciandolo più miserabile di prima, dimostra punto per punto che il denaro è un'allucinazione collettiva. Avviene l'incontro con F. Battiato, del tutto casualmente, perché presentavano insieme un volume di poesie dell'amico comune A. Scandurra. Battiato gli chiede un appuntamento per proporgli di scrivere il libretto di “Il cavaliere dell'intelletto”. Un anno fa non ci conoscevamo neppure. Da allora non abbiamo fatto altro che lavorare insieme. Lui e anche un filosofo, ma per me è un talento che mi stimola e arricchisce. Mi sembra impossibile tornare a scrivere i testi delle mie cose. In mezzo a tutto questo, mi capitò tra i piedi Battiato. Per un certo verso direi che è stato uno di quegli incontri che ti portano fuori strada, ma questa è una percezione che ho avuto molto tardi. A volte trovo che è come se tutto quel tempo io lo abbia perduto. La questione sta nel vedere se sia possibile recuperarlo. Accetta e risponde ironicamente all'invito di Battiato chiedendogli di scrivere insieme un disco di musica pop. Tra lui e Battiato si sviluppa un sodalizio artistico e umano, anche se non sempre facile. Anche perché io non sono un grande seguace dell'amicizia. Con Battiato abbiamo avuto lunghe liti, che duravano parecchio. Poi uno dei due, in genere lui, telefonava e il rapporto riprendeva. Tutti i litigi erano per un rigo da cambiare in una canzone. Io non accetto le esigenze della musica e per lui questo e costoso. Il suo impegno in politica? Non ho mai capito come si sia potuto lasciare tentare, tutti i giorni ho cercato di convincerlo a levarsi, solo ora per fortuna sta tornando in se stesso. Collabora a quasi tutti i progetti di Battiato, per cui scrive:  i libretti delle opere Il cavaliere dell'intelletto su Federico II di Svevia, Socrate impazzito, Schopenhauer e Telesio, Campi magnetici; L'ombrello e la macchina da cucire, L'imboscata, Gommalacca, Ferro battuto, Dieci stratagemmi, Il vuoto, Apriti sesame, Perduto amor, Niente è come sembra, Auguri don Gesualdo Bufalino). Benché affermasse che la canzone era per lui "una distrazione", scrive testi di canzoni anche per Patty Pravo (Emma), Alice (Come un sigillo, Eri con me), Il movimento del dare, Marie ti amiamo, Non conosco nessun Patrizio, (Facciamo finta che sia vero ed Aurora).  Dopo essere intervenuto anche ai concerti di Battiato, si cimenta lui stesso con la musica e pubblica il singolo. In una rappresentazione de L'histoire du soldat di Igor' Stravinskij interpreta la voce narrante, con Battiato nella parte del soldato e Giovanni Lindo Ferretti in quella del Diavolo.  Pubblica Fun club, prodotto da F. Battiato e Saro Cosentino. Un alleggerimento che considero doveroso. Dobbiamo sgravare la gente dal peso del vivere, invece che dare pane e brioches. Questa volta, mi sono sgravato anch'io. E poi, la musica leggera ha questo di bello, che in tre minuti si può dire quanto in un libro di 400 pagine o in un'opera completa a teatro.Dà la voce all'aereo DC-9 Itavia nell'opera Ultimo volo di Pippo Pollina sulla strage di Ustica.  La canzone della galassia, cantata assieme al gruppo sardo-inglese Mab.  Torna ad esibirsi in un pub di Catania, assieme al S. Fazio e S. Cantarella. Finita l'esibizione alla presenza di Pippo Russo e F. Battiato, seguì il concerto delle Lilies on Mars, band formata da due ex componenti del gruppo MAB (Masia e Cristofalo), band che si era esibita con Battiato in Il vuoto.  Di passaggio (L'imboscata) recita: La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli e quelli mutando son questi. Interviene in Shakleton, da Gommalacca. In Invito al viaggio (da Fleurs) recita: «Ti invito al viaggio in quel paese che ti somiglia tanto. I soli languidi dei suoi cieli annebbiati hanno per il mio spirito l'incanto dei tuoi occhi quando brillano offuscati. Laggiù, tutto è ordine e bellezza, calma e voluttà; il mondo s'addormenta in una calda luce di giacinto e d'oro; dormono pigramente i vascelli vagabondi, arrivati da ogni confine per soddisfare i tuoi desideri. I fiori del male. Corpi in movimento, Campi magnetici, recita. Se io, come miei punti, penso quali si vogliano sistemi di cose, per esempio, il sistema: amore, legge, spazzacamino e poi non faccio altro che assumere tutti i miei assiomi come relazioni tra tali cose, allora le mie proposizioni, per esempio, il teorema di Pitagora, valgono anche per queste cose. D. Hilbert, Lettera a Frege. Partecipa a quasi tutti i tour di F. Battiato:  Recita versi in latino sul brano di Battiato  Canzone chimica: «Bacterium flourescens liquefaciens, Bacterium histolyticum, Bacterium mesentericum, Bacterium sporagenes, Bacterium putrificus.  Esegue una nuova versione con il testo riadattato in chiave filosofica. Accetta il consiglio. Canta due brevi strofe dei suoi versi nella canzone La porta dello spavento supremo, Dieci stratagemmi di Battiato. Quello che c'è ciò che verrà ciò che siamo stati e comunque andrà tutto si dissolverà Sulle scogliere fissavo il mare che biancheggiava nell'oscurità tutto si dissolverà. La porta dello spavento supremo. Il sogno; “Teoria della canzone, Milano, Bompiani, Frammenti di una biografia per versi e voce), Bompiani, Milano, Poesie, A. Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Segrete (AContiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Opus postumissimum; Firenze, Giubbe Rosse, Dolore e poesia (Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita,  Contro la musica. (Sull'ethos dell'ascolto) e Dialogo sul comunismo), Quaternario. Racconto parigino” (Valverde, Girasole); “Frammenti di una biografia” (Milano, Bompiani); “La consolazione, L'impiegato di filosofia” (Reggio Emilia, La Pietra Infinita); “Nell'anno della pecora di ferro” (Valverde, Girasole); Marcisce anche il pensiero. Frammenti di un poema, Opus postumissimum” (Milano, Bompiani); “Teoria della canzone” (Milano, Bompiani); Variazioni e capricci morali” Milano, Bompiani,  Dal ciclo della vita” (Valverde, Girasole); Devozione allo spazio in Giuseppe Raciti, Dello spazio, Catania, CUECM, Sciascia e le aporie del fare in Sciascia. Scrittura e verità, Palermo, Flaccovio, Carpe veritatem, La filosofia delle università” (Milano, Adelphi); “Empedocle o della fine del ciclo cosmico” in A. Grado, Grandi siciliani. Tre millenni di civiltà” (Catania, Maimone); “Gentile o del pensare” in A. Grado, “Grandi siciliani. Tre millenni di civiltà(Catania, Maimone); Post scriptum in P. Barcellona, Lo spazio della politica. Tecnica e democrazia” (Roma, Riuniti); “Un discorso coerente sui rapporti tra Dio e il mondo” (Catania, De Martinis); “La filosofia dell'autorità” (Catania, De Martinis); quarta di copertina prefazione in A. Scandurra, Trigonometria di ragni, Milano, All'Insegna del Pesce d'Oro, La malattia dello spazio in Insulæ. L'arte dell'esilio, Genova, Costa & Nolan, “Vanini e l'empietà” Vanini, “Confutazione delle religioni” (Catania, De Martinis); “Breve introduzione in Giuseppe Tornatore, Una pura formalità, Catania, De Martinis, Piccola glossa al “Trattato della concupiscenza” in Bossuet, Trattato della concupiscenza, Catania, De Martinis, Klaus Ulrich Leistikov, Mantrana. Un gioco, Catania, De Martinis); “Gentile e il tedio del pensare in Giovanni Gentile, L'atto del pensare come atto puro” (Catania, De Martinis); Manlio Sgalambro, Il bene non può fondarsi su un Dio omicida in C. Martini U. Eco, In cosa crede chi non crede?, Roma, Liberal, Sciascia e le aporie del fare in L. Sciascia. La memoria, il futuro, M. Collura, Milano, Bompiani, T. Ottonieri, Elegia sanremese, Milano, Bompiani, La morale di un cavallo in O. Cappellani, La morale del cavallo, Scordia, Nadir, PM. Cosentino, I sistemi morali, Catania, Boemi, postfazione in Domenico Trischitta. Il miraggio in celluloide, Catania, Boemi, Piccole note in margine a Salvo Basso in S. Basso, Dui, Catania, Prova d'Autore, Il fabbricante di chiavi L. Ingaliso, Nell'antro del filosofo. Dialogo, Catania, Prova d'Autore, postfazione in Alessandro Pumo, Il destino del corpo. L'uomo e le nuove frontiere della scienza medica, Palermo, Nuova Ipsa, Sodalizio in Franco Battiato. L'alba dentro l'imbrunire (allegato a F. Battiato. Parole e canzoni), Vincenzo Mollica, Torino, Einaudi, Del vecchio in Riccardo MondoLuigi Turinese, Caro Hillman. Venticinque scambi epistolariTorino, Bollati Boringhieri, I malnati, Porretta Terme, I Quaderni del Battello Ebbro, seconda di copertina, Lettera a un giovane poeta in Luca Farruggio, Bugie estatiche, Roma, Il Filo, prefazione in Toni Contiero, Reggio Emilia, Aliberti, Teoria della Sicilia in Guido Guidi Guerrera, Battiato. Baiso, Verdechiaro, M. Falzone, F. Battiato. La Sicilia che profuma d'oriente, Palermo, Flaccovio, Una nota in F.  Battiato, In fondo sono contento di aver fatto la mia conoscenza (allegato a Niente è come sembra), Milano, Bompiani, L’ethos della musica in Bruno Monsaingeon, Incontro con Nadia Boulanger, Palermo, rue Ballu, prefazione in Arnold de Vos, Il giardino persiano, Fanna (PN), Samuele, Manlio Sgalambro, prefazione in Angelo Scandurra, Quadreria dei poeti passanti, Milano, Bompiani, seconda di copertina Sull'idea di nazione in Catania. Non vi sarà facile, si può fare, lo facciamo. La città, le regole, la cultura, Catania, ANCE, Dicerie in F. Battiato, Auguri don Gesualdo, Milano, Bompiani, postfazione in C. Guarrera, Occhi aperti spalancati, Messina, Mesogea, Di un fantasma e di mari, Catania, Prova d'Autore, Nota in Georges Bataille, W.C., A. Contiero, Massa, Transeuropa, Massa, prefazione in Giampaolo Bellucci, Un grappolo di rose appese al sole, Villafranca Lunigiana, Cicorivolta, prefazione in Pourparler, Catania, Prova d'Autore, Apologia del teologo in F. Presutti, “Deleuze e Sgalambro: dell'espressione avversa” (Catania, Prova d'Autore); Riflessione in M. Scuriatti, Mico è tornato coi baffi, Milano, Bietti, Presentazione in A. Rotoletti, Circoli di conversazione a Biancavilla, Modugno, Arti Grafiche Favia, Il senso della bellezza in F. Battiato, Jonia me genuit. Discografia leggera, discografia classica, filmografia, pittura, Firenze, Della Bezuga, Moralità plutarchee in Domenico Trischitta, Catania, Il Garufi, La città dei morti in Luigi Spina, Monumentale. Un viaggio fotografico all'interno del gran camposanto di Messina, Milano, Electa, prefazione in Ghesia Bellavia, Fermo immagine, Catania, Il Garufi, Sulla mia morte in F. Battiato, Attraversando il bardo. Sguardi sull'aldilà, Milano, Bompiani); Fun club, Milano, Sony,Sony, feat. Mab, La canzone della galassia, Milano, Sony, L'ombrello e la macchina da cucire, Breve invito a rinviare il suicidio, Piccolo pub, Fornicazione, Gesualdo da Venosa, Moto browniano, Tao, Un vecchio cameriere, L'esistenza di Dio) in F. Battiato, L'ombrello e la macchina da cucire, Milano, EMI, Di passaggio, Strani giorni, La cura, Amata solitudine, Splendide previsioni, Ecco com'è che va il mondo, Memorie di Giulia, e Di passaggio in F. Battiato, L'imboscata, Milano, Polygram,  voce (Canzone chimica) in Franco Battiato, L'imboscata live tour (registrazione video di un concerto), Milano, Polygram, Emma Bovary in Patty Pravo, Notti, guai e libertà, Milano, Sony, Casta diva, Il ballo del potere, La preda, Il mantello e la spiga, È stato molto bello, Quello che fu, Vite parallele, Shackleton in F. Battiato, Gommalacca, Milano, Polygram, Medievale, Invito al viaggio in F. Battiato, Fleurs. Esempi affini di scritture e simili, Milano, Universal, La quiete dopo un addio, Personalità empirica, Il cammino interminabile, Lontananze d'azzurro, Sarcofagia, Scherzo in minore, Il potere del canto, Personalità empirica in F. Battiato, Ferro battuto, Milano, Sony, Invasione di campo in  Invasioni, Come un sigillo in F. Battiato, Fleurs, Milano, Sony, Non dimenticar le mie parole in F. Battiato, Perduto amor, Milano, Sony, voce (Shackleton, Accetta il consiglio) in F. Battiato, Milano, Sony, Tra sesso e castità, Le aquile non volano a stormi, Ermeneutica, Fortezza Bastiani, Odore di polvere da sparo, Conforto alla vita, 23 coppie di cromosomi, Apparenza e realtà, La porta dello spavento supremo)  in F.Battiato, Dieci stratagemmi. Attraversare il mare per ingannare il cielo, Milano, Sony, in Un soffio al cuore di natura elettrica (registrazione audio e video di un concerto), Milano, Sony, Il vuoto, I giorni della monotonia, Aspettando l'estate, Niente è come sembra, Tiepido aprile, Io chi sono?, Stati di gioia e dell'adattamento in italiano di Era l'inizio della primavera (da Tolstoj) in F. Battiato, Il vuoto, Milano, Universal,  Il movimento del dare, Milano, Sony, testi (Tutto l'universo obbedisce all'amore, Del suo veloce volo (da Antony Hegarthy, Frankenstein) in F. Battiato, Fleurs 2, Universal, testo (Marie ti amiamo) in Carmen Consoli, Elettra, Milano, Universal, 'U cuntu in F. Battiato, Il tutto è più della somma delle sue parti, Milano, Universal, testo (Non conosco nessun Patrizio!) in Milva, Non conosco nessun Patrizio!, Milano, Universal,  Facciamo finta che sia vero) in Adriano Celentano, Facciamo finta che sia vero, Milano, Universal,  Eri con me) in Alice, Samsara, Arecibo,  tUn irresistibile richiamo, Testamento, Quand'ero giovane, Eri con me, Passacaglia, La polvere del branco, Caliti junku, Aurora, Il serpente, Apriti sesamo) in F. Battiato, Apriti sesamo, Milano, Universal,  Strani giorni, in F. Battiato, Milano, Polygram, Patty Pravo, Emma Bovary, Milano, Sony, F, Battiato, Milano, Polygram, Il ballo del potere, Emma, L'incantesimo in Franco Battiato,Milano, Polygram, Sarcofagia, In trance) in F. Battiato, Milano, Sony, testo in F. Battiato, Il vuoto, Milano, Universal, F. Battiato feat. Carmen Consoli, Tutto l'universo obbedisce all'amore, Milano, Universal,  F. Battiato, Inneres Auge, Milano, Universal, F. Battiato, Passacaglia, Milano, Universal; Il cavaliere dell'intelletto, i Palermo, testi e attore in Martin Kleist, Socrate impazzito Catania) testi e attore in Franco Battiato, Fano, attore in Igor' Fëdorovič Stravinskij, L'histoire du soldat, inedito, (Roma,  libretto e voce (Corpi in movimento, La mer) in Franco Battiato, Campi magnetici. I numeri non si possono amare, Milano, Sony, (Firenze) voce (Volare è un'arte, Negli abissi, Pratica di mare, A tu per tu con il Mig, Verso Bologna, Simulacro) in P. Pollina, Ultimo volo. Orazione civile per Ustica, Bologna, Storie di Note, Bologna) attore Carlo Guarrera, Frammenti per versi e voce, Catania, Battiato, Telesio. Opera in due atti e un epilogo, Milano, Sony,  Cosenza, Martino Alliata in F. Battiato, Perduto amor, Giarre, L'Ottava, nobile senese, in F. Battiato, Musikanten, Giarre, L'Ottava, F. Battiato, “Niente è come sembra” (Milano, Bompiani); Intervento in D. Consoli, La verità sul caso del signor Ciprì e Maresco, Zelig, intervento in F. Battiato, Auguri don Gesualdo, Milano, Bompiani,  intervento in M. Perrotta, Sicilia di sabbia, Movie Factory,  intervento in F. Battiato, Attraversando il bardo. Sguardi sull'aldilà, Milano, Bompiani,  Videoclip attore in Battiato, L'ombrello e la macchina da cucire, attore in Franco Battiato, Di passaggio, attore in Franco Battiato, Strani giorni, attore in Franco Battiato, Shock in my town, attore in Franco Battiato, Running against the grain, attore in F. Battiato, Bist du bei mir, attore in Franco Battiato, Ermeneutica, attore in Battiato, La porta dello spavento supremo, attore in F. Battiato, Il vuoto, attore in Franco Battiato, Inneres Auge, F. Battiato, F. Niso, Comunità dello sguardo (Torino, Giappichelli); L. Ingaliso, “Nell'antro del filosofo” (Catania, Prova d'Autore);  A. Cantello, Uno scherzo mimetico che possa introdurre ad una filosofia, Mas Club, L'ultimo chierico, Messina, Mesogea,  Caro misantropo. Saggi e testimonianze Antonio CarulliFrancesco Iannello, Napoli, La Scuola di Pitagora,  Salvatore Massimo Fazio, Regressione suicida. Dell'abbandono disperato di Emil Cioran, Barrafranca, Bonfirraro,  Breve invito all'opera, Davide Miccione, Caltagirone,  Lettere da Qalat,  A. Carulli, Introduzione a Sgalambro, Genova, Il Melangolo,  Antonio CarulliPiercarlo Necchi, La piccola verità. Quattro saggi (Milano, Mimesis); S. Zavoli, Le ombre della sera in Di questo passo. Cinquecento domande per capire dove andiamo, Torino, Nuova ERI, C. Rizzo, De consolatione theologie in M. Iiritano, S. Quinzio. Profezie di un'esistenza, Soveria Mannelli, Rubettino, A. Matteo, il dovere dell'empietà in Della fede dei laici. Il cristianesimo di fronte alla mentalità postmoderna, Soveria Mannelli, Rubettino, S. Lanuzza, Il filosofo insulare in Erranze in Sicilia” (Napoli, Guida); P. Aprile, Giù al sud. Perché i terroni salveranno l'Italia, Segrate, Piemme, Marco Risadelli,A. Nizza, Polisofia, Roma, Nuova Cultura, Per la critica della notte. Saggio sul Tramonto dell’Occidente (Milano, Mimesis); E. Arosio, Ora, il mondo in L'Espresso, S. Lanuzza, Il pensiero ipocondriaco in Il Ponte, Gerd Bergfleth, Finis mundi, A. Corda, filosofo irregolare in Arenaria, G. Raciti, Maestro cattivo per elezione in Ideazione, F. Raffaele, Intorno alla creatività filosofica. A colloquio con in Parolalibera, F. Nisio, l'unico che canta. Mille sguardi, II in Democrazia e diritto. Guerra e individuo, M. Faletra, Dialogo, Cyberzone F. Presutti,  Il cavaliere dell'intelletto in Freetime. Sicilia,  M. Faletra, La pistola,  in//peppinoimpastato.com/visualizza.asp M. Faletra, L'azzardo del pensiero o il filosofo della crudeltà:Cyberzone Faletra, In ricordo, Artribune, Tesi di laurea S. Fazio, Cioran e Sgalambro: un confront, Catania, BattiatoSgalambro. Tra musica e filosofia, Palermo, L'impossibilità di essere consolati. L'itinerario tragico, Genova, Filmografia G. Cionini, Il consolatore, G. Cionini, M. Faletra, M. Bellone, F. Battiato su Storia della musica  Repubblica, adesso il filosofo diventa crooner  Intervista a Battiato e Sgalambro YouTube  Intervista a Manlio Sgalambro: Il filosofo rock che dà del “lei” a Battiato livesicilia |  l'ultima intervista  "Teoria della canzone", Bompiani, e la prefazione a "La filosofia delle università", Adelphi, il ricordo commosso di Cacciari. Con lui incontro straordinario, Il Fatto Quotidiano. A un tratto ci si accorge di quella cosa che chiamiamo pensare”: Addio a Sgalambro. La sua ultima intervista.  cfr. "De mundo pessimo", "Frammenti di storia dell'empietismo", "Trattato dell'empietà" Adelphi  GAP Speciali. Un viaggio oltre il luogo commune Rai Scuola  Mariacatena De Leo &  Ingaliso, Nell'antro del filosofo: dialogo con Manlio Sgalambro (Prova d'autore È morto Manlio Sgalambro, il filosofo di F. Battiato, radiomusik, F. Battiato choc a Napoli. Sento la fine vicina, meglio cogliere il giorno. Il filosofo che canta il nichilismo  Giovanni Tesio, "In ginocchio davanti", TuttoLibri,  "La conoscenza del peggio", Adelphi  La scrittura aforistica,  LaRecherche  G. Calcagno, Il filosofo è uno spione da La Stampa F. Battistini,  Sciascia addio, non servi più, Corriere della Sera. C. Formenti, Ferrarotti accusa: neoreazionario in “Corriere della Sera”,   Battiato: note per un filosofo (da La Stampa).  Così Sgalambro canta la sua filosofia (da La Stampa dSito ufficiale, su sgalambro.altervista.org. MetaBrainz Foundation. Il filosofo cantante maestro dell'ironia. Sono un uomo felice di stare su quest'Isola, iRepubblica, Incontro in Le conversazioni di Perelandra. Manlio Sgalambro. Sgalambro. Keywords: Telesio, Vanini, Gentile, Ardigo, Croce, Empedocle, Gorgia, Lentini, Rensi, filosofia dell’autorita. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Sgalamabro," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689168583/in/photolist-2mPkhvE-2mKAuZM

 

Grice e Siciliani – la critica della filosofia zoological – filosofia italiana (Galatina). Filosofo. Figlio di un commerciante di pelli. Studia a Otranto, Lecce e Napoli, dalla quale fugge dopo essere stato segnalato alla polizia a causa delle sue simpatie liberali. Si laurea a Pisa sotto lStudiati, stringendo inoltre un proficuo rapporto di collaborazione con Puccinotti, che influsce molto sua filosofia. Sringe rapporti di profonda amicizia con personalità importanti e influenti della cultura, quali: S. Centofanti, F. Pacini, G. Capponi, M. Bufalini e altri.  Seguendo la sua vocazione, orienta i propri studi verso le discipline filosofiche e ottenne la cattedra di Filosofia speculativa e morale nel Regio liceo di Firenze. A Firenze sposa la letterata e filantropa Cesira Pozzolini – il fratello Giorgio Pozzolini combatte nelle maggiori battaglie risorgimentali affiancando Garibaldi e Bixio. Iniziato in massoneria nella loggia fiorentina "La Concordia.” Nominato professore di filosofia a Bologna. Divenne docente ordinario della stessa disciplina sempre nell'Ateneo felsineo. A Bologna tenne anche il secondo corso italiano di sociologia. Qui, inoltre, strinse amicizia con G. Carducci, anch'egli accademico a Bologna ed entra in contatto con Fiorentino e Spaventa. Dirige la Rivista bolognese di scienze, lettere, arti e scuole. Ne abbandonò la direzione per divergenze maturate in seno alla direzine generate, probabilmente, dall'impostazione (eclettica) che Siciliani intende dare alla Rivista e che contrastava con l'indirizzo idealistico voluto da Fiorentino. A Bologna istitue un centro di studi pedagogici, contribuendo all'elevazione della pedagogia al rango di scienza. Convinto assertore della valorizzazione della persona e perciò la sua azione educativa, per giungere alla conquista della libertà e del carattere morale da parte del soggetto da educare, prevedeva l'intervento della famiglia e della società. Altro sua filosofia fondamentale e il principio dell'autodidattica che, pur non escludendo l'azione dell'educatore, mette in primo piano il protagonismo del soggetto da educare. Ricevette onoranze e attestati di stima da parte di molti studiosi europei e americani, mentre in Italia la sua fama fu oscurata da giudizi negativi, espressi anzitutto da Gentile che vede in lui un'espressione benché autonoma del positivism. Di recente è stata rivalutata l'influenza vichiana sul suo pensiero. A lui è dedicata la Biblioteca civica di Galatina, nella quale è conservato il "Fondo Siciliani" la raccolta, cioè, dei libri appartenuti al filosofo. A lui è dedicato anche il Liceo di Lecce. Di formazione giobertiana,  si accosta a Vico già negli anni fiorentini, tentando di inaugurare una filosofia mediana (detta della terza via) che individuasse una sintesi tra opposte e differenti discipline. Dal suo punto di vista, infatti, ogni filosofia contiene del buono e delle esagerazioni. Metodo della filosofia mediana e  dunque, quello di salvare ciò che c'è di buono della filosofia per rigettarne le astrattezze e le esagerazioni.  Con il saggio “Zoologia filosofica” (Napoli) approde nel più ampio dibattito, ricevendo apprezzamenti e pareri favorevoli dai più illustri scienziati internazionali. Nel frattempo approfonde e da il suo contributo speculativo alle nuove discipline che muovano alla ricerca di un'identità epistemologica: la sociologia (“Socialismo, darwinismo e sociologia” (Bologna); “Teorie sociali e socialismo” (Firenze) e la psicologia – “Prolegomeni alla psicogenia” (Bologna). Sanctis confere a Siciliani la presidenza di congressi a Firenze, Venezia, Genova, Milano, e Roma. Queste esperienze lo portano a un approfondimento sempre maggiore della filosofia alla quale contribue a conferire un indirizzo scientifico, positivista e ampiamente laico (v. le sue opere Rivoluzione e pedagogia moderna, La scienza nell'educazione). “Filosofia della scienza” (Firenze); “Il metodo numerico e la statistica” (Firenze); “Della legge storica” (Firenze); “Della libertà ed unità organica della filosofia” (Firenze); “Della fisiologia sperimentale” (Pisa);” “Medicina filosofica”  (Firenze); “I principi metafisici Vico” (Firenze); “Il triumvirato: Alighieri, Galilei e Vico (Firenze); Ai popoli salentini e al gonfalone di Galatina un saluto e un augurio (Firenze); “Il criterio filosofico” (Bologna); Critica del positivismo (Bologna); Le fonti storiche della filosofia positiva in Italia in Galileo (Bologna) Gli hegeliani in Italia (Bologna); La condanna del positivismo (Bologna); Della pedagogia all’educazione in Italia (Bologna); L’educazione (Bologna); Sul rinnovamento della filosofia in Italia (Firenze); “La scienza dell'educazione nelle scuole italiane come antitesi alla pedagogia (Bologna); Dei massimi problemi della pedagogia (Roma); Il sacro secondo i dettami della filosofia(Firenze); L’nsegnamento della pedagogia (Torino); Della pedagogia scientifica (Milano); Rivoluzione e pedagogia moderna (Torino); Storia critica delle teorie sociali (Bologna); Fra vescovi e cardinali (Roma); Rivoluzione e pedagogia (Torino); “L’educazione secondo i principi della sociologia” (Bologna); Rinnovamento e filosofia internazionale (Bologna); La nuova biologia (Milano) Le questioni contemporanee e la libertà morale nell'ordine giuridico (Bologna). G. Calogero,  Enciclopedia Italiana, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Mimesis-Erasmo, Milano-Roma, G. Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in Italia. G. Calogero. Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, G. Invitto e N. Paparella, “Rileggere Pietro Siciliani” (Lecce); Capone Galatinesi illustri, Guida Biografica, Galatina, Tor Graf Galatina,  Carteggio familiar, F. Luceri, Centro Studi Salentini, Lecce,  P. Siciliani e Ce. Pozzolini. Filosofia e Letteratura, Convegno/ Galatina/ Treccani L'Enciclopedia italiana, Psicologia filosofica. Pietro Siciliani. Siciliani. Keywords: la psicogenia di Vico, ateneo felsineo, l’unita organica della filosofia, zoologia filosofica, psicogenia, “I principii metafisici di Vico”. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Siciliani” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689771009/in/photolist-2mKDA5r-2mGnP2f

 

Grice e Signa --  la ruota di Venere – filosofia italiana (Signa). Filosofo. Insegna retorica (“ars dictaminis”) a Bologna e Padova. Vive ad Ancona, Venezia, Bologna, Padova, e Firenze. Tra i saggi più significativi si ricordano il saggio storico “L’assedio d’Ancona” (Viella, Roma), il “Bon Compagno”; “Rethorica novissima”; “Scacchi e il “Libellus de malo senectutis et senis”, nel quale, con spirito arguto, prende in giro le affermazioni di Cicerone che idealizzavano la vecchiaia”; la “Rota Veneris” (Salerno), un saggio di epistolo-grafia amorosa; “Liber de amicitia”; “Ysagoge Boncompagnus; “Tractatus virtutum”; “Palma Oliva Cedrum Mirra Quinque tabulae salutationum”;  “Bonus Socius e Civis Bononiae. P. Garbini, Roma, Salerno, Gabrielli, Le epistole di Cola di Rienzo e l'epistolografia, Archivio della Società romana di storia patria, Gaudenzi, Sulla cronologia delle opere dei dettatori bolognesi da Buon Compagno a Bene da Lucca, Bullettino dell'Istituto storico italiano, G. Manacorda, Storia della scuola in Italia, Palermo, F.Tateo,  Enciclopedia dantesca,  Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Boncompagno da Signa, su ALCUIN, Ratisbona.  S. Wight: Boncompagno's charter doctrine (Bologna), in: Medieval Diplomatic and the 'ars dictandi', Scrineum. Keywords: “ars dictaminis” – o rettorica --. Bon Compagno da Signa. Signa. Keywords: rota veneris – erotica – ermafrodita – erma: mercurio, afrodita, venere, afrodisiaco. Luigi Speranza, “Grice e Signa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733693876/in/datetaken/

 

Grice e Simioni – amanti – filosofia italiana (Venezia). Fiosofo. Tra i principali studiosi di Pirandello, inizia la sua attività politica militando nelle file del socialismo. Venne espulso dal partito per indegnità morale. Collabora con l’United States Information Service. Si trasfere a Monaco di iera per approfondire gli studi per poi ritornare a Milano. Leader di un collettivo operai-studenti, mentre lavora alla Mondadori, fonda il collettivo politico metro-politano milanese. Teorizza lo scontro aperto, e si considera il progenitore delle brigate rosse. Insieme a circa settanta persone, tra cui componenti del collettivo ed elementi del dissenso, partecipa al convegno di Chiavari nella sala Marchesani, adiacente la pensione Stella Maris, nel quale un gruppo di partecipanti dichiara la propria adesione ad una visione politica. La data di questo convegno viene da taluni considerata come la data di nascita delle brigate rosse. Altri affermano che la formazionesia nata con il convegno di Pecorile (Reggio Emilia). L'ultima attività, prima di passare alla completa clandestinità, a compe come redattore di "Sinistra proletaria", l'ultimo dei quali riporta in copertina uno sfondo rosso con disegnato al centro un cerchio nero attorniante le sagome di quattordici mitra. Fonda la scuola di lingue Hyperion, la quale secondo alcuni ha la funzione di una vera centrale internazionale. Si afferma che e anche il capo del Super-clan, organizzazione nata da una costola delle brigate rosse. Si insere nella vita cittadina, ricominciando a frequentare gli ambienti progressisti e divenendo vicepresidente della fondazione Abbé Pierre. E proprio quale accompagnatore dell'Abbé Pierre, e ricevuto da  Giovanni Paolo II in udienza privata. Si avvicina al buddhismo tibetano. Si apparta nella campagna di Truinas, nella Drôme, dove gestì un B&B. Craxi, alludendo alla esistenza di un grande delle brigate rosse (l'eminenza grigia ipotizzata da alcuni che dall'estero avrebbe guidato, come un burattinaio, molte delle azioni sul suolo italiano), dichiara che costui poteva essere cercato tra quei personaggi che avevano cominciato a fare politica con noi e poi sono scomparsi, magari sono a Parigi a lavorare per il partito armato, frase che venne da molti ritenuto indicasse come grande proprio lui. L'organizzazione di sinistra extraparlamentare Lotta Continua lo accusa di essere un confidente della polizia e in contatto con i servizi segreti.. Durante la fase iniziale di Mani pulite, e accusato da Larini di essere il grande, accuse respinte da lui che le ritenne parte di un'azione contro Craxi, vista la comune militanza nel socialismo. Hyperion e realmente una scuola di lingue o la stanza di compensazione di diversi servizi segreti?  A. Ferrari, In teleselezione dalla Francia gli ordini ai italiani? Corriere della Sera Entrambi gli edifici sono proprietà della curia  Il convegno di Pecorile in Anni di Piombo. Il nucleo storico delle brigate rosse. E morto il misterioso grande, La Tribuna di Treviso,  S. Fratini, Hyperion: scuola di lingue chiacchierata, -ANSA, repubblica/ cronaca/ 10/27/ news/caso_moro_il_bierre_franceschini_moretti_una_spia_ riduttivo_si_sentiva_lenin. Dalla lotta al buddhismo, in Critica Sociale, Anni di piombo Superclan Hyperion (Parigi) Venezia Anni di piombo. Corrado Simioni. Simioni. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Simioni” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734275929/in/dateposted-public/

 

Grice e Simoni – gl’eretici italiani – gl’acuti – i nobili -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Lucca). Filosofo. Figlio di Simoni, un mercante di seta, la cui famiglia era originaria di Vagli, in Garfagnana e Polissena, donna di una famiglia originaria di Vimercate. Studia con Bendinelli e Paleario, due umanisti in dore di eresia. Il secondo fine sul rogo a Roma. Legge sostenuto dal padre e dal patrizio veneziano Mocenigo peregrina nei maggiori studi d'Italia: Bologna, Pavia, Ferrara, e Napoli. Si laurea a Padova. Diversi ma tutti autorevoli i suoi professori: da Maggi a Cardano, da Boldoni ad Brasavola. La sua formazione e di stampo aristotelico, come s'insegnava nello studio padovano, con una forte esigenza razionalistica che aveva riflessi nel campo religioso, tale da mettere in dubbio l'immortalità dell'anima e a creare sospetti di eresia tra i professori e gli studenti di quella Università. Con questa preparazione, Simoni fece ritorno a Lucca, dove fu tra i fondatori del Collegio medico, esercitò la professione medica e sembra aver scritto i suoi primi saggi di argomento filosofico. Nall'infanzia del Simoni, Lucca ha vissuto un periodo concitato di aperti conflitti sociali e poi di tentativi di riforme politiche e religiose, portate avanti dal gonfaloniere F.Burlamacchi e dal circolo di intellettuali riuniti intorno a P. Vermigli, priore di San Frediano. Quando ritorna a Lucca, quella fervida attività era già stata spenta dalla reazione cattolica guidata dal vescovo inquisitore Guidiccioni, ma certo quelle idee di Riforma circolano ancora sotterraneamente, e forse lui stesso le aveva già raccolte durante i suoi trascorsi nelle diverse università da lui frequentate.  Sta di fatto che fu chiamato dalle autorità lucchesi a dare spiegazioni sulle proprie opinioni. Per tutta risposta  «non fidandosi troppo delle sue forze», cerca la salvezza con la fuga: munito solo di un cavallo e dei propri risparmi, dopo aver preso commiato dalla famiglia, fugge, accompagnato da un servitore, alla volta di Ginevra. Negli atti ufficiali della Repubblica di Lucca, la sua condanna per eresia risulta formalizzata. A Ginevra, patria del calvinismo, si forma una numerosa colonia di emigrati italiani e tra questi non pochi erano i lucchesi. La comunità italiana era inserita in una propria chiesa e Simoni vi ebbe l'incarico di catechista. Preso a benvolere dall'influente teologo T. Beza, ottenne di insegnare filosofia a Ginevra: un incarico dapprima senza compenso, poi retribuito insieme con la nomina a Professore. Anche il padre Giovanni si stabilì a Ginevra: in quello stesso periodo gli venne aumentato lo stipendio, ottenne un alloggio gratuito e, nell'Accademia fu istituita appositamente per lui la cattedra.  A Ginevrà pubblica i primi saggi. Presso Crespin apparve il suo “In librum Aristotelis de sensuum instrumentis et de his quae sub sensum cadunt commentarius unus” è il commento al “De sensu et sensibilibus” di Aristotele. In esso define la verità filosofica -- una premessa tipica dell'aristotelismo padovanoma poi cerca di dimostrare che la ragione, indagando la natura, può giungere a Dio, rivelando le verità di fede. In tal modo, sostiene che anche ogni questione ha natura razionale e, qualora sorgano contrasti, la ragione è in grado di comporli, indicando la via da seguire per una corretta interpretazione: una conseguenza, seppure non esplicita uonel s commento, della prevalenza della ragione sulla fede, è che il dogma espressione della tradizionale subordinazione della ragione alla fede non ha motivo di esistere. Il suo aristotelismo che poco concede alla teologia si conferma con i successivi commenti all'Etica Nicomachea e al De anima, mentre Simoni condusse una lunga e dura polemica contro il filosofo J. Schegk. Questi, proprio all'opposto del Simoni, usa argomenti tratti dalla  scolastica per dimostrare la realtà della teoria, allora caldeggiata in ambienti luterani, della ubiquità del corpo di Cristo. Simoni risponde con argomenti di carattere fisico dimostrando l'irrealtà di tale assunto. Unn solo corpo fisico non può che occupare, nello stesso tempo, un unico spazio determinato. Anche Cristo, in vita, e soggetto alla legge naturale. Dopo la morte, Cristo mantenne soltanto una natura divina. Non è sostenibile l'idea che Dio possa mutare una legge naturale. Ente perfetto e primo motore immobile come l'aveva delineato Aristotele Dio agisce sulla natura unicamente attraverso la sua perfezione che indirizza al bene gl’esseri naturali.  Il suo carattere collerico e l'alta considerazione che ha di sé lo porta a una lite clamorosa con N. Balbani, un altro lucchese. Durante il matrimonio della figlia di questi, Simoni lo coprì d'insulti, con grave scandalo delle autorità di Ginevra, che fecero imprigionare Simoni e lo espulsero dall'Accademia. A nulla valsero le suoi scuse presentate -- è del resto probabile che la severità del Consiglio e del Concistoro ginevrino e motivata anche dalla freddezza e dallo suo spirito d'indipendenza dimostrato che pure si dichiarava calvinista, in materia di religione. Tuttavia Beza gli mantenne ancora la sua amicizia e lo forne di una lettera di raccomandazione con la quale si dirige alla volta di Parigi.  A Parigi ottenne una buona accoglienza. I calvinisti qui chiamati ugonottierano ancora tollerati e le lusinghiere referenze gli fecero ottenere una cattedra di filosofia al Collège Royal, dove le sue lezioni ottenneno subito un grande concorso di pubblico. Come scrisse al Beza, alle sue lezioni assistevano sei o settecento uomini barbati, dottori, professori, et altri di robba lunga, preti, frati, giesuiti et altra simil razza d'uomini. Si ha congratulazioni di Ramo, che volle incontrarlo e lo chiama “felicissimum et praestantissimum ingenium italicum”, non però quelle del collega Charpentier, che teme che fosse stato mandato da Ginevra per turbare questa scuola. Sapeva che la sua permanenza a Parigi era precaria: «il nome di Ginevra mi nuoce più che il nome di ugonotto», né poteva valere molto la protezione del cardinale Odet de Coligny, passato al calvinismo. Riferiva di aver rifiutato offerte sostanziose da parte cattolica per insegnare in loro collegi, a prezzo di una sua conversione, e di attendersi un prossimo editto che avrebbe affrontato il problema della convivenza tra cattolici e ugonotti.  Un editto effettivamente ci e, emanato da Carlo IX, con il quale si proibiva ai protestanti l'insegnamento pubblico. Così, perduti anche i suoi saggi che gli furono sequestrati, e costretto ad abbandonare la Francia. Si apre un nuovo periodo di difficoltà. Non potendo insegnare a Ginevra, cerca di ottenere un incarico a Zurigo e a Basilea, sollecitando in tal senso altri emigrati italiani come l'editore Perna e l'umanista Curione, ma invano. I sospetti di anti-trinitarismo che gravano sul suo conto, da quando, hfatto ha isita nel carcere di Berna all'«eretico» Valentino Gentile poco prima che questi venisse giustiziato, e il recente scandalo provocato a Ginevra non agevolavano il suo inserimento nelle élite intellettuali delle città svizzere.  Ottenne bensì una raccomandazione dal Bullinger per un posto di insegnante a Heidelberg, ma anche qui rimase poco tempo: la sua amicizia con l'anti-trinitario T. Erastus, il suo aristotelismo senza compromessi dal nulla, nulla si crea, sostenne in una pubblica lezione, cosicché anche Cristo era stato creato da Dio Padre e il suo carattere spigoloso gli alienarono ogni simpatia e dove riprendere la via di Basilea. Ottenne una cattedra straordinaria di filosofia all'Lipsia. Se puo fregiarsi della stima d’Augusto I, non eguale considerazione ottenne dai suoi colleghi, che fecero gruppo a sé e lo isolarono. Non si perse d'animo: molto popolare tra gli studenti per la vivacità delle sue lezioni e lo spirito critico che infondeva negli allievi, fonda, all'interno dell'Università, un'accademia sul modello umanistico italiano, battezzandola degl’acuti. Degl’acuti, entra a far parte un gruppo di suoi studenti. Le discussioni dovevano vertere sulla interpretazione di passi aristotelici. I giovani così raggruppati intorno a lui dettero ben presto dello spirito critico e dell'idea di esser superiori agl’altri, che il vivace professore ha finito per insinuare nei loro animi. Pasquinate anonime contro un professore, e il giorno dopo, un litigio clamoroso tra questo e il Simoni, iniziano una serie di incidenti che ha termine con la soppressione degl’acuti. La soppressione degl’acuti, decisa dal Senato universitario, testimonia i difficili rapporti intercorrenti tra l'Università e lui, che per altro in città era reputato ospite illustre, professionista affermato e ricercato, uomo di mondo e di cultura dalla posizione prestigiosa, che gode della stima e del rispetto dei suoi concittadini, e la cui fama oltrepassa la frontiera del paese che gli dava ospitalità. Infatti, oltre a insegnare filosofia e ad avere allievi anche illustri, come il prìncipe Radziwiłł, esercita la professione medica, vantando clienti di riguardo.  Pubblica il suo saggio filosofico più originale, la “De vera nobilitate”, dedicato ad Augusto I. La vera nobiltà è la virtù dell'anima umana, la quale è intesa aristotelicamente come forma del corpo. La virtù dell'anima è perciò strettamente legata alla particolare costituzione del corpo, trasmessa nell'individuo di generazione in generazione dal seme del padre, che costituisce la causa efficiente del singolo essere. Non per nulla da ‘genere’ deriva ‘generoso’. Se pure non ogni nobile e generoso, chi è generoso è considerato nobile. Le differenze sociali tra gl’uomini e le conformazioni dei loro corpi sono egualmente corrispondenti per necessità naturale. La natura vuole infatti fare diversamente il corpo dei liberi da quelli dei servi. Questi robusti e con deformità necessarie al loro particolare utilizzo. Quelli diritti e belli, perché non desti tali fatiche, ma alla vita civile. L’educazione svolge una funzione per la formazione dell'uomo, ma resta inferiore a quella naturale. Di due giovani, di diversa estrazione sociale ma educati allo stesso modo, il nobile risulta meglio formato, in quanto la natura lo ha costituito di una materia superiore. L'educazione ha lo stesso effetto della medicina. Fa recuperare la propria condizione di salute, ma non può migliorarla oltre il limite fissato dalla natura. Viene da sé che le famiglie nobili d’Italia diano lustro alla nazione italiana, formando l'élite della società civile sotto l'aspetto culturale e politico. Questo avviene nella nazione italiana, di antica civiltà in sostanza. Presso i barbari non può esistere nobiltà. Il barbaro e giustamente detto servo per natura e in quanto servo non porta in lui nessuna virtù, essendo nato per servire sotto una tirannia e non in un regio e civile governo. La virtù dei nobili non possono consistere nell'accumulare ricchezze, ma essa e ugualmente attiva e pratica. E la virtù civili del politico, che si occupa del benessere dei cittadini, quelle del medico, che si occupa della salute degli individui, del fisiologo, che studia la natura e infine del metafisico, che studia le cose divine. Queste ultime, insieme alla virtù della contemplazione, è però meglio riservarle nella vita che ci attende dopo la morte, quando quei problemi saranno facilmente risolti. Queste cose sono irrise dai politici, tra i quali, non tra gli angeli, si discute di nobiltà. Nel frattempo, è opportuno dedicarsi alle cose di questo mondo ed essere utili alla società degl’uomini. Si loda Socrate il quale, trascurate le altre parti della filosofia, coltiva quella sola che era più adatta ai costumi degli uomini e alle istituzioni civili. Che la vera nobiltà si debba esprimere nell'attività pratica e civile è ribadito più volte. La nobiltà spunta fuori dalla società civile, non dalla solitudine e la virtù spirituale, come quelle mostrate dai mistici e dai contemplativi, non e virtù nobile propria dell'essere umano. Questa virtù discende direttamente da Dio e perciò non derivano da generazione spermatica naturale del padre, non sono frutto della carne e del sangue il fondamento della vera nobiltà e non essendo ereditarie non puo essere considerata virtù nobile.  Naturalmente, ai innobili non possono essere affidati incarichi di responsabilità nel governo della società, ma al più solo l'esercizio di magistrature minori. Derivando dal sangue la nobiltà, non si può diventare autenticamente nobili attraverso conferimenti onorifici, anche se concessi da un sovrano mentre, al contrario, un autentico nobile non può essere privato della fama e dell'onore, perché in lui opera sempre quella forza e quell'efficacia naturale ricevuta dai suoi antenati. Dopo questa applicazione dei principi aristotelici al vivere civile e al governo dello Stato, che deve essere affidato a chi per natura fa parte degl’ottimati, si dedica a trattare temi propriamente medici. Appare a Lipsia il suo “De partibus animalium” ove descrive la conformazione del feto, la “De vera ac indubitata ratione continuationis, intermittentiae, periodorum febrium humoralium”; l'”Artificiosa curandae pestis methodus” ; la “Synopsis brevissima novae theoriae de humoralium febrium natura” -- temi di drammatica attualità, a Lipsia, investita da un'epidemia di peste. Ottene il permesso di esercitare la professione medica all'interno dell'Università, pur senza ottenere, oltre quella straordinaria di filosofia, anche una cattedra di medicina. Presenta ad Augusto I una proposta di riforma universitaria. S'indica la necessità di una maggiore cura nell'assunzione dei professori, che dovevano dimostrare non solo di possedere la necessaria scienza, ma anche capacità didattiche. Dovevano anche essere obbligati a tenere un maggior numero di lezioni s'imponevano multe ai professori inadempienti mentre la durata dell'anno accademico veniva prolungata.  Particolare cura dedica all'insegnamento. Dovevano tenere lezioni cinque professori, tra i quali un chirurgo che avrebbe tenuto esercitazioni di anatomia e fatto dimostrazioni pratiche di cura delle diverse affezioni. La qualità dell'insegnamento teorico anda migliorata. Ritene che corressero troppe affermazioni dogmatiche, che sarebbero dovute essere verificate dalla pratica e dal rigore della dimostrazione dialettica. A questo proposito opina che avrebbe giovato un'accurata conoscenza delle opere di Aristotele. Non mancavano poi critiche severe sull'attuale andamento dell'Lipsia. I rettori erano scelti grazie alle loro aderenze, si promuovevano studenti immeritevoli, vi era scarsa pulizia, la farmacia universitaria era mal tenuta. Tali proposte e simili critiche non potevano che alimentare ancor più l'ostilità dei colleghi. Egli non sembrava preoccuparsene: la stima dell'Elettore Augusto si manteneva immutata, se lo fece nominare Professore di filosofia e lo promosse a suo primo medico personale. Avvenne tuttavia che, su sollecitazione della chiesa luterana, la quale aveva preparato una confessione di fede che in particolare tutti funzionari e gli impiegati, a vario titolo, dello Stato avrebbero dovuto firmare, l'Elettore pretese tale sottoscrizione anche dal professor Simoni, ottenendone un netto rifiuto.  Racconta lo stesso Simoni che, avendo «rifiutato costantemente di sottoscrivere quella che i teologi sassoni denominarono Formula di Concordia, il Principe Elettore rivolse il suo sdegno contro di me». Al che il Simoni «decise di andarsene e, nonostante l'Elettore cercasse d'impedirlo, diede l'ultimo saluto a quelle popolazioni. Si trasferì a Praga, dove venne assunto quale medico personale di Rodolfo II. Tale incarico e il carattere cattolico dell'Impero di cui era ora suddito rendeva necessario un chiarimento sulle sue posizioni religiose, poiché era nota la rottura avvenuta a Ginevra con i calvinisti e a Lipsia con i luterani. Simoni si adeguò facilmente alla nuova situazione e abiura pubblicamente le passate convinzioni, ritrattò quanto nei suoi scritti poteva esservi di eretico e abbraccia formalmente il cattolicesimo. Si tratta di una scelta di convenienza, seppure comprensibile nel clima torbido delle persecuzioni e dell'intolleranza. Lo scrisse lui stesso all'amico N. Selnecker, un teologo luterano. Confesso di aver abiurato, anche se non avrei voluto farlo neppure a costo del mio sangue. Di tale mio atto altri comunque sono i responsabili. In nessun altro modo avrei potuto infatti salvare la mia vita, quella di mia moglie e dei miei figli che speravo di poter condurre con me»la moglie morì poco dopo e i tre figli rimasero affidati a Lipsia al nonno materno«io, un italiano perseguitato a causa della religione luterana, dichiarato nemico della patria, esposto per decreto del Senato all'agguato di sicari. E ricordò la sorte di chi non si era piegato a compromessi. I che vidi con questi occhi il Paleologo, esule per causa di religione, condotto su richiesta del legato pontificio dalla Moravia a Vienna, e di qui trascinato in catene a Roma (si sente dire che ormai è stato crudelmente arso sul rogo), io che ero circondato da ogni parte da infinite difficoltà e pericoli di ogni genere, che cosa avrei dovuto fare? Questa lettera non venne agli occhi dei gesuiti, che vantarono il successo ottenuto con la presunta conversione del medico famoso, il quale avrebbe promessoa dir lorodi collaborare nella lotta agli eretici. La loro soddisfazione non dovette però durare a lungo, o forse essi stessi credettero poco alla conversione del Simoni, se lo storico gesuita Sacchini  poteva qualificarlo di «miserabile uomo che in disprezzo di ogni religione sprofondò nell'empietà», mentre tra i protestanti Beza, alla notizia della sua conversione, commentò di essere sempre stato convinto che l'unico Dio fosse in realtà Aristotele. J. Monau, dopo aver ricordato i suoi continui trascorsi da cattolico si è fatto calvinista, da calvinista antitrinitario, da antitrinitario luterano, e ora di nuovo papista. lo tratteggia da uomo profano ed empio, come indicano sia i suoi costumi, sia i suoi discorsi, sia tutta la sua vita. Forse egli stesso sente di essere circondato da un clima di diffidenza se non di disprezzo, perché prende la risoluzione di lasciare le terre dell'Impero per trasferirsi in Polonia.  Sembra che sia stato un altro italiano, N. Buccella, medico personale del re Stefamo Báthory, a raccomandarlo come medico della corte di Cracovia. Buccella, di fede anabattista, gode di notevole considerazione, né la sua fama di eretico gli aveva pregiudicato l'esercizio della professione in quella Polonia che era ancora un paese tollerante. Il prestigioso incarico e la fama stessa di cui da tempo godeva gl’apre le porte della migliore società. Riprese a pubblicare alcuni saggi: la “Disputatio de putredine” è una confutazione, sulla scorta di Aristotele, delle teorie d’ Erastus, mentre la “Historia aegritudinis ac mortis magnifici et generosi domini a Niemsta” è una relazione sulla morte di un borgomastro. Sulla malattia di quest'ultimo torna nel “Simonius supplex” insieme con una delle solite polemiche che lo videro ora opporsi al medico di Squarcialupi. Una nuova svolta nella sua  si verifica con la malattia e la morte del re Stefano. Báthory si sente male nel suo castello di Grodno, e nel consulto tenuto dal Buccella e da Simoni emersero serie divergenze. Bucella giudica molto grave le condizioni di Stefano/ Simoni ritenne che non ci fosse nessun pericolo. Due giorni dopo le condizioni del re si aggravarono e i due medici si trovarono d'accordo nell'imporre un salasso al re ma in contrasto sulla dieta. Simoni e favorevole a fargli bere del vino, che Buccella intendeva invece proibire. Nemmeno nella diagnosi si trovarono d'accordo. Per Buccella, il re soffre di asma. Per Simoni, di epilessia. Sopravvenne una nuova grave crisi e il re perse conoscenza. Pur giudicando molto gravi le sue condizioni di salute, Simoni rassicura i circostanti, perché, a suo dire, non c'era ancora pericolo di morte. Appena pronunzia queste parole che il re spira. Lascia il castello e non volle assistere all'autopsia, sostenendo che fosse inutile, poiché l'epilessia “ab infernis partibus ducit originem” e non lascia tracce nel cadavere. Coordinata da Buccella, l'autopsia e effettuata da Zigulitz, che accerta una grave alterazione dei due reni. La ri-cognizione dello scheletro di Báthory conferma che la morte avvenne per de-generazione renale, uremia e calcolosi. Cracovia: chiesa di San Francesco pubblica a sua difesa lo “Stephani primi sanitas, vita medica, aegritudo, mors” che e violentemente contestato dal “De morbo et obitu serenissimi magni Stephani” scritto da Chiakor su ispirazione di Buccella. La polemica prosegue a lungo, coinvolgendo altri amici di Buccella, e degenerando in insulti e attacchi sulle convinzioni filosofiche dei due protagonisti. Contro Simoni, tra gli altri, e indirizzato l'opuscolo “Simonis Simoni lucensis, primum romani, tum calviniani, deinde lutherani, denuo romani, semper autem athei summa religio”. Alla fine, Sigismondo III ri-conferma Buccella nella carica di medico curante, escludendo Simoni da ogni incarico di corte. Da allora, le notizie su lui si fanno scarse. Pur senza avere incarichi ufficiali, mantenne una ricca clientela e godette della considerazione di  Rodolfo, dei principi Radziwiłł, di Pavlowski e dei gesuiti, dai quali si fa ri-ilasciare un salva-condotto per rientrare in Italia e recarsi a Roma. Precauzione necessaria, con i suoi trascorsi: una precauzione maggiore e però quella di rinunciare al viaggio. La sua vita agitata ha così fine a Cracovia, come lo ricordava la lapide posta sulla sua tomba nella chiesa di San Francesco. La data di nascita si deduce dalla lapide sepolcrale, poi andata distrutta in un incendio, posta nella chiesa di San Francesco, a Cracovia, nella quale era scritto che il Simoni «ultimum diem clausit III, aIl testo della lapide è in S. Ciampi, Viaggio in Polonia, Queste notizie biografiche si apprendono da saggio di Simoni, “Scopae, quibus verritur confutation”. Per secoli gli storici discuteno del luogo della sua nascita. M. Verdigi, Simone Simoni, filosofo e medico, C. Madonia, Simone Simoni da Lucca, C. Lucchesini, Come scrive egli stesso: S. Simoni, “Synopsis brevissima” C. Madonia, Simone Simoni da Lucca,  G. Tommasi, “Sommario della storia di Lucca”; A. Pascal, “Da Lucca a Ginevra. Studi sull'emigrazione religiosa lucchese”; A. Fabris, “La filosofia di Simoni” n M. Verdigi, Simone Simoni,  S. Simoni a Teodoro di Beza, in A. Pascal, Da Lucca a Ginevra, e in M. Verdigi, Simone Simoni, cS. Simoni a Teodoro di Beza, in M. Verdigi, Simone Simoni, D. C. Madonia, Simone Simoni,  F. Pierro, La vita errabonda di uno spirito einquieto. Simone Simoni, S. Simoni, Simonius supplex  in C. Madonia, Simone Simoni da Lucca, M. Firpo, Alcuni documenti sulla conversione al cattolicesimo dell'eretico lucchese. Il paleo-logo e decapitato in carcere  e il cadavere arso pubblicamente a Roma, nel campo de' fiori. M. Firpo, Alcuni documenti sulla conversione al cattolicesimo di un eretico lucchese; F. Sacchini, Historia Societatis Jesu, in M. Verdigi, Simone Simoni, T. di Beza, lettera a R. Gwalther, in A. Pascal, Da Lucca a Ginevra, J. Monau, lettera a J. Crato, in D. Caccamo, “Eretici italiani” Pierro, La vita errabonda di uno spirito inquieto. Simone Simoni, C. Madonia, Simone Simoni da Lucca. Altre saggi: “In librum Aristotelis de sensuum instrumentis et de his quae sub sensum cadunt commentarius unus” (Genevae, Crispinum); “Commentariorum in Ethica Aristotelis ad Nicomachum, liber primus” (Genevae, apud Ioannem Crispinum); “Interpretatio eorum quae continentur in praefatione Simonis Simonij Lucensis, Doct. Med. & Phil. cuidam libello affixa, cuius inscriptio est: Declaratio eorum quae in libello D. D. Iacobi Schegkii, & c.” (Genevae, Crispinum); “Phisiologorum omnium principiis Aristotelis De anima libri tres” (Lipsiae, Võgelin); Antischegkianorum liber unus, in quo ad obiecta Schegkii respondetur, vetera etiam nonnulla, dialectica & phisiologica praesertim, errata eiusdem, male defensa & excusata inculcantur, novaque quam plurima peiora prioribus deteguntur, Basileae, apud Petrum Pernam, Responsum ad elegantissimam illam modestissimamque praephationem Jacobi Schegkii, cui titulum fecit Prodromus antisimonii” “Ad amicum quendam epistola, in qua vere ostenditur, quid causae fuerit, quod responsum illud, quo maledicus, & multis erroribus refertus Iacobi Schegkij doctoris & professoris Tubingensis liber plene refellitur, nondum in lucem prodierit, Parisiis, in vico Jacobaeo; “De vera nobilitate” (Lipsiae, Rhamba); “De partibus animalium, proprie vocatis Solidis, atque obiter de prima foetus conformatione” (Lipsiae, Rhamba); “De vera ac indubitata ratione continuationis, intermittentiae, periodorum febrium humoralium” (Lipsiae, Bervaldi); “Artificiosa curandae pestis methodus, libellis duobus comprehensa” (Lipsiae, Steinmann); “Synopsis brevissima novae theoriae de humoralium frebrium natura, periodis, signis, et curatione, cuius paulo post copiosissima et accuratissima consequentur hypomnemata; annexa eiusdem autoris brevi de humorum differentiis dissertatione. Accessit eiusdem Simonis examen sententiae a Brunone Seidelio latae de iis, quae Jubertus ad axplicandam in paradoxis suis disputavit” (Basilea, Pernam); “Historia aegritudinis ac mortis magnifici et generosi domini a Niemsta” (Cracovia, Lazari); “Disputatio de putredine” (Cracovia, Lazari); “Commentariola medica et phisica ad aliquot scripta cuiusdam Camillomarcelli Squarcialupi nunc medicum agentis in Transilvania” (Vilna, Velicef); “Simonius supplex ad incomparabilem virum, praeclarisque suis facinoribus de universa republica literaria egregie meritum Marcellocamillum quendam Squarcilupum Thuscum Plumbinensem triumphantem”; “Pars  in qua de peripneumoniae nothae dignitione curationeque in domino a Niemista, de subiecto febris, de rabie canis, de starnutamento, de infecundis nuptiis agitur” (Cracovia, A. Rodecius); “D. Stephani primi Polonorum regis magnique Lithuaniae ducis vita medica, aegritudo, mors” (Nyssae, Reinheckelii); “Responsum ad epistolam cuiusdam G. Chiakor Ungari, de morte Stephani primi”; “Responsum ad Refutationem scripti de sanitate, victu medico, aegritudine, obitu, D. Stephani Polonorum regis, Olomutii, Scopae, quibus verritur confutatio, quam advocati Nicolai Buccellae Itali chirurgi anabaptistae innumeris mendaciorum, calumniarum, errorumque purgamentis infartam postremo emiserunt, Olomutii, typis F. Milichtaler, Appendix scoparum in N. Buccellam, F. Sacchini, Historiae Societatis Iesu, Antverpiae, Ex officina filiorum Martini Nutii, Sebastiano Ciampi, Viaggio in Polonia, Firenze, presso Giuseppe Galletti, Cesare Lucchesini” (Lucca, tGiusti); G. Tommasi, Sttoria di Lucca” (Firenze, Vieusseaux); A. Pascal, “Da Lucca a Ginevra. Studi sull'emigrazione religiosa lucchese, Rivista storica italiana, D. Cantimori, “Un italiano a Lipsia” Studi Germanici», F. Pierro, La vita errabonda di uno spirito inquieto” (Minerva, Torino); D. Caccamo, “Eretici italiani” (Firenze, Sansoni); M. Firpo, “Alcuni documenti sulla conversione al cattolicesimo dell'eretico lucchese Simoni”, “Annali della Scuola normale superiore di Pisa»,  Madonia, Rinascimento», Firenze, Sansoni, C. Madonia, Il soggiorno in Polonia, in «Studi e ricercheI», Verdigi, Lucca, G. Tiraboschi su Simone Simoni, in Biblioteca Modenese, Modena,  S. Ciampi, Viaggio in Polonia, sC. Lucchesini, Della storia letteraria del Ducato lucchese,  G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca,  su books.google. S. Simoni, Antischegkianorum liber unus, su books.google. S. Simoni, De vera nobilitate, su books.google. S. Simoni, Artificiosa curandae pestis methodus. Simone Simoni. Simoni. Keywords: eretici italiani. Luigi Speranza, “Grice e Simoni” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733807058

 

Grice e Sini – la filosofia del segno – filosofia italiana – Luigi Speranza (Bologna). Filosofo. Grice: “I like Sini; especially his “I segni dell’anima,” since this is, in a nutshell, what my philosophy has been all about: the signs of the soul!” Studia a Milano sotto Barié e Paci, con il quale si laurea. Insegna ad Aquila e MilanoMembro per del Collegium Phaenomenologicum di Perugia, della Società Filosofica Italiana e socio dei Lincei, dell'Istituto lombardo di scienze e lettere. Insignito per una sua opera del Premio della Presidenza del Consiglio dello Stato Italiano. Collabora al Corriere della Sera e la Rai. Dirige per Versorio la collana "Pragmata", membro del comitato scientifico del festival La Festa della Filosofia. Premiato da Milano con l'Ambrogino d'oro. Con Grice, tra i primi a segnalare all'attenzione l'importanza della teoria del segno di Peirce. Propone un filone di ricerca sulla convergenza dei percorsi di Peirce e Heidegger sul filo dell'ermeneutica benché la sua formazione didattica fosse di orientamento prevalentemente fenomenologico. La sua proposta teoretica si concentra sul tema della scrittura e sulla centralità dell' abecedario come forma logica della filosofia nella lingua del Lazio. In “Figure dell'enciclopedia filosofica” rende conto della radicalità del gesto istitutivo di Lucrezio e della nascita della filosofia romana in modo da illuminare la genealogia della nostra civiltà e le figure del suo destino. Questo saggio si misura con nodi problematici e profondi della nostra cultura. Si mostra la verità del gesto filosofico di Lucrezio nel tratto tecnologico dell’abecedario che trasforma la relazione al mondo in cosità (de rerum natura). La pratica del concetto, infatti, in-forma il paradigma dell'oggettività (in rerum natura) e traduce la sterminate antichità dell'umano all'interno dell'ambito crono-topico della visione logica elaborata dalla scansione dell’abecedario del mondo con la conseguente nascita del tempo e del sapere storico. All'educazione mitologica dei corpi dei uomini si sostituisce l'educazione dei animi nella ri-mozione delle qualità sensibili della vita vissuta. Prima operazione di ingegneria genetica che comporta sia la nascita del soggetto morale nella paideia del bio-politico (come Nietzsche intuisce) sia il conseguente destino nichilista rivelato dal dis-incanto. Ma l'intreccio, che dalla pre-istoria conduce ai nostri giorni, rinvia al desiderio e all'iscrizione originaria che danza nelle figure del sesso e della morte. La soglia così dischiusa, annunciata dalla verità analogica dell'evento mimato nella generazione, permette il passaggio del movente desiderante nel desiderio di vita eternal. Platone e la logica disgiuntiva hegeliana rappresentano i due poli più rilevanti di questa consapevolezza lancinante. Addirittura, tutta la filosofia platonica è probabilmente da pensare come la domanda più alta e profonda che sia mai stata posta alla sapienza di Dioniso.  E così, dagli ominidi alla società dell'informazione, sul filo delle pratiche che ne circoscrivono le traiettorie, la trama del senso transita al segno disegnando le coordinate del nostro tempo e il predominio della visione scientifica e delle sue figure che dileguano la consistenza dell'inter-soggetivito, profilando nel rituale pubblico del potere finanziario, e nella conseguente imposizione dell'universalità oggettiva, un paradosso costitutivo che nasconde nuove e positive opportunità ancora tutte da scoprire (e attualmente mascherate dalla deleteria mercificazione imperante). Delineando nuove occasioni di senso, le figure dell'enciclopedia invitano a sognare più vero, vale a dire ad abitare la conoscenza filosofica nell'esercizio dell'evento del significato nella concretezza delle sue pratiche. Ethos di una nuova scrittura della soggezione del mortale al desiderio, nell'apertura al transito della vita. Approfondisce la questione del logos (parola, ragione) e della tecnica facendo del primo il fondamento ultimo, della seconda l'essenza. Una posizione di rilievo e in controtendenza all´interno del panorama di questa specifica area della filosofia contemporanea. Altre saggi: “I greci” ((Nuova Accademia di Belle Arti Editrice, Milano), “La funzione della filosofia” (Marsilio, Padova); “La fenomenologia” (Nigri, Milano); “Storia della filosofia” (Morano, Napoli); “Il pragmatismo (Laterza, Roma); “Segno” (Mulino, Bologna); “Passare il segno” (Saggiatore, Milano); “Kinesis. Saggio d'interpretazione (Spirali, Milano)”; “Il Metodo” (Unicopli, Milano); Parola e silenzo” (Marietti, Genova); “Segni dei animi” (Laterza, Bari); “Segno ed immagine” (Spirali, Milano); “Segni dei uomini” (Egea, Milano): “L'espressione e il profondo” (Lanfranchi, Milano)”, Etica della scrittura (Il Saggiatore, Milano, Mimesis, Milano); “Pensare il Progetto” (Tranchida, Milano); “Filosofia teoretica” (Jaca, Milano) Variazioni sul foglio-mondo. Peirce, Wittgenstein, la scrittura” (Hestia, Como), “L'incanto del ritmo” (Tranchida, Milano Filosofia e scrittura (Laterza, Roma); “Scrivere il silenzio: Wittgenstein e il problema del linguaggio” (Egea, Milano); “Teoria e pratica del foglio-mondo (Laterza, Roma-Bari) Gli abiti, le pratiche, i saperi (Jaca Book, Milano) Scrivere il fenomeno: fenomenologia e pratica del sapere (Morano, Napoli) Ragione (Clueb, Bologna) Idoli della conoscenza (Cortina, Milano La libertà, la finanza, la comunicazione (Spirali, Milano) La scrittura e il debito: conflitto tra culture e antropologia” (Jaca, Milano); “Il comico e la vita” (Jaca, Milano); “Figure dell'enciclopedia filosofica. Transito verità” (Jaca, Milano), “L'analogia della parola: filosofia e metafisica;  La mente e il corpo: filosofia e psicologia; Origine del significato: filosofia ed etologia; La virtù politica: filosofia e antropologia; Raccontare il mondo: filosofia e cosmologia; Le arti dinamiche: filosofia e pedagogia  La materia delle cose: filosofia e scienza dei materiali (Cuem, Milano); “La verità e la vita” (Ghibli, Milano) Del viver bene: filosofia ed economia (Cuem, Milano); “Distanza un segno: filosofia e semiotica” (Cuem, Milano); “Il gioco del silenzio
 (Mondadori, Milano); “Il segreto di Alicia” (AlboVersorio, Milano); “Eracle al bivio: semiotica e filosofia” (Bollati Boringhieri, Torino); “Da parte a parte. Apologia del relativo (Ed.  ETS, Pisa) L'uomo, la macchina, l'automa: lavoro e conoscenza tra futuro prossimo e passato remoto (Bollati Boringhieri, Torino) L'Eros dionisiaco (Versorio, Milano); “Figure d'Occidente” (Versorio, Milano); “La nascita di Eros” (Versorio, Milano, ); “Spinoza” (Time, Milano ); E. Redaelli, Il nodo dei nodi. L'esercizio della filosofia” (Ets, Pisa); “Il filosofo e le pratiche. In dialogo con Sini (E.Redaelli,  BrovelliCrippa, Valle,  Redaelli), Milano, CUEM. Vincenzo Comerci, Filosofia e mondo. Il confronto di Sini, Milano, Mimesis.  Cristiano, La filosofia di Sini. Semiotica ed ermeneutica  (Milano, Mimesis) Collana Pragmata, in AlboVersorio, Cfr. Copia archiviata, su unimi).  Logos e techne, tecnologia e filosofia, Sini Noema, Treccani Enciclopedie o Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Nòema la rivista online di filosofia diretta da Rossella Fabbrichesi e Carlo Sini, su riviste.unimi. Archivio Carlo Sini il luogo ove i materiali relativi ai passati corsi universitari del prof. Sini ed altro ancora, su archiviocarlosini. Lectio Magistralis di Carlo Sini su La Différance, Arcoiris TV, Riflessioni sul Senso della Vita. Intervista di Ivo Nardi,  Riflessioni Collana Pragmata, Versorio. Carlo Sini. Sini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701305297/in/photolist-2mPrb68-2mPukhq-2mPpb7N-2mPpwbZ-2mNzeEc-2mMQbzj-2mLKtaD-2mLP6FB-2mLFz5i-2mLQdrQ-2mLP9qE-2mLPa8B-2mLFBT9-2mLLerS-2mLEGPt-2mLLeDF-2mLNg8K-2mLNeAm-2mPu6xB-2mKRfHn-2mKMjs5-2mPsfT9-2mKyErQ-Ng2dT2-28DhAYd-DndBhH-Bq6mau-BvUfSB-FKiWA6-FcebeC-CRAGiK-BpXH8h-CfbuaM-Ckaz7s-CntuMM-CntseF-BUPaNy-q8gsC7-q7XSd8-pQKmoV-m3tK8a

 

Grice e Siracusa – i bagni di Pozzuoli – filosofia siciliana -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Siracusa). Filosofo. Grice: “We know William was from Ockham but we call him Ockham; similarly, Alcaldino was from Siracusa, so we should call him Siracusa!” -- Vissuto vicino alla corte degli Hohenstaufen. Sebbene non vi siano certezze sull'esatto anno di nascita di Alcadino, a parere di un suo biografo, egli sarebbe nato a Siracusa. Suo padre lo manda a studiare a Salerno, presso la celebre scuola medica. Dopo gli studi in lettere, si cimenta in quelli di filosofia, raccogliendo attorno a sé una serie di seguaci. Quindi, in seguito alla conclusione del corso regolare degli studi, e scelto per fare da insegnante filosofia presso la stessa scuola salernitana.  Divenuto uno dei più stimati filosofi della scuola, e chiamato alla corte di Enrico VI , che nel frattempo era entrato in possesso del regno di Sicilia, ed e assunto come filosofo del sovrano. Dopo la morte di Enrico, divenne il filosofo  di lui figlio, Federico II, che lo rese degno di confidenza e apprezzamento. Oltre alle ordinarie attività legate alla prosa filosofica, si occupa anche di poesia. Scrive un saggio in versi sui bagni minerali di Pozzuoli, il “De Balneis Puteolanis”. In questo poema filosofico rimato vengono descritti con precisione il luogo, le qualità e le virtù dei suddetti bagni. Scrive inoltre due opere nelle quali celebrava le gesta di Enrico VI e Federico II.  Altri saggi: “De Balneis Puteolanis”; “De Triumphis Henrici Imperatoris De His Quae a Friderico II Imperatore Praeclare ac Fortifer Gesta Sunt. P. Panvini di S. Caterina Salvatore De Renzi.  P. Panvini di S. Caterina, Biografia degli uomini illustri della Sicilia, Giuseppe Emanuele Ortolani, Tomo I, Napoli, S. De Renzi, “Storia documentata della scuola medica di Salerno” (Napoli). Siracusa. Keywords: i bagni di Pozzuoli. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Siracusa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733795423/in/datetaken/

 

Grice e Sirenio – libero arbitrio – filosofia italiana – Luigi Speranza (Brescia). Filosofo. Insegna Bologna. “De fato” (Venetiis, Giordano Ziletti). Sirenio. Keywords: libero arbitrio, contingetia, possibilitas, necessitas, ‘secundum philosophorum opinionem” -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sirenio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691552363/in/photolist-2mKNHBr

 

Grice e Solari – iustum/iussum – filosofia italiana – Luigi Speranza (Albino), Filosofo. Frequenta il prestigioso Collegio San Francesco di Lodi retto dai Barnabiti per poi proseguire gli studi a Messina, da dove poi si trasferì presso Torino. Si forma nel Laboratorio di Economia Politica di Martiis, per poi scegliere la filosofia del diritto sotto la guida di Carle. Anche membro di una tra le istituzioni culturali più prestigiose a livello nazionale: l'Accademia Nazionale dei Lincei. Autore di un idealismo sociale e studioso di Pagano, esponente della scuola di filosofia del diritto dell'Torino, dove tenne questa cattedra quando succedette a Carle all’anno in cui fu sostituito da  Bobbio. Ha tra i suoi allievi lo stesso Bobbio, Treves, Scarpelli, Gobetti, Entrèves, Pareyson, Firpo, Colli, Leoni, Einaudi e Goretti.  Per tutta la vita si dedica esclusivamente all'insegnamento universitario, rifiutando qualsiasi incarico pubblico (non diventa nemmeno preside della sua facoltà); le cattedre da lui ricoperte sono state nelle Messina, Cagliari e Torino. Presta il giuramento di fedeltà al fascismo. Saggi: “La scuola del diritto naturale nelle dottrine etico-giuridiche” (Torino, Bocca); “L'idea individuale e l'idea sociale nel diritto privato”; “Lezioni di filosofia del diritto” (A.T.U., Torino); “Filosofia del diritto privato”; “Lezioni di filosofia del diritto”; “Studi storici della filosofia del diritto” (Giappichelli, Torino).  S. Fiori, Il professorie che dice "NO" al Duce, in La Repubblica, Lezioni di filosofia del diritto; G. Carle e G. Solari, raccolte da G. Bruno” (A.T.U., Torino); “Studi storici di filosofia del diritto” (Giappichelli, Torino); “Nella cultura” (FrancoAngeli, Milano); A. Contu, “Questione sarda e filosofia del diritto in Solari” (Giappichelli, Torino); D.  Cugini, “Commemorazione” (Albino); “Agostino, Il problema del diritto e dello Stato nella filosofia del diritto di Hegel (Giappichelli, Torino); L. Firpo, La filosofia politica (Laterza, Bari). Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gioele Solari. Solari. Keywords: Giorgio Guglielmo Federico Hegel, Spaventa, hegelianismo, iustum/iussum – storia della filosofia del diritto romano – cicerone. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Solari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733503931/in/datetaken/+

 

Grice e Soleri – funzionalità veritativa dei connettivi – filosofia italiana – Luigi Speranza (Pagliero di San Damiano Macra). Filosofo. Studia a Milano sotto Olgiati. Insegna a Saluzzo. Saggi: “Il problema metafisico del male” (in “Sapienza”); “Inevitabilità e decisività del problema teologico”; “La proprietà” (S.E.I. Torino); “Telesio, La Scuola, Brescia); “Lucrezio, La Scuola, Brescia); “Antonino” (La Scuola, Brescia); “L'immortalità dell'anima” (S.E.I., Torino); “Economia e morale” (Borla, Torino); “Essere, atto, valore in”; “Il problema del valore” (Morcelliana, Brescia); “Incisività e decisività del problema teologico”, in “Studia Patavina”, “Orizzonte della metafisica”; D. Ettore, “Soleri” (Saluzzo). Soleri. Keywords: Telesio, Lucrezio, Antonino, Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Soleri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734127339/in/datetaken/

 

Grice e Somenzi – il naturale, il innaturale, il sovranaturale – filosofia italiana – Luigi Speranza (Redondesco). Filosofo. Ufficiale meteorologo dell'Aeronautica. Partecipa alla Resistenza, lavora all'ufficio studi dello Stato maggiore. Si divide tra la carriera militare e quella accademica, optando infine per la cattedra di filosofia a Roma. Tra i suoi allievi vi e Cordeschi.  Partendo da un interesse per l'operazionismo, dirige i suoi studi teorici alla cibernetica e fu tra i primi a interessarsi di intelligenza artificiale e a studiare i rapporti mente-cervello e mente-macchina.  Saggi: “La filosofia della scienza” (Milano, Bocca); “La meccanica quantistica” (Milano, Bocca); “L' operazionismo” (Milano, Comunità); “La scienza nel suo sviluppo storico” (Torino, ERI); “Automi” (Torino, Boringhieri); “Tra fisica e filosofia” (Roberto Donolato, Abano Terme, Piovan); “La materia pensante” (Milano, CLUP Città Studi); Fonte: A. Rainone, Enciclopedia Italiana, riferimenti in. Saggi in onore, Roma, Union Printing, antologia e testimonianze, Mantova, Fondazione Banca agricola mantovana, Cibernetica Intelligenza artificiale  A. Rainone, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Un maestro del domandare, di Cd Del Bello, da Giano, sito "Metodologia". Filosofo al servizio della scienza, Corriere della Sera, Archivio storico. Vittorio Somenzi. Somenzi. Keywords: naturale, sovranaturale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Somenzi”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734110694/in/datetaken/

 

Grice e Sordi – filosofia italiana – Luigi Speranza (Centenaro di Ferriere). Filosofo. Figlio di Agostino e Giovanna Taschieri, si fa religioso nella Compagnia di Gesù e ben quattro dei suoi fratelli seguirono il suo esempio.  Entra nel seminario di Piacenza, dove frequenta le classi ginnasiali. Vince il concorso per l'ammissione al Collegio Alberoni di Piacenza, dove rimase fino al quando fu costretto a lasciare per motivi di salute. Rientrò in seminario e, sotto la guida di V. Buzzetti, approfonde la filosofia d’Aquino la cui filosofia era andata in disuse. S’insegna la filosofia del secolo: Sarti, Soave, Draghetti, Condillac, Wolfe, Storkenau).  Divenne sacerdote ed entrò nella Compagnia di Gesù appena ricostituita, fece il noviziato nella Casa di Sant'Ambrogio a Genova, dove incontrò Azeglio che attraverso i colloqui con il Sordi conobbe e stimò la filosofia di San Tommaso, di cui prima aveva sentito parlare con disprezzo e incominciò a rivedere la sua formazione filosofica.  Divenne insegnante di filosofia nel Collegio di Ferrara e passò a Reggio Emilia come insegnante di logica, metafisica ed etica e con la carica di prefetto della biblioteca civica. A Reggio Emilia si distinse e acquisce stima e fama tanto che il padre Generale della Compagnia Luigi Fortis lo propone al padre Pavani, provinciale d'Italia, come professore di logica nel Collegio Romano. Il Pavani, però prega il padre Generale di desistere dal suo proposito per motivi di opportunità “si leverebbe un gran rumore tra i professori del Collegio Romano tanta è la prevenzione contro il padre Sordi perché tomista.”  Dal 1829 al 1834 venne mandato a Modena, al collegio San Bartolomeo, come professore di logica, metafisica ed etica. Ispirandosi ai rivolgimenti culminati con la cattura di C. Menotti, pubblica “Catechismo delle rivoluzioni”. Stringe amicizia con G. Pecci. Attraverso quest'amicizia puo esercitare il suo influsso anche su suo fratello, Pecci che, divenuto poi Papa, con l'Enciclica Aeterni Patris propone a tutte le scuole cattoliche le dottrine d’Aquino. Inviato a Forlì e poi a Spoleto dove insegna. Nominato Rettore del Collegio di Orvieto. Ritornò a Modena come Rettore; carica che esercitò per tre anni, e poi rimase ancora a Modena come Ministro e Padre Spirituale degli alunni. Rettore del Collegio San Pietro di Piacenza, dove già e stato aperto anche l'AloisianumIstituto di formazione filosofica per giovani gesuiti dell'area Lombardo Veneta. E ancora a Piacenza, quando il Collegio venne preso d'assalto dai rivoluzionari: “Scoppiarono allora alte grida diAbbasso i gesuiti. Morte ai gesuiti. Mortee qui aggiungevano i nomi or dell'uno or dell'altro Padre del collegio.” Così si legge nel racconto di padre Lombardini, testimone oculare degli avvenimenti. J. Roothaan lo chiama a Roma, desideroso di vedere finito un testo di filosofia che doveva realizzare insieme a Carminati. Nominato Preposto della Provincia Romana. Governa quella Provincia con rara prudenza e grande spirito di bontà. Passa al Collegio degli scrittori della Civiltà Cattolica con l'incarico di scrittore e padre spirituale della comunità. Contribuì in questi tre anni al fiorire della rivista componendo con padre Taparelli una serie di articoli. Chiamato all'Aloisianum di Verona come Prefetto degli studi dei giovani religiosi che qui studiavano filosofia. Uno dei più insigni rappresentanti del tomismo, il movimento di rinnovamento della filosofia d’Aquino, che, partito da Piacenza con  V. Buzzetti, si diffuse in tutta l'Italia tramite i fratelli Sordi, alunni dello stesso Buzzetti. I due fratelli, entrati nella Compagnia di Gesù, portarono il rinnovamento tomista, cioè le grandi idee di San Tommaso studiate e sviluppate ai fini di rispondere agli interrogativi più profondi dell'uomo moderno. La sua azione in favore del neotomismo e particolarmente efficace per gli incarichi prestigiosi a lui affidati, per il suo insegnamento presso numerosi Collegi dove i suoi scritti di filosofia, trascritti, venivano usati come testo; inoltre molte delle persone da lui avviate allo studio di San Tommaso sono state i protagonisti del rinnovamento tomista e i diretti collaboratori nella preparazione dell'enciclica "Aeterni Patris" in cui Leone XIII esorta a rimettere in uso la sacra dottrina d’Aquino e a propagarla il più largamente possibile. Il suo fratello, Domenico, diffuse il tomismo nella provincia napoletana, dove opera in varie città (Napoli, Lecce, Maglie, Salerno, Sora, Arpino, Andria). Al Collegio Massimo di Napoli e collaboratore d’Azeglio promuovendo la diffusione della filosofia d’Aquino fra gli alunni, alcuni dei quali furono protagonisti del rinnovamento della cultura cattolica. Fra questi va ricordato Curci fondatore della “Civiltà Cattolica”, che descrive il suo insegnante con dovizia di particolari nelle sue “Memorie” eMatteo Liberatore, cofondatore del periodico “Scienza e Fede”, redattore di “La Civiltà Cattolica” e uno degli estensori dell'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Altre saggi: “Appendice al capitolo XII del Catechismo del senso comune” del Rorbacher L'Amico d'Italia  (Genova); “Theses ex universa Philosophia” (Parma); “Catechismo delle Rivoluzioni” (Modena, Soliani); “Lettere intorno al Nuovo saggio sull'origine delle idee di Serbati” (Modena, Vincenzo Rossi); “I primi elementi del sistema di V. Gioberti dialogizzati tra lui e un lettore dell'opera sua – Bergamo, Natali, Allocuzione di Pio IX con in fine esposizione della materia a modo di catechismo” (Roma, Apostolica); “I misteri di Demofilo” (Torino Castellazzo) e De Gaudenzi, Circolare del R.Provinciale ai Superiori della Provincia Romana –Roma, Civ. Cattolica. De studio Theologiae in nostra societate –Roma, Civ. Cattolica,  Recensione all'opuscolo di Giacomo Oddo “l'Indipendenza, il Cattolicesimo e l'Italia, MilanoRoma, Civ, Cattolica La libertà al tribunale della ragioneRoma, Civ. Cattolica. Se per essere indipendenti abbisogna che il Papa abbia il potere temporale. Di un sacerdote cattolico, Roma Civ. Cattolica. Il movimento nazionale, istruzione popolare in occasione di un opuscolo pubblicato nell'Umbria da un preteso prete galantuomo Roma Civ. Cattolica, opuscolo di  48 Il Sillabo di S. S. Pio Papa IX esposto in forma di catechismo da lSerafino Sordi della Compagnia di Gesù Verona, Vigentini e Franchini); “Saggio intorno alla dialettica e alla religione di Gioberti (Piacenza, Tedeschi); “Una proposta al Clero Italiano”; “Ragionamenti sul Gesuita Moderno” (Torino, Castellazzo e De Gaudenzi); “La scomunica: Nel Messaggero di Modena, Lettera sull'Austria, Bergamo, Dottrine di S. Alfonso dei Liquori difese contro le impugnazioni di Rosmini Monza. “Ontologia” (Dezza); “Theologia naturalis” (Dezza); “Manuale di logica” (Pesce). Opere inedite riportate da Dezza in Alle origini del Neotomismo”: “Ethica generalis et specialis”; “Psicologia”; “Sull'origine delle idee”; “Sulla materia e sulla forma”; “Sull'evidenza”; “Intorno alla filosofia a noi prescritta da S. Ignazio”; “Esortazioni al clero (presso don Ballerini PC). Alle origini del Neotomismo, Dezza, I neotomisti; E. Silva, Ferriere, cenni storici, R. Comandini, “Nuovi contributi alla conoscenza di V. Buzzetti e dei discepoli cresciuti alla sua scuola -- saggio sulla rinascita del Tomismo”; Dezza, I neotomisti italiani”; Dezza, “ Alle origini del Neotomismo, Breve storia della Provincia veneta della Compagnia di Gesù dalle sue origini fino ai giorni nostril; “La chiesa di S. Pietro in Piacenza Studi per il IV cent. dalla fond. TEP; Breve storia della Provincia Veneta della Compagnia di Gesù dalle sue origini fino ai giorni nostri A. M. D. G C. Cenacchi, Tomismo e Neotomismo a FerraraLiber. Edit. Vaticana La Civiltà Cattolica, R. Comandini, Nuovi contributi alla conoscenza del canonico Vincenzo Buzzetti e dei discepoli cresciuti alla sua scuola Saggio sulla rinascita del Tomismo Libr. Edit. Vaticana, F. Cordani, Una grande cultura piacentina dimenticata, PC Ed. Berti C. M. Curci, Memorie di Curci, G. Barbera Editore, FI C. M. Cornoldi, Memorie Autobiografiche (Archivio Aloisianum) F. Dante, Storia della Civiltà Ed. Studium Roma.Dezza, A MI.Dezza, I neo-tomisti italiani del XIX secolo, Bocca ed. MI.  La chiesa di S. Pietro in Piacenza Studi per il IV cent. dalla fond. TEP); Giarelli, Storia di Piacenza dalle origini ai nostri giorni,  II Ed. Porta PC L. Ferrari, I fratelli Sordi e il Neotomismo in Italia in il filosofo canonico V. Buzzetti nel centenario della morte, PC G. Martina, La Chiesa nell'età dell'assolutismo, del liberismo, del totalitarismo, Morcelliana BS. U. Padovani, “Importanza della critica filosofica di S. Sordi a V. Gilbert” (“Riv. Di Filosofia Neoscolastica, MI ed. Vita e Pensiero A. Monti, "La Compagnia di Gesù nel territorio della Provincia Torinese, Chieri); Giovanni Paolo II, enciclica Fides et Ratio; S. Panareo, L'istruzione in terra d'Otranto sotto i Borboni, B. Perazzoli, Studi sul Rosminianesimo nell'Ottocento, Ed. Rosminiane Sodalitas, L. Pozzi, S: Sordi filosofo neotomista, Studia Patavina Riv. Di Filos.e Teologia.  V. Rolandetti, Da Buzzetti all'Aeterni Patris Conv. Intern. Tomistico (Trento); V. Rolandetti, Buzzetti teologo, Libr. Ed. Vat. E. Silva, Ferriere, cenni storici, UTEP, PC, D. Sordi, Pochi e brevi cenni sulla vita menata nel secolo da P.S.Sordi, man. Inedito G. Sordi, Il contributo dei gesuiti piacentini Serafino e Domenico Sordi alla diffusione del neo-tomismo nella cultura, PC altervista.org G. Tononi, Condizioni della Chiesa nei ducati parmensi. M. Volpe, I Gesuiti nel Napoletano  Aeterni Patris Aloisianum Carlo Maria Curci Collegio Alberoni Compagnia di Gesù Jan Roothaan La Civiltà Cattolica L. Taparelli d'Azeglio Matteo Liberatore Neotomismo  Sordi, su Treccan iEnciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Serafino Sordi. G. Sordi, Il contributo dei gesuiti piacentini Serafino e Domenico Sordi alla diffusione del neotomismo nella cultura cattolica, PC su serafinosordi. altervista. La Civiltà Cattolica Taparelli d'Azeglio e il rinnovamento della Scolastica al Collegio Romano] italia La Civiltà Cattolica; Intorno alle origini del rinnovamento tomistico in Italia” (Taparelli e Sordi). La rinascita del tomismo a Napoli  (parte primaI collaboratori del Taparelli; “Il peripato in azione”; “Il contributo della Compagnia di Gesù alla preparazione dell'enciclica “Aeterni Patris.” Serafino Sordi. Sordi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sordi” – The Swimming-Pool Library.  https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733431716

 

Grice e Soria – l’opuscolo – filosofia italiana – Luigi Speranza (Sant'Andrea a Lama). Filosofo. Figlio da Enrico e da Maria Elisabetta delle Sedie da Calci, la famiglia paterna risiedeva da tempo a Sant'Ilario in Campo, nell'isola d'Elba. Appartenente alla corrente del sensismo. Insegna a Pisa. Combate il cartesianesimo ed esalta Galilei. Scrive il saggio “Rationalis Philosophiae Institutiones”. Direttore della Biblioteca di Pisa. Pubblica a Pisa la “Raccolta di opuscoli filosofici e filologici.” Il saggio comprende “Dell’immaterialità delle nature intelligenti”; “Della potenza che ha lo spirito umano di determinar se medesimo chiamata libertà”; “Il virtuoso regime del proprio corpo è un bene indispensabile per la felicità della vita” e “Della natural dipendenza della salute corporea dall'Ilarità dello Spirito”; “Della Simpatia” – “Dialogo tra un Cav. Francese, e un Italiano” e l’”Esame del Giudizio di Monsieur Du Fresnoy circa Buonarroti”; “Sulle metamorfosi degl'insetti”; “Degl'influssi celesti”; “Dissertazione Accademica sull'Innesto”; “La teoria de' fosfori, e de' loro divarj.  Allievo di Grandi, segna il passaggio della scuola galileiana verso l'illuminismo. De Soria individual nello sviluppo economico il centro dell'interesse dell'attività politica. È sepolto nella chiesa di Sant'Andrea a Lama, in provincia di Pisa, paese di origine della madre.  Ugo Baldini, De Soria, Giovanni Gualberto, in "Dizionario biografico degli italiani", Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, Soria è attestato anche a Livorno ed è appartenuto a una nota famiglia locale. L.S. Olschki, Firenze). Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Gualberto De Soria. Soria. Keywords: l’opuscolo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Soria” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733483688/in/datetaken/

 

Sorrentino, Andrea. Vico. Bordon, La retorica di Vico.  Andrea SORRENTINO, G. B. V. e le razze mediterr.inee: in Bulletin italien di Bordeaux, a. XVII, n. 2, avril - juin 1917, pp. 96-101. 19. Alberto ScrocCA, G. B. V. e un suo recente critico: in Rassegna nazionale di Firenze, 1-16 agosto e i...

 

Grice e Sorrentino – la persona come paradigma di senso – filosofia italiana (Carbonara di Nola). Flosofo. Tra i massimi esperti italiani di teologia filosofica, ma oltre alle letture di carattere teologico-religioso, è anche ideatore di una filosofia autonoma ed originale. -- è infatti convinto che si debba ricercare una connessione tra le varie forme di sapere, spesso rinchiuse nell'ambito dei propri specialismi e pertanto sterili. Studia a Milano. Si laurea in Filosofia presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II". Consegue la laurea in teologia presso la facoltà teologica "San Luigi" di Napoli. Insegna a Salerno. Sviluppa tematiche come il dibattito sulla religione, inteso nel senso di una problematizzazione e di una tematizzazione del religioso nella società a partire dal tardo Illuminismo. Cerca di inquadrare la filosofia relativa all'etica e alla religione. Da qui parte il tentativo di una tematizzazione filosofica della dimensione simbolica. Il motore della ricerca è il tentativo di giungere ad una forma di connessione dei saperi che possa superare le difficoltà e le incomprensioni del mondo contemporaneo, non solo in ambito filosofico.  Altre saggi: “La teologia della secolarizzazione: chiesa, mondo e storia”; “La filosofia della religione, Ermeneutica e filosofia trascendentale”; “Filosofia ed esperienza religiosa”; “Realtà del senso e universo religioso”; “Per un approccio trascendentale al fenomeno religioso”; “La dottrina della fede”; “Il valore della vita”; “Dialettica”; “Obbedire al tempo”; “L'attesa”; “La dialettica nella cultura romantica”; “Religione e religioni”; “Il prisma della rivelazione”; “Una nozione alla prova di religioni e saperi”; “L'eredità dell'Illuminismo e la critica della religione”; “Diversità e rapporto tra culture”; “Le ragioni del dialogo. Grammatica del rapporto tra le religioni”; “Nichilismo e questione del senso”; “Teologia naturale e teologia filosofica”; “La libertà in discussione”; “Le ragioni del dialogo. Grammatica del rapporto fra le religioni, “La persona come paradigma di senso”; “Dibattito sull'eredità di Mounier”; “La teologia politica in discussione” (Salerno, Giornale di filosofia della religione,. Sergio Sorerntino. Sorrentino. Keywords: la persona come paradigma di senso, H. P. Grice, P. F. Strawson. Luigi Speranza,”Grice e Sorrentino”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733226741/in/photolist-2mPuiXc-2mPkhvE-2mNzeEc-nzsayP-nz4c3s

 

Sorrentino, Vincenzo.

 

Sotione (Roma). Filosofo. Teacher of Seneca. In glossary to Roman philosophers, in “Roman philosophers.”

 

Grice e Sozzini – razionalismo, e moi -- filosofia italiana – (Siena). Socinianism, Nella prima meta del sedicesimo sicolo nacquero in questa casa Lelio e Fausto Sozzini letterati insigni filosofi sommi della liberta di pensiero strenui propugnatori contro il soprannaturale vindice della umana ragione fondarono la celebre scuola Socinian precorrendo di tre secoli le dottrine del modern razionalismo – I liberali senesi ammiratori reverenti questa memoria posero 1879. Fausto. Fausto Sozzini. Lelio Sozzini. Sozzini. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Sozzini, rationalism, and moi”, Luigi Speranza, “Grice e Sozzini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734101860/in/datetaken/

 

Grice e Spadaro – conversazione coll’angelo – filosofia italiana (Messina), Filosofo. Laureato a Messina, entra subito dopo nel noviziato della Compagnia di Gesù. Insegna lettere a Roma. Riceve l'ordinazione presbiterale e il 24 maggio 2007 pronuncia i voti solenni nella Compagnia di Gesù. Consegue la licenza in Teologia Fondamentale, il diploma in Comunicazioni Sociali, il dottorato di ricerca in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Completa la sua formazione negli Stati Uniti, nella Provincia dei gesuiti di Chicago. Comincia a scrivere per la rivista La Civiltà Cattolica e entra a far parte in maniera stabile della redazione. Si occupa soprattutto di teoria della letteratura e di critica letteraria, in particolare legata ad autori contemporanei italiani (tra questi, Pavese, Bassani, Luzi, Tondelli. Tra le materie che tratta vi sono anche la musica, l'arte contemporanea, il cinema e le nuove tecnologie della comunicazione e il loro impatto sul modo di vivere e pensare (in particolare su, Second Life, sulla lettura digitale, sui vari social networks, sulla filosofia hacker o sulla cyberteologia).  Ha fondato Bomba Carta, un progetto culturale che coordina iniziative di scrittura creativa, produzione video e lettura anche su internet. È curatore della collana di poesia L'Oblò delle edizioni Ancora. Insegna presso il Centro Interdisciplinare di Comunicazione Sociale della Pontificia Università Gregoriana --  è a capo del comitato scientifico "La sfida e l'esperienza" che raccoglie docenti e manager interessati ai temi della spiritualità e dell'innovazione. Viene incaricato di coordinare le attività culturali della Compagnia di Gesù in Italia. -- è il relatore principale al primo evento organizzato dai Gesuiti sulla musica rock nel quale riabilita la dignità musicale (non liturgica) del genere nel suo complesso, limitandone la condanna alla valutazione di rari e singoli casi. Diviene Rettore della Comunità dei gesuiti de La Civiltà Cattolica. -- è annunciata la sua nomina a direttore della rivista.. Nel numero del 1º ottobre  della rivista è apparso il suo articolo di presentazione nella nuova veste di direttore.  La sua attività in Rete è legata, oltre alla presenza nei social network, anche allun sito personale e di due blog: uno dedicato alla CyberTeologia e uno dedicato a Flannery O'Connor. Benedetto XVI lo nomina consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e anche consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Riceve a Caserta il prestigioso premio "Le Buone Notizie Civitas Casertana", uno dei più importanti premi di giornalismo italiani, unico nel suo genere a livello internazionale.  Ad agosto  incontra più volte papa Francesco per conto de La Civiltà Cattolica e di altre 15 riviste della Compagnia di Gesù. Il contenuto delle conversazioni è stato pubblicato sotto forma di intervista a settembre  ed ampiamente ripreso dalla stampa internazionale.  Dedicato un articolo all’utopia. L'articolo analizza il significato di  utopia nel contesto culturale italiano, ne analizza la storia, e ne mette in evidenza pregi e limiti.  La sua conclusione è che dalla descrizione e dalle valutazioni compiute comprendiamo bene come  rappresenti un sogno illuminista di descrivere il mondo, che però si scontra con le difficoltà di accreditarsi come compendio di sapere credibile, mantenendo nel contempo anonimato, flessibilità e continua apertura a nuovi collaboratori. Nello stesso tempo questa «utopia» rovescia il sogno dell'enciclopedia tradizionale, intesa come costruzione autorevole, organica e integrata del sapere. Infatti  è come un organismo vivente: cresce (al ritmo del 7% ogni mese), si ammala, è sottoposta a composizioni e scomposizioni interne, ad accrescimenti e riduzioni continue. Ma soprattutto  nasconde un'altra utopia, a suo modo, ambigua. La democrazia assoluta del sapere e la collaborazione delle intelligenze molteplici che dà vita a una sorta di intelligenza collettiva. Questa utopia potrebbe nascondere una nuova forma di torre di Babele, che ha il suo tallone di Achille non solo nell'inaffidabilità, ma anche nel relativismo. Concede un'intervista a Wikinotizie,  Intervista al gesuita 2.0, nella quale commenta l'articolo e spazia sulle tematiche inerenti  e il mondo della rete internet.  Altri saggi: “Tracce profonde. Il viaggio tra il reale e l'immaginario” (Roma, Città Nuova); “Radio on. Tra le colonne sonore  (Napoli, Giannini); “Lo sguardo presente. Una lettura teologica dell’amore” (Rimini, Guaraldi); “Attraversare l'attesa” (Reggio Emilia, Diabasis); “Laboratorio″. La nuova narrativa italiana (Reggio Emilia, Diabasis); “Un'acuta sensazione d'attesa” (Padova, Messaggero di Sant'Antonio); “A che cosa «serve» la letteratura?” Leumann (To)-Roma, Elle Di Ci La Civiltà Cattolica,  Premio Capri per la sezione Letteratura e Premio Crotone sezione Giovane critici italiani); “Lontano dentro se stessi. L'attesa di salvezza” (Milano, Jaca). Connessioni. Nuove forme della cultura al tempo di internet” (Bologna, Pardes); “La grazia della parola. La poesia, Milano, Jaca); Nella melodia della terra” (Milano, Jaca); “Abitare nella possibilità. L'esperienza della letteratura” (Milano, Jaca), “L'altro fuoco. L'esperienza della letteratura” (Milano, Jaca); Alla ricerca del lupo. Genio, tensioni, vanità (Bologna, Pardes); “Nell'ombra accesa. Breviario poetico di Natale (Milano, Ancora); Web 2.0 Reti di relazione, Milano, Paoline,. “Svolta di respiro. Spiritualità della vita” (Milano, Vita & Pensiero). Cyberteologia. Pensare il cristianesimo al tempo della rete, Milano, Vita & Pensiero); “Lasciami correre via, Padova, Messaggero); “Traversate di un credente, Milano, Jaca); “La dodicesima notte (Milano, Ancora); La freschezza più cara. Poesie (Milano, Rizzoli); Canto una vita immense (Milano, Ancora); “Un Dio sempre più grande. Pregare” (Milano, Ancora). obio, su laciviltacattolica. Saggi su "La Civiltà Cattolica", su antoniospadaro.net. Antonio Spadaro, BombaCarta, su bombacarta.com. accesso=16 agosto.  Antonio Spadaro, L'OblòAncora, su ancoralibri. Orazio La Rocca, I gesuiti benedicono il rock: "La musica di Springsteen & Co parla all'anima", Repubblica. cogliere pienamente la sfida digitale. Cyberteologia, Nomina di consultori del Pontificio Consiglio della Cultura, Rinunce e nomine, su Bollettino della Santa Sede, Bollettino della Santa Sede.  Su La Civiltà Cattolica la mia intervista a Papa Francesco, su cyberteologia, Intervista a papa Francesco. Cyberteologia, sul  RAI Filosofia, su filosofia.rai. Antonio Spadaro. Spadaro. Keywords: conversazione coll’angelo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spadaro” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733432523/in/datetaken/

 

Grice e Sparti – il riconoscimento – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Insegna a Siena, Pisa, Milano e lBologna. Fonda “Studi culturali. Collabora a "Iride", "Paradigmi", "Rivista di estetica", "Rassegna italiana di sociologia", ed "Intersezioni". Concentra la sua attenzione sull'estetica dell'improvvisazione.  Saggi: “Se un leone potesse parlare. Indagine sul comprendere e lo spiegare” (Firenze, Sansoni); “Sopprimere la lontananza uccide” “Interpretazione” (Firenze, Nuova Italia) “Epistemologia delle scienze sociali” (Roma, Nuova Italia); “Soggetti al tempo. Identità personale fra analisi filosofica e costruzione sociale” (Milano, Feltrinelli); “Identità e coscienza” (Bologna, Mulino); “Wittgenstein politico” (Milano, Feltrinelli); “Epistemologia delle scienze sociali” (Bologna, Mulino); “L'importanza di essere umani: etica del ri-conoscimento” (Milano, Feltrinelli); “Suoni inauditi. L'improvvisazione nel jazz e nella vita quotidiana” (Bologna, Il Mulino); “Musica in nero. Il campo discorsivo del jazz” (Torino, Bollati); “Il corpo sonoro. Oralità e scrittura nel jazz” (Bologna, Il Mulino); “L'identità incompiuta: paradossi dell'improvvisazione musicale” (Bologna, Mulino); “Sul tango. L'improvvisazione intima” (Bologna, Mulino). Davide Sparti. Sparti. Keywords: identita personale, interpretare, improvvisare nella vita. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sparti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733803154/in/photolist-2mPxgim-2mKTjot

 

Grice e Spaventa – l’origine italico dello spirito filosofico – Luigi Speranza (Bomba). Filosofo. Nacque da un'agiata famiglia borghese. Sua madre, Maria Anna Croce, e pro-zia di Croce. Studia a Chieti. Ottenuto l'incarico di docente di matematica, si trasfere a Montecassino. La sua formazione continua a Napoli. Studia i filosofi tedesci in tedesco – Grice: “Which is the right thing to do – and which Ryle, or Strawson, for that matter – are unable to!”  Si avvicina ai circoli liberali e a pensatori come Colecchi e Antonio Tari. Fonda una scuola  di filosofia. Inoltre partecipa alla redazione de “ Il Nazionale”. Dopo l'abrogazione della Costituzione da parte di Ferdinando II, e costretto a lasciare Napoli. Si trasferire prima a Firenze, quindi a Torino. Divenne giornalista scrivendo su Il Progresso, Il Cimento, Il Piemonte, Rivista Contemporanea. Si avvicina al pensiero di Hegel. Polemizza con La Civiltà Cattolica, rifiutando l'idea del sacro come passo necessario per lo sviluppo umano.  In tal modo condivise con altri esuli napoletani gli stessi fermenti patriottici e liberali che avevano nell'idealismo hegeliano il loro motivo ispiratore. In Napoli la filosofia di Hegel penetra nelle menti de' cultori della scienza, i quali mossi come da santo amore si affratellavano e la predicano. Né i sospetti già desti della polizia, né le minacce e le persecuzioni valsero ad infievolire la fede in questi arditi difensori della indipendenza del pensiero. I numerosi studenti raccolti da tutti i punti del Regno nella grande capitale disertano le cattedre, ed accorrevano in folla ad ascoltare la nuova parola. Era un bisogno irresistibile ed universale, che li spinge ad un ignoto e splendido avvenire, all'unità organica dei diversi rami della cognizione umana. I filosofi, partecipavano al general movimento, ed ambivano soprattutto, come gl’antichi italiani, di essere veri filosofi. Chi può ridire la gioia, le speranze, l’entusiasmo di quel tempo? Chi può ridire l’affetto col quale si amano i maestri e gli allievi, e insieme procedeno alla ricerca della verità? E un culto, una religione ideale, nella quale si mostrano degni nepoti dell'infelice Nolano. “Studii sopra la filosofia di Hegel” (Torino) «Rivista Italiana». Insegna a Modena, Bologna e Napoli. Vuole liberare la cultura filosofica italiana dal suo provincialismo, attraverso la diffusione nella penisola dell'idealismo di Hegel. Sostene una politica laica e legata ad un forte senso di un stato unitario, considerato come sorgente dei princìpi e dei valori ispiratori di un armonioso sviluppo di civilita, da cui la comunità dei cittadini devono trarre l'alimento necessario per una crescita ordinata e corretta. Circola l’idealismo, che dimostra il percorso dinamico della filosofia e il suo ritorno in Italia dove ha origine. Riforma la dialettica hegeliana per salvare l'identità di essere e pensiero escludendo ogni presupposto oggettivo esterno al pensare. Recupera l'aspetto pratico nel processo conoscitivo che evita la caduta in un astratto idealismo. La filosofia italiana del Rinascimento, connotata dal naturalismo e dall'immanentismo, ha precorso la filosofia, giungendo attraverso Spinoza agli idealisti tedeschi Fichte, Schelling, Hegel. il ritorno in Italia della filosofia con la terza Roma e  con la riappropriazione dei filoni spiritualistici europei da parte di Rosmini e Gioberti. Mentre per la critica tradizionale la filosofia italiana e caratterizzata dalla sua ininterrotta fedeltà alla linea platonica, Spaventa cerca di dimostrare, con gli studi dedicati al umanesimo rinascimentale che la filosofia, laica e idealistica, generalmente associata alla Riforma in realtà e nata in Italia. Interpreta con chiave di lettura hegeliana questo progressivo passaggio dello spirito filosofico italiano e il suo ritorno, sottolineando la continuità del razionalismo di Cartesio col principio innatistico di Campanella della cognitio abdita, dell'empirismo di Locke con la campanelliana cognitio illata o nozione acquisita, dell'immanentismo Spinoza col panteismo di Bruno, del criticismo con la metafisica della mente di Vico. Poi Galluppi e  Rosmini si sarebbero riappropriati inconsciamente di quello stesso spirito permeato dal kantismo, come Gioberti di quello dell'idealismo. Ripigliare il sacro filo della nostra tradizione filosofica italiana, ravvivare la coscienza del nostro libero pensiero nello studio dei nostri maggiori filosofi, ricercare nelle filosofie delle altre nazioni i germi ricevuti dai primi padri della nostra filosofia italiana e poi ritornati fra noi in forma nuova e più spiegata di sistema, comprendere questa circolazione del pensiero italiano, della quale in gran parte noi avevamo smarrito il sentimento, riconoscere questo ritorno del nostro pensiero a sé stesso nel grande intuito speculativo del nostro ultimo filosofo Hegel, sapere insomma che cosa noi fummo, che cosa siamo e che cosa dobbiamo essere nel movimento della filosofìa, non come membri isolati e scissi dalla vita universale del popolo, nè come avvinti al carro trionfale d'un popolo particolare, ma come nazione libera ed eguale nella comunità universale. Tale, o signori, è stato sempre il desiderio e l'occupazione della mia vita. Prolusione alle lezioni di Storia della filosofia a Bologna (Modena, Tipografia Governativa) Uno dei suoi propositi, giustificato dalla stessa tesi della circolazione della filosofia italiana, e il tentativo di far uscire gli intellettuali italiani dal provincialismo stagnante in cui versavano, apportando loro gli elementi più innovativi del pensiero idealistico d'oltralpe, per dare un fondamento filosofico-culturale al processo rivoluzionario dell'unificazione nazionale. La rivoluzione storica da attuare non e il programma neo-guelfo del primato morale e civile di Gioberti che ripudia in blocco la filosofia moderna, ma anda intesa hegelianamente come sttoria della libertà, nella quale lo spiritualismo non significa un'involuzione, bensì un riallineamento alle nazioni più avanzate. Son molti ancora in Italia i quali tacciano di astratta e oscura la filosofia alemanna e, reputandola contraria alla natura speculativa dell'ingegno italiano, si accontentano di una maniera di sapere che non ha nessuna connessione con la nostra tradizione filosofica -- è un perpetuo oltraggio alla memoria de' nostri sommi ed infelici pensatori, e la principal cagione del decadimento della scienza tra noi. Costoro dimenticano la storia del pensiero italiano, della quale furono gli eroi e martiri i nostri filosofi; non ricordano i roghi di Bruno e di Vanini, la lunga prigionia di Campanella, e l'umile pietra che, nel tempio de' Gerolomini in Napoli, ricopre le ceneri di Vico, luce del nostro mondo intellettuale. Non i nostri filosofi degli ultimi duecento anni, ma Spinoza, Kant, Fichte, Schelling ed Hegel, sono stati i veri discepoli di Bruno, di Vanini, di Campanella, di Vico, ed altri illustri. (Principii di Filosofia). Non si limita a recepire passivamente l'hegelismo, ma da avvio ad una sua profonda revision. Introduce temi originali che cerca di riprendere dalla tradizione autoctona italiana.  In particolare, cerca di rispondere alle critiche di Trendelenburg, il quale non vede come dal primo momento della logica hegeliana, quello dell'essere puro e indeterminato, puo scaturire il divenire dialettico dello spirito, se non tramite un'indebita intromissione dal di fuori. Per dimostrare l'identità dell'essere col spirito, e quindi che l'Idea è intrinseca alla realtà storica, avente come scopo la libertà, sostenne l'esigenza di mentalizzare o kantianizzare» la logica di Hegel, unificando quest'ultima con la fenomenologia, cioè col percorso conoscitivo del singolo individuo umano, che diventa progressivamente auto-cosciente di avere in se stesso, nello proprio spirito, tutta la realtà assoluta logicamente articolata. Riforma così la dialettica hegeliana nell'ottica di Kant e Fichte, ritenendo prevalente l'atto soggettivo (no inter-soggetivo) della coscienza trascendentale rispetto ad ogni presupposto oggettivistico o inter-soggettivistico), valorizzando inoltre il momento finale dello spirito rispetto alle fasi precedenti della logica e della natura, situate fuori dall'auto-coscienza. È lo spirito la protagonista di ogni originaria produzione.  In maniera simile a Fischer, infatti, la deduzione hegeliana, che dalla contrapposizione di essere e nulla faceva scaturire il divenire, venne intesa in senso kantiano e fichtiano dando il primato alla sintesi unificatrice del divenire: è lo spirito, nel suo perenne fluire, che dà luogo all'essere, il quale, originariamente indeterminato e perciò in-concevibile, si rivela un non-essere, essendo posto all'interno dello spirito stesso. Per questo primato assegnato all'atto del concivere, fa da apripista all'idealismo attuale di Gentile. Per contrastare l'avanzata del positivismo che e penetrato in Italia dopo la raggiunta unità nazionale, di fronte all'esaurirsi delle spinte ideali che caratterizzano il Risorgimento, si impegna nella valorizzazione dell'aspetto pratico del processo spirituale, per evitare la caduta in un «stratto idealismo, che non cura né pregia lo sperimento. In particolare riprese da Vico una concezione pratica e storica della metafisica dell'assoluto, intendendo l'auto-coscienza hegeliana (quale Begierde, cioè appetizione») come umanità, ovvero impeto che agisce nel soggetto umano. Analogamente puo sostenere, nel tracciare LA STORIA DELLO SPIRITO ITALIANO che è il soggetto umano a dare concretezza e coscienza di sè al processo storico. La Riforma della modernità che abolisce i vecchi principi della filosofia scolastica si basa per l'appunto sull'immanenza di Dio e sulla capacità della coscienza umana di auto-determinarsi e di accedere direttamente all'Infinito, come enunciano Bruno e Campanella. Il riconoscimento del valore infinito dell'uomo ha ripercussioni anche sulla concezione etico-politica, stimolando studi e interessi sulla filosofia hegeliana del diritto.  Permase una viva concezione etica dello stato italiano, che lo indusse a rinvenire nell'idealismo hegeliano la sintesi tra la corrente post-illuministica, basata sull'arbitrio individuale soggetivo e su una concezione meramente contrattualistica dello Stato, ed il cattolicesimo liberale, fondato viceversa sull'arbitrio divino e sull'aderenza dogmatico-confessionale al principio d'autorità. Il suo liberalismo rigetta l'individualismo o soggetivismo che privilegia l'interesse del singolo portandolo a servirsi dell'organismo universale per i propri fini, distruggendo la società. Allo stato italiano spetta dunque la funzione pedagogica di promuovere gli interessi DI TUTTI, di ogni italiano, tutelando la famiglia, in cui si forma l'individuo o soggeto, e al contempo la società civile.  La famiglia e la società civile hanno la loro verità nello stato. Dove lo stato italiano non è altro che famiglia (lo stato patriarcale italiano), o una istituzione di pubblica sicurezza (polizia italiana), non solo lo stato italiano non è il vero stato, ma né la famiglia né la società civile esistono nella loro vera forma. Lo stato italiano è l'unità del principio della famiglia e del principio della società civile (della naturalità umana e del libero volere, del diritto e della moralità). Non è una semplice associazione fondata mediante il libero arbitrio soggetivo, o il patto inter-soggetivo etc, né una associazione puramente naturale. È tutto ciò insieme. È assoluta soggettività etica dei individui.. Assoluta, perché è sostanza; soggettività, perché è saputa e voluta dagli individui liberamente come la loro stessa essenza etica e universalità. Dove manca tale sapere e volere, lo stato italiano non è libera soggettività, e l'individuo non ha vero valore (individualismo moderno). In altri termini, è la sostanza nazionale, conscia veramente e realmente di se medesima; lo spirito del popolo (come tale, come spirito etico) nella sua vera e perfetta esistenza. Studi sull'etica hegeliana. Poiché il potere stesso dello stato italiano può essere utilizzato da un individuo o da una classe in vista dei suoi interessi di parte, accetta il modello costituzionale, sebbene non privo di conflitti tra particolarità e universalità, nel quale la personalità dello stato italiano e elevata sopra la lotta sociale. Ripudiando l'astratto cosmopolitismo, lo stato italiano va dunque inteso come l'immanenza di dio, dell'universalità dello spirito italiano calato nella concretezza della nazionalità del popolo italiano, tutti uguali, ratelli dell'umana famiglia. È con Spaventa soprattutto che la filosofia in Italia cessa d'essere esercitazione accademica e vacua speculazione, si avvia a diventare organica visione del mondo, da cui derivi e consegua una morale, si avvia cioè a diventare religione laica, dando inizio a quel largo movimento di distacco di intellettuali dalla chiesa cattolica. (G. Arfé, L'hegelismo napoletano e Spaventa, in «Società», Firenze. E uno dei maggiori teorici che si sforzarono dare un un'impronta ideale e spirituale al percorso risorgimentale verso l'unità d'Italia, non limitata all'ambito filosofico, come riconobbero in seguito storici e studiosi del Risorgimento. Con lui e De Sanctis e giunta al culmine quella motivazione politica della nazione italiana che e la caratteristica in forza della quale il movimento sorto a Napoli supera i limiti di un episodio regionale. Da noi, gl’italiani, al contrario che in Inghilterra e in Francia, l'hegelismo non è stato solo una filosofia ma un elemento della vita civile della nazione italiana nel momento culminante del suo Risorgimento. (S. Landucci, L'hegelismo in Italia nell'età del Risorgimento, in «Studi storici», Roma. Influsce profondamente, attraverso la mediazione di Jaja, anche l'idealismo italiano di Gentile, il quale porta a termine il lavoro di kantianizzazione o mentalizzazione di Hegel avviato da lui, trasformando la sua dottrina in un compiuto attualismo o filosofia dell'atto, basata cioè sul perenne dinamismo dell'atto del pensiero. Gentile cura inoltre la pubblicazione della spaventiana prolusione e introduzione alle lezioni di filosofia nella Napoli, ri-nominandola significativamente “La filosofia italiana”, ritenendola un saggio di carattere non solamente storiografico, ma soprattutto fenomenologico, in cui cioè lo spirito della filosofia italiana esprime la sua ritrovata coscienza di sè. Gentile si confronta ampiamente con lui nella propria riforma della dialettica hegeliana, oltre a raccogliere e sistemare alcuni suoi scritti inediti, tra cui un frammento giudicato uno snodo importante verso la genesi del proprio attualismo, contribuendo alla riscoperta e alla rinascita degli studi intorno alla dottrina spaventiana. Anche l'idealista Croce, che dopo la morte dei genitori anda a vivere da Silvio Spaventa, segue le sue lezioni, apprezzandone soprattutto lo spirito profondamente liberale. Altri di suoi scolari, o allievi sono Fiorentino, Maturi, Jaja, Masci, Tocco, Labriola, ed Alfonso. Nuovi studi sono sorti in occasione del bicentenario della nascita di Spaventa e De Sanctis. Altri saggi: “La filosofia di Kant e la sua relazione colla filosofia italiana” (Unione Tipografica, Torino); “Principii di filosofia” (Ghio, Napoli); “Studi sull'etica di Hegel” (Università, Napoli); “La filosofia di Gioberti” (Tasso, Napoli); “Saggi critici di filosofia, politica e religione” (Bruno, Roma); “La dottrina della conoscenza di Bruno” (Università, Napoli); “Principi di etica” (Pierro, Napoli); “La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea” G. Gentile, Laterza, Bari. “Logica e metafisica” G. Gentile, Laterza, Bari. Opere, G. Gentile, raccolte e aggiornate da Italo Cubeddu e Simona Giannantoni, "Classici della Filosofia", Sansoni, Firenze. Opere, saggio introduttivo, prefazioni, note e apparati di Francesco Valagussa, postfazione di Vincenzo Vitiello, Bompiani, Milano. Quattro articoli sulla filosofia tedesca (Kant, Fichte, Schelling, Hegel), Giuseppe Landolfi Petrone, Il Prato,  Edizione critica delle Opere psicologiche inedite D. D'Orsi: Lezioni di antropologia, Psiche e metafisica  Elementi di psicologia speculativa, Sulle psicopatie in generale. Cit. in B. Spaventa, Antologia degli scritti, G. Vacca, Bari, Laterza. Piero Di Giovanni, Giovanni Gentile: la filosofia italiana tra idealismo e anti-idealismo, Angeli, Gentile e Spaventa, su treccani.  Il contributo italiano alla storia del pensiero, su treccani. Nel tempo che gl’ustriaci — ‘i tedeschi’ dicemo generalmente in Italia — dimorano non solo nelle contrade lombarde e venete, ma anche in Toscana, io non ho il coraggio di dire: filosofia tedesca. (nota di B. Spaventa).  Principii di Filosofia, Napoli, Ghio. Le tradizioni filosofiche nell'Italia unita, di G. Rota.  U. Perone, G. Ferretti, C. Ciancio, Storia del pensiero filosofico,  Torino, SEI, Cit. di Giovanni Gentile in Della vita e degli scritti di Spaventa, pScritti filosofici” (Napoli, Morano); Altri saggi: “Sulle psicopatie in generale,  o La legge del più forte, in cui si confrontava tra l'altro col darwinismo.  Studi sull'etica hegeliana, Napoli, Stamperia della R. Università, Il concetto di nazione (nazionalità) segna in lui un superamento della filosofia hegeliana della storia basata sul susseguirsi di popoli-guida (cfr. Carratelli, Storia e civiltà della Campania (Napoli, Electa); “Studii sopra la filosofia di Hegel”; “Unificazione nazionale ed egemonia culturale, G. Vacca (Bari, Laterza); E. Garin, “La fortuna nella filosofia italiana” in  L'opera e l’eredità di Hegel (Bari, Laterza); I. Cubeddu, Da Spaventa a Gentile: Kant e l’idealismo, in "La tradizione kantiana in Italia", Atti del convegno della Società filosofica italiana  (Messina, G.B.M.); La raccolta gentiliana delle sue opere venne riedita e curate da I. Cubeddu e S. Giannantoni, e ri-stampata da F. Valagussa e V. Vitiello. Coscienza nazionale, treccani.  G. Gentile, Bertrando Spaventa (Firenze, Vallecchi); G. Vacca, Politica e filosofia (Bari, Laterza); R. Bartot, L'hegelismo di Spaventa (Firenze, Olschki); I. Cubeddu, Edizioni e studi (Firenze, Sansoni); T. Serra, Etica e politica (Roma, Bulzoni); R. Franchini, Dalla scienza della logica alla logica della scienza” (Napoli, Pironti); E. Garin, “Filosofia e politica” (G. Tognon, Napoli, Bibliopolis); E. Garin, Napoli, Bibliopolis,  L. Gentile, “Coscienza nazionale” (Chieti, Noubs); G. Origo “Perpetuazione e difesa della filosofia italica” (Roma, Bibliosofica); A. Savorelli, Il contributo italiano alla storia del Pensiero Filosofia (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana); Attualismo Hegelismo Idealismo italiano Idealismo tedesco Treccani. Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Dizionario di storia, Dizionario biografico degli italiani,   D. Fusaro, “Spaventa: Il far intendere Hegel all'Italia, vorrebbe dire ri-fare l'Italia”.  Gentile e Spaventa, su treccani. Scritti filosofici. G. Gentile. Gli hegeliani di Napoli e il Risorgimento. Bertrando Spaventa. Spaventa. Keywords: italianita, Englishry, Englishness, English nation, the English, the English tongue, the tongue of the English, the tongue of the Anglians, the English spirit, the English ghost.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spaventa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688298272/in/photolist-2mLLZRD-2mLQdrQ-2mLGRht-2mPsfT9-2mPsXiB-2mPsh7f-2mKw3hq-2mPpskp

 

Grice e Spedalieri – dei diritti dell’uomo – filosofia italiana (Bronte). Filosofo. Figlio Vincenzo e da Antonina Dinaro, studia nell'Oratorio di S. Filippo Neri di Bronte e nel seminario di Monreale. Insegna filosofia a Monreale. Alcune sue tesi, considerate eretiche a Palermo, sono invece approvate e stampate a Roma con il titolo di “Propositionum theologicarum specimen”. Trasfere a Roma. Pio VI gli diede il titolo di beneficiato della Basilica Vaticana che comporta una modesta rendita mensilee l'incarica di scrivere la storia del prosciugamento dell'Agro pontino, “De' bonificamenti delle terre pontine”. Contro l'Enciclopedia degli illuministi, usce la sua “Analisi dell'Esame critico sulle prove di Dio”, il “Ragionamento sopra l'arte di governare”, e “Ragionamento sull’influenza del sacro nella società e nella civilita”.  Scrive la “Confutazione della dottrina della caduta dell’impero romano”, contro Gibbon che imputa la caduta all'influenza negativa del sacro. Nel saggio più importante “Dei diritti dell'uomo”, pubblicata a Roma ma, per volontà del papa, con la falsa indicazione di Assisi, si rifece alla concezioni rousseauiane relativamente alla dottrina di un contratto sociale come origine della società. Contesta la tesi di un originario stato di *natura* a cui occorrerebbe tornare, perché soltanto all'interno della società e civilta gl’uomini possono realizzare i suoi bisogni di felicità e di perfezione. Lo stato, a cui è destinato l'uomo dalla natura, è la società e la Civilta. Ciò e dimostrato e vuol dire che gl’uomini non possono rinunziare, generalmente parlando, alla società e a la civilita senza opporsi alla sua propria natura. È parte essenziale della costituzione sociale il principato. Il popolo degl’uomini non ha diritto di disfare il principato. La forma migliore di governo è il principato. Al principe il popolo degl’uomini affida tre facoltà: giudicare, di decretare e di eseguire. Il popolo degl’uomini non può togliergli il principato a suo beneplacito, cioè quando gli pare, per motivi leggieri, senza motivi, perché violerebbe il patto sottoscritto, a meno che il principe non violi la condizione essenziale del contratto stipulato, il “do ut facias”, a meno che il principe non faccia ciò che si era impegnato a fare in cambio della proprietà del principato, ossia, custodire i diritti naturali di ciascuno degl’uomini del popolo, e dirigere tutte le operazioni del principato alla felicità degl’uomini sudditi e cittadini. Questa è la base del contratto. Se invece il principe prendesse a distruggere i diritti naturali di ognuno, a sostituire il capriccio alle leggi, e ad immergere nella miseria i poveri sudditi, il contratto resterebbe sciolto da sé. Lo scioglimento del contratto non significa che il popolo eserciti per proprio conto il governo, ma che debba investirne un altro con auspici migliori. Ma chi deciderà che il contratto stabilito con il principe sia nullo? Intanto, osserva che il contratto siasi sciolto già da sé stesso, si dee legalmente dichiarare. Prima della quale dichiarazione, a niuno è permesso di sottrarsi dall'ubbidienza del principe. E il diritto di far tale dichiarazione non appartiene a verun privato, né alla unione di alcuni, né anco alla moltitudine. Solo un corpo che rappresenti *ogni suddito* può dichiarare lo scioglimento del patto con il principe. Questo vero corpo e formato da ogni magistrato, ogni ordine de' cittadini, ogni persona illuminata, proba, e non soggetta all'impeto del momento. La colta nazione italiana nella costituzione fondamentale, che dà a sé stessa, e che inerisce nel contratto che fa con la persona che vuole innalzare al principato, e che questa giura di mantenere, sempre, forma un corpo o sia un collegio che rappresenta permanetutti ogni cittadino. Laonde basta che la dichiarazione si faccia da questo corpo per esser legale. Qualora il principe resista e voglia mantenere il potere non più riconosciutogli, comportandosi così da tiranno. Il corpo della nazione italiana mai però un singolo cittadino italiano puo legittimamente giungere fino all'estrema soluzione di condannarlo a morte. Si mostra avverso sia al dispotismo illuminato che rifiuta tanto il principio della sovranità del popolo quanto il primato del sacro nel governo dello stato, sia i princìpi laici della rivoluzione. La garanzia di assicurare i diritti fondamentali di ogni uomo italiano è data dalla natura che ha come princìpi essenziali l'amore e la carità verso il prossimo. Polemizza anche contro i giansenisti che accusa di giacobinismo e di spirito sovvertitore dei troni.  Gli rispose con asprezza Tamburini in “Lettere teologico politiche”. Il riconoscimento che la sovranità deriva dal popolo degl’uomini e che questi uomini italiani, attraverso i suoi delegati, possa giungere a rovesciarne il potere, gli procurarono violente critiche e inimicizie da parte dei circoli reazionari e in parte anche moderati, e al saggio, che ha alla sua uscita una notevole diffusione, il divieto di pubblicazione in tutta Italia. Puo nuovamente circolare, anche se in Italia, mutato il clima politico e culturale, venne nuovamente ignorato. L. Geymonat, “Il pensiero filosofico-pedagogico italiano, Filosofi e pedagogisti estranei all'illuminismo in Geymonat, Storia del pensiero filosofico e scientifico” (Milano, Garzanti); G. Melzi, Dizionario di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani: o come che sia aventi relazione all'Italia. Milano: Coi torchi di L. di Giacomo Pirola, N. Nicolini, op. cit..  C. Giurintano, Società e Stato (Palermo). A. Pisanò, “Una teoria comunitaria dei diritti umani: i diritti dell'uomo” (Milano). bronteinsieme Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Melanzio Alcioneo, arcadi. Nicola Spedalieri. Spedalieri. Keywords:gl’arcadii, diritti degl’uomini. Refs.: Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spadalieri sul contratto conversazionale.” H. P. Grice, “A critique to conversational quasi-contrastualism.” Luigi Speranza, “Grice e Spedalieri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690092790/in/photolist-2mKFeJo

 

Grice e Speranza – implicatura ed implicatura -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Albalonga). Filosofo. Speranza, Ugo -- Speranza, Alessandro -- Speranza, Ettore -- Speranza, Gianni -- Speranza, Paola -- Speranza, Anna-Maria -- Speranza-Ghersi –Ghersi-Speranza, Anna-Maria -- Speranza lui speranza: luigi della --. Italian philosopher, attracted, for some reason, to H. P. Grice. Speranza knows St. John’s very well. He is the author of “Dorothea Oxoniensis.” He is a member of a number of cultivated Anglo-Italian societies, like H. P. Grice’s Playgroup. He is the custodian of Villa Grice, not far from Villa Speranza. He works at the Swimming-Pool Library. Cuisine is one of his hobbiesgrisottoa alla ligure, his specialty. He can be reached via H. P. Grice. Refs.: Luigi Speranza, “Vita ed opinion di Luigi Speranza,” par Luigi Speranza. A. M. Ghersi Speranza -- vide Ghersi-Speranza. Ghersi is a collaborator of Speranza. Grice: “It’s easy enough to list Speranza’s publications.” Speranza, like Mill, was fortunate to belong to a literary familyand he would read Descartes’s Meditations, which drew him to philosophy. His studies in logic drew him to semanticsHis first love was Oxonian analysis as summarised in Hartnack’s essay on ‘contemporary’ philosophy. One of Speranza’s earliest essays is on Plato’s Cratylus, relying mainly on Cassierer, but also drawing from Austin’s Philosophical Papesr. Spearnza’s idea is that “ … mean …” is a dyadic relation and what’s behind Plato’s theory of forms. This was Speranza’s contribution to a seminar in ancient philosophy. For his contribution on medieaval philosophy, Speranza drew on the modistae, and the Patrologia Latina for the use of ‘intentio’ in various writers, up to AquinoSperanza finds it fascinating that the earliest modistae do find a conceptual link between the ‘intentio’ and the ‘significatio.’ For a seminar on scepticism, Speranza contributed with a paper on Gricedrawing on Sextus Empiricus and Bar-Hillel. It relates to Grice’s problem with the conversational category of fortitude. Speranza concludes that a phenomenalist account is possible, but there are two other options: ‘silence’ (“not to participate in the conversational game”) or the utterance of non-alethic utterances, such as questions and commands. For a seminar on political philosophy, Speranza contributed with an essay on ‘Contractualism’ from Rousseau onwards --. For a seminar on phenomenology and the social sciences, Speranza contributed with an essay on ‘The conversational unit,’ the idea that the emic approach is preferable to the etic approach. For a seminar on argumentation theory on Habermas, Speranza contributed with a “German Grice,” the idea of a ‘strategy’ is a momer. Grice is into co-operative proceduresand those who provide taxonomies of rationality should be made aware of this. For “The Carrollian,” Speranza contributed with “Humpty Dumpty’s Impenetrability.” The idea that Davidson is right and Alice does not mean that there is a knock-down argument, or that she should change the topiche draws on Grice’s collaborator at Oxford, D. F. Pears, for his insights on “Intention and belief.” At the request of the editor of a bibliographical bulletin, M. Costa, Speranza contributed with reviews of oeuvre by R. M. Hare (“Sub-atomic particles of logic”), J. F. Thomson (“if and If”) and work on the English philosopher H. P. Grice (J. Baker, etc.). His review on Way of Words spramg from the same project, and it is an ‘invitation.’ For a congress of philosophy, Speranza presented “On the way of conversation,” playing on Grice’s “way of words”“Surely there’s more than words to conversation.” Speranza focuses on what Grice amusingly calls a ‘minro problem,’ that of expression meaningSperanza’s example: “How do you find Bologna?” “I haven’t been mugged yet” was inspired by a remark of an attendant to the conference. For a congress on conversational reasoning, Speranza contributed with “First time at Bologna?” providing twenty five possible answers“first time in the region, actually.” Etc. Speranza, following Grice, refers to this sort of reasoning as a sort of ‘brooding’to ‘brood’ is to ‘reason’ in a calculated fashion. As an invitation project, Speranza collaborated with “Rational face to rational face: a study in conversational pragmatics from a Griceian perspective.” In his essay “Post-modernist Grice,” he deals with the unary and dyadic connectors. For a congress on “Current Issues,” Speranza presented his “The feast of reason,” three steps in the critique of conversational reason. The first step is empirical, the second is quasi-contractualist, and the third is rational, undersood weakly and strongly. For an essay on relativism, Speranza presented an essay on ‘The cunning of conversational reason.’ Speranza maintains Grice’s jocular references to Kant -- the Conversational Immanuel. For an essay on desirability, Speranza explored the issues connected with mise-en-abyme and self-reflectionsome of these were published. There is published correspondence with members of what Speranza calls the Grice Club. Refs.: The H. P. Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California, Berkeley. Speranza, villaThe Swimming-Pool Library, H. P. Grice’s Play Group, Liguria, Italia. Luigi Speranza, “Grice e la storia della filosofia italiana.” Speranza has done crucial research on Griceianism, unearthing some documents by O.Wood, J. O. Urmson, P. H. Nowell-Smith, and many many others – not just H. P. Grice. Vide: The Grice Papers, BANC, MSS.

 

Spirito – la filosofia dello spirito – filosofia fascista – ventennio fascista -- I corpi – corpo e corporazione -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Arezzo). Filosofo. Studia sotto Gentile. Firma il manifesto degli intellettuali fascisti. Teorico del corporativismo. Insegna a Pisa, Messina, Genova e Roma. Tra i principali filosofi a Roma insieme con Antoni, allievo di Croce, Calogero, filosofo del "dialogo" (Cf. Grice – “dialogo” vs. “conversazione”) -- e Nardi grande studioso di filosofia di Aligheri e medievale. Rinomate sono non tanto le sue lezioni quanto i suoi pomeriggi di discussione del giovedì. Tre ore, non di lezione, ma di discussione serrata su un problema filosofico; uno soltanto per un intero anno. Uno, per esemptio, e dedicato al concetto di sogno. Ai giovedì nell'aula grande dell'Istituto di Filosofia interveneno tante e diverse persone: gli studenti, i numerosi assistenti e inoltre partecipanti di varie età convinzioni e provenienze. Ascolta tutti, rilancia e guida la discussione verso nuove prospettive interpretative. Pubblica saggi connessi a quei giovedì. Tra le altre: “Il Problematicismo”; “La Vita come Ricerca” (Rubbettino); “La Vita come Amore”, “Cattolicesimo e Comunismo”, fino a l’autobiografica “Vita di un Incosciente”. Volendo indicare un tratto distintivo della sua filosofia, essa consiste nella curiosità e nel rispetto per qualsiasi posizione. Non esiste una parola definitive. La ricerca della verità dove essere portata sempre ulteriormente avanti.  In questo senso vanno interpretate le sue riflessioni che spaziano dai campi della speculazione filosofica. Tra i vari livelli di ricerca, spicca la riflessione sulle strutture dello stato. Allontanandosi nettamente dal liberalismo filosofico, non vede alcuna contra-posizione tra la figura dell'individuo o cittadino e quella dello stato. Con un passo oltre questa interpretazione, che giudica dis-organica e arbitraria, vede lo stato come figura entro cui i cittadini vieneno a realizzarsi. Il binomio stato/cittadino diventa così un'equazione, in cui il secondo termine viene a risolversi e quindi realizzarsi pienamente nel primo. Caratterizza lo stato non come una semplice sovra-struttura disciplinatrice, ma come un organismo che esprime un'unica volontà e compone tutti i dissidi dei cittadini. In questo senso, l'unica via percorribile nella realizzazione di tale modello è la via corporativa in cui lo stato -- al meno due cittadini -- diventa stato di al meno due produttori. Lo stato rappresenta il luogo in cui interesse pubblico o comune ed interesse privato o soggetivo del cittadino vengono a coincidere. In esso non deve venire annullata quella sorgente di vita che sono i cittadini.  Questa concezione è stata definita immanenza dei cittadini nello stato, volta alla mobilitazione dei cittadini nelle e per le strutture create dallo stato. L’economia è politica. Deve garantire la sub-ordinazione alle scelte sociali. Inquadra il ruolo che assegna allo stato in termini di intervento pubblico o comone. Ben lungi dal prospettare una situazione paragonabile al collettivismo, è lontano anche dagli eccessi dis-organici che imputa al sistema liberale.  Il funzionario di stato, che in prospettiva dove andare a sostituire il capitalista privato, e giudicato non come un agente del collettivismo o del capitalismo statale (che sappiamo cosa produce col sovietismo), ma un semplice delegato tecnico, che si fa garante di una diversa realtà: assicurare socialmente il controllo della produzione e la stessa proprietà dei mezzi produttivi. Altre saggi: “Il diritto penale italiano”; “Il nuovo diritto penale”; “Critica dell'economia liberale, “L'idealismo italiano e i suoi critici” – Grice: “A delightfull read, especially for us Oxonians, since he manages to quote extensively from the Proceedings of the Aristotelian Society, seeing that Ryle hated idealism!” --); “I fondamenti dell'economia corporativa”; “Capitalismo e corporativismo” (Rubbettino); Scienza e filosofia”; Dall'economia liberale al corporativismo, “La vita come arte,  Critica della democrazia” (Rubbettino); “Il comunismo, Dall'attualismo al problematicismo”, Memorie di un incosciente” (Rusconi, Milano); “Pareto” (Cadmo, Roma); “Critica della democrazia” (Luni, Milano); “Il corporativismo: dall'economia liberale al corporativismo; “M. Rodotà, Passeggiando in bicicletta; Bighellonando dentro il Verano, Corriere della Sera, L. Stefano, Filosofo, Giurista, Economista, Volpe Roma, “Individuo e stato”,  A.  Negri, “Dal corporativismo comunista all'umanesimo scientifico. Itinerario teoretico” (Manduria, Lacaita, F.Tamassia, Roma, A. Russo, Positivismo e idealismo” (Roma); G. Dessì, “Filosofia e rivoluzione” (Milano, Luni); A.  Russo, “Dal positivismo all'anti-scienza” (Milano, Guerini); H. Cavallera, “La ricerca dell'incontrovertibile, Formello, SEAM); D. Breschi, Spirito del Novecento. Il secolo di Ugo Spirito -- dal fascismo alla contestazione” (Rubbettino), A. Cammarana, Roma, Pagine,  A. Cammarana, “Teorica della reazione dialettica: filosofia del postcomunismo” (Roma). V. Pirro, Ricordo, in Studi Politici (Bulzoni, Roma). Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Enciclopedia machiavelliana, P. Bettineschi, L'esperienza storica e l'intrascendibilità del conoscere. Sul sapere di non sapere,  Rivista di filosofia neo-scolastica,, Problematicismo Corporativismo Fascismo Corporazione proprietaria. Treccani, Dizionario di storia, Dizionario biografico degli italiani, Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ugo Spirito. Spirito. Keywords: stato/cittadini, pathos romantico, romanticism e nuovo ordine, sindicalismo, fascismo da sinestra, filobolcevicco, corporativismo, attualismo, stato fascista, equilibrio liberta/autorita, gentile e spirito, i filosofi fascisti, filosofia e revoluzione, romanticismo, proprieta, filosofia come pedagogia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spirito” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51718471510/in/photolist-2mPwZGS-2mPkobg-2mPpmMv-2mPoj9X-2mPszkp-2mPqp6k-2mNzeEc-2mNbFJE-2mNaHiH-2mMQbzj-2mLKtaD-2mLLZRD-2mLFz5i-2mLGnHy-2mLLy7L-2mLLy6U-2mLGvyP-2mPkhvE-2mN84eK-2mMyyfB

 

Grice e Spisani – la contestazione – filosofia italiana (Ferrara), Filosofo. Si laurea a Padova con una tesi di sull'attualismo italiano: “Natura e spirito nell’idealismo attuale” (Milano, Fabbri). In seguito collabora a Urbino. A Bologna fonda “Rassegna di Logica”  e il Centro superiore di logica e scienze comparate. In una lettera Carnap critica una sua decisione di non pubblicare un'opera. Morì suicida. Altri saggi: “Neutralizzazione dello spazio per sintesi produttiva” (Bologna, Cappelli); “Implicazione, Endo-metria e universo del discorso” (Bologna) e “Introduzione alla teoria generale dei numeri relativi, con ingresso dei numeri moltiplicatori e divisori, legati alla logica e alla matematica trascendentale” (Bologna, Centro di logica e scienze comparate, analisi matematica). C'è una relazione divisoria che ipotizza il valore “M,” numero logico trans-infinito all'origine della neutralizzazione dello spazio trans-finito. ℵ va verso successivi aumenti. Ma è la relatività dei numeri, espressa nel calcolo per valori di posizione, che ne individua la direzione inversa."  In “Introduzione alla teoria dei numeri relative” spiega le sue scoperte in forma di dialogo. Tra gli interlocutori la misteriosa figura della piovra Clipso.  Logo-fenica.  Altri saggi: “Il numero nell'istanza ontologica del rapporto d'identità” (Imola, Galeati); “Logica ed esperienza” (Milano, Marzorati); “Logica della contestazione” (Bologna, Cappelli).  Sulla storia della pubblicazione della Teoria generale, importanti ricerche erano già pronte. Allora, dice: “Ne discuto con Carnap. Carnap sottopone i risultati dell'indagine. Carnap spiega anche le ragioni che mi induceno a non diffonderne le conclusioni. Carnap risponde che quella scelta gli sembra affatto ingiustificata: l'operas crises non poteva rimanere nel silenzio. Tuttavia non cambiai parere. Non avrei pubblicato, e glielo confermai. “Dai numeri naturali ai numeri relativi, moltiplicatori e divisor” B. Gallo, “Un uomo genial”, Nuova Ferrara, L'ha vegliato prima di suicidarsi, di Carlo Gulotta, la Repubblica, sezione Bologna, Archivio. Franco Spisani. Spisani. Keywords: il concetto di numero, numero naturale, numero relativo, logica autogenetica, numero relative moltiplicatore, numero relative divisore, opposto, contradittorio, regole e segni, contestazione, esperienza, limiti della metafisica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spisani” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733750694/in/datetaken/

 

Grice e Sraffa – la mia implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Torino). An Italian noble -- vitters, and Grice --  L.cited by H. P. Grice, “Some like Vitters, but Moore’s MY man.” Vienna-born philosopher trained as an enginner at Manchester. Typically referred to Wittgenstein in the style of English schoolboy slang of the time as, “Witters,” pronounced “Vitters.”“I heard Austin said once: ‘Some like Witters, but Moore’s MY man.’ Austin would open the “Philosophical Investigations,” and say, “Let’s see what Witters has to say about this.” Everybody ended up loving Witters at the playgroup.” Witters’s oeuvre was translated first into English by C. K. Ogden. There are interesting twists. Refs.: H. P. Grice, “Vitters.” Grice was sadly discomforted when one of his best friends at Oxford, D. F. Pears, dedicated so much effort to the unveiling of the mysteries of ‘Vitters.’ ‘Vitters’ was all in the air in Grice’s inner circle. Strawson had written a review of Philosophical Investigations. Austin was always mocking ‘Vitters,’ and there are other connections. For Grice, the most important is that remark in “Philosohpical Investigations,” which he never cared to check ‘in the Hun,’ about a horse not being seen ‘as a horse.’ But in “Prolegomena” he mentions Vitters in other contexts, too, and in “Causal Theory,” almost anonymouslybut usually with regard to the ‘seeing as’ puzzle. Grice would also rely on Witters’s now knowing how to use ‘know’ or vice versa. In “Method” Grice quotes verbatim: ‘No psyche without the manifestation the ascription of psyche is meant to explain,” and also to the effect that most ‘-etic’ talk of behaviour is already ‘-emic,’ via internal perspective, or just pervaded with intentionalism. One of the most original and challenging philosophical writers of the twentieth century. Born in Vienna into an assimilated family of Jewish extraction, he went to England as a student and eventually became a protégé of Russell’s at Cambridge. He returned to Austria at the beginning of The Great War I, but went back to Cambridge in 8 and taught there as a fellow and professor. Despite spending much of his professional life in England, Vitters never lost contact with his Austrian background, and his writings combine in a unique way ideas derived from both the insular and the continental European tradition. His thought is strongly marked by a deep skepticism about philosophy, but he retained the conviction that there was something important to be rescued from the traditional enterprise. In his Blue Book 8 he referred to his own work as “one of the heirs of the subject that used to be called philosophy.” What strikes readers first when they look at Vitters’s writings is the peculiar form of their composition. They are generally made up of short individual notes that are most often numbered in sequence and, in the more finished writings, evidently selected and arranged with the greatest care. Those notes range from fairly technical discussions on matters of logic, the mind, meaning, understanding, acting, seeing, mathematics, and knowledge, to aphoristic observations about ethics, culture, art, and the meaning of life. Because of their wide-ranging character, their unusual perspective on things, and their often intriguing style, Vitters’s writings have proved to appeal to both professional philosophers and those interested in philosophy in a more general way. The writings as well as his unusual life and personality have already produced a large body of interpretive literature. But given his uncompromising stand, it is questionable whether his thought will ever be fully integrated into academic philosophy. It is more likely that, like Pascal and Nietzsche, he will remain an uneasy presence in philosophy. From an early date onward Vitters was greatly influenced by the idea that philosophical problems can be resolved by paying attention to the working of language  a thought he may have gained from Fritz Mauthner’s Beiträge zu einer Kritik der Sprache 102. Vitters’s affinity to Mauthner is, indeed, evident in all phases of his philosophical development, though it is particularly noticeable in his later thinking.Until recently it has been common to divide Vitters’s work into two sharply distinct phases, separated by a prolonged period of dormancy. According to this schema the early “Tractarian” period is that of the Tractatus Logico-Philosophicus 1, which Vitters wrote in the trenches of World War I, and the later period that of the Philosophical Investigations 3, which he composed between 6 and 8. But the division of his work into these two periods has proved misleading. First, in spite of obvious changes in his thinking, Vitters remained throughout skeptical toward traditional philosophy and persisted in channeling philosophical questioning in a new direction. Second, the common view fails to account for the fact that even between 0 and 8, when Vitters abstained from actual work in philosophy, he read widely in philosophical and semiphilosophical authors, and between 8 and 6 he renewed his interest in philosophical work and wrote copiously on philosophical matters. The posthumous publication of texts such as The Blue and Brown Books, Philosophical Grammar, Philosophical Remarks, and Conversations with the Vienna Circle has led to acknowledgment of a middle period in Vitters’s development, in which he explored a large number of philosophical issues and viewpoints  a period that served as a transition between the early and the late work. Early period. As the son of a greatly successful industrialist and engineer, Vitters first studied engineering in Berlin and Manchester, and traces of that early training are evident throughout his writing. But his interest shifted soon to pure mathematics and the foundations of mathematics, and in pursuing questions about them he became acquainted with Russell and Frege and their work. The two men had a profound and lasting effect on Vitters even when he later came to criticize and reject their ideas. That influence is particularly noticeable in the Tractatus, which can be read as an attempt to reconcile Russell’s atomism with Frege’s apriorism. But the book is at the same time moved by quite different and non-technical concerns. For even before turning to systematic philosophy Vitters had been profoundly moved by Schopenhauer’s thought as it is spelled out in The World as Will and Representation, and while he was serving as a soldier in World War I, he renewed his interest in Schopenhauer’s metaphysical, ethical, aesthetic, and mystical outlook. The resulting confluence of ideas is evident in the Tractatus Logico-Philosophicus and gives the book its peculiar character. Composed in a dauntingly severe and compressed style, the book attempts to show that traditional philosophy rests entirely on a misunderstanding of “the logic of our language.” Following in Frege’s and Russell’s footsteps, Vitters argued that every meaningful sentence must have a precise logical structure. That structure may, however, be hidden beneath the clothing of the grammatical appearance of the sentence and may therefore require the most detailed analysis in order to be made evident. Such analysis, Vitters was convinced, would establish that every meaningful sentence is either a truth-functional composite of another simpler sentence or an atomic sentence consisting of a concatenation of simple names. He argued further that every atomic sentence is a logical picture of a possible state of affairs, which must, as a result, have exactly the same formal structure as the atomic sentence that depicts it. He employed this “picture theory of meaning”  as it is usually called  to derive conclusions about the nature of the world from his observations about the structure of the atomic sentences. He postulated, in particular, that the world must itself have a precise logical structure, even though we may not be able to determine it completely. He also held that the world consists primarily of facts, corresponding to the true atomic sentences, rather than of things, and that those facts, in turn, are concatenations of simple objects, corresponding to the simple names of which the atomic sentences are composed. Because he derived these metaphysical conclusions from his view of the nature of language, Vitters did not consider it essential to describe what those simple objects, their concatenations, and the facts consisting of them are actually like. As a result, there has been a great deal of uncertainty and disagreement among interpreters about their character. The propositions of the Tractatus are for the most part concerned with spelling out Vitters’s account of the logical structure of language and the world and these parts of the book have understandably been of most interest to philosophers who are primarily concerned with questions of symbolic logic and its applications. But for Vitters himself the most important part of the book consisted of the negative conclusions about philosophy that he reaches at the end of his text: in particular, that all sentences that are not atomic pictures of concatenations of objects or truth-functional composites of such are strictly speaking meaningless. Among these he included all the propositions of ethics and aesthetics, all propositions dealing with the meaning of life, all propositions of logic, indeed all philosophical propositions, and finally all the propositions of the Tractatus itself. These are all strictly meaningless; they aim at saying something important, but what they try to express in words can only show itself. As a result Vitters concluded that anyone who understood what the Tractatus was saying would finally discard its propositions as senseless, that she would throw away the ladder after climbing up on it. Someone who reached such a state would have no more temptation to pronounce philosophical propositions. She would see the world rightly and would then also recognize that the only strictly meaningful propositions are those of natural science; but those could never touch what was really important in human life, the mystical. That would have to be contemplated in silence. For “whereof one cannot speak, thereof one must be silent,” as the last proposition of the Tractatus declared. Middle period. It was only natural that Vitters should not embark on an academic career after he had completed that work. Instead he trained to be a school teacher and taught primary school for a number of years in the mountains of lower Austria. In the mid-0s he also built a house for his sister; this can be seen as an attempt to give visual expression to the logical, aesthetic, and ethical ideas of the Tractatus. In those years he developed a number of interests seminal for his later development. His school experience drew his attention to the way in which children learn language and to the whole process of enculturation. He also developed an interest in psychology and read Freud and others. Though he remained hostile to Freud’s theoretical explanations of his psychoanalytic work, he was fascinated with the analytic practice itself and later came to speak of his own work as therapeutic in character. In this period of dormancy Vitters also became acquainted with the members of the Vienna Circle, who had adopted his Tractatus as one of their key texts. For a while he even accepted the positivist principle of meaning advocated by the members of that Circle, according to which the meaning of a sentence is the method of its verification. This he would later modify into the more generous claim that the meaning of a sentence is its use. Vitters’s most decisive step in his middle period was to abandon the belief of the Tractatus that meaningful sentences must have a precise hidden logical structure and the accompanying belief that this structure corresponds to the logical structure of the facts depicted by those sentences. The Tractatus had, indeed, proceeded on the assumption that all the different symbolic devices that can describe the world must be constructed according to the same underlying logic. In a sense, there was then only one meaningful language in the Tractatus, and from it one was supposed to be able to read off the logical structure of the world. In the middle period Vitters concluded that this doctrine constituted a piece of unwarranted metaphysics and that the Tractatus was itself flawed by what it had tried to combat, i.e., the misunderstanding of the logic of language. Where he had previously held it possible to ground metaphysics on logic, he now argued that metaphysics leads the philosopher into complete darkness. Turning his attention back to language he concluded that almost everything he had said about it in the Tractatus had been in error. There were, in fact, many different languages with many different structures that could meet quite different specific needs. Language was not strictly held together by logical structure, but consisted, in fact, of a multiplicity of simpler substructures or language games. Sentences could not be taken to be logical pictures of facts and the simple components of sentences did not all function as names of simple objects. These new reflections on language served Vitters, in the first place, as an aid to thinking about the nature of the human mind, and specifically about the relation between private experience and the physical world. Against the existence of a Cartesian mental substance, he argued that the word ‘I’ did not serve as a name of anything, but occurred in expressions meant to draw attention to a particular body. For a while, at least, he also thought he could explain the difference between private experience and the physical world in terms of the existence of two languages, a primary language of experience and a secondary language of physics. This duallanguage view, which is evident in both the Philosophical Remarks and The Blue Book, Vitters was to give up later in favor of the assumption that our grasp of inner phenomena is dependent on the existence of outer criteria. From the mid-0s onward he also renewed his interest in the philosophy of mathematics. In contrast to Frege and Russell, he argued strenuously that no part of mathematics is reducible purely to logic. Instead he set out to describe mathematics as part of our natural history and as consisting of a number of diverse language games. He also insisted that the meaning of those games depended on the uses to which the mathematical formulas were put. Applying the principle of verification to mathematics, he held that the meaning of a mathematical formula lies in its proof. These remarks on the philosophy of mathematics have remained among Vitters’s most controversial and least explored writings. Later period. Vitters’s middle period was characterized by intensive philosophical work on a broad but quickly changing front. By 6, however, his thinking was finally ready to settle down once again into a steadier pattern, and he now began to elaborate the views for which he became most famous. Where he had constructed his earlier work around the logic devised by Frege and Russell, he now concerned himself mainly with the actual working of ordinary language. This brought him close to the tradition of British common sense philosophy that Moore had revived and made him one of the godfathers of the ordinary language philosophy that was to flourish in Oxford in the 0s. In the Philosophical Investigations Vitters emphasized that there are countless different uses of what we call “symbols,” “words,” and “sentences.” The task of philosophy is to gain a perspicuous view of those multiple uses and thereby to dissolve philosophical and metaphysical puzzles. These puzzles were the result of insufficient attention to the working of language and could be resolved only by carefully retracing the linguistic steps by which they had been reached. Vitters thus came to think of philosophy as a descriptive, analytic, and ultimately therapeutic practice. In the Investigations he set out to show how common philosophical views about meaning including the logical atomism of the Tractatus, about the nature of concepts, about logical necessity, about rule-following, and about the mindbody problem were all the product of an insufficient grasp of how language works. In one of the most influential passages of the book he argued that concept words do not denote sharply circumscribed concepts, but are meant to mark family resemblances between the things labeled with the concept. He also held that logical necessity results from linguistic convention and that rules cannot determine their own applications, that rule-following presupposes the existence of regular practices. Furthermore, the words of our language have meaning only insofar as there exist public criteria for their correct application. As a consequence, he argued, there cannot be a completely private language, i.e., a language that in principle can be used only to speak about one’s own inner experience. This private language argument has caused much discussion. Interpreters have disagreed not only over the structure of the argument and where it occurs in Vitters’s text, but also over the question whether he meant to say that language is necessarily social. Because he said that to speak of inner experiences there must be external and publicly available criteria, he has often been taken to be advocating a logical behaviorism, but nowhere does he, in fact, deny the existence of inner states. What he says is merely that our understanding of someone’s pain is connected to the existence of natural and linguistic expressions of pain. In the Philosophical Investigations Vitters repeatedly draws attention to the fact that language must be learned. This learning, he says, is fundamentally a process of inculcation and drill. In learning a language the child is initiated in a form of life. In Vitters’s later work the notion of form of life serves to identify the whole complex of natural and cultural circumstances presupposed by our language and by a particular understanding of the world. He elaborated those ideas in notes on which he worked between 8 and his death in 1 and which are now published under the title On Certainty. He insisted in them that every belief is always part of a system of beliefs that together constitute a worldview. All confirmation and disconfirmation of a belief presuppose such a system and are internal to the system. For all this he was not advocating a relativism, but a naturalism that assumes that the world ultimately determines which language games can be played. Vitters’s final notes vividly illustrate the continuity of his basic concerns throughout all the changes his thinking went through. For they reveal once more how he remained skeptical about all philosophical theories and how he understood his own undertaking as the attempt to undermine the need for any such theorizing. The considerations of On Certainty are evidently directed against both philosophical skeptics and those philosophers who want to refute skepticism. Against the philosophical skeptics Vitters insisted that there is real knowledge, but this knowledge is always dispersed and not necessarily reliable; it consists of things we have heard and read, of what has been drilled into us, and of our modifications of this inheritance. We have no general reason to doubt this inherited body of knowledge, we do not generally doubt it, and we are, in fact, not in a position to do so. But On Certainty also argues that it is impossible to refute skepticism by pointing to propositions that are absolutely certain, as Descartes did when he declared ‘I think, therefore I am’ indubitable, or as Moore did when he said, “I know for certain that this is a hand here.” The fact that such propositions are considered certain, Vitters argued, indicates only that they play an indispensable, normative role in our language game; they are the riverbed through which the thought of our language game flows. Such propositions cannot be taken to express metaphysical truths. Here, too, the conclusion is that all philosophical argumentation must come to an end, but that the end of such argumentation is not an absolute, self-evident truth, but a certain kind of natural human practice. Sraffa. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Il gesto della mano di Sraffa.” Speranza, “Sraffa’s handwave, and his impicaturum”; Luigi Speranza, “L’implicatura di Sraffa,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733734529/in/datetaken/

 

Grice e Stabile – critica della ragione borghese – filosofia italiana (Sapri). Duplicato. Filosofo. Laureatosi a Napoli con una tesi sulla filosofia del valore, divenne ricercatore a Salerno. Pubblica saggi in "Prassi e teoria", "Aut Aut", "Studi di filosofia politica e diritto", "il Centauro", "Ombre rosse", riviste tra le più prestigiose nel panorama della pubblicistica filosofica italiana. Collabora alla direzione della collana di testi e studi "Relox" di Bibliopolis di Napoli. Salerno dedica un convegno di studi alla sua memoria: "La saggezza moderna. Temi e problemi”. Il fondo rappresenta solo una piccola porzione della sua biblioteca. Infatti la consistenza attuale si aggira intorno ai 650 volumi altri libri sono in possesso di Salerno. Tuttavia la consistenza maggiore ricopre il periodo intorno a cui si è formata la sua personalità. I libri del fondo sottolineano l'interesse verso la critica marxista (moltissimi i volumi degli Editori Riuniti). Degni di attenzione alcuni esemplari caratteristici come ad esempio quelli della collana "I gabbiani" del Saggiatore o ancora la collana quasi completa degli "Opuscoli” della Feltrinelli, i volumi della collana "Biblioteca di nuova cultura" della Mazzotta, e quelli della "Scienza nuova" della Dedalo: collane radicalmente trasformate nei successivi anni o sostituite da altre. Talora nate solamente per offrire testi economici che rispondessero ai bisogni di una maggiore diffusione culturale. Sono presenti anche dei volumetti allegati a periodici di partito (PCI e PSI) e le pubblicazioni dell'Istituto di Filosofia dell'Salerno.  Altri saggi: “Valore morale e società” (Salerno); “Soggetti e bisogni” (Firenze, La Nuova Italia); “Saggezza e prudenza: studi per la ricostruzione di un'antropologia” (Napoli, Liguori); “Piccolo trattato sulla saggezza” (Napoli, Bibliopolis); “Umanesimo e rivoluzione” (“Prassi e teoria: rivista di filosofia della cultura”), “La saggezza moderna: in memoria” (Napoli, Edizioni scientifiche italiane). Storia della filosofia, Salerno.  P. Charron Storia della filosofia,  Salerno. Giampiero Stabile. Stabile. Keywords: Grice’s ‘Needs, need, bisogno, bisogni, bisoin, complex etymology, durf, tharf -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stabile” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733716119/in/datetaken/

 

 

Grice e Stefani – senso compost – filosofia italiana (Pergola). Filosofo. Grice: “I may well say that my idea of a propositional complex owes much to Stefani’s obsession with ‘sensus’ simplex or ‘divisus, and ‘sensus compositum’ –“ “The opposite of ‘com-posito’ is de-posito, though!” --  Grice: “I like his diagrammes; The Boedlian have loads of his mss!” Grice: “He has a figure for the ‘figura quadrata,’ –“. Grice: “He has a figure for ‘suppositio.’” – Il membro più noto di una famiglia di insegnanti marchigiani. Avviato alla carriera ecclesiastica nella città natale, ma presto strasfere a Venezia. Il suo saggio più importante è il “De sensu composito et diviso”. Insegna a  Rialto. Altri saggi: “Dubia in consequentias Strodi,” “In regulas insolubilium,” “De scire e dubitare,” “Compendium logicae,” “Logica,” “Tractatus de sensu simplice, sensu composito, et sensu diviso”,Dizionario biografico degli italiani,  Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Fonte: Dizionario di filosofia, riferimenti. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Stefani. Keywords: senso semplice, senso composito, senso deposito, senso diviso.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stefani.” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701107182/in/photolist-2mPxLC4-2mLLZRD-2mLDFVG-Eoj4SX-DndBhH-27qzaqL

 

Grice e Stefanini – l’interpersonalismo -- idealism filosofico – filosofia fascista – veintennio fascista -- filosofia italiana (Treviso). Filosofo. Grice: “Italians are obsessed with personalismo, I am with interpersonalismo!” “L’essere è personale.” “Tutto ciò che non è personale nell’essere rientra nella produttività della persona, come mezzo di manifestazione della persona e di *comunicazione* o conversazione *tra* due persone,” “La mia prospettiva filosofica). Figlio di Giovanni, che gestisce una tintoria, e Lucia de Mori, diplomata maestra elementare -- è attivo nelle associazioni e nei movimenti cattolici del trevigiano, iscrivendosi a Gioventù Cattolica dove assumerà presto l'incarico di presidente diocesano. Qui maturerà la vocazione di educatore, seguendo, in particolare, gli insegnamenti contenuti nell'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Opera pure nel sindacato cattolico dei lavoratori.  Dopo il diploma presso il Liceo Classico Antonio Canova, dove ha fra gli altri Paolo Rotta come insegnante di storia e filosofia, nello stesso anno si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Padova. Nell'ateneo patavino, la corrente del positivismo è tra le più seguite, ma in controtendenza decide di scrivere la propria tesi sull’interpersonalismo, aavendo Aliotta come relatore, con cui si laurea in filosofia . Nel periodo di studi padovano, inizia a frequentare anche il circolo di Zanella e inizia a insegnare. Mentre completa gli studi universitari, inizia già a respirarsi aria di guerra in Italia, ma come molti giovani, pur favorevole ad una posizione di neutralità nei confronti della guerra, viene comunque chiamato alle armi. Terminato il conflitto, uscendone con il grado di capitano e una croce al merito di guerra, studia l’estetica di Gravina. Eletto consigliere del Comune di Treviso ma, la violenza dello squadrismo fascista investe anche il trevigiano. Si oppone con fermezza a tale ideologia, dimettendosi e dedicandosi completamente all'insegnamento, che ora è la sua occupazione principale e che condurrà sempre secondo una pedagogia ispirata ai principi cristiani, costantemente attento e sensibile sia ai bisogni che agli interessi degli studenti. Nello stesso periodo, si dedica con scrupolo alla stesura di apprezzati testi didattici di storia e filosofia, nonché di pedagogia secondo un indirizzo cristiano. Conseguita la libera docenza in pedagogia ottiene, per incarico, l'insegnamento di questa disciplina a Padova. Oltre ad iscriversi al Partito Nazionale Fascista, affianca l'insegnamento nelle scuole pubbliche a quello universitario fino a quando, vinto l'ordinariato, ha una cattedra di storia della filosofia a Messina che tiene fino a quando si trasferisce a Padova. Al contempo, tiene per incarico l'insegnamento di estetica a Padova e quello di pedagogia all'Venezia, nonché sarà preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'ateneo patavino.  Nel dopoguerra, riabilitato alla propria cattedra e all'insegnamento universitario, si dedica prevalentemente allo studio e la ricerca, ma partecipando anche alla riorganizzazione della filosofia italiana, in particolare promuovendo incontri, convegni e riunioni all'Istituto Aloisianum dei padri gesuiti di Gallarate, che diventerà poi il Centro di studi filosofici di Gallarate, per primo diretto da Carlo Gianon.  Socio corrispondente dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, nonché socio effettivo dell’Accademia patavina di scienze, lettere ed arti, ricevette il premio della R. Accademia d'Italia per le discipline filosofiche, e il premio Marzotto per la filosofia, nonché fu membro dei consigli direttivi della Società filosofica italiana e del Centro Studi filosofici di Gallarate. Fonda a Padova la Rivista di estetica, della quale ha potuto dirigere solo il primo fascicolo e a cui gli subentrerà Pareyson. Gli saranno intitolate delle scuole medie statali di Treviso e Padova, nonché l'ex Istituto magistrale di Mestre. Uno dei maggiori rappresentati dello spiritualismo, riesamina storicamente e criticamente diverse correnti del pensiero filosofico, fra cui lo storicismo, la filosofia dell'azione, l’idealismo, la fenomenologia, l'esistenzialismo, lungo il corso della storia della filosofia, da Bonaventura ed Aquino a Gioberti, Rosmini ed altri, sulla scia della sua prima formazione incentrata su uno stretto connubio fra prospettiva storica e dimensione teoretica.  Interessato pure all'estetica, su cui ha scritto molti lavori, il contributo più importante è frutto della sua costante riflessione su personalismo e spiritualismo, grazie alla quale il rapporto soggetto-oggetto viene interpretato in termini di alterità, di altro da sé, prospettivaquestache permetterà di concepire il singolo individuo come membro di una comunità. Questo rapporto soggetto-oggetto, da un tale punto di vista, sarà concepito come il momento fondante di ogni comunità di esseri umani in relazione fra loro. Le più importanti problematiche connesse a questi principi di base, saranno poi affrontate nella “Metafisica della persona” – cf. Strawson, “The concept of a person” -- e “Inter-personalismo”. Strettamente connesse a queste tematiche filosofiche, poi, sono quelle didattico-pedagogiche aperte e portate avanti pressoché durante l'intero suo periodo di attività, dai primi anni formativi fino agli ultimi della maturità, in continuo ripensamento e progressiva rivisitazione.  Per quanto concerne poi la sua vasta produzione, ricordiamo solo che dà alle stampe le seguenti, notevoli pubblicazioni: “L'esistenzialismo” “Spiritualismo”, “Il dramma filosofico”; “Metafisica della persona”; “Esistenzialismo ateo ed esistenzialismo teistico”; “Inter-personalismo”; “Estetica”; “Trattato di estetica. Viene pubblicata la raccolta di scritti intitolata “Inter-Personalismo”. Dizionario Biografico degli Italiani.L. Corrieri, Uun pensiero attuale” (Prometheus, Milano). Citando sue testuali parole. L’opera del Blondel è più arte che filosofia. I passaggi più ardui superati con immagini ardite, anziché con logiche dimostrazioni; affermate le più inconciliabili antitesi affinché queste rendano vivo e tragico il contrasto; i mezzi dialettici atti più a trascinare che a convincere: tutto ciò ci conferma pienamente nella nostra interpretazione. L'opera del Blondel è, più che una dottrina filosofica, un romanzo psicologico che descrive le esitazioni e le incertezze, le vane pretese e le supreme aspirazioni dell'umana volontà, che alfine si appaga e riposa in Dio. Per ciò che al di là del filosofo si riesca ad afferrare l'uomo, al di là del sistema si riesca ad afferrare il programma generoso del credente, la filosofia dell'azione può essere efficacemente educativa, può esercitare nella coscienza contemporanea l'influsso salutare che essa si era proposta. “L'azione” (Padova). Il quale, a sua volta, prende le mosse dalle concezioni personalistiche mounieriane e giobertiane; cfr. G. Piaia, cit. Opere principal: Il problema della conoscenza in Cartesio e Gioberti, Torino, Sei, Il problema religioso in Platone e S. Bonaventura. Sommario storico e critica di testi, Torino, Sei,Idealismo cristiano, Padova, R. Zannoni Editore, Platone (Padova, Cedam); Il problema estetico in Platone, Torino, Sei, Imaginismo come problema filosofico (Padova, Cedam); “Problemi attuali d'arte” (Padova, Cedam); “La Chiesa Cattolica, Milano-Messina, Principato, Vincenzo Gioberti. Vita e pensiero, Milano, F.lli Bocca,  Metafisica dell'arte” (Padova, Liviana); “La mia prospettiva filosofica, Treviso, Canova); Esistenzialismo ateo ed esistenzialismo teistico. Esposizione e critica costruttiva” (Padova, Cedam); Aubier, Estetica, Roma, Edizioni Studium, Trattato di Estetica”; “L'arte nella sua autonomia e nel suo processo” (Brescia, Morcelliana); Personalismo educativo, Roma, F.lli Bocca). Dialettica dell'immagine. Studi sull'imaginismo di Luigi Stefanini, a cura dell'Associazione filosofica trevigiana, Genova); L. Caimi, Educazione e persona” (Scuola, Brescia); Glory Cappello, Dalle opere e dal carteggio del suo archivio, Europrint, Treviso, Per una antropologia in Luigi Stefanini: metafisica, personalismo, umanesimo, Glory Cappello, ER. Pagotto, Padova,. M. Lasala, Una ragione vivente. L'immagine e l'ulteriore, in  Frammenti di filosofia contemporanea, I.v.a.n. Project, Limina Mentis, Villasanta, M. De Boni, Le ragioni dell’esistenza. Esistenzialismo e ragione (Mimesis, Milano); A. Rigobello, Scritti in onore (Liviana, Padova). Rivista Rosminiana,treccani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Luigi Stefanini. Stefanini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stefanini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733901795/in/photolist-2mPxLC4

 

Grice e Stella – iustum/iussum – filosofia italiana (Sernaglia della Battaglia). Filosofo. Grice: “What is it with Italian philosoophers that they are all into what at Oxford we would call jurisprudence?” Grice: “It seems like all Italian philosophers are like Italian versions of H. L. A. Hart!”. Filosofo. Studia a Treviso e  Milano, sotto Crespi.Insegna a Catania e Milano. I suoi studi si diregeno su alcune tipologie di reati, successivamente sugli elementi strutturali del reato.  Il suo contributo scientifico più noto, presso gli operatori del diritto penale e la comunità accademica, è “La spiegazione causale dell’azione umana” (Milano), in cui  ricostruisce il problema del nesso di causalità prospettando il criterio della sussunzione sotto una *legge* come strumento per la soluzione di casi dubbi. Solo mediante una legge di copertura, atta a spiegare il rapport causale fra la condotta dell’attore ed il effetto e possibile formulare un giudizio sulla responsabilità dell’attore. Ad es., solo dopo aver dimostrato, sulla base di una legge, che l'ingestione di un determinato farmaco determina casualmente malformazioni del feto, e possibile imputare alla ditta produttrice il reato di lesioni gravissime, colpose o dolose. In difetto di questa spiegazione causale non puo formularsi alcuna responsabilita. a regola di giudizio dell'"oltre ogni ragionevole dubbio" trovasse applicazione anche in un processo. Il principio venne accolto in tema di nesso causale dalla corte suprema di cassazione, anche a sezioni unite. Oggi è norma codicistica. Dirige riviste giuridiche di diritto penale e fu fra i curatori di raccolte normative di largo successo presso la comunità forense. Si interessa anche nella teoria generale del diritto ed la filosofia del diritto, mediante pubblicazione di scritti maggiormente agili rispetto alle monografie ed ai saggi penalistici, rivolti ad un pubblico relativamente più vasto. Esercita la professione di avvocato, partecipa in qualità di difensore di alcuni imputati, al processo del Petrolchimico di Porto Marghera, dove fa applicazione, dal principio della spiegazione causale. Altri saggi: “L'alterazione di stato mediante falsità” (Milano);  “La descrizione dell'evento” (Milano); “Giustizia” (Milano); “Dei giudici” (Milano); “ll giudice corpuscolariano” (Milano); “Le ingiustizie” (Bologna); “il galantumo del diritto, Corriere della Sera, Federico Stella. Stella. Keywords: Grice, implicature della descrizione d’azione umana, H. L. A. Hart, J. L. Austin, responsibity, aspets of reason, alethic reason. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stella”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732161382/in/photolist-2mPoRfW-2mPrcpg-2mPqEYR-FXFiS4-Eoj4SX-BNWJaB-CdDizG-CdAEaL-CfWKjF-Aph69c-ApTd44-ApVvbg-ApPzuj-B11YKQ-Asadbr-ArBZyV-Axqfia-nfLxee-nijWnd-nfLAda

 

Grice e Stellini – de ortu morum -- filosofia italiana (Cividale). Filosofo. La sua fama è dovuta soprattutto al “Saggio dell’origine e del progresso de’ costume e delle opinion a’ medesimi pertinenti – con quale ordine si sviluppassero le facolta degli uomini, ed appetite ne uscissero loro connaturali” (Siena, Porri). La sua concezione morale è di stampo aristotelico e sotto alcuni aspetti può essere considerato uno dei precursori della sociologia. A lui è stato dedicato il liceo classico di Udine e che nella sua biblioteca contiene gli scritti autografi. Enciclopedia Treccani, su treccani. Dizionario biografico friulano, su friul.net. Stellini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stellini” – The Swimming-Pool Library https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689466733/in/photolist-2mKC2Ci

 

Grice e Sterlich – i georgofili -- filosofia italiana (Chieti). Filosofo. Figlio di Rinaldo De Sterlich, marchese di Cermignano, e della marchesina aquilana Margherita Alfieri, studia a Napoli nel Collegio dei Nobili, gestito dalla Compagnia di Gesù. E proprio questa esperienza che lo portò a concepire la sua profonda ostilità verso i Gesuiti, che fu uno dei tratti caratteristici del suo pensiero filosofico. La cura dei beni ereditati dal padre (di cui era l'unico figlio maschio) lo portarono a dover compromettere le sue aspirazioni letterarie. Ma la cultura rimase sempre la sua prima passione e per superare l'isolamento culturale che gli venne imposto dal dover vivere a Chieti, comincia a costituire la sua biblioteca. Questa crebbe in misura esponenziale di anno in anno, tanto che conta 12.000 volumi, divenendo così una delle migliori biblioteche del Regno. Il suo intento e di mettere la stessa a disposizione di Chieti per la sua crescita culturale. Sfortunatamente il suo desiderio fu reso vano dall'incuria di chi gestì la stessa dopo la sua morte. Cospicue parti di quella grande biblioteca sono stati individuate in tutta Italia: nella Biblioteca di Pescara, nella Biblioteca di Chieti, nella Biblioteca di Napoli, etc. Aggiornatissimo sui dibattiti culturali e commentarista di Montesquieu, Rousseau, Voltaire, e di altri illuministi. Di questa partecipazione all’illuminismo  è testimonianza un copioso scambio di lettere con Genovesi, Battarra, Lami, Bianchi, e Torres. Questo carteggio è un documento prezioso per delineare l’illuminismo. Lasciò anche alcune testimonianze del suo pensiero: due Dialoghi di Fra' Cipolla e la Nanna. In essi trova largo spazio la sua antipatia per i Gesuiti. Tramite la solida amicizia con Lami, e membro della Crusca e uno dei Georgofili.  L'illuminismo nell'epistolario (Sestante, Bergamo). Romualdo de Sterlich. Sterlich. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sterlich” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733598859

 

Grice e Steuco – la filosofia perenne di Pitagora, Cicerone, Ovidio, Virgilio, Plinio – filosofia italiana (Gubbio). Filosofo, acuto esegeta dei testi biblici e profondo conoscitore della lingua romana, si oppone tenacemente alla riforma protestante e prese parte al Concilio di Trento. Entra nella congregazione dell'Ordine dei Canonici Agostiniani a Bologna, poi a Gubbio. Inviato a Venezia, dove, per l'ampia conoscenza della lingua romana e l'acume filologico, gli e affidata la biblioteca di Grimani, della quale una buona parte del patrimonio librario era appartenuto a Pico. Pubblica saggi contro Lutero ed Erasmo, accusandoli di fomentare la rivolta contro la Chiesa. Questi lavori rivelano il solido sostegno che dà alla tradizione della prima Roma. Parte della sua produzione include un intenso lavoro filologico sull'Antico Testamento, culminato con la pubblicazione del Veteris testamenti recognitio, per il quale egli si basa su manoscritti della biblioteca Grimani, utili a correggere Gerolamo. Nel revisionare e spiegare il testo, mai devia dal *significato letterale* e storico.  Contemporanea a quest’esegesi e la composizione di un saggio d'impianto enciclopedico, la “Cosmopœia”. La sua filosofia polemica ed esegetica destarono l'attenzione favoravole di Paolo III, e questi lo ordina  bibliotecario della collezione papale di manoscritti e stampe del Vaticano. Si reca a Lucca con Paolo III e Carlo V. Adempe attivamente con scrupolo il suo ruolo di bibliotecario del Vaticano. Nel frattempo a Roma redatta i Commenti al Vecchio Testamento riguardanti i Salmi di Giacobbe, aiutando ad annotare e correggere i testi di parte della Vulgata alla luce degli originali ebraici. A questo periodo risale la composizione del celeberrimo saggio, “De perenni philosophia” nella quale mostra che molte delle idee esposte dai filosofi italici antichi – l’orfismo italico, la scuola di Crotone, Parmenide e i velini della scuola di Velia, Plutarco, Numenio, gli Oracoli sibillini, i trattati ermetici e i frammenti teosofici -- e essenzialmente correto. Questo saggio contiene una polemica indiretta a margine, poiché elabora un numero di questi argomenti per sostenere molte posizioni poste in questione in Italia da riformatori e critici. Come umanista ha un profondo interesse per le rovine di Roma, e nell'operare un rinnovamento urbano dell'Urbe. A tal proposito, degne d'essere menzionate, sono una serie di brevi orazioni in cui raccomanda di risistemare l'acquedotto conosciuto come Aqua Virgo, in modo da supplire adeguatamente il fabbisogno di acqua fresca per la città. Mandato da Paolo III a presenziare il Concilio di Trento, che doveva celebrarsi a Bologna, affidandogli il compito di sostenere l'autorità e le prerogative papali. Muore a Venezia durante un periodo di sospensione del Concilio. “De perenni philosophia”.  Concilio di Trento Esegesi biblica Ermetismo (filosofia) Teosofia. Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Guido Steuchi.  Stucchi. Guido Steuco. Steuco. Keywords: Crotone, i velini – I crotonensi --. Cicerone, ovidio, Virgilio, plinio, roma, aqua virgo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Steuco” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732115302/in/datetaken/

 

 

Grice e Taddio – fenomenologia ereetica – filosofia italiana (Udine). Filosofo. Si occupa in particolare di fenomenologia della percezione, ontologia e teoria della conoscenza a cavallo tra estetica e metafisica. È direttore editoriale, con Pierre dalla Vigna, della casa editrice Mimesis Edizioni. Luca Taddio nasce a Udine nel 1974. Dopo i primi studi artistici si laurea in Filosofia a Trieste, successivamente, trascorre un periodo di studio presso il dipartimento di Filosofia dell'Edimburgo: completa la sua formazione aTrieste conseguendo il titolo di dottore di ricerca. È stato allievo dello psicologo sperimentale Paolo Bozzi e del filosofo Giorgio Derossi.  Il primo libro, Spazi immaginali (Prefazione di Maurizio Ferraris), è un testo di narrativa filosofica che si inserisce all'interno della tradizione del realismo magico: l'esistenza viene espressa da una sequenza di istantanee emergenti dallo spazio immaginale.  Tutti gli scritti dell'autore sono di matrice realista: Fenomenologia eretica è un libro incentrato sull'analisi di un unico esempio considerato dall'autore paradigmatico per l'intera tradizione fenomenologica, la percezione di un cubo. L'analisi critica dell'esperienza è sviluppata, da un lato, in rapporto alla fenomenologia sperimentale e, dall'altro, in risposta alle critiche alla fenomenologia.  A partire di Magritte, ne “Il mistero” viene applicata la teoria della percezione diretta, elaborata in “Fenomenologia eretica” al problema della raffigurazione pittorica. L'insegnamento di estetica alla facoltà di Architettura lo porta a realizzare il saggio “L'affermazione dell'architettura” (Mimesis). La relazione filosofia-architettura sta al centro di altri due volumi da lui curati: “Costruire abitare pensare” (Mimesis) e “Città metropoli territorio” (Mimesis). Il concetto di affermazione e preso in esame in un numero di aut aut dedicato all'architettura.  In Verso un realismo” (Jouvence) si delinea un'ontologia della meta-stabilità. Sul tema del realismo avvia un articolato confronto. Le riflessioni sul realismo si sono sviluppate in diversi direzioni: politica, architettura, cinema, ontologia ed epistemologia (v. Alfabeta; “aut aut”; “Cinema&Cie”; “Teoria & Modelli”; “La Filosofia Futura”. Fonda “Mimesis”. La società è detentrice dei marchi editoriali di Mimesis in Italia. Progetta e realizza la rivista di approfondimento culturale Scenari. Crea e dirige il Festival Mimesis Territori delle idee.  A partire da una prima formazione politica di stampo liberal-socialista lavora in direzione di un rilancio della cultura cosmopolita in rapporto alle nuove forme di partecipazione democratica  (interventi: Festival Vicino Lontano, Pop Sophia, Radio Radicale). Palazzo Reale, Genova. Insegna a Udine. Saggi: “Spazi immaginali” (Campanotto Editore); “ Fenomenologia eretica”, “Saggio sull'esperienza immediata della cosa” (Mimesis); “Il mistero”; “La natura della rappresentazione” (Mimesis);  “Osservazioni sulla stabilità tra estetica e metafisica” (Jouvence); “Un mondo sotto osservazione” (Mimesis); “La guerra e il mortale (Mimesis); “Quale filosofia per il partito democratico e la sinistra” (Mimesis); “La Terra e il Sacro” (Mimesis);  “Un metodo pericoloso” (Mimesis); “Manifesto per una sinistra cosmopolita” (Mimesis); “Radicalmente liberi” (Mimesis); “L'apparire della Cosa, La Fenomenologia Eretica, Uno scandalo per il pensiero, su  I lsole24ore.com.  “aut aut”. “Ma il realismo non è tutto nuovo”, su corriere.  È il crepuscolo delle tradizioni, su corriere.  Sinistra e Realismo, su alfabeta Vuoti di sapere, su autaut.il saggiatore.com. Passione politica e democrazia. "Marionette al potere" Curi, Marramao, Palazzo Reale Genova, Intervista. Artribune. Luca Taddio. Taddio. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Taddio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732614953/in/datetaken/

 

Grice e Tagliabue-Remo – le strutture del trascendentale – il concetto di gusto nell’estetica italiana -- filosofia italiana (Milano), filosofo. Nato da padre ignoto, studia a Milano. Dopo diverse collaborazioni a riviste come critico letterario e teatrale, si occupa lui stesso di filosofia a partire da due saggi del dopoguerra, “Le strutture del trascendentale: piccolo inchiesta sul pensiero critic, dialettico, esistemziale” (Milano, Bocca), e Il concetto dello stile. Saggio di una fenomenologia dell’arte” (Milano, Bocca), che gli fecero avere il posto di professore a Milano e Trieste. Collabora al Convegno, ma scrisse anche su La Lettura e La Rassegna d'Italia, e Rivista critica di storia della filosofia, Rivista di filosofia, Belfagor, Giornale critico della filosofia italiana, Rivista di estetica, Il pensiero, Aretusa, Lingua e stile, Studi di estetica, Studi tedeschi, aut aut ecc.  Si occupa di germanistica, gnoseologia, semantica, estetica e poetica, attraverso numerosi saggi di taglio fenomenologico.  Come per Baratono e  Banfi, la sua analisi dell'estetica e delle scelte poetiche e stilistiche degli artisti si distacca dall'impostazione di Croce e poi di Calogero per orientarsi verso l'aspetto pratico, influenzato anche dall'esistenzialismo positivo di Abbagnano, del fare arte, che non può ridursi alla sola conoscenza, ed è fortemente legato alla tecnica, intesa anche come gesto manuale e meccanico, e allo stile, inteso come rapporto tra gli elementi formali e quelli contenutistici dell'opera -- sede, inoltre, dell'unità nel rapporto tra percezione e immaginazione. Organizza le teorie d'artista e le dottrine estetiche non tanto in senso cronologico, ma per tipi: estetica vitalistica, estetica psicologistia, estetoca formalistica, estetica fenomenologica, ecc.  In “Linguistica e stilistica di Aristotele” e “Demetrio, dello stile”  si occupa di retorica e stilistica antiche. “Aristotelismo e Barocco” (Milano, Bocca); “Il Barocco e noi”; “Anatomia del Barocco” (Palermo, Aesthetica) indagano sul barocco artistico e letterario” (Milano, Bocca). Si occupa anche di estetica, del pre-criticismo, della polemica Nietzsche-Wagner, di Goethe, Musil, Roth, Kafka ecc. Critico con la contestazione studentesca, eppure non evita il confronto con il movimento. Altre saggi: “I processi di Galileo e l'epistemologia” (Milano: Bocca); “Dai romantici a noi” (Milano: Marzorati); ““Il concetto del "gusto nell'Italia’ (Firenze: La Nuova Italia);  “Linguistica e stilistica di Aristotele” (Roma, Ateneo); “Fenomenologia dei giudizi di valore” (Trieste: Istituto di Filosofia); “La semantica e i suoi problemi” (Trieste: Istituto di Filosofia); “Demetrio, dello stile” (Roma: Ed. dell'Ateneo); “La nevrosi: Saggi sul romanzo” (Casale Monferrato: Marietti); “Nietzsche contro Wagner” (Pordenone: Tesi); “Geologia letteraria” (Milano: Garzanti); “Goethe e il romanzo” (Torino: Einaudi); “Il gusto nell'estetica” (Palermo: Centro studi di estetica); “Arte e alienazione. Il ruolo dell'artista nella societa” (Milano: Marzorati); “I sogni di un visionario spiegati coi sogni della metafisica” (Milano: Rizzoli); “Sul sentimento del bello e del sublime” (Milano: Rizzoli); “Sul gusto” (Genova: Marietti). "Esercizi filosofici", L. Russo, L’estetica del Settecento, in "Aesthetica Pre-Print"; Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Treccani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ritratto di un genio politicamente scorretto. C. Magris, Corriere della Sera. Guido Morpurgo-Tagliabue. Morpurgo-Tagliabue-Remo. Tagliabue. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tagliabue” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732605248/in/datetaken/

 

Grice e Tagliagambe – la mediazione della representazione – filosofia italiana (Legnano). Filosofo. Studia a Milano su Geymonat con cui si è laureato con la lode attraverso una tesi sull'interpretazione della meccanica quantistica di Reichenbach. Ha proseguito i suoi studi specializzandosi in Fisica quantistica all'Università degli Studi Lomonosov di Mosca sotto la direzione di Ja.P. Terleckij e poi presso l'Accademia delle Scienze dell'URSS, Istituti di Filosofia e di Fisica  dove si è perfezionato in Filosofia della fisica con la supervisione di Fock e Terleckij.  La sua attività scientifica e didattica si è sviluppata attraverso un variegato percorso universitario che l'ha portato ad insegnare presso diversi atenei dal 1974 al 2008 e a collaborare con differenti centri di ricerca ed enti istituzionali come consulente scientifico. Si è concentrato sul rapporto tra filosofia e fisica quantistica in particolare sul concetto di realtà fisica e sui rapporti tra materialismo dialettico e sviluppi della fisica. Rivolve l'attenzione sui temi del rapporto tra realtà osservata e sistema osservante, le interazioni reciproche e il ruolo del linguaggio, della comunicazione inter-soggettiva, della mediazione linguistica e della semiotica nel pensiero. Elaborato il ruolo e il significato di interfaccia, il rapporto tra intelligenza naturale e intelligenza artificiale, in particolare il ruolo progressivamente avuto dalle tecnologie di informazione e comunicazione. Elabora i contributi sul profondo significato del concetto di "margine", sia esso su un essere vivente, un'interfaccia o il rapporto tra corpo e mente, nei sistemi sociali e nella comunicazione. Studia le forti interconnessioni tra artificiale e naturale, il profondo senso dell'interdisciplinarità, e il saggio Il Sogno di Dostoevskij, attraverso una visitazione storica dal dibattito tra lo scrittore e lo scienziato Secënov, fino alle recenti scoperte della neuro-fisiologia, mettendo a fuoco il senso del rapporto tra le mente e il corpo e il significato e la funzione dell'inconscio. Ricostrusce e interpretato l'intenso scambio dialogico tra Pauli e il fondatore della psicologia analitica Jung, nel quale emerge il profondo rapporto tra filosofia, fisica e psicanalisi. L'analisi tra visibile e invisibile, il ruolo dell'arte e il senso epistemologico dello spazio intermedio e del confine sono stati da lui sviluppati anche attraverso un'esegesi del pensiero di Florenskij.  Le ricadute della sua filosofia sulle scienze sociali ed economiche trovano approfondimenti nelle opere dedicate all'analisi dei sistemi organizzativi socio-economici. L'attività presso la facoltà di Architettura l'ha portato a riflettere sulla'"epistemologia del progetto", sulla relazione tra possibilità e realtà, sul rapporto tra l'Io, lo spazio, il tempo, l'ambiente, tra urbs e civitas, sul concetto di paesaggio, sul ruolo delle città globali e sul nesso tra globale e locale. Gli sviluppi delle tecnologie digitali e poi della rete come fenomeno prima tecnologico poi culturale e sociale vengono elaborati e incorporati nella sua filosofia. La sua riflessione teorica è indirizzata anche ai temi dell'apprendimento e dell'organizzazione della conoscenza soprattutto alla luce delle reali esperienze della scuola, dei processi di modernizzazione e innovazione che la coinvolgono e delle nuove esigenze che essa deve affrontare Dirige il rifacimento del manuale di filosofia di Geymonat e pubblicato da Garzanti Scuola con il titolo La realtà e il pensiero. La ricerca filosofica e scientifica. Collabora dal  con il CNI per il premio Scintille dedicato all'innovazione a Pisa, Cagliari, Roma La Sapienza, Sassari: Facoltà di Architettura di Alghero, Vicepresidente CRS4, Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca per la Riforma, CIES, FIESEC, Direttore del progetto “Scuola digitale” della Regione Sardegna.Vedi Materialismo e dialettica nella filosofia sovietica. Vedi Scienza e marxismo in Urss.  Vedi La mediazione linguistica. Il rapporto pensiero-linguaggio. Vedi Epistemologia del confine  Vedi Il Sogno di Dostoevskij  (vedi Un confronto su materia e psiche  Vedi recensione Corriere della Sera che cita che con quest'opera va avanti sul progetto di esplorare una originalissima epistemologia del confine. La tecnica e il corpo. Organizzazioni. Soggetti umani e sviluppo socio-economico. Individui e imprese: centralità delle relazioni. L'albero flessibile. La cultura della progettualità. “Lo spazio intermedio” (Bocconi, Milano) riprende, rielabora ed estende il concetto di confine. La didattica e la rete. Più colta e meno Gentile.. Nuovi percorsi per l'obbligo formative. La realtà e il pensiero 1. La ricerca filosofica e scientifica, Garzanti Scuola. Altre saggo: “ L'interpretazione materialistica della meccanica quantistica. Fisica e filosofia” (Feltrinelli, Milano); Scienza, filosofia, politica” (Feltrinelli, Milano); “Materialismo e dialettica” (Loescher, Torino); “Scienza e marxismo” (Loescher, Torino); “La mediazione linguistica: il rapporto pensiero-linguaggio” (Feltrinelli, Milano); “Lo spiritismo.. (Boringhieri, Torino); L'impresa tra ipotesi, miti e realtà (ISEDI, Torino); “Epistemologia del confine” (Il Saggiatore, Milano); “La politica che non c'è. Idee guida per un progetto tra razionalità e valori” (Demos, Cagliari); “Il sequestro dell'identità” (CUEC, Cagliari); “La città possible” (Dedalo, Bari); “Epistemologia del cyber-spazio, Demos, Cagliari,  L'albero flessibile. La cultura della progettualità, Masson, Milano, Il profilo del tempo, ‘Nuova civiltà delle Macchine', Organizzazioni. Soggetti umani e sviluppo socio-economico, (in collaborazione con G.Usai), Giuffré, Milano, La didattica e la rete, Pitagora, Bologna); “La comunicazione nell'era di Internet” (Etas Libri, Milano); “Il destino del marxismo: dall'idolatria al rifiuto” (Luiss,  Roma), “La vittoria di Babele: dalla filosofia naturale alla separazione dei linguaggi”; “Civiltà delle machine”; “Il sogno di Dostoevskij. Come la mente emerge dal cervello” (Cortina, Milano); “Filosofia della scienza (Cortina, Milano)”; “Percorsi per l'obbligo formative” (PLUS, Pisa); “L’unitario” (Cultura, Teramo); “Le due vie della percezione e l'epistemologia del Progetto” (Angeli, Milano); “Più colta e meno gentile. Una scuola di massa e di qualità” (Armando, Roma); “Florenskij” (Bompiani, Milano); “La tecnica e il corpo” (Angeli, Milano); Individui e imprese: centralità delle relazioni” (Giuffrè, Milano); “Saper fare la scuola: il triangolo che non c'è” (Einaudi, Torino)”; Storia della filosofia,  Filosofi italiani” (Bompiani, Milano); Storia della filosofia”; “Un confronto su materia e psiche” (Cortina, Milano); “La libertà, le lettere, il potere” (Rubbettino, Soveria Mannelli); La realtà e il pensiero. La ricerca filosofica e scientifica” (Garzanti Scuola). Silvano Tagliagambe. Tagliagambe. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tagliagambe” – The Swimming-Pool Library.

 

Grice e Taglialatela – filosofia italiana (Mondragone). Flosofo. Studia al Seminario vescovile di Sessa. Ordinato sacerdote, insegnò teologia al Seminario vescovile di Cava dei Tirreni. Lasciato il sacerdozio, tenta di arruolarsi nelle truppe di Garibaldi, per poi decidere di predicare nell'Italia meridionale i nuovi ideali del movimento unitario. Nominato professore di teologia a Napoli. A seguito della soppressione di tale cattedra apre una scuola privata.  Incomincia da questo periodo a riscoprire lo studio e la saggistica, in particolare riprendendo e sposando le tesi di Gioberti, che lo affascina. Su questo indirizzo filosofico è stato imperniato il manuale Istituzioni di filosofia dche, seppur non prescelto come testo d'insegnamento liceale, in quanto particolarmente complesso, ricevette le lodi di Spaventa.  Non manca, in seguito, avendo aderito al protestantesimo, di compiere opere missionarie, in particolare in Puglia e in Abruzzo. A tal riguardo è documentato il viaggio di Pescasseroli sul quale scrisse Croce, che segnala anche come e considerato, assieme a Mazzarella e Caporali, fra le menti più forti del movimento protestante in Italia. Altre opere:: “Istituzioni di filosofia” (Diogene, Napoli); “Apologia delle dottrine filosofiche di Gioberti” (Diogene, Napoli); “La scienza, la vita e di Sanctis” ( Diogene, Napoli); “Garibaldi” (La Speranza, Roma); “Il Papa-re nelle profezie e nella storia” (La Speranza, Roma); “In Dio” ((La Speranza, Roma); “Fede, speranza e carità” (La Speranza, Roma); “Teoria evangelica della vita” (La Speranza, Roma); D. Ciampoli, Taglialatela” (Unione, Roma); B. Croce, Pescasseroli, Laterza, Bari); R. Fiore, Civiltà Aurunca, G. Iurato, Pietro Taglialatela. Dalla filosofia del Gioberti all'evangelismo anti-papale” (Claudiana, Torino); Gioberti Protestantesimo in Italia, Dizionario biografico dei protestanti in Italia". Sito della Società di studi valdesi. Apologia della dottrinadi Gioberti. Pietro Taglialatela. Taglialatela. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Taglialatela” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732962169

 

Grice e Tagliapietra – sincerita – filosofia italiana (Venezia). Filosofo. Dopo la maturità classica al Foscarini di Venezia, ha compiuto studi di medicina e di filosofia, laureandosi in filosofia teoretica all'Università Ca' Foscari con una tesi discussa con Emanuele Severino e Romano Madera. In quegli stessi anni perfeziona gli studi di ermeneutica biblica sotto la guida di Carlo Enzo. Insegna a Sassari e Milano. Fonde nelle sue ricerche un'indagine storico filosofica sul pensiero antico, sulla tradizione apocalittica, con un'attenzione a temi contemporanei legati al mondo delle immagini e della comunicazione, allo studio del linguaggio e delle metafore, nonché all'intreccio storico e teorico fra teatro e filosofia. In quest'ultima prospettiva si orientano i suoi studi sull'idea di sincerità e sul significato della bugia nel quadro di una costruzione drammaturgica dell'individuo, sul ridere e sulla natura del personaggio comico. Cura per Feltrinelli, Boringhieri e Mondadori edizioni importanti: L'Apocalisse di Giovanni, raccolte di scritti sull'Illuminismo e sul tema della catastrofe; il Fedone o sull’anima (Feltrinelli, Milano); “L’apocalisse di Gioacchino da Fiore” (Feltrinelli, Milano); Voltaire, Rousseau, Manzoni, Volney, Feuerbach, Mercier. Cura Valent. Collabora saltuariamente a Il Gazzettino, il quotidiano della sua città, e ha collaborato a varie testate giornalistiche (Capital; Panorama; Il Sole 24 Ore; l'inserto culturale "Saturno" de Il fatto quotidiano, ecc.), con interventi di carattere culturale o legati all'attualità sociale e politica. Con “La virtù crudele. Filosofia e storia della sincerità” vince il Premio Viareggio per la saggistica. -- è stato conferito il premio di filosofia Viaggio a Siracusa per “Gioacchino da Fiore e la filosofia”. È direttore del Giornale critico di storia delle idee. È fondatore e direttore a Milano del Centro di Ricerca Inter-Disciplinare di Storia delle Idee (CRISI), e di ICONE, Centro Europeo di Ricerca di storia e teoria dell'immagine di Palazzo Arese Borromeo. Altre opere: “La metafora dello specchio. Lineamenti per una storia simbolica” (Feltrinelli, Milano, Bollati Boringhieri, Torino); “Il velo di Alcesti: la filosofia e il teatro della morte” (Feltrinelli, Milano); “Filosofia della bugia: figure della menzogna nella storia del pensiero occidentale” (Bruno Mondadori, Milano); “La virtù crudele: filosofia e storia della sincerità” (Einaudi, Torino); “La forza del pudore: per una filosofia dell'inconfessabile” (Rizzoli, Milano; “Il dono del filosofo: sul gesto originario della filosofia” (Einaudi, Torino); “Icone della fine: Immagini apocalittiche, filmografie, miti (Il Mulino, Bologna); “Sincerità” (Raffaello Cortina, Milano); “Gioacchino da Fiore e la filosofia, il Prato, Padova); “Non ci resta che ridere (Il Mulino, Bologna); “Alfabeto delle proprietà: filosofia in metafore e storie” (Moretti, Bergamo); “Esperienza: filosofia e storia di un'idea” (Cortina, Milano); “Filosofia dei cartoni animati. Una mitologia contemporanea” (Boringhieri, Torino); Cartografia intellettuale dell'Europa, “La migrazione dello spirito” (Mimesis, Milano); “Tempo a termine e tempo senza fine: breve storia figurale della temporalità” (Mimesis, Milano); “Non desiderare la donna e la roba d'altri” (Mulino, Bologna); “Il senso del dolore. Testimonianza e argomenti” (San Raffaele, Milano); “Zerologia. Sullo zero, il vuoto e il nulla” (Mulino, Bologna); “Apocalisse di Giovanni” (Feltrinelli, Milano);  “La verità e la menzogna: sulla fondazione morale della politica” (Mondadori, Milano); “Che cos'è l'Illuminismo? I testi e la genealogia del concetto” (Mondadori, Milano); “ Il sacro” (Gallone, Milano); “La catastrofe. L'illuminismo e la filosofia del disastro” (Mondadori, Milano); “La fine di tutte le cose” (Boringhieri, Torino); “La storia e l'invenzione” (Prato, Padova); “Le rovine, ossia meditazione sulle rivoluzioni degli imperi” (Mimesis, Milano); “L'uomo è ciò che mangia” (Boringhieri, Torino); “Montesquieu a Marsiglia” (Inschibboleth, Roma); “Bisogna sempre dire la verità?” (Cortina, Milano); “L’idea della fine” (Agalma); “Il rischio e il limite”; Magazine (Energia), Pearson. “Il gesto di Socrate”; “Il pudore e l'enigma”; Spazio Filosofico, Tipologia del riso, Fillide, Corpo di pazienza, “Esser contro”, XÁOS. Giornale di confine, Il dono del filosofo. Il dono della filosofia, XÁOS. Giornale di confine, Il giallo della filosofia, XÁOS. Il volto del potere, in XÁOS, La Lotteria di Babele. Appunti filosofici su caso e fortuna nella società della comunicazione, XÁOS. Giornale di confine, L'apocalisse delle immagini. Esegesi del cinema a partire da "Fino alla fine del mondo", XÁOS, La gola del filosofo. Il mangiare come metafora del pensare  XÁOS. Dire la verità. L'insistenza della critica, Giornale critico di storia delle idee,  L'uomo è un animale che esita. Intervista di M, Dotti, in Vita, Presentazione. Il dono del filosofo. Sul gesto originario della filosofia in Inschibboleth, Presentazione. Icone della fine. Immagini apocalittiche, filmografie, miti Del senso della fine. Dialogo con M. Dotti, in Communitas, Cultura: futuro, progresso e possibilità Lezione magistrale al Festival di Filosofia (Modena ), Inganni. Finzioni di verità e storia naturale dell'intelligenza. La filosofia della sincerità, di Vincenzo Pinto  Il riso è il proprio dell'uomo. Commento in margine a Non ci resta che riderem di Tugnoli  Se essere sinceri è una virtù crudele. Uno studio fra storia e filosofia, di Galimberti, in "La Repubblica", La virtù crudele. Filosofia e storia della sincerità, di C. Tugnoli, in "Dialeghestai. Rivista telematica di filosofia",  Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci. Giornale Critico di Storia delle Idee  Home page del Centro di Ricerca in Storia delle IdeeCRISI  Home page di ICONE, Centro Europeo di Ricerca di storia e teoria dell'immagine, su centro europeo palazzo borromeo. Ciclo di dieci lezioni teoriche, dette "Decadi", tenuto nell'Aula Tafuri di Palazzo Badoer, a Venezia, nel quadro del Laboratorio di Progettazione Architettonica dello IUAV diretto da Renato Rizzi e costituente il  I, Libro dello Studio, del progetto "Lampedusa. La cattedrale di Solomon". Andrea Tagliapietra. Tagliapietra. Keywords: Gioacchino da Fiore, l’apocalisse, dell’anima, Manzoni, inventare, storia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tagliapietra” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731484947/in/datetaken/

 

Grice e Tamburino – filosofia siciliana -- filosofia italiana (Caltanissetta). Flosofo. Figlio del giudice Fabrizio e di Agata Adelicia Tramontana, entra nella compagnia di Gesù,resta a Caltanissetta dopo aver ricevuto gli ordini, e incaricato dell'insegnamento nel locale collegio gesuitico. Trasferito nel collegio di Messina, passa in quello di Palermo. Resse i collegi gesuitici di Caltanissetta, Monreale e Palermo. Esaminatore delle curie arcivescovili di Palermo e Monreale, consigliere e qualificatore nel Sant'Uffizio della Inquisizione spagnola, ossia di esaminatore dei reati prima della loro attribuzione alla competenza dell'Inquisizione.  Durante un soggiorno romano, quale rappresentante della provincia gesuitica siciliana alla undicesima congregazione generale della compagnia di Gesù, conosce Greuter, che lavora per la casa generalizia dei gesuiti. Il teologo siciliano, apprezzandone le doti, gli affida l'incarico di incidere le immagini della Madonna. Realizza finalmente il progetto, da qualche anno vagheggiato, di dare alle stampe le notizie preparate dal confratello O. Gajetano, riguardanti appunto i luoghi del culto mariano nell'isola, facendo illustrare l'opera con tavole riproducenti le relative icone della Madonna. Così accanto alla sua imponente produzione filosofica, restano anche due edizioni, una in latino ed una in volgare, di un volume con 36 incisioni del ‘600, di raro pregio per la raffinatezza dei disegni di Greuter. Di queste due edizioni si trovano rari esemplari che, per le limitazioni derivanti dall'esaurimento delle matrici, sono, per buona parte, prive delle pagine in cui sono stampate le incisioni. Nella conoscenza del peccato attribuisce importanza primaria alla “cognitio singulorum,” cioè alla capacità di valutazione dei singoli. Diverso è, infatti, il peso delle colpe a seconda se a commettere l'infrazione è l'individuo colto oppure l'ignorante. Nel individuo colto prevale la vis ratiocinandi, la forza della ragione. Nell’ignorante, la vis sentiendi, la forza del sentimento. Ancora differenza c'è tra l'”actio humana” e l'”actio hominis”. La azione umana e compiuta in perfetta consapevolezza. Nell’azione di un uomo la coscienza è spesso condizionata dal patire passionale, che può essere violentum – violento --, coactum – costretto – co-azione- o necessarium – necessario -- venendo così a mitigare la colpa. Nel trasporto passionale c'è dell'involontario, spesso frutto di ignoranza che rende la coscienza erronea. Il tutto si traduce in una interpretazione benignista della prudenza o epi-eìcheia, riprendendo in un certo modo la tradizione di Aquino. A sostenere questa intensa produzione sul probabilismo, col rientro da Palermo a Genova di Diana, rimane. I suoi saggi hanno ampia diffusione fino al riconoscimento della validità delle tesi probabiliste da S. Alfonso de' Liguori che con la sua Theologia Moralis mette sostanzialmente fine al rigorismo giansenista.  Il probabilismo incontra ostilità negli ambienti religiosi più vicini al rigorismo dei giansenisti. A contrastare le tesi del probabilismo i più influenti furono i domenicani, che spinsero Retz, a farsi portavoce presso il papa per l'emanazione di un provvedimento di condanna. Alessandro VII, sollecitato più volte, condenna il probabilismo. Sono censurate solo le tesi più estreme. Un'altra condanna del probabilismo e promulgata da Innocenzo XI. Però questa volta il gesuita siciliano non sube sanzioni ad personam, così passa alla storia della morale, come padre della probabilità tenue. Con esso si chiuse il periodo d'oro della esportazione della cultura teologica siciliana. Fu sancita la completa ri-abilitazione del gesuita siciliano con la pubblicazione di Verità Vindicata che Niceti diede alle stampe a Roma. Altre opere: I suoi saggi sono stati riuniti nella Opera Omnia. “Methodus Expeditae Confessionis; Opuscola Tria de Confessione”; “Comunione et Sacrificio Missae”; “Expedita Decaloghi Explicatio. Libris decem digesta; “De Sacrificio Missae Expedite Celebrando Libri tres”; “Della Consolazione della Filosofia”; Juris Divini. Naturalis et Ecclesiastici Expedita Moralis Explicatio, Complectens Tractationes tres, de Sacramentis, quae sunt de Jure Divino, de Contrattibus, quos dirigit Jus Naturale, de Censuris et Irregularitate, quae sunt de Jure Ecclesiastico. Tractatus de Bulla cruciata. Sanctissimae Deiparae Cultus in Sicilia. (Nomen sublatum) Ragguagli delli Ritratti della SS. Vergine Nostra Signora più celebri, che si riveriscono in varie Chiese nell'isola di Sicilia. Opera postuma del R. Ottavio Cajetano della Compagnia di Gesù. Trasportato nella lingua volgare. Germana Doctrina R.Thomae Tamburini S. J. perspicue refellens impugnationes R.Vincentii Baronii adversus illam allatas;  Tractatus in Quinque Ecclesiae Praecepta; “Tractatus de Jubileo Manoscritto; “Additamentum continens aliquot epistolas, et levem vindicationem contra Joannem Sinichium hybernum authorem libri Saul et Rex. Manoscritto. Bibl. Naz. Roma. Fondo Gesuitico, Traduce “La consolazione della Filosofia” L'Anno dei Giorni Memorabili, da G. Nadasi della Compagnia di Gesù., S. Burgio, “Il probabilismo in Sicilia”, Catania, Soc. Storia Patria, V. Contenson, Theologiae mentis of cordis, Tolosa, T. Deman, Probabilisme, Colonia, C. Hebermann, Enciclopedia cattolica, R. Appelton Company, M. Petrocchi, Il problema del lassismo nel secolo XVII, Roma, Storia e letteratura, J. Sinnichins, Saul et Pax, Lovanio, Nempaei, Tommaso Tamburino, Treccani Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Tommaso Tamburino. Tamburino. Keywords: prudenza, probabilismo tenue, azione di un uomo singolare, la forza del ragionare, la forza del sentire, il necesario, il costretto (co-actum), il violento. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tamburino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733185005

 

Grice e Tafuri: il bizarro – filosofia italiana (Soleto). Filosofo. Versatile e bizzarro ingegno, che dopo studi a Napoli e Parig si ritira nella sua natia Soleto nel Salento dove ha un cenacolo di allievi filosofi del platonismo esoterico. Il Socrate di Soleto e una personalità eclettica ed un affascinante intellettuale, amante della conoscenza e studioso e di molteplici campi del sapere: alchimia, filosofia, astronomia, astrologia, medicina, fisiognomica, magia naturale. Al centro dei suoi interessi vi e l'interesse e lo studio dei fenomeni della natura, l'anima del mondo, il miracolo e le meraviglie del creato e l'unicità irripetibile di ogni essere umano. Considerato alla stregua di un Nostradamus salentino e onorato e temuto per le sue capacità divinatorie e fisiognomiche tanto da attribuirgli poteri occulti e demonologici. Un suo ritratto col rosso copricapo della Sorbona si trova nel dipinto ad opera del galatinese Lavinio Zappa della Madonna del Rosario nella navata sinistra della Chiesa Matrice di Soleto. Sepolto dapprima nella chiesetta di S. Lorenzo delli Tafuri adiacente alla sua abitazione e poi, dopo la demolizione della cappella nel Monastero di San Nicola in una cassa di legno con lo stemma della famiglia. Sull'architrave della sua casa natale è inciso il motto, Humile so et humilta me basta dragon diventaro se alcun me tasta. Con quest'iscrizione esprime e manifesta ai cittadini e a chiunque passasse dalla sua dimora la sua mite natura caratteriale, mortificata dalle ingiurie e maldicenze in conseguenza delle quali poteva trasformarsi, ironicamente, attraverso alchimia e magia, in un dragone. Nella Soleto e diffusa la consuetudine di incidere sulle architravi delle finestre, sui cornicioni dei balconi o all'interno di uno stemma, delle epigrafi con la finalità di motto. Un proverbio, una citazione, un passo letterario, filosofico, o religioso, e un pensiero personale descrivevano la personalità e le attitudini del padrone di casa o invitavano il passante a riflettere su un tema o un monito saggio e profondo. Lo stemma della famiglia, presente sulla porta della casa natia, è costituito da un albero di quercia con due fulmini che si scagliano contro ma non lo colpiscono. Un'aquila bicipite scolpita sopra fa pensare ad un'origine albanese della famiglia. Infatti molte famiglie albanesi e greche di confessione cristiano-ortodossa e cattolica sono costrette a fuggire ed alcune emigrarono nel Salento a causa dell'avanzata dei turchi che occupano i loro territori.  "Del salentin suol gloria ed onore" lo definie Tommasi. E davvero egli e, tra i filosofi che fioreno in Puglia il più universalmente noto. Partito da Soleto per Napoli per approfondirsi nella matematica dopo la preparazione ricevuta a Zollino da Stiso, vi torna famoso in tutto il mondo e pieno di gloria.  Desideroso solo di pace fisica e mentale, apre una ‘scuola’ di filosofia. Tra i suoi allievi:  Cavazza, Vernaleone, Scarpa, Corrado. Assiduo verso gli infermi, esercita con zelo e successo la professione di medico ma mentre era di modello coi suoi saggi, di ammirazione e rispetto coi suoi consulti fu dalla ignoranza popolana ritenuto un mago perché cultore di scienze inusitate quali l'Astronomia e l'Astrologia. Tornando da Padova, cioè dai più grandi centri culturali del tempo, sollevò certo le gelosie interessate di coloro che non sapevano rassegnarsi al suo prestigio professionale. A ciò si aggiunse il vigile sospetto della Curia Arcivescovile messa sull'avviso dal Concilio di Trento. Egli che porta per tutto il mondo l'amore per il suolo natio col nome di Matteo da Soleto, proprio in patria ebbe a difendersi da accuse di stregoneria come spesso avviene a chi, uomo di scienza, si rende filantropo. Fu più volte interrogato per le sue capacità di previsione del futuro (divinatorie) ma fu sempre rilasciato innocente.  Il Codice Vaticano. è testimonianzapressoché l'unica superstite del suo impegno speculative. Da questo capostipite molti furono i Tafuri medici o giureconsulti che da Soleto trasferirono poi la loro residenza a Gallipoli, Nardò e Lecce Galatone. Così troviamo nel "Liber baptesimorum" dell'Archivio Parrocchiale di Soleto un Clericus Phisicus Honofrius Taphurus filius eccellentissimi Doctori Francisci che è padrino al battesimo di Carrozzini. Il pronipote di Onofrio, Vincenzo Maria e sindaco di Gallipoli  mentre il fratello di Onofrio, dottore in giurisprudenza, vive presso la corte di Napoli dove morì. Svariati giureconsulti, medici e sindaci a Lecce e Galatone. Ricordiamo, non per ultimo, fra Diego da Lequile (al secolo Diego Tafuri. Manni, La guglia, Luigi Galante, Nuove rivelazioni da un manoscritto, in 'Il filo di aracne'  Galatina,  Manni, La guglia, l'astrologo, Bernari  Istoria scrittori Regno di Napoli, Bernari. Bernari, A., Il mago di Soleto: Matteo Tafuri, Milano, De Tommasi, G.B., "Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli" Napoli, del Balzo di Presenzano, A., I del Balzo ed il loro tempo, Napoli, Manni, L., Guida di Soleto, Galatina, Manni, L., La guglia di Soleto, Galatina,  Manni, L., La guglia, l'astrologo, la macàra, Galatina, Montinari, M., Soleto, Fasano, Tafuri, G.B., Istoria degli Scrittori del Regno di Napoli, Napoli, 1D. Bacca "Personaggi del sole culturale", Lecce 2008  Alchimia Galatina Giovanni Battista Della Porta Orsini Orsini Del Balzo Guglia di Raimondello Soleto. G. B. Tafuri. Matteo Tafuri. Tafuri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tafuri” – The Swimming-Pool Library.  https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691279336/in/photolist-2mKMjs5

 

Grice e Tarantino – filosofia italiana (Gravina), filosofo. Noto per i suoi studi sul padre e per fondare insieme la sezione dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli di cui è stato anche presidente. Ha saggi sulla pedagogia, la psicologia e l'Umanesimo. Dopo la laurea, diviene insegnante per i licei italiani; in particolare, insegna al liceo Federico II di Svevia di Altamura dove uno dei suoi studenti e Rubini. Nominato dirigente scolastico del Liceo classico Cagnazzi di Altamura, porta la scuola al più alto numero di studenti mai raggiunto. In qualità di dirigente scolastico, si reca a Tokyo  per una "visita preparatoria di incontro tra scuole". Durante la sua permanenza si verifica un violento terremoto, che gli causò paura e notevoli disagi con un volo di ritorno pagato 4000 euro e un'assistenza a quanto pare insufficiente da parte delle autorità consolari del posto. Dirigente scolastico del Liceo classico Luca de Samuele Cagnazzi, Presidente di circoscrizione del Lions Club Puglia Consigliere di Club del Lions Club Altamura Host Presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (IISF) di Napoli. Altri saggi: “Speranze e proposte formative.  La lezione di Giuseppe Tarantino, Bari); Dietro la ruota. Infanzia pregiata, Levante, Lezioni di volo, Bari,  L'inconscio e la coscienza nel pensiero di Tarantino, Bari,. L'Umanesimo mediterraneo. Orizzonte storico-culturale per la costruzione di una cittadinanza cosmopolita, Storia antica e moderna dell'Ordine del Tempio, Nisroch, L'Umanesimo scientifico di Tarantino, Aracne). Filippo Tarantino. Tarantino. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tarantino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732938004

 

Grice e Tarantino – l’inconscio e la coscienza – filosofia italiana (Gravina). Fosofo. Docente a Pisa. Figlio di Filippo Tarantino, nobile locale, e Arcangela Maria Letizia Spagnuolo. Studia nel ginnasio e compì gli studi superiori a Pisa, dapprima come studente all'università della stessa città e successivamente come allievo della Scuola normale superiore di Pisa. Inizia gli studi sotto la guida di F. Fiorentino. Si laurea e segue a Napoli il maestro Fiorentino fino alla sua morte.  In sua memoria dedica al suo maestro “I Saggi Filosofici” pubblicato nel gennaio; ottenne la docenza in filosofia teoretica. Inizia ad acquisire notorietà grazie ai saggi critici che pubblica sul Giornale Napoletano. Insegna Liceo Antonio Genovesi di Napoli. Lavor all'opera “Saggio sulla Volontà”. Insegna al Marciano, al Genovesi e Pisa. Insegna anche alla Scuola di Pedagogia, dove tra i suoi insegnanti figura Gentile. La sua notorietà cresce sempre più grazie ad alcuni suoi saggi critici pubblicati sulla Rivista di Filosofia Scientifica di Morselli, il più noto dei quali è su Locke. Tra i suoi studenti di Pisa più noti figurano Nicola ed Accadia. Torna nella sua città natale Gravina. Dona alla biblioteca Santomasi una parte cospicua dei suoi libri. A lui è stato intitolato il liceo. Altre opere: “Appunti di Filosofia ad uso dei giovani del Liceo” (FToso, Aversa); “Saggi filosofici” (Napoli, Vincenzo Morano); “Studio storico suLocke” in Rivista di Filosofia, Milano-Torino, F.lli Dumolard); “Saggio sul criticismo e sull'associazionismo” (Napoli, Morano,); In morte di Calderoni, Vecchi, Trani, Saggio sulla volontà, Napoli, Gennaro); “Saggio sulle idee morali e politiche di Hobbes” (Napoli, Giannini); “Il problema della morale di fronte al positivismo e alla metafisica” (Pisa, Valenti); “Il principio dell'etica e la crisi morale contemporanea” (Napoli, Tessitore); “Il concetto dello stato ed il principio di nazionalità” (Napoli); “Discorso preposto alle traduzioni dal latino, dall’inglese e dal francese di G. Sottile” (Napoli); “Vinci e la scienza della natura”, Nel centenario di L. da Vinci, La politica e la morale. Discorso (Pisa, Tipografia editrice cav. F. Mariotti); “”Sulla riforma universitaria, in «Rivista di filosofia».  Cfr. Gabriele Turi, Giovanni Gentile: una biografia, Firenze, Giunti,  (Parzialmente consultabile in Google Libri.)  tarantino-inconscio,  tarantino-inconscio-, tarantino-inconscio-, F.Tarantino, L. Dibattista, A. Recchia-Luciani, L’inconscio e la coscienza nel pensiero di Tarantino,  F. Tarantino, Adda, Filippo Tarantino, Speranze e proposte formative. La lezione di Tarantino, Bari, Levante, B. Amato, Orazione funebre in onore di Tarantino. Giuseppe Tarantino. Tarantino. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tarantino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716123265/in/photolist-2mPq8eZ-2mMYDFF-2mKN3Um

 

Grice e Taranto – la colomba d’Archita – filosofia italiana – Luigi Speranza (Taranto). Filosofo. Grice: “I was insulted, if not offended by the Cambridge Dictionary of Philosophy having ‘Anchita’ as Greek! The manw as born in Taranto, Italy, and died in Taranto, Italy! – He was a Tarantoian!” – “My favourite of his philosophical tracts is “Della colomba,” – Strawson pointed out to me that since this is a mechanical (mechanical-mechanical) pigeon, I should have used ‘scare-quote’ gesture!” -- Ricerca Archita filosofo, matematico e politico greco antico Lingua Segui Modifica (LA)  «Magnum in primis et praeclarum virum»  «Uomo fra i primi grande e illustre»  (Cicerone, De senectute). Appartenente alla seconda generazione della scuola di Crotone, ne incarnò i massimi principi secondo l'insegnamento dei suoi maestri Filolao ed Eurito. Figlio di Mesarco (o di Estieo o di Mnesagora, a seconda delle fonti), nacque a Taranto, città della quale fu "stratego massimo" nella prima metà del IV secolo a.C. proprio nel periodo in cui la città raggiungeva l'apice del suo sviluppo economico, politico e culturale.  Archita condusse una vita austera, improntata a uno stretto autocontrollo nel rispetto delle rigide regole della setta pitagorica, ma non priva di umana socievolezza: racconta Eliano che spesso quello s'intratteneva a scherzare con i figli dei suoi schiavi e con questi stessi non disdegnava di sedere assieme a banchetto. Abile uomo politico, si tramanda che fosse stato nominato per sette volte stratego (στρατηγός) della città-stato di Taranto riuscendo ad essere un condottiero sempre vittorioso nelle sue battaglie. Probabilmente fu anche stratego "autocrate" (αὐτοκράτωρ, autocrator) della Lega italiota, ricostituitasi dopo la morte di Dionisio I di Siracusa, e che ebbe come sede Eraclea sotto l'effettivo controllo di Taranto. Non si sa se, nonostante il divieto della costituzione cittadina, fosse stato nominato consecutivamente; i suoi mandati vengono datati tra il II e il III viaggio di Platone, quindi potrebbero essere stati ricoperti anche uno di seguito all'altro. Attua una politica di sviluppo che porta Taranto a diventare la metropoli più ricca e importante della Magna Grecia. Con l'edificazione di monumenti, templi e edifici diede nuovo lustro alla città. Potenziò il commercio stringendo relazioni con altri centri, come l'Istria, la Grecia, l'Africa. Durante il suo governo, si dedica allo sviluppo dell'economia favorendo l'agricoltura e insegnando egli stesso ai contadini i precetti per migliorare i raccolti. Spesso ricordava loro che Apollo non concesse altro a Falanto che fertili campi e amava ripetere. Se vi si domanda come Taranto sia diventata grande, come si conservi tale, come si aumenti la sua ricchezza, voi potete con serena fronte e con gioia nel cuore rispondere: con la buona agricoltura, con la migliore agricoltura, con l'ottima agricoltura. Nel campo legislativo promulgò diverse leggi per favorire una più equa distribuzione delle ricchezze, basandola sui principi dell'armonia matematica. Uomo di multiforme ingegno, si interessa di scienza, musica ed astronomia e studiò matematica con Eudosso di Cnido. La vastità di queste competenze in Archita si spiega con il fatto che la scuola pitagorica concepiva la matematica, o meglio l'aritmogeometria, fondamento della realtà naturale e l'universo come un cosmo, ordinato cioè secondo principi mistico-matematici dai quali si generava un'armonia musicale poiché la musica stessa si basava su precisi rapporti matematici. Credettero che i principi delle matematiche fossero i principi di tutti gli esseri. Ora, i principi delle matematiche sono i numeri. Pensarono quindi che gli elementi dei numeri fossero elementi di tutte le cose, e che tutto quanto il cielo fosse armonia e numero. (Aristotele, Metafisica) Non a caso Archita è stato il primo a proporre il raggruppamento delle discipline canoniche (l'aritmetica, la geometria, l'astronomia e la musicanel quadrivium, l'ordinamento che Boezio riprese in epoca medievale). Infine, la partecipazione alla scuola pitagorica, configurata come una setta mistica, era riservata a spiriti eletti e implicava che gli iniziati che la frequentassero avessero disponibilità di tempo e denaro per trascurare ogni attività remunerativa e che potessero dedicarsi interamente a complessi studi: da qui il carattere aristocratico del potere politico che i pitagorici esercitarono nella Magna Grecia fino a quando non furono sostituiti dai regimi democratici. Archita conobbe Platone quando il filosofo ateniese soggiornò a Taranto nel suo primo viaggio verso Siracusa, dove ebbe un confronto piuttosto acceso con il tiranno Dionigi Isulla realizzazione di una possibile riforma filosofica del suo governo. L'amicizia con Archita fu preziosa per Platone quando compiendo questi il suo terzo e ultimo viaggio in Sicilia nel tentativo di realizzare la sua riforma, il nuovo tiranno Dionigi il Giovane lo cacciò dall'Acropoli facendolo vivere nella casa di Archedemo, vicino ai mercenari che mal lo sopportavano. Fu grazie ad Archita, il quale inviò il tarantino pitagorico Lamisco a Siracusa per convincere l'amico Dionigi il giovane a liberare Platone, che il filosofo poté tornare ad Atene.  Lo stesso Platone raccontò così quegli avvenimenti:  "Sembra che Archita si sia recato presso Dionisio; perché io, prima di ripartire avevo unito Archita e i Tarantini in rapporti di ospitalità e di amicizia con Dionisio. (Platone, Lettera VII). E così con un terzo invito Dionisio mi mandò una trireme per agevolarmi il viaggio, e insieme mandò un amico di Archita, Archedemo, che egli riteneva fosse il più apprezzato da me tra quei di Sicilia, e altri Siciliani a me noti. (Platone, Lettera VII) Altre lettere poi mi giungevano da parte di Archita e dei Tarantini, che facevano grandi elogi dello zelo filosofico di Dionisio, e anche avvertivano che, se non fossi andato subito, avrei causato la completa rottura di quell'amicizia che io avevo creato tra loro e Dionisio, e che era di grande importanza politica." (Platone, Lettera VII) vennero in molti da me, fra cui alcuni servi di origine ateniese, e quindi miei concittadini; essi mi riferivano che calunnie circolavano su di me fra i peltasti, e che alcuni minacciavano, se riuscivano a cogliermi, di sopprimermi. Escogito allora qualche mezzo di salvezza: mando ad avvertire Archita e gli altri amici di Taranto in che condizione mi trovo. E quelli, colto un pretesto per un'ambasceria, mandano uno dei loro, Lamisco, con una nave e trenta rematori. Costui, appena giunto, intercede per me presso Dionisio, dicendogli che io volevo partire e nient'altro che partire; Dionisio accondiscese e mi lasciò andare, dandomi i mezzi per il viaggio" (Platone, Lettera VII) Archita muore a seguito di un naufragio probabilmente nel corso di operazioni di guerra nelle acque di fronte a Mattinata sul Gargano e lì fu sepolto, come riferisce Orazio: Te maris et terrae numeroque carentis harenae mensorem cohibent, Archyta, pulveris exigui prope litus parva Matinum munera. Te misuratore del mare e della terra e delle immensurabili arene, coprono, o Archita, pochi pugni di polvere presso il lido Matino. Nonostante sia vissuto dopo Socrate, viene considerato un continuatore dei filosofi presocratici, perché appartenne alla Scuola pitagorica e si mantenne aderente al pensiero di Pitagora, tant'è che basò le proprie idee filosofiche, politiche e morali sulla matematica. Al riguardo, infatti, così recitano due suoi frammenti. Quando un ragionamento matematico è stato trovato, controlla le fazioni politiche e aumenta concordia, quando c'è manca l'ingiustizia, e regna l'uguaglianza. Con ragionamento matematico noi lasciamo da parte le differenze l'un con l'altro nei nostri comportamenti. Attraverso essa i poveri prendono dai potenti, ed i ricchi danno ai bisognosi, entrambi hanno fiducia nella matematica per ottenere un'azione uguale." (Giamblico, de comm. Math.). Per essere bene informato sulle cose che non si conoscono, o si devono imparare da altri o bisogna scoprirle da sé. Ora imparando si deduce da qualcun altro e ciò è straniero, mentre scoprendo da sé è proprio. Scoprire senza cercare è difficile e raro, ma con la ricerca è maneggevole e facile, sebbene chi non sa cercare non può trovare. (In C. Dollo, Istituto e museo di storia della scienza Archimede” (Olschki). A lui sono tradizionalmente attribuiti molti testi spuri, mentre sono sopravvissuti soltanto alcuni frammenti originali, conservati nelle opere di Ateneoe Cicerone e provenienti dai suoi discorsi morali, che delineano un filosofo più originale nel suo pensiero etico rispetto alla dottrina pitagorica e piuttosto influenzato da quella platonica. Archita viene considerato l'inventore della Meccanica razionale e il fondatore della Meccanica. Si dice che abbia inventato due straordinarie apparecchiature meccaniche.  Un'apparecchiatura era un uccello meccanico, la famosa «colomba di Archita», l'altra sua invenzione era un sonaglio per bambini. Il primo è descritto dallo scrittore e critico latino Aulo Gellio, e ne tentò la ricostruzione uno studioso tedesco, Wilhelm Schmidt. Pare si trattasse d'una colomba di legno, vuota all'interno, riempita d'aria compressa e fornita d'una valvola che permetteva apertura e chiusura, regolabile per mezzo di contrappesi. Messa su un albero, la colomba volava di ramo in ramo perché, apertasi la valvola, la fuoruscita dell'aria ne provocava l'ascensione; ma giunta ad un altro ramo, la valvola o si chiudeva da sé, o veniva chiusa da chi faceva agire i contrappesi; e così di seguito, sino alla fuoruscita totale dell'aria compressa.  Il secondo giocattolo, la raganella, ebbe fortuna: è ancora in uso e spesso si vede nelle fiere popolari di giocattoli. Nella forma originaria era costituita da una piccola ruota dentata fissata ad un bastoncino. Sulla ruota, da dente a dente, saltava una molla cui era congiunto un pezzo di legno. Aristotele consigliava questo giocattolo ai genitori perché, divertendo e captando l'attenzione dei bambini, li distoglieva dal prendere e rompere oggetti domestici.  Si dice anche che Archita abbia inventato la carrucola e la vite, anticipando Archimede, ma non si hanno conferme storiche a tale riguardo. Il più importante risultato ottenuto da Archita è una soluzione tridimensionale del problema della duplicazione del cubo. Precedentemente, Ippocrate di Chio aveva ricondotto questo problema ad un problema di proporzionalità: se a è il lato del cubo che si vuole duplicare, allora il problema consiste nel trovare due valori x e y medi proporzionali tra a e 2a, ovvero tali che  {\a:x=x:y=y:2a} Trovati questi due valori, x rappresenta il lato del cubo con volume doppio. La costruzione geometrica utilizzata da Archita per risolvere questo problema è uno dei primi esempi dell'introduzione del movimento in geometria: in esso si considera una curva, conosciuta come curva di Archita, generata dall'intersezione della superficie di un cilindro e di un semicerchio in rotazione rispetto a uno dei suoi estremi. Si dedica anche alla teoria delle medie, e diede il nome odierno alla media armonica (prima conosciuta come media sub-contraria). Inoltre, dimostrò che tra due numeri interi che sono nel rapporto {\{\frac {n}{n+1}}} non è possibile trovare nessun altro intero che sia una media geometrica. Il risultato ha applicazione alla teoria delle scale musicali (vedi sotto).  FisicaModifica Apuleio riporta un argomento di fisica trattato da Archita: la natura della riflessione della luce sopra uno specchio. Platone pensa che dai nostri occhi partano dei raggi luminosi che vanno a mescolarsi con quelli che colpiscono lo specchio. Archita concorda col fatto che i raggi partano dai nostri occhi, ma senza combinarsi con alcuna cosa.  Più felici furono le sue deduzioni sul rumore. Egli capì che provenivano dalle vibrazioni prodotte dall'urto dei corpi nell'aria. Da tale scoperta, formulò l'ipotesi che anche i corpi celesti, dotati di continuo movimento, dovessero produrre rumore. Questo rumore però, non sarebbe udibile dai sensi umani, essendo non intervallato, ovvero continuo nel tempo.  Molto interessanti sono gli studi di carattere sperimentale che condussero a conoscere le cause che diversificano i suoni acuti dai gravi, diversità che sono in funzione della rapidità della vibrazione. Tanto più rapida è la vibrazione, tanto più acuto è il suono che ne proviene, e viceversa. Esperimenti furono eseguiti con flauti, zufoli, tamburelli, e si constatò come anche la voce umana seguisse questo principio. Nell'ambito della teoria musicale sviluppata dalla scuola pitagorica (ed esposta per la prima volta da Filolao), tre contributi sono sicuramente dovuti ad Archita.  Il primo è la teoria secondo cui l'altezza dei suoni è determinata dalla loro velocità di propagazione. Secondo Archita, una bacchetta che oscilla più velocemente (oggi diremmo con frequenza più alta) produrrebbe un suono che si propaga con maggiore velocità nell'aria, e che di conseguenza è percepito come "più alto", rispetto a una bacchetta che oscillasse più lentamente. Questa teoria, per quanto non corretta dal punto di vista fisico e percettivo, rappresenta il primo tentativo di attribuire parametri quantitativi alla propagazione del suono, e fu ripresa da molti autori successivi (inclusi Platone e Aristotele). Il secondo contributo è di natura specificamente matematica. Archita conosceva la relazione fra intervalli musicali e frazioni che conduce alla costruzione della scala pitagorica. Uno dei problemi teorici connessi a quella costruzione era il perché gli intervalli dovessero essere progressivamente suddivisi secondo quelle particolari proporzioni, anziché suddividere semplicemente ogni intervallo in due sottointervalli uguali. Per comprendere la natura del problema si deve ricordare che per definizione gli intervalli musicali si compongono moltiplicandofra loro i rapporti corrispondenti (ad esempio, l'ottava 2:1 si può ottenere componendo una quinta 3:2 con una quarta 4:3, infatti 3:2 x 4:3 = 2:1). Quindi per suddividere un intervallo a:b in due parti uguali si deve trovare il medio proporzionale fra a e b, ossia il numero x tale che a:x = x:b (ciò equivale a cercare la radice quadrata del rapporto a:b). Archità osservò che l'intervallo di doppia ottava (4:1) si può suddividere in due sottointervalli uguali (rappresentati dal rapporto 2:1), ma dimostrò matematicamente che nessun rapporto del tipo superparticulare {\displaystyle {\frac {n+1}{n}}} - genere a cui appartengono tutti gli intervalli fondamentali della scala pitagorica (2:1, 3:2, 4:3, 9:8) - ammette un medio proporzionale fra i numeri interi: quindi nessuno di quegli intervalli può essere suddiviso in due parti uguali (se si mantiene l'ipotesi che ogni intervallo musicale corrisponda a un rapporto fra numeri interi)[36].  Infine, Archita descrisse la costruzione delle scale musicali nei tre generi diatonico, cromatico ed enarmonico. Diversamente dalla scala pitagorica, il tetracordo diatonico proposto da Archita è formato dai rapporti 9:8, 8:7 e 28:27 (quello pitagorico contiene invece due intervalli di tono uguali, 9:8, e un semitono di 256:243). Nel tetracordo cromatico di Archita figurano gli intervalli 5:4, 36:35 e 28:27, e in quello enarmonico gli intervalli 32:27, 243:224 e 28:27. Questi valori sono riportati da C. Tolomeo, che (a distanza di oltre 500 anni) afferma che si basa sulla necessità teorica di descrivere tutti gli intervalli consonanti con rapporti superparticulari (e tuttavia nel tetracordo enarmonico figurano rapporti che non appartengono a quel genere). Gli studiosi moderni hanno invece ipotizzato che Archita avesse voluto descrivere matematicamente le scale musicali effettivamente in uso nella pratica a lui contemporanea, sulla base dell'osservazione diretta delle tecniche di accordatura usate dai musicisti. Archita si propose di superare il problema dei commi musicali. Affermò che l'ottava poteva essere divisa in 12 semitoni uguali ed indicò un divisore che ne consentisse la partizione, cioè un numero prossimo ad un terzo di л. In effetti il divisore dell'ottava della scala temperata, la radice dodicesima di 2 =1,0594630943592…. è prossima a л/3=1,0471975 postulato sia da lui che da Aristosseno. La divisione dell'ottava a cui Archita pervenne è la seguente: л/3, Л 4/11, Л 3/8, Л 2/5, Л 3/7, Л 5/11, Л 9/19, л/2, Л 7/13, Л 4/7,Л 3/5 Л 7/11, nell'ordine: seconda minore, seconda maggiore, terza minore, terza maggiore, quarta giusta, quarta eccedente, quinta giusta, sesta minore, sesta maggiore, settima minore, settima maggiore, ottava. Il divisore proposto da Archita porta a differenze con la scala temperata dell'ordine delle decine di centesimi di semitono.  AstronomiaModifica È trattata da Archita in un passo di Eudemo da Rodinel suo commento alla Fisica di Aristotele, nel quale si discute il problema della dimensione dell'universo. Per Archita l'universo è infinito, poiché, egli dice:  Se mi t rovassi all'ultimo cielo, cioè a quello delle stelle fisse, potrei stendere la mano o la bacchetta al di là di quello, o no? Ch'io non possa, è assurdo; ma se la stendo, allora esisterà un di fuori, sia corpo sia spazio (non fa differenza, come vedremo). Sempre dunque si procederà allo stesso modo verso il termine di volta in volta raggiunto, ripetendo la stessa domanda; e se sempre vi sarà altro a cui possa tendersi la bacchetta, è chiaro che anche sarà interminato.In Enciclopedia Garzanti di Filosofia Archita. Museo Nazionale e archeologico di Taranto  Christoph Riedweg, Pitagora: vita, dottrina e influenza, Vita e Pensiero, Francesco Paolo De Ceglia, Bari. Seminario di storia della scienza, Scienziati di Puglia: Adda, Cicerone, De senectute, Eliano, Varia istoria; Ateneo; Dizionario di filosofia, Treccani alla voce corrispondente  Luigi Pareti, Storia della regione Lucano-Bruzzia nell'Antichità, Storia e Letteratura, Ettore M. De Juliis, Magna Grecia: l'Italia meridionale dalle origini leggendarie alla conquista romana, Edipuglia. E. Juliis, Magna Grecia: l'Italia meridionale dalle origini leggendarie alla conquista romana, Edipuglia srl,  Ai tarantini, citato in La Voce del Popolo, Dizionario della civiltà, Gremese Editore, Ubaldo Nicola, Atlante illustrato di Filosofia, Giunti. “κόσμος” nasce in ambito militare per designare l'esercito schierato ordinatamente per la battaglia (in Sesto Empirico, Adv. Math.)  Christiane L. Joost-Gaugier, Pitagora e il suo influsso sul pensiero e sull'arte, Edizioni Arkeios, André Pichot, La nascita della scienza: Mesopotamia, Egitto, Grecia antica, Edizioni Dedalo,Cfr. anche Ruggiero Bonghi, Delle relazioni della filosophia colla società: prolusione, F. Vallardi, Secondo una tradizione apocrifa Archita trasse dalla filosofia platonica la convinzione della immortalità dell'anima. Al contrario Cicerone ritiene che Platone si recò in Sicilia per conoscere le dottrine pitagoriche che apprese da Archita e che condivise divenendo lui stesso pitagorico. Cfr. Cicerone, De Repubblica, De finibus bonorum et malorum, Tuscolanae disputationes, D. Laerzio, Platone, Lettera VII  Vita di Platone.  G. Urso, «La morte d’Archita e l'alleanza fra Taranto e Archidamo di Sparta», Aevum, M. Taddei, I robot di Leonardo da Vinci: la meccanica e i nuovi automi nei codici svelati, ed. Leonardo, A. Gellio, Notti Attiche, Aristotele, Pol., R. Pitoni, Storia della fisica, Società tipografico-editrice nazionale, Boyer, Carl B., Storia della Matematica, Apuleio, Apologia, 15  Platone, Timeo, A  Giambico, in Nicom., 9Francesco Paolo De Ceglia, Università di Bari. Seminario di storia della scienza,Scienziati di Puglia: dda, 2007 p.1ifica Carl A. Huffman, Archytas of Tarentum. Pythagorean, Philosopher and Mathematician King, Cambridge University Press, (l'edizione più completa dei frammenti) M. Timpanaro Cardini, I Pitagorici, testimonianze e frammenti, La Nuova Italia, Firenze Platone, Lettere, Mondadori, Milano Del Grande, Archita e i suoi tempi, Taranto, Cressati  Paris A. Olivieri, Su Archita tarantino, memoria letta all'Accademia Pontaniana  A. Frajese, Attraverso la storia della Matematica, Veschi, RomaStante, I problemi di terzo grado e Archita da Taranto,  Lecce A.Tagliente, “La colomba d’Archita”, Scorpione, Taranto A.Tagliente, Il mistero del trattato perduto, Scorpione, Taranto A. D. Abbaiatore, Scritture Musicali greche, Teoria armonica ed Acustica, Taranto nella civiltà, Napoli Taranto e il Mediterraneo, ISAMG Taranto, Filosofia e scienze, Napoli Eredità, Taranto, Alessandro il Molosso e i condottieri, Taranto, C.Teofilato, "Interpretazione di Archita" dalla rassegna "Vecchio e Nuovo" di Lecce, A. Mele, Archita, i suoi tempi e il suo pensiero, in Taranto tra Classicità e Umanesimo, Scorpione Editrice Taranto Voci correlateModifica Personalità legate a Taranto Raganella (strumento musicale) Eudosso di Cnido. Treccani Istituto dell'Enciclopedia Italiana. A buon diritto chiamare l'inventore de'moderni palloni arrostatici. Però un secolo prima al padre Lana G, C. Scaligero,a proposito della colomba volante d'Archita, della quale parla Orazione l l e sue odi, indica il modo di costruirla. Nulla di più facile, egli dice: basta comporre la sostanza con midolla di giunco, e diligentemente coprirla colla pelle adoperata dai battiloro. Mediante un facile meccanismo sipuò dar movimento alle ali.19 Scaligero scordò di avvertire che bisognava riscaldare l'aria interna con un lumicino quando rolevasi farla volare. Cosi 500 anni prima dell'era nostra, trova il modo di far salire nell'ariaun pallone in forma di colomba, dacchè tutto fa credere che I mezzi impiegati da questo filosofo fossero gl'identici che quelli impie gatioggigiorno per levarei palloni. Quanto al ritorno della colomba, obbediente alla voce d'Archita, questa evidentemente è una favola. Sempre, aun fatto sorprendente, l'immaginazione aggiunge circostanze impossibili;ma ciò che io credo innegabile è che l'areostalo era conosciuto a tempi detti favolosi, e che, amio parere, sono reminiscenzedi una civiltà perduta, che i poetichiamarono regno degli dei. Quegli ignivomi draghi. SULLA COLOMBA Entre a pišivago, e più superbo volo pel Regno aereo l'ali fu e spandea, e di spirto novello acquisto fea La Colomba d'Archita inversoilPolo, Volgendo a caso i suoi begli occhi al suolo Del terzo Ciel la vezzofetta Dea, La vide, e per rapirla già scendea Da quel de' dei seggio beato, e solo. Allor gridd, e quafi fu per dire: Oh così foffepur lamia. Colomba! Fattafi Citerea con gran desire, Di legno fols'avvide: esserl'augello. ARCHITA. Juan. Juven. Ital. Sacr. in Tarentin. Mitrop.  Lamb. in Schol. Horat. Od.) regnasse più di un ' Ann o. I nuove grazie adorna il fuo bel volto D LLi:etasengiva in maestà reale Astrea, mirando venerato, e colto Fa più volte Prefetto della sua Patria, ancorchè le Leggi comandassero, che nessuno in tempo di sua vita Quel delle Leggi fue pregio immortale. Quando Prudenza, il dolce fuon disciolto, figlia d' eccelsa mente, e trionfale, Non titurbar, le diffe, fe sia tolto Il primier di regnare ordine uguale. Tempo verrà,che in arme,e intoga imperi più d'un'anno al suo ftuoi, mai sempre intento Archita a nuove glorie, e a bei pensieri. E a Leila Diva: in cento modi, e certo Muta pur Leggi, e Faftimiei primieri, Purchè Archita mio regni, io mi contento. Diogen. Laert. in Vit. Archyt. In Joan. Buno. not. ad Philip. Cluver. ARCHITA FILOSOFO PITTAGORICO, E MATEMATICO E PERITISSIMO. Odar chi mai tanto ti può, che basti, Alma immortal degnillima d' Impero? Chi dir di tue virtudi il volo altero, Per cui fovra ogni Saggio alto poggiasti? Del Ciel le stelle, e i moti lor sì vasti, tu delle cose le cagioni, e'l vero, e quanto il mare, e l'universo intero circonda, e abbraccia, chiaro a noi mostrasti, Tu, ch'eccedi de'Savj i bei consigli Già di ogni uman pensier reso inaggiore, 'Quanto il Sol delle stelle avanza irai, tu, che te stesso, e null? altro somigli, coll'auree del tuo fuon note canore tu sol di tue virtù cantar potrai. Diogen. Laert. in vit. Archyt. Foreft.Joan. Juven. Tarentin. Lambin in Scbol. Horat. Od. Nicol. Parth. Giannet. in Geograph. Lib. 4. Cap. 7. SEN. TARENTINO, Scrivendo contro il Piacere. O So, chemente all'Von dona, e Tume aquella; SENTIMENTI D'ARCHITA chi dietro alsuo piacer brutale corre, e del sensorio fà l'alma ancella, bruto diventa agli altri bruti eguale, tutto perdendo il bel, che aveva in ella. Senza lume si vago, e rilucente Joan. Juven. Tarentin. Lib.3. Cap. 2. Mente, ch'èper fuo pregio trionfale della divinità parte più bella. Che quando avvien, che sopra l'alma impero abbia il piacere, allor cieca è lamente 'E cieca la ragion, cieco è 'l pensiero. Oprano i Bruti, e senza il suo primiero Lume fia, chel'uom bruto anchedivente. E pur ESER,   Diogen. Lacrt. in vit. Archyt. Foreft. Tom.1. Lib. 8. Cap. 4. Joan. Juven. Tarentin. Mille a mille empj nemici, incampo scendete pure, e con terribil grido, no uche con quel dell'armi orrido lampo Fate tremar dell'onde Jonie illido. ESERCITO TARENTINO NON MAI VINTO, ESSENDO CAPITANO. Là nel Galelo col suo nobil Campo Itene or lieti delle forze usate, Faran del vostro fuol le schiere armate, Finchè Archita fia duce, alta vendetta. ARCHITA v'aspetta il bravo duce. E già lo strido de' corni i' fento, en el cercarlo scampo già cader vi vegg'io pel colpo infido. Ed alla patria, che il trionfo aspetta, le tolte spoglie in vostro onormostrate. Se per ostil cadeste atra disdetta, LA,   ARCHITA D'ESSER CAPITANO, PER SOTTRARSI ALL'INVIDIA, L'ESERCITO DETARENTINI E' FATTO PRIGIONE DA NEMICI. Arme il fulgore insiem spaventa, e sfida co’luoi deftrieri i cavalier; già scende sangue da larga vena in terra infida. Mira Tarento mio, quei, che fen muore, hàgli spinti l'invidia a tante pene. LASCIANDO DO Di guerra sonar le trombe orrende? di come il rio Marte all'alte strida Di quel Drappello, e questo i cuori accende, Perchè col ferro fuo l'un l' altro ancidas arme, arme fre me ognun: già di tremende e quei, che'l braccio (tende alle catene son dolci figli,  oimè, del tuo dolore! Freme contro d'Archita ilrio livore, E lull'alme innocenti il mal senviene. Diogen: Laert, in vit. Archyt. Joon. Juven. Tarentin.AR.: ad altri venduto, ed alla fine è riscattato offri; buon Savio, foffri. Ecco fortuna S Di mortal sfavillando atro disdegno sue forze impiega, e l'arme sue raduna, Per far del tuo valor {terminio indegno. Già l'empia, oime! con faccia torva, e bruna Scocca saette últrici, e ben al sogno Colpito hà omai; ve come in preda d'una Ti dà vile ciurmaglia in fragil legno. TARENTINO ARCHIT. A peregrinando per imparare, è preso dà'Corsari, serveMa chefie; se delcuorle forti tempre Alexand.ab Alexand, Joan. Juven. Tarentin. Di. Pur non è fazia no,schiavo al servaggio Ti mena ancor, perchè nel duoldistempre Ilmagnanimo tuo nobil coraggio. Rassoda più ne'colpi suoil'Vom faggio, E di sua libertà gode mai sempre! PLATONE DOPO AVER CAMMINATO L'EGITIO, VIENE IN ITALIA PER IMPARAR SOTTO LA DISCIPLINA Edesti pur, come il gran Nilo altero, D a perenne sboccando occulta fonte Ogni arginedisprezzi, edogniponte, E i campi ad ipopdar si apra il sentiero. E d ivi asperto di sudor la fronte Delle scienze falisti all' arduo monte, E ti fur quelle il folo premio intero. Ed or, per fullescienze alzare un volo Sotto 1:aurea d'Archita arte gentile, Cerchi il Galeso, e l Tarentino luolo? DunqueinEgittoEroenonv hàfimile, Cic.de finib.bonor. molor.Lib.s. Foreft:Tom. I..Lib. 8. Joan.Juven. Tarentin. DOPS V D'ARCHITA TARENTINO. Si, vedesti 1 Egizio, e 'l Greco Impero, ARCHI. Nèingegno inGrecia,alsoloArchita,alsolo Suo noro ingegno,anche oltreBattro,eTile.    A ARCHI. Pri,Fortuna,perun solmomento Gli occhi, cui buja notte orrida cuopre, E mira,leiltuo folleafproardimento Contro Savio maggior sua forza adopre. Questi è il gran Plato, e quegli fon qu e cento Folle ! RePlato al tuo servil flagello ARCHITA TARENTINO RISCATTA PLATONE PRESO D A CORSARI. Empj ladron, per le cui mani, ed opre Schiavo il facefti; or com 'ei fparge al vento Gl’infranti lacci, e in libertà li fcuopre? C o m e il trionfo, che del suo fervaggio Ornar credefti, e de' suoi guai far bello, Qual peve dilegudfli al caldo raggio? Menalti, a un cenno fol d' Archita il saggio Cara tornò la libertà di quello. Joan. Juven.T'arentin. e   Se avvien, che della gloria i m i diftempre L a bella gloria è tua, fe Plato apprese Che del tuo Figlio al nome accrebbe ilvanto, Cic.de finib.bon.domal.Lib.5.* Lib 1.Fiscula Joan.Juven. Tarcntin. ARCHI.  (52 ARCHITA MAESTRO DI PLATONE. C Figlio di puro core, e viva Immago, che vero io canto, efoldiluimi appago, Diceva un giorno Atene in dolci tempre, Dal tuo gran Figlio Archita il pregio fanto, E B alme di virtude auree contefe. Ella è mia pure, e téco i fafti io canto: Poich?Ei tal lume in tutto il m o n d o accese, Nel gaudio, el corc infuperbito, e pago Pel mio Plato or fen vada,un don si vago A te,Tarento mio,debbo maifempre. ARCHITA CAMPA PLATONE DALLA MORTE INTENTATAGLI DA DIONISIO TIRANNO. AR,  Due Polato ilscan Plato,ahimè,quelfaggio, t Veloce (ahi laffo !) a tramontar quel raggio Det rio fallir le pene: omai trionfi Si bella dote, e vinca ancor Sapienza. Si diffe Archita; e i fieri petti, e tronfi. Placando al gran poter d'aurea Eloquenza, Morrà, perchè un Tiranno indegno d'ostro Sogna fofpetti, e teme indarno oltraggio? Correrà, che dà lume al secol nostro? Ed io,perchèpiù viva,ancor non mostro, No n m ostro, a n c o r dell'anima il coraggio? No, che non porterà l'alma Innocenza < Plato all'ombra viveade'suoi trionfi. Cic. Lib. 5. Tuscul. Diogen. Laeft. Vit.Archyt., o Platon. Juan. Juven. Tarentin. Ital. Sacr. in Torentin. Metrop. Plutar. in Platon. Sabell. Ennead. ARCHITA TARENTINO A PLATONE. Se amica pioggia a temprar mai l'ardore Scende dal Ciel,non giace no più china La fronte lor, ma col nacio colore S'innalza si, che al Ciel più si avvicina; Lasso ! calo io restai, allor che infermo Starteneudjfrapene,o mio buon Plato Senza ajuto languendo, e senza schermo. Ma orchedicuavitaalprimostato Fatto hai ritorno, io mi rinfranco, e fermo Pertemi rendo, cfon, qualpria,beato. Q Diogen. Laert.in vit.Archyt. Joan.Juven. Tarentin. Lib.3. Cap. 2. Val Yenza umor giglio languisce,o fiore, E scolorito à terra ilcapo inchina, Questo il vermiglio onor,quello ilcandore Perdendo a poco a poco in sua ruina: PLA. Q A te del loro autor duce sì pio in mezzo del cammino elle si stanno, pss.) Ma giugnere alla meta orgogliosette Ben le vedrai, fe nuovo spirto avranno, PLATONE MANDA ISUOI COMMENTARY AD ARCHITA TARENT INV. Veste assai più, che dell'ingegno mio, Opre de'tuoi fudori,onde a be'studj Delle più gloriofe alte virtudi La mia mente infiammaiti,el buon deslo, Opre dunque son elle ora imperfette. Raroè peròl'onor,seateverranno; Più raro, le giammai fien da te lette. Diogen Lacrt. in vit. Archyt. Platon.in Epist. Vengono,Archita.O:tu leleggi,e inudi Sensi del tuo faver poi mi dischiudi Con quellalibertà,concuileinvio, PLA, Gloria dai tuoisi provvidifudori, soffri in regnar, grida la Patria,e uffici Mostra di quel,che sei,Signor de cuori, E tumalgradoimperi?etilamente Non fei;la Patria hà in te parte del tutto. Non oscuro è il linguaggio; odi mia mente: O rendi alla tua Patriailben,ch'èsuo, O delsuobenfà,ch'ellan'abbiailfrutto. Cic definib.bonor.comalor.Lib.2. Lib. lade Offic. Joan. Juven. Tarentin. Lib.i. in Prefate do Lib.z. Cap.2. Platon. in Epif. gi  PLATONE TÀRENTINO. V Nmalele folo (AD ARCHITA O n, a se folo no, nasce agli Amici, Nafce alla Patria l'Uom, nasce aMaggiori, E dal bel nascer suo giorni felici Speran questi, e sperar voglion tesori. O r foffri, o Figlio, o tu, che tanta elici D e' gran pubblici affari? ah che fol tua  SULLA  AD ARCHITA TARENTINO, Del buon governo, eloro fren spogliace. O naufragar, dall'empie arti indiscrete di piggior duce a morte ria guidate: El soffriran del cuorletempre? ahfiamma D'amor mostrate, evoilaPatriabella Reggete:omai con quell'ardor,che infiammar Così lungi da leistrage rubella Sen fuggirà,qualCervioa icolpi,o Damma, O, che viver a voinon maipotrete; Se non vivrete ad altri se se pensate Goder mai signoria, nè servirete Alle pubbliche cose,alle private, O vacillar ben presto le vedrete E poi fia vostra gloria il ben di quella. In argument. 9. ad Epift. 9. Platon, D'ARCHITA A d d e Archita, e vidjo senza conforto E scorse fino all' ultimo confine La Terra, e il Cielcoll'artifue divine, Archita il grande, il nostro padre è morto! Del mar le Dive usciro al pio lamento. SULLA MORTE. Pianger lo stuol da rio dolore assorto. Oimè,dicean,chi dall'Occafo all'Orto, CAdele Dell'alte sue virtudi,e pellegrine, Pallido il viso, e lacerato il crine, E in lor leggendo i gran pubblici danni Pianfero', e poi partiro, e di Tarento GiunteallaReggia:orvestiinegri panni Da e r,bella Città: per tuo tormento Aichita è morto ahi sulbel fior degli anni ! Horat. Lib. 1. od. 28. E Diede il Popot Matin l'ultime prove se'l crudo suo destino unqua vi spiacque Le bell*ossadiLui,chetantopiacque Abbian lieve la terra; e poi partite. Horat. Lib. 1. od. 28. Joan.Juven.Tarentin.Lib.3.Cap.za SUL  INVITO A RIMIRARE IL TUMULO D'ARCHITA PRESSO AL LIDO MATINO, Ccop Urna funefta.Alme ben nate, Cui di pietà l'amabil forza muove, Deh fermatevi alquanto, e rimirate, Pria di ftendere il passo agile altrove. Qui le fante d Archita ossa onorate Giaccion sepolte, e qui spargendo nuove: Piogge d'amaro pianto, di pietate del passato dolore in segno ah dite:. th Allor, che in mar precipitò, smarrite Sue forze,einfrantoilleguoinmezzo all'acques   Di Natura le fonti più segrete; Chi dall'onda fatal raplo diLete L e naufraghe virtudi, e l ebbe accanto; Chi le vie seppe drittamonte torte, i PercuilaLuna appar',elSols’asconde,  (60 ) Aili ah yoi le face offa, e'l cener fanto Di quell Almagentilahicitogliete, C h e fù si chiara al M o n d o, e vi godete Della vera fapienza il facro immanto. Chi a noi mostrò con tanto studio, e tanto Horat.Lib. i.od.28.. Joan. Juven.Tarentin. SUL SEPOLCRO EUDOS D.ARCHITA TARENTINO. Chi 'n Terra,e 'n Ciel la ferma, emobilsorte; chi com e il foco, el Aere, el suolo, e l'onde s'abbraccin, seppe, orquìsengiace. Oń Morte, Oh duri fastí, ohcieche ombre profonde? S quanto mai dibelloinCielfiadditag; Ne panni no,ma nella mente fiede. Diogen.Laert.in vit.Eudox. Foreft. Tom.1. Lib. 8.Cap.4 Joan.Juven,Tarentin. Q. EUDOSSO DA GNIDO FAMOSISSIMO MATEMATICO DISCEPOLO ARCHITA NON FU'RICEVUTO DA PLATONE ALLA D Mira come in udir fuo ftile adorno La tuafuperbia,e'lfolleardireondanni. No, non doveviil gran Figliuol d'Archita SUA SCUOLA,PER ESSER POVERO, Vefti, o Platon, che tu schernisti un giorno Perchè di povertà fentia gli affanni Questi è colui (fe pur nol fai)che intorno Del fuo grave faver difpiega i vanni, Gnido vi fpenda il più bel fiordegli anni; E come giusta ad immortal tuo fcorno Si vilmente scacciar dalla tua fede Qualor baffamenava umile vita. Poichè virtude, onde 1 U o m farli erede. Archita.  Archita da Taranto. Taranto. Keywords: la colomba d’Archita, Platone, magna Grecia, piccione viaggiatore, il vuolo della colomba --  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Taranto” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51681989882/in/photolist-2mSsmMU-2mN5uFu-2mLJPUG-2mKxrDy-2mKDXUP-2mK6d1R-2mK487q-2mK2Mvw-2mK6cZt-2mJXH25-2mK2Mwt-2mK6d2x-2mK7kLK-2mK6d2n-2mK6cY1-2mK7kNy-2mJXH3T-2mK4863-2mK6cXV-2mK6cZJ/

 

 

Grice e Tari – l’origine del linguaggio – filosofia italiana (Villa Santa Maria Capua Vetere). Filosofo. Di famiglia originaria di Terelle, nel Frusinate, nacque in palazzo Mazzocchi, anch'essa rientrante in Terra di Lavoro, da un impiegato che si trovava lì di passaggio. Il palazzo natìo ove aveva schiuso gli occhi anche l'archeologo Alessio Simmaco Mazzocchi, situato nella via Mazzocchi. Studia a Montecassino, dove conobbe Spaventa. Si trasferì a Napoli dove si laurea. Ben presto però all'avvocatura preferì la filosofia, la letteratura e la musica, unendosi all'amico Spaventa, a Cusano, a Sanctis e ad altri filosofi liberali e collaborando a vari giornali letterari partenopei. Entra per concorso nella Regia Napoli, divenendo il primo cattedratico di estetica in Italia, nello stesso periodo in cui vi insegnavano anche Sanctis, Settembrini, Spaventa e  Bovio. Si dedica a vari rami della filosofia e delle scienze del linguaggio per Detken, saggi di Brothier, Moindron  e Noel. Il suo sistema estetico, variamente criticato, in particolare per la scarsa originalità, si caratterizza per una vivacità espressiva, con ricche e talvolta variopinte esemplificazioni, che peraltro ne resero celebri e molto frequentate le lezioni. Croce define Tari il lieto giullare della filosofia. Tari non ha mai nemici, riuscendo a farsi ben volere sia dagli amici sia dagli avversari, che prende a braccetto, e li mena a spasso con sé, divertendosi a contradirli e a sentirsi contradetto. Quasi ad avallare la definizione sopra riportata,  ha anche a rilevare che la sua bizzarra genialità gli fa trovare piacere nei ravvicinamenti e collegamenti più disparati e più comici: della frase sublime con la scherzosa, del ricordo solenne con l'aneddoto salace, del linguaggio latino o del tedesco col vernacolo napoletano. Parla in gergo, ma in gergo che è quintessenza di cultura e stravagante miscuglio di elementi geniali. Filosofo di professione ed uomo di dottrina enciclopedica, nonostante tutta la sua perizia filosofica, la sua sterminata dottrina e il suo molto acume, e soprattutto un bizzarro artista. La sua concezione metafisica non gli concede una trattazione veramente logica dei problemi. Ma la sua personalità, vibrante di commozione innanzi alle opere dell'arte, riboccante di entusiasmo, dotata di bontà e di nobiltà di sentire, gli ispira una filosofia che e di una specie assai rara nella nostra letteratura. L'essenza giocosa si mischia, confondendosi, con un'acuta critica, che si rivolgeva a tutti i campi in cui l'estetica si sostanzia e, in particolare, ad una delle arti al quale e più attratto: la musica.  Tra il serio e il faceto, infatti, pubblica un saggio su “Serietà e ludo” e compone un saggio musicale, con tanto di note, dal titolo in tal senso emblematico di “Lezioni di estetica generale”. Questo indirizzo lo porta ad occuparsi anche sulla celebre pastorale di Beethoven. Altre saggi: “Estetica ideale” (Fibreno, Napoli), “Ente spirito e reale: confessioni filosofiche” (Regia Università, Napoli); “Melodramma, dramma” (Regia Università, Napoli); “Serietà e ludo” (Regia Università, Napoli), “Critica” (Vecchi, Trani); “Estetica e metafisica” (Laterza, Bari); “Estetica esistenziale” (Morano, Napoli); “L'estetica reale” (Prometheus, Milano), “Dizionario dei cittadini notevoli di Terra di Lavoro antichi e moderni” (Forni, Bologna).  i (Ed. Spartaco, Santa Maria Capua Vetere); A. Perconte Licatese, “Storia e monumenti di Santa Maria Capua Vetere” (Stampa Sud, Curti.); “Storia popolare della filosofia” (Detken, Napoli); “Origine del linguaggio” (Detken, Napoli); “Il contratto” (Detken, Napoli); B. Croce, La letteratura della Nuova Italia. Saggi critici” (Laterza, Bari); “Lezioni di estetica generale” (Tocco, Napoli); “La sinfonia pastorale” ( (Regia Università, Napoli); M. Leotta, Istituto Italiano per gli Studi Storici, Napoli); F. Solitario, La Critica di Croce. Contributo per un recupero” (Prometheus, Milano); F. Solitario, “Cultura filosofica” (Prometheus, Milano); Treccani Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Archivi di Teatro Napoli, Antonio Tari. Tari. Keywords: ‘origine del linguaggio.” Refs. Luigi Speranza, “Grice e Tari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732279381

 

Grice e Tartarotti – filosofia italiana (Rovereto). Filosofo. Divenne famoso per aver contrastato i processi contro le streghe e per aver osteggiato la devozione per il vescovo del XII secolo Adelpreto, mettendone in discussione santità e martirio. Figlio del giureconsulto Francesco Antonio e da Olimpia Camilla Volani, discendente dell'antica famiglia dei Serbati.  Impersonò la figura dell'intellettuale che non si lascia limitare dal luogo nel quale nasce, cioè nel Trentino, lontano dai grandi centri culturali del tempo. Egli seppe anzi sfruttare le opportunità e le peculiarità della città di Rovereto, al confine tra mondo tedesco e italiano, in un periodo storico nel quale rifiorirono i commerci e i rapporti economici, grazie al suo trovarsi su una delle principali vie di comunicazione in Europa. Suo merito fu la capacità di saper tessere legami con intellettuali italiani e stranieri che risiedevano a Venezia, Roma, Salisburgo, Torino, Brescia, Vienna, Innsbruck. Utrecht e Parigi.  Studiò inizialmente nell'Imperial Regio Ginnasio di Rovereto e poi continuò come autodidatta. Si interessò di filosofia, che seguì presso l'Padova sino a quando difficoltà economiche familiari non lo obbligarono a tornare nelle città natale.  Al suo ritorno si interessò personalmente per far insediare nella Città della Quercia la stamperia del tipografo veronese Pierantonio Berno e, nel 1730, fondò la prima accademia cittadina, l'Accademia dei Dodonei. Compì viaggi a Verona, dove conobbe Scipione Maffei e altri studiosi, poi ad Innsbruck, dove rimase alcuni mesi come precettore, e in seguito si trasferì a Roma, come segretario del Cardinale Domenico Silvio Passionei.   Casa dove abitò Girolamo Tartarotti, in Via Garibaldi 61, a Rovereto, prima di trasferirsi in Via della Terra. Durante le sue permanenze roveretane, visse nella stessa casa dove abita G. Vannetti e dove questi iniziarono a tenere un vivace salotto letterario che portò, probabilmente su ispirazione dello stesso Tartarotti, alla nascita dell'Accademia degli Agiati. Il soggiorno romano fu relativamente breve, per contrasti col Cardinale, quindi fece ritorno a Rovereto. Morì il fratello Jacopo, e si trasferì a Venezia, come collaboratore del futuro Doge Marco Foscarini. Ebbe discussioni anche con Foscarini e tornò ancora una volta a Rovereto, da dove non si allontanò più.  I viaggi di Girolamo Tartarotti furono in definitiva relativamente pochi e di breve durata, e trascorse la maggior parte della sua vita matura a Rovereto. Si dimostra poco propenso ad accettare l'aiuto di ricchi mecenati che lo avrebbero limitato nella sua libertà e approfittò delle occasioni che gli venivano offerte lontano dalla sua città per comprare libri o incontrare altri studiosi.  Lo studioso Sin dagli anni giovanili Tartarotti si dedicò agli studi letterari interessandosi della poesia toscana e scrivendo egli stesso varie composizioni poetiche. Approfondì tematiche della filosofia scolastica e scrisse trattati critici nei confronti di questa. Collaborò con Angelo Calogerà per la sua Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, e venne in polemica con Trento dimostrando, in una sua pubblicazione, che la città tridentina divenne sede episcopale solo nel IV secolo e non al tempo dei primi apostoli.  Pubblica “Congresso notturno delle Lammie”, il suo saggio più noto, nel quale dichiara inesistente la stregoneria come la si vuole descrivere al suo tempo, e questo sulla base della logica, della scienza e della stessa ortodossia dei cattolici. Pubblica nei “Rerum Italicarum scriptores” le sue conclusioni relative alla cronaca di Dandolo e correggendone le fonti nelle sue basi documentarie. Continua nelle indagini storiche alla quali aveva dedicato gran parte della sua vita e arrivò a dimostrare, ad esempio, che era sbagliata la venerazione dei trentini per Adelpreto, Vescovo di Trento. La sua tesi era spiegata nella Lettera intorno alla santità e martirio di Alberto vescovo di Trento. Uno dei suoi ultimi lavori, sempre legato a questo tema: Notizie istorico-critiche intorno al B.M. Adalpreto vescovo di Trento venne messa al rogo su disposizione del principe vescovo Francesco Felice Alberti di Enno. Intanto la sua salute peggiora, e muore senza sapere del suo libro bruciato a Trento. Sempre amante dei libri, quando non gli fu possibile viaggiare per acquistarli personalmente si affidò a contatti che col tempo divennero per lui preziosi per procurarseli. A Verona poté contare su Ottolino Ottolini, a Brescia su Gianmaria Mazzucchelli, a Modena su Ludovico Antonio Muratori e a Venezia su Gian Rinaldo Carli. A Rovereto fu molto vicino a Giuseppe Valeriano Vannetti, segretario dell'Accademia Roveretana degli Agiati, e anche da lui ebbe aiuti per procurasi i testi dei quali aveva bisogno per i suoi studi. Al Vannetti fu legato anche per altri motivi, essendo stato per vari anni precettore di Bianca Laura Saibante, futura moglie di Giuseppe Valeriano, e del fratello di lei, Francesco. Si procura libri anche grazie a donazioni, eredità e prestiti.  Al momento della sua morte, per esplicita volontà testamentaria, la sua ricca biblioteca venne donata all'Ospedale dei Poveri Infermi di Loreto, retta dalla Confraternita dei Santi Rocco e Sebastiano. La Confraternita tuttavia, poco dopo, decise di metterla in vendita, offrendola per primo al Comune di Rovereto. In quell'occasione Giuseppe Valeriano Vannetti e Francesco Saibante si spesero affinché tale importante acquisizione culturale per Rovereto avesse successo, e l'atto di compravendita venne registrato. Tre anni dopo la morte di Tartarotti, venne così creata la prima biblioteca aperta al pubblico a Rovereto. Le intenzioni dello studioso non furono queste, tuttavia fu proprio il nucleo dei suoi testi ad essere destinato a questa importante iniziativa culturale, perché sino a quel momento esistevano in città solo biblioteche appartenenti a privati, come ad esempio quella dei Rosmini, dei Vannetti, dei Saibante, oppure conservate in conventi; si stava formando anche quella dell'Accademia Roveretana degli Agiati, sicuramente molto importante, ma nessuna di queste destinata alla consultazione di chiunque.  Il totale delle opere appartenenti a Tartarotti che confluì nella biblioteca ammontava originariamente a 2.027 volumi e a 13 manoscritti. Per quanto riguarda i luoghi di pubblicazione dei volumi, quasi il 30% di essi proveniva da Venezia.  I volumi raccolti durante tutta la vita da Girolamo Tartarotti costituirono così il primo nucleo della Biblioteca Civica di Rovereto, che in seguito fu a lui dedicata.  Tartarotti e gli agiati Lo studioso, come sopra ricordato, fu molto attivo a Rovereto e si spese per portare una maggior apertura culturale in città facilitando l'arrivo di un tipografo, fondando l'Accademia dei Dodonei, svolgendo il ruolo di precettore per due dei fondatori dell'Accademia Roveretana degli Agiati, ma non divenne mai un socio di quella istituzione.  Le ragioni del suo rifiuto di far parte di quell'Accademia, che pure rispondeva a molte delle esigenze che sentiva anche sue, furono diverse. La principale fu la forte inimicizia con S.  Maffei, e il fatto che l'uomo di lettere veronese fosse entrato tra i primi come socio aggregato dell'associazione. Questo fece sì che non partecipasse alle riunioni del nascente sodalizio culturale roveretano. Si riporta qui una piccola selezione di alcuni suoi lavori da non intendersi come fonti di questa pagina ma come approfondimento e confronto. “Ragionamento intorno alla poesia lirica Toscana”; “Delle disfide letterarie, o sia pubbliche difese di conclusion”; “De auctoribus ab Andrea Dandulo laudatis in Chronico Veneto”; “Apologia del Congresso notturno delle Lammie”; “Memorie antiche di Rovereto e dei luoghi circonvicini”, “Apologia delle Memorie antiche di Rovereto”; “Lettera seconda di un giornalista d'Italia ad un giornalista oltramontano sopra il libro intitolato: Notizie istorico-critiche intorno al b.m. Adalpreto Vescovo di Trento, Alcune opere sono pubblicate nella Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici: “Relazione d'un manoscritto dell'Istoria manoscritta di Giovanni Diacono veronese”; “Dissertazione intorno all'arte critica”; “Lettera al sig. N.N. intorno alla sua tragedia intitolata il Costantino; Lettera intorno alla differenza delle voci nella lingua italiana. Altre opera: “Osservazioni sopra la Sofonisba del Trissino con prefazione del cav. Clementino Vannetti, La conclusione dei frati francescani riformati (postumo, Annotazioni al Dialogo delle false esercitazioni delle scuole d'Aonio Paleario. Annotazioni  Ipotesi avanzata da Gianmario Baldi, Direttore della Biblioteca civica G. Tartarotti e membro dell'Accademia Roveretana degli Agiati G. Baldi, Fonti  M. Farina,  Mostra Tartarotti, Mostra Tartarotti, L. Muratori, Rerum Italicarum scriptores. Mediolani, ex typographia Societatis Palatinae in Regia Curia, Tartarotti, (check). R.Trinco, Mostra Tartarotti, Sito Biblioteca Civica G. Tartarotti, su biblioteca civica. Rovereto  Comune di Rovereto. G. Baldi, La Biblioteca civica Girolamo Tartarotti di Rovereto: contributo per una storia” (Calliano,Trento); Manfrini, Marino Berengo, La letteratura italiana Storia e testi" XLIV tomo I, Milano-Napoli, Ricciardi, L. Franchini, Adversum malleum maleficarum, biografia del filosofo pre-illuminista roveretano” (Rovereto, Stella); N. Cusumano, “Ebrei e accusa di omicidio rituale --. Il carteggio tra Tartarotti e B. Bonelli” (Milano, Unicopli); M. Farina, “Gl’Agiati” (Brescia, Morcelliana),  R. Filosi, La Biblioteca di Girolamo Tartarotti: intellettuale roveretano del Settecento: Rovereto, Palazzo Alberti, Rovereto, Provincia autonoma, Servizio beni librari e archivistici,Comune di Rovereto, Biblioteca civica G. Tartarotti, Renato Trinco, San Marco in Rovereto: la chiesa arcipretale tra storia, arte e devozione, Mori, La grafica, Gl’Agiati Roveretani, Biblioteca civica G. Tartarotti Treccani Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Dizionario biografico degli italiani, Girolamo Tartarotti. Tartarotti. Keywords: accusa di omicidio rituale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tartarotti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732517033

 

Grice e Tataranni – il gusto per l’antico – filosofia italiana (Matera), filosofo. Lucano di origine, esponente dell'Illuminismo napoletano. Figlio di Angelo Bruno e Nunzia Pistoia. Non sappiamo a quale ceto appartenesse la sua famiglia, ma sicuramente essa era fornita dei mezzi economici e delle relazioni sociali necessarie per avviare il figlio verso la carriera ecclesiastica. Non a caso, quando fu battezzato  nella Chiesa cattedrale di Matera, i suoi genitori scelsero come padrini i nobili Giovan Battista Ferraù e Giovanna Cordova. Sin da ragazzo matura quella che doveva essere la sua vocazione, tanto che divenne prima allievo e poi docente del seminario diocesano materano. Sebbene avesse una posizione di un certo rilievo sia in ambito ecclesiastico, sia in ambito educativo, non mostra alcun tentennamento nell'accettare l'invito di Michele Imperiali, principe di Francavilla, che lo vuole a Napoli per affidargli la direzione della sua Paggeria. Grazie all'incarico conferitogli dal principe di Francavilla, accrebbe ancor di più la stima di cui già godeva, stringendo rapporti amichevoli con le personalità più illustri ed autorevoli del tempo, incardinate nella Reale Accademia delle Scienze e Belle Lettere. Ha la possibilità di frequentare proprio tali stimolanti dibattiti, che del resto avrebbero formato l'humus delle sue future riflessioni, in qualità prima di Direttore della Paggeria, poi della scuola militare del Real Collegio militare, ufficialmente Reale Accademia Militare, fortemente voluta da re Ferdinando IV, che mostrò di aderire al generale clima di rinnovamento e consolidamento delle istituzioni militari del Regno. Proprio in questi anni Onofrio Tataranni ebbe l'onore di esserne il direttore, partecipando vivamente, dunque, al graduale svilupparsi e moltiplicarsi dell'alveo della cultura politica riformatrice, che ancora auspicava un reale cambiamento all'interno dello stesso apparato monarchico. Così, nell'arco di un settennio, pubblicò delle opere molto significative, in cui era evidente il suo tracciato ideale di società. Tuttavia, in seguito agli avvenimenti, quindi dopo il Concordato e dopo la fallita congiura di C. Lauberg, le sue posizioni rispetto alla politica e allo Stato cambiarono considerevolmente. Con questa disillusione coincide il silenzio dell'intellettuale materano, che in quegli anni si limita, a quanto noto, a proseguire i suoi studi come Direttore. La delusione, si può ipotizzare, lo spinse a tacere fino alla proclamazione della Repubblica Napoletana, quando dichiarava sicuro dell'importanza dell'istruzione del popolo e del nuovo cittadino, elabora il Catechismo Nazionale pe'l Cittadino, nel quale incoraggiava il popolo a difendere i principi della Rivoluzione a vantaggio dell'umanità intera. Il catechismo vinse il primo premio indetto dal governo provvisorio e venne adottato come catechismo ufficiale della Repubblica Napoletana, ebbe il compito di educare i sudditi a divenire cittadini.  Alla caduta della Repubblica, nel giugno, riuscì a porsi in salvo, rifugiandosi a Matera, nei cui tribunali, in tale periodo, venivano esaminate le posizioni di ben 1370 rei di Stato lucani, 228 dei quali furono condanll'esportazione e sette a morte. Comunque, a Matera puo contare su solide relazioni interne al locale Capitolo cattedrale. Più volte tiene a sottolineare l'importanza della triade Dio-Ragione-Sentimento, in una sorta di compromesso tra Illuminismo, sensismo e religione.  Inoltre, caratteristica del suo pensiero è una forte connotazione politica, mirando alla figura del sovrano quale principale esempio per i sudditi, capace di governare un Regno che si sarebbe dovuto fondare su solidi valori, legati all'importanza della famiglia, della civiltà contadina e della piccola proprietà terriera, quest'ultima ottenuta con un giusto ed onesto lavoro. È da evidenziare come il Tataranni avesse maturato idee di una peculiare modernità, al punto da convincersi che il passaggio verso una nuova stagione dell'umanità sarebbe potuto avvenire attraverso la Costituzione di una «Dieta Universale»: egli sosteneva, infatti, che, ad ogni rappresentante di questo nuovo organismo, essa avrebbe espresso i giusti diritti del suo Monarca, al fine di raggiungere la felicità comune e la pubblica sicurezza, ponendosi, negli ordini e nelle attività sociali, sull'unica distinzione del merito. Notevole importanza e, poi, assegnata al ruolo dell'educazione e dell'istruzione, poiché affermal'importanza dello studio delle humanae litterae, unico mezzo, per i giovani, per riscoprire i principali temi della letteratura e della filosofia morale antica ed attualizzarli. Inoltre, egli si faceva anche sostenitore dell'istruzione scientifica, dando priorità alla geometria e, ancora una volta, seguendo il modello greco, suggeriva di avviare gli alunni sin «dall'età più tenera» al processo educativo, seguendo le direttive di grandi pensatori. Il sacerdote-riformatore auspicava tutto questo in un contesto socio-economico che riservasse particolare attenzione all'attività agraria e ad una pratica religiosa «semplice pura e brieve. Dunque, predica il ritorno alla religione delle origini, costruita sull'aiuto reciproco tra gli individui, in modo che gli’uomini si rassomiglino in qualche modo all'ente supremo d'infinità bonta. Pertanto, affermava che i sacerdoti dovessero essere esenti dalle pubbliche cariche e che come gli altri uomini dovessero essere soggetti alla giurisdizione dei giudici laici nelle loro cause civili. La prima, monumentale, opera fu il Saggio d'un filosofo politico amico dell'uomo (Napoli). Con la composizione di questo saggio, Tataranni si propone di delineare il suo tracciato ideale di società, confidando nella figura del sovrano. Infatti, già il titolo dell'opera risulta molto significativo, in quanto l'autore si presentava come un filosofo con atteggiamento “filantropico” nei confronti di Ferdinando IV, al fine di mostrargli la retta direzione per guidare un giusto governo ed attuare delle riforme interne allo stesso apparato monarchico, favorevoli alle idee democratiche.  La fiducia che ripone nei riguardi del monarca veniva ancora espressa nel “Ragionamento sul carattere religioso di Carlo III umiliato a Ferdinando IV re delle Due Sicilie” (Napoli). Si tratta di un panegirico riferito al padre del sovrano, Carlo di Borbone, che, spentosi l'anno precedente, veniva proposto come esempio da seguire al suo erede. In tal senso, egli si rivolgeva ancora pieno di ammirazione nei confronti di Ferdinando IV nel “Ragionamento sulle sovrane leggi della nascente popolazione di S. Leucio umiliata alla maestà di Ferdinando IV re delle Due Sicilie” (Napoli). Nella “Brieve memoria sull'educazione nazionale della nobile gioventù guerriera l'autore affrontava il tema, a lui caro come Direttore di istituti di formazione, dell'educazione dei giovani.” Negli anni Novanta, benché il canonico avesse raggiunto un'età avanzata, non solo decise di aderire alla Repubblica Napoletana, ma, convinto dell'importanza che rivestiva la formazione del popolo e del nuovo cittadino, decise di scrivere, come detto, un Catechismo Nazionale pe'l Cittadino, che fu dato alle stampe. Archivio Diocesano di Matera, Cattedrale, Battesimi Antonio Lerra, Catechismo nazionale pe’l cittadino. Progetto di cultura politica e ruolo dell'antico XV.  Antonio Lerra XVII.  Chiosi, Lo spirito del secolo. Politica e religione a Napoli nell'età dell'illuminismo, Napoli, Giannini); S. Bruno, "Catechismo nazionale pe' il cittadino". Contributo alla storia della Repubblica Partenopea, in "Studi Meridionali", Cronache di una rivoluzione: Napoli (Angeli, Milano); A. Lerra, L'albero e la croce. Istituzioni e ceti dirigenti nella Basilicata, Napoli, ESI, Salvatore Bruno, Il catechismo nazionale pe' il cittadino" (noterelle di storia napoletana), in Scritti in onore di Romualdo Trifone, Storia Meridionale,  II, Sapri, Ed. del Centro Librario, S. Bruno, "Catechismo nazionale pe' il cittadino". Contributo alla storia della Repubblica Partenopea, in Studi Meridionali, L. Guerci, Istruire alle verità repubblicane. La letteratura politica per il popolo nell'Italia in rivoluzione” (Bologna, il Mulino); G. Caserta, Teologo della rivoluzione napoletana, Napoli, Vivarium, Rosaria Capobianco, La pedagogia dei catechismi laici nella Repubblica napoletana, Napoli, Liguori Editore, Antonio Lerra, Catechismo nazionale pe' l cittadino. Progetto di cultura politica e ruolo dell'antico, Manduria-Roma-Bari, Lacaita, Antonio D'Andria, Onofrio Tataranni. Un riformatore napoletano in limine, in Sguardi sul Mezzogiorno in età moderna e contemporanea, Quaderni eretici | Cahiers hérétiques. Studi sul dissenso politico, religioso e letterario, fascicolo  Illuminismo in Italia Repubblica Napoletana. Storia della Basilicata  Un'analisi dei concetti politici nel Catechismo, su nuovomonitorenapoletano. L'indice ragionato del Filosofo Politico amico dell'Uomo La Brieve memoria in edizione integrale. Onofrio Tataranni. Tataranni. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tataranni” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732260711/in/dateposted-public/

 

Grice e Telesio – filosofia italiana (Cosenza). Filosofo. Mentre le sue teorie naturali sono state successivamente smentite, la sua enfasi sull'osservazione fece il primo dei moderni che alla fine hanno sviluppato il metodo scientifico.  Telesio è nato da genitori nobili. Istruito a Milano dallo zio, Antonio, lui stesso uno studioso e poeta di eminenza, e poi a Roma e Padova. I suoi studi hanno incluso tutta la vasta gamma di argomenti, classici, scienza e filosofia, che costituivano il curriculum degli rinascimentali sapienti. Così equipaggiata, inizia il suo attacco sul aristotelismo medievale che poi fiorì a Padova e Bologna. Fonda l’Accademia Cosentina. Per un certo periodo ha vissuto nella casa di Alfonso III Carafa, duca di Nocera. La sua grande opera e “Sulla natura delle cose secondo i loro propri principi,” seguito da un gran numero di opere di importanza sussidiaria. Le opinioni eterodosse, che ha mantenuto suscitano l'ira di Roma per conto del suo amato aristotelismo, e poco tempo dopo la sua morte i suoi saggi sono stati immessi sul Index. Invece di postulare materia e forma, si basa l'esistenza sulla materia e la forza. Questa forza ha due elementi opposti: calore, che si espande, e fredde, che i contratti. Questi due processi rappresentano tutte le diverse forme e tipi di esistenza, mentre la massa su cui opera la forza rimane la stessa. L'armonia del tutto consiste nel fatto che ogni cosa separata sviluppa in sé e per sé conformemente alla sua natura e allo stesso tempo il suo moto avvantaggia il resto. I difetti evidenti di questa teoria, che solo i sensi possono non comprendere materia stessa, che non è chiaro come la molteplicità dei fenomeni potrebbe derivare da queste due forze, pensato non è meno convincente di Aristotles caldo/freddo, secca spiegazione / umido, e che ha addotto alcuna prova per dimostrare l'esistenza di queste due forze, sono stati sottolineato a suo tempo. Inoltre, la sua teoria della terra fredda a riposo e il sole caldo in moto  destinato a confutazione per mano di Copernico. Allo stesso tempo, la teoria e sufficientemente coerente per fare una grande impressione sulla filosofia italiano. Va ricordato, però, che la sua obliterazione di una distinzione tra superlunar e fisica sublunare ce ertamente abbastanza preveggente anche se non riconosciuto dai suoi successori come particolarmente degno di nota. Quando Telesio continua a spiegare la relazione tra mente e materia, e ancora più eterodossa. Forze materiali sono, per ipotesi, in grado di sentire. Questione deve anche essere stato fin dal primo dotato di coscienza. Per la coscienza esiste, e non avrebbe potuto essere sviluppato dal nulla. Questo lo porta a una forma di ilo-zoismo. Anche in questo caso, l'anima è influenzata dalle condizioni materiali. Di conseguenza, l'anima deve avere un esistenza materiale. Inoltre dichiara che tutta la conoscenza è sensazione ("non-ratione sensu sed") e che l'intelligenza è, quindi, un agglomerato di dati isolati, in sensi. Non lo fa, però, riesce a spiegare come solo i sensi possono percepire la differenza e identità. Alla fine del suo schema, probabilmente in ossequio alla teologiche pregiudizi, aggiunta un elemento che e completamente estraneo, vale a dire, un impulso più alto, un'anima sovrapposta da Dio, in virtù della quale ci sforziamo di là del mondo sensibile. Questa anima divina non è affatto un concetto completamente nuovo, se visto nel contesto di Averroestic o tommasiana teoria percettiva.  Il suo intero sistema mostra lacune nella sua tesi, e l'ignoranza dei fatti, ma allo stesso tempo è un precursore di tutte le successive dell'empirismo e segna chiaramente il periodo di transizione da autorità e la ragione di sperimentare e individuale responsabilità. Il ricorso a dati sensoriali  Telesio e il capo del grande movimento italiano del sud, che protesta  contro l'autorità accettata della ragione astratta e semina i semi da cui spuntavano i metodi scientifici di Campanella e Bruno, di Bacon e Descartes, con i loro risultati ampiamente divergenti. Egli, quindi, abbandona la sfera puramente intellettuale e ha proposto un'indagine sui dati forniti dai sensi, dai quali ha ricoperto che tutta la vera conoscenza viene veramente (la sua teoria della percezione sensoriale era essenzialmente una ri-elaborazione della teoria di Aristotele dal De anima). Nota all'inizio del Proemio del primo libro della terza edizione del De Rerum Natura Iuxta propria principia Libri Ix... che la costruzione del mondo e la grandezza dei corpi in esso contenuti, e la natura del mondo, è da ricercare non dalla ragione, come è stato fatto dagl’antichi, ma è da intendersi per mezzo di osservazione. Mundi constructionem, corporumque in eo contentorum magnitudinem, naturamque non ratione, quod antiquioribus factum est, inquirendam, sed sensu percipiendam. Questa affermazione, che si trova sulla prima pagina, riassume ciò che molti studiosi moderni hanno generalmente considerato filosofia telesiana, e spesso sembra che molti non leggere oltre per nella pagina successiva si imposta il suo caldo teoria/freddo della materia informata, una teoria che non è chiaramente informato dall’osservazione. L’osservazione (sensu percipiendam ) è un processo dell’anima molto iù grande di una semplice registrazione dei dati. L’osservazione comprende anche l’analogia. Anche se Bacon è generalmente accreditato con la codificazione di un induttiva metodo che sottoscrive pienamente l'osservazione come procedura primaria per l'acquisizione di conoscenze, non era certamente il primo a suggerire che la percezione sensoriale dovrebbe essere la fonte primaria per la conoscenza. Tra i filosofi naturali del Rinascimento, questo onore è generalmente conferito a Telesio. Bacone si riconosce Telesio come il primo dei moderni. “De Telesio autem bene sentimus, atque eum ut amantem veritatis, e Scientiis utilem, e nonnullorum Placitorum emendatorem &amp; novorum hominum primum agnoscimus”. Da Bacon De principiis atque originibus) per mettere l'osservazione di sopra di tutti gli altri metodi di acquisizione delle conoscenze sul mondo naturale. Questa frase spesso citata da Bacon, però, è fuorviante, perché semplifica eccessivamente e travisa l'opinione di Bacone di Telesio. La maggior parte del saggio di Bacon è un attacco a Telesio e questa frase, invariabilmente fuori contesto, facilita un malinteso generale della filosofia naturale telesiana dando ad essa un timbro baconiana di approvazione, che era lontano dalle intenzioni originali di Bacon. Bacone vede in Telesio un alleato nella lotta contro l'antica autorità, ma ha poco positivo da dire su specifiche teorie di Telesio. Ciò che forse colpisce di più De Rerum Natura è il tentativo di Telesio di meccanizzare il più possibile. Si sforza di spiegare tutto chiaramente in termini di materia informati dalla calda e fredda e per mantenere i suoi argomenti il più semplice possibile. Quando i suoi colloqui si rivolgono agli esseri umani che introduce un istinto di auto-conservazione per spiegare le loro motivazioni. E quando discute la mente umana e la sua capacità di ragionare in astratto su argomenti immateriali e divine, aggiunge un'anima. Per senza anima, tutto il pensiero, dal suo ragionamento, sarebbe limitato alle cose materiali. Ciò renderebbe Dio impensabile e chiaramente questo non era il caso, per l'osservazione dimostra che la gente pensa di Dio. Telesii, Bernardini, “De Rerum Natura Iuxta Propia Principii, Libri IX” (Horatium Saluianum, Napoli). Altre opere: “De Somno”;  “De la quae in aere fiunt de Mari De cometis et Circulo Lactea respirationis De USU. Gli appunti Riferimenti N. Van Deusen, Telesio: primo dei moderni De La sua, Quae in aere Sunt, &amp; de Terrae motibus piena facsimile digitale. Bernardino Telesio. Telesio. Keywords: empirismo, teoria della percezione, l’anima d’Aristotele, l’analogia, l’uomo e gl’animali, la ragione, I antici, contro I antici, osservazione, percezione, la tradizione empirista italiana, il Telesio di Bacone. Refs.: Luigi Speranza, “Telesio e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, *Villa Grice, Liguria, Italia.. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690478447/in/photolist-2mKHdnD-2mKRW4R-2mKjcFb/

 

Grice e Tessitore (Napoli). Filosofo.  Grice: “If there’s Oxonian dialectic and Athenian dialectic, there is, to follow Fulvio Tessitore, the ‘scuola napoletana.’” Si è laureato in giurisprudenza (la sua tesi ricevette dignità di stampa) presso l'Università degli Studi di Napoli, allievo di Pietro Piovani. -- è libero docente "per meriti eccezionali" in Filosofia del diritto; l'anno successivo diventa Professore. Ha dapprima insegnato Storia delle dottrine politiche; quindi, in poi, Storia della filosofia. È stato preside della Facoltà di Magistero dell'Università degli Studi di Salerno. Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Federico II di Napoli, della quale è stato anche rettore. Socio dell'Accademia dell'Arcadia col nome di Echione Cineriano. È inoltre socio nazionale dell'Accademia dei Lincei e di numerose altre accademie. Ha diretto il Centro di studi vichiani del CNR dal  ed oggi fa parte del Consiglio scientifico dello stesso Centro.  È presidente della Fondazione Pietro Piovani per gli studi vichiani e del Consorzio interuniversitario "Civiltà del Mediterraneo". Presidente del Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione Internazionale D'Amato onlus. Socio dell'Istituto per l'Oriente “Carlo Alfonso Nallino” di Roma. È vicepresidente della Fondazione "Guido e Roberto Cortese". Siede inoltre nel Consiglio Direttivo dell'Istituto italiano per gli studi storici fondato da Croce. È stato componente del Consiglio Scientifico dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani. Membro del Consiglio Universitario Nazionale, in cui è stato presidente del Comitato di Lettere, Lingue e Magistero, vice presidente della Fondazione Teatro di San Carlo, componente del Consiglio Generale della Fondazione Banco di Napoli del Consiglio direttivo e vice presidente della CRUI, la Conferenza permanente dei Rettori delle Università italiane.  È Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica. È stato senatore della Repubblica italiana nella XIV legislatura nelle file dei Democratici di SinistraL'Ulivo e deputato nella XV Legislatura nelle file del L'Ulivo. È medaglia d'oro della Scuola dell'arte e della cultura e della Scienza e della cultura. È autore di una vastissima  di oltre 1500 titoli, tra i quali 26 volumi, ai quali sono stati assegnati numerosi premi.  Opere: “Aspetti del neo-guelfismo napoletano” (Morano, Napoli); “Crisi e trasformazioni dello Stato: rcerche sul pensiero gius-pubblicistico italiano” (Morano, Napoli); “Fondamenti della filosofia politica ” (Morano, Napoli); “La storia delle idee” (Le Monnier, Firenze); “Profilo dello storicismo politico” (UTET, Torino); “Lo storicismo” (Laterza, Roma); “Meinecke” (Laterza, Roma); “Filosofia, storia e politica in Cuoco, Marco, Lungro); “Contributi alla storia e alla teoria dello storicismo” (Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); Interpretazione dello storicismo, Scuola Normale Superiore, Pisa); Contributi alla storiografia arabo-islamica Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); La mia Napoli. Frammenti di ricordi e di pensieri, Grimaldi, Napoli); Letture quotidiane” (Editoriale scientifica, Napoli) che raccolgono articoli di giornali quotidiani. Trittico Anti-hegeliano da Dilthey a Weber. Contributo alla teoria dello storicismo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); “Da Cuoco a Weber. Contributi alla storia dello storicismo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma. Fonda il “Bollettino del Centro di Studi Vichiani”, Archivio di Storia della Cultura, Civiltà del Mediterraneo, pontaniana.unina. 18 settembre. Curriculum su filosofia.unina.,Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Tessitóre. Fulvio Tessitore. Tessitore. Keywords: Cuoco. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tessitore” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732224826/in/datetaken/

 

Gruce e Testa – la nemica fortuna – filosofia italiana (Borgonovo Val Tidone). Filosofo. Nasce nella nobile famiglia Testa dal giudice Giuseppe e dalla madre N.D. Vittoria Brigidini. Viene battezzato nella Chiesa della Collegiata  alla presenza dei genitori e del conte Andrea Arcelli, padrino e parente di Alfonso. Sacerdote, rifiutò la cattedra filosofica a Pisa  e preferì lavorare a Parma, divenendone presidente dell'area filosofica.  Deputato al Parlamento Sabaudo. Alfonso Testa. Storia di un povero pretazzuolo di Fausto Chiesa, pubblicato dalla Libreria internazionale Romagnosi di Piacenza. Treccani Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Alfonso Testa. Testa. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Testa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701756894/in/photolist-2mPqp6k-2mLNXjb-2mLQdrQ-2mLP9qE-2mLQ1Vx-2mPrdWj-2mLH24C-2mKDwcr-2mKxnN1-2mKgZYb-2bsBYca-2brg4da-PinuJ1-Pinux9-235t9QC-25GubxU-G5ZTNP-25DHLSh-FJVKRC-FcebeC

 

Grice e Thaulero – il problema d’una antropologia filosofica – autorita e risentimento -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Abruzzese, figlio del barone Carlo, nobile di Chieti e patrizio teramano, e di donna Maria Clemente. Consigue la maturità classica al Liceo Massimo di Roma. Si iscrisse alla "Sapienza" di Roma, dove si laurea a pieni voti con una tesi in Filosofia del Diritto, Una metodologia cristiana del diritto, relatore Vecchio e ottenne il Diploma di perfezionamento con lode in Filosofia del Diritto nella Scuola di Perfezionamento di Filosofia del Diritto dell'Roma, con la tesi “La fictio juris in Bartolo da Sassoferrato” (relatore: Sforza). Assistente volontario di Perticone, ordinario di Storia contemporanea a Scienze politiche, usufruì di una borsa della Humboldt-Stiftung che gli consentì lunghe permanenze di studi in Germania per approfondire i suoi studi sulla problematica dei valori. Sturzo gli affidò insieme ad Addio la direzione del “Bollettino di Sociologia”, poi divenuto “Sociologia”, divenendo uno dei maggiori collaboratori dell'Istituto creato dal fondatore del Partito Popolare Italiano. Inviato al Congresso di Sociologia di Amsterdam e fra i fondatori della Società Italiana di Scienze Sociali.  Consigue la libera docenza in Filosofia Morale e ricopre vari incarichi presso Salerno. Vinse il concorso a cattedra per Filosofia Morale del Magistero di Salerno.  Morì in un incidente automobilistico insieme alle figlie Maria Gabriella e Maria Elisabeth.  Gli è stata intitolata la scuola di Cologna Spiaggia (Roseto degli Abruzzi). Altri saggi: “Società e cultura” (Giuffré, Milano); “Il mare ha voce, ha voce il vento” (Storia e Letteratura, Roma); “Il darsi dell'Origine nell'esperienza sociale e religiosa” (Studium, Roma); Intorno al concetto di sociologia generale, in Sociologia, Bollettino dell'Istituto Luigi Sturzo, A. Giuffré, Milano); “Il problema del risentimento” (Sociologia, Bollettino dell'Istituto Luigi Sturzo, N. 1, A. Giuffré, Milano); “Scienze sociali e Sociologia” (Sociologia, Bollettino dell'Istituto Sturzo, Anno A. Giuffré, Milano); “La Sociologia storicista (Sociologia, Bollettino dell'Istituto Sturzo, A. Giuffré, Milano); “Razionalità e storia” (Civitas); “L'autorità” (Sociologia); “Il problema dell'autorità” (Convegno di Cultura Europea, Bolzano); “Conoscenza e sociologia, in Rivista di Sociologia, Appunti per la settimana sociale dei cattolici d'Italia, in Rivista di Sociologia, Sociologia religiosa, in Rivista di Sociologia, Cristianesimo e storia, in Rivista di Sociologia, “Pregiudizio e religione, in Rivista di Sociologia,  Roma, “Metafisica della scienza e sociologia”, in Rivista di Sociologia, Roma, “Analisi culturale ed ecumenismo” in Rivista di Sociologia, Roma, Religione e pregiudizio” (Cappelli, Bologna); “Il problema di un'antropologia filosofica, in Rivista di Sociologia,  IGuida, Napoli, Corso di lezioni ciclostilate, con la traduzione, in appendice, di un saggio di Scheler). Religione e pregiudizio. Analisi di contenuto dei libri cattolici di insegnamento religioso in Italia Cappelli, Bologna, Nota introduttiva a Hartmann, Etica -- Fenomenologia dei costumi, in Esperienze, Osservazioni in margine ad una ricerca su pregiudizio e religione, in Rivista di sociologia, Prospettive culturali e sociologiche dell'impegno sociale (Relazione tenuta alla Consulta dei Movimenti Effettive e Seniores della Gioventù di Azione Cattolica). Un nuovo indirizzo storiografico nella analisi della struttura socio-economica (Relazione tenuta in occasione del convegno Ignazio Rozzi e l'agricoltura, Teramo, promosso dal Centro di Studi Storici Abruzzo Teramano), in Rivista di Sociologia, Riflessione sull'Università televisiva, in Informazione Radio TV. Studi, documenti e notizie, Speciale Televisione e Istruzione, RAI, Sociologia ed esperienza religiosa e politica Ricerche di Storia sociale e religiosa. Discendente del Beato Johannes Thauler  Il Tempo, V. Mathieu, Salerno, G. De Rosa,Seconda Attesa, Vicenza, G. De Rosa, La storia che non passa: diario politico, Soveia Mannelli, Vincenzo Filippone-Thaulero. Thaulero. Keywords: autorita e risentimento. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Thaulero” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692497310/in/photolist-2mKQoNA-2mKP1GB-2mKP25W-2mKTyvC

 

Grice e Tilgher – il relativismo filosofico – filosofia italiana (Resìna). Filosofo. Nato da padre vetraio tedesco e madre valdostana, visse a Roma dove fu amico e collaboratore di E. Buonaiuti (studioso di storia del cristianesimo ed esponente del modernismo italiano), fino alla morte. Lavora come bibliotecario all'Alessandrina e collabora ad alcuni giornali (tra gli altri, Il Mondo e il Popolo di Roma), molti dei quali vennero poi soppressi dal regime fascista. I suoi principali saggi sono: “La crisi mondiale”, “Estetica”; e “La filosofia delle morali”, nella quale delinea la sua originale visione individualistica. Collabora al giornale satirico “Il Becco giallo”. E tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali anti-fascisti, redatto da Croce. Da ricordare, anche, tra i suoi diversi saggi anti-fascisti, “la stroncatura di Giovane Gentile”, che, soprattutto nell'ironico e irriverente sottotitolo, esprime un dissacrante giudizio sulla propaganda con l'eloquente frase, di ascendenza bruniana, “Lo spaccio del bestione trionfante”. Opera anche come critico letterario e teatrale. E tra i primi a notare l'originalità del teatro pirandelliano, nonostante i tentativi di contestazione da parte del regime fascista.  In ambito filosofico, afferma che non esiste una scienza morale unica bensì una pluralità di morali che emergono da un fondo caotico in virtù di un'iniziativa che in parte è creatrice di valori e in parte effetto di coincidenze casuali, anche se fortunate. In lui riaffiora il dualismo manicheo di bene e di male, ribelle a ogni composizione dialettica propria a ogni comodo, quanto illusorio e superficiale ottimismo. Considera mitico, utopistico, il concetto del progresso che non considera come altrettanto reali "il regresso, la caduta e la colpa".  Nella nota “Antologia dei Filosofi Italiani del dopoguerra”, oltre a suoi saggi incluse brani tratti dai saggi di Aliotta, Buonaiuti, Evola, Martinetti, Mignone, Nobile, e Rensi.  A Ercolano gli è stato intitolato l'Istituto d'Istruzione Superiore. Altri saggi: “Arte, Conoscenza e Realtà” (Torino, Bocca); “Teoria del Pragmatismo trascendentale” (Torino, Bocca); “Filosofi antichi” (Todi, Atanor); “La crisi mondiale”, “Saggi di socialismo e marxismo” (Bologna, Zanichelli); “Voci del tempo” (Roma, Libreria di Scienza e Lettere); “Relativisti contemporanei” (Roma, Libreria di Scienza e Lettere); “Studi sul Teatro contemporaneo” (Roma, Libreria di Scienza e Lettere); “Ricognizioni, Roma, Libreria di Scienza e Lettere); “La scena e la vita, Roma, Libreria di Scienza e Lettere); “Lo Spaccio del Bestione trionfante: stroncatura di Gentile. Un libro per filosofi” (Torino, Gobetti); con un saggio di Antimo Negri, La Mandragora, Prefazione di Gabriele Turi, Roma, Storia e Letteratura); “La visione greca della vita, Roma, Libreria di Scienza e Lettere, Giordano); “Saggi di etica e di filosofia del diritto” (Torino, Bocca); “Homo faber” (Roma, Libreria di Scienza e Lettere, col titolo “Storia del concetto di lavoro nella civiltà occidentale, Firenzelibri); “La poesia dialettale napoletana, Roma, Libreria di Scienza e Lettere, Estetica, Roma, Libreria di Scienza e Lettere, Etica di Goethe, Roma, Maglione, Filosofi e Moralisti del Novecento, Roma, Libreria di Scienza e Lettere); “Studi di poetica, Roma, Libreria di Scienza e Lettere, Cristo e Noi, Modena, Guanda); “Critica dello Storicismo, Modena, Guanda,Antologia dei filosofi italiani del dopoguerra, Modena, Guanda); “Filosofia delle Morali” (Roma, Libreria di Scienza e Lettere); “Moralità. Punti di vista sulla vita e sull'uomo” (Roma, Libreria di Scienza e Lettere); “Le orecchie dell'aquila: studio sulle fonti dell'attualismo di Gentile” (Roma, Religio); “La filosofia di Leopardi” (Roma, Religio); Raoul Bruni, Torino, Aragno,  (con l'aggiunta di altri scritti leopardiani mai riuniti in volume),  “Il casualismo critico, Roma, Bardi); “Mistiche nuove e Mistiche antiche, Roma, Bardi); “Tempo nostro, Roma, Bardi); “Diario politico” (Roma, Atlantica); “Marxismo socialismo borghesia, Firenze libri); Carteggio Croce-Tilgher, A.Tarquini, Bologna, Il Mulino); “Pirandello, con testi di Gramsci” (Pisa, Scuola Normale Superiore, Einstein, S. Trappetti e F. Secci, Dalia Edizioni, La Stampa di Torino. Redazione,  “Spaccio della bestia trionfante” è un saggio del Bruno, costituita da tre dialoghi di argomento morale, pubblicata a Londra. Le bestie trionfanti sono i segni delle costellazioni celesti, rappresentate da animali -- è necessario spacciarle, ovvero cacciarle dal cielo in quanto rappresentano vecchi vizi che occorre sostituire con moderne virtù. Una nota dell'OVRA su un presunto tentativo di contestare Pirandello nella tournée in Argentina si riferisce una grave dichiarazione confidenziale fatta dal noto letterato anti-fascista a B. Cassinelli, dichiarazione che rileva non solo l'animosità biliosa di Tilgher contro Pirandello ma anche e soprattutto un piano prestabilito da oltre tre mesi da rinnegati contro degl’italiani che si apprestano a far conoscere ai nostri co-nazionali in Argentina, le ultime novità letterarie degli autori italiani. L. Sedita, “Pirandello, l'a-politico spiato” (Belfagor), che riproduce la nota, sottolinea l'enfasi negativa con cui in essa si presenta il noto letterato anti-fascista Tilgher e con cui ci si sofferma soprattutto sul suo perdurante odioso atteggiamento di sfida e di ribellione al fascismo. E significativo, alla luce degli studi di Canali, che il tramite tra la polizia politica e Tilgher sia stato Cassinelli. Cassinelli divenne amico di Pirandello che ne parla con deferenza in due lettere all’Abba. Dizionario Biografico degli Italiani  G. Rensi, Frammenti d’una filosofia dell’errore e del dolore, del male e della morte” (Napoli, Orthotes); Istituto d'Istruzione Superiore ATilgher, su adrianotilgher.edu. Gianni Grana, Tilgher critico, in, Letteratura italiana. I critici,  V, Marzorati, Milano; R. Laz., Enciclopedia ItalianaII Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Tilgher com'era, Napoli, Edizioni del delfino, Ernesto Buonaiuti Modernismo teologico Manifesto degli intellettuali antifascisti Traccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Adriano Tilgher. Tilgher. Keywords: le orecchie dell'aquila, lo spaccio del bestione trionfante. Refs.: Luigi Speranza, ‘Grice e Tilgher’ – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691568566/in/photolist-2mKNNqN-2mKQcxV-2mKJHtH-2mKQbFj/

 

Grice e Timossi – filosofia italiana (Genova). Filosofo. Studia a Genova. Svolge attività di ricerca e di insegnamento seminariale presso l'Ateneo genovese. I suoi principali interessi sono rivolti alle cosiddette questioni di frontiera, che riguardano la filosofia, la teologia, la storia della scienza, l'epistemologia e la religione. In questo ambito, si propone di dimostrare la possibilità di una metafisica cognitiva e in particolare di una rinnovata teologia naturale o filosofica che proceda dai rivoluzionari risultati e dalle conoscenze della scienza contemporanea.  È inoltre noto per i suoi studi critici sull'ateismo. Studioso di logica, ha pubblicato uno dei manuali introduttivi più letti in Italia ("Imparare a ragionare. Un manuale di logica", Marietti).  Presidente del Consiglio Scientifico della Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare e membro del Comitato di Gestione della Fondazione Compagnia di San Paolo di Torino. Academia Ligure di Scienze e Lettere.  Altri saggi: “Dio è possibile? Il problema dell'esistenza di un'Entità superiore” (Padova, Muzzio); “Dio e la scienza moderna. Il dilemma della prima mossa” (Milano, Mondadori); “Prove logiche dell'esistenza di Dio d'Aosta a K. Gödel. Storia critica dell'argomento ontologico” (Milano, Marietti); “L'illusione dell'ateismo. Perché la scienza non nega Dio” (Cinisello Balsamo, San Paolo); Imparare a ragionare. Un manuale di logica” (Milano, Marietti); “Decidere di credere. Ragionevolezza della fede” (Cinisello Balsamo, San Paolo); “Nel segno del nulla. Critica dell'ateismo” (Torino, Lindau); “Perché crediamo in Dio. Le ragioni della fede" (Cinisello Balsamo, San Paolo); “Credere per scommessa. La sfida di Pascal tra matematica e fede” (Bologna, Marietti, Centro Editoriale Dehoniano. Timossi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Timossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733093345/in/datetaken/

 

Grice e Tincari – iustum quia iussum – filosofia italiana (Roma). Filosofo. persio. Philosopher of law, Bergamo. Persio Tincari. Tincari. Keywords: iustum quia iussum. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tincari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731374567/in/datetaken/

 

Grice e Toderini – filosofia italiana  (Venezia). Flosofo. Figlio di Domenico Maria e di Anna Maria Cestari, discendeva dai conti palatini Gagliardis dalla Volta.  Letterato, pubblica “Letteratura turchesca” (Venezia, Tosti), frutto della sua permanenza a Costantinopoli, la prima trattazione occidentale di storia della letteratu turca.Tra gli altri scritti, in particolare di erudizione e di filosofia morale, si ricordano la Filosofia frankliniana delle punte preservatrici dal fulmine, particolarmente applicata alle polveriere, alle navi, e a Santa Barbara in mare del 1771 e “L'onesto uomo; ovvero, saggi di morale filosofia dai principii della ragione”. è ricordato in “I Dogi di Venezia nella vita pubblica e private” di A. Mosto (Giunti Martello. La Dogaressa Pisana morì con gran dolore del Doge "circa le hore ventidue colta da una gagliarda convulsione al petto et abbattuta dalla lunga penosa malattia sofferta". Per tutti i tre giorni di esposizione si conserva così fresca e rubiconda nel volto che sembrava anziché morta assorta in un dolce riposo. Fu solennemente tumulata ai S.S. Giovanni e Paolo nella tomba comune dei Mocenigo. Il Doge la seguì dopo nove giorni di malattia in seguito a una infezione determinata da una risipola alla gamba sinistra. Ai solenni funerali fatti alla sua statua ai S.S. Giovanni e Paolo venne commemorato da Pietro Berti ed a quelli fattigli dalla Scuola di San Rocco, cui apparteneva, da Toderini. Cfr. Le sue opere registrate dal «Sistema Bibliotecario Nazionale». Giambattista Toderini. Toderini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Toderini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692047215/in/photolist-2mKRfHn

 

Grice e Tocco – filosofia italiana (Catanzaro), filosofo. Studia a Napoli con Spaventa e a Bologna, con Fiorentino. Insegna a Roma, Pisa e Firenze.  Si pose nelle sue “Ricerche platoniche” (Catanzaro) il problema della cronologia degli scritti platonici. Nella sua monografia su Bruno, nega che il filosofo di Nola potesse essere considerato un martire del libero pensiero, quanto piuttosto l'interprete dei nuovi bisogni di razionalizzazione delle teorie filosofiche, in linea con l'impulso delle ricerche scientifiche in atto ai suoi tempi. Contribuisce alla pubblicazione dei saggi di Bruno, individuandone tre fasi di sviluppo: una fase neo-platonica, una fase panteistica e una atomistica.  Sostenitore del neokantismo, rifiuta  ogni costruzione metafisica e privilegia le esigenze della ragione pratica. Altri saggi: “L'eresia nel Medioevo” (Firenze); “Bruno” (R. Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento in Firenze); “Le fonti più recenti della filosofia del Bruno”, "Rendiconti della R. Accad. dei Lincei. Classe di scienze morali, storiche e filologiche",  “Le opere inedite di Bruno” (Accademia di scienze morali e politiche della Società Reale, Napoli); Studi francescani (Napoli); Studi kantiani (Palermo). M. Ferrari, I dati dell'esperienza. Il neo-kantismo nella filosofia italiana” (Firenze, Olschki); G. Raio, Lezioni su Kant” (Napoli, Liguori); Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Felice Tocco. Tocco. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tocco” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732830314

 

Grice e Tolomei – la filosofia della percezione – filosofia italiana  (Pistoia), filosofo. Appartenente alla Compagnia di Gesù. Nato a Villa Camberaia tra Pistoia e Firenze fu di nobili origini. All'età di quindici anni fu mandato a studiare a Firenze dove studiò legge presso l'Pisa. Entra a far parte dell'ordine dei Gesuiti e venne ordinato a Roma. Divenne esperto di ben undici lingue tra le quali latino, greco, ebraico, siriaco, arabo, inglese, illirico e francese.  Iniziò la sua carriera teologica esponendo le Sacre scritture nelle letture pubbliche presso la Chiesa del Gesù a Roma. All'età di trent'anni venne eletto alla carica di procuratore generale dell'Ordine dalla Congregazione Generale, ufficio che tenne per cinque anni, fino a quando cioè non ottenne la cattedra di filosofia al Collegio Romano. Le sue letture, che ebbero sempre un vasto uditorio, vennero poi date alla stampa con il titolo “Philosphia mentis et sensuum” nella quale, pur nel pieno rispetto dell'aristotelismo, accolse gran parte delle scoperte naturalistiche della sua epoca, esponendole nelle sue lezioni. Le letture vennero ristampate in Germania dove ottenne l'encomio dell'Accademia di Lipsia e di Leibniz.  Insegnamento Successivamente ottenne la cattedra di teologia alla Pontificia Università Gregoriana (allora ancora Collegio Romano) e rinnovò le tematiche relative alla controversia sul concetto di dogma già iniziate dal cardinal Bellarmino circa un secolo prima. Le letture relative a queste lezioni furono tutte redatte in un manoscritto di ben sei volumi in folio che tuttavia non vennero mai pubblicati dall'autore. Eletto successivamente rettore del Collegio Romano e del Collegio Germanico, ricopre la carica di Consultore presso la Congregazione dei Riti.  La nomina a cardinale Venne con sua sorpresa nominato cardinale da Clemente XI ed ottenne il titolo di Santo Stefano al Monte Celio. Chiamato al servizio del Pontefice per giudicare gli errori in materia di dogmatica si occupò della pronuncia di condanna dell'eresia del teologo francese, esponente del giansenismo P. Quesnel.  In qualità di cardinale fu uno degli elettori del conclave di nomina di Innocenzo XIII e di Benedetto XIII.  TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Battista Tolomei, su Find a Grave. Opere di Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. David M. Cheney, Archivio storico della Pontificia Università Gregoriana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Battista Tolomèi, Tolomei. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tolomei” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689194446/in/photolist-2mKACFG-2mGnP2f-AJp6ja

 

Tomatis e Grice – il paradosso filosofico -- filosofia italiana (Carrù). Filosofo. Iinsegna alla Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università degli Studi di Salerno come Professore in Filosofia teoretica. Francesco Tomatis ha studiato nelle Torino, Heidelberg, Perugia e Macerata. Laureatosi in Filosofia teoretica all'Torino con Gianni Vattimo e Luigi Pareyson (1991), dottore di ricerca all'Perugia, seguito da Ferretti e Riconda, di cui è stato assistente all'Torino,  è stato borsista del Centro studi filosofico-religiosi Pareyson ricercatore della Alexander von Humboldt-Stiftung all'Freiburg im Breisgau, Professore allo Studio teologico interdiocesano di Fossano e professore ospite in alcune Università europee e americane (Madrid, Córdoba, Mendoza.Membro dei comitati scientifici del Centro studi filosofico-religiosi Luigi Pareyson di Torino, della Fondazione centro studi Augusto Del Noce di Savigliano, dell'Accademia estetica internazionale di Rapallo, dell'Istituto Xavier Tilliette, della Internationale Schelling-Gesellschaft.  Fonda a Cuneo il Seminario angelus novus. Fonda la rivista “Paradosso”. Scrive sulle pagine culturali di “Avvenire”. Cura una rubrica sul mensile delle vallate occitane d'Italia “Ousitanio Vivo”, di cui è collaboratore, e collabora a “La Rivista del Club alpino italiano”. Garante scientifico internazionale dell'associazione Mountain Wilderness International. Istruttore di Kung Fu classico cinese, frequentando la Scuola Kung Fu Chang, allievo diretto dei maestri Ignazio Cuturello e Roberto Fassi.  Pensiero Ha dedicato le sue ricerche a Schelling, Nietzsche, Heidegger, Pareyson, Einaudi, Lao Tzu e Yang Chengfu approfondendo in particolare il problema ontologico della libertà e del male, del tempo e dell'escatologia, dei principi e del non-sapere. Ha poi elaborato una filosofia esperienziale, sperimentata soprattutto in montagna, che intende l'esistenza come esperienza personale della verticalità del limite, e una filosofia ermeneutica del dialogo interculturale, particolarmente attenta alla teologia cristiana trinitaria e al pensiero taoista cinese. Saggi: “Kenosis del logos. Ragione e rivelazione” (Città Nuova, Roma); “Ontologia del male” (Città Nuova, Roma); “L'argomento ontologico. L'esistenza di Dio da Anselmo a Schelling, Roma, Città Nuova Editrice,  pareysoniana, Trauben, Torino, Pareyson. Vita, filosofia, Morcelliana, Brescia,  Escatologia della negazione, Roma, Città Nuova, Friedrich Schelling. Invito alla lettura, San Paolo, Cinisello Balsamo, Filosofia della montagna, Prefazione di Armando Torno, Postfazione di Reinhold Messner, Milano, Bompiani, Come leggere Nietzsche, Bompiani, Milano, Dialogo dei principi con Gesù Socrate Lao Tzu, Bompiani, Milano, Libertà di sapere. Università e dialogo interculturale, Bompiani, Milano, Verso la città divina. L'incantesimo della libertà in Luigi Einaudi, Città Nuova, Roma,, Corpo e preghiera. La Via del T'ai Chi Ch'üan, Roma, Città Nuova); La via della montagna, Bompiani, Milano, Curatele Luigi Pareyson, Essere, libertà, ambiguità, Mursia, Milano, G. Riconda, Xavier Tilliette, Del male e del bene, Città Nuova Editrice, Roma, Bruno Forte, Vincenzo Vitiello, La vita e il suo oltre. Dialogo sulla morte, Città Nuova Editrice, Roma, Luigi Pareyson, Iniziativa e libertà, Mursia, Milano, M.Baudino, White-out, Museo Nazionale della Montagna, Torino, Nietzsche, Su verità e menzogna, Bompiani, Milano,  Schelling, Sui principi sommi. Filosofia della rivelazione Bompiani, Milano,,Luigi Pareyson, Prospettive di filosofia moderna e contemporanea, Mursia, Milano, Recensioni Kenosis del logos. Ragione e rivelazione nell'ultimo Schelling, Pref. di X. Tilliette, Città Nuova, Roma  [recensito da: B. Forte («Avvenire», G. Baget Bozzo («Il Sole-24 Ore», A. Giordano («La Guida»,Bogo («la masca», G. Pirola («La Civiltà Cattolica»); D'Agostini («La Stampa. Tuttolibri», F. Viganò («Informazione filosofica»,  S. Sotgiu («Diorama letterario», 1B. Forte («Asprenas», Tilliette («Gregorianum», E. Guglielminetti («Filosofia e teologia», Ontologia del male. L'ermeneutica di Pareyson, Pres. diCoda, Città Nuova, Roma), recensito da: G. Baget Bozzo («Il Sole-24 Ore», G. Ricci («Avvenire»,  A. Ribero («AdOvest», S. Sotgiu («Diorama letterario», M. Micelli («Informazione filosofica», F. Russo («Acta philosophica», G. Garelli («La Guida»,].  L'argomento ontologico. L'esistenza di Dio da Anselmo a Schelling, Città Nuova, Roma  [recensito da: M. Schoepflin («Avvenire», F. Dal Bo («Con-tratto», F. Pepino («la Bisalta», pareysoniana, Trauben, Torino [recensito da: G. Garelli («La Guida»,F. Russo («Acta philosophica», F.P. Ciglia («Il Pensiero», Escatologia della negazione, Città Nuova, Roma  [recensito da: G. Garelli («La Guida», F. Pepino («la Bisalta»), M. Schoepflin («Avvenire A. Folin («Tuttolibri»,), M.C. Di Nino («Dialegesthai», mondodomani.  dialegesthai/)].  Pareyson. Vita, filosofia,, Morcelliana, Brescia [recensito da: G. A[schero] («La Guida», M. Schoepflin («Il Giornale», [N. Orengo] («La Stampa. Tuttolibri», M. Schoepflin («Avvenire»,  F. Pepino («Cuneo Provincia Granda»,  F. Russo («Acta philosophica», O argumento ontológico. A existência de Deus de Anselmo a Schelling, tr. port. bras. di S.J. Schirato, Paulus, Sâo Paulo Brasil, Filosofia della montagna, Bompiani, Milano  [recensito da: G. Reale («Corriere della sera», E. Billò («Unione Monregalese», V. Mathieu («Il Giornale», Vasta («La Sicilia», U. Curi («Messaggero Veneto», L. Caveri («Peuple Valdotain»,A. Zaccuri («Letture»), D. Anghilante («Ousitanio Vivo», G. Lingua («Cuneo Provincia Granda», G. Brunod («PMNet», oin pmnet), M. Schoepflin («Il Foglio» A. Rosa («TorinoSette», A. Parodi («La Stampa), G. Pulina («Girodivite», A. Rigobello («L'Osservatore romano», ].  Come leggere Nietzsche, Bompiani, Milano [recensito da: M. Schoepflin («Jesus», ), M. Del Vecchio («Diorama letterario», G. Pulina («Recensioni filosofiche», recensionifilosofiche)].  Dialogo dei principi con Gesù Socrate Lao Tzu, Bompiani, Milano   [recensito da: M. Iacona («Secolo d'Italia», E. Billò («L'Unione monregalese»), G. Aschero («La Guida»), M. Schoepflin («Giornale di Brescia»), M. Schoepflin («Avvenire», D. Monaco («Filosofia e teologia», Libertà di sapere. Università e dialogo interculturale, Pref. di G. Reale, Bompiani, Milano  [recensito da: G. Giorello («Corriere della Sera. Magazine»,  E. Castagna («Avvenire», M. Iacona («Il Borghese», ), A. Torno («Corriere della Sera», *)].  Verso la città divina. L'incantesimo della libertà in Luigi Einaudi, Città Nuova, Roma, [recensito da: F. Chittolina («La Guida», [M. Schoepflin] («Il Giornale di Brescia», G. Tarantino («Secolo d'Italia», 6.11., p.9); M. Iacona («Il Giornale d'Italia»,  D. Monaco («L'occhio», F. Chittolina («La Voce del Popolo», F. Ranucci («Conquiste del lavoro»,  «Jesus»); S. Bondi («Panorama», E. Di Nuoscio («Europa», D. Anghilante («Ousitanio vivo»); F.S. Festa, («»,,// ); G. Bartoli («Dialegesthai», 10.7.,//mondodo mani.org/dialegesthai/; D. Monaco («Filosofia e teologia»,, 1,  ];Lubrano («Il Nostro Tempo». Centro studi filosofico-religiosi Luigi Pareyson  Studio teologico interdiocesano di Fossano  Accademia estetica internazionale di Rapallo Istituto Xavier Tilliette  Ousitanio VivoIl Giornale  La Rivista del Club alpino italiano  Prof. Francesco Tomatis curriculum, pubblicazioni, biografia intellettuale. Pagina docente nel sito dell'Università degli Studi di Salerno. Tomatis. Keywords: paradosso. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tomatis” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732410263/in/datetaken/

 

Grice e Tomitano – I precetti della conversazione civile – filosofia italiana – Luigi Speranza (Padova). Filosofo. Fondatore di accademie letterarie, autore di commenti alle opere di Aristotele e autore di scritti di logica, alcuni dei quali ancora inediti. Da una famiglia originaria di Feltre, frequenta il corso di filosofia a Padova dove si laurea. Deputato dal Senato Veneto a leggere l'Organon di Aristotele alla scuola di logicadi Padova. Nel periodo in cui rimase a Padova strinse amicizia, fra gli altri, con Speroni, Bembo, Sadoleto, Giovio, Navagero, Fracastoro e Manuzio. Fece parte degl’infiammati, il cui proposito era scrivere compiutamente in lingua veneziana. Le discussioni degl’infiammati sono alla base dei Quattro libri della lingua toscana. Scrive anche due brevi dissertazioni matematiche: il Moisè-Geometria, la dimostrazione del teorema due rette possono avvicinarsi all'infinito senza mai unirsi, intuito dal profeta ebreo per grazia divina, e “Introductio cosmographiae”, lezioni di geometria a fondamento della cosmografia tolemaica. Accusato dal Santo Uffizio di eresia per la sua espositione letterale a parafrasi al vangelo secondo Matteo. Dimostra che quella parafrasi non era sua, ma edita a sua insaputa da un nobile signore N., con cui era assai famigliare. Creduto e assolto, ma da allora in poi i suoi saggi divennero alquanto conformisti.  Lascia Padova e si trasfere a Venezia. I saggi più importanti del periodo veneziano, a parte la biografia di Baglioni, sono il “De morbo gallico” e il carme encomiastico “Thetis” in onore di Enrico III. Altre saggi: “Introductio ad sophisticos elenchos Aristotelis. Eiusdem brevis methodus diluendorum paralogismorum per divisionem, praeter illa quae Aristoteles habuit in Elenchis. Quam methodum B. Tomitanus ex dialogis Platonis et ex Aristotele nuper invenit, adiecta sunt Famigerata veterum Sophismatum exernpla, ad exercitationem adolescentium” (Venezia); “Ragionamenti della lingua toscana, dove si parla del perfetto oratore e poeta volgari, dell'eccellente flosofo Tomitano, diuisi in tre libri. Nel primo libro si pruova la filosofia esser necessaria allo acquistamento della retorica e della poetica. Nel secondo libro si ragiona dei precetti dell'oratore. Nel terzo libro si ragiona delle leggi appartenenti al poeta, e al bene parlare” (Venezia, Farri); Quattro libri della lingua toscana, dove si prova la filosofia esser necessaria al perfetto oratore e poeta con due libri nuouamente aggionti, de i precetti richiesti al conversare con eloquenza” (Padova, Pasquati); “Sonetti e Canzoni, in Rime diuerse di molti eccellentiss. autori nuouamente raccolte. Libro primo, con nuoua additione ristampato” (Venezia, Ferrarii); “Esposizione letterale del testo di Mattheo Evangelista” (Venezia); “Sopra le Pistole di S. Paolo” (Venezia); “Moisè”; “Geometria (Mantova); Introductio Cosmographiea (Venezia); Prediche del reuerendissimo monsignor Cornelio Musso, vescouo di Bitonto, fatte in diuersi tempi, et in diuersi luoghi. Nelle quali si contengono molti santi euangelici precetti, non meno utili, che necessarij alla interior fabrica dell'huomo cristiano. Con la tavola delle cose più notabili in esse contenute” (Venezia, Gabriel Giolito de Ferrari et fratelli); “Oratione recitata per nome de lo Studio de le Arti padovano ne la creatione del Serenissimo Principe di Vinetia M. Marcantonio Trivisano, Venezia,Clonicus, sive de Reginaldi Poli laudibus, Venezia Consiglio sopra la peste di Vinetia. Al Magnifico M. Francesco Longo del Clarissimo M. Antonio” (Padova); Corydon, sive de Venetorum laudibus, et Carmen ad Laurentium Priolum Venetorum Principem” (Venezia, Breznicio); “Animadversiones aliquot in primum librum Posteriorum Resolutoriorum. Contradictionum solutiones in Aristotelis et Averrois dicta, in primum librum Posteriorum Resolutoriorum. In novero Averrois Quaesita demonstrativa Argumenta, Venezia,Consiglio de l'eccell. m. Bernardino Tomitano sopra la peste di Vinetia, Padova, appresso Gratioso Perchacino, De morbo gallico, inVenezia, Vita e fatti di Astorre Baglioni; “Quattro libri della lingua thoscana, ove si prova la philosophia esser necessaria al perfetto oratore et poeta con due libri nuovamenti aggionti dei precetti richiesti a lo scrivere et parlar con eloquenza” (Padova); “Thetis”; “In adventu Regis Henrici III Galliae Christianissimi et IV Poloniae Serenissimi ad felicissimam Venetiarum urbem, Venezia, Ziletti). Aristotelis opera omnia cum commentariis Averrois. Animadversiones et solutiones Et alia plura” (Venezia, Iuntas). I primi due libri sono tesi a dimostrare che la filosofia è necessaria all'oratore e al poeta. Il terzo libro ha per argomento i precetti della retorica necessari alla scrittura e all'oratoria. L'ultimo libro è dedicato alla prosa d'arte ("locutione oratoria, et de' suoi ornamenti, con la ragion de i motti, facetie et apologi").  A. Poppi. Ricerche sulla teologia e la scienza nella scuola padovana” (Soveria Mannelli, Rubbettino); “Ricerche sulla teologia e la scienza nella Scuola padovana”A. Poppi; “Oratione prima alli Signori de la S. Inquisitione di Venetia” (Padova); e Oratione seconda alli Signori medesimi, Venezia). Quest'opera è nominata solo da Doni nella sua Prima Libraria, un repertorio dei libri italiani stampat..L'opera del Tomitano, pertanto, deve essere stata scritta. È una biografia in otto libri su Astorre Baglioni, il capitano ucciso con Marcantonio Bragadin a Famagosta. La filosofia rimase ignota ai contemporanei del Tomitano ed è in gran parte ancora adesso inedita. Ne sono stati stampati solo alcuni brani. Storia della letteratura italiana di Girolamo Tiraboschi, della Compagnia di Gesù, bibliotecario del serenissimo Duca di Modena, Firenze, Molini e Landi, Dizionario critico della letteratura italiana, Torino, UTET, su sapere, De Agostini. Opere Aulo Greco, Enciclopedia dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Bernardino Tomitano. Tomitano. Keywords: i precetti della conversazione civile. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tomitano” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733048755

 

Grice e Toritto – filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Grice: “I like Caravita; Locke – England’s, and Oxford’s, greatest philosopher, had his sponsor, and so does Italy’s – not Bologna’s – Vico, and he was Caravita!”. Appartenente a una famiglia nobile resa illustre in passato da insigni giureconsulti. Fiscale consigliere della reale Giurisdizione. Insegna a Napoli. Compone il saggio: “Nullum ius romani pontificis in Regnum neapolitanum” contro le pretese feudali della Santa Sede sul regno di Napoli – “Niun diritto compete al sommo pontefice sul regno di Napoli: dissertazione istorico-legale illustrate con varie note” (Aletopoli, Napoli), messa all'Indice. Ha inoltre l'incarico di raccogliere tutte le leggi del Regno in un Codice Filippino; il Codice Filippino, e tuttavia rimasto incompiuto per l'occupazione austriaca di Napoli. In filosofia e seguace dell'anti-aristotelismo di Capua. La sua abitazione divenne il centro della diffusione della filosofia di Cartesio a Napoli. Titolo di merito di Caravita, come peraltro del figlio Domenico, è l'essere stato amico e protettore di Vico, a favore del quale si adopera per fargli ottenere la cattedra di retorica e perché e accolto nell'Accademia Palatina.  Altri saggi: “Ragioni a pro della fedelissima città e Regno di Napoli contr'al procedimento straordinario nelle cause del Sant'Officio, divisate in tre capi. Nel I si ragiona del grave pregiudicio della real giuridizione, Nel II si tratta dell'ordinaria maniera di giudicio, che tener si dee nel regno, e nel III si dimostra il pregiudicio, che fa alla real giuridizione, ed al regno un editto in cui si stabilisce il tribunal della 'nquisizione. Napoli. Dizionario biografico degli italiani. Ma l’ anti-marinismo ebbe anche, secondo la moda del tempo, il suo salotto nel palazzo Toritto nel quartiere dei Vergini. Quivi, più che nell’Accademia.. Armellini, Mariano. Bibliotheca Benedictino[-]Casinensis.... Stefano...raccolti da don Nicolò Caravita. Napoli, Roselli, ed.

 

 

Caravita was an Arcadian. Tiberius by Filippo Anastasio, Caligula, and Claudius by Paolo Doria. The second volume continues the biographical model with twenty-six essays dedicated to individual emperors. Nicolò Caravita. Niccola Caravita Nicola Caravita. Nicola Caravita dei duchi di Toritto. Caravita-Toritto. Toritto. Keywords. impiegatura da salotto, diritto, anti-popism – il laico --, anti-aristotele, contro Aristotele, concetto assolutista di sovereignty contro Aquino, quartiere dei Vergini – Capua.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Caravita” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733042450/in/datetaken/

 

Grice e Torlonia –filosofia italiana (Roma), filosofo. Figlio del duca Marino e di Anna Sforza Cesarini, figlia del VI principe di Genzano Francesco. Appartene a una delle più facoltose famiglie nobiliari romane. Il padre, duca di Poli e di Guadagnolo, e titolare del feudo di Bracciano e vive a Roma nel palazzo Torlonia in via Bocca di Leone. La madre porta in dote la villa Ludovisi a Frascati. Sposa Francesca Ruspoli, figlia di Bartolomeo e nipote del III principe di Cerveteri Francesco. Dal loro matrimonio nacque Clemente. Nannarelli, amico intimo e su biografo così lo descrive. I capelli castani, abbondanti e finissimi, il pallore e la gracilità del volto. Ma se la fronte e di filosofo, l'occhio e d'artista, o meglio, di contemplatore. Svelto nella persona, di eccellente statura, incede frettoloso a testa alta e pensierosa. Si esprime con eleganza in francese, inglese e tedesco e studia diligentemente il greco e il latino. Spirito avido di conoscenze, e attratto dalla chimica e dalla botanica. Nelle sue passeggiate nella campagna romana raccoglie e cataloga piante e fiori. Appassionato di archeologia, colleziona monete di epoca romana e trascrive antiche iscrizioni. Scio della Pontificia Accademia di Archeologia. Pronuncia un discorso in occasione del natale di Roma. Religioso fervente, è introdotto da Passaglia allo studio della patrologia e delle sacre scritture. La famiglia lo tollera, ma lo considera visionario e innovatore pericoloso. Da Platone e da Plotino, approde a Kant e Fichte. Gli torna in contemplazione entusiastica, gli si face poesia. E in contatto con un gruppo di filosofi, suoi coetanei, oggi identificati come i filosofi della Scuola romana che di sera si ritrovavno al caffè Nuovo, a piazza San Lorenzo in Lucina (Palazzo Ruspoli). Novello mecenate, ha raccolto intorno a sé questo gruppo di giovani spinti dal comune ideale di ricondurre la filosofia agli antichi splendori di Roma. Tra questi, ci sono Gnoli, Ciampi, Maccari, e Nannarelli. Vuole riuniti idealisti e classicisti, nella fiducia che, temperata la nebulosità metafisica degli uni e la gretta sensibilità degli altri, e prendendo il meglio d'ambedue le scuole, puo scaturire a grado a grado una filosofia italiana, profonda e intima d'idea e di sentimento, nitida, elegante di forma. Scrisse sulla filosofia dell’amore platonico, sui fiori, sulla contemplazione del divino. Ama Schiller, Goethe, Lenau, e Leopardi. Declama Aligheri e Tasso. Il suo saggio meritata le lodi di Gregorovius. Suoi saggi apparvero nella raccolta “I fiori della campagna romana, stampata a Firenze e nella “Strenna romana. Giovanni Costa, Trebbiatura nella campagna Romana, A Monte Mario, nei casali Mellini, sotto l'Osservatorio Astronomico, apre a sue spese una scuola rurale elementare. Straordinario precursore della alfabetizzazione delle classi povere, cre una Associazione promotrice delle scuole di campagna. A questa scuola rurale dedica un elogio in latino. Nannarelli accorse al suo capezzale. Lo ude recitare il Salmo 41 e versi di Lenau; e Platone, e Fichte. Raccomanda alla moglie di mandare il figlio Clemente al collegio di marina di Genova. Nannarelli tenta di raccogliere intorno a sé i Poeti della Scuola romana che furono decimati nel numero, per le morti precocima si trasferì a Milano. Secondo le ferree disposizioni ricevute da Torlonia, il suo cameriere distrusse tutte le carte dell'archivio personale. Gnoli conserva i manoscritti di tre saggi di Torlonia, inedite. S. Negro, Seconda Roma, Vicenza, Neri Pozza, Domenico Gnoli, op. citata in.  Ferdinand Gregorovius, Passeggiate per l’Italia. Domenico Gnoli, I Poeti della Scuola romana” (Bari, Laterza); Fabio Nannarelli, Giovanni Torlonia” (Firenze, Le Monnier); Giuseppe Cugnoni, Vita di D. Giovanni Torlonia”  (Velletri, Cella); F. Ulivi, “I poeti della Scuola Romana” (Bologna, Cappelli). Torlonia. Keywords: la filosofia dell’amore di Platone in Fichte e Leopardi. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Torlonia” – The Swimming-Pool Library.

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Torre (Forli). Grice: “I like Torre; his epitaph reads, ‘nuovo Aristotele,’ which is what it was! There is a nice ‘via’ in Forli after him that leads to the varsity! He was a Galen, and philosophised on both the soul and the body!” – Filosofo. La sua fama se deve al commentario alla Ars parva di Galeno -- è noto, in particolare, per i suoi studi di embriologia. Infatti, dopo il recupero di Aristotele, le cui opere avevano spinto verso un rinnovato interesse per l'osservazione diretta, si e avviato un dibattito tra i sostenitori dell'autorevolezza degli studi antichi e i fautori dell'empiria. Questo processo si conclude proprio con Torre, che cerca di conciliare l'embriologia aristotelica con la fisiologia galenica. Mostra che le differenze esistenti sono di scarsa rilevanza nei confronti della medicina pratica. Insegna a Padova. Explicit questio de intensione et remissione formarum secundum famosissimum artium et medicine doctorem magistrum Jacobum de Forlivio qui 1414 pridie ydus februarii ab hac vita ad superiora migravit. Scripta vero per me fratrem Bellinum de Padua. Si tratta della conclusione del celebre “De intensione et remissione formarum”. Saggi: “De intensione et remissione formarum”; “Expositio in Avicennae aureum capitulum de generatione embryi ac de extensione graduum formatione foetus in utero in Aphorismos Hippocratis Expositio Physica I-IV; “Quaestiones extravagantes Super I, II, III Tegni Galeni. G. Vescovini, Medicina e filosofia a Padova, Arti e filosofia. Studi sulla tradizione aristotelica e i "moderni", Vallecchi, Firenze. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Super aphorismos Iacobi Foroliuiensis in Hippocratis Aphorismos et Galeni. Jacopo da Forlì. Giacomo da Forli. Iacobus Foroliviensis. Jacopo della Torre. Giacomo della Torre. Torre. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Torre” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732133946/in/datetaken/

 

Grice e Trabucco – filosofia italiana (Caltagirone). Filosofo. Non abbiamo grandi notizie della sua vita, della quale sappiamo solo che esercitò con successo la medicina a Caltagirone, soprattutto durante l'epidemia. Per il suo contributo fu creato nobile da Fernando d'Aragona. Alcune sue opere sono conservate nella Biblioteca Comunale di Caltagirone, città che gli ha anche dedicato una strada.  Opere "De Morbis puerorum et mulierum"  Chaudon, L. M., Dictionnaire universel, historique, critique, et bibliographique, v. Amico e Statella, V. M., Dizionario topografico della Sicilia, Palermo. Libro d'oro della nobilità dell'imperial casa amoriense, Roma,  s.v. Amati, A., Dizionario corografico dell'Italia. Trabucco. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Trabucco” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732778369/in/dateposted-public/

 

Grice e Tragella (Trezzano sul Naviglio). Filosofo. Figlio di Giovanni, medico chirurgo, e d’Amalia Santagostino. Studia a Gorla Minore, Milano, e Torino. Si occupa di serbare la memoria sdella battaglia di Magenta con la costruzione di una cappella espiatoria all'interno della chiesa per accogliere le spoglie dei caduti. Ricovero vecchi poveri Sito Lombardia Beni Culturali.  Viviani, cfr. Tunesi, Morani Le stagioni, op. cit..  Cesare Tragella, Lettera a Romolo Murri in: R. Murri, L. Bedeschi, Carteggio. II. Lettere a Murri. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Le stagioni di un prete, Le stagioni di un prete, «Rivista di Storia e Letteratura Religiosa», A. Viviani, Dalle ricerche la prima storia vera, Magenta, Zeisciu. Cesare Tragella. Tragella. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tragella” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732115761

 

Trapaninapola (Roma). Filosofo italiano. Trapaninapola. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Trapaninapola” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732111711/in/datetaken/

 

Grice e Trapè – filosofia italiana  (Montegiorgio). Flosofo. Uno dei massimi studiosi della filosofia semiotica d’Agostino. Si laurea a Roma con una “Il concorso divino in Colonna” (Tolentino). Insegna a Roma. Promosse la fondazione dell'Istituto Patristico Augustinianum.  Fondato la "Biblioteca Agostiniana" che si occupa della volgarizzazione di  S. Agostino (Città Nuova) e il "Corpus Scriptorum Augustianorum", che pubblica le opere dei filosofi scolastici agostiniani.  Altri saggi: “Il concorso divino in Colonna” (Tolentino); “Introduzione a S. Agostino e le grandi correnti della filosofia contemporanea. Atti del congresso Italiano di filosofia Agostiniana, Roma, Tolentino; Varro et Augustinus praecipui humanitatis cultores, Latinitas Augustinus et Varro, Atti del Congresso di studi varroniani, Rieti); “Escatologia e anti-platonismo” Augustinianum, “Agostino filosofo e teologo dell'uomo”; Bollettino dell’Istituto di filosofia (Macerata); Agostino: L'ineffabilità di Dio, in  «La ricerca di Dio nelle religioni (EMI, Bologna); “La Aeterni Patris e la filosofia” (Atti del Congresso Tomistico, Roma); Agostino, l'uomo, il pastore, il mistico” (Roma, Città Nuova); Patrologia III, Casale Monferrato, Dizionario patristico e di antichità cristiana, Casale Monferrato, Introduzione e commento alla Lettera apostolica «Hipponensem episcopum», Roma, Introduzione ad Agostino, Roma,  L'amico, il maestro, il pioniere, Carlo Cremona, apostolo della cultura.Agostino Trape. Trapè. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Trapè” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732098051/in/dateposted-public/

 

Grice e Trasci – colloquio con me stesso -- filosofia italoalbanese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Bisignano). Filosofo.  “Spera in Deo” Baffa Trasci nacque in una famiglia di origine arbëreshë a Bisignano, figlio di Pietro Antonio ed Elisabetta Anna Trentacapilli, donna pia e molto religiosa, erede di una famiglia da più secoli ascritta al patriziato locale. Pur essendo il primogenito della famiglia e, dunque, contravvenendo alle regole del maggiorascato, a causa della salute cagionevole venne avviato alla carriera ecclesiastica nel locale Seminario, proseguendo gli studi a Roma e Napoli. Fu nella città partenopea che si lega particolarmente alla Compagnia di Gesù divenendo in breve tempo uno dei confessori più vicini a Isabella della Rovere, principessa di Bisignano. Per non essere distolto dai propri studi filosofici si ritira volontariamente a vita privata, dapprima nella Tuscia e poi ospite nel Castello di Proceno, presso Viterbo di proprietà della nobile famiglia Sforza. Ancora nei primi Professore una lapide marmore posta nella rocca ne ricordava la sua permanenza. Da tale esilio usce in pochissime occasioni, assistito dal nipote Stanislao Baffa Trasci. Fu durante la reclusione nella Rocca di Proceno che ha modo di conoscere Galilei ospite nel palazzo durante un suo viaggio verso Roma. Dopo esser stato vescovo di Umbriatico,venne creato Vescovo di Massimianopoli in partibus infidelium da Alessandro VII. Saggi: “Colloquio con me stesso”, di Ottaviano. Universam Aristotelis philosophiam; Summa Aristotelicha; Summa Theologica Dogmatica Tomassetti, Cenno storico sulla vita di S.E. Ferrante Baffa Trasci Illustrissimo Vescovo di Massimianopoli  Roma); C. Nutarelli, Proceno-Memorie storiche, Acquapendente, D. Baffa Trasci Amalfitani di Crucoli, erudito italoalbanese Professore or mai dimenticato,  MIT Cosenza. Ferrante Marco Antonio Baffa Trasci. Ferruccio Baffa-Trasci. Trasci. Keywords: “conversazione con me stesso”. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Trasci” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732954125/in/photostream/

 

Grice e Treves – giudici e giustizia nella filosofia italiana – ventennio fascista -- filosofia italiana (Torino). Filosofo. Compie gli studi al Liceo M. D'Azeglio e poi nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Torino, dove entra in contatto, fra gli altri, con Bobbio, Foa, Luzzati, Entrèves, e simpatizza con il gruppo di Giustizia e Libertà abbracciando i principi del socialismo liberale. Laureatosi sotto la guida di G. Solari con una tesi su Henri de Saint-Simon e conseguita la libera docenza, insegna dapprima a Messina, dove viene arrestato per sospetta attività antifascista. Trasferito a Urbino viene escluso dal concorso bandito sulla sua cattedra.  Insegna a Parma, si trasferisce a Milano. Protagonista della rinascita post-bellica della sociologia in Italia, coopera attivamente col Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale e col suo segretario generale Adolfo Beria di Argentine, coordinando fra l'altro una vasta ricerca su “L'amministrazione della giustizia e la società italiana in trasformazione” da cui escono dodici volumi di vari autori. Presiede questo Comitato facendosi attivo promotore della sociologia del diritto. Fonda  la rivista italiana della disciplina, di cui ottiene il riconoscimento accademico e che insegna a Milano. Difende una posizione filosofica relativista e prospettivista, influenzata da Mannheim, Mills e Kelsen, del quale ultimo introduce in Italia la Dottrina pura del diritto. Alieno dal dogmatismo e paladino di una concezione critica della scienza, rifiuta ogni visione metafisica del diritto in favore di una visione metodologica che sfocia nella sociologia del diritto intesa come scienza prevalentemente empirica, non avalutativa, ma ispirata a valori, nel suo caso quelli di libertà e giustizia sociale -- è considerato insigne maestro per un'intera generazione di filosofi e sociologi del diritto. Due sono i problemi che la sociologia del diritto deve affrontare: da un lato la posizione, la funzione e il fine del diritto nella società vista nel suo insieme; dall'altro la società nel diritto, cioè quei comportamenti effettivi che possono essere conformi e difformi rispetto alle norme, ma comunque forniscono informazioni su come una società vive le regole che si è data. Del primo problema si sono occupate soprattutto le dottrine sociologiche e politologiche, mentre sul secondo si sono soffermate le dottrine giuridiche anti-formalistiche. Saggi: “Il diritto come relazione” (Torino); “Diritto e cultura” (Torino); “Spirito critico e spirito dogmatico” (Milano); “Libertà politica e verità” (Milano); “Giustizia e giudici nella società italiana” (Bari); “Introduzione alla sociologia del diritto” (Torino); “Sociologia del diritto -- Origini, ricerche, problem” (Torino); “Sociologia e socialism - ricordi e incontri” (Milano); “Dizionario biografico dei giursti italiani” (Bologna, Il Mulino); Il magistero; in La Nuova Antologia, A.Colombo, La lezione in La Nuova Antoogia, V. Ferrari, Sociologo del diritto, in Rivista internazionale di filosofia del diritto, in Ratio Juris,  ss. V. Ferrari, Morris L. Ghezzi Morris L. Ghezzi, La scienza del dubbio. Volti e temi di sociologia del diritto (Mimesis, Milano-Udine), M. Losano, Sociologo tra il vecchio e il nuovo mondo, Unicopli, Milano); P. Marconi, Il legato culturale, in Sociologia del diritto, A. Tanzi, dalla filosofia alla sociologia del diritto, ESI, Napoli, C. Nitsch, Renato Treves esule in Argentina. Sociologia, filosofia sociale, storia. Con documenti inediti e la traduzione di due scritti di Treves, Memorie dell'Accademia delle Scienze di Torino, Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche, Sociologia del diritto, Dizionario di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Samuele Renato Treves. Renato Treves. Treves. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Treves” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732056751/in/dateposted-public/

 

Grice e Tria – filosofia italiana (Laterza). Filosofo. Figlio di Francesco e Margherita Geminale, completa i suoi studi di filosofia, teologia e ambe leggi a Napoli e Roma. Uditore di diritto canonico presso il monastero benedettino di Cava de' Tirreni rimase al servizio di questa abbazia anche quando fu trasferito a Roma, fu nominato vicario generale di monsignor L. Gherardi, vescovo di Loreto e Recanati, e tale rimase. Più tardi, con monsignor Giuseppe Firrao, ebbe l'incarico di "nunzio straordinario" alla Corte del Portogallo.  Quando monsignor Firrao, per questione di salute, fu trasferito in Svizzera, Tria andò con lui a Lucerna. Durante la sua permanenza in Svizzera intraprese un'importante missione in Svezia e Germania.  Fu eletto vescovo di Cariati e Cerenzia ed entra in carica presiedendo il sinodo).  Fu trasferito poi a Larino. Partecipa al concilio di Benevento. Nominato «consulente del Sacro Offizio» e nel dicembre dello stesso anno fu nominato arcivescovo di Tiro.  Divenne «esaminatore di Vescovi» e fu insignito del titolo di cavaliere dell'Ordine di San Giacomo per i suoi meritori servigi resi alla Corte di Lisbona. Il suo erudito lavoro include:  “Memorie storiche civili di Larino (Roma); “Accommodamento tra il Papato e la Corte Reale di Napoli” (Roma), “Benedetto XIII”. Memorie storiche degli scrittori  regno di Napoli, Napoli, Tipografia dell'Aquila di V. Puzziello, Diocesi di Larino Pietro Pollidori Giovan Battista Pollidori. Giovanni Andrea Tria. Tria. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tria” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691157511/in/photolist-jkEKUz-jkGK9m-js45BA-2mKLGeD-Eoj4SX-CntuMM-B81GRb-nYmKDe-o12Njk-nFRxoj-nHwvZT-jkJZJm-jkK47d-jfURKx-jhV5Hs-i6ET1i-i5G95S

 

Grice e Trincheri – filosofia italiana (Pieve di Teco). Filosofo. Nacque da una famiglia benestante che aveva in possesso alcuni ettari di terreno.  Appassionato alli romantici, e riconosciuto e si afferma all'interno della cerchia dei letterati del suo tempo grazie alla brillante difesa in favore di Manzoni, quando quest'ultimo pubblica  la sua prima tragedia, Il Conte di Carmagnola. E con il sostegno del suo maestro e amico Goethe, famoso filosofo e scrittore romantico, che riusce a far valere la proprio opinione positiva nei confronti dell'autore dei Promessi sposi. Poche altre notizie biografiche si conoscono a proposito della sua vita che, a causa di un incidente in cui fere a morte il suo amico, Andrea Speranza, crolle in una situazione estremamente travagliata.  Trincheri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Trincheri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731216227/in/photolist-2mPj1ia

 

Grice e Troilo – la conflagrazione – filosofia italiana (Perano). Filosofo. Insegna a Palermo e Padova. Lincei. Partito dal positivismo del suo tutore Ardigò, pervenne a una sorta di metafisica, da lui chiamata realismo assoluto, che richiama il panteismo di Bruno e di Spinoza. L'essere eterno infinito, tutt'uno con lo spirito assoluto, è il presupposto e il principio unificatore degli esseri relativi. Trascendente e indeterminato, l'essere si immanentizza e si determina nella realtà e negli individui, oggettivandosi di fronte ai soggetti come assolutamente altro da questi.  Opere: “Il misticismo”; Idee e ideali del positivism, La filosofia di G. Bruno”; “Il positivismo e i diritti dello spirito”; “Figure e studi di storia della filosofia”; “Lo spirito della filosofia”; “Le ragioni della trascendenza o del realismo assoluto”. Società Filosofica Italiana Sezione di Sulmona, riferimenti in Garin, Cronache di filosofia italiana, Laterza, Roma-BariPra F. Minazzi, Ragione e storia nella filosofia italiana (Rusconi, Milano); Cappelli, L'orizzonte filosofico: Idealismo e Positivismo nella prima metà Professore Pra. Dizionario di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Erminio Troilo, biografia e  nel sito della Società Filosofica ItalianaSezione di Sulmona "Giuseppe Capograssi". Erminio Troilo. Troilo. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Troilo” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732888265/in/datetaken/

 

Grice e Tronti – dello spirito libero – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Considerato uno dei principali fondatori ed esponenti del marxismo operaista teorico. Insegna a Siena, vive a Roma.  Fonda “Quaderni Rossi” e “Classe operaia”. Anima l'esperienza radicale dell'operaismo. Tale esperienza, che va considerata per molti versi la matrice della sinistra si caratterizza per il fatto di mettere in discussione le organizzazioni del movimento operaio (partito e sindacato) e di collegarsi direttamente, senza intermediazioni, alla classe in sé e alle lotte di fabbrica. Influenzato da Volpe, s’allontana di Gramsci, o almeno dalla sua versione ufficiale promossa dal PCI togliattiano. Ri-apre la strada rivoluzionaria. Di fronte all'irruzione dell'operaio-massa sulla scena delle società, il suo operaismo propone un'analisi delle relazioni di classe. Mette l'accento sul fattore inter-soggettivo. La sua filosofia, debitrice anche all’’Operaio” di Jünger, trova una sistemazione con la pubblicazione di “Operai e capitale” (Einaudi, Torino), un saggio di forte impatto letterario che esercita un'influenza notevole sulla contestazione e più in generale sull'ondata di mobilitazione. Fu proprio la sconfitta della spontaneità operaia e dell'ondata di mobilitazione, colta anticipatamente da lui e non invece da altri operaisti come Negri (di qui la rottura tra loro) a indurlo a spostare la sua riflessione sul problema del politico, ovvero della direzione e della mediazione politica. Pubblica “L’autonomia del politico” (Feltrinelli, Milano),  una teoria politica realista che, in un'originale commistione di Marx e Schmitt, e capace di colmare i limiti della inter-soggettività sociale. Si tratta di una fase più intellettuale che politica. Fonda l'influente rivista Laboratorio politico. Riavvicinatosi al PCI di Berlinguer, e finalmente riabilitato dal gruppo dirigente del partito, entrando a far parte più volte del Comitato centrale. Eletto al Senato della Repubblica nelle liste del Partito Democratico della Sinistra, membro della Commissione parlamentare per le riforme istituzionali.  Non avendo condiviso le trasformazioni post-comuniste del partito, la sua filosofia assume toni pessimistici, concentrandosi sulla fine della politica moderna e sulla critica della democrazia. Presidente del Centro per la Riforma dello Stato. Eletto al Senato nelle liste del Partito Democratico per la Lombardia.  è tra i parlamentari a firmare un emendamento contro l'articolo 5 del disegno di legge Cirinnà riguardante l'adozione del configlio. Altri saggi: “Hegel politico” (Istituto dell'Enciclopedia italiana, Roma); ““Soggetti, crisi, potere” (Cappelli, Bologna); “Il tempo della politica” (Editori Riuniti, Roma); “Con le spalle al futuro: per un altro dizionario politico” (Editori Riuniti, Roma); “Berlinguer: il principe disarmato” (Sisifo, Roma); “La politica al tramonto” (Einaudi, Torino); “Cenni di Castella” (Cadmo, Fiesole); “Teologia e politica al crocevia della storia” (AlboVersorio, Milano); Passaggio Obama. L'America, l'Europa, la Sinistra, Ediesse); “La democrazia dei cittadini. Dai cittadini per l'Ulivo al Partito Democratico” (Ediesse); “Non si può accettare” (Ediesse); “Noi operaisti, Derive Approdi); “Dall'estremo possible” (Ediesse); “Per la critica del presente” (Ediesse); “Dello spirito libero. Frammenti di vita e di pensiero, Il Saggiatore); “Il nano e il manichino. La teologia come lingua della politica” (Castelvecchi); “Il demone della politica” (Il Mulino); “Tra materialismo dialettico e filosofia della prassi”; “La città futura” (Feltrinelli, Milano); ““Cromwell” (Il Saggiatore, Milano); “Operaismo e centralità operaia” (Editori Riuniti, Roma); “Il politico. Da Machiavelli a Cromwell; da Hobbes a Smith” (Feltrinelli, Milano); “Il destino dei partiti, Ediesse); “Rileggendo "La libertà comunista", “Un altro marxismo” (Fahrenheit 451, Roma); “Classe operaia. Le identità: storia e prospettiva” (Angeli, Milano); Per la critica della democrazia politica” “Guerra e democrazia, Manifesti, Roma; Politica e destino, Sossella, Roma);  Finis Europae. Una catastrofe teologico-politica, Bibliopolis, Napoli). Ne La politica al tramonto, un capitolo porta il titolo «Karl und Carl», per sottolineare, anche qui allusivamente, la necessità di completare Marx con Schmitt", Autobiografia filosofica, in Storia della filosofia, Filosofi italiani contemporanei, Le Grandi Opere del Corriere della Sera, Bompiani, Milano. Unioni civili: i numeri che mettono a rischio le adozioni gay, su Termometro Politico, plus.google.com/+ termometro politico/. Unioni civili, 30 senatori Pd contro le adozioni. E Gay pubblica la lista: "Scrivi al malpancista". Loro: "Squadristi", su Il Fatto Quotidiano. Le piume, le fidanzate, lo zio comunista. I 60 anni di R. Zero, Altri Mondi  Mario Alcaro, Dellavolpismo e nuova sinistra, Dedalo, Bari, C. Preve, La teoria in pezzi. La dissoluzione del paradigma teorico operaista in Italia (Dedalo); R. Gobbi, Com'eri bella, classe operaia. Storia fatti e misfatti dell'operaismo italiano, Longanesi, Milano, Rita di Leo, Per una storia di Classe Operaia, in «Bailamme», S. Mezzadra, Operaismo, in R. Esposito e C. Galli, Enciclopedia del pensiero politico. Autori, concetti, dottrine, Laterza, Roma-Bari; Basso C., Gozzini C. e Sguazzino D.,  delle opere e degli scritti. Dipartimento di Filosofia-Università degli Studi di Siena, Siena; Alfonso Berardinelli, Stili dell'estremismo. Critica del pensiero essenziale, Editori Riuniti, Roma) F. Pozzi, G. Roggero, G. Borio, “Futuro anteriore: dai Quaderni rossi ai movimenti globali. Ricchezze e limiti dell'operaismo italiano, DeriveApprodi, Roma, Steve Wright, L’assalto al cielo. Per una storia dell’operaismo,  Edizioni Alegre, Roma); Cristina Corradi, Storia dei marxismi in Italia, Manifestolibri, Roma, F. Pozzi, G.Roggero, Guido Borio, Gli operaisti, Derive Approdi, Roma, A. Peduzzi, Lo spirito della politica e il suo destino. L'autonomia del politico, il suo tempo, Ediesse-Crs, Roma, Giuseppe Trotta e Fabio Milana, L'operaismo degli anni Sessanta. Da «Quaderni rossi» a «classe operaia», cd con la raccolta completa della rivista «classe operaia»  DeriveApprodi, Roma); Peduzzi, A Cartagine poscia io venniincubi sulla teoria marxista, Arduino Sacco editore, Roma,; M. Filippini, Mario Tronti e l'operaismo politico degli anni Sessanta, EuroPhilosophie,. F. Milanesi, Nel Novecento, Storia, teoria, politica nel pensiero (Mimesis, Milano); Abecedario (Carlo Formenti), Derive Approdi, Operaismo Quaderni Rossi Classe operaia (rivista) Raniero Panzieri Toni Negri Massimo Cacciari Pietro Ingrao Centro per la Riforma dello Stato. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere su senato, Senato della Repubblica.  Mario Tronti, su Openpolis, Associazione Openpolis.  Registrazioni di Mario Tronti, su RadioRadicale, Radio Radicale..  Centro per la Riforma dello Stato,  "Storia e critica del concetto di democrazia" (intervento di Tronti,disponibile anche in file audio, su globalproject Sito web italiano per la filosofia:  su lgxserver.uniba. Conricerca-Futuro Anteriore, su alpcub.com."Lotta contro gli idoli" (intervento di Tronti per Rai Educational, su emsf.rai. Intervista "La lotta di classe c'è ancora", La Repubblica,  "Sono uno sconfitto, non un vinto. Abbiamo perso la guerra del '900", La Repubblica. Mario Tronti. Tronti. Keywords: L’implicatura di Hobbes --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tronti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51714471172/in/photolist-2mMQbzj

 

Grice e Tulelli – l’equilibrio: per una metafisica dell’etica -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Zagarise). Filosofo. Al Tulelli sono ad oggi intitolate una via nel Comune di Zagarise e una nel Comune di Catanzaro nel quartiere Sant'Elia, una sala della Biblioteca di Catanzaro. Targa commemorativa in suo onore, inoltre, posto davanti alla casa comunale di Zagarise un busto che lo raffigura realizzato da Calveri. Zagarise Busto creato dallo scultore Mario Calveri, installato davanti al Comune di Zagarise. Figlio dal marchese Gaetano e Anna Gallelli, studia presso il Convento del Ritiro dei Filippini a Zagarise e poi frequenta a Catanzaro il Real Liceo-Ginnasio e il Corso Teologico presso il Pontificio Seminario Teologico Regionale San Pio X. Visse a Napoli dove compì studi filosofici e apre una scuola dove insegna filosofia morale ed estetica. La richiesta di poter istituire una scuola fu inviata alle autorità competenti, le quali, prima di concedere le relative autorizzazioni, chiesero al vescovo di Catanzaro dettagliate notizie in merito alla condotta religiosa, morale e politica del richiedente, la risposta inviata loro fu. Elemento di condotta soda, casta e onesta. Tra gli allievi della sua scuola molti furono appartenenti a famiglie di alto rango sociale e tra questi è possibile annoverare i figli del re Borbone che, in segno di stima, gli fecero dono di un orologio da camera di manifattura francese opera dei fratelli Japis. Fu molto amico di L. Settembrini, il quale lo cita nelle sue "Lezioni di letteratura italiana", gli trasmitte l’amore per la filosofia e gl’ideali patriottici. Allievo di Puoti e di Galluppi del quale studia e diffuse il pensiero, evidenziando il parallelismo con Kant, così come divulgò quello di altri filosofi, tra cui Capasso, Rossi e Masci. Insegna filosofia morale a Napoli Federico II dietro l’impulso di  Sanctis, iniziando un periodo di vero splendore per l’ateneo napoletano. Cadde il Regno delle Due Sicilie e, favorevole alla formazione di uno stato unitario, porta avanti una battaglia a livello morale e giuridico per l’abolizione della pena di morte che fino ad allora era in vigore in tutti gli Stati d’Europa tranne il Granducato di Toscana. La stessa a abolita con l'adozione del codice penale del Regno d'Italia -- il cosiddetto Codice Zanardelli. La fine della dominazione borbonica fu colta come un’occasione di rinnovamento sociale e morale ed egli instillò nei suoi insegnamenti la consapevolezza che il rinnovamento politico dovesse essere accompagnato a quello morale, egli riscontra nella popolazione un’evidente scarsità intellettuale e un sentimento religioso che si manifestava mediante pratiche di culto sempre più lontane dall’essere ricche di valori spirituali e una società sempre più formalista, cerca di contrastare questa tendenza in affinità a Gioberti.  E un patriota e un liberale. La sua attività di filosofo fa si che la sua notorietà e la sua reputazione crescessero, e inoltre un oppositore degli hegeliani napoletani, e a capo degli oppositori degli Spaventiani e rappresentante del movimento filosofico del quale nella prima metà dell'ottocento fanno parte Galluppi, Colecchi, Cusani e Grazia. Sul suo valore si sono pronunciati, fra gli altri, anche il Croce ed il Russo. Socio Ordinario dell’Accademia di Scienze Morali e Politiche di Napoli a l’Accademia Reale Pontaniana/ In relazione all'Accademia di Scienze Morali e Politiche di Napoli, Tulelli e il senatore E. Pessina, in qualità di soci dell'accademia, di collocare nell'atrio dell'Università degli Studi di Napoli un busto in marmo raffigurante Galluppi, realizzato da B. Calì e inauguratp con una cerimonia a cui presero parte il rettore Paolo Emilio Imbriani, dei rappresentanti e diversi studenti. Della stessa accademia oltre ad esserne socio ne fu anche tesoriere come si evince dalla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n cui è contenuta la ri-elezione per quell'anno alla suddetta carica (omissis) S.M., sulla proposta del Ministro della Pubblica Istruzione, ha, con RR. decreti fatte le nomine e disposizioni seguenti: (omissis) Tulelli Paolo Emilio, socio della Società Reale di Napoli, approvata la sua rielezione a tesoriere dell'Accademia di scienze morali e politiche della predetta Società; (omissis). Socio Corrispondente dell’Accademia Cosentina Accademia di scienze, lettere e belle arti degli Zelanti e dei Dafnici. Visse a Napoli. Nelle sue ultime volontà traspare chiaramente un radicato e forte legame con la sua terra di origine, infatti i primi due punti del suo testamento furono: volendo lasciare una prima testimonianza di affetto a Catanzaro, col fine di promuovere e favorire nel mio nativo comune di Zagarise l’educazione morale e l’istruzione letteraria e scientifica. Dispose inoltre che fosse destinata una somma in dote ad una ragazza indigente di Zagarise e che il resto del patrimonio del filosofo fosse suddiviso tra i suoi parenti.  Il documento, disponibile presso l’Archivio Notarile di Napoli, e depositato nel capoluogo campano presso lo studio del notaio M. Mazzitelli sito in via S. Giovanni numero 19.  Dondazione di libri alla città di Catanzaro al fine di fondare una biblioteca pubblica Paolo Emilio Tulelli volle donare a Catanzaro alcuni libri affinché potessero rappresentare una base di partenza per la costituzione di una biblioteca auspicando che il suo gesto potesse rappresentare un’esortazione a contribuire al suo ampliamento, una volta istituita, da parte di altri uomini generosi e amanti della cultura. Catanzaro accetta il legato che, in caso contrario, si sarebbe dovuto destinare ad ampliare il patrimonio della biblioteca del Real Liceo di Catanzaro o ad un erede del de cuius nel caso in cui il anche direttivo del liceo non avesse accettato la donazione. I libri furono trasferiti da Napoli a Catanzaro a spese del comune, così come indicato nelle ultime volontà del filosofo, e venne istituita la biblioteca comunale che venne denominata Biblioteca Municipale di Catanzaro "Onestà e lavoro", ma che oggi è conosciuta come Biblioteca comunale F. De Nobili. Volendo lasciare una prima testimonianza di affetto a Catanzaro ove ebbi i primi semi del mio sapere e le prime aspirazioni alla libertà della patria italiana, lego al comune i miei pochi libri col fine espresso ed incondizionato di formare il primo fondo ad una biblioteca pubblica da fondarsi in loco adatto a vantaggio della gioventù studiosa e dei cultori della letteratura e della scienza. Istituzione di una rendita per far studiare un giovane meritevole del comune di Zagarise Per quanto concerne il comune natio, nell’intenzione di promuovere l’educazione morale, l’istruzione letteraria e scientifica nello stesso, istituì una rendita annuale, denominata Monte o Istituto Tulelli per far si che dei giovani meritevoli del suddetto comune potessero studiare e conseguire la laurea. A perenne ricordo di ciò egli dispose nelle sue ultime volontà che fosse realizzata una breve iscrizione su una lastra di marmo e che la stessa fosse posta in un luogo pubblico del comune di Zagarise. Col fine di promuovere e favorire nel mio nativo comune di Zagarise l'educazione morale e l'istruzione letteraria e scientifica e così sospingere quei miei concittadini sulla via della civiltà, istituisco un Monte o Istituto per l'educazione ed istruzione dei giovinetti di detto Comune da elevarsi dal Real Governo in Ente Morale e giuridico con la dotazione di annue lire duemila di rendita al 5 per cento iscritto al gran libro dei Regno d'Italia. All'uopo destino due certificati di rendita a me intestati dell'annua rendita di L. millesettecento con la data di Firenzee l'altro dell'annua rendita di L. trecento della stessa data e sotto il N. 649. Sì fatta annua rendita sarà unicamente ed esclusivamente impiegata per l'educazione e istruzione nelle lettere e nella scienza di un giovinetto fatto volta per volta per modo che si dirà qui appresso nato a Zagarise da genitori ivi domiciliati almeno da dieci anni compiti, dell'età non minore di anni sette, che sappia almeno leggere e scrivere e mostri in generale attitudine e buona disposizione agli studi. Saggi: “I principi sostanziali ed informatori della scienza” (Napoli, Regia Università); “Dei sistemi morali e della loro possibile riduzione” (Napoli, Regia Università); “La moralità della scienza e della vita” (Napoli, Regia Università); “Elogio di V. Buonsanto” (Napoli, Fibreno); “Filadelfos di G. Gemelli: Accademia di scienze morali e politiche” (Napoli, Regia Università); “L’infallibilità della ragione umana considerata nella triplice sfera della scienza, politica, e della religione” (Napoli, Regia Università); “La morale indipendente” (Napoli, Regia Università); “L’educazione popolare in Italia” (Napoli, Vaglio); La filosofia morale (Napoli, Regia Università); “Metafisica dell’estetica” (Napoli, Regia Università); “Una formula metafisica” (Napoli,  Regia Università);  “Galluppi” (Napoli, Regia Università); “Papasso e Rossi” (Napoli, Cutaneo); “Libero Stato” (Napoli, Regia Università); “Estetica” (Napoli, Vaglio); “Capasso” (Napoli, Tramater); “La rosa di Gerico” (Napoli, Poligama); “Metafisica dell'etica” (Napoli, Regia Università); “Dei sistemi filosofici”; “L’equilibriio”; “La pena di morte” (Napoli, Regia Università); Baldacchini” (Regia Università, Napoli”, Elogio di Cilento. Sulla Bella di Camarda, poema di Cappelli (Napoli); “Armonia della libertà politica e della Scienza morale”; “ Preso da immenso desiderio e ardente”; “Padre, partisti, forse desolato”; “Aspirazione a Dio”. Il pensiero morale di Tulelli, C. Nardi. Società Napoletana di Storia Patria,  Lettere a Milli, F. Adamoli. Collana "Fondo Milli" il Poeta  Via a Zagarise  Via a Catanzaro. La famiglia dona a Zagarise un'opera raffigurante il filosofo. Discorso di Paolo Emilio Imbriani all'inaugurazione del busto di Galluppi posto nell'Accademia di Scienze Morali e Politiche di Napoli  Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, Zagarise e dintorni, F. Faragò.  Lira italiana. Cavaliere Paolo Emilio Tulelli. Paolo Emilio Tulelli. Tulelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tulelli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732624534

 

Grice e Turco – l’agnella, commedia nuova -- filosofia italiana (Asola). Flosofo. Nacque da una delle più antiche e nobili famiglie di Asola, allora fiorente cittadina della Repubblica di Venezia, dove ricoprì importanti cariche politiche in qualità di deputato, oratore e avvocato della Comunità.  La sua prima opera poetica, la Commedia Nova intitolata Agnella, venne rappresentata ad Asola durante i festeggiamenti per la visita dei duchi di Nemours e Beaulieu e altri illustri francesi al loro seguito. L'opera venne in pubblicata in seguito prima a Treviso, poi a Venezia. Contemporaneo ed amico di P. Manuzio che in una lettera encomia la sua Canzone in lode di Carlo V scritta in occasione della morte di quest'ultimo:  «Letta la vostra Canzone scritta in morte del Gran Carlo V, veramente Signor Carlo onorato, non troppo benigna stella, essendo voi dotato di si pellegrino ingegno e di tante altre lodevoli qualità, vi condanna a scrivere dove tra molte tenebre non può risplendere la vostra virtù, con la quale potevate illustrare voi stesso ed il secolo nostro eccitando in altri il desiderio di assomigliarvi: laddove hora, avendo voi il campo ristretto per esercitare le vostre più nobili parti, non veggo come possano apparire effetti degni di voi ed alla vostra nobile industria corrispondenti»  Questa lettera fu in seguito stampata in Venezia da Lelio Gavardo che, sempre a Venezia, pubblicò una tragedia in versi, intitolata Calestri. Altre poesie furono stampate anche in Il Sepolcro de la illustre signora Beatrice di Dorimbergo (Brescia Fabbio, Ludovico ManginiStorie Asolane, Lettera di Paolo Manuzio a Carlo Turchi, Lett. Volg. Venezia. Carlo Turco. Turco. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Turco” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732619369/in/datetaken/

 

Grice e Turoldo – filosofia italiana (Coderno). Filosofo. Figura profetica, resistente sostenitore delle istanze di rinnovamento culturale, di ispirazione conciliare.itenuto da alcuni uno dei più rappresentativi esponenti di un cambiamento spirituale, il che gli ha valso il titolo di coscienza inquieta. Riceve con intensità le caratteristiche della semplice cultura umana del suo ambiente nativo e prevalentemente contadino. Colse e fece propria la dignità delle condizioni povere della sua terra, che costituirono una solida radice informante tutto lo sviluppo della sua sensibilità e della sua attività futura. Accolto tra i Servi di Maria nel convento di Santa Maria al Cengio a Isola Vicentina, sede triveneta della Casa di Formazione dell'Ordine Servita: dove trascorse l’anno di noviziato. Emise la professione religiosa; il 30 ottobre 1938 pronunciò i voti solenni a Vicenza. Incomincia gli studi filosofici a Venezia.  Nel santuario della Madonna di Monte Berico di Vicenza e ordinato presbitero da  Rodolfi, arcivescovo di Vicenza. Assegnato al convento di Santa Maria dei Servi in San Carlo al Corso in Milano. Su invito di I. Schuster, arcivescovo della città, tenne la predicazione domenicale nel duomo milanese. Insieme con il suo confratello, compagno di studi durante tutto l’iter formativo nell’Ordine dei Servi e amico Camillo de Piaz, si iscrisse al corso a Milano e conseguì la laurea con una tesi dal titolo, “La fatica della ragione: Contributo per un'ontologia dell'uomo”, redatta sotto la guida di Bontadini. Sia Bontadini sia Carlo Bo gli offriranno il ruolo di Assistente universitario, a Milano, il secondo a Urbino. Durante l'occupazione nazista di Milano collabora attivamente con la resistenza creando e diffondendo dal suo convento il periodico clandestino l'Uomo. Il titolo testimonia la sua scelta dell'umano contro il dis-umano, perché la realizzazione della propria umanità: questo è il solo scopo della vita. La sua militanza dura tutta la vita, interpretando il comando evangelico essere nel mondo senza essere del mondo come un essere nel sistema senza essere del sistema. Rifiuta sempre di schierarsi con un partito.  Il suo impegno nel dialogo senza preconcetti e nel confronto di idee talvolta anche duro, si tradusse in particolare nel far nascere, insieme con Piaz, il centro culturale la Corsia dei Servi (il vecchio nome della strada che dal convento dei Servi conduceva al duomo). Uno dei principali sostenitori del progetto Nomadelfia, il villaggio nato per accogliere gli orfani di guerra con la fraternità come unica legge, fondato da Saltini nell'ex campo di concentramento di Fossoli presso Carpi, raccogliendo fondi presso la ricca borghesia milanese. Si rende noto al grande pubblico con due raccolte di liriche “Io non ho mani” (che gli valse il Premio letterario Saint Vincent) e “Gli occhi miei” lo vedranno, presentato nella collana mondadoriana Lo Specchio da Giuseppe Ungaretti.  A seguito di prese di posizione assunte da politici locali e da alcune autorità ecclesiastiche, deve lasciare Milano e soggiornare in conventi dei Servi dell’Austria e della iera. Venne dai superiori dell’Ordine assegnato al convento della Santissima Annunziata di Firenze, e qui incontrò personalità affini al suo modo di sentire, quali fra Giovanni Vannucci, padre Ernesto Balducci, il sindaco Giorgio La Pira, e molti altri che nell’ambiente fiorentino animano un tempo in cui si accendono speranze di rinnovamento a tutti i livelli. Ma anche da Firenze sarà costretto ad allontanarsi e trascorrerà un periodo di peregrinazioni all’estero.  Rientrato in Italia, venne assegnato al convento di Santa Maria delle Grazie, nella “sua” Udine. Ma con il rientro in Italia aveva portato con sé un progetto, nato a contatto con le nuove generazioni nate all’estero dagli emigrati friuliani: realizzare un film che raccontasse la nobiltà della povera vita rurale del suo Friuli. Il film con il titolo “Gli ultimi” e ispirato al racconto Io non ero fanciullo scritto da Turoldo in precedenza, venne concluso con la regia di Vito Pandolfi. Presentato a Udine, il film tuttavia fu ben presto rifiutato dall’opinione pubblica friulana, che lo ritenne addirittura offensivo. Incomincia a cercare un sito dove dare avvio a una nuova esperienza religiosa comunitaria, allargata alla partecipazione anche di laici. Questo luogo, con le indicazioni ricevute da amici, venne individuato nell’antico Priorato cluniacense di Sant'Egidio in Fontanella. Ottenuto il consenso del vescovo bergamasco C. Gaddi, nvi si insediò ufficialmente. Costruì accanto allo storico edificio del Priorato una casa per l’ospitalità, che chiamò Casa di Emmaus, titolo ispirato all’episodio della cena a Emmaus, in cui Gesù risorto si manifestò ai due discepoli nello spezzare il pane. La casa costituì un simbolico richiamo alla semplice accoglienza, senza distinzioni di censo, di religione, o altro: aspetti che caratterizzarono tutta la presenza e la sua multiforme opera. Costituì inoltre un punto di riferimento per molti protagonisti della storia culturale e civile italiana. Per molte personalità del mondo ecclesiale e di altre confessioni cristiane; un solido incentivo al rinnovamento di linguaggi e di strutture; un laboratorio di creazioni liturgiche e celebrative, di cui continuano a essere testimoni la versione metrica per il canto dei Salmi e migliaia di inni liturgici. Insieme con altri frati, impegnati particolarmente in iniziative di rinnovamento spirituale e culturale, diede avvio alla pubblicazione di una rivista, il cui titolo è ispirato all’Ordine dei Servi di Maria, “Servitium”, e ad altre pubblicazioni che si ricollegavano all’esperienza editoriale della Corsia dei Servi. La pubblicazione della rivista continua tuttora con cadenza bimestrale, unitamente all’edizione di altre proposte librarie edite sotto l’omonimo marchio Servitium.  Innumerevoli furono gli interventi di padre David sui media, dalla carta stampata alle trasmissioni radio e televisive; innumerevoli i luoghi e le circostanze in cui è stato chiamato a intervenire con la sua avvincente parola. Da ricordare in particolare i suoi “viaggi della memoria” nei luoghi della Shoah, tra cui spicca quello a Mauthausen. In quell'occasione compose una preghiera, poi recitata nella cerimonia conclusiva, pubblicata successivamente nel libro “Ritorniamo ai giorni del rischio”. Colpito alla fine degli anni ottanta da un tumore del pancreas, visse con lucida consapevolezza e trasparente coraggio l’ultimo periodo della vita, dando una incoraggiante testimonianza sul cammino verso “sorella morte”. Migliaia di persone sfilarono accanto alla bara in cui era esposto il corpo di padre I funerali a Milano videro la partecipazione di una numerosa folla nella chiesa di San Carlo al Corso, dove presiedette le esequie il cardinale C. Martini, che, qualche mese prima della morte, aveva consegnato a Turoldo il primo "Premio Giuseppe Lazzati", affermando la propria opinione secondo la quale la chiesa riconosce la profezia troppo tardi. Un secondo rito funebre venne celebrato nel pomeriggio a Fontanella di Sotto il Monte, presente ancora una folla che copriva tutta la collina circostante l’antico Priorato. Nel piccolo cimitero locale riposa ora sotto una semplice croce lignea, in mezzo alla sua gente. Servitium dedicò perciò alla sua figura un quaderno a frate dei Servi di santa Maria e ugualmente fece nel decennale.  La grande passione. Opere: Poesia e opere letterarie «Lungo i fiumi..» I Salmi Milano, San Paolo, O sensi miei...: (Poesie (Milano, Rizzoli). Sul monte la morte, Servitium, La morte ha paura, Servitium,  poesie, Milano, Garzanti Teatro, Servitium,  I giorni del rischio (con Salmodia della speranza e rappresentazione in Duomo a Milano con Moni Ovadia), Servitium,   Salmi e cantici. Nuova edizione riveduta della versione metrica per il canto di Turoldo, Servitium,  La passione di San Lorenzo, Servitium (La terra non sarà distrutta, Servitium,  Luminoso vuoto. Scritti, Servitium, David M. Turoldo, Loris F. Capovilla, Nel solco di Giovanni, lettere inedite” (Servitium. Saggistica e spiritualità. Lettere dalla Casa di Emmaus, Servitium, La parabola di Giobbe, Servitium, Santa Maria.Servitium, Mia chiesa, una terra sola, Servitium,  Il dramma è Dio: il divino la fede la poesia. Milano, Rizzoli, Come i primi trovadori, Servitium, Colloqui con Giovanni, Servitium, Profezia della povertà, Servitium, Chiamati ad essere, Servitium, È Natale, Servitium, Mio amico don Milani, Servitium, Pregare, Servitium, Anche Dio è infelice, San Paolo,.Amare Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, Padre del mondo, Servitium,  Povero sant’Antonio, Il Messaggero, Padova. Narrativa Mia infanzia d’oro (con “Ritratto d’autore” Servitium,...e poi la morte dell'ultimo teologo Torino, Gribaudi. “Gli ultimi” Regia: Vito Pandolfi; soggetto: Turoldo; sceneggiatura: Vito Pandolfi e David Maria Turoldo. Tra le tante, ci fu "un'iniziativa che fu tentata pochi giorni prima della morte di Moro e che è stata evocata da B. Craxi nel corso della sua audizione nella prima Commissione d'inchiesta. In quella circostanza, l'onorevole Craxi affermò che fu chiamato da Turoldo, che gli chiedeva sostanzialmente di domandare alla Nunziatura apostolica di dichiararsi disponibile come sede per far svolgere una trattativa. Turoldo chiese due giorni di silenzio stampa e insistette molto, con veemenza, affermando che era la sola via possible. (XVII Legislatura, Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, Resoconto stenografico, “Tra i memoriali di Mauthausen”, in “Ritorniamo ai giorni del rischio. Maledetto colui che non spera”, Milano, Corriere "E Turoldo nascose le armi dei partigiani" La vita, la testimonianza Morcelliana. C. Piaz e la Corsia dei Servi di Milano, Morcelliana, Turoldo e gli organi divini. Lettura concordanziale di “O sensi miei...”, Olschki, Una vita con gli amiciIl mondo delle amicizie di Turoldo, documentario R. Salvi, Roma, Rai-Educational, A. D'Elia, La peregrinatio poietica prefazione di Dante della Terza, Firenze, Leo s. Olschki, Marco Cardinali, Il Dio Inseguito. Viaggio alla scoperta della poesia di David Maria Turoldo, Edizioni Pro Sanctitate, Roma, O. Romero E. Balducci C. De Piaz N. Fabbretti. Treccani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. David Maria Turolo. David M. Turoldo. David Turoldo. Giuseppe Turoldo. Turoldo. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Turoldo” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692449799/in/photolist-2mKTjot

 

Grice e Tuveri – filosofia sarda -- filosofia italiana (Collinas). Filosofo. Figlio un noto avvocato. Studia a Cagliari. Di idee repubblicane comincia l'attività in polemica con molti intellettuali monarchici e conservatori. Federalista, al Parlamento Subalpino si oppose alla fusione della Sardegna col Piemonte, e e in forte contrapposizione con Gioberti per le posizioni anti-repubblicane e anti-mazziniane.  Fonda La Gazzetta Popolare, collabora con numerosi giornali e assunse la direzione del Corriere di Sardegna. Sindaco, propose il nome di Collinas. Lotta contro il centralismo del Regno di Sardegna chiedendo maggiore autonomia, soprattutto fiscale, per i piccoli comuni. Amico di Cattaneo e Mazzini, solleva la cosiddetta questione sarda, promuovendo un riscatto della Sardegna e del popolo sardo contro uno stato giudicato centralista e oppressivo.  Scrive numerosi saggi filosofici. Assessorato della pubblica istruzione della Regione autonoma della Sardegna  promouove la ristampa dei suoi saggi, editore C. Delfino, con una introduzione di Bobbio. Saggi: “Pintor” (Torino, Tipografia G. Cassone); “Specifici contro il codinismo, Cagliari, Arcivescovile, Del diritto dell'uomo alla distruzione dei cattivi governi. Trattato filosofico, Cagliari, Tipografia Nazionale, Il governo e i comuni, Cagliari, Tipografia Nazionale, Esazioni e compulsioni, Cagliari, Timon); La questione barracellare, Cagliari, Timon, Della libertà e delle caste, Cagliari, Corriere di Sardegna, Sofismi politici, Napoli, Rinaldi); “Il veggente; Del dritto dell'uomo alla distruzione dei cattivi governi, Aldo Accardo, Luciano Carta, Sebastiano Mosso; introduzione di Norberto Bobbio, Della libertà e delle caste; Sofismi politici, Maria Corona Corrias e Tito Orru, Opuscoli politici. Saggio delle opinioni politiche del signor deputato sardo Giovanni Siotto Pintor; Specifici contro il codinismo, Girolamo Sotgiu, Il governo e i Comuni; La questione barracellare, Lorenzo Del Piano e Gianfranco Contu, Scritti giornalistici. Questione sarda, federalismo, politica internazionale, questione religiosa, Lorenzo Del Piano, Gianfranco Contu e Luciano Carta, Per la vita e i tempi di Tuveri e altre opere, A. Delogu,  Fonte: "Centro di studi filologi sardi". Scheda sul sito della Camera  Indipendentismo sardo,  Il governo e i comuni, Cagliari, Tipografia Nazionale, Google Libri. Della libertà e delle caste, Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, DaTuveri all'intuizione della concorrenza istituzionale, di A. Bomboi. Venezia; Tuveri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tuveri: implicature sarda” – The Swimming-Poo Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731951146

 

Grice ed Ubaldi – la grande sintesi – filosofia italiana (Foligno). Italian philosopher. Filosofo. Present un sistema dell'evoluzione dell'universo considerando la legge dell'evoluzione umana. Chiara i rapporti d'involuzione ed evoluzione fra le tre dimensioni della materia, dell'energia e dello spirito, in un processo d'unificazione fra le ipotesi della scienza. Cerca di spiegare il senso della vita, la funzione del dolore e la presenza del male. Candidato al premio Nobel, all'ultimo gli fu preferito Sartre. Il suo sistema filosofico e considerato da Einstein come risulta da un carteggio dolce e leggero e il suo saggio principale, La grande sintesi, e giudicata un quadro di filosofia scientifica e antropologica etica, che oltrepassa di molto i consimili tentative. Nato in una regione influenzata dalla vicinanza con Assisi e impregnata di spiritualità francescana, inizia la scuola, prosegue gli studi a Roma e si laurea. Fa voto di povertà e gli appare Cristo. L'apparizione si sarebbe ripetuta insieme a Francesco di Assisi. Il giorno di Natale dello stesso anno avrebbe ricevuto il primo di numerosi messaggi. Insegna a Modica e Gubbio. Nel suo saggio “La grande sintesi” espose il suo pensiero, messo all'indice, poi riammesso da Giovanni XXIII.  La sua vita può essere considerata distinta in quattro periodi. Nel primo period cerca le risposte nella filosofia, nella religione e nella scienza senza trovarla. Il secondo periodo si caratterizza da una sperimentazione pratica a contatto col mondo, d'osservazione della realtà della vita. Nel terzo periodo scrisse i volumi della sua opera pubblicati in italiano e nel quarto la parte restante.  Ritiene che esiste un'unica sostanza, la cui essenza e il movimento e che si manifesta come materia statica, energia dinamica e spirito vitale. L'uomini sono chiamati ad evolversi ampliando la percezione delle sue coscienze, che da inviduale deve farsi conscienza collettiva, per farsi poi coscienza cosmica. In tale processo si delinea il futuro stato organico-unitario degl’uomini, generato da una etica, effetto di una consapevolezza razionale e non di un emotivo pacifismo. Gl’uomini si inserirebbe nel fenomeno universale dell'evoluzione tramite la reincarnazione.  Considera la sua filosofia la manifestazione del proprio destino e della propria ascesa evolutiva, proponendosi attraverso di essa di arrivare ad una conoscenza utilizzabile per risolvere i problemi della vita, in maniera consapevole e dignitosa. La grande legge della vita è quella dell'Amore, tale che la si dovrebbe seguire in ogni situazione: cercare ciò che unifica. Per questo fare il male significa voler andare contro la corrente del sistema, perpetuando la separazione, produttrice di sopraffazione e violenza, sino all'auto-distruzione. Fare il bene, invece, vuol dire cercare di armonizzarsi con tutto e con tutti, perseguendo quel processo di unificazione che ci riporta al centro dell'essere, che è rappresentato dalla presenza dell'ordine e della giustizia del pensiero divino. In tal senso il segreto della felicità consiste nell'inquadrarsi nell'ordine divino e la preghiera autentica consisterebbe nella docile accettazione della Legge, cooperando con la Sua azione. Così pure, il lavorare rappresenterebbe il diventare cooperatori del funzionamento organico dell'universo.  Il fine dell'esistenza è rappresentato dall'evoluzione. Si tratta dell'evoluzione etica, iscritta nel movimento dell'evoluzione dell'universo. L'universo viene così inteso come un'inestinguibile volontà d'amare, di creare e di affermare, in lotta col principio opposto dell'inerzia, dell'odio e della distruzione. L'etica viene concepita come dimensione ascendente, a tante dimensioni quante sono le posizioni dell'essere lungo la scala evolutiva. In tale compito evolutivo fondamentale sono gli idealiaventi la funzione di orientamento e di guida -, aventi il compito di anticipare una realtà futura da raggiungere. In questa fase evolutiva l'impegno deve essere quello della spiritualizzazione, consistente nel seguire gli ideali, che si sono configurati storicamente nelle religioni e nelle morali. Ciò può avvenire cercando di praticare la comprensione reciproca e ricercando la fratellanza universale. Si tratta di un "cammino ascensionale", frutto di libertà e volontà, attraverso le quali da un lato si struttura la nostra personalità dall'altro la vita collettiva progredisce servendosi di tali progressi.  La legge delle unità collettive rappresenta un principio evolutivo fondamentale, quello per cui tendiamo ad unioni sempre più ampie: dalla coppia alla famiglia, dalle nazioni alle unioni di popoli, sino all'unione di tutti gli esseri viventi del pianeta, pur mantenendo diversità e multiformità. Per questo, la via è quella del superamento di ogni separazione: la separazione da sé stessi, dagli altri, dal mondo. L'evoluzionismo è, per tutto ciò, ben diverso da quello di Darwin: guarda all'avvenire ed intuisce oltre l'evoluzione organica già compiuta dall'essere umano. È più ampio di quello di Teilhard de Chardin, in quanto concepisce anche un processo involutivodallo spirito, attraverso l'energia, sino alla materiache motiva e sorregge la via di ritorno, evolutiva, come processo di unificazione, che dalla presenza del divino nella materia, attraverso l'energia, ascende verso la spiritualizzazione. È caratterizzato eticamente, come tensione spirituale verso il superuomo che è presente in ognuno di noi, differentemente dal superomismo di Nietzsche, sospinto dal desiderio di espandere solo le potenzialità dell'io.  La produzione della sua opera si basa sul metodo intuitivo, attraverso il quale la coscienza, facendosi umile e ricettiva, riesce a penetrare per vie interiori l'intima essenza dei fenomeni, diversamente dal metodo obiettivo che se pur ha il vantaggio di giungere a conclusioni più universali è nato senza ali, in quanto basato sulla distinzione tra l'io e il non io, tra il soggetto e l'oggetto, tra la coscienza e il mondo esteriore. I suoi scrittiseguendo le sue stesse dichiarazionisarebbero passati da una forma ispirata, collegata ad una forma di contatto telepatico con le noùri (correnti di pensiero), a livello "supercosciente", al controllo razionale dell'ispirazione ("metodo dell'intuizione razionalmente controllata"). Tale metodo avrebbe consentito di esaminare sia la materia che lo spirito nella loro armonia, unificando scienza e fede, considerate due aspetti della stessa verità. Elenco degli scritti Ciclo italiano  La grande sintesi I grandi messaggi. La grande sintesi Le nouri ("correnti di pensiero") L'ascesi mistica. Frammenti di pensiero e di passione: La nuova civiltà del terzo millennio Problemi dell'avvenire (Il problema psicologico, filosofico, scientifico). Ascensioni umane. Dio e universo. Profezie (L'avvenire del mondo)’ Commentari (raccolta dei giudizi della stampa sui volumi precedenti). Problemi attuali. Il sistema (Genesi e struttura dell'universo). La grande battaglia. Evoluzione e Vangelo; La legge di Dio; La tecnica funzionale della legge di Dio; Caduta e salvezza; Principi di una nuova etica; La discesa degli ideali; Un destino seguendo Cristo; Come orientare la propria vita; Cristo; Storia di un uomo” (Bocca, Milano); Ascenzioni umane. Verso l'armonia con l'ordine cosmico” (Mediterranee, Roma); Cristo e la sua legge” (Mediterranee, Roma); “La grande sintesi. Sintesi e soluzione dei problemi della scienza e dello spirito (Edizioni Mediterranee, Roma); “Le noùri: dal superumano al piano concettuale umano” (Mediterranee, Roma); La nuova civiltà del terzo millennio. Verso la nuova era dello spirito, Edizioni Mediterranee, Roma); Problemi dell'avvenire. La civiltà dello spirito, Edizioni Mediterranee, Roma); L'ascesi mistica. Dal piano concettuale umano al superumano, Edizioni Mediterranee, Roma); Dio e Universo” (Edizioni Mediterranee, Roma); Storia di un uomo, Edizioni del centro studi italiano di para-psicologia, Recco (Ge) Il Sistema, Edizioni del centro studi italiano di parapsicologia, Recco(Ge) La legge di Dio, Edizioni del centro studi italiano di parapsicologia, Recco (Ge),  La tecnica funzionale della legge di Dio” (Centro di parapsicologia, Recco);La discesa degli ideali” (Om, Città di Castello); "Un destino seguendo Cristo" (Om, Città di Castello); "Evoluzione e Vangelo", Centro Culturale Pietro Ubaldi, Foligno); G.Arcidiacono, PUbaldi e la scienza moderna, in Atti del Convegno, Roma, A. Elenjimittan, "La missione ecumenica", in Atti dell'8º Convegno sul pensiero di Pietro Ubaldi, Roma "I grandi iniziati del nostro tempo", Rizzoli, Milano); F. Lanari, "Il pensiero"Relazioni tenute nei quattro convegni dedicati a Pietro UbaldiRoma, Ed. Mediterranee, Roma); F. Lanari  "Profeta del terzo millennio", Atti dell'8º Convegno Roma Filippo Liverziani, "Pietro Ubaldi e le Nòuri", in Atti dell'8º Convegno sul pensiero di Pietro Ubaldi, Roma); U. Pasquale Magni, "Scienza e mistica", in Atti dell'8º Convegno, Roma); A. Marocchino, "Pietro Ubaldi profeta della intesi tra Metafisica e Nuova Fisica", in Atti dell'8º Convegno,, Roma Luca Marzetti, La scala di Giacobbe, Perugia. G. Mollo, “Bio-sofo dell'evoluzione umana” (Ed. Mediterranee, Roma); G. Mollo, "La formazione dell'uomo evoluto nel pensiero di Pietro Ubaldi", in "Pedagogia e Vita", nGaetano Mollo, "La visione del mondo tra scienza e fede", in Atti dell'8º Convegno Roma); G. Mollo, "La visione dell'universo. La prospettiva", in "Rivista di teosofia", G. Mollo, "Il rapporto tra scienza e fede. La prospettiva di Ubaldi", in "Rivista di teosofia",  Lorenzo Ostuni, Fisica e metafisica di Pietro Ubaldi in relazione all'uomo contemporaneo, in Atti dell'8º Convegno, Roma); R. Pieracci, La Grande Sintesi (Mediterranee, Roma); R. Pieracci, "Mistico dell'Umbria" (Eugubina, Gubbio); A. Pieretti, "La civiltà del terzo millennio", Bollettino storico della città di Foligno, C. Splendore, "La Legge Ciclica dell'evoluzione nel pensiero diUbaldi", in Atti del Convegno sul pensiero di Pietro Ubaldi, Roma. Centro culturale di Foligno, su pietroubaldi.com. Comune di Foligno per la divulgazione della sua filosofia, presieduto da G. Mollo, su gaetanomollo.  L'opera di Pietro Ubaldi, su cesnur.org. in Massimo Introvigne, PierLuigi Zoccatelli, Le religioni in Italia (sezione "Spiritismo, parapsicologia, ricerca psichica"), sul sito Cesnur.(Center for Studies on New Religions. Pietro Ubaldi. Ubaldi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Ubaldi e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689506789/in/photolist-2mNaHiH-2mLGod1-2mKCewV

 

Grice ed Unicorno – arimmetica universale – filosofia italiana -- (Bergamo). essential Italian philosopher; unicorno (n.), Filosofo. Unicorno. Keywords: arithmos, numerus, numero, number. Opere: De l'arithmetica universale, In Venetia, Francesco senese De Francesch. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691952949/in/photolist-2mKQLG6

 

Grice e Vacca – filosofia italiana (Bari). Essential Italian philosopher. Grice: “My favourite of his books is “L’ala del silenzo”great title, from Alighieriabout litotes and understatement --.Deputato della Repubblica Italiana LegislatureIX, X Gruppo parlamentarePCI CollegioBari Sito istituzionale Dati generali Partito politicoPartito Comunista Italiano, Partito Democratico della Sinistra, Partito Democratico Titolo di studiolaurea in giurisprudenza e filosofia del diritto Professione docente universitario. Filosofo. Si laureò in filosofia del diritto discutendo una tesi sulla filosofia politica e giuridica di Croce. Fin dagli anni giovanili ha sempre svolto una intensa attività di organizzatore di cultura, culminata con l'impegno dedicato alla casa editrice De Donato. Membro del comitato centrale del Partito Comunista Italiano è poi stato nella direzione del Partito Democratico della Sinistra. Libero docente in Storia delle dottrine politiche, vinse la cattedra di tale disciplina presso l'Bari. -- è stato nel consiglio di amministrazione della RAI. Deputato per il PCI nella IX e X Legislatura nella circoscrizione elettorale Bari-Foggia. In occasione delle elezioni comunali, si è candidato a sindaco con il sostegno della coalizione di centro-sinistra, ma è stato sconfitto da Simeone Di Cagno Abbrescia. Ha ricoperto incarichi di partito in Puglia e a livello nazionale.  Ha rivolto poi i suoi studi alla storia del marxismo contemporaneo. Dirige la Fondazione Istituto Gramsci di Roma, diventandone poi Presidente fino al. Membro del Cda dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana presiede la Commissione scientifica dell’Edizione degli scritti di Gramsci. Professore di Storia delle dottrine politiche nell’Bari, si è occupato in particolare dell'idealismo novecentesco e dell'hegelismo italiano nella seconda metà del XIX secolo, con particolare riferimento alla genesi del marxismo in Italia. Saggi: “Politica e filosofia in Spaventa” (Bari, Laterza); Lukàcs o Korsch?, Bari, De Donato, Marxismo e analisi sociale, Bari, De Donato, Scienza, Stato e critica di classe. Galvano Della Volpe e il marxismo, Bari, De Donato); Politica e teoria nel marxismo italiano, Antologia critica (Bari, De Donato); PCI, Mezzogiorno e intellettuali. Dalle alleanze all'organizzazione, a cura di, Bari, De Donato,  Saggio su Togliatti e la tradizione comunista, Bari, De Donato, Osservatorio meridionale. Temi di politica culturale” (Bari, De Donato, Quale democrazia. Problemi della democrazia di transizione, Bari, De Donato, Criticità e trasformazione. Korsch teorico e politico,  Bari, Dedalo, Gli intellettuali di sinistra e la crisi, a cura di, Roma, Editori Riuniti, Comunicazioni di massa e democrazia, a cura di, Roma, Editori Riuniti, L'informazione negli anni Ottanta, Roma, Editori Riuniti, Il marxismo e gli intellettuali. Dalla crisi di fine secolo ai Quaderni del carcere, Roma, Editori Riuniti, Tra compromesso e solidarietà. La politica del PCI (Roma, Editori Riuniti); Gorbačëv e la sinistra europea, Roma, Editori Riuniti, Tra Italia e Europa. Politiche e cultura dell'alternativa, Milano, Angeli, Gramsci e Togliatti, Roma, Editori Riuniti,  Dal PCI al PDS. Intervista, Bari, Delphos, Togliatti sconosciuto, Roma, l'Unità, Pensare il mondo nuovo. Verso la democrazia, Cinisello Balsamo, San Paolo, Per una nuova Costituente, Milano, PasSaggi Bompiani, Vent'anni dopo. La sinistra fra mutamenti e revisioni, Torino, Einaudi, Da un secolo all'altro. Mutamenti della politica nel Novecento, Milano, Bompiani, Appuntamenti con Gramsci. Introduzione allo studio dei Quaderni del carcere, Roma, Carocci,  Gramsci e il Novecento (Roma, Carocci); Presente futuro. Idee per lo sviluppo ecosostenibile della Puglia, Bari, Dedalo, X. Riformismo vecchio e nuovo, Torino, Einaudi, In tempo reale. Cronache del decennio, Bari, Dedalo, Ritorno in Puglia. Tre anni di volontariato politico, Bari, Palomar, Federalismo, sviluppo economico e coesione sociale in Puglia, e con Luigi Masella, Lecce. Martano, L'unità dell'Europa. Rapporto  sull'integrazione europea, a cura di, Bari, Dedalo, Roma, Nuova iniziativa editoriale,  Il dilemma euroatlantico. Rapporto della Fondazione Istituto Gramsci sull'integrazione europea, a cura di, Roma, Nuova iniziativa editoriale, Dalla Convenzione alla Costituzione. Rapporto 2 della Fondazione Istituto Gramsci sull'integrazione europea, a cura di, Bari, Dedalo,  I dilemmi dell'integrazione. Il futuro del modello sociale europeo. Rapporto sull'integrazione europea, e con José Luis Rhi-Sausi, Bologna, Il mulino); “Il riformismo italiano: dalla fine della guerra fredda alle sfide future” (Roma, Fazi); “Gramsci tra Mussolini e Stalin” (Roma, Fazi); cura di Gramsci, Nel mondo grande e terribile. Antologia degli scritti Torino, Einaudi, Studi gramsciani nel mondo.  e con Giancarlo Schirru, Bologna, Il mulino,  Perché l'Europa? Rapporto sull'integrazione europea, e con José Luis Rhi-Sausi, Bologna, Il mulino, Studi gramsciani nel mondo. Gli studi culturali, e con Paolo Capuzzo e G. Schirru (Bologna, Il mulino) Le forme e la storia. Scritti in onore di B. De Giovanni, e con M. Montanari e Franca Papa, Napoli, Bibliopolis, Il Novecento di Eugenio Garin. Atti del Convegno di studi, e con Saverio Ricci, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana,.  Studi gramsciani nel mondo. Gramsci in America Latina, e con Dora Kanoussi e Giancarlo Schirru, Bologna, Il mulino, Vita e pensieri di Antonio Gramsci.  Collana Storia, Torino, Einaudi,,Collana ET Storia, Einaudi, Moriremo democristiani? La questione cattolica nella ricostruzione della Repubblica, Roma, Salerno); “Il fascismo in tempo reale: studi e ricerche di A. Tasca sulla genesi e l'evoluzione del regime fascista, con D. Bidussa (Milano, Feltrinelli); Togliatti e Gramsci. Raffronti, Pisa, Edizioni della Normale, Modernità alternative. Il Novecento di Antonio Gramsci, Torino, Einaudi,.Togliatti, La politica nel pensiero e nell'azione, Scritti e discorsi, G. Vacca con M. Ciliberto, Bompiani, Milano  Quel che resta di Marx, Salerno Editore, Roma,  L'Italia contesa. Comunisti e democristiani nel lungo dopoguerra,  Marsilio, Venezia   Giuseppe Vacca, su storia.camera, Camera dei deputati. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732826190

 

Grice e Vaccarino – l’errore del filosofo – filosofia italiana (Pace del Mela).  Essential Italian philosopher. Grice: “I appreciate his metaphor of the ‘chemistry of the mind,’ la ‘chimica del pensiero,’and the idea that philosophers commit only ONE mistake (“l’errore dei filosofi”)!”.Flosofo. Figlio primogenito di Antonino Vaccarino, titolare di un importante saponificio, e di Caterina Tracuzzi. Laureato a Milano. Fonda “Sigma” pubblicata a Roma. Fonda “Methodos”, trimestrale di metodologia e di logica simbolica. Si occupa prevalentemente di logica ed epistemologia. Pubblica una serie di articoli sulla rivista Archimede su invito di Geymonat. Abilitato alla libera docenza in Filosofia della scienza, ma assorbito dai suoi studi e da altre attività non si dedica all'insegnamento. Ha incarico di tenere il corso di Storia della filosofia antica presso Messina. Riceve anche quello di Filosofia della scienza. Nominato professore associato di Filosofia della scienza, ma non ottenne mai la cattedra di ordinario. Partecipa a vari congressi. In quello di Amsterdam ebbe l'occasione di conoscere Joseph Maria Bochenski e incaricarlo di dirigere la sezione di logica simbolica di Methodos. A quello di Parigi partecipa insieme con S. Ceccato, V. Somenzi e F. Rossi-Landi con i quali era in stretti rapporti di amicizia. Contribusce alla fondazione della rivista Methodologia nata per iniziativa della Società di Cultura Metodologica Operativa di Milano, presieduta da Felice Accame. Molto vicino alle vedute filosofiche dei neo-positivisti, ma in seguito si capì che per dare soluzione ai problemi posti dalla tradizionale filosofia bisogna anzitutto effettuare un'indagine sul metodo scientifico onde spiegare perché è l'unico considerabile come valido. Sviluppa in questo senso sulla “Sigma” una teoria che chiama della "meta-conoscenza", in quanto ricondotta a una disciplina avente per oggetto la conoscenza. Successivamente si convince che per procedere in modo effettivamente scientifico bisogna eliminare ogni a-priorismo effettuando un'analisi sistematica dei significati di tutte le parole di cui ci avvaliamo e riconducendoli alle operazioni mentali e non mentali da cui sono costituiti. Sotto questo profilo i suoi interessi si incontrarono con quelli di S. Ceccato e della scuola pperativa. Ma mantenne una posizione autonoma, ritenendo che la ricerca di base deve puntare su una semantica e non su una ricerca di tipo cibernetico, come invece sostene Ceccato. Però accetta e condivide il concetto che bisogna occuparsi del modo come operiamo a livello mentale per descrivere i significati. Perciò respinge vedute allora in auge, come quelle della filosofia analitica, che riconducendo i significati semplicemente all'uso che se ne fa parlando, li lascia in analizzati assumendoli implicitamente come prius, in quanto tali, dogmatici. Si dedica assiduamente a queste ricerche, pervenendo alla elaborazione di un metodo generale di analisi dei significati. Le sue ricerche conduce, tra l'altro, all'introduzione di una formulistica idonea alla definizione delle operazioni mentali, prospettando una sorta di chimica della mente. La vastità e la complessità delle sue indagini lo costringe a procedere a molti ripensamenti e revisioni.  Pubblica “La chimica della mente”. In cui espone i principali risultati a cui e pervenuto. Vince il premio L'Inedito con il racconto “Lo sporco”, pubblicato da Marsilio. Prospetta ampliamenti e modifiche delle sue teorie nel saggio “Analisi dei Significati”, pubblicato a Roma da Armando. Pubblica presso la CULP di Milano “Scienza e Semantica Costruttivista”, dedicato a una critica di correnti vedute professate da filosofi della scienza.  I suoi interessi si rivolgeno anche alla codificazione di una logica contenutistica in grado di fissare i criteri di compatibilità e incompatibilità tra i significati in riferimento alle loro operazioni costitutive. In tal modo la logica diviene una filiazione della semantica. La summa dei suoi lavori di semantica è pubblicata a Rimini in “Dalle operazioni mentali alla semantica”. Nella prefazione al volume Introduzione alla semantica edito da Falzea a Reggio Calabria, Si lo considera l'ultimo dei grandi illuministi. Opere: “L'errore dei filosofi” (D'Anna, Messina); “La chimica della mente” (Carbone, Messina); “Analisi dei significati” (Armando, Roma); “Scienza e semantica costruttivista” (Cooperativa Libraria Universitaria del Politecnico, Milano); “Introduzione alla semantica” (Falzea, Reggio Calabria); “Scienza e semantica” (Melquiades, Milano); “Prolegomeni: dalle operazioni mentali alla semantica” (Ciddo, Rimini); “Lo sporco. Il pulito, duepunti edizioni. Repubblica  Semantica Filosofia della scienza  Centro Internazionale Di Didattica Operativa onlus, su ciddo. Methodologia on-line, su methodologia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731101657/in/dateposted/

 

Grice e Vaccaro (Palermo). Essential Italian philosopher. Grice: “My favourite of his books is ‘eteropie,’ a pun on homotopos.” Filosofo. Laureato a Palermo, inizia l'attività di docenza presso lo stesso ateneo prima come professore a contratto, poi come ricercatore e dal 2006 come professore associato. Titolare del corso di Filosofia politica e supplente di Scienza politica nella Facoltà di Scienze della formazione dell'ateneo palermitano.  -- è pro-rettore dell'Palermo per la “politiche di solidarietà sociale e di cooperazione per lo sviluppo”; inoltre è condirettore della collana “Eterotopie” dell'editore Mimesis di Milano, membro fondatore della “Società Italiana di Filosofia Politica” e del Centro interdisciplinare in Bio-politica, Bio-economia e Processi di Soggettivazione a Salerno. Vicepresidente dell'ONG palermitana della Cooperazione Internazionale Sud-Sud. I suoi ambiti di ricerca si orientano sulla teoria critica (soprattutto Adorno e Benjamin della Scuola di Francoforte) e sulla decostruzione post-strutturalista francese (principalmente Foucault e Deleuze) dai quali ricava strumenti di analisi da mettere alla prova nel campo della globalizzazione, della governance e dei diritti umani.  Opere Decostruzione di una realtà macchinica, in Il camaleonte e l'iscrizione, Palermo, Ila Palma, Il capitalismo regolato statualmente, curatela con Franco Riccio e A. Caruso (Milano, Angeli); “Oltre la pace: saggi di critica al complesso politico militare, curatela con F. Magno (Milano, Angeli); “Adorno e Foucault: congiunzione disgiuntiva” (Palermo, ILA Palma); “Il pensiero (check) anarchico (Verona, Demetra); “Il secolo deleuziano” (Milano, Mimesis Edizioni); “Il pianeta unico” (Milano, Elèuthera); “Anarchismo e modernità” (Pisa, BFS); “CruciVerba: lessico per i libertari” (Milano); “Zero in condotta, Globalizzazione e diritti umani” (Milano, Mimesis); “Biopolitica e disciplina” (Milano, Mimesis); “Lo sguardo di Foucault” (Roma, Meltemi); “Governance e democrazia” (Milano, Mimesis). Vaccaro Prof. Salvatore delegato alle politiche di solidarietà sociale e di cooperazione per lo sviluppo, su Università degli Studi di Palermo.  Mimesis Edizioni: collane. Archiviato iPalermo: scheda docente., su scienzeformazione.unipa. Biblioteca nazionale di Firenze: catalogo autore., su opac.bncf.firenze..  Foucault: scheda autore., su portail-michel-foucault.org. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732796325

 

Grice e Vailati – semantica filosofica – filosofia italiana (Crema). Essential Italian philosopher. an important figure in the history of formal semantics, influenced by Peano, who in turn influenced Whitehead and Russell, and thus Grice. Filosofo. Si laurea a Torino. Qui insegnò, dopo aver lavorato come assistente di Peano e Volterra. Lscia il suo posto universitario e così poté proseguire i suoi studi in modo indipendente, e si guadagna da vivere insegnando matematica. Lascia circa 200 saggi e recensioni che toccano un'ampia gamma di discipline. La sua opinione nei confronti della filosofia e che essa fornisse una preparazione e gli strumenti per il lavoro scientifico. Per questa ragione, e perché la filosofia dove essere neutrale fra opposte convinzioni, concezioni, strutture teoriche, ecc., il filosofo dovrebbe evitare l'uso di un linguaggio tecnico specialistico, ma dovrebbe usare il linguaggio che la filosofia adotta in quelle aree in cui è interessata. Ciò non vuol dire che il filosofo debba soltanto accettare qualunque cosa egli trovi. Un termine del linguaggio ordinario potrebbe essere problematico, ma le sue carenze dovrebbero essere corrette piuttosto che sostituite con qualche nuovo termine tecnico.  Il suo pensiero sulla verità e sul significato e influenzato da filosofi come Peirce e Mach. Con cautela distinse fra significato e verità. La questione di determinare che cosa vogliamo dire quando enunciamo una data proposizione, non solo è una questione affatto distinta da quella di decidere se essa sia vera o falsa. Tuttavia, dopo aver deciso cosa si vuole dire, l'azione di decidere se ciò è vero o falso è cruciale. Vailati ebbe un pensiero positivista moderato, sia nella scienza che nella filosofia:  "La tattica adottata dai pragmatisti in questa loro guerra contro l'abuso delle astrazioni e delle unificazioni consiste, come è noto, nel proporre che, anche nelle questioni filosofiche, come si fa sempre in quelle scientifiche, si esiga, da chiunque avanzi una tesi, che egli sia in grado di indicare quali siano i fatti che, nel caso che essa fosse vera, dovrebbero, secondo lui, succedere (o esser successi), e in che cosa essi differiscano dagli altri fatti che, secondo lui, dovrebbero succedere (o essere successi) nel caso che la tesi non fosse vera. Le influenze e i contatti di Vailati furono molti e vari, e spesso fu etichettato come "l'italiano pragmatista". Egli deve molto a Peirce e James (fu uno dei primi a distinguere i loro pensieri), ma egli subì anche l'influenza di Platone e Berkeley (che egli vide come precursori importanti del pragmatismo), Leibniz, V. Welby-Gregory, Moore, Russell, Peano eBrentano. Vailati corrispose con molti dei suoi contemporanei.  La prima parte della sua opera comprende scritti sulla Logica matematica; in essi focalizza l'attenzione sul suo ruolo in filosofia e distinguendo fra logica, psicologia ed epistemologia; la dottrina recente pone Vailati e il suo allievo M. Calderoni nella categoria storiografica del «pragmatismo analitico» italiano.  I suoi principali interessi storici riguardarono la meccanica, la logica e la geometria; egli diede un importante contributo in molti campi, compreso lo studio della meccanica post-aristotelica greca, dei predecessori di Galileo, della nozione di definizione e del suo ruolo nell'opera di Platone e Euclide, delle influenze matematiche sulla logica e sull'epistemologia, e sulla geometria non-euclidea di Saccheri. E particolarmente interessato ai modi in cui quelli che potrebbero essere visti come gli stessi problemi sono inquadrati e trattati in periodi differenti. Il suo lavoro di storico della scienza fu strettamente connesso con quello filosofico: per le due attività, infatti, utilizzò gli stessi pensieri e metodologie di fondo. Vailati vedeva lo studio storico e lo studio filosofico come differenti nell'approccio ma non nell'argomento; crede, inoltre, che dovesse esserci cooperazione fra filosofi e scienziati nell'approfondimento degli studi storici. Ritene anche che una storia completa richiedesse che si tenesse in conto anche il background sociale pertinente. Il superamento delle teorie scientifiche, grazie a nuovi risultati, non comporta la loro distruzione, perché la loro importanza aumenta proprio per il fatto di essere superate. Ogni errore ci indica uno scoglio da evitare mentre non ogni scoperta ci indica una via da seguire. La posizione di Vailati sulla storia della scienza ricalca quella di una serrata critica al positivismo, in un contesto teorico dove il pragmatismo ammette nuovi strumenti di comprensione e anche di valutazione della scienza, come mostrano anche le vicende di M. Calderoni (I. Pozzoni, Il pragmatismo analitico italiano di Mario Calderoni, Roma, IF Press, e di Peano, il quale vanta certe affinità con il pensiero filosofico del periodo (G. Rinzivillo, G. Vailati, Storia e metodologia delle scienze in Una epistemologia senza storia, Roma, Nuova Cultura, e Peano, Contributi invisibili in Una epistemologia senza storia, I. Pozzoni, Il pragmatismo analitico (Villasanta, Liminamentis); Peano, In Memoriam, Boll. di matematica,  I. Pozzoni, Cent'anni di Vailati” (Liminamentis, Villasanta); M. Zan, “La formazione di Vailati” (Congedo Editore, Galatina (Lecce); G. Sava, La psicologia tra Vailati e Brentano, in "Il Veltro", Roma, Giuseppe Giordano, Giovanni Vailati filosofo della scienza, Firenze, Le Lettere, Ivan Pozzoni, Il pragmatismo analitico italiano di Giovanni Vailati, Liminamentis Editore, Villasanta,  Lucia Ronchetti, L'archivio in Quaderni di Acme, Bologna, Cisalpino, Scritti filosofici. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; giovanni-vailati.net. Fondo archivistico e librario conservato presso Milano, Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Vailati, Vailati. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Vailati: la semantica filosofica," The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

Grice e Valent – la forma del linguaggio – filosofia italiana (Treviso). “Some like Vitters, but Valent’s my man.”Grice. Grice: “Valent wrote the only legible introduction to Vitters’s thought!”Essential Italian philosopher. Filosofo. Insegna a Catania e Venezia. Si occupa di ontologia, logica dialettica, linguaggio, storia e interpretazione delle grandi categorie della filosofia occidentale. Dai primi studi sull'empirismo-scetticismo, sul pensiero italiano e sull'analisi del linguaggio (Wittgenstein), è giunto ad indagare attorno alla teoria della negazione e del divenire in chiave dialettica. Sulla base di tali premesse, che orientavano verso una rilettura dei canoni e dei presupposti del rapporto ragione-follia, si è impegnato a ridisegnare, insieme con un gruppo di psichiatri e psicologi del Centro Psico-sociale di Orzinuovi cresciuti nel solco dell'esperienza critica inaugurata da Basaglia, un modello della psiche adeguato alla comprensione e alla cura della malattia mentale, dando vita a quello che è stato definito l'approccio dialettico-relazionale. Collabora con il gruppo teatrale "Scena Sintetica" nella messa in scena di testi filosoficamente rilevanti (Parmenide, Eraclito, Melville, Severino, Galimberti). Presso Moretti è in corso di stampa l'edizione delle sue opera. La sua filosofia muove da un'originale riformulazione di alcune questioni legate alla filosofia di Severino, alla tradizione neo-idealistica italiana (Gentile) ma anche neo-scolastica (Bontadini), e dipendenti dalla riconsiderazione speculativa del concetto del negativo. Descrivendo la sua formazione si define «resciuto a una scuola filosofica di ispirazione ontologica, screziata da un netto disegno dialettico e pungolata dallo scrupolo fenomenologico. Analizzando le implicazioni concettuali e pratiche della negazione così com'è stata pensata in uno dei punti più alti e rilevanti della tradizione dialettica, ovvero nella Scienza della logica di Hegel, critica l'idea intellettualistica della negazione intesa come esclusione, proponendo al contrario una negazione come inclusione e una filosofia animata dal principio di ospitalità. Il "no" della negazione, lungi dal dar vita a una realtà separata, è ciò che innerva il reale nella sua essenza metamorfica e vitale, nella sua splendida apertura alla novità, alla trasformazione e al cambiamento di cui il filosofo è appassionato investigatore. A questo scopo e in evidente autonomia rispetto all'impianto destinale della filosofia della necessità di Severino, esplora la categoria modale della possibilità, cercando di mettere in discussione sia l'opposizione frontale tra realtà e irrealtà, sia la priorità assoluta della positività del reale nonostante la negatività dell'irreale. L'esserci e non l'essere è, per Valent, che legge Hegel con Wittgenstein, la determinatezza semantica e sintattica, il plesso grammaticale e vitale che ricongiunge l'esperienza intesa come luogo dell'emergere della differenza e dell'incalzare degli eventi con la teoria della razionalità quale analisi del permanere e della necessità. Ecco che di contro all'ontologia fondamentale di Severino si fa largo l'idea di una micro-ontologia intesa non come una “ontologia del piccolo”, bensì, piuttosto, nel senso che non c'è nessun evento che non si disponga per virtù propria in una peculiarità di significato, nel vigore elementare e insieme metamorfico di un qui. Ma micro-ontologia anche come ontologia del remoto, dell'avverso-diverso, dell'improbabile, dell'anonimo, del folle: di tutto ciò che insieme si ritiene minore nella capacità di realtà. Con la proposta di una micro-ontologia intendeva sottolineare l'autonomia e la resistenza del diamante della dialettica come principio di determinazione semantica fondato sulla relazione-negazione inclusiva e situato nella prospettiva strategica propria dell'esserci, rispetto al rischio delle ricadute nella mistica dell'essere e di quella totalità assoluta che, in quanto tale, appare separata e isolata, esercitando la sua imposizione distruttiva al di fuori della logica della relazione e dell'inclusione. Di contro all'autentico totalitarismo di questa idea di totalità assoluta propone la ripresa del detto eracliteo del Panta δια pánton, ossia di quel tutto attraverso il tutto che è la forma radicale della illacerabile relazionalità della vita. Solo se ogni differenza tra gli umani è un modo differente di essere il tutto allora le discriminazioni tra piccolo e grande, forte e debole, femmina e maschio, nero e bianco, ricco e povero, sano e malato, non avranno ragione d'essere (se non in quanto differenti manifestazioni dell'identico, invece che differenze di principio e di valore. Opere: Verità e prassi (Vannini, Brescia); La forma del linguaggio. Studio sul Tractatus logico-philosophicus” (Francisci, Abano Terme (Padova), Invito a Wittgenstein, Mursia, Milano; “Asymmetron, Quaderni de "Il Palazzo della Grande Utopia", Milano Dire di no. Filosofia Linguaggio Follia, Teda, Castrovillari (Cosenza); Dire di no. Scritti teorici, Opere (Moretti, Bergamo); “Asymmetron: microntologie della relazione. Scritti teorici 2, in Opere di Italo Valent V, a c. di Tagliapietra, Moretti & Vitali, Bergamo. Panta διαpánton. Scritti teorici su follia e cura, in Opere di Italo Valent VI, a c. di Tagliapietra, Moretti&Vitali, Bergamo. La forma del linguaggio. Studio sul "Tractatus logico-philosophicus. Scritti su Wittgenstein, Sophón. Aforismi per l'anima, a c. di Valent, con un saggio di Andrea Tagliapietra, Moretti&Vitali, Bergamo. Opere. La filosofia, prima di ogni altra definizione dotta, è amore per la realtà. In ricordo, in "XÁOS. Giornale di confine", Dire di no. Scritti teorici, Panta διαpánton. Scritti teorici su follia e cura. Italo Valent. Valent. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valent”, The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731887331/in/datetaken/

 

Grice e Valeri -- uno  spazio tra se e se – l’antropologia filosofica come ricerca dell’intersoggetivo -- filosofia (Somma Lombardo). Essential Italian philosopher. Grice: “I especially like his idea of anthropology, alla Kant, as the search for the subject.” “Tra se e se.” Filosofo. Laureatosi in filosofia a Pisa, quale allievo pure della Scuola normale superiore, discutendo una tesi sul pensiero di Lévi-Strauss, con relatore  Barone, si rivolse agli studi di antropologia, conseguendo un dottorato di ricerca a Pisa. Le sue ricerche riguardarono molti argomenti, fra cui, i sistemi politici, la parentela e il matrimonio, la ritualità, così come l'antropologia sociale ed economica, la storia comparata degli usi e costumi dei popoli, che condusse lungo la linea di pensiero del suo maestro Lévi-Strauss. Gli è stato assegnato per i suoi studi e le sue ricerche di antropologia culturale, il premio ”Guggenheim Fellowship“ per le scienze sociali.  Fra i molti suoi lavori. Cura pure diverse voci antropologiche per l'Enciclopedia Einaudi.  Tra le sue molte opere pubblicate postume, il saggio “Uno spazio tra sé e sé. L'antropologia come ricerca del soggetto” che può considerarsi una sua autobiografia intellettuale.  Saggi: Uno spazio tra sé e sé. L'antropologia come ricerca del soggetto (Roma); S. Ghiaroni, "Società, soggetto, sacrificio. La teoria del sacrificio di Valeri", in Studi e materiali di storia delle religioni,  S. Ghiaroni, ”Società, Soggetto, Sacrificio. La teoria del sacrificio di Valerio Valeri tra Hawaii e Indonesia“, Studi e materiali di storia delle religioni,   Dal titolo: Natura e cultura: introduzione alla teoria dello scambio e della parentela di Claude Levi-Strauss, Pisa, A. A. Per notizie biografiche più esaustive, riferirsi alle  xxvii-xix dell'opera: in merito alla rilevanza di Valeri come studioso e ricercatore; Valerio Valeri. Valeri. Keywords: antropologia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valeri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732762370/in/datetaken/

 

Grice e Valla – volutta – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). essential Italian philosopher. Filosofo. Nato da genitori di origini piacentine (il padre era l'avvocato Luca della Valle), riceve la sua prima educazione a Roma e Firenze, imparando il greco da G. Aurispa e da R. Aretino. Lo guida lo zio materno Melchiorre Scribani, un giurista funzionario in Curia.  La sua prima opera e il De comparatione Ciceronis Quintilianique ("Confronto fra Cicerone e Quintiliano"), in cui elogia il latino di Quintiliano a scapito di quello di Cicerone, andando contro all'idea corrente e mostrando già in questo primo scritto il suo gusto per la provocazione. Quando muore lo zio, spera di ottenere un impiego nella Curia Pontificia. Ma i due autorevoli segretari A. Loschi e P. Bracciolini, ferventi ammiratori di Cicerone, si opponeno all'assunzione/ Grazie all'aiuto di A. Beccadelli, detto il Panormita, e chiamato ad insegnare retorica a Pavia, succedendo al maestro bergamasco G. Barzizza. Questi anni furono fondamentali per lo sviluppo della sua filosofia. Pavia e infatti un vivo centro culturale e egli puo approfondire le sue conoscenze giuridiche, osservando inoltre l'efficacia del procedimento di analisi critica dei testi, che lo Studio pavese applicava con rigore. Acquire una grande reputazione con il dialogo “Della volutta”, nel quale si oppone fermamente alla morale stoica e all'ascetismo, sostenendo la possibilità di conciliare la morale ricondotto alla sua originarietà, con l'edonismo, recuperando così il senso della filosofia di Lucrezio, che sottolinea come tutta la vita dell'uomo sia fondamentalmente volta alla volutta, intesa non come istintività, ma come calcolo dei vantaggi e svantaggi conseguenti ad ogni azione. A conclusione del dialogo,sottolinea, però, come per l'uomo la suprema voluttà e la ricerca spirituale. Si tratta di un saggio considerevole, poiché, per la prima volta, una tendenza filosofica che era rimasta confinata nell'ambito della filosofia romana classica vene rivalutata. Le polemiche che seguirono alla pubblicazione del testo, gli costringe a lasciare Pavia.  Da allora passa da un luogo all’altro, accettando brevi incarichi e tenendo lezioni in diverse città. Fa la conoscenza del re Alfonso V al cui servizio entra. Il re ne fa il suo segretario, lo difende dagli attacchi dei suoi nemici e lo incoraggia ad aprire una scuola a Napoli.  Durante il pontificato di Eugenio IV, pubblica sulla falsa donazione di Costantino, “De falso credita et ementita Constantini donatione". In esso, con argomentazioni storiche e filologiche, dimostra la falsità della donazione di Costantino, documento apocrifo in base al quale la chiesa giustifica la propria aspirazione al potere temporale. Secondo questo documento, infatti, sarebbe stato lo stesso imperatore Costantino, trasferendo la sede dell'impero a Costantinopoli, a lasciare alla Chiesa di Roma il restante territorio dell'Impero romano. La dimostrazione di Valla è accettata e lo scritto è datato all'VIII secolo o IX secolo. Quid, quod multo est absurdius, capit ne rerum natura, ut quis de Constantinopoli loqueretur tanquam una patriarchalium sedium, que nondum esset, nec patriarchalis nec sedes, nec urbs christiana nec sic nominata, nec condita nec ad condendum destinata? Quippe privilegium concessum est triduo, quam Constantinus esset effectus christianus, cum Byzantium adhuc erat, non Constantinopolis. E, ciò che è molto più assurdo e non rientra nella realtà dei fatti, come si può parlare di Costantinopoli come di una delle sedi patriarcali, quando ancora non era né patriarcale né una sede né una città cristiana né si chiamava così, né era stata fondata, né la sua fondazione era stata decisa? Infatti il privilegio fu concesso tre giorni dopo che Costantino si fece cristiano, quando Bisanzio esisteva ancora e non Costantinopoli. Dimostra che anche la lettera ad Abgar V attribuita a Gesù e un falso e, sollevando dubbi sull'autenticità di altri documenti spuri e ponendo in discussione l'utilità della vita monastica e mettendone in luce anche l'ipocrisia nel De professione religiosorum ("La professione dei religiosi"), suscita l'ira delle alte gerarchie ecclesiastiche. E obbligato, pertanto, a comparire davanti al tribunale dell'Inquisizione, alle cui accuse riusce a sottrarsi soltanto grazie all'intervento del re. Visita nuovamente Roma, dove i suoi avversari sono ancora molti e potenti. Riusce a salvarsi da morte certa travestendosi e ritornando a Napoli. Vengono divulgati gli Elegantiarum libri sex, i sei libri sull'"eleganza" della lingua Latina. Il saggio raccoglie una serie straordinaria di passi desunti dai più celebri scrittori latini (Virgilio, Cicerone, Livio), dallo studio dei quali occorre codificare i canoni linguistici, stilistici e retorici della lingua latina. Il saggio costitue la base scientifica del movimento umanista impegnato a riformare il latino sullo stile ciceroniano.  In le "Emendationes sex librorum Titi Livii" discute, col suo modo di scrivere brillante e caustico, correzioni ai libri 21-26 di Livio in opposizione ad altri due intellettuali della corte napoletana il Panormita ed il Facio che non avevano il suo stesso spessore filologico. Con la morte del re, la sua fortuna inizia a volgere in meglio. Recatosi nuovamente a Roma, e ricevuto da Niccolò V. Assume il ruolo a lui più consono di professore di retorica, ma non perde nemmeno il suo spirito caustico e inizia a criticare la Vulgata, facendo confronti con l'originale greco sminuendo il ruolo di traduttore dGirolamo e giudica spuria la corrispondenza tra Seneca e Paolo. Sotto Callisto III raggiunse il culmine della carriera, divenendo segretario apostolico. È quasi impossibile farsi un'idea precisa della sua vita privata e di suo carattere, essendo i documenti nei quali vi si fa riferimento sorti in contesti polemici e, pertanto, fonte più di esagerazioni e calunnie che di testimonianze attendibili. Appare comunque come persona orgogliosa, invidiosa e irascibile, caratteristiche cui però si affiancano le qualità di elegante umanista, critico acuto e scrittore pungente nella sua continua e violenta polemica sul potere temporale della Chiesa di Roma. -- è un personaggio di eccezionale importanza soprattutto quale rappresentante del più puro umanesimo. Con le sue spietate critiche alla Chiesa di Roma e un precursore di Lutero, ma fu anche il promotore di molte revisioni di testi La sua filosofia si basa su una profonda padronanza della lingua latina e sulla convinzione che fosse stata proprio un'insufficiente conoscenza del latino la vera causa del linguaggio ambiguo di molti filosofi. Valla era convinto che lo studio accurato e l'uso corretto della lingua fosse l'unico mezzo di acculturazione feconda e comunicazione efficace: la grammatica e un appropriato modo di esprimersi erano a suo modo di pensare alla base di ogni enunciato e, prima ancora, della stessa formulazione intellettuale. Da questo punto di vista la sua filosofia e  tematicamente coerente, in quanto ciascuna delle parti si sofferma innanzitutto sulla lingua, sul suo impiego rigoroso e sull'individuazione delle applicazioni erronee della grammatica latina. Il profondo distacco storico ci permette di distinguere la sua filosofia in due filoni, quello critico e quello filologico. Sebbene avesse saputo mostrare eccezionali doti di storico negli scritti critici, questa capacità non è però riscontrabile nell'unico lavoro definito storico, cioè nella biografia di Ferdinando d'Aragona, tutto sommato un modesto elenco di aneddoti.  Nel III secolo l'Impero romano inizia a tramontare, il che si palesava non solo nell'indebolimento delle forze politiche e militari, ma anche nello sfaldamento dell'ordinamento interno e soprattutto nell'imbarbarimento della cultura. La crisi generale e l'accettazione di molte genti non italiche tra i cittadini romani provocano un lento ma significativo allontanarsi dalla lingua verso forme dialettali e meno eleganti. Si evidenzia la necessità di uno sviluppo della lingua che presuppone la canonizzazione della parlata popolare e della sua semplice grammatica. Sono i primi sintomi della nascita del volgare, che necessita di un millennio per svilupparsi pienamente. Durante questa lunghissima transizione, in tutta l’Italia ci fu un'enorme incertezza linguistica. Il romano classico cede lentamente il posto ad una mescolanza di nuovi idiomi che combatteno per la supremazia.  Gli effetti di questo periodo di passaggio sono ben visibili soprattutto nelle traduzioni che via via nasceno dal romano verso l'italico, poché la linea di demarcazione tra il romano e il volgare e fluttuante e nessuno dei traduttori puo dirsi un vero esperto in materia. E il primo a stabilire un limite alla volgarizzazione, decidendo che un cambiamento oltre tale limite fa già parte del processo di sviluppo. In questo modo riusce non solo a salvaguardare la purezza del romano, ma pose anche le basi per lo studio e la comprensione del volgare nato dal romano.  Si pone tra i maggiori esponenti dell'umanesimo non solo per il suo costante apporto di punti di vista umanistici, bensì anche per la sua annosa avversione alla cultura scolastica.  È indicativa ad esempio la sua tesi in “Della volutta” sugli errori dello stoicismo praticato dagli asceti che non avrebbero preso in debita considerazione le leggi naturali, dunque divine. La morale consiglierebbe infatti, a suo avviso, un'esistenza allegra e godereccia che non precluderebbe in alcun modo l'aspirazione alle gioie del paradiso. Analogamente, nelle “Dialecticae Disputationes”, confuta il dogmatismo di Aristotele e la sua arida logica che non offre insegnamenti o consigli, bensì discute solo di parole senza raffrontarle con il loro significato nella vita reale. Altrettanto critico si dimostra (nelle Adnotationes in Novum Testamentum) quando usa la sua profonda padronanza del latino per provare che sono state le traduzioni maldestre di alcuni passi del Nuovo Testamento a causare incomprensioni ed eresie.  È a lui dedicata una Fondazione che in collaborazione con Mondadori, pubblica la collana dei romani i in cui vengono proposte edizioni critiche di testi classici.  L'arte della grammatica, P. Casciano (Milano, Mondadori); La falsa Donazione di Costantino, G. Pepe, Firenze, Ponte alle Grazie, Scritti filosofici e religiosi, G. Radetti, Firenze, Sansoni, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, “Repastinatio dialectice et philosophie” (Padova, Antenore). Treccani enciclopedia/lorenzo-valla (Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia)   E. Garin, "La letteratura degli umanisti", in E. Cecchi-N. Sapegno Letteratura italiana, III, Il Quattrocento e l'Ariosto, Milano, Garzanti); Basilica Papale SAN GIOVANNI IN LATERANO, su vatican.va. Pubblicate per la prima volta da Erasmo da Rotterdam.  G. Antonazzi, “Valla e la polemica sulla donazione di Costantino, Roma); S. Camporeale, Valla. Umanesimo e teologia, Firenze, Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento,Wilhelm Fink, M. Laffranchi, Dialettica e filosofia in Valla, Milano, Vita e Pensiero, G.  Mancini, Vita di Valla, Firenze, G. C. Sansoni; L. M. Regoliosi, “Valla. La riforma della lingua e della logica: Atti del convegno del Comitato Nazionale, Prato) Firenze, Polistampa, Donazione di Costantino. Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Rita Pagnoni Sturlese. Su treccani. in Il contributo italiano alla storia del pensiero Filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, La falsa donazione di Costantino, su classic italiani. La tomba su penelope.uchicago, Laurentius Vallensis. Lorenzo Valla. Valla. Keywords: rinascimento. Refs.: Luigi Speranza, “Valla e Grice,”per la Fondazione Lorenzo Valla, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688559016/in/photolist-2mPq5pS-2mKPBS1-2mKxnN1-CiAmxk-BvUfSB-jkJZJm-js45BA-jkGK9m-jkK47d-jkEKUz

 

Vallauri (Roma). essential Italian philosopher. “Italians, especially noble ones, love a long surname, so this is Luigi Lombardi Vallauri. I say: if he wants to keep the Vallauri, that’s what he’ll go with by!”Lombardi Vallauri. Grice: “He favours animal rights, as I do.”Filosofo e professore universitario italiano.  È stato Professore di filosofia del diritto presso l'Università Cattolica di Milano e l'Università degli Studi di Firenze. Dal  ha insegnato all'Università degli Studi dell'Insubria e all'Università degli Studi di Sassari, dalla quale è stato chiamato per "chiara fama".   Nasce e cresce in contesto familiare profondamente cattolico. Nipote del predicatore gesuita Riccardo Lombardi, cugino del direttore della Sala stampa vaticana Federico Lombardi, nonché nipote di Gabrio Lombardi, si avvia alla formazione teologica alla Gregoriana di Roma. Nello stesso periodo consegue la laurea in Giurisprudenza col massimo dei voti presso l'Roma, suo maestro è stato Emilio Betti. Abbandonata la vocazione sacerdotale intorno a vent'anni, dopo la laurea perfeziona gli studi giuridici in Germania e vince molto presto il concorso per la Libera docenza. Diviene Professore in Filosofia del diritto all'Firenze, dove ha insegnato anche Argomentazione giuridica e Filosofia del diritto avanzata. Ottiene la cattedra in Filosofia del diritto anche all'Università Cattolica di Milano. Dopo il collocamento a riposo insegnerà presso le Como e Sassari.  Massimo esperto di teoria dell'interpretazione giuridica, già direttore dell'Istituto per la documentazione giuridica del CNR e presidente della Società italiana di filosofia giuridica e politica -- è autore di una vastissima serie di saggi filosofico-giuridici. Con il suo Terre: Terra del Nulla, Terra degli uomini, Terra dell'Oltre ha aperto un nuovo filone della sua ricerca, dedicato alla filosofia della religione e della spiritualità. Al saggio Nera Luce, apparso nel 2001, Lombardi Vallauri ha consegnato la sua critica serrata ai dogmi del cattolicesimo e l'approdo all'apofatismo. I suoi interessi recenti riguardano la tutela giuridica dei diritti degli animali. È vegano.  Fonda e conduce, un gruppo di meditazione teso a esplorare le possibilità di una vita contemplativa all'altezza del sapere moderno. Il suo ultimo libroche traduce in scrittura il seguitissimo corso di meditazioni tenuto dall'autore per Radio Tre Rai npropone una mistica laica, ossia una mistica che prescinde da rivelazioni soprannaturali coniugando il pensiero scientifico occidentale con le tecniche di meditazione tipiche delle filosofie orientali.  Allontanamento dall'Università Cattolica Dal 1976 Lombardi Vallauri ha insegnato Filosofia del diritto presso l'Università cattolica di Milano. Tiene una conferenza a Bari e all'inizio decide di sedersi in terra, giustificandosi presso l'uditorio con la frase. Del Dio che emoziona non mi sento di parlare seduto su una sedia, quindi, mentre parlerò di questo Dio, starò seduto in terra».  Nel 1998 è stato sospeso dall'attività didattica a causa del suo insegnamento ritenuto eterodosso rispetto alla dottrina della Chiesa Cattolica. Fra i punti problematici secondo le autorità ecclesiastiche, un giudizio di Lombardi Vallauri sul dogma dell'inferno, da lui definito:  incostituzionale in quanto nessun atto per quanto grave può meritare una pena eterna e perché è contraria ai princìpi più avanzati del diritto, e specificamente del diritto influenzato dal cristianesimo, una pena che in nessun modo tenda alla rieducazione/riabilitazione del condannato. Il professore ha affermato in seguito. Quando i giudici ecclesiastici mi hanno cacciato fuori dall'Università Cattolica non riuscivano a formulare l'accusa ed io ho detto: "Ve la do io, il papa è quasi infallibile nell'errare. Dopo l'esito negativo dei ricorsi giudiziari interni, si è rivolto alla Corte europea dei diritti dell'uomo.  La Corte si è pronunciata a favore del ricorrente, ritenendo che fossero stati lesi i suoi diritti alla libertà di espressione (per il provvedimento adottato dalla Cattolica senza contraddittorio) e a un equo processo (per il rifiuto a pronunciarsi opposto dagli organi giurisdizionali amministrativi), entrambi garantiti, rispettivamente, dagli articoli 10 e 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.  Pensiero Nei suoi corsi e libri Vallauri di è occupato di varie tematiche: filosofia del diritto, critica dei riduzionismi, filosofia della mente, misticismo, buddismo, sessualità, meditazione, diritti degli animali. Riassumeva la situazione storica attuale tramite la seguente formula: [E = (m+e) + i (ab) + fd + oid] -> [N.O.] -> [(N. e/ax/es)] + (I.P.)]  La prima parte è l’equazione del riduzionismo ontologico: l’essere è riducibile alla somma di materia, energia e informazione. L’informazione è di due specie: algoritmica e biologica. Il riduzionismo diventa poi scientismo tecnologico, con l’aggiunta di un fattore di dominazione, ossia la teoria baconiana del conoscere per dominare, e dell'organizzazione industriale del dominio portata dalla rivoluzione industriale. Le conseguenze dello scientismo sono il nichilismo ontologico, ossia la scomparsa di ogni tipo di spirito (dio angeli anima), il quale può avere due esiti antitetici: le filosofie del soggetto assoluto e quelle della morte del soggetto. L’ultima conseguenza del processo è il nichilismo etico assiologico ed esistenziale, ossia la negazione di norme e valori oggettivi. Esso genera un vuoto, che nella nostra epoca viene occupato dall’individualismo possessive, ossia la credenza che gli unici beni sono ricchezza successo e potere. Occorre dunque articolare una risposta filosofica al riduzionismo, individuando quali realtà si sottraggano alle sue pretese. L’oggetto principale che sfugge alla riduzione è la mente.   Opere principali Saggio sul diritto giurisprudenziale, Milano, Amicizia, carità e diritto, Milano); Corso di filosofia del diritto, Padova); Cristianesimo, secolarizzazione e diritto moderno, Milano, Terre: Terra del Nulla, Terra degli uomini, Terra dell'Oltre, Milano. Il Meritevole di tutela, Milano, Logos dell'essere Logos della norma, Bari, Nera luce, Firenze); Riduzionismo e oltre: Dispense di filosofia per il diritto, Padova, Trattato di Biodiritto. La questione animale, Milano,  Meditare in Occidente. Corso di mistica laica, Firenze,  Scritti animali. Per l'istituzione d-i corsi universitari di diritto animale, Gesualdo,  Note  Sandro Magister, L'inferno? Una vergogna, L'Espresso. Guadagnucci; Scritti Animali. Per l'istituzione di corsi universitari di diritto animale, in Visionari, Gesualdo (AV) (Gesualdo, Guadagnucci); R. Bosco, Cristo o l'India, Verona, Fede e Cultura, Guadagnucci. Sullo scarso fondamento dei fondamentalismi, Nuovamente.  Lombardi Vallauri L., Neuroni, mente, anima, algoritmo: quattro ontologie, Lettura magistrale al VI congresso della Società italiana di neuroscienze,  Lorenzo Guadagnucci, Il filosofo degli animali, in Restiamo animali: Vivere vegan è una questione di giustizia, Milano, Terre di mezzo,  Meditare in occidente Corso di mistica laica, ciclo di trasmissioni radiofoniche su Radio3 Rai.  Meditare in occidente Corso di mistica laica, ciclo di trasmissioni radiofoniche su Radio3 Rai, Meditare in occidenteL'anima di paesaggio, ciclo di trasmissioni radiofoniche su Radio3 Rai, edizione. Conferenza/lezione tenuta dal titolo: Nonviolenza e Animali: un tema antico come le montagne e sempre più ricco di futuro. Evento organizzato da Progetto Vivere Vegan,   Interviste Sì agli interventi che aiutano i nascituri, intervista di Giancarlo Perna, LIBERO, l'Unità, Firenze, e Rassegna stampa sul "Caso Vallauri" I Nuovi Inquisitori, di Giovanni Maria Pace, a Repubblica, A dialogo con Luigi Lombardi Vallauri, di Neri Pollastri, da Phronesis, V (2007), n. 9 Note, di Teresa Franza, Officina sedici. Luigi Lombardi Vallauri. Vallauri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Vallauri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732400744

 

Valletta (Napoli). Eessential Italian philosopher. Grice: “He was a libertine from Naples. I like him. His oeuvre published in Firenze. Filosofo. Nell'infanzia studiò dapprima letteratura presso i Gesuiti per poi dedicarsi al diritto.  Insieme a Francesco D'Andrea, fu fra i fondatori dell'Accademia degli Investiganti, che diede impulso al grande rinnovamento culturale che prese avvio negli ultimi decenni del Seicento meridionale. Nelle accese polemiche filosofico-scientifiche tra progressisti e conservatori, il Valletta insieme a Tommaso Cornelio, Francesco D'Andrea, Leonardo Di Capua e agli altri accademici investiganti appoggiò attivamente i progressisti.  Istituì a sue spese la cattedra di lingua greca presso l'Napoli, affidando l'incarico di insegnamento al suo maestro ed amico Gregorio Messere, illustre grecista e filosofo dell'epoca. Cura l'edizione napoletana delle Opere e del Bacco in Toscana dello scienziato toscano F. Redi. Grande appassionato e conoscitore di libri, tanto che la sua biblioteca ne arriva a contenere ben diciottomila, meritandosi l'appellativo di Helluo librorum et Secli Peireskius alter. Grazie all'interessamento di Vico, il fondo librario confluì nella Biblioteca dei Girolamini. Saggi: Lettera in difesa della moderna filosofia e de' coltivatori di essa. Historia filosofica.  Lombardi. Antonio Lombardi, Storia della letteratura italiana nel secolo XVIII. Tipografia camerale. Fausto Nicolini, Giuseppe Valletta, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gl’Investiganti Francesco D'Andrea Francesco Redi Francesco Valletta, nipote di Giuseppe.Valletta breve scheda biografica sul sito "Francesco Redi. Scienziato e poeta alla Corte dei medici". Giuseppe Valetta. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valletta” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691732621/in/photolist-2mKKxpY-2mKR1CX-2mKPDck-2mKPCGs-2mKU5Gz

 

Grice e Valore – l’inventario del mondo – filosofia italiana (Milano). Essential Italian philosopher. Grice: “Having philosophsided on what Italians call ‘valore,’ I admire Valore!”Filosofo. Si occupa di metafisica, di ontologia generale e delle implicazioni ontologiche delle teorie formali. Si è interessato anche dei progetti di linguaggi artificiali e di lingue ausiliarie. Laureatosi in Filosofia a Milano, vi ha conseguito il dottorato di ricerca con uno studio su Riferimento, rappresentazione e realtà in Putnam. Dopo un anno di perfezionamento al King’s College di Londra, dal 2002 diventa ricercatore presso il Dipartimento di Filosofia della Statale di Milano, dove ha insegnato Storia della filosofia contemporanea. La sua prima produzione è stata dedicata principalmente a studi sulla filosofia dell'Ottocento e del Novecento e alla riabilitazione di una prospettiva neotrascendentalista soprattutto in metafisica. Ha partecipato al gruppo fondatore della rivista Problemata. Quaderni di Filosofia, di cui è stato caporedattore. Quando la Facoltà di Ingegneria industriale del Politecnico di Milano gli ha affidato un corso di "Verità e teoria della corrispondenza", la sua ricerca si è spostata su tematiche sempre più teoriche, collegate alla filosofia analitica, alla metafisica e all'ontologia analitica. Organizza e cura il Progetto. Diviene quindi professore aggregato di Storia della metafisica contemporanea a Milano, di Filosofia teoretica al Politecnico con corsi dedicati all'ontologia formale e, nel -, di Filosofia degli oggetti sociali (ontologia sociale) alMilano. Fonda InKoj. Interlingvistikaj Kajeroj, rivista di studio e discussione accademica sulle tematiche dei linguaggi artificiali. È stato membro del gruppo di ricerca European Collaborative Research finanziato dall'European Science Foundation e dal  è il responsabile del progetto  per il programma EuroScholars USA European Undergraduates Research Opportunities). Lavora su un suo progetto di ricerca di ontologia formale per il quale ha vinto una sponsorizzazione Fulbright nella categoria Fulbright Visiting Scholar. Collabora con la Rivista di storia della filosofia, è nel comitato scientifico delle riviste Materiali di estetica, Rivista Italiana di Filosofia Analitica Junior e Multilinguismo e società ed è direttore delle collane di filosofia Biblioteca di Problemata (editore LED di Milano) e Ratio. Studi e testi di filosofia contemporanea (editore Polimetrica di Monza). Saggi:“Trascendentale e idea di ragione. Studio sulla fenomenologia banfiana” (Firenze, La Nuova Italia); “Rappresentazione, riferimento e realtà” (Torino, Thélème); “L'inventario del mondo. Guida allo studio dell'ontologia, Torino, Utet, La sentenza di Isacco. Come dire la verità senza essere realisti, Milano-Udine, Mimesis, Curatele Antonio Banfi, Platone. Lezioni,  (Valore), Milano, Unicopli, Forma dat esse rei. Studi su razionalità e ontologia, Milano, Led, Paolo VaArs experientiam recte intelligendi. Saggi filosofici, Monza, Polimetrica, Da un punto di vista logico. Saggi logico-filosofici, Milano, Cortina); Materiali per lo studio dei linguaggi artificiali (Milano, Cuem); “Questioni di metafisica contemporanea” (Milano, Il Castoro); Quine (Milano, Angeli). Monaco di iera, Grin Verlag,. Pubblicato anche, con il titolo Interlinguistica e filosofia dei linguaggi artificiali, come numero monografico per la prima uscita del giornale accademico multilingue InKoj. *Interlingvistikaj Kajeroj. Pisa, Edistudio, Dispense universitarie La categoria di sostanza in Aristotele, Milano, Cuem, Introduzione al dibattito contemporaneo sulla distinzione tra analitico e sintetico (Milano. Cuem); Questioni di ontologia quineana (Milano, Cusl); La struttura logico-analitica dell'ontologia herbartiana (Milano, Cusl); Laboratorio di ontologia analitica, Milano, Cusl); Verità e teoria della corrispondenza (Milano, Cusl); Philosophy of Social Objects (Milano, Bocconi); Bibliografie ragionate Ontologia, Milano, Unicopli, Verità, Milano, Unicopli,Saggi e articoli n Acme,  "Idealizzazione della verità e coerentismo. Due perplessità sul realismo della 'seconda ingenuità'", in Iride. Filosofia e discussione pubblica,  "La 'posizione' esistenziale e il giudizio ipotetico nell'ontologia herbartiana: il caso degli oggetti inesistenti", in Poggi, Natura umana e individualità psichica. Scienza, filosofia e religione in Italia (Milano, Unicopli); “Sull'idea di una logica trascendentale", in Chora. Laboratorio di attualità, scrittura e cultura filosofica, "Alcune note sull'attualità dell'ontologia nella filosofia contemporanea più recente", in  Valore, Forma dat esse rei..., "L'interpretazione semantica del trascendentale e l'ontologia del mondo reale in Giulio Preti", in Paolo Valore, Forma dat esse rei...,  "Il mestiere antico e nuovo del filosofo", in la Repubblica, (sMilano).  "Fisica e geometria come modelli di lavoro per l'ontologia. Un'interpretazione del metodo delle relazioni”, Dall'epistolario di Preti a Banfi", Ad Antonio Banfi cinquant'anni dopo, Milano, Unicopli, "Due tipi di parsimonia. Alcune considerazioni sul costruttivismo e il nominalismo ontologico", in La filosofia e i linguaggi, Macerata, Quodlibet.  "Cosa c'è che non va nell'idea di una lingua cosmica. Il caso del LINCOS di Freudenthal", in Multilingusimo e Società,  "Nothing is part of everything", in Giornale di filosofia, Ontologie/8 (): giornaledifilosofia.net  La rivista è consultabile sul sito specifico dell'Milano.  Volume recensito da Massimo Dell'Utri sulla rivista Iride. Filosofia e discussione pubblica, Secretum on line. Scienze, saperi, forme di cultura,  e da Marazzi sulla Rivista di filosofia neoscolastica,Volume recensito da Conrad Gesner Jr. sulla rivista Belfagor. Rassegna di varia umanità, Volume recensito da M. Bianchetti sulla rivista Chora. Laboratorio di attualità, scrittura e cultura filosofica,  Volume recensito da: Giardino sulla Rivista di filosofia, nnell'articolo "Tra i cavalli alati e la realtà", su Il manifesto, Francesco Armezzani su SWIF Volume recensito da R. Corsetti su “L'esperanto. Revuo de itala esperanto-federacio”, Volume recensito da sulla rivista web Secretum on line. Scienze, saperi, forme di cultura Si tratta di un eBook accessibile solo con password.  Si tratta di una replica critica all'articolo di Patrizia Valduga "Trentuno filosofi all'anagrafe", pubblicato su la Repubblica, (sezione Milano).  Profilo accademico su immaginidellamente. Elenco completo delle pubblicazioni sul sito universitario academia.edu. Paolo Valore. Valore. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valore” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51730921887

 

Grice e Vanini – peripatetici – filosofia italiana – Luigi Speranza (Taurisano). Essential Italian philosopher. “If you speak Italian, you should never confuse Vaninin with Vanninin.” -- Grice. Filosofo. Fra i primi esponenti di rilievo del libertinismo erudito. Nasce a Taurisano, casale di Terra d'Otranto, nella famiglia che il padre Giovan Battista, uomo d'affari originario di Tresana in Toscana, costitusce sposando una Lopez de Noguera, appartenente a una famiglia spagnola appaltatrice delle regie dogane della Terra di Bari, della Terra d'Otranto, della Capitanata e della Basilicata. Anche un successivo documento scoperto nell'Archivio segreto vaticano, lo qualifica pugliese, confermando il luogo di nascita ch'egli si attribuisce nelle sue opere. Nel censimento ufficiale della popolazione del casale di Taurisano figurano solo i nomi di Giovan Battista Vanini, del figlio legittimo Alessandro, e del figlio naturale Giovan Francesco. Nessun cenno della moglie e dell'altro figlio legittimo Giulio Cesare. Si ha motivo di ritenere che il padre sia rientrato a Napoli. Sistemata ogni pendenza economica, entra nell'ordine carmelitano assume il nome di Gabriele e si trasferisce a Padova per intraprendere gli studi. Giunge nelle terre della Repubblica di Venezia quando le polemiche provocate due anni prima dall'interdetto di Paolo V sono ancora vivacissime. Durante il soggiorno padovano entra in contatto con il gruppo capeggiato da P. Sarpi che, con l'appoggio dell'ambasciata inglese a Venezia, alimenta la polemica anti-papale. Consegue a Napoli il titolo di dottore in utroque iure, superando l'esame che gli consente di esercitare la professione di dottore nella legge civile e canonica. Come verrà descritto in documenti posteriori, assimila una grande cultura. Parla assai bene il latino e con una grande facilità, è alto di taglia e un po' magro, ha i capelli castani, il naso aquilino, gli occhi vivi e fisionomia gradevole ed ingegnosa. Divenuto maggiorenne, si fa riconoscere da un tribunale della capitale erede di Giovan Battista. Con una serie di rogiti e procure notarili redatte a Napoli, inizia a sistemare ogni pendenza economica conseguente alla morte del padre. Vende una casa di sua proprietà sita in Ugento, a pochi chilometri dal suo paese d'origine. Dà mandato a uno zio di assolvere incarichi dello stesso tipo, incarica l'amico Scarciglia di recuperagli una somma e gli vende alcuni beni rimasti a Taurisano e tenuti in custodia dai due fratelli. Partecipa alle prediche quaresimali, attirandosi i sospetti delle autorità religiose. In conseguenza dei suoi atteggiamenti anti-papali, e allontanato dal convento di Padova e rinviato, in attesa di ulteriori sanzioni disciplinari, al Provinciale di Terra di Lavoro con sentenza del generale dell'Ordine Carmelitano, Silvio, ma fugge in Inghilterra, insieme con il confratello genovese Bonaventura Genocchi. Nel viaggio, toccano Bologna, Milano, i Grigioni svizzeri e discendono il corso del Reno sino alla costa del Mare del Nord, attraversando la Germania, i Paesi Bassi, il canale della Manica e giungendo infine a Londra e a Lambeth, sede arcivescovile del Primate d'Inghilterra. Qui i due frati rimarranno per quasi due anni, nascondendo la loro reale identità perfino ai loro ospiti inglesi, poiché è provato che lo stesso arcivescovo di Canterbury, George Abbot, li conosceva sotto un nome diverso da quello reale. Nella Chiesa londinese detta dei Merciai o degl’Italiani, alla presenza di un folto auditorio e di Bacone, Vanini e il suo compagno fanno una pubblica sconfessione della loro fede cattolica, abbracciando la religione anglicana. In realtà i due frati non hanno tagliato i ponti con i loro ambienti di provenienza: infatti nel Genocchi viene raggiunto da una lettera molto amichevole di un amico e confratello genovese, Gregorio Spinola. A loro volta, le autorità cattoliche vengono subito informate di questo caso. -- è il nunzio a Parigi ad avvertire la Segreteria di Stato vaticana che due frati veneziani non meglio identificati sono fuggiti in Inghilterra e si sono fatti ugonotti, che un vescovo italiano sta per seguirli e che lo stesso Sarpi, morto il doge e privato della sua protezione, per non cadere in mano dei suoi nemici, è sul punto di fuggire in Palatinato tra i protestanti. Analoga notizia, arricchita di altri particolari, viene inoltrata dal nunzio in Fiandra al cardinale Borghese a Roma, che risponde mostrandosi già al corrente dei fatti e dell'esatta identità dei due frati. Sa che la fuga di Vanini, di Genocchi, di Sarpi e di un non ancora identificato vescovo italiano potrebbe portare alla ricostituzione in terra protestante del gruppo di opposizione al papato già operante nella Repubblica veneta al tempo dell'interdetto. Il nunzio Ubaldini da Parigi continua a inviare a Roma dettagli sulla condotta dei due frati rifugiati in Inghilterra, sulle loro predicazioni, su come sono stati accolti a corte e dalle autorità religiose, su come si continui a parlare dell'arrivo del vescovo italiano. La Segreteria di Stato vaticana esorta il nunzio in Francia ad attivare i suoi confidenti in Inghilterra al fine di scoprire l'identità del vescovo intenzionato a rifugiarvisi. Il cardinale Ubaldini da Parigi assicura alla Segreteria di Stato tutto il suo impegno in merito all'argomento dei due frati. Nello stesso dispaccio afferma che non mancherà di informare di ogni dettaglio anche il cardinale Arrigoni, che gli ha scritto in merito per conto del Papa e della Congregazione del Sant'Uffizio. Evidentemente a quella data la condotta veneziana e la successiva fuga dei due frati era già diventata argomento di discussione dell'Inquisizione Romana. Un'altra lettera del cardinale Borghese invita il nunzio in Francia ad essere vigile sulla faccenda della fuga del vescovo in Inghilterra e, nel caso egli passi per il suolo francese, a far di tutto per «farlo ritenere», come suggerisce il Papa e «come sarebbe molto a proposito». In dicembre il Nunzio Ubaldini invia da Parigi al cardinale Borghese notizie dettagliate e di tenore molto diverso rispetto alle precedenti sui due frati, attestando la buona reputazione di cui essi godono in Inghilterra e la fiducia che possano presto essere recuperati alla Chiesa di Roma. Questa lettera viene poi trasmessa al tribunale dell'Inquisizione romana che nei primi giorni del gennaio successivo inizia di fatto a istruire il processo contro Vanini. Nei mesi successivi si hanno varie notizie di un gran traffico di suppliche e lettere dei due frati a Roma, specialmente tramite l'ambasciatore spagnolo a Londra, per ottenere il perdono del papa e il rientro nel Cattolicesimo. Le autorità religiose inglesi ne vengono segretamente informate e dispongono un'attenta sorveglianza nei confronti dei due frati.  Tra la fine dele l'inizio del Vanini si reca in visita all'Cambridge e poi ad Oxford; qui confida ad alcuni conoscenti la sua ormai imminente fuga dall'Inghilterra, cosicché in gennaio i due frati vengono arrestati dalla guardie dell'arcivescovo dopo una funzione religiosa nella chiesa "degli Italiani" e rinchiusi in case di alcuni servi dell'arcivescovo. Scoppia un grande scandalo e dell'episodio vengono informati il re e le massime autorità dello Stato, in quanto nelle operazioni di recupero appaiono chiaramente coinvolti agenti di nazioni straniere accreditati nelle ambasciate a Londra. Altissime personalità cattoliche da Roma seguono la vicenda e la favoriscono con grande calore.  In febbraio Genocchi, eludendo la sorveglianza e con l'aiuto di agenti stranieri, fugge dalla prigione e dall'Inghilterra; in conseguenza di ciò, viene trasferito in luogo più sicuro e rinchiuso nella Carzel publica, ovvero nella Gatehouse adiacente all'Abbazia di Westminster. Dilaga lo scandalo; volano le accuse di leggerezza nei confronti dei fautori della fuga dei due frati dall'Italia, mentre cominciano a circolare apertamente i nomi del cappellano dell'ambasciatore veneto a Londra, Girolamo Moravo, e dell'ambasciatore spagnolo quali autori del clamoroso recupero. Dalla Curia romana si continua a seguire la vicenda e a favorirla in ogni modo.  A Londra viene intanto istruito il processo a Vanini: il frate rischia una severa punizione, non il rogo come i martiri della fede (come il carmelitano scriverà con enfasi poi nelle sue opere), ma una lunga deportazione in desolate colonie lontane, come l'arcivescovo Abbot suggerisce al re.  La fuga da Londra. Anche Vanini riesce a evadere di prigione e a fuggire dall'Inghilterra, sempre grazie all'aiuto degli agenti dell'ambasciatore spagnolo a Londra, incoraggiato da alte personalità romane e del cappellano dell'ambasciata della Repubblica Veneta, che si avvale anche dell'opera di alcuni servi dell'ambasciatore stesso, ma all'insaputa di questi.  Due anni dopo, durante il processo della Repubblica Veneta contro l'ambasciatore Foscarini per spionaggio e per aver consentito ad Abbot di sottoporre ad interrogatorio il personale dell'ambasciata, vengono alla luce anche dettagli sulla complicità della fuga di Vanini da Londra. Vanini e Genocchi arrivano a Bruxelles e si presentano al Nunzio di Fiandra, Guido Bentivoglio, che li attende da tempo. Vengono iniziate le prime pratiche per la concessione del perdono per la fuga in Inghilterra e per l'apostasia e viene loro accordato di tornare in Italia e di vivervi in abito di prete secolare, senza più indossare l'abito religioso, ma con il vincolo dell'obbedienza al loro superiore. Forti di tali concessioni, alla fine di maggio i due frati vengono posti sulla via per Parigi, dove devono presentarsi al Nunzio di quella città, Roberto Ubaldini.  All'incirca nello stesso periodo giunge a Parigi anche l'ultimo frate "recuperato" dall'Inghilterra, fra' Nicolò da Ferrara, al secolo Camillo Marchetti. Altri due frati, invece, non ottengono il perdono dalle autorità cattoliche.  Lione, la città vecchia A Parigi, nell'estate del, durante la permanenza presso la sede del Nunzio Ubaldini, Vanini si inserisce nella polemica relativa all'accettazione dei principi del concilio di Trento in Francia, che tardava ad arrivare a causa del rifiuto di parte del clero gallicano; per orientare gli animi nella direzione voluta dalla Santa Sede, scrive i Commentari in difesa del concilio di Trento, di cui egli poi intende avvalersi, come scrive Ubaldini ai suoi superiori in Roma, per dimostrare la sincerità del suo ritorno nella fede cattolica.  Riprende quindi la strada per l'Italia, dirigendosi a Roma, dove deve affrontare le difficili fasi finali del processo presso il tribunale dell'Inquisizione. Dimora per qualche mese a Genova, dove ritrova l'amico Genocchi e si guadagna da vivere insegnando filosofia ai figli di Scipione Doria.  Nonostante le assicurazioni ricevute, il ritorno dei frati non è del tutto tranquillo: nel gennaio Genocchi viene inaspettatamente arrestato dall'Inquisitore di Genova; a Ferrara accade lo stesso all'altro frate "recuperato", Camillo Marchetti. Vanini teme che gli accada la stessa sorte, fugge nuovamente in Francia e si dirige a Lione. Gl’esiti finali delle esperienze capitate al frate genovese e a quello ferrareseche vennero rilasciati dopo un breve periodo di detenzione e restituiti alla normale vita religiosasembrano indicare che forse Vanini esagerò il pericolo insito in queste operazioni di polizia dell'Inquisizione.  In Francia' A Lione, pubblica l' “Amphitheatrum”, che egli intende esibire in sua difesa alle autorità romane, come si legge in un dispaccio di Ubaldini alle autorità romane. Esso è dedicato a Francesco de Castro, ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede, già collegato con la famiglia Vanini, da cui il frate fuggiasco s'aspetta un aiuto nell'operazione della concessione del perdono da parte delle autorità romane. Poco tempo dopo, grazie anche agli appoggi acquisiti presso certi ambienti cattolici con la pubblicazione della sua opera, Vanini ritorna a Parigi e si ripresenta al Nunzio Ubaldini, chiedendogli di intervenire in suo favore presso le autorità di Roma. In agosto il prelato scrive al cardinale Borghese, chiedendo chiare indicazioni sulla sorte dell'ex-carmelitano. Non si conosce la risposta del Segretario di Stato; Vanini, comunque, non ritorna più in Italia e riesce invece a trovare la strada e i mezzi per entrare in ambienti molto prestigiosi della nobiltà francese.  Nel 1616, in pochi mesi, Vanini completa un'altra sua opera, il De Admirandis Naturae Reginae Deaeque Mortalium Arcanis, ed l'affida a due teologi della Sorbona perché ne autorizzino la pubblicazione, secondo le norme del tempo vigenti in Francia; l'opera è pubblicata in settembre a Parigi. Essa è dedicata a François de Bassompierre, uomo potente alla corte di Maria de' Medici, ma è stampata da Adrien Perier, tipografo notoriamente protestante. Il lavoro vede la luce in un ambiente ricco di pubblicazioni che vengono guardate con sospetto dai rappresentanti cattolici e che provocano pesanti condanne, fino al rogo. L'opera del Vanini ottiene un immediato successo presso certi ambienti della nobiltà, popolati di giovani spiriti che guardano con interesse alle innovazioni culturali e scientifiche che vengono dall'Italia. In questo senso il De Admirandis costituisce una summa, esposta in modo vivace e brillante, del nuovo sapere; dà una risposta alle esigenze del momento di questo settore della nobiltà francese; diviene una specie di "manifesto" culturale di questi esprits forts e rappresenta per Vanini una possibilità di stabile permanenza negli ambienti vicini alla corte di Parigi. Tuttavia, pochi giorni dopo la pubblicazione dell'opera, i due teologi della Sorbona che avevano espresso la loro approvazione alla pubblicazione si presentano ai membri della Facoltà di Teologia in seduta ufficiale e li informano di aver letto, a loro tempo, certi dialoghi scritti da Vanini; di non avervi trovato allora niente che contrastasse con la fede cattolica; di averli restituiti muniti della loro approvazione alla stampa e con la condizione che il manoscritto da essi controfirmato fosse depositato presso di essi a pubblicazione avvenuta, a testimonianza della fedeltà del testo pubblicato a quello da loro approvato; che ciò non era avvenuto e che circolava invece un testo dell'opera diverso da quello approvato e contenente «alcuni errori contro la comune fede di tutti», per cui i due dottori avanzano la supplica che l'opera non circoli più con la loro approvazione e che tale richiesta venga trascritta nel libro delle Conclusioni della Facoltà stessa. La Sorbona accoglie tale richiesta che costituì di fatto un divieto di circolazione del testo.   Marco Antonio de Dominis La Facoltà di Teologia della Sorbona, però, sembra non occuparsi più dell'opera di Vanini, non prenderne più in esame l'opera, non elencarne o denunciarne, come da prassi, gli errori da emendare, né mai condanna il suo contenuto o il suo autore. Comunque, una condanna espressa dal vicario episcopale di Tolosa, Jean de Rudèle, fu sottoscritta anche dall'inquisitore Claude Billy. Inoltre anche la Congregazione dell'Indice pronuncia una condanna il 3 luglio 1620, con la quale il De admirandis fu condannato con la formula del donec corrigatur, in base alla quale il Sotomaior collocò il Vanini nella prima classe degli autori proibiti nel suo indice. La Collectio Judiciorum de novis erroribus qui ab initio duodecimi seculi post Incarnationem Verbi, usque ad annum 1632, in Ecclesia proscripti sunt et notati, di Charles du Plessis d'Argentré, dottore della Sorbona e vescovo, edita a Parigi, esamina le censure e le "conclusioni" espresse dalla Facoltà che aveva condannato l'Amphitheatrum Aeternae Sapientiae di H. Khunrath e la De Republica Ecclesiastica di Marco Antonio de Dominis)non menziona invece provvedimenti contro Vanini.  Tutto questo porterebbe a ritenere che non vi siano stati atti ufficiali specifici di persecuzione contro Vanini da parte delle autorità parigine, né religiose né civili, né in questo periodo né negli anni seguenti, ma solo proteste e minacce nei suoi confronti da parte di alcuni settori cattolici. Una condanna dell'opera di Vanini non avrebbe trovato fondate giustificazioni, né sul piano giuridico né su quello culturale, in quanto gran parte delle teorie esposte da Vanini non costituivano una novità per la cultura francese.  Fuggito da pochi mesi dall'Inghilterra, impossibilitato a rientrare in Italia, minacciato da alcuni settori cattolici francesi, Vanini vede restringersi intorno gli spazi di movimento e ridursi le possibilità di trovare stabile sistemazione nella società francese. Ha paura che venga aperto un processo contro di lui anche a Parigi, per cui fugge dalla capitale e si nasconde in Bretagna, in una delle cui abbazie, quella di Redon, è Abate Commendatario il suo amico e protettore, Arthur d'Espinay Saint-Luc. Ma intervengono anche altri fattori di preoccupazione: nell'aprileviene ucciso a Parigi Concino Concini, favorito di Maria de Medici, uomo potentissimo e molto odiato in Francia. L'episodio, seguito poco dopo dall'allontanamento della regina dalla capitale con il suo odiato seguito di italiani, crea notevole turbolenza politica e suscita un vasto movimento di ostilità nei confronti degli italiani residenti a corte. Altre cronache del tempo segnalano la presenza di un misterioso italiano, con un nome strano, in possesso di una grande cultura ma dall'incerto passato, ancora più a sud, in alcune città della Guienna e poi della Linguadoca ed infine a Tolosa. Nella particolare suddivisione politica della Francia del XVII secolo, Enrico, duca di Montmorency, protettore degli esprits forts del tempo, sposato con la duchessa italiana Maria Felice Orsini, è governatore di questa regione e sembra poter accordare protezione al fuggiasco, che continua comunque a tenersi prudentemente nascosto. La presenza a Tolosa di questo misterioso personaggio, di cui si ignora la provenienza e la formazione culturale, ma che fa mostra di grande sapienza, di grande vivacità dialettica specialmente tra i giovani e di affermazioni non sempre allineate con la morale del tempo, non passa inosservata ed attira i sospetti delle autorità, che cominciano a sorvegliarlo.  Dopo averlo ricercato per un mese, le autorità tolosane lo fanno arrestare e chiudere in prigione. Lo sottopongono ad interrogatorio, cercano di scoprire chi egli sia, quali siano le sue idee in materia di religione e di morale, perché fosse arrivato fin in quel lontano angolo della Francia meridionale. Vengono convocati testimoni contro di lui, ma non riescono ad accertare nulla, né a farlo tradire.  Il convento degli Agostiniani a Tolosa. Il misterioso personaggio viene improvvisamente riconosciuto colpevole e condannato al rogo. Ormai isolato, braccato, impossibilitato a chiamare a sua difesa un passato travagliatissimo e ricco di nodi mai sciolti, abbandonato dai pochi amici rimastigli fedeli perché impotenti ad organizzare una chiara strategia in sua difesa, muore di morte atroce. Il Parlamento di Tolosa lo riconosce colpevole del reato di ateismo e di bestemmie contro il nome di Dio, condannandolo, sulla base della normativa del tempo prevista per i bestemmiatori, alla stessa pena cui erano andati incontro, in luoghi diversi ma in circostanze analoghe, certi Fremond e Fontanier. Gli viene tagliata la lingua, poi è strangolato e infine arso. Subito dopo l'esecuzione furono pubblicati due anonimi che facevano esplicitamente il nome del Vanini e quindi nel misterioso italiano giustiziato viene riconosciuto Giulio Cesare Vanini, l'autore del “De Admirandis” che aveva suscitato i sospetti di alcuni settori cattolici parigini. Comparvero le Histoires memorables di Rosset, che, con la quinta Histoire, divulga con poche modifiche il secondo dei due citati canards. Rudele, teologo e vicario generale dell'arcivescovado di Tolosa, avverte pubblicamente di aver esaminato le due saggi di Vanini insieme con iBilly e di averle trovate contrarie al culto e all'accettazione del vero Dio e assertrici dell'ateismo, emettendo ufficiale ordinanza di condanna e proibendone la stampa e la vendita nella diocesi di Tolosa, territorio posto sotto la sua giurisdizione. In precedenza, la facoltà teologica della Sorbona non ha comunicato di aver adottato analogo provvedimento. Opere: “Amphitheatrum Æternæ Providentiæ divino-magicum, christiano-physicum, necnon astrologo-catholicum adversus veteres philosophos, atheos, epicureos, peripateticos et stoicos” (Lione). Il saggio si compone di esercitazioni, che mirano a dimostrare l'esistenza di Dio, a definirne l'essenza, a descriverne la provvidenza, a vagliare o confutare le opinioni di Pitagora, Protagora, Cicerone, Boezio, Aquino, gl’epicurei, Aristotele, Averroè, Cardano, i peripatetici, i Stoici, ecc., su questo argomento. “De Admirandis Naturæ Reginæ Deæque Mortalium Arcanis libri quattuor” (Parigi, Périer). Il saggio si divide in quattro libri:  un Liber Primus de Cœlo et Aëre; un Liber Secundus de Aqua et Terra; un Liber Tertius de Animalia Generatione et Affectibus Quibusdam; un Liber Quartus de Religione Ethnicorum; in forma di dialogo -- che avvengono tra lui, nelle vesti di divulgatore del sapere, e un immaginario Alessandro, che si presta ad un gioco sottile e divertente nel corso del quale, con un atteggiamento compiacente e un po' complice, tra espressioni di meraviglia e ammirazione per la vastità del sapere di cui l'amico fa mostra, sollecita il suo interlocutore ad elencare e spiegare gli arcani della natura regina e dea che esistono intorno e all'interno dell'uomo. Così, in un misto di rilettura in nuova chiave critica del pensiero degli filosofi antichi e di divulgazione di nuove teorie scientifiche e religiose, il protagonista del lavoro discetta sulla materia, figura, colore, forma, motore ed eternità del cielo; sul moto, centro e poli dei cieli; sul sole, sulla luna, sugli astri; sul fuoco; sulla cometa e sull'arcobaleno; sulla folgore, la neve e la pioggia; sul moto e la quiete dei proiettili nell'aria; sull'impulsione delle bombarde e delle balestre; sull'aria soffiata e ventilata; sull'aria corrotta; sull'elemento dell'acqua; sulla nascita dei fiumi; sull'incremento del Nilo; sull'eternità e la salsedine del mare; sul fragore e sul moto delle acque; sul moto dei proiettili; sulla generazione delle isole e dei monti, nonché della causa dei terremoti; sulla genesi, radice e colore delle gemme, nonché delle macchie delle pietre; sulla vita, l'alimento e la morte delle pietre; sulla forza del magnete di attrarre il ferro e sulla sua direzione verso i poli terrestri; sulle piante; sulla spiegazione da dare ad alcuni fenomeni della vita di tutti i giorni – SUL SEME GENITALE -- sulla generazione, la natura, la respirazione e la nutrizione dei pesci; sulla generazione degli uccelli; sulla generazione delle api; sulla prima generazione dell'uomo; sulle macchie contratte dai bambini nell'utero; sulla generazione del MASCHIO e della femmina; sui parti di mostri; sulla faccia dei bambini coperta da una larva; sulla crescita dell'uomo; sulla lunghezza della vita umana; sulla vista; sull'udito; sull'odorato; sul gusto; sul tatto e solletico; sugli affetti dell'uomo; su Dio; sulle apparizioni nell'aria; sugli oracoli; sulle sibille; sugli indemoniati; sulle sacre immagini dei pagani; sugli àuguri; sulla guarigione delle malattie capitata miracolosamente ad alcuni al tempo della religione pagana; sulla resurrezione dei morti; sulla stregoneria; sui sogni. Empio osarono dirti e d'anatemi oppressero il tuo cuore e ti legarono e alle fiamme ti diedero. O uomo sacro! perché non discendesti in fiamme dal cielo, il capo a colpire ai blasfemi e la tempesta tu non invocasti che spazzasse le ceneri dei barbari dalla patria lontano e dalla terra! Ma pur colei che tu già vivo amasti, sacra Natura te morente accolse, del loro agire dimentica i nemici con te raccolse nell'antica pace. Hölderlin. L'interpretazione naturalistica dei fenomeni soprannaturali che Pietro Pomponazzi chiamato dal Vanini magister meus, divinus praeceptor meus, nostri speculi philosophorum princeps da nel “De incantationibus” “aureum opusculum”, è ripresa nel De admirandis naturae, dove, con una prosa semplice ed elegante,fa riferimento anche al Cardano, a Bordoni e ad altri cinquecentisti.  Dio agisce sugli esseri sub-lunari (cioè sugli esseri umani) servendosi dei cieli come strumento. Di qui l'origine naturale e la spiegazione razionale dei pretesi fenomeni sopra-naturali, dal momento che anche l'astrologia è considerata una scienza. L’esere supremo, quando incombono pericoli, dà avvertimenti agli uomini e specialmente ai sovrani, agli esempi dei quali il mondo si conforma. Ma i reali fondamenti dei presunti fenomeni sovrannaturali sono soprattutto la fantasia umana, capace a volte di modificare l'apparenza della realtà esterna, i fondatori delle religioni rivelate, Mosè, Gesù, Maometto e gli ecclesiastici impostori che impongono false credenze per ottenere ricchezze e potere, e i regnanti, interessati al mantenimento di credenze religiose per meglio dominare la plebe, come insegnava già Machiavelli, il principe degli atei per il quale tutte le cose religiose sono false e sono finte dai principi per istruire l'ingenua plebe affinché, dove non può giungere la ragione, almeno conduca la religione. Seguendo ancora il Pomponazzi e il Porzio nella loro interpretazione dei testi aristotelici, mutuata dai commenti di Alessandro di Afrodisia, nega l'immortalità dell'anima. Anche il cosmo aristotelico-scolastico subisce il suo attacco distruttivo. Analogamente a Bruno, nega la differenza peripatetica tra un mondo sub-lunare e un mondo celeste, affermando che entrambi sono composti della stessa materia corruttibile. Scardina nell'ambito fisico e biologico il finalismo e la dottrina ile-morfica aristotelica, e, ricollegandosi all'epicureismo di LUCREZIO, elabora una nuova descrizione dell'universo d'impianto meccanicistico-materialistico. Gl’organismi sono parago orology. E concepisce una prima forma di trasformismo universale delle specie viventi. Concorda con gl’aristotelici sull'eternità del mondo, considerando in particolare l'aspetto temporale. Ma, contro di essi, afferma il moto di rotazione terrestre e appare respingere la tesi tolemaica in favore di quella eliocentrica copernicana. Se il primo curator Corvaglia e lo storico Ruggiero, ingiustamente, considerarono la sua filosofia semplicemente un centone privo di originalità e di serietà scientifica, Garasse, ben più preoccupato delle conseguenze della diffusione della sua filosofia, li giudica la filosofia più perniciosa che in fatto di ateismo fosse mai uscita negli ultimi cento anni. E stato ampiamente ri-considerato e ri-valutato dalla critica, mettendo in mostra l'originalità e le intuizioni metafisiche, fisiche, biologiche, talvolta precorritrici nei tempi, dei suoi saggi. Visto che nasconde la sua filosofia, secondo un tipico espediente della cultura del suo tempo, per evitare seri conflitti con le autorità religiose e politiche costituite, conflitti che, come paradossalmente e sfortunatamente avvenne, nonostante le cautele, lo condussero infine alla morte), l'interpretazione del suo pensiero si offre a diversi piani di lettura. Tuttavia, nella storia della filosofia, resta di lui acquisita un'immagine di miscredente e persino di ateo (il che non era). E questo perché avversario di ogni superstizione e di fede costituita (meglio un proto-agnostico), tanto da essere considerato uno dei padri del libertinismo, malgrado avesse scritto persino un'apologia del concilio di Trento. Per una sintesi della sua filosofia si deve guardare da un lato al retroterra culturale, che è quello abbastanza tipico del Rinascimento, con prevalenza di elementi dell'aristotelismo ma con forti elementi di misticismo platonico. Dall'altro lato egli trae dal Cusano dei tipici elementi panteistici, simili a quelli che si ritrovano anche in Bruno, ma più materialistici. La sua visione del mondo si basa sull'eternità della materia, sulla omogeneità sostanziale cosmica, su un Dio dentro la natura come forza che la forma, la ordina e la dirige. Tutte le forme del vivente hanno avuto origine spontanea dalla terra stessa come loro creatrice. Considerato ateo, nel titolo del suo saggio pubblicato a Lione nel Amphitheatrum aeternae providentiae divino-magicum, christiano-physicum, nec non astrologo-catholicum adversus veteres philosophos, atheos, epicureos, Peripateticos et Stoicos dimostra di non esserlo. Come precursore del libertinismo vi sono invece molti elementi che lo avvicinano al pensiero dell'ignoto autore del trattato dei tre impostori anch'egli panteista. Pensa infatti che i creatori delle tre religioni monoteiste, Mosè, Gesù Cristo e Maometto, non siano altro che degl’impostori. In “De admirandis Naturae Reginae Deaeque mortalium arcanis libri quatuor” stampato a Parigi nelvengono riprese le tesi dell' “Amphiteatrum” con precisazioni e sviluppi che ne fanno il suo capolavoro e la sintesi della sua filosofia. Viene negata la creazione dal nulla e l'immortalità dell'anima, Dio è nella natura come sua forza propulsiva e vitale. Entrambi sono eterni. Gl’astri del cielo sono una specie di intermediari tra dio e la natura che sta nel mondo sub-lunare e di cui noi facciamo parte. La religione vera è perciò una religione della natura che non nega Dio ma lo considera un suo spirito-forza. La sua filosofia è abbastanza frammentaria e riflette anche la complessità della sua formazione. E un filosofo, un naturalista, un religioso, ma anche un medico e un po' un mago. Ciò che ne caratterizza è la veemenza anti-clericale. Tra le cose originali della sua filosofia c'è una specie di anticipazione della teoria dell’evoluzione, perché, dopo un primo tempo in cui sostiene che le specie animali nascano per generazione spontanea dalla terra, in un secondo tempo (lo pensa anche Cardano) pare convinto che esse possano trasformarsi le une nelle altre e che l'uomo derivia d’animali affini all'uomo come la bertuca, il macacho e la scimmia in genere. Appaiono due saggi che consacrano il mito del Vanini ateo: La doctrine curieuse des beaux esprits de ce temps, di Garasse e le Quaestiones celeberrimae in Genesim cum accurata explicatione, di Mersenne. I due saggi, però, anziché spegnere la voce del filosofo, la amplificano in un ambiente che evidentemente e pronto a ricevere, discutere e riconoscerne la validità delle affermazioni. Il nome di Vanini viene nuovamente proiettato all'attenzione della filosofia in occasione del clamoroso processo che viene celebrato contro Viau: il progetto di interrogatorio che il procuratore generale del re, Molé, predispone con ben articolati capi d'accusa su cui interrogare Viau, contiene impressionanti analogie colla filosofia vaniniana, cui vien fatto esplicito riferimento mentre Mersenne torna a martellare su Vanini, analizzandone alcune affermazioni nel suo “L'Impiétè des Déistes, Athées et Libertins de ce temps, combatuë, et renversee de point en point par raisons tirées de la Philosophie, et de la Theologie”, nel quale porta il suo giudizio concernente Cardano Bruno. Anche Leibniz, oppositore al pari di Mersenne del libertinismo, si esprime duramente contro Vanini, considerandolo un empio, un pazzo e un ciarlatano. Je n'ai pas encore vu l'apologie de Vanini, je ne pense pas qu'elle mérite fort d'être lue. La philosophie de ce personnage e bien peu de chose. Mais un imbécille comme lui, ou pour mieux dire, un fou ne méritoit pas d'être brûlé. On étoit seulement en droit de l'enfermer, afin qu'il ne séduisît personne. Non ho ancora visto l'apologia di Vanini, e non penso che meriti d'essere minimamente letta. La filosofia di questo personaggio e di ben poco valore. Ma un imbecille come lui, o per meglio dire, un pazzo, non merita d'essere bruciato. Occorre solo rinchiuderlo, perché non travie nessuno. Epist. ad Kortholtum in Opera omnia, Genève. Ancora nel Settecento la leggenda nera creata intorno alla figura di Vanini sopravvive al passare del tempo, si espande ed affascina molti studiosi, che si avvicinano alla sua filosofia e ne tentano dei profili biografici. Così anche la cultura inglese mostra interesse per il filosofo di Taurisano ed è soprattutto con Blount che Vanini entra nella filosofia inglese ed acquista una dimensione che non abbandona mai più, quando diviene un elemento cardine del libertinismo e deismo nel Seicento inglese. Un manoscritto inedito della Biblioteca Municipale di Avignone custodisce delle Observations sur Lucilio Vanini redatte da Velleron, ma fornisce solo delle incerte notizie sul filosofo, in gran parte rettificate dagli ultimi studi. Viene effettuata una copia manoscritta dell'Amphitheatrum, su commissione di Uriot, il quale la trasferisce poi nella Biblioteca Ducale del duca di Württemberg. Attualmente essa si trova nella Württembergische Landesbibliothek di Stoccarda. Un'altra copia manoscritta del saggio si trova nella Staats und Universitätbibliothek di Amburgo, a testimonianza del perdurante interesse per iVanini.  Viene data alle stampe a Londra una biografia vaniniana con un estratto delle sue opere, dal titolo “The life of ‘Lucilio’, alias Julius Caesar Vanini, burnt for atheism at Toulouse, with an abstract of his writings. Il saggio, pur ricollegandosi alla consueta storiografia vaniniana e quindi con i soliti errori d'origine, sottopone ad un dibattito ponderato la figura ed il pensiero del filosofo italiano, a cui riconosce qualche merito. Ma la strada per una collocazione europea di Vanini e del suo pensiero è ormai aperta. Opere: “Amphitheatrum aeternae providentiae divino-magicum, christiano-physicum, nec non astrologo-catholicum adversus veteres philosophos, Atheos, Epicureos, Peripateticos et Stoicos, Auctore Iulio Caesare Vanino, Philosopho, Theologo et Iuris utriusque Doctore, Lugduni, Apud Viduam Antonii de Harsy, ad insigne Scuti Coloniensis” (rist. fotom., Galatina). “Iulii Caesaris Vanini, Neapoletani Theologi, Philosophi et Iuris utriusque Doctoris, De admirandis Naturae Reginae Deaeque mortalium arcanis libri quatuor, Lutetiae, Apud Adrianum Perier, via Iacobaea” (rist. fotom., Galatina). Le opere di Vanini e le loro fonti, Milano (rist. anast., Galatina,); “Opere” (G. Porzio, Lecce); “Anfiteatro dell'eterna Provvidenza” Galatina; “I meravigliosi segreti della natura, regina e dea dei mortali” Galatina); “Opere (Galatina); “Confutazione delle religioni “Anna Vasta, Catania, De Martinis & C.); “Opere” (Milano, Bompiani). Massimo Bucciantini, Lutero in Campo dei Fiori, in Il Sole 24 ORE Terzapagina. Filosofia ed ecologia per il "compleanno" di Giulio Cesare Vanini, Una lettera dell'ambasciatore inglese a Venezia, Dudley Carleton, fa risalire l'episodio a nove anni prima. F. Raimondi, “Vanini e il libertinismo” Atti del Convegno di Studi, Taurisano (Galatina,  F.Raimondi, “Dal tardo Rinascimento al Libertinismo erudite” Atti del Convegno di Studi, Lecce-Taurisano Galatina, G. Spini, “Vaniniana” in «Rinascimento», F. Paola, “Il primo seicento anglo-veneto” Cutrofiano; F. De Paola, “Vanini da Taurisano filosofo Europeo, Fasano); F. Paola, “Documenti per una lettura di Vanini, in «Bruniana & Campanelliana», F. Raimondi, Documenti vaniniani nell'Archivio Segreto Vaticano, in «Bollettino di Storia della Filosofia dell'Università degli Studi di Lecce», F.Raimondi, Il soggiorno vaniniano in Inghilterra alla luce di nuovi documenti spagnoli e londinesi, in «Bollettino di Storia della Filosofia dell'Università degli Studi di Lecce», F.Raimondi, “La Santa Inquisizione, Taurisano, F.Raimondi, “L'Europa del Seicento. con una appendice documentaria, PisaRoma, 2005 (L'appendice contiene la più completa documentazione sulla biografia vaniniana: 192 documenti dalla nascita al rogo). Fasano, D. M. Fazio, Giulio Cesare Vanini nella cultura filosofica del Sette e Ottocento (Galatina); M. T. Marcialis, “Natura e uomo in Vanini” in «Giornale Critico della Filosofia Italiana»,M. T. Marcialis, Giulio Cesare Vanini nell'Europa del Seicento, in "Rivista di Storia della Filosofia", G. Paganini, Le Theophrastus redivivus et Vanini, in «Kairos»,  G. Papuli, Le interpretazioni di G. C. Vanini, Galatina, A. Perrino, "Giulio Cesare Vanini nel Theophrastus redivivus", in «Bollettino di Storia della Filosofia dell'Università degli Studi di Lecce», F.Raimondi, Vanini e il "De tribus impostoribus", in «Ethos e Cultura», Padova, G. Spini, Ricerca dei libertini. La teoria dell'impostura delle religioni nel Seicento italiano, Roma, Firenze) Cesare Teofilato Giulio Cesare Vanini nel III Centenario del suo Martirio, Milano, Tip. Ed. La Stampa d'Avanguardia. Cesare Teofilato Giulio Cesare Vanini, in The Connecticut Magazine, articles in English and Italian, New Britain, Conn, Cesare Teofilato Vaniniana, in La puglia letteraria, mensile di storia, Roma, Cesare Vasoli, Riflessioni sul problema Vanini, in S. Bertelli, Il libertinismo in Europa, Milano-Napoli, Cesare Vasoli, Vanini e il suo processo per ateismo, in F. Niewohner e O. Pluta, Atheismus im Mittelalter und in der Renaissance, Wiesbaden); Vanini in Inghilterra. La seguente è una lista di alcuni documenti in cui è possibile trovare riferimenti alla presenza del frate Carmelitano a Lambeth Palace a Londra. Trascrizioni complete, riassunti e contesto di questi documenti sono disponibili. "Vanini e il primo seicento anglo-veneto" e in "Giulio Cesare Vanini da Taurisano filosofo europeo", Schena Editore, Fasano Brindisi. Documenti: London Public Record Office State Papers Venice Notizie sulla Mercers' Chapel a Londra, dove Vanini sconfesso la sua fede cattolica e tenne vari sermoni. London Public Record Office State Papers Petizione di due Carmelitani, Vanini e Genocchi, a Carleton, ambasciatore inglese a Venezia, per essere accettati in Inghilterra. Venezia. London Public Record Office State Papers Lettera di Carleton a Salisbury. Da Venezia, Carleton informa Salisbury che due frati gli hanno chiesto permesso di rifugiarsi in Inghilterra per evitare persecuzioni dai loro superiori. London Public Record Office State Papers. Vanini a Carleton. Da Lambeth. Vanini manda a Carleton informazioni riguardanti alla sua ricezione a Palazzo Lambeth e la buona stima di cui gode lì. London Historical Manuscripts Commission De L'Isle and Dudley Manuscripts, Sir John Throckmorton al visconte Lisle. Flushing. Corrispondenza tra i due statisti riguardo ad una missione segreta di John Florio, che forse accompagnò Vanini e il suo compagno a Londra. LondonManuscripts of the Marquess of Downshire preserved at Easthampstead Park Berk. Papers of Trumbull. Albery a Trumbull. Londra. Albery, un mercante Inglese e corrispondente di Trumbull, agente inglese a Bruxelles, manda informazioni sull'arrivo di Vanini e le sue esperienze a Venezia. London Historical Manuscripts Commission Report on the Manuscripts of the Marquess of Downshire, Trumbull Papers. Albery a William Trumbull. Londra. Una copia della lettera da una fonte diversa. London Public Record Office State Papers Da Spinola a Ginocchio. Genova London Public Record Office State Papers Wake a Carleton. Londra London Public Record OfficeState Papers Wake a Carleton. Londra London Manuscripts of the Marquess of Downshire preserved at Easthamstead Park Berk. Papers of William Trumbull the Elder Alfonse de S. Victors a William Trumbull Da Middolborg (Middelburg) London Historical Manuscripts Commission Report on the Manuscripts of the Marquess of Downshire,  Trumbull Papers, Alfonse de St. Victor a William Trumbull. Middelborg. London Public Record Office State Papers Domestic Series Jac. Chamberlain a Carleton. Londra, London Public Record Office State Papers Carleton a Lake. Da Venezia London Public Record OfficeState PapersDomestic Series, Biondi a Carleton. Da Londra LondonPublic Record Office State Papers, Carleton a Chamberlain. Da Venezia London Manuscripts of the Marquess of Downshire preserved at Easthampstead Park Berks. Papers of William Trumbull the Elder. George Abbot a William Trumbull. Da Lambeth. LondonHistorical Manuscripts CommissionReport of the Manuscripts of the Marquess of Downshire,  Trumbull Papers, Abbot a Trumbull. Lambeth  London Public Record OfficeState Papers Carleton a Chamberlain. Venezia, London Public Record Office State Papers Carleton a Giovan Francesco Biondi. Venezia, London Public Record Office State Papers Domestic Series, Abbot a Carleton. Lambeth London Public Record Office State Papers Sarpi a Carleton. Venezia London Record Office State Sarpi a Carleton. Venezia, London Public Record OfficeState Papers Paolo Sarpi a Sir Dudley Carleton. Venezia, giugno. LondonHistorical Manuscripts CommissionReport 78 Hastings,  IV, chapter XVII. Notes of speeches and proceedings in the House of Lords. LondonHistorical Manuscripts Commission Hastings, Notes of speeches and proceedings in the House of Lords London Public Record Office State Papers Carleton a Sua Signoria l'Arcivescovo di Canterbur. Venezia LondonManuscripts of the Marquess of Downshire preserved at Easthampstead ParkBerks. Papers of William Trumbull the Elder Abbot a Trumbull. Lambeth London Historical Manuscripts CommissionReport of the Manuscripts of the Marquess of Downshire,  IV, Trumbull Papers George Abbot, Arcivescovo di Canterbury, a William Trumbull. Lambeth Archivio di Stato di VeneziaInquisitori di Stato, busta 155. Istruzioni degli Inquisitori di Stato all'ambasciatore in Inghilterra. LondonCalendar of State Papers on English Affairs in the Archives of Venice and other Libraries of North Italy Inquisitori di Stato, busta Venetian Archives. Gli Inquisitori di Stato a Gregorio Barbarigo,  LondonCalendar of State Papers on English Affairs in the Archives of Venice and other Libraries of North Italy Inquisitori di Stato, Venetian Archives. Examinations for Antonio Foscarini. Archivio di Stato di Venezia Inquisitori di Stato, Londra, Interrogatorio di Lunardo Michelini sulle modalità della fuga di Vanini da Lambeth. Archivio di Stato di VeneziaInquisitori di Stato, Interrogatorio di Alessandro di Giulio Forti da Volterra sulle modalità della fuga di Vanini da Lambeth. Archivio General de Simancas fondo InglaterraLegajo foglio privo di indicazioni. Bentivoglio a Sarmiento. Bruxelles. Il nunzio apostolico a Bruxelles informa l'abasciatore di Spagna che Vanini e il suo compare sono arrivati sani e salvi dopo la loro fuga da Londra. Archivio General de Simancas Bentivoglio a Sarmiento. Bruxelles. Il nunzio apostolico a Bruxelles informa l'abasciatore di Spagna che Vanini e il suo compare sono partiti verso l'Italia, come era stato concordato a Roma. Documenti inclusi nell'opera di Namer La seguente è la lista dei documenti inglesi inclusi nel lavoro Documents sur la vie de Vanini de Taurisano di Ėmile Namer, che può essere considerato come un utile punto di partenza per la delineazione di una biografia di Vanini, e di cui la nuova documentazione deve essere considerata un completamento. London Foreign State Papers. Venice. Bundle 9. Carleton ad Abbot. LondonForeign State Papers. Venice.Abbot a Carleton LondonState Papers Domestic. James I.  Carleton a Chamberlain. Venezia, London Foreign State Papers. Venice. Sir D. Carleton all'Arcivescovo di Canterbury. London State Papers Domestic. James I. Chamberlain a Carleton. Londra, London State Papers Domestic. James I.  7 Chamberlain a Carleton. LondonForeign State Papers. Venice Abbot a Carleton. London State Papers Domestic. James I.  Carleton a Chamberlain. London State Papers Domestic. James I. l'Arcivescovo di York al conte di Suffolk. London State Papers Domestic. James I. Giulio Cesare Vanini a Dudley Carleton. Da Lambeth, iLondonState Papers Domestic. James I.  Giulio Cesare Vanini a Sir Isaac Wake. Da Lambeth iLondon State Papers Domestic. James I.  John Chamberlain a Carleton. da Londra. London State Papers Domestic. James I.  lAbbot a Carleton. Lambeth London State Papers Domestic. James I.   John Chamberlain a Dudley Carleton. Da Londra London State Papers Domestic. James I.  Biondi a Carleton. Da Londra London Foreign State Papers. Venice. Carleton a Abbot.  London State Papers Domestic. James I. John Chamberlain a Dudley Carleton. Da Londra London State Papers Domestic. James I.  Abbot al vescovo di Bath Da Lambeth (?). London State Papers Domestic. James I.   Lake a Carleton. Dalla corte a Royston, London State Papers Domestic. James I.  John Chamberlain a Sir Dudley Carleton. Da Londra London Foreign State Papers. Venice Carleton a Abbot London Foreign State Papers. Venice. Carleton a Sir Thomas Lake. London State Papers Domestic. James I.  Abbot  a Carleton a Venezia. Lambeth, London State Papers Domestic. James I.  John Chamberlain a Dudley Carleton. Londra, LondonForeign State Papers. Venice.  Carleton a Abbot. Archivio de Simancas, Estado,  Cardinale Millino a Alonso de Velasco, ambasciatore spagnolo a Londra. Roma, Archivio de Simancas, Estado,  Cardinal Millino a Diego Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Roma, Archivio de Simancas, Estado,  Cardinal Bentivoglio a Diego Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Bruxelles, Archivio de Simancas, Estado,  Bentivoglio a Diego Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Bruxelles,Vanini e l'Inquisizione di Roma Elenco di alcuni documenti presenti nella corrispondenza tra alcuni Nunzi apostolici in Europa e le autorità vaticane, dove è possibile trovare informazioni relative alla fuga, permanenza e rientro segreto dall'Inghilterra del frate carmelitano. Le trascrizioni complete, i sommari e le contestualizzazioni di questi documenti sono disponibili per studiosi e lettori in Giulio Cesare Vanini da Taurisano filosofo europeo, Schena Editore, Fasano (Brindisi), Il pontefice Paolo V e l'Inquisizione in Roma furono informati continuamente della vicenda di Vanini con dispacci dei Nunzi apostolici in Venezia, Francia e Fiandra e con missive dell'ambasciatore di Spagna a Londra, a cominciare dalla sua fuga da Venezia sino al suo desiderio di rientrare nel mondo cattolico.  RomaArchivio Segreto VaticanoSegreteria di StatoNunziatura di Francia,  Ubaldini, Nunzio papale in Francia, al Borghese, Segretario di Stato di Paolo V, de Parigi.  RomaA. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse, Fiandra,   il Nuntio alla Segreteria, Bentivoglio, Nunzio papale in Fiandra, al Card. Borghese. (Bruxelles) Roma A. S. VaticanoSegreteria di StatoNunziature diverse, Francia, lettere scritte al Nuntio in Francia Borghese a Ubaldini. Di Roma li Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia, Ubaldini da Parigi a Borghese Roma A. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse, Francia,  293A, lettere scritte al Nuntio in Francia Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia,  Ubaldini a Borghese Rom aA. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse, Francia, lettere scritte al Nuntio in Franci Il card. Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Borghese Londra, British Museum, Lettere di Ubaldini, nella sua Nunziatura di Francia, Ubaldini a Borghesr Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia, Ubaldini a Mellini, membro del Sant'Uffizio, il Tribunale dell'Inquisizione di Roma. Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziature diverse, Francia, lettere scritte al Nuntio in Francia da Borghese, Borghese a Ubaldini. Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia,  Registro di Lettere della Segreteria di Stato di Paolo V al Vescovo di Montepulciano Nuntio in Francia Il Segretario Porfirio Feliciani vescovo di Foligno al Nuntio in Francia. Roma 21 Genn.° 1613.  RomaA. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia, Ubaldini al Mellini Roma A. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziatura di Francia, Ubaldini a Mellini RomaA. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Borghese. Di Parigi RomaA. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di FranciaRegistroUbaldini a Millini Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziature diverse, Francia,  lettere scritte al Nuntio in Francia dal Card. Borghese, Il card. Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia Ubaldini a Borghese Di Parigi.  RomaA. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a  Millini Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Borghese Londra, British Museum, Lettere del Card. Ubaldini, nella sua nunziatura di Francia, Card. Ubaldini a Borghese Parigi, Bibliothèque nationale de FranceDepartement des Manuscrits, Italien Registro di Lettere della Nunziatura di Francia di Ubaldini dell'anno lettera, Ubaldini a Borghese Parigi) Roma A. S. VaticanoSegreteria di Stato Nunziature diverse, Francia,  Lettere del Sir. Card.le Ubaldini nella sua Nunciatura di Francia Ubaldini a Borghese Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Amphitheatrum e De admiandis. Raimondi Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giulio Cesare Vanini. Vanini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Vanini e Grice,” Villa Grice, Luigi Speranza, “La statua all’aperto di Vanini,” Luigi Speranza, “Il medaglione di Vanini a Roma.” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51718281679/in/photolist-2mNaHiH-2mPpVqK-2mKDicu-2mKDhJk-2mKbUmy

 

Grice e Vanni – azione ed inter-azione – filosofia italiana (Città della Pieve). Essential Italian philosopher. Filosofo. Iniziò la carriera a Perugia e successivamente fu insegnante a Parma, Bologna, e Roma.  Tra i fondatori del positivismo soziale, la sua filosofia si ispira a Kant e agli principali filosofi del positivismo Professoree a lui si deve anche una originale lettura "positivista" della dottrina storicistica di Vico. Il suo è stato definito un "positivismo critico,” che vuole distinguere cioè tra la ‘scienza’ dell’uomo dalla ‘filosofia’ dell’uomo, contestando e rifiutando l'assimilazione positivista di quest'ultima con la morale e la sociologia, dottrina nata nell'ambito del positivismo, verso la quale Vanni ebbe un interesse particolare cercando di teorizzarne il carattere ‘scientifico’ differenziandola però sia dall'evoluzionismo che dalla biologia.  Vanni considerò essenziale l'autonomia teorica del ‘ius’ o devere dai rapporti con gli aspetti storici-etnografici delle istituzioni giuridiche. Vanni è convinto che la ‘filosofia,’ come analisi concettuale, del diritto debba avere la funzione pratica di definire i ‘fine’ (métier) della inter-azione umana. In questo modo, Vanni ribade l'impostazione criticista kantiana che acquistav un tono metafisico criticato dai positivisti ortodossi che lo accusano di eclettismo. Opere: “Della consuetudine nei suoi rapporti col dritto e con la legislazione” (Perugia); “Saggi critici sulla teoria socio-logica della popolazione” (Città di Castello); “Prime linee di un programma critico di sociologia” (Perugia); “Il problema della filosofia del diritto nella filosofia, nella scienza e nella vita ai tempi nostril” (Verona); “La filosofia del diritto” (Verona); “La funzione della filosofia considerata in sé ed in rapporto al socialismo” (Bologna); “La filosofia del diritto e la ricerca positivista” (Torino); “Il dritto nella totalità dei suoi rapporti e la ricerca oggettiva” (Roma); “La teoria della conoscenza come induzione socio-logica e l'esigenza critica del positivismo” (Roma); “Filosofia del diritto” (Bologna); “Filosofia sociale e filosofia giuridica” (Bologna) Biografia in Scuola Normale Superiore di Pisa, su picus.unica. G. Marino, Positivismo e giurisprudenza, Napoli, F.Cuculo, La sociologia positivista di Vanni, in A. Millefiorini, Fenomenologia del disordine. Prospettive sull'irrazionale nella riflessione sociologica italiana, Edizioni Nuova Cultura, Roma, D'Amelio, Positivismo, storicismo, materialismo storico in I. Vanni, «Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno», A. Pusceddu, La sociologia positivista in Italia (Roma). siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  Opere u openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere. I. Vanni. Vanni. Keywords: action, interaction, azione, interazione, Vico, positivism, positivism critico, etologia, ethology -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, -- Luigi Speranza,, “Grice e Vanni: azione ed inter-azione” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.

 

Grice e Vannini – il mistico di ‘Vitters’ – filosofia (San Piero a Sieve). Essential Italian philosopher. “Never to be confused with the vain Vanini!”Grice. Filosofo. Dopo gli studi al Ginnasio Michelangiolo di Firenze, si è laureato in Filosofia a Firenze, discutendo una tesi su “‘Vitters’: metafisico e mistico”! Ha vissuto nel Convento agostiniano di Santo Spirito a Firenze, ospite di Ciolini. Ha compiuto viaggi e soggiorni di studio in Europa Ha insegnato Filosofia e Storia nei Licei; per un triennio Storia della Filosofia a Firenze e Storia della Mistica all'Istituto di Scienze Religiose aTrento.  Ha tenuto seminari e conferenze in Università ed Accademie italiane e straniere: Genova, Trento, Ancona, Perugia, Urbino, Pavia, Pisa, Macerata, Napoli, Fermo, Parma, Arezzo, Chieti, Roma, Avila, Strasburgo, Berlino. Considerato il maggior studioso di mistica o anche il più importante studioso italiano di Eckhart e della mistica cristiana, ha curato l'edizione italiana delle opera latine di Eckhart, nonché quelle di altri autori spirituali, come Agostino, Gerson, Fénelon, Porete, Taulero, Anonimo Francofortese, Lutero, Angelus Silesius, Czepko, Franck, VWeigel, ecc.  Marco Vannini, lungo un percorso ormai di quasi mezzo secolo, è stato:  traduttore e curatore di importanti testi della mistica; critico della fenomenologia, da un punto di vista teoretico e storico; filosofo della religione, soprattutto nei suoi rapporti con la ragione e con la fede. Vannini legge il fenomeno mistico in maniera innovativa ma, soprattutto, pone lo stesso a fondamento di ogni forma ed esperienza religiosa. Tale presupposto impone come fuori da un'esperienza diretta di questo tipo sia pressoché impossibile cogliere il senso, le modalità e le finalità delle varie dottrine e pratiche religiose.  Per Vannini la mistica è un sapere spirituale, inoggettivabile ma, soprattutto, un sapere che è un essere: è l'identità mistica il vero e proprio criterio per discernere il vero dal falso. Tale ermeneutica costituisce una propedeutica all'inverarsi in senso mistico della religione cristiana.  Il pensiero di Vannini si basa su una esperienza spirituale, unitiva e teomorfica. Centrali appaiono pertanto concetti appartenenti alla sfera semantica della divinizzazione, dell’homoiosis theo, quali vuoto, fondo dell'anima, generazione del Logos, complementarità tra distacco ed amore.  Tale esperienza risulta comprensibile solo quando si è fatto il vuoto nell'anima attraverso il distacco, diventando in tal modo recettivi alla luce proveniente dall'alto, tali da rendere il soggetto esso stesso luce eterna: al vuoto in cui si perviene nel distacco corrisponde una pienezza, una traboccante ricchezza ed energia, una gioia sconfinata ed inesauribile.  Il rapporto tra Dio e uomo non è quindi statico, di mutua esclusione, ma “dialettico” o dinamico, di reciproca compenetrazione: la “salvezza” viene letta nei parametri teologici di una escatologia realizzata nel presente, come immanente esperienza dello spirito. Essenziale diventa perciò il recupero della antropologia classica corpo, anima, spirito ove l'uomo è un corpo, piccola parte dell'universo; una psiche, fluttuazione infinita di pensieri, sentimenti, volizioni, soggetta al determinismo del tempo, dello spazio, delle circostanze; ma soprattutto uno spirito universale, eterno, libero, uno nell'Uno. L'attualità e l'originalità della posizione di Vannini ha suscitato e continua a suscitare un acceso dibattito in seno al panorama culturale italiano, filosofico e teologico: nei confronti dell'autore vari infatti sono stati i commenti, le recensioni, i contributi e gli interventi critici da parte di personalità quali (in ordine alfabetico) Bozzo, Baldini, Bianchi, Cacciari, Monticelli, Esposito, Forte, Givone, Mancuso, Matteo, Mucci S.I., Ravasi, Reale, Torno, Vattimo, e Volpi.  La particolare rilevanza dell'opera di Vannini può trasparire anche, ad esempio, dalle seguenti affermazioni in meritocitate in ordine sparsodi alcuni dei suddetti illustri pensatori. Givone: “A Marco Vannini, cui siamo debitori d'un lavoro filosofico estremamente prezioso, rivolgiamo questa domanda. A Vannini dobbiamo non soltanto edizioni impeccabili delle opere di Eckhart, Porete, Silesius, Gerson; ma anche il pensiero vigoroso e chiaro, qualunque cosa gli si posa obiettare, che la mistica è da un lato il cuore e la radice viva di ogni religione, ma dall'altro “la filosofia nel suo senso più reale e profondo”, la conoscenza e la pratica dell'essere e “la gioia dell'essere”. Cacciari: “È un grosso debito quello che la filosofia e la teologia hanno accumulato in questi anni nei confronti diVannini. Grazie al suo instancabile lavoro o sotto la sua direzione il nostro Paese può oggi contare su impeccabili edizioni di Gerson, Silesius, Porete ed Eckhart» Mucci: “In questi tempi di declino dell'ontologia, Vannini è certamente, in Italia, fuori dell'ambito ecclesiastico, il più illustre studioso di mistica.” Reale: “L'esperienza mistica è comunque per sua natura connessa con il religioso, come viene mostrato nella filosofia di Vannini, “La mistica delle religioni (Le Lettere) in questi giorni in libreria. Vanniniuno dei massimi esperti in materia a livello nazionale e internazionaleanalizza in modo dettagliato questa esperienza spirituale nell'induismo, nel buddismo, nell'ebraismo, nell'islamismo e nel cristianesimo.” Torno: “Segnalare un livre de chevet, vale a dire una di quelle opere maneggevoli che mai dovrebbero allontanarsi dal capezzale, è diventato difficile oltre che inattuale. Eppure qualcosa circola, come prova l'ultimo delizioso scritto di Marco Vannini Sulla grazia». BForte: L'ultimo bel libro di Vannini su Mistica e filosofia rivela ancora una volta la sua straordinaria competenza di storico e interprete della mistica» Al pensiero di Vannini è stato dedicato “Mistica e filosofia nel pensiero di Vannini.  Opere: “Lontano dal segno. Saggio sul cristianesimo, La Nuova Italia, Firenze, Esame della certezza, Il Cenacolo, Firenze,  Eckhart. Opere tedesche, La Nuova Italia, Firenze Dialettica della fede, Marietti, Casale Monferrato (nuova edizione ampliata, Le Lettere, Firenze ). L'esperienza dello spirito, Augustinus, Palermo.  Mistica e filosofia, Piemme, Casale Monferrato (prefazione di Massimo Cacciari; nuova edizione ampliata, Le Lettere, Firenze). Il volto del Dio nascosto. L'esperienza mistica dall'Iliade a Simone Weil, Mondadori, Milano (ristampa col titolo: Storia della mistica occidentale, Oscar Mondadori; poi Le Lettere, Firenze ). Introduzione alla mistica, Morcelliana, Brescia (trad. portoghese: Introdução à Mìstica, Edições Loyola, San Paolo del Brasile). La morte dell'anima. Dalla mistica alla psicologia, Le Lettere, Firenze (nuova edizione ampliata, Le Lettere, Firenze). La mistica delle grandi religioni, Mondadori, Milano (nuova edizione, Le Lettere, Firenze). Tesi per una riforma religiosa (Le Lettere, Firenze); La religione della ragione” (Mondadori, Milano); Sulla grazia (Lettere, Firenze); Prego Dio che mi liberi da Dio. La religione come verità e come menzogna, Bompiani, Milano. Lessico mistico. Le parole della saggezza, Le Lettere, Firenze. Il Santo Spirito fra religione e mistica, Morcelliana Editrice, Brescia. Oltre il cristianesimo. Da Eckhart a Le Saux, Bompiani, Milano. Inchiesta su Maria. La storia vera della fanciulla che divenne mito (Rizzoli, Milano); Indagine sulla vita eterna, Mondadori, Milano); Introduzione a Eckhart. Profilo e testi, Lettere, Firenze. L'Anticristo. Storia e mito, Mondadori, Milano. All'ultimo papa. Lettere sull'amore, la grazia, la libertà, il Saggiatore, Milano. Contro Lutero e il falso evangelo, de' Medici, Firenze. Il muro del paradiso. Dialoghi sulla religione per il terzo millennio, Lorenzo 'de Medici Press,. Mistica, psicologia, teologia, Le Lettere, Firenze. Liceo-Ginnasio Michelangiolo  Firenze  Vito Mancuso, Lutero è vivo e lotta con noi, s.a., in: <Panorama> Stefano G. Azzarà, su Materialismo Storico   Bio-  S. Givone, Luce mistica dei moderni in: «Il ManifestoAlias», in il manifesto Alias,Marco Vannini, Mistica e filosofia, Prefazione, Firenze, Le Lettere, Giandomenico Mucci, Il pensiero di Marco Vannini, in «La Civiltà Cattolica», Giovanni Reale, Il misticismo vive in tutte le culture. Il testo di Vannini, le «Upanishad» riedite, su corriere. Armando Torno, Alla ricerca della Grazia nel segno di Eckhart, in «Corriere della Sera», Cultura, Bruno Forte, Mistica, l’enigma dell’Altro, in «Avvenire»Libri, Roberto Schiavolin, Mistica e filosofia nel pensiero di Marco Vannini, Nerbini, Firenze   Mistica Misticismo cristiano Mistica renana Meister Eckhart P.  Hadot Henri Le Saux Sito personale di Vannini. Marco Vannini. Vannini. Keywords: the mystic, das mystische. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Vannini e Grice: il mistico di ‘Vitters’ – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.  https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732370519

 

Grice e Varisco – per un sommario di filosofia critica – filosofia italiana (Chiari). Essential Italian philosopher. Filosofo. Grice: “We all learned about the ‘gnothi seauton’ at Clifton – Varisco composed a full tract about it! Calogero has analysed the implicatures! The idea is that you need a ‘thou’ to tell ‘thou’ ‘know THYself” – although the oracular mystique is still there!” -- Fu professore di filosofia a Roma e senator. La sua formazione filosofica coincide con la crisi del positivismo.  Laureato a Pavia. Partendo da posizioni solidamente scientifiche, Varisco avverte sollecitamente il limite di ogni conoscenza che voglia essere esclusivamente composto di ragione, e scopre insieme la concomitante componente ‘fideistica’ di ogni affermazione di verità.  Questo ricorso alla fede come sentimento del sopra-naturale è utilizzato da Varisco sia per affermare la preminenza della filosofia come conoscenza concreta sui processi astrattivi della scienza (“I massimi problemi” – Milano, Libreria Editrice Milanese), sia per approdare ad uno spiritualismo pluralistico con forti accentuazioni teistiche (“Dall'uomo a Dio”).  Altre opere: “Scienza ed opinione” (Roma, Alighieri); “La patria” (Roma, Provenzani), “Conosci te stesso” (Milano, Libreria Milanese); “La scuola per la vita” (Milano, Isis); “Linee di filosofia critica” (Roma, Signorelli); “Discorsi politici” (Roma, Alberti); “Sommario di filosofia” (Roma, Signorelli); “Dall'uomo a Dio” (Padova, CEDAM). Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia, Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia. Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia. Senatori d'Italia, Senato della Repubblica. Varisco. Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, BANC MS, -- Luigi Speranza, “Grice e Varisco: per un sommario di filosofia critica” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692603820/in/photolist-2mKU7b1-2mKLFv4

 

Grice e Varrone – semiotica filosofica – filosofia italiana (Rieti). Grice: “I count Varrone as the first language philosopher. He woke up and realised he was speaking ‘lingua latina,’ and dedicated 36 volumes to it!” --. Grice: “’Lingua latina’ has a nice Roman ring to it. In modern Italian, the ‘t’ has become an ‘z,’ as in “Lazio,  -- the calcio team from Latium – or a ‘d’ as in ‘ladino.’” Grice: “I know his Loeb edition by heart!” – Grice: “The Greeks never studied their lingo as Varro studied his! Of this Austin always reminded me – ‘We should be like Varro, analysing our tongue as ‘fluid’ semiotic system!’” -- Academic,  Roman polymath, author of works on language, agriculture, history and  philosophy, as well as satires, and principal conversationalist in the later version of  Cicero’s "Academica.” Questore della Repubblica romana. Gens: Terentia Questura in Illyricum Propretura in Spagna. Marco Terenzio Varrone. Filosofo. Tu ci hai fatto luce su ogni epoca della patria, sulle fasi della sua cronologia, sulle norme dei suoi rituali, sulle sue cariche sacerdotali, sugli istituti civili e militari, sulla dislocazione dei suoi quartieri e vari punti, su nomi, generi, su doveri e cause dei nostri affari, sia divini che umani == Cicerone, Academica Posteriora. Detto Reatino. attributo che lo distingue da “Varrone Atacino,” vissuto nello stesso periodo. Nato da una famiglia di nobili origini, ha rilevanti proprietà terriere in Sabina, dove e educato con disciplina e severità dai familiari, integrate dall'acquisto di lussuose ville a Baia e fondi terrieri a Tusculum e Cassino.  A Roma compì studi avanzati presso i migliori maestri del tempo. Lucio Elio Stilone Preconino lo fa appassionare anche agli studi etimologici ed oratoria. Studia la lingua italiana con Lucio Accio, a cui dedic “aDe antiquitate litterarum.” Come molti romani, compe un grand tour in Grecia, dove ascolta filosofi accademici come Filone di Larissa e Antioco di Ascalona, da cui deduce una posizione filosofica di tipo eclettico. A differenza di molti altri eruditi del tempo, non si ritira dalla vita politica ma, anzi, vi prende parte attivamente accostandosi agli optimates, forse anche influenzato dall'estrazione sociale. Dopo aver, infatti, percorso le prime tappe del cursus honorum (triumviro capitale, questore, e legato) e vicino a Pompeo, per il quale ricopre incarichi di grande importanza. Legato e proquestore e combatte nella guerra contro i pirati difendendo la zona navale tra la Sicilia e Delo. Allo scoppio della guerra civile e propretore. In una guerra che vede i romani contro i romani, tenta un'incerta difesa del suo territorio che si concluse in una resa che Giulio Cesare, nei Commentarii de bello civili, define poco gloriosa. Dopo la disfatta dei pompeiani, si avvicina, comunque, a Cesare, che apprezza il Reatino soprattutto sul piano culturale, affidandogli la costituzione di una biblioteca. Dopo la morte del dittatore, anzi, e inserito nelle liste di proscrizione sia di Antonio che di Ottaviano (interessati più alle sue ricchezze che a punire i congiuranti), da cui si salva grazie all'intervento di Fufio Caleno per poi avvicinarsi a Ottaviano a cui dedica il “De vita populi Romani” volto alla divinizzazione della figura di Cesare. Ha una produzione di oltre 620 libri, suddivisi in circa settanta opere. Opere “De re rustica” (Varrone) e “De lingua Latina” -- La vasta produzione di Varrone fu suddivisa da Girolamo in un catalogo. Le opere di Varrone sono verosimilmente 74, suddivise in 620 volumi, sebbene  stesso regli rifere di aver scritto 490 libri.  Le sue opere  possono essere suddivise in vari gruppi, dalle opere di erudizione, filologia (filosofia del linguaggio, o semantica) e storia a quelle giuridiche e burocratiche, dalle opere di filosofia (filosofia del linguaggio, semantica, semiotica) e agricoltura alle opere di poesia, di linguistica e letteratura; di retorica e diritto, con ben 15 libri De iure civili; di filosofia. Di questa enorme produzione è pervenuta quasi integra solo un'opera, il “De re rustica”, mentre del “De lingua Latina” sono pervenuti solo 6 libri su 25. Probabilmente, causa del quasi completo naufragio della immane varroniana è che, avendo compulsato tanta parte della cultura romana precedente, divenne la fonte indispensabile per gli autori successivi, perdendosi, per così dire, per assimilazione. Della sua attività filologica fa testimonianza il cosiddetto canone varroniano, elaborato a partire da due opere, le “Quaestiones Plautinae” e il “De comoediis Plautinis”, in cui riparte il corpus plautino, che include 130 fabulae. Di queste, 21 vengono definite autentiche, 19 di origine incerta, dette "pseudo-varroniane" e le restanti spurie.  Si occupa soprattutto di antiquaria, con i 41 libri di “Antiquitates”, il suo capolavoro, divisi in 25 di “res humanae” e 16 di “res divinae”, fonte precipua di Agostino nel De civitate Dei. Proprio da Agostino si evidenzia l'attenzione di Varrone sulla religione civile, con una compiuta disamina su culti e tradizioni, pur con acute critiche alla teologia mitica dei poeti in nome di una theologia naturalis. A questo gruppo appartiene anche l'opera, non pervenuta, “De bibliothecis”, presumibilmente legata alle incombenze come bibliotecario affidategli da Cesare. Nell'ambito filosofico, notevoli dovevano essere “I logistorici” -- dal greco “discorsi di storia” -- in 76 libri, composta in forma di dialogo in prosa, di argomento morale e antiquario, in cui ogni libro prende il nome di un personaggio storico e un tema di cui il personaggio costituiva un modello, come il “Marius”, “de fortuna” o il “Catus”, “de liberis educandis”. Questi dialoghi storico-filosofici sono tra i modelli espositivi del “Laelius”; “de amicitia” e del “Cato Maior”, “de senectute” di Cicerone. Al suo interesse filosofico e divulgativo, probabilmente scritte lungo tutto il corso della sua parabola culturale, riconducevano le “Saturae Menippeae”, che prendevano come modello Menippo, esponente della filosofia cinica (da cui il nome). Le “Saturae Menippeae” si componevano di 150 libri, in prosa e in versi, di cui però ci rimangono circa 600 frammenti e novanta titoli, di argomento soprattutto filosofico, ma anche di critica dei costumi, morale, con rimpianti sui tempi antichi in contrasto con la corruzione del presente. Ciascuna satira recava un titolo, desunto da proverbi (“Cave canem” -- con allusione alla mordacità dei filosofi cinici) o dalla mitologia (“Eumenide” contro la tesi stoico-cinica per cui gli uomini sono folli, “Trikàranos”, il mostro a tre teste, con un mordace riferimento al primo triumvirato) ed era caratterizzata da lessico popolaresco, polimetria e, come in Menippo, uno stile tragi-comico. Valerio Massimo, VII 3. Aulo Gellio. Ce ne parla lui stesso in “De lingua latina” -- Cicerone, Academica posteriora, Appiano, Guerre civili, IV 47; Varrone, De re rustica, I Svetonio, Cesare, Appiano, Ausonio, Commemoratio professorum Burdigalensium,Chronicon, ann. Aulo Gellio, Gellio, I cui frammenti sono editi nell’edizione di B. Cardauns: “Antiquitates rerum divinarum” Cfr. B. Zucchelli, Varro logistoricus. Studio letterario e prosopografico, Parma, Cfr., ad esempio, il Fr. XIX Riese: "Da ragazzo, avevo solo una tunica modesta e una toga, calzature senza fascette, un cavallo non sellato; bagno giornaliero, niente e, davvero di rado, una tinozza".  N. Horsfall, Varrone, in Letteratura Latina (Milano, Mondadori). Cfr. M. Salanitro, Le Menippee di Varrone: contributi esegetici e linguistici (Roma, Ateneo). Sulla satira varroniana, cfr. L. Alfonsi, Le Menippee di Varrone, in "ANRW". Atti del Congresso di studi varroniani. Rieti, Centro di studi varroniani,  A. Cenderelli, “Varroniana” Istituti e terminologia giuridica nelle opere di Varrone (Milano, A. Giuffrè); H. Dahlmann, “Varrone e la teoria della lingua” (Napoli, Loffredo), F. Della Corte, “Varrone, il terzo gran lume romano” (Genova, Istituto universitario di Magistero); “De vita populi Romani” Introduzione e commento, Pisa; B. Riposati, “M. Terenti Varronis De vita populi Romani” -- Fonti, esegesi, edizione critica dei frammenti (Milano, Vita e pensiero), B. Riposati, “Varrone. L'uomo e lo scrittore” (Roma Istituto di studi romani); A. Traglia, Introduzione a Varrone, “Opere” (Torino, UTET), B. Zucchelli, “Varro logistoricus: prosopo-grafica” -- Parma, Istituto di lingua e letteratura latina, Satira menippea Biblioteche romane Antiquitates rerum humanarum et divinarum Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. “M. Ter. Varronis De lingua Latina libri qui supersunt: cum fragmentis ejusdem” Biponti, ex typographia societatis. Biblioteca degli scrittori latini con traduzione e note: “Terentii Varronis quae supersunt opera” Venetiis, excudit J. Antonelli, “Grammaticae Romanae Fragmenta”, Gino Funaioli, Lipsiae, in aedibus B. G. Teubneri. “M. Terenti Varronis saturarum menippearum reliquiae” -- cur. A. Riese, Lipsiae, in aedibus B. G. Teubneri. Varrone. Keywords: centro di studi varroniani, idioma, idiom, lingua latina, lingua anglica, Lazio, Lazini, la lingua del Lazio – Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS – Luigi Speranza, “Grice e Varrone: semiotica filosofica” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689086098/in/photolist-2mKBBam-2mKBBze-2mKA5tC

 

Grice e Varzi – parole, oggetti, eventi – filosofia italiana (Galliate). Essential Italian philosopher. varzi: essential Italian philosopher. Some Italians do not consider Varzi an “Italian” philosopher in that his maximal degree was earned elsewhere! If philosophy is a branch of the belles lettres, part of Varzi’s essays belong in English literature --. He was written on ‘universal semantics.’ Achille Varzi all'Trento. Grice: “Varzi rather freely uses ‘universal’ as in ‘universal semantics’ – while my own pragmatic rules have been challenged universal status, by, of all people, Elinor Ochs!” Filosofo. Grice: “Some Italians consider Varzi a specimen of ‘brain drain’ in more than one way: his maximal degree was obtained without Italy, not within Italy, and not in Italian – plus the fact that he is at Colombo’s Columbia!” Esponente della filosofia analitica, è noto principalmente per le sue ricerche di logica e per il suo contributo alla rinascita degli studi in ambito di metafisica e ontologia. Laureatosi a Trento con una tesi, “La logica libera” stato insignito della Targa Giuseppe Piazzi per la ricerca scientifica e del Premio Paolo Bozzi per l'Ontologia.  Dopo un periodo dedicato soprattutto allo studio dell'immagine del mondo propria del senso comune, Varzi si è indirizzato progressivamente verso posizioni di stampo nominalista e convenzionalista, nella convinzione che "buona parte della struttura che siamo soliti attribuire alla realtà esterna risieda a ben vedere nella nostra testa, nelle nostre pratiche organizzatrici, nel complesso sistema di concetti e categorie che sottendono alla nostra rappresentazione dell'esperienza e al nostro bisogno di rappresentarla in quel modo". Autore di oltre un centinaio di pubblicazioni su volumi e riviste specializzate,  è noto anche per la sua attività divulgativa (spesso in collaborazione con Casati), ispirata al principio secondo cui "la filosofia è una sfida in cui il pensiero parte dalla semplicità delle cose quotidiane e ne mostra la meravigliosa complessità". Opere: “Semplicemente diaboliche” (Laterza); “L’amicizia” (Orthotes); “I colori del bene, Orthotes,. L'incertezza elettorale (Aracne). Le tribolazioni del filosofare. Comedia Metaphysica ne la quale si tratta de li errori & de le pene de l’Infero, Laterza,. Il mondo messo a fuoco, Laterza, Il pianeta dove scomparivano le cose. Esercizi di immaginazione filosofica, Einaudi, Ontologia, Laterza, Semplicità insormontabili storie filosofiche, Laterza, Parole, oggetti, eventi e altri argomenti di metafisica, Carocci. “Logica” McGraw-Hill Italia,  Buchi e altre superficialità, Garzanti. Studi: Elena Casetta e Valeria Giardino, Mettere a fuoco il mondo. Conversazioni sulla filosofia di Varzi, numero speciale di Isonomia Epistemologica,  F. Calemi, Varzi. Logica, semantica, metafisica, AlboVersorio, Milano. Il mondo messo a fuoco, Laterza. Dal risvolto di copertina di Semplicità insormontabili, Laterza. Da questo libro è stato tratto lo spettacolo teatrale Insurmountable Simplicities, per la regia di Natalie Glick, presentato dall'All Gone Theatre Company all'edizione  del New York International Fringe Festival. Biografia "negativa" di Varzi, su columbia.edu. Intervista ad Achille Varzi di Leonardo Caffo, Rivista italiana di filosofia analitica. Varzi. Keywords: ‘universal’. Refs.:  Luigi Speranza, "Grice e Varzi: semantica filosofica," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51685558918/in/photolist-2mKzcaD-2mKgZYb-2mKgSAa

 

Grice e Vasa: ragione e libertà – filosofia (Aggius). Essential Italian philosopher. Filosofo. Andrea Vasa Società Filosofica Italiana Congresso Nazionale L'Aquila. Vasa nacque ad Aggius, paese della Gallura di forte e suggestivo paesaggio e di forti vicende. Compiuti in anticipo gli studi secondari, andò a studiare filosofia a Milano dove si laureò. Insegnò nel Liceo Ginnasio “Arnaldo” di Brescia. Dovette interrompere l’insegnamento a causa della sua partecipazione alla Resistenza con il gruppo che faceva capo a Parri. Alla fine della guerra riprese l’insegnamento a Milano nel Liceo Classico G. Carducci e poi nel Liceo Ginnasio Manzoni. Ottenne la libera docenza. Fu assistente volontario e poi incaricato di Filosofia a Milano. Vincitore di un concorso a cattedre di Filosofia teoretica, fu chiamato  a Cagliari e Firenze. Vasa rimase sempre fortemente legato al paese natale. Il Comune di Aggius ne ha conservato la memoria.  Negli anni di formazione, Vasa si trovò a partecipare al tentativo condotto da Bontadini, di cui era allievo e amico, di superare la contrapposizione tra la scolastica e l’idealismo, comprendendo e assimilando quanto della metafisica hegeliana e cristiana era in questo indirizzo. In questa operazione Vasa prese una sua via personale. Abbandonò l’interesse metafisico simpatizzando per l’attualismo di Gentile per quanto esso restituiva all’uomo dignità e responsabilità, mettendone tuttavia in luce l’impossibilità di una fondazione logica. Nacquero così le indagini sulla logica di Hegel che portarono a rilevanti osservazioni critiche riguardo all’idealismo. Con l’idea che i valori immanenti costituiscono l’orizzonte trascendentale nella prassi razionale ed etica dell’uomo veniva a cadere per Vasa l’opposizione di immanenza e trascendenza.  Nella comune partecipazione alla Resistenza Vasa si legò di amicizia con Pra, filosofo di profonda esperienza religiosa e sociale e innovatore della storiografia filosofica. Tramite lui Vasa entrò in contatto con Banfi, che rappresentava la Scuola filosofica milanese. Nel confronto con il razionalismo critico di Banfi, che mirava a chiarire una struttura della ragione nel solco della tradizione kantiana, Vasa pensò ad un razionalismo che andasse oltre ogni struttura presupposta della ragione verso un orizzonte di possibilità non ancora prevedibili. Questo pensiero comportava l’idea della ricerca di una logica della possibilità. Si pose così quella proposta filosofica detta “trascendentalismo della prassi”, radicalmente critica e programmaticamente aperta, e che venne difesa da Pra e Vasa, sia nella «Rivista di storia della filosofia» fondata da Pra, sia nei Congressi della “Società filosofica italiana” rinata dopo lo scioglimento imposto dall’autorità fascista. Il “trascendentalismo della prassi” era contrapposto al "teoricismo", inteso come il carattere di tutte le filosofie che presuppongono un principio di datità del reale e del valore, cioè di tutte le filosofie metafisiche. Il trascendentalismo della prassi non voleva essere una teoria, ma un atteggiamento pratico possibile, effettivo, che riconosceva la temporalità della prassi e ne rivendicava la libertà e la responsabillità. La proposta del trascendentalismo della prassi, che era immediatamente critica del pensiero di Croce e Gentile, ma che investiva tutti gli indirizzi contemporanei, fu il modo più radicale del domandarsi dopo la guerra, sul métier della filosofia. La «Rivista di storia della filosofia» costituì il contatto con il “neo-illuminismo”, che, animato da Abbagnano, avendo come centro Torino, collega e confronta in convegni periodici i nuovi indirizzi metodologici e anti-metafisici.  Affermatisi gli indirizzi della fenomenologia trascendentale, della filosofia analitica e dell’empirismo, Vasa, con il suo metodo, caratterizzato dall’apertura e dalla tensione critica ad un continuo “andar oltre”, diede di essi interpretazioni originali in numerosi studi e seminari. La sua ricerca, ora caratterizzata come razionalismo della prassi, continuò a mettere in discussione ogni naturalismo limitativo della libertà della persona. Vasa confermò così l’idea di una “via negativa alla filosofia” a cui siamo costretti in mancanza di principi universali oggettivi o di autorità universali nella prassi. Questa negazione confuta la tematizzazione ingenua del mondo, mette fra parentesi la tradizione, toglie l’unicità di senso al nostro rapporto con la realtà e, aprendo la ricerca alla prospettiva di generalizzazioni nuove, risponde al bisogno della persona di costruirsi e perseguire finalità proprie.  Per influenza dell’amico Geymonat, e in discussione con lui, Vasa vide concretamente nelle scienze in sviluppo l’orizzonte effettivo delle possibilità razionali, pertanto si cimentò nella comprensione di esse attraverso l’epistemologia e la logica. Egli esaminò: il moderno formalismo logico-matematico di Russell; l’analisi del linguaggio (formale ed ordinario) di ‘Vitters’; il convenzionalismo logico e linguistico che egli coglieva nell’empirismo di Carnap e nella discussione di Quine sull’ontologia; lo stesso svolgimento dell’epistemologia dagli inizi col Circolo di Vienna ai successivi sviluppi autocritici e “liberali”; le rivoluzioni concettuali delle scienze. Erano tutti problemi che avevano all’origine e segnalavano una crisi del fondamento. Vasa volle chiarirli leggendovi «la sollecitazione a porre fra parentesi ad aggredire o a variare all’infinito ogni “conoscenza” di spazi e tempi, di atomi, masse e cause naturali». La sua ricerca manteneva così l’etica dei fini umani; la logica era anche logica della speranza; la filosofia ritrovava il senso originario di “amore della saggezza”.  Opere: “Il problema della ragione” (Bocca, Milano); “Ricerche sul razionalismo della prassi” (Sansoni, Firenze); “Logica, scienza e prassi” (La Nuova Italia, Firenze); “Logica, religione e filosofia” (Franco Angeli, Milano); “Logica, scienze della natura e mondo della vita” (Angeli, Milano); “Poeti di Aggius. Michele Andrea Tortu, Michele Pisanu (Antologia di Salvatore Lepori con prefazione, traduzione e note di A. Vasa), Nota introduttiva di Giovanni Pirodda, Istituto Superiore Regionale Etnografico, Nuoro. “Il Trascendentalismo della prassi, la filosofia della Resistenza, Maria Grazia Sandrini, Mimesis, Centro Internazionale Insubrico, Milano. NIn memoria di Andrea Vasa, filosofo della modernità, La Nuova Sardegna, Treccani: Vasa, Andrea  Ragione e libertà. Saggio sul pensiero di Vasa  Vasa, Una discussione con G. Bontadini su metafisica e filosofia, in Studi di filosofia in onore di G. Bontadini, Vita e Pensiero, Milano I saggi di Vasa sono raccolti nel volume Logica, religione e filosofia (Scritti filosofiici A. Vasa, Memoria di Giovanni Gentile, in Giornale critico della filosofia italiana, Vedi Benedetto Croce, Le cosiddette ‘riforme della filosofia’ e in particolare di quella hegeliana, (a proposito del saggio di Vasa su De Ruggiero), in Quaderni della Critica, poi in Indagini su Hegel, Laterza, Bari, Vedi M. Dal Pra, La filosofia italiana oggi, Rivista critica di storia della filosofia, Sul trascendentalismo della prassi, in Il problema della filosofia oggi. Atti del Congresso nazionale di Filosofia (Bologna,  promosso dalla SFI, Bocca, Roma-Milano, Vedi: saggi come l’Introduzione alla trad. di E. Husserl, L’idea della fenomenologia (M. Rosso), Il Saggiatore, Milano,  Logica e religione di fronte al compito di una possibile unificazione del sapere, in «Il Pensiero», L’ateismo religioso di L. Wittgenstein, in «Archivio di Filosofia», (Esistenza, Mito, Ermeneutica), e le lezioni raccolte nel volume Logica, scienze della natura e mondo della vita  A. Vasa, Logica, scienze della natura e mondo della vita.  La frase (di Vasa) compare nella presentazione editoriale del volume Logica, scienza e prassi. Luporini, Casari, Pra, Geymonat, Marinotti, Ricordo di Vasa. Corsi, seminari, Olschki, Firenze, F. De Natale, Storicità della filosofia e filosofia come storiografia. Un dibattito tra filosofi italiani in Dentro la storiografia filosofica. Questioni di teoria e didattica, Dedalo, Bari Franco Cambi, Razionalismo e prassi a Milano, Cisalpino-Goliardica, Milano. Amedeo Marinotti, L. Handjaras, “Ragione e libertà: la filosofia di Vasa, Prefazione di M. Dal Pra, Franco Angeli, Milano, Mario Dal Pra, Filosofi del Novecento, Angeli, Milano, vi è raccolto il contributo già in, Ricordo di Andrea Vasa, Olschki, Firenze Carlo Monti, Religione e prassi nel pensiero di Andrea Vasa, in «La Fortezza. Rivista di studi», Liberalismo etico e prospettive razionalistiche nel pensiero di Vasa, Etica e scienza. Saggi di filosofia, Carocci, Roma. Maria Grazia Sandrini e Al., Andrea Vasa uomo e filosofo (Atti del convegno di Aggius. Comprende: relazioni di M.G. Sandrini, “L’eredità vasiana”. P. Lecis, Viaggio verso una meta incerta. L’universo dei mondi possibili di A. Vasa; F. Minazzi, La strada per Megara e l’irriducibilità della libertà umana. Il problema della ragione nel trascendentalismo della prassi di A. Vasa; E. Palombi, Sul senso dell’uomo nel pensiero di A. Vasa; alcuni brevi Scritti e testi inediti, F. Minazzi e M.G. Sandrini, in «Il Protagora», poi in volume con lo stesso titolo, Barbieri, Manduria 2008. Amedeo Marinotti, Ragione e prassi in Vasa e in Geymonat. Memoria di una discussione filosofica e di un’amicizia, in Geymonat un maestro del Novecento. Il filosofo, il partigiano e il docente, Fabio Minazzi, Unicopli, Milano  Enrico I. Rambaldi, La formazione di Vasa, in Alberto Pala filosofo laico, appassionato delle scienze. Studi e testimonianze, B. Maiorca, Cuec, Cagliari, Enrico I. Rambaldi, Da Gentile a Hegel. Trascendentalismo e antifascismo in Andrea Vasa. Con un’appendice di testi e documenti, in «Rivista di storia della filosofia». Andrea Vasa. Vasa. Keywords: liberta, freedom. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Vasa: ragione e liberta” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731675581/in/dateposted-public/

 

Vastarini (L’Aquila). Essential Italian philosopher. Filosofo. Esponente di una nota famiglia abruzzese, fu un grande studioso nonché maestro di scherma, quindi, alla morte della madre, e decise di entrare nell'ordine dei frati minori cappuccini. Dotato di una brillante vocazione predicatoria che lo portò sino alla corte di Urbano VIII. Venne pubblicamente lodato anche dal Duca di Osuna che gli propose il vescovato di Pozzuoli e dal Granduca di Toscana che gli propose quello di Fiesole, ma in entrambi i casi Vastarini rifiutò.  Nella prima metà Professoresi prodigò per aprire una sede dei cappuccini nell’Aquila, colpito dalla morte di un suo confratello che il medico non era riuscito a soccorrere nell'allora sede di San Giuseppe fuori le mura. Acquista un vasto terreno sul margine orientale della cinta muraria e vi costruì il convento e la chiesa di San Michele, oggi inglobati nel complesso monumentale dell'Emiciclo. Camerlengo dell'Aquila.  Giacomo Di Marco, Storia del complesso architettonico, in Lucio Zazzara, Palazzo dell’Emiciclo e palazzina ex G.I. Maschile. Rigenerazione e adeguamento sismico a L’Aquila, Pescara, Carsa. Alfonso Dragonetti 234  Frati minori cappuccini d'Abruzzo, Le attività del Convento Santi Francesco e Chiara di L'Aquila, su fraticappuccini. L'Emiciclo Rinasce, La storia, su emiciclorinasce.  Alfonso Dragonetti, Le vite degli illustri aquilani, L'Aquila, Perchiazzi Editore. Vastarini Cresi. Vastarini-Cresi. Vastarini. Perhaps under C? -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS – Luigi Speranza,, “Grice e Vastarini: cappuccino e ciserciani” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732311369/in/dateposted-public/

 

Vattimo (Torino). Essential Italian philosopher. Grice: “It may be argued that what Vattimo means by ‘strong’ is what I mean by ‘weak’ and viceversa – With Popper, ‘I know’ is weaker than ‘I believe’ and ‘every x’ is weaker than ‘some (at least) one’ or ‘the’ – I have explored ‘the’ – Keyword: massima della debolezza conversazionale; massima della forza conversazionale” -- Filosofo -- not one that provinicial Beaney would include in his handbooks and dictionariesVattimo’s philosophy shares quite a bit with Grice’s programme, as anyone familiar with both Vattimo and Grice may testify. Vattimo has philosophised on Heidegger and Nietzsche, and one of his essays is on the subject and the maskanother on realityThere is a volume in his honour.Gianni Vattimo  Gianteresio "Gianni" Vattimo Gianni Vattimo Participante del Foro Internacional por la Emancipación y la Igualdad Gianni Vattimo nel  Dati generali Partito politicoPartito Comunista (dal ) In precedenza: DS PdCI IdV Indipendente Titolo di studio Laurea in Filosofia Università Università degli Studi di Torino Professione filosofo, professore universitario. Filosofo. Tra i massimi esponenti della corrente post-moderna, è teorizzatore del pensiero debole. Il padre è un poliziotto calabrese, che muore quando Gianni ha un anno e mezzo, mentre la madre è una sarta; ha una sorella di otto anni più grande. Durante la guerra si trasferisce con la famiglia in Calabria, restandoci per due anni e ritornando a Torino nel settembre del 1945.  Studente del liceo classico Gioberti è attivo nella Gioventù Studentesca di Azione Cattolica, e collabora a Quartodora, rivista del movimento diretta da Straniero. Si autodefinì come un cattolico militante, influenzato dalla lettura di Maritain, Mounier e dei racconti di Bernanos, portato dalla fede ad un disinteresse per il razionalismo storico, l'Illuminismo e le filosofie di Hegel e Marx.  Allievo di Pareyson assieme a Umberto Eco con cui ha condiviso amicizia e interessi, si è laureato in filosofia a Torino. Lavora ai programmi culturali della Rai. Ha conseguito la specializzazione a Heidelberg, con Löwith e Gadamer, di cui ha introdotto il pensiero in Italia. Professore incaricato e ordinario di estetica all'Torino, nella quale è stato preside, della facoltà di Lettere e Filosofia. -- ordinario di filosofia teoretica presso la stessa università. 00 professore emerito, titolo che non gli precluse, in futuro, lo svolgimento di eventuali attività didattiche presso la suddetta università. Idea e condotto su Raitre il programma televisivo di divulgazione filosofica “La clessidra.” Ha insegnato come visiting professor negli Stati Uniti e ha tenuto seminari in diversi atenei del mondo. È stato direttore della Rivista di estetica, membro di comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere, socio corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Torino, nonché editorialista per i quotidiani La Stampa e La Repubblica e per il settimanale L'espresso. Attualmente dirige la rivista Tropos. Rivista di ermeneutica e critica filosofica (edita da Aracne Editrice). Per le sue opere ha ricevuto lauree honoris causa dalle La Plata, Palermo, Madrid e dalla Universidad Nacional Mayor de San Marcos di Lima. È stato più volte docente alle Vacances de l'Esprit. Ha svolto attività politica in diverse formazioni: prima nel Partito Radicale, poi in Alleanza per Torino, successivamente nei Democratici di Sinistra, per i quali è stato parlamentare europeo, e nel Partito dei Comunisti Italiani --  è stato candidato da una lista civica a sindaco di una cittadina calabrese, San Giovanni in Fiore (Cs), per combattere la "degenerazione intellettuale" che affliggeva quel paese, ma non è riuscito ad arrivare al secondo turno.  Annunciato la sua candidatura a parlamentare europeo nelle liste dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, rivendicando tuttavia le proprie origini comuniste, venendo eletto nella circoscrizione Nord-Ovest.  Nel giorno dell'anniversario della fondazione del PCd'I, annuncia la sua adesione al Partito Comunista.  Il suo ideale politico-religioso si riassume in una forma da lui definita "comunismo cristiano" e "comunismo ermeneutico", un' ideale antidogmatico di "comunismo debole" nel pensiero e nell'essere, che si ispira alla vita comunitaria delle prime comunità cristiane. Esso rinnega e si oppone alla violenza delle industrializzazione pesante forzata e dello stalinismo in genere, così come anche alle tesi di Lenin e del terrorismo, muovendo a favore di una sinistra improntata al dialogo, alla dialettica e alla tolleranza.  Controversie Accuse di antisemitismo Vattimo è stato accusato di antisemitismo, a causa delle sue dichiarazioni sul controllo ebraico di banche, dove affermava: "Ricordiamoci che la Federal Reserve è di proprietà di Rothschild. Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, lo accusò di antisemitismo, additando le sue dichiarazioni come "parole di odio che non aggiungono nulla di nuovo e che sono accompagnate dalla riproposizione squallida di stereotipi anti-semiti". Anche Aiello, primo rabbino donna in Italia, ha corroborato queste accuse, tacciando Vattimo di antisemitismo.  Ha rilasciato un'intervista al Corriere in cui dichiara, riguardo a Israele  «bisognerebbe procurarsi missili più efficaci dei Qassam e portarli laggiù»  La dichiarazione, riferita ai missili Qassam con cui Hamas colpisce Israele, ha suscitato molte polemiche. Il filosofo ha tuttavia chiarito che le sue prese di posizione sono rivolte contro Israele e che non hanno nulla a che vedere con l’anti-semitismo.  Sull'aggressione a Berlusconi In occasione dell'aggressione di Tartaglia a Berlusconi ha espresso a Radio Radicale la convinzione che quell'aggressione fosse stata una montatura. Ha affermato inoltre che se l'aggressore avesse voluto veramente fare del male a Berlusconi era preferibile usare una pistola invece di una statuetta.  Vattimo si è occupato dell'ontologia ermeneutica, proponendone una propria interpretazione, che ha chiamato “debolita”, in contrapposizione con le diverse forme di pensiero forte (fortitude) dell'Otto-Novecento: l'hegelismo con la sua dialettica, il marxismo, la fenomenologia, la psicanalisi, lo strutturalismo. Ognuno di questi movimenti si è proposto come superamento delle posizioni filosofiche precedenti e smascheramento dei loro errori. Ma ogni volta l'errore, secondo Vattimo, consisterebbe proprio in questo gesto teoretico. Non ci sono nuovi inizi, l'errore consiste proprio nella volontà di rifondare "fundamenta inconcussa" che non vi possono essere. Debolita è invece un atteggiamento della postmodernità che accetta il peso dell'"errore", ossia del caduco, dell'effimero, di tutto ciò che è storico e umano. È la nozione di verità a doversi modellare sulla dimensione umana, non viceversa.  Secondo Vattimo la debolita è la chiave per la democratizzazione della società, la diminuzione della violenza e la diffusione del pluralismo e della tolleranza. In questo senso deve essere almeno segnalata la grande e decisiva importanza che assume nella sua filosofia la nozione di nichilismo, che rimette all'eredità di Nietzsche e Heidegger e si lega a vari temi vattimiani (dall'etica, alla politica, dalla religione --l'indebolimento di Dio alla teoria della comunicazione – implicatura come communicatum debole. Con le sue opere più recenti (in particolare Credere di credere) ha rivendicato al proprio pensiero anche la qualifica di autentica filosofia cristiana per la postmodernità.  Avvalendosi infatti della visione cristiana del maestro Pareyson e di Quinzio, Vattimo rifiuta l'identificazione di Dio nell'essere razionale, così come concepito dalla tradizione filosofica occidentale. Di Pareyson e Quinzio, però, non condivide la visione religiosa tragica. Suggestionato da Girard, Vattimo legge la vicenda di Cristo come rifiuto di ogni sacrificio, anzitutto umano ed esistenziale. La kénosis (lett. "svuotamento") divina è a vantaggio della libertà e della pace umana.  Le posizioni del filosofo rappresentano una svolta, sia nella sua impostazione filosofica dell'interpretazione del presente, sia nel campo dell'attività politica. Abbandona il partito dei Democratici di Sinistra e abbraccia il marxismo rivalutandone positivamente l'autenticità e validità dei principi progettuali, auspicando un "ritorno" al pensiero del filosofo di Treviri e a un comunismo epurato dagli sviluppi delle distorte politiche pubbliche sovietiche da superare dialetticamente. Per quanto la svolta possa apparire contraddittoria con le precedenti posizioni, Vattimo rivendica la continuità delle nuove scelte con il processo di ricerca sul pensiero debole, pur ammettendo il cambiamento di "molte delle sue idee". È lo stesso filosofo a parlare di un "Marx indebolito", ovvero di una base ideologica capace di illustrare la vera natura del comunismo e adatta nella pratica politica a superare ogni tipo di pudore liberal. L'approdo al marxismo si configura quindi come una tappa dello sviluppo del pensiero debole, arricchito nella prassi da una prospettiva politica concreta.  Etica e natura Vattimo ha anche espresso posizioni ambientaliste ed in particolare a favore dei diritti degli animali. Ad esempio ha dichiarato:  «In un'epoca in cui l'umanità si vede sempre più minacciata nelle stesse elementari possibilità di sopravvivenza (la fame, la morte atomica, l'inquinamento) la nostra radicale fratellanza con gli animali si presenta in una luce più immediata ed evidente.»  Da parlamentare europeo si è battuto, tra l'altro, contro la sperimentazione animale e contro il maltrattamento degli animali negli allevamenti. Pubblicamente dichiara la sua omosessualità. Sviluppa una concezione di Cristianesimo secolarizzato, il quale, conseguentemente, non necessita di istituzioni ecclesiastiche, fondandosi sulla kénosis, ossia sull'abbassamento e sull'indebolimento dell'idea di Dio. Per il filosofo il non riconoscimento di un "assoluto", inteso come una verità definitiva, porterebbe ad una maggiore accettazione della diversità sociale e culturale.  Il compagno da 11 anni di Vattimo, Sergio Mamino, storico dell'architettura, malato di tumore ai polmoni, muore nel bagno dell'aereo che lo stava portando nei Paesi Bassi per effettuare un'eutanasia. Ad accompagnarlo c'era con lui sull'aereo lo stesso Vattimo.  Ha collaborato con vari quotidiani italiani e stranieri (La Stampa, L'Unità, il manifesto, Il Fatto Quotidiano), con editoriali e riflessioni critiche su vari temi di attualità, politica e cultura.  Saggi: “Il concetto di fare in Aristotele” (Giappichelli, Torino); “Essere, storia e linguaggio in Heidegger, Filosofia, Torino); “Ipotesi su Nietzsche” (Giappichelli, Torino); “Poesia e ontologia” (Mursia, Milano); “Schleiermacher, filosofo dell'interpretazione” (Mursia, Milano, “Introduzione ad Heidegger” (Laterza, Roma-Bari); “Il soggetto e la maschera” (Bompiani, Milano); “Le avventure della differenza” (Garzanti, Milano); “Al di là del soggetto” (Feltrinelli, Milano); “Il pensiero debole” (Feltrinelli, Milano (G. Vattimo eA. Rovatti); “La fine della modernità” (Garzanti, Milano); “Introduzione a Nietzsche, Laterza, Roma); “La società trasparente” (Garzanti, Milano); “Etica dell'interpretazione” (Rosenberg & Sellier, Torino); “Filosofia al presente” (Garzanti, Milano); “Oltre l'interpretazione” (Laterza, Roma); “Credere di credere” (Garzanti, Milano); “Vocazione e responsabilità del filosofo” (Il Melangolo, Genova); “Dialogo con Nietzsche” (Garzanti, Milano); “Tecnica ed esistenza: una mappa filosofica del Novecento” (Mondadori, Milano); “Dopo la cristianità. Per un cristianesimo non religioso” (Garzanti, Milano); “Nichilismo ed emancipazione. Etica, politica e diritto, S. Zabala, Garzanti, Milano); “Il socialismo ossia l'Europa, Trauben); “Il Futuro della Religione, S. Zabala, Garzanti, Milano, “Verità o fede debole? Dialogo su cristianesimo e relativismo, Antonello, Transeuropa Edizioni, Massa); “Non essere Dio. Un'autobiografia a quattro mani, Aliberti editore, Reggio Emilia, “Ecce comu. Come si ri-diventa ciò che si era, Fazi, Roma, “Addio alla Verità, Meltemi, 2009 Introduzione all'estetica, ETS, Pisa, “Magnificat. Un'idea di montagna, Vivalda, “Della realtà, Garzanti, Milano, Pubblica presso Laterza un annuario filosofico a carattere monografico (Filosofia). La sezione Filosofia ha vinto il Premio Brancati.  Vattimo a Lima, Perú. Pecoraro, "Dossier Vattimo", Rossano Pecoraro, in: "Alceu". Rivista del Dip. di Comunicazione. Monaco, Gianni Vattimo. Ontologia ermeneutica, cristianesimo e postmodernità, Ets, Pisa; Weiss, Vattimo. Einführung. Vienna, Passagen Giovanni Giorgio, Il pensiero di Vattimo. L'emancipazione della metafisica tra dialettica ed ermeneutica (Franco Angeli, Milano); Numero della rivista A Parte Rei (Madrid), v. 54, dedicato a Vattimo. Pensare l'attualità, cambiare il mondo, G. Chiurazzi, Mondadori, Milano. Enrico Redaelli, Il nodo dei nodi. L'esercizio del pensiero in Vattimo, Vitiello, Sini, Ets, Pisa  L'apertura del presente. Sull'ontologia ermeneutica di Vattimo, L. Bagetto, Tropos. Rivista di ermeneutica e critica filosofica, anno I, numero speciale. M. Kopić, Vattimo Čitanka, Gianni Vattimo Reader. Zagabria, Antibarbarus. C. Gutiérrez, Daniel Mariano Leiro, V. Rivera.  Fondazione verano centini/images/allegati Vattimo_Gianni.pdf  Movi100 Cent'anni di Movimento Studenti di Azione Cattolica, su movi100.azionecattolica.  Claudio Gallo, Gianni Vattimo Interview, su publicseminar.org, 11 luglio. Vattimo: viva i giustizialisti. Corro con Tonino Di Pietro. M. Rizzo con Gramsci alla Camera (il nipote omonimo) e il filosofo Vattimo, nuovi iscritti al Partito Comunista. Sabato prossimo. Comitato Centrale a Livorno, su Ilpartitocomunista, Ian Angus, Interview with Gianni Vattimo: “Only Weak Communism Can Save Us”, su MRANSA, Italian philosopher politician slammed as anti-Semite, su lagazzettadelmezzogiorno.   'Shoot those bastard Zionists': Italian scholar, su the local Corriere della Sera, Non acquistiamo i prodotti di lì, su archiviostorico.corriere. Repubblica -Vattimo: "Non sono un antisemita. Solo anti-israeliano", su torino.repubblica. A Radio Radicale Il delirio di Vattimo: «Per fargli male doveva sparare»  Il Giornale,  In questo senso Cfr, tra molti, La fine della modernità e Nichilismo ed emancipazione. Etica, politica e diritto, dello stesso Vattimo e Niilismo e (Pós-Modernidade) dell'italo-brasiliano Rossano Pecoraro, libro pubblicato a Rio de Janeiro e San Paolo.  Da Animali quarto mondo, in, I diritti degli animali, L. Battaglia e S. Castignone, Ed. Centro di Bioetica, Genova. Dichiarazione scritta sul riconoscimento dell'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale nell'UE, su giannivattimo. Interrogazione scritta alla Commissione sul benessere degli animali, su Gianni vattimo. 4Vattimo: accanimento sui gay, ma io non bacio in pubblico, Corriere della Sera, su corriere.   «Il mio compagno voleva farla finita Ma morì in viaggio tra le mie braccia» Corriere della Sera, su corriere. Albo d'oro premio Brancati, su comune.zafferana etnea.ct. Pensiero debole. Blog ufficiale, su Gianni vattimo.blogspot.com.  Gianni Vattimo, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. su openMLOL, Horizons Unlimited srl.  Gianni Vattimo, su europarl.europa.eu, Parlamento europeo.  Registrazioni su RadioRadicale, Radio Radicale. Revista A parte rei, su personales.ya.com. Dicussion e sul Pensiero Unico su mito11settembre. Lezione di congedo dall'Torino La verità e l’evento: dal dialogo al conflitto, su teologiaeliberazione.blogspot.com. Credere di credere. Genesi e significato di una conversione debole Giornale di filosofia della religione Gianni Vattimo. Un comunista postmoderno? (di Preve) RAI Filosofia, su filosofia.rai. Vattimo. Keyword: debole/forte – implicatum come communicatum debole. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Vattimo," The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688810146/in/photolist-2mPmWDG-2mLPa8B-2mKyErQ-2mKfshF-E4u3XA

 

Grice e Veca – la massima dell’altruismo conversazionale -- filosofia (Roma). Grice: “I like Veca. Like me, he speaks of altruisn, and he has contributed to a collective volume, “Cooperare e competere.”” Essential Italian philosopher. Filosofo.  Ha svolto un ruolo chiave nell'introduzione nel dibattito culturale italiano dell'approccio alla filosofia politica derivato dall'impostazione di Rawls, divenendo un punto di riferimento filosofico della sinistra, sia come teorico che come militante. La sua formazione di tipo analitico (sensibile quindi alle metodologie e alle questioni della filosofia del linguaggio e della logica), insolita rispetto alla figura del teorico politico così come tradizionalmente concepito in Italia, ha permesso alla sua riflessione di spaziare anche negli ambiti dell'epistemologia e della metafisica, indagandone le connessioni con l'ambito della filosofia morale e politica.  Veca da un impulso decisivo, nel dibattito filosofico italiano, a temi quali il realismo, il problema della completezza nelle teorie epistemiche e politiche, la giustizia globale e la sostenibilità. Studia Filosofia a Milano, dove si laurea con una tesi in Filosofia teoretica, condotta sotto la guida di Paci e Geymonat; assistente volontario, borsista CNR e assistente incaricato presso la cattedra di Filosofia teoretica a Milano; professore incaricato di Filosofiaa Calabria. -- è stato professore incaricato di Storia delle istituzioni e delle strutture sociali presso la Facoltà di Lettere e filosofia di Bologna.  Professore incaricato, professore incaricato stabilizzato e professore associato di Filosofia politica presso la Facoltà di Scienze Politiche di Milano. -- è stato professore straordinario di Filosofia politica presso la Facoltà di Lettere e filosofia di Firenze. Professore di Filosofia politica presso la Facoltà di Scienze politiche a Pavia.  vicepreside della Facoltà di Scienze politiche a Pavia; president della Facoltà di Scienze politiche dell'Pavia; membro del Comitato direttivo della Scuola Superiore IUSS di Pavia. rettore del Collegio Universitario Giasone del Maino di Pavia.  direttore del Centro Inter-Dipartimentale di Studi e Ricerche in Filosofia sociale a Pavia; prorettore per la didattica dell'Pavia; componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Romagnosi di Pavia e del Comitato scientifico dell’European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering presso l'Pavia; parte del Consiglio d'amministrazione dell'Istituto italiano di scienze umane di Firenze; vicedirettore dell'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia. Coordinatore dei corsi ordinari dell'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia.  Dal  al  è prorettore vicario dell'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia. Professore di Filosofia politica presso l'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia.  Conclusa la sua carriera accademica nel, Veca attualmente insegna Filosofia politica nelle Classi di Scienze umane e Scienze sociali dell'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia.  Nella sua lunga carriera Veca ha tenuto seminari e cicli di lezioni all'Cambridge (Christ's), a San Paolo, all'Campinas, a'Bogotà, all'Evora, alla Sorbonne, all'Grenoble, all'Istituto Universitario Europeo. Ha svolto un'intensa attività di consulenza e direzione editoriale. Ha assunto, grazie a un invito del prof. Giuseppe Del Bo, la direzione scientifica della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano presidente della Fondazione Feltrinelli, promuovendo lo sviluppo del suo Centro di Scienza politica. Direttore degli "Annali" della Fondazione, Veca ha impegnato l'istituzione in una ampia gamma di attività di ricerca, documentazione e pubblicazione nell'ambito della teoria politica e sociale contemporanea che perseguono lo scopo di coniugare la tradizione della ricerca storico-sociale con l'innovazione dei metodi e degli esiti della teoria normativa e descrittiva della politica. Ha coordinato le attività del Seminario annuale di Filosofia politica, promosso dalla Feltrinelli in collaborazione con il Centro Studi Politici "Paolo Farneti" di Torino e la Scuola Normale Superiore di Pisa. Nel 2000 avvia il progetto della “Biblioteca europea” della Fondazione Feltrinelli, di cui è attualmente direttore. Nel  è stato designato Presidente onorario della Fondazione Feltrinelli ed è direttore scientifico del suo Laboratorio Expo -- è inoltre stato condirettore di Aut Aut con E. Paci e P. Rovatti. Ha diretto la collana Readings per l'Università della Casa editrice Feltrinelli, di cui è consulente per la saggistica nel campo della filosofia e della teoria politica e sociale; consulente della saggistica de il Saggiatore, di cui ha diretto, con Marco Mondadori, la collana Theoria.  Fa parte o ha fatto parte del comitato scientifico o di direzione di riviste quali "Rassegna italiana di sociologia", "Teoria politica", "Biblioteca della libertà", "Transizione", "Etica degli affari", "Iride", "European Journal of Philosophy", "Filosofia e questioni pubbliche", "Reset", "Quaderni di Scienza politica", "Il Politico", "Rivista di filosofia", “Italianieuropei”. È attualmente direttore de “Il giornale di Socrate al caffè. Bimestrale di cultura e conversazione civile; curatore scientifico della Carta di Milano per Expo.  Ruoli ed incarichi Fa parte del Comitato direttivo di "Politeia", Centro per la ricerca e la formazione in politica ed etica diMilano, di cui è stato uno dei fondatori. Comitato etico dell'IstitutoEuropeo di Oncologia di Milano e del Comitato etico dell'Istituto Mondino di Pavia; Comitato scientifico della Fondazione Rosselli di Torino; coordinatore del Comitato Scientifico dell’Associazione per la ricerca e l'insegnamento della filosofia, parte del Consiglio direttivo nazionale della Società Filosofica italiana. È stato componente del Consiglio nazionale presso il Ministero dei Beni culturali e ambientali; presidente dell'Associazione “I quattro cavalieri” che ha promosso le attività dell’ensemble cameristico “I solisti di Pavia”, diretto da E. Dindo.Comitato generale Premi della Fondazione Balzan “Premio” di Milano.  presidente della Fondazione Campus di Lucca; direttore delle Scuole di formazione politica dell'Associazione “Libertà e giustizia; presidente della Fondazione Paolo GrassiLa voce della culturadi Milano; Presidente del Comitato Generale Premi della Fondazione Balzan di Milano; membro del Comitato dei Garanti della Scuola Galileiana di Studi Superiori di Padova.  Dal  è socio corrispondente residente della Classe di Scienze morali dell'Istituto lombardo di scienze e lettere; consigliere della Fondazione del Centenario della BSI di Lugano. Dal  è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Gualtiero Marchesi. Accademico corrispondente non residente della Classe di Scienze Morali dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna; designato dall'Pavia quale Garante dei diritti degli student; presidente della Casa della Cultura di Milano.  Dal  è socio corrispondente non residente dell'Accademia delle Scienze di Torino. membro effettivo dell'Istituto Lombardo di Lettere e Scienze e componente del Comitato dei Garanti del FAI. Premio Castiglioncellosezione di filosofiaper il libro Dell'incertezza e gli è stata conferita, con decreto del Presidente della Repubblica, la medaglia d'oro e il diploma di prima classe, riservati ai Benemeriti della Scienza e della Cultura. Ha ricevuto il premio dell'Accademia di Carrara per il libro La filosofia politica. premio per la filosofia “Viaggio a Siracusa” per La priorità del male e l'offerta filosofica; premio “Ponte per la cultura” della Fondazione Europea Guido Venosta per il libro Etica e verità; medaglia d'oro di benemerenza civica dal Comune di Milano. Nella filosofia di Veca sono individuabili tre fasi distinte.  La prima fase della sua ricerca è stata dedicata a questioni di teoria della conoscenza o di epistemologia. Pubblica “Fondazione e modalità in Kant” e numerosi saggi su problemi di filosofia della logica, della matematica e della fisica in Whitehead, Frege, Cassirer e Quine. Il centro di interesse scientifico di Veca si sposta sulle teorie di Marx in rapporto alle scienze economiche, sociali e politiche, delineando una seconda fase i cui esiti sono formulati in “Marx e la critica dell'economia politica” e, soprattutto, “Il programma scientifico di Marx.” Si impegna in un programma di ricerca nell'ambito della filosofia politica influenzato dalla prospettiva della teoria normativa della politica. Dopo “Le mosse della ragione,” introduce la discussione sulla giustizia con “La società giusta” ed elabora e sviluppa la sua prospettiva teorica in “Questioni di giustizia” e “Una filosofia pubblica.” Veca dedica un saggio divulgativo agli esiti di questa fase della sua ricerca, “L'altruismo.” Gli sviluppi successivi della sua ricerca, orientata al problema dei rapporti fra teoria normativa e teoria descrittiva della politica e incentrata sulla questione del pluralismo come fatto e come valore per la teoria democratica, sono rinvenibile in “Libertà e eguaglianza.” Una prospettiva filosofica in Progetto Ottantanove, nin Etica e politica e, in particolare in “Cittadinanza: riflessioni filosofiche sull'idea di emancipazione.” Veca lavora alla stesura di tre meditazioni filosofiche intorno a questioni di verità, giustizia e identità, in cui estende la gamma dei suoi interessi teorici rispetto ai lavori degli anni Ottanta. Sviluppando una serie di idee originariamente presentate in Questioni di vita e conversazioni filosofiche, gli esiti di questa ricerca sono contenuti in “L’incertezza.” Pubblica “L'idea di giustizia da Platone ad oggi.” Pubblica un saggio di filosofia sociale e politica, “La lealtà civile: un messaggio nella bottiglia” e un saggio dedicato alla interpretazione e alla ricostruzione della teoria politica normative, “La filosofia politica.” Pubblica “La penultima parola e altri enigmi. Questioni di filosofia” in cui sono approfonditi alcuni esiti di Dell'incertezza ed è affrontata, nella prima parte, la questione meta-teorica della relazione fra l'attività filosofica e la sua storia nel tempo. Pubblica “Il bello e gli oppressi: ll'idea di giustizia” in cui sono presentate alcune idee di base per una teoria della giustizia globale. Presenta la sua prospettiva filosofica in un saggio divulgativo, “Il giardino delle idee: passi nel mondo della filosofia.” Pubblica “La priorità del male e l'offerta filosofica, in cui sviluppa e approfondisce le questioni di una teoria della giustizia globale e mette a fuoco, fra l'altro, le connessioni fra l'offerta di filosofia politica e le circostanze e i soggetti di politica.  Pubblica “Le cose della vita: congetture, conversazioni e lezioni personali,” in cui estende l'esame delle questioni di vita, inteso come tentativo di autoritratto, e lo connette al problema dell'eredità intellettuale, nel senso della dimensione storica del sapere filosofico. Pubblica “Dizionario minimo. Per la convivenza democratica,” in cui esamina e discute alcuni temi fondamentali per l'interpretazione e la valutazione della forma di vita democratica, sulla base di una tesi sulla natura della libertà democratica. Pubblica “Etica e verità” in cui sono raccolti saggi incentrati sui rapporti fra la crescita dell'impresa scientifica e i nostri criteri di giudizio etico, e Quattro lezioni sull'idea di incompletezza, in cui presenta i primi risultati di una ricerca filosofica sull'idea di incompletezza, messa a fuoco in distinti domini di applicazione, quali quello della interpretazione, della giustificazione e della dimostrazione. Pubblica “Incompletezza,” in cui espone gli esiti delle sue ricerche filosofiche cercando di esplicitarne la coerenza e la connessione con l’incertezza. In “L'immaginazione filosofica” sviluppa la tesi conclusive del contributo all'idea di incompletezza e sullo sfondo di una definizione delle principali linee della propria ricerca filosofica. In “Un'idea di laicità” propone un argomento a favore della laicità delle istituzioni e delle scelte sociali basato su un'interpretazione della natura della libertà democratica e del fatto del pluralismo. In “Non c'è alternativa. Falso!” mette a fuoco, in una prospettiva filosofica, alcuni aspetti rilevanti della crisi economica strutturale e dei rapporti fra capitalismo e democrazia rappresentativa. In “La gran città del genere umano” tratta temi differenti accomunati dalla prospettiva globale “degli occhi del resto d'umanità”. In “La barca di Neurath” affronta questioni epistemologiche, normative e meta-filosofiche sullo sfondo dell’incertezza e dell'incompletezza; curatore del volume degli Annali della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Laboratorio Expo. “Il senso della possibilità, dove Veca, raccogliendo intuizioni sviluppate in quegli anni nelle lezioni presso la Scuola Superiore IUSS di Pavia, espone il suo interesse per la l'interpretazione filosofica delle modalità. In particolare, le questioni metafisiche delle modalità (specie il confronto tra mondo attuale e mondi possibili, esaminando le differenti posizioni di Kripke, Lewis, e Armstrong) costituirebbero la chiave di volta filosofica a cui si riconducono le questioni normative ed ontologiche relative all'epistemologia, all'etica e alla politica esposte nel saggio sull’incompletezza e sull’incertezza. In particolare, la distinzione tra mondi possibili e realtà modale, che fornirebbe una fondazione alla compatibilità tra costruttivismo griceiano e realismo, proposta in chiusura, può considerarsi l'apertura di una nuova fase del pensiero di Veca, stavolta di stampo prettamente metafisico, e che si ricollega peraltro all'interesse per le modalità centrale nella sua opera prima. Altre opere: “Fondazione e modalità in Kant” (Milano, Il Saggiatore); “Marx e le critiche dell'economia” (Milano, Il Saggiatore); “Il programma scientifico di Marx” (Milano, Il Saggiatore); “Le mosse della ragione” (Milano, Il Saggiatore); “La società giusta: argomenti per il contrattualismo” (Milano, Il Saggiatore); “Crisi della democrazia e neo-contrattualismo” (Roma, Riuniti); “Questioni di giustizia” (Parma, Pratiche); “Co-operare e competere” (Milano, Feltrinelli); “Una filosofia pubblica” (Milano, Feltrinelli); “L'Altruismo” (Milano, Garzanti); “Etica e politica” (Milano, Garzanti); “Progetto Ottantanove” (Milano, Il Saggiatore); “Cittadinanza. Riflessioni filosofiche sull'idea di emancipazione” (Milano, Feltrinelli); “Questioni di vita e conversazioni filosofiche” (Milano, BUR, Biblioteca Universale Rizzoli); “Questioni di giustizia. Corso di filosofia politica. Torino, Einaudi,  Europa Universitas. Tre saggi sull'impresa scientifica europea, Milano, Feltrinelli, Filosofia, politica, società. Annali di etica pubblica, Roma, Donzelli,  L'Idea di giustizia da Platone a Rawls, Roma, Laterza, Dell'incertezza. Milano, Feltrinelli, La politica e l'amicizia, Milano, Edizioni lavoro, Della lealtà civile: un messaggio nella bottiglia. Milano, Feltrinelli, La penultima parola e altri enigmi. Roma-Bari, Laterza, La filosofia politica. Roma, Laterza, La bellezza e gli oppressi: sull'idea di giustizia. Milano, Feltrinelli,  Il giardino delle idee. Quattro passi nel mondo della filosofia. Milano, Frassinelli, collana "I libri di Arnoldo Mosca Mondadori",  La priorità del male e l'offerta filosofica” (Milano, Feltrinelli); Le cose della vita. Congetture, conversazioni e lezioni personali. Milano, BUR, Biblioteca Universale Rizzoli, Dizionario minimo. Le parole della filosofia per una convivenza democratica. Milano, Frassinelli, Quattro lezioni sull'idea di incompletezza. Milano, La Scuola di Pitagora); “Etica e verità” Milano, Giampiero Casagrande editore, collana "Attualità e studi", L'idea di incompletezza. Quattro lezioni. Milano, Feltrinelli,  Sarabanda. Oratorio in tre tempi per voce sola. Milano, Feltrinelli,  Kant. Milano, Book Time,  Tolleranza. Le virtù civili. Milano, ASMEPA,  L'immaginazione filosofica” (Milano, Feltrinelli); “Un'idea di laicità. Bologna, il Mulino,  Ragione, giustizia, filosofia, scritti scelti, Antonella Besussi e Anna E. Galeotti. Milano, Feltrinelli, Omnia Mutantur. La scoperta filosofica del pluralismo culturale (Milano, Marsilio,. Non c'è alternativa. Falso! Roma, Laterza,. La gran città del genere umano. Milano, Mursia,. La barca di Neurath. SPisa, Scuola Normale Superiore,. Laboratorio Expo.  Milano, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli,. Il giardino di Camilla. Milano, Mursia,. Responsabilità-Uguaglianza-Sostenibilità. Tre parole-chiave per interpretare il futuro (Bologna, Dehoniane); Il senso della possibilità” Milano, Feltrinelli); “Le virtù cardinali: prudenza, temperanza, fortezza, giustizia” (Roma, Laterza), A proposito di Marx. Milano, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli,. Quasi un diario. Socrate al caffè. Milano, Casagrande, “ Qualcosa di sinistra. Idee per una politica progressista. Milano, Feltrinelli,. Libertà. Roma, Treccani. Cura, introdotto la filosofia di Rawls, Nozick, Dahl, Easton, Nagel, Williams, Parfit, Putnam, Walzer, Berlin, Sen, Goodman, Arrow, Regan, Elster, Passmore, Pontara, Dunn, Larmore, MacIntyre, Harsanyi, Hempel, Finetti, Meade, Dworkin, Axelrod, Moore, Hampshire, Pettit, Spence, scrittore britannico  Scuola di Milano. Treccani Enciclopedie  Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Socrate al Caffè, su socrate.apnetwork. Biografia. Pavia. Centro di filosofia sociale Scritti Pavia. Centro di filosofia sociale la teoria della giustizia  RAI Filosofia Presentazione del volume Ragione, Giustizia, Filosofia. Scritti in onore. Salvatore Veca. Keywords: altruism, Hampshire, Hart, Grice, giustizia, cooperare e competere, altruismo – ragione – virtu capitali -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Veca: la massima dell’altruismo conversazionale” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732292349/in/dateposted-public/

 

Grice e Vecchio: il kantismo contro il positivismo di neo-Trasimaco (Bologna). Essential Italian philosopher. Interessi principali: Etica, filosofia del diritto, filosofia politica. Influenzato a Bobbio. Vecchio, eminente italiana filosofo del diritto del 20esimo secolo. Tra gli altri ha influenzato lBobbio. Famoso per il suo libro giustizia. -- è stato professore a Ferrara, Sassari, Messina, Bologna e Roma. Rettore a Roma. Inizialmente aderito al fascismo, come molti filosofi del diritto in Italia (anche se lui stesso rimosso dal l'ideologia fascista nella fase iniziale). Ha perso la sua cattedra per due volte e per ragioni opposte: per mano dei fascisti perché era un Ebreo, per mano di anti-fascisti perché era accusato di simpatizzare con il fascismo all'inizio della sua carriera. Reintegrato nell'insegnamento durante la seconda guerra mondiale, lavora con il Secolo d'Italia e la rivista Pages libero (pubblicazione regia di Vito Panucci). Fa parte del comitato organizzatore di INSPE, un Istituto di ricerca che negli anni Cinquanta e Sessanta si era opposto alla cultura marxista, la promozione di conferenze internazionali e pubblicazioni. Fondatore e direttore del giornale internazionale di Filosofia del Diritto. Considerato tra i maggiori interpreti del kantismo. Criticato il positivismo, affermando che il concetto di ‘ius’ non può essere derivata dall'osservazione dei fenomeni giuridici. A questo proposito, le sue convinzioni concordarono con una vertenza che si stava svolgendo in Germania tra Filosofia, Sociologia e legale Teoria generale che sembrava di ridefinire il "filosofia del diritto" a cui Vecchio ha attribuito questi tre compiti:  compito logica: costruire il concetto di ‘legge’ -- compito fenomenologica, che consiste nello studio del diritto come fenomeno sociale. Compito ontologico, che esamina la natura del ‘giusto’ --  o l'essenza del diritto come – dovere -- dovrebbe essere. Opere: “Senso giuridico, La filosofico Presupposti del concetto di legge, Il concetto di legge, Il concetto di natura e il principio di diritto, Sui principi generali della legge, Giurisprudenza,  Lezioni Filosofia del diritto, La crisi della scienza del diritto, Storia della Filosofia del diritto, Mutevolezza ed Eternità della legge, Gli studi sul diritto. Del Vecchio, Giorgio treccani "Principi generali del diritto.” Vechio: essential Italian philosopher. Grice: “Note that it is DelVecchio.” DelVecchio. Vecchio. Keywords: neo-Trasimaco, Hart, ius, kantismo, positivism, giustizia, il giusto. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS – Luigi Speranza, “Grice, Hart, e Vecchio: il kantianismo dell’ ‘ius.’” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732516490/in/dateposted-public/

 

Grice e Vedovelli – filosofia (Roma). Essential Italian philosopher. Filosofo. Rettore a Siena, assessore alla cultura del Comune di Siena. Laureato in filosofia a Roma è Professore a Siena, dove ha assunto la carica di Rettore. Precedentemente ha svolto attività di ricerca e di docenza a Heidelberg, Calabria, Roma, e Pavia.  I suoi settori di ricerca si muovono nell'ambito della glossologia, la semiotica, la sociolinguistica e la linguistica acquisizionale. Ha introdotto il concetto di lingua immigrata. Le sue ricerche si concentrano sull'insegnamento e apprendimento delle lingue in contesto migratorio.  È autore di un commento al Quadro comune europeo di riferimento per l'insegnamento delle lingue e co-autore della ricerca Italiano, indagine motivazionale sui pubblici dell'italiano all'estero, realizzata  sotto la guida di Mauro. È stato il fondatore e primo direttore della Certificazione di Italiano come Lingua Straniera, e del Centro di Eccellenza della Ricerca Osservatorio linguistico dell'italiano diffuso fra stranieri e delle lingue immigrate in Italia, istituiti a Siena.  Opere: “Lessico di frequenza dell'italiano parlato” (Milano, IBMEtas,  Italiano, I pubblici e le motivazioni dell'italiano diffuso tra stranieri, Roma, Bulzoni, Guida all'italiano per stranieri. La prospettiva del Quadro comune europeo per le lingue, Roma, Carocci,  L'italiano degli stranieri, Roma, Carocci, Lingua in giallo. Analfabeti, criminali, sordomuti, certificazioni di lingua straniera, Perugia, Guerra, Storia linguistica dell'emigrazione italiana nel mondo, Roma, Carocci, Siena Certificazione CILS Linguistica educativa Glottodidattica Semiotica  Registrazioni di Massimo Vedovelli, su RadioRadicale, Radio Radicale. Vedovelli. Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, -- Luigi Speranza, “Grice e Vedovelli” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732504270/in/dateposted-public/

 

Grice e Vegetti – il platonismo oxoniense di Pater – filosofia  (Milano). Essential Italian philosopher. Filosofo. Professore a Pavia. Si laurea a Pavia con una tesi, “La storiografia diTucidide,” quale alunno del Collegio Ghislieri. Libero docente e successivamente professore incaricato in Storia della filosofia antica, fu Professore di questa disciplina a Pavia dove ricoprì più volte il ruolo di direttore nel Dipartimento di Filosofia.  Fu docente presso la Scuola Superiore IUSS di Pavia e la Scuola Europea di Studi Avanzati dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Membro del Collegium Politicum e socio dell'Accademia di Scienze Morali e Politiche di Napoli, e dell'Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere.  Vegetti condivise il lavoro intellettuale e l'impegno sociale con Finzi. Vegetti si dedicò alla filosofia greco-romana, secondo l'insegnamento del suo maestro Geymonat. Fa studi sulla medicina e sulla biologia da Ippocrate a Galeno.  Fu il primo in Italia a impartire un corso di storia della filosofia antica che prendesse in considerazione i riferimenti alla storia della scienza, particolarmente in ambito greco-romano. Nella ricerca della connessione fra scienze e filosofia, seguì la metodologia di Geymonat. Il campo d'indagine approfondito da Vegetti consistette nello studio degli aspetti etici e politici della filosofia, in particolare il platonismo, il aristotelismo, e lo stoicismo, in rapporto con l'ambito sociale ed ideologico della cultura greco-romana. Relativamente all'etica, che assimila l'ordine stabilito dalla legge morale e politica con l'ordine naturale insito nel kósmos, l'universo ordinato, Vegetti ritenne che si configurasse per la prima volta nell' “Iliade” proseguendo poi nella riflessione orfica-pitagorica sull'anima. Apprezzato per i suoi studi su Platone, Aristotele, Ippocrate, Galeno  e sull'etica. Opere: “Il coltello e lo stilo” (Il Saggiatore, Milano); “Tra Edipo e Euclide” (Il Saggiatore, Milano); “L'etica degli antichi” (Laterza, Roma-Bari); “La medicina platonica” (Il Cardo, Venezia); “La Repubblica platonica” (Napoli, Bibliopolis); “Il platonismo” (ed. Einaudi); “Socrate incontra Marx. Lo Straniero di Treviri, ed. Guida; “Guida alla lettura della Repubblica di Platone, Laterza, Roma-Bari); “Un paradigma in cielo. Platone politico da Aristotele al Novecento, ed. Carocci. Vegetti collabora in: “Marxismo e società antica” (Feltrinelli, Milano); “Oralità, scrittura, spettacolo” Boringhieri, Torino,  Il sapere degli antichi, Boringhieri, Torino, L'esperienza religiosa antica, Boringhieri, Torino (con Gabriele Giannantoni) La scienza ellenistica, Bibliopolis, Napoli, Le opere psicologiche di Galeno, Bibliopolis, Napoli, Nuove antichità, "Aut Aut", "Dialoghi con gli antichi", Sankt Augustio. Ha tradotto  Ippocrate, Opere, M. Vegetti, UTET, Torino, II edizione, Aristotele, Opere biologiche, D. Lanza e M. Vegetti, UTET, Torino, II edizione, Galeno, Opere, I. Garofalo e M. Vegetti, UTET, Torino, Platone, Repubblica, M. Vegetti, Libri I-III, Dipartimento di Filosofia dell'Pavia, "Platone, Repubblica", M.Vegetti, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, Milano. “Nell'ombra di Theuth: dinamiche della scrittura in Platone, in Sapere e scrittura in Grecia, M. Detienne, Laterza, Roma- Bari); “Tra il sapere e la pratica: la medicina ellenistica” in Storia del sapere medico occidentale M. Grmek, Laterza, Roma-Bari. “L' idea del bene nella Repubblica di Platone, in "Discipline filosofiche", Passioni antiche: l'io collerico, in Storia delle passioni S. Vegetti Finzi, Laterza, Roma- Bari. Curato inoltre, per Zanichelli, “Filosofie e società.” Biografia su Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche, su emsf.rai.  S. Vegetti Finzi, A. Celli, Fare società, ed. Einaudi  Entrambi collaboratori della rivista Iride delle edizioni del Mulino. Biografia su Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche, su emsf.rai. 6. Filosofo studioso di Platone, su corriere.  G. Curci, Intervista alla prof.ssa Gastaldi, in ricordo del maestro Vegetti, su necrologie.laprovinciapavese.gelocal. Enciclopedia Treccani alla voce "Galeno" Intervista Antonio Carioti, "Critico il Platone di Reale, il marxismo non c'entra", intervista di Mario Vegetti, Corriere della Sera, Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Mario Vegetti,.  Pubblicazioni su Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation.  Registrazioni su RadioRadicale, Radio Radicale. L'etica e la filosofia antica, su emsf.rai. La retorica e la persuasione, su emsf.rai. La medicina greca. Aristotele. I pitagorici. Socrate., su emsf.rai. L'etica in Platone e Aristotele, su emsf.rai. Mario Vegetti: il primato del filosofo per Aristotele, sul  RAI filosofia, su filosofia.rai. Mario Vegetti. Vegetti. Keywords: ariskant, plathegel. -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, -- Luigi Speranza, “Grice e Vegetti e il platonismo oxoniense di Pater” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732247714/in/dateposted-public/

 

Velino – I velini – Luigi Speranza (Velia). Grice: “”A = A,” Parmenides says,” “Le donne sono le donne,” “La guerra è la guerra.” Enough to irritate an Italian neo-non-parmenideian“One of the most important Italian philosophers, if only because Plato dedicated a dialogue to him!”Grice.   --   Parmenide Parmènide di Elea (in greco antico: Παρμενίδης, Parmenídēs; Elea. Filosofo antico -- autore del poema Sulla natura. Viene considerato il fondatore dell'ontologia, con cui ha influenzato l'intera storia della filosofia occidentale. Fu il filosofo dell'essere statico e immutabile, in contrasto col divenire di Eraclito, secondo il quale viceversa «tutto cambia». A lui si deve la nascita della scuola eleatica a cui appartenevano anche Zenone (o Senone nella grafia antica) di Elea e Melisso di Samo. La rivalità tra Parmenide ed Eraclito è stata reintrodotta negli odierni dibattiti sulla concezione del tempo,[ e della fisica moderna. Nacque a Velia, in Ascea, da una famiglia aristocratica. Della sua vita si hanno poche notizie. Secondo Speusippo, nipote di Platone, e chiamato dai suoi concittadini a redigere le leggi di Ascea. Secondo Sozione e discepolo del pitagorico Aminia. Per altri fu probabilmente discepolo di Senofane di Colofone. Ad Ascea fonda inoltre una scuola, insieme al suo discepolo prediletto Zenone. Platone nel Parmenide riferisce di un viaggio che Parmenide intraprese alla volta di Atene, dove conobbe Socrate col quale ebbe una vivace discussione. L'unica opera di Parmenide è il poema in esametri intitolato Sulla natura, di cui alcune parti sono citate da Simplicio in De coelo e nei suoi commenti alla Fisica aristotelica, da Sesto Empirico e da altri scrittori antichi. Di “Sulla natura” ci sono giunti ad oggi diciannove frammenti, alcuni dei quali allo stato di puro stralcio, che comprendono un proemio e una trattazione in due parti: La via della verità e La via dell'opinione. Di quest'ultima abbiamo solo pochi versi.  Εἰ δ' ἄγ' ἐγὼν ἐρέω, κόμισαι δὲ σὺ μῦθον ἀκούσας, αἵπερ ὁδοὶ μοῦναι διζήσιός εἰσι νοῆσαι· ἡ μὲν ὅπως ἔστιν τε καὶ ὡς οὐκ ἔστι μὴ εἶναι, Πειθοῦς ἐστι κέλευθος - Ἀληθείῃ γὰρ ὀπηδεῖ - , ἡ δ' ὡς οὐκ ἔστιν τε καὶ ὡς χρεών ἐστι μὴ εἶναι, τὴν δή τοι φράζω παναπευθέα ἔμμεν ἀταρπόν· οὔτε γὰρ ἂν γνοίης τό γε μὴ ἐὸν - οὐ γὰρ ἀνυστόν - οὔτε φράσαις. ... τὸ γὰρ αὐτὸ νοεῖν ἐστίν τε καὶ εἶναι. Orbene io ti dirò, e tu ascolta accuratamente il discorso, quali sono le vie di ricerca che sole sono da pensare: l'una che "è" e che non è possibile che non sia, e questo è il sentiero della persuasione (infatti segue la verità); l'altra che "non è" e che è necessario che non sia, e io ti dico che questo è un sentiero del tutto inaccessibile. Infatti non potresti avere cognizione di ciò che non è (poiché non è possibile), né potresti esprimerlo. Infatti lo stesso è pensare ed essere. Sostiene che la molteplicità e i mutamenti del mondo sono illusori, e afferma, contrariamente al senso comune, la realtà dell'essere: immutabile, ingenerato, finito, immortale, unico, omogeneo, immobile, eterno.  La narrazione si snoda intorno al percorso intellettuale del filosofo che racconta il suo viaggio verso la dimora della dea della Giustizia la quale lo condurrà al cuore inconcusso della ben rotonda verità. La dea, in quanto tutrice dell'ordine cosmico, e vista in tal senso anche come garante dell'ordine logico, cioè del corretto filosofare. La dea gli mostra la via dell'opinione, che conduce all'apparenza e all'inganno, e la via della verità che conduce alla sapienza e all'essere (τὸ εἶναι).  Pur non specificando cosa sia questo essere, è il che per primo ne mette a tema esplicitamente il concetto. Su di esso egli esprime soltanto una lapidaria formula, la più antica testimonianza in materia, secondo la quale l'essere è, e non può non essere. Il non-essere non è, e non può essere -- ἡ μὲν ὅπως ἔστιν τε καὶ ὡς οὐκ ἔστι μὴ εἶναι … ἡ δ' ὡς οὐκ ἔστιν τε καὶ ὡς χρεών ἐστι μὴ εἶναι -- è, e non è possibile che non sia … non è, ed è necessario che non sia»  -- fr. 2, vv 3;5 - Simplicio, Phys. 116, 25. Proclo, Comm. al Tim.). Con queste parole intende affermare che niente si crea dal niente (ex nihilo nihil fit), e nulla può essere distrutto nel nulla. Già i primi filosofi avevano cercato l'origine (o ἀρχή, archè) della mutevolezza dei fenomeni in un principio statico che potesse renderne ragione, non riuscendo a spiegarsi il divenire. Ma i cambiamenti e le trasformazioni a cui è soggetta la natura, tali per cui alcune realtà nascono, altre scompaiono, non hanno semplicemente motivo di esistere, essendo pura illusione. La vera natura del mondo, il vero essere della realtà, è statico e immobile. A tali affermazioni giunge promuovendo per la prima volta un pensiero basato non più su spiegazioni mitologiche del cosmo, ma su un metodo razionale, servendosi in particolare della logica formale di non-contraddizione, da cui si traggono le seguenti conclusion. L'essere è immobile perché se si muovesse sarebbe soggetto al divenire, e quindi ora sarebbe, ora non sarebbe. L'essere è uno perché non possono esserci due esseri: se uno è l'essere, l'altro non sarebbe il primo, e sarebbe quindi non-essere. Allo stesso modo per cui, se A è l'essere, e B è diverso da A, allora B non è: qualcosa che non sia Essere non può essere, per definizione. L'Essere è eterno perché non può esserci un momento in cui non è più, o non è ancora: se l'essere fosse solo per un certo periodo di tempo, a un certo momento non sarebbe, e si cadrebbe in contraddizione. L'essere è dunque ingenerato e immortale, poiché in caso contrario implicherebbe il non essere. La nascita significa essere, maa anche non essere prima di nascere. La morte significa non essere, ovvero essere solo fino a un certo momento. L'essere è indivisibile, perché altrimenti richiederebbe la presenza del non-essere come elemento separatore. L'essere risulta così vincolato dalla necessità (ἀνάγχη), che è il suo limite ma al contempo il suo fondamento costitutivo. La dominatrice necessità lo tiene nelle strettoie del limite che lo rinserra tutto intorno; perché bisogna che l'essere non sia incompiuto. L'essere secondo Parmenide: privo di imperfezioni e identico in ogni sua parte come una sfera paragona l'Essere a una sfera perfetta, sempre uguale a se stessa nello spazio e nel tempo, chiusa e finita (per gli antichi greci il finito era sinonimo di perfezione). La sfera è infatti l'unico solido geometrico che non ha differenze al suo interno, ed è uguale dovunque la si guardi; l'ipotesi collima suggestivamente con la teoria della relatività di Einstein che dice: «Se prendessimo un binocolo e lo puntassimo nello spazio, vedremmo una linea curva chiusa all'infinito» in tutte le direzioni dello spazio, ovvero, complessivamente, una sfera (per lo scienziato infatti l'universo è finito sebbene illimitato, fatto di uno spazio tondo ripiegato su se stesso). Fuori dell'essere non può esistere nulla, perché il non-essere, secondo logica, non è, per sua stessa definizione. Il divenire attestato dai sensi, secondo cui gli enti ora sono e ora non sono, è una mera illusione (che appare ma in realtà non è). La vera conoscenza dunque non deriva dai sensi, ma nasce dalla ragione. Non c'è nulla di errato nell'intelletto che prima non sia stato negli erranti sensi» è la frase che d'ora in poi sarà attribuita a Parmenide. Il pensiero è dunque la via maestra per cogliere la verità dell'Essere: «ed è lo stesso il pensare e pensare che è. Giacché senza l'essere … non troverai il pensare», a indicare come l'Essere si trovi nel pensiero. Pensare il nulla è difatti impossibile, il pensiero è necessariamente pensiero dell'essere. Di conseguenza, poiché è sempre l'essere a muovere il pensiero, la pensabilità di qualcosa dimostra l'esistenza dell'oggetto pensato.Tale identità immediata di essere e pensiero, a cui si giunge scartando tutte le impressioni e i falsi concetti derivanti dai sensi, abbandonando ogni dinamismo del pensiero, accomuna Parmenide alla dimensione mistica delle filosofie apofatiche orientali, come il buddhismo, il taoismo e l'induismo. Una volta stabilito che l'Essere è, e il non-essere non è, restava tuttavia da spiegare come nascesse l'errore dei sensi, dato che nell'Essere non ci sono imperfezioni, e perché gli uomini tendano a prestare fede al divenire attribuendo l'essere al non-essere. Parmenide si limita ad affermare che gli uomini si lasciano guidare dall'opinione (δόξα), anziché dalla verità, ossia giudicano la realtà in base all'apparenza, secondo procedimenti illogici. L'errore in definitiva è una semplice illusione, e dunque, in quanto non esiste, non si può trovargli una ragione. Compito del filosofo è unicamente quello di rivelare la nuda verità dell'Essere nascosta sotto la superficie degli inganni. Il tema sarà ripreso da Platone che cercherà una soluzione al conflitto tra l'essere e il molteplice; per sciogliere il dramma umano costituito dal senso greco del divenire (per cui tutto muta) che si scontra con una ragione, altra dimensione fondamentale della grecità, che è portata a negarlo, Platone concepirà il non-essere non più alla maniera di Parmenide staticamente e assolutamente contrapposto all'essere, ma come diverso dall'essere in senso relativo, nel tentativo di dare una spiegazione razionale anche al tempo e al molteplice.  Il rigore logico di Parmenide gli valse inoltre l'appellativo di "venerando e terribile" da parte di Platone. La fiducia di Parmenide in un sapere completamente dedotto dalla ragione, e viceversa la sua totale sfiducia nei confronti dei sensi e di una conoscenza empirica, fa di lui un filosofo profondamente razionalista.  Parmenide e la scuola di Elea  Parmenide ne "La scuola di Atene", affresco di Raffaello Sanzio Parmenide fu il fondatore della scuola di Elea, dove ebbe vari discepoli, il più importante dei quali fu Zenone. Il metodo usato dagli eleati era la dimostrazione per assurdo, con cui confutavano le tesi degli avversari giungendo a dimostrare la verità dell'Essere, nonché la falsità del divenire e delle impressioni dei sensi, per una "impossibilità logica di pensare altrimenti".Stupiva i contemporanei un ragionamento che scaturiva dalla radicale contrapposizione essere/non-essere e da un'immediata conseguenza del principio di non-contraddittorietà dell'essere e del pensiero, teorizzato in seguito da Aristotele come evidenza prima e indimostrabile alla ragione senza la quale diverrebbe impossibile qualsiasi conoscenza necessaria-filosofica, restando solo il mondo dell'opinione.  Parmenide e gli eleati si contrapponevano soprattutto al pensiero di Eraclito, loro contemporaneo, filosofo del divenire che basava la conoscenza interamente sui sensi. Nella prospettiva della storia della filosofia, sarà quindi Hegel a concepire l'essere in maniera radicalmente opposta a Parmenide.  Anche l'atomismo democriteo intese contrapporsi alla teoria eleatica dell'Essere (che aveva cercato una soluzione al problema dell'archè negando alla radice un fondamento originario al divenire), presupponendo gli atomi e uno spazio vuoto, diverso dagli atomi, in cui essi potessero muoversi, ipotizzando in un certo senso una convivenza di essere e non-essere.  In seguito furono i sofisti a cercare di confutare il pensiero degli eleati, opponendo al loro sapere certo e indubitabile (επιστήμη, epistéme) sia il relativismo di Protagora, sia il nichilismo di Gorgia. Uno dei maggiori problemi sollevati da Parmenide riguardava in particolare l'impossibilità di oggettivare l'Essere, di darne un predicato, di sottrarlo all'astrattezza formale con cui egli l'aveva enunciato, e che sembrava contrastare con la pienezza totale del suo contenuto. Fu seguendo questa strada che Platone, nel tentativo di risolvere il problema, approderà al mondo delle idee.  L'interpretazione della "doxa" Giovanni Reale ha elencato le diverse interpretazioni contemporanee sullo statuto e il significato dell'opinione ed il suo rapporto con la verità. Accanto ad una lettura che le vede contrapporre radicalmente, ne esiste una diversa, che Reale appoggia, secondo cui l'opinione (δόξα, doxa) non è da intendersi in Parmenide come negazione assoluta della verità, ma come un modo improprio di accostarsi ad essa. Non si tratterebbe cioè di puro non-essere, della via dell'errore scartata a priori, ma di una terza possibilità in cui i fenomeni (δοκοῦντα, dokùnta) sarebbero entità pensabili e quindi plausibili, se non altro come manifestazioni esteriori del fondamento occulto e autentico dell'Essere. Nelle parole della Dea, infatti, Parmenide è chiamato a conoscere anche «le opinioni dei mortali, in cui non è certezza verace; eppure anche questo imparerai: come l'esistenza delle apparenze sia necessario ammetta colui che in tutti i sensi tutto indaga». Si tratta di un'interpretazione condivisa in varia misura anche da Hans Schwabl, Mario Untersteiner, Giorgio Colli, Luigi Ruggiu, sebbene respinta da altri, che farebbe di Parmenide un anticipatore della futura ontologia platonica, mentre i suoi discepoli avrebbero invece mantenuto una concezione più rigorosa dell'essere, quella tradizionalmente attribuita agli eleati. Tra le filosofie volte al recupero del pensiero classico in chiave attuale, in direzione del quale si sono mossi specialmente gli studi di Martin Heidegger e di Gustavo Bontadini, l'opera di Emanuele Severino si segnala come una parziale ripresa della dottrina di Parmenide, e viene perciò definita «neoparmenidismo». In particolare nel suo scritto Ritornare a Parmenide, Severino intende proporre un'originale reinterpretazione delle categorie fondamentali del pensiero moderno alla luce della rigorosa logica dell'Eleate. Secondo Platone in Parmenide, 127a-c. ^ Secondo la cronologia di Apollodoro di Atene che colloca la sua ἀκμή (l'acmé, il quarantesimo anno dell'età, ritenuto dai dossografi antichi il punto più alto della vita e dell'attività filosofica) nella XLIX olimpiade, datata al 504-1 a.C. (Diogene Laerzio, IX, 23). Dopo che fu scoperta in uno scavo ad Ascea un'erma acefala con l'iscrizione Πα[ρ]μενείδης Πύρητος Οόλιάδης φυσικός (Parmenide figlio di Pirete medico degli Uliadai), dove Parmenide viene cioè indicato come capo della scuola medica eleata degli Ούλιάδαι, si ritrova in seguito la testa-ritratto con barba qui raffigurata, con la base del collo adattata ad essere sovrapposta in un'erma del tipo di quella precedentemente ritrovata con l'iscrizione citata. Altri ritengono invece che questa scultura riproduca il busto del filosofo epicureo Metrodoro di Lampsaco (M. G. Picozzi, Parmenide, Enciclopedia dell'arte antica Treccani).  Logos: rivista internazionale di filosofia, Bartelli & Verando I paradossi di Zenone sul movimento vennero enunciati proprio per argomentare la posizione filosofica di Parmenide. Luigi Lugiato, L'uomo e il limite, Milano, FrancoAngeli, Secondo Platone in Parmenide, op.cit.  Diogene Laerzio, IX, 21. ^ Così Plutarco, Contro Colote, 32, 1126 A. Fra questi Aristotele, (Metafisica A 5, 986b, 22) e Platone (Sofista, 242d) e così anche Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, IX, 21. ^ I presocratici, a cura di G. Giannantoni, Bari 19756. ^ Platone, Parmenide, 128 B. ^ Simplicio, De cœlo 556, 25. Simplicio, In Aristotelis Physica commentaria. ^ Sesto Empirico, Adversus mathematicos, libro VII.  ^ Finito non da intendersi come imperfetto perché per la mentalità antica il segno di perfezione è la compiutezza, il finito. L'infinito vorrebbe dire che non è completo, che gli manca qualcosa quindi imperfetto. Sul tema del viaggio in Parmenide si veda quest'intervista a Luigi Ruggiu, tratta dall'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche. Fr. 1, v. 29, della raccolta I presocratici di Diels/Kranz. ^ Anna Jellamo, Il cammino di Dike: l'idea di giustizia da Omero a Eschilo, Roma, Donzelli. Sull'ipotesi che la dea della Giustizia fosse interpretata da Parmenide in un significato nuovo, filosofico, cfr. Hermann Fränkel, Wege und Formen Frühgriechischen Denkens. Literarische und Philosophiegeschichtliche Studien, München, Beck, 1960, p. 162 segg., per il quale essa veniva ora vista come dea della «giustezza» o «esattezza» (dikaiosyne), preludio di quella platonica. Sulla Dike "filosofica" cfr. anche Karl Deichgräber, Parmenides' Auffahrt zur Göttin des Rechts, Untersuchungen zum Prooimion seines Lehrgedichts, 11, Magonza. La nascita della parola "filosofia" è molto controversa, in quanto ha diverse accezioni. Già anticamente, così come altri termini composti col suffisso "philo-" (cfr. P. Hadot, Che cos'è la filosofia antica?, Torino, Einaudi) essa indicava una passione, una tensione (φίλος, fìlos) verso il sapere (σοφία, sofìa). Secondo Antonio Capizzi, tuttavia, Parmenide non era un filosofo nel senso etimologico, in quanto più che al "sapere per il sapere" propendeva per le applicazioni politiche del sapere, ma la questione è tutt'altro che definitiva. Principio enunciato da Melisso e poi reso in latino da Lucrezio, ma implicitamente presente nel frammento 8 di Parmenide (cfr. Réginald Garrigou-Lagrange, La sintesi tomistica, Fede & Cultura, 2015. ^ «Il principio di non-contraddizione, introdotto da Parmenide per rivelare l'essere stesso, la verità essenziale, fu successivamente impiegato come strumento del pensiero logicamente cogente per qualsiasi affermazione esatta. Sorsero così la logica e la dialettica» (K. Jaspers, I grandi filosofi, tr. it., Longanesi, Milano). ^ Fr. 8, v. 30-32, della raccolta Diels/Kranz. ^ Albert Einstein si espresse tra l'altro in maniera sorprendentemente simile a Parmenide, in quanto anch'egli tendeva a negare la discontinuità del divenire e il suo svolgimento nel tempo. Secondo Popper, «grandi scienziati come Boltzmann, Minkowski, Weyl, Schrödinger, Gödel e, soprattutto, Einstein hanno concepito le cose in modo similare a Parmenide e si sono espressi in termini singolarmente simili. La materia, secondo Einstein, si curverebbe su se stessa, per cui l'universo sarebbe illimitato ma finito, simile ad una sfera, che è illimitatamente percorribile anche se finita. Inoltre Einstein ritiene che non abbia senso chiedersi che cosa esista fuori dell'universo» (Ernesto Riva, Manuale di filosofia). Alexius Meinong, proprio come Parmenide, difese ad esempio l'idea che anche «la montagna d'oro» (titolo di un romanzo fantascientifico) sussista poiché se ne può parlare. Fr. 3, v. 1, Diels/Kranz. Sull'analogia tra la posizione parmenidea e le filosofie dell'Oriente, cfr. Emanuele Severino. Il Poema, le fonti, le interpretazioni, su filosofico.net. Cfr. anche l'intervista al professor Emanuele Severino (Venezia, Museo Correr, Biblioteca Marciana) in Parmenide su Emsf.rai.it. ^ Platone, Teeteto, 183e. ^ Un famoso esempio si ha nelle aporie note come paradossi di Zenone. ^ Si veda La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, di Eduard Zeller, trad. di R. Mondolfo Eleati, a cura di Giovanni Reale, Firenze, La Nuova Italia, nuova edizione a cura di Giuseppe Girgenti, Milano, Bompiani, 2011. ^ «Dunque, Parmenide ha esposto un'"opinione plausibile", oltre a quella fallace, e ha cercato, a suo modo, di dar conto dei fenomeni» (G. Reale, Storia della filosofia antica, I, Vita e Pensiero, Milano). Fr. 1, vv. 31-33, trad. di G. Reale. Hans Schwabl, Sein und Doxa bei Parmenides, «Wiener Studien», Mario Untersteiner, La Doxa di Parmenide, in Parmenide. Testimonianze e frammenti, Sansoni, Firenze Giorgio Colli, Physis kryptesthai philei, ed. dell'Ateneo, Roma  Luigi Ruggiu, Saggio introduttivo e commentario filosofico, in Parmenide. Poema sulla natura: i frammenti e le testimonianze indirette, Rusconi, Milano  Di origine evidentemente iranica sarebbe il dualismo luce-tenebre che per Parmenide sta alla base della dóxa, mentre sarebbe addirittura di origine indiana il carattere puramente apparente da lui attribuito al mondo sensibile (sostenuto dalla corrente Samkya delle Upanishad nella famosa dottrina del "velo di Maya", ripresa da Arthur Schopenhauer nel XIX secolo), e lo stesso viaggio del filosofo al cospetto della dea, esposto nel proemio del Poema parmenideo, ricorderebbe i viaggi degli sciamani asiatici (Martin Litchfield West, La filosofia greca arcaica e l'Oriente, Il Mulino, Bologna, 1993). ^ In esso, tuttavia, Severino afferma dapprima di aver compiuto il secondo grande "parmenicidio", dopo quello di Platone: Parmenide svaluta e quindi annulla i fenomeni, ma questi appaiono, quindi esistono e, se esistono, non divengono, ma tutti sono eterni. In secondo luogo Severino usa la logica parmenidea per confutare l'etica e la fede in Dio: poiché il divenire non esiste, non sarebbero possibili la libera scelta morale e l'esistenza di un Creatore che tragga l'essere dal nulla, creandolo ex nihilo. Bibliografia Fonti Diogene Laerzio, Vite e dottrine dei più celebri filosofi, Testo greco a fronte, a cura di Giovanni Reale con la collaborazione di Giuseppe Girgenti e Ilaria Ramelli, Milano, Bompiani, 2005 Edizioni e traduzioni Pilo Albertelli, Gli Eleati: testimonianze e frammenti, Bari, Laterza, 1938 Renzo Vitali, Parmenide d'Elea. Peri physeos, una ricostruzione del Poema, Faenza, Lega, 1977 Giovanni Reale, Luigi Ruggiu, Parmenide. Poema sulla natura, Milano, Rusconi, 1991 Giovanni Cerri, Parmenide. Poema sulla natura, Milano, BUR, 1999 Albino Nolletti, Che cos'è l'Essere di Parmenide: spiegazione di un enigma filosofico Testo greco a fronte, Teramo, La Nuova Editrice, 2004 I presocratici. Prima traduzione integrale con testi originali a fronte delle testimonianze e dei frammenti di Hermann Diels e Walther Kranz, a cura di Giovanni Reale, Milano, Bompiani, 2006 Mario Untersteiner, Eleati. Parmenide, Zenone, Melisso. Testimonianze E Frammenti Testo greco a fronte, Milano, Bompiani, 2011 Studi Emanuele Severino, Ritornare a Parmenide [1964], in Essenza del nichilismo, pp. 19–61, Paideia, Brescia 1972 Carlo Diano, Parmenide in Studi e saggi di filosofia antica (successivamente ne Il pensiero greco da Anassimandro agli Stoici, Bollati Boringhieri, 2007 e 2018) Luigi Ruggiu, Parmenide, Venezia, Marsilio 1975 Antonio Capizzi, Introduzione a Parmenide, Laterza, Roma-Bari 1975 Antonio Capizzi, La porta di Parmenide. Due saggi per una nuova lettura del poema, Edizioni dell'Ateneo, Roma 1975 Guido Calogero, Studi sull'eleatismo [Roma], La Nuova Italia, Firenze 1977 Edward Hussey, I presocratici, trad. di L. Rampello, Mursia, Milano 1977 Klaus Heinrich, Parmenide e Giona. Quattro studi sul rapporto tra filosofia e mitologia, Guida, Napoli 1988 Giovanni Casertano, Parmenide il metodo la scienza l'esperienza, Loffredo, Napoli Karl Popper, Il mondo di Parmenide. Alla scoperta dell'illuminismo presocratico, Piemme, Casale Monferrato Martin Heidegger, Parmenide, a cura di F. Volpi, Adelphi, Milano 1999 Hans-Georg Gadamer, Scritti su Parmenide, a cura di G. Saviani, Filema, Napoli Giorgio Colli, Gorgia e Parmenide. Lezioni Adelphi, Milano Néstor-Luis Cordero, By Being, It is. The Thesis of Parmenides, Parmenides Publishing, Las Vegas Massimo Pulpito, Parmenide e la negazione del tempo. Interpretazioni e problemi, LED, Milano 2005 Andrea Sangiacomo, La sfida di Parmenide. Verso la Rinascenza, Il Prato, Padova 2007 Michele Abbate, Parmenide e i neoplatonici. Dall'Essere all'Uno e al di là dell'Uno, Edizioni dell'Orso, Alessandria Ugo di Toro, L'enigma Parmenide. Poesia e filosofia nel proemio, Aracne, Roma 2010 Franco Ferrari, Il migliore dei mondi impossibili. Parmenide e il cosmo dei Presocratici, Aracne, Roma 2010 Massimo Donà, Parmenide. Dell'essere e del nulla, Alboversorio, Milano Donato Sperduto, Il divenire dell'eterno, Aracne, Roma. Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009. Modifica su Wikidata Parmènide (filosofo), su sapere.it, De Agostini. Spiegazione dell'enigma dell'Essere di Parmenide, su parmenide.info. Emanuele Severino. Il Poema, le fonti, le interpretazioni, su filosofico.net. Emanuele Severino: Parmenide, su raiscuola.rai.it. (EL) "Sull'Essere" recitato in greco antico ricostruito, su podium-arts.com. (EN) Un'ampia lista degli studi dedicati a Parmenide su parmenides.com. (EN) Parmenides and the Question of Being in Greek Thought, su ontology.co. con una bibliografia annotata degli studi recenti e delle edizioni critiche. Università di Stanford. efs.: H. P. Grice, “Negation and privation,” “Lectures on negation,” Wiggins, “Grice and Parmenides”. Parmenide. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Il parmenideismo italiano,” Luigi Speranza, "Grice e Parmenide," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

 

 

Grice e Velia -- Zenone – i veliani – Luigi Speranza (Velia). Filosofo. f. senofane, parmenide -- Velia --  (or as Strawson would prefer, Zeno). Sometimes spelt ‘Senone’ "Senone *loved* his native Velia. Vivid evidence of the cultural impact of Senone's arguments in Italia is to be found in the interior of a red-figure drinking cup (Roma, Villa Giulia, inv. 3591) discovered in the Etrurian city of Falerii. It depicts a heroic figure racing nimbly ahead of a large tortoise and has every appearance of being the first known ‘response’ to the Achilles (or Mercurio, Ermete) paradox. “Was ‘Senone’ BORN in Velia?”that is the question!”Grice. Italian philosopher, as as such, or as Grice prefers, ‘senone’ -- Zenos paradoxes. “Since Elea is in Italy, we can say Zeno is Italian.”H. P. Grice. “Linguistic puzzles, in nature.”  H. P. Grice. four paradoxes relating to space and motion attributed to Zeno of Elea fifth century B.C.: the racetrack, Achilles and the tortoise, the stadium, and the arrow. Zeno’s work is known to us through secondary sources, in particular Aristotle. The racetrack paradox. If a runner is to reach the end of the track, he must first complete an infinite number of different journeys: getting to the midpoint, then to the point midway between the midpoint and the end, then to the point midway between this one and the end, and so on. But it is logically impossible for someone to complete an infinite series of journeys. Therefore the runner cannot reach the end of the track. Since it is irrelevant to the argument how far the end of the track is  it could be a foot or an inch or a micron away  this argument, if sound, shows that all motion is impossible. Moving to any point will involve an infinite number of journeys, and an infinite number of journeys cannot be completed. The paradox of Achilles and the tortoise. Achilles can run much faster than the tortoise, so when a race is arranged between them the tortoise is given a lead. Zeno argued that Achilles can never catch up with the tortoise no matter how fast he runs and no matter how long the race goes on. For the first thing Achilles has to do is to get to the place from which the tortoise started. But the tortoise, though slow, is unflagging: while Achilles was occupied in making up his handicap, the tortoise has advanced a little farther. So the next thing Achilles has to do is to get to the new place the tortoise occupies. While he is doing this, the tortoise will have gone a little farther still. However small the gap that remains, it will take Achilles some time to cross it, and in that time the tortoise will have created another gap. So however fast Achilles runs, all that the tortoise has to do, in order not to be beaten, is not to stop. The stadium paradox. Imagine three equal cubes, A, B, and C, with sides all of length l, arranged in a line stretching away from one. A is moved perpendicularly out of line to the right by a distance equal to l. At the same time, and at the same rate, C is moved perpendicularly out of line to the left by a distance equal to l. The time it takes A to travel l/2 relative to B equals the time it takes A to travel to l relative to C. So, in Aristotle’s words, “it follows, Zeno thinks, that half the time equals its double” Physics 259b35. The arrow paradox. At any instant of time, the flying arrow “occupies a space equal to itself.” That is, the arrow at an instant cannot be moving, for motion takes a period of time, and a temporal instant is conceived as a point, not itself having duration. It follows that the arrow is at rest at every instant, and so does not move. What goes for arrows goes for everything: nothing moves. Scholars disagree about what Zeno himself took his paradoxes to show. There is no evidence that he offered any “solutions” to them. One view is that they were part of a program to establish that multiplicity is an illusion, and that reality is a seamless whole. The argument could be reconstructed like this: if you allow that reality can be successively divided into parts, you find yourself with these insupportable paradoxes; so you must think of reality as a single indivisible One. Senza le premesse di tale discussione e problematica si precisano chiaramente nei finissimi argomenti di Zenone di Velia, diseepolo e difensore di Parmenide, in cui si vede bene il taglio netto tra l'essere che è e in cui tutto si annulla, e il mondo umano costruito dall'uomo stesso. All'inizio del “Parmenide” Platone narra che una volta, durante le grandi Panatenee, Parmenide e Zenone vennero ad Atene. Parmenide era allora molto innanzi negli anni, tutto bianco, ma d'aspetto bello e nobile, e aveva circa sessantacinque anni. Zenone si avvicinava allora ai quaranta anni, di grande statura e bell'uomo (Parmenide, 127b). Platone dice, poi, che in quell'occasione Zenone lesse un saggio che scrive per difendere la tesi di Parmenide, ma k:he quel libro egli compose per amor di polemica e che per giunta un tale glielo aveva sottratto, per cui, Platone fa dire a Zenone. Nnon ebbi neppure il ternpo di pensare se fosse o no il caso di darlo alla luce (128a). Platone, forse, per dare avvio alla sua discussione, probabil-mente nei confronti dell'eleatismo megarico, si riallaccia di proposito a Zenone e a Parmenide mettendoli in rapporto con Socrate, allora giovanissimo, quel Socrate di cui poi i megarici furono discepoli. Può darsi, dunque, che Platone forza la notizia di Zenone ad Atene insieme a Parmenide, in un'epoca, il 455-450, in cui sembra difficile, per ragioni cronologiche, che Parmenide sia potuto venire ad Atene, o avesse circa sessantacinque anni. Nulla vieta, invece, di pensare che lui sia stato effettivamente ad Atene, anche se in epoca diversa, e che sia nato tra il 500 e il 490. Discepolo di Parmenide, Zenone nacque ad Elea nel 500/490. ·Platone (Parmenide, 127b) narra che nel 452 circa Zenone, venuto con Parmenide ad Atene, aveva circa quaranta anni. Tutte le fonti lo presentano come uomo prestante e altamente intelligente, che prese attiva parte alla vita politica della sua città, dove sarebbe eroicamente morto combattendo il tiranno Ncarco, quando, preso da Nearco e torturato, per non parlare si spezza la lingua con i denti, sputandola addosso al tiranno. Sembra che la struttura originaria del saggio di Zenone (o dei suoi saggi) fosse antinomica, e che [Altro punto sospetto è che Platone dice che il saggio che Zenone scrive e stato fatto circolare senza il permesso dell'autore. Potrebbe questo essere indice che Platone, in effetto, non espone la tesi vera di Zenone, anche se, nella finzione del dialogo, lui stesso approvi, con qualche riserva, il sunto che dei punti salienti dà Socrate. Platone, nel Parmenide tende a dimostrare l'impossibilità di pensare l'essere di Parmenide che porta dietro di sé l'altrettanta impossibilità di pensare i molti, onde, postici sul piano di Parmenide, risulta impossibile il discorso, un qual- sivoglia giudizio. Non interessa ora la soluzione di Platone e il suo tentativo di poter pensare l'essere come dialetticità corrispondente alla dialetticità del pensiero, per cui si rendeva possibile porre un tutto oggettivo. come ordine dialettico e misura su cui scandire, attraverso la conoscenza di sé, lo stesso ordine politico. È tuttavia importante sottolineare che nei confronti dell'uno di Parmenide e delle opere di lui (che accettando l'ipotesi di Parmenide e anche accettando che l'uno di Parmenide si può, all'estremo, ritenere assurdo, vuoi dimostrare che altrettanto assurdo è porre unità accanto a unità, come i pitagorici, quando si ritenga che queste siano realtà per sé e non puri nomi), la polemica di Platone chiarifica quella che storicamente dev'essere stata l'aporia fondamentale in cui doveva trovarsi il lettore del saggio di Zenone. In verità - abbietta Zenone nel Parmenide di Platone - questo mio saggio vuol essere in certo modo una difesa della dottrina di Parmenidc contro quelli che cercano di metterla in ridicolo sostenendo che la tesi dell'esistenza dell'uno va incontro a molte conseguenze ridiwlc c contraddittorie. Vuole confutare perciò questo mio saggio quelli che asseriscono l'esistenza dei molti c render loro la pariglia e anche di piu, cercando di mostrare che la loro ipotesi dell'esistenza dei. molti va incontro a conseguenze ancor piu ridicole di quella dell'uno se si vuole andare in fondo alla ricerca (l28c-d). In effetto qui Platone corregge la sua prima affermazione che Zenone e Parmenide avessero detto la stessa cosa ("dite su per giu la cosa medesima ": 128b}, e per i suoi intenti lascia cadere la precisazione di Zenone. Ma ciò è fondamentale, perché, in genere, è con questi abili accenni che Platone distingue quello che a lui importa da quello che accantona, ma che corrisponde, quasi sempre, alla verità storica. Zenone, quaranta fossero gli argomenti contro la tesi che sostiene il molteplice e il moto. Platone che vede in lui il difensore dell"Uno di Parmenide, lo chiamò il "palamede eleatico" (Fedro, 26ltl). ] dunque, sarebbe parmenideo alla rovescia. Egli accetterebbe che l'uno tutto di Parmenide porti alla finale contraddizione dell'impensabilità - proprio sulla via del pensiero - dell'uno stesso. Solo che la facile critica dell'annullarsi dell'uno deve tener presente che, ammessa la esistenza dei molti, di punti accanto a punti, come enti reali, si cade nelle stesse contraddizioni di chi pone l'uno. Zenone non dice mai cosa sia l'Essere. Zenone nega che posti i molti come esistenti, sul piano logico i molti esistano, confermando cosi la tesi parmenidea che i molti in quanto tali, in quanto definizioni, non sono che puri nomi. Ammessa, dunque, pitagoricamente, l'esistenza di punti reali costituenti le cose, bisogna necessariamente ammettere che ciascuna di tali unità in quanto punto ha una grandezza, anche se minima, onde in ogni punto vi sono infiniti punti e quindi ogni punto-unità sarà infinitamente grande; se il punto poi non ha gradezza, poiché le cose si costituiscono come aventi grandezza per l'unione dei punti, come sarà mai possibile che punti senza grandezza diano luogo a grandezze? n punto dunque, se non ha grandezza, non è (fr. l, 2). Ancora: ammesse piu cose costituite di punti, esse saranno ad un tempo in numero finito e infi.t;lito, il che è contraddittorio: saranno in numero finito, perché non possono essere piu o meno di quante sono; infinito perché tra l'una e l'altra ve ne sarà un'altra ancora, e tra questa e l'altra un'altra ancora all'infinito (fr. 3). Ancora: ammessa la molteplicità di cose reali per sé, bisogna ammettere o che sono continue, onde la molteplicità si annulla nella continuità, che, essendo divisibile all'infinito, è costituita di infiniti punti a loro volta divisibili all'infinito, fino al nulla; oppure che ogni cosa, limitando l'altra, occupa uno spazio e si distingue dal- l'altra per uno spazio: ma allora ogni spazio in quanto luogo implica un altro luogo e cosi all'infinito, sino all'unico luogo cioè l'uno, cioè il nulla (Aristotele, Fisica, 209a-210b; Simplicio, Fisica, 140, 34, 562, 1). Entro questa linea rientra anche il cosiddetto argomento del grano di miglio. Un grano o la decimillesima parte di un grano di miglio fa rumore: ora se fra un grano di miglio e un medimmo c'è proporzione, vi sarà proporzione anche tra i suoni, per cui se un medimmo di miglio fa rumore lo farà anche un solo grano (Aristotele, Fisica, 250a~ 19; Simplicio, Fisica, 1108, 18), ma ciò non avviene. Evidentemente quest'ultimo argomento rientra nei termini dei primi. Se l'uno, o la totalità, è impensabile irrelativamente, altrettanto impensabili sono i molti qualora si pongano quali realtà accanto a realtà. Nessuna parte del molteplice costituirà il limite ultimo e nessuna sarà senza una relazione con un'altra" (fr. 1). Poiché i molti sono impensaolli, se non. determinati come variazione di quantità di un CONTINUO, e poiché IL CONTINUO si può rappresentare come retta all'infinito, fino al nulla, i molti, se posti come realtà per sé, non sono. Cosi nell'ipotetica retta (nulla è pensabile se non in quanto estensione ed estensione che si qualifica) altrettanto inconcepibile è il moto, o meglio la possibilità dello spostamento e del passaggio da punto a punto, ché, dato, ad esempio, un segmento AB, tra A e B posta una metà A', necessariamente tra A e A', vi sarà una metà A" e cosi vita all'infinito – eis apeiron -- (argomento della dicotomia, cioè della divisione in due: Aristotele, Fisica, 233a, 239b, 263a; Simplido, Fisica, 1013; 4). Evidentemente non vi è allora passaggio tra un ipotetico primo punto A e il punto della linea accanto ad A, onde si può dire che Achille piè veloce" (in A) non raggiungerà mai la tartarugà che sia un passo avanti (in A"), ché, in effetto, logicamente, né l'uno né l'altra si muovono (argomento dell'Achille: cfr. Aristotele, Fisica, 239b; Simplicio 1013, 31), tanto piu che la linea, essendo costituita d'infiniti punti, è divisibile all'infinito, e quindi, all'infinito, si annulla. Analogamente LA FRECCIA non raggiungerà mai il bersaglio, dovendo percorrere l'infinito e rimanendo sempre ferma al punto di partenza (argomento della freccia: cfr. Aristotele, Fisica, 239b; Simplicio, Fisica, 1015, 19; Filopono, Fisica, 816, 30; Temistio, Fisica, 199, 4). Infine, dei presunti quaranta argomenti con i quali Zenone avrebbe dimostrato la contraddittorietà in cui pone o l'esperienza sensibile o la definizione dei dati che implicano la molteplicità o il movimento, abbiamo l'argomento detto dello stadio. Considerando in uno stadio un punto mobile che va ad una certa velocità, se lo si considera rispetto ad un punto fermo andrà, ad esempio, a dieci chilometri l'ora, se lo si considera invece rispetto a un altro punto mobile che vada alla sua stessa velocità in senso opposto, quello stesso mobile va a venti chilometri all'ora. Il quarto argomento - dice Aristotele - è quello delle due serie di masse uguali che si muovono in senso contrario nello stadio, lungo altre masse uguali, le une cioè a partire dalla fine dello stadio, le altre dalla metà, con velocità uguale; la conseguenza è che la metà del tempo è uguale al doppio (Fisica, 239b; cfr. anche Simplicio, Fisica, 1016, 9 sgg). I celebri argomenti sul movimento, con cui, accettata la premessa che esiste il moto, con ferrea consequenzialità, di deduzione in deduzione, si dimostra come-sul piano logico, contraddicendosi, non si possa se non negare il moto (onde, appunto, Aristotele, secondo Diogene Laerzio, VIII, 57, nel “Sofista” andato perduto - ha potuto dire che lui e padre della DIALETTICA, come arte del confutare), ci sono rimasti attraverso le discussioni e le critiche di Aristotele. Non sappiamo, in effetto, se tali argomenti fossero proprii del suo saggio, ché le fonti precedenti, ivi compreso Platone (che fa intravedere solo gli argomenti contro l'esistenza della molteplicità), ne tacciono. Certo gli argomenti sul movimento potevano essere conseguenza di quelli sulla pluralità, che, portando a dimostrare l'intraducibilità della fisica in termini logico-matematici, per l'impensabilità del CONTINUO SPAZIALE, portavano anche a rendere impensabile il continuo temporale-spaziale su cui si determinano, definendoli, i punti-geometrici, i cui rapporti di movimento divenivano rapporti spaziali e, quindi, ancora una volta impensabili o contraddittori. La sua polemica sembra quindi rivolta sia contro i punti- cose dei primi pitagorici (o se si vuole contro la riduzione a numeri interi delle cose da parte dei primi pitagorici), supponendo i numeri irrazionali, sia contro l'impossibilità di ridurre le esperienze della vita, della mutevolezza, alla sfera della ragione e dei numeri, senza perdere in puri nomi quella stessa vitalità. Le conseguenze della discussione di Zenone, tenendo presenti certe posizioni a lui contemporanee o immediatamente posteriori - lasciando da parte le implicazioni che vi hanno veduto certi storici, riferendo le sue tesi ad alcune delle concezioni della matematica e della fisica moderna, - sembrano potersi indicare nei seguenti punti: l. impossibilità di ridurre la fisica in termini matematici; 2. conseguente impossibilità di pensare, e quindi di definire, sia l'essere come totalità, sia la molteplicità; 3. consapevolezza che ogni ricostruzione matematica è valida, in quanto ipotetica e che altrettanto ipotetica è ogni ricostruzione fisica. Sul piano storico si determinano cosi: posizioni diverse, a seconda di quale aspetto della problematica, impostata da Zenone, veniva approfondito. O si insistito sul continuo giungendo a risolvere e ad annullare i molti (che restano come determinazioni valide su di un piano puramente linguistico) nel continuo stesso, cioè nell'infinita unità (Me- lisso); o si è risolto l'uno su di un piano puramente matematico, per cui l'uno non è nessuno dei punti della serie, né il pari né il dispari, ma la possibilità dell'uno e dell'altro, e che nell'opposizione-armonia dà luogo a un'ipotesi logica che spiega un'ipotesi fisica (Crotone e Taranto); o si è assunta l'ipotesi fisica del continuo divisibile all'infinito in infiniti punti ognuno dei quali, infinito, ha in sé tutte le infinite possibilità, gl'infiniti semi vitali, onde in ogni punto tutto è tutto (Anassagora); o si è fatta l'ipotesi che gli infiniti punti, proprio perché infiniti e quindi escludenti un passaggio dall'uno all'altro all'infinito costituiscono infiniti limiti, d'onde una infinita serie di limiti, d'indivisibili (atomi) implicanti nel limite una separazione, cioè un altro limite come vuoto (Leucippo, che fu discepolo di Zenone, e Democrito). Infine, se da un lato la sua problematica portava a impostare l'intelligibilità del reale non come afferrante la struttura in sé del reale stesso, ma come ipotesi o fisica o matematica, dall'altro lato portava, nella consapevolezza dell'impossibilità logica dell'Essere o del divenire, della Verità, a rimanere sul piano dell'opinione c del discorso umani, entro i termini dello stesso mondo dègli uomini e dei loro rapporti (Protagora, Gorgia). Senone di Velia. Keywords: reductio ad absurdum, alievo di Parmenide di Velia, scuola di Velia, scuola di Crotone, i veliati, i veliani, Adorno. Refs.: H. P. Grice, “Zeno’s sophisma;” Luigi Speranza, "Senone e Grice," “Grice e Zenone” -- The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. #velia https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4420384541306840  #griceevelia https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702109596/in/photolist-2mLJPUG-2mKbr1G

Grice e Venanzio – filosofia italiana – Luigi Speranza -- Essentail Italian philosopher. Filosofo. Luigi Carrer. Pietose esequie per lui si celebrarono nella Basilica di San Marco, e il dolore apparve su tutti i volti, qual era in tutti i cuori, solenne e profondo; ed il Municipio di Venezia gli decretò sepoltura propria ed iscrizione monumentale nel comunale cimiterio. Così quella feconda vita innanzi tempo si spense e la gloria dell'estinto ormai più non dura che nella memoria delle sue virtù e nella splendida bellezza delle sue opere. Sventura acerbissima! che privò la patria di un cospicuo decoro e tolse alla italiana letteratura di cogliere il pieno frutto dei nobili studj di un tanto scrittore, ed a questo di godere più a lungo, dopo i sofferti infortunj, il meritato riposo e e ben conseguite ricompense. (dal Comentario della vita e delle opere di Carrer, in Carrer, Poesie (Le Monnier, Firenze). Sulla eccellenza dei prosatori. Chiunque alle prime origini ed alle rarie vicende della italiana letteratura volga la mente, scorgerà dì leggieri, che ogni epoca di essa è renduta dalle altre singolare da pregi non solo segnalati in se stessi, ma eziandio ai progressi della letteratura medesima in partìcolar modo accomodati; cosicché, mentre le altre nazioni la maggior loro gloria in un solo secolo ripongono, la nostra può a giusto diritto di molti egualmente vantarsi. Amore ardentissimo di patria, zelo di libertà e quel senso squisito del bello che alla prima aurora della civiltà corse a risvegliare gli animi per lungo sonno inoperosi, mossero i nostri padri del trecento a fondare la lingua e la letteratura italiana; e tanta fu la fiamma allora accesa nei petti sdegnosi dell'antica barbarie, che sursero ad un tratto quei miracoli di sapere e d'ingegno, Dante, Petrarca, e Boccaccio; ai quali tenne dietro la onorata comitiva dei Villani, dei Cavalca, dei Passavanti, dei Compagni, e di parecchi illustri Volgarizzatori, dalle cui scritture la purissima vena discorre dell'italiano favellare.  E nella eccelsa carriera, dappertutto, ed alla testa di tutti si mostra il Galileo; spirito che più che a decoro della sua patria e del suo secolo parve nato a lume ed a stupore dell'universo. Ch'egli pensò e previdde come Bacone, ma con alacrità inoltrossi pel sentiero che quegli aveva soltanto additato; dubitò come Cartesio, ma alle opinioni rivocate in dubbio non sostituì come quello vane chimere e sognate ipotesi; osservò e scoprì come Newton; ma la progressione dei tempi riservò al filosofo inglese il vanto di dare il suo nome al grande sistema per cui l'italiano aveva in gran parte approntato i materiali. Imperciocchè dopo avere in terra stabilite le leggi della caduta dei gravi, delle velocità, delle resistenze, delle percosse, e dopo aver per così dire valutati i corpi in numero, peso e misura, colla pupilla armata del telescopio da lui forse inventato e certamente perfezionato speculò arditamente nel cielo, ed ivi con invitta forza stabilì l'impero del sole ed il nostro mondo gli rese soggetto, vide valli e monti nella luna, vide di nuove stelle risplendere il firmamento, e Giove che prima per solitaria via moveva deserto fornì d'astri seguaci, ed il vaghissimo volto di Venere a seconda dei tempi e delle vicende fece che in vari aspetti ai cupid'occhi si mostrasse: felice! chè le opere ed i trovati mostrarono quanto in lui vi fosse di divino, le sole sventure quanto di mortale. Il Dizionario della Crusca è il solo da cui e precettori e discepoli trar possano norme e soccorsi, serbiamo con ogni cura intatta la fede e la dignità di questo libro reverendo; e non feriamone l'autorità coll'arme del ridicolo. Gli alti pensieri, lo stile acconcio e severo e le scelte ed accresciute parole costituiscono le qualità distintive delle prose dei buoni scrittori del seicento; per le quali la lingua italiana giunse in quel secolo ad un vigore e ad un nerbo, che fra le splendide pompe e le floride eleganze del secolo antecedente non aveva forse saputo acquistare. A niuno inferiore e superiore a molti è Redi, e sia che il proprio animo manifesti nella epistolare corrispondenza, sia che della inferma salute de' suoi ammalati discorra, sia ch'espenga le sue gravissime osservazioni alla istoria naturale pertinenti, sia che si applichi ad illustrare la patria favella ed a risolverne le più sottili questioni, dagli altri di lunga mano si distingue per la spontanea leggiadria con cui le scritture condisce senza renderle affettate o leziose, per le grazie ingenue e festive di cui le sparge, pel patrimonio prezioso di schiette e adequate parole di cui le arricchisce, esoprattutto per certi ritorcimenti e per certe giudiziose piegature con cui nuovi significati e vaghezza nuova alle voci radicali sa dare.  Girolamo Venanzio, Sulla eccellenza dei prosatori, in Memorie scientifiche e letterarie dell'Ateneo di Treviso, Andreola, Treviso. Venanzio. Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS – Luigi Speranza, “Grice e Venanzio” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732463585/in/dateposted-public/

 

Grice e Vera – l’idealismo italiano – filosofia italiana (Amelia). Essential Italian philosopher. Senatore del Regno d'Italia Legislature XIII. Filosofo. Grice: “One of my favourite unpublications is “Absolutes,” which took its inspiration from a little tract by Vera which was especially influential on Flaubert, “Il problema dell’assoluto.” Strawson remarked: “it was a boojum, you see!” -- Fu senatore del Regno d'Italia nella XIII legislatura. Compì i suoi studi alla Sapienza di Roma, terminandoli alla Sorbona di Parigi. Mostrò subito un immenso talento per l'insegnamento, caratterizzato da lucidità di esposizione e genuino spirito filosofico, reggendo dal 1839 al 1850 svariate cattedre in città importanti della Francia e della Svizzera. Il colpo di Stato di Napoleone III lo costrinse a rifugiarsi in Inghilterra a causa delle sue idee eterodosse. Qui intraprese la stesura in francese dell’“Introduzione alla filosofia” di Hegel.  Tornò in Italia, riuscendo a diventare il più geniale e originale comunicatore della filosofia di Hegel, insegnando storia della filosofia dapprima all'Accademia di Milano, e poi, su invito di Francesco De Sanctis, a Napoli. Continuò a intrattenere scambi fecondi con la Società Filosofica di Berlino e con gli ambienti hegeliani tedeschi e francesi. Divenne socio nazionale dell'Accademia dei Lincei.  Fu suo fedelissimo allievo Mariano.  E durante i suoi studi con Cousin a Parigi che Vera arriva a conoscere la filosofia, risentendo fortemente dell'hegelismo allora in voga, di cui divenne in Italia promotore indiscusso. Si deve infatti a Vera il risveglio in Italia dell'interesse per la filosofia idealista ed hegeliana in particolare, anche se egli godette di maggior fortuna all'estero, mentre ebbe un influsso molto minore in patria rispetto a quello esercitato ad esempio dai lavori di Spaventa. A differenza di Spaventa, infatti, che reinterpretò la filosofia di Hegel in chiave critica, Vera si mantenne sostanzialmente fedele al dettato ortodosso della dottrina hegeliana.  Nelle sue opere, che esaltano la capacità di Hegel nel collegare ogni aspetto della realtà in un sistema organico, prevale l'attenzione per il problema religioso. Vera interpreta l'idea logica hegeliana in senso trascendente, come il concetto di ‘dio,’ venendo per questo accostato in certa misura alla Destra Hegeliana in Germania, sebbene una tale lettura possa apparire una forzatura.  Centrale è il primato dell'idea, che si articola nella storia come organismo spirituale, e per attingere la quale occorre trascendere la natura. L'idea esiste bensì anche nelle piante e negli animali, ma in maniera incosciente. Solo nell'essere umano – la persona -- essa giunge a pensarsi come idea, divenendo in tal modo storia, e rendendo possibile anche il progresso delle entità collettive di personi che sussistono come una nazione. Finché una nazione vive nella sfera del suo essere sensibile e animale, essa non si muove. Essa ripete ogni giorno la stessa vita e gli stessi eventi. Essa prova sempre gli stessi bisogni. Che se non fosse possibile trascendere questa sfera, la storia stessa non sarebbe possibile. Queste poche considerazioni ci spingono adunque a riconoscere con più pieno convincimento che solo l'idea o l'assoluto è il motore della nazione e dell'umanità, ovvero il principio determinante della storia” (“Introduzione alla filosofia della storia, Le Monnier, Firenze). La sua “Introduzione alla filosofia di Hegel” ha influenzato Flaubert nella stesura di Bouvard e Pécuchet.  In Italia invece è stato determinante per aver stimolato, insieme a Spaventa, la nascita dell'idealismo con Croce e Gentile. Il suo saggio filosofico più famoso è “Il problema dell'assoluto.” Si dedica anche a tematiche giuridiche e politiche su Cavour con Libera Chiesa in libero Stato, in cui attribuiva il ritardo del processo di rinnovamento liberale in Italia alla mancanza, durante il suo Rinascimento, di una Riforma luterana come quella d'oltralpe.  Tesi in latin: “ Platonis, Aristotelis et Hegelii: de medio termino doctrina. Quaestio philosophica. Opere: “Amore e filosofia: orazione inaugurale nel solenne riaprimento dell'Accademia, Milano); “La pena di morte” (Napoli); “Prolusioni alla storia della filosofia e alla filosofia della storia” (Napoli); “Ricerche sulla scienza speculativa e sperimentale” (Napoli); “La filosofia della storia” (Firenze); “Il Cavour e libera Chiesa in libero Stato” (Napoli); “Problema dell'assoluto” (Napoli); “Platone e l'immortalità dell'anima” (Napoli);   “Saggi filosofici” (Napoli). Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaronastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Enciclopedia Italiana. Vera, su treccani.  La Civiltà cattolica, Firenze, libraio L. Manuelli). Sträter osserva in proposito che Augusto Vera «sembra la degna riproduzione italo-francese di quel tipo a cui in Germania usiamo dare il nome di vecchi hegeliani o anche di ortodossi di stretta osservanza» (cit. in Tortora, Le filosofie italiane,  de "Le filosofie contemporanee", Università degli Studi Federico II di Napoli). La rinascita hegeliana a Napoli, su eleaml.altervista.org.  Lezioni di A. Vera, raccolte e pubblicate con l'approvazione dell'autore da R. Mariano, cLe Monnier, Firenze, Revue Flaubert, L'escatologia pitagorica nella tradizione occidentale, su rito simbolico. G. Cotroneo, Filosofia e storiografia, Rubbettino Editore,  R. Mariano, Introduzione alla filosofia della storia. Lezioni di A. Vera raccolte e pubblicate con l'approvazione dell'autore da Raffaele Mariano, Firenze, Le Monnier, 1869 Giovanni Gentile, Augusto Vera e l'ortodossismo hegeliano, in Le origini della filosofia contemporanea in Italia,  Messina, Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Armando Plebe, Spaventa e Vera, Torino, Edizioni di Filosofia, Guido Oldrini, Gli hegeliani di Napoli. Augusto Vera e la corrente ortodossa, Milano, Feltrinelli); T. Cricelli, Vera e la filosofia hegeliana, Il Testo. Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Vera, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Vera, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.  Vita e opere di Augusto Vera, su paolomalerba. Introduzione alla filosofia della storia. Lezioni di A. Vera raccolte e pubblicate con l'approvazione dell'autore da R. Mariano, Firenze Le Monnier. Augusto Vera. Vera. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Vera” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701723999/in/photolist-2mPkhvE-2mLLZRD-2mLP9qE-2mLGod1-2mLLwjC-2mLGRht-2mKEyBA-CntuMM-kLb4Rq-hSTpSd

 

Grice e Vercellone – il bello e l’estetico – filosofia italiana – Luigi Speranza (Torino). Essentail Italian philosopher. Filosofo. La filosofia di Vercellone si svolge inizialmente intorno all’ermeneutica e il concetto di ‘classico’ – as in English ‘classy’, in Loeb’s classy library --. Anche il nichilismo. La sua “Introduzione al nichilismo” edito da Laterza, Roma-Bari.  Continuando a muoversi intorno al rapporto tra estetica ed ermeneutica, il suo percorso filosofico verte in seguito su ambiti decisivi:  il rapporto tra temporalità storica e coscienza estetica, la dispersione dell'estetico; il problema del ‘pulcer’ (‘il bello’) (“Oltre il bello” – Castiglioncello, Bologna, Il Mulino); e il concetto di ‘immagine’. Soprattutto quest'ultima linea occupa le sue ricerche orientate sull'idea di un “radicamento estetico”.  Vercellone è Professore a Torino e direttore del Centro Inter-Universitario Inter-Dipartimentale di Ricerca sulla Morfologia dell’Udine (dal È stato Presidente dell’Associazione Italiana degli Studiosi di Estetica) e Vice-Presidente della Società Italiana di Estetica. Collabora con La Stampa. Altre opere: “Identità dell' ‘antico’ – (drawing from the antique”) – il concetto di  ‘classico’” (Torino, Rosenberg & Sellier); “Apparenza e interpretazione” (Milano, Guerini e Associati);  “Pervasività dell’arte: Ermeneutica ed “estetizzazione” del mondo della vita” (Milano, Guerini); “Nature del tempo. Novalis e la forma poetica del romanticismo Tedesco” (Milano, Guerini); “Estetica dell’Ottocento, Bologna, Il Mulino); “Storia dell’estetica moderna e contemporanea (Bologna, Il Mulino); “Morfologie del Moderno” (Genova, Il Melangolo); “Lineamenti di storia dell’estetica. La filosofia dell’arte da Kant al XXI secolo” (Bologna, Il Mulino); “Pensare per immagini. Tra scienza e arte” (Milano, Mondadori); “Le ragioni della forma, Milano-Udine, Mimesis); “Dopo la morte dell'arte, Bologna, Il Mulino); “Il futuro dell'immagine, Bologna, Il Mulino); “Simboli della fine, Bologna, Il Mulino.  Morte dell'arte e rinascita dell'immagine. Saggi in onore di Vercellone, Roma, Aracne. M. Perniola, Estetica italiana contemporanea, Bompiani; D’Angelo, L’estetica italiana. Dal neoidealismo a oggi, Laterza, E. Franzini, Immagini del moderno, in A. Bertinetto, G. Garelli, Morte dell'arte e rinascita dell'immagine. Saggi in suo onore , Roma, Aracne.  G. Vattimo, L'arte è morta, anzi no: è "dopo", Repubblica,A. Bertinetto, G. Garelli, Morte dell'arte e rinascita dell'immagine. Saggi in onore di Federico Vercellone.  M. Belpoliti, “Tra bello e brutto non c'è più differenza” La Stampa, R. Bodei, “Là dove rinasce il Bello” Il Sole 24 Ore, R. Bodei, Salto nel vuoto dell'immagine, Il Sole 24 Ore, I. Mattazzi, Aprire lo sguardo. Stili della visione in grado di agire sul reale, Il Manifesto; M. Vallora, Nelle torri di Kiefer per trovare un senso in mezzo alle rovine, La Stampa, Università degli Studi di Torino. Vercellone. Keywords: bello, estetico, immagine. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Vercellone: l’estetico e il bello’ – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731789298/in/dateposted-public/

 

Grice e Verdiglione – la congiura degl’idioti -- filosofia (Caulonia). Essential Italian philosopher. Filosofo. Grice: “I like Verdiglione; my favourite: his “La congiura degli idioti” – I have used the Greek root which Boezio translated as ‘proprium’ twice in my seminar on implicature: the first to refer to ‘kick the bucket’ as a ‘recognised idiom’ – idioma in Latin and idIoma, with stress on the i, in the Grecian; but more importantly – since ‘recognised by who?’ – in the next session I referred to a conversationalist using a one-off signaling which I referred to as a ‘signalling idiolect.’ Yes, Speranza and I can be pretty idiosyncratic!” -- Vincitore di una borsa di studio nel Collegio Augustinianum, studia a Milano, dove si è laureato con una tesi sulla filosofia semiotica di Pirandello. Formatosi con Lacan, pubblica con le case editrici Marsilio, Rizzoli, Feltrinelli e Sugarco, con cui collabora. Per quest'ultima dirige la collana "Bordi". Traduce la raccolta di testi Scilicet di Lacan per Feltrinelli e il Seminario XXII. Con la sua casa editrice, Spirali, pubblica testi come la traduzione del Malleus Maleficarum, Il martello delle streghe, il manuale dell'Inquisizione per la caccia alle streghe, e in seguito, sempre per le edizioni Spirali, pubblica alcuni testi di Bruno, come “Le ombre delle idee” e “Cabala del cavallo pegaseo.” Traduce per Feltrinelli libri che in Francia animano il dibattito in ambito culturale, come il saggio di Irigaray Speculum. L'altra donna edito da Feltrinelli nella traduzione di Muraro, il saggio di Mannoni Educazione impossibile. Introduce in Italia Kristeva; incontra anche Oury, fondatore assieme a Guattari della clinica La borde, di cui pubblica i libri Creazione e schizofrenia, Psicosi e logica istituzionale. “Il collettivo”, Babele e la Pentecoste. La Borde e la scrittura della psicosi, La psicosi e il tempo. Traduce sempre per Feltrinelli l'edizione del libro di Jean-Goux, Freud, Marx: economia e simbolico. Fonda il Movimento Freudiano e l'attività editoriale che si chiamerà Spirali Edizioni. Con la casa editrice Spirali, pubblica autori come  Daniel, Lévy, Glucksmann, Halter, Arrabal, Grillet.  Esce in edicola il primo numero del mensile Spirali. Giornale di cultura, a cui segue l'edizione francese Spirales, Il Secondo Rinascimento. Verdiglione e il Collettivo “Semiotica e psicanalisi” organizzano a Milano, in cinque sedi differenti, il Congresso internazionale "Sessualità e politica" seguito dai media italiani. Partecipano molte filosofi. Sempre con il Collettivo “Semiotica e psicanalisi”, organizza il congresso “La follia”, che si svolge in più sedi, tra cui il Palazzo dei Congressi e il Museo della scienza e della tecnica. Il congresso è seguito dalla stampa di vari paesi. Intanto, inventa la “cifre-matica,” la cosiddetta scienza della parola. Nell'Enciclopedia Rizzoli Larousse viene così definita la cifrematica: «dottrina della parabola intesa come ‘cifra’”.  Dottrina elaborata da Verdiglione e utilizzata all'interno di esperienze di conversazione, lettura, ecc. Secondo la cifrematica ogni parabola può essere analizzata secondo la sua logica idiomatica – cfr. Grice, “Idioma, not language” -- o la sua qualità cifratica, come ‘cifrema.’ C’e logica idiomatica della relazione, dello stigma, della funzione, della operazione, e della dimensione). C’e tre 'strutture' (struttura sintattica, struttua frastica e struttura pragmatica – o griceiana) secondo cui ogni expression – idioma --  può essere 'de-cifrata.’ E a Milano, su invito di Verdiglione Ionesco. In un'assemblea di intellettuali e lettori, c’e un convegno organizzato da lui, portando la testimonianza della sua vita e della sua attività filosofica, documentata nel libro Una vita di poesia.  La sua Università internazionale del Secondo Rinascimento acquista dalla famiglia Borromeo la Villa di Senago e il parco, lasciati in uno stato di abbandono per oltre vent'anni. I nuovi proprietari decidono pertanto di avviare un primo importante restauro che mira alla salvaguardia stessa del bene. Il restauro si è protratto nel tempo, fedele a criteri conservativi, con la collaborazione di ingegneri, esperti, architetti, tecnici, storici e filologi che hanno lavorato, insieme, sotto la direzione della Soprintendenza ai beni Ambientali ed Architettonici di Milano.  L'attività editoriale prosegue quanto già avviato e si indirizza soprattutto sulla dissidenza, in particolare romanzieri. Pubblica libri di Bukovskij, Zinovev, Naghibin, Maksimov e molti altri. L'interesse per la dissidenza lo porta a pubblicare saggisti come Suvorov, gli ambasciatori russi in Italia Adamishin, Jurij, il teorico della perestrojka Jakovlev, e l'ex ministro per l'energia e leader dell'opposizione di destra Nemtsov. Oltre agli autori, pubblica dissidenti provenienti da tutto il pianeta. In questa direzione sono stati organizzati i convegni internazionali Festival della modernità che propongono, in ciascuna edizione, diverse tematiche (scrittura, libertà, politica...).  In questi anni prosegue il lungo processo di restauro della Villa San Carlo Borromeo di Senago, restituendo all'edificio la sua originaria bellezza e trasformandolo in un Palazzo del turismo culturale e artistico, nella sede dell'Università internazionale del Secondo Rinascimento e della casa editrice Spirali. In questi anni, la Villa è sede di congressi, di corsi, di seminari, di riunioni di enti pubblici e privati, italiani e stranieri, di un museo permanente e di un museo per grandi mostre. Verdiglione ha totalizzato 10 anni e 6 mesi di carcere per reati vari.  È stato condannato a quattro anni e due mesi per truffa, tentata estorsione e circonvenzione di incapace. Dopo un patteggiamento è stato condannato a un anno e quattro mesi. Nel  è stato di nuovo condannato in primo grado a nove anni (e la moglie a sette) per associazione a delinquere, frode fiscale, truffa alle banche e allo Stato; in seguito la pena è stata ridotta a cinque anni. In tale occasione ha causato sofferenze bancarie per 73,4 milioni: 18,3 sono in capo a Intesa Sanpaolo, altri 25,9 milioni a Banca Etruria. Truffa, tentata estorsione e circonvenzione di incapace Verdiglione è al centro di una serie di vicende giudiziarie (Affaire Verdiglione) relative all'attività sua, della sua Fondazione e dei suoi collaboratori. Viene condannato a quattro anni e due mesi di reclusione per truffa, tentata estorsione e circonvenzione di incapace, condanna che passa in giudicato. Intellettuali di vari paesi (tra cui Lévy, Ionesco, Arrabal, Halter, Benamou, Henric, Bukovskij, Safouan, Xenakis, Zinovev, Mathé, Lanzmann), acquistano una pagina del quotidiano francese Le Monde in cui pubblicano e sottoscrivono un appello rivolto al Presidente della Repubblica italiana e ai giudici milanesi, col quale denunciano un presunto clima di "caccia alle streghe". Il caso Verdiglione secondo i firmatari mette in discussione le nozioni di diritto, giustizia e libertà di parola in Italia. Daniel, direttore del Nouvel Observateur, pubblica su la Repubblica una lettera, intitolata "Difendo Verdiglione", rivolta al direttore del quotidiano. Il Partito Radicale organizza un incontro internazionale in piazza Montecitorio sul Verdiglione, a cui partecipano anche importanti esponenti del "Comitato Internazionale per Verdiglione", promosso da Moravia, Ionesco, Lévinas, Arrabal, Bukovskij, Lévy, Halter. La Repubblica scrive che "dopo quello di Tortora ci sarà la sponsorizzazione da parte del PR del caso giudiziario di Verdiglione”. Il programma satirico Drive In lo fa conoscere anche al grande pubblico, attraverso la parodia del "Dottor Vermilione, psicanalista santone" impersonato da Greggio. Il caso Verdiglione è anche citato in relazione al disegno di legge per l'abolizione del reato di circonvenzione d'incapace (articolo 643 del codice penale). Dopo la condanna in Cassazione, la vicenda giudiziaria si conclude con il rinvio a giudizio per i capi di imputazione stralciati in occasione del primo procedimento giudiziario e con il definitivo patteggiamento a una pena di un anno e 4 mesi e indennizzi di oltre 3 miliardi di lire a ex allievi. Nel giugno  si concludono le indagini della Guardia di Finanza coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, Viene indagato per evasione fiscale in relazione all'emissione di fatture false, e appropriazione indebita. A seguito della richiesta avanzata dalla Procura di Milano, due dimore storiche riconducibili al professore (tra cui la sopracitata Villa San Carlo Borromeo di Senago) per ordinanza del Gip vengono poste sotto sequestro preventivo, pur mantenendone la disponibilità. A meno di tre settimane di distanza il Tribunale del Riesame di Milano annulla i decreti di sequestro concessi dal GIP C. Mannocci al PM Bruna Albertini, e restituisce gli immobili alle proprietà, in quanto non sussiste l'accusa di evasione fiscale. Si tratterebbe invece di neutralità fiscale, in quanto l'IVA dovuta sarebbe sempre stata pari a zero (in base alle conclusioni del giudice, sarebbero state emesse fatturazioni fittiziema regolarmente pagatetra società facenti capo a Verdiglione, allo scopo di ottenere crediti presso gli istituti finanziari, potendo esibire bilanci dai quali risultano entrate ingenti, in realtà fasulle).  La giudice Laura Marchiondelli rinvia a giudizio Verdiglione per associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale e truffa allo Stato. Nel dicembre  viene condannato a nove anni per i reati di associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale, truffa alle banche e truffa allo Stato. Nel medesimo processo vengono emesse condanne anche a carico della moglie Cristina Frua De Angeli e di due sue società, intanto fallite. Viene altresì disposta la confisca, fino ad un valore equivalente rispettivamente di 100 milioni e 10 milioni di euro, di beni come la storica dimora trecentesca Villa San Carlo Borromeo a Senago con 10 ettari di parco. La sentenza di secondo grado conferma la prima, nonostante che Procuratore generale, nella sua requisitoria, abbia chiesto "l'annullamento della sentenza di primo grado per assoluta indeterminatezza e intrinseca contradditorietà delle accuse".  La condanna a cinque anni di reclusione diventa esecutiva. Nel pieno delle inchieste giudiziarie, l'associazione da lui fondata viene definita setta dallo psicoterapeuta infantile Claudio Foti. Analoga affermazione fu fatta da Calefato, professoressa associata di sociolinguistica, che così si espresse in un'intervista per un quotidiano locale in occasione dell'incontro con Verdiglione organizzato a Bari da Ponzio, Professore di filosofia del linguaggio, intitolato "La cifra del Levante". Musatti, considerato il fondatore della psicanalisi italiana, provava una profonda avversione per Verdiglione che etichettò come "“il magliaro di Caulonia” e come "cialtrone". Verdiglione ha ospitato come relatori, nell'ambito di alcuni congressi organizzati alla Villa San Carlo Borromeo, autori come Duesberg (virologo statunitense, scopritore dei retrovirus) e Rasnick (biologo statunitense) che negano l'esistenza dell'AIDS, sostenendo che gli ammalati di tale morbo morissero in realtà sia a causa dell'assunzione di droghe sintetiche fortemente immune-soppressive sia a causa delle cure che erano loro imposte nella prima fase sperimentale, dove si ricorreva all'utilizzo di farmaci come l'AZT, originariamente sintetizzato a scopo antineoplastico e poi abbandonato per l'elevata tossicità. Opere: “Il carcere. La questione della parola, Associazione Amici di Spirali,  Ur-kommunismus. La paura della parola, Associazione Amici di Spirali,  La grammatica dello spirito. L'androgino trinitario e la bilancia dell'orrore, Associazione Amici di Spirali,  I padroni del nulla, Associazione Amici di Spirali,  L'Operazione guru, Associazione Amici di Spirali,  La rivoluzione dell'imprenditore, Associazione Amici di Spirali,  Il bilancio di guerra, Associazione Amici di Spirali,  In nome del nulla. L'accusa di blasfemia, Associazione Amici di Spirali,  Il bilancio intellettuale dell'impresa, Associazione Amici di Spirali,  Parola mia, Spirali,  La realtà intellettuale, Spirali,  L'Affaire fiscale ovvero il dispensario del tempo, Spirali,  Scrittori, artisti, Spirali, La libertà della parola, Spirali, La politica e la sua lingua, Spirali, La nostra salute, Spirali, Il capitale della vita, Spirali,  Master dell'art ambassador, Spirali, Master del brainworker, Spirali, Master del cifrematico, Spirali,  L'interlocutore, Spirali, Il Manifesto di cifrematica, Spirali, La rivoluzione cifrematica, Spirali, Artisti, Spirali, Il brainworking. La direzione intellettuale. La formazione dell'imprenditore. La ristrutturazione delle aziende, Spirali, Edipo e Cristo. La nostra saga, Spirali, La famiglia, l'impresa, la finanza, il capitalismo intellettuale, Spirali, Venere e Maria. La fiaba originaria, Spirali,Machiavelli, Spirali/Vel, Vinci, Spirali/Vel, La congiura degli idioti, -- cfr. Grice, “L’idioma dell’idiota” -- Spirali/Vel, L'albero di San Vittore, Spirali, Lettera all'eccellentissima corte di appello, Spirali, Quale accusa?, Spirali, Processo alla parola, Spirali, Il giardino dell'automa, Spirali, Manifesto del secondo rinascimento, Rizzoli, Spirali, La mia industria, Rizzoli Spirali,  Dio, Spirali, La peste, Spirali, La psicanalisi questa mia avventura, Marsilio, Spirali, La dissidenza freudiana, Feltrinelli, Spirali. E. Roudinesco, Histoire de la psychanalyse en France, Paris: Le Seuil (réédition Fayard )  dal sito web italiano per la filosofia.  in. ildomenicale arretrati n. Domenicale miei libri Scienze umane Sociologia e comunicazione Sollers-scrittore La-dissidenza-della-scrittura_Lacan e altri, Scilicet: rivista dell'école freudienne de Paris, traduzione di Armando Verdiglione, Feltrinelli, Milano, Jacques Lacan,  Il seminario, in «Ornicar? Venezia. Heinrich Institor (Krämer), J. Sprenger, A. Verdiglione, Il martello delle streghe. La sessualità femminile nel "transfert" degli inquisitori, Spirali, Milano, Giordano Bruno, Antonio Caiazza, Le ombre delle idee, Spirali, Milano, Giordano Bruno, Carlo Sini, Cabala del cavallo pegaseo, Spirali, Milano, Maud Mannoni, Educazione impossibile, Feltrinelli, Milano). Spirali pubblicherà le opere La rivoluzione del linguaggio poetico. L'avanguardia, : Lautrémont e Mallarmé e Poteri dell'orrore. Saggio sull'abiezione  Félix Guattari //spirali.com/books-of-Jean+Oury.php[collegamento interrotto]  Jean-Joseph Goux, Freud, Marx: economia e simbolico, introduzione e cura di Armando Verdiglione, Milano, Feltrinelli, atti del Convegno Sessualità e politica edito da Feltrinelli, 2000 partecipanti al Congresso di Psicanalisi con tema "Sessualità e Politica", svoltosi a Milano"  Gilles Anquetil, "A Milan, le sage congrès de la folie", Les Nouvelles Littéraires, Roger Dadoun, "A Milan F comme Folie", La Quinzaine littéraire,  Christian Descamps, "A Milan au congrès de psychanalyse on a débattu (vivement) de “Sexe et politique”", La Quinzaine littéraire, Congres v Milanu, “Razprave problemi”, dicembre 1976  Robert Maggiori, "La 'Jet Society' psychanalytique reunie a Milan", Liberation,  Italianistica  »  » Cifrematica: di che cosa parliamo?  Enciclopedia Universale Rizzoli Larousse, Rizzoli, Milano,  Luigi Mascheroni, il Giornale, Nicola Borzi, Etruria perde 26 milioni nel crack Verdiglione, in Il Sole 24 ore, Verdiglione affidato al servizi sociali, la Repubblica, in Archiviola Repubblica.  "Pour Armando Verdiglione", Le Monde, "Difendo Verdiglione", di Jean Daniel, direttore di Le Nouvel Observateur pubblicato da la Repubblica, 1Caso verdiglione: martedi' 8 agosto, all'hotel nazionale in piazza montecitorio, a partire dalle ore 11.45, incontro internazionale sul tema: "il caso verdiglione". marco pann..., su radioradicale. I radicali bocciano pannella, la Repubblica, in Archiviola Repubblica.//legislature.camera/_dati/leg10/lavori/stampati Milano, 18 rinvii a giudizio per la vicenda verdiglione, Repubblica » Ricerca, non profit, veridglione fa lo sponsor e le associazione danno forfeit, la Repubblica, in Archiviola Repubblica. Gianfrancesco Turano, Verdiglione spa, in Corriere Economia, Verdiglione, ovvero come sposare lo sponsor e viver felici  Corriere della Sera, su milano.corriere.  Archivio Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere. Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere.  Frode fiscale, 9 anni a Verdiglione confiscati beni per 110 milioni, in Corriere della Sera. Lo psicanalista Verdiglione dai fasti degli anni ‘80 al ritorno in carcere, su milano.corriere.  sito dell'associazione diretta da Claudio Foti, 'Verdiglione fuori dall'Ateneo'la Repubblica, in Archiviola Repubblica. Il chiaccierato Verdiglione, la Repubblica, in Archiviola Repubblica. cesare musattiAnalisi laica, su Analisi laica. Italian guru, la Repubblica, in Archiviola Repubblica. T. Szaz, La battaglia della salute, Spirali. «L'Aids non è contagioso in nessun modo, non si trasmette né attraverso rapporti eterosessuali né attraverso rapporti omosessuali e neanche senza rapporti, non si trasmette in nessun modo; l'Hiv è un retrovirus che, secondo Dusberg, è innocuo." "Muoiono per via della cura. È la cura, che li ammazza."».  Dizionario di cifrematica, su dizionario di cifrematica. armandoverdiglione.com. Com: Recenti Vicende, su tgcom.mediaset. Verdiglione. Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Verdiglione e l’idioma dell’idiota” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #verdiglione https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6937483539596915 #griceeverdiglione https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702234931/in/photolist-2mLLVsZ-2mLKtaD

Grice e Vernia – i peripatetici – filosofia italiana – Luigi Speranza (Chieti). Grice: “I love Vernia, but then any Englishman would, especially when learning that Saint Thomas (Aquino) made such a fuss about him!” -- Essential Italian philosopher. Filosofo. Allievo a Padova di Pergola e Thiene e successore di quest'ultimo, ebbe come collega Pomponazzi e tra i suoi allievi Nifo e Pico. Seguace dell'ermetismo allora imperante a Padova, curò un'edizione di Aristotele. Vernia sostenne l'unità dell'intelletto -- dottrina poi abbandonata a causa di una condanna inflittagli dal vescovo di Padova), l'autonomia della fisica rispetto alla meta-fisica, e la superiorità della scienza della natura sulle scienze dell'uomo.  Opere: “Contra perversam Averrois opinionem de unitate intellectus et de animae felicitate”; “De unitate intellectus et de animae felicitate”; “Expositio in Posteriorum capitulum secundum in fine”; “Expositio in Posteriorum librum priorem”; “Quaestio de gravibus et levibus”; “Quaestio de rationibus seminalibus”; “Quaestio de unitate intellectus”; “Quaestio in De anima  Ennio De Bellis, L’aristotelismo Firenze, Leo S. Olschki editore, Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Vernia. Keywords: i parepatetici, i parepatetici padovani – i parepatetici di padova -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Vernia: viva Aristotele!” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vernia https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.5475762019102415 #griceevernia https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731763313/in/photolist-2mPmNVF-2mLLWjU-2mLQ2ox-2mLKu2P-2mLNWGK-2mLLWmc-2mLLWjZ-2mLQ2pz-2mLKu2U-2mLQ2o7-2mLLWmn-2mLKu3f-2mLFoBp-2mLNWHM

Grice e Veronelli – sadimo italiano – Filosoia italiana – Luigi Speranza (Milano). Essential Italian philosopher. Filosofo. Veronelli viene ricordato come una delle figure centrali nella valorizzazione e nella diffusione del patrimonio eno-gastronomico. Antesignano di espressioni e punti di vista che poi sono entrati nell'uso comune e protagonista di caparbie battaglie per la preservazione delle diversità nel campo della produzione agricola e alimentare, attraverso la creazione delle “denominazioni comunali,” le battaglie a fianco delle amministrazioni locali, l'appoggio ai produttori al dettaglio. Veronelli assieme ad alcuni sommelier F.I.S.A.R. Era originario del quartiere Isola di Milano. Dopo il R. Ginnasio Parini, compie studi di filosofia a Milano, diventando assistente di Bariè. Si professa per tutta la vita di fede anarchica, rifacendosi anche alle ultime lezioni tenute da Croce a Milano. Inizia l'esperienza di editore, pubblicando tre riviste:  I problemi del socialismo Il pensiero Il gastronomo. Pubblica La questione sociale di Proudhon e Historiettes, contes et fabliaux di De Sade; per quest'ultima viene condannato, insieme a Manfredi (autore dei disegni, poi assolto), a tre mesi di reclusione per il reato di pornografia. L’opera di De Sade sarà poi messa al rogo nel cortile della procura di Varese. Subisce anche una condanna di sei mesi di detenzione per aver istigato i contadini piemontesi alla rivolta, con l'occupazione della stazione di Asti e dell'autostrada, per protestare contro l'indifferenza della politica per i problemi dei contadini e dei piccoli produttori. Diventa collaboratore de Il Giorno.  L'attività giornalistica lo impegnerà, e i suoi articoli, di stile aulico e provocatorio, ricchi di neologismi e arcaismi, faranno scuola nel giornalismo eno-gastronomico e no. Tra le testate cui ha collaborato vanno ricordate, oltre a Il Giorno: Corriere della Sera, Class, Il Sommelier, Veronelli EV, Carta, Panorama, Epoca, Amica, Capital, Week End, L'Espresso, Sorrisi e Canzoni TV, A Rivista Anarchica, Travel e Wine Spectator, Decanter, Gran Riserva ed Enciclopedia del Vino, The European. L'apparizione televisiva ne aumenta notevolmente la fama; in particolare A tavola alle 7, in cui conduce il programma prima a fianco di Scala e di Orsini, poi di Ave Ninchi, e il Viaggio Sentimentale nell'Italia dei Vini, dove realizza l'aggiornamento, provocatorio e di denuncia, della viti-coltura italiana, con inchieste, interviste, proposte che hanno scosso quel mondo.  L'opera La sua attività di ricerca e di approfondimento nel campo enogastronomico lo porta alla pubblicazione di alcune opere fondamentali, anche di carattere divulgativo. Da segnalare: I Vignaioli Storici, Cataloghi dei Vini d'Italia, dei Vini del Mondo, degli Spumanti e degli Champagne, delle Acquaviti e degli Oli extra-vergine, Alla ricerca dei cibi perduti, Il vino giusto, e la collana Guide Veronelli all'Italia piacevole. Fondamentale anche la collaborazione con Carnacina, maître e gastronomo celeberrimo e Guazzoni maître e sommelier. Ne nascono, ad esempio, La cucina italiana e Il Carnacina.  Fonda la seconda Veronelli Editore "col puntuale obiettivo di approfondire la classificazione dell'immenso patrimonio gastronomico italiano e contribuire ad accrescere la conoscenza delle attrattive turistiche del paese più bello del mondo". La casa editrice ha cessato l'attività a fine. Collabora con Derive\Approdi scrivendo le prefazioni ad alcuni libri di carattere storico, politico e gastronomico.  L'intenso rapporto epistolare sulle pagine di Carta con Echaurren costituisce un forte stimolo di riflessione sulle questioni legate alla Terra e alla qualità della vita materiale per il movimento contro la globalizzazione. Isieme ad alcuni centri sociali, tra cui La Chimica di Verona e il Leoncavallo di Milano, al movimento Terra e libertà. Sempre di questi anni le battaglie per le Denominazioni Comunali, una salvaguardia dell'origine di un prodotto; per il prezzo-sorgente, cioè l'identificazione del prezzo di un prodotto alimentare all'origine, per rendere evidenti eccessivi ricarichi nei passaggi dal produttore al consumatore; per l'olio extra vergine d'oliva, contro le prepotenze e il monopolio delle multinazionali e le ingiustizie della legislazione per i piccoli olive-coltori. Di idee anarchiche, si è anche interessato di questioni filosofiche, pubblicando anche articoli su A/Rivista Anarchica e saggi. Le pubblicazioni hanno subito il segno dei suoi interessi libertari, libertini, enogastronomici: Racconti, novelle e novelline di de Sade (che gli procurerà una denuncia e la condanna al rogo dei libri, tra gli ultimi roghi di libri avvenuti in Italia), le poesie di Pagliarani, la rivista Il gastronomo e quella di filosofia Il pensiero, poi interessante per qualche anno fu l'editore della rivista Problemi del socialismo, diretta da Basso. In seguito mise un po' in disparte le questioni filosofiche per concentrarsi su quelle più propriamente eno-gastronomiche e agricole. In A-Rivista Anarchica si definisce Veronelli l'"anarchenologo" ritenendo che l'attività di Veronelli vada inquadrata in un ambito libertario e contro l'attività delle multinazionali agricole.  Gli anarchici della Cellula Veronelli, con l'intento di mostrare l'aspetto più propriamente politico di Veronelli, hanno organizzato un incontro intitolato "Veronelli politico", a cui hanno preso parte personalità del calibro di Mura, giornalista di La Repubblica, Ferrari della Federazione Anarchica Reggiana (promotrice dell'evento biennale, ideato nella sua prima edizione insieme allo stesso Veronelli, Le cucine del popolo) e Tibaldi. Dagli anarchici è sempre stato considerato un compagno. Veronelli e un libertario, un uomo colto, senza dogmi, senza ipocrisie, in perenne lotta contro le armate schiaviste delle multinazionali. (Pagliaro, Umanità Nova, LMilano gli attribuisce l'Ambrogino d'oro.  Rassegna stampa. A-Rivista, Lettera i giovani estremi  Proudhon: La questione sociale -- Veronelli politico. L'ultimo dei vini artigianali sarà sempre migliore del primo dei vini industriali, perché avrà un'anima» (Veronelli in Il canto della Terra).  Il nostro anarchenologo  Un incontro inatteso  Cellula Veronelli. eronelli politico. Circolo Cucine del Popolo, l'addio, Bosana Salsa suprema. Luigi Veronelli. Veronelli. Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft – Luigi Speranza, “Grice e Veronelli: metafisica dell’amore” – The Swimming-Pool Library, Liguria. #veronelli https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6937343586277577 #griceeveronelli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702914954/in/photolist-2mLNXjb-2mLLX2a-2mLLX1P-2mLFpeg-2mLQ2ZN

Verrecchia (Vallerotonda). Essential Italian philosopher. Filosofo. Si trasferì a Torino, dove studiò, laureandosi in filosofia. Trascorse un certo periodo nel parco nazionale del Gran Paradiso, considerato come il più formativo della sua vita. Lì poté contemplare in modo disinteressato i fenomeni della natura. “Ho fatto tre università -- era solito dire -: quella vera e propria, che non mi ha dato nulla o quasi; la collaborazione alle pagine dei quotidiani come elzevirista, che mi ha costretto a leggere libri che altrimenti non avrei mai letto; e infine l'università più utile in assoluto, vale a dire il soggiorno nel Gran Paradiso a contatto con la natura". Frutto di quel soggiorno è il saggio che contiene la sua filosofia, potentemente aforistica. I manoscritti riaffiorati molto più tardi spiegano la tardività della sua pubblicazione, avvenuta presso Fògolasi tratta del Diario del Gran Paradiso. Verrecchia visse poi in Germania (soprattutto a Berlino) e fu per lunghi anni addetto culturale all'Ambasciata d'Italia a Vienna; collaborò alle pagine culturali di giornali italiani, tra cui Il Resto del Carlino, La Stampa, Il Giornale. Grazie alla sua padronanza del tedesco, collaborò stranieri (Die Presse, Die Welt). Non parlava volentieri della sua vita privata perché, diceva,"di un filosofo ciò che interessa sono gli teorie e non le vicissitudini personali". Traduttore di Lichtenberg, appassionato studioso di Bruno e Nietzsche, nel suo orizzonte culturale, però, la figura che risalta di più è senz'altro quella di Schopenhauer, da lui considerato a tutti gli effetti un maestro da tradurre e continuare.  Elementi caratteristici dei suoi scritti sono l'irriducibile vena polemica e una sacra bilis, ma la sua prosa spicca anche per chiarezza ed energia. La sua prosa insieme a quella di Ceronetti, Sgalambro e Giamettaè stata giudicata la migliore prosa filosofica. Opere: “L'eretico dello spirito” (Firenze: La Nuova Italia); “La catastrofe di Nietzsche a Torino” (Torino: Einaudi), “La tragedia di Nietzsche a Torino: la catastrofe del filosofo che sognava un superuomo al di là del bene e del male (Milano: Bompiani). Incontri viennesi (Genova: Marietti), “Cieli d'Italia (Milano: Spirali/Vel), “Diario del Gran Paradiso (Torino: Fogola, e ristampa), “Bruno: la falena dello spirito” (Roma: Donzelli); Rapsodia viennese: luoghi e personaggi celebri della capitale danubiana (Roma: Donzelli), Schopenhauer e la Vispa Teresa: l'Italia, le donne, le avventure (Roma: Donzelli), Vagabondaggi culturali (Torino: Fogola); “La stufa dell'Anticristo: altri vagabondaggi culturali (Torino: Fogola).  Batracomachia di Bayeruth. Nietzschiani contro wagneriani; Padova: il prato, Lettere Mercuriali (Torino: Fògola, ). “Il cantore filosofo” (Firenze: `Clinamen); Il mastino del Parnaso. Elzeviri e polemiche” Firenze: Clinamen. Saggi introduttivi, traduzioni e cure Viaggio in Italia  di Mommsen (Torino: Fogola). Libretto di consolazione (Milano: Rizzoli); Le civiltà pre-colombiane (Milano: Bompiani,). Colloqui (Milano: Rizzoli), poi: “Il filosofo che ride” (Milano: Rizzoli), “Metafisica dell'amore sessuale: l'amore inganno della natura” (Milano: Rizzoli,  Sulla filosofia da Arthur Schopenhauer (Milano: TEA); “Aforismi per una vita saggia” (Milano: Fabbri); “O si pensa o si crede: sulla religione (Milano: Rizzoli); Lo scandaglio dell'anima” (Milano: Rizzoli); “Breviario spiritual” (Torino: UTET, Articoli A Bogotà c'è un erede di Montaigne. Tuttolibri de La Stampa, Allora bastava un rospo per finire al rogo. Tuttolibri de La Stampa, Vittorio Mathieu, Tre giorni in giallo. Tuttolibri de La Stampa, Risvolto di copertina della Rapsodia viennese.  Verrecchia, su digilander.libero. Marco Lanterna, Verrecchia, venerando e terribile, Pulp Libri, (ora in Marco Lanterna, Il caleidoscopio infelice. Note sulla letteratura di fine libro, Clinamen, critica Marco Lanterna, Il caleidoscopio infelice. Note sulla letteratura di fine libro, Clinamen,. Ugo Dotti, I vagabondaggi culturali di Verrecchia, in rivista. Le case illustri, di Lisa Elena su archivio.lastampa. 2 settembre. Addio al filosofo Anacleto Verrecchia, di Luigia Sorrentino, su poesia.blog.rainews. L'Anticristo goloso, di M. Rota, su piemontemese. Anacleto Verrecchia. Verrecchia. Keywords: la metafisica dell’amore, Nietzsche a Torino, Bruno. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Verrecchia: metafisica dell’amore” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #verrecchia https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6937294919615777 #griceeverrecchia https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731465888/in/dateposted/

Grice e Viano – va’ pensiero – il carattere della filosofia italiana – filosofia italiana (Aosta). Esential Italian philosopher. Filosofo. Laureatosi in Filosofia a Torino con Abbagnano, ha insegnato a Milano e Cagliari. Ha fatto infine ritorno, in qualità di ordinario fuori ruolo di Storia della filosofia, all'ateneo torinese. Ha fatto parte del Comitato Nazionale per la Bio-Etica, ed è stato membro del direttivo della Rivista di filosofia e socio nazionale dell'Accademia delle Scienze di Torino.  Izgu insignito del premio Feltrinelli per la Storia dela Filosofia. Di formazione illuminista, Viano si è occupato di storia della filosofia antica. -- è autore di importanti studi su Aristotele (“La logica di Aristotele”, Torino, Ed. Taylor) e l’empirismo (“Dal razionalismo all'Illuminismo” (Einaudi, Torino); “Il pensiero politico” (Laterza, Roma/Bari). Nel campo dell'etica, oltre a studi storici (“L'etica” – Mondatori, Milano, “Teorie etiche”, Bollati Boringhieri, Torino), si è dedicato a promuovere la costruzione di una bio-etica e a denunciare la timidezza dei laici di fronte alle ingerenze del cristianesimo.  Da Enrico Mistretta, direttore editoriale della Laterza di Roma/Bari, gli fu affidata, la direzione di una “Storia della filosofia.” Altre saggi: “La selva delle somiglianze: il filosofo e il medico” (Torino, Einaudi); “Va' pensiero: il carattere della filosofia italiana” (Torino, Einaud); “Filosofia italiana nel dopoguerra” (Bologna, Il Mulino); “Etica pubblica” (Roma/Bari, Laterza); “Le città filosofiche: per una geografia della cultura filosofica italiana” (Bologna, Il Mulino); “Le imposture degli antichi e i miracoli dei moderni” (Torino, Einaudi); “Laici in ginocchio” (Roma/Bari, Laterza); “Stagioni filosofiche: la filosofia del Novecento fra Torino e l'Italia” (Bologna, Il Mulino); “La scintilla di Caino: storia della coscienza e dei suoi usi” (Torino, Bollati Boringhieri). Profilo biografico sull’Accademia Delle Scienze. Maurizio Mori, Torino ricorda Viano, su Torino. Cerimonia nell'Accademia Nazionale dei Lincei, su Presidenza della Repubblica, Roma. Treccani Enciclopedie,  Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Registrazioni su RadioRadicale, Radio Radicale.  Biografia e testi sull'Enciclopedia multimediale RAI delle scienze filosofiche Rassegna stampa sul Sito Web Italiano per la Filosofia Recensione di "Le città filosofiche" su Recensioni Filosofiche. Viano. Keywords: la filosofia romana, il neo-tradizionalismo. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Viano: il neo-tradizionalismo” – “Viano e la filosofia romana” -- The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #viano https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4796393697039254 #griceeviano https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702527428/in/photolist-2mLLY7G-2mLLXCq-2mLLY6V-2mLNXTs-2mLNXTH-2mLNYnJ-2mLKvEZ-2mLNXSL-2mLQ3zW-2mLNXT7-2mLLY6K-2mLLXCk-2mLLY76-2mLNXSv-2mLKve3-2mLKvFf-2mLNYnt-2mLFpUe-2mLKvGh-2mLKvF

Grice e Viazzi – la bellezza della vita – filosofia italiana – Luigi Speranza (Gavi). Essential Italian philosopher. Filosofo. Apprezzato teorico e studioso di filosofia, Viazzi. Keywords: Vico. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Viazzi” – “Il Vico di Grice e il Vico di Viazzi” -- The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #viazzi https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4583421495003143 #griceeviazzi https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701447102/in/photolist-2mLFqYo-2mLFqYd-2mLKwfB-2mLFqXS-2mLLYDD-2mLQ4KM-2mLFqZk-2mLLYEW-2mLLYEL-2mLFqZq-2mLKwfm-2mLFqZf-2mLQ4JK-2mLKwfX

 

Grice e Vico -- l’antichissima sapienza degl'italici -- da rintracciare nelle origini della sua lingua – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). “Si potrebbe presentare la storia ulteriore del pensiero come un ricorso delle idee del Vico” (Benedetto Croce, La filosofia di Giambattista Vico, Laterza, Bari) Giambattista Vico, filosofo. Molte delle notizie riguardanti la vita di Vico sono tratte dalla sua Autobiografia, scritta sul modello letterario delle Confessioni di di Agostino. Dall’autobiografia Vico cancella ogni riferimento ai suoi interessi giovanili per le dottrine atomistiche e per il pensiero cartesiano, che avevano cominciato a diffondersi a Napoli, ma vennero subito repressi dalla censura delle autorità civili e religiose, che le consideravano moralmente perniciose e contrari all'Indice dei libri proibiti. Nato a Napoli da una famiglia di modesta estrazione sociale – il padre, Antonio Vico, era un povero libraio, mentre la madre, Candida Masulla, era figlia di un lavorante di carrozze – Vico fu un bambino molto vivace, ma, a causa di una caduta si procurò una frattura al cranio che gli impedì di frequentare la scuola per tre anni e che, pur non alterando le sue capacità mentali, quantunque “il cerusico ne fe' tal presagio: che egli o ne morrebbe o arebbe sopravvissuto stolido,” contribuì a sviluppare “una natura malinconica ed acre.” Ammesso agli studi di grammatica presso il Collegio Massimo dei Gesuiti, li abbandonò intorno per dedicarsi al privato approfondimento dei testi di Paolo Veneto, il quale, tuttavia, rivelandosi superiore alle sue capacità, provoca l'allontanamento dall'attività intellettuale per un anno e mezzo.  Ripresa la via degli studi, Vico si recò nuovamente dai gesuiti per seguire le lezioni di Ricci, ma, rimasto ancora una volta insoddisfatto, si appartò nuovamente a vita privata per affrontare la metafisica. Successivamente, per secondare il desiderio paterno, Vico fu “applicato agli studi legali.” Frequentò per circa due mesi le lezioni private di Verde, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza, senza tuttavia seguirne i corsi, e si cimentò, come di consueto, in privati studi di diritto. Conseguita la laurea in a Salerno, si appassionò subito ai problemi filosofici,, segno “di tutto lo studio che aveva egli da porre all'indagamento de' princìpi del diritto universal.” Lapide nella casa natale di via San Biagio dei Librai che recita, “in questa cameretta nacque il XXIII giugno MDCLXVIII Giambattista Vico. Qui dimorò fino ai diciassette anni e nella sottoposta piccola bottega del padre libraio usò passare le notti nello studio. Vigilia giovanile della sua opera sublime. La città di Napoli pose.” Il periodo di tempo intercorrente fu denominato dell' “autoperfezionamento.” Difatti, nonostante l'Autobiografia riporti indietro la data d'inizio del suo magistero, svolse attività di precettore dei figli del marchese Domenico Rocca presso il castello di Vatolla nel Cilento e colà, usufruendo della grande biblioteca padronale, ebbe modo di studiare il platonismo italiano (Ficino e Pico). Approfondisce gli studi aristotelici, nonostante la dichiarata avversione per Aristotele e la Scolastica. Legge le opere di Botero e di Bodin, scoprendo al contempo Tacito (che diverrà un maestro cui s'ispirerà la sua filosofia) e la sua “mente metafisica incomparabile con cui contempla l'uomo qual è.” Affronta per un breve periodo studi di geometria e pubblica la canzone “Affetti di un disperato,” d'ispirazione lucreziana. Erma del Vico Ritornato a Napoli nell'autunno del 1695, all'età di ventisette anni, affetto dalla tisi, rientra nella misera dimora paterna. A causa delle grosse difficoltà economiche, Vico è costretto a tenere ripetizioni di retorica e grammatica. Durante l'anno 1696 pubblica un discorso proemiale a una crestomazia poetica dedicata alla partenza di Francisco de Benavides, viceré spagnolo e conte di Santo Stefano. Compone un'orazione funebre in memoria di Catalina de Aragón y Cardona, madre del nuovo viceré, e nel dicembre del medesimo anno, tenta vanamente di ottenere un posto di lavoro come segretario al Municipio di Napoli. Nel gennaio 1699 vince, con striminzita maggioranza, il concorso per la cattedra di eloquenza e retorica presso l'Università di Napoli, da cui non riuscì, con suo grande rammarico, a passare a una di diritto. -- è aggregato all'Accademia Palatina fondata dal viceré Luis Francisco de la Cerda y Aragón, duca di Medinaceli. Anche dopo la nomina accademica per il mantenimento del padre e dei fratelli, totalmente dipendenti da lui, deve aprire uno studio privato dove dà lezioni di retorica e di grammatica elementare, e impegnarsi a lavorare su commissione alla stesura di poesie, epigrafi, orazioni funebri, panegirici, ecc.  Nel 1699 può finalmente prendere in affitto in vicolo dei Giganti una casa di «tre camere, sala, cucina, loggia e altre comodità, come rimessa e cantina» e prendere in moglie la giovane donna, Teresa Caterina Destito dalla quale ebbe otto figli. Da quel momento non avrà più la tranquillità necessaria per condurre gli studi, ma proseguirà ugualmente le sue meditazioni «tra lo strepitio de' suoi figlioli». A questo periodo risale, inoltre, la conoscenza col filosofo Paolo Mattia Doria e l'incontro con il pensiero del Bacone. Il governo partenopeo gli commissiona la scrittura del Principum neapolitanorum coniuratio e in una cena a casa del Doria, espone le sue idee sulla filosofia della natura che lo condurranno, fra il novembre e il dicembre del medesimo anno, alla composizione del perduto Liber physicus. Pronunzia in latino le sei Orazioni inaugurali, ossia le prolusioni all'anno accademico (che al tempo iniziava il 18 ottobre), e, durante il 1708, se ne aggiunge una settima, più ampia e importante, recante il titolo di De nostri temporis studiorum ratione, la quale si concentra molto sul metodo degli studi giuridici, poiché sempre ha la mira a farsi merito con l'università nella giurisprudenza per altra via che di leggerla ai giovinetti». Nel De ratione, inoltre, è contenuta la critica al razionalismo cartesiano e l'elogio dell'eloquenza, della retorica, della fantasia, nonché dell'«ingegno» produttore di metafore. L'insieme delle prolusioni universitarie sono rielaborate per essere raccolte in un unico volume mai pubblicato, dal titolo di De studiorum finibus naturae humanae convenientibus. È aggregato, dal 1710, all'Accademia dell'Arcadia e, nel novembre, pubblica il primo libro dell'opera dedicata al Doria, De antiquissima italorum sapientia ex linguae latinae originibus eruenda, recante il sottotitolo Liber primus sive metaphysicus. Accanto al Liber metaphysicus l'opera vichiana avrebbe dovuto comprendere anche il perduto Liber physicus e un mai composto Liber moralis. Un anonimo recensisce l'opera nel Giornale de' letterati d'Italia, cui seguirà la Risposta del Vico, accompagnata dal ristretto o ri-assunto del Liber metaphysicus. Aseguito di nuove obiezioni prodotte dall'anonimo recensore, replica con una Seconda risposta. Pubblica un trattatello perduto sulle febbri ispirato alle bozze del Liber physicus, recante il titolo di De aequilibrio corporis animantis, e, inoltre, si dedica alla stesura del De rebus gestis Antonii Caraphaei, una biografia del maresciallo Antonio Carafa, che vedrà la luce. Durante i lavori dell'opera biografica del maresciallo Carafa, Vico si dedica alla rilettura del suo quarto «auttore», l'olandese Ugo Grozio, cui dedicherà, nel 1716, un perduto commento al De iure belli ac pacis. La produzione filosofica della maturità: dal Diritto universale alla Scienza nuova  Scienza nuova seconda. L'incontro di Vico con la filosofia di «Ugon capo» ebbe un'importanza decisiva per il suo sviluppo intellettuale, poiché da quel momento il suo interesse sarà completamente assorbito dai problemi giuridici e storici. L'idea dell'esistenza di un'umanità ferina e primitiva, dominata solamente dal senso e dalla fantasia, ed entro cui si producono gli «ordini civili» divenne centrale in tutto il pensiero vichiano. Vide la luce un'opera di filosofia del diritto, intitolata De uno universi iuris principio et fine uno, seguita dallo scritto De constantia iurisprudentis, diviso in due parti (De constantia philosophiae e De constantia philologiae), e che, nonostante il titolo si riferisca alla tematica giuridica, è meno incentrato sull'argomento rispetto al De uno. Benché le due opere si differenzino, segno di un rapido sviluppo del pensiero vichiano, è d'uso considerarli, come invero fece anche il Vico, insieme alle Notae aggiunte e le Sinopsi premesse al testo, sotto l'unico titolo di Diritto universale. S'iscrisse al concorso per ottenere la cattedra «matutina» di diritto civile presso l'Università di Napoli e commenta un passo delle Quaestiones di Papiniano davanti a un collegio di giudici, ma, con suo grande scorno, il posto fu assegnato a un tal Domenico Gentile. Dopo la fama ottenuta dalla pubblicazione della Scienza Nuova, ottenne dal re Carlo III, la carica di storiografo regio. Tanto nuova era la sua dottrina che la cultura del tempo non poté apprezzarla: così che Vico rimase appartato e quasi del tutto sconosciuto negli ambienti intellettuali, dovendosi accontentare di una cattedra di secondaria importanza all'Università napoletana che lo manteneva inoltre in tali ristrettezze economiche che per pubblicare il suo capolavoro, la Scienza Nuova, dovette toglierne alcune parti in modo che risultasse meno costoso per la stampa. Alle difficoltà economiche vissute per la pubblicazione dell'opera sua, che inficiarono la sua notorietà nel seno dell'Accademia partenopea, s'accompagna una prosa involuta, pertanto di difficile penetrazione. Prima della Scienza Nuova Vico aveva scritto la prolusione inaugurale De nostri temporis studiorum ratione, il De antiquissima Italorum sapientia, ex linguae latinae originibus eruenda ("L'antichissima sapienza delle popolazioni italiche, da rintracciare nelle origini della lingua latina") a cui si devono aggiungere le due Risposte al "Giornale dei letterati di Venezia" che aveva criticato il suo pensiero, il De uno universi iuris principio et fine uno e il De costantia iurisprudentis. Nello stesso anno della pubblicazione della Scienza Nuova, Vico, afflitto da difficoltà e disgrazie familiari, incominciò a scrivere la sua Autobiografia pubblicata a Venezia. Vengono pubblicati i Principj di una Scienza Nuova intorno alla natura delle nazioni, più conosciuta con il titolo abbreviato di Scienza Nuova. Alla "Scienza Nuova" lavora per tutto il corso della sua vita, con un'edizione integralmente riscritta nel 1730 anche a seguito delle critiche ricevute (cui aveva risposto nelle Vici Vindiciae) e, infine, rivista completamente, senza grandi modifiche, per la terza edizione, pubblicata pochi mesi dopo la sua morte da suo figlio Gennaro che lo aveva sostituito nell'insegnamento accademico. La morte «[incominciarono a crescere] quei malori che fin dai suoi più floridi anni l’avevano debilitato. Cominciò adunque ad essere indebolito in tutto il sistema nervoso in guisa che a stento poteva camminare e, quel che più lo affligea, era di vedersi ogni giorno infiacchire la reminiscenza....Il fiaccato corpo del saggio vecchio andò in seguito ogni giorno più a debilitarsi in guisa che aveva perduto quasi interamente la memoria fino a dimenticare gli oggetti a sé più vicini ed a scambiare i nomi delle cose più usuali...]»  Affetto probabilmente dalla malattia di Alzheimer, all'epoca non ancora descritta scientificamente, negli ultimi anni non riconosceva più i suoi stessi figli e fu costretto ad allettarsi. Solo in punto di morte riacquistò la coscienza come svegliandosi da un lungo sonno; chiese i conforti religiosi e recitando i salmi di Davide morì. Per la celebrazione delle esequie nacque un contrasto tra i confratelli della congregazione di Santa Sofia, alla quale Vico era iscritto, e i professori dell'Università di Napoli su chi dovesse tenere i fiocchi della coltre mortuaria. Non giungendo ad un accordo il feretro, che era stato calato nel cortile, fu abbandonato dei membri della Congregazione e fu riportato in casa. Da lì finalmente, accompagnato dai colleghi dell'Università, fu sepolto nella chiesa dei padri dell'oratorio detta dei Gerolamini in Via dei Tribunali. Nell'ambiente culturale napoletano, molto interessato alle nuove dottrine filosofiche, Vico ebbe modo di entrare in rapporto con il pensiero di Cartesio, Hobbes, Gassendi, Malebranche e Leibniz anche se i suoi autori di riferimento risalivano piuttosto alle dottrine neoplatoniche, rielaborate dalla filosofia rinascimentale, aggiornate dalle moderne concezioni scientifiche di Bacone e Galilei e del pensiero giusnaturalistico moderno di Grozio e Selden. Dal neostoicismo cristiano di Malvezzi riprende l'intuizione che il corso storico sia retto da una sua logica interna. Questa varietà di interessi farebbe pensare alla formazione di un pensiero eclettico in Vico che invece giunse alla formulazione di un'originale sintesi tra una razionalità sperimentatrice e la tradizione platonica e religiosa.  De antiquissima Italorum sapientia  doveva constare di tre parti: il Liber metaphysicus, che uscì senza l'appendice riguardante la logica che, nella sua intenzione, avrebbe dovuto avere; il Liber Physicus, che pubblica sotto forma di opuscolo col titolo De aequilibrio corporis animantis, che andò smarrito, ma ampiamente riassunto nella Vita; e infine il Liber moralis, di cui non abbozzò nemmeno il testo. Nel De antiquissima Vico, considerando il linguaggio come oggettivazione del pensiero, è convinto che dall'analisi etimologica di alcune parole latine si possano rintracciare originarie forme del pensiero: applicando questo originale metodo, risale ad un antico sapere filosofico delle primitive popolazioni italiche. Il fulcro di queste arcaiche concezioni filosofiche è la convinzione antichissima che Latinis verum et factum reciprocantur, seu, ut scholarum vulgus loquitur, convertuntur. Per i Latini il vero e il fatto sono reciproci, ossia, come afferma il volgo delle scuole, si scambiano di posto che cioè il criterio e la regola del vero consiste nell'averlo fatto. Per cui possiamo dire ad esempio di conoscere le proposizioni matematiche perché siamo noi a farle tramite postulati, definizioni, ma non potremo mai dire di conoscere nello stesso modo la natura perché non siamo noi ad averla creata.  Conoscere una cosa significa rintracciarne i principi primi, le cause, poiché, secondo l'insegnamento aristotelico, veramente la scienza è «scire per causas» ma questi elementi primi li possiede realmente solo chi li produce, «provare per cause una cosa equivale a farla».  Le obiezioni a Cartesio Il principio del verum ipsum factum non era una nuova e originale scoperta di Vico ma era già presente nell'occasionalismo, nel metodo baconiano che richiedeva l'esperimento come verifica della verità, nel volontarismo scolastico che, tramite la tradizione scotista, era presente nella cultura filosofica napoletana del tempo di Vico. La tesi fondamentale di queste concezioni filosofiche è che la piena verità di una cosa sia accessibile solo a colui che tale cosa produce; il principio del verum-factum, proponendo la dimensione fattiva del vero, ridimensiona le pretese conoscitive del razionalismo cartesiano che inoltre giudica insufficiente come metodo per la conoscenza della storia umana, che non può essere analizzata solo in astratto, perché essa ha sempre un margine di imprevedibilità. Si serve, però, di quel principio per avanzare in modo originale le sue obiezioni alla filosofia cartesiana trionfante in quel periodo. Il cogito cartesiano infatti potrà darmi certezza della mia esistenza ma questo non vuol dire conoscenza della natura del mio essere, coscienza non è conoscenza: avrò coscienza di me ma non conoscenza poiché non ho prodotto il mio essere ma l'ho solo riconosciuto. L'uomo può dubitare se senta, se viva, se sia esteso, e infine in senso assoluto, se sia; a sostegno della sua argomentazione escogita un certo genio ingannatore e maligno...Ma è assolutamente impossibile che uno non sia conscio di pensare, e che da tale coscienza non concluda con certezza che egli è. Pertanto Renato Descartes svela che il primo vero è questo, Penso dunque sono. (Giambattista Vico, De antiquissima Italorum sapientia in Opere filosofiche a cura di Paolo Cristofolini, Firenze, Sansoni). Il criterio del metodo cartesiano dell'evidenza procura dunque una conoscenza chiara e distinta, che però non è scienza se non è capace di produrre ciò che conosce. In questa prospettiva, dell'essere umano e della natura solo Dio, creatore di entrambi, possiede la verità.  Mentre quindi la mente umana procedendo astrattamente nelle sue costruzioni, come accade per la matematica, la geometria crea una realtà che le appartiene, essendo il risultato del suo operare, giungendo così a una verità sicura, la stessa mente non arriva alle stesse certezze per quelle scienze di cui non può costruire l'oggetto come accade per la meccanica, meno certa della matematica, la fisica meno certa della meccanica, la morale meno certa della fisica.  «Noi dimostriamo le verità geometriche poiché le facciamo, e se potessimo dimostrare le verità fisiche le potremmo anche fare.” Mente umana e mente divina. I latini diceno che la mente è data, immessa negli uomini dagli dei. È dunque ragionevole congetturare che gli autori di queste espressioni abbiano pensato che le idee negli animi umani siano create e risvegliate da Dio. La mente umana si manifesta pensando, ma è Dio che in me pensa, dunque in Dio conosco la mia propria mente. Il valore di verità che l'uomo ricava dalle scienze e dalle arti, i cui oggetti egli costruisce, è garantito dal fatto che la mente umana, pur nella sua inferiorità, esplica un'attività che appartiene in primo luogo a Dio. La mente dell'uomo è anch'essa creatrice nell'atto in cui imita la mente, le idee, di Dio, partecipando metafisicamente ad esse.  L'ingegno Imitazione e partecipazione alla mente divina avvengono ad opera di quella facoltà che Vico chiama ingegno che è «la facoltà propria del conoscere...per cui l'uomo è capace di contemplare e di imitare le cose». L'ingegno è lo strumento principe, e non l'applicazione delle regole del metodo cartesiano, per il progresso, ad esempio, della fisica che si sviluppa proprio attraverso gli esperimenti escogitati dall'ingegno secondo il criterio del vero e del fatto.  L'ingegno dimostra, inoltre, i limiti del conoscere umano e la contemporanea presenza della verità divina che si rivela proprio attraverso l'errore. Dio mai si allontana dalla nostra presenza, neppure quando erriamo, poiché abbracciamo il falso sotto l'aspetto del vero e i mali sotto l'apparenza dei beni; vediamo le cose finite e ci sentiamo noi stessi finiti, ma ciò dimostra che siamo capaci di pensare l'infinito. Contro lo scetticismo, sostiene che è proprio tramite l'errore che l'uomo giunge al sapere metafisico. Il chiarore del vero metafisico è pari a quello della luce, che percepiamo soltanto in relazione ai corpi opachi...Tale è lo splendore del vero metafisico non circoscritto da limiti, né di forma discernibile, poiché è il principio infinito di tutte le forme. Le cose fisiche sono quei corpi opachi, cioè formati e limitati, nei quali vediamo la luce del vero metafisico. Il sapere metafisico non è il sapere in assoluto: esso è superato dalla matematica e dalle scienze ma, d'altro canto, «la metafisica è la fonte di ogni verità, che da lei discende in tutte le altre scienze. Vi è dunque un primo vero, comprensione di tutte le cause, originaria spiegazione causale di tutti gli effetti; esso è infinito e di natura spirituale poiché è antecedente a tutti i corpi e che quindi si identifica con Dio. In Lui sono presenti le forme, simili alle idee platoniche, modelli della creazione divina.  «Il primo vero è in Dio, perché Dio è il primo facitore (primus Factor); codesto primo vero è infinito, in quanto facitore di tutte le cose; è compiutissimo, poiché mette dinanzi a Dio, in quanto li contiene, gli elementi estrinseci e intrinseci delle cose. Se l'uomo non può considerarsi creatore della realtà naturale ma piuttosto di tutte quelle astrazioni che rimandano ad essa come la matematica, la stessa metafisica, vi è tuttavia un'attività creatrice che gli appartiene  questo mondo civile egli certamente è stato fatto dagli uomini, onde se ne possono, perché se ne debbono, ritruovare i principi dentro le modificazioni della nostra medesima mente umana. Scienza Nuova, terza ediz., libro I, sez. 3). L'uomo è dunque il creatore, attraverso la storia, della civiltà umana. Nella storia l'uomo verifica il principio del verum ipsum factum creando così una scienza nuova che avrà un valore di verità come la matematica. Una scienza che ha per oggetto una realtà creata dall'uomo e quindi più vera e, rispetto alle astrazioni matematiche, concreta. La storia rappresenta la scienza delle cose fatte dall'uomo e, allo stesso tempo, la storia della stessa mente umana che ha fatto quelle cose. Filosofia e "filologia" La definizione dell'uomo, della sua mente non può prescindere dal suo sviluppo storico se non si vuole ridurre tutto a un'astrazione. La concreta realtà dell'uomo è comprensibile solo riportandola al suo divenire storico. È assurdo credere, come fanno i cartesiani o i neoplatonici, che la ragione dell'uomo sia una realtà assoluta, sciolta da ogni condizionamento storico.  «La filosofia contempla la ragione, onde viene la scienza del vero; la filologia osserva l'autorità dell'umano arbitrio onde viene la coscienza del certo...Questa medesima degnità (assioma) dimostra aver mancato per metà così i filosofi che non accertarono le loro ragioni con l'autorità de'filologi, come i filologi che non curarono d'avverare la loro autorità con la ragion dei filosofi»  (Giambattista Vico Ibidem Degnità X) Ma la filologia da sola non basta, si ridurrebbe a una semplice raccolta di fatti che invece vanno spiegati dalla filosofia. Tra filologia e filosofia vi deve essere un rapporto di complementarità per cui si possa accertare il vero e inverare il certo.  Le leggi della 'scienza nuova' Compito della 'scienza nuova' sarà quello di indagare la storia alla ricerca di quei principi costanti che, secondo una concezione per certi versi platonizzante, fanno presupporre nell'azione storica l'esistenza di leggi che ne siano a fondamento com'è per tutte le altre scienze:  «Poiché questo mondo di nazioni egli è stato fatto dagli uomini, vediamo in quali cose hanno con perpetuità convenuto e tuttavia vi convengono tutti gli uomini; poiché tali cose ne potranno dare i principi universali ed eterni, quali devon essere d'ogni scienza, sopra i quali tutte sursero e tutte vi si conservano le nazioni. La storia quindi, come tutte le scienze, presenta delle leggi, dei principi universali, di un valore ideale di tipo platonico, che si ripetono costantemente allo stesso modo e che costituiscono il punto di riferimento per la nascita e il mantenimento delle nazioni.  L'eterogenesi dei fini e la Provvidenza storica Rifarsi alla mente umana per comprendere la storia non è sufficiente: si vedrà, attraverso il corso degli avvenimenti storici, che la stessa mente dell'uomo è guidata da un principio superiore ad essa che la regola e la indirizza ai suoi fini che vanno al di là o contrastano con quelli che gli uomini si propongono di conseguire; così accade che, mentre l'umanità si dirige al perseguimento di intenti utilitaristici e individuali, si realizzino invece obiettivi di progresso e di giustizia secondo il principio della eterogenesi dei fini.  «Pur gli uomini hanno essi fatto questo mondo di nazioni...ma egli è questo mondo, senza dubbio, uscito da una mente spesso diversa ed alle volte tutta contraria e sempre superiore ad essi fini particolari ch'essi uomini si avevan proposti»  (Giambattista Vico Ibidem, Conclusione) La storia umana in quanto opera creatrice dell'uomo gli appartiene per la conoscenza e per la guida degli eventi storici ma nel medesimo tempo lo stesso uomo è guidato dalla Provvidenza che prepone alla storia divina.  I corsi storici Secondo Vico il metodo storico dovrà procedere attraverso l'analisi delle lingue dei popoli antichi «poiché i parlari volgari debono essere i testimoni più gravi degli antichi costumi de' popoli che si celebrarono nel tempo ch'essi si formarono le lingue», e quindi tramite lo studio del diritto, che è alla base dello sviluppo storico delle nazioni civili.  Questo metodo ha fatto identificare nella storia una legge fondamentale del suo sviluppo che avviene evolvendosi in tre età:  l'età degli dei, «nella quale gli uomini gentili credettero vivere sotto divini governi, e ogni cosa esser loro comandata con gli auspici e gli oracoli»; l'età degli eroi dove si costituiscono repubbliche aristocratiche; l'età degli uomini «nella quale tutti si riconobbero esser uguali in natura umana». I bestioni La storia umana, secondo Vico, inizia con il diluvio universale, quando gli uomini, giganti simili a primitivi "bestioni", vivevano vagando nelle foreste in uno stato di completa anarchia. Questa condizione bestiale era conseguenza del peccato originale, attenuata dall'intervento benevolo della Provvidenza divina che immise, attraverso la paura dei fulmini, il timore degli dei nelle genti che «scosse e destate da un terribile spavento d'una da essi stessi finta e creduta divinità del cielo e di Giove, finalmente se ne ristarono alquanti e si nascosero in certi luoghi; ove fermi con certe donne, per lo timore dell'appresa divinità, al coverto, con congiungimenti carnali religiosi e pudichi, celebrarono i matrimoni e fecero certi figlioli, e così fondarono le famiglie. E con lo star quivi fermi lunga stagione e con le sepolture degli antenati, si ritrovarono aver ivi fondati e divisi i primi domini della terra» La civiltà L'uscita dallo stato di ferinità quindi avviene:  per la nascita della religione, nata dalla paura e sulla base della quale vengono elaborate le prime leggi del vivere ordinato, per l'istituzione delle nozze che danno stabilità al vivere umano con la formazione della famiglia e per l'uso della sepoltura dei morti, segno della fede nell'immortalità dell'anima che distingue l'uomo dalle bestie. Della prima età sostiene di non poter scrivere molto poiché mancano documenti su cui basarsi: infatti quei bestioni non conoscevano la scrittura e, poiché erano muti, si esprimevano a segni o con suoni disarticolati. L'età degl’eroi ha inizio dall'accomunarsi di genti che trovavano così reciproco aiuto e sostegno per la sopravvivenza. Sorsero la città guidata dalle prime organizzazioni politiche dei signori, gl’eroi che con la forza e in nome della ragion di stato, conosciuta solo da loro, comandano su i servi che, quando rivendicano i propri diritti, si ritrovarono contro i signori che, organizzati in ordini nobiliari, danno vita allo stato aristo-cratico che caratterizza il secondo periodo della storia umana.  In questa seconda, dove predomina la fantasia, nasce il linguaggio dai caratteri mitici e poetici. Infine la conquista dei diritti civili da parte dei servi dà luogo alla età degl’uomini e alla formazione del stato popolari (res pubblica) basato sul diritto umano dettato dalla ragione umana tutta spiegata. Sorge quindi uno stato non necessariamente demo-cratico ma che puo essere pure monarchico poiché l'essenziale è che rispetta la ragione naturale, che eguaglia tutti. La legge delle tre età costituisce la storia ideale eterna sopra la quale corrono in tempo le storie di nostra nazione. Il popolo conforma il suo corso storico a questa legge che non è solo delle genti ma anche di ogni singolo uomo che necessariamente si sviluppa passando dal primitivo senso nell'infanzia, alla fantasia nella fanciullezza, e infine alla ragione nell'età adulta. Gl’uomini prima sentono senza avvertire. Dappoi avvertiscono con animo perturbato e commosso. Finalmente riflettono con mente pura. Se nella storia pur tra le violenze, i disordini, appare un ordine e un progressivo sviluppo ciò è dovuto all'azione della Provvidenza che immette nell'agire dell'uomo un principio di verità che si presenta in modo diverso nelle tre età. Nella prima età degl’eroi, il vero si presenta come certo gli uomini che non sanno il vero delle cose procurano d'attenersi al certo, perché non potendo soddisfare l'intelletto con la scienza, almeno la volontà riposi sulla coscienza. Questa certezza non viene all'uomo attraverso una verità rivelata ma da una constatazione di senso comune, condivisa da tutti, per cui vi è un giudizio senz'alcuna riflessione, comunemente sentito da tutto un ordine, da tutto un popolo, da tutta una nazione o da tutto il genere umano. Vi è poi, nella seconda età della storia e dell'uomo, caratterizzata dalla fantasia, un sapere tutto particolare che Vico definisce poetico. In questa età nasce infatti il linguaggio non ancora razionale ma molto vicino alla poesia che alle cose insensate dà senso e passione, ed è proprietà dei fanciulli di prender cose inanimate tra le mani e, trastullandosi, favellarvi, come se fussero, quelle, persone vive. Questa degnità filologica-filosofica ne appruova che gli uomini del mondo fanciullo, per natura, furono sublimi poeti. Se vogliamo quindi conoscere la storia del antico popoli romano dobbiamo rifarci ai miti che hanno espresso nella loro cultura. Il mito infatti non è solo una favola e neppure una verità presentata sotto le spoglie della fantasia ma è una verità di per sé elaborata dagli antichi che, incapaci di esprimersi razionalmente, si servano di universali fantastici che, sotto spoglie poetiche, presentano modelli ideali universali. I antichi romani non definano zionalmente la prudenza ma raccontarono di Enea, modello universale fantastico dell'uomo prudente.  Vico si dedica poi a definire la poesia che innanzitutto è autonoma come forma espressiva differente dal linguaggio tradizionale. I tropi della poesia come la metafora, la metonimia, la sineddoche ecc. sono stati erroneamente ritenuti strumenti estetici di abbellimento del linguaggio razionale di base. Invece, la poesia è una forma espressiva naturale e originaria i cui tropi sono necessari modi di spiegarsi della nazione romana poetica. La poesia ha una funzione rivelativa, custodisce le prime immaginate verità dei primi uomini. La lingua romana non ha quindi un'origine convenzionale. Questo presupporrebbe un uso tecnico. Ma la lingua romana sorge invece spontaneamente come poesia. Poiché il linguaggio e i miti costituiscono la cultura originaria e spontanea di tutto il popolo romano, arriva alla discoverta dell’epica, l'espressione del patrimonio culturale comune di tutto il popolo romano. È comunque da respingere la interpretazione platonica dell’epica come filosofia, -- l’epica e fornita di una sublime sapienza riposte. Farsi intendere da volgo fiero e selvaggio non è certamente opera d'ingegno addomesticato ed incivilito da alcuna filosofia. Né da un animo da alcuna filosofia umanato ed impietosito potrebbe nascer quella truculenza e fierezza di stile, con cui descrive tante, sì varie e sanguinose battaglie, tante sì diverse e tutte in istravaganti guise crudelissima spezie d'ammazzamenti, che particolarmente fanno tutta la sublimità dell'epica romana. La sapienza antica ha per contenuto princìpi di giustizia e ordine necessari per la formazione di popoli civili. Questi contenuti si esprimono in modi diversi a seconda che siano formati dal senso o dalla fantasia o dalla ragione. Questo vuol dire che la sapienza, la verità, si manfesta in forme diverse storicamente ma che essa come verità eterna è al di sopra della storia che di volta in volta la incarna. La verità della storia è una verità metafisica nella storia. Nella storia si attua la mediazione tra l'agire umano e quello divino:  nel fare umano si manifesta il vero divino e il vero umano si realizza tramite il fare divino: la provvidenza, legge trascendente della storia, che opera attraverso e nonostante il libero arbitrio dell'uomo. Questo non comporta una concezione necessitata del corso della storia poiché è vero che la Provvidenza si serve degli strumenti umani, anche i più rozzi e primitivi, per produrre un ordine ma tuttavia questo rimane nelle mani dell'uomo, affidato alla sua libertà. La storia quindi non è determinata come sostengono gli stoici e gli epicurei che niegano la provvedenza, quelli facendosi strascinare dal fato, questi abbandonandosi al caso», ma si sviluppa tenendo conto della libera volontà degli uomini che, come dimostrano i ricorsi, possono anche farla regredire. Gli uomini prima sentono il necessario; dipoi badano all'utile; appresso avvertiscono il comodo; più innanzi si dilettano nel piacere; quindi si dissolvono nel lusso; e finalmente impazzano in istrapazzar di sostanze. Scienza Nuova, Degnità. A questa dissoluzione delle nazioni pone rimedio l'intervento della Provvidenza che talora non può impedire la regressione nella barbarie, da cui si genererà un nuovo corso storico che ripercorrerà, a un livello superiore, poiché dell'epoca passata è rimasta una sia pur minima eredità, la strada precedente.Paradossalmente la criticità del progresso storico appare proprio con l'età della ragione, quando cioè questa invece dovrebbe assicurare e mantenere l'ordine civile. Accade infatti che la tutela della Provvidenza che si è imposta agli uomini nei precedenti due stadi, ora invece deve ricercare il consenso della «ragione tutta spiegata che si sostituisce alla religione: Così ordenando la provvedenza: che non avendosi appresso a fare più per sensi di religione (come si erano fatte innanzi) le azioni virtuose, facesse la filosofia le virtù nella lor idea. La ragione infatti, pur con la filosofia, custode della legge ideale del vivere civile, con il suo libero giudizio, può tuttavia incorrere nell'errore o nello scetticismo per cui «si diedero gli stolti dotti a calunniare la verità».  La ragione non crea la verità, poiché non può fare a meno dal senso e dalla fantasia senza le quali appare astratta e vuota. Il fine della storia infatti non è affidato alla sola ragione ma alla sintesi armonica di senso, fantasia e razionalità. La ragione poi è ispirata dalla verità divina per cui la storia è sì opera dell'uomo, ma la mente umana da sola non basta poiché occorre la Provvidenza che indichi la verità. La filosofia è succeduta alla religione ma non l'ha sostituita anzi essa deve custodirla:  «Da tutto ciò che si è in quest'opera ragionato, è da finalmente conchiudersi che questa Scienza porta indivisibilmente seco lo studio della pietà, e che, se non siesi pio, non si può daddovero esser saggio»  (Giambattista Vico Scienza Nuova, Conclusione) Il giudizio della filosofia posteriore «Predicavano la ragione individuale, ed egli le opponeva la tradizione, la voce del genere umano. Gli uomini popolari, i progressisti di quel tempo, sono Capua, Cornelio, Doria, Calopreso, che stano con le idee nuove, con lo spirito del secolo. Lui era un retrivo, con tanto di coda, come si direbbe oggi. La coltura europea e la coltura italiana s'incontravano per la prima volta, l'una maestra, l'altra ancella. Resiste. Era vanità di pedante? Era fierezza di grande uomo? Resiste a Cartesio, a Malebranche, a Pascal, i cui Pensieri sono lumi sparsi, a Grozio, a Puffendorfio, a Locke, il cui saggio era la metafisica del senso. Resiste, ma li studia più che facessero i novatori. Resisteva come chi sente la sua forza e non si lascia sopraffare. Accettava i problemi, combattea le soluzioni, e le cercava per le vie sue, co' suoi metodi e coi suoi studi. Era la resistenza della coltura italiana, che non si lasciava assorbire, e stava chiusa nel suo passato, ma resistenza del genio, che cercando nel passato trovava il mondo moderno. Era il retrivo che guardando indietro e andando per la sua via, si trova da ultimo in prima fila, innanzi a tutti quelli che lo precedevano. Questa era la resistenza del Vico. Era un moderno e si sentiva e si credeva antico, e resistendo allo spirito nuovo, riceveva quello entro di sé.»  (Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, Morano, Napoli) Fintanto che fu in vita la portata e la ricezione critica del suo pensiero furono circoscritte quasi unicamente agli ambienti intellettuali della propria città, trovando poi un ben più vasto seguito soltanto a quasi due secoli dalla sua stessa morte, tra la seconda metà dell'Ottocento e il Novecento. Affermatasi la fama del pensiero vichiano, esso fu conteso dalle più disparate correnti filosofiche: dal pensiero cristiano (nonostante l'iniziale rifiuto), dagli idealisti (dai quali fu proclamato precursore dell'immanentismo hegeliano), dai positivisti e persino da diversi marxisti. Vico è ben più di un semplice filosofo tanto che in certi momenti della sua travagliatissima fama fu apprezzato prevalentemente per la sua filosofia del diritto, così come in altri momenti fu celebrato precursore della sociologia, della psicologia dei popoli, o come campione fra i maggiori della filosofia della storia, mentre veniva ignorata la sua pur genialissima metafisica, che è ad un tempo il punto d'arrivo e il presupposto logico di tutte le ricerche da lui condotte nei più vari campi dell'operare umano». Il pensiero vichiano, le cui prime fonti s'ispirano alla tradizione filosofica del Seicento che permeava l'ambiente partenopeo della sua epoca, rappresenta un ponte fra la cultura secentesca e quella settecentesca. Nonostante il Vico non sia caratterizzato dall'audacia innovatrice illuminista, il suo pensiero raggiunse – come nota Abbagnano – «alcuni risultati fondamentali» che lo connettono a pieno titolo al Settecento. Tuttavia, non può tacersi il carattere conservatore della sua filosofia politico-religiosa, generato dal turbamento di chi, «assistendo alla fine di un mondo famigliare, non sa scoprire i segni del sorgere di un nuovo. Ciò è dimostrato dalla giustapposizione del certo (ossia il peso dell'autorità della tradizione) al vero (ossia lo sforzo innovatore della ragione) che è il segno di una ricerca di equilibrio estranea al pensiero illuministico. A tali conclusioni il pensiero vichiano fu condotto dalla limitatezza della sua gnoseologia e dalla polemica contro il cartesianesimo, il quale professava, al contrario, l'eliminazione di ogni limite gnoseologico. Opere: “Sei Orazioni Inaugurali”: “De nostri temporis studiorum ratione”: “Orazione Inaugurale” “De antiquissima Italorum sapientia ex linguae latinae originibus eruenda; “Proemium”; “Liber metaphysicus”; “Risposte al giornale dei letterati Prima risposta”; “Seconda risposta”; “Institutiones oratoriae”; “De universis Juris”; “De universis juris uno principio et fine uno liber unus - include “De opera proloquium”; “De constantia jurisprudentis liber alter”; “ Notae in duos libros, alterum De uno universi juris principio et fine uno, alterum De constantia jurisprudentis”; “Scienza nuova prima”; “Vici vindiciae”; “Vita di Giambattista Vico scritta da se medesimo, (l'«Autobiografia» («Supplemento») Scienza nuova seconda, De mente heroic, Scienza nuova terza. Edizioni: Scritti storici, Giambattista Vico, Scienza nuova, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza,Giambattista Vico, Scienza nuova seconda. 1, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Giambattista Vico, Scienza nuova seconda. Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Giambattista Vico, Opere a cura di Fausto Nicolini, Laterza, Bari, Orazioni inaugurali, De studiorum rationum, De antiquissima Italorum sapientia, Risposte al giornale dei letterati; IDiritto universale, Scienza nuova; Scienza nuova, Autobiografia, Carteggio, Poesie varie; Scritti storici; Scritti vari e pagine disperse; Poesie, Institutiones oratoriae. Giambattista Vico, Opere filosofiche a cura di Paolo Cristofolini, Firenze, Sansoni. Giambattista Vico, Opere giuridiche a cura di Paolo Cristofolini, Firenze, Sansoni. Giambattista Vico, Institutiones oratoriae, testo critico, versione e commento a cura di Giuliano Crifò, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa. Bibliografia critica Il pensiero vichiano rimase quasi del tutto ignorato dalla cultura europea del XVIII secolo con una diffusione limitata nell'Italia meridionale. Ancora in età romantica Vico era poco conosciuto anche se filosofi tedeschi come Johann Gottfried Herder, chiamato il Vico tedesco, e Hegel presentano delle somiglianze con la dottrina vichiana per quanto riguarda il ruolo della storia nello sviluppo della filosofia.  La filosofia di Vico comincia ad essere conosciuta e apprezzata nel clima del romanticismo francese e italiano: François-René de Chateaubriand e Joseph de Maistre ma, soprattutto  Jules Michelet, Principes de la philosophie de l'histoire, Parigi diffonde il pensiero di Vico di cui apprezza la concezione della storia come sintesi di umano e divino.  Nella prima metà dell'Ottocento, Auguste Comte e Karl Marx stimarono la filosofia della storia di Vico ma furono i filosofi italiani, come Antonio Rosmini, e soprattutto Vincenzo Gioberti, che videro in lui un maestro.  N. Tommaseo, Vico e il suo secolo, rist. Torino 1930, mette in evidenza la grande affinità del pensiero vichiano con quello di Gioberti. Agostino Maria de Carlo, "Istituzione Filosofica secondo i Princìpj di Giambattista Vico ad uso della gioventù studiosa" - Napoli - Tip. Cirillo - Nuove interpretazioni basate sul principio vichiano del verum ipsum factum considerano Vico un anticipatore del positivismo  Giuseppe Ferrari, Il genio di Vico, rist.Carabba, Lanciano  Cattaneo, Sulla 'Scienza Nuova' di Vico, Milano C. Cantoni, Vico, Torino); Siciliani, Sul rinnovamento della filosofia positiva in Italia, Civelli Firenze. Recentemente, viene rivalutato il legame stringente fra il filosofo e l'Illuminismo:  A. Donati, Giambattista Vico. Filosofo dell'Illuminismo, Aracne. Una spinta decisiva all'apprezzamento e alla diffusione del pensiero vichiano come anticipatore di Kant e dell'idealismo, si ebbe in Italia a cominciare dagli studi di Bertrando Spaventa e De Sanctis iniziatori di quella corrente dottrinale interpretativa che si ritrova soprattutto in Croce e  G. Gentile, Studi vichiani, Messina, rist. Sansoni Firenze che ne mette in luce le ascendenze neoplatoniche e rinascimentali rifiutandone nel contempo l'interpretazione positivista e interpretandone il verum ipsum factum in senso idealistico. Una forzatura questa, secondo alcuni critici, ripresa da  Croce, La filosofia di Vico, Laterza, Bari che ebbe soprattutto il merito di aver intuito in Vico una definizione dell'arte come attività autonoma dello spirito e della visione storicistica dello sviluppo dello spirito da cui Croce elimina ogni riferimento alla trascendenza della Provvidenza vichiana.  Un'accurata ricerca storica su Vico fu operata dal crociano  F. Nicolini, La giovinezza di Vico, Laterza, Bari, Fausto Nicolini, La religiosità di Vico, Laterza, Bari, Fausto Nicolini, Commento storico alla seconda 'Scienza Nuova', Roma,  Fausto Nicolini, Saggi vichiani, Giannini, Napoli, Fausto Nicolini, Giambattista Vico nella vita domestica. La moglie, i figli, la casa, Editore Osanna Venosa, Contrari all'interpretazione immanentistica della Provvidenza vichiana sono gli studi di autori cattolici che ne mettono invece in risalto la trascendenza:  E. Chiocchietti, La filosofia di Vico, Vita e Pensiero, Milano, F. Amerio, Introduzione allo studio di Vico, SEI, Torino, L. Bellafiore, La dottrina della Provvidenza in Vico, Cedam, Bologna, A. Mano, Lo storicismo di Vico, Napoli, F. Lanza, Saggi di poetica vichiana, Magenta, Varese, Il dibattito tra le interpretazioni laiche e cattoliche su Vico si è attenuato in periodi recenti dove lo studio del pensiero vichiano si è dedicato a particolari aspetti della sua dottrina:  G. Fassò, I «quattro auttori» del Vico. Saggio sulla genesi della Scienza nuova, Milano, Giuffrè, non esistente. G. Fassò, Vico e Grozio, Napoli, Guida, Maura Del Serra, Eredità e kenosi tematica della "confessio" cristiana negli scritti autobiografici di Vico, in Sapientia, sulla concezione della storia ad opera della quale avviene la conciliazione tra immanenza e trascendenza del pensiero vichiano: A. R. Caponigri, Tempo e idea, Pàtron, Bologna, sulla estetica vichiana gli studi più notevoli sono quelli di G. A. Bianca, Il concetto di poesia in G. B.Vico, D'Anna, Messina, G. Prestipino, "La teoria del mito e la modernità di Vico", Annali della facoltà di Palermo, sugli aspetti giuridici e sociologici:Fabiani, La filosofia dell'immaginazione in Vico e Malebranche, Firenze, B. Donati, Nuovi studi sulla filosofia civile (Firenze); L. Bellafiore, Il diritto naturale (Milano); D. Pasini, Diritto, società e stato in Vico, Jovene, Napoli, V. Giannantonio, "Oltre Vico - L'identità del passato a Napoli e Milano (Carabba, Lanciano); G. Leone, [rec. al vol. di] V. Giannantonio, "Oltre Vico - L'identità del passato a Napoli e Milano” (Carabba. Lanciano, in Misure Critiche, La Fenice Casa Editrice, Salerno, e in "Forum Italicum", Wehle, Winfried: Sulle vette di una ragione abissale: Giovambattista Vico e l'epopea di una 'Scienza Nuova'. In: Battistini, Andrea; Guaragnella, Pasquale (ed.): Giambattista Vico e l'enciclopedia dei saperi. - Lecce: Pensa multimedia (Mneme). B. Croce, La filosofia di Vico, Bari, Laterza,Maria Consiglia, Napoli, Editoria clandestina e censura ecclesiastica a Napoli all'inizio del Settecento, in Anna Maria Rao (a cura di), Editoria e cultura a Napoli, Napoli: Liguori, Francesco Adorno, Tullio Gregory, Valerio Verra, Storia della filosofia, vol. Editori Laterza, Giambattista Vico, La scienza nuova (a cura di P. Rossi), Biblioteca Universale Rizzoli, Giambattista Vico, Giuseppe Ferrari, La scienza nuova (a cura di Paolo Rossi), Soc. Tip. de' Classici Italiani, B.Cioffi ed altri, I filosofi e le idee, B. Mondadori, D. Armando, M. Sanna, Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Politica, Enciclopedia Italiana Treccani  Francesco Adorno, Tullio Gregory, Valerio Verra, Storia della filosofia, Editori Laterza); Guido Fassò, Storia della filosofia del diritto. II: L'età moderna, Editori Laterza, Nicola Abbagnano, Storia della filosofia, Gruppo Editoriale L'Espresso,  Vico, La scienza nuova (Biblioteca Universale Rizzoli); Vico, Principj di scienza nuova, di Giambattista Vico: d'intorno alla comune natura delle nazioni, Volume 1, Francesco d'Amico,  Fausto Nicolini, Giambattista Vico nella vita domestica. La moglie, i figli, la casa, Editore Osanna Venosa, Giambattista vico, Autobiografia, ed. Nicolini (Bompiani), Milano, Vico, La scienza nuova (a cura di Paolo Rossi), Biblioteca Universale Rizzoli, Ugo Grozio, Prolegomeni al diritto della guerra e della pace (a cura di Guido Fassò), cMorano Editore, Giambattista Vico, La scienza nuova, Biblioteca Universale Rizzoli); G. Liccardo, Storia irriverente di eroi, santi e tiranni di Napoli.  Vico che si era rivolto inutilmente per sovvenzionare la stampa dell'opera prima al cardinale Orsini, poi a Papa Clemente XII, fu costretto a vendere un anello per farla pubblicare. Vico scrisse in seguito che, in fondo, l'accaduto era stato un bene poiché lo aveva spinto a riscrivere l'opera in maniera più completa. (Cfr. M.Fubini, G.B.Vico. Autobiografia, Torino Einaudi)  M.Fubini, G.B.Vico. Autobiografia, Torino Einaudi La prima redazione dell'opera, andata perduta, aveva il titolo di Scienza nuova in forma negativa  L'Autobiografia fu pubblicata postuma  ampliata con una modifica di Vico.  Rivista di studi crociani, a cura della "Società napoletana di storia patria", 1969.  La fondazione "Giambattista Vico", voluta da Gerardo Marotta, presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, con sede nella Chiesa di San Biagio Maggiore di Napoli, si occupa della promozione del pensiero vichiano e della gestione di alcuni siti vichiani come il castello Vargas di Vatolla (Salerno) e la Chiesa di San Gennaro all'Olmo in Napoli.  Giambattista Vico, Principi di una scienza nuova d'intorno alla comune natura delle nazioni, a cura di Giuseppe Ferrari, Società tipografica de' Classici italiani, Milano. Silvestro Candela, L'unità e la religiosità del pensiero di Giambattista Vico, Cenacolo Serafico, Inesatto è altresì che il Vico terminasse di vivere a più di settantasei anni: per contrario, mancò ai vivi nella notte e a settantacinque anni e sette mesi precisi, in La Letteratura italiana: Storia e testi, Giambattista Vico, Ricciardi. La storia di Vico, su napolitoday. Secondo notizie di stampa diffuse resti della salma di Vico sarebbero stati recuperati nei sotterranei della chiesa napoletana. (Vedi: Corriere del Giorno: Ritrovata la salma di Giambattista Vico? I ricercatori vanno cauti Archiviato in Internet Archive.) La notizia è stata comunque commentata con prudenza dagli esperti. La scienza nuova, Biblioteca Universale Rizzoli. F. Nicolini, La giovinezza di Vico: saggio biografico, Società editrice Il Mulino, Croce, Nuovi saggi sul Seicento. Per una silloge di «pensieri» del Malvezzi, Politici e moralisti del Seicento, ediz. Croce-Caramella, Bari, Laterza, 1930.  Vico nel perduto De equilibrio corporis animantis esponeva una concezione secondo cui «...riponevo la natura delle cose nel moto per il quale, come se fossero sottoposte alla forza di un cuneo, tutte le cose vengono spinte verso il centro del loro stesso moto e, invece, sotto l'azione di una forza contraria, vengono respinte verso l'esterno; e sostenni anche che tutte le cose vivono e muoiono in virtù di sistole e diastole». Secondo un'ipotesi di Benedetto Croce e Fausto Nicolini l'opera era stata concepita come appendice al Liber physicus e fu donata in forma manoscritta al suo grande amico, il giurista Domenico Aulisio. La trattazione di quella teoria di ispirazione cartesiana e presocratica venne poi inserita più ampiamente nella Vita.  Stefania De Toma, Ecco l'origine delle scienze umane: aspetti retorici di una contesa intorno al De antiquissima italorum sapienti, Bollettino del Centro di studi vichiani (Roma: Edizioni di storia e letteratura).  Opere, Sansoni, Firenze -- è considerato da alcuni interpreti della sua filosofia come il primo costruttivista. Infatti Vico sostiene che l'uomo può conoscere solo ciò che può costruire, aggiungendo poi che in effetti solo Dio conosce veramente il mondo, avendolo creato lui stesso. Il mondo quindi è esperienza vissuta e al suo riguardo non vale per gli uomini alcuna pretesa di verità ontologica. (In Paul Watzlawick, La realtà inventata, Milano, Feltrinelli)  Per Vico la filologia non è solo la scienza del linguaggio ma anche storia, usi e costumi, religioni...ecc. dei popoli antichi. L'età degli dei nella quale gli uomini gentili credettero vivere sotto divini governi, e ogni cosa esser loro comandata con gli auspici e gli oracoli, che sono le più vecchie cose della storia profana: l'età degli eroi, nella quale dappertutto essi regnarono in repubbliche aristocratiche, per una certa da essi rifiutata differenza di superior natura a quella de' lor plebei; e finalmente l'età degli uomini, nella quale tutti si riconobbero esser uguali in natura umana, e perciò vi celebrarono prima le repubbliche popolari e finalmente le monarchie, le quali entrambe sono forma di governi umane» (G.Vico, Scienza Nuova, Idea dell'Opera)  G.Vico,Scienza Nuova, Idea dell'Opera  Ibidem  La ragion di stato «non è naturalmente conosciuta da ogni uomo ma da pochi pratici di governo» (Ibidem)  Ibidem Degnità XXXVII. Sull'immaginazione nei primitivi secondo la filosofia vichiana si veda: Paolo Fabiani, La filosofia dell'immaginazione in Vico e Malebranche, La rivendicazione dell'assoluta autonomia dell'arte e della poesia nei confronti delle altre attività spirituali fu uno dei meriti che Benedetto Croce riconobbe al pensiero vichiano. Vico critica tutt'insieme le tre dottrine della poesia come esortatrice e mediatrice di verità intellettuali, come cosa di mero diletto, e come esercitazione ingegnosa di cui si possa senza far danno fare a meno. La poesia non è sapienza riposta, non presuppone logica intellettuale, non contiene filosofemi: i filosofi che ritrovano queste cose nella poesia, ve le hanno introdotte essi stessi senza avvedersene. La poesia non è nata per capriccio, ma per necessità di natura. La poesia tanto poco è superflua ed eliminabile, che senza di essa non sorge il pensiero: è la prima operazione della mente umana»  (Benedetto Croce, La filosofia di Giambattista Vico)  [qual era quello dei tempi d'Omero]  G.Vico, Scienza Nuova, Conclusione  Nel senso di pietas, sentimento religioso.  Giambattista Vico, La scienza nuova (Biblioteca Universale Rizzoli). Croce Nicolini Storicismo Filosofia della storia Filologia. su Treccani – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Giambattista Vico, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giambattista Vico, su sapere, De Agostini.Giambattista Vico, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Andrea Battistini, Giambattista Vico, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Alexander Bertland, La Scienza nuova su letteratura italiana Opere*, su bibliotecaitaliana integrali in più volumi dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia" Laterza Paolo Fabiani, La filosofia dell'immaginazione in Vico, su academia.edu., Firenze, G. Pellegrino, 'La concezione della storia di Vico, su centro studi la runa it. Centro di Studi Vichiani, su Consiglio nazionale delle ricerche. Fondazione Giambattista Vico, su Fondazione gbvico org. Portale Vico, su giambattistavico. u treccani., in Il contributo italiano alla storia del Pensiero, Filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Vico, Principj di una scienza nuova di Vico: d'intorno alla comune natura delle nazioni, Tip. di A. Parenti. Italian philosopher. Grice: “The Italians revere him so much that his emblem is on one of their stamps!”“It would be as having Ryle on one of ours!” vico: He is so beloved by the Italians “that they made a stamp of him.”Grice. cited by H. P. Grice, “Vico and the origin of language.” Philosopher who founded modern philosophy of history, philosophy of culture, and philosophy of mythology. He was born and lived all his life in or near Naples, where he taught eloquence. The Inquisition was a force in Naples throughout Vico’s lifetime. A turning point in his career was his loss of the concourse for a chair of civil law. Although a disappointment and an injustice, it enabled him to produce his major philosophical work. He was appointed royal historiographer by Charles of Bourbon. Vico’s major work is “La scienza nuova”  completely revised in a second, definitive version. He published three connected works on jurisprudence, under the title Universal Law; one contains a sketch of his conception of a “new science” of the historical life of nations. Vico’s principal works preceding this are On the Study Methods of Our Time, comparing the ancients with the moderns regarding human education, and On the Most Ancient Wisdom of the Italians, attacking the Cartesian conception of metaphysics. His Autobiography inaugurates the conception of modern intellectual autobiography. Basic to Vico’s philosophy is his principle that “the true is the made” “verum ipsum factum”, that what is true is convertible with what is made. This principle is central in his conception of “science” scientia, scienza. A science is possible only for those subjects in which such a conversion is possible. There can be a science of mathematics, since mathematical truths are such because we make them. Analogously, there can be a science of the civil world of the historical life of nations. Since we make the things of the civil world, it is possible for us to have a science of them. As the makers of our own world, like God as the maker who makes by knowing and knows by making, we can have knowledge per caussas through causes, from within. In the natural sciences we can have only conscientia a kind of “consciousness”, not scientia, because things in nature are not made by the knower. Vico’s “new science” is a science of the principles whereby “men make history”; it is also a demonstration of “what providence has wrought in history.” All nations rise and fall in cycles within history corsi e ricorsi in a pattern governed by providence. The world of nations or, in the Augustinian phrase Vico uses, “the great city of the human race,” exhibits a pattern of three ages of “ideal eternal history” storia ideale eterna. Every nation passes through an age of gods when people think in terms of gods, an age of heroes when all virtues and institutions are formed through the personalities of heroes, and an age of humans when all sense of the divine is lost, life becomes luxurious and false, and thought becomes abstract and ineffective; then the cycle must begin again. In the first two ages all life and thought are governed by the primordial power of “imagination” fantasia and the world is ordered through the power of humans to form experience in terms of “imaginative universals” universali fantastici. These two ages are governed by “poetic wisdom” sapienza poetica. At the basis of Vico’s conception of history, society, and knowledge is a conception of mythical thought as the origin of the human world. Fantasia is the original power of the human mind through which the true and the made are converted to create the myths and gods that are at the basis of any cycle of history. Michelet was the primary supporter of Vico’s ideas in the nineteenth century; he made them the basis of his own philosophy of history. Coleridge is the principal disseminator of Vico’s views in England. James Joyce used the New Science as a substructure for Finnegans Wake, making plays on Vico’s name, beginning with one in Latin in the first sentence: “by a commodius vicus of recirculation.” Croce revives Vico’s philosophical thought, wishing to conceive Vico as the  Hegel. Vico’s ideas have been the subject of analysis by such prominent philosophical thinkers as Horkheimer and Berlin, by anthropologists such as Edmund Leach, and by literary critics such as René Wellek and Herbert Read. Refs.: S. N. Hampshire, “Vico,” in The New Yorker. Luigi Speranza, “Vico alla Villa Grice.” H. P. Grice, “Vico and language.” M. Danesi, Metaphor, and the Origin of Language. Serious scholars of Vico as well as glotto-geneticists will find much of value in this excellent monograph. Vico Studies. A provocative, well-researched argument which might find re-application in philosophy. Theological Book ReviewDanesi returns to Vico to create a persuasive, original account of the evolution and development of the Italian language, one of the deep mysteries of Italians. Vico’s reconstruction of the origin of language is described and evaluated in light of Grice’s philosophical conversational pragmatics. Keywords: glotto-genesi, la ricostruzione di Vico, The New Science Basic Notions. Language and the Imagination: Vico’s Glottogenetic Scenario; Vico’s Approach; Reconstructing the Primal Scene; After the Primal Scence; the dawn of communication: iconicita e mimesi, hypotheses The Nature of Iconicity. Imagery, Iconicita e gesto. Iconic Representation. Osmosis Hypothesis Ontogenesis From Percept al concetto. The Metaphoricity Metaphor metafora; Metaphor and Concept-Formation Mentation, Narrativity, e mito; the socio-biological-Computationist Viewpoint:A Vichian Critique; The Vichian Scenario Revisited; Revisting the Genetic Perspective; computationism. Refs.: Luigi Speranza, “Vico e Grice,” Villa Grice. #vico https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4421435234535104 #griceevico https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702533283/in/photolist-2mLLZRD-2mLM2Rf-2mLPa8B-2mLMbqp-2mLGod1-2mLM2RA-2mLM2Qy-2mLP36W-2mLKxtd-2mLKxqY-2mLLZPz-2mLP1aS-2mLP1am-2mLFu9X-2mLM2RF-2mLP37h-2mLQ7Zx-2mLLZPp-2mLQ5Z5-2mLFscR-2mLFuaU-2mLFucc-2mLKzoL-2mLKxsG-2mLQ81p-2mLP3bL-2mLP1cL-2mLP1dN-2mLM2Yz-2mLKzpc-2mLQ66x-2mLKxvh-2mLLZV6-2mLFugF-2mLQ895-2mLP3fU-2mLP3ad-2mLKzrS-2mLKzqE-2mLLZY7-2mLFucN-2mLQ86K-2mLP1eK-2mLQ61H-2mLLZUj-2mLLZZE-2mLKxwp-2mLFsi2-2mLFuiV-2mLP3eM

 

Grice e Vieri – filosofia italiana – Luigi Speranza (Firenze) Essential Italian philosopher. Filosofo. Di famiglia nobile. Insegna a Pisa. Platonico molto attivo. E contestato dai colleghi per il suo vagheggiare un nuovo circolo dei platonici improntato su Pico. Suo principale avversario e Borri. Saggi: “Liber in quo a calumnijs detractorum philosophia defenditur, & eius praestantia demonstrator” (Roma). Crusca. Vieri. Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft; Luigi Speranza, “Grice e Vieri: la dialettica fiorentina”, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vieri https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4597595683585724 #griceevieri https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702935444/in/photolist-2mLP4p2-2mLKAG2-2mLQ9gL-2mLQ9fU-2mLP4ps-2mLFvoA-2mLP4oW-2mLFvoF-2mKQL9s

 

 

 

 

Grice e Vigna – la regola d’oro conversazionale – filosofia italiana – Luigi Speranza (Rosolini). Essential Italian philosopher Filosofo. Studia Filosofia a Milano, legandosi in special modo all'insegnamento di Bontadini e Severino. Con Severino si laurea, discutendo la tesi, ‘La logica dell'astratto – generale -- e la logica del concreto – particolare’” -- è Professore di Filosofia a Venezia, ma ha insegnato anche a Milano. È stato, inoltre, il presidente della Società Italiana di Filosofia Morale. Pensiero Si è occupato di neo-idealismo Italiano e di Aristotele.  Successivamente si è concentrato in maniera speciale sull'ontologia, proponendo una ‘semantizzazione’ di ‘essere’ capace di risolvere la aporia del parmenidismo di Severino, che in qualche modo grava anche sulla speculazione di Bontadini. Questa ‘semantizzazione’ permette di leggere nel ‘divenire’ (x divenne y) non l'annullamento dell'essere (‘x e y”), ma piuttosto quello dell'ente. La differenza fondamentale è proprio quella che passa tra l'essere ‘assoluto’ che *non* diviene e l'ente finito che comincia e cessa di essere – cfr. Grice, relative identity in Geach and Myro. Questa impostazione ha consentito di raffinare ulteriormente il tema della mediazione metafisica che sfrutta e compone la posizione necessaria della totalità dell'essere con la posizione della totalità molteplice e mutabile dell'esperienza.  Insieme alle analisi di metafisica si sono svolte quelle di etica (bio-etica). L'etica è intesa fondamentalmente come un’annalisi del desiderio o volere, il quale, a sua volta, è fondamentalmente desiderio di un altro desiderio (meta-desiderio), cioè poi di un altro essere umano – il co-conversazionalista B -- che ci desideri e ci riconosca. L'etica e così ricondotta alle dinamiche delle relazioni inter-soggettive, che si possono descrivere secondo tre modelli basilari. Il primo modello è il modello griceiano – ariskantiano -- quello regolativo per l'etica. E quello in cui le soggettività si riconoscono reciprocamente come delle soggettività, e cioè come delle persone o degli esseri che pensano e desiderano in modo trascendentale. Il secondo modello è quello trasgressivo. Quello in cui le soggettività confliggono e cercano di dominare il soggetto che hanno di fronte, trattandolo come un oggetto o istrumento -- o una cosa manipolabile a loro piacimento. Il terzo modello, che si colloca a mezza strada fra i due precedenti, è quello che Vigna definisce modello griceiano ‘oblativo,’ in cui mentre una delle due soggettività riconosce l'altra e si dispone a trattare l'altra secondo la cura e il rispetto che le convengono, l'altra soggettività non offre nessun riconoscimento e cerca di imporsi sulla soggettività riconoscente come soggettività dominante. Questa impostazione onto-etica si caratterizza per il tentativo di fondare la regolatività etica del modello ariskantiano di Grice su argomentazioni che partono dal rilievo irrefutabile della trascendentalità della persona, la quale si trova invece contraddetta in tutte le situazioni di rapporto inter-soggettivo riconducibili agli altri due modelli (razionalita istrumentale, e razionalita di oppression).  Le indagini di antropologia trascendentale completano e chiudono questo percorso, ponendosi come il termine medio che stringe e salda l'ontologia metafisica all'etica. Il concetto di ‘persona’ viene inteso alla Grice e Strawson come sinergia del concetto di ‘sostanza’ e di quello di relazione (la categoria della relazione di Aristotele, la relati, o il ‘pros ti’.  Sostanza (ousia, sub-stantia,  essential) è classicamente quello che permane e sta in sé. La relazione, invece, è qui il rapporto intenzionale ad altro da sé. La persona è una sinergia di sostanza e relazione perché è sia rapporto a se stesso sia rapporto all'altro da sé, in quanto è essenzialmente una intenzionalità trascendentale, ovverosia un orizzonte consistente di relazione all'altro da sé, secondo il corso illimitato del desiderio che lo abita. Saggi: “La dialettica gentiliana” in “Giornale critico della filosofia italiana”, Religione nella filosofia di Giovanni Gentile, in “Giornale critico della filosofia italiana”, Gentile interprete di Marx, in  Enciclopedia. Il pensiero di Gentile, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, Ragione e religione (CELUC, Milano); “Filosofia e marxismo” (CELUC, Milano); “Le origini del marxismo teorico in Italia. Il dibattito tra Labriola, Croce, Gentile e Sorel sui rapporti tra marxismo e filosofia (Città Nuova, Roma); “Antonio Gramsci. Il pensiero teorico e politico. La "questione leninista"” (Città Nuova, Roma); “Invito al pensiero di Aristotele” (Mursia, Milano), “Sostanza e relazione: una aporetica della persona,” in L'idea di persona, V. Melchiorre, Vita e Pensiero, Milano); “L'enigma del desiderio” (Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo); “La politica e la speranza, Edizioni Lavoro, Roma); “Il frammento e l'Intero: -- il toto e la parte -- indagini sul senso dell'essere e sulla stabilità del sapere, Orthotes, Napoli-Salerno, Sul trascendentale come inter-soggettività originaria, in “Le avventure del trascendentale,” A. Rigobello, Rosenberg & Sellier, Torino); “Sulla verità e sul bene” (Petite Plaisance, Pistoia); “Etica del desiderio come etica del riconoscimento” (Orthotes, Napoli). Sostanza e relazione. Indagini di struttura sull'umano che ci è comune, 2 volumi, Orthotes, Napoli-Salerno. Studi gentiliani,  Orthotes, Napoli-Salerno. Studi marxiani, Orthotes, Napoli-Salerno. Studi aristotelici, Orthotes, Napoli-Salerno; La ragione e la dialettica. Studi su Marx e Volpe (Marsilio, Venezia), “Teorie della felicità” II, Francisci, Abano Terme); “La qualità dell'uomo. Filosofi e psicologi a confronto, Franco Angeli, Milano); “Dio e la ragione, Marietti, Genova); “L'etica e il suo altro, Franco Angeli, Milano); “Strutture del sapere filosofico” Il Cardo, Venezia, “La libertà del bene, Vita e Pensiero, Milano, “Essere giusti con l'altro” (Rosenberg & Sellier, Torino); Introduzione all'etica, Vita e Pensiero, Milano,  Etica trascendentale e intersoggettività, Vita e Pensiero, Milano, “Multiculturalismo e identità” Vita e Pensiero, Milano; “La persona e i nomi dell'essere: sritti di filosofia in onore di V. Melchiorre, Vita e Pensiero, Milano. Libertà, giustizia e bene in una società plurale, Vita e Pensiero, Milano. Etiche e politiche della post-modernità, Milano, Vita e Pensiero. “Etica del plurale: giustizia, riconoscimento, responsabilità” (Vita e Pensiero, Milano); “Affetti e legami” (Vita e Pensiero, Milano); “La regola d'oro come etica universale (Vita e Pensiero, Milano (curato con S. Zanardo). Bontadini e la metafisica, Vita e Pensiero, Milano, “Metafisica e violenza” Vita e Pensiero, Milano); “Etica di frontiera. Nuove forme del bene e del male, Vita e Pensiero, Milano); “Di un altro genere: etica al femminile, Vita e Pensiero, Milano. Giorgio La Pira. Un san Francesco nel Novecento, AVE, Roma. Multiculturalismo e interculturalità. L'etica in questione, Vita e Pensiero, Milano. “La vita spettacolare. Questioni di etica, Orthotes, Napoli; Etica dell'economia. Idee per una critica del riduzionismo economico, Orthotes, Napoli-Salerno; Differenza di genere e differenza sessuale. Un problema di etica di frontiera, Orthotes, Napoli-Salerno. Il dovere dell'ospitalità, Orthotes, Napoli-Salerno. Dell'interpretazione di Gentile offerta da Vigna discutono, fra gli altri, M. Berlanda, Gentile e l'ipoteca kantiana. Linee di formazione del primo attualismo, Vita e Pensiero, Milano eBettineschi, Critica della prassi assoluta. Analisi dell'idealismo gentiliano, Orthotes, Napoli. Ora si vedano anche Studi gentiliani, Orthotes, Napoli-Salerno.  Cfr. Studi marxiani, rthotes, Napoli-Salerno.  Cfr. gli scritti raccolti in C. Vigna, Studi aristotelici, Orthotes, Napoli-Salerno. F. Saccardi, Semantizzazione dell'essere e inferenza metempirica, inPagani, Debili postille. Lettere a Vigna, Orthotes, Napoli, Cfr. anche L. Messinese, L'apparire del mondo. Dialogo con Severino sulla "struttura originaria" del sapere, Mimesis, Milano-Udine, "Vigna, invece, che pur si è formato alla scuola di Bontadini e di Severino, non segue più i suoi maestri, perché ormai egli ritiene che, se si accetta la “semantizzazione parmenidea” dell’essere, non si può evitare di estendere gli attributi dell'essere assoluto agli enti, come precisamente è avvenuto nello svolgimento del pensiero di Severino. L'errore, però, prosegue Vigna, sta proprio in questo "aver trattato la questione dell'essere come una questione di essenza". L'errore viene eliminato convincendosi che la “semantizzazione” dell'essere coincide con la 'relazione’ di essenza ed esistenza': questo è il 'tratto comune' tra tutti gli enti".  Cfr. C. Vigna, Il frammento e l'Intero,  Sulla semantizzazione dell'essere. L'eredità speculativa di Bontadini, in “Bontadini e la metafisica.” Si veda inoltre G. Solliani, “Dell'essere come essenza: per una rivisitazione del problema a partire di Aquino, in Debili postille, Il frammento e l'Intero, Cfr. anche Pagani, “Una rivisitazione della via del divenire e A. Peratoner, Intorno alla conoscibilità di Dio, la ragione, la fede, in Debili postille,  Si veda poi A. Barzaghi, Percorsi di rigorizzazione della teologia naturale nella filosofia neo-classica milanese, in Rivista di filosofia neo-scolastica. Cfr. Vigna, Etica del desiderio umano (in nuce), in Introduzione all'etica, Aporetica dei rapporti intersoggettivi e sua risoluzione, in Etica trascendentale e inter-soggettività,  Si veda anche il saggio di R. Fanciullacci, “Dell'inter-soggettività e del riconoscimento. in Debili postille, Cfr. C. Vigna, Sul trascendentale come inter-soggettività originaria. Inoltre: G. Venuti, La cura dell’altro come regola d'oro. Lettera aperta a Vigna, e S. Zanardo, Sul dono della differenza, in Debili postille, Per una discussione complessiva del pensiero di Vigna si vedano i saggi contenuti inPagani  Debili postille. Lettere a Vigna, Orthotes, Napoli. “Sostanza e relazione: una aporetica della persona.” Si può vedere ancheBettineschi, Finità e infinità della soggettività. Lettera aperta a Vigna, inBettineschi, “Intenzionalità e riconoscimento: scritti di etica e antropologia trascendentale” Orthotes, Napoli. Bergamo festival: l'intuizione, su youtube.com. Malato o persona?, su youtube.com. L'etica, su youtube.com. Treccani. Intervista a Vigna: la filosofia morale, su youtube.com. Claudio Tugnoli, Carmelo Vigna: il desiderio come orizzonte trascendentale, su mondodomani.org. Venezia, su unive Bollettino della Società filosofica italiana, Centro di Etica Generale e Applicata, su centro di etica. Centro Inter-universitario per gli Studi sull’Etica, su venus.unive. Società Italiana di Filosofia Morale, su sifm. Intervento su La Pira, su avvenire. Attualismo, problematicismo, metafisica, su filosofia. La politica e il sacro, su inschibboleth.org. Carmelo Vigna. Vigna. Keywords. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft MS. Luigi Speranza, “Grice e Vigna: la regola d’oro conversazionale” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vigna https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6936758636336072 #griceevigna https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702936944/in/photolist-2mLP4Rj-2mKPWrs

 

Grice e Vignoli – etologia filosofica – della legge fondamentale dell’intelligenza nel regno animale – filosofia italiana – Luigi Speranza (Rosignano Marittimo). Essential Italian philosopher. Filosofo. Grice: “I spent quite some time observing a species of pirot: the squarrel – mainly I was in search of what Vignoli calls ‘la legge fondamentale dell’intelligenza nel regno animale” – his ‘saggio,’ he says, is in ‘psicologia comparata,’ but since it is vintage, I might well refer to is as ‘philosophical ethology’!” -- Si trasferì a Milano. Docente di antropologia presso la Reale Accademia di Scienze e Lettere, divenne direttore del Museo di storia naturale.  I suoi scritti apparvero su Il Politecnico e sulla Rivista di filosofia scientifica. Due sue opere ebbero risonanza: “Della legge fondamentale dell'intelligenza nel regno animale: saggio di psicologia comparata” -- e “Mito e scienza”. Tito Vignoli. Vignoli. Keywords: squirrel, squarrel, psicologia comparata, etologica filosofica, una legge della intelligenza degl’animali – mito e scienza – mitos e logos – animale, legge, legge della psicologia, psicologia comparata, etologia comparata, evoluzione. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, Luigi Speranza, “Grice e Vignoli” – “La etologia filosofica di Grice e Vignoli” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vignoli #https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4572874082724551 #griceevignoli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701466892/in/photolist-2mLFwRA-2mLP5X7-2mLP5XH-2mLKCa2-2mLQaMX-2mLM5Bv-2mLFwQo-2mLFwQi-2mLM5BF-2mKEy89

 

 

Grice Vinadio: la prassi ed il valore – filosofia italiana (Torino). Grice: “Of course, Vinadio is bound to be a good dialectician, since Italian neo-idealists take Hegel’s Dialektik – or colloquenza, as the count prefers – much more seriously than the most Hegelian of Oxonians! (And I don’t mean Bradley!”) --  Grice: “I like Vinadio; but then I’m English and we like an earl!” – “My favourite of his tracts is the one about dialettica which he understood just as Plato did, only better!” -- Felice Balbo di Venadio, conte di Venadio, vide, “Il conte di Vinadio” --. Filosofo. Considerato una delle voci più significative della filosofia italiana e un intellettuale impegnato in un vasto progetto di ri-fondazione della politica nell'immediato secondo dopoguerra. Nacque da Enrico Balbo di Vinadio e da Ada Tapparo, in via Bogino 8, nella casa che era stata del conte Cesare Balbo, ministro di casa Savoia. Dopo la laurea, partecipa alla seconda guerra mondiale prima come sottufficiale degll’apini, poi come membro della resistenza. Come consulente di Einaudi cura una collana di filosofia. Nominato cattedratico di filosofia a Roma.  Si raccolse attorno a lui un piccolo gruppo di filosofi per discutere sulla crisi dei valori nella società e sui modi di superarla mediante l'impegno sociale. Il suo impegno trova espressione inoltre con i contributi alle riviste Cultura e realtà e Terza generazione. Vicino alle organizzazioni della sinistra e al Partito Comunista.  Comprende come il mutamento centrale della società e avvenuto nel rapporto tra lavoro umano e tecnica. Assunto all'IRI presso il Servizio problemi del lavoro. Si interessa di formazione del personale. Nominato direttore del Centro IRI per lo studio delle funzioni direttive aziendali. Saggi: “L'uomo senza miti”; “Il laboratorio dell'uomo”; “Studi in memoria di Gioele Solari dei discepoli” (Torino, Ramella); “La sfida storica del comunismo al Cristianesimo e le sue conseguenze filosofiche” (Il Mulino); “Idee per una filosofia dello sviluppo umano” (Torino, Boringhieri). Opere, Torino, Boringhieri, “Essere e progresso”; “Lezioni di etica” (Roma, Lavoro); “Lettere a Ludovica”; Archinto. Giulia Boringhieri, “Per un umanesimo scientifico. Storia di libri, di mio padre e di noi” (Torino, Einaudi); D. Cavalieri, Scienza economica e umanesimo positivo. la critica della ragione economica” (Milano, Angeli); G. Tassani, La Terza Generazione. Tra Stato e Rivoluzione” (Roma, Lavoro); G.Tassani, “Lezioni di etica” (Roma, Lavoro); G. Invitto, “Una filosofia pragmatica dello sviluppo” (Il Mulino, Bologna); G. Invitto, “Di fronte a fenomenologia ed esistenzialismo” (Adriatica Salentina, Lecce); G. Invitto, “Una questione aperta, "Italia contemporanea", Dizionario storico del movimento cattolico in Italia: I protagonisti” (Marietti, Torino); A. Grotti (Boringhieri, Torino); A. Grotti, “Un altro futuro è possible” (Egeria); V. Possenti, “La filosofia dell'essere”, Vita e Pensiero, Milano; “Tra filosofia e società” (Angeli, Milano); Giovanni Invitto, Felice Balbo. Il superamento delle ideologie, Roma, Edizioni Studium); N. Ricci, Cattolici e marxismo. Filosofia e politica” (Milano, Angeli); Dal marxismo ad economia umana” (Brescia, Morcelliana); “La prassi e il valore. La filosofia dell'essere” (Roma, Aracne); “Il cristianesimo nella sfida della “modernità” su storia e futuro” -- Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Filosofi italiani del XX secoloInsegnanti italiani Professore. Felice Balbo Vinadio. Vinadio. Keywords. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Vinadio: being, value – and colloquenza!” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vinadio https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.5203073483037938 #griceevinadio https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702943109/in/photolist-2mLKCRN-2mLKCRH-2mLP6Ez-2mLQbpJ-2mLP6Eu-2mLP6FB-2mLQbqL-2mLQbpD-2mLM6j7-2mLFxuV-2mLM6ht-2mLM6jc

Grice e Vio – le categorie d’Aristotele – un senso, un’analogia -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Gaeta). Essential Italian philosopher. Grice: “While the typical Englishman is more interested in the fact that Vio never thought that Henry VIII divorced Aragon, I prefer his commentary on the ‘prae-dicamentum’ of Aristotle, via ‘Porfirio’!” -- Grice was irritated that when ‘vio’ became a saint, the Italians list them under ‘c’. Tommaso De Vio, O.P. cardinale di Santa Romana Chiesa. Il cardinale Tommaso De Vio riceve Martin Lutero, Template-Cardinal. svg   Incarichi ricoperti Maestro generale dell'Ordine dei Predicatori Cardinale presbitero di San Sisto Arcivescovo metropolita di Palermo  Arcivescovo-vescovo di Gaeta. Cardinale presbitero di Santa Prassede Ordinato presbitero Nominato arcivescovo da Leone X Consacrato arcivescovo dal Niccolò Fieschi, Creato cardinale da Leone X. Religioso domenicano, generale dell'Ordine: teologo e diplomatico pontificio. Incontro tra Lutero e Vio  in una stampa d'epoca. Figlio di Francesco De Vio e Isabella de Sieri, entra tra i frati domenicani del monastero di Gaeta, dove assunse il nome di Tommaso, e prosegue i suoi studi in filosofia a Napoli, Bologna e Padova.  Insegna a Pavia e Roma. Acquisce una considerevole fama in seguito ad un pubblico dibattito con Pico a Ferrara. Generale dell'Ordine e consigliere dei papi. Dimostra grande zelo nel difendere i diritti papali contro il concilio di Pisa, polemizzando contro Almain in una serie di articoli messe al bando dalla Sorbona e bruciati per ordine di Luigi XII. Leone X lo crea cardinale, e fatto arcivescovo di Palermo. Arcivescovo di Gaeta. Inviato in Germania come legato apostolico per partecipare alla dieta di Augusta, si adopera con profitto per l'elezione di Carlo V d'Asburgo ad Imperatore del Sacro Romano Impero (prevalendo sull'altro concorrente Francesco I), e lì cerca di arginare la nascente riforma protestante di Lutero. Fece rientro in Roma senza essere riuscito a convincere Lutero ad abbandonare i suoi propositi di riforma, e aiuta il papa nell'estensione della bolla Exsurge Domine rivolta a contrastare il dilagare della riforma luterana. Oganizza la resistenza contro i Turchi. Venne fatto prigioniero durante il Sacco di Roma dai Lanzichenecchi, inviati da Carlo V per punire Clemente VII per il tradimento della parola datagli, poi venne liberato. Pronuncia la sentenza definitiva di validità del matrimonio di Enrico VIII e Caterina d'Aragona, rifiutando il divorzio al sovrano inglese. Accanto alla produzione teologica, secondo la linee della scuola tomista, Vio si distinque anche come esegeta. Supple alla sua ignoranza dell'ebraico, consultando esperti rabbinici e grazie alla sua familiarità con il testo greco. Pubblica un commentario della Bibbia. La sua enfasi sulla ricerca del SIGNIFICATO letterario del testo lo pone alle origini della moderna tradizione esegetica cattolica.  Saggi: “Summula Caietani”; “Opuscula omnia”; “Commentaria super tractatum De ente et essentia Thomae de Aquino”; “De nominum analogia”; “Commentaria in III libros Aristotelis De anima”; “Auctoritas Pape et Concilii siue Ecclesie comparata” (Silber); “Oratio in secunda sessione Concilii Lateranensis” (Beplin); “Apologia de comparata auctoritate pape et ecclesie”; “De divina institutione Pontificatus Romani Pontificis”; “Jentacula N.T., expositio literalis sexaginta quatuor notabilium sententiarum Novi Test.” (Roma); “Summula Caietani”; “Opuscula omnia” (Giunta); Francesco senese De Franceschi); “In Porphyrii Isagogen ad Praedicamenta Aristotelis”; “Opera omnia”; “Scripta philosophica”; “De nominum analogia”; “De conceptu entis”; “De comparatione auctoritatis papae”; “Apologia”. G. Allaria, Tommaso De Vio: cardinale Gaetano, Gaeta, La Poligrafica, Roma; Treccani – Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Conferenza Episcopale Italiana. ALCUIN, Università di Ratisbona. He wrote extensively on freewill, and had a colourful dispute with, of all people, Calvinwell represented in a painting Grice adored. Shropshire borrowed his proof for the immortality of the soul from Cajetan -- Tommaso de Vio, prelate and theologian. Born in Gaeta from which he took his name, he entered the Dominican order and studied philosophy and theology at Naples, Bologna, and Padua. He became a cardinal. During the following two years he traveled to G.y, where he engaged in a theological controversy with Luther. His major work is a Commentary on St. Thomas’ Summa of Theology 1508, which promoted a renewal of interest in Scholastic and Thomistic philosophy during the sixteenth century. In agreement with Aquinas, Cajetan places the origin of human knowledge in sense perception. In contrast with Aquinas, he denies that the immortality of the soul and the existence of God as our creator can be proved. Cajetan’s work in logic was based on traditional Aristotelian syllogistic logic but is original in its discussion of the notion of analogy. Cajetan distinguishes three types: analogy of inequality, analogy of attribution, and analogy of proportion. Whereas he rejected the first two types as improper, he regarded the last as the basic type of analogy and appealed to it in explaining how humans come to know God and how analogical reasoning applied to God and God’s creatures avoids being equivocal. Gaetano. Cajetanus. Caietanus Vio. Cajetano Vio. Caetano Vio. Gaetano Vio. Al secolo: Giacomo De Vio. Jacopo De Vio. Tommaso De Vio. Cardinal Caetano. Cardinal Gaetano. Tommaso De Vio da Gaeta, detto il Gaetano. Vio. Keywords: analogia, commentary on Porphyry on Aristotle’s categories, the example of ‘healthy’ – Grice, “Focal unity”, “Aristotle on the multiplicity of ‘being’” – ‘healthy’ – an animal is healthy – various types of analogy. Unfortunately, the Germans focus more on his the saint’s fight with Luther!” Refs.: Luigi Speranza, “Grice e de Vio” – Luigi Speranza, “Grice e Vio: Le categorie” -- The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. #vio https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4420382827973678 #griceevio https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703156585/in/photolist-2mLQc9e-2mLKDFo-2mLKDE1-2mLKDEG-2mLKDFD-2mLKDDK-2mLFyhm-2mLP7qc-2mLKDES-2mLQc8c-2mLP7qx-2mLFyio-2mLKDEm-2mLQc8H-2mLFygK-2mLM74J-2mLM72u-2mLQdrQ-2mLP9qE-2mLFBT9-2mKNvpt-2mKxbL6-2mKfD5h-2mKk5pG-2mKh56j-E4u3XA-QwGRg8-Qwzjnt-26SLQJq-Dnva4y-CYyfnZ-CzwVom-DpPBNr-CzzzWQ-CzDRZT-DnpMHh-CzGjJa-D5XFWd-D5YaQE-D5Wmju-CYzKFB-DpPAPn-DnpvF7-DpMLQZ-Dx59M4-CzzbaG-DpKKeB-DpMFX2-D5S2Z1-DnuNE7

Grice e Virno – una popolazione di due -- filosofia ed azione – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Essential Italian philosopher. Grice: “Virno, like me, is a semiotician.” Filosofo.  Di orientamento operaista, docente di filosofia a Roma. Tra i principali esponenti dell'organizzazione della sinistra extraparlamentare Potere Operaio, il suo nome ricorse nelle cronache dei cosiddetti "anni di piombo" in Italia. Fu arrestato e detenuto in prigione per diversi anni sino alla sua definitiva assoluzione. Nel corso della detenzione elaborò il suo pensiero che trovò espressione nella rivista Luogo comune.  «Democrazia è il fucile in spalla agli operai», slogan attribuito a Potere Operaio «Mi sono formato politicamente a Genova, dove la mia famiglia viveva e io facevo liceo. Genova era esposta all’influenza di Torino, dove vi furono le prime occupazioni nel ’67; quindi nell’estate di quell’anno si mobilitarono gli studenti medi (più vivaci di quelli universitari, che invece erano in contatto con le organizzazioni tradizionai dei partiti, UGI e via dicendo). Come studenti medi fondammo dunque il Sindacato degli Studenti, che fece i primi scioperi su tematiche già sessantottesche, la lotta all’autoritarismo, solidarietà con gli studenti greci dopo il golpe dei colonnelli e quant’altro... nell’autunno sempre per un trasferimento della famiglia, sono venuto ad abitare a Roma, e di lì a non molto ho preso contatti e rapporti con il gruppo che sarebbe diventato Potere Operaio, che allora sostanzialmente nella capitale era il gruppo delle facoltà scientifiche... Entro in Potere operaio dopo gli episodi cruciali della primavera a Torino.»  Lavora a Milano come insegnante all'Alfa Romeo di Arese e all'Innocenti, organizzando anche azioni collettive nelle fabbriche sino alla dissoluzione di Potere operaio nel Presenta la sua tesi di laurea sul concetto di lavoro e la teoria della coscienza di Adorno e partecipa attivamente alle manifestazioni ad opera dei lavoratori precari e di altri emarginati. Fonda Metropoli organo ideologico del movimento politico. Nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria nota come "7 aprile", la redazione della rivista viene accusata di appartenere in blocco all'organizzazione eversiva «costituita in più bande armate variamente denominate».  «siamo arrestati io, Castellano, Maesano e Pace (che però sfugge all’arresto, di nuovo, giuro, non per sagacia). Noi siamo arrestati,  poi ci fanno confluire, ritroviamo gli altri nel cortile di Rebibbia, nel braccio speciale, stiamo un po’ di mesi lì, poi c’è la diaspora, cioè il Ministero ordina di mandare ognuno di questi detenuti in un carcere speciale diverso, perché ovviamente, tramite avvocati, visite, benché ci fosse il regime di braccio speciale, quello era diventato una specie di luogo in cui si elaboravano documenti, lettere a giornali, si faceva campagna politica, c’erano state delle lotte interne.  Quindi, c’è la diaspora, io vado a Novara, Oreste va a Cuneo, quell’altro va a Favignana, quell’altro ancora da un’altra parte. Comincia questo giro negli speciali, e ci ritroviamo non tutti ma in parte nel carcere di Palmi, carcere per soli politici o per detenuti comuni completamente politicizzati, una specie di “Kesh”. Là dentro c’e una situazione curiosa, anche molto spettacolare, perché si incontrano assolutamente tutti. Infatti, per un primo periodo con i compagni delle BR o con Alunni o quelli dei NAP, si pensò anche di approfittare di questa situazione per avviare una discussione larga, di carattere "costituente": però, il problema è che anche lì c’è il fatto che i più spregiudicati di loro, come Curcio, erano d’accordo, avevano capito di aver perso l’essenziale, cioè il cambio di paradigma, cioè il fatto che i giovani operai erano non più riconducibili, altri invece no. Riassumendo in breve, la mia detenzione fu un anno, poi due anni liberi in cui curai la serie continua di Metropoli nell’81, due anni ancora di carcere, condanna a 12 anni in primo grado, un anno di arresti domiciliari... l’assoluzione (insieme a tanti altri imputati) du la conferma. La travagliata esperienza politica e esistenziale di questi anni sarà trasfusa da Virno nella pubblicazione di Luogo Comune una rivista dedicata all'analisi della vita nella situazione sociale del "postfordismo".  Lascia il lavoro di editore della rivista per insegnare filosofia a Urbino e filosofia del linguaggio, semiotica ed etica della comunicazione a Calabria da dove si trasferisce a Roma. Convinto della necessità di un nuovo linguaggio della politica che chiarisca le trasformazioni economiche, sociali e culturali che da più di un decennio caratterizzano le società occidentali, introduce nella “Grammatica della moltitudine” una riflessione sul contrasto tra i termini di popolo e moltitudine che generano una accesa polemica teorico-filosofica. Quando avvenne la formazione degli stati nazionali fu l’espressione “popolo” a prevalere. Virno si domanda se non sia venuto il tempo di restaurare l'altro concetto della moltitudine. La multitude è quell'insieme di persone che nell'azione politica e in quella economica, pur agendo collettivamente non perdono il senso della propria individualità, resistendo sempre alla riduzione a unica massa informe com'è nel termine di "popolo". La moltitudine è dunque la base delle libertà civili.  In contrapposto, moltitudine e una pluralità che non si sintetizza nell'uno, il più grave pericolo per l'autorità dello Stato che esercita il «supremo imperio».  Dopo i secoli del “popolo” e quindi dello Stato (Stato-nazione, Stato centralizzato ecc.), torna infine a manifestarsi la polarità contrapposta, abrogata agli albori della modernità. La moltitudine come ultimo grido della teoria sociale, politica e filosofica? Forse.” Opere: “L'idea di mondo: intelletto pubblico e uso della vita” (Editore: Quodlibet); “Saggio sulla negazione: per una antropologia linguistica” (Editore: Bollati Boringhieri); “E così via, all'infinito: Logica e antropologia” (Boringhieri), “Motto di spirito e azione innovative: per una logica del cambiamento” (Boringhieri); “Quando il verbo si fa carne: linguaggio e natura umana” (Boringhieri); “Scienze sociali e natura umana -- facoltà di linguaggio, invariante biologico, rapporti di produzione” (Rubbettino); “Grammatica della moltitudine. Per una analisi delle forme di vita contemporanee” (Editore: DeriveApprodi); “Esercizi di esodo. Linguaggio e azione politica” (Ombre Corte); “Il ricordo del presente. Saggio sul tempo storico” (Editore: Bollati Boringhieri); “Parole con parole: poteri e limiti del linguaggio” (Donzelli); “Mondanità. L'idea di «Mondo» tra esperienza sensibile e sfera pubblica” (Manifestolibri); “Convenzione e materialism” (Theoria). Roma Tre  Intervista, Hecceitas. Questo termine è entrato nel linguaggio corrente per indicare un insieme di caratteristiche economiche, sociali e istituzionali del nostro presente, avvertite pessimisticamente come profondamente diverse rispetto al nostro recente passato e in genere come molto negativamente mutate. Fordismo e postfordismo. Qualche dubbio su alcune certezze della sinistra italiana. Protagonisti. Grammatica della moltitudine. Per una analisi delle forme di vita contemporanee” (DeriveApprodi); “Anni di piombo: potere operaio"; Lessico postfordista: dizionario di idee della mutazione. Feltinelli, sito "Filosofico.net".  Virno. Keywords: due e moltitudine, linguaggio e azione, linguaggio, base biologica, invariante biologica, rappori di produzioni, natura umana, el verbo fatto carne. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft MS. Luigi Speranza, “Grice e Virno”; “Grice e Virno: la conversazione: una popolazione di due!” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria #virno https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4635750753103550 #griceevirno https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701474357/in/photolist-2mLFz6k-2mLFz5y-2mLKErr-2mLM7N9-2mLFz5i-2mLQcSt-2mLKErw-2mLFz6f-2mLM7PB-2mLM7Pb-2mLKEsD-2mLKEsy-2mLM7NE-2mLQcQV-2mLQcRM-2mLKErg-2mLP87x-2mLP88e-2mLQcR6-2mLQcR1-2mLP88Q-2mLFz5P-2mLKErB-2mLFz41-2mLFz4b-2mKJTNA

Grice e Viroli: res pubblica – filosofia italiana – Luigi Speranza (Forlì). Essential Italian philosopher.Actually “Viroli-Cavalieri”? Grice, “I shall be fighting soon.” “The loyalty for one’s country is not based on evidence.”Maurizio Viroli (Forlì), filosofo. Durante il settennato di Carlo Azeglio Ciampi ha servito la Presidenza della Repubblica Italiana. Attualmente è Professore a a Lugano. I suoi campi di ricerca sono la Filosofia politica e la Storia del Pensiero politico. I suoi autori di riferimento sono Machiavelli, Rousseau, Mazzini, Croce, Carlo Rosselli e Nello Rosselli. La sua ricerca si basa sul metodo contestualista di Quentin Skinner a cui ha apportato alcune innovazioni. Il suoi riferimenti politico-ideali sono il Repubblicanesimo e l'Azionismo (Partito d'Azione). Alle numerose pubblicazioni scientifiche affianca l'attività di saggista e quella di editorialista. Collabora e ha collaborato ad alcune testate giornalistiche, tra cui La Stampa, il Sole 24 ORE e Il Fatto Quotidiano. Maurizio Viroli ha frequentato il Liceo scientifico statale Fulcieri Paulucci di Calboli di Forlì. Come egli stesso racconta nel libro L'autunno della Repubblica, per mantenersi agli studi ha lavorato fin da giovanissimo come garzone di bottega, come cameriere d'albergo e come operaio presso lo zuccherificio della sua città. Di quegli anni dice:" [...] quando ero bambino abitavo a Forlì con i miei genitori, in via Archimede Mellini, in un appartamento angusto e freddissimo, riscaldato soltanto da una stufa a gas tenuta, per la nostra povertà, sempre con la fiammella azzurrognola al minimo."  Al termine degli studi liceali si è iscritto alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Bologna. Nel 1976 si è laureato magna cum laude in Filosofia con una tesi dal titolo Metodo e Sistema in Engels. Svolve il Servizio di leva a Casarsa della Delizia, in Friuli-Venezia Giulia.  Il ritorno alla vita civile è stato all'insegna del precariato. Percepiva un piccolo salario organizzando convegni e lavorando come redattore alla rivista Problemi della transizione presso Istituto Gramsci di Bologna.  è stato ammesso al dottorato di ricerca presso l'Istituto Universitario Europeo di Firenze. Di fronte alla commissione composta dai Maihofer, Skinner, Bobbio, Cranston, e Moulakisha, ha discusso la tesi “La società bene ordinata” pubblicata per Il Mulino. Ha perfezionato la sua formazione svolgendo attività di ricercar. Insegna comunicazione politica alla Svizzera. Dirige il Laboratorio di Studi civili, Svizzera italiana.  Finanziamento del Fondo Svizzero per la Ricerca Scientifica con il progetto di ricerca che prevede l'impegno di un folto gruppo di ricercatori.  I suoi interessi di studio ruotano intorno alla Filosofia politica e alla Storia del Pensiero politico. Studia il Repubblicanesimo nella sua accezione classica da Machiavelli a Rousseau e in quella contemporanea. Si occupa di religione e politica, di retorica classica, libertà e tirannide, di patriottismo e nazionalismo, di etica civile, di diritti e doveri. Pone particolare attenzione ai fondamenti della convivenza civile. I suoi periodi storici di riferimento sono il Rinascimento, il Risorgimento e l'Antifascismo. I suoi autori di riferimento sono Machiavelli, Rousseau, Mazzini, Croce, Carlo e Nello Rosselli.  Come impegno civile si occupa di Educazione civica e della difesa e dell'attuazione della Costituzione della Repubblica Italiana. Ha collaborato con la Direzione Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per le Marche a progetti di Educazione alla Cittadinanza. Fonda il Master in Civic Education presso l'associazione Ethica di Asti. Co0ordinato e diretto progetti di Educazione civica per la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo. Dirige un progetto a San Marino. Dirige il progetto Lezioni di Casa Cervi-Scuola di Etica civile presso Casa Cervi. Ha preso parte attivamente alle campagne referendarie svoltesi in occasione del referendum costituzionale, contro la riforma proposta dal centro-destra, e del referendum costituzionale del, contro la cosiddetta riforma costituzionale Renzi-Boschi. Ha collezionato inviti e incarichi di insegnamento presso prestigiose istituzioni culturali. Insegna a Pisa, Trento, Molise, Ferrara, Catania ed Urbino. Collabora con Milano e la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, Scuola superiore di polizia, Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, il Collegio Carlo Alberto e l'Associazione Nazionale Comuni Italiani, la Fondazione Alcide Cervi presso Casa Cervi.  Spiega la le sua posizione politica. Non sono soltanto uno studioso del repubblicanesimo, mi sento repubblicano. Amo il princìpio della reppublica e cerco di applicarli nella vita e nell’analisi dei fatti politici e sociali. Più oltre, in riferimento a Ciampi racconta. La prima volta che lo incontro provo la sensazione di trovarmi di fronte ad un uomo di straordinaria energia morale, l’esempio vero della migliore cultura del Risorgimento e dell’azionismo. Rammento ancora le parole che mi dice dopo aver ascoltato con attenzione la mia considerazione sul significato del concetto di amor di patria. Quello che lei dice l’ho sempre sentito e vissuto nella mia coscienza. Fu allora che realizzai che io sono prima uno studioso di repubblicanesimo e poi un repubblicano. Ciampi è repubblicano nell’intimo della coscienza: repubblicano e azionista. Anzi, credo, repubblicano perché azionista. Anche l'anti-fascismo é rilevante nel suo patrimonio ideale. Trovo in Croce, Rosselli, Parri, Rossi, Calamandrei per citare soltanto i nomi più noti non solo idee e argomenti in perfetta sintonia con il mio anti-fascismo assoluto e intransigente, ma anche e soprattutto le più convincenti riflessioni sulle ragioni della fragilità della libertà italiana. Il patriottismo”si oppone al nazionalismo, anzi, ne è l'antidoto. Ancora ne “L'Autunno della Repubblica” si legge a proposito del “Per amore della patria”. n Italia abbiamo una tradizione di patriottismo di straordinario valore morale e politico, la migliore che io conosca. Mi riferisco in primo luogo al patriottismo di Mazzini, fondato sul principio che la patria non è il territorio bensì un principio di libertà, e al patriottismo degli anti-fascisti di “Giustizia e Libertà”, concordi nell’affermare che la nostra patria coincide con il mondo morale delle persone libere non e poi idea tanto peregrina sostenere che il patriottismo repubblicano e il mezzo più efficace per combattere la marea del nazionalismo che cominciav a montare. Credo sia troppo tardi”. Infine, ci spiega il suo relativismo. Sulle questioni etiche sono stato sempre un convinto relativista, con comprensibile scandalo di molti. Se il dovere esiste soltanto là dove la coscienza morale personale lo riconosce come tale, segue necessariamente che ci sono persone che riconoscono quali loro doveri determinati princìpi, altre che riconoscono quali loro doveri princìpi diversi, se non del tutto opposti. Il pluralismo e il contrasto dei doveri sono sotto gli occhi di tutti. Ad alcuni il dovere indica il servizio e la pratica della carità, ad altri la pura e semplice affermazione di sé stessi, anche a costo di usare altri esseri umani come mezzi. La ragione, tante volte invocata quale guida sicura all’agire umano, non detta i fini ma solo i mezzi. Lo spiega in modo esemplare un filosofo morale completamente dimenticato, Juvalta. La ragione per sé non comanda nulla. Né l’egoismo né l’altruismo. Né la giustizia. La ragione cerca, e mostra, se le riesce, i mezzi che servono a conservar la vita a chi la vuol conservare, a distruggerla a chi la vuol distruggere. La ragione addita ai pietosi le vie della pietà, ai giusti le vie della giustizia, e le vie del proprio tornaconto agli uomini senza scrupoli. Ma l’egoismo non è per sé più ‘razionale’ dell’altruismo, né il regresso più razionale del progresso. Né la conservazione dell’individuo più razionale di quella della specie. Né l’utile proprio più razionale che l’utile della collettività. Razionale non e il fine, ma la relazione del mezzo al fine. Ed è così ragionevole che dia la vita per un’idea chi pregia più l’idea che la vita, come che taccia la verità per un ciondolo chi ama più i ciondoli che la verità. Consulente della Presidenza della Repubblica Italiana per le attività culturali durante il settennato di Ciampi. Collabora con la Presidenza della Camera dei Deputati durante la presidenza di Violante. Coordinatore del Comitato Nazionale per la Valorizzazione della Cultura della Repubblica presso il Ministero dell'Interno.  Presidente dell'Associazione Mazziniana. Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinaria; Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana di iniziativa del Presidente della Repubblica» Saggi: “Nazionalisti e patrioti” (Roma-Bari, Laterza); “Etica del servizio e etica del commando” (Napoli, Scientifica); “L’autunno della repubblica” (Roma, Laterza); “La redenzione dell’Italia: sul principe” (Roma, Laterza); “Il sorriso di Machiavelli” (Roma, Laterza); “Scegliere il principe: i consigli di Machiavelli al cittadino elettore” (Roma, Laterza); “L’Intransigente” (Roma, Laterza); “Le parole del cittadino” (Roma, Laterza); “La libertà dei servi” (Roma, Laterza); “Lo scrittore di ricami” (Reggio Emilia, Diabasis); “Come se Dio ci fosse: religione e libertà nella storia d’Italia” (Torino, Einaudi); “Machiavelli filosofo della libertà” (Roma, Castelvecchi); “L’Italia dei doveri” (Milano, Rizzoli); “Il dio di Machiavelli e il problema morale dell’Italia” (Roma, Laterza); “Dialogo intorno alla repubblica” (Roma, Laterza); “Il sorriso di Machiavelli” (Roma, Laterza); “Per Amor alla Patria: patriottismo e nazionalismo nella storia” (Roma, Laterza); “Dalla politica alla ragion di stato” (Roma, Donzelli); “L’etica laica di Juvalta” (Milano, Angeli); “La civiltà statuale’, in Francesco Di Donato Cultura civica e civiltà statuale, Bologna, Il Mulino.  ‘Libertà e profezia in Machiavelli’, Machiavelli e i confini del potere” (Milano, Mimesis); “La passione civile e la scienza politica di Sartori’, Protagonisti sempre. Un secolo di storia visto con gli occhi dei ragazzi, Reggio Emilia, Imprimatur ‘Prefazione’, in Carlo Mosca, Il prefetto e l’unità nazionale, Napoli, Editoriale Scientifica. ‘Skinner’, ‘God’ and ‘Macaulay’, Enciclopedia machiavelliana” Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Vita di Machiavelli” (Roma, Castelvecchi); “La tradizione del Risorgimento” (Roma, Castelvecchi); “Se è libero bisogna che creda”; “Cinque variazioni sul credere” (Torino, Abele); “L’attualità del principe”; “Il principe e il suo tempo” (Roma, Complesso del Vittoriano, Salone centrale, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana); “La moralità della Resistenza: l’esperienza del partigiano Bosco” (Benevento, Associazione Terre dei Gambacorta); “Dalla patria allo Stato. Una biografia intellettuale di Spaventa” (Roma, Laterza); “‘La costituzione repubblicana: un manuale di educazione civica’, in Lessico civico: teorie e pratiche della cittadinanza, Reggio Emilia, Diabasis); “Le origini meridiane del repubblicanesimo’, Ethos repubblicano e pensiero meridiano” (Reggio Emilia, Diabasis); “La dimensione religiosa del risorgimento -- Cristiani d’Italia. Chiese, società, stato” (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana); “La libertà politica è un bene fragile’, Lettera internazionale. Rivista trimestrale europea); “Ragione e passioni nell’educazione civica -- Questioni civiche. Forme, simboli e confini della cittadinanza” (Reggio Emilia, Diabasis); “La Costituzione: il pilastro di cristallo” (Napoli, Pitagora); Machiavelli, il carcere, Il Principe’, in Gli anni di Firenze, Roma-Bari,.  in La Costituzione ieri e oggi. Roma, Atti dei Convegni Lincei Roma, Bardi); “Etica e diritto: la forza intelligente per sconfiggere la violenza’ in Regione Piemonte, Piano regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e per il sostegno alle vittime. ‘Religione e libertà nella Democratie en Amérique’, Fra libertà e democrazia: l’eredità di Tocqueville e J. S. Mill, Milano, Franco Angeli.  ‘Una nuova utopia della libertà’, Quaderni del Circolo Rosselli, ‘Machiavelli’s Realism’, Constellations,  ‘Religione”; “Tutte le ragioni del liberalismo’, Dove Ratzinger sbaglia”; “Machiavelli oratore”; “Machiavelli senza i Medici, scrittura del potere, potere della scrittura. Atti del convegno di Losanna (Roma, Salerno); ‘Due concetti di religione civile’, in Maurizio RidolfiRituali civili: storie nazionali e memorie pubbliche nell’Europa contemporanea, Roma, Gangemi.  ‘Patriottismo e rinascita civile’, Aspenia,  in Mazzini, Scritti politici” (Torino, UTET); “Che cos’è l’uomo? Raccolta di giovani pensieri, Senigallia, MIUR, Le Marche); “Repubblicanesimo”; “Dizionario di Politica” (Torino, UTET); “Libertà democratica, libertà repubblicana e libertà socialista”; “Repubblicanesimo democrazia socialismo delle libertà”; “Incroci” per una rinnovata cultura politica” (Milano, Angeli); “Il lavoro nobilita l’uomo e l’impresa’, Impegno. Mensile di cultura sociale”; “Della lontananza’, La saggezza del vivere. Tracce di etica” (Reggio Emilia, Diabasis); “Repubblicanesimo e Costituzione della Repubblica’ Almanacco della Repubblica: storia d’Italia attraverso le tradizioni, le istituzioni e le simbologie repubblicane, Milano, Bruno Mondadori.  ‘Europa contro america?’, Il pensiero mazziniano, ‘Dio nella costituzione’, Il pensiero mazziniano, Con Norberto Bobbio, ‘Sul rientro dei savoia’, Il pensiero mazziniano, ‘Scrivere la costituziuone. L’esempio della storia americana’, Il pensiero mazziniano”; “Il despota e il tiranno si sono fatti furbi’, Il pensiero mazziniano, ‘Il repubblicanesimo di Machiavelli”; ‘Le ragioni di un dibattito’, Politica e cultura nelle repubbliche italiane dal Medioevo all’età moderna: Firenze, Genova, Lucca, Siena, Venezia. Atti del convegno (Siena), Roma, Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea.  ‘Giù le mani da Carlo Cattaneo’, Il pensiero mazziniano, ‘Questioni attorno al repubblicanesimo”;  “Il pensiero mazziniano”; “Repubblicanesimo, liberalismo e comunitarismo”; Filosofia e questioni pubbliche; “Machiavelli’, Il pensiero politico. Idee, teorie, dottrine. Età moderna” (Torino, UTET); “La repubblica romana’, Il pensiero mazziniano, ‘Repubblicanesimo’,  ‘La sinistra non scordi la Patria’, Il pensiero mazziniano,  ‘I guerrieri di Dio: chi sono i theoconservatori che scendono in lotta contro aborto, eutanasia e gay’, La Stampa,  ‘L’arcipelago progressista: l’orgogliosa cultura liberal, fra battaglie per le minoranze, ambientalismo e progetti per riprendere il New Deal’, La Stampa, “Discussione americana e caso italiano”; “Piccole patrie, grande mondo” (Roma, Donzelli); “Il significato storico della nascita del concetto di ragion di stato’, Aristotelismo politico e ragion di Stato. Atti del Convegno a Torino” (Firenze, Olschki); “Patrioti o Traditori?”; “L’Indice”; “Il ritorno della nazione’, I democratici,   ‘L’etica politica ciceroniana e il suo significato moderno’, Nuova Civiltà delle Macchine, ‘La cattiva retorica dell’autonomia della politica’, Il Mulino, ‘Nazionalismo e patriottismo’, Il Mulino); “Una filosofia civile tra comunitari e liberali’, Ragioni Critiche,  ‘Introduction’, in Quentin Skinner, Le origini del pensiero politico moderno” (Bologna, Il Mulino); “L’Indice”; “Machiavelli e Rousseau: i dilemmi della politica republicana”; “Teoria Politica, ‘“Revisionisti” e “ortodossi” nella storia delle idee politiche”, Rivista di filosofia); “Dovere morale e pluralismo etico in Juvalta’, Rivista di Storia della Filosofia); “La “Morale dei Positivisti” e l’etica del socialismo’, L’età del positivismo” (Bologna, Il Mulino); “Il Marxismo e l’ideologia del socialismo italiano’, Despotismo e cittadini’, Transizione, Juvalta e la teoria della giustizia, Rivista di filosofia,  ‘Labriola “filosofo del socialismo”’, Giornale critico della filosofia italiana, ‘Aspetti della recezione di Engels in Italia. Tra socialismo scientifico e crisi del marxismo”; “L’Antidühring: affermazione e deformazione del marxismo? Annale V della Fondazione Issoco” (Milano, Angeli); “Il problema dell’etica razionale in Juvalta’, “Studi sulla cultura filosofica italiana” (Bologna, CLUEB); “Etica e marxismo. A proposito di una recente discussione’, Problemi della Transizione”; “Socialismo e cultura, 'Studi Storici”; “Il dialogo fra Engels e Labriola”; “Critica marxista”; “Nella crisi del positivismo: la ricerca teorica del divenire sociale” (Giornale critico della filosofia italiana); “Filosofia e politica nell’Engels di Mondolfo’, Pensiero antico e pensiero modern” (Bologna, Cappelli); “Wellness. Storia e cultura del vivere bene” (Milano, Sperling & Kupfer); “Libertà politica e virtù civile”; “Significati e percorsi del repubblicanesimo classico” (Torino, Agnelli); “Lezioni per la repubblica: la festa è tornata in città” (Reggio Emilia, Diabasis); “Ascesa e declino delle repubbliche” (Urbino, Quattro Venti); “L'Autunno della Repubblica” (Laterza); “Per Amore della patria. Patriottismo e nazionalismo nella storia” (Laterza); Quirinale: maurizioviroli. blogspot.com.  issuu.com/edizioni-in-magazine/docs/forli Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche della RAI  profilo biografico da Ethica Forum profilo dall'Università della Svizzera italiana Nello Ajello, Quanti servi in giro per l'Italia, recensione a La libertà dei servi, la Repubblica, La libertà dei servi, Associazione Labini; “La libertà dei servi; L'intransigente, da Fahrenheit del Radio Tre. Viroli. Keywords: ragion di stato, repubblica, repubblicanismo, la repubblica romana, la morte della repubblica romana, l’assassinio di Giulio Cesare, Catone Uticense, la repubblica romana, del re Romo alla repubblica romana, il ratto di Lucrezia – republicanism e principato, la repubblica romana, il gusto per l’antico; quasi-contratto, il sorriso di Macchiavelli. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft MS, Luigi Speranza, “Grice e Viroli: Contrattualismo e quasi-contrattualismo” – Luigi Speranza: “Il sorriso di Viroli: Grice e Machiavelli ironista” -- The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #viroli https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4635626396449319 #griceeviroli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703160970/in/photolist-2mLQdrQ-2mLKEZA-2mLP8Gf-2mLP8FU-2mLP8Fo-2mLQdqn-2mLP8Ft-2mLKEYZ-2mLKEYJ-2mLP8FD-2mLM8nR-2mLQdq7-2mLP8Em-2mLFzzg-2mLM8nL-2mLFzzb-2mLP8Ew-2mLKEXX-2mjy7tc-9j8mNo-LRNoHP-KQPArj-eSWyTf-m4tXnB-8FhbQe-La6pSW-a7WyTW-LhNq3u-2m8rhHv-7pgDo7-nB25oQ-m1aKcY-m1aNRS-m1a1Lp-3f6Qug-7pcaqn-odWMRT-7BKxYV-7BPmmC-7BPmd3-7BPkZG-7BPkwC-7BPkmA-7BKy7a-7BKxRH-7BKxsp-7BKxbz-7BKzTv-7BPmQN-7BKzKD

Grice e Vittielo – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). “Come la lingua degl’eroi divide gl’eroi dagl’uomini, così la lingua volgare divide i filologi dai filosofi. La lingua volgare, comune a ogni uomo, non riusce a descrivere la natura e le proprietà delle cose, sorge la scissione tra i filosofi che si dettero ad investigare sulla natura delle cose, e i filologi che invece investigano sulle origini delle parole. Così la filosofia e la filologia che sono nate tutte e due dalla lingua degl’eroi, vennero ad essere divise dalla lingua volgare o commone. Essential Italian philosopher. Filosofo. Insegna a Salerno. Studioso di Vico, dell'idealismo e del pensiero di Nietzsche e Heidegger in rapporto con la filosofia romana, elabora una teoria ermeneutica, una ‘topo-logia,’ fondata su una re-interpretazione del concetto di spazio come orizzonte trascendentale dell'operare umano. Gli sviluppi della topologia riguardano in particolare la genealogia della communicazione. Affronta più volte la fede da un punto di vista laico. Fonda “Paradosso.” Collabora a “Filosofia” (Laterza) e a numerose altre riviste specialistiche del settore filosofico, tra cui “aut aut.” Dirige “Il pensiero”. Collabora all'Annuario Filosofia e all'Annuario sulla Religione. Pubblica in Teoria, ed altre ancora. Svolge un'intensa attività pubblicistica su quotidiani e periodici. Ha tenuto cicli di conferenze e seminari. Saggi:“Filosofia della pratica e dottrina politica in Croce” (Napoli); “Etica e liberalismo in Croce” (Napoli); “Il carattere discorsivo del conoscere” (Napoli); “Antoni interprete di Croce” (Napoli, Storiografia e storia nel pensiero di Croce, Libreria Scientifica, Napoli, “Sentimento e relazione nell’empirismo” (Napoli); Storiografia e storia in Croce, Napoli, “Il nulla e la fondazione della storicità” (Argalia, Urbino); “Dialettica ed ermeneutica” (Guida, Napoli); “Utopia del nichilismo, Guida, Napoli); “Studi Heideggeriani” (Roma); “Ethos ed eros” (ESI, Napoli); “Logica e storia in Hegel” (Napoli); “Il problema del cominciamento, Guida, Napoli; “Hegel e la comprensione della modernità”; “Topologia del moderno, Marietti, Genova, “La voce riflessa”; “Logica ed etica della contraddizione” Lanfranchi, Milano,  Elogio dello spazio. Ermeneutica e topologia, Bompiani, Milano, Cristianesimo senza redenzione, Laterza, Roma-Bari, Non dividere il sì dal no. Tra filosofia e letteratura” (Laterza, Roma); “Filosofia teoretica: le domande fondamentali: percorsi e interpretazioni, Milano, “La favola di Cadmo” (Laterza, Roma); “Vico e la topologia” (Cronopio, Napoli); “La vita e il suo oltre: sulla morte” (Roma); “Il Dio possibile, esperienze di cristianesimo” (Città Nuova, Roma); “Hegel in Italia” (Milano); “Dire Dio in segreto” (Roma); Cristianesimo e nichilismo: Dostoevskij-Heidegger, Morcelliana, Brescia Estetica e ascesi, Modena, E pose la tenda in mezzo a noi, AlboVersorio, Il Decalogo. Ricordati di Santificare le feste; I tempi della poesia. Ieri/oggi” (Mimesis, Milano); “Dipingere Dio” (AlboVersorio); “Vico. Storia, linguaggio, natura, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); “Ripensare il cristianesimo-De Europa, Ananke); “Oblio e memoria del sacro, Moretti & Vitali, Bergamo, “Grammatiche del pensiero: dalla kenosi dell'io alla logica della seconda persona” (ETS, Celan), Heidegger (Mimesis,  I comandamenti. Non dire falsa testimonianza, Il Mulino,  L'ethos della topologia. Un itinerario di pensiero” (Lettere, Firenze); Paolo e l'Europa. Cristianesimo e filosofia” (Città Nuova, Roma); “L'immagine infranta,” Linguaggio e mondo in Vico” (Bompiani, Milano);“Vico: tra storia e natura,” in aut aut); “Complessità e aporie del moderno, in Filosofia politica; “Dall'ermeneutica alla topologia, in aut aut; “Goethe interprete della modernità” in aut aut; “Per amicizia: Epochè e metafora”; in aut aut, Sentire le Radici, la Terra stessa, in aut aut; “Zanzotto, ovvero: la poesia come genealogia della parola in aut aut; “Redaelli, Il nodo dei nodi; L'esercizio del pensiero in Vattimo, Vitiello, Sini, ETS, Pisa, Luoghi del pensare” (Mimesis, Milano); Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche di RAI Educational;"Filosofia". Vittielo. Keywords: la lingua dell’eroe, la lingua degl’eroi, Lazio, lazini, italiano, volgare, Lucrezio, confronto vichiano, vicho contro vico, la lingua eroica di Vico. Vico, semiotica. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft. Luigi Speranza, “Grice e Vittielo” – “Topologia semiotica di Vico” – “Il Vico di Vittielo” – “Vico e il segno infranto”, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.  #vittielo https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4634892216522737 #griceevittielo https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702954709/in/photolist-2mLKGro-2mLKGqm-2mLPa8B-2mLKGp9-2mLQeUV-2mLFB8r-2mLFB8G-2mLKGp4-2mLM9QF-2mLQeUj-2mLFB8B-2mLM9QL-2mLPa9d-2mLPa7E-2mLM9R2-2mLPa7V-2mLKGoN-2mLQeVS-2mLM9Pt-2mLQeVm-2mLKGqS-2mLPa9P-2mLPa8r-2mLFB7V-2mLKGq6-2mLKGqg-2mKQh7E-2mKSowv-2mKNUs2

 

 

Grice e Volpe: logica come scienza storica – filosofia Italian – Luigi Speranza (Imola). Essential Italian philosopher. Filosofo. Si laurea in filosofia con Mondolfo a Bologna, insegnando dapprima presso il liceo Galvani a Bologna e il liceo Alighieri a Ravenna, e a Messina.  Legato inizialmente alla tradizione di Gentile, si dedica a questioni strettamente teoretiche e storico-filosofiche, attestandosi infine su posizioni fortemente anti-idealistiche. Approda così attraverso la ri-valutazione dell'empirismo e dell’umanesimo, mantenendo un'impostazione fondamentalmente dialettico-materialistica in costante confronto critico e polemico soprattutto con la dialettica hegeliana e l'idealismo post-hegeliano, ma anche con le correnti positivistiche semiotica, e con l'esistenzialismo. Questa svolta, testimoniata dal Discorso sull'ineguaglianza, lo conduce a un sempre maggiore interesse per i problemi della filosofia politica e dell'etica, considerati comunque in stretto rapporto con le questioni semiotiche. Non abbandona comunque i propri interessi storico-filosofici. Tra i saggi quello che, oltre ad aver avuto più ampia diffusione, rappresenta il più perspicuo esempio della sua capacità di di muoversi con piena consapevolezza critica tra i piani teoretico, storico e politico, è senz'altro il saggio “Rousseau e Marx.” Il concetto di “libertà” (cf. Grice, “Freedom”) è perfettamente integrabile con la dottrina di Rousseau, il quale quindi non sarebbe da considerarsi né tra i teorici della rivoluzione borghese né tra i nostalgici di una società parcellizzata in piccolissime unità cittadine, ma tra i più attuali preconizzatori della società egualitaria. Un altro dei punti nodali del pensiero di Volpe è il tentativo di elaborare una teoria estetica rigorosamente materialista. Sottolinea il ruolo delle caratteristiche strutturali e del processo sociale di produzione della ‘espressione’ nella formazione del giudizio estetico e in forte polemica con la dottrina dell'intuizione di Croce -- da lui considerata in continuità con la tradizione romantica e misticheggiante, elabora il concetto di gusto come principale fonte del giudizio estetico. Presenta nella filosofia italiana una posizione contro-corrente. Saggi:“L'idealismo dell'atto e il problema delle categorie” (Bologna, Zanichelli); “Le origini e la formazione della dialettica hegeliana”; “Hegel romantico e mistico” (Firenze, Monnier); “Il misticismo speculativo di Eckhart” (Bologna, Cappelli); “La filosofia dell'esperienza” (Firenze, Sansoni); “Espressione” (Bologna, Meridiani); “Il principio di contraddizione e il concetto di sostanza prima in Aristotele: contributo a una critica dei pensieri logici” (Bologna, Azzoguidi); “Crisi dell'estetica romantica” (Messina, Anna); “Critica dei principi logici” (Messina, D'Anna); “Discorso sull'ineguaglianza. Con due saggi sull'etica dell'esistenzialismo” (Roma, Ciuni); “Emancipazione e tras-mutazione dei valori” (Messina, Ferrara); “Libertà: saggio di una critica della ragion pura pratica” (Messina, Ferrara); Studi sulla dialettica mistificata”; “Lo stato moderno rappresentativo” (Bologna, UPEB); “Umanesimo”; “Studi e documenti sulla dialettica materialistica, Bologna, Zuffi, “Logica come scienza positive”, Messina-Firenze, D'Anna, Eckhart o della filosofia mistica, Roma, Edizioni di storia e letteratura, Poetica del Cinquecento. La poetica aristotelica nei commenti essenziali degli ultimi umanisti italiani con annotazioni e un saggio introduttivo, Bari, Laterza, Il verosimile filmico e altri scritti di Estetica, Roma, Edizioni Film critica,  Roma, La nuova sinistra, Rousseau e Marx e altri saggi di critica materialistica, Roma, Editori Riuniti, “Critica del gusto” (Milano, Feltrinelli, Chiave della dialettica storica, Roma, Samonà e Savelli,  Umanesimo ed emancipazione, Milano, Sugar, Critica dell'ideologia contemporanea. Saggi di teoria dialettica, Roma, Editori Riuniti, Schizzo di una storia del gusto, Roma, Editori Riuniti, Opere, Ignazio Ambrogio, Roma, Editori Riuniti, Carlo Violi, La Libra, Messina); Dizionario biografico degli italiani,  Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Volpe. Keywords: critica del gusto per l’antico, il gusto per gl’antichi degl’antichi, chiave della dialettica storica, la logica come storia. Refs.:  H. P. Grice, The H. P. Grice Papers, Bancroft; Luigi Speranza, “Grice e Volpe: l’espressione” – The Swimming-Pool Library, Liguria. #volpe https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4630968216915137 #griceevolpe https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701483802/in/photolist-2mLFBT9-2mLMavd-2mLFBRL-2mLFBT4-2mLKH9W-2mLKH9A-2mLMaxs-2mLQfFV-2mLMaxx-2mLKH9F-2mLPaVy-2mLKH9f-2mLKH8J-2mLFBSH-2mLR8fW-2mKTk4n-2mKQba4-2mKP3yh-RcWNwE-2ceLjKb-2dkLH9H-Rfq5Uo-2dpr57R-2ceMC3W-Rfq5Qf-2bX5TFt-2cisBSE-2bX6L2P-2chQVNm-2dgf1BA-RgAsYs-2dgf1Bq-2dkLH9x-2c1bzrc-2bX6L42-RgAsXW-2djXGNh-PC87FB-2mKSfUg-2mKQaRt-2mKJFw1-2doQtst-2c1bzqF-PzCr2z-2chg4Z9-2dgekHJ-2bX5TH2-2chg4ZE-RcWNwj-2ceLjK1

 

 

Grice e Volpi – filosofia italiana – Luigi Speranza (Vicenza). Essential Italian philosopher. Filosofo. “Wild clarity” in Heidegger! Professore a Padova. Borsista della Fondazione Alexander von Humboldt di Bonn, membro dell'Institut International de Philosophie di Parigi, dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti e dell'Accademia Olimpica di Vicenza, fu insignito dei premi "Montecchio" e "Nietzsche.” Tra le sue numerose pubblicazioni: “Heidegger e Brentano”; “La rinascita della filosofia pratica in Germania”; “Heidegger e Aristotele”; “Il nichilismo”; “Guida a Heidegger”; “I prossimi Titani. Conversazioni con Jünger (con Antonio Gnoli), Dizionario delle opere filosofiche, “Il Dio degli acidi” Conversazioni con Albert Hofmann (con A. Gnoli), “L'ultimo sciamano” Conversazioni heideggeriane (con A. Gnoli), Storia della filosofia dall'antichità a oggi con Enrico Berti.  Per Adelphi curò opere di Schopenhauer, Heidegger e Carl Schmitt. Collaborò al quotidiano "La Repubblica".  Mentre e in sella alla sua bicicletta a San Germano dei Berici, e investito da un'auto e cadde in coma irreversibile. Muore il giorno successivo. Commemorato dal preside Paolo Bettiolo assieme a tutto il corpo docente di Padova. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti  Lorenzo Parolin, Commozione al Bo per l'addio a Volpi Il Giornale di Vicenza. “Heidegger e Brentano”; “L'aristotelismo e il problema dell'univocità dell'essere in Heidegger” (Cedam, Padova); “La rinascita della filosofia pratica” Francisci, Albano/Padova, in Filosofia pratica e scienza politica, Francisci, Abano/Padova); “Heidegger e Aristotele” (Daphne, Padova); “Il concetto di decadenza divina; "Filosofia politica", Il nichilismo” (Laterza, Roma); Guida a Heidegger” (Laterza, Roma); “Hegel e i suoi critici” (Laterza, Roma);“Interprete del pensiero contemporaneo, Atti dell'incontro internazionale di studio, Padova, Vicenza, Accademia Olimpica, Atti dell'Incontro internazionale, Lavarone, Comune di Lavarone;“Il pudore” (Brescia, Morcelliana). Opere su Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Essere, tempo, esistenza, Associazione Asia, sul valore e la funzione della filosofia, e sul significato e lo statuto di Essere e tempo di Heidegger. Volpi. Keywords: dizionario dell’opere filosofico: Lucrezio, Cicerone, Vico, Croce, Gentile… -- multiplicity of  being in Aristotele, univocita dell’essere; equivocita dell’essere. H. P. Grice, The Grice Papers, Bancroft, MS. Luigi Speranza, “Grice e Volpi: l’univocita dell’esere” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #volpi https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4616557315022894 #griceevolpi https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702568823/in/photolist-2mLMbqp-2mLKJ4G-2mLQgDG-2mLFCKu-2mLMbpn-2mLMbqK-2mLFCJc-2mLPbQe-2mLPbPY-2mLKJ5d-2mLQgED-2mLGn6X-2mLGnHy-2mLR1o4-2mLPVec-2mLPVeH-2mLR1Xf-2mLR1Z4-2mLMUwi-2mLMUxq-2mLMUwd-2mLPVdA-2mLPVQh-2mLPVeh-2mLMVaT-2mLMV9R-2mLGnG6-2mLMVas-2mLGnHi-2mLLsUg-2mLPVR4-2mLGnHd-2mLGnJA-2mLLshQ-2mLGn7D-2mLLsUM-2mLLsUb-2mLLsUm-2mLR1nn-2mLMUw3-2mLLshp-2mLR1Yn-2mLPVR9-2mLGn6S-2mLPVQn-2mLGnJF-2mLLshK-2mLR1Yh-2mLGn7y-2mLR1Ys

 

Grice e Volpicelli – corpi e corpi -- filosofia fascista -- filosofia italiana – Luigi Speranza – la filosofia italiana nel veintenno fascista -- (Roma). Grice: “While Volpicelli does use ‘spirito,’ he means ‘breath of air,’ since he is ultimately a naturalist, like I am.” Essential Italian philosopher. Grice: “I read with intereset his early “Nature and spirit.” At that time at Oxford, there was not much of an Oxford spirit, so it spirited me.” Filosofo. Prese parte come sotto-tenente alla grande guerra. Si laurea in filosofia sotto Gentile. Insegna a Urbino, Pisa, e Roma. Teorico del corporativismo integrale. Direttore di "Nuovi studi" e "Archivio di studi corporative.” Saggi:“Natura e spirito”; “L'educazione politica dell'Italia”; “I presupposti scientifici dell'ordinamento corporativo”; “Corporativismo e scienza giuridica”; “La certezza del diritto e la crisi odierna”; “Dizionario di Filosofia  G.Franchi, “Per una teoria dell'auto-governo” (ESI, Napoli); “Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Diritto, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, su Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Volpicelli. Keywords: natura, spirito, corpi e corpi, corporazione. H. P. Grice Papers, Bancroft. Luigi Speranza, “Grice e Volpicelli: il naturalismo,” Luigi Speranza: Grice e Volpicelli: natura e naturalismo” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #volpicelli
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Grice e Voltaggio – p v ~p – fondamenti della logica – filosofia italiana – Luigi Speranza (Palermo). Essential Italian philosopher. Grice: “I enjoyed “What Leibniz actually saidand not just implicated.” “He also clarified Husserl to me.”  Filosofo. Si laurea a Roma sotto Antoni.  Insegna a Roma, Mogadiscio e Macerata. Già cappo-ridattore di “Sapere,” collabora con Il manifesto, Lettera Internazionale (di cui è socio fondatore), Apeiron, Janus e Medical. Consulente scientifico della Fondazione Sigma Tau di Roma e dell'Istituto Psiconanalitico per le Ricerche Sociali, membro del seminario di Filosofia di Senigallia. Saggi: “Fondamenti di logica” (Milano, Comunità), “La funzione critica” (Roma); “Che cosa ha veramente detto Leibniz” (Roma, Ubaldini); “Scienza” (Milano, Comunità), “I filosofi e la storia” (Milano, Principato); “L'arte della guarigione nelle culture umane” Torino, Bollati Boringhieri); “Il medico nel bosco, Roma, Di Renzo); “La medicina come scienza filosofica” (Lezioni Italiane), Roma, Laterza; Italia Mediterranea. “I flussi migratori nelle principali città rivierasche” (Roma, Edup); “Antigone tradita. Una contraddizione della modernità: libertà e Stato nazionale (Roma, Internazionali Riuniti); “I paradossi dell'infinito” (Milano, Feltrinelli); “Epistemologia e politica della ricerca” (Roma, Armando; “L'evoluzione di un evoluzionista” Roma, Armando; “La conoscenza inespressa” (Roma), Armando; “L'ora della socio-biologia” (Roma, Armando); “L'arte della ricerca scientifica” (Roma, Armando; “Il potere: processi e strutture: un'analisi dall'interno” (Roma, Armando);“Progresso e razionalita della scienza” G. Radnitzky, Gunnar Andersson;  traduzione e premessa (Armando, Roma; D. Verene: “Vico: La Scienza della fantasia” Armando, Roma; “L'intelligenza scientifica: un'indagine sull'immaginazione creatrice dello scienziato” (Roma, Armando); “Filosofi per la pace” Roma, Editori Riuniti; Galeno: Trattato sulla bile nera, FV,Torino, Aragno. Voltaggio. Keywords: Vico, “la scienza della fantasia” fundamenti della logica – fundamenti della logica di voltaggio – veramente detto Vico – veramente impiegato Vico --. Refs.: Luigi Speranza, “Voltaggio: what Leibniz implicatedas explicated by Grice.” H. P. Grice, “Voltaggio,” BANC MSS 90/135 c. Luigi Speranza, “Grice e Voltaggio,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria #voltaggio https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4634606856551273  #griceevoltaggio https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701632912/in/photolist-2mLQZRC-2mLGod1-2mLMVBV-2mLPWir-2mLLtoN-2mLPWig-2mLR2s3-2mLPWim-2mKJMD1

 

 

Grice e Winspeare: elogio d’Antonino – “Della filosofia romana” (Portici). Filosofo. Essential Italian philosopher. “My Italian friends do not consider me Italian, though!” Winspeare’s ancestors are from Yorkshire in a bad time. Henry VIII. “So the king’s option was clear: either your head off or move to Capri. I chose the second.” Opere: “Delle confessioni spontanee de' rei” (Stamp. Simoniana, Napoli); “Storia degli abusi feudali” (Tip. Trani, Napoli); “Voti de' Napolitano (Napoli); “La voce di Napodano, ossia Quarta illustrazione del patto di Capuana e Nido” (Tip. Trani, Napoli); “I libri delle ‘Leggi’ di Cicerone volgarizzati” (Trani, Napoli); “Delle chiese ricettizie del Regno” (Trani, Napoli); “Filosofia” (Trani, Napoli); “Dissertazioni legali” (Agrelli, Napoli); “La colonia perpetua ed i diritti feudali aboliti” (Pesole, Napoli). Della filosofia romana. La filosofia romana può dirsi, che cominci da Cicerone, cui è dovuta la lode di aver dato la cittadinanza latina alle greche discipline, e di avere eccitato in questi studî l' emulazione de' suoi cittadini. Suo è il vanto di avere richiamato la scienza a' principî di Socrate e di Platone di averla applicata alla vita si domestica che publica, e di averle dato un linguaggio che prima non aveva; pe’quali meriti raccolse in se la gloria de’greci mae stri. Sapiente come Socrate, eloquente come Platone, erudito come Aristo tele, e austero come Zenone, Cicerone compendið in se le più chiare menti della Grecia, sì che risplende nel mondo intelligente, non solamente come il luminare della filosofia latina, ma come il più ornato, il più elegante, e il più retto ingegno, che abbia onorato la spezie umana. Che se mancogli il merito dell'invenzione, ne ebbe bene un altro, che quello eguaglia ed avan za, cioè l'essere stato tra gli antichi il più utile alla filosofia pratica, avendo rimosso dalla speculativa la investigazione delle cause naturali, e dimostralo l'unità del principio, a cui si annodano la teologia naturale, la psicologia, e la morale. Infatti avendo, come Socrate, stabilito per iscopo d'ogni filo sofia la conoscenza di se medesimo, da questo fece nascere la conoscenza di Dio, la celeste origine delle anime umane l'ordine morale degli Esseri creati, il fine de' beni e de' mali, la cognizione del sommo bene, il prin cipio delle obligazioni naturali, e la nozione di quella eterna legge che tutto modera e governa (a ). Avendo così dato alla filosofia un fine vero, e utile alla umana vita, poco entrar volle ne'concetti metafisici, e forse disprezzogli al par di Socra te; il che ha fatto a molti dire, che Cicerone nell' esporre le dottrine delle greche scuole non sempre avesse penetrato addentro nel senso loro, e fosse quasi rimaso straniero a quella esoterica sapienza, che taluni tanto più pre dicano e ammirano, quanto più di tenebroso trovano nelle sue concezioni. E qui domanderemmo, se non è arroganza de'moderni il tassare di poca penetrazione la più luminosa mente dell'antichità, la quale abbracciò le parti tutte dell' umano sapere, svolse le più gravi quistioni della filosofia intellet tuale, e spogliandole de’sofismi della dialettica le rendette facili e popolari? E vorremmo ancora sapere, se possa imputarsi a difetto di scienza l' avere ommesso quelle controversie, che non solamente non contribuiscono alla per fezione della cognizione, ma la fanno in falsa parte piegare? Sarà facile il rispondere a chiunque farassi a considerare le parti singole della filosofia da lui trattate, prendendole dal quadro ch'egli stesso ne fece nella introduzione d ' uno de' suoi libri filosofici. Ne' libri accademici volle egli dimostrare la prima e più importante ve rità dell'umana cognizione, la certezza delle sorgenti delle idee. In ciò fare, Origine e realità della umana seguì per rispetto a' sensi la dottrina di Zenone, che a quelli dato aveva cognizione. più che non aveva concesso Aristotele, o sia defini e determinò il compren sibile de'sensi ne'termini stessi di quella scuola (c); dal che dedusse, esser la verità de' sensi una condizione necessaria della natura, comprovata dalla differenza che la natura stessa ha stabilito tra 'l piacere e il dolore. Ma a canto al principio della sensazione, collocò la virtù intuitiva dell' anima come affalto distinta da quello, o sieno le prime nozioni impresse dalla na tura, senza le quali la mente non avrebbe potuto nè intendere nè ragionare. Tuscul., De legib., Academ., Visum, impressum, effictumque ex eo unde esset; quale esse non possel ex eo, unde non esset. Lucullus. Circa la dottrina delle idee, espone storicamente il concetto di idea di Platone, senza impugnarlo o sostenerlo; narra lo strazio che fatto ne ha Aristotele, insieme co'suoi peripatetici; lascia da banda la questione del come le nozioni nascose e adombrate nell'anima si sviluppassero, ma riconobbe come indispensabile la necessità d' un secondo principio tutto intellettuale, senza del quale sarebbe stato impossibile spiegare le operazioni della mente, l'astrarre, il generalizzare, l'inventare, e sopratutto il prodi gioso fenomeno della memoria (a). Conforme a' principi della umana cognizione fu il resto del suo sistema Conoscenza intellettuale, che espone nelle tusculane e ne' saggi intorno a ' fini de' beni e di se medesimo. de mali. Per la contemplazione di se medesimo, introdusce l'anima alla cognizione della immortalità ed immaterialità della sua sostanza, della origine divina da cui emana, dello scopo della vita, e del sommo bene cui debbe aspirare. E in prima, la più importante qualità dell'anima, siccome Cicerone avverti, è l'intuizione di se medesimo, la qual dote è appunto una conseguenza di quel principio d'intellezione che la natura ha in lei impresso, che non si acquista co' sensi, e che nella più matura età quando i sensi declinano, diviene più retto e perspicace. Dalla virtù, che l'animo ha di vedere se medesimo e le qualità sue, e dalla forza che ha in se di volere e di muovere, sente l'uomo essere cotesta virtù un principio proprio, non prodotto da altra esterna forza, e scopre essere quel principio stesso il quale muove la materia, affatto simile all'azione, che dà moto e vita all'universo; d'onde conclude non essere materiale o corporea, nè terrena o mortale, ma celeste ed eterna. Nè solamente dal principio della volontà e del moto ricava l'im mortalità e l'immaterialità della sostanza sua, ma si bene dalle altre doti intellettuali, di cui scorgesi arricchita: dalla facoltà di pensare, di ritenere e di richiamare le idee e le nozioni passate, di antivedere le future, e di abbracciare col pensiero la Divinità, le opere sue, e l'infinito stesso, che n'è il principale attributo. In somma sviluppando il precetto di Socrate, conosci te stesso, o sia investiga quale sia l animo tuo, Cicerone fa da quello derivare i tre primi dogmi della naturale sapienza dell' uomo, l' esi stenza di Dio, l'immaterialità, e l' immortalità dell' anima umana. E allorchè dalla interna investigazione dell'animo passa alla contemplazione de gli obbietti esterni, e delle altre opere della natura, quanto più luminoso non diviene il concetto della Divinità, della dignità dell'uomo, della sua futura sorte, e del vero scopo della vita? Delle quali magnificenze sarebbe l'uomo muto e indifferente spettatore al pari dei bruti, se non avesse sviluppato entro di se le nozioni del proprio essere, e delle relazioni sue colle altre creature, e coll'Autore stesso dell'universo Academ. Animo ipso animum videre. A stabilire poi la vera nozione della Divinità, ne' libri de natura deo rum volle Cicerone esporre le principali opinioni delle greche scuole, l'accademica, la stoica, e l'epicurea; e sbandita questa (la quale dava alla Di vinità per suo unico fondamento la pratica credenza degli uomini e rendevala affatto inutile alla vita), dimostrò come gli accademici discordassero dagli stoici nelle parole più che nella sostanza. Ciascuna di quelle due scuole non pertanto aveva una parte vera: il concetto della Divinità, ricavato dall'opera dell'universo, era degli accademici, i quali ereditato l'avevano da’socratici: l'altro della provvidenza, che tutto regge é dispone per la utilità dell'uomo, era degli stoici. Ma costoro d'altra parte ammetlevano dogmi, e commettevano insieme principî tra loro incompatibili, come la natura animata cogli attributi della Divinità, il fato colla provvidenza e colla libertà delle umane azioni. La stessa loro virtù, o il sommo bene non polevasi accomodare al viver pra tico degli uomini, dapoichè era collocata in un estremo tale, che per esso toglievasi ogni merito o biasimo a'fatti, buoni o tristi che fossero, se pur non toccassero l'apice della perfezione: per esso l'uom sapiente diveniva un Essere ideale, che non potevasi scontrare sulla terra: i doni della natura la sanità, il vigore, la bellezza, le sostanze erano agguagliate a' difetti e alle privazioni contrarie: il piacere scambiayasi col dolore: le relazioni tra gli uomini, gli ufizi della vita, la prudenza, l'ordine, le virtù civili, la cura de'publici negozî, e la domestica economia, divenivan tutte qualità di convenzione, estranee alla sapienza e alla vera virtù A rim. uovere l'ostentazione di questa scabrosa virtù, dopo avere esposto le opinioni delle greche scuole, Cicerone dimostrò quanto di vano fosse nelle parole e ne' nuovi vo caboli introdotti dagli stoici, e come il giusto mezzo si trovasse nelle emen dazioni di Panezio, il quale aveva conciliato Zenone, cogli accademici e co' peripatetici. Tale fu lo scopo de' suoi libri intorno a' fini de' beni e de' mali, insieme co'quali va letto l'altro del fato, che scrisse per accor dare insieme la dottrina dell'ordine della natura colla provvidenza, e colla libertà delle umane azioni; libro, per altro, di cui ci rimane soltanto un mal concio avanzo. Non oseremmo fare la stessa apologia de' libri intorno alla divinazione, nè sapremmo dire, se avesse egli inteso sostenere la verità delle scienze divinatorie per l'autorità degli stoici, o per la necessità di ri spettare una dottrina popolare, a cui non avrebbe potuto impunemente con traddire. Forse la maggior lode di quella opera potrebbe ricavarsi dal filo sofico concetto che in essa sovente traluce, cioè che v' ha una provvidenza conservatrice, della cui assistenza la mente umana senle il bisogno, per modo che gli stessi prestigî e le superstizioni delle arti divinatorie sono la pratica espressione di tal bisogno. Quae est causa istarum angustiarum gloriosa ostentatio in constituendo sum mo bono. De Finibus. Le opere sin qua esposte abbracciano tutta la filosofia speculativa di Cicerone. Non sono meno luminose quelle della filosofia pratica: i libri degli ufizi contengono l'applicazione della dottrina stoica, secondo le emendazioni di Panezio, a' portamenti della vita; siccome i libri della republica e delle leggi derivarono dagli stessi principi le regole per la vita publica, e per lo civile reggimento de' popoli. Per lui in somma, la filosofia nacque in Roma matura, senza passare per l'età dell'infanzia, siccome aveva falto in Grecia. Negli studi della umana sapienza la ragione romana ebbe per guida la spe rienza, o sia la storia delle opinioni e degli errori del più perspicace e il luminato popolo del mondo, il quale aveva figurato come l'antesignano e il luminare di tutti gli altri nella carriera delle lettere e delle scienze. Cicerone e eclettico, perchè altra parte non resta a chi sopraggiugne nella maturità del sapere, fuorchè il giudicare e lo scegliere. Ma l'avere esercitato il giudizio e la scelta in tutte le parti della filosofia; lavere signoreggiato i pensieri de' greci con un criterio sempre libero e retto; e l'aver dato ai pensieri della scienza l’espressione, o sia il linguaggio di cui i romani mancavano, gli meritarono presso i suoi un primato, che altro sapiente mai non ebbe presso la propria nazione. In conferma di che giova osservare, che in tutta la durata del romano impero, e in mezzo a tanti sommi uomini i quali ar ricchirono ogni parte del sapere cogli scritti loro; non apparve più alcuno che fosse stato a lui comparato, si che egli è solo modello della sana filo, sofia tra'latini, come Socrate tra'greci. Della filosofia pratica sopratutto fu benemerito, dapoichè per lui la dot trina degli stoici passò dalla scuola nel foro, e nel grande tealro del mon do. Da questa la giurisprudenza attinse le cardinali nozioni della giustizia, e delle obligazioni, proprie a stringere e consolidare i legami delle civili as sociazioni. E sebbene nelle mani de'giureconsulti la dottrina stoica acquistato avesse una tinta di disputabile, aliena dalla sua naturale rigidezza, e avesse da Seneca ricevulo un certo orpello declamatorio; pur tuttavolta fu da Ar riano nel manuale di Epitteto richiamata a' severi principî di Zenone e di Cleanto. Certamente in Roma ottenne successi maggiori che in Grecia, per chè ivi divenne madre della sapienza civile, ed ebbe il vanto di aver dato al mondo due perfetti modelli di re, nelle persone di Marco Aurelio e di Antonino. Restiamo dall' internarci negli ultimi periodi della filosofia del basso impero, si greco che latino; tra perchè le vecchie nazioni che il compone vano, nella condizione stessa della loro vita civile trovavano invincibili osta coli a' progressi della ragione; e perchè gli ultimi aneliti della filosofia an darono in quel tempo a scontrarsi col grande avvenimento, che rinnovar doveva la religione, la coltura e i costumi di tutti i popoli. Basterà dire, che il ritratto delle opinioni e de'costumi della ultiina età dell'impero ro mano sta in quel che abbiamo già detto deļla scuola alessandrina: lo scetticismo e l'indifferenza per ogni verità formavano la doltrina de' sapienti: la corruzione scioglieva ogni giorno i vincoli sociali: la superstizione e l'igno ranza avevano ottenebrato la superficie della terra. Keywords: elogio d’Antonino. Grice: “Hailing remotely from the Catholic North Riding of Yorkshire and settling in the most beautiful coastline in the world, Winspeare knew all you need to know about Cudworth, and what he calls ‘percezione.’ I would call him an Oxonian.” Grice: “My favourite Winspeare is his ‘dictionary’: obviously he found Italian furrin enough to want to organize things in a sort of thesaurum. Speranza, on the other hand, likes Winspeare’s idea of ‘volgarizzazione’ of Cicero’s ‘De Legibus.’ – one of the most boring tracts in legalese, but then at Naples at the time, you HAD to be a lawyer!” -- Refs.: H. P. Grice, “Winspeare, Speranza, Napoli, and me!”The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft. Luigi Speranza, “Grice e Winspeare,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria #winspeare https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4572857239392902 #griceewinspeare https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702440656/in/photolist-2mMPWdd-2mLPZbv-2mLR5nr-2mLR5nB-2mLMYBx-2mLR5mK-2mLPZaZ-2mLMYBc-2mLGr84-2mLPZcC-2mLGr8Q-2mLLwjC-2mLMYBn-2mLGr7C-2mLLwk9-2mKSd2s-2mKTgQZ-2mKSdA3-2mKTa4N-2mKNJaP-2mKQ9uA-2mKvUAt

 

Grice e Zabarella – filosofia italiana – Luigi Speranza (Padova). Filosofo. Grice: “Most philosophers are stealing the voice of Zabarella; Poppi isn’t!” -- Jacopo Zabarella, spesso indicato come Giacomo Zabarella è stato un filosofo italiano. Primogenito di un'antica e nobile famiglia, ereditò dal padre Giulio il titolo di conte palatino; è considerato il massimo esponente dell'aristotelismo padovano.  Studia a Padova, dove fu allievo di Robortello, Tomitano e Passeri, laureandosi in filosofia. Ottenne, succedendo a Tomitano, la cattedra di semiotica nello Studio padovano. Ottenne la seconda cattedra straordinaria -(ma, propriamente, parificata in quell'anno e nei successivi otto con la prima cattedra) e ottenne la prima cattedra straordinaria. Ottenne la seconda cattedra ordinaria. Declina l'invito del re Stefano Báthory di insegnare in Polonia, ma gli dedica il suo scritto più importante, l'Opera logica, stampata a Venezia. Furono pubblicate a Padova le sue “Tabulae logicae” e a Venezia, il suo commento agl’Analitici II di Aristotele.  In risposta alle critiche mosse alla sua semiotica dai suoi colleghi, Piccolomini, Balduino e Petrella, pubblicò a Padova la “De doctrinae ordine apologia.” Apparvero rispettivamente le sue opere, la “De naturalis scientiae constitutione” e i “De rebus naturalibus; postumi comparvero i suoi commenti incompiuti alla Fisica e al De anima di Aristotele.” I libri della sua biblioteca sono conservati presso a Padova. Opere: “Opera Logica” (Venezia); “De methodis libri quatuor”; “Liber de regressu” (Venezia, ristampa anastatica, Bologna); “Tabula logicae” (Venezia); In duos Aristotelis libros Posteriores Analyticos commentarii, Venezia; “De doctrinae ordine apologia” (Venezia); “De naturalis scientiae constitutione” (Venezia); “De rebus naturalibus libri XXX, Venezia; “In libros Aristotelis Physicorum commentarii, Venezia, Opera Physica, Francoforte, ristampa anastatica Verona;; De generatione et corruptione et Meteorologica commentarii, Francoforte; In tres libros Aristotelis De anima commentarii, Venezia,. “De mente agente”; “De rebus naturalibus liber XXIX”; “De sensu agente”, “De rebus naturalibus liber XXIV, «Rivista di Storia della Filosofia», “De inventione aeterni motoris e De rebus naturalibus liber IV, Bruniana & Campanelliana. Bibliografia E. Berti, “Metafisica e dialettica nel Commento di Giacomo Zabarella agli Analitici posteriori” in «Giornale di metafisica»’ F. Bottin, “La teoria del regresso in Zabarella, in C. Giacon, Saggi e ricerche, Padova, F. Bottin, “La logica in Zabarella, in «Giornale Critico della filosofia Italiana», E. Cuttini, Natura, morale e seconda natura nell'aristotelismo di Zabarella, Padova, M. Dal Pra, Un'oratio programmatica di Zabarella, in «Rivista critica di storia della filosofia», G. Papuli, Dal Balduino allo Zabarella e Galilei: scienza e dimostrazioni, in «Bollettino di storia e filosofia», A. Poppi, La  scienza in Zabarella, Padova, A. Poppi, Introduzione all‘aristotelismo padovano, A. Poppi, Ricerche sulla teologia e la scienza nella scuola padovana del Cinque e Seicento, Rubbettino, Soveria Mannelli,Rossi, Aristotelici e moderni: le ipotesi e la natura, in “Aristotelismo veneto e scienza moderna” – Padova. G. Tonelli, “Zabarella ispiratore di Baumgarten, o l'origine della connessione tra estetica e logica,” in Da Leibniz a Kant, Napoli, Treccani – Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Delio Cantimori, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Grice: “Zabarella is what I would call a proto-Griceian.” In fact, at Villa Speranza, Grice is often as the English Zabarella, after Zabarella produces extensive commentaries on Grice’s favourite tract by Aristotle, “De Anima,” and “Physica” and also discusses some Aristotelian interpreters. However, Zabarella’s most original contribution is his work in semiotics: “Opera logica.” He regards semiotics as conceptual analysis. One tool Zabarella calls ‘ordine’ (cfr.  Grice, ‘be orderly’). Another tool Zabarella calls “metodo,” by far predating Cartesio. “Ordine” relates to how to organize the content of a dictum to apprehend it more easily. ‘Metodo’ relates to how to draw an illatum (or impliatum). Zabarella reduces the variety of ‘ordine’ and ‘metodo’ classified by other interpreters to ‘ordine compositivo’, ‘ordine resolutivo’, ‘metodo compositivo’ and ‘metodo ‘resolutivo’. The ‘ordine compositivo’ from a principle to this or that corollary applies to this or that ‘creditum.’ The ‘ordine resolutivo,’ from a desired end to the means appropriate to its achievement applies to this or that ‘volitum,’ such as ‘pragmatics’ understood as a manual of rules of etiquette. This much is already in Aristotle. However, Zabarella offers an original analysis of ‘metodo’ The ‘metodo compositivo’ infers a particular consequence or corollary from a general principle. The ‘metodo resolutivo’ INFERS an originating principle from a particular consequence, corollary, or instantiantion, as in inductive reasoning or in reasoning from effect to cause. Zabarella’s terminology influences Galileo’s mechanics, and has been applied to Grice’s inference of the principle of conversational co-operation out from the only evidence which Grice has, which is this or that ‘dyadic’ exchange, as he calls it. In Grice’s case, his corpus is intentionally limited to conversations between two Oxonian philosophers: A: What’s that? B: A pillar box? A: What colour is it? B: Seems red to me. From such an exchange, Grice infers the principle of conversational co-operation. It clashes when a cancellation (or as Grice prefers, an annulation) is on sight: “I surely don’t mean to imply that it MIGHT actually be red.” “Then why be so guarded? I thought you were cooperating.”H. P. Grice. Grice liked to recite Zabarella’s works by heart. Saggi: “Logica” (Venezia); “De methodis”; “De regressu” (Venezia); “Tabula logicae” (Venezia), “In duos Aristotelis libros Posteriores Analyticos commentarii” (Venezia); “De doctrinae ordine apologia” (Venezia); “De naturalis scientiae constitutione” (Venezia); “De rebus naturalibus” (Venezia); “In libros Aristotelis Physicorum commentarii” (Venezia), “Physica” (Francoforte); “De generatione et corruptione et Meteorologica commentarii” (Francoforte); “In tres libros Aristotelis De anima commentarii” (Venezia). Keywords: metodo compositivo, metodo resolutivo, ordine compositivo, ordine resolutivo. Refs.: Luigi Speranza, Notes on I Tatti’s edition of Zabarella, “On methods,” -- H. P. Grice, “Zabarella,” Speranza, “Grice and Zabarella.” “Grice e Zabarella: la risoluzione buletica,” Villa Grice, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #zabarella https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4464023146942979 #griceezabarella https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688822993/in/photolist-2mLQ1Vx-2mKHbw4-2mKT9pB-2mKT9PQ-2mKPYC1-2mKS5Wk-2mKJjKr-2mKPYsB-2mKyJgk

 

Grice e Zamboni – filosofia italiana – Luigi Speranza (Cento). Filosofo. “Famous for his dialettica e cosmologia and implicature!” – Grice.  Figlio di Matteo Zamboni, un  pittore originario di Cremona, di cui si conservano affreschi negli oratori delle chiese della Pietà e di San Rocco -- e da Mattea Pilanzi. Prese la strada degli studi umanistici: studente in legge nell'Università di Ferrara, scelse poi filosofia, allievo di Federico Pendasio, divenendo insegnante di filosofia naturale nello Studio ferrarese. Tenne rapporti con la corte estense: di fronte a Leonora d'Este recitò il suo poemetto Le pompe funebri, e quando si trovò a essere oggetto di non chiarite gelosie e maldicenze da parte dei suoi colleghi dell'Università, scrive al duca Alfonso per richiedere un suo intervento. Non risulta che Alfonso II abbia risolto i conflitti denunciati dal Cremonini, che perciò decise di trasferirsi altrove. Fu chiamato a Padova per insegnare filosofia naturale in secundo loco, in sostituzione di Giacomo Zabarella, da poco defunto, mentre Francesco di Niccolò Piccolomini assumeva la prima cattedra. Inizia il suo corso, leggendo la prolusione Exordium habitum Patavii. Contro il tentativo dei gesuiti di fondare a Padova un proprio Studio rivale dell'Università, il Cremonini si espresse con l'Oratione contro i gesuiti a favore della Università di Padova tenuta di fronte alla Signoria di Venezia, nella quale sostenne che Padova «per insegnare le scienze non ha bisogno dell'aiuto de' Padri Giesuiti e paventa i rischi di dividere gli studenti in fazioni come i guelfi e gibellini. L'autorizzazione all'apertura dello Studio non fu rilasciata e i gesuiti furono poi espulsi dalla Repubblica nel 1606, a causa dell'interdetto scagliato da Paolo V, cui seguì la cosiddetta Guerra dell'Interdetto. Ha una famosa controversia con Raguseo sulla natura degli elementi, sul valore della storia delle interpretazioni di Aristotele e sulle questioni didattiche.  Difensore della medicina averroista e sostenitore della mortalità dell'anima, legata indissolubilmente al corpo umano, fu sospettato di eresia e venne denunciato all'inquisizione di Padova. Con l'amico e rivale Galilei, Zamboni, ad opera di Belloni, condivise on accuse diverse, una denuncia al tribunale dell'Inquisizione padovana che non ebbe alcuna conseguenza per entrambi. Galileo fu accusato di praticare l'astrologia giudiziaria e Cremonini di sostenere la mortalità dell'anima e che Aristotele avesse separata la filosofia dalla teologia. Cremonini dovette affrontare altri due processi dai quali usce indenne grazie alla protezione della Repubblica di San Marco. Anche se molte fonti riportano che morì di peste durante l'epidemia che colpì l'Italia risulta che muore a causa di catarro accompagnato da febbre. Secondo alcuni studiosi Galileo si ispira a Zamboni nella scelta di Simplicio come rappresentante dell'aristotelico avversario del copernicanesimo. Zamboni pubblica pochi saggi della sua dottrina mentre sono a noi giunte numerose trascrizioni delle sue lezioni che egli preferiva tenere oralmente al posto della forma scritta. Le trascrizioni delle lezioni tenute nello studio di Padova e privatamente tuttavia presentano gravi problemi interpretativi che hanno impedito alla storiografia di poter avanzare una sintesi sicura del suo pensiero. Unica eccezione a questa difficoltà interpretativa il testo Lecturae exordium, letto in occasione della sua prima lezione in Padova. Nella prima parte dell'opera egli si rammarica che il continuo rinascere della natura, come la successione delle stagioni, dalle sue forme ormai trascorse, non susciti la meraviglia dell'uomo e lo sgomento per il continuo morire del mondo. Il mondo non è mai: nasce e muore continuamente, si conclude con l’affermazione del dovere dell’uomo di conoscere se stesso. L’uomo, scrive Cremonini, si scopre in mezzo alle tribolazioni dell’incostanza; ebbene, la conoscenza di sé è l’unico strumento capace di dare all’uomo serenità. La strada per conoscere se stessi e raggiungere la serenità è data dalla filosofia su cui si basa la morale e la scienza. L'uomo ha avuto in dono da Dio un intelletto onnipotente che dalla conoscenza di se stesso e della natura giungerà a congiungersi con la beatitudine divina. Dibattito relativo alle osservazioni di Galileo Secondo una diffusa ma falsa narrazione Cremonini fu uno di quei professori aristotelici che non solo rifiutarono pervicacemente le scoperte galileiane in nome della filosofia peripatetica ma si rifiutarono, invitati dallo scienziato pisano, di osservare direttamente nel telescopio l'esistenza delle montagne della Luna, delle fasi di Venere, dei satelliti di Giove. Questo avvenimento, tramandato come simbolo della miopia di coloro che si ritengono custodi del vero sapere, è invece ritenuto falso. Nella lettera Galilei racconta a Keplero il comportamento dei docenti dello Studio di Padova ma non fa nomi. Che dire dei più celebri filosofi di questo Studio i quali, colmi dell’ostinazione dell’aspide, nonostante più di mille volte io abbia offerto loro la mia disponibilità, non hanno voluto vedere né i pianeti, né la luna, né il cannocchiale? Questo genere di uomini ritiene infatti che la filosofia ‹naturale› sia un libro come l’Eneide e l’Odissea e che le verità siano da ricercare non nel mondo o nella natura, bensì (per usare le loro parole) nel confronto dei testi. Ad un esame superficiale una lettera a Galilei di Gualdo sembrerebbe confermare che tra coloro che rifiutarono l'osservazione con il telescopio vi fosse anche Zamboni. Abbiamo qui l'Ill.mo Sr. Andrea Morosini, il quale non può patire che Zamboni mentre V.S. è stata qui, non habbia procurato né voluto vedere queste sue osservationi, havendole io detto ch’ella se gli era offerta di andare sino alla sua propria casa per fargliele vedere; onde le pare che habbia torto contrariarle senza haverne fatto qualche esperienza. Nella successiva lettera di Gualdo a Galilei si riferisce di un colloquio con Cremonini che al rimprovero di essersi rifiutato dell'esperienza con il telescopio risponde che lo fece perché:  non volendo approvare cose di che io non ho cognitione alcuna, né l’ho vedute. Questo è quello, dico, ch’ha dispiacciuto al Sr. Galilei, ch’ella non abbia voluto vederle. Rispose: Credo che altri che lui non l’habbia veduto; e poi quel mirare per quegli occhiali m’imbalordiscon la testa: basta, non ne voglio saper altro. Zamboni affermi in questo testo che gli causò disagio mirare nel telescopio e che dunque non si rifiutò di guardare ma non accettò di vedere cioè di accogliere l'interpretazione galileiana di quelle osservazioni.Più in generale, Forlivesi sostiene che la posizione di Cremonini fu sempre coerente nel ritenere che l'interpretazione dei dati osservativi non potesse andare disgiunta dall'esistenza di una dottrina filosofico-naturale complessiva. Forlivesi rileva altresì che lo stesso Galileo, a volte, propose ipotesi circa la natura dei cieli non meno problematiche di quelle proposte dagl’aristotelici.  D'altra parte, come confermato dallo storico della scienza Enrico Bellone nella sua monografia su Galilei per i "Quaderni de 'Le Scienze'", il cannocchiale era uno strumento di fattura "artigianale" e non scientifica, in quanto non esisteva ancora una teoria dell'ottica - si dovrà attendere Newton e le immagini erano alquanto deformate. Saggi: “Le pompe funebri ovvero Aminta e Clori, Ferrara); “Lecturae exordium habitum Patavii; Ferrara, B. Mammarelli; Explanatio proœmii librorum Aristotelis De physico auditu, cum introductione ad naturalem Aristotelis philosophiam, continente tractatum De pædia, descriptionemque universæ naturalis Aristoteliæ philosophiæ, quibus adjuncta est præfatio in libros De physico auditu, Patavii, Melchiorem Novellum; Oratio habita Ferrariae ad Clementem VIII pro S.Q. Centensi, Ferrariae); Disputatio De formis quatuor corporum simplicium quæ vocantur elementa, Venetiis); Oratio habita in creatione serenissimi Venetiarum principis Leonardi Donati, Venetiis); Disputatio de cœlo, in tres partes divisa, de natura cœli, de motu cœli, de motoribus cœli abstractis. Adjecta est Apologia dictorum Aristotelis, de via lactea, et de facie in orbe lunæ (Venezia, Balionum); “Oratione al serenissimo prencipe Giovanni Bembo nella sua essaltatione al Prencipato); “Apologia dictorum Aristotelis, de quinta cœli substantia adversus Xenarcum, Venetiis, Meiettum); Il nascimento di Venezia, Venezia); Oratione al serenissimo prencipe Antonio Priuli nella sua essaltatione al prencipato, Il ritorno di Damone, Venezia); Oratione in nome della Università di Padova (Chiorindo e Valliero, Venezia); Apologia dictorum Aristotelis De calido innato adversus Galenum (Venetiis, Deuchiniana); Apologia dictorum Aristotelis De origine et principatu membrorum adversus Galenum” (Venetiis, Hieronymum Piutum); Expositio in digressionem Averrhois de semine contra Galenum pro Aristotele; Tractatus tres. Primus est de sensibus externis. Secundus de sensibus internis. Tertius de facultate appetitiva, Venetiis); Dialectica, Venetiis); Le nubi, Venezia, Biblioteca Marciana. Zamboni, Testamento. Fonte: G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, riferimenti in Collegamenti esterni.  In A. Favaro, Lo Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo decimosesto; C. Preti, Giorgio da Ragusa, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Zamboni in occasione del trasferimento di Galilei da Padova a Firenze si rammaricava scrivendo. O quanto harrebbe fatto bene anco il Sr. Galilei, non entrare in queste girandole, e non lasciar la libertà patavina (Portale Galileo)  Portale Galileo  Marco Forlivesi, «Cesare Cremonini» in Il contributo italiano alla storia del Pensiero – Filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Per esempio, Pinotti, autore dell'introduzione al Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (Milano); C. Cremoninus, Lecturae exordium; M. Forlivesi, Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Filosofia; Enciclopedia Italiana Treccani  G. Galilei, epistola ad Johannem Keplerum, Paduae); in Le opere, A. Favaro, lettera, Gualdo, lettera a G. Galilei, Padova,, in G. Galilei, Le opere; Gualdo, lettera a G. Galilei, Padova; in G. Galilei, Le opere; M. Forlivesi. Galilei, Opere, ediz. naz.; A. Tassoni, Lettere, P. Puliatti, Bari); Giovanni Vincenzo Imperiale, Musaeum historicum et physicum, Venetiis); F. Arisi, Cremona literata, Parma-Cremona; Naudaeana et Patiniana, Amstelodami); Giovanni Mario Crescimbeni, Dell'istoria della volgar poesia, Venezia); Ferrante Borsetti, Historia alini Ferrariae Gymnasii (Ferrariae); J. Guarino, Ad Ferrariensis Gymnasii historiam supplementum et animadversiones (Bononiae); F. Borsetti, Adversus supplementum et animadversiones (Venetiis); Iacopo Facciolati, Fasti Gymnasii Patavini (Padova); G. Erri, Dell'origine di Cento (Bologna); G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana (Venezia); F. Fiorentino, Pomponazzi (Firenze); A. Favaro, Lo Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo decimosesto, in Atti del Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti; D. Berti, Di Zamboni e della sua controversia con l'Inquisizione di Padova e di Roma, in Memorie della Reale Accademia dei Lincei, classe di scienze morali, storiche e filologiche; L. Mabilleau, Étude historique sur la Philosophie de la Renaissance en Italie: Zamboni, Paris); Antonio Favaro, Galileo Galilei e lo Studio di Padova, Firenze); ad Indicem; Antonio Favaro, in Archivio Veneto (rec. di Mabilleau); L. Sighinolfi, Il posseso di Cento e della pieve e la legazione di Zamboni a Clemente VIII in Ferrara, in Atti e memorie della Regia Deputazione di storia patria per le province di Romagna; Atti della nazione germanica artista nello Studio di Padova; A. Favaro, Venezia); ad Indicem; Atti della nazione germanica dei legisti nello Studio di Padova, a cura di B. Brugi, I, Venezia); J. Charbonnel, La Pensée italienne au XVIe siècle et le courant libertin, Paris); V.Spampanato, Documenti intorno a negozi e processi dell'Inquisizione, in Giornale critico della filosofia italiana; G. Spini, Ricerca dei libertini, Roma); L. Firpo, Filosofia italiana e controriforma, Torino); Pietro Savio, Il nunzio a Venezia dopo l'Interdetto, in Archivio Veneto; G. Saitta, Il Pensiero italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento, Firenze); M. Torre, Un processo del XVII secolo: l'inquisizione contro Zamboni, in Verità e libertà. Atti del XVII Congresso della Società filosofica italiana (Palermo); Antonio Rotondò, Nuovi documenti per la storia dell'Indice dei libri prohibiti in Rinascimento; Garin, Storia della filosofia italiana, Torino); A. Pupi, Una riflessione a proposito delle critiche di Galileo all'aristotelismo, in Nel quarto centenario della nascita di Galileo Galilei, Milano); Acta nationis Germanicae artistarum a cura di L. Rossetti, Padova); ad Indicem; M. Schiavone, in Enciclopedia filosofica, Firenze); M. A. del Torre, Studi su Cesare Cremonini, Padova); A. Favaro, Galilei a Padova, Padova); A. Franceschini, Nuovi documenti relativi ai docenti dello Studio di Ferrara nel secolo XVI, Ferrara); ad Indicem; Pietro Puliatti, Bibliografia di Alessandro Tassoni, Firenze, ad Indicem; L. Rossetti, Manoscritti cremoniniani della University Library di Cambridge, in Quaderni per la storia dell'Università di Padova; C. Schmitt, Zamboni, un aristotelico al tempo di Galilei (Venezia); G. Corazzol, Angelo Portenari maestro di grammatica a Feltre ed una lettera di Cesare Cremonini, in Quaderni per la storia dell'Università di Padova, M. Torre, Logica ed esperienza nel trattato "De Paedia" di Cesare Cremonini, in Aristotelismo veneto e scienza moderna, L. Olivieri, Padova); A. Favaro, Lo Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo decimosesto, in «Atti del regio Istituto veneto di scienze, lettere e arti», Marco Forlivesi, Cesare Cremonini, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Treccani – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.A. Carlini,  in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. C. Schmitt, Dizionario biografico degl’italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Cesare Zamboni di Cremona (Cremonini). Zamboni. Keywords: i galileiani. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Cremonini," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.#zamboni https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4420170464661581 #griceezamboni  https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703122209/in/photolist-2mLLy7L-2mLR76M-2mLLy6U-2mLN1iZ-2mLR773-2mLN1iP-2mLLy5M-2mLR76G-2mLLy6Z-2mLLy6P-2mLN1io-2mLGsSr-2mLQ1Vx-2mLR78a-2mLR78A-2mLR77d-2mLGsSM-2mLN1iU-2mLN1jL-2mLR76X-2mKSb99-2mKNG6U-2mKNFqA-2mKSbnL

 

Grice e Zamboni   volere -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Verona). Grice: “Not everybody knows his zamboni.” There’s Giorgio Zamboni, but this entry is about Giovanni Zamboni. Essential Italian philosopher. Filosofo. Opere: “Spencer:  commemorazione e polemica” (tip. Garagnani, Bologna), “La filosofia neo-scolastica secondo un positivista” (Tip. vescovile G. Marchiori,Verona), “Il valore scientifico del positivismo di Ardigò e della sua “conversione” (Verona), “La dottrina morale e la psicologia del volere nel testo di etica di un discepolo dell’Ardigò” (Società Editrice Veronese, Verona), “La gnoseologia dell’atto come fondamento della filosofia dell’essere: saggio di interpretazione sistematica delle dottrine gnoseologiche di Aquino” (Milano), “Gnoseologia” (Soc. Ed. Vita e Pensiero, Tip. S. Giuseppe, Milano); “L' origine delle idee: saggio analitico introspettivo, proposto alla riflessione personale” (Società editrice veronese, Verona); “Sistema di gnoseologia e di morale: basi teoretiche per esegesi e critica dei classici della filosofia moderna” (Editrice Studium, Roma); “Studi esegetici, critici, comparativi sulla critica della ragione pura” (La tipografica veronese, Verona); “Metafisica e gnoseologia” (La Tipografica Veronese, Verona); “Il realismo critico della gnoseologia pura. Risposta al «Caso Zamboni» (P. A. Gemelli, Mons. F. Olgiati eA. Rossi), Verona), “Realismo, Metafisica, Personalità: Rilievi, Note, Discussioni” (La Tipografica Veronese, Verona); “La persona umana: soggetto auto-cosciente nell’esperienza integrale. Termine della gnoseologia. Base della metafisica” (Verona, Giulietti G., Vita e pensiero, Milano); “Precisazioni e complementi ai testi scolastici. La Religione naturale e l’essenza della religione Cristiana” (La tipografica veronese, Verona); “La «filosofia dell’esperienza immediata, elementare, integrale» per la completa auto-consapevolezza dello spirito umano” (La Tipografica Veronese, Verona); “Itinerario filosofico dalla propria coscienza all’esistenza di Dio” (La Tipografica Veronese, Verona. Teodicea, Rodella A., Vita veronese, Verona, “La dottrina della coscienza immediate: struttura funzionale della psiche umana è la scienza positiva fondamentale” (La tipografica veronese, Verona); “Dizionario filosofico” (Vita e Pensiero, Milano); “Idee e giudizi, Marcolungo F.L., IPL,Milano, “L’io e le nozioni sopra-sensibili (IPL, Milano); “Corso di gnoseologia pura elementare: Spazio, tempo, percezione intellettiva” (IPL, Milano); “Corso di gnoseologia pura elementare, Idee e giudizi; IPL, Milano,  Corso di gnoseologia pura elementare”; “Autobiografia di una personalità integrale” (Serio De Guidi, Archivio storico Curia diocesana, Verona, Studi sulla Critica della ragione pura; QuiEdit,Verona,. Sistema di gnoseologia e di morale; QuiEdit, Verona. Giuseppe Zamboni. Zamboni. Keywords: psicologia del volere, volere, l’io, sopra-sensibile, volere, volizione, volitum – the will -- Refs.: H. P. Grice, “Gnoseologia,” The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, Bancroft, University of California, Berkeley. Luigi Speranza, “Grice e Zamboni, L’io,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #zamboni https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4626165357395423 #griceezamboni https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702446696/in/photolist-2mLLy7L-2mLLy5M-2mLLy6P-2mLR76M-2mLR76G-2mLN1iP-2mLLy6Z-2mLN1iZ-2mLR773-2mLLy6U-2mLN1io-2mLGsSr-2mLQ1Vx-2mLN1jL-2mLR78a-2mLGsSM-2mLR76X-2mLN1iU-2mLR78A-2mLR77d-2mKSbnL-2mKNFqA-2mKNG6U-2mKSb99

 

Grice e Zanini – simpatia conversazionale -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Legnano) Essential Italian philosopher. Grice: “If Zanini likes Smith for his ‘etica della simpatia,’ I happen to prefer Englishman Butler, and his sermons on self-love and benevolence!” -- Grice: “There are some resemblances between what Zanini intelligently calls “the rhetorics, sic in plural, of truth, and my idea of theoretical argument as a sort of deep-down practical argument.” Filosofo. Adelino Zanini. Laureato in filosofia a Padova con Curi, Zanini è stato borsista presso la Fondazione L. Einaudi di Torino, ove ha studiato con Lombardini. È professore di Filosofia presso l'Università delle Marche. I suoi studi sono indirizzati, in particolare, al rapporto tra pensiero politico e scienza economica. È tra i principali interpreti di Adam Smith e di Schumpeter.  Opere principali: “Filosofie del soggetto: soggettività e costituzione” (Ila Palma, Palermo), “Keynes: una provocazione metodologica” (Bertani, Verona); “Schumpeter impolitico” (Istituto della Enciclopedia ItalianaTreccani, Roma), “Il moderno come residuo: dieci lemmi” (Pellicani, Roma); “Genesi imperfetta. Il governo delle passioni in Adam Smith, Giappichelli, Torino, Modernità e nomadismo, Calusca, Padova; Adam Smith. Economia, morale, diritto, B. Mondadori, Milano (II edizione, Liberilibri, Macerata, ). Macchine di pensiero. Schumpeter, Keynes, Marx, Ombre corte, Verona; oseph A. Schumpeter, B. Mondadori, Milano, Lessico postfordista, (cura con U. Fadini), Feltrinelli, Milano Retoriche della verità. Stupore ed evento, Mimesis Edizioni, Milano Filosofia economica. Fondamenti economici e categorie politiche, Bollati-Boringhieri, Torino; L'ordine del discorso economico. Linguaggio delle ricchezze e pratiche di governo, Ombre corte, Verona. Principi e forme delle scienze sociali. Cinque studi su Schumpeter, Il Mulino, Bologna, A. Negri, Una traccia per gli anni settanta, “Belfagor”, E. Garin, “L'etica della simpatia” -- “L'indice”, A. Salanti, L'economia politica come critica della società (capitalistica): note sparse Filosofia Economia. Fondamenti economici e categorie politiche, “Quaderni del Dipartimento di Ingegneria gestionale”,  Università degli studi di Bergamo. S. Caruso, Alla ricerca della filosofia economica, “Storia del pensiero economico”,  Fumagalli, Sfera politica e sfera economica: un difficile rapporto. A proposito di "Filosofia economica"  “Economia politica.” MLOL, Horizons Unlimited srl. Registrazioni, su RadioRadicale, Radio Radicale. univpm. Sito web italiano per la filosofia, su swif.uniba.  Intervista su J.A. Schumpeter. Video Mediaset, su video.mediaset. Legnago. Adelfino Zanini.  Zanini. Keyword: etica della simpatia, simpatia, empatia, impassibile, non passibile, impatetico, impassionato, compassione --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice and Zanini: the rhetorics of truth,” The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia; H. P. Grice, “Zanini,” The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, University of California, Berkeley.  #zanini https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4627107803967845 #griceezanini https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702448521/in/photolist-2mLLyDT-2mLLyEe-2mLGtqF-2mLLyE4

Grice e Zanotti – forza viva – filosofia italiana – Luigi Speranza (Bologna). Filosofo. Opere: “Della forza dei corpi che chiamiamo [forza] viva”,  “Filosofia morale”; “De viribus centralibus” Bononiae, Lelio dalla Volpe; “Ragionamento sopra la filosofia”; “Paradossi”; “Epistolario.” Keywords: forza viva. Refs.: H. P. Grice, “Zanotti and me,” The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California, Berkeley. Luigi Speranza, “Grice e Zanotti: la forza viva,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.  #zanotti https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4576818618996764 #griceezanotti https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703338630/in/photolist-2mLLzcS-2mLGu2L-2mLR8fW-2mLGu2F-2mKNzsy-2mKS5aL

Grice e Zimara – i parepatetici -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Galatina). Essential Italian philosopher. Grice: “Zimara is a testimony that Aristotle is popular without Oxford!” Filosofo. Marcantonio o Marco Antonio Zimara o Zimarra (San Pietro in Galatina). Si  laurea a Padova e vi insegnò. Sindaco di Galatina,  Zamara si recò a Napoli per difendere la città dai soprusi dei Duchi Castriota. Insegna filosofia a Salerno con la stesura di una guida alle opere di Aristotele. Cura la pubblicazione di alcune opere di Alberto Magno e  di Giovanni di Jandun   Dizionario di filosofia. Delio Cantimori in Enciclopedia Italiana. Opere: “Questio de primo cognito” -- Papie, Iacob de Burgofranco impresse, Studi  Galatinesi illustri, Guida Biografica, Tor Graf Galatina, Galatina. Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Marcantonio Zima Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Grice: “It’s amazing how much Zimara loved Aristotle, at least for those who don’t love him that much!” Zimara. Keywords: Aristotle. Refs.: H. P. Grice, The Grice Papers, BANC MSS 90/135c -- Luigi Speranza, “Grice e Zimara: Aristotle within and without Oxford,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.  #zimara https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4597521526926473 #griceezimara https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701653932/in/photolist-2mLQ3qX-2mLQ3r8-2mLGusq-2mLLzBj-2mKT8uf-2mKHb1p

Grice e Zini – iustum quia iussum -- filosofia italiana – Luigi Speranza  (Firenze). Flosofo. Grice: “Like me, Zini has been interested in the Graeco-Roman concept of ‘ius.’” -- Opere: “Proprietà individuale o proprietà collettiva?” (Torino, Fratelli Bocca), “Il pentimento e la morale ascetica” (Torino, Bocca), “Giustizia: storia d'una idea” – cfr. Grice on ‘justice’ in Thrasymachus – (Torino, F.lli Bocca), -- cf. Grice, “Justice in Plato’s Republic,” “Social justice,” The Grice Papers), “La morale al bivio” (Torino, Fratelli Bocca), “La doppia maschera dell'universo: filosofia del tempo e dello spazio” (Torino, Fratelli Bocca); “Il congresso dei morti,” Roma, Libreria editrice del Partito comunista d'Italia, ed. con introduzione di Giancarlo Bergami e prefazione di Nerio Nesi, Calabritto, Mattia&Fortunato; Poesia e verità, Milano, Corbaccio, I fratelli nemici: dialoghi e miti moderni, Torino, Einaudi; La tragedia del proletariato in Italia: diario, Prefazione di Giancarlo Bergami, Milano, Feltrinelli; Appunti di vita torinese, Firenze, Olschki  Pagine di vita torinese: note del diario, Torino, Centro studi piemontesi. Grice enjoyed Zini’s approach. “Zini’s philosophy on justice is divided into six parts. The first is ‘the real and the ideal” (‘il relae e l’ideale”); the second is “la giustizia come idea ed emozione” (fairness as idea and as emotion), the third is “I frutti del lavoro e la loro distribuzione scondo giustizia” (The fruits of labour and their distribution according to fairness”); the fourth is “Libertà od egualiglianza” -- Grice: “Note the ‘od,’ which need not be exclusive” --; the fifth is “Analissi del merito,” an analysis of merit, and the last is “La pena riparatrice,” literally the pain that repairs, the punishment that teaches.”Grice: “In liberty or freedom versus equality, Zini approaches the Roman attitude, rather brusque to those who strike an Anglo-Saxon attitude!” – Keyowords: ius, iustum quia iussum. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Zini”; H. P. Grice, “Justice from Plato to Zini: the history of an idea, alla Berlin,” Luigi Speranza, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia, The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California, Berkeley. #zini https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4583446701667289 #griceezini https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702737133/in/photolist-2mLQ41j-2mLGv3P-2mLLAb5-2mLN3si-2mLN3rw-2mLR9dh-2mLGv4a-2mLGv33-2mLQ41K-2mLGv2B-2mLLAaU-2mLGv3o-2mKPXEp-2mKT81u-2mKGAXq

Grice e Zolla – filosofia italiana – Luigi Speranza (Venezia).Essential Italian philosopher. Filosofo italiano. Saggi: “Etica e estetica” (Spaziani, Torino), “Eclissi dell'intellettuale” (Bompiani, Milano), “Volgarità e dolore” (Bompiani, Milano), “Le origini del trascendentalismo” (Edizioni di Storia e Letteratura, Roma), “Storia del fantasticare” (Bompiani, Milano), “Le potenze dell'anima: morfologia dello spirito nella storia della cultura, anatomia dell'uomo spirituale (cf. Grice, “the power structure of the soul”) (Bompiani, Milano), “I letterati e lo sciamano” (Bompiani, Milano), “Che cos'è la tradizione?” (Bompiani, Milano), “Le meraviglie della natura: introduzione all'alchimia” (Bompiani, Milano, Archetipi, Marsilio, Venezia), “L'androgino: l'umana nostalgia dell'interezza” (Red, Como), “Incontro con l'androgino: l'esperienza della completezza sessuale” (Como Aure: i luoghi e i riti, Marsilio, Venezia), “L'amante invisibile: l'erotica sciamanica nelle religioni, nella letteratura e nella legittimazione politica” (Marsilio, Venezia), “Il sincretismo” (Guida, Napoli), “Verità segrete esposte in evidenza: sincretismo e fantasia, contemplazione e esotericità” (Marsilio, Venezia), “Tre discorsi metafisici” (Guida, Napoli), “Uscite dal mondo” (Adelphi, Milano), La luce. La ricerca del sacro, Tallone, Alpignano Ioan Petru Culianu, Tallone, Alpignano Lo stupore infantile, Adelphi, Milano Le tre vie, Adelphi, Milano Un destino itinerante: conversazioni tra Oriente e Occidente con Doriano Fasoli, Marsilio, Venezia La nube del telaio: Ragione e irrazionalità tra Oriente e Occidente, Arnoldo Mondadori Editore, Milano La filosofia perenne. L'incontro fra le tradizioni d'Oriente e d'Occidente, Mondadori, Milano Catabasi e Anastasi, Tallone, Alpignano Discesa all'Ade e resurrezione, Adelphi, Milano Minuetto all'inferno, Einaudi, Torino Cecilia o la disattenzione, Garzanti, Milano I moralisti moderni, Garzanti, Milano (con Alberto Moravia) Saggi, Bompiani, Milano La psicanalisi, Garzanti, Milano Emily Dickinson, Selected Poems and Letters, Mursia, Milano Il Marchese de Sade, Le opere. Scelte e presentate da Zolla, Longanesi & C., Milano I mistici, Garzanti, Milano Herman Melville, Clarel, Einaudi, Torino; nuova ed. Adelphi, Milano Nathaniel Hawthorne, Settimio Felton o l'elisir di lunga vita, Neri Pozza, Vicenza; poi Garzanti, Milano Il superuomo e i suoi simboli nelle letterature moderne, La Nuova Italia, Firenze Pavel Florenskij, Le porte regali. Saggio sull'icona, Adelphi, Milano Novecento: Lucarini, Roma L'esotismo nella letteratura, La Nuova Italia L'esotismo nelle letterature moderne, Liguori, Napoli Il dio dell'ebbrezza: antologia dei moderni dionisiaci, Einaudi, Torino Conoscenza religiosa, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma Gli arcani del potere: elzeviri, Rizzoli, Milano, Gli usi dell'immaginazione e il declino dell’Occidente, A.I.R.E.Z., Montepulciano Filosofia perenne e mente naturale, Venezia Il serpente di bronzo. Scritti antesignani di critica sociale, Venezia Civiltà indigene, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma Archetipi. Aure. Verità segrete. Dioniso errante. Tutto ciò che conosciamo ignorandolo, Marsilio, Venezia  (contiene Archetipi, Aure e Verità segrete esposte in evidenza, e l'introduzione all'antologia Il dio dell'ebbrezza) Le tre vie. Soluzioni sovrumane, Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia. Zolla. Keywords: fantasticare. Refs.: H. P. Grice, The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California, Berkeley  #zolla https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4615547105123915 #griceezolla https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701657667/in/photolist-2mLN3Yo-2mLN3Yd-2mLLAFU-2mLLAFZ-2mLGvyP-2mLR9J2-2mLR9J7-2mKT6He-2mKPWH9-2mKS46g

Grice e Zorzi – l’armonia del mondo -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Venezia). Essential Italian philosopher. Grice: “For some reason, in the Veneto area, they cannot pronounce the /dg/, which becomes /z/ as everyone who is familiar with Giorgone – as in Quine’s infamous example -- would know!”. Filosofo. Opere: “L'armonia del mondo” (S. Campanini, "Il Pensiero Occidentale", Bompiani, Milano), “De harmonia mundi,” pref. C. Vasoli (Lavis-Firenze, La Finestra editrice-Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), “L'Elegant: Poema e Commento sopra il Poema, J.-F. Maillard, Arché Edidit, Milano Paris. S. Onda, “Le vicende costruttive della chiesa e del convento”, “Il progetto di Jacopo Sansovino e il «memoriale» di Zorzi” “Le teorie ermetiche di Zorzi,” in “La chiesa di San Francesco della Vigna e il convento dei Frati Minori” (Venezia, edizione a cura della Parrocchia di San Francesco della Vigna), S. Campanini, “Le fonti ebraiche del ‘De Harmonia mundi’ di Zorzi, in «Annali di Ca' Foscari»; S. Campanini, “La struttura simbolica del ‘De Harmonia mundi’ di Zorzi, in «Materia Giudaica». Alfonso Vesentini Argento. “Il cardinale e l'architetto: Aleandro e il rinascimento adriatico veneziano” (Apostrofo edizioni-Pieve San Giacomo-Cremona). Grice: “Zorzi is interesting as proof that in Italy they take the Hebrew language seriously! They call it a classic, even! I wish I had learned some all those years I borded at Clifton!” – Zorzi. Keywords: armonia conversazionale. Refs.: H. P. Grice, The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California, Berkeley, Luigi Speranza, “Grice e Zorzi: l’armonia del mondo,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. Grice e Zorzi Grice e Zorzi #zorzi https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4597460416932584 *https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691790628/in/photolist-nfCbJd-2mKPWrs-2mKNDfF-nfj51y

Grice e Zucca – un filosofo di un filosofo -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Villaurbana). Filosofo. Grice: “I like his surname. Mine means ‘pig.’ His means ‘pumpkin’!” Saggi: “L'uomo e l'infinito” (Imola, Tipografia sociale), “Il lamento del genio: parodia” (Sassari, Gallizzi), “Dopo il dolore: canto (Chiari, Rivetti), “Il grande enigma” (Modena, Formiggini), “Le lotte dell'individuo” (“Rivista di Filosofia”, Modena, Formiggini), “Essere e non essere” (“Rivista di Filosofia”; Roma, Formiggini), “Pensieri” (“Rivista sarda”), “Leggenda e realtà” (“Rivista sarda”), “Ardigò e il vescovo di Mantova: un'intervista nel sogno” (“Rivista sarda,” Roma, Ferri), “Un filosofo di un filosofo” (“Mediterranea”), “I rapporti fra l'individuo e l'universo” (Padova, Cedam). Antioco Zucca. Zucca. Keywords: un filosofo di un filosofo. Refs.: Luigi Speranza, “Un filosofo di un filosofo: Grice e Zucca,” -- H. P. Grice, The Grice Papers, BANC, MSS The Bancroft Library, The University of California, Berkeley. Luigi Speranza, The Swimming-Pool Library, for the Anglo-Italian Club, Villa Speranza, Liguria. Grice e Zucca #Zucca https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4572810639397562 *https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702459231/in/photolist-2mLGwFP-2mLLBQT-2mLGwFD-2mLQ5F8-2mLN587-2mKT6qL-2mKT6cK-CJiGU5-BLCQcz-C91qtA-BRssY3-Cbik8t-BRstt1-BK57Zz-BYzvBt-Bq3dFH-skZFyK-hSTpSd

Grice e Zubiena – corpi e corpi -- filosofia fascista – filosofia italiana – Luigi Speranza (Torino). Grice: “Perhaps without knowing, Zubiena has explored a crucial concept in Greco-Roman philosophy, that of ‘daimone,’ – ‘il demoniaco,’ as Zubiena calls it, focusing on its iconography. Grice: “I would call him the Italian G. W. H. Parkinson: like G. Parkinson, Zubiena edits a volume on ‘semantics.’ And I would also call him the Italiaan A. G. N. Flew: like Flew, Zubiena edits a volume on “Language and philosophy.”” Filosofo. Insegna a Roma. Fonda l'Archivio di Filosofia e organizza i "Colloqui Castelli.” Grice: “Zubiena should have called these colloquia the Zubiena colloquia” -- incontri che riuniscono filosofi per discutere temi diversi. Vicino all'esistenzialismo, Zubiena, partendo da una posizione spiritualista, si caratterizza per uno stile filosofico dal tratto autobiografico. Si interessa di temi legati al rapporto tra ragione, arte e religione; e introdusce il dibattito sulla demitizzazione. In Zubiena convergono suggestioni tratte da Agostino, Kierkegaard, Šestov, Heidegger, in una ricerca volta a delineare una teologia della storia sulla base della considerazione del tema del peccato originale. Nei Colloqui “Zubiena” convennero personalità di rilievo della scena filosofica religiosa, teologica, ontologica, fenomenologica ed ermeneutica. Vi fecero la loro comparsa Gouhier, Breton, Brun, Bruaire, Tilliette, Lacan, Ricœur, Lévinas, Ellul, Argan, Starobinski, Benveniste, Eco, Scholem, Vahanian, Giannini. Ha preso il suo posto, come organizzatore dei Colloqui e direttore dell'Archivio di Filosofia, Olivetti. Panikkar e suo grande amico e collaboratore. Saggi: “Il tempo esaurito” (Bussola, Roma), “I presupposti di una teologia della storia” (Cedam, Padova), “Il demoniaco” (Electa, Milano), “Pensieri e giornate” (Cedam, Padova), “Simboli e immagini” (Rinascimento, Roma), “Il tempo invertebrate” (Cedam, Padova), “I paradossi del senso commune” (Cedam, Padova), “La critica della demitizzazione” (Cedam, Padova), “Il tempo inqualificabile” (Cedam, Padova) “Diari” (Cedam, Biblioteca dell'Archivio di Filosofia, Padova). Olivetti, La filosofia cristiana (Città Nuova, Roma); Prini, “L'esistenzialismo teologico”, La filosofia cattolica italiana del Novecento” (Laterza, Roma). Enciclopedia Treccani  Sapienza Roma, su archivio.uniroma1, Filosofia della religione esistenzialismo teologia razionale  Istituzioni collegate, su filosofia.uni roma1. Archivio di filosofia, su libra web.net. Sichirollo, “Castelli Gattinara di Zubiena, Enrico”, Enciclopedia Italiana, Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Episcopale Italiana. O di Enrico Castelli. Enrico Castelli. Enrico Castelli Gattinara di Zubiena. Zubiena. Keywords: symbolica; parabolica; diabolica; lo individuo e il stato, la corporazione. Refs.: Luigi Speranza: “Grice, Flew, Parkinson, and Zubiena,” Luigi Speranza, “Grice e Zubiena: implicature demoniache” -- The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria. Grice e Zubiena #Zubiena https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4795725827106041 * https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701268687/in/photolist-2mLGyqv-2mLJBAD-2mLN3xV-2mLEwLN-2mLEvWg-2mLN4xk-2mLJzAr-2mFYSKW-2mFTkXC/