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Monday, January 3, 2022

GRICE ITALICVS XXI/XXII

 

 

Grice e Porta – implicatura magica – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Nacque dall'attrice Antonella Della Porta, di origine milanese, interprete di noti sceneggiati Rai (da Sheridan, a Davide Copperfield, a Maigret) e dal baritono Arturo La Porta, di famiglia pugliese (sul Gargano), diretto da Von Karajan e in grandi compagnie con Maria Callas, Beniamino Gigli, Tito Gobbi, Giuseppe Di Stefano, Giulietta Simionato, Renata Tebaldi, al cinema (La signora dalle camelie, Casa Ricordi) e in tv (Andrea Chénier di M. Landi, La traviata di M. Lanfranchi).  Laureatosi in Filosofia negli anni settanta con il massimo dei voti, ha incominciato a interessarsi a Giordano Bruno, curando e traducendo alcune opere del filosofo di Nola, il De umbris idearum  e il Cantus Circaeus, riprendendo poi le tematiche con il libro Giordano Bruno. Il nolese di ghiaccio pubblicato da Bompiani.  Per anni in Rai, ha incominciato la sua lunga carriera nel servizio pubblico,  prima come programmista, poi, tra gli altri incarichi, come conduttore, giornalista professionista, editorialista del Radiocorriere TV, vice caporedattore del TGR Lazio, caporedattore del DSE RAI ("Dipartimento Scuola Educazione", l'attuale struttura RAI Cultura).  -- è nominato direttore di Rai 2, incarico che ha ricoperto per un anno e mezzo ed è diventato il primo direttore di Rai Notte, la struttura che curava il palinsesto notturno di Rai 1, Rai 2 e Rai 3, apparendo spesso anche in video come conduttore di trasmissioni culturali. Essendone stato ininterrottamente direttore, è stato il più longevo dirigente della storia della televisione pubblica italiana.  È stato solido il suo sodalizio umano e professionale con Pino Gagliardi. Ha condotto, accanto allo scrittore Giuseppe Carlotti, il programma televisivo Rai Ti presento Sophia, interamente dedicato alla storia della filosofia. La coppia La Porta Carlotti si è riunita per una nuova edizione del programma, sempre circondata da un numero pari di persone. Tra gli altri libri pubblicati, La Magia, Coincidenze miracolose, Storia della magia,e la trilogia di A come anima, A come amore e C come cuore.  --  è uscito Dizionario dell'inconscio e della magia, pubblicato per Sperling & Kupfer. Il suo saggio, “Tu chiamale se vuoi coincidenze” è stato pubblicato nel  da La Lepre Edizioni.  Va in pensione e lascia la Rai, per passare al circuito televisivo Cinquestelle, dove ha condotto, insieme con Egidio Senatore, il programma Come State?, una diretta di 4 ore, che affrontava tematiche sociali con la partecipazione, senza filtro, delle telefonate del pubblico; in questo contesto hanno partecipato figure autorevoli come l'allora presidente dell'INPS Antonio Mastrapasqua e l'allora presidente dell'Agcom Corrado Calabrò. Dal 2 giugno  al dicembre  è stato direttore di EcoRadio, per la quale ha condotto, sempre insieme a Egidio Senatore, la rubrica letteraria La Grande Madre. Ha inoltre lavorato su EcoTv.  È stato ospite fisso del format radiofonico "News of the World" su Radio Manà Manà. Il 28 aprile  è stato insignito della cittadinanza onoraria dalla città di Boscoreale. Gesta per anni un blog su internet. Come autore, curatore, giornalista e conduttore radiotelevisivo si è occupato, principalmente, di tematiche culturali e sociali. Tra i suoi programmi Rai ricordiamo: “Scuola aperta” “Tra scuola e lavoro”  “Ricerca sul mito”  “Sulle orme degli antenati”  “Incontri nella notte, colloqui con gli scrittori contemporanei” “Segnali: appunti sui giovani d'oggi” "Incontri della notte" (Rai 1-DSE), "Immagini da leggere" (Rai 3), “Novecento: storia della letteratura italiana”; “Bellitalia”.Ha curato e condotto, per Rai 2, “Casablanca”, programma di aggiornamenti editoriali che, tuttora, vanta il massimo ascolto per una rubrica letteraria. Ha condotto lo spazio letterario della rubrica televisiva di Rai 2 “La Rete” ha curato e condotto “Parlato semplice” per oltre 300 puntate, e ha curato e condotto gli spazi storici della rubrica “Filo Rosso” di Gianni Bisiach per Rai 2-DSE.  Ha, inoltre, realizzato gli speciali televisivi “Bruno”, “Poe”, “Alla ricerca di Dracula” “Storia della Magia” ha curato e condotto gli spazi filosofici de “La stanza del principe”, curato e conduce le 22 puntate di “Storia della cavalleria”  e il “Prix Italia” .  Per il palinsesto di Rai Notte, è autore e conduttore di numerosi programmi, come “Anima Good News”, “Il mare di notte”, “Inconscio e Magia”, “Inconscio e MagiaPsiche”, l'unico programma televisivo RAI dedicato alla poesia, “Guarire insieme”. Spesso ospite, come opinionista, nelle rubriche letterarie e culturali di Rai 1.  Insegnamento Oltre alla produzione culturale televisiva, fin dagli anni ‘70 si è occupato di insegnamento, in particolare del rapporto tra la filosofia antica e psicologia junghiana, e, inoltre, del settore editoriale, come curatore ed editorialista di numerose riviste, come “Abstracta”, e come autore di più di 30 libri.  è stato invitato da François Châtelet a tenere corsi presso il Politecnico della Sorbona di Parigi sulla Magia e l'Arte della Memoria. -- è stato direttore della rivista “L'informatore Librario” per la casa editrice Lucarini; è stato direttore, per la RaiEriPantheon, della rivista “Anima Mundi”, con la collaborazione di James Hillman, A. Guggenbhul-Craig, F. Donfrancesco, C. Stroppa, ecc.--è stato invitato dall'Istituto di Cultura Italiana di New York per una serie di seminari.  --  è stato docente di filosofia antica a Siena, presso la cattedra di Cheli. Docente di Filosofia antica e Vicedirettore della Scuola di Psicoterapia Psicosintetica ed Ipnosi Ericksoniana “H. Bernheim” di Verona, vicedirettore della scuola di Psicanalisi di Mestre AEPSI e docente di Filosofia per IKOSIstituto di Comunicazione Olistica Sociale di Bari.  Era vicerettore onorario dell'Università L.U.de.S. di Lugano.  Riconoscimenti Premio “Arte e Spirito” per la televisione, conferito dalla Repubblica di San Marino nel ; Premio “Moncalieri” alla carriera nel ; Premio “La penna d'oro”, settore spettacolo,  Premio “Chianciano” per la critica radiotelevisiva; Premio giornalistico “Magarotto”; Premio letterario “Castiglioncello” “Cosentino” e “Cirò Marina” per il saggio su Bruno. Partecipat a una puntata del gioco Soliti ignoti Identità nascoste di Rai 1 ove dove essere riconosciuto tra altre 8 identità. Grande tifoso della Lazio. -- è stato imitato e parodiato da Guzzanti. Altre opere: Introduzione e cura di Filoteo Giordano Bruno di Nola, Il canto di Circe, Roma, Atanor, Introduzione e cura di Giordano Bruno, Ombre delle idee, Roma, Atanor,  Itinerari magici d'Italia. Una guida alternativa, II, Centro, Roma, Edizioni Mediterranee, I grandi del mistero, Firenze, Salani,  Storia della magia mediterranea, Roma, Atanor, Un'avventura nel Rinascimento, Milano, Fiore d'oro); “L'essenza dell'amore” (Roma, Atanor); Prefazione, Meyrink scrittore e iniziato, Roma, Basaia); “Morte di un bacio” (Roma, Lucarini); “I tarocchi di Bruno. Le carte della memoria” (Milano, Jaca Book); “Racconti di tenebra” (Roma, Newton Compton); “Bruno: tra magia e avventure, tra lotte e sortilegi la storia appassionante di un uomo che, ritenuto mago dai contemporanei, fu condannato per eresie dall'Inquisizione e arso vivo sul rogo, collaborazione alle ricerche di Anna Mirabile, Roma, Newton Compton, La battaglia della montagna bianca, Chieti, Solfanelli, Prefazione a R. Dalby e R. Pardoe , Fantasmi. Storie e altre storie sulle orme di M.R. James, Roma, Newton Compton, Prefazione a Poe, Tutti i racconti del mistero, dell'incubo e del terrore” (Roma, Newton Compton); “Misteri di pietra” (Roma, Grapperia); “Racconti per amore” (Roma, Lucarini); “Bruno: avventure di un pericoloso maestro di filosofia” (Milano, Bompiani); “Roma magica e misteriosa. Dalla sedia del diavolo ai fantasmi di villa Stuart, dalla cripta dei Cappuccini alla Porta Magica di piazza Vittorio: un viaggio affascinante nel cuore segreto della città eterna e dei suoi dintorni” (Roma, Newton Compton); “Tutti i racconti di Poe” (La Spezia, Melita); “Misteri. Quasi un manifesto della letteratura del mistero e del segreto” (Milano, Camunia);  Grandi castelli, grandi maghi, grandi roghi, Milano, Rizzoli, Storia della magia. Grandi castelli, grandi maghi, grandi roghi” (Milano, Bompiani); “Il ritorno della grande madre” (Milano, Il Saggiatore); “La magia” (Roma-Venezia, RAI-ERI-Marsilio); “Coincidenze miracolose” (Roma-Rimini, RAI-ERI-Idealibri, Donne magiche, Roma-Rimini, RAI-ERI-Idealibri, A come anima, Milano, Pratiche, Saggio in Valerio De Filippis, La quiete del Terrifico, Fasano, Schena, C come cuore. Pagine per lenire il mal d'amore, Milano, Pratiche,  Gabriele la Porta intervista Ettore Bernabei, Roma, Edizioni Eri, S come seduzione. Dizionario dell'eros e della sensualità, Milano, Il Saggiatore, P come passioni. Dizionario delle emozioni e dell'estasi, Milano, Tropea, Dizionario dell'inconscio e della magia, Milano, Sperling & Kupfer, Prefazione a Michele lo Foco, L'armonia del dolore, Roma, Pagine, .Prefazione a Dale Furutani, Agguato all'incrocio, Milano, Marcos y Marcos,  Tu chiamale se vuoi coincidenze. Quaranta storie realmente accadute, Roma, La lepre, Filmografia Il mistero di Dante, regia di Louis Nero.  Biografia di Gabriele La Porta, su Cinquantamila, EcoRadioGabriele La Porta nuovo direttore responsabile di Ecoradio: "Qui trovo libertà autentica", su ecoradio. Morto il conduttore Rai Gabriele La PortaTv, su Agenzia ANSA, Blog ufficiale, su gabrielelaporta.wordpress.com. Gabriele La Porta, su Internet Movie Database, IMDb.com.  La pagina facebook di Gabriele La Porta, su facebook.com. PredecessoreDirettore di Rai 2Successore Franco Iseppi Carlo Freccero. Gabriele La Porta. Porta. Keywords: implicatura magica -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Porta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738737449/in/datetaken/

 

Grice e Porta – implicatura fisionomica – filosofia italiana – Luigi Speranza (Vico Equense), filosofo. Grice: “He is the one with the funny illustrations of men and animals! The Italian way to comment on Aristotle!” -- Terzo figlio di Nardo Antonio e di una patrizia della famiglia Spadafora, ricevette le basi della sua formazione culturale in casa, dove si era soliti discutere di questioni scientifiche, e dimostrò immediatamente le sue notevoli innate capacità, che poté sviluppare attraverso gli studi grazie alle condizioni agiate della famiglia: il padre era infatti proprietario terriero e armatore di navi. Prima il padre e poi il fratello maggiore Gian Vincenzo ebbero a partire dal 1541 la carica di scrivano di mandamento.  La famiglia aveva una casa a Napoli a via Toledo (il palazzo Della Porta), una villa a Due Porte, nelle colline intorno a Napoli, e la "villa delle Pradelle" (Vico Equense). Tra i suoi maestri vi furono il classicista e alchimista Domenico Pizzimenti, e i filosofi e medici Donato Antonio Altomare e Giovanni Antonio Pisano. Pubblica la prima di varie edizioni del “Magiae Naturalis”. Pubblica un saggio di crittografia, il “De Furtivis Literarum Notis”, nel quale descrive un esempio di sostituzione poli-grafica cifrata con accenni al concetto di sostituzione poli-alfabetica. Per questo è ritenuto il maggiore crittografo italiano. Quando già la sua fama e consolidata, presenta il suo saggio sulla crittografia a Filippo II e viaggia in Italia. Ha un saggio sull'Arte del ricordare, ripubblicato poi nell'originario latino. Fondato intanto i segrettari, l'Academia Secretorum Naturae, Accademia dei Segreti, per appartenere alla quale e necessario dimostrare di effettuare una scoperta. L'accento viene tuttavia posto più sul meraviglioso che sul metodo scientifico. Conosciute già durante il Medioevo, le raccolte di segreti costituivano un vero e proprio genere letterario che aveva incontrato una straordinaria fortuna con l'avvento della stampa a caratteri mobili. Per segreti si intendevano conoscenze arcane, ma anche ricette, preparazione di farmaci e pozioni dagli effetti straordinari, riguardanti argomenti di medicina, chimica, metallurgia, cosmesi, agricoltura, caccia, ottica, costruzione di macchine, ecc. Colui che insegnava a padroneggiarli era chiamato professore di segreti. L'Accademia fu però sospettata di occuparsi di temi riguardanti la magia e l'occultismo, sicché DPorta e indagato dall'Inquisizione e l'Accademia fu chiusa per ordine papale. A Porta e tuttavia concesso di continuare gli studi di scienze naturali. Ospitato a Roma e quindi a Venezia e a Ferrara da  Luigi d'Este.  Pubblica il saggio “Pomarium” sulla coltivazione degli alberi da frutta e un Olivetum, entrambi inclusi nella sua enciclopedia sull'agricoltura. Pubblica presso l'editore J. Cacchi di Vico Equense il saggio “De humana physiognomonia” sulla fisiognomica, dedicato al cardinale Luigi d'Este. Presso l'editore Tarquinio Longo di Napoli pubblica la seconda edizione allargata a 6 libri con ampio rimaneggiamento della materia. Ritiene che l'animo non è impassibile rispetto ai moti del corpo e, così come il corpo, si corrompe per le passioni. Studia con attenzione i segni delle mani dei criminali, convinto che tali segni non siano frutto del caso ma importanti indizi per comprendere appieno il carattere dell’uomino. La sua Phytognomonica evidenzia l'analogia tra piante e animali. Stimolato dai contatti con alcuni alchimisti pubblica “Phytognomonica”, poderoso saggio sulle proprietà dei vegetali messe in analogia con le varie parti del corpo umano, basato sull'antica dottrina delle segnature. L'opera, corredata da tavole illustrate, estende il concetto di “fisio-gnomica” alle piante, in greco pyhtos, + gnome «opinione, sentenza» = fitognomica) -- elencandole a seconda della loro localizzazione geografica.  In esso ravvisa collegamenti occulti tra la morfologia delle piante e quella dei minerali, degli uomini, e persino, indirettamente, degli astri e dei pianeti dell'astrologia, in una sorta di zoo-morfismo. Fu affascinato ed entusiasta per il gran Paracelso e per i suoi dottissimi seguaci perché la spagiria produce al mondo rimedi non mai più per l'addietro caduti negli umani intelletti. Onde da solleciti investigatori de' secreti della natura applicati a morbi, hanno ritrovati soblimi ed infiniti rimedi, onde la medicina, così gran tempo ristretta negli angusti suoi termini, or, allargando fuori, ha ripieno il mondo de' suoi meravigliosi stupori. La sua villa e frequentata da Campanella e rinnova in un nuovo soggiorno a Venezia l'amicizia con Sarpi e conosce anche Bruno. Per ordine dell'inquisitore veneziano doverichiedere il permesso per le sue pubblicazioni a Roma. Si incontra a Padova con Sarpi e con Galileo. Iincontra i Cesi ed e nvitato a Praga da Rodolfo II, al quale dedica il saggio sulla “Taumatologia”. Scrive ancora saggi di ottica (“De refractione optices"), di agricoltura (“Villae”), di astronomia (“Coelestis physiognomoniae”), di idraulica e matematica (“Pneumaticorum”), di arte militare (“De munitione”), di meteorologia (“De aeris transmutationibus”) di chimica (“De distillatione”) e sulla lettura della mano (“Chirofisonomia). È nel campo dell'ottica che esercita notevoli contributi, indagando dal punto di vista matematico le proprietà degli specchi concavi e convessi, conducendo un minuzioso studio delle lenti su basi matematiche e descrivendo la costruzione di ingenti apparecchi ottici, tra cui la camera oscura ed il telescopio. Intraprese inoltre studi di chimica pratica che includono la fabbricazione di smalti, di polveri da sparo e di cosmetici. Anche se la sua chimica non è originale dal punto di vista teorico, i numerosi esperimenti che ci descrive indicano un’attitudine che lo pone fra i principali chimici dell’epoca. I suoi studi medici sono caratterizzati principalmente dalla ricerca di farmaci dagli effetti eccezionali, utili ad esempio per la memoria, per produrre sogni piacevoli o incubi, rimedi contro l’impotenza e la sterilità. E nvitato a far parte dei Lincei.  Rivendica senza troppa convinzione una paternità sull'invenzione del telescopio, resa nota da Galilei, anch'egli membro dell'Accademia. Fa parte anche di un circolo dedicato alla letteratura dialettale napoletana (Schirchiate de lo Mandracchio e 'Mprovesante de lo Cerriglio), e gl’oziosi,. Raccogge esemplari rari del mondo naturale e coltiva piante esotiche. Il suo museo e visitato dai viaggiatori e fu uno dei primi esempi di museo di storia naturale, ispirando Kircher a radunare una simile collezione a Roma. Anche il fratello raccolta una collezione di saggi, marmi e statue, mentre l'altro fratello lascia una collezione di cristalli ed esemplari geologici. Fu anche commediografo e scrisse 14 commedie in prosa, una tragi-commedia, una tragedia e un dramma liturgico, che divenneno fonte di numerosi saggi. Sei saggi di lui sono presenti nella biblioteca di Sir Thomas Browne. Altre opere: “Magiae naturalis sive de miraculis rerum naturalium”; “De humana physiognomonia, Vico Equense, G. Cacchi, Phytognomonica, Napoli, Orazio Salviani, Pneumaticorum libri tres, Napoli, Giovanni G. Carlino); “De distillatione” (Roma, Camerale); “Della chirofisonomia” (Napoli, Bulifon); “Le commedie” (V. Spampanato, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza); “Humana Physio-gnomonia, della Fisionomia dell'uomo”; A.  Paolella, Edizione Nazionale, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, “Ars reminiscendi”, R. Sirri, Edizione Nazionale delle opere, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane; Taumatologia, e Criptologia, R. Sirri, Edizione Nazionale, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, “De munitione”; R. De Vivo, Edizione Nazionale delle opere, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, . Giovanni Battista Della Porta, Claudii Ptolomaei Magnae Constructionis Liber primus, R. De Vivo, Edizione Nazionale, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, Il Teatro, R. Sirri, Edizione Nazionale delle opere, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, Giovanni Battista Della Porta, Coelestis Physiognomonia e, in appendice, Della Celeste Fisonomia, A. Paolella,  1Edizione Nazionale, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, De aeris transmutationibus, A. Paolella, Edizione Nazionale delle opere, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, Giovanni Battista Della Porta, Villae libri XII, Luigia Laserra e Gianni Antonio Palumbo, diretti da Francesco Tateo,  Edizione Nazionale delle opere di Giovan Battista della Porta, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane); “Elementorum Curvilineorum” (V. Cavagna e C. Leone, Edizione Nazionale (Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane), “Pneumaticorum” (Oreste Trabucco, Edizione Nazionale delle opere (Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane); “De ea naturalis physiognomoniae parte quae ad manum lineas spectat” (O. Trabucco, Edizione Nazionale delle opere, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane). Per questo fu accusato di plagio da Bellaso, che era stato il primo ad aver proposto questo tipo di cifratura dieci anni prima. U. Eco, R. Fedriga, Storia della filosofia: Dall'Umanesimo a Hegel, Laterza Edizioni Scolastiche, William Eamon, Il professore di segreti. Mistero, medicina e alchimia nell'Italia del Rinascimento, A. Paci, Carocci, .M.  Fumagalli, Semplicisti e Stillatori: l'arte degli Aromatari, Milano, SGS, .Gnome, su treccani.  L. Turinese, Zoomorfismo, fisiognomica e fitognomica: Porta antesignano della biotipologia in medicina,  ne Il Cenacolo alchemico, A. Paolella e G. Rispoli, Napoli, ed. Il Faro di Ippocrate, D. Verardi, La scienza e i segreti della natura a Napoli nel Rinascimento: La magia naturale” (Firenze); A. Paolella, Porta e la Spagiria, ne Il Cenacolo alchemico, A. Paolella e G. Rispoli, Napoli, ed. Il Faro di Ippocrate, A. Paolella, La presenza nel carteggio linceo, in "Bruniana & Campanelliana", V. Spampanato , Le commedie,  Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Fausto Nicolini, Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, giambattista-della-porta. C. Brentano, Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Saverio Ricci, Giovanni Battista Della Porta, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Giovan Battista Della Porta nell’Europa del suo tempo, Atti del Convegno di Vico Equense, M. Torrini, Napoli), P. Piccari (Milano, Angeleli); G. Giudice, “IIl mago dell'arcana sapienza” (Milano, Biblioteca di Via Senato); A. Paolella, “I Meteorologica di Telesio, Porta e Cartesio tra credenza e scienza,  Roma, in "Bollettino geofisico: rivista dell'Associazione geofisica italiana, A. Paolella, L’astrologia: la Coelestis Physiognomonia, Istituti Editoriali e Poligrafici, Pisa, in "Atti del Convegno L’Edizione nazionale del teatro e l’opera, Salerno M. Montanile, A. Paolella, Appunti di filologia dellaportiana, Istituto italiano per studi filosofici, Napoli, in "Atti del convegno di studi: Giambattista della Porta in Edizione Nazionale” R. Sirri,Alfonso Paolella , Giovan Battista della Porta nel IV centenario della morte, Piano di Sorrento, Atti del Convegno, Roma, Scienze e Lettere, M. Santoro, La "Mirabile" Natura. Magia e scienza (Napoli-Vico Equense) Atti del Convegno, Pisa-Roma, Serra, R. Vivo, Tecnica e scienza in Porta, Serra, Pisa-Roma, in "La "Mirabile" Natura. Atti del Convegno, Napoli-Vico Equense M. Santoro, U.  Eco, R. Fedriga, Storia della filosofia.  Dall'Umanesimo a Hegel, Laterza Edizioni Scolastiche,  Antoni Malet, Della Porta, Kepler, and the changing notion of optical Image, Serra, Pisa-Roma, "La "Mirabile" Natura. Atti del Convegno Internazionale", Napoli-Vico Equense, Marco Santoro, Accademia dei Segreti TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.gbdellaporta. Ioan. Baptista Porta neapolitano autore (Neapoli, apud Ioa. Mariam Scotum, De furtivis literarum notis, vulgò De ziferis, Io. Baptista Porta Neapolitano auctore (Neapoli, apud Ioan. Baptistam Subtilem, De furtivis literarum notis vulgo de ziferis, altero libro superaucti, et quamplurimis in locis locupletati. Porta, il mago dell'arcana Sapienza. Giovanni Battista Della Porta. Keywords: implicatura fisionomica -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Porta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738705704

 

Grice e Portaria – Eurialo e Niso, ovvero, dello spirito – filosofia italiana – Luigi Speranza (Todi). Filosofo. Grice: “I like Portaria, but then anyone with an interest in Anglo-Saxon ‘soul’ should! – if a philosopher, that is! Unlike Anglo-Saxon soul who God knews where it comes from, the Romans had spiritus, and animus anima, which is cognate with animos in Greek meaning ‘wind’ – so that leans towards a hylemorphic conception where the body (corpus) is what has the ‘materia’ and the ‘breath’ is the ‘forma’ --  Italian philosophers would ignore this – and more so now when Davidson is in vogue! – if it were not for Aligheri who has Portaria in “Paradiso” – there is indeed a serous philosophical confrontation between a Platonic and an Aristotelian conception of the soul as seen in the controversy between Aquino and Portaria! Portaria uses the same linguistic tools: ‘is spiritus’ synonym with ‘anima’? Or must we speak of ‘homonymy.’ And add ‘medium’ into the bargan! Portaria is less canonical than Aquino and should interest Oxonians much, oh so much, more!” – Unfortunately, he was from Todi and donated all his manuscripts to Todi, which many skip in their Grand tour – although it IS on the Tevere as any member of the “Canottiere del Tevere” will know!” -- Grice: “My name is Grice – Paul Grice – Matteo’s name is Matteo Bentivgna dei Signori d’Acquasparta e Portaria -- Appartenente all'Ordine francescano. Nacque da una delle grandi famiglie delle Terre Arnolfe, quella dei Bentivegna, feudatari di Acquasparta e Massa Martana, trasferitisi a Todi alla fine dell'XI secolo. Per alcuni era fratello del cardinale Bentivegna de' Bentivegni d'Acquasparta, Vescovo di Todi: altre ricerche mettono in dubbio il rapporto di parentela fra i due cardinali, ma l'uso da parte di entrambi del medesimo Stemma e predicato Nobiliare denunciano, per le ferree regole araldiche, l'appartenenza alla stessa famiglia. Lo stemma araldico è ancora oggi visibile nella tomba di Matteo d'Acquasparta, nel Castello di Massa Martana, e negli Annali di Todi. Entrò giovanissimo nell'ordine francescano e ben presto si dimostrò molto dotto soprattutto in teologia, ottenendo il compimento degli studi in due delle più grandi Università d'Europa: Parigi e Bologna. La sua fama raggiunse Roma e diventò dapprima lector Sacri Palatii, sostituendo John Peckham, (divenuto nel frattempo arcivescovo di Canterbury), e poi, nel 1287, ministro generale dell'ordine francescano.  Nei conflitti sulla povertà dell'Ordine, Matteo fu uno dei principali sostenitori della corrente maggioritaria dei Francescani (la cosiddetta Comunità, che si opponeva ai rigoristi del movimento degli Spirituali e difendeva un'interpretazione più blanda della Regola in materia di povertà), e approvò il possesso di beni in comune da parte dei frati. Dante lo nomina, biasimandolo, tramite le parole di San Bonaventura, nel Paradiso  in opposizione a Ubertino da Casale: ma non fia da Casal né d'Acquasparta, là onde vegnon tali alla scrittura, ch' uno la fugge, e l'altro la coarta. La sua lungimiranza e sagacia politica lo portarono ben presto a salire nella gerarchia ecclesiastica. Eletto al papato, con il nome di Niccolò IV, il francescano Girolamo Masci di Ascoli, religioso vicino alla grande famiglia romana dei Colonna, venne creato quasi subito cardinale prete con il titolo di San Lorenzo in Damaso. Al suo posto, il capitolo francescano del 1289 scelse come ministro generale Raymond de Gaufredi, uno Spirituale di primo piano che, nonostante appartenesse alla corrente avversaria rispetto a quella di Matteo d'Acquasparta, fu tuttavia eletto alla guida dell'Ordine, anche per le pressioni politiche della Casa d'Angiò, con la quale lo stesso Raymond aveva un rapporto personale molto stretto.  A partire dal suo ingresso nel collegio cardinalizio, Matteo cominciò ad accumulare gratificazioni e incarichi. Quando venne eletto al soglio pontificio l'eremita Pietro da Morrone, con il nome di Celestino V, Matteo continuò ad esercitare di fatto il generalato con molta astuzia politico-ecclesiastica.   Bonifacio VIII ritratto nella basilica di San Paolo fuori le mura  Monumento funebre di Matteo in Santa Maria in Aracoeli Dopo le dimissioni improvvise di Celestino V, divenne una pedina determinante nel conclave che porta all'elezione di Bonifacio VIII (al secolo Catani), del quale fu uno dei pochissimi amici fidati, e per il quale assunse incarichi di grande prestigio, e talora molto delicati, prima come responsabile della cosiddetta crociata contro i Colonna, poi come ambasciatore in Lombardia, Firenze e quindi in Romagna. Il papa lo invia a Firenze come legato apostolico, nel tentativo di pacificare le fazioni guelfe dei Cerchi e Donati, soprattutto quando giunse all'orecchio del pontefice la notizia che i Cerchi, più numerosi, si erano alleati con città ghibelline come Pisa e Arezzo.  Il cardinale arrivò in città a giugno, ma se ne ripartì presto perché le fazioni non gli conferirono alcuna delega per prendere decisioni. Recatosi a Lucca, quando i Donati fecero una congiura rientrando in Firenze alla spicciolata dall'esilio cui erano stati condannati (come disposto in modo equanime per i capi delle due fazioni, e per il quale esilio erano già partiti i Cerchi), marcia con un esercito di lucchesi su Firenze, palesando la sua volontà di favorire i guelfi neri. Bloccato alle porte del territorio fiorentino, arriva comunque in città, dove regna ormai il malcontento da entrambe le parti sulla sua figura. Una freccia fu lanciata verso la sua finestra nel palazzo vescovile, obbligandolo a traslocare per timore nel Palazzo dei Mozzi. I Signori della città, dispiaciuti per l'accaduto, gli offrirono spontaneamente un risarcimento pecuniario, ma eglidopo qualche perplessitàlo rifiutò. La scena, con il cardinale che guarda i soldi indeciso se prenderli o meno, è vividamente descritta da Compagni nella sua cronica, essendo egli stesso presente in quanto deputato alla consegna. I signori, per rimediare allo sdegno avea ricevuto, gli presentorono fiorini nuovi. E io gliel portai in una coppa d'ariento, e dissi. Messere, non li dísdegnate perché siano pochi, perché sanza i consigli palesi non si può dare più moneta". Rispose gli avea cari; e molto li guardò, e non li volle.»  (Subito dopo se ne andò dalla città. Fu vescovo di Porto e Santa Rufina e sub-decano del Sacro Collegio. Fedele fino all'ultimo a papa Caetani, morì a Roma e fu sepolto nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli, in un grandioso monumento funebre in stile gotico, ancora oggi visibile. Memorie storiche di Todi di L. Leoni. Alighieri, Divina Commedia, Paradiso XII, vv. 124-126, testo critico della Società dantesca, Milano Ulrico Hoepli, Per l'importante ruolo di Matteo d'Acquasparta durante il pontificato di Bonifacio VIII vedi Agostino Paravicini Bagliani, Bonifacio VIII, Torino, Einaudi,  RCS, Milano,  Per il sepolcro, che fu presumibilmente commissionato dai suoi confratelli, si veda: Giulia Barone, Matteo d'Acquasparta, Matteo D'Acquasparta in Dizionario Biografico Treccani  Agostino Paravicini Bagliani, Bonifacio VIII, Torino, Einaudi,RCS, Milano); Ordine francescano. Matteo d'Acquasparta  Matteo d'Acquasparta, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Matteo d'Acquasparta / Matteo d'Acquasparta (altra versione), in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Matteo d'Acquasparta, su sapere, De Agostini. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Matteo d’Acquasparta. Matteo Portaria d’Acquasparta. Portaria. Keywords: filosofi citati d’Alighieri nella Commedia (Par. XII, 124: ma non fia da Casal né d'Acquasparta, là onde vegnon tali alla scrittura, ch' uno la fugge, e l'altro la coarta.). Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Portaria” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738696969/in/datetaken/

 

Grice e Porzio – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Filosofo. Grice: “His name was plain “Porta,” but in Latin that was latinised as ‘portius,’ and then this vulgarized as ‘porzio’!” – But then who wants to be called “Door”?”  Dopo aver studiato a Pisa sotto la guida di Nifo, seguì il maestro all'Napoli, guadagnandosi stima e onori da parte degli intellettuali suoi concittadini. Scarsa in questi anni la sua produzione, limitata ai libelli sul celibato dei preti (“De celibate”), sull'eruzione del Monte Nuovo (De conflagratione agri puteolani) e sul miracoloso caso di digiuno di una ragazza tedesca (De puella germanica). Lascia però Napoli, richiamato a Pisa da parte del duca Cosimo I de' Medici che gli garante un alto stipendio e il ruolo di sopraordinario. Compose i suoi saggi principale, fra cui il trattato di etica “An homo bonus vel malus volens fiat” e in particolare il “De mente humana,” nel quale sostene la mortalità dell'anima secondo un'esegesi d’Aristotele. Proprio queste sue dottrine mortaliste, troppo facilmente accostate e sovrapposte a quelle sostenute da Pomponazzi nel “De immortalitate animae”, contribuirono a creare una falsa leggenda biografica affermatasi dopo la sua morte, secondo la quale egli sarebbe stato allievo e quindi semplice epigono di Peretto. In ogni caso, al di là di una innegabile tendenza materialista nella sua esegesi d’Aristotele, evidente anche nel suo saggio, il “De rerum naturalium principiis,” sua a produzione è caratterizzata anche da interessi teologici del tutto svincolati dalla filosofia peripatetica e che sono particolarmente evidenti nei due commenti al pater noster che probabilmente non estranei ai fermenti evangelici della riforma italiana. Torna a Napoli dove muore. E. Soldato in Il Contributo italiano alla storia del Pensiero Filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, D. Castelli, Il De conflagratione: la collazione delle tre edizioni, un volgarizzamento e il ms. Phill. dell´HRC di Austin, «Rinascimento meridionale», ITra aristotelismo, naturalismo e critica: Note in margine a Simone Porzio in Critica e ragione/Critique et raison, Atti del convegno internazionale organizzato dall'Napoli «L'Orientale», in collaborazione con l'IISF (Napoli) e l'Université de Bourgogne (Dijon), Napoli Lorenzo Bianchi e Alberto Postigliola, Napoli, Liguori , "De puella germanica": echi italiani di un dibattito europeo, in La donna nel Rinascimento meridionale, Atti del Convegno internazionale organizzato dall'Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento Meridionale, Roma, Marco Santoro, Pisa-Roma, F. Serra ,"De' sensi" e il "Del sentire":: due mss. ritrovati «Giornale critico della filosofia italiana»,L'"Epistola" sul Monte Nuovo e l'inedito volgarizzamento di Stefano Breventano, «Archivio Storico per le Province Napoletane», Un bilancio storiografico: il caso Simone Porzio, «Bruniana & Campanelliana», Tra ricerca empirica e osservazione scientifica: gli studi ittiologici di Simone Porzio, «Archives internationales d'histoire des sciences», "De puella germanica": l’"inedia" mirabile di una fanciulla tedesca, «Studi filosofici», «Pòrta (latinizz. Portius o Porcius, onde l'altro cognome con cui è noto, Pòrzio) Enciclopedie on line, sito "Treccani L'Enciclopedia italiana". Simone Porzio. Porzio. Keywords: implicatura.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Porzio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691202426/in/photolist-2mPwPqK-2mNaHiH-2mKLVA3-2mKNMDV-2mKCnei

 

Grice e Possenti – Romolo e Remo – radice dell’ordine civile – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. È stato professore a Venezia.  Dopo aver frequentato il liceo classico di Torino, si è laureato esercitando attività di ricerca nel campo delle microonde, e continuando a coltivare lo studio della filosofia, iniziato nel liceo e maturato negli anni universitari. Ha poi abbandonato quest'attività per dedicarsi direttamente alla ricerca filosofica, in un'epoca in cui se ne diagnosticava la fine, e l'intento di decostruirla era all'apogèo. Dopo anni presso il Rettorato dell'Università Cattolica, è stato ordinario a Venezia.  È membro fondatore dell'Institut International Jacques Maritain; membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e dei Aquinensi, e per numerosi anni del Comitato Nazionale di Bioetica. Ha fondato e diretto l'Annuario di filosofia. Seconda navigazione, e presso l'Venezia il Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Diritti Umani. Ha tenuto molti cicli di conferenze e seminari. Svolge intensa attività pubblicistica in campo filosofico su quotidiani nazionali. Negli anni della formazione liceale e universitaria è stato attratto dalla storia delle civiltà, ispirato da Vico e Toynbee; e dall'epistemologia della fisica e dalla logica della scienza (EinsteinBridgman). Nutrì allora l'idea einsteniana che le teorie filosofiche dovessero elevarsi su una schietta base scientifica, generalizzandola, e si interessò al conflitto tra religione e scienza imperniato sull'idea di un Assoluto personale/impersonale. Incontra l'istanza metafisica e umanista attraverso Maritain ed Aquino, intuendo le possibilità speculative e liberanti incluse metafisica dell'essere e nella rivelazione cristiana.  Tre sono gli ambiti primari della sua ricerca: metafisica, pensiero teoretico e ritorno al realismo; personalismo; filosofia politica. Studioso d’Aquino, del tomismo. Professoree della grande tradizione della filosofia dell'essere, orienta l'attenzione critica verso Nietzsche, Heidegger, Gentile, il neo-parmenidismo italiano, ricercando una razionalità attenta alla storia ma non consegnata interamente alla furia del tempo: dunque il ritorno all'eterno invece che l’eterno ritorno di Nietzsche e la ripresa del tema della creatio ex nihilo, assente in molta filosofia moderna. L'approccio possentiano legge metafisica e nichilismo come due nuclei che tendono ad escludersi – i veliani -- di cui il primo è la fisiologia e il secondo la patologia. Individua pertanto nella destituzione dei valori e nella riduzione della ragione a volontà l'esito ultimo del nichilismo. Questo vuole liberare Italia dalla metafisica, ritenuta distrutta dal criticismo, ma il compito della filosofia dell'essere è preparare una ripresa della metafisica dell'esistenza, tale che possa di nuovo tenere un posto nella storia della civiltà. Una presentazione ampia della sua è in Storia della filosofia. Filosofi italiani contemporanei, D. Antiseri e S. Tagliagambe, Bompiani, si veda anche nichilismo e filosofia dell'essere, intervista, a c. di G. Mura, “Euntes docete.” La riscoperta della metafisica esistenziale è un tentativo di mettere in luce la parzialità di non poche posizioni che hanno proclamato la fine della metafisica occidentale: Nietzsche, Gentile, Heidegger, Severino. Essi hanno operato come reagente per la riconquista della metafisica e per la critica del nichilismo europeo, di cui egli offre una determinazione diversa da quelle di Nietzsche e di Heidegger (con applicazioni anche all'ambito del nichilismo giuridico). Il rigetto del nichilismo e l'analisi dell'antirealismo, del logicismo, del dialettismo e del razionalismo che affliggono notevole parte del pensiero moderno, conducono l'autore a giudicare concluso e senza possibilità di ripresa il ciclo della metafisica moderna nel cammino da Cartesio a Gentile.  La base prima della filosofia dell'essere sta nell'asserto ‘l'ente è'. Questo il grande tema da cui occorre partire: dall'ente appunto e non dall'essere vuoto dei moderni. In tal modo crollano l'identità tra Logica e Metafisica della modernità razionalistica, l'idea di dialettica come generazione logico-apriorica del sapere, e l'idea di divenire come entrare-uscire dal nulla. Qui va operata un'adeguata semantizzazione dell'essere (dell'ente), rigettando l'errore primordiale di trattare la questione dell'essere come questione di essenza, il che presuppone la negazione della potenzialità. Ma se questa è presente, niente in senso proprio va in nulla ma si trasforma.  Possenti si volge verso un pensiero positivo, in cui la filosofia è capace di progresso. È andata così delineandosi la tesi che nello svolgimento della metafisica dai Greci a noi sia emersa, dopo la "seconda navigazione" platonica (vedi Fedone), proseguita e perfezionata da Aristotele, una "terza navigazione" che si esprime nella Seinsphilosophie che ha toccato un punto di apogeo in Tommaso d'Aquino e nei grandi tomisti Professore(R. McInerny, “Some navigational hazards”, in libroFestschrift). In tale prospettiva è possibile tracciare un'essenziale "storia della metafisica" quale progressiva penetrazione della verità dell'essere, culminante nella metafisica dell'actus essendi. Si tratta di una metafisica transontica che, prendendo le mosse dall'ente, procede verso l'essere stesso (Esse ipsum per se subsistens), e che individua la ‘struttura originaria' nella partecipazione dell'ente all'Essere (Le posizioni speculative di Possenti sono consegnate alla trilogia Nichilismo e Metafisica. Terza navigazione, Il realismo e la fine della filosofia moderna, e Ritorno all'essere. Addio alla metafisica moderna. Esse sono discusse da ca. 20 autori in , La Navicella della metafisica. Dibattito sul nichilismo e la terza navigazione, Armando, Roma) Cottier, Dummett, Berti, Riconda, e poi in Realismo Metafisica Modernità. “In margine al volume di Vittorio Possenti Il realismo e la fine della filosofia moderna”, C. Dalfino e R. Pozzo, CNR-Iliesi, Roma.  La possibilità di guadagni per sempre rigetta l'idea fallibilista (Popper et alii), secondo cui ogni sapere (riportato poi solo a quello delle scienze) riposa su palafitte perennemente rivedibili.  La metafisica ha per oggetto non il concetto di essere, ma l'esistenza, e il filosofo deve sempre e nuovamente ribattezzarsi nelle sue acque, fuggendo l'oblio dell'essere e liberandosi dal sistema che intende racchiudere in sé la totalità. Un problema centrale di Possenti è la possibilità di una conoscenza filosofica autonoma, che non proceda solo sull'imbeccata che possano darle le scienze ed altre forme di conoscenza, nonostante la necessità del dialogo tra filosofia e scienze, in quanto non esiste un solo sapere.  L'unità plurima o polivalente della ragione si applica anche al nesso tra filosofia e Rivelazione: nell'incontro tra compito della ragione e elezione del cristianesimo si individua un criterio di apertura e stimolo per la filosofia nella sua ricerca di senso. Il principio della persona è più fondamentale del principio della responsabilità (Jonas) e del principio-speranza (Bloch), e a fortiori delle filosofie dell'impersonale o intersoggetivo. Il concetto di persona si presta efficacemente in una serie di problemi in cui le nozioni di individuo, di soggetto, di coscienza risultano inadeguate; la persona è originaria e primitiva, e raggiunge una profondità e permanenza che non hanno le altre categorie appena citate o l'uso che spesso ne è stato fatto (Si veda il dossier sul “Principio Persona” con contributi di G. Grandis, M. Ivaldo, A. Madricardo, M. Pera, V. Possenti in “Studium”,  L'idea di persona è essenziale per maneggiare le grandi difficoltà insite nell'antropologia, in specie da quando in Occidente si è cercato di elaborare un'etica procedurale di norme senza base antropologica, che è il grande equivoco dei moderni e contemporanei.  Possenti fa parte del vasto movimento del personalismo, volto alla riscoperta integra della persona. Compito del personalismo ontologico è di valorizzare ed integrarele filosofie del ‘personalismo incompiuto' (Habermas, Rawls, Bobbio, L. Ferry, D. Parfit), allontanandosi da quelle dell'esplicito antipersonalismo, Nietzsche e Foucault in specie, ma pure Hegel, Heidegger, Severino nei quali forte è l'empito antipersonalistico.  Le assise della persona vanno ricercate nell'ontologia, onde essa è una sostanzialità aperta alla relazione, ma non riducibile a sola relazione. La persona è un nucleo radicale di vita e realtà che non può essere dedotto da alcunché e che anzi fonda l'agire e lo sperare dell'essere umano  Essa come totalità concreta è alla base di una filosofia che oggi deve fare i conti con la centralità del tema antropologico, con le problematiche bioetiche (ad es. concernenti lo statuto dell'embrione), e con le concezioni in cui il soggetto e la natura umana non sono intesi come un presupposto ma come un prodotto della prassi.  Il personalismo quale insieme di scuole e correnti filosofiche che assegnano speciale valore e dignità alla persona, non è in senso proprio un'invenzione del ‘900, ma originariamente della Patristica, del Medioevo cristiano e dell'Umanesimo: qui sono state elaborate in certo modo per sempre le idee fondamentali sulla persona e dischiuso come nuovo guadagno il suo spazio di realtà. In ciò Possenti valorizza le intuizioni di Maritain e Ricoeur.  L'epoca dell'antropocentrismo moderno non è stata un'epoca di riscoperta della persona. Anzi secondo A. Solgenitsin “Un antropocentrismo sicuro di sé non può dare risposte a molte domande della vita ed è tanto più impotente, quanto più le domande sono profonde”. Se la controversia sulla persona si accende di nuovo in molti ambiti, è perché l'idea-realtà di persona attraversa un momento di eclissi e richiede nuovamente la fatica del concetto. Assolutamente primario è il nesso persona-tecnica, in cui la seconda è spesso animata da volontà di potenza, valendo come una potenza senza etica. La presenza nel Comitato Nazionale di Bioetica ha indotto l'autore ha dedicare attenzione ai temi bioetici, tra cui in specie la sfida delle biotecnologie, la rivoluzione biopolitica, l'influsso pervasivo del materialismo e del biologismo.  Il personalismo si declina poi in ambito sociale come concezione egualitaria e comunitaria (personalismo comunitario) quale fondamento di un ordine politico nuovo, proiettato verso la cosmopoli, la pace e il rispetto dei diritti umani.  Rilancio della filosofia politica Entro un dialogo critico con le tradizioni del neoliberalismo e del neo-illuminismo, Possenti ha operato per mostrare il contenuto di nozioni centrali del politico come quelle di ragion pratica, bene comune, popolo, democrazia, legge naturale, diritti dell'uomo, laicità, ai fini di una rinnovata filosofia pubblica in pari col suo oggetto. Uno specifico rilievo è stato assegnato al problema teologico-politico secondo due direttrici: la ripresa postmoderna di un ruolo pubblico per le grandi religioni; l'idea che la loro deprivatizzazione anche in Occidente può contribuire ad un positivo rapporto fra religione e politica, nella prospettiva di una nuova 'piazza pubblica' non agnostica ma attenta alla matrice teologica della società civile. Con la filosofia politica si opera il passaggio dal ‘piccolo mondo' dell'io al ‘grande mondo' della società, verso la società aperta della famiglia umana. Sulla scia di diagnosi attive dagli anni ‘50 del Novecento (H. Arendt, J. Maritain, L. Strauss, Y. Simon, E. Voegelin) Possenti ritiene che la filosofia politica vada riportata al suo compito primario di pensare la ‘buona società', lottando contro la crisi concettuale che procede all'ingrosso da Weber e dall'attacco al diritto naturale. In particolare è stata condotta una critica radicale a Kelsen, alla sua concezione relativistica dei valori e della democrazia, al suo intento di dissolvere l'idea di ragion pratica, tolta la quale l'ambito della prassi precipita nell'irrazionalismo e tutto è affidato al volere (Cfr. il dossier Cristianesimo e liberalismo nell'epoca postmarxista, “Humanitas”, con interventi di G. Campanini, V. Zanone, R. Esposito, M. Ivaldo. Esso raccoglie parte del dibattito sollevato dal volume Le società liberali al bivio, che vide interventi di O. Savona, C, Vigna, R. Cubeddu, E. Berti, L. Pellicani, U. Scarpelli. Contro Kelsen (e Rorty) si sostiene l'importanza della filosofia e dell'antropologia per la democrazia, sulla base dell'idea che la costruzione del cosmo umano è compito della ragion pratica. Insufficiente risulta una sfera pubblica moralmente neutrale, consegnata al binomio ‘diritto positivo e morale procedurale'.  La rinascita della filosofia politica avviene riprendendo competenza sui suoi problemi, tra cui massimo è quello della pace: la pace necessaria che non c'è e la guerra inammissibile che c'è. Occorre disarmare la ragione armata: ciò suggerisce che vada cercata un'organizzazione politica del mondo oltre la sovranità degli Stati-nazione verso un'autorità politica mondiale o ‘cosmopolitica', di cui l'ONU è lontana immagine.  Premi e riconoscimenti “Premio Internazionale Salvatore Valitutti” per il libro Il nichilismo teoretico e la 'morte della metafisica'; “Premio Capri san Michele” per il libro Religione e vita civile. Altre opere: “Frontiere della pace” (Milano); “Filosofia e società. Studi sui progetti etico-politici contemporanei, Massimo, Milano Giorgio La Pira e il pensiero di san Tommaso, Studia Universitatis sancti Thomae in Urbe, Roma); “La Pira tra storia e profezia. Con Tommaso maestro, Marietti, Genova-Milano  La buona società. Sulla ricostruzione della filosofia politica, Vita e Pensiero, Milano); Una filosofia per la transizione. Metafisica, persona e politica in J. Maritain” Massimo, Milano); “La filosofia dell'essere” Vita e Pensiero, Milano); Tra secolarizzazione e nuova cristianità” (EDB, Bologna); “Le società liberali al bivio. Lineamenti di filosofia della società” (Marietti, Genova); “Oltre l'Illuminismo. Il messaggio sociale” (Edizioni Paoline, Roma); “Razionalismo critico e metafisica. Quale realismo?” (Morcelliana, Brescia); “Dio e il male, Sei, Torino); “Cattolicesimo e modernità. Balbo, Del Noce, Rodano, Ares, Milano); “Approssimazioni all'essere. Scritti di metafisica e di morale” (Il Poligrafo, Padova); “Il nichilismo teoretico e la morte della metafisica” (Armando, Roma); “Terza navigazione. Nichilismo e metafisica” (Armando, Roma); “Filosofia e Rivelazione, Città Nuova, Roma); “La filosofia dopo il nichilismo” (Rubbettino, Soveria); “Religione e vita civile. Il cristianesimo nel postmoderno, Armando, Roma); “L'azione umana. Morale, politica e Stato in Jacques Maritain” (Città Nuova, Roma); “Essere e libertà” (Rubbettino, Soveria); “Radici dell'ordine civile” (Marietti, Milano); “Il principio-persona” (Armando, Roma); “Profili del Novecento. Bobbio, Noce, La Pira, Lazzati, Maritain, Sturzo, Effatà, Cantalupa); “Le ragioni della laicità” (Rubbettino, Soveria); “L'uomo postmoderno. Tecnica, religione e politica” (Marietti, Milano); “Dentro il secolo breve. Paolo VI, Maritain, La Pira, Giovanni Paolo II, Mounier, Rubettino, Soveria Nichilismo giuridico. L'ultima parola?, Rubbettino, Soveria . La rivoluzione biopolitica. La fatale alleanza tra materialismo e tecnica, Lindau, Torino. Pace e guerra tra le nazioni. Kant, Maritain, Pacem in terris, Studium, Roma . I volti dell'amore, Marietti, Milano-Genova . Il realismo e la fine della filosofia moderna, Armando, Roma); “Diritti umani. L'età delle pretese” (Rubbettino, Soveria); “Ritorno all'essere. Addio alla metafisica moderna” (Armando, Roma); “Maritain e Marx. La critica del marxismo in Maritain, Massimo, Milano);  Epistemologia e scienze umane, Massimo, Milano, Storia e cristianesimo in Jacques Maritain, Massimo, Milano, Contemplazione evangelica e storia, antologia di testi di J. e R. Maritain, Gribaudi, Torino. Jacques Maritain oggi, Vita e Pensiero, Milano Jacques Maritain e la filosofia dell'essere, Il Cardo, Venezia Nichilismo Relativismo Verità. Un dibattito, Rubbettino, Soveria Laici o laicisti? Dibattito su religione e democrazia, liberallibri, Firenze La questione della verità. Filosofia, scienze, teologia, Armando, Roma); Ragione e verità. L'alleanza socratico-mosaica, Armando, Roma); Nostalgia dell'altro. La spiritualità di Pira, Marietti, Milano); Pace e guerra tra le nazioni, Guerini e associati, Milano); Natura umana, evoluzione, etica, Guerini, Milano); Governance globale e diritti dell'uomo, (insieme a M. Nordio), Diabasis, Reggio Emilia, Ritorno della religione? Tra ragione, fede e società, Guerini, Milano, Diritti Umani e libertà Religiosa, Rubbettino, . Metafisica, persona, cristianesimo. Scritti in onore di Vittorio Possenti, Armando, . Perché essere realisti? Una sfida filosofica, (insieme a A. Lavazza), Mimesis, Milano-Udine . Note  Vittorio Possenti, su Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. A. Giuliano, Filosofi a un bivio. Ora rialziamo lo sguardo, su avvenire, A. Lavazza, Neuroscienziati, cercate l'anima, su avvenire, Pontificia accademia delle scienze sociali Sito personale, su vittoriopossenti. Lezione di congedo dall'Venezia, aprile , vedi mio sito Ricerche correlate: Berti, Ivaldo, Mura, Goisis, Del Noce, La Pira, Maritain, Tommaso Biografia e  in "Filosofia a Venezia" Dipartimento di filosofia e teoria delle scienze. Università Ca' Foscari Venezia Rassegna di articoli in "SWIFSito Web Italiano per la Filosofia", su swif.uniba. Vittorio Possenti. Possenti. Keywords: radice dell’ordine civile – romolo e remo -- il principio speranza. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Possenti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737204867/in/datetaken/

 

Grice e Pozza – presupposizioni – filosofia italiana – Luigi Speranza (Taranto). Filosofo. Grice: “I like Pozza; he uses ‘pragmatic’ quite a bit, by which he means Grice, of course!” Figlio di Luigi, ufficiale della Marina, regione Veneto, e di Cecilia Pontrelli, pugliese, durante gli studi al liceo di Taranto, Tommaso, un insegnante di matematica di stile tradizionale gli stimola il gusto per i problemi matematici e per l'eleganza formale delle dimostrazioni. Studia a Bari dove si laurea con una tesi su Serra avendo come relatore Vallone. Coniuga l'amore per i sistemi formali con l'amore per Leopardi, Carducci (maestro di Serra) e Annunzio (e tra i classici predilisse Tasso e Vita nuova di Alighieri).  Dopo la laurea studia Linguistica teorica a Bari con Landi e in seguito a Pisa, e quindi Metodi formali a Milano. Una svolta nella sua carriera intellettuale è segnata dalla partecipazione agl’incontri di San Giuseppe organizzati a Torino da Bobbio. A partire da qui sviluppa nuove idee in filosofia del diritto, specie sul lavoro di Hans Kelsen, e sulla formalizzazione della logica deontica con particolare attenzione all'assiomatizzazione dei principi di una Teoria generale del diritto in collaborazione con Luigi Ferrajoli per i suoi Principia Juris. Organizza a Taranto gli incontri Info Giure Taras, Logica Informatica e Diritto, al quale partecipano alcune delle figure più rappresentative del diritto, dell'informatica e della logica, tra cui Alchourron, Martino, Ferrajoli, Conte, Busa, Comanducci, Jori, Filipponio, Elmi, Guastini e Sartor. Insegna per diversi anni nella scuola superiore in provincia di Taranto, mantenendosi scientificamente attivo e partecipando a conferenze di società filosofiche italiane (specialmente la Società Italiana di Logica e Filosofia della Scienza e la Società Italiana di filosofia Analitica, dal convegno nazionale fino al convegno di Genova. Viene assunto a Lecce, dove insegna la teoria del segno. Tra le principali influenze nei suoi studi di linguistica e semiotica testuale vi sono quella di  Petöfi che lo invita a filosofare con lui. La sua scelta è però quella di restare in Italia dove continua a insegnare anche fuori Lecce, in particolare a Verona, Padova, Bolzano e, per le sue lezioni di logica deontica, aPetöfi e Kelsen, l'influenza maggiore sul suo pensiero viene dalle grandi opere di Frege, Russell e Carnap, ai cui lavori dedica uno studio continuo, con particolare attenzione alla visione filosofica di Carnap. Pubblica un contributo di sapore neopositivista, discutendo e formalizzando alcune argomentazioni in fisica quantistica. Un legame tra i suoi interessi in linguistica e il suo lavoro in logica formale è dato dalla sua teoria formale degli atti linguistici basata su una connessione originale tra logica intuizionistica (usata per gli atti linguistici assertori) e logica classica (usata per i contenuti proposizionali). Il primo passo di questa teoria viene pubblicato in un lavoro scritto su Erkenntnis. Presentando la sua teoria di una formalizzazione della “pragmatica,” define un modello Frege-Reichenbach-Stenius per il trattamento formale delle asserzioni, mostrando che il problema principale di questa teoria è la limitazione introdotta da Frege (e accettata da Dummett) per cui il segno di asserzione si può usare solo per formule elementari assertorie. Ma, come molti filosofi sostengono, esistono atti linguistici composti; e per permettere il trattamento di atti linguistici composti e ovviare alla limitazione del modello Frege-Reichenbach-Stenius, Pozza introduce un insieme di connettivi “pragmatic” che permettono la costruzione di formule assertive complesse. Il contenuto delle formule assertive è dato dall'interpretazione classica e dai connettivi vero-funzionali. I connettivi “pragmatic,” che connettono atti linguistici assertor,  hanno invece una interpretazione intuizionistica, non hanno cioè valori di verità ma valori di “giustificazione.” Iinfatti un atto assertivo non è, in quanto *atto*, vero o falso, ma può essere “giustificato” o non giustificato. In questo modo, il sistema formale distingue l'”asseribilità” di un atto assertorio dal valore di verità della proposizione asserita. Oltre a spiegare l'irriducibilità del segno fregeano di asserzione a un trattamento in termini di logica classica e introdurre una fondazione formale della teoria degli atti linguistici, Pozza dà anche una soluzione originale del problema della compatibilità tra logica classica (Grice) e logica non-classica (Strawson) o intuizionista. A questo saggio seguono  altri sulla logica erotetica, deontica, e sub-strutturale. La sua filosofia suscita interesse in diversi campi, dalla filosofia del linguaggio alla filosofia della fisica alla logica e all'informatica, (specie a partire dalla sua collaborazione con Bellin). Alla sua teoria formale della “pragmatica,” oltre ai saggi di Anderson e Ranalter è dedicato un numero di Fondamenta Informaticae. L'influenza di Pozza si estende così oltre che alla filosofia della fisica e alla filosofia del linguaggio anche alla logica e all'informatica, specie con tre convegni in suo onore organizzati a Verona. Ricordi di personalità internazionali e di amici sono raccolti in un sito in suo onore. Altre opere: “Un'interpretazione pragmatica della logica proposizionale intuizionistica, in Problemi fondazionali nella teoria del significato (Olschki, Firenze); “Una fondazione pragmatica della logica delle domande”; “Parlare di niente: termini singolari non denotanti e atti illocutori, in 'Idee', “Una logica pragmatica per la concezione espressiva delle norme” in Martino, Logica delle Norme, S.E.U., Pisa); “Il problema di Gettier: osservazioni su giustificazione, prova e probabilità” (SIFA, Genoa); “Come distinguere scienza e non-scienza: verificabilità, falsificabilità e confermabilità bayesiana” (Carocci, Ferrajoli); Principia juris. Teoria del diritto e della democrazia.  La sintassi del diritto” (Bari: Laterza). Carlo Dalla Pozza. Carlo Pozza. Pozza. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pozza”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737989261/in/photolist-2mPUHFB-2mLGvyP-2mKTyvC-2mKDwcr-2mGnP2f-G3tvCn

 

Grice e Pozzo – il ginnasio -- implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Milano). Filosofo. Laureato a Milano, consegue il dottorato a Saarlandes (“a reason why Italians don’t consider him Italian” – Grice) e la abilitazione a Trier – Grice: “A reason why Italians don’t consider him an Italian philosopher, since he earned his maximal degree without, and not within, Italy.” -- è andato negli Stati Uniti per insegnare Kant e Hegel a Washington. -- è tornato in Italia alla Cattedra di Storia della filosofia a Verona. -- è succeduto a Gregory alla direzione dell'Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee CNR. Ha diretto il Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale CNR -- è eletto membro titolare dello Institut International de Philosophie, del quale  è vicepresidente. -- è chiamato a 'Roma. Ordine al merito della Repubblica Federale di Germania, è stato esperto dello Horizon  Programme Committee Configuration Research Infrastructures, membro dello Scientific Review Group for the Humanities della European Science Foundation e presidente del comitato di programma del Congresso Mondiale di Filosofia, organizzato dalla Fédération Internationale des Sociétés de Philosophie a Pechino nel ; è  membro del comitato di programma del Congresso Mondiale di Filosofia. Storico della filosofia e autore di monografie sull’aristotelismo, la storia della logica (dal Rinascimento a Kant e Hegel), la storia delle idee e la storia delle università, ha portato avanti la creazione di infrastrutture di ricerca per una migliore comprensione dei testi filosofici e scientifici che hanno plasmato il patrimonio culturale dell’umanità. Caratteristica specifica del suo approccio alla lessicografia durante il suo mandato presso l’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee è l’uso della IT per la documentazione e l’elaborazione di dati linguistici e testuali in italiano.  Come molte altre discipline, anche la storia della filosofia oggi sta assumendo una prospettiva globale. Pozzo offre nuove definizioni e sperimenta pratiche incentrate sulle interazioni culturali europeo-cinesi, prese come inizio per estendere il modello ad altre culture. La ricerca di Pozzo riguarda l’innovazione, la riflessione e l’inclusione. L’innovazione culturale è qualcosa di reale che completa l’innovazione sociale e tecnologica fornendo alla società riflessiva spazi di scambio nei quali i cittadini condividono le proprie esperienze e fanno propri i contenuti dei beni comuni. Stiamo parlando di spazi pubblici come università, accademie, biblioteche, musei, centri scientifici, ma anche di qualsiasi luogo nel quale si verificano attività di co-creazione, ad es. le infrastrutture di ricerca come DARIAH-Digital Research Infrastructure for the Arts and the Humanities. A questo livello, l’innovazione sociale diventa riflessiva e genera l’innovazione culturale.  Innovazione sociale e culturale Una linea di ricerca si concentra sull’introduzione della nozione di innovazione culturale, che richiede un ripensamento dei processi di co-creazione. Contrasta la dimensione dell’innovazione culturale con quelle di altre forme di innovazione, compiendo un tentativo senza precedenti di enucleare processi e prodotti dell’innovazione culturale, dimostrando al contempo la loro operatività in alcuni casi di studio.  Migrazioni e scienze umane Pozzo riflette sulle sfide metodologiche, concettuali ed epistemologiche della ricerca sulle migrazioni. Elabora esempi concreti per configurare le migrazioni come un settore che accende un dialogo tra discipline tra loro molto diverse come la sociologia, la narratologia, le scienze della comunicazione, la IT, le scienze politiche, la psicologia sociale, gli studi religiosi, l’economia, i diritti umani, il patrimonio culturale e la museologia in quanto hanno accesso ai dati resi disponibili dalle infrastrutture di ricerca, le scienze sociali computazionali e l’informatica umanistica. Le migrazioni accompagnano l’intera storia delle civiltà, coinvolgendo relazioni e scambi continui tra le culture e traduzioni da e per diversi contesti linguistici, economici, politici e culturali. Le migrazioni offrono esempi convincenti per configurare l’impatto dell’innovazione culturale poiché richiedono trasferimenti di culture, conoscenze e competenze. Le sfide epistemologiche hanno come obiettivo ultimo di contribuire a un cambiamento di mentalità per quanto riguarda la riflessione e l’inclusione nei gruppi target attivi nelle infrastrutture sociali come l’istruzione, l’apprendimento permanente, l’assistenza sanitaria, la mobilità e la rigenerazione urbana.   Monografie: “Kant y el problema de una introducción a la lógica, transl. Javier Sánchez-Arjona Voser (Madrid: Maia, ),  Adversus Ramistas: Kontroversen über die Natur der Logik am Ende der Renaissance (Basel: Schwabe, ),  Georg Friedrich Meiers Vernunftlehre: Eine historisch-systematische Untersuchung (Stuttgart-Bad Cannstatt: Frommann-Holzboog,Kant und das Problem einer Einleitung in die Logik: Ein Beitrag zur Rekonstruktion der historischen Hintergründe von Kants Logik-Kolleg (Frankfurt: Lang, Hegel: Introductio in Philosophiam: Dagli studi ginnasiali alla prima logica (Firenze: La Nuova Italia, “Epistemological Challenges of Engaging Humanities-led Cross-disciplinary Migration Research Issues,” in Briefs on Methodological, Ethical and Epistemological Issues, migrationresearch.com “G. F. Meiers rhetorisierte Logik und die freien Künste,”  Economia della cultura: Rivista trimestrale dell’Associazione per l’Economia della Cultura “Storia storica e storia filosofica della filosofia nel XX e XXI secolo,” Archivio di storia della cultura, Schiavitù attiva, proprietà intellettuale e diritti umani,” Intersezioni: Rivista di storia delle idee.  Scuola di Milano  Opere / Riccardo Pozzo (altra versione), su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere Registrazioni su RadioRadicale, Radio Radicale.  Sito istituzionale, su lettere.uniroma2.  sul  RAI Filosofia, su filosofia.rai. video/469/rpozzo-le-iniziative-del-cnr-e-il-progetto-nazionale-sui-bbcc Riccardo Pozzo sul patrimonio culturale al Museo Nazionale Romano, su tv. t/videos/interview-prof-riccardo-pozzo-rom-20-05-/ Cultural Entrepreneurship Institute Berlin su cultural-entrepreneurship-institute.de. su fisp.org. Institut International de Philosophie, su i-i-p.o  Piccardo Pozzo. Pozzo. Keywords: il ginnasio -- implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pozzo” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738187238/in/dateposted-public/

 

Grice e Pra – hegeliani – filosofia italiana – Luigi Speranza (Montecchio Maggiore). Filosofo. Laureato a Padova sotto la guida di Troilo. Ha iniziato a sua carriera didattica a Rovigo e Vicenza), trasferendosi poi a Milano; ha ricoperto la cattedra di Storia della filosofia, succedendo a Banfi. Pra ha partecipato attivamente alla Resistenza, nelle file di "Giustizia e Libertà", guadagnandosi due croci di guerra al merito partigiano, ed ha collaborato alla ricostruzione politica e culturale del Paese, con un'opera didattica e scientifica sempre sorretta da un'alta ispirazione morale.  Medaglia d'oro quale benemerito della Scuola, della Cultura e dell'Arte, membro dell'Accademia dei Lincei, dell'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, dell'Accademia Olimpica di Vicenza, nonché membro autorevole della Società Filosofica Italiana, della quale è stato anche Presidente nazionale per un triennio. Con decreto del presidente della Repubblica gli è stato conferito il titolo di professore emerito della Milano a tutti gli effetti di legge.  Storico del pensiero di prestigio internazionale (tra i suoi temi preferiti, lo scetticismo greco, Abelardo e la logica medioevale, Hume, Condillac, la logica hegeliana, il giovane Marx, il pragmatismo, americano e italiano, la storia della storiografia filosofica), Dal Pra ha sempre connesso la sua attività storiografica con l'esplicitarsi di interessi teorici che lo hanno portato ad elaborare, negli anni cinquanta, un'originale linea di pensiero denominata "trascendentalismo della prassi", poi evoluta in una forma di razionalismo storicista e critico. Il suo interesse filosofico fondamentale si è infatti sempre rivolto al chiarimento del rapporto tra teoria e prassi in una prospettiva antimetafisica che lo ha fin dai suoi esordi posto in contrasto con le posizioni del neoidealismo italiano, e più in generale con ogni forma di dogmatismo teoricistico emergente nel pensiero contemporaneo, per favorire la libera esplicazione dell'iniziativa pratico-razionale dell'uomo.  Pra ha fondato la Rivista di storia della filosofia, un riferimento costante e prestigioso nell'ambito degli studi del pensiero occidentale, tuttora pubblicata.  Negli anni sessanta è stato autore di un fortunato Sommario di storia della filosofia per licei, in tre volumi e più volte ristampato (La Nuova Italia, Firenze) e poi direttore di una monumentale Storia della filosofia (prima edizione Vallardi, Milano, Piccin, Padova, È deceduto a Milano  ed i suoi resti mortali riposano nel Cimitero di Vicenza. Ha donato la sua biblioteca e le sue carte alla Biblioteca di Filosofia di Milano. Nel dopoguerra e negli anni Cinquanta, Pra elabora una posizione filosofica che viene indicata come trascendentalismo della prassi.  Successivamente, avvicinandosi alle idee di Giulio Preti, Dal Pra propone uno storicismo critico, più attento alle strutture della ragione con cui l'esperienza storica si struttura. Altre opere: “Il realismo e il trascendente” (Padova, Cedam); “Amore di sapienza. Avviamento elementare allo studio della storia della filosofia, della scienza e della pedagogia per i licei e gli istituti magistrali” (Vicenza, Tipografia commerciale); “La didache. Insegnamento del Signore alle genti per mezzo dei dodici apostoli. Documento cristiano del I secolo” (Vicenza, Tipografia commerciale); Educare, Verona, La Scaligera, Pensiero e realtà, Verona, La Scaligera, Scoto Eriugena ed il neoplatonismo medievale, Milano, Bocca); Condillac, Milano, Bocca, Il pensiero di Maturi, Milano, Bocca, Necessità attuale dell'universalismo Cristiano” (Vicenza, Collezioni del Palladio, Valori cristiani e cultura immanentistica” (Padova, Cedam, Hume, Milano, Bocca, La storiografia filosofica antica” (Milano, Bocca, Lo scetticismo greco, Milano, Bocca, Giovanni di Salisbury, Milano, Bocca, Amalrico di Bène, Milano, Bocca); Autrecourt, Milano, Bocca); “Dewey, con contributi bibliografici a cura di, Milano, Bocca, Il problema logico del linguaggio nella filosofia medioevale. Studi storico-critici” (Milano, Bocca); Il pensiero filosofico di Marx  (Con particolare riguardo alla filosofia della prassi). Appunti delle lezioni di Storia della filosofia a cura di M. Reina. Milano, La Goliardica (Il pensiero filosofico di Marx, D. Borso, Shake ed., Milano ). Il pensiero occidentale. Compendio di storia della filosofia con larga scelta di passi dagli autori, I, La filosofia antica e medioevale” (Firenze, La Nuova Italia); “Sommario di storia della filosofia per i licei classici e scientifici,  Firenze, La Nuova Italia,  La dialettica in Marx. Dagli scritti giovanili all'Introduzione alla critica dell'economia politica, Bari, Laterza, Profilo di storia della filosofia, Firenze, La Nuova Italia, Piccola antologia filosofica,  Firenze, La Nuova Italia, La dialettica hegeliana e l'epistemologia contemporanea, Milano, CUEM, Hume e la scienza della natura umana, Roma-Bari, Laterza, Logica e realtà. Momenti del pensiero medievale, Roma-Bari, Laterza, Storia della Filosofia, G. Scalabrino Borsani, La filosofia indiana, Milano, Vallardi, Paolo Beonio-Brocchieri, La filosofia cinese e dell'Asia orientale, Milano, Vallardi, Gabriele Giannantoni, Armando Plebe, Pierluigi Donini, La filosofia greca dal VI al IV secolo, Milano, Vallardi, La filosofia ellenistica e la patristica Cristiana(Milano, Vallardi,La filosofia medievale. Dal secolo VI al secolo XII, Milano, Vallardi, La filosofia medievale. I secoli XIII e XIV, (Milano, Vallardi); La filosofia moderna” (Milano, Vallardi,  P. Casini, N. Merker, La filosofia moderna. Il Settecento, Milano, Vallardi, La filosofia contemporanea. L'Ottocento, Milano, Vallardi, La filosofia contemporanea. Il Novecento, Milano, Vallardi,  La filosofia della seconda metà del Novecento, 2 tomi, Padova-Milano, Piccin Nuova libraria-Vallardi, Logica, esperienza e prassi. Momenti del pensiero moderno e contemporaneo, Napoli, Morano, Il problema del realismo nella storia del pensiero, Milano, Unicopli); La storiografia filosofica e la sua storia. Testi per il corso di storia della filosofia I. A.A. con . Santinello, E. Garin, L. Geldsetzer e L. Braun, Padova, Antenore, David Hume. La vita e l'opera, Roma-Bari, Laterza); A. Banfi Relazioni dall'incontro A. Banfi: le vie della ragione, Milano,  con Dino Formaggio e Paolo Rossi, Milano, Unicopli, Studi sul pragmatismo italiano” (Napoli, Bibliopolis); “Studi sull'empirismo critico di Preti, Napoli, Bibliopolis, Filosofi del Novecento, Milano, Franco Angeli, I problemi di metodo nella storiografia filosofica, in Panorami filosofici. Itinerari del pensiero, Padova, Muzzio,  Ragione e storia. Mezzo secolo di filosofia italiana, con Fabio Minazzi, Milano, Rusconi,  Storia della filosofia e della storiografia filosofica. Scritti scelti, M.Torre (Milano, Angeli); La guerra partigiana in Italia. D. Borso, Firenze-Milano, Giunti-INSMLI, Dialettica hegeliana ed epistemologia analitica, Enrico Colombo, Brescia, Morcelliana, . Il trascendentalismo della prassi, la filosofia della Resistenza, con Andrea Vasa, Maria G. Sandrini, Milano-Udine, Mimesis. F. Cambi, Razionalismo e prassi a Milano Milano) N. Badaloni (et al.), La storia della filosofia come sapere critico. Studi offerti a Pra” (Milano, Angeli); L. Bianchi,  degli scritti di Pra, in La storia della filosofia come sapere critico. Studi offerti a Mario Dal Pra, Milano, A. Montesperelli, Introduzione, in E. MirriL. Conti , Filosofi nel dissenso, Foligno,  M. Mirri, Fra Vicenza e Pisa. Esperienze morali, intellettuali e politiche di giovani degli anni ’40, in Il contributo dell’Pisa e della Scuola Normale Superiore alla lotta antifascista ed alla guerra di Liberazione, Pisa, A. Pacchi, Il filosofo e l’educatore, in In onore di Mario Dal Pra, Montecchio Maggiore, F. Cassinari , Filosofia e storia della filosofia in Pra. Conversazione con Fulvio Papi, «Itinerari filosofici»,  E.I. Rambaldi, Ricordo di M. Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia», E. Garin, Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia», A. Santucci, Mario Dal Pra filosofo e storico della filosofia, «Rivista di storia della filosofia», E.I. Rambaldi, Mario Dal Pra e l’esistenzialismo positivo di Nicola Abbagnano, «Rivista di storia della filosofia»,  M. Torre , Pra e i cinquant’anni della "Rivista di storia della filosofia", Milano, G. Paganini, Dall’empirismo classico all’empirismo «critico». Le ricerche di M. Dal Pra tra storia e teoria, «Cenobio. Rivista trimestrale di cultura della Svizzera italiana», Giordanetti, Il fondo manoscritto di Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia»,  E.I. Rambaldi, Et vos estote parati. Mario Dal Pra, la vigilia, «Rivista di storia della filosofia», G. Barreca, L’archivio Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia», E. I. Rambaldi, Mario Dal Pra in Enciclopedia filosofica, Milano,  Id., Mario Dal Pra giovane insegnante a Vicenza, «Rivista di storia della filosofia»,M. Rigamonti, Gli Hume di Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia»,M. ParodiC. Selogna, Per una filosofia minore. Mario Dal Pra e il pensiero debole, «Rivista di storia della filosofia», P. Di Vona, Ricordo di Pra, «Rivista di storia della filosofia», Enrico I. Rambaldi, Filologia e filosofia nella storiografia, in «ACME»,E. Franzina, Mario Dal Pra partigiano. Dal fascismo alla Resistenza e alla sua storia, in «Belfagor», Il fondo manoscritto di Mario Dal Pra. Descrizione, in "Rivista di storia della filosofia",Ricordo di Pra, Informazione filosofica, sito "studifilosofici". G. BarrecaGiordanetti, Fondo Mario Dal Pra, Milano, Cisalpino.Dal Pra, Mario» in Dizionario di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Presentiamo  Pra: l'uomo, il filosofo. Una mostra biografico-documentaria dall'archivio inedito Università degli Studi di Milano, Biblioteca di Filosofia, D. Borso, Pra. Una via religiosa alla Resistenza, "Humanitas",  L'archivio Mario Dal Pra presso l Biblioteca di Filosofia dell'Università degli Studi di Milano Fascicolo speciale in memoria di Mario Dal Pra per il settantesimo anniversario della fondazione della Rivista, in Rivista di storia della filosofia: LXXI, supplemento 4, , Milano, Franco Angeli, . D. Borso, Mario Dal Pra 'fucino', "Rivista di storia della filosofia", Gianmarco Bisogno, Anselmo in Italia: tra Mario Dal Pra e Sofia Vanni Rovighi, in «Dianoia. Rivista di filosofia del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell'Bologna»,  Riconoscimenti l'Accademia dei Lincei gli ha conferito il Premio Feltrinelli per le Scienze Filosofiche.Scuola di Milano  u TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. OpereVincitori del Premio Feltrinelli Filosofia Università  Università  Premi Feltrinelli 1950-, su lincei. Mario Dal Pra. Pra. Keywords: hegeliani. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pra” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738561129/in/dateposted-public/

 

Prepostino da Cremona summa theologicalManichean, caraterismo.

 

Grice e Prestipino – per una antropologia filosofica – filosofia italiana – Luigi Speranza (Gioiosa Marea). Filosofo. Professore a Siena. Attivo nel Partito Comunista Italiano, ha alternato la sua attività di docente universitario con l'attività di giornalista, attività politica, sindacalista.  Docente nei liceisia nella Libia post-coloniale che in Italia diviene poi docente universitario. Sii stabilisce definitivamente in Italia, e dove successivamente ricopre anche i ruoli di deputato regionale alla Regione Sicilia e di sindaco di Capizzi.  Fondatore di diverse riviste accademiche e scientifiche, è noto in particolare come pubblicista e studioso di socialismo, marxismo ed estetica.  --  è presidente onorario del Centro per la filosofia italiana di Monte Compatri e Direttore della rivista filosofica Il contributo.  Altre opere: “La teoria del mito e la modernità di Vico” (Palermo, Montaina); “L'arte e la dialettica in Lukàcs e Volpe” (Messina, D'Anna); “Che cos'e la filosofia : strutture e livelli del conoscere” (Gaeta, Bibliotheca); “Per una antropologia filosofica: proposte di metodo e di lessico” (Napoli, Guida); “Marxismo (e tradizione gramsciana) negli studi antropologici,  Natura e società” (Roma, Editori Riuniti); “Da Gramsci a Marx” (Roma, Editori Riuniti); “Modelli di strutture storiche” (Bibliotheca, Narciso e l’automobile, La Città del Sole, Realismo e Utopia. In memoria di Lukács e Bloch” (Roma, Editori Riuniti); Tre voci nel deserto. Vico Leopardi Gramsci, Roma, Carocci. Scheda su aracneeditrice  Chiara Loschi, Da una sponda all’altra del Mediterraneo: memorie di militanza comunista. Intervista a Prestipino. Art. in: Historia Magistra. Rivista di storia critica, lCatalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale  Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.   Pubblicazioni su Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation.  Filosofo Democratico Giuseppe Prestipino, docente di filosofia della storia all'Siena Giuseppe Prestipino, Risorgimento italiano e dialettica storica in Gramsci, dal Calendario del Popolo Autori Aracne Editrice Giuseppe Prestipino. Prestipino. Keywords: antropologia filosofica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Prestipino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737844566/in/datetaken/

 

Grice e Preti – retorica e logica – filosofia italiana – Luigi Speranza (Pavia). Filosofo. Grice: “I like Preti. He wrote “Retorica e logica,” which I enjoyed since this is what I do: I find the rhetoric (the implicature) to the logic (the explicature).” Grice: “Preti was a bit of a Stevensonian, with his ‘Praxis ed empirismo, and I mean C. L. Stevenson, not the Scots master of narrative!”. Compiuti i primi studi all'Istituto Magistrale Adelaide Cairoli, si iscrisse all'Università degli Studi di Pavia, dove fu allievo di Levi, Villa e dell'indianista Suali; dopo essersi interessato di discipline orientalistiche, indirizzò i suoi studi alla filosofia e si laureò nel 1933, discutendo una tesi sul pensiero di Edmund Husserl. Grazie all'amicizia con Enzo Paci, nata nelle aule dell'ateneo di Pavia, Giulio Preti entrò a far parte del novero di intellettuali e studiosi che, riuniti intorno alla figura di Antonio Banfi, avrebbero poi dato vita al movimento di rinnovamento della filosofia italiana che si andava delineando nell'ambiente milanese di quegli anni.  Segnalatosi ben presto come acuto critico dell'orientamento idealistico predominante nella cultura italiana, rivolse i propri interessi, oltre che alla fenomenologia husserliana, alle più innovative correnti europee di filosofia della scienza e del linguaggio, concentrandosi particolarmente sugli sviluppi della logica matematica e sul positivismo logico.  Nel 1937 sposa Daria Menicanti dando vita a un matrimonio che terminerà nel 1954, anche se il rapporto tra i due durerà tutta la vita.  Nel corso della Seconda guerra mondiale partecipò alla Resistenza, fiancheggiando formazioni comuniste, ma nel 1946 decise di non ritirare la tessera del PCI. Attivo promotore di ideali democratici, partecipò, nel secondo dopoguerra, al dibattito culturale italiano contribuendo a riviste e quotidiani, soprattutto di area comunista, (Il Politecnico, Paese sera) e segnalandosi per la polemica, che lo accompagnò lungo tutta la sua attività, contro l'impostazione umanistico-retorica dei principali indirizzi (cattolico-spiritualista, idealistico crociano e post-attualistico) della cultura italiana. Aderì alla dottrina marxistica ufficiosa del PCI (non rifiutò il diamat sovietico e la larga parte del pensiero gramsciano), e condusse autonomi studi sul giovane Marx nell'ottica di una originale filosofia della prassi.  Incaricato di Filosofia morale presso l'Pavia passa a Firenze, dove rimase come professore di Storia della Filosofia e di Filosofia fino alla morte. Da dei contributi originali a pressoché tutte le discipline filosofiche: dalla filosofia teoretica alla filosofia morale, dalla storia della filosofia all'estetica, dalla filosofia del linguaggio alla filosofia della scienza.  I suoi primi saggi, accolti nella rivista banfiana "Studi Filosofici", lo videro coinvolto in una polemica sull'immanenza e la trascendenza in filosofia, oltre che nella presentazione delle principali novità filosofiche d'oltralpe. I suoi primi due volumi Fenomenologia del valore e Idealismo e positivism, in cui emerge con evidenza quell'impostazione tesa a conciliare istanze razionalistiche ed empiristiche cui rimarrà fedele per tutta la vita, sono di taglio decisamente teoretico: in essi, pur mantenendo in larga parte la terminologia e l'approccio mutuati da Husserl nel corso dei suoi studi, dimostra la propria sensibilità alle istanze di tipo positivistico ed ai problemi posti dal materialismo storico. Solo nel periodo successivo alla guerra approderà ad uno studio veramente sistematico del pensiero filosofico-analitico sviluppato in Inghilterra dalla "scuola" di Russell e Wittgenstein e sul continente dagli autori dei circoli neo-positivistici di Vienna e Berlino, in gran parte riparati in America nel corso degli anni trenta del '900: i frutti di questi suoi studi saranno accolti nel volumetto Linguaggio comune e linguaggi scientifici, oltre che in alcuni articoli apparsi in riviste e ora raccolti nel primo volume dei “Saggi filosofici.” Pur non abbandonando mai del tutto la propria originaria impostazione "continentale", da allora in poi Preti si sarebbe segnalato come uno dei filosofi italiani più in sintonia con temi e metodi della filosofia analitica.  Presente nella sua opera fu anche l'influenza del pragmatismo, anche se limitata ad alcuni aspetti generali della riflessione sul rapporto tra teoresi e prassi, come risulta evidente dalla lettura di un libro destinato a godere di un certo successo, “Praxis ed empirismo.” In questo volumetto presentò in maniera relativamente organica, per quanto rapidamente, alcuni temi al confine tra pensiero teoretico, filosofia morale e filosofia politica. Negli anni successivi la sua opera, rimasta in parte inedita e uscita postuma, si focalizzò su problemi concernenti temi teoretici trasversali soprattutto nei campi della gnoseologia, della filosofia della scienza, della metamorale (analisi teoretica di concetti propri della filosofia morale) e dell'estetica.  Pu autore anche di studi storico-filosofici. Nel campo della storia della filosofia antica e in quello medievistico egli concentrò il proprio interesse sui problemi della logica post-aristotelica e scolastica (si vedano gli studi contenuti nel secondo volume dei Saggi filosofici), mentre nell'ambito della filosofia moderna si occupò di Leibniz e della filosofia morale di Smith. Vide la luce un libro sulla Storia del pensiero scientifico, riguardante lo sviluppo dello spirito scientifico dall'antichità greca alla crisi della scienza classica tra la fine Professoree . Il suo saggio “Retorica e logica: le due culture” è un saggio a cavallo tra la ricostruzione storico-filosofica e il saggio teoretico, con il quale si intende dimostrare, prendendo le mosse dalla polemica aperta dallo scienziato e scrittore inglese C.Snow, l'inconciliabilità tra le due forme di cultura che si intrecciano nel dibattito occidentale, quella logico-scientifica e quella umanistico-letteraria, e la necessità di far prevalere la prima sulla seconda al fine di non cedere a nuove forme di oscurantismo elitario e fanatico. Inoltre, affiancò costantemente alla propria attività di autore quella di curatore e traduttore soprattutto di classici del pensiero filosofico.  Il suo stile, volutamente trascurato, è rapido, nervoso e semplice, in implicita polemica con il bello scrivere e l'ermetismo tipico delle scuole idealistiche italiane. Altra interessante caratteristica di Preti come autore è quella di non ritornare quasi mai sul materiale già da lui edito: non diede mai mano infatti a seconde edizioni delle proprie opere.  Critica Secondo il parere di Franzini, nel pensiero di Preti si assisterebbe a un tentativo di trovare una via alternativa al rapporto fra un pensiero unitario e inglobante (di tradizione hegeliano-crociana), e uno invece dualistico, nel distinguo fra saperi umanistici e scientifici. Il rifiuto di una strenua dicotomia, secondo Preti, non deve annullare bensì esaltare le differenze.  Opere principali: “Fenomenologia del valore” (Principato, Milano);“Idealismo e positivismo” (Bompiani, Milano); “Linguaggio comune e linguaggi scientifici,” Bocca, Milano Newton, Garzanti, Milano, Il Cristianesimo universale di G. G. Leibniz, Bocca, Milano, Praxis ed empirismo, Einaudi, Torino (nuova edizione, con prefazione di Salvatore Veca e postfazione di Fabio Minazzi, Bruno Mondadori, Milano) Alle origini dell'etica contemporanea:  Smith, Laterza, Bari  (nuova edizione, La Nuova Italia, Firenze , Storia del pensiero scientifico, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, Retorica e logica, Torino, Einaudi, Che será, será, Firenze, Il Fiorino, Umanismo e strutturalismo. Scritti di estetica e di letteratura con un saggio inedito, E. Migliorini, Liviana, Padova. Lo scetticismo e il problema della conoscenza, “Rivista critica di Storia della Filosofia”, Saggi filosofici, con presentazione di Pra, La Nuova Italia, Firenz. In principio era la carne. Saggi filosofici inediti , Pra, Franco Angeli, Milano, Il problema dei valori: l'etica di Moore, Alberto Peruzzi, Franco Angeli, Milano, Lezioni di filosofia della scienza, Fabio Minazzi, Franco Angeli, Milano, Morale e metamorale. (Grice: “moralia e transmoralia”). Saggi filosofici inediti, Ermanno Migliorini, Franco Angeli, Milano);  L'esperienza insegna... Scritti civili d sulla Resistenza, a cura e con un saggio introduttivo di Fabio Minazzi, Manni Editore, San Cesario, Lecce, In principio era la carne, Luca Maria Scarantino, "Rivista di Storia della Filosofia", Notizie sull'operosità scientifica e sulla carriera didattica, Fabio Minazzi, "Il Protagora" Filosofare onestamente, andando là dove il pensiero ci porta. Lettere a Gentile, F. Minazzi, "Il Protagora", Ci terrei tanto a venire a Firenze. Lettere a Garin, F. Minazzi, "Il Protagora",Qui a Firenze si muore nel silenzio e nella solitudine. Lettere a Pra, Minazzi, "Il Protagora",  Note  Elio Franzini, Il mito delle due culture e la filosofia dei giornali, in "La Tigre di Carta", Aldo Zanardo,  Enciclopedia Italiana IV Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, F. Minazzi, G. Preti: , Franco Angeli, Milano Mario Dal Pra, Studi sull'empirismo critico di Giulio Preti, Bibliopolis, Napoli, Pier Luigi Lecis, Filosofia, scienza, valori: il trascendentalismo critico di Giulio Preti, Morano, Napoli, F. Minazzi , Il pensiero di Giulio Preti nella cultura filosofica del Novecento (Angeli, Milano); F. Minazzi, “L'onesto mestiere del filosofare” (Angeli, Milano); F. Minazzi, “Il cacodemone neoilluminista. L'inquietudine pascaliana di reti” (Angeli, Milano); A. Peruzzi , Giulio Preti filosofo europeo, Olschki, Firenze); P. Parrini e L. Scarantino, “Preti” (Guerini, Milano); Vincenzo Tavernese,  Preti. La teoria della conoscenza nel saggio postumo In principio era la carne, Firenze Atheneum, Scandicci,  Luca Maria Scarantino, Preti. La costruzione della filosofia come scienza sociale, Bruno Mondadori, Milano Le mektoub tunisien de  Preti. La vie et l'oeuvre d'un philosophe italien rationaliste, sous la direction de Michele Brondino et Fabio Minazzi, Editions Publisud, Paris, Jean Petitot, Per un nuovo illuminismo, Prefazione, traduzione dal francese e cura di Fabio Minazzi, Bompiani, Milano 2009 Fabio Minazzi, Suppositio pro significato non ultimato. G neorealista logico studiato nei suoi scritti inediti, Mimesis, Milano  Fabio Minazzi,  Preti: le opere e i giorni. Una vita più che vita per la filosofia quale onesto mestiere, Mimesis, Milano  Franco Cambi, Giovanni Mari , Intellettuale critico e filosofo attuale, Firenze University Press, Firenze  Massimo Mugnai, «Scienza e filosofia: Geymonat e Preti» in Il contributo italiano alla storia del Pensiero Filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,  Minazzi e Sandrini , Il contributo di Preti al razionalismo critico europeo, Mimesis, Milano . Fabio Minazzi, Sul bios theretikòs di Preti , Mimesis, Milano , 2 voll. Francesco di Maria, Saggio sul pensiero di Giulio Preti. Un punto di vista cattolico, Stamen, Roma .  Elio Franzini, Il mito delle due culture e la filosofia dei giornali, in La Tigre di Carta, Giulio Preti dal sito Swif dell'Bari Giulio Preti su pianetagalileo Giulio Preti, presentazione Paolo Parrini e Luca Maria Scarantino dal convegno Unesco (Conseil International de la Philosophie et des Sciences Humaines) Sul Bíos theoretikós di Giulio Preti. Convegno internazionale nel sito dell'Università degli studi dell'Insubria Sito internet dedicato al pensiero di Giulio Preti, su giuliopreti.eu. Giulio Preti. Preti. Keywords: retorica e logica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Preti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736985077/in/datetaken/

 

Grice e Preve – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Valenza). Filosofo. Important Italian philosopher. He is the tutor of Fusaro, of Torino. “Il comunitarismo è la via maestra che conduce all'universalismo, inteso come campo di confronto fra comunità unite dai caratteri del genere umano, della socialità e della razionalità,” da Elogio del Comunitarismo.Di ispirazione marxiana ed hegeliana, ha scritto numerosi volumi e saggi di argomento filosofico, pubblicati in Italia e all'estero. Il padre, che al momento della nascita di Costanzo è mobilitato, lavora come funzionario delle Ferrovie dello Stato mentre la madre, casalinga, proviene da una famiglia ortodossa di origine armena. Viene cresciuto dalla nonna materna in lingua francese, e attraverso di lei inizia a conoscere la cultura e la lingua greca; come vedremo, entrambe queste circostanze avranno un grande rilievo nella vita di Preve. Personalmente non è credente, pur riconoscendo l'importanza del fenomeno religioso. Studia a Torino, dove conseguirà la maturità classica. Durante i mesi estivi lavora in campagna nel Regno Unito. Dietro pressioni del padre si iscrive alla facoltà di giurisprudenza a Torino. Verificando il suo totale disinteresse per gli studi giuridici, decide di passare alla facoltà di Scienze politiche, che però non frequenterà mai; ne conseguirà ugualmente la laurea, discutendo con iGarrone una tesi sui "Temi delle elezioni politiche italiane del 18 aprile 1948".  Vince per concorso una borsa di studio a Parigi, dove si reca con il proposito di condurre studi filosofici; qui seguirà i corsi su Hegel tenuti da Hyppolite, frequenterà i seminari di Althusser e Sartre, e sotto la guida di Garaudy e Mury, si avvicinerà a Marx. A Parigi segue soprattutto corsi di filosofia greca classica e di germanistica, e grazie ad una borsa di studio si reca per un semestre invernale alla Freie Universität di Berlino. Passa dal dipartimento di germanistica a quello di neo-ellenistica, e vince una borsa di studio per recarsi ad Atene; all'Atene studia greco classico con Lekatsas e storia contemporanea con Psyroukhis, che esercitano su di lui un grande ascendente. Qui prepara una tesi di laurea sul tema: "L'illuminismo greco e le sue tendenze radicali e rivoluzionarie: enogenesi della nazione greca fra Settecento e Ottocento. Il problema della discontinuità con la grecità classica e con la grecità bizantina”. Poliglotta dagli anni dell'università, e fermo sostenitore della lettura dei testi filosofici nella lingua originale, egli apprenderà inglese, portoghese, francese, tedesco, spagnolo, russo, greco antico e moderno, arabo, ebraico, e latino. Rtorna a Torino e si sposa. Consegue per concorso l'abilitazione all'insegnamento liceale di lingua e letteratura francese e di storia della filosofia mentre vince il concorso nazionale di ordinariato per l'insegnamento della filosofia e della storia nei licei. Insegnante fino alla pensione, per due anni insegna francese e inglese, mentre per trentatré anni  è docente di storia e filosofia al liceo Scientifico di Torino (oggi Liceo Alessandro Volta). Trascorre gli anni  in un'intensa attività politica, aderendo al PCI per poi militare in vari gruppi della sinistra extraparlamentare; in questi anni, l'attività filosofica di Preve è incentrata nel tentativo di conciliare esistenzialmente il comunismo, il marxismo e la filosofia.  Grassa, Turchetto ed Illuminati lo invitano a varie collaborazioni; con essi fonderà il Centro Studi di Materialismo Storico di Milano, del quale redigerà inoltre il manifesto programmatico. In questo contesto, e per finanziamento di questo centro, esce il suo primo volume indipendente (cfr. La filosofia imperfetta, Franco Angeli, Milano). Questo testo testimonia la sua adesione di massima alla proposta filosofica dell'Ontologia dell'essere sociale dell'ultimo Lukács, ed anche, indirettamente, il suo distacco definitivo dalla scuola di Althusser. Insieme con Volpi, Turchetto, Illuminati,  Cioffi, Vigorelli, ed altri fonda a Milano la rivista  “Metamorfosi”, che pubblicherà sedici numeri di tipo monografico. In quasi tutti i fascicoli vi sono suoi contributi, che spaziano da un esame dell'operaismo italiano da Panzieri a Tronti e Negri, all'analisi del marxismo dissidente nei paesi socialisti, alla discussione sulla filosofia di Lukács, alla critica delle ideologie del progresso storico, all'indagine sullo statuto filosofico della critica marxiana dell'economia politica. Nel 1983 contribuisce ad organizzare, insieme con Emilio Agazzi, un congresso internazionale dedicato al centenario della morte di Marx (Milano), e vi svolge una relazione sulle categorie modali di necessità e di possibilità in Marx. Da quest'esperienza nasce una rivista chiamata “Marx 101”, che uscirà nei due decenni successivi in due serie di numeri monografici e di cui Preve sarà membro del comitato di redazione. Per tutti gli anni ottanta collabora al mensile teorico “Democrazia Proletaria”, organo dell'omonimo partito, che poi diverrà insieme con i fuoriusciti dal PCI la seconda componente politica e militante del PRC (Partito della Rifondazione Comunista).  Sarà iscritto a DP soltanto per un breve period, facendo parte della direzione nazionale; nella battaglia politica fra i sostenitori di una scelta ecologista (M. Capanna) e neocomunista, Preve sostiene la seconda con una serie di articoli. Quando le componenti di Democrazia Proletaria e dell'Associazione Culturale Marxista confluiscono nel Partito della Rifondazione Comunista, Preve abbandona la militanza politica diretta. Con la pubblicazione di otto volumi consecutivi usciti presso l'editore Vangelista di Milano, affronta il suo “ultimo tentativo personale di coerentizzazione di un paradigma filosofico marxista globale”. Si verifica infatti una discontinuità nella sua produzione. Preve opta per l'abbandono di ogni “ismo” di riferimento, uscendo del tutto “dalla cosiddetta Sinistra” e dalle sue procedure di “accoglimento e cooptazione”.  Ritenendo che la globalizzazione nata dall'implosione dell'Unione Sovietica non si lasci più “interrogare” attraverso le categorie di Destra e di Sinistra, ma richieda altre categorie interpretative, Preve diviene inoltre un convinto sostenitore della necessità di superare la dicotomia sinistra-destra. Questa posizione, condivisa da alcuni intellettuali e movimenti internazionali, è stata criticata da molti, tra cui lo scrittore Valerio Evangelisti, che ne ha sottolineato l'ambiguità ideologica.  Autore e saggista molto prolifico, ha dedicato le sue ultime riflessioni a temi come il comunitarismo, la geopolitica, l'universalismo, la questione nazionale, oltre ovviamente ad un'ininterrotta attenzione al rapporto marxismo-filosofia. Muore a Torino. Il Consiglio Comunale di Torino lo ha omaggiato sottolineando il ruolo di Preve e l'importante stimolo al dibattito culturale e politico da lui sviluppato, rilevante per la crescita politica collettiva in Italia. Pensiero La sua riflessione può essere distinta in due periodi successivi. Ha cercato di opporsi alla deriva post-moderna seguita dalla stragrande maggioranza della sinistra italiana (in particolare dagli intellettuali legati al PCI) con un recupero dei punti alti della tradizione marxista indipendente, del tutto estranea alle incorporazioni burocratiche del marxismo come ideologia di legittimazione di partiti e di stati (soprattutto l'ultimo Lukács, l'ultimo Althusser, Bloch, Adorno). In un secondo periodo, dopo la fine del socialismo reale, che chiama comunismo storico novecentesco, ed in dissenso con tutti i tentativi di sua continuazione/rifondazione puramente politico-organizzativa, ha invece lavorato su di una generale rifondazione antropologica del comunismo, marcando sempre più la discontinuità teorica e politica con i conglomerati identitari della sinistra italiana (Rifondazione Comunista in primis, ma anche la scuola operaista e T. Negri in particolar modo).  Durante gli anni novanta i suoi interventi sono apparsi sia su riviste legate alla sinistra alternativa (L'Ernesto, Bandiera Rossa) che su riviste come Indipendenza e Koiné, dove sostene l'esplicito superamento del dualismo destra-sinistra, approdando a posizioni antitetiche a quelle di  Bobbio (con cui ebbe uno stretto rapporto per più di vent'anni). Nei primi anni del nuovo millennio ha collaborato con la rivista Comunitarismo, prima, e Comunità e Resistenza, poi. È stato fino alla morte redattore del quadrimestrale Comunismo e Comunità. Al di là delle prese di posizione sulla congiuntura politica, tre cardini della filosofia di Preve sono l'interpretazione della storia della filosofia, l'analisi filosofica del capitalismo e la proposta politica per un comunismo comunitario universalistico.  Interpretazione della storia della filosofia Rileggendo l'intera storia della filosofia soprattutto occidentale, utilizza una deduzione sociale delle categorie del pensiero non riduzionistica, che gli permette di discernere la genesi particolare delle idee dalla loro validità universale. Infatti quello di Preve è un orizzonte aperto universalisticamente alla verità, intesa hegelianamente come processo di autocoscienza storica e sintesi di ontologia e assiologia, dell'esperienza umana nella storia. Nella sua proposta di ontologia dell'essere sociale riconosce razionalmente la natura solidale e comunitaria dell'anima umana e l'autonomia conoscitiva della filosofia, contrastando ogni forma di riduzionismo nichilistico, relativistico o partigianamente ideologico. Preve viene definito «strenuo difensore dello statuto veritativo della filosofia da una parte, e deciso oppositore di ogni fraintendimento relativistico dall’altra». Preve intende il capitalismo come totalità economica, politica e culturale da indagare in tutte le sue dimensioni. Propone di suddividerlo filosoficamente e idealisticamente in tre fasi: astratta, dialettica con una protoborghesia illuministica o romantica, una medioborghesia positivistica e poi  esistenzialistica, e una tardo-borghesia sempre più individualistica e libertaria; speculativa (post-borghese e post-proletaria) in cui il capitale si concretizza come assoluto, espandendosi al di là delle dicotomie precedenti a destra economicamente, al centro politicamente e a sinistra culturalmente.  Politicamente corretto Nell'analisi filosofica del capitalismo, più volte insiste sulla critica al politicamente corretto, dove riprende alcuni dei suoi temi già trattati; il concetto consterebbe dei seguenti punti nella concezione previana (dove è considerato un'arma del capitalismo per attrarre fasce deboli a sé, nonché un'ideologia di fondo dell'occidente imperialista):  americanismo come collocazione presupposta, anche sotto forma di benevola critica al governo statunitense; "religione olocaustica": Preve non aderisce al negazionismo dell'Olocausto e condanna i genocidi, ma considera la shoah un fatto non "unico", utilizzato dal sionismo per legittimare le azioni di Israele tramite il senso di colpa dell'Europa: «Auschwitz non può e non deve essere dimenticato, perché la memoria dei morti innocenti deve essere riscattata, e questo mondo nella sua interezza appartiene a tre tipi di esseri umani: coloro che sono già vissuti, coloro che sono tuttora in vita, e coloro che devono ancora nascere. Ma Auschwitz non deve diventare un simbolo di legittimazione del sionismo, che agita l'accusa di antisemitismo in tutti coloro che non lo accettano radicalmente, e che non sono disposti a derubricare a semplici errori i suoi veri e propri crimini»  "teologia dei diritti umani", che Preve considera (come altri filosofi marxisti come Žižek o Losurdo, o comunitaristi come ABenoist) solo un grimaldello e un paravento del capitalismo per imporsi ed eliminare, in realtà, i diritti dei popoli e dei lavoratori, attuando il liberismo e l'imperialismo globali; antifascismo in assenza completa di fascismo: l'antifascismo, positivo un tempo, è considerato un fenomeno dannoso e a favore del sistema capitalistico, visto che il fascismo (da lui deprecato soprattutto per la colonizzazione imperialistica dell'Africa e la "mascalzonaggine imperdonabile" dell'invasione della Grecia) è stato ormai sconfitto, volto a creare tensioni tra le diverse forze anti-sistema, e a fungere da nuova ideologia della sinistra postcomunista e post-stalinista (dopo il graduale abbandono del marxismo-leninismo avvenuto  per gli effetti della destalinizzazione), che diviene così inutile; falsa dicotomia Sinistra/Destra come "protesi di manipolazione politologica": derivata dal precedente, questa teoria punterebbe a indebolire le critiche anticapitalistiche, impedendo l'unione tra comunisti, comunitaristi e socialisti nazionalitari contro il capitale. Al contempo, anche per le nette e costanti affermazioni contro i tribalismi, i razzismi e i nazionalismi soprattutto coloniali, è da ritenersi estranea al cosiddetto "rossobrunismo" (un termine coniato all'inizio per descrivere i cosiddetti nazionalboscevichi) di cui fu tacciato dal citato V. Evangelisti, che a suo dire si configurerebbe come una folle somma dei difetti degli estremismi opposti. L'unione di sostenitori rasati del razzismo biologico con sostenitori barbuti della dittatura del proletariato sarebbe certamente un buon copione di pornografia hard, ma non potrebbe uscire dal piccolo circuito a luci rosse del sottobosco politico.» nismo comunitario La sua proposta politica va nella direzione di un comunismo comunitario universalistico, da intendersi come correzione democratica e umanistica del comunismo, dal momento che quello storico novecentesco sarebbe stato reo di non aver messo in comune innanzitutto la verità. Quello tratteggiato da lui è un sistema sociale che costituisce una sintesi di individui liberati e comunità solidali. Non è inteso come inevitabile sbocco storicistico o positivistico di una storia che si svilupperebbe linearmente, né tuttavia in modo aleatorio in senso althusseriano, bensì aristotelicamente in potenza, a partire dalla resistenza alla dissoluzione comunitaria innescata dall'accumulazione individuale di merci. Qui il problema dell'auspicabile democrazia viene impostato su basi antropologiche, scommettendo sulle potenzialità ontologiche della bontà dell'anima umana, potenzialmente politico-comunitaria (zόon politikόn); razionale e valutativa della giusta misura sociale (zόon lόgon échon) e generica, in senso marxiano (Gattungswesen), cioè in grado di costruire diversi modelli di convivenza sociale, compreso quello in cui l'uomo, affermando la priorità etica e comunitaria per contenere i processi economici altrimenti dispiegantisi in modo illimitato e disumano, può realizzare le sue potenzialità ontologiche immanenti, attualmente alienate. La liberazione dell'individuo avverrebbe quindi a partire dal suo radicamento comunitario in cui agisce collettivamente, pur rimanendo l'individuo stesso l'unità minima di resistenza al potere. In gioventù aderì al PCI, 5, ma presto si allontanò (essendo ostile al compromesso storico tra PCI e DC, promosso da Berlinguer e Moro), entrando poi a far parte della Commissione culturale di Lotta Continua. In seguito si iscrisse a Democrazia Proletaria durante la sua ultima fase. Dopo lo scioglimento di DP, e in seguito alla confluenza di quest'ultima in Rifondazione Comunista, si è sempre più allontanato dall'attività politica in senso stretto. In seguito manifestò critiche verso l'operaismo e il trotskismo che animavano talvolta queste esperienze della post-sinistra extraparlamentare.  Se dal punto di vista teorico si era già distanziato dalla sinistra italiana a seguito della dissoluzione dell'Unione Sovietica e della svolta della Bolognina, il distacco emotivo definitivo dalla "sinistra" avvenne con il bombardamento NATO in Jugoslavia durante la guerra del Kosovo, che ricevette il beneplacito del governo italiano guidato da M. Alema. Considera questo fatto come la fine della legalità costituzionale italiana riferendosi alla violazione dell'articolo 11 e un atto di tradimento verso i valori fondanti della Repubblica Italiana. Sul tema scrisse Il bombardamento etico. Saggio sull'interventismo umanitario, l'embargo terapeutico e la menzogna evidente. Molto clamore ha suscitato (anche tra le file della sinistra alternativa) la sua adesione ad alcune tesi del Campo Antimperialista per l'esplicito sostegno da questi fornito alla resistenza irachena. È stato uno dei filosofi di riferimento del comunismo comunitario, nonché animatore della rivista Comunismo e Comunità. Altre opere: “La classe operaia non va in paradiso: dal marxismo occidentale all'operaismo italiano, in Alla ricerca della produzione perduta” (Bari, Dedalo); “Cosa possiamo chiedere al marxismo. Sull'identità filosofica del materialismo storico, in Marxismo in mare aperto. Rilevazioni, ipotesi, prospettive” (Milano, Angeli); “La filosofia imperfetta. Una proposta di ricostruzione del marxismo ” (Milano, Angeli); “La teoria in pezzi. La dissoluzione del paradigma teorico operaista in Italia” (Bari, Dedalo); “La ricostruzione del marxismo fra filosofia e scienza, in La cognizione della crisi. Saggi sul marxismo di Althusser” (Milano, Angeli); “La rivoluzione teorica di Althusser, in Il marxismo” (Pisa, Vallerini); “La passione durevole” (Milano, Vangelista); “La musa di Clio vestita di rosso, in Trasformazione e persistenza. Saggi sulla storicità del capitalismo” (Milano, Angeli); “Il filo di Arianna. Quindici lezioni di filosofia marxista” (Milano, Vangelista); “Il marxismo ed il problema teorico dell'eguaglianza oggi, in Egalitè-inegalitè. Atti del Convegno organizzato dall'Istituto italiano per gli studi filosofici e dalla Biblioteca comunale di Cattolica. Cattolica, Urbino, Quattro venti, Il convitato di pietra. Saggio su marxismo e nichilismo, Milano, Vangelista, L'assalto al cielo. Saggio su marxismo e individualismo, Milano, Vangelista); “Il pianeta rosso. Saggio su marxismo e universalismo” (Milano, Vangelista); “Ideologia Italiana. Saggio sulla storia delle idee marxiste in Italia” (Milano, Vangelista); “Il tempo della ricerca. Saggio sul moderno, il postmoderno e la fine della storia” (Milano, Vangelista); “L'eguale libertà. Saggio sulla natura umana” (Milano, Vangelista); “Oltre la gabbia d'acciaio. Saggio su capitalismo e filosofia” (Milano, Vangelista); “Il teatro dell'assurdo: cronaca e storia dei recenti avvenimenti italiani. Una critica alla cultura dominante della sinistra nell'attuale scontro tra berlusconismo e progressismo” (Milano, Punto Rosso); “Una teoria nuova per una diversa strategia politica. Premesse teoriche alla critica della cultura dominante della sinistra esposta nel Teatro dell'assurdo” (Milano, Punto Rosso); “Il marxismo vissuto del Che, in Adys Cupull e Froìlan Gonzales, Càlida presencia. Lettere di Che Guevara a Tita Infante, Milano, Punto Rosso); “Un elogio della filosofia” (Milano, Punto Rosso); Quale comunismo?, in Uomini usciti di pianto in ragione. Saggi su F. Fortini” (Roma, Manifestolibri); “La fine di una teoria. Il collasso del marxismo storico del Novecento” (Milano, UNICOPLI); “Il comunismo storico novecentesco. Un bilancio storico e teorico, Milano, Punto Rosso); “Nichilismo Verità Storia. Un manifesto filosofico della fine del XX secolo” (Pistoia, CRT); “Gesù. Uomo nella storia, Dio nel pensiero” (Pistoia); “Il crepuscolo della profezia comunista. A 150 anni dal “Manifesto”, il futuro oltre la scienza e l'utopia, Pistoia, CRT); “L'alba del Sessantotto. Una interpretazione filosofica” (Pistoia, CRT, Marxismo, Filosofia, Verità, Pistoia, CRT,  Destra e sinistra. La natura inservibile di due categorie tradizionali” (Pistoia, CRT); “La questione nazionale alle soglie del XXI secolo. Note introduttive ad un problema delicato e pieno di pregiudizi” (Pistoia, CRT, Le stagioni del nichilismo. Un'analisi filosofica ed una prognosi storica, Pistoia, CRT, Individui liberati, comunità solidali. Sulla questione della società degli individui” (Pistoia, CRT); “Contro il capitalismo, oltre il comunismo. Riflessioni su di una eredità storica e su un futuro possibile” (Pistoia, CRT); “La fine dell'Urss. Dalla transizione mancata alla dissoluzione reale, Pistoia, CRT); “Il ritorno del clero. La questione degli intellettuali oggi, Pistoia, CRT, Le avventure dell'ateismo. Religione e materialismo oggi, Pistoia, CRT,  Un nuovo manifesto filosofico. Prospettive inedite e orizzonti convincenti per il pensiero, con Andrea Cavazzini, Pistoia, CRT, Hegel Marx Heidegger. Un percorso nella filosofia contemporanea, Pistoia, CRT, Scienza, politica, filosofia. Un'interpretazione filosofica del Novecento, Pistoia, CRT); I secoli difficili. Introduzione al pensiero filosofico dell'Ottocento e del Novecento, Pistoia, CRT); “L'educazione filosofica. Memoria del passato, compito del presente, sfida del futuro, Pistoia, CRT); “Il bombardamento etico. Saggio sull'interventismo umanitario, l'embargo terapeutico e la menzogna evidente, Pistoia, CRT); “Marxismo e filosofia. Note, riflessioni e alcune novità, Pistoia, CRT, Un secolo di marxismo. Idee e ideologie, Pistoia, CRT); “Un filosofo controvoglia. Introduzione a G. Anders, L'uomo è antiquato” (Bollati Boringhieri); “Le contraddizioni di Bobbio. Per una critica del bobbianesimo cerimoniale” (Pistoia, CRT, Marx inattuale. Eredità e prospettiva” (Torino, Bollati Boringhieri, Verità filosofica e critica sociale. Religione, filosofia, marxismo, Pistoia, CRT) Dove va la sinistra?, Stefano Boninsegni, Roma, Settimo Sigillo, Comunitarismo filosofia politica, Molfetta, Noctua, La filosofia classica tedesca, prefazione a Renato Pallavidini, Dialettica e prassi critica. Dall'idealismo al marxismo (Molfetta, Noctua); “L'ideocrazia imperiale americana, Roma, Settimo Sigillo); Filosofia del presente. Un mondo alla rovescia da interpretare, Roma, Settimo Sigillo); Filosofia e geopolitica, Parma, All'insegna del Veltro, Del buon uso dell'universalismo. Elementi di filosofia politica per il XXI secolo, Roma, Settimo Sigillo, Dialoghi sul presente. Alienazione, globalizzazione destra/sinistra, atei devoti. Per un pensiero ribelle” (Napoli, Controcorrente); “La comunità ritrovata. Rousseau critico della modernità illuminista, Torino, Libreria Stampatori); “Marx e gli antichi greci” (Pistoia, Petite plaisance, Il popolo al potere. Il problema della democrazia nei suoi aspetti storici e filosofici, Casalecchio, Arianna); “Verità e relativismo. Religione, scienza, filosofia e politica nell'epoca della globalizzazione, Torino, Alpina); Elogio del comunitarismo Napoli, Controcorrente, Il paradosso De Benoist. Un confronto politico e filosofico, Roma, Settimo Sigillo, Storia della dialettica, Pistoia, Petite plaisance,  La democrazia in Grecia. Storia di un'idea, forza di un valore, in Presidiare la democrazia realizzare la Costituzione. Atti del seminario itinerante sulla difesa della Costituzione, Bardonecchia, Susa, Bussoleno, Condove, Borgone Susa, Edizioni Melli-Quaderni Sarà Dura!, Storia critica del marxismo. Dalla nascita di Karl Marx alla dissoluzione del comunismo storico novecentesco, Napoli, La città del sole,  Postfazione a Luca Grecchi, Il presente della filosofia italiana, Pistoia, Petite plaisance, Storia dell'etica, Pistoia, Petite plaisance,  Hegel antiutilitarista, Roma, Settimo Sigillo, Storia del materialismo, Pistoia, Petite plaisance, Una approssimazione a Marx. Tra materialismo e idealismo, Saonara, Il Prato, Ri-pensare Marx. Filosofia, Idealismo, Materialismo, Potenza, Ermes, Un trotzkismo capitalistico? Ipotesi sociologico-religiosa dei Neocons americani e dei loro seguaci europei, in Neocons. L'ideologia neoconservatrice e le sfide della storia, Rimini, Il Cerchio, Alla ricerca della speranza perduta. Un intellettuale di sinistra e un intellettuale di destra "non omologati" dialogano su ideologie e globalizzazione, con Luigi Tedeschi, Roma, Settimo Sigillo, La quarta guerra mondiale, Parma, All'insegna del Veltro, L'enigma dialettico del Sessantotto quarant'anni dopo, in La rivoluzione dietro di noi. Filosofia e politica prima e dopo il '68, Roma, Manifestolibri, Il marxismo e la tradizione culturale europea, Pistoia, Petite plaisance, Nuovi signori e nuovi sudditi. Ipotesi sulla struttura di classe del capitalismo contemporaneo, con Eugenio Orso, Pistoia, Petite plaisance, Logica della storia e comunismo novecentesco. L'effetto di sdoppiamento, con Sidoli, Pistoia, Petite plaisance, .Elementi di Politicamente Corretto. Studio preliminare su di un fenomeno ideologico destinato a diventare in futuro sempre più invasivo e importante, Petite Plaisance,  Filosofia della verità e della giustizia. Il pensiero di Kosík, con Cesana, Pistoia, Petite plaisance, Lettera sull'Umanesimo, Pistoia, Petite plaisance, Una nuova storia alternativa della filosofia. Il cammino ontologico-sociale della filosofia, Pistoia, Petite plaisance, Lineamenti per una nuova filosofia della storia. La passione dell'anticapitalismo, con Luigi Tedeschi, Saonara, Il Prato, .Dialoghi sull'Europa e sul nuovo ordine mondiale, con Luigi Tedeschi, Saonara, Il Prato, Collisioni. Dialogo su scienza, religione e filosofia, con Andrea Bulgarelli, Pistoia, Petite plaisance,  Karl Marx: un'interpretazione, NovaEuropa Edizioni.  Preve preferiva non definirsi marxista ma appartenente alla "scuola di Marx", e «allievo indipendente di Marx» (C. Preve, Elogio del comunitarismo, Controcorrente, Napoli,  «Personalmente, non sono credente né praticante. Non credo in nessun Dio personale, considero ogni personalizzazione del divino una indebita e superstiziosa antropomorfizzazione, e sono pertanto in linea di massima d’accordo con Spinoza. Ma ritengo anche la religione, così come la scienza, l’arte e la filosofia, dati permanenti dell’antropologia umana in quanto tali desti durare tutto il tempo in cui durerà il genere umano.» (Elementi di politicamente corretto, )  Convegno, Lukács e la cultura europea (II intervento)  Relazione Congresso Nazionale di DP (terzultimo intervento)  Destra e Sinistra: confronto tra C.Preve e D.Losurdo  Carmilla: I rosso-bruni: vesti nuove per una vecchia storia  Democrazia comunitaria o democrazia proprietaria? (L.Tedeschi-Preve). Considerazioni sulla geopolitica (di C.Preve) Ain .Intervista di Luigi Tedeschi a Il bombardamento etico dieci anni dopo (recensione di G. Di Martino), Fonte: A. Monchietto, Lucio CollettiCostanzo Preve. Marxismo, Filosofia, Scienza.  Morto Costanzo Preve, l'“ultimo” filosofo marxista su la RepubblicaTorino  Addio al filosofo Costanzo Preve  In memoria di Costanzo Preve di Diego Fusaro  Un lutto veramente grande per noi di Gianfranco La Grassa  In morte di Costanzo Preve  La Sala Rossa ricorda la figura di Costanzo Preve e raccogliendosi in un minuto di silenzio, Preve, Con Marx e oltre il marxismo (overleft) su files.splinder.Comunismo e Comunità » Laboratorio per una teoria anticapitalistica  Alessandro Volpe e Piotr Zygulski, Verità e filosofia, in Alessandro Monchietto e Giacomo Pezzano , Invito allo Straniamento. I. Costanzo Preve filosofo, Pistoia, Petite Plaisance,  Preve, Elementi di politicamente corretto; ad es. 22. E qui concludiamo con una serie di previsioni artigianali. Ricordo al lettore che questo non è ancora un Trattato di Politicamente Corretto, che ho peraltro intenzione di scrivere, in cui i cinque punti principali indicati (americanismo come collocazione presupposta, religione olocaustica, teologia dei diritti umani, antifascismo in assenza completa di fascismo, dicotomia Sinistra/Destra come protesi di manipolazione politologica) verranno discussi in modo più analitico e preciso».  Da Intellettuali e cultura politica nell'Italia di fine secolo, Rivista Indipendenza, Da Gli Usa, l’Occidente, la Destra, la Sinistra, il fascismo ed il comunismo. Problemi del profilo culturale di un movimento di resistenza all’Impero americano, Noctua Edizioni, 2003.  C.Preve: audio congressi DP (RadioRadicale)  Intervista politico-filosofica (G. RepaciC. Preve)  «La costituzione italiana è stata distrutta per semprre con i bombardamenti sulla Jugoslavia, e da allora l’Italia è senza costituzione, e lo resterà finché i responsabili politici di allora non saranno condan morte per alto tradimento (parlo letteralmente pesando le parole), con eventuale benevola commutazione della condanna a morte a lavori forzati a vita. Eppure, questi crimini passano sotto silenzio, perché si continuano ad interpretare gli eventi di oggi in base ad una distinzione completamente finite (C. Preve, Elementi di politicamente corretto) //aginform.org/preve.html.  Étienne Balibar, La filosofia di Marx, Manifestolibri, Bobbio, Né con Marx né contro Marx, Editori Riuniti, Roma, André Tosel, Devenir du marxisme: de la fin du marxisme-léninisme aux mille marxismes, France-Italie  in Dictionnaire Marx contemporain, Jacques Bidet-Eustache Kouvélakis , PUF, Parigi Cristina Corradi, Storia dei marxismi in Italia, Manifestolibri, Roma, Alessandro Monchietto, Marxismo e filosofia in Preve, Editrice Petite Plaisance, Pistoia, P. Zygulski, C. Preve: la passione durevole della filosofia, presentazione di Giacomo Pezzano, Pistoia, Editrice Petite Plaisance, Monchietto e Pezzano , Invito allo Straniamento. I. Costanzo Preve filosofo, Pistoia, Petite Plaisance, Zygulski, Costanzo Preve e l'educazione filosofica , in Educazione Democratica,  Foggia, Edizioni del Rosone, gennaio ,  Alessandro Monchietto , Invito allo Straniamento. II. Costanzo Preve marxiano, Pistoia, Petite Plaisance, Massimo BontempelliFabio Bentivoglio, Il senso dell'essere nelle culture occidentali, Milano, Trevisini, Formenti, Il socialismo è morto. Viva il socialismo!, Meltemi, Milano Comunitarismo Domenico Losurdo Massimo Bontempelli (storico) Nazionalismo di sinistra Altri progetti Collabora a Wikiquote Citazionio su Costanzo Preve  Registrazioni di Costanzo Preve, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Breve sintesi del pensiero di C.Preve (filosofico.net), su filosofico.net. Raccolta di e-book scaricabili gratuitamente offerti dalla casa editrice Petite Plaisance, su petiteplaisance). Antologia di testi di C.Preve, Raccolta di articoli (AriannaEditrice), su ariannaeditrice. Filosofia  Il testo è disponibile solo in e-book, e lo si può scaricare gratuitamente al seguente link: petiteplaisance ebooks/sin_ebl_1032.html. Preve. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Preve," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51684463462/in/photolist-2mKbok1-2mGnP2f-2mEd2LM-E58e4H-CfbuaM-C6j6p5-CdDphy-CfWJ4K-C6n5m7-BiosLy-CfUqUZ-BiyBqX-BGr8AF-BiuDHk-C6n22G-BGo4ac-CfT5uH-BinZFS-CfX854-C8EFGv-C8AG9k-C8EyDT-BGreRB-BNPngs-C8EyKe-CfWNyr-BinFbf-BGr6t4-C6ndRU-BGrkKR-CfUrBk-Biry7Y-CfWVBe-BNPcuy-C8EfEg-C8BXHK-C6iijj-Biotmm-BXesRa-B87iXx-B87iTp-C5w76F-C3dpu7-BXetE4-BUVNSb-B87kea-C3dpwG-BUVMeG-BXeqJ4-BCoJa1

 

Grice e Prini – il volo d’Icaro – filosofia italiana – Luigi Speranza (Belgirate). Filosofo. Grice: “I like Prini, but I won’t expect his “Discorse e situazione” to be about Firth’s context of utterance!” -- “Pensare è infatti la maniera più profonda del nostro desiderare. "Ventisei secoli nel mondo dei filosofi"). Tra i maggiori esponenti dell'esistenzialismo.  Di modeste origini, Prini mostrò fin da giovane una certa attitudine per gli studi e completò l'intero iter scolastico, iscrivendosi quindi al seminario di Arona nel 1934, dove ebbe come docente di filosofia mons. De Lorenzi. La scelta del seminario, oltre a derivare dalla sua povertà di mezzi materiali, rispondeva a una profonda convinzione di fede che resterà immutata per tutta la vita del filosofo. Prini, tuttavia, lasciò il seminario tre anni più tardi «per amore della filosofia»: gli sembrava infatti che l'impostazione neotomista della filosofia lì insegnata non rispondesse ai bisogni del tempo. Quindi vinto un posto presso il Borromeo di Pavia, inizia i suoi studi di filosofia. Particolarmente influenti sono Levi e Sciacca con cui si laurea con una tesi su Rosmini. Durante il servizio militare, contrasse una malattia polmonaregrave che lo costrinse al ricovero presso il Borromeo, allora trasformato dai tedeschi in ospedale militare. Lì godette della compagnia intellettuale di Angelini, e approfondisce lo studio di Plotino -- è un fase cruciale per la formazione di Prini: grazie a una borsa di studio, egli trascorse nove mesi a Parigi dove conosce e frequenta Marcel.   Una veduta del lago Maggiore dalla terrazza del Collegio Rosmini. Nel suo saggio su Belgirate, borgo che si affaccia sullo stesso lago, Prini cita H.F. Amiel e scrive: «Un paesaggio è uno stato d'animo». Prini s'è legato al gruppo di giovani filosofi che Sciacca aveva riunito intorno a sé: M. Antonelli, R. Crippa, A. Caracciolo. Quando Sciacca si trasferì a Genova tutto il gruppo lo seguì, ottenendo ciascunosecondo la specificità dei propri studiun incarico di insegnamento di una disciplina filosofica. A lui venne affidato l'insegnamento di Storia della filosofia antica. Di qui, vincitore di concorso, si trasferì a Perugia, dove dette vita ad una sua scuola filosofica, che ha in Antiseri l'esponente più noto. Della stessa fase è il saggio “Verso una nuova ontologia” che, insieme a “Discorso e situazione” dsegnano il passaggio alla fase matura del suo pensiero. Viene chiamato a coprire la cattedra di Storia della filosofia a Roma. Qui svolse una intensa attività didattico-scientifica, che alimentò partecipando anche a molteplici iniziative culturali, impegnandosi in prima persona nella promozione televisiva del sapere filosofico e, nell'attività radio-fonica, in programmi di decisa funzione umanistico-culturale. Tra le opere più interessanti e più discusse della sua ultima produzione, va ricordato “Lo scisma sommerso” in cui analizza la spaccatura sotterranea che si è creata nella Chiesa cattolica tra il magistero ufficiale e la fede e le scelte di vita dei credenti. Un tema che diviene centrale in quest'ultimo periodo è anche il tema del male, in modo parallelo a quanto andava elaborando nello stesso periodo Pareyson, amico personale. Si ritira a Pavia dove lavora, finché le forze glielo consentono, a Ventisei secoli nel mondo dei filosofi, «un ultimo ripensamento, una sorta di commiato personale dagli autori e dai problemi che gli erano stati cari per tutta la vita». È morto a Pavia ed è sepolto a Belgirate nella tomba di famiglia. La sua biblioteca personale e il suo lascito manoscritto sono conservati presso la biblioteca del Collegio Ghislieri di Pavia nel "Fondo Prini". Si può dire che in nessuna delle opere di Prini sia racchiuso tutto quanto il suo pensiero. Egli è, in questo senso, un pensatore abbastanza asistematico e offre intuizioni in direzioni diverse, che si possono riassumere in alcuni blocchi tematici.  L'ontologia semantica  Una pagina manoscritta del filosofo. Un buon punto da cui partire è la scoperta e la definizione dell'ontologia semantica: accanto al discorso apofantico, che definisce in modo univoco i suoi oggetti e che vuol dimostrare le sue verità in modo necessario, Prini apre lo spazio per il discorso semantico, il linguaggio cioè della musica, della poesia, della preghiera, dell'invocazione, del dialogo. Nel testo Verso una nuova ontologia, egli fa risalire la dimenticanza dell’ontologia semantica ad Aristotele, il quale riteneva i discorsi semantici non verofunzionali e quindi estranei al campo dellafilosofia. Nell'opera successiva Discorso e situazione, l'autore definisce in modo più dettagliato gli ambiti di ciascun discorso.  In un’intervista rilasciata a Vittorio Grassi, Prini argomenta: «Per molti anni ho tenuto presente nello sviluppo delle mie ricerche il volume Discorso e situazione, dove, nel quadro del problema contemporaneo della molteplicità dell’uso logico della ragione, ho delineato un esame sistematico delle diverse forme argomentative del discorso razionale “situato”, ossia in relazione al suo proprio oggetto ed al suo proprio uditorio, e precisamente la verifica come forma della prova del discorso oggettivo o scientifico, la testimonianza, come forma della prova del discorso privato o intersoggettivo, la determinazione particolare, come forma del discorso collettivo o ideologico. È stata un ricerca non inutile, credo, se ha messo in luce, per un verso, contro lo scientismo, la pluralità dell’uso logico della ragione, e per un altro verso, la fondamentale convergenza di quelle forme del discorso razionale in una dottrina della verità ostensiva dell’essere, o, come dicevo nel mio volume Discorso e situazione, inventandone l’espressione, in un’ontologia semantica».  In questo senso, la filosofia di Prini si caratterizza per un confronto rispettoso e vivace con le scienze: da una parte, il filosofo ne riconosce tutta la dirompente importanza, dall'altra è attento a criticare quelle filosofiequali il neopositivismoche ne esasperano i risultati e le spingono oltre il proprio ambito di legittimità conoscitiva.  L'uomo Il secondo punto è quello dell’antropologia e della sociologia filosofica. Prini non dimentica mai la lezione dell’esistenzialismo: l’uomo di cui la filosofia deve occuparsi è l’uomo concreto. E perciò, in primo luogo, è importante considerare il corpo come elemento costituito della soggettività in un’unità psicofisicadel resto, già Rosmini nel mondo cattolico aveva fatto questo movimento verso il corpo, parlando di sentimento fondamentale corporeo. Prini se ne occupa soprattutto nell'opera Il corpo che siamo. Quindi, ne “Il paradosso di Icaro” viene elaborata la distinzione tra desiderio e bisogno. Il bisogno, cioè la necessità di avere, si distingue dal desiderio, cioè dalla volontà di essere autenticamente.  Nel mondo contemporaneo, che è un mondo capitalistico, tecnologico e nichilistico, l’uomo corre il rischio di essere dominato da bisogni sempre accresciuti e di dimenticare così la propria dimensione più autentica e il proprio desiderio. Pensare èla maniera più profonda del nostro desiderare»: ciò significa che la filosofia ha, prima di tutto, il compito di domandare intorno al senso di ciò che è e di ciò che si èun domandare che mette in questione anche il domandante stesso.  Qui sono naturalmente molto forti gli echi di Heidegger, che Prini definisce «maestro inevitabile». L’esito socio-politico di queste dottrine priniane è il rifiuto degli assoluti terrestri, cioè di quelle concezioni totalitarie della politica come il nazismo o il comunismo che negano il valore assoluto della coscienza individuale e, insieme, negano lo spazio per ogni trascendenza genuina. Prini, per converso, ritiene che l'unico agire autentico derivi dalla contemplazione, secondo quella dottrina della contemplazione creatrice che egli ritrova in Plotino e che fa propria.  L'Essere Di qui, si può passare a parlare della concezione priniana dell’Essere, che è caratterizzato dall'ambiguità, da cui anche il titolo della sua opera principale su questo tema, L'ambiguità dell'essere, che ha la particolarità di essere scritta in forma di dialogo. L'essere può intendersicome è stato variamente inteso nella storia della filosofiasia come necessità assoluta (al modo Parmenide), sia come bontà o finalità assoluta (al modo di Leibniz), sia come libertà od opposizione assoluta (al modo di Cusano). Prini cerca di pensare insieme queste tre modalità, ritenendole tutte essenziali all'essere e, insieme, non deducibili l’una dall'altra. Egli definisce questa sua concezione «problematicismo ontologico». Dal momento che l’Essere è in sé ambiguo, esso non si lascia completamente definire e dimostrare dal discorso apofantico e si presta al discorso semantico in generale e quindi al discorso religioso in particolare. Assolutamente capitale è, dunque, il problema della religione, della fede cristiana e della Chiesa cattolica. Prini ha sempre pensato la propria attività filosofica come un filosofare nella fede: a differenza dello scienziato, il filosofo mette in gioco se stesso nel proprio filosofare, e un cristiano, quale egli era, non può mettere da parte le proprie convinzioni religiose quando filosofa. Nella prolusione al corso di Filosofia teoretica a Perugia, egli argomenta: «C’è un carattere ludico nell'atteggiamento del credente, quando pretende di poter mettere tra parentesi la propria fede e di essere anch'egli, nella ricerca della verità, come dice Husserl, ein wirklicher Anfänger, un vero e proprio principiante. Ho dedicato tutta la mia vita alla cultura cattolica in modo critico» sostiene Prini nell’intervista. Questo suo lavoro critico può riassumersi così: distinzione tra il nucleo del messaggio evangelico e le forme che esso ha via via assunto nella storia, critica delle posizioni più tradizionaliste della Chiesa, specialmente in filosofia (si veda in particolare il volume La filosofia cattolica italiana del Novecento), invito al dialogo tra la Chiesa e la modernità tutta intera, e proposta di una nuova inculturazione, oggi, di quel messaggio evangelico. Il seguente passaggio de Lo scisma sommerso mostra in modo disambiguo ciò che Prini ha in mente: «Per questa mentalità generata dalla civiltà della scienza esistono uno spazio e un tempo scientifici nei quali è impossibili proporsi di trovare, per esempio, il periodo storico di una presunta prima coppia progenitrice di tutto il genere umano o l'ubicazione dell'Eden, di cui parlanoin un senso simbolico che è da determinarei primi racconti della Genesi. E andando soltanto un poco in profondità nella coscienza giuridica moderna, post-illuministica, del rapporto tra colpa e castigo, chi potrebbe oggi accettare l'idea, trasmessa dalla teologia penale di Agostino nell'interpretazione della Lettera ai Romani di Paolo, che l'umanità intera abbia ereditato da Adamo non solo la pena eterna del suo peccato, ma anche la responsabilità della sua stessa colpa?»  Altre opere: “La metodologia dell’inverificabile” (Roma, Studium); “Verso una nuova ontologia” (Roma, Studium); “Rosmini postumo” (Roma, Armando); “Discorso e situazione” (Roma, Studium); “Il paradosso di Icaro” (Roma, Armando); “L’ambiguità dell’essere” (Genova, Marietti); “Storia dell'esistenzialismo” (Roma, Studium); Il testo è l’ultima versione di una serie di lavori precedenti sulla storia dell’esistenzialismo. “Il corpo che siamo: introduzione all'antropologia etica” (Torino, SEI); “Plotino e la nascita dell’umanesimo interiore.” Milano, Vita e Pensiero,Anche questa è l’ultima versione di un lavoro “a più strati”, il cui primo nucleo risale agli anni della guerra, mentre Prini era ricoverato presso il Collegio Borromeo di Pavia, allora trasformato dai tedeschi in ospedale militare. Il cristiano e il potere. Roma, Studium, La filosofia cattolica italiana del Novecento. Roma-Bari, Laterza, Lo scisma sommerso. Milano, Garzanti (per l'editore G due). Terra di Belgirate, Grugliasco (Torino), tipografia Sosso); Ventisei secoli nel mondo dei filosofi (W. Minella). Caltanissetta-Roma, S. Sciascia, . Inediti I seguenti testi inediti, ritrovati tra le carte del "Fondo Pietro Prini", sono stati pubblicati:  Visita a Borges in Paradiso (Andrea Loffi). In: “Avvenire”, Lo stesso testo è presente anche in appendice a: Walter Minella, Pietro Prini, Roberto Cutaia, Prini, un filosofo che canta i Salmi. In: “Avvenire”, Qui sono riportati alcuni passaggi di un commento ai Salmi. Croce e Gentile secondo Prini (Andrea Loffi). In: “Avvenire” -- è stato insignito del Premio Internazionale Medaglia d'Oro al merito della Cultura Cattolica . -- è stato conferito il primo "Premio Pietro Prini" in onore del filosofo, per promuoverne lo studio e la ricerca, presso il Collegio Rosmini di Stresa.  Notizia della morte, Walter Minella, Pietro Prini, Città del Vaticano, Lateran University Press, 25.  Terra di Belgirate, Walter Minella, Pietro Prini, Vaticano, A. Loffi, Il Prini sommerso , su pietroprini.org.  Pietro Prini, Terra di Belgirate,  Ventisei secoli nel mondo dei filosofi, W.  Minella, Caltanissetta-Roma, S. Sciascia, Ventisei secoli nel mondo dei filosofi, Walter Minella, Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia, Pietro Prini, Plotino e la fondazione dell'umanesimo interiore, Milano, Vita e Pensiero,Pietro Prini, Terra di Belgirate, Pietro Prini, Cristianesimo e filosofia, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Perugia, Terra di Belgirate, Pietro Prini, Lo scisma sommerso, Milano, Garzanti); D.  Antiseri e D. Conci , Il desiderio di essere. L'itinerario filosofico di Pietro Prini (Roma, Studium); S. Arcoleo, La filosofia nell'Italia del Novecento. Intervista in “Segni e Comprensione”, B.  Muscherà, L'ontologia del desiderio” (Genova, Marietti); M. Flematti, “Prini” (Verbania-Intra, Alberti, . W. Minella, Vaticano, W. Minella, A. Loffi, M. Flematti, G. Sandrini , Credere oggi in Dio e nell'uomo ancora e nonostante. Pietro Prini filosofo del dialogo tra fede e scienza. Roma, Armando. pietroprini.org. Enciclopedie on line, sito "Treccani L'Enciclopedia italiana".//filosofico.net/prini.htm. Pietro Prini. Prini. Keywords: il volo d’Icaro. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Prini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737756981/in/datetaken/

 

Grice e Prodi – il cane di Pavlov – filosofia italiana – Luigi Speranza (Scandiano). Filosofo. Grice: “While he likes semiotics, Prodi is the Italian C. L. Stevenson, who read English at Yale! No philosophy background!” -- Figlio di Mario, ingegnere, ed Enrica, maestra, è il terzo di nove fratelli (tra cui anche il politico ed economista Romano, il fisico ed europarlamentare Vittorio, il matematico Giovanni, il fisico Franco e lo storico Paolo).  Si laurea a Bologna. Insegna a Bologna. Patologia Generale. In seguito gli fu affidata la prima cattedra di Oncologia dell'ateneo.Direttore dell'Istituto di Cancerologia di Bologna, di cui fu fondatore, e del progetto Biologia cellulare del Cnr, pubblicò anche diversi libri riguardo alla medicina ed alla biologia, sviluppando un approccio semiotico alla biologia negli anni Settanta e Ottanta.  Fece parte inoltre del Consiglio Superiore di Sanità della Commissione Oncologica del Ministero della Pubblica Istruzione e fu consulente del Ministero per la Ricerca Scientifica e Tecnologica.  Con Il neutrone borghese, ha pubblicato anche alcuni romanzi e racconti, tra cui Lazzaro, biografia romanzata (con riflessi autobiografici) di L. Spallanzani, per cui è risultato supervincitore del Grinzane Cavour e finalista al Bergamo. Il saggio “Il cane di Pavlov, uscito nell'anno stesso della sua morte di cancro, ma altri sono stati pubblicati postumi. Sono stati raccolti tutti nel volume L'opera narrativa. Bologna gl’ha dedicato il Centro Interdipartimentale di Ricerche sul cancro nonché un'aula situata nel complesso di San Giovanni in Monte. Ogni anno, una conferenza della riunione annuale della Società Italiana di Cancerologia è dedicata a lui. Altre opere: “Scienza e potere” (Il Mulino, Bologna, estr. da Il Mulino, La scienza, il potere, la critica, Il Mulino, Bologna); “Oncologia sperimentale, Esculapio, Bologna); “Le basi materiali della significazione” (Bompiani, Milano); “La biologia dei tumori, Casa editrice ambrosiana, Milano); Soggettività e comportamento” (Angeli); Orizzonti della genetica, Editoriale L'Espresso, Il neutrone borghese, Bompiani, Milano, Patologia Generale, con Giovanni Favilli, CEA, “La storia naturale della logica,” Bompiani, Milano, “L'uso estetico del linguaggio,” Il Mulino, Bologna, Lazzaro: il romanzo di un naturalista del '700, Camunia, Brescia, Oncologia generale, Esculapio, Bologna, Gli artifici della ragione, disegni di Cesare Paolantonio, Edizioni del Sole 24 ore, Milano, “Il cane di Pavlov,” Camunia, Brescia); “Alla radice del comportamento morale” (Marietti, Milano); “Teoria e metodo in biologia e medicina” (Clueb, Bologna); “L'individuo e la sua firma. Biologia e cambiamento antropologico” (Il Mulino, Bologna); Il profeta, Camunia, Brescia, L'opera narrativa, introduzione di E. Guagnini (Diabasis, Reggio Emilia). Conferenza "Prodi”, Repubblica  Apprezzato anche da G. Dossetti, La parola e il silenzio. Discorsi e scritti  ed. Paoline,  in riferimento ad un articolo che si rifaceva ai geni invisibili della città di G. Ferrero. Sul sottotitolo (i “geni invisibili” della città) dell'opera Potere, v. Giampiero Buonomo, Titolo V e "forme di governo": il caso Abruzzo (dopo la Calabria), in Diritto e Giustizia, su legacy.bibliotecamai.org. Sito del Centro Interdipartimentale di Ricerche sul cancro "Giorgio Prodi"  Brochure dell'Aula Prodi. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giorgio Prodi. Prodi. Keywords: il cane di Pavlov. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Prodi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737954863/in/datetaken/

 

Grice e Prospero – implicatura laica – filosofia italiana – Luigi Speranza (Pescosolido), filosofo. Si laurea a Roma, discutendo una tesi su Kelsen. Professore a Roma, autore di numerosi saggi, collabora con diverse riviste scientifiche e quotidiani., tra i quali soprattutto L'Unità.  I suoi interessi sono principalmente rivolti al sistema istituzionale italiano e al pensiero politico della sinistra. Inoltre, svolge attività di editorialista: le posizioni da lui espresse come analista politico sono state aspramente criticate dal giornalista  Travaglio, che lo ha accusato di "pagnottismo". Tra i punti di dissenso, vi è la posizione critica assunta da Prospero nei confronti della democrazia diretta, e nei confronti della fiducia riposta daTravaglio, e dal Movimento 5 stelle di Grillo, nella intrinseca infallibilità del giudizio espresso dagli elettori e del popolo della Rete.  Dal  fa parte della direzione nazionale di Sinistra Italiana ed è responsabile cultura del partito. Altre opere: “La politica post-classica, Il nuovo inizio, Nostalgia della grande politica, La democrazia mediata, Sistemi politici e storia, Il pensiero politico della destra, Newton Compton, I sistemi politici europei, Newton Compton, Politica e vita buona, Euroma la Goliardica, Sinistra e cambiamento istituzionale, Storia delle istituzioni in Italia, Editori Riuniti, Il fallimento del maggioritario, La politica moderna. Teorie e profili istituzionali, Carocci,  Lo Stato in appalto. Berlusconi e la privatizzazione del Politico (Manni); “Politica e società globale” (Laterza); “L'equivoco riformista” (Manni); “Alle origini del laico” (Angeli); “La costituzione tra populismo e leaderismo” (Angeli); “Filosofia del diritto di proprietà” (Angeli); “Perché la sinistra ha perso le elezioni” (Ediesse); “Il comico della politica, nichilismo e aziendalismo nella comunicazione di Berlusconi” (Ediesse); “Il libro nero della società civile. Il nuovismo realizzato” (Bordeaux); “Gramsci” (Bordeaux). Elenco dei principali interventi di Prospero sulla stampa italiana, da "Rassegnacamera"  Addio al mito del capo, Il Manifesto, Contropotere del Quirinale, Left-avvenimenti, Caro Prodi, l'errore più grande della sinistra europea è stato dimenticare il lavoro, il manifesto, Bruno Gravagnuolo, Grillo, il travaglio di Marco nel duello tv con Prospero l'Unità  Gli organismi di Sinistra Italiana, da "Sinistraitaliana.si"  Sinistra Italiana rispolvera il Pci: nascono le nuove Frattocchie. Ma a Testaccio, da HuffingtonPost  Pagina Web del docente sul sito della SapienzaRoma, su coris.uniroma1. Michele Prospero. Prospero. Keywords: implicatura laica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Prospero” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738325049/in/datetaken/

 

Grice e Pucci – implicatura – filosofia italiana (Firenze). Filosofo. Scrisse alcuni trattati dove ambiva a una religione universale di stampo utopistico e fu molto polemico contro le principali dottrine religiose dell'epoca, tanto da essere tacciato di eresia e giustiziato dall'Inquisizione romana.  Forse imparentato, come lui stesso sostenne, con la potente e ricca famiglia fiorentina dei Pucci, della quale fece parte, tra gli altri, il cardinale A. Pucci, da quella tuttavia non ne venne mai riconosciuto membro. Secondo quanto scrisse lui stesso, trovandosi a Lione per affari di commercio, fu colto da un improvviso «mutamento et cambiamento» che lo fece decidere a darsi allo studio delle «cose celesti ed eterne» e a scoprire i reali motivi dei contrasti religiosi che laceravano l'Europa.  A questo scopo, si trasferì a Parigi per studiare teologia e, avendo assistito personalmente alla strage degli Ugonotti nella notte di San Bartolomeo, decise di aderire alle tesi protestanti. Trasferitosi in Inghilterra, si iscrisse a Oxford, ottenendo il titolo di Magister artium. Controversie dottrinali gli procurarono l'espulsione dalla comunità calvinista alla quale aveva aderito in primavera: come scrisse al teologo Grynaeus, vi discute del peccato originale e ha altresì contestato l'autoritarismo del concistoro della comunità. Quest'ultima gli rimproverava, oltre a importanti punti dottrinali come la concezione del peccato originale, della fede e dell'eucaristia, la sua pretesa di profetizzare, ricordandogli che, con la scomparsa dei primi apostoli, il carisma profetico non poteva più esistere in nessuna chiesa cristiana. Emigrato a Basilea  su invito di F. Betti, v'incontrò Fausto Sozzini, ma pochi mesi dopo, espulso anche dalla città svizzera, fu costretto a tornare in Inghilterra, mantenendosi ancora in contatto epistolare col Sozzini. Dapprima pubblica un manifesto, e poi scrive a N. Balbani, a Basilea, una lunga lettera in cui esponeva la sua teoria dell'innocenza naturale dell'uomo, già discussa con Sozzini, secondo la quale tutti gli uomini nascono et restano innanzi all'uso della ragione e del giudizio. Grazie alla redenzione operata da Cristo, il peccato originale non può causare la dannazione quando siamo ancora nel grembo materno. Il battesimo del bambino, che e naturalmente innocente per la naturale bontà della natura umana, per quanto non censurabile, è inutile. L'eventualità della dannazione è un problema dell'adulto che, raggiunta l'età della ragione, è in grado di distinguere il bene dal male.  Si tratta di evidenti tesi pelagiane. L’uomo è buono per natura e a causa dell'amore di Dio verso il genere umano, che ha creato l'uomo di natura buona, si fonda la vera fede cristiana: «il fondamento della religione, et bontà vera, è propriamente la fidanza generale in Dio del cielo e della terra», una fiducia fondata sulla conoscenza di Dio che è comune a tutti gli uomini, una fede che egli contrappone alla concezione della fede protestante, che consiste invece in una «fidanza particulare» che il singolo protestante ripone in Dio. È del resto la tesi sostenuta da Sozzini nel suo De Jesu Christo servatore. Sosteneva di aver tratto le proprie concezioni in virtù del dono dello Spirito Santo che, attraverso visioni, lo ispirava permettendogli di preconizzare il prossimo avvento del regno di Dio che avrebbe provocato la conversione di tutti i popoli, qualunque fosse la loro religione, sotto un'unica confessione cristiana. La redenzione operata da Cristo riguarda infatti tutti gli uomini, anche i non cristiani, perché esalta la loro naturale bontà: la salvezza non deve costituire un dubbio tormentoso ma è un obbiettivo che può essere raggiunto abbandonandosi con fiducia alla fede in Dio, è la fedenaturale che, prima della caduta, aveva Adamo, uomo naturale e immortale perché fatto a immagine e somiglianza di Dio nella mente e nello spirito. Affermata la bontà naturale della specie umana, ne discende che debba essere escluso tanto che il peccato originale si trasmetta nelle generazioni, quanto che possa esistere una pre-destinazione semplice o doppia che sia, una per gli eletti e una per i dannati stabilita ab aeterno. Sozzini rispose al Pucci con il “De statu primi hominis ante lapsum”, obiettando che la somiglianza di Adamo con Dio risiede nel fatto di essere il dominatore di tutte le cose della natura, e non nella sua immortalità. Se Adamo, l'essere naturale per eccellenza, finisce col peccare, ciò dimostra che non era affatto innocente, visto che egli peccò per sua libera scelta. La natura dell'uomo attuale non è diversa da quella adamitica, la sua salvezza risiede nella sua volontà di scegliere il bene, ed è sulla sua libera volontà, non sulla sua natura, che si fonda la sua etica.  La Forma d'una Republica Catholica Dopo un breve periodo passato in Olanda, a Londra scrive la sua opera principale, la Forma d'una repubblica cattolica, che pubblicò in forma anonima.. Per porre rimedio alla confusione e agli scandali regnante nel cristianesimo, sarebbe necessario «un libero e santo concilio al quale si vede che tutti gli uomini da bene di tutte le province inclinano, ma che viene rifiutato dai potenti prelati che oggi comandano «non solo nella religione, ma anche nella repubblica. Per preparare questo futuro concilio, è necessario che gli uomini dabbene, all'interno di ogni singolo stato, si organizzino in un'unione, in un «collegio» o comunità nella quale essi si governino secondo comuni principi, senza alienarsi da i loro principi e magistrati civili e senza entrare in polemica contro la confessione religiosa vigente; questi uomini, infatti, «d'animo et tal volta anche di corpo alienato da gli ordini et usanze di quelle repubbliche nelle quali è sono nati et allevati, conviene ch'e' vivino come forestieri nel loro natio terreno, o forastieri interamente per gli altrui paesi, è necessario ch'e' si portino molto saviamente e discretamente con i principi e magistrati de' luoghi dove essi habitano».  Si tratta di un'aperta giustificazione del nicodemismo, seppure teorizzata come mezzo provvisorio allo scopo di raggiungere un fine superiore nell'interesse di tutti i cristiani. L'insieme di questi collegi avrebbe formato di fatto una repubblica cattolica, cioè universale, che, con l'esempio dei retti comportamenti dei suoi aderenti, avrebbe col tempo acquisito il consenso della grande maggioranza della popolazione di ogni singolo stato, promuovendo così il rinnovamento dei costumi e delle diverse confessioni, fino a rifondare un'unica religione cristiana.  Gli elementi essenziali di questa rinnovata e unificata religione dovranno essere la fede «in un solo Dio del cielo e della terra, creatore et governatore dello Universo, nel Cristo morto e risorto per redimerci, nella giustizia divina che premia i buoni e punisce i malvagi, la testimonianza degl’apostoli, il rispetto dei dieci comandamenti, l'orazione domenicale e le opere di carità. Tutte le questioni dottrinarie che storicamente dividevano le confessioni cristiane sono sfumate dal Pucci, che vuole che sui problemi del battesimo, dell'eucaristia, della Trinità e dell'incarnazione non si utilizzino sottigliezze e non si creino divisioni.  I membri di queste comunità dovranno essere tutti gli uomini maggiorenni e laicigli ecclesiastici, infatti, sono evidentemente incapaci di superare le divisioni che essi stessi hanno creatoorganizzati sotto un capo temporaneo, provosto o console, assistito da un censore, che non deve avere alcun'autorità particolare, ma dovrà proporre le risoluzioni da approvare all'unanimità nell'assemblea generale dei membri: quando non vi fosse unanimità, si deciderà a sorte fra le diverse opzioni. Le donne, dovendo essere sottoposte ai mariti, possono assistere ma non possono avere alcun'autorità né diritto di voto.  Il collegio aveva anche il potere di punire le cattive condotte dei singoli membri, sino all'espulsione. Le diverse comunità si sarebbero tenute in contatto epistolarea questo scopo era costituito l'incarico di un cancellieree, attraverso delegati, si sarebbero riunite in diete da tenersi periodicamente nelle terre «di qualche gentilhomo o signore» aderente a un collegio di una delle maggiori città europee «come Francoforte, Lione, Parigi et simili, perché qui i convenuti alla dieta sarebbero passati inosservati più facilmente. Se gli aderenti ai collegi devono manifestare un formale ossequio alle autorità costituite, essi devono anche proporre una sia pur cauta propaganda per far guadagnare alla comunità nuove adesioni: ciascuno deve mantenere il segreto della sua attività tramite giuramento, essere amico dei compagni e nemico di chi è loro nemico. Per saldare insieme i "fratelli", è opportuno che essi si sposino nello stesso ambiente, con donne «sane e gagliarde per averne una buona discendenza, evitando però rapporti sessuali frequenti che, secondo il Pucci, sono nocivi alla salute fisica degli uomini e a quella morale delle donne. Nella famiglia, il padre riveste il ruolo di capo e di sacerdote laico: battezza egli stesso i figli in età audulta, i quali dovranno crescere in una decorosa austerità, studiando nelle scuole consigliate dalla comunità ed evitando carriere immorali, come quella ecclesiastica o avvocatesca. Fu a Cracovia, dove incontra F. Sozzini e altri dissidenti religiosi. Le sue idee però non trovarono successo in nessuna confessione calvinista o luterana, né fra gli anabattisti e i sociniani. In compenso qui conosce Dee, con il quale si reca a Praga alla corte di Rodolfo II. Anche qui la sua indole (Dee lo descrisse come pericolosamente chiacchierone e utopico) non venne accolta positivamente e deluso dai protestanti si ri-converte al cattolicesimo (forse dopo un incontro con Ippolito Aldobrandini. In Olanda lavora alla sua ultima opera, il trattato “De Christi servatoris efficacitate in omnibus et singulis hominibus”, “L'efficacia salvifica del Cristo in tutti e in ogni uomo”, dedicato a Clemente VIII. Qui ri-assunge e sviluppa tutte le sue teorie su una chiesa universale ed ecumenical. Ogni uomo ha il diritto di professare una chiesa di Cristo, e Dio, grazie al suo amore universale per l'intera umanità, dove aiutare ad abbattere le barriere che separavano le chiese. Una volta pubblicato il saggio vuole andare a Roma per presentarla a Clemente VIII stesso. E catturato a Salisburgo dall'inquisizione e condotto in carcere a Roma, dove conosce Bruno e Campanella. E condannato a morte per eresia, decapitato e poi bruciato sul rogo al campo de' fiori  Il puccismo però gli sopravvisse nella chiesa luterana grazie a Huber. Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.   Lettera in A. Rotondò, Studi e ricerche di storia ereticale italiana del Cinquecento  Lettere, documenti e testimonianze  In D. Cantimori, Per la storia degli eretici italiani, L.Felici, La riforma protestante nell'Europa del cinquecento, Carocci editore Opere Lettere, documenti e testimonianze, Luigi Firpo e Renato Piattoli (Firenze, Olschki); De praedestinatione (Firenze, Olschki); C. Cantù, “Gli eretici d'Italia” (Torino, Unione Tipografico-Editrice); Per la storia degli eretici italiani, D. Cantimori ed E. Feist, Roma, Reale Accademia d'Italia, Delio Cantimori, Eretici italiani del Cinquecento, Firenze, Sansoni, Antonio Rotondò, Studi e ricerche di storia ereticale italiana del Cinquecento, Torino, Giappichelli, Élie BarnaviMiriam Eliav-Feldon, Le périple de Francesco Pucci, Paris, Hachette, Roberta Lorenzetti, Una disputa di antropologia filosofica sul primo uomo. Francesco Pucci di fronte al naturalismo di F. Sozzini, Milano, Cusl, P. Carta, “Nunziature ed eresia nel Cinquecento. Nuovi documenti sul processo e la condanna di Pucci” (Padova, Cedam, Censura ecclesiastica e cultura politica in Italia tra Cinquecento e Seicento, C. Stango, Firenze Giorgio Caravale, Il profeta disarmato. L'eresia di Francesco Pucci nell'Europa del Cinquecento, Bologna, Il Mulino,  Mario Biagioni, Francesco Pucci e l'Informatione della religione christiana, Torino, Claudiana,  Vincenzo Vozza, Pucci e l’Informatione della religione christiana, in «Nuova Rivista Storica», n Giorgio Caravale, Francesco Pucci's Heresy in Sixteenth-Century Europe, Leiden-Boston, Brill,   Francesco Pucci, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Francesco Pucci, eresie, su eresie. Francesco Pucci. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pucci” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691563953/in/photolist-2mPTxJB-2mKBzba-2mKDA5r-2mPNG7N-DndBhH-2mKNM4g-2mKuJyP-2mKuJqC-2mKre9p-ETqNtt-D4QXHL-D41J73-o7nNJE-nXsZFJ-nCEAAa-ncTeBF-ncTe6v-nu72SS-nqAmJ

 

Grice e Puccinotti – il boezio – filosofia italiana – Luigi Speranza (Urbino). Flosofo. Studia presso gli scolopi. Ammesso nel Collegio militare di Pavia. Si trasfere a Roma dove si dedica allo studio della medicina seguendo le lezioni di Mattheys. Pratica la medicina nelle campagne laziali, studiando le febbri di tipo petecchiale che imperversavano in quella zona. Ottenne la cattedra di Anatomia e fisiologia ad Urbino, per poi insegnare Patologia e medicina legale a Macerata fino a quando, dopo aver preso parte ai moti delle Legazioni, venne allontanato dalla città e gli fu impedito di esercitare la professione medica. Si spostò quindi nella più liberale Toscana dove ottenne la cattedra di Igiene nell'Pisa. Qui approfondì il suo studio sulla medicina civile e si rese protagonista di molti dibattiti culturali e scientifici presso la locale Università (fu segretario della sezione di medicina ai congressi pisani e fiorentini degli scienziati italiani).  Il Granduca Leopoldo II di Toscana lo inserì in una commissione incaricata di studiare l'ipotesi di introdurre sul litorale pisano le risaie, dal punto di vista della medicina civile. Espose le sue analisi nel saggio Sulle risaie in Italia e sulla loro introduzione in Toscana, conclusioni che saranno alla base del Regolamento sulla cultura del riso in Toscana. Negli ultimi anni trascorsi a Pisa ottenne la cattedra di Storia della medicina, che mantenne anche al suo trasferimento a Firenze. In questi anni conobbe P. Siciliani, suo allievo, col quale mantenne un costante rapporto di amicizia e collaborazione. Morì a Firenze e per i suoi meriti fu sepolto nella Basilica di Santa Croce.  Puccinotti fu uno storico della medicina, ma altri sono gli aspetti della sua complessa personalità: fu fisiologo, clinico, medico legale, letterato (fraterna amicizia con Leopardi), filosofo, sociologo e politico. La sua vita si svolse tra le conquiste napoleoniche e la proclamazione di Roma capitale, periodo di profonde divisioni ideologiche. Non è da trascurare il merito di aver sostenuto la necessità di una protezione medica dei lavoratori e di aver indicato il futuro della medicina nel suo sviluppo igienico e sociale.  Opere: “Storia delle febbri intermittenti perniciose, (Roma), “Boezio” (Firenze); “Storia della medicina” (Firenze). Pazzini, Dizionario Letterario Bompiani. Autori, III, Milano, Valentino Bompiani editore, Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Accademia della Crusca. Puccinotti. Keywords: il boezio. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Puccinotti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736813322

 

Grice e Punzo – erote – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli), filosofo. Si laurea a  Napoli con una tesi su Kant alla luce della dottrina tomistica, una in erpetologia sul sistema nervoso dei serpenti, e una tsulla morale nelle lettere di Paolo.  Fonda la Lega Nazionale Contro la Distruzione degli Uccelli, e l'associazione culturale Trifoglio" di cui pubblica Il Trifoglio. Visse per circa vent'anni sull'isolotto disabitato di Vivara, contribuendo a preservarlo da possibili scempi e tutelandone il patrimonio ambientale. Per il suo impegno a favore di Vivara ricevette  il "Premio Mediterraneo" conferitogli da un'agenzia dell'ONU. Filosofo dai molteplici interessi che spaziarono dalla Commedia dantesca, alla botanica, all'ornitologia e alla zoologia, anche un profondo conoscitore del latino. Dedica gran parte della sua vita intellettuale alla filosofia. Per lui, la pedagogia costituisce uno dei compiti più importanti al quale una società deve adempiere poiché l'educazione delle giovani generazioni e, in particolare, dell’adolescente, rapresenta il punto fondativo di ogni aggregato umano. In tale prospettiva il fanciullo, per potersi sviluppare al meglio, deve essere educato al bello attraverso la contemplazione della natura. La sua filosofia ha come culmine la definizione del concetto di religioso assoluto, inteso come elemento distintivo della spiritualità umana poiché capace di definire l'identità dell'individuo rispetto alle altre forme di vita.   Nota sull'episodio dantesco di Brunetto Latini, Napoli, Ed. Carlo Martello, Contributo per un superamento dei tradizionali schemi sessuologici, Napoli, Tip. G. Genovese, Nuovo contributo per un superamento dei tradizionali schemi sessuologici, Napoli, Ed. Carlo Martello, “Lettere erotologiche,”  Napoli, Ed. Carlo Martello, “Dialogo dell'amore olarrenico,” Napoli, Ed. Carlo Martello, L'altro viaggio, Napoli, Denaro Editore,  LIPU Vivara.. L. Miraglia , Il guardiano del verde isolotto, su vivara. Giorgio Punzo. Punzo. Keywords: erote. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Punzo” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738226409/in/datetaken/

 

Grice e Purgotti – implicatura metrica – filosofia italiana. Luigi Speranza (Cagli), filosofo. Linceo. Ha come maestro nelle lettere Imerio Cibo di Amelia, mentre nelle scienze filosofiche e matematiche è stato allievo di Pallieri, domenicano originario di Alba. Per quest'ultimo, all'indomani della morte,  Purgotti ha composto un elogio funebre e una poesia in memoria. Si iscrive a Roma conseguendo il diploma di magistero in diritto pubblico e criminale e distinguendosi tra i dotti suoi colleghi nelle suddette discipline.  Tornato a Cagli collabora inizialmente con il padre nella farmacia di famiglia posta nella piazza maggiore (l'attuale piazza Matteotti), senza abbandonare però la viva aspirazione a ricoprire una cattedra universitaria con particolare predilezione per l'insegnamento della chimica.  In mancanza di una laurea specifica per detta disciplina (all'epoca dei suoi studi l'Roma non ne conferiva il diploma)i fa domanda di concorso con esame per una cattedra a Urbino, ma nel contempo, è chiamato dall'ateneo di Perugia grazie alla sua fama di studioso ad insegnare chimica, botanica e farmaceutica.  A Perugia ricopre varie e sempre più importanti cariche all'interno dell'Università: è nominato membro del collegio filosofico, diviene professore di matematica,  è bibliotecario e vice direttore ed infine  è elevato alla carica di Rettore dell'Perugia. È stato inoltre preside delle facoltà di scienze fisiche e matematiche unitamente all'accademia medico-chirurgica, e direttore delle scuole di farmacia. Nel corso della sua vita pubblica oltre cento opere scientifiche di vario argomento che spaziano dalle scienze fisico-chimiche all'idrologia minerale, dalle scienze matematiche alle filosofiche con particolare riguardo alla teoria degli atomi.  Si spegne a Perugia lasciando la consorte Berenice Rosini d'Arezzo, sua compagna di vita e tre figli tra cui due maschi e una femmina. Il maggiore di questi Enrico diviene professore di fisica e matematica, il secondo uomo di Chiesa mentre la figlia prende i voti monastici.  Gli avi La famiglia Purgotti ha origini veneziane, il bisavolo Girolamo, farmacista, giunto ad Urbino ha facoltà di insegnare farmaceutica in questa città, il nonno Sebastiano, nato a Fossombrone, consegue in Urbino  il diploma di chirurgo, il padre Nicola è stato farmacista in Cagli e sposò Rosa Morbidi. Grazie alle sue qualità di studioso e alla sua modestia stringe amicizie illustri ed è nominato membro onorario di trentadue accademie di scienze e di lettere tra cui l'Accademia Nazionale dei Lincei, dei Georgofili di Firenze, la Società di farmacia degli Stati sardi, l'Associazione farmaceutica lombarda e la Società farmaceutica umbra della quale è stato anche presidente.  Altre onorificenze gli sono tributate dal Pontefice Pio IX, a cui il Purgotti dedica il suo trattato di chimica, che lo onora di medaglia d'oro quale attestato di stima e lo insignisce della croce dell'Ordine di San Silvestro. Il comune di Perugia nel 1867 conia appositamente per lui una medaglia d'oro mentre il re Vittorio Emanuele II lo nomina cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia.  Cagli, città natale di Sebastiano, il 14 ottobre 1880 celebra solenni onoranze al suo benemerito cittadino dedicandogli una delle principali vie del centro storico: così via Giuoco del Formaggio diviene l'odierna via Purgotti. Nel Salone degli Stemmi del Palazzo Pubblico è stata posizionata una lapide con l'effigie a rilievo del benemerito cittadino al quale pochi anni prima era stato dedicato uno dei medaglioni dei cittadini illustri realizzati a rilievo da Alessandro Venanzi nella balconata del secondo ordine del Teatro Comunale. Nella lapide del Palazzo Pubblico in Cagli è dato leggere la seguente scritta incisa, “A Sebastiano Purgotti decreto questa memoria la patria che dagli scritti e dalle virtu del sommo scienziato ebbe tanto lustro ed onore nato in Cagli il xxi Luglio mdcclxxxix mori in Pierugia il xxxi marzo mdxxxlxxix. A Perugia, la città che lo aveva accolto, gli sono stati tributati particolari onori e nel cimitero gli è stato eretto un monumento la cui epigrafe recita: Qui riposa Sebastiano Purgotti insigne chimico e matematico noto in Italia e fuori esempio raro di virtu domestiche e civile. Una corona d'alloro in metallo dorato donata dal comune di Cagli è stabilmente collocata sopra il citato monumento funebre a perpetuo omaggio.  Opere scientifiche e letterarie Due articoli: inseriti nel Giornale Scientifico Letterario di Perugia secondo trimester, Lettere ad un amico intorno a vari filosofici argomenti, Riflessioni sulla teoria degli atomi, Trattato di chimica applicato specialmente alla medicina e alla agricoltura Trattato elementare di chimica applicata specialmente alla medicina Trattato elementare di chimica applicata specialmente alla medicina e alla agricoltura Intorno all'azione dell'acido solfo-idrico sul solfato di protossido di ferro Osservazioni intorno a varie inesattezze che allignano nei moderni corsi di matematica elementare Riflessioni di Sebastiano Purgotti sopra un opuscolo che porta per titolo se si possa difendere, ed insegnare non come ipotesi, ma come verissima, e come tesi la mobilita della terra, e la stabilita del sole da chi ha fatta la professione di fede di Pio IV Elementi di aritmetica, algebra e geometria Studi chimici sulle acque minerali di Valle Zangona. Del professore Sebastiano Purgotti, del chimico-farmacista Pio Mazzolini, seguiti da una lettera intorno agli usi ed effetti delle medesime del dottore Antonio Federici Riflessioni sulla teoria degli atomi Chimica Analisi delle acque minerali di S. Gemini eseguita da Sebastiano Purgotti professore di chimica nell'universita di Perugia Aritmetica e algebra Chimica organica: seguita da un saggio di filosofia chimica Geometria Per la morte di Canali: rettore della Pontificia Universita di Perugia e pubblico bibliotecario. Due funebri orazioni seguite dalla sua biografia Problemi tratti dagli elementi di Aritmetica, Algebra e Geometria Nozioni elementari ragionate del calcolo aritmetico ad uso dei giovanetti. Compilate per dimande e risposte da Sebastiano Purgotti Pensieri intorno al primitivo insegnamento della scienza delle quantità Chimica inorganica Metalli delle terre aride e metalli propriamente detti Elementi di aritmetica ragionata ad uso dei giovanetti Elementi di aritmetica, algebra e geometria Analisi delle acque minerali di S. Gemini eseguita da Purgotti Lettere filosofiche: principalmente riguardanti l'elementare insegnamento delle scienze esatte Chimica inorganica. Metalloidi Compendio di nozioni farmaceutiche di Sebastiano Purgotti ad uso degli studenti medicina e farmacia, ossia, Esposizione delle avvertenze teorico-pratiche le più interessanti per ben preparare, conservare ed apprestare i farmaci Sul fluido biotico e le sue influenze nei moti delle tavole e dei pendoli indovini e nel magnetismo animale e nelle manifestazioni spiritualiste. Discorso del professore Sebastiano Purgotti da lui letto in latino. Nozioni elementari intorno all'algorismo sui numeri interi estratte dal trattato di aritmetica ragionata Chimica inorganica. Metalli “Lettere filosofiche.” Principalmente risguardanti l'elementare insegnamento delle scienze Chimica organica e nozioni le più interessanti di chimica agraria e filosofia Studi chimici di Sebastiano Purgotti sulle sorgive minerali del distretto di Civita Ducale presso il Velino nel secondo Abruzzo Ulteriore Sull'acqua salino-ferruginosa di Giano. Chimiche ricerche Elementi di algebra Elementi di aritmetica Elementi di geometria Elogio funebre del professore Lorenzo Massini. Letto nelle esequie nella chiesa dell'Universita, “I segreti dell'arte di comunicare le idee negli elementi delle scienze esatte ed i difetti che anche attualmente vi sono coperti dal falso manto della matematica evidenza svelati dalla filosofica investigazione. Studi Esercizi aritmetici. In addizione alla quarta edizione della sua aritmetica Idrologia minerale del distretto di Civita Ducale nel secondo Abruzzo Ulteriore. Per gli studi di Sebastiano Purgotti Studi chimici di Sebastiano Purgotti sulle sorgive minerali del distretto di Civita Ducale presso il Velino nel secondo Abruzzo ulteriore; Intorno ai fisici e ai metafisici del chiarissimo prof. Francesco Puccinotti. Lettera al medesimo Idrologia narnese o rapporto degli studi chimici sulle acque potabili e minerali di Narni del dottore Sebastiano Purgotti fatti per cura dell'inclita giunta municipale della stessa città, Articolo del ch. prof. Sebastiano Purgotti intorno alcuni scritti inediti di Michelangelo Poggioli pubblicati per cura del figlio avv. Giuseppe Delle acque minerali di San Galgano di Perugia. Memorie istoriche per il conte Gio. Battista Rossi-Scotti. Seguite dai relativi studi analitici da Sebastiano Purgotti Intorno alla nutrizione. Frammenti tratti dalla chimica animale Sulle sorgenti acidule-ferro-manganesiache di Monte Castello Vibio. Studi chimici di Sebastiano ed Enrico Purgotti, seguiti da una relazione intorno alle loro virtù medicamentose di Antonio Melloni Intorno all'articolo dei corpi organici naturali inserito nell'Apologenico. Osservazioni di Sebastiano Purgotti Intorno alle opinioni dello Schoenbein relative alle azioni catalitiche Le forze. Allocuzione per l'inaugurazione degli studi nella Libera Universita di Perugia nell'anno scolastico Intorno agli esami liceali. Vaganti idee Delucidazioni intorno alla sua allocuzione "Le forze" Euclide e la logica naturale. Riflessioni Compendio di nozioni farmaceutiche Compendio di nozioni farmaceutiche, ossia Raccolta di cognizioni teorico-pratiche per ben preparare, conservare ed apprestare i farmaci, le quali sono utili al medico, e indispensabili al farmacista, di Sebastiano Purgotti. A queste fa seguito un trattatello sull'arte di ben scrivere le ricette si nel latino idioma usando pesi antichi, che nell'idioma italiano usando i pesi metrici moderni Intorno ai saggi idrotimetrici delle acque potabili. Nota di Sebastiano Purgotti; Sull'esame critico della sua prolusione. Le forze. Osservazioni di Sebastiano Purgotti Sulla necessità di escludere lo studio della geometria dai pubblici ginnasi e l'Euclide dai licei. Nota Intorno alle odierne difese degli antichi errori nell'insegnamento delle matematiche. Cicaloate polemiche di Sebastiano Purgotti Lettera di SPurgotti al chiarissimo Prof. J. W. Wilson intorno a quistioni relative a questa scienza Rilievi di Sebastiano Purgotti intorno ad alcune critiche osservazioni sull'ultimo opuscolo risguardante la combustione Cenni di Sebastiano Purgotti intorno alla conformità delle sue opinioni con la lettera scritta al rettore dell'universita di Lilla per ordine di Pio IX Riflessioni di Sebastiano Purgotti intorno al discorso Cosa e la fisiologia. Prolusione del prof. Alessandro Herzen letta nell'Istituto superiore di Firenze Uno scherzo scientifico. Dato da Sebastiano Purgotti  F. Magni, S. da Campagnola e L. Severi, Cagli, A. Tarducci, Dizionarietto biografico cagliese. Cenni storici su 360 cittadini cagliesi, Cagli, Enrico Purgotti  Sebastiano Purgotti, in TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Sebastiano Purgotti. Purgotti. Keywords: implicatura metrica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Purgotti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737760683/in/datetaken/

 

Grice e Quarta – utopici – filosofia italiana – Luigi Speranza (Leverano). Filosofo. Essential Italian philosopher. Filosofo dell'utopia fu uno dei maggiori studiosi di Moro, sul quale scrisse “Una re-interpretazione dell'utopia.” Docente a Salento, fu uno studioso di Platone sul quale scrisse L'utopia platonica: Il progetto politico di un grande filosofo. Fu tra i fondatori del Centro interdipartimentale di ricerca sull'utopia  Opere Tommaso MoroUna reinterpretazione dell'utopia,  Edizioni Dedalo,  Thomas More,  ECP L'utopia platonicaIl progetto politico di un grande filosofo,  Edizioni Dedalo, Globalizzazione, giustizia, solidarietà,  Edizioni Dedalo, Una nuova etica per l'ambiente, Edizioni Dedalo, “ Homo utopicusLa dimensione storico-antropologica dell'"utopia.” Edizioni Dedalo,  Lutto nell’Università del Salento: scomparso Quarta, in TR News. Lutto per la cultura, è morto Quarta, filosofo dell'utopia. Centro interdipartimentale di ricerca sull'utopia, su unisalento. Grice: “Strictly, utopia is no-where, or erehwon if you must!” Luigi Speranza, “As in Lennon, “He’s a real nowhere man!” --. Gilbert and Sullivan, “Utopia, Ltd.” Quarta. Keywords: utopici. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Quarta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737471576/in/datetaken/

 

Grice e Quattromani – implicatura – filosofia italiana. Luigi Speranza (Cosenza). Filosofo. Essential Italian philosopher. Nacque da Bartolo ed Elisabetta d'Aquino, lontana parente diTelesio. Cresciuto in un ambiente strettamente collegato alla cultura e alla nobiltà cosentina, viene educato alle idee religiose valdesiane del suo maestro Fascitelli.  Come si desume dal suo epistolario, si trasferisce a Roma. Qui frequenta la Biblioteca Apostolica Vaticana e ha modo di intessere relazioni con diversi esponenti del panorama intellettuale e culturale romano. I suoi primi studi riguardarono il Canzoniere di Petrarca, con particolare riferimento alle sue fonti. Dopo un breve soggiorno a Napoli, torna a Cosenza. Da qui scrive a Berardino Rota, per suggerirgli alcune correzioni alla seconda edizione accresciuta delle sue Rime. Effettua una serie di spostamenti tra la sua città natale e Roma. Il periodo è contrassegnato da alcune sue epistole, a carattere storico-letterario, con corrispondenti, quali Ardoino, Ferrari e Aragona.  Risiede a Napoli. Rientrato a Cosenza scrive a Cavalcanti, che sarà con lui consulente della Congregazione dell'Indice, e  assume la direzione della Accademia cosentina, cui Quattromani diede nuovo impulso, sia dal punto di vista squisitamente letterario, sia incentivando l'attenzione per gli studi filosofici.  A Napoli pubblica La philosophia di Telesio, che dedica a Carafa e le rime dedicate a Bernaudo. Rimonta, invece, la sua traduzione de Le historie del Cantalicio, nelle quali il nome è celato dietro lo pseudonimo di «Incognito Academico Cosentino».  Il suo ultimo periodo di vita lo trascorre a Cosenza, dove muore. Altre opere: Manoscritti, Vaticano, Contiene i seguenti scritti di Sertorio Quattromani:  Sonetto di Ms. della Casa esposto dal Sr. Sertorio Quattromani Achademico Cosentino, Oratione di Marco Catone tradotta dal medesimo Quattromani, Giudizio sopra alcune stanze di Tasso, Vaticano, Commento a tre sonetti del Casa, lettera ad A. Caro, lettera a F. Mauro, lettera al S. Principe della Scalea, lettera a Ardoino, lettera a V. Bombino, Lettera a F.A. d'Amico, Lettera a Fabrizio Marotta, Oratione di Marco Catone, Lettera a Gio. Maria Bernaudo,  Lettera a G.V. Egidio, Lettera a Vincenzo Bilotta, Parallelo tra il Petrarca et il Casa del Quattromani, Delle metafore, Parallelo tra il Petrarca et il Casa Poetica di Orazio tradotta da Quattromani (in prosa), Sentimento del Q.ni della Poet.ca d'Orat. La Poetica d'Orazio volgarizzata da S. Quattroni  in versi Oratione di Marco Catone, A T. Tasso Il Monta.no Acc.co Cose. Delle metafore, Lettera ad Horatio Pellegrino, Lettera a Teseo Sambiase  Lettera alla Duchessa, Lettera a Teseo Sambiase, Lettera a Teseo Sambiase, Lettera a Teseo Sambiase cc. 433v-434v, Lettera a Teseo Sambiase, Vaticano, B.A.V., Reg. Lat. , parte I, misc., sec. XVI, diversi formati. Contiene: Autografo della Lettera al Cardinale Guglielmo Sirleto, Cosenza, Biblioteca Civica, ex libris: “Bibliothecae Marchionis D. Matthaei de Sarno”: Contiene:  Istoria della Città di Cosenza | Di Sertorio Quattromani (ora in prima edizione moderna, Michele Orlando, tesi di dottorato di ricerca in Italianistica, Bari. Cosenza, Biblioteca privata della Famiglia De Bonis,  Contiene:  Copia delle Lettere Originali | Del Sigr. Sertorio Quattromani dirette al Sig.r Giovanni Maria Bernaudo da una raccolta favoritami da F. Bombini, Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Fondo Palatino, Luoghi difficili del Bembo Napoli, Biblioteca Nazionale, manuscripta autographa Summontis et aliorum aetate eius clariorum, Autografo della Lettera a S. Reski, Roma, Biblioteca Angelica,rilegato con Gab. Barrii Francicani De Antiquitate et situ Calabriae libri quinque, Romae, Apud Iosephum de Angelis contiene Annotationes D.ni Sertorii Quattrimani in Barrium Stampe La philosophia di Bernardino Telesio Ristretta in brevità, et scritta in lingua toscana dal Montano academico cosentino alla Eccellenza del Sig. Duca di Nocera Con Licenza de' Superiori. Marchio ed. | In Napoli | Appresso Gioseppe Cacchi al ilustre S. Gioan Maria Bernaudo, in a a le rime del Sig. Gio. Batt. Ardoino | Academico Cosentino in morte della Signora Isabella | Quattromani sua moglie | Con Licenza de' Superiori Marchio ed. in Napoli Appresso Gioseppe Cacchi. Le historie de Monsig. Gio. Battista Cantalicio vescovo di Civita di Penna, et d’altri delle guerre fatte in Italia da Consaluo Ferrando di Aylar, di Cordoua, detto il gran Capitano tradotte in lingua Toscana dall'Incognito Academico Cosentino a richiesta di Gio. Maria Bernavdo in Cosenza per L. Castellano. Le historie de monsignor Gio. Battista Cantalicio, vescovo di Civita di Penna e d’Atri Dele guerre fatte in Italia da Consalvo Ferrando de Aylar, di Cordova, detto il gran capitano, tradotte in lingua Toscana dall'Incognito academico Cosentino a richiesta di Gio. Maria Bernaudo nuouamente corretta, et ristampata, in Cosenza per Leonardo Angrisano, e Luigi Castellano, ad istanza di Enrico Bacco, libraro in Napoli. Le historie di Monsig. Gio. Battista Cantalicio, vescovo d’Atri et Civita di Penna, delle guerre fatte in Italia da Consalvo Ferrando di Aylar, di Cordova, detto il gran Capitano, tradotte in lingua toscana da Sertorio Quattromani, detto l'Incognito Academico Cosentino a richiesta di G. Bernaudo, Napoli Apresso Gio Giacomo Carlino Ad istanza di Henrico Bacco, alla Libraria dell'Alicorno rime di mons. Gio. Della Casa. Fregio In Napoli, Appresso Lazaro Scoriggio, lettere di Sertorio Quattromani divise in due libre Et la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del medesimo Auttore all'Illustrissimo & Eccellentissimo Signor Marchese della valle, &c in Napoli, Per Lazzaro Scoriggio. Il IV libro di Vergilio in verso Toscano. Trattato della Metafora. Parafrasi Toscana della Poetica di Orazio. Traduzione della medesima Poetica in verso toscano. Alcune annotazioni sopra di essa, alcune poesie toscane, e latine, Fregio in Napoli, Mosca con Licenza de' Superiori.Gabrielis Barrii Francicani: De Antiquitate et situ Calabriae libri quinque, nunc primum ex authographo restitutos ac per capita distributi. Prolegomena, Additiones, et Notae. Quibus accesserunt animadversiones Sertorii Quattrimani patricii consentini, Roma, S. Michaelis ad Ripam Sumptibus Hieronymi Mainardi Superiorum permissu. Scritti vari, editi per la prima volta in Napoli da Matteo Egizio ed ora riveduti, riordinati e ripubblicati in più nitida edizione da Luigi Stocchi, Castrovillari, Dalla Tipografia del Calabrese, A questo proposito, in un'articolata lettera inviata, da Roma a Cosenza,  Quattromani illustrò a Marcello Ferrao le ragioni per cui l'opera del Petrarca meritava la sua attenzione, e la ricerca che stava compiendo sui poeti provenzali, riferendo che di ciò aveva già parlato con P. Manuzio, edizione veneziana di Giolito de' Ferrari  Stessa cosa si verificherà per la seconda edizione, mentre soltanto postumo, nell'edizione napoletana comparirà il nome di Quattromani quale traduttore.  Luigi Accattatis, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, Cosenza Andreotti D., Storia dei cosentini (Napoli S. Di Bella, Cosenza Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli, redatta da G. Terracina, Napoli, N. Gervasi, A. Borrelli, “Scienza” e “scienza della letteratura” in S. Quattromani, in Bernardino Telesio e la cultura napoletana, R. Sirri e M. Torrini, Napoli L. Borsetto, La “Poetica d'Horatio” tradotta. Contributo alla studio della ricezione oraziana tra Rinascimento e Barocco, in Orazio e la letteratura italiana, Roma Eadem, Quattromani Sertorio, in Enciclopedia oraziana, Eadem, “Pulzelle” e “Femine di mondo”. L'epistolario postumo di S. Quattromani, in Alla lettera. Teorie e pratiche epistolari dai Greci al Novecento, A. Chemello, Milano Capacius I.C., Illustrium mulierum et illustrium litteris virorum Elogia, Neapoli, ICarlinus & C. Vitale, Chioccarello B., De illustribus scriptoribus Regni NeapolitaniCornacchioli T., Nobili, borghesi e intellettuali nella Cosenza del Quattrocento, Cosenza Cozzetto F., Aspetti della vita e inventano della biblioteca di S. Quattromani attraverso un documento cosentino del Seicento, in «Periferia», Crupi P., Storia della letteratura calabrese. Autori e Testi, II, Cosenza  De Franco L., Filosofia e scienza in Calabria nei secoli XV e XVII, Cosenza,  De Franco L., La biblioteca di un letterato del tardo Rinascimento: S. Quattromani, in «Annali dell'Istituto Universitario Orientale», De Frede C., I libri di un letterato calabrese del Cinquecento (S. Quattromani, Napoli De Frede C., Un letterato del tardo Cinquecento e i suoi libri (S. Quattromani,-in «Atti dell'Accademia Pontaniana», Debenedetti S., Gli studi provenzali in Italia nel Cinquecento, Torino  Matteo Egizio, Di Sertorio Quattromani Gentiluomo, & Accademico Cosentino, Napoli (rist. in S. Quattromani, Scritti vari, editi per la prima volta in Napoli da Matteo Egizio ed ora riveduti, riordinati e ripubblicati in più nitida edizione da Luigi Stocchi, Dalla Tipografia del Calabrese, Castrovillari Filice E.E., Sertorio Quattromani. Accademico cosentino, Cosenza  Fratta A., Il “Ristretto” di S. Quattromani nell'ambito delle traduzioni scientifico-filosofiche del secondo Cinquecento, in Bernardino Telesio e la cultura napoletana, R. Sirri e M. Torrini, Napoli Gorni G., Un commento inedito alle “Rime” del Bembo da attribuire a S. Quattromani, in «Schifanoia. Notizie dell'Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara», Lattari F., Nuove notizie su S. Quattromani, in Stocchi, Lombardi A., Discorsi accademici, Cosenza Lupi W. F., Telesio, Della Casa e Quattromani, in «Quaderni del ‘Rendano'», I S. Quattromani interprete di Tasso, in Torquato Tasso quattrocento anni dopo, A. Daniele e F.W. Lupi, Soveria Mannelli  Mango F., Gli amori del Quattromani, in Note letterarie, Palermo Meliadò R., Sertorio Quattromani, Reggio CalabriaMoscati R., Quattromani, Sertorio, in «Enciclopedia Italiana», Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma  Napolillo V., La poetessa Lucrezia della Valle e il disegno culturale di S. Quattromani, in «Calabria Letteraria»,Fabrizio della Valle nelle lettere e nel profilo storico del Quattromani, in «Calabria Letteraria», Aulo Giano Parrasio e l'Accademia Cosentina, in «Atti dell'Accademia Cosentina»,  Protetty A., La critica e le lettere di S. Quattromani, Catanzaro Quattromani S., Scritti, F. Walter Lupi, Rende Spiriti S., Memorie degli scrittori cosentini, Muzi, Napoli (ora in rist. anast., Bologna Tancredi G., Sertorio Quattromani (umanista e critico). Appunti per una monografia, Siracusa Toppi N., Biblioteca napoletana et apparato a gli huomini illustri in lettere di Napoli e del Regno [...], Napoli Troilo E., Sertorio Quattromani, introduzione a Montano Accademico Cosentino (S. Quattromani), “Telesio, Bari Zangari D., Di un manoscritto inedito di S. Quattromani e delle sue relazioni col Tasso, in «La Cultura Calabrese»,  Zavarrone A., Bibliotheca calabra, Neapoli, J. de Simone (rist. anast., Bologna Accademia Cosentina. Sertorio Quattromani, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Sertorio Quattromani, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.  Una incisione su tropeamagazine. Quattromani. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Quattromani” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738064054

 

Grice e Quinto – gli scolari – filosofia italiana – Luigi Speranza (Pieve di Cadore). Filosofo. Essential Italian philosopher. Diplomatosi al liceo di Conegliano, si iscrisse a Milano, dove conseguì la laurea e  il dottorato di ricerca in Filosofia, avendo in entrambi i casi come relatore Pupi. Proseguì la sua formazione con soggiorni di studio a Monaco di iera e Copenaghen (Institut du Moyen Âge Grec et Latin) e presso l'Università Cattolica di Lovanio e l'Università Cattolica di Louvain-la-Neuve. Vinto il concorso ordinario come insegnante di Italiano, Storia ed Educazione civica, Geografia nella scuola media inferiore, e preside della Scuola Italiana di Winterthur (Svizzera). Prende servizio come ricercatore di Storia della Filosofia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Padova, dove nel 2006 diventò professore associato nel medesimo ambito. Interruppe l'insegnamento universitario nel  per motivi di salute. Fu membro del Centro Interdipartimentale per Ricerche di Filosofia Medievale “Carlo Giacon” dell'Padova, ora CIRFIM, che diresse, e del consiglio di presidenza dell'Internationale Gesellschaft für Theologische Mediävistik, per la quale svolse i compiti di Publications Manager. Direttore responsabile di “Medioevo: rivista di Storia della Filosofia medievale” (Padova) e co-editor di Medieval Sermon Studies (Leeds), Quinto fece inoltre parte del comitato di redazione di Archa Verbi. e della collana “Sermo”. Studies on Patristic, Medieval, and Reformation Sermons and Preaching (Turnhout). L'ambito principale delle ricerche di Quinto, contrassegnate dall'adozione di un rigoroso metodo filologico, è costituito dalla letteratura teologica nella lingua del lazio proto-scolastica e specialmente dall'opera teologica di Stefano Langton. Quinto inoltre studia la storia del concetto di “scolastica”. Opere principali: «“Timor” e “timiditas”. Note di lessicografia tomista», “Rivista di Filosofia neo-scolastica” «La lingua del Lazio: Latino patristico e latino scolastico. Dalla comprensione della lingua del Lazio all'interpretazione del pensiero», Rivista di Filosofia Neo-Scolastica; Sui quattro sensi della Scrittura (ms. Venezia, Archivio di S. Maria della Fava), in Contributi al corso di storia della filosofia (Milano: Pubblicazioni dell'I.S.U.Università Cattolica); I quattro sensi della Scrittura, Medioevo, Formulazioni scolastiche della tradizione nell'opera di Stefano Langton dissertazione per l'ottenimento del titolo di dottore della ricerca in filosofia, discussa presso il Ministero della Ricerca Scientifica e Tecnologica, Roma, «Il “timor reverentialis” nella lingua della scolastica», Archivum Latinitatis Medii Aevi  «Die “Quaestiones” des Stephan Langton über die Gottesfurcht (Eingeleitet und herausgegeben von R.Q. Cahiers de l'Institut du Moyen Âge Grec et Latin  «Un Data-Base per le Quaestiones medievali: Il catalogo delle “Quaestiones theologiae” di Stefano Langton», Studi medievali,  “Doctor Nominatissimus”.  Langton e la tradizione delle sue opere, Münster: Aschendorff, 1994 (Beiträge zur Geschichte der Philosophie und der Theologie des Mittelalters. Neue Folge, Per la storia del trattato tomistico “de passionibus animi”. Il “timor”, in E. ManningThomistica, Leuven: Peeters; Historisk-filosofiske Meddelelser, “Le “scholae” del medioevo come comunità di sapienti», Studi Medievali, I “Scholastica”. Storia di un concetto, Padova: Il Poligrafo (Subsidia Mediaevalia Patavina, 2) «“Lectio, disputatio, praedicatio”: la triade dell'esercizio scolastico secondo Aquino», Bollettino della Società Filosofica Italiana. Tock (éd.), “In principio erat uerbum”. Mélanges offerts en hommage à Paul Tombeur par des anciens étudiants à l'occasion de son émeritat, Turnhout: F.I.d.E.M.Brepols (Textes et Etudes du Moyen-Age, «La teologia dei maestri secolari di Parigi e la primitiva scuola domenicana», in G. BertuzziL'origine dell'Ordine dei Predicatori e l'Bologna, Bologna: Edizioni Studio Domenicano (Philosophia) = Divus Thomas 4Manoscritti medievali nella Biblioteca dei Redentoristi di Venezia (S. Maria della Consolazione, detta “Della Fava”). Catalogo dei manoscritti. Catalogo dei sermoniIdentificazione dei codici dell'antica biblioteca del convento domenicano dei SS. Giovanni e Paolo di Venezia (Padova: Il Poligrafo, Subsidia Mediaevalia Patavina, Teologia dei maestri secolari e predicazione mendicante: Pietro Cantore e la “Miscellanea del codice del tesoro”», Il Santo. Rivista francescana di Storia Dottrina Arte  «Peter the Chanter and the “Miscellanea del Codice del Tesoro” (Etymology as a Way for Constructing a Sermon)», in R. Andersson, Constructing the Medieval Sermon, Turnhout: Brepols, (Sermo, Dalla discussione in aula alla “Summa quaestionum theologiae” di Stefano Langton: Testi sul timore di Dio dal ms. Paris, BnF, lat. 14526 ed Erlangen, Universitätsbibliothek-Hauptbibliothek, 260», Rivista di Storia della Filosofia  «“Teologia allegorica” e “teologia scolastica” in alcuni commenti all'“Historia scholastica” di P.  Comestore», Archa Verbi. Yearbook for the Study of Medieval Theology  L.-J. Bataillon †N. BériouG. DahanR. Quinto (éd.), Étienne Langton, prédicateur, bibliste, théologien. Actes du Colloque International, Paris, Turnhout: Brepols,  (Bibliothèque d'Histoire Culturelle du Moyen Age) Stephen Langton, Quaestiones Theologiae, Liber I, ed. by R. QuintoM. Bieniak, Oxford (Auctores Britannici Medii Aevi)  Giovanni Catapano, «In memoriam Riccardo Quinto», Bulletin de Philosophie médiévale Massimiliano d'Alessandro, report of «Breves dies hominis. Giornata internazionale di studio in memoria  Padova); Archa VerbiDonato Gallo, report of «Breves dies hominis. Giornata internazionale di studio in memoria di Riccardo Quinto, Padova, 4 novembre », Quaderni per la Storia dell'Padova G. Piaia, Medioevo. Rivista di storia della filosofia medievale, C. Tarlazzi, report of «Breves dies hominis. Giornata internazionale di studio in memoria Padova, 4 novembre », Bulletin de Philosophie médiévale Scolastica (filosofia) Stephen Langton   scientifica e Curriculum Vitae di Riccardo Quinto, su academia.edu. Giovanni Catapano,  Catalogo del Fondo archivistico “Riccardo Quinto.” Riccardo Quinto. Quinto. Keywords: gli scolari. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Quinto” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737409396/in/dateposted-public/

 

Grice e Raimondi – il gatto persiano – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli), filosofo. Figlio del cremonese Alessandro. Viaggiò molto in Oriente acquisendo un'approfondita conoscenza dell'arabo, dell'armeno, del siriaco e dell'ebraico. Nominato professore di matematica al Collegio della Sapienza di Roma,  contribuì alla rinascita del platonismo contro l'aristotelismo, che dominava la vita intellettuale dell'epoca.  Tradusse in latino diversi trattati di matematica: i Data di Euclide (dal greco), Le coniche di Apollonio di Perga (da una versione araba). Fu autore di molti commentari, specialmente su alcuni libri della Synagoge, nota anche come Collectiones mathematicae, di Pappo di Alessandria e sui trattati di Archimede. Fu membro dell'accademia fondata da Aldobrandini, nipote di Clemente VIII. -- è celebre soprattutto per essere stato il primo direttore scientifico della Stamperia orientale medicea, o Typographia Medicea linguarum externarum, fondata a Roma da Ferdinando de' Medici. L'attività principale svolta dalla stamperia e, con l'appoggio di Gregorio XIII, la pubblicazione di saggi nelle diverse lingue orientali per favorire la diffusione delle missioni cattoliche in Oriente. Forma un gruppo di ricerca costituito da Vecchietti,  inviato pontificio ad Alessandria d'Egitto e in Persia, dal fratello Gerolamo, da P. Orsino di Costantinopoli, neo-fita ebreo convertito, e dal frate domenicano Tommaso da Terracina. In un periodo in cui la Santa Sede intrattene buone relazioni diplomatiche con la dinastia Safavide, al potere in Persia  essi riuscirono a recuperare diversi manoscritti della Bibbia in lingue orientali. Sono portati a Roma più di una ventina di testi biblici ebraici e giudeo-persiani, tra cui i libri del Pentateuco, tra i pochi sopravvissuti ai giorni nostri.  La tipografia fu trasferita a Firenze, in conseguenza dell'elezione di Ferdinando a Granduca di Toscana. E avviata la stampa delle opere. Sono pubblicate dapprima una Grammatica ebraica e una Grammatica caldea. Seguirono: due edizioni bilingui (arabo-latino) dei Vangeli, di cui furono tirate tremila copie; un compendio del Libro di Ruggero di al-Idrisi;  Il canone della medicina di Avicenna. Ill Granduca gli vende la Stamperia, chi  a sua volta la cedette al figlio di Ferdinando, Cosimo II, salito al trono. La Stamperia chiuse poiché la realizzazione di volumi nelle lingue orientali non si e rivelata economicamente conveniente. Uno degli ultimi saggi pubblicati fu una grammatica araba intitolata “Liber Tasriphi”  specificamente dedicata alle coniugazioni dei verbi.  Il suo grande progetto, he egli peraltro non riuscì a realizzare, fu quello di pubblicare una Bibbia poliglotta comprendente le sei lingue principali del cristianesimo orientale: siriaco, armeno, copto, ge'ez, arabo e persiano. I manoscritti appartenuti alla stamperia orientale medicea sono disseminati in diverse istituzioni: la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la Biblioteca apostolica vaticana, la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, la Biblioteca nazionale Marciana di Venezia e la Biblioteca nazionale di Francia a Parigi.  Note  Giovanni Battista Vecchietti, su iliesi.cnr.  L'editoria del Principe, ovvero la stampa ufficiale delle istituzioni laiche e religiose, su docplayer. 4 dicembre .  Per la dedicazione al re Ruggero II di Sicilia.  Tipografia Medicea Orientale, su thesaurus.cerl.org.  Persian manuscripts, su iranicaonline. A.  Piemontese, La «Grammatica persiana» in Rivista degli studi orientali,  K. El Bibas, La Stamperia medicea orientale, in , Un Maestro insolito, Scritti per Franco Cardini, Firenze, Vallecchi,  Mario Casari, Giambattista Raimondi, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  ʻAbd-al-Wahhāb Ibn-Ibrāhīm az- Zanǧānī, Liber Tasriphi compositio est Senis Alemami: Traditur in eo compendiosa notitia coniugationum verbi Arabici, Romae, Medicae, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, manoscritti persiani di Giovan Battista Raimondi. Giovan Battista Raimondi. Raimondi. Keywords: il gatto persiano. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Raimondi” – The Swimming-Pool Library.

 

Grice e Raio – ermeneutica dell’io e del tu – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Filosofo. filosofo. professore di filosofia teoretica presso l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale". Si è occupato in particolare dell'ermeneutica e della filosofia diCassirer di cui ha tradotto diverse opere in italiano. Fa parte del comitato di redazione della rivista «Studi Filosofici» e ha fondato la rivista internazionale «Cassirer Studies», entrambe pubblicate dalla casa editrice Bibliopolis. Inoltre è codirettore della collana di studi «Bachelardiana» edita da Il melangolo.  Ha scritto le introduzioni «Antinomia e allegoria» e «Il carattere di chiave», contenute in Tutti i romanzi e i racconti» di Kafka edito da Newton Compton, per il quale ha anche tradotto la maggior parte dei racconti. Altre opere: “Ermeneutica e teoria del simbolo” (Napoli, Liguori); “Lezioni su Kant di F. Tocco: Studio ed edizione” (Napoli, Liguori Editore); “Introduzione a Cassirer” (Roma-Bari, Laterza); “Simbolismo tedesco. Kant Cassirer Szondi, Napoli, Bibliopolis, Ernst Cassirer, Conoscenza, concetto, cultura” (Firenze, La Nuova Italia); Cassirer, Rousseau, Kant, Goethe” (Roma, Donzelli) “Ernst Cassirer, Metafisica delle forme simboliche” (Milano, Sansoni); L'io, il tu e l'Es. Saggio sulla "Metafisica delle forme simboliche" di Cassirer” (Macerata, Quodlibet); Rivista "Studi filosofici".  Cassirer Studies-Editor: Giulio Raio.  Pagina docente presso l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", su docenti.unior. Giulio Raio. Raio. Keywords: ermeneutica dell’io e del tu --  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Raio” – The Swimming-Pool Library.  https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735603647/in/datetaken/

 

Grice e Raulica – l’implicatura del barone di Raulica -- l’origine dell’idee – il fondamento della certezza – filosofia italiana – Luigi Speranza (Palermo). ssential Italian philosopher. Grice: “Italian philosophers can be fun: there’s ventura, and there’s Bonaventura, who was actually fidanza, i.e. fidence, as in confidence.” Ventura dei baroni di Raulica (Palermo), filosofo. Noto  per il suo sostegno alla causa della Rivoluzione siciliana. Figlio di Paolo Ventura, barone di Raulica, avvocato e consigliere della Suprema Corte di Giustizia del Regno di Sicilia e di Caterina Platinelli, Gioacchino Ventura fu avviato agli studi presso il Collegio Massimo dei Gesuiti di Palermo, sua città natale. Dopo l'iniziale adesione alla Compagnia di Gesù nel 1808, quando l'organizzazione gesuita fu soppressa in Sicilia nel 1817,  aderì ai teatini. Ordinato sacerdote, si distinse come apologeta, scrittore e predicatore, soprattutto grazie alla sua "Orazione funebre di Pio VII. La sua carriera da filosofo iniziò come esponente della corrente controrivoluzionaria resa nota da autori come Félicité de Lamennais, Joseph de Maistre e Louis de Bonald.   Monumento memoriale a Gioacchino Ventura, Basilica di Sant'Andrea della Valle, Roma. Da Leone XII fu nominato docente di diritto canonico all'Università "La Sapienza", e fu eletto Superiore Generale dei Teatini. Dopo questo incarico, Ventura intraprese l'attività di predicatore a Roma. La sua eloquenza, sebbene a volte esagerata e prolissa, era veemente e diretta ed ottenne grande fama. A Parigi, nonostante una conoscenza non perfetta della lingua francese, Ventura riuscì quasi a rivaleggiare con il celebre predicatore domenicano Jean-Baptiste Henri Lacordaire.  Con l'elezione di Papa Pio IX al soglio pontificio, acquisì un ruolo politicamente prominente. Sostenne la legittimità storica e giuridica della rivoluzione siciliana, auspicando la rifondazione del Regno di Sicilia indipendente all'interno di una confederazione italiana di Stati sovrani, e viene nominato ministro plenipotenziario e rappresentante del governo siciliano a Roma.  Nel frattempo la sua posizione a Roma divenne delicata per via della proclamazione della Repubblica Romana  e dell'esilio di Pio IX. Ventura rifiutò l'offerta di un seggio all'Assemblea Costituente, maoltre ad invocare la separazione tra potere temporale e spiritualericonobbe la Repubblica Romana a nome del governo rivoluzionario di Palermo. Dopo la resa della Repubblica, si trasferì in Francia, dove morì a Versailles. Opere: La scuola de' miracoli: ovvero, Omilie sopra le principali opere della potenza e della grazia di Gesù Cristo, figliuolo di Dio e Salvatore del mondo Il tesoro nascosto: ovvero, Omilie sopra la passione del Nostro Signor Gesù Cristo La Madre di Dio, madre degli uomini: ovvero, Spiegazione del mistero della SS. Vergine a piè della croce Le bellezze della fede ne' misteri dell' Epifania: ovvero, La felicità di credere in Gesù Cristo e di appartenere alla vera chiesa I disegni della divina misericordia sopra le Americhe: panegirico in onore del beato Martino de Porres, terziario professo dell'ordine de'  predicatori Il potere politico cristiano: discorsi pronunciati lnella cappella imperiale delle Tuileries Saggio sul potere pubblico, o Esposizione delle leggi naturali dell'ordine sociale Dello spirito della rivoluzione e dei mezzi di farla terminare La ragione filosofica e la ragione cattolica: ragionamenti predicati a Parigi nell'anno. La tradizione e i semi-pelagiani della filosofia: ossia, Il semi-razionalismo svelato Saggio sull'origine delle idee e sul fondamento della certezza Della vera e della falsa filosofia Nuove omelie sulle donne del Vangelo Corso di filosofia cristiana: ossia, Restaurazione cristiana della filosofia Sopra una Camera di Pari nello stato pontificio: opinione La Questione Sicula sciolta nel vero interesse della Sicilia, Napoli e dell'Italia Memoria pel riconoscimento della Sicilia come stato sovrano ed indipendente Menzogne diplomatiche, ovvero esame dei pretesi diritti che s'invocano del gabinetto di Napoli nella Questione Sicula Discorso funebre pei morti di Vienna la religione e la libertà Raccolta di elogi funebri e lettere necrologiche   Gioacchino Ventura e il pensiero politico d'ispirazione cristiana dell'Ottocento. Atti del seminario internazionale, Erice, E. Guccione, Firenze. Andreu F.Gioacchino Ventura: Saggio Biografico, "Regnum Dei", Bergamaschi G., Padre Gioacchino Ventura: fra tradizionalismo e neotomismo, Milano, Cremona Casoli G., Un illustre siciliano: il padre Gioacchino Ventura da Raulica, in "Rassegna Storica del Risorgimento", Cultrera P., Della vita e delle opere del Rev. P.Gioacchino Ventura: ex generale dell'ordine dei Teatini, Palermo); Giurintano C., Aspetti del pensiero politico nel "De jure publico ecclesiastico" in :  Studi in memoria di Gaetano Falzone, a cura del Comitato di Palermo dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Palermo, Guccione E., Cattolici e democrazia. VMurri, Sturzo e le critiche di Gobetti, Palermo-Sao-Paulo, Ila-Palma, Guccione E., Gioacchino Ventura alle radici della democrazia cristiana, Palermo, Guccione E., The Concept of "Revolution" FGuccione E., Un omaggio clandestino a Lamennais, in  "Nuova Antologia", Pastori P., “La rivoluzione napoletana in "Rassegna Siciliana di Storia e Cultura", Sergio Romano, La vita e il pensiero politico di padre Gioacchino Ventura, in Revue belge de philologie et d'histoire, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Gioacchino Ventura, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.  Opere di Gioacchino Ventura, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Gioacchino Ventura, . Gioacchino Ventura, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.  Biografia sul sito della Regione Siciliana. Martinucci P., Padre Gioacchino Ventura di Raulica,  Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale. Paolo Martinucci, Gioacchino Ventura di Raulica in Cristianità. Gioacchino Ventura DA Raulica. Gioacchino Ventura di Raulica. Raulica. Keywords: l’origine dell’idee – il fondamento della certezza. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Raulica” – The Swimming-Pool Library, Villa Spearnza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735573662/in/datetaken/

 

Grice e Reale – erote demone mediatore – il gioco delle maschere nel convito – filosofia italiana – Luigi Speranza (Candia Lomellina). Filosofo.   “Io ho infatti la ferma convinzione che, come Reinach afferma, Platone sia il "più grande filosofo in assoluto" comparso sulla terra, e che il compito di chi lo vuole comprendere e fare comprendere agli altri, pur avvicinandosi sempre di più alla Verità, non può mai avere fine” (Platone: alla ricerca della sapienza segreta). Frequentò il liceo di Casale Monferrato per poi formarsi a Milano, laureandosi con Olgiati. Successivamente, perfezionerà i suoi studi a Marburgo e a Monaco di iera.  Dopo un periodo di insegnamento nei licei e conseguita la libera docenza in Storia della filosofia antica, vinse una cattedra presso l'Università degli Studi di Parma, ove terrà i corsi di Filosofia morale e di Storia della filosofia. Quindi, passa Milano, nella quale sarà a lungo Professore di Storia della filosofia antica, istituendovi e dirigendo il “Centro di ricerche di Metafisica”, luogo di formazione della maggior parte dei suoi allievi). Insegna a Milano, presso la quale intendeva fondare un nuovo centro internazionale di studi e ricerche su Platone, e sulle radici platoniche del pensiero e della civiltà occidentale.  Muore nella sua casa di Luino. La sua tesi di fondo è la seguente: la filosofia greca ha creato quelle categorie e quel peculiare modo di pensare che hanno consentito la nascita e lo sviluppo della scienza e della tecnica dell'Occidente.  I suoi interessi scientifici spaziano lungo tutto l'arco del pensiero antico pagano e cristiano, e i suoi contributi di maggior rilievo hanno toccato via via Aristotele, Platone, Plotino, Socrate e Agostino. Egli ha studiato ognuno di questi autori andando, in un certo senso, 'contro-corrente' e inaugurandone, secondo l'opinione di Cornelia de Vogel, una lettura nuova.  La ri-lettura che da di Aristotele contesta l'interpretazione di Jaeger, secondo il quale gli scritti aristotelici seguirebbero positivisticamente un andamento storico-genetico che partirebbe dalla teologia, passerebbe per la metafisica, per approdare infine alla scienza; Reale ha sostenuto invece la fondamentale unità del pensiero metafisico dello Stagirita.  Ne La Filosofia antica, mette in evidenza come il pensiero di Teofrasto si diffuse per l'aspetto scientifico con un'ampiezza del tutto paragonabile a quella del maestro Aristotele, rivelando però uno scarso spessore nella speculazione filosofica. Da Stratone in poi, ciò provocò un ripiegamento della scuola peripatetica verso l'ambito della fisica e delle scienze empiriche.  Per quel che riguarda Platone, importando in Italia gli studi della scuola platonica di Tubinga, ha messo in crisi l'interpretazione romantica di Platone stesso, che risale a Friedrich Schleiermacher, e ha voluto rivalutare il senso e la portata delle cosiddette «dottrine non scritte», vale a dire gli insegnamenti che Platone ha tenuto solo oralmente all'interno dell'Accademia e che conosciamo dalle testimonianze dei discepoli; in questo senso, Platone risulterebbe essere il testimone e l'interprete più geniale di quel peculiare momento della civiltà greca che passava dalla cultura dell'oralità a quella della scrittura.  Negli studi su Plotino, contesta la tesi di fondo di Eduard Zeller che vedeva nel grande neoplatonico il principale teorico del panteismo e dell'immanentismo; al contrario, ha riletto Plotino come il campione della trascendenza metafisica dell'Uno.  L'interpretazione che ha dato di Socrate, analogamente, si propone di risolvere le aporie della cosiddetta questione socratica, entrata in un vicolo cieco dopo gli studi di Olof Gigon, secondo cui di Socrate non possiamo sapere nulla con certezza; Reale ha inaugurato, invece, un nuovo modo di interpretare Socrate, non solo cercando di risolvere dall'interno le testimonianze contraddittorie degli allievi, ma soprattutto guardando al contesto della filosofia greca prima di Socrate e dopo Socrate: in questo modo, balzerebbe agli occhi la scoperta socratica del concetto di psyché come essenza e nucleo pensante dell'uomo.  «Socrate diceva che il compito dell'uomo è la cura dell'anima: la psicoterapia, potremmo dire. Che poi oggi l'anima venga interpretata in un altro senso, questo è relativamente importante. Socrate per esempio non si pronunciava sull'immortalità dell'anima, perché non aveva ancora gli elementi per farlo, elementi che solo con Platone emergeranno. Ma, nonostante più di duemila anni, ancora oggi si pensa che l'essenza dell'uomo sia la psyché. Molti, sbagliando, ritengono che il concetto di anima sia una creazione cristiana: è sbagliatissimo. Per certi aspetti il concetto di anima e di immortalità dell'anima è contrario alla dottrina cristiana, che parla invece di risurrezione dei corpi. Che poi i primi pensatori della Patristica abbiano utilizzato categorie filosofiche greche, e che quindi l'apparato concettuale del cristianesimo sia in parte ellenizzante, non deve far dimenticare che il concetto di psyché è una grandiosa creazione dei greci. L'Occidente viene da qui.»  (G. Reale, Storia della filosofia antica, Milano, Vita e pensiero, 1975) Infine, per quanto riguarda Agostino, gli studi di Reale tenderebbero a ricollocare questo autore nel contesto neoplatonico della tarda antichità e quindi nel momento dell'impatto del Cristianesimo con la filosofia greca, cercando di scrostarlo di tutte le successive interpretazioni dell'agostinismo medioevale.  Reale ritiene, poi, che la cifra spirituale che caratterizza il pensiero occidentale sia costituita dalla filosofia creata dai Greci. È stato infatti il logos greco a caratterizzare le due componenti essenziali del pensiero occidentale e precisamente a fornire gli strumenti concettuali per elaborare la Rivelazione cristiana, dando luogo, così, a quella peculiare mentalità da cui sono scaturite la scienza e la tecnica. Ma se la cultura occidentale non si capisce senza la filosofia dei Greci, questa a sua volta non si capisce senza la metafisica come studio dell'"Unità dell'Essere". Il lavoro che Reale svolge, studiando i grandi pensatori del passato, vuole anche servire a un confronto fra la metafisica antica e quella moderna. La preferenza che accorda a Platone dipende dal fatto che il filosofo ateniese è, con la "seconda navigazione" di cui parla nel Fedone, il vero creatore di questa problematica.  Reale, studioso di fama internazionale, si fa così portavoce di un «meditato ritorno alle radici della nostra cultura» attraverso la riproposta dei classici, in particolare Platone. Di quest'ultimo, Realein sintonia con la Scuola di Tubingarinnova l'interpretazione, mettendo in luce la primaria importanza delle cosiddette «dottrine non scritte» (agrafa dogmata) di cui riferiscono gli allievi di Platone stesso (Aristotele in primis).  Nel suo scritto Per una nuova interpretazione di Platone fa affiorare l'immagine di un Platone diverso, un Platone orale ein certo sensodogmatico: del resto, non è forse Platone stesso (ad esempio, nella Lettera VII) a garantirci che la sua filosofia dev'essere ricercata altrove rispetto agli scritti? Lo stesso corpus degli scritti platonici, giuntoci nella sua interezza (circostanza, questa, unica nella storiografia del pensiero greco), non presenta, invero, quell'unitarietà sistematica che ci si dovrebbe attendere, il che, ancora una volta, depone a favore della tesi secondo cui il vero Platone andrebbe cercato altrove, e precisamente nelle «dottrine non scritte».  Studioso anche della Metafisica di Aristotele, Reale smaschererebbe la tesi fatta valere da Jaeger, secondo cui l'opera non presenterebbe un'unitarietà ma sarebbe piuttosto una sorta di “zibaldone filosofico” (e, in particolare, il libro XII risalirebbein forza del suo spiccato interesse teologicoalla giovinezza dello Stagirita): lungi dal risolversi in un coacervo di scritti risalenti a differenti epoche e contesti, la Metafisica di Aristotelerileva Realeè un'opera profondamente unitaria, al cui centro c'è la definizione di metafisica come scienza delle cause e dei principi primi, scienza dell'essere in quanto tale, scienza della sostanza, scienza teologica e scienza della verità. Ne La saggezza antica sostiene che «tutti i mali di cui soffre l'uomo d'oggi hanno proprio nel nichilismo la loro radice» e che «un'energicquesti mali implicherebbe il loro sradicamento, ossia la vittoria sul nichilismo, mediante il recupero di ideali e valori supremi, e il superamento dell'ateismo». Ma quello che egli propone «non è affatto un ritorno acritico a certe idee del passato, ma l'assimilazione e la fruizione di alcuni messaggi della saggezza antica, che, se ben recepiti e meditati, possono, se non guarire, almeno lenire i mali dell'uomo d'oggi, corrodendo le radici da cui derivano».  In una siffatta prospettiva, può acquistare un valore eminentemente filosofico anche il pensiero di Seneca, a suo parere ingiustamente trascurato da una lunga tradizione che non gli avrebbe riconosciuto alcuna cittadinanza filosofica: in La filosofia di Seneca come terapia dei mali dell'anima, Reale riprende, ancora una volta, l'idea che la filosofia degli antichiin questo caso, quella di Senecapossa costituire un 'farmaco' per l'animo dilaniato dell'uomo moderno.  Tra gli allievi di Reale vi sono: Roberto Radice, docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che si è dedicato al pensiero di Filone di Alessandria e dell'età ellenistica (in particolare dello Stoicismo) e che ha tradotto opere di Platone (Repubblica, Leggi, Lettere) di cui ha pubblicato in versione informatica il lessico; Maurizio Migliori, dell'Macerata, interprete del pensiero platonico; Giuseppe Girgenti, traduttore di Porfirio e del Neoplatonismo, e Vincenzo Cicero, a cui si devono inedite traduzioni italiane di Schelling, Hegel, Trendelenburg, Natorp, Hildebrand e Heidegger. Altre opere: Oltre al campo specifico della filosofia antica e tardo-antica, si occupa a vario titolo anche della storia della filosofia generale: per esempio, nella stesura del noto Manuale di filosofia per i licei edito da Editrice La Scuola oltre alla direzione delle collane filosofiche «Classici della filosofia», «Testi a fronte» della Bompiani e «I Filosofi» per Laterza.  Oltre a questo, i suoi principali scritti sono i seguenti:  Il concetto di filosofia prima e l'unità della Metafisica di Aristotele, Vita e Pensiero, Milano, Bompiani, Milano,  Introduzione a Aristotele, Laterza, Bari, Storia della filosofia antica,  Vita e Pensiero, Milano, Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi, La Scuola, Brescia, Per una nuova interpretazione di Platone” (CUSL, Milano, edizione definitiva, Vita e Pensiero, Milano); “Introduzione a Proclo, Laterza, Bari); “Filosofia antica, Jaca Book, Milano); “Saggezza antica, Raffaello Cortina Editore, Milano); “Eros demone mediatore. Il gioco delle maschere nel "Simposio" di Platone” (Rizzoli, Milano, Platone. Alla ricerca della sapienza segreta, Rizzoli, Milano, Bompiani, Milano, La nave di Teseo, Milano, . Guida alla lettura della Metafisica di Aristotele, Laterza, Bari,  Raffaello: La "Disputa", Rusconi, Milano, Corpo, anima e salute. Il concetto di uomo da Omero a Platone, Collana Scienza e Idee n.49, Raffaello Cortina Editore, Milano, Socrate. Alla scoperta della sapienza umana, Rizzoli, Milano, La nave di Teseo, Milano, . Il pensiero antico, Vita e Pensiero, Milano,  La filosofia di Seneca come terapia dei mali dell'anima, Bompiani, Milano, Radici culturali e spirituali dell'Europa, Raffaello Cortina Editore, Milano, Storia della filosofia greca e romana, Bompiani, Milano, Collana Il pensiero occidentale, Bompiani, . Valori dimenticati dell'Occidente, Bompiani, Milano,  L'arte di Riccardo Muti e la Musa platonica, Bompiani, Milano, Come leggere Agostino, Bompiani, Milano, Karol Wojtyla un pellegrino dell'assoluto, Bompiani, Milano, Autotestimonianze e rimandi dei Dialoghi di Platone alle "Dottrine non scritte", Bompiani, Milano); “Storia del pensiero filosofico e scientifico” (La Scuola, Brescia); “Salvare la scuola nell'era digitale” (Brescia, La Scuola); “Responsabilità della vita. Un confronto fra un credente e un non credente, Milano, Bompiani); “Mi sono innamorato della filosofia” (Milano, Bompiani); “Romanino e la «Sistina dei poveri» a Pisogne” (Milano, Bompiani); “Cento anni di filosofia. Da Nietzsche ai nostri giorni” (La Scuola, Brescia); Introduzione, traduzione e commentario della Metafisica di Aristotele, su archive.org, Bompiani, Traduzioni e commenti Reale ha tradotto in italiano e commentato molte opere di Platone, di Aristotele e di Plotino (la sua nuova edizione delle Enneadi è stata pubblicata  nella collana "I Meridiani" della Arnoldo Mondadori Editore). Ha pubblicato per Bompiani il poderoso volume I presocratici, da lui presentato come la «prima traduzione integrale» della versione tedesca del Die Fragmente der Vorsokratiker di Hermann Diels e Walther Kranz. Nonostante in Italia ne fosse già uscita nel una traduzione di Gabriele Giannantoni edita da Laterza, Reale ha sostenuto la presenza di lacune e manomissioni nella traduzione del Giannantoni, lacune e manomissioni che sarebbero dovute, a parere di Reale, all'ossequio all'ideologia e all'«egemonia culturale marxista», secondo cui in quel periodo gli intellettuali di area comunista avrebbero dominato la scena in campo editoriale. L. Canfora, in risposta alle accuse di Reale, ne ha sostenuto la natura «pubblicitaria» e l'«inconsistenza» del ragionamento. Nella polemica sono intervenuti anche altri due studiosi: il primo è M. Vegetti, il quale ha sostenuto che, se influenza c'è stata nell'edizione di Giannantoni, essa è stata di matrice idealistica, hegeliana e crociana e non marxista; il secondo studioso è Roberto Radice, il quale ha invece sostenuto che qualsiasi omissione è da evitare, specie se non è segnalata nel testo, e con riguardo alla presunta irrilevanza di taluni tagli operati da Giannantoni sottolinea come «i capretti a volte segnano la storia del pensiero più di alcuni filosofi e togliere questi deliziosi animali dai frammenti, così come far sparire dei cavolfiori, potrebbe trasformarsi in una censura».  Di Seneca, il Reale ha poi curato la traduzione delle opere in "Seneca. Tutti gli scritti" Onorificenze Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana «Di iniziativa del Presidente della Repubblica» Premio "Roncisvalle" dell'Navarra Cittadinanza onoraria di Siracusa Premio Pax Dantis per il Pensiero di Pace Universale, Centro Lunigianese di Studi Danteschi, . Lauree honoris causa Accademia Internazionale di Filosofia del Liechtenstein Università Cattolica di Lublino Stato di Mosca Universitat Ramon Llull de Barcellona. Filosofico.net  Addio a Giovanni Reale, grande interprete di Platone, La Stampa, 15 Cornelia de Vogel, Ripensando Platone e il Platonismo” (Milano, Vita e Pensiero). Dimostra la profonda unità concettuale di questi scritti di filosofia prima, mettendo in luce come Jaeger, nella sua tesi, sia condizionato dalla filosofia positivista e dalla teoria generale dell'evoluzione della cultura secondo le tre tappe di teologia-metafisica-scienza» (Note di copertina all'opera Il concetto di filosofia prima e l'unità della "Metafisica" di Aristotele” (Milano, Bompiani); Storia della filosofia antica. La fondazione della botanica fu il suo guadagno essenziale. Verso una nuova immagine di Platone, Milano, Vita e Pensiero, Cfr., in particolare, Il paradigma romantico nell'interpretazione di Platone, di Hans Krämer, Napoli,  La filosofia antica, Milano, Editoriale Jaca Book.  «Ha ragione, bisogna imparare ad accettare la morte», Corriere della Sera. Network delle Università Italiane, su uninetwork. Il concetto di filosofia prima e l'unità della metafisica di Aristotele, Milano, Vita e Pensiero,La filosofia di Seneca come terapia dei mali dell'anima, Milano, Bompiani, unimc/filosoficamente/primo-piano/giovanni-reale-in-memoriam  philosophicalnews.com/wp-content/uploads//07/5.2.pdf  Pur riconoscendo a Giannantoni una statura di studioso di prim'ordine, Reale ha sostenuto che molti marxisti «non presentavano talune cose nella loro effettiva realtà» (dall'Archivio storico del Corriere della Sera). Secondo Reale, pur non potendosi parlare di complotto, «nel testo di Laterza curato da Giannantoni mancano in un'edizione chiamata l'unica integrale italianadecine e decine di passi che ho elencato in 4 pagine all'inizio della mia traduzione dei Presocratici; ci sono inoltre indebite aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta di tal fatta, nata assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure molte note di queste ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti di codesti autori. Svuotare, ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare un vero confronto: ecco la vecchia tattica che rimane ancora molto viva» (dall'Archivio storico del Corriere della Sera   «Naturalmente, sul piano pubblicitario, si comprende la auto-esaltazione: la mia traduzione è più completa della tua, come il mio bucato è più bianco del tuo. Ma anche la pubblicità bisognerebbe saperla fare. Ci sono lauree brevi da poco istituite in proposito. Particolarmente inconsistente appare il ragionamento, se pure così può definirsi, sviluppato dal Reale. Eccolo nella sintesi fornita dal suo intervistatore: Giannantoni era molto bravo (e questo lo sapevamo anche senza il supporto di Reale), Laterza è innocente del sopra menzionato «reato ideologico», la colpa è della «penetrazione» comunista. Sembra quasi di sognare. Ma questa è la caricatura dell'antica cantilena sui comunisti padroni dell'editoria italiana. Per confutare questa sciocchezza, anni fa, Norberto Bobbio si limitò a trascrivere i titoli del catalogo Einaudi. E infatti come negare l'affiliazione bolscevica di Bobbio? Che pena» (in Archivio storico Corriere della sera).  Si fa riferimento all'osservazione di Canfora secondo la quale le omissioni di Giannantoni riguarderebbero aspetti poco rilevanti per un marxista come il frammento 23 di Orfeo, «un malridotto frustulo papiraceo in cui si fa cenno ad un rituale misterico [...]. Queste, e consimili, sono le omissioni rimproverate dal neo-presocratico Reale». (Cfr.Ibidem)  Osserva infatti Radice: «Sembrerebbe del tutto irrilevante sapere se Kant, quando scriveva la Critica della ragion pratica, mangiasse capretto o una particolare minestra, e credo che alla storia della filosofia questo poco interessi. Ma sapere se un orfico mangiasse o no capretto, può essere significativo dal punto di vista filosofico. Se si asteneva, allora era vegetariano e, come tale, non avrebbe condiviso la ritualistica greca in cui si consumavano le carni offerte alla divinità e si lasciavano ad essa gli aromi per segnare la distanza tra uomo e dio. In sostanza egli credeva, evitando il capretto, in una teologia in cui uomo e divino erano legati». (Cfr.Archivio storico Corriere della sera All'obiezione di Canfora ha risposto lo stesso Reale affermando: «Non è un capretto né una vacca quello che manca nel testo di Laterza curato da Giannantoni; mancanoin un'edizione chiamata l'unica integrale italianadecine e decine di passi che ho elencato in 4 pagine all'inizio della mia traduzione dei Presocratici; ci sono inoltre indebite aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta di tal fatta, nata assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure molte note di queste ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti di codesti autori. Svuotare, ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare un vero confronto: ecco la vecchia tattica che rimane ancora molto viva. Quirinale: dettaglio decorato. Entrega de los internacionales premios Roncesvalles de Filosofía, su unav.edu, Laudatio del professore Giovanni Reale a cura del professore Antoni Bosch-Veciana., in//url.edu/sites/default/files/llibrethonoris_giovannireale.pdf.  Roberto Radice, Claudio Tiengo , Seconda navigazione. Omaggio a Giovanni Reale, Vita e Pensiero, Milano, .Giuseppe Grampa, "Ritornare ai Greci: intervista a Giovanni Reale sulla sua «Storia della filosofia antica»", Vita e Pensiero. Rivista culturale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Armando Torno, Il mio Platone bocciato all'università, in Corriere della Sera, intervista Armando Torno, Addio,  il cattolico amico di Platone, in Corriere della Sera, A. Carioti, Critico il Platone di Reale il marxismo non c'entra, in Corriere della Sera, intervista di Mario Vegetti,   La dittatura culturale del marxismo, in Corriere della Sera, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Giovanni Reale, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Storia della filosofia antica. Dalle origini a Socrate. Ospitato su gianfrancobertagni. Giovanni Reale , Storia della filosofia antica. Platone e Aristotele, Ospitato su gianfrancobertagni. Giovanni Reale , Storia della filosofia antica. I sistemi dell'Età ellenistica, gianfrancobertagni. Giovanni Reale. Reale. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Reale” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690133489/in/photolist-2mKFrQ6-2mPsfT9-2mPxhsE-2mPhuNk-2mPsh7f-2mKLGeD-2mPpVqK-2mPE3Bq-2mPpskp-2mKxnN1-2mKAuZM-2mKbpiZ-2mKjsJY-2mPHbXQ-2mJf6ru-2mJjdUS-2mJf6sS-2mJf6qx-2mJjdWF-2mJkrgk-2mJf6td-2mJf6qs-2mJkrer-2mJoFqJ-2mJnD8P-2mJkrhc-2mJjdXH-2mJkrfo-2mJoFtu-2mJoFsC-2mJoFsh-2mJkrgq-2mJoFur-2mJjdWR-2mJf6sm-2mJf6qN-2mJf6qH-2mJjdWq-2mJnD9a-2mJoFuG-2mJoFt9-2mJjdXs-2mJf6rp-2mJoFs7-2mJnD6V-2mJoFqP-2mJf6sM-2mJkrhh-2mJf6qT-2mGT6p1

 

Grice e Reghini – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Firenze). Filosofo. Grice: “It’s difficult to call Reghini a philosopher; yes, he was interested in Pythagoras – but to what extent can, in spite of Russell, number GROUND a whole philosophy?”Si laureò a Pisa, dedicandosi all'insegnamento della materia in vari istituti superiori in Toscana, a Roma ed in Emilia-Romagna.  Promotóre del Pitagorismo, fu affiliato a vari gruppi dell'esoterismo italiano. Entrò nella Società Teosofica e ne fondò la sezione romana. Più tardi, fonderà a Palermo la Biblioteca Teosofica, alla quale di poi cambierà nome in Biblioteca Filosofica. Venne iniziato al Rito di Memphis di Palermo (rito massonico di supposta origine egizia) ed entrò a Firenze nella loggia Lucifero, dipendente dal Grande Oriente d'Italia. Ebbe una breve adesione al martinismo papusiano, che in Italia era diretto da Sacchi, verso le carenze della cui maestranza e pubblicistica Reghini apporta una demolizione magistrale. Fu poi chiamato d’Armentano, che lo avviò allo studio del pitagorismo. Entrò nel Supremo Consiglio Universale del Rito filosofico italiano, dal quale però si dimise, non aveva infatti un'alta opinione dello stato della massoneria in Italia. Insignito del 33° e massimo grado del Rito Scozzese Antico e Accettato, entrò a far parte come membro effettivo del Supremo Consiglio d'Italia, di cui fu Gran cancelliere e Segretario generale.  Gli anni della Grande Guerra videro discepoli e maestri della “Schola Italica Pitagorica” partire volontari per il fronte. Non rimase inerte innanzi al sorgere delle istanze interventiste. Partecipò attivamente alla manifestazione romana del maggio, culminata in Campidoglio, tesa ad ottenere la dichiarazione di guerra. Accolto nell'Accademia Militare di Torino come allievo ufficiale del Genio partì volontario per il fronte, ottenendo sul campo il grado di capitano del Genio. Lui ed il suo Maestro Armentano crearono a Roma l'Associazione Pitagorica, che riprendeva le fila di precedenti esperienze e si richiamava operativamente al sodalizio pitagorico dell'antichità. Da solo o con altri, fondò e animò varie riviste, con interventi sagaci e ricchi di dottrina: scrisse sul papiniano Leonardo, dando vita ad Atanór, Ignis, e UR, con Colazza,  Evola come direttore, Parise, ed Onofri. Contrasti d'idee e caratteriali prevalser nel rapporto di collaborazione fra Evola e Reghini, provocando la scelta evoliana di allontanamento di questi, assieme a Parise, da UR (rivista sórta a esprimere al pubblico della cultura italiana l'intento dell'occulto Gruppo di Ur; nella quale il Maestro fiorentino pubblicò con l'eteronimo di Pietro Negri); e se ne ebbero anche strascichi giudiziari. Infatti Evola tenterà di fare incriminare Reghini per affiliazione massonica (affiliazione che costituiva reato dopo l'imposizione di scioglimento dell’associazioni segrete decretata dal regime fascista); ma il potere giudiziario opta infine per un accordo tra i due onde evitare uno scandalo. Per via del condizionamento repressivo fascista vòlto all'emarginazione di tanti esponenti dell'esoterismo italiano (Armentano era partito per il Brasile), Reghini ormai isolato si ritirava dalle attività pubbliche e a Budrio si dedica all'insegnamento nell'istituto privato "Quirico Filopanti”, diretto da Partengo, alla meditazionein chiave pitagoricadelle scienze matematiche.  Ottenne tuttavia pubblici riconoscimenti dall'Accademia dei Lincei e dall'Accademia d'Italia, per la sua opera sulla restituzione della geometria pitagorica. Il Crepuscolo dei Filosofi regalato dal suo autore, Papini all’amico Arturo al suo ingresso nella Loggia fiorentina ‘Lucifero.” Nel frontespizio una dedica ad inchiostro, scolorito dal tempo, «Al nuovo fratello Reghini il suo G Papini».in: Raffaele K. Salinari, Reghini, pitagorico, su ilmanifesto  Rito filosofico italiano Del Massa, Pagine esoteriche (La Finestra, Trento). In questa qualità firmò il decreto del suo scioglimento n(riprodotto in: L. Sessa, I Sovrani Grandi Commendatori e breve storia del Supremo Consiglio d'Italia del Rito scozzese antico ed accettato Palazzo Giustiniani dal 1805 ad oggi (Ed. Bastogi, Foggia), in seguito all'approvazione dello stesso anno alla Camera dei deputati del progetto di legge sulla disciplina delle associazioni, presentato da Mussolini, mirante allo scioglimento della massoneria. Iacovella, "Il Barone e il Pitagorico: Evola e Reghini", in: Vie della Tradizione, Cfr. la recensione fattane da Guénon: ed. di Comptes Rendus, Parigi. Opere: “Le parole sacre e di passo dei primi tre gradi ed il massimo mistero massonico, Atanor, Roma, Per la restituzione della geometria pitagorica, nuova edizione Il Basilisco, Genova, che comprende anche I numeri sacri nella tradizione pitagorica; nuovo titolo Numeri sacri e geometria pitagorica. Il fascio littorio, ovvero il simbolismo duodecimale e il fascio etrusco; nuova edizione Il Basilisco, Genova, I numeri sacri nella tradizione pitagorica, Ignis, Roma, Dei Numeri pitagorici, PrologoAssociazione culturale Ignis, Dei Numeri Pitagorici (Libri sette) Dell'equazione indeterminata di secondo grado con due incogniteArchè/pizeta,  Dei Numeri Pitagorici; Delle soluzioni primitive dell'equazione di tipo Pell x2-Dy2=B e del loro numeroArchè/pizeta, . Dei Numeri Pitagorici; “Dei numeri triangolari, dei quadrati e dei numeri piramidali a base triangolare o quadrata Archè/pizeta, Dizionario Filologico, ("Associazione culturale Ignis"), Cagliostro, ("Associazione culturale Ignis"), Considerazioni sul Rituale dell'apprendista libero muratore, Phoenix, Genova); “Paganesimo, Pitagorismo, Massoneria” (Mantinea, Furnari, Messina); “Per la restituzione della massoneria pitagorica italiana” (Raffaelli Editore, Rimini); “La tradizione pitagorica massonica” (Melita, Genova);  “Trascendenza di spazio e tempo, rivista "Mondo Occulto", Napoli, ristampa Libreria Ed. ASEQ . Curò fondamentali traduzioni (con introduzione e note), tra cui:  De occulta philosophia di Cornelio Agrippa (Alberto Fidi, Milano, opera in due volumi); ristampato dalle Edizioni Mediterranee e da I Dioscuri, Genova, Le Roi du Monde di René Guénon ( Alberto Fidi editore, Milano. A La Sapienza pagana e pitagorica del '900 (La Cittadella.  I Libri del Graal. Geminello Alvi, Reghini, il massone pitagorico che amava la guerra, Corriere della Sera, Riccardo Paradisi, Reghini, il Pitagorico che sognava l’impero, L’Indipendente, Natale M. Di Luca, "Arturo Reghini. Un intellettuale neo-pitagorico tra massoneria e fascismo", Atanòr, Roma.  Parise, "Nota sulla vita di A. Reghini", in calce a “Considerazioni sul rituale dell'apprendista libero muratore” (Phoenix, Genova); R. Sestito, “Il figlio del Sole” (Ancona, Associazione Culturale "Ignis"); Via romana agli Dei Amedeo Rocco Armentano, Evola  Parise, Schiavone,  a metà strada tra fascismo e massoneria, su archiviostorico.info. Centro De GiorgiScuola Normale Superiore di Pisa, Breve biografia su mathematica.sns. Guido Boni, Omaggio su ritosimbolico. 1 Thomas Dana Lloyd, Un pitagorico dei nostri tempi, su ritosimbolico. Nicola Bizzi, Arturo Reghini. Sulla Tradizione occidentale, su youtube.com. Christian Giudice, Occultism and Traditionalism in Twentieth-Century Italy, su spreaker.com. Christian Giudice,  For a Spiritual Understanding of Life’: Arturo Reghini’s Theosophical Years su academia.edu. Grandi massoni. Arturo Reghini, illustre matematico e antifascista, traduttore e amico di Guenon, su grandeoriente.  Raffaele K. Salinari, Arturo Reghini, pitagorico, su ilmanifesto. Arturo Reghini. Reghini. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Reghini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51675866520/in/photolist-2mMRo9E-2mJphgK-2mJgHMU-2mJkQY8-2mJqjKS-2mJphgV-2mJgHMP-2mJn4Bp-2mJn4Bj

 

Grice e Regina – uomini complementari – potenza e valore – filosofia italiana – Luigi Speranza (Sabbioneta). Filosofo.  Grice: “When Urmson said that for Prichard, duty cashed out in interest, he was right! But we must wait for Regina to emphasise Kierkegaard’s punning on interest – which literally means, ‘being in between’! The interesting (sic) thing is that Kierkegaard exploits the old Roman aequi-vocation between the alethic (being in between) and the practical (Prichard, ‘duty as interest’). -Vincitore di una borsa di studio per il Collegio Augustinianum, si laurea a Milano con una tesi su Lavelle con Severino. Si è perfezionato in Filosofia neoscolastica con una tesi su Heidegger.  Dopo aver insegnato nei licei è passato a Macerata. Ha insegnato a Verona.  Professore a Cagliari, è tornato a Verona, e Direttore del Dipartimento di Filosofia.  Nell'ambito della sua ricerca,  ha ottenuto dall'Unione europea il finanziamento per il primo progetto «Tempus», relativo all'organizzazione presso l'Sarajevo e Mostar di un master sulla tolleranza religiosa..  In collaborazione con Copenaghen ha organizzato due convegni: «Kierkegaard: ripresa, pentimento, perdono», svoltosi a Verona,  e «Mennesket som forhold. Søren Kierkegaards filosofiske og teologiske antropolog -- iL'essere umano come rapporto. L'antropologia filosofica e teologica di Kierkegaard».  Partecipa ai «Forum» che la Conferenza Episcopale Italiana organizza nell'ambito del Progetto culturale della Chiesa. -- è stato nominato docente onorario a Verona.  Ha costruito il suo pensiero basandosi in modo particolare su Kierkegaard, Nietzsche e Heidegger (“the greatest living philosopher” – Grice). In Heidegger ha evidenziato l'importanza del ruolo sapienziale assegnato alla finitezza dell'uomo.  In Kierkegaard vede invece il pensatore da cui partire per costruire una nuova ontologia e una nuova antropologia basate su una nuova concezione dell'essere: l'esse come inter-esse. L'essere come inter-esse (nella doppia valenza ontologica ed etica) pone il pensante in rapporto con un'ulteriorità che, nel trascenderlo, ne accentua e personalizza il differire. La metafisica, se fondata sull’inter-esse, cessa di essere ontoteologia, ossia nient'altro che proiezione idolatrica della logica umana.  Ha pubblicato la monografia su  Strauß.  R. Mahmutćehavjić , Unity and Plurality in Europe, «Forum Bosnæ. Culture, Science, Society, Politics», Quarterly review,  Sarajevo Heidegger. Dal nichilismo alla dignità dell'uomo, Vita e Pensiero, Milano Heidegger. Esistenza e sacro, Morcelliana, Brescia); “L'arte dell'esistere” (Morcelliana, Brescia, L. Romera, “Acta Philosophica”, VI; recensione a U. Noi eredi dei cristiani e dei Greci, Il Poligrafo, Padova); Il termine è stato acquisito dal pensiero contemporaneo tramite Heidegger.  La vita di Gesù e la filosofia moderna. Uno studio su D. F. Strauss, Morcelliana, Brescia, Pubblicazioni: Heidegger. Dal nichilismo alla dignità dell'uomo, Vita e Pensiero, Milano Heidegger. Esistenza e sacro, Morcelliana, Brescia La vita di Gesù e la filosofia moderna. Uno studio su David Friedrich Strauß, Morcelliana, Brescia  L'uomo complementare. Potenza e valore nella filosofia di Nietzsche, Morcelliana, Brescia); “Servire l'essere” (Morcelliana, Brescia); “La differenza viva: per una nuova concettualità” (CUSL “Il Sentiero”, Verona); “Noi eredi dei Cristiani e dei Greci” (Il Poligrafo, Padova); “La soglia della fede: la domanda su Dio” (Studium, Roma); “L'arte dell'esistere” (Morcelliana, Brescia); umbertoregina. Umberto Regina. Regina. Keywords: uomini complementari – potenza e valore --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Regina” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735483692/in/datetaken/

 

Grice e Renier – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Treviso). Filosofo. Essential Italian philosopher. Da antica famiglia patrizia veneziana figlio di Luigi e Fanny Venturi. Studia in Camerino, Urbino, ed Ancona, sempre seguendo gli spostamenti del padre, magistrato. E poi allievo a Bologna di Carducci, per passare a Torino, dove si laurea. Si perfeziona quindi a Firenze sotto la guida di Bartoli, conseguendo  il diploma. Professore a 'Torino. Fondò con Graf e Novati “il Giornale storico di litteratura,” che pochi anni dopo passò sostanzialmente a dirigere da solo, «profondendovi, negli studi particolari, nelle rassegne, negli annunci analitici e in un ricchissimo notiziario, un vero inesauribile tesoro di cultura, di notizie, di rilievi. Curò importanti edizioni critiche e monografie; i suoi saggi critici spaziano attraverso tutta la letteratura. Atre opere: “Il tipo estetico della donna nel Medio Evo, Ancona, Morelli, Isabella d'Este Gonzaga, Roma, Vercellini, Mantova e Urbino) Torino / Roma, L. Roux e C., La cultura e le relazioni letterarie d'Isabella d'Este Gonzaga (con A. Luzio), Torino, Loescher, 1903. Svaghi critici, Bari, Laterza, Note  Alessandro Luzio, Rodolfo Renier, La coltura e le relazioni letterarie di Isabella d'Este Gonzaga, Sylvestre Bonnard); Luigi De Vendittis, “Rodolfo Renier”, in Letteratura italiana. I critici,  II, Milano, Marzorati, 1987853.  Umberto RendaPiero Operti, Dizionario storico della letteratura italiana, Torino, G.B. Paravia, Luigi De Vendittis, cit.  Gabriella Macciocca, “Renier, Rodolfo”, in Letteratura italiana. Gli Autori,  II, Torino, Einaudi, Umberto RendaPiero Operti, cit.  Gabriella Macciocca, cit.  Luigi De Vendittis, “Rodolfo Renier”, in Letteratura italiana. I critici,  II, Milano, Marzorati, Umberto RendaPiero Operti, Dizionario storico della letteratura italiana, Torino, G.B. Paravia, Gabriella Macciocca, “Renier, Rodolfo”, in Letteratura italiana. Gli Autori,  II, Torino, Einaudi). Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere dsu openMLOL, Horizons Unlimited srl. Rodolfo Renier. Renier. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Renier” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736526318

 

Grice e Rensi – implicatura – filosofia italiana. Luigi Speranza (Villafranca di Verona). Filosofo. Grice: “Only in Italy a philosopher gets his obituary when he is alive!” -- Tenne la cattedra di filosofia a Genova. Frequenta il liceo a Verona, manifestando interesse per la filosofia. Si iscrisse a Padova, poi passò a Roma, dove si laureò, esercitando poi con successo la professione  a Verona. Iscrittosi al Partito Socialista Italiano, si recò a Milano per assumere, appena ventiquattrenne, la direzione del giornale La lotta di classe, collaborando assiduamente anche alla turatiana Critica Sociale e alla Rivista popolare diretta da Napoleone Colajanni. A seguito delle misure repressive adottate dal governo del generale Luigi Pelloux e per sfuggire alla condanna del Tribunale Militare per aver preso parte ai moti operai milanesi, stroncati dall'esercito con la strage del generale sabaudo Fiorenzo a Beccaris, il giovane pubblicista fu costretto a cercare rifugio in Svizzera. Il soggiorno nel Canton Ticino dura ben dieci anni. Ivi conobbe e sposò Lauretta Perucchi, da cui ebbe due figlie, Adalgisa, che entrerà tra le Figlie di San Francesco di Sales con il nome di Suor Maria Grazia, ed Emilia, autrice di numerosi saggi. Naturalizzato svizzero, divenne il primo deputato socialista del Gran Consiglio del Canton Ticino. Frutto dell'esperienza ticinese fu la pubblicazione de Gli «Anciens Régimes» e la «democrazia diretta» (1902), in cuidifendeva il principio della democrazia diretta del sistema istituzionale svizzero. Rensi collaborò con numerosi articoli ai fogli radicali Il Dovere di Bellinzona, la Gazzetta Ticinese e L'Azione di Lugano, nonché alla rivista socialista e pacifista Coenobium, fondata a Lugano da Enrico Bignami, di cui divenne redattore capo.  Rientro in Italia Rientrò in Italia per stabilirsi a Verona e riaprire lo studio di avvocato, dedicandosi nel contempo agli studi filosofici dai quali si sentiva sempre più attratto. A seguito della campagna libica, vi fu la rottura col partito socialista, poiché egli si era schierato con l'interventismo di Leonida Bissolati. Nell'anno successivo pubblicava Il fondamento filosofico del diritto; Altri due volumi: Formalismo e amoralismo giuridico e La trascendenza: studio sul problema morale, ove sviluppava un neo-idealismo trascendente, influenzato dal pensiero di Josiah Royce. Con questi saggi etico-giuridici poté conseguire la libera docenza di filosofia morale all'Bologna, iniziando la carriera universitaria. Fu incaricato di filosofia del diritto presso la libera Ferrara, vincendo poi il concorso per la cattedra di filosofia morale all'Istituto Superiore di Magistero di Firenze, passò quindi all'Ateneo di Messina dove ebbe colleghi Concetto Marchesi, Eugenio Donadoni ed Emanuele Sella. Nel 1918 si stabilì definitivamente a Genova, ricoprendo la cattedra di filosofia morale dell'ateneo.  La prima guerra mondiale L'esperienza della prima guerra mondiale mandò in crisi le sue convinzioni idealistiche, conducendolo verso lo scetticismo, la cui prima formulazione sono i Lineamenti di filosofia scettica. In quell'opera Rensi sosteneva che la guerra aveva distrutto la fede ottimistica nell'universalità della ragione, sostituendola con lo spettacolo tragico della sua pluriversalità, vale a dire dell'irriducibile conflittualità dei diversi punti di vista. Espose nella Filosofia dell'autorità la traduzione politica di questa concezione: poiché tutti i punti di vista politici sono sullo stesso piano, quello che andrà al potere lo farà con un atto di forza, tacitando tutti gli altri punti di vista. In quest'opera si è scorta una prima giustificazione dell'autoritarismo fascista.  L'opposizione al fascismo Il filosofo, tuttavia, dopo una prima simpatia per il fascismo, ne divenne un fiero avversario quando Mussolini con metodi antidemocratici cominciò a perseguire il disegno dittatoriale. Sottoscrisse il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Croce, pagando questa scelta con la sospensione,  dalla cattedra di filosofia a'Genova. Tre anni dopo venne arrestato insieme alla moglie e rinchiuso in carcere. Solo un abile stratagemma escogitato dall'amico e collega Sella, che aveva pubblicato sul Corriere della Sera il necrologio del filosofo, diffondendo così la falsa notizia della sua morte, indusse il duce a rimettere prontamente in libertà i coniugi Rensi. Il dittatore temeva l'ondata di sdegno sollevatasi nel paese e all'estero per i metodi oppressivi del regime. Per la sua coerenza agli ideali di libertà, Rensi subì il definitivo allontanamento dalla cattedra e, fino alla sua scomparsa, fu comandato, da vigilato speciale, presso il centro bibliografico dell'ateneo genovese, per la compilazione della biografia ligure. Nonostante il doloroso distacco dalla scuola dove aveva insegnato per diciassette anni, continuò la sua attività filosofica e letteraria, pubblicando in quegli anni alcune fra le sue opere più significative, e collaborando al quotidiano socialista genovese Il Lavoro, l'unico foglio che accoglieva testi di personalità che non avevano fatto atto di sottomissione al fascismo.  Fu ricoverato al Ospedale Galliera mentre infuriava il bombardamento della flotta inglese sulla città, per essere operato d'urgenza. Tuttavia l'azione militare danneggiò alcune sale dell'edificio e i medici dovettero rinviare l'intervento, una fatalità che non lasciò scampo a Rensi. Ai funerali pochi amici ed ex allievi poterono seguire per breve tratto il carro funebre. La polizia, che aveva vietato quest'ultimo devoto omaggio, disperse il funerale, schedando alcuni discepoli. Rensi, anche morto, tura il potere. Sulla tomba nel Cimitero monumentale di Staglieno un'epigrafe riassume uno stile di vita ed esprime il suo dissenso, la sua resistenza e indipendenza intellettuale: «Etsi omnes, non ego» (Anche se tutti, non io).  Filosofia Il suo pensiero si è sviluppato, dopo l'approdo allo scetticismo, in un primo tempo in direzione del realismo e del materialismo critico. Un realismo materialistico quindi, che egli considerava derivato (con una certa libertà interpretativa) dallo stesso pensiero kantiano. Egli arrivò ad ipotizzare che Kant avesse potuto pensare alla "cosa in sé" come a una più nascosta essenza materiale delle cose stesse.  In generale si può dire che la filosofia di Rensi non sia esente da paradossi concettuali e da mutamenti continui che lo hanno portato a cadere in alcune contraddizioni e incoerenze. Ma va anche considerato che al di sopra di esse a dominare è comunque un forte pessimismo, che non è solo esistenziale, ma anche gnoseologico: sia il mondo, sia la mente umana sono irrazionali.  «Ma supponiamo che un tale fatto esteriore ai nostri orologi, destinato al controllo di questi, non esistesse, e che i nostri orologi continuassero a discordare. Come potremmo allora, in mancanza di quel fatto esteriore obbiettivo e nel discordare dei singoli nostri orologi, conoscere l’ora che è? Ora questo è appunto il caso delle nostre ragioni. Non c’è l’oggetto esterno ad esse, l’esterno modulo-ragione, su cui controllarle e che le giudichi, ed esse discordano tra di loro. Come conoscere l’ora che è della ragione?»  Per esempio egli ha sostenuto che siccome la filosofia ha una storia che si snoda nel tempo, ciò significa che un pensiero vero e unico non può esistere e che perciò nel suo procedere ed evolvere essa nega continuamente sé stessa. Rensi, contro l'idealismo di Gentile allora imperante, che considerava la storia una realizzazione progressiva dello spirito e della ragione, ha una visione negativa dellastoria, come assurdo, caso e vana ripetizione.  «C'è storia dunque perché ogni presente, ossia la realtà, è sempre falsa, assurda e cattiva, e perciò si vuol venirne fuori, passare ad altro, quel passare ad altro in cui, unicamente, la storia consiste... C'è storia, insomma, l'umanità corre nella storia, per la medesima ragione per cui corre un uomo che posa i piedi su di un sentiero cosparso di spine o di carboni ardenti»  La sua critica della religione si sviluppava poi in un'aperta apologia dell'ateismo che egli proclamò. Sembra quasi di poter cogliere uno dei tratti dell'ateismo filosofico rensiano nella postfazione al Sopra lo amore di Ficino. Ficino nel suo scritto proponeva una visione dell'amore come amore eterno di Dio che a Dio ritorna come desiderio di ogni grado ontologico di ritornare al bene e al Tutto. Nella sua postfazione, propone una nuova interpretazione di questa tipica teologia platonica, vedendo nell'amore ipotizzato da Ficino in realtà un preludio a quelle che diventeranno due tra le più influenti correnti filosofiche nell'Europa: l'idealismo e il volontarismo. L'amore come totalità dei diversi, o come volontà nelle vesti di matrice essenziale del tutto, mette da parte il bisogno di un dio buono e trascendente e sussurra l'ipotesi di un ateismo filosofico, forse professato tra le righe dai più celebri filosofi credenti.  In quanto spirito profondamente problematico e inquieto, Rensi finì però per approdare a un forte pessimismo ontologico ed esistenziale, che lo spinse verso derive spiritualistiche, forse latenti nelle sue riflessioni fin dalle origini. Esse trovano espressione chiara solo nell'ultima fase del suo pensiero, attestate in particolare dalle Lettere spirituali. In quest'opera, come anche nella Morale come pazzia (anch'essa postuma) Rensi delinea una sorta di mistica dei valori e un'etica concepita come l'azzardo dell'uomo che scommette sul bene in un universo cieco e indifferente. Nella sua Autobiografia intellettualesuddivide in tre periodi l'evoluzione del suo pensiero: un primo caratterizzato dal misticismo idealistico, un secondo da un relativismo scettico materialistico e ateo, un terzo dal misticismo spiritualistico come ultimo approdo del suo pensiero.  Il primo periodo e un misticismo di tipo platonico, in cui sono presenti anche elementi di San Paolo e di Malebranche. In tale periodo scrive Le Antinomie dello spirito, Sic et Non. Metafisica e poesia,  La trascendenza. Studio sul pensiero morale.  Il secondo periodo nasce dal suo sconcerto di fronte alle violenze della guerra e lo porta alla negazione di qualsiasi razionalità della realtà. Egli pensa infatti che se gli uomini ricorrono sistematicamente alla violenza per risolvere i loro conflitti questo significa che la ragione in sé non esiste, e che si tratta dell'illusione dell'uomo di pensare che si possa dare ordine al caos. L'irrazionalità della realtà si trova espressa in Lineamenti di filosofia scettica, La filosofia dell'autorità, La scepsi estetica, Polemiche antidogmatiche, Interiora rerum,  Realismo, Apologia dell'ateismo, Le aporie della religione. Il secondo periodo è altresì caratterizzato da un avvicinamento al positivismo materialistico e dal rifiuto dell'idealismo di Croce e di Gentile. In esso va registrata anche una rivisitazione del panteismo di Spinoza, che Rensi interpreta alla maniera dei teologi cristiani, quindi come ateistico perché avrebbe negato il Dio personalizzato dei monoteismi. Egli pensava anche di realizzareuna sintesi di scetticismo e realismo perché se solo la scepsi è il modo reale e utile di porsi di fronte al mondo, essa è anche l'unica verità possibile. Si tratta anche del momento di punta del nichilismo rensiano, perché si afferma che siccome l'unica cosa certa e stabile è la morte, ed essa è il "nulla", solo il nulla possiede una verità.  Nell'ultimo periodo prevale una forma di misticismo che non sorge, però, improvvisamente, essendo già chiaramente presente nelle opere maggiormente influenzate dallo scetticismo. Quest'ultimo fu, infatti, sempre sollecitato da un'innata, profonda religiosità, sicché non stupisce che il filosofo si apra alla voce del divino, poiché egli cerca nella negazione assoluta un criterio positivo che consenta la negazione stessa. A questo periodo appartengono: Critica della morale,, "Critica dell'amore e del lavoro, Paradossi di estetica e dialoghi dei morti, Frammenti di una filosofia dell'errore, del dolore, del male e della morte, La filosofia dell'assurdo e Autobiografia intellettuale. Isolato in vita nel mondo filosofico italiano, nel quale dominava il neo-idealismo crociano-gentiliano, trova la comprensione di pochi intellettuali a lui affini, come Tilgher e Buonaiuti. È stato quest'ultimo a creare per Rensi la formula dello scettico credente, che in forme diverse ha dominato i pochi studi sul suo pensiero. Solo recentemente, soprattutto grazie agli studi di Emery, il pensiero rensiano ha trovato la collocazione nell'ambito del nichilismo europeo.  Per alcuni tale collocazione resta comunque riduttiva rispetto alla vastità del pensiero di Rensi, che andrebbe ancora approfondito. La trascuratezza nei suoi confronti sta nel fatto che la cultura italiana è stata a tutto il XX secolo dominata dall'idealismo e dall'esistenzialismo, collegati ad una dottrina cristiana invadente e impregnante il mondo accademico.  Pensiero politico Legato alla cultura socialista, fin dalla giovane età, il pensiero politico di Rensi si caratterizza per una certa dose di eclettismo e per una forte componente umanitaria, distante dal materialismo storico marxiano e riconducibile, più agilmente, nel novero dei pensatori vicini al socialismo utopista. Se durante l'attività politica in Italia aderisce all'idea della lotta di classe, l'esperienza svizzera lo porta a riconsiderare tale concezione dei rapporti di forza nella storia, ridimensionandone la portata. Nel pensiero rensiano, infatti, l'antagonismo tra proletariato e borghesia sarebbe circoscrivibile ad alcune realtà contingenti e non costituirebbe un'invariante delle relazioni socio-politiche dell'intero Occidente. E se, da un lato, il suo realismo politico lo porta ad apprezzare le teorie elitistiche del conservatore G. Mosca, dall'altro, la matrice umanitaria e socialista emerge nell'esaltazione degli istituti della democrazia diretta, caratterizzanti il sistema costituzionale americano e quello svizzero, considerati come gli unici in grado di far emergere la volontà popolare e di permettere l'emancipazione delle classi lavoratrici. L'elogio ai regimi federalisti appena citati, e il contingente recupero del pensiero di Cattaneo sono sintomatici di un altro aspetto dell'orizzonte culturale di Rensi: la feroce critica dell'istituto monarchico (tanto nell'accezione assolutista, quanto in quella temperata del costituzionalismo borghese ottocentesco), appannaggio di una vicinanza con il programma del Partito Repubblicano Italiano. Vicinanza che si concretizza nello stretto legame, culturale e amicale, con Ar. Ghisleri. Con l'esponente repubblicano, in particolare, Rensi condivide il pessimismo storico verso il Risorgimento, la disapprovazione intransingente del ruolo, ritenuto ambiguo e ostile al riscatto sociale del proletariato, della casa regnante dei Savoia e l'appartenenza alla Massoneria.  Influenze "Atomi e vuoto e il Divino in me", queste parole di Rensi hanno ispirato M.  Lobaccaro nella composizione della canzone Rosa di Turi dei Radiodervish. Altre opere: Una Repubblica italiana: il Canton Ticino, "Critica sociale", Milano, ristampato da Armando Dadò, Locarno,  Gli “Anciens Régimes” e la democrazia diretta. I e II ed., Colombi, Bellinzona Libreria Politica Moderna, Roma; ristampato.La democrazia diretta, a.c. e con Nota di Nicola Emery, Adelphi, Milano, L'immoralismo di Nietzsche, Carlini, Genova, Le antinomie dello spirito, Soc. Libr. Ed. Petremolese, Piacenza, Sic et non: metafisica e poesia, Libr. Ed. Romana, Roma, Il genio etico ed altri saggi, Laterza, Bari (seconda ed.). Il fondamento filosofico del diritto, Ed. Libr. Petremolese, Piacenza, Sulla risarcibilità dei danni morali, Soc. Coop. Tip., Verona, Formalismo e amoralismo giuridico, Cabianca, Verona,  La trascendenza: studio sul problema morale, Bocca, Torino, Istinto, morale e religione, Ist. Tip. Riuniti, Bologna, Lineamenti di filosofia scettica, Zanichelli, Bologna,  ristampato, a c. e con introduzione di N. Emery, Castelvecchi, Roma,  La scepsi estetica (Zanichelli, Bologna); La filosofia dell'autorità (Sandron, Palermo); “Polemiche antidogmatiche” (Zanichelli, Bologna); “L'orma di Protagora” (Treves, Milano). Principi di politica impopolare, Zanichelli, Bologna, ntroduzione alla scepsi etica, Perrella, Napoli, Teoria e pratica della reazione politica, La Stampa Commerciale, Milano, L'amore e il lavoro nella concezione scettica, Soc. Ed. Unitas, Milano Ristampa Battiato, Catania, Dove va il mondo?, «Inchiesta fra gli scrittori italiani», Libreria Politica Moderna, Roma, L'irrazionale, il lavoro, l'amore, Soc. Ed. Unitas, Milano, Interiora rerum, Soc. Ed. Unitas, Milano, Rielaborato ne La filosofia dell'assurdo, Corbaccio, Milano, Ripubblicato R. Chiarenza, Adelphi, Milano, Apologia dell'ateismo (Formiggini, Roma). Ristampato R. Chiarenza, La Fiaccola, Ragusa,  ristampato con introd. di N.Emery "Terapia dell'ateismo", Castelvecchi, Roma,  Realismo, Soc. Ed. Unitas, Milano, Apologia dello scetticismo, Formiggini, Roma, Autorità e libertà: le colpe della filosofia, Libreria Politica Moderna, Roma, Ristampato G. Perez, Roma, e A. Montano, Bibliopolis, Napoli, Il materialismo critico, Casa editrice sociale, Milano, Ampliato, Casa del Libro, Roma, Spinoza, Formiggini, Roma, Ampliato (ed. postuma) Bocca, Torino, Ristampato A. Montano, Guerini e Associati, Milano); Riedito in un'edizione comprendente entrambe le versione con un saggio di Roberto Evangelista, Edizioni Immanenza, Napoli, ,Riedito in un'edizione comprendente entrambe le version, Luca Orlandini, presso Aragno, Torino, . Scheggie: pagine di un diario intimo, Bibl. Ed., Rieti Cicute: dal diario di un filosofo, Casa Ed. Atanòr, Todi, Ristampato, La Mandragora, Imola, Impronte: pagine di un diario, Libr. Ed. Italia, Genova); “Raffigurazioni: schizzi di uomini e di dottrine” (Guanda, Modena); “Le aporie della religione, Casa Ed. Etna, Catania, Sguardi: pagine di un diario, La Laziale, Roma, Passato, presente, futuro, Cogliati, Milano); Motivi spirituali platonici, Gilardi e Noto, Milano Scolii: pagine di un diario, Montes, Torino, Vite parallele di filosofi: Platone e Cicerone, Guida, Napoli, Critica della morale, Casa Ed. Etna, Catania, Paradossi di estetica e dialoghi dei morti, Corbaccio-Dall'Oglio, Milano, Frammenti di una filosofia del dolore e dell'errore, del male e della morte, Guanda, Modena,  nuova edizione riveduta, Marco Fortunato, Orthotes Editrice, Napoli . Figure di filosofi: Ardigò e Gorgia, Guida, Napoli, Gorgia. Autobiografia intellettuale. La mia filosofia. Testamento filosofico, Corbaccio, Milano); Ristampato R. Chiarenza, Dall'Oglio, Milano, Poemetti in prosa e in verso, Ist. Tip. Ed., Milano, La morale come pazzia, Postumo. Con prefazione di Adriano Tilgher, Guanda, Modena, ristampato con Prefazione di N.Emery, ( "La morale come Stato d'eccezione?"), Castelvecchi, Roma,  Trasea, contro la tirannia (prefazione di A. Poggi), Dall'Oglio, Milano Lettere spirituali, prefazione di A. Galletti, Bocca, Milano Ristampato Leonardo Sciascia e R. Chiarenza, Adelphi, Milano, Governi di ieri e di domani (prefazione di Arcangelo Ghisleri). Riduzione de «Gli anciens Régimes» Libr. Ed. Milanese, Milano, Forme di governo del passato e dell'avvenire, ristampa parziale de «Gli anciens Régimes» (prefazione di G. Conti), Libr. Politica Moderna Roma, Sale della vita (saggi filosofici) (P. Rossi), Dall'Oglio, Milano, La filosofia dell'assurdo” (Adelphi, Milano); La religione. Spirito religioso, misticismo e ateismo, Antonio Vigilante, Sentieri Meridiani, Foggia, Contro il lavoro. Saggio sull'attività più odiata dall'uomo, prefazione di Fabrizio Baleani, Gwynplaine, Camerano ; trad. francese con presentazione di G. Sanguinetti, Parigi. Ed. Allia); “Le ragioni dell'irrazionalismo, Marco Fortunato, Orthotes Editrice, Napoli-Salerno . Su Leopardi, Raoul Bruni, Torino, Aragno, . Note Pastorino, Mio padre Carlo Pastorino, Genova, Ippolito Emanuele Pingitore,//lintellettualedissidente/filosofia/giuseppe-rensi-filosofia-dell-autorita/, in L'Intellettuale Dissidente, Pastorino, cFilosofia dell'assurdo,  La filosofia dell'assurdo, Anna Maria Isastia, Uomini e idee della Massoneria. La Massoneria nella storia d'Italia, Roma, Atanor sub voce.  (in ordine cronologico)  Ida Vassallini, Giuseppe Rensi,  Istituto di Studi filosofici, Roma); M.  Untersteiner, Giuseppe Rensi interprete del pensiero antico, Bocca, Milano s.d. Enzo Palmieri, G. Rensi, La scepsi estetica (Zanichelli, Bologna); N. Cuneo, Giuseppe Rensi, Tip. C. Conti e C., Cuneo, Adriano Tilgher, Giuseppe Rensi: un moralista, Italia, Raffaele Resta, Giuseppe Rensi, SIAG, Genova); Alfredo Poggi, Giuseppe Rensi: Azzoguidi, Bologna); A. Poggi, Il problema generale della giustizia e della giustizia penale nel pensiero di Giuseppe Rensi, F. Vallardi, Milano, Paolo Rossi, Giuseppe Rensi e l'ideale di Giustizia, F.lli Bocca, Milano, Ernesto Buonaiuti, Giuseppe Rensi lo scettico credente, Partenia, Roma, Costanzo Mignone, Rensi, Leopardi e Pascal, Corbaccio, Milano Pietro Nonis, La scepsi etica di Giuseppe Rensi, Studium, Roma, Gianfranco Morra,; Lauretta Rensi, Scetticismo e misticismo nel pensiero di Giuseppe Rensi, Ciranna, Siracusa, Francesco Tecchiati, Giuseppe Rensi alla "Mostra internazionale del libro filosofico", La Voce di Calabria, Palmi, R. Bassanesi, La coscienza tragica, Edizioni di Filosofia, Torino); E. Alpino, La collaborazione di Giuseppe Rensi alla rivista "Pietre", Marzorati, Milano Girolamo De Liguori, Lo scetticismo giuridico di Giuseppe Rensi, A. Giuffrè, Milano, Augusto Del Noce, "Giuseppe Rensi tra Leopardi e Pascal, ovvero l'autocritica dell'ateismo negativoi", in: M. 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Liguori, Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo. La coerenza critica, Il sentiero dei perplessi. Scetticismo, nichilismo e critica della religione in Italia da Nietzsche a Pirandello, La Città del Sole, Napoli, Willy Gianinazzi, Intellettuali in bilico, Milano, Ed. Unicopli, ad indicem (con dati inediti sul periodo svizzero) Nicola Emery, Lo sguardo di Sisifo: Giuseppe Rensi e la via italiana alla filosofia della crisi: con una nuova  rensiana, Marzorati, Settimo Milanese, 1Francesco Mancuso, Giuseppe Rensi e Guglielmo Ferrero tra democrazia e fascismo, Aracne, Roma, Pasquale Serra, Il pensiero politico di Giuseppe Rensi: tra dissoluzione del socialismo e formazione dell'alternativa nazionalista, FrancoAngeli, Milano,  Fabrizio Meroi, Giuseppe Rensi, Leo Olschki, Firenze, Nicola Emery, Giuseppe Rensi: l'eloquenza del nichilismo, SEAM, Formello, 2001. Giuseppe Pezzino, Scacco alla ragione” (C.U.E.M.C., Catania); “A. Castelli, Un modello di Repubblica; Giuseppe Rensi, la politica e la Svizzera (Bruno Mondadori, Milano); N. Greco, politica, autorità, storia, Viaggi d icarta, Palermo, Pasquale Serra, Giuseppe Rensi. La rivolta contro il reale, Città Aperta Edizioni, Enna, Aniello Montano, Giuseppe Rensi: ethica ed etiche, Napoli, G. Barbuto, Nichilismo e stato totalitario: libertà e autorità nel pensiero politico di Giovanni Gentile e Giuseppe Rensi, Guida, Napoli, Mino Greco, la filosofia morale, Viaggidicarta, Palermo, Francesco Mancuso; Aniello Montano , Irrazionalismo e impoliticità in Giuseppe Rensi, (Relazioni presentate al Convegno tenuto a Salerno  Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, F. Meroi, filosofia e religione nel primo Novecento, Edizioni di storia e letteratura, Roma, Daniel Omar Lobagueira,  Unamuno e Rensi: Documenti e analogie, Università degli studi di Trento, Dipartimento di Lettere e Filosofia, segnatura: Relatore: Fabrizio Meroi, correlatore Marcello Farina, Armando Mascolo, Il corso infernale della storia. L'influenza di Schopenhauer nella filosofa, in F. Ciracì, D. Fazio , Schopenhauer in Italia, Lecce, Pensa MultiMedia, R. Bruni, Il leopardismo filosofico di G. Rensi, in Id., Da un luogo alto, Firenze, Le Lettere,  Dario Gurashi, filosofo della storia, Firenze, Le Lettere, .E. Bignami E. Buonaiuti B. Croce A. Ghisleri Manifesto degli intellettuali antifascisti Ad. Tilgher (Treccan iEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.  Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Fabrizio Meroi, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Rensi, il filosofo dimenticato di Giulio Argenti Fondo archivisticoi conservato presso la Biblioteca di Filosofia Università degli Studi di Milano scomodo nichilista di Franco Volpi l'"irregolare" di Orazio Martinetti. Giuseppe Rensi. Rensi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rensi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51686039204/in/photolist-2mKNNqN-2mKAuZM-2mKjsJY

 

Grice e Resta – della fiducia – filosofia italiana – Luigi Speranza (Grice: “I like Resta; I was reading a book on golf that the Italians define, as I would cricket, as the game of ‘fiducia,’ so it is nice to see that Resta has tried to formulate some ‘rules,’ as we would call them, for trust. The cover of the book is especially fascinating, as it depicts two acrobats on a circus ring. Where ‘fiducia’ becomes a matter of life and death – or a vital evolutionary tract, if often ‘ciecco,’ as Resta puts it. His research reminds me of Warnock on ‘trust’ in “The object of morality.”  Essential Italian philosopher. Componente del Consiglio Superiore della Magistratura Durata mandato. Eligio Resta, filosofo. Nominato Alfiere del Lavoro, si è laureato a Bari e ha insegnato a Bari, lla London School of Economics, il Birkbeck, e Roma Tre. È altresì docente a UniNettuno  Ha ricoperto il ruolo di componente laico del Consiglio superiore della magistratura in quota Verdi indicato dalla maggioranza di centrosinistra dal Parlamento in seduta comune.  È condirettore del progetto comune di ricerca "Adjudication and Theories of Law" con Kennedy,  Harvard Law School, condirettore, assieme a Rodotà, del Seminario permanente sulla cultura giuridica contemporanea della Fondazione Lelio e Lisli Basso-Issoco, nonché delle riviste "Sociologia del Diritto" e "Politica del Diritto".  I suoi studi spaziano dai temi classici della filosofia dfino a temi di particolare attualità quali quelli riguardanti l'infanzia, i diritti dei minori e il bio-diritto. Particolarmente interessanti sono gli scritti nei quali indaga sul significato e sui risvolti giuridici del concetto di "farmaco" come antidoto necessario alla violenza. Conflitti sociali e giustizia, Bari, De Donato, Diritto e sistema politico, Torino, Loescher,  L' ambiguo diritto, Milano, FrancoAngeli, 1Poteri e diritti, Torino, G. Giappichelli, La certezza e la speranza. Saggio su diritto e violenza, Roma-Bari, Laterza, Le stelle e le masserizie. Paradigmi dell'osservatore, Roma-Bari, Laterza,L'infanzia ferita, Roma-Bari, Laterza,Il diritto fraterno, Roma-Bari, GLF Editori Laterza, Diritto vivente, Roma-Bari, GLF Editori Laterza, Le regole della fiducia, Roma-Bari, GLF Editori Laterza, . Opere, Registrazioni di Eligio Resta, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Curriculum vitae et studiorum nel sito della Università telematica internazionale UniNettuno. «Biodiritto» la voce in XXI Secolo, "Treccani L'Enciclopedia Italiana". Resta. Keywords: della fiducia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Resta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736276056/in/datetaken/

 

Grice e Restaino – Antonino e compagnia – filosofia italiana – Luigi Speranza. Grice: “Only in Italy, a philosopher writes on cartoons!” -- Giovanni Franco Restaino (Alghero), filosofo. Dopo essersi laureato a Cagliari, ha svolto attività didattica nella stessa università, ricoprendo anche la carica di Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia. -- è docente a Roma. Ha pubblicato numerosi studi soprattutto nel campo della storia della filosofia  e dell'estetica. Ha orientato la propria ricerca sul campo della filosofia femminista. La sua pubblicazione forse più nota, anche al di fuori dell'ambiente filosofico, è però una “Storia del fumetto: da Yellow Kid ai manga,” che non ha mancato anche di suscitare alcune polemiche, fino al punto che un gruppo di appassionati di fumetti ha lanciato una petizione chiedendo alla casa editrice il ritiro del libro, accusato di contenere gravi lacune ed errori.  Ettore Gabrielli, Petizione contro l’UTET per il libro Storia del Fumetto, Lo Spazio Bianco, Andrea Plazzi, Il fantasma del fumetto, in il Mulino, Bologna, Società editrice il Mulino. La fortuna di Comte, Comte sansimoniano, in Rivista critica di storia della filosofia, Comte scienziato, Comte filosofo, Mill e la cultura filosofica, La Nuova Italia, Firenze, Mill: Scritti scelti, Principato, Milano, Scetticismo e senso comune. Laterza, Bari, Hume, Editori Riuniti, Roma, Filosofia e post-filosofia: Rorty, Bernstein, MacIntyre, Angeli, Milano, Storia dell'estetica, Utet, Torino Storia della filosofia, fondata da Abbagnano, in collaborazione con Fornero e Antiseri, La filosofia contemporanea, Utet, Torino, Esthétique et poétiquem  in Histoire des Poétiques, J. Bessière, E. Kushner, R. Mortier, J. Weisberger, Presses Universitaires de France, Parigi, La filosofia anglo-americana, in La Filosofia della seconda metà del Novecento, G. Paganini, Piccin-Vallardi, Padova, Le filosofie femministe, in collaborazione con A. Cavarero, Paravia Scriptorium, Torino, Storia della filosofia, Utet Libreria, Torino, La Rivoluzione Moderna. Vicende della cultura tra Otto e Novecento, Salerno Editrice, Roma Storia del fumetto: da Yellow Kid ai manga, UTET libreria, Torino, Biografia su Mondo Domani, su mondodomani.org. Giovanni Franco Restaino. Restaino. Keywords: Antonino e compagnia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Restaino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736775309/in/datetaken/

 

Grice e Ricordi – essere per amore – filosofia italiana. Luigi Speranza (Milano). Filosofo. Se è vero, come scrive Bloom, che Shakespeare ha "inventato l'umanità", è altrettanto vero che egli l'ha poi divisa, il più delle volte, tra due grandi generi di rappresentanti: e questi passano davvero per le categorie dei platonici e degli aristotelici.»  "Shakespeare filosofo dell'essere" Franco Ricordi (Milano), filosofo. Figlio di Ferruccio Merk Ricordi, in arte Teddy Reno e la produttrice e distributrice cinematografica Vania Protti. Si laurea a Roma; quindi si specializza a Napoli sull'ermeneutica con Gadamer. Ha debuttato con Ronconi, con il quale ha lavorato nei primi anni della carriera. È stato poi attore con Stoppa, Lavia, e Filippo. Ha iniziato, in concomitanza con gli studi, la carriera registica che lo ha visto spesso anche interprete nei propri allestimenti. Questi sono stati salutati sempre da un forte e caloroso successo di critica e pubblico; in particolare si è dedicato a Shakespeare, alla drammaturgia antica, al teatro tedesco dell'età romantica, ma anche e costantemente ai contemporanei introducendo autori come Rohmer, Amann, Norén.  Si ricordano Medea e Fedra di Seneca, Trio in mi bemolle di Rohmer e Dopo la festa di Jürg Amann, Anfitrione di Heinrich von Kleist e Don Giovanni e Faust di Christian Dietrich Grabbe, Canti nel deserto e Gli inganni dell'infinito di Giacomo Leopardi, Le ceneri di Roma e Orgia di Pier Paolo Pasolini, Creditori di August Strindberg e Demoni di Lars Norén, Romeo e Giulietta, Macbeth e Amleto di Shakespeare, Lame e Nerone di Giuseppe Manfridi. Ha pubblicato due libri, per la Bulzoni Editore, su Leopardi, Shakespeare, Schiller e il concetto di teatralità: Lo spettacolo del nulla e Essere e libertà. Ha pubblicato, per la Casa Editrice Gremese, "Le mani sulla cultura": una denuncia assai netta dell'egemonia storica della Sinistra sulle arti, che si ravvisa in modo particolare nel "Teatro politico" del Novecento. -- è stato nominato Direttore del Teatro Stabile d'Abruzzo, con sede a L'Aquila; inaugurando il nuovo corso di questo importante Teatro ha diretto e interpretato Edipo Re di Sofocle e Anfitrione di Kleist, e insieme dedicato vari incontri al Teatro di Poesia. -- è stato nominato Consigliere di amministrazione del Teatro di Roma.  -- è collaboratore del quotidiano Liberal, per le cui edizioni ha pubblicato il saggio "Ideologia di Amleto". Pubblica "Shakespeare filosofo dell'essere" (Mimesis edizioni), con prefazione di Severino, ultimo dei cinque saggi che si riassumono nella tematica di una nuova “Filosofia del dramma”; questo saggio rappresenta il primo grande progetto di Ricordi dedicato al rapporto fra drammaturgia ed esistenzialismo. Pubblica il breve saggio "Filosofia del bacio", e nell'ottobre dello stesso anno è uscito il suo libro "Pasolini filosofo della libertà". Ha pubblicato il suo scritto teoretico più rilevante, "L'essere per l'amore".  Dante per Roma e nel mondo. Ha dato inizio ad un grande progetto su Dante, a livello filosofico-saggistico ma anche teatrale e comunicativo, che vorrà sostenere fino al centenario della morte del Poeta. Inizia quindi nell'estate  con la rassegna "Dante per Roma", con la lettura in luoghi significativi della "Città Eterna" (Mausoleo di Cecilia Metella, Arco di Giano, Terme di Caracalla e Terme di Diocleziano) di sette Canti dell'Inferno, con la supervisione di Ferroni. La stessa estate viene realizzato un primo documentario per Rai5, dedicato al primo ciclo di letture . La rassegna si chiude on la lettura di sette Canti del Paradiso, ricevendo il plauso della critica e grande riscontro dal pubblico. Ricordi propone la rassegna  in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura locali: a partire dalla Polonia e della Germania, le letture proseguono con successo, per arrivare nei primi mesi del  in Russia e , al di fuori dell'Europa, in Algeria. In occasione della lettura di Mosca, Ricordi presenta il suo primo volume sulla “Filosofia della Commedia di Dante,” dedicato alla cantica dell'Inferno. Lo spettacolo del nulla, Bulzoni editore Essere e libertà,  Bulzoni editore Le mani sulla cultura, Gremese, Ideologia di Amleto Liberal edizioni Shakespeare filosofo dell'essere, Milano, Mimesis Edizioni, Filosofia del bacio, Mimesis Edizioni, Pasolini filosofo della libertà, Mimesis Edizioni, L'essere per l'amore, Mimesis Edizioni, Il grande teatro shakespeariano, libro + CD, Mimesis edizioni,  Filosofia della Commedia di Dante. Volume IInferno. Mimesis edizioni,  . "Filosofia della Commedia di Dante" Volume II Purgatorio. Mimesis edizioni,  Dante per RomaDante per Roma: Inferno videoRaiPlay, su Rai. Franco Ricordi: "La grande magia di Dante può essere capita soltanto ascoltandola a viva voce", in Spettacol iLa Repubblica,  aise, DANTE PER L'EUROPA: RICORDI DEBUTTA A BERLINO, su Aise. 30 luglio .  Ricordi parla del suo libro Shakespeare filosofo dell'essere, sul  RAI Letteratura, su letteratura.rai. Intervista di Grattarola,//mangialibri.com/interviste/intervista-franco-ricordi Franco Ricordi legge Dante in Algeria, iicalgeri.esteri/iic_algeri/it/gli_eventi/calendario//02/lettura-divina-commedia-a-cura.html. Franco Ricordi. Ricordi. Keywords: essere per amore. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ricordi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735282057/in/dateposted-public/

 

Grice e Righetti – la ragione ecologica, o l’etica dello spazio filosofia italiana. Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Il primo periodo della sua attività di ricerca si è concentrato soprattutto sui temi dell’estetica. In questo ambito ha fondato e diretto la rivista «La Stanza Rossa» sull rapporto arte-comunicazione. Ha affiancato alle ricerche precedenti altri filoni di indagine, volti prevalentemente all’ambito della riflessione meta-etica.. È studioso del pensiero di Foucault al quale ha dedicato ampi studi. Le sue ricerche attuali hanno come argomento il rapporto tra l’ecologia e il pensiero occidentale, tema su cui ha pubblicato diversi saggi. Suoi testi sono apparsi su riviste specializzate, fra le quali «Iride», «Dianoia» e «Millepiani».   Ecoinciviltà. La ragione ecologica spiegata all’umanità civile, Mucchi, Modena ; La ragione ecologica. Saggi intorno all’etica dello spazio, Mucchi, Modena ; Etica dello spazio. Per una critica ecologica al principio della temporalità occidentale, Mimesis, Milano ; Foucault interprete di Nietzsche. Dall’assenza d’opera all’estetica dell’esistenza, Mucchi, Modena ; Letture su Foucault. Forme della “verità”: follia, linguaggio, potere, cura di sé” (Liguori, Napoli); “La fantasia e il potere” (Mucchi, Modena); “La Stanza Rossa. Trasversalità artistiche (S. Righetti, F. Galluzzi, A. Finelli), Costa & Nolan, Milano); “Soggetto e identità. Il rapporto anima-corpo” (Mucchi, Modena. Cf. Grice, “From the banal to the bizarre: method in philosophical psychology.” Stefano Righetti. Righetti. Keywords: la ragione ecologica, o l’etica dello spazio. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Righetti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736728734/in/dateposted-public/

 

 

Rignano (Livorno). FIlosofo.  Grice: “I love Rignano, but I would not consider him a philosopher, in that he never attended a course on philosophy!” Figlio di Giacomo e Fortunata Tedesco. Studia a Pisa e quindi aTorino. Laureato, si interessò subito ai problemi filosofici collegati alla ricerca scientifica. Fondatore della Rivista di Scienza. Fonda a Bologna “Rivista di Scienza per Zanichelli. La rivista assunse il nuovo titolo di “Rivista di sintesi scientifica.” (cf. Grice on einheit der wissenschaft). La rivista nasce con il proposito di opporsi alla eccessiva specializzazione a cui era giunta la ricerca scientifica danneggiata per questo da criteri troppo specifici e restrittivi. Gli  fondatori, e in particolare Rignano, si proponevano di superare il particolarismo delle scienze per una visione più estesa gettando un ponte fra cultura umanistica e quella scientifica ed elaborando una "sintesi" (o unita o continuita) tra le scienze della natura e le scienze dell'uomo.  In questo modo la filosofia, libera da legami nei confronti dei sistemi prefissati, poteva dedicarsi a promuovere la coordinazione del lavoro, la critica dei metodi e delle teorie, e ad impostare in modo più ampio i problemi delle teorie. Nei numerosi saggi che pubblica su “La rivista de sintesi scientifica” ebbe modo di mettere in rilievo le sue capacità di divulgatore e di condurre i suoi studi in completa autonomia dal mondo accademico ufficiale elaborando la sua conceziomei filosofica ispirate soprattutto dalla corrente positivistica. Chiese a Freud un'esposizione della psicoanalisi con le indicazioni di quali rami del sapere potessero essere interessati alle teorie e all'esperienze psicoanalitiche. Freud scrisse “Das Interesse an der Psychoanalyse” che fu pubblicato in due puntate sulla rivista. Si interessò di psicologia e biologia ed è noto soprattutto per la sua ipotesi della "proprietà mnemonica" secondo la quale la sostanza vivente sarebbe in grado di "ricordare" le condizioni fisiologiche delle iniziali situazioni fisiche determinate dall'ambiente esterno e quindi di riprodurle nel prosieguo della vita biologica.  Questa sua teoria consentiva a lui di operare nella biologia un compromesso tra una visione meccanicistica della realtà naturale e una finalistica, vitalistica. Per il meccanicismo infatti non è possibile pensare che nell'ambito degli organismi viventi vi sia il proposito immanente di conseguire una finalità ma d'altra parte è innegabile he nel mondo organico sia presente una sorta di teleo-nomia particolare per ogni essere vivente tale da giustificare l'idea che, durante il periodo di adattamento all'ambiente, questi conservi una specie di traccia fisica mnemonica persistente e trasferibile ereditariamente. Rignano si interessò anche di filosofia della psicologia – o psicologia filosofica --  ma quando intese indicare lo statuto epistemologico della teoria psicologica, il tipo di scientificità che ad essa competeva, in modo da definire i rapporti con la scienza naturale da una parte e con quella umana dall'altra, si orientò verso soluzioni “intermedie”, che spesso complicavano più che risolvere i problemi"  Coerentemente al suo programma di sintetizzare opposti sistemi, elaborò anche una concezione economica di tipo socialista marxista che fosse in accordo con il liberismo. Altre opere: “Per una riforma socialista del diritto successorio,” “Di un socialismo in accordo colla dottrina economica liberale” (Torino, Bocca); “Sulla trasmissibilità dei caratteri acquisiti: ipootesi d'una centro-epigenesi” (Bologna, Zanichelli); “L'adattamento funzionale e la teleologia psico-fisica” (Bologna: Zanichelli); “Che cos'è la co-scienza?” (Bologna, Zanichelli); “Il fenomeno religioso” (Bologna, Zanichelli); “Il socialismo” (Bologna, Zanichelli); “Dell'attenzione: Contrasto affettivo e unità di co-scienza” (Bologna, Zanichelli); “Dell'origine e natura mnemonica delle tendenze affettive” (Bologna, Zanichelli); “Per accrescere diffusione ed efficacia alle università popolari” (Milano, La compositrice); “La vera funzione delle università popolari” (Roma, Nuova Antologia); “Vvidità e connessione” (Bologna, Zanichelli); “L'evoluzione del ragionamento” (Bologna, Zanichelli); Il nuovo programma dell'Un. pop. milanese: primo anno d'esperimento, Como, Premiata Tipografia Cooperativa comense A. Bari, Le forme superiori del ragionamento” (Bologna, Zanichelli); “Per una riforma socialista del diritto successorio” (Bologna, Zanichelli); “Democrazia e fascismo, Milano, Casa editrice "Alpes" "Dizionario Biografico", su treccani. Cfr. E.Rignano, Pauly A. Darwinismus und Lamarckismus in Rivista di scienza, G. Sava, Sintesi scientifica e storia della scienza” (Barbieri); “Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  Opere, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere, Digitalizzazione completa di Scientia e Rivista di Scienza su AMS Historica. Eugenio Rignano. Rignano. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rignano” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51715544078/in/photolist-2mMVFvG-2mKKMUe-2mKRcBH/

 

Grice e Rigobello – l’allargamento della razionale – filosofia italiana. By Luigi Speranza (Badia Polesine). Filosofo. “Il nostro rapporto con gli altri deve sempre farci essere un interrogativo per loro.” Fra i principali rappresentanti italiani del personalismo di ispirazione cristiana.  Armando Rigobello Rettore dell'Università LUMSA Durata mandato19891991  Dopo gli studi liceali, all'Padova conseguì dapprima la laurea in filosofia, quale allievo di Stefanini e Padovani. Dopo un periodo di studio e di ricerca in Germania, ritorna in Italia, insegnando in alcuni licei statali. Conseguita la libera docenza in storia della filosofia, iniziò la carriera accademica come assistente alla cattedra di Stefanini a Padova quindi all'Perugia, fin quando in quest'ultimo ateneo divenne ordinario. Insegnò, come ordinario, storia della filosofia a 'Roma e Tor Vergata. Ha poi continuato ad insegnare all’LUMSA di Roma di cui è stato il primo Rettore, dopo la trasformazione come ente da Magistero "Maria SS. Assunta" (di cui ne era direttore) in libera università. Attivo in varie associazioni cattoliche nazionali, fu anche vicesindaco di Badia Polesine, la sua città natale, quindi membro del CDA RAI sotto la presidenza di Grassi e presidente dell'Accademia di studi italo-tedeschi. Presidente della Società filosofica italiana, pure insignito della Medaglia d'oro ai benemeriti della scienza, della cultura e dell'arte. Studioso e pensatore dai vari interessi filosofici, che spaziano dalla metafisica, all'etica e la filosofia politica, alla pedagogia, alla storiografia, numerosi sono stati i suoi allievi, fra cui Alici, Nepi, Pieretti. -- è stato uno stretto collaboratore della rivista bimestrale Studium. Sulla scia del pensiero del suo maestro Stefanini, inizia i suoi studi con un ripensamento del personalismo partendo peròdal presupposto per cui esso, potendo anche costituire un possibile complemento integrativo ed estensivo alla metafisica classica (come gli fu impartita dall'altro suo maestro, Padovani), non potesse comunque considerarsi una dottrina filosofica definita bensì una posizione che mettesse in primo piano il concetto di "persona" (cf. Strawson, “Il concetto di persona”), così come rivendicava Mounier nelle pagine della rivista Esprit da lui stesso fondata nonché nelle sue varie opere. Ri-esamina punto per punto il pensiero mounieriano pervenendo alla conclusione originale e innovativa che esso non era in contraddizione con la metafisica classica bensì ne poteva costituire un proficuo ampliamento psicologico, etico, antropologico. Il contributo più originale del Rigobello consiste, quindi, nel "personificare" (proprio per il tramite del personalismo) la ragione (metafisica), attraverso quel processo di integrazione sopra invocato fra la corrente personalistica neoagostiniana ed esistenzialistica e quella aristotelico-tomista del pensiero classico.  Egli perciò riesamina nel suo evolversi, nonché compara criticamente e storicamente, il concetto di persona alla luce della storia della filosofiafino ad arrivare alla filosofia grecasulla base del paradigma mounieriano, chiamando in causa anche l'ermeneutica, la filosofia morale e la sua storia. Ne risulterà, quindi, che il concetto di persona deve anzitutto essere inteso in un senso diverso da quello giuridico o filosofico, tomistico in particolare; inoltre, esso non deve essere confuso con quello derivante dal concetto di esistenza della filosofia esistenzialistica, che nega la possibilità che il soggetto possa governare la sua vita, in quanto ritenuto privo di autodominio. Infine, la persona, pur nella sua reale concretezza, non deve essere confusa con la sostanza metafisica di concezione aristotelica. Tutto ciò ha costituito una delle tre tematiche principali in cui s'è venuta a delinearsi la riflessione filosofica del Rigobello, tematica che potrebbe denominarsi "persona e interpretazione".  La seconda tematica della sua attività di ricerca scaturisce dagli insegnamenti, per certi versi antitetici fra loro, dei due suoi maestri, ovvero quelli di Stefanini, grazie ai quali egli individua un primo polo di convergenza delle sue riflessioni filosofiche attorno alla nozione fenomenologica di "mondo della vita" husserliano, e quelli di Padovani, incentrati sulla metafisica tradizionale e ruotanti attorno alla nozione kantiana di trascendenza con i suoi limiti. Per Rigobello, quindi ogni altra discussione o questione filosofica sembra snodarsi o essere compresa fra questi due poli di convergenza che egli sintetizza nel binomio "trascendenza (o legge morale) e mondo della vita".  Il terzo ed ultimo ambito tematico del Rigobello ha aperto la prospettiva personalistica al dialogo col mondo moderno e contemporaneo, con l'etica, la politica, la religione, puntualizzando in particolare la sua valenza etica e politica nell'analisi della realtà sociale in cui la persona viveed agisce, nonché esprime il suo dissenso non su basi ideologiche ma come critica del sistema dominante. Questo terza tematica di ricerca puo quindi chiamarsi "in dialogo con il mondo contemporaneo".  Come esponente di punta del personalismo italiano, storicamente rappresentato da Stefanini, Carlini,  Sciacca e Pareyson, rivolvela sua attenzione soprattutto ad una rivisitazione originale del personalismo comparato con i principi del cristianesimo, con l'etica e la politica, grazie a cui è emersa, oltre alla limitatezza della dimensione trascendentale, sia quella rilevanza civica assunta dall'uomo come «testimone» della sua epoca che la sua responsabilità di cittadino. Egli ha altresì messo in evidenza come il personalismo italiano si distingua da quello francese proprio nella critica mossa al sistema neoidealistico, che non ha attecchito nella filosofia d'oltralpe.  Rigobello ha ripreso in sintesi, secondo le sue rivisitazioni, le tematiche più tipiche della struttura della persona umana e le relative implicazioni metafisiche, nel breve saggio Prossimità e ulteriorità (Rubbettino). Inoltre, da sempre interessato anche all'ermeneutica nonché profondo conoscitore dell'opera di Ricœur, ha pubblicato “L'apriori ermeneutico” ((Rubbettino). Altre opere: “Oltre lo storicismo” (in Studium); Ricchezza e povertà della metafisica classica (Humanitas); “Il problematicismo di Spirito come empirismo coscienziale assoluto: note sul significato del nostro tempo, in Rassegna di Pedagogia, Umanesimo e antropocentrismo, in: Rassegna di Pedagogia, La disponibilità come abito etico del rapporto autorità-libertà, in Autorité et liberté. Atti del onvegno di Cultura Europea, Bolzano, Albert Camus, Istituto editoriale del Mezzogiorno, Napoli, La pedagogia di Kant e l'indirizzo idealistico, in Questioni di storia della pedagogia, Editrice La Scuola, Brescia,  Il problema del linguaggio storiografico, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Perugia, “Condizionamenti sociologici e linguaggio morale” in Sociologia e filosofia,. Socrate e la formazione dell'uomo politico, in Civitas,  Esperienza di fede e struttura del sapere, in Studium, A trent'anni dalla morte di Croce, perché possiamo e non possiamo dirci crociani, in Coscienza. Mensile del movimento ecclesiale di impegno culturale, La riflessione sull'etica nella società contemporanea, in Etica oggi: comportamenti collettivi e modelli culturali, A. Re e A, Poppi, Fondazione Lanza & Gregoriana libreria editrice, Roma,  Il tempo in Bergson e nello spiritualismo francese, in Il concetto di tempo. Atti del Congresso della Società filosofica italiana, Caserta, Giovanni Casertano, Loffredo Editore, Napoli, “Persona, trascendentale, ermeneutica” in Filosofi italiani contemporanei, G. Riconda e C. Ciancio, Mursia Editrice, Milano, Monografie, saggi, curatele Il contributo filosofico di Mounier, Pubblicazioni dell'Istituto di Filosofia dell'Padova, F.lli Bocca Editori, Roma. La storia nella coscienza della gioventù, Edizioni AVE, Roma/ L'intellettualismo in Platone (Liviana Editrice, Padova); Platone, Senofonte, Aristotele: il messaggio di Socrate” (Editrice La Scuola, Brescia); “Introduzione di una logica del personalismo, Quaderni dell'Istituto di Pedagogia dell'Padova, Liviana Editrice, Padova, L'itinerario speculativo dell'umanesimo contemporaneo, Quaderni dell'Istituto di Pedagogia dell'Padova, Liviana Editrice, Padova. L'educazione umanistica e la persona. Saggio di una filosofia dell'insegnamento umanistico” (Editrice La Scuola, Brescia); “Determinazione ed ulteriorità nel Kant precritico” (U. Silva Editore, Milano-Genova); “I limiti del trascendentale in Kant” (U. Silva Editore, Milano-Genova); “La certezza morale, lezioni di filosofia morale tenute all'Perugia nell'A.A. 1CLEUP, Perugia, Legge morale e mondo della vita, Edizioni Abete, Roma, La morale radicale, appunti delle lezioni tenute durante il corso di filosofia. Pubblicazioni dell'Università degli Studi di Perugia, Perugia, Struttura e significato, Edizioni La Garangola, Padova); “Linee per un'antropologia prescolastica” (Editrice Antenore, Padova); “Modelli storiografici di educazione morale” (Frama Sud Edizioni tipografiche, Chiaravalle Centrale); “Ricerche sul trascendentale kantiano” (Antenore, Padova); “Dal romanticismo al positivismo, fa parte di Storia del pensiero occidentale,  V, Marzorati, Milano); “Ricerche sul regno dei fini kantiano” (Bulzoni Editore, Roma); “Il personalismo: scelta antologica” (Città Nuova, Roma); “L'impegno ontologico” (Armando, Roma); “Il futuro della libertà” (Studium, Roma); “Pedagogia, politica e promozione umana” (La Scuola, Brescia); “Perché la filosofia” (La Scuola, Brescia); “Studi di ermeneutica” (Città Nuova, Roma); “Verso una nuova didattica della storia” (Sei, Torino); “Persona e norma nell'esperienza morale” (Japadre, L'Aquila); “Certezza morale ed esperienza religiosa” (Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano); “Kant. Che cosa posso sperare” (Studium, Roma); “Lessico della persona umana” (Studium, Roma); “L'immortalità dell'anima” (La Scuola, Brescia); “Soggetto e persona: ricerche sull'autenticità dell'esperienza morale” (Anicia, Roma); “Autenticità nella differenza” (Studium, Roma); “Attualità della lettera ai Romani” (AVE, Roma); “Dio oltre i saperi. Tra teologia e filosofia” (San Paolo, Milano); “Interiorità e comunità. Esperienze di ricerca in filosofia , Edizioni Studium, Roma, Oltre il trascendentale, Pubblicazioni della Fondazione "Ugo Spirito", Roma, L'altro, l'estraneo, la persona , Città Nuova Editrice, Roma,  La persona e le sue immagini , Città Nuova Editrice, Roma, L'estraneità interiore, Edizioni Studium, Roma, Le avventure del trascendentale. Contributi al LV Convegno del Centro studi filosofici di Gallarate, Casa Editrice Rosenberg & Sellier, Torino); “Umanità e moralità” (Studium, Roma); “Immanenza metodica e trascendenza regolativa” (Studium, Roma); “L'apriori ermeneutico: domanda di senso e condizione umana” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Prossimità e ulteriorità: una ricerca ontologica per una filosofia prima” (Rubbettino Editore, Soveria Mannelli); “L'insuperabile singolarità dell'avventura umana: dalla determinazione completa alla rottura metodologica” (Il Ramo, Rapallo); “Vita e ricerca. Il senso dell'impegno filosofico, intervista L. Alici” (La Scuola, Brescia); “L'intenzionalità rovesciata: dalle forme della cultura all'originari” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Struttura ed evento: tempo di vivere, tempo di dare testimonianza alla vita, la vita come testimonianza” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Dalla pluralità delle ermeneutiche all'allargamento della razionalità” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Ciascuno di noi nell'incontro con l'altro deve essere tale da suscitare curiosità e interesse di conoscenza reciproca (in Presentazione a Alici, Grassi, Salmeri, Vinti (Studium); “La filosofia come testimonianza, Rivista bimestrale, Studium, Roma. Berti ebbe per qualche mese Rigobello come docente supplente di filosofia quando era ancora studente liceale. Cfr. E. Berti, "Origini del pensiero di Rigobello", in: Alici, Grassi, Salmeri e Vinti, “La filosofia come testimonianza” (Studium. Cfr. Berti, "Origini del pensiero di Rigobello", in Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, La filosofia come testimonianza, Studium, Roma, ,Cfr. pure il contributo di Borghesi, "La dialettica tra struttura e significato", nella stessa collectanea.  Oltre quelli delle Parti II e III, si vedano soprattutto i vari contributi presenti nella Parte I della collectanea in suo onore: Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, Rigobello, la filosofia come testimonianza,  Studium, Roma, .Cfr. Alici, Grassi, Salmeri, Vinti , cit.  Cfr. i vari contributi presenti nella miscellanea:  Estraneità interiore e testimonianza. Studi in onore di Armando Rigobello, Antonio Pieretti, ESI-Edizioni Scientifiche Italiane, Perugia); Cfr. pure "Biografia, pensiero e opere di Armando Rigobello", Bollettino della Società Filosofica Italiana  nella rubrica Filosofi allo Specchio,  Cfr. Alici, Grassi, Salmeri, Vinti , cit.  Per questi aspetti centrali del pensiero di Rigobello, si vedano soprattutto i contributi presenti nella prima parte della collectanea in suo onore: L. Alici, O. Grassi, G. Salmeri e C. Vinti, La filosofia come testimonianza, Studium, Cfr. Luigi Alici, O. Grassi, G. Salmeri e C. Vinti , Ricordo dsu lumsa. Umanità e moralità, in Dialegesthai. Rivista telematica di filosofia, su mondodomani.org. Armando Rigobello, Necrologio, su rovigooggi. In memoriam: Armando Rigobello, su unimc. In ricordo di Rigobello, su unimc.  straneità interiore e testimonianza. Studi in onore di Rigobello, A. Pieretti, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli-Perugia, L. Alici, O. Grassi, G. Salmeri e C. Vinti , Rigobello, la filosofia come testimonianza, giornate-studio in suo onore, evento organizzato a Perugia in collaborazione con l'Roma Tor Vergata e la LUMSA, Perugia/Roma, i cui atti sono stati pubblicati, Alici, Grassi, Salmeri e Vinti,  Studium, Gianni Dotto, "Armando Rigobello", in Enciclopedia filosofica, Bompiani, Milano, E. Baccarini , Passione dell'originario: fenomenologia ed ermeneutica dell'esperienza religiosa, studi in onore di Armando Rigobello” (Studium, Roma). Personalismo Mounier Filosofia cristiana  Rigobello in SWIF Sito web italiano per la filosofia, su swif.uniba. Vita e ricerca. Il senso dell'impegno filosofico (Interviste), L. Alici recensione di G. Din, Padova. Video di un'intervista a cura di Valentini, fatta a Roma -- youtube.com/watch?v=yNRvCGRNfyE Predecessore Rettore della LUMSA Successore Giorgio Petrocchidal Giuseppe Dalla Torre. Armando Rigobello. Rigobello. Keywords: l’allargamento del razionale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rigobello” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736691639/in/dateposted-public/

 

Grice e Rimini – il significato totale – filosofia italiana. By Luigi Speranza (Rimini). Filosofo. Gregorio di, Il beato Gregorio da Rimini, detto anche de Arimino o Ariminensis e soprannominato splendens lucerna, dottore acutus, dottore authenticus. Filosofo e teologo italiano, appartenente all'Ordine di Sant'Agostino. Forse l'ultimo grande scolastico del Medioevo, fu il primo a conciliare gli sviluppi delle idee di Ockham ad Oxford con gli insegnamenti diAureolo a Parigi: questa sua sintesi ebbe un impatto duraturo sul pensiero europeo. De imprestanciis venetorum (De usura). Riceve la sua prima formazione presso l'Ordine mendicante degli Eremitani d’Agostino, nel quale era entrato. Studiò a Parigi fino al conseguimento del baccellierato. Fu attivo come lettore a Bologna, Padova e Perugia. Torna a Parigi, dove preparò le lezioni sulle Sentenze di Pietro Lombardo. Influenzato da lui e Ceffons che scrive un commento sulle Sentenze. Consegue il grado di Magister teologiae. E a Rimini per recarsi l'anno successivo a Padova. Il Capitolo generale di Basilea lo nominò lector principalis nel recentemente costituito Studio agostiniano di Rimini e lo incaricò, a ulteriore prova della sua autorevolezza, di procedere alla nomina del nuovo priore del convento.  Divenne priore generale degli agostiniani come successore di Tommaso di Strasburgo.  Morì a Vienna. Oltre alla sua opera principale, il Commento alle Sentenze di Lombardo, del quale sono pervenuti solo i primi due libri, scrisse diversi trattati, tra cui “De usura,” “ De quatuor virtutibus cardinalibus”  e un estratto del commento alle sentenze, il “De intentione et remissione formarum” che probabilmente costituisce una versione ampliata della IV distinctio del I libro del Commento alle Sentenze. Dubbia è l’attribuzione di una Tabula super epistolis B. Augustin. Gregorio manifesta una certa attitudine sincretistica tra gli sviluppi del pensiero di Occam e gli insegnamenti di Pietro Aureolo a Parigi. Mostra analoga tendenza anche nella ricostruzione e dell'analisi del processo del conoscere umano, nelle quali si fondono in maniera originale elementi eterogenei desunti da Aristotele, Agostino e Ockham. Causa un grave fraintendimento del suo pensiero, Gregorio è stato qualificato come tortor infantium (torturatore dei bambini), per la supposizione di aver condannato alle pene eterne i bambini che muoiono senza il battesimo; in realtà espone tale dottrina senza pronunciarsi. Talvolta è indicato quale antesignano dei nominalisti. Altre opere: “Gregorii Ariminensis OESA, Lectura super Primum et Secundum Sententiarum”; “De quatuor virtutibus cardinalibus”; “De intentione et remissione formarum”; “De usura”; “De imprestanciis venetorum... et de usura, Reggio nell'Emilia, Lodovico Mazzali, Enrico Gori, Gregorio da Rimini, su filosofico.net.  Manuale di Filosofia Medievale on-line, Università di Siena - Facoltà di lettere e filosofia.  DBI. Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata Roberto Lambertini, Gregorio da Rimini, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su ALCUIN, Università di Ratisbona. Modifica su Wikidata Gregorio da Rimini, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Rimini, in Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and Information, Stanford. Philosopher, he studied in Italy, England, and France, and taught at the universities of Bologna, Padua, Perugia, and Paris before becoming prior general of the Hermits of St. Augustine in his native city of Rimini, about eighteen months before he died. Gregory earned the honorific title “the Authentic Doctor” because he was considered by many of his contemporaries to be a faithful interpreter of Augustine, and thus a defender of tradition, in the midst of the scepticism of Occam and his disciples regarding what could be known in natural philosophy and theology. Thus, in his commentary on Books I and II of Peter Lombard’s Sentences, Gregory rejected the view that because of God’s omnipotence he can do anything and is therefore unknowable in his nature and his ways. Gregory also maintained that after Adam’s fall from righteousness, men need, in conjunction with their free will, God’s help grace to perform morally good actions. In non-religious matters Gregory is usually associated with the theory of the complexe significabile, according to which the object of knowledge acquired by scientific proof is neither an object existing outside the mind, nor a word simplex or a proposition complexum, but rather the complexe significabile, that which is totally and adequately signified by the proposition expressed in the conclusion of the proof in question. Rimini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rimini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689613415/in/photolist-2mPMBQM-2mPyn68-2mPvn8a-2mPiqeP-2mKS2e5-2mKCMei-23WGnxf-E4u3XA-BNXFPx-B8NzEb-BxCpRq-ACvZaD-BxCnkJ-nNA42u-o5MkBM

 

Grice e Rinaldini – filosofia italiana. By Luigi Speranza (Ancona). Filosofo. Nato in una famiglia aristocratica originaria di Siena, studiò al Bologna. Fu al servizio di  Urbano VIII e ottenne da Barberini, nipote del Papa, la supervisione delle fortezze di Ferrara, Bondeno e Comacchio.  Lettore e  professore a Pisa. Amico di Galilei e di Borelli, il quale lo aveva soprannominato Simplicio per la sostanziale fedeltà all'aristotelismo tradizionale, Rinaldini fu in corrispondenza con Viviani e fu uno dei soci fondatori dell'Accademia del Cimento. Tuttavia ebbe numerose controversie con i suoi amici e con Redi ed Torricelli. Nonostante il conformismo, si oppose alla teoria della "virtù zoo-genetica" delle piante, sostenuta dagli altri accademici del Cimento, precedendo Malpighi con l'ipotesi che anche gli insetti delle galle nascessero da uova deposte da individui della stessa specie.  Lasciò la Toscana per recarsi a Padova, dove ebbe la cattedra di Filosofia nella locale università e pubblicò “Philosophia rationalis, atque entità naturalis.” Cercò invano di tornare a Pisa. Un'altra gloria di Rinaldini è la sua proposta di scala termometrica utilizzando come riferimenti fissi il punto di congelamento dell'acqua e quello di ebollizione all'ordinaria pressione atmosferica, e proponendo di dividere l'intervallo in 12 gradi. Altre opere: “Opus algebricum” (Anconae, Marco Salvioni); “Opus mathematicum” (Bononiae, Evangelista Dozza); “Mathematica italiana”; “Geometra promotus, Patauii, typis Petri Mariae Frambotti bibliopolae); “Ars analytica mathematum in tres parte distribute” (Florentiae: ex typographia Iosephi Cocchini; Patauii: typis Petri Mariae Frambotti); “Ars analytica mathematum” (Patauii, Pietro Maria Frambotto); “De resolutione atque compositione mathematica libri duo, Patauii: typis ac impensis heredum Pauli Frambotti); “Philosophia rationalis, naturalis, atque moralis opus in quo praesertim physica vniuersa ex accuratis naturalium effectuum observationibus deducta, & ubi rei natura patitur geometrice demonstrata exhibetur. Patauii: sumptibus Petri Mariae Frambotti bibliop); “Ad artem quam ipse conscripsit mathematum analyticam paralipomena” (Patauii : typis Petri Mariae Frambotti); “Commercium epistolicum, Patauii: typis Petri Mariae Frambotti). L. Boschiero, Experiment and natural philosophy in Tuscany: the history of il Cimento, Dordrecht: Springer,  «Carlo Rinaldini» In: Francesco Redi scienziato e poeta alla corte dei Medici  «Lo sviluppo delle ricerche sulle galle» In: F. Redi scienziato e poeta alla corte dei Medici  C.  Pighetti, Il vuoto e la quiete: scienza e mistica nel '600: E. Cornaro e C. Rinaldini, Milano: Franco Angeli); Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. «Renaldini (Rinaldini), Carlo». In Biographisch-literarisches Handwörterbuch für Mathematik, Astronomie, Physik, Chemie und verwandte Wissenschaftsgebiete zur Geschichte der exacten Wissenschaften, Sächsische Akademie der Wissenschaften zu Leipzig,  Leipzig: J.A. Barth, Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Operei (altra versione), su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere, Mathematica italiana, Biografia di Carlo Renaldini, su mathematica.sns, Museo Galileo di Firenze. Carlo Renaldini. Carlo Rinaldini. Rinaldini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rinaldini” – The Swimming-Pool Library. 51736002006

 

Grice e Riondato – il metodo dell’etologia – filosofia italiana. Luigi Speranza (Padova). Filosofo. Nasce nel quartiere padovano dell'Arcella. Studia a Padova e si laurea prima in lettere classiche e filosofia, avendo come maestri Stefanini, Ferrabino, Padovani e Diano. Diventa professore di storia della filosofia antica nello stesso ateneo patavino. Vicepresidente nazionale dell'Azione Cattolica, presidente della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e presidente del Consiglio di amministrazione del Gazzettino. Mentre si recava a lezione al Liviano, fu ferito da un colpo di pistola ad una gamba. L'attentato venne rivendicato dai Comitati Comunisti Combattenti. Sul luogo dell'attentato è ora presente una targa in ricordo. È stato presidente dell'Accademia patavina di scienze, lettere ed arti e sotto la sua presidenza l'Accademia cambia nome in "Accademia galileiana di scienze, lettere ed arti". -- è socio corrispondente dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinariaCavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana — Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinaria Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana — Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'artenastrino per uniforme ordinaria. Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte. Targa in ricordo su ezioriondato.org. Quirinale: dettaglio decorato. Sito in Memoria, su ezioriondato.org. Riondato. Keywords: il metodo dell’etologia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Riondato” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736231788/in/datetaken/

 

Grice e Riverso – la forma del segno – filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Si laurea a Napoli. Docente a Salerno. Riceve il Premio Nazionale “Tetradramma d'oro”. Professore a Napoli. Diventa ordinario di Filosofia a Salerno. Fu inserito tra i 500 intellettuali più importanti d'Europa. Trra i 2000 intellettuali “eccellenti” del XXI secolo.  I suoi studi hanno spaziato dalla filosofia critica ed analitica, alla logica formale, è stato esperto in problemi di linguistica, con particolare specializzazione nei rapporti tra cultura occidentale e cultura islamica e di filosofia delle scienze e delle culture. La sua attività ha portato alla pubblicazione di 45 volumi, 26 traduzioni e curatele ed oltre 500 articoli scientifici. Altre opere: “Intorno al pensiero di Barth. Colpa e giustificazione nella reazione antiimmanentistica del "Roemerbrief" barthiano, La teologia esistenzialistica di Barth, La costruzione interpretativa del mondo, analizzata dall'epistemologia genetica, Metafisica e scientismo. Con un'appendice sulla logica di Peirce, Il pensiero di  Russell. Esposizione storico-critica,  Introduzione alla filosofia e all'analisi del linguaggio, Dalla magia alla scienza, I problemi della conoscenza e del metodo nel sensismo degl'ideologi, Analisi dell'esperienza estetica,  Il pensiero occidentale. Corso di storia della filosofia, Le tappe della pedagogia nel mondo occidentale, l pensiero di Ludovico Wittgenstein, Natura e logo. La razionalizzazione dell'esperienza da Omero a Socrate, La filosofia analitica in Inghilterra,  Il pensiero di Wittgenstein,  La filosofia oggi,  Individuo, società e cultura. Introduzione alla psicologia dei processi culturali, La nostra immagine dell'Universo. Astronomia e ideologia, Il pensiero di Russell, Il pragmatismo, Aspetti della spiritualità europea dal '500 al '600,  Il linguaggio nel pensiero filosofico e pedagogico del mondo antico, Democrazia, Isonomia e Concetto di Stato,  Le correnti filosofiche; Riferimento e struttura; Il problema logico-analitico inStrawson, Democrazia e gioco maggioritario, Filosofia analitica del tempo,  Ideologia e società nell'Islam, La città e lo Stato; Alle origini del pensiero politico occidentale, Millikan e la carica dell'elettrone, Esperienza e riflessione, le tappe della filosofia e della scienza nella cultura occidentale,  Piaget; filosofo, epistemologo, psicologo e pedagogista,  L'Islam; Crogiuolo d'idee, di problemi, di angosce, Forme culturali e paradigmi umani; Le tappe del pensiero filosofico e pedagogico nella cultura occidentale, Paradigmi umani e educazione, Filosofia del linguaggio: dalla forma al significato, Cose e parole nella traduzione interculturale, Come Bruno iniziò a parlare: Diario di una maestra di sostegno, La rimozione dell'Eros nel Giansenismo, Civiltà, libertà e mercato nella città greca antica  (Working Papers della Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli, LUISS, Roma). ''Capire l'Islam, Iran, Da Zarathuštra all'Islâm. Un viaggio al centro dell'immaginario religioso e mistico che ha influenzato l'umanità,  Islâm, morale e dottrina, Cogitata et scripta,  Con Emanuele Riverso scompare un vero filosofo del linguaggio, La Tribuna, Quindicinale di Informazione, Sito interamente dedicato al prof. Riverso, su emanueleriverso. Semiosi iconica e comprensione della Terra, di Emanuele Riverso, SIBA, Coordinamento dei servizi informatici bibliotecari di Ateneo, Università del Salento. Riverso. Keywords: la forma del segno. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Riverso” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702587144/in/photolist-2mLKfuq-2mLHNRM-2mLKgRJ-2mLMgSh

 

Roccoto be identified.

 

Grice e Rodano: immunità e comunità – filosofia italiana – i comunisti – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Fondatore del “catto-comunismo.” Fu tra i fondatori del Movimento dei Cattolici Comunisti, poi Sinistra Cristiana. Consegue la maturità classica al Visconti, la laurea aRoma. Negli anni del liceo e dell'università frequenta la congregazione mariana “Scaletta”, diretta da padri gesuiti; milita nell'Azione Cattolica e nella FUCI, allora presieduta da Moro.  Dal 1938 entra in contatto e collabora con antifascisti d'ispirazione cattolica (Ossicini, Pecoraro, Tatò e altri), comunista (Paolo Bufalini, Antonio Amendola, Pietro Ingrao, Lucio Lombardo Radice e altri), del Partito d'Azione e liberali (Ugo La Malfa, Paolo Solari, Mario Fiorentino fra gli altri).  Partecipa al “Movimento dei Cattolici Antifascisti”. Nel 1941-43 è (con Ossicini e Pecoraro) tra i promotori e dirigenti del “Partito Cooperativista Sinarchico”, poi “Partito Comunista Cristiano” e ne redige i principali documenti. Dal 1942 fa parte, con Alicata e Ingrao, del cosiddetto “triumvirato” dirigente le due distinte organizzazioni clandestine (comunista e comunista cristiana).Nel 1942 scrive, sotto pseudonimi, alcuni articoli sull’Osservatore Romano. E arrestato dalla polizia fascista in una generale retata dei militanti del PCC, e deferito al Tribunale Speciale con altri suoi dirigenti. Il processo non ha luogo per la caduta del fascismo e tutti vengono liberati poco dopo. Nel periodo badogliano ha intensi scambi d'idee con i compagni di partito e altre personalità antifasciste sulla linea da seguire. Stringe amicizia con Luca e Pintor. Collabora al “Lavoro”, diretto da Alicata (comunista), Vernocchi (socialista) e Gaudenti (cattolico). Sotto l'occupazione nazista di Roma fonda il “Movimento dei Cattolici Comunisti” e ne redige i documenti teorico-politici; scrive articoli sui 14 numeri usciti alla macchia di Voce Operaia, organo dello stesso MCC. Liberata Roma, il MCC prende il nome di Partito della Sinistra Cristiana. Vi confluiscono i cristiano-social” di Gerardo Bruni. Vi partecipano anche Felice Balbo, Sacconi, Barca, Amico, Chiesa, Valente, Mira, Tatò, Tedesco, Parrelli, Tranquilli, Rinaldini.  Stringe un rapporto di amicizia e collaborazione (che non sarà privo di momenti di dissenso critico) con  Togliatti. Su Voce Operaia, pubblicata adesso legalmente, scrive numerosi articoli; in quattro di essi sostiene la prosecuzione dell'IRI e ciò segna l'inizio della sua amicizia con Raffaele Mattioli. Nella notte di Natale del 1944 s'incontrano, a casa di Rodano e con la sua mediazione, Togliatti e don Giuseppe De Luca: è un primo, cauto sondaggio reciproco tra mondo cattolico e movimento comunista italiano.  A conclusione di un congresso straordinario, il PSC si scioglie. Rodano sostiene, con argomentato vigore, che non è più utile una formazione cattolica di sinistra, poiché incombe alla classe operaia nel suo insieme e perciò al PCI il compito di affrontare la questione cattolica, superando le pregiudiziali ateistiche e del dogmatismo marxista. Si adopera perciò per ottenere modifiche nello statuto del PCI, che consentano l'iscrizione e la militanza in esso indipendentemente dalle convinzioni ideologiche e religiose, modifiche che saranno adottate dal PCI nel suo V congresso, nel gennaio 1946.  Entrato nel PCI, Rodano scrive* su periodici ufficiali di tale partito o ad esso vicini; particolarmente numerosi i suoi articoli su Rinascita. Vi ha largo spazio l'invito ai cattolici a lavorare in politica e nelle altre dimensione della "storia comune degli uomini" in spirito di laicità, evitando quindi improprie commistioni con la fede religiosa. Questa posizioneapprofondita da Rodano nel corso di tutta la sua opera ed essenziale per comprenderlacontrasta con la linea della Chiesa di Pio XII, che coglie l'occasione di due suoi articoli sulla condizione economica del clero (Rinascita, autunno 1947) per comminargli l'interdetto dai sacramenti, accusandolo di fomentare la "lotta di classe" all'interno delle gerarchie. L'interdetto verrà tolto solo sotto il pontificato di Giovanni XXIII.  La battaglia culturale  Franco Rodano Cura gli articoli politici del mensile Lo Spettatore Italiano, diretto da Elena Croce, figlia di Benedetto. Scrive sul Dibattito Politico, settimanale diretto da M. Melloni e U. Bartesaghi, teso a una difficile mediazione tra le posizioni politiche del mondo cattolico e di quello comunista e socialista, nel distinto riconoscimento dei rispettivi valori e motivi ideali. Vi collaborano tra gli altri Giuseppe Chiarante, Magri, Baduel, Salzano.  Durante il pontificato di Giovanni XXIII opera, tramite Togliatti, per la trasmissione ai dirigenti sovietici della proposta, accolta, di uno scambio di messaggi in occasione dell'ottantesimo compleanno di papa Roncalli. L'iniziativa sarà il primo segno di disgelo tra URSS e Santa Sede. Si svolge un serrato dialogo tra Rodano e Augusto Del Noce, che mette in chiaro la diversità delle rispettive posizioni. Nel 1962 Rodano fonda, con C. Napoleoni, La Rivista trimestrale, che durerà fino al 1970, affrontando nodi teorici e politici di fondo. Ancora con Napoleoni, e con Michele Ranchetti, dirige la Scuola Italiana di Scienze Politiche ed Economiche,  rivolta a militanti del movimento dell'epoca. Collabora alla rivista Settegiorni, diretta da Ruggero Orfei e Piero Pratesi, in cui fra l'altro scrive una serie di interventi d'intensa riflessione teologica, le Lettere dalla Valnerina. Chiusasi l'esperienza della Rivista Trimestrale, Rodano scrive sui Quaderni della Rivista Trimestrale, diretti da M. Reale, cui collaborano, insieme a F. Sacconi, E. Salzano, V. Tranquilli, G. Gasparotti, F. Rinaldini, M. Reale, R. Agata, C. Vincenti, A. Montebugnoli, P. Padoan, S. Sacconi, A. Zevi, Giaime e Giorgio Rodano, e altri.  Lo si considera l'esponente più autorevole del “cattocomunismo”: "i rapporti di Rodano con il mondo cattolico sono stati indagati a fondo. Quelli con Togliatti (che furono rapporti personali assai intensi) assai poco, come quelli con Berlinguer (all'Istituto Gramsci si conservano tre vaste memorie che Rodano ha scritto per Berlinguer), anche se il rapporto stretto di questi con Antonio Tatò è sufficiente a delinearne l'influenza".  Nella stagione del “Compromesso storico” proposto da Enrico Berlinguer e oggetto prima di attenzione, poi di cauta convergenza da parte di Aldo Moro, Rodano elabora i fondamenti teorici di una politica diretta a non ridurre l'incontro tra le grandi forze storiche del comunismo, del socialismo e del cattolicesimo democratico a una mera operazione di governo, ma a farne una strategia di lungo periodo di trasformazione della società. Quella stagione e quelle prospettive vengono improvvisamente troncate dall'assassinio di Moro. S'intensificano, all'epoca, i suoi contatti personali con esponenti del PCI, del PSI, della DC e di altri partiti (La Malfa, Malagodi, Visentini), su problemi politici a breve e lungo termine. Pubblica alcuni libri, scrive articoli su vari periodici e sul quotidiano Paese Sera, quasi settimanalmente. Franco Rodano muore per una crisi cardiaca a Monterado (An). Al funerale cattolico partecipa ufficialmente anche la locale sezione del PCI. Altre opere: “Sulla politica dei comunisti” (Boringhieri, Torino); “Questione democristiana e compromesso storico” (Editori Riuniti, Roma), “Lenin da ideologia a lezione” (Stampatori, Torino); Lettere dalla Valnerina (Piero Pratesi, La Locusta, Vicenza) Lezioni di storia "possibile" (Vittorio Tranquilli e G.Tassani, Marietti, Genova) Lezioni su servo e signore (Vittorio Tranquilli, Editori Riuniti, Roma) Cattolici e laicità della politica (Vittorio Tranquilli, Editori Riuniti, Roma, Cristianesimo e società opulenta (Marcello Mustè, Ed. di Storia e letteratura, Roma) Saggi, articoli, interviste Sono stati pubblicati in numerosi periodici e quotidiani, tra i quali: l'Osservatore Romano, Primato, Voce Operaia  Rinascita Il Politecnico, Unità, Vie nuove, Società, Cultura e realtà, Lo Spettatore Italiano, Il Contemporaneo, Il Dibattito Politico, Nuovi Argomenti, La Rivista Trimestrale, Settegiorni, Quaderni della Rivista Trimestrale, Paese Sera, Città Futura, Nuova Società, Il Regno.  Si può vedere l'elenco completo dei saggi, articoli, interviste in: katciu-martel . I saggi più importanti, pubblicati sulla Rivista Trimestrale e sui successivi Quaderni della R.T., sono:  Risorgimento e democrazia, Il processo di formazione della “società opulenta”  Il pensiero cattolico di fronte alla “società opulenta” Egemonia riformista ed egemonia rivoluzionaria; “Note sul concetto di rivoluzione”; “Significato e prospettive di una tregua salariale; “Il centro-sinistra e la situazione del paese”; “Marx, A proposito del convegno delle ACLI a Vallombrosa, Su alcune questioni sollevate dal movimento studentesco (Con Dopo Praga: considerazioni politiche sulla storia del movimento operaio, A proposito dell'”autunno caldo”: considerazioni sulla dialettica sociale dell'”opulenza” La peculiarità del Partito comunista italiano, Dopo il XIV congresso del PCI: il nodo al pettine; i “germi di comunismo” (La questione democristiana La proposta del “compromesso storico” Dopo la morte di Mao Tse-tung: la lezione di una grande esperienza (con Vittorio Tranquilli, Considerazioni sulla strategia dei comunisti italiani: egemonia e libertà delle opinioni (Considerazioni sui fenomeni di eversione giovanilistica: la politica come assoluto Note sulla questione giovanile: la giovinezza, specificità umana e condizione storica Dopo la lettera di Berlinguer al vescovo di Ivrea: laicità e ideologie, Alla radice della crisiI –L'incompatibilità tra capitalismo e democrazia,  IIÈ possibile una soluzione reazionaria? ( IIIIdee e strumenti della manovra reazionaria, IVRivoluzione e “filosofia della storia” V –Rivoluzione in Occidente e rapporto con l'URSS,  Il senso di una grande lezione: per una lettura critica di Lenin, Per un bilancio del “compromesso storico”: Innovazione e continuità Contratti e costo del lavoro: imprese e sindacati, partiti e istituzioni (ivi) La chiesa di fronte al problema della pace, Note  Piero Craveri, Una critica pregnante, in Mondoperaio,  È morto Rodano, teorico del compromesso storico Archiviolastamp. Noce: Lettera a F. Rodano (lRegno-attualità,); Maria Lisa Cinciari: Cattolici comunisti (in Enciclopedia dell'anti-fascismo e della resistenza, Milano); L. Bedeschi: Cattolici e comunisti (Feltrinelli, Milano); M. Cocchi, P. Montesi: Per una storia della Sinistra cristiana (Coines, Roma), Casula: Cattolici-comunisti e Sinistra cristiana (Il Mulino, Bologna; G. Tassani: Alle origini del compromesso storico (EDB, Bologna G. Ruggieri, R. Albani: Cattolici comunisti? (Queriniana, Brescia); M. Repetto: Il Movimento dei cattolici comunisti: problemi storici e politici (in Quaderni della Rivista Trimestrale); : Ricordo di Rodano, F. Broglio, "Rodano: un cristiano nella sinistra", in "Nuova Antologia", G. Giannantoni, M. Alema, P. Ingrao: Dibattito su Rodano in Rivista Trimestralenuova serie, : articoli su F. Rodano in Nuovo Spettatore Italiano, Gianni La Bella: “Lo Spettatore Italiano” (Morcelliana, Brescia); Massimo Papini: Tra storia e profezia: la lezione dei cattolici comunisti (Ed. Univ., Roma); Enrico Landolfi, Rodano e la rivoluzione in Occidente, Palermo, Ila Palma, M. Raimondo: Rodano: solitudine e realismo del comunista cattolico (Galzerano, Salerno); M. Tronti: Una riflessione su Franco Rodano (in Rivista Trimestralen. M. Alighiero Manacorda:  Rodano lettore di Marx (In Critica marxista, Claudio Napoleoni: Saggio su Rodano (in Cercate ancora, Ed. Riuniti, R. Valle); C. Napoleoni: Su Rodano (in Teoria politica); A. Noce: Il cattolico comunista (Rusconi, Milano); Vi. Tranquilli: Fede cattolica e laicità della politica in Franco Rodano (in Teoria Politica); Vittorio Tranquilli: Realtà storica e problemi teorici della democrazia nel pensiero di Franco Rodano (in Bailamme, .M. Reale: Sulla laicità. Considerazioni intorno alle relazioni fra atei e credenti (in Novecento, R. Bellofiore: Pensare il proprio tempo. Il dilemma della laicità in Claudio Napoleoni e Franco Rodano (in Per un nuovo dizionario della politica, Ed. Riuniti, Roma, L. Capuccelli); Mauro Lucente: La riflessione teorica di Rodano dalla Sinistra Cristiana alla “Rivista Trimestrale” (Tesi di laurea in scienze politiche, Milano); Istituto Gramsci: Convegno commemorativo di Rodano, Roma), M. Mustè, “Critica delle ideologie e ricerca della laicità” (Il Mulino); R. Albani: La storia comune degli uomini. Rileggendo Rodano (in Testimonianze, M. Papini: La formazione di un giovane cattolico nella seconda metà degli anni Trenta: Rodano tra la Congregazione mariana “La Scaletta” e il liceo “Visconti” (in Cristianesimo e storia, V. Possenti: Cattolicesimo e modernità. Balbo, Noce, Rodano (Milano, Marcello Mustè: Fra Del Noce e Rodano: il dibattito sulla “società opulenta” (in La Cultura, M. Mustè: Rodano: laicità, democrazia, società del superfluo (Studium, Roma). Rodano: "Cristianesimo e società opulenta", a cura e con introduzione di Marcello Mustè (Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, Valentino Parlato: L'utopia di Rodano (in Manifesto, E. Melchionda: Gli anni di Rodano (in Aprile,  Gabriele De Rosa, "Franco Rodano; il cristianesimo e la società opulenta", in "Ricerche di storia sociale e religiosa", anno G. Chiarante: Tra De Gasperi e Togliatti. Memorie degli anni Cinquanta (Carocci, Roma; M. Pandolfelli: Cattolicesimo e marxismo in F. Rodano (Scienze politiche, Roma. S.d.). G.Tassani:"Il Belpaese dei Cattolici", Cantagalli ,"La traccia e la prospettiva teorica di  Rodano". R. Moro. FRodano e la storia del 'partito cattolico' in Italia", in A. Botti, Storia ed esperienza religiosa. Studi per Rocco Cerrato, Urbino, Quattro Venti, Hanno detto di lui «La vita di Franco Rodano ha testimoniato, in modo esemplare, quanto possa essere forte, nell’uomo, la dedizione all’impegno intellettuale e ai grandi ideali, tra i quali la politica intesa nel senso più nobile e più alto dell’accezione. Portatore d’una fede religiosa profondamente sentita e sofferta, Rodano ha avuto costantemente con sé il dantesco “angelo della solitudine”: durante l’intera sua vita, infatti, mai si è sottratto al rovello e al dubbio; mai ha preferito la comoda via dei pigri, degli opportunisti e dei neutrali. La sua prima “scelta di campo” nell’Italia divisa in due,  fu doppiamente coraggiosa: la resistenza al nazifascismo ed il tentativo di conciliare nel Movimento dei cattolici comunisti i valori della tradizione cristiana e cattolica con quelli della rivoluzione d’ottobre. E così continuò senza paura e con sacrificio personale in tutti questi anni promuovendo con le sue tesi, tra consensi e dissensi, un continuo dibattito. La sua “inquietudine” fu, dunque, sincera e feconda, sorretta da uno spirito virile, ma al fondo sensibile ed umanissimo. Certamente Franco Rodano sarà ricordato dallo storico del futuro con queste sue peculiarità di intellettuale originale, pugnace e coraggioso. In questo modo l’ho visto e conosciuto, e così rimarrà per sempre nella mia memoria. S. Pertini, Quaderni della Rivista Trimestrale, . “ritengo che la sua vita e la sua opera abbiano fornito una prova concreta e significativa della validità di due principi che egli ha serenamente professato e praticato e che, anche con il suo personale contributo, sono acquisiti al patrimonio teorico e ideale del Partito comunista. Il primo è la distinzione e l’autonomia reciproca della politica e della fede religiosa (o della convinzione filosofica o del “credo” ideologico). Il secondo è l’affermazionefatta da Togliatti, formulata in una tesi approvata dal X congresso del partito e sviluppata poi nelle tesi del XV congressosecondo la quale un cristianesimo genuinamente vissuto non soltanto non si oppone, ma è anche in grado di sollecitare un’azione che può contribuire alla battaglia per la costruzione di una società più umana, più libera e più giusta di quella capitalista. E. Berlinguer, Quaderni della Rivista Trimestrale, «C’era nella sua avversione al misticismo, all’indistinto, all’anarchismo, una grande lezione di umanesimo storico e costruttivo. La drammaticità con cui sentiva i rischi di un capovolgimento della democraziavissuta nei suoi angusti limiti democraticisticiin corporativismo e in anarchia, e, quindi, la possibilità di una replica autoritaria, è tuttora inscritta nella nostra vita quotidiana, nella fase che stiamo attraversando. Bene: distinguere per collegare; stabilire i confini del campo di ciascuno, da cui discende l’autonomia della politica dalla religione e dalle ideologie. Per questo ritengo che occorra respingere le sollecitazioni di quanti pensano di poter rimuovere la questione di fondo posta da Rodano. Quella questione oggi riguarda, a mio avviso, il confine mobile tra progresso e conservazione” Achille Occhetto, Quaderni della Rivista Trimestrale, n.75-77, giugno-dicembre 1983, 67. «Per chi ha seguito, anche talvolta dissentendo, il pensiero di Rodano e lo ha spesso messo a confronto con la visione di Moro, appare chiaro che gli insegnamento di Rodano come quelli di A. Moro non hanno solo valore per la ricostruzione storica di una fase politica conclusa, ma hanno invece valore e significato come guida per la costruzione di un processo di allargamento della democrazia, di sviluppo e di confronto e di un dialogo che sono ancora più che mai attuali, perché attuali e non risolti sono i grandi problemi nazionali che richiedono sì maggioranze e governi più efficaci e risoluti, ma anche un più largo consenso popolare da realizzarsi col confronto, col dialogo, con la partecipazione, sia pure a vario titolo, ad un unico disegno di tutte le forze politiche rappresentative dell’intera realtà popolare. G. Galloni, Quaderni della Rivista Trimestrale, n. “benché creda che la storia sia opera di molti, e non di singole personalità pur spiccatissime, ho sempre ritenuto che il ruolo esercitato da Rodano nella vicenda italiana di questi decenni sia stato assolutamente fuori del comune, e portatore di cambiamento come a pochissimi altri è stato dato. Ciò dico soprattutto in riferimento alla storia e alle trasformazioni del partito comunista italiano, nei cui confronti Rodano ha esercitato una funzione liberatrice e maieutica che, se non temessi di far torto alla complessità del processo di un grande movimento di massa e agli innumerevoli apporti di cui esso è sostanziato, non esiterei a definire demiurgica.»  R. Valle, Quaderni della Rivista Trimestrale. Lasciamo ad altri le banalità sul “Consigliere del Principe” o sul “consulente” per i rapporti con il mondo cattolico o con il Vaticano. Togliatti ne fu attratto e interessato certo, anche perché l’esperienza di Rodano, le sue riflessioni, le sue frequentazioni arricchivano il Partito di qualcosa che altrimenti non sarebbe venuto. Forse qualcosa di analogo era stato per Gramsci e per Togliatti l’incontro con Godetti. Che conoscesse e stimasse Ottavini, che fosse intimo di Luca, non era importante perché ciò rappresentava un “canale”; era piuttosto decisivo che un giovane così ascoltasse e parlasse, che si trovasse a casa sua tra i comunisti, che per farlo soffrisse fino alla persecuzione vaticana, riuscendo sempre ad essere fedele nel senso più pieno del termine. G. Paietta, Quaderni della Rivista Trimestrale. Rrimane uno dei pochi uomini la cuia filosofia rende possibile l’appellativo di femminista anche per un appartenente al sesso maschile. La sua continua attenzione dalla questione femminile derivava, certo, da una molteplicità di circostanze. Vi influiva la ricerca su quello che egli stesso definì il processo di umanizzazione dell’uomo, nel cui quadro la liberazione della donna costituiva ben più di una semplice componente o misura, ma piuttosto una delle condizioni decisive per una reale, generale fuoruscita dall’alienazione e dallo sfruttamento umano. Oggi più d’uno ambirebbe, revanchisticamente, a considerare conclusa la stagione femminista. E invece il vero problema per le donne, per la democrazia, per il mutamento, è la perpetuazione e il saldo attestarsi a un livello superiore del femminismo. Per questo il messaggio di Franco Rodano, che può ben a ragione essere definito femminista nell’accezione più onnicomprensiva ed elevata, risulta tuttora rivolto alla speranza e soprattutto all’impegno: quell’impegno per cui egli ha consumato generosamente, e certo positivamente anche per la causa femminile, tutta intiera la sua vita. G. Tedesco, Quaderni della Rivista Trimestrale, «Il [mio] primo interrogativo riguarda le scelte politiche che egli ha fatto, ponendosi come cattolico in contrasto con alcune direttive ecclesiastiche. Dove ha trovato forza e serenità, pur con sofferenza, per queste opzioni non rinunciando alla sua fede e alla sua appartenenza ecclesiale, sempre professata? Non ho trovato altra risposta che la sua fede teologale. La fede di Franco non era credenza dottrinale, magari utilizzata ideologicamente, o sottomissione alla gerarchia che poi si muta in ribellione; era adesione cosciente e ferma a Dio che si è rivelato in Gesù Cristo, ancora vivente nella Chiesa. Questa fede comporta quel “sensus fidei” (ne ha parlato il Vaticano II nella Lumen Gentium) che diventa giudizio pratico nelle concrete situazioni per scelte che siano conformi alla volontà di Dio. È il “discernimento” di cui parla san Paolo nella Lettera ai Romani (12, 2) e che tanta parte ha nella dottrina spirituale cristiana. D. Torre, Quaderni della Rivista Trimestrale, Il rapporto con la chiesa, sia come comunità di fede che come istituzione, senza mediazioni di un partito cattolico rappresentava per Rodano un’occasione e una garanzia per depurare il movimento comunista non solo dall’ateismo scientista, ma anche di una visione totalizzante della rivoluzione politica e sociale (il mito del regno dei cieli sulla terra e di una storia senza alienazioni). Corrispettivamente il movimento comunista era il portatore necessario di una trasformazione della società che non si presentasse […] come inveramento e compimento della razionalità illuministica, della rivoluzione borghese, ma anche e soprattutto come loro rovesciamento dialettico, e perciò offrisse un fondamento storico e materiale ad un mondo in cui la persona umana diventasse centro e misura, liberata dalla reificazione capitalistica, e perciò stesso base reale di un pieno sviluppo di un cristianesimo, non integralista, ma consapevole, diffuso, praticabile. L. Magri) Gli anni di Rodano, articolo di E. Melchionda, in "Aprile", Dall'utopia alla secolarizzazione, articolo diVassallo, in "effedieffe.comgiornale on-line", Il consigliere di Berlinguer che amava la Controriforma. Giornalista politico Franco Rodano. P. Franchi, Corriere della Sera, Archivio storico. Raccolta di articoli di Franco Rodano. Treccani L'Enciclopedia italiana". Franco Rodano. Rodano. Keywords: immunità e comunità – filosofia italiana – i comunisti. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rodano” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736193243/in/dateposted-public/

 

Grice e Romagnosi – filosofia italiana. Luigi Speranza (Salsomaggiore Terme). Filosofo. Important Italian philosopher. «L'etica, la politica ed il diritto si possono bensì distinguere, ma non disgiungere. [...] Non esiste un'etica pratica, se non mediante le buone leggi e le buone amministrazioni.»  (Gian Domenico Romagnosi, L'associazione dell'etica, della politica e del diritto) Figlio di Bernardino e Marianna Trompelli, studia dal 1775 nel Collegio Alberoni di Piacenza e nel 1782 si iscrive all'Università degli Studi di Parma, dove si laurea in Giurisprudenza nel 1786.  Per breve tempo esercita la professione notarile, nel 1789 fa parte della "Società letteraria di Piacenza" dove legge i suoi primi lavori scientifici: il Discorso sull'amore delle donne considerato come motore precipuo della legislazione; il Discorso sullo stato politico di tutte le nazioni; Sull'opinione pubblica.  Nel 1790 fa parte dell'Accademia degli Ortolani, nel 1791 è pretore della città di Trento e pubblica la Genesi del diritto penale, poi, nel 1792, Cosa è eguaglianza e, nel 1793, Cosa è libertà e Primo avviso al popolo, che mostrano simpatie rivoluzionarie. Il suo incarico gli procura contrasti con il principe vescovo di Trento, il conte Pietro Vigilio Thun: questi gli concede comunque il titolo di consigliere aulico d'onore.  Dal 1794 al 1798 è consulente legale; a Trento è autore di due volumetti dal titolo rispettivamente di Cosa è eguaglianza e Cosa è la libertà in cui si schierò contro i principi della rivoluzione francese.[1] Nel 1799, accusato di giacobinismo, è incarcerato a Innsbruck per 15 mesi ma viene assolto nel processo: durante la prigionia scrive Delle leggi dell'umana perfettibilità per servire ai progressi delle scienze e delle arti. Nel 1801, con l'occupazione francese di Trento, diviene segretario del Consiglio superiore presieduto dal giurista Carlo Antonio Pilati.  Cultore anche di scienze matematiche e fisiche, nel maggio 1802 scopre gli effetti magnetici dell'elettricità: pubblica i suoi risultati sui giornali di Trento e Rovereto e invia una relazione all'Accademia francese delle scienze ma la comunità scientifica la ignora. Nel 1820 il fisico danese Hans Christian Ørsted fonda l'elettromagnetismo, conducendo un analogo esperimento (noto come Esperimento di Ørsted) e riconosce che "la conoscenza dei lavori di Romagnosi avrebbe anticipato la scoperta dell'elettromagnetismo di 18 anni"[2].  Nel 1804 insegna Diritto pubblico nell'Università di Parma, nel 1806 è chiamato a Milano a occuparsi della revisione del codice di procedura penale; nel 1807 ottiene la cattedra di Diritto civile all'Università degli Studi di Pavia e pubblica il discorso Quale sia il governo più adatto a perfezionare la legislazione civili; nel 1809 è professore nella "Scuola di Alta legislazione" e ispettore delle scuole di diritto e, nel 1811, fonda il Giornale di giurisprudenza universale.  Nel 1814 pubblica le Istituzioni di Diritto amministrativo e l'anno seguente, anonima, l'opera Della costituzione di una monarchia costituzionale rappresentativa che gli vale i sospetti della polizia austriaca.  Reintegrato nell'insegnamento, Romagnosi riuscì a radunare intorno a Milano una vera e propria scuola di pensiero alla quale si formarono alcuni dei nomi più illustri del Risorgimento italiano: il filosofo democratico radicale Giuseppe Ferrari, il pensatore liberal-federalista Carlo Cattaneo, oltre a Cesare Cantù, i cugini Defendente e G. Sacchi. Dal 1817 collabora alla Biblioteca Italiana e al Conciliatore e nel 1820 pubblica l'Assunto primo della scienza del diritto naturale. Nel 1821 è arrestato e incarcerato a Venezia con l'accusa di partecipazione alla congiura ordita da Silvio Pellico, Piero Maroncelli e Federico Confalonieri: viene prosciolto ma gli è vietato l'insegnamento. Durante la detenzione scrive Dell'insegnamento primitivo delle matematiche che pubblica nel 1823 mentre del 1824 è l'opera Della condotta delle acque. Nel 1825 escono le Istituzioni di civile filosofia ossia di Giurisprudenza Teorica, testo per lezioni da tenere all'Università di Corfù su invito del governo britannico. Dal 1827 al 1835 è direttore degli Annali Universali di Statistica (1824-1848) rivista specialistica che tratta diversi rami del sapere, dalla storia al commercio all'economia politica; collabora anche all'Antologia fiorentina del Vieusseux.  Muore nel 1835, assistito dal suo allievo Carlo Cattaneo, al quale detta il testamento e affida i manoscritti inediti. È sepolto nella cappella dei conti Cusani Confalonieri nel cimitero di Carate Brianza, località dove era solito trascorrere i periodi di villeggiatura estiva ospite di Luigi Azimonti.  A lui sono dedicate alcune vie, l'Istituto di Istruzione Superiore di Erba (Ragioneria, Geometri, Elettrico/elettronico ed Enogastronomico), l'Istituto Tecnico Commerciale di Piacenza e un Liceo Classico di Parma, la scuola elementare di Carate Brianza e la biblioteca comunale di Salsomaggiore Terme.  Pensiero giuridico, economico e storico  Gian Domenico Romagnosi in una miniatura di Antonio Pasini. (Museo Glauco Lombardi) Tra i maggiori intellettuali italiani dei secoli XVIII e XIX, l'opera del Romagnosi, nel rinnovamento del pensiero giuridico italiano richiesto dalla necessità di codificare i nuovi interessi delle classi borghesi emersi con la Rivoluzione francese e consolidati nel successivo Codice napoleonico, è legata alla fondazione di una nuova scienza del diritto pubblico, penale e amministrativo, con uno spirito scientifico settecentesco illuministicamente volto all'unificazione delle scienze giuridiche, naturali e morali. Studiò pertanto la vita sociale nelle sue componenti storiche, giuridiche, politiche, economiche e morali, considerando l'uomo nelle forme della sua esistenza storica, nei modi in cui concretamente pensa e agisce in un contesto sociale determinato: in questo modo lo studio della storia rivela lo sviluppo dell'incivilimento umano.  Nella Genesi del diritto penale - opera che gli dette notevole fama e non solo in Italia, tanto che fu tradotta in diverse lingue – Romagnosi, riprendendo tesi di Cesare Beccaria, pone i problemi dell'utilità della punizione, della natura della colpa e del diritto. Dà una giustificazione razionale della società che gli appare un'unione necessaria tra gli uomini, dialetticamente rapportati nel rispetto di una disciplina condivisa. L'uomo è lo stesso sia nello stato di natura che in quello di società, malgrado le diversità delle forme sociali; pertanto gli uomini hanno un diritto di socialità importante e sacro, quanto quello della conservazione di se stesso; la società è per lui l'unico stato naturale dell'uomo, respingendo così la dottrina di uno stato di natura anteriore allo stato sociale: il cosiddetto stato di natura è solo un diverso stato sociale nella storia dell'umanità.  Nell'Introduzione allo studio del diritto pubblico universale, premesso che ogni complesso giuridico deve basarsi sui bisogni della comunità, sostiene che lo scopo del diritto dev'essere il rafforzamento delle strutture civili e politiche della società.  Nell'Assunto primo della scienza del diritto naturale, riprendendo temi già sviluppati nella Genesi del diritto, sostiene che nella natura è tanto il principio di individualità quanto quello di socialità e pertanto lo sviluppo umano avviene naturalmente verso uno stato di società, l'unico in cui si sviluppa l'incivilimento - termine ricorrente nei suoi scritti - un continuo processo verso stadi più avanzati di perfezionamento morale, civile, economico e politico.  E ancora nel Dell'indole e dei fattori dell'incivilimento, con esempio del suo risorgimento in Italia si pone il problema di quale sia il motore del progresso umano nella storia: la tesi è che la società umana è l'organismo fattore di progresso, essendo in sé dotata di forze agenti in particolari condizioni storiche e ambientali. Lo sviluppo civile, suddiviso dal Romagnosi in quattro periodo, l'epoca del senso e dell'istinto, l'epoca della fantasia e delle passioni, l'epoca della ragione e dell'interesse personale e l'epoca della previdenza e della socialità, vede un costante trasferimento, agli organismi pubblici rappresentativi, delle funzioni sociali come se la natura si trasferisse progressivamente nella funzione rappresentativa[3].  Il punto d'arrivo della civiltà è una forma sociale in cui prevalgono la proprietà e il sapere. Tale processo non è lineare tanto che, per esempio, il diritto romano e l'etica cristiana si affermarono in condizioni civili arretrate ma come una macchina i cui meccanismi migliorano nel tempo, la sua azione progressivamente perfezionata fa sorgere dal fondo delle potenze attive un sempre nuovo modo di riazioni e quindi di effetti variati. L'incivilimento appare così una cosa complessa risultante di molti elementi e da molti rapporti formanti una vera finale unità simile a quella di una macchina, la quale scindere non si può senza annientarla. Il motore di siffatta macchina è il commercio, sviluppato a sua volta dal progresso dello stato sociale.  Guardando allo sviluppo storico nazionale, Romagnosi vede nel Medioevo l'epoca in cui la città diviene luogo di aggregazione di possidenti, artisti, commercianti e dotti, favorendo le condizioni per la nascita dello Stato moderno anche se ai Comuni medievali mancò uno spirito politico nazionale perché presero la strada dal ramo industriale e commerciale per giungere al territoriale. Essi dunque ripigliarono l'incivilimento in ordine inverso. In quest'ordine trovarono i più gravi ostacoli…avendo dovuto separare la professione delle armi da quella delle arti e della mercatura. Per questo bisogna sempre porsi il problema di un corretto modo di sviluppo e ora, nella società industriale, l'incivilimento è una continua disposizione delle cose e delle forze della natura preordinata dalla mente ed eseguita dall'energia dell'uomo in quanto tale disposizione produce una colta e soddisfacente convivenza.  Nella Collezione degli articoli di economia politica e statistica civile si trova espressa la fiducia nella sviluppo capitalistico e nella libera concorrenza economica, difesa contro le tesi del Sismondi che vede nello sviluppo industriale una spaventosa sofferenza in parecchie classi della popolazione. Per Romagnosi, i poteri pubblici devono far rispettare le corrette regole della libertà di concorrenza, cosa che non avviene in Inghilterra dove ora si favorisce il popolo contro i mercanti, ora i possidenti e i mercanti contro il popolo e intanto si applica ancora il protezionismo; è inoltre un paese in cui non si applica il diritto romano, fonte di equità civile e la mentalità empirica degli inglesi non consente loro di prevedere ma solo di constatare i fatti.  In altri articoli polemizza col Saint-Simon, dottrinario che ostacola la libera concorrenza, assegna ogni ramo d'industria a guisa di privilegio personale, favorisce il popolo miserabile contro i produttori e abolire il diritto di eredità. I saintsimoniani vogliono far lavorare e poi lavorare senza dirmi il perché. Progresso non è che lavoro. Questo è l'ultimo termine, questo è il premio; l'uomo, secondo Saint – Simon, dovrebbe sempre progredire lavorando con una indefinita vista e senza stimolo, ma per Romagnosi, voler far progredire l'industria e il commercio col togliere la possidenza è come voler far crescere i rami col distruggere il tronco. Per Romagnosi la proprietà ha un carattere naturale e poiché, come s'è visto, la natura è la base di ogni società, negare la proprietà significa distruggere ogni possibilità di convivenza civile.  Pensiero filosofico  Casa natale di Romagnosi a Salsomaggiore Terme Romagnosi, partendo dalla sua vasta esperienza giurisprudenziale e politica, auspica una nuova forma di filosofia civile, una scienza che studi forme e condizioni dell'incivilimento storico delle nazioni, scoprendo la legge massima e unica delle vicende politiche, sociali e culturali dei popoli.  Riguardo al problema gnoseologico, per Romagnosi la conoscenza proviene dai sensi ma la sensazione non è di per sé ancora conoscenza, la quale si ottiene solo quando l'intelletto ordina e interpreta le sensazioni secondo proprie categorie, definite logìe, con cui diamo segnature razionali alle segnature positive. Egli chiama compotenza questa mutua concorrenza di sensazioni provenienti dall'esterno e di elaborazione della nostra mente.  Le logìe non sono idee già formate nel momento della nostra nascita, ma a loro volta sono il risultato della riflessione operata sull'esperienza empirica: sono dunque a posteriori rispetto alle sensazioni passate e a priori rispetto alle sensazioni attuali. Pertanto la conoscenza è in definitiva un a posteriori con un contenuto base empirico.  Ma cosa conosciamo in realtà? I sensi non danno conoscenza delle cose in sé, ma di ciò che percepiamo delle cose; conosciamo le rappresentazioni che ci formiamo delle cose. Se i fenomeni non sono copie esatte del reale, tuttavia ne sono segni a cui corrispondono in natura esseri reali e pertanto le cose esistono fuori di noi, non sono creazioni di un Io trascendentale.  Non essendoci evidentemente posto per una metafisica nella sua costruzione filosofica, fu attaccato dagli spiritualisti e in particolare dal Rosmini. Il Romagnosi può a buon diritto essere considerato il precursore del positivismo italiano.  Classicismo e Romanticismo Il Romagnosi considerò la contrapposizione di classico e romantico – nata nell'immediatezza della Restaurazione e trascinatasi per oltre un ventennio con implicazioni letterarie, linguistiche e anche politiche - come impropria, cercando di dare una soluzione alla controversia attraverso la sua concezione ilichiastica, cioè relativa al tempo, della letteratura, secondo la quale le opere letterarie sono consoni all'età e al gusto di un popolo, e suggerì che le opere contemporanee dovessero corrispondere sempre al pensiero moderno di un popolo. L'ilichiastismo del Romagnosi si rifà in sostanza alle sue concezioni sulla formazione delle civiltà storiche.  Così espose la sua dottrina nell'articolo Della Poesia, considerata rispetto alle diverse età delle nazioni, sul Conciliatore del 10 settembre 1818:  «Sei tu romantico? – Signor no – Sei tu classico? – Signor no – Che cosa dunque sei? – Sono ilichiastico, se vuoi che te lo dica in greco, cioè adattato alle età – Misericordia! che strana parola! spiegatemela ancor meglio, e ditemi perché ne facciate uso, e quale sia la vostra pretensione.  La parola che vi ferisce l'orecchio è tratta dal greco, e corrisponde al latino aevum, aevitas, e per sincope aetas, la quale indica un certo periodo di tempo, e in un più largo senso, il corso del tempo. Col denominarmi pertanto ilichiastico io intendo tanto di riconoscere in fatto una letteratura relativa alle diverse età, nelle quali si sono ritrovati e si troveranno i popoli colti, quanto di professare principj, i quali sieno indipendenti da fittizie istituzioni, per non rispettare altre leggi che quelle del gusto, della ragione e della morale…  Ma la divisione di romantico e classico (voi mi direte) non è dessa forse più speciale? Eccovi le mie risposte: o voi volete far uso di queste parole per indicare nudamente il tempo, o volete usarne per contrassegnare il carattere della letteratura delle diverse età. Se il primo, io vi dico essere strano il denominare classica l'antica, e romantica la media e moderna letteratura. I tre periodi della storia antica, media e moderna sono fra loro distinti non da una divisione artificiale e di convenzione, ma da effettive rivoluzioni. Se poi volete adoperare le parole di classico e di romantico per contrassegnare il carattere dell'europea letteratura nelle diverse età, a me pare che usiate di una denominazione impropria…  Quando piacesse di contrassegnare la poesia coi caratteri delle diverse età, parmi che dividere si potrebbe in teocratica, eroica e civile. Questi caratteri hanno successivamente dominato tanto nella prima coltura, che fu sommersa dalle nordiche invasioni, quanto nella seconda coltura, che fu ravvivata e proseguita fin qui. Questi caratteri non esistettero mai puri, ma sempre mescolati. Dall'essere l'uno o l'altro predominante si determina il genere, al quale appartiene l'una o l'altra produzione poetica…  Vengo ora alla domanda che mi faceste, se io classico o romantico; e ponendo mente soltanto allo spirito di essa, torno a rispondervi che io non sono né voglio essere né romantico, né classico, ma adattato ai tempi ed ai bisogni della ragione, del gusto e della morale. Ditemi in primo luogo: se io fossi nobile ricco, mi condannereste voi perché io non voglia professarmi o popolano grasso, o nobile pitocco? Alla peggio, potreste tacciarmi di orgoglio, ma non di stravaganza. Ecco il caso di un buon italiano in fatto di letteratura. Volere che un italiano sia tutto classico, egli è lo stesso che volere taluno occupato esclusivamente a copiare diplomi, a tessere alberi genealogici, a vestire all'antica, a descrivere o ad imitare gli avanzi di medaglie, di vasi, d'intagli e di armature, e di altre anticaglie, trascurando la coltura attuale delle sue terre, l'abbellimento moderno della sua casa, l'educazione odierna della sua figliuolanza. Volere poi che egli sia affatto romantico, è volere ch'egli abiuri la propria origine, ripudj l'eredità de' suoi maggiori per attenersi soltanto a nuove rimembranze specialmente germaniche…  Voi mi domanderete se possa esistere questo terzo genere, il quale non sia né classico né romantico? Domandarmi se possa esistere è domandarmi se possa esistere una maniera di vestire, di fabbricare, di conversare, di scrivere, che non sia né antica, né media, né moderna. La risposta è fatta dalla semplice posizione della quistione. Ma questo terzo genere sarà desso preferibile ai conosciuti fra noi? Per soddisfarvi anche su tale domanda osserverò primamente che qui non si tratta più di qualità, bensì di bellezza o di convenienza. In secondo luogo, che questa quistione non può essere decisa che coll'opera della filosofia del gusto, e soprattutto colla cognizione tanto dell'influenza dell'incivilimento sulla letteratura, quanto degli uffizj della letteratura a pro dell'incivilimento.  Non è mia intenzione di tentare questo pelago. Osserverò soltanto che questo terzo genere non può essere indefinito; ma dovrà essere necessariamente un frutto naturale dell'età, nella quale noi ci troviamo, e si troveranno pure i nostri posteri. Noi dunque non dobbiamo sull'ali della metafisica errare senza posa nel caos dell'idealismo, per cogliere qua e là le idee archetipe di questo genere; ma dobbiamo invece seguire la catena degli avvenimenti, dai quali nelle diverse età, essendo stata introdotta una data maniera di sentire, di produrre, e quindi di gustare e di propagare il bello letterario, ne nacque un dato genere, il quale si poté dire perciò un frutto di stagione di quella età. Per quanto vogliamo sottrarci dalla corrente, per quanto tentiamo di sollevarci al di sopra della ignoranza e del mal gusto comune, noi saremo eternamente figli del tempo e del luogo in cui viviamo. Il secolo posteriore riceverà per una necessaria figliazione la sua impronta dal secolo anteriore. E tutto ciò derivando primariamente dall'impero della natura che opera nel tempo e nel luogo, ne verrà che il carattere poetico o letterario, comunque indipendente dalle vecchie regole dell'arte, perché flessibile, progressivo, innovato dalla forza stessa della natura, sarà necessariamente determinato, come è determinato il carattere degli animali e delle piante, che dallo stato selvaggio vengono trasportate allo stato domestico.  Posto tutto ciò, l'arbitrario nel carattere della letteratura cessa di per sé. Si potrà allora disputare bensì se il bello ideale coincide o no col bello volgare; se il gusto corrente possa essere più elevato, più puro, più esteso; ma non si potrà più disputare se le sorgenti di questo bello debbano essere la mitologia pagana piuttosto che i fantasmi cristiani, i costumi cavallereschi piuttosto che gli eroici, le querce, i monti o i castelli gotici, piuttosto che gli archi trionfali, le are e i templi greci e romani. Il carattere attuale sarà determinato dall'età o dalla località: vale a dire dal genio nazionale eccitato e modificato dalle attuali circostanze, il complesso delle quali forma parte di quella suprema economia, colla quale la natura governa le nazioni della terra…  Finisco quest'articolo col pregare i miei concittadini a non voler imitare le femminette di provincia in fatto di mode, e ad informarsi ben bene degli usi della capitale. Leggano gli scritti teoretici, e soprattutto le produzioni della letteratura settentrionale, e di leggieri si accorgeranno che se havvi in essa qualche pizzo di romantica poesia, niuno si è mai avvisato né per teoria né per pratica di essere né esclusivamente romantico né esclusivamente classico nel senso che si dà ora abusivamente a queste denominazioni. Troveranno anzi essersi trattati argomenti, e fatto uso di similitudini e di allusioni mitologiche anche in un modo, che niun latino si sarebbe permesso. Il solo libro dell'Alemagna della signora di Staël ne offre parecchi esempi.  Il pretendere poi presso di noi il dominio esclusivo classico, egli è lo stesso che volere una poesia italiana morta, come una lingua italiana morta. Quando il tribunale del tempo avrà decretata questa pretensione, io parlerò con coloro che la promossero.»  Appartenenza alla Massoneria Durante il periodo del Regno italico, Romagnosi fu iniziato massone nella Loggia "Reale Giuseppina" di Milano, di cui fu in seguito Oratore e Maestro Venerabile. Fu Grande Esperto all'atto della fondazione del Grande Oriente d'Italia, esponente di primo piano della Massoneria di Palazzo Giustiniani, fu Grande Oratore aggiunto del Grande Oriente d'Italia e in questa funzione autore di vari discorsi massonici[4].  Opere  Opere, parte I, 1841 Genesi del diritto penale, 1791. Che cos'è uguaglianza, 1792. Che cos'è libertà, 1793. Introduzione allo studio del diritto pubblico universale, 1803. Principi fondamentali di diritto amministrativo, 1814. Della costituzione di una monarchia nazionale rappresentativa, 1815. Dell'insegnamento primitivo delle matematiche, 1823. Della condotta delle acque, 1824. Che cos'è la mente sana?, 1827. Della suprema economia dell'umano sapere in relazione alla mente sana, 1828. Suprema economia dell'umano sapere, 1828. Della ragion civile delle acque nella rurale economia, 1829 - 1830. Vedute fondamentali sull'arte logica, 1832. Dell'indole e dei fattori dell'incivilimento con esempio del suo risorgimento in Italia, 1832. Collezione degli articoli di economia politica e statistica e civile, 1836 (pubblicata postuma). Opere, con annotazioni di Alessandro De Giorgi, vol. 1, Milano, Perelli e Mariani, 1841. Opere, vol. 2, Milano, Perelli e Mariani, 1842. La scienza delle costituzioni, 1849 I Discorsi Libero-Muratori di Gian Domenico Romagnosi (1761-1835), in: L'Acacia Massonica, 1949, III, n. 8, pp. 220-24 e n. 9-10, pp. 282-86. Scritti filosofici, Milano, Ceschina, 1974 Scritti filosofici, 2 voll., Firenze, Le Monnier, 1960; Milano, Ceschina, 1974. Note ^ Notizie tratte dal sito https://dalpontelorenzo.blogspot.it/ alla pagina: https://dalpontelorenzo.blogspot.it/2013/02/romagnosi-gian-domenico.html ^ Sandro Stringari, Romagnosi fisico, in Unitn, n. 30, marzo 2001. URL consultato il 21 marzo 2012. ^ Fulco Lanchester, Romagnosi costituzionalista, Giornale di storia costituzionale : 23, I, 2012, Macerata : EUM-Edizioni Università di Macerata, 2012. ^ Vittorio Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Mimesis-Erasmo, Milano-Roma, 2005, pp. 238-239. Bibliografia AA.VV., Atti del Convegno di studi in onore di G.D. Romagnosi nel bicentenario della nascita, Milano, Dott. A. Giuffrè Editore, 1961. AA.VV., Per conoscere Romagnosi, Milano, Unicopli, 1982. E.A. Albertoni, La vita degli Stati e l'incivilimento dei popoli nel pensiero politico di Gian Domenico Romagnosi, Milano, Dott. A. Giuffrè Editore, 1979. Italo Mereu, L'antropologia dell'incivilimento in G.D. Romagnosi e C. Cattaneo, Piacen za, Pubblicazioni della Banca di Piacenza, 2001. Elio Palombi, Introduzione alla Genesi del Diritto penale di G.D. Romagnosi, Milano, Edizioni Ipsoa, 2003. A. Tarantino, Natura delle cose e società civile. Rosmini e Romagnosi, Roma, Edizioni Studium, 1983. Altri progetti Collabora a Wikisource Wikisource contiene una pagina dedicata a Gian Domenico Romagnosi Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni di o su Gian Domenico Romagnosi Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gian Domenico Romagnosi Collegamenti esterni Romagnósi, Gian Domenico, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata Gioele Solari, ROMAGNOSI, Gian Domenico, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936. Modifica su Wikidata Romagnosi, Gian Domenico, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010. Modifica su Wikidata Romagnosi, Gian Domenico, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009. Modifica su Wikidata Romagnósi, Giàn Doménico, su sapere.it, De Agostini. Modifica su Wikidata Romagnosi, Gian Domenico, in L'Unificazione, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011. Modifica su Wikidata (EN) Gian Domenico Romagnosi, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata Gian Paolo Romagnani, ROMAGNOSI, Giovanni Domenico, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 88, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2017. Modifica su Wikidata Opere di Gian Domenico Romagnosi / Gian Domenico Romagnosi (altra versione) / Gian Domenico Romagnosi (altra versione), su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Modifica su Wikidata (EN) Opere di Gian Domenico Romagnosi / Gian Domenico Romagnosi (altra versione), su Open Library, Internet Archive. Modifica su Wikidata Robertino Ghiringhelli, Romagnosi, Gian Domenico, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2012. Carla De Pascale, Romagnosi, Gian Domenico, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2012. Controllo di autorità VIAF (EN) 88599457 · ISNI (EN) 0000 0001 0785 2984 · SBN IT\ICCU\CFIV\078934 · LCCN (EN) n80094512 · GND (DE) 118791052 · BNF (FR) cb121743794 (data) · BAV (EN) 495/36 · CERL cnp01328995 · WorldCat Identities (EN) lccn-n80094512 Biografie Portale Biografie Diritto Portale Diritto Filosofia Portale Filosofia Risorgimento Portale Risorgimento Categorie: Giuristi italiani del XVIII secoloGiuristi italiani del XIX secoloFilosofi italiani del XVIII secoloFilosofi italiani del XIX secoloEconomisti italianiNati nel 1761Morti nel 1835Nati l'11 dicembreMorti l'8 giugnoNati a Salsomaggiore TermeMorti a MilanoPersonalità del RisorgimentoMassoniStoria del dirittoAccademici italiani del XIX secoloStudenti dell'Università degli Studi di ParmaProfessori dell'Università degli Studi di ParmaProfessori dell'Università degli Studi di PaviaFondatori di riviste italianeDirettori di periodici italianiStudiosi di diritto amministrativo del XIX secoloStudiosi di diritto penale del XVIII secoloStudiosi di diritto penale del XIX secolo. Gian Domenico Romagnosi. Romagnosi Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Romagnosi," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51684466767/in/photolist-2mPpwbZ-2mLH24C-2mPE3Bq-2mKbpiZ

 

Romanoto be identified.

 

Grice e Roncaglia – alla palestra – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma), filosofo --  è figlio del filologo Aurelio Roncaglia, nipote dell'omonimo musicologo Gino Roncaglia e fratello dell'economista Alessandro Roncaglia.  Laureatosi in filosofia a Roma, è stato allievo di Gregory e  Maierù. Consegue il perfezionamento in Informatica umanistica, sempre presso la Sapienza. Consegue poi il dottorato in Filosofia a Firenze. Insegna Editoria digitale e Digital Humanities a 'Roma.  In precedenza, era stato prima ricercatore, poi professore associato a Tuscia, dove ha diretto un master in learning e corsi di perfezionamento su Book e futuro del libro e sul web semantico. Eera stato documentarista bibliotecario presso l'Archivio Storico della Camera dei deputati, occupandosi dei primi progetti di digitalizzazione della documentazione storica.  Fra i pionieri dell'uso di Internet in Italia e della riflessione sulle sue potenzialità culturali (in particolare nel settore dell'editoria e degli ebook), è socio fondatore dell'Associazione culturale Liber Liber. È stato autore con Calvo,  Ciotti e Zela della fortunata serie di manuali su Internet pubblicati dalla casa editrice Laterza (sei edizioni e oltre venti ristampe). Oltre che sul mondo del web, sull'editoria digitale e sulle culture di rete, ha pubblicato numerosi studi e ricerche anche sulla storia della logica fra il Medioevo e Leibniz.  In ambito televisivo è stato fra gli autori della trasmissione Rai MediaMente e di numerosi altri programmi televisivi legati al mondo delle nuove tecnologie e delle reti, nonché dei programmi culturali Nautilus e Zettel Filosofia in movimento in onda a partire dal gennaio  sul canale Rai Scuola. Con Casati è autore di un progettodenominato Wikilexper l'uso di strumenti wiki nel drafting normativo, in un contesto di democrazia partecipata.  Ha fatto parte dal settembre  del Comitato tecnico-scientifico per le biblioteche e gli istituti culturali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, da cui si è dimesso per protesta nel maggio. Altre opere: “L'età della frammentazione: cultura del libro e scuola digitale” (Roma-Bari:Laterza,); “L'editoria fra cartaceo e digitale” (Milano: Ledizioni); “La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro” (Roma-Bari: Laterza); “Lingua e tecnologia. Usi della lingua e strumenti di rete, in Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Il libro dell'anno,  Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Google Book Search e le politiche di digitalizzazione libraria. Digitalia,  Dai metadati all'harvesting. La gestione di risorse informative attraverso repository interoperabili. Culture del testo e del documento,  Internet,  Manuale per l'uso della rete, con Calvo, Ciotti, e Zela. Roma-Bari: Laterza, Blogosfera e feed RSS. Una palestra per il Semantic web? Networks. Rivista di filosofia dell'intelligenza artificiale e scienze cognitive,  Frontiere di rete. Internet, cosa c'è di nuovo?” (Roma-Bari: Laterza); “Il mondo digitale. Introduzione ai nuovi media” (Roma-Bari: Laterza); “Palaestra Rationis. Discussioni su natura della copula e modalità” (Firenze: Olschki. Università Roma Tre. Dimissioni organi consultivi MiBACT. Note a margine del concorso per 500 funzionari del Ministero Beni Culturali: mezzo bibliotecario per ogni biblioteca? E la tutela di libri e manoscritti chi la fa?, su aib. 23 agosto .  Opere su Liber Liber,  su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Gino Roncaglia, .  Registrazioni di Gino Roncaglia, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Il sito-blog del libro La quarta rivoluzione, su ebooklearn.com. L’Open Archive dell’Università della Tuscia, contenente le sue pubblicazioni, su dspace.unitus.  Il sito del corso di perfezionamento su futuro del libro, e-book ed editoria digitale, su ebooklearn.com. Il sito del master in E-Learning dell’Università della Tuscia, su masterunitus.com. Il sito del progetto Wikilex, su merzspace.net. Gino Roncaglia: memoria e supporti digitali, sul  RAI Filosofia, su filosofia.rai. Roncaglia. Keywords: palestra. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Roncaglia” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736744995/in/datetaken/1   

 

Grice e Ronchi – filosofia della comunicazione – filosofia italiana – By Luigi Speranza (Forlì). Flosofo. Si laurea a Bologna e conseguito il dottorato a Milano sotto la guida di Sini. Professore ad Aquila a all’Istituto di ricerca di psicanalisi applicate. Tiene corsi in varie università  e collabora con diversi centri di ricerca. È direttore di due collane: “Filosofia al presente” per Textus Edizioni di L’Aquila e “Canone Minore” per Mimesis Edizioni di Milano e dal  dirige la scuola di filosofia Praxis a Forlì.  È membro del Consiglio di amministrazione della Société des amis de Bergson e collabora con i servizi culturali di Rai Radio Tre e con il sito Doppiozero.  I suoi primi lavori sono dedicati a Bataille, Levinas, e Blanchot. Un sapere passionale) e alla questione della comunicazione intesa filosoficamente come partecipazione alla verità e fondamento ontologico della stessa pratica filosofica (Teoria critica della comunicazione: dal modello veicolare al modello conversativo, -- Grice: “I like ‘conversativo.”Almost a Spoonerism for ‘conservative’!” -- Filosofia della comunicazione. Il mondo come resto e come teogonia. Più in particolare,  ha proposto una revisione del modello veicolare o standard della comunicazione e una critica al paradigma linguistico del vivente. Al problema della raffigurazione e al suo rapporto col dicibile nel pensiero occidentale antico, moderno e contemporaneo è invece dedicato “Il pensiero bastardo: figurazione dell’invisibile e comunicazione indiretta.” Grice: “This shows a distinction between ‘ingelese italianato.’ To call indirect communication bastard would be a bit too much at Oxford!” --. Grazie ai suoi studi su Bergson Ronchi si è segnalato come una voce significativa della cosiddetta “Bergson renaissance”. – cf. Grice, “Speranza e la cosidddetta “Grice renaissance””. Nei suoi lavori (Bergson filosofo dell’interpretazione, Bergson. Una sintesi, ), guarda a Bergson come a un filosofo in grado di dare risposta a questioni tuttora aperte del dibattito filosofico. Bergson non è, come si crede, un filosofo irrazionalista, spiritualista, ostile alla scienza e ai suoi metodi. Per lui la filosofia è un metodo rigorosamente empirista, che consente la massima precisione possibile nella descrizione dei fenomeni. Bergson è anzi il filosofo che ha cercato di emancipare la scienza da quanto di “metafisico” era ancora inconsapevolmente presente nelle sue pratiche. Con le sue celebri nozioni di “durata” e di “memoria” (cfr. Grice, “Personal identity: my debt to Bergson”)  ha costruito un nuovo modello di intelligibilità del divenire, alternativo a quello aristotelico, in grado finalmente di spiegare, senza riduzionismi, il “vivente” quale era stato descritto dalla biologia evoluzionista.  Il pensiero bergsoniano è presentato come uno snodo essenziale della filosofia del Novecento. La sua dirompente attualità è mostrata attraverso un confronto sistematico con la fenomenologia, l’esistenzialismo, l’ermeneutica, il pensiero della differenza e l'epistemologia della complessità. Al tempo stesso però,  Bergson è ricollocato dall’autore all’interno della tradizione filosofica occidentale, come un capitolo, tra i più alti, dell’indagine filosofica sulla natura: un capitolo che continua l’opera di quei filosofi e di quei teologi che, dai neoplatonici a Cusano fino a Grice e Gentile, hanno provato a pensare la natura come vita vivente e come divinità immanente.  Impegnato in una definizione e riabilitazione del filosofico contro il pericolo della sua dismissione (Come fare: per una resistenza filosofica, ), proprio grazie al confronto con Bergson e ai filosofi “amici” di quest’ultimo (Grice, James, Whitehead, Deleuze, and Grice’s immediate sources: Gallie and Broad),  è venuto definendo la sua posizione filosofica inscrivendola in una costellazione ben precisa, ancorché minoritaria (Canone minore: verso una filosofia della natura, ). Empirismo radicale, realismo speculativo e “pragmatica” “trascendentale” sono le definizioni che, più di altre, esprimono il senso e la direzione della sua ricerca, improntata com'è a criticare quella che chiama “la linea maggiore della filosofia” e che definisce dualistica, soggettivistica e antropocentrica. In una parola: moderna.  Da Kant sino a Derrida, la filosofia moderna è stata infatti caratterizzata dal primato accordato alla finitudine, alla contingenza, all'intenzionalità griceiana, alla negazione e al linguaggio e la semiotica. La filosofia maggiore è, in fondo, un’antropologia cui oppone una filosofia del processo radicalmente monista e immanentista che contesta la tesi dell' "eccezione umana" e che non pone come apriori il principio della correlazione soggetto-mondo (anche nella versione offertane dall'ermeneutica e dalla fenomenologia). Alla svolta trascendentale kantiana è opposta quella cosmologica whiteheadiana e, al dispositivo aristotelico potenza/atto, dispositivo insufficiente a cogliere la natura naturans, la nozione di gentiliana di “actus purus”. La linea minore è, infatti, anche e soprattutto una linea megarica che, alla potenza logico-linguistica e umana troppo umana dei contrari, sostituisce una potenza che non può non esercitarsi (sia essa quella dell’Uno di Plotino, della sostanza di Spinoza o della durata di Bergson). La filosofia “minore” è una filosofia del processo (categoria che oppone all’aristotelica Kinesis) che, pur confutando il nulla e il possibile come pseudo-problemi, non sacrifica il carattere creativo e dinamico del reale. Il problema filosofico del rapporto Uno-moltida sempre al centro della riflessione cioè risolto nei termini di una cogenerazione reciproca fra i differenti per natura, in cui questa differenza non di grado tra il principio e il principiato funziona come causa dell’immediato essere uno dei molti ed esser molti dell’uno, ossia come la causa di quella unità cangiante di tutte le cose che  chiama “immanenza assoluta”.  Opere: Bataille, Lévinas, Blanchot: un sapere passionale (Spirali, Milano) Bergson filosofo dell'interpretazione (Marietti, Genova) Luogo comune. Verso un'etica della scrittura (EGEA, Università Bocconi Editorr) La scrittura della verità. Per una genealogia della teoria (Jaca, Milano) La verdad en el espyo. Les présocraticos y el alba de la philosophia, Akal, Madrid) Il pensiero bastardo: figurazione dell'invisibile e comunicazione indiretta (Marinotti, Milano. Teoria critica della comunicazione: dal modello veicolare al modello conversativo (Mondadori, Milano) Grice: “As I say, I like ‘conversativo;’ perhaps I should adopt it! ‘conversative,’ rather than the pompous ‘conversational’!). Liberopensiero. Lessico filosofico della contemporaneità (Fandango Libri, Roma) Filosofia della comunicazione: il mondo come resto e come teogonia (Bollati Boringhieri, Torino) Bergson. Una sintesi (Marinotti, Milano ) Come fare. Per una resistenza filosofica (Feltrinelli, Milano ) Brecht. Introduzione alla filosofia (et al., Correggio ) Zombie outbreak: la filosofia e i morti-viventi (Textus Edizioni, L'Aquila ) Gilles Deleuze. Credere nel reale (Feltrinelli, Milano ) Il canone minore: verso una filosofia della natura (Feltrinelli, Milano ), Brecht. Tre dispositivi (Orthotes, Napoli ), Bergson, Whitehead, realismo speculative, Deleuze Scuola megarica, Sini, Gentile. Ronchi. Keywords: filosofia della comunicazione. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ronchi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736047293/in/datetaken/

 

Rosatti Marcello vitali rosatti --

 

Rosselli (Roma). Filosofo. Important Italian philosopher. There is a Rosselli Circle in Rome. Fu il teorico del "socialismo liberale", un socialismo riformista non marxista direttamente ispirato dal laburismo britannico e dalla tradizione storico-politica, italiana e non, del radicalismo liberale e libertario. Fondò a Firenze il foglio clandestino Non Mollare e nel 1926, insieme al socialista Pietro Nenni, la rivista milanese Il Quarto Stato. Fondò nel 1929 a Parigi il movimento antifascista Giustizia e Libertà, che nel 1936 combatté per la Repubblica nella Guerra civile spagnola, all'interno della Colonna Italiana Rosselli, costituita assieme agli anarchici. Nel 1937 fu ucciso in Francia insieme con il fratello Nello da assassini legati al regime fascista.  Magnifying glass icon mgx2.svg Fratelli Rosselli.  Nello Rosselli La nascita, la guerra e gli studi  Amelia Pincherle, madre di Carlo. Rosselli nacque a Roma  il 16 novembre del 1899 da un'agiata famiglia ebraica, secondogenito dei tre figli del livornese Giuseppe Emanuele "Joe" Rosselli (10 agosto 1867Firenze) e della veneziana Amelia Pincherle (16 gennaio 1870Firenze, 26 dicembre 1954), sorella di Carlo Pincherle, architetto e pittore, oltreché padre dello scrittore Alberto Moravia. Sia la famiglia paterna che quella materna, fermamente legate agli ideali repubblicani e mazziniani, erano state politicamente attive, avendo partecipato alle vicende del Risorgimento italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura moglie di Ernesto Nathan (Sindaco di Roma dal novembre del 1907 al dicembre del 1913), fu un seguace e stretto collaboratore di Giuseppe Mazzini nei suoi ultimi anni di vita (morì difatti in clandestinità nella sua casa pisana) ed un Pincherle fu nominato ministro durante la breve esperienza della Repubblica di San Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito d'una massiccia insurrezione anti-asburgica guidata da Daniele Manin e Niccolò Tommaseo.  I Rosselli avevano abitato per un considerevole periodo a Vienna, dove Giuseppe Emanuele aveva studiato composizione musicale e dove, nel 1895, era nato il primogenito Aldo Sabatino. In seguito, si trasferirono a Roma, dove il padre, rinunciando alle sue aspirazioni artistiche, si dedicò alla vita mondana, mentre la madre ottenne dei discreti successi come autrice di drammi teatrali. Qui, dopo la propria nascita, venne alla luce, l'anno seguente, il terzogenito Sabatino Enrico "Nello".  I due coniugi si separarono: le condizioni economiche della famiglia avevano subito un grave tracollo a causa della leggerezza del padre. Amelia si trasferì con i suoi tre figli a Firenze, dove frequentarono le scuole: Carlo mostrò in quel periodo poco interesse per gli studi e la madre lo ritirò dal ginnasio, facendogli frequentare le scuole tecniche. Mmorì il padre.  L'entrata in guerra dell'Italia, nel 1915, fu accolta con entusiasmo dalla famiglia Rosselli, decisamente interventista. Il fratello Aldo fu arruolato come ufficiale di fanteria e morì in combattimento nel 1916, ricevendo una medaglia d'argento alla memoria. Carlo, ancora studente, collaborava al foglio di propaganda «Noi giovani», fondato dal fratello Nello, anche se l'editoriale Il nostro programma, che aprì in gennaio il primo numero del giornale, fu redatto con buone probabilità assieme a Carlo.  Il manifesto, che l'ingenuità di due ragazzi indirizzava verso una fiduciosa speranza in un mondo migliore, proponeva sin da allora alcuni tratti fondamentali della personalità di Carlo, ossia un amore incondizionato per l'umanità e la spinta all'azione nel solco dello spirito mazziniano, che lo inserisce nel filone dell'interventismo democratico. Per «Noi giovani», licenziò i primi articoli, uno in aprile sulla rivoluzione russa di febbraio, il secondo nel mese successivo vertente sull'entrata in guerra degli Stati Uniti.  Il primo saggio, “Libera Russia”, esalta il risveglio del paese di Gorkij, Tolstoj e Dostoevskij, supremi interpreti di un rinnovamento in atto già dal secolo precedente, per cui la rivoluzione di febbraio non era che il punto culminante di una lunga preparazione all'avvento di una società più giusta. Vi «era tutta una massa che saliva lentamente, inesorabilmente. La marcia si poteva ritardare ma non impedire». Dei recentissimi eventi, inoltre, viene esaltata la componente "pacifica", la loro attuazione relativamente non violenta.  L'articolo Wilson mostra tutta la fiducia nutrita per l'uomo che definì il conflitto come «a war to end wars» (una guerra per porre fine alle guerre), uno slogan che rappresentava bene le speranze di Carlo e di tutta la famiglia Rosselli.  In giugno fu chiamato alle armi: frequentò a Caserta il corso allievi ufficiali e venne assegnato a un battaglione di alpini in Valtellina. La guerra finì senza che egli avesse dovuto sottomettersi al battesimo del fuoco e venne congedato col grado di tenente nel febbraio 1920.  Il contatto con i giovani militari appartenenti ai ceti più popolari fu molto importante per Rosselli e per altri studenti come lui: «apprezzarono la massa furon posti in grado di comprendere tante cose che sarebbero loro certamente sfuggite nel loro isolamento di classe o di professione».   Gaetano Salvemini Diplomatosi all'Istituto tecnico, si iscrisse a Firenze al corso di Scienze sociali, laureandosi a pieni voti il 4 luglio 1921 con una tesi sul sindacalismo e si preparò a sostenere anche gli esami di maturità classica per ottenere il diritto di frequentare altri corsi universitari. Tramite il fratello Nello aveva conosciuto Gaetano Salvemini, professore dell'Università fiorentina, che sarà da allora un costante punto di riferimento per entrambi i fratelli. Gli fece rivedere la sua tesi, che Salvemini giudicò «non un'opera critica, equilibrata, sostanziosa», ma in essa «era incapsulata un'idea fondamentale: la ricerca di un socialismo che facesse sua la dottrina liberale e non la ripudiasse».  In questo periodo si avvicinò al Partito Socialista Italiano, simpatizzando, in contrapposizione all'allora maggioritaria corrente massimalista di Giacinto Menotti Serrati, per quella riformista di Filippo Turati, che egli ebbe poi modo di conoscere personalmente a Livorno nel 1921, durante lo svolgimento del Congresso nazionale del Partito, che sancì la definitiva scissione dell'ala di sinistra interna filo-bolscevica del Partito, che prenderà il nome di Partito Comunista d'Italia, e scrisse svariati articoli per la sua rivista Critica Sociale.  L'avvento del fascismo e l'inizio della lotta Mussolini salì al potere; i riformisti di Turati vennero espulsi dal PSI.  In dicembre Carlo Rosselli si trasferì a Torino, dove frequentò il gruppo della rivista gobettiana «La Rivoluzione liberale», in quel momento fortemente impegnata in senso antifascista, e con la quale incominciò a collaborare. Conobbe Giacomo Matteotti, segretario dell'appena fondato Partito Socialista Unitario, nel quale erano confluiti Piero Gobetti e la componente riformista espulsa dal PSI.   E. Rossi. A Firenze, il gruppo dei socialisti liberali che si raccoglieva intorno alla figura carismatica di Salvemini inaugurò il «Circolo di Cultura». Oltre ai Rosselli vi erano: Piero Calamandrei, Enrico Finzi, Gino Frontali, Piero Jahier, Ludovico Limentani, Alfredo Niccoli ed Ernesto Rossi. Gli ex-combattenti del circolo aderirono all'associazione antifascista Italia libera.  Qualche mese dopo, si laurea a Siena, con la tesi “Prime linee di una teoria economica dei sindacati operai” e parte per Londra, stimolato dal desiderio di conoscere la capitale del laburismo, di seguire i seminari della Fabian Society e di assistere, a Plymouth, al congresso delle Trade Unions. A Londra vi era anche Salvemini, che teneva un corso sulla storia della politica estera italiana al King's College.  Tornato in Italia in ottobre, grazie anche ai buoni uffici di Salvemini, si impiegò come assistente volontario nella Facoltà di economia dell'Università Bocconi a Milano, dove trasferì il suo domicilio. Proseguì la sua collaborazione alla «Critica Sociale» di Turati: in novembre vi pubblicò un articolo, invitando il Partito socialista a rompere con il marxismo, che egli giudicava espressione di «cieco e tortuoso dogmatismo», per mettersi piuttosto sulla linea di un «sano empirismo all'inglese».  Nel febbraio del 1924, inaugurò la sua collaborazione con la rivista della Federazione giovanile del PSU, «Libertà», scrivendo proprio un articolo sul movimento laburista inglese. Pochi mesi dopo il delitto Matteotti s'iscrisse al P.S.U. Spera invano che in Italia si costituisse una seria opposizione antifascista moderata in grado di offrire un'alternativa politica alla borghesia che guarda con simpatia al fascismo: una di queste avrebbe potuto essere l'Unione democratica nazionale di Giovanni Amendola, alla quale aderì il fratello Nello. In settembre Carlo era in Inghilterra, da dove inviava al giornale del PSU, la «Giustizia», le corrispondenze sull'evolversi della situazione politica inglese, successiva alla vittoria elettorale dei conservatori e alla rottura dell'alleanza tra laburisti e liberali.   Piero Calamandrei Era pessimista sulle condizioni politiche dell'Italia: la secessione aventiniana non produceva effetti, con i suoi sterili tentativi di accordo con il re, con i generali e i fascisti dissidenti. Del resto i fascisti stavano reagendo e lo dimostrarono anche devastando il «Circolo di Cultura» di Salvemini che, come non bastasse, venne chiuso dal prefetto con una singolare motivazione: «la sua attività provoca il giusto risentimento del partito dominante».  Lasciato l'incarico alla Bocconi, Rosselli passò a insegnare Istituzioni di economia politica a Genova. Scrisse a Salvemini: «forse non avrà apparentemente alcuna positiva efficacia, ma io sento che abbiamo da assolvere una grande funzione, dando esempi di carattere e di forza morale alla generazione che viene dopo di noi». Appare così, nel gennaio 1925, con la collaborazione di Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, Piero Calamandrei, Nello Traquandi, Dino Vannucci e di Nello Rosselli, che ne ha proposto il nome, il foglio clandestino Non Mollare.   Alcuni redattori della rivista Non Mollare nel 1925: Nello Traquandi, Tommaso Ramorino, Carlo Rosselli, Ernesto Rossi, Luigi Emery, Nello Rosselli. In maggio  la denuncia di un tipografo provocò la repressione e la dispersione di alcuni tra i redattori del foglio: Ernesto Rossi riuscì a fuggire a Parigi, il Vannucci in Brasile, Salvemini fu arrestato l'8 giugno a Roma e denunciato per «vilipendio del governo». In attesa del processo, messo in libertà provvisoria, a causa delle minacce dei fascisti, a luglio passò la notte a Firenze, in casa dei Rosselli, che non erano ancora fra i sospettati: gli squadristi però, venuti a conoscenza del fatto, devastarono l'abitazione il giorno dopo. Scrisse Rosselli a Giovanni Ansaldo: «Io sono di ottimo umore e l'altra sera ho financo bevuto alla distruzione compiuta! Se i signori fascisti non hanno altri moccoli, possono andare a dormire: aspetteranno a lungo la mia rinuncia alla lotta».  Ormai preso di mira dai fascisti, Rosselli fu aggredito a Genova mentre si recava all'Università e poi disturbato durante la sua lezione, con la richiesta del suo allontanamento. Nel luglio del 1926 si attivò infine lo stesso Ministro dell'economia, Giuseppe Belluzzo, che chiese il suo licenziamento. A questo punto, preferì dimettersi.  Pochi giorni dopo, il 25 aprile, a Firenze, sposò con rito civile Marion Catherine Cave, una giovane laburista inglese che era venuta a Firenze a insegnare lingua inglese nel British Institute, conosciuta da Rosselli al Circolo della Cultura salveminiano.   MilanoLapide commemorativa: «In via Ancona 2 visse nel 1926 il martire antifascista Carlo Rosselli e qui ebbe sede la redazione del Quarto Stato rivista socialista a difesa della libertà e della democrazia». I due sposi vissero a Milano, dove Carlo aveva fondato insieme con Pietro Nenni la rivista «Il Quarto Stato», il cui primo numero uscì il 27 marzo 1926. La rivista avrà vita breve, venendo chiusa a novembre con l'entrata in vigore della legge sui «provvedimenti per la difesa dello Stato».  Scopo della pubblicazione era il tentativo di rappresentare un punto d'incontro di tutte le forze socialiste e di sviluppare temi di politica culturale al cui centro fosse «il perfezionamento della personalità umana» e l'elevamento della «vita spirituale e materiale» dei cittadini.  Il 26 novembre 1925 Rosselli, con Claudio Treves e Giuseppe Saragat costituì un triumvirato che, costituì clandestinamente il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI), che prese il posto del P.S.U., sciolto d'imperio dal regime fascista, il 14 novembre, a causa del fallito attentato a Mussolini da parte del suo iscritto Tito Zaniboni, avvenuto il 4 novembre precedente.  Il confino e la fuga da Lipari  Lorenzo De Bova, Filippo Turati, Carlo Rosselli, Sandro Pertini e Ferruccio Parri a Calvi in Corsica dopo la fuga in motoscafo da Savona.  Filippo Turati Alla fine del 1926 organizzò con Italo Oxilia, Sandro Pertini e Ferruccio Parri l'espatrio di Filippo Turati a Calvi in Corsica, con un motoscafo partito da Savona. Mentre Turati, Pertini e Oxilia proseguirono per Nizza, Parri e Rosselli, ritornati con il motoscafo a Marina di Carrara, furono arrestati, nonostante tentassero di sostenere di essere reduci da una gita di piacere.  Rosselli fu accusato anche di aver favorito la fuga in Svizzera di Giovanni Ansaldo, di Claudio Silvestri, di Claudio Treves e di Giuseppe Saragat.  Venne detenuto nelle carceri di Como  poi inviato al confino di Lipari in attesa del processo.  L'8 giugno nacque suo figlio Giovanni Andrea "John". Quando Carlo fu ricondotto da Lipari a Savona per essere processato, nell'isola siciliana giungeva il fratello Nello, condannato a 5 anni di confino.  Al processo, che si aprì il 9 settembre, Rosselli si difese attaccando il regime: «il responsabile primo e unico, che la coscienza degli uomini liberi incrimina è il fascismo [...] che con la legge del bastone, strumento della sua potenza e della sua Nemesi, ha inchiodato in servitù milioni di cittadini, gettandoli nella tragica alternativa della supina acquiescenza o della fame o dell'esilio».  La sentenza, rispetto alle previsioni, fu mite: dieci mesi di reclusione e, avendone già scontati otto, Rosselli avrebbe potuto essere presto libero, ma le nuove leggi speciali permisero alla polizia di infliggergli altri 3 anni di confino da scontare a Lipari. Emilio Lussu Lì venne raggiunto dalla moglie e dal figlio: la vita al confino trascorreva con le letture di Croce, di Mondolfo, dell'epistolario di Marx ed Engels e di Kant.  Intanto, si preparava la fuga, che venne organizzata da Parigi dall'amico di Salvemini Alberto Tarchiani. Evase dall'isola, insieme con Francesco Fausto Nitti ed Emilio Lussu, con un motoscafo guidato dall'amico Italo Oxilia diretto in Tunisia, da cui poi i fuggiaschi raggiunsero la Francia.   Francesco Fausto Nitti Nitti narrerà l'avventurosa evasione nel libro Le nostre prigioni e la nostra evasione, pubblicato quello stesso anno in inglese col titolo di Escape e in edizione italiana nel 1946, mentre Rosselli racconterà le vicende del confino e dell'evasione in Fuga in quattro tempi.  La moglie Marion, che aspettava la seconda figlia, Amelia "Melina", nata il successivo 28 marzo, venne in un primo tempo arrestata per complicità, ma presto fu rilasciata.  A Parigi, con Lussu, Nitti, e un gruppo di fuoriusciti organizzati da Salvemini, fu fra i fondatori del movimento antifascista "Giustizia e Libertà". GL pubblicò diversi numeri della rivista e dei quaderni omonimi (con cadenza settimanale e mensile) e fu attiva nell'organizzazione di diverse azioni dimostrative, tra cui il volo sopra Milano di Bassanesi nel 1930.  Nello stesso anno pubblicò, in francese, Socialisme liberal. Il libro è una critica appassionata del marxismo ortodosso, colonna portante della stragrande maggioranza dei vari schieramenti politici socialisti dell'epoca. Il "socialismo liberale" propugnato da Rosselli si caratterizza quale una creativa sintesi della tradizione del marxismo revisionista, democratico e riformista (quello, tra gli altri, di Eduard Bernstein, Werner Sombart, Turati e Treves), ed il socialismo non marxista, libertario e decentralista (come quello di F. Merlino, Salvemini, G. Cole, R. awney e O. Jászi); il testo, però, contiene anche un attacco dirompente contro lo stalinismo della Terza Internazionale che, con la formula del "socialfascismo", accomunava socialdemocrazia, liberalismo "borghese" e fascismo.  Non stupisce perciò che uno fra i più importanti stalinisti, Palmiro Togliatti, abbia definito "Socialismo liberale" un "magro libello antisocialista" e Rosselli "un ideologo reazionario che nessuna cosa lega alla classe operaia".   Il logo di Giustizia e Libertà Nell'ottobre del 1931 Giustizia e Libertà aderì alla Concentrazione Antifascista, unione di tutte le forze antifasciste non comuniste (repubblicani, socialisti, CGL) che intendeva promuovere e coordinare dall'estero ogni possibile azione di lotta al fascismo in Italia; si iniziarono a pubblicare i "Quaderni di Giustizia e Libertà".  Dopo l'avvento del nazismo in Germania nel 1933, GL sostenne la necessità di una rivoluzione preventiva per rovesciare i regimi fascista e nazista prima che questi portassero a una nuova tragica guerra, che a GL sembrava l'inevitabile destino dei due regimi.  L'impegno nella guerra civile spagnola  Bandiera della Colonna Italiana, nota anche come Centuria Giustizia e Libertà, che sostenne i repubblicani nella guerra civile spagnola. Nel 1936 scoppiò in Spagna la guerra civile tra i rivoltosi dell'esercito filo-monarchico, che effettuarono un colpo di Stato, e il legittimo governo repubblicano del Fronte Popolare di ispirazione marxista. Rosselli fu subito attivo nel sostegno alle forze repubblicane, criticando l'immobilismo di Francia e Inghilterra, mentre fascisti e nazisti aiutavano Francisco Franco con uomini e armi agli insorti.  Nell'agosto combatté la sua prima battaglia in Spagna, nei dintorni di Huesca sul fronte di Aragona; cercò poi di costituire un vero e proprio battaglione (intitolato a Giacomo Matteotti).  La prima formazione italiana, che prenderà poi, dopo l'uccisione dei due fratelli, il nome di Colonna Italiana Rosselli, annoverava tra i 50 e i 150 uomini, reclutati fra gli esuli italiani in Francia dal movimento Giustizia e Libertà e dal Comitato Anarchico Italiano Pro Spagna; tra questi c'erano anche gli anarchici Umberto Marzocchi e Camillo Berneri. Umberto Marzocchi scrisse un libro sulla comune esperienza antifascista di anarchici e di militanti di Giustizia e Libertà, "Carlo Rosselli e gli anarchici".  In un discorso a Radio Barcellona, Rosselli pronuncia la frase che poi diverrà il motto degli antifascisti italiani: "Oggi qui, domani in Italia":  «È con questa speranza segreta che siamo accorsi in Ispagna. Oggi qui, domani in Italia. Fratelli, compagni italiani, ascoltate. È un volontario italiano che vi parla dalla Radio di Barcellona. Non prestate fede alle notizie bugiarde della stampa fascista, che dipinge i rivoluzionari spagnuoli come orde di pazzi sanguinari alla vigilia della sconfitta. A contrasti con gli anarchici si dimette da comandante della Colonna e nel gennaio 1937 fonda il battaglione Matteotti.  Soggiorna a Bagnoles-de-l'Orne per delle cure termali, località dove fu raggiunto dal fratello Nello.  I due furono uccisi da una squadra di cagoulards, miliziani della Cagoule, formazione eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e di Galeazzo Ciano; con un pretesto vennero fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche di pistola: Carlo morì sul colpo, Nello (colpito per primo) venne finito con un'arma da taglio.. I corpi vennero trovati due giorni dopo; i colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti a essere prosciolti.  I fratelli Rosselli furono sepolti nel cimitero monumentale parigino del Père Lachaise, ma nel 1951 i familiari ne traslarono le salme in Italia, nel Cimitero Monumentale di Trespiano, nel piccolo borgo omonimo, comune di Firenze, sulla via Bolognese.  L'anziano Salvemini tenne il discorso commemorativo funebre, alla presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi. La tomba dei due eroi dell'antifascismo si trova nel riquadro subito a destra dell'ingresso.  Nello stesso cimitero sono sepolti anche Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei e Spartaco Lavagnini.  La tomba riporta il simbolo della "spada di fiamma", emblema di GL, e l'epitaffio scritto da Calamandrei. GIUSTIZIA E LIBERTA' PER QUESTO MORIRONO PER QUESTO VIVONO. L'unico suo saggio pubblicato mentre era in vita è "Socialismo liberale", scritto durante il confino a Lipari, in una situazione di semi-prigionia. Questo saggio si pone in una posizione eretica rispetto ai partiti della sinistra italiana del suo tempo (per i quali Il Capitale di Marx, variamente interpretato, era ancora considerato come la Bibbia).  Indubbiamente è presente l'influsso del laburismo inglese, da lui ben conosciuto. In seguito ai successi elettorali del partito laburista, Rosselli era infatti convinto che l'insieme delle regole della democrazia liberale fossero essenziali non solo per raggiungere il socialismo, ma anche per la sua concreta realizzazione (mentre nella tattica leninista queste regole, una volta preso il potere, debbono essere accantonate): pertanto, la sintesi del pensiero rosselliano è: "il liberalismo come metodo, il socialismo come fine". C. Pisacane, L'idea di rivoluzione propria della dottrina marxista era fondata sulla concezione della dittatura del proletariato (che, in realtà, già ai tempi di Rosselli si sta traducendo, in Unione Sovietica, nella dittatura del vertice di un solo partito). Essa viene respinta da Rosselli, a favore di una rivoluzione che, come si nota nel programma di GL, è un sistema coerente di riforme strutturali mirate alla costruzione di un sistema socialista che non rinnega, ma anzi esalta, la libertà individuale e associativa. Nella riflessione degli ultimi anni, Rosselli, alla luce dell'esperienza spagnola (difesa dell'organizzazione sociale di Barcellona compiuta dagli anarchici durante la guerra civile) e dell'avanzata del nazismo, radicalizza le sue posizioni libertarie.  Rosselli, influenzato dalle idee di Mazzini e di Carlo Pisacane, propugna il socialismo liberale: il fine è il socialismo, il metodo il liberalismo, un metodo che garantisce la democrazia e l'autogoverno dei cittadini. Il liberalismo deve svolgere una funzione democratica, il "metodo liberale" è il complesso di regole del gioco che tutte le parti in lotta si impegnano a rispettare, regole dirette ad assicurare la pacifica convivenza dei cittadini, delle classi, degli Stati, a contenere le lotte (peraltro desiderabili se limitate). La violenza è giustificabile come risposta ad altra violenza (per questo era giusta la lotta contro il franchismo e sarebbe stata auspicabile in Italia una rivoluzione violenta in risposta al fascismo); il socialismo è una logica conclusione del liberalismo: socialismo significa libertà per tutti. Rosselli ha fiducia che la classe del futuro sarà la classe proletaria, la borghesia deve fare da guida al proletariato: il fine è la libertà per tutte le classi.  Archivio RosselliBio, su archiviorosselli.  N. Tranfaglia, Carlo Rosselli dall'interventismo a Giustizia e Libertà, Bari, Laterza,  Il Circolo di Cultura fu rifondato nel settembre 1944, a liberazione di Firenze appena avvenuta, per iniziativa del Partito d'Azione e dei soci superstiti e intitolato ai Fratelli Rosselli. Assunse così il nome di Circolo di Cultura Politica Fratelli Rosselli. La sua prima manifestazione fu presieduta da Piero Calamandrei. Con questo nome è tuttora operante a Firenze. Con decreto del Presidente della Repubblica è stata costituita ed eretta in Ente Morale la Fondazione Circolo Rosselli per sostenerne l'attività.  A. Martino: Fuorusciti e confinati dopo l'espatrio clandestino di Filippo Turati nelle carte della R. Questura di Savona in Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria, Savona, e Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R.Questura, Gruppo editoriale L'espresso, Roma. Commissione di Milano, ordinanza contro Carlo Rosselli (“Intensa attività antifascista; tra gli ideatori del giornale clandestino Non Mollare uscito a Firenze. Favoreggiamento nell'espatrio di Turati e Pertini”). In: A. Pont, S. Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali, Milano (ANPPIA/La Pietra),  Cfr. Commissione di Firenze, ordinanza contro N. Rosselli (“Attività antifascista”). In: A. Pont, S. Carolini, L'Italia al confino  Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali,  Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra),  ICfr. La storia sotto inchiesta: Fuga da Lipari, un esilio per la liberta trasmesso da Rai Storia. Il discorso di Rosselli su Romacivica.net  in .  Giuseppe Fiori, Casa Rosselli, Einaudi); Mimmo Franzinelli, “Il delitto Rosselli”; “Anatomia di un omicidio politico, Mondadori, Milano). Altre opere: “Oggi in Spagna, domani in Italia” prefazione di Gaetano Salvemini, Edizioni di «Giustizia e libertà», Parigi, introduzione di Aldo Garosci, Einaudi, Torino, 1967. Scritti politici e autobiografici, prefazione di Gaetano Salvemini, Polis editrice, Napoli, Z. Ciuffoletti e V. Caciulli (Lacaita, Manduria); Lettere di Carlo e Nello Rosselli a Gaetano Salvemini, Nicola Tranfaglia, «Annali della Fondazione Luigi Einaudi, Torino. C. Rosselli, Socialismo liberale, Einaudi,  «Il Quarto Stato» di Pietro Nenni e Rosselli, Domenico Zucàro, SugarCo, Milano, Epistolario familiar, introduzione di Leo Valiani, prefazione di Zeffiro Ciuffoletti, SugarCo, Milano); Socialismo liberale, John Rosselli, introduzione di Norberto Bobbio, Einaudi, Torino); Socialismo liberale, J. Rosselli, introduzione e commento di N. Bobbio, «Attualità del socialismo liberale» e «Tradizione ed eredità del liberalsocialismo», seconda edizione Einaudi Tascabili. Saggi, 1Scritti dell'esilio. I. «Giustizia e libertà» e la concentrazione antifascista Costanzo Casucci, Collana Opere scelte di Carlo Rosselli, Einaudi, Torino (contiene una cronologia della vita e la  di C. Rosselli). Scritti politici, Z. Ciuffoletti e P. Bagnoli, Guida, Napoli, -- una grossa anteprima del libri consultabile in rete. Scritti dell'esilio. Dallo scioglimento della concentrazione antifascista alla guerra di Spagna, Costanzo Casucci, Einaudi, Torino (è riportata la cronologia della vita e una  di Carlo Rosselli, Liberalismo socialista e socialismo liberale, N. Terraciano (Galzerano, Casalvelino Scalo), Carlo e Nello Rosselli, Giustizia e libertà, Giuliana Limiti e Mario di Napoli, prefazione di Pietro Larizza, Roma, 1993, con la tesi di laurea di Carlo Rosselli sul «sindacalismo» (Firenze). Liberalsocialism, edited by Nadia Urbinati, translated by Williams McCuaig, Princeton University Press, Princeton, introduzione di Nadia Urbinati. Scritti scelti, Gian Biagio Furiozzi, “Quaderni del Circolo Rosselli”, n. 4/2000, Alinea Editrice, Firenze. Opere su Carlo Rosselli Gaetano Salvemini, "Carlo e Nello Rosselli", Edizioni di «Giustizia e libertà», Parigi, ora in "Scritti Vari", Giorgio Agosti e Alessandro Galante Garrone, Feltrinelli, Milano, 1Opere scelte di Gaetano Salvemini», vCultura e società nella formazione di Gaetano Salvemini, buona anteprima del pensiero di Salvemini con i rapporti con Carlo Rosselli e la grangia politica correlata Roberto Gremmo "Rosselli alla Cagoule" Silenzi e segreti d'un oscuro delitto politico. Edizioni Storia Ribelle, Biella . Aldo Garosci, "Vita di Carlo Rosselli", Edizioni U, Roma-Firenze-Milano  («Collezione Giustizia e Libertà»); nuova edizione Vallecchi, Firenze, Alessandro Levi, "Ricordi dei fratelli Rosselli", La Nuova Italia, Firenze («Quaderni del Ponte», 2). Stefano Merli, "Il dibattito socialista sotto il fascismo. Lettere di R. Morandi e Carlo Rosselli, Rivista storica del socialismo», ricompreso in Id., "Fronte antifascista e politica di classe. Socialisti e comunisti in Italia,  De Donato, Bari, Movimento operaio», 28). Nicola Tranfaglia, "Carlo Rosselli dall'interventismo all'antifascismo", «Dialoghi del XX», Cfr. il n. 8. informazioni su volume "Rosselli e l'Aventino: l'eredità di Giacomo Matteotti", «Il movimento di liberazione in Italia», Cfr. il n.8. stralcio di "Carlo Rosselli e l'Aventino"[collegamento interrotto] «L'opposizione diventava per la prima volta opposizione, minoranza; come minoranza, avrebbe potuto darsi una psicologia virile, d'attacco. Ma aveva troppi ex nelle sue file, era troppo appesantita da uomini che avevano gustato le gioie del potere e della popolarità.»  «Fu questo il miracolismo dell'Aventino. Credere di poter vincere con le armi legali l'avversario che ha già vinto sul terreno della forza. Pregustare le gioie del trionfo mentre si riceve la botta più dura. Evitare tutti i problemi. Gobetti dice. L’Aventino ha un mito, il mito della cautela" -- sperando che la borghesia dimentichi il '19 Quanto alle masse popolari, che si mostravano nei primi giorni in stato di effervescenza, guai a chi avesse tentato metterle in movimento! Solo i comunisti e le minoranze giovani chiesero lo sciopero generale. Ma le opposizioni non vollero, per non spaventare la borghesia e il sovrano. Carlo Rosselli dall'interventismo a «Giustizia e Libertà»", Laterza, Bari, Biblioteca di cultura moderna»); in appendice: scritti di Carlo Rosselli e Lettera di Carlo Rosselli a P. Nenni;"Carlo Rosselli dal processo di Savona alla fondazione di GL, Le fonti di «Socialismo liberale»", «Il movimento di liberazione in Italia», M.  Lolli, "Alcuni appunti per una lettura del «Socialismo liberale» di Rosselli", «Il pensiero politico», Santi Fedele, "Lo «Schema di programma» di «Giustizia e Libertà»,  «Belfagor», P. Bagnoli, "L'esperienza liberale di Carlo Rosselli,, Italia Contemporanea, L'antifascismo rivoluzionario dei «Quaderni di Giustizia e Libertà»", «Ricerche Storiche», Santi Fedele, "Storia della concentrazione anti-fascista prefazione di N.  Tranfaglia, Feltrinelli, Milano); M. Garbari, "I «vinti» della Resistenza. Nel quarantesimo del sacrificio di Carlo e Nello Rosselli", «Studi Trentini di Scienze Storiche», a"«Quarto Stato» di Pietro Nenni e Rosselli", Tavola rotonda fra R. Bauer, U. Grimaldi, G. Spadolini, D. Zucàro, «Critica Sociale», L. Valiani, "Il pensiero e l'azione di Carlo e Nello Rosselli", «Nuova Antologia», N. Tranfaglia, "Carlo Rosselli e l'antifascismo", «Mondo Operaio», a. XXX, nn. 7-8, luglio/Agosto Poi compreso. R. Vivarelli, "Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini", «Il pensiero politico», Poi compreso Giovanni Spadolini, "Carlo Rosselli nella lotta per la libertà", con lettere tra Egidio Reale e Carlo Rosselli, «Nuova Antologia», A.  Colombo, "Carlo Rosselli e il «Quarto Stato»", «Nord e Sud», a. XXIV, Terza serie, nn. 34-35, novembre-Dicembre. "Giustizia e Libertà nella lotta antifascista e nella storia d'Italia", Atti del convegno internazionale organizzato a Firenze dall'Istituto storico della Resistenza in Toscana, dalla Giunta regionale toscana, dal Comune di Firenze, dalla Provincia di Firenze, La Nuova Italia, Firenze, 1978. Riccardo Bauer, "Carlo Rosselli e la nascita di GL in Italia". J. Petersen, "Giustizia e Libertà in Germania". Pierre Guillen, "La risonanza in Francia dell'azione di GL e dell'assassinio dei fratelli Rosselli". F. Rosengarten, "Carlo Rosselli e Silvio Trentin, teorici della rivoluzione italiana". Max Salvadori, "Giellisti e loro amici degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale". Santi Fedele, "Giellisti e socialisti dalla fondazione di GL alla politica dei fronti popolari". Pier Giorgio Zunino, "Giustizia e Libertà e i cattolici". A. Garosci, "Le diverse fasi dell'intervento di Giustizia e Libertà nella guerra civile di Spagna. Parte III- Oggi in Spagna, domani in Italia". Umberto Marzocchi, "Carlo Rosselli e gli anarchici"; citazione sottostante da un articolo di Ugo Finetti «Infatti Rosselli considerava una barbarie le stragi di anarchici in Catalogna, tra cui l'uccisione di Camillo Berneri, l'anarchico che lo affiancava nella guida della Prima colonna italiana formata da tremila antifascisti, i primi accorsi in Spagna.»  e si ricorda, nel prosieguo, anche la ferma presa di posizione delle Brigate partigiane di Giustizia e Libertà quando Emilio Canzi fu rimosso da comandante unico della XIII zona operante nel piacentino e grazie a questa presa di posizione fu reintegrato dopo un breve arresto. Le Brigate partigiane di Giustizia e Libertà erano in gran parte influenzate dal pensiero di Rosselli.  Umberto Tommasini, "Testimonianza su Carlo Rosselli; Parte IV- L'eredità di Giustizia e Libertà". M. Piane, "Rapporti tra socialismo liberale e liberalsocialismo". Tristano Codignola, "GL e Partito d'azione". Nicola Tranfaglia, "C. Rosselli", in "Il movimento operaio italiano. Dizionario biograficoIV", Franco Andreucci e Tommaso Detti, Editori Riuniti, Roma, A.  Colombo, "C.  Rosselli e il socialismo liberale", «Il Politico», Poi compreso. Paolo Bagnoli, "Di un dissidio in «Giustizia e Libertà». Lettere inedite di Mario Levi, Renzo Giua, Nicola Chiaromonte, Carlo Rosselli, Aldo Garosci  «Mezzosecolo», n. 3, Centro studi Piero Gobetti, Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Annali 1Luigi Cirillo, "Il socialismo di Carlo Rosselli", Fasano, Cosenza); E.  Lussu, "Lettere a Carlo Rosselli e altri scritti di «Giustizia e Libertà»", M. Brigaglia, Editrice Libreria Dessì, Sassari .informazioni su Storia della Sardegna di Manlio Brigaglia, son presenti correlazioni fra i succitati personaggi. "Le componenti mazziniana e cattaneanea in Salvemini e nei Rosselli. La figura e l'opera di Giulio Andrea Belloni", Atti del Convegno di studi nel venticinquesimo anniversario della fondazione della Domus Mazziniana tenutosi a Pisa. Arti Grafiche Pacini & Mariotti, Pisa,  Comprende: A. Colombo, "Carlo Rosselli e il «Quarto Stato»" A. Varni, "Derivazioni mazziniane nella concezione sindacalista di Carlo Rosselli", Lucio Ceva, "Aspetti politici dell'azione di Carlo Rosselli in Spagna",  Giuseppe Tramarollo, "Rosselli e la gioventù del regime",  Paolo Bagnoli, "Il revisionismo rosselliano", in "Guida alla storia del PSI. La ripresa del pensiero socialista tra eresia e tradizione", Francesca Taddei e Marco Talluri, «Quaderni del Circolo Rosselli», Giuseppe Galasso, "La democrazia da Cattaneo a Rosselli", Le Monnier, Firenze («Quaderni di storia»,Aldo Rosselli, "La famiglia Rosselli. Una tragedia italiana", presentazione di Sandro Pertini, prefazione di Alberto Moravia, Bompiani, Milano, Francesco Kostner, "Carlo Rosselli e il suo socialismo liberale", Lalli, Poggibonsi  («Linee politiche»). Paolo Bagnoli, "Carlo Rosselli tra pensiero politico e azione", prefazione di Giovanni Spadolini, con uno scritto di Alessandro Galante Garrone, Passigli, Firenze, Arturo Colombo, "Carlo Rosselli e il socialismo liberale", in "Padri della patria. Protagonisti e testimoni di un'altra Italia", FrancoAngeli, Milano, («Ricerche storiche» ). Franco Invernici, "L'alternativa di «Giustizia e Libertà». Economia e politica nei progetti del gruppo di Carlo Rosselli", presentazione di Arturo Colombo, FrancoAngeli, Milano («Studi e ricerche storiche»). L. Valiani, "Carlo e Nello Rosselli da Mazzini alla lotta di liberazione", «Nuova Antologia», Diego Scacchi, Arturo Colombo, "Per Carlo e Nello Rosselli", presentazione di Giovanni Spadolini, Casagrande, Lugano,  («Quaderni europei», I). Roberto Vivarelli, "Le ragioni di un comune impegno. Ricordando Gaetano Salvemini, Carlo e Nello Rosselli, E.  Rossi", «Rivista Storica Italiana», Giovanni Spadolini, "Carlo e Nello Rosselli. Le radici mazziniane del loro pensiero", Passigli, Firenze, 1 («Letture Rosselli», 2). Corrado Malandrino, "Socialismo e libertà. Autonomie, federalismo, Europa da Rosselli a Silone", FrancoAngeli, Milano (Collana «Gioele Solari». Dipartimento di Studi politici dell'Torino). F. Bandini, "Il cono d'ombra. Chi armò la mano degli assassini dei fratelli Rosselli", SugarCo, Milano, Arturo Colombo, "I Rosselli, due guardiani per l'albero della libertà", , "Voci e volti della democrazia. Cultura e impegno civile da Gobetti a Bauer", Le Monnier, Firenze («Quaderni di storia»). , "Nel nome dei Rosselli. «Quaderni del Circolo Rosselli», FrancoAngeli, Milano,  Con una  sui fratelli Rosselli di G. Muzzi. "A più voci su Carlo Rosselli. G. Arfé, C. Casucci, A. Garosci, Francesco Malgeri, Leonardo Rapone, Scritti dell'esilio", «Il Ponte»,  "Il carteggio di Carlo e Nello Rosselli con Carlo Silvestri", G. Gabrielli, «Storia Contemporanea», Santi Fedele, "E verrà un'altra Italia. Politica e cultura nei «Quaderni di Giustizia e Libertà»" (Franco Angeli, Milano, Collana di Fondazione di studi storici Filippo Turati); Z. Ciuffoletti, "Carlo Rosselli, il mito della rivoluzione russa e il comunismo", in "Socialismo e Comunismo,  I, «Il Ponte», Paolo Bagnoli, "La lezione rosselliana, La nuova storia. Politica e cultura alla ricerca del socialismo liberale", prefazione di Renato Treves, Festina Lente, FNicola Tranfaglia, "Sul socialismo liberale di Carlo Rosselli", in I volume "Dilemmi del liberalsocialismo", Michelangelo Bovero, Virgilio Mura, Franco Sbarberi, La Nuova Italia Scientifica, Roma, («Studi Superiori,  Scienze Sociali»). Atti del convegno "Liberalsocialismo: ossimoro o sintesi?", organizzato ad Alghero Dipartimento di Economia istituzioni e società dell'Università Sassari. -- fu pubblicato il primo numero di “Libertà”, periodico legato all'ala socialista del movimento antifascista, il sottotitolo fu la frase di Carlo Marx ed Federico Engels: Alla società borghese, con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe, subentrerà un'associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno sarà la condizione del libero sviluppo di tutti e, su invito Claudio Treves, Rodolfo Mondolfo e Alessandro Levi, Rosselli scrisse un articolo Il partito del lavoro in Inghilterra che fu pubblicato sul numero tre del 1º febbraio  in cui Rosselli riaffermò una parte del suo pensiero del periodo: «Il Labour Party, in base agli elementi che lo compongono può definirsi come una federazione di gruppi economici e di gruppi politici. In realtà è l'organizzazione politica federativa ed associativa del movimento operaio più vecchio e potente del mondo.»  Silvio Suppa, "Note su Carlo Rosselli: temi per due tradizioni", in I volume "dilemmi del liberalsocialismo " Del Puppo D., "«Il Quarto Stato»", «Science and* Society»,"L'attualità di Carlo Rosselli e del socialismo liberale. Dialoghi tra: Giancarlo Bosetti, Vittorio Foa, Sebastiano Maffettone, Enzo Marzo, Nicola Tranfaglia, Nadia Urbinati", Supplemento a di «Croce Via», Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, Atti del dibattito svoltosi a Napoli  in occasione della presentazione italiana del volume "Liberal socialism", lavoro di Nadia Urbinati, tradotto da William McCuaig, Princeton University Press, Princenton Nadia Urbinati, "Carlo Rosselli: la democrazia come fede comune", «il Vieusseux», Paolo Bagnoli, Rosselli, "Piero Gobetti e la rivoluzione democratica. Uomini e idee tra liberalismo e socialismo", La Nuova Italia, Firenze («Biblioteca di Storia», 55). Costanzo Casucci, "La caratteristica di Carlo Rosselli", con un vademecum, «Belfagor»,  Simone Visciola, Giuseppe Limone , "I Rosselli. Eresia creativa, eredità originale", Napoli, Guida, Piero Graglia, "Unità europea e federalismo. Da «Giustizia e Libertà» ad Altiero Spinelli", il Mulino, Bologna, 1996,  296 («il Mulino-Ricerca»). "Il dibattito europeista e federalista in «Giustizia e Libertà»", «Storia Contemporanea», Lisetto D., "Carlo Rosselli e le élites. Una teoria tra l'elitismo democratico e la democrazia partecipativa", «Scienza & Politica», Carlo Rosselli, "Pagine scelte di economia", Simone Visciola e Antonio De Ruggiero, Firenze, Le Monnier,  Salvo Mastellone, "Il partito politico nel socialismo liberale di Carlo Rosselli", «Il pensiero politico», Gianbiagio Furlozzi, "Carlo Rosselli e Georges Sorel", «Il pensiero politico», a. Giovanna Angeli, "L'eredità democratica da Bignami a Rosselli", Angeli, Milano,  Salvo Mastellone, "Carlo Rosselli e «La rivoluzione liberale del socialismo»". Con scritti e documenti inediti. Olschki, Son riportati testi pubblicati da Carlo Rosselli non inseriti nel  I delle «Opere scelte». "Rosselli. Dizionario delle idee", Sergio Bucchi, Editori Riuniti, gennaio Antonio Martino, Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura, Roma, Gruppo editoriale L'espresso, 2009. Mimmo Franzinelli, "Il delitto Rosselli. Anatomia di un omicidio politico", Mondadori, Milano 2007. Diego Dilettoso, "La Parigi e La Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio", Biblion, Milano  .Paolo Bagnoli. Carlo Rosselli: Il socialismo delle libertà. Polistampa, Milano,  Paolo Bagnoli. Carlo Rosselli. Socialismo, giustizia e libertà. Biblion, Milano, Carlo Rosselli, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Carlo Rosselli, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Carlo Rosselli, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .Carlo Rosselli, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.  Carlo Rosselli, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Carlo Rosselli, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  Opere di Carlo Rosselli, su Liber Liber.  Opere di Carlo Rosselli, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Carlo Rosselli, .  Biografia di Rosselli, su romacivica.net. Carlo Rosselli e l'Aventino (DOC) su geocities.com. Giancarlo Iacchini,*Rosselli: socialismo liberale ma... vero!, dal sito del Movimento Radical Socialista 55esima brigata Garibaldi Carlo Rosselli, su 55rosselli. Archivio della famiglia Rosselli [collegamento interrotto], su archiviorosselli. I fratelli Rosselli, genesi di un delitto impunito, su rifondazionepescara.org (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2008). Camillo Berneri e Carlo RosselliVite parallele di Massimo Ortalli (da "Umanità Nova" n.08 del 4 marzo 2001) Fondazione Rosselli, Centro di ricerca, su fondazionerosselli. Fondazione Circolo RosselliFirenze, su rosselli.org. "Gaetano Pecora" Carlo Rosselli, socialista e liberale.Bilancio critico di un grande italiano, su politicamagazine. Valdo Spini, "Perché i Rosselli parlano ancora a questa Italia", sul sito repubblica. Refs.: Luigi Speranza, “Rosselli e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Rosselli. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735739686/in/dateposted-public/

 

Rosselli (Roma). Filosofo. Ucciso da assassini legati al regime fascista. Figlio del livornese Giuseppe Emanuele e della veneziana Amelia Pincherle, sorella di Carlo, architetto e pittore, oltreché padre dello scrittore Alberto Moravia. Sia la famiglia paterna che quella materna, fermamente legate agli ideali repubblicani e mazziniani, sono stati politicamente attive, avendo partecipato alle vicende del Risorgimento italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura moglie di E. Nathan, sindaco di Roma, fu un seguace e stretto collaboratore di Mazzini nei suoi ultimi anni di vita (morì difatti in clandestinità nella sua casa pisana) ed un Pincherle fu nominato ministro durante la breve esperienza della Repubblica di San Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito d'una massiccia insurrezione anti-asburgica guidata da D. Manin e N. Tommaseo.  Sposa Maria Todesco. Diresse iil mensile Noi. Discusse con Salvemini la tesi di laurea su Mazzini e il movimento operaio. Pubblica numerosi articoli su riviste storiche italiane e il saggio Mazzini e Bakunin. Pubblica il saggio Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano. La raccolta dei suoi Saggi sul Risorgimento italiano e altri scritti fu pubblicata da Einaudi. L'attività politica  La tomba a Trespiano Iniziò giovane a far politica nel 1917 e fu col fratello tra i fondatori del giornale per studenti "Noi giovani". Col fratello e con P. Calamandrei, e col patrocinio di G. Salvemini, fonda il Circolo di Cultura, chiuso dai fascisti. Fece parte dei fondatori del gruppo fiorentino di Italia libera, fra cui, oltre al fratello, Enrico Bocci, Luigi Rochat, Dino Vannucci, Nello Traquandi. Nel 1924 aderì alla fondazione dell'Unione nazionale delle forze liberali e democratiche promossa da Giovanni Amendola, e partecipò alla fondazione del primo giornale antifascista clandestino Non Mollare. Venne arrestato e condannato a 5 anni di confino a Ustica; rilasciato il 31 gennaio 1928, venne nuovamente arrestato e condannato a 5 anni di confino a Ustica e Ponza, nell'estate del 1929, dopo la fuga da Lipari del fratello. Ottenne, su intercessione di Gioacchino Volpe (probabilmente in buona fede) il passaporto, con una sollecitudine che ad alcuni amici, tra cui Piero Calamandrei, parve sospetta e motivata dal fine di arrivare attraverso Nello al rifugio di Carlo, insieme al quale, il 9 giugno 1937, venne assassinato a Bagnoles-de-l'Orne da una squadra di "cagoulards", miliziani della "Cagoule", formazione eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e di Galeazzo Ciano; con un pretesto vengono fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche di pistola: Carlo muore sul colpo, Nello (colpito per primo) viene finito con un'arma da taglio. I corpi vengono trovati due giorni dopo. I colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti ad essere prosciolti.  I numeri pubblicati possono essere consultati online qui: Noi giovani Archiviato il 2 novembre  in .  Commissione di Firenze, ordinanza contro Rosselli (“Attività antifascista”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confine, Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali, Milano (ANPPIA/La Pietra),  ano Gullo, Ustica celebra la libertà dei Rosselli, su ricerca.repubblica, 26 agosto 2000. 24 maggio  (archiviato il 10 maggio ).  profilo di Gioacchino Volpe, profilo di Nello Rosselli nel Sistema informatico dell'Archivio di stato di Firenze, su archiviodistato.firenze. ).  Giuseppe Fiori, Casa Rosselli, Einaudi, Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli. Anatomia di un omicidio politico, Mondadori, Milano. Opere Saggi sul Risorgimento e altri scritti, Prefazione di Gaetano Salvemini, Collana Biblioteca di cultura storica n.21, Torino, Einaudi,  Introduzione di Alessandro Galante Garrone, Collana Piccola Biblioteca, Einaudi, Inghilterra e regno di Sardegna, P. Treves, introduzione di Walter Maturi, Collana Biblioteca di cultura storica n.50, Torino, Einaudi, Mazzini e Bakunin. Dodici anni di movimento operaio in Italia, Collana Piccola Biblioteca n.89, Torino, Einaudi, Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano, Con un saggio di Walter Maturi, Collana Piccola Biblioteca, Torino, Einaudi, Zeffiro Ciuffoletti, Nello Rosselli. Uno storico sotto il fascismo. Lettere e scritti vari, Firenze, La Nuova Italia, Arturo Colombo, I colori della libertà. Il mondo di Nello Rosselli fra storia, arte e politica, Milano, Franco Angeli, 2003. Giovanni Belardelli, "Nello Rosselli", Catanzaro, Rubettino, 2Simone Visciola, Nello Rosselli alla Scuola di storia moderna e contemporanea. La prima fase della ricerca di storia diplomatica, in Politica, valori e idealità. Carlo e Nello Rosselli maestri dell'Italia civile, Lauro Rossi, Roma, Carocci, Simone Visciola, Nello Rosselli ei suoi "maestri". Il rinnovamento della storiografia italiana fra le due guerre, in I Rosselli: eresia creativa eredità originale, Simone Visciola e Giuseppe Limone, Guida, Napoli, Simone Visciola, Nello Rosselli: uno storico alla ricerca della libertà in tempi difficili. Appunti sparsi per una biografia complessiva ancora da scrivere, in I fratelli Rosselli. L'antifascismo e l'esilio, A. Giacone ed E. Vial, Prefazione di Oscar Luigi Scalfaro, Roma, Carocci, ,  26–42. Giuseppe Tramarollo, Nello Rosselli tra mazzinianesimo e socialismo,  Giovanni Belardelli, Nello Rosselli. Uno storico antifascista, prefazione di Norberto Bobbio, introduzione di Paolo Alatri, con un ricordo di Ezio Tagliacozzo, Passigli, Firenze,  («Il filo rosso»). Il carteggio di Carlo e Nello Rosselli con Carlo Silvestri, G. Gabrielli, «Storia Contemporanea», a. XXII, n. 5, ottobre 1Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli. 9 giugno 1937. Anatomia di un omicidio politico, Mondadori, Milano. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Nello Rosselli, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Nello Rosselli, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Nello Rosselli, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Nello Rosselli, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  rosetta. Sabatino Enrico Nello Rosselli. Nello Rosselli. Rosselli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosselli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736396679

 

Grice e Rosselli – apologeticus – filosofia italiana – Luigi Speranza (Gimiliano). Filosofo. Indicato nelle fonti anche come Tiberio Russiliano Sesto.  Le notizie sulla sua nascita sono incerte. Più certe sono le informazioni sulla sua morte: le fonti concordano nel fatto che muoia per mano di un suo servo. Di lui scrive così, Luigi Accattatis nel suo libro Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, raccolte L. Accattatis (1869):  «far dobbiamo onorevole menzione di Tiberio Rosselli da Gimigliano, letterato insigne del suo tempo e filosofo di grido, Cattedratico in Napoli ed in Salerno; il quale, a dir del Barrio, partitosi pel genio di visitare l'Africa, fu ucciso dal proprio schiavo. Egli era della famiglia di cui è stata la madre del celeberrimo Giuseppe Scorza, matematico distintissimo, istruttore, autore di merito, ed illustratore della scienza per metodi ed invenzioni, morto non ha guari in Napoli. Conchiudendo adunque, pare non dubbio essere stato il Nifo calabrese di origine, ed avere avuto tra noi i primi rudimenti di letteratura, tali da avergli dato a vivere. Dal contesto di scrittori calabresi, contemporanei alcuni, e vivuti altri dopo breve tempo della morte di lui, a cui noto veniva per recente tradizione, chiaramente se ne rivela il vero.»  E ancora l'Accattatis, parlando di Annibale Rosselli:  «(…)Tiberio Rosselli, congiunto di frate Annibale Rosselli, e discepolo del celebre Agostino Nifo; e che per la sua dottrina fu prescelto a leggere filosofia per più anni nell'Salerno.»  Opere: “Apologeticus adversus cucullatos Philosophiae declamatio ad Leonem X Oratio habita Patavi in principio suarum disputationum De propositione de inesse secundum Aristotelis mentem libellu Universalia Porphiriana.  Calabria, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, raccolte L. Accattatis, Di questo filosofo e frate si occupano nei loro studi, tra gli altri, Zambelli e De Franco nei loro lavori. Nel  viene pubblicato da O/esse il testo "Rosselli di Gimigliano. Dalle origini a noi", che ricostruisce la vita e le opere del Rosselli.  Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Tiberio Russiliano-Sesto. Tiberio Rosselli. Rosselli. Keywords: apologeticus. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosselli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691969244/in/photolist-2mPsU62-2mPpwbZ-2mLQdrQ-2mKQRx3-2mKjgQZ-2mPHbXQ-25zsJeW-25zsJeL-nphXNB-nqHNYv

 

Rossetti (Vasto). Grice: “A philosopher can also discover a ‘antro di pipistrelle.”” Illuminista poliedrico, fu un poeta estemporaneo, avvocato, filosofo, tragediografo, archeologo e speleologo.   da Martuscelli. Sua madre, Maria Francesca Pietrocòla, si era sposata con Nicola Rossetti, da cui ebbe quattro figli: oltre a Domenico, nacquero Andrea, Antonio e Gabriele. Si trasferì a Napoli per studiare giurisprudenza. Tuttavia, a causa della cattiva situazione politica, emigrò a Roma, dove studiò filosofia. Con l'invasione francese dello Stato Pontificio e l'istituzione della Repubblica romana, riparò all'Elba: da qui seguì l'occupazione e la successiva liberazione del Granducato di Toscana, che celebrò con il canto La superbia dei Galli punita. Si spostò in Sardegna, sotto la protezione del viceré Carlo Felice: a Sassari compose e rappresentò la tragedia Morte di San Gavino. Si spostò in Provenza, a Nizza, dove scoprì la piramide di Falicon, che gli ispirò un poemetto in 165 ottave, intitolato La grotta di Monte-Calvo. In seguito, si trasferì a Torino, dove conobbe Tommaso Valperga di Caluso, e si stabilì a Parma, dove ottenne il titolo di avvocato ed esercita la professione. Inizia a dirigere Il giornale del Taro, che divenne La gazzetta di Parma. Ha un ictus che lo portò alla paralisi. Opere: Frontespizio della commedia Morte di San Gavino in una ristampa; “La superbia dei Galli punita,” “San Gavino : tragedia /dell'improvisatore avvocato detto ancora Stitemenios Veldacodrotos” (Oristano, Tipografia Arborense); “La grotta di Monte Calvo – Poesiei” (Parma); “ In occasione d'essere l'augusto imperator de' francesi Napoleone I coronato re d'Italia. Cantata (Parma, Mussi Luigi); Rossetti, La notte odi tre dedicate a Vezzi in occasione della sua ricuperata salute” (Parma, Paganino); “Alla tomba di Hoffsteder” (Parma, Mussi Luigi); “Ode Saffica” (Parma, Giuseppe Paganino); “Ad Ernestina Menna per le sue nozze con Esculapio De Cinque, Lanciano, Casa editrice Rocco Carabba); Giacomo Cordella (musica di )  (libretto), Annibale in Capua (Napoli, Stamperia Flautina); Indica la Piramide, Nizza disegno di Lederk pubblicato in “La grotta di Monte Calvo”, immagine tratta da Spadaccini. A. Lombardi, Storia della letteratura italiana” (Venezia); F. Andreola, su centrorossetti.eu. Domenico Martuscelli, in Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli,  N. Gervasi,  La famiglia Pietrocola di Vasto (JPG), su pietrocola.com.Lino Spadaccini, Rossetti e le sue battaglie per la libertà, su noivastesi.blogspot, La superbia dei Galli punita, su centrorossetti.eu. «Questo canto estemporaneo fu composto da Domenico Rossetti, sotto lo pseudonimo di “Stitemenios Veldacodrotos”, anagramma di Domenico Rossetti del Vasto), in occasione della liberazione del Granducato di Toscana dall’invasione francese».  Lino Spadaccini, Rossetti e quei versi ispirati dalla cacciata dei Francesi, su noivastesi.blogspot,  Giuseppe Catania, Rossetti e la grotta del monte Calvo,, su vastospa, E. Mugoni, Il fratello perduto, in Studi medievali e moderni. Nei panni dello speleologo ante litteram, si avventurava in una cavità del monte Calvo, scoprendo nelle viscere della terra un antro, che ama definire fascinoso ed insieme orribile. Ne celebra la scoperta con la pubblicazione di un poemetto di 165 ottave, “La grotta del monte Calvo”; dato alle stampe a Torino, per i tipi di Domenico Pane, Parma. A Pezzana subentrò nella direzione l'avvocato Domenico Rossetti. Egli si mostrò più attento alle notizie scientifiche e contribuì ad introdurre nel periodico notizie leggere, come favole e indovinelli che il più delle volte incensavano il nome di Napoleone. Con la direzione di Rossetti i supplementi al periodico, da semplici elenchi scritti in francese e riguardanti le vendite per espropriazioni forzate, si trasformano in pagine che arricchiscono i contenuti culturali e di svago della testata».  Luigi Marchesani, Storia di Vasto, città in Apruzzo Citeriore, Napoli, Torchi dell'Osservatore Medico, retro copertina del libro P. Spadaccini, Rossetti e la Grotta di Monte Calvo: tra mistero e leggenda, Lanciano, IL torcoliere, D. Martuscelli, Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli,  N. Gervasi,  Opere poetiche dell'avvocato Domenico Rossetti membro di molte società letterarie pastor della Dora, dell'Emonia ecc. ecc. Parma, Giuseppe Paganino, Ai liberatori dell'Italia. Ode di Tavanti con altre composizioni ed un poemetto La superbia dei Galli punita, canto estemporaneo di ‘Sistemenios Valdacodrotos,’ anagramma dell'autore” (Firenze, calcografia di Gio); Chiari nella Condotta, L. Anelli, Ricordi di storia vastese, Arte della stampa, G. Oliva, “I Rossetti: album di famiglia : documenti, testimonianze, immagini, Lanciano, Casa editrice Rocco Carabba, Pasquale Spadaccini, Rossetti e la grotta del monte Calvo: tra mistero e leggenda, Lanciano, IL torcoliere, ,Eleonora Mugoni, Il fratello perduto : Gabriele e Domenico Rossetti, in Studi medievali e moderni, Domenico Rossetti, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Domenico Rossetti. Rossetti. Keywords: il fratello perduto. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossetti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716356440/in/photolist-2mPC6Zb-2mMZQZW-2mLQ1Vx-mMHj7J

 

Rossi (Appignano del Tronto). Filosofo. Grice: “Rossi touches many Griciean points: universalia, strength of will, and etc. – he also commented, like I did, on Aristotle’s metaphysics.” Alievo di duns scotto. Commentatore della metafisica di Aritotele. Francesco della marca d’ancona (Appignano). filosofo. Fu un attivo filosofo fra Aureolo e Rimini, dalla parte di Occam e Cesena, e oppositore di Giovanni XXII, nelle dispute dei Fraticelli, che portarono alla sua espulsione dall'ordine. Aveva idee innovative e spesso influenti in teologia filosofica, filosofia naturale, metafisica e teoria politica.  Soprannominato ncome "doctor succinctus" e "doctor praefulgidus", come osservabile dalle iscrizioni su uno degli affreschi del convento francescano di Bolzano, fu studiato e commentato soprattutto per alcune tesi risalenti del suo Commento alle Sentenze. Per Sentenze si intendono i Libri Quattuor Sententiarum dichiarazioni autorevoli sui passi biblici che l'opera ha riunito di Lombardo. Rossi torna all'attenzione degli studiosi a partire dagli agli anni venti del 1900, nel francescano si riconoscono l'originalità delle sue vedute, che contribuiscono all'evoluzione del pensiero basso-medievale. Nacque a Appignano del Tronto, facente parte all'epoca della Marca di Anconada una famiglia con il nome di Rubeus o Rossi. Divenne francescano dell'Ordine dei Frati Minori ed ebbe come maestro  Giovanni Duns Scoto. Salì nella gerarchia educativa dell'ordine, studiando a Parigi. Successivamente insegnò in uno studium universitario francescano non conosciuto, prima di tornare allo studium di Parigi come lettore sulle Sentenze diLombardo nel corso di laurea. Rimase a Parigi almeno fino a  quando ormai molto probabilmente era stato promosso maestro. I suoi insegnamenti più famosi erano i suoi commenti sulle Sentenze a Parigi. È probabile che le lezioni di Rossi siano state trascritte dai suoi studenti generando diverse versioni del suo commento in forma di manoscritto.  Sono poche e discordanti le informazioni di questo periodo. Alcune suggeriscono che lasciò Parigi almeno temporaneamente per essere "a consiliis" alla corte d'Angiò, re di Napoli, capo del guelfismo italiano e legato all'ordine francescano spirituale. Alcune sembrano suggerire che rimase a Parigi, promosso maestro di teologiacomponendo diversi commentari accademici, tra cui due sulla Metafisica aristotelicae uno sulla Fisica. Altre che ebbe modo di partecipare al Capitolo generale francescano di Perugia, sottoscrivendo, la risoluzione con la quale veniva dichiarata lecita la tesi secondo la quale Cristo e gli apostoli non avevano mai posseduto beni.  Un documento  colloca Rossi come lettore nello studio del convento francescano di Avignone, sede della corte papale. L'ipotesi della permanenza del della Marca ad Avignone già si basa su un errore d'interpretazione. Scrittori non del tempo affermarono che Rossi fu eletto ministro provinciale francescano della Marca Anconetana, sua area di origine ma studi recenti confutano definitivamente questa affermazione con delle prove  Il documento riguarda anche il dissidio di Della Marca con  Giovanni XXII per il sostegno del Ministro francescano Generale Michele da Cesena sulla questione della povertà apostolica.  La questione della povertà apostolica Francesco prese parte attiva alle lotte interne riguardanti la povertà che stavano dividendo l'ordine. Insieme a Michele da Cesena, Guglielmo di Ockham e Bonagrazia di Bergamo, sostenne una regola di assoluta povertà per i successori di Cristo e per la chiesa. Si ribellò a papa Giovanni XXII, sostenendo il suo avversario, l'imperatore Ludovico il aro.  I francescani che rifiutarono la condanna della critica dei frati minori della bolla Cum inter nonnullos di Giovanni XXII, vennero accusati di eresia. Questo avvicinò l'ordine allo schieramento antipapale rappresentato da Ludovico il aro. Questi era divenuto ostile al Papa dopo che gli aveva rifiutato la conferma e l'incoronazione come imperatore dopo l'elezione a re di Germania nel 1314, preferendogli Federico I d'Asburgo.  Ludovico scomunicato il 23 marzo 1324, rispose, esattamente un mese dopo, con l'"Appello di Sachsenhausen". Con esso il Papa fra l'altro, veniva accusato di eresia, quindi delegittimato per la sua presa di posizione nella disputa francescana sulla povertà. Lo scontro divenne acceso, la conciliazione di Michele da Cesena  al capitolo di Lione fallì. Michele venne convocato e trattenuto ad Avignone insieme a Bonagrazia da Bergamo e Guglielmo di Occam.  Francesco Della Marca, ad Avignone come lector nello Studium generale dell'Ordine, sottoscrive una protesta redatta da Michele contro l'operato del papa. Ludovico il aro giunge in Italia, prende la corona imperiale e, dichiarato deposto il Papa, nomina antipapa il francescano Pietro da Corbara, con il nome di Niccolò V.  Scomunicato dal Papa, Francesco della Marca decide di raggiungere, fuggendo,, l'imperatore germanico a Pisa con i suoi confratelli prigionieri. Francesco ancora una volta si ribellò per protestare contro la sua scomunica. A Pisa i quattro pubblicano un documento, l'”Appellatio maior”, nel quale Giovanni XXII viene dichiarato eretico per la sua posizione nella questione della povertà e in altre controversie. Lui e i suoi compagni andano però perdendo le simpatie all'interno dell'Ordine. Il tentativo di Michele di impedire lo svolgimento del capitolo generale convocato a Parigi fallì, mentre la riunione dell'Ordine conferma la scomunica di Michele ed elesse, quale nuovo ministro generale Guiral Ot, ovvero Geraldo di Oddone, favorevole alla Curia. Lui e i suoi compagni sono condannati ed e formalmente confermata la loro scomunica. Rossi ispira la protesta espressa nelle Allegationes religiosorum virorumche dichiarava invalida la deposizione di Michele e l'elezione di Geraldo, per l'esclusione di metà degli aventi diritto alla partecipazione al capitolo. I quattro francescani, con Marsilio da Padova, entravano a far parte della curia di Ludovico; con lui, raggiunsero Monaco di iera, ove si stabilirono nel convento francescano.  Fu perseguitato dalle autorità ecclesiastiche in Italia.. Fece una ritrattazione formale (che doveva servire da esempio per tutti i dissidenti successivi) e si riconciliò con la chiesa e con l'ordine . La data della sua morte non è nota.  Filosofia Diritti di Proprietà Nel Improbatio, si concentra sulla determinazione di quando e dove i diritti di proprietà hanno origine per sostenere la convinzione francescana che Cristo ha vissuto in povertà assoluta. Distingue tra due tipi di proprietà: la proprietà prima della caduta dell'uomo e la proprietà dopo. La proprietà prima della caduta, nota anche come la proprietà dello stato prelapsario, momento in cui tutte le creature di Dio si rallegrarono nella felicità, erano profondamente collegati tra loro, e condivisa nella creazione di Dio. La proprietà dopo la caduta è stata causata dal primo peccato di Adamo, rendendo la questione dei diritti di proprietà distintamente umani  Il Papa aveva negato che l'origine della proprietà era legato agli esseri umani, sostenendo che era il peccato in sé ad esserne la causa. Francesco aveva convenuto che senza peccato non ci sarebbero i diritti di proprietà, tuttavia, il peccato non ha portato immediatamente al concetto di proprietà. Francesco sostenne che la legge umana è stato responsabile della formazione dei diritti di proprietà, non la legge divina, e usato la storia di Caino e Abele, citando volontà corrotta di Caino per sostenere la sua convinzione. Moto del Proiettile Nel corso del secolo XIV fiorirono una serie di studi nel contesto della filosofia naturale in relazione alla dottrina aristotelica del movimento applicata al moto dei proiettili. Per Aristotele i corpi inanimati si muovono spontaneamente verso il loro luogo naturale mentre i corpi in movimento devono alla presenza continua, e per contatto, di un motore che dirige il corpo verso un’altra direzione.  Già Giovanni Filopono nel VI secolo aveva mosso logiche obiezioni a questa dottrina.  Con la definizione dell'impetus o Teoria dell'impeto la discussione proseguì, ripresa da Avicenna, Ruggero Bacone e Tommaso d'Aquino.  Solo con Rossi si giunse a conclusione. La teoria di Rossi sul Moto del Proiettile o Moto parabolico, indicata come virtus derelicta (forza rimanente), è descritta nelle sezioni di suoi commenti sulle Sentenze che spiegano la consacrazione dell'Eucarestia, in una quaestio sull’efficacia dei sacramenti. Derelicta Virtus afferma: il moto di un oggetto è causato da una forza lasciata dall'oggetto che agiva su di essa, quella forza residua impressa al proiettile durante il lancio. A differenza della teoria dell'inerzia che ha lo scopo di spiegare solo i fenomeni naturali, la sua teoria della virtus derelicta è una spiegazione che include i fenomeni naturali e sopra-naturali. La “virtus derelicta” spiega diversi tipi di motoperpetuo e finitoed è destinato a tener conto delle variazioni innaturali. Gli elementi chiave del Derelicta Virtus includono :  Un oggetto viene messo in moto da un altro oggetto, che lascia la forza rimanente in oggetto in movimento. All'inizio di un dato movimento, le forze rimanti possono lavorare con o contro la naturale disposizione dell'oggetto in movimento. Se funziona contro l'oggetto in movimento, la virtus derelicta si dissipa ed eventualmente lascia il corpo, cessando il moto. Se funziona con l'oggetto in movimento, la virtus derelicta rimane nell'oggetto provocando il potenziale moto perpetuo. Ci sono stati diversi filosofi prima del suo tempo, come ad esempio Richard Rufus di Cornovaglia che sembrano disporre già di versioni della “virtus derelicta”. Quindi non è chiaro se questa teoria sia veramente originta autonomamente dal pensiero di Rossi. Tuttavia, filosofi come Buridano e Odonis hanno utilizzato la teoria di Rossi per affinare i propri concetti di virtus derelicta, confermando che Rossi  ha giocato un ruolo chiave nell'evoluzione della filosofia sulla fisica. Atto di volontà Francesco della Marca nel secondo libro dei Commentari sulle Sentenze, si focalizza su come la volontà potrebbe agire contro la ragione con conseguente colpevolezza morale: se la volontà potrebbe o agire prima, o contro giudizio razionale. Rossi sostiene che la volontà è la causa dell'azione. Dopo che un giudizio è elaborato, la volontà decide di agire sia in conformità con tale sentenza o contro di essa. La volontà costituisce il termine medio tra giudizio e azione. Senza di essa, il giudizio richiederebbe un'azione, negando il concetto di libero arbitrio e colpevolezza morale. Inoltre, la volontà è sotto una legge che obbliga a compiere atti buoni. Senza questo impegno non ci sarebbe peccato. Per rispondere a come la volontà potrebbe andare contro tale obbligo, Rossi distingue tra un atto apprensivo e un atto gidicativio. L’ atto apprensivo è necessario per far funzionare la volontà e è frutto di cognizioni intellettuali e giudizi. L’atto giudicativo è formato dalla conoscenza più complessa in cui il ragionamento si applica giudiziosamente. La volontà non richiede atti giudicativi da eseguire, ciò spiega come gli esseri umani sono in grado di peccare. In altre parole, la volontà non dipende dal giudizio razionale. Per evitare l'obiezione che il giudizio è necessario per il ragionamento e non può essere ignorato nel processo deliberativo, Rossi offrì un'ulteriore distinzione tra conoscenza apprensiva e giudicativa, e due tipi di giudizi riflettenti razionali. Queste distinzioni consentono un giudizio da selezionare su un'altra causa della forza che riceve da essere selezionato dalla volontà. Opere: Selezione:  Improbatio contra libellum Domini Johannis qui incipit Quia vir reprobus, una confutazione alla bolla papale del Papa. Quodlibet cum quaestionibus selectis ex commentario in librum Sententiarum, l'autore affronta i principali temi della dottrina cristiana su Dio: le relazioni delle persone divine all'interno della Trinità e il rapporto tra il creatore e il mondo, la libertà di dio nel creare, la prescienza divina e la predestinazione alla salvezza. Sententia et compilatio super libros Physicorum Aristotelis Quaestiones praeambulae et Prologus, l’autore riflette sullo statuto scientifico della teologia e della metafisica. Distingue primi libri prima ad decimam Questes super metaphysicam  Sabine Folger-Fonfara, Das 'Super'-Transzendentale und die Spaltung der Metaphysik: Der Entwurf des Franziskus von Marchia Leiden: Brill, F. Stegmüller, Repertorium biblicum Medii Aevi, II, Matriti Visita triennale delOrazio Civelli, in Picenum seraphicum, Andrea da Ratisbona, Chronica de ducibus ariae, G. Leidinger, in Mon. Germ. Hist., Mariano Da Firenze, Compendium chronicarum fratrum minorum, in Arch. franc. hist., A. Coulon S. Clémencet, Lettres secrètes et curiales du pape Jean Paris A. Emmen, Einführung in die Mariologie der Oxforder Franziskanerschule, in Franziskanische Studien, A. Emmen, in Lex. für Theologie und Kirche, IV, Freiburg A. Heysse, Descriptio codicis Bibliothecae Laurentianae Florentinae S. Crucis, Plut. A. 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(Eine unbeachtete Quaestio aus dem Visio-Streit unter Johann XXII, già in Arch. franc. hist., Anneliese Maier, Das Lehrstück von den "vires infatigabiles" in der scholastischen Naturphilosophie, in Archives internat. d'histoire des sciences, Anneliese Maier, Die Vorläufer Galileis, Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik, I, Roma Anneliese Maier, Galilei und die scholastische Impetustheorie, in Id., Ausgehendes Mittelalter, Anneliese Maier, Metaphysische Hintergründe der spätscholastischen Naturphilosophie, in Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik, IV, Roma Anneliese Maier, Zwei Grundprobleme der scholastischen Naturphilosophie: das Problem der intensiven Grösse. Die Impetustheorie, in Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik, II, Roma Anneliese Maier, Zwischen Philosophie und Mechanik, in Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik, V, Roma Biblioteca picena, Osimo,  C. Dolcini, Crisi di poteri e politologia in crisi, Bologna C. 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Distinctiones primi libri a undecima ad vigesimam octavam, (Spicilegium Bonaventurianum,), Grottaferrata, Nazareno Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo Commentarius in IV libros Sententiarum Petri Lombardi. Distinctiones primi libri a vigesima noa ad quadragesimam octavam (Spicilegium Bonaventurianum, 34), Grottaferrata, Nazareno Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo Commentarius in IV libros Sententiarum Petri Lombardi. Quaestiones praeambulae et Prologus, (= Spicilegium Bonaventurianum), Grottaferrata); N. Mariani, Franciscus de Esculo, Improbatio, Grottaferrata); N.  Mariani, Questioni sulla metafisica, (Spicilegium Bonaventurianum,), Grottaferrata); N. Minorita, Chronica. Documentation on Pope John XXII, Michael of Cesena and the Poverty of Christ with Summaries in English. A Sources Book, eds. G. Gal and D. Flood, St. Bonaventure, NY, O. Berthold, Kaiser, Volk und Avignon. Ausgewählte Quellen zur antikurialen Bewegung in Deutschland, Darmstadt,  passim; O. 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Suarez-Nani, W.O. Duba, E. Babey, G. Etzkorn, Francisci de Marchia, Quaestiones in secundum librum Sententiarum (Reportatio IIA), Quaestiones, Leuven . T. Suarez-Nani, W. Duba, E. Babey, G. Etzkorn, Francisci de Marchia Quaestiones in secundum librum Sententiarum, (Reportatio IIA). Quaestiones, Leuven. U. Chevalier, Répertoire des sources historiques du Moyen Âge. Bio-bibliographie, IV. Doucet, Commentaires sur les sentences. Supplément au Répertoire de M.F. Stegmüller, in Arch. franc. hist., V. Doucet, Der unbekannte Skotist des Vaticanus lat. Fr. Anfredus Gonteri O.F.M. Veit Arnpeck, Chronica Baioariorum, in Id., Sämtliche Chroniken, G. Leidinger, München W. Dettloff, Die Entwicklung der Akzeptations- und Verdienstlenhre von Duns Scotus bis Luther, mit besonderer Berücksichtigung der Franziskanertheologen, Münster i. W. 1 W. Eckermann, Hugolini de Urbe Veteri Commentarius in quattuor libros Sententiarum, II, , Würzburg Note  Francesco d'Ascoli, Francesco della Marchia, Francesco d'Appignano, Francisco de Esculo, Franciscus Pignano, Franciscus Rubeus.  Pasnau, Robert, and Christina van Dyke. The Cambridge History of Medieval Philosophy. Cambridge, UK; New York: Cambridge University Press, . Print.  Frederick Copleston, A History of Philosophy Also Doctor Praefulgens or Praefulgidus, Doctor Distinctivus, Doctor Illustratus (Schneider  Testo Online, testo online.  Konstanty Michalski, Les sources du criticisme et du scepticisme, in La Pologne au Congrès intern. de Bruxelles, Cracovie come a proposito della teoria dell'"impetus" nella filosofia della natura con Anneliese Maier: Das Lehrstück von den "vires infatigabiles" in der scholastischen Naturphilosophie, in Archives internat. d'histoire des sciences, Metaphysische Hintergründe der spätscholastischen Naturphilosophie, in Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik, Roma, Zwischen Philosophie und Mechanik, in Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik, Roma, Giovanni Giacinto Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S. Francisci a Waddingo aliisve descriptos; cum adnotationibus ad Syllabum matyrum eorundem ordinum, Ex typographia S. Michaelis ad ripam apud Linum Contedini, Roma, Rome, Biographical Index of the Middle Ages, Berend Wispelwey, De Gruyter Saur, Pasnau, Robert, and Christina van Dyke. The Cambridge History of Medieval Philosophy. Cambridge, UK; New York: Cambridge University Press, . Print.  Robiglio, Andrea Aldo "How is Strength of the Will Possible? Concerning Francis of Marchia and the Act of the Will." Vivarium: An International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance, Print.  Luca Wadding, Scriptores Ordinis minorum…, Romae Cf. MS Napoli, Biblioteca Nazionale:  “Explicit fratris Francisci de Marchia super primum Sententiarum secundum reportationem factam sub eo tempore, quo legit Sententias Parisius anno Domini .”  Commento ai primi sette libri della Metaphysica di Aristotele  Nicola Minorita, Cronaca, pag. 189  Giacomo di Pamiers, Quodlibet  Roberto Lambertini, Francis of Marchia in Encyclopedia of Medieval Philosophy; unico; Dordrecht, --Netherlands: Springer Netherlands -Dordrecht Netherlands:Kluwer Academic Publishers; Nicolaus Minorita, Chronica, Documentation on Pope John XXII, Michael of Cesena and The Poverty of Christ with Summaries in English. A Source Book, ed. G. Gal and D. Flood (St. Bonaventure, N.Y.,  “Acta, gesta et facta fuerunt praedicta coram religiosis et honestis viris, fratribus Ordinis Minorum, Francisco de Esculo, in sacra theologia doctore et lectore tunc in conventu Fratrum Minorum de Avenione. M. Lambert, Povertà francescana. La dottrina dell'assoluta povertà di Cristo e degli apostoli nell'Ordine francescano, Biblioteca Francescana, Cf. MS Florence, Biblioteca Laurenziana, Santa Croce, pluteo 31, sinistra,  Appellatio maior, most recent edition in Nicolaus Minorita, Chronica, for Francis in particular 423: Cui appellationi et provocationi incontinenti adhaeserunt et eam approerunt religiosi viri frater Franciscus de Esculo, doctor in sacra pagina. Francesco d'Ascoli, Guglielmo di Ockham, Enrico di Talheim e Bonagrazia da Bergamo, Allegationes religiosorum virorum, Baluze-Mansi in «Miscellanea», 3, Lucca e dallo Eubel in «Bullarium Franciscanum», 5, Roma,  Roberto Lambertini, Francesco d'Appignano e Ockham: alcuni aspetti di un rapporto non facile in Atti del III Convegno Internazionale su Francesco d'Appignano; Jesi, Edizione Terra dei Fioretti;  Lambertini, Francesco d'Appignano e Guglielmo d'Ockham: alcuni aspetti di un rapporto non facile in Atti del III Convegno Internazionale su Francesco d'Appignano; Jesi, Edizione Terra dei Fioretti;  Giovanni Filipono, Commentari alle opere di Aristotele Sulla generazione e corruzione, Sull'anima, Analitici primi, Analitici secondi, Le Categorie, Fisica, Meteorologia  Fabio Zanin, Francis of Marchia, Virtus Derelicta, and Modifications of the Basic Principles of Aristotelian Physics. Vivarium: An International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance  Print  Schabel, Chris. Francis of Marchia's Virtus Derelicta and the Context of its Development. Vivarium: An International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance,  A. Robiglio, "How is Strength of the Will Possible? Concerning Francis of Marchia and the Act of the Will." Vivarium: An International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance  Print  Robiglio, Andrea Aldo "How is Strength of the Will Possible? Concerning Francis of Marchia and the Act of the Will." Vivarium: An International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance  Print  Robiglio, Andrea Aldo "How is Strength of the Will Possible? (cfr. H. P. Grice, “I’ll show Davidson how continentia and temperantia are POSSIBLE!”) Concerning Francis of Marchia and the Act of the Will." Vivarium: An International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance  Print  Dopo la grande edizione critica di Nazareno Mariani, Grottaferrata, Francesco della Marca, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Franaut page Centro Studi Francesco d'Appignano Mark Thakkar, Francis of Marchia on the Heavens. Francesco Rossi della Marca. Rossi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736603825/in/datetaken/

 

Grice e Rossi – implicature moderne – by Luigi Speranza (San Giorgio la Montagna). Filosofo. Il contemporaneo e celebre filosofo napoletano Giambattista Vico lo definì "il più grande e puro metafisico". Rossi, che fu ordinato prete  esercitò il suo ministero a Montefusco in qualità di abate di Santa Maria della Piazza. Studiò teologia e giurisprudenza a Napoli fino al 1730. Scrisse diverse opere tra cui la più importante rimane Della mente sovrana del mondo.  Opere Considerazioni di alcuni misteri divini, raccolti in tre dialoghi,  Dell'animo dell'uomo, terminata nel 1730, e pubblicata nel 1736, Della mente sovrana del mondo.  Edizione moderna  Opere filosofiche, con un saggio Angelomichele De Spirito, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Della mente sovrana del mondo, a cura e con un saggio di Roberto  Evangelista, Napoli, ISPF-Lab, Collana "quaderni dell'ISPF" Consiglio Nazionale delle Ricerche, ,//ispf-lab.cnr/quaderni/_q01//doabooks.org/doab?func=publisher&pId=1264&uiLanguage=  Tommaso Rossi, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Tommaso Rossi, su open MLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Tommaso Rossi, .  Tommaso Rossi dal sito "la voce di Fiore". Rossi. Keywords: implicature modern. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735678786/in/datetaken/

 

Grice e Rossi – lo storicismo – filosofia italiana – Luigi Speranza (Torino). Filosofo. Docente a Torino. Studia  a Torino, laureandosi sotto la guida diAbbagnano e compiendo successivamente studi di perfezionamento all'Istituto Italiano per gli Studi storici di Napoli, a Milano e a Heidelberg. Libero docente,  è stato "fellow" della Rockefeller Foundation a Parigi. Professore  a Cagliari, e a Torino, dopo esser stato titolare della Cattedra di storia della filosofia e, in seguito, di filosofia della storia, in questa Università, ne è stato nominato professore emerito. -- è stato preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, -- ha fatto parte del Consiglio Universitario Nazionale. -- è stato Max-Weber-Gastprofessor nell'Heidelberg. È socio nazionale residente dell'Accademia delle Scienze di Torino e socio fondatore dell'Accademia Europea. -- è divenuto per la seconda volta Presidente dell'Accademia delle Scienze di Torino, carica da cui si è dimesso il 6 aprile .  Ha cominciato con lo studio dello storicismo contemporaneo, specialmente di Dilthey e Weber di cui ha curato la traduzione italiana delle opere più importanti (Dilthey, Critica della ragione storica, Einaudi, Torino, Max Weber, Il metodo delle scienze storico-sociali, Einaudi, Torino) dedicandosi in seguito da un lato allo studio della filosofia illuministica della storia e della concezione positivistica della società, dall'altro all'analisi dei problemi teorici della ricerca storica e delle scienze sociali contemporanee. Ha nuovamente rivolto la sua attenzione all'opera di Weber. Ha organizzato vari convegni e coordinato importanti ricerche su diversi temi di storiografia filosofica.  Fra le sue opere più importanti sono da menzionare: Lo storicismo contemporaneo, Einaudi, Torino, Edizioni di Comunità, Milano, Storia e storicismo nella filosofia contemporanea, Lerici, Milano Il Saggiatore, Milano, La teoria della storiografia oggi, Il Saggiatore, Milano, ed. tedesca Suhrkamp, Frankfurt a.M., Vom Historismus zur historischen Sozialwissenschten, Suhrkamp, Frankfurt a.M., Max Weber: oltre lo storicismo, Il Saggiatore, Milano, da Enrico Mistretta, direttore editoriale della Laterza, gli fu affidata, congiuntamente a Carlo Augusto Viano, la direzione di una fondamentale Storia della filosofia. Consiglio di presidenza, Realino Marra, Pietro Rossi e l'opera di Weber in Italia, in «Sociologia del diritto»,Pietro Rossi, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Pietro Rossi. Cf. Grice, “Speranza e l’opera di Grice in Italia.” Rossi. Keywords: lo storicismo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734837492/in/datetaken/

 

Grice e Rossi – l’implicatura di Vico (Urbino). Filosofo.  Studia ad Ancona e pBologna, dove si è iscritto a filosofia. Si laurea a Firenze, con Garin, con il quale  ha conseguito anche il diploma di perfezionamento. Insegna storia e filosofia al Liceo Classico "Plinio il Giovane" di Città di Castello (PG). Dal 1950 al 1959 è stato assistente di Antonio Banfi all'Università degli Studi di Milano. Fra il 1950 e il 1955 ha lavorato all'Enciclopedia dei ragazzi presso la casa editrice Mondadori.  Insegna a Milano, Cagliari, e Bologna.  Nel 1962 è stato adottato dalla zia materna Elena Monti. Di conseguenza il suo cognome e quello dei suoi figli è diventato Rossi Monti nei documenti ufficiali. Tuttavia, poiché all'epoca il filosofo aveva già pubblicato tre libri e diversi saggi con il cognome Rossi, ha deciso per chiarezza di continuare ad utilizzare, nell'attività culturale, il solo cognome Rossi.  Dal 1966 si è definitivamente stabilito a Firenze, dove ha tenuto fino al 1999 la cattedra di storia della filosofia presso la facoltà di lettere dell'Università. professore emerito dall'Firenze.  Fra i suoi figli, Mario Rossi Monti, psichiatra, è ordinario di psicologia all'Urbino.  Attività pubblicistica Paolo Rossi si è sempre occupato di storia della filosofia e della scienza, con particolare riguardo al Cinquecento e al Seicento, pubblicando centinaia di saggi e articoli su riviste italiane e straniere. Ha curato edizioni di diversi autori, tra i quali Cattaneo (Mondadori), Bacone (UTET), Vico (Rizzoli), Diderot (Feltrinelli), Rousseau (Sansoni), e diretto diverse collane scientifiche e filosofiche per le case editrici Feltrinelli, Sansoni e La Nuova Italia. Ha diretto la collana "Storia della scienza" dell'editore Olschki insieme con il filosofo Walter Bernardi.  Ha partecipato alla direzione di varie riviste, tra le quali la Rivista di filosofia, e ai comitati di consulenza di numerose altre, tra le quali European Journal of Philosophy, Révue internationale d'histoire et méthodologie de la psychiatrie, Science in Context, Time and Society. Le collaborazioni con giornali italiani vanno dalla rubrica "Scienza e filosofia" sul settimanale Panorama alla rubrica "Storia delle idee" per il supplemento culturale La Domenica del quotidiano Il Sole 24 ore (dal 1999 alla morte).  Nel 1988 è stato eletto presidente del comitato scientifico del centro di studi filosofici "Antonio Banfi" di Reggio Emilia. È stato membro dell'Accademia Europea dal 1989 e membro onorario della Società Italiana di Psicopatologia. Nel 1997 è stato nominato presidente della «Società italiana per lo studio dei rapporti tra scienza e letteratura».  È stato uno dei promotori del "Festival della Filosofia della Scienza di Città di Castello", del quale è stato direttore scientifico negli anni 2008, 2009 e .  Pensiero Ha dedicato studi particolarmente approfonditi a Francesco Bacone(che per primo fece conoscere al pubblico italiano), ma il campo nel quale ha dato il contributo più innovativo è quello della cosiddetta "rivoluzione scientifica" del Seicento. Rossi sostiene che la scienza vive un vero e proprio mutamento di paradigma. Il carattere rivoluzionario dei mutamenti nel modo di fare scienza avvenuti all'epoca di Bacone e Galileo grazie a una serie di fattori: la nuova visione della natura, non più divisa tra corpi naturali e "artificiali", la dimensione continentale (e, in prospettiva, mondiale) della nuova cultura scientifica, l'autonomia dal pensiero religioso, la pubblicità dei risultati. Un'altra importante novità fu costituita, secondo Rossi, dal formarsi di un'autonoma comunità scientifica internazionale, "una sorta di autonoma Repubblica della Scienza dove non esiste l'ipse dixit".  Si è dedicato per oltre trent'anni al tema della memoria, in chiave filosofica e storica, al quale ha dedicato nel 1991 il saggio Il passato, la memoria, l'oblio con il quale ha vinto il Premio Viareggio.  Nei suoi ultimi anni ha analizzato e denunciato l'esistenza di diverse forme di "ostilità alla scienza" (il "primitivismo" e l'"antiscienza") che, come forma di reazione allo sviluppo tecnologico e industriale, propugnano come soluzione di tutti i mali il ritorno a un mondo premoderno idealizzato e il rifiuto della razionalità. Membro del "Comitato 08" del Consiglio Nazionale delle Ricerche. È stato presidente sia della Società Filosofica Italiana sia della Società Italiana di Storia della Scienza. È stato socio corrispondente dell'Accademia Pontaniana di Napoli dal 1981, socio corrispondente dell'Accademia Nazionale dei Lincei  e socio nazionale della stessa. Riceve  la Medaglia Sarton per la storia della scienza dalla «American History of Science Society» (USA) e successivamente la Medaglia Pictet dalla «Société de Physique et d'Histoire Naturelle de Genève». Gli è stato conferito il Premio Balzan per la storia delle scienze "per i suoi decisivi contributi allo studio dei fondamenti intellettuali della scienza dal Rinascimento all'Illuminismo". La Società Psicoanalitica Italiana lo ha insignito del Premio Musatti. L'archivio e la biblioteca Paolo Rossi ha lasciato la propria collezione privata di libri e documenti alla biblioteca del Museo Galileo, che nel giugno  ne ha ricevuta una prima tranche.  Il materiale archivistico raccoglie scritti e appunti a tema storico-filosofico e storico-scientifico, relazioni tenute a convegni e conferenze, minute, bozze di stampa e materiali preparatori per pubblicazioni, documenti attinenti all'attività di docenza e divulgazione, nonché un'ampia selezione di ritagli e articoli di argomento vario tratti dalle maggiori testate italiane e una raccolta di documenti di Antonio Banfi.  Nella biblioteca privata, invece, ai numerosi testi di storia della filosofia e storia della scienza, si affiancano volumi di argomento diverso, che rispecchiano i molteplici interessi di chi li ha raccolti, così come si sono evoluti nel corso di una vita: politica, sociologia, religione, in una ricca raccolta di monografie, miscellanee e periodici.  Opere: “Giacomo Aconcio,” Milano, F.lli Bocca, “L'interpretazione baconiana delle favole antiche,” Milano, F.lli Bocca, “Francesco Bacone: dalla magia alla scienza,” Bari, Laterza, “Clavis Universalis: arti della memoria e logica combinatoria da Lullo a Leibniz,” Milano, Napoli, R. Ricciardi, “I filosofi e le machine,” Milano, Feltrinelli, Galilei, Roma-Milano, CEI-Compagnia Edizioni Internazionali, “Il pensiero di Galilei: una antologia dagli scritti, Torino, Loescher Editore, “Le sterminate antichità: studi vichiani,” Pisa, Nistri-Lischi, Storia e filosofia: saggi sulla storiografia filosofica, Torino, Einaudi, Aspetti della rivoluzione scientifica, Napoli, A. Morano, La rivoluzione scientifica: da Copernico a Newton, Torino, Loescher, Pisa, Edizioni ETS,  “Immagini della scienza,” Roma, Editori Riuniti, “I segni del tempo: storia della Terra e storia delle nazioni da Hooke a Vico,” Milano, Feltrinelli,  “I ragni e le formiche: un'apologia della storia della scienza,” Bologna, Il Mulino, “Storia della scienza moderna e contemporanea,” Torino, Utet, “La scienza e la filosofia dei moderni: aspetti della rivoluzione scientifica,” Torino, Bollati Boringhieri, “Paragone degli ingegni moderni e postmoderni,”Bologna, Il Mulino, “Il passato, la memoria, l'oblio: sei saggi di storia delle idee, Bologna, Il Mulino (Premio Viareggio) “La filosofia,” Torino, Utet, “Naufragi senza spettatore: l'idea di progresso,” Bologna, Il Mulino, “La nascita della scienza moderna in Europa,” Roma, Laterza, “Le sterminate antichità e nuovi saggi vichiani,” Scandicci, La Nuova Italia, “Un altro presente: saggi sulla storia della filosofia,” Bologna, Il Mulino, Bambini, sogni, furori: tre lezioni di storia delle idee, Milano, Feltrinelli, Il tempo dei maghi: Rinascimento e modernità, Milano, R. Cortina, Speranze, Bologna, Il Mulino, Mangiare, Bologna, Il Mulino,  Un breve viaggio e altre storie: le guerre, gli uomini, la memoria (Milano, R. Cortina); Premio letterario Viareggio-Rèpaci, Vincitori del Premio Musatti  su Spi WebSocietà Psicoanalitica Italiana. Inventario del Fondo archivistico , su opac.museogalileo.  Fondo librario: le monografie moderne , su opac.museogalileo.  Fondo librario: le miscellanee , su opac.museogalileo.  Fondo librario: i periodici , su opac.museogalileo.  Storia della filosofia, Storia della scienza: saggi in onore di Paolo Rossi, Antonello La Vergata e Alessandro Pagnini, Nuova Italia, Firenze, Segni e percorsi della modernità: saggi in onore, Ferdinando Abbri e Marco Segala, Dipartimento di Studi Filosofici dell'Siena, Antonio Rainone, «Rossi Monti, Paolo» in Enciclopedia ItalianaVI Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, John L. Heilbron , Advancements of learning: essays in honour of Paolo Rossi, Firenze, Olschki); Ferdinando Abbri, Nuncius, Dizionario di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Paolo Rossi, un maestro, Pisa, Edizioni della Normale, Pietro Rossi, Tra Banfi e Garin: la formazione filosofica di Paolo Rossi, in Rivista di filosofia, TreccaniEnciclopedie,  Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Paolo Rossi Monti, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia multimediale RAI delle scienze filosofiche -- sito web italiano per la filosofia.  Per una scienza libera, intervista. Storia Moderna, su stmoderna. intervista, Società Psicoanalitica Italiana, videointervista, Paolo Rossi: memoria e reminiscenza, sul  RAI Filosofia, su filosofia.rai. Il Fondo Rossi nella biblioteca del Museo Galileo, su museogalileo. Paolo Rossi. Paolo Rossi Monti. Monti. Keywords: nato Paolo Rossi, adottato dalla zia materna, Monti. Vico – Refs. Luigi Speranza, “Grice e Rossi: l’implicatura di Vico” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51667660922/in/photolist-2mHGgw3-E4u3XA-2mKr38G-BNZ85J-ALFv7d-AxxzTD-AZWYJA-ApRtxq-Axw9LB-B3MNUK-A6poSZ-BcuYTZ-ApQAXh-ApiFAg-Bah84L-AxtCpu-BcuKBD-B1z6ph-B3gchn-B3QKYi-ApmdTH-Axwy9t-AscfFc-AxwmBa-Bcutrc-AewDtF-B26qKh-A6ZQf4-Bajmv1-A6q9QZ-Apk84E-AeC6uP-Bcvwwt-Bbwckk-B27ZJG-oaRQwU-nTsKH2-nTt1ft-oaWxtt-o8NdWA-o7k5vN-nKMCbE-o58rvZ-nUfS4K-nVy125-nbpW4V-nbpUW6-nsWw87-nbpHBc-nt44Az

 

Grice e Rosso – filosofia siciliana – filosofia italiana – by Luigi Speranza (Corleone). Flosofo. Visse a Palermo. Scrisse tre manoscritti, il primo fu Varie cose notabili occorse in Palermo ed in Sicilia, pubblicato dall'editore Libro Sei, con il titolo “Descrizione di tutti i Luoghi Sacri della felice Città di Palermo” descrive le chiese di Palermo. Questo saggio e ricordato in vari altri manoscritti, anche negli anni novanta e duemila, il terzo fu pubblicato con il titolo “Diario Palermitano”. Il comune di Palermo gli dedica una via.  Biblioteca storica e letteraria di Sicilia: Mira/bibl Siciliana. D. Ciccarelli e M. Valenza, La Sicilia e l'Immacolata: non solo 150 anni. Atti del convegno, T. Pugliatti, Pittura del Cinquecento in Sicilia, Electa, pagine  Roma. Istituto di studi bizantini e neo-ellenici, Rivista di studi bizantini e neoellenici. G. Marzo, Biblioteca storica e letteraria di Sicilia: Opere storiche inedited. Rosso. Keywords: filosofia siciliana, filosofia italiana. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosso” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734795297/in/datetaken/

 

Grice e Rota – la lavagna del grupo di giocco – filosofia italiana – By Luigi Speranza (Vigevano).  Filosofo. Italian philosopher. Grice: “Many Italian philosophers would not consider Rota an Italian philosopher seeing that he earned his maximal degree without (not within) Italy! And right they would, too!” His father, Giovanni, a prominent antifascist, was the brother of the mathematician Rosetta, who was the wife of the writer Ennio Flaiano. Gian-Carlo's family left Italy when he was 13 years old, initially going to Switzerland.  Rota attended the Colegio Americano de Quito in Ecuador, and graduated with an A.B. in mathematics from Princeton University in 1953 after completing a senior thesis, titled "On the solubility of linear equations in topological vector spaces", under the supervision of William Feller. He then pursued graduate studies at Yale University, where he received a Ph.D. in mathematics in 1956 after completing a doctoral dissertation, titled "Extension Theory Of Ordinary Linear Differential Operators", under the supervision of Jacob T. Schwartz.  Career Much of Rota's career was spent as a professor at the Massachusetts Institute of Technology where he was and remains the only person ever to be appointed Professor of Applied Mathematics and Philosophy. He is also the Norbert Wiener Professor of Applied Mathematics.  In addition to his professorships at MIT, Rota held four honorary degrees, from the University of Strasbourg, France (1984); the University of L'Aquila, Italy (1990); the University of Bologna, Italy (1996); and Brooklyn Polytechnic University (1997). Beginning in 1966 he was a consultant at Los Alamos National Laboratory, frequently visiting to lecture, discuss, and collaborate, notably with his friend Stanisław Ulam. He was also a consultant for the Rand Corporation  and for the Brookhaven National Laboratory (1969–1973). Rota was elected to the National Academy of Sciences in 1982, was vice president of the American Mathematical Society (AMS) from 1995–97, and was a member of numerous other mathematical and philosophical organizations.  He taught a difficult but very popular course in probability. He also taught Applications of Calculus, differential equations, and Combinatorial Theory. His philosophy course in phenomenology was offered on Friday nights to keep the enrollment manageable. Among his many eccentricities, he would not teach without a can of Coca-Cola, and handed out prizes ranging from Hershey bars to pocket knives to students who asked questions in class or did well on tests.  Rota began his career as a functional analyst, but switched to become a distinguished combinatorialist. His series of ten papers on the "Foundations of Combinatorics" in the 1960s is credited with making it a respectable branch of modern mathematics.[dubiousdiscuss] He said that the one combinatorial idea he would like to be remembered for is the correspondence between combinatorial problems and problems of the location of the zeroes of polynomials. He worked on the theory of incidence algebras (which generalize the 19th-century theory of Möbius inversion) and popularized their study among combinatorialists, set the umbral calculus on a rigorous foundation, unified the theory of Sheffer sequences and polynomial sequences of binomial type, and worked on fundamental problems in probability theory. His philosophical work was largely in the phenomenology of Edmund Husserl.  Death Rota died of atherosclerotic cardiac disease apparently in his sleep at his home in Cambridge, Massachusetts.  See also Kallman–Rota inequality Rota's conjecture Rota's basis conjecture Rota–Baxter algebra Joint spectral radius, introduced by Rota in the early 1960s Cyclotomic identity Necklace ring Twelvefold way List of American philosophers Notes  O'Connor, John J.; Robertson, Edmund F., "Gian-Carlo Rota", MacTutor History of Mathematics archive, University of St Andrews.  F. Palombi, The Star and the Whole: Gian-Carlo Rota on Mathematics and Phenomenology. CRC PHis aunt, Rosetta Rota was a mathematician associated with the renowned Rome university Institute of Physics in Via Panispenra…  "American Mathematical Society | Gian-Carlo Rota, Rota, Gian Carlo (1956). Extension Theory Of Ordinary Linear Differential Operators (Thesis). New Haven, Connecticut: Yale University.  "MIT professor Gian-Carlo Rota, mathematician and philosopher, is dead” Wesley T. Chan "To Teach or Not To Teach: Professors Might Try a New Approach to ClassesCaring about Teaching". The Tech. "Gian-Carlo Rota". The Tech. "Mathematics, Philosophy, and Artificial Intelligence: a dialogue with Gian-Carlo Rota and David Sharp. Gian-Carlo Rota at the Mathematics Genealogy Project O'Connor, John J.; Robertson, Edmund F., "Gian-Carlo Rota", MacTutor History of Mathematics archive, University of St Andrews. Kung, Joseph; Rota, Gian-Carlo; Yan, Catherine (2009). Combinatorics: The Rota Way. Cambridge Mathematical Library. Cambridge University Press.  Archived from the original on -03-03. Retrieved -03-19. The Forbidden City of Gian-Carlo Rota (a memorial site) at the Wayback Machine (archived June 30, 2007) This page at rota.org was not originally intended to be a memorial web site, but was created by Rota himself with the assistance of his friend Bill Chen in January 1999 while Rota was visiting Los Alamos National Laboratory. Mathematics, Philosophy, and Artificial Intelligence: a dialogue with Gian-Carlo Rota and David Sharp at the Wayback Machine  "Fine Hall in its golden age: Remembrances of Princeton in the early fifties" by Gian-Carlo Rota. Tribute page by Prof. Catherine Yan (Texas A&M University), a former student of Rota Scanned copy of Gian-Carlo Rota's and Kenneth Baclawski's Introduction to Probability and Random Processes manuscript in its 1979 version. Gian-Carlo Rota (1996). Indiscrete Thoughts. Birkhäuser Boston.  0review at MAA.org The Digital Footprint of Gian-Carlo Rota: International Conference in memory of Gian-Carlo Rota, organized by Ottavio D'Antona, Vincenzo Marra and Ernesto Damiani at the University of Milan (Italy) Gian-Carlo Rota on Analysis and Probability,  Biographical Memoir of Gian-Carlo Rota, National Academy of Science. Gian-Carlo Rota. Rota. Aune: “I left the play group when I realised that Grice could care less about blackboards!” -- Keywords: la lavagna del gruppo di giocco. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Rota," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/

 

Grice e Rotondi – Roma antica – filosofia italiana. – By Luigi Speranza (Vicovaro).  Filosofo. Ha svolto anche attività di libraio ed editore. I primi anni e la nascita della "Libreria delle Occasioni" ("Libreria Rotondi"). Nella seconda metà degli anni trenta si trasferisce a Roma. Il 1941 è l'anno in cui, insieme alla moglie Annamaria, rileva una preesistente libreria di testi usati che chiamerà “Libreria delle Occasioni”, intendendo con questo nome l'opportunità per gli appassionati di reperire opere rare, curiose e introvabili. La “Libreria delle Occasioni” si trova tuttora nel suo luogo originario di fondazione e cioè in via Merulana. Tra gli amanti di rarità bibliografiche e tematiche spirituali è anche nota come “Libreria Rotondi” in omaggio alla fama del suo fondatore. I primi anni di attività della libreria sono piuttosto travagliati in quanto le autorità fasciste, infastidite dalla tipologia eterodossa dei testi in vendita, operano diversi sequestri e infliggono sanzioni. Nell'autunno del 1943 Amedeo è costretto a chiudere la libreria per evitare il richiamo alle armi della Repubblica Sociale Italiana. Considerato disertore, si rifugia con la famiglia a Vicovaro. Individuato in seguito ad una delazione, riesce fortunosamente a sfuggire alla cattura e si allontana verso le montagne che circondano il paese, inseguito dappresso da tedeschi e fascisti. Disperando di potersi salvare, si nasconde nei pressi di una casa abbandonata, popolarmente ritenuta “abitata dagli spiriti” e qui avviene l'evento fondamentale sopra descritto che cambierà la sua vita e le sue convinzioni, aprendolo alla conoscenza del mondo spirituale. Improvvisamente ha una visione folgorante nel cielo:  << Sedetti a contemplare la scena: una catena di globi luminosi dall'alto scendevano fin giù, penetravano nella terra, poi altri che risalivano e poi ridiscendevano come per riunirsi in un misterioso convegno. Si sentivano delle voci indistinte >>  Amedeo si trattiene ad osservare tale spettacolo misterioso salvandosi, in questo modo, dal rastrellamento in corso nel vicino paese di Roccagiovine. Questo primo decisivo contatto con la realtà del paranormale e altre esperienze consimili saranno poi ampiamente raccontate nel libro "Il protettore invisibile". Tale evento rappresenterà l'inizio del suo studio e del suo interesse nei confronti del mondo dell'esoterismo e della spiritualità, che l'accompagnerà per tutta la vita.  Gli anni dello studio e della crescita spirituale. Le prime opere pubblicate in proprio Amedeo Rotondi, rientrato a Roma dopo la Liberazione e desideroso di conoscere la reale natura dello straordinario fenomeno accadutogli, inizia a concentrare i suoi studi sulle discipline esoteriche e spirituali facendo della “Libreria delle Occasioni” una delle prime e più importanti librerie in Italia, specializzate nel settore. Inizia un periodo molto fervido fatto di conferenze, riunioni e dibattiti che ne alimentano la fama. Antesignano delle tendenze moderne, nel 1946 fonda il “Corriere Librario”, periodico mensile per bibliofili contenente recensioni, curiosità e approfondimenti bibliografici, oltre che inserzioni per la compravendita di libri, che si diffonde rapidamente a livello nazionale e internazionale. Pubblica in proprio i suoi primi titoli, dando forma scritta a quasi due decenni di studi e riflessioni. Si tratta dei cinque libri della collana “Le Perle”, raccolte di massime, proverbi e aforismi dell'Oriente, dell'antica Grecia, di Roma antica e del Cristianesimo. Dà alle stampe “L’arte del silenzio e l’uso della parola”, un originale e lungimirante saggio il cui intento si manifesta già dalla dedica, firmato con lo pseudonimo di Vico di Varo, derivato chiaramente dal suo paese natale. Viene incaricato di redigere un opuscolo commemorativo in occasione dell'inaugurazione in Vicovaro del Monumento in onore delle vittime della strage nazista delle Pratarelle, Amedeo Rotondi e la sua libreria hanno svolto una funzione di aggregazione e catalizzazione culturale in anni difficili in cui certi ambiti di studio venivano guardati con sospetto, quando non con manifesta ostilità.  La fase della maturità letteraria e spirituale. I “Volontari del Bene” Negli anni settanta partecipa e svolge un ruolo tutt'altro che secondario nel Cerchio Firenze 77, una delle più importanti esperienze para-psicologiche collettive italiane. Lui la sua libreria, nella quale collabora anche la sua unica figlia Vera, sono ormai un punto di riferimento di tutto un mondo culturale in espansione e finalmente libero da ogni censura. Pubblica sedici titoli presso diverse case editrici (Mediterranee, Astrolabio, Sugarco, S.A.S.), firmandoli oltre che con il suo vero nome con il pseudonimo Amadeus Voldben, acronimo di “Volontario del Bene”. Tale nome d’arte sta ad indicare la missione che si e prefisso e che delinea nel libriccino “I volontari del bene”, vera e propria bibbia per tutti coloro che si riconoscono nel progetto di diffusione del Bene, stampato in proprio per la prima volta nel '72. I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue: esistono tuttora edizioni in inglese, tedesco, spagnolo, portoghese, greco e polacco. Oltre al valore intrinseco degli scritti, sono le riunioni e la sua stessa presenza in libreria a suscitare curiosità e interesse presso un pubblico molto ampio che vede in Amedeo Rotondi una guida spirituale in grado di fornire suggerimenti mai banali e, da vecchio educatore, sempre comprensibili. Dietro la sua apparente severità, che è semplicemente rifiuto della superficialità, traspare la disponibilità e l'umanità, accessibili a chiunque si sforzi di varcare il civico 82 di via Merulana. Si caratterizza da una produzione culturale ancora intensa ma, questi ultimi, anche dal profondo dolore per la perdita dell'amata figlia e dell'adorata moglie Anna Maria, dolore che non intacca, anzi, semmai rafforza la sua serena consapevolezza della morte come momento di passaggio verso l'eterna felicità. Nonostante i problemi fisici che lo tormentano, continua a scrivere e a regalare gemme di saggezza e consigli fino a pochi giorni prima della morte. Muore per questa vita e per questo mondo. Oltre ai testi pubblicati in vita lascia altri scritti, alcuni pronti per la stampa altri bisognosi di revisione, che vengono pubblicati postumi a partire dal 2003 su iniziativa del nipote Aldo e dei pronipoti Francesco e Barbara, i quali si sono impegnati, secondo la volontà dello zio, a proseguire l'attività in libreria, mantenendosi fedeli all'impostazione originaria da lui delineata. La libreria Rotondi ha ricevuto il riconoscimento di "negozio storico" da parte del Comune di Roma.  Opere: “Saggezza dell'Oriente,” ( I della collana Le Perle, ristampato da Astrolabio. L'arte del silenzio e l'uso della parola, ristampato dalla Libreria Rotondi n Saggezza di Roma antica, collana Le Perle). Saggezza dell'antica Grecia, Amedeo Rotondi, collana Le Perle). Amore e saggezza nel pensiero Cristiano, collana Le Perle). Il giardino della saggezza, collana Le Perle). “Dopo Nostradamus: le grandi profezie sul futuro dell'umanità” (Mediterranee); “Un'arte di vivere: via segreta alla serenità, Mediterranee,  La coppa d'oro: insegnamenti dei maestri, fonte di luce e di energia, SAS, (ristampato dalle Mediterranee). Le influenze negative: come neutralizzarle, SugarCo,, (ristampato dalle Mediterranee). Il protettore invisibile: la guida che ci aiuta nei momenti difficili della vita, Mediterranee, La voce misteriosa, Astrolabio  (ristampato dalla Libreria Rotondi nel ) Lo scopo e il significato della vita: perché si nasce, perché si vive, perché si muore, Mediterranee, I prodigi del pensiero positivo: il suo potere e la sua azione a distanza, Mediterranee, Il destino nella vita dell'uomo, Mediterranee, La reincarnazione: verità antica e moderna, Mediterranee, La potenza del credere… e la gioia d'amare: i prodigi della fede e dell'amore, Mediterranee,  Una luce nel tuo dolore, Mediterranee, Guida alla padronanza di sé, Mediterranee, 1La magica potenza della preghiera, Mediterranee,  La chiave della vita, Mediterranee,  La presenza divina in noi, Mediterranee, Le leggi del pensiero: l'energia mentale e l'azione della volontà, Mediterranee.. Le grandi profezie sul futuro dell'umanità, Mediterranee. La potenza creatrice del pensiero, Mediterranee, Pensieri per una vita serena, Mediterranee. Altre opere non in commercio Ricordo dei nostri martiri. Commemorazione in occasione dell'inaugurazione del monumento ai martiri delle PratarelleVicovaro, Tipografia Seti, Roma,  I Volontari del Bene, Libreria Rotondi Editrice, Roma, Reincarnazione e fanciulli prodigio, Mediterranee, Roma, La reincarnazione: verità antica e moderna, Mediterranee. Col suo nome di battesimo ha scritto La voce misteriosa e i cvolumi della collana Le Perle. Con lo pseudonimo di “Vico di Varo” ha scritto L’arte del silenzio e l’uso della parola. Con lo pseudonimo di “Amadeus Voldben” ha scritto tutti gli altri testi.  La Libreria Rotondi è segnalata in molte pubblicazioni, tra cui la Guida ragionata alle librerie antiquarie e d'occasione d'Italia, Claudio Maria Messina, Roma, che ha avuto varie edizioni. Amadeus Voldben, Il protettore invisibile, Edizioni Mediterranee, Roma,  La sua partecipazione agli incontri del Cerchio Firenze 77 è ricordata nei libri Oltre l'illusione, Roma, Mediterranee, e Oltre il silenzio, Luciana Campani Setti, Roma, Mediterranee). Dopo Nostradamus, I prodigi del pensiero positivo, Le influenze negative, Il protettore invisibile: Dopo Nostradamus. Molte persone si rivolgevano a Rotondi per ricevere consigli. Una testimonianza letteraria di questa consuetudine si trova nel romanzo di  Giovetti Weimar per sempre, (Edizioni Mediterranee, Roma) in cui si narra l'episodio di un giovane che si reca presso la Libreria delle Occasioni per ricevere suggerimenti su questioni spirituali e libri. Libreria RotondiLibreria delle Occasioni (La libreria fondata da Rotondi) La piccola miniera di Amedeo Rotondi (da Il Corriere della Sera) Il libraio di via Merulana e i globi luminosi (da La Repubblica) Cerchio Firenze 77 (Esperienza parapsicologica collettiva) Andiamo alla scoperta di Amedeo Rotondi, illustre vicovarese del '900 (da La Piazza di Castel Madama. Amedeo Rotondi. Rotondi. Keywords: Roma antica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rotondi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736417395/in/datetaken/

 

Grice e Rovatti – i giocchi e gl’uomini – filosofia italiana – Luigi Speranza (Modena). Filosofo.  Grice: “I do not know any other philosopher other than me or Austin who, like Rovatti, is obsessed wiith the concept of a ‘game’!” Ha insegnato a Trieste.  Ha studiato fenomenologia a Milano con Paci iniziando a collaborare con la rivista di filosofia e cultura «aut aut», di cui è direttore.  È editorialista di "Il Piccolo" di Trieste e collaboratore di "la Repubblica" e "l'Espresso". Coordina il Laboratorio di filosofia contemporanea di Trieste, attraverso cui ha fondato la Scuola di filosofia di Trieste. È membro del comitato scientifico di Vicino/lontano (Udine). -- è uscito un volume a lui interamente dedicato (René Scheu, Il soggetto debole. Mimesis, Milano ). Ppubblica una monografia su Whitehead. Successivamente si occupa dei rapporti tra fenomenologia e marxismo pubblicando Critica e scientificità in Marx, e poi focalizzando in vari saggi il tema dei bisogni con riferimento anche alla psicoanalisi. Cura anche un'edizione delle Opere di Bergson.  Fa uscire con Vattimo il reading Il pensiero debole che sarà ristampato molte volte e e da cui è nato un ampio dibattito, all'inizio sulle pagine di «Alfabeta» (di cui era redattore), poi in diverse altre sedi, e che continua tuttora.  Le questioni concernenti tale forma nuova di pensiero (che hanno a che fare soprattutto con Nietzsche e Heidegger) diventano il punto di partenza della sua successiva produzione con una serie di volumi (La posta in gioco, Abitare la distanza, Il paiolo bucato, La follia in poche parole, Guardare ascoltando, L'esercizio del silenzio, Possiamo addomesticare l'altro?, Inattualità del pensiero debole. Queste questioni riguardano soprattutto la possibilità di una «logica paradossale» e si articolano intorno ai temi del gioco, dell'ascolto e dell'alterità, tutti collegati alla questione attuale della soggettività.  Altri suoi scritti e interventi hanno introdotto opere di Whitehead, Sartre, Habermas, Hume, Jabès, Negt, Kluge, Heller,  Caillois (ossia I giochi e gli uomini), Sollers (iSul materialismo), Poulantzas,Deleuze, Derrida (nel suo rapporto con Freud), Lévinas, Bateson e del suo mentore Paci.  Dalla riflessione sul gioco nascono anche i libri Per gioco. La scuola dei giochi (con Davide Zoletto.  e Il gioco di Wittgenstein. Si è anche interessato alla consulenza filosofica, con La filosofia può curare? Ha curato l'antologia Il coraggio della filosofia, sulla rivista «aut aut».  Tiene una rubrica sul quotidiano "Il Piccolo" di Trieste col titolo di Etica minima. Ha raccolto questi "scritti corsari" (cfr. Pasolini) in vari libri: Etica minima, Noi, i barbari, Un velo di sobrietà. Accanto a una sensibile sintonia con le riflessioni di JDerrida, si è manifestata nella sua ricerca una particolare attenzione per il pensiero di Lacan e Foucault (in particolare sul rapporto tra potere e sapere).   Gli egosauri, Elèuthera, Milano . Le nostre oscillazioni, Collana Edizioni alpha beta Verlag, Merano . L’intellettuale riluttante, Elèuthera, Milano . Restituire la soggettività. Lezioni sul pensiero di Basaglia, alphabeta, Merano . Un velo di sobrietà, il Saggiatore, Milano . Noi, i barbari. La sottocultura dominante, Raffaello Cortina, Milano  Inattualità del pensiero debole, Forum, Udine   Cura di Il coraggio della filosofia. aut aut-, il Saggiatore, Milano  Etica minima. Scritti quasi corsari sull'anomalia italiana, Cortina, Milano   La posta in gioco. Heidegger, Husserl, il soggetto, Mimesis, Milano-Udine   prima edizione: Bompiani, Milano Cura di Consulente e filosofo. Osservatorio critico sulle pratiche filosofiche, Mimesis, Milano Il gioco di Wittgenstein, EUT, Trieste. Possiamo addomesticare l'altro? La condizione globale, Forum, Udine Abitare la distanza. Per una pratica della filosofia, Raffaello Cortina, Milano (check) Feltrinelli, Milano  La filosofia può curare? La consulenza filosofica in questione, Raffaello Cortina, Milano La scuola dei giochi (con Davide Zoletto), Bompiani, Milano Cura di Scenari dell'alterità, Bompiani, Milano Guardare ascoltando: filosofia e metafora, Bompiani, Milano  prima edizione: Il declino della luce, Marietti, Genova  L'università senza condizione (con Derrida), Raffaello Cortina, Milano La follia in poche parole, Bompiani, Milano Fare la differenza, atti del convegno, curati con Pietro Derossi, Triennale di Milano, Milano, Il paiolo bucato. La nostra condizione paradossale, Raffaello Cortina, Milano Introduzione alla filosofia contemporanea, Bompiani, Milano Lettere dall'università, Filema, Napoli Per gioco: piccolo manuale dell'esperienza ludica (con Alessandro Dal Lago), Raffaello Cortina, Milano  Trasformazioni del soggetto: un itinerario filosofico, Il poligrafo, Padova Dizionario dei filosofi contemporanei, Bompiani, Milano Elogio del pudore. Per un pensiero debole (con Alessandro Dal Lago), Feltrinelli, Milano Intorno a Lévinas, Unicopli, Milano Cura di Effetto Foucault, Feltrinelli, Milano, Cura di Henri Bergson, Mondadori, Milano, Il pensiero debole (con Vattimo), Feltrinelli, Milano Bisogni e teoria marxista (con Amedeo Vigorelli), Mazzotta, Milano,  Critica e scientificità in Marx: per una lettura fenomenologica di Marx e una critica del marxismo di Althusser (Feltrinelli, Milano); “Che cosa ha veramente detto Sartre” (Ubaldini, Roma); “La dialettica del processo” (il Saggiatore, Milano). aut aut, su autaut.ilsaggiatore.com. Scuola di filosofia di Trieste, su scuola filosofia Laboratorio di filosofia contemporanea, su filolab. TriesteFacoltà di lettere e filosofia, su www2.units. Vicino Lontano, su vicinolontano. Pier Aldo Rovatti: il pensiero debole, sul  RAI Filosofia, su filosofia.rai. Pier Aldo Rovatti. Rovatti. Keywords: i giocchi e gl’uomini --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rovatti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735500411/in/datetaken/

 

Grice e Rovella – Querce – Filosofia italiana – By Luigi Speranza. (Palazzolo Acreide). Filosofo. Appartene ad una famiglia contadina di solida fede cristiana. Tre fratelli ed una sorella erano sopravvissuti a 12 gravidanze. Dopo la scuola elementare frequentò la scuola media ad Ispica, in provincia di Ragusa, nel convento dei cappuccini, alla scuola dello zio cappuccino. Questa esperienza lasciò tracce indelebili nella formazione e nello sviluppo intellettuale di Giuseppe che visse all'insegna della contraddizione nella ricerca della sua strada. Contraddizione che visse sempre in termini positivi, come caratteristica dell'uomo che pensa. A Catania si iscrisse in Lettere e Filosofia e fu tra gli alunni più stimati del prof. Cleto Carbonara che insegnava filosofia teoretica. Si laureò il 2 giugno 1948 con una tesi di estetica, sul rapporto fra contenuto e forma in arte. Gli interessi per l'estetica rimasero permanenti. Insegnò storia e filosofia nei licei, di Noto e Palazzolo, dove per un breve periodo, fu anche preside, incarico dal quale si dimise per tornare all'insegnamento. Morì nella sua casa natale.  Opere: Dopo alcune recensioni di filosofia nella rivista Sophia, rivista fondata da Ottaviano e due raccolte di poesie pubblicate da Gastaldi Editore Milano, il suo vero esordio fu L'uomo, una filosofia, opera di filosofia teoretica, pubblicata da Giannini Napoli, con prefazione di Carbonara. In quest'opera Rovella in un serrato confronto con i grandi della filosofa affronta, in termini critici, la metafisica ed espone il suo convincimento che la ricerca senza condizioni, attraverso l'intelligenza attiva e creatrice può aprire all'uomo orizzonti creativi, nuovi, seppur rischiosi. La metafisica, sostiene Rovella, imprigiona in schemi rigidi e vincolanti. Pervenire all'autocoscienza è il compito più degno del pensiero, che pur problematico in sé non rimane imprigionato nel problematicismo. Il rapporto con Spirito e Carbonara fu stimolo attivo e personale nella sua ricerca. “Deneb”, romanzo, e pubblicato da Salvatore Sciascia Caltanissetta Roma con prefazione di Gallo. Si tratta di un romanzo filosofico che narra la pulsione verso l'oltre, attenuando, così, la precedente critica verso la metafisica e aprendo verso il mistero che, in “Deneb”, comporta il confronto con tre donne che rappresentano tre volti diversi della verità. La stella Deneb è metafora della pulsione verso l'alto. In “Deneb” abbondano i riferimenti autobiografici da cui emerge l'attaccamento alla casa natia, che non abbandona finché visse, alla famiglia e soprattutto ad un modello di vita contadina morigerata e sobria. Lo stile   è affabulante. L'autocoscienza e il trionfo della morte  in Gentile in Il pensiero di Gentile, Enciclopedia Italiana, Roma. Qui si esamina il momento finale della vicenda umana e filosofica di Gentile alla cuia filosofia e sempre legato. “L'errore del cerchio”, pubblicato dalla Provincia Regionale Siracusa, con prefazione di . Messina. Predomina il colloquio interiore, lo scavo nella coscienza e nella memoria. Procede come un giallo. Un tema attraversa gli avvenimenti, la libertà e la necessità di un suo contenimento.  “La fattoria delle querce”, romanzo, edito da M. Selvaggio Caruso Editore Siracusa. Considera questo romanzo l'espressione più piena del suo pensiero e della sua capacità di scrittura. È come un'epopea, quella della famiglia siciliana Capobianco, governata da una donna e sviluppata attraverso un intrigo di personaggi e di vicende collocate in un non luogo e in un non tempo. I discendenti Capobianco sono identici agli ante-nati, e la ricerca della genealogia è il problema più assillante per i personaggi. Il mito dell'eterno ritorno dell'identico li e caro. Rimane sempre legato ai miti. Fisiognomica, astrologia, venti, odori e turbamenti fanno di questo lavoro un esempio di scrittura immaginifica e personale. Scrittura di non di facile consumo. Dice che con quest'opera ha tracciato una nuova “Imago Siciliae”. Nella stessa aura de La fattoria sono scritti i racconti.  Cambia di nuovo argomento, inizia quella che lui chiama “la fase cristica”. Scrive opere in cui la figura di Cristo e il rapporto fra le religioni sono il tema dominante. “L'ora del destino, dramma in due atti è pubblicato dall'Accademia Casentinese di Lettere, Arti, Scienze ed economia, Castello di Borgo alla Collina, Arezzo,  L'Ora in persona di una donna consola il Crocifisso che muore quando una congiuntura astrale perviene al suo compimento.  Vita di Gesù, pubblicato con Prospettive d'Arte Milano, con prefazione di Ronfani. Gesù è visto nella sua umanità, la narrazione segue lo sviluppo dei vangeli sinottici, con qualche incursione negli apocrifi. L'autore, che pur ne ha le competenze,si tiene lontano dalle problematiche gesuologiche e cristologiche. Vuole narrare un Gesù “così come parla al cuore”.  L'Angelo e il Re, con prefazione di Pazzi per i tipi di Palomar Bari.I nove mesi di gravidanza di Maria vergine sono narrati con un andamento che si mescola di esoterismo e sapienza umana. Maria spesso, nel mistero del suo concepimento, nella sua realtà quotidiana, vive le vicende del suo quartiere, con le sue amiche, con qualche momento di gioia esaltata e prorompente, con un tratto zingaresco. Rovella fu sempre attratto, nella sua narrativa da zingari e vagabondi di passaggio, come incarnazione di una libertà che abbiamo smarrita.  Le Madri Racconto, Utopia Edizione, Chiaramonte Gulfi, Vi si sente l'eco di J. Bachofen. Breve raro capolavoro, pieno di mistero e poesia, di un potere magico, come scrive Tosi.  Asvamedha pubblicato da Utopia Edizioni, Chiaramonte Gulfi, con prefazione di Monachino. Raccoglie racconti inediti.  Inizio d'amore pubblicato a cura dell'Istituto Studi Acrensi di Palazzolo Acreide. Raccoglie altri racconti che l'autore pubblicò in varie riviste letterarie nazionali, a cura dell'Istituto Studi Acrensi Palazzolo Acreide. I racconti, dice l'autore, vivono nell'aura dei romanzi di questo periodo.  La vigna di Nabot, dramma in quattro quadri  pubblicato nel  a cura dell'Associazione Amici di G. Rovella, Palazzolo Acreide. Narra le vicende di Nabot, personaggio biblico che incontriamo nel primo libro dei Re Cap. 21. La prepotenza dei potenti e la sacralità della terra dei padri sono il filo conduttore del dramma. Nabot muore per una questione di coerenza.   minima Ermanno Scuderi, La fattoria delle Querce, in Le Ragioni critiche, Giancarlo Menichelli in Esperienze letterarie,  R. Jacobbi, Il miracolo Deneb, in Arenaria, Palermo, Vittorio Vettori, Il miracolo di Deneb e le profezie di Ruggero, Arenaria, Monachino Ester, Considerazioni su un romanzo di Rovella, in Le Ragioni critiche, Catania, Emanuele Messina, Dal bagolaro alla sequoia,, La vita e l'opera di Giuseppe Rovella, Emanuele Romeo editore, Siracusa, Emanuele Messina, Alle radici del pensiero. La presenza dei suoi maestri, Emanuele Romeo. Giuseppe Rovella. Rovella. Keywords: romanzo filosofico, querce. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rovella” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736086914/in/datetaken/

 

Rovere  Essential Italian philosopherHis family originates in Albalonga, Savona, Liguria. Terenzio Mamiani. Terenzio Mamiani Terenzio Mamiani della Rovere. filosofo, politico e scrittore italiano. Testimonio essendo il Pontefice [della insurrezione dell'Italia contro l'Austria] e d'altra parte abborrendo egli, pel suo ministero santissimo, dalle guerre e dal sangue ha pensato... d'interporsi fra i combattenti, e di fare intendere ai nemici della nostra comune patria, quanto crudele ed inutile impresa riesca ormai quella di contendere agli italiani le naturali frontiere. citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli) A. Oroboni alla sua fidanzata Incipit Dallo Spielberg, ai 5 d'Aprile. Del soave amor tuo, nobile spirto | Ed infelice, io vissi altera e santa. Di quel vivrò, giuro all'eterno Iddio. Si che il dolor nol chiuda entro al sepolcro. Tai celesti parole in picciol foglio. Vergate, o cara, ebb'io da te quel giorno che tramutai le dolci aure lombarde con queste ignote al Sol tombe di vivi.  Io muojo, ed al suo fine affretta | questa lunga agonia che chiaman vita | qui per istrazio. Quando suonarne il certo annunzio udrai, | non pianger tu, non piangere, o diletto | spirto d'amor, ché del mio ben migliore | Lacrimar ti disdice. Il misero | che gemea quivi giù, poiché il dolore | soverchiò troppo, disperatamente | diè del capo nel sasso e del diffuso | Cerebro il tinse. d'ogni affetto umano affinatrice | fiamma è il dolore, e di virtù maestra | la morte. D'un nuovo diritto europeo Incipit Il giure civile di ciascun popolo ha nel testo delle leggi positive e speciali autorità sufficiente da soddisfare la giustizia ordinaria e da risolvere i dubii e acquetare le controversie intorno agli interessi e agli ufficii d'ogni privato cittadino. Di quindi nasce che possono alcuni curiali riuscire segnalati e famosi al mondo con la sola abilità del pronto ricordare, dell' acuto distinguere e dell'interpretare acconcio e discreto. Al giure delle genti occorre, invece, assai di frequente la discussione delle verità astratte. Perocché esso è indipendente e superiore all'autorità delle sopra citate leggi; si connette immediatamente al giure naturale che è al tutto razionale e speculativo; spesso gli è forza di riandar col pensiero sulle fondamenta medesime dell'ordine sociale umano, e spesso altresì non rinviene modo migliore per risolvere i dubii e acquetare le discrepanze tra popolo e popolo fuor che indagare i grandi pronunziati della ragione perpetua del diritto, chiariti, dedotti e applicati mercé della scienza. Poco importa se i metafisici e i letterati si bisticciano; ma non va senza danno del genere umano il discordare e il traviare de' pubblicisti. E già si disse che il fine criterio degli uomini illuminati coglie il certo e il sodo della scienza, ma non la crea e non l'ordina. La demenza degli uonini fa talvolta scandalosa la verità; laonde ella ebbe a pronunziare di se medesima: non venni a recare la pace in mezzo di voi, sibbene la spada. (Lo Stato essere certa congregazione di famiglie la qual provvede con leggi e con tribunali al bene proprio e alla propria tutela; tanto che sieno competentemente adempiuti i fini generali della socialità e i particolari di essa congregazione. Lo stato non esiste per la contiguità sola delle terre e delle abitazioni, ma per certo congiungimento e unità delle menti e degli animi. La libera città di Amburgo è così autonoma come l'impero di Moscovia. Il che riconosciuto e fermato, se ne ritrae ciò che pel diritto internazionale è primo principio ed assioma, non potersi da niuno e sotto niuna ragione arrogare la facoltà di offendere e menomare l'autonomia interna ed esterna di qualchesia Stato insino a tanto che questo non provoca gli altri ad assalirlo con giusta guerra; ed eziandio in tal caso è lecito di occupare temporalmente il suo territorio e dominare il suo popolo nei limiti della difesa e dell'equo rifacimento dei danni. Le varie provincie spagnuole o francesi e i tre regni britanni congiunti ed unificati per la conquista o l'eredità palesarono in lungo volgere d'anni la volontà loro ferma ed unanime di perseverare in quella identità e unità di vita sociale e politica. Per lo contrario, l'incorporamento delle provincie basche nell'unità politica degli Spagnuoli fu con violenza adempiuta e poi mantenuta. Voleva ragione e giustizia che per l'azione lenta del tempo e della civiltà riconoscessero quei popoli da se medesimi la utilità di vivere al tutto vita comune coi popoli iberici. Similmente, era iniqua la condizione degl'Irlandesi quando l'irosa Inghilterra per la diversità del culto li segregava dal godimento dei diritti politici. L'uomo individuo può nel servaggio e nelle catene serbare con isforzo la libertà dello spirito e compiere in altro modo e sotto altre condizioni certa eroica purgazione e certo mirabile perfezionamento della sua parte interiore e immortale. Ma ciò è impossibile ad un popolo intero, il quale nel servaggio di necessità si corrompe ed abbietta, e quindi Gian Vincenzo Gravina chiamò assai giustamente la libertà delle nazioni sacrosanta cosa e di giure divino. L'anima non è vendibile e non è nostra, dicevano i teologanti per dimostrare da più parti la iniquità del contratto. E neppure la libertà è vendibile; e se l'usarla e abusarla è nostro, non è tale la facoltà e il principio infuso da Dio con l'alito suo divino e che al dire di Omero vale una mezza anima. Lo Stato possiede onninamente se stesso; niuno fuori di lui può attribuirsene la padronanza. Quindi i popoli o vivono in se od in altri; cioè a dire, o provedono ai propri fini con leggi e ordini propri e componendo un individuo vero e perfetto della universa famiglia umana; ovvero entrano a parte d'altra maggior comunanza con ugualità di diritto e d'ufficio, come quelle riviere che ne' più larghi e reali fiumi confondono le acque e perdono il nome. Questa è la generale e astratta dottrina che danno la ragione e la scienza. Patria, impertanto, significa quella determinata contrada e quella peculiare congregazione di uomini a cui ciascuno degli abitanti e ciascuno dei congregati sentesi legato per tutti i doveri, gl'istinti, i diritti, le speranze e gli affetti del vivere comune. La patria considerata nella sua morale e profonda significazione è il compiuto sodamento di ciascuno verso di tutti e di tutti verso ciascuno. Se la patria non ha debito né possibilità di nudrire del suo ogni giorno tutti i suoi indigenti, spietata cosa sarebbe inibire a questi di procacciarsi altrove la sussistenza. Prediletta opera delle mani di Dio sono le nazioni. Qual nazione è pura, domandano essi, e tutta omogenea, e quale Stato in Europa non è straniero a qualche porzione de' sudditi proprii? L'Inghilterra pesa sul popolo Jonio, la Francia sull' Algerino, la Spagna sul Basco. Non nacquero forse Italiani i Corsi e Tedeschi i popoli dell'Alsazia? I Polacchi di Posen son forse Prussiani; e non è mezzo slava la Silesia? Chiameremo Russi i Lituani o i Finlandesi o gli abitanti di Riga e della Curlandia? E se tinti vediamo della medesima pece tutti i governi, se niuno, a rispetto del puro principio di nazionalità, è incolpevole, qual profitto si può dedurre d'una teorica non mai applicabile; ed anzi, come può essere teorica e vera, se i fatti in ogni luogo e tempo la contradicono? Lo Stato dipendente come si sia da un altro non è, a propriamente parlare, autonomo; e perciò, a rigore di definizione, neppure la denominazione di Stato gli si compete. I prìncipi non sono, del certo, scelti da Dio immediatamente, ma sono da Dio immediatamente investiti di loro sovranità. Il popolo indica l'uomo a cui vuole obbedire e in quell'uomo è subito la pienezza della sovranità che da Dio gli proviene. Perocché come da Dio è istituito il fine della socievole comunanza, così è istituito il mezzo nella autorità del comando.  È sicuro che nella lunghezza dei secoli le volontà e i giudizi umani si accostano all'assoluto del bene sociale, quanto che la via che viene trascorsa non procede diritta e spedita ma declina e torce continuo fra molti errori e molte misere concussioni. La libertà, essendo naturale ed essenziale agli uomini e necessaria concomitanza d'ogni bontà, è doveroso per tutti il serbarla integra nella sostanza; e perciò, né il privato individuo si può vendere ad altro privato, né tutto il corpo de' cittadini assoggettarsi pienamente e perpetuamente al dominio d'alcuno, sia forestiere o nativo. Poco o nessun valore ha il dissentimento dei piccioli e deboli, quando anche piglino ardire di esprimerlo; e chi investiga la Storia, ritrova che delle proteste loro giacciono grandi fasci dimenticati negli archivi delle Cancellerie. (p. 98) Dacché siete i più forti, correte poco rischio di vivere ex lege alla maniera dei Ciclopi. Ma confessare il diritto e contro il diritto procedere, non è conceduto a nessuno; e parlavano meglio quegli Ateniesi che alle querele dei Milesi rispondevano senza sturbarsi : il diritto è cosa pei deboli e non già pei forti e pei valorosi. Ogni popolo è autonomo; o con altri vocaboli, ogni Stato vero è libero ed inviolabile inverso tutti i popoli e tutti gli Stati. E patria nel significato morale e politico è sinonimo di Stato, in quanto questo compone uno stretto e nativo consorzio in cui ciascun cittadino ha debito e desiderio insieme di effettuare il grado massimo di unimento sociale e civile. S'incominci dall'avvisare chi sono costoro che si querelano dell'abusata libertà degli Stati e ne temono danni così spaventevoli. Costoro sono i medesimi da cui si alzano lagni e rimproveri cotidiani per qualunque libertà, eccetto la propria loro. Vogliono limitare la stampa, limitare la libera concorrenza, limitare i Parlamenti e in fine ogni cosa col pretesto volgare ed ovvio che i parlamenti, il commercio, la stampa abusano di loro facoltà e trasvanno più d'una volta e in più cose. La volontà umana, dite, è corrotta e inchinevole al male. Può darsi; ma privata di libertà so che depravasi molto di più e i padroni non meno che i servi. Non è lecito agli uomini di esercitare nessun diritto qualora difettino pienamente delle facoltà e dei mezzi correlativi. Perciò il fanciullo, il mentecatto, l'idiota cade naturalmente sotto l'altrui tutela, e per ciò medesimo la parte meno educata del volgo ed offesa di troppa ignoranza, o posta in condizione troppo servile, non ha nel generale facoltà e mezzi proporziod esercitare diritti politici. Dell'ottima congregazione umana Incipit Esaminato il fine del viver comune, fatta rassegna d'alcuni principii direttivi, più bisognevoli al nostro intento e poco o nulla noti agli antichi, segue senza più che noi trapassiamo a contemplare l'ottimo ordinamento civile. Della qual materia stragrande fermammo in principio del libro che sarebbero da noi segnate alquante linee soltanto, scegliendo quelle che più hanno riferimento con l'indole speciale de' tempi nostri. E pur questi pochi lineamenti noi cercheremo di descriverli, come suoi fare l'artista, secondo il concetto d'una bellezza ideale ricavata e desunta con fedeltà squisita dall'essere delle cose e figurandola in mente come e quale uscirebbe dalle mani della natura, quando non la perturbassero gli scorretti accidenti. Cosi noi delineeremo qnalche fattezza dell'incivilimento umano, contemplandolo nella natura primitiva ed universale dei popoli, ed avvisandoci di non iscambiare l'alterato e il mutabile col permanente ed inalterato; e per converso, di non dar nome d'errore emendabile e di accidente transitorio a ciò che appartiene alle condizioni salde e durevoli della comunanza civile. Chè nel primo difetto cadono i troppo retrivi ed i pusillanimi; nel secondo, i novatori audaci e leggeri. Citazioni Aristotile con molto senno incomincia dall'insegnar quello che spetta al buono stato della famiglia, perché della comunanza umana l'individuo compiuto non è lo scapolo, ma l'ammogliato con prole o vogliam dire la famiglia, rimossa la quale, come fu scritto nell'aforismo XIV, non rimane intermezzo alcuno che tempri l'amor proprio e la fiera e violenta natura nostra.  L'organizzazione tanto è più eccellente quanto meno cede alle esterne azioni ed impressioni ed anzi modifica con maggior efficacia ed appropria a sé quelle azioni.  È da confessare che un gran trovato fece lo spirito umano e giovevole soprammodo alla prosperità del viver sociale, quando mise in atto quello che fu domandato governo rappresentativo o parlamentare. Se dirai: carattere di nazione è la continuità e circoscrizione del suolo, i Tedeschi di qua del Reno sarebber Francesi, e non è Grecia l'Asia minore, e gli Ebrei non compongono nazione, e malamente la compongono le genti slave. Se dirai la lingua; i Baschi non sono spagnuoli, né francesi i Bretoni e quei dell' Alsazia, e non ha niente di nazione la Svizzera né l'Ungheria dove più lingue sono parlate. Se la religione; troppe smentite ci danno Germania, Inghilterra e gli Stati Uniti americani; d'altra parte, sotto il rispetto dell'unità religiosa, farebber nazione insieme Siciliani e Messicani, Irlandesi e Abissini. Se il governo; i Lombardi sono austriaci, sono turchi i Greci, francesi gli Arabi e via discorrendo. Se la letteratura e le arti ; non fanno nazione quei popoli a cui mancano lettere e arti proprie e le accattano dai forestieri, come usavano poco fa i Russi, i Boemi, gli Ungaresi ed altri, e tuttora non cessano. Se le origini e la schiatta; le colonie sono tal membro e così vivace del corpo della patria onde uscirono, da non potersene mai dispiccare, e la guerra americana fu dalla banda dei sollevati iniqua e parricida. Gran questione poi insorge sulle genti di confine, le quali compongonsi il più delle volte di schiatte anfibie, a cosi chiamarle. Quindi noi vogliamo, per via d'esempio, i Nizzardi essere italiani e i Francesi li fanno dei loro. Né minor controversia nasce circa cento popolazioni per la terra disseminate, che è impossibile di ben definire a qual generazione appartengano, né per sé bastano a far nazione, come Bosniaci, Bulgari, Albanesi, Illirii, Maltesi e innumerevoli altri.  La compagnia civile comincia là solamente dove gli animi si accostano, e sorge desiderio di regolato e comune operare. La Giustizia, secondo Omero, apre e chiude i congressi degli Dei, non quelli degli uomini. La voce nazione nel suo peculiare e pieno significato vuol dire unimento e società d'uomini che la natura stessa con le sue mani à fatta e costituita mediante la mescolanza del sangue e la singolarità delle condizioni interiori ed estrinseche; per talché quella società distinguesi da tutte le altre per tutti gli essenziali caratteri che possono diversificare le genti in fra loro, come la schiatta, la lingua, la religione, l'indole, il territorio, le tradizioni, le arti, i costumi. Nazione vuol significare certo novero di genti per comunanza di sangue, conformità di genio, medesimezza di linguaggio atte e preordinate alla massima unione sociale.  Gli Svizzeri varii di lingua, di schiatta, di religione e d'usanza sonosi costituiti artificialmente e politicamente in nazione, mediante una grande e maravigliosa unità morale che turbata e rotta alcune volte di dentro è sempre riuscita gagliarda di fuori a fronte degli stranieri.  I Greci ed i Musulmani dell'Asia Minore o d'altra contrada, i quali tuttoché nati e cresciuti nel suolo stesso, pur non si chiamano concittadini, e vivono e sempre vivranno stranieri l'uno accanto dell'altro. (Lo stipite umano è ordinato esso pure a spandere discosto da sé le propagini e i semi; e ogni germe nuovo dee nudrirsi del terreno ove cade, non del tronco da cui si origina. Sieno rese grazie publicamente da tutta l'Italia a voi, o Valdesi, che l'antica madre mai non avete voluto e potuto odiare e sconoscere insino al giorno glorioso che fu da Dio coronata la vostra costanza, e un patto comune di libertà vi riconciliava con gli emendati persecutori.  S'io credessi quelle armi che assiepano il Foro, dicea Cicerone, starsene qui a minacciare e non a proteggere, cederei al tempo e mi terrei silenzioso. Ma il fatto fu che quelle armi nel Foro inducevano per se sole una fiera minaccia, tanto ch'egli parlò poco e male, e la paura ammazzò l'eloquenza. Dal riscontro, per tanto, di tutte le storie, senza timore mai d'eccezione, e più ancora dalla ripugnanza intima di certi termini, quali sono felicità a servitù, spontaneità e costrizione, ricavasi questa assoluta sentenza che tra le nazioni civili il governo straniero non può vantarsi mai né della legittimità che abbiamo chiamata interiore, né della esteriore che emana dall'assentimento espresso o tacito delle popolazioni. Non può aver luogo prescrizione, dove i diritti innati o fondamentali dell'uomo ricevono sostanziale ingiuria ed offesa; e di si fatti è per appunto la indipendenza o dimezzata o distrutta. Ogni cosa nell'uomo è principiata dalla natura e poi dalla ragione e dall'arte è compiuta. Mario Pagano, ovvero, della immortalità Incipit Francesco Pignatelli — Giuseppe Poerio Pignatelli: Voi stesso l'avete udito? Poerio: E come nò, se rinchiuso era con lui in una prigione medesima? Pignatelli: E fu la vigilia della sua morte? Poerio: Appunto fu la vigilia. Sapete che valica la mezzanotte, una voce improvvisa e sepolcrale veramente rompevane il sonno chiamando forte per nome alcuno di noi; e quella chiamata voleva dire: vieni, ti aspetta il carnefice. La notte pertanto che seguitò quel mirabil discorso di Mario Pagano gli sgherri gridarono il nome suo, e fu menato al patibolo. Pignatelli: Stava per mezzo a voi quell'omerica figura del conte di Ruvo? Poerio: Nò, ma in Castello dell'Uovo insieme con altri uffiziali e con l'intrepido Mantonè. Nel Castel Nuovo e in quella carcere proprio dove era Francesco Mario Pagano, stava il fratel vostro maggiore, principe di Strangoli, stava io, il Conforti, Cirillo, Granali, Eusebio Palmieri, Vincenzo Russo e due giovinetti amorevoli e cari, cioè l'ultimo figliuolo dello Spanò ed un marchese di Genzano, bello come l'Appollino e di cui sentiva il Pagano particolare compassione.  Citazioni Poerio: V'à una cagione suprema di tutte le cose, cagione assoluta e però insofferente di limiti e incapace d'aumento e di defficienza. Ma se niun difetto può stare in lei, ella è il bene infinito e comprende infinitamente ogni specie di bene. Ciò posto, la cagione suprema è altresì infinita bontà che raggia il bene fuor di sé stessa e ne riempie la creazione ed ogni ente se ne satura, a dir così, per quanto fu fatto capace. Tale contenenza di bene è poi sempre difettiva perché sempre è finita. Di quindi si origina il male. Non si chieda dunque perché Dio è permettitore del male, ma chiedasi in quella vece perché piacque a Dio, oltre all'infinito, che sussistesse pure il finito. (p. 16) Poerio: Se il vivere nostro presente fosse condito di molto diletto e noi incapaci di conoscere e desiderare con ismania istintiva l'eternità, forse potrebbesi giudicare senza paradosso aver noi sortito quella porzioncella sola e frammento di beatitudine, brevissima ma sincera e inconsapevole della propria caducità. (p. 17) Poerio: Col presupposto della immortalità, bene avvertiva il Bruno, alcun desiderio naturale non è indarno e alcuna lacrima non cade senza conforto. Con la immortalità non è affetto generoso perduto, non ferita dell'animo a cui non si apparecchi altrove copioso balsamo. Per entro il corso interminato e magnifico de'nostri destini, ogni male vien riparato, ogni speranza risorge, ogni bellezza rifiorisce, ogni felicità si rinnova e giganteggia ne'secoli. (p. 18) Poerio: Quando fosse possibile strappare dal cuor dell'uomo il concetto e la speranza della immortalità, il consorzio civile medesimo pericolerebbe di sciogliersi e i piaceri e le utilità stesse della vita presente verrebbero gran parte impedite o affatto levate di mezzo. (p. 18) Prose letterarie Avvertenza I dotti e i legisti barbareggiavano sempre peggio, e pareva in loro una sorta di necessità tramutata in diritto, e niun discepolo mai se ne querelava; e le lettere cadevano in tale grettezza, che nelle prose del Giordani si appuntavano parecchie mende di stile, ma nessuno accusava la tenuità dei concetti e la critica angusta e slombata. Il Colletta era stimato dai più uno storico sovrano e poco meno che un Tacito redivivo, ed altri istituivano paragone tra il Guicciardini e il Botta, tra il Goldoni ed Alberto Nota. Tale il gusto e il criterio comune. Pochi grandi intelletti non mancavano neppure a quei giorni. Basti ricordare Bartolini nella scultura; Leopardi e Niccolini nella poetica; Rossini, Bellini, Donizetti nella musica. In Italia scemando il sapere e la potenza meditativa, crebbe l'amore spasimato ed irragionevole della bellezza dell'abito esterno, lasciando a digiuno la mente e poco nudriti e mal governati gli affetti. Letteratura vasta, soda e ben definita, e parimente larghe scuole e ben tratteggiate e scolpite mancano alla patria nostra da quasi tre secoli e piuttosto ne abbiamo avuto cenni e frammenti, e ogni cosa a pezzi, a sbalzi e a modo d'assaggio. Miei degni signori, il cibo che v'apparecchio è scarso, scondito e di povera mensa, ma è letteratura e non metafisica. Non appena l'esilio mi astrinse a lasciare l'Italia e fui spettatore d'altro ordine di civiltà e uditore d'altri maestri, subito mi si aprì dentro l'animo l'occhio doloroso della coscienza, ed ebbi della mia ignoranza una paura ed una vergogna da non credere. Per giudicare alla prima prima che tutto è vecchio e trito in un libro convien sapere dell'autore se nel generale à l'abito di pensar di suo capo. IX. Ed egli evoca nuovi spiriti di più sublime natura, i quali entrano a uno a uno dentro la torre. Spirito del mare. Che vuoi ? Barone. Sapere l'essenza del bene e la fonte della felicità. Spirito del mare. Perché lo chiedi al mare ? Barone. Perché tu sai o puoi sapere ogni cosa; tu nei silenzj della notte tieni misteriosi colloquj con la luna e con le stelle che in te si riflettono ; e tu pur ricevi nell ' ampio tuo seno i fiumi tutti del mondo, i quali ti raccontano le geste antiche dei popoli e le più antiche vicende dei continenti per mezzo a cui essi fluiscono senza posa. Spirito del mare. lo non so nulla (sparisce). Barone. Che tu venga malmenato in eterno dallo spirito delle procelle, e che i tuoi membri immortali sieno rotti e squarciati mai sempre dalle taglienti creste degli ardui scogli.  La coda del cavallo bianco dell' Apocalisse. Che vuoi ? Barone. Sapere in che consiste il bene, e dove è la fonte della felicità. La coda. Perché lo chiedi a me ? Barone. Tu sai la fine ultima delle cose, e tu comparirai poco innanzi della consumazione del secolo. La coda. Quando io comparirò, io ondeggerò nelle sfere, simile alla caduta del Niagara e più tremenda della coda delle comete. Ogni mio crine rinserra un destino ; e ogni mio moto è un cenno di oracolo ; ò trascorsi tutti i cieli di Tolomeo e i cieli di Galileo e i cieli di Herschel; ò lambita con la mia criniera la faccia delle stelle, e l'ò distesa sulle penne de' turbini; molte cose ò conosciute, ma non quel che tu cerchi: io non so nulla (sparisce). Prefazione alla scelta dei poeti italiani dell'età media Dagli Arabi si travasò il mal gusto ne' Catalani e ne' Provenzali, e una vena non troppo scarsa ne fu derivata ne' primi nostri verseggiatori. Dante egli pure non se ne astenne affatto; e noi peniamo a credere che a quel genio sovrano venisse scritta la canzone lambiccatissima della Pietra. (II) Sa ognuno che nel seicento, con lo scadere dell' arte, ricomparvero quelle freddure e mattie, e ogni cosa fu piena di acrostici, d'anagrammi, d'allitterazioni e altrettali sciempiezze. Ma per buona ventura cotesta sorta vanissima di pedanteria non sembra ai moderni pericolosa; e dico ai moderni italiani, perché appresso gli stranieri non ne mancano esempj ; e molti anno letto in un vivente poeta francese di gran nomea certi capricci di metri e di rime i quali dimostrano come in lui siensi venuti rinnovando tutti gli umori e le vertigini dei seicentisti. E nemmanco ci pare immune dalle stranezze di cui parliamo quel concepimento del Goethe di ordire la tragedia del Fausto con questa singolar legge che ogni scena fosse dettata in metro diverso ed una altresì in nuda prosa, onde potesse affermarsi che niuna maniera del verseggiare ed anzi dello scrivere umano (per quanto ne è capace il tedesco idioma) mancasse a quel dramma ; nuova maniera e poco assai naturale e graziosa di porgere idea e figura del panteismo. (II) Non può né deve il poeta scompagnarsi mai troppo dalle opinioni e dai sentimenti comuni dell'età sua; chè da questi principalmente è suscitato l'estro di lui, con questi accende e innamora le moltitudini. D'ogni altro pensiero ed affetto, ove li possieda e li senta egli solo, avrà pochi intenditori, pochissimi lodatori ; e la favella delle Muse langue e muor sulle labbra se non suona ad orecchie benevole e a cuori profondamente commossi. In Inghilterra il Milton fierissimo repubblicano e segretario eloquente del gran Cromvello, à quasi sempre poetato di cose mistiche e teologiche e nulla v'à di politico, nulla d'inglese e di patrio, né nel Paradiso perduto, né in altri suoi canti. (VI) Riuscirà sempre a gloria grande e invidiata d'Italia che la Gerusalemme del Tasso compaja tanto più bella e mirabile quanto più in lei si contempla e considera intentivamente la perfezione del tutto. Certo, il Valvasone è meno forbito ed armonioso del Tansillo, meno fluido del Tasso seniore, meno corretto, proprio e limato de' più corretti e limati rimatori toscani; ma non per ciò si capisce come questa minor perfezione di forma, abbia potuto oscurare nel giudicio de' raccoglitori e de' critici il gran merito dell'invenzione. Che il Milton siasi giovato dell' Angeleide non so, quantunque fra i due poemi si vengan trovando molti e singolari riscontri che non è facile a credere casuali; ma questo io so bene che a rispetto della guerra degli angeli episodicamente introdotta nel Paradiso perduto, il Valvasone non perde nulla ad esser letto dopo l'Inglese e con quello essere paragonato; il che non avviene del sicuro né per l' Adamo dell'Andreini né per la Strage degl'Innocenti del cavaliere Marino, due componimenti che dicesi aver suggerito a Milton parecchi pensieri e l'ideal grandezza del suo Lucifero. L'ingegno poetico, in versificare ciascuno di quei subbietti, tende a spiegare una novità, un' altezza e una leggiadria suprema di concetto, di sentimento, di fantasia e di stile. Dove mancasse l'una di tali eccellenze, l'arte sarebbe difettosa e quindi increscevole. (IX) Ci venne osservato (cosa che per addietro non ben sapevamo) la critica letteraria incominciata in Italia con Dante essere morta col Tasso e gli amici suoi; e come cadde con quel mirabile intelletto la nostra primazia nel ministero delle Muse, così venne meno la filosofia estetica; e il nuovo dell' arte non fu capito, l'antico fu dalla pedanteria svisato e agghiadato. L'arte critica antica ebbe ultimi promulgatori due grandi ingegni, il Muratori e il Gravina. Della critica nata dipoi con le nuove speculazioni e con le nuove forme di poesia, non conosciamo in Italia alcun degno scrittore e rappresentatore. Dopo Omero nessun poeta, per mio giudicio, può alzarsi a competere con l'Alighieri, salvo Guglielmo Shakspeare, gloria massima dell'Inghilterra. E per fermo, ne' drammi di lui l'animo e la vita umana vengon ritratti così al vero e scandagliati e disaminati così nel profondo, che mai nol saranno di più. Ma le condizioni peculiari della drammatica e l'indole propria degl' ingegni settentrionali impedirono a Shakspeare di raggiungere quella perfetta unione sì delle diverse materie poetiche e sì di tutte l'eccellenze e prerogative onde facciamo discorso. E veramente nelle composizioni sue la religione si mostra sol di lontano e molto di rado; e tra le specie differenti e delicatissime d'amore ivi entro significate, manca quella eccelsa e spiritualissima di cui si scaldò l'amante di Beatrice. Il poeta è dall'ispirazione allacciato e padroneggiato sì forte, da non saper bene sottomettersi all'arte ed alla meditazione. Il troppo incivilirsi dei popoli aumentando di soverchio l'osservazione e la critica e affinandovisi l'arte ogni giorno di più per effetto medesimo dell' esercizio e dell' esperienza e per desiderio di novità, mena il poeta a scordar forse troppo l'aurea semplicità degli antichi, il sincero aspetto della natura e i veri e spontanei moti dell'animo. Il compiuto e l'ottimo della poesia consiste in racchiudere dentro ai poemi con vaga e proporzionata unità di composizione tutto quanto il visibile ed il pensabile umano per ciò che in ambedue è più bello e più commovente. Consiste inoltre nel figurare e ritrarre cotesto subbietto amplissimo e universale con la maggior novità e la maggiore sublimità e leggiadria di concepimento, di fantasia, d'affetto e d'elocuzione che sia fattibile di conseguire. Laonde poi il concepimento, così nel complesso come nelle sentenze particolari, dee riuscir succoso, vario ed inaspettato e pieno di recondita dottrina e saggezza; l'affetto dee correre, quanto è possibile, per tutti i gradi e le differenze, e toccare il sommo della tenerezza e commiserazione e il sommo della terribilità. Tasso, anima pia e generosa, ma in cui (non so dir come) nulla v'era di popolare. Quindi egli s'infervorò della maestà teocratica dei pontefici e aderì alla nuova cavalleria cortigiana e feudale; quindi pure accettò con zelo e con osservanza scrupolosa l' ortodossia cattolica, e nella vita intellettuale quanto nella civile, fu dall' autorità dei metodi e degli esempj signoreggiato. Da ciò prese nudrimento e moto il divino estro suo e uscirono le maraviglie della Gerusalemme. Nel Tasso poi sono tutti i pregi e tutta quanta la luce e magnificenza della poesia classica, e spiccano altresì in lui alcuni attributi speciali del genio italiano in ordine al bello. In perpetuo si ammirerà nella Liberata ciò che l'arte, i precetti, l'erudizione e la scienza possono fare, ajutati e avvivati da una stupenda natura poetica. L'Ariosto significò la commedia umana quale la veggiamo rappresentarsi nel mondo, laddove Dante fece primo subbietto suo il soprammondano, e in esso figurò e simboleggiò le cose terrene. E come il gran Fiorentino nelle fogge variatissime de' tormenti e delle espiazioni dipinse i variatissimi aspetti delle indoli e delle passioni, il simile adempiva l'Ariosto sotto il velo dei portenti magici e delle strane avventure. Ma certo qual narrazione di fatti umani riuscirà più vasta, più immaginosa e più moltiforme di quella dell' Orlando furioso? Quivi sono guerre tra più nazioni, nascimenti e ruine di molti regni, conflitto sanguinoso di religione e di culto, infinita diversità e singolarità di costumi, e tutto il Ponente e il Levante offrono larga scena e strepitoso teatro a cotali imprese e catastrofi. Quivi sono dipinte la vita privata e la pubblica, le corti e le capanne, i castelli ed i romitaggi; quivi s'intrecciano gradevolmente la cronica, la novella e la storia, e ciò che il dramma à di patetico, l'epopeia di maestoso, il romanzo di fantastico. Non credo che in veruna straniera letteratura possa come nella nostra volgare annoverarsi una sequela così sterminata di poemi eroici e di romanzeschi, parecchj de' quali brillerebbero di gran luce, ove fossero soli e non li soverchiasse la troppa chiarezza di Dante, dell'Ariosto e del Tasso. Né reputo presontuoso il dire che, per esempio, la Croce racquistata del Bracciolini o il Conquisto di Granata di Girolamo Graziane sostengono bene assai il paragone o con l'Araucana dell' Ercilla o coi medesimi Lusiadi [di Luís Vaz de Camões] ai quali ànno accresciuta non poca fama le sventure e le virtù del poeta ; e per simile, io giudico che l' Amadigi del Tasso il vecchio o l'Orlando innamorato del Berni, non temono di gareggiare con la Regina Fata di Spenser e con quanto di meglio in tal genere ànno prodotto l'altre nazioni. Ma non è da tacere che in quasi tutti questi nostri poemi riconoscesi agevolmente l'uno o l'altro dei tipi che nel Furioso e nella Gerusalemme ricevettero perfezione, ed a cui poca giunta di novità e poche profonde mutazioni si fecero dagl'ingegni posteriori; e ne' poemi eroici singolarmente a niuno è riuscito di ben cantare i difetti del Tasso, molti in quel cambio li esagerarono. Scusabile mi si fa Marino e scusabili gl'Italiani, quand'io considero lo stato di lor nazione sotto il crudele dominio degli Spagnuoli, e fieramente mi sdegno con questi medesimi che nella patria loro ancor sì potente e sì fortunata, plaudivano a que' delirj e incensavano il Gongora, meno ingegnoso assai del Marino e di lui più strano e affettato. In fine, gioverà il ricordare che all'Italia serva, scaduta e dilapidata, rimaneva pur tanto ancora di prevalenza intellettuale appresso l'altre nazioni che de' trionfi più insigni e delle lodi più sperticate del cavalier Marino furono autori i Francesi ; e per lungo tempo assai nessuno de' lor poeti seppe al tutto purgarsi della letteraria corruzione venuta d'oltre Alpe ; testimonio lo stesso Cornelio, alto e robustissimo ingegno, ma nel cui stile nondimeno avria dovuto il Boileau ritrovare assai spesso di quel medesimo talco del quale parevangli luccicare i versi del Tasso. Dal Marino incominciò a propagarsi nel mondo una poesia fantastica e meramente coloritrice, la quale cerca l'arte solo per l'arte, fassi specchio indifferente al falso ed al vero, alle cose buone ed alle malvage, alle vane e giocose come alle grandi e instruttive; sente tutti gli affetti e nessuno con profondità, e nell'essere suo naturale od abituale, canta di Adone, come di Erode e così delle favole greche come delle bibliche narrazioni.Dal cinquecento al secolo XVII] Fiorirono in tale intervallo tre ingegni eminenti che forse mantennero alla lirica nostra una spiccata maggioranza su quella d'altre nazioni. Ognuno, io penso, à nominato ad una con me il Chiabrera, il Filicaja ed il Guidi. Dal solo Chiabrera fu l'Italia regalata di tre nuove corone poetiche ; mercechè veramente nelle sue mani nacque e grandeggiò prima la canzone pindarica, poi la canzone anacreontica e infine il sermone oraziano ; né mal s' apporrebbe colui che attribuisse al Chiabrera eziandio la rinnovazione del Ditirambo. Il Filicaja venne a tempi ancora più disavventurati, e quando più non era possibile discoprire ne' suoi Fiorentini un segno e un vestigio pure dell'antica fierezza repubblicana. Ma il senso del bene morale e la pietà religiosa fervevano così profondi nell'animo suo che bastarono a farlo poeta. Mai né in questa nostra patria, né fuori sonosi udite canzoni così ben temperate di splendore pindarico e di maestà scritturale come quelle del Filicaja. Nel Guidi allato a concetti ed a sentimenti spesso comuni e rettorici, splende una forma non superabile di novità, di bellezza e magnificenza. Certo, se ad Alessandro Guidi fosse toccato di vivere in seno di una nazione forte e gloriosa, non ostante la poca fecondità e vastità di pensieri, io non so bene a qual grado di eccellenza non sarebbe salita la lirica sua; perché costui propriamente sortì da natura Yos magna sonaturum, e ce ne porge sicura caparra la sua canzone alla Fortuna. A me sonerà sempre caro ed insigne il nome di Alfonso Varano, perché da lui segnatamente, a quello che io giudico, s'iniziò il corso della poesia moderna italiana ; e forse la patria non gli si mostra ricordevole e grata quanto dovrebbe. Chi trovasse non poca similitudine tra la mente del Varano e quella del Young, credo che male non si apporrebbe. Anime pie e stoiche ambidue, e dischiuse non pertanto agli affetti gentili, diffondono ne' lor versi un religioso terrore e un' ascetica melanconia che nell'Inglese riescono cupi, inconsolati e monotoni, e nell'Italiano s'allegrano spesso alla vista del nostro bel sole, e dai pensieri del sepolcro volano con gran fede alla pace e serenità della gloria immortale. Varano poi insieme col Gozzi restituì alla Divina Commedia il debito culto; il Gozzi con li scritti polemici, egli con la virtù dell' esempio; ed ebbe arbitrio di dire a Dante ciò che questi a Virgilio : Tu séi lo mio maestro e il mio autore. Se non che il cantore delle Visioni chiuse e conchiuse l'intero universo nel sentimento della pietà e nei misteri del dogma, e non ben seppe imitare del suo modello la nervosa brevità e parsimonia, la varietà inesauribile e la peregrina eleganza. Citazioni su Terenzio Mamiani Se taluno dei suoi piuttosto scarsi scolari volle talora celebrare nel conte Terenzio Mamiani della Rovere. l'ultimo anello della catena che dal Galluppi si continuò in Rosmini e Gioberti, unanime fu il consenso dei suoi maggiori contemporanei e dei posteri nell'affermare il valore pressoché nullo della sua vasta produzione filosofica. (Eugenio Garin) Candido Mamini La teoria del Rosmini fu più scolastica, quella del Mamiani più civile; quella quasi sterile in politica, questa molto feconda, risolvendo i problemi più ardui e interessanti della vita sociale. Quella fu timida, questa coraggiosa; quella arrivò a rifiutare sul terreno pratico le-conseguenze de' suoi principii per un pregiudizioso rispetto di casta non evitando il disonore di una ritirata e la deformità del sofisma; questa per lo contrario tutta intrepida si sostenne colla gloria di una vittoria, colla dignità di una rigorosa coerenza, e colla bellezza di una vera argomentazione. Rosmini in un bel momento di sua ragione scrive stupende pagine sulla riforma del clero; poi ha la debolezza di ritirarle, impaurito dalle minaccia dell'Indice; Mamiani è oggi quel che era ne' primi giorni della sua vita pubblica, e non sa temere altro autorevole indice che quello del buon senso. Nel suo ultimo libro, intitolalo Di un nuovo diritto europeo, si ammira il coraggio della coscienza di un filosofo, e la prudenza d'un uomo di Stato. Riguardo poi ai pregi della forma, Rosmini fu semplicemente filosofo, Mamiani un filosofo-oratore; nel primo spicca la pura meditazione, nel secondo si unisce il genio che feconda il deserto delle speculazioni metafisiche, delle avanzate astrazioni. Nel primo vi ha una ricchezza povera, cioè una stiracchiatura di poche idee in molte parole, quasi diffidi della memoria, e dell'abilità del lettore; nel secondo vi ha una povertà ricca, cioè molte idee in poche parole; il che appaga l'amor proprio del lettore, e ne fa liete tutte le potenze della ritentiva e della ragione.  Terenzio Mamiani, Antonio Oroboni alla sua fidanzata, da un libro anonimo. Terenzio Mamiani, D'un nuovo diritto europeo, Tipografia Scolastica, Torino); “Dell'ottima congregazione umana e del principio di nazionalità” Rivista contemporanea, Pelazza Tipografia Subalpina, Torino); Terenzio Mamiani, “Pagano, ovvero, della immortalità, Dai Torchi della Signora De Lacombe, Parigi); “Prose letterarie” (Barbera, Firenze). Terenzio Mamiani della Rovere. Rovere. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e della Rovere," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689532679/in/photolist-2mNzeEc-2mPqEYR-2mPsUUV-2mPBcdN-2mKCnei-2mKySTi-2mKbiLm-DvhhWW-DhRHD2-C91EC7-nE2Dmk-nu5Fd6-ncSxYn-nune7i-npzGmo-nrgohw

 

Grice e Roberti – filosofia italiana (Roma). filosofo. Figlio di Gaspare, originario di Bertinoro e tessitore, e Giacoma  Torricelli-Roberti, faentina. Rimane orfano in tenera età e trascorse l'infanzia e l'adolescenza a Faenza, dove si inizia allo studio dallo zio, che cura la sua educazione. Frequenta la scuola dei Gesuiti, prima a Faenza e quindi a Roma, dove si avvicinò agli studi di matematica, che approfondì sotto la guida di Benedetto Castelli,  padre benedettino, rinomato professore di matematica ed idraulica al Collegio della Sapienza, e illustre discepolo di Galileo.  L'11 settembre del 1632 Evangelista Torricelli scrisse a Galileo Galilei una lettera di risposta a sue richieste a Benedetto Castelli, che assente in quei giorni aveva lasciato allo studente il compito di segretario; in tale lettera Torricelli colse l'occasione per presentarsi a Galileo, che egli ammirava grandemente come cultore di astronomia e di matematica. Il vivere da vicino le vicende del processo a Galileo indusse Torricelli a dedicarsi più strettamente alla matematica nonostante padroneggiasse gli strumenti teorici e fosse un abile costruttore di cannocchiali.  Negli anni dal 1632 al 1641 egli lavorò e studiò a Roma con padre Castelli e poi divenne segretario di Giovanni Ciampoli, un alto prelato e intellettuale devoto a Galileo, che Torricelli seguì nei suoi incarichi governativi nelle Marche e nell'Umbria. Castelli presentò a Galileo, nel suo ritiro ad Arcetri, il manoscritto dell'opera di Torricelli dal titolo: De motu gravium suggerendogli di impiegarlo come discepolo e assistente. Così fu e il 10 ottobre 1641 Torricelli divenne assistente di Galileo, assieme a Vincenzo Viviani, e su domanda e insistenza di Galilei si trasferì nella sua abitazione.  Galileo morì pochi mesi dopo.. Alla sua morte, il Granduca Ferdinando II de' Medici nominò Torricelli suo successore come matematico del Granducato di Toscana, carica che ricoprì fino alla morte, e divenne professore di matematica presso l'Accademia fiorentina.  Frontespizio di De dimensione parabolae in: Opera geometrica di Evangelista Torricelli (Firenze Oltre all'attività di matematico e studioso di geometria, nel corso della quale elaborò diversi importanti teoremi e anticipò il calcolo infinitesimale, egli si dedicò alla fisica, studiando il moto dei gravi e dei fluidi e approfondendo l'ottica. Possedeva un laboratorio nel quale realizzava egli stesso lenti e telescopi. A causa della sua prematura scomparsa, non conosciamo i particolari del processo originale di lavorazione, poiché lo scienziato lo aveva coperto da segreto.  Torricelli si dedicò anche allo studio dei fluidi, giungendo ad inventare il barometro a mercurio chiamato "tubo di Torricelli" o "tubo da vuoto di Torricelli" prima della fine del 1644. Tale invenzione era basata nella misurazione della pressione atmosferica attraverso l'uso di un tubo che, proprio sotto la spinta di tale pressione, veniva riempito dal mercurio fino all'altezza costante di 760 mm (esperimento effettuato sul livello del mare). Proprio da questa invenzione è nata l'unità di misura della pressione "millimetri di mercurio" (mmHg) e l'uguaglianza: 1 Atm = 760 mmHg (la pressione di un'atmosfera corrisponde a 760 millimetri di mercurio). Nello stesso anno pubblicò l'opera in tre parti dal titolo: Opera geometrica, della quale De motu gravium costituisce la seconda parte.  Torricelli morì a Firenze a soli 39 anni, pochi giorni dopo aver contratto probabilmente una malattia (tifo oppure polmonite), e venne sepolto nella basilica di San Lorenzo.  La disputa sulla nascita di Torricelli Torricelli si diceva faentino e tale era considerato dalle persone che lo conoscevano, ma le ricerche compiute già subito dopo la sua morte nei registri battesimali di Faenza non ebbero esito. Ciò diede adito ad un secolare dibattito, durante il quale varie altre località romagnole rivendicarono l'onore di avergli dato i natali. Rossini ricostrusce l'albero genealogico dei Torricelli, originari della località Pideura, nel contado faentino, risalendo di due secoli oltre la nascita di Ruberti. Bertoni, gdel liceo che da Ruberti prende nome, trova nel registro dei battezzati della Basilica di San Pietro in Vaticano il suo atto di battesimo. Ciò che trae in inganno i filosofi e il fatto che Ruberti assume il cognomen Torricelli della madre anziché del padre. Si sa che il nome del padre era Gaspare. Pertanto, si cercano notizie di un inesistente Gaspare Torricelli. Viceversa, si avevano notizie di una Giacoma Torricelli e si riteneva che fosse la zia paterna. E invece la madre. Evangelista Torricelli e Galileo La lettera inviata da Evangelista Torricelli (in Roma) a Galileo Galilei (in Arcetri), datata 11 settembre 1632, è conservata (originale autografo) alla Biblioteca Nazionale di Firenze fra i Manoscritti Galileiani è il primo documento in ordine cronologico nel carteggio scientifico di Torricelli. Essa rappresenta un documento fondamentale per studiare la vita e l'opera dello scienziato faentino che  descrive la propria formazione scientifica; si dichiara a conoscenza dei fatti che portarono a breve alla condanna di Galilei e dichiara la propria 'fede' galileiana. Di seguito il testo:  «Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Col.mo  Nella absenza del Rev.mo Padre Matematico di N. Sig.re, sono restato io; humilissimo suo discepolo e servitore, con l'honor di suo secretario; fra le lettere del quale havendo io letta quella di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma, a lei ne accuso, conforme l'ordine datomi, la ricevuta, e a lui Rev.mo ne do parte in compendio. Potrei nondimeno io medesimo assicurar V. S. che il Padre Abbate in ogni occasione, e con il Maestro di Sacro Palazzo e con i compagni di quello e con altri prelati ancora, ha sempre procurato di sostenere in piedi li Dialoghi di lei Ecc.ma, e credo che sia stato causa che non si è fatta precipitosa resolutione.  Io sono pienissimamente informato d'ogni cosa. Sono di professione matematico, ben che giovane, scolaro del Padre R.mo di 6 anni, e duoi altri havevo prima studiato da me solo sotto la disciplina delli Padri Gesuiti. Son stato il primo che in casa del Padre Abbate, et anco in Roma, ho studiato minutissimamente e continuamente sino al presente giorno il libro di V. S., con quel gusto che ella si puol imaginare che habbia havuto uno che, già havendo assai bene praticata tutta la geometria, Apollonio, Archimede, Teodosio, et che havendo studiato Tolomeo et visto quasi ogni cosa del Ticone, del Keplero e del Longomontano, finalmente adheriva, sforzato dalle molte congruenze, al Copernico, et era di professione e di setta galileista.  Il Padre Grienbergiero, che è molto mio, confessa che il libro di V. S. gli ha dato gusto grandissimo e che ci sono molte belle cose, ma che l'opinione non la loda, e se ben pare che sia, non la tien per vera. Il Padre Scheiner, quando gliene ho parlato, l'ha lodato, crollando la testa; dice anco che si stracca nel leggerlo per le molte disgressioni. Io gli ricordavo le medesme scuse e diffese che V. S. in più lochi va intessendo. Finalmente dice che V. S. si è portato male con lui, e non ne vol parlare.  Del resto io mi stimo fortunatissimo in questo, d'esser nato in un secolo nel quale ho potuto conoscere et riverir con lettere un Galileo, cioè un oracolo della natura, et honorarmi della padronanza et disciplina d'un Ciampoli, mio amorevolissimo signore, eccesso di meraviglia, o se adopri la penna o la lingua o l'ingegno. Haverà quanto prima il Padre R.mo la carissima di V. S., e le risponderà. Intanto V. S. Ecc.ma mi farà degno, ben che inetto, d'esser nel numero de' servi suoi e de' seguaci del vero; che già so che il Padre R.mo, o a bocca o per lettere me gli haverà altre volte offerito per tale. E per fine a V. S. faccio con ogni maggior affetto riverenza.  Roma, Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma Sig.r Gall. Gal.»  La lettura approfondita delle Due nuove scienze, l'ultima opera di Galileo dei cui ultimi capitoli seguì direttamente la stesura ad Arcetri, gli ha suggerito molti sviluppi dei principi della meccanica ivi stabiliti; tali sviluppi sono esposti nel trattato dal titolo De motu gravium.  Nel 1644, anno di edizione della sua Opera Geometrica, concepì il principio del barometro, costruendo quello che ora è chiamato tubo di Torricelli e individuando il "vuoto torricelliano". Torricelli e Viviani dimostrarono che il vuoto può esistere in natura e che l'aria ha un peso ponendo quindi fine alle millenarie discussioni filosofiche sull'horror vacui. Un'unità di misura della pressione è stata chiamata Torr in suo onore e corrisponde a millimetri di mercurio. L'unità di misura del Sistema Internazionale è invece il pascal, in onore di un altro illustre fisico Blaise Pascal, che fece fiorire numerose ricerche sperimentali dalla estesa e definitiva teoria della pressione atmosferica descritta da Torricelli.  La parola barometro coniata da Robert Boyle nel 1667 è oggi quasi sempre associata al nome di Torricelli che risulta quindi fra i più celebri scienziati italiani nella storia.  Risultati di Torricelli in matematica Essendo in diretto contatto con Cavalieri iniziò a lavorare con la Geometria degli indivisibili e ben presto superò, secondo lo stesso Cavalieri, il suo maestro.  Fu abilissimo nell'utilizzarne le tecniche, cioè il metodo degli indivisibili, come anche il metodo d'esaustione, che era in uso presso gli antichi, fra tutti il grande Archimede, di cui Torricelli fu entusiasta ammiratore: a lui dobbiamo la riscoperta nel Rinascimento del matematico siracusano.  Per il gusto di imitare i classici, Torricelli dimostrò in 21 modi diversi un teorema di Archimede: 11 con il metodo d'esaustione, 10 con il metodo degli indivisibili.  Spesso i risultati ottenuti con la geometria degli indivisibili venivano poi confermati con altre dimostrazioni, a causa della controversia sulla loro fondatezza.  Il fatto interessante è che lo stesso Archimede aveva elaborato una sorta di geometria degli indivisibili, ma non la riteneva rigorosa, e perciò dimostrava sempre i suoi risultati con il metodo d'esaustione. Tutto ciò si è scoperto soltanto nel 1906, quando il filologo danese Heilberg scoprì un palinsesto con un'opera sconosciuta di Archimede, il Metodo meccanico, nel quale esponeva questi procedimenti.  Torricelli è famoso per la scoperta del solido di rotazione infinitamente lungo detto tromba di Gabriele, da lui chiamato "solido iperbolico acutissimo", avente l'area della superficie infinita, ma il volume finito. Questo fu considerato per molto tempo un paradosso "incredibile" per molti, incluso lo stesso Torricelli, che cercò diverse spiegazioni alternative, anche perché l'idea di un secchio che è possibile riempire di vernice, ma impossibile da pitturare è senz'altro singolare. Il solido in questione ha scatenato un'aspra controversia sulla natura dell'infinito, che ha coinvolto anche il filosofo Thomas Hobbes. In questa disputa alcuni hanno sostenuto che il solido conducesse all'idea di un "infinito completo".  Torricelli è stato pioniere nel settore delle serie infinite. Nella sua opera intitolata De dimensione parabolae del 1644, Torricelli considerò una successione decrescente di termini positivi {\displaystyle a_{0},a_{1},a_{2}\cdots }{\displaystyle a_{0},a_{1},a_{2}\cdots } e ha mostrato che la corrispondente serie telescopica {\displaystyle (a_{0}-a_{1})+(a_{1}-a_{2})+\cdots }{\displaystyle (a_{0}-a_{1})+(a_{1}-a_{2})+\cdots } converge necessariamente a {\displaystyle a_{0}-L}{\displaystyle a_{0}-L}, dove L denota il limite della successione; in questo modo riuscì a dare una dimostrazione della espressione per la somma della serie geometrica.  Onorificenze Ad Evangelista Torricelli sono stati dedicati il cratere Torricelli di 22 km di diametro sulla Luna e l'asteroide 7437 Torricelli. Gli è anche dedicata una piazza nel centro storico di Pisa, dove per lungo tempo aveva sede il Dipartimento di Fisica dell'Università prima del trasloco nell'attuale sede nell'ex fabbrica Marzotto. A Faenza, è presente una statua (ubicata di fronte alla chiesa di San Francesco) che lo raffigura con in mano un barometro a mercurio (curiosità sulle proporzioni: l'altezza del barometro è inferiore a quella reale, che deve essere di almeno 76 cm). Sempre a Faenza, è intitolato a Torricelli fin dal 1865 il Liceo che ha sede nell'antico palazzo dei Gesuiti di cui Evangelista fu allievo.  Note  Per la storia della scoperta della vera origine di Torricelli, vedi anche Registrazione del convegno per il quarto centenario della nascita di Torricelli, Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi, Idraulici italiani , Fondazione BEIC, 75.  Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi, Idraulici italiani , Fondazione Biblioteca Europea di Informazione Cultura, 73.  Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi, Idraulici italiani , Fondazione BEIC, 77.  Collocazione In questa sperimentazione venne preceduto di qualche anno dal fisico contemporaneo Gasparo Berti, che condusse un esperimento barometrico utilizzando acqua anziché mercurio. Cfr. L'esperimento di Berti, realizzato a Roma Moon: Torricelli  Questo testo proviene in parte dalla relativa voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze, Giuseppe Rossini, La famiglia di Evangelista Torricelli, in  Convegno di studi torricelliani in occasione del 350º anniversario della nascita di Evangelista Torricelli: Faenza, Lega, Giuseppe Bertoni, La sua faentinità e il suo vero luogo di nascita, in Studi e ricerche del Liceo Torricelli, Faenza, Ragazzini, F. Toscano, L'erede di Galileo. Vita breve e mirabile di Evangelista Torricelli, Milano, Sironi, André Weil. Prehistory of the Zeta-Function, in "Number Theory, Trace Formulas and Discrete Groups", Aubert, Bombieri and Goldfeld, eds., Academic Press Amir Alexander, Infinitamente piccoli. La teoria matematica alla base del mondo moderno, Torino, Codice edizioni,  Barometro di Torricelli Equazione di Torricelli Legge di Torricelli Torr Tromba di Torricelli Liceo ginnasio statale Evangelista Torricelli. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Giovanni Vacca, Evangelista Torricelli, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Evangelista Torricelli, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.  Evangelista Torricelli, su accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca. Evangelista Torricelli, su MacTutor, University of St Andrews, Scotland. Evangelista Torricelli, su Mathematics Genealogy Project, North Dakota State University. Carla Rita Palmerino, Evangelista Torricelli, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Scienze, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Torricelli-Roberti. Roberti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Roberti” – The Swimming-Pool Library. Evangelista Torricelli-Roberti. Roberti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Roberti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692027983/in/photolist-2mKR9ZM-nrgohw-npzGmo

 

 

 

Grice e Rucellai – gl’amori di Linceo – filosofia italiana (Firenze). Filosofo. Crusca. Discepolo di Galileo e in certa guisa il depositario e spositore delle opinioni metafìsiche professate dal suo maestro. Di più: Rucellai in cui la scuola di Galileo ha uno dei maggiori lumi. Afferma di essere amico e confidente di Galilei ma ciò non corrisponde al vero. In verità si erano incontrati solo una volta quando era stato suo ospite, con altri, nella villa di Arcetri. Men che meno era stato suo studente. Quanto poi alla metafisica di Galileo, i Dialoghi Filosofici parlano da soli.  Quando cominciò a comporre i Dialoghi a Firenze presero persino a chiamarlo "il nostro sapientissimo Socrate". Ma anche questa era una bufala. Il fatto è che Rucellai, ogni volta che componeva un dialogo, amava recitarlo a casa sua davanti a un pubblico scelto di personaggi del bel mondo fiorentino. Che a casa Ricasoli-Rucellai, una delle più ricche di Firenze, mangiavano e bevevano gratis. Quindi più dialoghi recitava, più si gozzovigliava: per questo lo incitavano a continuare.  La verità è che Orazio Rucellai, in filosofia, non volle, non seguitò la ragione; chiudendo gli occhi alla scienza, in qualunque punto, non dice nero né bianco. Altro che discepolo di Galileo anche se a Firenze, a questa panzana, ci credevano in molti.  Non è un caso dunque se i Dialoghi furono pubblicati per la prima volta solo e non per meriti filosofici ma soltanto linguistici. Tali dialoghi vengon citati dal vocabolario della Crusca ed ottimo avviso sarebbe stato il farne spoglio abbondante perché la loro favella è veramente d'oro e, se lo stile procede talvolta prolisso, è sempre chiarissimo ed elegante e à gran ricchezza di voci e frasi convenienti agli studj speculativi.  Forse è proprio per la sua grande abilità nel farsi credere che, nel Granducato, la sua stella sembro' non tramontare mai. Fu ambasciatore toscano prima presso Ladislao IV di Polonia e poi alla corte dell'imperatore Ferdinando III. Venne nominato soprintendente della Biblioteca Laurenziana, successivamente gli fu affidata la direzione degli studi del principe Francesco Maria, e e acclamato Priore dell'Accademia della Crusca con lo pseudonimo di “Imperfetto” Strano perché lui, invece, e un perfetto: un perfetto bugiardo. Altre opere: “Descrizione della presa d'Argo e de gli amori di Linceo con Hipermestra”; Opuscoli inediti di celebri autori toscani, Prose e rime inedite di Rucellai Tommaso Buonaventura, Saggio dei dialoghi filosofici d'Orazio Rucellai: testo di lingua; inedito, Saggio di lettere, A. Salvini, Degli officii per la società umana; dialogo filosofico; Della provvidenza: dialoghi filosofici, Della morale; dialogo filosofico; Prose e rime inedited. Tommaso Buonaventura.  Terenzio Mamiani della Rovere, Dialoghi di scienza prima, Parigi, C. Guasti, I dialoghi di Torquato Tasso, Firenze, A. Salvini, Saggio di lettere d'Orazio Rvcellai e di testimonianze autorevoli in lode e difesa dell'Accademia della Crusca, Firenze, Antonio Maria Salvini, Rivista universale: pubblicazione periodica,  18, Firenze, Terenzio Mamiani della Rovere,  Giovan Battista Clemente Nelli, Vita e commercio letterario di Galileo Galilei, Losanna, Augusto Alfani, Della Vita E Degli Scritti Di Orazio Ricasoli Rucellai: Studio Critico, Firenze, Terenzio Mamiani della Rovere, Dialoghi di scienza prima, Parigi, Cesare Guasti, I dialoghi di Torquato Tasso, Firenze, Antonio Maria Salvini, Saggio di lettere, e di testimonianze autorevoli in lode e difesa della Crusca, Firenze, Rivista universale: pubblicazione periodica,  G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Modena, Galilei.Orazio Ricasoli-Rucellai. Ruscellai. Keywords: gl’amori di Linceo --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rucellai” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734569882

 

Grice e Ruffolo – lo specchio del diavolo – filosofia italiana (Cosenza). Filosofo. Tornato a Roma dal fronte della campagna greco-albanese della seconda guerra pluridecorato con quattro medaglie al valore per diverse intrepide azioni contro il nemico, in cui e ferito con arma da fuoco trapassante il petto, organizza in seno al ministero dell'interno una cellula di resistenza partigiana, che gli valse l'attestazione di partigiano combattente e una medaglia di bronzo al valore partigiano.  Per via della delazione di un componente del gruppo di resistenza e arrestato dalla banda Pollastrini-Koch e incarcerato dapprima alla pensione Jaccarino in via Romagna, poi trasferito in Regina Coeli dove ha a condividere la cella con Pintor e Salinari discutendo del dopo liberazione. Trasferito a via Tasso fu interrogato da Kappler. L'iniziale sentenza di morte venne commutata in deportazione. Qualche ora prima dell'ingresso degli alleati in Roma, all'abbandono di Roma da parte dei tedeschi, fu fatto uscire dal carcere insieme a un centinaio di prigionieri, per essere avviato su uno dei 3 torpedoni in attesa a Piazza San Giovanni per essere deportato in Germania. Il quarto torpedone fu invece quello destinato all'eccidio di La Storta dove venne ucciso Buozzi. A questo proposito riferisce nel suo resconto, che quella mattina le SS gli impedirono il suo proposito di salire proprio su quel 4° torpedone, scostato dagli altri, avvalorando la tesi che l'eccidio era premeditato e non una reazione impulsiva del comandante. Quindi costretto a salire su uno dei restanti 3 torpedoni, Nicola Ruffolo si gettò da uno di essi, mentre il convoglio era in marcia, nella notte tra il 4 e il 5 giugno. Riuscì a far perdere le tracce e a liberarsi nonostante le SS avessero fermato il convoglio e lo avessero inseguito nella campagna nei pressi di Ficulle .  Di tale arresto e prigionia è dato conto in un suo racconto "Roma storia della mia cattura e fuga dalle SS" pubblicato nel  su ilmiolibro a cura di Andrea Ruffolo.  Al termine della guerra, avvia la carriera di Notaio a Grosseto. Uomo colto, conversatore brillante con battute spesso umoristiche. Fu operato alle corde vocali per un tumore e si trasferì con la famiglia a Roma.  In occasione della trasmissione RAI "Testimoni oculari" di Sergio Zavoli, circa la detenzione a Via Tasso, venne intervistato il fratello Sergio. La sua condizione di laringectomizzato per il tumore alle corde vocali, fu probabile causa della mancata intervista.  Tuttavia non è citato nella trasmissione, in quanto il fratello omise di nominarlo nell'intervista, causando uno spiacevole dissapore familiare, tenuto conto delle drammatiche e indimenticabili circostanze di quei momenti vissuti insieme. Amico e intrattenne corrispondenza tra gli altri, con  Orlando, Levi, Ragghianti, I. Baldini, A. Trombadori, F. Valeri, M.  Morante, C. Cassola, M. Melloni ( Fortebraccio) per idee e per la comune patologia tumorale, A. Guercio, A. Ripellino, F. Gabrielli, M. Stern.  Notevole la mole dei suoi saggi rimasti inediti e il cui interesse di pensiero, investe gli argomenti più disparati.  è stato uno scrittore e filosofo italiano, vincitore del premio Presidenza del Consiglio dei Ministri con l'opera poetico filosofica 'La Cosmologica'.  Fondatore del pensiero metafisico possibilista basato sulle nuove teorie della relatività generale di Einstein e della fisica dei quanti di Niels Bohr.  Tra le sue opere letterarie pubblicate: "America come pretesto" con la prefazione di Ruggero Orlando, "Il possibilismo" con la prefazione di Walter Mauro, "Guazzabuglio" con prefazione dell'orientalista Francesco Gabrieli e illustrazioni di Andrea Ruffolo. Quadri di una esposizione, Roma, Barone, Cosmologica, Roma, A. Signorelli, Guazzabuglio, Roma, Remo Croce, Il possibilismo: suggerimento filosofico eutimistico-terapeutico, Roma, C. Mancosu, “Oltre le ali di Icaro” (Roma, C. Mancosu); “America.come pretesto” (Roma, Il ventaglio, Roma; “Storia della mia cattura e fuga dai nazisti”; ilmiolibro, ristampato da Feltrinelli nel  con revisione -- Andrea Ruffolo. Premi e riconoscimenti premio Nazionale Presidenza del Consiglio dei Ministri con l'opera poetico filosofica La Cosmologica. Roma, Storia della mia cattura e fuga | LaFeltrinelli. Nicola Ruffolo. Ruffolo. Keywords: lo specchio del diavolo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ruffolo” – The Swimming-Pool Library.  https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735363301/in/datetaken/

 

Grice e Ruggiero – romolo e remo – filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Figlio di Eugenio  e di Filomena d'Aiello. Si laurea a Napoli. Particolarmente versato per gli studi filosofici e puo collaborare in riviste specializzate come «La Cultura», la «Rivista di filosofia» e «La Critica» di Croce, il quale favoresce la pubblicazione del suo primo lavoro d'impegno, La filosofia contemporanea. Collaboratore del Resto del Carlino di Mario Missiroli e della «Voce» di Prezzolini, pubblica in volume la Critica del concetto di cultura, cui Croce rimprovera la mancata distinzione tra “cultura” e “falsa cultura”. In filosofia, e sempre idealista, senza aderire né allo storicismo crociano né all'attualismo di Gentile, e in politica e liberale, pur non risparmiando critiche alla classe politica espressa dal Partito liberale. Tenne l'insegnamento prima a Messina, quindi a Roma. Avendo aderito all'idealismo con Gentile e Croce, la sua rivendicazione insieme a quest'ultimo dei valori del liberalismo lo rese un esponente di spicco dell'opposizione al fascismo nell'ambito intellettuale. Aderì all'Unione Nazionale di Giovanni Amendola; Fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Croce. Per non perdere la cattedra universitaria prestò il giuramento di fedeltà al fascismo ma ciò non gli impedì di essere destituito dall'insegnamento alcuni anni dopo e poi arrestato. Fu liberato alla caduta del fascismo. Fu rettore a Roma. Il suo impegno politico si manifesta nel Partito d'Azione, del quale fu tra i primi ad aderire. Ricoprì l'incarico di Ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Bonomi II  e successivamente fu nominato deputato della Consulta Nazionale. Fu autore, tra le altre opere, di una imponente Storia della filosofia  e di una Storia del liberalismo europeo,  entrambe presso Laterza.  È stato anche presidente generale del Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani.  In seguito alla sua morte avvenuta a Roma, le spoglie mortali furono portate e tuttora riposano nella cappella gentilizia di Brusciano (Napoli), luogo d'origine della famiglia, sulla sua tomba è ancora possibile leggere l'epitaffio scritto da Croce:  «Dalla cattedra e con gli scritti indagò nella storia del pensiero la potenza di libertà costruttrice del mondo degli uomini, e, auspicando in tempi oscuri il ritorno alla ragione fu alle nuove generazioni d'Italia maestro ed apostolo di fede nell'umanità.»  Opere: Storia della filosofia,” “La filosofia greca'” Bari, Laterza, La filosofia del Cristianesimo, Bari, Laterza, Rinascimento, riforma e controriforma, Bari, Laterza, La filosofia moderna.L'età cartesiana, Bari, Laterza,  L'età dell'Illuminismo, Bari, Laterza,  Da Vico a Kant, Bari, Laterza, L'età del Romanticismo, Bari, Laterza,  Hegel, Bari, Laterza, La filosofia contemporanea, Bari, Laterza, Critica del concetto di cultura, Catania, Battia (check) La filosofia contemporanea, edizione, Bari, Laterza,  Il pensiero politico italiano meridionale (Bari, Laterza); L'impero britannico dopo la guerra, Firenze, Vallecchi, Storia del liberalismo europeo, Bari, Laterza, La filosofia contemporanea” (Bari, Laterza); “Filosofi del Novecento” (Bari, Laterza); “L'esistenzialismo” (Bari, Laterza); “Scritti politici, R. De Felice, Bologna, Cappelli,  Lezioni sulla libertà, F. Mancuso, Napoli, Guida Editore, Carteggio Croce-De Ruggiero, A. Schinaia e N. Ruggiero, Bologna, Il Mulino, Note  B. Croce, La Critica, Simonetta Fiori, I professori che dissero "NO" al Duce, in La Repubblica, Clementina Gily Reda, Guido De Ruggiero: un ritratto filosofico, Napoli, Società editrice napoletana, Maria Luisa Cicalese, L'impegno di un liberale. Guido De Ruggiero tra filosofia e politica, Firenze, Le Monnier, Deputati della Consulta Nazionale Italiana Guido De Ruggiero, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Guido De Ruggiero / Guido De Ruggiero (altra versione), in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Guido De Ruggiero, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Guido De Ruggiero, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  Opere di Guido De Ruggiero, su Liber Liber.  Opere di Guido De Ruggiero, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Guido De Ruggiero, .  Guido De Ruggiero, su storia.camera, Camera dei deputati.  M. Griffo, Guido De Ruggiero, la coscienza critica del liberalismo, su loccidentale.  V. Sgambati, Guido de Ruggiero tra pensiero e azione, tra ethos e pathos, su lacropoli.  l'11 maggio  4 marzo ). PredecessoreRettore dell'Università "La Sapienza"SuccessoreSapienza stemma.png Pietro De Francisci Giuseppe Carania. Guido De Ruggiero. Ruggiero. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ruggiero” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51715422601/in/photolist-2mPmmR4-2mNaHiH-2mMV4pg-2mLEcbk-2mPCgo1

 

Grice e Rusca – filosofia italiana (Venezia). Filosofo. Figlio di Giovanni, nativo di Lugano che si era trasferito nella città lagunare, cugino di Girolamo, vescovo di Cattaro e Capodistria, appartenenti all’antica famiglia comasca. Altre fonti lo indicano di famiglia padovana, riferendosi probabilmente alla sua carriera religiosa. Entra infatti a far parte dei frati francescani conventuali, sebbene non del convento padovano ma di quello veneziano dei frari, conseguì la laurea in teologia e in filosofia e servì come vicario generale di Padova della Congregazione del Sant'Uffizio. Ricoprì quindi il ruolo di Inquisitore di Adria-Rovigo, e in questo periodo diede alle stampe l'opera Syllogistica methodus, dedicata ad Ottobono, e fece stampare diverse opere di Matteo Ferchio (il De caelesti substantia, il De fabulis palaestini stagni ad aures Aristotelis peripateticorum principis e l' Epitome theologica).   Lo stemma araldico della famiglia Rusca, il cui scudo fu anche utilizzato da Pietro Martire Rusca per il suo stemma episcopale. Alessandro VII lo nomina il Rusca vescovo di Caorle, sebbene il Gauchat collochi la nomina il 14 febbraio dello stesso anno. Consacrato dal cardinale Marcantonio Bragadin.  In qualità di vescovo di Caorle, e  uno dei presuli che più si spese per le necessità della sua diocesi. È infatti ricordato per gli imponenti restauri della cattedrale che volle fossero eseguiti per salvare l'edificio dall'imminente rovina. Durante questi restauri ricoprì il soffitto della cattedrale con stucchi e diede all'edificio una struttura barocca. Quindi, non esistendo notizia storica della data della precedente consacrazione della cattedrale, provvide a riconsacrarla, apponendo alle pareti dodici croci in cotto, tuttora conservate. Inoltre fece completare la realizzazione dei nuovi reliquiari per le insigne reliquie dei santi patroni (Stefano protomartire, Margherita di Antiochia e Gilberto di Sempringham), fatti iniziare dal predecessore Darmini, e provvide al rinforzo della struttura del campanile. Al completamento di tutti i lavori, nel 1665, volle che alle solenni celebrazioni presenziassero musici provenienti da Venezia. A memoria di tutto ciò, resta la lapide, ora affisse alla parete sinistra del duomo (un tempo posta sopra il portone d'ingresso), che recita:  «D.O.M. LÆVITÆ STEPHANO PROTOMARTYRI FR·PETRVS MARTYR RVSCA EPVSCONSECRAVITMARINO VIZZAMANO PRÆTORE M·D·C·L·XV·III CAL SEP·»  (A Dio ottimo massimoal levita Stefano protomartirefra' PRusca vescovoconsacrò essendo podestà Marino Vizzamano. L'interpretazione della data è da sempre stata dubbia. Acuni infatti ritengono che si riferisca al 1º settembre, attaccando il III all'anno, che così diverrebbe il 1668. La versione comunemente accettata è quella riportata sopra, cosicché il giorno della dedicazione della Chiesa. Questa è anche la versione esplicitamente riportata da Gams.  -- è anche ricordato per la sua premura nel risollevare le sorti economiche della diocesi. Ripristina  la mensa episcopale e provvide al sostentamento dei sacerdoti istituendone la confraternita. Inoltre, come si evince dai suoi atti, si adoperò per correggere i comportamenti dei fedeli e dei sacerdoti stessi. Fece erigere nella cattedrale un altare dedicato a Sant'Antonio di Padova, in seguito ricostruito dal vescovo Francesco Trevisan Suarez, poi asportato all'inizio del 1900 ed oggi conservato nel Santuario della Madonna di Monte Santo di Gorizia. In Duomo a Caorle resta la pala d'altare del Santo con la lapide, affissa alla parete destra dove sorgeva l'altare, che recita: ILL.MI ET RMI EPI CAPRVLEN. VNAM MISSAM LECTAM QVOTIDIE, ET DVAS CANTATAS QVOLIBET MENSE AD HOC ALTARE S. ANTONII CELEBRARI CVRANTO TENENTVR VT IN ACTIS D. OCTAVII RODVLPHI NOT. VEN. DIEI XIV MENSIS IAN. MDCLXXI AB INCAR. FR. PETRVS MARTYR RVSCA EPVS CAPRVLEN. EREXIT VNIVIT DISPOSVIT. Illustrissimi e reverendissimi vescovi caprulensi, abbiate cura che una messa letta quotidiana e due cantate in qualsivoglia mese siano celebrate a questo altare di S. Antonio, ne sono tenuti come dagli atti del signor Ottavio Rodolfo notaio veneziano del giorno 14 mese di gennaio 1671 dall'Incarnazione. Fra' Pietro Martire Rusca vescovo di Caorle eresse, unì, dispose.) Sempre nello stesso anno consacrò la chiesa di Santa Maria Elisabetta al Lido di Venezia.  Morì nel convento dei Frari a Venezia, tra le lacrime di molti fedeli.  Genealogia episcopale Cardinale Guillaume d'Estouteville, O.S.B.Clun., Sisto IV, Giulio II Cardinale Raffaele Riario, Leone X, Paolo III Cardinale Francesco Pisani Cardinale Alfonso Gesualdo, Clemente VIII Cardinale Pietro Aldobrandini Cardinale Laudivio Zacchia Cardinale Antonio Marcello Barberini, O.F.M.Cap. Cardinale Marcantonio Bragadin Pietro Martire Rusca, O.F.M.Conv. Bishop Pietro Martire Rusca O.F.M. Conv., su catholic-hierarchy.org.  Roberto Rusca, Il Rusco, overo dell'historia della famiglia Rusca, Nicola Giacinto Marta, Venezia, Bonaventura Perissuti, Notizie divote ed erudite intorno alla Vita ed all' insigne Basilica di S. Antonio di Padova, Padova,  Flaminio Corner, Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello, G. Manfrè, Padova, Giovanni Giacinto Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S. Francisci, S. Michaelis ad ripam apud Linum Contedini, Romae 1806  Trino Bottani, Saggio di Storia della Città di Caorle, nella Tipografia di Pietro Bernardi, Venezia, Giovanni Musolino, Storia di Caorle, La Tipografica, Venezia, Paolo Francesco Gusso e R. Candiago Gandolfo, Caorle Sacra, Marcianum Press, Venezia,    F.  Ughelli, Italia sacra sive de episcopis Italiæ, et insularum adjacentium, Venezia, apud Sebastianum Coleti, Patrick Gauchat, Hierarchia Catholica Medii Et Recentioris Aevi (Vol IV), Münster, Libraria Regensbergiana,  Riporta l'Ughelli che la data di costruzione è il 1038, ma non è riportato l'atto di consacrazione dell'edificio   Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig, Rusca (famiglia) Duomo di Caorle Diocesi di Caorle David M. Cheney, Pietro Martire Rusca,. Francesco Antonio Boscaroli. Pietro Martire Rusca. Rusca. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rusca” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734521406/in/datetaken/

 

Grice e Rusconi – attacco e contrattacco – filosofia italiana (Meda). Filosofo. Professore a Torino, laureato in filosofia, esordì come docente a Trento. Fu chiamato a Torino. Dopo una monografia dal titolo La teoria critica della società, si è dedicato soprattutto allo studio della società tedesca e della storia della Germania nel Novecento, in un continuo raffronto con la situazione italiana. Fu tra gli animatori della rivista Laboratorio politico. È stato direttore dell'Istituto storico italo-germanico di Trento.  Editorialista del quotidiano La Stampa, è stato anche Visiting Professor presso la Freie Universität di Berlino. Altre opere: “La crisi di Weimar. Crisi di sistema e sconfitta operaia” (Einaudi) Scambio, minaccia, decisione. Elementi di sociologia politica (Il Mulino) Capire la Germania. Un diario ragionato sulla questione tedesca (Il Mulino) Se cessiamo di essere una nazione (Il Mulino , in cui ripercorre il dibattito italiano e europeo sulla nazione e il suo rapporto con l'etnia -- osservando come da certi punti di vista la nazione italiana è plurietnica. Resistenza e postfascismo (Il Mulino), Come se Dio non ci fosse (Einaudi), Germania Italia Europa. Dallo Stato di potenza alla «potenza civile» (Einaudi) Cefalonia. Quando gli italiani si battono (Gli struzzi  Einaudi, L'azzardo (Il Mulino) Cavour e Bismarck. Due leader fra liberalismo e cesarismo (Il Mulino) Cosa resta dell'Occidente (Laterza ) Marlene e Leni. Seduzione, cinema e politica (Feltrinelli ); Attacco a occidente (Il Mulino ) Radio Radicale.  Gian Enrico Rusconi, su treccani. Gian Enrico Rusconi. Rusconi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rusconi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734745883/in/datetaken/

 

Grice e Ruta – corpori sani – l’intersoggetivo e la psiche sociale – filosofia italiana (Belmonte Castello). Filosofo. Visse a Napoli, dove conosce e frequenta Croce, e dove lo troviamo docente presso l'Istituto superiore di scienze economiche e commerciali. Ingegno versatile, lascia narrativa e saggi di scienze politiche e sociali. Importante è  la sua cura di testi di Nietzsche e Treitschke. Collaboratore del quotidiano napoletano Il Mattino. Sviluppa teorie politiche in armonia con l'ideologia del regime fascista. Altre opere: “Il gusto d'amare” Millennium); “Insaniapoli”; Nuova ed. Edizioni Campus); “Il segreto di Partenope” (Napoli, Nuova ed. Millennium); “Visioni d'oriente e d'occidente: saggi di scienza della storia e della poesia”; “L’intersoggetivo e la psiche sociale” (Milano-Palermo-Napoli, Sandron Editore); “Il ritorno del genio: a proposito di una nuova edizione della "Scienza Nuova" di Vico” (Bari); “Politica e ideologia. Milano, Corbaccio); “La necessità storica dell'Italia nuova” (Napoli); “Diario e lettere” (Bari); “La nascita della tragedia ovvero Ellenismo e pessimismo” (Bari); Heinrich von Treitschke, La Francia dal primo impero, traduzione di E. R. Bari, Heinrich von Treitschke, La politica, traduzione di E.R. Bari, Anche i filosofi si innamorano di Ezio Pelino, 6 marzo , sito "Cultura in Abruzzo". Enrico Ruta. Ruta. Keywords: l’intersoggetivo e la psiche sociale, corpori sani. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ruta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734727223/in/datetaken/

 

Grice e Sacchi – filosofia italiana (Casa Matta di Siziano). Filosofo. La sua produzione fu molto abbondante e abbracciò i campi più diversi della filosofia. A differenza di altri poligrafi del tempo la sua scrittura era basata su una solida formazione e un sapere quasi enciclopedico, per cui i suoi scritti, pur influenzati -soprattutto nella forma- dalle mode culturali del tempo, mantengono anche oggi un indubbio valore. A Pavia condusse i suoi studi, che dapprincipio si indirizzarono alla filosofia. Tra i suoi maestri vi fu Romagnosi; fu corrispondente di Fauriel e Gioia. Si sposò con Erminia Rossi, di Milano, e l'anno successivo la coppia si trasferì nel capoluogo lombardo, dove però ben presto la sposa morì di parto, il che costituì per lui una perdita che lo afflisse per il resto dei suoi giorni. A riprova del grande affetto e dell'altrettanto grande dolore che egli nutrì per la moglie, oltre a ciò che scrive esplicitamente nella propria autobiografia:  "Morì con la forza d'animo d'un filosofo, colla soavità d'un angelo …Io l'amo ancora come se fosse viva, e l'amo a segno che qualche momento mi pare di vederla e di parlarle…", si può rilevare un personaggio di un suo racconto, in cui è facile scorgere un ritratto della sua dolce Erminia, morta appena un anno prima: «Era presente una zia, tutta buona, tutta soave, che amava tanto i fanciulli; e di recente sposa e contenta, solo desiderava che il cielo anche di questi la facesse beata a compenso delle afflizioni sostenute nella sua giovinezza; ma l’infelice avea un desiderio, del quale l’essere esaudita dovea riescirle mortale. Una lagrima intanto di compiacenza spuntava sul ciglio dello sposo, sventurato! e non sapeva essere foriera dell’interminato pianto che l’attendeva, quando in breve, perdendola, dovea rimanere il più misero dei viventi.»  (Defendente SACCHI, Cose inutili, Milano) L'attività editoriale Oltre ai romanzi ed alle monografie maggiori, innumerevoli sono gli articoli da lui pubblicati nelle più importanti riviste culturali del tempo: lo «Spettatore Italiano», la «Minerva Ticinese», gli «Annali universali di Statistica», la «Gazzetta Privilegiata di Milano», il «Pirata», il «Cosmorama pittorico», l'«Annotatore piemontese», la «Vespa», la «Farfalla», l'«Eco», «Il Barbiere di Siviglia», l'«Indicatore lombardo», il «Ricoglitore», la «Rivista Europea».  In particolare, dal 1835 fino alla morte fu direttore del «Cosmorama Pittorico»; inoltre era riconosciuto di fatto come l'animatore e il personaggio di spicco della «Gazzetta Privilegiata di Milano» (diretta da Angelo Lambertini).  La sua feconda attività e la sua facilità espositiva si spiegano anche col fatto che, per problemi fisici alla mano, era solito dettare i suoi testi.  Ritratto Un "Ritratto di Defendente Sacchi", opera di Pelagio Palagi, è conservato presso la Galleria d'Arte Moderna di Bologna. In esso l'autore ha alle spalle i volumi di quella che doveva essere la sua ricca biblioteca, a sottolineare l'attaccamento di Sacchi alle lettere e al sapere. L'immagine sembra confermare le impressioni sul suo aspetto fisico da parte di G.B. Cremonesi nell'introduzione ad una ristampa di L'albero dei sospiri: "Era piccolo di persona e non bello di aspetto, benché i suoi lineamenti presentassero un non so che di piacevole nel tutt'insieme e di sereno" La sua ricca e documentata attività editoriale gli valse numerosi riconoscimenti (ad esempio, fu ammesso come socio nella "Reale Accademia delle Scienze di Torino"). A coronamento dei suoi interessi artistici, istituì a Pavia una Civica Scuola di Pittura.  La sua prematura scomparsa venne imputata alla gracilità del fisico, spesso malato e provato da dolori, cui si aggiungevano le pene per la perdita della moglie e della figlia ("La natura gli aveva data un costituzione gracile; l'applicazione e più sventure l'indebolirono. Tre anni e più fu egli travagliato da forti dolori" Cremonesi: Opere: Nella molteplicità della sua produzione, si segnalano in particolare:  “La Storia della filosofia greca,” La Collezione dei Classici Metafisici pubblicata insieme a Rolla e Germani, La Vita di Lorenzo Mascheroni, con la raccolta di alcuni suoi scritti inediti; Il romanzo storico I Lambertazzi e i Geremei, (di cui vennero fatte diverse edizioni); L'altro romanzo di successo, La pianta dei sospiri (due edizioni; tradotta anche in francese) Le Antichità romantiche d'Italia (cui collaborò anche il cugino Giuseppe Sacchi); La traduzione del Diritto pubblico universale, o sia Diritto di Natura e delle Genti di Giovanni Maria Lampredi  della "Biblioteca Scelta di opere tradotte dal latino") I Saggi su gli Uomini Utili e Benefattori del Genere Umano (nella stessa "Biblioteca scelta") I suoi biografi ricordano anche che egli si riproponeva di pubblicare un lavoro di grande respiro dal titolo I voti dell'Italia, il cui manoscritto però avrebbe egli stesso dato alle fiamme.   Su Defendente Sacchi Innocenzio De Cesare, Defendente Sacchi, in "L'Omnibus Pittoresco", Cenni di G. B. Cremonesi in: D. Sacchi La pianta dei sospiri, Milano, Silvestri, Autobiografia  (prefazione e commento di Maria Fanny Sacchi), Pavia, Bizzoni, Filosofo, critico, narratore (presentazione di Emilio Gabba e Dante Zanetti), Milano, Cisalpino,  ["Fonti e studi storia dell'Pavia" Storia della filosofia greca, Pavia, Capelli, Elogio di Condillac, Pavia, Bizzoni, Della filosofia di Socrate (dissertazione), Pavia, Bizzoni,  I trovatori e le galanterie nel Medio evo, Milano, Ripamonti Carpano, Oriele o Lettere di due amanti, Pavia, Bizzoni  (rist. Milano, Borroni e Scotti; Genova, Dario Rossi, orenzo Mascheroni, Poesie edite ed inedite ... Raccolte e pubblicate per cura di Defendente Sacchi, Pavia, Bizzoni, La pianta dei sospiri (romanzo), Lodi, Orcesi, Milano, Silvestri, facsimile del testo online dalla Biblioteca Braidense  Marcellina, ou l'Arbre des soupirs, roman traduit de l'italien, par M. Camille de Lagracinière, Paris, C. Béchet, Geltrude. Romanzo italiano con note storiche, Milano, Bettoni, Diritto pubblico universale di Gio. Maria Lampredi volgarizzato, Milano, Silvestri, Defendente Sacchi e Giuseppe Sacchi, "I fregi simbolici di San Michele in Pavia", Antichita romaniche d'Italia, e Giuseppe Sacchi, Antichità romantiche d'Italia epoca prima -seconda, Milano, Stella, e Giuseppe Sacchi, Della condizione economica, morale e politica degli italiani nei bassi tempi. Saggio primo intorno all'architettura simbolica, civile e militare, usata in Italia nei secoli 6°, 7° e 8° e intorno all'origine de' Longobardi, alla loro dominazione in Italia, alla divisione dei due popoli ed ai loro usi, culto e costumi, Milano, Stella,  Della condizione economica, morale e politica degli Italiani ne' tempi municipali. Sulle feste, e sull'origine, stato e decadenza de' municipii italiani nel Medioevo. Saggi due, Milano, Stella, Della condizione, economica, morale e politica degli Italiani nei tempi Municipali, Annali universali di statistica economia pubblica, storia, viaggi e commercio, Defendente Sacchi, Intorno all'indole della letteratura italiana nel sec. XIX, ossia della letteratura civile, con un'appendice intorno alla poesia eroica, sacra e alle belle arti. Saggio, Pavia, Luigi Landoni, Defendente Sacchi e Giuseppe Sacchi, Intorno alle dighe marmoree o murazzi alla laguna di Venezia ed alla istituzione del porto franco, Milano, Editori degli Annali Universali delle Scienze e dell'Industria, Miscellanea di lettere ed arti, Pavia, Bizzoni, I Lambertazzi e i Geremei o le fazioni di Bologna nel secolo 13° : cronaca di un trovatore, Milano, Stella, L'arca di Sant'Agostino : monumento in marmo del secolo 14. ora esistente nella chiesa cattedrale di Pavia, colle illustrazionii, Pavia, Fusi e C., Varietà letterarie, o Saggi intorno alle costumanze, alle arti, agli uomini e alle donne illustri d'Italia del secolo presente, Milano, Stella, A Cesare Cantu : intorno alla pasta, alla smania musicale del secolo, a Volta e a' progetti pel monumento da erigersegli in Como ed a qualche buona o cattiva moda della capitale: lettera inutile, Milano, Stella, Cose inutili, Milano, Visaj, Teodote : storia del secolo VIII, Milano, Nervetti,  Le belle arti in Milano nell'anno 1832, Nuovo Raccoglitore, "Nuove questioni sull'architettura rituale in relazione alle opinioni del conte Cordero di San Quintino e dell'avvocato Robolini", in Annali Universali di Statistica, e Giuseppe Sacchi, Le arti e l'industria in Lombardia, Milano, Visaj, Leopoldo Cicognara, Del bello: ragionamenti (con le notizie su la vita e le opere dell'autore compilate da Defendente Sacchi), Milano, Silvestri, Instituti di beneficenza a Torino (relazione), Milano, a Società degli editori degli annali universali delle scienze e dell'industria,Lezioni d'un parroco sul cholera, Milano, Bravetta, Gli asili dell'infanzia: loro utilità ed ordinamento. Memorie popolari italiane Milano, Manini, Novelle e racconti, Milano, Manini, L' Arco della Pace a Milano descritto e illustrato e pubblicato per la fausta inaugurazione fatta da S.M.I.R.A. Ferdinando 1, Milano, Manini, Bernardino Luino, Cosmorama pittorico, Le streghe. Dono del folletto alle signore, Milano, Manini, Uomini utili e benefattori del genere umano (saggi), Milano, Silvestri, Amori e vicende dei quattro sommi poeti italiani: Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso. Studi storici-biografici, Milano, Vallardi, s. a. Defendente Sacchi, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Defendente Sacchi, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Defendente Sacchi, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Defendente Sacchi, su Liber Liber.  Opere di Defendente Sacchi, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Defendente Sacchi, . Opere di Defendente Sacchi, su Progetto Gutenberg. Defendente Sacchi. Sacchi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sacchi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735126254

 

Grice e Sacheli – implicatura fenomenista – filosofia italiana (Canicattì). Filosofo. Nato da Vincenzo e Calogera Rinaldi, rimase orfano di padre a 13 anni, frequenta le scuole primarie nella sua cittadina natale per poi trasferirsi a Caltanissetta, dove, ospite di uno zio materno, frequentò il liceo.  Fu iniziato in Massoneria nella loggia Felice Cavallotti di Agrigento, e nel 1917 divenne Maestro massone.  Laureato in filosofia all'Palermo ndove fu allievo di Giovanni Antonio Colozza e Cosmo Guastellafu dapprima insegnante di scuola superiore a Bologna, Girgenti, Caltanissetta e Bressanone, e al Liceo ginnasio Andrea D'Oria di Genova. Nel capoluogo ligure, Sacheli iniziò la sua carriera accademica come libero docente. Successivamente insegnò la stessa disciplina alle Cagliari e di Messina, dove conseguì la docenza ordinaria.  Morì a Taormina, dove si era stabilito per sfuggire ai violenti bombardamenti alleati che colpirono Messina. Con i suoi saggi diede un apporto all'approfondimento all'interpretazione della filosofia di Sant'Agostino, di San Tommaso e di Jean-Jacques Rousseau. Numerose sono le opere filosofiche da lui composte. "La carità del natio loco" lo spinse anche a scrivere sulle tradizioni, i miti e le leggende di Canicattì, collaborando con la rivista Sicania e pubblicando i risultati delle sue ricerche nelle Linee di folklore canicattinese.  Opere Linee di Folklore canicattinese, Acireale, tip. Popolare, Indagini etiche: i criteri, il problema dell'etica, Milano, Remo Sandron, Atto e valore, Firenze, Sansoni, Ragion pratica: preliminari critici, Firenze, Sansoni, Crisi della Pedagogia, Roma, Perrella, Concetto di didattica, Messina, G. D'Anna, C. Ottaviano, Sophia: rassegna critica di filosofia e storia della filosofia, CEDAM, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo, Calogero Angelo Sacheli,. G. Ferrante, Biografia di Calogero Angelo Sacheli, su canicatti-centrodoc. Angelo Sacheli. Sacheli. Keywords: implicatura fenomenista, fenomenismo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sacheli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735118779/in/datetaken/

 

Grice e Saitta – l’animo – filosofia italiana (Gagliano Castelferrato). Filosofo. Allievo di Gentile, fu seguace e interprete del suo idealismo attuale. Nato da Giovanni Saitta e Angela Confalone, una famiglia di agricoltori e proprietari terrieri, fu mandato a studiare in seminario nel collegio di Nicosia e quindi nel liceo di Monreale, per essere avviato alla carriera ecclesiastica. Ricevuti gli ordini sacri, conseguì due anni dopo la laurea in lettere a Palermo, ma dismetterà l'abito sacerdotale a seguito di una crisi interiore che lo indusse ad allontanarsi dalla Chiesa cattolica.  Frequentando le lezioni di Gentile, si accostò al suo idealismo, laureandosi in filosofia col massimo dei voti. Aveva cominciato intanto a insegnare lettere nei licei di Terranova e Lucera, mentre divenne professore di filosofia nei licei statali di Cagliari, Sassari, Fano, Faenza, e negli istituti Galvani e Minghetti di Bologna. Ottenne una cattedra universitaria di filosofia a Firenze, per passare negli anni seguenti all'Cagliari, di Pisa, e a quella di Bologna. Direttore della «Vita Nova» Aveva inoltre collaborato a varie riviste come il «Giornale critico della filosofia italiana», «Levana», e poi soprattutto «Vita Nova», periodico mensile bolognese fondato da Arpinati e vicino a Gentile, di cui Saitta assunse la direzione mantenendola fino alla sua soppressione. Della rivista, organo dell'Università fascista di Bologna, curò la rubrica Noi e gli altriSpunto polemico, firmando i suoi interventi con lo pseudonimo di "Rusticus", distinguendosi per i toni accesi e le posizioni anticlericali e anti-concordatarie, che lo portarono a scontrarsi con esponenti cattolici della stessa scuola gentiliana, in particolare Armando Carlini.  Saitta aderiva infatti a una concezione movimentistica e rivoluzionaria del regime fascista del suo tempo, che interpretava come il compimento dei valori romantici del Risorgimento, intendendo la nazione in senso hegeliano quale sintesi tra individuale e universale. Rispetto a Carlini che appariva più freddo e accademico, Saitta col suo attivismo riusciva a esercitare una forte capacità di attrazione verso i giovani, tra cui un suo allievo universitario, Delio Cantimori, che ebbe come collaboratore alla «Vita Nova». Così si sviluppò quella tendenza a preferire la scuola di storia della filosofia [di Saitta] dove la preparazione di tipo scolastico e le esigenze tecniche erano minori, ma dove si sentiva un calore ideale, una passione filosofica, un fervore per la verità, e una forza di convinzione spesso dura, e più che dura, ma più vicina a quei sentimenti e a quelle esigenze giovanili, una decisione innovatrice suggestiva e che sembrava offrire un orientamento non meramente accademico per la soluzione di quei problemi.»  (Delio Cantimori, articolo sul «Giornale critico della filosofia italiana», ora in Politica e storia contemporanea, L. Mangoni, Einaudi,) L'idealismo attuale di Saitta Saitta del resto, accogliendo la concezione gentiliana dell'atto come perenne autocreazione del pensiero che tutto comprende, aveva sviluppato una visione attualistica dell'idealismo non riducibile a una teoria statica, bensì intesa come azione e continuo dinamismo, che lo portava a esaltare la libertà creativa della ragione umana contro ogni forma di oggettività e di dogmatismo. Da qui la sua accentuazione della polemica anti-religiosa, e la riscoperta, nel solco delle tesi formulate da Spaventa e dallo stesso Gentile, delle correnti immanentistiche della filosofia rinascimentale italiana che egli poneva a fondamento della genesi dell'idealismo moderno.  Questo immanentismo, per il quale Dio si esprime nell'attività dello spirito umano, è per Saitta un «reale umanismo» che rende possibile la libertà dell'individuo, nella quale consiste la «nuova coscienza illuministica» della religione moderna da lui contrapposta a quella tradizionale, oppressiva e decadente, della trascendenza.  Per difendere la libertà del soggetto da ogni autoritarismo e sopraffazione, Saitta si è schierato tuttavia non solo contro il dualismo platonico, la teologia di impianto tomistico e la neoscolastica, ma in parte anche contro lo stesso idealismo di Hegel che ha finito per oggettivare la ragione facendone un sistema assoluto da lui ritenuto «all'origine degli schiavismi moderni».  Persino nell'attualismo di Gentile sarebbe rimasto un retaggio della vecchia teologia trascendente, quando esso attribuisce lo Spirito ad un Io assoluto anziché ai singoli individui: sono costoro per Saitta i veri creatori di valori spirituali, coloro cioè in cui va identificato il Soggetto trascendentale. Egli in tal modo intendeva preservare la portata stessa dell'atto creativo del pensiero dell'idealismo gentiliano, rivestendolo di significati empirici, positivistici, contigenti, ripresi anche da autori come Rousseau e Feuerbach. Saitta condusse una vita sempre appartata, durante i quali si sarebbe progressivamente riavvicinato alla fede cattolica.  A Gagliano Castelferrato, suo paese nativo, gli è stata intitolata una piazza dove è stato collocato un parco giochi per bambini. Molti anni prima gli era stata intitolata una strada che usualmente, però, ha continuato ad essere chiamata Via Roma. Più tardi gli venne intitolato l'Istituto Professionale Femminile di Stato. Altre opere: “Lo spirito come eticità (Bologna, Zanichelli); “La teoria dello spirito come eticità” (Bologna, Zanichelli), “La personalità umana e la nuova coscienza illuministica (Genova, Emiliano Degli Orfini) La libertà umana e l'esistenza (Firenze, Sansoni) Il problema di Dio e la filosofia dell'immanenza (Bologna, Cesare Zuffi). Oltre alle opere di natura propriamente filosofica, si è a occupato di storia della filosofia, dai greci all'età moderna, soffermandosi sul Rinascimento e i pensatori italiani, in particolare Ficino:  La scolastica e la politica dei Gesuiti (Torino, Bocca,) Le origini del neotomismo (Bari, Laterza) Il pensiero di Gioberti (Messina, Principato, Firenze, Vallecchi La filosofia di Ficino (Messina, Principato); riedita come Marsilio Ficino e la filosofia dell'Umanesimo (Bologna, Fiammenghi & Nanni) L'educazione dell'umanesimo in Italia (Venezia, La Nuova Italia) Filosofia italiana ed umanesimo (Venezia, La Nuova Italia, Leone Ebreo, su treccani, Gioberti Vincenzo, su treccani, Il carattere della filosofia tomistica (Firenze, Sansoni, La teoria dell'amore e l'educazione del Rinascimento (Bologna, U.P.E.B.) L'illuminismo della sofistica greca (Milano, Bocca) Il pensiero italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento (Bologna, Cesare Zuffi, Cusano e l'Umanesimo italiano, con altri saggi sul Rinascimento (Bologna, Tamari). Ettore Centineo, Ricordo, rticolo su «Giornale critico della filosofia italiana», Firenze, Sansoni, treccani,  Albano Sorbelli, L'Archiginnasio: bollettino della Biblioteca comunale di Bologna,  direzione di Franco Bergonzoni, Regia tipografia dei fratelli Merlani, Università degli studi di Firenze, su siusa.archivi.beniculturali.  S. Salustri, L'Università fascista di Bologna: un modello di Accademia per il regime?, in «Accademie e scuole: istituzioni, luoghi, personaggi, immagini della cultura e del potere»,  Daniela Novarese, Milano, Giuffrè, .  Vittore Pisani, Paideia, Casa editrice Paideia, Roberto Pertici, Storia della storiografia,  Jaca Book, L. Mangoni, L'interventismo della cultura. Intellettuali e riviste del fascismo, Bari, Laterza,  Roberto Pertici, Storia della storiografia, Roberto Pertici, Storia della storiografia,  Cantimori ricorderà con commozione l'«irrequietezza spirituale della scuola di Saitta» e la sua «attenzione volta ad argomenti quasi ignorati dalla cultura italiana» (cit. da Bruno Valerio Bandini, Storia e storiografia: studi su Delio Cantimori. Atti del convegno tenuto a Russi Editori Riuniti).  Cit. in Roberto Pertici, Storia della storiografia, Eugenio Garin, Cronache di filosofia italiana, Bari, Laterza, Gianfranco Morra, L'immanentismo assoluto di Giuseppe Saitta, articolo sul «Giornale critico della filosofia italiana», «Il Saitta, forse meglio di ogni altro, intese dell'attualismo l'istanza realmente umanistica, e di un "reale umanismo": e questa appunto volle sottolineare e difendere contro ogni mistificazione. Così lo vediamo ridurre tutta la dialettica gentiliana a lotta sempre risorgente fra ragione umana liberatrice e costruttrice di una società di uomini liberi, e religione tradizionale cristallizzata nelle oppressioni di strutture chiesastiche portatrici di una "filosofia di morte"» (Eugenio Garin, Cronache di filosofia italiana. Roberto Melchiorre, Storiografi italiani del Novecento, Aletti Editore. Ricordo di Giuseppe Saitta , su archiviostorico.unibo.  Sommario dei libri, su gaglianocastelferrato.com.  «La filosofia moderna come celebrazione della soggettività è quasi tutta sbozzata con Marsilio Ficino. Con lui, anziché col Campanella, come da altri è stato frequentemente ripetuto, s'inizia quella teoria della conoscenza, che sbocca con profonda e potente originalità in Kant» (Giuseppe Saitta, Marsilio Ficino e la filosofia dell'Umanesimo, Bologna, Fiammenghi & Nanni).  Ettore Centineo, Ricordo di Giuseppe Saitta, su «Giornale critico della filosofia italiana», Firenze, Sansoni, Gianfranco Morra, L'immanentismo assoluto di Giuseppe Saitta, su «Giornale critico della filosofia italiana»,Eugenio Garin, Cronache di filosofia italiana  Bari, Laterza, Roberto Melchiorre, Storiografi italiani del Novecento, Villalba di Guidonia, Aletti Editore,  Attualismo (filosofia) Filosofia rinascimentale Idealismo italiano Delio Cantimori Gentile  Ricordo, su archiviostorico.unibo. treccani bibliotecasalaborsa. Giuseppe Saitta. Saitta. Keywords: animo, l’animo, vita nuova, contratto sociale, Rousseau, Firenze. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Saitta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735339190/in/datetaken/

 

Grice e Salutati – Ercole al bivio – filosofia italiana (Stignano). Filosofo. Vedo che ignori quanto sia dolce l'amor di patria: se ciò fosse utile alla difesa e all'ampliamento [della patria], non [ti] sembrerebbe un crimine penoso, nè un delitto scellerato, il fracassare con la scure il capo del proprio padre, o ammazzare i fratelli, o cavare con la spada dal grembo della moglie il figlio prematuro...»  (Epistolario, a Ser Andrea di Conte).  Cancelliere di Firenze/ Figura culturale di riferimento dell'umanesimo a Firenze, in qualità di discepolo del Boccaccio e precettore di Poggio Bracciolini e Leonardo Bruni.  Considerato uno dei più importanti uomini di governo tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo, Coluccio Salutati, nei suoi trent'anni di cancelliere della Repubblica di Firenze, svolse un importantissimo ruolo diplomatico nel frenare le ambizioni del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, intenzionato a creare uno Stato comprendente l'Italia centro-settentrionale. Nel contesto di questa lotta elaborò la sua dottrina della libertas fiorentina. Oltre all'impegno politico, il Salutati svolse un importante ruolo nella diffusione dell'umanesimo petrarchesco e boccacciano, divenendone l'esponente più importante e il praeceptor della prima generazionedegli umanisti. Il suo lascito più importante presso i posteri fu la codificazione "civile" dell'umanesimo, cioè l'uso dello spirito e dei valori dell'antichità classica all'interno dell'agone politico internazionale. Grazie a Salutati (autore tra l'altro di un vastissimo epistolario e di trattati politici, filosofici e letterari), difatti, il mito della florentina libertas, cioè di quel complesso di valori ispirati alla libertà promosso dall'ordinamento politico fiorentino, si rafforzò enormemente sotto il suo cancellierato, e fu utilizzato quale strumento diplomatico per accrescere il prestigio di Firenze presso gli altri Stati della Penisola.  La casa natale di Coluccio Salutati a Stignano, frazione di Buggiano. Origini e formazione giuridica Nato a Stignano in Valdinievole (oggi frazione di Buggiano, in provincia di Pistoia), Lino Coluccio Salutati fu costretto, a pochi mesi dalla nascita, ad abbandonare il luogo natìo per raggiungere il padre Piero (detto dal Villani di buoni costumi e di prudenzia laudabile) a Bologna, ove il genitore serviva il signore della città Taddeo Pepoli, che a sua volta garantiva protezione alla famiglia Salutati. Nella città felsinea Coluccio compì, per volontà paterna (ma più probabilmente del Pepoli che, morto Piero Salutati nel 1341, aveva preso sotto la sua protezione la famiglia e il giovane Coluccio in particolare), studi giuridici, benché fosse maggiormente interessato alle discipline letterarie, e seguì le lezioni di logica e di grammatica di Pietro da Moglio.  Coluccio, ormai diciannovenne, lascia Bologna a causa anche della caduta dei Pepoli e ritorna a Stignano, dove un rogito testimonia la sua presenza. Gli anni successivi all'allontanamento da Bologna,  videro Salutati esercitare il mestiere di notaio in vari centri toscani (specialmente in Valdinievole), coltivando, come si vedrà nella sezione dedicata alla passione umanistica, lo studio dei classici, come dimostra la lettera a Luigi de' Gianfigliazzi del 1362, colto politico fiorentino col quale Coluccio discute su Valerio Massimo e altri autori antichi.  Cancelliere di Firenze Premesse Nel frattempo, la carriera amministrativa del Salutati lo spinse ad intraprendere anche la carriera politica: cancelliere del Comune di Todi prima, della Repubblica di Lucca poi, ed infine, dopo essere giunto a Firenze ed avervi esercitato per breve periodo l'incarico di scriba omnium scrutinorum, Cancelliere di quella città, Coluccio tenne, pertanto, nelle sue mani la carica più importante della diplomazia della Repubblica fiorentina, divenendo un personaggio di spicco della politica italiana di fine Trecento. Demetrio Marzi, importante studioso di Coluccio per la sua attività istituzionale, sottolinea che, nei trentun anni in cui tenne ininterrottamente la sua carica, Coluccio:  «Costantemente rieletto e confermato dal 1375 al 1406, con le stesse ingerenze, lo stesso stipendio e i soliti privilegi, Coluccio lasciò nell'Ufficio un numero grande di minutari e registri, di lettere e istruzioni, per lo più di sua mano, e solo in parte de' suoi coadiutori, che non sembrano molti. Da questi libri e da altri della Cancelleria, apparisce com'egli fosse costantemente in Palazzo, presente a innumerevoli atti del Comune, dei Consigli, degli uffici più svariati..(Marzi)  L'Europa Occidentale al principio dello Scisma d'Occidente. La frattura in seno alla Chiesa Cattolica spinse il papa romano Urbano VI a firmare la pace coi fiorentini. La guerra degli Otto Santi Magnifying glass icon mgx2. svgGuerra degli Otto Santi. Le relazioni tra Santa Sede (all'epoca ad Avignone) e la Repubblica fiorentina degenerarono rapidamente a causa della volontà di papa Gregorio XI di ritornare a Roma e ripristinarvi l'autorità della Chiesa. La paura che si formasse, nel centro Italia, un forte stato ecclesiastico allarmò sia Firenze (intimorita di essere inglobata nel nuovo Stato) che le città degli Stati Pontifici, che a causa della lontananza del Papato avevano acquisito una grande forza ed indipendenza. La guerra, durata tre anni, finì frettolosamente a causa della scissione interna alla Chiesa stessa tra cardinali francesi ed italiani, fatto che portò alla nascita del gravoso Scisma d'Occidente. Il nuovo papa, l'italiano Urbano VI, assolse Firenze dalla scomunica per avere alleati contro l'antipapa Clemente VII.  Tra gli scomunicati, c'era anche Coluccio Salutati, in quanto figura chiave della politica dell'epoca. «Coluccium Pieri de Florentia, excellentissimum cancellarium comuni Florentie», ricevette l'assoluzione da parte del Papa tramite i legati Simone Pagani, vescovo di Volterra, e Francesco d'Orvieto, frate appartenente all'ordine degli Eremitani. Dal tumulto dei Ciompi alla restaurazione oligarchica Magnifying glass icon mgx2.svg Tumulto dei Ciompi e Storia di Firenze § L'ascesa degli Albizi. Firenze, mentre stava stipulando la pace con papa Urbano VI, fu sconvolta dalla rivolta del popolo minuto che, già soggiogato e perseguitato dalla prepotenza politico-economica del popolo grasso, fu sobillato dagli operai salariati (i ciompi) a rivoltarsi. Si ebbero i primi scontri e i ciompi, risultati vincitori, imposero Michele di Lando quale gonfaloniere di Giustizia e riformatore della Signoria in senso democratico. L'animosità degli sconfitti si fece sentire molto presto: dopo aver chiuso gli opifici riducendo alla fame gli operai, la grande borghesia e l'aristocrazia riuscirono a trarre dalla loro parte Michele di Lando che, dopo aver disperso i capi dei ciompi, si dimise dalla carica di gonfaloniere e ridando il potere ai magnati, tra i quali primeggiarono gli Albizi che instaureranno un regime oligarchico durato fino alla venuta di Cosimo de' Medici. Dall'epistolario di Coluccio, sappiamo che egli informò Domenico Bandini di Arezzo dei tumulti avvenuti in città e stimando gli uomini assurti al potere quali degni e pieni di considerazione. L'atteggiamento emerso in quest'epistola, datata il mese d'agosto, si rivelerà contrario a quanto Coluccio in realtà pensasse del nuovo governo. Marco Cirillo ci descrive lo stato d'animo del Cancelliere e la sua scelta di rimanere in tale carica nonostante l'avversione per i Ciompi:  «Dalle lettere di Coluccio Salutati, riferite all'estate del 1378, si evince come il cancelliere non fosse soddisfatto del governo instaurato dal Popolo Minuto, ed è probabile che il cancelliere conoscesse anche i “piani politici” di chi voleva ritornare al potere. Questo ci permette di ipotizzare che, la decisione di ritornare al proprio ufficio si legava sia alle necessità familiari dell'umanista, sia all'amore che egli nutriva per il proprio lavoro ma anche, alla conoscenza dell'imminente ritorno del Popolo Grasso al potere, unito alla convinzione della mancanza di conoscenze politiche adeguate per governare una città come Firenze da parte dei Ciompi stessi (Cirillo)  Massima estensione dei domini viscontei alla morte del Duca Gian Galeazzo. Ha un ruolo decisamente più attivo ed importante nell'animare Firenze perché si difendesse dalle ambizioni di conquista di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, desideroso di sottomettere l'intera Penisola al suo controllo schiacciando le resistenze delle Signorie dell'Italia Settentrionale. Galeazzo sposta infatti le sue attenzioni sulla Repubblica di Firenze, e Coluccio giocò un ruolo importante in questa situazione spronando il popolo fiorentino a difendere la sua tradizionale libertà (la florentina libertas) e rispondendo egli stesso dalle accuse dei nemici attraverso l'opera Invectiva in Antonium Loscum. La situazione per i fiorentini, all'inizio del conflitto, era alquanto drammatica, in quanto si ritrovarono praticamente circondati dai domini di Gian Galeazzo e solo l'ausilio di bande mercenarie, guidate da Giovanni Acuto, riuscirono a frenare i piani di dominio del Visconti. La guerra, che riprese dopo una momentanea tregua a partire dal 1396, vide la formazione di una vasta coalizione antiviscontea di cui fecero parte tutti gli stati italiani del centro-nord, tenuti assieme dalla politica estera fiorentina e da quella veneziana. Nonostante gli alleati fossero stati gravemente surclassati dalle forze milanesi, i fiorentini riuscirono a salvare la loro indipendenza resistendo a dodici anni di guerra, cioè fino alla morte improvvisa di Gian Galeazzo a causa della peste, lasciando Firenze in una posizione di potenza nell'Italia centro-settentrionale.  Gli ultimi anni e la morte Coluccio trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena celebrato sia per la sua posizione di guida dell'umanesimo, sia per l'abilità politica dimostrata contro il Visconti, ma anche in grandi amarezze a causa dei lutti (morte della seconda moglie il 28 febbraio 1396 e la morte di alcuni dei suoi figli in occasione della pestilenza). Quando poi morì, la Signoria, il giorno successive, gli fece celebrare funerali solenni in Santa Maria del Fiore, ponendo sulla sua bara una ghirlanda d'alloro per le sue virtù poetiche. I suoi discepoli Leonardo Bruni suo successore, Poggio Bracciolini, futuro cancelliere e Pier Paolo Vergerio lo piansero amaramente, ricordandolo come un padre e come il più grande decoro di Firenze. Coluccio umanista La guida dell'umanesimo italiano e per trent'anni, dopo la morte del Petrarca e del Boccaccio, il più autorevole umanista italiano, unico erede di quei grandi (Dionisotti)  Miniatura che ritrae proveniente da un codice della Biblioteca Laurenziana a Firenze. Alla morte del Boccaccio, sia per ragioni anagrafiche (era di una generazione sita tra quella di Petrarca e Boccaccio e la successiva degli umanisti del XV secolo), sia per la propria grandezza letteraria e filosofica, fu il principale esponente dell'umanesimo italiano, come ricorda infatti Carlo Dionisotti e altri studiosi[N 4], quel «trait d'union tra la generazione che aveva vissuto in prima linea il rinnovamento petrarchesco e quella dei nuovi umanisti già pienamente quattrocenteschi» Salutati ebbe, sia per il ruolo istituzionale sia per quello culturale, rapporti anche con i Paesi europei: tenne corrispondenza con un colto cortigiano di Carlo VI di Francia, Jean de Montreuil, e con l'arcivescovo di Canterbury Thomas Arundel, conosciuto mentre il presule inglese si trovava a Firenze. Fecondo scrittore, apologeta "diplomatico" della classicità contro gli attacchi degli aristotelici e di alcuni ecclesiastici ostili all'antropologia umanista, Coluccio alternerà il suo magistero culturale con quello politico, difendendo la libertà repubblicana di Firenze adottando lo stile e il genere degli antichi trattatisti.  La formazione umanistica Nonostante Lino avesse preso definitivamente l'attività notarile, come testimonia il suo primo rogito effettuato nella nativa Stignano, l'amore per la cultura e la letteratura non venne meno. Anzi, a partire dalla fine degli anni sessanta, Coluccio divenne il segretario di Francesco Bruni, amico a sua volta di Francesco Petrarca; iniziò, come esposto dalla Senile un rapporto epistolare a distanza, che permise al Salutati di avvicinarsi alle proposte umanistiche del poeta Aretino. Nel periodo che intercorse tra questa prima epistola e la morte del Petrarca, Coluccio entrò sempre più nella mentalità classicista del maestro, grazie anche ai contatti che egli ebbe con l'altro grande umanista e allievo del Petrarca stesso, Giovanni Boccaccio, quest'ultimo animatore del circolo umanista di Santo Spirito a Firenze. Tra Santo Spirito e la sua casa. L'educazione dei giovani umanisti Seguendo la scia del maestro Boccaccio, sinceramente pianto dal Salutati al momento del trapasso, il Cancelliere della Repubblica continuò il suo magistero a Santo Spirito, tenendovi lezioni cui partecipavano umanisti non solo fiorentini (si ricordano, tra i più importanti, Niccolò Niccoli, Leonardo Bruni e Poggio Bracciolini), ma anche di altre regioni italiane (quali il vicentino Antonio Loschi e il già ricordato Pier Paolo Vergerio). Nel convento degli agostiniani Salutati, aiutato nel suo magistero culturale dal coltissimo frate Luigi Marsili[40], non si fece soltanto portavoce degli ideali dell'umanesimo classicista petrarchesco, ma continuò a tenere in alta considerazione Dante Alighieri, deprecato da una cerchia dei giovani umanisti in quanto scrittore volgare e pessimo latinista. La fondazione della cattedra di greco a Firenze. Oltre al suo compito di formazione dei giovani umanisti che andranno a diffondere il nuovo sapere presso gli altri centri culturali italiani, Salutati ebbe il merito non solo di affidare le cattedre tradizionali dello Studium fiorentino ad umanisti discepoli di Petrarca (quali Giovanni Malpaghini), ma soprattutto quello di far rifiorire in Italia il greco classico. Grazie all'incontro avvenuto a Venezia tra i giovani umanisti Roberto de' Rossi e Giacomo Angeli da Scarperia e i due colti bizantini Manuele Crisolora e Demetrio Cidone, inizia, usufruendo dei poteri di Cancelliere, ad intessere rapporti con Crisolora per invitarlo ufficialmente a Firenze quale docente di greco classico nello Studium[N 7]. Questi, giunto nell'Europa Occidentale per conto dell'imperatore Manuele II Paleologo per cercare alleanze contro i turchi ottomani, cercò di instaurare rapporti di amicizia con gli Stati che visitava trasmettendo la conoscenza del greco classico ai nascenti circoli umanistici, edotti di latino ma non della lingua di Omero[42]. Pertanto Crisolora accettò l'offerta del Salutati, rimanendo nella città toscana dal 1397[43] al 1400 e lasciando in eredità ai suoi discepoli (e amici) fiorentini gli Erotematà, compendi linguistici di greco classico caratterizzati da una sinossi con la grammatica latina. L'umanesimo incontrò, durante la sua diffusione, il sospetto e l'ostilità di alcuni ambienti religiosi a causa della libertà e responsabilità etica del singolo uomo che Coluccio andava insegnando[N 8], e del suo progetto di conciliare la natura della cultura classica con quella cristiana. I principali antagonisti dell'umanesimo fiorentino, il camaldolese Giovanni di San Miniato e il domenicano Giovanni Dominici (quest'ultimo poi cardinale), intendevano sostanzialmente mantenere l'istruzione e la morale rigidamente nelle mani della gerarchia, rifiutando la ventilata autonomia spirituale dei pagani e riaffermando la loro interpretazione allegorica[N 9].  Le humanae litterae non sono antitetiche agli studia divinitatis Coluccio, davanti a questi attacchi, sostenne la necessità, anche da parte dei laici, di avere coscienza di ciò che dicono e professano nella vita attiva, ribadendo il valore positivo di questo modello di vita[44] e combattendo il vuoto nominalismo tomista che la cultura ecclesiastica ufficiale difendeva strenuamente quest'ultimo visto come nocivo perché, avendo ormai intriso la stessa Bibbia di sillogismi filosofici, allontanava dalla Verità gli uomini:  «Senza la capacità di intendere in fondo i termini, la lingua, non si dà conoscenza della scrittura, della parola di Dio. Ogni conoscenza seria è comunicazione. In tal modo gli studia humanitatis come mezzo per ritrovare nella lettera l'inseparabile spirto, nel corpo l'anima indisgiungibile, sono strettamente connessi con gli studia divinitatis.»  (Garin39) La poesia vehiculum ad Deum La disputa sulla verità teologica della poesia, genere privilegiato nella conoscenza di Dio, è quello che impegnerà maggiormente Salutati. Seguendo il tracciato delle Genealogie deorum gentilium del maestro Boccaccio, Coluccio Salutati risponde alle accuse dell'immoralità della poesia a Giovanni di San Miniato, in una lettera del 21 settembre del 1401, affermando non solo che ogni verità proviene da Dio stesso, ma anche che Dio ha usufruito della poesia attraverso i salmisti, Giobbe e Geremia: per cui la poesia è il genere letterario più vicino a Dio. ale tesi verrà poi ulteriormente rinforzata nell'incompiuto De laboribus Herculis, in cui si arriverà a sostenere una vera e propria poesia teologica, per cui anche gli antichi poeti pagani, con le loro opere, si avvicinavano a Dio.  L'attività filologico-paleografica La Biblioteca del Salutati  Un'edizione a stampa veneziana dell'Affrica del 1501. Il poema epico del Petrarca, per la sua incompletezza e il latino ancora un po' rozzo, suscitò delusione nei simpatizzanti dell'umanesimo. Salutati formò, impiegando gran parte delle sue retribuzioni, una biblioteca di più di 100 volumi, collezione molto grande per l'epoca e simbolo del suo fervore culturale. Coluccio possedette un manoscritto delle tragedie di Seneca ricopiato ottimamente di suo pugno con l'aggiunta dell'Ecerinide del preumanista padovano Albertino Mussato[48], ma anche esemplari di autori poco conosciuti nel Medioevo quali Tibullo e Catullo ed una rarissima copia d'età carolingia delle Ad familiares di Cicerone, coperta dall'amico e cancelliere milanese Pasquino Capelli a Vercelli[51]. A questa scoperta in terra di Lombardia, si aggiunse negli anni seguenti anche le Epistole ad Atticum, rendendo il Salutati «il primo dopo secoli a possedere entrambe le raccolte di lettere di Cicerone. Remigio Sabbadini riporta che, nella sua biblioteca, Coluccio «fu il primo a possedere il De agricultura di Catone, il Centimeter di Servio, il commento di Pompeo all'Ars maior di Donato, le Elegie di Massimiano e le Differentiae pseudociceroniane»[53], mentre Francesco Tateo continua elencando «i Dialoghi di Gregorio Magno e l'esame dei vari manoscritti di Cicerone, di Lattanzio, di Agostino, di Seneca, di Ovidio e di Stazio» in suo possesso.  Nonostante questa passione da bibliofilo, che rese la biblioteca del Salutati la più significativa dopo quella del Petrarca agli albori del XV secolo, Coluccio non sfoggiò mai eccellenti doti filologiche, al contrario del Petrarca stesso o del suo discepolo Leonardo Bruni. La questione dell'Africa Coluccio cercherà, inoltre, di avere da parte di Lombardo della Seta, fedele discepolo del Petrarca, una copia dell'Africa perché fosse poi pubblicata[56]. Gli sforzi di Salutati e dei primi umanisti risultarono sempre più insistenti nel corso degli anni settanta: Lombardo aveva timore a pubblicare un'opera «rimasta in un testo incompiuto ed incerto», rischiando così di oscurare la gloria del Petrarca[57]. Quando poi, al principio del 1377, giunge a Firenze il sospirato poema epico dell'Aretino, «...il Salutati è afflitto dalle sospensioni, dalle lacune e certamente anche dalla pesantezza d'ala del poema tanto vantato e sognato». La delusione, trasmessa in una lettera a Francescuolo da Brossano, spinse il Salutati a non farsi più editore e commentatore dell'opera. L'inizio della scrittura umanistica Coluccio intervenne anche nel campo della paleografia. Nel vivo studio dei classici, Coluccio fece un'introduzione fondamentale: dopo aver adottato, per gran parte della sua vita, «una scrittura cancelleresca e una libraria 'semigotica'»[60], a partire dal 1400 lesse e trascrisse un codice delle Lettere di Plinio il Giovane contenente nessi e legature che si erano persi nel corso del Medioevo: «l'uso di -s diritta in fine di parola, i nessi e le legature ae, ę e &, di cui si era persa memoria. Con questo esperimento inizia la storia della scrittura umanistica»[61].  Opere  Cristofano Allori dell'Altissimo, Ritratto di Coluccio Salutati, 1587, dipinto ad olio, Galleria degli Uffizi, Firenze Epistolario Premessa Composto da 344 lettere[26], l'epistolario di Coluccio, «documento fondamentale di questa lunga ed efficace opera di rinnovamento» culturale, tratta dei temi più disparati. Organicamente, la raccolta si divide in due filoni: le lettere private, indirizzate ad amici e conoscenti, e quelle pubbliche, scritte a nome della Repubblica diFirenze. Stilisticamente, l'epistolario di Coluccio spicca per l'uso di uno stile che si allontana da quello delle lettere medioevali, fitte della retorica della ars dictandi, per lasciare il posto ad una serenità cordiale e stoica che si richiamava alle Familiares di Cicerone e al repertorio lessicale degli altri autori classici, determinando così quello che è stato definito «latino misto»[63].  Epistolario privato Nella prima categoria, le lettere scritte a nome dell'umanista Coluccio mettono in mostra le tendenze socio-culturali del primo umanesimo italiano. Da un lato, la percezione del divario cronologico tra i contemporanei e gli antichi, eredità diretta della sensibilità petrarchesca; dall'altro, l'esposizione in più punti del suo pensiero, dalla rivendicazione del valore della vita attiva contro i monaci e quegli ecclesiastici che sottolineavano invece l'eccellenza della vita claustrale al valore della poesia. Immancabile è la tematica politica, esposta nella lunga lettera a Carlo di Durazzo[65] e ritenuta essere il sunto del pensiero politico del primo umanesimo[N 11].  Epistolario pubblico Queste lettere, scritte in qualità di cancelliere della Repubblica, sono di carattere puramente politico, in quanto rivolte a contrastare l'azione egemonica di Gian Galeazzo Visconti. Riprendendo i modelli dei classici latini (Seneca, Sallustio, Cicerone), Coluccio additava Gian Galeazzo quale tiranno in contrasto con la florentina libertas. Il tono di queste lettere doveva essere così grave e tagliente che, secondo la tradizione, il duca di Milano rispondeva che un'epistola del Salutati era più deleteria di una sconfitta militare di Milano in campo aperto[66]. Dal punto di vista più tecnico, come fa notare Marco Cirillo: «...il lavoro svolto presso la cancelleria di Firenze ha reso Coluccio Salutati uno dei più noti cancellieri del Medioevo; tale notorietà si deve al metodo di lavoro che egli ha adottato nel trentennio in cui ha ricoperto tale carica. Effettivamente, i cambiamenti che il Salutati ha apportato, soprattutto nel campo dell'epistolografia politica medievale, pur non essendo certo radicali, ebbero una notevole influenza su molte corti d'Europa. La letteratura sull'argomento è unanime nell'affermare che, Coluccio Salutati, pur utilizzando la formula prevista dall'epistolografia cancelleresca medievale, che prevedeva: la Salutatio, il Proverbium, la Narratio, la Petitio e la Conclusio; ebbe modo di personalizzare ogni fase dell'epistola in base alle proprie esigenze narrative. È frequente perciò trovare nelle sue lettere una Salutatio piuttosto breve ed un Proverbiumsoprattutto quando egli esprimeva teorie politichepiuttosto lungo.»  (Cirillo) Trattati Politici  Vincenzo Camuccini, Morte di Giulio Cesare, particolare, olio su tela, 1798, Museo nazionale di Capodimonte, Napoli De Tyranno (1400) Epistola-trattato inviata a Francesco Zabarella, filosofo padovano, il De Tyranno (basato sull'omonimo trattato di Bartolo da Sassoferrato e sul Polycraticus di Giovanni di Salisbury[67]) riflette sulla nascita della tirannide e sulla liceità dell'assassinio del tiranno stesso. Indotto a fare questa riflessione su spunto del giovane Antonio dell'Aquila, studente padovano che aveva chiesto al Salutati la liceità dell'assassinio di Giulio Cesare, e dalla volontà di difendere la scelta dantesca di porre Bruto e Cassio nelle fauci di Lucifero[68], Coluccio ammette la liceità di un tale gesto nei confronti di un despota, ma negandola però al generale romano, in quanto «fu un benemerito capo di stato, che fu tradito dagli stessi uomini che erano stati da lui beneficiati» Invectiva ad Antonium Luschum, Scritta contro un suo ex discepolo, Antonio Loschi, cancelliere dell'ormai defunto Gian Galeazzo (morto nel 1402) e autore di una perduta Invectiva in florentinos[71], ha un tono più concreto rispetto al teorico De Tyranno. Nell'Invectiva Coluccio mostra la partigianeria repubblicana sostenitrice della florentina libertas, emula dell'Atene di Pericle fautrice della concordia partium tra lei e i suoi alleati. Salutati ricorda al Loschi come Firenze sia nel giusto perché è sottoposta alle leggi, che non possono essere violate, mentre a Milano il diritto è strumento arbitrario nelle mani di un vero e proprio tiranno, che sta al di sopra delle leggi. Gli scritti filosofico-teologici De seculo et religione, Scritta all'amico Niccolò di Lapo da Uzano (che prese poi il nome di Girolamo appena entrato nell'ordine dei camaldolesi) si articola in due libri[75] ed è datata 1381, in quanto Coluccio inviò a Fra' Gerolamo da Uzzano una lettera d'accompagnamento insieme al testo da lui realizzato. L'opera tratta di una esortazione assai fervida alla vita claustrale, ma rivendica anche la validità della vita quale laico, in quanto strada «valida nell'ambito gerarchico delle occupazioni umane, a cui egli rimane ancora legato». L'opera del Salutati, esaltante la vita ritirata prendendo spunto anche da Cicerone, Livio, Macrobio e Omero, tratta anche della condanna morale di cui è afflitta la Chiesa, dai papi fino ai predicatori.  De fato et fortuna, Facsimile del codice Laurenziano Pl. CX sup. 41, Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze, riportante una lettera del Salutati. Diviso in cinque libri, il trattato espone l'argomento del libero arbitrio e del rapporto che esiste tra quest'ultimo e gli avvenimenti che possono ostacolarne i progetti. La tematica, assai complessa ed erede di una lunga tradizione teologico-filosofica (i modelli sono Alberto Magno, Tommaso d'Aquino e il De bona fortuna di Aristotele), si sviluppa nel tentativo di dimostrare come l'esistenza umana si inquadri in una “causa prima” (Dio), la quale opera in comunione, talvolta incontrandosi, talvolta scontrandosi, con la volontà dell'uomo.  De Nobilitate legum et medicine. Trattato che cerca di proporre una gerarchia dei saperi, proponendo la legge come valore supremo sulla medicina, intesa come sapere tecnico-scientifico: come l'anima è superiore al corpo, così le leggi (che si rifanno al campo spirituale) sono superiori alla medicina, che fa parte della meccanica[78]. Le leggi, infatti, regolano la vita sociale, determinano il convivere civile, stabiliscono l'ordine e devono essere ottime perché possano produrre uomini migliori[79]. Coluccio continua affermando che le leggi, dal momento che appartengono alla sfera spirituale e quindi celeste, sono legate direttamente a Dio: gli uomini, perciò, possono collaborare con Dio nella costruzione perfetta della società grazie al fatto che esse sono ispirate dalla divinità medesima.  De Laboribus Herculis. Opera di grande impegno intellettuale, Coluccio lavorò per più di vent'anni su questo vasto saggio di poesia. Diviso in 4 libri e lasciata incompiuta, intende continuare il progetto culturale di Boccaccio delle Genealogie, vale a dire una difesa della poesia a livello universale basata sulle vicende terrene dell'eroe mitologico Ercole[82], reinterpretate in senso allegorico e indirizzate verso la via della virtù (Salutati si basò su Ercole anche per la radice etimologica del nome greco, risalente ad ερος κλερος (heros cleos), cioè uomo forte e glorioso[81]).  Per Coluccio, come aveva già scritto a Giovanni di San Miniato, infatti, la poesia ha un valore universale in quanto il senso interpretativo di un testo classico supera la dimensione culturale in cui è stato scritto: per cui le opere dei pagani, se piene di valori positivi, non devono essere rigettate, ma accolte in quanto provenienti da Dio stesso.  Altre Carmen de morte Francisci Petrarce Carme in latino commemorativo del Petrarca e accennato in varie epistole a Roberto Guidi conte di Battifolle, a Benvenuto da Imola e a Francescuolo da Brossano, del quale è quasi dubbio il completamento[. De verecundia, Trattatello in forma epistolare indirizzato ad Antonio Baruffaldi sulla natura positiva o negativa della verecundia (cioè il rispetto). Grazie agli studi genealogici di Francesco Novati, si è potuti ricostruire l'ascendenza e la discendenza del cancelliere fiorentino, appartenente al ramo dei Salutati di Stignano. Qui sotto è riportato un albero genealogico che espone l'ascendenza e la discendenza di Coluccio Salutati[N 12]:  IgnotaColuccio Ignota, figlia di un tal LinoPiero Lino Coluccio donna ignota; Piera di Simone Riccomi[84]AndreaCorradoGiovanniSorella ignota, sposata a uno dei Giovannini di Stignanosorella ignota, sposata ad uno dei Dreucci di Pistoia  Piero (morto di peste Andrea morto di peste  Bonifazio  ~ 1420 ca Monna Checca de' Baldovinetti Arrigo  Margherita d'Andrea de' Medici Antonio  ~ Duccia di Guernieri de' Rossi;Nonnino Filippo (1383 ca-post 1407 Simone Lionardo, chierico Salutato, chiericoLorenzo (incerto) Note Esplicative  A lungo si è ritenuta corretta la data del 1331, Campana  Martelli, ( 238-239 e239, nota 1), Nuzzo, e altri studiosi hanno dimostrato che la data corretta è Villani, Coluccio Salutati XXVII racconta l'ascesa politica di Coluccio ad una delle più prestigiose cariche politiche fiorentine. Nominato segretario grazie all'influenza del Gonfaloniere Bonaiuto Serragli, Coluccio fu poi eletto Cancelliere (il 18 di aprile) in sostituzione di Niccolò Monaci, uomo politico con cui il Serragli fu in disputa.  Si veda Epistolario per le addolorate missive inviate dal Bruni e da Poggio all'amico in comune Niccolò Niccoli («tali parente» nell'epistola di Bruni; «patris nostri» in quella di Poggio). In Ivi,  l'istriano Pier Paolo Vergerio, in una lettera a Francesco Zabarella, lo descrive come il primo e straordinario decoro di Firenze («...urbis illius primum atque precipuum decus, Linum Colucium Salutatum»).  Della stessa opinione anche: Cappelli76, in cui si ricorda, al momento dei funerali, il commosso addio dell'allievo Pier Paolo Vergerio, che chiamò Salutati communis omnium magister («maestro comune di tutti [noi]»); Vasoli40; Contini869; Gargan141.  Luogo significativo per continuare le riunioni dei nuovi umanisti, in quanto vi viveva quel fra' Martino da Signa erede universale degli scritti del Boccaccio. Si vedano Contini869; e Petoletti42: Boccaccio dispose per testamento di lasciare la sua biblioteca all'agostiniano Martino da Signa con l'indicazione che alla morte del frate i volumi fossero negli armaria del convento fiorentino di Santo Spirito. Così avvenne...»   La grandezza di Dante, ma anche di Petrarca e dello stesso Boccaccio, furono messi in discussione dal più acceso degli umanisti classicisti, Niccolò Niccoli, all'interno dei Dialogi ad Petrum Histrum di Leonardo Bruni. L'accusa principale consisteva nella barbaria del loro latino e nel, caso di Dante, nel fraintendimento del senso di alcuni passi virgiliani. Solamente l'intervento del vecchio Salutati, nel I libro, riesce a capovolgere la situazione, salvando Dante dalle accuse feroci del Niccoli: «Come anche risulta da un dialogo del Bruni, che di quella polemica antidantesca è il documento principe, l'intervento del S[alutati] riuscì ad assicurare la continuità, proporzionata all'età nuova, della tradizione dantesca a Firenze.»  (Dionisotti)  I contatti tra Costantinopoli e Firenze erano facilitati dalla presenza, nella capitale bizantina, dello stesso Giacomo da Scarperia, che decise di riaccompagnare Crisolora in patria per apprendere greco da lui stesso. Si veda: Tateo50.  La visione "laica" dell'umanesimo non si deve confondere con la proposta "laicista", dal punto di vista etico e antropologico. Mantenendo sempre un'attenzione ossequiosa verso la Chiesa e una sincera devozione verso le Verità cristiane, Coluccio intende nel contempo «esaltare e rivendicare la responsabilità umana al di fuori di qualsiasi determinismo meccanicista e ponendo in valore la libertà personale del singolo» (Cappelli85). Abbagnano19 sintetizza in modo più stringente il rapporto tra libero arbitrio e volontà divina, affermando che il primo sia «conciliabile con l'infallibile ordine del mondo stabilito da Dio».  Si è condensato, in questi due punti, l'attacco generale del mondo ecclesiastico contro l'umanesimo. Come sottolinea Cappelli78, la questione sul valore della poesia riguarda la disputa con Giovanni di San Miniato tenutasi nel 1401 (cfr. Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis; quella con Dominici riguarda il valore positivo dell'umanesimo e risale al 1405 (cfr. Epistolario, Il codice di Catullo facente parte della biblioteca del Salutati (cod. Paris. 14137) entrò nelle mani del cancelliere fiorentino igrazie alle pressioni che esercitò sull'erudito veronese Gasparo de Broaspini, secondo quanto riporta Sabbadini34. Della stessa opinione anche Francesco Novati che, in Epistolario, 1222 nota 2, giunge alla stessa conclusione del Sabbadini in quanto vi ha trovato delle postille autografe del Salutati.  Così la definisce Cappelli,   L'epistola, datata 1381, è importante perché, dopo l'elogio di Carlo per la fortunata impresa militare della conquista del Regno di Napoli e il paragone con gli eroi antichi, Coluccio enumera i doveri di un buon sovrano: cercare l'unità religiosa della Chiesa, spaccata dallo Scisma (cfr. Epistola, 2,  27-28); gestire con moderazione il potere e imparare a gestire le proprie emozioni (Epistola, 232: «incipe prius tibi quam aliis imperare; rege te ipsum, noli regendorum subditorum studium tuimet derelinquere moderamen.») per evitare di cadere nei vizi e di essere classificato come un tiranno (Epistola, 233). Esaltandolo alla virtù, alla temperanza e alla giustizia, Coluccio insomma tratteggia il modello del sovrano ideale, cavalleresco, formato sull'esempio dei classici -- continua è la comparazione con gli antichi statisti e sovrani) e timorato di Dio.  Le informazioni, ricavate attraverso una minuziosissima ricerca d'archivio da parte del Novati, sono prese in ordine sparso da Epistolario, 4.2, Tavole genealogiche dei Salutati, ove vengono fornite indicazioni biografiche sui nonni, genitori e figli di Coluccio. Per consultare le informazioni sui fratelli del cancelliere, si consulti sempre Epistolario, Riferimenti  Dionisotti.  Villani, Coluccio SalutatiXXI,  Marzi113.  Carrara.  Contini869.  Carrara: «Fu avviato agli studî giuridici, inameni a lui che era "pierius" (così foggiò il suo patronimico: figlio di Pietro, e devoto alle Pieridi, le Muse. Garin, Epistolario, 1, 1, Magistro Petro de Moglio3.  Epistolario, 1, 1, Petro da Moglio3, nota 1.  Marzi114, nota 1.  Tateo43.  Epistolario, 1, 4, Eloquentissimo legum doctori domino Loygio de Gianfigliaziis,  9-12.  In Epistolario, 1, 16, Reverendo patri et domino domino Francisci Bruni de Florentia summi pontificis secretario, domino suo44, Coluccio si lamenta della sua mansione di cancelliere nella cittadina umbra, così come farà nelle Ep. 1, 17 e 18.  Marzi14: «Vero è che nel secolo XV invalse l'uso di chiamare Cancelleria Fiorentina l'ufficio del quale era capo il Dettatore, che aveva la particolare ingerenza di scrivere le lettere e di trattare le faccende della politica esterna. Per le informazioni in generale, si veda Bosisio248.  EEpistolario, 4.2429 e Ibidem, nota 2.  Per l'intera vicenda, si veda Bosisio249.  Epistolario  «Unum dicam, quod emerserunt et ad tante sunt reipublice gubernacula sublimati, quos oportuit pro salute cunctorum.» «Dirò una cosa, cioè che al governo di una così grande repubblica emersero e vi sono [uomini], i quali bisognò [vi fossero] per la salvezza di tutti.»  Inoltre, sempre in Ivi, nota 2, il Novati annota che Coluccio fu così favorevole al nuovo governo in quanto fu uno dei pochissimi a non essere proscritto dalle cariche istituzionali.  Bosisio,  Come riporta Bosisio260, Siena si sottomise a Gian Galeazzo in funzione anti-fiorentina, mentre il signore di Milano (dal 1395 duca per investitura imperiale) si alleò con Lucca e altre città umbro-marchigiane.  Bosisio260.  Bosisio261.  Marzi133.  Marzi148.  Cappelli 76.  Villani, Coluccio Salutati XXII, nota 5.  Cappelli86.  Marzi,  Epistolario, Wilkins259.  Senili, Cesareo2 La prima epistola riportata dal Novati in cui Coluccio risponde ad una missiva del Certaldese risale al 20 dicembre 1367 (cfr. Epistolario Facundissimo domino Iohanni Boccacci de Certaldo...) ma, come fa notare lo stesso Novati, i toni sono troppo famigliari per essere la prima epistola scambiata tra i due (Ivi48 n° 1).  Branca  «Inclyte cur vates, humili sermone locutus, / de te pertransis? te vulgo mille labores / percelebrem faciunt: etas te nulla silebit.» «Perché, o celebre poeta, che hai cantato nel volgare idioma, / avanzi nel corso del tempo? [...] Mille fatiche ti rendono celebre presso il volgo / : nessuna epoca tacerà sul tuo conto.»  (Branca) Si veda anche Epistolario, 1, Egrigio viro Franciscolo de Brossano domini Francisci Petrarce genero, Ep. ove Coluccio piange sia la scomparsa del Petrarca, ma annuncia anche quella del Boccaccio:  «Fallebar enim, et dum Franciscum fleo, dum suis laudibus intentus decantantes, novo commento, veterum pene dimissa sententia, depingo Camenas, ecce nove lacrime nobis merore novi funeris occurrerunt, incepti cursum operis reprimentes. Vigesima quidem prima die decembris Boccaccius noster interiit...» «Infatti ero ingannato, e mentre piango Francesco e mentre, attento alle sue lodi, adorno le Camene con un nuovo commento, quasi tralasciata la sentenza degli antichi, ecco che nuove lacrime si aggiunsero a noi con il dolore di una nuova morte, frenando il corso di un'opera che inizia. Il nostro Boccaccio spira. Tateo. Cappelli,  ricorda anche che Salutati era solito mettere a disposizione dei suoi allievi la sua stessa biblioteca personale. Pertanto, i luoghi di incontro erano due: Santo Spirito e l'abitazione del Cancelliere, come dimostra anche Tateo42.  Tateo42: «Gli animatori di questi incontri, il Salutati e il Marsili, l'uno nella propria casa, l'altro nella sua cella di Santo Spirito, ricevevano i giovani più promettenti della nobilità fiorentina, e li iniziavano al gusto delle lettere antiche. Sabbadini43 riporta che l'erudito greco era già a Firenze. Garin36 sintetizza, prendendo spunto dal De saeculo et religione e dall'Epistolario, 2,  303-307, l'ideale di vita attiva propria dell'essere umano inteso come cittadino del mondo: «Terrestre è la vocazione umana. L'impegno nostro è nella costruzione della città terrena, nella società».  Garin,  38-39: «Il Salutati...insisteva sul valore della educazione nuova [...] essa insegnava a ritrovare sub corticem il valore intenzionale dei termini, smarrito nella consuetudo, penetrando l'espressione nel suo significato intimo come direzione spirituale. Parola e cosa, insiste il Salutati, non possono disgiungersi.»   Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis, «Noli, venerabilis in Christo frater, sic austere me ab honestis studiis revocare. Noli putare quod, cum vel in poetis vel aliis Gentilium libris veritas queritur, in vias Domini non eatur. Omnis enim veritas a Deo est, imo, quo rectius loquar, aliquid est Dei.» «Non volere, o venerabile fratello in Cristo, allontanarmi in modo così austero da studi degni di ammirazione. Non voler ritenere che, quando si cerca la verità o nei poeti o in altri libri degli scrittori pagani, non si cammini lungo le vie del Signore. Ogni verità, infatti, proviene da Dio e, per parlare fino in fondo rettamente, alcuna cosa è propria di Dio.»   Epistolario, :  «Nullum enim dicendi genus maius habet cum divinis eloquiis et ipsa divinitate commertium quam eloquium poetarum.» «Nessun genere letterario, infatti, ha un maggior legame con le parole divine e con la stessa divinità quanto la parola dei poeti.»   Gargan141.  Sabbadini25.  Gargan142: «Il manoscritto di Vercelli fu alla fine portato a Firenze, ove rimane (Laur. 49, 9), unica copia carolingia esistente delle Epistole di Cicerone.»  Sabbadini34.  Gargan142.  Sabbadini,  34-35.  Tateo49.  Gargan ritiene che «la sua filologia non fu di altissima classe...».  Billanovica. Fitta la corrispondenza tra Salutati e Della Seta, come testimonia la prima lettera inviata dal cancelliere fiorentino il 25 gennaio del 1376 (Epistolario, 1, Insigni viri Lombardo...optimo civi patavino, Billanovich11.  Billanovich52.  Epistolario, 1, Franciscolo de Brossano, Bischoff211.  Bischoff,  Cappelli Cesareo  Cfr. la già citata Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis, Epistolario, 2, Epistola Coluci Salutati florentina ad Carolum regem Neapolitanum, 1, 6,  11-46.  Canfora13. Villani, Coluccio SalutatiXXIII, riporta la veemenza con cui Salutati "fulminava" Gian Galeazzo con le sue lettere, riportando tra l'altro la testimonianza di Enea Silvio Piccolomini cui quest'aneddoto è attribuita la paternità.  Canfora,  Pastore Stocchi68.  Sia la citazione che il contesto in cui fu scritto il De Tyranno sono esposti in Canfora,  14-16.  Così Cappelli82: «In altri termini, se Cesare, pur giunto al potere in modo "tirannico" o violento, seppe poi legittimare tale potere attraverso un esercizio virtuoso di esso (ex parte exercitii) in grado di suscitare l'approvazione popolare, la sua uccisione non fu legittima, mentre lo sarebbe quella di un tiranno che esercitasse come tale.»   Per la figura di Loschi, si rimanda alla voce biografica Viti.  Canfora,  ipotizza, a14, l'aiuto di Leonardo Bruni nello sviluppare il paragone Firenze-Atene, in quanto Coluccio Salutati «non [era] molto esperto di quella lingua e di quella cultura».  Cappelli 83.  Vasoli40: «Così il Salutati, rivolgendosi al cancelliere milanese Antonio Loschi, nella Invectiva in Antonium Luschum, dopo aver contrapposto i guasti del regime tirannico milanese ai vantaggi di quello libero e repubblicano di Firenze, glorifica la sua città come "fiore d'Italia" e come esempio di vita serena e armoniosa.»   Cappelli 84.  Epistolario, 2, V15, di cui si riporta interamente il breve messaggio d'accompagnamento:  «Mitto tibi munusculum istis paucis noctibus correctionis studio lucubratum. In quo si quid proficies tu vel alii, laus sit omnium conditori Deo, cui placeat me in tuis sanctis orationibus commendare. Vale felix et diu. Colucius tuus.» «Ti mando un piccolo pensiero composto in queste poche notti dopo un'opera di revisione. Attraverso questo [trattato], se tu o altri ne trarrete giovamento, la lode di tutti voi sia per lodare Dio, al quale è piaciuto che io mi affidi alle tue sante orazioni. Sta felice a lungo. Il tuo Coluccio.»   Cappelli,  Tateo46: «[Nel De Nobilitate Coluccio] ribadiva, attraverso un discorso più ampio e articolato, la distinzione della medicina, designata medievalmente come "arte meccanica", ossia tecnica, dalla giurisprudenza, considerata scienza della vita spirituale e quindi superiore all'altra.»   Cappelli81,  Garin40: «Le leggi...sono veramente un sigillo divino, con cui dopo il primo peccato Dio ha offerto alle comunità degli uomini la vita per riconquistare il bene...Ispirate da Dio agli uomini, inscritte nell'anima umana, esse hanno un'altra superiorità, rispetto alle leggi naturali: possono essere conosciute nella loro pienezza integrale, con una certezza che non si troverà mai nelle scienze della natura.»   Cappelli80.  Tateo46.  Cfr. Epistolario, 2224, nota 1 per la storia del codice contenente il carme. Si riporta, come testimonianza, quanto scritto nell'epistola XVIII in cui Coluccio annuncia a Benvenuto da Imola il suo progetto:  «Sed ut ad Franciscum nostrum redeam, opusculum metricum de ipsius funere iam incepi...» «Ma per ritornare al nostro Francesco, ho già iniziato [a stendere] un opuscolo metrico sulla cerimonia funeraria dello stesso...»   Marzi, p.115.  Antiche Filippo Villani, Le vite d'uomini illustri fiorentini, Giammaria Mazzuchelli, Venezia, Giambatista Pasquali, Moderne Nicola Abbagnano, La filosofia del Rinascimento, in Nicola Abbagnano , Storia della filosofia,  3, Milano, TEA, Giuseppe Billanovich, Gli inizi della fortuna di Francesco Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1947,  18 dicembre . Bernhard Bischoff, Paleografia latina. Antichità e Medioevo, GildaMantovani e Stefano Zamponi, Padova, Antenore, Alfredo Bosisio, Il Basso Medioevo, in Federico Curato , Storia Universale,  4, Novara, Istituto geografico De Agostini, Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, Augusto Campana, Lettera del cardinale padovano (Bartolomeo Uliari) a Coluccio Salutati, in Ch. Henderson , Classical Mediaeval and Renaissance studies in honor of Berthold Louis Ullman, Roma, Davide Canfora, Prima di Machiavelli. Politica e cultura in età umanistica, Roma-Bari, Laterza, Guido Cappelli, L'Umanesimo italiano da Petrarca a Valla, Roma, Carocci editore, Alessandro Cesareo, L'Epistolario di Coluccio Salutati ed il carteggio con Francesco Petrarca come esempio di latino umanistico: una ricerca filologico-letterariaTesi di dottorato , Madrid, Universidad Autonoma de MadridFacultad de Filosofia y Letras, Dicembre . 18 febbraio . Gianfranco Contini, Letteratura italiana delle origini, 3ª ed., Firenze, Sansoni Editore, Enrico Carrara, SALUTATI, Lino Coluccio di Piero, in Enciclopedia Italiana,  30, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,Daniela De Rosa, SALUTATI, Lino Coluccio, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . 25 marzo .  Loredana Chines, Giorgio Forni, Giuseppe Ledda e Elisabetta Menetti, Dalle Origini al Cinquecento, in Ezio Raimondi , La letteratura italiana, Milano, Bruno Mondadori, Carlo Dionisotti, Salutati, Coluccio, in Umberto Bosco , Enciclopedia Dantesca, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Luciano Gargan, Gli umanisti e la biblioteca pubblica, in Guglielmo Cavallo , Le biblioteche nel mondo antico e medievale, Bari, Laterza, Eugenio Garin, L'umanesimo italiano, 3ª ed., Roma-Bari, Laterza, Mario Martelli, Schede per Coluccio Salutati, in Interpres, Demetrio Marzi, La cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano, Licinio Cappelli,  Armando Nuzzo, Coluccio Salutati. Epistole di Stato. Primo contributo all’edizione: Epistole in Letteratura Italiana Antica, Manlio Pastore Stocchi, Pagine di storia dell'Umanesimo italiano, Milano, FrancoAngeli, ,  Marco Petoletti, Boccaccio e i classici latini, in Teresa De Robertis, C. Monti, Marco Petoletti et alii , Boccaccio autore e copista, Firenze, Mandragora, Francesco Petrarca, Lettere Senili, Giuseppe Fracassetti,  2, Firenze, Le Monnier, Coluccio Salutati, Epistolario, Francesco Novati, 4, in 5 tomi, Roma, Forzani e C. tipografi del Senato, Si sono consultati: Epistolario, . Epistolario,  Epistolario,  Epistolario, Epistolario, Remigio Sabbadini, Le scoperte dei codici latini e greci ne' secoli XIV e XV, Firenze, G.C. Sansoni, Achille Tartaro e Francesco Tateo, Il Quattrocento. L'età dell'umanesimo, in Carlo Muscetta , La letteratura italiana, 3, tomo I, Bari, Laterza, Si sono presi in considerazione: F. Tateo, La cultura umanistica e i suoi centri, E. Wilkins, Vita del Petrarca, Luca Carlo Rossi e Remo Ceserani, Milano, Feltrinelli,   edito per la prima volta negli Stati Uniti col nome diLife of Petrarch, Chicago, University of Chicago Press, Cesare Vasoli, Le filosofie del Rinascimento, Paolo Costantino Pissavino, Milano, Mondadori, Paolo Viti, Loschi, Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani,  66, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, Palazzo Salutati Francesco Petrarca Giovanni Boccaccio Umanesimo Repubblica di Firenze Leonardo Bruni.  James Hankins, Coluccio Salutati e Leonardo Bruni, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Marco Cirillo, Il tiranno in Coluccio Salutati, umanista del Trecento, Biblioteca dei Classici italiani di Giuseppe Bonghi. Coluccio Salutati. Salutati. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Salutati” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734433516/in/datetaken/

 

Grice e Sanctis – lo stile filosofico – filosofia italiana -- Essential philosopher. He considers philosophy as a branch of the belles lettresand his field of expertise is when stylists stopped using an artificial Roman, and turned to ‘Italian.’ Grice: “I really do not like de Sanctis; when an author becomes philosophical, he says that he has been infested of the philosophical pest!” -- Refs.: Luigi Speranza, "Grice e de Sanctis," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Sanctis. Keywords: storia della filosofia, il saggio filosofico, il poema filosofico, il tema filosofico. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanctis” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689329145/in/photolist-2mNzeEc-2mLLZRD-2mPrdWj-2mLGRht-2mPu6xB-2mKTjot-2mPsXiB-2mPCgo1-2mKBwcu-2mPpskp-2mKDA5r-2mKw3hq-2mKBjJ6-2mKbfAt-2mGnP2f-nBNy96

 

Grice e Sanseverino – filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Considerato uno fra i massimi precursori del neo-tomismo. Si trasferì in giovanissima età a Nola dalla natia Napoli per frequentare il seminario diocesano dove suo zio era rettore. Dopo l'ordinazione, continuò lo studio della filosofia con l'intento di confrontare i vari sistemi filosofici, fra cui godeva particolare credito in Italia, all'epoca, quello cartesiano. Lo studio comparato dei vari sistemi gli permise una conoscenza più approfondita della Scolastica, soprattutto delle opere di Tommaso d'Aquino, e del legame intimo tra la Scolastica e la Patristica. Da allora, e fino alla fine della sua vita, la sua unica preoccupazione fu la restaurazione della filosofia scolastica, non solo con scritti, ma anche con lezioni, conferenze e discussioni. La sua preparazione in materie filosofiche gli permise di divenire, non ancora trentenne, professore di logica e metafisica presso il seminario di Napoli. Fu anche canonico della cattedrale della propria città. Fondò la rivista La Scienza e la Fede che continuò ad uscire, a cura dei suoi discepoli Nunzio Signoriello e Antonio D'Amelio, a oltre vent'anni di distanza dalla morte del filosofo. Nel 1851 venne chiamato da Ferdinando II a insegnare filosofia morale nell'Napoli, e venne incaricato anche di preparare un manuale "ufficiale" per le scuole del Regno delle Due Sicilie; Sanseverino scrisse allo scopo il manuale "I principali sistemi della filosofia del criterio, discussi colla dottrina de' Santi Padri e de' Dottori del Medio Evo". Con l'unità d'Italia Sanseverino venne progressivamente emarginato e messo in condizione di abbandonare l'insegnamento universitario. Continuò tuttavia ad insegnare presso il seminario di Napoli. Morì nella città partenopea nel corso di un'epidemia di colera. Profondo conoscitore di Aquino e della filosofia medievale, il Sanseverino diede alle stampe, negli anni quaranta dell'Ottocento, alcuni interessanti saggi sui filosofi moderni, fra cui Emanuele Kant e Baruch Spinoza. Nel 1849 iniziò ad occuparsi più specificamente di San Tommaso e della dottrina tomista con La dottrina di S. Tommaso sull'origine del potere e sul preteso diritto di resistenza, cui fece seguito, otto anni più tardi, un Saggio di teologia scolastica in difesa dell'angeologia di S. Tommaso d'Aquino contro i sofismi di G. Reynaud. Fra il 1850 e il 1853, esce il ponderoso I principali sistemi della filosofia del criterio, discussi colla dottrina de' Santi Padri e de' Dottori del Medio Evo, un'ampia e dottissima disquisizione sulla filosofia illuminista del Settecento e su quella a lui contemporanea (fra cui quella dello stesso Gioberti) confutata sulla base della logica dei più alti rappresentanti del cristianesimo medievale.  Il suo capolavoro, in cinque volumi, fu però pubblicato solo fra il 1862 e il 1865. Si tratta del celebre saggio, redatto in lingua latina, Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata, che ha per oggetto la storia della logica nell'ambito della filosofia cristiana. Un sesto volume, già progettato, non vide mai la luce a causa dell'improvviso decesso dell'autore. L'opera fu ripresa in alcune sue parti dallo stesso Sanseverino ad uso dei suoi studenti nel suo Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata in compendium redacta ad usum scholarum clericalium. Venne pubblicata a Napoli la versione definitiva degli Elementa. L'opera, letta e molto citata nella seconda metà dell'Ottocento e durante tutto il Novecento, si articola in quattro tomi, di cui gli ultimi due, Antropologia e Teologia naturale, uscirono postumi rispettivamente tre e cinque anni dopo la morte del filosofo grazie all'iniziativa di un suo allievo, Nunzio Signoriello. Quest'ultimo si assunse anche l'onere di dirigere, dopo la scomparsa del proprio fondatore, le pubblicazioni della rivista di Sanseverino La Scienza e la Fede, che mantenne vivo l'interesse, a Napoli e in Italia, sulla filosofia cristiana medievale e sul tomismo. Altre opere: “Delle teorie kantiane difese da O. Colecchi nella sua opera che per titolo: sopra alcune questioni le più importanti della filosofia” (Napoli); “La Scienza e la fede: il razionalismo teologico dei più celebri filosofi tedeschi e francesi da Kant insino ai nostri giorni” (in La Scienza e la Fede); “Spinoza e i moderni razionalisti” (Napoli, La Scienza e la fede); “La dottrina di s. Tommaso sull'origine del potere e sul preteso diritto di resistenza, (Napoli, Giannini); “Saggio di teologia scolastica in difesa dell'angeologia di S. Tommaso d'Aquino contro i sofismi di G. Reynaud” (Napoli, Manfredi); “Elementa philosophiae theoreticae ad usum cleri neapolitani” (Napoli, Manfredi); “Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata” (Napoli, Manfredi); “Institutiones seu Elementa philosophiae christianae cum antiqua et nova comparata” (Napoli, Manfredi); “Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata in compendium redacta ad usum scholarum clericalium” (Napoli, Manfredi); “Compendio della filosofia cristiana comparata con le dottrine de' filosofi antichi e moderni” (Napoli, Biblioteca cattolica); Ugo Dovere, Gaetano Sanseverino filosofo tomista, tentativo di ricostruzione, in Doctor communis, Ugo Dovere, Gli orientamenti del periodico napoletano La scienza e la fede, in Campania sacra, Pasquale Naddeo, Le origini del neotomismo e la scuola di Gaetano Sanseverino, in Storia della filosofia, Società editrice italiana, Torino Pasquale Orlando, Il neotomismo a Napoli e G. Sanseverino, in Asprenas, Pasquale Orlando, Vita e opere di Gaetano Sanseverino secondo i documenti, in Aquinas, Pasquale Orlando, L'Accademia tomista a Napoli, storia e filosofia, in Saggi sulla rinascita del tomismo, Roma, Ed. Pontificia Accademia teologica romana, Carmine Matarazzo, Per una "rivoluzione del cuore". La visione dell'umano in Giacomo Leopardi nella lettura critica di Gaetano Sanseverino tra antropologia cristiana e istanze pastorali, Alessandro Polidoro Editore, Napoli .  Tomismo Neotomismo. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Gaetano Sanseverino, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Gaetano Sanseverino, . Gaetano Sanseverino, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.  Biografia di Gaetano Sanseverino, su dif.unige.  di Gaetano Sanseverino, su dif.unige. Gaetano Sanseverino. Sanseverino. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanseverino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689994340/in/photolist-2mNzeEc-2mLQc9e-2mKEJsY-o5Xazf

 

Grice e Santilli – dal soggettivo all’inter-soggettivo – filosofia italiana (Sant’Elia Fiumerapido). Filosofo. Figlio del medico santeliano Silvestro, sindaco del paese, atredici anni si trasferì a Napoli con la madre Giuseppa Mancini, figlia del medico Evangelista Mancini di Picinisco ma residente a San Germano (oggi Cassino), e i tre fratelli, per completare gli studi. A Napoli sseguì il corso liceale presso la Scuola di Francesco Murro. All'Università e discepolo di Galluppi e amico, fra gli altri, Settembrini, Fiorelli e Sanctis. Si laurea in filosofia, aprendo anche una Scuola di Diritto Morale e Costituzionale.  Fervente giobertiano, e attivo propugnatore, nei circoli culturali napoletani, di un'Italia federata sotto la guida di Pio IX. Ebbe frequenti rapporti epistolari con Mamiani, con il cardinale Gizzi e con il filosofo eclettico Cousin. Quest'ultimo lo introduce nel giro culturale del socialismo utopistico europeo e soprattutto francese, ma modula il suo socialismo secondo i propri valori cristiani ed umanitari, rifiutando la logica della lotta di classe. Ha comunque a scrivere che nel Regno di Napoli occorreva una savia distribuzione della ricchezza. Presidente della Società Dantesca di Napoli e prolifico filosofo, giornalista e poeta.  Fonda e direge i giornali "L'Enciclopedico" e il quotidiano giobertiano "Critica e Verità" fondato durante i moti rivoluzionari in cui vivacemente sosteneva che occorreva occuparsi della piaga della povertà meridionale, scrivendo il 20 marzo che: "La nazione vuole pane e lo dimanda incessantemente, lo chiede nel pianto dell'indigenza, tra le sciagure della desolazione, lo chiede non a titolo di preghiera, ma diritto necessario, assoluto ... il popolo non capisce la speculativa astrazione di alcune verità, non sa i titoli di libertà, di costituzione, di uguaglianza,  una riforma che dimentica affatto la fisica prosperità de' popoli non è che riforma di solo nome. Fra i sui saggi filosofici: "Le idee soggettive", testo di studio nelle scuole del Granducato di Toscana; "Sul realizzamento del pensiero"; "Sviluppo filosofico dell'Autorità"; "Cenno psicologico sull'attività e la passività dello spirito"; "Individuo e Società"; "Princìpi dell'Umanità razionale"; "Il socialismo in economia" e "Lavoro, industria e capitale". Le sue poesie le pubblicava sul giornale "La Gazza". Si batté politicamente per l'ottenimento della Costituzione da parte di re Ferdinando II di Borbone.  Malvisto e considerato individuo pericoloso dalla polizia borbonica, per i suoi scritti, la sua attività politica e i suoi discorsi pubblici, il cui numero di ascoltatori si andava infoltendo sempre di più, Santilli fu ucciso a baionettate insieme al fratello Vincenzo di 27 anni, all'amico e compaesano Filippo Picano di 18 anni e alla fantesca Carmela Rossi detta Mega da soldati svizzeri che fecero irruzione nella sua abitazione di Napoli, in Largo Monteoliveto, durante i moti insurrezionali di Napoli. Secondo i ricordi Settembrini venne ucciso a seguito della delazione di una donna, che lo indica come il predicatore alla soldataglia. Lo ricordano due epigrafi: una sulla facciata della sua casa natia a Sant'Elia Fiume Rapido e una sulla facciata della palazzina in cui abita a Napoli, in Largo Monteoliveto, accanto al Palazzo Gravina. Di lui scriveno Sanctis, Pepe, Settembrini, Vannucci, Massari, Grosso, Guzzardella, Mandalari che volle raccogliere, in un unico volume, su desiderio di Sanctis, tutti i saggi di Santilli tramite il libro "Memorie e scritti di" (Roma). Franco Della PerutaIl Giornalismo Italiano del Risorgimento, I. Ghiron, Della Peruta, ()  Storia del quindici maggio in Napoli L. Settembrini "Memorie e scritti raccolti da Mario Mandalari"  Mario Mandalari, Memorie su Angelo Santilli, Roma, 1893. Alberto Guzzardella, Angelo Santilli, un grande cattolico socialista e martire del Risorgimento Italiano, Milano, 1973. Isaia Ghiron, Il valore italiano, Volume 1, Tip. nazionale degli editori Ghione e Lovesio, Franco Della Peruta, Il Giornalismo Italiano del Risorgimento, FrancoAngeli, . Benedetto Di Mambro, in Sant'Elia Fiumerapido, il Sannio, Casinum e dintorni Roccasecca, . Luigi Settembrini, Ricordanze della mia vita, Volume 1, Antonio Morano. Angelo Santilli. Santilli. Keywords: dal soggettivo all’inter-soggetivo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Santilli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689367738/in/photolist-2mKBwcu

 

Grice e Santorio – filosofia italiana (Capodistria). Filosofo. Considerato il padre della fisiologia sperimentale moderna. Santorio fu il primo a comprendere l'importanza dell'esperimento e dell'adozione dei parametri quantitativi in medicina, per valutare i quali inventò alcuni dispositivi ancora attualmente in uso nella pratica medica, tra cui il termometro e il tachimetro. Oltre ai suoi meriti in medicina, Santorio fu filosofo e studia sperimentalmente la struttura della materia, di cui descrisse la struttura corpusculare e meccanica, anticipando le ricerche successive di Galileo e Descartes.  Completati gli studi di medicina a Padova, nel 1582, esercitò la professione per molti anni in Croazia, Polonia e Ungheria. Torna a Venezia dove fece amicizia con Sarp, Sagredo e Galilei. Il suo adattamento del pendolo alla pratica medica precede gli esperimenti condotti da Galileo con i pendoli, ed era noto ai professori dello studio di Padova sin dal 1600. Fu un pioniere nell'impiego delle misurazioni fisiche in medicina; il suo dispositivo più famoso fu una grande bilancia usata per studiare l'equilibrio omeostatico e le trasformazioni metaboliche Tra i soggetti che si prestarono alla sperimentazione vi fu anche il collega Galileo Galilei. Noominato professore di 'Medicina Teorica' (corrispondente all'attuale fisiologia generale) a Padova. In quella città pubblicò descrizioni di congegni termometrici e di precisione che divennero di largo uso nella pratica medica. Rinuncia alla cattedra per dedicarsi alla pratica privata. E un pioniere nell'impiego delle misurazioni fisiche in medicina; il suo dispositivo più famoso fu una grande bilancia (stadera medica) usata per studiare le trasformazioni metaboliche in soggetti sperimentali tra i quali vi fu lo stesso Galileo. Fu pioniere nell'uso del metodo sperimentale di cui comprese l'importanza e la necessità replicando i suoi esperimenti per circa trent'anni. Considerato a torto il fondatore della iatromeccanica, ne fu tuttavia ispiratore con i suoi importanti studi sul metabolismo e sulla termoregolazione umana. Fu il primo a quantificare la perspiratio insensibilis e ad introdurre in medicina l'uso del termometro clinico che egli stesso ideò.  Santorio inventò anche altri strumenti (pulsilogio, igrometro, "letto artificioso", "eolopila medica", "termometro lunare") intesi a tradurre in numero e determinare con esattezza matematica i parametri vitali umani. Altre opere: Le sue opere ebbero numerose edizioni, diffusione europea e ampia popolarità. Classico il “De statica medica” -- uno dei libri più importanti della storia della fisiologia. Santorio Santorio, Sanctorii Sanctorii, “Methodi vitandorum errorum omnium qui in arte medica contingunt libri quindecim. Nunc primum accessit eiusdem authoris De inventione remediorum liberAubert, Santorio Santorio, Ars de statica medicina, Leida, D.Lopes de Haro, Commentaria in artem medicinalem Galeni, Nova pulsuum praxis morborum omnium diagnosim prognosim et medendi aegrotis rationem statuens, sine eorum relatione”; “Commentaria in primam fen primi libri canonis Auicennae”; “Commentaria in primam sectionem Aphorismorum Hippocratis”; “Opera omnia, F. Bigotti e D. Taylor, The Pulsilogium of Santorio: New Light on Technology and Measurement in Early Modern Medicine, in Societate si politica,  Questo testo proviene in parte dalla relativa voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze (home page), pubblicata sotto licenza Creative Commons Castiglioni A.,: Storia della Medicina, II, Mondadori, Milano, 1948. Pazzini A.,: Storia della Medicina, II, Società Editrice Libraria, Milano, 1Premuda L.,: Storia della Medicina, Cedam, Padova, Premuda L.,: Storia della Fisiologia, Del Bianco Editore, Udine, Voce: Santorio Santorio in Enciclopedia Italiana, XXII, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1936. Voce Santorio Santorio in Enciclopedia Biografica Universale Treccani, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.  Santorio Santorio, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Santorio Santorio, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Santorio Santorio, .  Museo Galileo, su catalogo.museogalileo. Un importante progetto di ricerca internazionale su Santorio Santorio e la nascita della quantificazione in medicina è attualmente organizzato e promosso dalla Wellcome Trust presso il Centre for Medical History dell'Exeter.  Un video in inglese sulla vita e le opere di Santorio. Santorio Santorio. Santorio. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Santorio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735247445

 

santucci

 

Grice e Sanzo – natura ed artificio – filosofia italiana (Roma). Flosofo. Conseguita la laurea in filosofia insegna nei Licei Statali della provincia di Brindisi. Ammesso alla Scuola di Perfezionamento in Filosofia della Scienza dell'Università Statale di Milano, lavora alle dirette dipendenze di Geymonat. Consegue, quindi, tutti i gradi accademici a Salento, dove termina la carriera in qualità di Professore e Coordinatore del Corso di Dottorato in Sociologia. Ha fondato l'Associazione Culturale di Volontariato “Nel Segno di Apollo Licio”.  Ha subito il fascino delle filosofie in auge negli anni della sua giovinezza, esistenzialismo e neorazionalismo. Ha rivolto la propria attenzione ai rapporti tra filosofia, scienza e società del periodo a cavallo fra Otto e Novecento. Si è occupato di autori quali BecquerelBoutruox, Corbino, Couturate Curie, Enriques, Fermi, Frola, Geymonat, Husserl, Peano, Poincaré, Russell, Vailati.  Università del SalentoArchivio dell'Ufficio Personale DocenteFascicolo Matricola Poincaré, Sui fondamenti della geometria, ed. it. Brescia, Editrice La Scuola, Collana "Il Pensiero", L’artificio della lingua, -- Grice: “I like that: it’s my Gricese, a language I invent and which makes me the master; there’s the arbitrary and there’s the artificial, and Sanzo, reconstructing Peano’s project, fails to distinguish this” -- Milano, Franco Angeli, Collana di Epistemologia diretta da Emilio Agazzi,Guido Cimino; Gabriella Sava , Il nucleo filosofico della scienza, Galatina, Congedo Editore, Collana di Filosofia diretta da G. Papuli, Jules-Henri Poincaré, Scritti di fisica-matematica, Torino, UTET, I Classici della Scienza, Collana diretta da Ludovico Geymonat, Poincaré e i filosofi, Lecce, Edizioni Milella, Orso Mario Corbino, Scienza e società, Saggi raccolti e commentati, Manduria, Barbieri, Collana di Filosofia Hermes/hestia diretta da M. Castellana, Jules-Henri Poincaré, Scritti di fisica-matematica, Ubaldo Sanzo, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Collana "I Classici del pensiero", pubblicata su licenza della Unione TipograficoEditrice Torinese di Torino, 2009. Opere di Ubaldo Sanzo, SCIENTIARivista internazionale di sintesi scientifica, su apollolicio. Poincaré, su apollolicio. Philosophie et science dans la pensée de Louis Couturatsu apollolicio. Associazione Culturale di Volontariato “Nel Segno di Apollo Licio”, su apollolicio. Museo Galileo di FirenzeCatalogo della Biblioteca. Ubaldo Sanzo. Sanzo. Keywords: natura ed artificio, l’artificio della lingua, convenzionalismo, filosofia della lingua.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanzo” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735242585/in/dateposted-public/

 

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Grice e Sarno – sentire – filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Sconosciuto durante la sua vita, interprete originale di Giordano Bruno e Tommaso Campanella, fu riscoperto da Francesco Flora. Si hanno poche notizie sulla sua vita, riportate da Croce nel volume Pensiero e Poesia. Collaborò al Giornale critico della filosofia italiana con saggi su Giordano Bruno, Tommaso Campanella e Giambattista Vico. Tradusse per la Casa editrice Giuseppe Laterza e figli, l'opera di Georges Sorel, Considerazioni sulla violenza. Si suicidò con un colpo di rivoltella. Si interessò a Giordano Bruno e Tommaso Campanella. Avrebbe trascorso la sua vita in incognito, se non per l'interesse di Croce e Flora. Croce stesso curò l'edizione di alcuni scritti di Sarno con il titolo Pensiero e poesia, a cui Flora fece seguire una seconda edizione dal titolo Filosofia poetica, aggiungendovi testi esclusi da Croce e con un'antologia critica in appendice.  La riscoperta di Sarno è dovuta a Perniola:  «“Il suo punto di partenzaegli scriveè l’opposizione tra un sentimento sempre identico a se stesso, essenzialmente interiore (sensus sui) ed un sentire esteriore, che si tramuta nelle cose di cui ha esperienza, che si presta e si dona tutt’intero alle cose, affinché esse vivano in lui”.»  (M. Perniola, Enigmi. Il momento egizio nella società e nell’arte) Una collezione dei testi più significativi che erano già inclusi nell'edizionde sono stati pubblicati sotto il titolo Filosofia del sentire. A. Marroni. Atre opere: Pensiero e poesia, B. Croce (Laterza, Bari); Filosofia poetica, F. Flora (Laterza, Bari); Filosofia del sentire, A. Marroni, Pescara, Tracce); Considerazioni sulla violenza, tradotte da Sarno, con introduzione di Benedetto Croce” (Bari, Giuseppe Laterza e figli, M. Perniola, “Enigmi. Il momento egizio nella società e nell'arte, Costa & Nolan, Genova, A. Marroni, Sarno filosofo del “farsi altro” in A. Sarno, Filosofia del sentire, A. Marroni, Tracce, Pescara D'Angelo, L'estetica italiana del Novecento, Laterza, Bari, A. Marroni, Antonio Sarno e la passione per il presente in Filosofie dell'intensità. Quattro maestri occulti del pensiero italiano contemporaneo, Mimesis, Milano, A. Marroni, "Antonio Sarno e i carmina in foliis volitantia" in Agalma, Filosofia del sentire, su lett.unitn. Giornale Critico di Filosofia Italiana, su lelettere. Antonio Sarno. Sarno. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sarno” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734571263/in/datetaken/

 

Grice e Sarpi – filosofia italiana (Venezia). Filosofo. Very important Italian philosopher. Definito da Girolamo Fabrici d'Acquapendente come «Oracolo del secolo». Autore della celebre Istoria del Concilio tridentino, subito messa all'Indice, fu fermo oppositore del centralismo monarchico della Chiesa cattolica, difendendo le prerogative della Repubblica veneziana, colpita dall'interdetto emanato da Paolo V. Rifiutò di presentarsi di fronte all'Inquisizione romana che intendeva processarlo e subì un grave attentato che si sospettò essere stato organizzato dalla Curia romana, "agnosco stilum Curiae romanae", che negò tuttavia ogni responsabilità.  L'infanzia «era una ritiratezza in sé medesimo, un sembiante sempre penseroso, e più tosto malinconico che serio, un silenzio quasi continuato anco co' coetanei, una quiete totale, senza alcun di quei giuochi, a' quali pare che la natura stessa ineschi i fanciulli, acciò che col moto corroborino la complessione: cosa notabile che mai fosse veduto in alcuno. Poi, così servò in tutta la sua vita, et all'occasioni diceva non poter capir il gusto e trattenimento di chi giuoca, se non fosse affetto d'avarizia. Un'alienazione da ogni gusto, nissuna avidità de' cibi, de' quali si nutriva così poco, che restava meraviglia come stasse vivo»  (F. Micanzio, Vita di padre Paolo). Istoria del Concilio tridentino, Nell'anno in cui proseguivano le sedute del Concilio di Trento, Carlo V era in guerra con i prìncipi protestanti tedeschi e il Parlamento inglese adottava un Libro di preghiere d'ispirazione luterana, Pietro, questo il nome secolare del Sarpi, nacque a Venezia da Francesco di Pietro Sarpi, di famiglia di lontane origini friulane (precisamente di San Vito al Tagliamento) e mercante a Venezia eppure, scrive il biografo Micanzio, per la sua indole violenta «più dedito all'armi ch'alla mercatura»; la madre, veneziana, «d'aspetto umile e mite», si chiamava Isabella Morelli. Rimasta vedova, fu accolta con Pietro e l'altra figlia Elisabetta nella casa del fratello Ambrosio Morelli, prete della collegiata di Sant'Ermagora.  Con lo zio, «uomo d'antica severità di costumi, molto erudito nelle lettere d'umanità [addottrinando nella grammatica e retorica molti fanciulli della nobiltà», fece i primi studi, imparando presto e con facilità. A dodici anni, nel 1564, anno dell'istituzione, dopo la chiusura del Concilio, dell'Indice dei libri proibititra i tanti, vi finirono il Talmud e il Corano, il De Monarchia di Dante e le opere di Rabelais, Folengo, Telesio, Machiavelli ed Erasmopassò alla scuola del padre Giovanni Maria Capella, teologo cremonese dell'Ordine dei Servi di Maria, seguace delle dottrine di Giovanni Duns Scoto, il quale gli insegnò logica, filosofia e teologia, finché il ragazzo fece così rapidi progressi che «il maestro istesso confessava non aver più che insegnargli». Con altri maestri veneziani apprese la matematica, la lingua greca e l'ebraica.  «Con la familiarità e co' studii entrò Pietro anco in desiderio di ricevere l'abito de' servi, o perché gli paresse vita conforme alla sua inclinazione ritirata e contemplativa, o perché vi fosse allettato dal suo maestro», malgrado l'opposizione della madre e dello zio Ambrogio che lo voleva prete nella sua chiesa, il 24 novembre 1566 entrò nel monastero veneziano dei servi di Maria.  A Mantova Qui continuò ancora a studiare con il Capella, rimanendo alieno dalle distrazioni proprie della sua età finché nel 1567, in occasione della riunione a Mantova del capitolo generale dell'Ordine servita, fu mandato in quella città «ad onorar il congresso e far vedere che gl'ordini non sono oziosi, ma spendono il tempo in sante e lodevoli operazioni», difendendo «318 delle più difficili proposizioni della sacra teologia e della filosofia naturale. Il qual carico con che felicità lo sostenesse e con che giubilo e stupore di quella venerabile corona, si può dall'evento argomentare. Convento e chiesa di San Barnaba a Mantova Essersi così distinto a soli quindici anni gli valse la nomina a teologo da parte del duca di Mantova Guglielmo Gonzaga«prencipe di grandissimo ingegno, così profondamente erudito nello scienze, che difficilmente si discerneva qual fosse maggiore, o la prudenza di governare, o l'erudizione di tutte le scienze et arti, sino nella musica»mentre il vescovo Gregorio Boldrino gli affidò la cattedra di «teologia positiva di casi di coscienza e delli sacri canoni». Stabilito nel convento di San Barnaba, perfezionò la conoscenza della lingua ebraica e iniziò, col puntiglio consueto, ad applicarsi agli studi storici.  Fu certo a motivo di quest'interesse che a Mantova frequenta M. Olivo, già segretario di E. Gonzaga, cardinale e legato pontificio nelle ultime sessioni del concilio di Trento, la cui caduta in disgrazia presso Pio IV coinvolse anche l'Olivo che fu dagli «inquisitori molto travagliato, col tenerlo longamente in carcere dopo la morte del cardinale suo signore», ma che ora, dopo la morte del pontefice, «viveva privatamente in Mantova. Il gusto principale che riceveva fra Paolo in conversare con lui era perché lo trovava d'una moderazione singolare, erudito, e che, per esser stato col cardinale a Trento, aveva avuto gran maneggio in quelle azioni e sapeva tutte le particolarità de' negozii più secreti, et aveva anco molte memorie, nell'intendere le quali fra Paolo riceveva molto piacere».  Erano gli anni in cui in Italia continuava con vigore la repressione inquisitoriale di Pio V: Pietro Carnesecchi venne decapitato, gli ebrei furono espulsi dallo Stato pontificiotranne che da Roma e da Ancona, nei ghetti delle quali vennero costretti a risiederee  fu impiccato l'umanista Aonio Paleario; il papa scomunicò Elisabetta d'Inghilterra nel 1570, organizzò la Lega contro i turchi, ottenendo la vittoria navale di Lepanto e a Parigi, a migliaia di ugonotti furono massacrati: in quest'anno Sarpi fece la sua professione, entrando ufficialmente nell'Ordine servita. Anche di lui l'Inquisizione si occupò per la prima volta a seguito della denuncia di un confratello, un tale Claudio, che lo accusò di sostenere che dal primo capitolo del Genesi non si può ricavare l'articolo di fede della Trinità: ma, poiché effettivamente di Trinità divina non vi è traccia nel Vecchio Testamento, l'Inquisizione gli diede ragione, archiviando il caso. Dopo aver ricevuto nel convento mantovano il titolo di baccelliere, nel 1574 fu invitato a Milano da Carlo Borromeo il quale, dopo aver ottenuto dalle autorità spagnole, contro la volontà del Senato, il riconoscimento del tribunale e della polizia diocesana, aveva avviato un processo di riforma del clero. L'anno successivo ottenne di essere trasferito nel convento dell'Ordine servita di Venezia, dove fu incaricato dell'insegnamento della filosofia e continuò i suoi studi scientifici. Nella grande epidemia di peste, che imperversò a Venezia,  facendo 50.000 vittimetra le quali Tiziano fra' Paolo rimase immune dal contagio, ma perdette la madre. Dopo essersi addottorato in teologia nell'Padova, venne nominato reggente del convento di Venezia e, l'anno dopo, priore della provincia veneta. Quello stesso anno, durante il Capitolo generale tenutosi a Parma, nel quale venne rieletto priore generale Giacomo Tavanti, tenne una dissertazione di fronte ai cardinali protettori dell'Ordine, Alessandro Farnese e Giulio Antonio Santori. Sarpi fu uno dei tre saggi, insieme con C. Franco e A. Giani, incaricati di preparare una riforma della regola: «il carico suo speziale fu d'accommodare quella parte che toccava i sacri canoni, le riforme del concilio di Trento, allora nuove, e la forma de' giudizii quella parte tutta ove si tratta de' giudizii accommodatamente allo stato claustrale. Lasciò in questo carico in Roma fama di gran sapere e di molta prudenza, non solo nelle corti de' due cardinali suddetti, co' quali, per ordine contenuto in un breve apostolico di Gregorio XIII, conveniva conferire tutte le leggi che si facevano, ma anco fu necessario molte volte trattar col pontefice medesimo. Sbrigato da quale peso ritornò al suo governo. Si tenne a Bologna il nuovo Capitolo dell'Ordine servita e Sarpi viene eletto procuratore generale, «la suprema dignità di quell'ordine dopo il generale il carico porta seco di difender in Roma tutte le liti e controversie che vengono promosse in tutta la religione» Dovette pertanto trasferirsi a Roma dove conobbe e «prese strettissima familiarità col padre Bellarmino poi cardinale, e durò l'amicizia sin al fine della vita», grazie al quale forse poté prendere visione di diversa documentazione relativa alle istruzioni date ai legati pontifici durante il Concilio di Trento. Conobbe anche il dottor Navarro, teologo spagnolo difensore dell'arcivescovo di Toledo, Bartolomé Carranza, accusato di eresia, il gesuita Nicolás Alfonso de Bobadilla e il cardinale Castagna, che fu poi papa Urbano VII. Ebbe occasione di passare a Napoli per presiedere Capitoli e «conversare con quel famoso ingegno Giovanni Battista della Porta, il quale, anco nelle sue opere mandate in luce, fa onorata menzione del padre Paolo come di non ordinario personaggio».  Scaduto il periodo di carica a procuratore generale dell'Ordine servita, Sarpi ritornò a Venezia, frequentandovi i circoli intellettuali che si riunivano nella bottega di Bernardo Sechini e nella casa del nobile veneziano Andrea Morosini, dove conobbe anche Giordano Bruno, mentre a Padova frequentava la casa di Gian Vincenzo Pinelli, «il ricetto delle muse e l'academia di tutte le virtù in quei tempi», dove poté incontrare Galileo e forse ancora il Bruno, il quale s'intrattenne a Padova più di tre mesi, poco prima di essere arrestato a Venezia nel maggio del 1592. Seconda denuncia all'Inquisizione  Ottavio Leoni (?): papa Paolo V. Si dovette scegliere il nuovo generale dell'Ordine servita, e fra i due principali candidati, Lelio Baglioni e Gabriele Dardano, Sarpi si espresse a favore del primo. Il rancore spinse il Dardano a denunciare Paolo Sarpi al Sant'Uffizio, accusandolo di negare efficacia allo Spirito Santo, di avere rapporti sospetti con ebrei veneziani e allegando una lettera che fra' Paolo gli scrisse anni prima da Roma, nella quale erano contenute «alcune parole in discredito della corte, come che in quella si venisse alle dignità con male arti, e di tenerne esso poco conto, anzi abominarla».  Sarpi, senza nemmeno essere chiamato a Roma per discolparsi, fu subito prosciolto da ogni accusa ma il cardinale di Santa Severina, Giulio Antonio Santori, protettore dell'Ordine e capo del Sant'Uffizio, «mostrò però implacabile indignazione al padre» utilizzando tutta la sua autorità per escludere gli amici del frate «dalli gradi et onori con maniere così strane e fini così bassi, ch'io non ardisco poner i casi che mi sono stati dati in nota, perché troppo gran scandalo arrecherebbono al mondo».  Sarpi continuò i suoi studi mentre non cessavano le rivalità nell'Ordine servita, del quale venne eletto priore,  Montorsoli, che morì tre anni dopo, succedendogli così, Dardano, accanito avversario del Sarpi. Questi, deciso a uscire dall'Ordine per sottrarsi all'inimicizia dalla quale si sentiva circondato, cercò invano di ottenere un vescovato, prima a Caorle e poi a Nona, in Dalmazia, che però gli vennero rifiutati a causa delle negative informazioni che di lui il Dardano e Ludovico Gagliardi, preposito della casa veneziana dei gesuiti, diedero al papa: essi avrebbero «sentito mormorare alle volte che egli con alcuni facci una scoletta piena d'errori». Non solo: nel Capitolo, il Dardano accusò padre Paolo di portare «una berretta in capo contra una forma che sino sotto Gregorio XIV disse esser proscritta; che portasse le pianelle incavate alla francese, allegando falsamente esserci decreto contrario, con privazioni divote; che nel fine della messa non recitasse lo Salve Regina». Ma Sarpi fu assolto anche da queste accuse.  L'interdetto del papa contro Venezia  Rivendicazioni sulla non validità dell'Interdetto, Venezia, La Repubblica veneziana, stretta a nord dall'Impero, in Italia dalla prevalenza spagnola e papale, in Oriente dalla potenza turca, era ormai avviata a quel lungo declino politico ed economico che avrà la sua sanzione alla fine del Settecento. Alla prudente politica dei vecchi patrizi, rasseglla compromissione con l'Impero e il papato, si sostituì quella degli innovatori, i cosiddetti «Giovani», decisi a sottrarre la Serenissima all'invadenza ecclesiastica nell'interno e a rilanciarne le fortune commerciali nell'Adriatico, compromesse dal controllo dei porti esercitato dallo Stato pontificio e dalle azioni degli Uscocchi, i pirati cristiani croati appoggiati dall'Impero. Iil Senato veneziano proibì la fondazione di ospedali gestiti da ecclesiastici, di monasteri, chiese e altri luoghi di culto senza autorizzazione preventiva della Signoria; il 26 marzo 1605 un'altra legge proibiva l'alienazione di beni immobili dai laici agli ecclesiastici, già proprietari, pur essendo solo un centesimo della popolazione, di quasi la metà dei beni fondiari della Repubblica, e limitava le competenze del foro ecclesiastico, prevedendo il deferimento ai tribunali civili degli ecclesiastici responsabili di reati di particolare gravità. Avvenne che il canonico vicentino Scipione Saraceno, colpevole di molestie a una nobile parente, e l'aristocratico abate di Nervesa, Brandolini, reo di omicidi e di stupri, fossero incarcerati. Paolo V emanò due brevi richiedenti l'abrogazione delle due leggi e la consegna al nunzio pontificio dei due ecclesiastici, affinché secondo il diritto canonico fossero giudicati da un tribunale ecclesiastico.  Il nuovo doge Leonardo Donà fece esaminare i due brevi da giuristi e teologi, fra i quali il Sarpi, affinché trovassero modo di controbattere alle richieste della Santa Sede. Il 28 gennaio venne nominato teologo canonista proprio il Sarpi e lo stesso giorno il suo scritto: Consiglio in difesa di due ordinazioni della Serenissima Repubblica, venne inviato al Papa. Il Sarpi difese le ragioni della Repubblica con numerosi scritti: sono di questi mesi la Scrittura sopra la forza e validità delle scomuniche, il Consiglio sul giudicar le colpe di persone ecclesiastiche, la Scrittura intorno all'appellazione al concilio, la Scrittura sull'alienazione dei beni laici agli ecclesiastici e altri ancora, poi raccolti nella sua successiva Istoria dell'interdetto. In quell'opera è contenuta anche la traduzione in italiano, fatta dal Sarpi stesso, del trattato di Jean Gerson sulla validità della scomunica, che fu attaccato dal cardinale Bellarmino, al quale fra' Paolo rispose allora con l'Apologia per le opposizioni del cardinale Bellarmino.  Mentre il frate servita Fulgenzio Micanziosuo futuro biografoiniziava a collaborare con Paolo Sarpi, dopo che il 17 aprile Paolo V aveva scomunicato il Consiglio veneziano e fulminato con l'interdetto lo Stato veneto, Venezia pubblicò il Protesto del monitorio del pontefice, scritto ancora da Sarpi, nel quale il breve papale Superioribus mensibus è definito «nullo e di nessun valore», mentre impedì la pubblicazione della bolla pontificia. Rubens; il cardinale Joyeuse incorona Maria de' Medici. Obbedendo alle disposizioni del papa, i gesuiti rifiutarono di celebrare le messe a Venezia e la Repubblica reagì espellendoli insieme con cappuccini e teatini: «partirono la sera alle doi di notte, ciascuno con un Cristo al collo, per mostrare che Cristo partiva con loro. Concorse moltitudine di populo e quando il preposto, che ultimo entrò in barca, dimandò la benedizione al vicario patriarcale [si levò una voce in tutto il populo, che in lingua veneziana gridò loro dicendo "Andé in malora!" [A Roma si sperava che l'interdetto provocasse una sollevazione contro i governanti veneziani ma «li gesuiti scacciati, li cappuccini e teatini licenziati, nissun altro ordine partì, li divini uffizi erano celebrati secondo il consueto il senato era unitissimo nelle deliberazioni e le città e populi si conservarono quietissimi nell'obbedienza»  Venezia era alleata, in funzione anti-spagnola, con la Francia, ed era in buoni rapporti con l'Inghilterra e con la Turchia. Fingendosi veneziani, il 10 agosto soldati spagnoli, per provocare la rottura delle relazioni turco-veneziane, sbarcarono a Durazzo, saccheggiandola, ma la provocazione fu facilmente scoperta e i turchi offrirono a Venezia l'appoggio della loro flotta contro il papa e la Spagna. L'Inquisizione intimò a Sarpi di presentarsi a Roma per giustificare le molte cose «temerarie, calunniose, scandalose, sediziose, scismatiche, erronee ed eretiche» contenute nei suoi scritti ma il frate naturalmente si rifiutò. Invano il papache aveva scomunicato Sarpi e Micanziosi dichiarava favorevole a portare guerra a Venezia: la sua unica alleata, la Spagna, minacciata da Francia, Inghilterra e Turchia, non poteva sostenerla in quest'impresa e si giunse così alle trattative diplomatiche, favorite dalla mediazione del cardinale francese François de Joyeuse. Venezia rilasciò i due ecclesiastici incarcerati e ritirò il suo Protesto al papa in cambio della revoca dell'interdetto, mentre le leggi promulgate dal Senato veneziano restarono in vigore e i gesuiti non poterono rientrare nella Repubblica.  Gli attentati In quel tempo Sarpi ricevette la visita dell'ex-luterano ed erudito tedesco Kaspar Schoppe, molto intimo dei segreti affari della Curia romana, il quale gli confidò che «il papa, come gran prencipe, ha longhe le mani, e che per tenersi da lui gravemente offeso non poteva succedergli se non male, e che se sino a quell'ora avesse voluto farlo ammazzare, non gli mancavano mezzi. Ma che il pensiero del papa era averlo vivo nelle mani e farlo levare sin a Venezia e condurlo a Roma, offerendosi egli, quando volesse, di trattare la sua riconciliazione, e con qual onore avesse saputo desiderare; asserendo d'aver in carico anco molte trattazioni co' prencipi alemanni protestanti e la loro conversione». Monumento a Sarpi a Venezia, in Campo Santa Fosca, presso il luogo dell'attentato Lo Schoppe, ambiguo provocatore, intendeva convincere il frate a mettersi nelle mani dell'Inquisizione come miglior partito che il Sarpi potesse prendere, tanto «parvero strane le due proposte di far ammazzare o prender vivo il padre», ma i disegni omicidi erano reali: «circa le 23 ore, ritornando il padre al suo convento di San Marco a Santa Fosca, nel calare la parte del ponte verso le fondamenta, fu assaltato da cinque assassini, parte facendo scorta e parte l'essecuzione, e restò l'innocente padre ferito di tre stilettate, due nel collo et una nella faccia, ch'entrava all'orecchia destra et usciva per apunto a quella vallicella ch'è tra il naso e la destra guancia, non avendo potuto l'assassino cavar fuori lo stillo per aver passato l'osso, il quale restò piantato e molto storto».  I sicari, fuggendo, trovarono rifugio nella casa del nunzio pontificio e la sera s'imbarcarono per Ravenna, da dove proseguirono per Ancona e di qui raggiunsero Roma. Si conoscono i loro nomi: l'esecutore materiale dell'attentato fu Rodolfo Poma, già mercante veneziano, poi trasferitosi a Napoli e di qui a Roma, dove divenne intimo del cardinale segretario di Stato Scipione Caffarelli-Borghese e dello stesso Paolo V. Fu coadiuvato da tre uomini d'arme, tali Alessandro Parrasio, Giovanni da Firenze e Pasquale da Bitonto, mentre «la spia, o guida, fu un prete, Michiel Viti bergamasco, solito offiziare in Santa Trinità di Venezia, che non lasciò dubitare quanti mesi precedessero questo bel effetto prima che fosse mandato alla luce; poi che questo prete la quadragesima antecedente, sotto specie d'aver gusto delle predicazioni del padre maestro Fulgenzio, andava ogni mattina in convento de' servi alla porta del pulpito, che risponde alla parte di dentro, e cortesemente trattava con lui, ricercandolo anco di qualche dubbio di coscienza. E continuò di poi sempre a salutarlo et anco andar in convento a visitarlo, parlandogli sempre di cose spettanti all'anima». Il pugnale non aveva tuttavia leso organi vitali e il Sarpi riuscì a sopravvivere; il noto chirurgo Girolamo Fabrici d'Acquapendente, che l'operò, disse di non aver mai medicato una ferita più strana, rispondendo allora Sarpi con la famosa espressione: «eppure il mondo vuole che sia data stilo Romanae Curiae». Le conseguenze furono la rottura della mascella e vistose cicatrici nel volto. Il 27 ottobre 1607 il Senato, dichiarando il Sarpi «persona di prestante dottrina, di gran valore e virtù», gli concede una casa in piazza San Marco ove possa risiedere con il Micanzio e altri frati, e una sovvenzione affinché possa acquistare una barca e provvedere alla sua sicurezza personale. Sarpi rifiutò la casa ma si servì da allora di una barca che gli evitasse i pericolosi tragitti a piedi per le calli veneziane.  Poco più di un anno dopo, fu sventato un secondo attentato, ordito, sembra su mandato del cardinale Lanfranco Margotti, da due frati serviti, Giovanni Francesco da Perugia e Antonio da Viterbo, i quali, fatta una copia della chiave della camera di Sarpi, «volevano secretamente introdurre nel monasterio due o più sicarii e la notte trucidare l'innocente padre». La corrispondenza europea e la morte Sarpi inizia a corrispondere con personalità soprattutto di fede calvinista o gallicana: fra questi ultimi, Jacques Leschassier e Jacques Gillot, che pubblicò  gli Actes du concile de Trente, dimostrando le pressioni papali sui vescovi riuniti a concilio, e fra gli altri l'italiano Francesco Castrino, i francesi Jean Hotman de Villiers, Isaac Casaubon, Jacques-Auguste de Thou, Philippe Duplessis-Mornay, i tedeschi Achatius e Christoph von Dohna. Attraverso il dialogo diretto con gli intellettuali europei, Sarpi acquisì «quella straordinaria ampiezza di orizzonti e di interessi, quella solida conoscenza dei problemi dello stato moderno», che gli permise di «arricchire la sua cultura storica, giuridica e scientifica» e lo condusse «a incidere sulla sua posizione religiosa, ad approfondirne la crisi, risolvendola poi con l'accoglimento di nuove prospettive e di nuove idealità; spalancandogli un mondo nuovo, che gli faceva sentire più soffocante, più viziata, la vita italiana». Incontrò a Venezia Bedell, che riferì di lui e del Micanzio come essi fossero «completamente dalla nostra parte nella sostanza della religione» e, Cristoph von Dohna, inviato dal principe tedesco Cristiano I di Anhalt-Bernburg, e il pastore ginevrino Giovanni Diodati, per valutare la possibilità di introdurre a Venezia la Riforma. La traduzione in lingua italiana, fatta da quest'ultimo, del Nuovo Testamento, viene diffusa a Venezia proprio in questo periodo.  Altre polemiche suscitano, le prediche quaresimali di Fulgenzio Micanzio che vengono interpretate a Roma come un attacco alla fede cattolica. Sarpi è anche preoccupato per la tregua stipulata tra la Spagna e i Paesi Bassi, perché vede in essa un indebolimento di questi ultimi «che, o prima o dopo, resteranno sopraffatti dalle arti spagnole», mentre gli spagnoli ne potrebbero trarre beneficio anche in vista del loro dominio in Italia. Sarpi sperava in un'alleanza generale di Francia, Inghilterra, principi protestanti, Paesi Bassi, Savoia e Venezia che portasse alla guerra contro l'Impero cattolico ispano-tedesco e cancellasse il dominio papale e spagnolo in Italia: «Se sarà guerra in Italia, va bene per la religione; e questo Roma teme; l'Inquisizione cesserà e l'Evangelio avrà corso. E andrà bene anche per le libertà civili di Venezia: qui, anche se «il giogo ecclesiastico è assai più mite che nel rimanente d'Italia, in quella parte nondimeno che tocca la stampa è l'istesso appunto che negli altri luoghi. Nessuna cosa si può stampare se non veduta e approvata dall'Inquisizione. Dove si ragiona di alcun papa, non permettono che si dica alcuna di disonore, se bene vera e notoria. Non permettono che alcuno separato dalla Chiesa romana sia lodato di qualsivoglia virtù, né nominato se non con vituperio. Si ammalò gravemente, e morì il 15 gennaio. Secondo la versione ufficiale, sebbene sfinito, volle alzarsi per il mattutino, come al solito, e celebrare la Messa. La mattina del 12 gennaio, fatto chiamare il priore del convento, lo pregò che lo raccomandasse alle preghiere dei confratelli e che gli portasse il Viatico. Gli consegnò tutte le cose concesse a suo uso. Si fece vestire, si confessò e passò il resto del mattino facendosi leggere da fra Fulgenzio e da Fra Marco i Salmi e la Passione di Cristo narrata dagli Evangelisti. Gli fu quindi amministrato dal priore, alla presenza della Comunità, il Viatico. Fu visitato dal medico che gli disse che aveva poche ore di vita. Egli, sorridendo, rispose: Sia benedetto Dio! A me piace ciò che a Lui piace. Col suo aiuto faremo bene anche quest'ultima azione (quella di morire). Fu udito ripetere più volte, con soddisfazione: Orsù, andiamo dove Dio ci chiama!. Secondo alcuni le sue ultime parole sarebbero state: Esto perpetua, riferendosi a Venezia (v. Bianchi-Giovini, Esistono tuttavia altre versioni della sua morte che lo fanno apparire più vicino al culto protestante.  Sarpi nella storia della letteratura e della scienza Figura assai complessa di pensatore, Sarpi occupa indubbiamente un posto di primo piano nella storia della letteratura e della scienza. Fu uno dei più grandi scrittori del suo secolo.  «La sua prosa (è) una delle più maschie ed efficaci di tutta la letteratura nostra, che non conosce lenocini né fronzoli, che scolpisce le figure con raro risalto, che ha un magnifico potere rievocatore allorché descrive dispute e contrasti, ch'è impareggiabile nel sarcasmo, tutto contenuto in un'unica espressione, tre o quattro parole»  (Arturo Carlo Jemolo.) Giovanni Papini, parlando della Istoria del Concilio di Trento, l'ha definita:  «un modello di lucidità narrativa... e di prosa semplice, esatta e rapida (Scritti filosofici inediti3)»  Nel campo delle scienze poi ha lasciato orme indelebili in vari campi: nella filosofia, nella matematica, nell'ottica, nell'astronomia, nella medicina ecc. Galilei e suo grande amico, e non disdegnò di appellarlo: Mio Maestro. Dinanzi al primo avvertimento a Galilei, Sarpi (che non visse abbastanza a lungo per assistere alla condanna dscrisse. Verrà il giorno, e ne sono quasi certo, che gli uomini, da studi resi migliori, deploreranno la disgrazia di Galileo e l'ingiustizia resa a sì grande uomo.»  Sarpi scoperse, per primo, la dilatabilità della pupilla sotto l'azione della luce e le valvole delle vene (Enciclopedia Treccani). I suoi biografi parlano anche di scoperte nel campo dell'anatomia, dell'ottica, ecc. L'invenzione del telescopiodice Bianchi-Gioviniil Galilei la dovette per certo ai lumi somministratigli dal Sarpi, se pure questi non ne fu il primo inventore, come pensano alcuni (v.74). Sopra la sua sapienza matematica si citava l'autorevole giudizio di Galileo Galilei (Papini). Robertson non ha stentato ad appellare Sarpi il più grande dei veneziani. Daniel Georg Morhof ha appellato Sarpi la Fenice del suo tempo.  Galileo Galilei non esitò a dire: Paolo de' Servi del quale posso senza iperbole alcuna affermare che niuno l'avanza in Europa in cognizione di queste scienze (matematiche) (contro alle calunnie ed imposture di B. Capra, in ediz. naz., Firenze, II.. La teoria di Galileo delle maree, successivamente dimostratasi erronea, riprende idee di Sarpi, esposte nei Pensieri naturali, metafisici e matematici (in particolare nei pensieri).  Giovanni Battista Della Porta, dopo aver dichiarato di avere appreso alcune cose da Fra Paolo, lo proclamò splendore ed ornamento non solo della città di Venezia e dell'Italia, ma di tutto il mondo. (Magia naturalis).  Il cardinale Domenico Passionei definì il Sarpi dottissimo oltre ogni espressione (cfr. Opuscoli Un busto regalato alla città di Udine dai Mazziniani italiani emigrati in Argentina. In uno studio il cui intento era quello di misurare il Q.I. di 300 personaggi famosi. Sarpi si posizionò al quinto posto, al pari del più noto matematico Pascal (cit. "The Early Mental Traits of Three Hundred Geniuses" di Catharine M. Cox, in "Genetic Studies of Genius" di Lewis M. Terman. Copyright 1926, Stanford University Press).  Sarpi e la Chiesa Il Sarpi alla grande intelligenza unì anchecome riconosciutagli da tuttiun'esemplare integrità di vita. Arturo Carlo Jemolo, dopo essersi rivolto varie domande intorno alla sua ortodossia, ha dato questa risposta:  «Gli elementi ci mancano per una risposta perentoria: noi non possiamo dissipare l'alone di mistero che circonda Fra Paolo.Questo non c'impedisce di ammirare l'uomo e l'opera.” (Arturo Carlo Jemolo. Fondamentalmente lo scontro di Paolo Sarpi con la Curia romana fu legato ad un progetto politico volto a contenere il potere della Chiesa in ambito esclusivamente spirituale e a promuovere un'alleanza tra Venezia e la Francia in un'ottica antimperiale e fortemente antispagnola. Per questo intrattenne contatti con i riformati (Lettere ai protestanti). Inoltre la sua visione della Chiesa era un vago ritorno verso la chiesa primitiva: egli quindi era indotto a condannare il potere temporale, il processo di mondanizzazione del clero, la superiorità del papa sul Concilio. Stringe amicizia con Dominis, arcivescovo di Spalato, che tende all'apostasia. Quest'ultimo pubblica la sua Istoria del Concilio Tridentino, che costituisce il suo capolavoro storico ed offre la prima imponente ricostruzione del Concilio di Trento. L’opera fu condannata dalla Congregazione dell'Indice e quindi posta all'Indice dei libri proibiti. Furono intercettate dal nunzio pontificio a Parigi mons. Roberto Ubaldini «compromettenti carteggi di Sarpi con l'ambasciatore veneziano Antonio Foscarini e con l'ugonotto Francesco Castrino; carteggi ben presto inviati a Roma per essere messi a disposizione del Sant'Uffizio, ma anche da utilizzare per far ammettere una buona volta al governo veneziano quanto da tempo da Roma si veniva denunciando, che quel frate, che si proclamava più cattolico del Papa e come tale difeso ufficialmente dai responsabili politici veneziani, altri non era che un protestante, al servizio delle forze ereticali europee: dunque infedele e ipocrita. Una taccia di ipocrisia che non darà tregua alla figura sarpiana lungo i secoli, come stanno a provare innumerevoli esempi, dal dotto curiale Girolamo Aleandro, che ricevuta da Peiresc la sarpiana Istoria dell'Interdetto appena edita rispondeva all'illustre erudito francese con fare perentorio che  quel fra Paolo servita era nero ministro del Diavolo che si dice esser padre delle menzogna, se ben egli veramente non credeva né nel Diavolo né in Dio,  al prelato friulano Giusto Fontanini con la sua velenosa Storia arcana della vita di Sarpi servita, al celebre cardinal Domenico Passionei, che credeva di avere le carte per dimostrare che l'idea del frate furfante era di introdurre il calvinismo in Venezia, come ancora ricordava nel secolo scorso il dotto cardinale Angelo Mercati.»[32]  Un parere analogo si trova anche nella recente Storia della Chiesa di Hertling e Angiolino Bulla, dove Sarpi viene definito: «un ipocrita che fino all'ultimo fece la parte del religioso, sebbene nel suo intimo si fosse da tempo allontanato dalla Chiesa. Altre opere: “Trattato dell'interdetto di Paolo V nel quale si dimostra che non è legittimamente pubblicato, Apologia per le opposizioni fatte dal cardinale Bellarmino ai trattati et risolutioni di G. Gersone sopra la validità delle scomuniche, 1606. Considerationi sopra le censure della santità del papa Paolo V contra la Serenissima Repubblica di Venezia, Istoria del Concilio Tridentino,  Il trattato dell'immunità delle chiese (De iure asylorum), Discorso dell'origine, forma, leggi ed uso dell'Uffizio dell'Inquisizione nella città e dominio di Venezia, Trattato delle materie beneficiarie, Opinione di Servita, come debba governarsi la Repubblica Veneziana per havere il perpetuo dominio, Venezia, La storiografia recente attribuisce lo scritto al patriziato veneziano medesimo.  Edizioni  Scritti giurisdizionalistici, Istoria del Concilio Tridentino, Istoria del Concilio tridentino (Geneua, Aubert); “Istoria del Concilio Tridentino, Pagnoni Editore, Milano, Gambarin , Istoria del Concilio tridentino, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Giovanni Gambarin , Istoria del Concilio tridentino, Scrittori d'Italia, 2, Bari, Laterza, Giovanni Gambarin , Istoria del Concilio tridentino, Scrittori d'Italia Bari, Laterza, Istoria del Concilio Tridentino, testo critico di Giovanni Gambarin, introduzione di Renzo Pecchioli, Collana Biblioteca, Sansoni, Firenze, II ed. Lettere inedite di Fra Paolo Sarpi a Simone Contarini ambasciatore veneto in Roma,, pubblicate dagli autografi, Monumenti storici pubblicati dalla R. Deputazione veneta di storia patria. Serie 4, Miscellanea 12, Venezia, Fratelli Visentini, Pagine scelte, Arturo Carlo Jemolo, Vallecchi, Firenze, Lettere ai protestanti, Scrittori d'Italia, 1, Bari, Laterza,  Lettere ai protestanti, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Antologia degli scritti politici e storici. Francesco T. Roffarè, CEDAM, Padova,  Istoria dell'Interdetto e altri scritti editi e inediti, Bari, Laterza, Istoria dell'interdetto, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Istoria dell'interdetto, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Istoria dell'interdetto, Scrittori d'Italia Bari, Laterza, Romano Amerio , Scritti filosofici e teologici, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Pensieri naturali, metafisici e matematici. Manoscritto dell'iride e del caloreArte di ben pensarePensieri medico-moraliPensieri sulla religioneFabulaeMassime e altri scritti. Edizione integrale commentata Luisa Cozzi e Libero Sosio, Ricciardi, Milano-Napoli, 1Scritti giurisdizionalistici, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Lettere ai Gallicani, Boris Ulianich, Wiesbaden, F. Steiner,  La Repubblica di Venezia la casa d'Austria e gli Uscocchi, Bari, Laterza, Scritti scelti: Istoria dell'Interdetto, Consulti, Lettere, Giovanni Da Pozzo, Collezione di Classici Italiani, UTET, Torino); Storici, Politici, e Moralisti del Seicento, Luisa e Gaetano Cozzi, Collana La Letteratura Italiana. Storia e Testi,  Milano-Napoli, Ricciardi, Istoria del Concilio Tridentino. Seguita dalla «Vita del padre Paolo» di Fulgenzio Micanzio. Corrado Vivanti, Collana NUE nEinaudi, Torino, Collana Piccola Biblioteca. Nuova Serie, Einaudi, Torino,  Pensieri. Gaetano e Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Torino, Considerazioni sopra le censure di papa Paolo V contro la Repubblica di Venezia e altri scritti sull'Interdetto, Gaetano e Luisa Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Lettere a Gallicani e Protestanti, Relazione dello Stato della Relazione, Trattato delle Materie Beneficiarie. Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Gli ultimi consulti. Gaetano e Luisa Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Dai «Consulti», il carteggio con l'ambasciatore inglese sir Dudley Carleston. Gaetano e Luisa Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Dal «Trattato di pace et accomodamento» e altri scritti sulla pace d'Italia. Gaetano e Luisa Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Consulti, Corrado Pin, Pisa-Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali,  Letteratura e vita civile. Paolo Sarpi, Collana I Classici del Pensiero Italiano n. 23, Edizione speciale per Il Sole 24 Ore, Milano,  Della potestà de' prencipi, Nina Cannizzaro, Collana I Giorni, Marsilio, Venezia, Scritti filosofici inediti. Tratti da un manoscritto della Marciana G. Papini, Collana Cultura dell'anima, R. Carabba, Editore Lanciano (ristampa anastatica),  Manoscritti Consulti: in Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Fondo manoscritti, Consulti:  XVII secolo, Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Fondo manoscritti, Consulti: explicit, XVII secolo, Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Fondo manoscritti, O. Ceretti, Cinque pugnali non bastarono a troncare la sua parola, in «Historia», Touring club italiano, Touring Editore, F. Micanzio, Vita del padre Paolo, in «Istoria del Concilio tridentino», Torino F. Micanzio, Micanzio, F. Micanzio, F. Micanzio, Ibidem  F. Micanzio,  F. Micanzio, cF. Micanzio,  F. Micanzio, F. Micanzio, c F. Micanzio, cF. Micanzio, Scriveva tra l'altro Sarpi nella lettera: «E che volete ch'io speri in Roma, ove li soli ruffiani, cenedi et altri ministri di piaceri o di guadagni hanno ventura?». I cenedi sono i giovani che si prostituiscono  F. Micanzio, cit. G, Cozzi, Sarpi, Opere,  F. Micanzio, Sarpi, Istoria dell'interdetto e altri scritti editi e inediti, F. Micanzio, cdove stilo può significare sia stile che stiletto  Ivi  G. Cozzi, Lettere a Groslot de l'Isle, in «Lettere ai protestanti», Lettera a Francesco Castrino, in «Lettere ai protestanti», Citato in C. Rizza, Peiresc e l'Italia, Torino, Giappichelli, Corrado Pin, Paolo Sarpi senza maschera: l'avvio della lotta politica dopo l'Interdetto, in Marie Viallon , Paolo Sarpi. Politique et religion en Europe, Paris, Classiques Garnier, Ludwig Hertling e Angiolino Bulla, Storia della Chiesa. La penetrazione dello spazio umano ad opera del cristianesimo, Città Nuova, Borgna Romain, Faggion Lucien (dir.), Le Prince de Fra' Paolo. Pratiques politiques et forma mentis du patriciat à Venise au XVII° Siécle, Aix-en-Provence, Université de Provence,   Fulgenzio Micanzio, Vita del padre Paolo, dell'ordine de' Servi e theologo della serenissima republ. di Venetia, Leida, Ed. moderna inSarpi, Istoria del Concilio tridentino, Torino, Einaudi, F. Griselini, Memorie anedote spettanti alla vita ed agli studj del sommo filosofo e giureconsulto f. P. ervita, Losanna, presso M. Mic. Bousquet e Comp., F. Griselini, Del genio di f. Paolo Sarpi in ogni facolta scientifica e nelle dottrine ortodosse tendenti alla difesa dell'originario diritto de' sovrani né loro rispettivi dominj ad intento che colle leggi dell'ordine vi rifiorisca la pubblica prosperita, Venezia, Basaglia); Zerletti, Storia arcana della vita di Fra Paolo Sarpi servita scritta da Fontanini, arcivescovo d'Ancira in partibus e documenti relativi, Venezia); “Cassani, Sarpi e le scienze matematiche naturali, Venezia); A. Bianchi-Giovini, Biografia di Fra Sarpi, Basilea, Disponibile on-line R. Morghen, Paolo Sarpi, in «Enciclopedia Treccani», G. Getto, Paolo Sarpi, Firenze, Olschki); Mario Gliozzi Relazioni scientifiche Sarpi e Giovan Battista Porta Archives Internationales d'Histoire des Sciences, Gaetano Cozzi, Paolo Sarpi tra Venezia e l'Europa, Collana Piccola Biblioteca, Torino, Einaudi. V. Frajese, Sarpi scettico. Stato e Chiesa a Venezia tra Cinque e Seicento, Bologna, Il Mulino); I. Cacciavillani, I consulti di Paolo Sarpi sulla Vangadizza, Padova, CEDAM, Cacciavillani, Paolo Sarpi, Venezia, Fiore, I. Cacciavillani,  Sarpi. La guerre delle scritture de la nascita della nuova Europa, Venezia, Fiore, I. Cacciavillani, Sarpi giurista, Padova, C. Pin, Ripensando Paolo Sarpi, Venezia, Ateneo veneto, Concilio di Trento Fulgenzio Micanzio. Paolo Sarpi, su Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Paolo Sarpi, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Paolo Sarpi, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.  Paolo Sarpi, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Paolo Sarpi, su Be Web, Conferenza Episcopale Italiana.  Opere su Liber Liber. Opere di Paolo Sarpi, . Paolo Sarpi, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.  Opere integrali in più volumi dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia" Laterza Per l'epistolario di Paolo Sarpi, consultare il : correspondance-sarpi.univ-st-etienne.fr (Marie Viallon, dir.). Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Sarpi," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Paolo Sarpi. Sarpi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scarpi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689510274/in/photolist-2mNaHiH-2mKuKk1-2mKCgGX-2mKCfz1-2mKfs4E-nmxEnc/

 

Grice e Sasso – da Crotone a Velia – filosofia italiana (Roma). Filosofo. Studia  a Roma. Si laurea discutendo una tesi su Machiavelli avendo come relatore Antoni e correlatore Chabod. Durante gli anni universitari seguì le lezioni di Pantaleo Carabellese, Guido De Ruggiero, Luigi Scaravelli, Bruno Nardi, Raffaele Pettazzoni, Natalino Sapegno, Giuseppe Gabetti, Gennaro Perrotta e Gaetano De Sanctis.  Borsista all'Istituto italiano per gli Studi Storici, ha insegnato Storia delle dottrine politiche all'Urbino e successivamente Storia delle dottrine politiche, Storia della filosofia,  e Filosofia teoretica all'Università "La Sapienza" di Roma, di cui è stato nominato professore emerito. Direttore dal 1986 al  dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli fondato da Croce, lo è anche della storica rivista di filosofia, storia e letteratura "La Cultura.” I I suoi studi hanno riguardato soprattutto l'idealismo italiano (in particolare l'opera di Croce), le opere politiche e storiografiche di Niccolò Machiavelli e per quanto riguarda la sua riflessione più propriamente teoretica, le problematiche di ontologia fondamentale. È inoltre autore di sette libri e innumerevoli saggi danteschi. Si è inoltre occupato di Platone, Polibio, Lucrezio, Guicciardini, Shakespeare e Thomas Mann.  È presidente della "Fondazione Giovanni Gentile" , presidente dell'"Edizione nazionale delle Opere di Benedetto Croce" e socio nazionale dell'Accademia dei Lincei. Altre opere: “Machiavelli e Borgia. Storia di un giudizio” (Roma, Edizioni dell'Ateneo); “Machiavelli” (Napoli, Morano); “Passato e presente nella storia della filosofia, Bari, Laterza); “Benedetto Croce. La ricerca della dialettica, Napoli, Morano,  Il progresso e la morte. Saggi su Lucrezio, Bologna, Il Mulino, L'illusione della dialettica. Profilo di C. Antoni, Roma, Edizioni dell'Ateneo, Per F. Guicciardini. Quattro studi, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Roma); Essere e negazione, Napoli, Morano, Machiavelli e gli antichi e altri saggi, Milano-Napoli, Ricciardi, Tramonto di un mito. L'idea di "progresso" fra Otto e Novecento, Bologna, Il Mulino, Per invigilare me stesso. I Taccuini di lavoro di Croce, Bologna, Il Mulino, L'essere e le differenze. Sul "Sofista" di Platone, Bologna, Il Mulino, Variazioni sulla storia di una rivista italiana: "La Cultura"; Il Mulino, Machiavelli, Bologna, Il Mulino, Comprende: Il pensiero politico, Napoli, IISS, Bologna, Il Mulino, Premio Viareggio di Saggistica, La storiografia. La fedeltà e l'esperimento, F. Scarpelli, F.S. Trincia e M. Visentin interrogano Gennaro Sasso, Bologna, Il Mulino,Filosofia e idealismo,  Napoli, Bibliopolis, Comprende: Croce, Gentile, Ruggiero, Calogero, Scaravelli, Paralipomeni, Secondi paralipomeni, Ultimi paralipomeni, Tempo, evento, divenire, Bologna, Il Mulino, La potenza e l'atto. Sggi su Gentile, Firenze, La Nuova Italia,  Le due Italie di Gentile, Bologna, Il Mulino, La verità, l'opinione, Bologna, Il Mulino, Ernesto De Martino fra religione e filosofia, Napoli, Bibliopolis); Il guardiano della storiografia. Profilo di Federico Chabod (Bologna, Il Mulino [Napoli, Guida, del Profilo di FChabod, Bari, Laterza, Dante. L'imperatore e Aristotele, Roma, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Fondamento e giudizio. Un duplice tramonto?, Napoli, Bibliopolis, 2004. Il principio, le cose, Torino, Aragno,  Delio Cantimori. Filosofia e storiografia, Pisa, Edizioni della Scuola Normale Superiore, Dante, Guido e Francesca, Roma, Viella, Le autobiografie di Dante, Napoli, Bibliopolis, Discorsi di Palazzo Filomarino, raccolti da M. Herling, premessa di N. Irti, Napoli, IISS, Il logo, la morte, Napoli, Bibliopolis, .  Ulisse e il desiderio. Il canto XXVI dell'Inferno, Roma, Viella, La voce dei ricordi, Napoli, Bibliopolis, Storiografia e decadenza, Roma, Viella, . I corrotti e gli inetti. Conversazioni su Machiavelli (Milano, Bompiani); “Allegoria e simbolo” (Torino, Aragno); “La lingua, la Bibbia, la storia. Su "De vulgari eloquentia" I, Roma, Viella,  Su Machiavelli. Ultimi scritti, Roma, Carocci, Croce. Storia d'Italia e storia d'Europa, Napoli, Bibliopolis,  [raccolto in questo volume: La 'Storia d'Italia' di Bendetto Croce. Cinquant'anni dopo, Napoli, Bibliopolis. "Forti cose a pensar mettere in versi". Studi su Dante, Torino, Aragno, Purgatorio e Antipurgatorio. Un'indagine dantesca, Roma, Viella, . Croce e le letterature e altri saggi, Napoli, Bibliopolis, . Biografia e storia. Saggi e variazioni, Roma, Viella, . Note  il MulinoRivisteLa Cultura, su mulino. Fondazione Gentile | Dipartimento di Filosofia | SapienzaRoma.  Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci. Croce in un recente libro di Gennaro Sasso. Dibattito, Il Cannocchiale, [interventi di: G. Arnaldi, G. Calabrò, A. Jannazzo, G, Sasso, V. Stella, F. Valentini, M. Visentin]. G. Arnaldi, Gennaro Sasso. Uno specialista di più specialità, in Id., Conoscenza storica e mestiere di storico, il Mulino, IISS-Napoli , A. Bellocci, Verità e doxa: la questione dello "sguardo" e della "relazione" ne Il logo, la morte di Gennaro Sasso, filosofia-italiana.net. A. Bellocci, Laicismo della verità, della doxa e tolleranza in Gennaro Sasso, Leussein, A. Bellocci, L'impossibilità della differenza e i paradossi dell'identità nel pensiero di Gennaro Sasso, Archivio di filosofia, A. Bellocci, Il problema della 'non' relazione ne Il principio, le cose di Gennaro Sasso, Giornale critico della filosofia italiana, A. Bellocci, La verità, l'opinione di Gennaro Sasso. Lo ''specchio'' della verità e l'''eterna opinione'' metafisica, Filosofia italiana,  R. Berutti, Annotazioni critiche sull'"essere" ovvero sul "non essere essere" del discorso che lo concerne. Il problema dell'ontologia nella riflessione di Gennaro Sasso, Pólemos,  M. Capati, Gennaro Sasso, Paragone. Letteratura, M. Cardenas, L'autonoema. Il giudizio tra attualismo e neoeleatismo, Filosofia italiana,  C. Cesa, Sasso interprete di Gentile, Archivio di storia della cultura, A. De Vicentiis, Storiografia e pensiero politico nelle "Istorie fiorentine" di Machiavelli: l'interpretazione di Gennaro Sasso, Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, F. Fronterotta, L'essere e le differenze. In margine a un libro di G. Sasso sul Sofista di Platone, Novecento, M. HerlingM. Reale , Storia, filosofia e letteratura. Studi in onore di Gennaro Sasso, Bibliopolis, Napoli,  G. Inglese, Machiavelli: una storia del suo pensiero politico, Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano, G. Inglese, Gennaro Sasso, in Enciclopedia machiavelliana, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma, . S. Maschietti, Gennaro Sasso, in Enciclopedia filosofica (a cura del Centro Studi Filosofici di Gallarate), Milano, S. Maschietti, Dire l'incontrovertibile. Intorno all'analisi filosofica, Giornale di filosofia, su giornale di filosofia.net. F. Mignini, Essere e negazione. Per un recente volume di Gennaro Sasso, Giornale critico della filosofia italiana, Marcello Mustè, "Crisi" e "critica" dello storicismo. Filosofia e storiografia nel pensiero di Gennaro Sasso, Novecento, Marcello Mustè, Filosofia e storia della filosofia nella riflessione di Gennaro Sasso, Filosofia italiana, X N. Parise, Sulla relazione. Gennaro Sasso critico della metafisica, Luigi Passerino Editore, Gaeta . N. Parise, Figure della scissione. A proposito di Allegoria e simbolo, filosofia,  N. Parise, L’aporia del nulla, Filosofia italiana, G. Perazzoli, Il concetto di laicità e la filosofia, in G. Perazzoli, Miligi , Laicità e filosofia, Mimesis, Milano Udine, Pietroforte, Problema del nulla e principio di non contraddizione. Intorno a "Essere e negazione" di Gennaro Sasso, Novecento,  J. Salina, Neoparmenidismo e teorie della verità, Filosofia italiana, F. Scarpelli , Nulla, anamnesi, riflessività. Intervista a Gennaro Sasso su alcuni temi del libro Essere e negazione (raccolta da Scarpelli, Trincia, M. Visentin), Il Cannocchiale, F. Tessitore, Gennaro Sasso interprete di Croce, in Id., La ricerca dello storicismo. Studi su Benedetto Croce, il Mulino, IISS-Napoli ,  F. Vander, Critica della filosofia italiana contemporanea. Dialettica e ontologia: i termini di una contrapposizione, Marietti, Genova-Milano, M. Visentin, Tempo e giudizio. Spunti da un recente "Profilo di Carlo Antoni", La Cultura,M. Visentin, Sull'identità e sull'essenza del laicismo italiano. A proposito del "Le due Italie di Giovanni Gentile", Giornale critico della filosofia italiana, M. Visentin, Il neo-parmenidismo italiano. Considerazioni intorno alla verità, l'opinione', in Id., Il neo-parmenidismo italiano. II. Dal neoidealismo al neoparmenidismo, Bibliopolis, Napoli, M. Visentin, Aletheia e doxa oltre Parmenide, in Id., Onto-Logica. Scritti sull'essere e il senso della verità, Bibliopolis, Napoi, M. Zanetti, Critiche al divenire. Tra Sasso e Severino, Filosofia italiana, X S. Zurletti, Lo specchio di Perseo, Chaos KosmosLibri ed eventi, ojs/index.php babelonline search authors view firstName Sara&middle Name last Name Zurletti affiliation country Gennaro Sasso, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Gennaro Sasso, . Gennaro Sasso, su Goodreads.  Registrazioni di Gennaro Sasso, su Radio Radicale, Radio Radicale.  Gennaro Sasso, Progresso, in Enciclopedia del Novecento, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,  Gennaro Sasso, Giovanni Gentile, in Dizionario biografico degli italiani,  53, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Gennaro Sasso, «Giambattista Vico e il simbolo», «Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Memorie della Classe di Scienze morali, storiche e filologiche», sGennaro Sasso, costituzione mista, Benedetto Croce, Dante, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, eternità del mondo, Francesco De Sanctis, Lucrezio in Machiavelli, in Enciclopedia machiavelliana, G. Sasso, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Roma Dalla concordia discors alla polemica: filosofia e psicologia di una vicenda, Ripensando la Storia d'Europa, Ripensando la Storia d'Italia, in Croce e Gentile, la cultura italiana e europea, M. Ciliberto, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Roma. Gennaro Sasso. Sasso. Keywords: scuola di Velia, veliati, veliani, parmenide, scuola di Crotone. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sasso” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734778984

 

Grice e Sava – filosofia italiana (Belpasso). Filosofo. Gli venne conferita l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine dei SS.Maurizio e Lazzaro su proposta del Ministero dell'Agricoltura. Collabora inoltre alla quarta e quinta edizione della Nuova Enciclopedia Popolare Italiana.  Il suo saggio “Sui pregi” e “Doveri dei medici”, pubblicato,  Gli è stato dedicato il libro Roberto Sava La vita e l'opera -- di A. Prezzavento. Il paese natale di Belpasso, ha dedicato al suo ricordo la biblioteca comunale, istituita; è intitolato al suo nome, inoltre, un premio di laurea. British and foreign medical review: or quarterly journal of .. Repertorio di libri e pubblicazioni su adamoli  Biblioteca comunale Roberto Sava su lineaamica  Biblioteca comunale su comunebelpasso  Alba Dicembre Speciale Archiviato il 9 ottobre  in . su l'Alba. Roberto Sava. Sava. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sava” – The Swimming-Pool Library.

 

Grice e Scala – filosofia italiana  (Noto). Filosofo. Insieme a Molet, fu uno dei due studiosi che parteciparono alla commissione dei cinque dotti creata da papa Gregorio XIII per la riforma del calendario . Chiamato da Padova per insegnare matematica, fu costretto a rifiutare per le sue precarie condizioni di salute . Morì, infatti, giovanissimo a soli ventinove anni.  Pubblicazioni L'Efemeridi del mag.co et eccel.te sig. Gioseppe Scala Siciliano, per anni dodici, le quali cominciano dall'anno di Christo nostro Sig.  & finiscono nel fine di dicembre dell'anno. Alle quali sono aggiunti i canoni, ò introduttioni dell'efemeridi dell'eccell. sig. G. Moleto matematico et dal detto signor Gioseppe Scala ridotto all'uso delle presenti efemeridi, In Venetia: appresso i Giunti. Ephemerides Iosephi Scalae Siculi Noetini art. et med. doc. ad annos duodecim, incipientes ab anno Domini. Vnà cum introductionibus ephemeridum excel. d. I. Moletii mathematici. Ab eodem d. Iosepho Scala, ad vsum suarum, restitutis. Venetiis: Lucantonio Giunta il giovane. Col suo nome è oggi chiamato il Gruppo Astrofili di Noto  Santi Correnti, Quello che la Sicilia ha dato all'Italia e al mondo. Vedi:Ortolani, Biografia degli uomini illustri di Sicilia ornata de' loro rispettivi ritratti, Tomo II, Napoli, Corrado Spataro, L'astronomo netino Giuseppe Scala jr. e la "nuova scienza" del Cinquecento. Calendario gregoriano. Giuseppe Scala. Scala. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scala” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690487407/in/photolist-2mPC6Zb-2mLNXjb-2mLP9qE-2mKHg38-2mKCewV-FKiWA6-FcebeC-E58e4H-2mKR9Cp-FjcgRv-G8Exy4-D41J73-CkaHMd-Ck9fTK-CdDizG-CdAEaL-CfWKjF-yPkGGd-2dxgYk4-o8VGVi

 

Grice e Scalea – filosofia italiana (Morano Calabro). Filosofo. Figlio del principe di Scalea, marchese di Misuraca e barone di Morano, dal quale ereditò i titoli, e di Anna Beatrice Carafa, dei principi di Belvedere. Fu allievo di Caloprese.  Divulgò la filosofia razionalista, difese alcuni colleghi, anche loro seguaci di Cartesio, accusati di ateismo, ed ebbe un'accesa polemica con Doria sull'origine dello spinozismo, in merito alla quale scrisse una opera critica. Opere: “Riflessioni sulle principali materie della prima filosofia fatte all'occasione di esaminare la prima parte di un libro intitolato: Discorsi Critici Filosofici intorno alla Filosofia degli Antichi e de' Moderni &c. di Paolo Matti Doria [...]” (Stamperia di Felice Mosca, Napoli); “De origine mali dissertation”; “De bono dissertation” Dizionario di filosofia, riferimenti in .  Alfonso Mirto, "Nota sul pensiero di Francesco Maria Spinelli", in Calabria letteraria, 31, 1983, nn. 7-9,  74-76. Fabrizio Lomonaco , Francesco Maria Spinelli, Vita, e studj scritta da lui medesimo in una Lettera, Il Melangolo, Genova 2007. Alfonso Mirto, Spinelli Francesco Maria in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, , ad vocem. Altri progetti Collabora a Wikiquote Citazionio su Francesco Maria Spinelli  Francesco Maria Spinelli, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Francesco Maria Spinelli, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Francesco Maria Spinelli. Keywords: bonum, ‘il bono’ the good. Spinelli, principe di Scalea. Scalea. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scalea” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691436373/in/photolist-2mKN88B

 

Grice e Scalfari – l’implicatura di Teseo – filosofia italiana (Civitavecchia). Filosofo.  Considerato, anche dai suoi avversari, uno dei più grandi filosofi italiani. Professorecontribuì, con altri, a fondare il settimanale l'Espresso ed è fondatore del quotidiano la Repubblica. I campi principali dell'analisi di Scalfari sono l'economia e la politica. La sua ispirazione politica è socialista liberale, azionista e radicale. Punti forti dei suoi articoli recenti sono la laicità, la questione morale, la filosofia. Si iscrive al Liceo Mamiani di Roma, ma è a Sanremo (dove la famiglia, di origini calabresi, si era trasferita temporaneamente, essendo il padre direttore artistico del Casinò) che completerà gli studi liceali, al liceo classico G.D. Cassini, avendo come compagno di banco Italo Calvino.  Nel 1950 si sposa con la figlia del giornalista Giulio De Benedetti, Simonetta, morta nel 2006.  Dalla fine degli anni settanta Scalfari è sentimentalmente legato a Serena Rossetti, già segretaria di redazione de L'Espresso (e poi di Repubblica), che sposerà dopo la scomparsa della moglie Simonetta.  Eugenio Scalfari è ateo.  Esordi giornalistici durante il fascismo Tra le prime esperienze giornalistiche di Scalfari c'è Roma Fascista, organo ufficiale del GUF (Gruppo Universitario Fascista), mentre era studente di giurisprudenza. Negli anni successivi Scalfari continua a collaborare con riviste e periodici legati al fascismo, come NuovoOccidente, diretto dall'ex squadrista e fascista cattolico Giuseppe Attilio Fanelli. Nel 1942 Scalfari sarà nominato caporedattore di Roma Fascista.  All'inizio del 1943 scrive una serie di corsivi non firmati sulla prima pagina di Roma Fascista in cui lancia generiche accuse verso speculazioni da parte di gerarchi del Partito Nazionale Fascista sulla costruzione dell'EUR. Questi articoli portarono alla sua espulsione dai GUF per opera di Carlo Scorza, allora vicesegretario del PNF. Di fronte al gerarca, intenzionato a perseguire gli speculatori, il giovane Scalfari aveva ammesso come i suoi corsivi fossero basati su voci generiche. Il gerarca accusò poi il giovane di essere un imboscato, e lo prese materialmente per il ero strappandogli le mostrine dalla divisa del partito.  Carriera giornalistica nel dopoguerra Dopo la fine della seconda guerra mondiale entra in contatto con il neonato Partito Liberale Italiano, conoscendo giornalisti importanti nell'ambiente. Mentre lavora presso la Banca Nazionale del Lavoro, diventa collaboratore, prima a Il Mondo e poi a L'Europeo, di due personalità che spesso richiama nei suoi scritti: Mario Pannunzio e Arrigo Benedetti. Ricorderà poi, con orgoglio, di essere stato licenziato dalla BNL per una serie di articoli sulla Federconsorzi non graditi alla direzione. Partecipa all'atto di fondazione del Partito Radicale. Nello stesso anno nasce il settimanale L'Espresso: Scalfari è direttore amministrativo e scrive articoli di economia.  Nel 1963 somma la carica di direttore responsabile de L'Espresso a quella di direttore amministrativo. Il settimanale arriva in cinque anni a superare il milione di copie vendute. Il successo giornalistico si fuse con il piglio imprenditoriale, dato che Scalfari continuò a gestire anche la parte organizzativa e amministrativa.   Eugenio Scalfari nella foto da deputato Sempre nel 1967 Scalfari pubblica insieme a Lino Jannuzzi l'inchiesta sul SIFAR che fa conoscere il tentativo di colpo di Stato chiamato piano Solo. Il generale De Lorenzo li querela e i due giornalisti vengonocondannati rispettivamente a 15 e a 14 mesi di reclusione, malgrado la richiesta di assoluzione fatta dal Pubblico Ministero Vittorio Occorsio, che era riuscito a leggere gli incartamenti integrali prima che il governo ponesse il segreto di Stato.  Scalfari e Jannuzzi evitano il carcere grazie all'immunità parlamentare loro offerta dal Partito Socialista Italiano: alle elezioni politiche Scalfari viene eletto deputato, come indipendente, nelle liste del PSI, segreteria Mancini, mentre Jannuzzi diviene senatore. Scalfari, che era stato eletto sia nella circoscrizione di Torino che in quella di Milano, opta per la seconda e aderisce al gruppo del PSI. Resta deputato. Dopo la candidatura al Parlamento, aveva lasciato la direzione de L'Espresso. Sottoscrive la lettera aperta a L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi. Nel , dopo 45 anni, ammette che "quella firma era stata un errore".  In quegli anni critica accanitamente le manovre di Eugenio Cefis, prima presidente dell'ENI e poi di Montedison, appoggiando spesso chi gli si opponeva; tra questi vi fu Sindona nel suo scontro con Mediobanca per il controllo di Bastogi. Soprattutto contro Cefis è indirizzato il celebre libro-inchiesta pubblicato da Scalfari e da Giuseppe Turani, Razza padrona.  Fondazione e direzione de la Repubblica Nel 1976, dopo aver già tentato (inutilmente) di varare un quotidiano insieme a Indro Montanelli, che aveva respinto la proposta definendola piuttosto azzardata, Scalfari fonda il quotidiano la Repubblica, che debutta nelle edicole il 14 gennaio di quell'anno. L'operazione, attuata con il Gruppo L'Espresso e la Arnoldo Mondadori Editore, apre una nuova pagina del giornalismo italiano. Il quotidiano romano, sotto la sua direzione, compie in pochissimi anni una scalata imponente, diventando per lungo tempo il principale giornale italiano per tiratura.  L'assetto proprietario registra negli anni ottanta consolidamenti della posizione dello stesso Scalfari e l'ingresso di Carlo De Benedetti, nonché un vano tentativo di acquisizione da parte di Berlusconi in occasione della "scalata" del titolo Arnoldo Mondadori Editore, finito con il "lodo Mondadori", resosi necessario a causa del fatto che (come accertato dalla magistratura in seguito) Silvio Berlusconi, a capo della Fininvest, aveva corrotto uno dei tre giudici per averelusione, malgrado la richiesta di assoluzione fatta dal Pubblico Ministero Vittorio Occorsio, che era riuscito a leggere gli incartamenti integrali prima che il governo ponesse il segreto di Stato.  Scalfari e Jannuzzi evitano il carcere grazie all'immunità parlamentare loro offerta dal Partito Socialista Italiano: alle elezioni politiche del 1968 Scalfari viene eletto deputato, come indipendente, nelle liste del PSI, segreteria Mancini, mentre Jannuzzi diviene senatore. Scalfari, che era stato eletto sia nella circoscrizione di Torino che in quella di Milano, opta per la seconda e aderisce al gruppo del PSI. Resta deputato. Dopo la candidatura al Parlamento, aveva lasciato la direzione de L'Espresso. Sottoscrive la lettera aperta a L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi. Nel , dopo 45 anni, ammette che "quella firma era stata un errore".  In quegli anni critica accanitamente le manovre di Eugenio Cefis, prima presidente dell'ENI e poi di Montedison, appoggiando spesso chi gli si opponeva; tra questi vi fu Sindona nel suo scontro con Mediobanca per il controllo di Bastogi. Soprattutto contro Cefis è indirizzato il celebre libro-inchiesta pubblicato da Scalfari e da Giuseppe Turani, “Razza padrona”. Fondazione e direzione de la Repubblica. Dopo aver già tentato (inutilmente) di varare un quotidiano insieme a Indro Montanelli, che aveva respinto la proposta definendola piuttosto azzardata, Scalfari fonda il quotidiano la Repubblica, che debutta nelle edicole il 14 gennaio di quell'anno. L'operazione, attuata con il Gruppo L'Espresso e la Arnoldo Mondadori Editore, apre una nuova pagina del giornalismo italiano. Il quotidiano romano, sotto la sua direzione, compie in pochissimi anni una scalata imponente, diventando per lungo tempo il principale giornale italiano per tiratura.  L'assetto proprietario registra negli anni ottanta consolidamenti della posizione dello stesso Scalfari e l'ingresso di Carlo De Benedetti, nonché un vano tentativo di acquisizione da parte di Berlusconi in occasione della "scalata" del titolo Arnoldo Mondadori Editore, finito con il "lodo Mondadori", resosi necessario a causa del fatto che (come accertato dalla magistratura in seguito) Silvio Berlusconi, a capo della Fininvest, aveva corrotto uno dei tre giudici per avereun pronunciamento favorevole nella disputa con De Benedetti per il controllo della Mondadori: tale accordo fu fortemente voluto da Giulio Andreotti, grazie all'intermediazione di Giuseppe Ciarrapico. Sotto la guida di Scalfari, "Repubblica" apre il filone investigativo sul caso Enimont, che dopo due anni verrà in buona parte confermato dall'inchiesta di "Mani pulite". Contro Craxi, a differenza che con Spadolini e con De Mita, Scalfari s'era speso sin dall'inizio del decennio precedente, considerandolo l'archetipo della questione morale contro cui si scagliava l'anima della sinistra rappresentata da Berlinguer. Di questi invece elogiò lo "strappo" con l'Unione Sovietica in occasione del golpe polacco, pur restando essenzialmente estraneo alla tradizione comunista e rimanendo su posizioni legate all'intellettualità laica e alla tecnocrazia. In tal senso vanno lette alcune sue importanti iniziative, tutte sostenute per il tramite di "Repubblica": sponsorizza il "governo del Presidente", candidandovi il governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi, già negli anni ottanta; indica al presidente Scalfaro il commissario PSI a Milano Giuliano Amato come viatico per la sua scelta a premier. Apprezza Guido Rossi come commissario delle aziende travolte nel turbine di Tangentopoli. Il 27 gennaio 1994 incomincia, dapprima in solitaria, la sua ventennale battaglia contro Silvio Berlusconi . Sconfitto Vittorio Sgarbi, è il primo a percepire e ad avvertire il pubblico circa la potenziale pericolosità di Beppe Grillo --  è il primo a preconizzare una possibile, futura alleanza fra Matteo Renzi e Matteo Salvini .  Ritiro dalla direzione de la Repubblica Scalfari, padre del quotidiano la Repubblica e della sua ascesa editoriale e politico-culturale, abbandona il ruolo di direttore, dopo che già da tempo aveva ceduto, insieme a Caracciolo, la proprietà a Carlo De Benedetti; gli subentra Ezio Mauro. Non scompare dalla testata del giornale, poiché continua a svolgere il ruolo di editorialista dell'edizione domenicale. I suoi editoriali sono entrati oramai nella consuetudine del giornale, tanto da essere soprannominatianche per la loro lunghezza"la messa cantata della domenica" Cura altresì una rubrica su L'Espresso (Il vetro soffiato). Il 6 luglio 2007, sul Venerdì di Repubblica (il magazine settimanale che esce dal 1987), annuncia di voler abbandonare dopo l'estate la sua storica rubrica Scalfari risponde, ringraziando i lettori per l'affetto ricevuto e gli stimoli da loro pervenuti per le sue riflessioni. Gli subentra Michele Serra.  Su RaiSat Extra è andato in onda per qualche tempo, ogni giovedì, un programma dal titolo La Scalfittura, in cui Scalfari teneva colloqui politici con Giovanni Floris.  Controversie Nel  e nel , le sue "interviste" con papa Francesco hanno causato per due volte la smentita da parte della sala stampa vaticana in relazione alle parole attribuite da Scalfari al Pontefice. Scalfari ha ribattuto di aver scritto virgolettati "come se fossero usciti dalla bocca del Papa", senza aver preso appunti o registrato durante i colloqui, sostenendo che quello era stato il suo metodo di lavoro per quasi cinquant'anni. il Vaticano ha smentito un’altra intervista di Eugenio Scalfari a papa Francesco, a seguito della pubblicazione di un suo articolo su Repubblica, negando he il Papa avesse rilasciato un’intervista a Scalfari e sostenendo che il contenuto dell’articolo fosse il frutto di una sua ricostruzione. Ciononostante, Papa Francesco continua periodicamente a concedere interviste esclusive a Scalfari. Premi ed onorificenze Scalfari ha ricevuto varie onorificenze. A livello giornalistico ha vinto nel 1988 il Premio Internazionale Trento per "Una vita dedicata al giornalismo", nel 1996il "Premio Ischia" alla carriera, nel 1998 il Premio Guidarello al giornalismo d'autore e, di recente, il Premio Saint-Vincent -- è stato nominato Cavaliere di gran croce dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro mentre nel 1999 ha ricevuto una delle più prestigiose onorificenze della Repubblica francese diventando Cavaliere della Legione d'onore (successivamente è stato promosso ufficiale). È cittadino onorario di Velletri, città in cui risiede. Ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Vinci e gli è stata conferita la cittadinanza benemerita di Sanremo. Nel  vince il prestigioso Premio Viareggio  Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinariaCavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana — Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinariaGrande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana —Ufficiale della Legion d'onorenastrino per uniforme ordinariaUfficiale della Legion d'onore Cittadinanza onoraria di Vibo Valentia, Velletri  e Vinci. Cittadinanza benemerita di Sanremo. Altre opere:” Petrolio in gabbia” (Bari, Laterza), “I padroni della città” (Bari, Laterza); “Le baronie elettriche” (Bari, Laterza, Rapporto sul neocapitalismo in Italia, Bari, Laterza, Il potere economico in URSS, Bari, Laterza, Storia segreta dell'industria elettrica, Bari, Laterza, L'autunno della Repubblica. La mappa del potere in Italia, Milano, Etas Kompass,  Il caso Mattei. Un corsaro al servizio della repubblica, con Francesco Rosi, Bologna, Cappelli, Razza padrona. Storia della borghesia di Stato, con Giuseppe Turani, Milano, Feltrinelli, Interviste ai potenti, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Come andremo a incominciare?, con Enzo Biagi, Milano, Rizzoli, L'anno di Craxi (o di Berlinguer?), Milano, Mondadori, La sera andavamo in Via Veneto. Storia di un gruppo dal «Mondo» alla «Repubblica», Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Collana Super ET, Torino, Einaudi, Incontro con Io, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, , Denis Diderot, Il sogno di d'Alembert seguito da Il sogno di una rosa di Eugenio Scalfari, Collana La memoria, Palermo, Sellerio, I ed. accresciuta, nuova Introduzione di E. Scalfari, Palermo, Sellerio, , Alla ricerca della morale perduta, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, Il labirinto, Milano, Rizzoli, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Attualità dell'Illuminismo, a cura di, Roma-Bari, Laterza, La ruga sulla fronte, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, Articoli,  Roma, la Repubblica,  Dibattito sul laicismo, E. Scalfari, Roma, La Biblioteca di Repubblica,  L'uomo che non credeva in Dio, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Per l'alto mare aperto. La modernità e il pensiero danzante, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Scuote l'anima mia Eros, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, ,Enrico Berlinguer, La questione morale. La storica intervista di Eugenio Scalfari, Reggio Emilia, Aliberti, .ed. ampliata, Prefazione di Luca Telese, Aliberti, . Vito Mancuso-E. Scalfari, Conversazioni con Carlo Maria Martini, Collana Campo dei fiori, Roma, Fazi, La passione dell'etica. Scritti, Angelo Cannatà, Collezione I Meridiani, Milano, Mondadori, Papa Francesco-E. Scalfari, Dialogo tra credenti e non credenti, Torino, Einaudi, L'amore, la sfida, il destino. Il tavolo dove si gioca il senso della vita, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, , Racconto autobigrafico, Collana Passaggi, Torino, Einaudi, L'allegria, il pianto, la vita, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, L'ora del blu, Torino Einaudi, Il Dio unico e la società moderna. Incontri con Papa Francesco e il Cardinale Carlo Maria Martini, Torino, Einaudi, liberoquotidiano, libero quotidiano news commenti-e-opinioni vittorio_feltri_eugenio_scalfari_ritratto fuoriclasse_re giornalisti diversi.html. ilfoglio, il foglio uffa news benvenuti al-grand-hotel-scalfari-splendida-vista sul secolo-di-carta- la7, la7/dimartedi/video/da-montanelli-e-scalfari-ho-imparato-che-bisogna-scrivere-per-farsi-capire-marco-travaglio Angelo Cannatà, Eugenio Scalfari e il suo tempo, Mimesis, , diviso in quattro capitoli: la Politica, l'Arte, la Religione, la Filosofia.  Scheda sul  storico della Camera dei deputati, su storia.camera. Sull'amicizia tra Scalfari e Calvino leggiamo: "Caro Eugenio, le tue lettere sono come manate sulla schiena e io ne ho bisogno di manate sulla schiena, specie di questi tempi."(...) Mi viene l'acquolina in bocca pensando alle ghiotte discussioni che faremo quando ci ritroveremo insieme", cfr. Angelo Cannatà "Eugenio Scalfari e il suo tempo", Mimesis,  Paolo Guzzanti, Guzzanti vs De Benedetti. Faccia a faccia fra un gran editore e un giornalista scomodo, Aliberti editore,   Cfr. Corriere della Sera,  La Repubblica : Gli 80 anni di Eugenio Scalfari, su repubblica. Mirella Serri, I redenti. Gli intellettuali che vissero due volte, Milano, Corbaccio, 2Ero giovane, fascista e felice, intervista a Eugenio Scalfari apparsa su Il Foglio, pasqualericcio. Nel corso dell'inchiesta Scalfari riferisce di un colloquio avuto col generale Aurigo: "Mi disse che gli ordini (le disposizioni relative al 'Piano Solo') contemplavano anche l'ipotesi di una eventuale resistenza da parte del prefetto (gli ordini dicevano che bisognava mettere il prefetto, qualora avesse resistito a questa iniziativa dei carabinieri, in condizioni di non nuocere". Fonte: Angelo Cannatà, "Eugenio Scalfari e il suo tempo", Mimesis, 42.  Eugenio Scalfari / Deputati / Camera dei deputati storico, su storia.camera.  Il commissario Calabresi e quella firma, su repubblica.  Fabio Tamburini, Un siciliano a Milano, Longanesi, da ultimo citato da Ferruccio de Bortoli su corriere della sera attacchi-corriere_ Franco Recanatesi, La mattina andavamo in piazza Indipendenza, Milano, Cairo,  e Alberto Mazzuca, Penne al vetriolo, Bologna, Minerva,   Nei cui confronti Carlo Caracciolo e Carlo De Benedetti dicono che Scalfari ebbe un "innamoramento", in seguito non più condiviso dallo stesso editore della Repubblica che ormai non lo considerava "un grande politico": intervista alla Stampa. Scrive Scalfari: Gelli è Belfagor, il messaggero del diavolo; ma il diavolo, cioè Belzebù, chi è? ("Belzebù è, in una certa misura, lo stesso partito socialista, elemento importante di quel quadro politico e di quella inamovibilità". Fonte: Eugenio Scalfari e il suo tempo, di Angelo Cannatà, Mimesis, 61. L'articolo di Scalfari, Caro Craxi tu lo sai chi è Belzebù, è apparso su Repubblica repubblica, repubblica sezioni/politica festaforza coccode coccode.html. 5 marzo  (archiviato il 21 agosto ).  la7, la7/le-invasioni-barbariche/video/lintervista-a-eugenio-scalfari Voto Renzi perché l'avversario è Grillo, su youtube.com.  youtube.com, youtube Rep, su rep.repubblica.  E. Mauro dal pulpito di Repubblica officia la democrazia e aspira a diventare papa, Panorama. Il Post Archiviato il 25 dicembre  in ., 22 novembre   "Le interviste vanno comunque reinterpretate", su youtube.com.  ll Vaticano ha smentito un’altra intervista di Eugenio Scalfari a papa Francesco, su ilpost. 31 marzo  (archiviato il 1º aprile ).  Il Vaticano smentisce Eugenio Scalfari che fa dire al Papa che l'inferno non esiste, su ilmessaggero. 31 marzo  (archiviato il 31 marzo ).  Rep, su rep.repubblica. 1º marzo .  Premio Viareggio , su repubblica (archiviato il 25 agosto ).  Dettaglio Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale. Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale. C. Mauri, Il cittadino Scalfari, prefazione di Ruggero Guarini, Milano, SugarCo, 1Giancarlo Perna, Eugenio Scalfari, una vita per il potere, Milano, Leonardo Editore, Angelo Cannatà, Eugenio Scalfari e il suo tempo, Milano-Udine, Mimesis, F.  Bucci, Eugenio Scalfari. L'intellettuale dilettante, Roma, Società Editrice Dante Alighieri, Giampaolo Pansa, La Repubblica di Barbapapà, Milano, Rcs Libri,  Giovanni Valentini, La Repubblica tradita, Roma, PaperFirst, Franco Recanatesi, La mattina andavamo in piazza Indipendenza, Milano, Cairo Editore, A. Mazzuca, Penne al vetriolo. I grandi giornalisti raccontano la Prima Repubblica, Bologna, Minerva, La Repubblica Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Eugenio Scalfari, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. storia.camera, Camera dei deputati.  Registrazioni di Eugenio Scalfari, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Dati personali e incarichi nella V legislatura, Camera dei deputati. PredecessoreDirettore de L'EspressoSuccessore Arrigo Benedetti9 giugno 196324 marzo 1968Gianni Corbi PredecessoreDirettore de la RepubblicaSuccessore nessuno. Ezio Mauro. Eugenio Scalfari. Scalfari. Keywords: l’implicatura di Teseo, il labirinto. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scalfari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734747384/in/datetaken/

 

Grice e Scarano – l’implicatura di scenofilace – filosofia italiana (Brindisi). Filosofo. Studia a Bologna, anda poi a Padova e a Venezia. Il Senato della Serenissima lo chiama alla cattedra di filosofia lasciata da Aldo Manuzio il Giovane.  Molto apprezzato dai contemporanei, e tra i fondatori dell'Accademia Veneziana. Scrive il saggio “Scenophylax” (Venezia), nel quale tratta della convenienza di restituire alla tragedia e alla commedia la lingua del Lazio. P. Camassa, Brindisini illustri, Brindisi, A. Sordo, Ritratti brindisini. Scarano. Keywords: scenofilace – il tragico – il comico --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scarano” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734956415/in/datetaken/

 

Grice e Scaravelli – tra critica e metafisica – filosofia italiana (Firenze). Filosofo. Iscritto alla facoltà di medicina dell'Istituto di Studi Superiori Fiorentino, dopo aver quasi completato gli studi e aver servito come ufficiale medico nella Prima guerra mondiale, cambiò ateneo e facoltà  al scegliendo il corso di laurea in filosofia a Pisa, dove si laureò con lode con Carlini. Insegnò in licei italiani e stranieri e negli Istituti italiani di cultura di Atene, Bruxelles, Zagabria e Lisbona. Ottenuta quell'anno la docenza in Filosofia teoretica a'Pisa, vi insegnò con qualche incarico temporaneo alla Scuola normale superiore e all'Università "La Sapienza" di Roma. Nell'ultimo anno della sua vita ottenne il trasferimento all'Firenze, dove però non insegnerà mai, per una grave depressione che l'avrebbe condotto di lì a poco al suicidio. Era sposato e aveva due figli.  Profondo conoscitore di Kant, approfondì nei suoi studi (pubblicati con molta riluttanza e quasi solo per esigenze concorsuali) in particolare i temi relativi ai rapporti tra la filosofia kantiana e la fisica moderna, i problemi relativi alla Critica del Giudizio ed anche i temi dell'idealismo.  Biblioteca personale I suoi libri, doll'Università La Sapienza dai suoi eredi, sono oggi conservati in uno specifico fondo alla "Villa Mirafiori", dove ha sede la Biblioteca di filosofia  Opere principali: Critica del capire, Firenze, Sansoni, Saggio sulla categoria kantiana della realta, Firenze, Le Monnier, La prima meditazione di Cartesio, Firenze, La Nuova Italia, Osservazioni sulla Critica del giudizio, Pisa, Scuola Normale Superiore,  Opere: Mario Corsi (Critica del capire e altri scritti, Scritti kantiani, L'analitica trascendentale: scritti inediti su Kant), Firenze, La nuova Italia. La Biblioteca di Luigi Scaravelli, su bibliotecafilosofia.uniroma1. 2L' attualità di Scaravelli, E. Mirri, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, M. Visentin, Le categorie e la realtà: saggi su Scaravelli, Firenze, Le lettere, G.  Sasso, Filosofia e idealismo, De Ruggiero, Calogero, Scaravelli, Napoli, Bibliopolis, Il pensiero di Scaravelli: la storia come problema e come metodo, atti del Convegno svoltosi presso l'Accademia d'Ungheria in Roma  col titolo di Il problema del giudizio storico e Luigi Scaravelli, Mario Corsi, Soveria Mannelli, Rubbettino, Scaravelli pensatore europeo, M. Biscuso e G. Gembillo, Messina, Siciliano, Gennaro Sasso, Scaravelli e il giudizio, in Filosofia e idealismo. Secondi paralipomeni, Napoli, Bibliopolis,  S. Palermo, Tra critica e metafisica. Luigi Scaravelli lettore di Kant, Pisa, Edizioni ETS,   Luigi Scaravelli, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Luigi Scaravelli, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Massimiliano Biscuso, Profilo di Luigi Scaravelli, su bibliotecafilosofia.uniroma1. La  completa dei suoi scritti, su giornaledifilosofia.net. Luigi Scaravelli. Scaravelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scaravelli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701205587/in/photolist-2mLEcGW-2mLEcbk-2mLKJ9d

 

Grice e Scarpelli – il tropico, il clistico, il neustico, ed il frastico – filosofia italiana (Vicenza). Filosofo. Studioso di analisi del linguaggio, è stato uno dei fondatori della cosiddetta scuola analitica italiana di filosofia del diritto assieme a Bobbio. È stato, insieme allo stesso Bobbio e a Giovanni Tarello, uno dei massimi esponenti della filosofia del diritto analitica italiana del Novecento, insegnando in varie università italiane anche Teoria generale del diritto, dottrine dello Stato, Filosofia morale e Filosofia della politica ed occupandosi costantemente, per l'intera vita, di problemi di etica e politica. Il pensiero filosofico-giuridico scarpelliano può essere raccolto attorno a due grandi temi: la semiotica del linguaggio prescrittivo e il metodo giuridico. Scarpelli contribuisce in misura fondamentale alla cosiddetta svolta prescrittivistica in campo semiotico ed è fautore di una giustificazione etico-politica del positivismo giuridico. Oltre ad approfondire lo studio del metodo del ragionamento morale, si è impegnato attivamente in relazione a questioni di etica e bioetica quali per esempio l'aborto e l'eutanasia. Ha compiuto inoltre studi sulla democrazia e i concetti di libertà politica e di partecipazione politica. Da una famiglia di origine pugliese trasferitasi poi in Lucchesia; il padre è magistrato. Dopo avere frequentato il liceo, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Torino. La formazione di Scarpelli è all'insegna del pensiero filosofico idealistico allora dominante in Italia e fondata, tra gli altri, sui testi di Croce e Gentile. Durante gli anni universitari, desta l'interesse di Scarpelli in particolare Allara, maestro della scuola civilistica torinese, e la filosofia del diritto. Segue le lezioni del corso di Filosofia del diritto di Bobbio, che ha l'incarico per quell'anno di ricoprire la cattedra di Gioele Solari. Sotto la guida del filosofo e giurista italiano Solari, Scarpelli si laurea nel 1946 discutendo una tesi sul tema della persona nella filosofia giuridica moderna. Già in questo lavorolo ricorda Bobbio, molti anni più tardi, nel ritratto dell'allievoScarpelli rivela un orientamento critico verso le versioni organicistiche della filosofia al tempo in auge.  Si laurea anchein Scienze politiche sempre sotto la guida di Solari. Risale a questo anno la pubblicazione nella Rivista del diritto commerciale di una breve nota intitolata Scienza giuridica e analisi del linguaggio; in questa nota Scarpelli precorre il celebre saggio di Bobbio che porta lo stesso titolo e che è considerato il manifesto della scuola analitica italiana di filosofia del diritto. Scarpelli, sino da giovanissimo, prende le distanze dalle correnti filosofiche idealistiche, organicistiche ed attualistiche accreditate sul continente per accostarsi al positivismo logico e, più in generale, alla filosofia analitica e agli studi di semiotica. È tra i primi a proporne una applicazione in campo giuridico e ad evidenziare la rilevanza della analisi del linguaggio per la teoria e la dogmatica giuridica.  Appena dopo la laurea, diviene assistente volontario di Bobbio; in seguito, in qualità di assistente incaricato, collabora con Bobbio alla preparazione di due seminari, uno sulla giustizia nel materialismo storico e l'altro sulla interpretazione giuridica. La giustizia e il marxismo sono temi a cui Scarpelli dedica il primo libro intitolato Esistenzialismo e marxismo, il quale reca come sottotitolo Saggio sulla giustizia. Nonostante alcuni cambiamenti intervenuti nel corso degli anni, nel libro si rintracciano alcuni motivi del pensiero scarpelliano che lo stesso Scarpelli riconosce di non avere mai abbandonato: anzitutto, l'idea che la filosofia debba proporsi come forma di pensiero mondano, legato esclusivamente a ciò che gli uomini sono e fanno al mondo, e l'idea della scelta e dell'impegno come basi della esistenza di ciascun uomo. Risultato vincitore del concorso per l'accesso in magistratura, lascia la carriera universitaria con qualche rimpianto; ne è testimonianza la corrispondenza epistolare col maestro Norberto Bobbio. Durante gli anni di magistratura, i rapporti con l'università non si interrompono però completamente: consegue la libera docenza in Filosofia del diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Milano; nei due anni successivi svolge corsi liberi nella stessa disciplina e svolge su incarico il corso di dottrina dello Stato al fianco di Renato Treves. Godendo di una borsa Rockefeller, ottenuta soprattutto grazie ad Alessandro Passerin d'Entrèves, per un anno si dedica ininterrottamente allo studio ponendo le basi di una delle sue opere principali: il Contributo alla semantica del linguaggio normative. Esercita la professione di magistrato a Milano fino al anno in cui lascia definitivamente la carica per ritornare a tempo pieno all'insegnamento universitario. Tiene per incarico il corso di filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza di Perugia,  professore straordinario di Filosofia del diritto presso la medesima Facoltà; al compimentodel triennio, è Professore sempre a Perugia. Professore di Filosofia morale nella Facoltà di Lettere e filosofia del diritto dell'Università degli Studi di Pavia, presso la cui Facoltà di Giurisprudenza tiene anche le lezioni di Filosofia del diritto. Titolare della cattedra di Filosofia del diritto della Facoltà di Giurisprudenza di Torino. Mantiene l'incarico fino a quando si trasferisce accanto a Treves all'Università degli Studi di Milano ricoprendo la cattedra di Filosofia del diritto di cui è già titolare. Promuove il dottorato in filosofia analitica e teoria generale del diritto; ancora oggi attivo, tale dottorato è uno dei tre curricula che compongono l'attuale dottorato in a Milano. Durante gli anni di docenza, oltre ai corsi di Filosofia del diritto e Filosofia morale, Scarpelli insegna su incarico Teoria generale del diritto, Filosofia della politica e Analisi del linguaggio politico. Lavora appassionatamente e alacremente a un'opera sistematica rimasta incompiuta: si tratta di un trattato di teoria generale del diritto di cui resta solo la struttura del lavoro, dettagliata fino alla scansione dei paragrafi. A tale opera Scarpelli pensa per lunghi anni, almeno dieci, come dimostra quanto egli scrive nel saggio intitolato La teoria generale del diritto: prospettive per un trattato; eccettuate le anticipazioni presenti in questo lavoro e in altri saggi successivi, tra le carte rimaste di Scarpelli, non v'è alcuna parte di testo scritta di pugno dal filosofo. Come attestano gli allievi, il modo di lavorare di Scarpelli avrebbe portato ad una stesura unitaria a partire dalle citazioni e dai riferimenti raccolti e ordi corso degli anni. Ad oggi, questa mole di documenti resta l'ultima testimonianza del lavoro di Scarpelli, la traccia degli ultimi sviluppi del suo pensiero di filosofo del diritto e studioso di analisi del linguaggio. Muore a Milano. Tra gli scritti pubblicati postumi e ancora incompiuti, si ricorda soprattutto il testo di una conferenza mai tenuta intitolato La mia meta-etica e la mia esperienza etica in cui Scarpelli esplicita le due problematiche che hanno dominato la sua ricerca meta-etica: quella della razionalità interna dell'etica e quella della sua fondazione.  L'attività scientifica Scarpelli ricopre numerose cariche in istituzioni dedite alla ricerca e partecipa a numerosi convegni, incontri di studio e simposi di rilievo nazionale ed internazionale. È stato membro del Centro di studi metodologici di Torino e dello Institut international de philosophie politique; è stato socio corrispondente dell'Accademia delle scienze di Torino e socio dell'Istituto Lombardo Accademia delle scienze e delle lettere.Direttore dell'Istituto per la Scienza per la amministrazione pubblica. Ha fatto parte dei consigli direttivi della Rivista internazionale di filosofia del diritto e di Sociologia del diritto. Entra a far parte del comitato di redazione della Rivista di filosofia di cui cura numeri monografici dedicati al concetto di libertà, alla logica deontica e alla bioetica. È stato condirettore della collana Diritto e cultura moderna e direttore della collana Luoghi critici per le edizioni di Comunità. Presidente della Società italiana di filosofia giuridica e politica è stato vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica ed è stato nominato presidente onorario della Società italiana di filosofia analitica. Contribuisce alla nascita, dovuta all'iniziativa soprattutto di Ludovico Geymonat, del Centro Studi metodologici di Torino. In qualità di affiliato, riceve il compito di fare una relazione sulla Enciclopedia delle scienze unificate; lavoro a cui fanno seguito negli anni Cinquanta alcuni contributi sulla analisi del linguaggio così come concepita dal movimento del positivismo logico. In questi anni Scarpelli si avvicina sempre di più alla filosofia anglosassone e in particolare agli studi oxoniensi sul linguaggio della morale e della politica, partecipando anche ad incontri di studio ad Oxford. Seguendo inizialmente le ricerche di Morris, è fra i protagonisti della cosiddetta svolta linguistica della filosofia italiana. Si deve a lui l'introduzione nel nostro Paese del pensiero e delle opere del filosofo della morale Hare e del filosofo della politica  Oppenheim. Ad ambedue i filosofi, Scarpelli dedica alcuni lavori; sono da ricordare anzitutto le note, che in realtà sono ampi saggi di analisi del linguaggio normativo e contributi di meta-etica, ai due saggi di Hare: The Language of Morals e Freedom and Reason. Intraprende un vivace dibattito sul concetto di libertà politica che porta alla stesura di vari lavori; tra essi, si può ricordare anzitutto il saggio dal titolo Libertà come fatto e come valore  ed il volume La libertà politica.  Si devono a Scarpelli i primi studi in Italia sulla analisi del linguaggio giuridico in cui v'è una sistematica applicazione degli strumenti della semiotica ai suoi tre livelli: la sintattica (lo studio dei rapporti tra i segni), la semantica (lo studio dei rapporti tra i segni e i significati), la pragmatica (lo studio dei rapporti tra i segni e i loro utenti). Tutta la speculazione e la produzione scientifica di Scarpelli è basata sulla tesi della grande distinzione tra linguaggio descrittivo e linguaggio prescrittivo; ma negli anni si evolve progressivamente il livello a cui è individuato il tratto differenziale tra l'uno e l'altro, individuato dapprima sul piano pragmatico e poi sul piano semantico. L'esposizione compiuta del pensiero scarpelliano sulla significanza del linguaggio prescrittivo si ha nell'opera del Semantica, morale e diritto, trasfusa nella voce Semantica giuridica dello stesso anno. L'idea che il linguaggio prescrittivo (le norme, i comandi, gli ordini, le preghiere, ecc.) abbiano significato trae origine dalla distinzione tra il principio di significanza e il principio di verificazione. Alcuni spunti in tal senso sono rintracciabili già nel Contributo alla semantica del linguaggio normativo il cui nucleo concettuale ancora vicino al positivismo logico sta nell'intuizione che gli enunciati normativi, quantunque non possano essere verificati o falsificati, debbano nondimeno riferirsi alla realtà. Questa idea è alla base anche del libro Cos'è il positivismo giuridico in cui Scarpelli propone una giustificazione etico-politica del positivismo giuridico, criticando sia la versione bobbiana del positivismo giuridico come approach sia la versione proposta da Hart.  Fonti Le indicazioni sulla produzione scientifica di Uberto Scarpelli più ampie, seppur non complete, si rintracciano al momento nei seguenti contributi: R. Guastini, Variazioni su temi di Scarpelli. Con un'appendice bibliografica, in «Materiali per una storia della cultura giuridica italiana», Xdegli scritti di Uberto Scarpelli. Nota Bibliografica, in Filosofia analitica Donatelli e Luciano Floridi, Lithos editrice, Roma, (con anche l'indicazione delle note sul “Monitore dei Tribunali” e degli articoli comparsi su alcuni giornali, quotidiani e periodici: “L'Opinione”, “Panorama”, “Il Sole 24 Ore”, “Il Mondo economico”); Mario Jori, Uberto Scarpelli, giurista e filosofo, in «Rivista internazionale di filosofia del diritto», Norberto Bobbio, La mia Italia, Polito, Passigli Editori, Firenze,  nelle pagine dedicate al ritratto di Uberto Scarpelli. Semantica del linguaggio normativo, in Filosofia del diritto, (Paolo Di Lucia), Raffaello Cortina Editore, Milana. La presente  non è completa e non contempla i numerosissimi scritti e note apparsi sui giornali, quotidiani e periodici. Esistenzialismo e marxismo. Saggio sulla giustizia, Taylor, Torino, Filosofia analitica e giurisprudenza, Istituto editoriale Cisalpino, Milano, Il problema della definizione e il concetto di diritto, Istituto editoriale Cisalpino, Milano, Contributo alla semantica del linguaggio normativo, Accademia delle Scienze, Torino, (nuova edizione con introduzione e Anna Pintore, Giuffrè, Milano,  Filosofia analitica, norme e valori, Comunità, Milano, Validità, legittimità, effettività del diritto, e positivismo giuridico, Cluep, Perugia, ciclostilato Cos'è il positivismo giuridico, Comunità, Milano, (nuova edizione con introduzione di Alfonso Catania e Mario Jori, ESI, Napoli) Diritto e analisi del linguaggio, Uberto Scarpelli, Comunità, Milano, Letture filosofiche e politiche. Introduzione agli studi politici, Uberto Scarpelli, Cisalpino-Goliardica, Milano, Hobbes. Linguaggio e leggi naturali. Il tempo e la pena, Giuffrè, Milano, L'etica senza verità, Il Mulino, Bologna, La teoria generale del diritto. Problemi e tendenze attuali. Studi dedicati a Norberto Bobbio, Uberto Scarpelli, Comunità, Milano, Il linguaggio del diritto,Led, Milano, Bioetica Laica, Maurizio Mori, Baldini e Castoldi, Milano, Saggi Scienza del diritto e analisi del linguaggio, Rivista del diritto commerciale, Dissertazione (check) per la libera docenza, Giurisprudenza italiana,  L'Unità della scienza nella “International Encyclopedia of Unified Science”, Rivista di filosofia, Il giudice e la legge, Occidente. Rivista mensile (saggio compreso nel fascicolo speciale dedicato a Il potere giurisdizionale nello stato moderno e in particolare nella costituzione italiana, Liberalismo e democrazia nella Costituzione italiana, Occidente. Rivista bimestrale di studi politici, Elementi di analisi della proposizione giuridica, Jus, (riedito in Atti del congresso di studi metodologici promosso dal Centro di Studi metodologici, Ramella, Torino, Diritto naturale vigente, Occidente. Rivista bimestrale di studi politici, Alcuni problemi della teoria analitica del valore nel libro “Elementi di filosofia analitica” di Arthur Pap, Rivista di filosofia,  Linguaggio valutativo e prescrittivo, Jus, La Filosofia di Gentile e le critiche di Solari, in Studi in memoria di Solari, Ramella, Torino, Responsabilità del magistrato, Occidente. Rivista bimestrale di studi politici, Behaviourism, positivismo logico e fascismo, Rivista bimestrale di cultura e di politica, Gli Stati Uniti e “il grande cambiamento”, Rivista bimestrale di cultura e di politica, Etica e linguaggio, Rivista di filosofia, Società e natura nel pensiero di Kelsen, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Osservazioni sul concetto di segno nel pensiero di Charles Morris, Rivista di filosofia, La natura della analisi del linguaggio, Rivista di filosofia, La natura della metodologia giuridica, Rivista internazionale di filosofia del diritto (incluso anche in Filosofia e scienza del diritto. Atti del II Congresso nazionale di filosofia del diritto (Giuffrè, Milano), La «Filosofia del diritto» di Widar Cesarini Sforza, Rivista di diritto civile, I compiti della filosofia del diritto, in La ricerca filosofica nella coscienza delle nuove generazioni, Carlo Arata e altri, Il Mulino, Bologna, I fondamenti e il metodo della analisi del linguaggio, in Il pensiero contemporaneo. Filosofia, epistemologia, logica, Rossi-Landi, Comunità, Milano,Retribuzione (voce), Enciclopedia Filosofica, IV, Sansoni, Firenze, La définition en droit, Logique et Analyse,ss. poi tradotto come La definizione nel diritto, Jus, Imperativi e asserzioni (Grice: “Or is it indicatives and imperatives?”) Rivista di filosofia, La libertà, la democrazia e il magistrato, Monitore dei Tribunali,  Relazione, in Dibattito bolognese sui valori, Augusto Guzzo e Uberto Scarpelli, Edizioni di Filosofia, Torino,  Libertà, ragione e giustizia, Rivista di filosofia, Marxismo, sociologia neopositivistica e lotta delle classi, Quaderni di Sociologia, Il permesso, il dovere e la completezza degli ordinamenti normativi (a proposito di un libro di Amedeo G. Conte), Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, La dimensione normativa della libertà, Rivista di filosofia, 1Positivismo logico e società contemporanea, Rivista di filosofia,  Libertà come fatto e come valore, Rivista di filosofia, Illuminismo e legislazione, La Magistratura, Le “proposizioni giuridiche” come precetti reiterati, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Risposta di Uberto Scarpelli, in Quaderni della Rivista “Il politico”. Tavola rotonda sul positivismo giuridico (Pavia), Milano, Giuffrè, L'educazione del giurista, Rivista di diritto processuale, Semantica giuridica, voce del Novissimo digesto italiano, XVI, UTET, Torino (Semantica, morale e diritto, Giappichelli, Torino) Problemi e idee circa l'insegnamento del dirittoGruppo di lavoro per il diritto G. Pugliese, in Le scienze dell'uomo e la riforma universitaria, Laterza, Bari,  I magistrati e le tre democrazie, Rivista di diritto processuale, Le argomentazioni dei giudici: prospettive di analisi, Il Foro italiano, suppl. ai Quaderni. Serie II. La formazione extralegislativa del diritto nell'esperienza italiana. Atti delle giornate di studio di Ancona, “Moore in Italia,” (cf. Luigi Speranza, “Grice in Italia”), Rivista di filosofia,  La «grande divisione» e la filosofia della politica, introduzione a F. Oppenheim, Etica e filosofia politica, Il Mulino, Bologna,  Il metodo giuridico, Rivista di diritto processuale  (riedito come voce della Enciclopedia Feltrinelli-Fisher. Diritto, Crifò, Feltrinelli, Milano.) Dovere morale, obbligo giuridico, impegno politico, Rivista di filosofia, ss. (riedito in Studi sassaresi, Giuffrè, Milano) Impegno politico e conoscenza sociologica, Quaderni di Sociologia, Il diritto nella società industriale: una strategia di accostamento, Rivista di diritto processuale. (edito anche in Il diritto della società industriale. Obbligazione politica e libertà di coscienza. Atti del IX Convegno nazionale della Società italiana di Filosofia giuridica e politica (Pergia), Giuffrè, Milano, Prefazione a Dagobert D. Runes, Dizionario di filosofia, Mondadori, Milano, La facoltà di scienze politiche di Milano e il potere negativo, Politica del diritto, Intervento in Autonomia e diritto di resistenza, Studi sassaresi, Giuffrè, Milano, Insegnamento del diritto, filosofia del diritto e società in trasformazione, Rivista trimestrale di diritto pubblico, (riedito in L'educazione giuridica, Libreria Universitaria, Perugia,  Per una sociologia del diritto come scienza, Sociologia del diritto (riedito in La sociologia del diritto: un dibattito, Giuffrè, Milano, e in Diritto e trasformazione sociale, Laterza, Bari, La conoscenza sociologica, Sociologia del diritto, Etica, linguaggio e ragione, in Atti delConvegno Nazionale di Filosofia (Pavia), Società filosofica italiana, Roma,  Democrazie e competenze, Amministrare, Giuffrè, Milano, Introduzione. La Filosofia. La filosofia dell'etica. La filosofia del diritto di indirizzo analitico in Italia e Introduzione all'analisi delle argomentazioni dei giudici, in Diritto e analisi del linguaggio, Uberto Scarpelli, Milano, Comunità, 1Lawrence M. Friedman e il sistema giuridico, Sociologia del diritto, Etica, linguaggio e ragione, Rivista di filosofia, Intervento al convegno del PSI di Milano, in I socialisti e la cultura. Materiali e contributi per una politica culturale alternativa, Marsilio, Venezia, Le condizioni metagiuridiche della partecipazione, Atti del XXII Convegno di Studi di Scienza dell'amministrazione, Giuffrè, Milano  Le “entità strane dette norme” ed i guastini di Guastini, Sociologia del diritto, Santi Romano, teorico conservatore, teorico progressista, in Le dottrine giuridiche di oggi e l'insegnamento di Santi Romano, P. Biscaretti di Ruffìa, Giuffrè, Milano,  Intervento in La partecipazione popolare nella Costituzione repubblicana: prevenzione sociale e controllo della criminalità. Atti del convegno di Senigallia, Giustizia e Costituzione, Intervento nella presentazione di Luciano Gallino, Dizionario di sociologia, in Milano, Sala del Grechetto, pubblicata in UTETPanorama di Lettere e Scienze, Hobbes e l'obbligazione politica come obbligazione in coscienza, in Studi in onore di Liebman, IV, Giuffrè, Milano, Idea dell'università e diritto allo studio, in Atti del Convegno su Il diritto allo studio nel quadro dei rapporti fra Università e Regione, Quaderni della Regione Lombardia,  Teoria formale o teoria strutturale del diritto. Per la dissoluzione della metafora formalistica, in Studi in onore di C. Grassetti, Giuffrè, Milano, La partecipazione politica, Sociologia del diritto, La meta-etica e la sua rilevanza etica, Rivista di filosofia,  Intervento in Giudici separati? Magistratura, società e istituzioni, Atti del I Convegno Emilio Alessandrini (Senigallia), Giustizia e Costituzione, La critica analitica a Kelsen, Rivista di filosofia (riedito in Hans Kelsen nella cultura filosofico-giuridica del novecento, C. Roehrssen, Istituto delle Enciclopedia italiana, Roma) La responsabilità politica, XIII Congresso nazionale della Società Italiana di Filosofia giuridica e politica. Pavia, Giuffrè, Milano, Responsabilità politica o virtù repubblicana, in Garanzie processuali o responsabilità del giudice, Franco Angeli, Milano, Riflessioni sulla responsabilità politica. Responsabilità, libertà, visione dell'uomo, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Interventi (pubblicati senza essere rivisti dall'autore) nella giornata di studi su Le ragioni della libertà: degenerazione dello stato burocratico e risposte neoliberali per l'Italia, Einaudinotiziecircolare ai soci della Fondazione Einaudi, Il tempo e la pena, in Piacere e felicità: fortuna e declino. Atti del 3º Convegno di studiosi di Filosofia morale (Chiavari-S. Margherita Ligure), R. Crippa, Liviana Editrice, Padova, Filosofia e diritto, in La cultura filosofica italiana nelle sue relazioni con altri campi del sapere. Atti del convegno di Anacapri, Guida Editori, Napoli,  B. Leoni e l'analisi del linguaggio, Il politico. Rivista italiana di Scienze politiche,  La democrazia e il segreto, in Il segreto nella realtà giuridica italiana. Atti del convegno nazionale, Roma, Cedam, Padova, La teoria generale del diritto: prospettive per un trattato, in La teoria generale del diritto. Problemi e tendenze attuali. Studi dedicati a Noberto Bobbio, Uberto Scarpelli, Comunità, Milano,  L'interpretazione premesse alla teoria dell'interpretazione giuridica, in Società norme e valori. Studi in onore di Renato Treves, Uberto Scarpelli e Vincenzo Tomeo, Giuffrè, Milano, Auctoritas non veritas facit legem, in Linguaggio persuasione verità: atti del Congresso nazionale di filosofia tenutosi in Verona, Cedam, Padova  (anche in Rivista di filosofia,  Intervento in Il Welfare State possibile. Saggi e interventi di Francesco Barone, Uberto Scarpelli, prefazione di Enrico Mattei, Le Monnier, 1 Scienze dell'uomo e potere sull'uomo: oltre la libertà e la dignità, in Baudrillard e altri, Sapere e potere, I, Viviana Conti, Multhipla edizioni, Milano, Un filosofo a disagio, Bollettino della Società Filosofica italiana. Nuova Serie, Voci: Diritto, Interpretazione, Istituzione, Norma, Validità, in Gli strumenti del sapere contemporaneo, I, Le discipline e II, I concetti, UTET, Torino, Le porte della stalla, Quadrimestre. Rivista di diritto privato, Gli orizzonti della giustificazione, Rivista di filosofia (poi in Etica e diritto, Letizia Gianformaggio e Eugenio Lecaldano, Laterza, Roma-Bari.) Scienza, sapere, sapienza, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Di alcune difficoltà culturali e di una tentazione perversa inerenti ai “diritti degli animali”, in “I diritti degli animali”. Atti del convegno nazionale Genova, Silvana Castignone e Luisella Battaglia, Centro di Bioetica, Genova, La filosofia nella Facoltà di Giurisprudenza, Rivista di filosofia,La bioetica. Alla ricerca dei principi, in Biblioteca della libertà, Un modello di ragione giuridica: il diritto reale razionale, Faralli e Pattaro, Giuffrè, Milano, Dalla legge al codice, dal codice ai principi, Atti dell'Accademia delle Scienze di Torino. Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche,(Rivista di filosofia). La Camera di consiglio come scuola, Quadrimestre. Rivista di diritto privato, Cosmo e universo, in Corpo e cosmo nell'esperienza morale. Atti del Convegno tra studiosi di Filosofia morale (Pietrasanta), Romeo Crippa, Padeia Editrice, Brescia,  Eutanasia. Intervista al Prof. Uberto Scarpelli, Hospital,  Il concetto di libertà politica nel pensiero di Alessandro Passerin d'Entreves, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Amministrazione della giustizia, rapporti umani e funzioni del diritto, in Amministrazione della giustizia e rapporti umani. Atti del Convegno di Sassari, Maggioli, Rimini, Beccaria e l'Italia civile, L'Indice penale, Classi logiche e discriminazione fra i sessi, Lavoro e diritto, Hobbes e lo stato totalitario, Bollettino della Società Filosofica italiana. Nuova Serie (intervento nella Tavola Rotonda su Attualità e presenza di Hobbes, in Hobbes oggi, Andrea Napoli, FrancoAngeli, Milano, Introduzione ai lavori in Interpretazione e decisione. Diritto ed economia. Atti del XVI Congresso nazionale della Società italiana di Filosofia giuridica e politica (Padova), F.  Gentile, Giuffrè, Milano, Intervento in Diritto di sciopero, autonomia collettiva ed intervento del legislatore (Viareggio), Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale, Il diritto pubblico italiano di Santi Romano, Materiali per una storia della cultura giuridica,  Il positivismo giuridico rivisitato, Rivista di filosofia,  La bioetica: alla ricerca dei principi, in Studi in memoria di G. Ambrosetti (Giuffrè, Milano); Bioetica: prospettive e principi fondamentali, in La bioetica. Questioni morali e politiche per il futuro dell'uomo, Convegno, Roma, Bibliotechne, Milano, I compiti dell'etica laica nella cultura italiana di oggi, Notizie di Politeia, Relazione su  Stevenson, ‘Ethics and Language', in Il neo-illuminismo italiano. Cronache di filosofia, Pasini e Rolando, Il Saggiatore, Milano,  Diritti positivi, diritti naturali: un'analisi semiotica, in Diritti umani e civiltà giuridica. Atti del convegno organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Perugia, S. Caprioli e F. Treggiari, Stabilimento Tipografico Pliniana Perugia, Etica della libertà, Bioetica. Rivista interdisciplinare,  Filosofia del diritto, in La Filosofia,  Le filosofie speciali, diretta da Pietro Rossi, Torino, UTET, Il linguaggio giuridico: un ideale illuministico, in Nomografia. Linguaggio e redazione delle leggi. Contributi al seminario promosso dalla Banca d'Italia e dalla prima cattedra di filosofia del diritto dell'Milano, Paolo Di Lucia, Giuffrè, Milano, La mia meta-etica e la mia esperienza etica, in Scritti per Uberto Scarpelli, Letizia Gianformaggio e Mario Jori, Giuffrè, Milano,Il linguaggio e la politica dei giuristi, Notizie di Politeia, Sui compiti della filosofia del diritto, Notizie di Politeia, Formanti, dattiloscritto inedito. Note a sentenza, note bibliografiche, recensioni e schede libro Nota a sentenza del Tribunale di Milano, 2soc. Acc. Compra Vendita immobili S.A.C.V.I. c. Della Beffa, su Locazione di coseLocazione di immobili urbaniProroga ecc., in Giurisprudenza,  Nota a sentenzaDegli effetti dell'abolizione del commissariato alloggi e di una possibile applicazione dell'azione surrogatoria, Il Foro Padano, Note bibliografiche a Renato Scognamiglio, Contributo alla teoria del negozio giuridico, Jovene, Napoli, Carattere della prestazione e carattere dell'interesse, Rivista del diritto commerciale, Tacita riconduzione e novazione, Rivista del diritto commerciale, Il cosiddetto conflitto tra diritti personali di godimento e l'art. 1380 del codice civile, Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, Recensione a Sturzo, I discorsi politici, Roma,in Quaderni di Sociologia, Recensione a Bellezza, L'esistenzialismo positivo di Gentile, Firenze, Rivista di filosofia, Nuovi libri. Piovesan, Analisi filosofica e fenomenologia linguistica, Padova, Morality and the Language of Conduct, (eds. Castaneda e Nakhnikian), Detroit, in Rivista di filosofia, Recensione a Findlay, Language, Mind and Value, London, in Rivista di filosofia, Nuovi libri: Philosophy and Ordinary Language (ed. Caton), Urbana, e Lumia, Empirismo logico e positivismo giuridico, Milano, in Rivista di filosofia,  Recensione a Rescher, The logic of commands, London, , in Rivista di filosofia, Nuovi libri: Pasquinelli, Nuovi principi di epistemologia, Milano, in Rivista di filosofia, Recensione a De Mauro, Introduzione alla semantica, Bari, in Rivista di filosofia, Recensione a Chomsky, Cartesian linguistics. A Chapter in the History of Rationalist Thought, in Rivista di filosofia, Recensione a Antiseri, Dopo Wittgenstein: dove va la filosofia analitica, Roma, in Rivista di filosofia, Nuovi libri: Orecchia, La filosofia del diritto nelle università italiane: Saggio di bibliografia , Milano,  in Rivista di filosofia, Recensione a Amato, Logica simbolica e diritto, Milano, in Rivista di filosofia, Nuovi libri: in Rivista di filosofia, Recensione a Care and Landesman (eds.), Readings in the Theory of Action, London,  in Rivista di filosofia, Nuovi libri: Rescher,Studies in the Philosophy of Science, Oxford, 1969; RaphaelBritish Moralists. Oxford, Vax, L'empirisme logique, Paris, n Rivista di filosofia, Recensione a FannSymposium on L. J. Austin, London, Rivista di filosofia, Recensione a Gulotta, Trattato di psicologia giudiziaria nel sistema penale, Milano,  in L'Indice Penale. Uberto Scarpelli. Scarpelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scarpelli” – /The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734017741/in/datetaken/

 

Grice e Sciacca – l’idea della libertà – fondamento della coscienza etico-politica – filosofia italiana  (Messina). Filosofo. Allievo e assistente a Palermo di Renda, volse il suo interesse verso la filosofia kantiana, tema a cui dedica un primo saggio, La funzione della libertà nella formazione del sistema kantiano a cui fece seguito, nel 1963, il saggio L'idea della libertà. Fondamento della coscienza etico-politica, che riproduceva, in appendice, la memoria. Professore Emerito di Storia della filosofia presso la Facoltà di Lettere dell'Palermo, è stato presidente della Società filosofica italiana Autore di numerosi saggi, il filosofo si è espresso attraverso una ricca . Opere; Filosofi che si confessano, Guido D'Anna editore, Messina,  Il fondamento della sterēsis nella "Filosofia dell'azione", Accademia di Scienze, Lettere ed Arti, Palermo, Il concetto di tiranno, dai greci a Coluccio Salutati, U. Manfredi editore Palermo, 1953; La visione della vita nell'Umanesimo e Coluccio Salutati, Palermo Politica e vita spirituale, ed. Palumbo, Palermo, Gli Dei in Protagora, ed. Palumbo, Esistenza e realtà in Husserl, ed. Palumbo, Palermo, Esistenza e realtà, Palermo, L'Idea della libertà in Kant. Fondamento della coscienza etico-politica, ed. Palumbo, Palermo, Scetticismo cristiano, ed. Palumbo, Palermo, Ritorno alla saggezza, ed. Palumbo, Palermo, L'uomo senza Adamo, ed. Palumbo6; Sapere e alienazione, ed. Palumbo, Palermo, 1 Il Segno, quel Segno, ed. Cappelli, Bologna. Pubblicato l'anno dopo in "Reale accademia di lettere scienze e arti", «La filosofia per cambiare il mondo», La Repubblica.  Alessandro De Bono, Giuseppe Maria Sciacca. La vita e la filosofia, Alessandria della Rocca, M.K.N.,Caterina Genna, «Antonio Renda e Giuseppe Maria Sciacca: due testimoni della tradizione neokantiana», in Piero di Giovanni, Le avanguardie della filosofia italiana nel XX secolo, FrancoAngeli, "Bollettino quadrimestrale della Società Filosofica Italiana", Piero Di Giovanni, L'opera e il pensiero di Giuseppe Maria Sciacca M. , Scritti di Giuseppe Maria Sciacca  Armando Plebe Piero Di Giovanni. Giuseppe Maria Sciacca. Sciacca. Keywords: l’idea della libertà – fondamento della coscienza etico-politica -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sciacca” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734847820/in/datetaken/

 

 

Grice e Sciacca – antifilosofia e contra-implicatura – filosofia italiana (Giarre). Filosofo.  «La filosofia non asciuga lacrime né dispensa sorrisi, ma dice la sua parola sulla "verità" delle lacrime e dei sorrisi.» Dopo gli studi liceali classici si trasferì a Napoli, nella cui università si laureò in filosofia, con Antonio Aliotta. Cominciò quindi, dopo aver conseguito la libera docenza in filosofia, la carriera universitaria a Napoli, come assistente incaricato di storia della filosofia antica e collaborando come condirettore alla rivista Logos fondata e diretta da Aliotta. Fondò la rivista Il Giornale di Metafisica. Molto intenso fu il suo rapporto filosofico e di stima reciproca con Giovanni Gentile, un sodalizio iniziato nel 1933 e testimoniato dalla fitta corrispondenza tra i due filosofi, da cui però ben presto Sciacca si allontanò, in particolare dal filone di pensiero idealistico, per condurre la sua propria ricerca filosofica in modo più ampio, tanto da condurlo a studiare per un certo periodo, grazie alle sue conoscenze pure in campo teologico, sia la corrente del misticismo cristiano che quella dello spiritualismo cristiano.  Conseguì l'ordinariato ncon cattedra all'Pavia, quindi insegnò, dal 1947 alla morte prematura, filosofia teoretica presso l'Genova, che in seguito gli intitolò il proprio Dipartimento di Studi sulla Storia del Pensiero Europeo. Dal 1959 al 1974, ricoprì anche la carica di presidente dell'Accademia di studi italo-tedeschi di Merano. A Genova morì. Storico della filosofia, studioso e profondo conoscitore del pensiero del sacerdote e filosofo Antonio Rosmini, promotore della fondazione del "Centro Internazionale di Studi Rosminiani" di Stresa nel 1966, Sciacca è una delle principali figure dello spiritualismo filosofico del Novecento, a cui pervenne dopo i primi interessi per l'attualismo gentiliano ed i successivi, più impegnativi studi sullo spiritualismo cristiano, anche interpretandolo in modo originale, delineando un particolare percorso di continuità che, connettendo la metafisica classica al pensiero filosofico moderno, perviene a concepire un'apertura del soggetto personalecome creaturaverso l'attualità assoluta dell'Essere («filosofia dell'integralità»). La sua memoria è ricordata principalmente attraverso le opere dei suoi due allievi, Maria Adelaide Raschini e Pier Paolo Ottonello, entrambi docenti dell'ateneo genovese.  È sepolto presso il Sacro Monte di Domodossola, casa madre dei rosminiani, dove infatti riposano le spoglie di molti membri appartenuti alla congregazione. S. AgostinoMorcelliana, Brescia. L'Anima Morcelliana, Brescia. La filosofia morale di Antonio Rosmini Fratelli Bocca, Torino. Atto ed essere Fratelli Bocca, Torino. Interpretazioni rosminiane Marzorati, Milano. Come si vince a WaterlooMarzorati, Milano. La filosofia e la scienza nel loro sviluppo storico. Per i licei scientificiCremonese, Roma. PlatoneMarzorati, Milano.Filosofia e antifilosofia Marzorati, Milano. La Chiesa e la civiltà moderna Marzorati, Milano. Pagine di critica letteraria Marzorati, Milano. L'oscuramento dell'intelligenza Marzorati, Milano. Studi sulla filosofia antica. Con un'appendice sulla filosofia medioevale Marzorati, Milano. Ontologia triadica e trinitaria. Discorso metafisico-teologico Marzorati, Milano. L'Insegnamento della filosofia: atti del II Convegno di studi, Messina, maggio Editrice peloritana, Messina. Reflexiones inactuales sobre el historicismo hegeliano Fundación Universitaria Española, Madrid. Ontologia triadica e trinitariaL'Epos, Palermo. Atto ed essereL'Epos, Palermo.  Il magnifico oggiL'Epos, Palermo. In Spirito e VeritàL'Epos, Palermo.  La clessidraL'Epos, Palermo. L'ora di Cristo L'Epos, Palermo. La principale fonte biografica qui seguita è: Pier Paolo Ottonello, "Sciacca, Michele Federico", Dizionario Biografico degli Italiani,  Cfr. CSFG-Centro di Studi Filosofici di Gallarate, Dizionario dei Filosofi, Firenze, G.C. Sansoni Editore, 1 Pier Paolo Ottonello, "Sciacca, Michele Federico", Dizionario Biografico degli Italiani, CSFG-Centro di Studi Filosofici di Gallarate, Dizionario dei Filosofi, Firenze, G.C. Sansoni Editore, Michele Schiavone, L'idealismo di M.F. Sciacca come sviluppo del rosminianismo, Stresa (VB), Edizioni Rosminiane Sodalitas, Antimo Negri, Michele Federico Sciacca: dall'attualismo alla filosofia dell'integralità, Forlì, Edizioni di Ethica,  Emilio Pignologni, Genesi e sviluppo del rosminianesimo nel pensiero di Michele F. Sciacca, Milano, Marzorati, La filosofia di M.F. Sciacca, Bologna, Quaderni del Giornale di Metafisica, Michele Federico Sciacca, Stresa (VB), Estratti della Rivista Rosminiana, Maria Adelaide Raschini, Incontrare Sciacca, Venezia, Marsilio Editori, Pier Paolo Ottonello, Sciacca. L'anticonformismo costruttivo, Venezia, Marsilio Editori, 2000. Alessandra Modugno, Heidegger e Sciacca. Essere, persona, libertà, tempo, Venezia, Marsilio Editori, H.M. Ortiz, "Muerte e inmortalidad" de Sciacca, Firenze, Leo S. Olschki Editore, . Michele Shiavone, L'idealismo di M. F. Sciacca come sviluppo del rosminianesimo , Collana di studi filosofici rosminiani (n. 14), Domodossola (NO) ; Milano, Sodalitas, Ospitato su Bontadini e la metafisica. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Michele Federico Sciacca, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.   Pubblicazioni di Michele Federico Sciacca, su Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation.  Sito dedicato alla vita ed alle opere di M.F. Sciacca, su fondazionesciacca. Profilo biografico, su pensierofilosoficoreligiosoitaliano.org. Michele Federico Sciacca. Sciacca. Keywords. Refs.: Grice e Sciacca” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734123673/in/datetaken/

 

Grice e Scupoli – la lotta coll’angelo – filosofia italiana (Otranto). Filosofo. Very important Italian philosopher. Ricevette come nome di battesimo Francesco. Entrò nell'ordine dei teatini quasi quarantenne, nel 1569, per ricevere gli ordini sacri in soli otto anni. Fu discepolo di sant'Andrea Avellino, appartenente al suo stesso ordine.  Risale l'accusa di violazione della regola, per cui fu arrestato per un anno e sospeso a divinis. Per la sua assoluzione dovette attendere quasi la morte; intanto, sopportò l'ingiusta accusa e la pena conseguente con umiltà e umanità.  Il combattimento spirituale  «"Con l’orazione porrai la spada in mano a Dio, perché combatta e vinca per te." La preghiera è dunque l’arma di tutte le vittorie. Essa è la debolezza di Dio e la forza dell’uomo perché il cuore del Padre non sa negare nulla di buono ai suoi figli.»  (Padre Lino Pedron. Opere:  Il combattimento spirituale, come afferma V. Gambi nell'introduzione all'opera delle ed. Paoline del 1960, è un trattato di strategia spirituale che come altre opere e vicino alla spiritualità ignaziana conduce l'anima a una perfezione tutta interiore. L'opera indica cinque mezzi per raggiungere la perfezione spirituale: 1. Sfiducia in sé 2. pienissima confidenza in Dio 3. combattimento e uso metodico delle facoltà per correggere i propri difetti, quindi per trionfare del demonio e per conquistare le virtù 4. preghiera e meditazione 5. comunione.   Spiritualità Imitazione di Cristo A Testo del Combattimento spirituale, su monasterovirtuale. Scupoli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Scupoli," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716140515/in/photolist-2mMYJP6

 

Selvatico-Estense?

 

Grice e Semerari – il principio del dialogo in Socrate – filosofia italiana (Taranto). Filosofo. Grice: “Wheereas it would be considered in bad taste at Oxford, the Italians pun on names – and there is an essay on the ‘seme’ of ‘semerari’ Witty!” -- Grice: “Perhaps Semerari is right and the philosopher MUST metaphorise. What better title to an essay on Calabellse than ‘La sabbia e la roccia”?” -- Grice: “I like Semerari: His ‘principio del dialogo in Socrate” is reprinted in his invaluable collection on “Dialogo.”” – Grice: “In a way, we may say that Calogero, Semerari, and myself, belong to the school of the philosophy of conversation – not to mention Apel!”. Laureato aa Roma, dove fu allievo di Carabellese, fu poi professore di filosofia a Bari --(a lui è dedicata la biblioteca del dipartimento).  Con Paci ha collaborato «aut aut», di cui era in redazione. Collaborò anche a «Critica storica», «Giornale critico della filosofia italiana», «Clizia», «Historica», « Rivista internazionale di filosofia del diritto», «Rivista di filosofia», «Il pensiero», «Archivio di filosofia» e altre riviste specialistiche. Fondò la rivista «Paradigmi», e ne fu il direttore.  Si è dedicato per lo più a Spinoza, a Schelling, alla fenomenologia di Husserl e Merleau-Ponty e al materialismo storico di Marx.  Opere: “I problemi dello spinozismo,” Vecchi, Trani, “Storia e storicismo: saggio sul problema della storia nella filosofia Carabellése,” Vecchi, Trani; “Storicismo e ontologismo critico,” Lacaita, Manduria, Dialogo, storia, valori: studi di filosofia.” Ciranna, Siracusa;  Interpretazione di Schelling, Libreria scientifica, Napoli;  “L'esistenzialismo italiano,” (Grice: “This reminds me of parochial Warnock and his “English philosophy,” or Sorley for that matter!”) -- Cressati, Bari; “Questioni di etica contemporanea,” Adriatica, Bari; Responsabilità e comunità umana. Ricerche etiche, Lacaita, Manduria; La filosofia come relazione, Quaderni di cultura, Sapri; Ferruccio De Natale, Guerini e Associati, Milano Scienza nuova e ragione, Lacaita, Manduria; Furio Semerari, premessa di Carlo Sini, Guerini e Associati, Milano Da Schelling a Merleau-Ponty. Studi sulla filosofia contemporanea, Cappelli, Bologna;  La lotta per la scienza, Silva, Milano; Francesco Valerio, premessa di Fulvio Papi, Guerini e Associati, Milano, Spinoza, Marzorati, Milano; Esperienze del pensiero moderno, Argalia, Urbino; La filosofia dell'esistenza in Kant, Adriatica, Bar;  Introduzione a Schelling, Laterza, Bari Filosofia e potere, Dedalo, Bari Civiltà dei mezzi, civiltà dei fini. Per un razionalismo filosofico-politico, Bertani, Verona;  La scienza come problema: dai modelli teorici alla produzione di tecnologie, De Donato, Bari; Insecuritas. Tecniche e paradigmi della salvezza, Spirali, Milano; La sabbia e la roccia. L'ontologia critica di P. Carabellése, Dedalo, Bar; Dentro la storiografia filosofica. Questioni di teoria e didattica, Dedalo, Bari); Sartre. Teoria, scrittura, impegno, Edizioni del Sud, Bari; Novecento filosofico italiano. Situazioni e problemi, Guida, Napoli; Skepsis. Studi husserliani” (Dedalo, Bari); Filosofia. Lezioni preliminari, Guerini e Associati, Milano Confronti con Heidegger, Dedalo, Bari prefazione a Edmund Husserl, La filosofia come scienza rigorosa, Laterza, Bari, Frammenti di diario; l'anno di Istanbul, Schena, Fasano. “La cosa stessa.” Seminari fenomenologici, Dedalo, Bari; Schelling, Lettere filosofiche su dommatismo e criticismo e Nuova deduzione del diritto naturale , Laterza, Bari. Pensiero e narrazioni. Modelli di storiografia filosofica, Dedalo, Bari; Frammenti di diario; l'anno del Messico, Schena, Fasano; Fenomenologia delle relazioni, Palomar, Bari; Ragione e storia. Studi in memoria di Giuseppe Semerari, F. Tateo, Schena, Fasano;  Dalla materia alla coscienza. Studi su Schelling in ricordo di Giuseppe Semerari, Carlo Tatasciore, Guerini, Milano; ‘La certezza incerta” Scritti su Giuseppe Semerari con due inediti dell'autore, Furio Semerari, Guerini, Milano; Augusto Ponzio, Il significato della filosofia per Giuseppe Semerari, in "BariSera", Luciano Niro, Giuseppe Semerari. Il problema morale, Atheneum, Firenze, Julia Ponzio e Filippo Silvestri, Il seme umanissimo della filosofia. Sul pensiero di Giuseppe Semerari, Mimesis, Milano Giuseppe Semerari, in TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Semerari. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Semerari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734035483/in/datetaken/

 

Grice e Semmola – filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Grice: “I find it difficult to sea if Semmola endorses formalism or informalism in his monumental “Logica.”” Grice: “While Ayer never liked it, metaphysics is very popular in Italy, as Semmola’s monumental “Metafisica” testifies.” Grice: “It’s good to see philosophy as an institution, in the Italian way of using this word, as per Semmola, “Istituzione di Filosofia.” Fu senatore del Regno d'Italia nella XVI legislature. (check). Figlio di Giovanni, uno dei più grandi esponenti della scuola napoletana,docente e poi Segretario del Parlamento del Regno d'Italia; partecipa ai moti di Marigliano. Scrive, tra l'altro, “Istituzioni di Filosofia,” “Logica,” “Metafisica” (presso la Biblioteca Nazionale di Napoli. Questo è l'epitaffio sul monumento a lui dedicato e sito nel Recinto o Quadrilatero degli Uomini Illustri del Cimitero Monumentale di Napoli-Poggioreale. Mente divinatrice ardente spirito investigatore che nello studio della natura morbosa dell'uomo produsse miracoli di arte e di scienza scolare e presto emulo del suo gran più ai giovann conchiuse alla novità delle dottrine una sapienza antica procacciandosi fama in patria e fuori di sommo maestro in medicina ne rifulse lo ingegno incomparabile dalla cattedra nell'università napoletana nelle accademie e negli ospedali nei consessi legislativi e nei congressi scientifici nella parola negli scritti membro della commissione legislativa riunita in Firenze principale autore di un codice sanitario italiano inviato unico plenipotenziario alla conferenza sanitaria internazionale di Vienna deputato e poi senatore nel patrio parlamento onorato due volte di medaglia d'oro dal proprio governo per le cure ai colerosi da quello del Brasile per la guarigione del suo imperatore Socio di gran numero di accademie italiane e straniere Insignito di molti tra i maggiori gradi cavallereschi. Morì  nella fede catolica avita  Questo marmo per voce del comune Si fa eco della pubblica solenne onoranza cittadina Le spoglie mortali riposano nella cappella mortuaria di famiglia ove le vollero la vedova ed i figliuoli a rendere vieppiù paghi la loro pietà ed il riconoscente affetto. Grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italianastrino per uniforme ordinariaGrand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaronastrino per uniforme ordinariaCommendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro Onorificenze straniere Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) nastrino per uniforme ordinariaGran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dell'Immacolata Concezione di Vila Viçosa (Portogallo )nastrino per uniforme ordinariaCavaliere di Gran Croce dell'Ordine dell'Immacolata Concezione di Vila Viçosa (Portogallo) Commendatore di Numero dell'Ordine di Carlo III (Spagna) nastrino per uniforme ordinariaCommendatore di Numero dell'Ordine di Carlo III (Spagna) Commendatore di I classe dell'Ordine della Stella Polare (Svezia)nastrino per uniforme ordinariaCommendatore di I classe dell'Ordine della Stella Polare (Svezia) Grand'Ufficiale dell'Ordine di Nichan Iftikar (Tunisia)nastrino per uniforme ordinariaGrand'Ufficiale dell'Ordine di Nichan Iftikar (Tunisia) Commendatore dell'Ordine Imperiale di Leopoldo (Impero austro-ungarico)nastrino per uniforme ordinariaCommendatore dell'Ordine Imperiale di Leopoldo (Impero austro-ungarico) Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia)nastrino per uniforme ordinariaCavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) Opere di Mariano Semmola, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.  Mariano Semmola, su storia.camera, Camera dei deputati. Senatori d'Italia, Senato della Repubblica. Mariano Semmola. Semmola. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Semmola” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691776126/in/photolist-2mLNimn-2mLEK4t-2mKUqRH-2mKPS8q-2mKEHpR/ Serbati (Rovereto). Filosofo. Important Italian philosopher, Catholic priest, counselor to Pope Pius IX, and supporter of the supremacy of the church over civil government Neo-Guelphism. Rosmini had two major concerns: the objectivity of human knowledge and the synthesis of philosophical thought within the tradition of Catholic thought. In his Nuovo saggio sull’origine delle idee “New Essay on the Origin of Ideas,” 1830, he identifies the universal a priori intuitive component of all human knowledge with the idea of being that gives us the notion of a possible or ideal being. Everything in the world is known by intellectual perception, which is the synthesis of sensation and the idea of being. Except for the idea of being, which is directly given by God, all ideas derive from abstraction. The objectivity of human knowledge rests on its universal origin in the idea of being. The harmony between philosophy and religion comes from the fact that all human knowledge is the result of divine revelation. Rosmini’s thought was influenced by Augustine and Aquinas, and stimulated by the attempt to find a solution to the contrasting needs of rationalism and empiricism. Antonio Rosmini  Nota disambigua.svg DisambiguazioneSe stai cercando l'omonimo criminale appartenente alla 'ndrangheta, vedi Antonio Rosmini (criminale). Disambiguazione"Rosmini" rimanda qui. Se stai cercando la 'ndrina, vedi Rosmini ('ndrina). Beato Antonio Rosmini Francesco Hayez,  RGalleria d'Arte Moderna di MilanoAntonio Rosmini ritratto da Francesco Hayez, Nascita 24 marzo 1797 Morte 1º luglio 1855 Venerato da Chiesa cattolica Beatificazione 18 novembre 2007 Ricorrenza 1º luglio. Filosofo. La chiesa cattolica lo venera come beato dal 18 novembre 2007.   Casa natale in corso Rosmini, a Rovereto. Fu secondogenito di Pier Modesto e di Giovanna dei Conti Formenti di Biacesa in Valle di Ledro, nipote di Ambrogio Rosmini Serbati, e al momento della sua nascita, Rovereto fa parte del dominio delle forze napoleoniche, che l'avevano strappato all'Impero asburgico. In quegli anni il Trentino e terra di confine ora Tirolese (Tirolo italiano) ora appartenente al regno d'Italia, con capitale Milano.  Della sua nascita, rende sempre grazie a Dio poiché Dio i la fa coincidere con la vigilia della Beata Maria Vergine Annunziata». Vive con sua sorella maggiore Margherita, entrata nelle Suore di Canossa, e con suo fratello più piccolo, Giuseppe. Rosmini, terminato l'Imperial Regio Ginnasio di Rovereto, al tempo città della Contea del Tirolo, compe gli studi giuridici e teologici presso l'Padova e manifestò il desiderio di diventare sacerdote. A questo proposito i famigliari raccontavano come, fin dalla più tenera età, Rosmini leggesse alla luce della sua aureola.  Fu nel giugno 1820, in occasione della venuta a Rovereto del Vescovo di Chioggia Giuseppe Manfrin Provedi per consacrare le chiese di Santa Maria del Carmine e di Santa Croce, appartenente all'omonimo Monastero, che Antonio Rosmini, prendendo parte alla cerimonia, ottenne da Monsignor Manfrin il diaconato ed in seguito, a Chioggia, il 21 aprile 1821 ricevette l'ordinazione sacerdotale. Intanto iniziò a mostrare una profonda inclinazione per gli studi filosofici, incoraggiato in tal senso da papa Pio VII.  Dal 1826 si trasferì a Milano dove strinse un profondo rapporto d'amicizia con Alessandro Manzoni che di lui ebbe a dire: «è una delle sei o sette intelligenze che più onorano l'umanità». Manzoni assistette Rosmini sul letto di morte, da cui trasse il testamento spirituale "Adorare, Tacere, Gioire". Gli scritti di Antonio Rosmini destarono l'ammirazione, tra gli altri, anche di Giovanni Stefani, Niccolò Tommaseo e Vincenzo Gioberti dei quali pure divenne amico.  Nel 1828, dopo aver dovuto lasciare il Trentino, per motivi di forte ostilità per le sue posizioni incontrati da parte del vescovo di Trento, il beato Giovanni Nepomuceno de Tschiderer, fondò al Sacro Monte Calvario di Domodossola la congregazione religiosa dell'Istituto della Carità, detta dei "Rosminiani". Le Costituzioni della nuova famiglia religiosa, contenute in un libro che curò per tutta la vita, furono approvate da papa Gregorio XVI nel 1839.  A Borgomanero svolge la sua attività di insegnamento e di guida spirituale in un collegio rosminiano, il "Collegio Rosmini", regolato dalla Congregazione delle Suore della Provvidenza Rosminiane.  Nel 1848 svolse una missione diplomatica per conto del Re di Sardegna Carlo Alberto presso la Santa Sede.  Il filosofo fu presidente dell'Accademia Roveretana degli Agiati ed il suo posto, anni dopo la sua morte, dal 1872 al 1888, fu assunto da don Francesco Paoli, suo segretario ed esecutore delle volontà, già direttore di Casa Rosmini. Tra le volontà del filosofo vi fu anche quella di donare alla città di Rovereto un terreno nell'attuale zona di Santa Maria per costruirvi l'ospedale cittadino, e don Paoli onorò tale decisione.  Rosmini è sepolto all'interno del Santuario del SS. Crocifisso di Stresa. Nella stessa chiesa si trovano le spoglie di Clemente Rebora.  Pensiero Filosofia Rosmini portò avanti tesi filosofiche tese a contrastare sia l'illuminismo che il sensismo. Sottolineando l'inalienabilità dei diritti naturali della persona, fra i quali quello della proprietà privata, entrò in polemica con il socialismo e il comunismo, postulando uno Stato il cui intervento fosse ridotto ai minimi termini. Nelle sue teorie il filosofo seguì le concezioni di Sant'Agostino e di San Tommaso, rifacendosi anche a Platone.  Gli esordi filosofici di Antonio Rosmini si ricollegano a Pasquale Galluppi, sia pure polemicamente, in quanto Rosmini avverte con ogni chiarezza come risulti insostenibile una posizione di integrale sensismo gnoseologico.  La necessità di concepire una funzione ordinatrice dell'esperienza, e a questa precedente, porta Rosmini a guardare con interesse la filosofia di Kant. Tuttavia non è soddisfatto di ciò che lui chiama l'innatismo kantiano, legato ad una pluralità imbarazzante e precaria di categorie. Le quali, d'altra parte, gli sembrano fallire lo scopo di far conoscere il reale quale esso è, per la necessaria introduzione di modifiche soggettive nell'atto stesso del conoscere.   Contrada della Terra, a Rovereto. Memoria storica della presenza di Antonio Rosmini. Il problema filosofico di Rosmini si configurava perciò come quello di garantire oggettività alla conoscenza. La soluzione non potrà essere trovata, stante il rifiuto della trascendentalità kantiana e dei connessi sviluppi, se non in una ricerca ontologica, in un principio oggettivo di verità, che riesca ad illuminare l'intelligenza in quanto le si proponga con immediata evidenza, universalità e immutabilità.  Questo principio è per Rosmini l'idea dell'essere possibile, che da indeterminato contenuto dell'intelligenza, quale originariamente è, si fa determinato allorché viene applicato ai dati forniti dal senso. Essa precede e informa di sé tutti i giudizi con cui affermiamo che qualche cosa particolare esiste. L'idea dell'essere, dunque, costituisce l'unico contenuto della mente che non abbia origine dai sensi, ed è perciò innata (Nuovo saggio sull'origine delle idee, del 1830).  Ma qui i problemi del kantismo, che sembrano superati o almeno messi da parte, si riaffacciano con urgenza: di fronte al mero ricevere dati, di cui parlava il sensismo, Rosmini ha chiarito che la mente umana nel suo uso conoscitivo formula giudizi, in cui l'idea dell'essere ha funzione di predicato, cioè di categoria, e la sensazione è il soggetto, di cui si predica qualche cosa. Nel giudizio, inoltre, il predicato si determina e la sensazione si certifica: se questa è la funzione propria del giudicare, ogni concetto non può sussistere che come predicato di un giudizio; né a questa necessità sembra potersi sottrarre il concetto di essere, che è dato solo nell'attività giudicante, come forma del giudizio.  Tuttavia Rosmini non accetta tale riduzione, ed esclude proprio il predicato di esistenza della funzione del giudizio, continuando ad attribuirgli una natura oggettiva e trascendente. È l'essere trascendente che si rivela all'uomo, lo illumina e gli permette di pensare. Chi lo nega come il nichilismo cade in una vuota posizione nullista.  Accanto a questa ontologia l'etica di Rosmini si sviluppa come etica caritativa (Principio della scienza morale1).   Monumento sepolcrale di Antonio Rosmini, Vincenzo Vela, Stresa Politica Rosmini dedicò alla politica una breve ma intensa fase della sua vita. Seguì papa Pio IX riparato a Gaeta dopo la proclamazione della Repubblica Romana, ma la sua formazione attestatasi su ferme posizioni di cattolicesimo liberale era tale per cui fu costretto a ritirarsi sul Lago Maggiore, a Stresa. Tuttavia, quando Pio IX volle istituire dopo il 1849 una commissione incaricata della preparazione del testo per la definizione del dogma dell'Immacolata Concezione, nonostante ben due sue opere (Le cinque piaghe della Chiesa e La costituzione secondo la giustizia sociale) fossero all'Indice, Rosmini fu chiamato a prendere parte a tale commissione.  In generale, Rosmini era favorevole allo Stato liberale (vagheggiando la monarchia costituzionale), al costituzionalismo e anche alla separazione tra Stato e Chiesa (sebbene non "assoluta": Rosmini criticherà lo Statuto Albertino proprio per il suo porre ancora il cattolicesimo come religione di Stato, elogiandone comunque il tentativo distensivo nei confronti della Santa Sede, ma criticherà le leggi laiciste ed anticlericali emanate successivamente). In gioventù ammiratore di François-René de Chateaubriand e di Joseph de Maistre (per cui avrà comunque parole di elogio ancora nel 1839), si convincerà in seguito della sostanziale bontà della maggior parte delle conquiste dell'età moderna, criticandone solo le modalità: in tale ottica, Rosmini criticava sia la rivoluzione francese che l'Ancient Regime, riconoscendo invece la sostanziale bontà dei princìpi sanciti nel 1789 (distinguendoli dalle successive degenerazioni rivoluzionarie), in polemica con chi, da una parte e dall'altra, sosteneva una società da lui definita "perfettista".  Continuò a vivere a Stresa, fecondo nel perseguire il perfezionamento del suo sistema di pensiero con opere come Logica (1853) e Psicologia (1855), sino alla morte.  Il suo corpo è oggi inumato in un sarcofago presso il Santuario SS. Sacramento a Stresa. Da Pio VIII a Benedetto XVI: il giudizio dei papi su Rosmini Ratzinger su Rosmini Il cardinale Joseph Ratzinger, il 18 maggio 1985 (quando la questione rosminiana era ancora ben accesa), nell'ambito di una serata organizzata dal Centro Culturale di Lugano, disse:  Nel confronto con le parole classiche della fede che sembrano così lontane da noi, anche il presente diventa più ricco di quanto sarebbe se rimanesse chiuso solo in se stesso. Vi sono naturalmente anche tra i teologi ortodossi molti spiriti poco illuminati e molti ripetitori di ciò che è già stato detto. Ma ciò succede ovunque; del resto la letteratura dozzinale è cresciuta in modo particolarmente rapido proprio là dove si è inneggiato più forte alla cosiddetta creatività. Io stesso per lungo tempo avevo l'impressione che i cosiddetti eretici fossero per una lettura più interessante dei teologi della chiesa, almeno nell'epoca moderna.  Ma se io ora guardo i grandi e fedeli maestri, da Mohler a Newman a Scheeben, da Rosmini a Guardini, o nel nostro tempo de Lubac, Congar, Balthasarquanto più attuale è la loro parola rispetto a quella di coloro in cui è scomparso il soggetto comunitario della Chiesa.  In loro diventa chiaro anche qualcos'altro: il pluralismo non nasce dal fatto che uno lo cerca, ma proprio dal fatto che uno, con le sue forze e nel suo tempo, non vuole nient'altro che la verità. Per volerla davvero, si esige tuttavia anche che uno non faccia di se stesso il criterio, ma accetti il giudizio più grande, che è dato nella fede della Chiesa, come voce e via della verità.  Del resto io penso che vale la stessa regola anche per le nuove grandi correnti della teologia, che oggi sono ricercate: teologa africana, latinoamericana, asiatica, ecc. La grande teologia francese non è nata per il fatto che si voleva fare qualcosa di francese, ma perché non si presumeva di cercare nient'altro che la verità e di esprimerla più adeguatamente possibile.  E così questa teologia è diventata anche tanto francese quanto universale. La stessa cosa vale per la grande teologia italiana, tedesca, spagnola. Ciò vale sempre. Solo l'assenza di questa intenzione esplicita è fruttuosa. E di fatto non abbiamo davvero raggiunto la cosa più importante se noi ci siamo convalidati da soli, ci siamo accreditati da soli e ci siamo costruiti un monumento per noi stessi.  Abbiamo veramente raggiunto la meta più importante se siamo giunti più vicino alla verità. Essa non è mai noiosa, mai uniforme, perché il nostro spirito non la contempla che in rifrazioni parziali; tuttavia essa è nello stesso tempo la forza che ci unisce. E solo il pluralismo, che è rivolto all'unità, è veramente grande.»   Monumento ad Antonio Rosmini, in Corso Rosmini, a Rovereto Papa Pio VIII disse a Rosmini, in udienza:  «È volontà di Dio che voi vi occupiate nello scrivere libri: tale è la vostra vocazione. Ella maneggia assai bene la logica, e la Chiesa al presente ha gran bisogno di scrittori: dico, di scrittori solidi, di cui abbiamo somma scarsezza. Per influire utilmente sugli uomini, non rimane oggidì altro mezzo che quello di prenderli colla ragione, e per mezzo di questa condurli alla religione. Tenetevi certo, che voi potrete recare un vantaggio assai maggiore al prossimo occupandovi nello scrivere, che non esercitando qualunque altra opera del Sacro Ministero.»  Gregorio XVI, successore di Pio VIII, in risposta alla lettera che Antonio Rosmini gli aveva indirizzato il 10 gennaio 1832, il 27 marzo dello stesso anno gli scrisse:  «Diletto Figlio, a te il nostro saluto e la nostra Apostolica Benedizione. Abbiamo volentieri e con animo lieto ricevuto la tua lettera con i sensi della tua devota sommissione a Noi e alla Sede Apostolica che ci hai mandato il 10 gennaio, in cui ci parli della pia Società, chiamata Istituto della Carità e che con le tue fatiche è stata fondata nel territorio della diocesi di Novara con l'approvazione del Vescovo. E soprattutto ci hai anche informato che il medesimo Istituto è stato da poco chiamato anche dal Vescovo di Trento nella sua diocesi e che qui molti ecclesiastici, di provate virtù, vi hanno aderito. Per questi fatti davvero rendiamo il nostro umile grazie a Dio autore di ogni bene. E quantunque questo Istituto non sia stato ancora confermato dall'autorità di questa Santa Sede, tuttavia speriamo in bene di esso e ci allietiamo che lo stesso si dilati con il consenso dei nostri Venerabili Fratelli nell'Episcopato. Quindi, per quanto riguarda le Sante Indulgenze connesse a questo istituto, che domandi siano concesse, ricevi diletto figlio il nostro Rescritto unito a questa lettera, da cui sicuramente comprenderai che rispondiamo positivamente alla tua richiesta. Ti assicuriamo anche che ci è pervenuto il libro sopra i Principi della Dottrina Morale da te edito e mandatoci in omaggio e ti dichiariamo il grazie del nostro animo per il dono. Tuttavia per la tensione nelle gravissime fatiche del Governo Apostolico non abbiamo ancora letto lo stesso libro, ma siamo certamente persuasi che esso sia in tutto conforme alla più sana dottrina e utilissimo alla sua difesa. Continua dunque, diletto figlio, lo studio e prosegui a spendere le tue fatiche ad onore di Dio per l'utilità della Chiesa; in Cielo sarà copiosa la ricompensa per la tua opera. Frattanto la paterna carità con cui ti abbracciamo nell'umanità di Cristo sia pegno dell'apostolica benedizione, che sgorgante dall'intimo del cuore ti impartiamo.»  (Da Breve pontificio di Gregorio P.P.XVI,) Pio IX rivolgendosi al Vescovo di Cremona, nel 1854 dopo il decreto Dimittantur opera omnia parlando di Rosmini disse:  «Non solo è un buon cattolico, ma santo: Iddio si serve dei santi per far trionfare la verità»  Il papa Leone XIII, al tempo delle aspre e dolorose lotte che si svolgevano intorno al pensiero rosminiano sul finire del diciannovesimo secolo, in una lettera indirizzata agli arcivescovi di Milano, Torino e Vercelli, del 25 gennaio 1882, fra l'altro scrisse:  «Ma non vogliamo che con questo abbia a patir detrimento il religioso Sodalizio della Carità; il quale come per lo innanzi spese utilmente le sue fatiche a beneficio del prossimo, secondo lo spirito dell'Istituto, così è desiderabile che fiorisca in avvenire e prosegua a rendere ognora più abbondanti frutti»  Rosmini Rovereto 02La condanna del Sant'Uffizio Col decreto del Sant'Uffizio "Post Obitum" del 1887, firmato da Leone XIII, vennero condannate, in quanto "non conformi alla verità cattolica", 40 proposizioni contenute nelle opere del Rosmini, le quali la Sacra Congregazione romana "giudicò doversi riprovare, condannare e proscrivere, nel proprio senso dell’autore", chiarendo inoltre che non era lecito "a chicchessia di inferire, che le altre dottrine del medesimo Autore, che non vengono condannate per questo decreto, siano per veruna guisa approvate".  La riabilitazione a seguito del Concilio Vaticano II Giovanni XXIII, negli ultimi anni della sua vita, meditò in ritiro spirituale le rosminiane "Massime di Perfezione Cristiana", assumendole come propria regola di condotta. Anche Paolo VI prestò interesse nel Rosmini: in occasione del 150º anniversario di fondazione dell'Istituto della Carità inviò un messaggio all'allora padre generale, in cui elogiava l'intuizione del Rosmini nel dare un grande peso alla missione caritativa già nel nome del nativo istituto religioso, appunto l'Istituto della Carità. Pubblicamente Paolo VI citò Rosmini durante il discorso tenuto alla Federazione Universitaria Cattolica Italiana del 2 settembre 1963 riguardante la cultura cattolica e l'Europa. Inoltre sotto il suo pontificato venne tolto il divieto di pubblicazione dell'opera Dalle Cinque Piaghe della Santa Chiesa.  Alla morte di Paolo VI venne eletto papa Giovanni Paolo I, che si era laureato in sacra teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma con una tesi su L'origine dell'anima umana secondo Antonio Rosmini. È bene precisare che Luciani era fortemente critico nei riguardi del pensiero rosminiano, solo successivamente cambiò opinione, rivolgendo nei riguardi di Rosmini parole di ammirazione e stima.  Tuttavia fu con il pontificato di Giovanni Paolo II che il pensiero rosminiano ha potuto liberarsi delle aspre critiche e delle condanne che accompagnavano l'Istituto della Carità fin dai tempi della sua fondazione. Nella Lettera Enciclica Fides et ratio, Giovanni Paolo II ha annoverato Rosmini «tra i pensatori più recenti nei quali si realizza un fecondo incontro tra sapere filosofico e Parola di Dio». Ne ha inoltre concesso l'introduzione della causa di beatificazione, conclusasi nella sua fase diocesana novarese.   Ratzinger da prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede emanò nel 2001 il famoso documento Nota ai Decreti dottrinali sul Rev.do sac. Antonio Rosmini Serbati. La nota si concludeva confermando la validità del decreto Post obitum sulle quaranta proposizioni, e allo stesso tempo con la riabilitazione di Rosmini:  «Il Decreto dottrinale Post obitum non si riferisce al giudizio sulla negazione formale di verità di fede da parte dell'Autore, ma piuttosto al fatto che il sistema filosofico-teologico del Rosmini era ritenuto insufficiente e inadeguato a custodire ed esporre alcune verità della dottrina cattolica, pur riconosciute e confessate dall'Autore stesso. Si possono attualmente considerare ormai superati i motivi di preoccupazione e di difficoltà dottrinali e prudenziali, che hanno determinato la promulgazione del Decreto Post obitum di condanna delle "Quaranta Proposizioni" tratte dalle opere di Antonio Rosmini. E ciò a motivo del fatto che il senso delle proposizioni, così inteso e condannato dal medesimo Decreto, non appartiene in realtà all'autentica posizione di Rosmini, ma a possibili conclusioni della lettura delle sue opere. Resta tuttavia affidata al dibattito teoretico la questione della plausibilità o meno del sistema rosminiano stesso, della sua consistenza speculativa e delle teorie o ipotesi filosofiche e teologiche in esso espresse. Nello stesso tempo rimane la validità oggettiva del Decreto Post obitum in rapporto al dettato delle proposizioni condannate, per chi le legge, al di fuori del contesto di pensiero rosminiano, in un'ottica idealista, ontologista e con un significato contrario alla fede e alla dottrina cattolica.»  (Nota ai Decreti dottrinali sul Rev.do sac. Antonio Rosmini Serbati) Il documento ribadisce la diversità di linguaggio e apparato concettuale del sistema rosminiano rispetto al tomismo, l'assenza di apparato critico nelle opere postume e la permanente "difficoltà oggettiva di interpretarne le categorie, soprattutto se lette nella prospettiva neotomista".  Papa Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto sul miracolo della guarigione di Suor Ludovica Noè, attribuito all'intercessione di Antonio Rosmini. Tra quelli portati dalla postulazione dei padri rosminiani, si è scelto di dare maggiore impulso a quello della guarigione della suora sopracitata, poiché il medico che la curò si convertì in seguito all'accaduto.  Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, a margine del Convegno sulla sfida educativa tenuto a Milano  , ha tenuto un intervento intitolato "Istanze educative e questione antropologica" in cui ha riconosciuto le istanze pedagogiche del Beato Antonio Rosmini. Il 1º luglio , il card. Angelo Bagnasco ha presieduto a Stresa la celebrazione eucaristica per il Dies Natalis di Antonio Rosmini.  Nel corso dell'Angelus domenicale fu ricordato per la sola "carità intellettuale" e perché "testimoniò la virtù della carità in tutte le sue dimensioni e ad alto livello". Avversario del sensismo e dell'illuminismo settecenteschi, fu mentore e maestro intellettuale di quattro Pontefici eletti consecutivamente: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e II. La beatificazione Cronologia della causa di beatificazione Nulla osta della Congregazione per la Dottrina della Fede che consente l'inizio della causa di beatificazione. 1º luglio 1997. Apertura del processo informativo diocesano dopo la nomina dei Censori teologi e delle commissioni storiche in Novara. Don Claudio Massimiliano Papa, I.C., diventa postulatore della Causa succedendo a padre Remo Bessero Belti, storico dell'Istituto e già Direttore del Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa. Chiusura del Processo informativo Diocesano. 26 marzo 1998. Consegna del Trasunto alla Congregazione per le cause dei Santi. Apertura del Trasunto. Decreto di Validità del processo diocesano. Schema per la stesura della Positio. Consegna del lavoro sul Post obitum curato dal Postulatore. Il Relatore generale approva il lavoro sul Post obitum e il lumen oculorum tuorum 20 dicembre 1999. Consegna del lavoro sul Post obitum alla Congregazione per la Dottrina della Fede.Il giorno dell'anniversario della morte di Rosmini viene pubblicata sull'Osservatore Romano la Nota della Congregazione per la dottrina della fede sul valore dei decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere del Rev.do sacerdote Antonio Rosmini Serbati, a firma del cardinal Joseph Ratzinger e di mons. Tarcisio Bertone.  Rilascio del Nihil obstare per la Causa di Beatificazione.  Il Relatore approva e firma la Positio.  Conclusione della stampa e consegna alla Congregazione per le cause dei santi della Positio. Consegna del Trasunto super miro alla Congregazione per le cause dei santi. Validità dell'inquisizione diocesana sul processo super miro. Presentazione fattispecie super miro. Revisa della fattispecie con firma del sotto-segretario. Relatio et vota del Congresso Storico (con esito positivo). Relatio et vota del Congresso teologico super virtutibus (con esito positivo). 6 giugno 2006. Ordinaria della Congregazione per le cause dei santi: esito affermativo. Ponente della Causa Mons. Rino Fisichella.  Papa Benedetto XVI autorizza la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto di esercizio eroico delle virtù. 1La Consulta medica della Congregazione per le Cause dai Santi, si esprime con esito affermativo (all'unanimità 5 su 5) circa l'inspiegabilità scientifica dell'evento di guarigione avvenuto a Sr. Ludovica Noè. Il presunto evento miracoloso è avvenuto. Al termine del dibattito, i Consultori si sono unanimemente espressi con voto affermativo (7 su 7), ravvisando nella guarigione in esame un miracolo operato da Dio per intercessione del Ven. Antonio Rosmini. 1º giugno 2007. Papa Benedetto XVI autorizza la pubblicazione da parte della Congregazione per le Cause dei Santi del riconoscimento delle virtù eroiche di Rosmini. Nella diocesi di Novara si celebra la cerimonia di Beatificazione dando lettura del decreto di Benedetto XVI che iscrive Rosmini tra i Beati. La cerimonia di beatificazione La cerimonia di beatificazione è avvenuta il 18 novembre 2007 nella città di Novara: appositamente è stato fatto allestire il Palasport della città, unico luogo capace di raccogliere un numero di fedeli così significativo.  Con il pontificato di Benedetto XVI le beatificazioni vengono preferibilmente celebrate dai cardinali, per rendere ancora più piena la comunione tra loro e il successore di Pietro, e viene privilegiato il luogo in cui il candidato agli onori degli altari ha vissuto. Così, in qualità di delegato pontificio, la celebrazione è stata officiata dal cardinale José Saraiva Martins, allora prefetto della congregazione per le Cause dei Santi. A fianco dell'altare erano disposti gli spalti da cui hanno concelebrato circa 400 sacerdoti, non soltanto rosminiani.  A prendere parte alla processione e celebrare sull'altare, insieme al preposito generale James Flynn c'era il segretario generale dell'IstitutoDomenico Mariani con gli allora componenti della Curia Generalizia dell'Istituto della Carità, il Vicario per la Carità SpiritualeCrish Fuse, il Vicario per la Carità IntellettualeGiancarlo Taverna Patron, il Vicario per la Carità TemporaleDavid Tobin, l'allora preposito della Provincia Italiana don Umberto Muratore (profondo conoscitore del pensiero di Rosmini) e il padre postulatore della Causa di Beatificazione, don Claudio Massimiliano Papa.  Hanno partecipato alla celebrazione anche il cardinale ex prefetto della Sacra Congregazione per i vescovi Giovanni Battista Re, il cardinale arcivescovo di Torino Severino Poletto, il vescovo di Novara, mons. Renato Corti, l'arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan, il vescovo rosminiano mons. Antonio Riboldi e fra gli altri anche mons. Germano Zaccheo (che sarebbe improvvisamente scomparso due giorni dopo), vescovo della Diocesi di Casale Monferrato, mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea (che durante la III sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II fece per primo il nome di Rosmini), l'allora segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana Giuseppe Betori, mons. Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato della Città del Vaticano, l'allora rettore della Pontificia Università Lateranense, mons. Rino Fisichella, il Vicario Episcopale per la Vita Consacrata dell'arcidiocesi di Milano monsignor Ambrogio Piantanida e il preposito generale dei barnabiti, padre Giovanni Maria Villa.  Tra i numerosissimi fedeli (più di diecimila) accorsi da diverse parti del mondo per presenziare alla celebrazione, hanno preso parte anche personalità politiche.  Tra queste il senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro, l'allora presidente del Senato, Franco Marini, e Arturo Parisi, al tempo Ministro della Difesa. Rosmini è il primo beato della Provincia del Verbano Cusio Ossola.  In occasione della beatificazione sono stati moltissimi i quotidiani e periodici italiani e esteri che hanno dedicato articoli, pagine e interi numeri alla figura di Rosmini. Altre opere: Frontespizio dell'opera Delle cinque piaghe della santa chiesa edizione di Bruxelles, Monumento a Rosmini a Milano (1896) Sono numerosissimi gli scritti del Beato Antonio Rosmini, certamente il più importante a livello ascetico e spirituale sono le Massime di Perfezione Cristiana, su cui anche papa Giovanni XXIII fece delle riflessioni prima di morire. Gli costarono la messa all'Indice dei libri proibiti le opere "Delle Cinque Piaghe della Santa Chiesa" e "Dalla Costituzione secondo la giustizia sociale". In ambito filosofico meritano di essere ricordati:  Nuovo saggio sull'origine delle idee, Principii della scienza morale, Filosofia della morale, Antropologia in servigio della scienza morale, Filosofia della politica, 1839 Trattato della coscienza morale, 1839 Filosofia del diritto, Teodicea, 1845 Sull'unità d'Italia,  Il comunismo e il socialismo, 1849 Massime di perfezione cristiana Le Massime di perfezione cristiana furono scritte da Rosmini per definire il fondamento spirituale sul quale tutti i cristiani potessero avere un cammino nella perfezione.  Nel Vangelo stesso è scritto: "Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste" (Mt 5,48)  1ª Massima: Desiderare unicamente ed infinitamente di piacere a Dio, cioè di essere giusto.  2ª Massima: Orientare tutti i propri pensieri e le azioni all'incremento e alla gloria della Chiesa di Cristo.  3ª Massima: Rimanere in perfetta tranquillità circa tutto ciò che avviene per disposizione di Dio riguardo alla Chiesa di Cristo, lavorando per essa secondo la chiamata di Dio.  4ª Massima: Abbandonare se stesso nella Provvidenza di Dio.  5ª Massima: Riconoscere intimamente il proprio nulla.  6ª Massima: Disporre tutte le occupazioni della propria vita con uno spirito di intelligenza Rosmini e il Concilio Ecumenico Vaticano II Di particolare interesse fu la sua opera "Le cinque piaghe della santa Chiesa", L'autore mostrò di discostarsi dall'ortodossia dell'epoca. Per tale ragione l'opera fu messa all'Indice sin dal 1849 e ne scaturì una polemica nota col nome di "questione rosminiana". L'opera fu riscoperta al Concilio Vaticano II. Il primo a parlare al Concilio di Rosmini fu il vescovo mons. Luigi Bettazzi, presente durante alcune sessioni in rappresentanza del cardinal Giacomo Lercaro di cui era Vicario generale.  Di Rosmini, Bettazzi disse, il 4 ottobre 1965 durante la Congregazione 141/1 periodo IV. Mi sia consentito ricordare ancora in quest'aula l'esempio di Rosmini, molto legato a Tommaso, ma anche studioso e amante del suo tempo, e che certamente guadagnò a Cristo non pochi uomini contemporanei e posteriori. Tutto questo mi sembra si accordi con le cose che sono state già dette da non pochi Padri su questo schema in generale, che cioè gli uomini non si aspettano dalla Chiesa soluzioni particolari, ma piuttosto la presentazione di valori che li aiutino a trascorrere questa vita umana più nobilmente e con maggiore sicurezza. Parlando della libertà abbiamo dovuto esaltare i valori dell'umiltà; parlando del matrimonio, il ruolo della fortezza; parlando dei problemi economici e di molti altri problemi, l'efficacia di un certo disprezzo delle cose: occorre dunque mettere in luce la necessità dell'ubbidienza, della castità, della povertà, non solo nella vita e nell'esempio (e nella Bozza di Documento!) dei religiosi, aiuto agli uomini di questo tempo, perché possano vivere la loro vita umana nel modo migliore e più efficace; il primo e principale compito dunque per i cristiani che coltivano la sapienza dev'essere, alla luce del Magistero, l'amore delle Scritture e l'amore di questo mondo in un colloquio franco e aperto...»  Papa Paolo VI, in un'udienza concessa alle suore rosminiane disse a proposito di Rosmini:  «...i suoi libri sono pieni di pensiero, un pensiero profondo, originale che spazia in tutti i campi: quello filosofico, morale, politico, sociale, soprannaturale, religioso, ascetico; libri degni di essere conosciuti e divulgati... È stato anche un profeta: Le Cinque piaghe della Chiesa (una volta la chiesa non aveva piacere che si mettessero in luce le sue mancanze, le sue debolezze). Lui, per esempio, previde la partecipazione liturgica del popolo...Tutti i suoi pensieri indicano uno spirito degno di essere conosciuto, imitato e forse invocato anche come protettore dal Cielo. Ve lo auguriamo di cuore...»  Tematiche affrontate nell'opera Delle Cinque Piaghe della Santa Chiesa L'opera è suddivisa in cinque capitoli (corrispondenti ciascuna ad una piaga, paragonata alle piaghe di Cristo). In ogni capitolo la struttura è la medesima:  un quadro ottimistico della Chiesa antica segue un fatto nuovo che cambia la situazione generale (invasioni barbariche, nascita di una società cristiana, ingresso dei vescovi nella politica) la piaga i rimedi. Prima piaga. È la divisione del popolo dal clero nel culto pubblico. Nell'antichità il culto era un mezzo di catechesi e formazione e il popolo partecipava al culto. Poi, le invasioni barbariche, la scomparsa del latino, la scarsa istruzione del popolo, la tendenza del clero a formare una casta hanno eretto un muro di divisione tra il popolo e i ministri di Dio. Rimedi proposti: insegnamento del latino, spiegazione delle cerimonie liturgiche, uso di messalini in lingua volgare.  Seconda piaga. Insufficiente educazione del clero. Se un tempo i preti erano educati dai vescovi, ora ci sono i seminari con "piccoli libri" e "piccoli maestri": dura critica alla scolastica, ma soprattutto ai catechismi. Rimedio: necessità di unire scienza e pietà.  Terza piaga. Disunione tra i vescovi. Critica serrata ai vescovi dell'ancien régime: occupazioni politiche estranee al ministero sacerdotale, ambizione, servilismo verso il governo, preoccupazione di difendere ad ogni costo i beni ecclesiastici, "schiavi di uomini mollemente vestiti anziché apostoli liberi di un Cristo ignudo". Rimedi: riserve sulla difesa del patrimonio ecclesiastico, accenni espliciti di consenso alle tesi dell'Avenir sulla rinunzia alle ricchezze e allo stipendio statale per riavere la libertà.  Quarta piaga. La nomina dei vescovi lasciata al potere temporale. Rosmini compie un'approfondita analisi storica sull'evoluzione del problema e critica i concordati moderni con cui la S. Sede ha ceduto la nomina al potere statale (e, accenna prudentemente, per avere compensi economici). Rimedi: propone un ritorno all'elezione dei vescovi da parte dei fedeli.  Quinta piaga. La servitù dei beni ecclesiastici. Rosmini sostiene la necessità di offerte libere, non imposte d'autorità con l'appoggio dello Stato, rileva i danni del sistema beneficiale, propone la rinuncia ai privilegi e la pubblicazione dei bilanci.  Scuole A lui sono intolati vari istituti scolasti in città italiane.  Rovereto, sua città natale, gli ha dedicato il liceo Antonio Rosmini che frequentò quando ancora si chiamava Imperiale e Regio Ginnasio. Borgomanero ospita l'Istituto Antonio Rosmini. Domodossola ospita il liceo delle Scienze Umane "Antonio Rosmini (istituto parificato). Roma ospita la sede dell'Istituto Comprensivo Antonio Rosmini. Torino ospita la biblioteca Antonio Rosmini del polo biomedico universitario che in passato fu un istituto scolastico attivo fino alla fine del XX secolo. Trento, dove si trova il liceo "A. Rosmini". M. Farina,  I. Prosser  I. ProsserMarcello Bonazza, L'Accademia Roveretana degli Agiati , su agiati, Accademia Roveretana degli Agiati, «Don Francesco Paoli  artefice della rinascita dell'Accademia e suo presidente ».  Antonio Rosmini, Ragionamento sul comunismo e socialismo, Giovanni Grondona, Genova, Questa tesi fu messa in discussione da Giacomo Andrea Abbà a cui Rosmini controbatté nel Diario filosofico di Adolfo, VII, G.A.A.(pubblicato in Riv. rosminiana, IPAGANI-ROSSI, Vita di Antonio Rosmini, II, p.680 //rosmini/Resource/ Causa/ 05%20Decreto %20 Post%20 Obitum%87.pdf  Nota sul valore dei Decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere del Rev.do Sac. Antonio Rosmini Serbati, su vatican.va).  Angelus: Rosmini, esempio per la Chiesa, su agensir, Biografia di Antonio Rosmini, su vatican.va.  Istituto Antonio Rosmini, su rosmini-borgomanero. Liceo delle Scienze Umane "Antonio Rosmini", su cercalatuascuola.istruzione. 9 maggio .  Istituto Comprensivo Antonio Rosmini, su ic-rosmini.edu. Biblioteca Rosmini, su biomedico.campusnet.unito. LICEO "A. Rosmini"TRENTO, su vivoscuola. 9 maggio .  Fonti Marcello Farina, Antonio Rosmini e l'Accademia degli Agiati, Brescia, Morcelliana Edizioni,  Italo Prosser, El pra' de le Móneghe: cronistoria del monastero di Santa Croce nell'antico comune di Lizzana, Rovereto (Trento), Stella, 2Approfondimenti Michele Federico Sciacca, La filosofia morale di Antonio Rosmini, Torino, Fratelli Bocca, Giovanni Pusineri, Rosmini (Edizione riveduta e aggiornata da Remo Bessero Belti), Stresa (VB), Edizioni Rosminiane Sodalitas, Michele Dossi, Profilo filosofico di Antonio Rosmini, Brescia, Morcelliana, Alfeo Valle, Antonio Rosmini. Il carisma del fondatore, Rovereto (TN), Longo Editore, Paolo Marangon, Il Risorgimento della Chiesa. Genesi e ricezione delle "Cinque piaghe" di A. Rosmini, collana Italia Sacra, Roma, Casa Editrice Herder, Antonio Rosmini, Frammenti di una storia della empietà, a c. di Alfredo Cattabiani con una nota filologica di M. Albertazzi, Trento, La Finestra, Fulvio De Giorgi, Rosmini e il suo tempo. L'educazione dell'uomo moderno tra riforma della filosofia e rinnovamento della Chiesa Brescia, Morcelliana, Michele Dossi, Il Santo Probito, La vita e il pensiero di Antonio Rosmini, Trento, Il Margine, Paolo Gomarasca, Rosmini e la forma morale dell'essere. La "poiesi" del bene come destino della metafisica, Milano, FrancoAngeli, Francesco Paoli, Antonio Rosmini, Virtù quotidiane, Verona, Edizioni Fede & Cultura, Maurizio De Paoli, Antonio Rosmini. Maestro e profeta, Milano, Edizioni San Paolo, Piero Sapienza, Eclissi Dell'educazione? La sfida educativa nel pensiero di Rosmini, Roma, Libreria Editrice Vaticana, 2008. Giuseppe Goisis, Il pensiero politico di Antonio Rosmini e altri saggi fra critica ed Evangelo, S. Pietro in Cariano (VR), Gabrielli Editori, Comunità di San Leolino , Una profezia per la Chiesa. Antonio Rosmini verso il Vaticano II, Panzano in Chianti (FI), Edizioni Feeria-Comunità di San Leolino, 2009. Umberto Muratore, Rosmini per il Risorgimento. Tra unità e federalismo, Stresa (VB), Edizioni Rosmininane Sodalitas, . Cirillo Bergamaschi, Antonio Rosmini. La perfezione della vita cristiana, Stresa (VB), Edizioni Rosminiane Sodalitas, . Luciano Malusa, Antonio Rosmini per l'unità d'Italia. Tra aspirazione nazionale e fede cristiana, Milano, FrancoAngeli, . Domenico Fisichella, Il caso Rosmini. Cattolicesimo, nazione, federalismo, Roma, Carocci editore, . Umberto Muratore, Apologia della fedeltà. In difesa dei valori etici e spirituali, Stresa (VB), Edizioni Rosminiane Sodalitas, . Luciano Malusa, Stefania Zanardi, Le lettere di Antonio Rosmini-Serbati, un "cantiere" per lo studioso. Introduzione all'epistolario rosminiano, Venezia, Marsilio Editore, . Stefania Zanardi, La filosofia di Antonio Rosmini di fronte alla Congregazione dell'Indice con Prefazione di Fulvio De Giorgi, Milano, FrancoAngeli, .   Restaurazione Antonio Fogazzaro . Sito ufficiale, su rosmini.  Antonio Rosmini, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Antonio Rosmini, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Antonio Rosmini, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Antonio Rosmini, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.  Antonio Rosmini, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Antonio Rosmini, su accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca.  Antonio Rosmini, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Dizionario biografico austriaco Find a Grave.  Opere su Liber Liber.  Operesu openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Antonio Rosmini / Antonio Rosmini (altra versione), . Antonio Rosmini, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.  Antonio Rosmini, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.  Sito ufficiale degli scritti di Antonio Rosmini, su rosminionline. Un esteso saggio inedito su Antonio Rosmini si puà trovare sul Blog di Carlo EllenaEdward N. Zalta , Antonio Rosmini, in Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and Information (CSLI), Stanford. Antonio Francesco Davide Ambrogio Rosmini Serbati. Antonio Rosmini. Rosmini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Rosmini e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51658456610/in/photolist-2mPqEYR-2mPvmTf-2mGRYwQ-2mGT6p1

 

 

 

 

Grice e Serra – filosofia italiana (Dipignano). Filosofo. Considerato il primo filosofo dell’economia politica in Italia, e uno dei primi in Europa. A Serra va «il merito di avere composto per primo un trattato scientifico, seppure non sistematico, sui principi e sulla politica economica».   Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere Poco si conosce della sua vita: laureato probabilmente in utroque, nelSerra fu imprigionato nelle carceri della Vicarìa di Napoli forse a causa della sua partecipazione al complotto architettato da Tommaso Campanella per liberare la Calabria dalla dominazione spagnola, ma più probabilmente dietro accusa di falso monetario.  Mentre era in carcere compose il Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere e lo dedicò al viceré Pedro Fernández de Castro y Andrade, conte de Lemos, che aveva già conosciuto e di cui sperava l'aiuto. Il 6 settembreriuscì a farsi ricevere dal nuovo viceré, Pedro Téllez-Girón, III duca di Osuna, per proporgli un programma di riforme utili al Regno, ma l'incontro fu infruttuoso e Serra fu rimandato nelle carceri della Vicarìa, dove probabilmente morì.  Essendo molto gravi all'inizio Professorele condizioni finanziarie del Regno di Napoli (esausto il tesoro pubblico e l'onere del fisco già così gravoso da indurre molti a lasciare la città per sottrarvisi), Marc'Antonio De Santis (Discorsi) aveva proposto di limitare l'esportazione della moneta e di abbassare i tassi di cambio con le piazze estere. La polemica con De Santis è alla base del Breve Trattato di Antonio Serra, che dimostra con esempi tratti dalla storia antica e contemporanea l'inutilità e anzi il danno di questi presunti rimedi, e da ciò trae occasione per spiegare le vere cause della prosperità delle nazioni.  Serra comincia analizzando le cause della scarsità di moneta nel Regno di Napoli e i fattori che avrebbero potuto invertire questa tendenza economica. Egli fu il primo ad analizzare e comprendere appieno il concetto di bilancia commerciale sia per i beni visibili che per quelli invisibili (i servizi e i movimenti di capitali). Ha spiegato come la scarsità di moneta nel Regno di Napoli fosse causata dal deficit della bilancia dei pagamenti. Utilizzando le sue scoperte fu in grado di respingere l'idea, all'epoca più diffusa, per cui la scarsità di denaro era dovuta al tasso di cambio. La soluzione prospettata al problema era indicata nella promozione attiva delle esportazioni. L'opera segna il distacco dalle concezioni moralistiche scolastiche per passare ad una visione laica ed è assolutamente innovativa per l'epoca tanto che Benedetto Croce la definì "lampada di vita".  Sua influenza nella storia del pensiero economico Fu l'abate Ferdinando Galiani a riscoprire l'opera, tessendone un elogio nella nota XXIX del suo celebre trattato Della Moneta. "Chiunque leggerà questo trattato" scrive Galiani "resterà sicuramente sorpreso ed ammirato in vedere quanto in un secolo di totale ignoranza della scienza economica avesse il suo autore chiare e giuste le idee della materia di cui scrisse e quanto sanamente giudicasse delle cause de nostri mali e de soli rimedi efficaci." Galiani paragona Serra al francese Jean-François Melon e all'inglese John Locke, considerandolo superiore a loro per avere vissuto molti anni prima in un'epoca di ignoranza della scienza economica.  Serra, che in vita era stato del tutto trascurato e per secoli, tranne appunto quell'elogio di Galiani, completamente dimenticato, dopo molto tempo è stato finalmente riscoperto. L'opera di Serra ed il suo breve trattato figurano con molta evidenza nei lavori dell'economista norvegese Erik Reinert.  Note Friedrich List, National system of political economy, J.B. Lippincott & Co., Joseph Alois Schumpeter, Luca Addante, Cosenza e i cosentini: un volo lungo tre millenni, Rubbettino Editore, Francesco Martelloni, Regno di Napoli e Terra d'Otranto al tempo di Masaniello. Aspetti economici e sociali di una "crisi", in C. Perrotta , La scienza è una curiosità. Scritti in onore di Umberto Cerroni, Manni Editori, Rodolfo Benini, Benedetto Croce, Storia del Regno di Napoli, Editori Laterza. «Avendo ottenuto di parlare al viceré duca di Ossuna per comunicargli cose utili allo stato, fu udito, presenti i consiglieri, ma, giudicandosi che avesse detto « ciarle e chiacchiere senz'altro concludere », fu rimandato al suo carcere.».  Anna Casella, Marc'Antonio De Santis, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Theodore A. Sumberg.  Oreste Parise, Antonio Serra e il suo tempo. Vita e pensiero del primo economista moderno, , Ecra,  Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere, Volume 1, Antonio Serra, Destefanis, Illuministi Italiani, Tomo VI Della Moneta, Opere di Ferdinando Galiani, Milano-Napoli, Edward Elgar Publishing, Ferdinando Galiani, Della moneta, Napoli, Francesco Saverio Salfi, Elogio di Antonio Serra primo scrittore di economia civile, in Luca Addante, Patriottismo e libertà. L'Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi, Cosenza, Pietro Custodi, Notizie degli autori contenuti nel presente volume: Serra, in Scrittori classici italiani di economia politica, Parte antica, I, Milano, Giuseppe Pecchio, Storia della economia pubblica in Italia, Lugano, Narrazioni tratte dai giornali del governo di Don Pietro Girone duca d'Ossuna viceré di Napoli scritti da F. Zazzera,  in Archivio storico italiano, Giacomo Savarese, Trattato di economia politica, I, Napoli, Francesco Ferrara, Prefazione, in Trattati italiani del secolo XVIII, Torino, Lodovico Bianchini, Della scienza del ben vivere sociale e della economia pubblica e degli Stati, Napoli, Davide Andreotti, Storia dei cosentini, II, Napoli, Luigi Accattatis, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, II, Cosenza; Tommaso Fornari, Studii sopra Antonio Serra e Marc'Antonio De Santis, Pavia 1879; Luigi Amabile, Fra Tommaso Antonio Serra (economista) . Serra (Dipignano, Napoli, primi anni XVII secolo) economista e filosofo italiano della scuola mercantilista. Serra è considerato il primo scrittore di economia politica in Italia, e uno dei primi in Europa. A Serra va «il merito di avere composto per primo un trattato scientifico, seppure non sistematico, sui principi e sulla politica economica».   Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere Poco si conosce della sua vita: laureato probabilmente in utroque, fu imprigionato nelle carceri della Vicarìa di Napoli forse a causa della sua partecipazione al complotto architettato da Tommaso Campanella per liberare la Calabria dalla dominazione spagnola, ma più probabilmente dietro accusa di falso monetario.  Mentre era in carcere compose il Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere e lo dedicò al viceré Pedro Fernández de Castro y Andrade, conte de Lemos, che aveva già conosciuto e di cui sperava l'aiuto. Riuscì a farsi ricevere dal nuovo viceré, Pedro Téllez-Girón, III duca di Osuna, per proporgli un programma di riforme utili al Regno, ma l'incontro fu infruttuoso e Serra fu rimandato nelle carceri della Vicarìa, dove probabilmente morì.  Essendo molto gravi all'inizio Professorele condizioni finanziarie del Regno di Napoli (esausto il tesoro pubblico e l'onere del fisco già così gravoso da indurre molti a lasciare la città per sottrarvisi), Marc'Antonio De Santis (Discorsi) aveva proposto di limitare l'esportazione della moneta e di abbassare i tassi di cambio con le piazze estere. La polemica con De Santis è alla base del Breve Trattato di Antonio Serra, che dimostra con esempi tratti dalla storia antica e contemporanea l'inutilità e anzi il danno di questi presunti rimedi, e da ciò trae occasione per spiegare le vere cause della prosperità delle nazioni.  Serra comincia analizzando le cause della scarsità di moneta nel Regno di Napoli e i fattori che avrebbero potuto invertire questa tendenza economica. Egli fu il primo ad analizzare e comprendere appieno il concetto di bilancia commerciale sia per i beni visibili che per quelli invisibili (i servizi e i movimenti di capitali). Ha spiegato come la scarsità di moneta nel Regno di Napoli fosse causata dal deficit della bilancia dei pagamenti. Utilizzando le sue scoperte fu in grado di respingere l'idea, all'epoca più diffusa, per cui la scarsità di denaro era dovuta al tasso di cambio. La soluzione prospettata al problema era indicata nella promozione attiva delle esportazioni. L'opera segna il distacco dalle concezioni moralistiche scolastiche per passare ad una visione laica ed è assolutamente innovativa per l'epoca tanto che Benedetto Croce la definì "lampada di vita".  Sua influenza nella storia del pensiero economico Fu l'abate Ferdinando Galiani a riscoprire l'opera, tessendone un elogio nella nota XXIX del suo celebre trattato Della Moneta. "Chiunque leggerà questo trattato" scrive Galiani "resterà sicuramente sorpreso ed ammirato in vedere quanto in un secolo di totale ignoranza della scienza economica avesse il suo autore chiare e giuste le idee della materia di cui scrisse e quanto sanamente giudicasse delle cause de nostri mali e de soli rimedi efficaci." Galiani paragona Serra al francese Jean-François Melon e all'inglese John Locke, considerandolo superiore a loro per avere vissuto molti anni prima in un'epoca di ignoranza della scienza economica.  Serra, che in vita era stato del tutto trascurato e per secoli, tranne appunto quell'elogio di Galiani, completamente dimenticato, dopo molto tempo è stato finalmente riscoperto. L'opera di Serra ed il suo breve trattato figurano con molta evidenza nei lavori dell'economista norvegese Erik Reinert.  Note Friedrich List, National system of political economy, J. B. Lippincott & Co., Joseph Alois Schumpeter, L. Addante, Cosenza e i cosentini: un volo lungo tre millenni, Rubbettino Editore, Francesco Martelloni, Regno di Napoli e Terra d'Otranto al tempo di Masaniello. Aspetti economici e sociali di una "crisi", in C. Perrotta , La scienza è una curiosità. Scritti in onore di Umberto Cerroni, Manni Editori, R. Benini, B. Croce, Storia del Regno di Napoli, Editori Laterza. «Avendo ottenuto di parlare al viceré duca di Ossuna per comunicargli cose utili allo stato, fu udito, presenti i consiglieri, ma, giudicandosi che avesse detto « ciarle e chiacchiere senz'altro concludere », fu rimandato al suo carcere.».  Anna Casella, Marc'Antonio De Santis, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Manuel Serra Moret, Diccionario Económico de Nuestro Tiempo, su eumed.net, Theodore A. Sumberg, Oreste Parise, Antonio Serra e il suo tempo. Vita e pensiero del primo economista moderno, , Ecra,  Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere, Destefanis,  Illuministi Italiani, Tomo VI Della Moneta, Opere di F. Galiani, Milano-Napoli, Ferdinando Galiani, Della moneta, Napoli,  Francesco Saverio Salfi, Elogio di Antonio Serra primo scrittore di economia civile  in Luca Addante, Patriottismo e libertà. L'Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi, Cosenza, Pietro Custodi, Notizie degli autori contenuti nel presente volume: Serra, in Scrittori classici italiani di economia politica, Parte antica, I, Milano Giuseppe Pecchio, Storia della economia pubblica in Italia, Lugano, Narrazioni tratte dai giornali del governo di Don Pietro Girone duca d'Ossuna viceré di Napoli scritti da Francesco Zazzera in Archivio storico italiano, Giacomo Savarese, Trattato di economia politica, I, Napoli; Francesco Ferrara, Prefazione, in Trattati italiani del secolo XVIII, Torino; Lodovico Bianchini, Della scienza del ben vivere sociale e della economia pubblica e degli Stati, Napoli, Davide Andreotti, Storia dei cosentini, II, Napoli, Luigi Accattatis, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, II, Cosenza, Tommaso Fornari, Studii sopra Antonio Serra e Marc'Antonio De Santis, Pavia; Luigi Amabile, Fra Tommaso ampanella. La sua congiura, i suoi processi e la sua pazzia, INapoli, Antonio De Viti de Marco, Le teorie economiche di Antonio Serra, in Memorie del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, classe di lettere e scienze storiche e morali, Rodolfo Benini, Sulle dottrine economiche di Serra Appunti critici, in Giornale degli economisti,  Economisti del Cinque e Seicento, A. Graziani, Bari, G. Arias, Il pensiero economico di Antonio Serra, in Politica, B. Croce, Storia del Regno di Napoli, Bari, Economisti napoletani dei sec. 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Colapietra, Roma Antonio Aquino, Antonio Serra e l'approccio monetario all'analisi della bilancia dei pagamenti, in Studi economici,  Raffaele Colapietra, Genovesi in Calabria nel Cinque e Seicento, in Rivista storica calabrese, Manoscritti napoletani di Paolo Mattia Doria, Giulia Belgioioso, I, Galatina,  Tullio Toscano, Il "Breve trattato" di Antonio Serra e la disputa sui cambi esteri del Regno di Napoli, in Rivista di politica economica, Clemente Secondo Rije, Notizie biografiche su Antonio Serra, in A. Serra, Breve trattato, ed. anast., introduzione di Sergio Ricossa, Napoli, Peter Groenewegen, Serra, Antonio in The New Palgrave: a dictionary of economics, John Eatwell, Murray Milgate, Peter Kenneth Newman, IV, London; Sergio Ricossa, Cento trame di classici dell’economia, Milano, Theodore A. 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Grice e Settala – filosofia italiana (Milano). Filosofo. Figlio di Francesco e Giulia Ripa, figlia del giureconsulto pavese Giovanni Francesco Ripa.  Studia nel collegio dei Gesuiti di Brera e si laureò a Pavia. Due anni dopo ottenne la prima cattedra straordinaria di Medicina a Pavia; ma vi rinunciò poco tempo dopo per svolgere l'attività medica a Milano. Ebbe tuttavia le cattedre di politica e di morale nelle Scuole canobiane di Milano e l'incarico di protofisico generale dello stato di Milano. Si prodigò in occasione delle epidemie di peste che si svilupparono a Milano e la famosa peste dei I promessi sposi. Manzoni lo nomina ne I promessi sposi, una prima volta  quando parla del figlio, Senatore Settala, medico, membro, insieme ad Alessandro Tadino del tribunale della sanità ai tempi della vicenda di Renzo e Lucia; e una seconda volta nel capitolo XXXI, allorché è tra i primi ad accorgersi che la "strana malattia" che si stava diffondendo nella zona lecchese, era la peste. Fra le sue opere si ricordano la traduzione latina, con commento, dei libri ippocratici “De aëribus, aquis et locis” (“In librum Hippocratis Coi de aeribus, aquis, locis, commentarii V. Appositus est Graecus Hippocratis contextus ope antiquorum exemplarium, restitutus, ... Cum indice rerum et verborum locupletissimo, Coloniae: Ioan. Baptistae Ciotti Senensis aere) e dei Problemata di Aristotele (“Commentariorum in Aristotelis problemata” - Tomus I-II, Francoforte sul Meno: apud haeredes Andreae Wecheli, Claudium Marnium, & Ioannem Aubrium).  “In Librum Hippocratis Coi de aeribus, aquis, locis Commentarii V. appositus est graecus Hippocratis contextus ... restitutus et ... emendatus, una cum nova eiusdem in Latinum versione, Colonia, Giovanni Battista Ciotti”; “Ludovici Septalii Patricii Mediolanensis Commentariorum in Aristotelis Problemata, septem primas sectiones continens, ab eodem Latine factas” (Francoforte, Apud Claudium Marnium & heredes Ioannis Aubrii); “Ludovici Septalii Patricii Mediolanensis Commentariorum in Aristotelis Problemata, secundam heptadem continens, ab eodem Latine factam” (Francoforte, Apud Claudium Marnium & heredes Ioannis Aubrii); “Animaduersionum, & cautionum medicarum libri septem. Quorum materiam sequens pagina indicabit, Mediolani: apud Io. Bapt. Bidell); “De peste, & pestiferis affectibus. Libri quinque., (Mediolani: apud Ioannem Baptistam Bidellium); “De peste et pestiferis affectibus, Ludouici Septalij patrici et medici Mediolanensis); “De ratione instituendae, & gubernandae familiae. Libri quinque. Senator F. edidit, & Iulio Aresio Senatus Mediolanensis principi dicauit, Mediolani: apud Io. Baptistam Bidellium, 1626 Della ragion di stato libri sette. Di Lodouico Settala. All'illustrissimo, & eccellentissimo signore Don Emanuelle de Fonseca e Zugniga, Milano: appresso Gio. Battista Bidelli, “Cura locale de' tumori pestilentiali, che sono il bubone, l'antrace, o carboncolo, & i furoncoli. Contenente tutto quello, che si ha da fare esteriormente nellquesti mali. Tolta dal libro della cura della peste. Del signor profisico, Milano: per Giouan Battista Bidelli, “Preseruatione dalla peste scritta dal sig. protomedico Settala, Brescia: per Bartholomeo Fontana, “Commentaria in Aristotelis Problemata” Lugduni, Sumptibus Claudi Landry, Antidotario romano latino, et volgare tradotto da Hippolito Cesarelli romano. Con l'aggionta dell'elettione de semplici, e prattica delle compositioni. E di due trattati, vno della teriaca romana, ... l'altro della teriaca egittia. Aggiontoui in questa vltima impressione le auertenze, & osseruationi appartenenti alla compositione de medicamenti del sig. Lodovico Settala, Milano: per Gio. Battista Bidelli, Auertenze, et osseruationi appartenenti al curar le ferite, tradotte dall'ottavo libro delle osseruationi del signor Ludouico Settala, da Alessandro Tadino, Milano: per Gio. Pietro Cardi, Breue compendio per curare ogni sorte de tumori esterni, & cutanee turpitudini, raccolto dalle osseruationi fisice, & chirurgice nelli vltimi anni fatte dal sig. Lodouico Settala medico collegiato ,,, d'Alessandro Tadino medico collegiato, Milano: per Lodouico Monza: ad instan. di Altobello Pisani, Ludovici Septalii mediolanensis, Opera de ratione familiae cum instituendae, tum gubernandae libri V et De ratione status libris VII, Editio nova, Ulmae: prostat apud Jo. Frid. Gaum, CERL Thesaurus, «Ripa, Giovanni Francesco” Giuseppe Ferrario, Statistica medica di Milano: dal secolo XV fino ai nostri giorni, Milano, Guglielmini e Redaelli, Belloni, C. Borromeo e la Storia della Medicina, in San Carlo e il suo tempo: atti del convegno internazionale nel IV centenario della morte (Milano). Edizioni di Storia e Letteratura,  Bartolomeo Corte, Notizie istoriche intorno a medici scrittori milanesi, Milano,  Filippo Argelati, Bibliotheca scriptorum mediolanensium seu acta, et elogia virorum omnigena eruditione illustrium, qui in metropoli Insubriae, oppidisque circumjacentibus orti sunt, II, Mediolani, Paolo Sangiorgio, Cenni storici sulle due Pavia e di Milano e notizie intorno ai più celebri medici, chirurghi e speziali di Milano dal ritorno delle scienze sino all’anno. Opera postuma, F. Longhena, Milano, Salvatore De Renzi, Storia della medicina italiana, III, Napoli, Ercole Ferrario, Intorno alla vita ed alle opere mediche di Ludovico Settala. Cenni, Milano, Pietro Capparoni, Profili biobibliografici di medici e naturalisti celebri italiani, Roma, Cava, La peste di S. Carlo. Note storico mediche sulla peste, Milano, Silvia Rota Ghibaudi, Ricerche su Ludovico Settala, Firenze (con elenco delle opere e delle loro edizioni a stampa). Ferro, La peste nella cultura lombarda, Milano, Giorgio Cosmacini, Il medico e il cardinale, Milano. Girolamo Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Firenze, Presso Molini, Landi, e Company, L. Facchin, Ludovico Settala: un intellettuale barocco fra scienza e arte, su enbach.eu. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Pietro Capparoni, Ludovico Settala, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Mellerio, Ludovico Settala, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, openMLOL, Horizons Unlimited srl. Ludovico Settala. Settala. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Settala” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690979997/in/photolist-2mKKMt4

 

Grice e Severino – oltre il linguaggio – filosofia italiana (Brescia). Filosofo. Considerato da parte della critica come uno dei più grandi filosofi italiani del '900 e uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi. Il suo pensiero filosofico intende collocarsi oltre tutta la storia della filosofia occidentale che secondo Severino è permeata dal Nichilismo. Il padre era un militare di carriera siciliano originario di Mineo trasferitosi a Brescia, mentre la madre era una bresciana di Bovegno in alta Val Trompia. Si laureò a Pavia  come alunno dell'Almo Collegio Borromeo, discutendo una tesi su Heidegger e la metafisica, sotto la supervisione di Bontadini. L'anno successivo ottenne la libera docenza in filosofia teoretica. Insegnò a Milano. I libri pubblicati in quegli anni entrarono in forte conflitto con la dottrina ufficiale della Chiesa cattolica, suscitando vivaci discussioni all'interno dell'Università Cattolica e nella Congregazione per la dottrina della fede (l'ex Sant'Uffizio). Dopo un lungo e accurato esame (condotto da Cornelio Fabro) la Chiesa proclamò ufficialmente nel 1969 l'insanabile opposizione tra il pensiero di Severino e il cristianesimo.  Lasciata l'Università Cattolica, Severino venne chiamato all'Università Ca' Foscari Venezia, dove fu tra i fondatori della Facoltà di lettere e filosofia, nella quale hanno insegnato o insegnano alcuni dei suoi allievi (Umberto Galimberti, Carmelo Vigna, Luigi Ruggiu, Salvatore Natoli, Italo Valent). Professore di Filosofia teoretica, diresse l'Istituto di filosofia (diventato poi Dipartimento di Filosofia e Teoria delle scienze e, oggi, Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali) fino al 1989 e insegnò anche logica, storia della filosofia moderna e contemporanea e sociologia. Cominciò una serie di pubblici colloqui col teologo tomista Giuseppe Barzaghi in cui pareva aprirsi lo spiraglio di una riconsiderazione della possibilità cristiana. Ca' Foscari Venezia lo proclamò Professore emerito; insegnò Ontologia fondamentale presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano; fu Accademico dei Lincei e Cavaliere di gran croce, inoltre collaborò per alcuni decenni[senza fonte] con il Corriere della Sera e con Bresciaoggi. Il Consiglio comunale di Bovegno gli conferì la cittadinanza onoraria con la seguente motivazione: "Discendente per parte di madre da antica famiglia bovegnese, ha contribuito con la sua opera in maniera rilevante al pensiero filosofico occidentale contemporaneo, sulle orme degli antichi filosofi greci. Nella sua autobiografia ha espresso il suo legame con la terra avìta di Bòvegno che onorata, lo vuole annoverare tra i suoi concittadini più illustri".  È morto a Brescia il 17 gennaio  dopo una lunga malattia.  Politica e società Severino ha spesso criticato sia il capitalismo sia il comunismo, fonti dell'heideggeriana "vita inautentica" in quanto espressioni di "dominio della tecnica" (come d'altronde il fascismo), ma anche la sinistra in quanto "non è più socialdemocrazia", rilasciando anche dichiarazioni sul suo punto di vista sul passato e sull'avvenire dell'Italia: «Le spiegazioni della crisi del nostro tempo rimangono molto in superficie anche quando vogliono andare in profondità. Il fenomeno di fondo, che non viene adeguatamente affrontato, è l'abbandono, nel mondo, dei valori della tradizione occidentale; e questo mentre le forme della modernità dell'Occidente si sono affermate dovunque. Un abbandono che si porta via ogni forma di assolutoe innanzitutto Dio.(...) Muore, dicevo, ogni forma di assolutezza e di assolutismo, dunque anche quella forma di assoluto che è lo Stato moderno, che detienedice Weber"il monopolio legittimo della violenza". Questo grande turbine che si porta via tutte le forme della tradizione è guidato dalla tecnica modernaed è irresistibile nella misura in cui ascolta la voce che proviene dal sottosuolo del pensiero filosofico del nostro tempo. Il turbine travolge anche le strutture statuali. Investe innanzitutto le forme più deboli di Stato. La trasformazione epocale di cui parlo non è indolore: il vecchio ordine non intende morire, ma è sempre più incapace di funzionare, soprattutto in Paesi come l'Italia. E il nuovo ordine non ha ancora preso le redini. È la fase più pericolosa (non solo per l'Italia).»  e criticando "l'assolutismo cattolico e comunista", oltre che tacciando la magistratura di "ingenuità", poiché processando una classe politica a fondo ha rivelato la contiguità anche con la criminalità organizzata, figlia della guerra fredda e, secondo  Severino, impossibile da debellare integralmente in pochi anni senza debellare lo Stato stesso, causando notevoli problemi.  «L'Italia è uno Stato acerbo. Ha 150 anni su per giù. Ma soprattutto ha alle proprie spalle una storia di frazionamento politico-economico-sociale, dove si sono imposte forze che hanno avuto nel mondo un peso ben maggiore di quello dell'Italia unita.. Sull'evasione fiscale: Una tara storica, come prima le dicevo. L'evasione fiscale è un furto ai danni di tutti. Se c'è da costruire una strada io devo metterci anche la parte degli evasori. Certo, molti artigiani e piccoli imprenditori, se non evadessero, fallirebbero. Tutti sanno queste cose. Però conosco anche tanti cattolici ai quali molti uomini di Chiesa facevano capire che se non avessero ritenuto "giusto" pagare le tasse dello Stato, avrebbero fatto bene a non pagarle. Questo Papa, da buon pastore, sta cercando di cambiare le cose. Ma non vorrei che si perdesse di vista che la "corruzione" di fondo è l'"evasione" del mondo dal passato dell'Occidente. Oltre alle citate critiche cattoliche, Martin Heidegger parlando con Cornelio Fabro a Roma ebbe a dire a proposito di "Ritornare a Parmenide rmenide" di Severino: "Severino ha immobilizzato il mio Dasein!" Già da molto prima prima, alcuni appunti di lavoro heideggeriani testimoniano come Martin Heidegger seguisse il giovanissimo Severino (da uno studio di Alfieri e Herrmann). Severino è stato criticato dal matematico e logico Piergiorgio Odifreddi, in risposta a un giudizio critico dello stesso Severino su un'opera di Odifreddi, ovvero l'introduzione scritta per l'edizione italiana di L'ABC della relatività di Bertrand Russell, dove venivano citati alcuni filosofi (tra cui Severino stesso, Heidegger, Croce e Deleuze), secondo Severino in maniera non congrua e "alla rinfusa"; il matematico ha accusato invece Severino di non considerare l'importanza della scienza (come già fecero i neoidealisti, come Croce e Gentile), a differenza di grandi filosofi del passato che avevano studiato a fondo alcune teorie (facendo l'esempio di Kant, Nietzsche e Cartesio, matematico lui stesso). Nel dialogo tra Severino e Alessandro Di Chiara, Oltre l'uomo e oltre Dio (2002) la filosofia della necessità si contrappone alla filosofia della libertà.  Pensiero Nei suoi scritti fa spesso riferimento a pensatori come Parmenide, Eraclito, Aristotele, Hegel, Nietzsche, Leopardi, Heidegger e Gentile. Secondo Severino il pensiero di Giacomo Leopardi, Nietzsche e di Giovanni Gentile è l'apice della follia del nichilismo. Severino considera questi tre filosofi come i tre più grandi geni che hanno portato all'estremo la concezione greca del Nulla ovvero l'entrare e l'uscire degli enti dal Nulla.  L'eternità di tutti gli essenti Severino affronta l'antico problema radicalizzato da Platone e Aristotele e ripreso poi in epoca moderna da Heidegger: il problema dell'essere. Per Severino, tutte le filosofie costituitesi precedentemente sono caratterizzate da un errore di fondo: la  fede nel senso greco del divenire. Sin dagli antichi greci, infatti, un ente (ovvero un qualcosa che è) viene considerato come proveniente dal nulla, dotato temporaneamente di esistenza e successivamente ritornante nel nulla.  Rifacendosi al pensiero di Parmenide, Severino è stato definito come fondatore di un neoparmenidismo, di cui sarebbe l'unico esponente, peraltro criticato in senso anti-metafisico da Gennaro Sasso e da Mauro Visentin, i quali sostengono, rovesciando la sua tesi, come, contrariamente all'opinione diffusa, in Parmenide esista invece un deciso rifiuto della metafisica..  Severino, riflettendo sull'opposizione assoluta tra essere e non-essere, dato che tra i due termini non vi è nulla in comune, ritiene evidente che l'essere non può non rimanere costantemente uguale a se stesso, evitando di rimanere alterato dall'altro da sé. Anzi, essendo l'essere la totalità di ciò che esiste, non può esserci altro al di fuori di esso dotato di esistenza (Severino rifiuta, quindi, il concetto di differenza ontologica così come è stato avanzato da Heidegger). Per Severino, quindi, tutta  la storia della filosofia occidentale è basata sull'errata convinzione che l'essere possa diventare un nulla, sebbene alcuni filosofi, come Schopenhauer, abbiano tentato di negare tale assunto.  Ma, mentre Parmenide tentava di risolvere il conflitto tra il divenire e l'immutabilità dell'essere affermando l'illusorietà del divenire (negando l'esistenza delle cose del mondo e cadendo quindi in un'aporia), Severino sceglie una via differente, portando il suo pensiero a delle tesi estreme.  Dato che l'essere è, e non può mai diventare un nulla, «ogni essente è eterno». Ogni cosa, ogni pensiero, ogni attimo sono eterni. Il divenire temporale non può, quindi, che rappresentare l'apparire successivo degli eterni stati dell'essere, così come i fotogrammi di una pellicola si susseguono sino a formare lo svolgimento completo di un film. Gli enti entrano ed escono da quello che Severino chiama "cerchio dell'apparire". Ciò significa che, quando un ente esce dal cerchio dell'apparire, non diviene un nulla, ma si sottrae semplicemente alla vista: dunque, le cose esistono anche quando scompaiono ovvero non si vedono ("vedere senza vedere", dice Donato Sperduto in una tragicommedia sul pensiero severiniano). Riprendendo la metafora di Plotino, afferma che il divenire degli enti è come lo scorrere degli oggetti sulla superficie di uno specchio. Le cose, infatti, esistono prima di entrare nel campo visivo dello specchio e ovviamente continuano ad esistere anche dopo esserne uscite. Non solo Plotino, ma anche Agostino di Ippona, con un'immagine simile, definì il tempo come immagine mobile dell'Eterno. Nel pensiero di Severino, tuttavia, l'eternità non è limitata a un Dio che dà e toglie la vita agli Enti, facendoli entrare e uscire dallo specchio (senza che nulla esista prima e dopo), ma si estende anche a tutti gli enti che nel divenire si manifestano.  Dimostrazione dell'eternità di tutti gli essenti Magnifying glass icon mgx2.svg  Divenire § Severino. La dimostrazione severiniana dell'eternità di tutti gli essenti, si basa sostanzialmente sul principio di non contraddizione, ma non nella versione che ne dà Aristotele nel De Interpretatione. In essa anzi "il discorso del tramonto del senso dell'essere...trova la sua formulazione più rigorosa e più esplicita".  Bisogna invece "ritornare a Parmenide", correggernecon Platonel'esito aporetico, dimostrando che l'evidenza fenomenica non è in contrasto col principio di non contraddizione, ma scoprendo anche che il divenire così come Platone lo pensa, come uscire dal nulla e ritornare nel nulla, non appare affatto, non è affatto "evidente".  Di qui si potrà proseguire su una via (quella indicata da Parmenide, il "sentiero del giorno") ben diversa da quella imboccata con Platone dal pensiero occidentale.  Consideriamo la proposizione parmenidea: "...è infatti l'essere, il nulla non è": tale proposizione esprime l'opposizione "assoluta" tra i termini "essere" e "non essere"; pertanto ogni essente, in quanto ent-e, è assolutamente opposto al nulla e non ci può essere né un tempo né uno stato in cui un ente non sia, come pensa invece il principio di non contraddizione aristotelico: "è necessario che l'essere sia, quando è, e che il non-essere non sia, quando non è". Quest'enunciato esprime il pensiero di un tempo, una condizione, in cui l'ente è nulla, in cui essere=nulla. Questa impossibile ed impensabile contraddizione costituisce la "follia essenziale" in cui cresce e sta, senza esserne consapevole, tutto il pensiero occidentale.  Infatti il pensiero occidentale pensa sì, consapevolmente, l'ente come essere, ma insieme come diveniente (pensa cioè che esca dal nulla e ritorni nel nulla). Ad esso sfugge invece che ciò equivale a pensare l'ente come nulla; e questo è il nichilismo più proprio, la follia che si annida nell'inconscio della filosofia, della scienza e della tecnica.  La differenza ontologica Per Heidegger, l'essere non è un ente tra gli enti. Esso rappresenta piuttosto l'apparire ontologico degli enti, e per questo motivo viene definito un transcendens rispetto all'ente. Severino rigetta la concezione heideggeriana, affermando che la totalità dell'essere è costituita dalla totalità degli enti. La vera differenza ontologica è quindi per Severino quella che si costituisce tra l'essere (l'ente) diveniente e quello immutabile.  L'essere che appare e scompare non è lo stesso essere immutabile, ma è anch'esso eterno. Entrambi esistono, ma in differenti dimensioni. L'essere come fondamento è una struttura eterna e non soggetta ad alcun mutamento.  Tutto è avvolto (fino alla morte) dal nichilismo Un po' tutti i filosofi che l'hanno avuto sottomano hanno inteso il nichilismo come allontanamento dalla verità, e l'hanno dunque declinato a seconda dell'idea di verità a cui stavano pensando. Nella prospettiva severiniana dell'eternità di tutte le cose, il nichilismo è dunque il credere che le cose siano mortali, ovvero che l'essere possa non essere,ed uscire e rientrare nel nulla, ovvero credere nel divenire delle cose. Credere infatti che le cose escano dal nulla e vi ritornino equivale ad identificare l'essere con il nulla: quindi si parla di pura "follia". Al di fuori della follia appare l'eternità di ogni cosa e di ogni evento. Al di fuori del nichilismo il sopraggiungere dell'ente è il comparire o lo sparire dell'eterno. Il divenire dell'essere è un'opinione senza verità. L'Occidente non domina il mondo casualmente o perché ha una possibilità offensiva superiore; ma, al contrario, ha una possibilità offensiva superiore perché domina il mondo che crede nelle sue stesse imprescindibili idee guida (scienza, potenza, tecnica, salvezza, ecc.) e quindi in una cultura che ritiene più avanzatae dove dunque l'avanzamento non è una virtù morale, ma la capacità di capire e fare più cose per sopravvivere all'imprevedibilità dell'esistenza.  Nichilismo, morte e destino Severino ritiene che la filosofia abbia sempre cercato riparo contro il terrore che scaturisce dall'imprevedibilità dell'esistenza perché innanzitutto si è sempre creduto nell'evidenza del divenire degli enti, del loro uscire dal nulla e rientrarvi. Anche le grandi forme di epistème come quelle di Aristotele ed Hegel, che tendono a dare un ordine ed una configurazione prestabiliti all'esistenza, si muovono sullo stesso terreno.  L'intera storia dell'Occidente è quindi per Severino storia del nichilismo. La radicale distruzione dell'epistème operata da parte della filosofia contemporanea e la rapida ascesa della scienza moderna ai vertici del sapere sono conseguenze inevitabili di questa forma di pensiero (la civiltà della tecnica è, infatti, la forma estrema di volontà di potenza). Secondo la logica severiniana, tutto ciò che appare appare in maniera necessaria ed il progressivo manifestarsi degli eterni non segue, quindi, una sequenza casuale. Ciò significa che la libertà dell'uomo non esiste, ma appare all'interno di quell'essente (anch'esso eterno) che è il nichilismo dell'Occidente. Ed è proprio all'interno dell'Occidente che appare il "mortale" come noi lo conosciamo.  Ma l'Occidente è destinato al tramonto, per fare spazio al Destino della verità, la verità che testimonia la follia della fede nel divenire. Solo all'interno del destino della verità la morte acquista un significato inaudito: in realtà la morte è la persuasione dell'assentarsi dell'eterno.  Dio e il Superdio Da quanto detto precedentemente appare chiaro come nel pensiero di Severino non ci sia posto per il Dio comunemente inteso; da qui il contrasto insanabile con la Chiesa Cattolica.  Nel corso della storia della filosofia, e nel pensiero della Chiesa cattolica in particolare, l'affermazione dell'esistenza di qualcosa di immutabile (tra cui Dio in tutti i diversi modi nei quali filosofia e religione lo hanno concepito) è sempre stata fatta partendo dal presupposto che il divenire non significhi necessariamente la nascita dal nulla e il tornare nel nulla delle cose che in esso si presentano. Quest'affermazione è, inoltre, sempre avvenuta con l'intento di risolvere le varie contraddizioni che quel presupposto implica e di inventare un "rimedio" per l'"angoscia" che il pensiero dell'annientamento provoca. Questo genere di immutabilità è, quindi, di segno diverso da quella che compete agli enti sulla base dell'impossibilità assoluta che qualcosa si annulli. Per questo motivo è impossibile che esista un Dio come è stato pensato dalla religione e dalla filosofia. A maggior ragione è impossibile che esista il Dio del cristianesimo, che è tradizionalmente concepito come dotato della capacità di creare gli enti dal nulla e di mantenerli in esistenza grazie alla sua libera volontà (altrettanto libero potrebbe essere, per Dio, l'"annichilimento"diverso dal concetto fisico di annichilazione -, e cioè la volontà di far cessare la durata della loro esistenza per farli ritornare nel nulla).  Essendo ogni ente eterno, non può esserci né creazione né annientamento, e quindi neanche un Dio comunemente inteso. Alla luce del "Destino della verità", ogni ente, anche il più insignificante, acquista un significato inaudito. L'uomo si porta quindi radicalmente al di là del superuomo e della volontà di potenza: l'uomo è un "superdio", ben più grande del Dio della tradizione religiosa. L'inconciliabilità fra la dottrina dell'Essere e il Tomismo è stata sostenuta da Cornelio Fabro. Barzaghi, con cui Severino ha più volte dialogato pubblicamente, ha mostrato la possibilità di utilizzare le intuizioni severiniane sull'eternità dell'essente proprio per affermare l'esistenza di Dio e ricondurre il pensiero del filosofo all'alveo cristiano da cui si è staccato (entrambi sono stati alunni, all'Università Cattolica, del filosofo cattolico e apologeta Gustavo Bontadini). Severino, pur non rivedendo pubblicamente il suo punto di vista sull'esistenza di Dio, ha apprezzato ed elogiato la proposta di padre Barzaghi.  Necessità dell'oltrepassamento Nessuna nota a piè di pagina Questa voce o sezione sull'argomento filosofia è priva o carente di note e riferimenti bibliografici puntuali. Sebbene vi siano una  e/o dei , manca la contestualizzazione delle fonti con note a piè di pagina o altri riferimenti precisi che indichino puntualmente la provenienza delle informazioni. Puoi migliorare questa voce citando le fonti più precisamente. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento. Con il libro La Gloria, giunge, tra le altre cose, alla dimostrazione necessaria dell'esistenza degli "altri". Quando Cartesio infatti scopre che la carta vincente della scienza è la conferma delle ipotesi da parte dell'"esperienza", e cioè da parte della "presenza certa a me" da parte delle cose, si apre il problema della fondazione dell'esistenza appunto di altre dimensioni che come la mia accolgono l'accadere del mondo, ma che a differenza della mia non sono apparenti, non sono cioè da me "visibili". I fallimenti dei tentativi di soluzione a tale problema (eminentemente proposti ad opera della fenomenologia, sì che questo problema fu certamente uno dei più cogenti all'interno del discorso filosofico di Husserl), a cominciare da quello di Cartesio, si determineranno essenzialmente per l'assenza del senso autentico dell'essente e del senso dell'"oltrepassamento"."L'oltrepassamento dell'attualità nella costellazione infinita di cerchi finiti dell'apparire del Destino" è necessità dell'esistenza di un altro apparire finito, diverso da quello attuale.  Nella Gloria, Severino perviene alla fondazione del senso autentico dell'"oltrepassamento", dopo aver stabilito nelle opere precedenti che il divenire autentico (cioè non nichilistico) non è il crearsi e l'annullarsi dell'essente, ma il comparire e lo sparire di ciò che è eterno.  Ma è in questa sede innanzitutto fondamentale precisare, a partire da considerazioni svolte dallo stesso Severino in Destino della Necessità ( che le cose della "terra" (termine con il quale Severino designa la dimensione degli essenti che via via appaionoe che, per contro, il nichilismo pensa come fuoriuscenti dal nulla ed al nulla ritornanti) "incominciano" ad apparire (il loro apparire esce cioè dall'ombra del non-apparire ed entra nel cerchio dell'apparire). Con "cerchio dell'apparire" si intende, qui, la totalità degli enti che appaiono: è, cioè, l'apparire in quanto ha come contenuto tutto ciò che appare (ossia è l'apparire "trascendentale"); l'apparire delle cose della terra, quell'apparire incominciante di cui sopra, è, perciò, la relazione tra il cerchio dell'apparire (l'apparire trascendentale) e una parte del suo contenuto.  È altrettanto fondamentale precisare che l'incominciare della terra (a sua volta eterna), non aggiunge alcunché al Tutto eternoche è, con Parmenide, appunto, non incompiuto, ouk ateleuteton,  non manchevole, oulon achineton (Parmenide, fr. 8, vv 38, 33, 38). Anche l'incominciante apparire, difatti, è eterno: il suo incominciare è il suo entrare nel cerchio dell'apparire. Entrandovi, naturalmente, apparema questo apparire dell'entrare è lo stesso entrare, ossia è quello stesso di cui si dice che, eterno, entra nel cerchio dell'apparire. E, così come ogni ente, anche l'appartenenza della terra al cerchio dell'apparire è eterna. L'eterna appartenenza al cerchio dell'apparire entra nel cerchio eterno dell'apparire. Entrandovi, appare, e quest'ultimo apparire è lo stesso apparire incominciante in cui consiste l'incominciante appartenenza della terra al cerchio dell'apparire. L'apparire incominciante è cioè apparire di sé stesso (e di tutte le altre cose che incominciano ad apparire), ed è questa autoriflessione dell'apparire incominciante ciò che entra nel cerchio dell'apparire e incomincia a far parte del contenuto di questo cerchio.  Ma ogni essente che incomincia ad apparire (ogni oltrepassante) è destinato ad essere oltrepassato: diventerebbe, altrimenti, condizione indispensabile dell'apparire degli essenti e quindi originarietà che sarebbe dovuta apparire già da sempre. Un oltrepassante che sia non oltrepassabile è impossibile, perché altrimenti esso dovrebbe iniziare ad appartenere allo "Sfondo" (e Severino intende, con questo termine, quel complesso di significati, o "costanti persintattiche"costanti sintattiche di ogni significato –, senza i quali non apparirebbe nulla, motivo per cui non possono non essere sempre presenti. Tra questi ad esempio vi sono i significati «essere» e «nulla». Inoltre, la serie progressiva degli essenti che via via appaiono è necessariamente finita; infatti, se in direzione del passato fosse estensibile all'infinito, ci vorrebbe un percorso infinito, e quindi mai concluso, per giungere al momento attuale. C'è quindi un primo passo compiuto dalla terra.  La totalità attuale di ciò che è destinato ad apparire è, per quanto sopra esposto, necessariamente oltrepassata. Ma in che senso?  Essa non è, difatti, oltrepassata dall'apparire infinitogiacché l'apparire infinito (l'infinito oltrepassarsi da parte delle forme proprie dell'apparire finitodove la Gloria è proprio questo infinito dispiegarsi) non è un oltrepassamento incominciante, ma è l'oltrepassamento già da sempre ed eternamente compiuto della totalità del finito. La totalità attuale dell'incominciante è, dunque, necessariamente oltrepassata da un incomincianteil quale non può apparire attualmente, ma è tuttavia necessario che appaia (in quanto l'incominciare è incominciare ad apparire), e che quindi è necessario che appaia sopraggiungendo in un cerchio diverso, altro, dal cerchio originario dell'apparire. La totalità simpliciter degli essenti-che-sono-degli-oltrepassanti (la totalità dell'oltrepassante, cioè, che include come parte la totalità attuale dell'oltrepassante) non può essere a sua volta oltrepassata, perché ciò che la oltrepasserebbe sarebbe un oltrepassante non incluso nella totalità dell'oltrepassante; e se l'oltrepassante (cioè l'incominciante) che oltrepassa la totalità degli oltrepassanti non fosse a sua volta oltrepassato, esso sarebbe quel contenuto impossibile che è, appunto (per quanto sopra esposto), l'incominciante non-oltrepassabile.  Poiché la terra oltrepassa anche l'attualità dell'apparire del cerchio originario, sopraggiungendo in un cerchio diverso, il contenuto incominciante che appare nel cerchio originario dell'apparire attuale, è oltrepassato (infinitamente) in due direzioni:  (a) In quanto contenuto incominciante, esso è oltrepassato lungo il dispiegamento infinito del contenuto attuale del cerchio originario (o, per utilizzare il lessico severiniano, lungo la Gloria del dispiegamento infinito della terra che si inoltra nel cerchio originario). Ma non è in quanto tale contenuto è attuale che esso viene oltrepassato lungo il dispiegamento infinito del contenuto attuale.  (b) In quanto contenuto attuale (in quanto, cioè, alla sua attualità) il contenuto incominciante è oltrepassato invece in un altro cerchioe in un'infinità di altri cerchi dell'apparire. L'oltrepassante-incominciante, qui, entra nell'apparire non attuale. Anche questa seconda direzione dell'oltrepassamento è un dispiegamento infinito nella Gloria, ma, appunto, nella gloria che consiste nell'infinito sopraggiungere, nel cerchio originario, della costellazione infinita degli altri cerchi. La gloria è l'unità di queste due dimensioni. La dimensione dell'essente, che incomincia cioè ad apparire nel cerchio originario, è necessariamente oltrepassata da un'altra dimensione dell'essente (perché l'incominciante non può incominciare ad appartenere all'essenza dello Sfondo, non incominciante e non tramontante, del cerchio originario); ma anche l'attualità dell'essente che incomincia ad apparireossia anche l'apparire (che, in quanto tale, è apparire attuale) dell'essente che incomincia ad apparireincomincia ad apparire, sì che (per lo stesso motivo) è necessariamente oltrepassata in un altro cerchio dell'apparire; e anche la sintesi tra l'attualità del cerchio originario e l'attualità in sé dell'altro cerchio incomincia ad apparire nel cerchio originario, quando in esso incomincia ad apparire ciò che ne oltrepassa l'attualità; e dunque (per lo stesso motivo) tale sintesi è oltrepassata in un terzo cerchio (e, cioè, l'attualità in sé dell'altro cerchio non è oltrepassata solo nel cerchio originario, ma necessariamente in un terzo cerchio)e così all'infinito.  In definitiva, l'oltrepassamento dell'attualità di un cerchio non avviene solo lungo la dimensione "verticale" del singolo cerchio, ma anche lungoquella "orizzontale" della costellazione di cerchi del Destino.  L'oltrepassamento hegeliano, invece, conserva "idealmente", cioè astrattamente, ciò che oltrepassa, e non realmente, determinandone la distruzione. In un contesto siffatto è fondata l'impossibilità dell'esistenza degli "altri", perché l'altro, che è il mio oltrepassante, determinerebbe il mio superamento, e mi consegnerebbe ad una dimensione puramente ideale. Infatti nel sistema hegeliano l'esistenza degli altri significa l'esistenza di soggetti empirici, sensibili, che è quindi comunque interna all'esistenza produttiva dell'unico "Io".  Il nichilismo è un essente che incomincia ad apparire, ed è quindi destinato ad essere oltrepassato. L'essente che oltrepassa il nichilismo è l'essente che porta al tramonto l'isolamento del senso delle cose dalla verità. Il nichilismo è, infatti, pensare e vivere le cose come nulla in quanto delle cose non appare il legame alla struttura originaria della verità, e quindi non appare l'eternità. L'essente, o la dimensione di essenti, che porta al tramonto l'isolamento del senso delle cose dalla verità è la gloria (cioè la manifestazione) della verità stessa. L'ampiezza dell'isolamento non coinvolge solo il legame tra i singoli essenti e la verità, ma anche il legame tra gli infiniti cerchi dell'apparire, il loro passato e il futuro del percorso che la terra è destinata a compiere in essi. Nella Gloria non si è Dio, perché Dio crea ed annienta le cose anche e soprattutto quando ama; e dunque appartiene al regno dell'errore perché l'amore è volontà e la volontà è voler alterare il senso proprio ed eterno, cancellarne l'identità. Dio è, quindi, infinitamente meno della più umbratile tra le cose vere. Tutto è oltre Dioe oltre ogni forma di mortalità, compresa la vita umana come credenza nel poter creare e annientare gli essenti.  Opere: “La struttura originaria” (Brescia, La Scuola; Nuova ediz. riveduta, Introduzione del Milano, Adelphi); “Fichte” (Brescia, La Scuola, poi in Fondamento della contraddizione,  n.5, Milano, Adelphi, Filosofia della prassi, Milano, Vita e Pensiero,  Milano, Adelphi, “Ritornare a Parmenide” in «Rivista di filosofia neoscolastica», poi in Essenza del nichilismo, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Ritornare a Parmenide. Poscritto, in «Rivista di filosofia neoscolastica», poi in Essenza del nichilismo, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Essenza del nichilismo. Saggi, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Gli abitatori del tempo. Cristianesimo, marxismo, tecnica (Roma, Armando,  Téchne); “Le radici della violenza” (Milano, Rusconi, IMilano, Rizzoli); “Legge e caso, Piccola Biblioteca Milano, Adelphi,); “Destino della necessità. Κατὰ τὸ χρεών, Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi); “A Cesare e a Dio” (Milano, Rizzoli, La strada, Milano, Rizzoli); “La filosofia antica, Milano, Rizzoli); “La filosofia moderna, Milano, Rizzoli, “ Il parricidio mancato,Collana Saggi. Milano, Adelphi, La filosofia contemporanea. Da Schopenhauer a Wittgenstein, Milano, Rizzoli,  Traduzione e interpretazione dell'«Orestea» di Eschilo, Milano, Rizzoli,  La tendenza fondamentale del nostro tempo, Milano, Adelphi, “Il giogo. Alle origini della ragione: Eschilo, Biblioteca Filosofica n.6, Milano, Adelphi); “Antologia filosofica dai Greci al nostro tempo, Milano, Rizzoli); “La filosofia futura, Milano, Rizzoli); “Il nulla e la poesia. Alla fine dell'età della tecnica: Leopardi, Milano, Rizzoli); “Filosofia. Lo sviluppo storico e le fonti” (Firenze, Sansoni); “Oltre il linguaggio” (Collana Saggi. Nuova serie n.7, Milano, Adelphi); “La guerra” (Milano, Rizzoli); “La bilancia. Pensieri sul nostro tempo, Milano, Rizzoli); “Il declino del capitalismo” (Milano, Rizzoli); “Sortite. Piccoli scritti sui rimedi (e la gioia), Milano, Rizzoli); “Heidegger e la metafisica, Collezione Scritti di E. Severino n.4, Milano, Adelphi); “Pensieri sul Cristianesimo, Milano, Rizzoli); “Tautótēs, Biblioteca Filosofica n.13, Milano, Adelphi,  La filosofia dai Greci al nostro tempo” (Milano, Rizzoli); “La follia dell'angelo: conversazioni intorno alla filosofia” (Ines Testoni, Milano, Rizzoli, Milano, Mimesis); “Cosa arcana e stupenda. L'Occidente e Leopardi” (Milano, Rizzoli); “Il destino della tecnica, Milano, Rizzoli); “La buona fede” (Milano, Rizzoli); “L'anello del ritorno, Biblioteca Filosofica n.18, Milano, Adelphi); “Crisi della tradizione occidentale” ( Milano, Marinotti); “La legna e la cenere. Discussioni sul significato dell'esistenza” (Milano, Rizzoli); “Il mio scontro con la Chiesa, Milano, Rizzoli); “La Gloria. ἄσσα οὐκ ἔλπονται: risoluzione di «destino della necessità», Biblioteca Filosofica n.20, Milano, Adelphi, Oltre l'uomo e oltre Dio,con Alessandro Di Chiara (interventi di Carlo Angelino), Genova, il melangolo, Lezioni sulla politica. I Greci e la tendenza fondamentale del nostro tempo, Milano, Marinotti, Tecnica e architettura, Milano, Raffaello Cortina Editore,  Dall'Islam a Prometeo, Milano, Rizzoli, Fondamento della contraddizione, Milano, Adelphi, . Nascere. E altri problemi della coscienza religiosa, Milano, Rizzoli,  Milano, BUR, . Sull'embrione, Milano, Rizzoli, Il muro di pietra. Sul tramonto della tradizione filosofica, Milano, Rizzoli, 2Ricordati di santificare le feste, con Vincenzo Vitiello, Milano, AlboVersorio,  (con CD audio). L'identità della follia. Lezioni veneziane, Giorgio Brianese, Giulio Goggi, Ines Testoni, Milano, Rizzoli, Oltrepassare, Biblioteca Filosofica n.25, Milano, Adelphi, Dialogo su Etica e Scienza, con Edoardo Boncinelli, Milano, Editrice San Raffaele,  Immortalità e destino, Milano, Rizzoli, La buona fede. Sui fondamenti della morale, Milano, Rizzoli, 2008. Volontà, fede e destino, Davide Grossi, con un saggio di Massimo Donà, Milano-Udine, Mimesis,  (con due CD audio). L'etica del capitalismo e lo spirito della tecnica, con un saggio inedito sulla pena di morte, Milano, AlboVersorio, La ragione, la fede, Milano, AlboVersorio,  L'identità del destino. Lezioni veneziane, Milano, Rizzoli, Il diverso come icona del male, Torino, Bollati Boringhieri,  Democrazia, tecnica, capitalismo, Brescia, Morcelliana,  Discussioni intorno al senso della verità, Pisa, Edizioni ETS, La guerra e il mortale, Luca Taddio, con un saggio di G. Brianese, Milano-Udine, Mimesis,  (con due CD audio). Macigni e spirito di gravità. Riflessione sullo stato attuale del mondo, Milano, Rizzoli, . L'intima mano, Biblioteca Filosofica, Milano, Adelphi); Volontà, destino, linguaggio. Filosofia e storia dell'Occidente, Ugo Perone, Torino, Rosenberg &amp; Sellier, Istituzioni di filosofia, Brescia, Morcelliana. [dispense del corso tenuto nel 1968 all'Università Cattolica di Milano] Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia, Milano, Rizzoli, ; Milano, BUR, . La bilancia. Pensieri sul nostro tempo, Milano, BUR, Del bello, Milano, Mimesis, ,  La morte e la terra, Biblioteca Filosofica n.30, Milano, Adelphi, . Capitalismo senza futuro, Rizzoli, Milano, . Educare al pensiero, Sara Bignotti, Brescia, Editrice La Scuola, . Pòlemos, Nicoletta Cusano, Milano, Mimesis, Intorno al senso del nulla, Saggi. Nuova serie n.70, Milano, Adelphi, . L'etica del capitalismo e lo spirito della tecnica. Con un saggio inedito sulla pena di morte, Milano, AlboVersorio, . La potenza dell'errare. Sulla storia dell'Occidente, Milano, Rizzoli, . Il morire tra ragione e fede, con Angelo Scola, Venezia, Marcianum Press, . Parliamo della stessa realtà? Per un dialogo tra Oriente ed Occidente, con Raimon Panikkar, Milano, Jaca Book, . Sul divenire. Dialogo con Biagio De Giovanni, Modena, Mucchi, . Piazza della Loggia. Una strage politica, I. Bertoletti, Brescia, Morcelliana, . In viaggio con Leopardi. La partita sul destino dell'uomo, Milano, Rizzoli, . Dike, Biblioteca Filosofica, Milano, Adelphi, . Cervello, mente, anima, Brescia, Morcelliana, Storia, Gioia, Biblioteca Filosofica n.36, Milano, Adelphi, .Il tramonto della politica. Considerazioni sul futuro del mondo, Milano, Rizzoli, L'essere e l'apparire. Una disputa, con Gustavo Bontadini, Brescia, Morcelliana, Dell'essere e del possibile, con Vincenzo Vitiello, Milano, Mimesis, .  Dispute sulla verità e la morte, Milano, Rizzoli, Lezioni milanesi. Il nichilismo e la terra (-), Nicoletta Cusano, Milano, Mimesis, Testimoniando il destino, Biblioteca Filosofica n.39, Milano, Adelphi,  Ontologia e violenza. Lezioni milanesi (-), Nicoletta Cusano, Milano, Mimesis,  Curatele Aristotele, I principi del divenire. Libro primo della Fisica, trad., introd. e commento di E. Severino, Brescia, La Scuola, Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'artenastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte — Roma, Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana «Di iniziativa del Presidente della Repubblica» — Roma, mmagine del nastrino non ancora presente Cittadinanza onoraria del Comune di Bovegno — Bovegno. Mauro Bonazzi, Morto il filosofo Emanuele Severino, su Corriere della Sera, Addio Severino, filosofo dell'eternoMorto a Brescia il 17 gennaio, solo il 21 la notizia, su ansa E. Severino, Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia, Milano, Rizzoli,  È morto Emanuele Severino, l'ultimo filosofo parmenideo, su la Repubblica,  Scianca, Addio a Emanuele Severino: ecco chi era il grande filosofo dell'essere, su Il Primato Nazionale,  Bovegno, il filosofo cittadino onorario, su giornaledibrescia  «L'esperimento di Barzaghi è importante e va seguito con attenzione. [...] Immerso nell'alienazione, il cristianesimo è come una casa invisibile di cui qualcuno dice, indicando un banco di nebbia: "Là c'è una casa". Che cosa si riuscirebbe a vedere se la nebbia (l'alienazione) diradasse? Forse una casa. Ma forse nulla. Nel primo caso, [...] il cristianesimo avrebbe ancora qualcosa da dire, e di grande» (E. Severino, Nascere. E altri problemi della coscienza religiosa).  «Rigoroso fino alla fine. Solo un po' più triste», in Bresciaoggi,  Emanuele Severino, il tributo si celebrerà a Palazzo Loggia, in Bresciaoggi, Silvia Truzzi, Emanuele Severino, l'intervista: "Ecco perché la giovane Italia va in malora", su il Fatto Quotidiano, Piergiorgio Odifreddi, LA SCIENZA SOTTO TIRO, su la Repubblica, Diego Fusaro e Daniele Didero, Emanuele Severino, su Filosofico.net. Gianluca Miligi et al., "Sguardo su Emanuele Severino" , su filosofia.).  il cui "pensiero poetante", titolo di un saggio di Antonio Prete, che riprende la metafora di Heidegger su Friedrich Hölderlin, è stato analizzato da Severino  cf. La Guerra ,  « [...] occorre riconoscere che le sue posizioni, qualunque sia il giudizio che si pensa di dover dare su di esse, non sembrano aver avuto, perlomeno fino ad ora, un vero e proprio seguito tra coloro che si occupano professionalmente di filosofia.» (Cfr. Mauro Visentin, Il neoparmenidismo italiano. Le premesse storiche e filosofiche, Napoli, Bibliopolis)  Neoparmenidismo, su filosofia.  «Se noi potessimo mai non essere, già adesso non saremmo. La prova più certa della nostra immortalità è il fatto che noi ora siamo. Perché ciò dimostra che su di noi il tempo non può nulla: in quanto è già trascorso un tempo infinito. È del tutto impensabile che qualcosa che è esistito una volta, per un momento, con tutta la forza della realtà, dopo un tempo infinito possa non esistere: la contraddizione è troppo grossa. Su questo si fondano la dottrina cristiana del ritorno di tutte le cose, quella induista della creazione del mondoche si ripete continuamente a opera di Brahma, e dogmi analoghi di Platone e altri filosofi.» (A. Schopenhauer)  D. Sperduto, Vedere senza vedere ovvero Il crepuscolo della morte, Prefazione di E. Severino, Schena ed., Fasano di Brindisi, "Ritornare a Parmenide", in Essenza del Nichilismo, Brescia, Aristotele, Liber de Interpretatione, 1 "...essenza del nichilismo" ... follia estrema ed estremamente nascosta: la persuasione che gli esse nti, in quanto tali, escano dal loro non essere e vi ritornino: la persuasione che vi sia un tempo in cui l'essente (prima di essere e dopo il suo essere) sia nulla, che il non niente sia niente: la persuasione che è il culmine in cui si mantiene l'intera storia dell'Occidente."La morte e la terra21  E. Severino, Pensieri sul cristianesimo, su books.google. 7 settembre  (archiviato il 17 settembre ).  E. Severino, Destino della necessità, Milano, Adelphi, L'alienazione dell'Occidente: osservazioni sul pensiero di Emanuele Severino, ed. Quadrivium, Genova, Cfr. Severino E., La struttura originaria, Milano, Adelphi, Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.  Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.  Amadori F., Il libero arbitrio: Schopenhauer e Severino, in "Filosofia" Antonelli A., Verità, nichilismo, prassi. Saggio sul pensiero di Emanuele Severino, Roma, Armando, Berto F., La dialettica della struttura originaria, Padova, Il Poligrafo, Crapanzano G.E., L'immutabilità del diveniente. Saggio sul pensiero di Emanuele Severino, Roma, Gruppo Albatros Il Filo, Cusano N., Capire Severino. La risoluzione dell'aporetica del nulla, Prefazione di Emanuele Severino, Milano, Mimesis Edizioni, . Cusano N., Emanuele Severino. Oltre il nichilismo, Prefazione di Emanuele Severino, Brescia, Morcelliana, . Dal Sasso A., Dal divenire all'oltrepassare. La differenza ontologica nel pensiero di Emanuele Severino, Prefazione di Giorgio Brianese, Roma, Aracne, Dal Sasso A., Creatio ex nihilo. Le origini del pensiero di Emanuele Severino tra attualismo e metafisica, Prefazione di Emanuele Severino, Milano, Mimesis Edizioni, . De Giovanni B., Disputa sul divenire. Gentile e Severino, Napoli, Editoriale Scientifica, . De Paoli M., Furor Logicus. L'eternità nel pensiero di Emanuele Severino, Milano, Franco Angeli, Donà M., Aporia del fondamento, Napoli, Città del Sole, nuova edizione ampliata: Milano, Mimesis Edizioni, Fabro C., L'alienazione dell'Occidente. Osservazioni sul pensiero di Emanuele Severino, Genova, Quadrivium, Goggi G., Al cuore del destino. Scritti sul pensiero di Emanuele Severino, Milano, Mimesis Edizioni, . Goggi, G., Emanuele Severino, Città del Vaticano, Lateran University Press, . Greyer C.-F., Der Nihilismus, Europa und eine neue Ontologie. Emanuele Severinos Analyse über das 'Wesen des Nihilismus', Franziskanische Studien,Hoffmann T. S., 'Alles ist voll von Sein'. Emanuele Severinos Rückgriff auf Parmenides und die Überwindung des Nihilismus, Wiener Jahrbücher für Philosophie, Hoffmann T. S., Philosophie in Italien. Eine Einführung in 20 Porträts, Wiesbaden, Marix Verlag, Magliulo, N., Cacciari e Severino. Quaestiones disputatae, Milano-Udine, Mimesis, . Mauceri, L., La hybris originaria. Massimo Cacciari ed Emanuele Severino, Napoli-Salerno, Orthotes Editrice, . Messinese L., L'apparire del mondo. Dialogo con Emanuele Severino sulla “struttura originaria” del sapere, Milano, Mimesis, 2Messinese L., Il paradiso della verità. Incontro con il pensiero di Emanuele Severino, Pisa, ETS, . Messinese L., Stanze della metafisica. Heidegger, Löwith, Carlini, Bontadini, Severino, Brescia, Morcelliana, . Messinese L., Né laico, né cattolico. Severino, la Chiesa, la filosofia, Bari, Dedalo, . Petterlini A., Brianese G. e Goggi G. , Le parole dell'Essere. Per Emanuele Severino, Milano, Mondadori, Poma P., Necessità del divenire. Una critica a Emanuele Severino, Pisa, ETS, . Saccardi F., Metafisica e parmenidismo. Il contributo della filosofia neoclassica, Napoli-Salerno, Orthotes, . Scilironi C., Ontologia e storia nel pensiero di Emanuele Severino, Abano Terme, Francisci, Scurati M., Pensare l'identità. Da Schelling a Severino, Milano, Alboversorio, Simionato M., Nulla e negazione. L'aporia del nulla dopo Emanuele Severino, Prefazione di Emanuele Severino, Pisa, Edizioni Plus (Pisa University Press), . Soncini U., Il senso del fondamento in Hegel e Severino, Genova, Marietti, Spanio D. , Il destino dell'essere. Dialogo con Emanuele Severino, Brescia, Morcelliana, . Sperduto D., Vedere senza vedere ovvero Il crepuscolo della morte, Prefazione di E. Severino, Fasano di Brindisi (BR), Schena Editore, Sperduto D., Maestri futili? Gabriele D'Annunzio, Carlo Levi, Cesare Pavese, Emanuele Severino, Roma, Aracne, Sperduto D., Il divenire dell'eterno. Su Emanuele Severino (e Dante), Prefazione di L. Messinese, Roma, Aracne, . Testoni I. , Emanuele Severino, La follia dell'angelo, Milano, Mimesis, Tarca L.V., Verità, alienazione e metafisica. Rilettura critica della proposta filosofica di Emanuele Severino, Treviso, Mevio Washington, Valent I. , Cura e salvezza. Saggi dedicati a Emanuele Severino, Bergamo, Moretti &amp; Vitali, Visentin M., Tra struttura e problema. Note intorno al pensiero di E. Severino, Venezia, Marsilio [ora in Il neoparmenidismo italiano, IDal neoidealismo al neoparmenidismo, Napoli, Bibliopolis, Metafisica Ontologia Episteme Nichilismo Giacomo Leopardi Friedrich Nietzsche Parmenide Martin Heidegger Rasoio di Occam Italo Valent Umberto Galimberti. Sito ufficiale, su emanueleseverino.  Emanuele Severino, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Emanuele Severino, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.  Opere di Emanuele Severino, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Emanuele Severino, . Emanuele Severino, su Goodreads.  Registrazioni di Emanuele Severino, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Vi racconto il mio scontro con la Chiesa Cattolica, su ricerca.repubblica. Rassegna stampa di e su Severino, su lgxserver.uniba. Rassegna stampa di e su Severino, su lgxserver.uniba. Video intervista a Emanuele Severino, su asia., sito ASIA, Associazione spazio interiore ambiente Emanuele Severino, sul  RAI Filosofia, su filosofia.rai. pensiero di Emanuele Severino, su emanueleseverino.com. Vasco Ursini. Severino. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Severino” – The Swimming-Pool Library.

 

Grice e Sforza – iustum/iussum – tra idealismo e positivismo -- filosofia italiana –  (Forli). Filosofo. Direttore del Resto del Carlino e docente alla SapienzaRoma dal 1939, fu autore di importanti opere di filosofia del diritto quali Il concetto, il diritto e la giurisprudenza naturale, Filosofia del diritto e filosofia della storia, Idee e problemi di filosofia giuridica, ecc. Widar Cesarini Sforza, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  PredecessoreDirettore de il Resto del CarlinoSuccessore Tomaso Monicelli. Sforza. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sforza” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691577846/in/photolist-2mKToRT-2mKHdnD-2mKTyvC-2mKQdR6-2mKNRbN-2mKSjhd-2mPsUUV-2mKw3hq-2mKDwcr-ogrXod-ofU45L-noi1fT-nfGJgU

 

Grice e Sgalambro – della misantropia – filosofia italiana (Lentini). Filosofo. important Italian philosopher. La sua opera filosofica è stata definita di orientamento nichilista, definizione spesso respinta da Sgalambro stesso, ma talvolta anche accettata, e si può piuttosto definire un'originale sintesi tra la filosofia della vita di Arthur Schopenhauer e il materialismo e pessimismo di Giuseppe Rensi, con le influenze dell'esistenzialismo sui generis di Emil Cioran, di alcuni temi della scolastica e della "teologia empia" e naturalistica di Vanini e Mauthner.  Sgalambro è noto anche per la collaborazione con il cantautore Franco Battiato, delle cui canzoni fu autore dei testi tra il 1995 e il .  Manlio Sgalambro nacque a Lentini, da una famiglia benestante (il padre era un farmacista). Ha sempre osservato un riserbo quasi "conventuale" nella sua vita privata, fornendo tuttavia alcuni elementi biografici nelle sue interviste o presentazioni. Dopo l'infanzia trascorsa a Lentini, si trasferisce a Catania, dove rimane per tutta la vita. Nel 1947 si iscrive all'Università degli studi di Catania:  «All'università decisi di non iscrivermi in Filosofia perché la coltivavo già autonomamente. Mi piaceva il diritto penale e per questo scelsi la facoltà di Giurisprudenza.” Inoltre non si trovava d'accordo con la cultura filosofica dominante allora nelle accademie, troppo legata all'idealismo di Croce e Gentile:  «Erano loro che occupavano tutto lo spazio culturale, ma io non mi ritrovavo affatto in quei sistemi complessi e completi, dove ogni cosa era già stata incasellata. Per me pensare era una destructio piuttosto che una costructio: ero uno che notava le rovine, piuttosto che la bellezza. Questo era un po' scomodo, e non certamente accademico.»  Si sposa, e dal matrimonio nascono cinque figli (Elena, Simona, Riccardo, Irene, Elisa). Il reddito che proveniva da un agrumeto (lasciatogli in eredità dal padre) non basta più, così sceglie di integrarlo compilando tesi di laurea e facendo supplenze nelle scuole:  «Il matrimonio è un momento, come dice Hegel, in cui «la realtà determinata entra in un individuo». Dunque il matrimonio non coincide semplicemente con l'amore per una persona, ma con la durata: ecco dove sta l'essenza, quasi teologica, del matrimonio.» Sgalambro era dichiaratamente ateo anche se credeva nella reincarnazione, come ricordato anche dall'amico Battiato, e ha avuto un funerale religioso. Da molti anni viveva da solo nella sua casa catanese.  La produzione filosofica «Che non ci sia niente di peggiore del mondo, non si deve dimostrare.»  (La conoscenza del peggio) Sgalambro ripeteva spesso che non possedeva titoli né lauree «per i biglietti da visita» e quindi come sia riuscito a diventare uno scrittore di filosofiai cui libri sono tradotti in francese, tedesco e spagnoloera «un mistero» che egli stesso stentava a spiegarsi.  Il suo primo contatto con un'opera filosofica avviene nel periodo dell'adolescenza, quando legge La formazione naturale nel fatto del sistema solare di Roberto Ardigò nella biblioteca di un parente. Seguono i Principi di psicologia di William James, le Ricerche logiche di Husserl (un'opera che ritornerà più volte nella sua riflessione), e, soprattutto, Il mondo come volontà e rappresentazione di Schopenhauer. L'incontro con il pensatore tedesco spinge Sgalambro ad un interesse sempre crescente per la cultura nordeuropea, che sfocerà poi nella scoperta di Kant, Hegel, Friedrich Nietzsche, e Kierkegaard, a cui dedica i suoi primi saggi. Inizia a collaborare alla rivista catanese Prisma (diretta da Grassi): il primo scritto è Paralipomeni all'irrazionalismo, dove, influenzato da Rensi, sviluppa un attacco all'idealismo crociano allora in piena egemonia. Egli si ispira anche all'ironia di Karl Kraus di cui ama lo stile aforistico ("Se Karl Kraus avesse scritto Il Capitale lo avrebbe fatto in tre righe").  Assieme a Sebastiano Addamo, scrive per il periodico Incidenze (fondato da Antonio Corsano): il primo articolo è Crepuscolo e notte (che viene ristampato nel ), un breve saggio di "esistenzialismo negativo", ispirato ad Heidegger e Céline. Frattanto inizia a scrivere anche per la rivista Tempo presente (diretta da Nicola Chiaromonte ed Ignazio Silone). Alla fine degli anni settanta decide di organizzare il suo pensiero in un'opera sistematica: a 55 anni Sgalambro manda il suo primo libro, La morte del sole, con un biglietto di due righe alla casa editrice Adelphi; al proposito dirà:  «E lì è rimasto due anni. Ma siccome io sono fatto in questo modo, non ho chiesto niente. Poi è arrivata una telefonata a mia moglie. Mi chiedevano di andare a Milano, per prendere contatto con l'editore. Roberto Calasso mi disse che quel libro non era maturo, era marcio: ed era esattamente così”Negli anni seguenti, con lo stesso editore, pubblica anche: Trattato dell'empietà, Anatol, Del pensare breve, Dialogo teologico, Dell'indifferenza in materia di società, La consolazione, Trattato dell'età, De mundo pessimo, La conoscenza del peggio, Del delitto, e Della misantropia. Spesso viene avvicinato alla corrente nichilista; talvolta ha respinto la definizione, mentre altre volte l'ha accettata, nel senso di un nichilismo attivo e demolitore, non passivo e chiuso: «Indubbiamente questa visione è nell'intimo di me stesso. Per un nichilista le coseil Papa, Mussolini, un vaso di terracottasi equivalgono. Questo non significa che non si ha il senso di ciò che vale: significa piuttosto che si prova a romperlo come si può, per esempio con il martello del pensare.»  Intanto, all'inizio degli anni novanta, con alcuni amici avvia una piccola attività editoriale a Catania: nasce così la De Martinis. All'interno di questa casa editrice, Sgalambro si occupa di saggistica, pubblicando un paio di propri testi (Dialogo sul comunismo e Contro la musica) e ristampando alcune opere di Giulio Cesare Vanini e di Julien Benda.  Suscita polemiche una sua intervista a Francesco Battistini sulla mafia, dove critica anche Leonardo Sciascia e il mito dell'antimafia "militante" (che tra l'altro fu criticata da Sciascia stesso negli ultimi anni di vita): «L'immagine della Sicilia… C'è, come no? Ma cercarla in faccende di Cuffaro e di Gabanelli è come cercare un tesoro fra le spine dei fichi d'India. Cercare che cosa, poi? La griglia mafiosa è una gabbia. È chiaro che ha ragione la Gabanelli e che Cuffaro vuole cancellare a suo modo la mafia, con un tratto di parole. Ma contesto che la mafiosità sia una chiave di conoscenza... Non cambio idea. La mafia è un concetto astratto. E gli astratti si distruggono con la logica, non con la polizia... La polizia può arrestare la mafia. Eliminarla, mai. Quello che importa è la Mafia maiuscola, concetto generale e perciò indistruttibile... La mafia in sé non mi fa venire in mente nulla. Come la patria, i morti di Solferino. Cose vetuste. Leonardo Sciascia era lo scrittore sociale, un maestro di scuola che voleva insegnarci le buone maniere sociali. Ma rivisitarlo oggi è come rileggere Silvio Pellico. La sua funzione si è esaurita... La mafia è l'unica economia reale di quest'isola... Ci sono fenomeni della storia, ricchezze che non si possono fare con le mani pulite. Qui la ricchezza è sempre stata fondiaria, senza investimenti... La ricchezza è per sua natura sporca... Basta col gioco della spartizione: è mafioso o no? Domande da periodo di lotte religiose: è luterano o cattolico? In Sicilia sono arrivati anche i laici, per fortuna.»  Definisce poi Claudio Fava "quel piagnone", affermando che "i famosi Cavalieri", soprannome dato dal padre di Fava a quattro imprenditori catanesi considerati collusi con Cosa nostra, «erano l'unica economia possibile» per la città. Nel  è tornato in maniera sarcastica sull'argomento: «Considero la Sicilia come un fenomeno estetico e non ne cambierei nulla. In questo senso potrei dire che mi considero un mafioso…». Era stato attaccato dal sociologo Franco Ferrarotti che lo definì "un neo-reazionario" e di "intolleranza aristocratica e silenzio sulla mafia".  Alla sua isola ha dedicato l'opera Teoria della Sicilia:  «Là dove domina l'elemento insulare è impossibile salvarsi. Ogni isola attende impaziente di inabissarsi. Una teoria dell'isola è segnata da questa certezza. Un'isola può sempre sparire. Entità talattica, essa si sorregge sui flutti, sull'instabile. Per ogni isola vale la metafora della nave: vi incombe il naufragio.»  Oltre ai saggi per Adelphi, ha pubblicato per Bompiani Teoria della canzone, Variazioni e capricci morali, e due raccolte di poesie, Nietzsche (frammenti di una biografia per versi e voce) e Marcisce anche il pensiero (frammenti di un poema) (), dedicato all'ultima mezz'ora di vita di Immanuel Kant, nonché L'impiegato di Filosofia, nel quale ironicamente afferma di aver rinunciato alla filosofia ritrovandosi più filosofo che mai, curioso libretto stampato in un museo della stampa con caratteri mobili, edito da La Pietra Infinita.  Infine, ha pubblicato con Il Girasole: Del metodo ipocondriaco, Quaternario (racconto parigino), la raccolta di poesie Nell'anno della pecora di ferro, la pièce teatrale L'illusion comique e Dal ciclo della vita. Le collaborazioni con Franco Battiato ed altri «La matematica è il tribunale del mondo. Il numero è ordine e disciplina. Ciò con cui si indica lo scopo della scienza, tradisce col termine la cosa. L'ordine, già il termine ha qualcosa di bieco, che sa di polizia, adombra negli adepti le forze dell'ordine cosmico, i riti cosmici. L'autentico sentimento scientifico è impotente davanti all'universo. L'inflazione che caccia nelle mani dell'individuo, in un gesto solo, miliardi di marchi, lasciandolo più miserabile di prima, dimostra punto per punto che il denaro è un'allucinazione collettiva»  (La morte del sole, frasi recitate da Franco Battiato in 23 coppie di cromosomi). Avviene l'incontro con Franco Battiato, del tutto casualmente, perché presentavano insieme un volume di poesie dell'amico comune Angelo Scandurra. Dopo pochi giorni da quell'incontro, Battiato gli chiede un appuntamento per proporgli di scrivere il libretto dell'opera Il cavaliere dell'intelletto:  «Un anno fa non ci conoscevamo neppure. Da allora non abbiamo fatto altro che lavorare insieme. Lui sarà anche un filosofo, ma per me è un talento che mi stimola e arricchisce. Mi sembra impossibile, oggi, tornare a scrivere i testi delle mie cose.»  (Battiato) «In mezzo a tutto questo, mi capitò tra i piedi Franco Battiato. Per un certo verso direi che è stato uno di quegli incontri che ti portano fuori strada, ma questa è una percezione che ho avuto molto tardi. A volte trovo che è come se tutto quel tempo io lo abbia perduto: la questione starebbe nel vedere se sia possibile recuperarlo. Sgalambro a Conegliano Sgalambro accetta e risponde ironicamente all'invito di Battiato chiedendogli di scrivere insieme un disco di musica pop. Tra Sgalambro e Battiato si sviluppa un sodalizio artistico e umano, anche se non sempre facile: «Anche perché io non sono un grande seguace dell'amicizia. Con Battiato abbiamo avuto lunghe liti, che duravano parecchio. Poi uno dei due, in genere lui, telefonava e il rapporto riprendeva. Tutti i litigi erano per un rigo da cambiare in una canzone: io non accettavo le esigenze della musica e per lui questo era costoso. Il suo impegno in politica? Non ho mai capito come si sia potuto lasciare tentare, tutti i giorni ho cercato di convincerlo a levarsi, solo ora per fortuna sta tornando in se stesso.»  Collabora a quasi tutti i progetti di Franco Battiato, per cui scrive:  i libretti delle opere Il cavaliere dell'intelletto (su Federico II di Svevia), Socrate impazzito, Gli Schopenhauer e Telesio (su Bernardino Telesio), e del balletto Campi magnetici; i testi di svariati album musicali (L'ombrello e la macchina da cucire, L'imboscata, Gommalacca, Ferro battuto, Dieci stratagemmi, Il vuoto, Apriti sesamo) e vari inediti, presenti ad esempio nell'album Fleurs; le sceneggiature dei film Perduto amor, Musikanten (sugli ultimi anni della vita di Beethoven) e Niente è come sembra, del programma televisivo Bitte, keine Réclame e del documentario Auguri don Gesualdo (su Gesualdo Bufalino). Benché affermasse che la canzone era per lui "una distrazione", dal 1998 scrive testi di canzoni anche per Patty Pravo (Emma), Alice (Come un sigillo, Eri con me), Fiorella Mannoia (Il movimento del dare), Carmen Consoli (Marie ti amiamo), Milva (Non conosco nessun Patrizio), Adriano Celentano (Facciamo finta che sia vero) e Ornella Vanoni (Aurora).  Dopo essere intervenuto anche ai concerti di Battiato, nel 2000 si cimenta lui stesso con la musica e pubblica il singolo La mer, contenente la cover del celebre brano di Charles Trenet.  In una rappresentazione de L'histoire du soldat di Igor' Stravinskij interpretò la voce narrante, con Franco Battiato nella parte del soldato e Giovanni Lindo Ferretti in quella del Diavolo.  Nel 2001 pubblica l'album Fun club, prodotto da Franco Battiato e Saro Cosentino, che contiene «evergreen» del calibro di La vie en rose (di Piaf) e Moon river (di Henry Mancini), ma anche l'ironica Me gustas tú (di Manu Chao):  «Un alleggerimento che considero doveroso. Dobbiamo sgravare la gente dal peso del vivere, invece che dare pane e brioches. Questa volta, mi sono sgravato anch'io. E poi, la musica leggera ha questo di bello, che in tre minuti si può dire quanto in un libro di 400 pagine o in un'opera completa a teatro.»  (Manlio Sgalambro). Dà la voce all'aereo DC-9 Itavia nell'opera Ultimo volo di Pippo Pollina sulla strage di Ustica.  Nel 2009 pubblica il singolo La canzone della galassia, contenente la cover di The galaxy song (tratto da Il senso della vita dei Monty Python), cantata assieme al gruppo sardo-inglese Mab.  Torna dopo 40 anni ad esibirsi in un pub di Catania, assieme al filosofo Salvatore Massimo Fazio e il curatore del suo sito Alessio Cantarella. Finita l'esibizione alla presenza di Pippo Russo e Franco Battiato, seguì il concerto delle Lilies on Mars, band formata da due ex componenti del gruppo MAB (Masia e Cristofalo), band che si era esibita con Battiato nella canzone Il vuoto, su testo di Sgalambro.  Partecipazioni dirette alle opere di Battiato Canzoni In Di passaggio (da L'imboscata) recita in greco antico: (EL) «Ταὐτὸ τενὶ ζῶν καὶ τεθνηκὸς καὶ ἐγρηγορὸς καὶ καθεῦδον καὶ νέον καὶ γηραιόν' τάδε γὰρ μεταπεσόντα ἐκεινά ἐστι κἀκεῖνα πάλιν ταῦτα.» «La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli e quelli mutando son questi.»  (Eraclito, Frammenti, 88) Interviene recitando in Shakleton, dall'album Gommalacca. In Invito al viaggio (da Fleurs) recita: «Ti invito al viaggio in quel paese che ti somiglia tanto. I soli languidi dei suoi cieli annebbiati hanno per il mio spirito l'incanto dei tuoi occhi quando brillano offuscati. Laggiù, tutto è ordine e bellezza, calma e voluttà; il mondo s'addormenta in una calda luce di giacinto e d'oro; dormono pigramente i vascelli vagabondi, arrivati da ogni confine per soddisfare i tuoi desideri.»  (Charles Baudelaire, I fiori del male) In Corpi in movimento (da Campi magnetici) recita: «Se io, come miei punti, penso quali si vogliano sistemi di cose, per esempio, il sistema: amore, legge, spazzacamino… e poi non faccio altro che assumere tutti i miei assiomi come relazioni tra tali cose, allora le mie proposizioni, per esempio, il teorema di Pitagora, valgono anche per queste cose.»  (David Hilbert, Lettera a Frege) Partecipa a quasi tutti i tour di Franco Battiato:  Nel tour del '97 recita versi in latino sul brano di Battiato Areknames (da Pollution), ribattezzato per l'occasione Canzone chimica: «Bacterium flourescens liquefaciens, Bacterium histolyticum, Bacterium mesentericum, Bacterium sporagenes, Bacterium putrificus…»  (Canzone chimica) Esegue una nuova versionecon il testo riadattato in chiave filosoficadi Accetta il consiglio (tratto da The Big Kahuna), che viene pubblicato l'anno dopo nell'album live Last Summer Dance. Canta due brevi strofe dei suoi versi nella canzone La porta dello spavento supremo, dall'album Dieci stratagemmi di Battiato: «Quello che c'è / ciò che verrà / ciò che siamo stati / e comunque andrà /tutto si dissolverà (...) Sulle scogliere fissavo il mare / che biancheggiava nell'oscurità / tutto si dissolverà.»  (La porta dello spavento supremo/Il sogno, testo di Manlio Sgalambro e Carlotta Wieck) Opere Libri Manlio Sgalambro, La morte del sole, Milano, Adelphi, Trattato dell'empietà, Milano, Adelphi, Manlio Sgalambro, Vom Tod der Sonne (edizione tedesca de La morte del sole), traduzione di Dora Winkler, Monaco (Germania), Hanser, Del metodo ipocondriaco, Valverde (CT), Il Girasole, Anatol, Milano, Adelphi, Manlio Sgalambro, Anatol (edizione francese), traduzione di Dominique Bouveret, Saulxures (Francia), Circé, Del pensare breve, Milano, Adelphi, Manlio Sgalambro, Dialogo teologico, Milano, Adelphi, Contro la musica. (Sull'ethos dell'ascolto), Catania, De Martinis, Dell'indifferenza in materia di società, Milano, Adelphi, Del pensare breve), traduzione di Carole Walter, Saulxures (Francia), Circé, Dialogo sul comunismo, Catania, De Martinis, Manlio Sgalambro, La consolazione, Milano, Adelphi, La morte del sole (seconda edizione), Milano, Adelphi, Manlio Sgalambro, Teoria della canzone, Milano, Bompiani, s (contiene l'edizione francese di Dialogo teologico), traduzione di Carole Walter, Saulxures (Francia), Circé, Manlio Sgalambro, Nietzsche. (Frammenti di una biografia per versi e voce), Bompiani, Milano, Poesie (edizione a tiratura limitata di 72 esemplari numerati), Antonio Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Trattato dell'età. Una lezione di metafisica, Milano, Adelphi, Manlio Sgalambro-Davide Benati, Segrete (edizione a tiratura limitata di 30 esemplari numerati), Antonio Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Trattato dell'età), traduzione di Dominique Férault, Parigi (Francia), Payot, Opus postumissimum. (Frammento di un poema), Silvia BatistiRossella Lisi, Firenze, Giubbe Rosse, Manlio Sgalambro, Dolore e poesia (edizione a tiratura limitata di 32 esemplari numerati), Antonio Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, De mundo pessimo (contiene Contro la musica. (Sull'ethos dell'ascolto) e Dialogo sul comunismo), Milano, Adelphi, Trattato dell'empietà (seconda edizione), Milano, Adelphi, Quaternario. Racconto parigino, Valverde (CT), Il Girasole, Nietzsche. Frammenti di una biografia per versi e voce (seconda edizione), Milano, Bompiani, La conoscenza del peggio, Milano, Adelphi, Del delitto, Milano, Adelphi, La consolazione, L'impiegato di filosofia (edizione a tiratura limitata di 100 esemplari numerati), Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Crepuscolo e notte, Messina, Mesogea, Nell'anno della pecora di ferro, Valverde, Il Girasole,  Marcisce anche il pensiero. Frammenti di un poema (seconda edizione di Opus postumissimum. (Frammento di un poema)), Milano, Bompiani, Della misantropia, Milano, Adelphi,  Teoria della canzone (seconda edizione con una nuova introduzione dell'autore), Milano, Bompiani,  Manlio Sgalambro, L'illusion comique, Valverde, Il Girasole,  Manlio Sgalambro, Variazioni e capricci morali, Milano, Bompiani,  Dal ciclo della vita, Valverde,  Il Girasole,  Devozione allo spazio in Giuseppe Raciti, Dello spazio, Catania, CUECM, Sciascia e le aporie del fare in Sciascia. Scrittura e verità, Palermo, Flaccovio, Manlio Sgalambro, Carpe veritatem in Schopenhauer, La filosofia delle università, Milano, Adelphi,  Empedocle o della fine del ciclo cosmico in Antonio Di Grado, Grandi siciliani. Tre millenni di civiltà, v. 1, Catania, Maimone, Gentile o del pensare in Antonio Di Grado, Grandi siciliani. Tre millenni di civiltà, v. 2, Catania, Maimone, Post scriptum in Pietro Barcellona, Lo spazio della politica. Tecnica e democrazia, Roma, Riuniti, Manlio Sgalambro, postfazione in Julien Benda, Saggio di un discorso coerente sui rapporti tra Dio e il mondo, Catania, De Martinis, Rensi in Giuseppe Rensi, La filosofia dell'autorità, Catania, De Martinis, quarta di copertina Manlio Sgalambro, prefazione in Angelo Scandurra, Trigonometria di ragni, Milano, All'Insegna del Pesce d'Oro, Manlio Sgalambro, La malattia dello spazio in Insulæ. L'arte dell'esilio, Genova, Costa &amp; Nolan, Manlio Sgalambro, Vanini e l'empietà in Giulio Cesare Vanini, Confutazione delle religioni, Catania, De Martinis, Manlio Sgalambro, Breve introduzione in Giuseppe Tornatore, Una pura formalità, Catania, De Martinis, Piccola glossa al “Trattato della concupiscenza” in Jacques Bénigne Bossuet, Trattato della concupiscenza, Catania, De Martinis, Manlio Sgalambro, postfazione in Ernst JüngerKlaus Ulrich Leistikov, Mantrana. Un gioco, Catania, De Martinis, Gentile e il tedio del pensare in Giovanni Gentile, L'atto del pensare come atto puro, Catania, De Martinis, Manlio Sgalambro, Il bene non può fondarsi su un Dio omicida in Carlo Maria Martini Umberto Eco, In cosa crede chi non crede?, Roma, Liberal, Sciascia e le aporie del fare in Leonardo Sciascia. La memoria, il futuro, Matteo Collura, Milano, Bompiani, prefazione in Tommaso Ottonieri, Elegia sanremese, Milano, Bompiani, Manlio Sgalambro, La morale di un cavallo in Ottavio Cappellani, La morale del cavallo, Scordia, Nadir, Manlio Sgalambro, Prefazione in Maurizio Cosentino, I sistemi morali, Catania, Boemi, postfazione in Domenico Trischitta, Daniela Rocca. Il miraggio in celluloide, Catania, Boemi, Manlio Sgalambro, Piccole note in margine a Salvo Basso in Salvo Basso, Dui, Catania, Prova d'Autore, Il fabbricante di chiavi in Mariacatena De LeoLuigi Ingaliso, Nell'antro del filosofo. Dialogo, , Catania, Prova d'Autore, postfazione in Alessandro Pumo, Il destino del corpo. L'uomo e le nuove frontiere della scienza medica, Palermo, Nuova Ipsa, Manlio Sgalambro, Sodalizio in Franco Battiato. L'alba dentro l'imbrunire (allegato a Franco Battiato. Parole e canzoni), Vincenzo Mollica, Torino, Einaudi, 2004V Manlio Sgalambro, Del vecchio in Riccardo MondoLuigi Turinese, Caro Hillman… Venticinque scambi epistolari con James Hillman, Torino, Bollati Boringhieri, Manlio Sgalambro, prefazione in Anna Vasta, I malnati, Porretta Terme (BO), I Quaderni del Battello Ebbro, seconda di copertina, Lettera a un giovane poeta in Luca Farruggio, Bugie estatiche, Roma, Il Filo, prefazione in Toni Contiero, Galleria Buenos Aires, Reggio Emilia, Aliberti, Manlio Sgalambro, Teoria della Sicilia in Guido Guidi Guerrera, Battiato. Another link, Baiso, Verdechiaro, Manlio Sgalambro, Nota introduttiva in Michele Falzone, Franco Battiato. La Sicilia che profuma d'oriente, Palermo, Flaccovio,  Manlio Sgalambro, Una nota in Franco Battiato, In fondo sono contento di aver fatto la mia conoscenza (allegato a Niente è come sembra), Milano, Bompiani, Manlio Sgalambro, Nadia Boulanger e l'ethos della musica in Bruno Monsaingeon, Incontro con Nadia Boulanger, Palermo, rueBallu, prefazione in Arnold de Vos, Il giardino persiano, Fanna (PN), Samuele, Manlio Sgalambro, prefazione in Angelo Scandurra, Quadreria dei poeti passanti, Milano, Bompiani, seconda di copertina Manlio Sgalambro, Sull'idea di nazione in Catania. Non vi sarà facile, si può fare, lo facciamo. La città, le regole, la cultura, Catania, ANCE, Manlio Sgalambro, Dicerie in Franco Battiato, Don Gesualdo (allegato a Auguri don Gesualdo), Milano, Bompiani, Manlio Sgalambro, postfazione in Carlo Guarrera, Occhi aperti spalancati, Messina, Mesogea, Manlio Sgalambro, Nota critica in Anna Vasta, Di un fantasma e di mari, Catania, Prova d'Autore, Nota in Georges Bataille, W.C., Antonio Contiero, Massa, Transeuropa, Massa,prefazione in Giampaolo Bellucci, Un grappolo di rose appese al sole, Villafranca Lunigiana, Cicorivolta, Manlio Sgalambro, prefazione in Selenia Bellavia, Pourparler, Catania, Prova d'Autore, Manlio Sgalambro, Apologia del teologo in Fabio Presutti, Deleuze e Sgalambro: dell'espressione avversa, Catania, Prova d'Autore, ,Breve riflessione in Massimiliano Scuriatti, Mico è tornato coi baffi, Milano, Bietti, Manlio Sgalambro, Presentazione in Armando Rotoletti, Circoli di conversazione a Biancavilla, Modugno, Arti Grafiche Favia, Il senso della bellezza in Franco Battiato, Jonia me genuit. Discografia leggera, discografia classica, filmografia, pittura, Firenze, Della Bezuga, Moralità plutarchee in Domenico Trischitta, Catania, Il Garufi, Manlio Sgalambro, La città dei morti in Luigi Spina, Monumentale. Un viaggio fotografico all'interno del gran camposanto di Messina, Milano, Electa, prefazione in Ghesia Bellavia, Fermo immagine, Catania, Il Garufi, Sulla mia morte in Franco Battiato, Attraversando il bardo. Sguardi sull'aldilà, Milano, Bompiani, Album Manlio Sgalambro, Fun club, Milano, Sony, 2001 Singoli Manlio Sgalambro, La mer, Milano, Sony,Manlio Sgalambro, Me gustas tú, Milano, Sony, feat. Mab, La canzone della galassia, Milano, Sony, Collaborazioni Album testi (L'ombrello e la macchina da cucire, Breve invito a rinviare il suicidio, Piccolo pub, Fornicazione, Gesualdo da Venosa, Moto browniano, Tao, Un vecchio cameriere, L'esistenza di Dio) in Franco Battiato, L'ombrello e la macchina da cucire, Milano, EMI, testi (Di passaggio, Strani giorni, La cura, Ein Tag aus dem Leben des kleinen Johannes, Amata solitudine, Splendide previsioni, Ecco com'è che va il mondo, Segunda-feira, Memorie di Giulia, Serial killer) e voce (Di passaggio) in Franco Battiato, L'imboscata, Milano, Polygram,  voce (Canzone chimica) in Franco Battiato, L'imboscata live tour (registrazione video di un concerto), Milano, Polygram, testo (Emma Bovary) in Patty Pravo, Notti, guai e libertà, Milano, Sony, testi (Shock in my town, Auto da fé, Casta diva, Il ballo del potere, La preda, Il mantello e la spiga, È stato molto bello, Quello che fu, Vite parallele, Shackleton) e voce (Shackleton) in Franco Battiato, Gommalacca, Milano, Polygram, testi (Medievale, Invito al viaggio) e voce (Invito al viaggio) in Franco Battiato, Fleurs. Esempi affini di scritture e simili, Milano, Universal, testi (Running against the grain, Bist du bei mir, La quiete dopo un addio, Personalità empirica, Il cammino interminabile, Lontananze d'azzurro, Sarcofagia, Scherzo in minore, Il potere del canto) e voce (Personalità empirica) in Franco Battiato, Ferro battuto, Milano, Sony, testo (Invasione di campo) in  Invasioni, New Scientist, testo (Come un sigillo) in Franco Battiato, Fleurs 3 (album), Milano, Sony, voce (Non dimenticar le mie parole) in Franco Battiato, Colonna sonora di Perduto amor (colonna sonora del film), Milano, Sony, voce (Shackleton, Accetta il consiglio) in Franco Battiato, Last summer dance (registrazione audio di un concerto), Milano, Sony, testi (Tra sesso e castità, Le aquile non volano a stormi, Ermeneutica, Fortezza Bastiani, Odore di polvere da sparo, I'm that, Conforto alla vita, 23 coppie di cromosomi, Apparenza e realtà, La porta dello spavento supremo) e voce (La porta dello spavento supremo) in Franco Battiato, Dieci stratagemmi. Attraversare il mare per ingannare il cielo, Milano, Sony, voce (La porta dello spavento supremo) in Franco Battiato, Un soffio al cuore di natura elettrica (registrazione audio e video di un concerto), Milano, Sony, testi (Il vuoto, I giorni della monotonia, Aspettando l'estate, Niente è come sembra, Tiepido aprile, The game is over, Io chi sono?, Stati di gioia) e dell'adattamento in italiano di Era l'inizio della primavera (da Aleksej Nikolaevič Tolstoj, It was in the early days of spring) in Franco Battiato, Il vuoto, Milano, Universal, testo (Maori legend) in Lilies on Mars, Lilies on Mars, testo (Il movimento del dare) in Fiorella Mannoia, Il movimento del dare, Milano, Sony, testi (Tutto l'universo obbedisce all'amore, Tibet) e dell'adattamento in italiano di Del suo veloce volo (da Antony Hegarthy, Frankenstein) in Franco Battiato, Fleurs 2, Universal, testo (Marie ti amiamo) in Carmen Consoli, Elettra, Milano, Universal, 2009 testi (Inneres Auge, 'U cuntu) e voce ('U cuntu) in Franco Battiato, Inneres Auge. Il tutto è più della somma delle sue parti, Milano, Universal, testo (Non conosco nessun Patrizio!) in Milva, Non conosco nessun Patrizio!, Milano, Universal,  testo (Facciamo finta che sia vero) in Adriano Celentano, Facciamo finta che sia vero, Milano, Universal,  testo (Eri con me) in Alice, Samsara, Arecibo,  testi (Un irresistibile richiamo, Testamento, Quand'ero giovane, Eri con me, Passacaglia, La polvere del branco, Caliti junku, Aurora, Il serpente, Apriti sesamo) in Franco Battiato, Apriti sesamo, Milano, Universal,  Singoli testi (Strani giorni, Decline and fall of the Roman empire) in Franco Battiato, Strani giorni, Milano, Polygram, testo in Patty Pravo, Emma Bovary, Milano, Sony, 1998 testi (Shock in my town, Stage door) in Franco Battiato, Shock in my town, Milano, Polygram, 1998 testi (Il ballo del potere, Stage door, Emma, L'incantesimo) in Franco Battiato, Il ballo del potere, Milano, Polygram, testi (Running against the grain, Sarcofagia, In trance) in Franco Battiato, Running against the grain, Milano, Sony, testo in Franco Battiato, Il vuoto, Milano, Universal, testo in Franco Battiato feat. Carmen Consoli, Tutto l'universo obbedisce all'amore, Milano, Universal,  testo in Franco Battiato, Inneres Auge, Milano, Universal, testo in Franco Battiato, Passacaglia, Milano, Universal,  Opere teatrali testi in Franco Battiato, Il cavaliere dell'intelletto, inedito (prima rappresentazione: Palermo, testi e attore in Martin Kleist, Socrate impazzito, inedito (prima rappresentazione: Catania) testi e attore in Franco Battiato, Gli Schopenhauer, inedito (prima rappresentazione: Fano (PU), 8 agosto 1998) attore in Igor' Fëdorovič Stravinskij, L'histoire du soldat, inedito, (prima rappresentazione: Roma,  libretto e voce (Corpi in movimento, La mer) in Franco Battiato, Campi magnetici. I numeri non si possono amare, Milano, Sony, (prima rappresentazione: Firenze) voce (Volare è un'arte, Negli abissi, Pratica di mare, A tu per tu con il Mig, Verso Bologna, Simulacro) in Pippo Pollina, Ultimo volo. Orazione civile per Ustica, Bologna, Storie di Note,  (prima rappresentazione: Bologna) attore in Manlio SgalambroRosalba BentivoglioCarlo Guarrera, Frammenti per versi e voce, inedito (prima rappresentazione: Catania, testi in Battiato, Telesio. Opera in due atti e un epilogo, Milano, Sony,  (prima rappresentazione: Cosenza, ) Film sceneggiatura e attore (Martino Alliata) in Franco Battiato, Perduto amor, Giarre, L'Ottava, sceneggiatura e attore (nobile senese) in Franco Battiato, Musikanten, Giarre, L'Ottava, sceneggiatura in Franco Battiato, Niente è come sembra, Milano, Bompiani, Documentari intervento in Daniele Consoli, La verità sul caso del signor Ciprì e Maresco, Zelig, intervento in Franco Battiato, Auguri don Gesualdo, Milano, Bompiani,  intervento in Massimiliano Perrotta, Sicilia di sabbia, Movie Factory,  intervento in Franco Battiato, Attraversando il bardo. Sguardi sull'aldilà, Milano, Bompiani,  Videoclip attore inBattiato, L'ombrello e la macchina da cucire, attore in Franco Battiato, Di passaggio, attore in Franco Battiato, Strani giorni, attore in Franco Battiato, Shock in my town, attore in Franco Battiato, Running against the grain, attore in Franco Battiato, Bist du bei mir, attore in Franco Battiato, Ermeneutica, attore in Battiato, La porta dello spavento supremo, attore in Franco Battiato, Il vuoto, attore in Franco Battiato, Inneres Auge, Programmi televisivi Franco Battiato, Bitte, keine Réclame,  Libri Francesco Saverio Niso, Comunità dello sguardo. Halbwachs, Sgalambro, Cordero, Torino, Giappichelli, 2001 Mariacatena De LeoLuigi Ingaliso, Nell'antro del filosofo. Dialogo con Manlio Sgalambro, Catania, Prova d'Autore, Lina Passione, La notte e il tempo. Divagazioni su Franco Battiato, Manlio Sgalambro e… altro, Catania, CUECM, Alessandro Max Cantello, Sgalambro speaks. Uno scherzo mimetico che possa introdurre ad una filosofia, Mas Club,  Manlio Sgalambro. L'ultimo chierico, Rita Fulco, Messina, Mesogea,  Caro misantropo. Saggi e testimonianze per Manlio Sgalambro, Antonio CarulliFrancesco Iannello, Napoli, La Scuola di Pitagora,  Salvatore Massimo Fazio, Regressione suicida. Dell'abbandono disperato di Emil Cioran e Manlio Sgalambro, Barrafranca , Bonfirraro,  Manlio Sgalambro. Breve invito all'opera, Davide Miccione, Caltagirone,  Lettere da Qalat,  Antonio Carulli, Introduzione a Sgalambro, Genova, Il Melangolo,  Patrizia TrovatoAntonio CarulliPiercarlo NecchiManuel Pérez Cornejo, La piccola verità. Quattro saggi su Manlio Sgalambro, Milano, Mimesis,  Saggi Sergio Zavoli, Le ombre della sera in Di questo passo. Cinquecento domande per capire dove andiamo, Torino, Nuova ERI, Calogero Rizzo, De consolatione theologie in Massimo Iiritano, Sergio Quinzio. Profezie di un'esistenza, Soveria Mannelli, Rubettino, Armando Matteo, Manlio Sgalambro: il dovere dell'empietà in Della fede dei laici. Il cristianesimo di fronte alla mentalità postmoderna, Soveria Mannelli, Rubettino, Stefano Lanuzza, Il filosofo insulare in Erranze in Sicilia, Napoli, Guida, Pino Aprile, La morte del sole in Giù al sud. Perché i terroni salveranno l'Italia, Segrate (MI), Piemme, Marco Risadelli, Note su “Dell'indifferenza in materia di società” di Manlio Sgalambro in Alessandra MallamoAngelo Nizza, Polisofia, Roma, Nuova Cultura, ,  Giuseppe Raciti, Until the end of the world. Sgalambro lettore di Spengler in Per la critica della notte. Saggio sul “Tramonto dell’Occidente” di Oswald Spengler, Milano, Mimesis, Articoli Enrico Arosio, Ora Sgalambro il mondo in L'Espresso, Stefano Lanuzza, Il pensiero ipocondriaco in Il Ponte, Gerd Bergfleth, Finis mundi. Manlio Sgalambro und der Weltuntergang in Der Pfahl. Jahrbuch aus dem Niemandsland zwischen Kunst und Wissenschaft, Alberto Corda, Profilo di Manlio Sgalambro, filosofo “irregolare” in Arenaria, Giuseppe Raciti, Sgalambro maestro “cattivo” per elezione in Ideazione, Ferdinando Raffaele, Intorno alla creatività filosofica. A colloquio con il filosofo Manlio Sgalambro in Parolalibera, Francesco Saverio Nisio, Sgalambro, l'unico che canta. Mille sguardi, II in Democrazia e diritto. Guerra e individuo, Marcello Faletra, Dialogo, Cyberzone Fabio Presutti, Manlio Sgalambro, Giorgio Agamben: on metaphysical suspension of language and the destiny of its inorganic re-absorption in Italica, Concetta Bonini, Manlio Sgalambro. Il cavaliere dell'intelletto in Freetime. Sicilia,  Marcello Faletra, La pistola di Sgalambro,  in//peppinoimpastato.com/visualizza.asp Marcello Faletra, L'azzardo del pensiero o il filosofo della crudeltà:Cyberzone Faletra, In ricordo, Artribune, Tesi di laurea Salvatore Massimo Fazio, Cioran e Sgalambro: un confronto, Università degli Studi di Catania, Fatima Scaglione, BattiatoSgalambro. Tra musica e filosofia, Università degli Studi di Palermo, Cecilia Comparoni, L'impossibilità di essere consolati. L'itinerario tragico, Università degli Studi di Genova, a.a. - Filmografia Guido Cionini, Manlio Sgalambro. Il consolatore, ineditoGuido Cionini, Another side of Sgalambro, inedito (2008) Marcello Faletra, Mario Bellone, Manlio Sgalambro. Del pensare breve, inedito. Franco Battiato su Storia della musica  Articolo su Repubblica, adesso il filosofo diventa crooner  Intervista a Battiato e SgalambroYouTube  Intervista a Manlio Sgalambro: Il filosofo rock che dà del “lei” a Battiato livesicilia | elena giordano  Manlio Sgalambro, l'ultima intervista  "Teoria della canzone", Bompiani, e la prefazione a "La filosofia delle università", Adelphi  Sgalambro, il ricordo commosso di Cacciari: “Con lui incontro straordinario”Video Il Fatto Quotidiano TV, su tv.ilfattoquotidiano).  “A un tratto ci si accorge di quella cosa che chiamiamo pensare”: Addio a Sgalambro. La sua ultima intervista.  cfr. "De mundo pessimo", "Frammenti di storia dell'empietismo", "Trattato dell'empietà" Adelphi  GAP Speciali. Manlio SgalambroUn viaggio oltre il luogo commune Rai Scuola  Mariacatena De Leo &amp;  Ingaliso, Nell'antro del filosofo: dialogo con Manlio Sgalambro (Prova d'autore È morto Manlio Sgalambro, il filosofo di Franco Battiato, radiomusik, Franco Battiato choc a Napoli: «Sento la fine vicina, meglio cogliere il giorno». Sgalambro, il filosofo che cantò il nichilismo  Giovanni Tesio, "In ginocchio davanti a Nietzsche", TuttoLibri,  "La conoscenza del peggio", Adelphi  La scrittura aforistica di Manlio Sgalambro |  Intervista a Manlio Sgalambro:: LaRecherche  Paralipomeni all'irrazionalismo Archiviato il 7 marzo  in .  Giorgio Calcagno, Sgalambro: il filosofo è uno spione (da La Stampa Francesco Battistini, Sgalambro: Sciascia addio, non servi più, Corriere della Sera. Carlo Formenti, Ferrarotti accusa: «Sgalambro neoreazionario», in “Corriere della Sera”,   Liliana Madeo, Battiato: note per un filosofo (da La Stampa).  Marinella Venegoni, Così Sgalambro canta la sua filosofia (da La Stampa dSito ufficiale, su sgalambro.altervista.org. Manlio Sgalambro, su AllMusic, All Media Network. Manlio Sgalambro, su Discogs, Zink Media. Manlio Sgalambro, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation. Manlio Sgalambro, su Internet Movie Database, IMDb.com.  Manlio Sgalambro. Il filosofo cantante maestro dell'ironia: "Sono un uomo felice di stare su quest'Isola", in la Repubblica, Incontro in Le conversazioni di Perelandra. Sgalambro. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Sgalamabro," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689168583/in/photolist-2mPkhvE-2mKAuZM

 

Grice e Siciliani – la critica della filosofia zoological – filosofia italiana (Galatina). Filosofo. Figlio di un commerciante di pelli, dopo gli studi nel seminario di Otranto frequenta il Collegio gesuitico di Lecce e, il Collegio medico-cerusico di Napoli, dal quale fuggì dopo essere stato segnalato alla polizia borbonica a causa delle sue simpatie liberali.  A Pisa si laureò sotto la guida di Studiati, stringendo inoltre un proficuo rapporto di collaborazione con lo iatrofilosofo Puccinotti, che influì molto sui suoi studi filosofici. Sempre in Toscana strinse rapporti di profonda amicizia con personalità importanti e influenti della cultura dell'Ottocento, quali: Silvestro Centofanti, Filippo Pacini, Gino Capponi, Maurizio Bufalini e altri.  Seguendo la sua vocazione, orientò i propri studi verso le discipline filosofiche e ottenne la cattedra di Filosofia speculativa e morale nel Regio liceo "Dante Alighieri" di Firenze, dove insegna. A Firenze sposa la letterata e filantropa Cesira Pozzolini,  nipote del senatore Vincenzo Malenchini e appartenente a una famiglia di forte fede unitaria e liberale (la madre, Gesualda Malenchini, ispettrice nelle scuole femminili di Firenze e fondatrice di una scuola rurale gratuita per i figli dei contadini del piccolo centro di Bivigliano, era stata la prima donna ad aver portato a Firenze il tricolore nei moti e il fratello Giorgio Pozzolini aveva combattuto nelle maggiori battaglie risorgimentali affiancando Garibaldi e Bixio). Da questa unione nacque il console Vito Siciliani conte di Morreale. E iniziato in massoneria nella loggia fiorentina "La Concordia.” Nominato professore straordinario di filosofia teoretica a Bologna dal ministro Correnti e incaricato dell'insegnamento di pedagogia. Nel 1879, poi, divenne docente ordinario della stessa disciplina sempre nell'Ateneo felsineo. A Bologna tenne anche il secondo corso italiano di sociologia teoretica. Qui, inoltre, strinse amicizia col poeta Giosuè Carducci, anch'egli accademico a Bologna ed entrò in contatto con Francesco Fiorentino e Bertrando Spaventa. Co-direttore della "Rivista bolognese di scienze, lettere, arti e scuole" con Fiorentino, Albicini ed Panzacchi. Ne abbandonò la direzione per divergenze maturate in seno alla direzione generate, probabilmente, dall'impostazione (eclettica) che Siciliani intendeva dare alla Rivista e che contrastava con l'indirizzo idealistico voluto da Fiorentino.  A Bologna istitue un centro di studi pedagogici, contribuendo all'elevazione della pedagogia al rango di scienza. Fu un convinto assertore della valorizzazione della persona e perciò la sua azione educativa, per giungere alla conquista della libertà e del carattere morale da parte del soggetto da educare, prevedeva l'intervento della famiglia e della società. Altro suo pensiero fondamentale fu il principio dell'autodidattica che, pur non escludendo l'azione dell'educatore, mette in primo piano il protagonismo del soggetto da educare. Alla sua morte ricevette onoranze e attestati di stima da parte di molti studiosi europei e americani, mentre in Italia la sua fama fu oscurata da giudizi negativi, espressi anzitutto da Giovanni Gentile che vedeva in lui un'espressione (benché autonoma) della scuola positivistica . Di recente è stata rivalutata l'influenza vichiana sul suo pensiero.  A lui è dedicata la Biblioteca civica di Galatina, nella quale è conservato il "Fondo Siciliani" la raccolta, cioè, dei libri appartenuti al pensatore e dolla biblioteca dalla moglie Cesira Pozzolini. A lui è dedicato anche il Liceo Socio-Psicopedagogico di Lecce. Sepolto nel Cimitero delle Porte Sante di Firenze.  Di formazione giobertiana, Siciliani si accostò al pensiero di Vico già negli anni fiorentini, tentando di inaugurare una filosofia mediana (detta della "terza via") che individuasse una sintesi tra opposte e differenti discipline. Dal suo punto di vista, infatti, ogni pensiero contiene del buono e delle esagerazioni. Metodo del pensiero "mediano" sarà, dunque, quello di salvare ciò che c'è di buono di una scuola di pensiero per rigettarne le astrattezze e le esagerazioni.  Con il saggio “La Critica nella filosofia zoological” approde nel più ampio dibattito, ricevendo apprezzamenti e pareri favorevoli dai più illustri scienziati internazionali. Nel frattempo approfonde e da il suo contributo speculativo alle nuove discipline che muovano alla ricerca di un'identità epistemologica: la sociologia (Socialismo, darwinismo e sociologia moderna; Teorie sociali e socialismo) e la psicologia (Prolegomeni alla moderna psicogenia). Sanctis conferì a Siciliani la presidenza di vari congressi pedagogici che si tennero a Firenze, Venezia, Genova, Milano. Presiede la prima sezione del Congresso pedagogico romano. Queste esperienze lo portano a un approfondimento sempre maggiore della pedagogia, alla quale contribue a conferire un indirizzo scientifico, positivista e ampiamente laico (si vedano le sue opere Rivoluzione e pedagogia moderna, La scienza nell'educazione).  Opere: “Introduzione alla filosofia delle scienze naturali e storiche (Firenze1); “Il metodo numerico e la statistica in medicina (Firenze); “Della legge storica” (Firenze); “Della libertà ed unità organica dell'insegnamento filosofico” (Firenze); Della fisiologia e delle lezioni fisiologiche sperimentali” (Pisa);” Su la storia della medicina”  (Firenze); “I principi metafisici di G. B. Vico” (Firenze); “Il triumvirato: Dante, Galileo e Vico (Firenze); Ai popoli salentini e al gonfalone di Galatina un saluto e un augurio (Firenze); “Del criterio filosofico nell'arte di scrivere e negli studi critici storici e bibliografici (Bologna); Critica del positivismo (Bologna); Sulle fonti storiche della filosofia positiva in Italia”; 1-Galileo (Bologna) Gli hegeliani in Italia (Bologna); La condanna del positivismo (Bologna); Della pedagogia positiva e della scienza dell'educazione in Italia (Bologna); Su la scienza dell'educazione (Bologna); Sul rinnovamento della filosofia positiva in Italia (Firenze); La critica sulla filosofia zoologica del sec. XIX (Napoli); Prolegomeni alla moderna psicogenia (Bologna); Socialismo, darwinismo e sociologia moderna (Bologna); La scienza dell'educazione nelle scuole italiane come antitesi alla pedagogia ortodossa (Bologna); Teorie sociali e socialismo (Firenze); Dei massimi problemi della pedagogia (Roma); Su l'insegnamento religioso  secondo i dettami della filosofia scientifica (Firenze); Riforma nello insegnamento della pedagogia (Torino); Della pedagogia scientifica (Milano); Rivoluzione e pedagogia moderna (Torino); Storia critica delle teorie sociali (Bologna); Fra vescovi e cardinali (Roma); Rivoluzione e pedagogia (Torino); La scienza nell'educazione secondo i principi della sociologia moderna (Bologna); Rinnovamento e filosofia internazionale (Bologna); La nuova biologia (Milano) Le questioni contemporanee e la libertà morale nell'ordine giuridico (Bologna). G. Calogero, nella Enciclopedia Italiana, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Mimesis-Erasmo, Milano-Roma, Giovanni Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in Italia Guido Calogero. Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Giovanni Invitto e Nicola Paparella , Rileggere Pietro Siciliani, Lecce, Capone Editore, Galatinesi illustri, Guida Biografica, Galatina, TorGraf Galatina, Pietro Siciliani, Carteggio familiar, Francesco Luceri, Centro Studi Salentini, Lecce,  P. Siciliani e Ce. Pozzolini. Filosofia e Letteratura (Atti del Convegno Nazionale. Galatina, Francesco Luceri con prefazione di Fulvio Tessitore, Centro Studi Salentini, Lecce. Enciclopedie on line, sito "Treccani L'Enciclopedia italiana". «http:// aspi.unimib/index.php?id=1591», la voce in Archivio Storico della Psicologia Italiana. Keywords: “i principi metafisici di Vico”. Pietro Siciliani. Siciliani. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Siciliani” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689771009/in/photolist-2mKDA5r-2mGnP2f

 

Grice e Signa --  la ruota di Venere – filosofia italiana (Signa). Filosofo. Professore di retorica (“ars dictaminis”) a Bologna e Padova. Visse in varie città, spostandosi ad Ancona, Venezia, Bologna, Padova, e Firenze. Tra i saggi più significativi si ricordano una storia dell'assedio di Ancona, unico suo lavoro di tipo storico, il “Bon Compagno”; “Rethorica novissima”; “Scacchi e il “Libellus de malo senectutis et senis nel quale, con spirito arguto, prende in giro le affermazioni di Cicerone che idealizzavano la vecchiaia”. Il suo “Liber de obsidione Ancone” pubblicato dall'editore Zanichelli, è ristampato in edizione italiana (“L'assedio di Ancona” dall'editore Viella di Roma.  Il breve trattato di epistolo-grafia amorosa, la “Rota Veneris,” è pubblicato dalla Salerno Editrice. Altre opere: “Liber de amicitia”; “Ysagoge Boncompagnus; “Tractatus virtutum”; “Rhetorica novissima”; Libellus de malo senectutis et senis Palma Oliva Cedrum Mirra Quinque tabulae salutationum”; “Rota veneris”; “Liber de obsidione Ancone Bonus Socius e Civis Bononiae, Fonti, Bon Compagno da Signa, P. Garbini, Roma, Salerno Editrice, Gabrielli, Le epistole di Cola di Rienzo e l'epistolografia medievale, in Archivio della Società romana di storia patria,Gaudenzi, Sulla cronologia delle opere dei dettatori bolognesi da Buon Compagno a Bene da Lucca, in Bullettino dell'Istituto storico italiano, G. Manacorda, Storia della scuola in Italia, II, Palermo Francesco Tateo, Boncompagno da Signa, in Enciclopedia dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Boncompagno da Signa, su Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Capua, Boncompagno da Signa, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Boncompagno da Signa, su sapere, De Agostini. Virgilio Pini, Boncompagno da Signa, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Boncompagno da Signa, su ALCUIN, Ratisbona.  S. Wight: Boncompagno's charter doctrine (Bologna), in: Medieval Diplomatic and the 'ars dictandi', Scrineum. Keywords: “ars dictaminis” – o rettorica --. Bon Compagno da Signa. Signa. Keywords. Luigi Speranza, “Grice e Signa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733693876/in/datetaken/

 

Grice e Simioni – amanti – filosofia italiana (Venezia). Fiosofo. Tra i principali studiosi di Pirandello, inizia la sua attività politica militando nelle file del Movimento socialista. Venne espulso dal partito per indegnità morale. Collabora con l’United States Information Service. Si trasfere a Monaco di iera per approfondire gli studi per poi ritornare a Milano. Leader di un collettivo operai-studenti, mentre lavorava alla Arnoldo Mondadori, fonda il "collettivo politico metro-politano" milanese.  Il gruppo, che teorizza lo scontro aperto, e considerato il progenitore delle brigate rosse. Insieme a circa settanta persone, tra cui componenti del collettivo ed elementi cattolici del dissenso, partecipa al convegno di Chiavari nella sala Marchesani, adiacente la pensione Stella Maris, nel quale un gruppo di partecipanti guidati da Curcio dichiara la propria adesione ad una visione politica. La data di questo convegno viene da taluni considerata come la data di nascita delle brigate rosse; altri affermano che la formazione di lotta armata sia nata con il convegno di Pecorile (Reggio Emilia). L'ultima attività, prima di passare alla completa clandestinità sul territorio italiano, a compe come redattore di "Sinistra proletaria", l'ultimo dei quali riporta in copertina uno sfondo rosso con disegnato al centro un cerchio nero attorniante le sagome di quattordici mitra. Trasferitosi in Francia, fonda a Parigi assieme la scuola di lingue Hyperion, la quale secondo alcuni ha la funzione di una vera centrale internazionale del terrorismo. Si afferma che e  anche il capo del Super-clan, organizzazione nata da una costola delle brigate rosse.  A Parigi si insere nella vita cittadina, ricominciando a frequentare gli ambienti progressisti e divenendo vicepresidente della fondazione Abbé Pierre. E proprio quale accompagnatore dell'Abbé Pierre, e ricevuto da  Giovanni Paolo II in udienza privata. Si avvicina al buddhismo tibetano. Qui inoltre conosce una donna da cui in seguito ha un figlio che si trasfere in Italia. Si apparta nella campagna di Truinas, nella Drôme, dove gestì un B&B. Craxi, alludendo alla esistenza di un "grande” delle brigate rosse (l'eminenza grigia ipotizzata da alcuni che dall'estero avrebbe guidato, come un burattinaio, molte delle azioni terroristiche sul suolo italiano), dichiara che costui poteva essere cercato tra quei personaggi che avevano cominciato a fare politica con noi e poi sono scomparsi, magari sono a Parigi a lavorare per il partito armato», frase che venne da molti ritenuto indicasse come "grande" proprio lui. L'organizzazione di sinistra extraparlamentare Lotta Continua lo accusa di essere un confidente della polizia e in contatto con i servizi segreti.. Durante la fase iniziale di Mani pulite, e accusato da Larini di essere il "grande", accuse respinte da lui che le ritenne parte di un'azione contro Craxi, vista la comune militanza nel Movimento socialista. Lucarelli L'istituto francese Hyperion era realmente una scuola di lingue o la stanza di compensazione di diversi servizi segreti?  A. Ferrari, In teleselezione dalla Francia gli ordini ai terroristi italiani? Corriere della Sera Entrambi gli edifici sono proprietà della curia  Il convegno di Pecorile in Anni di Piombo.wordpress  Il nucleo storico delle brigate rosse.  S.  Stein L'abbé Pierre: un sacré destin L'Express E morto il misterioso grande, La Tribuna di Treviso,  S. Fratini, Hyperion: scuola di lingue chiacchierata, -ANSA, repubblica/ cronaca/ 10/27/ news/caso_moro_il_bierre_franceschini_moretti_una_spia_ riduttivo_si_sentiva_lenin. Dalla lotta armata al buddhismo , in Critica Sociale, Anni di piombo Superclan Hyperion (Parigi) Venezia Anni di piombo. Corrado Simioni. Simioni. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Simioni” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734275929/in/dateposted-public/

 

Simoni (Lucca). Filosofo. Figlio di Simoni, un mercante di seta, la cui famiglia era originaria di Vagli, in Garfagnana e Polissena, donna di una famiglia originaria di Vimercate. Studia con Bendinelli e Paleario, due umanisti in dore di eresia. Il secondo fine sul rogo a Roma. Legge sostenuto dal padre e dal patrizio veneziano Mocenigo peregrina nei maggiori Studi d'Italia: prima a Bologna, poi a Pavia, a Ferrara, Napoli. Si laurea a Padova. Diversi ma tutti autorevoli i suoi professori: da Maggi a Cardano, da Boldoni ad Brasavola. La sua formazione era di stampo aristotelico, come s'insegnava nello Studio padovano, con una forte esigenza razionalistica che aveva riflessi nel campo religioso, tale da mettere in dubbio l'immortalità dell'anima e a creare sospetti di eresia tra i professori e gli studenti di quella Università. Con questa preparazione, Simoni fece ritorno a Lucca, dove fu tra i fondatori del Collegio medico, esercitò la professione medica e sembra aver scritto i suoi primi saggi di argomento filosofico.  Nall'infanzia del Simoni, Lucca aveva vissuto un periodo concitato di aperti conflitti sociali e poi di tentativi di riforme politiche e religiose, portate avanti dal gonfaloniere Francesco Burlamacchi e dal circolo di intellettuali riuniti intorno a Pietro Martire Vermigli, priore di San Frediano. Quando Simoni era ritornato a Lucca, quella fervida attività era già stata spenta dalla reazione cattolica guidata dal vescovo inquisitore Guidiccioni, ma certo quelle idee di Riforma circolavano ancora sotterraneamente in città, e forse lo stesso Simoni le aveva già raccolte durante i suoi trascorsi nelle diverse Università da lui frequentate.  Sta di fatto che Simoni fu chiamato dalle autorità lucchesi a dare spiegazioni sulle proprie opinioni religiose: per tutta risposta il nostro medico, «non fidandosi troppo delle sue forze», cercò la salvezza con la fuga: «munito solo di un cavallo e dei propri risparmi, dopo aver preso commiato dalla famiglia, fuggì, accompagnato da un servitore, alla volta di Ginevra». Negli atti ufficiali della Repubblica di Lucca, la sua condanna per eresia risulta formalizzata. A Ginevra, patria del calvinismo, si era formata da decenni una numerosa colonia di emigrati italiani per motivi religiosi, e tra questi non pochi erano i lucchesi. La comunità italiana era inserita in una propria chiesa e Simoni vi ebbe l'incarico di catechista; ottenuta la cittadinza ginevrina, sposò Angela Cattani, figlia di Francesco, un concittadino da tempo stabilitosi a Ginevra, e ne ebbe una figlia. Preso a benvolere dall'influente teologo Teodoro di Beza, ottenne di insegnare filosofia all'Accademia di Ginevra: un incarico dapprima senza compenso, poi retribuito insieme con la nomina a Professore. Anche il padre Giovanni si stabilì a Ginevra: in quello stesso periodo gli venne aumentato lo stipendio, ottenne un alloggio gratuito e, nel successivo febbraio, nell'Accademia fu istituita appositamente per lui la cattedra di medicina.  A Ginevrà pubblicò i primi libri. Presso l'editore Jean Crespin apparve il suo In librum Aristotelis de sensuum instrumentis et de his quae sub sensum cadunt commentarius unus: è il commento al “De sensu et sensibilibus” di Aristotele. In esso distingue dapprima le verità di fede dalle verità filosoficheuna premessa tipica dell'aristotelismo padovanoma poi cerca di dimostrare che la ragione, indagando la natura, può giungere a Dio, rivelando le verità di fede. In tal modo, Simoni sostiene che anche le questioni teologiche hanno natura razionale e, qualora sorgano contrasti, la ragione è in grado di comporli, indicando la via da seguire per una corretta interpretazione: una conseguenza, seppure non esplicita nel commento del Simoni, della prevalenza della ragione sulla fede, è che il dogmaespressione della tradizionale subordinazione della ragione alla fedenon ha motivo di esistere. Il suo aristotelismo che poco concede alla teologia cristiana si conferma con i successivi commenti all'Etica Nicomachea e al De anima, mentre dal 1567 Simoni condusse una lunga e dura polemica contro il medico e filosofo Jacob Schegk. Questi, proprio all'opposto del Simoni, usava argomenti tratti dalla teologia scolastica per dimostrare la realtà della teoria, allora caldeggiata in ambienti luterani, della ubiquità del corpo di Cristo. Simoni rispondeva con argomenti di carattere fisico dimostrando l'irrealtà di tale assunto: un solo corpo fisico non può che occupare, nello stesso tempo, un unico spazio determinato e anche Cristo, in vita, fu soggetto alla legge naturale. Dopo la morte, egli aveva mantenuto soltanto una natura divina, e non è sostenibile l'idea che Dio possa mutare le leggi naturali: ente perfetto e primo motore immobilecome l'aveva delineato AristoteleDio agisce sulla natura unicamente attraverso la sua perfezione che indirizza al bene gli esseri naturali.  Il suo carattere collerico e l'alta considerazione che egli aveva di sé lo portò a una lite clamorosa con Niccolò Balbani, un altro lucchese, catechista della comunità italiana. Durante il matrimonio della figlia di questi, Simoni lo coprì d'insulti, con grave scandalo delle autorità di Ginevra, che fecero imprigionare Simoni e lo espulsero dall'Accademia. A nulla valsero le scuse presentate dal Simoni: è del resto probabile che la severità del Consiglio e del Concistoro ginevrino fosse motivata anche dalla freddezza e dallo spirito d'indipendenza dimostrato dal medico lucchese, che pure si dichiarava calvinista, in materia di religione. Tuttavia Teodoro di Beza gli mantenne ancora la sua amicizia e lo fornì di una lettera di raccomandazione con la quale, Simone Simoni lasciò temporaneamente a Ginevra la moglie e la figlia per dirigersi alla volta di Parigi.  A Parigi  Parigi: cortile del Collège Royal, oggi Collège de France. Nella capitale francese ottenne una buona accoglienza: i calvinistiqui chiamati ugonottierano ancora tollerati e le lusinghiere referenze gli fecero ottenere una cattedra di filosofia al Collège Royal, dove le sue lezioni ottennero subito un grande concorso di pubblico. Come scrisse al Beza, alle sue lezioni assistevano sei o settecento «huomini barbati, dottori, professori, et altri di robba lunga, preti, frati, giesuiti et altra simil razza d'uomini. Si ebbe le congratulazioni di Ramo, che volle incontrarlo e lo chiamò «felicissimum et praestantissimum ingenium italicum», non però quelle del collega Charpentier, che temeva che il Simoni fosse stato mandato da Ginevra «per turbare questa scuola».  Sapeva che la sua permanenza a Parigi era precaria: «il nome di Ginevra mi nuoce più che il nome di ugonotto», né poteva valere molto la protezione del cardinale Odet de Coligny, passato al calvinismo. Simoni riferiva di aver rifiutato offerte sostanziose da parte cattolica per insegnare in loro collegi, a prezzo di una sua conversione, e di attendersi un prossimo editto che avrebbe affrontato il problema della convivenza tra cattolici e ugonotti.  Un editto effettivamente ci fu, emanato da Carlo IX alla fine dell'anno, con il quale si proibiva ai protestanti l'insegnamento pubblico. Così, perduti anche i suoi libri che gli furono sequestrati, Simoni fu costretto ad abbandonare la Francia. Si apre un nuovo periodo di difficoltà per il Simoni, cui morirono la moglie Angela e il fratello Lodovico. Non potendo insegnare a Ginevra, cercò di ottenere un incarico a Zurigo e a Basilea, sollecitando in tal senso altri emigrati italiani come l'editore Perna e l'umanista Curione, ma invano. I sospetti di antitrinitarismo che gravavano sul suo conto, da quando, aveva fatto visita nel carcere di Berna all'«eretico» Valentino Gentile poco prima che questi venisse giustiziato, e il recente scandalo provocato a Ginevra non agevolavano il suo inserimento nelle élite intellettuali delle città svizzere.  Ottenne bensì una raccomandazione dal Bullinger per un posto di insegnante a Heidelberg, ma anche qui rimase poco tempo: la sua amicizia con l'antitrinitario Thomas Erastus, il suo aristotelismo senza compromessidal nulla, nulla si crea, sostenne in una pubblica lezione, cosicché anche Cristo era stato creato da Dio Padree il suo carattere spigoloso gli alienarono ogni simpatia e Simoni dovette riprendere la via di Basilea.  Finalmente, nel 1569, ottenne una cattedra straordinaria di filosofia all'Lipsia. Se Simoni poteva fregiarsi della stima dell'elettore di Sassonia Augusto I, non eguale considerazione ottenne dai suoi colleghi, che fecero gruppo a sé e lo isolarono. Simoni non si perse d'animo: molto popolare tra gli studenti per la vivacità delle sue lezioni e lo spirito critico che infondeva negli allievi, fondò, all'interno dell'Università, un'accademia sul modello umanistico italiano, battezzandola “degl’acuti”. Di questa istituzione entra a far parte un gruppo di suoi studenti. Le discussioni dovevano vertere sulla interpretazione di passi aristotelici. Notevole la mancanza di ogni precetto di osservanza religiosa in senso specifico. I giovani così raggruppati intorno al Simoni dettero ben presto dello spirito critico e dell'idea di esser superiori agli altri, che il vivace professore aveva finito per insinuare nei loro animi. Pasquinate anonime contro un professore, e il giorno dopo, un litigio clamoroso tra questo e il Simoni, iniziarono una serie di incidenti che ebbero termine con la soppressione dell'Accademia».  La soppressione dell'Accademia, decisa dal Senato universitario, testimonia i difficili rapporti intercorrenti tra l'Università e il Simoni, che per altro in città era reputato «ospite illustre, professionista affermato e ricercato, uomo di mondo e di cultura dalla posizione prestigiosa, che godeva della stima e del rispetto dei suoi concittadini, e la cui fama oltrepassavala frontiera del paese che gli dava ospitalità». Egli, infatti, oltre a insegnare filosofia e ad avere allievi anche illustri, come i prìncipi lituani Radziwiłł, esercitava la professione medica, vantando clienti di riguardo, e si era risposato con una nobile del luogo, Magdalena von Hülsen.  La «De vera nobilitate» Pubblicò il suo scritto filosofico più originale, la De vera nobilitate, dedicata all'Elettore di Sassonia. La vera nobiltà è la virtù dell'anima umana, la quale è intesa aristotelicamente come forma del corpo: la virtù dell'anima è perciò strettamente legata alla particolare costituzione del corpo, trasmessa nell'individuo di generazione in generazione dal seme del genitore, che costituisce la causa efficiente del singolo essere. Non per nulla da «genere» deriva «generoso», e se pure «non tutti i nobili sono generosi, chi è generoso è considerato nobile».  Le differenze sociali tra gli individui e le conformazioni dei loro corpi sono egualmente corrispondenti per necessità naturale, secondo Simoni: «la natura vuole infatti fare diversamente i corpi dei liberi da quelli dei servi, questi robusti e con deformità necessarie al loro particolare utilizzo, quelli diritti e belli, perché non desti tali fatiche, ma alla vita civile», anche se non mancano eccezioni alla regola. Certamente l'educazione ricevuta svolge una funzione per la formazione dell'uomo, ma resta inferiore a quella naturale: di due giovani, di diversa estrazione sociale ma educati allo stesso modo, il nobile risulterà alla fine meglio formato, in quanto la natura lo ha costituito di una «materia» superiore. L'educazione ha lo stesso effetto della medicina: fa recuperare la propria condizione di salute, ma non può migliorarla oltre il limite fissato dalla natura.  Viene da sé che le famiglie nobili diano lustro alla nazione, formando l'élite della società civile sotto l'aspetto culturale e politico. Questo però non avviene in tutte le nazioni, ma soltanto in quelle di antica civiltàin sostanza, in gran parte delle società europeementre presso i barbari non può esistere nobiltà: «essi sono giustamente detti servi per natura e in quanto servi, non portano in loro nessuna virtù, essendo nati per servire sotto una tirannia e non in un regio e civile governo. Le virtù dei nobili non possono consistere nell'accumulare ricchezze, ma esse sono ugualmente attive e pratiche: sono le virtù civili del politico, che si occupa del benessere dei cittadini, quelle del medico, che si occupa della salute degli individui, del fisiologo, che studia la natura e infine del metafisico, che studia le cose divine. Queste ultime, insieme alla virtù della contemplazione, è però meglio riservarle nella vita che ci attende dopo la morte, quando quei problemi saranno facilmente risolti: «queste cose sono irrise dai politici, tra i quali, non tra gli angeli, si discute di nobiltà. Nel frattempo, è opportuno «dedicarsi alle cose di questo mondo ed essere utili alla società degli uomini: si loda Socrate il quale, trascurate le altre parti della filosofia, coltivò quella sola che era più adatta ai costumi degli uomini e alle istituzioni civili».  Che la vera nobiltà si debba esprimere nell'attività pratica e civile è ribadito più volte dal Simoni, la nobiltà spunta fuori dalla società civile, non dalla solitudine», e le virtù spirituali, come quelle mostrate dai mistici e dai contemplativi, non sono virtù nobili proprie dell'essere umano. Queste virtù tipicamente cristiane discendono direttamente da Dio e perciò non derivano da generazione naturale, non sono frutto della carne e del sangueil fondamento della vera nobiltàe non essendo ereditarie non possono essere considerate virtù nobili.  Naturalmente, ai non nobili non possono essere affidati incarichi di responsabilità nel governo della società, ma al più solo l'esercizio di magistrature minori. Derivando dal sangue la nobiltà, non si può diventare autenticamente nobili attraverso conferimenti onorifici, anche se concessi da un sovrano mentre, al contrario, un autentico nobile non può essere privato della fama e dell'onore, perché in lui opera sempre «quella forza e quell'efficacia naturale ricevuta dai suoi antenati». Conflitti accademici e religiosi  Lipsia: l'attuale Accademia delle Scienze Dopo questa applicazione dei principi aristotelici al vivere civile e al governo dello Stato, che deve essere affidato a chi per natura fa parte degli ottimati, Simoni si dedica a trattare temi propriamente medici. Appare a Lipsia il suo “De partibus animalium” ove descrive la conformazione del feto, la De vera ac indubitata ratione continuationis, intermittentiae, periodorum febrium humoralium,  l'Artificiosa curandae pestis methodus, cui seguì l'anno dopo una Synopsis brevissima novae theoriae de humoralium febrium natura: temi di drammatica attualità, a Lipsia, investita da un'epidemia di peste.  Simoni aveva ottenuto il permesso di esercitare la professione medica all'interno dell'Università, pur senza ottenere, oltre quella straordinaria di filosofia, anche una cattedra di medicina. Presentò all'Elettore una proposta di riforma universitaria. S'indicava la necessità di una maggiore cura nell'assunzione dei professori, che dovevano dimostrare non solo di possedere la necessaria scienza, ma anche capacità didattiche. Dovevano anche essere obbligati a tenere un maggior numero di lezionis'imponevano multe ai professori inadempientimentre la durata dell'anno accademico veniva prolungata.  Particolare cura dedicava il Simoni all'insegnamento della medicina. Dovevano tenere lezioni cinque professori, tra i quali un chirurgo che avrebbe tenuto esercitazioni di anatomia e fatto dimostrazioni pratiche di cura delle diverse affezioni. La qualità dell'insegnamento teorico andava migliorata: Simoni riteneva che corressero troppe affermazioni dogmatiche, che sarebbero dovute essere verificate dalla pratica e dal rigore della dimostrazione dialettica. A questo proposito egli opinava che avrebbe giovato un'accurata conoscenza delle opere di Aristotele.  Non mancavano poi critiche severe sull'attuale andamento dell'Lipsia: i rettori erano scelti grazie alle loro aderenze, si promuovevano studenti immeritevoli, vi era scarsa pulizia, la farmacia universitaria era mal tenuta. Tali proposte e simili critiche non potevano che alimentare ancor più l'ostilità dei colleghi. Egli non sembrava preoccuparsene: la stima dell'Elettore Augusto si manteneva immutata, se lo fece nominare Professore di filosofia e lo promosse a suo primo medico personale. Avvenne tuttavia che, su sollecitazione della chiesa luterana, la quale aveva preparato una confessione di fede che in particolare tutti funzionari e gli impiegati, a vario titolo, dello Stato avrebbero dovuto firmare, l'Elettore pretese tale sottoscrizione anche dal professor Simoni, ottenendone un netto rifiuto.  Racconta lo stesso Simoni che, avendo «rifiutato costantemente di sottoscrivere quella che i teologi sassoni denominarono Formula di Concordia, il Principe Elettore rivolse il suo sdegno contro di me». Al che il Simoni «decise di andarsene e, nonostante l'Elettore cercasse d'impedirlo, diede l'ultimo saluto a quelle popolazioni. Si trasferì a Praga, dove venne assunto quale medico personale dell'imperatore Rodolfo II. Tale incarico e il carattere cattolico dell'Impero di cui era ora suddito rendeva necessario un chiarimento sulle sue posizioni religiose, poiché era nota la rottura avvenuta a Ginevra con i calvinisti e a Lipsia con i luterani. Simoni si adeguò facilmente alla nuova situazione e abiura pubblicamente le passate convinzioni, ritrattò quanto nei suoi scritti poteva esservi di «eretico» e abbracciò formalmente il cattolicesimo. Si trattò di una scelta di convenienza, seppure comprensibile nel clima torbido delle persecuzioni e dell'intolleranza. Lo scrisse lui stesso all'amico Nicolas Selnecker, un teologo luterano: «Confesso di aver abiurato, anche se non avrei voluto farlo neppure a costo del mio sangue. Di tale mio atto altri comunque sono i responsabili. In nessun altro modo avrei potuto infatti salvare la mia vita, quella di mia moglie e dei miei figli che speravo di poter condurre con me»la moglie morì poco dopo e i tre figli rimasero affidati a Lipsia al nonno materno«io, un italiano perseguitato a causa della religione luterana, dichiarato nemico della patria, esposto per decreto del Senato all'agguato di sicari». E ricordò la sorte di chi non si era piegato a compromessi: «io che vidi con questi occhi il Paleologo, esule per causa di religione, condotto su richiesta del legato pontificio dalla Moravia a Vienna, e di qui trascinato in catene a Roma (si sente dire che ormai è stato crudelmente arso sul rogo), io che ero circondato da ogni parte da infinite difficoltà e pericoli di ogni genere, che cosa avrei dovuto fare?». Questa lettera non venne agli occhi dei gesuiti, che vantarono il successo ottenuto con la presunta conversione del medico famoso, il quale avrebbe promessoa dir lorodi collaborare nella lotta agli eretici. La loro soddisfazione non dovette però durare a lungo, o forse essi stessi credettero poco alla conversione del Simoni, se lo storico gesuita Sacchini  poteva qualificarlo di «miserabile uomo che in disprezzo di ogni religione sprofondò nell'empietà», mentre tra i protestanti il Beza, alla notizia della sua conversione, commentò di essere sempre stato convinto che l'unico Dio di Simoni fosse in realtà Aristotele. e Jakob Monau, dopo aver ricordato i suoi continui trascorsi«da cattolico si è fatto calvinista, da calvinista antitrinitario, da antitrinitario luterano, e ora di nuovo papista»lo tratteggiò da «uomo profano ed empio, come indicano sia i suoi costumi, sia i suoi discorsi, sia tutta la sua vita». Forse Simoni stesso sentì di essere circondato da un clima di diffidenza se non di disprezzo, perché solo dopo poco più di un anno, prese la risoluzione di lasciare le terre dell'Impero per trasferirsi in Polonia.  In Polonia Sembra che sia stato un altro italiano, Nicola Buccella, medico personale del re István Báthory, a raccomandarlo come medico della corte di Cracovia. Buccella, di fede anabattista, godeva di notevole considerazione, né la sua fama di eretico gli aveva pregiudicato l'esercizio della professione in quella Polonia che era ancora un paese tollerante. Il prestigioso incarico e la fama stessa di cui da tempo godeva gl’apre le porte della migliore società polacca, e egli sposa Magdalena Krzyźanowska, figlia di Joachim Krzyźanowski, nobile borgomastro della capitale.   Il castello reale di Grodno Riprese a pubblicare alcuni libri: la Disputatio de putredine è una confutazione, sulla scorta di Aristotele, delle teorie del medico svizzero, nonché teologo, Erastus, mentre la Historia aegritudinis ac mortis magnifici et generosi domini a Niemsta è una relazione sulla morte del borgomastro di Varsavia Jerzy Niemsta, che era stato suo paziente. Sulla malattia di quest'ultimo tornò nel Simonius supplex, insieme con una delle solite polemiche che lo videro ora opporsi al medico di Squarcialupi.  Una nuova svolta nella vita del Simoni si verifica con la malattia e la morte del re Stefano. Báthory si sente male nel suo castello di Grodno, e nel consulto tenuto dal Buccella e dal Simoni emersero serie divergenze: il primo giudicò molto grave le condizioni del re, mentre Simoni ritenne che non ci fosse nessun pericolo. Due giorni dopo le condizioni di Stefano Báthory si aggravarono e i due medici si trovarono d'accordo nell'imporre un salasso al re ma in contrasto sulla dieta: Simoni era favorevole a fargli bere del vino, che Buccella intendeva invece proibire. Nemmeno nella diagnosi si trovarono d'accordo: per il Buccella, il sovrano soffriva di asma, per Simoni, di epilessia.  L'11 dicembre sopravvenne una nuova grave crisi e il re perse conoscenza. Pur giudicando molto gravi le sue condizioni di salute, Simoni rassicura i circostanti, perché, a suo dire, non c'era ancora pericolo di morte: aveva appena pronunziato queste parole che il re spirava. Simoni lascia il castello e non volle assistere all'autopsia, sostenendo che fosse inutile, poiché l'epilessia «ab infernis partibus ducit originem» e non lascia tracce nel cadavere. Coordinata dal Buccella, l'autopsia e effettuata da Zigulitz, che accerta una grave alterazione dei due reni. La ri-cognizione dello scheletro di Báthory conferma che la morte avvenne per de-generazione renale, uremia e calcolosi. Cracovia: chiesa di San Francesco pubblica a sua difesa lo Stephani primi sanitas, vita medica, aegritudo, mors, che e violentemente contestato dal “De morbo et obitu serenissimi magni Stephani” scritto da Chiakor su ispirazione di Buccella. La polemica prosegue a lungo, coinvolgendo altri amici di Buccella, e degenerando in insulti e attacchi sulle convinzioni religiose dei due protagonist. Contro Simoni, tra gli altri, fu indirizzato l'opuscolo “Simonis Simoni lucensis, primum romani, tum calviniani, deinde lutherani, denuo romani, semper autem athei summa religio”. Alla fine, Sigismondo III ri-conferma Buccella nella carica di medico curante, escludendo Simoni da ogni incarico di corte. Da allora, le notizie su lui si fanno scarse. Pur senza avere incarichi ufficiali, mantenne una ricca clientela e godette della considerazione di  Rodolfo, dei principi Radziwiłł, di Pavlowski e dei gesuiti, dai quali si fa r-ilasciare un salva-condotto per rientrare in Italia e recarsi a Roma. Precauzione necessaria, con i suoi trascorsi: una precauzione maggiore e però quella di rinunciare al viaggio. La sua vita agitata ha così fine a Cracovia, come lo ricordava la lapide posta sulla sua tomba nella chiesa di San Francesco. La data di nascita si deduce dalla lapide sepolcrale, poi andata distrutta in un incendio, posta nella chiesa di San Francesco, a Cracovia, nella quale era scritto che il Simoni «ultimum diem clausit III, aIl testo della lapide è in S. Ciampi, Viaggio in Polonia, Queste notizie biografiche si apprendono da saggio di Simoni, “Scopae, quibus verritur confutation”. Per secoli gli storici locali discussero del luogo di nascita del medico toscano.  M. Verdigi, Simone Simoni, filosofo e medico, C. Madonia, Simone Simoni da Lucca, C. Lucchesini, Opere, Come scrive egli stesso: S. Simoni, “Synopsis brevissima ...” C. Madonia, Simone Simoni da Lucca,  G. Tommasi, “Sommario della storia di Lucca”; A. Pascal, Da Lucca a Ginevra. Studi sull'emigrazione religiosa lucchese nel secolo A. Fabris, “Il rapporto tra filosofia e teologia in Simoni” n M. Verdigi, Simone Simoni,  S. Simoni a Teodoro di Beza, in A. Pascal, Da Lucca a Ginevra, e in M. Verdigi, Simone Simoni, cS. Simoni a Teodoro di Beza, in M. Verdigi, Simone Simoni, c D. C. Madonia, Simone Simoni,  F. Pierro, La vita errabonda di uno spirito eternamente inquieto. Simone Simoni, S. Simoni, Simonius supplex ..., in C. Madonia, Simone Simoni da Lucca, M. Firpo, Alcuni documenti sulla conversione al cattolicesimo dell'eretico lucchese. Il paleo-logo e decapitato in carcere  e il cadavere arso pubblicamente a Roma, nel campo de' fiori.  M. Firpo, Alcuni documenti sulla conversione al cattolicesimo dell'eretico lucchese Simone Simoni,  F. Sacchini, Historia Societatis Jesu, citato in M. Verdigi, Simone Simoni, T. di Beza, lettera a Rudolph Gwalther, in A. Pascal, Da Lucca a Ginevra, J. Monau, lettera a Johannes Crato, in D. Caccamo, “Eretici italiani” Pierro, La vita errabonda di uno spirito eternamente inquieto. Simone Simoni, C. Madonia, Simone Simoni da Lucca. Altre opere: “In librum Aristotelis de sensuum instrumentis et de his quae sub sensum cadunt commentarius unus” (Genevae, Crispinum); “Commentariorum in Ethica Aristotelis ad Nicomachum, liber primus” (Genevae, apud Ioannem Crispinum); “Interpretatio eorum quae continentur in praefatione Simonis Simonij Lucensis, Doct. Med. & Phil. cuidam libello affixa, cuius inscriptio est: Declaratio eorum quae in libello D. D. Iacobi Schegkii, & c.” (Genevae, apud Ioannem Crispinum); “Phisiologorum omnium principiis Aristotelis De anima libri tres” (Lipsiae, Ernst Võgelin); Antischegkianorum liber unus, in quo ad obiecta Schegkii respondetur, vetera etiam nonnulla, dialectica & phisiologica praesertim, errata eiusdem, male defensa & excusata inculcantur, novaque quam plurima peiora prioribus deteguntur, Basileae, apud Petrum Pernam, Responsum ad elegantissimam illam modestissimamque praephationem Jacobi Schegkii, cui titulum fecit Prodromus antisimonii” “Ad amicum quendam epistola, in qua vere ostenditur, quid causae fuerit, quod responsum illud, quo maledicus, & multis erroribus refertus Iacobi Schegkij doctoris & professoris Tubingensis liber plene refellitur, nondum in lucem prodierit, Parisiis, in vico Jacobaeo; “De vera nobilitate” (Lipsiae, Ioannes Rhamba excudebat, De partibus animalium, proprie vocatis Solidis, atque obiter de prima foetus conformatione, Lipsiae, Iohannes Rhamba excudebat, De vera ac indubitata ratione continuationis, intermittentiae, periodorum febrium humoralium, Lipsiae, apud haeredes Jacobi Bervaldi, Artificiosa curandae pestis methodus, libellis duobus comprehensa, Lipsiae, apud Ioannes Steinmann  Synopsis brevissima novae theoriae de humoralium frebrium natura, periodis, signis, et curatione, cuius paulo post copiosissima et accuratissima consequentur hypomnemata; annexa eiusdem autoris brevi de humorum differentiis dissertatione. Accessit eiusdem Simonis examen sententiae a Brunone Seidelio latae de iis, quae Jubertus ad axplicandam in paradoxis suis disputavit, Basileae, per Petrum Pernam, Historia aegritudinis ac mortis magnifici et generosi domini a Niemsta, Cracoviae, in officina Lazari, Disputatio de putredine, Cracoviae, in officina typographica Lazari Commentariola medica et phisica ad aliquot scripta cuiusdam Camillomarcelli Squarcialupi nunc medicum agentis in Transilvania, Vilnae, per Iohannem Kartzanum Velicef, Simonius supplex ad incomparabilem virum, praeclarisque suis facinoribus de universa Republica literaria egregie meritum Marcellocamillum quendam Squarcilupum Thuscum Plumbinensem triumphantem: pars prima; “Pars altera: in qua de peripneumoniae nothae dignitione curationeque in domino a Niemista, de subiecto febris, de rabie canis, de starnutamento, de infecundis nuptiis agitur” (Cracoviae, A. Rodecius, D. Stephani primi Polonorum regis magnique Lithuaniae ducis vita medica, aegritudo, mors, Nyssae, Reinheckelii, Responsum ad epistolam cuiusdam Georgij Chiakor Ungari, de morte Stephani primi,  Responsum ad Refutationem scripti de sanitate, victu medico, aegritudine, obitu, D. Stephani Polonorum regis, Olomutii, Scopae, quibus verritur confutatio, quam advocati Nicolai Buccellae Itali chirurgi anabaptistae innumeris mendaciorum, calumniarum, errorumque purgamentis infartam postremo emiserunt, Olomutii, typis F. Milichtaler, Appendix scoparum in N. Buccellam, F. Sacchini, Historiae Societatis Iesu, Antverpiae, Ex officina filiorum Martini Nutii, Sebastiano Ciampi, Viaggio in Polonia, Firenze, presso Giuseppe Galletti, Cesare Lucchesini, Opere edite e inedite, Lucca, tipografia Giusti, Girolamo Tommasi, Sommario della storia di Lucca, Firenze, G.Vieusseaux,  Arturo Pascal, Da Lucca a Ginevra. Studi sull'emigrazione religiosa lucchese, Rivista storica italiana», D. Cantimori, Un italiano a Lipsia, Studi Germanici», F. Pierro, La vita errabonda di uno spirito eternamente inquieto. Minerva Medica. Torino, Domenico Caccamo, Eretici italiani” (Firenze, Sansoni); M. Firpo, “Alcuni documenti sulla conversione al cattolicesimo dell'eretico lucchese Simoni”, “Annali della Scuola normale superiore di Pisa»,  Madonia, Simone Simoni da Lucca, in «Rinascimento», Firenze, Sansoni, Claudio Madonia, Il soggiorno di Simone Simoni in Polonia, in «Studi e ricerche II», Verdigi, Lucca, Maria Pacini Fazzi editore, G. Tiraboschi su Simone Simoni, in «Biblioteca modenese», Modena,  S. Ciampi, Viaggio in Polonia, su books.google. C. Lucchesini, Della storia letteraria del Ducato lucchese, su books.google. G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca,  su books.google. S. Simoni, Antischegkianorum liber unus, su books.google. S. Simoni, De vera nobilitate, su books.google. S. Simoni, Artificiosa curandae pestis methodus. Simone Simoni. Simoni. Keywords. Luigi Speranza, “Grice e Simoni” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733807058

 

Sini (Bologna). Filosofo. Grice: “I like Sini; especially his “I segni dell’anima,” since this is, in a nutshell, what my philosophy has been all about: the signs of the soul!” Ha studiato a Milano con Barié e Paci, con il quale si è laureato in Filosofia, diventandone in seguito assistente. Dopo aver conseguito la libera docenza, ha insegnato Filosofia ad Aquila. Chiamato a ricoprire la cattedra di Filosofia teoreticaa Milano, dove svolve per un triennio la funzione di Preside di facoltà. Membro per molti anni del Collegium Phaenomenologicum di Perugia, del Direttivo Nazionale della Società Filosofica Italiana e dell'Institut International de Philosophie di Parigi, è socio corrispondente dell'Accademia Nazionale dei Lincei, dell'Istituto lombardo di scienze e lettere e dell'Archivio Husserl di Lovanio. Insignito per una sua opera del Premio della Presidenza del Consiglio dello Stato italiano, ha ricevuto nel 2002 la Croce d'onore di I Classe per la Scienza e l'Arte dallo Stato austriaco. Ha collaborato per oltre un decennio alle pagine culturali del Corriere della Sera e collabora tuttora con la Rai, con la Radiotelevisione svizzera, con vari settimanali e testate giornalistiche. Dirige per AlboVersorio la collana "Pragmata" ed è membro del comitato scientifico del festival La Festa della Filosofia. Il 7 dicembre  viene premiato dal Comune di Milano con l'Ambrogino d'oro. Con Grice, tra i primi a segnalare all'attenzione l'importanza della teoria del segno di Peirce. Propone un filone di ricerca sulla convergenza dei percorsi filosofici di Peirce e Heidegger sul filo dell'ermeneutica benché la sua formazione didattica fosse di orientamento prevalentemente fenomenologico. Il tema della scrittura e successivi sviluppi La sua proposta teoretica si concentra sul tema della scrittura e sulla centralità dell'abecedario come forma logica della filosofia nella lingua del Lazio. In “Figure dell'enciclopedia filosofica” rende conto della radicalità del gesto istitutivo di Lucrezio e della nascita della filosofia romana in modo da illuminare la genealogia della nostra civiltà e le figure del suo destino. Questo saggio si misura con nodi problematici e profondi della nostra cultura. Si mostrata la verità del gesto filosofico di Lucrezio nel tratto tecnologico dell’abecedario che trasforma la relazione al mondo in cosità (de rerumm natura). La pratica del concetto, infatti, in-forma il paradigma dell'oggettività (in rerum natura) e traduce la sterminate antichità dell'umano all'interno dell'ambito crono-topico della visione logica elaborata dalla scansione dell’abecedario del mondo con la conseguente nascita del tempo e del sapere storico. All'educazione mitologica dei corpi dei uomini si sostituisce l'educazione dei animi nella ri-mozione delle qualità sensibili della vita vissuta. Prima operazione di ingegneria genetica che comporta sia la nascita del soggetto morale nella paideia del bio-politico (come Nietzsche intuisce) sia il conseguente destino nichilista rivelato dal dis-incanto. Ma l'intreccio, che dalla pre-istoria conduce ai nostri giorni, rinvia al desiderio e all'iscrizione originaria che danza nelle figure del sesso e della morte. La soglia così dischiusa, annunciata dalla verità analogica dell'evento mimato nella generazione, permette il passaggio del movente desiderante nel desiderio di vita eternal. Platone e la logica disgiuntiva hegeliana rappresentano i due poli più rilevanti di questa consapevolezza lancinante. Addirittura, tutta la filosofia platonica è probabilmente da pensare come la domanda più alta e profonda che sia mai stata posta alla sapienza di Dioniso.  E così, dagli ominidi alla società dell'informazione, sul filo delle pratiche che ne circoscrivono le traiettorie, la trama del senso transita al segno disegnando le coordinate del nostro tempo e il predominio della visione scientifica e delle sue figure che dileguano la consistenza dell'intersoggetivita, profilando nel rituale pubblico del potere finanziario, e nella conseguente imposizione dell'universalità oggettiva, un paradosso costitutivo che nasconde nuove e positive opportunità ancora tutte da scoprire (e attualmente mascherate dalla deleteria mercificazione imperante). Delineando nuove occasioni di senso, le Figure dell'enciclopedia invitano a “sognare più vero”, vale a dire ad abitare la conoscenza filosofica nell'esercizio dell'evento del significato nella concretezza delle sue pratiche. Ethos di una nuova scrittura della soggezione del mortale al desiderio, nell'apertura al transito della vita. Approfondisce la questione del logos (parola, ragione) e della tecnica facendo del primo il fondamento ultimo, della seconda l'essenza. Una posizione di rilievo e in controtendenza all´interno del panorama di questa specifica area della filosofia contemporanea. Altre opere: “I greci” ((Nuova Accademia di Belle Arti Editrice, Milano), “La funzione della filosofia” (Marsilio Ed., Padova); “La fenomenologia” (Lampugnani Nigri, Milano) Storia della filosof9a (Morano editore, Napol); “Il pragmatismo (Laterza, Roma-Bari); “Segno” (Il Mulino, Bologna); “Passare il segno” (Il Saggiatore, Milano); “Kinesis. Saggio d'interpretazione (Spirali, Milano)”; “Il Metodo” (Unicopli, Milano); Parola e silenzo” (Marietti, Genova); “Segni dei animi” (Laterza, Bari); “Segno ed immagine” (Spirali, Milano); “Segni dei uomini” (Egea, Milano): “L'espressione e il profondo” (Lanfranchi, Milano)”, Etica della scrittura (Il Saggiatore, Milano, Mimesis, Milano); “Pensare il progetto (Tranchida, Milano) Filosofia teoretica (Jaca Book, Milano) Variazioni sul foglio-mondo. Peirce, Wittgenstein, la scrittura, con Rossella Fabbrichesi Leo (Hestia, Como) L'incanto del ritmo (Tranchida, Milano Filosofia e scrittura (Laterza, Roma-Bari) Scrivere il silenzio: Wittgenstein e il problema del linguaggio (Egea, Milano) Teoria e pratica del foglio-mondo (Laterza, Roma-Bari) Gli abiti, le pratiche, i saperi (Jaca Book, Milano) Scrivere il fenomeno: fenomenologia e pratica del sapere (Morano, Napoli) Ragione (Clueb, Bologna) Idoli della conoscenza (Cortina, Milano La libertà, la finanza, la comunicazione (Spirali, Milano) La scrittura e il debito: conflitto tra culture e antropologia (Jaca Book, Milano) Il comico e la vita (Jaca book, Milano) Figure dell'enciclopedia filosofica. Transito verità (Jaca Book, Milano), L'analogia della parola: filosofia e metafisica;  La mente e il corpo: filosofia e psicologia; Origine del significato: filosofia ed etologia; La virtù politica: filosofia e antropologia; Raccontare il mondo: filosofia e cosmologia; Le arti dinamiche: filosofia e pedagogia  La materia delle cose: filosofia e scienza dei materiali (Cuem, Milano) Archivio Spinoza. La verità e la vita (Ed. Ghibli, Milano) Del viver bene: filosofia ed economia (Cuem, Milano) Distanza un segno: filosofia e semiotica (Cuem, Milano) Il gioco del silenzio (Mondadori, Milano); “Il segreto di Alicia” (AlboVersorio, Milano); “Eracle al bivio: semiotica e filosofia” (Bollati Boringhieri, Torino); “Da parte a parte. Apologia del relativo (Ed.  ETS, Pisa) L'uomo, la macchina, l'automa: lavoro e conoscenza tra futuro prossimo e passato remoto (Bollati Boringhieri, Torino) L'Eros dionisiaco (AlboVersorio, Milano, ) Figure d'Occidente. Platone, Nietzsche e Heidegger” (AlboVersorio, Milano); La nascita di Eros (Albo Versorio, Milano, ); “Scrivere il silenzio: Wittgenstein e il problema del linguaggio (Castelvecchi, Roma ) Spinoza (Book Time, Milano ) Critica Enrico Redaelli, Il nodo dei nodi. L'esercizio del pensiero in Vattimo, Vitiello, Sini, Ets, Pisa  Il filosofo e le pratiche. In dialogo con Sini (E.Redaelli,  BrovelliCrippa, Valle,  Redaelli), Milano, CUEM. Vincenzo Comerci, Filosofia e mondo. Il confronto di Sini, Milano, Mimesis.  Cristiano, La filosofia di Sini. Semiotica ed ermeneutica  (Milano, Mimesis) Collana Pragmata, in AlboVersorio, Cfr. Copia archiviata, su unimi).  Logos e techne, tecnologia e filosofia, su youtube.com. Sini Noema (canale ufficiale), su YouTube.  Treccani Enciclopedie o Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  openMLOL, Horizons Unlimited srl.Registrazioni di Carlo Sini, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Nòema la rivista online di filosofia diretta da Rossella Fabbrichesi e Carlo Sini, su riviste.unimi. Archivio Carlo Sini il luogo ove i materiali relativi ai passati corsi universitari del prof. Sini ed altro ancora, su archiviocarlosini. Lectio Magistralis di Carlo Sini su La Différance di Jacques Derrida, Arcoiris TV, Riflessioni sul Senso della Vita. Intervista a Carlo Sini, di Ivo Nardi, giugno , sito Riflessioni Collana PragmataAlboVersorio, su alboversorio.wordpress.com. Carlo Sini. Sini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701305297/in/photolist-2mPrb68-2mPukhq-2mPpb7N-2mPpwbZ-2mNzeEc-2mMQbzj-2mLKtaD-2mLP6FB-2mLFz5i-2mLQdrQ-2mLP9qE-2mLPa8B-2mLFBT9-2mLLerS-2mLEGPt-2mLLeDF-2mLNg8K-2mLNeAm-2mPu6xB-2mKRfHn-2mKMjs5-2mPsfT9-2mKyErQ-Ng2dT2-28DhAYd-DndBhH-Bq6mau-BvUfSB-FKiWA6-FcebeC-CRAGiK-BpXH8h-CfbuaM-Ckaz7s-CntuMM-CntseF-BUPaNy-q8gsC7-q7XSd8-pQKmoV-m3tK8a

 

Grice e Siracusa – i bagni di Pozzuoli -- filosofia italiana (Siracusa). Filosofo. Grice: “We know William was from Ockham but we call him Ockham; similarly, Alcaldino was from Siracusa, so we should call him Siracusa!” -- Vissuto vicino alla corte degli Hohenstaufen. Sebbene non vi siano certezze sull'esatto anno di nascita di Alcadino, a parere di un suo biografo, egli sarebbe nato a Siracusa. Suo padre lo manda a studiare a Salerno, presso la celebre scuola medica. Dopo gli studi in lettere, si cimenta in quelli di filosofia, raccogliendo attorno a sé una serie di seguaci. Quindi, in seguito alla conclusione del corso regolare degli studi, e scelto per fare da insegnante filosofia presso la stessa scuola salernitana.  Divenuto uno dei più stimati filosofi della scuola, e chiamato alla corte di Enrico VI di Svevia, che nel frattempo era entrato in possesso del regno di Sicilia, ed e assunto come filosofo del sovrano. Dopo la morte di Enrico, divenne il filosofo  di lui figlio, Federico II, che lo resa degno di confidenza e apprezzamento. Oltre alle ordinarie attività legate alla prosa filosofica, si occupa anche di poesia. Scrive un saggio in versi sui bagni minerali di Pozzuoli, il De Balneis Puteolanis. In questo poema filosofico rimato vengono descritti con precisione il luogo, le qualità e le virtù dei suddetti bagni. Scrive inoltre due opere nelle quali celebrava le gesta di Enrico VI e Federico II.  Altre opere: “De Balneis Puteolanis”; “De Triumphis Henrici Imperatoris De His Quae a Friderico II Imperatore Praeclare ac Fortifer Gesta Sunt. Pasquale Panvini di S. Caterina Salvatore De Renzi.  Pasquale Panvini di S. Caterina, Biografia degli uomini illustri della Sicilia, Giuseppe Emanuele Ortolani, Tomo I, Napoli, Salvatore De Renzi, Storia documentata della scuola medica di Salerno, Napoli. Siracusa. Keywords: i bagni di Pozzuoli. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Siracusa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733795423/in/datetaken/

 

Grice e Sirenio – libero arbitrio – filosofia italiana (Brescia). Filosofo. Professore di metafisica a Bologna. “De fato” (Venetiis, Giordano Ziletti). Sirenio. Keywords: libero arbitrio, contingetia, possibilitas, necessitas, ‘secundum philosophorum opinionem” -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sirenio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691552363/in/photolist-2mKNHBr

 

Grice e Solari – iustum/iussum – filosofia italiana (Albino), Filosofo. Frequenta il prestigioso Collegio San Francesco di Lodi retto dai Barnabiti per poi proseguire gli studi a Messina, da dove poi si trasferì presso Torino. Si formò nel Laboratorio di Economia Politica di Martiis, per poi scegliere la filosofia del diritto sotto la guida di Carle. Anche membro di una tra le istituzioni culturali più prestigiose a livello nazionale: l'Accademia Nazionale dei Lincei. Autore di un idealismo sociale e studioso di Pagano, esponente della scuola di filosofia del diritto dell'Torino, dove tenne questa cattedra quando succedette a Carle all’anno in cui fu sostituito da  Bobbio. Ha tra i suoi allievi lo stesso Bobbio, Treves, Scarpelli, Gobetti, Entrèves, Pareyson, Firpo, Colli, Leoni, Einaudi e Goretti.  Per tutta la vita si dedica esclusivamente all'insegnamento universitario, rifiutando qualsiasi incarico pubblico (non diventa nemmeno preside della sua facoltà); le cattedre da lui ricoperte sono state nelle Messina, Cagliari e Torino. Presta il giuramento di fedeltà al fascismo. Altre opere:  “La scuola del diritto naturale nelle dottrine etico-giuridiche” (Torino, Fratelli Bocca); “L'idea individuale e l'idea sociale nel diritto private”; “Lezioni di filosofia del diritto” (Editore La cooperativa dispense dell'A.T.U., Torino); “Filosofia del diritto private”; “Lezioni di filosofia del diritto, Studi storici della filosofia del diritto, Giappichelli, Torino. Torino gli ha intitolato una biblioteca interdipartimentale. Bergamo gli intitola un giardino pubblico e una via. Albino intitolato una via. S. Fiori, I professori che dissero "NO" al Duce, in La Repubblica, Lezioni di filosofia del diritto: anno accademico, G. Carle e G. Solari, raccolte dagli studenti Giuseppe Bruno e Francesca Guasco, Editore La cooperativa dispense dell'A.T.U., Torino, Studi storici di filosofia del diritto, Giappichelli, Torino); “Solari nella cultura del suo tempo” (FrancoAngeli, Milano); A. Contu, “Questione sarda e filosofia del diritto in Gioele Solari, con un saggio di Norberto Bobbio, Giappichelli, Torino, D.  Cugini, Commemorazione di Solari, Torinese, Albino. Francesco D'Agostino , Il problema del diritto e dello Stato nella filosofia del diritto di Hegel (G. Giappichelli Editore, Torino); L. Firpo , La filosofia politica (Laterza, Bari). TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gioele Solari, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Gioele Solari, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.  Opere di Gioele Solari, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Gioele Solari, .  Solari, Gioele, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gioele Solari. Solari. Keywords: iustum/iussum – storia della filosofia del diritto romano – cicerone. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Solari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733503931/in/datetaken/+

 

Grice e Soleri – funzionalità veritativa dei connettivi – filosofia italiana (Pagliero di San Damiano Macra). Filosofo.. Nato in un piccolo centro della provincia di Cuneo, studiò all'Università Cattolica di Milano. Ordinato sacerdote. Ha come maestro Olgiati, uno dei fondatori dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Lavora a più di 100 scritti fra cui Il problema metafisico del male (e Inevitabilità e decisività del problema teologico. È intitolato al suo nome l'Istituto di istruzione superiore "G. Soleri" di Saluzzo, ove  insegna e fu preside. Altre opere: “La proprietà” (S.E.I. Torino); “Telesio, La Scuola, Brescia); “Lucrezio, La Scuola, Brescia); “Marco Aurelio, La Scuola, Brescia); “L'immortalità dell'anima” (S.E.I., Torino; Economia e morale” (Borla, Torino); “Il problema metafisico del male in “Sapienza”; “Essere, atto, valore in”; “Il problema del valore” (Morcelliana, Brescia); “Incisività e decisività del problema teologico”, in “Studia Patavina”, “Orizzonte della metafisica”; Sito dell'Istituto Soleri.  H. Happ, “Hyle: Studien zum aristotelischen Materie-Begriff, Walter de Gruyter,  R. Pozzo, The impact of Aristotelianism on modern philosophy, CUA); D. Ettore, La figura e l'opera di Soleri. Saggio di ricerca, Saluzzo, Per iniziativa del Comitato per le onoranze a Soleri dell'Istituto magistrale statale. Soleri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Soleri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734127339/in/datetaken/

 

Grice e Somenzi – il naturale, il innaturale, il sovranaturale – filosofia italiana  (Redondesco). Filosofo. Ufficiale meteorologo dell'Aeronautica, dopo aver partecipato alla Resistenza, lavorò all'ufficio studi dello Stato maggiore. Si divise tra la carriera militare e quella accademica, optando infine per la cattedra di filosofia a Roma. Tra i suoi allievi vi fu Cordeschi.  Partendo da un interesse per l'operazionismo, diresse i suoi studi teorici alla cibernetica e fu tra i primi a interessarsi di intelligenza artificiale e a studiare i rapporti mente-cervello e mente-macchina.  Opere “La filosofia della scienza” (Milano, Fratelli Bocca); “La meccanica quantistica” (Milano, Fratelli Bocca); “L' operazionismo” (Milano, Edizioni di Comunità); “La scienza nel suo sviluppo storico” (Torino, ERI); “Automi” (Torino, Boringhieri); “Tra fisica e filosofia. Roberto Donolato, Abano Terme, Piovan. La materia pensante, Milano, CLUP Città Studi. Fonte: A. Rainone, Enciclopedia Italiana, riferimenti in. Saggi in onore, Roma, Union Printing, antologia e testimonianze, Mantova, Fondazione Banca agricola mantovana, Cibernetica Intelligenza artificiale  Antonio Rainone, «Somenzi, Vittorio» la voce nella Enciclopedia ItalianaVI Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Vittorio Somenzi, un maestro del domandare, di Claudio Del Bello, da Giano, n. 45, sito "Metodologia online". Filosofo al servizio della scienza, Corriere della Sera, Archivio storico. Vittorio Somenzi. Somenzi. Keywords: naturale, sovranaturale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Somenzi”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734110694/in/datetaken/

 

Grice e Sordi – filosofia italiana (Centenaro di Ferriere). Filosofo. Figlio di Agostino e Giovanna Taschieri, si fece religioso nella Compagnia di Gesù e ben quattro dei suoi fratelli seguirono il suo esempio.  Entrò nel seminario di Piacenza, dove frequentò le classi ginnasiali. Vinse il concorso per l'ammissione al Collegio Alberoni di Piacenza, dove rimase fino al 1813, quando fu costretto a lasciare per motivi di salute. Rientrò in seminario e, sotto la guida del canonico Vincenzo Buzzetti, approfondì il pensiero di San Tommaso la cui filosofia era andata in disuso (s’insegnava la filosofia del secolo: Sarti, Soave, Draghetti, Condillac, Wolfe, Storkenau).  Nel 1816, a 23 anni, divenne sacerdote ed entrò nella Compagnia di Gesù appena ricostituita, fece il noviziato nella Casa di Sant'Ambrogio a Genova, dove incontrò Azeglio che attraverso i colloqui con il Sordi conobbe e stimò la filosofia di San Tommaso, di cui prima aveva sentito parlare con disprezzo e incominciò a rivedere la sua formazione filosofica.  Nel 1819 divenne insegnante di filosofia nel Collegio di Ferrara e passò a Reggio Emilia come insegnante di logica, metafisica ed etica e con la carica di prefetto della biblioteca civica. A Reggio Emilia si distinse e acquistò stima e fama tanto che il padre Generale della Compagnia Luigi Fortis lo propone al padre Pavani, provinciale d'Italia, come professore di logica nel Collegio Romano. Il Pavani, però prega il padre Generale di desistere dal suo proposito per motivi di opportunità “si leverebbe un gran rumore tra i professori del Collegio Romano … tanta è la prevenzione contro il padre Sordi perché tomista.”  Dal 1829 al 1834 venne mandato a Modena, al collegio San Bartolomeo, come professore di logica, metafisica ed etica. Qui, ispirandosi ai rivolgimenti culminati con la cattura di Ciro Menotti, pubblicò l'opuscolo “Catechismo delle rivoluzioni”. In questi anni strinse amicizia con il gesuita Giuseppe Pecci. Attraverso quest'amicizia padre Serafino potrà esercitare il suo influsso anche su suo fratello, cardinale Gioacchino Pecci che, divenuto poi Papa, con l'Enciclica Aeterni Patris proporrà a tutte le scuole cattoliche le dottrine di San Tommaso d'Aquino. Venne inviato a Forlì e poi a Spoleto dove insegnò teologia morale. Nel 1836 venne nominato Rettore del Collegio di Orvieto.  Nel 1840 ritornò a Modena come Rettore; carica che esercitò per tre anni, e poi rimase ancora a Modena come Ministro e Padre Spirituale degli alunni. Nominato Rettore del Collegio San Pietro di Piacenza, dove già dal 1839 era stato aperto anche l'AloisianumIstituto di formazione filosofica per giovani gesuiti dell'area Lombardo Veneta. Nel 1848, padre Serafino era ancora a Piacenza, quando il Collegio venne preso d'assalto dai rivoluzionari: “Scoppiarono allora alte grida diAbbasso i gesuiti. Morte ai gesuiti. Mortee qui aggiungevano i nomi or dell'uno or dell'altro Padre del collegio.” Così si legge nel racconto di padre Lombardini, testimone oculare degli avvenimenti. Nel 1851 ilGenerale Jan Roothaan lo chiamò a Roma, desideroso di vedere finito un testo di filosofia che padre Serafino doveva realizzare insieme a padre Carminati. Fu nominato Preposto della Provincia Romana fino al 1856. Padre Serafino governò quella Provincia con rara prudenza e grande spirito di bontà.  Nel 1859 passò al Collegio degli scrittori della Civiltà Cattolica con l'incarico di scrittore e padre spirituale della comunità. Contribuì in questi tre anni al fiorire della rivista componendo con padre Taparelli una serie di articoli. Fu chiamato all'Aloisianum di Verona come Prefetto degli studi dei giovani religiosi che qui studiavano filosofia. A Verona cessò di vivere per malattia cardiaco. Uno dei più insigni rappresentanti del tomismo, il movimento di rinnovamento della filosofia di Aquino, che, partito dal seminario di Piacenza con il canonico Vincenzo Buzzetti, si diffuse in tutta l'Italia tramite i fratelli Serafino e Domenico Sordi, alunni dello stesso Buzzetti. I due fratelli, entrati nella Compagnia di Gesù, vi portarono il rinnovamento tomista, cioè le grandi idee di San Tommaso studiate e sviluppate ai fini di rispondere agli interrogativi più profondi dell'uomo moderno. L'azione di padre Serafino in favore del neotomismo fu particolarmente efficace per gli incarichi prestigiosi a lui affidati, per il suo insegnamento presso numerosi Collegi dove i suoi scritti di filosofia, trascritti, venivano usati come testo; inoltre molte delle persone da lui avviate allo studio di San Tommaso sono state i protagonisti del rinnovamento tomista e i diretti collaboratori nella preparazione dell'enciclica "Aeterni Patris" in cui il papa Leone XIII esorta a rimettere in uso la sacra dottrina di San Tommaso e a propagarla il più largamente possibile. Il fratello di Serafino, padre Domenico, diffuse il tomismo nella provincia napoletana, dove operò in varie città (Napoli, Lecce, Maglie, Salerno, Sora, Arpino, Andria). Al Collegio Massimo di Napoli fu collaboratore diLuigi Taparelli D'Azeglio promuovendo la diffusione della filosofia di San Tommaso fra gli alunni, alcuni dei quali furono protagonisti del rinnovamento della cultura cattolica. Fra questi va ricordato Curci cofondatore della rivista “La Civiltà Cattolica”, che descrive il suo insegnante con dovizia di particolari nelle sue “Memorie” eMatteo Liberatore, cofondatore del periodico “Scienza e Fede”, redattore di “La Civiltà Cattolica” e uno degli estensori dell'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Altre opere: “Appendice al capitolo XII del Catechismo del senso comune” del Rorbacher L'Amico d'Italia  (manoscritto originale presso la biblioteca universitaria di Genova). Theses ex universa Philosophia, Parma  Catechismo delle RivoluzioniModena, Soliani. Lettere intorno al Nuovo saggio sull'origine delle idee dell'Abate Antonio Rosmini SerbatiModena, Vincenzo Rossi 1843,  104 I primi elementi del sistema di V. Gioberti dialogizzati tra lui e un lettore dell'opera sua –Bergamo, Natali, Allocuzione di Pio IX con in fine esposizione della materia a modo di catechismo, del prof S. S.Roma, Tip. Apostolica I misteri di Demofilo per S. S. Professore di filosofiaTorino Castellazzo e De Gaudenzi, Circolare del R.Provinciale Serafino Sordi ai Superiori della Provincia Romana –Roma, Civ. Cattolica. De studio Theologiae in nostra societate –Roma, Civ. Cattolica,  Recensione all'opuscolo di Giacomo Oddo “l'Indipendenza, il Cattolicesimo e l'Italia, MilanoRoma, Civ, Cattolica La libertà al tribunale della ragioneRoma, Civ. Cattolica. Se per essere indipendenti abbisogna che il Papa abbia il potere temporale. Di un sacerdote cattolicoRoma Civ. Cattolica. Il movimento nazionale, istruzione popolare in occasione di un opuscolo pubblicato nell'Umbria da un preteso prete galantuomoRoma Civ. Cattolica, opuscolo di  48 Il Sillabo di S. S. Pio Papa IX esposto in forma di catechismo da lSerafino Sordi della Compagnia di Gesù Verona, Vigentini e Franchini. Opere attribuite: Saggio intorno alla dialettica e alla religione di Gioberti (Piacenza, Tedeschi); “Una proposta al Clero Italiano. Ragionamenti sul Gesuita Moderno” (Torino, Castellazzo e De Gaudenzi); La scomunica: Nel Messaggero di Modena, Lettera sull'Austria, Bergamo, Dottrine di S. Alfonso dei Liquori difese contro le impugnazioni del Sig. Abate RosminiMonza 1850 Opere diSerafino Sordi. Ontologia, pubblicata daDezza. Theologia naturalis, pubblicata daDezza nManuale di logica classica, pubblicato da D. Pesce. Opere inedite riportate da Dezza nel libro “Alle origini del Neotomismo” Ethica generalis et specialis Psicologia Trattato sull'origine delle idee Dissertazione sulla materia e sulla forma Dissertazione sull'evidenza Osservazioni intorno alla filosofia a noi prescritta da S. Ignazio Esortazioni al clero (presso don BalleriniPC) Note Dezza, Alle origini del Neotomismo, Dezza, I neotomisti; E. Silva, Ferriere, cenni storici, R. Comandini, Nuovi contributi alla conoscenza del canonico Vincenzo Buzzetti e dei discepoli cresciuti alla sua scuola Saggio sulla rinascita del Tomismo,Dezza, I neotomisti italiani del XIX secolo.Dezza, Alle origini del Neotomismo, Breve storia della Provincia veneta della Compagnia di Gesù dalle sue origini fino ai giorni nostri   La chiesa di S. Pietro in PiacenzaStudi per il IV cent. dalla fond. TEP; Breve storia della Provincia Veneta della Compagnia di Gesù dalle sue origini fino ai giorni nostri A. M. D. G C. Cenacchi, Tomismo e Neotomismo a FerraraLiber. Edit. Vaticana La Civiltà Cattolica, R. Comandini, Nuovi contributi alla conoscenza del canonico Vincenzo Buzzetti e dei discepoli cresciuti alla sua scuola Saggio sulla rinascita del Tomismo Libr. Edit. Vaticana, F. Cordani, Una grande cultura piacentina dimenticata, PC Ed. Berti C. M. Curci, Memorie del Padre Curci, G. Barbera Editore, FI C. M. Cornoldi, Memorie Autobiografiche (Archivio Aloisianum) F. Dante, Storia della Civiltà Cattolica Ed. Studium Roma.Dezza, Alle origini del Neotomismo, MI.Dezza, I neotomisti italiani del XIX secolo, Bocca ed. MI.  La chiesa di S. Pietro in PiacenzaStudi per il IV cent. dalla fond. TEP); Giarelli, Storia di Piacenza dalle origini ai nostri giorni,  II Ed. Porta PC L. Ferrari, I fratelli Sordi e il Neotomismo in Italia in il filosofo canonico V. Buzzetti nel centenario della morte, PC G. Martina, La Chiesa nell'età dell'assolutismo, del liberismo, del totalitarismo, Morcelliana BS. U. Padovani, Importanza della critica filosofica di S. Sordi a V. Gilbert, in Riv. Di Filosofia Neoscolastica, MI ed. Vita e Pensiero A. MONTI, "La Compagnia di Gesù nel territorio della Provincia Torinese, Chieri); Giovanni Paolo II, enciclica Fides et Ratio 1998 S. Panareo, L'istruzione in terra d'Otranto sotto i Borboni, B. Perazzoli, Studi sul Rosminianesimo nell'Ottocento, Ed. Rosminiane Sodalitas, L. Pozzi, S: Sordi filosofo neotomista, Studia Patavina Riv. Di Filos.e Teologia.  V. Rolandetti, Da Buzzetti all'Aeterni Patris Conv. Intern. Tomistico, Trento); V. Rolandetti, Vincenzo Buzzetti teologo, Libr. Ed. Vat. 1974. E. Silva, Ferriere, cenni storici, UTEP, PC, D. Sordi, Pochi e brevi cenni sulla vita menata nel secolo da P.S.Sordi, man. Inedito G. Sordi, Il contributo dei gesuiti piacentini Serafino e Domenico Sordi alla diffusione del neotomismo nella cultura cattolica PC altervista.org G. Tononi, Condizioni della Chiesa nei ducati parmensi. M. Volpe, I Gesuiti nel Napoletano  Aeterni Patris Aloisianum Carlo Maria Curci Collegio Alberoni Compagnia di Gesù Jan Roothaan La Civiltà Cattolica L. Taparelli d'Azeglio Matteo Liberatore Neotomismo  Sordi, su Treccan iEnciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Serafino Sordi. G. Sordi, Il contributo dei gesuiti piacentini Serafino e Domenico Sordi alla diffusione del neotomismo nella cultura cattolica, PC su serafinosordi. altervista. org.  books.google/books?hl=it&id =-G3PUnY3zb EC&q=taparelli+d%27 azeglio+e+il+rinnovamento+della+scolastica La Civiltà Cattolica Taparelli d'Azeglio e il rinnovamento della Scolastica al Collegio Romano] books. google/ books?hl=it&id=KcRveZ1rpnwC&q=intorno alle+origini+del+rinnovamento+tomista+in+ italia La Civiltà Cattolica Intorno alle origini del rinnovamento tomistico in Italia Taparelli e Sordi p(parte secondapagg. books.google/books?id=_y_qxX2vxrEC&pg=PA229&lpg=%20LA+ CIVILTA + CATTOLICA +%C2%AC-+1929#v= onepage&q&f=false La Civiltà Cattolica1929La rinascita del tomismo a Napoli  (parte primaI collaboratori del Taparelli (parte secondaIl peripato in azione pagg.books.google/books?id=7dtNAAAAMAAJ&pg=PA318-IA1&l#v=onepage&q&f=false La Civiltà Cattolica Il contributo della Compagnia di Gesù alla preparazione dell'enciclica “Aeterni Patris.” Serafino Sordi. Sordi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sordi” – The Swimming-Pool Library.  https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733431716

 

Grice e Soria – l’opuscolo – filosofia italiana (Sant'Andrea a Lama). Filosofo. Nato forse a Pisa, e non a Livorno come sostenuto da alcuni autori, da Enrico e da Maria Elisabetta delle Sedie da Calci, la famiglia paterna risiedeva da tempo a Sant'Ilario in Campo, nell'isola d'Elba. Filosofo appartenente alla corrente del sensismo, insegnò all'Pisa, combatté il cartesianesimo ed esaltò Galileo Galilei. Scrive il saggio “Rationalis Philosophiae Institutiones”. Direttore della Biblioteca universitaria di Pisa. Pubblica a Pisa la “Raccolta di opuscoli filosofici e filologici.” Il saggio comprende “Dell’immaterialità delle nature intelligenti”; “Della potenza che ha lo spirito umano di determinar se medesimo chiamata libertà”; “Il virtuoso regime del proprio corpo è un bene indispensabile per la felicità della vita” e “Della natural dipendenza della salute corporea dall'Ilarità dello Spirito”; “Della Simpatia” – “Dialogo tra un Cav. Francese, e un Italiano” e l’”Esame del Giudizio di Monsieur Du Fresnoy circa Buonarroti”; “Sulle metamorfosi degl'insetti”; “Degl'influssi celesti”; “Dissertazione Accademica sull'Innesto”; “La teoria de' fosfori, e de' loro divarj.  Allievo di Grandi, segna il passaggio della scuola galileiana verso l'illuminismo. De Soria individual nello sviluppo economico il centro dell'interesse dell'attività politica. È sepolto nella chiesa di Sant'Andrea a Lama, in provincia di Pisa, paese di origine della madre.  Ugo Baldini, De Soria, Giovanni Gualberto, in "Dizionario biografico degli italiani", Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, Soria è attestato anche a Livorno ed è appartenuto a una nota famiglia locale. Cfr. Renzo Toaff, La nazione ebrea a Livorno e a Pisa  L.S. Olschki, Firenze, Gualberto De Soria, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Giovanni Gualberto De Soria, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Gualberto De Soria. Soria. Keywords: l’opuscolo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Soria” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733483688/in/datetaken/

 

Sorrentino, Andrea. Vico. Bordon, La retorica di Vico.  Andrea SORRENTINO , G. B. V. e le razze mediterr.inee : in Bulletin italien di Bordeaux , a . XVII , n . 2 , avril - juin 1917 , pp . 96-101 . 19. Alberto ScrocCA , G. B. V. e un suo recente critico : in Rassegna nazionale di Firenze , 1-16 agosto e i ...

 

Grice e Sorrentino – la persona come paradigma di senso – filosofia italiana (Carbonara di Nola). Flosofo. Docente di filosofia a Salerno.  È tra i massimi esperti italiani del filosofo e teologo tedesco Friedrich Schleiermacher, ma oltre alle letture di carattere teologico-religioso, è anche ideatore di una filosofia autonoma ed originale. Sorrentino è infatti convinto che si debba ricercare una connessione tra le varie forme di sapere, spesso rinchiuse nell'ambito dei propri specialismi e pertanto sterili.   Dopo un periodo di studio passato in Italia (Milano, Napoli) e l'estero (Tubinga, Heidelberg) si laurea in Filosofia presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II". Consegue la laurea in teologia presso la facoltà teologica "San Luigi" di Napoli è ricercatore a Salerno. Rceve una borsa di formazione a Gottinga, a Kiel e a Monaco. Diviene ricercatore confermato a Salerno. è docente, tuttora in ruolo, di Filosofia della religione preso la medesima università.  La filosofia di Sorrentino si sviluppa soprattutto intorno a tematiche come il dibattito sulla religione, inteso nel senso di una problematizzazione e di una tematizzazione del religioso nella società moderna e contemporanea, a partire dal tardo Illuminismo fin ai giorni nostri. Sorrentino cerca di inquadrare il pensiero filosofico relativo all'etica e alla religione. Da qui parte il tentativo di una tematizzazione filosofica della dimensione simbolica. Il motore della ricerca è il tentativo di giungere ad una forma di connessione dei saperi che possa superare le difficoltà e le incomprensioni del mondo contemporaneo, non solo in ambito filosofico.  Altre opere: “La teologia della secolarizzazione: chiesa, mondo e storia; La filosofia della religione, Ermeneutica e filosofia trascendentale, Filosofia ed esperienza religiosa, Realtà del senso e universo religioso. Per un approccio trascendentale al fenomeno religioso; La dottrina della fede; Il valore della vita; Dialettica; Barth in discussione, Obbedire al tempo. L'attesa; La dialettica nella cultura romantic;  Religione e religioni; Il prisma della rivelazione. Una nozione alla prova di religioni e saperi, L'eredità dell'Illuminismo e la critica della religione, Diversità e rapporto tra culture, Le ragioni del dialogo. Grammatica del rapporto tra le religioni, Nichilismo e questione del senso, Teologia naturale e teologia filosofica, La libertà in discussione, Le ragioni del dialogo. Grammatica del rapporto fra le religioni, “La persona come paradigma di senso”. Dibattito sull'eredità di Mounier, La teologia politica in discussione, Salerno, su unisa. Giornale di filosofia della religione, su aifr. Sergio Sorerntino. Sorrentino. Keywords: la persona come paradigma di senso, H. P. Grice, P. F. Strawson. Luigi Speranza,”Grice e Sorrentino”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733226741/in/photolist-2mPuiXc-2mPkhvE-2mNzeEc-nzsayP-nz4c3s

 

Sorrentino, Vincenzo.

 

Sotione (Roma). Filosofo. Teacher of Seneca. In glossary to Roman philosophers, in “Roman philosophers.”

 

Grice e Sozzini – razionalismo, e moi -- filosofia italiana - Socinianism, Nella prima meta del sedicesimo sicolo nacquero in questa casa Lelio e Fausto Sozzini letterati insigni filosofi sommi della liberta di pensiero strenui propugnatori contro il soprannaturale vindice della umana ragione fondarono la celebre scuola Socinian precorrendo di tre secoli le dottrine del modern razionalismo – I liberali senesi ammiratori reverenti questa memoria posero 1879. A movement originating in the sixteenth century from the work of  reformer Laelius Socinus “Sozzini” and his nephew Faustus Socinus.  Born in Siena of a patrician family, Sozzini is widely read. Influenced by the evangelical movement, Sozzini makes contact with noted Protestant reformers, including Calvin and Melanchthon, some of whom questioned his orthodoxy. In response, Sozzini writes a confession of faith, one of a small number of his writings to have survived. After his death, Sozzini’s oeuvre was carried on by his nephew, Faustus, whose writings including “On the Authority of Scripture,” “On the Savior Jesus Christ,”  and “On Predestination,” expressed heterodox views. Sozzini believed that Christ’s nature is entirely human, that the souls does not possess immortality by nature though there is selective resurrection for believers, that invocation of Christ in prayer is permissible but not required, and he argues, like Grice, Pears, and Thomson, against predestination. After publication of his  writings, Sozzini is invited to Transylvania and Poland to engage in a dispute within the Reformed churches there. He decides to make his permanent residence in Poland, which, through his tireless efforts, became the center of the Socinian movement. The most important document of this movement was the Racovian Catechism, published shortly after Faustus’s death. The Minor church of Poland, centered at Racov, became the focal point of the movement. Its academy attracted hundreds of students and its publishing house produced books in many languages defending Socinian ideas. Socinianism, as represented by the Racovian Catechism and other writings collected by Faustus’s disciples, involves the views of Laelius and especially Faustus Socinus, aligned with the anti-Trinitarian views of the Polish Minor church.. It accepts Christ’s message as the definitive revelation of God, but regards Christ as human, not divine; rejects the natural immortality of the soul, but argues for the selective resurrection of the faithful; rejects the doctrine of the Trinity; emphasizes human free will against predestinationism; defends pacifism and the separation of church and state; and argues that reason  not creeds, dogmatic tradition, or church authority  must be the final interpreter of Scripture. Its view of God is temporalistic: God’s eternity is existence at all times, not timelessness, and God knows future free actions only when they occur. In these respects, the Socinian view of God anticipates aspects of modern process theology. Socinianism was suppressed in Poland in 1658, but it had already spread to other European countries, including Holland where it appealed to followers of Arminius and England, where it influenced the Cambridge Platonists, Locke, and other philosophers, as well as scientists like Newton. In England, it also influenced and was closely associated with the development of Unitarianism. Sozzini. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Sozzini, rationalism, and moi”, Luigi Speranza, “Grice e Sozzini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734101860/in/datetaken/

 

Grice e Spadaro – conversazione coll’angelo – filosofia italiana (Messina), Filosofo. Laureato a Messina, entra subito dopo nel noviziato della Compagnia di Gesù. Insegna lettere a Roma per 2 anni dal 1991 al 1993. Il 21 dicembre 1996 riceve l'ordinazione presbiterale e il 24 maggio 2007 pronuncia i voti solenni nella Compagnia di Gesù. Consegue la licenza in Teologia Fondamentale, il diploma in Comunicazioni Sociali, il dottorato di ricerca in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Completa la sua formazione negli Stati Uniti, nella Provincia dei gesuiti di Chicago. Comincia a scrivere per la rivista La Civiltà Cattolica e dal 1998 entra a far parte in maniera stabile della redazione. Si occupa soprattutto di teoria della letteratura e di critica letteraria, in particolare legata ad autori contemporanei italiani (tra questi, Cesare Pavese, Alda Merini, Giorgio Bassani, Mario Luzi, Pier Vittorio Tondelli) e scrittori statunitensi (dai classici come Emily Dickinson, Walt Withman, Flannery O'Connor e Jack London ai contemporanei come J. Kerouac, R. Carver). Tra le materie che tratta vi sono anche la musica (B.  Springsteen, T. Waits, N. Drake, N. Cave), l'arte contemporanea (M. Rothko, E. Hopper, A. Warhol, J.-M. Basquiat), il cinema e le nuove tecnologie della comunicazione e il loro impatto sul modo di vivere e pensare (in particolare su , Second Life, sulla lettura digitale, sui vari social networks, sulla filosofia hacker o sulla cyberteologia).  Ha fondato BombaCarta, un progetto culturale che coordina iniziative di scrittura creativa, produzione video e lettura anche su internet. È curatore della collana di poesia L'Oblò delle edizioni Ancora. Insegna presso il Centro Interdisciplinare di Comunicazione Sociale della Pontificia Università Gregoriana --  è a capo del comitato scientifico "La sfida e l'esperienza" che raccoglie docenti e manager interessati ai temi della spiritualità e dell'innovazione. Viene incaricato di coordinare le attività culturali della Compagnia di Gesù in Italia. Sabato 24 febbraio 2007 è il relatore principale al primo evento organizzato dai Gesuiti sulla musica rock nel quale riabilita la dignità musicale (non liturgica) del genere nel suo complesso, limitandone la condanna alla valutazione di rari e singoli casi.   Padre Antonio Spadaro davanti alla raccolta completa di La Civiltà Cattolica. Diviene Rettore della Comunità dei gesuiti de La Civiltà Cattolica. -- è annunciata la sua nomina a direttore della rivista.. Nel numero del 1º ottobre  della rivista è apparso il suo articolo di presentazione nella nuova veste di direttore.  La sua attività in Rete è legata, oltre alla presenza nei social network, anche allun sito personale e di due blog: uno dedicato alla CyberTeologia e uno dedicato a Flannery O'Connor. Benedetto XVI lo nomina consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e anche consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Nel gennaio  ha ricevuto a Caserta il prestigioso premio "Le Buone NotizieCivitas Casertana", uno dei più importanti premi di giornalismo italiani, unico nel suo genere a livello internazionale.  Ad agosto  incontra più volte papa Francesco per conto de La Civiltà Cattolica e di altre 15 riviste della Compagnia di Gesù. Il contenuto delle conversazioni è stato pubblicato sotto forma di intervista a settembre  ed ampiamente ripreso dalla stampa internazionale.  L'articolo di La Civiltà Cattolica. Spadaro ha dedicato un articolo a . L'articolo analizza il significato di  nel contesto culturale italiano, ne analizza la storia, e ne mette in evidenza pregi e limiti.  La sua conclusione è:  «Dalla descrizione e dalle valutazioni compiute comprendiamo bene come  rappresenti un sogno illuminista di descrivere il mondo, che però si scontra con le difficoltà di accreditarsi come compendio di sapere credibile, mantenendo nel contempo anonimato, flessibilità e continua apertura a nuovi collaboratori. Nello stesso tempo questa «utopia» rovescia il sogno dell'enciclopedia tradizionale, intesa come costruzione autorevole, organica e integrata del sapere. Infatti  è come un organismo vivente: cresce (al ritmo del 7% ogni mese), si ammala, è sottoposta a composizioni e scomposizioni interne, ad accrescimenti e riduzioni continue. Ma soprattutto  nasconde un'altra utopia, a suo modo, ambigua: la democrazia assoluta del sapere e la collaborazione delle intelligenze molteplici che dà vita a una sorta di intelligenza collettiva. Questa utopia potrebbe nascondere una nuova forma di "torre di Babele", che ha il suo tallone di Achille non solo nell'inaffidabilità, ma anche nel relativismo.»  Concede un'intervista a Wikinotizie-Wiki@Home, pubblicata con il titolo Intervista al gesuita 2.0, nella quale commenta l'articolo e spazia sulle tematiche inerenti  e il mondo della rete internet.  Pubblicazioni Tracce profonde. Il viaggio tra il reale e l'immaginario, Roma, Città Nuova, Radio on. Tra le colonne sonore  (Napoli, Giannini); Lo sguardo presente. Una lettura teologica di “Breve film sull'amore di K. Kieslowski”, Rimini, Guaraldi, Del volume esiste anche una versione elettronica. P. Tondelli. Attraversare l'attesa” (Reggio Emilia, Diabasis); “Laboratorio″. Tondelli e la nuova narrativa italiana, Reggio Emilia, Diabasis) Il volume è apparso anche come pubblicazione digitale a puntate settimanali sul sito di RaiLibro della Radio Televisione Italiana]. Carver. Un'acuta sensazione d'attesa, Padova, Messaggero di Sant'Antonio Editrice,  A che cosa «serve» la letteratura?, Leumann (To)-Roma, Elle Di Ci La Civiltà Cattolica,  [Premio Capri per la sezione Letteratura e Premio Crotone sezione Giovane critici italiani] Lontano dentro se stessi. L'attesa di salvezza in Pier Vittorio Tondelli, Milano, Jaca Book, Connessioni. Nuove forme della cultura al tempo di internet, Bologna, Pardes  [qui intervista sul libro a Radio Vaticana] La grazia della parola. Karl Rahner e la poesia, Milano, Jaca Book, Nella melodia della terra. La poesia di K. Wojtyla, Milano, Jaca Book,  Abitare nella possibilità. L'esperienza della letteratura,  I, Milano, Jaca Book, L'altro fuoco. L'esperienza della letteratura,  II, Milano, Jaca Book, Alla ricerca del lupo. Genio, tensioni, vanità, Bologna, Pardes); “Nell'ombra accesa. Breviario poetico di Natale, Milano, Ancora, . Web 2.0 Reti di relazione, Milano, Paoline, . Svolta di respiro. Spiritualità della vita contemporanea, Milano, Vita & Pensiero, . Cyberteologia. Pensare il cristianesimo al tempo della rete, Milano, Vita & Pensiero, . Curatele Chris Cappell, Lasciami correre via, Padova, Messaggero, 2001. François Varillon, Traversate di un credente, Milano, Jaca Book); Rowan Williams, La dodicesima notte (Milano, Ancora); Hopkins, La freschezza più cara. Poesie scelte, Milano, Rizzoli); Whitman, Canto una vita immensa, Milano, Ancora, Un Dio sempre più grande. Pregare con i gesuiti, Milano, Ancora.  bio, su antoniospadaro.net. Antonio Spadaro, Antonio Spadar obio, su laciviltacattolica. Saggi su "La Civiltà Cattolica", su antoniospadaro.net. Antonio Spadaro, BombaCarta, su bombacarta.com. accesso=16 agosto .  Antonio Spadaro, L'OblòAncora, su ancoralibri. Orazio La Rocca, I gesuiti benedicono il rock: "La musica di Springsteen & Co parla all'anima", Repubblica. Padre Antonio Spadaro nuovo direttore di Civiltà Cattolica: cogliere pienamente la sfida digitale, su oecumene.radiovaticana.org. Antonio Spadaro, Antonio Spadarosocial networks, antoniospadaro.net. Cyberteologia, su cyberteologia. Accesso Flannery O'Connor, su flanneryoconnor. Nomina di consultori del Pontificio Consiglio della Cultura, su press.catholica.va. Rinunce e nomine, su Bollettino della Santa Sede, Bollettino della Santa Sede.  Su La Civiltà Cattolica la mia intervista a Papa Francesco, su cyberteologia, Intervista a papa Francesco , in La Civiltà Cattolica, Copia archiviata, su laciviltacattolica7)., La Civiltà Cattolica  intervista al gesuita, Opere di Antonio Spadaro. Registrazioni di Antonio Spadaro, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Antonio Spadaro: Cyberteologia, sul  RAI Filosofia, su filosofia.rai. Antonio Spadaro.. Spadaro. Keywords: conversazione coll’angelo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spadaro” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733432523/in/datetaken/

 

Grice e Sparti – il riconoscimento – filosofia italiana (Roma). Filosofo. È professore a Siena, Pisa, e l'Università della Svizzera italiana. Insegna a Milano e l'Bologna. Fondatore e membro del comitato di direzione della rivista Studi culturali.  Collabora a numerose riviste scientifiche ("Iride", "Paradigmi", "Rivista di estetica", "Rassegna italiana di sociologia", "Intersezioni"). Concentrato la sua attenzione sull'estetica dell'improvvisazione.  Riconoscimenti "Research Fellow" della fondazione Humboldt presso la Johann Wolfgang Goethe-Universität. "Fellow" del Collegium Budapest-Institute For Advanced Study, in Ungheria. Note  USIDati personali: Davide Sparti  . Opere principali: “Se un leone potesse parlare. Indagine sul comprendere e lo spiegare” (Firenze, Sansoni); “Sopprimere la lontananza uccide” “Davidson e la teoria dell'interpretazione” (Firenze, Nuova Italia) “Epistemologia delle scienze sociali” Roma, Nuova Italia Scientifica); “Soggetti al tempo. Identità personale fra analisi filosofica e costruzione sociale” ( Milano, Feltrinelli); “Identità e coscienza” (Bologna, Il Mulino); “Wittgenstein politico, (saggi di J. Bouveresse, S. Cavell, D. Davidson, B. Williams, ed altri, introdotti e trascelti da D. Sparti), Milano, Feltrinelli. “Epistemologia delle scienze sociali” (Bologna, Mulino); “L'importanza di essere umani: etica del ri-conoscimento” (Milano, Feltrinelli); “Suoni inauditi. L'improvvisazione nel jazz e nella vita quotidiana” (Bologna, Il Mulino); “Musica in nero. Il campo discorsivo del jazz, Torino, Bollati); “Il corpo sonoro. Oralità e scrittura nel jazz, Bologna, Il Mulino); “L'identità incompiuta: paradossi dell'improvvisazione musicale, Bologna, Il Mulino  Sul tango. L'improvvisazione intima, Bologna, Il Mulin. Sparti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sparti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733803154/in/photolist-2mPxgim-2mKTjot

 

Spaventa (Bomba). Filosofo. Fratello maggiore del patriota Silvio, nacque da un'agiata famiglia borghese. Sua madre, Maria Anna Croce, e pro-zia di Croce. Studia a Chieti  ottenuto l'incarico di docente di matematica, si trasferì col fratello a Montecassino. La sua formazione continuò a Napoli, dove si dedicò anche allo studio del tedesco; fu infatti tra i primi a studiare i filosofi tedesci in tedesco – Grice: “Which is the right thing to do – and which Ryle, or Strawson, for that matter – are unable to!”  Si avvicinò ai circoli liberali e a pensatori come Colecchi e Antonio Tari. Fondò una scuola o academia di filosofia; inoltre partecipò alla redazione de Il Nazionale, il giornale fondato e diretto dal fratello Silvio.  Dopo l'abrogazione della Costituzione da parte di Ferdinando II, fu costretto a lasciare Napoli per trasferirsi prima a Firenze, quindi a Torino, dove divenne giornalista scrivendo su giornali e riviste piemontesi: Il Progresso, Il Cimento, Il Piemonte, Rivista Contemporanea. È nel periodo torinese che Spaventa si avvicinò al pensiero di Hegel ed elaborò il proprio sistema filosofico e il pensiero politico: pubblicò, tra l'altro, una serie di saggi in cui polemizzava con La Civiltà Cattolica, rifiutando l'idea di religione come passo necessario per lo sviluppo umano.  Egli in tal modo condivise con altri esuli napoletani gli stessi fermenti patriottici e liberali che avevano nell'idealismo hegeliano il loro motivo ispiratore. In Napoli, l'idea hegeliana penetra nelle menti de' cultori della scienza, i quali mossi come da santo amore si affratellavano, e con la voce e con gli scritti la predicavano. Né i sospetti già desti della polizia, né le minacce e le persecuzioni valsero ad infievolire la fede in questi arditi difensori della indipendenza del pensiero; i numerosi studenti raccolti da tutti i punti del Regno nella grande capitale disertavano le cattedre, ed accorrevano in folla ad ascoltare la nuova parola. Era un bisogno irresistibile ed universale, che li spingeva ad un ignoto e splendido avvenire, all'unità organica dei diversi rami della cognizione umana; ifilosofi, partecipavano al general movimento, ed ambivano soprattutto, come gli antichi italiani, di essere veri filosofi. Chi può ridire la gioia, le speranze, l’entusiasmo di quel tempo? Chi può ridire l’affetto col quale si amavano i maestri e gli allievi, e insieme procedevano alla ricerca della verità? Era un culto, una religione ideale, nella quale si mostravano degni nepoti dell'infelice Nolano.»  Studii sopra la filosofia di Hegel, Torino, «Rivista Italiana». Ottenne la cattedra di Filosofia a Modena, poi quella di Storia della Filosofia presso l'Bologna e Napoli. Tenne le lezioni in cui espose le sue teorie sul rapporto di circolarità tra pensiero italiano ed europeo. Scopo di questa interpretazione era quello di liberare la cultura filosofica italiana dal suo provincialismo, attraverso la diffusione nella penisola dell'idealismo tedesco, in particolare hegeliano. Fu anche deputato del Regno d'Italia per tre legislature: fu sostenitore di una politica laica e legata ad un forte senso dello Stato, considerato come sorgente dei princìpi e dei valori ispiratori di un armonioso sviluppo civile, da cui gli individui e la comunità devono trarre l'alimento necessario per una crescita ordinata e corretta». Secondo Gentile, la filosofia di Spaventa poggia su tre cardini fondamentali:  la tesi della «circolazione europea del pensiero italiano» che dimostri il percorso dinamico della filosofia moderna attraverso l'Europa e il suo ritorno in Italia dove aveva avuto origine; la riforma della dialettica hegeliana, per salvare l'identità di essere e pensiero escludendo ogni presupposto «oggettivo» esterno al pensare; il recupero dell'aspetto pratico nel processo conoscitivo che eviti la caduta in un «astratto idealismo». La circolazione del pensiero europeo La tesi spaventiana della circolazione del pensiero europeo si articola in due passaggi:  l'affermazione che la filosofia italiana del Rinascimento, connotata dal naturalismo e dall'immanentismo, ha precorso la filosofia moderna, giungendo attraverso Spinoza agli idealisti tedeschi Fichte, Schelling, Hegel. il ritorno in Italia della filosofia moderna, con la riappropriazione dei filoni spiritualistici europei da parte di Rosmini e Gioberti. Mentre per la critica tradizionale la filosofia italiana era caratterizzata dalla sua ininterrotta fedeltà alla linea platonico-cristiana, lo Spaventa cercò di dimostrare, con gli studi dedicati al pensiero del Rinascimento, che la filosofia moderna, laica e idealistica, generalmente associata alla Riforma luterana, in realtà era nata in Italia, pur essendosi arrestata poi a causa della Controriforma, per conoscere il suo massimo sviluppo in Germania: egli interpretò con chiave di lettura hegeliana questo progressivo passaggio dello Spirito filosofico dall'Italia all'Europa, e il suo successivo ritorno, sottolineando la continuità del razionalismo di Cartesio col principio innatistico di Tommaso Campanella della cognitio abdita, dell'empirismo di John Locke con la campanelliana cognitio illata («nozione acquisita»), dell'immanentismo di Baruch Spinoza col panteismo di Giordano Bruno, del criticismo di Immanuel Kant con la «metafisica della mente» di Vico, mentre poi Pasquale Galluppi e Antonio Rosmini si sarebbero riappropriati inconsciamente di quello stesso spirito permeato dal kantismo, come Vincenzo Gioberti di quello dell'idealismo tedesco.  «Ripigliare il sacro filo della nostra tradizione filosofica, ravvivare la coscienza del nostro libero pensiero nello studio dei nostri maggiori filosofi, ricercare nelle filosofie delle altre nazioni i germi ricevuti dai primi padri della nostra filosofia e poi ritornati fra noi in forma nuova e più spiegata di sistema, comprendere questa circolazione del pensiero italiano, della quale in gran parte noi avevamo smarrito il sentimento, riconoscere questo ritorno del nostro pensiero a sé stesso nel grande intuito speculativo del nostro ultimo filosofo Hegel, sapere insomma che cosa noi fummo, che cosa siamo e che cosa dobbiamo essere nel movimento della filosofìa moderna, non come membri isolati e scissi dalla vita universale dei popoli, nè come avvinti al carro trionfale d'un popolo particolare, ma come nazione libera ed eguale nella comunità delle nazioni: tale, o signori, è stato sempre il desiderio e l'occupazione della mia vita. Prolusione alle lezioni di Storia della filosofia nell'Bologna, Modena, Regia Tipografia Governativa) Uno dei suoi propositi, giustificato dalla stessa tesi della circolazione del pensiero europeo, era il tentativo di far uscire gli intellettuali italiani dal provincialismo stagnante in cui versavano, apportando loro gli elementi più innovativi del pensiero idealistico d'oltralpe, per dare un fondamento filosofico-culturale al processo rivoluzionario dell'unificazione nazionale. La rivoluzione storica da attuare non e il programma neo-guelfo del primato morale e civile di Gioberti che ripudia in blocco la filosofia moderna, ma anda intesa hegelianamente come «toria della libertà, nella quale lo spiritualismo non significava un'involuzione, bensì un riallineamento alle nazioni più avanzate. Son molti ancora in Italia i quali tacciano di astratta e oscura la filosofia alemanna e, reputandola contraria alla natura speculativa dell'ingegno italiano, si accontentano di una maniera di sapere che non ha nessuna connessione con la nostra tradizione filosofica; è un perpetuo oltraggio alla memoria de' nostri sommi ed infelici pensatori, e la principal cagione del decadimento della scienza tra noi. Costoro dimenticano la storia del pensiero italiano, della quale furono gli eroi e martiri i nostri filosofi; non ricordano i roghi di Bruno e di Vanini, la lunga prigionia di Campanella, e l'umile pietra che, nel tempio de' Gerolomini in Napoli, ricopre le ceneri di Vico, ultima luce del nostro mondo intellettuale. Non i nostri filosofi degli ultimi duecento anni, ma Spinoza, Kant, Fichte, Schelling ed Hegel, sono stati i veri discepoli di Bruno, di Vanini, di Campanella, di Vico, ed altri illustri. (Principii di Filosofia). Non si limitò a recepire passivamente l'hegelismo, ma da avvio ad una sua profonda revisione, introducendovi temi originali che cerca di riprendere dalla tradizione autoctona italiana.  In particolare, cerca di rispondere alle critiche di Trendelenburg, il quale non vede come dal primo momento della logica hegeliana, quello dell'essere puro e indeterminato, puo scaturire il divenire dialettico dello spirito, se non tramite un'indebita intromissione dal di fuori. Per dimostrare l'identità dell'essere col spirito, e quindi che l'Idea è intrinseca alla realtà storica, avente come scopo la libertà, sostenne l'esigenza di mentalizzare o kantianizzare» la logica di Hegel, unificando quest'ultima con la fenomenologia, cioè col percorso conoscitivo del singolo individuo umano, che diventa progressivamente auto-cosciente di avere in se stesso, nello proprio spirito, tutta la realtà assoluta logicamente articolata. Riforma così la dialettica hegeliana nell'ottica di Kant e Fichte, ritenendo prevalente l'atto soggettivo (no inter-soggetivo) della coscienza trascendentale rispetto ad ogni presupposto oggettivistico o inter-soggettivistico), valorizzando inoltre il momento finale dello spirito rispetto alle fasi precedenti della logica e della natura, situate fuori dall'auto-coscienza. È lo spirito la protagonista di ogni originaria produzione.  In maniera simile a Fischer, infatti, la deduzione hegeliana, che dalla contrapposizione di essere e nulla faceva scaturire il divenire, venne intesa in senso kantiano e fichtiano dando il primato alla sintesi unificatrice del divenire: è lo spirito, nel suo perenne fluire, che dà luogo all'essere, il quale, originariamente indeterminato e perciò in-concevibile, si rivela un non-essere, essendo posto all'interno dello spirito stesso. Per questo primato assegnato all'atto del concivere, fa da apripista all'idealismo attuale di Gentile. Per contrastare l'avanzata del positivismo che e penetrato in Italia dopo la raggiunta unità nazionale, di fronte all'esaurirsi delle spinte ideali che caratterizzano il Risorgimento, si impegna nella valorizzazione dell'aspetto pratico del processo spirituale, per evitare la caduta in un «stratto idealismo, che non cura né pregia lo sperimento. In particolare riprese da Vico una concezione pratica e storica della metafisica dell'assoluto, intendendo l'auto-coscienza hegeliana (quale Begierde, cioè appetizione») come umanità, ovvero impeto che agisce nel soggetto umano. Analogamente puo sostenere, nel tracciare LA STORIA DELLO SPIRITO ITALIANO che è il soggetto umano a dare concretezza e coscienza di sè al processo storico. La Riforma della modernità che aveva abolito i vecchi principi della filosofia scolastica si basa per l'appunto sull'immanenza di Dio e sulla capacità della coscienza umana di auto-determinarsi e di accedere direttamente all'Infinito, come enunciano Bruno e Campanella. Il riconoscimento del valore infinito dell'uomo ha ripercussioni anche sulla concezione etico-politica, stimolando studi e interessi sulla filosofia hegeliana del diritto.  Permase una viva concezione etica dello stato italiano, che lo indusse a rinvenire nell'idealismo hegeliano la sintesi tra la corrente post-illuministica, basata sull'arbitrio individuale soggetivo e su una concezione meramente contrattualistica dello Stato, ed il cattolicesimo liberale, fondato viceversa sull'arbitrio divino e sull'aderenza dogmatico-confessionale al principio d'autorità. Il suo liberalismo rigetta l'individualismo o soggetivismo che privilegia l'interesse del singolo portandolo a servirsi dell'organismo universale per i propri fini, distruggendo la società. Allo stato italiano spetta dunque la funzione pedagogica di promuovere gli interessi DI TUTTI, di ogni italiano, tutelando la famiglia, in cui si forma l'individuo o soggeto, e al contempo la società civile.  La famiglia e la società civile hanno la loro verità nello stato. Dove lo stato italiano non è altro che famiglia (lo stato patriarcale italiano), o una istituzione di pubblica sicurezza (polizia italiana), non solo lo stato italiano non è il vero stato, ma né la famiglia né la società civile esistono nella loro vera forma. Lo stato italiano è l'unità del principio della famiglia e del principio della società civile (della naturalità umana e del libero volere, del diritto e della moralità). Non è una semplice associazione fondata mediante il libero arbitrio soggetivo, o il patto inter-soggetivo etc, né una associazione puramente naturale. È tutto ciò insieme. È assoluta soggettività etica dei individui.. Assoluta, perché è sostanza; soggettività, perché è saputa e voluta dagli individui liberamente come la loro stessa essenza (etica) e universalità. Dove manca tale sapere e volere, lo stato italiano non è libera soggettività, e l'individuo non ha vero valore (individualismo moderno). In altri termini, è la sostanza nazionale, conscia veramente e realmente di se medesima; lo spirito del popolo (come tale, come spirito etico) nella sua vera e perfetta esistenza. Studi sull'etica hegeliana. Poiché il potere stesso dello stato italiano può essere utilizzato da un individuo o da una classe in vista dei suoi interessi di parte, accetta il modello costituzionale, sebbene non privo di conflitti tra particolarità e universalità, nel quale la personalità dello stato italiano e elevata sopra la lotta sociale. Ripudiando l'astratto cosmopolitismo, lo stato italiano va dunque inteso come l'immanenza di dio, dell'universalità dello spirito italiano calato nella concretezza della nazionalità del popolo italiano, tutti uguali, ratelli dell'umana famiglia. È con Spaventa soprattutto che la filosofia in Italia cessa d'essere esercitazione accademica e vacua speculazione, si avvia a diventare organica visione del mondo, da cui derivi e consegua una morale, si avvia cioè a diventare religione laica, dando inizio a quel largo movimento di distacco di intellettuali dalla chiesa cattolica. (G. Arfé, L'hegelismo napoletano e Spaventa, in «Società», Firenze. E uno dei maggiori teorici che si sforzarono dare un un'impronta ideale e spirituale al percorso risorgimentale verso l'unità d'Italia, non limitata all'ambito filosofico, come riconobbero in seguito storici e studiosi del Risorgimento. Con lui e De Sanctis e giunta al culmine quella motivazione politica della nazione italiana che e la caratteristica in forza della quale il movimento sorto a Napoli supera i limiti di un episodio regionale. Da noi, gl’italiani, al contrario che in Inghilterra e in Francia, l'hegelismo non è stato solo una filosofia ma un elemento della vita civile della nazione italiana nel momento culminante del suo Risorgimento. (S. Landucci, L'hegelismo in Italia nell'età del Risorgimento, in «Studi storici», Roma. Spaventa influe profondamente, attraverso la mediazione di Jaja, anche l'idealismo italiano di Gentile, il quale porta a termine il lavoro di kantianizzazione o mentalizzazione di Hegel avviato da lui, trasformando la sua dottrina in un compiuto attualismo o filosofia dell'atto, basata cioè sul perenne dinamismo dell'atto del pensiero. Gentile cura inoltre la pubblicazione della spaventiana prolusione e introduzione alle lezioni di filosofia nella Napoli, ri-nominandola significativamente “La filosofia italiana”, ritenendola un saggio di carattere non solamente storiografico, ma soprattutto fenomenologico, in cui cioè lo spirito della filosofia italiana esprime la sua ritrovata coscienza di sè. Gentile si confronta ampiamente con lui nella propria riforma della dialettica hegeliana, oltre a raccogliere e sistemare alcuni suoi scritti inediti, tra cui un frammento giudicato uno snodo importante verso la genesi del proprio attualismo, contribuendo alla riscoperta e alla rinascita degli studi intorno alla dottrina spaventiana. Anche l'idealista Croce, che dopo la morte dei genitori andò a vivere da Silvio Spaventa, segue le sue lezioni, apprezzandone soprattutto lo spirito profondamente liberale. Altri di suoi scolari, o allievi sono Fiorentino, Maturi, Jaja, Masci, Tocco, Labriola, ed Alfonso. Nuovi studi sono sorti in occasione del bicentenario della nascita di Spaventa e De Sanctis. Opere: “La filosofia di Kant e la sua relazione colla filosofia italiana” Unione Tipografica-editrice, Torino, “Principii di filosofia” Stabilimento Tip. Ghio, Napoli, “Studi sull'etica di Hegel” Stamperia della Regia Università, Napoli “La filosofia di Gioberti” Tip. del Tasso, Napoli, “Saggi critici di filosofia, politica e religione” Tip. Giordano Bruno, Roma. “La dottrina della conoscenza di Bruno” Stamperia della Regia Università, Napoli. “Principi di etica” Pierro, Napoli. “La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea” G. Gentile, Laterza, Bari. “Logica e metafisica” G. Gentile, Laterza, Bari. Opere, G. Gentile, raccolte e aggiornate da Italo Cubeddu e Simona Giannantoni, "Classici della Filosofia", Sansoni, Firenze. Opere, saggio introduttivo, prefazioni, note e apparati di Francesco Valagussa, postfazione di Vincenzo Vitiello, Bompiani, Milano. Quattro articoli sulla filosofia tedesca (Kant, Fichte, Schelling, Hegel), Giuseppe Landolfi Petrone, Il Prato,  Edizione critica delle Opere psicologiche inedite Domenico D'Orsi: Lezioni di antropologia, Psiche e metafisica  Elementi di psicologia speculativa, Sulle psicopatie in generale. Note  Cit. in B. Spaventa, Antologia degli scritti, G. Vacca, pag. 17, Bari, Laterza. Piero Di Giovanni, Giovanni Gentile: la filosofia italiana tra idealismo e anti-idealismo, FrancoAngeli, Gentile e Spaventa, su treccani.  Bertrando Spaventa, su treccani.  Bertrando Spaventa: il contributo italiano alla storia del pensiero, su treccani.  «In quel tempo, che gli Austriaci — "i Tedeschi" dicevano generalmente in Italia — dimoravano non solo nelle contrade lombarde e venete, ma anche in Toscana, io non avevo il coraggio di dire: filosofia tedesca» (nota di B. Spaventa).  Principii di Filosofia, Napoli, Ghio. Le tradizioni filosofiche nell'Italia unita, di Giovanni Rota.  Ugo e Annamaria Perone, Giovanni Ferretti, Claudio Ciancio, Storia del pensiero filosofico,  Torino, SEI, Cit. di Giovanni Gentile in Della vita e degli scritti di Bertrando Spaventa, prefazione a Bertrando Spaventa, Scritti filosofici, Napoli, A. Morano & figlio, Fernanda Gallo, Gli hegeliani di Napoli e il Risorgimento, in LEA, «Lingue e letterature d'Oriente e d'Occidente», n. 6, Firenze University Press, .  Spaventa fu autore in proposito anche di saggi psicologici come Sulle psicopatie in generale,  o La legge del più forte, in cui si confrontava tra l'altro col darwinismo.  Studi sull'etica hegeliana, Napoli, Stamperia della R. Università, Il concetto di nazione (nazionalità) segna in lui un superamento della filosofia hegeliana della storia basata sul susseguirsi di popoli-guida (cfr. Carratelli, Storia e civiltà della Campania (Napoli, Electa); “Studii sopra la filosofia di Hegel”; “Unificazione nazionale ed egemonia culturale, G. Vacca (Bari, Laterza); E. Garin, “La fortuna nella filosofia italiana” in  L'opera e l’eredità di Hegel (Bari, Laterza); I.  Cubeddu, Da Spaventa a Gentile: Kant e il neoidealismo, in "La tradizione kantiana in Italia", Atti del convegno della Società filosofica italiana  (Messina, G.B.M.); La raccolta gentiliana delle sue opere venne riedita e curate da I. Cubeddu e S. Giannantoni, e ri-stampata da F. Valagussa e V. Vitiello. Coscienza nazionale, treccani.  G. Gentile, Bertrando Spaventa (Firenze, Vallecchi); G. Vacca, Politica e filosofia (Bari, Laterza); R. Bartot, L'hegelismo di Spaventa (Firenze, Olschki); I. Cubeddu, Bertrando Spaventa: Edizioni e studi (Firenze, Sansoni); T. Serra, Bertrando Spaventa: etica e politica (Roma, Bulzoni); R. Franchini, Dalla scienza della logica alla logica della scienza” (Napoli, Pironti); E. Garin, Filosofia e politica” (G. Tognon, Napoli, Bibliopolis); E. Garin, Bertrando Spaventa, Napoli, Bibliopolis,  L. Gentile, “Coscienza Nnzionale” (Chieti, Ed. NOUBS, G. Origo “Perpetuazione e difesa della filosofia italica” (Roma, Bibliosofica); A. Savorelli, Il contributo italiano alla storia del Pensiero Filosofia (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana); Attualismo Hegelismo Idealismo italiano Idealismo tedesco Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani,  Istituto dell'Enciclopedia Italiana. storia.camera, Camera dei deputati.  Archivi di Teatro Napoli, Foto di Bertrando Spaventa su cir.campania.beniculturali. D. Fusaro, “Spaventa: Il far intendere Hegel all'Italia, vorrebbe dire ri-fare l'Italia), su filosofico.net. 2 Silvio e Bertrando Spaventa dal sito del comune di Bomba, Gentile e Spaventa, su treccani. Scritti filosofici di Bertrando Spaventa, G. Gentile. Gli hegeliani di Napoli e il Risorgimento, su fupress.net. su Spaventa, su treccani. Spaventa. Keywords: italianita, Englishry, Englishness, English nation, the English, the English tongue, the tongue of the English, the tongue of the Anglians, the English spirit, the English ghost.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spaventa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688298272/in/photolist-2mLLZRD-2mLQdrQ-2mLGRht-2mPsfT9-2mPsXiB-2mPsh7f-2mKw3hq-2mPpskp

 

Grice e Spedalieri – dei diritti dell’uomo – filosofia italiana (Bronte). Fiosofo. Figlio Vincenzo e da Antonina Dinaro, studiò nell'Oratorio di S. Filippo Neri di Bronte e dnel seminario di Monreale dove  insegnò filosofia. Alcune sue tesi, considerate eretiche a Palermo, furono invece approvate e stampate a Roma con il titolo di Propositionum theologicarum specimen. Trasferitosi a Roma, entrò a far parte dell'Arcadia con il nome di Melanzio Alcioneo.  Pio VI gli diede il titolo di beneficiato della Basilica Vaticanache comportava una modesta rendita mensilee l'incaricò di scrivere la storia del prosciugamento dell'Agro pontino, che non riuscì a terminare e fu stampata soltanto col titolo De' Bonificamenti delle terre pontine. NContro l'Enciclopedia degli illuministi, uscì la sua Analisi dell'Esame critico del signor Nicola Fréret sulle prove del Cristianesimo e  il Ragionamento sopra l'arte di governare e il Ragionamento sulla influenza della religione cristiana nella società civile.  Scrisse la Confutazione dell'esame critico del cristianesimo fatto dal signor Eduardo Gibbon, contro la famosa opera del Gibbon sulla storia dell'Impero romano, la cui caduta veniva imputata dallo storico inglese all'influenza negativa della religione cristiana. Altre opere: “Dei diritti dell'uomo libri VI “Nell'opera più importante Dei diritti dell'uomo, pubblicata a Roma ma, per volontà del papa, con la falsa indicazione di Assisi, si rifece alle concezioni rousseauiane relativamente alla dottrina del contratto sociale come origine della società, ma contestandone la tesi di un originario stato di *natura* a cui occorrerebbe tornare, perché soltanto all'interno della società civile l'uomo può realizzare i suoi bisogni di felicità e di perfezione. Lo stato, a cui è destinato l'uomo dalla natura, è la società civile: ciò fu dimostrato; e vuol dire, che l'uomo non può rinunziare, generalmente parlando, alla società civile senza opporsi alla sua propria natura. È parte essenziale della costituzione sociale il Principato il Popolo non ha diritto di disfare il principato. Se la forma migliore di governo è, il principato, e al principe il popolo affida le tre facoltà di giudicare, di decretare e di eseguire, il popolo non può togliergli il principato a suo beneplacito, cioè quando gli pare, per motivi leggieri, senza motivi, perché violerebbe il patto sottoscritto, a meno che il principe non violi la condizione essenziale del contratto stipulato, il do ut facias, a meno che egli non faccia ciò che si era impegnato a fare in cambio della proprietà del principato: ossia, custodire i diritti naturali di ciascuno e dirigere tutte le operazioni del principato alla felicità de' sudditi. Questa è la base del contratto, e se invece il principe «prendesse a distruggere i diritti naturali di ognuno, a sostituire il capriccio alle leggi, e ad immergere nella miseria i poveri sudditi, il contratto resterebbe sciolto da sé. Lo scioglimento del contratto non significa che il popolo eserciti per proprio conto il governo, ma che debba «investirne un altro con auspici migliori».  Ma chi deciderà che il contratto stabilito con il principe sia nullo? Intanto, osserva che il contratto siasi sciolto già da sé stesso, si dee legalmente dichiarare. Prima della quale dichiarazione a niuno è permesso di sottrarsi dall'ubbidienza del principe. E il diritto di far tale dichiarazione non appartiene a verun privato, né alla unione di alcuni, né anco alla moltitudine. Solo un corpo che rappresenti tutti i sudditi può dichiarare lo scioglimento del patto con il principe. Questo vero corpo e formato da tutti i magistrati, tutti gl’ordini de' cittadini, le persone illuminate, probe, e non soggette all'impeto del momento ogni colta nazione nella costituzione fondamentale, che dà a sé stessa, e che inerisce nel contratto che fa con la persona che vuole innalzare al principato, e che questa giura di mantenere, sempre, forma un corpo o sia un collegio, per così dire, immortale, che rappresenti permanentemente tutti gl'individui. Laonde basta che la dichiarazione si faccia da questo corpo, per esser legale. Qualora il principe resista e voglia mantenere il potere non più riconosciutogli, comportandosi così da tiranno, il corpo della nazione mai però un singolo cittadinopotrà legittimamente giungere fino all'estrema soluzione di condannarlo a morte. Si mostra avverso sia al dispotismo illuminato, che rifiutava tanto il principio della sovranità popolare quanto il primato della religione nel governo dello stato, sia i princìpi laici della rivoluzione francese. La garanzia di assicurare i diritti fondamentali dell'uomo è data dalla religione cristiana che ha come princìpi essenziali l'amore e la carità verso il prossimo. Polemizza anche contro i giansenisti che accusa di giacobinismo e di spirito sovvertitore dei troni.  Gli rispose con asprezza Tamburini nello scritto Lettere teologico politiche sulla presente situazione delle cose ecclesiastiche.  Il riconoscimento che la sovranità derivi dal popolo e che questi, attraverso i suoi delegati, possa giungere a rovesciarne il potere, gli procurarono violente critiche e inimicizie da parte dei circoli reazionari e in parte anche moderati, e al saggio, che ha alla sua uscita una notevole diffusione, il divieto di pubblicazione in tutta Europa. Soltanto nella seconda metà dell'Ottocento esso puo nuovamente circolare, anche se in Italia, mutato il clima politico e culturale, venne nuovamente ignorato. La sua morte improvvisa fa nascere la diceria che il decesso fosse avvenuto per avvelenamento. Ludovico Geymonat e Renato Tisato, «Il pensiero filosofico-pedagogico italiano, Filosofi e pedagogisti estranei all'illuminismo». In : Ludovico Geymonat , Storia del pensiero filosofico e scientifico” (Milano, Garzanti); G. Melzi, Dizionario di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani: o come che sia aventi relazione all'Italia. Milano : Coi torchi di L. di Giacomo Pirola, N. Nicolini, op. cit..  C. Giurintano, Società e Stato (Palermo). A. Pisanò, Una teoria comunitaria dei diritti umani: i diritti dell'uomo” (Milano). bronteinsieme Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italian. Analisi dell'Esame critico del signor Nicola Frèret sulle prove del cristianesimo Ragionamento sopra l'arte di governare Ragionamento sulla influenza della religione cristiana nella società civile Confutazione dell'esame critico del cristianesimo fatto dal signor Eduardo Gibbon, Confutazione dell'esame critico del cristianesimo fatto dal signor Eduardo Gibbon, De' diritti dell'uomo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spadalieri sul contratto conversazionale.” H. P. Grice, “A critique to conversational quasi-contrastualism.” Nicola Spedalieri. Spedalieri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spedalieri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690092790/in/photolist-2mKFeJo

 

Speranza (Albalonga). Filosofo. Speranza, Ugo -- Speranza, Alessandro -- Speranza, Ettore -- Speranza, Gianni -- Speranza, Paola -- Speranza, Anna-Maria -- Speranza-Ghersi –Ghersi-Speranza, Anna-Maria -- Speranza lui speranza: luigi della --. Italian philosopher, attracted, for some reason, to H. P. Grice. Speranza knows St. John’s very well. He is the author of “Dorothea Oxoniensis.” He is a member of a number of cultivated Anglo-Italian societies, like H. P. Grice’s Playgroup. He is the custodian of Villa Grice, not far from Villa Speranza. He works at the Swimming-Pool Library. Cuisine is one of his hobbiesgrisottoa alla ligure, his specialty. He can be reached via H. P. Grice. Refs.: Luigi Speranza, “Vita ed opinion di Luigi Speranza,” par Luigi Speranza. A. M. Ghersi Speranzavide Ghersi-Speranza. Ghersi is a collaborator of Speranza. Grice: “It’s easy enough to list Speranza’s publications.” Speranza, like Mill, was fortunate to belong to a literary familyand he would read Descartes’s Meditations, which drew him to philosophy. His studies in logic drew him to semanticsHis first love was Oxonian analysis as summarised in Hartnack’s essay on ‘contemporary’ philosophy. One of Speranza’s earliest essays is on Plato’s Cratylus, relying mainly on Cassierer, but also drawing from Austin’s Philosophical Papesr. Spearnza’s idea is that “ … mean …” is a dyadic relation and what’s behind Plato’s theory of forms. This was Speranza’s contribution to a seminar in ancient philosophy. For his contribution on medieaval philosophy, Speranza drew on the modistae, and the Patrologia Latina for the use of ‘intentio’ in various writers, up to AquinoSperanza finds it fascinating that the earliest modistae do find a conceptual link between the ‘intentio’ and the ‘significatio.’ For a seminar on scepticism, Speranza contributed with a paper on Gricedrawing on Sextus Empiricus and Bar-Hillel. It relates to Grice’s problem with the conversational category of fortitude. Speranza concludes that a phenomenalist account is possible, but there are two other options: ‘silence’ (“not to participate in the conversational game”) or the utterance of non-alethic utterances, such as questions and commands. For a seminar on political philosophy, Speranza contributed with an essay on ‘Contractualism’ from Rousseau onwards --. For a seminar on phenomenology and the social sciences, Speranza contributed with an essay on ‘The conversational unit,’ the idea that the emic approach is preferable to the etic approach. For a seminar on argumentation theory on Habermas, Speranza contributed with a “German Grice,” the idea of a ‘strategy’ is a momer. Grice is into co-operative proceduresand those who provide taxonomies of rationality should be made aware of this. For “The Carrollian,” Speranza contributed with “Humpty Dumpty’s Impenetrability.” The idea that Davidson is right and Alice does not mean that there is a knock-down argument, or that she should change the topiche draws on Grice’s collaborator at Oxford, D. F. Pears, for his insights on “Intention and belief.” At the request of the editor of a bibliographical bulletin, M. Costa, Speranza contributed with reviews of oeuvre by R. M. Hare (“Sub-atomic particles of logic”), J. F. Thomson (“if and If”) and work on the English philosopher H. P. Grice (J. Baker, etc.). His review on Way of Words spramg from the same project, and it is an ‘invitation.’ For a congress of philosophy, Speranza presented “On the way of conversation,” playing on Grice’s “way of words”“Surely there’s more than words to conversation.” Speranza focuses on what Grice amusingly calls a ‘minro problem,’ that of expression meaningSperanza’s example: “How do you find Bologna?” “I haven’t been mugged yet” was inspired by a remark of an attendant to the conference. For a congress on conversational reasoning, Speranza contributed with “First time at Bologna?” providing twenty five possible answers“first time in the region, actually.” Etc. Speranza, following Grice, refers to this sort of reasoning as a sort of ‘brooding’to ‘brood’ is to ‘reason’ in a calculated fashion. As an invitation project, Speranza collaborated with “Rational face to rational face: a study in conversational pragmatics from a Griceian perspective.” In his essay “Post-modernist Grice,” he deals with the unary and dyadic connectors. For a congress on “Current Issues,” Speranza presented his “The feast of reason,” three steps in the critique of conversational reason. The first step is empirical, the second is quasi-contractualist, and the third is rational, undersood weakly and strongly. For an essay on relativism, Speranza presented an essay on ‘The cunning of conversational reason.’ Speranza maintains Grice’s jocular references to Kantthe Conversational Immanuel. For an essay on desirability, Speranza explored the issues connected with mise-en-abyme and self-reflectionsome of these were published. There is published correspondence with members of what Speranza calls the Grice Club. Refs.: The H. P. Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California, Berkeley. Speranza, villaThe Swimming-Pool LibraryH. P. Grice’s Play Group, Liguria, Italia. Luigi Speranza, “Grice e la storia della filosofia italiana.” Speranza has done crucial research on Griceianism, unearthing some documents by O.Wood, J. O. Urmson,H. Nowell-Smith, and many many others – not just H. P. Grice. Vide: The Grice Papers, BANC, MSS.

 

Spirito (Arezzo). Filosofo. Allievo di Gentile. Firmatario del manifesto degli intellettuali fascisti e, nel periodo fascista, tra i teorici del corporativismo. Ha cattedre di insegnamento a Pisa, Messina, Genova e Roma. A Roma e ordinario di Filosofia. Er, allora, tra i principali filosofi a Roma insieme con Antoni, allievo di Croce, Calogero, filosofo del "dialogo" (Cf. Grice – “dialogo” vs. “conversazione”) -- e Nardi grande studioso di filosofia di Aligheri e medievale. Rinomate sono non tanto le sue lezioni quanto i suoi pomeriggi di discussione del giovedì. Tre ore, non di lezione, ma di discussione serrata su un problema filosofico; uno soltanto per un intero anno accademico. Uno, per esemptio, e dedicato al concetto di sogno. Ai giovedì nell'aula grande dell'Istituto di Filosofia interveneno tante e diverse persone: gli studenti, i numerosi assistenti e inoltre partecipanti di varie età convinzioni e provenienze. Ascolta tutti, rilancia e guida la discussione verso nuove prospettive interpretative. In quegli anni pubblica saggi connessi a quei giovedì. Tra le altre: “Il Problematicismo”; “La Vita come Ricerca”; “La Vita come Amore”, “Cattolicesimo e Comunismo”, fino all'ultima, autobiografica “Vita di un Incosciente”. Volendo indicare un tratto distintivo della sua filosofia, essa consiste nella curiosità e nel rispetto per qualsiasi posizione. Non esiste una parola definitiva, ma la ricerca della verità dove essere portata sempre ulteriormente avanti.  In questo senso vanno interpretate le sue riflessioni che spaziano dai campi della speculazione filosofica, al giuridico, al sociale fino all'economico. Dopo la morte del filosofo è stata costituita la Fondazione Ugo Spirito. È sepolto al Cimitero del Verano, a fianco del cosiddetto Crocione. Tra i vari livelli di ricerca, spicca nella sua filosofia la riflessione sulle strutture dello stato. Allontanandosi nettamente dal pensiero di matrice liberale,  non vede alcuna contra-posizione tra la figura dell'individuo e quella dello stato. Con un passo oltre questa interpretazione, che giudica dis-organica e arbitraria, vede al contrario lo stato come figura entro cui gl’individui vieneno a realizzarsi. Il binomio individui/tato/stato diventa così un'equazione, in cui il secondo termine viene a risolversi e quindi realizzarsi pienamente nel primo, che si caratterizza "non [come] una semplice sovrastruttura disciplinatrice, ma come un organismo che esprime un'unica volontà e compone tutti i dissidi individualistici".  In questo senso, l'unica via percorribile nella realizzazione di tale modello è la via corporativa in cui lo stato, che da stato di al meno due individui diventa stato di al meno due produttori, rappresenta il luogo in cui interesse pubblico o comune ed interesse privato o soggetivo vengono a coincidere, poiché, per dirla con Gentile, in esso non deve venire annullata quella sorgente di vita economica e morale che sono gl’individui.  Questa concezione è stata definita immanenza dei individui nello stato, volta alla mobilitazione degl’individui nelle e per le strutture create dallo stato. Se nella sua accezione l'economia è politica e se ne deve garantire la subordinazione alle scelte sociali, in questo senso va inquadrato il ruolo che assegna allo stato in termini di intervento pubblico o comone. Ben lungi dal prospettare una situazione paragonabile al collettivismo, è lontano anche dagli eccessi dis-organici che imputav al sistema liberale.  Il funzionario di stato, che in prospettiva dove andare a sostituire il capitalista privato, e giudicato non come un agente del collettivismo o del capitalismo statale (che sappiamo cosa produsse col sovietismo), ma un semplice delegato tecnico, che si fa garante di una diversa realtà: assicurare socialmente il controllo della produzione ela stessa proprietà dei mezzi produttivi. Altre opere: “Il diritto penale italiano, Il nuovo diritto penale,  Critica dell'economia liberale, “L'idealismo italiano e i suoi critici” – Grice: “A delightfull read, especially for us Oxonians, since he manages to quote extensively from the Proceedings of the Aristotelian Society, seeing that Ryle hated idealism!” -- I fondamenti dell'economia corporativa, Capitalismo e corporativismo, Scienza e filosofia, La vita come ricerca, Rubbettino, Dall'economia liberale al corporativismo, La vita come arte, Il problematicismo, La vita come amore, Critica della democrazia,  Rubbettino, Il comunismo, Dall'attualismo al problematicismo, Memorie di un incosciente” (Rusconi, Milano); “Pareto” (Cadmo, Roma); “Critica della democrazia” (Luni, Milano); “Il corporativismo: dall'economia liberale al corporativismo; i fondamenti dell'economia corporativa; capitalismo e corporativismo, raccolta di saggi, Rubbettino, M. Rodotà , Passeggiando in bicicletta; Bighellonando dentro il Verano, Corriere della Sera, Lino di Stefano, Filosofo, Giurista, Economista, Giovanni Volpe editore, Roma 1Giovanni Gentile, Individuo e Stato,  "Books Received.", Economist [Londra, Inghilterra], Antimo Negri, Dal corporativismo comunista all'umanesimo scientifico. Itinerario teoretico, Manduria, Lacaita, Franco Tamassia , L'opera di Ugo Spirito, Roma, Atti del Convegno Internazionale Il pensiero di Spirito, Roma, Antonio Russo, Positivismo e idealismo in Ugo Spirito, Roma, Fondazione Ugo Spirito, Giovanni Dessì, Spirito. Filosofia e rivoluzione” (Milano, Luni); A.  Russo, Dal positivismo all'antiscienza, Milano, Guerini e Associati, Hervé A. Cavallera, Spirito: la ricerca dell'incontrovertibile, Formello, SEAM, Danilo Breschi, Spirito del Novecento. Il secolo di Ugo Spirito dal fascismo alla contestazione, Rubbettino,  Antonio Cammarana, Proposizioni sulla filosofia di Giovanni Gentile, prefazione del senatore Armando Plebe, Roma, Gruppo parlamentare MSI-DN, Senato della Repubblica,  Pagine, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, A. Cammarana, Teorica della reazione dialettica: filosofia del postcomunismo, Roma, Gruppo parlamentare MSI-DN, Senato della Repubblica,, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, V. Pirro, Ricordo, in "Nuovi Studi Politici" Ed. Bulzoni, Roma, Alessandra Tarquini, Ugo Spirito, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . M. Mustè, Enciclopedia machiavelliana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Paolo Bettineschi, L'esperienza storica e l'intrascendibilità del conoscere. Sul sapere di non sapere, in Rivista di filosofia neo-scolastica, , Problematicismo Corporativismo Fascismo Corporazione proprietaria. Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Vito A. Bellezza, Ugo Spirito, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Ugo Spirito, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .  Alessandra Tarquini, Ugo Spirito, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Find a Grave.  Opere di Ugo Spirito, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Ugo Spirito, .  Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, su fondazionespirito. Spirito, Ugo, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Spirito. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spirito” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51718471510/in/photolist-2mPwZGS-2mPkobg-2mPpmMv-2mPoj9X-2mPszkp-2mPqp6k-2mNzeEc-2mNbFJE-2mNaHiH-2mMQbzj-2mLKtaD-2mLLZRD-2mLFz5i-2mLGnHy-2mLLy7L-2mLLy6U-2mLGvyP-2mPkhvE-2mN84eK-2mMyyfB

 

Grice e Spisani – la contestazione – filosofia italiana (Ferrara), Filosofo. Studioso di solito indicato tra i filosofi della scienza, si laurea a Padova con una tesi di sull'attualismo italiano. In seguito collabora a Urbino. A Bologna fonda la rivista “Rassegna di Logica”  e il Centro superiore di logica e scienze comparate, che aveva nel comitato direttivo Popper e Ricœur. In una lettera Carnap critica una sua decisione di non pubblicare un'opera. Morì suicida. Ha scritto varie opere, tra le quali: “Neutralizzazione dello spazio per sintesi produttiva”; “Endo-metria e universo del discorso” e “Teoria generale dei numeri relativi, legati alla logica e alla matematica trascendentale. Nella prefazione si dice che: "C'è una relazione divisoria che ipotizza il valore “M,” numero logico trans-infinito all'origine della neutralizzazione dello spazio transfinito. Aleph ({\displaystyle \aleph }\aleph ) va verso successivi aumenti.” “Ma è la relatività dei numeri (allora espressa nel calcolo per valori di posizione) che ne individua la direzione inversa."  Spisani pubblica un altro libro, di taglio più divulgativo, “Introduzione alla teoria dei numeri relativi.” Qui spiega le sue scoperte in forma di dialogo; tra gli interlocutori (check) la misteriosa figura della piovra Clipso.  Il suo lavoro è stato citato da Smith nel suo saggio sui limiti della metafisica. Il pensiero di Spisani è ripreso da Bruno Gallo, fondatore della logo-fenica.  Opere: “Natura e spirito nell'idealismo attuale” (Milano, Fabbri); “Neutralizzazione dello spazio per sintesi produttiva, presentazione” (Bologna, Cappelli); “Il numero nell'istanza ontologica del rapporto d'identità” (Imola, Galeati); “Logica ed esperienza” (Milano, Marzorati); “Logica della contestazione” (Bologna, Cappelli, (check thi: ); “ Implicazione, endo-metria, universo del discorso” (Bologna); “Teoria generale dei numeri relativi con ingresso dei numeri moltiplicatori e divisor” (Bologna); “Introduzione alla teoria generale dei numeri relative” (Bologna, Centro superiore di logica e scienze comparate, Sezione di analisi matematica). Dal catalogo ACNP  Franco Spisani, “Teoria Generale dei numeri relative” (Bologna, pubblicato a cura del Centro superiore di logica e scienze comparate; la lista dei direttori di ricerca è sulla quarta di copertina.  «Dear professor Spisani, I am astonished that you insist on your decision not to publish your essay. It is essential that you make your number theory known; and I have already emphasized the importance of the presentation of multipliers and divisors. Don't have any doubts. You have my total support. With best wishes, R. Carnap». (“Teoria Generale dei numeri relative” -- La lettera è in una pagina non numerata tra pag. 14 e pag. 15.)  L'ha vegliato prima di suicidarsi, la Repubblica  La teoria generale dei numeri relativi, Franco Spisani.  Sulla storia della pubblicazione della Teoria generale, importanti ricerche erano già pronte nel 1963; allora, dice l'autore, "ne discussi con Carnap. Carnap avevo sottoposto i risultati dell'indagine. Carnap spiegai anche le ragioni che, al momento, mi inducevano a non diffonderne le conclusioni. Carnap rispose che quella scelta gli sembrava affatto ingiustificata: l'operas crises non poteva rimanere nel silenzio. Tuttavia non cambiai parere. Non avrei pubblicato, e glielo confermai."   Smith, Essay on ultimate questions: critical discussion of the limits of contemporary philosophical inquiry, Avebury, Dai numeri naturali ai numeri relativi, moltiplicatori e divisori di Bruno Gallo, “Un uomo genial”, necrologio pubblicato da la Nuova Ferrara, L'ha vegliato prima di suicidarsi, di Carlo Gulotta, la Repubblica, sezione Bologna, Archivio. Franco Spisani. Spisani. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spisani” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733750694/in/datetaken/

 

Grice e Sraffa – la mia implicatura – filosofia italiana (an Italian noble -- vitters, and Grice --  L.cited by H. P. Grice, “Some like Vitters, but Moore’s MY man.” Vienna-born philosopher trained as an enginner at Manchester. Typically referred to Wittgenstein in the style of English schoolboy slang of the time as, “Witters,” pronounced “Vitters.”“I heard Austin said once: ‘Some like Witters, but Moore’s MY man.’ Austin would open the “Philosophical Investigations,” and say, “Let’s see what Witters has to say about this.” Everybody ended up loving Witters at the playgroup.” Witters’s oeuvre was translated first into English by C. K. Ogden. There are interesting twists. Refs.: H. P. Grice, “Vitters.” Grice was sadly discomforted when one of his best friends at Oxford, D. F. Pears, dedicated so much effort to the unveiling of the mysteries of ‘Vitters.’ ‘Vitters’ was all in the air in Grice’s inner circle. Strawson had written a review of Philosophical Investigations. Austin was always mocking ‘Vitters,’ and there are other connections. For Grice, the most important is that remark in “Philosohpical Investigations,” which he never cared to check ‘in the Hun,’ about a horse not being seen ‘as a horse.’ But in “Prolegomena” he mentions Vitters in other contexts, too, and in “Causal Theory,” almost anonymouslybut usually with regard to the ‘seeing as’ puzzle. Grice would also rely on Witters’s now knowing how to use ‘know’ or vice versa. In “Method” Grice quotes verbatim: ‘No psyche without the manifestation the ascription of psyche is meant to explain,” and also to the effect that most ‘-etic’ talk of behaviour is already ‘-emic,’ via internal perspective, or just pervaded with intentionalism. One of the most original and challenging philosophical writers of the twentieth century. Born in Vienna into an assimilated family of Jewish extraction, he went to England as a student and eventually became a protégé of Russell’s at Cambridge. He returned to Austria at the beginning of The Great War I, but went back to Cambridge in 8 and taught there as a fellow and professor. Despite spending much of his professional life in England, Vitters never lost contact with his Austrian background, and his writings combine in a unique way ideas derived from both the insular and the continental European tradition. His thought is strongly marked by a deep skepticism about philosophy, but he retained the conviction that there was something important to be rescued from the traditional enterprise. In his Blue Book 8 he referred to his own work as “one of the heirs of the subject that used to be called philosophy.” What strikes readers first when they look at Vitters’s writings is the peculiar form of their composition. They are generally made up of short individual notes that are most often numbered in sequence and, in the more finished writings, evidently selected and arranged with the greatest care. Those notes range from fairly technical discussions on matters of logic, the mind, meaning, understanding, acting, seeing, mathematics, and knowledge, to aphoristic observations about ethics, culture, art, and the meaning of life. Because of their wide-ranging character, their unusual perspective on things, and their often intriguing style, Vitters’s writings have proved to appeal to both professional philosophers and those interested in philosophy in a more general way. The writings as well as his unusual life and personality have already produced a large body of interpretive literature. But given his uncompromising stand, it is questionable whether his thought will ever be fully integrated into academic philosophy. It is more likely that, like Pascal and Nietzsche, he will remain an uneasy presence in philosophy. From an early date onward Vitters was greatly influenced by the idea that philosophical problems can be resolved by paying attention to the working of language  a thought he may have gained from Fritz Mauthner’s Beiträge zu einer Kritik der Sprache 102. Vitters’s affinity to Mauthner is, indeed, evident in all phases of his philosophical development, though it is particularly noticeable in his later thinking.Until recently it has been common to divide Vitters’s work into two sharply distinct phases, separated by a prolonged period of dormancy. According to this schema the early “Tractarian” period is that of the Tractatus Logico-Philosophicus 1, which Vitters wrote in the trenches of World War I, and the later period that of the Philosophical Investigations 3, which he composed between 6 and 8. But the division of his work into these two periods has proved misleading. First, in spite of obvious changes in his thinking, Vitters remained throughout skeptical toward traditional philosophy and persisted in channeling philosophical questioning in a new direction. Second, the common view fails to account for the fact that even between 0 and 8, when Vitters abstained from actual work in philosophy, he read widely in philosophical and semiphilosophical authors, and between 8 and 6 he renewed his interest in philosophical work and wrote copiously on philosophical matters. The posthumous publication of texts such as The Blue and Brown Books, Philosophical Grammar, Philosophical Remarks, and Conversations with the Vienna Circle has led to acknowledgment of a middle period in Vitters’s development, in which he explored a large number of philosophical issues and viewpoints  a period that served as a transition between the early and the late work. Early period. As the son of a greatly successful industrialist and engineer, Vitters first studied engineering in Berlin and Manchester, and traces of that early training are evident throughout his writing. But his interest shifted soon to pure mathematics and the foundations of mathematics, and in pursuing questions about them he became acquainted with Russell and Frege and their work. The two men had a profound and lasting effect on Vitters even when he later came to criticize and reject their ideas. That influence is particularly noticeable in the Tractatus, which can be read as an attempt to reconcile Russell’s atomism with Frege’s apriorism. But the book is at the same time moved by quite different and non-technical concerns. For even before turning to systematic philosophy Vitters had been profoundly moved by Schopenhauer’s thought as it is spelled out in The World as Will and Representation, and while he was serving as a soldier in World War I, he renewed his interest in Schopenhauer’s metaphysical, ethical, aesthetic, and mystical outlook. The resulting confluence of ideas is evident in the Tractatus Logico-Philosophicus and gives the book its peculiar character. Composed in a dauntingly severe and compressed style, the book attempts to show that traditional philosophy rests entirely on a misunderstanding of “the logic of our language.” Following in Frege’s and Russell’s footsteps, Vitters argued that every meaningful sentence must have a precise logical structure. That structure may, however, be hidden beneath the clothing of the grammatical appearance of the sentence and may therefore require the most detailed analysis in order to be made evident. Such analysis, Vitters was convinced, would establish that every meaningful sentence is either a truth-functional composite of another simpler sentence or an atomic sentence consisting of a concatenation of simple names. He argued further that every atomic sentence is a logical picture of a possible state of affairs, which must, as a result, have exactly the same formal structure as the atomic sentence that depicts it. He employed this “picture theory of meaning”  as it is usually called  to derive conclusions about the nature of the world from his observations about the structure of the atomic sentences. He postulated, in particular, that the world must itself have a precise logical structure, even though we may not be able to determine it completely. He also held that the world consists primarily of facts, corresponding to the true atomic sentences, rather than of things, and that those facts, in turn, are concatenations of simple objects, corresponding to the simple names of which the atomic sentences are composed. Because he derived these metaphysical conclusions from his view of the nature of language, Vitters did not consider it essential to describe what those simple objects, their concatenations, and the facts consisting of them are actually like. As a result, there has been a great deal of uncertainty and disagreement among interpreters about their character. The propositions of the Tractatus are for the most part concerned with spelling out Vitters’s account of the logical structure of language and the world and these parts of the book have understandably been of most interest to philosophers who are primarily concerned with questions of symbolic logic and its applications. But for Vitters himself the most important part of the book consisted of the negative conclusions about philosophy that he reaches at the end of his text: in particular, that all sentences that are not atomic pictures of concatenations of objects or truth-functional composites of such are strictly speaking meaningless. Among these he included all the propositions of ethics and aesthetics, all propositions dealing with the meaning of life, all propositions of logic, indeed all philosophical propositions, and finally all the propositions of the Tractatus itself. These are all strictly meaningless; they aim at saying something important, but what they try to express in words can only show itself. As a result Vitters concluded that anyone who understood what the Tractatus was saying would finally discard its propositions as senseless, that she would throw away the ladder after climbing up on it. Someone who reached such a state would have no more temptation to pronounce philosophical propositions. She would see the world rightly and would then also recognize that the only strictly meaningful propositions are those of natural science; but those could never touch what was really important in human life, the mystical. That would have to be contemplated in silence. For “whereof one cannot speak, thereof one must be silent,” as the last proposition of the Tractatus declared. Middle period. It was only natural that Vitters should not embark on an academic career after he had completed that work. Instead he trained to be a school teacher and taught primary school for a number of years in the mountains of lower Austria. In the mid-0s he also built a house for his sister; this can be seen as an attempt to give visual expression to the logical, aesthetic, and ethical ideas of the Tractatus. In those years he developed a number of interests seminal for his later development. His school experience drew his attention to the way in which children learn language and to the whole process of enculturation. He also developed an interest in psychology and read Freud and others. Though he remained hostile to Freud’s theoretical explanations of his psychoanalytic work, he was fascinated with the analytic practice itself and later came to speak of his own work as therapeutic in character. In this period of dormancy Vitters also became acquainted with the members of the Vienna Circle, who had adopted his Tractatus as one of their key texts. For a while he even accepted the positivist principle of meaning advocated by the members of that Circle, according to which the meaning of a sentence is the method of its verification. This he would later modify into the more generous claim that the meaning of a sentence is its use. Vitters’s most decisive step in his middle period was to abandon the belief of the Tractatus that meaningful sentences must have a precise hidden logical structure and the accompanying belief that this structure corresponds to the logical structure of the facts depicted by those sentences. The Tractatus had, indeed, proceeded on the assumption that all the different symbolic devices that can describe the world must be constructed according to the same underlying logic. In a sense, there was then only one meaningful language in the Tractatus, and from it one was supposed to be able to read off the logical structure of the world. In the middle period Vitters concluded that this doctrine constituted a piece of unwarranted metaphysics and that the Tractatus was itself flawed by what it had tried to combat, i.e., the misunderstanding of the logic of language. Where he had previously held it possible to ground metaphysics on logic, he now argued that metaphysics leads the philosopher into complete darkness. Turning his attention back to language he concluded that almost everything he had said about it in the Tractatus had been in error. There were, in fact, many different languages with many different structures that could meet quite different specific needs. Language was not strictly held together by logical structure, but consisted, in fact, of a multiplicity of simpler substructures or language games. Sentences could not be taken to be logical pictures of facts and the simple components of sentences did not all function as names of simple objects. These new reflections on language served Vitters, in the first place, as an aid to thinking about the nature of the human mind, and specifically about the relation between private experience and the physical world. Against the existence of a Cartesian mental substance, he argued that the word ‘I’ did not serve as a name of anything, but occurred in expressions meant to draw attention to a particular body. For a while, at least, he also thought he could explain the difference between private experience and the physical world in terms of the existence of two languages, a primary language of experience and a secondary language of physics. This duallanguage view, which is evident in both the Philosophical Remarks and The Blue Book, Vitters was to give up later in favor of the assumption that our grasp of inner phenomena is dependent on the existence of outer criteria. From the mid-0s onward he also renewed his interest in the philosophy of mathematics. In contrast to Frege and Russell, he argued strenuously that no part of mathematics is reducible purely to logic. Instead he set out to describe mathematics as part of our natural history and as consisting of a number of diverse language games. He also insisted that the meaning of those games depended on the uses to which the mathematical formulas were put. Applying the principle of verification to mathematics, he held that the meaning of a mathematical formula lies in its proof. These remarks on the philosophy of mathematics have remained among Vitters’s most controversial and least explored writings. Later period. Vitters’s middle period was characterized by intensive philosophical work on a broad but quickly changing front. By 6, however, his thinking was finally ready to settle down once again into a steadier pattern, and he now began to elaborate the views for which he became most famous. Where he had constructed his earlier work around the logic devised by Frege and Russell, he now concerned himself mainly with the actual working of ordinary language. This brought him close to the tradition of British common sense philosophy that Moore had revived and made him one of the godfathers of the ordinary language philosophy that was to flourish in Oxford in the 0s. In the Philosophical Investigations Vitters emphasized that there are countless different uses of what we call “symbols,” “words,” and “sentences.” The task of philosophy is to gain a perspicuous view of those multiple uses and thereby to dissolve philosophical and metaphysical puzzles. These puzzles were the result of insufficient attention to the working of language and could be resolved only by carefully retracing the linguistic steps by which they had been reached. Vitters thus came to think of philosophy as a descriptive, analytic, and ultimately therapeutic practice. In the Investigations he set out to show how common philosophical views about meaning including the logical atomism of the Tractatus, about the nature of concepts, about logical necessity, about rule-following, and about the mindbody problem were all the product of an insufficient grasp of how language works. In one of the most influential passages of the book he argued that concept words do not denote sharply circumscribed concepts, but are meant to mark family resemblances between the things labeled with the concept. He also held that logical necessity results from linguistic convention and that rules cannot determine their own applications, that rule-following presupposes the existence of regular practices. Furthermore, the words of our language have meaning only insofar as there exist public criteria for their correct application. As a consequence, he argued, there cannot be a completely private language, i.e., a language that in principle can be used only to speak about one’s own inner experience. This private language argument has caused much discussion. Interpreters have disagreed not only over the structure of the argument and where it occurs in Vitters’s text, but also over the question whether he meant to say that language is necessarily social. Because he said that to speak of inner experiences there must be external and publicly available criteria, he has often been taken to be advocating a logical behaviorism, but nowhere does he, in fact, deny the existence of inner states. What he says is merely that our understanding of someone’s pain is connected to the existence of natural and linguistic expressions of pain. In the Philosophical Investigations Vitters repeatedly draws attention to the fact that language must be learned. This learning, he says, is fundamentally a process of inculcation and drill. In learning a language the child is initiated in a form of life. In Vitters’s later work the notion of form of life serves to identify the whole complex of natural and cultural circumstances presupposed by our language and by a particular understanding of the world. He elaborated those ideas in notes on which he worked between 8 and his death in 1 and which are now published under the title On Certainty. He insisted in them that every belief is always part of a system of beliefs that together constitute a worldview. All confirmation and disconfirmation of a belief presuppose such a system and are internal to the system. For all this he was not advocating a relativism, but a naturalism that assumes that the world ultimately determines which language games can be played. Vitters’s final notes vividly illustrate the continuity of his basic concerns throughout all the changes his thinking went through. For they reveal once more how he remained skeptical about all philosophical theories and how he understood his own undertaking as the attempt to undermine the need for any such theorizing. The considerations of On Certainty are evidently directed against both philosophical skeptics and those philosophers who want to refute skepticism. Against the philosophical skeptics Vitters insisted that there is real knowledge, but this knowledge is always dispersed and not necessarily reliable; it consists of things we have heard and read, of what has been drilled into us, and of our modifications of this inheritance. We have no general reason to doubt this inherited body of knowledge, we do not generally doubt it, and we are, in fact, not in a position to do so. But On Certainty also argues that it is impossible to refute skepticism by pointing to propositions that are absolutely certain, as Descartes did when he declared ‘I think, therefore I am’ indubitable, or as Moore did when he said, “I know for certain that this is a hand here.” The fact that such propositions are considered certain, Vitters argued, indicates only that they play an indispensable, normative role in our language game; they are the riverbed through which the thought of our language game flows. Such propositions cannot be taken to express metaphysical truths. Here, too, the conclusion is that all philosophical argumentation must come to an end, but that the end of such argumentation is not an absolute, self-evident truth, but a certain kind of natural human practice. Sraffa. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Il gesto della mano di Sraffa.” Speranza, “Sraffa’s handwave, and his impicaturum”; Luigi Speranza, “L’implicatura di Sraffa,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733734529/in/datetaken/

 

Grice e Stabile – critica della ragione borghese – filosofia italiana (Sapri). Duplicato. Filosofo. Laureatosi a Napoli con una tesi sulla filosofia dei valori, divenne ricercatore a Salerno. Pubblica saggi su Dupréel, sulla scuola di Budapest, su Montaigne e sulla Heller apparsi su "Prassi e teoria", "Aut Aut", "Studi di filosofia politica e diritto", "il Centauro", "Ombre rosse", riviste tra le più prestigiose nel panorama della pubblicistica filosofica italiana; collaborò inoltre, con Schiera, alla direzione della collana di testi e studi "Relox" della casa editrice Bibliopolis di Napoli.. Salerno dedicò un convegno di studi alla sua memoria: "La saggezza moderna. Temi e problemi dell'opera di Pierre Charron".  Biblioteca personale Il fondo, acquisito nella seconda metà degli anni Ottanta, rappresenta solo una piccola porzione della biblioteca di Stabile, infatti la consistenza attuale si aggira intorno ai 650 volumi altri libri sono in possesso del Dipartimento di Filosofia a Salerno.Tuttavia la consistenza maggiore ricopre il periodo intorno a cui si è formata la personalità scientifica di Stabile. I libri del fondo sottolineano l'interesse verso la critica marxista e la scuola di Budapest (moltissimi i volumi degli Editori Riuniti). Degni di attenzione alcuni esemplari caratteristici degli anni Settanta, come ad esempio quelli della collana "I gabbiani" del Saggiatore o ancora la collana quasi completa degli "Opuscoli marxisti" della Feltrinelli, i volumi della collana "Biblioteca di nuova cultura" della Mazzotta, e quelli della "Scienza nuova" della Dedalo: collane radicalmente trasformate nei successivi anni o sostituite da altre; talora nate solamente per offrire testi economici che rispondessero ai bisogni di una maggiore diffusione culturale. Sono presenti anche dei volumetti allegati a periodici di partito (PCI e PSI) e le pubblicazioni dell'Istituto di Filosofia dell'Salerno.  Pubblicazioni Monografie  Valore morale e società nel pensiero di Eugène Dupréel, Salerno, Università degli studi di Salerno, Facoltà di magistero, Soggetti e bisogni : saggi su Agnes Heller e la teoria dei bisogni, Firenze, La Nuova Italia,  Monografie in collaborazione e  Vittorio Dini e Giampiero Stabile, Saggezza e prudenza : studi per la ricostruzione di un'antropologia in prima età moderna, Napoli, Liguori, P. Charron, Piccolo trattato sulla saggezza, Napoli, Bibliopolis, Articoli di riviste  Umanesimo e rivoluzione nel pensiero di A. Heller, in «Prassi e teoria : rivista di filosofia della cultura», Vittorio Dini e Domenico Taranto , La saggezza moderna: temi e problemi dell'opera di P. Charron : atti del Convegno di studi in memoria di Giampiero Stabile, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Vittorio Dini e Domenico Taranto , La saggezza moderna: temi e problemi dell’opera di Pierre Charron : atti del Convegno di studi in memoria di Giampiero Stabile, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Pierre Charron Storia della filosofia Università degli Studi di Salerno  Giampiero Stabile in SHARE Catalogue Fondo Stabile in ARiEL Discovery tool di Ateneo dell'Salerno. Most likely a replica from now on: sttabile: Giampiero Stabile (Sapri), filosofo. Laureatosi a Napoli con una tesi sulla filosofia europea dei valori, divenne ricercatore di Storia della Filosofia all'Salerno. Pubblica saggi su E. Dupréel, sulla scuola di Budapest, su Montaigne e sulla Heller apparsi su "Prassi e teoria", "Aut Aut", "Studi di filosofia politica e diritto", "il Centauro", "Ombre rosse", riviste tra le più prestigiose nel panorama della pubblicistica filosofica italiana; collaborò inoltre, con Pierangelo Schiera, alla direzione della collana di testi e studi "Relox" della casa editrice Bibliopolis di Napoli.. Salerno dedicò un convegno di studi alla sua memoria: "La saggezza moderna. Temi e problemi dell'opera di Pierre Charron".  Biblioteca personale Il fondo, acquisito nella seconda metà degli anni Ottanta, rappresenta solo una piccola porzione della sua biblioteca private. Infatti la consistenza attuale si aggira intorno ai 650 volumi altri libri sono in possesso del Dipartimento di Filosofia dell'Salerno.Tuttavia la consistenza maggiore ricopre gli anni Settanta, periodo intorno a cui si è formata la personalità scientifica di Giampiero Stabile. I libri del fondo sottolineano l'interesse verso la critica marxista e la scuola di Budapest (moltissimi i volumi degli Editori Riuniti). Degni di attenzione alcuni esemplari caratteristici degli anni Settanta, come ad esempio quelli della collana "I gabbiani" del Saggiatore o ancora la collana quasi completa degli "Opuscoli marxisti" (poi "Opuscoli") della Feltrinelli, i volumi della collana "Biblioteca di nuova cultura" della Mazzotta, e quelli della "Scienza nuova" della Dedalo: collane radicalmente trasformate nei successivi anni o sostituite da altre; talora nate solamente per offrire testi economici che rispondessero ai bisogni di una maggiore diffusione culturale. Sono presenti anche dei volumetti allegati a periodici di partito (PCI e PSI) e le pubblicazioni dell'Istituto di Filosofia dell'Salerno.  Pubblicazioni Monografie  Valore morale e società nel pensiero di Eugène Dupréel, Salerno, Università degli studi di Salerno, Facoltà di magistero, 1976, 116Soggetti e bisogni : saggi su A. Heller e la teoria dei bisogni, Firenze, La Nuova Italia, Monografie in collaborazione e  Vittorio Dini e Giampiero Stabile, Saggezza e prudenza : studi per la ricostruzione di un'antropologia in prima età moderna, Napoli, Liguori,  Pierre Charron, Piccolo trattato sulla saggezza, Napoli, Bibliopolis, 1985, 130Articoli di riviste  Umanesimo e rivoluzione nel pensiero di Agnés Heller, in «Prassi e teoria : rivista di filosofia della cultura», Vittorio Dini e Domenico Taranto , La saggezza moderna: temi e problemi dell'opera di Pierre Charron : atti del Convegno di studi in memoria di Giampiero Stabile, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Vittorio Dini e Domenico Taranto , La saggezza moderna: temi e problemi dell’opera di Pierre Charron : atti del Convegno di studi in memoria di Giampiero Stabile, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Pierre Charron Storia della filosofia Università degli Studi di Salerno  Giampiero Stabile in SHARE Catalogue Fondo Stabile in ARiEL Discovery tool di Ateneo dell'Salerno Filosofia Università  Università. Giampiero Stabile. Stabile. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stabile” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733716119/in/datetaken/

 

 

Grice e Stefani – senso compost – filosofia italiana (Pergola). Filosofo. Grice: “I may well say that my idea of a propositional complex owes much to Stefani’s obsession with ‘sensus’ simplex or ‘divisus, and ‘sensus compositum’ –“ “The opposite of ‘com-posito’ is de-posito, though!” --  Grice: “I like his diagrammes; The Boedlian have loads of his mss!” Grice: “He has a figure for the ‘figura quadrata,’ –“. Grice: “He has a figure for ‘suppositio.’” -- Fu il membro più noto di una famiglia di insegnanti marchigiani. Avviato alla carriera ecclesiastica nella città natale, ma presto strasferì a Venezia dove già vive il nonno Stefano Stefani, gli zii Lino e Pietro, insegnanti, e forse anche il padre Antonio. Allievo di Nicollini. Il suo saggio più importante è il “De sensu composito et diviso”. Insegna a  Rialto.  Nominato vescovo di Capodistria, rinuncia alla carica per non distaccarsi dalla filosofia. Spolto nella chiesa di San Giovanni Elemosinario di Venezia dove gli e anche costruito un monumento a pubbliche spese. Vi resta solo una lapide, in quanto l'edificio e distrutto da un incendio. Opere: “Dubia in consequentias Strodi,” “In regulas insolubilium,” “De scire e dubitare,” “Compendium Logicae,” “Logica,” “Tractatus de sensu composito et diviso, edito da M. Brown, S Dino Buzzetti, Paolo della Pergola, in Dizionario biografico degli italiani,  81, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Fonte: Dizionario di filosofia, riferimenti. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  su Alcuin, Ratisbona.   Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Stefani. Keywords: senso composito, senso diviso.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stefani.” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701107182/in/photolist-2mPxLC4-2mLLZRD-2mLDFVG-Eoj4SX-DndBhH-27qzaqL

 

Grice e Stefanini – idealism filosofico – filosofia italiana (Treviso). Filosofo. Grice: “Italians are obsessed with personalismo, I am with interpersonalismo!” “L’essere è personale.” “Tutto ciò che non è personale nell’essere rientra nella produttività della persona, come mezzo di manifestazione della persona e di *comunicazione* o conversazione *tra* due persone,” “La mia prospettiva filosofica). Figlio di Giovanni, che gestisce una tintoria, e Lucia de Mori, diplomata maestra elementare -- è attivo nelle associazioni e nei movimenti cattolici del trevigiano, iscrivendosi a Gioventù Cattolica dove assumerà presto l'incarico di presidente diocesano. Qui maturerà la vocazione di educatore, seguendo, in particolare, gli insegnamenti contenuti nell'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Opera pure nel sindacato cattolico dei lavoratori.  Dopo il diploma presso il Liceo Classico Antonio Canova, dove ha fra gli altri Paolo Rotta come insegnante di storia e filosofia, nello stesso anno si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Padova. Nell'ateneo patavino, la corrente del positivismo è tra le più seguite, ma in controtendenza Stefanini decide di scrivere la propria tesi su Maurice Blondel, esponendovi le proprie critiche sull'opera del filosofo francese, avendo Antonio Aliotta come relatore, con cui si laurea in filosofia nel 1914. Nel periodo di studi padovano, inizia a frequentare anche il circolo universitario cattolico di Giacomo Zanella e, subito dopo la laurea, inizia a insegnare nelle scuole pubbliche.  Mentre completa gli studi universitari, inizia già a respirarsi aria di guerra in Italia, ma come molti giovani cattolici, pur favorevole ad una posizione di neutralità nei confronti della guerra, viene comunque chiamato alle armi nel 1915. Terminato il conflitto, uscendone con il grado di capitano e una croce al merito di guerra, nel 1919 consegue pure una seconda laurea in lettere all'Padova, con una tesi sul pensiero estetico di Gian Vincenzo Gravina, nonché riprende l'insegnamento nelle scuole.  Nel 1920 è eletto consigliere del Comune di Treviso ma, nel 1921, la violenza dello squadrismo fascista investe anche il trevigiano. Stefanini si oppone con fermezza a tale ideologia, evidenziando l'inconciliabilità di cristianesimo e fascismo, dimettendosi e dedicandosi completamente all'insegnamento, che ora è la sua occupazione principale e che condurrà sempre secondo una pedagogia ispirata ai principi cristiani, costantemente attento e sensibile sia ai bisogni che agli interessi degli studenti. Nello stesso periodo, si dedica con scrupolo alla stesura di apprezzati testi didattici di storia e filosofia, nonché di pedagogia secondo un indirizzo cristiano.  Conseguita la libera docenza in pedagogia nel 1925, nello stesso anno ottiene, per incarico, l'insegnamento di questa disciplina all'Padova, nonché si sposa con Maria Javicoli, da cui avrà tre figli, Elena, Paolo e Lucia. In quegli anni, oltre ad iscriversi al Partito Nazionale Fascista, affianca l'insegnamento nelle scuole pubbliche a quello universitario fino al 1936 quando, vinto l'ordinariato, ha una cattedra di storia della filosofia alla Facoltà di Magistero dell'Messina che tiene fino al 1938 quando si trasferisce a Padova, alla cattedra di pedagogia, quindi a quella di storia della filosofia nel 1940 che terrà fino alla morte prematura, nel 1956. Al contempo, tiene per incarico l'insegnamento di estetica a Padova e quello di pedagogia all'Venezia, nonché sarà preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'ateneo patavino nel triennio 1941-43.  Nel dopoguerra, riabilitato alla propria cattedra e all'insegnamento universitario, si dedica prevalentemente allo studio e la ricerca, ma partecipando anche alla riorganizzazione della filosofia cattolica italiana, in particolare promuovendo incontri, convegni e riunioni all'Istituto Aloisianum dei padri gesuiti di Gallarate, che diventerà poi il Centro di studi filosofici di Gallarate, per primo diretto da Carlo Gianon.  Socio corrispondente dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, nonché socio effettivo dell’Accademia patavina di scienze, lettere ed arti, ricevette il premio della R. Accademia d'Italia nel 1933 per le discipline filosofiche, e il premio Marzotto per la filosofia nel 1953, nonché fu membro dei consigli direttivi della Società filosofica italiana e del Centro Studi filosofici di Gallarate. Nel 1956 ha poi fondato a Padova la Rivista di estetica, della quale ha potuto dirigere solo il primo fascicolo dell'annata 1956, e a cui gli subentrerà Luigi Pareyson. Fra i suoi allievi, ricordiamo Armando Rigobello, Giovanni Santinello, Ezio Riondato, Giovanni M. Pozzo.  Gli saranno intitolate delle scuole medie statali di Treviso e Padova, nonché l'ex Istituto magistrale di Mestre.  Attività e pensiero Stefanini è stato uno dei più importanti filosofi italiani di ispirazione cristiana, nonché uno dei maggiori rappresentati dello spiritualismo cristiano. Partendo sempre dalla filosofia cristiana, ha riesaminato storicamente e criticamente diverse correnti del pensiero filosofico, fra cui lo storicismo, la filosofia dell'azione, il neoidealismo, la fenomenologia, l'esistenzialismo, lungo il corso della storia della filosofia, dagli antichi (fra i quali Platone, Sant'Agostino, Bonaventura, San Tommaso), fino ai moderni (Vincenzo Gioberti, Maurice Blondel, Antonio Rosmini ed altri), sulla scia della sua prima formazione giovanile incentrata su uno stretto connubio fra prospettiva storica e dimensione teoretica.  Interessato pure all'estetica, su cui ha scritto molti lavori, il contributo più importante dello Stefanini è frutto della sua costante riflessione su personalismo e spiritualismo, grazie alla quale il rapporto soggetto-oggetto viene interpretato in termini di alterità, di altro da sé, prospettivaquestache permetterà di concepire il singolo individuo come membro di una comunità. Questo rapporto soggetto-oggetto, da un tale punto di vista, sarà concepito come il momento fondante di ogni comunità di esseri umani in relazione fra loro. Le più importanti problematiche connesse a questi principi di base, saranno poi affrontate dallo Stefanini nelle due opere fondamentali Metafisica della persona” – cf. Strawson, “The concept of a person” -- e Personalismo sociale, o interpersonalismo. Strettamente connesse a queste tematiche filosofiche, poi, sono quelle didattico-pedagogiche aperte e portate avanti dallo Stefanini pressoché durante l'intero suo periodo di attività, dai primi anni formativi fino agli ultimi della maturità, in continuo ripensamento e progressiva rivisitazione.  Per quanto concerne poi la sua vasta produzione scientifica, ricordiamo solo che dà alle stampe le seguenti, notevoli pubblicazioni: “L'esistenzialismo di M. Heidegger,” “Spiritualismo Cristiano,” Gioberti, Il dramma filosofico della Germania, Metafisica della persona ed altri saggi, Esistenzialismo ateo ed esistenzialismo teistico, Personalismo sociale, Estetica, Trattato di estetica. Viene pubblicata la raccolta di scritti intitolata Personalismo filosofico. Dizionario Biografico degli Italiani. Si veda pure: L. Corrieri, Uun pensiero attuale, Edizioni Prometheus, Milano. Citando sue testuali parole. L’opera del Blondel è più arte che filosofia. I passaggi più ardui superati con immagini ardite, anziché con logiche dimostrazioni; affermate le più inconciliabili antitesi affinché queste rendano vivo e tragico il contrasto; i mezzi dialettici atti più a trascinare che a convincere: tutto ciò ci conferma pienamente nella nostra interpretazione. L'opera del Blondel è, più che una dottrina filosofica, un romanzo psicologico che descrive le esitazioni e le incertezze, le vane pretese e le supreme aspirazioni dell'umana volontà, che alfine si appaga e riposa in Dio. Per ciò che al di là del filosofo si riesca ad afferrare l'uomo, al di là del sistema si riesca ad afferrare il programma generoso del credente, la filosofia dell'azione può essere efficacemente educativa, può esercitare nella coscienza contemporanea l'influsso salutare che essa si era proposta» (da Luigi Stefanini, L'Azione. Saggio critico sulla filosofia di M. Blondel, Padova).  Cfr. Laura Corrieri, cit.  Il quale, a sua volta, prende le mosse dalle concezioni personalistiche mounieriane e giobertiane; cfr. Gregorio Piaia, cit. Opere principal: Il problema della conoscenza in Cartesio e Gioberti, Torino, Sei, Il problema religioso in Platone e S. Bonaventura. Sommario storico e critica di testi, Torino, Sei,Idealismo cristiano, Padova, R. Zannoni Editore, Platone, 2 voll., Padova, Cedam); Il problema estetico in Platone, Torino, Sei, Imaginismo come problema filosofico,  I, Padova, Cedam, Problemi attuali d'arte, Padova, Cedam, 1La Chiesa Cattolica, Milano-Messina, Principato, Vincenzo Gioberti. Vita e pensiero, Milano, F.lli Bocca,  Metafisica dell'arte e altri saggi, Padova, Editoria Liviana, La mia prospettiva filosofica, Treviso, Edizioni Canova (prima edizione del 1950). Esistenzialismo ateo ed esistenzialismo teistico. Esposizione e critica costruttiva, Padova, Cedam, 1Itinéraires métaphysiques, trad. par J. Chaix-Ruiy, Paris, Aubier, Estetica, Roma, Edizioni Studium, Trattato di Estetica,  I: L'arte nella sua autonomia e nel suo processo, Brescia, Editrice Morcelliana); Personalismo educativo, Roma, F.lli Bocca). Per l'elenco completo degli scritti di Stefanini si rimanda alla relativa pagina online curata dalla Fondazione "Luigi Stefanini".  Dialettica dell'immagine. Studi sull'imaginismo di Luigi Stefanini, a cura dell'Associazione filosofica trevigiana, Genova, 1991. Luciano Caimi, Educazione e persona in Luigi Stefanini, Editrice La Scuola, Brescia, 1985. Glory Cappello, Luigi Stefanini. Dalle opere e dal carteggio del suo archivio, Europrint, Treviso, 2006. Per una antropologia in Luigi Stefanini: metafisica, personalismo, umanesimo, Glory Cappello, Edizioni R. Pagotto, Padova, . Michele Lasala, Una ragione vivente. L'immagine e l'ulteriore, in  Frammenti di filosofia contemporanea, I.v.a.n. Project, Limina Mentis Editore, Villasanta, XXI. Matteo De Boni, Le ragioni dell’esistenza. Esistenzialismo e ragione in Luigi Stefanini, Mimesis Edizioni, Milano-Udine, A. Rigobello , Scritti in onore di Luigi Stefanini, Liviana editrice, Padova, Sul pensiero di Luigi Stefanini, in Rivista Rosminiana, Luigi Stefanini, su treccani. STEFANINI, Luigi, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, luigi-stefanini. Fondazione Luigi Stefanini, su fondazionestefanini. Luigi Stefanini. Stefanini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stefanini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733901795/in/photolist-2mPxLC4

 

Grice e Stella – iustum/iussum – filosofia italiana (Sernaglia della Battaglia). Filosofo. Grice: “What is it with Italian philosoophers that they are all into what at Oxford we would call jurisprudence?” Grice: “It seems like all Italian philosophers are like Italian versions of H. L. A. Hart!”. Dopo aver frequentato il liceo presso il Collegio di Treviso si iscrisse a Milano, dove vinse una borsa di studio presso il Collegio Augustinianum e fu allievo di Crespi. Divenne professore, dapprima a Catania, e, successivamente, a Milano. I suoi studi si diressero, dapprima, su alcune tipologie di reati, successivamente sugli elementi strutturali del reato.  Il suo contributo scientifico più noto, presso gli operatori del diritto penale e la comunità accademica, è “Leggi scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale,” monografia in cui  ricostruisce il problema del nesso di causalità penale prospettando il criterio della sussunzione sotto leggi scientifiche come strumento per la soluzione di casi dubbi. Solo mediante una legge scientifica di copertura, atta a spiegare il rapporto fra condotta del presunto autore del reato ed evento dannoso, sarà possibile formulare un giudizio di responsabilità penale.  Ad es. solo dopo aver dimostrato, sulla base di una legge scientifica, che l'ingestione di determinati farmaci determina malformazioni del feto, sarà possibile imputare alla ditta produttrice il reato di lesioni gravissime (colpose o dolose). In difetto di una dimostrazione scientifica, non potrà formularsi alcuna imputazione penale. Propose che la regola di giudizio dell'"oltre ogni ragionevole dubbio" trovasse applicazione anche nel processo penale italiano. Dapprima avversato da parte della dottrina processual penalistica, il principio venne accoltoin tema di nesso causaledalla corte suprema di cassazione, anche a Sezioni Unite. Oggi è norma codicistica. ADiresse riviste giuridiche di diritto penale e fu fra i curatori di raccolte normative di largo successo presso la comunità forense.  Nei successivi decenni gli interessi scientifici  si volsero alla teoria generale del diritto ed alla filosofia del diritto, mediante pubblicazione di scritti maggiormente agili rispetto alle monografie ed ai saggi penalistici, rivolti ad un pubblico relativamente più vasto. Esercitò la professione di avvocato, partecipando, in qualità di difensore di alcuni imputati, al processo del Petrolchimico di Porto Marghera, dove fece applicazione, a livello pratico, delle teorie relative alla causalità scientifica.  Principali pubblicazioni: “L'alterazione di stato mediante falsità, Milano, “ La descrizione dell'evento,”Milano, “Leggi scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale,” Milano, “Giustizia e modernità, Milano,”  “I saperi del giudice,” Milano, “ll giudice corpuscolariano,” Milano, “La giustizia e le ingiustizie,” Bologna. Note  Addio A Federico Stella, il «galantumo del diritto» di Paolo Biondani, Corriere della Sera, 1Archivio storico.  Il centro di ricerca Federico Stella biografia e . Università Cattolica del Sacro Cuore. Most likely a replica from now on: filosofo. È stato inoltre Professore di Diritto penale e filosofo del diritto. Nato a Sernaglia della Battaglia, piccolo centro in provincia di Treviso, dopo aver frequentato il liceo presso il Collegio Vescovile Pio X di Treviso si iscrisse all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove vinse una borsa di studio presso il Collegio Augustinianum e fu allievo di Alberto Crespi. Divenne professore di diritto penale, dapprima nell'Università degli Studi di Catania, e, successivamente, presso l'Università Cattolica di Milano, dove insegnò fino alla propria scomparsa, avvenuta nel 2006.  Causalità e leggi scientifiche I suoi studi si diressero, dapprima, su alcune tipologie di reati, successivamente sugli elementi strutturali del reato.  Il suo contributo scientifico più noto, presso gli operatori del diritto penale e la comunità accademica, è Leggi scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale,  monografia in cui Stella ricostruisce il problema del nesso di causalità penale prospettando il criterio della sussunzione sotto leggi scientifiche come strumento per la soluzione di casi dubbi: solo mediante una legge scientifica di copertura, atta a spiegare il rapporto fra condotta del presunto autore del reato ed evento dannoso, sarà possibile formulare un giudizio di responsabilità penale.  Ad es. solo dopo aver dimostrato, sulla base di una legge scientifica, che l'ingestione di determinati farmaci determina malformazioni del feto, sarà possibile imputare alla ditta produttrice il reato di lesioni gravissime (colpose o dolose). In difetto di una dimostrazione scientifica, non potrà formularsi alcuna imputazione penale.  Propose, attraverso i suoi scritti e le sue lezioni, che la regola di giudizio dell'"oltre ogni ragionevole dubbio" trovasse applicazione anche nel processo penale italiano. Dapprima avversato da parte della Dottrina processual penalistica, il principio venne accoltoin tema di nesso causaledalla Corte suprema di cassazione, anche a Sezioni Unite; oggi è norma codicistica.  Attività ulteriori Diresse riviste giuridiche di diritto penale e fu fra i curatori di raccolte normative di largo successo presso la comunità forense.  Nei successivi decenni gli interessi scientifici di Stella si volsero alla teoria generale del diritto ed alla filosofia del diritto, mediante pubblicazione di scritti maggiormente agili rispetto alle monografie ed ai saggi penalistici, rivolti ad un pubblico relativamente più vasto.  Esercitò la professione di avvocato, partecipando, in qualità di difensore di alcuni imputati, al processo del Petrolchimico di Porto Marghera, dove fece applicazione, a livello pratico, delle teorie relative alla causalità scientifica.  Principali pubblicazioni L'alterazione di stato mediante falsità, Milano, La descrizione dell'evento, Milano. Leggi scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale, Milano, seconda edizione Giustizia e modernità, Milano, 3ª ed. I saperi del giudice, Milano, ll giudice corpuscolariano, Milano, La giustizia e le ingiustizie, Bologna, Addio A Federico Stella, il «galantumo del diritto» di Paolo Biondani, Corriere della Sera, Archivio storico.  Il centro di ricerca Federico Stella. Stella. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stella”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732161382/in/photolist-2mPoRfW-2mPrcpg-2mPqEYR-FXFiS4-Eoj4SX-BNWJaB-CdDizG-CdAEaL-CfWKjF-Aph69c-ApTd44-ApVvbg-ApPzuj-B11YKQ-Asadbr-ArBZyV-Axqfia-nfLxee-nijWnd-nfLAda

 

Grice e Stellini – filosofia italiana (Cividale). Filosofo. La sua fama è dovuta soprattutto a “De ortu et progressu morum.”  La sua concezione morale è di stampo aristotelico e sotto alcuni aspetti può essere considerato uno dei precursori della sociologia. A lui è stato dedicato il liceo classico di Udine e che nella sua biblioteca contiene gli scritti autografi di Stellini. Enciclopedia Treccani, su treccani. Dizionario biografico friulano, su friul.net. Stellini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stellini” – The Swimming-Pool Library https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689466733/in/photolist-2mKC2Ci

 

Grice e Sterlich – filosofia italiana (Chieti). Filosofo. Figlio del marchese Rinaldo De Sterlich (di famiglia originaria dei paesi di lingua tedesca) e della marchesina aquilana Margherita Alfieri, studiò a Napoli nel Collegio dei Nobili, gestito dalla Compagnia di Gesù. Fu proprio questa esperienza che lo portò a concepire la sua profonda ostilità verso i Gesuiti, che fu uno dei tratti caratteristici del suo pensiero filosofico. All'età di vent'anni tornò a Chieti e sposò Giuditta Castiglione (di famiglia aristocratica di Penne) da cui ebbe una numerosa prole (una ventina di figli di cui solo una decina sopravvissero ai primi anni mentre gli altri si spensero in tenera età). La cura della famiglia e dei beni ereditati dal padre (di cui era l'unico figlio maschio) lo portarono a dover compromettere le sue aspirazioni letterarie. Ma la cultura rimase sempre la sua prima passione e, alla metà del secolo XVIII, per superare l'isolamento culturale che gli veniva imposto dal dover vivere a Chieti, cominciò a costituire la sua personale biblioteca. Questa crebbe in misura esponenziale di anno in anno, tanto che nel 1776 contava 12.000 volumi, divenendo così una delle migliori biblioteche del Regno. L'intento di de Sterlich era di mettere la stessa a disposizione della città di Chieti per la sua crescita culturale. Sfortunatamente il suo desiderio fu reso vano dall'incuria di chi gestì la stessa dopo la sua morte. Cospicue parti di quella grande biblioteca sono stati individuate in tutta Italia: nella Biblioteca Provinciale «G. D'Annunzio» di Pescara, nella Biblioteca Provinciale «A.C. De Meis» di Chieti, nella Biblioteca Nazionale di Napoli, etc. Sarebbe molto riduttivo considerare de Sterlich come solo un collezionista di libri. Egli li raccoglieva per elaborarli e per creare le sue riflessioni e i suoi pensieri. De Sterlich si rivela così aggiornatissimo sui dibattiti culturali europei del Settecento ed è tra i primi italiani a leggere e commentare le opere di Montesquieu, Rousseau, Voltaire, e di altri illuministi europei. Di questa partecipazione alla cultura illuministica europea ne è testimonianza un copioso scambio di lettere con altri intellettuali (Antonio Genovesi, Giovanni Antonio Battarra, Giovanni Lami, Giovanni Bianchi, Gaspare de Torres) dell'epoca. Questo ricco carteggio è un documento prezioso per delineare il passaggio in Italia alla cultura illuministica e rappresenta l'impronta da lui lasciata nel panorama culturale del Settecento Italiano. Romualdo de Sterlich lasciò anche alcune testimonianze scritte del suo pensiero: due Dialoghi di Fra' Cipolla e la Nanna. In essi trova largo spazio la sua antipatia per i Gesuiti. Tramite la solida amicizia con Giovanni Lami, de Sterlich entrò a far parte dell'Accademia della Crusca e dell'Accademia dei Georgofili. Romualdo de Sterlich si spense a Chieti e fu sepolto nella Chiesa di S. Francesco di Paola. Cepparrone Luigi, L'illuminismo europeo nell'epistolario di Romualdo De Sterlich, Sestante Ed., Collana Bergamo University Press.  Il sito dell'Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Programmatori “R. de Sterlich”Chieti Scalo, su desterlich.ch. Romualdo de Sterlich. Sterlich. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sterlich” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733598859

 

Grice e Steuco – la filosofia perenne di Pitagora, Cicerone, Ovidio, Virgilio, Plinio – filosofia italiana (Gubbio). Filosofo. Della famiglia Steuchi o Stucchi. Acuto esegeta dei testi biblici e profondo conoscitore delle lingue latina, greca ed ebraica, si oppose tenacemente alla riforma protestante e prese parte al Concilio di Trento. Entrò nella congregazione dell'Ordine dei Canonici Agostiniani di San Salvatore di Bologna, poi nel monastero di San Secondo, a Gubbio, mutando il suo nome di battesimo Guido in Agostino. Andò al Monastero di Bologna, ove frequentò i corsi di ebraico e retorica presso l'Università bolognese. Fu inviato dalla sua congregazione al Monastero di Sant'Antonio di Castello a Venezia, dove, per l'ampia conoscenza dei linguaggi biblici e l'acume filologico, gli fu affidata la biblioteca del monastero, donata ai canonici dal cardinal Domenico Grimani, della quale una buona parte del patrimonio librario era appartenuto a Pico della Mirandola.  Steuco scrisse una serie di opere polemiche contro Lutero ed Erasmo, accusandoli di fomentare la rivolta contro la Chiesa. Questi lavori rivelano il solido sostegno che Steuco dà alle tradizioni e alle pratiche della Chiesa, difendendo risolutamente l'autorità papale. Parte della sua produzione risalente a questo periodo include un intenso lavoro filologico sull'Antico Testamento, culminato con la pubblicazione del Veteris testamenti ad Hebraicam veritatem recognitio, per la composizione del quale egli si basò su manoscritti ebraici e greci, tratti della biblioteca Grimani, utili a correggere il testo della traduzione latina redatta da San Gerolamo. Nel revisionare e spiegare il testo, egli mai deviò dal significato letterale e storico.  Contemporanea a questo lavoro di esegesi biblica fu la composizione di un'opera d'impianto enciclopedico che egli scrisse in questo periodo, al quale diede il nome di Cosmopœia. Le sue opere polemiche ed esegetiche destarono l'attenzione favoravole di Papa Paolo III, e questi ordinò Steuco vescovo di Kissamos, nell'isola di Creta, e bibliotecario della collezione papale di manoscritti e stampe del Vaticano. Si recò a Lucca con Paolo III e l'imperatore Carlo V. Quantunque mai fosse andato a visitare il suo vescovado a Creta, Steuco adempì attivamente con scrupolo il suo ruolo di bibliotecario del Vaticano fino alla sua morte  Nel frattempo a Roma redasse i Commenti al Vecchio Testamento riguardanti i Salmi di Giacobbe, aiutando ad annotare e correggere i testi di parte della Vulgata alla luce degli originali ebraici. A questo periodo risale la composizione della celeberrima opera De perenni philosophia libri X, dedicata a Paolo III, nella quale egli tenta di mostrare che molte delle idee esposte dai saggi, poeti e filosofi dell'Antichità (ad es. Orfeo, Talete, Pitagora, Parmenide, Platone, Aristotele, Plutarco, Numenio, i neoplatonici, l'ebreo Filone, nonché opere come gli Oracoli caldaici, gli Oracoli sibillini, i trattati ermetici e i frammenti teosofici) erano essenzialmente in armonia con la sostanza delle dottrine della fede cattolica. Questo lavoro contiene una polemica indiretta a margine, poiché Steuco elaborò un numero di questi argomenti per sostenere molte posizioni teologiche recentemente poste in questione in Italia da riformatori e critici della fede cattolica traditionale.  Come umanista egli ebbe un profondo interesse per le rovine della Roma antica, e nell'operare un rinnovamento urbano dell'Urbe. A tal proposito, degne d'essere menzionate, sono una serie di brevi orazioni in cui raccomandò espressamente a Paolo III di risistemare l'acquedotto conosciuto come Aqua Virgo, in modo da supplire adeguatamente il fabbisogno di acqua fresca per la città di Roma.  Steuco fu mandato da papa Paolo III a presenziare il Concilio di Trento, che doveva celebrarsi a Bologna, affidandogli il compito di sostenere l'autorità e le prerogative papali. Morì mentre si trovava a Venezia per problemi di salute, e dove cercava di ristabilirsi durante un periodo di sospensione del Concilio. .e sue ossa furono traslate nell'Eremo di Sant'Ambrogio a Gubbio. De perenni philosophia libri IX, Basileæ, per Nicolaum Bryling et Sebastianum Francken, Concilio di Trento Esegesi biblica Ermetismo (filosofia) Teosofia di Tubinga, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giuseppe Ricciotti, Agostino Steuco, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Vincenzo Lavenia, Agostino Steuco, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Agostino Steuco, su open MLOL, Horizons Unlimited srl. Opere, Michael Ott, Agostino Steuco, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. David M. Cheney, Agostino Steuco, in Catholic Hierarchy. Hugh Chisholm, Steuco, Agostino, in Enciclopedia Britannica, XI, Cambridge University Press. Associazione Centro Culturale Leone XIII, su leonexiii.org. Canonici Regolari Lateranensi di Gubbio, su bibliotecasteuco. Steuco. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Steuco” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732115302/in/datetaken/

 

 

Grice e Taddio – fenomenologia ereetica – filosofia italiana (Udine). Filosofo. Si occupa in particolare di fenomenologia della percezione, ontologia e teoria della conoscenza a cavallo tra estetica e metafisica. È direttore editoriale, con Pierre dalla Vigna, della casa editrice Mimesis Edizioni. Luca Taddio nasce a Udine nel 1974. Dopo i primi studi artistici si laurea in Filosofia a Trieste, successivamente, trascorre un periodo di studio presso il dipartimento di Filosofia dell'Edimburgo: completa la sua formazione all'Trieste conseguendo il titolo di dottore di ricerca. È stato allievo dello psicologo sperimentale Paolo Bozzi e del filosofo Giorgio Derossi.  Il primo libro, Spazi immaginali (Prefazione di Maurizio Ferraris), è un testo di narrativa filosofica che si inserisce all'interno della tradizione del realismo magico: l'esistenza viene espressa da una sequenza di istantanee emergenti dallo spazio immaginale.  Tutti gli scritti dell'autore sono di matrice realista: Fenomenologia eretica è un libro incentrato sull'analisi di un unico esempio considerato dall'autore paradigmatico per l'intera tradizione fenomenologica, la percezione di un cubo. L'analisi critica dell'esperienza è sviluppata, da un lato, in rapporto alla fenomenologia sperimentale di Paolo Bozzi e, dall'altro, in risposta alle critiche che Emanuele Severino rivolge alla fenomenologia.  A partire dall'opera pittorica di René Magritte, ne I due misteri viene applicata la teoria della percezione diretta, elaborata in Fenomenologia eretica, al problema della raffigurazione pittorica. IMagritte viene discusso alla fine del volume in un dialogo con Massimo Donà.  L'insegnamento di estetica alla facoltà di Architettura lo porta a realizzare, con Damiano Cantone, il testo: L'affermazione dell'architettura. La relazione filosofia-architettura sta al centro di altri due libri da lui curati: Costruire abitare pensare e Città metropoli territorio; il concetto di affermazione sarà nuovamente preso in esame in un numero di aut aut dedicato a Derrida e l'architettura.  In Verso un nuovo realismo si delinea un'ontologia della metastabilità, il libro si conclude con un dialogo con Maurizio Ferraris sul Nuovo realismo. Sul tema del Nuovo realismo avvia un articolato confronto con Maurizio Ferraris ed Emanuele Severino.  Le riflessioni sul Nuovo realismo si sono sviluppate in diversi direzioni: politica, architettura, cinema, ontologia ed epistemologia (Si veda: Alfabeta2; “aut aut”; “Cinema&Cie”; “Teoria & Modelli”; “La Filosofia Futura”; “Philosophical Readings”). Fonda “Mimesis”. La società è detentrice dei marchi editoriali di Mimesis in Italia e all'estero. Costituisce lo studio grafico Mimesis Communication. Progetta e realizza la rivista di approfondimento culturale Scenari diretta da Damiano Cantone e nello stesso anno crea e dirige il Festival MimesisTerritori delle idee.  A partire da una prima formazione politica di stampo liberal-socialista lavora in direzione di un rilancio della cultura cosmopolita in rapporto alle nuove forme di partecipazione democratica  (interventi: Festival Vicino Lontano, Pop Sophia, Radio Radicale).  Nel  viene nominato dal Ministro Dario Franceschini nel Cda di Palazzo Reale a Genova. Dall'anno accademico -19 è professore associato di estetica presso l'Università degli studi di Udine. Opere: “Spazi immaginali” (Campanotto Editore); “ Fenomenologia erotica: saggio sull'esperienza immediata della cosa” (Mimesis); “L'affermazione dell'architettura: una riflessione introduttiva” (Mimesis); Global Revolution, Mimesis); “I due misteri: da Magritte alla natura delle rappresentazioni pittoriche” (Mimesis); “Verso un nuovo realismo. Osservazioni sulla stabilità tra estetica e metafisica, Jouvence,  Curatele Paolo Bozzi, Un mondo sotto osservazione, Mimesis, La guerra e il mortale. A lezione da Emanuele Severino, Mimesis); “Costruire Abitare Pensare” (Mimesis); “Quale filosofia per il partito democratico e la sinistra” (Mimesis); “La Terra e il Sacro. A lezione da Donà” (Mimesis); “Città Metropoli Territorio” (Mimesis); “Cronenberg. Un metodo pericoloso” (Mimesis); “Manifesto per una sinistra cosmopolita” (Mimesis); “Radicalmente liberi. A partire da Marco Pannella, con L. Caffo, Mimesis  In dialogo con Maurizio Ferraris, Mimesis  Note  Curriculum Luca Taddio , su lucataddio.com 1º giugno ).  Massimo DonàL'apparire della CosaLa Fenomenologia Eretica Di Luca Taddio, su youtube.com.  Uno scandalo per il pensiero, su ilsole24ore.com.  “aut aut”. Ma il realismo non è tutto nuovo, su corriere.  È il crepuscolo delle tradizioni, su corriere.  Sinistra e Nuovo Realismo, su alfabeta2.  Vuoti di sapere, su autaut.ilsaggiatore.com.  The Geopolitics of Cinema and the Study of Film, su cinemaetcie.net 24 settembre ).  Teorie & Modelli, su pitagoragroup 7 maggio ).  La Filosofia Futura, su lafilosofiafutura.  PHILOSOPHICAL READINGSSpecial Issue on: REALISM AND ANTI-REALISM: NEW PERSPECTIVES , su philosophicalreadings.files.wordpress.com.  Passione politica e democrazia. Con U. Curi, M. Pacini, M. Panarari e L.Taddio, su youtube.com.  "Marionette al potere" Curi, Marramao, Taddio, su youtube.com.  Oratore: Luca Taddio, su radioradicale.  CDA Palazzo Reale Genova , su beniculturali.  Sito ufficiale, su lucataddio.  Registrazioni di Luca Taddio, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Intervista a E. Severino Artribune: intervista di Davide Dal. Taddio. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Taddio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732614953/in/datetaken/

 

Grice e Tagliabue – le strutture del trascendentale – filosofia italiana (Milano), filosofo. Nato da padre ignoto e da giovane Giovanna Tagliabue, poi moglie del maturo avvocato, assessore e filantropo Gerolamo Morpurgo, si formò a Milano, laureandosi in Filosofia. Dopo diverse collaborazioni a riviste come critico letterario e teatrale, si occupò lui stesso di filosofia a partire da due saggi del dopoguerra, Le strutture del trascendentale e Il concetto dello stile, che gli fecero avere il posto di professore di Estetica a Milano, poi quello di Filosofia teoretica a Trieste. Collabora alla rivista Il Convegno, ma scrisse anche su La Lettura e La Rassegna d'Italia, e più di recente su Rivista critica di storia della filosofia, Rivista di filosofia, Belfagor, Giornale critico della filosofia italiana, Rivista di estetica, Il pensiero, Aretusa, Lingua e stile, Studi di estetica, Studi tedeschi, aut aut ecc.  Si occupò di germanistica, gnoseologia, semantica, estetica e poetica, attraverso numerosi saggi di taglio fenomenologico.  Come per Adelchi Baratono e Antonio Banfi, la sua analisi dell'estetica e delle scelte poetiche e stilistiche degli artisti si distacca dall'impostazione di Benedetto Croce e poi di Guido Calogero per orientarsi verso l'aspetto pratico (influenzato anche dall'esistenzialismo positivo di Abbagnano) del fare arte, che non può ridursi alla sola conoscenza, ed è fortemente legato alla tecnica, intesa anche come gesto manuale e meccanico, e allo stile, inteso come rapporto tra gli elementi formali e quelli contenutistici dell'opera (sede, inoltre, dell'unità nel rapporto tra percezione e immaginazione).  I suoi saggi sono ripresi e sistemati in L'esthétique contemporaine, pubblicato in francese e tradotto in diverse lingue. Qui organizza le teorie d'artista e le dottrine estetiche non tanto in senso cronologico, ma per tipi: estetiche vitalistiche, psicologistiche, formalistiche, fenomenologiche ecc.  In “Linguistica e stilistica di Aristotele” e “Demetrio, dello stile”  si occupa di retorica e stilistica antiche. Aristotelismo e Barocco e Il Barocco e noi (poi riuniti in Anatomia del Barocco, indagano sul Barocco (artistico e letterario). Si occupa anche di estetica, del pre-criticismo di Kant, della polemica Nietzsche-Wagner, di Goethe, Musil, Roth, Kafka ecc.  Critico con la contestazione studentesca, eppure non evitò il confronto con il movimento. Una grave malattia gli levò l'uso della voce, ma continuò a tenere lezione con l'aiuto di un sintetizzatore vocale. A suo ricordo la sorella Ernesta ha aperto una fondazione e un premio per gli studi di filosofia a Trieste. Altre opere: “I processi di Galileo e l'epistemologia” (Milano: Bocca); Milano: Ed. di Comunità, Roma: Armando, “Il concetto dello stile. Saggio di una fenomenologia dell'arte” (Milano: F.lli Bocca); “Le strutture del trascendentale: piccola inchiesta sul pensiero critico, dialettico, esistenziale” (Milano: F.lli Bocca); “Dai romantici a noi” (Milano: Marzorati); “Aristotelismo e barocco” (Milano: Bocca). L'esthétique contemporaine. Une enquête, Milano: Marzorati); “Il concetto del "gusto" nell'Italia del Settecento” (Firenze: La Nuova Italia);  “Linguistica e stilistica di Aristotele” (Roma: Ed. dell'Ateneo); “Fenomenologia dei giudizi di valore” (Trieste: Istituto di Filosofia); “La semantica e i suoi problemi” (Trieste: Istituto di Filosofia); “Demetrio, dello stile” (Roma: Ed. dell'Ateneo); “La nevrosi austriaca. Saggi sul romanzo, Casale Monferrato: Marietti); “Nietzsche contro Wagner, Pordenone: Studio Tesi); “Geologia letteraria” (Milano: Garzanti); “Anatomia del barocco” (Palermo: Aesthetica); “Goethe e il romanzo” (Torino: Einaudi); “Il gusto nell'estetica del Settecento, L. Russo e Giuseppe Sertoli, Palermo: Centro internazionale studi di estetica, 2002 Introduzioni e prefazioni Herbert Read, Arte e alienazione. Il ruolo dell'artista nella societa, Milano: Marzorati, Immanuel Kant, I sogni di un visionario spiegati coi sogni della metafisica, Milano: Rizzoli); I. Kant, Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime” (Milano: Rizzoli); “Sul gusto” (Genova: Marietti.  Crf. la pagina sul sito dell'Trieste.  Numero speciale di "Esercizi filosofici", L. Russo, Lestetica del Settecento, in "Aesthetica Pre-Print"; Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ritratto di un genio politicamente scorretto. C. Magris, Corriere della Sera. Guido Morpurgo-Tagliabue. Morpurgo-Tagliabue. Tagliabue. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tagliabue” – The Swimming-Pool Library.

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Grice e Tagliagambe – la mediazione della representazione – filosofia italiana (Legnano). Filosofo. Studia a Milano su Geymonat con cui si è laureato con la lode attraverso una tesi sull'interpretazione della meccanica quantistica di Reichenbach. Ha proseguito i suoi studi specializzandosi in Fisica quantistica all'Università degli Studi Lomonosov di Mosca sotto la direzione di Ja.P. Terleckij e poi presso l'Accademia delle Scienze dell'URSS, Istituti di Filosofia e di Fisica  dove si è perfezionato in Filosofia della fisica con la supervisione di Fock e Terleckij.  La sua attività scientifica e didattica si è sviluppata attraverso un variegato percorso universitario che l'ha portato ad insegnare presso diversi atenei dal 1974 al 2008 e a collaborare con differenti centri di ricerca ed enti istituzionali come consulente scientifico.  Pensiero Il lavoro di ricerca di Tagliagambe si è concentrato inizialmente sul rapporto tra filosofia e fisica (soprattutto quantistica) nella cultura russa in particolare sul concetto di realtà fisica (Bohr, Heisenberg, Born) e sui rapporti tra materialismo dialettico e sviluppi della fisica. Rivolve l'attenzione sui temi del rapporto tra realtà osservata e sistema osservante, le interazioni reciproche e il ruolo del linguaggio, della comunicazione inter-soggettiva, della mediazione linguistica e della semiotica nel pensiero scientifico. Elaborato il ruolo e il significato di interfaccia, il rapporto tra intelligenza naturale e intelligenza artificiale, in particolare il ruolo progressivamente avuto dalle tecnologie di informazione e comunicazione.  Ha elaborato i contributi sul profondo significato del concetto di "margine", sia esso su un essere vivente, un'interfaccia o il rapporto tra corpo e mente, nei sistemi sociali e nella comunicazione. Ha studiato le forti interconnessioni tra artificiale e naturale, il profondo senso dell'interdisciplinarità, e il libro Il Sogno di Dostoevskij, attraverso una visitazione storica dal dibattito tra lo scrittore e lo scienziato Secënov, fino alle recenti scoperte della neurofisiologia, mettendo a fuoco il senso del rapporto tra le mente e il corpo e il significato e la funzione dell'inconscio.  Ha ricostruito e interpretato l'intenso scambio dialogico tra Pauli e il fondatore della psicologia analitica Jung, nel quale emerge il profondo rapporto tra filosofia, fisica e psicanalisi. L'analisi tra visibile e invisibile, il ruolo dell'arte e il senso epistemologico dello spazio intermedio e del confine sono stati da lui sviluppati anche attraverso un'esegesi del pensiero di Florenskij.  Le ricadute del suo pensiero sulle scienze sociali ed economiche trovano approfondimenti nelle opere dedicate all'analisi dei sistemi organizzativi socio-economici. L'attività presso la facoltà di Architettura l'ha portato a riflettere sulla'"epistemologia del progetto", sulla relazione tra possibilità e realtà, sul rapporto tra l'Io, lo spazio, il tempo, l'ambiente, tra urbs e civitas, sul concetto di paesaggio, sul ruolo delle città globali e sul nesso tra globale e locale. Gli sviluppi delle tecnologie digitali e poi della rete come fenomeno prima tecnologico poi culturale e sociale vengono elaborati e incorporati nel suo pensiero. La sua riflessione teorica è indirizzata anche ai temi dell'apprendimento e dell'organizzazione della conoscenza soprattutto alla luce delle reali esperienze della scuola, dei processi di modernizzazione e innovazione che la coinvolgono e delle nuove esigenze che essa deve affrontare Nel  ha diretto il rifacimento del manuale di filosofia di Ludovico Geymonat e pubblicato da Garzanti Scuola con il titolo La realtà e il pensiero. La ricerca filosofica e scientifica in collaborazione con Edoardo Boncinelli. Collabora dal  con il CNI per il premio Scintille dedicato all'innovazione (AD).  (Pisa, Cagliari, Roma La Sapienza, Sassari: Facoltà di Architettura di Alghero)  (Vicepresidente CRS4, Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca per la Riforma, CIES, FIESEC, Direttore scientifico del progetto “Scuola digitale” della Regione Sardegna).  Vedi L'interpretazione materialistica della meccanica quantistica. Fisica e filosofia in URSS. Vedi Scienza, filosofia, politica in Unione Sovietica.Vedi Materialismo e dialettica nella filosofia sovietica. Vedi Scienza e marxismo in Urss.  Vedi La mediazione linguistica. Il rapporto pensiero-linguaggio da Leibniz a Hegel  Vedi Epistemologia del confine  Vedi Il Sogno di Dostoevskij  (vedi Pauli e Jung. Un confronto su materia e psiche  Vedi recensione di Edoardo Boncinelli in Corriere della Sera che cita che con quest'opera va avanti sul progetto di esplorare una originalissima epistemologia del confine. Come leggere Florenskij. La tecnica e il corpo. Organizzazioni. Soggetti umani e sviluppo socio-economico. Individui e imprese: centralità delle relazioni. La politica che non c'è. Idee guida per un progetto tra razionalità e valori  L'albero flessibile. La cultura della progettualità   Le due vie della percezione e l'epistemologia del progetto  La città possibile  People and Space. New Forms of interaction in City Project  Epistemologia del cyberspazio  Vedi La comunicazione nell'era di Internet  Vedi Lo spazio intermedio, che riprende, rielabora ed estende il concetto di confine. La didattica e la rete. Più colta e meno Gentile. Saper fare la scuola: il triangolo che non c'è. Nuovi percorsi per l'obbligo formative. La realtà e il pensiero 1. La ricerca filosofica e scientifica, Garzanti Scuola. Altre opere: “ L'interpretazione materialistica della meccanica quantistica. Fisica e filosofia” (Feltrinelli, Milano); Scienza, filosofia, politica in Unione Sovietica. Feltrinelli, Milano, “Materialismo e dialettica” Loescher, Torino, Scienza e marxismo in Urss, Loescher, Torino,  “La mediazione linguistica: il rapporto pensiero-linguaggio da Leibniz a Hegel” (Feltrinelli, Milano, D.I. Mendeleev, Scritti sullo spiritismo. . Traduzione e studio storico-critico introduttivo di S. Tagliagambe, Bollati-Boringhieri, Torino; L'impresa tra ipotesi, miti e realtà (in collaborazione con G.Usai), ISEDI, Torino; Epistemologia del confine, Il Saggiatore, Milano, “La politica che non c'è. Idee guida per un progetto tra razionalità e valori” (Demos, Cagliari); Il sequestro dell'identità, CUEC, Cagliari, La città possibile, (in collaborazione con G. Maciocco), Dedalo, Bari, Epistemologia del cyberspazio, Demos, Cagliari,  L'albero flessibile. La cultura della progettualità, Masson, Milano, Il profilo del tempo, ‘Nuova civiltà delle Macchine', Organizzazioni. Soggetti umani e sviluppo socio-economico, (in collaborazione con G.Usai), Giuffré, Milano, La didattica e la rete, Pitagora Editrice, Bologna, La comunicazione nell'era di Internet, (in collaborazione con C. Crespellani Porcella e G. Usai, Collana Fondazione IBMEtas Libri, Milano, Il destino del marxismo in Russia: dall'idolatria al rifiuto, (in collaborazione con V. Mironov), Luiss Edizioni, Collana di studi metodologici, Roma, La vittoria di Babele. Dalla filosofia naturale alla separazione dei linguaggi, ‘ Civiltà delle macchine', Il sogno di Dostoevskij. Come la mente emerge dal cervello, Raffaello Cortina Editore, Milano, Filosofia della scienza (in collaborazione con G. Boniolo, M.L. Dalla Chiara, G. Giorello, C. Sinigaglia), Cortina, Milano,  Nuovi percorsi per l'obbligo formativo, Edizioni PLUS. Pisa, Pisa; Il pensiero unitario di Ludovico Geymonat, in collaborazione cn  Edizioni Nuova Cultura, Teramo; Le due vie della percezione e l'epistemologia del progetto, Franco Angeli, Milano; Più colta e meno gentile. Una scuola di massa e di qualità, Armando, Roma); Come leggere Florenskij, Bompiani, Milano, La tecnica e il corpo” (Franco Angeli, Milano); Individui e imprese: centralità delle relazioni” (Giuffrè, Milano, Saper fare la scuola: il triangolo che non c'è” (Einaudi, Torino, Lo spazio intermedio, Università Bocconi Editore, Milano, Storia della filosofia,  XIII, Filosofi italiani” (Bompiani, Milano); Storia della filosofia,  “People and Space. New Forms of interaction in City Project” Springer-Verlag Berlin, Heidelberg, New York, El espacio intermedio. Red, individuo y comunidad, Fragua Editorial, Madrid, Pauli e Jung. Un confronto su materia e psiche” (Raffaello Cortina, Milano); “La libertà, le lettere, il potere” (Rubbettino, Soveria Mannelli); La realtà e il pensiero. La ricerca filosofica e scientifica” (Garzanti Scuola). Silvano Tagliagambe. Tagliagambe. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tagliagambe” – The Swimming-Pool Library.

 

Grice e Taglialatela – filosofia italiana (Mondragone). Flosofo. Studia al Seminario vescovile di Sessa. Ordinato sacerdote, insegnò teologia al Seminario vescovile di Cava dei Tirreni. Lasciato il sacerdozio, tenta di arruolarsi nelle truppe di Garibaldi, per poi decidere di predicare nell'Italia meridionale i nuovi ideali del movimento unitario. Nominato professore di teologia a Napoli. A seguito della soppressione di tale cattedra apre una scuola privata.  Incomincia da questo periodo a riscoprire lo studio e la saggistica, in particolare riprendendo e sposando le tesi di Gioberti, che lo affascina . Su questo indirizzo filosofico è stato imperniato il manuale Istituzioni di filosofia dche, seppur non prescelto come testo d'insegnamento liceale, in quanto particolarmente complesso, ricevette le lodi di Spaventa.  Non manca, in seguito, avendo aderito al protestantesimo, di compiere opere missionarie, in particolare in Puglia e in Abruzzo. A tal riguardo è documentato il viaggio di Pescasseroli sul quale scrisse Croce, che segnala anche come e considerato, assieme a Mazzarella e Caporali, fra le menti più forti del movimento protestante in Italia. Altre opere:: “Istituzioni di filosofia” (Tip. all'Insegna del Diogene, Napoli); “Apologia delle dottrine filosofiche di Gioberti” (Tip. all'Insegna del Diogene, Napoli); “La scienza, la vita e di Sanctis. Discorso” (Tip. all'insegna del Diogene, Napoli); “Garibaldi. Conferenza, La Speranza, Roma); “Il Papa-re nelle profezie e nella storia, La Speranza, Roma); “In Dio. Saggi, discorsi, frammenti di filosofia Cristiana” (La Speranza, Roma); “Fede, speranza e carità. Meditazioni, ed. postuma, La Speranza, Roma); “Teoria evangelica della vita” (La Speranza, Roma; D. Ciampoli, L'opera letteraria di Taglialatela” (Tip. Unione editrice, Roma); B. Croce, Pescasseroli, Laterza, Bari (poi in Storia del Regno di Napoli); R. Fiore, Pietro Taglialatela, in Civiltà Aurunca», G. Iurato, Pietro Taglialatela. Dalla filosofia del Gioberti all'evangelismo antipapale, Claudiana, Torino, Gioberti Protestantesimo in Italia  Taglialatela. Biografia, pubblicazioni e  in "Dizionario biografico dei protestanti in Italia". Sito della Società di studi valdesi. Apologia della dottrina filosofica di V. Gioberti. Pietro Taglialatela. Taglialatela. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Taglialatela” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732962169

 

Grice e Tagliapietra – sincerita – filosofia italiana (Venezia). Filosofo. Dopo la maturità classica al Foscarini di Venezia, ha compiuto studi di medicina e di filosofia, laureandosi in filosofia teoretica all'Università Ca' Foscari con una tesi discussa con Emanuele Severino e Romano Madera. In quegli stessi anni perfeziona gli studi di ermeneutica biblica sotto la guida di Carlo Enzo. Ha insegnato Storia della filosofia moderna e contemporanea presso l'Università degli studi di Sassari. Professore a  Milano. Fonde nelle sue ricerche un'indagine storico filosofica sul pensiero greco, sulla tradizione apocalittica ebraica e cristiana e sul canone del pensiero moderno, con un'attenzione a temi contemporanei legati al mondo delle immagini e della comunicazione, allo studio del linguaggio e delle metafore, nonché all'intreccio storico e teorico fra teatro e filosofia. In quest'ultima prospettiva si orientano i suoi studi sull'idea di sincerità e sul significato della bugia nel quadro di una costruzione drammaturgica dell'individuo, sul ridere e sulla natura del personaggio comico. Cura per Feltrinelli, Bollati Boringhieri e Bruno Mondadori edizioni importanti: L'Apocalisse di Giovanni, raccolte di scritti sull'Illuminismo e sul tema della "catastrofe"; opere di Platone, Gioacchino da Fiore, Kant, Benjamin Constant, Voltaire, Jean-Jacques Rousseau, Alessandro Manzoni, Constantin-François de Chassebœuf de Volney, Ludwig Andreas Feuerbach, Louis-Sébastien Mercier.  Dal 2007 sta curando l'edizione delle opere complete di Italo Valent. Collabora saltuariamente a Il Gazzettino, il quotidiano della sua città, e ha collaborato a varie testate giornalistiche (Capital; Panorama; Il Sole 24 Ore; l'inserto culturale "Saturno" de Il fatto quotidiano, ecc.), con interventi di carattere culturale o legati all'attualità sociale e politica. Con La virtù crudele. Filosofia e storia della sincerità  ha vinto il Premio Viareggio per la saggistica. Dli è stato conferito il premio di filosofia Viaggio a Siracusa per il saggio Gioacchino da Fiore e la filosofia.  È direttore del Giornale critico di storia delle idee. È fondatore e direttore a Milano del Centro di Ricerca Interdisciplinare di Storia delle Idee (CRISI), e di ICONE, Centro Europeo di Ricerca di storia e teoria dell'immagine di Palazzo Arese Borromeo. Altre opere: “La metafora dello specchio. Lineamenti per una storia simbolica” (Feltrinelli, Milano, Bollati Boringhieri, Torino); “Il velo di Alcesti: la filosofia e il teatro della morte” (Feltrinelli, Milano); “Filosofia della bugia: figure della menzogna nella storia del pensiero occidentale” (Bruno Mondadori, Milano); “La virtù crudele: filosofia e storia della sincerità” (Einaudi, Torino); “La forza del pudore: per una filosofia dell'inconfessabile” (Rizzoli, Milano; “Il dono del filosofo: sul gesto originario della filosofia” (Einaudi, Torino); “Icone della fine: Immagini apocalittiche, filmografie, miti (Il Mulino, Bologna); “Sincerità” (Raffaello Cortina, Milano); “Gioacchino da Fiore e la filosofia, il Prato, Padova); “Non ci resta che ridere (Il Mulino, Bologna); “Alfabeto delle proprietà: filosofia in metafore e storie” (Moretti & Vitali Editori, Bergamo); “Esperienza: filosofia e storia di un'idea” (Raffaello Cortina, Milano); “Filosofia dei cartoni animati. Una mitologia contemporanea” (Bollati Boringhieri, Torino). Opere costituite da raccolte di lezioni Cartografia intellettuale dell'Europa, “La migrazione dello spirito” (Mimesis Edizioni, Milano-Udine); “Tempo a termine e tempo senza fine: breve storia figurale della temporalità”, con DVD-ROM delle lezioni, Mimesis Edizioni, Milano-Udine); “Non desiderare la donna e la roba d'altri” (Il Mulino, Bologna); “Il senso del dolore. Testimonianza e argomenti” (Editrice San Raffaele, Milano); “Zerologia. Sullo zero, il vuoto e il nulla” (Il Mulino, Bologna. Edizioni scientifiche, curatele e traduzioni Apocalisse di Giovanni, testo latino a fronte, prefazione di Andrea Tagliapietra, traduzione e postfazione di Massimo Bontempelli, Feltrinelli, Milano, Platone, Fedone o sull'anima, testo greco a fronte, traduzione, introduzione e cura saggio critico di Elisa Tetamo, Feltrinelli, Milano; Gioacchino da Fiore, Sull'Apocalisse (Feltrinelli, Milano); “Immanuel Kant-Benjamin Constant, “La verità e la menzogna. Dialogo sulla fondazione morale della politica” (Bruno Mondadori, Milano); “Che cos'è l'Illuminismo? I testi e la genealogia del concetto” (Bruno Mondadori, Milano); “Rudolf Otto, Il sacro, introduzione” (Gallone Editore, Milano); Voltaire-Rousseau-Kant, Sulla catastrofe. L'illuminismo e la filosofia del disastro” (Bruno Mondadori, Milano); “La fine di tutte le cose” (Bollati Boringhieri, Torino); “La storia e l'invenzione” (il Prato, Padova); “Le rovine, ossia meditazione sulle rivoluzioni degli imperi” (Mimesis Edizioni, Milano-Udine); “L'uomo è ciò che mangia” (Bollati Boringhieri, Torino); “Montesquieu a Marsiglia” (Inschibboleth, Roma); “Bisogna sempre dire la verità?” (Raffaello Cortina Editore, Milano); “Kant e l'idea della fine”, Agalma, “Il rischio e il limite”; Magazine (dossier Energia), Pearson. “L'ultimo gesto di Socrate”; “Il pudore e l'enigma”; Spazio Filosofico, Tipologia del riso, Fillide, n. Kant and the Idea of the End, European Journal of Psychoanalysis, The End. Corpo di pazienza, European Journal of Psychoanalysis, ISAP. “Esser contro”, XÁOS. Giornale di confine, Il dono del filosofo. Il dono della filosofia, XÁOS. Giornale di confine, Il giallo della filosofia, XÁOS. Giornale di confine, Il volto del potere di Andrea Tagliapietra, in XÁOS. Giornale di confine, La Lotteria di Babele. Appunti filosofici su caso e fortuna nella società della comunicazione di Andrea Tagliapietra, in XÁOS. Giornale di confine, L'apocalisse delle immagini. Esegesi del cinema di Wim Wenders a partire da "Fino alla fine del mondo", di Andrea Tagliapietra, in XÁOS. Giornale di confine, La gola del filosofo. Il mangiare come metafora del pensare di Andrea Tagliapietra in XÁOS. Giornale di confine Anno IV, n. 1 marzo -giugno 2005/2006. Dire la verità. L'insistenza della critica di Andrea Tagliapietra, in Giornale critico di storia delle idee,  Interviste e video L'uomo è un animale che esita. Intervista con Andrea Tagliapietra di Marco Dotti, in Vita, nPresentazione. Il dono del filosofo. Sul gesto originario della filosofia in Inschibboleth WEB TV. Presentazione. Icone della fine. Immagini apocalittiche, filmografie, miti Del senso della fine. Dialogo con Andrea Tagliapietra di Dotti, in Communitas, n. 4, . RAI Cultura: futuro, progresso e possibilità Lezione magistrale al Festival di Filosofia (Modena ), Inganni. Finzioni di verità e storia naturale dell'intelligenza. Eigentlichkeit und Dichtung? La filosofia della sincerità di Andrea Tagliapietra, di Vincenzo Pinto  Il riso è il proprio dell'uomo. Commento in margine a Non ci resta che ridere di Andrea Tagliapietra, di Tugnoli  Se essere sinceri è una virtù crudele. Uno studio fra storia e filosofia, di Galimberti, in "La Repubblica", Recensione ad Andrea Tagliapietra, La virtù crudele. Filosofia e storia della sincerità, di Claudio Tugnoli, in "Dialeghestai. Rivista telematica di filosofia", anno VI, 2004  Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci. 9 agosto .  Home page del Giornale Critico di Storia delle Idee  Home page del Centro di Ricerca in Storia delle IdeeCRISI  Home page di ICONE, Centro Europeo di Ricerca di storia e teoria dell'immagine, su centro europeo palazzo borromeo. 17Ciclo di dieci lezioni teoriche, dette "Decadi", tenuto nell'Aula Tafuri di Palazzo Badoer, a Venezia, dall'11 novembre  al 29 gennaio , nel quadro del Laboratorio di Progettazione Architettonica dello IUAV diretto da Renato Rizzi e costituente il  I, Libro dello Studio, del progetto "Lampedusa. La cattedrale di Solomon". Opere di Andrea Tagliapietra, .  Registrazioni di Andrea Tagliapietra, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Pagina docente con informazioni biografiche e bibliografiche sito dell'Università Vita-Salute San Raffaele. Andrea Tagliapietra. Tagliapietra. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tagliapietra” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731484947/in/datetaken/

 

Grice e Tamburino – filosofia italiana (Caltanissetta). Flosofo. Figlio del giudice Fabrizio e di Agata Adelicia Tramontana. Entrò nella compagnia di Gesù a quindici anni, restò a Caltanissetta dopo aver ricevuto gli ordini, successivamente fu incaricato dell'insegnamento di retorica, di filosofia e di teologia sistematica nel locale collegio gesuitico. A trent'anni fu trasferito nel collegio di Messina per insegnare teologia morale e a quarantacinque anni passò in quello di Palermo. Resse i collegi gesuitici di Caltanissetta, Monreale e Palermo. Fu esaminatore delle curie arcivescovili di Palermo e Monreale, consigliere e qualificatore nel Sant'Uffizio della Inquisizione spagnola, ossia di esaminatore dei reati prima della loro attribuzione alla competenza dell'Inquisizione.  Durante un soggiorno romano, quale rappresentante della provincia gesuitica siciliana alla undicesima congregazione generale della compagnia di Gesù, conosce Greuter, che lavora per la casa generalizia dei gesuiti. Il teologo siciliano, apprezzandone le doti, gli affida l'incarico di incidere le immagini della Madonna. Realizzava finalmente il progetto, da qualche anno vagheggiato, di dare alle stampe le notizie preparate dal confratello Ottavio Gajetano, riguardanti appunto i luoghi del culto mariano nell'isola, facendo illustrare l'opera con tavole riproducenti le relative icone della Madonna.  Così accanto alla sua imponente produzione filosofica, restano anche due edizioni, una in latino ed una in volgare, di un volume con 36 incisioni del ‘600, di raro pregio per la raffinatezza dei disegni di Greuter. Il saggio non e firmato dal gesuita. Di queste due edizioni si trovano rari esemplari che, per le limitazioni derivanti dall'esaurimento delle matrici, sono, per buona parte, prive delle pagine in cui sono stampate le incisioni. Il gesuita siciliano nella conoscenza del peccato attribuisce importanza primaria alla “cognitio singulorum,” cioè alla capacità di valutazione dei singoli. Diverso è, infatti, il peso delle colpe a seconda se a commettere l'infrazione è l'individuo colto oppure l'ignorante. Nel individuo colto prevale la vis ratiocinandi, la forza della ragione. Nell’ignorante, la vis sentiendi, la forza del sentimento. Ancora differenza c'è tra l'”actio humana” e l'”actio hominis”. La azione umana e compiuta in perfetta consapevolezza. Nell’azione di un uomo la coscienza è spesso condizionata dal patire passionale, che può essere violentum – violento --, coactum – costretto – co-azione- o necessarium – necessario -- venendo così a mitigare la colpa. Nel trasporto passionale c'è dell'involontario, spesso frutto di ignoranza che rende la coscienza erronea. Il tutto si traduce in una interpretazione benignista della prudenza o epi-eìcheia, riprendendo in un certo modo la tradizione di Aquino. A sostenere questa intensa produzione sul probabilismo, col rientro da Palermo a Genova di Diana, rimane. I suoi saggi hanno ampia diffusione fino al riconoscimento della validità delle tesi probabiliste da S. Alfonso de' Liguori che con la sua Theologia Moralis mette sostanzialmente fine al rigorismo giansenista.  Il probabilismo incontra ostilità negli ambienti religiosi più vicini al rigorismo dei giansenisti. A contrastare le tesi del probabilismo i più influenti furono i domenicani, che spinsero Retz, a farsi portavoce presso il papa per l'emanazione di un provvedimento di condanna. Alessandro VII, sollecitato più volte, condenna il probabilismo. Sono censurate solo le tesi più estreme. Un'altra condanna del probabilismo e promulgata da Innocenzo XI. Però questa volta il gesuita siciliano non sube sanzioni ad personam, così passa alla storia della morale, come padre della probabilità tenue. Con esso si chiuse il periodo d'oro della esportazione della cultura teologica siciliana. Fu sancita la completa ri-abilitazione del gesuita siciliano con la pubblicazione di Verità Vindicata che Niceti diede alle stampe a Roma. Altre opere: I suoi saggi sono stati riuniti nella Opera Omnia. “Methodus Expeditae Confessionis; Opuscola Tria de Confessione”; “Comunione et Sacrificio Missae”; “Expedita Decaloghi Explicatio. Libris decem digesta; “De Sacrificio Missae Expedite Celebrando Libri tres”; “Della Consolazione della Filosofia di Anicio Manlio Boezio Libri cinque. Traduzione di Tommaso Tamburino; Juris Divini. Naturalis et Ecclesiastici Expedita Moralis Explicatio, Complectens Tractationes tres, de Sacramentis, quae sunt de Jure Divino, de Contrattibus, quos dirigit Jus Naturale, de Censuris et Irregularitate, quae sunt de Jure Ecclesiastico. Tractatus de Bulla cruciata. Sanctissimae Deiparae Cultus in Sicilia. (Nomen sublatum) Ragguagli delli Ritratti della SS. Vergine Nostra Signora più celebri, che si riveriscono in varie Chiese nell'isola di Sicilia. Opera postuma del R. Ottavio Cajetano della Compagnia di Gesù. Trasportato nella lingua volgare. Germana Doctrina R.Thomae Tamburini S. J. perspicue refellens impugnationes R.Vincentii Baronii adversus illam allatas;  Tractatus in Quinque Ecclesiae Praecepta; “Tractatus de Jubileo Manoscritto; “Additamentum continens aliquot epistolas, et levem vindicationem contra Joannem Sinichium hybernum authorem libri Saul et Rex. Manoscritto. Bibl.Naz.Roma. Fondo Gesuitico, Traduce “La consolazione della Filosofia” di Boezio. Libri cinque. L'Anno dei Giorni Memorabili, scritto dal Gio. Nadasi della Compagnia di Gesù. V. Baron, Theologia moralis adversus laxiores probabilistas, Parigi, Piget, R. Brouillard, Dictionnaire de Théologie Catholique, Parigi, Letouzej, S. Burgio, “Il probabilismo in Sicilia”, Catania, Soc. Storia Patria, V. Contenson, Theologiae mentis of cordis, Tolosa, T. Deman, Probabilisme, Colonia, C. Hebermann, Enciclopedia cattolica, R. Appelton Company, M. Petrocchi, Il problema del lassismo nel secolo XVII, Roma, Storia e letteratura, J. Sinnichins, Saul et Pax, Lovanio, Nempaei, Tommaso Tamburino, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Pietro Tacchi Venturi, Tommaso Tamburino, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. Tomasso Tamburino. Tamburino. Keywords: prudenza, probabilismo tenue, azione di un uomo singolare, la forza del ragionare, la forza del sentire, il necesario, il costretto (co-actum), il violento. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tamburino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733185005

 

Grice e Tafuri: il bizarro – filosofia italiana (Soleto). Filosofo. Versatile e bizzarro ingegno, che dopo studi a Napoli e Parig si ritira nella sua natia Soleto nel Salento dove ha un cenacolo di allievi filosofi del platonismo esoterico. Il Socrate di Soleto e una personalità eclettica ed un affascinante intellettuale, amante della conoscenza e studioso e di molteplici campi del sapere: alchimia, filosofia, astronomia, astrologia, medicina, fisiognomica, magia naturale. Al centro dei suoi interessi vi e l'interesse e lo studio dei fenomeni della natura, l'anima del mondo, il miracolo e le meraviglie del creato e l'unicità irripetibile di ogni essere umano. Considerato alla stregua di un Nostradamus salentino e onorato e temuto per le sue capacità divinatorie e fisiognomiche tanto da attribuirgli poteri occulti e demonologici. Un suo ritratto col rosso copricapo della Sorbona si trova nel dipinto ad opera del galatinese Lavinio Zappa della Madonna del Rosario nella navata sinistra della Chiesa Matrice di Soleto. Sepolto dapprima nella chiesetta di S. Lorenzo delli Tafuri adiacente alla sua abitazione e poi, dopo la demolizione della cappella nel Monastero di San Nicola in una cassa di legno con lo stemma della famiglia. Sull'architrave della sua casa natale è inciso il motto, Humile so et humilta me basta dragon diventaro se alcun me tasta. Con quest'iscrizione esprime e manifesta ai cittadini e a chiunque passasse dalla sua dimora la sua mite natura caratteriale, mortificata dalle ingiurie e maldicenze in conseguenza delle quali poteva trasformarsi, ironicamente, attraverso alchimia e magia, in un dragone. Nella Soleto e diffusa la consuetudine di incidere sulle architravi delle finestre, sui cornicioni dei balconi o all'interno di uno stemma, delle epigrafi con la finalità di motto. Un proverbio, una citazione, un passo letterario, filosofico, o religioso, e un pensiero personale descrivevano la personalità e le attitudini del padrone di casa o invitavano il passante a riflettere su un tema o un monito saggio e profondo. Lo stemma della famiglia, presente sulla porta della casa natia, è costituito da un albero di quercia con due fulmini che si scagliano contro ma non lo colpiscono. Un'aquila bicipite scolpita sopra fa pensare ad un'origine albanese della famiglia. Infatti molte famiglie albanesi e greche di confessione cristiano-ortodossa e cattolica sono costrette a fuggire ed alcune emigrarono nel Salento a causa dell'avanzata dei turchi che occupano i loro territori.  "Del salentin suol gloria ed onore" lo definie Tommasi. E davvero egli e, tra i filosofi che fioreno in Puglia il più universalmente noto. Partito da Soleto per Napoli per approfondirsi nella matematica dopo la preparazione ricevuta a Zollino da Stiso, vi torna famoso in tutto il mondo e pieno di gloria.  Desideroso solo di pace fisica e mentale, apre una ‘scuola’ di filosofia. Tra i suoi allievi:  Cavazza, Vernaleone, Scarpa, Corrado. Assiduo verso gli infermi, esercita con zelo e successo la professione di medico ma mentre era di modello coi suoi saggi, di ammirazione e rispetto coi suoi consulti fu dalla ignoranza popolana ritenuto un mago perché cultore di scienze inusitate quali l'Astronomia e l'Astrologia.  Tornando da Padova, Parigi e Salamanca, cioè dai più grandi centri culturali del tempo, sollevò certo le gelosie interessate di coloro che non sapevano rassegnarsi al suo prestigio professionale. A ciò si aggiunse il vigile sospetto della Curia Arcivescovile messa sull'avviso dal Concilio di Trento.  Egli che porta per tutto il mondo l'amore per il suolo natio col nome di Matteo da Soleto, proprio in patria ebbe a difendersi da accuse di stregoneria come spesso avviene a chi, uomo di scienza, si rende filantropo. Fu più volte interrogato per le sue capacità di previsione del futuro (divinatorie) ma fu sempre rilasciato innocente.  Il Codice Vaticano. è testimonianzapressoché l'unica superstitedell'impegno speculativo di Matteo Tafuri.  Da questo capostipite molti furono i Tafuri medici o giureconsulti che da Soleto trasferirono poi la loro residenza a GallipoliNardò e LecceGalatone.Così troviamo nel "Liber baptesimorum" dell'Archivio Parrocchiale di Soleto un Clericus Phisicus Honofrius Taphurus filius eccellentissimi Doctori Francisci che è padrino al battesimo di Carrozzini. Il pronipote di Onofrio, Vincenzo Maria fu sindaco di Gallipoli  mentre il fratello di Onofrio, dottore in giurisprudenza, visse presso la corte di Napoli dove morì. Svariati giureconsulti, medici e sindaci a Lecce e Galatone. Ricordiamo, non per ultimo, fra Diego da Lequile (al secolo Diego Tafuri. Manni, La guglia di...30 Luigi Galante, Matteo Tafuri. Nuove rivelazioni da un manoscritto, in 'Il filo di aracne'  Galatina,   Manni, La guglia, l'astrologo, Bernari 42  Istoria scrittori Regno di Napoli, Bernari. Bernari, A., Il mago di Soleto: Matteo Tafuri, Milano, De Tommasi, G.B., Matteo Tafuri in "Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli" tomo VIII, Napoli, del Balzo di Presenzano, A., I del Balzo ed il loro tempo, Napoli,Manni, L., Guida di Soleto, Galatina, Manni, L., La guglia di Soleto, Galatina,  Manni, L., La guglia, l'astrologo, la macàra, Galatina, Montinari, M., Soleto, Fasano, Tafuri, G.B., Istoria degli Scrittori del Regno di Napoli, Napoli, 1D. Bacca "Personaggi del sole culturale", Lecce 2008  Alchimia Galatina Giovanni Battista Della Porta Orsini Orsini Del Balzo Guglia di Raimondello Soleto. G. B. Tafuri. Matteo Tafuri. Tafuri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tafuri” – The Swimming-Pool Library.  https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691279336/in/photolist-2mKMjs5

 

Grice e Tarantino – filosofia italiana (Gravina), filosofo. Noto per i suoi studi sul padre e per fondare insieme la sezione dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli di cui è stato anche president. Ha saggi sulla pedagogia, la psicologia e l'Umanesimo.  Dopo la laurea, diviene insegnante per i licei italiani; in particolare, insegna al liceo Federico II di Svevia di Altamura dove uno dei suoi studenti e Rubini. Nominato dirigente scolastico del Liceo classico Cagnazzi di Altamura, porta la scuola al più alto numero di studenti mai raggiunto. In qualità di dirigente scolastico, si reca a Tokyo  per una "visita preparatoria di incontro tra scuole". Durante la sua permanenza si verifica un violento terremoto, che gli causò paura e notevoli disagi con un volo di ritorno pagato 4000 euro e un'assistenza a quanto pare insufficiente da parte delle autorità consolari del posto. Dirigente scolastico del Liceo classico Luca de Samuele Cagnazzi, Presidente di circoscrizione del Lions Club Puglia Consigliere di Club del Lions Club Altamura Host Presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (IISF) di Napoli[senza fonte] Opere Speranze e proposte formative nel primo Novecento. La lezione di Giuseppe Tarantino, Bari, 1995. Dietro la ruota. Infanzia pregiata, Levante, Lezioni di volo, Bari,  L'inconscio e la coscienza nel pensiero di Giuseppe Tarantino, Bari, . L'Umanesimo mediterraneo. Orizzonte storico-culturale per la costruzione di una cittadinanza cosmopolita, , Storia antica e moderna dell'Ordine del Tempio, Nisroch, L'Umanesimo scientifico di Giuseppe Tarantino, Aracne Editrice). //aracneeditrice/index.php/autori.html?auth-id=407986 // teatro.liceocagnazzi.edu/storia-della-rassegna/  altamuralife/ notizie/la-testimonianza-di-un-gravinese-in-giappone-durante-il-terremoto/  lions108ab/wp-content/uploads//06/Rivista-Lions- numero-4.compressed.pdf  lions/data/club.php?id=21110  Giuseppe Tarantino Liceo classico Luca de Samuele Cagnazzi  Sito web ufficiale e blog di Filippo Tarantino. Filippo Tarantino. Tarantino. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tarantino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732938004

 

Grice e Tarantino – l’inconscio e la coscienza – filosofia italiana (Gravina). Fosofo. Docente a Pisa. Figlio di Filippo Tarantino, nobile locale, e Arcangela Maria Letizia Spagnuolo.  Studiò nel ginnasio della sua città, sotto la guida dello zio materno Nicola. Compì gli studi superiori a Pisa, dapprima come studente all'università della stessa città e successivamente come allievo della Scuola normale superiore di Pisa. Iniziò gli studi sotto la guida di Francesco Fiorentino. A ventidue anni conseguì la laurea in Lettere e Filosofia e seguì a Napoli il maestro Fiorentino fino alla sua morte.  In sua memoria dedicò al suo maestro il suo primo libro, intitolato I Saggi Filosofici e pubblicato nel gennaio; nello stesso anno ottenne la docenza in filosofia teoretica. Inizia ad acquisire notorietà grazie ai saggi critici che pubblica sul Giornale Napoletano. Ottiene la cattedra di filosofia nel Liceo Antonio Genovesi di Napoli. Per ben dieci anni, lavorò all'opera Saggio sulla Volontà. Ha anche una breve relazione con la fiorentina Bice, anche se e sentimentalmente legato ad un'altra donna di Gravina, conosciuta a Napoli, alla quale dedica particolare cura. Dopo aver vinto il relativo concorso, gli e assegnata la cattedra di filosofia teoretica a Palermo, ma per motivi sentimentali vi rinuncia.  Insegna al Liceo Marciano. Ottiene la cattedra di filosofia nel Liceo Genovesi. Per un periodo abbandona la sua relazione sentimentale per ritornare a lavorare sulle sue opere. Agli inizi del Novecento, vince il concorso per la cattedra di filosofia morale a Pisa. Insegna anche alla Scuola di Pedagogia, dove tra i suoi insegnanti figura Gentile. La sua notorietà cresce sempre più grazie ad alcuni suoi saggi critici pubblicati sulla Rivista di Filosofia Scientifica di Morselli, il più noto dei quali è su Locke.  Tra i suoi studenti di Pisa più noti figurano Nicola ed Accadia. Torna nella sua città natale Gravina in Puglia, dove vive nella casa di un nipote suo omonimo che aveva studiato sotto la sua egida a Pisa. Dona alla biblioteca Santomasi di Gravina in Puglia una parte cospicua dei suoi libri. A lui è stato intitolato il liceo scientifico della sua città natale Gravina in Puglia. Altre opere: “Appunti di Filosofia ad uso dei giovani del Liceo” (Filippo Toso, Aversa); “Saggi filosofici” (Napoli, Vincenzo Morano); “Studio storico su Giovanni Locke” in Rivista di Filosofia, II, Milano-Torino, F.lli Dumolard); “Saggio sul criticismo e sull'associazionismo” (Napoli, Vincenzo Morano,); In morte di Michelangelo Calderoni, Vecchi, Trani, Saggio sulla volontà, Napoli, Tip. editrice F. di Gennaro e A. Morano.  In morte di Antonietta Cagiati, nella necrologia per Gaetano e Antonietta Cagiati, Napoli. “Saggio sulle idee morali e politiche di Hobbes” (Napoli, Tip. F. Giannini & Figli); “Il problema della morale di fronte al positivismo e alla metafisica” (Pisa, Tip. A. Valenti); “Il principio dell'etica e la crisi morale contemporanea” (Napoli, A. Tessitore & figlio); “Il concetto dello stato ed il principio di nazionalità” (Napoli); “Discorso preposto alle traduzioni dal latino, dall’inglese e dal francese di G. Sottile” (Napoli); “Vinci e la scienza della natura”, Nel centenario di L. da Vinci, La politica e la morale. Discorso (Pisa, Tipografia editrice cav. F. Mariotti); “”Sulla riforma universitaria, in «Rivista di filosofia».  Cfr. Gabriele Turi, Giovanni Gentile: una biografia, Firenze, Giunti,  (Parzialmente consultabile in Google Libri.)  tarantino-inconscio,  tarantino-inconscio-, tarantino-inconscio-, Filippo Tarantino, L. Dibattista, Rosalba Pappalardi e Angelo Recchia-Luciani, L’inconscio e la coscienza nel pensiero di Giuseppe Tarantino , Filippo Tarantino, Mario Adda Editore, Filippo Tarantino, Speranze e proposte formative nel primo Novecento. La lezione di Giuseppe Tarantino, Bari, Levante, Beniamino D'Amato, Orazione funebre in onore di Giuseppe Tarantino .  Filippo Tarantino  Scheda biografica nel sito del Liceo statale Giuseppe Tarantino di Gravina in Puglia. Giuseppe Tarantino. Tarantino. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tarantino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716123265/in/photolist-2mPq8eZ-2mMYDFF-2mKN3Um

 

Grice e Taranto – la colomba d’Archita – filosofia italiana – Luigi Speranza (Taranto). Filosofo. Grice: “I was insulted, if not offended by the Cambridge Dictionary of Philosophy having ‘Anchita’ as Greek! The manw as born in Taranto, Italy, and died in Taranto, Italy! – He was a Tarantoian!” – “My favourite of his philosophical tracts is “Della colomba,” – Strawson pointed out to me that since this is a mechanical (mechanical-mechanical) pigeon, I should have used ‘scare-quote’ gesture!” -- Ricerca Archita filosofo, matematico e politico greco antico Lingua Segui Modifica (LA)  «Magnum in primis et praeclarum virum»  «Uomo fra i primi grande e illustre»  (Cicerone, De senectute, XII, 41). Appartenente alla "seconda generazione" della scuola pitagorica, ne incarnò i massimi principi secondo l'insegnamento dei suoi maestri Filolao(470 a.C.-390 a.C./380 a.C.) ed Eurito (V secolo a.C.). Archita BiografiaModifica Figlio di Mesarco (o di Estieo o di Mnesagora, a seconda delle fonti), nacque a Taranto, città della quale fu "stratego massimo" nella prima metà del IV secolo a.C. proprio nel periodo in cui la città raggiungeva l'apice del suo sviluppo economico, politico e culturale.  Archita condusse una vita austera, improntata a uno stretto autocontrollo nel rispetto delle rigide regole della setta pitagorica, ma non priva di umana socievolezza: racconta Eliano che spesso quello s'intratteneva a scherzare con i figli dei suoi schiavi e con questi stessi non disdegnava di sedere assieme a banchetto. Abile uomo politico, si tramanda che fosse stato nominato per sette volte stratego (στρατηγός, strategòs) della città-stato di Taranto riuscendo ad essere un condottiero sempre vittorioso nelle sue battaglie. Probabilmente fu anche stratego "autocrate" (αὐτοκράτωρ, autocrator) della Lega italiota, ricostituitasi dopo la morte di Dionisio I di Siracusa, e che ebbe come sede Eraclea sotto l'effettivo controllo di Taranto. Non si sa se, nonostante il divieto della costituzione cittadina, fosse stato nominato consecutivamente; i suoi mandati vengono datati tra il II e il III viaggio di Platone, quindi potrebbero essere stati ricoperti anche uno di seguito all'altro. Attua una politica di sviluppo che porta Taranto a diventare la metropoli più ricca e importante della Magna Grecia. Con l'edificazione di monumenti, templi e edifici diede nuovo lustro alla città. Potenziò il commercio stringendo relazioni con altri centri, come l'Istria, la Grecia, l'Africa. Durante il suo governo, si dedica allo sviluppo dell'economia favorendo l'agricoltura e insegnando egli stesso ai contadini i precetti per migliorare i raccolti. Spesso ricordava loro che Apollo non concesse altro a Falanto che fertili campi e amava ripetere. Se vi si domanda come Taranto sia diventata grande, come si conservi tale, come si aumenti la sua ricchezza, voi potete con serena fronte e con gioia nel cuore rispondere: con la buona agricoltura, con la migliore agricoltura, con l'ottima agricoltura. Nel campo legislativo promulgò diverse leggi per favorire una più equa distribuzione delle ricchezze, basandola sui principi dell'armonia matematica. Uomo di multiforme ingegno, si interessa di scienza, musica ed astronomia e studiò matematica con Eudosso di Cnido. La vastità di queste competenze in Archita si spiega con il fatto che la scuola pitagorica concepiva la matematica, o meglio l'aritmogeometria, fondamento della realtà naturale e l'universo come un cosmo, ordinato cioè secondo principi mistico-matematici dai quali si generava un'armonia musicale poiché la musica stessa si basava su precisi rapporti matematici.  «Credettero che i principi delle matematiche fossero i principi di tutti gli esseri. Ora, i principi delle matematiche sono i numeri. Pensarono quindi che gli elementi dei numeri fossero elementi di tutte le cose, e che tutto quanto il cielo fosse armonia e numero.»  (Aristotele, Metafisica, libro alfa, 985b23-986a3) Non a caso Archita è stato il primo a proporre il raggruppamento delle discipline canoniche (l'aritmetica, la geometria, l'astronomia e la musicanel quadrivium, l'ordinamento che Boezio riprese in epoca medievale). Infine, la partecipazione alla scuola pitagorica, configurata come una setta mistica, era riservata a spiriti eletti e implicava che gli iniziati che la frequentassero avessero disponibilità di tempo e denaro per trascurare ogni attività remunerativa e che potessero dedicarsi interamente a complessi studi: da qui il carattere aristocratico del potere politico che i pitagorici esercitarono nella Magna Grecia fino a quando non furono sostituiti dai regimi democratici. Archita conobbe Platone quando il filosofo ateniese soggiornò a Taranto nel suo primo viaggio verso Siracusa, dove ebbe un confronto piuttosto acceso con il tiranno Dionigi Isulla realizzazione di una possibile riforma filosofica del suo governo. L'amicizia con Archita fu preziosa per Platone quando compiendo questi il suo terzo e ultimo viaggio in Sicilia nel tentativo di realizzare la sua riforma, il nuovo tiranno Dionigi il Giovane lo cacciò dall'Acropoli facendolo vivere nella casa di Archedemo, vicino ai mercenari che mal lo sopportavano. Fu grazie ad Archita, il quale inviò il tarantino pitagorico Lamisco a Siracusa per convincere l'amico Dionigi il giovane a liberare Platone, che il filosofo poté tornare ad Atene.  Lo stesso Platone raccontò così quegli avvenimenti:  "Sembra che Archita si sia recato presso Dionisio; perché io, prima di ripartire avevo unito Archita e i Tarantini in rapporti di ospitalità e di amicizia con Dionisio."  (Platone, Lettera VII, 338c.) "E così con un terzo invito Dionisio mi mandò una trireme per agevolarmi il viaggio, e insieme mandò un amico di Archita, Archedemo, che egli riteneva fosse il più apprezzato da me tra quei di Sicilia, e altri Siciliani a me noti." (Platone, Lettera VII, 339a.) «Altre lettere poi mi giungevano da parte di Archita e dei Tarantini, che facevano grandi elogi dello zelo filosofico di Dionisio, e anche avvertivano che, se non fossi andato subito, avrei causato la completa rottura di quell'amicizia che io avevo creato tra loro e Dionisio, e che era di grande importanza politica." (Platone, Lettera VII, 339d.) "vennero in molti da me, fra cui alcuni servi di origine ateniese, e quindi miei concittadini; essi mi riferivano che calunnie circolavano su di me fra i peltasti, e che alcuni minacciavano, se riuscivano a cogliermi, di sopprimermi. Escogito allora qualche mezzo di salvezza: mando ad avvertire Archita e gli altri amici di Taranto in che condizione mi trovo. E quelli, colto un pretesto per un'ambasceria, mandano uno dei loro, Lamisco, con una nave e trenta rematori. Costui, appena giunto, intercede per me presso Dionisio, dicendogli che io volevo partire e nient'altro che partire; Dionisio accondiscese e mi lasciò andare, dandomi i mezzi per il viaggio" (Platone, Lettera VII, 350) Archita morì a seguito di un naufragio probabilmente nel corso di operazioni di guerra nelle acque di fronte alla città di Matinum (attuale Mattinata sul Gargano) e lì fu sepolto, come riferisce il poeta Orazio: Te maris et terrae numeroque carentis harenae mensorem cohibent, Archyta, pulveris exigui prope litus parva Matinum munera. Te misuratore del mare e della terra e delle immensurabili arene, coprono, o Archita, pochi pugni di polvere presso il lido Matino. (Orazio, Odi, I 28). Nonostante Archita sia vissuto dopo Socrate, viene considerato un continuatore dei filosofi presocratici, perché appartenne alla Scuola pitagorica e si mantenne aderente al pensiero di Pitagora, tant'è che basò le proprie idee filosofiche, politiche e morali sulla matematica. Al riguardo, infatti, così recitano due suoi frammenti. Quando un ragionamento matematico è stato trovato, controlla le fazioni politiche e aumenta concordia, quando c'è manca l'ingiustizia, e regna l'uguaglianza. Con ragionamento matematico noi lasciamo da parte le differenze l'un con l'altro nei nostri comportamenti. Attraverso essa i poveri prendono dai potenti, ed i ricchi danno ai bisognosi, entrambi hanno fiducia nella matematica per ottenere un'azione uguale." (Giamblico, de comm. Math. sc. 11,44, 10. Traduzione di Antonio Maddalena). Per essere bene informato sulle cose che non si conoscono, o si devono imparare da altri o bisogna scoprirle da sé. Ora imparando si deduce da qualcun altro e ciò è straniero, mentre scoprendo da sé è proprio. Scoprire senza cercare è difficile e raro, ma con la ricerca è maneggevole e facile, sebbene chi non sa cercare non può trovare.»  (In Corrado Dollo, Istituto e museo di storia della scienza Archimede, L.S. Olschki). Ad Archita sono tradizionalmente attribuiti molti testi spuri, mentre sono sopravvissuti soltanto alcuni frammenti originali, conservati nelle opere di Ateneoe Cicerone e provenienti dai suoi discorsi morali, che delineano un filosofo più originale nel suo pensiero etico rispetto alla dottrina pitagorica e piuttosto influenzato da quella platonica. Archita viene considerato l'inventore della Meccanica razionale e il fondatore della Meccanica. Si dice che abbia inventato due straordinarie apparecchiature meccaniche.  Un'apparecchiatura era un uccello meccanico, la famosa «colomba di Archita», l'altra sua invenzione era un sonaglio per bambini. Il primo è descritto dallo scrittore e critico latino Aulo Gellio, e ne tentò la ricostruzione uno studioso tedesco, Wilhelm Schmidt. Pare si trattasse d'una colomba di legno, vuota all'interno, riempita d'aria compressa e fornita d'una valvola che permetteva apertura e chiusura, regolabile per mezzo di contrappesi. Messa su un albero, la colomba volava di ramo in ramo perché, apertasi la valvola, la fuoruscita dell'aria ne provocava l'ascensione; ma giunta ad un altro ramo, la valvola o si chiudeva da sé, o veniva chiusa da chi faceva agire i contrappesi; e così di seguito, sino alla fuoruscita totale dell'aria compressa.  Il secondo giocattolo, la raganella, ebbe fortuna: è ancora in uso e spesso si vede nelle fiere popolari di giocattoli. Nella forma originaria era costituita da una piccola ruota dentata fissata ad un bastoncino. Sulla ruota, da dente a dente, saltava una molla cui era congiunto un pezzo di legno. Aristotele consigliava questo giocattolo ai genitori perché, divertendo e captando l'attenzione dei bambini, li distoglieva dal prendere e rompere oggetti domestici.  Si dice anche che Archita abbia inventato la carrucola e la vite, anticipando Archimede, ma non si hanno conferme storiche a tale riguardo. Il più importante risultato ottenuto da Archita è una soluzione tridimensionale del problema della duplicazione del cubo. Precedentemente, Ippocrate di Chio aveva ricondotto questo problema ad un problema di proporzionalità: se a è il lato del cubo che si vuole duplicare, allora il problema consiste nel trovare due valori x e y medi proporzionali tra a e 2a, ovvero tali che  {\displaystyle a:x=x:y=y:2a} Trovati questi due valori, x rappresenta il lato del cubo con volume doppio. La costruzione geometrica utilizzata da Archita per risolvere questo problema è uno dei primi esempi dell'introduzione del movimento in geometria: in esso si considera una curva, conosciuta come curva di Archita, generata dall'intersezione della superficie di un cilindro e di un semicerchio in rotazione rispetto a uno dei suoi estremi.  Archita si dedicò anche alla teoria delle medie, e diede il nome odierno alla media armonica (prima conosciuta come media sub-contraria). Inoltre, dimostrò che tra due numeri interi che sono nel rapporto {\displaystyle {\frac {n}{n+1}}} non è possibile trovare nessun altro intero che sia una media geometrica. Il risultato ha applicazione alla teoria delle scale musicali (vedi sotto).  FisicaModifica Apuleio riporta un argomento di fisica trattato da Archita: la natura della riflessione della luce sopra uno specchio. Platone pensa che dai nostri occhi partano dei raggi luminosi che vanno a mescolarsi con quelli che colpiscono lo specchio. Archita concorda col fatto che i raggi partano dai nostri occhi, ma senza combinarsi con alcuna cosa.  Più felici furono le sue deduzioni sul rumore. Egli capì che provenivano dalle vibrazioni prodotte dall'urto dei corpi nell'aria. Da tale scoperta, formulò l'ipotesi che anche i corpi celesti, dotati di continuo movimento, dovessero produrre rumore. Questo rumore però, non sarebbe udibile dai sensi umani, essendo non intervallato, ovvero continuo nel tempo.  Molto interessanti sono gli studi di carattere sperimentale che condussero a conoscere le cause che diversificano i suoni acuti dai gravi, diversità che sono in funzione della rapidità della vibrazione. Tanto più rapida è la vibrazione, tanto più acuto è il suono che ne proviene, e viceversa. Esperimenti furono eseguiti con flauti, zufoli, tamburelli, e si constatò come anche la voce umana seguisse questo principio. Nell'ambito della teoria musicale sviluppata dalla scuola pitagorica (ed esposta per la prima volta da Filolao), tre contributi sono sicuramente dovuti ad Archita.  Il primo è la teoria secondo cui l'altezza dei suoni è determinata dalla loro velocità di propagazione. Secondo Archita, una bacchetta che oscilla più velocemente (oggi diremmo con frequenza più alta) produrrebbe un suono che si propaga con maggiore velocità nell'aria, e che di conseguenza è percepito come "più alto", rispetto a una bacchetta che oscillasse più lentamente. Questa teoria, per quanto non corretta dal punto di vista fisico e percettivo, rappresenta il primo tentativo di attribuire parametri quantitativi alla propagazione del suono, e fu ripresa da molti autori successivi (inclusi Platone e Aristotele). Il secondo contributo è di natura specificamente matematica. Archita conosceva la relazione fra intervalli musicali e frazioni che conduce alla costruzione della scala pitagorica. Uno dei problemi teorici connessi a quella costruzione era il perché gli intervalli dovessero essere progressivamente suddivisi secondo quelle particolari proporzioni, anziché suddividere semplicemente ogni intervallo in due sottointervalli uguali. Per comprendere la natura del problema si deve ricordare che per definizione gli intervalli musicali si compongono moltiplicandofra loro i rapporti corrispondenti (ad esempio, l'ottava 2:1 si può ottenere componendo una quinta 3:2 con una quarta 4:3, infatti 3:2 x 4:3 = 2:1). Quindi per suddividere un intervallo a:b in due parti uguali si deve trovare il medio proporzionale fra a e b, ossia il numero x tale che a:x = x:b (ciò equivale a cercare la radice quadrata del rapporto a:b). Archità osservò che l'intervallo di doppia ottava (4:1) si può suddividere in due sottointervalli uguali (rappresentati dal rapporto 2:1), ma dimostrò matematicamente che nessun rapporto del tipo superparticulare {\displaystyle {\frac {n+1}{n}}} - genere a cui appartengono tutti gli intervalli fondamentali della scala pitagorica (2:1, 3:2, 4:3, 9:8) - ammette un medio proporzionale fra i numeri interi: quindi nessuno di quegli intervalli può essere suddiviso in due parti uguali (se si mantiene l'ipotesi che ogni intervallo musicale corrisponda a un rapporto fra numeri interi)[36].  Infine, Archita descrisse la costruzione delle scale musicali nei tre generi diatonico, cromatico ed enarmonico. Diversamente dalla scala pitagorica, il tetracordo diatonico proposto da Archita è formato dai rapporti 9:8, 8:7 e 28:27 (quello pitagorico contiene invece due intervalli di tono uguali, 9:8, e un semitono di 256:243). Nel tetracordo cromatico di Archita figurano gli intervalli 5:4, 36:35 e 28:27, e in quello enarmonico gli intervalli 32:27, 243:224 e 28:27. Questi valori sono riportati da Claudio Tolomeo, che (a distanza di oltre 500 anni) afferma che Archita si basò sulla necessità teorica di descrivere tutti gli intervalli consonanti con rapporti superparticulari (e tuttavia nel tetracordo enarmonico figurano rapporti che non appartengono a quel genere). Gli studiosi moderni hanno invece ipotizzato che Archita avesse voluto descrivere matematicamente le scale musicali effettivamente in uso nella pratica a lui contemporanea, sulla base dell'osservazione diretta delle tecniche di accordatura usate dai musicisti. Archita si propose di superare il problema dei commi musicali. Affermò che l'ottava poteva essere divisa in 12 semitoni uguali ed indicò un divisore che ne consentisse la partizione, cioè un numero prossimo ad un terzo di л. In effetti il divisore dell'ottava della scala temperata, la radice dodicesima di 2 =1,0594630943592…. è prossima a л/3=1,0471975 postulato sia da Archita che da Aristosseno. La divisione dell'ottava a cui Archita pervenne è la seguente: л/3, Л 4/11, Л 3/8, Л 2/5, Л 3/7, Л 5/11, Л 9/19, л/2 , Л 7/13, Л 4/7,Л 3/5 Л 7/11, nell'ordine: seconda minore, seconda maggiore, terza minore, terza maggiore, quarta giusta, quarta eccedente, quinta giusta, sesta minore, sesta maggiore, settima minore, settima maggiore, ottava. Il divisore proposto da Archita porta a differenze con la scala temperata dell'ordine delle decine di centesimi di semitono.  AstronomiaModifica È trattata da Archita in un passo di Eudemo da Rodinel suo commento alla Fisica di Aristotele, nel quale si discute il problema della dimensione dell'universo. Per Archita l'universo è infinito, poiché, egli dice :  «Se mi t rovassi all'ultimo cielo, cioè a quello delle stelle fisse, potrei stendere la mano o la bacchetta al di là di quello, o no? Ch'io non possa, è assurdo; ma se la stendo, allora esisterà un di fuori, sia corpo sia spazio (non fa differenza, come vedremo). Sempre dunque si procederà allo stesso modo verso il termine di volta in volta raggiunto, ripetendo la stessa domanda; e se sempre vi sarà altro a cui possa tendersi la bacchetta, è chiaro che anche sarà interminato.In Enciclopedia Garzanti di Filosofia Archita sarebbe vissuto tra il 430 ca. e il 360 ca. a.C. Altre fonti collocano la nascita tra il 430 e il 400 e la morte non prima del 360. (Museo Nazionale e archeologico di Taranto  Christoph Riedweg, Pitagora: vita, dottrina e influenza, Vita e Pensiero, 2007 p.29  Francesco Paolo De Ceglia, Università di Bari. Seminario di storia della scienza, Scienziati di Puglia: secoli V a.C.-XXI, Parte 3, Adda, 2007 p.17  Cicerone, De senectute, 39  Eliano, Varia istoria XII, 15 (T.C. A 21 (47) 8)  Ateneo, XII 519 B (T.C. A 21 (47) 8)  Dizionario di filosofia, Treccani alla voce corrispondente  Luigi Pareti, Storia della regione Lucano-Bruzzia nell'Antichità, Volume 1, Ed. di Storia e Letteratura, Ettore M. De Juliis, Magna Grecia: l'Italia meridionale dalle origini leggendarie alla conquista romana, Edipuglia srl, 1996 p.251  L'associazione di Architetti Italiani in Spagna, Arquites è stata denominata in questo modo in onore di Archita  Ettore M. De Juliis, Magna Grecia: l'Italia meridionale dalle origini leggendarie alla conquista romana, Edipuglia srl,  Ai tarantini, citato in La Voce del Popolo, n. 11,   Dizionario della civiltà greca, Gremese Editore, Ubaldo Nicola, Atlante illustrato di Filosofia, Giunti Editore, La parola κόσμος (kòsmos) nella lingua greca nasce in ambito militare per designare l'esercito schierato ordinatamente per la battaglia (in Sesto Empirico, Adv. Math. IX 26)  Christiane L. Joost-Gaugier, Pitagora e il suo influsso sul pensiero e sull'arte, Edizioni Arkeios, 2008 p.140  André Pichot, La nascita della scienza: Mesopotamia, Egitto, Grecia antica, Edizioni Dedalo,Cfr. anche Ruggiero Bonghi, Delle relazioni della filosophia colla società: prolusione, F. Vallardi, Secondo una tradizione apocrifa Archita trasse dalla filosofia platonica la convinzione della immortalità dell'anima. Al contrario Cicerone ritiene che Platone si recò in Sicilia per conoscere le dottrine pitagoriche che apprese da Archita e che condivise divenendo lui stesso pitagorico.(Cfr. Cicerone, De Repubblica I 16, De finibus bonorum et malorum, V 87, Tuscolanae disputationes, I 39)  D. Laerzio, Vite, III, 19, 20.  Platone, Lettera VII  Vita di Platone.  G. Urso, «La morte di Archita e l'alleanza fra Taranto e Archidamo di Sparta», Aevum, 71 Mario Taddei, I robot di Leonardo da Vinci: la meccanica e i nuovi automi nei codici svelati, ed. Leonardo3, 2007 p.434  A. Gellio, Notti Attiche, lib. X, c. 12  Wilhelm Schmidt: Aus der antiken Mechanik. In: Neue Jahrbücher für das Klassische Altertum 13, M.Taddei, Op. cit. p.16  Aristotele, Pol. VIII 6)  Rinaldo Pitoni, Storia della fisica, Società tipografico-editrice nazionale, 1913 p.24  K von Fritz, Biografia nel Dictionary of Scientific Biography (New York).  J. J. O'Connor, E. F. Robertson, Archytas of Tarentum, The MacTutor History of Mathematics archive.  Boyer, Carl B., Storia della Matematica,83-84  Apuleio, Apologia, 15  Platone, Timeo, 64 A  Giambico, in Nicom., 9, 1.  a b C. Huffman, "Archytas", The Stanford Encyclopedia of Philosophy (Fall 2011 Edition), Edward N. Zalta[1].  C. Huffman, "Archytas", The Stanford Encyclopedia of Philosophy (Fall 2011 Edition), Edward N. Zalta[2]; A. Barbera, Archytas of Tarentum, New Grove Encyclopedia of Music and Musicians.  Francesco Paolo De Ceglia, Università di Bari. Seminario di storia della scienza,Scienziati di Puglia: secoli V a.C.-XXI, Parte 3, Adda, 2007 p.18 BibliografiaModifica Carl A. Huffman, Archytas of Tarentum. Pythagorean, Philosopher and Mathematician King, Cambridge University Press, (l'edizione più completa dei frammenti) M. Timpanaro Cardini, I Pitagorici, testimonianze e frammenti, voll. I, II, 111, La Nuova Italia, Firenze Platone, Lettere, a cura di Margherita Isnardi Parente, trad. di Maria Grazia Ciani, Fondazione Lorenzo Valla, A. Mondadori, Milano J. Stobaei, Anthologium, rec. Curtius Wachsmuth et Otto Hense. Anthologii libri duo posteriores, vol. 11, Weidmann, Berlin, 1958² J. Navarro, Tentamen de Archytae Tarentini vita atque operibus, Hafniae 1820 Doehle, Geschichte Tarents bis auf seine Unterwerfung unter Rom, Strasburg  R. Lorentz, De civitate Tarentinorum, Lipsiae C. Del Grande, Archita e i suoi tempi, Taranto, Cressati  A. Delatte, Essai sur la politique pythagoricienne, Liège - Paris A. Olivieri, Su Archita tarantino, memoria letta all'Accademia Pontaniana il 14 giugno 1914 A. Frajese, Attraverso la storia della Matematica, Veschi, RomaStante, I problemi di terzo grado e Archita da Taranto, Tesi di Laurea in Matematica, a.a. Università di Lecce A.Tagliente, La colomba di Archita, Scorpione Editrice, Taranto A.Tagliente, Il mistero del trattato perduto, Scorpione Editrice, Taranto J.Dumont, Les Présocratiques H. Diels, Die Fragmente der Vorsokratiker A. D. Abbaiatore, Scritture Musicali greche, Vol. II: Teoria armonica ed Acustica, Cambridge F. Blass, De Archytae Tarentini fragmentis mathematicis, Parigi 1884 Taranto nella civiltà della Magna Grecia, in Atti dei convegni di studio sulla Magna Grecia, X, Napoli Taranto e il Mediterraneo, in Atti dei convegni di studio sulla Magna Grecia, XLI, ISAMG Taranto, 2002 Filosofia e scienze, in Atti dei convegni di studio sulla Magna Grecia, V, Napoli 1966 Eredità della Magna Grecia, Atti dei convegni di studio sulla Magna Grecia, XXXV, ISAMG Taranto, 1996 Alessandro il Molosso e i "condottieri" in Magna Grecia, Atti dei convegni di studio sulla Magna Grecia, XLIII, ISAMG Taranto, Cesare Teofilato, "Interpretazione di Archita" dalla rassegna "Vecchio e Nuovo" di Lecce - fascicolo di gennaio 1931 - Vol. II A. Mele, Archita, i suoi tempi e il suo pensiero, in Taranto tra Classicità e Umanesimo (introduzione di Cosimo D. Fonseca), Scorpione Editrice Taranto Voci correlateModifica Personalità legate a Taranto Raganella (strumento musicale) Eudosso di Cnido. Treccani – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Archita, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Archita, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Archita, su MacTutor, University of St Andrews, Scotland. Carl Huffman, Archytas, in Edward N. Zalta (a cura di), Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and Information, Università di Stanford. Biografie Portale Biografie Filosofia Portale Filosofia Magna Grecia Portale Magna Grecia Matematica Portale Matematica Politica Portale Politica Scienza e tecnica Portale Scienza e tecnica Ultima modifica 7 giorni fa di Ontoraul PAGINE CORRELATE Musica nell'antica Grecia Tetracordo Lamisco filosofo greco antico archytas: Italian ‘Archita’ -- Grecian, pre-Griceian, Pythagorean philosopher from Tarentum in southern Italy. He was elected general seven times and sent a ship to rescue Plato from Dionysius II of Syracuse. He is famous for solutions to specific mathematical problems, such as the doubling of the cube, but little is known about his general philosophical principles. His proof that the numbers in a superparticular ratio have no mean proportional has relevance to music theory, as does his work with the arithmetic, geometric, and harmonic means. He gave mathematical accounts of the diatonic, enharmonic, and chromatic scales and developed a theory of acoustics. Fragments 1 and 2 and perhaps 3 are authentic, but most material preserved in his name is spurious.  a buon diritto chiamare l'inventore de'moderni palloni arrostatici. Però un secolo prima al padre Lana G , C. Scaligero,a proposito della colomba volante d'Archita, della quale parla Orazione l l e sue odi, indica il modo di costruirla. Nulla di più facile, egli dice: basta comporre la sostanza con midolla di giunco, e diligentemente coprirla colla pelle adoperata dai battiloro. Mediante un facile meccanismo sipuò dar movimento alle ali.19 Scaligero scordò di avvertire che bisognava riscaldare l'aria interna con un lumicino quando rolevasi farla volare. Cosi 500 anni prima dell'era nostra, Archita aveva trovato il modo di far salire nell'ariaun pallone in forma di colomba, dacchè tutto fa credere che imezzi impiegati da questo filosofo fossero gl'identici che quelli impie gatioggigiorno per levarei palloni. Quanto al ritorno della colomba, obbediente alla voce d'Archita, questa evidentemente è una favola. Sempre, aun fatto sorprendente, l'immaginazione aggiunge circostanze impossibili;ma ciò che io credo innegabile è che l'areostalo era conosciuto a tempi detti favolosi, e che, amio parere, sono reminiscenzedi una civiltà perduta, che i poetichiamarono regno degli dei. Quegli ignivomi draghi. SULLA COLOMBA Entre a pišivago, e più superbo volo Pel Regno aereo l'ali fu e spandea , E di spirto novello acquisto fea La Colomba d'Archita inversoilPolo , Volgendo a caso i suoi begli occhi al suolo Del terzo Ciel la vezzofetta Dea, La vide , e per rapirla già scendea Da quel de' Dei Seggio beato, e solo. Allor gridd, e quafi fu per dire: Oh così foffepur lamia. Colomba! Fattafi Citerea con gran desire , Di legno fols'avvide: efferl'augello. ARCHITA. Juan. Juven. 3. Cap. 2. Ital. Sacr. in Tarentin. Mitrop.t om. 9. Lamb. in Schol. Horat. Lib. i. Od. 28.  144) regnasse più di u n ' Ann o . I nuove grazie adorna il fuo bel volto D LLi:etasengiva in maestà reale Astrea, mirando venerato, e colto Fa più volte Prefetto della sua Patria, ancorchè le Leggi comandassero, che nessuno in tempo di sua vita Quel delle Leggi fue pregio immortale. Quando Prudenza, il dolce fuon disciolto, figlia d' eccelsa mente, e trionfale, Non titurbar, le diffe, fe sia tolto Il primier di regnare ordine uguale . Tempo verrà,che in arme,e intoga imperi più d'un'anno al suo ftuoi, mai sempre intento Archita a nuove glorie, e a bei pensieri. E a Leila Diva: in cento modi, e certo Muta pur Leggi, e Faftimiei primieri, Purchè Archita mio regni, io mi contento. Diogen. Laert. in Vit. Archyt. In Joan. Buno. not. ad Philip. Cluver. Lib. 3. Cap. 29.  ARCHITA FILOSOFO PITTAGORICO, E MATEMATICO E PERITISSIMO. Odar chi mai tanto ti può, che basti, Alma immortal degnillima d' Impero? Chi dir di tue virtudi il volo altero, Per cui fovra ogni Saggio alto poggiasti? Del Ciel le stelle, e i moti lor sì vasti, Tu delle cose le cagioni, e'l vero, E quanto il Mare, e l'Universo intero Circonda, e abbraccia, chiaro a noi mostrasti, Tu , ch'eccedi de'Savj i bei consigli Già di ogni uman pensier reso inaggiore, 'Quanto il Sol delle stelle avanza irai, Tu, che Te stesso, e null? altro somigli, coll'auree del tuo fuon note canore tu sol di tue virtù cantar potrai. Diogen. Laert. in vit. Archyt. Foreft. Tom.1. Lib. 8. Cap. 3. 64. Joan. Juven. Tarentin. Lib. 3. Cap. 2. Lambin in Scbol. Horat. Lib. 1. Od. 28. Nicol. Parth. Giannet. in Geograph. Lib. 4. Cap. 7. SEN. TARENTINO, Scrivendo contro il Piacere. O So, chemente all'Von dona, e Tume aquella; SENTIMENTI D'ARCHITA chi dietro alsuo piacer brutale corre, e del sensorio fà l'alma ancella, bruto diventa agli altri bruti eguale, tutto perdendo il bel, che aveva in ella. Senza lume si vago, e rilucente Joan. Juven. Tarentin. Lib.3. Cap. 2. Mente, ch'èper fuo pregio trionfale della divinità parte più bella. Che quando avvien, che sopra l'alma impero abbia il piacere, allor cieca è lamente 'E cieca la ragion , cieco è 'l pensiero. Oprano i Bruti, e senza il suo primiero Lume fia, chel'uom bruto anchedivente. E pur ESER,   Diogen. Lacrt. in vit. Archyt. Foreft. Tom.1. Lib. 8. Cap. 4. Joan. Juven. Tarentin. Lib. 3. Cap.2.  Mille a mille empj nemici, incampo scendete pure, e con terribil grido, no uche con quel dell'armi orrido lampo Fate tremar dell'onde Jonie illido. ESERCITO TARENTINO NON MAI VINTO, ESSENDO CAPITANO Là nel Galelo col suo nobil Campo Itene or lieti delle forze usate, Faran del vostro fuol le schiere armate, Finchè Archita fia duce, alta vendetta. ARCHITA v'aspetta il bravo duce. E già lo strido de' corni i' fento, en el cercarlo scampo già cader vi vegg'io pel colpo infido. Ed alla patria, che il trionfo aspetta, le tolte spoglie in vostro onormostrate. Se per ostil cadeste atra disdetta, LA,   ARCHITA D'ESSER CAPITANO, PER SOTTRARSI ALL'INVIDIA, L'ESERCITO DETARENTINI E' FATTO PRIGIONE DA NEMICI. Arme il fulgore insiem spaventa, e sfida co’luoi deftrieri i cavalier; già scende sangue da larga vena in terra infida. Mira Tarento mio, quei, che fen muore, hàgli spinti l'invidia a tante pene. LASCIANDO DO Di guerra sonar le trombe orrende? di come il rio Marte all'alte strida Di quel Drappello, e questo i cuori accende, Perchè col ferro fuo l'un l' altro ancidas arme, arme fre me ognun: già di tremende e quei, che'l braccio (tende alle catene son dolci figli,  oimè, del tuo dolore! Freme contro d'Archita ilrio livore, E lull'alme innocenti il mal senviene. Diogen: Laert, in vit. Archyt. Joon. Juven. Tarentin. Lib. 3. Cap. 20. 0! 1 AR.: ad altri venduto , ed alla fine è riscattato Offri; buon Savio, foffri. Ecco Fortuna S Di mortal sfavillando atro disdegno sue forze impiega, e l'arme sue raduna, Per far del tuo valor {terminio indegno. Già l'empia, oime! con faccia torva, e bruna Scocca saette últrici, e ben al sogno Colpito hà omai; ve come in preda d'una Ti dà vile ciurmaglia in fragil legno. TARENTINO ARCHIT. A peregrinando per imparare, è preso dà'Corsari, serve $$$$$) $8888 Ma chefie; se delcuorle forti tempre Alexand.ab Alexand, lib. 6. Cap. 5. Joan. Juven. Tarentin. Lib. 3. Cap. 2. Di. Pur non è fazia no ,schiavo al servaggio Ti mena ancor, perchè nel duoldistempre Ilmagnanimo tuo nobil coraggio. Rassoda più ne'colpi suoil'Vom faggio, E di sua libertà gode mai sempre! PLATONE DOPO AVER CAMMINATO L'EGITIO, VIENE IN ITALIA PER IMPARAR SOTTO LA DISCIPLINA Edesti pur , come il gran Nilo altero, D a perenne sboccando occulta fonte Ogni arginedisprezzi, edogniponte, E i campi ad ipopdar si apra il sentiero. E d ivi asperto di sudor la fronte Delle scienze falisti all' arduo monte , E ti fur quelle il folo premio intero . Ed or, per fullescienze alzare un volo Sotto 1:aurea d'Archita arte gentile, Cerchi il Galeso , e l Tarentino luolo ? DunqueinEgittoEroenonv hàfimile, Cic.de finib.bonor. molor.Lib.s. Foreft:Tom . I..Lib. 8. Joan.Juven. Tarentin.Lib.3.Cap.2. DOPS V D'ARCHITA TARENTINO . Si , vedesti 1 Egizio , e 'l Greco Impero , ARCHI. Nèingegno inGrecia,alsoloArchita,alsolo Suo noro ingegno,anche oltreBattro,eTile .    A ARCHI.  ( 51 ) Pri,Fortuna,perun solmomento Gli occhi, cui buja notte orrida cuopre , E mira,leiltuo folleafproardimento Contro Savio maggior sua forza adopre. Questi è il gran Plato , e quegli fon q u e cento Folle ! Rę Plato al tuo servil flagello ARCHITA TARENTINO RISCATTA PLATONE PRESO D A CORSARI. Empj ladron , per le cui mani, ed opre Schiavo il facefti; or com 'ei fparge al vento Gl’infranti lacci, e in libertà li fcuopre ? C o m e il trionfo , che del suo fervaggio Ornar credefti, e de' suoi guai far bello , Qual peve dilegudfli al caldo raggio ? Menalti , a un cenno fol d' Archita il saggio Cara tornò la libertàdi quello. Joan.Juven.T'arentin.Lib.3. Cap.2. e   Se avvien , che della gloria i m i diftempre L a bella gloria è tua, fe Plato apprese Che del tuo Figlio al nome accrebbe ilvanto , Cic.de finib.bon.domal.Lib.5.* Lib 1.Fiscula Joan.Juven. Tarcntin. Lib. 3. Cap. 2. ARCHI.  ( 52 ARCHITA MAESTRO DI PLATONE. C Figlio di puro core, e viva Immago , Che ' veroiocanto,efoldiluimi appago, Diceva un giorno Atene in dolci tempre, Dal tuo gran Figlio Archita il pregio fanto , E B alme di virtude auree contefe . Ella è mia pure , e téco i fafti io canto : Poich ?Ei tal lume in tutto il m o n d o accese , Nel gaudio , el corc infuperbito , e pago Pel mio Plato or fen vada,un don si vago A te ,Tarento mio,debbo maifempre. "   ARCHITA CAMPA PLATONE DALLA MORTE INTENTATAGLI DA DIONISIO TIRANNO. AR,  53 D u e Polato ilscan Plato,ahimè,quelfaggio, t Veloce ( ahi laffo !) a tramontar quel raggio Det rio fallir le pene : omai trionfi Si bella dote, e vinca ancor Sapienza. Si diffe Archita ; e i fieri petti , e tronfi. Placando al gran poter d'aurea Eloquenza, Morrà , perchè un Tiranno indegno d'ostro Sogna fofpetti, e teme indarno oltraggio ? Correrà , che dà lume al secol nostro ? Ed io,perchèpiù viva,ancor non mostro, No n m ostro, a n c o r dell'anima il coraggio? No , che non porterà l'alma Innocenza < Plato all'ombra viveade'suoi trionfi. Cic. Lib. 5. Tuscul. Diogen. Laeft. 38 Vit.Archyt., o Platon. Juan. Juven. Tarentin. Lib. 3. Cap.2 . Ital. Sacr. in Torentin. Metrop. tom. 9. Plutar. in Platon . Sabell. Ennead.4.Lib.3. D2   ARCHITA TARENTINO A PLATONE . Se amica pioggia a temprar mai l'ardore Scende dal Ciel ,non giace no più china La fronte lor, ma col nacio colore S'innalza si, che al Ciel più si avvicina ; Lasso ! calo io restai, allor che infermo Starteneudjfrapene,o mio buon Plato Senza ajuto languendo , e senza schermo . Ma orchedicuavitaalprimostato Fatto hai ritorno, io mi rinfranco , e fermo Pertemi rendo, cfon, qualpria,beato. Q Diogen. Laert.in vit.Archyt. Joan.Juven. Tarentin. Lib.3. Cap. 2. Val Yenza umor giglio languisce,o fiore, E scolorito à terra ilcapo inchina, Questo ilvermiglio onor,quello ilcandore Perdendo a poco a poco in sua ruina : PLA . Q A te del loro autor duce sì pio In mezzo del cammino elle si stanno , pss .) M a giugnere alla meta orgogliosette Ben le vedrai , fe nuovo spirto avranno , PLATONE MANDA ISUOI COMMENTARY AD ARCHITA TARENT INV. Veste assai più , che dell'ingegno mio , Opre de'tuoi fudori,onde a be'studj Delle più gloriofe alte virtudi La mia mente infiammaiti,el buon deslo, Opre dunque son elle ora imperfette. Raroè peròl'onor,seateverranno; Più raro , le giammai fien da te lette. Diogen Lacrt. in vit. Archyt. Joan. Jurien. Tarentin . Lib .3. Cap. 2. Platon.in Epift.12. 0 Vengono,Archita.O :tu leleggi,e inudi Sensi del tuo faver poi mi dischiudi Con quellalibertà,concuileinvio, PLA, Gloria dai tuoisi provvidifudori, Soffri in regnar , grida la Patria ,e uffici Mostra di quel,che sei,Signor de cuori, E tumalgradoimperi?etilamente Non fei;la Patria hà in te parte del tutto. Non oscuro è il linguaggio; odi mia mente: O rendi alla tua Patriailben,ch'èsuo, O delsuobenfà,ch'ellan'abbiailfrutto. Cic definib.bonor.comalor.Lib.2. Lib. lade Offic. Joan. Juven. Tarentin. Lib.i. in Prefate do Lib.z. Cap.2. Platon. in Epif. gi  PL ATO NE TÀRENTINO . V Nmalele folo ( 36 i ADARCHITA O n , a se folo no , nasce agli Amici , Nafce alla Patria l'Uom , nasce aMaggiori, E dal bel nascer suo giorni felici Speran questi, e sperar voglion tesori. O r foffri, o Figlio , o tu , che tanta elici D e' gran pubblici affari? ah che fol tua AD 1 0 ) 1  SULLA  3 AD ARCHITA TARENTINO, Del buon governo,eloro fren spogliace; O naufragar,dall'empie arti indiscrete Di piggior Duce a morte ria guidate: El soffrirandelcuorletempre?ahfiamma D'amor mostrate,evoilaPatriabella Reggete:omai con quell'ardor ,che infiammar Così lungi da leistrage rubella Sen fuggirà,qualCervioa icolpi,o Damma, O , che viver a voinon maipotrete; Se non vivrete ad altri se se pensate Goder mai signoria , nè servirete Alle pubbliche cose ,alle private , O vacillar ben presto le vedrete E poi fia vostra gloria il ben di quella . In argument. 9. ad Epift. 9. Platon, D'ARCHITA A d d e Archita , e vidjo senza conforto E scorse fino all' ultimo confine La Terra,eilCielcoll'artifuedivine, Archita il grande , il nostro Padre è morto ! Del mar le Dive usciro al pio lamento. SULLA MORTE. Pianger lo stuol da rio dolore assorto . Oimè ,dicean,chi dall'Occafo all'Orto, CAdele Dell'alte sue virtudi,e pellegrine, Pallido il viso , e lacerato il crine, E in lor leggendo i gran pubblici danni Pianfero', e poi partiro , e di Tarento GiunteallaReggia:orvestiinegri panni Da e r ,bella Città : per tuo tormento Aichita è morto ahi sulbel fior degli anni ! Horat. Lib. 1. od. 28. Joan. Juven. Tarentin Lib 3. Cap.2. INVE   E Diede il Popot Matin l'ultime prove  Se'l crudo suo destino unqua vi spiacque Le bell*ossadiLui,chetantopiacque A b b i a n lieve la terra ; e poi partite . Horat. Lib. 1. od. 28. Joan.Juven.Tarentin.Lib.3.Cap.za SUL  (59 ) INVITO A RIMIRARE IL TUMULO D'ARCHITA PRESSO AL LIDO MATINO, Ccop Urna funefta.Alme ben nate, Cui di pietà l'amabil forza muove , D e h fermatevi alquanto , e rimirate , Pria di ftendere il passo agile altrove . Qui le fante d Archita ossa onorate Giaccion fepolte , e qui fpargendo nuove: Piogge d'amaro pianto , di pietate Del passato dolore in segno ah dite : . th Allor , che in mar precipitò , smarrite Sue forze,einfrantoilleguoinmezzo all'acques   Di Natura le fonti più segrete ; Chi dall'onda fatal raplo diLete L e naufraghe virtudi , e l ebbe accanto ; Chi le vie seppe drittamonte torte , i PercuilaLuna appar',elSols’asconde,  ( 60 ) Aili ah yoi le face offa , e'l cener fanto Di quell Almagentilahicitogliete, C h e fù si chiara al M o n d o , e vi godete Della vera fapienza il facro immanto . Chi a noi mostrò con tanto studio , e tanto Horat.Lib. i.od.28. . Joan. Juven.Tarentin. lib. 3: Cap. 2. SUL SEPOLCRO EUDOS D.ARCHITA TARENTINO . Chi 'n Terra,e 'n Ciel la ferma, emobilsorte; chi com e il foco, el Aere, el suolo , e l'onde s'abbraccin, seppe, orquìsengiace. Oń Morte, O h duri fastí, ohcieche ombre profonde? S quanto mai dibelloinCielfiadditag; Ne panni no,ma nella mente fiede. Diogen.Laert.in vit.Eudox. Foreft. Tom .1. Lib. 8.Cap .4 Joan.Juven,Tarentin.Lib.3. Cap 2. ! Q. EUDOSSO DA GNIDO FAMOSISSIMO MATEMATICO DISCEPOLO ARCHITA NON FU'RICEVUTO DA PLATONE ALLA D Mira come in udir fuo ftile adorno La tuafuperbia,e'lfolleardireondanni. No , non doveviil gran Figliuol d'Archita SUA SCUOLA ,PER ESSER POVERO, Vefti, o Platon , che tu schernisti un giorno Perchè di povertà fentia gli affanni Questi è colui (fe pur nol fai)che intorno Del fuo grave faver difpiega i vanni , Gnido vi fpenda il più bel fiordegli anni; E come giusta ad immortal tuo fcorno Si vilmente scacciar dalla tua fede Qualor baffamenava umile vita. Poichè virtude , onde 1 U o m farli erede. Archita.  Keywords: la colomba d’Archita, Platone, magna Grecia, piccione viaggiatore, il vuolo della colomba --  Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Archita” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51681989882/in/photolist-2mSsmMU-2mN5uFu-2mLJPUG-2mKxrDy-2mKDXUP-2mK6d1R-2mK487q-2mK2Mvw-2mK6cZt-2mJXH25-2mK2Mwt-2mK6d2x-2mK7kLK-2mK6d2n-2mK6cY1-2mK7kNy-2mJXH3T-2mK4863-2mK6cXV-2mK6cZJ/

 

 

Grice e Tari – l’origine del linguaggio – filosofia italiana (Villa Santa Maria Maggiore). Filosofo. Di famiglia originaria di Terelle, nel Frusinate, nacque in un palazzo seicentesco della non distante Villa Santa Maria Maggiore, l'odierna Santa Maria Capua Vetere, anch'essa rientrante in Terra di Lavoro, da un impiegato che si trovava lì di passaggio . Il palazzo natìo, conosciuto come palazzo Mazzocchi, ove aveva schiuso gli occhi anche l'archeologo Alessio Simmaco Mazzocchi , era situato nell'allora strada della Croce, l'odierna via Mazzocchi, ed è oggi gravemente degradato.  Studiò a Montecassino, dove conobbe Silvio Spaventa. Nel 1830 si trasferì a Napoli dove si laureò in giurisprudenza e iniziò la professione di avvocato .  Ben presto però all'avvocatura preferì la filosofia, la letteratura e la musica, unendosi all'amico Spaventa, a Cusano, a Francesco de Sanctis e ad altri pensatori liberali dell'epoca e collaborando a vari giornali letterari partenopei. Eletto deputato per il collegio di S. Germano, ma rifiutò il mandato per dedicarsi all'insegnamento. Infatti lo stesso anno era entrato per concorso nella Regia Napoli, divenendo il primo cattedratico di estetica in Italia, nello stesso periodo in cui vi insegnavano anche Francesco de Sanctis, Luigi Settembrini, Silvio Spaventa e Giovanni Bovio . Vi insegnò per oltre un ventennio, fino alla sua morte.  Si dedicò a vari rami della filosofia e delle scienze del linguaggio, traducendo anche, per la casa editrice Detken, opere di autori stranieri all'epoca non molto noti come Brothier, Moindron  e Noel. Il suo sistema estetico, variamente criticato, in particolare per la scarsa originalità, si caratterizzava per una vivacità espressiva, con ricche e talvolta variopinte esemplificazioni, che peraltro ne resero celebri e molto frequentate le lezioni universitarie. Parte significativa dei suoi studi filosofici fu pubblicata postuma.  Il filosofo “giullare di Dio” Benedetto Croce, nei saggi critici della Letteratura della Nuova Italia, definì Tari «giullare di Dio», vale a dire, per riprendere le parole dello stesso Croce, il «lieto giullare della filosofia». Il filosofo abruzzese spiega, al riguardo, che Tari non ha mai nemici, riuscendo a farsi ben volere sia dagli amici sia dagli avversari, che prende a braccetto, e li menava a spasso con sé, divertendosi a contradirli e a sentirsi contradetto. Quasi ad avallare la definizione sopra riportata, il pensatore abruzzese ha anche a rilevare che la bizzarra genialità di Tari gli fa trovare piacere nei ravvicinamenti e collegamenti più disparati e più comici: della frase sublime con la scherzosa, del ricordo solenne con l'aneddoto salace, del linguaggio latino o del tedesco col vernacolo napoletano. Parla in gergo, ma in gergo che è quintessenza di cultura e stravagante miscuglio di elementi geniali. A proposito del suo "Manuale di estetica", Croce disse, filosofo di professione ed uomo di dottrina enciclopedica, nonostante tutta la sua perizia filosofica, la sua sterminata dottrina e il suo molto acume, e soprattutto un bizzarro artista. La sua concezione metafisica non gli concede una trattazione veramente logica dei problemi. Ma la sua personalità, vibrante di commozione innanzi alle opere dell'arte, riboccante di entusiasmo, dotata di bontà e di nobiltà di sentire, gli ispira pagine che sono di una specie assai rara nella nostra letteratura. L'essenza giocosa si mischiava, confondendosi, con un'acuta critica, che si rivolgeva a tutti i campi in cui l'estetica si sostanzia e, in particolare, ad una delle arti al quale era più attratto: la musica.  Tra il serio e il faceto, infatti, il filosofo, dopo aver pubblicato un interessante studio critico su “Serietà e ludo”, compose un saggio musicale, con tanto di note, dal titolo in tal senso emblematico di “Lezioni di estetica generale”. Questo indirizzo lo porta ad occuparsi anche sulla celebre pastorale di Beethoven. Altre opere: “Estetica ideale” (Tip. del Fibreno, Napoli), “Ente spirito e reale: confessioni filosofiche” (Stamperia della Regia Università, Napoli); “Opera, melodramma, dramma: nota critica” (Tip. della Regia Università, Napoli); “Serietà e ludo: saggio critico” (Tip. della Regia Università, Napoli), “Saggi di critica, con prefazione di R. Cotugno (Tip. Vecchi, Trani); “Saggi di estetica e metafisica” B. Croce, Laterza, Bari; “Estetica esistenziale, M. Leotta, Morano, Napoli  L'estetica reale, F. Solitario, Prometheus, Milano. A. Lauri, Dizionario dei cittadini notevoli di Terra di Lavoro antichi e moderni, Arnaldo Forni Editore, Bologna (ed. or. Sora).  A. Perconte Licatese, Alessio Simmaco Mazzocchi, Ed. Spartaco, Santa Maria Capua Vetere,  A. Perconte Licatese, Santa Maria di Capua. “Storia e monumenti della città di Santa Maria Capua Vetere” (Tip. Stampa Sud, Curti. A. Lauri L. Brothier, “Storia popolare della filosofia”, trad. di A. Tari, Detken, Napoli.  S. Zaborowski-Moindron, “Origine del linguaggio,” trad. di A. Tari, Detken, Napoli. E. Noel, Voltaire e Rousseau, trad. di A. Tari, Detken, Napoli. B. Croce, La letteratura della Nuova Italia. Saggi critici,  I, Laterza, Bari A. Tari, Lezioni di estetica generale, C. Scamaccia-Luvara, Tocco, Napoli A. Tari, Beethoven e la sua sinfonia pastorale. Saggio critico, Tip. della Regia Università, Napoli Benedetto Croce, La letteratura della nuova Italia. Saggi critici,  I, Laterza, Bari. Massimo Leotta, La filosofia di Antonio Tari, Istituto Italiano per gli Studi Storici, Napoli. Francesco Solitario, Antonio Tari nella "Critica" di Benedetto Croce. Contributo per un recupero, Prometheus, Milano 1998. Francesco Solitario , L'Estetica di Antonio Tari e la cultura filosofica meridionale del suo tempo, Prometheus, Milano. Antonio Tari, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Antonio Tari, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Antonio Tari, Antonio Tari, su storia.camera, Camera dei deputati.  , «Tari, Antonio» in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009. Archivi di Teatro Napoli, Foto di Antonio Tari su cir.campania.beniculturali. Tari. Keywords: ‘origine del linguaggio.” Refs. Luigi Speranza, “Grice e Tari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732279381

 

Grice e Tartarotti – filosofia italiana (Rovereto). Filosofo. Divenne famoso per aver contrastato i processi contro le streghe e per aver osteggiato la devozione per il vescovo del XII secolo Adelpreto, mettendone in discussione santità e martirio. Figlio del giureconsulto Francesco Antonio e da Olimpia Camilla Volani, discendente dell'antica famiglia dei Serbati.  Impersonò la figura dell'intellettuale che non si lascia limitare dal luogo nel quale nasce, cioè nel Trentino, lontano dai grandi centri culturali del tempo. Egli seppe anzi sfruttare le opportunità e le peculiarità della città di Rovereto, al confine tra mondo tedesco e italiano, in un periodo storico nel quale rifiorirono i commerci e i rapporti economici, grazie al suo trovarsi su una delle principali vie di comunicazione in Europa. Suo merito fu la capacità di saper tessere legami con intellettuali italiani e stranieri che risiedevano a Venezia, Roma, Salisburgo, Torino, Brescia, Vienna, Innsbruck. Utrecht e Parigi.  Studiò inizialmente nell'Imperial Regio Ginnasio di Rovereto e poi continuò come autodidatta. Si interessò di filosofia, che seguì presso l'Padova sino a quando difficoltà economiche familiari non lo obbligarono a tornare nelle città natale.  Al suo ritorno si interessò personalmente per far insediare nella Città della Quercia la stamperia del tipografo veronese Pierantonio Berno e, nel 1730, fondò la prima accademia cittadina, l'Accademia dei Dodonei. Compì viaggi a Verona, dove conobbe Scipione Maffei e altri studiosi, poi ad Innsbruck, dove rimase alcuni mesi come precettore, e in seguito si trasferì a Roma, come segretario del Cardinale Domenico Silvio Passionei.   Casa dove abitò Girolamo Tartarotti, in Via Garibaldi 61, a Rovereto, prima di trasferirsi in Via della Terra. Durante le sue permanenze roveretane, visse nella stessa casa dove abitavano Giuseppe Valeriano Vannetti e Bianca Laura Saibante, e dove questi iniziarono a tenere un vivace salotto letterario che portò, probabilmente su ispirazione dello stesso Tartarotti, alla nascita dell'Accademia degli Agiati. Il soggiorno romano fu relativamente breve, per contrasti col Cardinale, quindi fece ritorno a Rovereto. Morì il fratello Jacopo, e si trasferì a Venezia, come collaboratore del futuro Doge Marco Foscarini. Ebbe discussioni anche con Foscarini e tornò ancora una volta a Rovereto, da dove non si allontanò più.  I viaggi di Girolamo Tartarotti furono in definitiva relativamente pochi e di breve durata, e trascorse la maggior parte della sua vita matura a Rovereto. Si dimostrò poco propenso ad accettare l'aiuto di ricchi mecenati che lo avrebbero limitato nella sua libertà e approfittò delle occasioni che gli venivano offerte lontano dalla sua città per comprare libri o incontrare altri studiosi.  Lo studioso Sin dagli anni giovanili Tartarotti si dedicò agli studi letterari interessandosi della poesia toscana e scrivendo egli stesso varie composizioni poetiche. Approfondì tematiche della filosofia scolastica e scrisse trattati critici nei confronti di questa. Collaborò con Angelo Calogerà per la sua Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, e venne in polemica con Trento dimostrando, in una sua pubblicazione, che la città tridentina divenne sede episcopale solo nel IV secolo e non al tempo dei primi apostoli.  Pubblica “Congresso notturno delle Lammie”, il suo saggio più noto, nel quale dichiara inesistente la stregoneria come la si vuole descrivere al suo tempo, e questo sulla base della logica, della scienza e della stessa ortodossia dei cattolici. Pubblica nei “Rerum Italicarum scriptores” le sue conclusioni relative alla cronaca di Dandolo e correggendone le fonti nelle sue basi documentarie. Continua nelle indagini storiche alla quali aveva dedicato gran parte della sua vita e arrivò a dimostrare, ad esempio, che era sbagliata la venerazione dei trentini per Adelpreto, Vescovo di Trento. La sua tesi era spiegata nella Lettera intorno alla santità e martirio di Alberto vescovo di Trento. Uno dei suoi ultimi lavori, sempre legato a questo tema: Notizie istorico-critiche intorno al B.M. Adalpreto vescovo di Trento venne messa al rogo su disposizione del principe vescovo Francesco Felice Alberti di Enno. Intanto la sua salute peggiora, e morì il 16 maggio dello stesso anno, senza sapere del suo libro bruciato a Trento. Fu sepolto nella chiesa arcipretale di San Marco dove una targa a lato della porta d'ingresso lo ricorda.  La biblioteca Sempre amante dei libri, quando non gli fu possibile viaggiare per acquistarli personalmente si affidò a contatti che col tempo divennero per lui preziosi per procurarseli. A Verona poté contare su Ottolino Ottolini, a Brescia su Gianmaria Mazzucchelli, a Modena su Ludovico Antonio Muratori e a Venezia su Gian Rinaldo Carli. A Rovereto fu molto vicino a Giuseppe Valeriano Vannetti, segretario dell'Accademia Roveretana degli Agiati, e anche da lui ebbe aiuti per procurasi i testi dei quali aveva bisogno per i suoi studi. Al Vannetti fu legato anche per altri motivi, essendo stato per vari anni precettore di Bianca Laura Saibante, futura moglie di Giuseppe Valeriano, e del fratello di lei, Francesco. Si procura libri anche grazie a donazioni, eredità e prestiti.  Al momento della sua morte, per esplicita volontà testamentaria, la sua ricca biblioteca venne donata all'Ospedale dei Poveri Infermi di Loreto, retta dalla Confraternita dei Santi Rocco e Sebastiano. La Confraternita tuttavia, poco dopo, decise di metterla in vendita, offrendola per primo al Comune di Rovereto. In quell'occasione Giuseppe Valeriano Vannetti e Francesco Saibante si spesero affinché tale importante acquisizione culturale per Rovereto avesse successo, e l'atto di compravendita venne registrato. La prima biblioteca pubblica a Rovereto Tre anni dopo la morte di Tartarotti, venne così creata la prima biblioteca aperta al pubblico a Rovereto. Le intenzioni dello studioso non furono queste, tuttavia fu proprio il nucleo dei suoi testi ad essere destinato a questa importante iniziativa culturale, perché sino a quel momento esistevano in città solo biblioteche appartenenti a privati, come ad esempio quella dei Rosmini, dei Vannetti, dei Saibante, oppure conservate in conventi; si stava formando anche quella dell'Accademia Roveretana degli Agiati, sicuramente molto importante, ma nessuna di queste destinata alla consultazione di chiunque.  Il totale delle opere appartenenti a Tartarotti che confluì nella biblioteca ammontava originariamente a 2.027 volumi e a 13 manoscritti. Per quanto riguarda i luoghi di pubblicazione dei volumi, quasi il 30% di essi proveniva da Venezia.  I volumi raccolti durante tutta la vita da Girolamo Tartarotti costituirono così il primo nucleo della Biblioteca Civica di Rovereto, che in seguito fu a lui dedicata.  Tartarotti e gli agiati Lo studioso, come sopra ricordato, fu molto attivo a Rovereto e si spese per portare una maggior apertura culturale in città facilitando l'arrivo di un tipografo, fondando l'Accademia dei Dodonei, svolgendo il ruolo di precettore per due dei fondatori dell'Accademia Roveretana degli Agiati, ma non divenne mai un socio di quella istituzione.  Le ragioni del suo rifiuto di far parte di quell'Accademia, che pure rispondeva a molte delle esigenze che sentiva anche sue, furono diverse. La principale fu la forte inimicizia con Scipione Maffei, e il fatto che l'uomo di lettere veronese fosse entrato tra i primi come socio aggregato dell'associazione. Questo fece sì che non partecipasse alle riunioni del nascente sodalizio culturale roveretano.  Opere  Casa di Girolamo Tartarotti, in via della Terra 15, a Rovereto Si riporta qui una piccola selezione di alcuni lavori di Girolamo Tartarotti, da non intendersi come fonti di questa pagina ma come approfondimento e confronto.  Ragionamento intorno alla poesia lirica Toscana, Delle disfide letterarie, o sia pubbliche difese di conclusion,  De auctoribus ab Andrea Dandulo laudatis in Chronico Veneto, Apologia del Congresso notturno delle Lammie, Memorie antiche di Rovereto e dei luoghi circonvicini, Apologia delle Memorie antiche di Rovereto, Lettera seconda di un giornalista d'Italia ad un giornalista oltramontano sopra il libro intitolato: Notizie istorico-critiche intorno al b.m. Adalpreto Vescovo di Trento, Alcune opere pubblicate nella Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici curata da Angelo Calogerà:  Relazione d'un manoscritto dell'Istoria manoscritta di Giovanni Diacono veronese, Dissertazione intorno all'arte critica, Lettera al sig. N.N. intorno alla sua tragedia intitolata il Costantino (1741) Lettera intorno alla differenza delle voci nella lingua italiana. Altre opera: “Osservazioni sopra la Sofonisba del Trissino con prefazione del cav. Clementino Vannetti, La conclusione dei frati francescani riformati (postumo, Annotazioni al Dialogo delle false esercitazioni delle scuole d'Aonio Paleario. Annotazioni  Ipotesi avanzata da Gianmario Baldi, Direttore della Biblioteca civica G. Tartarotti e membro dell'Accademia Roveretana degli Agiati G.Baldi, Fonti  M.Farina,  Mostra Tartarotti,Mostra Tartarotti, Lodovico Antonio Muratori, Rerum Italicarum scriptores. Mediolani, ex typographia Societatis Palatinae in Regia Curia, Tartarotti, (check). R.Trinco, Mostra Tartarotti,  Mostra Tartarotti, Mostra Tartarotti,  Mostra Tartarotti, Sito Biblioteca Civica G. Tartarotti, su biblioteca civica. rovereto.tn, Comune di Rovereto. 2Gianmario Baldi, La Biblioteca civica Girolamo Tartarotti di Rovereto: contributo per una storia, Calliano,Trento, Manfrini, Marino Berengo, La letteratura italianaStoria e testi" XLIVtomo I, Milano-Napoli, Ricciardi, Leonardo Franchini, Adversum malleum maleficarum, biografia del filosofo pre-illuminista roveretano Girolamo Tartarotti, Rovereto, Stella, Nicola Cusumano, Ebrei e accusa di omicidio rituale nel Settecento. Il carteggio tra Girolamo Tartarotti e Benedetto Bonelli, Milano, Unicopli, . Marcello Farina, Antonio Rosmini e l'Accademia degli Agiati, Brescia, Morcelliana Edizioni, testi di Serena Gagliardi, Elena Leveghi e Rinaldo Filosi, La Biblioteca di Girolamo Tartarotti: intellettuale roveretano del Settecento : Rovereto, Palazzo Alberti, Rovereto, Provincia autonoma, Servizio beni librari e archivistici,Comune di Rovereto, Biblioteca civica G. Tartarotti, Renat*o Trinco, San Marco in Rovereto : la chiesa arcipretale tra storia, arte e devozione, Mori, La grafica, Accademia Roveretana degli Agiati Bianca Laura Saibante Biblioteca civica G. Tartarotti Clementino Vannetti. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Girolamo Tartarotti, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Girolamo Tartarotti, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Girolamo Tartarotti. Tartarotti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tartarotti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732517033

 

Grice e Tataranni – il gusto per l’antico – filosofia italiana (Matera), filosofo. Lucano di origine, fu esponente dell'Illuminismo napoletano. Figlio di Angelo Bruno e Nunzia Pistoia. Non sappiamo a quale ceto appartenesse la sua famiglia, ma sicuramente essa era fornita dei mezzi economici e delle relazioni sociali necessarie per avviare il figlio verso la carriera ecclesiastica: non a caso, quando fu battezzato  nella Chiesa cattedrale di Matera, i suoi genitori scelsero come padrini i nobili Giovan Battista Ferraù e Giovanna Cordova.  Sin da ragazzo maturò quella che doveva essere la sua vocazione, tanto che divenne prima allievo e poi docente del seminario diocesano materano. Sebbene avesse una posizione di un certo rilievo sia in ambito ecclesiastico, sia in ambito educativo, il Tataranni non mostrò alcun tentennamento nell'accettare l'invito di Michele Imperiali, principe di Francavilla, che lo volle a Napoli per affidargli la direzione della sua Paggeria.  Grazie all'incarico conferitogli dal principe di Francavilla, Tataranni accrebbe ancor di più la stima di cui già godeva, stringendo rapporti amichevoli con le personalità più illustri ed autorevoli del tempo, incardinate nella Reale Accademia delle Scienze e Belle Lettere. Il Tataranni ebbe la possibilità di frequentare proprio tali stimolanti dibattiti, che del resto avrebbero formato l'humus delle sue future riflessioni, in qualità prima di Direttore della Paggeria, poi della Scuola militare del Real Collegio militare, ufficialmente Reale Accademia Militare, fortemente voluta da re Ferdinando IV, che mostrò di aderire al generale clima di rinnovamento e consolidamento delle istituzioni militari del Regno. Proprio in questi anni Onofrio Tataranni ebbe l'onore di esserne il direttore, partecipando vivamente, dunque, al graduale svilupparsi e moltiplicarsi dell'alveo della cultura politica riformatrice, che, negli anni Ottanta, ancora auspicava un reale cambiamento all'interno dello stesso apparato monarchico. Così, nell'arco di un settennio, pubblicò delle opere molto significative, in cui era evidente il suo tracciato ideale di società.  Tuttavia, in seguito agli avvenimenti, quindi dopo il Concordato e dopo la fallita congiura di Carlo Lauberg, le sue posizioni rispetto alla politica e allo Stato cambiarono considerevolmente. Con questa disillusione coincide il silenzio dell'intellettuale materano, che in quegli anni si limitò, a quanto noto, a proseguire i suoi studi come Direttore. La delusione, si può ipotizzare, lo spinse a tacere fino alla proclamazione della Repubblica Napoletana, quandodichiaravasicuro dell'importanza dell'istruzione del popolo e del “nuovo cittadino”, elaborò il Catechismo Nazionale pe'l Cittadino, nel quale incoraggiava il popolo a difendere i principi della Rivoluzione a vantaggio dell'umanità intera. Il catechismo vinse il primo premio indetto dal governo provvisorio e venne adottato come catechismo ufficiale della Repubblica Napoletana, ebbe il compito di educare i sudditi a divenire cittadini.  Alla caduta della Repubblica, nel giugno, Tataranni riuscì a porsi in salvo, rifugiandosi a Matera, nei cui tribunali, in tale periodo, venivano esaminate le posizioni di ben 1370 «rei di Stato» lucani, 228 dei quali furono condanll'«esportazione» e sette a morte. Comunque, a Matera il Tataranni poté contare su solide relazioni interne al locale Capitolo cattedrale, morendovi il 27 marzo 1803.  Pensiero Più volte Tataranni tiene a sottolineare l'importanza della triade Dio-Ragione-Sentimento, in una sorta di compromesso tra Illuminismo, sensismo e religione.  Inoltre, caratteristica del suo pensiero è una forte connotazione politica, mirando alla figura del sovrano quale principale esempio per i sudditi, capace di governare un Regno che si sarebbe dovuto fondare su solidi valori, legati all'importanza della famiglia, della civiltà contadina e della piccola proprietà terriera, quest'ultima ottenuta con un giusto ed onesto lavoro. È da evidenziare come il Tataranni avesse maturato idee di una peculiare modernità, al punto da convincersi che il passaggio verso una nuova stagione dell'umanità sarebbe potuto avvenire attraverso la Costituzione di una «Dieta Universale»: egli sosteneva, infatti, che, ad ogni rappresentante di questo nuovo organismo, essa avrebbe espresso «i giusti diritti del suo Monarca», al fine di raggiungere la «felicità comune» e la «pubblica sicurezza», ponendosi, negli ordini e nelle attività sociali, sull'unica distinzione del «Merito».  Notevole importanza era, poi, assegnata al ruolo dell'educazione e dell'istruzione, poiché Tataranni affermava l'importanza dello studio delle humanae litterae, unico mezzo, per i giovani, per riscoprire i principali temi della letteratura e della filosofia morale antica ed attualizzarli. Inoltre, egli si faceva anche sostenitore dell'istruzione scientifica, dando priorità alla geometria e, ancora una volta, seguendo il modello greco, suggeriva di avviare gli alunni sin «dall'età più tenera» al processo educativo, seguendo le direttive di grandi pensatori. Il sacerdote-riformatore auspicava tutto questo in un contesto socio-economico che riservasse particolare attenzione all'attività agraria e ad una pratica religiosa «semplice pura e brieve».  Dunque, il Tataranni predicava il ritorno alla religione delle origini, costruita sull'aiuto reciproco tra gli individui, in modo che «gli Uomini si rassomiglino in qualche modo all'Ente Supremo d'infinità Bontà». Pertanto, affermava che i sacerdoti dovessero essere «esenti dalle Pubbliche Cariche» e che come gli altri uomini dovessero essere soggetti «alla Giurisdizione dei Giudici Laici nelle loro Cause Civili». La prima, monumentale, opera fu il S”aggio d'un filosofo politico amico dell'uomo, (Napoli). Con la composizione di questo saggio, Tataranni si propone di delineare il suo tracciato ideale di società, confidando nella figura del sovrano. Infatti, già il titolo dell'opera risulta molto significativo, in quanto l'autore si presentava come un filosofo con atteggiamento “filantropico” nei confronti di Ferdinando IV, al fine di mostrargli la retta direzione per guidare un giusto governo ed attuare delle riforme interne allo stesso apparato monarchico, favorevoli alle idee democratiche.  La fiducia che Tataranni riponeva nei riguardi del monarca veniva ancora espressa nel “Ragionamento sul carattere religioso di Carlo III umiliato a Ferdinando IV re delle Due Sicilie” (Napoli). Si tratta di un panegirico riferito al padre del sovrano, Carlo di Borbone, che, spentosi l'anno precedente, veniva proposto come esempio da seguire al suo erede. In tal senso, egli si rivolgeva ancora pieno di ammirazione nei confronti di Ferdinando IV nel “Ragionamento sulle sovrane leggi della nascente popolazione di S. Leucio umiliata alla maestà di Ferdinando IV re delle Due Sicilie” (Napoli). Nella “Brieve memoria sull'educazione nazionale della nobile gioventù guerriera l'autore affrontava il tema, a lui caro come Direttore di istituti di formazione, dell'educazione dei giovani.” Negli anni Novanta, benché il canonico avesse raggiunto un'età avanzata, non solo decise di aderire alla Repubblica Napoletana, ma, convinto dell'importanza che rivestiva la formazione del popolo e del nuovo cittadino, decise di scrivere, come detto, un Catechismo Nazionale pe'l Cittadino, che fu dato alle stampe. Archivio Diocesano di Matera, Cattedrale, Battesimi Antonio Lerra, Onofrio Tataranni. Catechismo nazionale pe' l cittadino. Progetto di cultura politica e ruolo dell'antico XV.  Antonio Lerra XVII.  Chiosi, Lo spirito del secolo. Politica e religione a Napoli nell'età dell'illuminismo, Napoli, Giannini, Patrizia Di Maggio, Nunziatella, Castellammare di Stabia, Longobardi Editore. Antonio Lerra XXXVI.  Salvatore Bruno, Onofrio Tataranni e il suo "Catechismo nazionale pe' il cittadino". Contributo alla storia della Repubblica Partenopea, in "Studi Meridionali", Cronache di una rivoluzione: Napoli FrancoAngeli, Milano, Antonio Lerra, L'albero e la croce. Istituzioni e ceti dirigenti nella Basilicata, Napoli, ESI, Salvatore Bruno, Onofrio Tataranni e il suo "catechismo nazionale pe' il cittadino" (noterelle di storia napoletana), in Scritti in onore di Romualdo Trifone, Storia Meridionale,  II, Sapri, Ed. del Centro Librario, Salvatore Bruno, Onofrio Tataranni e il suo "Catechismo nazionale pe' il cittadino". Contributo alla storia della Repubblica Partenopea, in Studi Meridionali, Luciano Guerci, Istruire alle verità repubblicane. La letteratura politica per il popolo nell'Italia in rivoluzione, Bologna, il Mulino, Giovanni Caserta, Onofrio Tataranni. Teologo della rivoluzione napoletana, Napoli, Vivarium, Rosaria Capobianco, La pedagogia dei catechismi laici nella Repubblica napoletana, Napoli, Liguori Editore, Antonio Lerra, Onofrio Tataranni. Catechismo nazionale pe' l cittadino. Progetto di cultura politica e ruolo dell'antico, Manduria-Roma-Bari, Lacaita, Antonio D'Andria, Onofrio Tataranni. Un riformatore napoletano in limine , in Sguardi sul Mezzogiorno in età moderna e contemporanea, Quaderni eretici | Cahiers hérétiques. Studi sul dissenso politico, religioso e letterario, fascicolo  Illuminismo in Italia Repubblica Napoletana. Storia della Basilicata  Un'analisi dei concetti politici nel Catechismo, su nuovomonitorenapoletano. L'indice ragionato del Filosofo Politico amico dell'Uomo La Brieve memoria in edizione integrale. Onofrio Tataranni. Tataranni. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tataranni” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732260711/in/dateposted-public/

 

 

Grice e Telesio – filosofia italiana (Cosenza). Filosofo. Pilosopher whose empiricism influences Francis Bacon and Galileo. Telesio studies in Padova, where he completed his doctorate,  and practiced philosophy in Naples and Cosenza without holding any academic position. His major oeuvre, “De rerum natura iuxta propria principia,” contains an attempt to interpret nature on the basis of its own principles, which Telesio identifies with the two incorporeal active forces of heat and cold, and the corporeal and passive physical substratum. As the two active forces permeate all of nature and are endowed with sensation, Telesio argues that all of nature possesses some degree of sensation. Human beings share with animals a material substance produced by heat and coming into existence with the body, called spirit. They are also given a mind by God. Telesio knew various interpretations of Aristotle. However, Telesio  broke with foreign exegeses, criticizing Aristotle’s Physics and claiming that nature is investigated better by the senses than by the intellect. Mentre le sue teorie naturali sono state successivamente smentite, la sua enfasi sull'osservazione fece il "primo dei moderni" che alla fine hanno sviluppato il metodo scientifico.  Telesio è nato da genitori nobili in Cosenza , una città in Calabria, Italia meridionale. È stato istruito a Milano dallo zio, Antonio, lui stesso uno studioso e poeta di eminenza, e poi a Roma e Padova . I suoi studi hanno incluso tutta la vasta gamma di argomenti, classici , scienza e filosofia, che costituivano il curriculum degli rinascimentali sapienti. Così equipaggiata, ha iniziato il suo attacco sul aristotelismo medievale che poi fiorì a Padova e Bologna . Nel 1553 si sposò e si stabilì a Cosenza, diventando il fondatore dell'Accademia Cosentina . Per un certo periodo ha vissuto nella casa di Alfonso III Carafa , duca di Nocera. La sua grande opera “Sulla natura delle cose secondo i loro propri principi,” seguito da un gran numero di opere scientifiche e filosofiche di importanza sussidiaria. Le opinioni eterodosse, che ha mantenuto suscitato l'ira della Chiesa per conto del suo amato aristotelismo , e poco tempo dopo la sua morte i suoi libri sono stati immessi sul Index.  Steepto  Teoria della materia, calore e freddo Invece di postulare materia e forma, si basa l'esistenza sulla materia e la forza. Questa forza ha due elementi opposti: calore, che si espande, e fredde, che i contratti. Questi due processi rappresentano tutte le diverse forme e tipi di esistenza, mentre la massa su cui opera la forza rimane la stessa. L'armonia del tutto consiste nel fatto che ogni cosa separata sviluppa in sé e per sé conformemente alla sua natura e allo stesso tempo il suo moto avvantaggia il resto. I difetti evidenti di questa teoria, che solo i sensi possono non comprendere materia stessa, che non è chiaro come la molteplicità dei fenomeni potrebbe derivare da queste due forze, pensato non è meno convincente di Aristotles caldo / freddo , secca spiegazione / umido, e (3) che ha addotto alcuna prova per dimostrare l'esistenza di queste due forze, sono stati sottolineato a suo tempo da suoi allievi, Patrizzi .  Inoltre, la sua teoria della terra fredda a riposo e il sole caldo in moto era destinato a confutazione per mano di Copernico. Allo stesso tempo, la teoria era sufficientemente coerente per fare una grande impressione sul pensiero italiano. Va ricordato, però, che la sua obliterazione di una distinzione tra superlunar e fisica sublunare era certamente abbastanza preveggente anche se non riconosciuto dai suoi successori come particolarmente degno di nota. Quando Telesio ha continuato a spiegare la relazione tra mente e materia, era ancora più eterodossa. Forze materiali sono, per ipotesi, in grado di sentire; questione deve anche essere stato fin dal primo dotato di coscienza. Per la coscienza esiste, e non avrebbe potuto essere sviluppato dal nulla. Questo lo porta a una forma di ilo-zoismo. Anche in questo caso, l'anima è influenzato dalle condizioni materiali; di conseguenza, l'anima deve avere un esistenza materiale. Ha inoltre dichiarato che tutta la conoscenza è sensazione ( "non-ratione sensu sed") e che l'intelligenza è, quindi, un agglomerato di dati isolati, in sensi. Non lo fa, però, riesce a spiegare come solo i sensi possono percepire la differenza e identità.  Alla fine del suo schema, probabilmente in ossequio alla teologiche pregiudizi, ha aggiunto un elemento che era completamente estraneo, vale a dire, un impulso più alto, un'anima sovrapposta da Dio, in virtù della quale ci sforziamo di là del mondo sensibile. Questa anima divina non è affatto un concetto completamente nuovo, se visto nel contesto di Averroestic o tommasiana teoria percettiva.  L'intero sistema di Telesio mostra lacune nella sua tesi, e l'ignoranza dei fatti, ma allo stesso tempo è un precursore di tutte le successive dell'empirismo , scientifico e filosofico, e segna chiaramente il periodo di transizione da autorità e la ragione di sperimentare e individuale responsabilità. Il ricorso a dati sensoriali  Statua di Bernardino Telesio in Piazza XV Marzo, Cosenza Telesio era il capo del grande movimento italiano del sud, che ha protestato contro l'autorità accettata della ragione astratta e semina i semi da cui spuntavano i metodi scientifici di Tommaso Campanella e Giordano Bruno , di Francis Bacon e René Descartes , con i loro risultati ampiamente divergenti. Egli, quindi, ha abbandonato la sfera puramente intellettuale e ha proposto un'indagine sui dati forniti dai sensi, dai quali ha ricoperto che tutta la vera conoscenza viene veramente (la sua teoria della percezione sensoriale era essenzialmente una rielaborazione della teoria di Aristotele dal De anima ).  Telesio scrive all'inizio del Proemio del primo libro della terza edizione del De Rerum Natura Iuxta propria principia Libri Ix ... "che la costruzione del mondo e la grandezza dei corpi in esso contenuti, e la natura del mondo, è da ricercare non dalla ragione, come è stato fatto dagli antichi, ma è da intendersi per mezzo di osservazione." ( Mundi constructionem, corporumque in eo contentorum magnitudinem, naturamque non ratione, quod antiquioribus factum est, inquirendam, sed sensu percipiendam. ) Questa affermazione, che si trova sulla prima pagina, riassume ciò che molti studiosi moderni hanno generalmente considerato filosofia telesiana, e spesso sembra che molti non leggere oltre per nella pagina successiva si imposta il suo caldo teoria / freddo della materia informata, una teoria che non è chiaramente informato dalla nostra idea moderna di osservazione. Per Telesio, l'osservazione ( sensu percipiendam ) è un processo mentale molto più grande di una semplice registrazione dei dati, l'osservazione comprende anche il pensiero analogico.  Anche se Francis Bacon è generalmente accreditato al giorno d'oggi, con la codificazione di un induttiva metodo che sottoscrive pienamente l'osservazione come procedura primaria per l'acquisizione di conoscenze, non era certamente il primo a suggerire che la percezione sensoriale dovrebbe essere la fonte primaria per la conoscenza. Tra i filosofi naturali del Rinascimento, questo onore è generalmente conferito a Telesio. Bacone si riconosce Telesio come il primo dei moderni. De Telesio autem bene sentimus, atque eum ut amantem veritatis, e Scientiis utilem, e nonnullorum Placitorum emendatorem &amp; novorum hominum primum agnoscimus. , Da Bacon De principiis atque originibus ) per mettere l'osservazione di sopra di tutti gli altri metodi di acquisizione delle conoscenze sul mondo naturale. Questa frase spesso citata da Bacon, però, è fuorviante, perché semplifica eccessivamente e travisa l'opinione di Bacone di Telesio. La maggior parte del saggio di Bacon è un attacco a Telesio e questa frase, invariabilmente fuori contesto, facilita un malinteso generale della filosofia naturale telesiana dando ad essa un timbro baconiana di approvazione, che era lontano dalle intenzioni originali di Bacon. Bacone vede in Telesio un alleato nella lotta contro l'antica autorità, ma ha poco positivo da dire su specifiche teorie di Telesio. Ciò che forse colpisce di più De Rerum Natura è il tentativo di Telesio di meccanizzare il più possibile. Telesio si sforza di spiegare tutto chiaramente in termini di materia informati dalla calda e fredda e per mantenere i suoi argomenti il più semplice possibile. Quando i suoi colloqui si rivolgono agli esseri umani che introduce un istinto di auto-conservazione per spiegare le loro motivazioni. E quando discute la mente umana e la sua capacità di ragionare in astratto su argomenti immateriali e divine, aggiunge un'anima. Per senza anima, tutto il pensiero, dal suo ragionamento, sarebbe limitato alle cose materiali. Ciò renderebbe Dio impensabile e chiaramente questo non era il caso, per l'osservazione dimostra che la gente pensa di Dio. Telesii, Bernardini, “De Rerum Natura Iuxta Propia Principii, Libri IX” (Horatium Saluianum, Napoli). Altre opere: “De Somno”;  “De la quae in aere fiunt de Mari De cometis et Circulo Lactea respirationis De USU. Gli appunti Riferimenti Neil C. Van Deusen, Telesio: primo dei moderni (New York). Stanford Encyclopedia of Philosophy entry De La sua, Quae in aere Sunt, &amp; de Terrae motibus piena facsimile digitale a Linda Hall Library. Refs.: Luigi Speranza, “Telesio e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, *Villa Grice, Liguria, Italia.. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690478447/in/photolist-2mKHdnD-2mKRW4R-2mKjcFb/

 

Grice e Tessitore (Napoli). Filosofo.  Grice: “If there’s Oxonian dialectic and Athenian dialectic, there is, to follow Fulvio Tessitore, the ‘scuola napoletana.’” Si è laureato in giurisprudenza (la sua tesi ricevette dignità di stampa) presso l'Università degli Studi di Napoli, allievo di Pietro Piovani. -- è libero docente "per meriti eccezionali" in Filosofia del diritto; l'anno successivo diventa Professore. Ha dapprima insegnato Storia delle dottrine politiche; quindi, in poi, Storia della filosofia. È stato preside della Facoltà di Magistero dell'Università degli Studi di Salerno. Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Federico II di Napoli, della quale è stato anche rettore . Socio dell'Accademia dell'Arcadia col nome di Echione Cineriano. È inoltre socio nazionale dell'Accademia dei Lincei e di numerose altre accademie nazionali italiane e straniere. È professore emerito della Facultad de Humanidades dell'Università Centrale del Venezuela, con sede a Caracas, e professore onorario della Università dell'Avana (Cuba). Ha tenuto lezioni nelle Düsseldorf, Erlangen-Nürnberg (Norimberga), Braunschweig, Valencia, Halle-Wittenberg, Salamanca, Siviglia e molte altre. Ha diretto il Centro di studi vichiani del CNR dal  ed oggi fa parte del Consiglio scientifico dello stesso Centro.  È presidente della Fondazione Pietro Piovani per gli studi vichiani e del Consorzio interuniversitario "Civiltà del Mediterraneo". È presidente del Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione Internazionale D'Amato onlus. È socio onorario dell'Istituto per l'Oriente “Carlo Alfonso Nallino” di Roma. È vicepresidente della Fondazione "Guido e Roberto Cortese". Siede inoltre nel Consiglio Direttivo dell'Istituto italiano per gli studi storici fondato da Benedetto Croce. È stato componente del Consiglio Scientifico dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani. È stato componente, dal 1989 al 1997, del Consiglio Universitario Nazionale, in cui è stato presidente del Comitato di Lettere, Lingue e Magistero (fino al 1993). È stato vice presidente della Fondazione Teatro di San Carlo, componente del Consiglio Generale della Fondazione Banco di Napoli del Consiglio direttivo e vice presidente della CRUI, la Conferenza permanente dei Rettori delle Università italiane.  È Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica. È stato senatore della Repubblica italiana nella XIV legislatura (dal 30 maggio 2001 al 27 aprile 2006) nelle file dei Democratici di SinistraL'Ulivo e deputato nella XV Legislatura nelle file del L'Ulivo. È medaglia d'oro della Scuola dell'arte e della cultura e della Scienza e della cultura. È autore di una vastissima  di oltre 1500 titoli, tra i quali 26 volumi, ai quali sono stati assegnati numerosi premi.  Opere: “Aspetti del neo-guelfismo napoletano” (Morano, Napoli); “Crisi e trasformazioni dello Stato: rcerche sul pensiero gius-pubblicistico italiano” (Morano, Napoli, Giuffrè, Milano); “I fondamenti della filosofia politica di Humboldt” (Morano, Napoli, Stampato in una nuova edizione nel  per Liguori editore, con un saggio di Cesa e con la  aggiornata dei lavori di Tessitore su Humboldt; Meinecke storico delle idee, Le Monnier, Firenze); “Profilo dello storicismo politico, UTET, Torino); “Introduzione allo storicismo, Laterza, Roma-Bari); “Introduzione a Meinecke, Laterza, Roma-Bari); “Filosofia, storia e politica in VCuoco, Marco, Lungro, Contributi alla storia e alla teoria dello storicismo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, Nuovi contributi alla storia e alla Teoria dello storicismo, Edizioni di Storia e letteratura, Roma); Contributi alla storia e alla teoria dello storicismo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); Kritischer Historismus, Böhlau, Köln WeimarWien, Interpretazione dello storicismo, Scuola Normale Superiore, Pisa); Contributi alla storiografia arabo-islamica tra Otto e Novecento, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); Ultimi contributi alla storia e alla teoria dello storicismo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma . La mia Napoli. Frammenti di ricordi e di pensieri, Grimaldi, Napoli); Letture quotidiane” (Editoriale scientifica, Napoli) che raccolgono articoli di giornali quotidiani. Trittico Anti-hegeliano da Diltehy a Weber. Contributo alla teoria dello storicismo, con una nora introduttiva di E. Massimilla, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); “Da Cuoco a Weber. Contributi alla storia dello storicismo, con una nota introduttiva di D. Conte, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma. Fonda e dirige il “Bollettino del Centro di Studi Vichiani”, diretto con G. Giarrizzo e G. Cacciatore, e con G. Cacciatore, E. Nuzzo e M. Sanna. Archivio di Storia della Cultura, diretto dal  con D. Conte e E. Massimilla. Civiltà del Mediterraneo: I serie, diretta con G. Galasso e S. Moscati; II serie, diretta con F. Lomonaco. Una biografia , su pontaniana.unina. 18 settembre . Curriculum su filosofia.unina. Tessitóre, Fulvio, in Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Tessitore. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tessitore” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732224826/in/datetaken/

 

Gruce e Testa – la nemica fortuna – filosofia italiana (Borgonovo Val Tidone). Filosofo. Nasce nella nobile famiglia Testa dal giudice Giuseppe e dalla madre N.D. Vittoria Brigidini. Viene battezzato nella Chiesa della Collegiata  alla presenza dei genitori e del conte Andrea Arcelli, padrino e parente di Alfonso. Fu Sacerdote, rifiutò la cattedra filosofica a Pisa  e preferì lavorare a Parma, divenendone presidente dell'area filosofica.  Fu deputato al Parlamento Sabaudo. Alfonso Testa. Storia di un povero pretazzuolo di Fausto Chiesa, pubblicato dalla Lir (Libreria internazionale Romagnosi) di Piacenza  Alfonso Testa, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Alfonso Testa, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Alfonso Testa, su storia.camera, Camera dei deputati. Testa. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Testa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701756894/in/photolist-2mPqp6k-2mLNXjb-2mLQdrQ-2mLP9qE-2mLQ1Vx-2mPrdWj-2mLH24C-2mKDwcr-2mKxnN1-2mKgZYb-2bsBYca-2brg4da-PinuJ1-Pinux9-235t9QC-25GubxU-G5ZTNP-25DHLSh-FJVKRC-FcebeC

 

Grice e Thaulero – il problema d’una antropologia filosofica – filosofia italiana  (Roma). Filosofo. Abruzzese, figlio del barone Carlo, nobile di Chieti e patrizio teramano, e di donna Maria Clemente. Consigue la maturità classica al Liceo Massimo di Roma. Si iscrisse alla "Sapienza" di Roma, dove si laurea a pieni voti con una tesi in Filosofia del Diritto, Una metodologia cristiana del diritto, relatore Vecchio e ottenne il Diploma di perfezionamento con lode in Filosofia del Diritto nella Scuola di Perfezionamento di Filosofia del Diritto dell'Roma, con la tesi “La fictio juris in Bartolo da Sassoferrato” (relatore: Sforza). Assistente volontario di Perticone, ordinario di Storia contemporanea a Scienze politiche, usufruì di una borsa della Humboldt-Stiftung che gli consentì lunghe permanenze di studi in Germania per approfondire i suoi studi sulla problematica dei valori. Sturzo gli affidò insieme ad Addio la direzione del “Bollettino di Sociologia”, poi divenuto “Sociologia”, divenendo uno dei maggiori collaboratori dell'Istituto creato dal fondatore del Partito Popolare Italiano. Inviato al Congresso di Sociologia di Amsterdam e fra i fondatori della Società Italiana di Scienze Sociali.  Consigue la libera docenza in Filosofia Morale e ricopre vari incarichi presso Salerno. Vinse il concorso a cattedra per Filosofia Morale del Magistero di Salerno.  Morì in un incidente automobilistico insieme alle figlie Maria Gabriella e Maria Elisabeth.  Gli è stata intitolata la scuola di Cologna Spiaggia (Roseto degli Abruzzi).  Opere: “Società e cultura in Scheler” (Giuffré, Milano, Seconda attesa, Neri Pozza, Vicenza (edizione postuma); “Il mare ha voce, ha voce il vento” (Edizioni di Storia e Letteratura, Roma. Opera omnia; “Il darsi dell'Origine nell'esperienza sociale e religiosa, R. Pezzimenti, V. Di Marco, Studium Edizioni, Roma  Saggi e articoli Il terzo Congresso Mondiale di Sociologia (Amsterdam), in Bollettino di Sociologia dell'Istituto Luigi Sturzo,  Intorno al concetto di sociologia generale, in Sociologia, Bollettino dell'Istituto Luigi Sturzo, A. Giuffré, Milano, Il problema del risentimento in Max Scheler, in Sociologia, Bollettino dell'Istituto Luigi Sturzo, N. 1, A. Giuffré, Milano, Scienze sociali e Sociologia, in Sociologia, Bollettino dell'Istituto Sturzo, Anno A. Giuffré, Mi-lano, La Sociologia storicista di Sturzo e alcuni riferimenti alle teorie sociologiche moderne, in Sociologia, Bollettino dell'Istituto Sturzo, A. Giuffré, Milano, “Razionalità e storia nella sociologia sturziana”, in Civitas, L'autorità in Weber, in Sociologia, Il problema dell'autorità in Scheler, in Autorité et Liberté, Atti del Convegno di Cultura Europea, Bolzano, Società e cultura in Scheler, in Rivista di Sociologia, Roma Società e cultura inScheler,  I, Giuffré, Milano, Conoscenza e sociologia, in Rivista di Sociologia, Appunti per la settimana sociale dei cattolici d'Italia, in Rivista di Sociologia, Note sulla Conferenza di sociologia religiosa, in Rivista di Sociologia, Cristianesimo e storia, in Rivista di Sociologia, Riflessioni su pregiudizio e religione, in Rivista di Sociologia,  Roma, “Metafisica della scienza e sociologia”, in Rivista di Sociologia, Roma, Analisi culturale ed ecumenismo, in Rivista di Sociologia, Roma, Religione e pregiudizio” (Cappelli, Bologna); “Il problema di un'antropologia filosofica, in Rivista di Sociologia,  IGuida, Napoli, Corso di lezioni ciclostilate, con la traduzione, in appendice, di un saggio di Scheler). Religione e pregiudizio. Analisi di contenuto dei libri cattolici di insegnamento religioso in Italia e in Spagna, Cappelli, Bologna, Nota introduttiva a Hartmann, Etica I, Fenomenologia dei costumi, in Esperienze, Osservazioni in margine ad una ricerca su pregiudizio e religione, in Rivista di sociologia, Società e cultura in Scheler,  II, Giuffré, Milano, Prospettive culturali e sociologiche dell'impegno sociale (Relazione tenuta alla Consulta dei Movimenti Effettive e Seniores della Gioventù di Azione Cattolica). Un nuovo indirizzo storiografico nella analisi della struttura socio-economica meridionale (Relazione tenuta in occasione del convegno Ignazio Rozzi e l'agricoltura meridionale, Teramo, promosso dal Centro di Studi Storici Abruzzo Teramano), in Rivista di Sociologia, Riflessione sull'Università televisiva, in Informazione Radio TV. Studi, documenti e notizie, Speciale Televisione e Istruzione, RAI, Sociologia ed esperienza religiosa e politica in Luigi Sturzo, in Ricerche di Storia sociale e religiosa. Discendente del Beato Johannes Thauler  Centro studi Filippone-Thaulero  Vincenzo Di Marco in occasione della pubblicazione de "Il darsi dell'origine nell'esperienza sociale e religiosa"  Il Tempo, V. Mathieu, Salerno, G. De Rosa,Vincenzo Filippone-Thaulero in V. Filippone-Thaulero, Seconda Attesa, Vicenza, G. De Rosa, La storia che non passa: diario politico, Soveia Mannelli, G. Savarese, Presentazione in V. Filippone-Thaulero, Il mare ha voce, ha voce il vento, Roma, Centro studi Filippone-Thaulero, su centrostudifilipponethaulero.wordpress.com. Vincenzo Filippone-Thaulero. Thaulero. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Thaulero” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692497310/in/photolist-2mKQoNA-2mKP1GB-2mKP25W-2mKTyvC

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