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Monday, April 11, 2022

GRICE E CORBELLINI: L'EVOLUZIONE DI LUCREZIO

 Wikipedia Ricerca Storia del pensiero evoluzionista aspetti storici dell'evoluzionismo Lingua Segui Modifica Evoluzione CollapsedtreeLabels-simplified.svg Meccanismi e processi Adattamento Deriva genetica Equilibri punteggiati Flusso genico Mutazione Radiazione adattativa Selezione artificiale Selezione ecologica Selezione naturale Selezione sessuale Speciazione  Storia dell'evoluzionismo Storia del pensiero evoluzionista Lamarckismo Charles Darwin L'origine delle specie Neodarwinismo Saltazionismo Antievoluzionismo  Campi della Biologia evolutiva Biologia evolutiva dello sviluppo Cladistica Evoluzione della vita Evoluzione molecolare Evoluzione degli insetti Evoluzione dei vertebrati Evoluzione dei dinosauri Evoluzione degli uccelli Evoluzione dei mammiferi Evoluzione dei cetacei  Evoluzione dei primati Evoluzione umana Filogenetica Genetica delle popolazioni Genetica ecologica Medicina evoluzionistica Genomica della conservazione  Portale Biologia · V · D · M  La prima traccia dell'idea di un'evoluzione biologicadegli esseri viventi è la teoria sull'origine della vitaattribuita[1][2] ad Anassimandro di Mileto. Gli animali ebbero origine nell'acqua, dove erano tutti simili a pesci; con il tempo sono saliti sulla terraferma dove, liberati dalle scaglie, hanno continuato a vivere. Tale fu anche l'origine dell'uomo.[3]  Con l'avvento del Cristianesimo, e fino almeno all'evo moderno, l'indagine scientifica fu dominata dall'impianto filosofico essenzialista di derivazione aristotelica, nel quale la possibilità stessa della conoscenza si fonda sulla fissità della specie; inoltre, l'evoluzione non si armonizza con la Genesi e non trova collocazione in un sistema di riferimento che considera le specie immutabili perché perfette, in quanto create ex nihilo da Dio. Nel XVII secolo, col riaffiorare delle antiche concezioni, la parola evoluzione cominciò ad essere utilizzata come riferimento a un'ordinata sequenza di eventi, particolarmente quando un risultato si trovava, in qualche modo, già dall'inizio contenuto all'interno di essa.  Nel XVIII secolo la storia naturale si sviluppò enormemente, mirando ad investigare e catalogare le meraviglie dell'operato di Dio. Le scoperte effettuate dimostrarono l'estinzione delle specie, che fu spiegata dalla teoria del catastrofismo di Georges Cuvier, secondo cui gli animali e le piante venivano periodicamente annientati a causa di catastrofi naturali per poi essere rimpiazzate da nuove specie create dal nulla. In contrapposizione ad essa, la teoria dell'Uniformitarismo di James Hutton, del 1785, ipotizzava un graduale sviluppo della Terra, il cui aspetto non era dovuto ad eventi catastrofici ma a un lento processo perpetuatosi attraverso gli eoni.  Dal 1796, Erasmus Darwin, nonno di Charles, avanzò delle ipotesi sulla discendenza comune affermando che gli organismi acquisivano "nuove parti" in risposta a degli stimoli e che questi cambiamenti venivano trasmessi alla loro discendenza; nel 1802 suggerì la selezione naturale. Nel 1809, Jean-Baptiste Lamarcksviluppò una teoria simile (l'"ereditarietà dei caratteri acquisiti"), la quale ipotizzava che tratti "necessari" venissero ereditati col passaggio da una generazione alla successiva. Queste teorie di trasmutazione furono sostenute in Gran Bretagna dai Radicali come Robert Edmond Grant. In questo periodo l'opera di Thomas Malthus, Saggio sul principio della popolazione, influenzò il libero pensiero mostrando come l'incremento della popolazione mondiale fosse correlato a un eccesso nelle risorse disponibili.  Varie teorie furono proposte per riconciliare la Creazione biologica con le nuove scoperte scientifiche, incluso l'attualismo di Charles Lyellsecondo cui ogni specie aveva un suo "centro di creazione" ed era progettata per un particolare habitatil cui cambiamento portava inevitabilmente alla sua estinzione. Charles Babbage ritenne che Dio avesse creato le leggi per un programma divino che operava per la produzione delle specie e Richard Owen seguì Johannes Müller nel pensiero che la materia vivente avesse un'"energia organizzativa", una forza vitale (Lebenskraft) che, dirigendo lo sviluppo dei tessuti, determinava l'arco di vita degli individui e delle specie.  Antichità Modifica Greci Modifica Ipotesi secondo cui un tipo di animale, perfino l'essere umano, potesse discendere da altri tipi di animali erano state formulate dai filosofi greci Presocratici. Anassimandro di Mileto (610 - 546 a.C.) suppose che i primi animali vivessero in acqua, durante una fase umida del passato della Terra, e che i primi avi viventi a terra della razza umana dovevano essere nati in acqua, e aver passato solo una parte della loro vita sulla terraferma. Intuì anche che il primo umano della forma conosciuta oggi doveva essere stato il figlio di un altro tipo di animale, perché l'uomo ha bisogno di un lungo periodo di accudimento per raggiungere l'autonomia. Empedocle (490 - 430 a.C.); intuì che quello che noi chiamiamo nascita e morte degli animali sono solamente il mischiarsi e il separarsi degli elementi che formano "l'infinita tribù delle cose mortali". Più in particolare, i primi animali e le prime piante erano simili alle parti divise che formano quelli che vediamo oggi, qualcuna delle quali sopravvisse unendosi in differenti combinazioni, e poi mescolandosi di nuovo, finché "tutto riuscì come se fosse stato fatto di proposito, lì le creature sopravvissero, essendo accidentalmente composte in modo corretto". Altri filosofi diventarono più importanti nel Medioevo, fra cui Platone, Aristotele, ed esponenti della scuola stoica di filosofia, credevano che le specie di tutte le cose, non solo viventi, fossero state stabilite da un progetto divino.  Epicuro (341-270 a.C.) ha anticipato l'idea della selezione naturale. Il filosofo romano e atomistaLucrezio (99 -55 a.C.) espone queste idee nel suo poema De rerum natura (Sulla natura delle cose). Nel sistema Epicureo, si è ipotizzato che molte specie siano state generate spontaneamente da Gea in passato, ma che solo le forme più funzionali siano sopravvissute e abbiano avuto progenie. Gli epicurei non sembrano aver anticipato l'intera teoria dell'evoluzione come la conosciamo oggi, ma sembra che abbiamo postulato una teoria abiogeneticaseparata per ciascuna specie, piuttosto che postulare un singolo evento abiogenetico con la differenziazione delle specie a partire da uno o più organismi progenitori originari.  Cinesi Modifica Antichi pensatori cinesi come Zhuang Zhou (369 -286 a.C.), un filosofo taoista, hanno espresso varie idee su come le specie biologiche si siano diversificate. Secondo Joseph Needham, il Taoismo nega esplicitamente la fissità delle specie biologiche, e filosofi taoisti ipotizzano che le specie abbiano sviluppato diversi attributi in risposta ad ambienti differenti.[4] Il Taoismo insegna che gli esseri umani, la natura e il cielo sono in uno stato di "trasformazione costante" noto come il Tao, una visione della natura in contrasto con quella più statica tipica del pensiero occidentale.[5]  Romani Modifica Il poema di Lucrezio De rerum natura fornisce la migliore spiegazione superstite del pensiero dei filosofi epicurei greci. Esso descrive lo sviluppo del cosmo, la Terra, gli esseri viventi, e la società umana attraverso meccanismi puramente naturalistici, senza alcun riferimento al coinvolgimento soprannaturale. De rerum natura potrebbe aver influenzato le speculazioni cosmologiche ed evolutive di filosofi e scienziati durante e dopo il Rinascimento.[6] Il suo punto di vista è in forte contrasto con le opinioni di filosofi romani della scuola stoica come Cicerone, Seneca (4 a.C. - 65 d.C.), e Plinio il Vecchio (23 -79 d.C.) che avevano una visione fortemente teleologica del mondo naturale che ha influenzato la teologia cristiana.[7] Cicerone riporta che la visione peripatetica e stoica delle natura riguarda fondamentalmente il produrre vita "capace di sopravvivere nel migliore dei modi", cosa data per scontata tra l'élite ellenistica.[8]  Agostino d'Ippona Modifica  Sant'Agostino d'Ippona in un dipinto di Filippino Lippi In linea con il precedente pensiero greco, il vescovo e teologo del IV secolo, Agostino di Ippona, scrisse che la storia della creazione nel libro della Genesi, non doveva essere letta troppo alla lettera. Nel suo libro De Genesi ad litteram ("Sul significato letterale della Genesi"), ha dichiarato che in alcuni casi le nuove creature potrebbero essersi originate attraverso la "decomposizione" di precedenti forme di vita.[9] Per Agostino — a differenza di quelle che considerava le forme teologicamente perfette degli angeli, il firmamento e l'anima umana — le "piante, uccelli e la vita animale non sono perfetti… ma creati in uno stato di potenzialità".[10] L'idea di Agostino che le forme di vita siano state trasformate "lentamente nel corso del tempo" ha spinto padre Giuseppe Tanzella-Nitti, docente di teologia presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma, a sostenere che Agostino abbia suggerito una forma di evoluzione.[11][12]  Henry Fairfield Osborn scrisse in From the Greeks to Darwin (1894):  "Se l'ortodossia di Agostino fosse rimasta una dottrina della Chiesa, la scoperta dell'evoluzione sarebbe avvenuta molto prima di quanto non abbia fatto, certamente nel corso del XVIII invece del XIX secolo, e la controversia su questa verità della Natura non sarebbe mai sorta… Chiaramente la creazione diretta o istantanea di animali e piante sembrava essere insegnata dalla Genesi, Agostino lesse questo alla luce del nesso di causalità primaria e il graduale sviluppo da imperfetto a perfetto spiegato da Aristotele. Questo influente insegnante ha così tramandato ai suoi seguaci pareri strettamente conformi alle vedute progressiste di questi teologi del nostro tempo che hanno accettato la teoria evoluzione."[13]  In Storia della lotta della scienza con la teologia nella cristianità (A History of the Warfare of Science with Theology in Christendom, 1896), dove Andrew Dickson White scrisse sui tentativi di Agostino di preservare l'antico approccio evolutivo alla creazione:  "Per secoli una dottrina largamente accettata era che l'acqua, la sporcizia, e le carogne avevano ricevuto il potere dal Creatore per generare vermi, insetti, e una moltitudine di piccoli animali; e questa dottrina era stata accolta con particolare favore da Sant'Agostino e molti dei padri fondatori, in quanto solleva l'Onnipotente dal creare, Adamo dal nominare, e Noè dal vivere nell'arca con queste innumerevoli specie disprezzate."[14]  In De Genesi contra Manichæos, Agostino dice: "Supporre che Dio creò l'uomo dalla polvere con le mani è molto infantile… Dio non plasmò l'uomo con le mani né soffiò su di lui con la gola e le labbra…" Agostino suggerisce in altri lavori la sua teoria dello sviluppo degli insetti dalle carogne, e l'adozione della vecchia teoria dell'evoluzione, mostrando che "alcuni animali molto piccoli non possono essere stati creati nei giorni quinto e sesto, ma possono essere stati originati in seguito dalla putrefazione della materia." Per quanto riguarda l'agostiniana De Trinitate ("Sulla Trinità"), Andrew White ha scritto che Agostino "…sviluppa finalmente l'idea che dietro la creazione di esseri viventi c'è qualcosa di simile a un'evoluzione, di cui Dio è l'autore ultimo, che opera attraverso le cause seconde; e, infine, sostiene che alcune sostanze sono dotate da Dio del potere di produrre alcune classi di piante e animali."[14]  Medioevo Modifica  Una pagina del Kitāb al-Hayawān (libro degli animali) di Al-Jāḥiẓ La filosofia islamica e la lotta per l'esistenza Modifica Anche se le idee evolutive di greci e romani si estinsero in Europa dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, non furono abbandonate dai filosofi e scienziati islamici. Nell'Epoca d'oro islamica, dall'VIII al XIII secolo, i filosofi esplorarono nuove idee nel campo della storia naturale, quali la trasmutazione dal non vivente al vivente: "dal minerale al vegetale, dalla pianta all'animale, e dall'animale all'uomo."[15]  Nel mondo islamico medievale, lo studioso al-Jahiz(776 -868) scrisse un libro sugli animali nel IX secolo, dove descrive la catena alimentare.[16]  Nel 1377, Ibn Khaldun scrisse il Muqaddimah in cui afferma che gli esseri umani si sono sviluppati dal "mondo delle scimmie", in un processo attraverso il quale "le specie diventano più numerose". Alcuni dei suoi pensieri, secondo alcuni commentatori, anticipano la teoria biologica dell'evoluzione.[17] Nel primo capitolo si legge: "Il mondo con tutte le cose in esso create ha un certo ordine e la sua solida costruzione mostra nessi tra cause ed effetti, combinazioni fra alcune parti della creazione ed altre, trasformazioni di alcune cose esistenti in altre, in uno straordinario reticolo senza fine. "[18]  Filosofia cristiana e la grande catena dell'essere Modifica  Tommaso d'Aquino in un dipinto di Carlo Crivelli Durante il Medioevo, la cultura classica greca decadde in Occidente. Tuttavia, il contatto con il mondo islamico, dove i manoscritti greci erano stati conservati e ampliati, ben presto portò a un'ondata massiccia di traduzioni latine nel XII secolo, che re-introdussero in Europa le opere greche, nonché quelle del pensiero islamico.  La maggior parte dei teologi cristiani credeva che il mondo fosse progettato secondo una gerarchia immutabile, la grande catena dell'essere o scala naturae, che influenzò il pensiero della civiltà occidentale per secoli.[19]  Altri teologi erano più aperti alla possibilità che il mondo si fosse sviluppato attraverso processi naturali. Tommaso d'Aquino si spinse oltre il pensiero di Agostino d'Ippona nel sostenere che i testi sacri come la Genesi non dovessero essere interpretati in modo letterale, poiché ciò si poneva in conflitto con quello che i filosofi naturali avevano imparato sul funzionamento del mondo naturale, e li vincolava dallo scoprire nuove cose[non chiaro]. L'Aquinate pensava che l'autonomia della natura fosse un segno della bontà di Dio, e che non vi era alcun conflitto tra il concetto di un universo divinamente creato, e l'idea che l'universo si potesse essere evoluto nel tempo attraverso meccanismi naturali.[20] Tuttavia, Tommaso contestava i sostenitori di Empedocle, che sostenevano che l'universo avrebbe potuto svilupparsi anche senza un obiettivo di fondo.[21]  Rinascimento e Illuminismo Modifica  Comparazione di uno scheletro umano con uno scheletro di uccello ad opera di Pierre Belon Nella prima metà del XVII secolo, la filosofia meccanica di René Descartes incoraggiò l'uso della metafora dell'universo come macchina, un concetto che avrebbe caratterizzato la rivoluzione scientifica. Tra il 1650 e il 1800, alcuni naturalisti, come Benoît de Maillet, produssero teorie che sostenevano che l'universo, la Terra, e la vita, si erano sviluppati meccanicamente, senza una guida divina. Nel 1751, Pierre Louis Maupertuis virò verso un'idea più materialista, scrivendo che le modifiche naturali si verificano durante la riproduzione e si accumulano nel corso di molte generazioni, producendo razze e specie nuove; una descrizione che ha anticipato il concetto di selezione naturale.[22]  La parola evoluzione (dal latino evolutio, "srotolare, svolgere") è stata inizialmente utilizzata in riferimento allo sviluppo embrionale; il suo primo impiego in relazione allo sviluppo della specie è venuto nel 1762, quando Charles Bonnet la ha utilizzata per il suo concetto di "pre-formazione", in cui le donne portavano una forma in miniatura di tutte le generazioni future. Il termine ha poi guadagnato gradualmente il significato più generale di crescita o sviluppo progressivo.[23]  Più tardi nel XVIII secolo, il filosofo francese Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon, uno dei più importanti naturalisti del tempo, ha suggerito che le specie erano in realtà solo delle varietà ben delineate, prodotte dalle modifiche, dovute a fattori ambientali, di un organismo originale. Ad esempio, credeva che leoni, tigri, leopardi e gatti di casa potessero avere tutti un antenato comune. Leclerc ha inoltre ipotizzato che le circa 200 specie di mammiferi conosciute in quel periodo potessero essere derivate da solo 38 forme animali originali. Le idee evolutive del conte erano però limitate; credeva che ciascuna delle forme originali fossero sorte per generazione spontanea e che ognuno fosse stata modellata da "muffe interne" che limitavano la quantità di cambiamenti possibili. Le opere di Buffon, Histoire Naturelle (1749-1789) e Époques de la nature (1778), contengono teorie ben sviluppate sull'origine materialista della Terra; la sua messa in discussione della fissità della specie è stata estremamente influente.[24]  Un altro filosofo francese, Denis Diderot, scrive che le cose viventi possono essere sorte per generazione spontanea, e che le specie sono in uno stato di costante evoluzione attraverso un processo in cui nuove forme di vita sorgono continuamente, e possono sopravvivere o meno in base al caso; un'idea che può essere considerata un'anticipazione parziale della teoria della selezione naturale.[22] Tra il 1767 e il 1792, James Burnett, Lord di Monboddo, incluse nei suoi scritti, non solo il concetto che l'uomo era disceso dai primati, ma anche che, in risposta all'ambiente, le creature avevano trovato metodi di trasformare le loro caratteristiche in lunghi intervalli di tempo.[25] Il nonno di Charles Darwin, Erasmus Darwin, pubblicò Zoonomia (1794-1796), dove suggerì che "tutti gli animali a sangue caldo sono sorti da un filamento vivente".[26] Nel suo poema Tempio della Natura (1803), Erasmus ha descritto il progredire della vita dai minuscoli organismi viventi nel fango fino a giungere alla biodiversità moderna.[27]  La nascita della teoria di Darwin Modifica All'Università di Edimburgo, durante gli studi, Charles Darwin fu coinvolto direttamente negli sviluppi della teoria evoluzionistica di Robert Edmund Grant, ispirata dalle idee di Erasmus Darwin e Lamarck. In seguito, all'Università di Cambridge, i suoi studi di teologia lo convinsero ad accettare le considerazioni di William Paley sul "disegno" di un Creatore, mentre il suo interesse nella storia naturale aumentò grazie al botanico John Stevens Henslow e al geologo Adam Sedgwick, entrambi fermamente credenti in una creazione divina e nell'antico uniformismo della terra. Durante il viaggio del Beagle, Darwin si convinse della fondatezza dell'attualismo di Lyell e cercò di conciliare le varie teorie creazionistiche con le prove che riuscì ad evidenziare. Al suo ritorno, Richard Owen dimostrò che i fossili che Darwin aveva trovato, appartenevano a specie estinte mostranti relazioni con delle specie viventi in alcune località. John Gould rivelò con sorpresa che gli uccelli completamente diversi ritrovati nelle Isole Galápagos erano, in realtà, 13 specie diverse di fringuelli (conosciuti ora, volgarmente in tutto il mondo, come i Fringuelli di Darwin).    Schizzo di un albero filogeneticodisegnato da Darwin negli appunti preparatori del suo First Notebook on Transmutation of Species(1837) Dagli inizi del 1837 Darwin meditò sulla trasmutazionein una serie di appunti segreti. Si occupò inoltre della selezione artificiale delle razze domestiche, consultando William Yarrell e leggendo un opuscolo scritto da un amico, Sir John Sebright, il quale commentava come "con un severo inverno, o una scarsità di cibo, attraverso l'uccisione degli individui deboli e malaticci, si avessero tutti i migliori effetti della più abile selezione". Nel 1838, in uno zoo, vide per la prima volta una scimmia antropomorfa: il bizzarro comportamento di un orango lo impressionò per la somiglianza con quello di un "bambino dispettoso" e, dalla sua esperienza sui nativi della Terra del Fuoco, lo portò a pensare che non ci fosse poi un grande abisso tra gli uomini e gli animali, a dispetto della dottrina teologica che considera solo la specie umana possedente un'anima.  Nel tardo settembre del 1838 Darwin cominciò a leggere la sesta edizione del Saggio sul principio della popolazione di Malthus, con la quale ricordò la dimostrazione statistica secondo cui la popolazione umana, riproducendosi al di sopra dei propri mezzi, competesse per la sopravvivenza. In questo periodo tentò di applicare per primo questi principi alle specie animali. Darwin applicò nella sua ricerca il pensiero liberista sulle leggi di Natura, considerando la pura lotta per la vita priva di sostegni esterni. Dal dicembre 1838 intravide una somiglianza tra il concetto della selezione artificiale e la Natura Malthusiana che selezionava, attraverso il cambiamento, le varianti da eliminare, in modo che ogni parte delle nuove strutture acquisite fosse pienamente pratica e perfetta.  L'origine delle specie Modifica Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: L'origine delle specie. La sintesi evolutiva moderna Modifica Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Neodarwinismo. Note Modifica ^ "Anassimandro di Mileto afferma che dall'acqua e dalla terra riscaldate sarebbero nati dei pesci o degli animali molto simili a pesci; in questi concrebbero gli uomini, e i feti vi rimasero rinchiusi fino alla pubertà. Quando questi si spezzarono, allora finalmente ne uscirono uomini e donne che potevano già nutrirsi." (Censorino, De die natali) ^ "[Anassimandro] dice pure che da principio l'uomo fu generato da animali di altra specie." (Plutarco, Doxa) ^ Franco Volpi, Dizionario delle opere filosofiche, pag. 31 ^ Colin A. Ronan, The Shorter Science and Civilisation in China: An Abridgement by Colin A. Ronan of Joseph Needham's Original Text, vol. 1, Cambridge; New York, Cambridge University Press, 1995   [originariamente pubblicato nel 1980] , ISBN 0-521-29286-7, LCCN 77082513, OCLC 3345021. ^ Miller James, Daoism and Nature ( PDF ), su jamesmiller.ca (archiviato dall' url originale  il 16 dicembre 2008). ^ David Sedley, Lucretius, in Stanford Encyclopedia of Philosophy, Stanford, CA, Stanford University, 2013. ^ Peter Bowler, The Earth Encompassed: A History of the Environmental Sciences., in Norton History of Science, New Yorki, W. W. 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Voci correlate Modifica Evoluzione Creazionismo Dibattito fra creazionismo ed evoluzionismo Altri progetti Modifica  Collegamenti esterni Modifica ( EN ) Storia del pensiero evoluzionista, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. Modifica su Wikidata   Portale Biologia   Portale Filosofia   Portale Storia Ultima modifica 7 mesi fa di InternetArchiveBot PAGINE CORRELATE L'origine delle specie saggio di divulgazione scentifica di Charles Darwin  Darwinismo teoria dell'evoluzione proposta da Charles Darwin  Evoluzionismo teista dottrina  Wikipedia Il contenuto  In the few years of the pre-  Christian period that remained the teaching of Em-  pedocles, and of Epicurus as the mouthpiece of the  y atomic theory, was revived by Lucretius in his De     24 PIONEERS OF EVOLUTION'.   Rerum Natura. Of that remarkable man but little,  is recorded, and the record is untrustworthy. He  was probably born 99 b. c, and died — ^by his own  hand, Jerome says, but of this there is no proof — ^in  his forty-fourth year. It is difficult, taking up his  wonderful poem, to resist the temptation to make  copious extracts from it, since, even through the  vehicle of Mr. Munro's exquisite translation, it is  probably little known to the general reader in these  evil days of snippety literature. But the temptation  must be resisted, save in moderate degree.   With the dignity which his high mission inspires,  Lucretius appeals to us in the threefold character of  teacher, reformer, and poet. " First, by reason of  the greatness of my argument, and because I set the  mind free from the close-drawn bonds of supersti-  tion; and next because, on so dark a theme, I com-  pose such lucid verse, touching every point with the  grace of poesy." As a teacher he expounds the doc-  trines of Epicurus concerning life and nature; as a  reformer he attacks superstition; as a poet he in-  forms both the atomic philosophy and its moral ap-  plication with harmonious and beautiful verse swayed •  by a fervour that is akin to religious emotion.   Discussing at the outset various theories of ori-  gins, and dismissing these, notably that which asserts  that things came from nothing — " for if so, any kind  might be born of anything, nothing would require  seed," Lucretius proceeds to expound the teaching  of Leucippus and other atomists as to the constitu-     FROM THALES TO LUCRETIUS. 25   tion of things by particles of matter ruled in their  movements by unvarying laws. This theory he  works all round, explaining the processes by which  the atoms unite to carry on the birth, growth, and  decay of things, the variety of which is due to variety  of form of the atoms and to differences in modes  of their combination; the combinations being deter-  mined by the affinities or properties of the atoms  themselves, " since it is absolutely decreed what each  thing can and what it cannot do by the conditions of  Nature." Change is the law of the universe;. what  is, will perish, but only to reappear in another form.  Death is "the only immortal"; and it is that and  what may follow it which are the chief tormentors  of men. " This terror of the soul, therefore, and this  darkness, must be dispelled, not by the rays of the  sun or the bright shafts of day, but by the outward  aspect and harmonious plan of Nature." Lucretius  explains that the soul, which he places in the centre  of the breast, is also formed of very minute atoms of  heat, wind, calm air, and a finer essence, the pro-  portions of which determine the character of both  men and animals. It dies with the body, in support  of which statement Lucretius advances seventeen  arguments, so determined is^ he to " deliver those  who through fear of death are all their lifetime sub-  ject to bondage."   These themes fill the first three books. In the  fourth he grapples with the mental problems of  sensation and conception, and explains the origin of  3     26 PIONEERS OF JSVOLUTION.   belief in immortality as due to ghosts and appari-  tions which appear in dreams. " When sleep has  prostrated the body, for no other reason does the  mind's intelligence wake, except because the very  same images provoke our minds which provoke them  when we are awake, and to such a degree that we  seem without a doubt to perceive him whom life has  left, and death and earth gotten hold of. This Na-  ture constrains to come to pass because all the senses  of the body are then hampered and at rest through-  out the limbs, and cannot refute the unreal by real  things."   In the fifth book Lucretius deals with origins —  of the sun, the moon, the earth (which he held to be  flat, denying the existence of the antipodes); of life  and its development; and of civilization. In all this  he excludes design, explaining everything as pro-  duced and maintained by natural agents, "the masses,  suddenly brought together, became the rudiments of  earth, sea, and heaven, and the race of living things."  He believed in the successive appearance of plants  and animals, but in their arising separately and di-  rectly out of the earth, " under the influence of rain  and the heat of the sun," thus repeating the old  speculations of the emergence of life from slime,  " wherefore the earth with good title has gotten and  keeps the name of mother." He did not adopt Em-  pedocles's theory of the " four roots of all things,"  and he will have none of the monsters — ^the hippo-  griflFs, chimeras, and centaurs — ^which form a part of     FROM THALES TO LUCRETIUS.     27     the scheme of that philosopher. These, he says,  ** have never existed," thus showing himself far in  advance of ages when unicorns, dragons, and such-  like fabled beasts were seriously believed to exist.  In one respect, more discerning than Aristotle, he  accepts the doctrine of the survival of the fittest as  taught by the sage of Agrigentum. For he argues  that since upon " the increase of some Nature set a  ban, so that they could not reach the coveted flower  of age, nor find food, nor be united in marriage,"  ..." many races of living things have died out, and  been unable to beget and continue their breed."  Lucretius speaks of Empedocles in terms scarcely  less exaggerated than those which he applied to Epi-  curus. The latter is " a god " who first found out  that plan of life which is now termed wisdom, and  who by tried skill rescued life from such great bil-  lows and such thick darkness and moored it in so  perfect a calm and in so brilliant a light, ... he  cleared men's breasts with truth-telling precepts, and  fixed a limit to lust and fear, and explained what  was the chief good which we all strive to reach." As  to Empedocles, " that great country (Sicily) seems  to have held within it nothing more glorious than  this man, nothing more holy, marvellous, and dear.  The verses, too, of this godlike genius cry with a  loud voice, and make known his great discoveries,  so that he seems scarcely bom of a mortal stock."  Continuing his speculations on the development  of living things, Lucretius strikes out in bolder and     l.^     28 PIONEERS OF EVOLUTION.   original vein. The past history of man, he says, lies  in no heroic or golden age, but in one of struggle  out of savagery. Only when " children, by their  coaxing ways, easily broke down the proud temper  of their fathers," did there arise the family ties out  of which the wider social bond has grown, and soft-  ening and civilizing agencies begin their fair offices.  In his battle for food and shelter, " man's first arms  were hands, nails and teeth and stones and boughs  broken off from the forests, and flame and fire, as  soon as they had become known. Afterward the  force of iron and copper was discovered, and the use  >^. ' of copper was known before that of iron, as its nature  • is easier to work, and it is found in greater quantity.  With copper they would labour the soil of the earth  and stir up the billows of war. . . . Then by slow  steps the sword of iron gained ground and the make  of the copper sickle became a byword, and with iron  they began to plough through the earth's [soil, and  the struggles of wavering man were rendered equal."  As to language, " Nature impelled them to utter the  various sounds of the tongue, and use struck out the  names of things." Thus does Lucretius point the  road along which physical and mental evolution have  since travelled, and make the whole story subordi-  nate to the high purpose of his poem in deliverance  of the beings whose career he thus traces from super-  stition. Man " seeing the system of heaven and the  different seasons of the years could not find out by  what causes this was done, and sought refuge in     FROM THALES TO LUCRETIUS.     29     handing over all things to the gods and supposing  all things to be guided by their nod." Then, in the  sixth and last book, the completion of which would  seem to have been arrested by his death, Lucretius  explains the " law of winds and storms," of earth-  quakes and volcanic outbursts, which men " foolishly  lay to the charge of the gods," who thereby make  known their anger.   So, loath to suffer mute,  We, peopling the void air,  Make Gods to whom to impute  The ills we ought to bear ;  With God and Fate to rail at, suffering easily.   And what a motley crowd of gods they were on  whose caprice or indifference he pours his vials of  anger and contempt! The tolerant pantheon of  Rome gavie welcome to any foreign deity with re-  spectable credentials; to Cybele, the Great Mother,  imported in the' shape of a rough-hewn stone with  pomp and rejoicings from Phrygia 204 b. c; to Isis,  welcomed from Egypt; to Herakles, Demeter, As-  klepios, and many another god from Greece. But  these were dismissed from a man's thought when the  prayer or sacrifice to them had been offered at the  due season. They had less influence on the Roman's  life than the crowd of native godlings who were  thinly disguised fetiches, and who controlled every  action of the day. For the minor gods survive the  changes in the pantheon of every race. Of the Greek  peasant of to-day Mr. Rennel Rodd testifies, in his     30     PIONEERS OF EVOLUTION.     Custom and Lore of Modern Greece, that much as  he would sliudder at the accusation of any taint of  paganism, the ruling of the Fates is more immedi-  ately real to him than divine omnipotence. Mr.  Tozer confirms this in his Highlands of Turkey. He  says: " It is rather the minor deities and those as-  sociated with man's ordinary life that have escaped  the brunt of the storm, and returned to live in a dim  twilight of popular belief." In India, Sir Alfred  Lyall tells us that, " even the supreme triad of Hindu  allegory, which represents the almighty powers of  creation, preservation, and destruction, have long  ceased to preside actively over any such correspond-  ing distribution of functions." Like limited mon-  archs, they reign, but do not govern. They are  superseded by the ever-increasing crowd of godlings  whose influence is personal and special, as shown by  Mr. Crooke in his instructive Introduction to the  Popular Religion and Folk-lore of Northern India.  The old Roman catalogue of spiritual beings,  abstractions as they were, who gfuarded life in minute  detail, is a long one. From the indigitamenta^ as  such lists are called, we learn that no less than forty-  three were concerned with the actions of a child.  When the farmer asked Mother Earth for a good  harvest, the prayer would not avail unless he also  invoked " the spirit of breaking up the land and the  spirit of ploughing it crosswise; the spirit of furrow-  ing and the spirit of ploughing in the seed; and the  spirit of harrowing; the spirit of weeding and the     FROM THALES TO LUCRETIUS. 31   spirit of reaping; the spirit of carrying com to the  barn; and the spirit of bringing it out again." The  country, moreover, swarmed with Chaldaean astrolo-  gers and casters of nativities; with Etruscan harus-  pices full of " childish lightning-lore," who foretold  eve'tits from the entrails of sacrificed animals; while  in competition with these there was the State-sup-  ported college of augurs to divine the will of the  gods by the cries and direction of the flight of birds.  Well might the satirist of such a time say that the  "place was so densely populated with gods as to  leave hardly room for the men."   It will be seen that the justification for including  Lucretius among the Pioneers of Evolution lies in  his two signal and momentous contributions to the  science of man; namely, the primitive savagery of  the human race, and the origin of the belief in a  soul and a. future life. Concerning the first, an-  thropological research, in its vast accumulation of  materials during the last sixty years, has done little  more than fill in the outline which the insight of  Lucretius enabled him to sketch. As to the second,  he anticipates, well-nigh in detail, the ghost-theory  of the origin of belief in spirits generally which Her-  bert Spencer and Dr. Tylor, following the lines laid  down by Hume and Turgot (see p. 255), have  formulated and sustained by an enormous mass of  evidence. The credit thus due to Lucretius for the  original ideas in his majestic poem — Greek in con-  ception and Roman in execution — has been ob-     (     X     32     PIONEERS OF EVOLUTION.     scured in the general eclipse which that poem suf-  fered for centuries through its anti-theological spirit.  Grinding at the same philosophical mill, Aristotle,  because of the theism assumed to be involved in his  " perfecting principle," was cited as " a pillar of the  faith" by the Fathers and Schoolmen; while Lucre-  tius, because of his denial of design, was " anathema  maranatha." Only in these days, when the far-reach-  ing effects of the theory of evolution, supported by  observation in every branch of inquiry, are apparent,  are the merits of Lucretius as an original seer, more  than as an expounder of the teachings of Empedocles  and Epicurus, made clear.   Standing well-nigh on the threshold of the Chris-  tian era, we may pause to ask what is the sum of  the speculation into the causes and nature of things  which, begun in Ionia (with impulse more or less  slight from the East, in the sixth century before  Christ), by Thales, ceased, for many centuries, in the  poem of Lucretius, thus covering an active period  of about five hundred years. The caution not to see  in these speculations more than an approximate ap-  proach to modern theories must be kept in mind.   1. There is a primary substance which abides  amidst the general flux of things.   All modern research tends to show that the various  combinations of matter are formed of some prima ma-  teria. But its ultimate nature remains unknown.   2. Out of nothing comes nothing.     FROM THALES TO LUCRETIUS. 33   Modern science knows nothing of a beginnings and,  moreover, holds it to be unthinkable. In this it stands  in direct opposition to the theological dogma that God  created the universe out of nothing; a dogma still  accepted by the majority of Protestants and binding on  Roman Catholics. For the doctrine of the Church of  Rome thereon, as expressed in the Canons of the  Vatican Council, is as follows: " If any one confesses  not that the world and all things which are contained  in it, both spiritual and mental, have been, in their  whole substance, produced by God out of nothing; or  shall say that God created, not by His free will from  all necessity, but by a necessity equal to the necessity  whereby He loves Himself, or shall deny that the  world was made for the glory of God: let him be  anathemaJ'   3. The primary substance is indestructible.   The modern doctrine of the Conservation of Energy  teaches that both matter and motion can neither be ere-  ated nor destroyed.   f^. The universe is made up of indivisible particles  called atoms, whose manifold combinations, ruled  by unalterable affinities, result in the variety of  things.   With modifications based on chemical as well as  mechanical changes among the atoms, this theory of  Leucippus and Democritus is confirmed. (But recent  experiments and discoveries show that reconstruction  of chemical theories as to the properties of the atom may  happen.)     34     PIONEERS OF EVOLUTION.     5. Change is the law of things, and is brought  about by the play of opposing forces.   Modern science explains the changes in phenomena  as due to the antagonism of repelling and attracting  modes of motion; when the latter overcome the former,  equilibrium will be reached, and the present state of  things will come to an end.   6. Water is a necessary condition of life.  Therefore life had its beginnings in water; a theory   wholly indorsed by modern biology,   7. Life arose out of non-living matter.  Although modern biology leaves the origin of life   as an insoluble problem, it supports the theory of  fundamental continuity between the inorganic and the  organic.   8. Plants came before animals: the higher organ-  isms are of separate sex, and appeared subsequent  to the lower.   Generally confirmed by modern biology, but with  qualification as to the undefined borderland between  the lowest plants and the lowest animals. And, of  course, it recognises a continuity in the order and  succession of life which was not grasped by the Greeks.  Aristotle and others before him believed that some of  the higher forms sprang from slimy matter direct.   9. Adverse conditions cause the extinction of  some organisms, thus leaving room for those better  fitted.   Herein lay the crude germ of the modern doctrine  of the " survival of the fittest!*     FROM THALES TO LUCRETIUS,     35     lO. Man was the last to appear, and his primi-  tive state was one of savagery. His first tools and  weapons were of stone; then, after the discovery of  metals, of copper; and, following that, of iron. His  body and soul are alike compounded of atoms, and  the soul is extinguished at death.   The science of Prehistoric Archceology confirms the  theory of man's slow passage from barbarism to civili-  zation; and the science of Comparative Psychology de-  clares that the evidence of his immortality is neither  stronger nor weaker than the evidence of the immor-  tality of the lower animals.   Such, in very broad outline, is the legacy of sug-  gestive theories bequeathed by the Ionian school and  its successors, theories which fell into the rear when  Athens became a centre of intellectual life in which  discussion passed from the physical to those ethical  problems which lie outside the range of this survey.  Although Aristotle, by his prolonged and careful  observations, forms a conspicuous exception, the  fact abides that insight, rather than experiment, ruled  Greek speculation, the fantastic guesses of parts of  which themselves evidence the survival of the crude  and false ideas about earth and sky long prevailing.  The more wonderful is it, therefore, that so much  therein points the way along which inquiry travelled  after its subsequent long arrest; and the more ap-  parent is it that nothing in science or art, and but  little in theological speculations, at least among us     36     PIONEERS OF EVOLUTION.     Westerns, can be understood without reference to  Greece.   Table.         Approxi-      Namb.    Place.    mate date   B.C.    Speciality.    Tbales.    Miletus    600    Cosmological      (Ionia).      Ae Pri^ f Water.    •              Substance    Anaximender.    ((    570    the Bound-  less.    Anaximenes.    41    500    Air.    Pythagoras.    Samos (near    500    " Numbers :      the Ionian      " a Cosmos built      coast).      up of geomet-  rical figures/'  or(Grote, Pla-  to, i, 12) "gen-  erated out of  number."    Xenophanes.    Colophon    500    Founder of the      (Ionia).      Eleatic school.    Heraditus.    Ephesus  (Ionia).    500    Fire.    Empedocles.    Agrigentum    450    Fire, Air, Earth,      (Sicily).      and Water :  ruled by Love  and Strife.    Anaxagoras.    Clazomenae  (Ionia).    450    Nous.    Leucippus          Democritus.    Abdera    460    Formulators of the Atomic      (Thrace).      Theory.    Aristotle.    Stagira  (Macedo-  nia).    350    Naturalist.   i    Epicurus.    Samos.    300    Expounder of the Atomic  Theory and Ethical Philos- '  opher.    Lucretius.    Rome.    50    Interpreter of Epicurus and  Empedocles : the first An-                thropologist. 

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