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Thursday, July 29, 2021

Grice e Bovio: Nostra Lingua

 LINGUAGGIO.- Abbiamo nel nostro linguaggio certe parole fulminatorie che vogliono significare una gran fede e tradiscono l'ipocrisia di chi le dice ;vogliono atter rire e producono invece l'impressione comica delle s c o m u niche di un certo vescovo provenzale sull'animo di Gugliel mo IX,duca di Aquitania e conte di Poitiers.  - 52- questa , dopo la rinascenza , dettò a Galileo la riduzione delle leggi della mente e della natura sulla pietra L a v a gna ; anche oggi questa imponeva al Ferrari la riduzione de'periodi storici nel numero ; e sempre questa tornerà dopo le brevi soste o deviazioni del nostro genio.Anche nella politica noi vogliamo misurato ilnostro passo,e perd la nostra prudenza di governo e di popolo fu compendiata felicemente non nel cunctari nè nel festinare, m a in quel festina lente , che è la sintesi più mirabile e perfetta del nostro carattere.Non è già che ad ora destinata non ab biamo le rivoluzioni noi come gli altri popoli,m a i tremiti e leoscillazioninon levogliamo,nè vogliamo rifareilpasso. A rovinare i pensatori alquanto più arditi sino al 1860 avevamo tre terribili parole graduali :protestantismo, p a n teismo,materialismo.Oggi sono tre fulmini senza cuspide,   easprofondaregliscrittoridiparteavversa,abbiamo so stituito a quelle tre altre parole terrifiche con la stessa s a cramentale gradazione: repubblicanismo,socialismo, in ternazionalismo. Quelle tre prime parole suonavano una scomunica ca nonica,le seconde una scomunica politica;ma nessun fu rore biblico traspare dalla faccia rubiconda di chi fulmina le prime o le seconde.Si voleva sino al 1859 perdere uno scrittore,un libro,anche un'opera d'arte?Una parola ba stava:è panteista!Il libro era proibito,l'autore sottoposto ad una o a più delle sette polizie,e ilcritico con quella sola parola acquistava autorità e dispensa da ogni altra confu tazione . Oggi no:piùche ibeni spirituali della celesteGerusa lemme si ha paura di perdere le palpabili dolcezze della Babiloniaterrestre,edascomunicareun uomo,una dot trina,un pensiero,si grida la parola socialismo!e la qui s t i o n e è f i n i t a lì , c o m e s e t u t t i o g g i, i n u n c e r t o s e n s o , n o n fossimo socialisti,e come se oggi ci fosse al mondo un u o mo ,un cane,un rospo,una formica,una molecola dove non sia arrivata a penetrare la quistione sociale. Io ho udito nella Camera un oratore dare del radicale almini stro più mite e conservatore che, a udire accusa tanto s t r a n a , r i s e f o r t e e t r a s e c o l a t o , c o m e v o l e s s e d i r e : I o ! ... s t u dio lecostruzioni ferroviarie per muovere le vaporiere non gliuomini.Ne rise tutta la Camera,ma notò sin dove sale l'ipocrisia del linguaggio.  53 Sono,percontrario,parole privilegiate estillanti san tità queste altre: serietà, galantomismo, moderazione. Queste parole sono guscio a molte lumache ,scudo ad al   cuni faccendieri, e bandiera a non pochi paolotti.La m o derazione fu sempre virtù operosa de'fortissimi, non co stume dei pigri e degli adiposi: conosco in Italia uomini moderati in tutti ipartiti,ma non conosco un partito m o derato '). Ci sono poi due parole antitetiche, mi si passi l'aggiun to,nellapoliticadelgiorno:piazzaed impopolarità.La prima di queste due significa l'estremo dell'avvilimento, l'altra della sublimità.L'equivoco però entra spesso ad al terarne l'uso corrente e le giuoca secondo i fini di parte : se la piazza fa dimostrazioni festive ai sovrani,la chiamano cuore della nazione ; se ragiona e delibera su’dritti suoi , la chiamano canaglia. Impopolarità poi è parola stranissima,ma che può sve lare tutto un sistema.N e'governi rappresentativi è alta prudenza ilcoraggio dell'impopolarità! E questo governo che e chi vorrà rappresentare ? Sarà rappresentativo dei morti che si lasciano anatomizzare senza lamento , o dei gnomi che sistannochetinelcentro dellaterra? 1)Glieccessiaiquali,oggisegnatamente,silascia andarequestopartito,in curante del popolo quanto sollecito di potere , nuderanno l'essenza delle istitu zioni vacillanti.  - 54 - rappre sentativo del popolo o d'una sètta? del popolo o dei fini di un ambizioso ? e quando una Taide , nudandosi dove non conveniva,sfidava il pudore e lo sdegno di un popolo,m o stravailcoraggio dell'impopolarità?Eh via!anche l'ipo crisia del coraggio ci voleva , e l'impopolarità doveva e s sere lo scudo d'Achille sul petto di Tersite. Capisco in giorni eccezionali l'impopolarità d'un sapiente, m a il si stema dell'impopolarità ne governi rappresentativi è una contraddizione ne'termini.   Continui chi vuole e può altre osservazioni intorno a parole convenzionali, sulla fraseologia, sul periodo ferma to innanzi al plauso prestabilito , specialmente in certi giorni , m a osservi pure che se il linguaggio assai volte è dato a nascondere il pensiero e ci riesce, non può riuscir mai a nascondere la mente ambigua,l'oscillazione del con vincimento,l'ipocrisia,ilcarattere.Unapiùomeno visi bile gonfiezza,un certo tôno,una certa struttura e posa, una studiata semplicità,una bonarietà metodica,una figu ra,una parola, anche una reticenza ed una linea aprono, a chi non è volgo,tutto l'intimo dell'animale parlante. Osservo infine che se i dialetti talvolta fanno capolino nelle nostre leggi ,e specialmente nelle procedure, egli è segno che le regioni italiane non vogliono essere compres se e ricordano allo Stato nazionale quella parte di autono mia ad essi dovuta.Non un filologo deve venire a correg gere il dialetto nelle leggi,ma idialetti si levano a cor reggere l'accentramento.

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