Wednesday, May 18, 2022

GRICE E CAPITINI: LA COMPRESENZA

 con    Capitini    Questo disegno di mani intrecciate in una stret¬  ta che cancella ogni differenza di razza. Renato  Guttuso l'ha inviato al prof. Capitini con l'au¬  gurio che la marcia della pace sia un gesto che  faccia profondamente riflettere gli uomini e dia  loro quel senso di responsabilità che non hanno.    :he la "Normale" a Pisa. Do-  .. ». po la laurea/ fu assistente  ri... dei prof. Momigliano, quin-  co- di segretario del collegio  te, uni versitario : « Ma Giovan-  al- ni Gentile mi ordinò di  pa- iscrivermi al partito fascista  :cia e io rifiutai ». Venne caccia¬  rle to. Tornò a Perugia e visse  on- dando lezioni private. Il suo  ìon studio era uno sgabuzzino  me della torre: i fascisti (co¬  in- me poi faranno anche i ele¬  vo- ricali ) cominciarono a chia¬  marlo « il gufo ». Ma era  un gufo che dava fastidio,  che teneva contatti con an¬  tifascisti come Jaime Pin-  tor, Banfi, Francesco Flora,  Alicata, Ingrao, Corona, Bu-  f alini,. Ragghianti, Dessi,  Natta, Spinella, Casagrande,  Agnoletti, Ramat, Calogero  (« Allora eravamo entrambi  radicai-socialisti — dice di  quest'ultimo —: ma lui in  senso laburista, io rivolu¬  zionario » ).   Nel 1937 venne arrestato  e portato a Firenze : « C’era  una trama in tutta Italia  — ricorda —, ma non riu¬  scirono a scoprirla ». Dopo  tre mesi di carcere, fu ri¬  messo in libertà. In quello  stesso anno, con Taiuto di  Benedetto Croce, pubblicò il  libro « Elementi di un'espe¬  rienza religiosa » che, come  scrìsse un giornale « fu al¬  lora letto e meditato da non  pochi giovani che poi si ri¬  trovarono nella guerra par-  tigiana contro la repubblica  di Salò e i tedeschi ». Nel  1943, fu di nuovo arrestato.   Dopo la liberazione, pensò  di iscriversi ai Partito d'a¬  zione. poi non ne fece nul¬  la : « Aveva un programma  troppo limitato, di tipo ra-  dical-repubblicano, che non    della non-violenza. « In In¬  ghilterra ne fanno una ogni  anno, a Pasqua — ricorda  —-, da Aldermaston a Londra.  Nel 1959, il corteo era lun¬  go 5 chilometri: cammina¬  vano in silenzio assoluto,,  soltanto uh tamburo batte¬  va le lettere d e n (disar¬  mo nucleare) in alfabeto  Morse. Quest'anno, addirit¬  tura, le marce sono state  due : una è partita da Al¬  dermaston, Tal tra da We~  therfields, dove si trova  una base della Nato. I due  cortei si sono fusi a Lon¬  dra: c'è stata un'imponen¬  te manifestazione davanti  al ministero della Difesa. I  dimostranti erano migliaia,  rappresentavano ben 39 na¬  zioni: negri e bianchi, asia¬  tici, africani, europei e ame¬  ricani tutti uniti contro la  guerra    del nostro inviato FRANCO MAGAGNINI    rale alTuniversità di Caglia¬  ri : « Parlate il meno pos¬  sibile di me — dice —. Non  è che io sia modesto, ma  ho paura delle contraddi¬  zioni. Sono su con gli anni,  non posso camminare per  tanti chilometri. E’ seccan¬  te, ma è così : organizzo la  marcia è non vi partecipe¬  rò. Quand’ero giovane, in¬  vece... Cera un pretore ad  Assisi, un amico mio, un  antifascista: ogni giorno, si  può dire, lo andavo a tro¬  vare a piedi...». Parla  svelto: a prendere appunti,  quasi si fatica a stargli die¬  tro. Ha 62 anni. Piccolo,  grassoccio, nasconde gli oc¬  chi vivi sotto uno spesso  paio di lenti: tutto in lui  è passione, energia, vitali¬  tà. A Perugia abita in un  attico, con un grande ter¬  razzo, che superando la  parte nuova della città  guarda verso    Perugia, settembre   P ARTIRÀ’ da Perugia,  il 24 settembre, la pri¬  ma « marcia della pa¬  ce » italiana. Sarà una  marcia breve, 23  chilometri in tutto, fino ad  Assisi : ma non per questo  avrà minor significato, un  minor valore. Vi parteci¬  peranno migliaia di perso¬  ne: verranno da tutta TUm-  bria, dal Lazio, dalla Tosca¬  na, dalla Liguria, dalle al¬  tre regioni d'Italia. Cam¬  mineranno quasi in fila in¬  diana, sul lato sinistro del¬  ia strada, per non turbare  il traffico, perché da noi  solo per le processioni la  polizia si mostra larga di  maniche e di vedute. Cam¬  mineranno in silenzio. Per  loro, parleranno i cartelli :  « Tutto per la pace, nien¬  te per la guerra », « Più  scuole niente bombe », « Vi¬  va la coesistenza pacifica »,  « Libertà per i popoli colo¬  niali, no alTimperialismo »,  « Liquidiamo il razzismo »,  « Per la pace e la sicurezza  disarmare la Germania »,  « Scuòle, case, ospedali :  non armamenti ». Fianco a  fianco, inarceranno comuni¬  sti, democristiani, socialisti,  repubblicani, socia 1 democra¬  tici, radicali, uomini e don¬  ne di ogni partito e di ogni  condizione. Da Genova, per¬  sino Un terziarie france¬  scano ha inviato la sua  commossa adesione : verrò  anch'io, non si può soltanto  pregare...   Padre delTiniziativa è il  prof. Aldo Capitini, docente  di pedagogia e filosofia tuo-    A LTRI nomi? Ernesto Ros¬  si, Donini, Ragghianti, Pe-  retti Griva, Gavazzani, Spini,  Jemolo, Segre, Lombarde Ra¬  dice, Borghi, Bucchi, Caroc¬  ci, Benedetti, Arpino, Guaita,  Butitta, Zavattini. « Sono uo¬  mini politici, giornalisti, mu¬  sicisti. scrittori, pittori, giuri¬  sti, docenti universitari : sano  tanti, non posso ricordarli  tutti... Non credevo che la  iniziativa venisse subito co¬  si compresa : persino dalla  India mi hanno scritto, per¬  sino protestanti, quacqueri,  obiettori di coscienza... ».   Aldo Capitini non ha avu¬  to una vita facile. « Perugi¬  no della generazione di Go¬  betti », come ama definirsi,  nacque da una povera fami¬  glia : suo padre era il cu¬  stode delia torre del cam¬  panile. « Ero tanto povero  dice -rry che studiai in  ritardo il greco e il latino».  Dal 1924 ài 1929, frequentò    Anche in Olanda,  nella Germania occidentale,  negli Stati Uniti, nel Cana¬  da, nella Nuova Zelanda  fanno marce della pace. Da  noi, in Italia, niente ». Co¬  sì alcuni mesi or sono, du¬  rante un incontro fra ami¬  ci, l'idea divenne decisione:  ora, per raggravata situa¬  zione internazionale, essa  sta per essere finalmente  realizzata.   Quando parla delle ade¬  sioni, il prof. Capitini si  commuove: « Sono tante,  tante: ho ricevuto centi¬  naia di lettere. Un ragaz¬  zo mi ha chiesto se può  portare un cartello con una  frase eli Anna Frank. Be¬  ni ssi mo, ben issimo, gli ho  risposto. E' lo spirito giu¬  sto. Mi scrive gente del po¬  polo operai contadini. Que¬  sta invece è di Renato Gut¬  tuso (e mostra una lette-    campa¬  gna incredibilmente verde.  Vive con la vedova del fra¬  tello. Il suo studio è una  stanza nuda, quasi un so¬  laio, con una stufa a le¬  gna e enormi finestre: al¬  le pareti, grezzi scaffali ca¬  richi di libri. Si dice socia¬  lista, ma non è iscritto ad  alcun partito. E' uno stu¬  dioso di questioni religiose,  ha pubblicato numerose o-  pere, una delle quali (« Re¬  ligióne aperta ») è stata  messa all'indice: anticatto¬  lico, ha fatto di Gandhi e  San Francesco i suoi mae¬  stri.   L'idea delia marcia gli  venne molti anni fa, quan¬  do fondcPil Centro italiano      Il prof. Aldo Capitini, docente di pedagogia e filosofìa mo-  rale all'UniVersità di Cagliari, è Torganiziatore delia marcia  della paèe, Che partirà da Perugia, 11 24, alla volta di Assisi.    à    15 

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