Tuesday, May 17, 2022

 carbonara Esso è non solo uno nel suo insieme e omo¬  geneo nelle sue parti, ma universale: tutte le grandi que¬  stioni intorno a Dio, all’uomo, alla natura, e ai loro rap¬  porti, rientrano nel suo quadro e vi si coordinano; vi si  potranno notare lacune, rifacimenti, mutevolezza di atteg¬  giamenti e di espressioni, indefinitezza di disegno e incom¬  piutezza di linee, ma ciò va attribuito più alle contingenze  esteriori in mezzo a cui il sistema si svolse (‘), che non  alla sua idea ispiratrice, la quale, posta l’universalità della  dottrina a cui dà vita, non poteva non esercitare un in¬  flusso auch’esso universale sulla coltura del tempo e delle  età posteriori sino a noi, assicurando così al nome dell’au¬  tore una fama imperitura nella storia dello spirito umano (* *).    (') Intorno itilo svolgimento del pensiero lichtiano et'r. \V. Kaiutz,  .S ludi<’u z. EnUoicklungsgeschichU der Fichteschen Wissemchaftslehre  (Berlin, 1902) e nnolie E. Focus, Vom Werden rlreier Denker : Fichte,  Schelling, Schleiermachcr (Tiibingen, 1904).   (*) V. la nota nella pree. p. XXVIU e cfr. anello IC. VoitLÀNDlSK,  Oeschichte der Philosophie (Leipzig, 1902, 8* edili. 1911, voi. II, pp. 28(5-  287). — Federigo Schlegel considerava la Wissenschaftslehre del Fichte  una delle “ tre maggiori tendenze del secolo (circi griissten Tetidenzen  iteti Jahrshunderts) „ accanto al Wilhelm Meister del Goethe e alla  Rivoluzione francese. E innegabile che il filosofo di Jena fu il filo¬  sofo per eccellenza della scuola romantica, le cui idee, a giudizio  concorde degli storici e in particolare dello I-Iaym, che su ciò insiste  ctm forza (cfr. Die romantische Schuie, p. 214 e segg.), sono derivate in     XXXII    Quale questa idea ispiratrice? È l’idea più alta e, pei  la coscienza comune, la più paradossale che sia sorta nella  storia della filosofìa : la sintesi, cioè, di due termini in ap¬  parenza così inconciliabili come l’io e il non-io, il cono¬  scere e l’essere, la libertà e la necessità, lo spirito e la na¬  tura, nel monismo superiore, nella “ superiore filosofia  (Jiohere Phihsophie) „ . direbbe lo Schelling, della libertà.  11 sistema del Fichte consiste, intatti, in una * filosofia  della libertà „ /e poiché il suo principio metafisico s’iden¬  tifica con l’ideale morale, giustamente fu chiamato un Idea¬  lismo elico ('). La vecchia metafisica s’intitolava scienza  dell’essere, ontologia, e nell’essere riponeva l’assoluto, il  reale, e dall’essere derivava ciò che dev’essere l’ideale. Se¬  condò il Fichte, invece^l’assoluto, il principio ultimo e su¬  premo da cui veniamo e a cui tendiamo non ù 1 essei e, ma    grandissima parte dalla Dottrina tirila scienza. E si spiega la predi-  lezione dei romantici per un sistema come il ttchtiano, il «piale tra¬  sforma il kantismo ancora esitante in un idealismo assoluto, e a  tutto uscire, sotto il rispetto metafisico, da «piella stessa genialità  dell’ lo, da cui i romantici tutto derivavano sotto il rispetto estetico.   (•) Fu detto anche Idealismo soggettivo, ma tale definizione e ei-  ronea, perchè V Io che il Fichte pone al principio di tutto il suo si¬  stema non è l’io individuale, sì bene 1 ’/o collettivo, universale, che  sta a fondamento di tutti gl’individui, l’/o,assoluto, l’originaria in¬  cognita X, dalla cui unità, ancora chiusa in sè stessa e incosciente,  dovrà uscire, in virtù di quel misterioso urto (Ansiosa), che è il t eus  er m china di tutta la metafisica Uchtiana, l’antitesi cosciente del  soggettivo e dell’oggettivo. “

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